Heartbeats

di Dreamer47
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I really need You to stay over here. ***
Capitolo 2: *** I'm waking up today. ***
Capitolo 3: *** You've got something I need. ***
Capitolo 4: *** If you were still in my arms. ***
Capitolo 5: *** Sometimes you gotta just live... ***
Capitolo 6: *** The Things we lost in the Fire. ***
Capitolo 7: *** The Things we lost in the Fire (Parte II). ***
Capitolo 8: *** We'll never be the same again. ***
Capitolo 9: *** We'll never be the same again (Parte II). ***
Capitolo 10: *** I'll Carry you Home. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 15 (CONTINUAZIONE). ***
Capitolo 19: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 17. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 18. ***
Capitolo 22: *** Capitolo 19. ***
Capitolo 23: *** Capitolo 20. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 21. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 22. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 22 (CONTINUAZIONE). ***
Capitolo 27: *** Capitolo 23. ***
Capitolo 28: *** "Family don't end with blood, boy!" ***
Capitolo 29: *** "Family don't end with blood, boy!" (CONTINUAZIONE) ***
Capitolo 30: *** Capitolo 25. ***
Capitolo 31: *** Capitolo 25. (CONTINUAZIONE) ***
Capitolo 32: *** Capitolo 26. ***
Capitolo 33: *** Capitolo 27. ***
Capitolo 34: *** Capitolo 27 (CONTINUAZIONE). ***
Capitolo 35: *** Capitolo 28. ***
Capitolo 36: *** Capitolo 28 (CONTINUAZIONE). ***
Capitolo 37: *** Capitolo 29. ***
Capitolo 38: *** Capitolo 29 (CONTINUAZIONE). ***
Capitolo 39: *** Memories. ***
Capitolo 40: *** I found a place to go. ***
Capitolo 41: *** I know I took the path that you would never want for me. ***
Capitolo 42: *** Showtime: anywhere you want me to take you, I'll go ***
Capitolo 43: *** Katherine, wake up! ***
Capitolo 44: *** She's flying towards an early grave. ***
Capitolo 45: *** Why is everyone afraid that I lose myself? Why I'm not? ***
Capitolo 46: *** You gotta fire and it's burnin' in the rain. ***
Capitolo 47: *** Do I have to run and hide or go out and fight ? ***
Capitolo 48: *** Escape is what I need. ***
Capitolo 49: *** At the end it's only dark. ***
Capitolo 50: *** Let's say goodbye to our dead. ***
Capitolo 51: *** When the levee breaks. ***
Capitolo 52: *** Even if I seem dangerous, Would you be scared? ***
Capitolo 53: *** There's a hole in my soul, can you feel it? ***
Capitolo 54: *** Deep in my bones, straight from inside: I'm redioactive. ***
Capitolo 55: *** I played the soldier while you played the queen ***
Capitolo 56: *** Once you let the darkness inside, it never comes out. ***
Capitolo 57: *** And now I know all your fears ***
Capitolo 58: *** No matter what they say: I'll bring you home! ***
Capitolo 59: *** And at the end everybody will cry. ***



Capitolo 1
*** I really need You to stay over here. ***


NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti ragazzi/e, questa è la mia prima fiction e, come ho scritto in descrizione, ho sempre sperato che inserissero in Supernatural un personaggio femminile fisso, ma dato che non è mai stato così ho deciso di inserirlo io e di scrivere la storia dal mio personale punto di vista, scatendo al massimo la mia fantasia. 
Siate clementi, spero che vi piaccia tanto quanto piace a me, fatemelo sapere lasciandomi un piccolo commento se volete!! Buona lettura ! :)


Capitolo 1

I really need you to stay over here.



Il gelo pungente della sera gli pizzicò il viso mentre era alla guida della sua amata Impala: aveva spinto una cassetta all’interno della radio e quando le note di una delle sue canzoni preferite invasero l’abitacolo dell’auto, Dean sperò di riuscire a trovare un po’ di pace, azzerando i suoi pensieri per qualche minuto.
Sospirò sapendo che, quando lui e suo fratello avrebbero risolto il caso che avevano fra le mani, sarebbe andato a sciupare un po’ dei loro soldi in uno dei soliti bar che frequentava, per poi tornare a casa con una delle sue solite avventure.
Era questa la sua vita, cacciava di giorno e si rilassava la notte in un bar, bevendo fino ad avere alla nausea, perché aveva un costante senso di vuoto all’interno di sé che Sam non avrebbe mai potuto colmare completamente, che provava molto spesso da quando suo padre era morto per salvarlo; la domanda che più spesso lo tormentava la notte era “Ma perché accidenti ha salvato proprio me?”.
Non avrebbe dovuto dare la sua vita per lui, sarebbe dovuto rimanere al fianco di Sammy per aiutarlo a continuare la sua vita e a dare la caccia a quel bastardo di Occhi Gialli, per vendicare la loro madre e Jessica; non avrebbe dovuto scaricare quella responsabilità su di lui, era davvero troppo doloroso per lui sapere che il proprio padre era finito all’inferno per salvarlo dalla morte.
Dean era davvero troppo giù di morale in quel periodo e sapeva di non poter mostrare quella parte di se al fratello, il suo orgoglio glielo impediva; lui era stato sempre il più forte fra i due, quello che riusciva a prendere fra le mani le situazioni e gestirle con calma, quello che si prendeva cura di quel mocciosetto del suo fratellino. Ma adesso, per la prima volta nella sua vita, aveva bisogno di qualcuno di diverso di suo fratello che lo aiutasse ad andare avanti, aveva bisogno di qualcuno che lo tirasse fuori dal buco nero in cui stava precipitando, aveva bisogno che qualcuno entrasse nella sua vita e spazzasse via i tormenti che stavano mandando a rotoli la sua vita. Il ragazzo lanciò uno sguardo sofferente alla strada vuota davanti a sé e sospiro nuovamente: aveva bisogno di qualcuno.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal suono del suo cellulare che prese a squillare e a vibrare all’interno della tasca dei suoi jeans; abbassò il volume della musica e afferrò il telefono irritato, leggendo il nome di chi fosse la persona che lo avesse appena interrotto.
"Dean dove sei ? Qui fuori c’è la polizia" disse Sam dall’altro capo del telefono, mentre osservava da dietro le tende della finestra del motel, gli agenti che parlavano con il titolare. 
"Ti stai agitando per niente, abbiamo cambiato le carte di credito, non sono qui per noi" disse Dean accennando un sorriso, ricordando quanto il fratello si preoccupasse per le piccole cose.
Sam tirò un sospiro di sollievo osservando la macchina della polizia andare via e disse: "Falso allarme".
"Sei troppo ansioso" scherzò Dean sorridendo.
"Essere ricercati non è esattamente uno sballo" gli rispose Sam sospirando, chiudendo le tende e tornando ad esaminare le carte che teneva sulla scrivania. 
"Quante volte te l’avrò detto che alle ragazze piace il brivido, fratellino ?" disse Dean ridendo continuando a guidare, scuotendo leggermente la testa. 
"Hai scoperto qualcosa ?" chiese Sam ignorandolo completamente, alzando gli occhi al cielo.
"Ho perlustrato la stazione ferroviaria, ma niente" disse Dean alzando un sopracciglio, sospirando.
"Si, ma le vittime sono scomparse li" osservò Sam prendendo fra le mani le informazioni che aveva raccolto sul caso.
"Ci provo, tu invece hai trovato qualcosa di utile?" disse Dean sospirando.
"Beh, sono quasi sicuro che si tratti di un Jinn" disse dall'altro capo del telefono Sam aggrottando le sopracciglia.
"Il genio della lampada? Esaudisce i desideri?" Chiese Dean sarcasticamente, ridendo.
"No, ma credo che sia abbastanza potente. Ma non penso somigli a Barbara Eden” scherzò il minore sorridendo. “Da secoli questi geni illudono la gente! Anche il corano ne parla!".
"Barbara Eden era così sexy, davvero molto eccitante" osservò Dean ancora al volante, sognando ad occhi aperti, con un sorriso stampato sul viso.
"Ma mi stai ascoltando?" Disse Sam ridendo, sentendo il fratello fare la medesima cosa.
"Certo che si.. Dove si nascondono i Djinn?" Chiese Dean con ancora un sorrisino sul viso.
"Di solito.. mm.. preferiscono stare in edifici abbandonati" disse Sam leggendo le pagine trovate su quell’essere.
"Tipo un vecchio capannone isolato?" disse il maggiore aggrottando le sopracciglia. “Ci sono passato appena 5 minuti fa, vado a controllare”.
"No, vieni a prendermi e andremo insieme!” esclamò Sam preoccupato per l’incolumità del fratello.
"Sta tranquillo, terrò gli occhi aperti" disse Dean sorridendo, riattaccando il telefono senza dargli neanche la possibilità di ribattere.

 
Fece inversione e in poco tempo arrivò al luogo abbandonato, posteggiò e scese dalla sua macchina facendo rifornimento di armi nel bagagliaio: afferrò la sua pistola e l’adagiò nel tessuto dei suoi pantaloni, mentre preferì usare come prima arma un coltello spesso e lungo, in grado di affettare qualsiasi tipo di carne, mentre nell’altra mano serrava con decisione una torcia.
Osservò l’edificio per qualche secondo, pensando che quello fosse proprio il posto ideale per uno di quei mostri, dato l’assenza di presenze umane per almeno 4-5 km, ed entrò di sottecchi.
Cominciò a perlustrare il posto e a scrutarlo in ogni singolo particolare: era spoglio, sporco e poco illuminato, vi erano cianfrusaglie sparse per le varie stanze e delle piccole vetrate malmesse, quasi attaccate al soffitto, dalle quali entravano dei deboli raggi chiari della Luna.
Continuò a perlustrare il posto, alla ricerca di qualche indizio che provasse che quel Jinn tenesse le proprie vittime lì, per poterle liberare ed uccidere quel mostro una volta per tutte.
Improvvisamente sentì alle sue spalle uno scricchiolio sospetto e una presenza così, cercando di non far prevedere all'avversario le sue mosse, strinse il coltello nella mano destra, girando la testa leggermente in quella direzione per ascoltare eventuali rumori, ma quando si girò di scatto per cogliere di sorpresa il Jinn, non vide nessuno, continuando però a sentire il rumore di alcune gocce d'acqua che si infrangevano al suolo.
Prese un respiro e continuò a farsi luce con la torcia e a camminare per la stanza, finché sentì delle mani posarsi sulle sue spalle e la durezza del muro di cemento contro la sua schiena: il ‘genio' lo aveva appena attaccato, ma Dean, prontamente, strinse il coltello e si scontrò contro il demone che lo disarmò in poche mosse.
Il ragazzo tentò di difendersi il più possibile, colpendolo numerose volte al viso e allo stomaco, ma ogni sua mossa era inutile dato che il genio era più forte di lui. Il Jinn afferrò e tenne stretto il cacciatore con il braccio destro, incastrandolo nuovamente contro il muro, e sorrise osservando Dean cercare di divincolarsi inutilmente, mentre avvicinava lentamente la mano destra al suo volto, impregnata di veleno.
Gustò per qualche secondo la visione del cacciatore che tentava ancora di liberarsi e combattere, e con un altro sorriso appoggiò la mano sulla fronte del cacciatore trasmettendogli il veleno: in pochi secondi, gli occhi di Dean rotearono all’indietro, divenendo bianchi, e perse i sensi cadendo rovinosamente a terra.

 
 

 
Dean aprì gli occhi nel cuore della notte, svegliato dalla televisione accesa nella stanza buia e, sedendosi sul letto, cominciò a guardarsi attorno non riuscendo a capire dove si trovasse: non riconosceva quel posto, né tanto meno vi era mai stato in passato.
Guardò attentamente la stanza scrutandone ogni singolo oggetto, analizzandone forma e colore, ma nulla di quello che vide gli sembrava familiare; osservò il letto in cui fino a qualche secondo prima stava riposando, trovando accanto a lui una figura dormiente. Era una donna bionda che dormiva coricata sul fianco destro, voltata verso di lui, e a coprirla c’era un semplice leggero e sottile lenzuolo, che si stendeva anche su di lui all’altezza del basso ventre; si avvicinò silenziosamente alla ragazza per scrutarla meglio ma, sforzandosi, non la riconobbe. Non l’aveva mai vista prima di quella notte.
“Devo essermi preso una bella sbronza ieri sera..” pensò Dean accennando un sorriso amaro, sapendo però che qualcosa non quadrasse.
Afferrò i suoi vestiti sparsi per la camera e li indossò, cominciando a girare per la casa in cui si era appena risvegliato; nel piccolo salone accese la luce, ancora spaesato e cercò qualche indizio che potesse spiegargli la sua presenza in quella casa.
Sul piccolo tavolo della stanza, trovò un cellulare e lo afferrò, sperando che fosse il suo, cercando il numero di suo fratello per mettersi in contatto con lui e capire in che strana situazione si fosse cacciato.
"Dean?" chiese il minore sorpreso della telefonata a quell’ora, con voce parecchio assonnata.
"Sam?" bisbigliò Dean continuando a guardarsi attorno.
"Che succede?" chiese Sam preoccupato.
"Non so dove mi trovo" disse Dean, preoccupandosi di non alzare troppo il volume della voce per non svegliare la ragazza.
"Cosa? Che vuoi dire?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia dall’altro capo del telefono.
"Stanotte quel Jinn mi ha attaccato" ammise il ragazzo passandosi una mano sul viso e scuotendo la testa.
"Il gin? Ti sei messo a bere gin?" Disse Sam ridendo.
"Non fare il cretino. Il Jinn mi ha stordito e.." disse Dean irritandosi. ".. e mi sono svegliato accanto ad una donna.."
"Chi? Katherine?" disse Sam continuando a ridere, capendo che il fratello avesse esagerato un po’ troppo con l’alcool la sera precedente.
"Chi?" Chiese Dean a bocca aperta, aggrottando le sopracciglia.
"Sei ubriaco per caso?" disse Sam sorridendo, tornando però a preoccuparsi.
"Non dire stronzate!" Disse Dean, sforzandosi di tenere il tono di voce basso.
"Senti, è tardi! Perché non provi a dormire un pò?" Disse Sam sbadigliando. "Ci vediamo domani"
"Aspetta! Sam! SAM!" Disse Dean, ma il fratello aveva già riattaccato.
Dean guardò il telefono, stupefatto del comportamento di Sam e sospirò, se la sarebbe dovuta cavare da solo; cercò altri indizi e la sua attenzione fu catturata dal un paio di bollette e pubblicità, appoggiate sul tavolino, ed i mittenti della posta erano "Katherine Collins" e "Dean Winchester".
"Ma che significa?" pensò scuotendo la testa.
Davvero aveva una relazione con la bionda? A lui neanche piacevano le bionde, non poteva addirittura viverci.
Improvvisamente le bollette gli scivolarono di mano, quando lesse, per almeno due volte, la città indicata sulla busta, restando a bocca spalancata.
Lawrence?" Esclamò stupefatto sgranando gli occhi.
"Tesoro? Che fai alzato?" Disse la ragazza che dormiva con lui, Katherine, avvicinandosi al suo ragazzo in piedi nel salotto.
“Katherine.. Katherine ecco io.." cercò una giustificazione plausibile, ma non ne trovò una adeguata, rimanendo a sorridere.
"Non riesci a dormire?" Chiese la ragazza guardandolo negli occhi e sorridendogli, avvicinandosi lentamente a lui.
"Già" rispose Dean accennando un sorriso.
Poco prima il ragazzo non aveva avuto modo di osservarla bene: la ragazza aveva dei bellissimi occhi azzurri con delle ciglia fittissime, delle labbra carnose proprio come piacevano a lui, i capelli biondo miele le ricadevano perfettamente sulle spalle e sulla schiena e aveva un fisico atletico, evidenziato dai pantaloncini stretti e corti e dalla canottiera aderente che aveva messo qualche secondo prima.
"Non ho mai visto una ragazza così bella" pensò Dean rimanendo ammaliato.
"Torna a letto, magari io riesco ad aiutarti in qualche modo" disse Katherine cingendo con le sue braccia il collo del ragazzo e guardandolo con aria maliziosa.
"Si, tra un minuto, tu va avanti" disse Dean sorridendole.
"Va bene, non metterci troppo" disse Katherine avvicinando i loro volti e baciandolo castamente, per poi sciogliere l'abbraccio e, sorridendo, tornare in camera da letto.
Dean scosse la testa, doveva ammettere che quella ragazza lo aveva davvero mandato su di giri in pochi secondi; decise che avrebbe pensato a Katherine in un secondo momento e continuò a dare un'occhiata in giro e in alcuni scaffali vide una serie di foto in cui i protagonisti principali erano lui e la ragazza.
Quando improvvisamente vide una foto qualcosa gli scattò dentro, cambiò espressione e uscì immediatamente dalla stanza e con la sua Impala si recò nell'unico posto in cui sarebbe potuto andare: nella casa dei suoi genitori.



 
Bussò freneticamente alla porta in piena notte e quando si aprì, Dean rimane sconvolto nel vedere chi le stava davanti.
"Dean?" Disse una voce a lui familiare, ancora un po’ assonnata.
"Mamma?" Disse guardandola, a metà tra lo sconvolto e il felice.
"Che cosa ci fai qui? " chiese toccandogli un braccio, preoccupata. "Ti senti bene?".
"Io... io non lo so" rispose il ragazzo fissandola negli occhi, con una voce tremante.
"Katherine mi ha appena chiamata e mi ha detto che eri uscito all'improvviso" disse la donna dirigendosi verso il salotto, mentre il ragazzo si chiudeva la porta alle spalle.
"Già..” disse velocemente sospirando, sapendo che la ragazza era l’ultimo argomento di cui voleva parlare con la madre che aveva appena ritrovato.
“Mm.. posso farti una domanda mamma? Quando ero piccolo che cosa mi dicevi quando mi mettevi a letto?" chiese il ragazzo con le lacrime agli occhi, preoccupato che quello fosse solamente un bel sogno. 
"Che gli angeli vegliavano su di te." Rispose la madre non riuscendo a capire il figlio, aggrottando le sopracciglia.
Dean la guardò e non esitò più, si avvicinò alla madre e l'abbracciò forte, facendosi scappare qualche lacrima.
"Non posso crederci" esclamò il ragazzo stringendo sempre più forte.
"Tesoro, perché non mi dici che cosa succede?" chiese la madre ricambiando l’abbraccio.
"Tu credi che i desideri si possano avverare?" Chiese il ragazzo staccandosi dall'abbraccio. “Sono così felice di vederti".
La madre sorrise, sedendosi sul divano mentre il figlio vagava per il salotto osservando e toccando ogni oggetto.
"Non c'è mai stato un incendio quand'ero piccolo qui? E papà dov'è?" Chiese il ragazzo osservando tutte le foto della sua famiglia riposte sugli scaffali.
"No tesoro, non c'è stato nessun incendio. Perché mi chiedi di papà ? Sai che è morto nel sonno con un infarto" rispose la madre aggrottando le sopracciglia.
"È fantastico.. che se ne sia andato così in pace" disse Dean correggendosi. "Ehi tu torna pure a dormire.. io passerò la notte qui con te, d'accordo?".
"Ok tesoro. Sicuro di stare bene?" Chiese la madre accarezzandogli il viso.
"Credo di si" rispose guardandola negli occhi.
"Ok, cerca di riposare. Ti voglio bene" disse la madre salendo in camera, dopo avergli dato un bacio.
Dean si stese sul divano, con un sorriso stampato sulle labbra: era così felice che sua madre fosse viva, che suo padre non fosse all’inferno e della sua bella ragazza. Si addormentò nonostante non capisse ciò che gli stesse capitando, ma felice di aver riabbracciato sua madre dopo tanto tempo. Che esistessero anche Jinn in grado di non fare del male, ma di aiutare a realizzare i sogni della gente ? Ma al ragazzo non importava, aveva ritrovato sua madre e non poteva essere più felice di così. 

 
 

 
Dean si svegliò sul divano della madre rilassato, dopo aver dormito un'intera notte senza tenere la pistola sotto il cuscino. Aprì gli occhi e si sedette, mentre la luce del sole filtrava da dalla finestra e cominciò ad osservare nuovamente le foto di famiglia, notandone una che ritraeva Sam, nel suo giorno del diploma, con i loro genitori: ciò lo portò a sgranare gli occhi e a provare la sensazione che aveva provato la scorsa notte nella casa che, successivamente, aveva scoperto essere sua: era disorientato.
Chiamò Sam ma attaccò la segreteria telefonica e, non appena ascoltò il messaggio preregistrato, capì di essere solo. Salì sulla sua auto e si recò presso l'università di Lawrence per parlare con un esperto di cultura araba e del corano, di cui il fratello gli aveva sempre parlato.
"Molti musulmani credono che i Jinn siano reali" spiegò il professore, illustrando a Dean dei libri. "Sono menzionati anche dal Corano".
"Sisi lo so; mi parli dei desideri. Possono esaudirli davvero?" Chiese Dean guardandolo negli occhi.
"Potrebbero esaudirli, si, hanno poteri divini e possono alterare la realtà a loro piacimento: passato, presente e futuro." Rispose l’uomo aggrottando le sopracciglia.
"E perché lo farebbero? Per volontà personale o forse perché non sono malvagi?" Chiese Dean appoggiandosi al tavolo con entrambe le mani, aggrottando le sopracciglia. 
"Mi scusi.. ha forse bevuto?" Chiese il professore sgranando gli occhi.
"Tutti non fanno che chiedermelo però.. mmm no" rispose il ragazzo sorridendo per poi ringraziarlo e andare via.
Uscito dalla facoltà volle controllare il portabagagli, per cercare le armi, ma quando lo aprì lo trovò completamente vuoto, sorrise all'idea di essere diventato un bravo ragazzo e pensando che, forse, quel Jinn avesse realmente esaudito il suo desiderio.
In pochi secondi Dean si dovette appoggiare all'auto perché la testa prese a girargli parecchio e la terra gli mancava sotto ai piedi, cominciando ad avere una visione distorta del mondo intorno a sè.
"Ti prego non farlo" sentì improvvisamente come una cantilena.
Dean si voltò di scatto e vide una ragazza di spalle vestita di bianco che tremava, che dopo pochi secondi scomparve e tutto tornò alla normalità.


 
Decise di tornare a casa da sua madre, non riuscendo a capire che cosa stesse succedendo, e si concentrò sui bisogni della madre così Dean sorrise andando nel giardino e accese la falciatrice; ancora più felice salutò i vicini e falciò il prato. Aveva una vita perfetta, una famiglia perfetta, una ragazza perfetta. Era così felice da non poterci ancora credere. Cosa poteva desiderare di più dalla vita?
Quel Jinn aveva esaudito il suo più grande desiderio; fu contento di essere incappato per una volta in uno dei 'buoni'. Dopo la morte di suo padre, finalmente ritrovò un pò di serenità. Quando finì il lavoro in giardino, prese una birra che gustò sorridendo e, con questi pensieri ancora in mente, vide arrivare la macchina di suo fratello.
"Non posso crederci!" Esclamò Dean, vedendo Jessica scendere dal sedile del passeggero. "Ciao Jessica" aggiunse correndo letteralmente ad abbracciarla.
"Ehi ciao Dean! Anch'io sono felice di vederti" riuscì a dire la ragazza, fin troppo stretta nel suo abbraccio. "Fammi respirare".
"Sam! Ma guardati, sei con Jessica! È meraviglioso! " esclamò ridendo e toccando la spalla del ragazzo.
"Si, certo" disse Sam guardandolo con un sopracciglio alzato.
"Da dove venite?" Chiese Dean ancora sorridendo .
"Siamo appena arrivati dalla California" rispose la ragazza mentre Sam prendeva le valigie dall’auto.
"California! Stanford! Facoltà di legge scommetto" disse Dean ancora ridendo.
Sam osservò la bottiglia che il fratello aveva in mano e gli disse seccato: "Vedo che hai già iniziato i festeggiamenti per il compleanno della mamma".
"E’ oggi?" Esclamò Dean sorpreso, sgranando gli occhi.
"Certo Dean, per questo siamo venuti!" disse Sam fissandolo negli occhi e continuò: "Non dirmi che l'hai dimenticato?!" .
E Dean rimase stupefatto quanto il fratello per non essersene ricordato.
 
 
Sam, Jessica, Dean e la madre andarono al ristorante, dove furono raggiunti da Katherine; si sedettero al loro tavolo e ordinarono qualcosa da mangiare, e quando il cameriere fu di ritorno con i piatti di ciascuno, Sam fece un brindisi alla madre e tutti le augurarono buon compleanno. Dean vide Sam e Jessica baciarsi lievemente prima di iniziare a mangiare e sorrise felice.
Nello stesso momento Katherine, sorridendo, si avvicinò di più a Dean sussurrandogli all’orecchio: "Dopo però andiamo a mangiare un bel cheeseburger?" .
"Oh Dio si! Come ho fatto a finire con te?" Disse il ragazzo osservandola sorridere.
"Perché sono una di poche pretese!" Esclamò ridendo la ragazza e avvicinandosi per baciarlo.
"Scusate, Jessica e io abbiamo una sorpresa per il compleanno della mamma. " disse Sam prendendo la mano sinistra di Jessica e facendo vedere a tutti l'anello che indossava.
"Oh mi Dio, è meraviglioso. Congratulazioni!" Disse la madre abbracciando la ragazza, così come fece Katherine.
"Congratulazioni Sammy, sono contento credimi" disse stringendogli la mano.
Prima che Sam potesse dire qualcosa, Dean sentì dire alla sua ragazza qualcosa che gli ricordò ciò che era successo fuori dall’università: "No ti prego. Lasciami andare".
Si avvicinò velocemente alla ragazza che ancora abbracciava Jessica e staccandola dall'abbraccio, la scrutò per capire cosa non andasse.
"Ehi tesoro va tutto bene? Cos'hai detto? Chi ti deve lasciare andare?" Disse afferrandola per un braccio, attirando l'attenzione di tutti e cinque i presenti e la ragazza, sorpresa del gesto, sgranò gli occhi.
"Dean che stai dicendo? Mi stavo semplicemente congratulando con Jessica! Non c'è nulla che non va" affermò Katherine, scossa dalle affermazioni del ragazzo.
Tutti lo osservavano senza dire una parola, incerti sul suo strano comportamento mentre nella mente del ragazzo si stavano insinuando dei dubbi e dei sospetti: qualcosa non quadrava, così si limitò a sorridergli imbarazzato. 

 
Tornarono a casa tutti insieme e la madre li ringraziò tutti per il magnifico compleanno e augurò la buonanotte, salendo in camera sua.
"Anch'io sono stanco, andiamo Jessica?" Chiese Sam alla ragazza, avendo chiaramente altri piani.
"Aspettate sono soltanto le 9. Che ne dite di bere qualcosa insieme?" Disse Dean sorridendo.
"Oh si!" "Magari un'altra volta Dean" dissero all'unisono Sam e Jessica.
"Coraggio fratellino, abbiamo due splendide donne con noi, ti sei fidanzato, andiamo a festeggiare!" Esclamò Dean eccitato solamente all'idea.
"Scusate ragazze, vorrei parlare un secondo con Dean." Disse Sam e le due ragazze andarono in un'altra stanza.
"Va bene, si può sapere che hai? Da dove vengono tutta questa cordialità e queste smancerie? E da quando in qua mi chiami 'Sammy' ?" Sam osservò la faccia sbalordita di Dean e continuò: " Dean andiamo, ci parliamo solo durante le feste!"
"Davvero? È sbagliato, tu sei mio fratello!" esclamò visibilmente sorpreso.
 " ' Tu sei mio fratello' ? È la stessa cosa che hai detto quando hai usato i miei documenti o quando hai rovinato la mia festa di diploma." Disse Sam.
"Be sono le stronzate che faccio io, senti.."
"No sta tranquillo, non mi importa. Lasciami stare, noi due non abbiamo nulla in comune" disse Sam lasciando il fratello senza parole per un breve momento, sorpassandolo per uscire dalla stanza.
Dean lo afferrò dal braccio e gli disse: " E invece no, ti sbagli! C'è la caccia!".
" La caccia? Non ho mai cacciato in vita mia Dean. " rispose Sam, ridendo.
"Be, dovremmo andarci una volta. Te la caveresti bene."
"Ok" disse allontanandosi dal fratello e , prima di raggiungere la sua fidanzata disse al fratello : "Cerca di riposare".
 

 
Durante il tragitto per arrivare a casa loro, Dean e Katherine non parlarono. Entrambi erano immersi nei propri pensieri e nessuno dei due aveva intenzione di parlare di ciò che era accaduto qualche ora prima al ristorante.
Mentre Dean guidava, pensava a tutto quello che gli aveva detto il fratello poco prima. Com'è possibile esaudire il desiderio più grande della sua vita e perdere chi della sua vita faceva già parte ? Avrebbe fatto di tutto per fare tornare la sua vita alla normalità.
Arrivati a casa, Dean si mise sul divano ancora molto pensieroso così Katherine si sedette accanto a lui e gli porse una birra.
"La mia preferita? Mi conosci bene" disse Dean accennando un sorriso.
"Ti senti bene tesoro?" Si limitò a chiedere la ragazza preoccupata.
"Beh, Sammy e io non andiamo d'accordo" ammise Dean triste, fissando la birra. 
"Non passate tanto tempo insieme, secondo me non ti conosce a sufficienza. Mi dispiace per lui, ma non sa che cosa si perde" disse la ragazza avvicinandosi e dandogli un bacio sulla guancia.
Dean si limitò a fissare il vuoto per qualche secondo e disse: "Sistemerò le cose con Sam. Le sistemerò con lui, le sistemerò con tutti".
"Va bene. Si può sapere che cos'hai? Cos'è successo al ristorante?" Chiese Katherine sospirando.
Dean la guardò per qualche secondo, di certo non poteva dirle che una donna lo stava perseguitando chiedendogli aiuto e che, per farlo, si era servita anche di lei stessa.
"Non te lo so dire; è come se mi avessero dato una seconda occasione e non voglio sprecarla. Sistemerò ogni cosa e, per quanto riguarda il ristorante, bè.. dimentica ogni cosa. " spiegò il ragazzo.
"Bè hai ragione, non puoi sprecarla e.." iniziò la ragazza, ma non poté continuare la frase perché Dean si avvicino a lei e la baciò.
"Ora ho capito" disse Dean guardandola negli occhi.
"Che cosa?" Rispose la ragazza sorridendo.
"Perché sei quella giusta" disse il ragazzo tornando a baciarla.
Ma lei si staccò velocemente esclamando: "Andiamo non puoi farmi questo adesso! Devo andare a lavoro". E si alzò controvoglia dal divano per correre nella camera da letto.
"Vai a lavorare ora?" chiese il ragazzo sorpreso bevendo la sua birra.
 "Lo sai che il giovedì ho il turno di notte" disse la ragazza dall’altra stanza .
"Giusto, lavori di notte" disse raggiungendola nella camera da letto e osservandola estrarre dalla cabina armadio il camice.
"All'ospedale. Sto con un'infermiera. È tutto così rispettabile" sorrise salutando la ragazza che era pronta per andare a lavoro.
Dopo un bacio veloce, Dean rimase a casa da solo e cominciò a fare zapping, passando da programmi di cucina a programmi di economia, a cartoni. Finché non fu attirato da un servizio al telegiornale: "Oggi ricorre l'anniversario dell'incidente aereo della United Britannia 424, gli abitanti hanno organizzato una fiaccolata in ricordo dei 108 passeggeri che persero la vita nell'incidente.. ".
"Avevamo impedito quell'incidente" osservò sconvolto Dean.
Prese il suo portatile e cominciò a scavare fra le notizie finché non arrivò ad una conclusione: ogni caso che aveva seguito, tutta la gente che lui Sam e suo padre avevano salvato, adesso era morta.
In quel momento ebbe un'altra delle sue brevi visioni e vide la ragazza, con l’aspetto di Katherine, come la prima volta, e lo condusse nella stanza da letto. Lentamente aprì la porta della cabina armadio e vide una delle cose più impressionanti che avesse mai visto: due donne, ormai scheletriche, appese ad una corda per le braccia e completamente ricoperte di sangue. Subito dopo le due donne sparirono, insieme a quella che lo aveva condotto in camera.
Sconvolto uscì con l'Impala, non potendo più rimanere in quella casa, e guidò senza una meta.
Si ritrovò difronte al cimitero dove avevano seppellito il padre e decise di fargli visita; davanti alla lapide, lesse il nome di suo padre e gli parlò come se lui fosse ancora li: "Tutti quanti, tutti quelli che tu, Sammy ed io abbiamo salvato, sono tutti morti. E poi c'è questa donna che mi insegue e non so perché. Non so che rapporto ci sia, o almeno non mi è ancora chiaro, ed è come se la mia vecchia vita mi inseguisse, come se non volesse che io fossi felice. Se fossi qui mi diresti 'trova quel Djinn! Ricorda che io ho dato la vita per te, la tua felicità in cambio di quelle vite, non accetto scuse! Chiaro?'. Ma perché?! Perché devo essere io a salvare quelle persone? Perché devo essere proprio io l'eroe? E noi? E mamma ? Non dovrebbe vivere la sua vita? Sammy non ha il diritto di sposarsi? Perché dobbiamo sacrificare tutto noi? Non è......”.
Dean fu costretto a fare una pausa perché le lacrime che gli erano scivolate sul viso, gli impedivano la vista. “Certo" continuò, capendo quale fosse la cosa giusta da fare; guardò un'ultima volta la lapide, si asciugò il viso e tornò in macchina.

 
Decise che doveva affrontare quel Djinn, ma per farlo aveva bisogno di un coltello di argento.
Andó a casa di sua madre e per non svegliare nessuno si intrufolò cercando l'argenteria. Prese un coltello, quando improvvisamente qualcuno lo afferrò da dietro, ma Dean lo ribaltò senza problemi e lo atterrò. 
"Sei fuori allenamento fratellino" disse Dean al fratello ridendo.
"Dean? Che diavolo ci fai qui?" Esclamò sorpreso. 
"Stavo cercando una birra".
"In soggiorno?" Disse Sam accendendo la luce.
"Quella.. è l'argenteria! Ti sei intrufolato in casa per rubare l'argenteria ?" Chiese Sam avvicinandosi a lui.
"Ehi, non è come credi! Non avevo altra scelta! Devo dei soldi ad un tizio" Disse Dean sospirando.
"Non posso credere che siamo fratelli" disse solamente Sam dopo averlo fissato.
Dean lo guardò cercando le parole e, sospirando, disse: "Sam mi dispiace, mi dispiace che non andiamo d'accordo. Vorrei sistemare le cose tra noi ma adesso devo andare. La vita di molte persone è in pericolo". 
"Ma di che stai parlando?" chiese preoccupato Sam.  
"Nulla, lascia perdere.  Solo di a mamma che le voglio bene. Ci vediamo Sammy". 
Dean uscì di casa ed entrò in macchina ma qui esitò un pò, fermandosi a pensare a tutto quello che stava succedendo e a ciò che avrebbe potuto perdere, finché la portiera del passeggero si aprì e Sam si sedette accanto al fratello. 
"Che stai facendo? Scendi dall'auto" disse Dean aggrottando le sopracciglia.
"Vengo con te. Potresti farti male" rispose Sam allacciandosi la cintura di sicurezza e incrociando le braccia al petto. 
"Appunto, è pericoloso.  Sam scendi dall'auto." Continuò Dean con un tono perentorio.
"Qualsiasi stupidaggine tu stia per fare, non la farai da solo, è chiaro?" Disse Sam alzando il sopracciglio e guardandolo male. 
"Si può sapere perché lo fai?" chiese Dean senza pensarci.
"Si da il caso che tu sia mio fratello" rispose semplicemente Sam. 
"Puttana!" esclamò Dean accennando un sorriso.
"E adesso perché mi dai della puttana?" Chiese Sam sorpreso.
"Dovevi dire 'fesso'! " disse seccato Dean accendendo il motore.

 
 

 
Durante il viaggio, in cui i due fratelli non pronunciarono neanche una parola, Sam notò una busta vicino al suo sedile e la prese in mano.
"Che c'è in questa busta?" chiese girandola fra le mani.
"Niente" rispose Dean troppo velocemente. 
"Niente? Bene" disse Sam prendendo la bottiglia all'interno della busta.
"Ti conviene non farlo" lo avvertì Dean sorridendo.
"Cosa è questo? Sangue? Mi spieghi che ci fa qui?" chiese Sam fuori di sé dalla rabbia.
"Ok tanto prima o poi lo scoprirai: devo intingere un coltello d'argento in sangue d'agnello" rispose Dean guardando la strada.
"E perché dovresti farlo?" chiese perplesso e abbastanza scioccato Sam. 
"Perché c'è questa creatura, il Jinn, che devo eliminare. Lo so che sembra assurdo, ma è la verità".
"Si ok certo, ferma l'auto Dean" disse Sam ormai certo che il fratello fosse impazzito.
"È la verità Sam, non puoi capirlo ma c'è gente che deve essere salvata e posso farlo soltanto io" disse Dean sospirando. 
"Ne sono convinto Dean. Credo che tu abbia una specie di esaurimento nervoso, sta tranquillo adesso ti aiuto" disse estraendo il cellulare e componendo un numero, ma Dean abbassò il finestrino e con nonchalance gettò il cellulare del fratello per strada. 
"Ma che cosa hai fatto Dean?! Era il mio cellulare!" urlò Sam perdendo le staffe.
"Non ho tempo da perdere Sam, abbiamo del lavoro da fare."

 
"E io cercavo di aiutarti, non voglio che tu ti faccia del male!"
"Tu proteggi me? Oh molto divertente! Resta seduto e cerca di non farti ammazzare, ok ?" Disse accendendo la radio e chiudendo la conversazione, lasciando il fratello senza parole.
 
 
 
Arrivati alla palazzina dove probabilmente si trovava il Jinn, Sam dormiva bellamente e quando Dean lo svegliò, lo informò che avevano lasciato il Kansas e che adesso si trovavano nell'Illinois.
"Che c'è lì dentro?" Chiese Sam riferendosi alla palazzina, una volta sceso dall’auto e raggiunto il fratello. 
"Di sicuro c'è qualcosa" disse Dean aprendo la porta ed entrando.
Dean percorse la stessa strada che aveva percorso qualche giorno prima e Sam continuava ad insistere che quello fosse un magazzino vuoto e malmesso finché non sentirono un pianto e il minore: "Che accidenti è questo?".
"Cerca di tenere la bocca chiusa, intesi?" bisbigliò il maggiore seccato.
Sam annuì e seguì il fratello durante la scoperta di alcuni cadaveri. Spostarono lo sguardo e videro una donna ancora viva attaccata ad una 'flebo demoniaca' e, dopo averla fissata per qualche secondo i due ragazzi esclamarono all’unisono: “Ma è..”.
Udirono il rumore di una porta sbattere e dei passi farsi sempre più vicini, così si nascosero dietro una grata potendo ugualmente vedere senza essere scoperti.
"Tu sei mio padre! No no, non farlo! Non farlo, ti prego! No!" piagnucolò la ragazza legata con delle funi ad una lastra di metallo, al Jinn che le stava davanti.
"Dormi" disse semplicemente il mostro sfiorandole il viso e la ragazza perse i sensi. 
Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno nel locale, il Jinn tornò dal posto da cui era venuto. 
"È tutto reale! Non sei pazzo" esclamò Sam, non credendo neanche a quello che avesse appena visto.
"Non sa dove si trova, pensa che lui sia suo padre" disse Dean fra se e se.
Si avvicinarono alla ragazza e la slegarono immediatamente visto che entrambi la conoscevano e le volevano bene: era Katherine. 
"Quindi è questo ciò che fa il Jinn? Non esaudisce i desideri, ti fa credere che lo faccia" disse Dean cominciando a mettere in ordine i pezzi del puzzle. 
"Dean potrebbe tornare, dobbiamo uscire da qui" disse Sam afferrando per un braccio Katherine. 
Ma Dean non rispose per qualche secondo, la sua mente stava facendo un collegamento dopo l'altro arrivando ad una conclusione più che amara.
"E se io fossi come lei?  Se anch'io fossi legato da qualche parte ? Se fosse tutto nella mia testa?" Chiese sgranando gli occhi. "È possibile, magari ci sta dando qualche acido sovrannaturale e ci nutre lentamente" continuò il ragazzo profondamente triste; questo avrebbe voluto dire che la madre non fosse realmente viva, ma che lo fosse solo nella sua testa.
"No Dean tutto questo non ha senso" cercò di convincerlo Sam.
"Ecco perché continuava ad apparirmi. Sono dei flash di realtà che io catturo! Lei non è uno spirito! Forse anch'io sono legato qui dentro, in uno stato catatonico. Sto ingerendo questa roba e non ho la forza di scappare!" Disse Dean fissando il vuoto per qualche secondo. 
"Ok va bene, avevi ragione tu, lo ammetto. Non sei pazzo. Ma ora andiamo via da qui e in fretta" disse Sam afferrandolo per il braccio e spingendolo via, lasciando Katherine a terra.
Dean si liberò presto dalla sua stretta e disse : "Neanche tu sei reale, ne Jessica, ne Katherine, né la mamma".
Sam fece un balzo in avanti e lo afferrò dalle braccia per scuoterlo. "Adesso mi senti? Sono reale, non stai sognando credimi. Sono reale e adesso andiamo prima che quell'essere torni qui e ci ammazzi".
"Beh penso proprio che lo scopriremo" disse Dean estraendo il coltello e puntandolo contro se stesso. "È una vecchia legenda: se stai per morire in sogno ti svegli".
"Tutto questo è pazzesco, morirai davvero" disse Sam preoccupato per la salute fisica e psichica del fratello.
"O forse mi sveglierò, ne sono sicuro.. al 90 % ma può bastarmi!" Esclamò il maggiore con un sorriso amaro sulle labbra e facendo spallucce.
"ASPETTA!" urlò Sam bloccandolo. 
Dietro di lui comparvero dal nulla tre figure: la madre, Jessica e Katherine, quella che aveva sognato per tutto il tempo, non la ragazza legata e impaurita di prima, che scomparve. 
"Perché non hai lasciato tutto com'era? Eri felice no?" Chiese Sam, cambiando tono e diventando quasi amorevole.
"Metti giù il coltello tesoro" disse la madre avvicinandosi a lui.
"Tu non sei reale, nessuno di voi lo è" ammise Dean curvando le labbra all’ingiù. 
"Non ha importanza.  È sempre meglio di quanto avevi, no? È ciò che hai sempre desiderato: siamo di nuovo una famiglia. Andiamo a casa" Disse la madre aprendo le braccia verso di lui.
"Morirò in un paio di giorni!" esclamò il ragazzo tristemente. 
"Ma qui dentro ti sembrerà di vivere anni, tutta una vita!" Disse la madre sorridendo. "Niente più dolore o paura.  Solo tantissima pace, Dean resta con noi" aggiunse carezzandogli il viso.
"Non dovrai più preoccuparti per Sam. Vivrà una vita felice e piena" Disse Jessica avvicinandosi al fratello e abbracciandolo. 
Katherine si avvicinò a lui, lo baciò e disse: "Potremmo avere un futuro insieme, una nostra famiglia. Ti amo Dean, ti prego".
"Non è compito nostro salvare tutti, abbiamo sofferto tanto. Ti supplico, dammi quel coltello" disse Sam avvicinandosi. 
Dean li guardo tutti, uno per uno: guardò sua madre, sembrava così reale, sarebbe stata viva, avrebbe potuto conoscere i suoi nipotini, vivere una vita lunga e serena; guardò Jessica e pensò che avrebbe reso felice Sam; e per ultima, volse il suo sguardo verso Katherine e immaginò la loro vita insieme capendo però che non sarebbe stato reale.
"Mi dispiace" disse guardandoli e colpendosi dritto nello stomaco con il coltello prima che qualcuno potesse intervenire.
Il ragazzo aprì gli occhi, sentendosi molto stordito, e vide suo fratello che tentava di svegliarlo con dei leggeri colpi sul viso.
"Dean! Dean!! Svegliati! Svegliati maledizione! Ehi, ehi? " disse il vero Sam scuotendolo.
"Ciao Sam! È bello tornare a casa" disse Dean privo di forze.
"Dean, pensavo di averti perso" disse Sam spaventato. " Ti tiro giù". 
Ma non appena cercò di slegarlo il Jinn comparve alle sue spalle, attaccandolo, e colpendolo ripetute volte fino a quando Dean si liberò definitivamente e si diresse verso il mostro che stava per avvelenare Sam, così il maggiore lo trafisse con il coltello impregnato di sangue, cancellando il mostro dalla faccia della terra. 
Dean corse immediatamente a liberare la ragazza, identica al suo sogno, la liberò e appoggiò la sua testa sulle sue gambe, le carezzò il viso e le disse: "Non preoccuparti, ti tireremo fuori da qui, andrà tutto bene, ma ho davvero bisogno che tu rimanga qui!".
"La conosci?" Chiese Sam osservandoli con le sopracciglia aggrottate.
"In un certo senso.. Il suo nome è, o dovrebbe essere, Katherine" disse Dean accennando un sorriso. 
"...Katherine? È così che si fa chiamare adesso? La ragazza è piena di sorprese" disse un uomo apparso all'improvviso dietro di loro: era sulla quarantina alto e snello, ed in mano reggeva un contenitore pieno di sangue che poggiò su una mensola del magazzino.
Dean appoggiò la ragazza su Sam e andò in contro all'uomo estraendo il coltello e dicendogli: "Chi diavolo sei tu?".
"Cagnolino, stai a cuccia. Non sono qui per te. Io voglio la ragazza" disse l'uomo sorridendo. 
"Dovrai passare sul nostro cadavere" ringhiò Dean fra i denti. 
"Non dovrebbe essere troppo difficile no?" disse il demone scoppiando in una risata fragorosa. 
Il sangue all'interno del contenitore cominciò a ribollire il demone divenne serio e gli si avvicinò. 
"Come?....l'ha persa? ..sei sicuro?... la profezia?... sei sicuro?... per tutti gli inferi" disse scoppiando nuovamente in una fragorosa risata. 
"Per adesso potete anche tenervela!" Un'altra risata. Il demone osservò bene la ragazza fra le braccia di Sam e pensò seccato ad alta voce: "Ha perso la memoria, questo stupido Jinn ha esagerato con quella roba demoniaca!".

 
"Non mi sarebbe utile."  disse scoppiando in un'altra risata e tornando di buon umore. "Ma manderò qualcuno quando l'avrà recuperata". Un'altra risata. "A presto Winchester" disse guardando tutti un'ultima volta e svanì.
Sam guardò Dean e gli disse perplesso: "Ma che significa?!".
"Non lo so, ne so quanto te, ci penseremo dopo. Dobbiamo andarcene di qui. Ha bisogno di cure!” esclamò Dean preoccupato, guardando la ragazza.
"D'accordo portiamola in ospedale" disse Sam, afferrando la ragazza fra le braccia.
"E cosa gli raccontiamo? Non ha documenti, è drogata e, se quello che ha detto il demone è vero, ha perso la memoria e torneranno a cercarla! " Concluse Dean prendendo dei respiri profondi. 
"E allora dove la portiamo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
Dean accennò un sorriso e guardandolo disse: "Andremo a trovare Bobby".
Adagiarono la ragazza sui sedili posteriori e, sospirando, non sapendo in che guaio si stessero andando a cacciare, salirono anche loro in macchina per andare verso casa del loro vecchio amico Bobby.  Sarebbero arrivati in fondo a questa storia e a qualunque costo avrebbero salvato la vita di quella ragazza.

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Capitolo 2
*** I'm waking up today. ***


Capitolo 2

I'm waking up today
 
 
 
 
Dean manteneva il piede schiacciato a tavoletta sull’acceleratore per arrivare da Bobby nel minor tempo possibile; i due fratelli non sapevano cosa fare, come aiutare la ragazza bionda che giaceva ancora priva di conoscenza sul sedile posteriore, ma Bobby lo avrebbe saputo, avrebbe trovato una soluzione come aveva sempre fatto con tutti i problemi che gli bussavano alla porta. Non sapeva come, ma sapeva che avrebbero dovuto salvarla e proteggerla da qualunque cosa.
Il maggiore dei fratelli la osservava dallo specchietto retrovisore ad intervalli di tre, quattro minuti, continuamente preoccupato per la sua incolumità, per vedere se il suo petto continuava ancora ad alzarsi e ad abbassarsi lentamente, ovvero se continuava a respirare. Non sapeva che razza di veleno le avesse iniettato quel demone, ma sapeva che ne aveva introdotto in grosse quantità nel corpo esile della bionda, proprio come alle ragazze che erano legate accanto a lei in quell’orribile posto.
Scosse la testa e tornò ad osservarla: aveva un’espressione seria sul volto ancora sporco di sangue, non sembrava che si stesse riposando serenamente e ciò fece rattristare il ragazzo. Non sapeva come diavolo fosse possibile, dato che non aveva mai parlato con lei e non aveva avuto modo di affezionarsi alla ragazza all’infuori del sogno indotto dal Jinn, ma aveva bisogno che stesse bene. Aveva bisogno che si svegliasse e che gli parlasse di nuovo per stare bene.
"Cosa le diremo appena si sveglierà?” chiese Sam voltandosi leggermente a guardare la ragazza, interrompendo il silenzio e i pensieri del fratello. “Potrebbe spaventarsi parecchio sapendo che dei demoni verranno per lei".
"Sam, non possiamo nasconderle la verità. Se la cercano, vuol dire che lei fa parte di questo mondo; spero che almeno Bobby riesca a trovare una soluzione" disse Dean sospirando, scuotendo la testa, fissando la strada davanti a sé.
Per la prima volta, il Dean Winchester che aveva sempre in mano la situazione, che era sempre molto sicuro di sé, sapendo quale sarebbe stata la cosa giusta da fare, si era trasformato nell’uomo che non aveva la più pallida idea di come comportarsi davanti ad una situazione del genere. 
Entrambi i ragazzi presero un sospiro, pensando a come si sarebbero dovuti rivolgere ad una ragazza che, probabilmente, non aveva idea di chi fosse, non sapevano come avrebbe reagito ed erano molto preoccupati: erano in viaggio da quasi tre ore e la ragazza non si era ancora svegliata, eppure era viva, i battiti del cuore erano regolari ed il respiro era profondo. Dovevano fare qualcosa e la dovevano fare in fretta.
 
Oltrepassarono il cartello "AUTORICAMBI SINGER" e posteggiarono l'Impala proprio davanti la piccola casa, osservando Bobby che stava lavorando ad una macchina, probabilmente immerso nei suoi pensieri, dato che non li aveva sentiti arrivare.
Quando l’uomo si accorse di loro, i fratelli erano già scesi dall'auto e stavano chiudendo gli sportelli, andandogli in contro con un sorriso amaro, sperando davvero che lui li avrebbe potuti aiutare in quel gran casino.
Bobby aggrottò le sopracciglia e si avvicinò di qualche passo ai ragazzi, stranizzatosi della loro visita, e sospirò osservando attentamente i loro visi, deducendo che qualcosa non andasse.
“Che diavolo avete combinato?” chiese l’uomo sbuffando, mentre i ragazzi si scambiavano un piccolo sorriso imbarazzato.

 
 
 
"Starà bene, si sveglierà fra non molto. Ha smaltito tutta la 'droga' che aveva ingerito, non avrà più problemi” disse Erik chiudendo la sua valigetta, alzandosi in piedi. “Per quanto riguarda la perdita della memoria, lo scopriremo solo quando si sveglierà".
"Grazie amico, te ne dobbiamo una" disse Dean guardandolo sorridente, ma la sua espressione rivelò l’imbarazzo che stava provando.
"Non l'ho fatto per te, ho aiutato Bobby" rispose sprezzante Erik, guardandolo negli occhi ed improvvisamente fu chiaro a tutti i presenti come il dottore stesse soffocando l’impulso di dare un pugno sul viso al ragazzo.
"Beh, ad ogni modo, grazie" si affrettò a dire Bobby, poggiando una mano sulla spalla, accompagnandolo alla porta e assicurandosi che se ne andasse.
I ragazzi si scambiarono un’occhiata veloce, dalla quale Dean si ritrasse abbassando lo sguardo sulla ragazza, incrociando le braccia al petto recandosi in cucina, mentre Sam scoppiò in una leggera risata.
"Avete idea di quanto mi costerà avergli chiesto un favore? Quell'idiota si servirà di me per pararsi il culo al prossimo casino che combinerà" disse Bobby leggermente alterato, entrando nella piccola cucina e appoggiandosi al tavolo, dove Dean era seduto.
“Bobby, era l'unico modo" si limitò a dire Sam sospirando, appoggiandosi al top della cucina .
"Siete sicuri di quello che state facendo? Non la conoscete nemmeno, non sapete neanche perché i demoni la cerchino!" affermò Bobby alterato. Non aveva ancora conosciuto la ragazza, ma già non si fidava.
Dobbiamo Bobby! È una nostra responsabilità e chiaramente non è un demone!" Disse Dean difendendola. Si sentiva molto vicino a quella ragazza che neanche conosceva, non riuscendo a capire il perché, ma di due cose era certo: si fidava di lei e voleva solamente aiutarla.
"Oh davvero? E hai intenzione di fare il babysitter finché non le ritorna la memoria? Ammesso che le torni!" Disse Bobby parecchio agitato, allargando le braccia.
"Ehi ok, calmiamo gli spiriti! Lei è una vittima e se quel Jinn non l'avesse rapita, probabilmente starebbe vivendo la sua vita sana e salva, quindi non possiamo abbandonarla chissà dove e scappare via! È una persona innocente e ha subito quello che ha subito Dean, ma adesso è priva della sua memoria! Dobbiamo aiutarla affinché lei possa tornare alla sua vita, avrà dei familiari che la staranno cercando e noi dobbiamo riportargliela, giusto Bobby? " disse Sam discostandosi dal top della cucina e avvicinandosi a lui, sospirando.
L'uomo sbuffò, scuotendo la testa, e per tutta risposta bofonchiò qualcosa di incomprensibile per i ragazzi, andando in un'altra stanza.
Sam si sedette di fronte al fratello scuotendo la testa e, sentendo uno sguardo puntato su di sè, alzò la testa e disse: "Che c'è?".
"Pensi che sia la cosa giusta da fare?" chiese Dean sospirando.
"Dean io.. sono d'accordo con te. Se io fossi in quelle condizioni, vorrei che qualcuno facesse questo per me" disse Sam appoggiandosi al tavolo con i gomiti, accennando un sorriso.
In quel momento il suo orologio suonò, sottolineando ai ragazzi che un'altra ora era passata e la ragazza non si era ancora svegliata.
"Sono passate sei ore Sam. Quanto ci vorrà ancora prima che si svegli?" chiese Dean esasperato, passandosi le mani sul viso e scuotendo la testa.
"Dean hai sentito cos'ha detto Erik, lei si sveglierà. È solo questione di tempo." disse Sam sospirando preoccupato, per poi cambiare espressione e sorridere al fratello, dopo essersi fermato per qualche secondo. "Mmm.. a proposito, cosa gli hai fatto?".
"Cosa? Cosa ti fa pensare che io gli abbia fatto qualcosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Andiamo, ti conosco! Cosa gli hai fatto?" Chiese Sam cominciando a ridere.
"Sono andato a letto con sua moglie" ammise Dean ridendo, scuotendo la testa.
"DEAN!" Disse Sam scoppiando in una fragorosa risata.
"Che c'è? Era sexy e doveva ringraziarmi per averla salvata da un attacco di demoni" disse Dean facendo spallucce come se fosse una cosa ovvia.
"… Io vado a riposare un po’" disse Sam alzandosi dalla sedia continuando a ridere. "Se si dovesse svegliare chiamami".
"Puoi contarci" disse Dean spostandosi nel salotto dopo aver afferrato fra le mani una bottiglia di whiskey, con l’intento di sorvegliare la ragazza.

 
 

 
Bobby tornò ad aggiustare la macchina che stava sistemando prima che arrivassero i Winchester nel suo vialetto e pensò alla situazione in cui si erano cacciati questa volta: non sapeva che cosa avrebbe dovuto dire, né tanto meno come comportarsi con una ragazza così giovane che probabilmente non aveva nulla a che fare con il loro mondo. Aveva un viso troppo dolce per farne parte.
"Potrà avere 20 anni, 22 massimo" pensò Bobby sbuffando, scuotendo la testa.
Sapeva che appena si sarebbe svegliata, lui avrebbe assistito ad una crisi di panico del tipo "Oh mio Dio, i demoni esistono!" con una serie di gridolini fastidiosi. Non si fidava di nessuno generalmente, lo aveva imparato a caro prezzo durante il corso della sua vita, ed era ciò che lui e John avevano insegnato, o almeno provato ad insegnare, a quelle due teste vuote dei fratelli Winchester, ma questa volta si erano proprio intestarditi nel salvare ed aiutare quella ragazza. Si sforzò ma non ne riuscì a capire il motivo, era una ragazza come tutte le altre, avrebbero potuto portarla in ospedale e lasciarla lì, se ne sarebbero presi curo i dottori molto meglio di loro tre. 
L'unica cosa certa era che, se la ragazza avesse deciso di rimanere con loro, avrebbero dovuto istruirla.
Un altro cacciatore da addestrare” pensò Bobby alzando gli occhi al cielo, sbuffando.
Di certo non era la cosa che più amava fare al mondo, ma sapeva che avrebbe dovuto aiutare i ragazzi, non essendo riuscito a convincerli a liberarsi della ragazza.
Che palle!" Fu l'unica cosa che disse il burbero Bobby, sedendosi su una sedia, riposandosi per qualche secondo per poi rimettersi nuovamente a lavoro.

 
 

 
 

 
Sam aprì gli occhi quando i raggi del sole cominciarono a solleticargli il viso, inducendolo a svegliarsi definitivamente; si stiracchiò lentamente e guardò l'orologio: erano le 8 del mattino.
Sospirò, capendo che aveva dormito circa quattro ore e che, se ancora Dean non l'aveva svegliato, voleva dire che la ragazza non si era ancora svegliata.
"10 ore e ancora nulla" pensò Sam sedendosi sul letto.
Capiva che il fratello volesse aiutarla, ed anche lui ne era intenzionato, ma c’erano molti aspetti da considerare: avrebbero dovuto aiutarla a recuperare la memoria, l’avrebbero dovuta addestrare. Scosse la testa e sospirò nuovamente: avrebbe comunque appoggiato il fratello, qualunque fosse stata la sua decisione, ma guardando la situazione da un punto di vista razionale capì quanto lavoro li aspettasse. 
Si stiracchiò e si fece una doccia veloce, per poi scendere da suo fratello e Bobby per vedere come stava la ragazza.
"Buongiorno, ci sono novità?" Chiese Sam entrando nel soggiorno, osservando la ragazza sdraiata sul divano ancora priva di conoscenza.
"Ti sembra che ci siano novità?" rispose Dean sgarbatamente, seduto su una poltrona con una bottiglia di whiskey vuota posata ai suoi piedi.
"Dean.." disse il minore avvicinandosi a lui preoccupato. ".. ma hai dormito almeno un po’ stanotte?".
"Non proprio. Ma, ehi, almeno non ero solo" disse il maggiore indicando la bottiglia di whiskey, non distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
"Beh fratello, si vede e soprattutto si sente" scherzò Sam dandogli una pacca sulla spalla. "Bobby?".
"E' uscito" rispose Dean seccamente passandosi una mano sul viso, si notava quanto fosse stanco con una semplice occhiata. 
"Ok Dean hai bisogno di dormire o perlomeno di farti una doccia. Vai, rimango io qui" disse Sam dandogli una leggera spinta all’altezza delle spalle, sapendo che di sua spontanea volontà non avrebbe mai lasciato la ragazza.
"Hai ragione" disse Dean alzandosi e stiracchiandosi. “Devo proprio..”.
Volse il suo sguardo un’ultima volta verso la giovane ragazza distesa sul divano, provando il forte impulso di non lasciarla da sola nemmeno un secondo, non capendo nemmeno il perchè. Le si avvicinò e le carezzò il viso con il dorso della sua mano, sentendo quando liscia fosse la sua pelle; aveva passato tutta la notte su quella poltrona a fissarla, non distogliendo mai lo sguardo da lei, e adesso era quasi una sofferenza fisica lasciarla.
Prese un sospiro e scosse la testa, dirigendosi vero le scale e salendo al piano di sopra.
Sam notò che la ragazza era rimasta esattamente nella stessa posizione della sera precedente e, quando il fratello sparì al piano di sopra, sbucò dalla cucine e la osservò da lontano per qualche secondo.
"Senti, ci stiamo preoccupando tutti, soprattutto Dean!" disse Sam con un sorriso amaro sul viso, avvicinandosi alla ragazza ancora priva di sensi distesa sul divano. "So che non ci conosci e che potresti essere spaventata, ma sappi che di noi ti puoi fidare, vogliamo solamente aiutarti. Quindi svegliati prima che puoi, d'accordo?".
Il ragazzo la guardò per qualche altro secondo: aveva ancora un po’ di sangue vicino all’orecchio sinistro e sotto il labbro inferiore, mentre il viso ed i capelli biondi erano sporchi di nero, ma nonostante ciò, rimaneva comunque una bellissima ragazza.
Distolse lo sguardo e andò in cucina per preparare la colazione a tutti, uova strapazzate; non appena iniziò a sbatterle, udì dei versi provenienti dal soggiorno ed immediatamente corse nell'altra stanza osservando la ragazza sbattere la palpebre.
"Avevo detto prima che puoi ma non mi aspettavo così presto" mormorò Sam fra se e se, mentre con due falcate la raggiungeva. "DEAN".
La ragazza si sedette con una gran fatica sul divano, ogni singolo muscolo era indolenzito, e si guardò attorno senza riuscire a capire dove si trovasse, per poi focalizzare l'attenzione sulla figura di Sam che le si avvicinò velocemente.
"Chi diavolo sei tu?" Chiese la ragazza massaggiandosi le tempie per via del forte mal di testa che aveva, strizzando leggermente gli occhi. “Dove mi trovo?”.
"Ehi, ciao, ti fa male la testa? A Dean è passato quasi subito ma tu hai avuto una dose maggiore di quella roba. Io sono Sam, un amico" disse sorridendole, aiutandola ad alzarsi in piedi, afferrandola per un braccio al quale lei si aggrappò con decisione.
La ragazza volse il suo sguardo spaurito e disorientato verso il ragazzo che le stava accanto e che l’aiutava a reggersi in piedi, cercando di capire cosa le avesse appena detto quello sconosciuto sorridente; inizialmente la irritò quel continuo sorridere; lei aveva solamente bisogno delle risposte.
“Dove sono?” chiese la ragazza allontanandosi di qualche passo dal giovane ragazzo molto più alto di lei e lo fissò attraverso i suoi occhi azzurrissimi.
“Come ti chiami?” controbatté Sam perentorio aggrottando le sopracciglia, sospirando.
La ragazza non rispose e scosse la testa, gesto che non fece altro che aumentare i suoi giramenti, così appoggiò le braccia alla poltrona e strizzò gli occhi, mentre Sam si avvicinò velocemente e l’afferrò nuovamente da entrambe le braccia per sorreggerla, mentre lei si limitava a guardarlo negli occhi: era abbastanza spaventata ed era stanca.
“Se non stai ancora bene potresti sederti..” disse il ragazzo sorridendo, ma la bionda si liberò facilmente dalla sua presa e si allontanò nuovamente.
"Sto bene, il mio nome è..” iniziò la ragazza sospirando ed aggrottando le sopracciglia, rendendosi conto di non riuscire più a ricordare il suo nome.
“..il mio nome.." continuò la ragazza aggrottando anche la fronte e portandosi una mano alla testa mentre abbassava lo sguardo. Com’era possibile che non riusciva a capire chi fosse?
"Dannazione, quello che ha detto il demone è vero: hai perso la memoria"  disse Sam sospirando e voltandosi dall’altro lato.
"Demone? Che diavolo stai dicendo?" Chiese la ragazza sgranando gli occhi e parandosi di fronte a lui pretendendo delle spiegazioni. “Voglio sapere dove siamo, chi sei tu e che cosa vuoi da me!!”.
"Te l'ho appena detto: io sono Sam. Sei a casa di Bobby, un amico, perché hai avuto un incidente e adesso ti stiamo solo proteggendo" disse Sam cercando di calmarla, allargando le braccia.
"Ehi Sam, ho sentito delle..." disse Dean scendendo dalle scale, con ancora un piccolo asciugamani bianco con il quale tamponava i capelli ancora gocciolanti, bloccandosi non appena vide la ragazza in piedi. "..voci".
Gli occhi verdi di Dean si scontrarono con quelli azzurri della ragazza, e rimase senza parole e bloccato a metà delle scale per qualche secondo, non riuscendo a credere che la ragazza che aveva vegliato tutta la notte fosse finalmente sveglia.
“Tu chi sei? Bobby?” Chiese la ragazza sospirando e aggrottando le sopracciglia, mentre vide il ragazzo sbattere gli occhi e scendere le scale.
"Cosa? No no, io sono Dean" disse avvicinandosi cautamente alla ragazza. "Come ti senti?".
“Come mi sento? Non capisco chi diavolo siete, questo qui.." disse la bionda indicando Sam ".. parla di demoni e io non ho la minima idea di chi io sia in questo momento!".
"Ti racconteremo tutto, lascia che ti spieghi" si offrì Dean e si sedette sul divano invitandola a fare altrettanto
La ragazza guardò prima Dean, poi Sam e successivamente il posto dove il ragazzo le chiedeva di sedersi.
“Sto in piedi, grazie. Raccontami” disse prendendo un respiro, non aveva idea di ciò che le stesse per dire il ragazzo, ma capì che si trattava di qualcosa di molto brutto. “Che tipo di incidente ho avuto?”.
 

 
 

"Demoni e cacciatori?" Sentì dire, Bobby da una voce proveniente dal salotto, mentre apriva leggermente la porta.
'Ci siamo' pensò. 'Vai con la crisi di panico'.
"Si, è tutto reale" disse Sam sorridendole gentilmente.
"Io non so perché mi stiano cercando, non me lo ricordo!" Disse la ragazza e si dovette tenere al bordo della poltrona, il mal di testa era tornato e le aveva procurato un altro capogiro. 
“Stai bene?” chiesero all’unisono i due ragazzi, mentre Sam che più vicino a lei le afferrò ancora una volta il braccio.
“Si, ho soltanto avuto un capogiro” disse la ragazza afferrando il braccio di Sam, respirando faticosamente. “Sono così stanca e ho davvero un forte mal di testa! E desso voi mi dite che ci sono dei.. demoni.. che mi danno la caccia e io non riesco neanche a dirvi il mio nome!” esclamò la ragazza facendo spallucce, scuotendo leggermente la testa.
"Beh, a questo possiamo rimediare. Come ti ho detto nel mio sogno il tuo nome era Katherine, se ti piace potresti usare questo nome finché non scopriamo chi sei veramente" disse Dean sorridendole, avvicinandosi a lei.
"Katherine?" Disse la ragazza voltandosi verso di lui e sorridendo, fissandolo per qualche secondo. “Io penso che possa piacermi..”.
"Bene 'Katherine', ti ho comprato questi stamattina" disse Bobby entrando nella stanza porgendole dei vestiti puliti.
La ragazza osservò prima la busta che l’uomo le stava porgendo, dopodiché lo fissò in negli occhi in maniera disorientata con le sopracciglia aggrottate.
“..Sono Bobby” aggiunse l’uomo sforzandosi di esibire un sorriso che non sapesse di falsità.
"Ok sentite.." disse la ragazza scuotendo la testa, tornando ad avere l’atteggiamento di pochi secondi prima e lasciando il braccio di Sam. "..non capisco perché degli estranei siano così gentili con me! Scusate ma io al vostro posto non so se mi comporterei in questo modo, neanche mi conoscete..".
“Che possiamo dirti? Noi siamo fatti così, aiutiamo le persone” disse Bobby facendo spallucce, voltandosi verso i due ragazzi. “Occupatevene voi, io vado a mangiare”.
“E’ sempre così?” chiese la ragazza ridendo per la prima volta da quando aveva aperto gli occhi in quella casa.
“Si, la maggior parte delle volte” disse Sam sorridendole.
“Potreste mostrarmi il bagno? Ho bisogno di fare una doccia” disse Katherine sospirando, osservando il resto della casa.
“Certo, seguimi" disse Sam salendo le scale e conducendola al piano di sopra, illustrandole il resto della casa.
"Io.. io non la immaginavo così" disse Dean sbalordito, facendo spallucce e tornando a sedersi sul divano.
"Neanche io. Pensavo che non avrebbe accettato facilmente tutta questa storia" disse Bobby sbucando dalla cucina, masticando ancora qualcosa. “E’ tosta!”.
"Già" disse Dean pensieroso scuotendo la testa, andando in cucina a finire ciò che il fratello aveva iniziato. "Vado a preparare la colazione per noi".
 
Bobby si versò una tazza di caffè pensando con un sorriso sulle labbra che, forse, quella ragazza non avrebbe portato solo scompiglio nella loro vita.

 
 

 Mentre saliva le scale con Sam, Katherine sbirciò in ogni stanza a cui avessero lasciato la porta aperta, notando il disordine, i vestiti gettati sulle scrivanie e la polvere che era ammucchiata negli angoli delle stanze, deducendo che in quella casa non vivesse nessuna donna.
“Chissà com'è che non macchiano la biancheria di rosa" pensò Katherine sorridendo, sapendo che prima o poi l’avrebbe scoperto.
"Ecco, qua trovi tutto ciò di cui hai bisogno” disse Sam entrando dentro il bagno, mostrandole tutti i flaconi di sapone che vi erano nella doccia.
“E le asciugamani sono qui" continuò aprendo l’armadio in cui erano riposte.
"Sto dimenticando qualcosa?” chiese ancora il ragazzo aggrottando le sopracciglia, continuando a guardare il bagno.
"Non credo" disse la ragazza accennando un sorriso, facendo qualche passo ed entrando nel piccolo bagno.
"Ok allora sarà meglio che io vada" disse Sam sorridendole imbarazzato, uscendo dalla stanza.
"Aspetta" disse Katherine accennando un sorriso, afferrandolo dal braccio, posando lo sguardo prima sulla sua mano e successivamente verso il ragazzo. "Grazie".
“Non è niente..” disse Sam ricambiando il sorriso, mentre usciva e chiudeva la porta della stanza.
Katherine prese un respiro profondo e si voltò verso il piccolo specchio, non avendo ancora il coraggio di guardarsi: e se non le fosse piaciuto quello che avrebbe visto riflesso nello specchio? O peggio, se non si fosse riconosciuta?
Sospirò nuovamente ed alzò gli occhi, osservando la sua immagine riflessa: osservò il suo viso, sporco di sangue e qualche altra roba scura che l’aveva macchiata probabilmente nel capannone dove i ragazzi l’avevano trovata, e notò, come se fosse la prima volta, i capelli lunghi e biondi che le incorniciavano il viso scarno, il colore azzurro intenso dei suoi occhi e le sue labbra che si piegarono in un sorriso amaro capendo che nulla del suo viso le era familiare.
Il suo sguardo scese ad osservare il resto del suo corpo: le sue gambe magre erano avvolte da un paio di jeans blue scuro con in vita una cintura nera, una canottiera chiara smanicata le fasciava il busto ed una felpa le copriva le braccia esili. Lentamente cominciò a spogliarsi, provando dolore per ogni movimento facesse, probabilmente per il veleno che le era stato iniettato il giorno prima, ed osservò il suo corpo nudo allo specchio, rimanendo a bocca aperta. Aveva alcune cicatrici sulle braccia e sul resto il corpo, ma fece caso a due in particolare: la prima che notò fu quella sul fianco, lunga e spessa, come se un coltello l’avesse trapassata ma fosse inspiegabilmente guarita; la seconda era proprio nella parte destra del collo, una mezza luna costituita da piccoli fori che avevano tutta l’aria di essere… morsi?
Non aveva la più pallida idea di cosa le fosse successo e questo la spaventava più di ogni altra cosa, più di trovarsi in una casa, e in quel momento si maledisse mentalmente per non aver chiesto in che Stato si trovasse, con tre uomini gentili e pronti a proteggerla da... demoni?
Era stato semplice per lei credere che i ragazzi stessero dicendo la verità: non sapeva come, ma era certa che nella sua vita avesse sempre creduto a questo genere di cose. L’unica cosa che probabilmente non immaginava era che poi questi esseri sarebbero venuti a cercarla.
Scosse la testa e decise di entrare dentro la doccia, indirizzando il getto d’acqua calda sui suoi capelli che cominciò a strofinare energicamente per togliere il nero che li macchiava.
Quando finì, si mise l'accappatoio e si asciugò i lunghi capelli biondi in qualche minuto; indossò i jeans, la maglietta a mezze maniche di qualche taglia più grande e la felpa che le aveva comprato Bobby.
Sorrise e sospirò, guardandosi nuovamente allo specchio: aveva sperato che, una volta tolta quel nero e quel sangue dal viso, si sarebbe in qualche modo riconosciuto, ma purtroppo riuscì solamente a constatare quanto la sua pelle fosse pallida, non riuscendo a riconoscersi.






 
 

Katherine scese al piano di sotto silenziosamente e sentì i tre uomini parlare tra loro a bassa voce; incuriositasi, continuò a scendere le scale silenziosamente e si nascose dietro il muro che divideva il soggiorno da un’altra porta che probabilmente portava nella cantina.
"... quindi dovremmo perquisire il posto e magari l’aiuterebbe" disse Sam salvando la colazione che il fratello stava quasi per bruciare.
“E se non volesse venire ? Questo non lo avete considerato nei vostri infallibili piani, vero geni?” chiese Bobby alzando gli occhi al cielo e respirando rumorosamente.
"Quale posto? Dove andate?" Chiese Katherine prendendo un respiro ed entrando finalmente nella stanza.
Tutti e tre gli uomini si voltarono nella sua direzione, notando il cambiamento che c’era stato nella ragazza dopo essersi ripulita dal sangue al viso, mentre Dean sorrise, sentendo il proprio cuore perdere un battito, osservandola attentamente in ogni minimo particolare.
"Ehi, ciao" disse il maggiore dei fratelli alzandosi dal suo posto e andandole in contro. "Come ti senti?".
"La testa mi fa male ancora un pò..” rispose la ragazza ricambiando il sorriso, guardandolo negli occhi. “..dove andate? " chiese ancora spostando lo sguardo sui tre presenti.
"Avevamo pensato di tornare nel magazzino dove ti abbiamo trovata" disse Sam accennando un sorriso, portando i piatti a tavola. "Sempre se tu sei d'accordo ovviamente..".
La ragazza rimase qualche secondo a pensare alle parole del ragazzo, guardandolo con le sopracciglia aggrottate, senza sapere cosa dire. Volevano davvero farla tornare in quel posto dopo tutto quello che le aveva fatto quell’essere?
"Volete tornare lì?" chiese la ragazza sospirando, rimanendo immobile.
"Si magari ti aiuta a riacquistare la memoria" disse Dean sorridendo, facendo qualche altro passo verso di lei. “Non ti succederà nulla, te lo prometto”.
"Potrebbe funzionare, ok.." disse Katherine abbassando gli occhi, cercando di nascondere la grande paura che provava al solo pensiero di dover tornare lì. “Se dovesse andare male, sareste in grado di tirarmi fuori un’altra volta, giusto?”.
"Intanto mangia, sarai affamata" disse Bobby accennando un sorriso, seduto al tavolo. "Ti piacciono le uova?".
"Io.. non lo so.. penso di si" rispose Katherine facendo spallucce, guardando in un primo momento il piatto e successivamente lui.
“Prova a vedrai. Sam è un cuoco provetto" disse Dean ridendo, prendendo posto accanto a Bobby.
"Non esagerare" disse Sam ridendo.
"Ok" sussurrò la ragazza prendendo un bel respiro, sedendosi fra i due Winchester, avendo l’impressione che da quel momento sarebbe stato costantemente in quel modo.





"Sapevo che ti sarebbero piaciute, ti farò provare i cheeseburger" disse Dean sorridendo, aprendo lo sportello e salendo in macchina.
"Sono buoni?" Chiese Katherine salendo dall'altra parte dell'auto.
"Sono buoni? Sono la fine del mondo" esclamò Dean, immaginandone il sapore, chiudendo gli occhi per qualche secondo.
Sam rise sentendo il discorso dei due ragazzi e salì in auto dalla stessa parte di Katherine, rimanendo tutti e tre davanti, mentre Bobby rimaneva a casa per concludere dei lavori.
"Abbiamo più o meno tre ore di strada" disse Katherine sbuffando, disperandosi all’idea di dover passare così tanto tempo in macchina. "Dovremmo pur parlare di qualcosa: ditemi qualcosa di voi”.
"Non c'è molto da sapere. Sam e Dean, incredibilmente affascinanti e sexy.." disse Dean calcando l'ultima parola con enfasi girandosi verso la ragazza e facendole l'occhiolino. "..cacciatori di demoni".
“Ci stai per caso provando con me?” chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, scoppiando in una risata.
“Lui è fatto così..” disse Sam guardandola sorridendo.
"Dico seriamente ragazzi: come mai siete diventati.. cacciatori?" Chiese la ragazza guardando a turno i ragazzi.
"È una lunga storia" disse Sam divenendo serio, voltandosi verso il finestrino.
"Beh, nostra madre è stata uccisa da uno di questi esseri e nostro padre ci ha insegnato a lottare contro di loro" spiegò Dean sospirando, stringendo le mani sul volante, guardando fisso la strada davanti a lui.
"Non era tanto lunga" disse Katherine guardando Sam, che per tutta risposta le fece un sorriso tirato. "E vostro padre? E' a caccia anche lui?".
"È morto poco tempo fa. Ucciso dallo stesso essere che ha ucciso nostra madre" disse Sam sospirando, girandosi nuovamente verso il finestrino.
"Mi dispiace" si limitò a dire Katherine facendo spallucce, ma la conversazione morì per tutto il viaggio, mentre ognuno dei ragazzi si perdeva nei propri pensieri.





Non appena i tre ragazzi arrivarono nei pressi del magazzino, vi trovarono una folla bloccata dalle transenne e dai sigilli che la polizia aveva messo da poco, e che mormorava fra di loro, spaventati per il ritrovo di alcuni cadaveri di due giovani donne.
"Che diavolo è successo?" Esclamò Dean alterandosi, sospirando, camminando nuovamente davanti alla propria auto posteggiata.
"Hanno trovato i corpi delle ragazze che erano con me" affermò Katherine fissando il magazzino con sguardo vitreo appoggiandosi al cofano, mentre i due ragazzi si voltarono a guardarla senza dire una parola. "Come diavolo entreremo lì dentro?".
"Kath, torneremo fra qualche ora, quanto tutto si sarà calmato" disse Sam facendo spallucce, accennando un sorriso. "Andiamo a prendere una stanza?".
"Come scusa?" Chiese la ragazza guardandolo, alzando un sopracciglio.
"Si, una stanza con tre letti diversi o preferisci forse due stanze separate?" disse Dean ridendo.
"No va benissimo una stanza sola" disse continuando a fissare entrambi con un sopracciglio alzato, sorridendo.


 
"Posteggio e arrivo, voi prendete la stanza" disse Dean lasciandoli davanti al motel, andando a posteggiare l’auto.
I due ragazzi scesero e si recarono alla reception, dove presero la stanza e la donna che lavorava lì porse loro le chiavi, indicando dove fosse situata la stanza con un sorriso sulle labbra; salirono al secondo piano del motel e alla fine del corridoio trovarono la loro stanza tripla.
Quando entrarono Sam adagiò a terra il suo borsone e quello del fratello mentre Katherine, cercando di non farsi scoprire, tastò tutti i letti con una mano, finché non trovò quello più soffice e vi si lanciò letteralmente, stanca e con ancora qualche residuo di mal di testa.
"Questo è mio" disse ridendo distendendosi come una bambina, seguita da Sam che fece la stessa cosa nel letto accanto al suo.
"Sono davvero stanco" affermò Sam sorridendo, passandosi una mano fra capelli.
Katherine si mise su un fianco e l'osservò meglio: era davvero un bel ragazzo. Per qualche secondo si guardarono negli occhi, sorridendosi, fin quando gli occhi della ragazza scesero sul corpo di Sam, osservando quanto fosse atletico e alto; come minimo doveva essere più alto di 15 cm rispetto a lei, ma la ragazza pensò con precisione che fossero 20 i cm che li dividessero.
“E’ davvero alto!”  pensò la ragazza ridendo, tornando a fissare i suoi occhi.
"Che c'è?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, sentendola ridere.
"Nulla, stavo solo notando la differenza d'altezza" disse Katherine sedendosi, ridendo ancora. "Saranno almeno 15-20 cm".
In quell’istante, Dean aprì la porta della stanza, e ridendo entrò dicendo: "La signora di sotto è scoppiata a ridere quando mi ha visto salire qui".
"Che idiota" disse la ragazza seccata, scuotendo la testa.
"Ragazzi perché non andiamo in un centro commerciale, così Katherine può comprarsi tutto ciò che le serve e inganniamo il tempo? Torneremo al magazzino solo quando farà buio" propose Sam sedendosi sul letto, accennando un sorriso alla ragazza.
"Hai dimenticato che ho perso la memoria?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. “Non ho soldi con me!”.
“Oh, non preoccuparti, pagherà un tizio di nome 'George Williams' ” disse Sam sorridendo, estraendo la carta di credito registrata sotto falso nome
"Andate voi ragazzi, io preferisco riposare. Non dormo da.. " disse Dean sforzandosi di ricordarsi l’ultima volta che si era riposato, porgendo le chiavi della macchina al fratello e buttandosi nel suo letto. “.. niente da fare, non me lo ricordo”.



"Ho i sacchetti pieni di magliette, pantaloni, felpe, giubbotti, scarpe e una valanga di trucchi e profumi! Penso che per il momento possano bastare!" Esclamò sorridente la ragazza dopo aver pranzato con il ragazzo, mostrandoli felice fra le mani.
"Puoi continuare finché vuoi” disse Sam sorridendole.
"Penso che per oggi mi fermerò qui" disse Katherine sorridendo educatamente, non volendo eccedere.
Katherine e Sam uscirono dal centro commerciale, andando verso la macchina continuando a scherzare, e la ragazza confesso di trovare veramente intelligente questa genialata delle carte di credito false, nonostante fosse rimasta perplessa in un primo momento.
"Sta diventando buio Sam.. voglio sbrigarmi, prima andiamo, prima torniamo" disse la ragazza sospirando, guardando fuori dal finestrino con un’espressione trsite.
"Ci saremo noi con te, non devi avere paura" disse Sam guardandola e accendendo il motore, notando però il suo sguardo assente.
"Lo so, non ho paura di cosa possa incontrare lì dentro, ma di cosa io possa ricordare" affermò triste Katherine sospirando.
“Andrà tutto bene” disse Sam sorridente stringendole la mano fra le sue. “Capito?”.
“Si..” disse la ragazza ricambiando sia la stretta di mano che il sorriso. Dopotutto, non trovava irritante il suo modo di sorridere.




"Non mi facevo una dormita così da secoli!" Disse Dean sorridendo, una volta posteggiato vicino il magazzino.
Ma nessuno gli diede corda, per via della tensione che si era creata nell’abitacolo della macchina, Katherine era molto spaventata; superarono i sigilli e forzarono la porta per entrare.
La ragazza osservò il grande edificio in cemento, sporco ed abbandonato e provò un brivido lunga la schiena che non riuscì a capire, non era un brivido di paura. Che fosse entrata all’interno per trovare il demone di proposito, la notte precedente, prima di perdere la memoria?!
I ragazzi puntarono la torcia davanti a sé con una mano, mentre con l’altra impugnarono la loro pistola, lasciando la ragazza sempre in mezzo a loro, ferma ad osservare ogni loro mossa ed ogni dettaglio del posto.
Qualche raggio entrava dalle finestre malmesse site vicino al tetto e Katherine potè vedere alcune catene gettate ai piedi di una grande credenza in ferro completamente scoperchiata e arrugginita, mentre delle grate impedivano l’accesso ad una delle stanze; dei carrelli erano stati rovesciati a terra con tutte le cianfrusaglie che contenevano.
Dopo ancora quale passo, arrivano al punto in cui la ragazza e Dean erano stati tenuti legati e drogati dal Jinn; Katherine vide dei ganci, collegati e posti uno di fila all’altro, e vi si avvicinò lentamente, riconoscendo quale fosse il suo.
"Riconosco questo posto" disse la ragazza sospirando.
Si avvicinò ulteriormente ed allungò la mano tremante verso il gancio su cui era rimasta appesa per giorni, nella speranza che la memoria tornasse, ma così non fu. Riconosceva il luogo e sapeva di essere già stata lì in passato, ma non ricordava nient’altro.
Vide una chiazza di sangue esattamente sotto il gancio freddo d’acciaio che stava ancora toccando e capì che fosse il suo, mentre un’altra chiazza si estendeva dove era stato legato Dean; ne vide altre due più scure esattamente sotto i ganci dove erano state appese le due ragazze che, al contrario di Katherine, erano morte.
Il fiato cominciò a mancarle mentre il cuore cominciò a batterle forte e la fronte e le mani le si imperlarono di sudare freddo.
"Ragazzi.. non ricordo.. nulla.. voglio uscire da qui! " esclamò Katherine mentre il suo corpo cominciò a tremare come una foglia, non riuscendo più neanche a reggersi in piedi.
"Ma siamo appena entrati.." disse Dean avvicinandosi, aggrottando le sopracciglia.
"Dean!" esclamò Sam rimproverando il fratello mentre metteva la sua pistola a posto, avvicinandosi alla ragazza e afferrandola dalla vita. "Vieni con me, usciamo di qui".
"Ti senti bene?" chiese Dean preoccupato, uscendo fuori ed osservando la ragazza.
"Si si, tutto bene" rispose Katherine, prendendo fiato appoggiandosi ad un muro, mantenendo saldo però la stretta al braccio di Sam, mentre lui la sorreggeva dalla vita.


