Attraverso il riflesso di Il corsaro nero (/viewuser.php?uid=1011945)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il demone degli inganni ***
Capitolo 3: *** Incontro ***
Capitolo 4: *** Furto ***
Capitolo 5: *** Imboscata ***
Capitolo 6: *** Il passato dei saiyan ***
Capitolo 7: *** Il castello del demone ***
Capitolo 8: *** Al di là di chi tu sia... ***
Capitolo 9: *** Ancora un giorno ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
PROLOGO
N.d.A:
questa storia
voglio dedicarla a Marlena Libby, colei che mi ha suggerito di
scrivere questa storia.
Spero
che vi piaccia e
ringrazio in anticipo tutti coloro che la recensiranno, la metteranno
tra le preferite / ricordate / seguite o che semplicemente la
leggeranno.
Buona
lettura.
“Ti
assicuro che era
qui!”
La
voce del bambino si
sentì per tutto il bosco.
A
parlare era stato un
bambino con i capelli a palma neri che indossava un kimono azzurro e
viola.
Il
piccolo guardò da
tutte le parti, prima di chiamare: “Torta gigante alla panna,
dove
sei? Andiamo, vieni fuori.”
Il
suo compagno, un
ragazzino leggermente più grande di lui che aveva i capelli
a
caschetto lilla, gli occhi blu e l'espressione più seria
rimase un
attimo a fissarlo prima di dire al compagno: “Goten, sono
più di
tre ore che cerchiamo! Te la sarai sognata!” “Ti
sbagli! Ieri
l'ho vista!” rispose il bambino, mentre con la mente tornava
al
momento in cui aveva visto quella superba torta.
Goten
stava finendo di scrivere il tema sul suo quaderno.
Una
volta finito, avrebbe potuto giocare con gli animali del bosco.
Un
tempo, quando finiva di fare i compiti, giocava con Gohan, il suo
fratellone, ma da quanto si era sposato, si era trasferito in
città
e lo vedeva poco.
Però,
giocare con gli animali, soprattutto cercare insetti, gli piaceva e
persino la mamma aveva accettato che lo facesse, a patto che stesse
attento e che tornasse a casa prima del tramonto.
Ad
un tratto, Goten alzò la testa e rimase incredulo.
Verso
la foresta, c'era una torta gigante, con la panna e le fragoline in
testa, le mani e i piedi giganti, come quelli della tv, e
un'espressione allegra e spensierata sul volto.
Vedendola,
Goten esultò: “Uao, una torta!”
La
torta si voltò e cominciò a correre verso la
foresta.
Subito,
Goten si alzò dalla sedia e mentre correva per raggiungerla,
gridò:
“Aspettami!”
Tuttavia,
mentre correva, qualcosa gli afferrò il braccio.
Goten
si voltò e si trovò lo sguardo furente di sua
madre.
“Mamma!”
esclamò, sorpreso, il bambino e la donna rispose:
“Tu non vai da
nessuna parte, signorino! Devi finire i compiti!”
“Ma c'era una
torta gigante con la panna...” cominciò il piccolo
ma la madre,
mentre lo trascinava verso casa, tagliò corto:
“Fila subito a
finire i compiti, altrimenti dovrai scordarti la torta di
stasera!”
“Goten,
tu credi troppo alle favole.” fu la risposta di Trunks.
Poi,
il giovane si alzò in volo, dicendo: “Qui non
c'è niente, perciò
torno a casa. Anche perché fra mezz'ora iniziano i
cartoni.”
“D'accordo, io però contino a cercare!”
rispose il saiyan più
piccolo, prima che l'amico cominciasse a volare a tutta
velocità
verso casa sua.
Il
bambino continuò a cercare finché, ad un tratto,
non sentì un
fruscio dietro di sé.
Si
voltò, incuriosito e vide, verso la zona più
fitta e scura del
bosco, la stessa torta gigante che aveva visto il giorno prima.
“La
torta gigante con la panna!” urlò, con
già l'acquolina in bocca,
Goten.
Aveva
appena finito di dire quelle parole che la torta si voltò e
penetrò
nella foresta.
Subito,
il bambino le corse dietro, tentando di raggiungerla, gridando:
“Aspettami!”
Nonostante
stesse entrando nella parte più oscura della foresta, quella
che sua
madre gli aveva più volte vietato espressamente di entrarci,
Goten
se ne infischiava di ciò.
L'unica
cosa che voleva era raggiungere quella torta così grande e
buona e
mangiarsela.
Ad
un tratto, vide la torta avvicinarsi ad una spirale azzurra e sparire
dentro di essa.
Solo
allora Goten si fermò.
A
lui non piaceva molto l'idea d'infilarsi in quel portale, se sua
madre l'avesse beccato avrebbe passato seri guai, poco ma sicuro,
tuttavia quella torta aveva un aspetto così invitante...
Alla
fine, il bambino prese una piccola rincorsa e saltò dentro
alla
spirale, scomparendo nel nulla assieme ad essa. |
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Capitolo 2 *** Il demone degli inganni ***
CAPITOLO
1: IL DEMONE DEGLI INGANNI
Erano
le nove e mezza di sera e Goten non era ancora tornato.
Chichi
era davanti alla finestra, scrutando l'orizzonte in attesa che
quell'incosciente di suo figlio, il quale aveva ereditato troppo da
quell'irresponsabile di suo padre, mentre Goku aveva la testa sul
tavolo, in quanto stava letteralmente morendo di fame.
Chichi,
infatti, non si sarebbe messa ai fornelli fino a quando Goten non
fosse tornato.
Ad
un tratto, alzò la testa e si lamentò, per
l'ennesima volta:
“Chichi, ho fame.”
Sua
moglie si voltò e, incenerendolo con lo sguardo,
sibilò: “Come
fai ad avere fame quando tuo figlio non è ancora tornato a
casa?!”
“Ma Goten è un saiyan, se la sa cavare e poi...
poi...” si
bloccò poi, con un sorriso imbarazzato, disse:
“Ehm, Chichi... non
riesco a percepire l'aura di Goten.”
“COOOOOSAAAA?!?!”
L'urlo
della donna si era sentito per tutta la vallata e gli animali
notturni, spaventati erano scappati da tutte le parti.
Mentre
Goku si riprendeva dallo strillo della moglie, questa gli chiese:
“Goku, oggi Goten era in giro con Trunks, no?”
“Sì. E allora?”
“Allora teletrasportami subito a casa dei suoi
genitori!”
Goku
la prese per mano e scompare assieme a Chichi dalla loro casa e
riapparvero alla Capsule Corporation.
Bulma,
sorpresa da quell'inaspettato arrivo, si avvicinò a loro con
in
braccio la piccola Bra e domandò: “Goku, Chichi.
Cosa ci fate qui
a quest'ora?” “Dov'è Trunks?!”
tagliò corto la mora e
l'altra, sorpresa, domandò: “In camera sua, ma...
che succede?”
“Goten è scomparso e Trunks è l'ultimo
ad averlo visto.” spiegò
Chichi e una voce maschile alle sue spalle, disse: “Io l'ho
lasciato nella foresta. Voleva trovare una torta gigante con la
panna.” “Una torta gigante con la panna?”
ripeté, incredula,
Chichi.
Proprio
il giorno prima, Goten le aveva detto di aver visto una torta gigante
con la panna e poi scompariva nel tentativo di trovarla.
Non
poteva essere una coincidenza!
Forse,
Goten aveva visto davvero una torta la sera prima...
“Non
pensavo che scomparisse... dopotutto è un
saiyan...” stava, nel
frattempo, dicendo Trunks “Mi dispiace moltissimo, Chichi, ma
non
so dove sia Goten...” “Forse l'unica che
può dirci qualcosa è
la vecchia Baba.” disse, ad un tratto, Goku e tutti si
voltarono,
increduli, verso di lui.
Era
strano, se non impossibile, che Goku potesse avere un'idea...
“Goku...
hai detto qualcosa di acuto. Molto acuto.” si
lasciò sfuggire,
incredula, Chichi e il saiyan, con un sorriso sulle labbra, disse:
“Grazie... posso mangiare qualcosa, adesso? Non ci vedo
più dalla
fame...”
“Cosa
succede? Stavo dormendo...” protestò Baba, seduta
sulla sfera di
cristallo gigante volante.
Aveva
appena detto quella frase che due mani forti l'agguantarono per la
gola e Chichi urlò: “DOV'E' GOTEN?!”
“Chichi... se la
strangoli non credo proprio che ti dica dov'è
finito...” le fece
notare, timidamente, il marito.
Ci
volle mezz'ora per calmare Chichi e una volta che Baba si fu ripresa
e aver saputo della scomparsa del piccolo Goten, cominciò a
guardare
nella sfera nella speranza di trovarlo.
Alla
fine, la donna scosse la testa e disse: “Mi dispiace, ma non
riesco
a trovarlo... non riesco proprio a capire...”
Sentendo
il responso della vecchia veggente, Chichi si mise a piangere e a
urlare: “BUUUUHHH!!! Il mio bambino... tutto solo in una
foresta...
di notte... con chissà quanti malintenzionati in
giro!!!” “Beh,
se un malintenzionato è quella torta gigante che ha visto,
allora
non mi spiacerebbe trovarmi a faccia a faccia con lei.”
rispose il
marito, sorridendo.
Sentendo
quelle parole, Baba domandò: “Di quale torta
parlate?” “Ieri
sera, Goten ha visto una torta gigante. Così oggi
è partito alla
sua ricerca ed è scomparso.” spiegò
Chichi.
Baba
rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Potrebbe
trattarsi... di
un demone degli inganni.” “Un demone degli
inganni?”
ripeterono, increduli, i due coniugi.
Baba
si schiarì la voce e spiegò: “E' una
creatura che vive agli
inferi. Ha la capacità di mutare aspetto per adescare le sue
vittime, soprattutto bambini. Poi le porta con sé nel suo
regno.”
“E perché ha assunto le sembianze di una
torta?” domandò Goku e
la vecchia rispose: “I demoni degli inganni possono vedere
nel
cuore delle persone i desideri o i tormenti più
inconfessabili...
così possono approfittarne.” “Cosa
succederà a Goten?”
chiese, preoccupata, Chichi e Baba le rivelò, implacabile:
“Gli
succhierà l'anima per nutrirsi.” STUMP
Non
appena sentì quelle tremende parole, Chichi svenne.
Mentre
tentava di far riprendere la moglie, Goku domandò:
“Dove si trova
il regno di questo demone?” “Non si sa di
preciso... L'unica cosa
certa è che si trova agli Inferi.” rispose la
vecchia.
Goku
rimase in silenzio e poi, guardando Baba, disse:
“Andrò negli
Inferi! Lo cercherò in lungo e in largo e salverò
Goten!” |
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Capitolo 3 *** Incontro ***
CAPITOLO
2: INCONTRO
“Ehm,
Chichi... spiegami una cosa... perché devo andare agli
Inferi con
tutta questa roba?” domandò Goku, guardando
l'enorme zaino, così
pieno di roba che sembrava per scoppiare da un momento all'altro, che
la moglie gli aveva costretto a mettersi sulle spalle.
Chichi
lo guardò furente: “Servono per Goten! Quando lo
troverai, di
sicuro, sarà spaventato e avrà bisogno di un
sacco di cose... e
poi, metti che al ritorno succeda qualcosa... tutto serve,
altroché!”
“Anche quindici coperte pesanti?” “Certo!
Non sappiamo che
clima faccia agli inferi... ricordati che tu puoi usarne soltanto
una!” “E i libri di scuola a cosa
servono?” “Per mettersi in
pari con lo studio, no?”
La
moglie gli passò un fagotto, dicendo: “Tieni. Qui
c'è il pranzo
al sacco. Non mangiartelo tutto subito.”
Quando
il marito uscì, Chichi chiuse con furia la porta,
intimandogli: “NON
AZZARDARTI A TORNARE A CASA SENZA GOTEN, INTESI?!”
Goku
si mise due dita della mani e si teletrasportò da Baba.
“Eccomi
qui.” disse Goku, appena arrivato e Baba gli fece cenno di
seguirla.
