Gli antichi maghi della città infinita

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La curiosità di un bambino ***
Capitolo 2: *** Gli antichi maghi ***
Capitolo 3: *** Nuovi nemici ***
Capitolo 4: *** Il potere misterioso ***



Capitolo 1
*** La curiosità di un bambino ***


Il sole stava scendendo dietro l’orizzonte delle verdi colline che costeggiavano il Regno di Meridian.
Gli abitanti, dopo aver festeggiato un’altra bellissima giornata, se ne stavano ritornando nelle loro rispettive case.
Ma un piccolo bambino di circa dieci anni non era del loro stesso avviso.
«Alador, si è fatto molto tardi» gli fece sua madre «E’ tempo di preparare la cena e di andarcene a letto.»
«No! Non ho né fame né sonno!»
«Smettila di fare i capricci. Non è il momento.»
«Madre, lasciatemi giocare ancora un po’ qui fuori. Vi prego.»
«Ma non c’è nessun bambino a tenerti compagnia.»
«Non c’è problema. Giocherò da solo.»
Esasperata, la madre del piccolo esaudì il suo desiderio e tornò dentro l’abitazione.
«Promettimi di non allontanarti, va bene?»
«Promesso.»
Per ingannare il tempo, Alador prese la sua piccola palla malandata e cominciò a giocarci con i piedi.
Sulla Terra, questo sport l’avrebbero chiamato calcio.
Ma su Meridian non esisteva una parola simile.
Per sfogare le sue abilità di calciatore, Alador gettò la palla oltre un recinto abbandonato.
«Oh no! E adesso?»
Il piccolo stava ripensando alle parole di sua madre.
Che fare?
Andare a riprendersi la palla o lasciare perdere e tornarsene a casa?
“Non posso lasciarla lì. È stato il mio primo regalo da quando sono nato.”
Determinato a recuperarla, il bambino scavalcò la recinsione abbandonata.
Doveva fare al più presto se non voleva essere sgridato da sua madre, o peggio ancora, venire messo in punizione.
Alador contrò ogni singolo centimetro della recinsione abbandonata, ma la palla non riusciva a trovarla.
“Eppure deve esse qui da qualche parte.”
Il buio e la nebbia che stavano imperversando in quel territorio, non stavano aiutando il piccolo bambino.
Inavvertitamente, Alador inciampò su un oggetto che si trovava nelle vicinanze, andando a sbattere involontariamente in una botte che era piantata a terra.
A causa del colpo causato, Alador scoprì che la botte era un’entrata sotterranea.
Incuriosito, decise di seguire la quantità enorme di scale che portavano sottoterra.
Una volta arrivato in fondo a queste scale, si rese conto che si trovava a decine e decine di metri di profondità.
Allibito per tutto quello che aveva intorno, decise di fare un rapido sopralluogo del posto.
Alador non aveva mai visto niente di simile.
Quante persone potevano vantarsi di aver scoperto un antico nascondiglio posto sotto il Regno di Meridian?
Il bambino era talmente incuriosito che non si preoccupò minimamente di perdersi.
Ogni momento si girava dall’altra parte per non perdere di vista le scale che l’avrebbero riportato in superficie.
“E’ molto strano che in un posto come questo non ci sia nessuno” pensò il bambino.
Regnava un silenzio surreale.
Si sentiva solo il rumore dei suoi passi.
Arrivato a qualche metro di distanza dall’entrata di quella immensa via sotterranea, Alador si bloccò di colpo.
Sentì provenire verso di lui un suono di tamburi che gli fecero accapponare la pelle.
Se non si fosse nascosto al più presto, sarebbe stato scoperto e finito in guai molto seri.
Ma il bambino non poté andare molto lontano.
Alcune creature misteriose e incappucciate lo raggiunsero circondandolo.
«Lasciatemi andare!» gridò il bambino coprendosi gli occhi dalla paura.
«Non dovresti essere qui» gli sussurrò uno di loro.
«Mi dispiace. Non tornerò mai più qua sotto.»
«Ormai è troppo tardi… Nessun abitante di questo posto può permettersi di venire fin qui. È proibito.»
«Non lo sapevo» replicò disperato il bambino «Lasciatemi in pace, vi prego. Voglio tornare a casa.»
«Non tornerai mai più a casa. Sei destinato a soccombere qua sotto.»
«NO!»
Avendo paura di venire ferito o peggio ancora ucciso, Alador chiuse gli occhi.
Ma egli non venne mai attaccato o picchiato.
Qualcuno intervenne in suo aiuto, salvandogli la vita.
Esso era un abitante di Meridian.
Ma non riusciva a capire chi fosse in realtà.
Preso dall’eccitazione, Alador assistette a tutta la scena del combattimento tra l’abitante di Meridian e gli strani individui che abitavano in quel posto.
Ma durante il combattimento, il bambino fu colpito inavvertitamente e gettato contro un pilastro.
Egli fortunatamente, non subì dei gravi danni.
Era solo svenuto, ignaro di tutto quello che sarebbe successo da lì in avanti.
 