 
Una volta tornati al motel, Dean uscì a comprare la cena, decretando che sarebbe stato meglio se la ragazza avesse passato un po’ di tempo in camera con loro prima di uscire nuovamente, così Katherine si diresse in bagno e fece una doccia mentre Sam cercava qualche caso nelle vicinanze al pc.
Non appena la ragazza finì la doccia, si infilò l’accappatoio, cominciando ad asciugarsi e a vestirsi con i nuovi vestiti, quando udì un cellulare squillare, così silenziosamente si avvicinò alla porta con l’intenzione di origliare.
"Non lo so Bobby. Credo abbia avuto un attacco di panico, è voluta uscire subito... no, non ne ho idea.. si, penso che domani saremo di ritorno, non ho trovato nulla.. ok.. a domani" disse Sam chiudendo il telefono con un sospiro.
Dopo qualche secondo Katherine uscì dal bagno, mentre Sam le riservava un sorriso gentile da dietro il computer; la ragazza sospirò e si sporse dalla finestra, osservando Dean che scendeva dall’Impala con dei sacchetti, all’apparenza molto pieni, ed entrava all’interno del motel.
“E’ arrivato Dean con dei sacchi pieni di cibo..” disse Katherine sorridendo, sedendosi sul letto.
“Si, questo è tipico di lui.. mangia molto!” esclamò Sam ridendo.
"Il cheeseburger che ti avevo promesso" disse Dean entrando nella stanza sorridente.
Mangiarono immediatamente e la serata passò velocemente, chiacchierando del più e del meno, finché non si misero tutti a dormire nel proprio letto. Tutti tranne Katherine che non riusciva a prendere sonno per tutti quei pensieri che le giravano per la testa; a notte fonda, stufa di rigirarsi continuamente nel letto, uscì fuori dalla stanza il più silenziosamente possibile, per prendere una boccata d'aria fresca e schiarirsi le idee, e si appoggiò alla ringhiera della tettoia.
Si passò entrambe le mani sul viso, provando delle sensazioni che probabilmente non aveva mai provato in vita sua, ma questo lei non poteva stabilirlo con certezza, dato che aveva perso la memoria: era arrabbiata, arrabbiatissima, con se stessa perché non riusciva a ricordare nulla del suo passato a di quella notte,  nonostante fosse tornata in quel posto e avesse avuto un attacco di panico.
Non sapeva che diavolo avrebbe dovuto fare adesso: cominciare una vita da cacciatrice? O usare una carta di credito per comprare dei documenti falsi, affittarsi una casa e vivere finché non avesse trovato un lavoro? E se i demoni fossero tornati?
''Bel problema'' disse ad alta voce, con le mani che ancora le coprivano il viso.
"Di che parli?" Chiese Sam alle sue spalle, facendola spaventare.
"Dio, Sam!!" rispose la ragazza facendo un balzo, girandosi di scatto verso di lui. “Mi hai fatto prendere uno spavento!”.
"Scusa" disse il ragazzo ridendo, avvicinandosi ed appoggiandosi alla ringhiera accanto a lei. "É tutto a posto?".
"Credo di si" disse Katherine con voce troppo flebile e triste perché Sam le credesse.
"Con me puoi parlare, se vuoi. Non so cosa stai passando, certo, ma la mancanza di una persona con la quale sfogarsi la conosco" disse Sam guardando la strada, sospirando.
"Neanche tu riesci a dormire, eh?" chiese la ragazza guardandolo in viso con un sorriso amaro.
"Esattamente" rispose facendo un sospiro, tornando a guardarla negli occhi.
"Come fate ad affrontare tutto questo? Saltate da un motel all'altro, da un caso all'altro. La vostra famiglia è morta, siete rimasti solo voi a combattere questi mostri. Perché lo fate? Non sarebbe più semplice rifarsi una vita, ricominciare da capo ed avere tante persone da amare?" Chiese brusca Katherine, quasi arrabbiata per la vita che i due ragazzi stessero conducendo, nonostante li avesse appena conosciuti.
Sam si prese un attimo per pensare e per scegliere le parole con cura, distogliendo lo sguardo dalla ragazza e fissandolo sulla grande luna che padroneggiava il cielo, e scandendo ogni singola parola, con un sorriso amaro sulle labbra e con estrema calma disse: "Ci ho provato una volta, sai? Andavo a Stanford, avevo voti alti e buone possibilità di trovare lavoro appena laureato".
"Stavo con una ragazza dall’inizio del college, Jessica; tutto andava a gonfie vele, avevamo anche intenzione di sposarci dopo la laurea" continuò facendo un'altra pausa, facendo diventare il suo tono più duro. "Finché un giorno il demone che ha ucciso i miei genitori non uccise anche lei. È per questo che lo facciamo: la nostra famiglia è morta e il responsabile è ancora vivo, e continua a fare del male ad altre persone. Noi non permetteremo che continui, io non glielo permetterò".
La ragazza rimase sorpresa di tutta questa sincerità con una perfetta estranea, soprattutto da parte sua, che le era sembrato leggermente più chiuso rispetto al fratello; non sapeva cosa dire o come comportarsi adesso, avrebbe potuto dire un milione di parole, fare un’infinità di discorsi, ma decise di fare una cosa della quale si stupì anche lei: lo abbracciò.
"Mi dispiace Sam" disse solamente Katherine, mettendo un braccio attorno alle sue ampie spalle.
Un leggero vento piacevole soffiò sui due ragazzi e quando Katherine tremò, Sam le mise un braccio sulle spalle, attirandola a sé, rimasero in quella posizione, appoggiati alla ringhiera ed abbracciati, ancora per un po’.


NOTE DELL'AUTRICE:

Salve ragazzi! Spero che questi capitoli vi siano piaciuti, quindi, se volete, fatemi sapere tutto quello che pensate!! Grazie mille a chi mi segue; buona serata ragazzi/e! ;)

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Capitolo 3
*** You've got something I need. ***




Capitolo 3


You've got something I need. 



Sam si svegliò di soprassalto sul divano del soggiorno di Bobby con delle immagini cruente che avevano letteralmente invaso la sua mente, mentre il fratello e Katherine, che si trovavano al piano di sopra ognuno nelle rispettive stanze, scesero immediatamente le scale per raggiungerlo il più in fretta possibile, sentendolo lamentare per il dolore.
"Sam, cos'hai?" Chiese Dean afferrandolo per un braccio, mentre il ragazzo tentava di alzarsi . 
"Vieni su, vieni con me: sciacquati il viso, su dai, ti tengo io" affermò il maggiore tenendolo saldamente ed accompagnandolo al lavandino della cucina.
"Che diavolo gli sta succedendo Dean?!" Domandò Katherine preoccupata raggiungendo i due ragazzi.
Sam con un sola mano si bagnò il viso, cercando di riprendersi, ma continuando a vedere quelle immagini e ad avere un atroce mal di testa, contorcendosi su se stesso: un uomo di colore sui sessant’anni entrò all’interno di un negozio d’armi e, con il nuovo fucile appena comprato, uccise numerosi presenti per poi togliersi la vita.
 
"Senti, perché adesso non cerchi di calmarti e ci rifletti?" disse Dean sbuffando, seduto sulla poltrona. "Non credo sia una buona idea andare alla Roadhouse!"..
"Roadhouse?" Chiese Katherine confusa, seduta sul divano vicino a Sam.
"Questa è un'altra premonizione Dean! Succederà di sicuro e Ash può dirci dove! E poi c'è di mezzo anche il demonio; nelle mie visioni c'è sempre" Esclamò Sam scuotendo la testa ed alzandosi infuriato.
"Visioni? Demonio?" continuò la ragazza aggrottando le sopracciglia, ancora seduta sul divano.
"È questo il punto Sam!" Rispose Dean alzandosi a sua volta e mettendosi davanti a lui." È pieno di cacciatori come noi e non credo che annunciare che tu sei un mostro con poteri sovrannaturali e rapporti con il demonio sia la cosa migliore, ok?".
"Oh mio Dio, ma di che state parlando ragazzi?" Chiese ancora Katherine alzandosi e gesticolando, ma i due ragazzi continuarono ad ignorarla.
"Quindi per te sono un mostro?" Chiese Sam alzando ancora di più la voce. Ed allargando le braccia
Dopo una lunga pausa, Dean gli diede una leggera pacca sulla spalla e con un sorriso sulle labbra disse: " Sei sempre stato strano!".
"Vado a preparare le cose! Accendi la macchina!" Esclamò Sam perentorio salendo al piano di sopra.
Dean mormorò qualcosa scuotendo la testa e sospirando, voltandosi verso la ragazza che lo guardava con aria ancora più confusa di prima.
"Ti spiegheremo tutto, promesso, ma mentre Sam ed io siamo via, tu devi rimanere qui" disse Dean avvicinandosi a lei.
"Rimanere qui? Da sola? Non esiste, verrò con voi!!" Esclamò Katherine scuotendo la testa.
"Nonono, tu rimarrai qui. Bobby tornerà presto; lo chiamo e lo informo! Vedrai che sarà qui con te prima che tu te ne accorga" affermò il ragazzo sorridendo, afferrando Katherine dalle spalle.
La ragazza lo fissò dritto negli occhi sorridente e con un tono di voce calmo e basso disse: "Verrò con voi! Vado a prendere la mia roba, accendi la macchina!”.
Dean si passò le mani sul viso, mentre la Katherine si liberava dalla sua presa e saliva al piano di sopra, e pensò di non avere mai incontrato nessuna ragazza così: nessuna era mai riuscita a tenergli testa come aveva fatto lei in queste settimane.
Tentarono di tutto per aiutarla, ma la memoria non le tornava, nessun ricordo all’orizzonte, così Katherine intraprese la decisione di diventare una cacciatrice; decisione alla quale Dean si oppose, secondo lui avrebbe dovuto vivere una vita normale, com'è giusto che sia.
"Non sappiamo se tu sia stata una cacciatrice in passato, ma adesso sei libera di cominciare una nuova vita lontano da tutta questa merda" le aveva detto una volta.
Ma cosa avrebbe fatto se i demoni l'avessero attaccata, una volta rimasta sola? Lei non voleva ricominciare, lei voleva semplicemente essere una cacciatrice proprio come loro. E lo sarebbe diventata, era solo questione di tempo.
 
 
 
Dopo il viaggio in auto che avevano appena affrontato, i tre ragazzi entrarono nella Roadhouse guardandosi cautamente intorno, finché non videro avvicinarsi un viso a loro familiare.
"Non riuscite proprio a stare lontani, vero ?" disse Jo guardandoli con un sorriso stampato in faccia, che scemò appena vide la ragazza dietro di loro.
"Sembra di si, come va Jo?" Disse Dean accennando un sorriso, continuando a guardarsi intorno.
"Dov'è Ash?" Chiese Sam, senza neanche salutare.
"In camera sua" rispose istintivamente la ragazza aggrottando le sopracciglia, osservando il ragazzo prendere quella direzione. "Si, sto bene grazie" urlò dietro Sam, tornando a voltarsi verso Dean e la ragazza.
"Mi dispiace Jo, ma purtroppo abbiamo fretta" disse Dean estremamente serio, lanciando una rapida occhiata a Katherine, seguendo il fratello. " Rimani qui, torno subito".
Le due ragazze rimasero sole e si osservarono imbarazzate, mentre Jo le si avvicinava di qualche passo sorridente.
"Sono Jo" disse la ragazza allungando la mano verso Katherine, la quale la osservò per qualche secondo prima di stringerla.
"Katherine" rispose accennando un sorriso.
"Katherine? Bel nome..” chiese Jo sorridendo. “Sei una loro amica? Parente? Fidanzata?”.
"Fidanzata?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e scoppiando in una risata. “No, loro sono...di famiglia".
"Di famiglia?" Chiese Jo perplessa, non ricordando che i ragazzi avessero mai parlato di lei.
"Oh si, abbiamo in comune alcune zie.. siamo cugini" disse Katherine nervosamente, sorridendo e gesticolando. "Come ho detto.. sono di famiglia!".
La ragazza si sforzò parecchio di essere credibile, ma tuttavia ogni sforzo era inutile; Jo capì subito che stava mentendo.
"Ooh.. certo! Vuoi una birra?" Chiese Jo cordialmente.
"Ci vorrebbe qualcosa di più forte, non credi?"  Disse ancora ridendo nervosamente.
 
 
 
"Ash? Ehi Ash?" Disse Sam bussando freneticamente alla porta della camera del ragazzo, senza ricevere alcuna risposta.
Dean sbuffò e scosse la testa, così si avvicinò e bussò ancora più forte, urlando che se non avesse aperto la porta l’avrebbe buttata giù a calci.
Dopo qualche altro secondo di attesa, la porta si aprì, rivelando l’uomo che stavano cercando completamente nudo e completamente fatto all’interno della propria camera.
"Sam e Dean?” chiese Ash prendendo a ridere e a fissarli.
"Ciao Ash, ci serve il tuo aiuto" disse Sam distogliendo lo sguardo da lui, guardo ovunque meno che lui.
"Oh davvero?" Chiese l’uomo prendendo a ridere più forte, prima di chiudersi la porta alle spalle e continuare ad urlare dall’interno della stanza.  "Mi metto i pantaloni e arrivo”.
I ragazzi si guardarono e scossero la testa, uscendo dal corridoio dal quale erano entrati e tornando all’interno del locale, andando a vedere come stesse impiegando il suo tempo Katherine, in attesa di parlare con Ash.
 
 
"Jack Daniels? Veramente?" chiese Dean ironicamente, raggiungendo la ragazza ed appoggiandosi con il gomito al bancone, osservando Katherine tracannare il contenuto del bicchiere che stringeva fra le dita.
"Un bicchiere che vuoi che sia" rispose Katherine ignorandolo e scuotendo la testa, mentre Sam prese posto accanto a lei sorridendole.
"Non hai toccato alcolici in queste settimane con noi, non vorrei che sporcarsi la mia auto" disse Dean sbuffando e scuotendo la testa.
"Sta tranquillo" rispose la ragazza sorridendo, versandosi un altro bicchiere di Whiskey.
Non sapeva spiegarsi il motivo, ma da quando Jo le aveva chiesto se fosse la fidanzata di uno dei due ragazzi, Katherine non riuscì a togliersi dalla mente quella possibilità.
“Lo penso anch’io..” sussurrò Sam afferrando la bottiglia Jack Daniels che la ragazza stringeva fra le dita, mettendo accidentalmente la mano su quella della ragazza.
Katherine si voltò a fissarlo negli occhi, osservando attentamente il suo viso che si piegava in un sorriso dolce e ricambiò, non staccandogli gli occhi di dosso, mentre il minore dei fratelli si versava un bicchiere di Whiskey, tornando a guardarla e a sorridere.
 
 
 "Ecco, trovato: Blue Ridge" disse Ash dopo aver passato non più di dieci minuti al computer, voltandolo verso gli altri, seduto ad un tavolo del bar con Sam e Katherine. “Questo è il luogo della Blue Ridge dell'Oklahoma”.
"Perfetto" disse Sam tornando ad innervosirsi, scuotendo leggermente la testa. “Controlla se ci sono stati segni demoniaci ultimamente”.
"C-credi che ci sia il demone a cui date la caccia?" chiese l’uomo aggrottando le sopracciglia.
"Si, forse" rispose secco Sam, voltandosi ad osservare la ragazza che gli stava a fianco.
"Perché lo pensi?" continuò Ash incuriosito dal caso.
"Tu controlla, d'accordo?" Affermò Dean perentorio, alle sue spalle.
Ash sospirò e scosse la testa, tornando a pigiare alcune parole chiave nel programma che stava usando per trovare notizie che riportassero ad eventi e situazioni soprannaturali.
"No, nessun segno del demone" disse Ash alzando il viso dal suo computer.
Sam prese un bel respiro, indeciso se parlarne o meno, e scosse la testa, osservando il ragazzo davanti a se e disse: "Cerca un'altra cosa, per favore: se c'è stato un incendio in quella città. Il fuoco dovrebbe essere partito dalla stanza di un bambino nella notte del suo sesto mese di vita".
Tutti e tre i presenti in silenzio puntarono uno sguardo interrogativo sul ragazzo, finché Ash ruppe il silenzio, dicendo: "Mi spieghi perché dovrei mettermi a cercare una cosa del genere?".
"Perché ti offro una bella birra" disse Katherine sorridendo, porgendogli la sua.
Ash sorrise e, fissandola negli occhi, disse: "Tu mi piaci! Dammi 15 minuti".
 
 
 
 
 
Mentre Ash cercava le informazioni necessarie per il loro caso con Sam, Dean e Katherine si recarono nuovamente al bancone, prendendo altre due birre, senza dire una parola, immersi ognuno nei loro pensieri; quando furono rimasti gli unici clienti nell’intero locale, i due ragazzi sentirono diffondersi nell'ambiente una canzone smielata, proveniente dal jukebox, messa da Jo.
"Che c'è?" Chiese la ragazza volgendo lo sguardo verso i due che la fissavano.
" REO Speedwagon?" Chiese Dean ridendo.
"Esatto, la canta con il cuore" rispose la ragazza avvicinandosi dall’altro lato del bancone
"Secondo me non è cosi" disse il ragazzo sorridendo, addolcendo il tono di voce, priva di bere un altro sorso di birra. "Non ha classe".
"Ook.. mi sa che io andrò a vedere a che punto sono Sam e Ash" disse Katherine accennando un leggero sorriso, alzandosi e sentendosi il terzo incomodo.
"No, Kath.." disse Dean aggrottando le sopracciglia, ma senza alcun risultato.
Katherine si voltò nuovamente e rise, per poi raggiungere Sam, mentre i due ragazzi al bancone si limitarono a ridere, per poi tornare seri dopo qualche secondo.
"Senti.. quello che avete chiesto ad Ash di cercare.. è la cosa che è successa a vostra madre? L'incendio nella cameretta di Sam?" chiese Jo avvicinandosi al ragazzo, accennando un sorriso.
"È una cosa di famiglia" rispose Dean facendo spallucce, non intenzionato a parlare dei propri affari con la ragazza.
"Potrei aiutarvi" disse Jo accennando un sorriso.
"Sono certo di si, ma è meglio che ce ne occupiamo noi” disse il ragazzo sbuffando, bevendo un altro sorso di birra. “E poi se ti porto via con me, tua madre mi ucciderà".
"Hai paura di mia madre?" Chiese ridendo la ragazza.
"Diciamo di si" disse Dean ridendo.
"Abbiamo un riscontro, dobbiamo andare" disse Sam avvicinandosi velocemente al bancone insieme a Katherine, con in mano tutti i documenti.
"Ciao Jo, ci vediamo" disse Dean afferrando la sua giacca, uscendo con gli altri due dalla Roadhouse, recandosi il più velocemente possibile in auto.
 
 
 
"And even as I wander, I'm keeping you in sight.
You're a candle in the window, on a cold, dark winter's night.
And I'm getting closer than I ever thought I might. And I can't fight..".

"La vuoi piantare?!" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e sbuffando, interrompendo il fratello intento a cantare al volante, scatenando le risate di Katherine al sedile posteriore.
"Sam, questo è l'amore che si è impossessato di Dean" disse la ragazza tra una risata e l'altra, contagiando anche Sam.
"Oh ma sta zitta, è da quando ho sentito questa canzone che non riesco più a togliermela dalla mente!” disse Dean accigliato, scuotendo la testa. “Che hai scoperto?".
"Andrew Gallagher, nato nel 1983, come me; perse la madre nell'incendio della cameretta a 6 mesi, di nuovo come me" disse Sam tornando serio e leggendo i documenti stampati da Ash.
"Credi che l'abbia uccisa il demone?" Chiese Katherine dai sedili posteriori.
"È quello che sembra".
"Perché andiamo a cercarlo?” chiese Dean facendo spallucce.
"Ogni premonizione che ho avuto riguardava il demonio o bambini colpiti come me. Come Max Miller, ricordi?" chiese Sam sospirando.
"Chi sarebbe?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia.
"Uno psicopatico, ma Sam non è affatto come lui" disse Dean sospirando e scuotendo la testa.
"Si non sono un assassino, ma avevo le stesse premonizioni che adesso ho con questo tizio, Gallagher" disse Sam appoggiando la testa al finestrino.
"Dove lo troviamo?" Chiese il maggiore sospirando.
"Non lo so: non ha un indirizzo, non ha un lavoro. Ha un mucchio di debiti" disse Sam sospirando.
“Avrà una collezione di denunce" disse Katherine facendo spallucce.
"Bè.. qui non risultano" disse Sam scuotendo la testa, non riuscendo a trovare un collegamento.
"L'ha sempre fatta franca?" Chiese il maggiore stupito.
"Così sembra. C'è solo l'indirizzo del suo ultimo impiego, circa due anni fa. Iniziamo da lì" disse Sam sospirando, scuotendo la testa, mentre il fratello schiacciava l’acceleratore dell’auto, per arrivare il più velocemente possibile.
 
 
 
 
"Mi dispiace per voi ragazzi, ma non riuscirete ad avere nulla da Andy" disse la capo cameriera sorridendo, versando una tazza di caffè ai tre ragazzi seduti ad un tavolo del bar.
"Come?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, confuso.
"Siete del recupero crediti, vero? Ogni tanto ne arriva qualcuno, non so come Andy faccia a convincerli ma non si fanno più vedere" disse la ragazza perplessa, facendo spallucce.
"Veramente noi siamo avvocati, rappresentiamo la prozia di Andy” disse Dean sorridendo. “Purtroppo lei adesso è morta, ma lei gli ha lasciato un'eredità cospicua"
Sam e Katherine si lanciarono un’occhiata rapida, capendo di dover tenere il gioco a Dean.
"Oh si, la prozia. Lei è una sua amica?" Chiese Sam sorridendo.
"Diciamo di si, ma non vedo più Andy da un sacco di tempo" disse la ragazza abbassando gli occhi con un sospiro.
"Andy? È un tipo che ci sa fare!" Esclamò il cameriere sentendo il discorso che stavano  facendo, sedendosi al tavolo con loro.
"Oh davvero?" chiese Katherine guardandolo con un sopracciglio alzato.
"Si, è un fenomeno! Mi ha fatto entrare nel backstage dei Sum 41! Uno sballo credetemi" disse il ragazzo ridendo.
"Wow, ma perché non cominci ad apparecchiare i tavoli, Webber?" chiese la ragazza incrociando le braccia al petto, sbuffando.
"Scusatemi" disse il cameriere congedandosi, andando a svolgere il suo lavoro.
"Sentite se volete trovarlo, andate a Peaches Street e cercate un furgone con una regina barbarica sulla fiancata" disse la ragazza sorridente.
"Una regina barbarica?" Chiese Katherine perplessa, aggrottando le sopracciglia.
"Si, cavalca un orso polare! È difficile non notarlo" continuò la ragazza ridendo.
 
 
 
 
 
"Questo tizio inizia a piacermi, quel furgone è uno schianto!" Disse Dean ridendo ma, osservando gli altri due passeggeri, si accorse di quanto fossero seri. "Che c'è?".
"Niente" risposero Sam e Katherine contemporaneamente facendo spallucce, con l'unica differenza che quest'ultima, era solo annoiata perché non era abituata a stare per un tempo così prolungato in macchina.
"Sembra che entrambi abbiate mangiato un limone! Tirate fuori il rospo" disse Dean aggrottando le sopracciglia.
"Il demone va dai bambini quando sono piccoli e li trasforma in assassini " cominciò Sam scuotendo la testa.
"Non sappiamo chi sia questo Gallagher, Sam" disse Katherine avvicinandosi, sospirando.
"Le mie visioni non sbagliano mai!" esclamò sospirando.
"Arriva al punto" disse Dean alterato.
"Probabilmente sono come loro, il demone ha dei progetti per me e per tutti i bambini come me." disse Sam abbassando gli occhi.
"Ah si? Sam tu non sei un assassino" rispose Dean guardandolo negli occhi.
"Bè forse questo è il piano.. forse non siamo altro che strani demoni predestinati".
"Anche gli altri bambini? Quindi è il demone che vi fa uccidere con la mente, giusto? Sam falla finita, tu non sei un assassino!" Disse tagliando corto Katherine.
"Appunto, non sei un assassino! Ce l'hai nel sangue!" esclamò Dean sospirando.
"E che mi dici di tutti quelli che ho ammazzato?" Chiese Sam passandosi una mano sul viso.
"Se l'erano andata a cercare! È diverso" concluse Dean.
"Ragazzi, eccolo!" Disse Katherine indicando un ragazzo uscire da un appartamento.
Lo osservarono camminare e videro un mucchio di cose strane: le persone gli cedevano il caffè, gli regalavano il giornale. Finché Sam non lo vide salutare un uomo di colore, prima di salire sul suo furgone e partire.
"È lui! Il tizio più anziano è l'assassino!" Disse Sam.
"Tu e Katherine seguite lui, io penso ad Andy! Andate!" Disse Dean ed entrambi scesero dalla macchina e seguirono l'uomo anziano.
"Sembra così buono, sei sicuro?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Sicurissimo, non perderlo di vista" disse Sam non staccando gli occhi dall’uomo.
Il reverendo continuò a camminare, fin quando di colpo si arrestò, afferrando il suo cellulare, rispondendo ad una chiamata sorridendo e sussurrando: "Pronto.. si?.. va bene".
"Nonono, vieni" disse il ragazzo afferrando una mano di Katherine, entrando nel negozio di armi. "Sta per entrare qui e fare una carneficina, dobbiamo fare uscire tutti!".
"Sam, l'allarme! Fallo scattare ed usciranno tutti" disse la ragazza guardandolo.
"Hai ragione" disse guardandosi intorno, trovando l’interruttore e premendolo.
Scattò la sirena e tutte le persone all'interno del negozio uscirono in gran fretta, e i due osservarono il reverendo, che stava per entrare, continuare per la sua strada come se nulla fosse. Scesero i pochi scalini velocemente ed uscirono, osservando l’uomo.
"Oh mio Dio" esclamò Sam a bocca aperta, fissando la strada.
"Che c'è?" Rispose Katherine, aggrottando le sopracciglia.
"Guarda lì!" Disse l’uomo indicando l'Impala che sfrecciava davanti a loro.
"Oh mio Dio! Chiama Dean!" esclamò Katherine, cosa che il ragazzo stava già facendo.
"DEAN! Andy ha preso l'Impala!.. che cosa??" Esclamò Sam scuotendo la testa ed agitandosi. "Controllava la sua mente!" Sussurrò alla ragazza sospirando, chiudendo la chiamata.
Qualche secondo dopo, il reverendo, che non era riuscito ad entrare nel negozio di armi ed uccidere delle persone innocenti, attraversò la strada con un sorriso sul viso e si buttò volontariamente sotto un autobus in corsa proprio sotto gli occhi impotenti dei due ragazzi, lasciando tutti i presenti senza parole.
"No no no no no!" urlò Sam passandosi una mano fra i capelli e scuotendo la testa.
Sam si sedette per terra profondamente abbattuto, mentre la ragazza si avvicinò sospirando, ed alcune pattuglie di polizia arrivarono in tutta fretta seguite dall’ambulanza.
"Eravamo riusciti ad allontanarlo dal negozio di armi!! Credevo di averlo salvato, di aver risolto tutto, invece..” disse Sam con voce triste, abbassando lo sguardo e portandosi la testa fra le mani. “.. dovevo stare con lui"
"Ehi Sam, ehi guardami. Ehi, ascoltami..” sussurrò Katherine con sicurezza, tenendo il viso del ragazzo fra le mani ed accennando un leggero sorriso. “Non è colpa tua, è chiaro? Alla fine andrà tutto bene, risolveremo ogni cosa! Non sentirti in colpa, è solo colpa di Gallagher. Lo troveremo, ok?" Disse
"Ok.." disse Sam stringendo la mano della ragazza appoggiata sulla sua guancia." Ok Kath".
"Vieni qui su" disse Katherine trascinandolo più vicino a se, abbracciandolo forte e facendogli appoggiare il viso sulla sua spalla.
I due aspettarono così l'arrivo di Dean per poi continuare a cercare e a scoprire la verità su Gallagher, decisi a stanarlo.
 
 
 
 
I tre ragazzi, ancora scossi per l'accaduto, decisero di recarsi nuovamente al bar dove lavorava Andy per ottenere ulteriori informazioni; lungo la strada, ritrovarono la loro preziosa Impala e Dean, con quasi le lacrime agli occhi, le corse incontro come se fosse la cosa più importante al mondo per lui.
"Oh menomale! Mi dispiace tanto piccola! Non ti abbandonerò mai più!!" esclamò il ragazzo, cominciando ad osservarla in cerca di qualche graffio o ammaccature, ma, fortunatamente, non trovò nulla al di fuori della norma e tirò un sospiro di sollievo. "Per fortuna ha lasciato le chiavi!".
"Già. È un vero samaritano quel tipo" disse ironicamente Sam, scuotendo la testa.
"A quanto pare non sa usare il suo potere solo con il pensiero: deve usare comandi verbali" affermò Dean pensando a come gli aveva portato via l’auto.
"Già.. il reverendo parlava al cellulare prima di finire sotto l'autobus. Deve avergli telefonato" osservò Katherine.
"Non ne siamo cosi sicuri però" disse Dean sospirando.
"Che vuoi dire?" chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia.
"Chi ci garantisce la tua storia Sam?" Chiese il maggiore facendo spallucce.
"Stai avendo seriamente dei dubbi su Andy?" Chiese Sam alterato, aggrottando le sopracciglia.
"È che Andy non mi sembra il classico assassino a sangue freddo!" esclamò Dean facendo spallucce.
"Si ma intanto come lo fermiamo?" chiese Sam serrando la mascella, non avendo più intenzione di continuare il discorso.
"Non c'è problema, troveremo il modo" disse Dean sorridendo.
 
 
  
"Questo furgone non passa di certo inosservato" disse Dean sorridendo, mentre si avvicinavano ad esso.
"Diamo un'occhiata" disse Sam guardandosi intorno ed estraendo dalla sua giacca un crick per aprire lo sportello.
"Oh oh oh , incredibile" esclamò Dean guardando l’interno del furgone, trovando numerosi tappeti e cuscini.
"Accidenti. Non trovate che sia davvero magnifico?" disse Katherine sorridente, osservando il modo in cui Andy aveva arredato gli interni del furgone.
"Già! Ma non mi sembra la tana di un serial killer. Non ci sono disegni di clown sulle fiancate.." disse Dean sorridendo sarcasticamente al fratello, che si voltò nella sua direzione e lo incenerì con lo sguardo. "..o foto delle sue vittime infilzate. Solo quella tigre" continuò riferendosi ad un tappeto decorativo con un'enorme tigre ritratta.
"Questo tizio ha una raccolta di letture un pó pesanti! Kant.." disse Sam ignorando il fratello, aggrottando le sopracciglia e afferrando fra le mani i libri.
 
"Si e.. c'è anche un Moby Dick’s bong "disse Katherine sgranando gli occhi dalla felicità, prendendolo in mano e sorridendo.
I ragazzi la fissarono con le sopracciglia aggrottate, non riuscendo a credere alle parole della ragazza, completamente innamorata di quell’aggeggio.
“Possiamo portarlo con noi?” chiese la ragazza sorridendo, non distogliendo lo sguardo da ciò che teneva fra le mani. “Ricordo molte belle serate in compagnia di questo amichetto”.
“Katherine!” esclamò Sam sorridendo e scuotendo la testa.
"Che c'è?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, provocando delle risate nei ragazzi. “Dico sul serio!”.
“Non mi sembra il caso, Kath” disse Sam togliendo l’oggetto dalle mani della ragazza che rimase quasi delusa, abbassando lo sguardo.
“Mi hai spezzato il cuore” disse Katherine triste, mentre tornavano nella loro auto e i ragazzi risero in coro.
 
"Sapete, un giorno mi piacerebbe sedermi e mangiare qualcosa di meno schifoso di un hamburger" disse Dean in macchina, con ancora la bocca piena.
I due ragazzi lo ignorarono, tornando ad esaminare le carte che tenevano fra le mani, cercando di scoprire di più sul caso.
"Non capisco il movente, il reverendo era un tipo apposto. Perché Andy l'ha ucciso?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, cercando di far quadrare il tutto.
"Sempre se è stato Andy" disse Dean precisando, inclinando la testa verso la ragazza che stava seduta fra i due.
"Ora basta, Dean! Il reverendo si è buttato sotto l'autobus e Andy ha il potere di controllare la mente! Tira tu le somme!" disse Sam alterato.
"Ha ragione, Dean" disse Katherine facendo spallucce. “E’ l’unica soluzione”.
"Ok ma non credo che sia entrato nella sua mente!" disse Dean facendo spallucce.
"Come diavolo fai a saperlo? Perché fai marcia indietro e lo difendi?" sbottò Sam alterato.
"Perché stavolta hai torto e ..".
"Ehi, credete che non vi abbia visti? Ora ditemi perché mi state seguendo" disse Andy, spuntato dal lato del finestrino di Sam e fissando tutti e tre negli occhi.
"Siamo avvocati, una tua prozia è morta e.." iniziò Katherine.
"Dimmi la verità" disse Andy concentrandosi su di lei.
"Ma questa è la verità Andy" continuò la ragazza aggrottando le sopracciglia.
"Siamo cacciatori di demoni" disse Dean accennando un sorriso.
"DEAN" dissero all'unisono Sam e Katherine.
"Cosa?" chiese Andy sgranando gli occhi.
"Demoni e spettri, e catturarli non è affatto facile. Lui è mio fratello Sam, lei è Katherine e..".
"Dean sta zitto!!" Dissero nuovamente Sam e Katherine.
"Ci sto provando ma lui controlla la mia mente." Disse rivolgendosi ai ragazzi per poi tornare a concentrarsi su Andy. "Mio fratello pensa che tu sia un assassino e ha paura di diventarlo anche lui visto che tutti e due fate parte del progetto del demone. Spero si sbagli, ma temo che abbia ragione" continuò Dean senza riuscire a smettere di parlare.
"Ok ascoltate, lasciatemi in piace, d'accordo? Bene" disse Andy andando via.
"D'accordo" disse Dean sorridendo.
Sam guardò male il fratello e sbuffando, continuando ad alterarsi, scese dalla macchina, seguito dalla ragazza.
"Che fai? Vi ho detto di lasciarmi in pace, non avete sentito? Andatevene, mettete in moto la macchina e andatevene" disse Andy indietreggiando mentre entrambi avanzavano.
"Con me non funziona Andy e, a quanto pare, neanche con lei" disse Sam.  "Non puoi dire alla gente che cosa fare ma solo cosa pensare. È iniziato un anno fa vero? Quando hai compiuto 22 anni. Prima cose piccole, poi sempre di più"
"Tu come fai a saperlo?" Chiese Andy sconvolto.
"Perché è successo la stessa cosa a me. Anche mia madre è morta in un incendio, anch'io ho dei poteri come te. Tu ed io siamo collegati" disse Sam gesticolando nervosamente.
"Non è vero, andatevene via da qui" disse Andy, visibilmente scosso
"Perché hai detto al reverendo di suicidarsi?" chiese Katherine avvicinandosi.
"Che cosa?".
Sam cominciò ad avere nuovamente il mal di testa atroce che aveva avuto quella mattina, avendo la visione del reverendo, perdendo l’equilibrio e barcollando momentaneamente.
"Sam che ti succede?" Chiese la ragazza preoccupata, avvicinandosi a lui.
“Perché l'hai fatto?" Chiese Sam emettendo alcuni lamenti.
"Ma io non l'ho fatto!" Disse Andy facendo spallucce.
Sam non riuscì più a stare in piedi, così cercò un appiglio dove appoggiarsi e Katherine prontamente lo afferrò e lo sostenne quanto più poteva, riportandolo in posizione eretta.
Dean, che fin a quel momento era rimasto in disparte, non riuscendo più a parlare con il ragazzo, corse dal fratello e lo aiutò a sedersi per terra.
"Non c'entro nulla questa volta, lo giuro" disse Andy preoccupato.
"Ho visto una donna.. una donna arsa viva!" Disse Sam tenendosi ancora la testa fra le mani. "Che altro?" chiese Katherine preoccupata.
"Un distributore. Una donna sta per suicidarsi" disse Sam.
"Che significa sta per suicidarsi? Che significa? Che vuol dire?" Chiese Andy guardando Katherine.
"Sta zitto!" esclamarono all’unisono Dean e Katherine preoccupato per il ragazzo.
"Verrà convinta a farlo da una telefonata!" Disse Sam cercando di rialzarsi, sorretto da Dean.
"Quando?" chiese quest'ultimo.
"Non lo so. Basta non perderlo d'occhio e non succederà nulla".
"Io non ho fatto nulla!" disse Andy mettendo le mani avanti.
"Non ancora!" Gli urlò contro Sam.
Katherine e Dean si girarono verso la strada appena sentirono delle sirene e in un batter d'occhio passarono davanti ai loro occhi polizia, vigili del fuoco e ambulanze.
"Vai" disse Sam preoccupato e il fratello scattò immediatamente sull'auto e seguì tutte queste sirene.
"No tu no, tu resti qui con noi" disse Sam ad Andy che stava per seguire Dean.
 
 
 
 
"Sono io. È morta, arsa viva come aveva detto Sam" disse Dean al telefono sospirando. "Quando?" Chiese Katherine sospirando.
"Qualche minuto prima del mio arrivo qui. Non siamo arrivati in tempo stavolta".
"Già hai ragione, ma non può controllare le sue visioni" disse Katherine osservando Sam, seduto per terra, che fissava Andy.
"Ascoltami bene: voi eravate con Andy quindi non può essere stato lui ma qualcun altro".
"Questo non ha alcun senso però!".
"Che cosa ha senso? Vedo se riesco a saperne di più" disse e riattaccò.
La ragazza si avvicinò a Sam e si sedette accanto a lui e gli disse: "Mi dispiace Sam, ma è morta!".
"Maledizione" disse il ragazzo con un tono calmo e pacato ed un sorriso amaro sulla bocca.
"Così tu hai premonizioni su persone che stanno per morire?" Chiese Andy e il ragazzo annui.
"Ma.. è impossibile!".
"Molti direbbero lo stesso di quello che fai tu" disse Sam accennando un sorriso.
"Quando ho scoperto i miei poteri io.. mi sentivo privilegiato. Pensavo di aver vinto alla lotteria" disse Andy sorridendo.
"Ma vivi ancora in un furgone. In fondo potresti avere tutto ciò che hai sempre desiderato" gli fece notare Katherine accennando un sorriso.
"Bè io.. ho tutto ciò che mi serve" rispose semplicemente.
"Quindi non sei un assassino" affermò Sam.
"È quello che cercavo di dirvi" disse sorridendo guardando entrambi.
"Menomale, per noi c'è ancora speranza" disse Sam ricambiando il sorriso e in quel momento arrivo Dean.
"La vittima si chiamava Holly Beckett, 41 anni , single" disse Dean scendendo dalla macchina.
"Chi era?" Chiese Sam.
"Mai sentita nominare" rispose Andy.
"Ho chiamato Ash ed ha trovato qualcosa: Holly Beckett partorì a 18 anni, nel 1983 lo stesso giorno in cui sei nato".
"Andy sei stato adottato?" Chiese Katherine.
"Beh si!".
" E perché non ce l'hai detto scusa?" Chiese Dean.
"Be perché avrei dovuto dirvelo?  Non ho mai conosciuto i miei veri genitori, mia madre adottiva morì nell'incendio quando ero piccolo. Voi credete che questa Holly possa essere mia..?".
"Ho cercato di trovare il tuo certificato di nascita ma non è facile da avere" osservò Dean scuotendo la testa.
"E allora?” chiese Katherine sorridendo. “Abbiamo lui, può averlo lui"
"Certo!" rispose Andy sorridendo.
 
 
 
 
"Non lo so se ho fatto bene a farvi entrare qui" disse l'uomo che lavorava in quell'ufficio.
“Non si preoccupi, andrà tutto bene. Adesso vada a prendersi un bel caffè" disse Andy accompagnando l'uomo fuori dalla stanza.
"Pazzesco" disse Katherine ridendo.
"L'ho trovato" disse Sam sospirando.
"È vero? "chiese Dean.
"Si, è così Andy. Holly Beckett era tua madre naturale" disse Sam.
"Comincia a girarmi la testa.." disse Andy passandosi le mani sul volto.
"E il reverendo aiutò tua madre nell'adozione. Quindi hai una connessione con entrambi" disse Katherine leggendo i documenti.
"Non li ho uccisi io".
"Ti crediamo" disse la ragazza, mentre Sam con un sorriso sul viso la guardò e aggiunse: " si, ti crediamo".
"Allora chi è stato?" chiese Dean scuotendo la testa e sospirando.
"Credo di avere la soluzione: Holly Beckett partorì due gemelli" disse Sam e tutti e quattro si guardarono sorpresi.
"Ho... un gemello cattivo? ".
"Holly fece adottare sia te che tuo fratello: tu sei stato adottato dalla famiglia dei Gallagher, tuo fratello invece andò dagli Wilson, a nord dello stato".
"Tutto a posto Andy?" Disse Katherine seduta accanto a lui.
"Sisi, ma… come si chiama mio fratello?" chiese Andy sospirando.
"Ansel Wilson e questo è il suo indirizzo" rispose Sam indicandolo sul foglio.
"Vive qui?" Chiese sorpreso Andy.
"Vediamo che aspetto ha, sta arrivando una foto proprio adesso" disse Katherine e aspettando che dal fax uscisse il foglio e la guardò. "Oh Dio, Andy mi dispiace darti un altro dolore" disse porgendogli la foto.
"Lui?" Chiese rimanendo sorpreso.
Sam e Dean si avvicinarono per vedere la foto e immediatamente capirono lo stupore di Katherine ed Andy.
"È il tizio del bar" disse Dean a bocca aperta.
"Non ci posso credere, lo avevamo sotto il naso e non ce ne siamo accorti!! Andiamo" disse Sam e tutti uscirono.
 
 
 
 
"Coraggio Andy, dicci tutto quello che sai su questo tizio" disse Sam sospirando, mentre tutti e quattro erano in macchina.
"Veramente non so molto, Webber è apparso un giorno all'improvviso, circa 8 mesi fa. Si comportava con me come un vero amico, faceva di tutto per esserlo".
"Di sicuro sa che siete fratelli, ma perché ha cambiato il nome e non ti ha detto la verità?" Disse Katherine.
"Non lo so" disse Andy scuotendo la testa.
"Kath, Dean.. ahh..sta succedendo di nuovo" disse Sam portandosi le mani alla testa.
"Dean accosta!” urlò Katherine in preda al panico e lui lo fece .
La ragazza scese immediatamente dall'auto, raggiungendo Sam dal suo lato e Dean fece lo stesso, afferrandolo dalle braccia e sostenendolo.
"Ehi ehi, cos'hai?" Disse Dean preoccupato.
"Dobbiamo andare, dobbiamo andare" disse Sam, riprendendo fiato e cercando il più possibile di calmarsi.
 
 
 
Fermarono l'auto e i fratelli scesero per prendere le armi dal bagagliaio, domandandosi silenziosamente se sarebbe stato il caso o no di dare una pistola anche alla ragazza; dopotutto era la sua prima caccia.
"Voi due restate qui, d'accordo?" Disse Sam sospirando.
"Non se ne parla! Non ci perderemo questo spettacolo" disse Dean sorridendo.
"Vengo con voi" disse Andy.
"Andy no!" Gli rispose Sam.
"C'è Tracy con lui, vengo anch'io! " si impose il ragazzo.
"D'accordo allora ci divideremo: io vado con Andy e Katherine con Dean, ok ?" Disse Sam e andò via immediatamente con il ragazzo.
"Sta attento" sussurrò la ragazza preoccupata, abbassando lo sguardo.
I quattro ragazzi si avviarono sul ponte dove Webber aveva portato Tracy e videro la sua macchina, così cercando di fare meno rumore possibile, Sam si avvicinò cautamente all’auto e, quando fu sufficientemente vicino, con un colpo ruppe il finestrino del conducente, trovando all’interno il gemello cattivo di Andy e la ragazza.
"SCENDI SUBITO DALLA MACCHINA" urlò Sam.
"Io sono sicuro che tu non vuoi farlo" disse Webber sorridendo, ma come risposta ricevette da Sam un pugno sul viso.
Dall'altro lato Andy corse ad aiutare Tracy, completamente terrorizzata, a scendere dall'auto e cercò di portarla in salvo, afferrandola dalle spalle.
"Andy!" piagnucolò la ragazza terrorizzata.
"Tracy! Vieni fuori coraggio!".
"Non riesco a controllarmi" disse la ragazza.
"Non muoverti" disse Sam puntando la pistola alla tempia di Webber.
Andy si avvicinò al fratello e gli mise del nastro adesivo sulla bocca per evitare che potesse parlare e gli diede un calcio.
"Ti uccideró lurido bastardo!".
"Ehi Andy, lascia che me ne occupi io va bene?" Disse Sam mettendosi in mezzo.
"No voglio ucciderlo con le mie mani" continuò Andy.
"No ci penso io " disse Sam cercando di spingerlo via.
Ad un tratto Tracy prese un ramo abbastanza pesante e colpì Sam sulla testa, che cadde rovinosamente a terra.
"Tracy, fermati" cercò di calmarla Andy. "Ti ordino di fermarti".
E la ragazza, con il volto rigato dalle lacrime, si fermò lasciando cadere il ramo per terra.
Webber si liberò e si tolse il nastro adesivo dalla bocca ed il fratello gli chiese: "Come ci sei riuscito?".
"Solo pratica fratello, semplice allenamento. Certe volte le parole non servono, basta usare la mente e scoppia solo un terribile mal di testa" disse massaggiandosi la testa Webber.
"Sei un figlio di puttana!" disse Andy scagliandosi contro il fratello.
"Sta buono Andy altrimenti Tracy farà un bel volo" disse il gemello cattivo sorridendo.
Andy si girò immediatamente e vide la ragazza che aveva oltrepassato il Front Rail e stava per buttarsi giù.
"Sono più forte io di te e posso farlo!".
"Va bene, come vuoi tu, ma lasciala andare" disse Andy.
"Non prendertela con me, è tutto sbagliato! Non volevo che le cose andassero così ma la tua Tracy sta cercando di separarci! Lei è solo spazzatura, come tutti gli altri, ma noi possiamo forzarli a fare tutto quello che vogliamo" disse Webber sognando di poter ricongiungersi al fratello.
"Sei pazzo, sei davvero cosi folle? Se uno scopre di avere un gemello lo chiama al telefono, lo invita a bere qualcosa, non inizia ad ammazzare la gente!" urlò Andy fuori di sè.
"È da tanto tempo che volevo dirtelo fratello, ma purtroppo lui non me lo ha permesso.. dovevo aspettare il momento giusto!".
"Ma di chi parli?" Disse Andy mentre Sam cercava si rialzarsi.
"L'uomo dagli occhi gialli. È venuto da me, nei miei sogni e mi ha detto che ero speciale. Ha detto che aveva grandi progetti, capisci ? Ha in serbo dei grandi progetti per entrambi Andy" disse avvicinandosi a lui. "Lui mi ha detto che avevo un gemello Andy".
"Perché hai ucciso nostra madre? E il reverendo?"  Chiese Andy senza parole.
"Perché ci hanno diviso loro!! Hanno rovinato le nostre vite Andy!! Avremmo potuto crescere insieme, invece che da soli! Non potevo lasciare che se la cavassero così!" Disse Webber alterandosi ancora di più.
Ad un certo punto quest'ultimo si accorse di Dean nascosto tra gli alberi, rimasto da solo poiché Katherine era andata ad aiutare Sam vedendolo a terra, che da lontano stava per sparargli e sussurrò: "Ti vedo sai? Fai il bravo" e sorrise verso la sua direzione.
Dean, come il reverendo, si puntò il fucile sotto il mento pronto a sparare; Sam, ancora a terra, non riusciva ad alzarsi; Tracy stava per buttarsi dal ponte; Webber stava ordinando a Dean il suicidio ed Andy era pietrificato dalla paura.
Uno sparo squarciò il silenzio e la tensione che si era venuta a creare: Katherine aveva estratto la sua pistola e aveva mirato dritta al cuore di Webber, che cadde in ginocchio e poi a terra, mentre con un sospiro abbassò lentamente la pistola.
 
 
 
"Si è sparato da solo, l'avete visto con I vostri occhi" disse Andy ai poliziotti che stavano portando via il cadavere, che annuirono e si congedarono con un sorriso sul viso.
"Accidenti, è proprio bravo" disse Sam sorridendo.
"Già" disse Dean ricambiando.
"Evita persino di guardarmi..." disse Andy abbassando lo sguardo, parlando di Tracy.
"Certo è un po' frastornata" disse Katherine accennando un sorriso.
"La verità è che non avevo mai usato i miei poteri su di lei, prima di stanotte. Lei ora ha paura di me" disse triste Andy.
"Mi dispiace di non poterti aiutare, ma adesso dobbiamo andare. Tieni, questo è il numero del mio cellulare, sono sicuro che te la caverai, ma chiamami se hai bisogno. "Disse Sam, voltandosi ed andando via con Dean e Katherine.
"Ma cosa dovrei fare adesso?" Disse Andy.
"Comportarti bene Andy o noi torneremo!" Disse Katherine prima di voltarsi per andare verso l'auto.
Anche i ragazzi si voltarono per dirigersi verso la macchina, ma la ragazza teneva un passo più veloce rispetto a loro, e i ragazzi capirono che anche lei era rimasta sconvolta da quel caso.
"Pensi che starà bene?" chiese Sam sospirando.
"Si, Andy è un tipo a posto! Se la caverà " rispose Dean.
"Mi riferisco a Katherine, stanotte ha comunque ucciso per la prima volta".
"È stata costretta, è stata spinta da Webber! Ha salvato la vita a quella ragazza e a me!" rispose Dean.
"Anche Max Miller è stato costretto ad uccidere, anche Webber e anch'io! È questo che fa il demone, ci spinge tutti ad uccidere, ci condiziona!" Disse Sam sospirando.
"Noi non sappiamo cosa voglia il demone, ma non preoccuparti" disse Dean passandogli una mano sulla spalla.
"E che mi dici di quello che è appena successo? I poteri di Andy e di Webber non funzionavano su Katherine. Come te lo spieghi ?" chiese Sam.
"Sam non ne ho la minima idea, questa è un'altra cosa che non sapremo mai se non riacquista la memoria. Ma è inutile preoccuparsi adesso, quando sarà il momento lo faremo! Come ti ho detto.. non preoccuparti" disse Dean dandogli un’altra pacca sulla schiena ormai arrivati all'auto.
"Ti ho visto ieri quando Andy ti ha costretto a dire la verità, eri spaventato a morte! Eri terrorizzato credimi" disse Sam avvicinandosi a Katherine, appoggiata alla fiancata dell'auto.
"Certo che ero spaventato! Perché mi aveva ipnotizzato quindi non dirlo".
"Cosa?" Disse Sam ridendo.
"Non dire in giro che sono fifone!".
"Sei peggio di un bambino!" Disse Katherine, scoppiata in una fragorosa risata.
"Continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto: scoveremo il male e lo sconfiggeremo!"
"Si certo" disse e tutti e tre salirono in macchina ridendo.
 
 
 
 
Arrivarono a casa di Bobby velocemente, Dean aveva bisogno di mangiare qualcosa cucinato in una vera cucina e mangiarlo in una vera casa, per poi correre a farsi una doccia calda e rilassante al piano di sopra, prima di chiudersi in camera e riposarsi per almeno 12 ore.
"Ehi, vuoi una birra?" Chiese Sam dalla cucina.
"Certo" rispose Katherine ad occhi bassi, seduta sul divano, mentre il ragazzo si avvicinò e gliela pose gentilmente.
"Va tutto bene?" Chiese il ragazzo sedendosi sulla poltrona davanti a lei, aggrottando le sopracciglia.
"Si, grazie" rispose seccamente sorseggiando la birra, fissando un punto dietro di lui.
"Non va tutto bene, hai appena ucciso una persona" disse Sam sospirando, appoggiando i gomiti sulle sue cosce.
La ragazza alzò lentamente lo sguardò verso il ragazzo, indecisa su come avrebbe potuto rispondere e fece un sospiro.
"Lo so, ma ho salvato Dean e Tracy" disse facendo un respiro profondo, ma il ragazzo continuava a fissarla.
"Che c'è? Vuoi davvero sentirmi dire che mi dispiace? Mi dispiace da morire per quel ragazzo! Penso a come starà la sua famiglia sapendo che il loro unico figlio è appena stato ucciso perché un demone l'ha fatto impazzire ed è passato al lato oscuro; non è giusto che così tante persone stiano morendo per colpa di questo demone! Non è giusto! Vi aiuterò ad ucciderlo, stanne certo!" Disse la ragazza guardandolo negli occhi più infuriata che mai, bevendo un sorso di birra.
"Non è tutto e lo sai" disse il ragazzo avvicinandosi ulteriormente, trovandosi a pochi centimetri dalla ragazza.
"Come lo sai? Come fai a conoscermi così se non mi conosco più nemmeno io?" chiese la ragazza con voce triste, abbassando la testa e sospirando.
"Coraggio, parla" disse Sam incoraggiandola a parlare, alzandole il viso con due dita ed incastrandola con i suoi occhi.
"Io ho pensato.." disse Katherine abbassando lo sguardo nuovamente sulla bottiglia, facendo spallucce. "..ho pensato alla mia famiglia. Ai miei genitori, sorelle, fratelli... è possibile che nessuno sia riuscito ancora a trovarmi? Sono passati quasi due mesi ormai..".
Sam la guardò, sorpreso che non avesse tirato fuori l’argomento qualche settimana prima, e la vide diventare ancora più triste, così con un sospiro, posò la bottiglia sul piccolo tavolino e si alzò, prendendo posto accanto a lei.
"Sono sicuro che ti stanno cercando, ne sono convinto. Magari non sono cacciatori, magari sono persone comuni e ti stanno cercando ovunque, ma non sono ancora arrivati a trovarti qui da noi" Disse il ragazzo sorridendo, alzandole nuovamente il viso con un dito.
"Ehi ?” chiese il ragazzo, ma stavolta Katherine continuò a non guardarlo negli occhi, così dovette strattonarla leggermente per fare puntare i suoi bei occhi azzurri dritti su di lui. “Ti prometto che andrà tutto bene, ti troveranno o saremo noi a trovarli".
"Grazie" disse la ragazza accennando un sorriso, sospirando. “Che mi dici di te?”.
“Che posso dire?” chiese Sam facendo spallucce, afferrando nuovamente la birra e bevendone un sorso. “Me la caverò, proprio come ho sempre fatto. Ucciderò il demone e tutto andrà bene”.
Katherine sorrise, osservando la dolcezza nei suoi occhi e non seppe resistere all’impulso di carezzargli una guancia con la mano, guardandolo per qualche secondo intensamente negli occhi, per poi avvicinarsi ulteriormente ed abbracciarlo forte, stringendolo, e sussurrò al suo orecchio: "Ti prometto che risolveremo anche questo, uccideremo il demone e io ritroverò la mia famiglia. Faremo tutto questo insieme.. Grazie Sam, parlare con te mi ha fatto stare veramente meglio”.
Katherine sciolse lentamente l'abbraccio, mentre Sam distrattamente posava la bottiglia nuovamente sul tavolino, trovando i loro visi a pochissima distanza fra loro e, fissandolo ancora negli occhi, aggiunse con un sorriso sulle labbra: “Tu mi fai stare sempre meglio”.
La ragazza vide il modo in cui Sam la stava guardando, vide che il suo sguardo oscillava continuamente fra le sue labbra ed i suoi occhi, e per qualche secondo sperò che tutto sparisse e che rimanessero solamente loro due all’interno di quella casa; continuarono a guardarsi negli occhi, con un leggero sorriso sulle labbra, indecisi sul da farsi, finché Sam lentamente annullò la breve distanza fra i loro visi e le loro labbra si toccarono delicatamente.
Il ragazzo si allontanò di qualche centimetro, osservando la reazione della ragazza che stringeva fra le braccia, e quando notò il sorriso sulle sue labbra, vi si avventò nuovamente, baciandola ed approfondendo il bacio: Katherine strinse le braccia attorno al suo collo, intrecciandole nei suoi capelli, mentre Sam la teneva sempre più stretta a sé.
Si staccarono per riprendere fiato per qualche secondo ma, non appena si guardarono negli occhi, capirono di non averne avuto abbastanza, tornando nuovamente a baciarsi, tenendosi ancora più stretti di prima. Solo in quel momento la ragazza si rese conto di quanto avrebbe voluto dare prima questo bacio, cominciando a sentire il cuore prenderle a battere all’impazzata e le mani cominciare a sudare freddo per l’emozione, accorgendosi di certi sentimenti che aveva provato per lui dalla prima volta che i loro occhi si erano incrociati proprio su quel divano.
Con decisione Sam si sdraiò su di lei, continuando a baciarla e ad osservarla sorridere; le carezzò il viso e lentamente tornò a baciarle le labbra, facendole desiderare e volendole dare  di più, finchè un rumore catturò la loro attenzione, facendosi voltare di scatto.
"Non aiuterò più quell'idiota di........." disse Bobby entrando dalla porta, sgranando gli occhi e rimanendo senza parole vedendo i due ragazzi separarsi a fatica al suo ingresso. "......Rufus".

 

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Capitolo 4
*** If you were still in my arms. ***


Capitolo 4

If you were still in my arms.



"Non aiuterò più quell'idiota di........." disse Bobby entrando dalla porta, sgranando gli occhi e rimanendo senza parole vedendo i due ragazzi separarsi a fatica al suo ingresso. "......Rufus".
Bobby rimase ancora fermo al suo posto, con una mano sulla maniglia della porta ed una a mezz’aria che stava per appendere il suo giubbotto all’attaccapanni, immobile a fissare i due ragazzi: era appena successo, Sam e Katherine si erano baciati. Sul suo divano.
Come se il ragazzo non avesse abbastanza sale in zucca per capire che quando la ragazza avrebbe finalmente riacquistato la memoria, sarebbe uscita per sempre dalle loro vite; li avrebbe abbandonati per tornare alla sua vita precedente.
Per questo Bobby continuava a tenere le distanze con lei: aveva perso così tante persone a cui teneva e a cui si era affezionato da temere che potesse succedere ancora una volta con la ragazza senza memoria che aveva accolto in casa sua e con la quale si era ripromesso di non fare mai più lo stesso errore.
L’uomo pensava che non fosse necessario dirlo apertamente ai ragazzi, soprattutto a Sam; credeva che se lo avrebbero capito e che non avrebbero aperto la strada del loro cuore a Katherine, ma a quanto pareva aveva pensato male. Bisognava chiarire questo piccolo particolare.
"Bobby..” sussurrò Sam sedendosi sul divano, imbarazzo e diventando paonazzo. “.. già di ritorno?"
"Vi prego, ditemi che non avete fatto sesso sul mio divano!" esclamò l'uomo osservando i due ragazzi con un'espressione indecifrabile sul viso, aggrottando le sopracciglia.
"Cosa ? No, Bobby noi stavamo.." cercò di spiegare Katherine alzandosi in piedi e gesticolando nervosamente, risultando però molto poco credibile.
".. per fare sesso sul mio divano" concluse la frase Bobby, allargando le braccia e chiudendosi la porta alle spalle.
"No Bobby noi non.. stavamo facendo nulla di quello che pensi tu.." disse Sam sorridendo, alzandosi in piedi e facendo spallucce.
"Oh, allora va meglio.. "disse Bobby ironico, scuotendo vigorosamente la testa e recandosi in cucina per prendere una birra che aveva agognato per tutto il viaggio di ritorno. 
La afferrò fra le mani, sentendo il freddo della bottiglia, e la poggiò sul top della cucina con un sospiro; vi appoggiò anche i palmi delle mani, dando le spalle ai due ragazzi che, per l'imbarazzo, evitavano persino di guardarsi negli occhi. Non erano ancora riusciti a stare un po’ da soli per più di 10 minuti, per via di Bobby e di Dean che continuavano a girare per casa.
"Katherine puoi lasciarci soli per un momento?" Chiese l'uomo ancora di spalle, sospirando e portandosi la bottiglia alle labbra, bagnando leggermente i suoi baffi e bevendone un sorso.
"Certo, nessun problema..” sussurrò la ragazza accennando un sorriso imbarazzato, torturandosi le dita. “.. io vado di sopra”. 
Bobby ascoltò in silenzio i passi lenti della ragazza raggiungere le scale e salirle, fin quando udì la porta della sua camera chiudersi come tutte le sere prima di andare a dormire; così, con estrema calma e lentezza, si voltò e fissò il ragazzo dritto negli occhi, avvicinandosi al piccolo tavolo della cucina e prendendo posto, sorseggiando la sua birra. 
"Sam vieni qui, siediti" disse l’uomo con un sospiro, invitando il ragazzo a sedersi difronte a lui.
Il ragazzo sospirò, inarcando le sopracciglia ed avvicinandosi al tavolo, prendendo posto ed osservando l’uomo negli occhi: oltre ad essere imbarazzato per quanto era successo pochi secondi prima, era anche molto arrabbiato! Bobby non era suo padre ed inoltre aveva superato da un pezzo l’età per i discorsi su quello che era meglio o meno per lui, non era più un ragazzino!
"Bobby era solo un bacio..” sussurrò Sam facendo spallucce e sospirando. “.. ti stai comportando come se avessi 16 anni e io non avessi mai fatto sesso!".
"Come se avessi 16 anni, eh ?" chiese Bobby abbassando lo sguardo, prendendo un sorso di birra con un sorriso amaro sulle labbra.
"Non c'è bisogno che ti dica.." continuò l’uomo diventando serio, volgendo nuovamente lo sguardo verso quello del ragazzo. " .. che la ragazza, appena riacquisterà la memoria e se non dovesse essere una cacciatrice, uscirà dalle nostre vite per sempre. Lei tornerà alla sua vita e tu e Dean alla vostra!".
"Si ci ho pensato Bobby.." disse Sam sospirando, alzando un sopracciglio. “.. ma se lei volesse rimanere con noi, mmh ? Che faremo? La metteremo su un’auto e la spediremo a casa?”.
"Non hai pensato che Katherine... anzi che la ragazza, potrebbe essere già fidanzata? O sposata? Ti sei bevuto il cervello? " chiese Bobby aggrottando le sopracciglia, gesticolando con le mani, sperando che il ragazzo davanti a sé capisse.
"Bobby, non so cosa rispondere a questo, ma posso dirti che io.. è difficile ammetterlo..” disse Sam con un sorriso sulle labbra, interrompendo il contatto visivo e fissando un punto dietro Bobby. “Non mi sono mai sentito così prima d'ora.. Lei è così.. diversa".
"Mio Dio, Sam è possibile che proprio tu sia così cieco?" Sbottó l'uomo irritandosi ed alzando leggermente la voce, fissandolo negli occhi. 
"Che vuoi dire?" Chiese il ragazzo tornando a guardarlo, aggrottando le sopracciglia.
"Nulla Sam, nulla" sussurrò Bobby scuotendo la testa ed alzandosi dal tavolo, buttando la bottiglia di birra ormai vuota nel cestino. "Spero solamente che tu riesca ad accorgertene in tempo!"
L’uomo, dopo aver lanciato un’ultima occhiata al ragazzo, uscì dalla cucina con un sospiro, lasciando il ragazzo a rimuginare sulle sue parole, ma sapendo che ugualmente non avrebbe capito; così decise di rivolgersi alla persona più razionale dei due, sapendo che sarebbe stata l’unica a capire davvero fino in fondo.
 


 
Katherine si chiuse la porta alle spalle, appoggiandosi alla porta con un grande sorriso sul volto, ripensando a ciò che era appena successo: Sam l'aveva appena baciata e il suo cuore prese a battere in una maniera incontrollata.
Non aveva la minima idea di come fossero stati gli atri baci della sua vita, ma sapeva che, senza ombra di dubbio, quello li avrebbe battuti tutti; quando le labbra del ragazzo si posarono sulle sue, sentì il peso che portava sul cuore da quando aveva perso la memoria, farsi sempre più leggero e, per un attimo, aveva perfino dimenticato il grande casino che si era formato nella sua vita.
Improvvisamente, non le interessò più sapere chi fosse, quale fosse il suo vero nome, quale fosse la sua famiglia, se avesse un fidanzato che stesse piangendo la sua scomparsa, o una sorella o un fratello che insieme ai genitori si erano rassegnati a non trovarla più: in quel momento, l’unica cosa che le importava era stare con Sam, avere l’opportunità di poter baciare nuovamente le sue labbra e provare ancora quella sensazione di leggerezza.
Nelle ultime settimane, i due ragazzi si erano avvicinati sempre di più: lei era giù di morale per via della sua memoria persa? Sam era l’unico a riuscire a tirarle su il morale ed a farla sentire meglio, farla sentire viva. Lui aveva una delle sue folli visioni e aveva bisogno di un appoggio? Katherine non gli aveva mai voltato le spalle, ne lo aveva mai considerato un mostro, ma al contrario, riuscì sempre a sostenerlo. 
Era felice di ciò che era appena successo, e sperò che, magari, sarebbe potuto accadere nuovamente; sorrise entusiasta all'idea e chiuse gli occhi fantasticando finché due colpi alla porta la fecero tornare alla realtà. 
"Si?" chiese la ragazza aprendo gli occhi e abbassando di scatto la maniglia della porta, speranzosa di vedere il ragazzo.
Il sorriso sul suo volto svanì, mentre la sua espressione diveniva sempre più seria, molto simile a quella dell’uomo che le stava davanti e che la fissava;  Bobby entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle e continuando a guardare la ragazza.
"Bobby, scusa per prima.. noi non ci aspettavamo che tu tornassi così all'improvviso ma..".
"Ascoltami, non è per questo che sono qui" sussurrò Bobby avvicinandosi e sedendosi sul letto, sbattendo leggermente la mano sul materasso accanto a sé, chiedendo alla ragazza di seguirlo.
"Oh.. allora.. di cosa vuoi parlare?" chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi e sedendosi accanto all’uomo.
“Non sarà affatto facile” pensò Bobby, prendendo un respiro.
Si voltò verso la ragazza, incastrandola i suoi occhi nocciola in quelli azzurri di lei, e la fissò per qualche secondo con un sorriso amaro sul viso, cosciente che spiegarle tutta quella situazione non sarebbe stato facile, ne tantomeno assicurarsi che capisse appieno la questione.
"Provi qualcosa per Sam?" Chiese l’uomo di botto, mantenendo lo sguardo su di lei. 
"Cosa? Io.. no..” sussurrò la ragazza corrugando la fronte ed abbassando lo sguardo momentaneamente, per poi tornare a fissarlo negli occhi. “Io non lo so, perché lo chiedi?".
"C'è una cosa che devo dirti, ma devi promettermi che non lo dirai a Sam" sussurrò Bobby sospirando, mettendo su l’espressione più seria che avesse.
"Certo Bobby, sta tranquillo.. Promesso" disse Katherine ancora confusa, accennando un leggero sorriso.
"Il fatto è che... l'altra sera, Dean è venuto da me.." disse l’uomo guardandola, facendo una pausa ed un sospiro.
“E.. ?" sussurrò la ragazza aggrottando la fronte, non capendo dove volesse andare a parare Bobby.
“.. e si è confidato.. Non si apriva così con me da molto tempo, da quando era piccolo" disse l'uomo con un sorriso sulle labbra, mentre un ricordo dei due fratelli che circolavano per casa si intrufolò nella sua mente.
"Vedi.. Dean è il classico ragazzo che non si affeziona mai ad una ragazza, ma piuttosto si accontenta di quelle facili.. per non soffrire: sono parole sue, ma..".
"Perché mi stai dicendo  queste cose, Bobby?" chiese la ragazza divenendo seria, aggrottando le sopracciglia.
"..ma è un bravo ragazzo e non voglio che soffra! L'altra sera lui.. beh, mi ha confessato che adesso.. potrebbe.. provare qualcosa per qualcuno" disse l’uomo con un sospiro, fissandola nuovamente. "Non mi ha detto chi fosse la ragazza in questione, ma tirando le somme, è chiaro di chi stesse parlando".
"Non è chiaro a me Bobby! Che vuoi dire con questo?" chiese la ragazza alternandosi, passando nervosamente una mano fra i suoi lunghi capelli biondi.
"Katherine stava parlando di te! Come avete potuto essere così cechi, tu e Sam? Era palese, era lampante! Perfino io, che passo pochissimo tempo a casa o a caccia con voi me ne ero accorto" sbottò Bobby guardandola negli occhi, allargando le braccia. 
"Bobby, non ne possiamo essere sicuri! Magari parlava di Jo e stai fraintendendo tutto, magari.." sussurrò la ragazza agitandosi, non avendo mai pensato al ragazzo sotto quel punto di vista, ne pensava di potersi trovare in una situazione simile.
"No Kathy, parlava proprio di te. Conosco Dean come le mie tasche, è da quando sei arrivata che gli luccicano gli occhi" disse l'uomo accennando un sorriso amaro, facendo spallucce.
"Io.. non me ne sono accorta Bobby, io.." disse la ragazza sospirando, incurvando le spalle e fissando lo sguardo davanti a sé con un’espressione triste, capendo immediatamente il discorso dell’uomo. "Non sei venuto qui a dirmi soltanto questo... vero? ".
Bobby la osservò per qualche secondo, notando l’espressione che la ragazza aveva messo su e scosse la testa: ecco perché non voleva affezionarsi a lei: soffriva a doverle dare quella notizia.
Prese un respiro profondo, dispiaciuto per quello che stava per comunicarle ed abbassando il capo, disse: "No Kath, c'è dell'altro: tu presto riacquisterai la tua memoria e te ne andrai da questo posto. Ci sono delle persone, là fuori, che ti stanno cercando e..".
"Oltre i demoni intendi?" chiese la ragazza interrompendolo bruscamente, alzando il viso e guardandolo negli occhi con aria triste.
"Non è un gioco purtroppo. Tu presto te ne andrai, loro sono come dei figli per me, sono la mia famiglia e non è giusto mettere un fratello contro l'altro per una storiella di una notte, lo capisci no?" chiese Bobby retoricamente, scontento di dover fare la parte del cattivo in quella storia.
"Una storiella di una notte" ripeté la ragazza osservandolo e aggrottando le sopracciglia. "No no, Bobby hai ragione.. io non voglio metterli l'uno contro l'altro, sono fratelli".
Calò il silenzio per qualche momento, in cui Katherine pensò a quanto fossero giuste le parole di Bobby e si costrinse a soffocare l’impulso di correre di sotto e baciare nuovamente Sam;
La ragazza scosse la testa ed interruppe quell’assenza di dialogo che si era venuta a creare, mentre con un sorriso più che finto sulle labbra, disse: "Magari ho anche un ragazzo, lì fuori. Non vorrei fare qualcosa che mi farebbe sentire in colpa in futuro, no ?".
"Vedo che hai capito, ti ringrazio per essere stata così ragionevole" disse Bobby facendole un sorriso sincero ed alzandosi dal letto.
Si diresse verso la porta e la aprì, voltandosi però un’ultima volta verso la ragazze e, con un sorriso fra le labbra. Sussurrò: "Grazie".
Katherine rimase spiazzata da ciò che Bobby le aveva appena detto: non si era proprio accorta di come si stesse comportando Dean ultimamente, non pensava affatto che si fosse infatuato di lei o che potesse provare per lei qualcosa di diverso dall’amicizia.
"Che grande stupida" sussurrò fra se e se, passandosi entrambe le mani sul viso.
Bobby aveva chiaramente ragione, era questione di tempo e avrebbe riavuto la sua memoria: avrebbe ripreso in mano la sua vita e i fratelli sarebbero stati solo un lontano ricordo. O almeno questo era quello che continuò a sperare, ma nel frattempo sarebbe dovuta stare lontana da entrambi.
Un'unica lacrima solitaria le rigò il volto e, prontamente, con due dita l'asciugò, lasciandola parecchio amareggiata per la discussione appena avvenuta e per le decisioni che avrebbe
dovuto prendere.


 
Non appena Bobby uscì dalla stanza della ragazza, vide Dean uscire dal bagno, con solamente un telo doccia attorno al bacino ed un sorriso smagliante sul viso, avvicinarsi a lui con gli occhi chiusi, dirigendosi verso la sua stanza.
"... and I can't fight this feelings..." canticchiò il ragazzo sorridendo spensierato.
"Mmm..Dean? " chiese l'uomo fissandolo e sbuffando, con un sopracciglio alzato. 
"Oh.. Bobby! Sei tornato!” esclamò Dean ridendo, osservando la sua faccia. “Sei lì da molto?".
"Abbastanza" disse l'uomo rimanendo serio e andandogli in contro. "Insomma, fammi passare, devo farmi la doccia". 
"Va pure!" esclamò il ragazzo scoppiando in una risata fragorosa, osservando Bobby chiudersi la porta alle spalle nervosamente. 
Dean continuò a ridere, camminando verso la sua stanza, finché Katherine uscì dalla sua senza neanche guardare, sbattendo contro il petto del ragazzo, perdendo quasi l’equilibrio, ma prontamente due braccia possenti la sostennero.
"Ehi! Dean!" Esclamò la ragazza trovandosi il petto del ragazzo a pochi centimetri dal viso, alzando lo sguardo imbarazzato verso i suoi occhi.
"Katherine" disse il ragazzo ancora divertito, fissandola negli occhi. "Stai bene?".
"Benissimo!" esclamò la ragazza osservando il ragazzo con un sorriso. "Dovresti vestirti..”.
“Si, dovrei..” sussurrò Dean sorridendo dolcemente alla ragazza, continuando a tenere salda la presa sulla ragazza.
“Vado di sotto, ci vediamo dopo..” sussurrò Katherine liberandosi velocemente dalla presa del ragazza, abbassando il capo.
Velocemente si allontanò da Dean, che ancora la osservava con un largo sorriso sulle labbra, e scese la rampa di scale, dirigendosi il più velocemente possibile al piano terra della casa di Bobby.
Osservò il salotto cercando la figura del ragazzo, ma con suo stupore lo trovò vuoto, finchè un rumore proveniente dalla cucina le indico con precisione la posizione di Sam; dopo aver preso un lungo respiro, si impose di dirigersi verso il ragazzo, così si decise a scendere l’ultimo gradino delle scale per entrare silenziosamente nel salotto.
Osservò Sam di spalle, intento a cucinare chissà cosa per cena e lo sentì canticchiare una bella canzone, della quale però non riuscì a ricordare il titolo: era la prima volta che vedeva il ragazzo così spensierato e felice.
Lo vide afferrare diversi ingredienti dal frigo ed infornare qualcosa nel forno, cercando di ingannare il tempo, in attesa di poter finalmente poter parlare di nuovo con lei; in quel breve lasso di tempo in cui Sam era rimasto solo, aveva capito quanto Bobby avesse ragione.
Insomma, Katherine avrebbe avuto l’occasione di andarsene prima o poi.. ma se non lo avesse fatto? Se fosse rimasta nonostante tutto con loro ? Se fosse rimasta con lui ? Sorrise all'idea, e la voglia che aveva di baciarla ancora crebbe smisuratamente dentro di lui. 
Non gli era mai successa una cosa del genere, si sentiva come non si era sentito mai ed odiava ammetterlo, ma non aveva provato questi sentimenti così forti neanche con Jessica, con cui pensava di aver sperimentato il massimo della felicità.
Si sentiva così maledettamente felice e non gli importava di quello che sarebbe potuto accadere una volta riacquistata la memoria, sapeva che sarebbe stata sua; sentiva che anche lei provava qualcosa verso di lui e avrebbe fatto di tutto per stare con lei!
I suoi pensieri furono interrotti quando sentì la lama del coltello con cui stava tagliando il cibo per la cena tagliargli il polpastrello, causandogli una ferita lieve: pensava troppo a lei per riuscire a concentrarsi in cucina.
Si sciacquò velocemente il dito sotto l’acqua corrente del rubinetto, tamponando la minima  fuoriuscita di sangue con uno strofinaccio, voltandosi ed appoggiandosi al top: la sua attenzione fu nuovamente distolta dalla ragazza, che stava in piedi sull’uscio della porta con un sorriso sulle labbra.
"Ti sei tagliato?" chiese la ragazza ridendo, fissando il suo dito avvolto nella pezza.
"Già..” sussurrò Sam sorridendo, continuando a fissarla dal top della cucina, incapace di muoversi ed avvicinarsi alla ragazza, poiché improvvisamente le sue gambe presero a tremare.  “Pare che la mia attenzione sia deviata verso… qualcos’altro!”.
“Davvero?” chiese la ragazza sorridendo, appoggiandosi allo stipite della porta ad arco della cucina. “Sopravvivrai?”.
“Sono sopravvissuto a cose peggiori, giuro..” sussurrò Sam sorridendo, trovando la forza di avvicinarsi lentamente alla ragazza.
"Gia..” disse Katherine fissandolo negli occhi. “Noi.. dovremmo parlare di ciò che è appena successo.. ehm.. usciamo un attimo, va bene?". 
"Certo Kath, andiamo" sussurò il ragazzo cingendole le spalle con un braccio.
'Dio, quanto mi sento al sicuro adesso' pensò Katherine accennando un sorriso. 
Appena furono in veranda, approfittò del momento per stringerlo forte, lasciandosi avvolgere dalle sue braccia possenti, ed inalando il profumo che emanava il ragazzo; appoggiò la testa sul suo petto, sentendo il cuore battere freneticamente, come del resto stava facendo il suo. Non ostante si conoscessero da una manciata di settimane, l'affetto che provava per lui era davvero enorme, e avrebbe davvero voluto che ci fosse stato un altro modo per stare insieme a lui.
Sciolse l'abbraccio con un sorriso e si sedette sul vecchio dondolo, invitando il ragazzo a fare lo stesso; quando il ragazzo si avvicinò e sfiorò inavvertitamente la mano della ragazza con la sua, entrambi sentirono l'impulso di avvicinare nuovamente i loro visi e di baciarsi ancora, così nel tentativo di  cacciare via questi pensieri, il ragazzo ruppe il silenzio.
"Quello che è successo poco fa.." disse Sam fissando davanti a sé sorridendo come un bambino nella notte di Natale. ".. è stato.. non so, non mi sono mai sentito così in vita mia. È stato..".
".. un errore. È stato un errore Sam" sussurrò Katherine con un sorriso amaro sulle labbra, guardando dritto davanti a sé e ritraendo la mano dalla stretta del ragazzo. 
"Cosa?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, voltandosi verso di lei.
"Sam, non dobbiamo mescolare la vita privata alla caccia; sappiamo entrambi che appena riacquisterò la memoria, andrò via!" esclamò Katherine sospirando rumorosamente, guardando dritto davanti a se con un’espressione triste sul viso.
"Cosa? Kath, queste non sono parole tue! Non dirmi che Bobby ha parlato anche con te!” esclamò Sam scuotendo la testa, cominciando a gesticolare, palesemente arrabbiato. “Tu potresti rimanere! Oppure, una volta ucciso occhi gialli, io potrei ritirarmi ed avere una vita normale".
"Cosa c'entra Bobby adesso? Non ha detto nulla se non la verità! Ha ragione Sam" disse la ragazza voltandosi a fissarlo negli occhi brevemente, per poi tornare a fissare davanti a se. “..potrei anche avere un ragazzo, là fuori. Magari mi stava cercando proprio mentre..".
"Mentre cosa? Mentre mi baciavi ?" chiese Sam infuriandosi, alzandosi di scatto dal dondolo.
"Perché ti stai arrabbiando così tanto? Siamo amici, sei l'unico che mi conosce così! Non puoi arrabbiarti con me!" Esclamò la ragazza aggrottando le sopracciglia, alzandosi e parandosi davanti al ragazzo.
"Abbiamo smesso di essere amici nel momento in cui abbiamo cominciato a provare qualcosa l'uno per l'altra..” disse Sam avvicinandosi e parlandole ad un palmo di distanza, con un tono estremamente calmo e pacato. “Perché, si Katherine, lo so che provi qualcosa per me!"-
La ragazza lo fissò per qualche secondo negli occhi, combattendo la voglia di gettargli le braccia al collo e di ammettere la verità davanti a lui; cosa avrebbe potuto dirgli per fargli cambiare idea ? Come avrebbe fatto a fingere che non le importasse nulla?
"Ti giuro che non provo nulla per te Sam, oltre alla semplice amicizia " disse Katherine fissandolo negli occhi, pronunciando la frase con lo stesso tono usato da lui qualche secondo prima.
Il ragazzo sorrise amaramente e scosse la testa; continuò a fissarla negli occhi per qualche altro secondo, quando, prima di superarla per rientrare all’interno della casa, disse: "Certo Kath, continua a ripetertelo, magari te ne autoconvinci".
Sam entrò nel salotto sbattendo la porta dietro di se, manifestando la rabbia che provava in quel momento, lasciando la ragazza sola a fissare ancora il punto in cui, pochi istanti prima, c'era Sam. 
Aveva fatto la cosa giusta, voleva che entrambi i fratelli stessero bene e che, soprattutto, non litigassero per lei; almeno finchè non avrebbe riacquistato la memoria e sarebbe stata in grado di capire se stare con Sam fosse davvero la cosa giusta.
Si sedette nuovamente sul dondolo e portò la testa fra le gambe: sapeva che, da quel momento, il loro rapporto non sarebbe più stato lo stesso e lei non voleva assolutamente questo; in quel momento sentì il suo viso bagnarsi e le si annebbiò la vista, sfogandosi per la prima volta per quello che le era successo, sperando che Dio esaudisse le sue preghiere. Decise che, da quel momento in poi, non avrebbe più pianto per quella storia, ma nel frattempo, per quell’unica sera, si lasciò andare.
In fondo era giusto così, se ne sarebbe dovuta fare una ragione: prima l’avrebbe accettato e prima sarebbe stata meglio. 
 



"Ehi, sei qui fuori?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia ed uscendo in veranda, osservando la ragazza. “Come mai non sei dentro con Sam?".
Katherine si fece piccola nel dondolo con una coperta a cingerle le spalle, abbracciandosi le ginocchia e appoggiandovi il mento; lo osservò e sorrise, felice che qualcuno finalmente le parlasse in quella casa.
“Avevo bisogno di prendere un po’ d’aria..” sussurrò la ragazza sorridendo.
"Ne hai presa abbastanza, c’è fresco stasera.. entriamo" disse Dean avvicinandosi al dondolo, porgendole una mano.
"Dean preferisco rimanere qui, grazie. Tu torna pure dentro" rispose Katherine con un filo di voce, fissandolo negli occhi. 
"Tutto ok?" chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia, sedendosi accanto a lei e scrutandola a fondo.
"Si grazie Dean” sussurrò Katherine liberando le sue braccia dalle coperte, offrendone un lembo al ragazzo. “Sono solo stanca, questo caso mi ha scossa".
"Oh.. parli di Webber? Sappi che nessuno di noi ti considera un’assassina..” sussurrò Dean sistemandosi sotto la coperta insieme alla ragazza, guardandola e sorridendole. “Mi hai salvato la vita e non ti ho nemmeno ringraziato! Perciò.. grazie".
"Mi hai salvata tu per primo, no?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e sorridendo. 
"Già, penso che per il momento siamo pari" disse Dean sorridendo, attirandola a sè con un gesto meccanico.
Katherine sorrise e permise al ragazzo di cingerle le spalle con un braccio ed appoggiò la testa proprio sotto il suo collo, sapendo però che stavano dando un’interpretazione diversa a quel gesto.
"Possiamo restare così?" Chiese la ragazza alzando il viso verso il ragazzo, fissandolo.
"..Certo" rispose il ragazzo sorridendo, schioccandole un bacio sulla testa.
"Bene" disse la ragazza, poggiando nuovamente la testa sul petto del ragazzo, posizionando nuovamente lo sguardo sull’orizzonte buio davanti a sé, abbracciando il ragazzo con un sorriso inspiegabile sul viso.
 