Lo
condusse nel suo palazzo ma, invece di portarlo di sopra, come aveva
fatto quando aveva affrontato i suoi guerrieri assieme a Yamcha e
Crilin per trovare l'ultima sfera per poter resuscitare il padre del
suo amico Upa, lo condusse ad una lunga scalinata.
I
due scesero per un quarto d'ora finché non giunsero ad un
piano.
In
fondo alla stanza, vi era un'enorme spirale azzurra.
“Attraversa
quel portale e arriverai agli inferi.” l'avvisò
Baba, indicando la
spirale, per poi aggiungere, mentre gli passava un vecchio fischietto
arrugginito: “Il demone degli inganni aspetta tre giorni
prima di
assorbire l'anima. Devi trovarlo entro quel lasso di tempo. Quando
avrai trovato Goten, torna al punto di partenza e suona questa
fischietto. Apparirà un portale che riporterà te
e Goten in questo
luogo.” “Lo farò.” la
rassicurò Goku, prendendo il fischietto
e attraversando il portale.
Il
saiyan si sentì ruotare su sé stesso, come se si
trovasse in una
lavatrice, e, finalmente, uscì dalla spirale.
Ci
volle un quarto d'ora affinché Goku si riprendesse dalla
nausea che
l'aveva preso a causa del tremendo viaggio e, quando fu di nuovo in
forze, si diede un'occhiata in giro.
Attorno
a lui c'era il deserto più totale, il cielo era rosso come
il
sangue, il terreno brullo e arido e gli alberi erano grigi e
scheletrici.
Mentre
camminava, Goku commentò: “Uao, certo che gli
inferi non sono per
niente male... se muoio di nuovo ci faccio un salto.”
Dopo
qualche passo, il saiyan si fermò e disse:
“Dunque, ora devo
trovare il regno del demone...”
Aveva
appena detto quelle parole, che si mise le mani in testa e
urlò: “OH
NO!!! NON HO LA PIU' PALLIDA IDEA SU DOVE SI TROVI!!! Beh, intanto
mangiamo qualcosa e andiamo a dormire.”
Il
saiyan prese dei rami secchi e, con un piccolo raggio d'energia,
creò
un piccolo falò.
Il
saiyan prese il sacco dove c'era la sua cena, l'aprì e
cominciò a
mangiarsi il contenuto.
Non
si accorse che vicino ad un albero dietro di lui c'era una sagoma
nera che osservava con molta attenzione il suo falò.
GROUUL
Sentendo
quel rumore, Goku si voltò dietro di sé e
domandò: Mh? C'è
qualcuno?”
Dopo
qualche secondo di silenzio, udì un fruscio.
Non
c'erano dubbi.
C'era
qualcuno lì vicino...
“Ehi,
ti ho sentito, vieni fuori!” esclamò Goku e,
vedendo che l'essere
misterioso non si decideva a uscire, s'incamminò verso quel
piccolo
bosco di alberi secchi e spogli.
Ad
un tratto, sentì un ki sopra la sua testa e, alzandola, vide
una
figura nera seduta su un ramo di un albero.
Non
fece in tempo a dire niente, che dalla mano della sagoma
partì un
raggio d'energia che per poco non lo prese ma che gli fece sbattere
la testa per terra.
Vedendo
che Goku non si muoveva, l'essere si avvicinò al suo enorme
zaino,
che il saiyan aveva sempre sulle spalle, lo aprì e
cominciò a
frugare al suo interno.
“Non
provarci!!!” urlò Goku, afferrandolo per un
braccio per poi
ribaltare il suo avversario con un rapido movimento.
Il
bagliore che emanava il falò, illuminò l'essere.
Era
vestito con una battle suit e aveva i lunghi e ribelli capelli neri.
Non
ci volle molto affinché Goku lo riconoscesse.
“Radish?!”
esclamò il saiyan per poi aggiungere: “Ma
cosa...”
Non
riuscì a finire la frase che Radish gli diede un sonoro
pugno con la
mano libera.
Dopo
essersi massaggiato la faccia per riprendersi dal dolore del pugno,
Goku si accorse che Radish era sparito come il suo pranzo al sacco.
“Oh
no! Mi ha rubato il pranzo al sacco!” esclamò il
saiyan mentre
metteva due dita sulla fronte.
Nel
frattempo, Radish si era nascosto dietro ad un albero e aveva
cominciato a mangiare il cibo all'interno della sacca che aveva
rubato a Goku.
Ad
un tratto, il saiyan vide, con stupore, che colui che aveva rapinato
era apparso dal nulla.
“Ridammi
il mio pranzo e fingerò di non averti visto.”
propose, seccato,
Goku e l'altro rispose, mettendosi in posizione da combattimento:
“Venitelo a prendere.” “Come
vuoi.” acconsentì il saiyan più
giovane, mettendosi in posizione da combattimento.
Per
vari minuti, nella landa desolata di quella piana degli inferi, si
sentirono dei suoni potenti, attacchi d'energia e le sagome di due
individui che si davano un colpo per poi sparire.
Mentre
parava i pugni dell'avversario, Goku commentò:
“Devo ammetterlo,
Radish... sei migliorato dall'ultima volta!” “Anche
tu,
Kakaroth!” rispose l'altro, mentre gli tirava un calcio.
Dopo
un po', Goku, sbuffando, disse: “Scusa se devo chiudere in
fretta
lo scontro ma mia moglie mi ucciderebbe.”
Dopo
aver detto quelle parole, si allontanò di qualche metro e,
ad un
tratto, i suoi capelli si rizzarono verso l'alto, diventando di colpo
biondi.
Radish,
con un'espressione sconvolta e incredula, domandò:
“CAPELLI
BIONDI?! COSA DIAVOLO E'?!”
Ad
un tratto, si accorse che l'avversario era proprio alle sue spalle.
Il
saiyan dai capelli lunghi provò a tirare un pugno che venne
prontamente parato da Goku col braccio.
Deciso
a non arrendersi, Radish cominciò a tempestarlo di pugni che
Goku
continuava a parare finché non schivò un pugno e
non tirò un
calcio al volto di Radish che lo fece volare a tutta
velocità contro
un albero, disintegrandola.
Vedendo
quello che aveva combinato, Goku fece un sorriso imbarazzato e
commentò: “Oh mamma, mi sa che ho un po'
esagerato...”
Radish
si massaggiò la testa dolorante e Goku, mentre ritornava in
forma
base, si avvicinò a lui e disse, entusiasta: “Ora
devo andare...
ma appena muoio finiamo lo scontro.”
Radish
rimase in silenzio un attimo, poi chiese: “Sei un
supersaiyan, non
è vero?” “Sì, ma non sono il
solo. Anche gli altri possono
diventarlo.” ammise Goku mentre prendeva del ramen e si
metteva a
mangiarlo.
Ad
un tratto, Radish esclamò, incredulo: “Anche tuo
figlio? Ma non è
troppo piccolo?” “In effetti Gohan può
trasformarsi in
supersaiyan ma non è più un bambino. Lavora, si
è sposato e ha
avuto una figlia.” “Non parlo di lui ma del
moccioso più
piccolo.” “E tu come fai a sapere di
Goten?” “L'ho visto
mentre inseguiva una torta gigante. E' identico a te quindi ho capito
subito che era tuo figlio.”
Non
appena finì la frase, Goku si avvicinò a lui e
disse, agitato:
“Dimmi subito da che parte è andato!”
“Di là... verso la
Foresta del Mai Ritorno.” “Ed è molto
lontana da qui?”
“Abbastanza... a piedi circa un mese.”
“UN MESE?!”
Goku
si librò in aria e, parlando a sé stesso,
esclamò: “Accidenti!
Non sento l'aura di Goten e non conosco nessuno del posto... non mi
rimane che volare.”
Rimase
immobile per un attimo, poi guardando verso Radish, che era rimasto
giù, domandò: “Ehm, Radish... dove hai
detto che è la Foresta
del Mai Ritorno?”
Con
uno sbuffo, il saiyan volò fino a lui e, indicando un punto
all'orizzonte, spiegò: “Vai dritto in quella
direzione per 30 km,
poi giri di 45° a destra, continui per un'ora per poi girare
verso
sinistra, dove c'è la Grande Rupe, dopo quattro ore di volo
troverai
la Foresta del Mai Ritorno.”
Goku
rimase in silenzio un attimo poi, mettendosi una mano dietro alla
testa e sorridendo imbarazzato, disse: “Non ho capito
niente...
potresti rispiegarmelo?” Ma
questo è davvero mio fratello? Fu l'unico
pensiero che riuscì
a formulare Radish.
“NO!
NON CI SIAMO!”
L'urlo
fece voltare due cervi infernali che stavano pascolando, i quali
cercarono di capire da dove venisse quell'urlo.
La
risposta si trovava sulle loro teste, ossia due individui volanti.
Radish
non ne poteva francamente più!
Erano
ore che stava cercando di dare istruzioni a suo fratello ma quello
zuccone non capiva proprio niente!
“Devi
volare per 30 km non per 90! E quando c'è la rupe devi
volare a
sinistra, verso di lei, non a destra! Sono più di quattro
ore che te
lo spiego!” gli spiegò, per l'ennesima volta,
sperando che,
finalmente, quell'idiota capisse!
Purtroppo,
guardando la sua espressione, capì che anche stavolta non
aveva
capito niente!
Infatti,
Goku domandò, di nuovo: “Ma è
così difficile... quando ho fatto
i 30 km devo girare di 145°?”
“45!!!” urlò Radish mettendosi
una mano in fronte.
Non
c'era proprio niente da fare!
Quello
era peggio di una zucca vuota!
Almeno
anche l'altro aveva capito che era una frana dato che, mettendosi le
mani tra i capelli, si mise a disperarsi: “DANNAZIONE!!! PER
QUANTO
CI PROVI NON CE LA FACCIO!!! NON RIUSCIRO' MAI A IMPARARE A MEMORIA
LE INDICAZIONI!!! NON RIUSCIRO' A SALVARE GOTEN E CHICHI MI
AMMAZERA'!!!”
Radish
si aspettava che la lagna durasse ancora per molto ma all'improvviso
smise di disperarsi e si mise a fissarlo.
Radish
inarcò un sopracciglio.
Il
fatto che lui lo stesse fissando non gli piaceva per niente...
“Perché
diavolo mi stai guardando?” sibilò e l'altro,
congiungendo le mani
come una preghiera, lo pregò: “Ti prego, ti prego,
ti prego!
Portami alla Foresta del Mai Ritorno!”
“Scordatelo.” fu la
secca risposta di Radish.
Tuttavia,
l'altro non voleva proprio mollare.
“Ma
perché?! Si tratta di tuo nipote!” gli disse e il
saiyan rispose,
mentre si allontanava leggermente in volo: “Non voglio finire
nei
guai... e poi non ho nessuna intenzione di salvare il figlio di colui
che mi ha ammazzato.” “Ti insegnerò a
diventare un supersaiyan.”
Radish
si fermò e spostò leggermente la testa.
Quella
faccenda cominciava ad interessarlo, e molto!
Vedendo
l'interesse del fratello, Goku rincarò la dose:
“Aiutami a salvare
mio figlio e io ti insegnerò a trasformarti. Non vuoi
diventare più
forte?”
Goku
era certo che una simile proposta avrebbe avuto effetto.
Dopotutto,
se a lui avessero mai fatto la proposta di diventare ancora
più
forte avrebbe accettato di fare di tutto, persino mettersi a lavorare
per un anno intero senza allenarsi!
Infatti,
Radish si voltò e, con un sorriso di sfida,
accettò: “Va bene, mi
hai convinto! Ti aiuterò!”
Le
fiamme del piccolo falò illuminavano i due volti vicini ad
esso.
Uno
con i capelli a palma era seduto su un masso mentre l'altro con i
capelli lunghi era seduto su un vecchio tronco.
Tuttavia,
i due non si degnavano neanche di uno sguardo e guardavano entrambi
un punto lontano.
Regnava
un silenzio di tomba, dato che entrambi, non solo non si degnavano di
uno sguardo ma non si degnavano neanche di dirsi una parola.