 
Quando Alador si risvegliò, si rese conto che si trovava nella sua camera da letto.
Aveva lo sguardo annebbiato e confuso.
Non riusciva a ricordarsi degli ultimi avvenimenti.  
Si precipitò fuori dal letto per raggiungere il piano di sotto in cucina.
Con sguardo serio e rancoroso, c’era sua madre che lo stava aspettando.
«La prossima volta che disubbidirai ad un mio ordine, non ti farò uscire da camera tua per una settimana!» lo sgridò tirandogli uno scapellotto.
«Madre, non volevo… La mia palla…»
«Saresti potuto morire, sai? Ma grazie al Capo dei ribelli, la situazione si è conclusa nel migliore dei modi.»
«Il Capo dei ribelli?»
«E’ stato lui a riportarti a casa sano e salvo. È a lui che devi la vita.»
«Io… non ricordo niente… Ricordo solo di un gruppo di creature incappucciate che mi stavano minacciando, ma poi…»
«Oh cielo! E che cosa ti hanno fatto? Parlami!»
«Non lo so, madre. Non mi ricordo.»
«Brutto monello che non sei altro! Altro che tenerti rinchiuso un mese! A te serve il carcere a vita!»
«Mi dispiace, madre. Non succederà più» replicò il bambino triste.
La madre, s’eppur severa, era una persona comprensiva.
Si accovacciò dinanzi al bambino per parlargli dritto negli occhi.
«Alador, ho già perso un marito al mio fianco… Non voglio che ti capiti niente di male. Mi capisci, vero?»
«Perfettamente, madre.»
«Spero soltanto che quelle creature maligne non ti abbiano lanciato un incantesimo o qualcosa del genere.»
«Sto bene, madre. Non vi preoccupate.»
«Questo lascialo decidere a chi se ne occupa. Tu non lo puoi sapere… Sei sempre un bambino.»
«Ma madre…»
«Niente ma. Dobbiamo recarci dal Capo dei Ribelli. Lui saprà darci una risposta.>»
Il sole stava scendendo dietro l’orizzonte delle verdi colline che costeggiavano il Regno di Meridian.
Gli abitanti, dopo aver festeggiato un’altra bellissima giornata, se ne stavano ritornando nelle loro rispettive case.
Ma un piccolo bambino di circa dieci anni non era del loro stesso avviso.
«Alador, si è fatto molto tardi» gli fece sua madre «E’ tempo di preparare la cena e di andarcene a letto.»
«No! Non ho né fame né sonno!»
«Smettila di fare i capricci. Non è il momento.»
«Madre, lasciatemi giocare ancora un po’ qui fuori. Vi prego.»
«Ma non c’è nessun bambino a tenerti compagnia.»
«Non c’è problema. Giocherò da solo.»
Esasperata, la madre del piccolo esaudì il suo desiderio e tornò dentro l’abitazione.
«Promettimi di non allontanarti, va bene?»
«Promesso.»
Per ingannare il tempo, Alador prese la sua piccola palla malandata e cominciò a giocarci con i piedi.
Sulla Terra, questo sport l’avrebbero chiamato calcio.
Ma su Meridian non esisteva una parola simile.
Per sfogare le sue abilità di calciatore, Alador gettò la palla oltre un recinto abbandonato.
«Oh no! E adesso?»
Il piccolo stava ripensando alle parole di sua madre.
Che fare?
Andare a riprendersi la palla o lasciare perdere e tornarsene a casa?
“Non posso lasciarla lì. È stato il mio primo regalo da quando sono nato.”
Determinato a recuperarla, il bambino scavalcò la recinsione abbandonata.
Doveva fare al più presto se non voleva essere sgridato da sua madre, o peggio ancora, venire messo in punizione.
Alador contrò ogni singolo centimetro della recinsione abbandonata, ma la palla non riusciva a trovarla.
“Eppure deve esse qui da qualche parte.”
Il buio e la nebbia che stavano imperversando in quel territorio, non stavano aiutando il piccolo bambino.
Inavvertitamente, Alador inciampò su un oggetto che si trovava nelle vicinanze, andando a sbattere involontariamente in una botte che era piantata a terra.
A causa del colpo causato, Alador scoprì che la botte era un’entrata sotterranea.
Incuriosito, decise di seguire la quantità enorme di scale che portavano sottoterra.
Una volta arrivato in fondo a queste scale, si rese conto che si trovava a decine e decine di metri di profondità.
Allibito per tutto quello che aveva intorno, decise di fare un rapido sopralluogo del posto.
Alador non aveva mai visto niente di simile.
Quante persone potevano vantarsi di aver scoperto un antico nascondiglio posto sotto il Regno di Meridian?
Il bambino era talmente incuriosito che non si preoccupò minimamente di perdersi.
Ogni momento si girava dall’altra parte per non perdere di vista le scale che l’avrebbero riportato in superficie.
“E’ molto strano che in un posto come questo non ci sia nessuno” pensò il bambino.
Regnava un silenzio surreale.
Si sentiva solo il rumore dei suoi passi.
Arrivato a qualche metro di distanza dall’entrata di quella immensa via sotterranea, Alador si bloccò di colpo.
Sentì provenire verso di lui un suono di tamburi che gli fecero accapponare la pelle.
Se non si fosse nascosto al più presto, sarebbe stato scoperto e finito in guai molto seri.
Ma il bambino non poté andare molto lontano.
Alcune creature misteriose e incappucciate lo raggiunsero circondandolo.
«Lasciatemi andare!» gridò il bambino coprendosi gli occhi dalla paura.
«Non dovresti essere qui» gli sussurrò uno di loro.
«Mi dispiace. Non tornerò mai più qua sotto.»
«Ormai è troppo tardi… Nessun abitante di questo posto può permettersi di venire fin qui. È proibito.»
«Non lo sapevo» replicò disperato il bambino «Lasciatemi in pace, vi prego. Voglio tornare a casa.»
«Non tornerai mai più a casa. Sei destinato a soccombere qua sotto.»
«NO!»
Avendo paura di venire ferito o peggio ancora ucciso, Alador chiuse gli occhi.
Ma egli non venne mai attaccato o picchiato.
Qualcuno intervenne in suo aiuto, salvandogli la vita.
Esso era un abitante di Meridian.
Ma non riusciva a capire chi fosse in realtà.
Preso dall’eccitazione, Alador assistette a tutta la scena del combattimento tra l’abitante di Meridian e gli strani individui che abitavano in quel posto.
Ma durante il combattimento, il bambino fu colpito inavvertitamente e gettato contro un pilastro.
Egli fortunatamente, non subì dei gravi danni.
Era solo svenuto, ignaro di tutto quello che sarebbe successo da lì in avanti.
 
