Mazzo di carte

di avalon9
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione e #1 Rinascita ***
Capitolo 2: *** #2 Separazione ***
Capitolo 3: *** #3 Confusione ***
Capitolo 4: *** #4 Convalescenza ***
Capitolo 5: *** #5 Difesa ***
Capitolo 6: *** #6 Perdita ***
Capitolo 7: *** #7 Dipendenza ***
Capitolo 8: *** #8 Reciprocità ***



Capitolo 1
*** Introduzione e #1 Rinascita ***


Autore: Avalon9

Titolo: Mazzo di carte

Genere: Introspettivo; Malinconico; Slice of life

Personaggi: Leonard Snart/capitan Cold

Altri personaggi: Mick Rory; Legends of Tomorrow

Raiting: Arancione

In proposito:

Si chiama Leonard Snart. Rapinatore di banche.

Offrigli una vodka fredda; ghiacciata. Se sarai fortunato, forse ti inviterà a fermarti. Sicuramente te ne andrai con il ricordo di un uomo che era un ladro e che ha rubato al destino il nome di eroe.

Leonard Snart. Quattordici bozzetti d’ambiente.

Disclaimer: Snart, Rory e compagnia sono di DComics

Note: drabble; raccolta; missing moments

Cose: Ok. È la prima volta in questo fandom. Cioè: in Legends of Tomorrow. La DC ormai la bazzico da un po’, anche se sempre con i miei tempi biblici. Ma sono stata presa, ultimamente. Molto presa. A studiare (sai che novità!). Comunque. Dopo Arrow, Flash e Rebirth vari, mi sono detta: c’è quel telefilm sui personaggi secondari trasformati in comprimari. Proviamo.

E sì: mi è piaciuto. Non personaggi singoli e titanici con una squadra, ma una squadra (oddio! Forse gruppo disfunzionale sarebbe stato meglio XP). E nella squadra ci sono gli eroi, quelli che ci provano a fare gli eroi e quelli che, nell’eroismo, non ci credono per nulla. E vivono per un buon colpo, perché anche mentre stai aiutando una vecchietta ad attraversare la strada le puoi sempre sfilare il borsellino. Sei stronzo? Sì. È immorale? Certo. Ma anche questa è la vita. E io sto imparando ad amare oltre le mie aspettative qualsiasi cosa che dia spessore umano e realistico agli eroi. Perché me li fanno apparire più simili? No. Forse. Forse semplicemente perché l’eroismo, quello vero, è comunque un compromesso. E il più grande atto di egoismo che si possa concepire. E le belle tirate moraleggianti sono stucchevoli e, in fondo in fondo, del tutto non ci credono nemmeno loro, gli eroi.

(Achille e compagnia mitica docent. E se non ci credete, andate a rileggervi i poemi omerici. Come si deve, eh! C’è un perfetto equilibrio fra modelli da emulare e realtà con cui fare i conti più lì che in decine di trattati antropologici. Oppure leggetevi Io Agamennone di Giulio Guidorizzi. Classicista. Grecista. E no, assolutamente non è una palla. Ve lo garantisco!)

Ma torniamo a noi. O meglio: a Leonard Snart.

Un personaggio che, ad essere sinceri, non avevo mai preso in grande considerazione. Mi era piaciuto in Forever Evil , lo avevo apprezzato nella Suicide Squad e nei Rouge, ma erano state letture veloci, più sboconcellamenti che altro.

Invece, me ne sono innamorata. Prima in The Flash e poi, appunto, in Legends of Tomorrow. Forse anche perché l’interpretazione di Wentworth Miller gli ha dato quello spessore che gli serviva (o che serviva a me).

Fatto sta che, adesso che ho deciso di farmi una scorpacciata di Leggende, andare a sbattere alla fine della prima stagione nella morte di Capitan Cold è stato un bel montante dritto dritto allo sterno.

E ci sono rimasta male, accidenti! Perché mi piaceva lui, mi piaceva vedere come interagiva con gli altri, ed era un personaggio davvero ben riuscito. Un buon equilibrio di realismo, eroismo e disillusione.