Alla
fine, fu Radish ad alzarsi in piedi e a dire, con la massima
noncuranza: “Vado a dormire.”
Vedendolo
allontanarsi, Goku, inaspettatamente, chiese: “Non resti
vicino al
fuoco?”
Radish
rimase immobile un secondo poi, continuando a camminare lentamente,
prima di sparire completamente nel buio, disse: “Non ho
freddo.” |
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Capitolo 4 *** Furto ***
CAPITOLO
3: FURTO
Il
cielo mattutino degli inferi era tranquillo e rosso, come al solito,
ma ad un tratto comparvero due piccoli luci che si rivelarono essere
due razzi che divisero in due l'aria.
I
due razzi, tuttavia, avevano una forma umana, in quanto il
più
grande aveva lunghi capelli neri e quello più giovane li
aveva a
palma.
Ad
un tratto, quello con i capelli lunghi indicò una rupe che
si
mostrava imponente davanti a loro e disse: “Ecco la
rupe.”
Dopo
aver detto quelle parole, Radish atterrò su di essa, seguito
a ruota
dal fratello minore.
Una
volta che ebbe posato i piedi, Goku si avvicinò al compagno
e
domandò: “Perché ci siamo
fermati?” “Rischiamo di consumare
troppa energia. Meglio fare una pausa e mangiare qualcosa.”
fu la
risposta di Radish, mentre si stiracchiava.
Goku
si sedette prontamente, in quanto quella di mangiare non gli sembrava
per niente una cattiva idea, e aprì il suo pranzo al sacco,
pronto a
mangiarsi tutto ma appena l'aprì fece una scoperta tremenda.
“OH
NO!!! CHE TRAGEDIA!! HO FINITO IL PRANZO AL SACCO!!”
urlò,
disperato il saiyan e Radish gli fece notare, seccato:
“Qual'è il
problema? Basta prenderne dell'altro, no?”
Goku,
sentendo le parole del fratello, si calmò all'istante e
chiuse gli
occhi, come se volesse concentrarsi, e, ad un tratto,
esclamò:
“Sento un villaggio a 60 km da qui.” “60
KM?!” ripeté,
incredulo, l'altro saiyan.
Goku
riaprì gli occhi e, tendendo la mano al fratello, disse:
“Dammi la
mano.”
Radish
guardò la mano con diffidenze e poi domandò:
“E perché dovrei
dartela?” “Perché così
raggiungeremo quel villaggio in un
attimo.”
L'altro
saiyan rimase ancora qualche immobile, poi strinse la mano di Goku.
In
mezzo secondo, i due saiyan scomparvero su quella rupe e ricomparvero
in un villaggio, a 60 km di distanza.
“Eccoci
arrivati.” esclamò Goku, felice come un pasqua,
dando un'occhiata
in giro.
Vi
erano un gruppo di case piuttosto sporche e malmesse e le persone che
si vedevano in giro avevano delle sembianze mostruose e degli sguardi
per nulla rassicuranti.
Indicando
quelle persone, Goku si diresse verso di loro, dicendo:
“Laggiù
c'è della gente. Andiamo a chiedere del cibo.”
“Ma cosa fai?!
Fermati subito, scemo!” lo bloccò Radish,
prendendolo per un
braccio.
Goku
si fermò e guardandolo, domandò: “Che
succede?” “Siamo agli
inferi, non in paradiso. Quelli sono dei criminali.”
“Davvero? Ma
se sembrano delle brave persone.” “Appunto,
sembrano. E poi, qui
agli inferi per prendere qualcosa la si ruba.” “Ma
io non so
rubare.” “Me ne occupo io. Tu sta' buono qui e
preparati a
volare.” l'avvisò Radish, incamminandosi verso il
centro abitato.
Il
saiyan più grande camminò con noncuranza in mezzo
alle bancarelle
ma, ogni tanto, la sua possente mano si muoveva a velocità
sorprendente e rubava qualche pezzo di cibo oppure qualche oggetto di
valore, che intendeva rivendere sottobanco da un'altra parte, che
nascondeva, velocemente in una piccola sacca.
Ad
un tratto, Radish si accorse di una bancarella dove c'era un vecchio
demone che stava cuocendo su un barbecue tre spiedini di carne.
Il
saiyan si nascose dietro una fontana d'acqua rossa e prese una grossa
pietra.
La
lanciò in direzione del venditore, il quale, per capire da
dove
provenisse quel suono, andò a dare un'occhiata.
Una
volta che il vecchio se ne fu andato, Radish si avvicinò al
barbecue
del venditore e con una velocità inaudita, li prese tutti e
tre.
Dopo
averli presi, ritornò dal fratello e, porgendogli uno
spiedino,
disse: “Ecco qua.” “Grazie. Sembra
proprio buono.” esclamò,
con l'acquolina in bocca, Goku.
Nel
frattempo, il demone era tornato alla sua bancarella e aveva notato,
con orrore, che erano spariti tutti gli spiedini.
Si
mise a guardare intorno e l'occhio gli si posò su due
ragazzi, uno
con i capelli lunghi e l'altro a palma, in fondo alla strada che
stavano mangiando degli spiedini di carne.
Dovevano
essere loro i ladri.
“EHI,
VOI DUE!!” urlò, con tutto il fiato che aveva in
gola.
Sentendo
quell'urlo, Radish si alzò subito in piedi e disse, rivolto
al
fratello: “Accidenti! Ci hanno beccati! Scappa!”
I
due cominciarono a correre a gambe levate, seguiti da tutta la
popolazione del villaggio, l'inseguivano non tanto per difendere il
diritti del venditore ma per poter essere autorizzati a picchiare
qualcuno, sperando di far diminuire la loro pena e per rubare
qualcosa di utile a quegli sprovveduti.
Mentre
correvano, Radish si voltò verso il fratello e gli
domandò: “Ehi,
perché non fai quello che hai fatto prima?”
“Posso
teletrasportarmi solo per raggiungere un ki e non c'è
nessuno
sull'altura.” rispose l'altro.
Radish
sbuffò e poi disse: “Allora dovremo volare! Mi
raccomando, usa
tutta la tua energia!” “Va bene!”
“Partiremo al mio tre!”
“Ok!” “Uno... tre!”
Dopo
aver detto, quella parola, Radish spiccò il volo.
“Ehi,
non vale!” urlò Goku, partendo a sua volta.
I
due volarono per parecchie ore finché non videro,
all'orizzonte, la
rupe.
Una
volta atterrati su di essa, Goku si buttò per terra e,
ansimando
profondamente, disse: “Anf... anf... ce l'abbiamo fatta... ma
che
fatica...”
Non
appena finì di parlare, sentì un GROWL provenire
dalla sua pancia.
“Oh
no. Mi è tornata la fame.” sospirò Goku
e mentre gli veniva
l'acquolina in bocca, disse: “Non c'è
più niente da mangiare.
Soprattutto quei deliziosi spiedini di carne.”
“Ehi...” gli
disse Radish.
Il
giovane saiyan si voltò e vide il fratello maggiore, con lo
sguardo
dall'altra parte e le guance rosse, allungargli proprio uno di quegli
spiedini di carne.
“Grazie.”
sussurrò Goku, prendendolo tra le mani.
Il
fuoco continua a illuminare la grande roccia e le due piccole figure
sopra di essa.
Goku
e Radish avevano deciso di fermarsi su quella roccia per quel giorno,
dato che, ormai, era troppo tardi per proseguire il viaggio.
Proprio
come la sera prima, i due fratelli erano rimasti in completo silenzio
a fissare un punto a loro scelta, finché Radish non si era
alzato e,
dirigendosi dietro ad una roccia, aveva detto: “Vado a
dormire.”
A
differenza della notte prima, Goku era rimasto in silenzio a fissare
le fiamme del falò che continuavano a danzare senza sosta.
Ad
un tratto, si era alzato e si era diretto lentamente verso la roccia
dove si era diretto suo fratello.
Non
appena svoltò, lo vide.
Era
sdraiato per terra, addormentato, che tremava per il freddo.
La
notte agli inferi era veramente gelida.
D'istinto,
Goku appoggiò la sua coperta sul fratello e si
allontanò,
silenzioso com'era venuto...
Qualche
ora dopo, Radish si svegliò e la prima cosa che
notò fu la coperta
sopra di sé.
Si
voltò verso il falò e, dopo averlo fissato un
attimo, si sdraiò di
nuovo e tornò a dormire. |
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Capitolo 5 *** Imboscata ***
CAPITOLO
4: IMBOSCATA
“Eccoci
arrivati. Questa è la Foresta del Mai Ritorno.”
annunciò Radish,
indicando l'enorme foresta davanti a lui e a Goku.
Aveva
un aspetto lugubre e inquietante, i rami contorti erano spogli e
grigi come se fossero morti e all'interno della foresta non c'era
nessun raggio di luce.
“Dove
vive il demone degli inganni?” domandò Goku,
voltandosi verso il
fratello maggiore, e l'altro rispose: “Non ne ho idea. Il
demone
ama nascondersi e dovremo cercare dappertutto.”
“Pur di evitare
la furia di mia moglie sono disposto a fare qualunque cosa.”
rispose il giovane, entrando al suo interno.
I
due cominciarono a camminare su l'unico sentiero decente, vicino a un
piccolo fiume dalle acque nere.
Ad
un tratto, Goku si fermò e avvisò subito Radish:
“Fermati! Non
siamo soli!” “Io non vedo nessuno! Te lo sarai
sognato!”
rispose, seccato, il saiyan, non fermandosi.
I
due, quindi, continuarono a camminare, non accorgendosi che su un
ramo era seduto un essere informe con gli occhi rossi che li stava
fissando...
Su
una parete di pietra dura, vi era un'immagine rossa che mostrava due
giovani: quello più alto e muscoloso aveva lunghi capelli
neri
ribelli mentre l'altro, che aveva l'espressione più da
ebete, era
più basso e aveva i capelli a palma neri.
Eppure,
fu proprio quest'ultimo ad attirare l'attenzione del tipo che,
avvolto dall'oscurità, osservava con molta attenzione le
immagini.
“A
quanto pare, il padre di quel moccioso è venuto a
riprenderselo...”
ghignò la figura e, prima di battere con forza le mani,
sussurrò:
“Mi spiace per lui ma non ho alcuna intenzione di perdere la
mia
preda.”
Il
suo stomaco lo stava avvisando che era già mezzogiorno
eppure, a
giudicare dal buio di quella foresta, sembrava che fosse notte fonda.
Tuttavia,
sentiva delle presenze vicino a sé ed esse lo rendevano
molto
nervoso.
Quando
ne aveva parlato a Radish, tuttavia, lui gli aveva detto che non
c'era nessuno eppure continuava a sentire delle presenze in maniera
molto nitida.
Le
sentiva dappertutto... come se fossero dietro di lui e si stessero
preparando ad attaccarli...
“ATTENTO!”
urlò, ad un tratto, il saiyan, buttandosi da un lato e, nel
mentre,
spostando anche il fratello maggiore.
In
questo modo, i due schivarono un raggio d'energia che fece una
gigantesca esplosione.
“Lo
sapevo! C'è qualcuno! E vuole attaccarci!”
esclamò Goku mentre
Radish lo guardava, incredulo.
Appena
finì di dire quelle parole, un gruppo di mostri, dalla
faccia verde
deforme, spaventosa e inquietante, e dagli occhi rossi fecero la loro
comparsa, circondandoli completamente.
“Cosa
sono quei mostri?!” domandò, sconvolto, Goku e
Radish, che nel
frattempo si era alzato in piedi, gli rispose: “Sono
servitori del
demone, no?” “Urca, che brutti!”
“A quanto pare, al demone
interessa solo che funzionino... se sono qui, significa che ci ha
scoperti e che vuole impedirci di salvare tuo figlio.”
“Ma come
avrà capito che Goten è mio figlio?”
Per
tutta risposta, Radish si limitò a guardarlo.
Intanto,
i demoni avevano cominciato ad attaccarli.
Nonostante
fossero così brutti da far paura, erano dei combattenti
davvero
scadenti e lui e Radish non avevano nessun problema a tenere loro
testa.
