Code Lyoko: Sesta Stagione

di Sherry_4869
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo e inizio: La fine di tutto? ***
Capitolo 2: *** Un vero amico... O qualcosa di più. ***
Capitolo 3: *** Promesso? Promesso. ***
Capitolo 4: *** dopo la pioggia ***



Capitolo 1
*** prologo e inizio: La fine di tutto? ***


Cap. 1. Prologo e inizio.


 
X.A.N.A. Era arrivato al 96% di potenza, e loro la decisione l’avevano
presa. “l’arma per distruggere X.A.N.A.” – cominciò Jeremy in tono
solenne – “ormai è pronta ed efficace, e ormai abbiamo la certezza che
Tyron abbia tutti i suoi file da scienziato pazzo sul suo super computer. Il
virus creato da me, Aelita e Laura non solo distruggerà il super computer
di Tyron, dove X.A.N.A. si rifugia, ma invierà parallelamente un
messaggio all’FBI, che finalmente catturerà questo folle.” – pronunciò
quel folle con un tono di rabbia e disprezzo: stava parlando dell’uomo che
per così tanto tempo, con spregevole superbia, aveva causato ad Aelita e
alla sua famiglia solo sofferenza. Poi si rivolse a quest’ultima: “Aelita...
Mi dispiace, ma continuare sarebbe troppo rischioso...”.
In quel momento, Odd, che non resisteva
Più, scoppiò. Per quanto fosse forte il suo carattere, sentiva che presto i
suoi occhi  avrebbero zampillato di lacrime. Deglutì cercando di
ricacciarle indietro e  poi parlò: “Potremmo spostare ancora un po’ il
limite, infondo Aelita potrebbe non rivedere più sua madre Einstein!”.
Aelita improvvisamente  prese la parola, e zittì tutti: “NO. Ragazzi, vi
ringrazio davvero di cuore per tutto quello che avete fatto per me. Avete
fatto anche troppo, non vi  ringrazierò mai abbastanza.
Sono perfettamente consapevole che non  rivedrò più mia madre.
Ma ora BASTA. Tyron e X.A.N.A. sarebbero capaci di distruggere l’intero
pianeta con un solo click semplicemente se uno spettro toccasse me e
Yumi ancora una volta.
A quel punto avrebbero vinto, e probabilmente tra i due si genererebbe una
guerra senza fine, che potrebbe costare la vita all’intera umanità.
Sarebbe una catastrofe e non voglio far correre questo rischio a voi, né
tanto meno al resto degli abitanti del mondo.
E poi... Ormai voi SIETE la mia famiglia.” concluse. Jeremy, senza dire
una parola, abbracciò Aelita, seguito da Yumi, poi Ulrich e infine Odd e
William. Laura era rimasta a guardarli: per loro lei non era affatto
un’amica. Era solo un soggetto pericoloso, che se usato con cautela poteva
però essere anche utile. Al contrario di quello che la bionda si aspettava, al
termine del lungo abbraccio, Aelita si voltò verso di lei e le sorrise
dolcemente: “Laura... Senza di te a quest’ora tutto quello che Tyron e
X.A.N.A. potrebbero fare col massimo della potenza probabilmente lo
avrebbero già fatto. Ti devo la vita.” E senza dire altro, la ragazza dai
capelli rosa, la abbracciò. Incredibile. ‘Aelita. Che abbraccia... Me.’ Pensò
tra se Laura. Jeremy si tolse gli occhiali e li pulì con l’orlo della sua polo
azzurra: “Ti dobbiamo la vita, Laura.” Disse poi, cercando di
nascondere la mano che asciugava gli occhi. “è vero.” Confermò Yumi,
mentre una chiara lacrima bagnava il suo volto. Ulrich se ne accorse, e la
abbracciò forte, sollevandola da terra, mentre lei continuava ormai a
piangere. “Ci hai traditi una volta” disse amaramente Odd ad un tratto,
fissando il vuoto a braccia conserte, appoggiato al muro della stanza del
super calcolatore. Poi alzò la testa e sorrise, e William parlò per lui: “Ma ti
sei fatta perdonare. Hai rimediato ai tuoi sbagli e ci hai aiutati. Sei stata
indispensabile per noi, senza di te non saremmo qui, pronti a distruggere
Tyron e X.A.N.A. una volta per tutte.”
 