 

 
Passò un'altra settimana, durante la quale i rapporti fra Sam e Katherine cominciarono a peggiorare sempre di più: quando si trovavano nella stessa stanza andavano in escandescenza, litigando per ogni stupidaggine, oppure preferivano ignorarsi del tutto e non proferire neanche una parola.
Toccarono il fondo mentre seguirono un caso di Wendigo tutti e tre insieme, finendo per litigare e criticare qualunque altra cosa facesse l’altro/a.
Il maggiore non riuscì a capire a cosa fosse dovuto questo cambio repentino nel rapporto dei due ragazzi, così quando provò a chiedere una spiegazione al fratello, ricevette come risposta un secco: "Non sono affari tuoi".
Durante il tragitto verso casa, Dean si ritrovò a pensare ad una possibile causa, osservando i due ragazzi attentamente: Sam, che stava nel sedile accanto al suo, gesticolava nervosamente, urlando contro la ragazza, seduta sul sedile posteriore della macchina, che di riflesso alzò molto di più il tono della voce.
'Chissà che diavolo mi ha fatto' pensò il maggiore con un sorrisetto sul viso, guardando la ragazza dallo specchietto retrovisore.
"Cosa diavolo vuoi Sam? Non sono una cacciatrice da quanto tempo lo sei tu!" Esclamò la ragazza incrociando le braccia al petto, volgendo lo sguardo fuori dal finestrino.
"Cosa diavolo voglio? Stavi per uccidermi!" replicó il ragazzo con occhi sgranati e sopracciglia aggrottate, voltandosi verso di lei.
"Quante storie per un taglietto" disse Katherine sbuffando, scuotendo la testa.
"Taglietto?! Mi ci sono voluti sei punti!" urlò Sam infuriato come la ragazza non l’aveva mai visto.
"La prossima volta migliorerò la mira!" Esclamò Katherine guardandolo con un sopracciglio alzato, lasciando il ragazzo senza parola, che si girò fissando la strada.
"Beh, se ti do così fastidio da volermi uccidere, potresti anche prendere le tue cose e andartene" rispose Sam con un tono calmissimo, facendo spallucce.
Quando Katherine udì quelle parole, rimase paralizzata sul posto, non riuscendo ad immaginare che Sam le avesse detto davvero quella frase: davvero le aveva detto di andarsene?
Dean si voltò automaticamente in direzione del fratello con la bocca spalancata, sorpreso quanto la ragazza delle parole del ragazzo, rimanendo sbalordito ed osservando l’espressione imbronciata.
“Adesso basta!” esclamò Dean infuriandosi, allargando  le braccia. "Sam, Katherine ha sbagliato, è da pochissimo tempo che caccia! Di certo non l'ha fatto intenzionalmente". 
"No, Dean lascia perdere" sussurrò la ragazza facendo spallucce, voltandosi verso il finestrino ad osservare la strada che l’auto imboccava sparire sotto i suoi occhi, avvertendo delle lacrime prepotenti che avevano intenzione di scendere dai suoi occhi.      
"Non mi interessa, o l'addestriamo per il meglio o non verrò più a caccia con lei!" esclamò Sam voltandosi verso il finestrino, scuotendo la testa.
"Stai scherzando? Lei.." iniziò il maggiore dei fratelli, ma fu interrotto dalla ragazza.
"Dean, frena!!" Urlò Katherine sgranando gli occhi.
Il ragazzo schiacciò immediatamente il freno, affondandovi il freno, accorgendosi solamente in quel momento di essersi distratto e di avere quasi investito una donna visibilmente sconvolta.
"Dovete aiutarmi!!" Urlò la donna con voce terrorizzata e le lacrime agli occhi, andando verso il finestrino di Sam. "Per favore!!".
"Va bene si calmi, cos'è successo?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, scendendo dall'auto. 
"Abbiamo sterzato e siamo andati a sbattere!! E poi quando ho ripreso conoscenza la macchina era.. era distrutta e mio marito era scomparso" disse la donna fra un singhiozzo e l'altro, mentre copiose lacrime le rigavano le guance. "Sono andata a cercare aiuto, ma a quel punto l'uomo che era per la strada ha cominciato ad inseguirmi..".
"Sembrava uno che ha perso un combattimento con un taglia erba?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, scendendo dall'auto ed avvicinandosi alla donna, attirando su di se l’occhiata indagatrice di Katherine. 
"Come fa a saperlo?" chiese la donna palesemente sconvolta, scuotendo la testa. 
"Semplice intuizione!" esclamò il maggiore sorridendo, voltandosi vero la ragazza.
"Come si chiama?" chiese Katherine avvicinandosi alla donna e sfregando una mano sul suo braccio, nel tentativo di darle conforto. 
"Molly, Molly McNamara" disse la donna di getto, abbassando lo sguardo.
"Molly è meglio che venga con noi, la riporteremo in città!" esclamò Sam sorridendole dolcemente.
"No no, non posso! Devo trovare David, potrebbe essere tornato in macchina" disse la donna singhiozzando, scuotendo la testa.
"Prima la portiamo in un posto sicuro, poi noi torneremo a cercarlo" disse Sam sorridendole.
"No, io non vado da nessuna parte senza mio marito! Mi riaccompagnate alla mia auto?" chiese osservando i ragazzi con aria terrorizzata, soffermandosi sulla ragazza ed avvicinandosi a lei. "Per favore".
"Certo! " esclamò di getto la ragazza sospirando, fissando i due fratelli.
"Si andiamo" disse Dean facendo cenno alla ragazza di salire in macchina. 
Salirono in auto e Molly continuò a piangere silenziosamente sulla spalla della ragazza, cercando conforto, nella speranza di trovare suo marito ancora vivo; il maggiore guidò fino al punto indicato dalla donna ed accostò sul ciglio della strada, scendendo insieme agli altri dalla macchina. 
"È proprio laggiù" sussurrò la donna indicando un luogo desolato.
I tre ragazzi presero le torce dal portabagagli e ne passarono una anche alla donna, così si incamminarono verso il punto indicato da Molly, trovando però un ampio spiazzale completamente vuoto, senza neanche qualche indizio che potesse far pensare ad un incidente.
"Io.. io ero sicura che fosse qui! Abbiamo sbattuto contro quell'albero!”  disse la donna  indicando il grande albero che aveva l’aria di essere molto antico, staccandosi dal gruppo che si era fermato e avanzando in preda al panico ed osservando la strada vuota. “Non capisco, non ha alcun senso!". 
"Dobbiamo andarcene da qui Molly,  potrebbe arrivare quell'uomo di cui parlava prima" sussurrò Katherine avanzando verso di lei, distaccandosi dai ragazzi. 
"Siamo andati a sbattere contro quell'albero, lo giuro!” esclamò la donna agitandosi, cominciando a gesticolare e a tremare, in preda al panico. “Non so chi possa aver preso l'auto, ma dovete credermi!".
"Molly, noi le crediamo! È per questo che vogliamo portarla via di qui!" esclamò Sam con un sorriso dolce, avvicinandosi e sfiorandole un braccio. 
"Ma.. ma dov'è finito David? Deve essere successo qualcosa, devo andare alla polizia!" Esclamò la donna abbassando lo sguardo, probabilmente ancora sotto shock.
"Si, è un'ottima idea! L'accompagniamo noi alla centrale!” disse Dean sorridendole, facendo segno agli altri di tornare all’auto. “Andiamo coraggio, è il modo migliore per aiutare lei e suo marito".
"D'accordo" disse la donna dopo qualche esitazione, annuendo e sospirando.
Tornarono velocemente alla macchina, ripercorrendo il sentiero al contrario, e partirono immediatamente; si creò una gran tensione all’interno dell’abitacolo da poter essere tagliata con il coltello ed il silenzio che si era appena alzato non aiutava minimamente la situazione psicologica della donna.
“Dovevamo andare al lago.." sussurrò la donna ad occhi bassi, con voce spezzata. "Oggi è il nostro quinto anniversario".
"Un bel anniversario” sussurrò Dean sorridendo, fissando dallo specchietto retrovisore la ragazza.
"Stavamo avendo una discussione; noi non litighiamo mai veramente, le uniche volte in cui lo facciamo è quando siamo in macchina.. capite cosa voglio dire?" chiese la donna cominciando a torturarsi le mani. 
"Si, perfettamente” disse Sam accennando un sorriso amaro, mentre la sua mente ripensava a ciò che era accaduto poco prima con Katherine.
"Gli ho dato dello stupido…” sussurrò Molly sentendo altre lacrime rigare le sue guance, passandosi nervosamente una mano fra i capelli “.. e se fosse l'ultima cosa che gli ho detto?".
"Molly, scopriremo cos'è successo a suo marito, glielo prometto" disse Katherine accennando un sorriso, guardandola negli occhi e passandole delicatamente una mano sulla schiena.
Alla frase della ragazza seguì un momento di silenzio, fino a quando l’attenzione dei presenti fu catturata dalla radio, fino a qualche secondo prima spenta, che si accese inspiegabilmente.
"Hai.. ?" Chiese Dean sgranando gli occhi, fissando velocemente il fratello. 
"No" rispose Sam sospirando, osservando la radio.
"Questa canzone.. la stavamo ascoltando quando siamo andati a sbattere" sussurrò Molly sconvolta, piangendo disperatamente. “Ma che sta succedendo?”.
I fratelli si diedero una rapida occhiata, indecisi sul da farsi, mentre la radio cominciò ad avere interferenze non prendendo più la stazione sulla quale si era sintonizzata. 
"Lei è mia!.... Lei è mia!.... Lei è mia!" disse una voce metallica e paurosa, proveniente dalla radio, inondando tutto l’abitacolo.
"Che accidenti è?!" Sbottò Katherine aggrottando le sopracciglia, preoccupata per la donna, mentre, proprio davanti a loro, si materializzò una sagoma massiccia.
“Tenetevi forte!" esclamò Dean sospirando, affondando il piede nell'acceleratore.
"Dean, lo ammazzerai!" Urlò Katherine sgranando gli occhi, non riuscendo a credere a quello che il ragazzo stava per fare.
Il maggiore, per tutta risposta, sorrise ed accelerò, prendendo in pieno la sagoma dell’uomo davanti a loro, investendolo; quello che successe, però, non fu esattamente quello che le due ragazze si aspettavano di vedere: l'uomo svanì.
"Che succede? Oh mio Dio, che succede?!"urlò Molly in preda al panico.
"Non si preoccupi, andrà tutto bene" rispose Sam accennando un sorriso.
"Hai parlato un po’ troppo presto Sammy!" esclamò Dean accostando al ciglio della strada, ascoltando attentamente dei rumori sospetti provenienti dall'auto. 
Scosse la testa, maledicendo mentalmente quel fantasma che stava causando tutti quei problemi, e provò a girare nuovamente la chiave nel quadro elettrico e a dare nuovamente gas, ma senza alcun risultato dato che il motore non aveva alcuna intenzione di ripartire: la macchina era k.o. 
"Non la lascerà andare via" esclamò Dean sospirando, voltandosi verso il fratello.
I ragazzi scesero dall’auto preoccupati per un eventuale attacco e cominciarono a parlare tra di loro a bassa voce, suscitando in Katherine il dubbio di essere stata tenuta all’oscuro di un loro piano sul nuovo caso; si avvicinò a Sam sbattendo la portiera, e lo incastrò con il suo corpo tra l’auto e lei.
"Che diavolo sta succedendo?" Chiese la ragazza infuriandosi a denti stretti, puntando i suoi occhi in quelli del ragazzo.
"Ti spiegheremo tutto, sta tranquilla" sbottò Sam scuotendo la testa e sospirando si liberò velocemente della presa della ragazza con il braccio.
"Voglio saperlo adesso" ringhiò Katherine fra i denti, afferrandolo per un braccio e costringendolo a voltarsi nuovamente verso di lei.
"Katherine? Sam?" chiamò Dean ignorando i loro continui battibecchi, aprendo il portabagagli e cominciando a maneggiare le armi. 
"Va bene... io vi ringrazio.." esclamò Molly indietreggiando, spaventata. "Preferisco proseguire da sola".
"Cosa? No, Molly aspetti un momento!" disse Sam allarmato, avvicinandosi.
"No, lasciatemi in pace!" esclamò la donna voltandosi, aumentando il passo.
“Dovresti parlarle tu..” sussurrò Dean sospirando, voltandosi verso la ragazza e incastrandola con i suoi occhi verdi.
“Io?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, sorpresa delle parole del ragazzo. “E cosa dovrei dirle?”.
“Per qualche strana ragione, si fida di te, ha pianto sulla tua spalla..” sussurrò il ragazzo sorridendo, cercando di infonderle un po’ di coraggio. “.. riportala da noi!”.
Katherine rimase a fissare per qualche secondo il ragazzo negli occhi e, dopo aver preso un lungo respiro, distolse lo sguardo, avvicinandosi alla donna che si era ormai allontanata di una manciata di metri, cercando di farle cambiare idea.
“Non è stata una coincidenza se l'abbiamo incontrata!" esclamò Katherine sospirando, raggiungendola e fermandosi qualche passo prima della donna. "Eravamo già qua.. eravamo a caccia".
"A caccia? A caccia di cosa?" Chiese Molly perplessa, aggrottando le sopracciglia e voltandosi verso la ragazza.
"Di fantasmi" sussurrò Katherine sospirando, avendo ormai capito che stavano seguendo le tracce di un vero e proprio caso.
"Non... dovresti provare a consolarla?” chiese Sam allargando le braccia, facendo qualche passo vero la ragazza, mentre il fratelli si limitò a sorridere osservando la scena.
"Cosa? Voi siete pazzi!" esclamò la donna indietreggiando ulteriormente e mostrando ai ragazzi la sua espressione più terrorizzata.
"Pazzi come quell'uomo che, dopo essere stato investito, sparisce nel nulla?” chiese Katherine facendo spallucce. “Andiamo, lo ha visto anche lei!". 
"Pensiamo che si chiami Jhonna Chrillhy. Era un contadino del luogo che è morto 15 anni fa, proprio su questa strada. Una notte all'anno per l'anniversario della sua morte, lui va a caccia su questa strada. È per questo che siamo qui Molly, per fermarlo" sussurrò Sam sospirando ed avvicinandosi.
“Sono stufa di questi discorsi! Andrò da sola alla polizia!" esclamò Molly voltandosi, facendo qualche altro passo.
"Non vorrei essere brutale, ma non arriverà lontano!" Esclamò Dean sorridendo amaramente, appoggiato al cofano della sua auto.
"Che sta cercando di dirmi?!" chiese Molly voltandosi nuovamente ed aggrottando le sopracciglia.
"Molly.." sussurrò Katherine dolcemente, avvicinandosi sempre di più. "Stiamo dicendo la verità. Chrillhy non le permetterà mai di andarsene".
"Voi.. siete convinti di quello che dite?" Chiese la ragazza mentre delle lacrime solitarie le rigarono il volto, soffermando lo sguardo sulla ragazza.
"Da morire!" Esclamò Dean sorridendo. 
"Ogni anno, trova qualcuno da punire per quello che è successo: stanotte quella persona è lei" disse Sam sospirando.
"Perché proprio io? Non ho fatto nulla" chiese la donna spaventata.
"Non importa. Alcuni spiriti vedono solo ciò che vogliono vedere” disse Katherine facendo spallucce.
"Quindi state dicendo che questo Chrillhy ha preso mio marito?!" esclamò la donna piangendo, portandosi una mano al viso.
"Molly, noi l'aiuteremo, stia tranquilla" sussurrò Katherine sorridendo dolcemente, avvicinandosi ulteriormente e porgendole una mano. “Ma deve fidarsi di noi..”.
La donna fissò la mano della ragazza e successivamente il suo viso dolce, che le inspirava senza dubbio sicurezza e fiducia, così fece qualche passo verso di lei, afferrandole la mano con un sorriso sul viso.
“D’accordo..” sussurrò Molly annuendo e stringendo la presa sulla mano della ragazza.
"Prima però, lei deve aiutare noi" sussurrò Katherine sorridendo.
"Come?" chiese Molly aggrottando le sopracciglia.
"Deve portarci dove l'ha visto per la prima volta..” disse Katherine sorridendo. “.. crede di poterlo fare?".
"S-si" balbettò la donna annuendo e sospirando.
I tre ragazzi si incamminarono fra i fitti e tetri boschi circostanti insieme alla donna, per andare alla ricerche di quel fantasma pericoloso che stava mettendo a rischio quella strada.
 
  
 
 
 
"Perché diavolo non me l'avete detto prima?" chiese Katherine infuriata, cercando di non farsi sentire dalla donna e dando un leggero pugno sulle braccia dei due ragazzi.
"Non sei una brava attrice" rispose Sam facendo spallucce, con una smorfia sul viso.
"Se l'avessi saputo prima, l'avrei potuta aiutare!" esclamò Katherine infuriandosi di più ed allargando le braccia, soffocando l’impulso di colpire il ragazzo in pieno viso.
"Tu aiutare qualcuno? Non farmi ridere" sussurrò il minore sorridendo, facendo una risata nervosa. 
"Ragazzi per favore, è una situazione delicata! Discuterete dopo!” esclamò Dean sgranando gli occhi per l’esasperazione, non riuscendo più a sopportare quei continui battibecchi.
Il maggiore era stupefatto dal comportamento dei due, non riusciva a capire perché ci fosse stato questo cambiamento nel loro rapporto, ma ne era già stufo: non era da loro discutere così nel bel mezzo di una caccia, soprattutto davanti a qualcuno che avrebbero dovuto aiutare!
Camminarono per ben 20 minuti, addentrandosi sempre di più nel bosco, mentre la donna li guidava nel posto in cui aveva visto per la prima volta Chrillhy; nessuno di loro parlò ancora dopo il rimprovero di Dean, tranne Molly che continuava a piangere e a pensare ad alta voce se avrebbe più potuto riabbracciare suo marito.
"Ecco, è questo il posto" urló Molly indicando un capanno malmesso e completamente immerso nella vegetazione.
La porta principale era completamente distrutta e lasciava intravedere l’interno del capanno: oltre alla sporcizia, vi erano anche degli attrezzi da lavoro per la campagna; non era dunque quella la casa del contadino.
"Forse era il suo capanno di caccia" disse Dean osservando ogni minimo particolare, cercando di non tralasciare nulla. 
"Nessuna lapide o pietra tombale fuori" sussurrò Sam osservando il territorio circostante alla casa. 
"Perché cercate la sua tomba?" Chiese Molly aggrottando le sopracciglia.
"Per cospargere il corpo di sale e bruciarlo" disse Dean sorridendo, facendo spallucce.
"Ah.. certo.. naturalmente" sussurrò la donna sospirando e scuotendo leggermente la testa.
"È un modo per liberarsi del suo spirito, Molly" spiegò Katherine accennando un sorriso, passandole una mano sulle spalle.
"Questo salverà David?" chiese la donna speranzosa.
"E aiuterà anche lei" sussurrò Katherine sorridendole.
"Come lo troviamo?” chiese Molly asciugandosi le lacrime sul viso.
"Dopo la sua morte, la moglie ha reclamato il corpo. È stata l'ultima volta che l'hanno vista, forse lo ha riportato qui, ma la proprietà è grande" disse Sam guardandosi attorno, facendo spallucce.
"Ergo potrebbe essere sepolto ovunque" disse Katherine sospirando.
"È una conversazione molto interessante, ma questa strada è infestata soltanto una volta all'anno e abbiamo tempo fino al sorgere del sole per risolvere la faccenda, quindi muoviamoci!" esclamò Dean scuotendo la testa, passando in mezzo ai ragazzi.
Katherine lo seguì, come del resto gli altri due, ma Molly si avvicinò a lei, arpionando il suo braccio attorno a quello della ragazza, speranzosa di trovare il marito e un po’ di pace e riparo.



 
 

"Che stiamo cercando?" Chiese Molly aggrottando le sopracciglia, fissando la ragazza.
"La casa di Chrillhy" sussurrò Sam sorridendo, mentre la donna annuiva, posizionata tra lui e Katherine. “Resti sempre vicina a noi..”.
Molly annuì ancora, sorridendo, avendo ritrovato leggermente la fiducia nel trovare suo marito e continuò a camminare, decisa a trovare la casa del contadino fantasma per fermarlo una volta per tutte; ma, in quell’esatto momento, sentì due mani materializzarsi sulle sue braccia e si sentì tirare indietro: Chrillhy le comparve alle spalle e l’afferrò, tirando a sé.
La donna urló forte, ma prontamente, Dean, puntò la sua pistola caricata a sale la testa del fantasma e premette il grilletto, facendolo svanire e tranquillizzando la donna.
"Oh mio Dio, che cos’ha fatto quest'essere a mio marito?" chiese la donna sconvolta, piangendo nuovamente. 
"Ehi, si calmi Molly" sussurrò Katherine sospirando, passandole una mano sulle braccia, cercando di calmarla, e la donna per tutta risposta l’abbracciò terrorizzata. 
“Seguiamo questa strada lastricata" disse Dean sospirando.
Continuarono per almeno altri 5 minuti la strada finchè, in un ampio spiazzale, vi trovarono una casa nelle stesse condizioni del capanno in cui si erano imbattuti pochissimo tempo prima: le finestre e le porte erano completamente sradicate, lasciando la casa esposta maggiormente alla fauna del bosco.
"Solo per una volta vorrei girare l'angolo e vedere una bella casa" disse Dean scuotendo la testa.
Entrarono velocemente all’interno della casa ed osservarono quando fosse messa male anche all’interno: la carta da parati era completamente staccata dai muri, i mobili quasi completamente distrutti ed un cumulo di polvere e foglie regnava sul pavimento.
“Tu e Katherine controllate di sopra, io e Molly rimaniamo di sotto" sussurrò Dean sospirando, cominciando la sua ricerca per tutto il piano terra.
"Va bene" esclamarono i due ragazzi sbuffando.
Salirono le scale e, non appena furono arrivati al piano di sopra, furono attirati dalla camera da letto e vi entrarono: come di sotto, i muri erano privi della carta da parati, il grande letto a due piazze era ancora intatto, ma molto sporco, mentre su una piccola bacheca di sughero vi erano appesi tanti ritagli di giornale.
"Fantastico" esclamò Sam scuotendo la testa, afferrandone uno e facendosi luce con la torcia. 
Katherine sospirò e continuò ad osservare la camera, venendo attirata da un libro dall’aspetto antico, con una copertina nera; se lo rigirò fra le mani per capire cosa fosse e lo aprì.
"Guarda..” sussurrò sfogliando le pagine e sedendosi sul letto, trovando una foto ingiallita dal tempo.
"Sono Chrillhy e sua moglie" sussurrò Sam aggrottando le sopracciglia, sedendosi accanto a lei e girando pagina.
La ragazza notò un piccolo foglio ripiegato su se stesso tante e tante volte, scivolare dal libro e depositarsi sul tappeto di foglie e di polvere che era diventato ormai il pavimento; lo prese fra le dita velocemente e l’osservò, leggendone il contenuto.
"È una lettera d'amore che scrisse a sua moglie" disse la ragazza sorridendo, continuando a leggere.
"È davvero bellissima!” continuò Katherine guardando il ragazzo negli occhi, incastrandolo con un sorriso. “Non capisco come un uomo così sensibile possa.. trasformarsi in quel mostro”.
"Gli spiriti come Chrillhy sono come.. animali feriti, provano un tale dolore che attaccano alla ceca. C'è una parte di loro che li trattiene, sono questioni in sospeso" disse Sam evitando il suo sguardo e sospirando. "Può essere il dolore, può essere l'odio.. o può essere l'amore. Ci si aggrappano così tanto che non riescono più a distaccarsene".
Katherine sospirò e sorrise amaramente sentendo quelle parole, così continuò a guardarlo negli occhi, decisa a continuare il discorso e a non sprecare quell’unica volta in cui il ragazzo aveva deciso di aprirsi con lei.
Le mancò così tanto parlare con lui in quella settimana e non poteva lasciare morire il discorso così, una volta che lui si era nuovamente aperto con lei. Non voleva. Non poteva.
“Sam.. stiamo ancora parlando del fantasma?" Chiese Katherine sospirando, felice che, dopo tanto tempo, il ragazzo stesse ricambiando il suo sguardo.
Sam continuò a fissarla, senza però dire una parola, con lo sguardo perso dentro gli occhi della ragazza, incapace di distrarsi e riuscendo solamente a pensare a lei.
"Sam..." continuò Katherine sospirando, diventando paonazza sentendo il cuore battere in maniera frenetica.
Entrambi i respiri divennero affannosi e quando, per sbaglio, le loro dita si toccarono, rimasero occhi negli occhi e dopo qualche secondo Sam avvicinò rapidamente il suo volto a quello della ragazza e la baciò, come la sera di una settimana prima.
Katherine ricambiò il bacio, sentendo la voglia di lui divenire sempre più forte dentro di lei quando sentì le dita del ragazzo stringersi attorno ai suoi lunghi capelli biondi, mentre lei fece la stessa identica cosa attirandolo sempre di più a sè; non riusciva proprio a rinunciare a Sam e quel bacio ne era la prova.
"Ragazzi non abbiamo trovato nulla di sotto, voi invece ?" Urlò Dean salendo le scale.
I due ragazzi si staccarono immediatamente e Sam scattò in piedi, allontanandosi dalla ragazza e sospirando.
"Ehm, c'è. . Ehm.. la corrispondenza di tutta una vita. Niente sulla tomba" disse Sam sorridendo nervosamente, osservando il fratello.
Molly e Dean entrarono nella stanza e, quest'ultimo, diede un'occhiata in giro, esaminando l’intera stanza, finché focalizzò la propria attenzione sul comò della stanza, sul quale picchettò con il dito.
"C'è qualcosa qui dietro!" Esclamò il ragazzo sospirando.
Con facilità, tirò l’antico mobile verso di sé, riuscendo a spostarlo e notando cosa nascondesse in realtà.
"Una botola!" esclamò Katherine stupita, alzandosi dal letto e andando ad osservare da più vicino.
"Già! Ma è chiusa dall'interno " osservò Dean, seduto sui talloni, dopo averla colpita con dei pugni.
Si alzò in piedi sbuffando e cominciò a colpirla con dei calci vigorosi, fino a spalancarla del tutto e ad aprirla; i quattro con una grande volontà d’animo, si sforzarono di entrarvi, infilandovi all’interno della botola ed osservando l'interno, simile al resto della casa.
"C'è puzza qui dentro!" esclamò Dean portando una manica al naso, puntando la torcia in giro per la stanza, trovando il cadavere, ancora impiccato, della moglie di Chrillhy. "E questo spiega perché!".
"Oh mio Dio!" esclamò Molly sconvolta da ciò che i suoi occhi avessero appena visto, portandosi le mani alla bocca.
"Non poteva vivere senza di lui" sussurrò Katherine facendo cadere, inevitabilmente, lo sguardo su Sam che lo ricambiò con un sorriso amaro sul viso.
"Aiutami Dean" sussurrò Sam, spostando lo sguardo dalla ragazza al fratello, chiedendogli una mano nell’adagiare il cadavere sul pavimento.
"Sei sicuro Sam?" esclamò Dean aggrottando le sopracciglia, perplesso per la volontà del fratello.
"Non possiamo lasciarla qui così!" esclamò il minore allargando le braccia e sgranando gli occhi per l’assoluta mancanza di tatto del ragazzo. "Merita di riposare in pace!".
“Dean, non possiamo lasciarla così.." sussurrò Katherine sospirando e abbassando gli occhi.
"Va bene" sussurrò il maggiore scuotendo la testa e sbuffando.
Molly rimase in piedi a fissare i movimenti dei ragazzi, spaventata da tutta quella situazione; Sam salì sulla sedia che la donna aveva utilizzato per togliersi la vita e, con un coltellino, tagliò la corda, mentre il fratello adagiò delicatamente il corpo sul pavimento.
Sotto la richiesta pressante di Katherine, i ragazzi portarono quel che restava del cadavere, poche ossa e qualche vestito, giù in giardino, seppellendola e sperando che al momento si trovasse in un posto migliore.  

 

Rientrarono in casa per cercare altri indizi che potessero suggerire il luogo in cui fosse sepolto il fantasma e Molly si sedette su una vecchia poltrona in soggiorno, concentrandosi sul libro che avevano trovato Sam e Katherine nella camera da letto al piano di sopra, mentre i tre ragazzi controllavano la cucina.
"Ditemi che diavolo sapete del marito di Molly!" esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia, cercando di non farsi sentire dalla donna.
"Cosa? Non sappiamo nulla" esclamò Sam accennando una risata nervosa.
"Perché dovremmo saperne qualcosa?" Chiese Dean sorridendo, mettendo su la sua faccia da poker.
"È crudele lasciare che si disperi così per lui! Se sapete qualcosa, non è giusto non dirglielo!" Esclamò la ragazza irritandosi, appoggiando le mani ai fianchi.
"Katherine è per il suo bene, non possiamo adesso. Prima dobbiamo portarla via di qua!" esclamò Sam sospirando, accennando un sorriso amaro.
"Kath abbiamo un piano, glielo diremo sta tranquilla" sussurrò Dean sorridendo, non riuscendo però a contagiare la ragazza.
"Dirmi cosa?" Esclamò Molly entrando nella stanza, aggrottando le sopracciglia. "Che cosa mi state nascondendo?".
I tre ragazzi si lanciarono un’occhiata veloce per qualche secondo, non sapendo cosa dire, ne tantomeno come avrebbe reagito la donna alla notizia che le avrebbero dato da lì a poco.
"Riguarda David? Voi sapete dov'è mio marito?!".
"Molly.." iniziò Sam sospirando, ma venne interrotto bruscamente.
"Sam no!" Esclamò il maggiore aggrottando le sopracciglia. “Non è il momento!”.
"Perché no?! Non me lo dite perché manderei a monte la vostra caccia?! A voi non importa nulla di me o di mio marito!" Esclamò furiosa Molly infuriandosi e scuotendo la testa.
"Questo non è vero!" esclamò Katherine avvicinandosi, dispiaciuta per la situazione che si era venuta a creare.
"Qualunque cosa ditemela, vi prego!" esclamò Molly piangendo nuovamente, avvicinandosi alla ragazza.
In quell’esatto istante, proprio com’era successo in macchina qualche ora prima, una radio posta su di un vecchio mobile del soggiorno, si accese con la stessa canzone con cui la donna e suo marito avevano avuto l’incidente poco prima.
"È lui, sta arrivando! " urlò Molly agitandosi, impaurita. 
"Restate con lei!" esclamò Dean perentorio, andando a spegnere la radio nell’altra stanza.
"Non esiste, vengo con te" sussurrò Katherine aggrottando le sopracciglia, seguendolo.
Entrarono nella cucina velocemente e Dean cercò di spegnere la radio, coperta da un telone impolverato, ma trovò la spina già staccata dalla spina e la mostrò a Katherine sbuffando.
"Dean..." sussurrò la ragazza facendo qualche passo indietro, catturando l’attenzione del ragazzo. "Guarda qui..".
Il vetro di una delle porte ancora funzionanti della casa, divenne ghiacciato e apparve proprio sotto i loro occhi la scritta: "Lei è mia".
I due ragazzi sentirono un rumore provenire dal soggiorno e accorsero immediatamente, osservando la donna venire trascinata fuori dalla casa dal contadino fantasma che l’aveva appena afferrata fra le sue braccia.
"Ragazzi ha preso Molly" urlò Sam sospirando, lanciandosi all'inseguimento nel bosco, seguito a ruota dai due.
Inseguimento risultato del tutto inutile, in quanto Chrillhy e Molly sparirono senza lasciare traccia.
 
 
 

"È proprio ostinato" sussurrò Katherine scuotendo la testa, infuriata per la perdita della donna, una volta rientrata in casa per cercare le ossa.
"Dobbiamo trovare Molly!" Esclamò Sam sospirando, allargando le braccia.
"Dobbiamo trovare le ossa e, non vorrei mettervi fretta, ma ci restano meno di due ore al sorgere del sole!!" Esclamò Dean agitandosi e sbuffando rumorosamente.
I ragazzi cominciarono nuovamente e più in fretta la ricerca, osservando ogni minimo posto della casa, non riuscendo però a trovare le ossa da nessuna parte.
"Ehi guardate" disse Sam osservando e prendendo fra le mani una foto dei due coniugi davanti al capanno da caccia in cui erano stati prima.
"6 febbraio 1992, due settimane prima dell'incidente" sussurrò Dean aggrottando le sopracciglia.
"Già, solo che al posto di loro due c'è un albero" disse Sam sospirando.
"Oh mio Dio, non posso credere di non averci pensato prima!" esclamò la ragazza sgranando gli occhi, uscendo dalla stanza.
"Neanche io" sussurrò Sam serrando la mandibola e scuotendo la testa, cogliendo immediatamente il significato delle parole di Katherine. 
"Qualcuno vuole spiegarmi?!" Chiese Dean sbuffando ed aggrottando le sopracciglia.
I tre ragazzi si diressero velocemente verso il capanno e il maggiore dei fratelli continuò a chiedere ai due ragazzi quale fosse stata la loro importantissima intuizione.
"È una tradizione antica, piantare un albero al posto della lapide" spiegò Katherine sospirando, cercando di raggiungere il luogo il più velocemente possibile.
Vi arrivarono in pochissimi tempo, girarono attorno al capanno e sentirono immediatamente le urla di Molly capendo che all’interno dell’abitazione stesse accadendo un’unica cosa: Chrillhy stava torturando la donna.
"Dean valla a prendere, Katherine aiutami a scavare!" esclamò Sam avvicinandosi immediatamente. 
“Certo" rispose la ragazza prendendo una pala, cominciando a darsi da fare.
"Adesso mi stai proprio facendo arrabbiare" disse Dean fra se e sé, sparando addosso al contadino che svanì immediatamente nel nulla.
Riapparve subito dopo dietro di lui, lanciandolo per l’intera stanza con un solo gesto della mano.
Intanto Sam e Katherine scavarono sufficientemente e riuscirono a trovare le ossa, sulle quali gettarono il sale e della benzina il più velocemente possibile, per poi accendere uno zippo e lanciarglielo di sopra: il contadino fu avvolto dalle fiamme proprio mentre stava per pugnalare a morte Dean, avendolo sbattuto contro un muro.
Molly, ancora appesa per le braccia al soffitto e sanguinante, rimase con gli occhi sbarrati ad osservare la 'morte' del contadino, mentre delle copiose lacrime presero a scenderle dagli occhi: fu così che  Katherine la trovò.
 
 
 
 
 
 
Subito dopo la lotta, i ragazzi convinsero Molly a salire nuovamente in auto con loro, promettendole di portarla dal marito, riuscendo a chiarirle ogni dubbio sul fatto che David fosse vivo; viaggiarono per qualche ora e Katherine si sentì sempre più nervosa all'idea di incontrare il marito di Molly: c'era qualcosa che non quadrava, ne era sicura.
Non appena arrivarono davanti ad una gran bella casa, Dean spense il quadro della macchina con un sospiro abbassando gli occhi, mentre il silenzio totale calò nell’abitacolo per qualche secondo.
"David è nella casa laggiù.." sussurrò Sam sospirando, indicando l’abitazione con un dito.
"Non capisco" disse Molly aggrottando le sopracciglia, non riconoscendo assolutamente la casa.
"Capirà" rispose Sam con un sorriso amaro sulle labbra, scendendo dall’auto.
Gli altri tre ragazzi scesero immediatamente ed osservarono Molly correre fino all'entrata della casa, finché osservò dalla finestra il marito, ed esclamò con voce rotta: "Non può essere, non capisco..".
Katherine osservò l’intera scena senza fiatare, in attesa di una spiegazione che sarebbe arrivata da li a breve; osservò insieme al resto dei presenti, la donna che era vicino a David all’interno della casa, avvicinarsi a lui, baciarlo ed abbracciarlo e Molly, con le lacrime agli occhi, non potè fare a meno di notare le fedi nuziali che brillavano alle dita dei due.
"Ma che significa?" chiese la donna piangendo, voltandosi verso i tre ragazzi. "Chi è quella donna?!".
"È la moglie di David" rispose Sam semplicemente facendo spallucce. "Mi dispiace Molly, 15 anni fa lei e suo marito avete investito Jhonna Chrillhy con la vostra macchina, ma solo David è sopravvissuto".
"Non c'è un solo fantasma che va in giro per quella strada, ma ce ne sono due: Chrillhy e lei" sussurrò Katherine abbassando il capo, capendo finalmente tutta la storia.
"Una notte all'anno lei riappare su quella strada e.." iniziò Sam, ma fu interrotto bruscamente dalla donna. 
"È impossibile, era il nostro anniversario 26 febbraio 1992 .." sussurrò la donna asciugandosi le lacrime.
"Molly, siamo nel 2007" disse Dean sospirando, osservando gli occhi della donna velarsi di lacrime.
"Oh mio Dio.... E Chrillhy?" Chiese Molly con voce rotta.
"Ogni anno punisce qualcuno per la sua morte.. inseguendolo, torturandolo e ogni anno quel qualcuno è lei" concluse Sam sospirando rumorosamente, abbassando gli occhi. 
"Si, ma io non mi ricordo nulla" disse la donna facendo spallucce.
"Perché non riusciva a vedere la verità Molly" sussurrò Katherine sospirando triste, avvicinandosi e carezzandole la schiena.
"Per questo non voleva che lasciassi quella strada.. perché io l'ho ucciso e ho ucciso anche me stessa..” sussurrò Molly piangendo, girandosi nervosa e arrabbiata verso i ragazzi. "Avreste dovuto dirmelo prima!".
"Non ci avrebbe mai creduto " disse Dean facendo spallucce.
"Oh mio Dio, David!" esclamò la donna coprendosi con le mani il viso rigato dalle lacrime, scoppiando in un pianto disperato.
"L'abbiamo portata qua perché lei possa andare oltre Molly" sussurrò Sam sospirando. 
"No, io devo parlargli, devo dirglielo assolutamente!" esclamò Molly cercando di calmare il suo respiro, volgendo lo sguardo sul ragazzo.
"Dirgli cosa? Che lo ama? Che le dispiace? Molly lui questo già lo sa, ma se vuole entrare non saremo noi a fermarla" disse Sam facendo spallucce e allargando le spalle.
"Si, ma in questo modo gli metterà paura per tutta la vita" disse Dean sospirando, fissando lo sguardo in quello della donna.
"David le ha già detto addio Molly, ora tocca a lei" disse Sam accennando un sorriso amaro.
“Che cosa dovrei fare ora?" Chiese la donna piangendo ancora, voltandosi vero la ragazza. “Che cosa dovrei fare ora?”.
"Dovrebbe.. distaccarsi da David, da tutto. Se lo farà, andrà in un altro posto, che non è qui. Non ha già sofferto abbastanza?” chiese Katherine mordendosi il labbro inferiore, per soffocare l’impulso di piangere insieme alla donna. “È il momento.. di andare".
Molly la guardò per un lungo momento, fissando i suoi occhi in quelli della ragazza, ed accennò un sorriso, ringraziandola di esserle stata accanto durante quella lunga notte; la donna volse un’ultima volta lo sguardo verso David, l’amore della sua vita terrena, sperando di poterlo rincontrare un giorno, ma sperò il più tardi possibile.
Improvvisamente una luce ineffabile si manifestò alle sue spalle, attirando il suo sguardo, mentre un largo sorriso le si disegnò sul viso, testimoniando la sua felicità.
“Voi la vedete..?” sussurrò Molly sorridendo, non distogliendo mai l’attenzione da quella luce.
“No Molly, puoi vederla solo tu..” sussurrò Katherine sorridendo. “E’ ora..”.
“E’ così bella, calda, sembra accogliente..” sussurrò la donna sorridendo.
“Si, lo sarà..” disse la ragazza sospirando, costringendosi a mordersi nuovamente il labbro.
La donna guardò i presenti un’ultima volta, prima di avanzare lentamente verso la luce, spaventata per quello che avrebbe visto una volta entrata, sapendo di dover affrontare il viaggio da sola, finchè si sentì avvolta in quella bellissima luce confortante ed ogni tipo di paura sparì, lasciando spazio alla felicità per poi sparire per sempre. 
"Non era tanto male per essere un fantasma..” sussurrò Dean accennando un sorriso. “Credete che sia andata in un posto migliore?".
"Me lo auguro" sussurrò Sam sorridendo.
"Non lo sapremo mai..” disse Katherine sospirando, accennando un leggero sorriso. “Almeno finché non toccherà a noi!”. 
"E va bene 'sesto senso' " sussurrò Dean ridendo ed avvicinandosi, cingendole le spalle. "Torniamo a casa".







I ragazzi erano ormai tornati a casa di Bobby da n paio di ore e Katherine si trovava nella sua stanza ad osservare il cielo stellato dalla finestra, certa che fosse una delle poche cose che ricordava di fare nella vita che aveva ormai scordato: ormai era quasi ora di cena ed era più che sicura che Sam stesse cucinando. Sorrise a quell'idea, chiudendo gli occhi ed appoggiandosi al davanzale.
Sapeva benissimo che nel momento in cui aveva baciato Sam nella casa di quel fantasma, aveva tradito la fiducia di Bobby, ma non poteva farci nulla, con quel bacio le erano stati tramessi dei sentimenti che in tutta la sua vita, probabilmente, non aveva mai provato.
Lo sentiva dentro di lei, niente era paragonabile a tutto ciò che provava quando i loro occhi si incrociavano o le loro dita si sfioravano.
Continuò a pensare a quell’emozione, finché la stretta di un braccio possente attorno alla sua vita la riportò alla realtà; immediatamente capì chi fosse e gli strinse la mano appoggiando la testa al petto del ragazzo, con ancora gli occhi chiusi.
"Come va il braccio?" Chiese la ragazza sorridendo, riferendosi al taglio abbastanza profondo che gli aveva procurato accidentalmente durante la caccia al Wendigo.
"Guarisce e, a proposito.." sussurrò Sam sospirando, facendola voltare e fissandola negli occhi, ma non sciogliendo l'abbraccio ".. non vorrei mai che tu te ne andassi. Scusa per quello che ho detto..".
"Non preoccuparti, eravamo entrambi.. nervosi" sussurrò la ragazza accennando un sorriso.
"È tutto a posto?" chiese il ragazzo carezzandole il viso con una mano.
"Si, è tutto a posto. Ma dobbiamo.." iniziò la ragazza sorridendo, ma fu interrotta da Sam: ".. parlare, si lo so. Vieni qui".
Il ragazzo si sedette sul letto della camera trascinando Katherine sulle sue gambe; la ragazza sorrise, ma con una smorfia esternò tutto il suo tremendo senso di colpa.
"Sam.. voglio essere completamente onesta con te. Quando abbiamo parlato, l'altra sera.. beh, non sono stata sincera con te. Quando ho detto che.. non provo nulla per te.." disse Katherine abbassando il capo con un sospiro.
"Lo so" disse Sam sorridendo e, per la sorpresa, Katherine alzò il viso verso di lui. "Ma la cosa che mi importa di più è: perché l'hai fatto?".
Prese un bel respiro, intenzionata ormai a dirgli tutta la verità: se doveva nascere qualcosa fra di loro, Sam doveva sapere tutto su quello che provava il fratello.
"Bobby mi è venuto a parlare..".
"Lo sapevo, che diavolo vuole? Perché si intromette nella mia vita?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, furioso, alzando la voce.
"Sam, parla piano! È una questione delicata!” esclamò Katherine allargando le braccia, per poi incrociarle al petto. “Bobby mi ha detto una cosa.. che mi ha portata a dirti quelle cose".
"Sarebbe?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, con ancora il braccio sano attorno alla vita di Katherine. 
"Dean gli ha confidato di avere un interesse per una ragazza.. un interesse che va oltre l'amicizia o il volere bene. Beh, lui pensa che quella ragazza possa essere io" disse la ragazza sospirando, fissandolo negli occhi. "Non voleva mettervi l'uno contro l'altro e neanch'io lo voglio!  Se dovessi decidere di chiuderla qui.. io ti capirei. Però, per favore, non dirglielo".
Sam rimase a fissarla a bocca aperta, cercando di elaborare la notizia che Katherine gli avesse appena dato; erano stati così stupidi da interessarsi alla stessa ragazza? E come diavolo avevano fatto a non accorgersene?!
Il ragazzo rimase in silenzio per un paio di minuti, con lo sguardo perso nel vuoto, durante i quali Katherine aveva contato tutti i secondi, finché non ruppe il silenzio, ormai logorata dall’attesa.
"Sam, per favore di qualcosa" sussurrò la ragazza sospirando, abbassando gli occhi.
"Kath io.. io non me ne sono accorto! È mio fratello, dovrei capire certe cose, ma... non me ne sono accorto" disse Sam semplicemente sospirando. 
"Cosa dobbiamo fare?" Chiese Katherine carezzandogli il viso, accennando un sorriso triste.
"Non ho intenzione di rinunciare a te, come mi sento quando siamo insieme è.. qualcosa di unico..” sussurrò Sam scuotendo la testa. “Io davvero non posso rinunciare a te!".
"Sono un egoista, io dovrei allontanarti, non ti avrei dovuto dire tutte queste cose, adesso non dovrei stare qui, tu non dovresti stare qui e..." sussurrò Katherine sospirando, abbassando il capo e scuotendo la testa.
"Ehi, ehi calma" sussurrò Sam sospirando, afferrandole il viso con entrambe le mani.
"..noi non dovremmo" continuò Katherine guardandolo negli occhi.
"Ehi, troveremo una soluzione anche per questo. Te lo prometto" disse Sam avvicinando i loro volti, stampandole un bacio sulla fronte.
Quando tornò a guardarla negli occhi, Sam notò che la voglia di assaporare nuovamente le labbra dell’altro crebbe anche in lei, così come in lui, e avvicinò nuovamente i loto volti per baciarla ancora, ma con molto meno imbarazzo di prima e molto più sicuri l'uno dell'altra, distendendosi sul letto con un sorriso.
Come avrebbe potuto rinunciare alla persona che stava diventando sempre più importante, giorno dopo giorno ? 

 

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Capitolo 5
*** Sometimes you gotta just live... ***


Capitolo 5.

Sometimes you gotta  just live...




"Devi usare la mente, devi riuscire a prevedere quale sarà la prossima mossa del tuo avversario. Devi sapere dove colpire, come colpire e non devi distrarti mai. Devi seguire ogni suo movimento, mantenere il contatto visivo e coglierlo di sorpresa.." sussurrò Sam con un sorriso malizioso disegnato sul viso, mentre cominciava ad addestrare la ragazza sul retro della casa di Bobby. ".. sarà facile per te: nessuno si aspetterebbe una competenza del genere da una donna come te"
Una donna come me ?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia ed inchiodando il ragazzo con i suoi occhi, mentre un sorriso malizioso si fece strada sulle sue labbra. “Che vuol dire una donna come me ?”.
“... una bella donna come te!” esclamò Sam sorridendo, osservando il corpo della ragazza avvolto da dei pantaloncini corti e aderenti e dal top che indossava che lasciava la pancia scoperta.
La ragazza si avvicinò velocemente ridendo e afferrò il suo volto fra le mani, schioccandogli un bacio sulle labbra che di casto non possedeva assolutamente nulla; Sam riprese il controllo mentale e fisico del suo corpo, staccandosi controvoglia dalle labbra carnose e invitanti della ragazza, allontanandola facilmente con una risata e facendo qualche passo indietro.
“Devi concentrarti adesso..” disse Sam sospirando ed accennandole un sorriso. “.. al resto penseremo dopo!”.
"Mi verrebbe sicuramente meglio se indossassi una maglietta" rispose Katherine sorridendo ancora una volta maliziosamente, osservando il petto scolpito del ragazzo.
"Katherine!" la richiamò Sam sbuffando, udendola scoppiare in un'altra risata per via del richiamo. "Ci saranno 35 gradi oggi!".
"Signorsì signore, mi concentro!" esclamò la ragazza ridendo e portando la mano alla tempia. "Usare la mente, contatto visivo, cogliere l'avversario di sorpresa ed ucciderlo: sembra facile!".
"Beh non lo è! Vogliamo cominciare?" Chiese Sam scuotendo la testa e fissandola negli occhi, mentre la ragazza gli rispose con un sorriso.
I due ragazzi cominciarono a lottare e, inspiegabilmente, Katherine riuscì a metterlo al tappeto, facendolo cadere rovinosamente sull’erbetta verde del giardino di Bobby; sarebbe migliorata moltissimo in quelle settimane, sarebbe stata di sicuro pronta per un corpo a corpo con un nemico in pochissimo tempo. 
Passarono quasi tutto il pomeriggio ad allenarsi, mentre Dean si limitò ad osservarli con un’espressione triste sul viso: avrebbe voluto essere lui stesso ad insegnare alla ragazza a difendersi e a reagire con i demoni, lo avrebbe voluto davvero, ma quel giorno aveva chiesto a Sam di farle da insegnate, togliendogli la possibilità di passare del tempo con lei. Il maggiore dei fratelli arricciò il naso e aggrottò le sopracciglia osservando l’atteggiamento dei due ragazzi cambiare nuovamente, riportandolo nuovamente ad un livello civile; non riuscì a spiegare quale fosse la causa che ne detrminò l'allontanamento e il successivo riavvicinamento, e rimase a domandarselo per l'intero pomeriggio, mentre li osservava ridere scherzare fra una presa e l'altra.
Che qualcosa stesse cambiando fra i due? Non aveva la minima idea di ciò ce stesse succedendo fra di loro, ma poteva capire benissimo cosa stesse succedendo in se stesso: per la prima volta nella sua vita, stava scoprendo un mondo del tutto nuovo. Un universo che aveva sempre tenuto distante, lontano da sè.
L’amore che aveva sempre tenuto a distanza stava davvero cominciando ad essere parte integrante della sua vita?

 

 
"Sam avrei bisogno di un chiarimento su una presa, verresti a darmi una mano?" Chiese la ragazza accennando un sorriso, dopo che ebbero cenato, entrando nel piccolo soggiorno dove tutti e tre gli uomini stavano bevendo una birra.
"Certo" sussurrò il ragazzo sorridendo, alzandosi dal divano.
I due salirono lentamente al piano di sopra, cercando di ridurre i sospetti di Bobby e Dean al minimo; non appena entrarono nella stanza della ragazza, prima di chiudere la porta, il ragazzo chiese: "Allora, su quale presa hai bisogno di chiarimenti?".
Katherine lo spinse contro la porta, facendogliela chiudere con le spalle e si avventó su di lui e sulle sue labbra, con un sorriso sul viso; Sam sorrise, riprendendo il respiro per qualche momento, per poi tornare a baciarla e lasciarsi trascinare verso di lei, che indietreggiò alla cieca, facendo cadere entrambi sul letto.
“Era questa la presa?" chiese Sam ridendo, intrappolandola sotto il suo peso.
"Decisamente.." sussurrò Katherine sorridendo, ribaltando le posizioni e mettendosi a cavalcioni su di lui. "Mi è mancato oggi…"
"Cosa?" Chiese Sam sorridendo, sospirando ed osservandola.
La ragazza lo guardò per qualche secondo sorridendo, sistemandosi su di lui e mettendo i lunghi capelli biondi sul lato sinistro del collo.
"Baciarti.." sussurrò Katherine avventandosi nuovamente sulle sue labbra.
“E’ mancato anche a me” disse Sam sorridendo, prima di fare leva sulle sue braccia, ribaltando la posizione e bloccandola nuovamente con il suo peso, facendola ridere. 
Scese a baciarle delicatamente il collo, dove lasciò una scia di morsi e di baci umidi che le provocarono molti brividi sulla pelle e la portarono ad ansimare, inarcando leggermente la schiena.
“Sai che puoi farlo quando vuoi..” sussurrò Katherine sospirando, guardandolo negli occhi mentre lui si staccò leggermente dal suo corpo.
“Baciarti?” chiese Sam sorridendo, prima di avvicinarsi nuovamente al suo viso e morderle il labbro inferiore. “Lo so!”.
Per tutta risposta Katherine lo attirò nuovamente a sé e lo strinse forte, facendo aderire i corpi e baciandolo più appassionatamente di prima, mentre il battito del suo cuore accelerò tanto che la ragazza pensò che le stesse per uscire dal petto e farsi un giro nella stanza.
Erano passate ormai altre due settimana da quel primo bacio e avevano deciso di tenere momentaneamente la loro storia segreta; non sapevano come l'avrebbe presa Dean ma, l'unica cosa di cui erano sicuri, era che non sarebbero stati più in grado di separarsi. Mai più.
 
 
Trascorse circa una settimana dagli allenamenti e Katherine imparò veramente tanto; chiese una mano anche a Dean che, al settimo cielo, accettò, passando molto più tempo con lei ed insegnandole tutto ciò che sapeva. 
Il maggiore si svegliò con uno strano presentimento quella mattina, ma decise di non darvi ascolto, così si rilassò per qualche altro minuto a letto, per poi alzarsi, stiracchiandosi, e lanciando una rapida occhiata all’ora indicata dalla sveglia: 08:37.
Uscì dalla sua stanza facendo un grande sbadiglio, dirigendosi verso il bagno: durante il tragitto, sbirciò all’interno della camera di Katherine, trovandola però vuota e perfettamente in ordine.
'È mattiniera' pensò il ragazzo sorridendo.
Non aveva completamente idea di cosa gli stesse succedendo da quando Katherine fosse entrata nella loro vita: ogni volta che le stava vicino si sentiva in una maniera del tutto nuova per lui. Non si era mai sentito così in vita sua.
Questi pensieri lo accompagnarono sotto la doccia, che fece con molta calma, cercando di rilassarsi e di scacciare il cattivo presentimento che lo aveva accompagnato durante il suo risveglio.
Scese al piano di sotto per fare colazione con ancora il sorriso sulle labbra, ma inaspettatamente trovò Bobby e Katherine attorno al tavolo con delle espressioni sconvolte.
"Ehi che diavolo avete? Perché queste facce ?".
"Per quell’idiota di tuo fratello! Non si trova da nessuna parte, non risponde alle chiamate e ha lasciato questo stupido biglietto incomprensibile!!" Urlò Bobby visibilmente scosso, porgendo il foglio al ragazzo.
"Cosa ? Ma che state dicendo?" Chiese il maggiore aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi e leggendo le strane parole scritte dal fratello.
 
'Esco, non preoccupatevi ho solo bisogno di riflettere. Torno presto.
                                                                                                          SAM'.

"Cosa? Che diavolo vuol dire?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e sentendo la preoccupazione crescere dentro di lui.
Ma cosa diavolo passava per la testa di Sam? Perchè si comportava in maniera così assurda ultimamente? Estrasse il telefono dalla tasca e, senza neanche ragionarci su, compose il numero del fratello: ad ogni squillo il suo cuore perdeva un battito, proprio come la sensazione di quella mattina gli aveva suggerito per tutto il tempo.
"Dean, sono già due ore e mezza che proviamo a chiamare, ma passa sempre alla segreteria" disse Katherine con un tono a metà fra il pacato e l'irritato, sospirando rumorosamente, mentre la preoccupazione continuò a crescere dentro di lei.
Dean scosse la testa e sospirò, sentendo la chiamata chiudersi ed il nodo in gola aumentare sempre più: prese un altro respiro e compose nuovamente il numero, pregando mentalmente che Dio lo facesse rispondere.
Dopo almeno 30 secondi di panico, una voce rotta e flebile rispose  dall'altro capo del telefono, attenuando la preoccupazione, il panico e la disperazione dei presenti.
"SAMMY? Dove diavolo sei?..... Stai bene?......Ehi, calmati!....dove sei?....non muoverti.... arrivo subito fratello!" esclamò Dean preso dall'agitazione, riuscendo persino a sentire il battito del suo cuore. 
"Cosa? Ha risposto a lui e non a noi?!" Chiese la ragazza profondamente irritata più a se stessa che agli altri, alzandosi in piedi.
"È confuso e agitato, dobbiamo fare presto!" esclamò Dean affermando dall'ingresso il suo giubbotto in pelle nero.
"Dean, fermati un momento! Dove diavolo è Sam?!" Sbottó Bobby alzandosi ed allargando le braccia, preoccupato tanto quanto lui.
"In una stanza d'albergo, ma è parecchio frastornato! Devo fare presto, vi farò sapere.." sussurrò il ragazzo sospirando e scuotendo la testa, prima di volare fuori di casa.
Katherine rivolse uno sguardo triste a Bobby e lui vi lesse tutta la preoccupazione ed il dolore che stesse provando in quel momento; in quel preciso istante, al vecchio burbero toccò ricredersi a proposito della teoria del rapporto da una notte e via fra i due ragazzi. Magari quella volta ci aveva visto male.
'Forse provano davvero qualcosa l'uno per l'altra' pensò l'uomo sospirando.
"Che ci fai ancora qua? Vai con Dean!" Si affrettò a dire Bobby, indicandole la porta.
"Se mi avesse voluto lì, l'avrebbe detto a Dean.." sussurrò Katherine sospirando ed abbassando il capo, profondamente triste.
"Katherine se non esci immediatamente da qui di tua spontanea volontà, giuro su Dio che prenderò a calci il tuo culo!" Urlò Bobby afferrandola dalle braccia e regalandole un sorriso tenero. "Va, dai!".
La ragazza sorrise immediatamente e senza che nessuno dei due potesse capire cosa stesse per accadere, gli gettò le braccia al collo, sussurrandogli all'orecchio: "Grazie!".
Dopo un'ultima breve ma intensa occhiata, corse fuori dalla casa, senza neanche preoccuparsi di chiudere la porta  di ingresso e sorrise entrando all'interno dell'auto di Dean, che la aspettò con il motore acceso.




I due ragazzi erano troppo tesi perfino per parlare in macchina: Dean schiacciò il piede sull'acceleratore, infrangendo tutti i limiti di velocità pur di arrivare il più velocemente possibile da suo fratello. Arrivarono nel motel indicato da Sam di Twin Lakes e corsero immediatamente verso la stanza. 
Bussarono freneticamente alla porta chiusa dall'interno, ma tutto ciò che percepirono fu solo silenzio e per un momento il maggiore pensò di avere sbagliato posto; provarono a chiamarlo a voce più alta, ma i due non ricevettero alcuna risposta dall’interno, così si guardarono brevemente fra di loro ed aprirono la porta con uno scatto.
"Sam?" Chiese Katherine con voce preoccupata entrando nella stanza e guardandosi intorno, trovandolo seduto sul letto.
"Ciao ragazzi..." sussurrò Sam con il capo basso e con voce rotta.
"Stai sanguinando!" esclamò Dean osservandolo bene, correndogli incontro ed afferrandogli la mano.
“Ho provato a lavarlo via, ma rimane.." disse Sam con voce tremante e sguardo assente. 
"Oh mio Dio!!" Esclamò la ragazza afferrandogli la camicia interamente inzuppata di sangue e sgranando gli occhi per la paura. Cosa aveva combinato?
"Non credo che sia sangue mio" continuò il ragazzo alzando lentamente lo sguardo verso di loro.
"E di chi è?" Chiese la ragazza abbassatasi a controllare che effettivamente, non fosse suo.
"Sam che hai combinato?!" Chiese il fratello osservandolo preoccupato.
"Dean io.. non ricordo niente..." disse Sam mentre i due lo fissavano ancora scioccati.
"Dean credo che sia meglio che uno dei due vada a comprargli qualcosa da mettersi addosso e da mangiare" disse la ragazza sedendosi accanto al ragazzo frastornato, mettendo su la sua espressione più triste. “Rimango io con lui!”.
"Katherine.." iniziò il maggiore sospirando e serrando le labbra in un gesto automatico.
“Dean, per favore" disse la ragazza profondamente preoccupata, fissandolo negli occhi.
Dopo aver dato una rapida occhiata ad entrambi, il ragazzo sospirò e scosse la testa, prima di mettersi nuovamente la sua giacca nera ed afferrare le chiavi della sua auto, per poi dirigersi verso la porta della stanza del motel in silenzio; non poteva credere che suo fratello avesse combinato un casino, che si fosse sbronzato ed avesse picchiato, o peggio, ucciso qualcuno! 
Una volta rimasti soli, il silenzio prese ad aleggiare sulla stanza, mentre la preoccupazione della ragazza saliva sempre di più.
"Kath io..".
"Shh, andrà tutto bene" disse la ragazza zittendolo ed avvicinandosi istintivamente al ragazzo, avvolgendolo fra le sue braccia e permettendogli di poggiare la testa sulla sua spalla.
"E se.. e se avessi fatto del male a qualcuno? Se avessi ucciso qualcuno? Kath se io..?" Iniziò Sam con voce spezzata e tremante, prendendo a scuotere la testa. 
"No tesoro, sono sicura che non hai fatto nulla di tutto ciò, ok? Ehi, guardami, guardami, andrà tutto bene, ok ?" chiese la ragazza afferrando il suo viso fra le mani e sorridendogli, cercando di infondergli coraggio.
“Ok.. ok.." rispose Sam annuendo e continuando a guardare il vuoto.
"Vai a farti una doccia, ti aspetto qui".
"D'accordo, ok" rispose il ragazzo alzandosi di scatto, senza avere una vera espressione sul viso, ma mantenendo una perfetta faccia da poker.
Si avvicinò alla ragazza e le diede un bacio sulla guancia, continuando a guardarla in quel modo strano, finchè senza pensarci un’altra volta si avviò verso il bagno, lasciando la ragazza con il sospetto che qualcosa non andasse.
 
 

Katherine, dopo un'interminabile mezz'ora passata a chiedersi che pasticcio avesse combinato Sam, sentì la porta d'albergo aprirsi lentamente, mostrando Dean con dei sacchi fra le mani e un’espressione imbronciata sul viso. 
“Che hai scoperto?" Chiese la ragazza alzandosi di scatto dal letto ed andandogli incontro.
"Si è registrato due giorni fa sotto il nome di Richard Sambora, la cosa più agghiacciante di tutta questa storia è che è un fan di Bon Jovi!" Ironizzò il ragazzo accennando un sorriso che purtroppo non contagiò gli occhi.
"Dean…” sussurrò Katherine sospirando e osservandolo con occhi tristi. “..va avanti..”.
"La sua stanza era tranquilla, nessuno ha notato niente.." rispose il ragazzo facendo spallucce.
"Nessuno l'ha visto andare in giro sporco di sangue?" Chiese la ragazza perplessa ed aggrottando le sopracciglia.
"Così sembra" rispose il maggiore posando quei sacchi e togliendosi la giacca.
"Che diavolo gli è successo allora?" chiese la ragazza nel panico, sedendosi nuovamente e affondando il viso fra le mani.
"Non lo so! Comunque sia, sta bene ed è questo che conta!" esclamò Dean facendo spallucce.
"Ah si? E se avessi fatto del male a qualcuno? O peggio?" chiese Sam spalancando definitivamente la porta del bagno, uscendo con un telo attorno alla vita e l'espressione più seria che gli avessero mai visto. "Forse è quello che ti ha detto papà!".
"Sam, non saltiamo alle conclusioni! Non sappiamo com'è andata, dobbiamo trattarlo come un qualunque altro caso!” esclamò Dean sospirando e deglutendo con fatica, cercando di dimenticare le parole del padre. “L'ultima cosa che ricordi?".
"Eravamo io e Katherine e ci stavamo.." sussurrò il minore appoggiandosi al tavolo e abbassando il capo. "..allenando. ".
"Gli allenamenti insieme? Sam sono stati più di una settimana fa!" Sbottò Katherine avvicinandosi al ragazzo ed aggrottando le sopracciglia.
"Esatto. E l'altro ricordo che ho sono io seduto qui, sporco di sangue” sussurrò Sam con voce triste e spezzata, alzando lentamente le spallucce. “Mi sembra di aver dormito per un mese!".
"Ricostruiremo i tuoi spostamenti, l'albergatore ti ha visto uscire ieri pomeriggio..." disse Dean avvicinandosi alla finestra della camera cercando qualche indizio, osservando, preoccupato, una chiazza di sangue sopra la maniglia, seguito a ruota dagli altri due. ".. ma non rientrare… guardate qui”.
Dopo essersi scambiati una breve occhiata d’intesa, Sam si vestì ed uscirono immediatamente fuori da quella stanza, cercando di far tornare alla memoria del ragazzo almeno un ricordo che potesse aiutarlo a ricostruire gli spostamenti. 
"Non riconosci nulla?" chiese Katherine preoccupata, guardandosi attorno nel parcheggio dell'hotel.
"Nulla" rispose Sam di getto scuotendo la testa.
Continuarono a camminare, finchè arrivarono in un lungo corridoio pieno di garage corrispondenti alle rispettive stanze; ad un tratto il minore riuscì a riconoscere in parte il luogo, dicendo al fratello di provare ad aprirne uno in particolare, che però trovò chiuso con un catenaccio.
"Aspetta, avevi questa nei pantaloni. Provala" disse Katherine estraendo una chiave dai propri jeans e porgendola al ragazzo.
Sam la osservò brevemente con aria curiosa e interrogativa, facendo leggere ai presenti la propria incredulità davanti ad una situazione come quella; senza fare commenti, passò la chiave al fratello che si affrettò ad aprire.
"È questa!" esclamò Dean sollevando la saracinesca e trovando all'interno un'auto. "Ti prego dimmi che non l'hai rubata!". 
Katherine prese un respiro profondo e si passò una mano fra i capelli, non riuscendo a credere a tutto quello che li stesse capitando, ed entrò per prima all'interno di quel garage; con espressione seria esclamó: "Cercate qualunque cosa possa esserci utile: scontrini, carte di credito, biglietti da visita".
"C'è altro sangue!" Esclamò immediatamente il minore avvicinandosi alla fiancata dell'auto insieme al fratello. 
"Sam.. guarda lì.." disse Dean indicandogli un coltello insanguinato sul sedile del passeggero. 
"Pensate che.. l'abbia usato su qualcuno?" chiese il minore con voce rotta, prendendolo fra le mani.
"Cancella le impronte" disse Katherine con espressione seria, passandogli un fazzoletto di stoffa.
"Beh questo è inquietante! Non puoi essere stato tu: dev'essere stato qualcuno che fuma sigarette al mentolo" sussurrò Dean osservando il pacchetto ed accennando un sorriso, sperando di poter scagionare il fratello.
"Ehi! Ho trovato la ricevuta di un benzinaio qua vicino!" esclamò Sam sventolando fra le mani il foglietto e mostrandolo agli altri.
"ok, perfetto, andiamo e non perdiamo altro tempo!" esclamò la ragazza afferrandolo ed uscendo dal garage con una brutta sensazione all'altezza del petto.



"Avverti qualche sorta di déjà-vu o qualcosa di simile? "Chiese Dean arrivati davanti alla pompa di benzina, posteggiando la sua auto e scendendo insieme ai due ragazzi. 
"Non proprio..” sussurrò il minore sospirando e facendo spallucce, continuando a guardarsi attorno con aria curiosa.
La ragazza osservò il piccolo super market posto proprio accanto i distributori e accennò un sorriso, notando delle telecamere e un negoziante presente all’interno.
"Forse quell'uomo può aiutarci" sussurrò Katherine indicandolo con un dito, facendo voltare i due ragazzi in quella direzione. 
"Andiamo!" esclamò Dean sospirando, mentre il fratello si limitò a sospirare e a seguirli. 
Si avvicinarono sempre di più e non appena furono entrati all’interno del piccolo supermercato, il negoziante ebbe una reazione che, ne Dean ne Katherine, si sarebbero mai aspettati: "Ancora tu?! Vattene via subito o chiamo la polizia!!".
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata di sorpresa, non riuscendo a capire se fosse realmente arrabbiato con Sam o se ci fosse qualcun altro in quel piccolo negozio.
"Ce l'hai con lui?" chiese Dean stupito, aggrottando le sopracciglia. 
"Ovvio che si! Ieri questo stronzo si è presentato qui ubriaco fradicio, ha preso una bottiglia di whiskey e ha iniziato a scolarsela!" esclamò il ragazzo dietro il bancone, agitando le mani e riservando per Sam delle occhiate di fuoco.
"Parliamo di lui?" chiese Katherine indicando il ragazzo alla sua destra, divenendo sempre più sconvolta. 
"Certo, e quando se n'è andato mi ha pure spaccato la bottiglia in testa!" esclamò il negoziando continuando a sbraitare.
"Questo qui?" Chiese nuovamente il maggiore, sgranando gli occhi.
"Ma che parlo arabo per caso?" Chiese il negoziante alterandosi ancora di più dopo aver sentito la risata soffocata della ragazza che prese ad immaginare mentalmente la scena.
"Senti amico, mi dispiace davvero se ho fatto.." iniziò Sam sospirando, con l’intenzione di scusarsi e di rimediare per i suoi errori.
''Non mi interessa la tua storia, se non vai via chiamo la polizia!” esclamò il negoziante mettendo su un’espressione tutt’altro che tranquilla, tenendo fra le mani la cornetta del telefono.
"Ok, calmiamoci per qualche secondo!” esclamò Katherine accennando un sorriso fintissimo e voltandosi verso il minore. “Sam, penso che faresti bene ad andare in macchina!".
"Ma Kath, io.." iniziò il ragazzo con sguardo triste, piegando le spalle all’ingiù.
"Sam.. è meglio che vai.." sussurrò Dean sospirando e facendo spallucce, osservando il fratello uscire dal negozio con aria dispiaciuta. 
"Vogliamo solamente parlare, ok ?” chiese il maggiore sospirando, uscendo dalla sua tasca un centone e posandolo sul bancone ed accennando un sorriso. “Dovrebbero coprire tutte le spese! Puoi solamente dirci dov'è andato quando è uscito da qui?".
Il ragazzo accennò un sorriso, afferrò la banconota e la depositò immediatamente all’interno della cassa, prima di voltarsi nuovamente verso i due ragazzi e sussurrare: "Si è diretto a nord, statale 71! Non so altro!”.
I due ragazzi uscirono e scossero la testa, raggiungendo Sam seduto all’interno dell’auto; non appena mise in moto, Dean seguì le indicazioni del negoziante con precisione, mentre all’interno dell’auto regnò per un lungo tratto il silenzio.
"Che ti è preso Sam?" chiese Dean rompendo il ghiaccio, sospirando rumorosamente.  "Perché fumare? Spaccare bottiglie in testa alla gente? Sembra la mia descrizione, non la tua!".
Il fratello abbassò nuovamente il viso, conscio degli errori commessi e lasciando intendere quanto si sentisse in colpa, così nessuno dei due altri ragazzi si sentì in grado di infierire ulteriormente; non appena il minore rialzò il viso, intimò al fratello di svoltare a destra, in una via buia, stretta e senza alcuna segnaletica, perché finalmente stava cominciando a ricordare qualcosa.
Seguendo quella strada, arrivarono davanti ad una grande casa, completamente illuminata dalle luce esterne laterali posizionate per indicarne il perimetro; si avvicinarono con estrema cautela e scesero dall’auto, osservando come la casa sembrasse desolata. Provarono a bussare, ma dopo qualche secondo si accorsero di come la maniglia fosse stata forzata e come l’allarme fosse stato messo fuori uso.
Entrarono in casa mantenendo il silenzio, comunicando unicamente con i gesti, trovando tutte le stanze messe a soqquadro: ai tre ragazzi sembrò quasi come se un uragano fosse passato di li, distruggendo ogni cosa. Perquisirono le stanze al piano terra, trovando solamente devasto, così salirono al piano di sopra, imbattendosi in un piccolo studio: vi entrarono, osservando la stanza piena di oggetti rotti e si cominciarono a domandare mentalmente se tutto quel danno fosse stato causato da Sam. 
Continuarono a perquisire la stanza, finchè l’attenzione della ragazza venne catturata da un corpo disteso a terra, privo di vita, che la fece trasalire e chiamare di colpo gli altri due ragazzi: li invitò a mantenere la calma, ma nessuno, neanche lei, riuscì a trattenere le sue paure.
"Sono stato io!" esclamò Sam portandosi le mani alla testa, sentendosi completamente agitato e fuori di sé. “Ho ucciso io quest’uomo!”.
"Sam, non lo sappiamo!" esclamò Katherine sospirando, voltandosi verso il ragazzo e cercando di calmarlo. 
"Cos'altro vi serve per crederci? La rissa, l'auto, il pugnale, tutto quel sangue! Andiamo!" Continuò Sam scuotendo la testa e guardandoli in cagnesco.
“Anche se fossi stato tu, sono sicuro che avevi una ragione! Magari è stata legittima difesa, magari sarà stato un figlio di puttana!" esclamò Dean intervenendo e scuotendo la testa, cercando di pensare lucidamente il più velocemente possibile.
Katherine cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa che scagionasse il ragazzo; guardo sotto il tavolo, dietro la poltrona e fra i cuscini del divano, finchè notò un quadro leggermente spostato sulla sinistra, molto ampio e lungo; mollò tutto e si avvicinò, scostandolo lentamente sotto gli occhi increduli dei ragazzi, ancora leggermente scioccati per il cadavere.
Lo tolse completamente e vi trovò una vetrina piena zeppa di armi, come se lì si rifornisse l’esercito, così si voltò vero i due con gli occhi sgranati, indicando l’interno della fortezza.
"O era un bomber o un cacciatore di demoni! Ho ucciso uno dei nostri! " disse Sam osservando la parete e scuotendo la testa, sentendo il senso di colpa impadronirsi di lui.
"Beh possiamo scoprirlo.." sussurrò Dean sospirando ed osservando la videocamera puntata esattamente nella loro direzione. 
Trovò il registratore ed estrasse il cd, mettendolo nel pc dell’uomo e mandandolo avanti fino al punto che più interessava ai ragazzi; quando le immagini partirono, i tre ragazzi sentirono il sangue ghiacciarsi nelle vene: il cacciatore che adesso giaceva a terra priva di vito, venne brutalmente gettato dentro la stanza, dalla porta entrò Sam con la giacca già macchiata di sangue e continuò a colpirlo come una furia. Nonostante il cacciatore provasse a difendersi, il ragazzo ebbe la meglio, avvicinando il coltello che teneva fra le sua mani alla sua gola e sgozzandolo senza pensarci due volte: dopo pochi secondo, il cacciatore smise di divincolarsi e la sua testa si piegò di lato, segno che fosse appena morto.
I tre rimasero pietrificati sul posto nel vedere tutto ciò e rimasero immobili ed in silenzio per qualche secondo, elaborando ciò che I loro occhi avessero appena visto e cercando di capire come si sarebbero comportati da quel momento in avanti; Katherine e Dean si guardarono negli occhi per qualche secondo e si capirono al volo: cominciarono a pulire tutto ciò che Sam o loro avessero potuto toccare, mentre quest'ultimo rimase seduto alla scrivania a leggere una lettera scritta dalla figlia della vittima.
"Come cancelliamo il video? " chiese Dean aggrottando le sopracciglia, provando a pigiare qualche tasto di quel pc, senza alcun risultato.
"Sam? Dacci una mano!" esclamò Katherine continuando a pulire ogni cosa che avessero toccato con la sua manica.
"L'ho ucciso, sono entrato in casa e l'ho ammazzato…” sussurrò Sam con il fiato corto, ancora sconvolto.
"Ascoltami bene: chiunque fosse, era un cacciatore e altri cacciatori verranno a cercare il suo assassino quindi dobbiamo cancellare le nostre tracce!" esclamò Dean continuando a pulire, sperando che si svegliasse da quella specie di trance e cominciasse ad aiutarli.
"Si chiamava Steve WonDel, questa è una lettera di sua figlia" disse Sam con voce tremante, continuando a tenere il foglio fra le mani. “Si volevano molto bene..”.
Dean lo guardò con aria preoccupata: non poteva lasciarlo in quelle condizioni, dovevano cancellare tutto e dovevano farlo subito. Dato che suo fratello si rifiutò di aiutarlo, afferrò il modem del pc e lo gettò a terra rompendolo e calpestando: distrusse ogni singolo pezzo e tornò ad osservare il fratello dritto negli occhi con sguardo perentorio.
"E adesso cancella le tue impronte!" esclamò lanciandogli la pezza con cui stava pulendo lui qualche secondo prima. “Ora!”.

 
 

 
"Dormiamo un paio d'ore e poi ce ne andiamo da qui, d'accordo?" chiese Dean poggiando la sua roba sul letto del motel e sospirando, prima di lanciare un altro sguardo preoccupato al ragazzo.
"So che è terribile, ma devi superarlo…” sussurrò Katherine avvicinandosi e carezzandogli la testa. 
"Sam, per favore, di qualcosa!" esclamò Dean infuriandosi nuovamente, stufandosi di non aver sentito più la voce del fratello da quando si trovarono in quella casa.
"Ci dormiamo su e poi ce ne andiamo? È omicidio, sono un assassino!" esclamò Sam scuotendo la testa ed alzandosi di scatto dal letto, liberandosi dalla presa della ragazza e sospirando.
"Non lo sappiamo ancora, magari è un mutaforma!!" Rispose Dean, continuando a cercare un modo per scagionare il ragazzo.
"Lo hai visto anche tu, non gli brillavano gli occhi e non c'erano distorsioni!" esclamò il ragazzo passandosi una mano sulla fronte sudata e sospirando.
"Ma non eri tu quello!! Cioè sembravi tu ma non eri tu!" esclamò Katherine sospirando e scuotendo la testa 
"In queste ultime settimane ho avuto delle strane sensazioni: rabbia, odio. Non riesco a fermarle, la situazione peggiora ogni giorno che passa!" Ammise Sam sedendosi sul letto e mettendosi il viso fra le mani.
"Non ce l'hai mai detto.." sussurrò Dean sedendosi di fronte a lui mentre la ragazza rimase per qualche secondo ad osservarli.
"Non volevo allarmarvi…” sussurrò il ragazzo sospirando , alzando lo sguardo triste su di loro. “Sappiamo che Occhi gialli, ha dei progetti per me! Ha già trasformato altri ragazzi in assassini!".
"Nessuno può controllarti, solo tu puoi farlo!" Disse Katherine infuriata, scuotendo la testa.
"No, sento che qualunque cosa faccia, lentamente e inesorabilmente, sto diventando.." iniziò Sam abbassando il viso e mordendosi il labbro.
"Cosa?" Chiese Katherine allargando le braccia e sospirando. “Cosa Sam?!”. 
"Quello che devo diventare! È la verità e voi lo sapete!" esclamò alzandosi e andando in contro al fratello. "E anche papà lo sapeva, perciò ti ha detto che se fossimo arrivati a questo punto..".
"Sta zitto Sam!" esclamò Dean scuotendo il capo e sbattendo il pugno sul piccolo tavolino.
"Gliel'hai promesso e lo hai promesso a me!" esclamò Sam avvicinandosi sempre di più al fratello, con occhi lucidi.
"No ascoltami: noi risolveremo tutto! Un modo deve pur esserci” disse Katherine facendoli voltare tutti e due nella sua direzione, osservando il ragazzo con aria supplichevole.
Sam la fissò per qualche secondo negli occhi, ricambiando lo sguardo triste, e annuendo, disse: "Si, un modo c'è".
Estrasse dai suoi bagagli la sua pistola e silenziosamente si diresse verso il fratello, porgendogliela e accennando un sorriso.
"Non voglio fare del male ad altri e, soprattutto, non a voi due…".
"Qualunque cosa sia, tu puoi combatterla" disse Dean annuendo, sentendo gli occhi prendere a pungere per quel gesto.
"No, Dean, non posso.. è troppo forte per me.." sussurrò Sam annuendo, spingendo l'arma verso il fratello. “Fallo!”.
"Sam, che diavolo fai?!" esclamò Katherine avvicinandosi con occhi sgranati e sopracciglia aggrottate, mentre il minore mise la pistola in mano al fratello senza troppe discussioni. 
"Non lo farò mai, Sam. Preferisco morire" disse Dean gettando l'arma sul tavolino e scuotendo la testa.
“Rimpiangerai di non averlo fatto, Dean…" sussurrò il ragazzo afferrando nuovamente la sua pistola e sospirando, alternando lo sguardo fra i due. “..lo rimpiangerete entrambi”.
In una frazione di secondo, senza che i due potessero avere il tempo di accorgersene, Sam colpì con estrema violenza il fratello in pieno viso con la sua pistola, facendogli perdere i sensi e facendolo cadere rovinosamente a terra.
"Sam, che diavolo fai?" Urlò Katherine dandogli una spinta, correndo in soccorso di Dean. "Perché l'hai fatto?".
"Non preoccuparti: è soltanto svenuto. Mi serve che viva e che mi veda..” sussurrò Sam annuendo e sorridendo.
"Sam, che diavolo hai fatto?! Ti veda fare cosa?!” urlò la ragazza alzandosi nuovamente ed andandogli incontro, sicura di poterlo stendere.
"Non preoccuparti, andrà tutto bene" disse Sam annuendo e sorridendo, avanzando verso di lei
"Sam, mi stai spaventando adesso, che diavolo hai?" chiese ancora la ragazza con tono preoccupato, finché si scagliò contro di lei.
La chiuse in una morsa d'acciaio con le sue robuste braccia e le strinse il collo, con l’intento di bloccarle il respiro; con una gomitata in pieno stomaco, riuscí a liberarsi proprio in tempo per voltarsi e colpirlo in viso.
"Ho sentito le voci che corrono sul tuo conto, ma non pensavo fossi tu! Non avevo capito con chi avessi a che fare" disse Sam ridendo e alzando spallucce. “E’ un onore principessina”.
"Sam, non voglio farti male" disse la ragazza tenendo le mani avanti, non riuscendo a capire cosa gli stesse uscendo dalla bocca.
"Oh, non preoccuparti: adesso sarò io a farne a te..” sussurrò il ragazzo.
Utilizzando tutta la forza di cui disponesse si scagliò nuovamente su di lei, facendola cadere a terra e mettendosi a cavalcioni su di lei con prepotenza, bloccandola fra il suo corpo e il pavimento; le afferrò il capo e con forza le sbattè la testa per terra, facendola svenire. 
Sam guardò i due ragazzi svenuti e rise, mettendosi la ragazza sulle spalle e portandola con se.

 
  

 
Katherine fu svegliata dall'armeggiare frenetico di alcune catene da parte di Sam, sentendole però in maniera confusa per via di tutti i colpi che prese in testa; sbattè le palpebre lentamente e mise a fuoco la figura di spalle del ragazzo che le stava davanti. L’aveva legata al un grande palo portante, vicino al bancone di un vecchio bar desolato, completamente vuoto; provò a liberarsi le mani, ma il ragazzo aveva ben pensato di intrappolarle in alcuni giri di catena, in modo che facesse male anche solo provare a slegarsi.
Fece rumore con le mani, attirando l’attenzione di Sam che si giró di scatto con un sorriso sul viso e disse: "Sei sveglia!".
Le andò incontro portando con sé uno sgabello, sedendosi e fermandosi ad osservarla, quasi a studiarla, come se non l’avesse mai vista prima di allora.
"Sam, che stai facendo? Liberami!" esclamò la ragazza con un filo di voce, muovendo il viso per osservare il locale, ma venendo colta da un brutto mal di testa.
"Sai benissimo che non lo farò, perciò facilitami il lavoro e stai buona!" esclamò il ragazzo afferrandola per i fianchi e tenendola ferma, mentre passava un altro giro di corda attorno alla vita.
"Che diavolo stai facendo?!" esclamò la ragazza sentendo le forze tornare lentamente al suo corpo, prendendo a dimenarsi e cercando di colpirlo con dei calci.
"Sta ferma!” esclamò il ragazzo afferrandole il viso con una mano e stringendoglielo, osservandola negli occhi con uno sguardo di fuoco.
La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, cominciando a sospettare che a parlare non fosse esattamente Sam e sospirò, osservandolo girare le catene attorno al suo corpo, stringendole sempre di più e facendola ansimare di dolore.
"Deve essere dolorosa" sussurrò la ragazza con un tono più distaccato ed occhi più stanchi e sofferenti, osservando il suo braccio destro. 
Il ragazzo dapprima non capì a cosa si riferisse ma, seguendo lo sguardo di Katherine, intese cosa volesse dire; istintivamente si coprì il braccio destro dove vi era una piccola scottatura circolare in bella vista. 
"È solo una bruciatura" sussurrò alzando il sopracciglio, incastrandola nuovamente con il suo sguardo. 
"Non ti importa di quello che penserà Dean? Sam.." inizió la ragazza cercando di sondare il terreno, ma venne interrotta dal ragazzo che con irruenza le afferrò nuovamente il viso con una mano, stringendolo sempre di più.
"Ti sei presa una bella cotta per lui, vero stronzetta? Sapevo che non dovevo credere a tutte le tue idiozie!".
La ragazza sentì la mandibola sbriciolarsi in mille pezzi, e quando finalmente il ragazzo la lasciò, fu felice di poterla muovere per rimetterla in sesto. Tornò a fissarlo e questa volta fu lei ad incastrarlo con il suo sguardo.
"Tu non sei Sam" disse la ragazza sollevando un sopracciglio e fissandolo con astio. 
"Vuoi sapere una cosa? Non mi importa nulla di Dean o di quello che potrebbe pensare.." disse fermandosi davanti a lei e stampandole con irruenza un bacio sulle labbra. "..ne di quello che pensi tu!". 
"Come diavolo sei entrato dentro di lui? Da quant'è che ci sei tu al timone?" esclamò la ragazza tentando di liberarsi, sentendo le catene stringerle tanto da romperle quasi le ossa. Chiunque fosse dentro Sam, aveva davvero fatto un ottimo lavoro nel legarla.
"Andiamo.." disse Sam sorridendo, estraendo dalla tasca della giacca un coltello. "..sono io. Mi stupisco che dopo tutto questo tempo tu non abbia recuperato la memoria. O che non ti abbiano trovata prima! Insomma, sono la prima ad arrivare a te?”.
"Beh, perché non mi racconti un po’ la mia storia, visto che la conosci così bene?" chiese Katherine alterandosi e facendo una smorfia con il viso.
"Se la vecchia te ti potesse sentire!" esclamò il ragazzo scoppiando in una fragorosa risata. 
"Sei patetico, mi hai dovuta legare per picchiarmi. Che diavolo vuoi da me e da Sam?" chiese a denti stretti la ragazza, sentendo le catene prendere a lesionare la pelle dei polsi.
Si sedette davanti a lei e la fissò per qualche secondo con un grande sorriso, prima di sussurrare: "Sai che c'è? Tutti ti credono morta e di certo non sarò io a dire la verità.  Recupererai la memoria e quando lo farai, sarai troppo legata ai fratelli per separarti da loro. Chissà che sorpresa sarebbe per Henry, per Giles.." scoppiò in un'altra risata osservando la sua espressione. "... o per Judith!". 
"Ti ucciderò prima o poi, è una promessa!" esclamò cercando di dimenarsi ma con scarsi risultati; Sam, o chi per lui, stanco di parlare, le mise un fazzoletto di cotone in bocca per farla zittire e rise ancora.
"SAM!!" urlò Dean sbucando dalla porta del locale deserto, impugnando la sua pistola.
"Ti avevo pregato di fermarmi!" esclamò il demone dentro Sam continuando la sua recita, puntando un pugnale verso la ragazza.
"Metti giù il coltello!" ordinò Dean perentorio, continuando ad avvicinarsi.
"Ti avevo detto che non posso combatterlo! È come se la mia testa fosse in fiamme, lo capisci?!” esclamò il ragazzo scuotendo la testa e passandosi una mano fra i capelli per l’agitazione. “Dean uccidimi o io ucciderò lei! Ti prego, fallo! Sparami!".
 