Così mi sono ritrovata a scrivere di getto queste quattordici drabble, che hanno come filo conduttore missing moments e le carte. Quel mazzo di carte che è stato un tocco per me meraviglioso, un aggiungere spessore senza essere pedanti. Il seme? Picche ovviamente!

Enjoy!

 

 

 

 

 

 

 

Mazzo di carte

 

 

 

Se passate a Central City, e se ne avete le palle, fate un salto in quel bar di periferia. Quello che sembra un capannone di giorno e il peggior raduno di biker di notte.

Il locale è un buco di luci psichedeliche e musica a palla che puzza di fumo e birra; la gente che lo frequenta puzza forse ancora di più. Di soldi facili, e facili illusioni.

Ma se ci andrai e se hai culo, forse lo incontrerai.

Si chiama Leonard Snart. Rapinatore di banche.

Offrigli una vodka fredda; ghiacciata. Letteralmente. Gli piace così. Forse la accetterà; probabilmente ti ignorerà.

Ma se sarai fortunato, forse ti inviterà a fermarti. E a fare una partita a carte. Non dovresti fidarti, ma sai, Snart ha quel modo di fare pacato, disarmonico con il casino che vi circonda, che non saprai proprio dirgli di no.

Forse ti divertirai; certamente perderai tutto quello che hai le palle di puntare.

Sicuramente te ne andrai con il ricordo di un uomo che era un ladro e che ha rubato al destino il nome di eroe.

 

 

 

 

 

#1 Rinascita

Carta: Asso di picche

Significato: Tradizionalmente, ha la fama di essere la carta della morte, e in effetti simboleggia le trasformazioni e i cambiamenti associati ad una fine e un nuovo inizio. L'asso di picche si riferisce alla fine di qualcosa o all'inizio di problemi. Può essere inteso quindi anche come rinascita.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x16  - Leggendario

Personaggi: Leonard Snart; Mick Rory

 

 

Mick ha la faccia di uno che non ci crede.

E sta farfugliando, la bottiglia che gira nelle mani e le mezze parole che si rimangia. Ti chiedi perché ti abbia voluto vedere. E perché non riesca a incastrare due parole, due, che abbiano un senso.

E poi se ne esce con quel sei un eroe. Sei il mio eroe. Hai capito? che non hai idea da dove lo abbia pescato, ma che ti lascia un’increspatura piacevole sulle labbra. Mentre guardi Mick andar via, e pensi che sarà anche un pericoloso figlio di puttana, ma è il tuo migliore amico.

 

 

 

 

 

 

Note:


Questa non ve l’aspettavate, vero? Partire dalla fine. Ma l’asso è l’asso, è una carta importante. E se la cali per prima deve fare un certo effetto. E penso che partire dall’eredità di Leonard sia un bell’effetto.

Perché va bene che alla fine Snart crepa; e va anche bene che Mick per scambiarci due parole deve fare un mezzo carpiato nel passato, a tre anni prima. Ma la faccia che fa Len davanti alla confessione di Mick è l’essenza stessa della sua parabola. O almeno lo è per me.

E la sua eredità, l’essersi trasformato nel “romantico rottame” che lascia un’assenza come un cratere, è quell’essere diventato un eroe sostanzialmente restando coerente con sé stesso. A riprova che anche uno straccetto per la polvere ha la sua utilità, e a volte più dignità di un bell’aspirapolvere ( è ricominciato Saiyuki. E il mio amore per gli stracci per spolverare è alle stelle^^).

Se puoi riesci a tirare fuori a uno come Mick una frase del genere, allora hai davvero in mano una scala reale. Di picche ovviamente. E chissenefrega se è quella che vale meno. È pur sempre una scala reale. E da lì tutto ricomincia.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** #2 Separazione ***


#2 Separazione

Carta: Due di picche

Significato: Tradizionalmente rappresenta il "sentirsi bloccati" o una separazione necessaria per andare avanti.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 01 - Una squadra di eroi

Personaggi: Leonard Snart

 

 

Cinque minuti non tornano indietro.