I ragazzi, dopo aver completato questa loro ultima battaglia e essersi
ringraziati a vicenda, presero la decisione definitiva, Jeremy cliccò su
‘invio’ e infettò il super computer di Tyron. Avevano vinto. Era finalmente
finita. Le loro vite potevano ricominciare. Basta X.A.N.A., basta Tyron,
basta Lyoko.
 
I ragazzi però erano troppo sconvolti da questa notizia. Ormai erano tre
lunghi anni che combattevano contro X.A.N.A., e da poco contro Tyron.
Avevano dimenticato come si vivesse una vita normale. O forse non la
desideravano affatto. Erano convinti che a tenerli uniti fossero proprio
tutti quei pericoli. Tutti, a parte Yumi. Lei sapeva che la loro amicizia
andava ben oltre tutti quei pericoli. Sapeva che avrebbero continuato ad
essere una famiglia. Ma non poteva fare a meno di soffrire con loro.
 
Il mattino dopo si incontrarono come al solito alle macchinette.


 
 
“Ciao.” Disse malinconicamente Yumi appena arrivata, a testa bassa, mentre gli altri
risposero in coro un altro ciao. Rimasero in silenzio a fissarsi velocemente
uno con l’altro, ma nessuno parlava. Jeremy si decise a cominciare, quel
silenzio stava diventando assordante: “Abbiamo fatto la cosa giusta. Non
possiamo rimproverarci nulla. Abbiamo dato tutto.” Disse impassibile.
Odd invece sembrava parecchio nervoso, e sbottò: “Beh, forse quello che
tu chiami ‘tutto’ non era abbastanza Einstein!”. Poi si voltò, e con rabbia si
allontanò, pestando violentemente i piedi a terra. Yumi provò a chiamarlo:
“Odd! Aspetta!” ma lui non ne vole sapere, e rispose senza neanche
voltarsi: “NO! LASCIATEMI IN PACE!”. Aelita guardò Jeremy, che non
sapeva cosa dire, e sembrava sentirsi in colpa, e gli mise una mano sulla
spalla: “Non è colpa tua, Jeremy. Siamo tutti sconvolti, è c’è sempre chi la
prende peggio.”. Quelle parole sembravano non rincuorare affatto il
minuto ragazzo dai capelli biondi, che sembrava essere stato trafitto al
cuore dalle parole dell’amico. Aelita allora decise di riprovare: “Ascolta,
vado a parlargli.”. Detto questo, la ragazza si allontanò. Era pazzesco.
Possibile che fossero davvero tutte quelle battaglie, i pericoli, gli attacchi a
legarli? Possibile che la loro amicizia non fosse nient’altro? Yumi, senza
nemmeno accorgersene, iniziò a piangere. Tre, quattro, sei lacrime...
Scendevano velocissime sulle sue guance. Sentiva gli occhi scoppiare.
Iniziò a vedere sfocato e se ne rese conto. Ebbe un singhiozzo che fece
voltare i due amici rimasti: Ulrich e Jeremy. Quando la ragazza se ne rese
conto, si asciugo in fretta il viso con l’orlo della maglia.
Corse via velocissima.
Ulrich gridò: “No Yumi!” ma per la ragazza fu solo un grido lontano, mille
voci gridavano nella sua testa. Intanto, lui diede un’occhiata a Jeremy, che
in tutta risposta mosse gli occhi indicandogli la ragazza, facendogli capire
‘Vai da lei’, dunque non perse tempo e le corse dietro. Intanto il biondo,
rimasto solo, ruggì di rabbia e sferrò un pugno alle macchinette, mentre
un’unica domanda si faceva strada nella sua mente: “PERCHÉ?!”.


 
 
Angolo dell’autrice (IMPORTANTE, LEGGERE PER FAVORE!): Saaaalve a tutti! sono ritornata con una nuova fic, che mi piacerebbe considerare come una sesta stagione di Code Lyoko! Ho fatto un po’ di modifiche, come avrete notato, per esempio Laura, che nel terz’ultimo episodio subisce il ritorno al passato, cancellando per sempre i ricordi legati a Lyoko, e che invece, in questa fic ho preferito “salutare”. È un personaggio che in tutta sincerità ODIO, perché troppo vanitosa e orgogliosa, e si crede fin troppo superiore agli altri, ma in fondo senza di lei i guerrieri Lyoko non credo sarebbero arrivati dove sono, quindi, per quanto antipatica, ho voluto ringraziarla, anche se non penso di farle avere un posto in questa storia al di fuori di questo capitolo. In ogni caso la devo ancora terminare ovviamente. Pubblicherò settimanalmente, il prossimo capitolo esce martedì prossimo (MA se non avrò ricevuto recensioni, non lo pubblicherò.)! Bye miei cari lettori!!! Spero vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Un vero amico... O qualcosa di più. ***