Dean si avvicinò lentamente al fratello fissandolo negli occhi finché, quest'ultimo, non gli si parò davanti esclamando: "Su, sparami!!".
"No Sammy, andiamo!" esclamò il maggiore con tono triste, abbassando la pistola e abbassando gli occhi. 
"Cosa? Che cosa ti succede? Hai così tanta paura di rimanere da solo da lasciar morire Katherine?!" chiese Sam avvicinandosi al fratello e scuotendo la testa, prima di cominciare a gridare.
"È acqua santa, brutto demone figlio di puttana!” esclamò Dean dopo avergli lanciato addosso un'intera bottiglietta che lo costrinse a scappare, lasciando i due ragazzi da soli-
Dean corse verso la ragazza, liberandola da tutte quelle catene che la tenevano stretta al palo, limitandole anche il respiro, e successivamente si lanciarono all'insegnamento insieme. 
Arrivarono in una specie di capanno di vecchie barche di legno, cominciarono a camminare silenziosamente ed impugnando le armi, fin quando lo individuarono tramite il rumore dei suoi passi.
Il maggiore fece cenno alla ragazza e sospirò, prima di urlare ad alta voce: "Allora  chi sei?".
"Ho molti nomi" si limitò a rispondere il demone ridendo, continuando a camminare e a nascondersi, cercando però un buon posto per ucciderlo. 
"Sei dentro Sam da quando è sparito vero?" Chiese Katherine scuotendo la testa e incolpandosi di non essersene accorta, rimanendo vicino a Dean.
"Dovevate vedere le vostre facce quando pensavate che fosse un assassino. Patetici!" Urlò il demone ridendo a squarciagola.
"Perché non ci hai ucciso? Hai avuto un mucchio di occasioni per farlo..” sussurrò Dean sospirando, continuando a muoversi e continuando a tenere d’occhio la ragazza.
"Sarebbe stato troppo facile, non sarebbe stato divertente! Volevo vedere se riuscivo a spingervi tanto in là fino ad ucciderlo: ma dovevo immaginare che non avevate il fegato!" esclamò il demone ridendo. "Comunque la festa è finita!".
"Spero che tu ti sia divertito abbastanza, perché la pagherai cara!" esclamò Katherine togliendo la sicura dalla sua pistola, pronta a sparare.
"Questa frase è tipica di te! E comunque Dean non puoi fare del male al tuo fratellino e Katherine non può farne al suo ragazzo!!" esclamò il demone scoppiando in una fragorosa risata, continuando a scappare.
Dean si girò istintivamente verso la ragazza, come se quello fosse il momento più adatto per parlarne o semplicemente come se fossero affari suoi; Katherine abbassò lo sguardo e sospirò, confermandolo involontariamente.
"Non dirmi che non sapevi Dean. Ad ogni modo, ucciderò anche te così il tuo dolore passerà" disse il demone ridendo e scomparendo dietro una porta del capannone, convinto che non lo seguissero.
I due ragazzi scattarono contemporaneamente e lo seguirono senza fare rumore: si erano ormai spostati in un porto, il buio non facilitava di certo la visuale e si guardarono intorno ma non riuscivano a vederlo. Dean fece qualche passo più avanti rispetto a Katherine e, sentendo la ragazza urlargli di spostarsi, si girò di scatto trovandovi Sam con la pistola puntata verso di lui; lo sparo rieccheggiò in tutto il porto e Dean cadde all'indietro, facendo preoccupare a morte la ragazza.
Sam, il demone,  guardò Katherine sorridendo e, prima di voltarsi e scappare il più lontano possibile, sussurrò: "La prossima sarai tu”.
La ragazza rimase paralizzata sul posto per qualche secondo, preoccupata per l’incolumità del cacciatore, e scattò subito nella sua direzione trovandolo steso per terra, che cercava di rialzarsi con estrema fatica.
"Aspetta, Dean.. Fa piano" sussurrò Katherine accennando un sorriso ed afferrandolo dalla schiena, aiutandolo ad alzarsi.
"Dove.. dov'è Sam?" Chiese il ragazzo tra un lamento e l'altro, appoggiandosi involontariamente un po’ troppo sulla ragazza, che ondeggiò. 
"È scappato, fa piano.." sussurrò Katherine tenendolo stretto e trascinandolo con sè. 
Con molta fatica e nonostante le sue numerosissime lamentele, riuscì a convincerlo a tornare al locale dove Sam la tenne prigioniera per qualche ora, avendo avvistato una cassettina del pronto soccorso.
Non appena arrivarono, la ragazza lo aiutò a togliere la maglietta nera e inzuppata di sangue, notando lo strano sguardo con cui la stesse guardando; le scappò un sorriso e abbassò gli occhi, sentendosi in imbarazzo in quella situazione.
Quel dettaglio non sfuggì al ragazzo che continuò a fissarla e a ricambiare il sorriso: com’era possibile che in una situazione come quella, Katherine riuscisse a tranquillizzarlo e a non farlo andare nel panico per Sam, semplicemente con uno sguardo?
“Come mai questo sorriso?” chiese Dean continuandola ad osservare.
“Mi metti a disagio..” sussurrò la ragazza continuando a sorridere, estraendo dalla cassettina il disinfettante e le garze, prima di tornare a fissarlo negli occhi. “.. girati”.
Il ragazzo obbedì, porgendole la spalla sinistra e osservandola con la coda dell’occhio cominciare ad armeggiare per estrarre la pallottola; ansimò per il dolore e Katherine si scusò, continuando però a sorridere.
“Perché ti senti a disagio con me?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Non so davvero, ultimamente mi riempi di attenzioni, mi tratti in maniera diversa..” sussurrò Katherine distogliendo lo sguardo dalla ferita e guardandolo negli occhi, prima di scoppiare in una leggera risata. “..oppure potrebbe essere perché sei mezzo nudo in un bar desolato”.
“Ti da fastidio che io lo sia? Insomma, mi hanno sparato!” esclamò il ragazzo ridendo, osservandola continuare a scavare all’interno della sua ferita con una pinza, fin quando lo fece gridare di dolore. “Oddio!”.
"Non fare il bambino!" Esclamò Katherine ridendo di gusto, estraendo di getto la pallottola e gettandola sul bancone.
"Sei un macellaio" imprecò Dean afferrando una bottiglia di whiskey e bevendone alcuni sorsi, mentre la ragazza continuò a medicargli la ferita con il sorriso sulle labbra.
"Quasi finito..” sussurrò disinfettando il tutto con l’acqua ossigenata, che lo fece imprecare e battere il pugno sul tavolo. "Sta calmo bambinone, ho fatto!".
"Ribadisco: sei un macellaio!" esclamò il ragazzo riprendendo a respirare, tornando a guardarla con il sorriso di prima.
Dopo pochissimi secondi, Katherine abbassò nuovamente lo sguardo continuando però a mantenere quel sorriso che fece perdere qualche battito al cacciatore: perché non riusciva a guardarlo in quel modo? Perché si sentiva a disagio con lui?
"Smettila Dean.." sussurrò la ragazza sorridendo, sistemandogli la garza attorno alla spalla e togliendogli definitivamente le mani di dosso.
Afferrò la sua maglia scura e con un sospiro gliela passò, sistemando tutto ciò che avessero sporcato.
“Perché? Ti sto solo guardando..” sussurrò Dean ridendo, trovandola a mordersi il labbro inferiore e a pulire e ripulire lo stesso punto per ben tre volte. 
"Quello che ha detto Sam... cioè il demone.. è vero? Fra te e Sam c'è qualcosa?" Chiese Dean a brucia pelo, studiandola e accorgendosi come il sorriso le morì sulle labbra.
"Dean.." sussurrò Katherine sospirando, fermandosi e tornando a fissarlo. “..si..”.
"Da quanto?" chiese il ragazzo, abbassando lo sguardo con occhi tristi. Quello fu il suo turno di non riuscire a sostenere lo sguardo della ragazza.
"Da qualche settimana.." sussurrò Katherine sospirando, continuando ad osservarlo. 
"Perché non me l'avete detto? O a Bobby?" chiese sbuffando, sentendo una fitta all’altezza del petto e bevendo un altro sorso di whiskey. 
"Bobby lo sa; volevamo aspettare per dirlo a te perché..".
"Bobby ti ha detto qualcosa?" chiese Dean sgranando gli occhi, impaurito.
"Dean.." disse guardandolo negli occhi ed avvicinandosi al ragazzo, posandogli una mano sul braccio ".. ha fatto solo bene a parlarmene".
Il ragazzo abbassò lo sguardo sulle sue mani, notando del sangue uscire e prendere a colare solo in quel momento; le afferrò e notò le abrasioni dovute alle catene, così in silenzio prese delle garze pulite e il disinfettante.
“Stai sanguinando..” sussurrò Dean sospirando, sfiorandole la pelle sana e medicandolo quelle piccole ferite.
“Non è niente, posso aspettare..” sussurrò Katherine sorridendo, guardandolo negli occhi.
“Stai sanguinando..” sussurrò nuovamente il ragazzo ricambiando lo sguardo e sospirando.
La ragazza annuì e dopo pochi istante il cacciatore finì, depositando dei lunghi cerotti sui polsi per evitare che si infettassero; alzò lo sguardo e abbozzò un sorriso, molto diverso rispetto a quello che le lanciò poco prima.
“Grazie Dean..” sussurrò Katherine sorridendo, mentre il ragazzo rispose alzando le spalle ed afferrando la sua giacca. "Hai idea di dove si dirigerà adesso?".
"Dal prossimo cacciatore, il più vicino è in South Dakota".
"Ma lì c'è..Bobby!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi, sentendo il panico crescere dentro di sé.
“Sta tranquilla, lui sa cavarsela..” sussurrò Dean sospirando, avviandosi all’uscita del locale, seguito dalla ragazza che senza saperlo gli aveva appena spezzato il cuore.

 
 

 
Durante il tragitto in macchina regnò il silenzio e Dean affondò il piede sull'acceleratore, con la scusa di arrivare in fretta da Bobby e di controllare se fosse ancora vivo; conosceva quell’uomo, sapeva benissimo che neanche la morte in persona lo avrebbe scalfito, a meno che non avesse voluto lui! Non poteva credere che un solo demone potesse fargli del male; sotto richiesta della ragazza che viaggiava con lui, lo chiamò diverse vote, senza però ricevere alcuna risposta. 
Non appena arrivarono, Katherine prese a bussare freneticamente, profondamente preoccupata per quell’uomo che l’avesse accolta in casa senza chiederle niente in cambio, e che l’avesse trattata dal primo istante come una figlia.
La porta si aprì e la ragazza trovò Bobby intento ad osservarla con aria interrogativa e confusa. 
"Bobby?! Oh mio Dio sei vivo! Sam.. Sam è stato posseduto da un demone ed è diretto verso casa tua, vuole ucciderti!" esclamò gettandogli le braccia al collo, ma non ricevette alcuna risposta dall'uomo, che la guardava ancora con aria interrogativa.
"Che c'è? Perché mi guardi così?".
L’uomo scoppiò a ridere e fece segno ai due di seguirlo; arrivarono nel piccolo salotto e videro Sam, legato ad una sedia, svenuto e bloccato in una chiave di Salomone; improvvisamente un sorriso nacque spontaneo sui loro volti e tutta la paura scomparve.
"Credevate che non fossi in grado di difendermi? Sarò pure anziano, ma sono più bravo di voi!" Disse ridendo e sorseggiando la birra. 

 
 

 
"Ehi svegliati!" esclamò Dean dando uno schiaffo al demone in pieno viso.
Sam aprì gli occhi e si guardò intorno, confuso e stanco di essere legato. 
"Dean.. dal ritorno del regno dei morti! Ormai è diventata una routine per te vero?" chiese il demone ridendo “E non solo per te” continuò guardando Katherine che lo ignorò, voltandosi dal lato opposto.
"Ti faccio passare io la voglia di scherzare!" Rispose Dean colpendolo violentemente.
"Oh, vuoi rovinare questo bell'involucro?" Chiese scherzando il demone, indicando il corpo di suo fraello.
"Oh, questo farà male solo a te!" esclamò Katherine versandogli un secchio di acqua santa addosso. "Hai ancora voglia di parlare?".
"Sam è ancora il mio burattino, gli farò mangiare la lingua!".
"Non resterai in lui tanto a lungo" disse Katherine avvicinandosi a lui, fissandolo con uno sguardo di fuoco.
"Bobby!" esclamò Dean con un sospiro, facendo in modo che iniziasse a recitare quel rituale.
"Exorcizamus te, omnis immundus spiritus omnis satanica potestas, omnis incursio..".
"Qualunque piano stiate architettando voi demoni bastardi, non userete Sam!!" Sbottò Dean osservando il demone contorcersi.
".. infernalis adversarii, omnis legio, omnis congregatio et secta diabolica".
"Avete capito?!" Urlò ancora Dean, afferrando il viso del ragazzo fra le mani. " Perché prima vi eliminerò tutti!!".
" Cessa decipere humanas creaturas, eisque aeternae Perditionis venenum propinare.." continuò Bobby ma fu bloccato da una risata fragorosa in cui Sam scoppiò.
"Credete davvero che sia questo il punto?? Il grande piano? Hai capito male, a me non frega niente del grande piano!" Sbottò il demone ridendo e fissando divertito i due ragazzi.
" Vade, Satana, inventor et magister omnis fallaciae, hostis humanae salutis.." continuò Bobby, osservando però il demone tornare tranquillo.
"Oops! Sembra che non funzioni! Ho imparato qualche nuovo trucco" disse il demone prima di cadere in una specie di trance e recitare delle formule in latino.
Tutto attorno cominciò a tremare, il fuoco del camino scaturí in una fiamma degna di un lancia fiamme, entrando all’interno della casa, facendo spostare i tre ragazzi sul lato opposto della stanza.
"Non sta andando come avevo immaginato, che succede Bobby?!" Urlò Katherine preoccupata, sentendo ancora le frasi in latino del demone che non capì.
L'uomo, seguito dagli occhi di tutti, si affrettò ad avvicinarsi a Sam e a osservargli le braccia dove vi trovò un marchio. 
"È il sigillo di un legame! È come un lucchetto, il demone si è insediato nel corpo di Sam!!" Urlò Bobby aggrottando le sopracciglia, cercando un modo per liberarsene in fretta.
"E che facciamo adesso?" Urlò Dean osservando impotente quel finimondo.
"Non ne ho idea!".
Il demone smise di parlare e la chiave di Salomone nella quale era intrappolato fu spezzata da una crepa, permettendogli così di liberarsi e uscire.
"Ecco! Ora va meglio!" esclamò Sam sorridendo e con dei semplici gesti della testa fece letteralmente volare tutti e tre i presenti contro una parete.
Si liberò e si diresse davanti Dean, accennando un sorriso e sussurrandogli: "Quando si vuole descrivere la cosa peggiore possibile si dice come l'inferno.." e gli sferró un pugno in pieno stomaco.  "..c'è una ragione!  Perché l'inferno è come.. " disse colpendolo nuovamente sul volto. ".. beh è come l'inferno! Anche per noi demoni. È una prigione fatta di carne, ossa, sangue e di paura. E tu mi hai rimandato laggiù" disse sferrandogli un altro pugno, allo stomaco.
"Meg..?" Chiese con un filo di voce, aggrottando le sopracciglia.
"No non sono Meg, sono Sam adesso!" esclamò infilando il dito nella ferita che Katherine gli avesse curato qualche ora prima, facendolo urlare per il dolore. "A proposito, ho visto tuo padre laggiù, ti manda i suoi saluti! L'unica cosa che mi spingeva ad andare avanti era che un giorno sarei tornata e ti avrei potuto torturare! Ma qualunque cosa io possa farti è niente in confronto a quello che fai a te stesso, tu sei inutile! Non sei riuscito a salvare tuo padre, sai che non salverai mai tuo fratello e non avrai mai il cuore di Katherine la cacciatrice!".
“Vorrei che tu ricordassi questo giorno non come il giorno in cui ci hai quasi uccisi..” esclamò Katherine liberandosi dalla morsa invisibile al muro senza troppi problemi, afferrando il braccio con il marchio, mentre nell’altro teneva stretta un attizzatoio per il camino incandescente. “..ma come il giorno in cui hai segnato la tua morte! Perché cara Meg, ovunque tu sarai, un giorno io ti troverò e ti ucciderò!”.
Dopo averla osservata qualche altro secondo negli occhi, toccò il marchio con quel ferro bollente, spezzandolo e costringendo il demone ad uscire dal corpo del ragazzo: una nube nera uscì da Sam e cadde per terra sentendosi a corto di fiato; si guardò attorno disorientato, toccandosi il braccio dolorante e aggrottando le sopracciglia.
"Sammy?" Chiese Dean grondante sangue, prendendo un bel respiro e sedendosi finalmente a terra.
"Mi sono perso qualcosa?" Chiese continuando a guardarsi intorno con aria confusa.
Dean per tutta risposta gli diede un pugno in pieno viso e si gettò a terra mentre Sam si toccò il viso indolenzito, non capendo per cosa se lo fosse meritato.
 
 

 
Katherine curò Dean per l’ennesima volta, rifacendogli la medicazione e mettendogli del ghiaccio sul viso, e Sam, medicandogli le bruciature.
"Avete un aspetto terribile ragazzi!" esclamò la ragazza ridendo, fissandoli con quell’espressione buffa che li fece ridere entrambi.
"Avete mai sentito parlare di un cacciatore di nome Steve WonDel?" Chiese Bobby entrando nel soggiorno, fissandoli con disapprovazione.
"Perché ce lo chiedi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, osservando come i due ragazzi si fossero irrigiditi.
"Ho saputo che WonDel è morto, assassinato in casa sua. Voi non ne sapete nulla, giusto?" Chiese Bobby sollevando un  sopracciglio.
"No" risposero all'unisono Katherine e Dean, scuotendo il capo.
"Bene, continuate cosi! Gli amici di WonDel stanno cercando qualcuno per fargliela pagare, ci siamo capiti vero?".
I tre annuirono e l'uomo porse loro dei ciondoli, sorridendo come farebbe solamente un padre con l’intento di proteggere i suoi tre bambini.
"Che cosa sono?" Chiese Katherine osservandoli con aria confusi.
"Amuleti, tengono lontane le possessioni" disse Bobby sorridendo.
"Grazie" rispose Dean sorridendogli.
"Katherine potresti aiutarmi per la cena?" Chiese Bobby facendole segno con la testa. 
".. certo" disse dopo essersi girata ad osservare Sam, che la osservò con aria triste.

 
 

 
"Tutto bene?" Chiese Dean una volta rimasti soli, fissando il fratello con un sorriso.
"Ero cosciente in alcuni momenti, mi sono visto mentre uccidevo Steve WonDel con le mie mani! Ho visto la luce spegnersi nei suoi occhi. Ma non è solo questo.. stavo quasi per uccidere Katherine e tu, in ogni caso, non mi avresti ucciso!" esclamò Sam infuriandosi e guardandolo in cagnesco.
"Era la mossa giusta Sam, non eri tu quello! Papà mi ha detto che avrei dovuto ucciderti solo se non avessi potuto salvarti e, fosse l'ultima cosa che farò, giuro che ti salverò!" esclamò guardandolo dritto negli occhi; quando il fratello ebbe annuito, si concesse di scoppiare in una fragorosa risata.
"Che c'è?" Chiese Sam guardandolo.
"Niente".
"Dean, che c'è?".
"Fa ridere che tu abbia avuto una ragazza dentro di te per una settimana, è una cosa indecente" disse scoppiando in un'altra risata trascinando anche il fratello. 
Dopo qualche secondo Sam richiamò l'attenzione del fratello dicendo: "Dean, c'è un'altra cosa. Ero cosciente quando ha detto che.. ha detto che tra me e Katherine c'è qualcosa".
"Sam..".
"No Dean dobbiamo parlarne; ho evitato il discorso per troppo tempo. Se provi qualcosa per lei.." disse Sam sospirando, ma fu interrotto dal fratello.
"Ehi ehi, chi ha detto che provo qualcosa? Non so cosa vi abbia detto Bobby, ma io non provo nulla per lei, le voglio bene ovviamente ma oltre a questo non c'è nulla" sussurrò Dean facendo spallucce, mentendo spudoratamente
"Sei sicuro di stare dicendo la verità?" Chiese Sam osservandolo attentamente negli occhi.
Dean si voltò nuovamente nella sua direzione e disse: "Sam ti giuro che non provo nulla oltre al semplice affetto fraterno".
Si guardarono negli occhi e Sam sorrise dicendo: "Ok, ti credo".
"Bene e adesso dimmi.. a che punto siete arrivati?" chiese il maggiore guardandolo con un sorriso malizioso. 
"Cosa? Dean non parlerò di queste cose con te!" esclamò alzandosi dalla sedia e ridendo.
"Come preferisci!" esclamò il maggiore ridendo. "Vado a dare una mano di là, vieni?".
"Fra qualche minuto" disse e rimase da solo in quel salotto.

 
 

 
Per tutta la cena, Katherine e Sam, si limitarono a scambiarsi dei semplici sguardi veloci, fin quando dopo aver cenato e sistemato la cucina, Bobby e Dean, si dileguarono lasciandoli soli. 
La ragazza si appoggiò al tavolo mentre Sam al top, che si limitò ad osservarla con il senso di colpa negli occhi; Katherine si avvicinò e gli prese la mano, ma lo sentì estremamente rigido, come se stesse toccando una statua.
"Ehi? Che c'è?" Chiese la ragazza ma il ragazzo non rispose, abbassando lo sguardo. "Vieni con me".
Lo trascinò nella sua stanza e, chiusa la porta, lo abbracciò e lo strinse forte a sè. 
"Stavo quasi per ucciderti" sussurrò Sam ancora stretto a lei con voce rotta. 
La ragazza sciolse l'abbraccio e lo guardò dritto negli occhi e sussurrò teneramente: "Non eri tu, Sam! Tu non mi avresti mai fatto del male, io lo so!”.
"Ti ho legata e ti ho anche fatto del male: io faccio solo del male alle persone a cui voglio bene, io.." iniziò Sam scuotendo la testa e sospirando, ma fu interrotto da Katherine che lo baciò.
"Tu non sei cattivo Sam! Sei.. la cosa più bella che mi sia mai capitata. Tu aiuti la gente, non le fai del male!  Sei la persona più buona che io conosca!".
"Questo perché ne conosci poche..." disse il ragazzo accennando un sorriso, continuando a fissarla, non riuscendo però a calmare il suo senso di colpa.
"No, sono fermamente convinta di non avere conosciuto nessuno di così buono come te neanche nella vita che avevo prima. Credimi Sam.. ho sentito la conversazione con Dean prima di cena.. sei buonissimo".
“E’ mio fratello, che cosa avrei dovuto fare?” disse il ragazzo facendo spallucce.
“E c’è dell’altro..” disse Katherine abbassò lo sguardo. “.il demone ha detto che ha sentito parlare di me.. penso di essere sempre stata una cacciatrice”.
“Tesoro..” disse Sam alzandole il mento con un dito. “.. scopriremo presto chi eri prima! Credimi”.
“Lo so..” disse la ragazza sorridendogli.
Questa volta fu Sam ad avventarsi sulle labbra di Katherine, sentendo l’urgenza di averla sua: la afferrò dai fianchi, sollevandola, e le permise di arpionare le gambe sui suoi fianchi. La baciò con urgenza, sentendola ansimare e arpionare le mani dietro ai suoi capelli, spingendolo sempre più verso di lei; Sam indietreggiò sempre di più, fino a distendersi sopra di leu sul quell’ampio letto.
Le tolse la maglietta in fretta, avendo voglia di toccare la sua pelle e di sfiorarsi senza quell’ingombro dei vestiti, e lei fece lo stesso con la camicia di Sam, sentendo l’urgenza crescere in lei: rimasero in intimo e il ragazzo non riuscì a fare altro che ammirare quel corpo che aveva desiderato fare suo dal primo momento che l’aveva vista svegliarsi su quel divano. Il ragazzo prese a lasciarle una scia di baci bollenti partendo dalla clavicola, fino a scendere sempre di più, arrivando all'ombelico, dove vi trovò un piercing, con il quale giocò con i denti, facendola ridere..
Si strapparono quello che rimaneva dei vestiti e non riuscendo più a sopportare quell’urgenza, Sam entrò dentro di lei e fecero l'amore per qualche ora, togliendosi ogni voglia e sfizio che gli venisse in mente; rimasero abbracciati per tutta la notte, consci che da quel momento nessuno dei due sarebbe mai riuscito ad allontanarsi dall'altro.
Entrambi sentirono qualcosa all’altezza del petto muoversi e fare le capriole fino allo stomaco ogni volta che il loro sguardo si incrociava: cosa poteva essere, se non amore?







Katherine si svegliò durante la nottata e istintivamente guardò dall'altra parte del letto, trovando con piacere Sam dormire beatamente. Si compiacque sapendo che fosse rimasto con lei dopo essere stati a letto insieme, così gli schioccò un bacio sulla guancia e scese in cucina per prendere un bicchiere d'acqua; era felicissima di ciò che fosse appena accaduto, stare con Sam fu la cosa più bella che potesse accaderle. Ma sapere che ci fosse qualcuno là fuori che la credeva morta e che aveva rinunciato a cercarla la rendeva alquanto nervosa e triste! 
'Chi diavolo sono Henry, Giles e Judith?' Pensò la ragazza sospirando.
Pensò che potessero essere i suoi amici ma qualcosa non tornava, aveva una di quelle strane sensazioni che riguardavano il suo passato. Perché si sarebbe dovuta separare dai fratelli, una volta rincontrati loro?
Decise di non parlarne con Sam ne con gli altri: era inutile angosciarli per il momento.
"La situazione si risolverà, tutto si risolverà" disse ad alta voce salendo nuovamente in camera ed addormentandosi tra le braccia del suo ragazzo.
 
 

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Capitolo 6
*** The Things we lost in the Fire. ***


Capitolo 6.
The Things we lost in the Fire.
 
Spalancò gli occhi nella notte buia, trovandosi completamente sudato e spaventato dalla visione appena avuta: delle immagini violente scorrevano nella testa di Sam, immagini in cui una persona fin troppo vicina a lui avesse degli atteggiamenti completamente differenti rispetto a quelli che adottava con lui o con suo fratello.
Spostò lo sguardo sulla ragazza affianco a sè, completamente assorta dal sonno, che da ormai quattro mesi aveva iniziato a far perdere la testa a tutti e tre gli uomini di casa: Bobby osservò Katherine per quel lungo periodo e non riusì a smettere di sentire quell'affetto incondizionato che nacque nell'istante stesso i cui avesse messo gli occhi su di lei, così come il minore dei Winchester che aveva già perso la testa per la ragazza con le risposte sempre pronte ed un carattere di fuoco, molto difficile da abbattere nonostante vivesse nel continuo dubbio di ciò che si fosse lasciata alle spalle per via dell'amnesia.
E poi c'era Dean che amava stare in sua compagnia per fare delle ricerche o semplicemente per guardare qualche vecchio film alla tv del soggiorno di Bobby quando Sam era troppo stanco per fargli compagnia, cercando di camuffare e nascondere quello strano sentimento affiorato da qualche mese dentro di lui ma con cui non avrebbe voluto completamenete avere che fare. Non poteva sorprendersi a provare qualcosa per qualcuno, figuriamoci ad amare proprio la ragazza di suo fratello.
Sam si recò in bagno e si sciacquò il viso con l'acqua fredda, pensando ancora a quelle brutte immagini in cui Katherine uccideva un giovane ragazzo, che piangendo la supplicava di fermarsi; sapeva di non dover dare retta alle sue visioni, ma quella scena lo spaventò così tanto che gli fece credere che potesse essere vero.
 
"Così avrei sparato ad un povero ragazzino legato ad una sedia?" chiese Katherine con scetticismo, sollevando un sopracciglio ed avvicinandosi al frigo della cucina di Bobby per prendere qualche birra e portandole sul tavolino del salone, dove stappò la sua e ne bevve qualche sorso.
Sam la guardò per qualche istante con aria dispiaciuta, cercando di farle capire che le sue visioni non dipendessero da lui e che quindi potevano rappresentare qualsiasi cosa; il ragazzo fece spallucce e sospirò. "Si, pensavi che ci fosse qualcosa dentro di lui".
"Un demone?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fissandolo con altrettanto scetticismo misto ad ironia, che in realtà nascondeva però molta preoccupazione, e prese una birra fra le mani andando ad appoggiarsi allo stipite della porta. "Quindi era posseduto?".
"Non lo so" rispose semplicemente Sam facendo spallucce e disogliendo lo sguardo con stanchezza.
Bobby si avvicinò di qualche passo e si sedette alla sua scrivania osservandoli con aria attenta, cercando di completare il quadro della situazione nella sua testa; si schiarì la voce e poi chiese: "Le tue visioni sono sempre legate al demone con gli occhi gialli, giusto? Cosa c'entra Katherine con lui? Hai visto del fumo nero e abbiamo provato ad esorcizzarlo?".
"No, lei gli ha sparato e basta" rispose il minore ascoltando attentamente le domande e pensandoci su qualche istante, alzando le spalle e sospirando.
Dean vide il modo in cui la donna fosse rimasta sbalordita e senza parole, quasi ferita per il modo in cui Sam non stesse ipotizzando alcuna versione strampalata pur di difenderla, e scosse la testa, così si avvicinò alla ragazza con un sorriso sincero e le sfiorò il braccio. "Sono sicuro che avrai avuto un buon motivo".
La ragazza spostò lo sguardo su di lui ed accennò un abbozzo di un sorriso, sentendosi immediatamente un pò più tranquilla sapendo che almeno uno di loro non la ritenesse in grado di commettere un atto come quello; il sorriso fu destinato a scemare, quando sentì il minore continuare il suo discorso.
"Lo spero tanto".
Katherine distolse lo sguardo da quello dei Dean e tornò a guardare Sam con aria mista fra rabbia e delusione. "Pensi che sia in grado di uccidere un uomo a sangue freddo? Beh, non lo farei!".
"Non ho detto questo, ma non sappiamo di che si tratta!" esclamò il minore allargando le spalle e  cercando conforto in Bobby, che scosse la testa senza dire una parola, senza nemmeno un'idea sensata in testa per poterli aiutare. "Troviamo il ragazzo e sistemiamo la questione!".
Katherine sostenne il suo sguardo arrabbiato e scosse la testa, per poi spostare lo sguardo sul maggiore con aria seria e, prima di uscire fuori, gli disse: "Prepara la macchina, si va a Rivergrove!". 
La donna ignorò i richiami del minore, che del tutto inutilmente le chiese di fermarsi e di ascoltarlo, perchè l'ultima cosa che non volesse era proprio quella di litigare  con lei o di farla sentire più inadeguata di quanto già non si sentisse, mentre Dean la osservò uscire con un sorriso, pensando che se ci fosse stato un modo per farla pagare a suo fratello fosse proprio quello, e la vide chiudersi la porta alle spalle con classe senza voltarsi nemmeno una volta.
"Chiudi la bocca!" esclamò Sam  rispondendo alla silenziosa occhiata divertita del fratello con una seccata ed arrabbiata, facendolo ridere di gusto.
 
 
Arrivarono in città dopo quasi un'intera giornata di viaggio, momenti in cui Katherine si riservò dal parlare con Sam, rivolgendo tutta la sua attenzione su Dean, che nonostante sapesse che la ragazza volesse fare solamente un torno a suo fratello non riuscì a non essere suo complice, divertendosi con lei durante le ore di viaggio ed ascoltado la musica che piaceva ad entrambi ad un livello molto alto, disturbando Sam di proposito.
Dopo essere andati alla ricerca di un motel nel quale riposare per almeno qualche ora e fare una bella doccia, i tre camminarono per le strade della città spacciandosi per agenti federali ed iniziarono a fare domande sulla gente del luogo, fin quando non riuscirono ad indentificare lo strano ragazzo della visione di Sam come Duane Tanner ed ottenere il suo indirizzo. 
Continuarono il loro giro di perlustrazione fra le strade, prestando attenzione ad ogni singolo dettaglio com'erano soliti fare durante ogni loro caccia, fin quando il minore si fermò di colpo ed aggrottò le sopracciglia, attirando l'attenzione dei due ragazzi su di sè ed indicando con la mano una parola incisa su di un palo di legno molto vecchio.
"Croatoan?" chiesero Katherine e Dean all'unisono non avendo completamente idea di cosa volesse dire, voltandosi a scambiarsi una rapida occhiata ed un veloce sorriso.
 "La colonia perduta? Non vi dice nulla?" chiese Sam aggrottando le sopraccgilia ed allargando le braccia, notando le facce perplesse dei due. "Roanoke fu una delle prime colonie inglesi in America nel 1500".
Katherine ci pensò su per qualche secondo e si portò una mano al mento, stringendo gli occhi per qualche secondo, e poi tornò a guardare il minore con un sorriso sulle labbra. "Oh si: tutto ciò che rimase fu quella parola incisa su di un albero: Croatoan!".
"Esatto.." sussurrò Sam sorridendo nella sua direzione e perdendosi nei suoi occhi azzurri, smettendo di pensare per un secondo al caso e concentrandosi su di lei e sul modo in cui lo stesse guardando, perdendo qualche battito. Sospirò faticosamente ed alternò lo sguardo su di lei e suo fratello prima di riprendere il discorso. "Vennero fatte molte ipotesi, ma nessuno sa quello che accadde veramente dato che sparirono tutti da un giorno all'altro".
"Non penserai che stia succedendo lo stesso qui?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia,  voltandosi ad osservare la cittadina con perplessità. 
"Non lo so, ma qualunque cosa abbia visto non era positivo!" continuò il minore facendo spalluce e lasciandosi andare ad un grosso sospiro.
Dean scosse la testa e pensò che avrebbero avuto bisogno sicuramente di un pò di aiuto per risolvere quel caso, così estrasse il suo cellulare e rimase leggermente a bocca aperta quando si accorse di qualcosa di strano; mosse il telefono nella direzione dei due ragazzi e glielo mostrò con un sopracciglio sollevato. "Non c'è campo!".
Katherine e Sam si scambiarono appena un'occhiata veloce e la ragazza si avviò a grandi passi verso una cabina telefonica poco distante, ed alzò la cornetta portandosela all'orecchio ma da essa non provenne alcun rumore, sintomo che anche quelle linee fossero fuoriuso. 
Rimise la cornetta a posto e li guardò scuotendo la testa con un'espressione seria, tornando vicino a loro e guardandosi attorno con aria circospetta.
"Sapete, se volessi massacrare una cittadina, io comincerei proprio così!" esclamò Dean ironicamente ed abbozzando un sorriso, osservando le facce preoccupate dei due ragazzi ed iniziando a precepire la loro stessa preoccupazione.
 
 Arrivarono in fretta all'indirizzo al quale abitassero Duane Tanner e la sua famiglia, ma dopo aver bussato alla porta ed aver parlato con il fratello e con il padre, i tre ragazzi capirono che ci fosse davvero qualcosa che non andasse in quella famiglia e in quellla città, soprattutto quando il padre di Duane li mandò via con quel sorriso perfetto, facendoli insospettire non poco; i tre si scambiarono un'occhiata veloce e si capirono al volo: camminarono bassi attorno alla casa per recarsi sul retro e guardare attraverso la finestra, osservando una scena che li lasciò basiti e sconcertati per qualche secondo. Il padre del ragazzo della visione di Sam teneva fra le mani un coltello con cui avesse iniziato ad incidersi la pelle del braccio nel tentativo di lasciar scivolare il sangue all'interno della bocca della moglie, legata ad una sedia e tenuta ferma dal secondo figlio, Jake il fratello di Duane.
Sam non ci pensò un secondo di più ed aprì la porta con un sonoro calcio, estraendo di colpo la sua pistola dalla guaina e puntandola contro l'uomo, che si fece sparare in pieno petto da Dean mentre Katherine correva a controllare la salute della donna sulla cinquantina saldamente bloccata alla sedia, osservando Jake uscire dalla finestra con un salto e lasciandosi la casa alle spalle. 
Sam e Katherine sorressero la donna fin dentro l'ospedale più in fretta che potessero, constatando l'assenza di personale e di pazienti e si guardarono straniti, non riuscendo a capire perchè gli abitanti stessero impazzendo in quella maniera, mentre Dean trasportò il marito di peso sulle spalle senza alcuna fatica, seguendo un'infermiera che gli disse di adagiare l'uomo sulla barella più vicina.
Una volta constatato cosa fosse davvero successo, cioè che la signora Tanner  fosse stata attaccata e legata dal marito e dal figlio Jake, una dottoressa sui trent'anni provò a tranquillizzarla, nonostante la donna piangesse e fosse inconsolabile.
Il maggiore osservò la scena e si avvicinò ai suoi due compagni, sfiorando senza neanche pensarci il fianco della donna ed avvicinandosi più di quanto avesse mai fatto, sussurrando all'orecchio: "Dobbiamo parlare".
La ragazza non si ritrasse, nè gli tolse la mano, seppur si sentisse abbastanza imbarazzata da quella stretta così intima con lui, ed annuì abbassando lo sguardo e facendo segno a Sam di uscire con loro, che li guardò come sempre, incapace di leggere della malizia nello gesto del fratello.
"I Tanner sono andati fuori di testa!" esclamò Dean chiudendo la porta alle spalle e camminando nervosamente nel corridoio dell'ospedale.
"Pensate che sia un caso di possessione?" chiese Sam sospirando appena, notando la ragazza accanto a sè aggrottare le sopracciglia e perdersi dietro a chissà quali pensieri.
"O magari demoni multipli?". 
"Se è così potrebbero essercene altri.." sussurrò Dean sospirando rumorosamente e camminando fino alla piccola sala d'aspetto dell'ospedale, seguito dai due.
"Beh, avvalora la teoria che i demoni vogliano spazzare via questa città dall'interno" disse la ragazza facendo spallucce e scuotendo la testa, appoggiandosi al tavolo semivuoto accanto al maggiore.
"Si, non abbiamo visto nessun fumo nero con Tanner" replicò Sam pensandoci su ed aggrottando le sopracciglia, scuotendo la testa.
Katherine fece cenno ai due di fare silenzio, udendo dei passi provenire dal corridoio dritti nella loro direzione e mise una mano sulla sua bocca indicando loro di tacere, osservando la dottoressa farsi largo all'interno della sala d'aspetto ed entrarci con aria sospettosa.
"Qualcuno mi spiega che diavolo è successo?!".
 
Dean guidava ormai da una quindicina di minuti dopo che, di comune accordo con il fratello e la ragazza avesse deciso di raggiungere la città più vicina ad una manciata di chilometri con l'intenzione di chiedere aiuto alle autorità competenti per via della mancanza della linea al cellulare e ad ogni telefono della città; dovette ammettere che separarsi non gli era piaciuto affatto, soprattutto perchè avrebbe lasciato Katherine e Sam da soli. 
Sospirò e scosse la testa, passandosi una mano sul viso ed accelerando sulla strada umida, pensando di non aver alcun diritto da arrancare sulla ragazza di cui si fosse preso cura dal primo instante in cui fosse entrata nella loro vita; sperò di arrivare il più possibile per poi tornare in fretta e furia dai due ragazzi, quando notò sulla strada deserta per il confine una macchina ferma con le portiere del tutto spalancate e sporche di sangue.
Accostò la sua Impala e scese lentamente imbracciando il suo fucile, caricandolo ed avvicinandosi; osservó l'auto completamente ricoperta di sangue all'interno come all'esterno mentre il finestrino dalla parte del conducente era ridotto in pezzi e sull'asfalto, notando però sul sedile un  grosso coltello insanguinato con una strana incisione sull'impugnatura.
Lo prese e lo pulì sulla tappezzeria dei sedili, prima di metterselo in tasca e di guardarsi attorno senza notare però alcuna traccia di anima viva; sospirò e si rimise in auto, lasciando il fucile a portata di mano e riaccese il motore, continuando per la sua strada e con il suo piano, seguendo sempre le indicazioni per la città più vicina.
Ciò che trovò strano fu quando una volta arrivato al confine, almeno un centinaio di metri più in là, notò una fila di macchine disposte in maniera obliqua per bloccare le strada di proposito, mentre numerosi uomini rimasero radunati in prossimità e fra loro Dean riconobbe Jake, che lo osservò con un sorriso divertito.
Una mano colpì due volte il tettuccio facendolo trasalire e facendogli spostare lo sguardo da quegli uomini verso il suo intelocutore, ovvero un ragazzo della sua età che si avvicinò al finestrino con un grosso sorriso strano sul volto.
"Mi dispiace amico, la strada è chiusa" disse l'uomo facendogli l'occhiolino ed abbassandosi alla sua altezza, appoggiandosi al finestrino.
"Come mai?" chiese Dean osservandolo con aria curiosa, capendo immediatamente che fosse una trappola e lasciò scivolare una mano all'interno della sua giacca, dove incontrò con la punta delle dita il coltello che avesse raccolto poco prima dalla macchina insanguinata sul ciglio della strada.
"Quarantena" rispose semplicemente l'uomo sorridendo e facendo spallucce. "Lo sceriffo dice che c'è qualcosa di strano qui".
"Ed è qui?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e tornando a scrutare gli uomini ancora intenti a fissarlo. 
Il ragazzo fuori dall'auto lo osservò con un sopacciglio alzato, notando la sua mano dentro la sua giacca e sorridendo, capendo le sue intenzioni. "Perchè non scendi dalla macchina e lasci che ti spieghi meglio?".
"Già, ci scommetto.." sussurrò Dean ridendo di gusto, ingranando la retromarcia in maniera veloce e premendo l'acceleratore con velocità, mentre l'uomo infilò la mano dentro l'abitacolo e lo afferrò con forza dal giubbotto, aggrappandosi a lui. 
Dean cercò di scrollarselo di dosso scuotendo il braccio, mentre con l'altra sterzò velocemente con il volante fino a fare invertire completamente la direzione di marcia dell'auto, lasciando che quell'uomo cadesse a terra mentre il cacciatore si diresse nuovamente verso il centro della città, chiedendosi come avrebbero potuto chiedere aiuto in una situazione come quella.
 
Katherine e Sam si guardarono completamente scioccati quando la dottoressa analizzò il sangue dei Tanner e riscontrò come il loro organismo stesse cercando un modo per combattere una sorta di virus e che esso fosse il responsabile della loro momentanea pazzia e crisi di nervi, che li avessero costretti a cercare di infettare anche la signora Tanner.
Inolte scoprirono che al loro interno ci fossero delle tracce di zolfo e quel punto fu chiaro ad entrambi che la presenza demoniaca fosse stata accertata.
Quando la dottoressa e l'infermiera si allontanarono dai due uscendo dalla stanza, Katherine e Sam si guardarono per qualche istante ed un sorriso nacque spontaneo sul loro viso; la donna abbassò lo sguardo e sentì il ragazzo farsi più vicino, sentendo la sua mano insinuarsi fra le sue scapole, dove la sfiorò e la fece voltare nella sua direzione.
"Mi dispiace di aver pensato che potessi essere in grado di fare del male ad un ragazzo innocente.." sussurrò Sam avvicinandosi a facendo scivolare le mani sul suo viso, sollevandolo e sorridendole. "Ero spaventato da quella visione e..".
".. e sei un idiota, ovviamente" rispose Katherine sorridendo ed annullando la distanza fra loro, mettendogli le braccia al collo ed avvicinandosi, schioccandogli un bacio a fior di labbra, ma il ragazzo la trattenne e lo approfondì, facendo aderire i loro corpi.
Si guardarono per qualche istante quando un rumore proveniente dalla porta attirò la loro attenzione, facendoli voltare e mettere un pò di distanza fra loro; Katherine si avvicinò da un lato e Sam dall'altro, fin quando videro la signora Tanner entrare all'interno della stanza con uno strano sorriso.
Delicatamente si avvicinò alla donna, prendendo una mano fra le sue come a volerla condurre da qualche parte, quando dopo qualche secondo l'attirò con forza nella sua direzione e la gettò a terra, brandendo con l'altra mano un paio di forbici pronta a lacerarsi la pelle per sanguinare su Katherine; immediatamente Sam la colpì al viso con forza, facendola cadere al suolo priva di sensi.
Subito la cacciatrice sentì due braccia possenti sollevarla da terra ed afferrarle il viso fra le mani, mentre con aria confusa si guardò attorno cercando di  capire cosa fosse successo.
 
Fece slittare le ruote della sua auto nuovamente all'interno della città, notando come la presenza delle persone fosse calata fno a sparire completamente, lasciando le strade deserte.
Accostò la sua auto a pochi passi dall'ospedale, scendendo e guardandosi attorno ma tenendo forte fra le braccia il suo fucile, pronto ad usarlo in qualsuasi circostanza; improvvisamente uno scricchiolio dietro di sè lo fece voltare, trovando davanti a sè un uomo sulla trentina con dei grossi occhi verdi e delle grosse spalle, leggermente più alto di lui e con il viso appena barbuto, intento a puntargli la sua pistola contro con espressione seria e pericolosa.
"Giù il fucile" urlò il ragazzo a pieni polmoni, non distogliendo neanche per un secondo lo sguardo dal suo.
"Abbassa tu la pistola!" esclamò Dean spostandosi di qualche passo, notando come il ragazzo alternasse lo sguardo fra lui e la sua auto. "Sei uno di loro?". 
"Io no e tu?" chiese il ragazzo facendo qualche passo indietro, fino ad urtare l'auto con la gamba, istigando la curiosità nel cacciatore.
"No!" rispose seccamente l'uomo continuando ad imbracciare la sua pistola, fissandolo con aria perentoria.
"Ok, allora calmiamoci prima di ammazzarci a vicenda" rispose Dean sospirando, abbassando per prima il suo fucile ed osservando il ragazzo fare lo stesso con la sua pistola, che conservò nella guaina della sua cintura.
"Hai idea di cosa stia succedendo?" chiese l'uomo sospirando e serrando la mascella, non smettendo di studiare ogni sua mossa. 
"Non lo so!" esclamò Dean facendo spallucce e guardandosi attorno, sentendo dei rumori provenienti dalla parte posteriore della sua auto, chiedendosi chi o cosa si stesse nascondendo dietro al suo bagagliaio.
"Le persone in questa città stanno impazzendo, ho ucciso tre persone mentre venivo fino a qui!" esclamò l'uomo fissandolo con aria seria, osservando il cacciatore mettere il fucile in spalla. "Io me ne vado e dovresti farlo anche tu!". 
Dean scosse la testa e fece appena spallucce, guardandolo con aria seria. "Non c'è modo, hanno bloccato il ponte!"
Il cacciatore vide quell'uomo dai grandi occhi verdi cambiare espressione e vi lesse una grande e forte paura, come se stesse realizzando solo in quel momento qualcosa che avrebbe già dovuto sapere; fece un passo avanti nella sua direzione, ma l'uomo estrasse di nuovo la sua pistola, puntandogliela contro con aria seria e Dean sollevò le mani in segno di resa.
"Non voglio farti del male! Mi chiamo Dean Winchester e sto andando in ospedale dove ci sono alcuni sopravvissuti.." sussurrò il cacciatore sospirando, sorridendo appena. "Perchè non vieni anche tu?".
"Henry Harris" rispose il ragazzo annuì, capendo che quella fosse l'unica possibilità per avere successo e sopravviverre, e rimise la sua pistola nella sua guaina prima di voltarsi nella direzione dell'auto e chinarsi, prendendo fra le braccia una bambina che potesse avere tra i tre o i quattro anni, con il viso arrossato dalle lacrime e con dei boccoli biondi che le ricoprirono il viso. 
Dean rimase perplesso per qualche secondo, aggrottando le sopracciglia e chiedendosi cosa ci facesse una bambina piccola come lei in quel momento lì, e si avvicinò di qualche passo, notando l'uomo che si ritrasse di qualche spanna, proteggendo la bambina con il suo corpo.
"È tua figlia?" chiese Dean accennando un sorriso, facendo qualche passo in avanti e cercando di calmare la piccola sfiorandole una manina e facendola ridere. "Ciao piccola".
Prima di andare nella stessa direzione del cacciatore, Henry gli mise una mano sul petto per bloccarlo, facendo si che lo guardasse con aria confusa, mentre la bambina si agitava fra le sue braccia con un sorriso.
"Ho visto che hai qualcosa di mio".
"Di che stai parlando?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia ma seguendo il suo sguardo fino alla sua stessa cintura in cui avesse precedentementne messo il pugnale trovato nell'auto abbandonata e devastata sul ciglio della strada, ed alternò lo sguardo fra i due. "Questo? Facciamo così amico: tu vieni con me, mettiamo in salvo l'angioletto  e poi te lo ridò. Abbiamo un accordo?".
Henry serrò la mandibola e capì di non avere scelta per salvare la vita di sua figlia, così annuì e gli fece segno di fare strada, mettendosi dietro di lui e seguendo all'interno dell'ospedale.
 
 Katherine osservò lo strano comportamente di mamma Tanner e decise di rimanere nella stanza con lei quando sentirono il rombo dell'Impala fermarsi all'esterno, intimando a Sam di andare da suo fratello e lasciarla da sola, se la sarebbe cavata senza troppi problemi.
Ascoltò in silenzio i momenti di follia della signora, in cui le disse che sarebbero morti tutti molto presi, compresa lei ed i suoi due amici insieme a tutto il resto della città, e si sedette sul tavolo appoggiando i piedi alla sedia e i gomiti alle cosce, guardando con aria curiosa quella donna che fosse impazzita a causa di quel virus e che se ne stesse ammanettata al termosifone; dopo poco sentì la porta aprirsi e si voltò appena, incrociando lo sguardo del maggiore che entrò con un sorriso, andandole incontro con aria sollevata e si avvicinò stringendola in un forte abbraccio.
"Ehi, ma che succede?" chiese Katherine ridendo di gusto, sentendo la stretta del ragazzo sui suoi fianchi e sollevando il viso per guardarlo in viso.
"Sam mi ha detto che sei stata attaccata e.." sussurrò il ragazzo sciogliendo l'abbraccio ma non staccando le mani dai suoi fianchi, aggrottando le sopracciglia e guardandola con aria preoccupata. "Stai bene?".
Katherine sorrise appena imbarazzata, abbassando il viso poichè lo sentiva troppo vicino a sè, e una parte di lei non riusciva a negare quanto le facesse piacere sentirlo così protettivo e delicato nei suoi confronti; dopo qualche secondo alzò lo sguardo e lo fissò su quello magnetico del ragazzo, che le sfiorò la tempia notando un piccolo taglio e del sangue ormai coagulato sulla fronte. 
"Sto bene, grazie Dean e.." sussurrò la donna continuando a sorridere, non riuscendo ad allontanare lo sguardo dal suo e sentendo la forte preoccupazione del ragazzo, pensando per la prima volta che le sarebbe piaciuto lasciarsi andare; si schiarì la voce e mise un pò di distanza fra loro allontanandolo di qualche centimetro, rendendosi conto solo in quel momento che il maggiore si fosse intrufolato fra le sue cosce per abbracciarla. ".. com'è andata fuori?".
Dean cercò di nascondere quel sorriso che nacque sul suo viso quando notò la barriera invisibile di Katherine cominciare a creparsi e fece un passo indietro, accettando il fatto che potesse esservi spazio anche per lui nel suo cuore.
"Ho trovato un uomo ed una bambina e li ho portati qui, per il resto demoni hanno bloccato ogni uscita della città" rispose il ragazzo tornando serio e sospirando, notando quanto fosse così semplice pensare a lei per cambiare umore.
"Secondo la dottoressa è un virus che si diffonde tramite il contatto con il sangue infetto, al cui interno c'è lo zolfo!" esclamò Katherine con tono falsamente ironico, facendo spallucce e sospirando.
"Wow, è una guerra batteriologica demoniaca?" chiese Dean ridendo nervosamente, scuotendo la testa e mettendosi una mano sul fianco distrattamente, scoprendo la sua camicia e la cintura da sotto la giacca.
Lo sguardo di Katherine cadde inavvertitamente all'interno del giaccone dell'uomo, notando un pugnale estremamente familiare, così scese rumorosamente dal tavolo, avvicinandosi di scatto al ragazzo e piegando la testa di lato: cambiò espressione, divenendo estremamente seria prima di sfilarlo via dalla sua cintura e rigirarselo fra le mani, osservando le strane incisioni sul manico. "Questo dove l'hai preso, Dean?!".
 
I due ragazzi si recarono da Sam, che stesse monitorando la situazione all'esterno e cercasse di mantenere la calma con la dottoressa e l'uomo portato dal maggiore, ma con pochi risultati: l'idea condivisa era proprio quella di uscire con armi spianate e colpire fino all'ultimo uomo infetto che gli si mettesse davanti pur di raggiungere l'uscita della cittadina per chiedere aiuto ed informare tutti gli altri cacciatori del paese su ciò che stesse succedendo.
Katherine li ascoltò parlare, continuando a rigirarsi quello strano pugnale fra le mani ed osservandolo, fino a quando la sua attenzione venne catturata da un pianto di una bambina, udendo una ninnananna bisbigliata fra le labbra di uomo nel tentativo di calmarla, tenendola in braccio nella sala accanto e cullandola sperando che si addormentasse: quando la donna la vide in volto, qualcosa cambiò dentro di lei e si smosse a tal punto che le mani le divennero molli e il pugnale le cadde rovinosamente dalle mani conficcandosi sul pavimento di parque.
I due fratelli osservarono il suo strano comportamento e si avvicinarono ad osservarla con aria preoccupata; Sam raccolse il suo pugnale mentre Dean seguì il suo sguardo posato sull'uomo di spalle che camminasse per la stanza a vetri affianco alla loro, per poi tornare su di lei, notando come gli occhi le fossero diventati estremamente lucidi e risultasse assente persino ad i loro richiami.
Dei forti colpi alla porta li fecero sobbalzare, specialmente la donna che parve riprendersi da quello stato di trance in cui fosse caduta ad osservare quella scena e si voltò verso la direzione del rumore asciugandosi in fretta le guance. 
"Fatemi entrare, per favore!".
La dottoressa si sporse ad osservare e riconobbe subito il ragazzo, lasciandolo entrare e abbracciandolo di slancio, contenta che fosse sopravvissuto a tutto quel caos.
"Agenti, lui è Duane Tanner.." sussurrò la donna sorridendo appena, sciogliendo la presa sul ragazzo fece un cenno nella loro direzione.
Sam cercò lo sguardo della cacciatrice di fianco a sè, pronta a ricambiarlo con aria preoccupata ed immediatamente capì cosa gli stesse chiedendo: si, era proprio quello il ragazzo della visione a cui avrebbe sparato a sangue freddo dentro una stanza.
"Sage?!".
Una voce li distolse da quella forma di comunicazione silenziosa e tutti i presenti di voltarono in direzione dell'uomo che Dean avesse portato in ospedale dall'esterno, tenendo la sua bambina fra le braccia ed osservando la donna che stesse fra i due Winchester con aria incerta. "Sage, sei tu?".
Katherine indietreggiò, non essendo del tutto sicura di ciò che  stesse accadendo e non capendo perchè quell'uomo mai visto prima le stesse dando un nome che non le appartenesse, mentre la bambina prese a dimenarsi per scendere dalle braccia del padre: Henry la lasciò andare e la piccola Judith corse nella sua direzione fino alla sua gamba, che abbracciò con felicità e piegò il suo viso verso l'altro, emettendo un risolino ed alzando le braccia veso l'alto.
La donna rimase immobile, paralizzata sul posto mentre il sangue le si gelava nelle vene, presa per com'era da tutta quell'assurda situazione, e sentì gli sguardi increduli di Sam e Dean su di lei, non capendo neanche loro cosa stesse succedendo; nessuno osò dire nulla, ne rovinare un momento così delicato e prezioso come quello, e poi un un attimo: Katherine si abbassò a livello della bambina e l'avvolse fra le braccia come se fosse un gesto automatico e meccanico, il suo corpo si mosse senza che lei avesse alcun controllo, il suo cuore prese a battere più veloce e si sedette a terra, sentendo le braccia della bambina attorno al suo collo e poi le sue manine sfiorarle il viso, avvolta per com'era in quel cappotto rosa e con quel grosso ciuccio che masticò mentre l'osservava felice.
"Ma che simpatica riunione di famiglia!" esclamò Duenne sorridendo falsamente ed andando in giro per la stanza, spiando nei vari corridoi con tutta l'intenzione di curiosare. "Chi altro c'è qui dentro?" .
I due Winchester si cambiarono una veloce occhiata e capirono che fosse appena tutto finito, e che avessero appena perso Katherine, o Sage, per sempre; il maggiore distolse lo sguardo cercando di nascondere gli occhi e si schiarì la voce, guardando in direzione dell'uomo della visione con aria parecchio arrabbiata.
"Dottoressa gli dia un'occhiata per favore" rispose Dean alternando lo sguardo fra i due ed afferrando il ragazzo per un braccio, prima di riservare un'ultima occhiata dispiaciuta ai presenti.
La dottoressa acconsentì e seguì i due uomini nel laboratorio per eseguire un controllo per capire se Duenne fosse infetto oppure no, lasciando Katherine, suo fratello ed Henry soli nella stessa stanza; la donna si sollevò da terra, portando la bambina fra le sue braccia incapace di separarsene sentendo un frote legame fra di loro, e poi guardò quell'uomo sconosciuto, che non le sembrava affatto familiare.
"Io.. io non so chi tua sia.." sussurrò Katherine facendo spallucce e scuotendo la testa, lasciando che la bambina stesse fra le sue braccia con tranquillità. "Chi siete?". 
Henry avanzò con le lacrime agli occhi ed avrebbe tanto voluto annullare quella distanza con un forte abbraccio, stringendola forte a sè per la contentezza di averla ritrovata; si limitò ad asciugarsi le lacrime e a sorridere per la felicità. "Tu sei andata a caccia e non sei più tornata, abbiamo tutti pensato che fossi morta.. mi dispiace così tanto Sage".
Katherine si voltò a cercare aiuto nello sguardo di Sam, che rimase a fissarli con stupore, non riuscendo ad immagine uno sviluppo del genere; le sorrise per darle coraggio ed annuì, dandole il suo appoggio per qualsiasi scelta avrebbe presto.
Henry sapeva che lei fosse sparita dutante una caccia, quella piccola bambina di cui non sapeva nemmeno il nome ma che si stava già addormentando fra le sue braccia come se si fidasse e sapesse di essere al sicuro, Sam che rimase ad osservarla in silenzio con le lacrime agli occhi.. si avvicinò di scatto allo sconosciuto e lasciò che si riprendesse sua figlia, scuotendo la testa ed uscendo di corsa dalla stanza senza dire una parola, sentendo però la testa scoppiarle ed andare in fumo per tutta quella situazione.  
 "Stavo correndo e sono inciampato!" udì la donna avvicinandosi alla stanza in cui Dean avesse portato la dottoressa e Duenne, tenendosi alla parete ma continuando a sentire la testa scoppiare, mentre Sam la tenne dalla schiena, permettendole di apporggiarsi a lui.
"Dove prendo una corda? Dobbiamo legarlo" disse Dean guardando con aria seria la dottoressa, che non rispose ed aprì un cassetto di un armadietto, uscendone una e passandola al cacciatore.
"Ma che succede?" chiese Sam aggrottando la sopracciglia, riconoscendo immediatamente però ciò che stesse succedendo, avendolo già vissuto nella sua visione.
"Hanno sanguinato su di te?" chiese Katherine intuendo cosa avesse fatto insospettire il maggiore, estraendo la sua pistola e caricandola, tornando la solita cacciatrice troppo fredda.
"Il virus ha impiegato tre ore per attivarsi nel sangue della signora Tanner, fino a quel momento non c'era traccia di zolfo quindi non c'è modo di saperlo fino al momento in cui si trasforma" rispose la dottoressa abbassando lo sguardo sul ragazzo legato alla sedia, che non ebbe neanche il tempo di ribellarsi ai modi troppo rudi del cacciatore, e che lasciò la stanza dopo qualche istante.
 
"Questa è la mia visione, si sta avverando" disse il minore seguendo il fratello per il corridoio con aria preoccupata.
"Non possiamo ucciderlo, non sappiamo neanche se è stato infettato!" esclamó Dean sospirando rumorosamente, passandosi le mani sul viso e scuotendo la testa, entrando nuovamente dentro la sala d'aspetto ma trovandola fortunatamente vuota.
I due fratelli si guardarono per qualche secondo negli occhi, leggendo nell'uno lo stesso dolore dell'altro, ed il maggiore pensò di dire una delle sue solite battute ma non ci riuscì, abbassando il capo e scuotendo la testa.
"Secondo me non ci sono dubbi: il ragazzo è spuntato dal nulla con un taglio sulla gamba e tutta la famiglia è infetta!" esclamò Katherine entrando all'interno della sala con braccia serrate e aria sicura di sè.
I due si voltarono verso di lei in maniera sorpresa e la osservarono scarrellare la sua arma, facendo spallucce e ricambiando il loro sguardo.
"Allora lo terremo legato e aspettiamo!" controbattè Sam voltandosi verso di lei e notandola sua aria stranita. 
"Cosa? Che diventi l'incredibile Hulk? Che contagi qualcunaltro?" chiese Katherie facendo spallucce ed esitando sulla soglia, osservando i due scambiarsi un'occhiata eloquente e così abbassò lo sguardo. "Non posso rischiare, non con una bambina qui dentro..".
"Potresti uccidere un innocente e non te ne frega nulla! Non ti riconosco più, ti comporti come uno di quegli esseri là fuori!!" sbottò Sam esternalizzando non solo la sua rabbia per la freddezza con cui la ragazza stesse preparando la sua arma, ma anche per ciò che avessero scoperto ed una parte di sè desiderò di non aver mai avuto quella visione e di non essere mai arrivato in città. 
La donna lo vide avanzare verso di sè, forse per bloccarla o forse per farla ragionare, ma lei fu più veloce chiudendo di scatto la porta davanti a sè e facendo scattare la serratura, chiudendoli dentro e sospirando rumorosamente, sentendoli urlare e protestare, intimandole di aprire.
La donna tirò su con il naso e si girò, recandosi nella sala in cui Duanne fosse legato e vi entrò in silenzio, facendolo sussultare quando la vide impugnare quell'arma con alcuna espressione sul viso.  
"No no, lo giuro non è dentro di me!".
Katherine tremò leggermente ma si costrinse a sollevare il braccio, puntado la pistola contro la sua testa.
"Dottoressa, gli dica che non sono infetto la prego! Non è dentro di me!" urlò il ragazzo legato cercando di dimenarsi e piangendo, scuotendo la testa.
"Io.. non posso dirlo con sicurezza" rispose la dottoressa con gli occhi bassi e lucidi, portandosi le mani al viso con aria dispiaciuta.
"No, no, no ti prego, non farlo! Lo giuro non è dentro di me, lo giuro! Non farlo, ti giuro che non è dentro di me" continuò a ripetere il ragazzo piangendo e tremando, osservando le mani della cacciatrice tremare sempre di più.
"Non ho altra scelta!" urlò Katherine puntandogli la pistola contro e sentendo delle calde lacrime rigarle il viso, e le si annebbiò la vista. La donna provò a convinceri a darlo, a premere quel grilletto, ma non era davvero disposta ed affrontare un'incognita come quella: se fosse stato negativo, avrebbe ucciso un innocente? Sarebbe stata disposta a conviverci? "Maledizione!!" esclamò calciando la porta ed abbassanodo la pistola, mettendola nuovamente nella sua guaina ed asciugandosi le lacrime.
Uscì dalla stanza e si diresse verso la sala d'aspetto in cui avesse rinchiuso i due ragazzi ed osservò il modo in cui le sorriso quando capirono che non lo avesse ucciso; non ebbe il tempo per pensare o per ricambiare il loro sorriso, così chiese al minore di insegnarle a fabbricare delle bombe con i reagenti chimici che ci fossero all'interno dell'ospedale.
Rimasero in silenzio per gran parte del tempo, fin quando un Dean parecchio soddisfatto mostrò la molotov appena costruita con un grande sorriso da bambino e li sfidò a fare di meglio, osservando i due ragazzi sorridere di gusto.
"Allora, perchè non ne parliamo? Pensi che quell'Henry possa essere davvero.. tuo marito?" chiese Dean rompendo il ghiaccio e capendo che quella conversazione non sarebbe partita da nessuno dei due.
"Accidenti!" imprecò Katherine che per l'inaspettata domanda versò il contenuto infiammabile fuori dalla bottiglia. "Marito? Che dici?".
"Avete una figlia".
"Questo non lo sai!" esclamò la donna guardandolo in cagnesco, scuotendo la testa ma non riuscendo a smettere di pensare a quelle manine così familiari e a quella stretta che la bambina le avesse concesso non appena l'avesse vista. "Anche se quando Meg è entrata nel corpo di Sam e mi ha legata mi ha parlato di un certo Henry e di una certa Judith".
"Ma sono i nomi.." sussurrò Dean aggrottando le sopracciglia, che venne però interrotto dal fratello.
".. di quell'uomo e della bambina" continuò Sam sospirando ed alzando finalmente lo sguardo verso di lei.
Katherine abbassò gli occhi sulla sua bomba artigianale e sospirò rumorosamente, scuotendo la testa e non riuscendo ancora a credere di aver trovato la sua vera famiglia; il maggiore capì di essere di troppo e si dileguò dicendo che avrebbe controllato le analisi di Duenne, sorridendo appena prima di lasciarli da soli e pregando che il fratello non si lasciasse sfuggire quell'opportunità
Dopo qualche altro secondo di tensione, Katherine sollevò lo sguardo verso di lui e sospirò, facendo appena spallucce.
"Non so che diavolo dire".
"Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato" disse il ragazzo poggiando la boccetta piena di reagenti chimici sul tavolo, osservando la ragazza con aria triste intenta a fissare le bottiglie-bomba giá pronte.
"Dobbiamo andare a prendere altro alcol, è  quasi finito.." sussurrò la ragazza alzandosi di scatto senza neanche guardarlo, con tutto l'intento di uscire dalla stanza.
"No Katherine!" esclamò il ragazzo afferrandole il braccio e costringendola a guardarlo, sfiorandole il viso ed avvicinandola a sè.
"Non ci riesco in questo momento, Sam! Se mi lascio andare ora, non riuscirò a combattere lì fuori!" esclamò la ragazza fissandolo con occhi lucidissimi, ricambiando la stretta sulla sua mano con un sorriso, per poi annullare la breve distanza e scoccargli un veloce bacio sulle labbra, appoggiando il suo capo sul suo petto sentendo le braccia del ragazzo attorno a sè.
Due colpi di nocche alla porta li fecero trasalire ed allontanare, quando Dean entrò con un grosso sorriso sul volto comunicando loro che il sangue del ragazzo era davvero pulito e che quindi non fosse infetto; la donna gli sorrise e lasciò la presa su Sam per seguire Dean, con tutta la voglia di slegare il ragazzo e ringraziando il cielo che non avesse premuto il grilletto.
Una volta liberato, Dean si sporse verso la ragazza e le mise una mano su un fianco, facendola voltare verso di sè mentre la dottoressa spiegò a Duenne cosa fosse successo; Katherine sorrise e lo strinse in un forte abbraccio, baciandogli una guancia e capendo che anche lui avesse davvero paura di perderla.
Poi dei rumori e delle urla li fecero sussultare e si recarono con velocità verso la stanza in cui avessero lasciato Sam, trovandolo sdraiato a terra in stato semincosciente mentre l'infermiera Pam si aprì il polso lasciando che il sangue scivolasse nella gola del ragazzo sdraiato sotto di sè; Dean la scaraventò a terra con un un pugno e Katherine si avvicinò correndo al ragazzo, afferrandolo dalle braccia ed aiutandolo a sollevarsi, quando venne bloccata da due braccia possenti che la trascinarono via contro la sua volonta. 
"Non toccarlo, ha sanguinato su di lui! È infetto!".
La donna e Dean si guardarono incapaci di muoversi e senza sapere quello che avrebbero dovuto fare, consci del fatto che adesso anche Sam fosse stato compromesso.

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Capitolo 7
*** The Things we lost in the Fire (Parte II). ***


Capitolo 6.
The Things we lost in the Fire (Parte II).


 
"Controlli la sua ferita, dottoressa!" esclamò Dean in preda al panico, non riuscendo neanche a ragionare con lucidità mentre osservava ancora il fratello con il viso sporco di sangue.
Katherine sfuggì alla presa di Henry e si sollevò, arrivando velocemente al fianco di Sam, intimandogli di alzarsi subito da terra e di mettersi a sedere in maniera tale che potesse controllare le sue ferite e se il sangue fosse effettivamente entrato dentro di lui, ma il ragazzo scosse la testa con occhi tristi, facendole capire che fosse finita. 
La donna lesse lo stesso sguardo sul volto di Dean, che rimase ad osservarli con le mani fra i capelli e la disperazione sul viso; non poteva perdere suo fratello, non poteva vivere in unmondo in cui lui non esistesse più.
"A che serve che la controlli ?" chiese Henry facendo spallucce e sospirando, tenendo d'occhio la bambina che rimase ad aspettare nel corridoio intenta a giocare con la sua bambola. "Hai visto come è andata!". 
La dottoressa si fece avanti di qualche passo, nonostante tenesse debita distanza con il ragazzo, e si abbassò al suo livello. "Il sangue di Pam è entrato nella tua ferita?". 
"Certo che è entrato!" eslamò Henry alzando il tono della voce ed allargando le braccia, ottenendo uno sguardo glaciale da parte della ragazza.
Dean trattenne la voglia di afferrarlo dal colletto della sua giacca e sbatterlo con forza contro la parete, azione che avrebbe fatto per sfogarsi e per farlo tacere, ma poi incrociò lo sguardo della cacciatrice e sospirò, capendo che non fosse affatto una buona idea picchiare il padre di sua figlia.
"Non possiamo rischiare.." sussurrò Duenne entrando nella stanza dopo aver osservato tutta la scena dalla soglia, scuotendo la testa e facendo spallucce.
Henry sospirò e si avvicinò lentamente a Katherine e a Sam che rimase ancora a terra, e le sfiorò il braccio con delicatezza per poi alternare lo sguardo fra i due, annuendo ed estraendo con lentezza la sua pistola dalla giacca. "Lo so che fa male, ma c'è solo una soluzione..".
La cacciatrice sentì la rabbia farsi largo dento di sè e sgranò gli occhi, guarandolo in cagnesco e dandogli una forte spinta sul petto per farlo sbilanciare e cadere all'indietro, serrando la mandibola e notando la piccola figura di Judith sporgersi dalla porta con un sorriso innocente. 
"Chiunque avrà voglia di sparargli, dovrà vedersela con me" disse Katherine facendo scivolare lo sguardo fra i presenti, dopo averlo distolto da quello della bambina.
"E con me!" continuò Dean avanzando e mettendosi davanti al fratello e alla donna con aria seria.
"Ma questo è assurdo!" esclamò Duenne sgranando gli occhi e diventando paonazzo per la rabbia, avanzando verso il maggiore dei Winchester e guardandolo con aria interrogativa per poi indicare con un dito la cacciatrice. "Lei stava per spararmi per lo stesso motivo!". 
La ragazza sentì la rabbia continuare a crescere e si alzò di scatto, superando il maggiore ed andando incontro al giovane Tanner, che sgranò gli occhi ed indietreggiò fino a colpire il muro con la schiena, e la vide estrarre la pistola dalla sua guaina, puntandogliela in pieno petto ed ignorando i richiami persino di Sam, che nel frattempo si era alzato e l'aveva seguita per fermarla.
"Kath, hanno ragione.." sussurrò il minore cercando di farsi ascoltare, ma la donna non riuscì a distogliere lo sguardo dal ragazzo di fronte a sè, intimandogli co lo sguardo di fare silenzio. 
"No, invece no!" esclamò Dean avanzando ed allargando le braccia per la rabbia,indicando il ragazzo intrappolato dalla presa della cacciatrice. "Per questo stronzo abbiamo aspettato e Katherine nongli ha sparato, quindi faremo lo stesso con te!".
"Non voglio diventare uno di quegli esseri, Dean!" esclamò Sam appoggiando una mano al muro e scuotendo la testa con le lacrime agli occhi. "Non voglio farvi del male, per favore!".
Katherine voltò appena il viso verso il minore, ma continuò a tenere la pistola puntata al petto di Duenne che rimase teso come una corda di violino, e scosse la testa. "Sam, abbiamo ancora tempo!".  
"Tempo per cosa?!" esclamò Henry avvicinandosi sotto gli occhi ancora scioccati della dottoressa e scuotendo la testa. "Insomma ti capisco Dean, è tuo fratello e mi dispiace veramente, ma bisogna farlo!".
"Tu, se non la starai zitto giuro che cambio idea e ti sparo!" esclamò Katherine con aria glaciale in direzione di Duenne, che annuì con aria terrorizzata e riuscì ad uscire dalla trappola in cui la donna lo avesse chiuso; si voltò verso Henry, osservandolo bene e chiedendosi perchè diavolo stesse insistendo tanto. "E tu: non me ne frega proprio niente di chi tu sia, giuro che se ti azzardi a toccare Sam sarai morto prima di accorgertene, mi hai capito?".
Henry serrò la mandibola e la guardò con aria seria ed occhi sgranati, indietreggiando di qualche passo e portando la bambina con sè, che in un attimo si attaccò alla sua gamba e l'uomo mise via la pistola senza che potesse accorgersene. La cacciatrice lasciò sciolare lo sguardò su Judith e vide come stesse fissando la sua arm con terrore, così la mise via e le sorrise, avvicinandosi di qualche passo e scompigliandole i capelli facendola ridere.
"Non c'è niente di cui aver paura; adesso tuo padre ti porterà in un'altra stanza dove potrai giocare, d'accordo piccola?".
Judith sorrise e si lasciò prendere fra le braccia del padre, sporgendosi però a sfiorare il viso della donna emettendo un risolino, prima che Henry la portasse fuori con aria del tutto scombussolata, come se si fosse comportata in maniera del tutto opposta rispetto a quella prevista da lui.
"Aspetta!" esclamò Dean facendo qualche passo ed avanzando nella direzione dell'uomo, tirando fuori dalla sua tasca le chiavi della sua auto e sospirando, prima di porgergliele. "Non è sicuro stare qui, prendete la mia auto e cercate il modo di uscire da questa città: nel bagagliaio c'è un arsenale!".
"Non me ne vado senza Sage!" rispose Henry rifiutando le chiavi e scuotendo la testa, posando lo sguardo sulla cacciatrice.
Katherine sospirò rumorosamente ed alternò lo sguardo fra Sam e Dean, prima di prendere dalle mani del maggiore le chiavi dell'Impala e fare spallucce; si avvicinò ad Henry e gliele mise fra le mani, annuendo ed accennando un sorriso alla bambina, che le afferrò una ciocca di capelli e ci giocò, tiranndola appena. "Mettila in salvo".
Sam ascoltò quel discorso con aria quasi assente, incredulo che suo fratello e la sua ragazza avessero davvero deciso di affondare insieme a lui; si avvicinò a loro, guardandoli con disapprovazione ed alalrgando le braccia. "No! Tu e Dean dovete andare con loro, è la vostra unica possibilità!". 
I due ragazzi si scambiarono uno di quei sguardi in cui si compresero a vicenda e sorrisero, prima che Dean facesse uscire anche la dottoressa dalla stanza e chiudesse la porta con solamente loro tre all'interno.
"Katherine, hai appena trovato la tua famiglia, chi sei veramente! Non puoi mandare tutto all'aria per me, devi stare con loro e.." iniziò Sam con le lacrime agli occhi, scuotendo la testa e cercando di farla ragionare, ma venne brutalmente interrotto.
"Voi diete la mia famiglia, idiota!" esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia e chiedendosi come facesse a non capirlo, prendendo la sua mano e poi quella di Dean, che si voltò nel tentativo di nascondere gli occhi lucidi. "Vi amo così tanto, come pensi che io possa andare via e lasciarvi qui?!".
Sam osservò il suo labbro tremare e la avvolse in un abbraccio, coinvolgendo anche Dean che non protestò e ricambiò la stretta con un sorriso amaro sul volto, chiedendosi se davvero quelli fossero gli ultimi momenti che avrebbero passato insieme.
Il minore scosse la testa e sospirò, sciogliendo l'abbraccio ed ascigandosi le lacrime velocemente, tornando a guardarli e mettendo una mano sulla spalla di entrambi. "Avete ancora una scelta, potete ancora andare! Anche io vi amo, ma per favore! Dean, puoi continuare e farcela da solo, lo so che puoi! E tu Kath, hai una figlia, una figlia! Non devi rimanere qui a morire per me!".
Proprio quando Dean stesse per rispondere con aria quasi arrabbiata, due colpi di nocche contro la porta li fecero sussultare, facendoli voltare di scatto ed imbracciare le loro armi quando la porta si aprì di colpo; Henry camminò nella loro direzione seguendo Judith, che corse verso la donna con un grosso sorriso togliendosi il ciuccio.
"Mamma, andiamo a giocare fuori!".
Il sangue le si gelò nelle vene udendo quelle parola, ma soprattutto nell'udire come l'avesse chiamata quella piccola bambina dai capelli color oro, e subito Katherine si voltò a guardare in cagnesco l'uomo, che però sorrise nella sua direzione e piegò la testa di lato.
"Fuori è tutto deserto.." sussurrò Henry osservando con un sorriso come Judith avesse trovato la sua strada fino alla madre, arrampiacandosi su di lei finchè la donna non la prese fra le braccia e la strinse a sè. "Sono svaniti tutti nel nulla, possiamo aspettare fuori".
Katherine guardò un'ultima volta Sam e sorrise, avvicinandosi e schioccandogli un bacio sulla guancia, e facendo segno a Dean si seguirlo, e poi lasciò la sua mano, concentrandosi sulla bambina ed uscendo con lei fuori dalla stanza; il maggiore si chiuse la porta alle spalle e seguì la cacciatrice fino alla sala d'aspetto dove trovò la dottoressa e Duenne, seduti lì ad aspettare che le ore passassero per poter controllare il sangue di Sam.
Notò che Katherine si fosse seduta su di una sedia e che la bambina non accennasse a voler scendere dalle sue gambe, mostrandole la sua bambola e spiegandole come stesse giocando prima in corridoio, sentendo di tanto in tanto quella parola con cui avesse preso a chiamarla e che un pò li spaventasse: mamma.
La donna rise di gusto e si voltò a guardare Henry quando Judith lo chiamò, e fu in quel momento che Katherine notò quanto fosse davvero bello: gli occhi verde smeraldo spiccavano sul suo viso , così come quelli della piccola, i capelli tendevano al ramato, le labbra erano davvero carnose ed aveva un fisico davvero molto atletico, spiegato dal fatto che anche lui fosse un cacciatore.
I due si scambiarono una breve occhiata e la donna pensò al modo in cui lo avesse trattato prima, e approfittò del fatto che Judith fosse scesa dalle sue gambe per correre a giocare dalla parte opposta della sala per avvicinarsi e sedersi accanto a lui.
"Mi dispiace di averti minacciato prima, ma Sam e Dean sono tutto quello che ho.." sussurrò Katherine facendo spallucce e notando come la piccola avesse fatto ridere la dottoressa e Dean con un improponibile balletto. "Loro mi hanno salvata da un Djinn e mi hanno accolta, salvata e protetta! Non posso immaginare che gli succeda qualcosa di brutto!". 
Henry annuì e sospirò, facendo spallucce e distogliendo lo sguardo, cercando di sforzarsi e capendo di non essere per nulla stato comprensivo. "Sage, ti ho cercata ovunque: ho organizzato intere squadre di pattuglia per trovarti, ma eri svanita nel nulla. E poi prima, pensare di perderti di nuovo.. non ho pensato con lucidità, ma neanche tu l'hai fatto". 
La ragazza annuì, osservandolo negli occhi ed accennando un sorriso, prima di tornare ad osservare la bambina ridere e giocare con Dean. 
"E' davvero mia figlia?".
Henry sorrise di gusto ed annuì, appoggiando i gomiti alle cosce e facendo spallucce. "Nostra figlia; non pensavi di averne una?".
Katherine scosse la testa e la osservò salire fra le braccia di Dean con prepotenza, che glielo permise ed incrociò lo sguardo con quello della ragazza con un grosso sorriso sul volto, divertendosi forse più della piccola, facendola volteggiare in aria ed udendo la sua risata contagiosa. 
"Che ne dici di venire con me in Kansas?".
"Kansas?!" chiese la donna osservandolo ed aggrottando le sopracciglia. "Credevo che vivessi qui".
"No, ero di passaggio e sono rimasto bloccato in questo inferno" rispose Henry facendo spallucce e sorridendo. "Venite tutti e tre con me, ti mostro casa tua, le tue cose, le persone che ami".
La cacciatrice fu sul punto di accettare, ma poi si sentì letteralmente divisa in due quando osservò nuovamente Dean ridere e pensò a Sam rinchiuso da solo nella stanza accanto, pensando che sarebbe stato un sacrificio troppo grande perderli entrambi; non rispose e si alzò, dirigendosi verso i due con un sorriso, cercando di imprimere quei ricordi a fuoco nella sua mente.
 
"Cinque ore e il tuo sangue è ancora pulito, Sam! Non so come sia possibile, ma non hai preso il virus!" esclamò la dottoressa sorridendo dopo aver dato un'ulteriore occhiata al vetrino attraverso il microscopio, osservando poi anche quello contenente il sangue dei Tanner ed aggrottando le sopracciglia. "Oh, che strano".
"Che succede, dottoressa?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia, studiando la sua espressione e capendo che ci fosse decidamente qualcosa che non andasse.
"Nel loro sangue non c'è più traccia di virus: niente zolfo!" esclamò la donna rimanendo perplessa tanto quanto i tre ragazzi che la circondassero nel suo piccolo laboratorio, facendo spallucce e congedandosi per comunicare agli altri ciò che avesse scoperto.
Sam aprì la bocca per dire qualcosa e sicuramente sollevare una polemica, ma prima che potesse parlare la cacciatrice fece segno di tacere e li osservò entrambi con un piccolo sorriso speranzoso.
"Henry mi ha chiesto di seguirlo in Kansas, nella casa dove vivevamo, ma io non voglio andare.." sussurrò Katherine sospirando ed abbassando rapidamente lo sguardo, per poi tornare a guardarli. "Non se vuol dire che voi non sarete al mio fianco".
Dean la osservò in viso, sinceramente preoccupato di ciò che avrebbero potuto trovare in Kansas oltre ad un marito ed una figlia, ma capì di non poter frenare la sua voglia di saperne di più su se stessa; non sarebbe stato corretto trattenerla egoisticamente, così fece un passo avanti senza aspettare che suo fratello fosse il primo a parlare, e prese in mano la situazione passandole un braccio attorno alle spalle e tirandosela verso di sè.
"Cosa scopriremo? Che eravamo vicini di casa negli anni '80?" chiese il maggiore sorridendo audacemente, facendola sorridere ma senza capire fino in fondo ciò che volesse dire. "Sai che anche noi siamo del Kansas, giusto?".
Katherine sorrise e ricambiò la stretta, sentendo la mano di Sam raggiunngerla e stringerla a sè, ed in quel momento si sentì pronta per affrontare qualsiasi cosa l'attendesse in quella casa, qualsiasi famiglia o qualsiasi rivelazione, grazie alla carica che solamente i suoi ragazzi potessero darle.

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Capitolo 8
*** We'll never be the same again. ***


Capitolo 7.
We'll never be the same again (Parte I).