Tu li hai sprecati ad ascoltare un tizio che ti vuole far diventare un eroe. E altri cinque li hai usati per trovarci un guadagno, in quella proposta. E gli ultimi cinque per convincere Mick.

Ma in quindici minuti hai deciso di cambiare la tua vita. Per noia, o per inerzia. Forse solo per curiosità. Ma hai deciso di farlo. Perché sei un ladro; e un ladro ruba anche le opportunità.

E te ne sei andato, un sorriso di arroganza e sufficienza insieme; senza volerti fermare troppo su quei cinque minuti che ti hanno rubato.

 

 

 

 

 

Note:


Adoro il due di picche. È una delle carte migliori che ci sono. Perché è una carta bastarda, una carta che devi avere fegato per tenerti in mano. Con tutti i suoi annessi e connessi. E perché quando la ricevi è come un montante bello dritto allo stomaco. Da bastardi, insomma.

Per cui sì: il due di picche è una bella carta. Perché quando ricevi un due di picche, allora, mostri quanto vali davvero. Mostri se hai la stoffa per rialzarti. Magari a gattoni; magari boccheggiando. Magari pesto. Ma con un due di picche ti rialzi. Solo perché brucia così tanto che non vuoi più ricordarla, quella sensazione.

Quindi ho pensato che fosse la carta adatta per segnare l’inizio. Della storia e di tutta l’avventura. Con quei famosi cinque minuti che ti prendi per decidere se vuoi giocare alla roulette russa con la tua vita o restartene in panchina. Ma Snart è un giocatore. E i giocatori, si sa, non perdono mai il vizio.

E se oltre che giocatore sei anche ladro, allora il gioco è fatto.

Io la vedo così: con quella decisione che sembra presa quasi con ironia, Snart cambia la vita sua e di Mick. Sa cosa vuole; sa come potrebbe averlo, sa come convincere il partner di sempre per seguirlo.

E la mano ossuta di Miller che si chiude davanti alla faccia di Purcell è l’essenza stessa del ladro che arraffa il piano prima ancora del bottino. Perché nessuno mi toglierà dalla testa che Snart parte con l’idea di rialzarsi da quel due di picche che è la sua vita. Cercando di trasformarla dal passato.

 

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Capitolo 3
*** #3 Confusione ***


#3 Confusione

Carta: Tre di picche

Significato: Tradizionalmente è una carta che esprime perdita, una situazione in via di peggioramento, ma poiché il numero tre rappresenta anche la comunicazione, questa carta rappresenta anche la confusione.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 02 – Versus Vandal Savage; 1x06 – Il mio nome è Connor Hawake

Personaggi: Leonard Snart; Mick Rory

 

 

Tu e Mick non siete degli eroi.

Non siete dei boy-scout con tutte le medaglie al loro posto; e nemmeno degli dei millenari in cerca di vendetta. Non volete salvare nessuno, voi, né tantomeno dimostrare qualcosa o redimervi.

Tu e Mick siete due figli di puttana che si prendono ciò che vogliono. E chi se ne fotte di missioni e salvataggi temporali. Vi prendete ciò che la vita non vi ha dato.

Ma una volta un eroe, un ragazzino irritante pieno di belle parole, ti ha detto che sei migliore di come sei. E inizi a crederci pure tu. Dannazione.

 

 

 

Note:


Mi piacciono le litoti. Le trovo carine. Perché a volte è più incisivo affermare un concetto negandone il contrario, che ribadirlo expressis verbis. Per questo le litoti sono così carine; e perché a livello umano chiariscono subito quello che non sei. E no, niente Montale. Solo spiccio realismo.

Perché definire una persona a volte non è facile. Ma se dai una definizione etichetti; se ne dai un’altra, etichetti di nuovo.

E se potessimo etichettare in modo manicheo personaggi come Snart e Rory non sarebbero, appunto, personaggi, ma caricature di sé stessi. Sarebbero macchiette; e certe macchiette a volte non ci piacciono proprio. Come quella macchia d’olio sulla camicetta o sui jeans. Ecco. Quella macchia non la ami. Anzi. La odi e basta.

