Attraverso il riflesso

di Il corsaro nero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il demone degli inganni ***
Capitolo 3: *** Incontro ***
Capitolo 4: *** Furto ***
Capitolo 5: *** Imboscata ***
Capitolo 6: *** Il passato dei saiyan ***
Capitolo 7: *** Il castello del demone ***
Capitolo 8: *** Al di là di chi tu sia... ***
Capitolo 9: *** Ancora un giorno ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO


N.d.A: questa storia voglio dedicarla a Marlena Libby, colei che mi ha suggerito di scrivere questa storia.

Spero che vi piaccia e ringrazio in anticipo tutti coloro che la recensiranno, la metteranno tra le preferite / ricordate / seguite o che semplicemente la leggeranno.

Buona lettura.


Ti assicuro che era qui!”

La voce del bambino si sentì per tutto il bosco.

A parlare era stato un bambino con i capelli a palma neri che indossava un kimono azzurro e viola.

Il piccolo guardò da tutte le parti, prima di chiamare: “Torta gigante alla panna, dove sei? Andiamo, vieni fuori.”

Il suo compagno, un ragazzino leggermente più grande di lui che aveva i capelli a caschetto lilla, gli occhi blu e l'espressione più seria rimase un attimo a fissarlo prima di dire al compagno: “Goten, sono più di tre ore che cerchiamo! Te la sarai sognata!” “Ti sbagli! Ieri l'ho vista!” rispose il bambino, mentre con la mente tornava al momento in cui aveva visto quella superba torta.


Goten stava finendo di scrivere il tema sul suo quaderno.

Una volta finito, avrebbe potuto giocare con gli animali del bosco.

Un tempo, quando finiva di fare i compiti, giocava con Gohan, il suo fratellone, ma da quanto si era sposato, si era trasferito in città e lo vedeva poco.

Però, giocare con gli animali, soprattutto cercare insetti, gli piaceva e persino la mamma aveva accettato che lo facesse, a patto che stesse attento e che tornasse a casa prima del tramonto.

Ad un tratto, Goten alzò la testa e rimase incredulo.

Verso la foresta, c'era una torta gigante, con la panna e le fragoline in testa, le mani e i piedi giganti, come quelli della tv, e un'espressione allegra e spensierata sul volto.

Vedendola, Goten esultò: “Uao, una torta!”

La torta si voltò e cominciò a correre verso la foresta.

Subito, Goten si alzò dalla sedia e mentre correva per raggiungerla, gridò: “Aspettami!”

Tuttavia, mentre correva, qualcosa gli afferrò il braccio.

Goten si voltò e si trovò lo sguardo furente di sua madre.

Mamma!” esclamò, sorpreso, il bambino e la donna rispose: “Tu non vai da nessuna parte, signorino! Devi finire i compiti!” “Ma c'era una torta gigante con la panna...” cominciò il piccolo ma la madre, mentre lo trascinava verso casa, tagliò corto: “Fila subito a finire i compiti, altrimenti dovrai scordarti la torta di stasera!”


Goten, tu credi troppo alle favole.” fu la risposta di Trunks.

Poi, il giovane si alzò in volo, dicendo: “Qui non c'è niente, perciò torno a casa. Anche perché fra mezz'ora iniziano i cartoni.” “D'accordo, io però contino a cercare!” rispose il saiyan più piccolo, prima che l'amico cominciasse a volare a tutta velocità verso casa sua.

Il bambino continuò a cercare finché, ad un tratto, non sentì un fruscio dietro di sé.

Si voltò, incuriosito e vide, verso la zona più fitta e scura del bosco, la stessa torta gigante che aveva visto il giorno prima.

La torta gigante con la panna!” urlò, con già l'acquolina in bocca, Goten.

Aveva appena finito di dire quelle parole che la torta si voltò e penetrò nella foresta.

Subito, il bambino le corse dietro, tentando di raggiungerla, gridando: “Aspettami!”

Nonostante stesse entrando nella parte più oscura della foresta, quella che sua madre gli aveva più volte vietato espressamente di entrarci, Goten se ne infischiava di ciò.

L'unica cosa che voleva era raggiungere quella torta così grande e buona e mangiarsela.

Ad un tratto, vide la torta avvicinarsi ad una spirale azzurra e sparire dentro di essa.

Solo allora Goten si fermò.

A lui non piaceva molto l'idea d'infilarsi in quel portale, se sua madre l'avesse beccato avrebbe passato seri guai, poco ma sicuro, tuttavia quella torta aveva un aspetto così invitante...

Alla fine, il bambino prese una piccola rincorsa e saltò dentro alla spirale, scomparendo nel nulla assieme ad essa.

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Capitolo 2
*** Il demone degli inganni ***


CAPITOLO 1: IL DEMONE DEGLI INGANNI


Erano le nove e mezza di sera e Goten non era ancora tornato.

Chichi era davanti alla finestra, scrutando l'orizzonte in attesa che quell'incosciente di suo figlio, il quale aveva ereditato troppo da quell'irresponsabile di suo padre, mentre Goku aveva la testa sul tavolo, in quanto stava letteralmente morendo di fame.

Chichi, infatti, non si sarebbe messa ai fornelli fino a quando Goten non fosse tornato.

Ad un tratto, alzò la testa e si lamentò, per l'ennesima volta: “Chichi, ho fame.”

Sua moglie si voltò e, incenerendolo con lo sguardo, sibilò: “Come fai ad avere fame quando tuo figlio non è ancora tornato a casa?!” “Ma Goten è un saiyan, se la sa cavare e poi... poi...” si bloccò poi, con un sorriso imbarazzato, disse: “Ehm, Chichi... non riesco a percepire l'aura di Goten.”

COOOOOSAAAA?!?!”

L'urlo della donna si era sentito per tutta la vallata e gli animali notturni, spaventati erano scappati da tutte le parti.

Mentre Goku si riprendeva dallo strillo della moglie, questa gli chiese: “Goku, oggi Goten era in giro con Trunks, no?” “Sì. E allora?” “Allora teletrasportami subito a casa dei suoi genitori!”

Goku la prese per mano e scompare assieme a Chichi dalla loro casa e riapparvero alla Capsule Corporation.

Bulma, sorpresa da quell'inaspettato arrivo, si avvicinò a loro con in braccio la piccola Bra e domandò: “Goku, Chichi. Cosa ci fate qui a quest'ora?” “Dov'è Trunks?!” tagliò corto la mora e l'altra, sorpresa, domandò: “In camera sua, ma... che succede?” “Goten è scomparso e Trunks è l'ultimo ad averlo visto.” spiegò Chichi e una voce maschile alle sue spalle, disse: “Io l'ho lasciato nella foresta. Voleva trovare una torta gigante con la panna.” “Una torta gigante con la panna?” ripeté, incredula, Chichi.

Proprio il giorno prima, Goten le aveva detto di aver visto una torta gigante con la panna e poi scompariva nel tentativo di trovarla.

Non poteva essere una coincidenza!

Forse, Goten aveva visto davvero una torta la sera prima...

Non pensavo che scomparisse... dopotutto è un saiyan...” stava, nel frattempo, dicendo Trunks “Mi dispiace moltissimo, Chichi, ma non so dove sia Goten...” “Forse l'unica che può dirci qualcosa è la vecchia Baba.” disse, ad un tratto, Goku e tutti si voltarono, increduli, verso di lui.

Era strano, se non impossibile, che Goku potesse avere un'idea...

Goku... hai detto qualcosa di acuto. Molto acuto.” si lasciò sfuggire, incredula, Chichi e il saiyan, con un sorriso sulle labbra, disse: “Grazie... posso mangiare qualcosa, adesso? Non ci vedo più dalla fame...”


Cosa succede? Stavo dormendo...” protestò Baba, seduta sulla sfera di cristallo gigante volante.

Aveva appena detto quella frase che due mani forti l'agguantarono per la gola e Chichi urlò: “DOV'E' GOTEN?!” “Chichi... se la strangoli non credo proprio che ti dica dov'è finito...” le fece notare, timidamente, il marito.

Ci volle mezz'ora per calmare Chichi e una volta che Baba si fu ripresa e aver saputo della scomparsa del piccolo Goten, cominciò a guardare nella sfera nella speranza di trovarlo.

Alla fine, la donna scosse la testa e disse: “Mi dispiace, ma non riesco a trovarlo... non riesco proprio a capire...”

Sentendo il responso della vecchia veggente, Chichi si mise a piangere e a urlare: “BUUUUHHH!!! Il mio bambino... tutto solo in una foresta... di notte... con chissà quanti malintenzionati in giro!!!” “Beh, se un malintenzionato è quella torta gigante che ha visto, allora non mi spiacerebbe trovarmi a faccia a faccia con lei.” rispose il marito, sorridendo.

Sentendo quelle parole, Baba domandò: “Di quale torta parlate?” “Ieri sera, Goten ha visto una torta gigante. Così oggi è partito alla sua ricerca ed è scomparso.” spiegò Chichi.

Baba rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Potrebbe trattarsi... di un demone degli inganni.” “Un demone degli inganni?” ripeterono, increduli, i due coniugi.

Baba si schiarì la voce e spiegò: “E' una creatura che vive agli inferi. Ha la capacità di mutare aspetto per adescare le sue vittime, soprattutto bambini. Poi le porta con sé nel suo regno.” “E perché ha assunto le sembianze di una torta?” domandò Goku e la vecchia rispose: “I demoni degli inganni possono vedere nel cuore delle persone i desideri o i tormenti più inconfessabili... così possono approfittarne.” “Cosa succederà a Goten?” chiese, preoccupata, Chichi e Baba le rivelò, implacabile: “Gli succhierà l'anima per nutrirsi.” STUMP

Non appena sentì quelle tremende parole, Chichi svenne.

Mentre tentava di far riprendere la moglie, Goku domandò: “Dove si trova il regno di questo demone?” “Non si sa di preciso... L'unica cosa certa è che si trova agli Inferi.” rispose la vecchia.

Goku rimase in silenzio e poi, guardando Baba, disse: “Andrò negli Inferi! Lo cercherò in lungo e in largo e salverò Goten!”

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Capitolo 3
*** Incontro ***


CAPITOLO 2: INCONTRO


Ehm, Chichi... spiegami una cosa... perché devo andare agli Inferi con tutta questa roba?” domandò Goku, guardando l'enorme zaino, così pieno di roba che sembrava per scoppiare da un momento all'altro, che la moglie gli aveva costretto a mettersi sulle spalle.

Chichi lo guardò furente: “Servono per Goten! Quando lo troverai, di sicuro, sarà spaventato e avrà bisogno di un sacco di cose... e poi, metti che al ritorno succeda qualcosa... tutto serve, altroché!” “Anche quindici coperte pesanti?” “Certo! Non sappiamo che clima faccia agli inferi... ricordati che tu puoi usarne soltanto una!” “E i libri di scuola a cosa servono?” “Per mettersi in pari con lo studio, no?”

La moglie gli passò un fagotto, dicendo: “Tieni. Qui c'è il pranzo al sacco. Non mangiartelo tutto subito.”

Quando il marito uscì, Chichi chiuse con furia la porta, intimandogli: “NON AZZARDARTI A TORNARE A CASA SENZA GOTEN, INTESI?!”

Goku si mise due dita della mani e si teletrasportò da Baba.

Eccomi qui.” disse Goku, appena arrivato e Baba gli fece cenno di seguirla.