 
Quando Alador si risvegliò, si rese conto che si trovava nella sua camera da letto.
Aveva lo sguardo annebbiato e confuso.
Non riusciva a ricordarsi degli ultimi avvenimenti.  
Si precipitò fuori dal letto per raggiungere il piano di sotto in cucina.
Con sguardo serio e rancoroso, c’era sua madre che lo stava aspettando.
«La prossima volta che disubbidirai ad un mio ordine, non ti farò uscire da camera tua per una settimana!» lo sgridò tirandogli uno scapellotto.
«Madre, non volevo… La mia palla…»
«Saresti potuto morire, sai? Ma grazie al Capo dei ribelli, la situazione si è conclusa nel migliore dei modi.»
«Il Capo dei ribelli?»
«E’ stato lui a riportarti a casa sano e salvo. È a lui che devi la vita.»
«Io… non ricordo niente… Ricordo solo di un gruppo di creature incappucciate che mi stavano minacciando, ma poi…»
«Oh cielo! E che cosa ti hanno fatto? Parlami!»
«Non lo so, madre. Non mi ricordo.»
«Brutto monello che non sei altro! Altro che tenerti rinchiuso un mese! A te serve il carcere a vita!»
«Mi dispiace, madre. Non succederà più» replicò il bambino triste.
La madre, s’eppur severa, era una persona comprensiva.
Si accovacciò dinanzi al bambino per parlargli dritto negli occhi.
«Alador, ho già perso un marito al mio fianco… Non voglio che ti capiti niente di male. Mi capisci, vero?»
«Perfettamente, madre.»
«Spero soltanto che quelle creature maligne non ti abbiano lanciato un incantesimo o qualcosa del genere.»
«Sto bene, madre. Non vi preoccupate.»
«Questo lascialo decidere a chi se ne occupa. Tu non lo puoi sapere… Sei sempre un bambino.»
«Ma madre…»
«Niente ma. Dobbiamo recarci dal Capo dei Ribelli. Lui saprà darci una risposta.>»

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Capitolo 2
*** Gli antichi maghi ***


«Madre, ma dove possiamo trovare questo Capo dei Ribelli?»
«Ho sentito dire che si trova su un piante chiamato Terra.»
«Non l’ho mai sentito nominare.»
«Dobbiamo attraversare questa dimensione se vogliamo trovarlo.»
«E come dobbiamo fare?»
«Questo non lo so… Ma credo che la nostra Regina possa aiutarci.»
Nonostante non avessero nessun appuntamento, Alador e sua madre furono ricevuti lo stesso nella Sala del trono.
«Buongiorno. Come posso esservi utile?» domandò la Regina con tono cordiale.
«Buongiorno, maestà. Mi duole venire qui senza uno specifico permesso, ma ho un bisogno assoluto del vostro aiuto.»
«Dite pure. Vi ascolto.»
«Ecco, tutto è iniziato ieri sera quando mio figlio si è allontanato da casa sua per giocare a palla e…»
Ma la donna si bloccò di colpo.
Raccontare quella storia la stava facendo molto preoccupare.
«C’è qualcosa che non va’?»
«No, niente… Subito dopo mio figlio si è imbattuto in delle strane creature che lo hanno minacciato.»
«Strane creature? Che tipo di creature?» domandò la Regina al bambino.
«Non lo so. Non sono riuscito a vederli in faccia.»
«Prova a fare uno sforzo, piccoletto. Ogni singolo dettaglio potrebbe essere importante.»
A quel punto, Alador spremette le meningi per ricordarsi ogni singolo momento di quella sera precedente.
«Erano vestiti di stracci… e sussurravano con una voce da far accapponare la pelle…»
«Che cosa ti hanno detto?»
«Mi hanno solo detto che non dovevo farmi trovare in quel luogo e che non sarei mai più tornato a casa.»
La Regina di Meridian, Elyon, notò tutta la sua paura negli occhi di quel bambino.
«Dov’è che ti trovavi?»
«Non lo so. Non sono riuscito a capirlo… Era una via sotterranea che non finiva mai con milioni e milioni di pilastri.»
Sentendo quella descrizione, Elyon divenne pallida di colpo.
«E come hai fatto ad uscirne vivo?»
«L’ha salvato il Capo dei Ribelli riportandomelo sano e salvo.»
«Molto bene... Per qualsiasi bisogno, non esitate a chiedere. Se il vostro bambino ha bisogno di cure urgenti, avvertitemi immediatamente.»
«Grazie mille maestà ma sto bene così.»
«Buono a sapersi» replicò la Sovrana sorridendo al bambino.
«Grazie di tutto, maestà» replicò la madre.
«Di niente.»
Ma prima che il bambino e la madre se ne fossero andati, la donna si bloccò sul portone della Sala del Trono.
«Maestà, credete che una nuova minaccia stia incombendo su questo regno?»
«Per ora non so darvi risposte… Spero solo che sia un problema da risolvere molto velocemente.»
«Lo speriamo tutti… Grazie ancora.»
Appena Elyon si ritrovò sola nella sala del trono, egli chiamò subito la sua governante.
«Mi avete fatta chiamare?»
«Dove si trovano le Witch e Caleb?»
«Sulla Terra, maestà.»
«Bene. Devo parlare subito con loro… Se succede qualcosa durante la mia assenza, non esitata a chiamarmi, va bene?»
«Senz’altro maestà.»
 