Etichettare Snart e Rory è facile perché vivono nella loro etichetta. Ed è altrettanto difficile perché, quando la appiccichi loro, quella etichetta, dannazione ti accorgi che la colla non tiene. E che non sono la loro etichetta. Non sono solo la loro etichetta.

Con il tre di picche, con una carta che rappresenta la confusione per antonomasia, ho avuto gioco facile. Ho potuto immagine cosa sono e cosa non sono Snart e Rory. Una litote appunto. Degli antieroi. Così umani che sì, insomma, la fanno proprio, a modo loro, la parte degli eroi. Di quelli che si trovano con una medaglia sul petto senza sapere perché e si chiedono se quell’oro che ti ritrovi al petto lo puoi impegnare. Magari solo per un tiro.

 

P.S.

Posso fare un po’ di pubblicità occulta?

Wentworth Miller mi è piaciuto tanto nella parte di Snart che mi sono dedicata, di recente, alla sua carrirera cinematografica e televisiva. E se La macchia umana è un montante che consiglio di vedere quando siete bendisposti a farmi frullare viscere ed emozioni, ho scoperto Prison break e sì, me ne sono innamorata. E che, va bene, non è proprio proprio l’ultima uscita televisiva, ma che cosa posso farci se arrivo in ritardo, io?

Se poi considerate che ho citato serie e personaggio principale per spiegare il genio creativo rinascimentale (e sì: ci crediate o no, io a scuola non ho problemi a usarle, le serie Tv. Anche per spiegare qualcosa come il Rinascimento), capite quanto mi abbia presa. E perché non sia riuscita ad esimersi dallo scrivere qualcosa.

Se può interessare a qualcuno.

Intanto, alla prossima settimana!

 

 

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Capitolo 4
*** #4 Convalescenza ***


#4 Convalescenza

Carta: Quattro di picche

Significato: Tradizionalmente rappresenta la malattia, la convalescenza e la necessità di prudenza, ma può indicare anche qualcosa che si trova in cattive condizioni

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 10 - Progenie

Personaggi: Leonard Snart; Mick Rory

 

 

No cazzo. Non è stata una buona idea.

Mick ha due mani che sembrano magli. Ed è incazzato. Con te. E ti vuole fare secco. Come non ha mai voluto ammazzare nessuno prima. Ma tu non hai mai avuto la vocazione del suicida. E nemmeno quella del martire.

E gli pianti in faccia tutta l’indifferenza che un occhio nero ti permette. E Mick si ferma; sopra di te che sei al tappeto. E che stai bluffando tutta la tua sicurezza. Ma si ferma.

E l’azzardo che hai fatto è un ringhio di Mick e il tuo respiro che riparte. Incredulo.

 

 

 


C’è una cosa che ho davvero imparato ad amare, dell’interpretazione di Miller: la mimica facciale (oltre a quelle mani che non stanno mai ferme). E a volte basta davvero un piega, una ruga, uno sguardo, a mutare completamente l’espressione e a dare a Snart…l’essenza di Snart. Quel suo essere bastardo fino al midollo; quel suo essere sempre sul filo del rasoio, divertendosi a prendere in giro gli altri. E anche se stesso.

Quindi. Quando ho visto Progenie e quel confronto in cella fra Len e Mick (che, ammettiamolo, ce lo aspettavamo. Lo aspettavamo con ansia)ho pensato che la carta ideale era il quattro di quadri. La carta della malattia, delle brutte condizioni.

Perché solo uno come Snart può pensare che per risolvere la situazione, per “curare” la malattia, il rimedio migliore sia portarla all’esasperazione. Cioè: farsi ammazzare. O tentarci. Però. Però mi è piaciuto. Non il fatto che si faccia pestare (oddio! Un po’ anche quello, sì), ma il motivo per cui lo faccia. Il contorto senso di giusto che possiede. Quindi sì: Mick è un male. Ed è un male che ha creato lui. E quindi solo lui può “guarirlo”, “curarlo”. Anche facendosi ammazzare. Anche se è sicuro che non succederà. Come solo un giocatore può esserlo. Provandoci. E basta.