Purtroppo,
anche i demoni capirono che, frontalmente, non avevano nessuna
speranza di battere i due e, pertanto, essi diventarono di colore
nero e vennero come assorbiti dalle ombre lì intorno.
“Si
sono fusi con le ombre!” esclamò, incredulo, Goku
e, quasi subito,
chiuse gli occhi.
Un
fantasma delle ombre, vedendolo immobile, gli si avventò
dietro la
schiena ma ricevette un violento pugno sulla faccia.
“Ma
il loro ki si sente ancora benissimo...” commentò
il giovane
saiyan, sorridendo.
Così,
anche se i servitori del demone si erano fusi, Goku riusciva a
batterli con assoluta facilità.
Goku
si voltò un attimo e si accorse che Radish non era messo
bene come
lui.
Infatti,
il saiyan veniva continuamente preso alle spalle e sconfitto.
Ad
un tratto, una mano apparve da un'ombra alle spalle di Radish e
preparò un attacco energetico.
“ATTENTO!
ALLE TUE SPALLE!” urlò Goku al fratello ma proprio
mentre urlava,
la mano lanciò l'attacco e colpì Radish alla
schiena.
Mentre
il saiyan si rialzava dolorante, massaggiandosi nel mentre la
schiena, gli disse, adirato: “N... non ho bisogno di te!
Lasciami
in pace!”
Appena
disse quelle parole, una seconda mano apparve dall'oscurità
e colpì
di nuovo Radish alla schiena, il quale, per il dolore, urlò:
“AAAAAAAHHHHHH!!!!!”
Il
colpo fu così potente che Radish cadde nel fiume.
“RADISH!”
urlò Goku, prima di lanciarsi a sua volta nel fiume.
Il
giovane saiyan cominciò a immergersi nelle profonde acque
nere come
l'inchiostro.
Non
ci vedeva niente là sotto!
Come
poteva salvare Radish se non riusciva a vederlo?
Ad
un tratto, sentì qualcosa afferrarlo per le braccia e per le
gambe
ma, nonostante tentava di liberarsi, non ci riusciva, anche
perché
non ci vedeva niente...
C'era
solo una cosa da fare...
Goku
raccolse tutte le sue energie e si trasformò in un
supersaiyan.
Grazie
a ciò, riuscì a liberarsi da ciò che
lo teneva bloccato, dei
filamenti di fango e cominciò a cercare Radish
finché non scorse la
figura del fratello maggiore il era avvolto da quei filamenti che lo
stavano, nel frattempo, portando verso il fondale fangoso.
Lo
afferrò per un braccio e, con dei piccoli raggi d'energia,
lo liberò
e, afferrandolo per un braccio, lo riportò di nuovo in
superficie.
Con
difficoltà, lo trascinò verso la riva, ritornando
velocemente in
forma base.
Una
volta fuori dall'acqua, si accorse subito di trovarsi in un altro
luogo rispetto a prima.
Evidentemente,
la corrente aveva trascinato lui e Radish più avanti e c'era
il
rischio che avessero superato da un pezzo il territorio del demone ma
almeno non c'era più traccia di quegli orribili esseri.
Non
appena raggiunse la riva, Radish spinse via Goku e, adirato, gli
disse: “Ti ho detto di lasciarmi in pace!”
“Se l'avessi fatto
saresti annegato!” ribatté, furibondo, il saiyan
più giovane.
Non
gli andava che qualcuno fosse così scortese con lui quando
aveva
cercato di salvargli la pelle.
Radish
lo guardò furibondo e poi riprese: “Sai quanto me
ne frega! Io non
ho bisogno di nessuno, tanto meno di te!” “Certo...
se non ci
fossi stato io a salvarti, saresti morto definitivamente! Potresti
anche tenerlo a mente!” “Non te l'ho mica
chiesto!” “Lo so...
ma tu sei l'unico che può portarmi da Goten, quindi mi servi
vivo!”
“Perché non te lo cerchi da solo, allora? Tanto
sai fare strane
cose...” gli disse il fratello, allontanandosi, e Goku,
incredulo,
domandò: “Cosa intendi con strane cose?”
“Sentire la presenza
degli altri senza lo scouter!” “Eh? Ma se
è la cosa più normale
del mondo! Persino Goten ci riusciva a sei anni... magari ci riesce
persino Pan che ha un anno...” rise Goku.
Tuttavia,
Radish sembrò non trovare affatto divertente la cosa.
Si
girò, infuriato nero, e borbottò qualcosa,
adirato, mentre si
allontanava furioso.
Solo
a quel punto, Goku capì.
“Radish...
aspetta.” gli disse, prendendolo per un braccio.
Lui,
sorpreso dal gesto, si voltò e i due fratelli si fissarono
in
silenzio nei loro occhi neri.
“Tu...
non sai percepire i ki?” domandò, delicatamente,
il saiyan più
giovane e l'altro distolse lo sguardo e arrossì.
Intuendo
che quello doveva essere un sì, Goku sorrise e propose:
“Se
vuoi... posso insegnarti come si fa.” “Dici
davvero?” domandò
Radish, incredulo.
Goku
annuì: “Certo... e poi, se vuoi diventare
supersaiyan, devi saper
percepire i ki.” |
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Capitolo 6 *** Il passato dei saiyan ***
CAPITOLO
5: IL PASSATO DEI SAIYAN
“Per
percepire i ki devi, prima di tutto, rilassarti.”
spiegò Goku.
Lui
e il fratello maggiore stavano levitando sopra ad un immenso lago
nero, che avevano trovato poco distante dalla riva da cui erano
usciti.
L'obbiettivo
di quell'allenamento spirituale era di far imparare a Radish a
percepire i ki ma la cosa si stava rivelando più difficile
del
previsto.
Radish,
infatti, non riusciva a rilassarsi ed era più teso della
corda di un
violino.
“No...
così sei teso. Devi rilassarti.” lo
avvisò il giovane ma l'altro,
seccato, rispose: “Non riesco a essere rilassato! Non ci sono
mai
riuscito!” “Come mai?”
Il
saiyan più grande rimase in silenzio, guardando da un'altra
parte.
“C'entra
Freezer, non è vero?” domandò Goku e
l'altro ammise: “Sì...
nel suo esercito non potevi assolutamente rilassarti altrimenti ti
aggredivano alle spalle e ti uccidevano.” “Anche
sul pianeta
Vegeta era così?” “No... lì
potevi stare un po' tranquillo...”
“Mi parli del nostro popolo?” “Hai
accettato di essere un
saiyan?” “Anche se il mio posto sarà
sempre la Terra, una parte
di me sarà sempre legata ai saiyan.”
Radish
rimase in silenzio un attimo e poi domandò: “Cosa
vuoi sapere sui
saiyan?” “Vediamo... avete una festa
nazionale?” “Cos'è una
festa nazionale?” “Non ce l'avete? Peccato... e una
bandiera?”
“Se per bandiera intendi il simbolo della famiglia reale,
allora
sì.” “Mi parli della famiglia reale?
Vegeta non mi dice mai
niente sulla sua famiglia...” “La famiglia reale
venne creata
dopo la guerra saiyan – tsufuru. Il padre di Vegeta era il
comandante supremo del nostro esercito e, una volta finita la guerra,
gli venne offerto il trono. Inoltre il nome del pianeta venne
cambiato da Plant, nome originale, a Vegeta.”
“Caspita, che
onore... ma prima di diventare comandante cosa faceva?”
“Boh...
nessuno sa di lui e del suo passato prima della guerra... è
apparso
dal nulla, ci ha uniti in un esercito e, dopo dieci anni, abbiamo
vinto.” “DIECI ANNI?! Ma come avete fatto a far
durare così
tanto una guerra?! Va bene che non potevate trasformarvi in
supersaiyan, ma...” “Gli tsufuru possedevano armi
straordinarie.
Persino tu, senza trasformarti, avresti avuto delle serie
difficoltà.” “Oh... e della madre di
Vegeta che mi dici?” “Si
chiamava Echalotte ed era molto bella ma anche molto orgogliosa e
amante della lotta.” “E la nostra mamma
com'era?” “Lei
era...” cominciò a dire Radish ma s'interruppe
subito.
Aveva
avvertito qualcosa...
Evidentemente,
a forza di parlare col fratello, stava imparando anche lui a
percepire i ki...
“Ho
avvertito qualcosa.” disse e Goku annuì:
“Anch'io... deve
trattarsi del demone.” “Tu hai capito dove si
trovi? Io faccio
ancora fatica, mi sembra che sia dappertutto.”
“Impari in fretta,
Radish. Riesci a percepire le energie vitali. Non appena avremo
sistemato il demone dovrai solo imparare a dividerle per persona e
non a unirle.” “Non dimenticarti il mio
supersaiyan.”
“Tranquillo... anche se, con un talento come il tuo,
imparerai in
fretta a trasformarti. Sai, mi ricordi tanto Caulifla...”
“Chi?” “Una saiyan che conobbi non molto
tempo fa.” “Una saiyan? Ma
Freezer non le ha sterminate tutte?” “Infatti. Lei
viene
dall'universo 6.” “Eh?! Universo 6?! Di cosa stai
parlando?!”
“Di una storia complicata di cui nemmeno io ci ho capito
granché.
Solo Vegeta ci ha capito qualcosa... quando gli ho chiesto come ci
riusciva mi ha detto che era perché aveva più
cervello di me.”
“Immagino... comunque, dove si trova il demone?”
“Dunque, sento
il suo ki... sotto di noi.” “Eh?!”
Radish
guardò senza parole il fratello.
Sembrava
che si fosse ancora più rimbambito!
Però,
doveva ammettere che suo fratello era molto più abile di lui.
Guardò
in basso e vide solo le acque nere del lago dove lui e Goku stavano
lievitando.
Si
mosse un attimo, in modo da guardare meglio giù, e l'acqua
si mosse
per un secondo che, però, permise a Radish di accorgersi di
una
cosa...
“Mi
è parso di vedere un castello, quando l'acqua si
è mossa!”
esclamò, incredulo, in quanto nemmeno lui riusciva a credere
a
quello che aveva appena visto.
Immediatamente,
Goku si mosse ed entrambi videro che, mentre l'acqua si muoveva,
appariva un castello.
“Dev'essere
il castello del demone! L'abbiamo trovato!”
esclamò, entusiasta,
Goku, felice, più che altro, di aver localizzato il castello
e con
esso il demone, in questo modo Chichi non l'avrebbe ammazzato. |
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Capitolo 7 *** Il castello del demone ***
CAPITOLO
6: IL CASTELLO DEL DEMONE
“Sì,
l'abbiamo trovato. Adesso, però entriamo. Prima salviamo tuo
figlio
e prima m'insegnerai a diventare un supersaiyan.” disse
Radish,
entrando nel lago, seguito a ruota dal fratello minore.
Quando
i due entrarono, sentirono come se tutto intorno a loro stesse
ruotando.
Finalmente,
il viaggio finì e la prima cosa che Radish notò,
una volta
arrivato, fu che Goku aveva la nausea.
“Ma
che ti piglia?” domandò e l'altro rispose:
“Ho la nausea. Mi
viene sempre quando faccio questi viaggi... mi sento sempre che sto
per vomitare...” “Ehi... se mi vomiti addosso... TI
UCCIDO,
CHIARO?!” “Tranquillo, non...”
Goku
non riuscì a finire la frase, in quanto si accorse del
castello del
demone e, assieme al fratello maggiore, si mise a fissarlo,
incredulo.
Il
castello del demone si estendeva davanti a loro: era alto, imponente,
fatto di pietra e con grandi punte in cima.
Aveva
davvero un aspetto spaventoso e poco raccomandabile.
“Davvero
l'abitazione perfetta per un demone...” commentò
Radish e poi
disse: “Dunque, dovremo cercare di penetrare di nascosto nel
suo
castello... ho creato una specie di piano... cerchiamo di avvicinarci
di soppiatto al castello, nascondendoci dietro agli alberi e ai
cespugli. Una volta arrivati nei pressi del castello, ci giriamo
intorno finché non troviamo una finestra aperta. Poi voliamo
lassù,
entriamo e...”
Quando
si voltò, però, si accorse che il fratello minore
non era più
accanto a sé.