 
Le Witch e il Capo dei ribelli Caleb erano riuniti a mangiare al Silver Dragon.
Tutte loro parlavano amichevolmente tra di loro discutendo dei ragazzi e su cosa avrebbero fatto durante le loro vacanze estive.
«Io e la mia famiglia andremo due settimane in California» fece Irma senza un minimo d’entusiasmo.
«E non sei contenta? Io è da quando sono nata che sogno di andarci» intervenne Taranee.
«Bene. Ti cedo volentieri il posto se vuoi.»
«Mia madre invece vorrebbe andare una settimana sulle montagne… Accidenti! Eppure sa bene che preferisco il mare alla montagna!» fece Will imbufalita.
«Sinceramente, io non ho ancora deciso… Tu dove vorresti andare, tesoro?» domandò Cornelia al suo fidanzato.
«Sinceramente, dopo lunghi anni passati a combattere Phobos e le sue armate, mi viene voglia di tornarmene dalla mia famiglia.»
«Posso capire le tue necessità, ma io parlavo di fare un viaggio insieme.
«Un viaggio?»
«Sì, esatto. Tipo andare a vedere posti sconosciuti. A me piacerebbe visitare Parigi.»
«Parigi? E dove si trova?»
«In Europa.»
«Non so nemmeno che cosa sia questa “Europa” come la chiami tu… Ma fa lo stesso. Per me potrebbe andare bene» acconsentì Caleb.
«Grande! Allora dico subito ai miei genitori di darci un po’ di soldi per la vacanza» replicò entusiasta Cornelia.
«Questo non se ne parla.»
«Perché no?»
«Lo sai bene che non mi piace chiedere qualcosa in prestito. Preferisco guadagnarmeli onestamente.»
«E sentiamo, come pensi di fare?»
«Ancora non lo so.»
«Le vacanze estive sono alle porte e non avremmo il tempo di guadagnare simile cifre per andare così lontano.»
«Benissimo. Vorrà dire che rimanderemo questa vacanza.»
«Non ci pensare nemmeno!> brontolò la bionda.
«E dai, potreste andare in un posto più vicino» li consigliò Hay Lin.
«Oppure tornare su Meridian» fece una voce alle loro spalle.
«E’ quello che ho detto anch’io… Elyon!»
La Sovrana di Meridian apparve dinanzi alle loro amiche facendole spaventare non poco.
«E’ bello rivederti!» esclamò Cornelia abbracciandola affettuosamente.
«Aspettate a dire ciò… Ho qualcosa da dirti.»
 
 
Caleb e le cinque ragazze ascoltarono con attenzione la storia di Alador e di come fosse riuscito a trovare la Città Infinita.
«Maestà, ne siete proprio sicura che quel bambino parlasse della Città Infinita?»
«Non ho dubbi, Caleb… Me l’ha descritta come una via sotterranea che non finiva mai e con milioni di pilastri.»
«Allora non c’è nessun dubbio: è proprio la Città Infinita» convenne Hay Lin.
«Ma quali creature possono nascondersi in quel posto?» domandò Will.
«Purtroppo il bambino non è riuscito a identificarli.»
«E la Maga? Che cosa dice al riguardo?»
«Non lo so. Non sono mai stata in quel posto. Non sono a conoscenza di chi potrei trovare…»
«Allora dobbiamo raggiungere la Città Infinita. Immediatamente» convenne Caleb.
 