 

 

 

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Capitolo 5
*** #5 Difesa ***


#5 Difesa

Carta: Cinque di picche

Significato: Anche questa tradizionalmente è una carta che indica perdita, la rottura di un legame. La separazione può essere anche volontaria, ma è sempre molto dolorosa. La carta non ha però solo risvolti negativi: in alcuni casi può indicare la difesa di ciò in cui si crede.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 15 - Destino

Personaggi: Leonard Snart; Mick Rory; Reymond Palmer

 

 

Un ladro è un ladro. E un ladro adora rubare.

E tu sei ladro e rubare è il tuo pane. Un gioiello; un’arma; anche un bacio.

Per questo Palmer dovrà rassegnarsi ad aspettare il prossimo giro di giostra. E Mick. Mick si incazzerà. Perché non ci si deruba fra ladri. Ma Mick non è solo un ladro; Mick è un amico. Un vecchio amico. E non hai proprio voglia di vederlo crepare.

E poi. Quando ti ricapiterà? Fottere il destino. Perché era Palmer quello che doveva morire. E invece morirai tu. Da eroe. Sorridi. Il miglior furto della tua vita.

 

 

 

 


Perdonate il ritardo, ma fra influenza, università e impegni scolastici ho avuto due settimane di fuoco (freddo. Ghiaccio puro, onestamente. Viste le temperature) e riesco solo ora a riprendere in mano il tutto. Per (si spera) ricominciare con regolarità! Qui e in Prison break.

Intanto.

Ok. Penso di averlo già detto. So di averlo già detto.

Snart è un ladro. Punto. E su questo non ci piove. E su questo ci troviamo tutti d’accordo. Quindi. Quindi amo cercare una vena furfantesca in ogni azione che Len compie, in ogni decisione che prende. Come se il furto fosse impresso nella sua genetica; come se il furto fosse una deformazione del suo modo di agire, di pensare, di considerare ogni pensiero-azione-relazione della sua vita.

Quindi sì: quindi anche la morte di Leonard Snart è un furto.

Il furto del ruolo di eroe a chi, l’eroe, lo voleva essere davvero. A Rey. E no. Quel bacio alla fine ci sta; ha un suo perché. Ma non è quello la soddisfazione di Snart. Non per me, almeno. La soddisfazione vera è di non essere diventato un eroe. O di esserlo diventato gabbando tutti, il destino per prima. Se volete vederla come la vedo io.

Per me, la scelta di Snart non è di altruismo. Non è un uomo altruista, lui. È un uomo egoista; un uomo che ha imparato che la vita è stronza, e che le soddisfazioni te le conquisti sul campo. Rubandole a chi crede o cerca di meritarsele. Quindi sì: Snart sceglie di rubare il ruolo di eroe. E non per salvare le altre leggende; o per salvare Mick. Lo fa perché è un bastardo egoista, e non vuole essere costretto a perdere quello che fino a questo punto ha guadagnato. Meglio mollare tutto e lasciare gli altri a raccattare i pezzi.

E poi. Poi Mick è un amico. E di far crepare un amico Snart non ne ha la voglia. Non perché non uccide; ma perché sa cosa significa sopravvivere dopo che uno lo hai ucciso. E farlo con Mick non gli piace. Affatto.

Ma rubare ce l’ha nel DNA. E allora. Allora va bene farlo; per egoismo. Per ribattere che un ladro è anarchico. E un ladro, quando ruba, non guarda in faccia nessuno. Nemmeno un amico.

O almeno io la vedo così.

Ecco perché calo questa carta adesso, che siamo quasi a metà del mazzo. Quando forse pochi se lo aspettano. Ed ecco perché il cinque è la carta della difesa, della spiegazione. Del mettere le cose in chiaro. E del togliersi di dosso quel titolo di eroe che sì, a essere onesti non gli dispiace (e sottolinea la litote. Non l’affermazione. Perché mi sembrerebbe molto da Snart esprimersi per litoti), ma che non gli va lo faccia passare per “il buono” della situazione.