 
 
"Voglio davvero saperlo?" pensó Katherine torturandosi le mani sul sedile anteriore dell'auto, volgendo continuamente lo sguardo verso lo sspecchietto retrovisore per cercare costantemente la presenza dell'Impala dietro di sè, mentre si trovava all'interno dell'auto di Henry.
Da quando fossero partiti, il giovane cacciatore cercò di instaurare un diaologo ed un contatto con la donna che un tempo fosse sua moglie, ma Katherine eluse ogni suo tentativo di metterla a suo agio, agitata per com'era ed in preda all'ansia più totale; gli unici momenti in cui si sentì stranamente calma e pacata erano quelli in cui la piccola Judith si sporgeva verso di lei dal seggiolone, sfiorandole i capelli per giocare per richiamare la sua attenzione. 
Tutti quei mesi passati a torturarsi il cervello per ricordare chi davvero fosse e a convincersi che nessuno l'avrebbe mai più riportata a casa, e adesso la verità guidava al suo fianco e le sorrideva. Dentro di sè, Katherine aveva semplicemente paura di dover allontanare Sam, l'unica persona che le fosse stata accanto e che l'avesse capita, sostenuta, incoraggiata; l'unico con il quale si fosse confidatao avesse pianto e riso fino alle lacrime. 
Il suo pensiero finì a Dean, che nonostante cercasse di nascondere i suoi sentimenti al fratello, non era mai stato in grado di nasconderli a lei, ma l'aveva sempre protetta anche dal suo stesso fratello quando li sentiva discutere ed interveniva per difenderla.
E Bobby? Come avrebbe fatto ad allontanarsi anche da lui, a cui voleva bene come un padre? E se non fosse stata in grado di abbandonarli?
Katherine sospirò rumorosamente e liberò le mani dalla tortura autoinflitta e volse lo sguardo verso il finestrino per l'ennesima volta: Henry aveva qualcosa di estremamente familiare eppure non ricordava nulla di lui, nessun sentimento legato alla sua immagine, al contrario di Judith, con cui sentì quel legame da primo secondo in cui i suoi occhi si fossero posati su di lei. 
Quella bambina, così simile a lei, eppure così diversa, l'aveva lasciata a bocca aperta: aveva fantasticato molto sulla sua vita passata ma mai aveva immaginato una figlia meravigliosa come lei.
Il suo cuore battè molto velocemente mentre gli occhi le si tinsero di un sottile strato lucido pensando ancora una volta ai due WInchester che li seguissero con l'Impala, chiedendosi cosa si stessero dicendo e quali battute stesse inventato Dean per tirare su di morale il fratellino, immaginando che espressione avesse sul viso. 
"Andrà tutto bene" pensò Katherine chiudendo gli occhi e sospirando per l'ennesima volta e passandosi il viso fra le mani, sperando che tutte filasse liscio.
La donna sentì l'auto fermarsi, chiedendosi se mai avesse fatto un viaggio così imbarazzante, ed aprì gli occhi, non vedendo l'ora di scendere dall'auto per incontrare ancora una volta gli occhi dei due ragazzi per trovare un pò di coraggio in loro; non appena scese dall'auto, si avvicinò all'Impala, osservando i due fratelli chiudersi lo sportello alle spalle e sorridere nella sua direzione, prima di osservare una grossa casa a due piani con tetto spiovente e un grosso giardino recintato.
"Tutto bene durante il viaggio?" chiese Henry aprendo dello sportello posteriore e liberando la figlia dalle molte cinture che l'ancorassero al sedile, prima di vederla schizzare giù e correre fino ad arpionarsi alle gambe della madre. "E' stato troppo lungo per noi?".
"Beh, siamo abituati a viaggiare!" esclamò Dean facendo spallucce e sorridendo, sollevando un sopracciglio e cogliendo l'aria di sfida dell'uomo, per poi fare oscillare lo sguardo sulla giovane ragazza che prese la bambina fra le braccia e la guardò con un grosso sorriso sul viso.
Sia Dean che Sam la osservarono, notando la felicità che emanasse ogni qualvolta Judith la toccasse o l'abbracciasse, coinvolgendola nei suoi giochi, oppure avesse semplicemente voglia di dormire sopra di lei, ed entrambi pensarono di non averla mai vista davvero del tutto felice come in quelle occasioni.
"Allora, vogliamo entrare?" chiese Henry accennando un sorriso ed afferrando un borsone dai sedili posteriori, facendo cenna ai ragazzi e alla donna.
Si diresse verso il vialetto ed inserì la chiave nella serratura, aprendo la porta lentamente fino a spalancarla; entrò e lasciò che lo seguissero, prima di avvicinarsi alle grandi finestre del salotto per far arieggiare la casa e far entrare la luce del mattino.
I tre cacciatori notarono la grandezza delle stanze e l'arredamente piuttosto moderno, dai divani ai mobili, facendo molto caso a numerose foto di Katherine e di Judith, non trovandone neanche una dei coniugi insieme. Davanti all'entrata vi erano delle scale che portavano al piano di sopra, alla loro destra vi era un grande salone con dei grandi divani e un camino enorme che era sufficiente a scaldare tutta la casa. Era una casa molto elegante, molto raffinata e decisamente troppo costosa.
La donna non presto molto caso alle parole dell'uomo che invece continuò a parlare con i due ragazzi, e vagò con lo sguardo nonostante sua figlia cercasse di attentare al suo viso facendo oscillare la bambola avanti ed indietro nel tentativo di richiamarla, e quando finalmente Katherine cedette, Judith sorrise dolcemente e le strinse le braccia al collo, dandole un grosso bacio sulla guancia con un sorriso.
"E' il suo modo per dirti che è contenta che tu sia tornata.." sussurrò Henry sorridendo, assistendo a tutta la scena con un'espressione felice.
La donna fece spallucce e fece scendere la bambina dalle sue braccia, che salì al piano di sopra correndo ed in quel momento Katherine sgranò gli occhi, pensando ai mille modi in cui sarebbe potuta cadere e si sarebbe potuta fare male per quell'andamento così goffo ma spedito, e si morse la lingua per non rimproverarla, trovandosi però a sorprendersi per ciò che la sua mente avesse formulato. Che iniziasse a ricordare qualcosa?
"Siamo tornati a casa, Judith è al sicuro, i ragazzi sono con me, quindi perchè.." sussurrò la ragazza stringendosi nel suo giubotto a jeans e serrando le braccia al petto, appoggiandosi allo stipite della porta con nonchalance e guardando l'uomo con aria severa. "Perchè non mi dici la verità, Henry?".
Il cacciatore sorrise e si sentì così emozionato, dato che per mesi avesse sperato ed aspettato il suo ritorno, sforzandosi di credere che fosse viva da qualche parte, ma adesso che l'avesse davanti a sè in carne ed ossa non riuscì più a comprendere da dove partire con il suo racconto. Rimase a fissarla con un grande sorriso, soffocando quella pare di sè che gli suggerisse di cacciare via i due ragazzi e stringere fra le braccia quella moglie che avesse aspettato per tanto tempo.
"Beh?" chiese la ragazza aspettando una risposta, aggrottando le sopracciglia e scambiando uno sguardo con i due WInchester cercando aiuto.
"Scusami Sage, ma devo ancora capire come comportarmi" disse Henry facendo spallucce e sorridendo ancora, distogliendo lo sguardo dalla donna per rivolgersi ai due ragazzi con aria gentile, indicando i divani. "Accomodatevi".
Katherine vide che nessuno prese un'iniziativa e sbuffò, roteando gli occhi ed avanzando fino ad uno dei due grandi divani, sedendovi al centro ed osservando con aria divertita come Sam e Dean avessero impedito il passaggio ad Henry, sedendosi ai lati della donna ed indicandogli con lo sguardo il secondo divano, da cui avrebbe potuto raccontare la sua storia a distanza. Henry annuì e sospirò, sedendosi ed osservando i tre con aria agitata.
"Il tuo nome è Sage Collins e hai 24 anni; provieni da una famiglia di cacciatori e.." inizió l'uomo, ma la sua voce venne sovrastata da quella del maggiore dei fratelli.
"Collins? Mi stai prendendo in giro?" chiese Dean sgranando gli occhi e puntandogli un dito contro con aria disorientata, notando però di non aver mai condiviso quel dettaglio con suo fratello e la donna e scosse la testa. "Quando il Djinn mi ha provocato quel sogno, il tuo nome completo era Katherine Collins!".
Sam aggrotto le sopracciglia e lo guardò con aria sbalordita, osservandolo cercare di capire come potesse essere in grado di conoscere il suo nome ancor prima di conoscere lei.
"Cosa? Com'è possibile? ".
"Sei sicuro?" chiese la donna aggrottando le sopracciglia, volegendo lo sguardo vero Henry che sollevò un sopracciglio e rimase a fissare il vuoto per qualche secondo.
"Ne parleremo con Giles, lui ha sempre una spiegazione a tutto.." sussurrò il cacciatore passandosi una mano sul viso e poi fra i capelli, sforzandosi di pensare.
"Chi diavolo è Giles?" chiesero I fratelli e la ragazza all'unisono, sorridendo subito dopo per quell'abitudine che a volte li contraddistingueva.
"Giles era il tuo Osservatore, ovvero colui che ti ha addestrata quando sei stata chiamata in battaglia" rispose Henry sorridendo brevemente, per poi tornare serio e sospirare. "Ma il suo ruolo è passato a me quando un incidente lo ha lasciato su una sedia a rotelle".
"Chiamata in battaglia? Ma che vuol dire?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, scambiando un'occhiata veloce con il fratello.
"Vuol dire che a quindici anni sei entrata a far parte delle Cacciatrici" rispose Henry facendo spallucce come se fosse una cosa molto ovvia, ed i tre notarono solamente in quel momento come il suo modo di fare fosse così raffinato ed educato.
Katherine sentì Dean soffocare una risata e cercò di non sorridere, così si alzò velocemente e sorpassò le gambe del maggiore per avvicinarsi al grande camino dove osservò una foto di Judith molto piccola, prendendola fra le mani e sorridendo.
"Hai detto che provengo da una famiglia di cacciatori.. cos'altro c'è da sapere?".           
Henry sospirò, non pensando che si sarebbe mai trovato in una situazione come quella, e la osservò muoversi ed osservare la casa, notando come entrambi i fratelli non le staccassero gli occhi di dosso come se potesse scomparire da un momento all'altro.
"Beh Sage, sei legata ad una profezia: sei la prescelta per il ruolo di Cacciatrice, ovvero colei che ha il dovere di combattere con la sua straordinaria forza i demoni che cercano di riportare la loro supremazia nel mondo" rispose l'uomo attirando la sua attenzione e notandola storcere il viso in una smorfia. "Sei più forte di qualunque altro cacciatore, te lo posso assicurare: mi hai salvato la vita molte volte".
"Certo che ti ho salvato il culo, l'ho salvato a tutti in questa stanza almeno una volta!" esclamò Katherine ridendo nervosamente, facendo sorridere i due fratelli ma trovando un'espressione disorientata dal suo linguaggio nel padrone di casa. Solo in quel momento cominciò a riflettere sulle parole dell'uomo ed aggrottò le sopracciglia. "Prescelta? Superforza? Mi hai confuso con qualcunaltro? Sam e Dean mi hanno dovuto addestrare dal principio".
Henry parve quasi offeso da quelle parole e la guardò con aria seria, chiedendosi perchè non prestasse attenzione alle sue parole, e sospirò. "Perchè hai perso la memoria e avresti dovuto allenarti con il tuo Osservatore per ristabilire tutte le tue forze".
Katherine osservò i due ragazzi e scosse la testa, cercando in loro la forza per andare fino in fondo a quella storia e non scappare a gambe levate dalla casa insieme a loro, pregandoli di riportarla da Bobby, ma poi sentì la risata giocosa di Judith provenire dal piano si sopra e sospirò, conscia di dover scegliere e di dover abbandonare qualcuno.
"Beh certo, adesso che sei tornata dovrò dividermi per allenarvi entrambe".
"Dividerti?" chiese la ragazza non capendo il significato delle sue parole ed aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi nuovamente ai due fratelli ed appoggiandosi al bracciolo del divano vicino a Dean.
"Quando sei.. sparita, beh, un'altra ragazza ha preso il tuo posto" rispose Henry facendo spallucce ed osservando lo strano modo in cui il maggiore lo stesse studiando; si alzò e si diresse verso un piccolo mobiletto posto vicino la vetrata, prendendo uno Scotch di ottima annata e quattro bicchieri, che riempì e li porse ad ognuno di loro con un sorriso. "L'alleno io, come ho fatto con te". 
Sam bevve qualche sorso e sorrise appena, alternando lo sguardo fra Henry e Katherine, che lo tenne basso per qualche secondo e non riuscì a capire cosa pensasse, mentre Dean si bagnò appena le labbra, appoggiando il gomito alla parte del bracciolo non occupata dalla donna e sorrise in maniera strana, indagando nello sguardo dell'Osservatore con sospetto.
"Ed è l'unica cosa che fate, tu e questa nuova Cacciatrice?".
Katherine si voltò ad osservarlo con aria scioccata, sgranando gli occhi e chiedendogli mentalmente se gli fosse andato a fuoco il cervello, mentre Sam si soffocò appena con il contenuto del suo bicchiere e sgranò gli occhi per la sorpresa; Henry invece sostenne il suo sguardo, capendo subito che il suo problema non sarebbe stato Sam, quanto il suo fratellone maggiore, che lo stesse osservando come se avesse capito l'intera storia.
"Vuoi dire qualcosa, Dean?" chiese l'uomo sorridendo beffardamente e sollevando un sopracciglio.
"Era una semplice domanda".
Il discorso non scalfì la donna, che roteò gli occhi  e pensò che non le importasse molto in quel momento quanto sapere la verità su se stessa e sulle sue origini, così tornò ad osservare Henry che ancora non accennava a distogliere lo sguardo di fuoco da quello del maggiore e si schiarì la gola, attirando la sua attenzione.
"Oltre ad avere il fardello dell'umanità sulle spalle, ho anche dei genitori?" chiese la donna sospirando, notando come lo sguardo dell'uomo cambiasse ogni volta che si posasse su di lei.
Henry sospirò leggermente e cercò dentro di sè le parole adatte per rispondere di un argomento così delicato, sapendo che non avrebbe fatto piacere alla ragazza sentire ciò che da lì a poco avrebbe detto; cercò di sorridere appena e la guardò con aria seria.
"Tuo padre Phil è morto prima che Judith nascesse, tua madre Claire è stata uccisa in battaglia quasi due anni fa.." sussurrò l'Osservatore osservando l'espressione della donna cambiare, fino a diventrare molto triste.
Henry si alzò e si recò ad un mobile in stile antico, l'unico che stonasse con il resto dell'arredamento, ed estrasse un album molto grande e dall'aria pesante,  e si avvicinò alla donna per posarlo sulle sua gambe con delicatezza, iniziando a sfogliarlo fino ad arrivare ad una foto che ritraesse i Collins; Katherine provò delle emozioni contrastanti quando vide il volto di sua madre, capendo dal suo aspetto rigido e tirato che non avessero mai avuto un buoon rapporto. Poi osservò bene quell'uomo con una folta barba e dei lunghi baffi bianchi arricciati in punta, con l'espressione più dolce che avesse mai visto e pensò di non aver mai incontrato un uomo più bello di lui.
"Li riconosci?" chiese Henry sorridendo, indicando le foto con un dito.
"Solo lui.." sussurrò Katherine facendo spallucce, voltandosi a guardare Sam con un sorriso, accorgendosi che Dean fosse molto incuriosito da quell'album, che le prese dalle mani ed iniziò a sfogliare.
Vide parecchie foto della donna con la bambina e con i genitori, e qualcuna anche con il marito, tornando indietro fino al periodo della sua adolescenza, notando i lineamente sempre uguali e gli occhi pieni di una luce diverta, del tutto differente da quella che li riempiva adesso.
"Ci credo, tu e tuo padre vivevate in simbiosi.." sussurrò Henry sorridendo, tornando a sederesi nel divano davanti a loro e facendo spallucce. ".. sono sicuro che con il tempo riuscirai a ricordare ogni cosa".
Katherine non riuscì a non notare quello sguardo così strano, come se stesse cercando di nasconderle qualcosa, e sospirò tornando a fissarlo con aria interrogativa. 
"Quindi tu sei il mio Osservatore e ci siamo sposati?" chiese aggrottando le sopracciglia ed inclinando la testa di lato, osservando ancora i due ragazzi sbirciare nel suo album di famiglia e soffocare qualche risata di tanto in tanto quando trovavano delle foto probabilmente molto imbarazzanti di lei nel suo periodo liceale. "Non sarà stato inappropiato e contro le regole per te?".
"Si, lo è stato!" esclamò Henry ridendo di gusto e rilassandosi contro la spalliera del divano, incrociando le gambe in modo molto elegante. "Esattamente come il fatto che la Cacciatrice rimasse incinta del proprio Osservatore".
I due ragazzi sollevarono lo sguardo verso di lui cambiando espressione e divenendo seri improvvisamente, perdendo interesse per quelle foto e sollevando un sopracciglio con aria incredula, mentre Katherine aggrottò le sopracciglia e cercò di leggere fra le righe, capendo immediatamente il significato delle sue parole.
"Quindi non stavamo neanche insieme quando è successo.." sussurrò la donna tirando le somme e ridendo nervosamente, sollevandosi dal divano e scuotendo la testa. "Ok, senti: troppe informazioni in troppo poco tempo! Io vado a prendere una boccata d'aria qui fuori".
La Cacciatrice si diresse fuori senza neanche prestare ascolto ai richiami dei tre uomini ed uscì sentendo un grande mal di testa divorarle il cervello, e si portò le mani alle tempie una volta chiusasi la porta d'ingresso alle spalle; non poteva credere che tutte quelle informazioni fossero vere, che l'unico punto di riferimento nella sua vita fosse quel marito che neanche riconosceva, con cui avesse una figlia piccola.
Scosse la testa e si massaggiò le tempi sentendo gli occhi divenire lucidi, sentendò il cigolio della porta dietro di sè, segno che uno dei tre fosse uscito fuori con lei per farle compagnia e capire cosa le fosse preso.
Quando la donna di voltò e vide il sorriso tenero di Sam, lo ricambiò di slancio e ogni sua preoccupazione svanì, lasciando il posto all'amore incondizionato e al calore che le scaldò il cuore; lo vide avanzare verso di lei e prenderle il viso fra le mani, prima di allontanarsi dalla finestra e da occhi indiscreti per baciarla con urgenza, dettato dalla folle paura di perderla e di vederla andare via.
Quando Katherie abbassò il viso ed interruppe il contatto con le sue labbra, lo guardò negli occhi e gli sfiorò il viso, leggendo nei suoi occhi la sua stessa preoccupazione e dolore. "Sam..".
"Allora, sei una Cacciatrice destinata a salvare il modo" disse il ragazzo sorridendo sinceramente, lasciando che le sue mani scendessero fino ai suoi fianchi e la conducessero sul dondolo posto sul porticolo, dove si sedettero e si strinsero. "Se recupererai la memoria..." 
"Sam.." cercò di iniziare la donna per la seconda volta, ma il ragazzo puntò lo sguardo verso la strada con aria fintamente tranquilla. 
"Se recupererai la memoria dovrai capire cosa fare con noi.." continuò Sam facendo un sospiro per poi voltarsi nuovamente nella sua direzione, dove incontrò i suoi occhi estremamente lucidi.
"Sam io.. io non posso saperlo adesso. Io davvero non so..quello che succederà" sussurrò Katherine con un filo di voce, abbassando gli occhi ed osservando il pavimento legnoso del portico, sentendo però la stretta del ragazzo farsi sempre più stretta su di lei.
Appoggiò il capo al suo petto e sorrise quando sentì la sua mano cercare di tranquillizzarla sfiorandole i capelli, depositandogli un bacio sul collo ed insinuando il viso lì, mentre il ragazzo prese a respirare fra i suoi capelli, pensando che non avrebbe mai dimenticando tutto ciò che provasse per lei, qualsiasi cosa sarebbe successa.
 
 
Quando Henry insistette per andare a trovare il suo vecchio Osservatore quello stesso pomeriggio, i tre decisero di assecondarlo e di seguirlo fino alla casa non molto distante, mentre la piccola Judith si divertiva a casa dei vicini con la sua compagnetta di scuola Julia; Katherine si fece coraggio e bussò alla porta dell'uomo, incoraggiata da Henry che le fece un sorriso, mentre Dean le sfiorò la schiena da dietro nel tentativo di darle un pò di coraggio, osservandola immediatamente rilassarsi contro quel tocco e tornare a respirare. 
La porta si aprì dopo qualche secondo, lasciando spazio ad un uomo sulla cinquantinca con un completo elegande e dei capelli corvini ad incorniciare un viso dai lineamente fini, confinato ad una sedia rotelle, che sgranò appena gli occhi quando vide la donna sulla sua soglia guardarlo come si guarda uno sconosciuto. 
Giles lasciò vagare lo sguardo sui due ragazzi di cui fosse in compagnia ed aggrottò le sopracciglia, chiedendosi cosa ci facesse con dei personaggi del genere, e poi osservò Henry con un sorriso, scambiandosi appena un cenno del capo.
"Quindi è vero che non ricordi nulla, Sage?" chiese Giles sollevando un sopracciglio ed osservandola.
Katherine lo guardò per un lungo istante e poi fece spallucce, sospirando e sorridendo inmaniera imbarazzata.
"Sono così felice che tu sia viva, tesoro.." sussurrò ancora l'uomo, mostrando i suoi occhi lucidi e scuotendo appena la testa, facendo segno ai quattro ragazzi di non stare lì in piedi e di seguirlo. "Non riusciresti ad immaginare quanto ti abbiamo cercata! Il Consiglio ha organizzato intere squadre di pattuglia per trovarti!".
"Siamo sempre stati a sette ore di distanza, ma immagino che la vostra organizzazione super segreta non arrivi fino a lì, eh?" chiese Dean sorridendo beffardamente all'intenro di quel piccolo ma accogliente salotto, guardandosi attorno e notando lo stesso stile lussuoso di casa di Katherine, osservando la quantità di libri sull'occulto e sul sovrannaturale sparsi per la stanza; solo dopo aver ricevuto una gomitata fra le costole dal fratello si accorse del modo in cui lo stesse guardando Giles, così allungò una mano nella sua direzione e mise su un sorriso falso. "Oh, ma che maleducato! Non mi sono presentato: sono Dean Winchester e questo è mio fratello Sam!".
"Sono cacciatori" chiarì Henry sorridendo in maniera beffarda, scuotendo la sedendosi accanto all'uomo.
"Cacciatori..".
"Consiglio?" chiese Katherine facendo qualche passo avanti ed osservando entrambi gli Osservatori con aria sever, intimandogli di smetterla immediatamente con lo sguardo, per poi concentrarsi sul più anziano. "Di che diavolo parlate?".
"Il Consiglio degli Anziani è un'organizzazione dedita all'individuazione, all'addestramento ed alla supervisione delle Cacciatrici nel mondo" rispose Giles avvicinandosi a lei e sorridendole, indicando ai tre con il viso di sedersi sul suo divano. "Ma perchè non mi racconti della caccia: come ha fatto il Djinn ad intrappolarti?".
"Perchè dovrei farlo?" chiese la donna sollevando un sopracciglio ed alternando lo sguardo fra i due uomini.
Henry e Giles risero di gusto, rircordando il carattere della ragazza e quanto non amasse fare rapporto o dare spiegazioni su ciò che avesse fatto durante le sue cacce, e la riconobbero subito; il più giovane si alzò ed estrasse del Whisky dal mobile bar posto accanto al camino del salotto, proprio come se avesse fatto quel gesto almeno un milione di volte e conoscesse ormai ogni angolo di quella casa come fosse la sua, e verso dei bicchieri che porse agli ospiti proprio come avrebbe fatto Giles se avesse potuto muoversi più liberamente.
"Il mostro ha avvelentato anche me, intrappolandomi insieme a lei" rispose Dean al posto della donna, prendendo il suo bicchiere e bevendo qualche sorso, per poi dare un colpo sulla spalla al fratello con aria fiera. "Il nostro Sammy ha salvato la vita sia a me che a Katherine!"
"Katherine?" chiese Giles accigliandosi ed inclinando la testa per ascoltarlo con aria stranita.
"Beh, è il nome che aveva nel sogno di mio fratello" rispose Sam aggrottando le sopracciglia ed osservando i due Osservatori scambiarsi un'occhiata. "Perchè, che c'è di strano?".
"Avete condiviso lo stesso sogno?" chiese Henry sollevando un sopracciglio ed indicandoli con il dito.
Katherine e Dean si guardarono per qualche secondo, notando solamente in quel momento di non averne mai davvero parlato, e si chiesero se davvero entrambi avessero vissuto la stessa realtà, ma in maniera opposta; la donna distolse lo sguardo prima che le immagini della loro vita perfetta inventata dal Djinn potessero invadere la sua mente e guardò Giles con aria stupita, biascicando un leggero e poco convinto no.
"Come facevi a conoscere il secondo nome di Sage se non l'avevi mai incontrata prima del sogno?" chiese Giles aggrottando le sopracciglia. 
"Sapeva anche il cognome" rispose Henry inclinando la testa di lato e sfregando le mani l'una sull'altra. 
"Sei un indovino? Uno stregone?" chiese l'uomo sulla sedia a rotelle visibilmente irritato, assottigliando gli occhi per studiarlo.
"Cosa? No! Assolutamente no!" esclamó Dean sgranando gli occhi ed allargando appena le braccia in quel piccolo divano, cercando aiuto nello sguardo del fratello che lo guardò con perplessità.
"E allora come lo sapevi?" continuò ad insistere Giles aggrottando le sopracciglia e fissandolo con aria sospettosa. 
"Ehi, ehi, calmiamoci! Non lo sa veramente, l'abbiamo appena scoperto come voi!" esclamò Sam con tono infastidito, attirando l'attenzione dei due Osservatori che quasi non si aspettarono un intervento simile. "Arriveremo alla soluzione insieme!".
Katherine sorrise fiera quando sentì il ragazzo difendere in quel modo il proprio fratello e gli fece cenno con il capo per lasciargli intendere che avesse fatto bene, poi volse lo sguardo sui due uomini che spostarono il discorso sulla seconda Cacciatrice individuata dal Consiglio quando tutti credettero che lei fosse morta, ascoltandoli dire che due persone con le loro particolari capacità sarebbero state in grado di fare qualsiasi cosa, come cacciare insieme ed abbattere i tempi di indagine; il testo del pomeriggio Giles lo passò con unatteggiamento differente, raccontarono loro molti aneddoti buffi sulla vita della ragazza, lasciando trasparire l'affetto e la commozione nella sua voce.
Non fu difficile per i tre cacciatori capire quanto Katherine si fosse lasciata alle spalle andando via e perdendo la memoria: non aveva dei genitori, ma una figura paterna degna di tale nome, una bambina che l'adorasse ed un marito che probabilmente tenesse a lei in un modo tutto suo.
Dopo qualche ora tornarono a prendere Judith dai vicini e si recarono alla casa, dove Henry iniziò a cucinare qualcosa per loro e i tre ragazzi si sedettero sul divano del salotto insieme alla bambina, che si sentì subito a suo agio con i due Winchester e li convinse a giocare insieme a lei in giardino, dove Katherine li seguì e li osservò con un grande sorriso; le faceva bene vederli insieme, nonostante faticasse ancora a credere che quella fosse proprio sua figlia, sua!
La donna osservò il maggiore dei Winchester tornare sconfitto da uno dei mille giochi inventati dalla piccola e si sedette accanto a lei sui gradini del portico, e Katherine pensò di non avergli mai visto un sorriso del genere sul viso.
"Sai, non ho mai visto mio fratello giocare in questo modo con un bambino.." sussurrò Dean distogliendo lo sguardo divertito da Judith e Sam, incrociando gli occhi azzurri della donna con un sorriso e leggendovi dentro molta esitazione. "E' bello staccare un pò la spina dalla caccia. Tu stai bene?".
Katherine fece spallucce e sospirò, appoggiando i gomiti alle sue cosce e facendo una smorfia di dissenso, continuandolo però a guardare. "Non lo so: essere una Cacciatrice con una superforza? Lo posso accettare. Sapere di aver il compito di uccidere più demoni e strane creature dall'età di quindi anni? Lo posso gestire. Ma una figlia? Dean, una figlia.. non posso neanche immaginare come abbia potuto dimenticarla".
L'uomo sospirò e le passò una mano sulle spalle con delicatezza cercando di infonderle coraggio, sforzandosi di sorridere. "Non è colpa tua se hai perso la memoria; sono sicuro che, nonostante sia piccola, Judith capisca che non l'hai abbandonata di tua spontanea volontà. Insomma, hai visto come ha reagito Judith quando ti ha vista? Lei ti adora".
Katherine sorrise sentendo quelle parole e tornò a guardarlo, ringraziandolo con lo sguardo ed appoggiandosi contro la sua mano con forza, stirando la schiena ed appoggiando i palmi delle mani sul portico per piegare al meglio la testa all'indietro, lasciando che i deboli raggi del sole in fase di tramonto le colpissero il viso ed il collo, mentre l'azzurro dei suoi occhi divenne molto più chiato una volta colpito dal fascio di luce.
"Grazie, non so come ringraziarvi per non avermi lasciata sola in questa circostanza".
"Sai che non l'avremmo mai fatto, ma un modo per dire grazie c'è, Kath" rispose Dean instintivamente, quasi senza rifletterci, spinto dalla curiosità dalla domanda smossa quel pomeriggio. "Abbiamo condiviso lo stesso sogno quando siamo stati presi dal Djinn?".
Katherine contrasse la mandibola ed ogni muscolo del suo corpo, e lo guardò con aria tesa accennando un sorriso molto imbarazzato, ed il ragazzo capì, ma ciò non gli bastò: Dean le fece cenno di dare una risposta alla sua domanda con uno sguardo eloquente e lei scosse appena la testa, abbassando il capo.
"Beh ho iniziato a ricordare qualche giorno dopo il mio risveglio, ma sono frammenti Dean" disse la donna sospirando, sollevando lo sguardo verso il ragazzo e facendo spallucce.
"Cosa ricordi?".
"Beh non molto.." rispose Katherine con aria seria, notando come i suoi occhi stessero assumendo una sfumatura quasi delusa, così capì non dover mentire e di poter dire la sua verità dato con quanta gelosia Dean avesse custodito la propria. ".. a parte il tuo lavoro all'officina ed il mio in ospedale, i tuoi genitori che non sono mai stati uccisi da Occhi Gialli, Sam che finiva i suoi studi e stava per sposare Jessica".
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e la fissò con incredulità, sorridendo nel sentirle dire tutto ciò che lui stesso avesse visto quando il Djinn lo avesse drogato ed appeso a delle funi per nutrirsi di lui, ma poi lesse qualcosaltro, qualcosa che la donna non stesse dicendo e capì immediatamente a cosa si stesse riferendo.
"Poi ricordo la nostra casa a Lowrence e la nostra vita insieme, i venerdì sera passati a mangiare cheesburger e patatine e bere birra davanti alla tua collezione di film western invece che andare in qualche pub a rimorchiare qualche tipa.." continuò Katherine facendo spallucce e sospirando, con un velo di malinconia nello sguardo.
"Quindi ricordi tutto" disse semplicemente Dean annuendo e spostando lo sguardo su suo fratello che avesse iniziato a rincorrere la piccola facendola ridere di gusto; serrò la mandibola e deglutì a fatica, sentendo appena gli occhi pizzicare e facendo in modo di non mostrarsi così vulnerabile allo sguardo della donna che non distolse il proprio nemmeno un secondo da lui, osservando la sua reazione. 
"Ti dispiace esserne uscito?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e rimettendosi dritta con la schiena, studiando il modo in cui distolse lo sguardo e lo posò sul suo. 
"A te no?" chiese l'uomo facendo spallucce ed incapace di nascondere il suo totale dispiacere di essere tornato in un modo così orribile. "Non c'erano mostri, non c'erano profezie e tutti quelli che amiamo erano ancora vivi, quindi si Kath, un pò mi dispiace essere tornato".
Katherine sospirò rumorosamente e tornò a guardare Judith giocare con Sam con un leggero sorriso sul volto. "Non lo so Dean: non sarà una vita perfetta, ma è la nostra.. ed il fatto stesso di avere voi due nella mia, a me basta".
Il ragazzo parve capire il suo discorso ed annuì in silenzio, pensando che forse avrebbe potuto avere ragione e che poter stare tutti insieme riuscisse a compensare tutto il dolore; il suo pensiero venne avvalorato quando la bambina urlò giocosamente il suo nome e quello di sua madre, in cerca di aiuto quando Sam la prese fra le braccia e la sollevò di peso contro la sua volontà; scambiò una rapida occhiata con Katherine, che sorrise e gli fece segno di seguirla con un sorriso, avvicinandosi al minore dei Winchester che iniziò ad indietreggiare tenendo in ostaggio la bambina che con un grosso risolino continuò a far sorridere i loro cuori.

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Capitolo 9
*** We'll never be the same again (Parte II). ***


Capitolo 7.
We'll never be the same again (Parte II).


 
La cena scivolò fra una risata e l'altra, probabilmente grazie all'ottimo vino servito da Henry che fece da complice e sciolse un pò gli animi un pò interdetti da quell'improbabile pasto in famiglia che da quel giorno sarebbe diventato un'abitudine specialmente per Katherine, che passò tutta la sera a tenere fra le braccia quella splendita bambina e ad osservare ogni sua buffa espressione, non riuscendo a fermare se stessa dall'assecondare ogni suo capriccio.
Quando le palpebre della piccola Judith iniziarono a farsi pesanti, si rifiutò di lasciare la presa attorno al collo della madre con quelle mani piccole e paffute, e la donna non riuscì a negare quanto piacere le facesse, così si alzò e seguì il padrone di casa al piano superiore, osservando per la prima volta quanto il lusso non fosse confinato solamente alla zona giorno al  piano di sotto, ma si estendesse anche alle numerose camere grandi e spaziose.
Si lasciò guidare fino ad una cameretta molto colorata e piena di giochi, oltre che di foto che la ritraessero con sua figlia nelle varie  fasi della sua vita; l'occhio di Katherine cadde su una piccola bacheca in sughero in cui trovò una sua foto con un grande pancione e subito strinse più forte fra le braccia Judith, che parve sentire le sue stesse emozioni e si fece piccola sul suo petto, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando sonoramente.
La donna osservò Henry disfare il letto tutto rosa della bambina e Katherine le baciò teneramente una guancia, prima di adagiarla sul materasso troppo grande per lei, e le rimboccò le coperte, osservandola per qualche momento tornare a respirare sopraffatta dal sonno ed abbracciata al suo cuscino con dolcezza.
Uscirono dalla stanzetta e lasciarono la porta semiaperta, invitando i due fratelli a salire per assegnargli una camera a testa e permettere anche a loro di riposarsi dopo quella lunga giornata ricca di emozioni e di nuove scoperte.
Katherine vide gli occhi di Dean schizzare quasi fuori dalle orbite quando capì di non dover condividere la stanza con il suo fratellino almeno per una notte nella sua vita e si lasciò condurre dalla donna alla propria, alzando il tono della voce un pò troppo quando si accorse che avrebbe avuto anche un bagno in camera tutto per sè, scordandosi per qualche momento che qualche porta più  in là dormisse una bambina di tre anni e mezzo; Katherine lo osservò chiudersi la porta alle spalle e sparire probabilmente con l'intenzione di concedersi un bagno caldo con alcuni di quei preziosi sali acquistati mesi prima dalla donna , e si voltò a guardare Sam che sorrise nella sua direzione.
Henry si schiarì la gola, ricordando la sua presenza ai due ragazzi che sembravano essere così complici, e gli mostrò la sua stanza per quella notte, invitandolo a rivolgersi a lui per qualsiasi necessità; Sam non lo ascoltò e concentrò il suo sguardo ancora una volta sulla donna, sorridendole brevemente ed augurandole una buonanotte, prima di entrare all'interno con il proprio borsone e chiudersi la porta alle spalle.
L'uomo afferrò una mano della Cacciatrice con cautela, osservando il suo sguardo accigliato e del tutto sorpreso da quell'intimità, e la condusse nella loro stanza padronale, facendole notare quanto fosse sfarzosa e piena di oggetti di cui lei non vedeva assolutamente un'utilità, e rimase sorpresa nel sentire che l'intera casa, i soldi e qualsiasi cosa fosse di loro gradimento venissero pagate direttamente dal Consiglio.
Katherine piegò la testa da un lato e si appoggiò al grande comò con le anche, fissando lo sguardo nel suo con l'aria di chi avesse appena avuto una grande rivelazione e sorrise.
"Noi non stavamo insieme quando sono rimasta incinta, quindi perchè ci siamo sposati?" chiese la donna osservando attentamente la reazione dell'Osservatore, che rimase sulla soglia ad osservarla con un sorrisino fra le labbra.
"Perchè ci siamo innamorati?".
"No, non credo.." sussurrò Katherine serrando le braccia al petto e sollevando un sopracciglio, per poi indcare l'intera casa con lo sguardo. "Penso piuttosto che ci siamo sposati perchè amavamo così tanto Judith da non volerle negare tutto questo, o mi sto sbagliando?".
Henry annuì, capendo che non avrebbe mai potuto ingannare una donna come lei e pensando che la sua intelligenza fosse troppa per una sola persona, avanzando di qualche passo nella sua direzione. "Si, è vero. Ma prima che sparissi nel nulla stavamo davvero provando a far funzionare il matrimonio".
Katherine annuì e sospirò, distogliendo lo sguardo per osservare gli armadi ed il grande letto dentro quella stanza; aprì un'anta del grande armadio padronale e trovò solamente dei vestiti femminili, capendo con un sorriso che non condividessero neanche la camera da molto tempo e che Henry cercasse di nasconderle qualcosa.
Lo invitò ad uscire dicendo che avrebbe voluto un pò di privacy e che avrebbe fatto una doccia, e l'uomo parve molto comprensivo all'idea di non trascorrere la notte insieme a lei, si avvicinò con un sorriso differente e le diede un rapido bacio sulla guancia, sfiorandole la base del collo scoperto per poi lasciarla sola e richiudersi la porta alle spalle.
Una volta da sola, la donna iniziò ad aprire ogni cassetto e a controllare l'intera stanza, osservando la quantità di gioielli, vestiti firmati e profumi che avesse, pensando che il Consiglio dovesse tenere davvero molto ai capricci della Cacciatrice ventiquattrenne che sciupasse i loro soldi in quelle cianfrusaglie; si avvicinò nuovamente al comodino, sopra cui fosse posta una grande televisione al plasma da almeno cinquantacinque pollici, ed aprì i vari cassetti in cui trovò solamente altri vestiti, tranne nell'ultimo: quando lo spalancò, vide una grande quantità di cassette e di dvd, ognuna con la propria etichetta.
Li osservò e li sfogliò, leggendo quanti fossero riferiti proprio a lei, specialemente le cassette in cui fossero custoditi i ricordi legati alla sua infanzia, mentre i dvd immaginò che riguardassero la sua vita moderna, ovvero Judith ed Henry.
Prese quello su cui ci fosse la scritta "Primo compleanno J." e sorrise inserendolo all'interno del lettore dvd ed accendendo la televisione; si sedette sul letto ed osservò una piccola bambina, ormai non più neonata, che si stringesse al collo della madre mentre qualcuno, Henry probabilmente, provasse ad inquadrarla con la telecamera; vide il momento della torta e le persone attorno a loro applaudire quando Judith cercò di soffiare quelle candeline senza capirne il significato, imitando il gesto della madre e a quella vista Katherine non riuscì a trattenere le lacrime, chiedendosi come avesse potuto dimenticare sua figlia.
Asciugò le sue guance e spense la televisione, sentendo l'impellente necessità di cambiarsi d'abito e di fare una doccia, così prese ciò che le sembrasse più comodo per dormire dall'armadio e si diresse in bagno, dove trovò una grande vasca bianco brillante e gli strumenti di prima necessità per la soprpavvivenza di un cacciatore: pinze, ago e filo, disinfettante ed una bottiglia di Vodka.
Sorrise divertita e si infilò nella vasca, sentendo il calore del forte getto d'acqua calda bagnarle i capelli e poi il corpo, mentre la sua mente iniziò a viaggiare e a chiedersi come avrebbe potuto conciliare le sue due vite: non voleva lasciare i due Winchester e Bobby, non riusciva neanche a pensarlo, figuriamoci farlo, ma non poteva abbandonare Judith, non poteva lasciarla da sola, avrebbero sofferto entrambe fin troppo.
Scosse la testa e pensò che tutto ciò che avrebbe voluto sarebbe stato parlare con Sam mentre lui la stringesse a sè per tutta la notte, com'erano soliti fare alla rimessa di Bobby, e sentirgli dire ancora una volta che tutto sarebbe andato per il meglio, ma tutto ciò che riuscì a fare fu continuare a piangere delle lacrime nascoste dal getto dell'acqua e che nessuno avrebbe potuto vedere.
Dopo aver passato un'abbondante oretta sotto quel meraviglioso getto d'acqua, uscì dalla vasca più distrutta emotivamente di quanto non fosse quando vi entrò, e si avvolse in un accappatoio, frizionando i capelli per togliere tutta l'acqua in eccesso; si rivestì velocemente, indossando una comoda tuta ed una maglia di cotone che sagomasse la sua figura, ed asciugò i suoi lunghi capelli biondi, osservando la sua immagine riflessa nel grande specchio del bagno e chiedendosi che decisione avrebbe preso e come si sarebbe evoluta la sitauzione.
Sospirò ed uscì dal bagno con i capelli ancora umidi, spegnendo la luce e dirigendosi verso il grande letto, su cui si buttò quasi a peso morto e si coprì di scatto, desiderando di sprofondare in un profondo sonno ristoratore, ma tutto ciò che riuscì a fare fu fissare il letto per le successive due ore e mezza, chiedendosi con che forza sarebbe uscita da quel letto il mattino seguente.
Sentì la stanza quasi schiacciarla e sbuffò, scoprendosi di colpo ed infilandosi le scarpe in fretta per dirigersi fuori dalla camera; uscì in silenzio, passando davanti alla stanza della piccola Judith ed osservandola dormire profondamente con un sorriso sulle labbra, e socchiuse la porta prima di scendere lentamente le scale e trovare Henry addormentato su uno dei divani fin troppo piccoli per lui con solo un sottile plaid sulle gambe.
Katherine sospirò e gli passò davanti, troppo ansiosa di giungere all'esterno della casa per trovare l'aria fresca della notte ad attenderla, permettendole di tornare a respiare in maniera regolare; si chiuse la porta alle spalle e fece qualche passo avanti nel buio della notte, rimanendo sul portico e fissando le stelle con un sorriso triste sul volto.
"Non riuscivi a dormire?" chiese una voce alle sue spalle, facendola sobbalzare e voltare nella sua direzione con aria spaventata.
"Sam?!" esclamò Katherine portandosi una mano al petto e sgranando gli occhi, osservandolo seduto sul dondolo del porticato con un'espressione divertita sul volto. "Che fai qui fuori a quest'ora?".
"Lo stesso che fai tu, immagino" rispose Sam sorridendo nella sua direzione ed indicandole di sedersi accanto a lui con un colpo della mano.
Katherine lo guardò per qualche secondo con aria quasi seria, poi sciolse il suo viso in un tenero sorriso e capì che anche lui stesse soffrendo esattamente come lei, così si avvicinò e si sedette accanto a lui portandosi le gambe al petto ed appoggiando il viso sul suo petto, lasciando che il ragazzo avvolgesse le sue spalle con un braccio per portarla più vicina a sè.
"Non riuscivi a dormire?" chiese la donna piegando il capo nella sua direzione, lasciando che i loro visi si sfiorassero per l'improvvisa vicinanza.
"Non proprio..". 
La donna lo osservò distogliere lo sguardo dal suo e fissare dritto davanti a sè con aria più seria e stanca, così non riuscì a trattanersi dal passargli una mano sul volto e fra i capelli, notando come il ragazzo si rilassasse contro quel tocco, chiudendo gli occhi e sospirando profondamente. 
"Dobbiamo parlare".
Katherine annuì, sapendo che quel momento sarebbe prima o poi arrivato e sorrise amaramente, preparandosi mentalmente a ciò che sarebbe successo da lì a poco; lo osservò aprire gli occhi e distaccarsi dalla sua mano, togliendole il braccio dalle spalle dopo averle schioccando un bacio fra i capelli, e si mise più dritta con la schiena per osservarlo meglio.
"Ti capisco Kath, so che hai una famiglia, Giles che ricopre meglio il ruolo di padre che quello del datore di lavoro e il Consiglio che ti aspettano. Ti capisco perfettamente" disse Sam di getto annuendo con poca convinzione ed occhi lucidi, guardandola con la paura di perderla. "L'unica cosa che mi sento di dirti è che, stare con te per tutti questi mesi è stato il regalo più bello che la vita potesse farmi".
La donna si ritrasse immediatamente, come se si fosse scotatta con dei tizzoni ardeni e sgranò appena gli occhi, mettendo della distanza fra loro e chiedendosi come potesse arrendersi in quel modo dopo una sola giornata, senza neanche combattere per ciò che avessero ed il sentimento che li legasse; provò così tanta rabbia che cercò di reprimere l'impulso di alzarsi e dargli un pugno dritto in viso, annuendo senza un'espressione precisa sul viso.
"Ok Sam".
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e la fissò con aria perplessa, cercando di capire perchè stesse reagendo in quella maniera invece di capire che stesse agendo solamente per il bene suo e della sua famiglia. "Ok Sam?".
"Sai, hai ragione" rispose Katherine annuendo e facendo spallucce, interrompendo poi il contatto visivo ed alzandosi di scatto dal dondolo. "Rientro, buonanotte".
"Cosa? No, Katherine aspetta" disse Sam alzandosi insieme a lei ed afferrandole un polso, bloccandola in una presa ferrea e costringendola a voltarsi nella sua direzione.
"Il mio nome è Sage!" esclamò la ragazza irritata, fissandolo negli occhi con rabbia e liberandosi della presa, pronunciando il suo vero nome con aria perentoria, nonostante non riuscisse a trattenere lo sgomento fino a qualche ora prima solamente a sentire Henry chiamarla in quel modo.  "Non Katherine, non Kath! È Sage!".
"Va bene, Sage" rispose Sam annuendo e mettendo via la mano, capendo che il suo fosse solamente un meccanismo di difesa. "Non hai altro da dirmi?". 
"Cosa vuoi che ti dica, Sam? Che mi dispiace? Che non riesco neanche a pensare di doverti stare lontana, ma devo farlo perchè sono sposata e ho una figlia?" chiese Katherine con le lacrime agli occhi, facendo spallucce e sentendo la voce tremare. "Che devo rinunciare all'unica persona alla quale non vorrei mai rinunciare?".
Sam sentì gli occhi pizzicare osservando la sua donna in quello stato, gli fece troppo male vedere quante lacrime le rigassero le guance e quanto stesse soffrendo a causa di quella circostanza; gli bastò una sola falcata per raggiungerla e stringerla in un grosso abbraccio, lasciando che Katherine si avvinghiasse a lui e piangesse fra le sue braccia come avesse tanto agognato fino a qualche ora prima nella camera da letto. Il ragazzo fece qualche passo indietro non lasciando mai la presa su di lei e le carezzò  i capelli sedendosi sul grande dondolo, stringendola nuovamente contro il suo petto, che presto divenne zuppo per le lacrime di entrambi.
Quando la donna si allontanò di poco, asciugandosi le numerose lacrime con la manica della sua giacca, e lo guardò negli occhi notando il suo stesso dolore nonostante il buio. 
"Penso di doverci restare per vedere se aiuta la mia memoria" sussurrò Katherine tirando su con il naso e sospirando rumorosamente. "Se l'ho sposato ci dev'essere un motivo".
Sam annuì e le sfiorò la guancia, sapendo perfettamente che malgrado la sua reazione precedente, fosse proprio quello che avesse bisogno di sentire; le depositò un leggero bacio sulla fronte e la strinse al petto per qualche altro momento, prima di discostarsi del tutto.
"Appena mio fratello ed io avremo capito come conosceva il tuo secondo nome e il tuo cognome nel sogno ce ne andremo". 
"Bene!" esclamò Katherine tornando ad assumere un'aria quasi arrabbiata, a cui però l'uomo rispose con un sorriso debole.
La donna lo osservò alzarsi con un sospiro e dirle che sarebbe rientrato in casa, e con lentezza abbandonò con lo sguardo il suo viso per dirigerlo sulla porta, facendo in modo che non potesse vedere il suo volto rigato dalle lacrime e dal dolore, ma la luce della notte lo tradì e Katherine riuscì a cogliere il suo sguardo addolorato.
"Sam, aspetta!".
Il ragazzo si voltò e la donna si alzò, andandogli incontro con velocità e gettandogli le braccia attorno al collo, sentendo le sue mani arpionarsi alla sua schiena e stringerla di più a sè; rimasero a guardarsi per qualche istante, comunicando silenziosamente fra di loro e ricordandosi quanto tenessero l'uno all'altra; Katherine salì sulle punte ed annullò la distanza fra di loro, baciandolo con avidità e stringendolo sempre di più, sentendo il ragazzo approfondire il bacio ed indietreggiare fino ad uno dei pilastri del portico.
La donna inarcò la schiena e sentì le mani di Sam insinuarsi sotto la maglia per stringerla direttamente dalla pelle, con l'implacabile urgenza di passare tutta la notte e tutta la vita a baciarla e a fare l'amore com'erano soliti fare; Katherine riprese fiato e diede fine a quel bacio che la commosse fino alle lacrime, sentendo i suoi sentimenti per lui battere freneticamente insieme al suo cuore, e si guardarono negli occhi per dei lunghi istanti.
"Vorrei non dovere andare" disse Sam baciandole un'ultima volta le labbra in maniera casta, sfiorandole la guancia e sentendo le lacrime rigargli il viso.
La lasciò andare e si diresse verso la porta per salire nella sua stanza, dove avrebbe pensato tutta la notte a quel bacio e alla conclusione della loro relazione, lasciandola da sola su quel portico a crogiolarsi nel dolore; Katherine rientrò in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle e salì le scale nel tentativo di cercarlo, stringerlo ancora un'ultima volta, quando trovò la sua porta chiusa e sospirò.
Deglutì a fatica e fece per voltarsi verso la sua stanza, quando capì di non aver alcuna intenzione di passare la notte da sola: si intrufolò nella stanza di Judith e si insinuò sotto le coperte insieme a lei, avvolgendola in un caldo abbraccio e baciandole la tempia con delicatezza.
Katherine sarebbe tornata alla solita routine, demoni, vampiri, licantropi. L'unica differenza sarebbero state le persone con cui avrebbe cacciato, si sarebbe allenata con più costanza, avrebbe conosciuto la ragazza che aveva preso il suo posto e insieme avrebbero sconfitto tutte le forze del male, avrebbe perfino ricordato tutto quello che aveva dimenticato, si che ci sarebbe riuscita! Si sarebbe presa cura dell'angioletto che prese a dormire beatamente fra le sue braccia, ma sarebbe mai riuscita a provare qualcosa per Henry? L'avrebbe mai ricordato?
Non riuscì a trovare risposta a quella domanda, conscia del fatto che avrebbe sofferto davvero tanto nel tenere lontano i tre uomini a cui doveva la vita e che l'avessero riaccompagnata a casa come promesso, con la speranza di rivederli presto.
Sentì il suo corpo e la sua mente cedere e pensò che probabilmente avrebbe ripreso a dormire in compagnia molto presto, stringendo le braccia attorno al corpo esile della figlia.

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Capitolo 10
*** I'll Carry you Home. ***


Capitolo 8.
I'll Carry you Home.

 
Dean aprì i suoi grandi occhi verdi in quella stanza che, per la prima volta da che ne avesse memoria, non fosse costretto a dividere con il fratello; non ricordò l'ultima volta in cui avesse dormito così bene e si fosse sentito così al sicuro, cosciente del fatto che nessun demone o creatura si sarebbero intrufolati nella notte.
Gli venne molto difficile da ammettere, ma quella casa e quell'ambiente di Osservatori riuscivano a trasmettergli davvero tranquillità e serenità, così come Henry nonostante pensasse che avesse rinunciato troppo presto a cercare la moglie, consolandosi sicuramente fra le braccia della prossima Cacciatrice. 
Il ragazzo sospirò e si passò una mano fra i capelli spettinati dalla notte, ancora disteso sul grande letto: pensò con tristezza a Katherine ed al fatto che le cose sarebbero cambiate in fretta, e che non sarebbe più andata in giro per il paese con loro, nè tantomeno avrebbero condiviso con lei lo stesso tetto di Bobby.
Il solo pensiero gli bloccò il respiro per qualche secondo: si era sforzato così tanto di pensare che ciò che provasse ogni volta che le fosse accanto fosse semplicemente un'infatuazione momentanea e che magari passare del tempo distanti avrebbe semplificato e chiarito le cose, ma ci aveva già tentato. Tutte le volte che avesse provato a rimorchiare qualche ragazza nei bar, il suo pensiero finiva sempre su Katherine fra le braccia del suo stesso fratello; provò ad affogare i suoi dispiaceri nell'alcol sapendo perfettamente che non avrebbe mai potuto fare nulla per conquistare il suo cuore nel modo in cui avrebbe voluto, perchè amava Sam e non poteva comportarsi in maniera così egoistica proprio con lui.
La presenza di Henry e l'essere venuti a conoscenza di quale fosse la vera vita della donna complicò ulteriormente le cose, mentre un unico pensiero gli attanagliò la mente: stare lontano da Katherine sarebbe stata sicuramente un'impresa ardua ma ci sarebbe dovuto riuscire.
Sbuffò e si sollevò dal letto con l'umore più nero di quanto pensasse, deciso a dirigersi sotto la doccia per schiarirsi un po' le idee e cercare di smettere di pensare.
 
 
 
Sentì il corpicino della sua bambina muoversi nel tentativo di liberarsi delle sue braccia, per voltarsi e richiamare l'attenzione della madre schiacciandole le mani sulle guance per infastidirla giocosamente, iniziando a ridere di gusto ad alto volume, facendo in modo che Katherine aprisse gli occhi e pensasse di non aver mai sentito un suono più bello; la donna la strinse e la piccola Judith rise ancora, iniziando a sussurrare delle parole che non avrebbe capito neanche se fosse stata completamente sveglia, facendo ridere anche a lei.
Sollevò la piccola con forza e capì che fosse ora di fare colazione, così le schioccò un forte bacio sulla guancia ed uscì dalla sua stanzetta rosa tenendola fra le braccia come se fosse un'abitudine mai andata del tutto via dal suo cuore. Scese le scale mentre Judith iniziò a dirle quanto avesse fame e la madre istintivamente la strinse più forte, entrando nella cucina con un sorriso molto grande.
Vide i tre uomini già seduti sugli sgabelli della grande isola ma solo quando incontrò lo sguardo di Sam, si ricordò della notte precedente e di ciò che si fossero detti durante quella conversazione dolorosa sul portico, avvertendo nuovamente quel brutto vuoto nello stomaco che le facesse male.
"Buongiorno.." sussurrò la donna accennando un sorriso triste nella sua direzione, che si allargò quando incontrò con lo sguardo quello del maggiore, che salutò la bambina con un sorriso ed un cenno della mano. 
Henry si schiarì appena la voce per richiamare la sua attenzione e si avvicinò ad entrambe con un sorriso, e Judith si avvicinò al padre per abbracciarlo, rifiutandosi però di scendere dal corpo della madre e tornando subito a gettarle le piccole manine al collo; Katherine sospirò e piegò la testa di lato, osservando le piastre sopra i fornelli con un sorriso divertito.
"Spero che ci sia qualcosa di pronto, perchè qualcuno qui non smette di ripetermi quanto abbia fame!" esclamò la donna ridendo e scuotendo leggermente la bambina fra le braccia, che rise e si nascose sul suo petto con un risolino.
Katherine si sedette accanto ai due fratelli e subito Dean si sporse a disturbare giocasomente Judith, che gli fece la linguaccia e si appoggiò con un piedino alla sua coscia, facendovi forza per salire su di lui, ma rimanendo comunque ancorata al collo della madre. Judith rise e solamente quando capì che le mani del cacciatore fossero salde su di lei, la madre lasciò la presa e le permise di iniziare a giocare con i due uomini che risero insieme a lei: la piccola si avvicinò al minore, afferrandogli una ciocca di capelli fra le mani e ricordando il modo in cui il giorno precedente l'avesse fatta giocare, così gli fece una linguaccia sedendosi sull'isola.
Katherine sorrise a quella scena e tornò a fissare il suo sguardo su Henry, che lo distolse dalla figlia per posarlo su di lei, sorridendole e tornando ai fornelli sotto il suo sguardo attento; la donna non riuscì a fare a meno di notare l'amore verso la piccola nel suo sguardo e capì che avrebbe potuto dargli almeno una possibilità, dato che in fondo non lo conosceva e tutto ciò che avesse fatto in quell'ospedale lo avesse fatto solamente per proteggere la figlia.
"Sage, Giles ha chiamato poco fa: ha una pista sulla strana connessione che tu e Dean condividete" disse l'Osseratore girando distrattamente i due grossi e spessi pancake sulla pistra, voltandosi a guardarla con aria un po' più seria.
La donna storse il naso a sentire il modo in cui l'avesse chiamata, non riuscendo più ad identificarsi in quella donna dai vestiti firmati e dalla puzza sotto il naso, così sospirò con dissenso e scosse la testa, alzandosi lentamente in piedi e facendo per uscire dalla cucina prima di fermarsi sulla soglia per qualche secondo. "Ok, usciamo appena finite di mangiare, ed Henry? Per favore, chiamami Katherine!".
Lasciò la stanza con uno sbuffo ignorando gli sguardi che i tre uomini le stessero lanciando dopo aver sentito l'ultima frase del tutto diversi l'uno dall'altro; Sam sospirò e credette che agisse per via del dolore che provasse, Henry scosse la testa, pensando che potesse essere attribuito ancora all'amnesia ed al fatto che potesse essersi creata un'altra personalità durante quei mesi, mentre Dean sorrise compiaciuto, perchè anche lui provò un certo ribrezzo nel sentire il modo in cui suonasse quel nome su di lei, che tornò così diversa da come tutti se la ricordassero.
Katherine salì al piano di sopra e si diresse velocemente nel bagno dove si cambiò i vestiti dopo una lunga doccia calda, scartando automaticamente gli abiti costosi nell'armadio in favore di un paio di vecchi jeans sagomati ed una felpa che avesse l'aria di essere un po' vecchiotta, guardondosi allo specchio e sorridendo, riconoscendosi dopo molto tempo.
Sentì due nocche sbattere contro la porta e gli intimò di entrare, notando Sam aprirla con lentezza tenendo in braccio la piccola Judith con le mani ed il viso ancora sporchi dei residui di cibo della colazione; il cuore le si sciolse nel vedere quella scena e sospirò rumorosamente nell'osservare il sorriso triste che il ragazzone si stesse sforzando di nascondere.
"Ti stava cercando al piano di sotto, così l'ho portata qua da te.." sussurrò Sam accennando un sorriso ed avanzando lentamente nella stanza, osservandosi intorno e notando la grande stanza ed il modo in cui fosse stata arredata con aria divertita.
"Grazie Sam" rispose la donna avanzando verso di lui, afferrando istintivamente le mani sporche della figlia e bloccandole prima che potesse sporcare anche lei quando il ragazzo la mise giù; Judith rise ancora e si dimenò fino a sparire all'interno del bagno della madre, ed il suo istinto le disse di seguirla prima che combinasse qualche guaio, ma si voltò verso il ragazzo con un sorriso interdetto. "Io dovrei..".
"Andare con lei, lo so.." sussurrò il ragazzo sorridendo ed annuendo, capendo perfettamente che quella fosse sempre stata la sua vita e che sua figlia fosse più importante di qualsiasi discussione avrebbero potuto intraprendere; sospirò e si avvicinò lentamente, fino a sfiorare con le sue labbra la sua fronte mentre con una mano le carezzava la nuca, ed avvertì le mani della donna cingergli la schiena prima di adagiare il capo sul suo petto.
Dopo qualche secondo Sam sciolse l'abbraccio e le sorrise sinceramente, voltandosi per uscire dalla stanza prima di riservarle un'ultima occhiata dispiaciuta; non appena il ragazzo se la richiuse alle spalle, Katherine sgranò gli occhi sentendo un forte getto d'acqua provenire dal bagno e corse in quella direzione, portandosi le mani ai capelli nel vedere ciò che sua figlia fosse stata in grado di combinare in quei pochi minuti di libertà.

 
 
Roteò gli occhi quando sentì suo fratello ed Henry parlare ininterrottamente per tutto il viaggio in auto delle caratteristiche delle proprie macchine, osservando il modo in cui si accese e gli occhi di Dean iniziassero a brillare nel sentire il rombo del motore della Mercedes dell'Osservatore, rispondendo poi in maniera orgigliosa a tutte le domande che gli stesse riservando sulla sua Impala.
Sam intercettò lo sguardo della ragazza seduta sui sedili anteriori, la quale si voltò per lanciare un'occhiataccia al maggiore che però continuò a parlare con il guidatore senza capire cosa ci fosse di così strano, sollevando un sopracciglio e fissandola come per dirle che avrebbe preferito parlare di motori che stare rinchiusi in quel silenzio imbarazzante fino a quando non fossero arrivati alla casa di Giles.
Lasciarono Judith all'asilo, dove fece qualche protesta più del solito dicendo che volesse stare con sua madre e Katherine sorrise, piegandosi sulle ginocchia per essere al suo livello e dandole un forte bacio sulla guancia, dicendole che sarebbe passata a prenderla personalmente alla sua uscita; la bambina parve capire e li salutò prima di raggiungere correndo i suoi compagnetti con un sorriso.
La madre risalì in auto e vide gli sguardi strani che i tre uomini le stessero riservando, chiedendosi come avesse fatto a calmare e convincere Judith in così poco tempo dopo così tanti mesi di lontananza e non avendo la più pallida idea di come si facesse la madre.
Sorrise compiaciuta quando Henry posteggiò la sua grande auto all'interno del vialetto della casa dell'Osservatore e scese insieme ai ragazzi che la seguirono in silenzio; Katherine bussò alla porta con impazienza e subito Giles sorrise nella loro direzione, invitandoli ad entrare.
Li condusse nel piccolo salotte e li pregò di accomodarsi, avvicinandosi alla sua scrivania con la sua sedia a rotelle con aria un po' più seria per dare un'ultima occhiata ai documenti che avesse trovato, come per convincersene un'ultima volta.
"Allora Giles, cos'hai scoperto?" chiese la ragazza sospirando, tornando a sedersi sul bracciolo del divano su cui fossero seduti i due fratelli proprio come il giorno precedente, rifiutandosi cattegoricamente di sedersi accando ad Henry, che si adagiò sul grande divano da solo. 
L'uomo sollevò lo sguardo verso di lei e fece una smorfia con le labbra, afferrando dei fogli fra le mani ed avvicinandosi con un sospiro. "Quando ieri sera siete andati via, ho ricordato una cosa: molto tempo fa ho sentito parlare di una Cacciatrice e di un uomo legati a doppio filo, quasi in simbiosi. Lui sentiva tutto ciò che sentisse la Cacciatrice e conosceva  incosciamente tutto su di lei".
"Cosa?" chiese Katherine con aria scioccata, sgranando gli occhi e faticando a credere che tutto ciò potesse essere vero. 
L'ex Osservatore guardò nella sua direzione con aria piuttosto seria e severa, alternando lo sguardo fra lei ed il ragazzo in questione. "Molte Cacciatrici non hanno mai trovato quest'uomo: è una cosa davvero molto rara".
I due fratelli si scambiarono una rapida occhiata sconvolta, sgranando gli occhi ed aggrottando la fronte pensando che avrebbero presto chiamato Bobby per chiedergli se avesse mai sentito parlare di qualcosa del genere, quando Katherine tornò a fissare i due Osservatori con aria fin troppo scettiva e divertita. "Quindi Dean riuscirebbe a sentire tutto ciò che provo?".
"In un certo senso, ma ciò che è ancora più importante è che ogni caso raro in cui la Cacciatrice e quest'uomo si incontrano.." sussurrò Giles osservando dritto negli occhi Dean e gesticolando con nervosismo, lasciando trasparire la preoccupazione nella sua voce. ".. non vanno a finire mai bene".
Il maggiore aggrottò le sopracciglia in maniera confusa e piegò le labbra in un sorriso divertito, non riuscendo a credere neanche per un secondo che tutto ciò che stesse dicendo fosse vero. "E ciò vorrebbe dire che.. ?". 
Giles sorrise amaramente e mostrò loro quei documenti che tenesse fra le mani dopo aver scambiato una rapida occhiata con Henry, facendo si che potessero vedere con i propri occhi le rappresentazioni iconografiche ed alcune foto di ciò che li attendesse. "1425, un uomo è stato trovato dilaniato: si era sacrificato per salvare lei; 1720, uomo stermina un'intera piazza di manifestanti ed il giorno dopo venne ritrovato ciò che restasse del suo corpo, posseduto e ucciso per non aver rivelato dopo si trovassse la Cacciatrice; 1970, un uomo è stato scaraventato giù da un grattacielo e ridotto a brandelli perchè si era rifiutato di tradire la sua ragazza".
I tre ragazzi fecero oscillare i propri occhi sulle immagini riportate e sull'unico articolo di giornale che Giles avesse trovato, chiedendosi come tutto ciò potesse aver a che fare con loro; Katherine aggrottò le sopracciglia ed osservò per l'ultima volta la foto che ritraesse ciò che restasse dell'ultimo caso e lasciò andare il documento sul tavolo, sollevando lo sguardo disturbato fino all'Osservatore."Non capisco cosa vuoi dirmi".
Giles sorrise appena nella sua direzione e si avvicinò per sfiorarle la coscia con un gesto delicato e paterno, per poi passarle la mano sul volto con dispiacere pensando a quante cose l'avesse vista rinunciare per un destino che non avesse chiesto. "Secondo la profezia, la Cacciatrice ed il suo Difensore condividono una sintonia davvero complicata: loro sono destinati ad amarsi più di qualsiasi altra cosa al mondo senza possibilità di scampo, a ferirsi l'un l'altro fino all'inverosimile, e a morire l'uno per l'altro per il loro amore".
Katherine sgranò gli occhi sentendo il terreno mancarle sotto i piedi e ringraziò mentalmente di essersi precedentemente seduta; si voltò a guardare i due fratelli con aria incredula, notando il modo in cui Sam sembrasse aver capito e ne fosse spaventato, mentre Dean ricambiò il suo sguardo con una perfetta faccia poker.
"Non voglio mettere in dubbio le tue ricerche, ma sono un cacciatore" rispose il maggiore sollevando un sopracciglio e ridendo di gusto, spostando lo sguardo sull'uomo in carrozzina. "Potrei morire nella prossima caccia!".
"Ragazzo, sto cercando di farti un favore!" esclamò Giles alzando il tono della voce ed indicando la foto risalente al 1970, marcando con il dito il tipo di ferite che riportasse l'uomo. "I Difensori vengono uccisi tutti dai Cerberi!". 
Dean tornò a cercare lo sguardo della donna a fianco a sè, che aggrottò le sopracciglia esattamente nella sua stessa maniera per poi tornare a posare lo sguardo su Giles, che sospirò e scosse la testa con aria davvero dispiaciuta.
"Vuol dire che sono stati portati e torturati all'Inferno per l'eternità.." sussurrò Sam non riuscendo a smettere di fissare la foto, sentendosi visibilmente turbato per quelle informazioni e chiedendosi cosa davvero significassero.
Henry aggrottò le sopracciglia e, dopo essere stato in silenzio ad osservare e ad ascoltare quanto riferito dal suo collega, serrò le braccia al petto e sollevò un sopracciglio, storcendo il naso mentre fissava in cagnesco il maggiore dei Winchester. "Pensavo che fosse una leggenda". 
"Purtroppo non lo è: questi uomini si sentono come in dovere di proteggerle, di salvarle per dar loro un'occasione in più di continuare a lottare" rispose Giles sospirando appena e notando con uno sguardo gli occhi lucidi che la donna stesse provando a nascondere.
Sam osservò il modo in cui lo sguardo del fratello fosse disperso nel vuoto, rincorrendo chissà quale pensiero che gli stesse attraversando la mente e chiedendosi se davvero potesse essersi innamorato proprio della sua ragazza; scosse la testa e pensò che Dean non avrebbe mai potuto fargli una cosa del genere. "Mettono la vita della Cacciatrice dinnanzi alla loro". 
"Quindi è per questo che conoscevi il mio nome completo e la città in cui vivessi?" chiese Katherine aggottando le sopacciglia, sospirando rumorosamente fino a voltare il suo sguardo tremante ed impaurito nella direzione del ragazzo, che lo ricambiò ma non disse nulla; deglutì a fatica e si voltò verso i due Osservatori, alternando lo sguardo fra di loro. "Adesso che dovremmo fare?".
"Penso che l'unica soluzione si quella di separarvi.." sussurrò Henry appoggiando i gomiti alle cosce e sorridendo un po' troppo per i loro gusti, avendo trovato la scusa perfetta per non farli rimanere più del dovuto nella sua casa.
Katherine lo fissò in cagnesco, sentendosi come il giorno prima quando avesse minacciato di sparargli, per poi lasciar scivolare lo sguardo sui due ragazzi, soffermandosi su ognuno di loro con aria di dissenso: separarsi la dolo? Erano la sua famiglia, come poteva fare una cosa del genere?
Li vide spaesati quanto lei, travolti da quelle notizie non troppo belle che li avrebbero messi in pericolo maggiormente rispetto al solito e per un solo istante pensò che avrebbero potuto gestirlo; il suo sguardò tornò su quella foto del cadavere dilaniato e sentì gli occhi pizzicare, pensando che non avrebbe mai potuto sopportare che Dean venisse ucciso in quel modo per colpa sua.
Si alzò di scatto senza dire nulla e senza guardare nessuno passando fra i due divani e dirigendosi verso l'ingresso col solo intento di uscire fuori da quella casa diventata improvvisamente troppo piccola per lei, dirigendosi giù dal portico fino alla macchina di Henry nel tentativo di trovare l'ossigeno di cui necessitava per tornare a respirare.
Delle lacrime silenziose e solitarie le rigarono il viso e si portò una mano alla bocca, cercando di eleborare quanto avesse sentito e cosa ciò comportasse, spazzandole vie con l'altra, scuotendo la testa ed appoggiando alla fiancata dell'auto con il braccio sinistro.
Sentì una mano sfiorarle la spalla e si voltò pronta a mandare via chiunque l'avesse seguita per calmarla, ma poi incontrò gli occhi del maggiore dispiaciuti tanto quanto i suoi e che silenziosamente le stessero comunicando che avesse capito le sue intenzioni, e che le avrebbe rispettate. 
Istintivamente la ragazza si sporse nella sua direzione per buttargli le braccia al collo, sentendo quelle del cacciatore cingerle i fianchi mentre affondava il viso fra i suoi capelli e sospirò cercando di non lasciarsi sfuggire neanche una lacrima.
Erano preparati al fatto che sarebbero stati separti almeno per un po', ma per sempre? Per la sua incolumità?
Katherine sciolse l'abbracciò ma mantenne le mani appoggiate alle sue spalle e lo guardò negli occhi, trovando il suo sguardo triste e sconsolato perchè neanche lui poteva sopportare di lasciarla andare in quel modo: avrebbe preferito che lei e suo fratello avessero continuato a stare insieme e che avrebbeto potuto vedersi di tanto in tanto, ma una cosa così definitiva gli faceva troppo male.
"Dean, se quello che dice Giles è vero potresti morire in ogni momento che passi con me.." sussurrò la ragazza con voce spezzata, muovendo le sue mani in maniera nervosa contro la sua giacca e spostando lo sguardo su di esse. "Dovete andarvene e lasciarmi qui". 
Il cacciatore serrò la mandibola con forza e la guardò per un lungo istante sentendo gli occchi pungere, tenendola stretta dai fianchi e non riuscendo più a capire quali fossero i limiti che imponesse il loro tipo di rapporto, sentendo la voglia di colmare quella distanza con un bacio per tranquillizzarla soffocare dentro di sè. "Non costringermi a scappare da questo, Kath. Per favore".
"Dean, io.." sussurrò Katherine abbassando lo sguardo nuovamente e scuotendo la testa, sospirando rumorosamente e sentendo delle lacrime rigarle il volto per la seconda volta, sentendo l'irrefrenabile voglia di voltarsi per non farsi vedere addolorata i quella maniera. "A quanto pare io sono sono sposata e devo riuscire a ricordare tutto! Non ti costringo a scappare ma non puoi restare qui, potresti morire! E io non posso neanche pensare che ti succeda qualcosa, o a Sam!". 
L'uomo la osservò per qualche istante, osservando il modo in cui fosse strettamente convinta delle sue parole e di quanto dicesse, sapendo benissimo che se avesse preso quella decisione non ci sarebbe stato modo di farle cambiare idea; annuì lentamente e le mostrò i suoi occhi lucidi a cui la ragazza reagì con aria sorpresa, come se non fosse riuscita a capire il suo dispiacere fino in fondo. L'avvicinò nuovamente contro il suo corpo e seppellì il viso fra i suoi capelli cercando di memorizzare ogni secondo, mentre sentiva le sue braccia stringergli forte il collo ed attirarlo a sè.
"Non riesco a gestire tutto insieme, non sono abbastanza forte.." sussurrò la donna chiudendo gli occhi per qualche secondo e beandosi di quel contatto, tirando su con il naso ed asciugandosi le lacrime, pensando a quanto perderli entrambi le facesse male.
"È solo complicato, ma ce la farai!" esclamò Dean sciogliendo l'abbraccio e cercando di essere forte, sorridendole e sfiorandole il viso con una mano. "Ok?".
Katherine annuì con la testa e sorrise sinceramente, stringendo le sue mani e sollevandosi sulla punta dei piedi per arrivare all'altezza del suo viso per schioccargli un delicato bacio sulla guancia, prima di tornare a guardarlo con aria un po' confusa. "Grazie".
Il cacciatore sospirò ed abbassò brevemente lo sguardo sulle loro mani, serrando la mandibola e pensando che probabilmente non avrebbe mai potuto avere da lei ciò che avrebbe voluto veramente; lasciò la presa sulla donna e si avviò verso la casa per comunicare agli altri ciò che Katherine avesse deciso, invitandoli a tornare a casa in maniera tale che lui e suo fratello avrebbero potuto lasciare Lawrance nel più breve tempo possibile, tornando finalmente da Bobby che aveva sempre avuto ragione a dire loro di non affezionarsi troppo alla donna, sapendo già da prima che sarebbe finita in quel modo.
I due Winchester prepararono i loro borsoni in fretta provando del dolore quasi fisico ad allontanarsi dalla ragazza che avesse riempito loro le giornate per così tanto tempo, che avessero iniziato ad amare per via del suo modo di prendersi cura di loro in maniera quasi dolce, stando sempre attenta ai loro bisogni per ringraziarli di averle salvato la vita e di non averla abbondata quando la trovarono con un'amnesia e con dei demoni alle calcagna.
Salutarono la piccola Judith che iniziò a piangere quando li vide andare via, dimenandosi dalle braccia del padre per raggiungere i due ragazzi che la sautarono con la dolce illusione che un giorno si sarebbero potuti rincontrare e avrebbero nuovamente giocato insieme a lei, compiacendola. Dean vide il fratello uscire dalla porta di casa e, prima di seguirlo, si voltò verso Henry con aria molto seria e perentoria, intimandogli di prendersi cura di Katherine e rispettarla come si deve altrimenti gliel'avrebbe fatta pagare carissima, e a quella minaccia l'Osservatore sorrise divertito, facendo un cenno della testa con la promessa che non le avrebbe mai fatto mancare nulla.
Sam sorrise amaramente quando mise il suo borsone nel bagagliaio dell'Impala posteggiata nel vialetto, sentendo la presenza di Katherine farsi sempre più vicina fino a quando si appoggiò proprio accanto a lui, sollevando lo sguardo nella sua direzione con un sospiro.
"Quindi ci siamo: questo è un addio.." sussurrò la ragazza con voce spezzata, prendendo fiato e guardandolo con dispiacere mentre si chiedeva mentalemente come avrebbe fatto a sopravvivere senza di loro.
Il minore si sarebbe pure lasciato andare alla tristezza ed al rammarico come stesse facendo lei, ma prese il sopravvento la rabbia e strinse i pugni per qualche secondo, prima di avvicinarsi velocemente fino a raggiungerla completamente, afferrando il suo viso fra le mani e lasciando che, il fatto che Henry e Dean li stessero guardando, perdesse importanza. "No, non lo è! Lo tratteremo come un qualsiasi caso e cercheremo di scoprire qualcosa di più su questa connessione mortale, e quando sarà finita potremo finalmente rivederci".
Katherine colmò quella distanza fra loro e affondò il viso sul suo petto, chiudendo gli occhi e sentendoli pizzicare; sospirò senza dire nulla, conscia del fatto che il ragazzo avesse capito quanto si fosse ormai legata a lui e quanto avrebbe voluto che restasse. 
Sollevò il viso nella sua direzione e si sollevò sulle punte per dargli un delicato bacio sulla guancia, sforzandosi di sorridere e stringendo le sue mani con decisione; lo vide ricambiare e poi lasciare la presa su di lei, dirigendosi verso lo sportello del passeggero per salire a bordo, osservando con la coda dell'occhio il maggiore avvicinarsi per lasciare il proprio borsone nel portabagagli.
Dean lo chiuse di scatto e si appoggiò ad esso con i fianchi, serrando le braccia al petto e rivolgendole un grosso sorriso, palesemente messo su per nascondere il dolore alla donna, che lo guardò facendo un sorriso e mordendosi il labbro inferiore con nervosismo. 
"Mi mancherai".
Il ragazzo rise di gusto e si mise dritto con la schiena fino ad andarle davanti e a sfiorarle le braccia con le dita, incastrando il suo sguardo con il proprio non riuscendo a pensare al fatto che per lui fosse come una calamita e si chiese fino a quanto avrebbe resistito nello starle lontano. "Lo so dolcezza: faccio questo effetto a tutte le ragazze, ma sai che ho un debole per te".
Katherine rise di gusto e si sporse verso di lui come prima a casa di Giles, cingendogli il collo con le braccia e sentendo le sue braccia stringerla forte a sè, mentre con una mano salì a sfiorarle la nuca ed i capelli sperando che quell'abbraccio non finisse mai. 
"Dì a Bobby che mi dispiace e che gli voglio bene, per favore.." sussurrò la donna allontanandosi quel poco che bastasse per guardarlo negli occhi con un sorriso triste, stringendo le sue mani.  
 Il cacciatore sorrise e sospirò lentamente, facendo vagare lo sguardo fino allo specchietto retrovisore del lato passeggero e notando lo strano modo in cui Sam stesse osservando la scena con sopracciglia aggrottate; l'uomo scosse la testa e guardò la mano destra della Cacciatrice ancora stretta nella sua e se l'avvicinò alle labbra, depositandovi un bacio con dolcezza e delicatezza ed in quel momento Katherine fu sicura di aver finalmente incontrato il vero Dean, ritrovandosi a pensare che probabilmente la storia sulla profezia potesse essere vera mentre un brivido le percorse la schiena. "A presto, piccola".
Controvoglia lo lasciò andare, osservandolo lasciar scivolare le loro mani mentre si allontanava con aria un po' più cupa fino a salire in auto, dove accese il motore e si sforzò di sorridere nella direzione del fratello, che però tenne lo sguardo fisso sulla strada senza ricambiare il suo; Dean la guardò un'ultima volta dallo specchietto retrovisore e fece partire l'Impala con il cuore più pesante, osservando Sam cambiare espressione fino quasi ad arrabbiarsi per aver lasciato andare la ragazza.
Lasciarono il vialetto e poi la strada della sua casa, lasciandosi alle spalle l'isolato e poi la città in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri  fin quando si fece buio ed uscirono persino dal Kansas con un pesante macigno sullo stomaco e sul petto.
Le ore passarono e Sam non disse una parola, perso nei suoi pensieri e nel suo dolore, così Dean decise a mettere da parte il suo per occuparsi del suo fratellino come aveva sempre fatto in tutta la sua vita: accostò alla prima tavola calda che incontrarono pur di mettere qualcosa sotto i denti e provare a tirare su il morale a Sam ed il maggiore sorrise ad un paio di ragazze carine sedute al tavolo accanto al suo quando notò il modo in cui lo stessero guardando, ma proprio quella sera non era in vena di sostituire ciò che volesse con qualcunaltro, così rivolse la sua attenzione sul fratello che rimase a fissare il menù non vedendolo realmente.
"Sono convinto che tornerá da te, Henry mi sa proprio di idiota!" esclamò Dean sorridendo di gusto, notando lo sguardo del fratello finalmente sollevarsi verso il suo. 
Sam lo guardò per qualche momento ed il maggiore pensò di aver visto un lampo di odio e rancore nei suoi confronti, più o meno lo stesso che vide riflesso nello specchietto retrovisore quando stava salutando Katherine; il minore provò a non farselo scappare dalla bocca, ma ci aveva rimuginato su per tutto il viaggio e non riusciva a nascondere una cosa del genere proprio a suo fratello maggiore, che lo conoscesse come le sue tasche. "C'è qualcosa che vuoi dirmi?".
"Hai un aspetto di merda e sembra che ti sia passato un treno sopra?".
Il minore roteò gli occhi e pensò che suo fratello non ne avrebbe mai avuta abbastanza di tutta quell'autoironia, così lo guardò un po' più duramente e lo incastrò con il suo sguardo. "So che ne abbiamo già parlato, ma Giles ha detto che generalmente le Cacciatrici ed i loro Difensori si innamorano".
Dean increspò le labbra e sorrise divertito a quell'idea, pensando a che battuta avrebbe potuto tirare su per sdrammatizzare la situazione e sviare quel discorso che lo mettesse in difficoltà e che avrebbe potuto creare delle tensioni nel loro rapporto, ma studiò lo sguardo del ragazzo seduto difronte a lui e sospirò, divenendo più serio e mordendosi il labbro mentre metteva su la sua migliore faccia da poker. "Sarò sincero: ho creduto di provare qualcosa per Katherine all'inizio, ma dopo aver sentito la stupida profezia di Giles ho capito che non è mai stato così: sentivo ciò che lei provasse per te e l'ho scambiato per un sentimento mio".
Sam strinse la mascella ed il pugno sopra il tavolo, gesto che non sfuggì al fratello che abbassò lo sguardo sulla sua mano per poi risollevarlo sul suo, e dopo averci ragionato su sospirò, appearendo appena più rilassato. "Quindi sei sicuro? Non la ami?".
Dean aggrottò le sopracciglia e lo guardò per qualche momento, chiedendosi perchè suo fratello avesse bisogno di tutte quelle conferme dopo averla appena persa: era davvero sicuro? Ovvio che no, pensò, gli stava mentendo dritto in faccia ma probabilmente era l'unico modo per non appesantire le sue sofferenze.
"Non amo Katherine e non l'amerò mai in un modo diverso da come lo farebbe un fratello".
Il minore indugiò sul suo sguardo, conscio che proprio Dean non gli avrebbe mai mentito su un argomento così delicato ed importante; si rilassò sulla sedia ed accennò un sorriso dispiaciuto nei suoi confronti, chiedendosi perchè avesse anche solo formulato un pensiero come quello e non si fosse fidato abbastanza dell'unica persona che lo avesse cresciuto come un padre e protetto come solo un fratello farebbe. "Menomale, perchè sarebbe un problema: la amo, Dean, amo Katherine e non posso rinunciare alla nostra storia".
Il maggiore si morse la lingua per mandare giù quel boccone così amaro, chiedendosi perchè la vita gli avesse tirato uno scherzo come quello, ed annuì accennando un debole sorriso verso il fratello, pensando che anche la ragazza avrebbe scelto e riscelto Sam al posto suo per sempre e che lui dovesse ancora imparare a farci l'abitudine.
"Hamburger e insalata per te.." sussurrò una giovane cameriera mora porgendo il piatto a Sam, prima di voltarsi nella direzione del maggiore con un sorriso molto malizioso, passandogli il suo ordine ed un foglietto ripiegato. ".. e un bel cheeseburger con salsa piccante per te ed il mio numero, tesoro!".
Dean sorrise e sgranò gli occhi, osservando suo fratello ridere di gusto per la prima volta da quando avessero incontrato Henry e Judith e quella vista gli scaldò il cuore a tal punto da iniziare ad attaccare bottone con la cameriera solo per farsi prendere il giro dalla spina nel fianco che era il suo fratellino, l'unica persona al mondo che avrebbe protetto e che avrebbe aiuto a riprendersi Katherine, consapevole del fatto che sarebbe rimasto infelice. 
Ma ciò gli andava bene, perchè Sammy aveva perso davvero troppe cose nella sua vita per perdere proprio l'unica che lo facesse stare bene, non importava che lui ne sarebbe uscito devastato.
Dean afferrò il suo cheesburger guardando andare via la cameriera, a cui diede appuntamento dopo che avesse finito il turno per alleggerire un po' la sua tensione ed il suo senso di colpa, pensando che la felicità di suo fratello sarebbe sempre stata al di sopra della sua, sempre.

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Capitolo 11
*** Capitolo 9. ***


"Odio dirlo ma io lo avevo detto" disse Bobby seduto al tavolo della cucina prima di bere un sorso dalla sua birra; i due ragazzi erano rientrati da qualche ora.
"Non potevano saperlo.." disse Dean sospirando sulla sua sedia. 

"Ad ogni modo.. mi dispiace non averla potuta salutare. Mi sarebbe piaciuto conoscere Henry e Judith" disse l'uomo sbattendo per qualche secondo le palpebre velocemente.

"Bobby la rivedremo, sta tranquillo" disse abbozzando un sorriso bevendo la sua birra.

"E Sam? Che farà adesso?" Chiese sussurrando guardando il minore dei fratelli fare delle ricerche con il pc, sul divano del soggiorno.

"Non ne ho la più pallida idea!" Esclamò aggrottando le sopracciglia e facendosi serio. "Penso che dovremmo dargli un po' di tempo".

"Trovato!" esclamò Sam alzandosi dal divano e chiudendo il pc. 

"Cosa?" chiese Dean bevendo un sorso.

"Un mutaforma nel Minnesota!" Esclamò Sam sorridendo.

Dean e Bobby si lanciarono una rapida occhiata e quest'ultimo prese a parlare e disse: "Sam.. siete appena tornati... probabilmente un cacciatore avrà già preso il caso . Dovreste.. riposare".

"Bobby.. riposerò quando sarò morto; domani partirò e risolverò il caso!" Esclamò il giovane mantenendo il sorriso sul suo viso.

"Partiremo e risolveremo il caso Sam! Andremo insieme" disse Dean guardandolo.

"Dean io.." iniziò il ragazzo sforzandosi di trovare le parole adatte. "..andrò da solo. Voglio stare un po per conto mio, d'accordo?".

"Nessun problema" rispose rapidamente il maggiore sorseggiando la birra.

"Perfetto, buonanotte ragazzi!" Disse Sam sorridendo dirigendosi nella sua stanza.

"Lo farai andare da solo veramente?" Chiese Bobby preoccupato. 

"Non posso proteggerlo da ciò che sta passando, se la caverá senza problemi. È un ottimo cacciatore" disse alzandosi dalla sedia. "È tardi, voglio riposare Bobby. Buonanotte!" .

L'uomo si limitò a sorridergli: ovviamente si preoccupava per Sam un po troppo.

Bobby bevve un altro sorso di birra, finendola, e sospirò tristemente. Si era affezionato molto alla ragazza e adesso era sparita dalla sua vita; pensava che sarebbe stato molto doloroso non vederla camminare per casa, con quel suo sorriso contagioso e non avvertire quell'armonia che portava nelle loro vita.

Gli sarebbe mancato vedere Katherine costringere Sam a stare ore ed ore sul quel suo vecchio divano a guardare centinaia di film per stabilire quali fossero i suoi preferiti; Bobby era molto preoccupato per il ragazzo, lui e la giovane ragazza si erano uniti troppo per essere allontanati proprio in questo momento.

"Ad ogni modo.. spero che ognuno di loro trovi la propria strada" pensò Bobby alzandosi dalla sedia.

Sapere che aveva condiviso lo stesso tetto con la Cacciatrice e non poterla più vedere lo aveva scombussolato, perciò si recò al piano di sopra per dormire quel poco che bastava per ricominciare la sua solita vita di caccia ai demoni.

 
 

 
Sam guardò la sveglia sul suo comodino che segnava le 3:30 del mattino e prese un respiro profondo. Si guardò attorno nella stanza e tutto gli sembrava diverso: mancava vita. Il suo letto gli appariva troppo grande e inoltre vi erano i vestiti di Sage ancora sparsi per la camera; quella stanza era piena di lei.

Sam si rigirò nel letto e chiuse gli occhi per cercare di prendere sonno ma, sfortunatamente, avvertì in maniera estremamente forte il profumo di Sage e sgranò gli occhi: per qualche secondo aveva immaginato di poterla trovare ancora lì con lui.

Prese un bel respiro profondo e cercò di dormire per arrivare, stanare ed uccidere quel mutaforma a St. Louis!

 
 

 
Sage quella mattina si svegliò presto e fece una doccia veloce, scese in cucina e trovò Henry e Judith fare colazione e la accolsero con un bel sorriso.

"Buongiorno!" disse salutando l'uomo. "E buongiorno anche a te signorina!" aggiunse sorridendo e baciandola sulla testa. 

La bambina rise e le diede un bacio sulla guancia ed esclamò: “Buongiorno mamma".