 
Su Meridian era scesa la sera.
Il buio stava inondando piano piano tutto il Regno.
«Questa dovrebbe essere la palla del bambino» fece Caleb appena fuori l’entrata della Città Infinita «Forse sarebbe meglio se vi trasformiate in guardiane.»
«Sì, hai ragione. Guardiane, unitevi.»
Una volta conclusa la trasformazione, le Witch, Caleb e Elyon entrarono nella Città Infinita senza fare il minimo rumore.
Una volta scese tutte le scale, essi si recarono a cercare la maga.
Ma prima di arrivare al suo nascondiglio, furono bloccati da cinque creature incappucciate.
«Eccoli! Devono essere loro!» esclamò Elyon.
«Questo non è posto per voi» fece uno di loro con voce grave.
«Andatevene finché siete in tempo.»
«Non finché non ci avrete detto le vostre reali intenzioni.»
«Questi non sono affari vostri, guardiane… Vi consiglio di tornare da dove siete venute se non volete fare una brutta fine.»
«Ah davvero?»
Sentendosi minacciate, le guardiane iniziarono a colpire i cinque individui misteriosi.
Ma era tutto inutile.
Sembrava che i loro poteri non potessero avere effetto su quelle creature misteriose.
«Lasciate fare a me» intervenne Elyon.
Ma anche i poteri di Elyon non sortirono alcun effetto.
«Sembrano invincibili!»
Le cinque creature misteriose si muovevano verso di loro molto lentamente e senza poter contrattaccare.
«Dobbiamo andarcene da qui. E alla svelta!»
«Ma Caleb…»
«Non possiamo sconfiggerli. Dobbiamo ritirarci al più presto.»
«E la Città Infinita?»
«Non possiamo proteggerla in nessun modo, Irma. Dobbiamo andarcene al più presto.»
Una volta raggiunta l’uscita, le guardiane notarono che non erano state seguite da quegli individui misteriosi.
«Ma cosa potrebbero mai essere? E perché i nostri poteri non avevano nessun effetto su di loro?»
«Questo è un mistero che solo il Consiglio di Kandrakar può rivelarci.»
«Non servirà nessun consiglio per dirvi chi sono quelle creature che avete combattuto.»
«Nonna! Ma tu cosa ci fai qui?» gli domandò Hay Lin sorpresa.
«Ho deciso di seguirvi per vedere quello che succedeva con i miei stessi occhi…»
«Nonna, tu sai chi sono quelle creature?»
«Purtroppo sì. E non è niente di buono… Siete pronti per ascoltare la storia degli Antichi Maghi di Meridian e il lato oscuro che celano?»

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Capitolo 3
*** Nuovi nemici ***


Le guardiane, Caleb e nonna Lin furono fatte accomodare nella sala da pranzo del Palazzo di Elyon.
La vecchia guardiana non si era permessa di dire nemmeno una parola durante il loro viaggio al castello.
«Nonna, non ti ho mai visto così seria» rispose sua nipote.
«Cara Hay Lin, presto capirai perché…»
«Dobbiamo preoccuparci così tanto?»
Ma la donna non rispose.
Appena tutti si riunirono nella sala da pranzo, Elyon fece gli onori di casa.
«Vi faccio portare qualcosa da mangiare?»
«Non è il momento…» rispose nonna Lin parlando per tutti i presenti.
I commensali, si riunirono di fronte alla vecchia guardiana fissandola con sguardo incuriosito.
«Credevo che non avrei mai raccontato questa storia…»
«Nonna…»
«Le creature che avete incontrato nella Città Infinita sono gli Antichi Maghi di Meridian. Un’antica congrega che vive nelle profondità sotterranee in attesa di riprendere il potere di Meridian.»
«Cosa volete dire con ciò? Che usurperanno il mio trono?» domandò Elyon preoccupata.
«No. A loro non interessa il vostro trono, maestà… L’unica cosa che vogliono è assorbire tutta la magia oscura di questo mondo.»
«E come pensano di fare?»
«Ancora non lo so… Quando sono venuti alla luce migliaia di anni fa’, essi facevano parte del consiglio di Kandrakar… Ma la loro sete di potere era troppo forte e la loro magia non ha fatto altro che distruggere le loro anima… Per affinare le loro arti magiche, i cinque antichi maghi si sono rifugiati nella Città Infinita in attesa che i loro poteri possano essere invincibili.»
«Io credo già che lo siano» intervenne Will «Il fatto che non riusciamo ad attaccarli, mi da’ molto da pensare…»
«Nonna, adesso come possiamo fare?»
«C’è solo un modo per sconfiggere i nostri nuovi nemici: la magia oscura deve completamente essere bandita in questo regno. E per fare ciò, un nemico di nostra conoscenza deve aiutarci.»
«Stai forse cercando di dirci…»
«Sì, Irma… Phobos è la nostra chiave di salvezza.»
Le cinque guardiane si guardarono sbigottite a vicenda.
«Cosa? Non ci penso nemmeno a farmi aiutare dal principe del male!» sbraitò Cornelia.
«Cornelia, ma se lui è la nostra unica speranza, dobbiamo lasciare da parte l’orgoglio e farci aiutare»cercò di convincerla Taranee.
«Ti rendi conto che è passato pochissimo tempo da quando Phobos è stato imprigionato? E se la sua liberazione potesse essere un nuovo pericolo per noi? Non ci voglio nemmeno pensare.»
«Hai un’altra idea migliore?» intervenne Irma.
«Non è possibile che i nostri poteri siano così inefficaci contro quei mostri incappucciati. Ci deve essere un altro modo.»
«Allora dicci qual è…»
Ma Cornelia non sapeva cosa rispondere.
«Maestà, c’è qui un bambino che desidera parlare con voi» fece la governante interrompendo la discussione delle guardiane.
«Un bambino?»
«Sì. Ed è molto impaziente.»
«Fallo passare.»
Una volta che la governante diede il via libera al misterioso ospite, Elyon fu alquanto sorpresa nel vedere chi fosse.
«Alador! Che cosa ci fai qui?»
«Volevo solo informarmi se avete sconfitto quelle creature orribili che popolano i sotterranei di Meridian.»
«Purtroppo no… Ma stiamo facendo ogni sforzo per trovare la soluzione.»
«Ce l’avremmo a portata di mano se non fosse per Cornelia…»
Indignata, Cornelia lasciò la sala del trono per rimanere sola.
«Cornelia, aspetta!» cercò di fermarla Caleb prima di andargli dietro.
«Perché quella ragazza è così arrabbiata?»
«Niente di cui ti possa preoccupare, Alador» rispose la sovrana cercando di placare la curiosità del bambino.
«Da quando ho visto quelle cinque creature mostruose, non riesco più a dormire la notte.»
«Oh, mi dispiace molto Alador. C’è qualcosa che posso fare per te?»
«E come se non bastasse, nella mia testa sento qualcuno che mi sta chiamando. Ma non riesco a capire chi!»
«Ne hai parlato con tua madre?»
«No. Tanto lei crede che io stia dicendo delle bugie e non vuole aiutarmi.»
Ma mentre Alador stava parlando amichevolmente con Elyon, il bambino fu scosso da terribili fitte alla testa.
«Lasciami in pace! Lasciami andare!» gridò disperato.
«Alador, che cosa ti sta succedendo?»
«E’ lui… Vuole parlare immediatamente con me…»
«Fatti dire chi è.»
«Il suo nome è Phobos e mi aspetta nelle prigioni della Città Infinita.»
«Phobos?»
«Ah!»
Alla fine, il povero bambino cadde a terra esausto.
«Alador, ti prego svegliati!» fece Elyon scrollandogli le spalle.
Ma era inutile.
Il bambino era svenuto.
 