Leonard Snart non è buono (o almeno non vuole sembrare esserlo); Leonard Snart è uno che raccoglie ciò che gli capita a portata di mano. O la ruba. Chè tanto è lo stesso!

 

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Capitolo 6
*** #6 Perdita ***


#6 Perdita

Carta: Sei di picche

Significato: Tradizionalmente rappresenta un completamento, la fine di una fase e l'inizio di una fase nuova. Può indicare qualcosa che termina in modo definitivo, la necessità di liberarsi di qualcosa che non funziona come dovrebbe.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 06 – Il mio nome è Connor Hawake

Personaggi: Leonard Snart

 

 

Tutti pensano che Mick sia solo muscoli. Tutti pensano che tu sia la mente, e lui il braccio. E ti fa comodo, ti piace, lasciarlo credere. Ma Mick non è uno stupido; o non lo avresti scelto come complice. A questo però nessuno ci pensa.

Ecco perché fa male vederlo così bene, re di una città distrutta che brucia. Ecco perché non ti puoi permettere di restartene lì e nemmeno di lasciarcelo.

Stronzate che lo fai per lui o per la squadra. Lo fai per te. Perché hai già perso troppo nella tua vita. E non vuoi perdere anche Mick.

 

 

 


Che Snat è egoista orami l’ho detto fino alla nausea.

Posso solo sottolinearlo ancora e ancora. Ma ripeterlo no. Chè le ripetizioni stufano. Quindi: anche se in questa drabble più che altrove forse si vede il Leonard egoista, ma davvero davvero egoista, voglio parlare di altro. Voglio parlare di Mick. Di quest’uomo grande e grosso e cattivo (perché sì, Mick è “cattivo”. E benedetto sia il rovesciamento del punto di vista che ci fa amare anche un piromane. Oltre a un ladro di banche. Occasionalmente assassino) e che in fondo in fondo è molto più umano di quanto lui stesso voglia ammettere.

Mi è sempre piaciuto immaginare che, in un qualche modo, Mick rappresenti la parte umana di Snat. Non perché Len, di umanità, non ne abbia; assolutamente! Solo. Mi piace immaginare che per Snart Mick sia la personificazione del bisogno di ricordarsi di essere umani. Che è, che sono, anche esseri umani.

E sì: nessuno mi toglierà dalla testa l’idea che Mick non è uno stupido. Fa solo finta di esserlo. Perché il miele attira più dell’aceto. E sembrare stupidi è più efficace che sembrare intelligenti. Avvicina più gente uno stupido che un cervellone. Di certo.

Quindi. Quindi quando nel sesto episodio si ventila la possibilità che Mick abbia trovato la sua dimensione, in una Star City distopica e apocalittica, mi piace immaginare che Snart abbia avuto paura. Ma paura vera: terrore. Di perdere l’amico, il complice, l’umanità (il ricordo personificato dell’umanità) che per lui è Mick.

E per favore, no: non parlatemi di manie di controllo. Len le avrà anche; ma utilizzarle come scusa per il rapporto fra Snart e Rory è riduttivo. E semplicistico. E non ci sta. Punto.

 

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Capitolo 7
*** #7 Dipendenza ***


#7 Dipendenza

Carta: Sette di picche

Significato: Rappresenta la risposta emotiva alla perdita di qualcosa o di qualcuno. Può indicare anche un blocco inaspettato, improvviso, nel tentativo di raggiungere un obiettivo. Quindi è la frustrazione che sentiamo quando i nostri progetti e le nostre relazioni non si muovono nella direzione desiderata. Questa carta non indica comunque la fine di qualcosa, piuttosto ritardi e frustrazione appunto.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 15 – Destino

Personaggi: Leonard Snart

 

 

C’è dipendenza e dipendenza.

Per Mick è l’accendino di suo padre; e la collanina di sua madre. Per te sono gli occhiali di tuo nonno e il parka che ti ha regalato Lisa. Quando hai rubato la tua pistola. E la pistola; ovvio.