Sage fece una smorfia udendo quella parola, non si era ancora abituata a sentirsi chiamare in quella maniera, così si voltò e cominciò a cercare tra gli sportellini della cucina qualcosa da mettere sotto i denti.
"La tua colazione"disse l'uomo sorridendo che nel frattempo si era alzato e le stava porgendo un piatto stracolmo di uova e pancetta. 

"Grazie" disse la ragazza accennando un sorriso e accomodandosi accanto alla bambina.

Mangiò in fretta e con gusto: era tutto squisito ma non si avvicinava per niente alla cucina di Sam; questo pensiero le provocò una fitta al cuore.

Sollevò lo sguardo e vide Henry guardarla in modo strano.

"Perché mi guardi come se fossi un animale dello zoo?" Chiese la ragazza con ancora la forchetta fra le dita.

"Scusa io.. sto ancora cercando di capire come comportarmi" disse Henry sorridendo.

"Beh.. comincia col fare quello che fai di solito" disse la ragazza prendendo un altro boccone. "Ed io? Io che faccio di solito?".

"Ti alzi e fai il caffè.." disse appoggiando i gomiti all'isoletta dove stava mangiando. ".. ma l'ho gia fatto io. Poi leggi le email e paghi le bollette ma scommetto che non ricordi le password".

"Esatto".

"Beh allora oggi te lo mostrerò.." disse alzandosi. ".. però prima devo accompagnare una ragazza a scuola".

Sage rise e abbracciò la bimba che si nascondeva dietro i suoi lunghi capelli.

"Vieni con noi?".

"Io veramente..."iniziò la ragazza cercando di declinare l'invito ma, quando incrociò gli occhi speranzosi della bambina, non poté dire di no. "Certamente".

Accompagnarono la bimba all'asilo e tornarono a casa velocemente, tanto che Sage si stupì. 

"Avevi fretta?" Chiese scendendo dall'auto. 

"Veramente si".

"Come mai?".

"Ho organizzato un incontro" disse Henry fermandosi nel giardino e guardandola negli occhi. "Vorrei che tu ti rendessi conto dell'importanza del ruolo che ricopri e voglio farti conoscere una persona".

"Continua.." disse la ragazza incitandolo.

"La Cacciatrice che ha preso il tuo posto. Vorrei che voi due faceste gioco di squadra, se doveste lavorare insieme non ci sarebbe nulla al mondo in grado di fermarvi".

La ragazza ci pensò su per qualche istante per poi guardarlo negli occhi.

"Io penso.. che sia un'ottima idea" disse accennando un sorriso.

"Sage!" Esclamò Henry abbracciandola. "Sapevo che avresti detto di si! È già arrivata, è in palestra".

"Bene, andiamo a conoscerla" disse  Sage e si diressero lì.

 
 

 
Sam era partito già con l'Impala da qualche ora, aveva fatto colazione e aveva fatto scorta di proiettili d'argento. Aveva una voglia matta di uccidere questo mutaforma, per poi passare al prossimo mostro e a quello dopo.

Tutto quello che gli era accaduto, perdere la madre, vivere sin da piccolo da cacciatore, perdere Jessica e adesso perdere Sage, lo aveva cambiato profondamente. Era arrabbiato, non poteva negarlo, aveva soltanto voglia di sfogarsi su questi mostri e stare per conto suo per un po'. 

Avrebbe mai avuto una vita normale? Avrebbe vissuto come una persona normale, in una casa normale, con una famiglia normale? Ma la domanda più importante era: cacciatore o non cacciatore,
Sarebbe mai potuto essere felice?

Il clacson di una macchina lo riportò alla realtà e sterzò prima di finirle addosso; si accorse di quanto forte stesse stringendo il volante e sospirò. Il dolore e la rabbia sarebbero passati anche questa volta.

 
 

 
"Erin?" Urlò Henry all'interno della grande palestra.

"Beh forse non è ancora arrivata" suppose Sage guardandosi attorno.

"Eccomi!" Rispose una brunetta andandogli in contro.

"Erin, eccoti! Ho il piacere di presentarti.." iniziò l'uomo ma fu interrotto dalla nuova arrivata che, sorridendo, disse: "...l'unica ed inimitabile Sage Collins, la Cacciatrice!".

"Sono Erin Warrenton, piacere! Henry mi ha parlato così tanto di te, è come se già ti conoscessi" disse porgendole la mano.

"Davvero? Purtroppo non posso dire lo stesso di te; piacere Sage" disse sfoderando il suo sorriso più falso e stringendole la mano.

Questa brunetta, un pò più alta di lei, molto slanciata e con la parlantina continua, a pelle non le era per niente simpatica . 

"Vi va di allenarvi insieme?"  Chiese Henry sorridendo.

"Ma certo, perché no?" Disse sorridendo Sage.

Le due ragazze si guardarono e, dopo qualche momento di imbarazzo e di silenzio, si sorrisero; Sage non volle iniziare per prima così aspettò una mossa della ragazza, che parò perfettamente, ed iniziarono una vera e propria lotta.

Proprio come si allenava con Sam e Dean, con l'unica differenza che di quei ragazzi le importava davvero; questo pensiero le fecero perdere qualche mossa dell'avversaria che la stese ma, prontamente, si rialzò pronta per continuare. Lottarono senza che l'ago della bilancia pendesse da una delle due parti, erano due forze uguali, ma la lotta si concluse con Sage che, con non poco sforzo, prevalse su Erin.

"Abbiamo una vincitrice" disse Henry facendole un finto applauso. 

"È stata solo fortuna" affermò Sage passando una bottiglietta d'acqua ad Erin, sorridendo imbarazzata.

"No cara, il tuo è puro talento. Io sono brava.. ma tu.. tu lo sei di più!" Esclamò Erin sorridendo.

Si presero la mattinata per conoscersi e Sage capii, che in fondo -ma molto in fondo- Erin non era male.

Scoprì che aveva 25 anni, che il suo fidanzato era stato ucciso da un fantasma, la sua prima Osservatrice era stata assassinata da un vampiro ed era sola al mondo, non aveva parenti ne amici; le fece tenerezza sotto questo punto di vista e la invitò a pranzo.

Trascorsero una giornata tranquilla ma Sage, prima di andare a dormire quella sera, pensò a quanto sarebbe piaciuta questa nuova ragazza a Sam, le sarebbe piaciuto potergli raccontare tutto quello che le passava per la mente. Si addormentò con una sensazione di vuoto nel petto ma con la speranza che, un giorno,  sarebbe stata meglio.

 
 

 
QUATTRO MESI DOPO

 
 

 
"Andiamo Sammy, non sparire di nuovo! Andiamo, rispondi!" Esclamò infuriato Dean al telefono che squillava a vuoto. "Dannazione!".

"Ancora non risponde?'' Chiese Bobby preoccupato.

"No, andrò nel Wisconsin e lo troverò!" Disse prendendo le chiavi della macchina.

"Manderò qualche cacciatore da quelle parti per darti una mano a trovarlo".

"Bobby, so già a chi chiedere aiuto" disse Dean risoluto e perentorio guardandolo negli occhi.

"Parli di...?".

"Esattamente, ti farò sapere. Augurami buona fortuna" disse Dean chiudendosi la porta alle spalle.

"Te ne servirà" disse Bobby sospirando.

 
 

 
In quei mesi che Sage passò lontano dai ragazzi Winchester, non aveva recuperato nessun ricordo.  Si legò molto a Judith ma per Henry non riusciva a provare ciò che avrebbe dovuto provare per un marito, forse perché sul suo cuore vi erano ancora impressi a fuoco i sentimenti per Sam, nonostante il tempo e la lontananza.

Con Henry si sviluppò un rapporto diverso, stavano ore ed ore a parlare di tutto e di niente, come in quell'istante. Erano sul divano del salone e, dopo averle raccontato un aneddoto divertente che non poteva ricordare, la abbracciò stretta e rimasero così per qualche istante.

Delicatamente Henry sciolse l'abbraccio e avvicinó i loro volti lentamente mettendola con le spalle al muro: avrebbe potuto baciarlo o allontanarsi. I due erano occhi negli occhi e rimasero in silenzio per un lungo istante finché Sage prese un respiro e annullò la distanza, baciandolo: sentì le labbra di Henry dischiudersi ed approfondirono il bacio.

Lui la abbracciò e si sdraió su di lei, prima di prendere fiato, per poi baciarla nuovamente; le mani di Henry vagavano su tutto il corpo della ragazza che però non provò nessun brivido di piacere, nessun batticuore, nessuna sensazione di felicità: sentì tutto il contrario.

"Non posso" disse Sage sfuggendo da sotto il suo peso. 

"Io non posso, mi dispiace!" Aggiunse appena si alzò in piedi e si diresse al piano di sopra.

"Sage aspetta!" Disse Henry raggiungendola e fermandola da un polso.

"Io non posso!" Gli urlò in faccia.

"Questo l'hai già detto!" Disse Henry avvicinandosi e lei si allontanò per riflesso. "È per Sam, vero?".

La ragazza rimase immobile a fissarlo negli occhi senza sapere cosa dire.

"Sei innamorata di lui, non è così?".

"Henry ..." iniziò la ragazza ma fu interrotta dal campanello. "Vado io".

Scese le scale e guardò la sua immagine riflessa sullo specchio che precedeva la porta ed aprì; ciò che vide la lasciò senza parole.

"Ciao dolcezza" disse una voce fin troppo familiare che la fece sorridere all'istante, cancellando quanto era accaduto qualche momento prima.
"Dean!" Esclamò la ragazza gettandogli le braccia al collo. "Oh Dio, quanto sono felice di vederti!".

"Sapessi io!" Affermò il ragazzo sciogliendo l'abbraccio. 

Sage guardò dietro il ragazzo all'interno dell'Impala posteggiata sul suo vialetto ed aprì la bocca per dire qualcosa ma fu interrotta da Dean: "Lui non c'è".

"Oh.. beh accomodati" disse la ragazza accennando un sorriso.

"Veramente.." disse Dean entrando e guardandola dritto negli occhi. ".. non è una visita di cortesia.. sono qui perché ho bisogno del tuo aiuto!".

"Cosa?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. "Ha per caso a che fare con il fatto che Sam non è qui adesso?" aggiunse con un groppo alla gola, sentendo il cuore battere forte.

"Si".

"Che è successo?" Chiese la ragazza con voce tremante.

"È sparito da qualche giorno.. Stava seguendo un caso nel Wisconsin e adesso non riesco più a rintracciarlo" disse Dean guardandola. 

"L'hai lasciato andare da solo?" Chiese la ragazza irritata e Dean abbassò gli occhi al pavimento. 

"Sono cambiate molte cose da quando te ne sei andata; ha cominciato a cacciare per conto suo e adesso non riesco a trovarlo. Sono qui perché ho bisogno del tuo aiuto, non posso farlo da solo".

"Beh, penso che potresti chiederlo a qualunque altro cacciatore, non credi?" Disse Henry spuntando dalla scala del piano di sopra. "E poi Sam è grande e grosso, starà bene".

Dean guardò Sage ma lei si era già voltata a guardare il marito.

"Non ha importanza, devo assicurarmi che stia bene. Andrò con lui" disse perentoria Sage.

"Sage, penso che possa occuparsene anche Erin, ti farà sapere lei" rispose Henry scendendo gli ultimi scalini e avvicinandosi ai due.

"Dean, potresti darci qualche minuto? Sarai stanco, potresti andare a mangiare qualcosa in cucina" disse Sage toccandogli il braccio e sorridendogli.

"Si, penso che farò uno spuntino" rispose Dean dirigendosi verso la cucina e lasciandoli soli.

"Ma che diavolo, Henry?!" Disse Sage andandogli contro. "Che ti prende? Non può andare Erin, devo andare io!".

"Ok, ti accompagno".

"Andrò da sola Henry, non complicare le cose, per favore" disse Sage abbassando il tono della voce. "Prendo qualche vestito e saluto Judith" aggiunse salendo al piano di sopra.

Fece il più in fretta possibile, prese qualche vestito, il suo paletto e infilò tutto in un borsone da viaggio che appoggiò dietro alla cameretta di Judith che dormiva beatamente. 

"Tesoro mio, torno presto" disse baciandole la fronte.

"Mamma.. dove vai?" Chiese la bimba stropicciandosi gli occhi.

"Amore non volevo svegliarti.. vado qualche giorno da Sam e Dean, li ricordi?".

"E perché? Quando torni? Posso venire?" Chiese la bimba ancora assonnata.

"No tesoro, la prossima volta d'accordo? La mamma torna presto, te lo prometto "disse stringendola forte a sé.

"Ti chiamo appena posso " aggiunse uscendo dalla stanza. 

"Mamma?" La richiamò la bambina.

"Mmm?".

"Ti voglio bene" disse la bambina per poi riaddormentarsi.
"Ti voglio bene anch'io tesoro" rispose la mamma sospirando di felicità.

Scese al piano di sotto e trovò Dean appoggiato all'Impala che l'aspettava ed Henry che sbarrava con il suo corpo la porta d'ingresso. 

"Henry.. devo andare. Ti chiamo appena ho notizie" disse sospirando nuovamente. 

"D'accordo" disse Henry dopo qualche istante. "Fai buon viaggio e.. sta attenta per favore".

La ragazza si diresse verso l'auto e vi salì velocemente mentre Dean metteva in moto, partirono dopo qualche secondo.

"Direzione Wisconsin, di che mostro si tratta?" Chiese la ragazza.

"Un Wendigo" disse sorridendo e guardandola. "Spero che la tua mira sia migliorata".

La ragazza rise per qualche momento e gli rispose a tono: "Sono molto migliorata, sai? Se prima ti battevo una volta su tre, adesso il rapporto sarebbe tre su tre!".

''Oh davvero Cacciatrice? Hai mangiato spinaci in questi mesi di lontananza?" Disse Dean ridendo ma Sage conosceva bene quel tono e sapeva quanta sofferenza ci fosse sotto.

"Come state Dean?" Chiese la ragazza divenendo seria.

Dean la guardò per qualche istante e decise di dire la verità: "Sage..vuoi sapere davvero come stiamo? Stiamo una merda".

"Come mai?".

 "Come mai, Sage? Manchi a tutti, non solo a Sam. Bobby è diventato più burbero di prima, Sam va a caccia da solo rischiando la vita e tornando sempre con qualche osso rotto..".

"E tu Dean? Tu come stai?" Chiese voltandosi a guardarlo tristemente.

"Non tentare di psicoanalizzarmi Sage, io sto bene" disse guardando dritto davanti a sé. 

"Mi dispiace così tanto Dean" disse continuando a guardarlo.

"Concentriamoci sul caso: Sam è partito da un uomo  scomparso e, quando mi ha chiamato, mi ha detto che era riuscito ad individuare questo mostro e che stava per ucciderlo. Dobbiamo recarci li e cominciare la caccia da capo".

"Si, hai ragione" disse guardando fuori dal finestrino mentre Dean la fissava.

"Invece tu che mi dici?" Chiese Dean a brucia pelo. "Progressi?".

"Non proprio, non ho ricordato nulla fino ad adesso" disse voltandosi verso di lui. "Ma ho stretto un legame con Judith, la riconosco, so che è mia".

"Ed Henry?".

"Penso che i sentimenti per lui siano spariti insieme ai ricordi; ci ho provato, ci ho provato davvero Dean ma..".

".. non è di lui che sei innamorata".

"Dean!".

"Hai fatto come Sam? Ti sei buttata sulla caccia dimenticandoti di chi realmente ti vuole bene?" Chiese Dean ignorandola.

"In un certo senso, abbiamo passato molto tempo a dissotterrare cadaveri, bruciare ossa e ad uccidere demoni e vampiri. Hai idea di quanto sia piena di forze del male questa città? Sono dappertutto!" Rispose Sage ridendo.

"Tu ed Henry?".

"Si all'inizio si. Poi ho cacciato con l'altra Cacciatrice, Erin. Lei è.. una brava ragazza!" Disse Sage sorridendo. 

"È carina?" Chiese Dean serio ma, appena i loro occhi si incrociarono, scoppiò in una lunga risata.

"Dean!" Lo rimproveró ma oramai era stata contagiata dalla sua risata.

"Dean.." disse la ragazza asciugandosi le lacrime scese dagli occhi per le troppe risate. ".. mi sei mancato da morire!".

"Anche tu Sage.." disse divenendo serio e guardandola negli occhi.

Entrambi sospirarono e Dean accese la radio e mise la vecchia cassetta dei Metallica, a cui era molto affezionato, e cercò di rilassarsi il più possibile.

 
Dean e Sage arrivarono davanti la casa del ragazzo scomparso in poco tempo, scesero dall’auto e bussarono.

"Ciao, tu devi essere Holly. Io sono Sage e questo è Dean" disse la ragazza indicando il giovane accanto a sé. "Siamo ranger del parco, ci ha mandato Wilkinson per farti qualche domanda suo tuo fratello Tommy".

"È già passato un vostro collega, ho già detto tutto quello che so" disse Holly chiudendo velocemente la porta che Dean prontamente bloccò.

"Certo, hai già parlato con Sam.. giusto? Ma servirebbero quelle informazioni anche a noi.. è scomparso anche lui" disse Dean guardando la ragazza negli occhi. 

"È scomparso anche lui? Oh mio Dio, accomodatevi" rispose la ragazza aprendo la porta.

"Mi mandava foto ed email ogni giorno, anche degli stupidi video. Adesso non ho più sue notizie da  7 giorni!".

"Forse non ha campo.." provò Dean facendo spallucce.

"Ha un telefono satellitare. Sentite, noi non abbiamo più i genitori. Siamo rimasti noi due e ci teniamo sempre in stretto contatto" disse la ragazza con gli occhi lucidi.

"Potrei.. potrei vedere i video che ti ha mandato?" Chiese Sage sorridendole comprensiva.

"Certo, venite" disse Holly e, rapidamente, accese il pc e fece partire una serie di video.

"Holly, sta tranquilla ci andremo e li troveremo" disse Dean sorridendo. 

"Allora ci vedremo lì: ho assunto una guida e domattina andrò laggiù a cercarlo io stessa" disse la ragazza con gli occhi sempre più lucidi.

"Dovremmo andare" disse Sage sorridendo, rivolta verso Dean. "Ci vediamo lì domani allora" aggiunse prima di uscire dalla porta. 

"Buonanotte" le disse Dean sorridendo. 

 
 

 
"Sono sparite 2 persone in un mese! Nel 1982 ne sono sparite addirittura 15! Così come nel 1959 e nel 1936" disse Sage mentre sorseggiava la sua birra insieme a Dean.

"Cosa? Ogni 23 anni? Regolarmente?" Disse il ragazzo e la ragazza annuì. 

"Senti ormai è tardi,  c'è troppo buio per trovarli e saremmo una preda facile" disse appoggiando i gomiti sul bancone e voltandosi verso di lei. "Prendiamoci una stanza per la notte e alle prime luci andremo a cercarli".

"Si penso che sia un'ottima idea. Sono stanca" disse Sage lasciando scivolare i lunghi capelli sulle spalle e mettendosi le mani sul collo.

"Perfetto" disse Dean finendo la birra e alzandosi. "Andiamo?".

La ragazza si limitò a guardarlo negli occhi e sorridere; si alzò e lo seguì in auto.

Presero una stanza doppia e si sistemarono all'interno; Sage si fece una lunga doccia e si lasciò andare, dopo tanto tempo.  Liberò tutti i sentimenti che aveva chiuso durante quei mesi e pianse; perdere certe persone fa male.

Uscì dalla doccia, si vestì velocemente ed asciugò i suoi capelli continuando a provare quei sentimenti, dopodiché uscì dal bagno e trovò Dean seduto sulla scrivania che la fissava.

"Sei ancora sveglio?" Chiese la ragazza ma non ottenne nessuna risposta, Dean si limitava a guardarla.

"Dean, tutto ok?".

"Non so Sage, dimmelo tu" rispose Dean scendendo la tavolo.

"Cosa? Che vuoi dire?".

"Puoi spiegarmi, per favore, perché ad un tratto ho cominciato a provare sentimenti come l'angoscia, dolore e paura?" Chiese il ragazzo con l'espressione più seria che Sage avesse mai visto.

"Cosa? Di che parli Dean?" Chiese Sage sorridendo, sperando che lasciasse stare.

"Provo tutto ciò che provi tu quando siamo vicini, ricordi?".

"Oh.." sussurrò la ragazza sorpresa.

"Oh? Tu non sei affatto felice, non vuoi stare in quella casa con quell'uomo.." iniziò Dean ma fu interrotto dalla ragazza che disse: "Dean.. smettila!".

"Andiamo, tu stai male! Non è lì che vuoi stare!" Disse il ragazzo avvicinandosi.

"Tu sei cambiata, non sei più fatta per quel lusso, non vuoi più prendere ordini dal Consiglio eppure li prendi ancora! Tu.." continuò Dean a pochi centimetri dalla ragazza. ".. tu non sei più quella ragazza, non sei più Sage".

"Oh, davvero? E chi sono allora?" Chiese la ragazza con gli occhi lucidi guardandolo. 

"Chi sono io, Dean?" Aggiunse la ragazza avvicinandosi ulteriormente. I loro visi erano distanti di pochissimi centimetri. 

"Tu sei Katherine. Torna ad essere lei o io non potrò più averti indietro" disse Dean con un filo di voce, mantenendo il contatto visivo.

"Tu?" Chiese la ragazza sorridendo.

"Io.. noi.. io, Bobby..." disse Dean con un filo di lacrime che gli velava gli occhi. 

".. e Sam" aggiunse interrompendo il contatto visivo e guardando dietro di lei.
Dean ritrovò l'uso della gambe e la sorpassò, posizionandosi dietro di lei mentre la ragazza rimaneva immobile.

Entrambi presero una lunga serie di respiri profondi, per calmarsi: erano tutti e due un fascio di nervi.

"Andrò a fare una doccia.." disse Dean dirigendosi verso il bagno. "Tu va pure a dormire, ci vedremo domattina.. buonanotte!".

Sage si diresse velocemente nel suo letto e si infilò sotto le coperte, ma continuava a sentire freddo. 

Dean sentiva ogni suo sentimento, lo sapeva, ma non pensava fino a questo punto. Quel momento era stato così strano, fra loro due si era creato un legame indissolubile; prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, cercando di non trasmettergli più sentimenti di alcun tipo.

 
 

 
La mattina successiva si recarono al parco, pronti per iniziare le ricerche e, come si aspettavano, vi trovarono Holly insieme alla sua guida, Roy. 
"Ci uniremo anche noi" disse Sage prendendo il suo borsone con le armi.

"E sareste?" Chiese Roy, un uomo sulla quarantina. 

"Rangers" rispose Dean sorridendo.

"Non è un posto per tutti, è una foresta molto pericolosa" commentò l'uomo guardando Sage.

"Credimi.." disse la ragazza avvicinandosi. ".. so cavarmela!".

"Andiamo?" disse Roy e tutti si incamminarono.

Dopo qualche minuto di viaggio, tra la foresta più totale, Dean ruppe il silenzio.

"Roy, è parecchio che vai a caccia? Che animali preferisci cacciare?".

"Cervi.. orsi" disse l'uomo guardandosi attorno. 

"E dì un po, Bambi e Yoghi non si sono mai vendicati?" Chiese Dean sorridendo ma l'uomo lo ignorò.

"C'è qualcosa che non mi convince, non avete portato provviste. Voi non siete Rangers!" Esclamò Holly afferrando per il braccio Sage.  "Chi siete?".

Sage e Dean si guardarono e il ragazzo prese la parola.

"Hai ragione, non siamo rangers. Io e Sage stiamo cercando mio fratello, nonché suo ragazzo" disse indicando la ragazza. "Siamo sulla stessa barca".

"Potevate dirlo prima!".

"Lo stiamo dicendo adesso!" Disse Sage.

"Vado a dare un'occhiata in giro!" Affermò Roy e dopo qualche minuto si sentì la sua voce chiamare Holly. 

"Holly, da questa parte!".

Tutti scattarono nella direzione della voce e trovarono un accampamento intriso di sangue e completamente distrutto. 

"È opera di un Grizzly!" Continuò Roy.

"Oh mio Dio!" Esclamò Holly portandosi una mano alla bocca. "Tommy, Tommy!".

"Shh, fa silenzio! Potrebbe essere ancora qui vicino" disse Dean.

"Dean! Vieni qui!" Urlò Sage allontanatasi dagli altri. "I corpi sono stati trascinati ma qui finiscono le tracce!".

"Aiuto! Per favore aiutatemi!".

Una voce tra gli alberi urlava il loro aiuto e tutti scattarono per seguirla. Tutti corsero tra la vegetazione, in cerca di un uomo ma, quando si fermarono, Sage e Dean capirono cosa fosse appena successo.

"Gli zaini" sussurrò Sage sgranando gli occhi.
"Torniamo indietro, andiamo!" Esclamò Dean e tutti lo seguirono. 

"Ci ha tolto la possibilità di chiedere aiuto!" Sbottò Sage nervosamente. 

"Cosa? Ma di che parli?" Chiese Roy avvicinandosi.

"È furbo, ci ha distratti!" Commentò Dean guardandola.

"Dobbiamo portarli via di qui, sta per fare buio! Se è un buon cacciatore di giorno, di notte è insuperabile!" Ammise Sage passandosi una mano fra i capelli.
"Di che diavolo state parlando?!" Chiese irritato Roy mettendosi fra i due.

"Non potete stare qui, vi ucciderà!" Continuò Sage.
"Senti, ragazzina, io caccio in queste foreste da prima che tu nascessi!" Disse l'uomo avvicinandosi alla ragazza. 

"Ah si? Guarda che lui è un cacciatore molto più bravo di te e anche più intelligente".

"Falla finita!" Disse Roy ridendole in faccia.

Dean si mise fra i due e allontanò la ragazza dall'uomo.

"Sentite, Tommy e Sam potrebbero essere ancora vivi perciò muoviamoci!" Esclamò Holly tristemente.

"Ok, dobbiamo fermarci. Farà buio, dobbiamo trovare un posto per proteggerci!" Disse Dean sorpassando tutti in cerca di un luogo nel quale accamparsi, portando Sage con sé. 

 
 

 
"Che stai facendo?" Chiese Dean osservandola, dopo che si fermarono.

"Simboli aztechi, il Wendigo non li può attraversare" rispose Sage non appena ne finì uno. "Non dirmi che non lo sapevi" aggiunse ridendo.

"Oh, sisi certo!" Rispose l'uomo sforzandosi di essere credibile. 

"Voi siete matti!" Disse Roy ridendo.

"Beh, tu sei un idiota!" Sbottò Sage alzandosi.

"Sage, vieni con me" disse Dean afferrandole la mano ed allontanandola dagli altri. 

"Che diavolo hai? Devi calmarti!".

"No Dean, trovare Sam è tutto ciò di cui mi importa! Non li avremmo dovuti lasciare venire con noi!" Disse Sage irritata.

"Pensi che non importi anche a me? Troveremo Sam, te lo prometto" disse Dean afferrando il suo volto fra le mani. 

Sage lo abbracciò e per qualche secondo rimasero in quella posizione finché non sentirono delle nuove urla e tutti si radunarono al centro dell'accampamento.

"Sta cercando di stanarci! State calmi e fermi!" Disse Dean puntando la torcia nella vegetazione buia.

"All'interno del cerchio magico?" Chiese ironico Roy.

Dei versi provenivano dalla vegetazione circostante e le urla cessarono. Roy iniziò a sparare all'impazzata finché i versi non smisero e non si allontanò. 

"L'ho ferito! Vado a prenderlo!" Esclamò Roy uscendo dal  cerchio.

"Roy no!!"urlò Sage lanciandosi all'inseguimento seguita da Dean.

"Roy torna indietro!!" Continuò ad urlare Sage ma, ad un tratto, da un albero scese il Wendigo e lo afferrò con le sue zampe possenti e lo portò via.
Dean e la ragazza si guardarono negli occhi velocemente, dopodiché tornarono all'interno del cerchio, dove avevano lasciato Holly impaurita. 

La ragazza prese a parlare solamente alle prime luci dell'alba, quando superò il suo stato di shock. 

"Non pensavo che potessero accadere cose simili; ci sta spiando adesso secondo voi?" Chiese Holly alternando lo sguardo da Sage a Dean.

"Non lo so" disse Dean preoccupato guardandosi attorno. 

"Quel che so è che alla luce del sole abbiamo qualche possibilità in più e io voglio uccidere questo maledetto bastardo!" Disse Sage alzandosi dal tronco.

"Come si uccide?" Chiese Holly guardandola. 

"Beh, fucili e pistole sono inutili.. l'unico modo è dargli fuoco" disse Dean prendendo la roba e facendo strada agli altri.

Camminarono per diversi minuti seguendo le tracce degli artigli sugli alberi, fecero qualche chilometro. 

"Dean, stavo pensando che.. queste impronte sono troppo chiare e nette. È come se.. lui ci stesse guidando da qualche parte" disse Sage guardandosi attorno. 

"Tu pensi che..." iniziò Dean ma fu interrotto da alcuni versi molto simili a quelli della notte precedente. 

".. che ci osservi? Direi proprio di si" concluse Sage guardandosi attorno. 

Ad un tratto su Holly cadde il cadavere di Roy, insanguinato, e la ragazza scappò urlando. 

"Maledizione Holly!" Disse Sage inseguendola, seguita da Dean.

Quando Holly cadde Sage riuscì a fermarla ma non trovò nessuna traccia di Dean: il Wendigo l'aveva preso.  

"Dean!" Urlò Sage ma senza risultati.

"Andiamo, dobbiamo trovarli!" Disse Sage iniziando a seguire le tracce del Wendigo.

Arrivarono ad una galleria sotterranea e le due ragazze si guardarono, dovevano entrare.

"Pensi di potercela fare Holly?".

La ragazza annuì e la seguì all'interno della galleria buia.

Percorsero silenziosamente la strada finché i versi ricominciarono e le ragazze si nascosero dietro una doppia parete.

Il Wendigo passò lentamente ed uscì fuori dalla sua tana, probabilmente in cerca di loro.

Sage e Holly continuarono a camminare finché il pavimento in legno sotto di loro non si ruppe ed entrambe sprofondarono giù. Quando Holly aprì gli occhi, trovò una serie di teschi davanti a se ed urlò; Sage le spinse una mano sulla bocca e la fece calmare guardandola negli occhi. 

"Devi calmarti, va tutto bene ok?".

La ragazza annuì e alle loro spalle vide una sagoma e la indicò a Sage. 

"Dean!" Disse avvicinandosi a lui. "Coraggio, stai bene?".

"Si sto bene!".

"Taglio le corde un attimo" disse Sage avvicinandosi ulteriormente e tagliando le corde che lo legavano al soffitto. "Ecco fatto".

Dean gemette e si accasciò per terra facendo delle smorfie di dolore.

"Dean, sei sicuro di stare bene?".

"Si, sto benone".

"Oh mio Dio, ho trovato Tommy!" Urlò Holly da un punto della tana.

"Sam!" Sussurrò Sage tra sé e successivamente si rivolse a Dean. "Sta qua, Dean! Torno subito!".

"Tiralo giù Sage, tiralo giù!" Piagnucolò Holly guardando il fratello appeso al soffitto ancora vivo.

Sage lo liberò e andò in cerca di Sam; la tana era piena di teschi e di residui umani. Fece una smorfia e puntò la torcia ovunque pur di trovare Sam e, finalmente, in fondo alla tana vide una sagoma.

"Sam?" Chiamò la ragazza in preda al panico.

Si avvicinò e, non appena lo riconobbe, sentì il peso che portava sul cuore sciogliersi e lo liberò. 

div>Sam aprì gli occhi e la guardò stranito; tossì per qualche secondo e continuò a guardarla.

"Katherine? Che bello vederti" disse il ragazzo con un filo di voce.

"Oh Dio, Sam!  Sono così felice che stai bene!" Disse la ragazza abbracciandolo forte.

"Vacci piano, sono pieno di dolori" ammise il ragazzo.

Era pieno di graffi e sangue in tutto il corpo, compreso il viso.

"Vieni con me, dobbiamo uscire di qui" disse la ragazza afferrandolo saldamente dal busto e aiutandolo ad alzarsi. 

Sage portava Sam, Holly portava Tommy e Dean stava davanti a tutti con il lancia razzi carico.

Ad un tratto sentirono nuovi versi, segno che il mostro stava tornando nella sua tana.

"Sage, portali fuori di qui io lo distrarrò" disse Dean voltandosi verso di lei. 

"Dean.." sussurrò Sam non riuscendo neanche ad aprire gli occhi. 

"Ciao Sammy, e adesso vai Sage!".

"D'accordo, torno il prima possibile!" Rispose la ragazza.

"Figlio di puttana, vieni a mangiarmi! Sono buono, no?!" Iniziò ad urlare Dean mentre Sage faceva uscire tutti.

"Presto, andiamo!" Disse Sage che li porto fuori velocemente.

"Holly sta attenta a Sam per favore! Io torno subito!" Disse Sage, prima di rientrare, e la ragazza annuì. 

"Katherine.. sta attenta!" Disse Sam con un filo di voce per poi distendersi sull'erba. 

 
 

 
Sage corse verso Dean per aiutarlo e lo trovò in seria difficoltà, si stava nascondendo dietro una parete.

"Ho portato tutti fuori, io lo distraggo e tu gli spari d'accordo? Al tre.. uno, due".

"Sage aspetta! Ho sparato tutti i razzi che avevo, siamo in trappola!" Sussurrò Dean nervosamente. 

"Cosa? E adesso che facciamo?" Sussurrò Sage agitandosi.

"Tu scappi e io lo distraggo,  facile no?" Disse sorridendo Dean.

Sage sgranò gli occhi e disse: "Ho un'altra idea! Dammi il tuo coltello!".

"Cosa? Che hai intenzione di fare?" Chiese il ragazzo porgendole il pugnale. 

La ragazza lo afferrò e si incise il palmo della mano, cercando di andare più in profondità che poteva, sotto gli occhi increduli di Dean.

"Che diavolo fai?!".

"Devi distrarlo, fidati di me Dean" disse guardandolo negli occhi e afferrandogli un braccio. "È l'unico modo per uscire di qua".

"Ehi figlio di puttana, sono qui!" Disse Dean uscendo dal suo nascondiglio e facendosi vedere. "Ehi, stronzo! Vuoi mangiarmi?".

Sage si mosse velocemente e camminò bassa per non farsi vedere.

Vide Dean indietreggiare finché non si trovò con le spalle al muro e sgranò gli occhi: "Sage, quando vuoi!".

"Più vicino, mostro avvicinati ancora!" Sussurrò Sage fra sé. "Spero che funzioni!".

Appena si avvicinò di più, Sage lo prese alle spalle accoltellandolo dritto nel cuore con il suo sangue; in un primo momento il Wendigo si voltò pronto per ucciderla ma, non appena il sangue di Sage si diffuse in tutto il corpo di quel mostro, cadde in ginocchio a terra. Era morto.

"Ha funzionato!" Sussurrò Sage incredula ricominciando a respirare.

"Ha funzionato!" Ripeté sorridendo andando in contro a Dean, ancora schiacciato contro la parete, e con gli occhi spalancati ed increduli quanto quelli di Sage. 

"Come hai fatto? Come diavolo hai fatto?!" Chiese il ragazzo .

"È una lunga storia, te la spiegherò più tardi, per favore. Andiamocene di qui" disse la ragazza in maniera stanca.

Uscirono rapidamente e chiamarono un'ambulanza che li raggiunse rapidamente; Dean inventò una stupida storia ai poliziotti e riuscì a convincerli.

Dean e Sage salirono sull'ambulanza con Sam e rimasero in ospedale con lui finché, la mattina seguente, fu dimesso e si diressero tutti e tre a casa di Bobby, come ai vecchi tempi.

 
 

 
 "Entrate ragazzi, ero molto preoccupato!" Disse Bobby non appena Dean parcheggiò.

"Sam, sei conciato malissimo ma sempre meglio di..." continuò Bobby ma si interruppe non appena vide scendere dall'auto Sage. "Kath…. Sage?".

"Ciao Bobby!" Disse la ragazza andandogli incontro ed abbracciandolo. "Mi dispiace non essere venuta prima!".

"Non preoccuparti, vieni dentro!" Disse Bobby abbracciandola ancora.

La ragazza preparò un delizioso pranzo a tutti e raccontò loro tutto ciò che aveva scoperto in quei mesi lontani; raccontò loro delle proprietà del suo sangue, di Judith, del Consiglio.  

Bobby le chiese di rimanere per la notte e lei non poté rifiutare, voleva passare la notte lì con loro.

Mentre chiacchieravano dopo cena,  Sage si accorse che era ora di dare la pillola che il dottore aveva prescritto a Sam.

"Torno subito" disse la ragazza congedandosi con un bicchiere d'acqua e la pillola, che avrebbe dato al ragazzo salito in camera sua.

Salì le scale e bussò alla porta finché non ricevette un "avanti!" come risposta. 

"Ti ho portato la pillola" disse la ragazza porgendogliela insieme al bicchiere d'acqua. 

"Grazie.." disse Sam mandando giù la pillola e posando il bicchiere vuoto sul comodino.

"Come ti senti?" Chiese la ragazza sedendosi sul letto vicino a lui. 

"Un po dolorante ma anche questa passerà" si limitò a dire il ragazzo guardandola.

"Sam.. tuo fratello mi ha detto che hai cominciato a cacciare da solo. Devi smetterla, non vedi dove sei finito per due giorni?'' Disse Sage arrabbiata.

"Sage, non sono più fatti tuoi! Sono solo miei da quando non stiamo più insieme. E adesso, esci dalla mia stanza" disse alzandosi dal letto.

"No Sam, sono ancora affari miei! Perché tutto questo l'ho causato io, voi tre non siete più una famiglia! Devi tornare a cacciare con Dean!" Disse alzandosi e mettendosi davanti a lui.

"Esci!".

"No, non esco!" Disse fra i denti Sage.

"Dannazione, Sage! Non puoi fare così, non puoi sbucare nella mia vita di nuovo! Devi andartene".

"Non sarei tornata se tu non avessi fatto qualcosa di stupido, tipo buttarti nella tana di un Wendigo!" Disse Sage irritata.

"Ovvio che non saresti tornata, hai la tua vita perfetta con Henry no? Beh, grazie ma non te l'ho chiesto!".

Sage lo guardò negli occhi per qualche lungo secondo dopodiché prese un respiro profondo e disse tutto d'un fiato: "Cosa vuoi sentirmi dire Sam? Che mi manchi più di ogni cosa? Che non riesco a vivere in quella casa?".

Si avvicinò ulteriormente con le lacrime agli occhi e continuò: "O vuoi sentirti dire che quando mi sfiora, quando mi abbraccia, desidero con ogni fibra del mio corpo che quelle mani siano tue? Sai, qualche giorno fa mi ha baciata ma io.. io mi sono sottratta non riuscivo a baciarlo, a guardarlo o a toccarlo come facevo con te Sam! Quindi scusa se provo queste cose per te e non per mio marito e appena ho sentito che eri in pericolo sono venuta a cercarti!".

Sage rimase a guardarlo per qualche minuto dopodiché si girò e aprì la porta per uscire ma Sam glielo impedì.

"Sam che diavolo fai? Fammi uscire!" esclamò la ragazza voltandosi e asciugandosi le lacrime.

"Pensi di essere l'unica a soffrire in questa situazione? Dovevo fingere con Dean e con Bobby che tutto andasse bene e sono arrivato al limite; ho cominciato a cacciare da solo, prendevo un caso dopo l'altro pur di non pensarti!" disse il ragazzo tutto d'un fiato con enfasi ."La verità è che, anche se non c'eri, tu eri sempre con me. Sage io..".

Il cuore della ragazza cominciò a battere all'impazzata e il suo respiro divenne affannoso mentre Sam si avvicinava sempre più a lei.

".. io ti amo!".

La ragazza rimase immobile, frastornata da quello che aveva appena sentito, con la bocca aperta e gli occhi sgranati.

"È così, ti amo Sage" disse afferrandole il viso fra le mani. "Rimani con me stanotte" continuò il ragazzo con un velo trasparente sugli occhi.

"Sam.. io".

"Dì di si, dì solamente di si" continuò il ragazzo mentre una lacrima gli rigava il volto.

Sage lo guardò dritto negli occhi per qualche secondo, se l'avesse fatto sarebbe cambiato tutto; ma non poteva ignorare chi aveva davanti a sé, aveva desiderato quel momento per mesi.

La sua espressione si addolcì e strinse le braccia attorno al collo del ragazzo. 

"Ti amo anch'io Sam!" Si limitò a dire la ragazza prima di incollare le sue labbra a quelle del giovane.

Lei lo attirò a sè sul letto, dove rimasero per tutta la notte, si amarono ed entrambi si sentirono completi dopo tanto tempo. 

Si strinsero più che potevano l'uno nell'altra, sperando che quella notte durasse in eterno.

 
 

 
Sage fu svegliata dalla suoneria del suo telefonino che, la sera prima, aveva lasciato sul comodino di Sam.

Automaticamente afferrò il telefono e se lo portò all'orecchio, aprì la chiamata rispondendo con un "pronto?" parecchio assonnato.

"Buongiorno Sage" disse la voce squillante di Henry dall'altro lato del telefono. 

"Henry.." disse la ragazza svegliandosi del tutto ed alzandosi dal petto di Sam. "Buongiorno".

"Che stavi facendo? Dormivi ancora?" Chiese l'uomo e Sage poté sentire la sua risata.

"Beh si" disse solamente la ragazza osservando Sam che ancora dormiva.

"Come va? Avete risolto il caso e avete trovato Sam?".

"Sisi, sta benone. Lo abbiamo portato la notte scorsa a casa di Bobby" disse mentre prendeva i suoi vestiti da terra e li infilava.

"Oh..." disse Henry abbassando il tono della sua voce. "Hai passato la notte con lui?".

"No Henry..! Ho dormito nella mia vecchia camera" rispose Sage infilandosi la maglia.

"Tornerai oggi quindi?" Disse Henry dopo aver sospirato. 

"Si penso di si. Judith?".

"Le manchi tanto.. e anche a me" ammise Henry dall'altro lato del telefono. 

"Beh, dalle un bacio da parte mia. Devo andare, ci vediamo a casa. A dopo" disse la ragazza chiudendo la chiamata e sospirando. 

"Gli hai mentito" disse Sam che la fissava ancora disteso. 

"Sam.. non potevo dirglielo. Non così almeno" disse la ragazza sedendosi sul letto.

"Quello che è successo stanotte.. non vale nulla?" Chiese il ragazzo sfiorandole la guancia.

"Come puoi dire una cosa del genere?" Chiese la ragazza avvicinandosi a lui. "Ho detto che ti amo, ed è la verità. Risolveremo questa situazione, te lo prometto" aggiunse accennando un sorriso e carezzandogli il volto.

"Ma mentre aspettiamo di risolverla.." disse Sam sorridendo prima di afferrarla dai fianchi e tirarla dal suo lato del letto, fra le proteste della ragazza. ".. possiamo occupare il tempo in maniera più costruttiva".

"Sam no.." disse la ragazza ridendo mentre lui scese a baciarle il collo. "E se entrasse Dean?".

"Che mi importa!" Disse il ragazzo ridendo. "L'unica cosa di cui mi importa è toglierti questa maledetta maglietta che, chissà per quale motivo, hai rimesso" disse continuando a baciarla.

"Sam" gemette Sage fra le risate e i brividi di piacere che quei baci le provocavano.

Sam si adagiò fra le sue gambe, coperte semplicemente dagli slip, e fece viaggiare le sue mani sul corpo della ragazza che gemette nuovamente e inarcò la schiena. In un movimento rapido, il ragazzo, la privò degli indumenti e fecero l'amore che gli era stato privato per mesi.

Finalmente quel nodo sul cuore si era sciolto: era fra le braccia dell'amore della sua vita ed era felice, cos'altro avrebbe potuto avere dalla vita? 

 
 

 
"Vai di già via?" Chiese Bobby mettendo il broncio. 

"Tornerò prima che tu possa accorgertene, te lo prometto" disse Sage prima di abbracciarlo stretto. "Ciao Bobby".

"Vuoi darmi una mano a mettere le sue cose in macchina?'' Chiese Dean a Bobby che rispose con uno sbuffo. 

"Questo vale anche per te Sam, tornerò presto" disse la ragazza avvicinandosi a lui.

"So che lo farai" disse Sam sorridendo ed abbracciandola.

Dean suonò due colpi di clacson che li fece trasalire e risero all'unisono; si diedero un leggero bacio a fior di labbra e Sage salì in auto con Dean. 

"È la verità?" Chiese Dean mettendo la terza. 

"Se tornerò qui da voi?" Chiese la ragazza sospirando.  "Si, si è la verità. Ma prima dovrò capire come riuscire a non ferire Henry.. o peggio, Judith".

"Non c'è un modo Sage, ferirai sempre qualcuno con le tue scelte" disse guardando davanti a sé.

"Non ho idea neanche di come affrontare l'argomento.." disse sospirando la ragazza e massaggiandosi le tempie.

"Penso che Henry capirà, è un brav'uomo".

"Già.." disse semplicemente Sage lasciando morire il discorso. 

Non parlarono più durante il tragitto, ognuno era perso nei propri pensieri; si limitarono ad ascoltare la vecchia radio.

Non appena arrivarono difronte casa di Sage, Dean spense il motore ma continuò a guardare dritto davanti a sé, proprio come la ragazza. 

"Hai ragione, non sto bene" sbottò Dean senza guardarla. "Non sto bene, proprio come Sam, e non riesco a spiegarmelo. Quindi, solamente.. "aggiunse girando il viso verso di lei e fissandola negli occhi. ".. torna presto!".

"Tornerò prima che posso" disse Sage sorridendogli ed aprendo lo sportello. "Grazie per avermi accompagnata Dean".

"Ciao Sage" disse sospirando e rimettendo in moto.

Sage rimase ad osservarlo finché l'auto non scomparve dal suo orizzonte, dopodiché entrò in casa sospirando. 

Ciò che vide la paralizzò per qualche secondo: Judith paonazza con il viso pieno di lacrime.

"Tesoro, che è successo?" Chiese Sage mollando per terra il suo borsone e piagandosi sulle ginocchia.

"Mamma!" Urlò la bambina abbracciandola e continuando a piangere. "Non voglio più stare con lui, è cattivo!".

"Cosa? Di chi parli?" Chiese la madre asciugando le lacrime alla figlia.

"È cattivo, mam-ma! No-on è più lui da tan-nto tempo,  i-io lo odio!!" Continuò la bambina tra un singhiozzo e l'altro. "P-portami via, mam-ma!".

Sage sgranò gli occhi senza sapere cosa dire: che si riferisse a...

"Tesoro, sei tornata a casa?" Chiese Henry venendole incontro e sorridendo. 

Appena Judith sentì la sua voce si nascose dietro la madre e scoppiò, nuovamente, in un pianto disperato. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 10. ***


"Ben tornata a casa" disse Henry accogliendo Sage con un sorriso ampio tra i pianti della bambina.
"Che diavolo è successo?" Chiese Sage alzandosi ma tenendo la bambina dietro di sé. 
"Oh ti riferisci a Judith?" Chiese Henry indicandola. "Nulla, l'ho solo rimproverata".
"Non mi sembra che tu l'abbia solo rimproverata; è spaventata a morte" disse la ragazza profondamente arrabbiata.
"Sage, davvero, non è successo nulla. Non sa ricevere un no come risposta, tutto qui" disse Henry sorridendo.
"Oh ma davvero?" Chiese la ragazza con falsa ironia."Andiamo Judith".
"Dove state andando?" Chiese Henry afferrando il braccio di Sage e bloccandola.

La ragazza inizialmente guardò la sua mano grande stretta attorno al suo braccio dopodiché lo guardò negli occhi per qualche secondo in cagnesco. 

"Sarà meglio che tu mi tolga le mani di dosso".
"Beh scusa.." disse Henry lasciandola andare. "Dove andate?".
Sage afferrò dall'attaccapanni il giubbottino della figlia e la prese in braccio, aprendo la porta di ingresso.

"Non sono affari tuoi dove porto mia figlia dopo che tu l'hai spaventata" disse afferrando le chiavi dell'auto ed uscendo sbattendo la porta mentre Henry rimaneva con uno strano sorriso ad osservarle dalla finestra.



"Ti piace?" Chiese Sage sorridendo.

"Si!" Rispose Judith sorridendo e mangiando il suo gelato.

"Vuoi dirmi cos'è successo, tesoro?" Chiese la madre guardandola.

"È venuto un uomo.. un uomo strano" disse prendendo un cucchiaino di gelato. 

"Strano in senso buffo?" Chiese la madre sorridendo.

"Aveva gli occhi tutti tutti neri" disse la bambina guardando la madre con aria triste.

"E quest'uomo stava.. stava parlando con tuo padre?" Chiese la ragazza iniziando a preoccuparsi. 

"Gli ha detto una cosa.. gli ha detto che è quasi pronto" disse la bimba prendendo un altro boccone di gelato.

"Quasi pronto per cosa?" Sussurrò guardando dritto davanti a sé e inarcando le sopracciglia. 
"Mamma, sei preoccupata?" Chiese la bambina assumendo un'aria ancora più triste.

"No tesoro" disse Sage sorridendo e abbracciandola. "Sono solo felice di essere qui con te".

La bimba rise e tornò a mangiare il suo gelato più felice di prima mentre Sage cercava di capire cosa fare.

Pronto per cosa? Come poteva un Osservatore parlare con un demone? I suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo cellulare: era Sam.

"Tutto bene?" Lesse sullo schermo del telefono prima di sospirare. 

Non poteva coinvolgerlo al momento quindi decise di non dirgli la verità ma rispose con un semplice: "Benissimo!". Conservò il telefono nella sua borsa e tornò con la figlia a casa, cercando di capire cosa stesse succedendo. 



"Cosa avete fatto oggi pomeriggio?'' Chiese Henry alternando lo sguardo da Sage a Judith durante la cena.

"Abbiamo preso un gelato" tagliò corto Sage. "Tu piuttosto, che hai fatto mentre io ero via con i ragazzi?".

"Ho allenato Erin e mi sono occupato di Judith, come sempre" rispose Henry con un sorriso sulle labbra.

"Non hai amici? Non hai visto nessuno di loro?" Chiese la ragazza continuando a mangiare e facendo l'indifferente. 

"Essere un Osservatore non ti consente di avere amici" chiese bevendo un sorso di vino dal bicchiere. "Tu e Judith siete tutto quello che ho".

Sage sapeva che Judith non le aveva mentito: Henry aveva sicuramente parlato con un demone; così si limitò a fare un sorriso distogliendo lo sguardo. 
Sistemarono la stanza da pranzo dopodiché Sage portò la figlia nella camera matrimoniale e dormirono insieme. O meglio, fu la piccola a dormire, lei rimase tutta la notte sveglia a cercare di capire cosa stesse capitando ad Henry. Non si sarebbe più fidata di lui, ne era certa.



Il giorno seguente, Sage scese in soggiorno e non trovò alcuna traccia di Henry in casa così prese la sua auto e portò Judith all'asilo. Dopo che l'ebbe lasciata tornò a casa e, aprendo la porta d'ingresso, trovò una brutta sorpresa ad aspettarla: Henry in compagnia di altri due uomini.

"Buongiorno" disse Henry con uno strano sorriso sulle labbra. 

"Buongiorno a voi" rispose la ragazza mantenendo le distanze e osservando attentamente i due uomini. 
"Quanto ho aspettato questo momento" disse l'uomo di colore alla sinistra di Henry, sfregandosi le mani.

"Adam!" Lo rimproverò Henry guardandolo in cagnesco.

"Ha ragione, Henry! Facciamola finita!" Disse il ragazzo alla sinistra di Henry estraendo un coltello.

"Che sta succedendo?" Chiese la ragazza indietreggiando automaticamente.

"Beh tesoro.." disse Henry guardandola e allargando le braccia con un sorriso. ".. penso che il giorno sia arrivato".

"Quale giorno? Di che parli?!" Chiese la ragazza pronta per l'imminente lotta.

"Il giorno in cui la profezia si compirà! E tu morirai insieme ai tuoi due amici che ti porti a letto!" Rispose Adam sorridendo in maniera perversa e sbattendo le palpebre mostrò la sua vera natura: occhi neri, demone.

"Sei.. anche tu un demone, Henry?" Chiese la ragazza incredula sgranando gli occhi.

"Dolcezza, che posso dirti? È la mia natura" rispose l'uomo sorridendo mentre gli altri due scoppiavano in una risata.

"Pensate che io non vi possa battere? " disse ridendo Sage avvicinandosi. "Vi sbagliate!".

"Beh forse loro no.." disse una voce proveniente da dietro di lei. ".. ma io si!".

La ragazza non poté credere ai suoi occhi appena si voltò,  rimase stupita.

".. Erin?" Disse Sage sgranando gli occhi. "Scappa da qua, sono demoni!".

"Forse non hai capito la situazione.. " disse avvicinandosi e guardandola sorridendo. "..sono dalla loro parte! Mi renderanno una di loro! Ma basta  chiacchiere.." aggiunse Erin stirandosi il collo. ".. mi sono allenata per lottare, non per chiacchierare!".

Si scagliò contro Sage e cominciarono a lottare, Cacciatrice contro Cacciatrice; Erin la colpì nella pancia e Sage si piegò in avanti e le permise di gettarla per terra.

Erin si mise sopra Sage colpendola al viso ma, con uno scatto veloce, Sage capovolse le posizioni e le bloccò le braccia per terra.

"Sei ancora in tempo Erin, puoi ancora cambiare idea!" Disse la ragazza con il fiatone.

"Sage.." disse Erin ridendo. "..loro hanno tutto ciò che voglio, perché dovrei cambiare idea?" aggiunse colpendola e togliendosela di dosso.

"Non te lo chiederò un'altra volta!" Disse Sage alzandosi e continuando a lottare con Erin. 

Volarono una serie di calci e pugni che indebolirono entrambe le ragazze; dal labbro di Sage e dalla tempia di Erin scolava giá del sangue finché, quest'ultima, afferrò saldamente la rivale e la bloccò nuovamente per terra.

Arpionò le sue mani alla testa di Sage e la sbattè molte volte sul pavimento in legno, facendola svenire, finché Henry non la bloccò urlando: "Gli ordini sono 'ferirla, NON ucciderla!".

Erin lasciò andare Sage e si alzò guardando in cagnesco i tre. 

"Ecco fatto!" Disse dirigendosi verso il piano di sopra.

"Portatela in cantina e legatela!" Ordinò Henry sorridendo ai due demoni. "Ora non ci resta che catturare Sam".



Sage si svegliò completamente distrutta, ogni singolo osso del suo corpo le procurava dolore.

Aprì gli occhi lentamente ma non riuscì a riconoscere il luogo in cui si trovasse, anche per via del buio; provò a muoversi ma qualcosa glielo impediva: le braccia erano legate da una catena ad un palo.

"Dove diavolo sono?" Sussurrò fra sé cercando di liberarsi.

"È acciaio puro, dubito che tu possa liberarti" disse Henry uscendo dall'oscurità.

"Brutto figlio di puttana, ti ucciderò!" Urlò Sage infuriata.

"Oh-oh, cosa direbbe la tua preziosa Judith? " chiese il demone ridendo.

"Se potesse, farebbe lo stesso! Da quant'è che sei dentro Henry? Da quando ci siamo rincontrati?" Chiese Sage fra i denti.

"Da qualche settimana prima, abbiamo organizzato tutto per bene! Come non potevi non fidarti dell'uomo che avevi sposato?" Chiese Henry ridendo. 

"Che cosa vuoi? Perché sono ancora viva?".

"Non sei soltanto tu il nostro obiettivo; rilassati, mangia.." disse avvicinandole un vassoio con del cibo. "..e goditi il soggiorno!" Aggiunse uscendo da chissà quale porta e sbattendola.

Sage era agitata e aveva paura: non per se stessa, se la sarebbe cavata in un modo o nell'altro, era preoccupata per sua figlia. E inoltre doveva avvertire Sam e Dean, quegli esseri cercavano anche loro. Cercò di liberarsi ma non ci riuscì, come aveva detto Henry.

"Vi ucciderò tutti!!" Gridò la ragazza in preda al panico. 

Doveva uscire da lì e doveva farlo in fretta.



"Non ho sue notizie da due giorni ormai e non risponde alle chiamate! Dobbiamo andare a cercarla!" Esclamò Sam agitato nel soggiorno di Bobby. 

"Io lascerei passare almeno un altro giorno.. è appena tornata a casa e magari.." iniziò Bobby che fu interrotto da Dean.

"No, ho anch'io una brutta sensazione. Dobbiamo andare".

I due fratelli salirono in macchina e partirono verso casa di Sage: non sapevano cosa fosse successo ma sapevano che qualcosa era andato storto nel suo rientro a casa.

A metà strada ormai, Sam si fermò in una stazione di servizio per fare rifornimento di cibo, mentre Dean rimase in macchina. Cambiò stazione alla radio, si distrasse per qualche secondo, e quando alzò la testa verso il negozio non vide più gente.

Entrò velocemente in cerca del fratello e, nel primo tavolo, trovò un uomo riverso su di esso, pieno di sangue; guardò dietro al bancone e vide i due negozianti a terra, privi di vita e ricoperti di sangue.

"Sam?" Provò a chiamare il fratello estraendo la pistola senza ricevere alcuna risposta.

Del ragazzo non vi era più alcuna traccia ma sul pavimento e sulla porta vi erano tracce di zolfo, ovvero dei demoni erano appena passati di lì. 

Uscì in fretta dal negozio continuando ad urlare il nome del ragazzo e guardandosi in torno ma non vi trovò alcuna anima viva.

Salì nuovamente in macchina e, affondò il piede nell'accelleratore, per arrivare il prima possibile da Sage.

In un'ora e mezza arrivò difronte casa di Sage e si precipitò a bussare ma non ricevette risposta. Impugnò la pistola ed aprì la porta d'ingresso silenziosamente facendo un giro della casa: non vi era nessuno.

Compose il numero di Sage sullo schermo del suo cellulare e la chiamò; non appena il telefono cominciò a squillare sentì una musica diffondersi nell'appartamento. Si avvicinò e prese il telefono in mano dove notò tutte le chiamate perse ed i messaggi di Sam.

"Sage, dove diavolo sei?" Sussurrò Dean fra sé e sé.

Sapeva che Sage era in quella maledetta casa, lo sentiva dentro di lui, così continuò a perquisire la casa fin quando sentì dei strani rumori provenienti dalla cantina.
Scese silenziosamente le scale della cantina, continuando ad impugnare la pistola, ed accese lentamente la luce. Sgranò immediatamente gli occhi alla vista di Sage, legata ad un palo, piena di graffi e di sangue sul corpo. 

Le corse immediatamente vicino e la liberò velocemente dalla catane che le stringevano le mani e provò a svegliarla ma, la ragazza, era priva di conoscenza.

"Andiamo Kath, non puoi morire!" Disse prendendola sulle spalle e portandola al piano di sopra. 

La adagiò delicatamente al divano del soggiorno e le bagnò il viso con dell'acqua aspettando che riprendesse conoscenza; Dean chiamò Bobby al cellulare e gli spiegò tutta la situazione.

Si diedero appuntamento a metà strada, aveva bisogno d'aiuto per trovare Sam.

"Devo andare Bobby, si sta svegliando!" Disse il ragazzo mettendo via il telefono e correndo verso la ragazza.

"Ehi, ehi, Sage mi senti?" Disse il ragazzo dandole dei leggeri schiaffi sul viso.

"Dean avevi ragione.." disse aprendo gli occhi ma parlando con un filo di voce. ".. non sono più Sage!" Aggiunse con un sorriso.

"Chi diavolo ti ha ridotto così? Cos'è successo?" Disse Dean guardandola serio. 

"Henry.. è un demone" disse sedendosi. "Ed Erin è dalla sua parte, vuole diventare un demone anche lei".

Dean la osservò per un lungo momento e capì che stesse dicendo la verità. 

"Ha detto che.. voleva uccidere anche voi!  È stato lui a far sparire Sam" disse riferendosi alla telefonata con Bobby che aveva appena sentito.

"Tu credi che..?".

"Si! Ma prima di andare.." disse alzandosi dal divano. "Dobbiamo portare al sicuro Judith! Se lo conosco, si sarà comportato da persona normale; avrà portato Judith all'asilo, ne sono certa. La prenderemo e la porteremo al sicuro".

"Si ma.. dove?" Chiese Dean inarcando le sopracciglia.

"Giles! Andremo da lui!" Disse alzandosi ed uscendo dalla casa con Dean. 

Si recarono velocemente all'asilo e prelevarono dalla scuola Judith che, felice, salto in braccio alla mamma.

"Dobbiamo fare presto!" Disse la ragazza salendo in auto con Dean. 

"Che succede mamma?" Chiese la bambina sorridendo  dal sedile posteriore.

"Tesoro, dovrai stare da Giles per un po.  Ti ricordi di lui, vero?" Chiese la madre voltandosi a guardarla.

"Mmm.. perché?" Chiese Judith mettendo su il broncio. 

"È successo qualcosa di brutto a Sam..e tuo padre c'entra qualcosa" disse la ragazza cercando di essere il più delicata possibile.

"Papà non c'è più ormai.. qualcuno ha preso il suo posto" disse piangendo la bambina.

Dean guardò la ragazza dritto negli occhi, mentre sfrecciava sull'autostrada, non capendo come la bambina fosse a conoscenza di certe cose.

"Esatto Judith ma farò di tutto per riportartelo.. però dovrai prepararti al peggio tesoro" disse carezzandole il viso. 

La bambina si consolò non appena la madre le carezzò il viso e si addormentò, lasciando i due ragazzi a pensare ad una soluzione a tutto ciò. 



Arrivati a casa di Giles, la ragazza gli spiegò tutto ciò che era successo e l'Osservatore rimase senza parole: un demone si era impossessato di Henry e nessuno se n'era accordo.

"Non preoccuparti, terrò io Judith. Nessuno le potrà fare del male!" Esclamò Giles guardandola e sorridendo.

"Ok.." disse la ragazza abbassandosi al livello di Judith e la guardò dritta negli occhi. "Ti prometto che tornerò presto, d'accordo tesoro?".

La bambina annuì e abbracciò forte la madre piangendo, mentre Dean uscì di casa salutando Giles ed accese la macchina aspettando la ragazza. 

"Ok, vado. Ci vediamo appena tutto sarà finito" disse la ragazza alzandosi e salutando l'uomo. 

"Un'ultima cosa.. Sage non esiste più!" Esclamò felice Giles sorridendo. "Sei diventata un'altra persona, sei forte, decisa, determinata! Sei l'opposto di com'eri un tempo; sei Katherine adesso".

La ragazza lo guardò per qualche secondo negli occhi e gli sorrise.

"Hai decisamente ragione, Giles. Sono Katherine!" Disse la ragazza sorridendo prima di uscire e dirigersi nell'auto. 

Dean affondò il piede nell'acceleratore e, in meno di due ore, arrivarono nel luogo stabilito per incontrare Bobby.

 
 

 
 

 
Sam si svegliò su di un prato e immediatamente sgranò gli occhi. "Dove diavolo mi trovo?" Pensò il ragazzo guardandosi attorno.

Era in una citta fantasma, c'erano una serie di case e di appartamenti ma nessuno ad abitarli. Si alzò e cominciò a camminare tra le case, spiando all'interno dalle finestre, non trovandovi nessuno. Ma, ad un tratto, sentì un rumore che lo fece sobbalzare; afferrò un pezzo di legno e vi andò incontro, pronto a colpire.

Sentì il rumore di passi andargli incontro ed alzò l'arma, impugnandola fra le mani; il rumore si avvicinò fin quando Sam, che stava per colpire, si bloccò a mezz'aria.

"Andy?!" Disse Sam sgranando gli occhi. 

"Sam! Che ci fai qui?" Urlò il ragazzo spaventato. 

"Non lo so e tu?".

"Neanch'io! Che ci faccio qui? " chiese il ragazzo spaventato. "Dove ci troviamo?!".

"Non lo so Andy, calmati!" Disse Sam spaventato tanto quanto l'amico. 

"Non posso calmarmi, non ce la faccio! Mi sono appena svegliato in un posto che non conosco!" Esclamò il ragazzo confuso portandosi le mani ai capelli.

"Qual è l'ultima cosa che ricordi?".

"Mi ero appena fatto quattro canne.. non ricordo niente!" Disse il ragazzo ancora più confuso di prima. "All'improvviso ho sentito un odore forte ed intenso, come di...".

"..zolfo, forse?'' Lo interruppe Sam. 

"Si! Anche tuo fratello si trova qui?''.

"No, non so dove sia!" Affermò Sam cercando di far quadrare qualcosa.

I due furono interrotti dalle urla di una ragazza che continuava a chiedere aiuto così si diressero in quella direzione.

Videro una casetta, chiusa con un lucchetto, dalla quale provenivano le urla della giovane donna.
"Ti facciamo uscire subito, aspetta un solo momento!" Urlò Sam in cerca di una pietra per rompere il lucchetto.

Aprì la porta e sgranò nuovamente gli occhi. 
"Ava?!!".

"Sam!?" Chiese la ragazza fiondandosi fra le sue braccia piangendo.

"Come avete fatto? Io.. come ho fatto?" chiese la ragazza estremamente confusa.

"Sei stata qui tutto questo tempo?" Chiese Sam sgranando gli occhi. "Sei scomparsa da 5 mesi!".

"No Sam, mi sono appena svegliata qui dentro! È impossibile, io ti ho visto solo due giorni fa!" Disse la ragazza sgranando gli occhi.

"No Ava, non è così mi dispiace" disse Sam accennando un sorriso.

"Non ha senso! Brady sarà preoccupato da morire, dobbiamo avvisarlo!" Urlò la ragazza guardandosi attorno e notando Andy che assisteva alla scena.

"Andy, piacere! Un compagno di sventura" disse sorridendo.

"Sam, che diavolo sta succedendo?" Chiese Ava in preda al panico. 

"Non lo so, l'unica cosa sicura è che noi tre abbiamo una cosa in comune..." iniziò Sam ma fu interrotto da un'altra voce.

"C'è nessuno?!".

".. e forse siamo più di tre!" Continuò Sam andando in contro a quella voce seguito dai due.

"Ehi!" Urlò Sam mentre correva verso la voce. 

Due persone uscirono da una casa e gli si poteva leggere in faccia la paura e la confusione, come nel loro caso.

"State bene?'' Chiese Sam.

"Si! Sono Jake e questa è Lily" affermò il ragazzo di colore, con la divisa dell'esercito, indicando la ragazza al suo fianco.

"C'è qualcun'altro?" Chiese Sam preoccupato. 

"No, non abbiamo visto nessun altro!" rispose Jake.

"Che ci faccio qui? Io ero a San Diego fino a qualche minuto fa!" Disse Lily aggrottando le sopracciglia. 

"Se ti può consolare, io ero in Afghanistan!" Disse il ragazzo irritato.

"Avete 23 anni e dei poteri, vero?" chiese Sam cercando di capire qualcosa. "Tutto è iniziato più o meno un anno fa, no? Io vedo le cose prima che accadano".

"Anch'io" ammise Ava.

"E io faccio fare quello che voglio alle persone! " disse Andy ridendo.

"È bello poter dire alle persone 'dammi il tuo portafoglio' e loro lo fanno! O avere le visioni! È fantastico!" Disse Lily alterandosi e alzando le sue mani. "Se io tocco una persona, il suo cuore si ferma! Vivo rinchiusa in casa, la mia vita è un inferno! Voi fate quello che volete, io me ne torno a casa!".

"Dove vai? Non puoi andartene!" Cercò di fermala Jake. 

"Smettetela! Che ci piaccia o no, siamo qui adesso e dobbiamo affrontare la situazione!" Disse Sam sovrastando le voci dei due.

"Sapete perché siamo qui?" Chiese Andy ai due.

"Il problema vero è chi ci ha portati qui.." disse Sam preoccupato.

"Che vuoi dire?" Chiese Ava aggrottando le sopracciglia.

"È.. è un demone!" Ammise Sam e tutti e cinque i ragazzi si guardarono increduli e spaventati.

 
 

 
"Qui sono segnate tutte le manifestazioni demoniache degli ultimi tempi" disse Bobby mostrando una cartina, appoggiato al cofano dell'Impala.

"Ma non c'è segnato nulla" disse Katherine aggrottando le sopracciglia. 

"Esatto!".

"Andiamo, stai scherzando Bobby?? Non è possibile che non sia successo assolutamente nulla!" Disse Dean irritato.

"Mi dispiace ragazzi ma è proprio così! È tutto calmo!".

"E come troviamo Sam?!" Disse la ragazza irritandosi tanto quanto Dean.

In quell'istante il telefono del ragazzo squillò: era Ash.

Si erano rivolti a lui in cerca di informazioni ma neanche lui trovò qualcosa su Sam,  piuttosto, gli chiese di dirigersi subito alla Roadhouse perché aveva della informazioni molto importanti da dirgli. 

Così tutti e tre, salirono sull'Impala e si diressero, il più veloce possibile alla Roadhouse, sperando di poter trovare Sam.



"Siamo soldati di un demone che porterà l'Apocalisse? E siamo stati scelti proprio noi? Perché?!" Chiese Jake alteratosi.

"Non lo so! L'unica cosa che posso dirvi è.."

"Sam, un conto sono i poteri psichici un altro sono i demoni!" Disse Ava impaurita. 

"So che può sembrarvi pazzesco ma..".

"Infatti lo è!" Disse Jake.

"Non mi interessa quello che pensi! Se siamo qui insieme vuol dire che è iniziata la guerra!" Urlò Sam irritato.

"L'unica cosa che voglio fare è tenermi lontano da tutto ciò!" Disse Jake infuriato. "Preferisco stare solo e vi consiglio di fare lo stesso" aggiunse allontanandosi dal gruppo. 

Sam inizialmente guardò gli altri, dopodiché seguì Jake per garantire la sua sicurezza.

Lo vide entrare in una casa e lo seguì finché vide un fantasma che cercava di uccidere il ragazzo; così afferrò un grosso pezzo di ferro e colpì la bambina-fantasma che scomparì nell'aria. 

"Quello che avete appena visto.. era un demone!" Disse guardando Jake davanti a sé e i ragazzi dal lato opposto, tutti increduli difronte a ciò che era appena successo.

Usciti tutti dalla casa Sam notò una grande campana in uno spiazzale e sgranò gli occhi.

"So dove ci troviamo! Ho già visto questa campana! Siamo in South Dakota, questa è una città infestata dai fantasmi che è stata abbandonata".

"Sapete che vi dico? Me ne vado!" Disse Lily voltandosi e andando via.

"Ci sono centinaia di km di foresta da attraversare! Non sappiamo che stia succedendo, ne quanti demoni siano qui! Siamo tutti molto provati ma l'unico modo per sopravvivere è restare uniti" Disse Sam cercando di calmarla.

"D'accordo.." disse Lily sospirando e raggiungendo gli altri.

Sam avrebbe dovuto trovare una soluzione al più presto!




"Ci servono ferro, argento, sale.. ogni arma è utile!" Disse Sam mentre guidava gli altri.

Avevano deciso di passare la notte in una di quelle case ma, per farlo, avrebbero dovuto munirsi di armi per ogni evenienza. 

"Il sale è un arma?" Chiese Jake incredulo.

"Benvenuto nel nuovo mondo!" Ironizzò Sam entrando in una casa.

"Speriamo che in questo nuovo mondo ci sia da mangiare!" Disse Andy seguendolo a ruota.

Tutti entrarono in quella casa eccetto Lily che, ripensandoci o forse non aveva mai cambiato idea, voltò le spalle e fuggì via guardando per un'ultima volta la casa dove c'erano i ragazzi.





Dean, Katherine e Bobby arrivarono in poco tempo alla Roadhouse e ciò che videro li lasciò senza parole: il locale non esisteva più, era stato distrutto da un incendio e fumava ancora.

"Che diavolo è successo?" dissero Dean e Katherine all'unisono mentre Bobby sgranava gli occhi.
Scesero dalla macchina e guardarono tra le macerie, non credendo ai loro stessi occhi. Vi erano corpi completamente carbonizzati, coperti dalle travi e dalle macerie.
"Vedete Ellen?" Chiese Dean incredulo. 

"No e nemmeno Ash" disse Bobby continuando a cercare. 

"Credo di averlo appena trovato" disse Katherine chinandosi e toccando un orologio su un polso di un uomo carbonizzato. 

"Maledizione!" Imprecò Dean portandosi le mani ai capelli.

 
 

Sam perquisiva la casa in cerca di qualche oggetto da usare come arma contro i demoni ma con scarsi risultati; salì anche al piano di sopra ma non trovò nulla finché, dal piano di sotto, Andy urlò: "Ragazzi ho trovato qualcosa!".

Sam scese il più in fretta possibile e trovo il ragazzo che, sorridente, mostrava con orgoglio i due sacchi di sale che aveva appena trovato.

"Bene, adesso possiamo.." iniziò Sam ma si interruppe. Mancava qualcuno. "Dov'è Lily?".

I ragazzi si guardarono attorno e la cercarono per tutta la casa finché uscirono fuori per trovarla. Ma proprio davanti ai loro occhi, appesa alla casa di fronte la loro, vi era Lily appesa con una corda per il collo, ormai, priva di vita.

"Oh mio Dio!! Questa è una cosa davvero orribile!!"disse Ava con le lacrime agli occhi.  "Sam, se siamo stati scelti per combattere, allora spiegami perché l'hanno uccisa!! Dobbiamo andarcene da qui!".

"Si sono d'accordo!" Disse Andy, appoggiando la ragazza.

"Non credo sia la scelta giusta!" Esclamò Jake.

"Voleva farlo anche Lily ed è finita lì.  Non ci faranno andare via facilmente!" Esclamò Sam preoccupato. "Organizziamoci per il prossimo attacco".

"Sam, io non sono un soldato! Non posso farlo!" Disse Ava con voce quasi isterica.

"Se vuoi restare viva dovrai farlo anche tu!" Disse Sam e la ragazza scappò dentro la casa scoppiando in un pianto disperato. 

"Ci vorrebbe l'aiuto di Dean.. Non sai che cosa darei per un telefono.." disse Sam mentre Jake tirava giù Lily.

"Potrei provare ad aiutarti io. Magari funziona anche con le lunghe distanze; hai un oggetto di Dean, qualcosa che lui abbia toccato?" Chiese Andy cercando di essere d'aiuto. 

"Ho.." disse Sam cercando fra le tasche. ".. solo questa ricevuta, basta?".

"Certo!!" Disse Andy sorridendo. 



"Che disastro.." affermò Bobby camminando fra le macerie. 

"Ash sapeva qualcosa.. e chissà che fine ha fatto Ellen, se è ancora viva!" Esclamò Dean seguendo l'uomo. 

"Che cosa voleva dirci Ash? Come facciamo a trovare Sam?" Disse Katherine con un filo di voce.

"Sta tranquilla, lo troveremo!" Disse Bobby mettendole una mano sulla spalla.

"Aaah!" Esclamò Dean piegandosi in due dal dolore e tenendosi la testa fra le mani.
"Dean?" Chiese Bobby avvicinandosi preoccupato. 

"Dean? Che diavolo hai?" Disse Katherine avvicinandosi e afferrandolo da un braccio.

"Non lo so.. ho mal di testa" disse Dean sentendosi leggermente meglio. "Giurerei.. di aver visto qualcosa".

"Che vuoi dire?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.

"Come una visione? Come quelle di Sam?" Chiese la ragazza preoccupata. 

"Cosa? No!".

"Guarda che puoi dircelo!" Disse Bobby. 

"No, io non ho nessun potere pshi..aah!" Iniziò Dean ma si piegò nuovamente su se stesso tenendosi la testa mentre la ragazza lo sosteneva.

"Ho visto Sam! L'ho visto!" Esclamò Dean.

"Era una visione?" Chiese Bobby avvicinandosi ai due.

"Si, non so come ma l'ho visto. È stato un dolore fortissimo!" Disse Dean massaggiandosi le tempie.

"Cos'altro c'era?" Chiese la ragazza. 

"C'era.. una campana..".

"Che tipo di campana?" Chiese Bobby cercando di capire cosa intendesse.

"Era una campana grossa, aveva una specie di incisione.." disse Dean stropicciandosi gli occhi.

"Era per caso un albero? Una quercia?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. 

"Esatto.." disse Dean guardandola stupito. 

"Che stupida! Avrei dovuto pensarci prima!" Disse la ragazza irritata. "Salite in macchina, so dov'è Sam".



Sam e gli altri continuarono a cercare della armi, trovarono delle lastre di ferro e le portarono nella casa ed, inoltre, ricoprirono le estremità di porte e finestre con il sale.

Rimasero tutti e quattro in una stanza, svegli, per sventare eventuali attacchi demoniaci.

Sam, però, si sedette su di una poltrona e improvvisamente vide Henry spuntare dietro Jake.

"Henry?! Come diavolo sei arrivato qui?!" Chiese scattando in piedi ma nessuno dei suoi compagni sembrò notare il suo comportamento. 

"Sto sognando?" Chiese il ragazzo ad Henry.

"Ti andrebbe.." rispose l'uomo sbattendo le palpebre e mostrando i suoi veri occhi, occhi gialli. ".. di fare una passeggiata con me?".

Sam rimase incredulo a ciò che stava vedendo, Henry era davvero Occhi gialli?

L'uomo si girò ed uscì di casa e Sam lo seguì immediatamente. 

"Sei terribilmente arrabbiato con me, vero?" Chiese Henry ridendo.

"Non posso crederci che hai ingannato tutti" ringhiò fra i denti Sam. "Ti ridurrò in brandelli, te lo giuro!!".

"Già, quando ti sveglierai darai il meglio di te!" disse Henry ridendo.

"Dov'è mio fratello? E Katherine?!" Chiese Sam nervosamente. 

"Non preoccuparti di loro, preoccupati di te adesso!".

"Perché? Vuoi uccidermi?" Chiese Sam spalancando le braccia.

"Voglio aiutarti! Questa è una competizione e io faccio il tifo per te Sam! Solo uno di voi, uno solo di voi prescelti, riuscirà ad andarsene vivo da qui" disse il demone sorridendo. 

"Ma non dovevamo essere I soldati della guerra?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 

"Esattamente, però c'è un particolare: mi serve un solo soldato, solo uno. Ciò che mi serve è un leader!" Disse il demone sorridendo. 

"Per guidare chi?".

"Io ho già il mio piccolo esercito! O almeno lo avrò presto" disse il demone con un sorriso ampio.

"Sei un figlio di puttana!" Ringhiò fra i denti Sam.

"Onestamente mi sorprende che tu non l'abbia capito; perché credi che così tanti bambini siamn morti? Max Miller e il fratello di Andy? Non erano abbastanza forti. Io sto cercando il migliore e il più capace della tua generazione" disse Henry avvicinandosi sempre di più al ragazzo. "Perché credi che abbia preso questo corpo? Volevo starti più vicino possibile, conoscerti meglio. E ovviamente fare avverare la profezia" aggiunse ridendo.

"Profezia?" Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia. 

"Sam.." disse ignorandolo e continuando il suo monologo. "Voglio darti un piccolo aiuto Sam: tu sei coraggioso, tu sei intelligente, ben addestrato grazie a tuo padre. Sam sei il mio preferito!".

"Tu mi hai rovinato la vita, hai ucciso tutti quelli che amavo" disse Sam sprezzante.

"È il costo di ogni impresa" disse il demone facendo spallucce. "Voglio dire, Jessica doveva morire. Dovevi conoscere Katherine per far partire il mio piano. E tua madre.. è stato uno spiacevole incidente,  non doveva  entrare. Posto e momento sbagliato".

"Che vuoi dire?" Chiese Sam osservandolo.

"Ero lì per te, non per lei. Sarò generoso con te, te lo mostrerò" disse il demone e, con il solo gesto della mano, portò entrambi nella cameretta del piccolo Sam.

Il ragazzo vide la madre entrare nella cameretta e scambiare occhi gialli curvo sul bambino per John; cercò di chiamarla ma il demone chiarì che quel momento era solo un replay e non avrebbe potuto cambiare nulla.

Sam vide il demone tagliarsi una mano e fare scorrere delle gocce di sangue sulla bocca del piccolo neonato che si agitava nella culla.

"Questo vuol dire che.. ho sangue demoniaco dentro di me?" Chiese Sam urlando profondamente spaventato. 

Il demone all'interno di Henry scoppiò in una risata ed improvvisamente la mamma corse dentro la stanza e riconobbe il demone, che la spinse contro una parete fino ad arrivare al soffitto.

"Non credo tu voglia vedere il resto" disse Henry che lo fece tornare alla sia realtà facendolo svegliare.

"Sam!! Ava è scomparsa!!" Lo svegliò Jake.

"Cosa? Tu cerca nel granaio e nell'hotel, io cercherò nelle case" disse Sam ancora scosso per le informazioni appena acquisite e cominciarono le ricerche mentre Andy rimaneva nella casa.

Ad un tratto, mentre i due ragazzi cercavano in posti diversi, sentirono delle urla provenienti dalla casa in cui si erano accampati.

Sam corse immediatamente in quella direzione e appena vi entrò trovò Andy con il petto squarciato ed Ava con le lacrime agli occhi.

"Sam, l'ho appena trovato così" disse la ragazza piangendo. 

"Come ha fatto ad entrare qui?" Chiese il ragazzo controllando che il sale fosse ancora presente.

"Dov'eri finita?".

"Sono solo andata a prendere dell'acqua al pozzo, sarò stata via al massimo due miniti!".

"Non saresti dovuta uscire, dovevamo rimanere tutti qui e.." si interruppe Sam notando una striscia senza sale su di un davanzale. "Chi ha fatto quello?".

"Non lo so, Andy?".

"Non l'avrebbe mai fatto. Quella linea non era interrotto quando sono uscito. AVA?" Disse Sam alterandosi sempre di più. 

"Cosa? Non crederai che sia stata io?".

"Sei stata qui per 5 mesi! Sei stata l'unica ad avere il tempo per organizzarti!" Disse Sam avanzando verso di lei.

"Che cosa vorresti dire?" Chiese la ragazza fra le lacrime. 

"Che ti è successo?".

"NIENTE!" disse la ragazza piangendo ancora ma capì che Sam aveva già inteso tutto.

"Sono riuscita ad ingannarti, vero? È da tanto tempo che sono qui e non da sola. La gente non faceva che comparire, anche gruppi di tre o quattro alla volta" .

"Li hai uccisi tutti?" Chiese Sam sgranando gli occhi. 

"Sono campionessa in battuta di pesi massimi" disse ridendo la ragazza.

"Come hai potuto?!".

"Non avevo scelta, o io o loro. È stato facile, addirittura divertente. Ho solo smesso di combattere ciò che crediamo di essere Sam, se ti lasciassi andare non hai idea di tutto ciò che potresti fare con le tue potenzialità. È pazzesco! Sai cosa riesco a fare ora?" Chiese la ragazza ridendo. 

"Controllare i demoni!" Rispose Sam sprezzante.

"Esattamente.. mi dispiace Sam, ma è finita!" Disse la ragazza portandosi le mani alle tempie ed evocando un demone ma, inaspettatamente da dietro di lei, sbucò Jake che le spezzò il collo lasciando Sam senza parole. 



I due ragazzi e Bobby arrivarono il più vicino possibile alla città fantasma ma la strada era interrotta così, lasciarono la macchina e presero le armi, continuando la strada a piedi. 



"Forse adesso riusciremo ad andarcene" disse Sam all'unico compagno rimasto in vita uscendo dalla casa. "Dobbiamo andare".

"Si Sam ma non insieme" disse Jake fermandosi.  "Solo uno di noi rimarrà in vita in questo posto. Ho avuto una visione, occhi gialli mi ha detto tutto. Non ci lascerà andare via insieme ma da soli; se si avvicina lo posso anche uccidere".

"Se sei con me lo uccideremo insieme" disse Sam cercando di farlo ragionare.

"Chi mi dice che non mi tradirai?" Chiese il ragazzo. 
"Non lo farò" disse Sam allibito. 

"Non posso saperlo".

"Va bene, aspetta" disse Sam liberandosi dell'unica arma che aveva con sé. "Vieni con me Jake! Non fare il suo gioco".
Jake lo guardò per qualche secondo e, lentamente, decise di liberarsi anche lui della sua arma. Mentre si rialzava, con il suo dono della super forza, colpì Sam e lo scaraventò dall'altra parte del campo.

Sam si contorse per il dolore ma, quando Jake si avvicinò a lui per continuare a combattere, non si fece trovare impreparato.

Si alzò e lottò contro di lui, riuscendo anche a prevalere ma, con un colpo, Jake gli lussó la spalla avendo la meglio su di lui.

Immediatamente Sam si rialzò continuando a lottare e, con un calcio, lo fece atterrare su di una staccionata abbattendola.

Rimase sdraiato a terra senza fiato, per il forte dolore e, non appena si rialzò, lo colpì con una lastra di ferro e svenne. 

"SAAAAM!!" Udì il ragazzo e si voltò sorridendo. Dean era appena arrivato.

Dopo qualche secondo vide il fratello, insieme a Bobby e Katherine, andargli incontro felice.

"SAM ATTENTO!!" Urlò Katherine non appena vide Jake alzarsi ed impugnare un coltello.

Il ragazzo non ebbe neanche il tempo di voltarsi che, Jake, lo pugnalò alla base della spina dorsale e tirò fino ad incidergliela del tutto per ucciderlo.

"NO SAM!!!" Urlò Dean correndogli incontro mentre lui cadeva a terra ansimando.

"Sam, la ferita non è profonda! Andrà tutto bene ok? SAM!! Sam sta sveglio!" Disse Dean afferrandolo e tenendogli la testa che non riusciva più a muovere autonomamente.

''Sam, ti rimetterai in sesto d'accordo? Mi prenderò cura di te, questo è il mio compito. Prendermi cura di quella spina nel fianco che è il mio fratellino, no?" Disse abbozzando un sorriso che però morì immediatamente. 