Yumi si era rifugiata in palestra e era andata dietro ai pannelli di plastica.
Quella mattina c’era un tempo da lupi, tuoni e fulmini avevano cominciato
a squarciare il cielo, mentre da quando avevano litigato era cominciata una
triste pioggerellina che si faceva via via sempre più fitta e violenta. In ogni
caso la palestra non l’avrebbe usata nessuno fino a sera, perché quello
era proprio l’ultimo giorno di scuola. La ragazza si appoggiò dietro ai
pannelli.
Nessuno l’avrebbe vista lì.
Si lasciò scivolare a terra a ricominciò a piangere, più di prima.
Ormai le lacrime scendevano a fiotti e sembravano infinite.
Cominciò a gocciolare sui vestiti, poi quel gocciolare divenne un colare.
Perché? Perché avevano salvato il mondo, le loro vite, e finalmente
avrebbero potuto andare avanti, e invece si ritrovavano tutti K.O.?
Perché non sapevano più vivere senza X.A.N.A.?
Quante domande ancora senza risposta.
Troppe.
Ormai le lacrime non le facevano distinguere più nulla.
Yumi chinò la testa sulle ginocchia, sperando che quella tortura finisse presto.
 A un tratto sentì una voce.
“Yumi.”.
Si voltò di scatto, per vedere Ulrich seduto a fianco a lei.
Non l’aveva nemmeno sentito arrivare. “Ulrich i-io no-non... U-Ulrich...”
aveva la voce rotta dal pianto, e poi ODIAVA piangere davanti a
qualcuno, e benché si stesse calmando, ancora non riusciva a distinguere
bene il viso del ragazzo.
Era solo una macchia.
Una macchia sfocata.
A un tratto Yumi sentì che Ulrich le aveva preso una mano, e con
l’altra l’aveva avvicinata a se in una sorta di abbraccio. Yumi ricominciò a
piangere silenziosamente e si strinse a Ulrich, che teneva la testa china su
quella della ragazza.
E lui sentiva il profumo dei suoi capelli, come quello delle sue lacrime.
Più erano le lacrime, più lui la stringeva a se. Dopo un po’ Yumi si era
calmata, e era rimasta ferma e calma sul ragazzo, sembrava addormentata,
mentre lui continuava a stringerla a se e le accarezzava i capelli.
La ragazza alla fine si era ripresa del tutto si era ripresa e i due avevano
cominciato a parlare.
Finalmente un mezzo sorriso.
Poi un bel sorriso.
Poi una risatina.
Ed era fatta.
Lei tornò a sorridere come sempre.
Già.
Perché quando c’era lui, sorridere era una cosa naturale per lei.
Non poteva desiderare altro, perché lui la ascoltava.
Lui la capiva.
Lui la sosteneva.
Lui le permetteva di sfogarsi.
Lui le permetteva di rialzarsi quando il mondo intorno cadeva a pezzi.
Lui era andato a trovarla quando la sua famiglia si stava sgretolando.
Lui, poi, era sempre geloso quando lei era insieme a William.
Lui sapeva quanto fosse facile perderla.
Lui sapeva sempre come renderla felice.
Lui era tutto.
Davvero tutto.


...


Dopo una mezz’oretta arrivò una telefonata a Ulrich.
Sullo schermo comparve un nome.
AELITA.
“Pronto.” Rispose tranquillo il ragazzo.
“Ulrich, c’è Yumi lì con te?” chiese lei: “Sì, perché?” chiese lui: “Perfetto.
Venite in camera di Jeremy ORA. Muovetevi!”. Ulrich sorrise e guardò
Yumi, che sorrise a sua volta, avendo sentito: “Arriviamo subito!”.
 
Yumi non si sbagliava: per la loro amicizia non era finita affatto.