 
Alador fu fatto accomodare nelle camera degli ospiti del palazzo.
Dormiva sommessamente.
Sembrava che tutti i suoi incubi fossero passati.
«Non ci sto a capire più niente» fece Will scrollandosi la testa «Che cosa potrebbe volere Phobos da quel bambino?»
«Non lo sapremo mai se non scopriremo le sue reali intenzioni» rispose Irma.
«E per scoprire le sue intenzioni dobbiamo tornare nella Città Infinita e magari fronteggiare quelle cinque creature» ribatté Cornelia.
«Non abbiamo altra scelta. Quando lo capirai?»
«C’è sempre un’altra scelta, Irma. Non te lo scordare.»
«Litigare tra di noi non farà altro che peggiorare la nostra situazione» mormorò Hay Lin «Dobbiamo rimanere unite nonostante le avversità.»
«Non potremmo mai rimanere unite se due delle nostre migliori amiche hanno pareri discordanti» rispose Taranee.
«Questo vuol dire che dobbiamo mantenere la calma se vogliamo sconfiggere il nuovo nemico.»
Mentre le cinque guardiane stavano discutendo animatamente tra di loro, Elyon si avvicinò a loro con sguardo confortante.
«Allora? Come sta Alador?»
«Dorme come un angioletto.»
«Se non parliamo subito con Phobos, la curiosità che attanaglia la mia mente non verrà mai esaudita.»
«Cerca di non impazzire, Taranee» rispose Irma «A meno che noi andiamo nella Città Infinità senza la nostra guardiana delle terra.»
«Sapete cosa vi dico? Andate pure. Ma se avrete bisogno di aiuto, non contate su di me.»
«Adesso basta litigare, va bene?» intervenne Caleb alzando i toni «Ti prego Cornelia, fai come ti dicono le ragazze. È per il bene dell’universo.»
«Caleb, anche tu mi remi contro?»
«Non ti sto remando contro. Sto solo dicendo qual è la decisione giusta da prendere… E le tue amiche hanno ragione… Io tornerò sulla Terra per scoprire qualcosa di più su questi Antichi Maghi.»
«E come pensi di fare, scusa?»
«Andrò nella vecchia biblioteca di Cedric. Molto probabilmente li troverò qualcosa.»
«Molto bene ma stai attento. Per qualsiasi cosa…»
«Non ti preoccupare, tesoro. So badare a me stesso» replicò il Capo dei Ribelli stampando un bacio sulle labbra della guardiana della terra.
«Va bene. Mi avete convinto: verrò con voi nella Città Infinita per parlare con Phobos.»
«Evvai! È così che si ragiona!» fece Irma abbracciando la sua amica.
Ma girando lo sguardo, Cornelia notò lo sguardo serio e assente della sua amica Elyon.
«Elyon, tu cosa farai? Verrai con noi?»
«Certo che sì. Devo parlare con mio fratello e scoprire cosa vuole da quel povero bambino indifeso.»
«Vengo anch’io con voi» replicò Alador stropicciandosi gli occhi.
«Alador, tu dovresti essere a letto a riposarti.»
«Non ce la faccio a dormire ben sapendo che la mia vita è in pericolo.»
«Non ti devi preoccupare. Finché ci saremo noi a proteggerti, non ti succederà niente di male» cercò di rassicurarlo Hay Lin.
«Comunque non rimarrò qui senza fare niente. Portatemi con voi.»
«Cosa? Alador, non credo che sia una buona idea…»
«Devo sapere cosa vuole da me il principe del male. È una questione di vita o di morte.»
«Non credo che tua madre sarà d’accordo con te» intervenne Elyon «E se ti succedesse qualcosa di male? Ti ricordo che dobbiamo ritornare nella Città Infinita.»
«L’avete appena detto voi: non mi succederà niente perché voi mi proteggerete.»
«Soltanto se sapremo che tu starai al sicuro» rispose Taranee.
«Ma come farete a proteggermi se voi sarete lontano?»
«Ci penserà la mia governante a badare a te.»
«Con tutto il rispetto, preferisco rimanere vicino a voi.»
«Ma…»
«Non fatemi fare cose di cui voi potreste pentirvi.»
«E cioè?»
«Come per esempio andare nella Città Infinita da solo.»
«Adesso ci minacci pure?» domandò Irma con tono adirato.
«Non voglio fare il bambino capriccioso, ma dovete capire che vi posso tornare utile in qualche modo…»
Le cinque guardiane e Elyon si fissavano a vicenda.
«E va bene. Hai vinto tu» rispose Will.
«Benissimo! Vedrete, non ve ne pentirete.»
«Ce ne siamo già pentiti.»