"SAM! SAMMYY!! SAAM!" continuò a dire scuotendolo.

"Oh mio Dio Sam!!" Disse la ragazza che era rimasta immobile accanto a Dean mentre Bobby inseguiva Jake. Katherine aveva appena visto i suoi occhi privi di vita, vuoti e vacui; si affrettò ad abbracciarlo tra le urla di Dean e rimasero così, a piangere il ragazzo, che giaceva ormai morto fra le loro braccia. 

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Capitolo 13
*** Capitolo 11. ***


Dean e Katherine, con ancora le lacrime agli occhi, portarono il corpo di Sam in una di quelle case e lo adagiarono delicatamente su di un letto.

Entrambi rimasero immobili, Dean appoggiato allo stipite della porta e Katherine seduta su di una poltrona accanto al letto, senza dire una parola; stavano provando un dolore immenso dentro di loro e nessuna parola sarebbe stata in grado di aiutarli. 

Dopo qualche minuto di silenzio, entrò Bobby con del cibo e lo porse a Dean dicendo: "Dovreste mangiare qualcosa".

"Sto bene" rispose Dean ancora fissando il fratello. 

"Dean devi..".

"Ho detto che sto bene" rispose Dean voltandosi e bevendo tutto d'un fiato un sorso sostanzioso di birra. 

"Dean, detesto dovertene parlare ma.. non credi che sia ora di seppellire Sam?" Disse Bobby tristemente tirandosi di sopra gli sguardi infuriati dei due.

"No" rispose Dean.

"Forse potremmo bruciare.. il suo corpo" suggerì Bobby.

"No, non ancora" disse con tono serio Katherine afferrando automaticamente una mano, ormai fredda, del ragazzo giacente a letto. 

"Dovreste venire con me" disse Bobby.

"Ti dispiace lasciarci in pace?" Ringhiò fra i denti Dean.

"Non dovreste rimanere qui! E poi sta per succedere qualcosa di grosso, di apocalittico" disse Bobby con tono serio.

"NON ME NE FREGA NIENTE" urlò Dean facendo sussultare anche Katherine. 

"Non dirai sul serio.." disse Bobby sgranando gli occhi. 

"Ci puoi giurare! Che c'è? Non credi che ne abbia abbastanza? Che non abbia pagato abbastanza? Io ho chiuso Bobby!!" Continuò Dean ad urlare contro l'uomo. 

"Adesso basta!" Urlò Katherine alzandosi dalla poltrona e facendo voltare i due uomini nella sua direzione. "Non dovreste urlare l'uno contro l'altro! Sam è appena morto!"aggiunse con le lacrime agli occhi e con voce spezzata.

"Bobby dovresti andare, per favore".

Il cacciatore li guardò in faccia e capì che non sarebbe potuto essere d'aiuto in quel momento così si girò e prima di uscire aggiunse: "Sapete dove trovarmi".



"Quando eravamo piccoli, lui non aveva neanche cinque anni e cominciò a fare molte domande. 'Come mai non abbiamo una mamma?', 'Perché dobbiamo sempre cambiare città?', 'Dov'è papà?' e ogni volta che se ne andava per settimane io gli dicevo 'smetti di fare domande Sammy!'. Volevo che vivesse la sua infanzia, almeno per un altro po'. L'ho sempre protetto e messo al sicuro; non c'era bisogno che me lo dicesse papà, lui è sempre stato una mia responsabilità, il mio unico compito. Ed ho fallito" disse Dean piangendo seduto su una sedia accanto a Katherine.

"No Dean, non è colpa tua!  Per favore, non farti questo" disse la ragazza piangendo ed abbracciandolo.

"Nono, forse è questo il mio destino: deludere quelli che amo. Ho deluso nostro padre e ora anche lui, Katherine.  Come faccio a vivere con questo rimorso? Sammy!!" Continuò piangendo e appoggiandosi alla ragazza.

"Che cosa posso fare? Sammy, che cosa posso fare!!" Urlò alzandosi in piedi e voltandosi. 

"Dean.." disse la ragazza raggiungendolo e lo abbracciò da dietro ed entrambi piansero.
Dopo qualche minuto si sedettero nuovamente e la ragazza si strinse su se stessa finché, scoppiando in un nuovo pianto disperato, si assopì per qualche momento.

Dean era in cerca proprio di questo, senza fare rumore, uscì dalla casa e si recò alla macchina, più deciso che mai. Si recò molto velocemente ad un incrocio e preparò una scatolina che sotterrò nel mezzo della strada e, dopo qualche secondo, una donna comparve alle sue spalle. 

"Dean.. è un vero piacere vederti di nuovo" disse il demone sorridente. "Tutta la tua famiglia è morta, sei rimasto solo. Sei così carino".

"Dovrei rimandarti all'inferno" disse Dean sprezzante. 

"Si dovresti, ma non lo farai. Segui lo orme di tuo padre, vuoi fare un patto. Vuoi salvare la vita di Sammy e mi dai in cambio la tua anima" disse la donna ridendo.

"Centinaia di demoni pagherebbero per averla ma io la do a te. Riporta in vita Sammy e concedimi 10 anni! 10 anni e poi vieni a prendermi" disse tutto d'un fiato il ragazzo.

"Stai scherzando, vero?" Disse il demone alzando un sopracciglio.

''È lo stesso patto che concedi a tutti" disse Dean aggrottando le sopracciglia.
"Ma tu non sei come gli altri.." disse la donna avvicinandosi a lui. "La tua anima è nera, è già macchiata".

"Nove anni".

"No".

"Otto".

"È inutile, la risposta è no".

"Va bene, cinque anni. Cinque anni e poi pagherò il mio prezzo; è la mia ultima offerta, accetta o niente patto".

"Niente patto" disse la donna sorridendo e superandolo lasciandolo lì.  "Seppellisci Sam, il suo corpo comincia a puzzare".

"Aspetta!" Urlò Dean voltandosi. "Cosa vuoi che faccia?".

"In realtà non dovrei farlo, mi metterò nei guai. Ma non so resisterti, ho un debole per te Dean" disse la donna riavvicinandosi al ragazzo e sorridendo. "Ti accontenterò, lo riporterò indietro e ti concederò un anno, soltanto uno" disse il demone sorridendo. Improvvisamente si fece seria e si avvicinò pericolosamente a Dean e disse: "Se proverai a sottrarti al patto, salta tutto. Sam tornerà a marcire in men che non si dica. Allora? È l'offerta migliore che posso farti".

Dean la guardò negli occhi per qualche secondo e ogni dubbio scomparve; doveva salvare Sam così suggellò il loro patto con un bacio. Un ultimo anno della sua vita in cambio di quella di Sam era più che sufficiente; il demone scomparve e lui salì in auto per raggiungere il  fratello.



Sam aprì gli occhi e si guardò attorno stranito; ricordava di essere stato colpito alla schiena da Jake. Vide Katherine che dormiva su una poltrona proprio accanto a lui ma non la volle svegliare. 

Si diresse davanti allo specchio, dolorante, vicino al letto su cui era steso, e si alzò la camicia per guardarsi la schiena: vi era una lunga cicatrice.

"Sam?" Disse la ragazza aprendo gli occhi e sbattendoli il più possibile credendo di stare ancora sognando.

"Oh mio Dio, Sam!!!" Disse la ragazza alzandosi e correndo ad abbracciarlo.

"Sei qui, sei qui Sam!" Continuò Katherine con le lacrime agli occhi mentre il ragazzo la guardava confuso.

Proprio in quell'istante la porta di casa si aprì ed entrò velocemente Dean.

"Sammy?!" disse il ragazzo correndo ad abbracciarlo. "Sono così felice!! Siediti!".

"Che mi è successo?" Chiese Sam alternando lo sguardo tra i due presenti. "Ricordo di aver visto voi tre e poi un dolore fortissimo alla schiena seguito da un calore incredibile. Poi voi due che correvate verso di me, questo è tutto".


 
"Si, quel tipo ti ha pugnalato alla schiena ed hai perso molto sangue, te la sei vista brutta" disse Dean sorridendo amaramente al fratello.

"Ma tu non potevi curare una ferita come quella" disse il ragazzo aggrottando le sopracciglia.

Dean guardò la ragazza e sorrise, cercando di infonderle calma.

"Ma Bobby si. Comunque quel tipo è sparito nel bosco" disse Dean cambiando argomento.

"Dobbiamo trovarlo! Voglio uccidere quel figlio di puttana!!" Disse Sam alzandosi dal letto.

"Ehi ehi, devi calmarti! Devi mangiare prima di tutto!" Disse Katherine avvicinandosi a lui.

"D'accordo" disse Sam sorridendole.

Mangiarono in fretta e Sam raccontò tutto ciò che gli era appena successo; gli raccontò della morte di Andy e di Ava e raccontò quale demone fosse entrato in Henry, lasciandoli basiti e stupiti.

"Dobbiamo fermarlo" disse Sam tra i denti.

"Aspetta un momento Cowboy! Ci penseremo Katherine ed io" disse Dean cercando di non coinvolgerlo."Tu devi soltanto rimetterti in forza".

"Non importa, andiamo da Bobby!" Disse Sam alzandosi.

"Sam è stato un miracolo se..." disse Katherine guardando Dean negli occhi, per poi fissare Sam. "Cerca di avere cura di te per un po".

"Mi dispiace, no" disse Sam perentorio.

Così i ragazzi si incamminarono verso casa di Bobby ma nell'auto regnò il silenzio. 

 
Katherine non rivolse alcuno sguardo verso Dean e se capitava, erano solo sguardi gelidi.

Sam le aveva raccontato che fine avesse fatto suo padre, sapeva che Dean aveva fatto qualcosa di brutto per salvare suo fratello.

Quando Bobby aprì la porta di casa sua e vide Dean, Katherine e, con suo grande stupore, Sam in vita, cercò di essere il più neutrale possibile ma ci riuscì poco.

"Ciao Bobby" disse il minore sorridendo.

"Ehi Sam, sono felice di vederti in forma" disse Bobby mantenendo le sua espressione più seria possibile.

"Beh, è tutto merito tuo! Grazie" disse il ragazzo sorridendo ed entrando in casa.

"Già" disse solamente l'uomo continuando a fissare Dean.

"Adesso che Sam sta bene, possiamo rimetterci a lavoro. Cos'hai scoperto?".

Tutti e quattro si recarono nel piccolo soggiorno e Bobby prese la parola. 

"Beh, ho trovato qualcosa ma non capisco che accidenti significhi" disse Bobby perplesso. "Ondate demoniache, bestiame morto, fulmini improvvisi. In tutta questa zona.." disse indicando un'ampia zona della cartina geografica.  ".. Eccetto che nel Wyoming meridionale".

"Wyoming?" Chiese la ragazza sorpresa. 

"Si, e l'unica zona pulita. Nessuna manifestazione, è come se.. se i demoni le girassero attorno e non so assolutamente il perché" concluse Bobby.

"Sam, perché non dai un'occhiata tu? Forse riesci a capire qualcosa" disse la ragazza sorridendogli.

"Certo" disse ricambiando il sorriso e mettendosi a lavoro.

"Ottima idea! Voi due, venite a darmi una mano! Ho altri libri sul furgone" disse Bobby portandoli fuori.



"SEI UN GRANDE IDIOTA DEAN!! CHE DIAVOLO HAI FATTO?" Urlò Katherine non appena furono sufficientemente lontani.

"Un patto col diavolo, vero?" Si intromise Bobby urlandogli contro. "Quanto tempo ti ha dato?".
"Bobby..".

"Quanto tempo ti ha dato?! Dimmelo!" Disse Katherine spingendolo.

"Un anno.." sussurrò il ragazzo con gli occhi bassi.

"Maledizione Dean!!" Disse Bobby sgranando gli occhi.

"Un anno?" Disse la ragazza coprendosi la bocca con la mano.

"Voglio trovare quel figlio di puttana con gli occhi gialli ed ucciderlo con le mie mani!" Disse Dean con gli occhi tristi.

"Avrei voglia di strozzarti!!" Disse Bobby afferrandolo per la camicia.

"Così mi manderesti laggiù prima del tempo" disse Dean accennando un sorriso.

"Che diavolo avete voi Winchester?! Prima tuo padre, adesso tu! Sembra che ci godiate nel scavarvi la fossa con le vostre mani!" Disse Bobby nervosamente. 

"Io non sarei qua se papà non mi avesse riportato indietro! Così il suo sacrificio sarà servito a qualcosa e la mia vita avrà un significato!".

"Perché? Prima non ne aveva forse? Hai davvero una così bassa opinione di te stesso Dean?!" Disse Katherine con le lacrime agli occhi.

"Non potevo Kath.. non potevo lasciarlo morire. È mio fratello" disse Dean con le lacrime agli occhi.

"E come pensi che si sentirà lui appena saprà che finirai all'inferno? Come ti sei sentito tu quando hai saputo del sacrificio di tuo padre?" Continuò Katherine con le lacrime agli occhi.

"Non dovete dirglielo. Ci inventeremo qualcosa ma non dovrà mai saperlo" disse Dean mentre una lacrima solitaria gli solcava la guancia.

Tutti e tre improvvisamente sentirono un rumore e si nascosero dietro una macchina, una sagoma si stava avvicinando. Quando fu sufficientemente vicina, Dean le saltò di sopra prendendola di sorpresa ma la riconobbe immediatamente: era Ellen.

"Ellen?" Chiese Dean abbracciandola.

La portarono immediatamente dentro facendole bere un bicchierino di acqua santa che mandò giù senza battere ciglio. 

"Come hai fatto a salvarti?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.

"È stato un caso, dovevo essere con gli altri ma avevamo finito le ciambelle. È stata pura fortuna" disse Ellen ancora sotto shock. 

"Mentre ero via, Ash mi ha telefonato ed era terrorizzato.  Mi ha detto di guardare in cassaforte poi è caduta la linea. Quando sono tornata erano tutti morti, tutto finito; sarò stata via un quarto d'ora" continuò la donna profondamente ferita e dispiaciuta.

"Mi dispiace Ellen" disse Sam tristemente. 

"Sono morte tante brave persone e io sono viva invece, sono fortunata. Ho cercato la cassaforte e ho trovato questa.." disse uscendo dalla sua giacca una cartina.

"Cartina del Wyoming?" chiese Katherine incuriosita. 

Si misero alla ricerca di qualcosa e Bobby fu il primo a trovare qualche riscontro.

"Ognuna di queste 'x' rappresenta una Chiesa abbandonata.." disse indicandole sulla mappa.

".. risalente al XVIV secolo. Edificate da Samuel Colt, quello della pistola, il killer dei demoni, e c'è di più. Costruì una linea ferroviaria privata che collegava tutte le chiese ed, unendo i vari punti, guardate cosa viene fuori" disse Bobby tracciando le linee sulla mappa. 

"Una trappola per demoni?" Chiese Katherine sbalordita.

"Di oltre 100 km!" Aggiunse Sam sorridendo.

"Non riesco a crederci!" Disse Dean portandosi una mano alla bocca.

"È geniale" disse Ellen. "Non sapevo di questa ferrovia".

"Nessuno la conosce" aggiunse Bobby.

"E dopo tutti questi anni pensi che queste linee li blocchino ancora?" chiese Dean sgranando gli occhi.

"Certo! I demoni gli girano attorno ma non vi entrano mai!" Disse Sam.

"Che c'è all'interno?" Chiese Katherine incrociando le braccia la petto. 

"Un cimitero, proprio al centro" rispose Dean.

"Cosa c'è di così importante da non permettere l'accesso ai demoni?" Chiese Sam ragionando. 

"Forse non gli importava mantenere i demoni all'esterno" disse Katherine.  "Forse non voleva permettere a qualcosa di uscire".

"Secondo te i demoni ce la faranno?" Chiese Sam preoccupato. 

"Quella barriera è così potente che ci vorrebbe una bomba per distruggerla. Non c'è modo per un demone di attraversarla" disse Bobby rasserenandosi.

"Beh, ma so chi può farlo" disse Sam attirando tutti gli sguardi curiosi su di sé. 

 

 
Si diressero tutti nel cimitero, aspettando l'arrivo di Jake, pronti alla lotta.

Si nascosero, ognuno dietro ad una lapide diversa in modo da accerchiarlo.

"Ciao Jake" disse Sam cogliendolo di sorpresa e puntandogli la pistola contro.

Il ragazzo si voltò e si guardò attorno: cinque persone gli puntavano una pistola carica contro, pronti a far fuoco.

"Tu eri morto, io ti ho ucciso" disse Jake aggrottando le sopracciglia. 

"Davvero? La prossima volta finisci il lavoro" disse Sam accennando un sorriso.

"L'ho fatto Sam! Ti ho tagliato la spina dorsale con un coltello, non puoi essere vivo!" Disse Jake sgranando gli occhi.

"Ok ma ora ti consiglio di restare calmo" disse Katherine prendendo la parola e cercando di sviare l'argomento. 

"E se non volessi farlo?'' Chiese l'uomo inarcando le sopracciglia. 

"Non ci provare neanche" ringhiò Sam fra i denti.

"Che vuoi fare? Uccidermi?".

"Ci sto riflettendo".

"Hai gia avuto la tua occasione!" 

"Non farò due volte lo stesso errore'' disse Sam più determinato che mai.

Jake rise scatenando la furia di tutti i presenti.

"Che cos'hai da ridere, figlio di puttana?" Disse Dean completamente arrabbiato. 

"Senta signora, mi faccia un favore,  si punti l'arma alla testa" disse Jake sorridendo.

Ellen eseguì l'ordine senza battere ciglio e, tremando, tenne l'arma puntata alla tempia.

"Aveva ragione Ava, se ti affidi al male scopri che la tua mente può fare una sacco di bei giochetti" disse Jake sorridendo.

"Lasciala andare" urlò Sam immediatamente. 
"Sparategli!" urlò Ellen nonostante la pistola alla tempia.

"Prima che lo facciate lei si spappolerá il cervello. Abbassate tutti la pistola" ordinò Jake. "Eccetto tu, tesoro".

Tutti gettarono la propria arma per terra e Jake velocemente inserì una pistola, la Colt, in una fessura di una porta davanti a loro e, mentre Bobby, Dean e Katherine impedirono ad Ellen di uccidersi, Sam gli sparò cinque colpi dritti nella schiena e, l'uomo cadde senza vita all'indietro. 

Tutti si avvicinarono per vedere che diavolo avesse azionato Jake con quella pistola e, lentamente, dietro alla porta si sentirono dei forti colpi.

"Oh no.." disse Bobby sgranando gli occhi.

"Che diavolo è?" Chiese Ellen. 

"L'inferno! Mettetevi al riparo! " disse e tutti eseguirono gli ordini.

La porta si spalancò ed uscirono moltissimi demoni, tantissime nuvole nere che sfrecciavano nel cielo.

"Che diavolo succede?" Urlò Dean sconvolto.

"Quella è una porta dell'inferno! Dobbiamo chiuderla" disse Ellen e tutti scattarono in piedi.

Dean estrasse la pistola che aveva usato Jake e controllò se fosse carica e sorrise: potevano ucciderlo. 

Non appena si voltò, trovò inaspettatamente, occhi gialli nel corpo di Henry, che aveva appena disintegrato un pezzo della ferrovia per fare uscire i demoni; gli sorrise e con un gesto rapido gli sottrasse la pistola. 

"I bambini non giocano con le armi" disse il demone prima di scaraventare Dean in aria.

I quattro stavano spingendo le porte dell'inferno ma con scarsi risultati; non riuscivano a chiuderla.

Sam vide il demone accanirsi su Dean e mollò la presa sulla porta e corse in suo soccorso, seguito da Katherine, ma il demone li bloccò contro una lapide.
"Eccolo il mio Sammy! Sappi che non mi hai deluso, sono fiero di te! E Katherine.. quanto è stato difficile interpretare Henry? Non ti fidavi proprio di lui!" Disse il demone ridendo ed avvicinandosi alla ragazza che fece una smorfia voltandosi.
"Ad ogni modo.. ormai non ho più bisogno di te: mi hai aiutato a riunire il mio Winchester preferito e due cacciatrici qui per far avverare la profezia. Abbiamo aperto l'inferno!" Continuò ridendo il demone avvicinandosi ulteriormente.  "Per questo motivo voglio farti un regalo: ti restituirò tutti i tuoi ricordi ma ti avverto.." Aggiunse e iniziò a sussurrare. "..farà un po male!" Disse mettendole una mano sulla testa. 

La ragazza inarcò la schiena e urlò dal dolore, per poi cadere a terra svenuta.

"Katherine!!" Urlò Sam cercando di muoversi. "Sei un figlio di puttana!!".

Il demone rise, si voltò ed iniziò a parlare : "Adesso ascoltami Dean..".

"Voglio la mia ricompensa.." disse Erin mettendosi fra il demone e Dean. "Voglio essere come voi e lo voglio adesso".

"Hai ragione.." Disse il demone sorridendo. "Un patto è pur sempre un patto!".

Si avvicinò a lei e, con un semplice gesto della mano sinistra, le spezzò il collo ridendo. 

"Che ingenua!" Esclamò continuando a ridere.

"Sei un figlio di puttana!!" Urlò Dean cercando di liberarsi ma con scarsi risultati. 

".. Dean io devo ringraziarti" disse ignorandolo. "I demoni non possono stringere patti per salvare la vita ad un umano come quello che hai fatto tu quindi, grazie a te, Sammy è di nuovo in pista!".

"Ne sono felice, l'ho sempre preferito a Jake. Ma hai mai sentito l'espressione "se un patto è troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è"?" Aggiunse il demone.

"Secondo te è un buon patto?" chiese Dean sorridendo costretto contro un'altra lapide.

"Si! Sempre meglio di ciò che è toccato a tuo padre e tu non ti sei chiesto il perché. Come fai ad essere sicuro che quello che hai riportato in vita sia Sam ? Tu più di ogni altra cosa dovresti sapere che i morti dovrebbero restare tali" disse ridendo il demone. "Comunque, grazie infinite, ti ho tenuto in vita solo per questa ragione" continuò il demone puntando la Colt contro il ragazzo.
Improvvisamente, John, spuntò dietro il demone e lo afferrò, facendo cadere il tramite umano rovinosamente per terra e tenendo stretto a sè solo il demone.

Riuscì a liberarsi e tornò velocemente dentro il proprio tramite; si alzò sorridendo ma, non appena si accorse che Dean si era impossessato della Colt, cambiò espressione. Il ragazzo fece fuoco e lo colpì dritto al cuore; in pochi secondi il contenitore umano si accasciò a terra, privo di vita. Aveva appena ucciso occhi gialli.

In quell'istante Ellen e Bobby riuscirono a chiudere I cancelli dell'inferno, Katherine si rialzò faticosamente da terra osservando l'altra cacciatrice accasciata a terra, priva di vita, Sam fu liberato dalla presa invisibile del demone ormai morto e John si alzò in piedi, come Dean che gli andò in contro. 

Il padre si avvicinò ai figli e sorrise loro, guardò verso la ragazza di fianco a Sam e le carezzò una guancia; sicuramente sarebbe stato un piacere poterla conoscere. Salutò per un'ultima volta Bobby e con le lacrime agli occhi indietreggiò.

John fu avvolte da una luce bianca  e si dissolse nell'aria: era appena passato oltre.



"È incredibile" disse Dean guardando il corpo di Henry immobile.

"Ce l'hai fatta!" Disse Katherine avvicinandosi e sorridendo. Osservò il cadavere del marito ma continuava a sorridere, ce l'aveva fatta, avevano ucciso il demone e la sua memoria era finalmente tornata.

"Si, ma non da solo!" Disse Dean sorridendo amaramente.  "È stato Papà ad aiutarmi! È risalito dall'inferno per farlo".

"Io non riesco a crederci.. per anni ci siamo preparati e adesso non so cosa dire" disse Sam ancora incredulo.

"Io si!" Disse Dean abbassandosi verso il corpo di Henry. "Ho vendicato mia madre, figlio di puttana!".

 

 
I due fratelli tornarono all'auto e Sam si appoggiò ad essa pensieroso.

"Quando Jake mi ha visto, sembrava che avesse visto un fantasma" disse Sam con occhi bassi. "Ha detto di avermi ucciso".

"Per fortuna si sbagliava" disse Dean sorridendo.

"Non credo che si sbagliasse.." disse Sam guardando il ragazzo negli occhi. "Cos'è successo dopo che mi ha pugnalato?".

"Te l'ho già detto! Abbiamo appena ucciso il demone, festeggiamo per un minuto?!".

"Sono morto, vero? Hai venduto la tua anima come papà fece per te? Dimmi la verità Dean" disse il ragazzo.

"Sammy..".

"Quanto tempo ti ha dato..?" Disse Sam con le lacrime agli occhi.

"Un anno.. un solo anno. Non arrabbiarti con me Sam, dovevo farlo! È il mio compito occuparmi di te!".
"E quale credi che sia il mio compito? Tu mi hai salvato la vita molte volte, non credi che farei lo stesso anch'io? Dean, non c'è niente al mondo che non farei per te! Non mi importa quanto ci vorrà ma sta volta, ma ti salverò io la vita stavolta!" Disse Sam fissandolo negli occhi.

"Beh, occhi gialli è morto ma altri demoni hanno attraversato la porta.. almeno un centinaio!" Disse Katherine avvicinandosi ai due seguita da Bobby ed Ellen. 

"Forse di più.  Ha liberato un esercito!".

"Spero che siate pronti, c'è moltissimo da fare!" Disse Bobby.

"Ci terremo pronti!" Affermò Dean sorridendo. "C'è molto lavoro da fare". 

"Si ma da domani! Ho bisogno di dormire!" Disse la ragazza appoggiandosi a Sam e ridendo.

"Come va la testa?" Chiese Sam appoggiando la mano sulla sua testa. "I tuoi ricordi sono.. tornati?".

"Si Sam. Io ricordo tutto" affermò Katherine sorridendo.

"Direi di.. salire in auto.." Disse Dean aprendo lo sportello del passeggero facendo accomodare Ellen e quello posteriore per gli altri. "..recuperare Judith e scappare a casa, per il momento. Che dite?".

"Credo che sia un'ottima idea!" Disse la ragazza fiondandosi sul sedile seguita a ruota da Bobby e Sam. 

Sam sentì l'auto partire e sospirò; da un lato era davvero felice che Occhi gialli fosse morto e che quella faccenda fosse chiusa, come tutti, ma dall'altro lato era triste. Dean aveva sacrificato la sua vita per lui, aveva un solo anno di vita e, anche se fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita, lo avrebbe aiutato. Lo avrebbe salvato. Avrebbe trovato una soluzione e sarebbe riuscito a salvarlo.

 
Per il momento, si rilassò abbracciando Katherine: era così felice, ogni cosa sarebbe tornata alla normalità con la speranza che, forse un giorno, avrebbe potuto vivere un apparente vita normale con lei.

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Capitolo 14
*** Capitolo 12. ***


Erano già passate alcune settimane e Sam e Katherine stavano cercando una via di fuga per salvare la vita di Dean. Ma, contro ogni logica, il maggiore dei fratelli si rifiutava di prendere parte a quest'operazione. 

Ciò sorprese enormemente i due ragazzi che però, non si diedero per vinta, e continuarono il loro piano di salvataggio. 
In quelle lunghe settimane, Katherine dovette fare i conti con il suo passato, con i ricordi che le erano stati restituiti: ricordò l'amore che provava per il marito, Henry, ma era comunque nulla in confronto a ciò che provava per Sam. 

Ricordò tutti i momenti vissuti con Judith, dal primo giorno di vita fino all'ultima volta che la vide prima che quel Djinn la catturasse; ricordò i suoi genitori, la sua famiglia e si sentì, per la prima volta, pienamente contenta e amata.

Ad ogni modo, Judith e Katherine avevano deciso, di comune accordo, di fare vivere la bambina con Giles: era sempre stato lui il suo babysitter. Ma la bambina era riuscita a strapparle una promessa, ovvero quella di vivere insieme nella loro grande casa in Kansas, una volta salvato Dean. Quando Judith pronunciò quelle parole, Katherine la guardò negli occhi: come avrebbe mai potuto dirle di no?

Invece, in quel preciso istante, Sam e Katherine erano seduti sui sedili posteriori dell'Impala, posteggiata davanti ad un motel, e tenevano fra le mani dei libri riguardanti i demoni degli incroci mentre Dean passava la notte con una ragazza appena rimorchiata in un bar.

Dean passò davanti alla finestra della camera che aveva appena preso e fece un sorriso ampio ai due ragazzi bloccati  in macchina, chiudendo le tende, facendoli scoppiare in una risata. 

"Non cambierà mai.." disse ridendo Sam.

"Già" rispose la ragazza con ancora il sorriso fra le labbra.

La verità era che avrebbe voluto passare più tempo con Dean, nel caso in cui non fossero... riusciti a salvarlo.

"È tutto a posto?" Chiese Sam sorridendole ed mettendole un braccio sulle spalle. 

"In realtà.." disse Katherine voltandosi e sfoderando il suo sorriso più malizioso. "..stavo pensando a qualcos'altro".

Si avvicinò al ragazzo e spostò il libro che teneva sulle gambe sul sedile e si mise a cavalcioni su di lui, baciandolo con passione e cingendogli il collo con le braccia.

"Kath, per favore.." esclamò il ragazzo cercando di fermarla ma, non appena incontrò il suo sguardo già perso nel vortice della passione, si perse anche lui; le prese il viso tra le mani e la baciò forte.
"Prendiamo una stanza" sussurò la ragazza fra un bacio e l'altro stringendo le mani fra i suoi capelli morbidi.
"È troppo tardi" sussurrò il ragazzo afferrandola saldamente dalla vita e facendola stendere sul sedile mettendosi su di lei. 
Scese a baciarle il collo, lasciando qualche morso di tanto in tanto, e le sbottonò la camicetta blu che portava; Sam amava quel colore su di lei, la rendeva ancora più bella.

"Sam.." gemette la ragazza con gli occhi chiusi inarcando leggermente la schiena.

Le mani del ragazzo vagavano per tutto il corpo di Katherine che, ad ogni tocco bollente, gemeva; lentamente, sbottonò i pantaloni della sua ragazza e sospirò di felicità. 

La ragazza, ringraziò il cielo che fosse piena notte e nessuno passasse di lì e gli tolse il giubbotto,  lasciandolo in camicia ed infilando le dita sotto di essa lasciando una scia bollente che lo fece gemere, fin quando gliela tolse definitivamente. Aveva troppa voglia di lui.
Si baciarono ancora e velocemente si tolsero anche quello che restava dei vestiti, lanciandoli nella parte anteriore dell’auto.
Sam entrò velocemente in lei facendola tremare di piace, e continuò a spingere ansimando, proprio come la ragazza. La guardò brevemente: aveva tutti i capelli arruffati e la fronte imperlata dal sudore. Sorrise e si avvicinò al suo volto, baciandola e stringendola più a se.
Proprio in quell'istante, il telefono del ragazzo squillò interrompendo di colpo quell'atmosfera intensa e sensuale che si era creata.

"Maledizione!" Imprecò Sam ansimando.
"Chi diavolo è?" Chiese la ragazza alterandosi.

"Non lo so..” continuò Sam a fiato corto.
“Risponderai dopo” disse Katherine afferrando il ragazzo e tornando a baciarlo mentre lui continuava a spingere dentro di lei.
“Ti amo” disse Sam fra un bacio e l’altro.
“Ti amo anch’io Sam” disse la ragazza proprio mentre entrambi conclusero.
Si vestirono velocemente sorridenti e prima di prendere il telefono per vedere chi l’avesse chiamato, Sam fu fermato dalla ragazza che si avventò nuovamente sulle sue labbra.
“Adesso devo proprio vedere chi è..” disse Sam ridendo sulle sue labbra.
“Lo so, lo so” rispose la ragazza ricambiando la risata appoggiando la schiena contro lo schienale del sedile.
“Era Bobby.. lo richiamo” disse il ragazzo aggrottando le sopracciglia, mentre Katherine gli carezzava la schiena.
"Ciao Sam!" Disse dall'altro capo il loro amico.

"Ciao Bobby" rispose il ragazzo. “Hai chiamato?”.
"Si.. Che stavi facendo?" Chiese l'uomo dall'altra parte del telefono.

"..niente" disse facendo un sorriso ampio e osservando la ragazza che gli sorrideva.

"Stavi di nuovo leggendo quel libro? Se davvero vuoi salvare Dean da quel patto non è li che troverai le risposte".

Sam divenne serio e il suo sorriso scemò. "E allora dove Bobby?".

"Vorrei saperlo.  Dov'è Dean?".

"A caccia di sostenitrici!" Disse Sam sorridendo. "Lascia stare".

"Perché non mi raggiungete? Credo di avere un caso tra le mani".

"Certo, dimmi dove e quando" disse Sam annotando il tutto su un pezzo di carta e chiudendo la chiamata.

"Nuovo caso?" Chiese la ragazza avvicinandosi. 

"Già.." disse sorridendo appoggiando la testa allo schienale e voltandosi verso di lei. 

"Quando?" Chiese la ragazza carezzandogli i capelli. 

"Adesso. Dobbiamo chiamare Dean..".

"Ooh.. di certo non risponderà alle chiamate" disse Katherine sospirando. 

Scesero dall'auto e bussarono alla porta della camera di Dean senza a ottenere alcuna risposta.

Katherine, stufa di aspettare, aprì la porta e richiamò l'amico. "Dean? Dean?".

"Ehi Kath, non guardare" sussurrò Sam da dietro.

"Non sto guardando, lo sto semplicemente chiamando! Deeean!!" Urlò la ragazza voltandosi, inevitabilmente, nella direzione del ragazzo.

"Oh mio Dio, addirittura" disse la ragazza piegando la testa di lato mentre Sam la tirava fuori di lì e chiudeva la porta.

Katherine rise, imbarazzata, tornando in auto, seguita da Sam, per aspettare un Dean fortemente appagato ed estremamente felice ed esuberante.



"Dammi il tuo coltello" disse Katherine una volta in auto, come ai vecchi tempi, seduta sul sedile anteriore fra di loro.

"Perché?" Chiese Dean guardandola stranito mentre sfrecciava sulla super strada. 

"Lo voglio usare per cavarmi gli occhi!" Rispose la ragazza guardando davanti a sé ancora disgustata.
"Quello che avete visto era un atto naturale!" Disse Dean ridendo come un matto.

"Io avrei preferito non vederlo" disse Sam abbastanza disgustato. 

"Mi associo!" Disse la ragazza avvicinandosi a Sam. 

"Apprezzo che mi abbiate concesso di spassarmela un po con le gemelline!" Continuò il ragazzo. 

"Erano due?" Chiese Katherine disgustata. "Ecco cos'era l'altra.. cosa".

"Non c'è problema" disse Sam cominciando a ridere come il fratello. 

"Davvero? Confesso che da Sammy mi sarei aspettato una bella predica!".

"Per niente. Sono contento se ti diverti!" Affermò il ragazzo ridendo e dandogli una pacca sulle spalle.
"Non posso che essere d'accordo con te!" Disse Dean ridendo. 

"Siete disgustosi!!" Urlò la ragazza facendoli ridere più forte.

"Che ha scoperto Bobby?" Chiese Dean tornando serio. 
"Nulla di importante.  Qualche raccolto andato a male, sciami di cicale in Nebraska. Forse è un presagio.." disse Sam stringendo la mano destra di Katherine fra le sue.

"Oppure semplicemente un raccolto andato a male.." disse Dean inarcando le sopracciglia. 

"È l'unica pista che abbiamo" disse la ragazza accennando un sorriso.

"Nessuna morte strana?".

"No, non ha trovato nulla" disse Sam. 

"Non ancora" lo corresse Katherine sorridendo.

"La notte che le porte dell'inferno si sono aperte e quelle nuvole nere sono state avvistate su 17 città! Sembrava l'inizio dell'Apocalisse e invece? Nulla! " disse Dean sbuffando. "Mi sembra di impazzire! Se deve iniziare una guerra, meglio che inizi subito!".

"Non ne sarei così sicura.." disse la ragazza e si girò a guardarlo.

"Già.." rispose il maggiore ricambiando lo sguardo per poi tornare a concentrarsi sulla strada.



Arrivarono nel Nebraska, appena fuori dalla città di Lincoln, e furono accolti dal tipico verso delle cicale.
"Sentite quante cicale?" Chiese la ragazza uscendo dalla macchina.

"Non credo che sia un buon segno" affermò Sam guardandosi attorno. 

"Già, nemmeno io" aggiunse Dean dando un morso vorace al suo panino.

Proprio di fronte a loro, vi era Bobby che, appoggiato alla macchina, li aspettava sorridendo.

"Come diavolo fai a mangiare cheeseburger e bacon a colazione?" Chiese l'uomo inorridito. 

"Beh, ora che ho venduto l'anima ed ho solo un anno, il colesterolo non è più un problema!" disse Dean ridendo e prendendo un altro boccone, lasciando gli altri ad osservarlo senza parole.

"Si tratta di una piaga biblica, secondo te?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia e  cercando di sviare il discorso.

"No.. non credo. A quanto pare, lo sciame ha fatto piazza pulita" disse Bobby dirigendosi verso una casa molto vicina e bussarono forte.

"Ehi!! C'è nessuno?!" Chiese Dean bussando per un'ultima volta, dopodiché afferrò il suo kit da scassinatore ed aprì la porta di casa senza problemi.

Non appena entrarono, avvertirono un odore fortissimo e nauseante.

"Che diavolo è questa puzza?!" Affermò la ragazza portandosi una mano alla bocca.

"Neanche questo è un buon segno!" Disse Dean estraendo la pistola come gli altri.

Si separarono e controllarono ogni cm della casa, finché, Sam sentì delle voci provenienti da una camera con la porta chiusa.

"Ehi, hai sentito?" Chiese Katherine accostandosi al muro.

"Si, al tre. Uno, due.. tre!" Disse il ragazzo e sfondarono la porta, pronti a far fuoco.

Ma ciò che videro li spiazzò del tutto: dei cadaveri, ormai rinsecchiti e ricoperti di mosche, adagiati su divani e sedie intenti ad guardare la tv. 

"Oh Dio" esclamò la ragazza cercando di respirare il meno possibile.

"Che schifo!!" Disse Sam avvicinandosi ulteriormente e coprendosi la bocca con la sua giacca. 

Ad un tratto, da un'altra porta, entrarono anche Bobby e Dean che ebbero la loro stessa reazione. 

"Cercate delle tracce di zolfo" disse Bobby e i ragazzi si misero all'opera. 

Dean, intendo a cercare tracce su di un davanzale, notò delle ombre fuori dalla finestra e, con un leggero fischio, attirò l'attenzione su di se.

Tutti i presenti guardarono nella sua direzione e lo seguirono mentre lui, accuratamente, usciva dal retro per capire chi gli stesse facendo compagnia a loro insaputa. 

Attraversò la veranda senza alcun problema, si guardò attorno ma non vide nulla; mentre stava per rientrare, fu colpito al volto, allo stomaco e nuovamente al volto da un fucile guidato da un uomo di colore, quest'ultimo colpo lo fece cadere con le spalle a terra, senza fiato.

Dean era a terra, sanguinante, e aveva anche un fucile carico puntato contro da un uomo abbastanza possente e una donna nascosta dietro di lui.

"Isaac, Tamara!!" Esclamò Bobby avvicinandosi e sorridendo. 

"Bobby, ma che ci fai qui?" Chiese la donna sorridendo.

"Potrei farvi la stessa domanda".

"Come stai amico?" Chiese l'uomo sorridendo ed abbracciando Bobby.

"Qualcuno mi dia una mano!" Urlò Dean sventolando a mezz'aria una mano aspettando che qualcuno l'afferrasse, facendo ridere tutti.


 
"Tamara, dov'è il Palo Santo?'' Chiese Isaac intento a cercarlo nella loro casa.

"Tu dove lo hai lasciato?" rispose la donna sorridendo acidamente, facendo ridere Katherine. 

"Non me lo ricordo tesoro, per questo te lo chiedo" rispose l'uomo seccato.

"Palo Santo?" Chiese Sam sorridendo molto incuriosito.

"È un legno sacro, del Perù.." disse Tamara aiutando il marito a cercarlo. 

"È letale per i demoni, come l'acqua benedetta e il sale. Li tiene buoni mentre fai un esorcismo" disse Katherine sorridente ma a braccia conserte, appoggiata al piccolo tavolo della loro abitazione.

"Come lo sai?" Chiese Tamara sorridendole.

"Non è la prima volta che ne sento parlare.." rispose sorridente. Non era affatto la prima volta,  il suo paletto veniva proprio da lì. 

"Trovato!" Esclamò la donna, porgendo il Palo al marito.

"Come faresti senza di me?" Aggiunse ridendo.

"Da quant'è che siete sposati?" Chiese Sam prendendo posto accanto a Katherine. 

"A giugno sono otto anni'' disse Tamara sorridendo ed abbracciando il marito. "Voi da quant'è che state insieme?".

Katherine e Sam si guardarono e si sorrisero; non avevano mai tenuto conto dei mesi che avevano passato insieme.

"È così evidente?'' Chiese Katherine a metà tra lo stupito e il felice.

Nel tempo che avevano trascorso con l'altra giovane coppia non si erano scambiati particolari effusioni, solo un occhio attento se ne sarebbe accorto.

"Beh.. fra alti e bassi? Quasi un anno, no?" Disse Sam sorridendo.

"Ooh, Jenny! Se sei bella come lo è la tua voce sarò felice di bere qualcosa insieme a te!" Disse Dean al telefono con un tono felice ma un'espressione che la diceva lunga sulle sue doti da attore.

"Sicuro!! A presto!" Disse chiudendo il telefono in fretta.

"Era il Coroner! E sapete qual è la causa della morte di quella famiglia?" Disse il ragazzo inarcando le sopracciglia. "Disidratazione e denutrizione! Nessun segno di violenza! Si sono semplicemente seduti e non si sono rialzati più!".

"Ma è impossibile! La dispensa era piena di cibo!" Disse Bobby sgranando gli occhi.

"Appunto! Quindi era un attacco demoniaco?" Chiese Sam stupefatto.

''Se è così, vi assicuro che non ho mai visto nulla del genere!" Continuò Bobby sempre più stupito. 

"E adesso che facciamo?" Chiese Katherine sgranando gli occhi.

"Beh io e Tamara non faremo un bel niente!" Esclamò Isaac perentorio. 

"Che vuol dire?'' Chiese Dean avvicinandosi al gruppo,  seguito da Bobby.

"Che non lavoriamo bene in gruppo! Non è affatto un gioco, lavoriamo meglio da soli" continuò Isaac mentre Tamara abbassava gli occhi.

"Ma perlustreremmo un'area più vasta insieme" disse Katherine aggrottando le sopracciglia.

"Senza offesa tesoro, ma noi non ci uniamo a degli idioti che hanno permesso l'apertura delle porte dell'inferno".

"Mmmh.. senza offesa?'' Chiese sarcastico Dean. 

"Isaac, anche tu hai commesso degli errori!" Lo imbeccó la moglie.

"Certo! Ho perso le chiavi dell'auto, ho macchiato il bucato di rosa ma non ho scatenato la fine del mondo" disse Isaac sicurissimo di sé.

"Ah ah ah, adesso smettila" disse Dean avvicinandosi ulteriormente.

"Avanti, basta! Fatela finita!" Disse Sam cercando di alleggerire la tensione presente in quella stanza. 

"Adesso ci sono centinaia di demoni lì fuori e noi non siamo abbastanza per un'invasione di tali proporzioni! Avete portato voi la guerra qui quindi ve ne occuperete voi!" Disse Isaac sprezzante.

"Adesso basta! È inutile parlarne, andiamo!!" Disse Tamara portando il marito fuori dalla stanza, evitando l'imminente zuffa fra i due ragazzi.

Bobby non sapeva cosa dire, rimase in silenzio per tutta la discussione. Si sentiva in colpa per ciò che non erano riusciti ad impedire ma, in cuor suo, sapeva che sarebbe potuta andare molto peggio.

Passarono la notte nella casa di Isaac e Tamara e, la mattina seguente, tornarono ad occuparsi del loro caso.



"Sono stati così scontrosi con noi ieri sera! Se Tamara non fosse intervenuta, sarebbe finita male" disse Dean ancora molto irritato mentre guidava la sua auto.

"Sta' zitto!" Lo rimproverò Bobby dal sedile posteriore mentre Katherine e Sam ridevano di gusto.

"Dico sul serio!" Continuò il ragazzo ma fu interrotto da fratello.

"Che diavolo è successo qui?" Chiese il fratello guardandosi attorno incuriosito da una strana folla davanti ad un negozio. "Accosta Dean".

Il fratello lo ascoltò e posteggiò li vicino, tutti e quattro scesero dall'auto e si recarono sul posto.

C'erano fotografi, agenti della polizia e dell'FBI ovunque così Dean e Katherine si limitarono a guardare e a parlare con i presenti , mentre Sam e Bobby andarono a parlare con il Coroner. 

"Questo fa capire quanto sia imprevedibile la vita, non bisogna sprecare nemmeno un istante" disse Dean ad una ragazza bionda che gli sorrideva, dentro al negozio.

"Dean che stai facendo? " disse Katherine in maniera acida avvicinandosi a lui e alla ragazza. 

"Puoi scusarci un momento?" Chiese Dean alla bella ragazza sorridendo. "Sto consolando i parenti della vittima".

"Oh, la stavi consolando?" Chiese Katherine inarcando le sopracciglia. 

"Che ti prende?" Gli chiese il ragazzo sfruttando l'assenza di Sam, avvicinandosi a lei ulteriormente.

"Niente" disse la ragazza evitando il suo sguardo ed allontanandosi.

"Ok!" Disse il ragazzo alternandosi. "Tu che stai facendo?".

"Lavoro!" Esclamò acida.

"Potrebbe essere un attacco demoniaco".

"Sam?".

"È con Bobby. Dovrebbe arrivare tra.." iniziò la ragazza.

"Eccoci!" Disse Bobby avvicinandosi con Sam e fece sorridere Katherine.

"Siete fantastici! Sembrate due agenti delle tasse" disse la ragazza sorridendo mentre li osservava. Erano vestiti in maniera impeccabile, elegantissimi.

"Siamo stati nell'ufficio della Coroner e abbiamo parlato con quella donna" disse l'uomo.

"Davvero? Vi è sembrata posseduta?" Disse Katherine abbassando il tono della voce.

"No, non sembrava. Non aveva nessuno dei sintomi: nessun vuoto di memoria, nessun problema di controllo. Era lucida" disse Sam passandosi una mano fra i capelli.
"Ha solo detto che voleva quelle scarpe! Le ho anche gettato un bicchiere di acqua benedetta addosso ma.. niente!" Disse Bobby stupito.

"Quale donna ne ucciderebbe un'altra per rubare le sue nuove scarpe?" Chiese Katherine stupefatta. 

"Magari era solo una pazza a piede libero.." disse Dean voltandosi a guardare una donna che passava di lì e seguendola con lo sguardo.

"Se fosse un caso isolato, si ma.. prima quella famiglia e adesso questo! Credo in molte cose ma non nella coincidenze.." disse Bobby.
"Trovato qualcosa qui dentro?" Chiese Sam guardando Katherine e Dean.

"Niente zolfo, niente demoni" disse Dean riassumendo tutto in una frase.

"Beh, io forse ho una soluzione" disse Katherine  voltandosi dietro di loro e indicando una telecamera. 
"Visto.." aggiunse il ragazzo guardando Katherine negli occhi ed inarcando le sopracciglia. ".. lavoro anch'io".
La ragazza lo guardò per qualche secondo negli occhi dopodiché lo superò e chiese al direttore del negozio di poter visionare i video di vigilanza. 

Osservarono l'assassina fare compere in quel negozio fin quando, un uomo, si avvicinò a lei sussurrandole qualcosa e la ragazza scattò immediatamente contro l'altra donna per prendere le scarpe. Tutto qui.

 
 

 
Fecero delle ricerche e, tramite la foto del tizio del video, riuscirono a rintracciarlo. Scoprirono che la sera si riuniva con i suoi amici in un bar e vi si posteggiarono; Sam e Bobby scesero dall'auto per cercare informazioni su di lui, lasciando nell'auto Katherine e Dean.

"Allora che ti prende? Sei nervosetta oggi?" Chiese Dean voltandosi verso di lei ma la ragazza lo ignorò continuando a leggere la sua rivista.

"Kath.. non riesco a..".

"..a sentire niente? Mi sono documentata, ci sono dei modi per.. bloccare.. tutto questo!" Disse Katherine alzando la testa brevemente per poi tornare alla sua rivista. 

"E perché avresti dovuto farlo?" Chiese Dean alzando un sopracciglio. 

"Non lo so.. privacy?" Disse sfogliando il giornale finché il ragazzo non gliela strappò di mano.

"Che diavolo ti prende?" Chiese Dean intrappolandola nei i suoi occhi.

Katherine ci pensò un pò su prima di rispondere, senza interrompere il contatto visivo. 

"Non lo so, mi sento diversa. Sono solo i ricordi, devo ancora abituarmi ad averli..." disse la ragazza e, casualmente, appoggiò la mano sullo schienale dove Dean aveva appoggiato la sua. I due si guardarono per qualche secondo e Katherine tolse la mano immediatamente abbassando lo sguardo.

"È solo.. questo?" Continuò il ragazzo.

"Si.. dovrebbe esserci altro?" rispose la ragazza torturandosi le mani.

Sentiva la sguardo del ragazzo su di sé e cercò di non ricambiarlo. Era vero, si sentiva diversa; tutti i suoi ricordi erano tornati e faceva fatica a riconoscersi nella se stessa di prima. Era orribile doverlo ammettere e non lo avrebbe mai fatto, neanche con Sam.. o Dean. 

“Ti sei comportata in maniera diversa oggi con me..” disse Dean sospirando. “.. Ha qualcosa a che vedere con me? Perché se è così vorrei saperlo!”.
“No Dean.. è che non sono più come ero prima.. com’era Sage..” disse Katherine guardando dritto davanti a se. “.. e non sono più com’ero prima di avere i ricordi! Ci sono alcune cose che dovrei sistemare, persone che dovrei incontrare, ma adesso non è il momento”.
“Beh, è quando sarà?” chiese Dean afferrandole una mano e facendola girare verso di se. “Non voglio vederti così tesa”.
“Non lo sarò, promesso” disse la ragazza stringendogli la mano e accennando un sorriso.
 

 
"Il nome di quel tizio è Walter Rousen! Viene da Chicago ed è arrivato circa qualche settimana fa" disse Sam salendo in macchina seguito da Bobby. 

"Quando si è aperta la porta dell'inferno? Potrebbe essere posseduto?" Chiese Dean alzando lo sguardo verso di lui.

"È probabile" rispose Bobby seccato.

"Si avvicina a qualcuno, lo tocca  ed il gioco è fatto" continuò Sam.

"I demoni usciti da quella porta sono in grado di fare cose che noi nemmeno immaginiamo" disse Bobby parecchio allarmato.

"Già, e li abbiamo fatti uscire noi" disse Sam preoccupato. 

"Ragazzi.." disse Dean volgendo lo sguardo verso un uomo che scendeva dalla loro auto. "È arrivato, andiamo".

"No, aspetta! Non sappiamo che poteri abbia quel tipo, stiamo a vedere come si comporta'' disse Katherine bloccandolo.

"Si e aspettiamo che ammazzi qualcun altro???" Chiese Dean infuriato.

"Morti non serviamo a niente'' disse Bobby concordando con la ragazza.

"Non ci muoviamo finché non capiamo come si comporterà" continuò l'uomo. 

"Non penso che sia una buona idea aspettare..." disse Sam sgranando gli occhi e indicando una coppia  che entrava all'interno del locale: Isaac e Tamara. 

"Dannazione!!" Imprecò l'uomo pensando ad un piano per farli evadere da lì. 

 
 

 
Tentarono di entrare ma i demoni avevano chiuso la porta dall'interno così, non avendo altre idee, sfondarono la porta con la loro auto. Scesero dall'auto carichi di bottiglie piene di acqua santa e cominciarono a colpire ogni demone che gli si avvicinasse. Sam afferrò Tamara e la portò in fretta e furia dentro la macchina, mentre lei gridava il nome del marito che giaceva a terra in una pozza di sangue. Bobby si piazzò velocemente in auto, accendendola, seguito da Katherine che tentava di tenere ferma Tamara insieme a Sam; Dean continuò a lottare con il tizio che avevano seguito fino al bar e, con non poco sforzo, lo gettò dentro il loro portabagagli, intrappolandolo con una chiave di Salomone. Salì in auto velocemente e Bobby affondò il piede nell'accelleratore.



"Voglio tornare li!!" Urlò Tamara, mentre si dimenava a casa propria, per tornare dal marito. 

"Lo so, ascolta, cerca di ragionare" disse Sam cercando di fermarla.

"Ho lasciato mio marito in un lago di sangue!" Gridò la donna tra le lacrime.

"Lo so, ti capisco ma non possiamo tornare indietro!" Continuò Sam.

"Mi capisci?! Cosa pensi che faresti se al posto di Isaac ci fosse Katherine?! Voi rimanete pure qui ma io torno in quel maledetto bar!"disse la ragazza voltandosi.

"Vado con lei!" Disse Dean seguendola.

"Questo è un suicidio!!!" Urlò Katherine che, fino a quel momento, era rimasta in silenzio. 

"E allora?  Tanto sono già morto!!" Rispose Dean voltandosi a guardarla.

"E come li uccidi? Non puoi sparargli e non staranno lì a guardarli mentre li esorcizzi!" Continuò la ragazza gridando.

"NON MI INTERESSA!!" Urlò Tamara tra le lacrime.

"Non sappiamo neanche quanti siano!!" Urlò Sam sgranando gli occhi. 

"Si che lo sappiamo.." intervenne Bobby tenendo un libro in mano. ".. sono 7! Non avete ancora capito contro chi stiamo combattendo?".

Tutti lo guardarono stupiti e si zittirono tutti per ascoltarlo. 

"I Sette Peccati Capitali! Tutti insieme ed in carne e ossa! Nel 1789 un cacciatore identificó i sette peccati come dei demoni veri e propri!".

"La famiglia..." disse Sam stupito.

"..vittima della pigrizia!!"concluse Katherine. 

"E la cliente? Opera dell'invidia, il tipo che sta nella stanza accanto!" Disse Bobby. "Isaac invece è stato colpito dall'ingordigia!".

"Non me ne frega niente di sapere da quale di questi demoni è stato attaccato Isaac! Ma io ora torno lì e li faccio a pezzi uno per uno!!" Urlò Tamara gesticolando.

"Avete già fatto di testa vostra una volta, siete  andati dentro a quel bar da soli e guarda cos'è successo!! Questi demoni erano intrappolati da mezzo millennio, dal Medio Evo! Non abbiamo mai affrontato nulla del genere quindi, prima di fare altre cavolate, cerchiamo di capire cosa fare!" Disse tutto d'un fiato Bobby.

Tamara lo osservò negli occhi per qualche secondo e si diresse verso il demone che avevano rapito, pronta ad interrogarlo.

"Avete capito chi siamo" disse ridendo il demone. 

"Perché siete qui?" Chiese Sam ma lui lo ignorò.

"Ti ha fatto una domanda!! Che cosa volete?" Chiese nuovamente Dean aprendo la bottiglia dell'acqua santa e gettandogliela in faccia.

"Abbiamo già ottenuto quello che volevamo!! Siamo fuori, liberi grazie a voi! Siamo un esercito credetemi e vogliamo solo festeggiare, divertirci!" Disse il demone ridendo. "Ad alcuni piace il golf, a me.. piace fare uscire allo scoperto quello che la gente ha nel profondo!".

"Ti farò a pezzi con le mie mani!" Disse Tamara avvicinandosi. 

"Credete di essere migliori di me?" Disse il demone ridendo.

"Chi ha il coraggio di lanciare la prima pietra? Forse tu Dean,  che sei l'immagine della goduria e della lussuria più sfrenata? Oh, ma rappresenti anche l'invidia, non credere che non lo sappia!! Oppure tu Tamara, con tutta quella rabbia che ti porti dentro che ha spinto te e il tuo maritino a diventare cacciatori? Meglio abbandonarsi all'ira che affrontare ciò che accadde veramente quella notte, giusto? ".

Tamara sgranò gli occhi e lo colpì dritto in faccia mentre Dean e Bobby la fermavano e la tenevano ferma.

"E noi saremmo i peccati? Noi rappresentiamo il naturale istinto umano!" Disse il demone ridendo ma poi si concentrò su Katherine. "Potete continuare a reprimerci.. e a nasconderci.. quanto volete ma la verità è che la tentazione è sempre lì, in attesa di essere placata.... verrete uccisi per questo, i miei amici arriveranno presto" disse sorridente.

Katherine continuò a guardarlo e gli si avvicinò, tanto da essere distante dal suo volto di una decina di centimetri e disse con voce bassa e distaccata: "Arriveranno, certo, ma non ti troveranno perché sarai già tornato all'inferno. E noi, saremo qui ad aspettarli, pronti ad ucciderli".

Il demone la guardò spiazzato sgranando gli occhi. "No, no ti prego!".

"Tamara, finisci tu il lavoro" disse allontanandosi dal demone ed andando in un'altra stanza, seguita dai fratelli e Bobby. 

"Con piacere!!" Disse la donna cominciando a recitare la formula di esorcismo tra le urla del demone.
"Dobbiamo prepararci, arriveranno davvero'' disse la ragazza. 

"Già, voi andate avanti mentre io li rallento" disse Dean sorridendo. 

"Non se ne parla Dean!" Affermò Sam sgranando gli occhi.

"Ha ragione!" Dissero all'unisono Bobby e Katherine. 

"Loro sono 6!! E noi in quattro e senza armi, siamo condannati!" Disse Dean cercando di farli ragionare. 
"Se dobbiamo morire, allora moriremo insieme" disse Sam accennando un sorriso e il maggiore, finalmente, si convinse.

Prepararono ogni sorta di trappola possibile e mentre Sam e Katherine stavano preparando delle molotov, ogni dispositivo elettronico prese a fare interferenza. 

I due si guardarono e capirono immediatamente, Dean caricò il fucile ed esclamo: "Ci siamo".

Ognuno prese la propria posizione, pronti alla lotta imminente, finché una persona cominciò ad urlare all'esterno della casa.

"Tamara!!! Tamara!!!" Esclamò Isaac con voce sofferente e la ragazza guardò Bobby in cerca di appoggio.  "AIUTAMI, TI PREGO!! Sono scappato ma sono ferito ed ho bisogno di te!".

Tamara sgranò gli occhi e rimase paralizzata sul posto e quando scoppiò in un pianto silenzioso, Bobby le disse: "non è lui! Un demone si è impossessato di lui".
"Tamaraa!!" Continuò Isaac piangendo dietro la porta di casa. "Perché non mi fai entrare? Mi hai lasciato lì da solo, come hai potuto?!".

La donna piangeva nel frattempo, stringendo forte la mano di Bobby. 

"Quel giuramento che facemmo su quel lago in Michigan, te lo ricordi? Giurammo che non ci saremmo mai lasciati!".

"Come fa a saperlo?'' Chiede Tamara fra le lacrime.

"Resisti Tamara, cerca di resistere".

"Non abbandonarmi, vuoi lasciarmi qui a morire?" Continuò il demone dietro la porta. "A quanto pare è quello che hai intenzione di fare!! Come quella notte quando i demoni sono venuti a casa nostra e hanno preso nostra figlia e tu.. hai lasciato che se la portassero via" aggiunse il demone cambiando tono e divenendo serio.

"Figlio di puttanaaa!!!" Urlò la donna aprendo la porta ed saltandogli di sopra.

"Tamara no!" Urlò Bobby correndole dietro.

"Tu non sei Isaac!" Disse Tamara colpendolo in pieno petto con il Palo Sacro.

Nel frattempo, gli altri cinque entrarono dentro la casa, salendo al piano di sopra, mentre uno di loro notò Katherine in fondo alla stanza. Le andò incontro mentre lei indietreggiava fino ad arrivare al muro e sorrise vedendo il demone rimanere bloccato nella chiave di Salomone, senza potervi più uscire.

"Grasso e stupido, non è così che si affronta la vita!" Disse Katherine sorridendo iniziando ad esorcizzarlo. 

Dean nel frattempo stava lottando con una biondina piuttosto forte e la spinse in una camera della casa.

"Tu sei la lussuria, giusto?" Disse il ragazzo sorridendo.

"Tesoro, io posso essere tutto ciò che vuoi" disse avvicinandosi pericolosamente a lui.

"Ok, ma non avvicinarti" disse Dean indietreggiando.

"Altrimenti?" Disse continuando ad avvicinarsi. 

"Ottima domanda".

"Tesoro, non ti farò del male! Non ancora... se non sei tu a volerlo" disse il demone sorridendo in maniera maliziosa e gli mise una mano sulla spalla.

Quel tocco fu abbastanza forte, da contagiare Dean che, l'afferrò saldamente e la baciò forte.



Sam invece era bloccato in una stanza con tre dei sette demoni.

"Andiamo, pensi che questo possa ingannare uno come me?" Disse un demone alzando gli occhi al soffitto e guardando la trappola sopra la sua testa. "Tu vorresti ingannarmi?".

"Lasciami indovinare.. tu sei la superbia?" Disse Sam abbozzando un sorriso.

Il demone con un gesto della mano, procurò una crepa al tetto, in modo da spezzare la trappola. 

"L'origine dei peccati, e tu.. sei Sam Winchester. Ho sentito molto parlare di te, il prodigio, il ragazzo Re ma, se devo essere sincero, hanno esagerato un po.  Non ho intenzione di inchinarmi difronte ad una mezza cartuccia come te! Ho il mio orgoglio da difendere" disse ridendo il demone.

"Adesso che occhi gialli è morto, nessuno ti potrà difendere. Sei una preda e la stagione della caccia è aperta ragazzo" aggiunse avvicinandosi a Sam. 



"È morto!" Disse Katherine abbassandosi e tastando il collo dell'uomo che aveva appena esorcizzato.

"Bobby, salgo da Sam e Dean! Tu sta attento a Tamara" disse prima di salire in fretta le scale.



Il demone si staccò dalle labbra di Dean, lo guardò negli occhi e disse scoppiando in una risata: "Tu non desideri me! Tu desideri un'altra donna e la vuoi più di ogni altra cosa".

"Me l'hanno già detto" disse Dean facendo spallucce.

"Potrei parlarle io.. cambierebbe subito idea.." disse con sguardo malizioso.

"Scusa, ma non penso che Katherine sia interessata a scambiare quattro chiacchiere con te" disse afferrandola dal collo e immergendola nell'acqua santa.

Non appena sollevò lo sguardo verso la porta, vide Katherine con la bocca spalancata che lo fissava negli occhi. Dean ebbe la sua stessa reazione, spalancò la bocca e continuò ad affogare il demone mentre la ragazza si recava verso Sam che stava ancora lottando contro gli altri demoni.

Ma, non appena arrivò in quella stanza, rimase sorpresa di ciò che si trovò davanti: una donna, una ragazza bruna, aveva appena ucciso i tre demoni contro i quali lottava Sam con un semplice coltello.

"Chi diavolo sei tu?" Chiese Katherine raggiungendo Sam che era ancora per terra.

"Sono quella che ha appena salvato il culo del tuo ragazzo" disse la ragazza scappando via.

"Aspetta!!" Urlò Sam alzandosi ma Katherine lo bloccò.

"Come ti senti?! Stai bene?".

"Si.. si sto bene. Non sono ferito" rispose sorridendo.

Si occuparono anche degli ultimi demoni e, ormai fattosi giorno, bruciarono i corpi davanti a quella casa.

 


"Hai un aspetto orrendo" disse Dean sarcastico, riferendosi a Bobby.

"Ho passato tutta la notte a fare esorcismi!" Rispose passandosi le mani sul volto.

"Ci sono.. sopravvissuti?" Chiese Katherine .

"Si, solo due. Passarono la vita in analisi ma sono vivi" rispose Bobby sospirando.

"Che mi dici di quel coltello? Che tipo di lama può uccidere un demone?" Chiese Sam allibito. 

"Non immaginavo che esistesse nulla del genere..".

"Questa ragazza ha fatto fuori tre demoni da sola con quel solo coltello" continuò Sam.

"La vera domanda è: 'Quando abbiamo aperto le porte dell'inferno, cos'altro è venuto fuori?'."

"Bella domanda.." disse Katherine voltandosi a guardare Tamara che veniva verso di loro, dopo aver bruciato il corpo di Isaac.

"Io vado ragazzi, buona fortuna''.

"Tamara.. il mondo è sempre più pericoloso. Sta attenta" disse Bobby mentre la donna saliva sulla sua auto e andava lontano da quella casa.

"Bene ragazzi, ci vediamo a casa" disse salendo sulla sua auto e dirigendosi verso casa sua.

"Prima.. voglio passare dalla Louisiana. Tamara mi ha detto che c'è una sacerdotessa che può esserci d'aiuto per il tuo patto.." disse Sam mentre Katherine sistemava le sue cose in auto.

"No.. nessun rituale voodoo potrà rompere il mio patto. È tempo perso.." rispose Dean sorridendo. 

"Dean, è una possibilità da non.." .

"Sam non ci andremo.  Argomento chiuso!" Affermò incenerendo il fratello con lo sguardo.

"Sai che ti dico? Ne ho abbastanza! Katherine ed io cerchiamo di aiutarti e tu non collabori! Sto facendo di tutto per tenerti in vita ma non te ne frega nulla! Non vedi l'ora di morire?".

"Sam.. non è questo".

"Che c'è? Dimmelo!".

"Ho chiesto io il patto! Se non rispetto l'accordo che ho fatto.. tu muori!! È chiaro?".

Sam rimase senza parole e sgranò gli occhi.

"Non c'è nessuna via di fuga. Quindi no, non andremo da nessuna sacerdotessa ne da nessun altro e se tu dovessi farlo, ti assicuro che io ti fermerò!!" Disse Dean guardandolo fisso negli occhi.

"Come vuoi! Vado a prendere la mia roba!'' disse Sam dirigendosi verso la casa.

Dean si appoggiò al cofano della sua macchina e si passò la mano fra i capelli. Era stanco.

"Non sarai stato un po duro?" Chiese Katherine sedendosi accanto a lui.

"No. Deve capirlo e devi capirlo anche tu, non posso essere salvato!" Disse guardandola negli occhi. 

"Sai bene che troveremo un modo" disse Katherine e ciò lo fece sorridere. 

"Sei testarda" disse ancora guardandola. 

"Quando voglio.." Rispose sorridendo. 

"Senti, come.. come riesci a bloccare il nostro.. collegamento?" Chiese Dean divenendo serio.

"Concentrazione. E questo.." disse mostrandogli un anello che portava al dito. "Quando ero in Kansas, Henry.. occhi Gialli.. mi ha portato da una strega e lo ha fatto per me".

"Capisco, vuoi la tua privacy.." Disse ridendo.

"Dean, a proposito.. quello che ha.. ha detto quel demone è la verità?" Disse Katherine mordendosi le labbra e guardandolo negli occhi ed il ragazzo si bloccò e il sorriso gli scemò.

Dean rimase in silenzio per qualche minuto ma mantenne il contatto visivo stabile. Il sangue nelle vene gli si era appena gelato, si sentiva come un 12enne al su primo amore.

"Kath.. non farmi mai più questa domanda. Non chiedermi se voglio stare con te, la risposta la sai" disse Dean abbozzando un sorriso. "Perché ogni volta che me la fai ho semplicemente voglia di baciarti..".

Katherine rimase lì, immobile a guardarlo senza sapere che dire, cosa fare.

"Dean, io non so che..".

"Non preoccuparti" disse sorridendo. "So che stai con mio fratello e non ci proverei mai con te. Ma basta tensione fra di noi, come se questa conversazione non fosse mai avvenuta d'accordo?".

Il ragazzo non ottenne risposta così si avvicinò ulteriormente e le alzò il viso con un dito, costringendola a guardarlo.

“Non puoi dirlo!” esclamò la ragazza aggrottando le sopracciglia. “Questa conversazione è avvenuta, ma perché ? Ti ho lasciato intendere qualcosa io, o..”.
“No, sono io lo stupido che prova qualcosa per te!” Esclamò Dean sospirando. “Credo che sia per il legame che abbiamo.. ma lascia perdere d’accordo?”.
"Ok.." Disse la ragazza abbozzando un sorriso. 

"Sam sta per tornare, saliamo in macchina" disse Dean cercando di sdrammatizzare tutto. 

La ragazza, in silenzio, salì in macchina ritrovandosi, inevitabilmente, vicina a Dean.

Dunque, Dean si era innamorato di lei? Cosa avrebbe dovuto fare? Come si sarebbe dovuta comportare? Era il fratello del suo ragazzo! Lei non poteva rompere il rapporto che c'era tra di loro e non voleva, teneva troppo a Dean per farlo.

"Ti va un pò di musica?'' Chiese il ragazzo sorridente. Proprio come se non le avesse detto nulla.

"Certo" disse Katherine ricambiando il sorriso.

Dean mise una delle sue canzoni preferite dei Metallica e si perse fra le note e le parole delle canzoni, chiudendo gli occhi, felice che mancassero solo pochi mesi e questa tortura sarebbe finita.

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Capitolo 15
*** Capitolo 13. ***


Erano settimane, ormai, che Sam e Katherine cercavano una soluzione senza però venirne mai a capo. Erano disperati ma sapevano che avrebbero fatto di tutto per salvare la vita di Dean, il vero problema era il comportamento del giovane ragazzo che peggiorava sempre più: continuava ad ostinarsi a non partecipare e a sabotare tutto ciò che i due ragazzi progettavano. 
"Come sarebbe che non funzionerà, Bobby? È un rituale scaccia demoni!" Esclamò accigliato Sam al telefono mentre lui e Katherine pranzavano.

"Beh, forse abbiamo tradotto male... non possiamo permettere che Deacn bruci all'inferno!" Continuò il giovane ragazzo mentre Katherine stava scaricando delle traduzioni di testi antichi da internet.

"Si lo so ma...".

"Sta arrivando Dean, chiudi" lo avvisò la ragazza chiudendo velocemente il portatile. 

"Devo andare, ti richiamo!" Disse Sam chiudendo il telefono un attimo prima che Dean arrivasse al loro tavolo.

"Che fatica trovare un posteggio in questa città! Con chi stavi parlando?" Chiese Dean sedendosi difronte ai due.

"Ordinavo una pizza!" Affermò il ragazzo sorridente, appoggiando i gomiti al tavolo.

Dean guardò perplesso i due ragazzi e inarcò le sopracciglia. "Ti rendi conto che sei in un ristorante?".

"Si, ovvio ma volevo una pizza " disse guardandolo e accennando un sorriso mentre la ragazza si morse la lingua per non scoppiare in una risata.

"Ok Signor Stranezza, forse ho trovato qualcosa'' disse Dean estraendo dalla sua giacca un giornale.

"Cicero, Indiana. Ditemi se vi sembra normale " disse porgendolo ai due ragazzi. "Giovane uomo cade su una sega circolare..".

"E allora? È tutto qui?'' Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia mentre Sam leggeva l'articolo. 

"Si.. esatto'' disse Dean facendo spallucce. 

"Ed è un caso per noi, secondo te ?'' Chiese Sam chiudendo il giornale.

"Beh, potrebbe..''.

"Dean.. "disse la ragazza lanciandogli uno sguardo provocatorio che lui scansò.

"E va bene, va bene lo ammetto: c'è qualcosa di meglio lì che un semplice caso.." rispose Dean sorridendo.

"Cioè?'' Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Lisa Breden'' disse il maggiore dei fratelli sfoderando il suo sorriso più malizioso. 

"Che te l'ho chiesto a fare.." disse Sam ridendo e appoggiandosi allo schienale della sedia.

"E tu andresti fino a lì per rivedere una ragazza qualsiasi? Sono colpita.." disse Katherine alzando un sopracciglio e sorridendo.

"Era.. un'insegnante di Yoga. Il weekend più acrobatico della mia vita'' rispose Dean sorridendole e facendole l'occhiolino.

Sam continuò a ridere mentre la ragazza si limitava a sorridere e Dean aggiunse : "È il mio ultimo desiderio, ragazzi abbiate un pò di cuore!!".

"Quanti ultimi desideri vorresti realizzare?" Chiese il fratello sorridendo. 

''Tutti quelli realizzabili, andiamo!" Disse alzandosi dal tavolo. "Un bel sorriso, per favore! Io sorriderò di sicuro dopo 24 ore con elasticgirl!" Aggiunse uscendo velocemente dal locale seguito dagli altri.

 
 

 
Molto velocemente, arrivarono a Cicero e Dean scaricò in fretta e furia i due ragazzi nel motel più vicino, per poi dirigersi verso casa della misteriosa ragazza.

"Ha proprio perso la testa" commentò Sam entrando nella loro stanza matrimoniale, con un ghigno stampato sul viso.

"Fin troppo direi" commentò ridendo Katherine, mollando il suo bagaglio sul pavimento.

"Uuuh, c'è una vasca qui" urló Sam dal bagno e ciò la fece ridere.

"Ma non mi dire.." sussurrò Katherine sorridendo prendendo dei vestiti dal borsone e sistemandoli sul letto. 

"Stai pensando quello che sto pensando io ?" Chiese Sam arrivando silenziosamente alle spalle della ragazza e abbracciandola da dietro. 

"Una cenetta romantica e poi.. un bel bagno caldo.." sussurrò Sam all'orecchio della ragazza che gli strinse forte il braccio. 

"Io penso.." disse voltandosi verso di lui e facendolo sedere sul letto; si sedette sulle sue gambe e gli gettò le braccia al collo. ".. che potremmo ordinare del cibo in camera e passare direttamente al bagno caldo" continuò la ragazza baciandogli il collo e facendolo tremare.

"Sei sicura? Non ci ricapiterá molto presto l'occasione di fare una cenetta romantica" disse Sam sorridendo afferrandole il viso fra  le mani.

Katherine lo guardò negli occhi sorridente, come se non ci fosse altro che lui nel mondo, e lo baciò lievemente.

"Non mi importa dove, l'importante è che sono con te. Sei così.. dolce.." Disse guardandolo con occhi più innamorati che mai.

"Ti amo.." disse Sam ricambiando il suo sguardo e sentendo il suo cuore battere molto velocemente. 

"Ti amo anch'io, Sam.." disse Katherine avvicinando i loro volti.

Era così felice con lui, non avrebbe potuto desiderare niente di meglio dalla vita. Lo amava così tanto che avrebbe fatto di tutto per lui e ciò la stupì: la vecchia sé non l'avrebbe neanche mai pensata una cosa del genere.

Sam l'aveva cambiata profondamente, il suo amore l'aveva cambiata. Quando l'amore è così forte, autentico, quando riesce a cambiarti così tanto, l'unica cosa che potrai fare è arrenderti completamente ad esso. Avrebbe voluto passare tutta la sua vita con lui, una vita vera, lontana dai mostri e demoni ma sapeva che sarebbe stato impossibile.

Lo guardò, steso al suo fianco in uno stato di dormiveglia e abbracciò il suo torace nudo, appoggiando la testa al suo petto, dopo avergli schioccato un bacio sulla guancia, e sorrise: lo amava ed era tutto ciò che le importava.

 
 

 
Dean arrivò davanti alla casa di Lisa e si fermò qualche istante ad osservarla: era stato qualcosa di più di un weekend di sesso.

Prese fiato e si decide a scendere dall'auto e bussare alla sua porta fin quando, una bellissima donna con i capelli corvini, aprì e lo guardò con aria stupita.

"Dean!" Esclamò la ragazza sorridendo. 

"Ehi Lisa" disse il ragazzo ricambiando il sorriso.

"Quanto tempo è passato ?'' Chiese la ragazza ancora sorridente.

''Otto.. quasi nove anni ormai. Pazzesco, no?".

"Già. Ma.. che cosa ci fai qui?".

"Beh, sono solo di passaggio e non ho saputo resistere. Mi sono ricordato che ti piacevano le sorprese e.. sono passato!" Disse Dean sorridendo. 

"Accidenti.. Dean Winchester.. però sei arrivato al momento sbagliato, stiamo facendo una festa" disse la ragazza leggermente imbarazzata. 

"Ma davvero?  Io amo le feste.." disse Dean inarcando le sopracciglia e sorridendo.

"D'accordo..'' disse la ragazza facendo una smorfia e facendolo entrare in casa.

Non appena vi entrò rimase stupito: la casa era stracolma di bambini che correvano ed urlavano da tutti i lati.

"Per chi è la festa.. ?" Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia.

"Per Ben.. mio figlio'' rispose Lisa sorridendo.

"Oh.. hai un figlio?'' Chiese Dean profondamente sorpreso. 

"Si.. è lui'' disse sorridendo indicando un bambino paffutello che scartava felice i suoi regali.

"E quanti anni.. ha?".

"Otto, ne compie otto proprio oggi.. torno subito'' disse la ragazza andando in contro ad una mamma e ad una bambina appena entrati.

"Si.. nessun problema'' disse il ragazzo pensiero. 

Si aggirò per la festa e vide delle macchine in miniatura fatte di zucchero disposte sulla torta, notò Ben, il figlio di Lisa, esultare per un cd degli CDC e lo osservò mangiare: un dubbio atroce si stava facendo strada lungo la sua mente e fece qualche rapido conto nella sua mente. 

Prese un pezzo di torta e si mise vicino al bambino per chiacchierare. 

"Così è il tuo compleanno..".

"Esatto'' rispose il bambino sorridendo.

"Bella festa!" Disse Dean prendendo un pezzo di torta.

"È veramente fantastica.. e anche quel tappeto elastico!".

"Già è fichissimo..".

"E sai cos'altro penso che lo sia? Le ragazze! Amico, sembra di stare a sexylandia" disse Ben fissando una bambina e avvicinandosi rapidamente a lei.

Dean rimase con gli occhi sgranati e lo osservò allontanarsi e inseguire delle ragazze. Si voltò senza pensarci e corse immediatamente da Lisa, quel dubbio si era attanagliato alla sua mente e non lo mollava più. 

"Ehi.. ho scambiato quattro chiacchiere con Ben.. è in gamba.." disse Dean raggiungendo Lisa all'interno della casa e avvicinandosi a lei.

"Già.." disse Lisa sorridendo. 

"Sai, non ho potuto fare a meno di notare che.. compie otto anni" disse Dean mentre la ragazza lo guardava perplesso. "Tu capisci.. noi due...".

"Non starai cercando di chiedermi se è tuo" disse Lisa ridendo. 

"No, no certo che no..'' disse Dean ridendo per poi tornare serio. "Non è mio?".

"Cosa ? No!".

"Bene" disse Dean sorridendo. 

Passarono una mamma ed una bambina davanti a loro e, senza neanche salutare, uscirono di casa.

"La tua amica ha problemi?" Chiese Dean ironizzando.

"Beh si.. il suo ex marito è morto in uno strano incidente.." disse la ragazza con occhi tristi.

"Oh si, la sega circolare, l'ho letto".

"Molti nel vicinato sono sfortunati ultimamente".

"Che tipo di sfortuna?" Chiese Dean più incuriosito che mai.

 
 

 
 

 
Dopo quel pomeriggio, in cui staccarono la spina della loro vita incasinata, Sam e Katherine andarono in una tavola calda vicino al motel per cenare. 

Sam portò il suo portatile, in modo da poter riprendere le indagini per salvare Dean, e lo aprì sul tavolo mentre Katherine ordinava e portava il cibo.

"Allora, come va Sam?'' Chiese una voce proprio davanti al ragazzo. 

Sam la riconobbe subito, era la ragazza che lo aveva salvato qualche settimana prima da tre dei sette demoni dei vizi capitali.

"È da Lincoln che ci segui, chi diavolo sei?'' Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e guardandola male.

"Non ti sfugge nulla, mmh?" Disse ridendo la ragazza e inchiodando i suoi occhi in quelli del ragazzo.

"Il coltello che avevi.. puo uccidere i demoni?" Chiese il ragazzo avvicinandosi e abbassando il tono della voce.
"È utile quando devo salvare una damigella in pericolo..'' disse sorridendo e prendendo delle patatine dal piatto di Sam.

"Dove l'hai trovato?''.

"Una vendita online".

"Perché mi stai seguendo?'' Chiese Sam ormai spazientito. 

"Ti trovo interessante" rispose mangiando un'altra patatina.

"Perché?" Ringhiò fra i denti Sam.

"Perché sei alto! Adoro gli uomini alti!" Disse la ragazza sorridendo. "E poi c'è tutta quella storia dell'anticristo, delle generazioni di bambini speciali, occhi gialli che vi riunisce.. e tu sei l'unico sopravvissuto!" Aggiunse schiacciandogli l'occhio.

"Come fai a saperlo?" Chiese Sam senza ormai un briciolo di pazienza. 

"Sono una brava cacciatrice...! Così Occhi gialli aveva dei grandi progetti per te, Sam?" Disse appoggiandosi allo schienale della sedia e incrociando le braccia al petto.

"Aveva è la parola giusta!" Disse Sam guardandosi in torno in cerca di Katherine. 

''Oh giusto, ottimo lavoro, il demone è morto! Ma non cambia il fatto che tu sia speciale e se aggiungiamo le visioni paranormali che hai..''.

"Non mi capitano più da quando occhi gialli è morto".

"Io penso che tu sia ancora un buon affare, dopo tutto quel lavoro con tua madre..'' disse la ragazza con un ghigno stampato sul viso.

"Che diavolo c'entra mia madre ?'' Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"Lo sai come sono finiti i suoi amici.." iniziò la ragazza ma non appena capì quanto Sam non avesse chiaro il discorso si fermò. "Tu non sei affatto informato! Dovresti aggiornarti su un bel po di cosette.." Aggiunse ridendo. 

Afferrò la mano del ragazzo con decisione e la aprì.

"Senti, perché non ti informi sugli amici di tua madre? Poi mi telefoni e ne riparliamo ma.. ehi.." disse impedendo al ragazzo di leggere il numero appena scritto. “.. deve rimanere una cosa tra noi due o ti prometto che la tua ragazza e la bionda in miniatura si faranno male" aggiunse carezzandogli delicatamente la mano e sorridendo. 

"E inoltre, se rimane tra me e te sarà molto più eccitante!" Aggiunse la ragazza mordendosi il labbro inferiore delicatamente e facendogli l'occhiolino per poi alzarsi ed andarsene.

Il ragazzo rimase qualche momento bloccato sul suo posto, incuriosito dal perché quella ragazza si interessasse sempre di più di lui.

"Un idiota mi si è piazzato davanti e mi ha bloccata.. non la smetteva più di ordinare!" Disse la ragazza arrivando con i piatti per entrambi.

Sam si limitò a sorridere, fissando ancora nel vuoto  fuori dalla finestra. 

"Stai bene?'' Chiese Katherine osservandolo.

Sam in un primo momento la guardò, indeciso sul dirle la verità o no, ma la ragazza aveva espressamente detto che avrebbe fatto del male a Katherine e a Judith se ne avesse parlato così disse sorridendo: "Si, sto bene..''.

"D'accordo..''disse dando un morso al suo panino.

Sam fece lo stesso, mangiò il suo panino, perso ancora fra i suoi pensieri, finché la voce della ragazza lo riportò nuovamente alla realtà dopo qualche minuto.

"Sam, il cellulare.. Sam!!" Disse la ragazza sventolandogli una mano davanti. "Sicuro di stare bene?''.

''Sisi.." disse prendendo il cellulare e osservando il numero chiamante. " È..Dean?".

"Pronto?''.

"Sammy! Ricordi quell'incidente con la sega circolare? Ce ne sono stati altri quattro molto simili, tutti nel complesso di Morning Hill. La gente cade dalle scale e affoga nella vasca da queste parti" disse Dean dall'altro lato del telefono.

Gli occhi di Sam corsero subito in direzione di Katherine che molló il panino sul piatto e lo guardò: "È strano".

"Già, sta succedendo qualcosa.. qualcosa da cui questi cancelli non ti proteggono" disse Dean sospirando.

"Arriveremo il più presto possibile" disse chiudendo la chiamata.

"Cosa succede?'' Chiese la ragazza incuriosita.

"Abbiamo un caso, dobbiamo andare" disse alzandosi e lasciando qualche dollaro sul tavolo.

Katherine si alzò e lo seguì e, nel più breve tempo possibile raggiunsero Dean.

 
 

 
Mentre Dean aspettava che Sam e Katherine arrivassero a Morning Hill, gironzolava da quelle parti in cerca di indizi. 

Ma non gli occorse arrivare lontano per trovare qualcosa, proprio davanti a lui vi era Ben con un viso molto triste seduto su di una panchina in un parco davanti casa.

Dapprima Dean lo osservò finché non si decise ad avvicinarsi e gli si sedette accanto. 

"Ehi ciao Ben.." disse il ragazzo sorridendo.

"Ciao.." rispose il bambino alzando il viso triste verso di lui. "Eri alla mia festa''.

"Si, mi chiamo Dean.." disse Dean continuando a sorridere. 

"Cos'hai? C'è qualche problema?'' Chiese guardandolo ma il bambino fece spallucce. 

Dean lo osservò: somigliava molto a sua madre. Notò che giocava nervosamente con una custodia di qualcosa, probabilmente una diavoleria elettronica che utilizzano i ragazzi oggigiorno. Proprio davanti a loro, vi era un gruppo di bambini  che giocavano e ridevano attorno a qualcosa e Dean collegó il tutto.

"Si sono presi il tuo gioco?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Ryan l'ha preso in prestito e ora non vuole ridarmelo..'' disse il bambino con un filo di voce. 

"Vuoi che vada io..?'' Chiese il ragazzo facendo per alzarsi ma il bambino lo bloccò. 

"No, non ci andare!! Solo le femminucce mandano uno grande.." disse Ben tenendogli un braccio.

"Non hai torto'' disse Dean sorridendo.

''E io non sono una femminuccia" continuò il bambino tornando a torturare ancora con la custodia.

"È quello Ryan? Quello che mangia troppi hamburger?" Chiese Dean riuscendo a fare ridere il bambino.