_____________________________________________________________________________
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Salve gente!! Scusate il capitolo brevissimo,
ma ci tenevo a terminarlo così. Vi anticipo che il terzo invece è più lungo
ed è ricco di emozioni forti!!!
 Ho voluto usare una scrittura ha caratteri di dimensioni più grandi perché
 mi da fastidio leggere cose scritte troppo in piccolo sui dispositivi
elettronici, e quindi ho preferito così.
Sì, lo so: tante, tante, tante lacrime...
Ma sono una sentimentale romantica, che ci posso fare? :D. Vabbè.
Spero vi piaccia.
L'ho ricontrollato e modificato stamattina, ma se notate errori ovviamente ditemelo!!
Il resto ce l’ho già pronto, il prossimo capitolo lo posterò in ogni caso
quando questo avrà un minimo di due o tre recensioni (Vorrei fare tre,
numero perfetto, ma mi sembra di chiedere troppo, e UNA recensione mi
sembra una cavolata, e due non mi piace neanche come idea, quindi
facciamo due o tre ), a presto!

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Capitolo 3
*** Promesso? Promesso. ***


Ulrich e Yumi arrivano davanti alla porta della stanza di Jeremy. – Chi
bussa? – chiese Yumi con insolito timore. Sapeva che c’era da stare
attenti: la loro amicizia, che era sempre stata tanto forte, ora sembrava
essere appesa ad un filo. – Busso io! – le disse con decisione il ragazzo.
Ulrich bussò alla porta, che si aprì poco dopo.
– grazie Aelita – la ringraziò Yumi, entrando nella stanza dopo Ulrich.
Jeremy era seduto sulla sedia della sua scrivania, a cui dava le spalle, e il
suo sguardo era triste e perso nel vuoto, e allo stesso tempo sembrava
anche teso.
Aelita era in piedi a fianco a lui, davanti all’armadio, e il suo sguardo
invece lasciava trasparire solo tristezza e profonda preoccupazione.
Odd era seduto sul letto a gambe incrociate, con la testa bassa, e
lui invece sembrava decisamente nervoso e, e forse era più preoccupato degli altri due.
I due nuovi arrivati percepirono la tensione che c’era nell’aria, e si
diedero un’occhiata, veloce e furtiva, ma che lasciava intendere un chiaro
messaggio: cautela.
Yumi si sedette su letto, a fianco a Odd, e Ulrich rimase in piedi con le mani in tasca.
Calò il silenzio.
Di nuovo.
Ancora quell’assordante silenzio.
Quel silenzio che quella mattina li aveva fatti litigare e separare.
Stavolta Jeremy si guardò bene dall’aprire bocca: si sentiva ancora
responsabile della brutta litigata.
Aelita non osò fiatare, e Odd tanto meno, mentre Ulrich rimase zitto, ma
sempre con quel suo fare glaciale.
Forse eraproprio ciò che maggiormente aveva ereditato dai suoi familiari
tedeschi.
Quel che sembrava essere un cuore di ghiaccio.
Sembrava, certo, ma non lo era.
Sicuramente Yumi ne aveva avuto chiare dimostrazioni, così come gli altri
tre amici, ma lei più di tutti.
Proprio lei che era tutto il contrario.
Sempre allegra e solare, in contrasto con il suo abbigliamento, sempre
sovrastato dal colore nero.
Alla fine fu proprio lei a rompere quel lungo silenzio, che era diventato
decisamente insopportabile.
– ragazzi...
Quella parola fu solo un flebile sussurro.
Ma in quel silenzio tombale, sembrava un grido.
Un grido forte.
E fu proprio quello che le fece avere l’attenzione del resto del gruppo.
Di qualcuno che parlasse ce n’era davvero bisogno.
Yumi si guardò attorno, come per accertarsi che gli altri le dessero
l’attenzione di cui c’era bisogno, si alzò in piedi, e cominciò a parlare.
– Io vi voglio bene. Davvero. Non sapete quanto. Siete i
miei migliori amici e mi ritengo la persona più fortunata del mondo ad
avervi come tali. – a quelle parole Jeremy e Aelita sorrisero, Ulrich rimase
impassibile.
La parola amici per loro due non era quella giusta.
Odd invece rimase nervoso, e molto.
– Ma se la nostra amicizia è così forte da averci portati fino a qui, la
possibilità che sia uno stupido programma multi-agente a legarci la trovo
molto, molto remota.
Voi siete troppo speciali per essere considerati solo compagni di squadra:
Per me siete amici.  
Amici VERI!
E per me siete una seconda famiglia, anche se non abbiamo legami di
sangue.
Siamo tutti diversi, lo so: Jeremy è francese, Odd italiano, Ulrich
ha origini tedesche, i genitori di Aelita erano originari degli stati uniti e io
sono giapponese. Eppure per me siete le persone che si avvicinano di più
ad una famiglia. Vi voglio un bene dell’anima e so che farete parte della
mia vita fino alla fine dei miei giorni.
Io lo sento.
E lo so.
Quindi vi prego, torniamo ad essere uniti come prima.
Contro X.A.N.A. e Tyron abbiamo fatto tutto il possibile.
Ora X.A.N.A. è sconfitto e Tyron sarà presto dietro le sbarre a pagare per
quello che ha fatto, e noi non possiamo rimproverarci davvero nulla.
Abbiamo dato tutti il massimo.
Ed è questo che fa di voi i migliori amici che io possa mai desiderare.