Lo
cercò con lo sguardo e, quando vide dove si era cacciato,
svenne.
Goku
era davanti all'immenso portone del castello che stava bussando a
tutto volume, gridando: “EHIIII, C'E' NESSUNO IN CASA?
APRITE!”
Ad
un tratto, sentì un dolore tremendo alla testa.
Si
voltò e vide il fratello maggiore che lo stava fissando,
adirato.
“Cosa
c'è, Radish? Mi hai fatto male...”
protestò il saiyan,
massaggiandosi la testa, e l'altro rispose: “Ma quanto scemo
puoi
essere? Come pensi di salvare tuo figlio se fai rivelare subito la
tua presenza?!” “Sei preoccupato per
Goten?” “No, sono
preoccupato per il mio supersaiyan! Se continui a urlare
così, lo
potrò solo sognare!”
Aveva
appena finito di dire quelle parole che il portone si aprì e
comparve un essere basso, mingherlino, con la pelle verde, con la
faccia da rettile e con piccole corna sulla testa.
L'essere,
appena vide Goku e Radish, disse: “Ah, finalmente siete
arrivati!
Era ora! Vi stavo aspettando da due ore!”
Poi,
aprendo ancora di più la porta, aggiunse: “Su,
forza, entrate e
seguitemi! Muovetevi, che siete già in ritardo!”
I
due fratelli, increduli, seguirono lo strano essere finché
non li
portò davanti ad una porta che aprì, rivelando la
presenza di
strofinacci, scope e detersivi.
“Mi
scusi... ma a cosa serve questa roba?” domandò
Goku, prendendo uno
strofinaccio e il demone, guardandolo in malo modo, spiegò:
“Per
pulire il castello da cima a fondo, no? Altrimenti perché vi
avremmo
assunti?” “Cosa? Credo che ci sia stato un
equivoco, noi...”
cominciò a dire Goku ma Radish, tappandogli la bocca con le
mani,
l'interruppe: “Noi eravamo stati assunti per pulire anche le
stalle, oltre al castello.” “Ma siete fuori?! Il
mio signore non
ha stalle!” “Cosa?! Davvero?! Devo aver sentito
male...”
“Smettetela di giocare e cominciate a lavorare! Il mio
signore odia
i perditempo, soprattutto se sono anche due idioti!” disse il
demone e, mentre si allontanava, borbottò: “Lo
sapevo che era una
pessima idea assumere due uomini delle pulizie da un'agenzia di
livello F... ma il mio signore voleva risparmiare a tutti i
costi...”
Solo
quando fu sparito, Radish si decise a lasciare andare il fratello.
La
prima cosa che gli disse: “Sei proprio un'idiota! Per poco
non ci
facevi scoprire!” “Non ci posso fare niente,
Radish... non riesco
a mentire...” “Oltre alla memoria hai perso anche
l'intelligenza
con quella botta!” “E adesso che
facciamo?” “Cerchiamo tuo
figlio, no?” “E come?” domandò
Goku e, non appena formulò la
domanda, un vecchio strofinaccio, gli arrivò in testa.
Il
saiyan guardò il fratello maggiore, che nel frattempo stava
prendendo le scope e i detersivi, e il più grande rispose:
“Pulendo.”
Non
si era mai sentito più felice.
Fra
poco avrebbe bevuto l'anima della sua ultima preda, un moccioso
idiota che aveva rapito con parecchie difficoltà, dovute in
gran
parte a quella furia di sua madre, e la cosa migliore era che non ci
sarebbe stato quello scemo di suo padre accompagnato dal suo amico
con i capelli lunghi a mandargli in fumo i suoi piani.
Erano
entrambi caduti nel fiume e chi cadeva laggiù moriva
soffocato nel
fango che c'era là sotto, duro come il catrame.
Nessun
essere sarebbe mai stato in grado di uscire vivo da lì.
Era
fatta!
Ora
nessuna sarebbe riuscito a mettergli i bastoni tra le ruote.
“Uffa...
che noia...” borbottò Goku mentre tentava di far
risplendere una
maniglia.
Quant'era
noioso fare le pulizie...
Fortunatamente,
era un po' abituato, visto che, assieme a Vegeta, aveva dovuto
ripulire da cima a fondo la dimora di Beerus... ma era comunque una
tortura... come avrebbe voluto passare all'azione...
“Smettila
di lamentarti. E' già tanto se siamo riusciti ad
entrare.” lo
redarguì Radish, intento a pulire un vecchio tavolo di legno
bucato
dai tarli e Goku annuì, poco convinto.
Se
Chichi l'avesse visto all'opera, l'avrebbe obbligato a fare tutte le
pulizie di casa per il resto della vita.
Almeno
casa sua era piccola, al contrario di quel castello...
Diede
un'occhiata a Radish di nascosto.
Almeno
lui sembrava divertirsi là dentro...
Ad
un tratto, notò che mentre puliva il tavolo, con la coda
apriva i
vari cassetti e prendeva dei piccoli monili, che poi nascondeva in
tasca.
Goku
sospirò e poi domandò: “Come troveremo
Goten se dobbiamo fare le
pulizie?” “Rifletti: pulendo in giro abbiamo
l'opportunità di
guardare dappertutto senza insospettire nessuno e di trovare degli
indizi che possano condurci da tuo figlio.” “Quindi
quei monili
che stai prendendo dai cassetti sono indizi?”
Radish
arrossì violentemente e poi, scocciato, rispose:
“Questi monili
servono per delle cose private! Non impicciarti degli affari
altrui!”
Una
volta che ebbe finito di lucidare la maniglia, Goku aprì la
porta e
ricominciò a pulire.
“Certo
che questi sgabuzzini sono sempre bui... ma non potrebbero metterci
degli interruttori della luce?” protestò il saiyan
e mentre
tastava la parete, sentì un pulsante.
Pensando
che si trattasse di un interruttore della luce, lo schiacciò.
Inaspettatamente,
invece di generare della luce, si sentì il pavimento tremare
e il
pavimento dello sgabuzzino cominciò a tremare.
Goku
si allontanò di scatto, venendo raggiunto da Radish, e i due
fratelli si misero a guardare cosa succedeva nello sgabuzzino.
Il
pavimento era scomparso e al suo posto c'era una lunga scala a
chiocciola di pietra che scendeva verso il basso.
“Bingo.”
esclamò, soddisfatto, Radish, scendendo le scale
“Ecco dove si
nasconde il demone.” “Ehi, aspettami!”
protestò il fratello
minore, seguendolo.
La
scala era davvero lunga e Goku non ne poteva francamente più
di
scendere, in quanto gli era venuto il mal di testa.
Ad
un tratto, però, inciampò sul suo piede e
cominciò a cadere
violentemente giù dalle scale, portandosi con sé
il fratello.
CRASH
Alla
fine, i due smisero di cadere e Goku, massaggiandosi la testa, si
lamentò: “Urca, che botta...”
“Sta' più attento, scemo!”
gli disse, adirato Radish.
“Si
può sapere cos'è questo baccano?! Avevo detto
chiaro e tondo che
durante i pasti non voglio essere disturbato!”
protestò una voce
maschile rauca e uno strano essere apparve da una porta.
Era
molto vecchio, aveva una lunga serie di rughe sulla pelle verde, due
corna sulla testa, vestito con un mantello, degli stivali e delle
mutande tenute su da una cintura, molto basso e scheletrico.
Non
appena vide i due intrusi, sbiancò e urlò:
“ANCORA VOI DUE?! MA I
MIEI UOMINI NON VI AVEVANO GETTATI NEL FIUME?!”
“Scusa... tu
saresti il demone degli inganni?” domandò,
incredulo, Goku.
Quel
vecchio decrepito era il demone che aveva rapito suo figlio?!
Il
demone rispose: “Sì, sono io... cosa
volete?” “Che lasci
libero mio figlio. Se me lo ridai senza fare troppe storie, io e
Radish ce ne andiamo subito.” “Scordatelo! Sono
anni che non
trovo un'anima così potente, pura e stupida! Un altro
bambino come
quello non lo ritroverò mai più! Mi serve per
riacquistare i miei
veri poteri da demone! Con l'avanzare dell'età, i miei
poteri hanno
cominciato a sparire... solo l'anima dei bambini puri può
permettermi di riacquistarli ma è così difficile
trovare un'anima
pura al giorno d'oggi... una simile occasione non mi
ricapiterà una
seconda volta! Ecco perché non posso
restituirtelo!” “Allora me
lo riprenderò!” dichiarò Goku,
mettendosi in posizione.
Tuttavia,
passarono cinque minuti e Goku non si decideva ad attaccare.
“Beh,
perché non attacchi?” domandò,
scocciato, Radish e Goku rispose,
imbarazzato: “Non posso. E' solo un vecchietto. Non posso
attaccare
un vecchietto...” “Ah – ha. Tanto a fare
l'eroe e poi non sei
nemmeno in grado di attaccare un vecchio!” lo derise il
demone
prima che un violento pugno lo colpì al ventre, facendo
distruggere
un muro.
Mentre
la polvere copriva tutto, Radish atterrò con delicatezza e
avvisò
con un ghigno: “Forse lui non riesce ad attaccare un vecchio,
ma io
sì.”
Goku
osservò con sgomento il disastro che aveva fatto il fratello
maggiore.
Non
gli piaceva che Radish avesse attaccato il demone con tanta
violenza... ma in fondo, lui avrebbe fatto fatica ad affrontare un
vecchio quindi per quella volta andava bene.
Radish
si voltò verso di lui e gli disse: “Su, forza.
Andiamo a cercare
tuo figlio prima che quest'idiota si risvegli.”
I
due entrarono di corsa nella stanza e videro sdraiato su un tavolo e
avvolto da dei fili marroni, intrecciati sulle braccia e sulle gambe,
un bambino addormentato con i capelli a palma.
Era
Goten.
L'avevano
trovato.
Dopo
aver liberato il figlio dalle liane che lo avvolgevano, Goku
tentò
di svegliarlo: “Goten, svegliati! Dobbiamo
andarcene!”
Ma
il bambino non voleva svegliarsi.
Cercando
di strattonarlo, Goku riprovò: “Andiamo,
svegliati!” “Sgrunt!
E' una zucca vuota tale e quale a te! Ci penso io!”
sbuffò Radish
e, prendendolo per il colletto del suo kimono, cominciò a
dargli dei
violenti schiaffi alla guancia, urlandogli: “SVEGLIATI,
MOCCIOSO!
GUARDA CHE IO CI TENGO AL MIO SUPERSAIYAN!!”
Ma
fu tutto inutile.
Goten
non intendeva svegliarsi.
Goku
si lamentò: “Se Chichi fosse venuta qui, saprebbe
senz'altro cosa
fare. E' lei quella che lo sveglia tutte le mattine.”
“Senti,
usciamo di qui. Tanto abbiamo il moccioso, no?”
“Non posso
tornare a casa con Goten in queste condizioni! Chichi mi
ucciderebbe!” “Allora tenteremo di svegliarlo
fuori... ma usciamo
da questo posto! Voglio il mio supersaiyan!” “Come
vuoi... però
mentre andiamo via posso mangiare quei deliziosi pasticcini che
c'erano in salotto? Ho una fame...”
Non
appena Goku pronunciò le parole
“mangiare” e “deliziosi
pasticcini”, Goten aprì gli occhi e
domandò: “Potrei mangiarne
un po' anch'io?”
I
due adulti si guardarono, increduli.
Goten
si accorse che chi lo teneva per il colletto era un uomo alto,
muscoloso, vestito in modo strano e con lunghi capelli neri e
domandò: “Scusa, papà, ma ti sei fatto
crescere i capelli?”
“Quanto sei scemo, moccioso. Quello lì
è tuo padre.” rispose,
sgarbatamente, Radish, indicando Goku.
Nel
frattempo, il vecchio demone aveva riaperto gli occhi e,
approfittando della confusione, prese un bicchiere e si
avvicinò ad
un rubinetto collegato al letto.
Lo
aprì e scese un piccolo fluido azzurro.
Il
demone fece una faccia delusa.