Lo condusse nel suo palazzo ma, invece di portarlo di sopra, come aveva fatto quando aveva affrontato i suoi guerrieri assieme a Yamcha e Crilin per trovare l'ultima sfera per poter resuscitare il padre del suo amico Upa, lo condusse ad una lunga scalinata.

I due scesero per un quarto d'ora finché non giunsero ad un piano.

In fondo alla stanza, vi era un'enorme spirale azzurra.

Attraversa quel portale e arriverai agli inferi.” l'avvisò Baba, indicando la spirale, per poi aggiungere, mentre gli passava un vecchio fischietto arrugginito: “Il demone degli inganni aspetta tre giorni prima di assorbire l'anima. Devi trovarlo entro quel lasso di tempo. Quando avrai trovato Goten, torna al punto di partenza e suona questa fischietto. Apparirà un portale che riporterà te e Goten in questo luogo.” “Lo farò.” la rassicurò Goku, prendendo il fischietto e attraversando il portale.

Il saiyan si sentì ruotare su sé stesso, come se si trovasse in una lavatrice, e, finalmente, uscì dalla spirale.

Ci volle un quarto d'ora affinché Goku si riprendesse dalla nausea che l'aveva preso a causa del tremendo viaggio e, quando fu di nuovo in forze, si diede un'occhiata in giro.

Attorno a lui c'era il deserto più totale, il cielo era rosso come il sangue, il terreno brullo e arido e gli alberi erano grigi e scheletrici.

Mentre camminava, Goku commentò: “Uao, certo che gli inferi non sono per niente male... se muoio di nuovo ci faccio un salto.”

Dopo qualche passo, il saiyan si fermò e disse: “Dunque, ora devo trovare il regno del demone...”

Aveva appena detto quelle parole, che si mise le mani in testa e urlò: “OH NO!!! NON HO LA PIU' PALLIDA IDEA SU DOVE SI TROVI!!! Beh, intanto mangiamo qualcosa e andiamo a dormire.”

Il saiyan prese dei rami secchi e, con un piccolo raggio d'energia, creò un piccolo falò.

Il saiyan prese il sacco dove c'era la sua cena, l'aprì e cominciò a mangiarsi il contenuto.

Non si accorse che vicino ad un albero dietro di lui c'era una sagoma nera che osservava con molta attenzione il suo falò.

GROUUL

Sentendo quel rumore, Goku si voltò dietro di sé e domandò: Mh? C'è qualcuno?”

Dopo qualche secondo di silenzio, udì un fruscio.

Non c'erano dubbi.

C'era qualcuno lì vicino...

Ehi, ti ho sentito, vieni fuori!” esclamò Goku e, vedendo che l'essere misterioso non si decideva a uscire, s'incamminò verso quel piccolo bosco di alberi secchi e spogli.

Ad un tratto, sentì un ki sopra la sua testa e, alzandola, vide una figura nera seduta su un ramo di un albero.

Non fece in tempo a dire niente, che dalla mano della sagoma partì un raggio d'energia che per poco non lo prese ma che gli fece sbattere la testa per terra.

Vedendo che Goku non si muoveva, l'essere si avvicinò al suo enorme zaino, che il saiyan aveva sempre sulle spalle, lo aprì e cominciò a frugare al suo interno.

Non provarci!!!” urlò Goku, afferrandolo per un braccio per poi ribaltare il suo avversario con un rapido movimento.

Il bagliore che emanava il falò, illuminò l'essere.

Era vestito con una battle suit e aveva i lunghi e ribelli capelli neri.

Non ci volle molto affinché Goku lo riconoscesse.

Radish?!” esclamò il saiyan per poi aggiungere: “Ma cosa...”

Non riuscì a finire la frase che Radish gli diede un sonoro pugno con la mano libera.

Dopo essersi massaggiato la faccia per riprendersi dal dolore del pugno, Goku si accorse che Radish era sparito come il suo pranzo al sacco.

Oh no! Mi ha rubato il pranzo al sacco!” esclamò il saiyan mentre metteva due dita sulla fronte.

Nel frattempo, Radish si era nascosto dietro ad un albero e aveva cominciato a mangiare il cibo all'interno della sacca che aveva rubato a Goku.

Ad un tratto, il saiyan vide, con stupore, che colui che aveva rapinato era apparso dal nulla.

Ridammi il mio pranzo e fingerò di non averti visto.” propose, seccato, Goku e l'altro rispose, mettendosi in posizione da combattimento: “Venitelo a prendere.” “Come vuoi.” acconsentì il saiyan più giovane, mettendosi in posizione da combattimento.

Per vari minuti, nella landa desolata di quella piana degli inferi, si sentirono dei suoni potenti, attacchi d'energia e le sagome di due individui che si davano un colpo per poi sparire.

Mentre parava i pugni dell'avversario, Goku commentò: “Devo ammetterlo, Radish... sei migliorato dall'ultima volta!” “Anche tu, Kakaroth!” rispose l'altro, mentre gli tirava un calcio.

Dopo un po', Goku, sbuffando, disse: “Scusa se devo chiudere in fretta lo scontro ma mia moglie mi ucciderebbe.”

Dopo aver detto quelle parole, si allontanò di qualche metro e, ad un tratto, i suoi capelli si rizzarono verso l'alto, diventando di colpo biondi.

Radish, con un'espressione sconvolta e incredula, domandò: “CAPELLI BIONDI?! COSA DIAVOLO E'?!”

Ad un tratto, si accorse che l'avversario era proprio alle sue spalle.

Il saiyan dai capelli lunghi provò a tirare un pugno che venne prontamente parato da Goku col braccio.

Deciso a non arrendersi, Radish cominciò a tempestarlo di pugni che Goku continuava a parare finché non schivò un pugno e non tirò un calcio al volto di Radish che lo fece volare a tutta velocità contro un albero, disintegrandola.

Vedendo quello che aveva combinato, Goku fece un sorriso imbarazzato e commentò: “Oh mamma, mi sa che ho un po' esagerato...”

Radish si massaggiò la testa dolorante e Goku, mentre ritornava in forma base, si avvicinò a lui e disse, entusiasta: “Ora devo andare... ma appena muoio finiamo lo scontro.”

Radish rimase in silenzio un attimo, poi chiese: “Sei un supersaiyan, non è vero?” “Sì, ma non sono il solo. Anche gli altri possono diventarlo.” ammise Goku mentre prendeva del ramen e si metteva a mangiarlo.

Ad un tratto, Radish esclamò, incredulo: “Anche tuo figlio? Ma non è troppo piccolo?” “In effetti Gohan può trasformarsi in supersaiyan ma non è più un bambino. Lavora, si è sposato e ha avuto una figlia.” “Non parlo di lui ma del moccioso più piccolo.” “E tu come fai a sapere di Goten?” “L'ho visto mentre inseguiva una torta gigante. E' identico a te quindi ho capito subito che era tuo figlio.”

Non appena finì la frase, Goku si avvicinò a lui e disse, agitato: “Dimmi subito da che parte è andato!” “Di là... verso la Foresta del Mai Ritorno.” “Ed è molto lontana da qui?” “Abbastanza... a piedi circa un mese.” “UN MESE?!”

Goku si librò in aria e, parlando a sé stesso, esclamò: “Accidenti! Non sento l'aura di Goten e non conosco nessuno del posto... non mi rimane che volare.”

Rimase immobile per un attimo, poi guardando verso Radish, che era rimasto giù, domandò: “Ehm, Radish... dove hai detto che è la Foresta del Mai Ritorno?”

Con uno sbuffo, il saiyan volò fino a lui e, indicando un punto all'orizzonte, spiegò: “Vai dritto in quella direzione per 30 km, poi giri di 45° a destra, continui per un'ora per poi girare verso sinistra, dove c'è la Grande Rupe, dopo quattro ore di volo troverai la Foresta del Mai Ritorno.”

Goku rimase in silenzio un attimo poi, mettendosi una mano dietro alla testa e sorridendo imbarazzato, disse: “Non ho capito niente... potresti rispiegarmelo?” Ma questo è davvero mio fratello? Fu l'unico pensiero che riuscì a formulare Radish.


NO! NON CI SIAMO!”

L'urlo fece voltare due cervi infernali che stavano pascolando, i quali cercarono di capire da dove venisse quell'urlo.

La risposta si trovava sulle loro teste, ossia due individui volanti.

Radish non ne poteva francamente più!

Erano ore che stava cercando di dare istruzioni a suo fratello ma quello zuccone non capiva proprio niente!

Devi volare per 30 km non per 90! E quando c'è la rupe devi volare a sinistra, verso di lei, non a destra! Sono più di quattro ore che te lo spiego!” gli spiegò, per l'ennesima volta, sperando che, finalmente, quell'idiota capisse!

Purtroppo, guardando la sua espressione, capì che anche stavolta non aveva capito niente!

Infatti, Goku domandò, di nuovo: “Ma è così difficile... quando ho fatto i 30 km devo girare di 145°?” “45!!!” urlò Radish mettendosi una mano in fronte.

Non c'era proprio niente da fare!

Quello era peggio di una zucca vuota!

Almeno anche l'altro aveva capito che era una frana dato che, mettendosi le mani tra i capelli, si mise a disperarsi: “DANNAZIONE!!! PER QUANTO CI PROVI NON CE LA FACCIO!!! NON RIUSCIRO' MAI A IMPARARE A MEMORIA LE INDICAZIONI!!! NON RIUSCIRO' A SALVARE GOTEN E CHICHI MI AMMAZERA'!!!”

Radish si aspettava che la lagna durasse ancora per molto ma all'improvviso smise di disperarsi e si mise a fissarlo.

Radish inarcò un sopracciglio.

Il fatto che lui lo stesse fissando non gli piaceva per niente...

Perché diavolo mi stai guardando?” sibilò e l'altro, congiungendo le mani come una preghiera, lo pregò: “Ti prego, ti prego, ti prego! Portami alla Foresta del Mai Ritorno!” “Scordatelo.” fu la secca risposta di Radish.

Tuttavia, l'altro non voleva proprio mollare.

Ma perché?! Si tratta di tuo nipote!” gli disse e il saiyan rispose, mentre si allontanava leggermente in volo: “Non voglio finire nei guai... e poi non ho nessuna intenzione di salvare il figlio di colui che mi ha ammazzato.” “Ti insegnerò a diventare un supersaiyan.”

Radish si fermò e spostò leggermente la testa.

Quella faccenda cominciava ad interessarlo, e molto!

Vedendo l'interesse del fratello, Goku rincarò la dose: “Aiutami a salvare mio figlio e io ti insegnerò a trasformarti. Non vuoi diventare più forte?”

Goku era certo che una simile proposta avrebbe avuto effetto.

Dopotutto, se a lui avessero mai fatto la proposta di diventare ancora più forte avrebbe accettato di fare di tutto, persino mettersi a lavorare per un anno intero senza allenarsi!

Infatti, Radish si voltò e, con un sorriso di sfida, accettò: “Va bene, mi hai convinto! Ti aiuterò!”


Le fiamme del piccolo falò illuminavano i due volti vicini ad esso.

Uno con i capelli a palma era seduto su un masso mentre l'altro con i capelli lunghi era seduto su un vecchio tronco.

Tuttavia, i due non si degnavano neanche di uno sguardo e guardavano entrambi un punto lontano.

Regnava un silenzio di tomba, dato che entrambi, non solo non si degnavano di uno sguardo ma non si degnavano neanche di dirsi una parola.