...

In quel momento a Yumi tornarono in mente tutte le battaglie su Lyoko.
Si ricordò del mostro elettrico visto in palestra insieme a Ulrich.
Di quando lui l’aveva portata alla fabbrica dopo che lei aveva insistito per
sapere cosa stesse succedendo.
Di quello che Odd aveva chiamato grande tuffo.
Di quando per la prima volta aveva visto Ulrich sparire nello scanner e
dirle quelle parole: “Non mi dirai che hai paura?”
Di quando si era decisa e aveva chiesto a Jeremy di trasferirla.
Di quando aveva sferrato il suo primo attacco con i suoi ventagli.
Di quando aveva incontrato Aelita per la prima volta.
Di quando era caduta nel mare digitale e Jeremy l’aveva riportata indietro
con il programma che avrebbe dovuto usare Aelita.
Di quando invece aveva solo rischiato di cadere in quell’infinito mare
numerico, e Ulrich l’aveva salvata.
Si ricordò che quel giorno avevano litigato.
Quella volta.
Se solo Jeremy avesse saputo cosa stava per succedere.
Se non avesse lanciato il ritorno al passato, probabilmente...
Sì.
Sicuramente lei e Ulrich si sarebbero baciati.
O quella volta in cui il gas esilarante li aveva quasi uccisi.
Alla recita.
Già.
Sempre lei e Ulrich.
Oppure quella volta in cui sempre solo loro due erano a Lyoko, e Jeremy
poteva materializzare un solo mezzo e aveva materializzato l’Overwing, e
Ulrich si teneva forte al suo corpo, dandole tutta l’energia di cui aveva
bisogno.
Quell’energia aveva avuto l’effetto di una droga.
LUI era una droga.
Lui era LA droga.
Era tutto ciò di cui lei aveva bisogno.
Tutto ciò che le bastava per essere felice.
Oppure quella volta in cui era subentrato lo stesso problema con i mezzi di
trasporto, e Jeremy aveva mandato loro l’overbike, e lei si era appoggiata a
lui.
Stava così bene.
Aveva desiderato che quel momento durasse per sempre.
Beh, quante volte le avevano salvato la vita...
O meglio...
Quante volte LUI le aveva salvato la vita?

...

– Siete stati dei veri EROI. – concluse.
Aelita aveva lasciato i suoi occhi liberi di svuotarsi dalle lacrime, e
piangeva silenziosamente, e a testa alta, ascoltando il discorso dell’amica,
che per lei era una sorella.
Jeremy nascondeva dietro gli occhiali le lacrime che tentava inutilmente di
trattenere.
Ulrich invece rimase immobile.
O quasi.
Una lacrima, benché fosse una sola, aveva rigato la sua guancia.
Odd in quel momento esplose, si alzò in piedi di colpo, e lasciò che dalla
sua bocca uscisse tutto ciò che voleva dire.
– RAGAZZI MI DISPIACE!!!! MI DISPIACE DAVVERO!!! HO
REAGITO MALISSIMO ED È STATA COLPA MIA STAMATTINA!!!
MI DISPIACE!!! – gridò. Gli altri lo avevano guardato in silenzio mentre
diceva quelle parole, ma nessuno di loro ce l’aveva con lui per averla presa
male.
Loro lo capivano.
Aelita e Yumi si guardarono, poi insieme andarono verso il ragazzo e lo
strinsero in n caloroso abbraccio.
– Odd, non sentirti in colpa. Ti capiamo. – gli disse Yumi.
– Esatto, e per me tutti voi siete la famiglia che non ho più. – concluse
Aelita ricominciando a piangere.
All’abbraccio si unirono anche Jeremy e Ulrich.
– Ci saremo sempre l’uno per l’altro. – disse Jeremy in tono deciso, ma al
contempo calmo.
– Promesso? – Promesso! – risposero in coro gli altri.