Dopo
tutta la fatica che aveva fatto per rapire quel moccioso, avrebbe
potuto bere pochissimo, quel poco d'energia che i rami demoniaci
erano riusciti a rubare, e non sarebbe riuscito ad ottenere nemmeno
metà della sua potenza giovanile...
Ma
chi se l'aspettava che quel mostro del padre del marmocchio e il suo
compare avrebbero mandato in fumo i suoi piani?!
Comunque,
quell'energia era sempre meglio di niente... avrebbe ricominciato a
cercare un altro bambino per nutrirsi...
Bevve
il bicchiere e sgranò gli occhi.
Non
era possibile...
Fece
cadere il bicchiere per terra e il rumore fece voltare Goku, Goten e
Radish.
I
tre videro il demone che, inaspettatamente, era diventato molto
più
alto, giovane e muscoloso.
“INCREDIBILE!!
PAZZESCO!!!” urlò il demone, entusiasta
“QUEL MOCCIOSO... UN
FRAMMENTO DELLA SUA ENERGIA MI HA RESTITUITO LA FORZA E LA
GIOVINEZZA!!” “Congratulazioni. Noi intanto leviamo
il disturbo.
Scusa, se ce ne andiamo così di fretta, ma voglio il mio
supersaiyan...” gli rispose Radish, prendendo per il polso il
fratello e dirigendosi verso l'uscita, ma il demone si
posizionò
davanti a loro.
“Vuoi
non ve ne andrete da nessuna parte con quel moccioso! Con quella sua
energia potrò vivere giovane e forte per
millenni!” dichiarò il
demone e Radish, con uno sbuffò, rispose: “Va
bene, ho capito dove
vuoi arrivare... solo un attimo...”
Prendendo
il piccolo Goten per il colletto del kimono, Radish si diresse verso
il tavolo e ve lo poggiò sopra in maniera un po' brusca,
avvisandolo: “Non muoverti da qui, anche se devi andare in
bagno o
se muori di fame, intesi? Sei la mia chiave per ottenere il
supersaiyan e io non intendo perderti, capito? Solo quando
avrò
ottenuto da tuo padre il supersaiyan potrai fare quello che ti pare.
Fino ad allora, cerca di restare vivo. Sta' buono qui e
zitto.”
Quando
finì di fare le sue raccomandazioni, tornò
indietro e rivolgendosi
al fratello, disse: “Ok, sono pronto. Riesci a combattere
contro i
palestrati?” “Certo.” “Beh, in
ogni caso lo batto io.” |
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Capitolo 8 *** Al di là di chi tu sia... ***
CAPITOLO
7: AL DI LA' DI CHI TU SIA...
Goku
e Radish si misero in posizione di combattimento.
Il
demone ridacchiò: “Non fatemi ridere! Anche se
siete in due non
avete alcuna speranza di battermi!” “Non
sottovalutare i saiyan.”
ribatté, con un ghigno, Radish.
Dopo
aver detto quelle parole, Radish si avventò verso il demone
e gli
tirò un pugno al volto, facendo volare il demone verso il
muro.
Lo
schianto fu immenso ma il demone si rialzò in piedi e
sogghignò:
“Davvero niente male, saiyan...”
Radish
non si arrese e cominciò a tempestarlo di pugni, seguito dal
fratello minore.
Vedendo
che anche Goku si era intromesso alla battaglia, Radish gli
urlò:
“Fila via, scocciatore! Ci sono prima io!”
“Ehi, non tenerti il
divertimento tutto per te!” protestò l'altro.
Tuttavia,
Radish continuò a continuò a combattere, cercando
di essere
superiore al fratello.
Ad
un tratto, il demone li prese entrambi per un braccio e li fece
colpire entrambi di testa.
Non
appena li lasciò andare li avvisò:
“Avete qualche problema a
collaborare non è vero? Nonostante siate fratelli, avete
combattuto
l'uno contro l'altro e alla fine siete morti insieme. Che cosa
patetica.”
Goku
sgranò gli occhi.
Come
faceva il demone a sapere ciò?!
“Io
ho il potere di guardare i vostri tormenti...” rise il demone
“Per
il tuo fratellone, il fatto che tu sei il suo assassino, è
la cosa
che lo tormenta sempre...” “STA'
ZITTO!!!!” urlò Radish,
avventandosi come una tigre sull'essere, per riempirlo di pugni.
Goku
rimase in silenzio, incredulo.
Il
fatto che fosse stato lui a permettere la sua morte, tormentava da
sempre Radish?!
Ma
com'era possibile?!
“Perché
non riveli al tuo fratellino un tuo piccolo segreto?” lo
provocò
il demone, mentre parava i suoi attacchi “Che l'unico motivo
per
cui sei venuto sulla Terra era solo per trovarlo e portarlo via con
te?” “TACI, TACI!!!” “Ma come
siamo agitati... la verità è
che su quel freddo pianeta, ti sentivi sempre solo e indesiderato...
perciò volevi andarlo a prendere per avere qualcuno che ti
amasse...
che brutta sorpresa, trovare uno sconosciuto con la faccia di tuo
padre che non si ricordava nemmeno di essere un saiyan, non
è vero?”
“NON E' VERO... NON E' VERO!!!”
“Così, hai rapito suo figlio
per fargli ricordare chi fosse e riavere il tuo Kakaroth... peccato
che il tuo Kakaroth sia morto.” “Per una buona
volta... STA'
ZITTO, STUPIDO DEMONE!” urlò Radish, mentre
continuava ad
attaccarlo.
Goku
si accorse che delle lacrime gli stavano scendendo.
Quindi,
tutto quello che il demone stava dicendo era la verità...
Ad
un tratto, si accorse che ogni colpo che Radish dava al demone, egli
sembrava diventare più forte... e se...
“Spostati,
Radish!!” urlò Goku, mentre si preparava a fare
un'onda Kamehame.
Il
fratello, incredulo, schivò e l'onda colpì in
pieno il demone.
“Ma
che fai?!” domandò, incredulo, Radish e Goku
spiegò: “Quel
demone si nutre del dolore. Quando l'attacchi in uno stato di
disperazione, l'assorbe e diventa più potente. Per questo ti
stava
provocando.”
Radish
fece una faccia scocciata, poi disse: “Dannazione, hai altri
piani?” “Ehm, veramente... speravo che ce l'avessi
tu...”
“Sgrunt.” “Però, ho capito una
cosa. Dobbiamo attaccarlo
insieme.” “Levatelo dalla testa. Io con te non
faccio niente.”
“Ti prego. Dobbiamo collaborare per sconfiggerlo. Per una
volta,
dobbiamo collaborare come due fratelli.”
Radish
sbuffò, poi disse: “D'accordo...”
“Bene, cosa facciamo?”
“Per prima cosa, mandiamo via lo scocciatore.”
rispose Radish,
indicando il demone, che nel frattempo li stava raggiungendo.
Mise
quasi subito le mani in una posa che Goku conosceva molto bene.
Quella
posa... era simile alla sua onda Kamehame!
Solo
le dita erano posizionate in modo diverso.
“HAAA!!!!”
urlò Radish, lanciando la strana onda contro il demone e
allontanandolo da lui e dal fratello.
“Quella
mossa... è la mia onda Kamehame! Quando l'hai imparata,
Radish?”
domandò, incredulo, il più giovane e l'altro,
guardandolo
incredulo, domandò: “Cosa?”
“Quella che hai riprodotto era la
mia onda.” “Ti sbagli, era l'attacco preferito di
nostro padre.”
Goku
sgranò gli occhi.
L'attacco
preferito di suo padre era simile all'onda Kamehame?!
Adesso
capiva perché si era trovato subito a suo agio con quella
tecnica e
l'aveva imparata subito.
Era
già destinato a quella tecnica...
Mentre
pensava, ad un tratto, Radish esclamò: “Forse ho
capito come
annientarlo!” “E come?”
“Annientiamo il suo cuore con un
attacco combinato. La tua onda non – so – cosa e la
mia unite,
che ne dici?” “Ottima idea, Radish. Ma per far
ciò avrò bisogno
di più potenza.”
Rimase
immobile un attimo e poi una fiamma blu lo avvolse completamente.
Quando
essa finì di avvolgerlo, Radish rimase incredulo.
I
capelli di suo fratello non erano biondi come prima ma blu.
Sentiva
un'immensa energia provenire da lui.
Persino
il demone rimase immobile.
“Questo
è il supersaiyan Blue.” disse Goku
“L'ultimo stadio delle
trasformazioni in supersaiyan.” “Quindi stavi
nascondendo
un'energia simile?!” “Non preoccuparti. Ci
arriverai non appena
avrai imparato il supersaiyan... ma sarà molto lungo. Di
trasformazioni in mezzo ce ne sono tre.” “Pur di
ottenere quel
potere, farò di tutto! Intanto, però, andiamo
avanti col piano.”
“Va bene.”
Entrambi
si misero in posizione da combattimento e prepararono le loro onde.
Il
demone ridacchiò: “Pensate davvero di potermi
battere con due
misere onde?”
E
sparò dalla bocca un raggio energetico.
I
due fratelli, intanto, lanciarono le proprie onde che si unirono nel
mentre e si scontrarono con quella del demone.
Tuttavia,
il demone era più potente e, lentamente, stava sconfiggendo
il
raggio, avvicinandosi pericolosamente a Goku e a Radish.
“Non
hai altro potere?” domandò Radish e l'altro
rispose: “Mi
dispiace, ma questa è tutta l'energia che
possiedo!”
“Dannazione...!”
Ad
un tratto, però, si udì un
“HAH!!!” e un terzo raggio si unì
al loro, cominciando a far respingere il raggio del demone.
I
due fratelli si voltarono e videro, con incredulità, Goten
trasformato in supersaiyan che stava lanciando la sua onda Kamehame.
Grazie
all'onda di Goten, l'onda del demone venne respinta e centrò
in
pieno il demone.
Il
demone fece un urlo e poi svanì.
“Ce
l'abbiamo fatta!” esultò Goten prima che gli
arrivasse uno
scappellotto sulla testa.
Si
voltò e vide Radish guardarlo furibondo.
“Ma
perché?” gli domandò il bambino e lo
zio rispose: “Si può
sapere che ti è saltato in testa, moccioso?!”
“Volevo solo
aiutarvi. Sembravate in difficoltà...”
“Beh, comunque non dovevi
muoverti, zucca vuota! Non pensi che saresti potuto morire?!”
Non
appena si accorse che il fratello e il nipote lo stavano guardando,
arrossì e aggiunse: “Così, io non avrei
avuto il mio supersaiyan!
Riesci a capire cosa avrebbe significato per me?!”
Mentre
i tre parlarono, non si accorsero che dai detriti si erano spostati e
che il demone, che nel frattempo era ritornato vecchio, era
riapparso, furibondo.
Per
colpa di quei due, il suo piano era andato completamente in fumo!
Ma
non gliela avrebbe fatta passare liscia!
Generò
una piccola sfera dalla mano.
Fece
un ghigno.
In
quella sfera c'era tutta la sua energia vitale e anche se
scagliandola sarebbe svanito per sempre, avrebbe potuto uccidere uno
di loro...
La
lanciò con tutta le sue forze e mentre svaniva, vide con
soddisfazione che essa stava per centrare quello con i capelli a
palma...
Solo
una persona se ne accorse...
“KAKAROTH!!!”
urlò Radish, spingendo il fratello minore dall'altra parte.
Prima
che Goku potesse capirci qualcosa dello strano gesto, vide un lampo
di luce abbagliarlo.
Quando
li riaprì, vide il fratello maggiore inginocchiato e che
ansimava
pesantemente.
Ad
un tratto, il saiyan cadde pesantemente per terra.
“Radish...”
sussurrò Goku, incredulo per quello strano gesto e quando
vide che
Radish non si rialzava o faceva un gesto, urlò, con quanto
fiato
aveva in gola: “RADISH!!!”
Intanto,
il castello cominciò a tremare e demolirsi.
Evidentemente,
era collegato alla vita del demone e adesso che lui era morto...
“Papà,
dobbiamo andarcene!” disse Goten e Goku, abbracciandolo con
un
braccio, esclamò: “Sì... ce ne andremo
tutti da qui!”