Alla fine, fu Radish ad alzarsi in piedi e a dire, con la massima noncuranza: “Vado a dormire.”

Vedendolo allontanarsi, Goku, inaspettatamente, chiese: “Non resti vicino al fuoco?”

Radish rimase immobile un secondo poi, continuando a camminare lentamente, prima di sparire completamente nel buio, disse: “Non ho freddo.”

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Capitolo 4
*** Furto ***


CAPITOLO 3: FURTO


Il cielo mattutino degli inferi era tranquillo e rosso, come al solito, ma ad un tratto comparvero due piccoli luci che si rivelarono essere due razzi che divisero in due l'aria.

I due razzi, tuttavia, avevano una forma umana, in quanto il più grande aveva lunghi capelli neri e quello più giovane li aveva a palma.

Ad un tratto, quello con i capelli lunghi indicò una rupe che si mostrava imponente davanti a loro e disse: “Ecco la rupe.”

Dopo aver detto quelle parole, Radish atterrò su di essa, seguito a ruota dal fratello minore.

Una volta che ebbe posato i piedi, Goku si avvicinò al compagno e domandò: “Perché ci siamo fermati?” “Rischiamo di consumare troppa energia. Meglio fare una pausa e mangiare qualcosa.” fu la risposta di Radish, mentre si stiracchiava.

Goku si sedette prontamente, in quanto quella di mangiare non gli sembrava per niente una cattiva idea, e aprì il suo pranzo al sacco, pronto a mangiarsi tutto ma appena l'aprì fece una scoperta tremenda.

OH NO!!! CHE TRAGEDIA!! HO FINITO IL PRANZO AL SACCO!!” urlò, disperato il saiyan e Radish gli fece notare, seccato: “Qual'è il problema? Basta prenderne dell'altro, no?”

Goku, sentendo le parole del fratello, si calmò all'istante e chiuse gli occhi, come se volesse concentrarsi, e, ad un tratto, esclamò: “Sento un villaggio a 60 km da qui.” “60 KM?!” ripeté, incredulo, l'altro saiyan.

Goku riaprì gli occhi e, tendendo la mano al fratello, disse: “Dammi la mano.”

Radish guardò la mano con diffidenze e poi domandò: “E perché dovrei dartela?” “Perché così raggiungeremo quel villaggio in un attimo.”

L'altro saiyan rimase ancora qualche immobile, poi strinse la mano di Goku.

In mezzo secondo, i due saiyan scomparvero su quella rupe e ricomparvero in un villaggio, a 60 km di distanza.

Eccoci arrivati.” esclamò Goku, felice come un pasqua, dando un'occhiata in giro.

Vi erano un gruppo di case piuttosto sporche e malmesse e le persone che si vedevano in giro avevano delle sembianze mostruose e degli sguardi per nulla rassicuranti.

Indicando quelle persone, Goku si diresse verso di loro, dicendo: “Laggiù c'è della gente. Andiamo a chiedere del cibo.” “Ma cosa fai?! Fermati subito, scemo!” lo bloccò Radish, prendendolo per un braccio.

Goku si fermò e guardandolo, domandò: “Che succede?” “Siamo agli inferi, non in paradiso. Quelli sono dei criminali.” “Davvero? Ma se sembrano delle brave persone.” “Appunto, sembrano. E poi, qui agli inferi per prendere qualcosa la si ruba.” “Ma io non so rubare.” “Me ne occupo io. Tu sta' buono qui e preparati a volare.” l'avvisò Radish, incamminandosi verso il centro abitato.

Il saiyan più grande camminò con noncuranza in mezzo alle bancarelle ma, ogni tanto, la sua possente mano si muoveva a velocità sorprendente e rubava qualche pezzo di cibo oppure qualche oggetto di valore, che intendeva rivendere sottobanco da un'altra parte, che nascondeva, velocemente in una piccola sacca.

Ad un tratto, Radish si accorse di una bancarella dove c'era un vecchio demone che stava cuocendo su un barbecue tre spiedini di carne.

Il saiyan si nascose dietro una fontana d'acqua rossa e prese una grossa pietra.

La lanciò in direzione del venditore, il quale, per capire da dove provenisse quel suono, andò a dare un'occhiata.

Una volta che il vecchio se ne fu andato, Radish si avvicinò al barbecue del venditore e con una velocità inaudita, li prese tutti e tre.

Dopo averli presi, ritornò dal fratello e, porgendogli uno spiedino, disse: “Ecco qua.” “Grazie. Sembra proprio buono.” esclamò, con l'acquolina in bocca, Goku.

Nel frattempo, il demone era tornato alla sua bancarella e aveva notato, con orrore, che erano spariti tutti gli spiedini.

Si mise a guardare intorno e l'occhio gli si posò su due ragazzi, uno con i capelli lunghi e l'altro a palma, in fondo alla strada che stavano mangiando degli spiedini di carne.

Dovevano essere loro i ladri.

EHI, VOI DUE!!” urlò, con tutto il fiato che aveva in gola.

Sentendo quell'urlo, Radish si alzò subito in piedi e disse, rivolto al fratello: “Accidenti! Ci hanno beccati! Scappa!”

I due cominciarono a correre a gambe levate, seguiti da tutta la popolazione del villaggio, l'inseguivano non tanto per difendere il diritti del venditore ma per poter essere autorizzati a picchiare qualcuno, sperando di far diminuire la loro pena e per rubare qualcosa di utile a quegli sprovveduti.

Mentre correvano, Radish si voltò verso il fratello e gli domandò: “Ehi, perché non fai quello che hai fatto prima?” “Posso teletrasportarmi solo per raggiungere un ki e non c'è nessuno sull'altura.” rispose l'altro.

Radish sbuffò e poi disse: “Allora dovremo volare! Mi raccomando, usa tutta la tua energia!” “Va bene!” “Partiremo al mio tre!” “Ok!” “Uno... tre!”

Dopo aver detto, quella parola, Radish spiccò il volo.

Ehi, non vale!” urlò Goku, partendo a sua volta.

I due volarono per parecchie ore finché non videro, all'orizzonte, la rupe.

Una volta atterrati su di essa, Goku si buttò per terra e, ansimando profondamente, disse: “Anf... anf... ce l'abbiamo fatta... ma che fatica...”

Non appena finì di parlare, sentì un GROWL provenire dalla sua pancia.

Oh no. Mi è tornata la fame.” sospirò Goku e mentre gli veniva l'acquolina in bocca, disse: “Non c'è più niente da mangiare. Soprattutto quei deliziosi spiedini di carne.” “Ehi...” gli disse Radish.

Il giovane saiyan si voltò e vide il fratello maggiore, con lo sguardo dall'altra parte e le guance rosse, allungargli proprio uno di quegli spiedini di carne.

Grazie.” sussurrò Goku, prendendolo tra le mani.


Il fuoco continua a illuminare la grande roccia e le due piccole figure sopra di essa.

Goku e Radish avevano deciso di fermarsi su quella roccia per quel giorno, dato che, ormai, era troppo tardi per proseguire il viaggio.

Proprio come la sera prima, i due fratelli erano rimasti in completo silenzio a fissare un punto a loro scelta, finché Radish non si era alzato e, dirigendosi dietro ad una roccia, aveva detto: “Vado a dormire.”

A differenza della notte prima, Goku era rimasto in silenzio a fissare le fiamme del falò che continuavano a danzare senza sosta.

Ad un tratto, si era alzato e si era diretto lentamente verso la roccia dove si era diretto suo fratello.

Non appena svoltò, lo vide.

Era sdraiato per terra, addormentato, che tremava per il freddo.

La notte agli inferi era veramente gelida.

D'istinto, Goku appoggiò la sua coperta sul fratello e si allontanò, silenzioso com'era venuto...

Qualche ora dopo, Radish si svegliò e la prima cosa che notò fu la coperta sopra di sé.

Si voltò verso il falò e, dopo averlo fissato un attimo, si sdraiò di nuovo e tornò a dormire.

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Capitolo 5
*** Imboscata ***


CAPITOLO 4: IMBOSCATA


Eccoci arrivati. Questa è la Foresta del Mai Ritorno.” annunciò Radish, indicando l'enorme foresta davanti a lui e a Goku.

Aveva un aspetto lugubre e inquietante, i rami contorti erano spogli e grigi come se fossero morti e all'interno della foresta non c'era nessun raggio di luce.

Dove vive il demone degli inganni?” domandò Goku, voltandosi verso il fratello maggiore, e l'altro rispose: “Non ne ho idea. Il demone ama nascondersi e dovremo cercare dappertutto.” “Pur di evitare la furia di mia moglie sono disposto a fare qualunque cosa.” rispose il giovane, entrando al suo interno.

I due cominciarono a camminare su l'unico sentiero decente, vicino a un piccolo fiume dalle acque nere.

Ad un tratto, Goku si fermò e avvisò subito Radish: “Fermati! Non siamo soli!” “Io non vedo nessuno! Te lo sarai sognato!” rispose, seccato, il saiyan, non fermandosi.

I due, quindi, continuarono a camminare, non accorgendosi che su un ramo era seduto un essere informe con gli occhi rossi che li stava fissando...


Su una parete di pietra dura, vi era un'immagine rossa che mostrava due giovani: quello più alto e muscoloso aveva lunghi capelli neri ribelli mentre l'altro, che aveva l'espressione più da ebete, era più basso e aveva i capelli a palma neri.

Eppure, fu proprio quest'ultimo ad attirare l'attenzione del tipo che, avvolto dall'oscurità, osservava con molta attenzione le immagini.

A quanto pare, il padre di quel moccioso è venuto a riprenderselo...” ghignò la figura e, prima di battere con forza le mani, sussurrò: “Mi spiace per lui ma non ho alcuna intenzione di perdere la mia preda.”


Il suo stomaco lo stava avvisando che era già mezzogiorno eppure, a giudicare dal buio di quella foresta, sembrava che fosse notte fonda.

Tuttavia, sentiva delle presenze vicino a sé ed esse lo rendevano molto nervoso.

Quando ne aveva parlato a Radish, tuttavia, lui gli aveva detto che non c'era nessuno eppure continuava a sentire delle presenze in maniera molto nitida.

Le sentiva dappertutto... come se fossero dietro di lui e si stessero preparando ad attaccarli...

ATTENTO!” urlò, ad un tratto, il saiyan, buttandosi da un lato e, nel mentre, spostando anche il fratello maggiore.

In questo modo, i due schivarono un raggio d'energia che fece una gigantesca esplosione.

Lo sapevo! C'è qualcuno! E vuole attaccarci!” esclamò Goku mentre Radish lo guardava, incredulo.

Appena finì di dire quelle parole, un gruppo di mostri, dalla faccia verde deforme, spaventosa e inquietante, e dagli occhi rossi fecero la loro comparsa, circondandoli completamente.

Cosa sono quei mostri?!” domandò, sconvolto, Goku e Radish, che nel frattempo si era alzato in piedi, gli rispose: “Sono servitori del demone, no?” “Urca, che brutti!” “A quanto pare, al demone interessa solo che funzionino... se sono qui, significa che ci ha scoperti e che vuole impedirci di salvare tuo figlio.” “Ma come avrà capito che Goten è mio figlio?”

Per tutta risposta, Radish si limitò a guardarlo.

Intanto, i demoni avevano cominciato ad attaccarli.

Nonostante fossero così brutti da far paura, erano dei combattenti davvero scadenti e lui e Radish non avevano nessun problema a tenere loro testa.