...

AMICI.

PER SEMPRE.

...

Quando si staccarono, Odd, che si era calmato, prese la parola.
– ragazzi, io vorrei farmi perdonare comunque per questa mattina, e avevo
in mente una cosa che penso potrebbe rinforzare la nostra amicizia.
– disse sorridendo. Sembrava avesse un’idea. I ragazzi si erano incuriositi.
– sentiamo! – disse Ulrich.
– beh, io l’ultima settimana di giugno, tra più o meno quindici giorni,
partirò per l’italia per passare un po’ di tempo al mare... Voglio portarvi
con me! – esclamò infine.
 I ragazzi esplosero di gioia.
– DICI DAVVERO ODD!?!?!?! – gridarono.
Lui, con di nuovo in viso il suo sorrisetto malizioso di sempre, confermò.
– Ma certamente!!! –
finalmente qualcosa di positivo in quella piovosa e grigia giornata.

 
...

 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Muahahahahah ma quanto sono sentimentale!!!! Quante lacrime!!! Ma ho voluto fare in modo che in questo capitolo le emozioni parlassero per loro. Ho voluto farli sfogare, in fondo mi immagino quante cose si sono tenuti dentro per tuuuutta la serie, dalla prima all’ultima stagione! E mi dispiaceva lasciarli soffrire in silenzio, quindi ho pensato che un grido di aiuto, con la sua classe e infinità spontaneità da cui è caratterizzato, potesse smuovere un po’ le cose. Non pensavo neanche che avrei aggiornato così in fretta, ma ora che ho riacceso il computer mi sono trovata il terzo capitolo pronto, e non ricordavo di averlo finito! Così ho posto le solite modifiche di punto e a capo, maiuscole, grassetto e corsivo ecc. Vi anticipo che invece il quarto devo ancora trascriverlo per intero! Mi ci vorrà un po’ di più! Comunque per questo capitolo mi sono impegnata davvero tanto, e spero vi piaccia!!! Baci tesori! <3

 

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Capitolo 4
*** dopo la pioggia ***


Dopo aver ringraziato Odd, i ragazzi uscirono dalla stanza.
– Jeremy, ti va se andiamo a farci un giro? – chiese Aelita al biondo, mentre le sue gote si colorivano leggermente.
– Oh! Ehm... Volentieri! Andiamo!!! – rispose lui sorpreso e imbarazzato, non se l’aspettava per niente.
Odd fece un sorrisetto divertito, vedendo la faccia da pesce lesso dell’amico dopo quella richiesta, poi, passandosi una mano tra i capelli, optò per cambiare discorso.
– Io ho un appuntamento con Sam alle macchinette, e lei mi sta aspettando, quindi a più tardi!!! – li salutò infine il ragazzo schizzando fuori dalla porta, mentre Jeremy e Aelita uscirono dalla stanza tenendosi per mano.

Nella stanza rimasero loro due.

Yumi e Ulrich.

Quest’ultimo, per evitare di cadere in un silenzio imbarazzante, decise di parlare subito.
– Yumi, ti va se ci facciamo un giro? 
La ragazza, che fino ad allora era rimasta seduta sul letto, alzò la testa sorridendo dolcemente.
– Volentieri! – disse sicura.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
Andò verso Yumi e le porse una mano, per aiutarla ad alzarsi dal letto.
La mora la prese e si alzò lentamente.
In una sola mattinata i ragazzi avevano provato emozioni forti che li avevano scombussolati parecchio, quindi rilassarsi sarebbe stato sicuramente d’aiuto.
Una volta in piedi, i due si fissarono negli occhi.
Nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo.
Passarono almeno dieci secondi, lunghissimi.
Poi Yumi socchiuse la bocca, provando a parlare, e contemporaneamente provò a fare un passo, inciampando nel piede di Ulrich, che cadde all’indietro.
La ragazza cadde sopra di lui.
Ulrich si trovò disteso a terra, con entrambe le braccia attaccate al pavimento... Mentre una delle due aveva le dita intrecciate con quelle di Yumi.
In quel momento il ragazzo si rese conto di cosa era appena successo.
Aveva sul viso i morbidi capelli neri della ragazza, che aveva il viso di lato al suo, nell’incavo della sua spalla, le loro mani erano intrecciate, e il corpo di lei era esattamente sopra il suo.
Yumi si alzò di scatto.
– ULRICH SCUSAMI IO... – Non continuò la frase.
I loro visi erano di nuovo vicini, molto vicini.
Le loro guance di fuoco, i loro corpi, di colpo, bollenti.
La ragazza a un tratto sentì che la mano che la mano che Ulrich aveva intrecciato con la sua la stava improvvisamente stringendo, e respirava leggermente dalla bocca semiaperta.