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Capitolo 4
*** Il potere misterioso ***


Una volta arrivati nella Città Infinita, le guardiane e Elyon furono presi da un senso d’inquietudine.
Tranne che Alador, che continuava a camminare scortato da loro come se niente fosse.
«Dove si trova l’entrata delle prigioni di Meridian?» domandò il piccoletto.
«Siamo molto vicini. Sento lo scrosciare dell’acqua.»
Camminando ancora per qualche metro, videro con grande sorpresa che il passaggio segreto che portava alla cascata sotterranea era aperto.
Incuriosita dal fatto, Will corse verso la cascata per vedere se c’era qualcosa di anomalo.
«Will! Aspetta!» gli gridò Cornelia.
La guardiana dei quattro elementi si guardò attorno con sguardo circospetto.
«Trovato qualcosa di interessante?» domandò Hay Lin
«Non c’è niente di anomalo qua dentro…»
«E allora perché il passaggio che porta fino a qui era aperto?»
«Non lo so… Ma qualcosa mi dice che lo scopriremo presto.»
Ma con grande sorpresa, le guardiane notarono che l’Antica Maga non c’era.
«Questo posto mi sa molto di trappola» fece Taranee guardandosi attorno.
A parte la maga, tutto sembrava in perfetto ordine.
Le guardiane, Elyon e Alador superarono la cascata senza problemi, venendo a faccia a faccia con Phobos.
Il principe fissava le guardiane con sguardo sorpreso e con ghigno malevolo.
«Bene… Guarda un po’ chi si rivede…»
«Non farti strane illusione, Phobos» disse Will mettendo le mani avanti «Siamo venute qui perché abbiamo bisogno del tuo aiuto.»
«E sentiamo, che cosa potrei fare che le guardiane non possono?»
«Sconfiggere i cinque Antichi maghi che stanno popolando la Città Infinita.»
Phobos rimase in silenzio per alcuni secondi.
«Quindi siete venuti a conoscenza dei miei cinque seguaci più forti… Molto interessante…»
«Allora? Ci aiuterai?»
«E come avrebbero fatto a diventare così forti improvvisamente?> domandò Cornelia con tono tagliente.
«Loro si nutrono di magia dispersiva… magia buono o scura che fosse… Grazie al nostro duello, i cinque maghi sono diventati molto più forti del previsto, e adesso faranno tutto ciò che è in loro potere per conquistare tutta Meridian.»
«Non finché ci sarò io al comando» rispose Elyon piccata.
«Mia cara sorellina, mi sorprende che tu sia ancora qui a perdere tempo con queste fallite e con questo bambino senza poteri…»
«Che intendi dire?»
«Sto solo dicendo che i cinque magi sono già entrati nel tuo castello e stanno togliendo di mezzo tutti coloro che incontrano sulla loro strada.»
Elyon fu alquanto scioccata dalla rivelazione di suo fratello.
«No, non è vero… Stai mentendo!»
«Ah sì? Allora perché non guardi con i tuoi stessi occhi?1K
Preoccupata dalle parole di Phobos, Elyon acconsentì alla sua richiesta.
Dopo aver chiuso gli occhi, vide che il suo castello stava subendo una distruzione senza precedenti.
«Oh no! Quei cinque maghi…»
«Elyon, che cosa vedi?» gli domandò Irma.
«Dobbiamo tornare subito al castello… e alla svelta!»
«Correte… correte pure verso una vittoria insperata… Non riuscirete mai a sconfiggerli. E se tenterete di eliminarli usando tutti i vostri poteri, rischierete anche la vita… Io vi ho avvertito.»
«Ci rivedremo molto presto, Phobos» replicò Will fissandolo con sguardo truce.
«Non vedo l’ora.»
 