Purtroppo, anche i demoni capirono che, frontalmente, non avevano nessuna speranza di battere i due e, pertanto, essi diventarono di colore nero e vennero come assorbiti dalle ombre lì intorno.

Si sono fusi con le ombre!” esclamò, incredulo, Goku e, quasi subito, chiuse gli occhi.

Un fantasma delle ombre, vedendolo immobile, gli si avventò dietro la schiena ma ricevette un violento pugno sulla faccia.

Ma il loro ki si sente ancora benissimo...” commentò il giovane saiyan, sorridendo.

Così, anche se i servitori del demone si erano fusi, Goku riusciva a batterli con assoluta facilità.

Goku si voltò un attimo e si accorse che Radish non era messo bene come lui.

Infatti, il saiyan veniva continuamente preso alle spalle e sconfitto.

Ad un tratto, una mano apparve da un'ombra alle spalle di Radish e preparò un attacco energetico.

ATTENTO! ALLE TUE SPALLE!” urlò Goku al fratello ma proprio mentre urlava, la mano lanciò l'attacco e colpì Radish alla schiena.

Mentre il saiyan si rialzava dolorante, massaggiandosi nel mentre la schiena, gli disse, adirato: “N... non ho bisogno di te! Lasciami in pace!”

Appena disse quelle parole, una seconda mano apparve dall'oscurità e colpì di nuovo Radish alla schiena, il quale, per il dolore, urlò: “AAAAAAAHHHHHH!!!!!”

Il colpo fu così potente che Radish cadde nel fiume.

RADISH!” urlò Goku, prima di lanciarsi a sua volta nel fiume.

Il giovane saiyan cominciò a immergersi nelle profonde acque nere come l'inchiostro.

Non ci vedeva niente là sotto!

Come poteva salvare Radish se non riusciva a vederlo?

Ad un tratto, sentì qualcosa afferrarlo per le braccia e per le gambe ma, nonostante tentava di liberarsi, non ci riusciva, anche perché non ci vedeva niente...

C'era solo una cosa da fare...

Goku raccolse tutte le sue energie e si trasformò in un supersaiyan.

Grazie a ciò, riuscì a liberarsi da ciò che lo teneva bloccato, dei filamenti di fango e cominciò a cercare Radish finché non scorse la figura del fratello maggiore il era avvolto da quei filamenti che lo stavano, nel frattempo, portando verso il fondale fangoso.

Lo afferrò per un braccio e, con dei piccoli raggi d'energia, lo liberò e, afferrandolo per un braccio, lo riportò di nuovo in superficie.

Con difficoltà, lo trascinò verso la riva, ritornando velocemente in forma base.

Una volta fuori dall'acqua, si accorse subito di trovarsi in un altro luogo rispetto a prima.

Evidentemente, la corrente aveva trascinato lui e Radish più avanti e c'era il rischio che avessero superato da un pezzo il territorio del demone ma almeno non c'era più traccia di quegli orribili esseri.

Non appena raggiunse la riva, Radish spinse via Goku e, adirato, gli disse: “Ti ho detto di lasciarmi in pace!” “Se l'avessi fatto saresti annegato!” ribatté, furibondo, il saiyan più giovane.

Non gli andava che qualcuno fosse così scortese con lui quando aveva cercato di salvargli la pelle.

Radish lo guardò furibondo e poi riprese: “Sai quanto me ne frega! Io non ho bisogno di nessuno, tanto meno di te!” “Certo... se non ci fossi stato io a salvarti, saresti morto definitivamente! Potresti anche tenerlo a mente!” “Non te l'ho mica chiesto!” “Lo so... ma tu sei l'unico che può portarmi da Goten, quindi mi servi vivo!” “Perché non te lo cerchi da solo, allora? Tanto sai fare strane cose...” gli disse il fratello, allontanandosi, e Goku, incredulo, domandò: “Cosa intendi con strane cose?” “Sentire la presenza degli altri senza lo scouter!” “Eh? Ma se è la cosa più normale del mondo! Persino Goten ci riusciva a sei anni... magari ci riesce persino Pan che ha un anno...” rise Goku.

Tuttavia, Radish sembrò non trovare affatto divertente la cosa.

Si girò, infuriato nero, e borbottò qualcosa, adirato, mentre si allontanava furioso.

Solo a quel punto, Goku capì.

Radish... aspetta.” gli disse, prendendolo per un braccio.

Lui, sorpreso dal gesto, si voltò e i due fratelli si fissarono in silenzio nei loro occhi neri.

Tu... non sai percepire i ki?” domandò, delicatamente, il saiyan più giovane e l'altro distolse lo sguardo e arrossì.

Intuendo che quello doveva essere un sì, Goku sorrise e propose: “Se vuoi... posso insegnarti come si fa.” “Dici davvero?” domandò Radish, incredulo.

Goku annuì: “Certo... e poi, se vuoi diventare supersaiyan, devi saper percepire i ki.”

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Capitolo 6
*** Il passato dei saiyan ***


CAPITOLO 5: IL PASSATO DEI SAIYAN


Per percepire i ki devi, prima di tutto, rilassarti.” spiegò Goku.

Lui e il fratello maggiore stavano levitando sopra ad un immenso lago nero, che avevano trovato poco distante dalla riva da cui erano usciti.

L'obbiettivo di quell'allenamento spirituale era di far imparare a Radish a percepire i ki ma la cosa si stava rivelando più difficile del previsto.

Radish, infatti, non riusciva a rilassarsi ed era più teso della corda di un violino.

No... così sei teso. Devi rilassarti.” lo avvisò il giovane ma l'altro, seccato, rispose: “Non riesco a essere rilassato! Non ci sono mai riuscito!” “Come mai?”

Il saiyan più grande rimase in silenzio, guardando da un'altra parte.

C'entra Freezer, non è vero?” domandò Goku e l'altro ammise: “Sì... nel suo esercito non potevi assolutamente rilassarti altrimenti ti aggredivano alle spalle e ti uccidevano.” “Anche sul pianeta Vegeta era così?” “No... lì potevi stare un po' tranquillo...” “Mi parli del nostro popolo?” “Hai accettato di essere un saiyan?” “Anche se il mio posto sarà sempre la Terra, una parte di me sarà sempre legata ai saiyan.”

Radish rimase in silenzio un attimo e poi domandò: “Cosa vuoi sapere sui saiyan?” “Vediamo... avete una festa nazionale?” “Cos'è una festa nazionale?” “Non ce l'avete? Peccato... e una bandiera?” “Se per bandiera intendi il simbolo della famiglia reale, allora sì.” “Mi parli della famiglia reale? Vegeta non mi dice mai niente sulla sua famiglia...” “La famiglia reale venne creata dopo la guerra saiyan – tsufuru. Il padre di Vegeta era il comandante supremo del nostro esercito e, una volta finita la guerra, gli venne offerto il trono. Inoltre il nome del pianeta venne cambiato da Plant, nome originale, a Vegeta.” “Caspita, che onore... ma prima di diventare comandante cosa faceva?” “Boh... nessuno sa di lui e del suo passato prima della guerra... è apparso dal nulla, ci ha uniti in un esercito e, dopo dieci anni, abbiamo vinto.” “DIECI ANNI?! Ma come avete fatto a far durare così tanto una guerra?! Va bene che non potevate trasformarvi in supersaiyan, ma...” “Gli tsufuru possedevano armi straordinarie. Persino tu, senza trasformarti, avresti avuto delle serie difficoltà.” “Oh... e della madre di Vegeta che mi dici?” “Si chiamava Echalotte ed era molto bella ma anche molto orgogliosa e amante della lotta.” “E la nostra mamma com'era?” “Lei era...” cominciò a dire Radish ma s'interruppe subito.

Aveva avvertito qualcosa...

Evidentemente, a forza di parlare col fratello, stava imparando anche lui a percepire i ki...

Ho avvertito qualcosa.” disse e Goku annuì: “Anch'io... deve trattarsi del demone.” “Tu hai capito dove si trovi? Io faccio ancora fatica, mi sembra che sia dappertutto.” “Impari in fretta, Radish. Riesci a percepire le energie vitali. Non appena avremo sistemato il demone dovrai solo imparare a dividerle per persona e non a unirle.” “Non dimenticarti il mio supersaiyan.” “Tranquillo... anche se, con un talento come il tuo, imparerai in fretta a trasformarti. Sai, mi ricordi tanto Caulifla...” “Chi?” “Una saiyan che conobbi non molto tempo fa.” “Una saiyan? Ma Freezer non le ha sterminate tutte?” “Infatti. Lei viene dall'universo 6.” “Eh?! Universo 6?! Di cosa stai parlando?!” “Di una storia complicata di cui nemmeno io ci ho capito granché. Solo Vegeta ci ha capito qualcosa... quando gli ho chiesto come ci riusciva mi ha detto che era perché aveva più cervello di me.” “Immagino... comunque, dove si trova il demone?” “Dunque, sento il suo ki... sotto di noi.” “Eh?!”

Radish guardò senza parole il fratello.

Sembrava che si fosse ancora più rimbambito!

Però, doveva ammettere che suo fratello era molto più abile di lui.

Guardò in basso e vide solo le acque nere del lago dove lui e Goku stavano lievitando.

Si mosse un attimo, in modo da guardare meglio giù, e l'acqua si mosse per un secondo che, però, permise a Radish di accorgersi di una cosa...

Mi è parso di vedere un castello, quando l'acqua si è mossa!” esclamò, incredulo, in quanto nemmeno lui riusciva a credere a quello che aveva appena visto.

Immediatamente, Goku si mosse ed entrambi videro che, mentre l'acqua si muoveva, appariva un castello.

Dev'essere il castello del demone! L'abbiamo trovato!” esclamò, entusiasta, Goku, felice, più che altro, di aver localizzato il castello e con esso il demone, in questo modo Chichi non l'avrebbe ammazzato.

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Capitolo 7
*** Il castello del demone ***


CAPITOLO 6: IL CASTELLO DEL DEMONE


Sì, l'abbiamo trovato. Adesso, però entriamo. Prima salviamo tuo figlio e prima m'insegnerai a diventare un supersaiyan.” disse Radish, entrando nel lago, seguito a ruota dal fratello minore.

Quando i due entrarono, sentirono come se tutto intorno a loro stesse ruotando.

Finalmente, il viaggio finì e la prima cosa che Radish notò, una volta arrivato, fu che Goku aveva la nausea.

Ma che ti piglia?” domandò e l'altro rispose: “Ho la nausea. Mi viene sempre quando faccio questi viaggi... mi sento sempre che sto per vomitare...” “Ehi... se mi vomiti addosso... TI UCCIDO, CHIARO?!” “Tranquillo, non...”

Goku non riuscì a finire la frase, in quanto si accorse del castello del demone e, assieme al fratello maggiore, si mise a fissarlo, incredulo.

Il castello del demone si estendeva davanti a loro: era alto, imponente, fatto di pietra e con grandi punte in cima.

Aveva davvero un aspetto spaventoso e poco raccomandabile.

Davvero l'abitazione perfetta per un demone...” commentò Radish e poi disse: “Dunque, dovremo cercare di penetrare di nascosto nel suo castello... ho creato una specie di piano... cerchiamo di avvicinarci di soppiatto al castello, nascondendoci dietro agli alberi e ai cespugli. Una volta arrivati nei pressi del castello, ci giriamo intorno finché non troviamo una finestra aperta. Poi voliamo lassù, entriamo e...”

Quando si voltò, però, si accorse che il fratello minore non era più accanto a sé.