Il mondo intorno, di colpo, non esisteva più.

Esistevano solo loro due.

Lentamente, la mano libera di Ulrich si sollevò da terra e toccò delicatamente la schiena di Yumi all’altezza della vita, mentre quella di lei carezzò il viso del ragazzo, e lentamente scese fino al petto.
La mano di lui che era sulla vita di Yumi, spinse leggermente il corpo della ragazza verso di sé.
Ormai la distanza tra le loro rispettive labbra era di al massimo 3 centimetri.
All’improvviso, un cigolio disturbò l’atmosfera, e la porta della camera si aprì.

– Ho dimenticato lo zaaa... ino... Oh cavoli! OH CAVOLI!!! LO SAPEVO, LO SAPEVO!!! – Ulrò Odd, non appena varcò la soglia della stanza, cogliendo in flagrante i due ragazzi, che in pochissimi secondi si staccarono e si alzarono.
– Odd, davvero! NON È-COME-SEMBRA! – gli sillabò Yumi gesticolando.
Ulrich voleva parlare, ma aveva paura che dalla sua bocca uscissero parole inesistenti e improponibili.
– Odd... Davvero... Non è successo niente! – riuscì solo a dire.
In fondo era vero: non era successo assolutamente nulla.
Purtroppo per lui.
Il biondo fece un sorriso malizioso, che andava da un orecchio all’altro.
– MADDAVVEROOO??? – chiese cantilenandoli e incrociando le braccia.
– Siamo solo caduti! – si giustificò la mora.
Odd, per tutta risposta, si divertì ancora un po’.
– A meno che non abbiate fatto una corsa di un chilometro in cinque secondi, non avete giustificazioni per le vostre facce che sembrano semafori!!!
Aveva ragione.
Erano rossi e accaldati, e non sapevano come controbattere.
Per qualche secondo nessuno dei tre ragazzi parlò.
Poi Ulrich si decise a rompere quel silenzio, di nuovo abbastanza imbarazzante.
– Odd... Non dovevi passare un po’ di tempo con Samantha?
Il biondo finalmente tornò normale, e entrò nella stanza, afferrando lo zainetto che aveva dimenticato sul letto.
– Ma certo! – disse fiero.
– Allora divertiti. – gli disse Yumi in modo un po’ freddo, sistemandosi i capelli con una mano.
Il ragazzo, con lo zaino in spalla, prima di andarsene, fece un occhiolino.
– Anche voi! – disse, per poi sparire.
I due rimasero di nuovo soli, terribilmente in imbarazzo.
– Ehm... Yumi... Io... Scusami... – Tentò di dire Ulrich, non sapendo come uscire da quella situazione.
– No... Scusami tu... è stata colpa mia, ho perso l’equilibrio e... – Ulrich la interruppe.
– Non fa niente, davvero! Allora... Ci facciamo un giro?  
Yumi sorrise dolcemente e con una mano si spostò i capelli dietro l’orecchio.
– Va bene! – e i due uscirono dalla stanza mano nella mano.
 