Con
l'altro, abbracciò il fratello maggiore e quest'ultimo,
dolorante
gli domandò: “Ma cosa diavolo fai?! Lasciami
qui!” “Scordatelo!
Non ti lascerò solo una seconda volta!”
Goku
si trasformò in supersaiyan Blue e con esso
cominciò a volare verso
l'alto, distruggendo tutti i soffitti finché non
trovò le acque
nere del lago.
Con
l'energia rimasta, salì in superficie e raggiunse la riva.
Non
appena fu lì, Goku lasciò andare sia Goten che
Radish.
Appena
fu a riva, Radish si accorse subito che il suo corpo stava, a tratti
scomparendo.
“Il
mio corpo!! Cosa gli sta succedendo?!” domandò
agitato e Goku, che
sapeva benissimo cosa gli stava succedendo, spiegò,
tristemente:
“Stai morendo. E quando un'anima muore, svanisce per
sempre.”
Radish,
alla notizia, fece un sorriso triste e poi disse: “Immagino
che a
nessuno dispiacerà la mia scomparsa definitiva... dopotutto,
per
tanta gente, io sono solo un assassino.”
Aveva
appena detto quelle parole che Goku lo abbracciò.
Il
fratello più grande arrossì vistosamente e
protestò: “Cosa
cavolo fai?! Smettila!” “Radish... tu non sei un
assassino. Se tu
lo fossi stato, non mi avresti aiutato a salvare mio figlio.”
gli
disse Goku, ignorando le sue parole, e Radish gli ricordò,
sempre
imbarazzato: “Guarda che l'ho fatto solo per ottenere il
supersaiyan!” “Mi hai salvato la vita.”
“E questo cosa
centra?!” “Ora che stai morendo, non potrai mai
imparare il
supersaiyan... eppure in quel momento non te n'è importato
niente.
Volevi solo salvarmi.”
L'altro
spostò lo sguardo e rimase in silenzio.
Per
un attimo, i due fratelli, rimasero immobili e silenziosi, mentre
Radish spariva e poi ricompariva a tratti.
Alla
fine, Radish sussurrò: “Ti... voglio svelare un
segreto... sai
perché quella volta ti ho detto tutto sugli scouter e sui
vostri
futuri invasori?” “Eh?! Avevi un secondo
fine?!” “Sì...
volevo... volevo che tu ti allenassi, diventassi più forte e
sopravvivesti... perché era questo che volevano i nostri
genitori.”
“Cosa intendi?” “Durante il nostro primo
incontro... ti ho
mentito... non sei stato mandato sulla Terra per conquistarla...
papà
sospettava che Freezer volesse ucciderci tutti... ti hanno mandato
via per salvarti.”
Goku
sgranò gli occhi, incredulo.
Il
vero motivo per cui era stato inviato sulla Terra non era
conquistarla ma era che lui fosse al sicuro dalla futura strage di
Freezer?!
Lui
era da sempre convinto che era stato mandato via per quel motivo...
“Perché
dicevi che la mia missione era annientare gli esseri umani,
allora?”
domandò con un filo di voce e il fratello rispose:
“Ho tenuto
nascosta la tua esistenza per anni... ma un giorno, Nappa e Vegeta
scoprirono che eri vivo... così dissi loro che il tuo
obiettivo era
quello di conquistare il pianeta...”
Sentendo
quelle parole, Goku capì tutto.
“Ti
stavano tenendo d'occhio con lo scouter, non è
vero?” domandò
Goku e l'altro ammise: “Vegeta lo faceva sempre...”
I
due restarono in silenzio per un po', poi Radish, con un filo di
voce, sussurrò, con un tono così basso che solo
Goku, in quanto gli
era vicino, poteva sentirlo: “Mi dispiace... per tutto che ho
fatto... immagino che tu mi abbia odiato dopo quel fatto...”
“Ti
sbagli...” gli rispose, invece, il fratello minore
“Nonostante
tutto quello che mi hai fatto... non ti ho mai odiato. Al di
là di
chi tu sia, Radish... resterai sempre mio fratello.”
Radish
spostò lo sguardo, per impedire al fratello di vederlo
piangere, e
gli disse: “Avrei voluto venire con te sulla Terra... avrei
voluto
voluto stare ancora un giorno con te... sai, questi tre giorni
insieme... non sono stati male... anzi, sono stati
indimenticabili...”
Dopo
aver detto quelle parole, chiuse gli occhi.
“Radish...”
sussurrò Goku, abbracciandolo più forte e
scoppiando anche lui a
piangere.
Nel
frattempo, il piccolo Goten si era allontanando, in quando voleva
lasciare il padre e lo zio da soli in quel momento così
delicato e
importante.
All'improvviso,
cascò pesantemente per terra.
Mentre
si rialzava si accorse di un grosso zaino.
A
giudicare dalla dimensione, era così pieno che sembrava che
stesse
per scoppiare, doveva averlo fatto sua madre.
Proprio
allora, sentì lo stomaco muoversi dalla fame.
Intuendo
che la sua mamma doveva avergli messo delle provviste al suo interno,
lo aprì e cominciò a tirare fuori tutti gli
oggetti che c'erano al
suo interno.
Ad
un tratto, la sua attenzione fu attirata da un vecchio logoro
sacchetto.
E
se al suo interno ci fossero...
Lo
aprì e sorrise.
“PAPA'!!
PAPA'!!” urlò il bambino, correndo verso il padre
e Goku domandò:
“Cosa c'è Goten?” “Ho trovato
dei Senzu! Possiamo salvarlo!”
Alla
notizia, Goku sorrise e con un rapido movimento, prese un fagiolo e
lo mise in bocca al fratello.
Radish
lo mangiò e, di colpo, risentì la vita circolare
e aprì di scatto
gli occhi.
Si
alzò in piedi e guardò incredulo le mani, non
riuscendo a credere
di non essere morto di nuovo.
“Ma
cosa mi è successo?” domandò, senza
parole, e Goku, mettendosi la
mano dietro la testa, spiegò: “Scusa, mi ero
completamente
dimenticato di essere andato da Karin prima di recarmi qui, per
prendere dei Senzu.” “E cosa sono? Fagioli magici
che possono
farti passare la fame ma anche guarire le ferite.”
“Quindi
avresti potuto salvarmi molto prima?!” “Beh...
sì, scusa. Me ne
sono dimenticato.” “Sei il solito deficiente,
Kakaroth!”
Goku
rimase in silenzio un secondo: “Non mi dai un pugno in
testa?”
“E' inutile. Quella stupida botta che ti sei fatto
è più dura di
una roccia. Per quanto ti colpisco, non cambi. Non posso far altro
che arrendermi.” “Mi hai chiamato
Kakaroth.” “In ogni caso,
sei un deficiente.”
Radish
si voltò di scatto, con lo sguardo scocciato.
Dopo
qualche secondo, sul suo volto apparve un sorriso.
|
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Capitolo 9 *** Ancora un giorno ***
CAPITOLO
8: ANCORA UN GIORNO
La
piccola zattera di giunchi scivolava leggera nelle acque nere del
fiume.
Radish
era seduto per terra con le braccia incrociate mentre Goku se ne
stava a prua, facendosi accarezzare i capelli dal vento.
“Ah,
come si sta bene... ehi, dei pesci! Ce li mangiamo?”
esclamò ad un
tratto il saiyan, indicando delle trote rosse come il sangue, e il
fratello maggiore, guardandolo col suo solito sguardo scocciato, gli
disse: “Ah, insomma, Kakaroth. Non ci troviamo qui per
divertirci!”
“Certo, certo, però ho una fame... hai fame anche
tu, vero Goten?”
Non
sentendo risposta da parte del figlio, si voltò e lo vide
dall'altra
parte della zattera, che ronfava come un ghiro.
Vedendolo
addormentato, Radish ammonì il fratello: “Ma
lascialo in pace,
scemo! Non vedi che sta dormendo?” “Sì,
scusa.”
Ora
che avevano salvato Goten, sarebbero dovuti tornare tornare indietro.
In
volo ci avrebbero impiegato qualche ora ma Goku e Goten erano
entrambi distrutti e quindi avrebbero dovuto proseguire il viaggio in
un'altra maniera, almeno finché i due babbei non
riprendevano.
Mentre
camminavano avevano trovato una vecchia barca abbandonata e
così,
aveva proseguito il viaggio su di essa.
Ci
avrebbero impiegato più del previsto ma, sotto sotto, a
Radish non
dispiaceva il prolungamento del viaggio.
Una
volta arrivati a destinazione, infatti, Goku e Goten sarebbero
tornati a casa mentre lui sarebbe rimasto agli inferi...
“Radish...”
sussurrò una voce alle sue spalle.
Il
saiyan si voltò e vide il fratello minore guardarlo in
silenzio.
Dall'espressione,
intuì che anche lui pensava alle stesse cose...
Goku
rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Fra poco
sarà finita,
eh?” “A quanto pare...”
“Comunque questi giorni sono stati
divertenti.” “Sì...”
“Che ne dici se riprendiamo il
discorso?”
Radish
si voltò a guardarlo e domandò: “Cosa
intendi?” “Intendo quel
discorso su nostra madre.”
Radish
si voltò e, mentre si grattava la testa e sorrideva, disse:
“La
mamma... aveva una personalità gentile proprio come
te.” “Eh?!
Ma non era una saiyan?!” “Certo.”
“Ma come... come mai aveva
un simile carattere se era una saiyan?” “Boh... era
diversa da
una normale saiyan... non era adatta al combattimento. Papà
la
doveva sempre salvare quando combatteva ancora nella sua
squadra.”
“Davvero?” “Sì, fu
così che strinsero un profondo legame. Un
legame che andava al di là del semplice concetto
procreativo.”
“Urca. Ma tu come fai a saperlo?” “Me lo
raccontava sempre.
Quando raccontava della loro storia, mamma arrossiva sempre e
sembrava che stesse per spiccare il volo.” “Doveva
essere proprio
innamorata.” “Già... pensa che quando
mamma raccontava, papà
guardava sempre da un'altra parte e mugugnava qualcosa.”
“Scommetto
che nel mentre diventava rosso come te.”
Aveva
appena detto quelle parole, che qualcosa di freddo e umido gli
arrivò
in faccia.
“Non
sei affatto divertente, Radish.” mugugnò Goku e
Radish ribatté:
“Adesso la tua faccia sarà più pulita
di prima.”
La
barca continuò a navigare per un po' e, ad un tratto, Goku
domandò:
“Senti, ma tu sai dove si trovano i nostri genitori? Mi
piacerebbe
conoscerli...” “Sono in giro per gli inferi.
Papà voleva
allenarsi per diventare più forte e mamma l'ha
seguito.”
“Peccato... beh, sarà per un'altra
volta...”
Si
sedette in fondo alla barca e chiuse gli occhi.
Quel
viaggio in barca era davvero rilassante...
Li
riaprì quando sentì un colpo provenire dalla
barca.
Vide
il fratello maggiore legare la barca e dire: “Fine del
viaggio in
mare. Da adesso si prosegue a piedi.” “Quando
arriveremo?”
“Domani.” “Ah.”
I
tre scesero dalla barca e continuarono a camminare.
Mentre
Goku e Radish continuavano a camminare in silenzio, Goten si
distraeva in continuazione a guardare gli insetti della foresta.
Si
fermarono solo quando il sole tramontò.
“Sarà
meglio fermarci per la notte.” disse Radish, cominciando a
raccogliere i rami per terra per preparare il falò.
“PAPA'!
ZIO!” gridò, ad un tratto Goten, e quando i due lo
raggiunsero,
videro una piccola sorgente d'acqua termale rossa.
“Una
sorgente! Andiamo a farci un bagno, Goten!”
esclamò Goku e il
bambino annuì, tutto contento.
“Ehi,
Radish. Perché non vieni anche tu?” chiese Goku e
il saiyan,
allontanandosi, disse: “Non mi va. Divertitevi, voi due. E
vedete
di non scalmanarvi troppo.”
Goku
e Goten si spogliarono in fretta per poi tuffarsi nelle acque
cremisi.