Lo cercò con lo sguardo e, quando vide dove si era cacciato, svenne.

Goku era davanti all'immenso portone del castello che stava bussando a tutto volume, gridando: “EHIIII, C'E' NESSUNO IN CASA? APRITE!”

Ad un tratto, sentì un dolore tremendo alla testa.

Si voltò e vide il fratello maggiore che lo stava fissando, adirato.

Cosa c'è, Radish? Mi hai fatto male...” protestò il saiyan, massaggiandosi la testa, e l'altro rispose: “Ma quanto scemo puoi essere? Come pensi di salvare tuo figlio se fai rivelare subito la tua presenza?!” “Sei preoccupato per Goten?” “No, sono preoccupato per il mio supersaiyan! Se continui a urlare così, lo potrò solo sognare!”

Aveva appena finito di dire quelle parole che il portone si aprì e comparve un essere basso, mingherlino, con la pelle verde, con la faccia da rettile e con piccole corna sulla testa.

L'essere, appena vide Goku e Radish, disse: “Ah, finalmente siete arrivati! Era ora! Vi stavo aspettando da due ore!”

Poi, aprendo ancora di più la porta, aggiunse: “Su, forza, entrate e seguitemi! Muovetevi, che siete già in ritardo!”

I due fratelli, increduli, seguirono lo strano essere finché non li portò davanti ad una porta che aprì, rivelando la presenza di strofinacci, scope e detersivi.

Mi scusi... ma a cosa serve questa roba?” domandò Goku, prendendo uno strofinaccio e il demone, guardandolo in malo modo, spiegò: “Per pulire il castello da cima a fondo, no? Altrimenti perché vi avremmo assunti?” “Cosa? Credo che ci sia stato un equivoco, noi...” cominciò a dire Goku ma Radish, tappandogli la bocca con le mani, l'interruppe: “Noi eravamo stati assunti per pulire anche le stalle, oltre al castello.” “Ma siete fuori?! Il mio signore non ha stalle!” “Cosa?! Davvero?! Devo aver sentito male...” “Smettetela di giocare e cominciate a lavorare! Il mio signore odia i perditempo, soprattutto se sono anche due idioti!” disse il demone e, mentre si allontanava, borbottò: “Lo sapevo che era una pessima idea assumere due uomini delle pulizie da un'agenzia di livello F... ma il mio signore voleva risparmiare a tutti i costi...”

Solo quando fu sparito, Radish si decise a lasciare andare il fratello.

La prima cosa che gli disse: “Sei proprio un'idiota! Per poco non ci facevi scoprire!” “Non ci posso fare niente, Radish... non riesco a mentire...” “Oltre alla memoria hai perso anche l'intelligenza con quella botta!” “E adesso che facciamo?” “Cerchiamo tuo figlio, no?” “E come?” domandò Goku e, non appena formulò la domanda, un vecchio strofinaccio, gli arrivò in testa.

Il saiyan guardò il fratello maggiore, che nel frattempo stava prendendo le scope e i detersivi, e il più grande rispose: “Pulendo.”


Non si era mai sentito più felice.

Fra poco avrebbe bevuto l'anima della sua ultima preda, un moccioso idiota che aveva rapito con parecchie difficoltà, dovute in gran parte a quella furia di sua madre, e la cosa migliore era che non ci sarebbe stato quello scemo di suo padre accompagnato dal suo amico con i capelli lunghi a mandargli in fumo i suoi piani.

Erano entrambi caduti nel fiume e chi cadeva laggiù moriva soffocato nel fango che c'era là sotto, duro come il catrame.

Nessun essere sarebbe mai stato in grado di uscire vivo da lì.

Era fatta!

Ora nessuna sarebbe riuscito a mettergli i bastoni tra le ruote.


Uffa... che noia...” borbottò Goku mentre tentava di far risplendere una maniglia.

Quant'era noioso fare le pulizie...

Fortunatamente, era un po' abituato, visto che, assieme a Vegeta, aveva dovuto ripulire da cima a fondo la dimora di Beerus... ma era comunque una tortura... come avrebbe voluto passare all'azione...

Smettila di lamentarti. E' già tanto se siamo riusciti ad entrare.” lo redarguì Radish, intento a pulire un vecchio tavolo di legno bucato dai tarli e Goku annuì, poco convinto.

Se Chichi l'avesse visto all'opera, l'avrebbe obbligato a fare tutte le pulizie di casa per il resto della vita.

Almeno casa sua era piccola, al contrario di quel castello...

Diede un'occhiata a Radish di nascosto.

Almeno lui sembrava divertirsi là dentro...

Ad un tratto, notò che mentre puliva il tavolo, con la coda apriva i vari cassetti e prendeva dei piccoli monili, che poi nascondeva in tasca.

Goku sospirò e poi domandò: “Come troveremo Goten se dobbiamo fare le pulizie?” “Rifletti: pulendo in giro abbiamo l'opportunità di guardare dappertutto senza insospettire nessuno e di trovare degli indizi che possano condurci da tuo figlio.” “Quindi quei monili che stai prendendo dai cassetti sono indizi?”

Radish arrossì violentemente e poi, scocciato, rispose: “Questi monili servono per delle cose private! Non impicciarti degli affari altrui!”

Una volta che ebbe finito di lucidare la maniglia, Goku aprì la porta e ricominciò a pulire.

Certo che questi sgabuzzini sono sempre bui... ma non potrebbero metterci degli interruttori della luce?” protestò il saiyan e mentre tastava la parete, sentì un pulsante.

Pensando che si trattasse di un interruttore della luce, lo schiacciò.

Inaspettatamente, invece di generare della luce, si sentì il pavimento tremare e il pavimento dello sgabuzzino cominciò a tremare.

Goku si allontanò di scatto, venendo raggiunto da Radish, e i due fratelli si misero a guardare cosa succedeva nello sgabuzzino.

Il pavimento era scomparso e al suo posto c'era una lunga scala a chiocciola di pietra che scendeva verso il basso.

Bingo.” esclamò, soddisfatto, Radish, scendendo le scale “Ecco dove si nasconde il demone.” “Ehi, aspettami!” protestò il fratello minore, seguendolo.

La scala era davvero lunga e Goku non ne poteva francamente più di scendere, in quanto gli era venuto il mal di testa.

Ad un tratto, però, inciampò sul suo piede e cominciò a cadere violentemente giù dalle scale, portandosi con sé il fratello.

CRASH

Alla fine, i due smisero di cadere e Goku, massaggiandosi la testa, si lamentò: “Urca, che botta...” “Sta' più attento, scemo!” gli disse, adirato Radish.

Si può sapere cos'è questo baccano?! Avevo detto chiaro e tondo che durante i pasti non voglio essere disturbato!” protestò una voce maschile rauca e uno strano essere apparve da una porta.

Era molto vecchio, aveva una lunga serie di rughe sulla pelle verde, due corna sulla testa, vestito con un mantello, degli stivali e delle mutande tenute su da una cintura, molto basso e scheletrico.

Non appena vide i due intrusi, sbiancò e urlò: “ANCORA VOI DUE?! MA I MIEI UOMINI NON VI AVEVANO GETTATI NEL FIUME?!” “Scusa... tu saresti il demone degli inganni?” domandò, incredulo, Goku.

Quel vecchio decrepito era il demone che aveva rapito suo figlio?!

Il demone rispose: “Sì, sono io... cosa volete?” “Che lasci libero mio figlio. Se me lo ridai senza fare troppe storie, io e Radish ce ne andiamo subito.” “Scordatelo! Sono anni che non trovo un'anima così potente, pura e stupida! Un altro bambino come quello non lo ritroverò mai più! Mi serve per riacquistare i miei veri poteri da demone! Con l'avanzare dell'età, i miei poteri hanno cominciato a sparire... solo l'anima dei bambini puri può permettermi di riacquistarli ma è così difficile trovare un'anima pura al giorno d'oggi... una simile occasione non mi ricapiterà una seconda volta! Ecco perché non posso restituirtelo!” “Allora me lo riprenderò!” dichiarò Goku, mettendosi in posizione.

Tuttavia, passarono cinque minuti e Goku non si decideva ad attaccare.

Beh, perché non attacchi?” domandò, scocciato, Radish e Goku rispose, imbarazzato: “Non posso. E' solo un vecchietto. Non posso attaccare un vecchietto...” “Ah – ha. Tanto a fare l'eroe e poi non sei nemmeno in grado di attaccare un vecchio!” lo derise il demone prima che un violento pugno lo colpì al ventre, facendo distruggere un muro.

Mentre la polvere copriva tutto, Radish atterrò con delicatezza e avvisò con un ghigno: “Forse lui non riesce ad attaccare un vecchio, ma io sì.”

Goku osservò con sgomento il disastro che aveva fatto il fratello maggiore.

Non gli piaceva che Radish avesse attaccato il demone con tanta violenza... ma in fondo, lui avrebbe fatto fatica ad affrontare un vecchio quindi per quella volta andava bene.

Radish si voltò verso di lui e gli disse: “Su, forza. Andiamo a cercare tuo figlio prima che quest'idiota si risvegli.”

I due entrarono di corsa nella stanza e videro sdraiato su un tavolo e avvolto da dei fili marroni, intrecciati sulle braccia e sulle gambe, un bambino addormentato con i capelli a palma.

Era Goten.

L'avevano trovato.

Dopo aver liberato il figlio dalle liane che lo avvolgevano, Goku tentò di svegliarlo: “Goten, svegliati! Dobbiamo andarcene!”

Ma il bambino non voleva svegliarsi.

Cercando di strattonarlo, Goku riprovò: “Andiamo, svegliati!” “Sgrunt! E' una zucca vuota tale e quale a te! Ci penso io!” sbuffò Radish e, prendendolo per il colletto del suo kimono, cominciò a dargli dei violenti schiaffi alla guancia, urlandogli: “SVEGLIATI, MOCCIOSO! GUARDA CHE IO CI TENGO AL MIO SUPERSAIYAN!!”

Ma fu tutto inutile.

Goten non intendeva svegliarsi.

Goku si lamentò: “Se Chichi fosse venuta qui, saprebbe senz'altro cosa fare. E' lei quella che lo sveglia tutte le mattine.” “Senti, usciamo di qui. Tanto abbiamo il moccioso, no?” “Non posso tornare a casa con Goten in queste condizioni! Chichi mi ucciderebbe!” “Allora tenteremo di svegliarlo fuori... ma usciamo da questo posto! Voglio il mio supersaiyan!” “Come vuoi... però mentre andiamo via posso mangiare quei deliziosi pasticcini che c'erano in salotto? Ho una fame...”

Non appena Goku pronunciò le parole “mangiare” e “deliziosi pasticcini”, Goten aprì gli occhi e domandò: “Potrei mangiarne un po' anch'io?”

I due adulti si guardarono, increduli.

Goten si accorse che chi lo teneva per il colletto era un uomo alto, muscoloso, vestito in modo strano e con lunghi capelli neri e domandò: “Scusa, papà, ma ti sei fatto crescere i capelli?” “Quanto sei scemo, moccioso. Quello lì è tuo padre.” rispose, sgarbatamente, Radish, indicando Goku.

Nel frattempo, il vecchio demone aveva riaperto gli occhi e, approfittando della confusione, prese un bicchiere e si avvicinò ad un rubinetto collegato al letto.

Lo aprì e scese un piccolo fluido azzurro.

Il demone fece una faccia delusa.