***
 
Nel frattempo Odd corse a perdifiato per i corridoi del Kadic. Finalmente uscì e raggiunse le macchinette.
Arrivò da Sam con il fiatone, si fermò e appoggiò le mani alle ginocchia, piegato, per riprendere fiato.
La ragazza gli si avvicinò. – Odd, hai corso? Come mai? – gli chiese in modo gentile, mettendogli una mano sulla schiena piegata.
Il ragazzo si tirò su, avendo recuperato tutte le energie, e minimizzò con il solito “niente”, per poi baciare le labbra della sua skater, e subito dopo porgendole una candida rosa bianca, mettendo a tacere qualsiasi altra domanda da parte di lei.
– Sam, mi concedi di offrirti un caffè? – le domandò il biondo con un irresistibile sorriso, mentre attraversavano i grandi cancelli del collegio. – Ma certo! Volentieri! – gli rispose lei ammiccando. I due si allontanarono dal Kadic tenendosi per mano, attirando gli sguardi dei pochi ragazzi e ragazze presenti nel campus, i quali non trattennero un sorrisetto.
 
 ***

Nel frattempo, Jeremy e Aelita camminano soli nel bosco, tenendosi anche loro per mano.
– Che bella giornata tranquilla... Non è vero Jeremy? – sospirò Aelita.
– Hai ragione Aelita. Era tanto tempo che non sentivo neppure il profumo dei fiori, il calore del sole e l’odore delle piante dopo la pioggia. Grazie davvero per questo pomeriggio. – sussurrò il biondo con un sincero e spontaneo sorriso.
Senza accorgersene, i due avevano già raggiunto l’Hermitage.
– Jeremy, che ne dici se entriamo e ci beviamo un bel tè freddo con il ghiaccio? – lo invitò Aelita con un radioso sorriso.
– Volentieri! – rispose il ragazzo.

...

Da quando i Guerrieri Lyoko avevano scoperto l’Hermitage, quella villa aveva letteralmente ripreso vita.
I ragazzi avevano riordinato la casa, rifornito il frigo, pulito e riordinato le camere e aggiustato apparecchi elettrici e idrici, tutto da soli, con l’aiuto solo delle conoscenze di Jeremy e la loro forza di volontà.
Quella casa, oramai di nessuno, era diventata il loro piccolo paradiso, il piccolo segreto nascosto, il posto dove rifugiarsi quando il mondo fuori gli crollava addosso...

...

E, ovviamente, dove passare le serate divertenti tutti insieme, quando potevano!

...

I due ragazzi aprirono la porta, venendo subito accolti dal rilassante e gradevole fresco che d’estate la casa aveva.
Jeremy si avvicinò al frigo, prese la bottiglia di tè e l’appoggiò sul tavolo della cucina.
Aelita nel frattempo si era seduta ad una delle sedie e aspettava l’amico.
Il ragazzo aprì uno scomparto più in alto, tirando fuori due bicchieri di vetro colorato, uno celeste e uno rosa, poi versò il tè nel bicchiere rosa e poi nel suo, e in silenzio lo sorseggiarono entrambi.
– è uscito un bel sole alla fine, eh? – commentò Jeremy guardando la finestra.
– Già, ci voleva proprio. – convenne Aelita.
I due rimasero a parlare per qualche ora, finché Aelita non controllò l’orologio.
– Jeremy, sono le 17:30, che ne dici di chiamare gli altri e passare una serata tutti insieme?
– Buona idea... – rispose esitante lui.
Avrebbe voluto godersi ancora u po’ di tempo solo con Aelita, ma non poteva.
La ragazza afferrò il cellulare e chiamò prima Odd e poi Yumi.
 
...
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: 

Ma buongiorno a tutti voi!!!
Sono tornata!!!
Lo so, non mi sono fatta viva per niente in questi giorni, ma ho avuto altro da fare, e poi lunedì 17 comincio il liceo, e quindi mi sono dovuta preparare, ma HEY! Non ho assolutamente smesso di leggere!
E leggere mi aiuta sempre ad avere un po’ di ispirazione!
Di norma un po’ di tempo per scrivere l’ho quasi sempre trovato, ma ho avuto un po’ il blocco dello scrittore, spero di essere perdonata ;)
So anche che questo capitolo è terribilmente breve, ma un intermezzo serviva.
Ho già pronta la trama del seguito, però è solo trama, e devo elaborarla e trasformarla in capitolo, e per farlo ho bisogno di tempo, capitemi!!!!
Inoltre pensavo di postare queste storie anche su Wattpad (ho già un vecchio account di alcuni anni fa, Gigi_SDRR), ma non avendo mai postato da lì, ma solo letto, non so come funzioni.
Magari nelle recensioni scrivetemi qualche consiglio!
Grazie in anticipo e a presto!
Baciii!

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