E l’anello che porti al mignolo. Così poco da te che ormai è diventato te. Alcuni pensano a un trofeo; altri a un vezzo. Per te è un macigno. Ma di gettarlo via non ci hai mai pensato. Perché è come il fuoco per Mick: una dipendenza. E a volte le dipendenze ti possono salvare il culo.

 

 

 


Ed eccomi qui!

Con un giorno di ritardo, e per questo chiedo venia! Ma chiedo anche pietà: le udienze generali mi ammazzano, e ieri sono rientrata asfaltata con una montagnuccia di prove da correggere. Chè domani si ricomincia e i voti servono. Oh, sì. Purtroppo.

Ma torniamo a noi. E a Snart.

Mi piace immaginare Len come un drogato. No. Niente Maria, fumo, erba, coca o, per andare più sul raffinato (e bohèmien) assenzio, nicotina e oppio (ok. Mi sto immaginando Snart in una Londra vittoriana; o nella Parigi della Belle Époque e delle Folies-Begér. E l’immagine mi piace. Troppo. Meglio che smetta!). Dicevamo. Niente droghe comuni; e quindi niente dipendenza comuni.

Secondo me, per Snart, la componente della “droga”, quindi della dipendenza, è un fattore determinante della sua vita. Drogato di adrenalina; ladro compulsivo; dipendente da rituali. Perché sì; perché siamo fatti così. Perché ci aggrappiamo a qualsiasi cosa ci dia uno stimolo, un imput. Fosse anche la cosa più assurda, banale e scontata del mondo.

E mi piace pensare che le dipendenze di Snart siano la droga che lo lega a ricordi, affetti ed esperienze. Perché sì, esistono anche i drogati di quel genere. Quelli che vanno in overdose affogando nei propri ricordi e che “tichettizzano” (esisterà? Facciamo di sì^^) tutto ciò che è legato a un’emozione forte.

Premesso che non sapevo minimamente che l’accentino di Mick è davvero quello di suo padre (appurato giusto ieri, quando è uscito il nuovo episodio di LoT 03x07) e quindi no, non voleva essere uno spoiler, ho pescato un po’ qua e là per il resto.

Il nonno di Snart esiste; o almeno nei fumetti è canon. E sì, lavorava in una fabbrica di ghiaccio, quindi quegli occhiali da saldatore ci stanno. Il parka. Bhè, è il parka. Penso di non aver mai visto uno Snart senza parka. E l’idea che fosse un regalo (furto?) di Lisa mi stuzzicava.

E poi c’è l’anello. Ho adorato quell’anello (c’entra anche il mio feticismo per le mani di Miller, sì. Ma non importa. Quell’anello maschile stava bene. Punto). E di come sia un monito – non monito. Di come Snart ci giocherelli e se lo porti a memoria di cosa non fare. Per poi, ovviamente, fare l’opposto. Che dire? Il parossismo in formato metallico da mettere al dito.

Ah! E naturalmente ho amato il bug di trama/scena. Cioè: alzi la mano chi lo aveva visto prima, quell’anello. Io no di certo. Però mi piace come compare, e come tutti diano per scontato non tanto che se lo sia messo. Chè sì, ci sta che a un certo punto uno abbia voglia di mettersi al dito un anello del genere. Tamarro (Che poi. Io vorrei sapere come mai certe cose, appunto, tamarre nella realtà risultano ridicole e caricaturali e in telefilm diventano quel colpo, quell’accorgimento che ti conquista. Mah! Misteri della cellulosa!). Ci sta, si diceva. Ma che compaia proprio in quel preciso momento, per ricordare quella certa cosa. Ok! Le storie funzionano così. Sospensione dell’incredulità e tutto il carrozzone. E va bene; benissimo. Però. Ecco. Ho amato anche quello (e se volete ridere un po’; su situazioni del genere et similia, andate a ripescarvi Galavant. Sì, è della Disney; sì, è comico-demenziale; sì, è sottotitolato e non è tradotto. E no, non è affatto per bambini. Credetemi!)

 

Alla prossima!