Dopo tutta la fatica che aveva fatto per rapire quel moccioso, avrebbe potuto bere pochissimo, quel poco d'energia che i rami demoniaci erano riusciti a rubare, e non sarebbe riuscito ad ottenere nemmeno metà della sua potenza giovanile...

Ma chi se l'aspettava che quel mostro del padre del marmocchio e il suo compare avrebbero mandato in fumo i suoi piani?!

Comunque, quell'energia era sempre meglio di niente... avrebbe ricominciato a cercare un altro bambino per nutrirsi...

Bevve il bicchiere e sgranò gli occhi.

Non era possibile...

Fece cadere il bicchiere per terra e il rumore fece voltare Goku, Goten e Radish.

I tre videro il demone che, inaspettatamente, era diventato molto più alto, giovane e muscoloso.

INCREDIBILE!! PAZZESCO!!!” urlò il demone, entusiasta “QUEL MOCCIOSO... UN FRAMMENTO DELLA SUA ENERGIA MI HA RESTITUITO LA FORZA E LA GIOVINEZZA!!” “Congratulazioni. Noi intanto leviamo il disturbo. Scusa, se ce ne andiamo così di fretta, ma voglio il mio supersaiyan...” gli rispose Radish, prendendo per il polso il fratello e dirigendosi verso l'uscita, ma il demone si posizionò davanti a loro.

Vuoi non ve ne andrete da nessuna parte con quel moccioso! Con quella sua energia potrò vivere giovane e forte per millenni!” dichiarò il demone e Radish, con uno sbuffò, rispose: “Va bene, ho capito dove vuoi arrivare... solo un attimo...”

Prendendo il piccolo Goten per il colletto del kimono, Radish si diresse verso il tavolo e ve lo poggiò sopra in maniera un po' brusca, avvisandolo: “Non muoverti da qui, anche se devi andare in bagno o se muori di fame, intesi? Sei la mia chiave per ottenere il supersaiyan e io non intendo perderti, capito? Solo quando avrò ottenuto da tuo padre il supersaiyan potrai fare quello che ti pare. Fino ad allora, cerca di restare vivo. Sta' buono qui e zitto.”

Quando finì di fare le sue raccomandazioni, tornò indietro e rivolgendosi al fratello, disse: “Ok, sono pronto. Riesci a combattere contro i palestrati?” “Certo.” “Beh, in ogni caso lo batto io.”

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Capitolo 8
*** Al di là di chi tu sia... ***


CAPITOLO 7: AL DI LA' DI CHI TU SIA...


Goku e Radish si misero in posizione di combattimento.

Il demone ridacchiò: “Non fatemi ridere! Anche se siete in due non avete alcuna speranza di battermi!” “Non sottovalutare i saiyan.” ribatté, con un ghigno, Radish.

Dopo aver detto quelle parole, Radish si avventò verso il demone e gli tirò un pugno al volto, facendo volare il demone verso il muro.

Lo schianto fu immenso ma il demone si rialzò in piedi e sogghignò: “Davvero niente male, saiyan...”

Radish non si arrese e cominciò a tempestarlo di pugni, seguito dal fratello minore.

Vedendo che anche Goku si era intromesso alla battaglia, Radish gli urlò: “Fila via, scocciatore! Ci sono prima io!” “Ehi, non tenerti il divertimento tutto per te!” protestò l'altro.

Tuttavia, Radish continuò a continuò a combattere, cercando di essere superiore al fratello.

Ad un tratto, il demone li prese entrambi per un braccio e li fece colpire entrambi di testa.

Non appena li lasciò andare li avvisò: “Avete qualche problema a collaborare non è vero? Nonostante siate fratelli, avete combattuto l'uno contro l'altro e alla fine siete morti insieme. Che cosa patetica.”

Goku sgranò gli occhi.

Come faceva il demone a sapere ciò?!

Io ho il potere di guardare i vostri tormenti...” rise il demone “Per il tuo fratellone, il fatto che tu sei il suo assassino, è la cosa che lo tormenta sempre...” “STA' ZITTO!!!!” urlò Radish, avventandosi come una tigre sull'essere, per riempirlo di pugni.

Goku rimase in silenzio, incredulo.

Il fatto che fosse stato lui a permettere la sua morte, tormentava da sempre Radish?!

Ma com'era possibile?!

Perché non riveli al tuo fratellino un tuo piccolo segreto?” lo provocò il demone, mentre parava i suoi attacchi “Che l'unico motivo per cui sei venuto sulla Terra era solo per trovarlo e portarlo via con te?” “TACI, TACI!!!” “Ma come siamo agitati... la verità è che su quel freddo pianeta, ti sentivi sempre solo e indesiderato... perciò volevi andarlo a prendere per avere qualcuno che ti amasse... che brutta sorpresa, trovare uno sconosciuto con la faccia di tuo padre che non si ricordava nemmeno di essere un saiyan, non è vero?” “NON E' VERO... NON E' VERO!!!” “Così, hai rapito suo figlio per fargli ricordare chi fosse e riavere il tuo Kakaroth... peccato che il tuo Kakaroth sia morto.” “Per una buona volta... STA' ZITTO, STUPIDO DEMONE!” urlò Radish, mentre continuava ad attaccarlo.

Goku si accorse che delle lacrime gli stavano scendendo.

Quindi, tutto quello che il demone stava dicendo era la verità...

Ad un tratto, si accorse che ogni colpo che Radish dava al demone, egli sembrava diventare più forte... e se...

Spostati, Radish!!” urlò Goku, mentre si preparava a fare un'onda Kamehame.

Il fratello, incredulo, schivò e l'onda colpì in pieno il demone.

Ma che fai?!” domandò, incredulo, Radish e Goku spiegò: “Quel demone si nutre del dolore. Quando l'attacchi in uno stato di disperazione, l'assorbe e diventa più potente. Per questo ti stava provocando.”

Radish fece una faccia scocciata, poi disse: “Dannazione, hai altri piani?” “Ehm, veramente... speravo che ce l'avessi tu...” “Sgrunt.” “Però, ho capito una cosa. Dobbiamo attaccarlo insieme.” “Levatelo dalla testa. Io con te non faccio niente.” “Ti prego. Dobbiamo collaborare per sconfiggerlo. Per una volta, dobbiamo collaborare come due fratelli.”

Radish sbuffò, poi disse: “D'accordo...” “Bene, cosa facciamo?” “Per prima cosa, mandiamo via lo scocciatore.” rispose Radish, indicando il demone, che nel frattempo li stava raggiungendo.

Mise quasi subito le mani in una posa che Goku conosceva molto bene.

Quella posa... era simile alla sua onda Kamehame!

Solo le dita erano posizionate in modo diverso.

HAAA!!!!” urlò Radish, lanciando la strana onda contro il demone e allontanandolo da lui e dal fratello.

Quella mossa... è la mia onda Kamehame! Quando l'hai imparata, Radish?” domandò, incredulo, il più giovane e l'altro, guardandolo incredulo, domandò: “Cosa?” “Quella che hai riprodotto era la mia onda.” “Ti sbagli, era l'attacco preferito di nostro padre.”

Goku sgranò gli occhi.

L'attacco preferito di suo padre era simile all'onda Kamehame?!

Adesso capiva perché si era trovato subito a suo agio con quella tecnica e l'aveva imparata subito.

Era già destinato a quella tecnica...

Mentre pensava, ad un tratto, Radish esclamò: “Forse ho capito come annientarlo!” “E come?” “Annientiamo il suo cuore con un attacco combinato. La tua onda non – so – cosa e la mia unite, che ne dici?” “Ottima idea, Radish. Ma per far ciò avrò bisogno di più potenza.”

Rimase immobile un attimo e poi una fiamma blu lo avvolse completamente.

Quando essa finì di avvolgerlo, Radish rimase incredulo.

I capelli di suo fratello non erano biondi come prima ma blu.

Sentiva un'immensa energia provenire da lui.

Persino il demone rimase immobile.

Questo è il supersaiyan Blue.” disse Goku “L'ultimo stadio delle trasformazioni in supersaiyan.” “Quindi stavi nascondendo un'energia simile?!” “Non preoccuparti. Ci arriverai non appena avrai imparato il supersaiyan... ma sarà molto lungo. Di trasformazioni in mezzo ce ne sono tre.” “Pur di ottenere quel potere, farò di tutto! Intanto, però, andiamo avanti col piano.” “Va bene.”

Entrambi si misero in posizione da combattimento e prepararono le loro onde.

Il demone ridacchiò: “Pensate davvero di potermi battere con due misere onde?”

E sparò dalla bocca un raggio energetico.

I due fratelli, intanto, lanciarono le proprie onde che si unirono nel mentre e si scontrarono con quella del demone.

Tuttavia, il demone era più potente e, lentamente, stava sconfiggendo il raggio, avvicinandosi pericolosamente a Goku e a Radish.

Non hai altro potere?” domandò Radish e l'altro rispose: “Mi dispiace, ma questa è tutta l'energia che possiedo!” “Dannazione...!”

Ad un tratto, però, si udì un “HAH!!!” e un terzo raggio si unì al loro, cominciando a far respingere il raggio del demone.

I due fratelli si voltarono e videro, con incredulità, Goten trasformato in supersaiyan che stava lanciando la sua onda Kamehame.

Grazie all'onda di Goten, l'onda del demone venne respinta e centrò in pieno il demone.

Il demone fece un urlo e poi svanì.

Ce l'abbiamo fatta!” esultò Goten prima che gli arrivasse uno scappellotto sulla testa.

Si voltò e vide Radish guardarlo furibondo.

Ma perché?” gli domandò il bambino e lo zio rispose: “Si può sapere che ti è saltato in testa, moccioso?!” “Volevo solo aiutarvi. Sembravate in difficoltà...” “Beh, comunque non dovevi muoverti, zucca vuota! Non pensi che saresti potuto morire?!”

Non appena si accorse che il fratello e il nipote lo stavano guardando, arrossì e aggiunse: “Così, io non avrei avuto il mio supersaiyan! Riesci a capire cosa avrebbe significato per me?!”

Mentre i tre parlarono, non si accorsero che dai detriti si erano spostati e che il demone, che nel frattempo era ritornato vecchio, era riapparso, furibondo.

Per colpa di quei due, il suo piano era andato completamente in fumo!

Ma non gliela avrebbe fatta passare liscia!

Generò una piccola sfera dalla mano.

Fece un ghigno.

In quella sfera c'era tutta la sua energia vitale e anche se scagliandola sarebbe svanito per sempre, avrebbe potuto uccidere uno di loro...

La lanciò con tutta le sue forze e mentre svaniva, vide con soddisfazione che essa stava per centrare quello con i capelli a palma...

Solo una persona se ne accorse...

KAKAROTH!!!” urlò Radish, spingendo il fratello minore dall'altra parte.

Prima che Goku potesse capirci qualcosa dello strano gesto, vide un lampo di luce abbagliarlo.

Quando li riaprì, vide il fratello maggiore inginocchiato e che ansimava pesantemente.

Ad un tratto, il saiyan cadde pesantemente per terra.

Radish...” sussurrò Goku, incredulo per quello strano gesto e quando vide che Radish non si rialzava o faceva un gesto, urlò, con quanto fiato aveva in gola: “RADISH!!!”

Intanto, il castello cominciò a tremare e demolirsi.

Evidentemente, era collegato alla vita del demone e adesso che lui era morto...

Papà, dobbiamo andarcene!” disse Goten e Goku, abbracciandolo con un braccio, esclamò: “Sì... ce ne andremo tutti da qui!”