 
In poco tempo, le guardiane, Elyon e Alastor raggiunsero la sala del trono dove ad attenderli c’erano gli Antichi maghi.
«Alador, tu devi proteggerti. Vai subito in camera di Elyon e non uscire per nessuna ragione, ok?»
«Ma io voglio combattere!» protestò il bambino.
«Tu non hai nessun potere Alador… Non hai nessuna possibilità con questi cinque mostri.»
«Questo non è vero. Vi state sbagliando di grosso… Come per esempio provare ad essere venuti a patti con Phobos… Lui è un miserabile. Da anni ci ha comandati e sfruttati come degli sporchi schiavi.»
La rabbia di Alador era incontrollabile.
Le ragazze non l’avevano mai visto così arrabbiato.
«Non avevamo altra scelta, Alador» gli spiegò Hay Lin.
«C’è sempre una scelta, guardiana dell’aria… E quella scelta sono io.»
Disubbidendo alle parole di Will, Alador andò incontro ai cinque maghi.
«Alador, fermati! Così ti farai uccidere!» gridò Will andandogli incontro.
«Aspetta un momento» la interruppe Elyon.
«Ma Elyon, cosa…»
«Lasciamo fare a quel bambino… Nei suoi occhi ho visto tutto il suo potere e la sua convinzione… E’ lui che ci salverà.»
«E come?»
«Stai a vedere.»
Alador fissava i nemici con sguardo rancoroso.
«Che cosa credi di fare, marmocchio?»
«Chi siete voi? E che cosa volete dal mio pianeta?»
«Questi non sono affari tuoi, mostriciattolo. Ritornatene dalle guardiane se non vuoi fare una brutta fine» ribadì uno dei cinque maghi.
«Non mi fate paura… Voi non mi conoscete.»
«Molto bene… Io ti ho avvertito.»
I cinque maghi, unendo i loro poteri, scagliarono gran parte della loro magia contro il malcapitato bambino.
Inerme, Alador non poté difendersi in nessun modo.
Dopo che il bagliore aveva inondato la stanza, Alador fu trasformato in una statua di ghiaccio.
«Alador! No!»
«Adesso che il marmocchio è fuori combattimento, penseremo a voi, guardiane.»
Ma subito dopo, la statua di ghiaccio di Alador si sciolse improvvisamente.
«Taranee, sei stata tu ad usare il potere del fuoco?» gli domandò Will alla sua amica.
«No… Io non ho fatto niente…»
«E allora come spieghiamo tutto il fuoco che ricopriva quella statua?»
Pochi secondi dopo, Alador tornò ad essere un bambino, e le tracce di ghiaccio furono sciolte.
«Ma come diavolo…»
«Che cosa vi avevo detto? Voi non mi conoscete… Avete trovato pane per i vostri denti.»
«Adesso basta! Prendi questo!»
Gli antichi maghi, con forza inaudita, continuarono a colpire il povero bambino.
Ma i loro attacchi non sortirono nessun effetto contro di lui.
«Ma come fa quel bambino ad avere tutti quei poteri?» domandò Elyon confusa.
«E come se non bastasse, sono i nostri poteri!» esclamò Cornelia allibita.
«Elevati alla massima potenza» spiegò Taranee «Guarda come usufruisce del potere della terra.»
L’intera sala del trono fu scossa da un potentissimo terremoto.
Per ripararsi, Elyon e le guardiane uscirono immediatamente dal luogo di battaglia, godendosi il combattimento a debita distanza.
«Non abbiamo nessuna speranza contro questo bambino!» gridò uno degli Antichi maghi ai suoi compagni.
«Dobbiamo ritirarci. E alla svelta!»
«No! Voi non andrete da nessuna parte!»
Unendo i propri poteri, Alador sconfisse definitivamente i cinque Antichi Maghi rispedendoli nelle prigioni della Città Infinita.
 
 
Una volta che la battaglia si fosse conclusa, Elyon e le cinque guardine si radunarono intorno al bambino fissandolo con sguardo sorpreso.
«E questi poteri? Da dove vengono?»
«Posso solo dirvi che sono il figlio legittimo degli Oracoli, ovvero coloro che proteggono il Cuore di Kandrakar.»
«E perché non ce l’hai detto prima?»
«I miei poteri dovevano essere un segreto per tutti… Soprattutto per quei cinque maghi pericolosi… Che poi ho scoperto essere dei cinque maghi di mezza tacca evasi dalle prigioni della Città Infinita.»
«E perché i nostri poteri non hanno avuto nessun effetto contro di loro?» domandò Irma.
«Perché non combattevate con il cuore…»
«Che cosa?»
«Dopo la sconfitta di Phobos, avete perso la voglia di combattere. E questo, ha fatto ciò di indebolire i vostri poteri… Spero che questa battaglia vi sia servita da lezione e che continuate ad essere le guardiane di un tempo… Ah, e c’è un’ultima cosa.»
«E sarebbe?»
«Con il passare del tempo, diventerete sempre più forti. Ma dovete prima volerlo…»
«Non avrei mai pensato che un marmocchio mi potesse dire come devo combattere» fece Cornelia sdrammatizzando la situazione.
«Lo prenderò come un complimento, guardiana della terra… Ma adesso devo tornare dai miei avi e affinare le mie arti magiche naturali. Come voi, anch’io ho molto da imparare.»
«Allora questo è un addio.»
«No, guardiana dei quattro elementi… E’ un arrivederci» disse infine il bambino prima di scomparire nel nulla.
«Ha anche il dono del teletrasporto!» esclamò Irma.
«Ragazze! Finalmente vi ho trovato!» gridò Caleb dopo aver corso più veloce che poté «Purtroppo non ho trovato niente che possa trovare dei punti deboli in quei cinque maghi.»
«Tesoro, credo che tu sia arrivato un po’ tardi» fece Cornelia con tono divertito.
«Perché?»
«Perché grazie all’aiuto di Alador, quei cinque maghi non saranno più un problema.»
Caleb li fissava con sguardo allibito.
«Credo che mi dobbiate spiegare un sacco di cose.»
«Con molto piacere… Ma lo farò io personalmente dopo che mi avrai portato a cena fuori» replicò la guardiana della terra stringendo a sé il suo fidanzato.
«Va bene… Affare fatto» rispose Caleb non del tutto convinto sotto gli sguardi divertiti dei presenti.

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