 

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Capitolo 8
*** #8 Reciprocità ***


#8 Reciprocità

Carta: Otto di picche

Significato: Indica perdita di equilibrio e mancanza di reciprocità o un amore non ricambiato, ma indica anche qualcosa che richiede particolare attenzione, proprio perché fondata da una connessione sottile.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 07 – Pirati del tempo

Personaggi: Leonard Snart; Sara Lance

 

 

Sara ha una bellezza che ti attrae.

Sara è disillusa. Sara è un fascio di nervi che a volte ti aprirebbe volentieri la gola. Sara è un vaffanculo sussurrato a un bacio di distanza, in bocca al tuo sogghigno.

Sara sono due gambe che si intrecciano alle tue nella stiva e la freddezza dell’assassina anche con una mano di carte fra le dita.

Sara ha le palle di dire le cose come stanno. Di darti del criminale con la naturalezza con cui uccide. E l’ovvietà di non aspettarsi da te nulla più del tuo interesse. E ti va bene così.

 

 

 

 


Ok.

Ho riesumato questa storia. Non perché l’avessi dimenticata (scherziamo?!), ma perché proprio proprio non ce la facevo, ad aggiornare. Basta guardare la mia cronica lentezza abituale.

Comunque. L’ho riesumata. Chè dopo un annetto, ci stava anche l’idea di avviarsi a scrivere la parola fine. Tanto più che le drabble sono tutte belle e pronte.

Quindi: partiamo! Con il consueto (?) aggiornamento ogni settimana. Che dovrebbe cadere di mercoledì, se la matematica non è un optional (voi fate conto che lo sia).

 

Siamo al giro di boa. Letteralmente.

Perché le drabble sono quattordici, e con questo numero otto stiamo tornando verso la riva. Piano piano, una bracciata dopo l’altra, senza lena affannosa, ma la boa ce la stiamo lasciando alle spalle. Quasi di sfuggita.

Come l’otto di picche. Perché l’otto di picche è una carta che non fili. È una di quelle carte che spesso ti dimentichi nel mazzo, perché viene dopo il sette (e hai in mente che il sette è quello bello) e precede il nove, la carica cui seguono i pezzi da novanta.

Eppure l’otto di picche è una bella carta. Una carta che se ne resta lì, in bilico fra gli scarti e le cose importanti. E ti costringe a chiederti se appartieni agli uni o altri altri, a entrambi o a nessuno in particolare.

Per questo ho tirato in ballo Sara.

Perché Sara c’è. E su questo non si può discutere. C’è nelle provocazioni, in una seduzione ambigua. C’è con quel suo mettere alla prova Len e vedere fin dove sia disposto a spingersi, fin dove voglia mantenere in piedi la sua facciata. O se esiste davvero, una qualche facciata.

Davanti a questa carta mi sono chiesta chi fosse lo specchio di Snart, il suo contraltare. E no: non è Mick. Mick lo completa, non lo riflette.

La risposta è stata Sara.

Perché Sara per certi aspetti è come Snart; ha vissute esperienze come Snart. E cerca tanto il riscatto quanto Snart lo soppesi con indifferenza.

E poi. Sara è quella cui Leonard mostra il volto normale, umano. Sotto strati di affettazione, ma quel volto c’è. E Sara non ha paura di riconoscerlo per quello che è: un bastardo imbroglione.

O almeno io la vedo così. Come vedo così il bacio che gli dà alla fine. Non è amore; e non è neanche rimpianto o seduzione. È il capolavoro di Leonard: il furto nel furto. Perché Sara lo bacia senza gratitudine o riconoscenza, ma con frustrazione e rabbia. Perché Snart ha fregato a Rey il ruolo dell’eroe; e a lei l’occasione di riscatto.

E mi fermo. O scrivo una dissertazione.

E per la cronaca: questa storia esiste proprio grazie a Sara, in un certo senso. Grazie al mazzo di carte che Len mostra a Sara e con cui si intrattengono. Se non era un invito a nozze quello, allora non so cosa poteva esserlo per me.

 

A presto miei (sparuti. Praticamente dispersi) fedeli lettori!

 

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