Con l'altro, abbracciò il fratello maggiore e quest'ultimo, dolorante gli domandò: “Ma cosa diavolo fai?! Lasciami qui!” “Scordatelo! Non ti lascerò solo una seconda volta!”

Goku si trasformò in supersaiyan Blue e con esso cominciò a volare verso l'alto, distruggendo tutti i soffitti finché non trovò le acque nere del lago.

Con l'energia rimasta, salì in superficie e raggiunse la riva.

Non appena fu lì, Goku lasciò andare sia Goten che Radish.

Appena fu a riva, Radish si accorse subito che il suo corpo stava, a tratti scomparendo.

Il mio corpo!! Cosa gli sta succedendo?!” domandò agitato e Goku, che sapeva benissimo cosa gli stava succedendo, spiegò, tristemente: “Stai morendo. E quando un'anima muore, svanisce per sempre.”

Radish, alla notizia, fece un sorriso triste e poi disse: “Immagino che a nessuno dispiacerà la mia scomparsa definitiva... dopotutto, per tanta gente, io sono solo un assassino.”

Aveva appena detto quelle parole che Goku lo abbracciò.

Il fratello più grande arrossì vistosamente e protestò: “Cosa cavolo fai?! Smettila!” “Radish... tu non sei un assassino. Se tu lo fossi stato, non mi avresti aiutato a salvare mio figlio.” gli disse Goku, ignorando le sue parole, e Radish gli ricordò, sempre imbarazzato: “Guarda che l'ho fatto solo per ottenere il supersaiyan!” “Mi hai salvato la vita.” “E questo cosa centra?!” “Ora che stai morendo, non potrai mai imparare il supersaiyan... eppure in quel momento non te n'è importato niente. Volevi solo salvarmi.”

L'altro spostò lo sguardo e rimase in silenzio.

Per un attimo, i due fratelli, rimasero immobili e silenziosi, mentre Radish spariva e poi ricompariva a tratti.

Alla fine, Radish sussurrò: “Ti... voglio svelare un segreto... sai perché quella volta ti ho detto tutto sugli scouter e sui vostri futuri invasori?” “Eh?! Avevi un secondo fine?!” “Sì... volevo... volevo che tu ti allenassi, diventassi più forte e sopravvivesti... perché era questo che volevano i nostri genitori.” “Cosa intendi?” “Durante il nostro primo incontro... ti ho mentito... non sei stato mandato sulla Terra per conquistarla... papà sospettava che Freezer volesse ucciderci tutti... ti hanno mandato via per salvarti.”

Goku sgranò gli occhi, incredulo.

Il vero motivo per cui era stato inviato sulla Terra non era conquistarla ma era che lui fosse al sicuro dalla futura strage di Freezer?!

Lui era da sempre convinto che era stato mandato via per quel motivo...

Perché dicevi che la mia missione era annientare gli esseri umani, allora?” domandò con un filo di voce e il fratello rispose: “Ho tenuto nascosta la tua esistenza per anni... ma un giorno, Nappa e Vegeta scoprirono che eri vivo... così dissi loro che il tuo obiettivo era quello di conquistare il pianeta...”

Sentendo quelle parole, Goku capì tutto.

Ti stavano tenendo d'occhio con lo scouter, non è vero?” domandò Goku e l'altro ammise: “Vegeta lo faceva sempre...”

I due restarono in silenzio per un po', poi Radish, con un filo di voce, sussurrò, con un tono così basso che solo Goku, in quanto gli era vicino, poteva sentirlo: “Mi dispiace... per tutto che ho fatto... immagino che tu mi abbia odiato dopo quel fatto...” “Ti sbagli...” gli rispose, invece, il fratello minore “Nonostante tutto quello che mi hai fatto... non ti ho mai odiato. Al di là di chi tu sia, Radish... resterai sempre mio fratello.”

Radish spostò lo sguardo, per impedire al fratello di vederlo piangere, e gli disse: “Avrei voluto venire con te sulla Terra... avrei voluto voluto stare ancora un giorno con te... sai, questi tre giorni insieme... non sono stati male... anzi, sono stati indimenticabili...”

Dopo aver detto quelle parole, chiuse gli occhi.

Radish...” sussurrò Goku, abbracciandolo più forte e scoppiando anche lui a piangere.

Nel frattempo, il piccolo Goten si era allontanando, in quando voleva lasciare il padre e lo zio da soli in quel momento così delicato e importante.

All'improvviso, cascò pesantemente per terra.

Mentre si rialzava si accorse di un grosso zaino.

A giudicare dalla dimensione, era così pieno che sembrava che stesse per scoppiare, doveva averlo fatto sua madre.

Proprio allora, sentì lo stomaco muoversi dalla fame.

Intuendo che la sua mamma doveva avergli messo delle provviste al suo interno, lo aprì e cominciò a tirare fuori tutti gli oggetti che c'erano al suo interno.

Ad un tratto, la sua attenzione fu attirata da un vecchio logoro sacchetto.

E se al suo interno ci fossero...

Lo aprì e sorrise.

PAPA'!! PAPA'!!” urlò il bambino, correndo verso il padre e Goku domandò: “Cosa c'è Goten?” “Ho trovato dei Senzu! Possiamo salvarlo!”

Alla notizia, Goku sorrise e con un rapido movimento, prese un fagiolo e lo mise in bocca al fratello.

Radish lo mangiò e, di colpo, risentì la vita circolare e aprì di scatto gli occhi.

Si alzò in piedi e guardò incredulo le mani, non riuscendo a credere di non essere morto di nuovo.

Ma cosa mi è successo?” domandò, senza parole, e Goku, mettendosi la mano dietro la testa, spiegò: “Scusa, mi ero completamente dimenticato di essere andato da Karin prima di recarmi qui, per prendere dei Senzu.” “E cosa sono? Fagioli magici che possono farti passare la fame ma anche guarire le ferite.” “Quindi avresti potuto salvarmi molto prima?!” “Beh... sì, scusa. Me ne sono dimenticato.” “Sei il solito deficiente, Kakaroth!”

Goku rimase in silenzio un secondo: “Non mi dai un pugno in testa?” “E' inutile. Quella stupida botta che ti sei fatto è più dura di una roccia. Per quanto ti colpisco, non cambi. Non posso far altro che arrendermi.” “Mi hai chiamato Kakaroth.” “In ogni caso, sei un deficiente.”

Radish si voltò di scatto, con lo sguardo scocciato.

Dopo qualche secondo, sul suo volto apparve un sorriso.

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Capitolo 9
*** Ancora un giorno ***


CAPITOLO 8: ANCORA UN GIORNO


La piccola zattera di giunchi scivolava leggera nelle acque nere del fiume.

Radish era seduto per terra con le braccia incrociate mentre Goku se ne stava a prua, facendosi accarezzare i capelli dal vento.

Ah, come si sta bene... ehi, dei pesci! Ce li mangiamo?” esclamò ad un tratto il saiyan, indicando delle trote rosse come il sangue, e il fratello maggiore, guardandolo col suo solito sguardo scocciato, gli disse: “Ah, insomma, Kakaroth. Non ci troviamo qui per divertirci!” “Certo, certo, però ho una fame... hai fame anche tu, vero Goten?”

Non sentendo risposta da parte del figlio, si voltò e lo vide dall'altra parte della zattera, che ronfava come un ghiro.

Vedendolo addormentato, Radish ammonì il fratello: “Ma lascialo in pace, scemo! Non vedi che sta dormendo?” “Sì, scusa.”

Ora che avevano salvato Goten, sarebbero dovuti tornare tornare indietro.

In volo ci avrebbero impiegato qualche ora ma Goku e Goten erano entrambi distrutti e quindi avrebbero dovuto proseguire il viaggio in un'altra maniera, almeno finché i due babbei non riprendevano.

Mentre camminavano avevano trovato una vecchia barca abbandonata e così, aveva proseguito il viaggio su di essa.

Ci avrebbero impiegato più del previsto ma, sotto sotto, a Radish non dispiaceva il prolungamento del viaggio.

Una volta arrivati a destinazione, infatti, Goku e Goten sarebbero tornati a casa mentre lui sarebbe rimasto agli inferi...

Radish...” sussurrò una voce alle sue spalle.

Il saiyan si voltò e vide il fratello minore guardarlo in silenzio.

Dall'espressione, intuì che anche lui pensava alle stesse cose...

Goku rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Fra poco sarà finita, eh?” “A quanto pare...” “Comunque questi giorni sono stati divertenti.” “Sì...” “Che ne dici se riprendiamo il discorso?”

Radish si voltò a guardarlo e domandò: “Cosa intendi?” “Intendo quel discorso su nostra madre.”

Radish si voltò e, mentre si grattava la testa e sorrideva, disse: “La mamma... aveva una personalità gentile proprio come te.” “Eh?! Ma non era una saiyan?!” “Certo.” “Ma come... come mai aveva un simile carattere se era una saiyan?” “Boh... era diversa da una normale saiyan... non era adatta al combattimento. Papà la doveva sempre salvare quando combatteva ancora nella sua squadra.” “Davvero?” “Sì, fu così che strinsero un profondo legame. Un legame che andava al di là del semplice concetto procreativo.” “Urca. Ma tu come fai a saperlo?” “Me lo raccontava sempre. Quando raccontava della loro storia, mamma arrossiva sempre e sembrava che stesse per spiccare il volo.” “Doveva essere proprio innamorata.” “Già... pensa che quando mamma raccontava, papà guardava sempre da un'altra parte e mugugnava qualcosa.” “Scommetto che nel mentre diventava rosso come te.”

Aveva appena detto quelle parole, che qualcosa di freddo e umido gli arrivò in faccia.

Non sei affatto divertente, Radish.” mugugnò Goku e Radish ribatté: “Adesso la tua faccia sarà più pulita di prima.”

La barca continuò a navigare per un po' e, ad un tratto, Goku domandò: “Senti, ma tu sai dove si trovano i nostri genitori? Mi piacerebbe conoscerli...” “Sono in giro per gli inferi. Papà voleva allenarsi per diventare più forte e mamma l'ha seguito.” “Peccato... beh, sarà per un'altra volta...”

Si sedette in fondo alla barca e chiuse gli occhi.

Quel viaggio in barca era davvero rilassante...

Li riaprì quando sentì un colpo provenire dalla barca.

Vide il fratello maggiore legare la barca e dire: “Fine del viaggio in mare. Da adesso si prosegue a piedi.” “Quando arriveremo?” “Domani.” “Ah.”

I tre scesero dalla barca e continuarono a camminare.

Mentre Goku e Radish continuavano a camminare in silenzio, Goten si distraeva in continuazione a guardare gli insetti della foresta.

Si fermarono solo quando il sole tramontò.

Sarà meglio fermarci per la notte.” disse Radish, cominciando a raccogliere i rami per terra per preparare il falò.

PAPA'! ZIO!” gridò, ad un tratto Goten, e quando i due lo raggiunsero, videro una piccola sorgente d'acqua termale rossa.

Una sorgente! Andiamo a farci un bagno, Goten!” esclamò Goku e il bambino annuì, tutto contento.

Ehi, Radish. Perché non vieni anche tu?” chiese Goku e il saiyan, allontanandosi, disse: “Non mi va. Divertitevi, voi due. E vedete di non scalmanarvi troppo.”

Goku e Goten si spogliarono in fretta per poi tuffarsi nelle acque cremisi.