Quella
sorgente era calda al punto giusto.
Com'era
piacevole...
Padre
e figlio si misero a inseguirsi a vicenda e a buttarsi l'acqua
addosso, ridendo a crepapelle.
Ad
un tratto, Goten disse: “E' un peccato che lo zio non abbia
voluto
con noi. Si sarebbe divertito. Sai, mi è sembrato un po'
triste...”
“Ho un'idea. Perché non facciamo uno scherzo allo
zio?” “Uno
scherzo?” “Sì. Sta' a vedere. Mi
raccomando, non ti muovere.”
Goku
uscì velocemente dall'acqua e si nascose dietro a un sasso.
Davanti
a un piccolo falò c'era Radish a braccia incrociate e con
gli occhi
chiusi.
Si
avvicinò in silenzio e poi mise una mano sulla spalla del
fratello.
Radish
si voltò per vedere cosa stesse succedendo e, in un lampo,
non si
trovò più davanti a un falò ma in un
piccolo lago termale, in cui
atterrò con un sonoro SPLASH.
Radish
capì solo allora che caspita era successo.
Si
voltò furente verso Goku e sibilò: “Ti
diverti tanto a farmi
questi scherzi, eh?” “Beh, era un'idea
carina...” “Adesso te
la faccio vedere io l'idea carina!”
Dopo
aver detto quelle parole, cominciò a nuotare nel tentativo
di
acchiappare il fratello minore.
I
due cominciarono a nuotare velocemente, tuttavia, mentre nuotavano,
non riuscivano a trattenere le risate.
“NON
MI PRENDI! NON MI PRENDI!” urlava Goku mentre Radish
ribatteva:
“QUESTO E' TUTTO DA VEDERE, KAKAROTH!”
Mentre
giocavano a rincorrersi, il piccolo Goten li osservava in silenzio.
Suo
zio non era più triste...
Inoltre
mentre guardava il padre e lo zio gli sembrò di rivedere lui
e suo
fratello maggiore Gohan.
“ETCIU'!!
E' tutta colpa tua!” mugugnò Radish mentre si
avvolgeva sempre di
più nella sua coperta.
Il
fratello, mentre si metteva la mano dietro alla testa, tentò
di
scusarsi: “Scusa... non sapevo che tu avessi solo i vestiti
che
indossavi...” “Avresti dovuto pensarci, zucca
vuota! Se mi becco
il raffreddore, almeno saprò con chi prendermela!”
gli rispose il
saiyan più grande.
Per
colpa di quel deficiente di suo fratello, i suoi vestiti erano ad
asciugarsi e lui era avvolto in quella coperta, cercando di
scaldarsi, con l'aiuto del falò.
Ad
un tratto, da una fessura della coperta, apparve una lunga coda di
scimmia.
“Cos'è
quella coda?” domandò il piccolo Goten,
avvicinandosi.
“E'
la mia coda. Tutti i saiyan ce l'hanno.” gli
rivelò lo zio e,
mentre indicava in malo modo, Goku aggiunse: “Anche
quell'idiota di
tuo padre ce l'aveva.” “Davvero?” chiese
il piccolo, guardando
il padre, e l'uomo ammise: “Sì. Poi,
però, me l'hanno tagliata.
Anche Gohan e Vegeta ce l'avevano.”
“Perché io e Trunks non ce
l'abbiamo? Anche noi siamo saiyan.” “Ehm...
Radish...” fece
Goku e il fratello, senza nemmeno aspettare la fine della domanda,
rispose: “Hanno preso più geni terrestri e quindi
non ce l'hanno
avuta.” “Grazie.”
Nel
frattempo, il piccolo Goten si avvicinò a quella coda che si
muoveva
davanti al falò per scaldarsi.
“Posso
toccarla?” domandò il bambino e il saiyan,
imbarazzato,
acconsentì: “V... va bene. Ma non azzardarti a
farla diventare il
tuo giocattolo, intesi?”
Goten
toccò la coda e poi si mise ad accarezzarla con dolcezza.
Quant'era
morbida...
“Scusa,
zio...” domandò Goten e Radish gli disse:
“Cosa?” “Dov'era
la tua coda, prima? Non l'ho vista.” “La tenevo
come una cintura
alla vita. I guerrieri saiyan lo fanno sempre.” “Ma
è brutto. E'
così bella quando è libera...”
“Senti, moccioso. Io sono un
guerriero e i guerrieri la tengono stretta in vita.”
“Potresti
lasciarla libera quando non combatti...”
Radish
rimase in silenzio.
Si
era ricordato di una scena appartenente al suo passato...
Suo
padre era tornato a casa dopo la conquista di un pianeta, lui e sua
madre si erano abbracciati e suo padre gli aveva accarezzato la testa
come faceva sempre quando tornava.
Mentre
faceva tutte quelle cose, aveva sciolto la coda che teneva alla vita.
Quel
ricordo apparteneva all'ultimo periodo in cui era stato con la sua
famiglia al completo.
Due
mesi dopo, suo padre era partito per una missione e non l'avrebbe
più
rivisto.
Lui,
sei mesi dopo la partenza di suo padre, era diventato un guerriero ed
era partito in missione nientemeno che col principe Vegeta, un onore
che solo pochi avevano.
Un
giorno avevano ricevuto il messaggio dove Freezer gli ordinava di
ritornare sul pianeta Vegeta ma Vegeta aveva preferito non tornare a
casa.
Un
mese dopo, il suo pianeta era esploso, i suoi genitori erano morti e
suo fratello era lontano da lui...
“Va
beh... se proprio ci tieni, la terrò sciolta quando non
combatto!”
sbottò Radish e Goten, tutto contento, tornò dal
padre.
Mentre
il tempo passava, osservò di nascosto il fratello e il
nipote,
chiacchierare e ridere.
Spostò
lo sguardo.
Se
fosse stato ancora vivo, gli sarebbe piaciuto sposarsi e avere dei
figli, proprio come Kakaroth...
Ma
era solo un'illusione.
Nessuno
avrebbe voluto sposarsi con un assassino come lui...
Solo
una pazza scalmanata, disposta a morire per realizzare i suoi
obiettivi, avrebbe potuto pensare di sposarlo...
Almeno,
gli sarebbe piaciuto vivere in un posto vicino al mare...
Ad
un tratto, sentì che qualcosa si era appoggiato pesantemente
sulla
sua schiena.
Si
voltò e vide Goten appoggiato sulle sue spalle che dormiva
profondamente.
“Ehi,
cosa fai?! Va' da tuo padre!” gli disse, imbarazzato il
saiyan ma
fu tutto inutile.
Goten
ronfava dalla grossa.
Goku
si avvicinò e lo prese in braccio, dicendo:
“Sarà meglio andare a
dormire. Ormai è tardi...” “D'accordo...
buonanotte.”
“Aspetta, Radish...”
Il
saiyan si girò e Goku gli propose:
“Perché non dormi con noi,
stanotte?” “COSA?! Io non...”
“Andiamo, c'è spazio per tutti
e due.”
Il
saiyan rimase in silenzio un attimo, poi disse: “E va bene...
ma
prima passami i miei vestiti!”
Era
notte fonda e tutti dormivano, tranne un'anima.
Radish
guardava i volti sereni e addormentati del fratello e del nipote.
Sembravano
così felici... molto probabilmente stavano sognando un bel
banchetto
tutto per loro.
Sospirò
pesantemente.
Domani
Goku e Goten se ne sarebbero dovuti tornare a casa... e lui sarebbe
rimasto agli inferi, di nuovo solo come un cane.
Quei
quattro giorni insieme... erano stati così belli e, allo
stesso
tempo, così veloci come il vento.
Gli
sarebbero terribilmente mancati...
Spostò
lo sguardo e si mise a fissare il nipote.
Quanto
assomigliava a Kakaroth... loro due sembravano due gocce d'acqua.
Quando
Kakaroth era piccolo doveva essere identico a Goten...
D'istinto,
cominciò ad accarezzargli i capelli.
Erano
così morbidi e soffici...
“Stai
pensando a me?” domandò una voce alle sue spalle.
Radish
si voltò imbarazzato e vide il fratello minore che lo
fissava in
silenzio, sorridendo.
“Fatti
gli affari tuoi!” rispose il fratello, guardando da un'altra
parte.
Per
un attimo, i due fratelli rimasero in silenzio poi Goku disse:
“Sai,
non avrei mai creduto che la notte prima di un addio potesse essere
così tremenda... forse è perché i miei
addii sono sempre stati
improvvisi e veloci...” “A chi lo
dici...” “Non avrei mai
pensato che dire addio potesse fare così male...”
Aveva
appena finito di parlare che una mano gli prese il polso e lo
trascinò bruscamente sul petto del fratello per poi
avvolgerlo col
braccio il corpo.
I
due rimasero in silenzio.
Ad
un tratto, Radish domandò: “Ehi, va'
meglio?” “Sì...”
“Senti, c'è una cosa che vorrei sapere.”
“Cosa?” “Quando
m'insegni questo supersaiyan?”
Goku
sgranò gli occhi, poi disse: “Se vuoi anche
adesso.”
“Fantastico!” esultò Radish.
“Oh,
cielo. Questo supersaiyan era più facile di quello che
credevo.”
“Non è vero. E' stato facile solo
perché tu hai molto talento.”
Il
sole era apparso da un pezzo e nel cielo c'erano tre figure che
volano a tutta velocità.
Radish
era al settimo cielo.
Era
riuscito a ottenere il supersaiyan dopo solo cinque ore di
allenamento.
“Però,
anche se ora hai il supersaiyan, dovrai allenarti molto duramente per
riuscire a raggiungere il supersaiyan Blue.” aggiunse Goku e
Radish
disse, divertito: “Ehi, guarda che sono un saiyan e tuo
fratello!
Raggiungerò quel supersaiyan e, se sarà
possibile, lo supererò.”
“Bravo. Così si parla.”
Ad
un tratto, Radish guardò in basso ed esclamò:
“Ehi, dobbiamo
atterrare. Siamo arrivati.”
I
tre planarono con delicatezza.
Goku
e Radish si guardarono in silenzio e, poi, il primo disse:
“Così è
finita...” “Kakaroth, ti prego. Non ricominciare o
non la finiamo
più. E' stato bello stare con te. Ma ora è meglio
se andate
altrimenti tua moglie ti uccide.” “Hai ragione...
aspetta che
prendo il fischietto.”
Goku
posò per terra l'enorme zaino e cominciò a
rovistare dentro di
esso: “Fischietto... fischietto... dove sei? Ma
dov'è... eppure
ero certo che fosse qui... DOV'E'?! DOV'E?!”
Goku
smise di cercare e cominciò a disperarsi: “Non
c'è!! Devo averlo
perso! Chichi mi ucciderà!!” “Quindi
siamo bloccati qui, papà?”
“Sì...”
Radish
rimase in silenzio e poi disse: “E' per caso questo il
fischietto
che cerchi?”
Goku
si voltò, incredulo e riconobbe il fischietto arrugginito
che gli
aveva dato Baba.
“E'
proprio lui! Dove l'hai trovato?” chiese, incredulo e il
fratello
ammise: “Quando ho tentato di rapinarti ho messo le mani nel
tuo
zaino e ho preso la prima cosa che mi era capitata, ossia questa.
Pensavo di rivenderla ma poi ho pensato che solo una vecchia befana
decrepita potrebbe volere questa roba.”
Finito
di parlare, lo lanciò a Goku che lo prese al volo.
Rimase
in silenzio a osservare il fratello finché questi,
scocciato, non
gli disse: “E muoviti a fischiare quel coso! Guarda che ci
sono dei
fessi qui intorno che stanno solo aspettando di essere fregati da
me!” “Certo, scusa.”
Il
giovane saiyan fischiò con tutte le sue forze e subito
apparve un
portale azzurro.
Il
piccolo Goten saltò dentro di esso mentre il padre rimase
immobile a
fissare il fratello.
Rimasero
così per qualche secondo, mentre il vento muoveva a entrambi
i
capelli.
Poi,
Goku sorrise e salutò il fratello, balzando all'interno del
portale
che, una volta scomparso al suo interno, scomparve nel nulla. |
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