Quella sorgente era calda al punto giusto.

Com'era piacevole...

Padre e figlio si misero a inseguirsi a vicenda e a buttarsi l'acqua addosso, ridendo a crepapelle.

Ad un tratto, Goten disse: “E' un peccato che lo zio non abbia voluto con noi. Si sarebbe divertito. Sai, mi è sembrato un po' triste...” “Ho un'idea. Perché non facciamo uno scherzo allo zio?” “Uno scherzo?” “Sì. Sta' a vedere. Mi raccomando, non ti muovere.”

Goku uscì velocemente dall'acqua e si nascose dietro a un sasso.

Davanti a un piccolo falò c'era Radish a braccia incrociate e con gli occhi chiusi.

Si avvicinò in silenzio e poi mise una mano sulla spalla del fratello.

Radish si voltò per vedere cosa stesse succedendo e, in un lampo, non si trovò più davanti a un falò ma in un piccolo lago termale, in cui atterrò con un sonoro SPLASH.

Radish capì solo allora che caspita era successo.

Si voltò furente verso Goku e sibilò: “Ti diverti tanto a farmi questi scherzi, eh?” “Beh, era un'idea carina...” “Adesso te la faccio vedere io l'idea carina!”

Dopo aver detto quelle parole, cominciò a nuotare nel tentativo di acchiappare il fratello minore.

I due cominciarono a nuotare velocemente, tuttavia, mentre nuotavano, non riuscivano a trattenere le risate.

NON MI PRENDI! NON MI PRENDI!” urlava Goku mentre Radish ribatteva: “QUESTO E' TUTTO DA VEDERE, KAKAROTH!”

Mentre giocavano a rincorrersi, il piccolo Goten li osservava in silenzio.

Suo zio non era più triste...

Inoltre mentre guardava il padre e lo zio gli sembrò di rivedere lui e suo fratello maggiore Gohan.


ETCIU'!! E' tutta colpa tua!” mugugnò Radish mentre si avvolgeva sempre di più nella sua coperta.

Il fratello, mentre si metteva la mano dietro alla testa, tentò di scusarsi: “Scusa... non sapevo che tu avessi solo i vestiti che indossavi...” “Avresti dovuto pensarci, zucca vuota! Se mi becco il raffreddore, almeno saprò con chi prendermela!” gli rispose il saiyan più grande.

Per colpa di quel deficiente di suo fratello, i suoi vestiti erano ad asciugarsi e lui era avvolto in quella coperta, cercando di scaldarsi, con l'aiuto del falò.

Ad un tratto, da una fessura della coperta, apparve una lunga coda di scimmia.

Cos'è quella coda?” domandò il piccolo Goten, avvicinandosi.

E' la mia coda. Tutti i saiyan ce l'hanno.” gli rivelò lo zio e, mentre indicava in malo modo, Goku aggiunse: “Anche quell'idiota di tuo padre ce l'aveva.” “Davvero?” chiese il piccolo, guardando il padre, e l'uomo ammise: “Sì. Poi, però, me l'hanno tagliata. Anche Gohan e Vegeta ce l'avevano.” “Perché io e Trunks non ce l'abbiamo? Anche noi siamo saiyan.” “Ehm... Radish...” fece Goku e il fratello, senza nemmeno aspettare la fine della domanda, rispose: “Hanno preso più geni terrestri e quindi non ce l'hanno avuta.” “Grazie.”

Nel frattempo, il piccolo Goten si avvicinò a quella coda che si muoveva davanti al falò per scaldarsi.

Posso toccarla?” domandò il bambino e il saiyan, imbarazzato, acconsentì: “V... va bene. Ma non azzardarti a farla diventare il tuo giocattolo, intesi?”

Goten toccò la coda e poi si mise ad accarezzarla con dolcezza.

Quant'era morbida...

Scusa, zio...” domandò Goten e Radish gli disse: “Cosa?” “Dov'era la tua coda, prima? Non l'ho vista.” “La tenevo come una cintura alla vita. I guerrieri saiyan lo fanno sempre.” “Ma è brutto. E' così bella quando è libera...” “Senti, moccioso. Io sono un guerriero e i guerrieri la tengono stretta in vita.” “Potresti lasciarla libera quando non combatti...”

Radish rimase in silenzio.

Si era ricordato di una scena appartenente al suo passato...

Suo padre era tornato a casa dopo la conquista di un pianeta, lui e sua madre si erano abbracciati e suo padre gli aveva accarezzato la testa come faceva sempre quando tornava.

Mentre faceva tutte quelle cose, aveva sciolto la coda che teneva alla vita.

Quel ricordo apparteneva all'ultimo periodo in cui era stato con la sua famiglia al completo.

Due mesi dopo, suo padre era partito per una missione e non l'avrebbe più rivisto.

Lui, sei mesi dopo la partenza di suo padre, era diventato un guerriero ed era partito in missione nientemeno che col principe Vegeta, un onore che solo pochi avevano.

Un giorno avevano ricevuto il messaggio dove Freezer gli ordinava di ritornare sul pianeta Vegeta ma Vegeta aveva preferito non tornare a casa.

Un mese dopo, il suo pianeta era esploso, i suoi genitori erano morti e suo fratello era lontano da lui...

Va beh... se proprio ci tieni, la terrò sciolta quando non combatto!” sbottò Radish e Goten, tutto contento, tornò dal padre.

Mentre il tempo passava, osservò di nascosto il fratello e il nipote, chiacchierare e ridere.

Spostò lo sguardo.

Se fosse stato ancora vivo, gli sarebbe piaciuto sposarsi e avere dei figli, proprio come Kakaroth...

Ma era solo un'illusione.

Nessuno avrebbe voluto sposarsi con un assassino come lui...

Solo una pazza scalmanata, disposta a morire per realizzare i suoi obiettivi, avrebbe potuto pensare di sposarlo...

Almeno, gli sarebbe piaciuto vivere in un posto vicino al mare...

Ad un tratto, sentì che qualcosa si era appoggiato pesantemente sulla sua schiena.

Si voltò e vide Goten appoggiato sulle sue spalle che dormiva profondamente.

Ehi, cosa fai?! Va' da tuo padre!” gli disse, imbarazzato il saiyan ma fu tutto inutile.

Goten ronfava dalla grossa.

Goku si avvicinò e lo prese in braccio, dicendo: “Sarà meglio andare a dormire. Ormai è tardi...” “D'accordo... buonanotte.” “Aspetta, Radish...”

Il saiyan si girò e Goku gli propose: “Perché non dormi con noi, stanotte?” “COSA?! Io non...” “Andiamo, c'è spazio per tutti e due.”

Il saiyan rimase in silenzio un attimo, poi disse: “E va bene... ma prima passami i miei vestiti!”


Era notte fonda e tutti dormivano, tranne un'anima.

Radish guardava i volti sereni e addormentati del fratello e del nipote.

Sembravano così felici... molto probabilmente stavano sognando un bel banchetto tutto per loro.

Sospirò pesantemente.

Domani Goku e Goten se ne sarebbero dovuti tornare a casa... e lui sarebbe rimasto agli inferi, di nuovo solo come un cane.

Quei quattro giorni insieme... erano stati così belli e, allo stesso tempo, così veloci come il vento.

Gli sarebbero terribilmente mancati...

Spostò lo sguardo e si mise a fissare il nipote.

Quanto assomigliava a Kakaroth... loro due sembravano due gocce d'acqua.

Quando Kakaroth era piccolo doveva essere identico a Goten...

D'istinto, cominciò ad accarezzargli i capelli.

Erano così morbidi e soffici...

Stai pensando a me?” domandò una voce alle sue spalle.

Radish si voltò imbarazzato e vide il fratello minore che lo fissava in silenzio, sorridendo.

Fatti gli affari tuoi!” rispose il fratello, guardando da un'altra parte.

Per un attimo, i due fratelli rimasero in silenzio poi Goku disse: “Sai, non avrei mai creduto che la notte prima di un addio potesse essere così tremenda... forse è perché i miei addii sono sempre stati improvvisi e veloci...” “A chi lo dici...” “Non avrei mai pensato che dire addio potesse fare così male...”

Aveva appena finito di parlare che una mano gli prese il polso e lo trascinò bruscamente sul petto del fratello per poi avvolgerlo col braccio il corpo.

I due rimasero in silenzio.

Ad un tratto, Radish domandò: “Ehi, va' meglio?” “Sì...” “Senti, c'è una cosa che vorrei sapere.” “Cosa?” “Quando m'insegni questo supersaiyan?”

Goku sgranò gli occhi, poi disse: “Se vuoi anche adesso.” “Fantastico!” esultò Radish.


Oh, cielo. Questo supersaiyan era più facile di quello che credevo.” “Non è vero. E' stato facile solo perché tu hai molto talento.”

Il sole era apparso da un pezzo e nel cielo c'erano tre figure che volano a tutta velocità.

Radish era al settimo cielo.

Era riuscito a ottenere il supersaiyan dopo solo cinque ore di allenamento.

Però, anche se ora hai il supersaiyan, dovrai allenarti molto duramente per riuscire a raggiungere il supersaiyan Blue.” aggiunse Goku e Radish disse, divertito: “Ehi, guarda che sono un saiyan e tuo fratello! Raggiungerò quel supersaiyan e, se sarà possibile, lo supererò.” “Bravo. Così si parla.”

Ad un tratto, Radish guardò in basso ed esclamò: “Ehi, dobbiamo atterrare. Siamo arrivati.”

I tre planarono con delicatezza.

Goku e Radish si guardarono in silenzio e, poi, il primo disse: “Così è finita...” “Kakaroth, ti prego. Non ricominciare o non la finiamo più. E' stato bello stare con te. Ma ora è meglio se andate altrimenti tua moglie ti uccide.” “Hai ragione... aspetta che prendo il fischietto.”

Goku posò per terra l'enorme zaino e cominciò a rovistare dentro di esso: “Fischietto... fischietto... dove sei? Ma dov'è... eppure ero certo che fosse qui... DOV'E'?! DOV'E?!”

Goku smise di cercare e cominciò a disperarsi: “Non c'è!! Devo averlo perso! Chichi mi ucciderà!!” “Quindi siamo bloccati qui, papà?” “Sì...”

Radish rimase in silenzio e poi disse: “E' per caso questo il fischietto che cerchi?”

Goku si voltò, incredulo e riconobbe il fischietto arrugginito che gli aveva dato Baba.

E' proprio lui! Dove l'hai trovato?” chiese, incredulo e il fratello ammise: “Quando ho tentato di rapinarti ho messo le mani nel tuo zaino e ho preso la prima cosa che mi era capitata, ossia questa. Pensavo di rivenderla ma poi ho pensato che solo una vecchia befana decrepita potrebbe volere questa roba.”

Finito di parlare, lo lanciò a Goku che lo prese al volo.

Rimase in silenzio a osservare il fratello finché questi, scocciato, non gli disse: “E muoviti a fischiare quel coso! Guarda che ci sono dei fessi qui intorno che stanno solo aspettando di essere fregati da me!” “Certo, scusa.”

Il giovane saiyan fischiò con tutte le sue forze e subito apparve un portale azzurro.

Il piccolo Goten saltò dentro di esso mentre il padre rimase immobile a fissare il fratello.

Rimasero così per qualche secondo, mentre il vento muoveva a entrambi i capelli.

Poi, Goku sorrise e salutò il fratello, balzando all'interno del portale che, una volta scomparso al suo interno, scomparve nel nulla.

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