Il ragazzo lo incitò ad andarselo a riprendere, fin quando Ben, convinto, si diresse verso Ryan. Ma quando l'altro bambino continuava a fare resistenza, Ben lo colpì allo stomaco facendolo cadere e riprendendosi il gioco.

"Amico, è stato fantastico" disse il bambino correndo verso Dean e ritrovando il sorriso.

"Dammi il cinque, bel lavoro!" Disse Dean ridendo e dandogli il cinque.

"Benjamin Isaac Breden, che cosa hai combinato?" Chiese Lisa molto arrabbiata avvicinandosi al bambino.

"Mi aveva fregato il gioco..!" Esclamò Ben cercando di non mettersi troppo nei guai.

"E tu lo hai preso a pugni? Da quando..."iniziò la ragazza ma si interruppe non appena notò Dean seduto vicino a Ben. "Hai detto a mio figlio di picchiare quel bambino?".

"E allora? Bisognava insegnargli come mettere a posto un bullo!" Rispose Dean cercando una giustificazione più che plausibile. 

"Tu non devi immischiarti!" Esclamò la donna su tutte le furie.

"Rilassati Lisa!" Affermò Dean sorridendo ma la donna si arrabbiò ancora di più. Lo afferrò dalla giacca e lo fece alzare, allontanandolo da Ben.

"Che ci fai ancora qua? Abbiamo passato insieme un weekend anni fa, tu non mi conosci e con mio figlio non c'entri niente!" Disse infuriata afferrando Ben per la mano e portandolo via.

"Lisa...'' disse Dean cercando di fermala ma lei non si voltò. A farlo, sorprendentemente, fu Ben che si liberò dalla stretta della madre e corse ad abbracciare Dean e sussurrò un "Grazie!" con un grande sorriso, lasciando Dean senza parole. 

 
 

Sam e Katherine arrivarono dopo neanche un'ora e presero una stanza tripla, aspettando che arrivasse Dean. Iniziarono subito a fare molte ricerche finché non trovarono quello che più gli interessava e lo condivisero con il maggiore appena arrivò. 

"I bambini di questa città sono molto strani!" Disse Dean entrando nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

"Già, ce ne siamo accorti.." disse Sam continuando le sue ricerche.

''Allora, cosa sai dei Changeling?" Chiese Katherine seduta al tavolo con Sam.

"I diabolici mostri bambini?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Non necessariamente bambini" rispose Sam perplesso. 

"Quei ragazzini ti guardano come se fossi il loro pranzo, vero?" continuò il maggiore avvicinandosi.

"Esatto e ce n'è uno in casa di ogni vittima. Sam e io abbiamo controllato prima di venire qua" rispose Katherine prendendo un respiro.

"Questi Changeling imitano perfettamente i bambini, entrano dalla finestra e li rapiscono.." iniziò Sam.

"E infatti c'erano dei segni sul davanzale di una delle case che abbiamo controllato. A me sembrava sangue" disse Katherine riassumendo il tutto.

"E quindi il mostro assume le sembianze dei bambini e si unisce alla famiglia solo per divertimento?" Chiese Dean stupito mettendo nello zaino dei liquidi altamente infiammabili.

"Non proprio. Il Changeling si nutre della madre, tutte hanno degli strani morsi sul collo" continuò il minore dei fratelli.
"Il Changeling può nutrirsi per alcune settimane prima che la madre muoia.." disse Katherine cercando di non mostrare a pieno tutta la sua tensione. Si metteva perfettamente nei panni delle madri e tutto ciò la portava a pensare inevitabilmente a Judith.

"E poi ci sono il padre, la babysitter.." continuò Dean finendo di sistemare la roba nel suo zaino.

"Chiunque si mette fra loro e la loro fonte di cibo, muore!" Esclamò Sam.

"Bene, li trascineremo fuori e gli daremo fuoco in giardino! I vicini applaudiranno!!'' Disse Dean ridendo. 

"E i bambini veri che fine fanno?".

"Secondo la leggenda, li tengono da qualche parte sotto terra" continuò a spiegare Sam alzandosi e sistemando le ultime cose.

"Se è vero potrebbero essere ancora vivi, dobbiamo fare presto '' disse Katherine alzandosi anche lei, impaziente. 

"Certo, ma prima dobbiamo andarne a controllare uno" disse Dean uscendo dalla porta e dirigendosi in macchina.

Katherine e Sam lo seguirono e  si diressero velocemente a casa di Lisa per controllare che lei e Ben stessero bene, ma non ottennero il risultato che speravano. Lisa e Ben gli chiusero praticamente la porta in faccia intimandogli di lasciarli stare.

Ma Dean aveva notato il cambiamento caratteriale nel bambino e capì che non era più lui; avevano rapito anche lui.

Controllarono il davanzale e videro delle strane macchie rosse e Dean immediatamente ebbe un'idea. 

"Non è sangue, so dove sono i bambini, andiamo!" Disse toccando quelle macchie e sgranando gli occhi.  

Immediatamente tutti si diressero verso la macchina e Dean affondò il piede nell'accelleratore, sperando di arrivare il prima possibile. 

 
 

 
Dean li portò in un complesso di villette in costruzione e non appena scesero dall'auto trovarono un indizio molto importante.

"Terra rossa!!" Esclamò Sam facendosi luce con la torcia, prendendo tra le mani un pò di quella roba.

"Ecco che c'era sulle finestre.." Esclamò Katherine da dietro Sam osservando la montagnetta.

"Voi due passate da dietro, io entro da davanti" disse Dean lanciando ad ognuno dei due delle armi, che afferrarono al volo.

Sam e Katherine entrarono silenziosamente dal retro e si fecero luce con la torcia. 

Di tanto in tanto sentivano qualche rumore e si voltavano in fretta ma, qualche secondo dopo, tornava tutto al regolare silenzio. 

"Hai sentito?" Sussurrò la ragazza a Sam voltandosi verso l'origine del rumore.

"Che cosa pensate di fare?" Chiese una donna sulla quarantina comparendo alle loro spalle. 

La videro riflessa su di un vetro e capirono chi veramente fosse: una Changeling. 

"È proprietà privata, andatevene o chiamo la polizia!".

"Ok ok, andremo via" disse Katherine ponendo le mani in avanti, come a pararsi da un'eventuale attacco.

"Non volevamo crearle problemi, mi lasci prendere la borsa" disse Sam piegandosi sulle ginocchia e afferrando una sorta di lanciafiamme artigianale.  

Non appena le fiamme cessarono, la donna scomparve e del suo corpo non vi erano più tracce.

 
 

 
Dean si guardò attorno non appena entrò nell'edificio mentre si faceva luce con una torcia e nell'altra mano teneva la pistola. Sapeva quanto fosse inutile su quel tipo di mostro ma quantomeno li avrebbe rallentati.

Arrivò silenziosamente alla soglia di una stanza, dalla quale provenivano dei rumori. Si sporse per vedere cosa li procurasse e ciò che vide lo paralizzò per qualche secondo: molti bambini, chiusi in gabbie per animali con dei lucchetti. Cercò in fretta e furia Ben, ma c'erano troppi bambini e troppe gabbie; trovò perfino una donna sulla quarantina, che fosse la madre? 

Continuò la ricerca finché non trovò il bambino e lo liberò; quest'ultimo, senza battere ciglio, si mise a rompere faticosamente un lucchetto di una gabbia e Dean, dapprima sbalordito,  lo copiò liberando i bambini. 

"Bravissimi, adesso state indietro e copritevi gli occhi!" Urlò Dean rompendo il vetro di una finestra per farli uscire da lì. 

"Andiamo, andiamo!" Intimò Dean ai bambini che piangevamo spaventati.

"Su, ragazzi andate!"Disse Ben aiutandoli ad uscire uno per uno.

"Dean!!" Urlò Katherine correndogli incontro seguita da Sam. 

"C'è una madre! Si ciba di loro! Esclamò Sam entrando nella stanza.

"Ce n'è un'altra! È una donna!" Esclamò Dean facendo uscire un bambino dalla finestra. 

Ad un tratto una bambina urló, facendo voltare tutti, compresi i bambini che piangevano a dirotto.

La donna sulla quarantina, la madre, era appena tornata ed era più arrabbiata che mai; in pochissimo tempo atterrò Dean, lanciandolo dall'altra parte della stanza, e si dedicò a Sam, sul quale si concentrò di più visto che aveva tentato di bruciarla viva. Lo colpì svariate volte al volto e allo stomaco mentre Katherine continuava a fare uscire i bambini dalla piccola finestra. 

"Ben, continua tu d'accordo?  Pensi di poterlo fare?'' Chiese la ragazza mentre lo guardava annuire. 

Corse velocemente in soccorso di Sam ma lo aveva già scaraventato dall'altro lato della stanza; iniziarono a lottare, la ragazza parò ogni suo colpo e la colpì dritto sul viso e la stordì.

Approfittò di questo piccolo momento di vantaggio e la scaraventò a terra; continuò a tenerla a bada finché Sam e Dean, storditi anche loro la richiamarono.

Si spostò immediatamente, mentre loro accendevano il lanciafiamme e lo puntavano verso il mostro; bruciò in pochi secondi e sparì per sempre. Così tanto tempo a fare del male e così poco dolore nel morire, la vita era stata fin troppo generosa con loro.

I ragazzi uscirono fuori  per recuperare i bambini e li riaccompagnarono tutti a casa, tranne Ben, che accompagnarono per ultimo. Dean voleva ancora scambiare quattro chiacchiere con Lisa.

 
 

 
"Ben..amore!! Stai bene?!" Disse Lisa uscendo di casa e correndo verso l'Impala da cui scese il figlio.

"Si mamma sto bene!" Rispose il bambino soffocato dall'abbraccio della madre.

"Che diavolo è successo?" Chiese Lisa con le lacrime agli occhi guardando Dean che era sceso dall'auto, mentre Sam e Katherine rimasero in macchina.

"Ti spiegherò tutto se vuoi, ma preferiresti non saperlo.  L'importante è che Ben sia salvo" rispose Dean passando una mano sulla testa del bambino. 

"Grazie.." sussurrò la ragazza guardandolo negli occhi. "Grazie Dean!" Aggiunse abbracciandolo forte. 

Dean si voltò a guardare verso i ragazzi, specialmente Katherine che sosteneva il suo sguardo.

"Entrate pure, noi rimarremo qui fuori" disse la ragazza sorridendo a Lisa. 

La donna ricambiò il sorriso ed entrò in casa, seguita da Ben e Dean.

 
 

 
"Changeling?" Chiese Lisa  sconvolta. 

"Non ti ho mai parlato del mio lavoro" si giustificò Dean facendo spallucce. 

"Era meglio non saperlo.." disse la donna facendo un sorriso amaro e voltandosi verso Ben che stava mangiando un panino guardando la tv. "Pensi che starà bene ?".

"Starà bene, non preoccuparti" disse sorridendole. "Ora che siamo più tranquilli, sei sicura al 100%  che non sia mio, vero?".

"Si, tranquillo! Durante un raduno di motociclisti ho incontrato un uomo, era un bel tipo. Giubbotto di pelle, cicatrici, senza fissa dimora.." disse Lisa sorridendo e alzando gli occhi verso di lui. "Ero un pò sregolata prima di essere madre. Quindi si, puoi rilassarti".

"Bene..'' disse il ragazzo abbozzando un sorriso e guardando il bambino giocare con delle macchinine con aria triste. 

"Sbaglio o.. sei deluso?" Chiese Lisa socchiudendo gli occhi e abbozzando un sorriso. 

"Si, beh.. è strano. La tua vita, la casa e il bambino, non è la mia vita e non lo sarà mai" disse Dean abbassandolo sguardo sulle sue mani. 

"Mi è successa una cosa recentemente e uno nella mia situazione inizia a pensare 'Cosa lascerò, quando non ci sarò più, a parte una macchina?' ".

"Ben non sarà tuo figlio..'' disse toccandogli il braccio delicatamente. "Ma non sarebbe stato qua se non ci fossi stato tu. È molto importante questo, Dean".

Il ragazzo si voltò e si diresse verso la porta prima di dire sorridendo: "Ben non è mio figlio ma sarei stato orgoglio di essere suo padre".

"Dean.. perché non ti fermi qui per un pò? Sei il benvenuto" Chiese la donna sorridendo, speranzosa. 

"Non posso" rispose di getto Dean senza alcuna espressione sul volto, deludendola. 

Era stata qualcosa di più di un weekend di sesso ma non voleva dividerci il letto, non con lei almeno.

"Il mio lavoro me lo impedisce e questa non è la mia vita" aggiunse Dean sorridendo.
"Buona fortuna" sussurrò Lisa avvicinandosi a lui e baciandolo a fior di labbra.

Il ragazzo sorrise, si voltò e si chiuse la porta alle spalle; non provava le stesse cose e non voleva illuderla.

Si diresse sulla sua auto e si mise al volante tornando al motel il più in fretta possibile. 

 
 

 
"Guarda com'è triste.." sussurrò Sam alla ragazza.

Erano rientrati in albergo e Dean era rimasto immobile seduto su di una sedia del tavolo per almeno mezz'ora a fissare un punto fuori dalla finestra.

"Già.. dovresti parlargli" disse Katherine sedendosi sul letto accanto a Sam.

"No, con me non si aprirà mai. Dovresti farlo tu" disse il ragazzo fissandola.

"Io?" Chiese la ragazza sgranando gli occhi.

"Si, voi due avete sempre parlato. Provaci almeno" disse Sam abbozzando un sorriso. 

"Sam, io non credo sia il caso di..".

"Non lo vedi com'è triste da quando siamo tornati? Doveva tenerci parecchio a quella ragazza" disse Sam mettendo su i suoi occhioni da cucciolo. 

"E va bene, va bene ma non guardarmi così" disse Katherine piazzandogli le mani sul viso, facendolo ridere. 

La ragazza, con la scusa della colazione, riuscì a portarlo fuori e Sam sentì il rombo del motore dell'Impala allontanarsi sempre di più: era riuscito nel suo intento.

Prese immediatamente il cellulare e compose un numero e disse: "Salve, dovrei controllare dei fatti che riguardano un incendio che si è verificato il 24 Novembre 2006 a Lawrence, nel Kansas. Si chiamava Ash Decker.. grazie.. Sono l'ufficiale di polizia Phil Jhons.. 13 luglio?  Può controllare i dati relativi a David Campbell? 19 luglio 2001. È arrivato morto? Vorrei sapere le cause della morte... problemi cardiaci? Ma scusi non era un cardiochirurgo?... Cercavo informazioni sulla morte della signora Wallas, due morti? Lei ed Ed Campbell? Sopravvissuti? Nessuno? No non mi serve nient'altro! Grazie mille!" Disse Sam prima di lanciare il telefono al muro.

Prese un respiro profondo e cercò di rilassarsi: non era rimasto più nessuno della loro famiglia.

Afferrò il telefono e compose il numero della ragazza che lo aveva indirizzato su quella pista e, dopo pochissimo tempo, arrivò nella sua camera.

"Sono tutti morti, gli amici di mia madre, i parenti, il suo dottore! Tutti quelli che la conoscevano sono stati sistematicamente eliminati! Qualcuno ha dovuto sudare molto per coprire le tracce" disse Sam, con un tono molto arrabbiato tenendosi le braccia incrociate sul petto.

"Si Sam, il demone con gli occhi gialli.." rispose la ragazza, sbuffando e fissandolo stanca. 

"E tu che c'entri? Appari così, all'improvviso e sai tutto di me, di mia madre..".

"Te l'ho già detto, sono soltanto..'' .

"Oh, è vero. Sei una brava cacciatrice che sa molte più cose di me sulla mia famiglia e minaccia di far del male alle persone che amo se non mantengo il silenzio.. perché non mi dici chi sei?''.

La ragazza sospirò, come se stesse spiegando per l'ennesima volta la matematica ad un bambino e disse: " Sam..!".

"Voglio sapere chi sei.." disse Sam alzando la voce. 

"Non ha importanza.." disse la ragazza ridendo ed evitando il suo sguardo. 

"VOGLIO. SOLO. SAPERE. CHI SEI!!" Urlò Sam in faccia alla ragazza avvicinandosi e facendola sobbalzare. 

"D'accordo!" Disse la ragazza seccata appoggiata al tavolo con le braccia incrociate al petto.

Lo guardò negli occhi e sbattè le palpebre rivelando la sua vera natura, mostrando i suoi occhi neri come la pece. 

Sam sgranò gli occhi e si fiondò sul suo zaino, in cerca dell'acqua santa mentre si dava dello stupido per non essersene accorto prima.

"Fossi in te non lo farei Sam, voglio solo aiutarti" disse la ragazza avvicinandosi a lui.

"È uno scherzo?!" Chiese il ragazzo strabuzzando gli occhi.

"È la verità" sussurrò la ragazza in maniera convincente. 

"Sei un demone!".

"Sono qui per darti una mano, Sam. E posso farlo solo se ti fidi di me" disse fronteggiandolo mentre lui usciva dallo zaino l'acqua santa. "Cerca di calmarti!".

"Allora comincia a parlare! Cosa cercava di coprire il demone con tutti quegli omicidi?" Ringhiò fra i denti Sam.

"Non lo so".

"Perché mia madre è morta?".

"Non lo so! È quello che sto cercando di scoprire, so solo che riguarda te".

"Come?" Chiese Sam inarcando le sopracciglia. 

"Non lo capisci Sam? Tutto dipende da te, la morte di tua madre e dei tuoi amici, vogliono coprire ciò che lui ha fatto a te e io voglio aiutarti a scoprirlo" disse il demone avvicinandosi ancora e sorridendo.

"E perché vorresti farlo?" Chiese Sam con ancora la boccetta dell'acqua santa fra le mani.

"Ho le mie buone ragioni. I demoni non sono tutti uguali, io voglio aiutarti e se me lo permetterai, per te ci sarà anche una piccola ricompensa!" Esclamò sorridendo. 

"E cosa mai potresti offrirmi?".

"Per esempio,  potrei salvare tuo fratello" disse la ragazza sorridendo. 

"Non pretendo che tu mi dia una risposta adesso, solamente pensaci. Sai come trovarmi" disse prima di uscire dalla porta. "Confido nella tua discrezione" aggiunse chiudendosi la porta alle spalle e lasciando il ragazzo ancora basito e con la bocca aperta.

Era successo davvero? Un demone voleva aiutarlo a salvare Dean ?

 
 

 
"Non ho fame, Kath. Prendiamo solo per te e per Sam e torniamo, voglio farmi una bella dormita" disse il ragazzo ancora in macchina prima di scendere. 

"Sei così innamorato di Lisa che ti è passato l'appetito?'' Chiese Katherine appoggiandosi allo sportello e guardandolo in faccia.

"Se non ti conoscessi direi che sei gelosa" disse Dean facendosi tornare il sorriso.

"Mi conosci proprio poco allora.. sono solo preoccupata per te" rispose la ragazza abbozzando un sorriso. 

"Perché?".

"Da quando siamo tornati sei piuttosto strano" .

"Se vuoi che io sia sincero, questa è un'altra conversazione che dovrai dimenticare" disse Dean ridendo e guardandola negli occhi.

"Sputa il rospo" si limitò a dire Katherine accennando un sorriso.

"Vorrei vivere come Lisa, sai? Mi accontenterei anche di come vivevi tu. Stabile in una casa e sapere dove trovare quei figli di puttana" disse Dean con un smorfia sul viso guardando il fast food difronte al quale erano posteggiati. A un tratto era diventato più interessante della conversazione. 

"Non è tutto oro quel che luccica, non era la vita perfetta che immagini, Dean. Vivevo in una bella casa, ero sposata ed avevo una figlia ma ero sola. Non potevo essere amica di nessuno, come potevo spiegare alle ragazze che si riuniscono il giovedì sera che dovevo scappare ad uccidere dei mostri?" Chiese Katherine sospirando. 

"Avevi una figlia ed un marito che ti amavano.. cosa potevi desiderare di più?".

"Io penso che se mi dovessero mai chiedere di scegliere fra quella vita e questa.. io sceglierei questa" sussurrò la ragazza guardandolo negli occhi. 

"Io no, diavolo non ce la faccio più! Non ho pagato abbastanza? Non merito di avere almeno un ultimo anno decente?" Sbottò improvvisamente Dean tutto d'un fiato con le lacrime agli occhi. "Ho creduto di poter essere il padre di Ben e mi sono aggrappato a questa possibilità per tutto il giorno! Perché avrebbe significato vivere con lui, lontano dai mostri, da questa vita.. Lontano da tutto ciò che mi fa star male".

"Dean.." disse avvicinandosi a lui ed asciugandogli le lacrime afferrandogli il viso fra le mani. "Non fare così, io e Sam troveremo un modo per salvarti e allora potrai dedicarti alla tua vita. Te lo prometto''.

"Kath,  per favore..".

"Dimmi che sei d'accordo e che ci aiuterai per favore.  Noi saremo qui con te".

"Voi non potete..".

"Dean.. per favore" disse la ragazza con le lacrime pronte a rigarle il volto.

Il ragazzo le osservò scendere rapidamente e le seguì con il dito, finché non arrivarono al collo. Avvicinò il volto a quello di Katherine mentre lei sospirava e sperava che non si sarebbe avvicinato oltre.

Invece, contrariamente alle sue aspettative, il ragazzo annullò la distanza tra di loro, dandole un bacio a fior di labbra dal quale lei si scansò immediatamente. Lo spinse più in là e si allontanò sul sedile, guardandolo con occhi stupiti. 

"Dean!" Esclamò portandosi una mano alla bocca.

"Io.. scusami Katherine, io non ho riflettuto.. scusami'' continuò il ragazzo toltosi le lacrime dalle guance.

"Che diavolo ti prende?!".

"Non devi farne parola con Sam, d'accordo?" Chiese il ragazzo profondamente dispiaciuto. 

"A patto che tu non lo rifaccia più!" Disse la ragazza molto scossa, arrabbiata e delusa.

"Non succederà più.. andiamo, ti riporto al motel" disse voltandosi verso il volante e accendendo il motore.

"No, sono venuta qui per il cibo. Vado a prenderlo" disse la ragazza scendendo dall'auto e sbattendo forte la portiera.

Mentre aspettava che le consegnassero il cibo, si domandava se tenere tutto per sé fosse la scelta giusta. Ma non avrebbe potuto mai far litigare i ragazzi, così, prendendo un respiro profondo, uscì dal locale con il sacchetto del cibo e salì in auto senza proferire parola.

Durante il tragitto, notò Dean guardarla con la coda dell'occhio ma lei non ricambiò; si voltò verso il finestrino finché non arrivarono al motel.

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Capitolo 16
*** Capitolo 14. ***


"È un demone, Sam! Appena capisci che Ruby è un demone prendi l'acqua santa, non ti ci metti a chiacchierare!" Sbraitò Katherine su tutte le furie seduta accanto ai fratelli sull'Impala.

"Non ci stavo chiacchierando, Katherine!" Affermò Sam usando lo stesso tono di voce della ragazza.

"Ah si, e perché non l'hai rispedita all'inferno?" Chiese Dean alla guida infuriato  quanto la ragazza.

"Perché? Perché mi ha detto che forse ci potrebbe aiutare!" Continuò Sam sempre più sulla difensiva.

"Come?! Sam, davvero, in che modo ci può aiutare?!'' Chiese ironicamente Katherine con una risata nervosa.

"Ha detto che può aiutare Dean, può aiutarlo a rompere quell'accordo'' rispose Sam alzando il tono più degli altri due ragazzi.

"Cosa? Ma che ti prende? È falso, questo lo dovresti capire, no?" Chiese Dean shockato voltandosi a guardare il fratello. "Sa che sono il tuo punto debole!".

"Cos'altro ti ha detto?" Chiese la ragazza guardando dritto davanti a sé, ancora parecchio infuriata.

"Niente" disse Sam fissandola, ma Katherine non lo degnava di uno sguardo. Era troppo arrabbiata.

"Niente, Kath! Non sono un idiota, non dico che dobbiamo fidarci di lei ma che la dobbiamo usare! Siamo in guerra, non sappiamo niente sui nostri nemici e Ruby sa molte più cose di quante noi ne potremmo mai scoprire. È un rischio ma noi dobbiamo correrlo!!".

"Tutto a posto? Ti senti bene, giusto?" Chiese Dean sgranando gli occhi.

"Si, te l'ho detto, sto bene! Perché me lo chiedete in continuazione?!" Chiese Sam alzando il tono della voce ancora di più.

Nell'auto si diffuse una canzone, un cellulare stava squillando. I tre ragazzi si controllarono le tasche ma non apparteneva a nessuno di loro.

"Non è nostro, è quello di papà.  Lo tengo acceso in caso chiamasse uno dei suoi contatti, prendilo" disse Dean indicando il portaoggetti davanti al fratello.

Sam lo afferrò e portò il cellulare al suo orecchio e rispose: "Pronto?".

"Si sono Edgar Keithy.. nono, non chiami la polizia, ci penso io.. grazie, potrebbe richiuderlo?.. ah, non ho la mia agenda qui con me, può ripetermi l'indirizzo? Certo, va bene.. grazie" disse Sam finendo di scrivere l'indirizzo, chiudendo il telefono.

"Papà ti aveva mai detto di avere un magazzino alla periferia di Baffalo?" Chiese Sam sgranando gli occhi. "È stato appena scassinato".

"Cosa?" Chiese Dean stupito quanto il fratello.

Affondò il pedale sull'acceleratore e in fretta i tre ragazzi arrivarono al magazzino.




"Tipico di papà, siamo stati tanto tempo con lui e in fondo non lo conosciamo" osservò Dean avvicinandosi alla saracinesca del magazzino ed alzandola.

"Stiamo per imparare qualcosa.." disse Sam osservando l'interno.

"È vietato l'ingresso ai demoni!" Osservò Katherine puntando la torcia sul pavimento del magazzino dove vi era disegnata una chiave di Salomone.

"E c'è anche del sangue.." continuò Dean avanzando.

"Chiunque sia entrato era ferito" disse Sam preoccupato, puntando la torcia un pò ovunque per osservare tutti gli oggetti.

"Ci sono diverse impronte di stivali, due uomini.. e il nostro amico ferito ha continuato a camminare" osservò Katherine inarcando le sopracciglia.

I tre ragazzi continuarono a guardare e a cercare di capire che cosa facesse John lì dentro finché il maggiore, con un sorriso ampio sul volto, prese un fucile tra le mani.

"1995..." iniziò la frase Dean ma fu interrotto dal fratello che si voltò a fissarlo incredulo.

"Nooo! Non mi dire" disse Sam ridendo mentre guardava ciò che Dean teneva fra la mani.

Tutto ciò attirò l'attenzione di Katherine che si voltò a guardarli sorridendo, sapeva quanto ricordare episodi della loro infanzia legati al padre li facesse stare bene.

"È il trofeo del mio campionato di calcio! Non credevo che l'avesse tenuto" disse Sam sbalordito con voce tremante afferrando la coppa fra le mani.

"Forse è stato l'unico momento in cui sei stato ragazzino.." disse Dean sorridendo e continuando a guardare gli oggetti presenti su una grande scrivania.

"Ooh, questa è opera mia!" Disse il maggiore mostrando con orgoglio alla ragazza un fucile. "L'ho fatto a 13 anni".

La ragazza rise, era felice di vederli entrambi spensierati e sorridenti.

Continuarono la perlustrazione e videro una porta in ferro, si guardarono negli occhi e si avvicinarono; Dean lentamente la spinse, trovandola già aperta.
"Aveva delle mine e non le hanno prese.. e neanche le pistole" disse Dean osservando l'arsenale del padre.

"Sapevano cosa cercare" sussurrò Sam aggrottando le sopracciglia.

"Ehi ragazzi, vedete questi simboli? È magia sigillata, sono scatole maledette" disse la ragazza osservando delle piccole scatole poste su di uno scaffale.

"Scatole per tenere rinchiuso il male?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"È una specie di vaso di Pandora?" Chiese Dean aggrottando anche lui le sopracciglia.

"Si, sono costruite per contenere la forza dell'oggetto maledetto!" Affermò Katherine voltandosi verso di loro.

"Nel diario papà parlava di un mucchio di roba ma non diceva dove fossero finiti.." osservò Dean abbozzando un sorriso.

"Questa dev'essere.. la sua discarica" disse Sam sospirando.

"Manca una scatola!" Disse Katherine osservando bene. Mancava una scatola e, dove sarebbe dovuta essere, non vi era polvere, segno che era stata spostata da poco.

"Magari non l'hanno aperta.." disse Dean facendo una smorfia e sperando che fosse così.

Non sapevano cosa vi fosse dentro, né che rischio stava per correre chi l'aveva rubata, ma dovevano riportarla al sicuro all'istante.



"CTC 880, è questa!" Affermò Katherine leggendo la targa dell'auto che avevano trovato.

"La prossima volta dovrebbero coprire la targa prima di parcheggiare davanti alla telecamera" disse Dean ridendo.

Scesero dall'auto e in pochi minuti trovarono l'appartamento di quei tipi, sentirono perfino le loro voci. La porta dell'appartamento era aperta così i tre ragazzi entrarono e Sam chiuse la porta alle loro spalle senza far rumore.

"È la seconda scala reale, Grossman non posso perderee!!" Disse un uomo ridendo. "Per nessuna ragione noi daremo 'questa' a quella stronza con la puzza sotto al naso!".

I tre ragazzi si guardavano e dopo qualche secondo fecero irruzione nel salone dove si trovavano gli uomini e li bloccarono.

"Fermi, non muovetevi!!" Urlò Dean puntando la pistola ai tizi visibilmente scossi.

"Ma che succede?'' Chiese uno degli uomoni alzando le mani.

"Fermo!" Continuò Sam puntando la pistola all'altro.

"Dateci la scatola e ditemi che non l'avete aperta!!" Urlò Katherine avvicinandosi ad uno dei due puntandogli la pistola contro.

"Ooh, l'hanno fatto!!'' Disse Sam guardando sul tavolino davanti al divano la scatola vuota.

"L'avete aperta?!?" Chiese Dean afferrando uno dei due e spingendolo verso il muro.

"Siete poliziotti??"urlò l'uomo in preda al panico.

"Che c'era nella scatola? Che c'era nella scatola?!" Chiese Dean infuriato ma non ottenne risposta.

L'uomo si limitò ad indicare con lo sguardo il tavolo dove vi era qualcosa di peloso e di piccolo.

"Ooh, tutto qui? Era questo? " Chiese Dean guardandolo aggrottando le sopracciglia.  "Ma che cos'è?''.

L'uomo lo spinse, mentre Dean cercava di capire cosa fosse, e gli fece cadere la pistola al suolo. Partì un colpo che, rimbalzando su un termosifone, prese in pieno la pistola di Sam, che molló immediatamente la presa, e cadde sopra Katherine, trascinandola per terra. Quando il minore si alzò, si scontrò con Dean il quale cadde goffamente su di un tavolino, rompendolo.

"Scusa Dean!" Disse Sam cercando di aiutare Katherine a rialzarsi ma uno dei due uomini, si buttò su di lui gettandolo per terra e mettendosi a cavalcioni su di lui, colpendolo al viso.

Dean cercò di alzarsi per correre in soccorso del fratello ma l'altro uomo lo colpì con la pistola sul viso e cadde di nuovo sul pavimento stordito. Katherine osservava la scena, ancora un pò confusa per la caduta, ma quando strabbuzzó gli occhi realizzò tutto quello che stava succedendo.

"Ragazzi, che diavolo sta succedendo?" Chiese alzandosi e sgranando gli occhi.

"Sta indietro, bambolina!" Affermò l'uomo sorridendo e puntando la sua arma contro di lei.

"Sta calmo, tigre!!" Disse la ragazza avvicinandosi.

Sopra Sam vi era ancora quell'uomo che cercava do strangolarlo, il ragazzo cercò di liberarsi ma invano e cercava qualcosa con cui difendersi. L'unico oggetto era quella strana specie di zampa pelosa che era contenuta all'interno della scatola e l'afferrò fra le mani.

Improvvisamente, riuscì a liberarsi dall'uomo sopra di lui e lo catapultò dall'altra parte della stanza mentre Dean cercava di afferrare una pistola per prendere in pugno la situazione.

"Ce l'ho già!" Affermò l'uomo  che puntava la sua pistola contro Katherine.  

Spostò in fretta la mira e la puntò sul petto di Sam, mentre la ragazza tratteneva il respiro per la paura che potesse succedergli qualcosa.

Senza pensarci due volte, l'uomo premette il grilletto sul cuore di Sam, Katherine chiuse gli occhi aspettando che succedesse l'inevitabile e Dean osservava la scena immobile. Tutti e tre i ragazzi avevano il sangue completamente ghiacciato, erano delle statue.

Finché la pistola si inceppò e non ci fu alcuno sparo. Dean, Katherine e Sam immediatamente scattarono verso di lui che, indietreggiando, cadde per terra sbattendo violentemente la testa e svenne.

I ragazzi si voltarono verso che l'altro che, cercando di scappare, si gettò un'intera libreria di sopra.

"Questo è un colpo di fortuna!!" Esclamò Dean sgranando gli occhi.

"È la zampa di un coniglio?" Chiese Katherine inarcando le sopracciglia.

"Io.. credo di si.." rispose sbalordito Sam osservandola.




"Non ha effetto su di me, Sam. Sei semplicemente caduto su di me, non riguarda la zampa!" Esclamò la ragazza seduta sul sedile posteriore dell'auto insieme a Sam.

"Non puoi saperlo, l'abbiamo da troppo poco tempo per poterlo dire con sicurezza!" Controbattè Sam tenendo fra le mani la zampa.
"Niente può avere effetto su di me, né la magia né questa stupida..zampa!".

"Finché non ne saremo sicuri.." iniziò Sam ma fu interrotto dal fratello che saliva in auto.

"Ti ho portato.. questi" disse Dean con un sorriso ampio, estraendo da una busta dei gratta e vinci.

"Dean!" Disse il minore rimproverandolo mentre Katherine se la rideva.

"Cosa? Quello ti ha puntato la mia pistola e non si inceppa mai! E loro che si mettono fuori gioco? Fortuna! Quindi.. gratta" disse Dean passandoglieli ridendo.

Il minore guardò il sorriso della ragazza e lo ricambiò.

"Ha ragione.. tu prova!" Disse Katherine ridendo.

"E va bene!  Ma penso che sia maledetta, altrimenti papà non l'avrebbe chiusa" disse Sam passando a Katherine e Dean due gratta e vinci gia grattati.

"1200$! Sam hai vinto 1200$!!" Urlò Katherine ridendo di gusto.

"E qui ne hai vinti 3000, Sam! Whuu! Non lo so, a me non sembra maledetta!" Disse Dean sfoderando il suo sorriso sghembo e passandogli altri bigliettini.




"Non lo sapevamo!" Disse Katherine appoggiata all'auto mentre quei due contavano i soldi appena vinti da Sam.

"L'ha toccata? Accidenti!" Sussurrò Bobby dall'altro capo del telefono.

"Tu sapevi di un magazzino di John a Black Rock ?" Chiese Katherine spazientandosi.

"Si, ho costruito io quelle scatole maledette" disse Bobby profondamente preoccupato. "Avete un problema molto serio, quella zampa è un talismano del vecchio mondo, fatto da una donna 100 anni fa!"

Katherine si voltò a guardare i due ragazzi che la chiamavano e sgranò gli occhi: Sam aveva appena trovato un Rolex d'oro sul ciglio della strada e la guardava con occhi ancora increduli.

"È... è un dannato porta fortuna?'' Chiese la ragazza stupefatta.

"No Katherine, è fatto per uccidere!  Lo tocchi e lo possiedi, ti aiuta a sconfiggere il male e ti da un pò di fortuna ma.. se lo perdi, la fortuna si capovolge al punto che, entro una settimana, sei morto!".

"Ok, non lo perderemo Bobby. Sam non perde mai niente" disse la ragazza calcando quell'ultima frase facendo  ridere il ragazzo.

"Lo perdono tutti!".

"Come interrompiamo la maledizione?" Chiese la ragazza preoccupandosi.

"Guardo tra i miei libri e faccio qualche telefonata. Non muovetevi" disse Bobby chiudendo la chiamata e sospirando.

"Ehi! Sono 15,000$!!" Esclamò Dean ridendo e abbracciando il fratello.

"Andiamo a mangiare, offro io" aggiunse il maggiore passandole un braccio sul collo e facendo l'occhiolino a Sam.

Entrarono in una tavola calda e continuarono a parlare e a stuzzicarsi fra loro.

"Bobby troverà una soluzione, ma nel frattempo andremo a Las Vegas e accumuleremo un bel mucchio di soldi!" Esclamò Dean sorridente.

"No, non ci andremo finché Bobby non richiama, d'accordo?" Disse il minore rimproverandolo e si voltò verso il cassiere. "Salve, un tavolo per tre".

"Congratulazioni, signore! Lei è il milionesimo cliente del Biggerson's, avrà scorte di cibo gratis per un anno'' disse il cassiere facendo cadere sui ragazzi una cascata di palloncini mentre altri colleghi gli porgevano un assegno gigante.

"Oooooh, ma è fantastico!" Disse Dean ridendo.

Ordinarono del cibo e Sam iniziò delle ricerche mentre Dean e Katherine si limitarono a mangiare.

"Bobby ha ragione, è un oggetto molto antico" osservò il ragazzo chiudendo il portatile. "Non si prende ad un coniglio qualunque: deve essere in un cimitero, con la luna piena e di Venerdi 13!".

"D'ora in poi andremo solo nelle catene Biggerson!" Esclamò Dean sorridendo.

"Vuole dell'altro caffè?" Chiese una ragazza dolcemente avvicinandosi a Sam.

"Si, grazie" rispose Katherine porgendo la sua tazza e sorridendole in maniera acida.

"Molto gentile!" Continuò Katherine mettendo su la faccia più acida che avesse.

"Oh.." Esclamò la cameriera facendo cadere del caffè dalla tazza e versandolo sul tavolo.

"Non preoccuparti" disse Sam cercando di alzarsi ma fu bloccato dalla ragazza.

"No, lasci che pulisca.. non è un problema, davvero.. " disse la ragazza passando una pezza sul tavolo e asciugandolo.

"Ci siamo già viste?" Chiese Katherine prima che la cameriera andasse via.

"Mmh.. non che io ricordi" disse amichevolmente la ragazza.

"Sarà una mia impressione.." disse Katherine aggrottando le sopracciglia mentre la cameriera andava via.

"Cos'è appena successo?'' Chiese Sam sorridendo.

"Gelosia, amico. Gelosia!" Rispose Dean bevendo il suo caffè.

"Oh, sta zitto!" Disse la ragazza voltandosi.

Sam rise e afferrò la tazza che trovò bollente e molló sul tavolo, versandosi tutto il liquido nero sui pantaloni.

Si alzò di scatto e colpì un cameriere al quale fece cadere tutti i piatti.

"Oh, scusi"disse il ragazzo sgranando gli occhi.

"Che è successo?" Chiese la ragazza guardandolo divenendo seria.

Sam cercò fra le tasche, che trovò vuote e della zampa non vi era più traccia.

"Brutta stronza! Ecco dove l'avevo già vista!" Esclamò Katherine alzandosi e cercando la ragazza, seguita dai ragazzi.

Non appena i ragazzi uscirono dal locale in cerca della finta cameriera, Sam cadde per terra violentemente.

"Wow, fai prorpio schifo!" Affermò Katherine ridendo ed aiutandolo ad alzarsi mentre Dean se la rideva.

"La tua fortuna ha girato?" Chiese Dean osservando i tagli sanguinanti che si era procurato alle ginocchia.

"Credo di si" rispose il ragazzo dolorante.

Katherine lo scortò fino alla macchina, evitando di fargli fare del male.

Avrebbe dovuto riconoscerla subito, come aveva potuto?




"Dean, non è stato facile ma ho scovato un rituale che potrebbe fare al caso vostro" disse Bobby dall'altro capo del telefono.

"Bobby è fantastico ma.. Sam ha perso la zampa!".

"Cosa?" Chiese Bobby infuriandosi.

"Gliel'ha rubata una bellissima ragazza, molto abile.. Katherine la conosce già, il suo nome è Bela..Taftok?" Chiese Dean voltandosi verso la ragazza appoggiata al cofano dell'auto mentre Sam cercava di togliere da sotto la suola della sua scarpa una gomma da masticare.

"Talbot" lo corresse la ragazza incrociando le braccia al petto e sbuffando mentre Sam perdeva la sua scarpa nel tombino, facendola scoppiare in una fragorosa risata.

"Si, la conosco. Ci ho avuto a che fare un paio di volte, porta sfortuna nera ovunque vada. Non so come trovarla, ma so chi può farlo. Vi richiamo" disse Bobby ancora parecchio allarmato agganciando il telefono. "Salutami lo sfortunato".

"Ok, ha detto...." disse Dean voltandosi a guardare il fratello che lo osservava con espressione crucciata e poi la ragazza. "Che è successo?".

"Ho perso la mia scarpa" disse Sam con voce stanca e sofferente, mostrando il suo piede avvolto solo da una calza. Katherine non poté che continuare a ridere, mentre Dean sospirava preoccupato.



"Ok, Bobby ha saputo che la stronza abita nel Queens, saranno due orette di strada'' disse Katherine sorseggiando la sua birra all'interno di una camera del motel con i ragazzi.

"Ok, dovremmo andare'' disse Sam alzandosi e avviandosi verso l'uscita.

"Nono, ragazzone tu rimani qui. Potresti farti male" disse Dean bloccandolo.

"E inoltre non voglio che la tua sfortuna mi uccida" disse Katherine sorridendo.
"Lo trovi divertente?" Chiese Sam guardandola in cagnesco.

"Dannatamente!!" Disse la ragazza sorridendo ed abbracciandolo. "Sta qua, non muoverti e non toccare nulla. Non spegnere la luce, non accendere la luce e non grattarti neanche il naso!".

"D'accordo, andiamo!" Disse Dean sorridendo.

"Non rimarrai con lui?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.

"E lasciarti andare da sola? Non se ne parla".

"Dean, me la caverò e inoltre sono anche immune a questa.. maledizione. Quindi rimani qui con Sam e controlla che non si faccia del male'' disse la ragazza guardandolo negli occhi.

"Ci vediamo tra qualche ora e sta attento" disse Dean guardando il ragazzo e uscendo dalla stanza.

La ragazza strinse gli occhi e, prima di andare via, si avvicinò a Sam, stampandogli un bacio a fior di labbra  e disse: "Sta attento".


Erano già in macchina da qualche ventina di minuti, ma nessuno dei due aveva aperto bocca.

Non avevano parlato da quando lui l'aveva baciata e oggi si comportava come se nulla fosse accaduto.

"Dovrai parlarmi prima o poi no?" Chiese Dean, rompendo il silenzio, continuando a guidare e fissando davanti a sé.

"Suppongo di si" disse la ragazza sospirando.

"Mi dispiace veramente per ciò che è successo l'altra sera, ero distrutto. Voglio che tutto torni come prima".

'Chissà quanto gli è costato dire queste parole' pensò Katherine.

"Tornerà come prima, ci vuole solamente del tempo.." disse Katherine abbozzando un sorriso.

"Allora.. cosa ti ha fatto questa Bela?" Chiese Dean voltandosi verso di lei.

"Cosa ti fa pensare che mi abbia fatto qualcosa?" Chiese ridendo la ragazza.

"La chiami 'stronza' ".

Katherine lo guardò e sorrise. Nonostante tutto Dean rimaneva quello che la capiva al volo.

"Seguivamo lo stesso caso e abbiamo deciso di unire le forze: io, lei ed Henry. Una sera venne a casa nostra dicendo di avere ucciso quel demone ma di dover ripartire immediatamente, così ci salutammo" disse guardando dritto davanti a sé.  "La verità è che Bela non è e non sarà mai una cacciatrice: sostanzialmente è una ladra, le commissionano oggetti da rubare dietro ricompensa. Così lei non stava seguendo il caso con noi, ma stava aspettando il momento giusto per sottrarre al demone un certo amuleto".

''Non mi sembra nulla di grave per il momento.." Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia.

''Dean, ha portato il demone sulle nostre tracce in modo da poter scappare sana e salva. È venuto a casa nostra, dove c'era anche Judith e ha rischiato la vita! Anche Henry. Ha messo in pericolo mio marito e mia figlia, è imperdonabile. Judith aveva soltanto due anni" disse la ragazza parecchio infuriata. "Definirla stronza è un eufemismo".

"Ooh.. non immaginavo tanto.. mi dispiace Kath!" Disse il ragazzo guardando dritto davanti a sé.

Ci sarebbe voluto un pò per recuperare il loro rapporto ma ci sarebbe riuscito senza alcun dubbio.




Dean e Katherine arrivarono nel Queens, sotto casa di Bela. Entrarono velocemente, Katherine sapeva quanto fosse furba la ragazza, aveva notato quante telecamere vi fossero sparse fuori dalla sua villa.

Dean scassinó la porta in qualche secondo ed entrarono; sentirono i passi di Bela avvicinarsi sempre di più fin quando Katherine e Dean uscirono allo scoperto.

"Sei andata via senza salutare" disse Katherine puntandole la pistola contro.

"Ti sei ricordata alla fine" disse Bela sorridendole. "Avevo sentito dire che avevi perso la memoria".

"Oh, non preoccuparti, sto benissimo" disse Katherine alzando un sopracciglio e ricambiando il sorriso.




Sam non sapeva che diavolo fare in quella stanza, rimase esattamente nella stessa posizione in cui Dean e Katherine lo avevano lasciato. Stava lì, immobile su di una sedia, pensando a quanto avrebbe preferito essere con gli altri due, piuttosto che in una squallida camera di un motel; Sam sbuffò e fece una smorfia.

Improvvisamente, dal sistema di riscaldamento uscirono dei rumori metallici che fecero preoccupare il ragazzo. Guardò quel punto e, non appena si alzò per capire cosa stesse succedendo, il sistema prese fuoco e cominciò ad uscire del fumo.

"Ooh, dai! Io non ho.. non ho fatto niente!" Disse Sam sbuffando.

Prese una coperta da uno dei letti presenti e cercò di tamponare il fuoco, finché riuscì a spegnerlo definitivamente.

Sam tirò un sospiro di sollievo e abbozzò un sorriso; forse la sua fortuna stava tornando a girare.

Non ebbe neanche il tempo di pensarlo che, senza alcuna spiegazione, la manica destra del giubbotto che indossava prese fuoco e Sam sgranò gli occhi.

Con la tenda cercò di tamponare freneticamente il fuoco con l'unico risultato di cadere rovinosamente per terra, strappando la tenda e perdendo i sensi. Che la sfortuna avesse terminato di giocare con lui?




"Ridaci la zampa" disse Dean puntando anche lui la pistola contro Bela.

"Dolcezza, no non credo''disse la ragazza sorridendo e impugnando la sua pistola.

"Sai che in un modo o nell'altro, la riprenderemo, no? Non farti uccidere" disse Katherine sorridendo.

"È maledetta, lo sai vero?'' Chiese Dean avvicinandosi ulteriormente.

"Sapessi quanto sono disposti a pagare per questa" disse Bela sorridendo.

"Si riduce sempre tutto lì per te, non è così?  I soldi sono l'unica cosa che conta per te" disse Katherine sprezzante.

"Io procuro oggetti rari ad una clientela selezionata, Sage. Dovresti saperlo" disse Bela.

"Una ladra" disse Dean .

"No, una grande ladra" aggiunse Bela sorridendo.




Sam riprese i sensi, sentendo dei rumori strani attorno a lui. Cos'altro gli stava capitando?

"Oh, sei sveglio!" Disse un uomo seduto sul letto.

"Beh, non abbiamo neanche dovuto toccarti. Ti è venuto un attacco e hai perso i sensi!" Disse ridendo un altro uomo che passava attorno a lui del nastro adesivo per legarlo alla sedia.

"Chi sei? Che cosa volete?" Chiese Sam ancora stordito.

"Pensavo che mi mandasse Gordon, il tuo amico.." disse il primo uomo alzandosi dal ldal letto.

"Gordon? Ma dai.." disse Sam cacciando la testa all'indietro.

"Si, mi ha chiesto di farti saltare il cervello" disse l'uomo sorridendo.

"Magnifico, è da lui!" Esclamò Sam sospirando.

"Ma.. ora credo che mi mandi Dio" disse l'uomo ridendo e compendo Sam in pieno viso.




"Non mi importa più quello che fai Bela, credimi. Voglio soltanto la zampa, Sam l'ha toccata e la sua fortuna si è.." iniziò Katherine ma fu interrotta dalla ragazza.

"So come funziona, non ho bisogno di un'altra delle tue lezioni" disse Bela inarcando le sopracciglia.

"Se non la distruggiamo, lui morirà!" Disse Dean alternandosi e perdendo la pazienza.

"Ooh.. potete avere la zampa allora" disse Bela sorridendo.  ".. per un milione e mezzo!".

"Chiamerò la banca, contaci" disse Dean facendo una smorfia. "Come sei riuscita a trovarla nel fondo di un magazzino disperso nel nulla?".

"Ho i miei informatori" disse Bela sorridendo.

"Si, spiriti di persone morte" aggiunse Katherine sprezzante.

"Quindi lo fai solo per te, vuoi essere la numero uno?"  Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.

"Essere un cacciatore è forse più nobile? Un gruppo di sociopatici che cercano di salvare un mondo che non può essere salvato? Andremo tutti all'inferno, tanto vale godersi il viaggio" disse Bela guardando fisso negli occhi Katherine.

"Spero che tu ci vada presto'' disse la ragazza bionda sostenendo il suo sguardo.

"Si è fatto tardi, dobbiamo andare!" Disse Dean mostrando la zampa di coniglio che teneva nella mano destra. "Volevo dirti che sei una persona veramente orrenda".

Bela sgranò gli occhi e sparò quattro colpì che tornarono indietro, rompendole dei vasi.

Dean e Katherine si diressero verso la porta sorridendo e corsero via. Ma Katherine, prima di uscire dalla casa, guardò Bela un'ultima volta negli occhi.

"Alla prossima, sorellina!" Disse Katherine con un sorriso, prima di andare via.




"Tu volevi aprire la porta dell'inferno, vero?" Chiese l'uomo ormai spazientito a Sam.

"Ho fatto il possibile per impedirlo" disse il ragazzo con molti segni rossi e sanguinanti in faccia.

"Sei un bugiardo!" Esclamò l'uomo colpendolo nuovamente. "Sai anche quale sarà la loro prossima mossa?".

"No, assolutamente! Ti stai sbagliando!" Disse il ragazzo esausto.

"Dove ci colpiranno la prossima volta?" Chiese l'uomo sprezzante. "Sai, Gordon mi ha parlato molto di te e dei tuoi poteri.. sei una specie di pazzo veggente".

"No, non più. Niente visioni,  niente di niente.." disse Sam ma fu interrotto da un pugno in pieno viso.

"Bugia! Adesso basta con le falsità, lì fuori c'è un esercito di demoni e siamo alla fine dei giochi. Quindi forse puoi capire perché non posso rischiare" disse l'uomo estraendo una pistola e puntandogliela alla testa.

"Ehi, aspetta!!" Urlò Sam sgranando gli occhi.

"Kubrick!" Disse l'altro uomo afferrandogli un braccio.

"No, hai visto che cosa è successo. Chiedi a te stesso, perché siamo qui? Perché siamo finiti in questo motel invece che in un altro? Questo fortuna non è un caso. È Dio che ci ha guidati qui per fare il suo lavoro. Questo è destino" disse l'uomo voltandosi e puntando nuovamente la pistola alla testa di Sam.

"No, nessun destino. Solo una zampa di coniglio!" Disse Dean entrando e puntando la sua pistola verso chi tentava di uccidere suo fratello, seguito da Katherine.

"Metti giù la pistola o dovrai togliere il suo cervello dai muri'' disse l'uomo sorridendo.

"Va bene" disse Dean poggiando la pistola su un tavolo. "Ma vedete, c'è una cosa di me che non sapete..".

"Si, e sarebbe?'' Disse l'uomo voltandosi completamente verso Dean e Katherine .

"È la mia giornata fortunata" disse lanciando una penna all'interno della pistola del pazzo, scoppiando in una sonora risata.

Il secondo uomo cercò di colpirlo ma cadde e sbattè la testa violentemente contro il davanzale.

"È incredibile!" Esclamò Dean divertito prendendo un telecomando e colpendo l'uomo in pieno viso, facendolo svenire.

"Ooh! Sono batman!'' Sussurrò Dean  sorridendo, mentre Katherine rideva di gusto.

"Si.." disse Sam con ancora la bocca spalancata. "Sei batman!".




I due ragazzi liberarono Sam e in fretta si diressero in un cimitero per distruggere quella zampa.

Mentre Sam e Katherine prendevano tutti gli ingredienti e preparavano del fuoco per gettargli la zampa, Dean grattava dei gratta e vinci sorridendo.

"Dean!" Lo rimproverò Katherine e lui alzò gli occhi dai biglietti.

"Ho vinto tantissimi soldi" disse ridendo il maggiore.

"E va bene.. diciamo addio alla zampetta fortunata!" Esclamò Dean prendendola fra le mani per gettarla tra le fiamme.

"Lo sapete che quella mi appartiene" disse Bela puntandogli contro la sua pistola. "Mettila giù dolcezza o sparo!".

"No, tu non sparerai a nessuno. Io riesco a leggere nell'animo delle persone, sei una ladra ma.." disse Dean ma fu interrotto da uno sparo. Bela aveva appena colpito Sam ad una spalla.

"Bela!!!"  Urlò Katherine avvicinandosi a Sam e cercando di aiutarlo.

"Che c'è?'' Chiese Bela facendo spallucce.

"Non ti avvicinare! Fai un altro passo e premo il grilletto!" Aggiunse puntando verso Dean.

"Ma che diavolo ti è successo?!" Urlò Katherine avvicinandosi alla ragazza.

"Non ti dovrebbe importare più ormai" disse continuando a puntarle la pistola.

"Mi importa se spari al mio ragazzo!" Esclamò Katherine adirandosi ancora di più.

"Non sono più come te" disse Bela facendo una smorfia.

"Non lo sei mai stata'' disse Katherine guardandola negli occhi.

Bela abbassò lo sguardo, insieme alla pistola, cercando di non far capire quanto quella frase l'avesse ferita.

"Che diavolo sta succedendo?!"  Chiese Dean intromettendosi.

"Non gliel'hai detto?" Chiese Bela tornando ad infuriarsi e puntandole nuovamente la pistola contro.

"Detto cosa?'' Chiese Sam aggrottando le sopracciglia mentre si teneva la ferita.

"No, non avevo intenzione di dirglielo. Grazie tante"  disse Katherine diventando paonazza per la rabbia.

"Ti vergogni così tanto di me?" Chiede Bela con gli occhi velati da uno strato lucido.

"Bela non è solo un'amica.." disse Katherine voltandosi verso i due ragazzi. "Bela è.. mia sorella minore!".

Dean e Sam rimasero a bocca aperta per qualche secondo mentre la ragazza si voltava verso Bela.

"Puoi andartene adesso" disse Katherine fissandola negli occhi.

"Voglio la zampa !" Ringhiò fra i denti Bela.

"D'accordo, d'accordo. Prendila" disse Dean lanciandogliela.

Bela, istintivamente, la afferrò fra le mani, prendendo così la maledizione.

"Dannazione!" Esclamò Bela stringendo gli occhi per qualche secondo.

"Che ne dici adesso? Ti va di bruciarla?" Chiese Katherine sorridendole.

Bela la ingorò e, sorpassandola, gettò la zampa nel fuoco e in pochi secondi ne rimase solamente la cenere.

"Grazie mille! Sono fuori di un milione e mezzo e mi sono messa contro un compratore potente e pazzo" disse la ragazza facendo una smorfia.

"Wow.. ti dirò che la cosa non mi tocca affatto" disse Katherine con un'espressione piuttosto seria.

"La prossima volta ti farò fuori" disse Bela sorridendo alla sorella.

"Oh, non andartene arrabbiata.. vattene e basta!" Esclamò Katherine inarcando le sopracciglia.

"Buona serata ragazzi.."  disse la ragazza voltandosi e andando via.

I ragazzi raccolsero le loro cose e si diressero alla macchina, senza dire una parola.

"Stai bene?" Chiese Katherine passando una mano sulla schiena di Sam.

"Sopravvivrò" rispose il ragazzo accennando un sorriso.

"Un momento.... dove diavolo sono i gratta e vinci??" Disse il maggiore frugando fra le tasche. "Sono 47.000 $!!!" Urlò Dean in preda al panico.

"Mi dispiace Dean, è tipico di Bela.." disse Katherine voltandosi verso di lui e facendo spallucce.

Dean rimase qualche secondo a guardarla negli occhi e sbottò: "Brutta stronza!!".




"Vi devo delle spiegazioni, lo so.." disse la ragazza salendo in auto.

"No tu non ci devi niente, se ne vorrai parlare noi saremo qua" disse Dean voltandosi a guardarla e sorridendole.

"Io e Bela eravamo molto unite.. mi seguiva ovunque andassi, eravamo inseparabili" disse Katherine mentre Dean accendeva il motore e Sam saliva in auto.

"Tentava di copiare tutto ciò che facevo, cercava di.. essere come me. E fin quando eravamo piccole le cose andavano bene.. I nostri genitori ci hanno sempre tenuto segreto il loro passato da cacciatori, così appena sono diventata la Cacciatrice, Bela ha cominciato ad interessarsi a questo mondo e a questo genere di cose" disse la ragazza sospirando e guardando dritto davanti a sé.

"Ma lei cercò di nascondermelo, così prese una strada diversa dalla mia.. quella in cui è attualmente. Ho cercato veramente tanto di farla tornare sulla buona strada e c'ero anche riuscita.. o almeno pensavo di esserci riuscita. Come ho detto prima a Dean, lei si era unita a me e ad Henry durante una caccia ed una sera si presentò alla nostra porta dicendo di aver ucciso il demone ma di dover lasciare la città per motivi lavorativi" disse Katherine cercando di controllare i suoi sentimenti.  Riusciva ad essere fredda e dura come il marmo quando Bela era presente, ma non riusciva neanche a parlarne quando non c'era.

"Quella sera il demone entrò in casa nostra, cercò di uccidere Henry e Judith ma io glielo impedì.. si era unita alla nostra caccia solo per rubare al demone un medaglione. Da allora non ho più avuto sue notizie, tranne oggi" disse Katherine prendendo un respiro. "È tutto".

"Perché non ce ne hai parlato prima? Avremmo potuto aiutarvi.." disse Sam carezzandole un braccio.

"No, non avreste potuto. Lei non è più mia sorella, non da quando si è voltata verso il male e io non voglio avere alcun rapporto con lei" disse Katherine diventando paonazza per la rabbia. "Ha rischiato di uccidere Judith, mia figlia e sua nipote! Non glielo perdonerò mai!".

"È comunque tua sorella, non importa quanti sbagli abbia commesso, è sangue del tuo sangue" disse Dean guardandola qualche secondo per poi tornare a fissare davanti a sé.

"Sono passati due anni e mezzo, lei non si è fatta viva e neanch'io; ha perfino cambiato il suo cognome per sparire definitivamente e non farsi trovare da me. Ci siamo mollate a vicenda, mia sorella non esiste più".

"La prossima volta che la vedrai, cerca di essere meno aggressiva, d'accordo? Penso che scavando troverai del buono in lei, e non  penso che tu debba andare così in fondo" disse Sam carezzandole la testa.

"No, non mi importa più" disse Katherine chiudendo il discorso.

Nessuno dei fratelli sapeva cosa dire, né come aggiustare la situazione. Così, rimasero in silenzio finché non arrivarono a casa di Bobby, dopo qualche ora.


L'unico scheletro che Katherine tenesse nell'armadio era già stato svelato, non aveva più timore di niente.




I ragazzi arrivarono a casa di Bobby ormai stanchi, avevano bisogno di riposare; quell'ultimo caso li aveva sfiniti fin troppo.

Così i due ragazzi corsero al piano di sopra, nelle loro rispettive stanze, per farsi una bella dormita, mentre Katherine decise di rimanere un pò di più al piano di sotto per bere una birra.

In quel momento le mancò infinitamente la casa del Kansas, o meglio la palestra dietro la sua casa in Kansas: ogni volta che era nervosa o che aveva voglia di sfogarsi si fiondava in palestra e vi rimaneva per interi pomeriggi.

Il telefono le squillò, Giles le aveva appena inviato una foto di Judith, imbrattata di cioccolato sul viso con un mega sorrisone; le mancava terribilmente. Una telefonata ogni mattina non le bastava più, aveva voglia di vederla così, decise mentalmente di andare a trovarla per qualche giorno.

"Kath.. sei ancora qui? I ragazzi sono scappati su" disse Bobby raggiungendola sul divano.

"Si, tra un pò li raggiungo" disse sorridendo.

"Ho saputo di Bela.. non mi sarei mai aspettato che voi due foste imparentate" disse Bobby accennando un sorriso.

"Neanch'io" disse Katherine con una risata nervosa.

"Senti.." iniziò Bobby ma fu interrotto dalla ragazza.

"Per favore,  non dirmi anche tu di andare a cercarla perché non lo farò" disse Katherine tagliando corto. "Sono io che ho bisogno di parlarti adesso, ho qualche problemino".

"Di che si tratta?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.

"Dean.." disse prendendo un sorso della sua birra e chiudendo gli occhi. "Mi ha praticamente detto che è innamorato di me e adesso vuole che facciamo finta di nulla con Sam!".

Bobby rimase per qualche secondo senza parole e la guardò sgranando gli occhi.

"Speravo tanto che non succedesse" disse Bobby strizzando gli occhi.

"Anch'io, non sai quanto" disse la ragazza sospirando.

"Kath, Dean non farebbe mai nulla di male nei confronti di suo fratello..gli passerà con il tempo, fidati di me. Tanto il suo sentimento non è corrisposto, vero?" Chiese Bobby guardandola negli occhi.

Katherine inarcò le sopracciglia e lo guardò dritto negli occhi; aprì la bocca cercando di parlare ma non uscì nessun verso. Lei non provava nulla per Dean oltre la semplice amicizia, ne era certa, e allora perché non riusciva ad ammetterlo davanti a Bobby?

"N-no.."disse con un filo di voce la ragazza mentre Bobby la osservava stupito.

"Oh.." disse semplicemente l'uomo rimanendo bocca aperta.

"Vado di sopra, grazie per la chiacchierata" disse la ragazza correndo verso camera sua e di Sam lasciando Bobby ancora stupito.

Si cambiò in fretta e si mise fra le lenzuola di Sam, che non era ancora sprofondato nel sonno. Si girò verso di lei e le diede un bacio sulla tempia abbracciandola.

"Ci hai messo tanto" sussurrò Sam con voce rauca.
"Sono qui" rispose Katherine intrecciando la mano a quella del ragazzo.

Era questo che aveva sempre voluto, non avrebbe mai rinunciato a questo.

Sapeva di non provare nulla per Dean, ne era certa, fin troppo certa, ma perché allora non era riuscita ad ammetterlo davanti a Bobby?

Forse un bel viaggetto in Kansas non avrebbe fatto male,  sarebbe riuscita a schiarirsi le idee. Prese un bel respiro e tra le braccia di Sam si addormentò.

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Capitolo 17
*** Capitolo 15. ***


Sam sospirò e appoggiò i gomiti sul tavolo della cucina di Bobby, ascoltando tutto quello che era appena accaduto nel mondo. In realtà, stava semplicemente fissando lo schermo del televisore senza vederlo veramente; era impaziente che arrivasse la sera.
Katherine aveva deciso di andare una settimana in Kansas per trascorrere del tempo con Judith e sarebbe tornata a casa di Bobby proprio quel giorno; Sam era impaziente di vederla, le era mancata più di ogni altra cosa.

Sospirò e si rilassò sulla sedia, sapeva che non appena sarebbe arrivata avrebbe avuto da ridire su ciò che era successo durante quei giorni d'assenza: Ruby era andata a parlare nuovamente con lui, ribadendo la sua voglia di aiutarli a sciogliere il patto di Dean, aveva parlato con Bobby e l'aveva quasi convinto che stava dalla loro parte, e poi lui stesso aveva commesso un errore, aveva evocato un demone dell'incrocio sperando di potere annullare o modificare il patto del fratello con scarsissimi risultati. E in più aveva anche sprecato una delle pallottole della Colt, uccidendo il demone. 

Katherine era già abbastanza infuriata quando gliene aveva parlato al telefono, chissà cosa avrebbe detto una volta arrivata a casa.

Afferrò il telecomando e fece zapping, in attesa che arrivasse l'orario di arrivo della sua ragazza. Prima avrebbero discusso, prima avrebbero fatto pace.

 
 

 
Dean era felice quel giorno, Katherine stava per tornare a casa e lui stava facendo una grande spesa.

Quando Katherine mancava si sentiva in quella casa, era priva di vita; mise tutti i sacchetti con il cibo nella sua auto e mise in moto per tornare a casa.

Si stava già preparando ad una grande lite fra il fratello e la ragazza, Sam aveva sprecato un proiettile e aveva anche parlato ancora con quella Ruby; si stava comportando come un cacciatore alle prime armi, si fidava di ciò che i demoni gli raccontavano.

Scosse la testa, come per allontanare certi pensieri, e alzò il volume della radio; si diresse verso casa con aria felice, Katherine stava per tornare a casa. 



"Come fai a crederle? Sa che spezzare il patto di Dean è il tuo più grande desiderio e ti sta usando per chissà quale piano!" Esclamò Katherine adirandosi ancora di più, sedendosi sul piccolo divano ed accavallando le gambe.

"Kath, so gestirla da solo! Non preoccuparti!" Disse Sam sospirando e sedendosi sulla grande poltrona. 

"No, non voglio che lei sbuchi nella tua camera d'albergo per dirti che ti aiuterà! È un demone!" Disse Katherine sgranando gli occhi.

"So che è un demone ma vuole aiutarci!".

"Perché un demone vorrebbe aiutare dei cacciatori? Non ti sembra assurdo e paradossale anche solo il pensiero?" Chiese Katherine voltandosi a guardare Dean seduto sul divano accanto a lei, che non osava neanche intromettendosi. Il suo turno per urlare contro Sam era già passato.

"D'accordo, la prossima volta che verrà a cercarti ci sarò anch'io e giuro che se non mi convincerà, la ucciderò senza pensarci due volte!" Aggiunse Katherine prendendo un respiro.

"Prima dovrai starla a sentire!" Esclamò Sam accigliato. 

"Bene" rispose Katherine alzandosi. "Vado a disfare le valigie".

"Bene!" Rispose Sam alzandosi e guardandola salire le scale. 

"Mmm bene, preparo la cena" disse Dean sospirando.  Finalmente l'aria si era alleggerita.

Bobby sospirò e si mise al  fianco del ragazzo per aiutarlo a preparare la cena mentre Sam saliva al piano di sopra, dalla ragazza.



"Ehi.." disse Sam aprendo la porta della loro stanza e osservando la ragazza, disfare le valigie.

"Ehi" rispose sospirando la ragazza.

"Mi dispiace per quello che sta succedendo con Ruby, non vorrei che tu fraintendessi le cose" disse Sam sedendosi sul letto e curvando le spalle. 

"Cosa c'è da fraintendere?" Chiese Katherine fermandosi a guardarlo negli occhi.

"Io fraintenderei.." disse Sam chinando il capo.

"Non sono gelosa di Ruby!" Disse Katherine in maniera acida inarcando le sopracciglia. 

"Sei sicura?" Chiese Sam con un sorrisino tornando a guardarla. 

"Sam, lei è un demone!" Esclamò la ragazza continuando a guardarlo negli occhi. "Non dovresti neanche parlarci! I demoni mentono, me l'hai insegnato tu".

"Hai ragione.. ma se stesse dicendo la verità e conoscesse il modo per annullare il patto di Dean? Non posso correre questo rischio Kath" disse Sam con un sorriso amaro sulle labbra. 

"Quando sarà il momento di dirti 'te l'avevo detto' sappi che te lo sbatterò dritto in faccia" disse la ragazza sospirando. 

"A proposito.. che diavolo hai combinato con il demone dell'incrocio?" Aggiunse sedendosi accanto a lui.

"L'ho uccisa" disse Sam voltandosi e guardando dritto davanti a sé. 

"Perché?".

"Perché non ha annullato il patto. Non lo teneva lei, lo ha un altro".

"Chi?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.

"Non lo ha detto".

"Lo dovremmo scoprire.. d'accordo?" Chiese la ragazza abbozzando un sorriso e vedendo il ragazzo annuire.

"D'accordo?" Ripeté Katherine afferrandogli il viso con le dita e voltandolo verso di sé.

"Ok.." disse Sam guardandola negli occhi e, piano piano, facendole un ampio sorriso che lei ricambiò. 

"Mi sei mancata" aggiunse Sam carezzandole i capelli con una mano. 

"Anche tu mi sei mancato" disse Katherine abbracciandolo forte.

"Oh, davvero?" Disse Sam afferrandola dal busto, facendola ridere, e distendendola sul letto.

"Si, è vero" rispose Katherine sorridendo e intrecciando le mani fra i suoi capelli.

Sam avvicinò i loro volti e le diede un bacio, che avrebbe voluto darle dal primo momento che aveva varcato la soglia di casa.



"Ho un caso per voi" disse Bobby l'indomani mattina mentre tutti e quattro facevano colazione. 

"Di che si tratta?" Chiese Katherine mandando giù un pezzo della sua colazione.

"A Sea Pines una ragazza è stata uccisa nella sua stessa casa, non ci sono segni di effrazione, niente di niente.  Date un'occhiata" disse l'uomo sorridendo. 

"Sisisi! E da una settimana che non uccido uno di quei mostri!" Disse Katherine salendo al piano di sopra per prepararsi facendoli ridere.

 
 

 
"Ho già detto tutto agli altri poliziotti, non capisco perché devo ripetere tutto" disse l'anziana signora, zia della ragazza trovata morta nella sua stessa casa.

"Siamo sceriffi federali, non del dipartimento di polizia'' rispose Dean sorridendo.

"Allora Signora Case.." iniziò Sam ma fu interrotto dall'anziana signora che gli sorrideva in maniera inequivocabile.  

"Per favore, sono la signorina Case''.

"Oh.. certo. Signorina Case.." disse Sam guardandola negli occhi in maniera stupita. ".. ha trovato lei sua nipote giusto?".

"Sono entrata in casa e l'ho trovata nella doccia..".

"Annegata" aggiunse Katherine aggrottando le sopracciglia. 

"È quello che ha detto il Coroner. Ma come si può annegare nella doccia?" Chiese la donna aggrottando le sopracciglia. 

"E come si comportava Sheila negli ultimi giorni? Era spaventata? Ha detto qualcosa di strano?" Chiese Sam guardandola negli occhi e sorridendole.

"Aspettate un attimo, voi lavorate con Alex vero? Ha detto che sareste venuti" disse la donna guardando Katherine negli occhi.

"Certo.. assolutamente si" rispose Katherine abbozzando un sorriso.

"Ma perché non lo avete detto subito? Alex mi ha aiutata molto, ma io credevo che il caso fosse del tutto risolto" disse la signorina Case sedendosi su di una poltrona. 

"Beh no.." disse Dean sospirando. 

"Stavamo parlando di Sheila.." disse Sam guardandola. 

"Ha detto una cosa molto strana prima di morire. Ha detto di aver visto una nave, apparire e sparire davanti ai suoi occhi.." disse l'anziana aggrottando le sopracciglia. "Pensate che si trattasse di una nave fantasma?".

I tre ragazzi si guardarono sgranando gli occhi, senza dire una parola
.
"Alex pensa che sia una nave fantasma" aggiunse la donna.

"Beh, forse" disse Katherine sorridendo.

"Fatemi sapere se posso fare altro" disse la donna con tono provocatorio sfiorando delicatamente la mano di Sam, che la guardò aggrottando le sopracciglia. 

"Qualsiasi cosa...".

"Mmmh, si" disse Katherine guardando Dean e cercando di trattenere una risata.

Uscirono in fretta da quella casa e si diressero al posteggio dell'auto. 

"Che vecchia pazza!" Esclamò Dean ridendo. 

"Perché crede nei fantasmi?'' Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"Guarda come se la difende, il cucciolone" disse Katherine ridendo di gusto.

"Andate al diavolo" disse Sam ridendo.

"Ma chi è Alex? Un altro cacciatore?" Chiese Dean continuando a camminare con gli altri due ragazzi.

"Forse si, forse no. Il lavoro non cambia!" Esclamò Sam sospirando. 

"Penso di avere una mezza idea su chi possa essere 'Alex' " disse Katherine guardando dritto davanti a sé.

"Ovvero?" Chiese Sam guardandola. 

"Bela.. è il suo secondo nome. E in più ha detto che ci stava aspettando" disse la ragazza abbozzando un sorriso. 

"Pensi che potrebbe essere davvero lei? " Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.  

"Non lo so. Comunque si parlava di navi fantasma" disse la ragazza cercando di sviare il discorso. 

"Non è la prima volta che viene avvistata; ogni 37 anni, puntualmente, viene avvistata una nave a tre alberi e, ogni 37 anni, ci sono degli strani annegamenti sulla terra ferma" disse Sam assecondandola.
"È soltanto l'inizio?'' Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Che si sa a riguardo?" Chiese Katherine. 

"Chiunque l'avvisti muore entro qualche giorno. È un presagio di morte" spiegò Sam.

"E adesso che facciamo?" Chiese Dean. 

"Identifichiamo la nave.. ma non sarà difficile. Qui sono affondate più di 150 navi a tre alberi" disse Sam sospirando. 

"Merda" disse Dean sgranando gli occhi.

"Dean, la tua auto" disse Katherine aggrottando le sopracciglia.  

"Abbiamo parcheggiato qui vero?" Chiese Sam guardandosi attorno.

"Si, per forza! Dov'è la mia macchina? Qualcuno mi ha rubato la macchina!" Gridò Dean in preda al panico. 

"Ehi, calma" disse Sam con scarsi risultati. 

"Sono calmissimo" disse Dean rischiando quasi di farsi venire un infarto.

"Ehi,ehi, Dean calma" disse Katherine avvicinandosi a lui e reggendolo. 

"L'Impala del '67? Ah, era vostra?" Chiese Bela avvicinandosi sorridente ai tre.

"Bela..." disse Katherine voltandosi verso di lei e fulminandola con lo sguardo.

"Mi dispiace ma l'hanno rimossa!" Esclamò la ragazza fingendosi dispiaciuta. "Era in zona rimozione!".

"Assolutamente no!" Urlò Dean puntando un dito contro di lei.

"Si.." disse Bela facendo spuntare un sorrisino. ".. dopo che l'avevo spostata!".

"Che diavolo ci fai qui?" Chiese Katherine sospirando.
"Una crociera" ironizzò Bela.

"Lavori con quella pazza, vero Alex?".

"Gertrude è una vecchia amica" disse Bela sorridendo. "Ci sono molte vecchiette come Gert lungo la costa orientale.  Gli vendo gli amuleti e le faccio comunicare con i loro gatti".

"Sei incredibile!" Esclamò Dean sgranando gli occhi. 

"Il conforto che provano è reale" disse Bela voltandosi e andando via.

"Come dormi la notte?!" Chiese Sam sprezzante. 

"Tra lenzuola di seta, rotolandomi nuda nei soldi!" Disse ridendo Bela. "Sam, questo atteggiamento me lo aspetto da loro due, non da te".

"Tu mi hai sparato!" Disse Sam alterandosi.

"Ti ho preso di striscio. Sai Sage, Sam è carino ma un pò melodrammatico".

"Tu sai quello che sta succedendo? Questa nave fantasma esiste" disse Katherine ignorandola.

"Lo so, e grazie per aver detto a Gertrude che il caso non è risolto!" Esclamò Bela facendo una smorfia. 

"E infatti è cosi" disse Dean. 

"Lei non lo sapeva!" Esclamò Bela facendo una smorfia. "La vecchia ha sospeso i pagamenti e vuole delle risposte!".

"Perché hai detto a Gert che saremmo venuti se non ci vuoi qui? " Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 

"Ho detto che forse sarebbero potute venire delle altre persone, cacciatori, non immaginavo che sareste arrivati voi!" Disse Bela voltandosi un'altra volta. "Andrei a riprendermi la macchina prima che scoprano l'arsenale che avete…Ciao!" Aggiunse voltandosi e andando via.

"Le posso sparare?" Chiese Dean infuriato. 

"Non in pubblico!"Esclamò Katherine sospirando. 



"Sembra che ci sia stata un'alta vittima" disse Sam guardando una folla di persone e polizia attorno ad una casa. 

"Già, dovremmo intervenire" disse Katherine passandosi una mano fra i capelli, ravvivandoli.

"Andiamo!" Esclamò Dean sorridendo. 

Non appena si avvicinarono notarono Bela, vestita in maniera tale da sembrare una giornalista e con in mano perfino un registratore, parlare con un parente della vittima, così si avvicinarono ulteriormente. 

"Ma non si arrende mai?" Sussurrò Sam fra se e se, sospirando. 

"Ci pensiamo noi, credo che questo signore abbia già sofferto abbastanza!"disse Dean mostrando il suo falso distintivo dell'FBI. 

"Vorrei fare ancora qualche domanda.." disse Bela sorridendo. 

"No, basta" disse Sam perentorio. 

"La ringrazio davvero" disse Bela voltandosi verso il parente della vittima e andando via.

"Mi dispiace molto, sono come le cavallette" disse Katherine in maniera tale da farsi sentire da Bela, che si voltò momentaneamente, per poi tornare per la sua strada.

"Allora, suo fratello ha visto una nave?" Chiese Sam avvicinandosi all'uomo. 

"Si, proprio così. Era come uno di quei vecchi velieri, un vascello di contrabbandieri e a prua la figura di un angelo" disse l'uomo con ancora gli occhi rossi e lucidi per il pianto.

"Certo che le ha dato parecchi dettagli" disse Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Noi stavamo facendo un'immersione, ho visto anch'io quel veliero" disse l'uomo chinando il capo.

I tre ragazzi si scambiarono un'occhiata veloce, finché Katherine non notò ciò che la sorella stava facendo: li stava probabilmente smascherando con la polizia, indicandoli.

"Benissimo, grazie mille! Ci terremo in contatto" disse Katherine sorridendo e trascinando con sé I ragazzi.

"Che diavolo fai?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Bela! Andiamo" disse indicandola e andando via, seguita da loro.



Andarono a recuperare l'auto in fretta e tornarono davanti casa dell'uomo per tenerlo d'occhio, avendo visto anche lui la nave rischiava di morire.

Mentre i due ragazzi caricavano le armi, Katherine si appoggiò alla fiancata dell'auto con le braccia conserte; guardò attorno a loro e notò Bela venire verso di loro sorridente.

"Ecco la stronza!" Esclamò Katherine ricambiando il sorriso.

"Vedo che avete recuperato la macchina" disse Bela arrivando alle spalle di Dean e appoggiandovisi.

"Bela, non parlarmi quando ho una pistola carica in mano" Affermò Dean scrollandosela di dosso.

"Su, attento alla pressione" disse Bela sorridendo. "Perché siete ancora qui? Ne sapete abbastanza".

"Quel ragazzo ha visto la nave" disse Sam chiudendo l'anta del portabagagli. 

"Si..e ?" Chiese Bela aggrottando le sopracciglia. 

"E morirà quindi dobbiamo impedirlo" disse Dean sprezzante. 

"Oh, che teneri" ironizzò Bela sorridendo. 

"Pensi di essere divertente?" Chiese Katherine inarcando le sopracciglia. 

"Ormai è destinato, non può essere salvato in tempo"disse Bela guardandola e divenendo seria.

"Beh, noi salviamo anime.." disse Katherine avvicinandosi e guardandola dall'alto, essendo leggermente più alta. ".. quindi ci proveremo!".

"Io troverò la nave e metterò fine a tutto questo. Voi divertitevi.." disse Bela sorridendo.

"Come mai sei così? Tuo padre non ti ha abbracciato abbastanza?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Ehi!" Esclamò Katherine adirandosi. 

"Non lo so, tuo padre l'ha fatto?" Rispose Bela mantenendo un sorriso perfetto sul suo volto. "Non sei migliore di me".

"Noi aiutiamo le persone, Bela!" Esclamò Dean sorridendo, mentre Sam si limitava ad osservare.

"Figuriamoci, voi lo fate solo per vendetta e ossessione.  Siete dei serial killer!" Esclamò Bela sorridendo, lasciando Dean senza parole. "Mentre io vengo pagata per fare un lavoro e lo faccio. Perciò dimmi, chi è migliore? ".

"Bela perché non te ne vai?'' Chiese Katherine osservandola, con un'espressione indecifrabile sul volto.

"Già, fiato sprecato.." disse Bela facendo una smorfia e andando via lasciandoli soli.

I tre ragazzi rimasero in auto fuori dalla casa dell'uomo, aspettando che succedesse l'inevitabile, e Sam faceva delle ricerche sui due fratelli.

"Laureati alla Duke University, incensurati, solo qualche multa! Hanno ereditato la fortuna immobiliare del padre 6 anni fa" disse Sam accennando un sorriso. 

"Quanto?" Chiese Katherine voltandosi verso lui.

"112 milioni!".

"Wow.. bella vita!" Disse Dean sgranando gli occhi. 

“Perché hanno visto la nave? Perché anche Sheila? Cos'hanno in comune?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"Forse niente?" Disse Dean ipotizzando. 

"Hanno sempre qualcosa in comune" disse Katherine sospirando. 

"Ehi, voi!!" Urlò l'uomo uscendo dalla propria casa ma rimanendo nel proprio giardino.

"Beccati!" Esclamò Dean sospirando e scendendo dall'auto. 

"Mi state spiando?" Chiese l'uomo sprezzante. 

"No, si calmi!" Disse Katherine avvicinandosi. 

"No siamo agenti dell'FBI, ma sotto copertura e pensiamo che lei sia in pericolo!" Esclamò Sam avvicinandosi. 

"Il motivo?".

"Se si calma un attimo glielo spieghiamo!" Esclamò Katherine avvicinandosi. 

"No, non avvicinatevi più a casa mia!"disse l'uomo correndo dentro la sua auto e partendo.

"Ehi, cretino, stiamo cercando di aiutarla!" Esclamò Dean non credendo a quello che stava succedendo. 

Mentre l'uomo stava per uscire con l'auto dal suo vialetto, improvvisamente il motore si spense, bloccandolo.

"Non è un buon segno, prendete le pistole" disse Katherine scavalcando la recinzione il più velocemente possibile, seguita da Sam, mentre Dean prendeva le pistole e li raggiungeva.

Katherine lo raggiunse per primo e lo vide sputare acqua, stava annegando dentro la sua stessa auto; accanto a lui vi era un uomo, un fantasma, che lo fissava.

"Spostatevi!" Esclamò Dean estraendo la pistola carica di sale e facendo fuoco contro il fantasma che scomparve.

Cercarono di aiutarlo, ma quando Katherine si allungò sul sedile per toccargli il collo e per percepire il battito cardiaco, fu troppo tardi, l'uomo era già morto.

"Dannazione!!" Esclamò Katherine, mentre i due ragazzi imprecarono. 

Uscirono dalla casa il più in fretta possibile, salirono in auto e partirono immediatamente, tornando nella loro stanza d'albergo dove fecero delle nuove ricerche fino all'alba. 

 

 
Qualcuno bussò alla porta della loro camera e i tre si guardarono; Dean si avvicinò e, guardando dallo spioncino, disse alla ragazza: "È tua sorella!".

"Accidenti, come siete giù di morale! Come sono andate le cose ieri sera con Peter?" Chiese Bela entrando e togliendosi il cappotto.

"Se dici 'te l'avevo detto', ti garantisco che ti stendo!" Esclamò Dean sorridendo. 

"Ok, parliamo a cuore aperto.."iniziò la ragazza sorridendo ma fu interrotta dalla sorella.

"Presumendo che tu ne abbia uno'' disse la sorella maggiore sorridendo. 

"Oh, Sage, per favore" iniziò sorridente. "Dean, mi dispiace per quello che ho detto, d'accordo? Ho un regalino per voi!".

"Sarebbe?" Chiese Sam sospirando. 

"Ho identificato la nave"disse mostrando un pacchetto che estrasse dalla tasca del giaccone.

Mostrò ai ragazzi delle fotografie e iniziò a spiegare tutto ciò che aveva scoperto.

"Si chiama Spirito Santo, è una nave mercantile. Nel 1859 un marinaio di 37 anni fu processato per tradimento e impiccato su una nave".

"Ecco perché colpisce ogni 37 anni!" Esclamò Katherine. 

"Davvero perspicace!" Esclamò Bela sorridendo. "Questa è la sua foto!".

"È il tizio di ieri sera!!" Esclamò Katherine inarcando le sopracciglia. 

"Lo avete visto?" Chiese Bela aggrottando le sopracciglia. 

"Si ma gli mancava una mano" disse Sam.

 
"La mano destra?" Chiese Bela aggrottando le sopracciglia.

"Come lo sai?" Chiese Dean. 

"È stato cremato, ma gli è stata tagliata la destra per farne un mano della gloria" concluse Bela.

"La mano della gloria? L'ho avuto la settimana scorsa nel massaggio tailandese!" Esclamò Dean ridendo. 

"Dean, la mano desta di un impiccato è un oggetto molto potente" disse Sam spiegando si meglio. 

"Così dicono" disse Bela sorridendo. 

"È una sua spoglia" disse Dean sospirando. 

"Ma comunque, non spiega perché il fantasma scelga queste vittime" disse Katherine aggrottando le sopracciglia. 

"Sapete che vi dico? Non importa! Trovate la mano, bruciatela e fermate questi omicidi" disse Bela sospirando. 

"Perché ce lo dici?" Chiese Dean. 

"Perché so dove si trova la mano" disse Bela sorridendo. 

"Dove?" Chiese Sam.

"Al museo marittimo. Ma dovete aiutarmi!" Esclamò Bela abbozzando un sorriso. 

"Un aiuto di che tipo?" Chiese Katherine alzando un sopracciglio. 

La ragazza guardò la sorella e le mostrò degli inviti sorridendo. 

"Cosa? Che diavolo sono?".

"Sono riuscita ad ottenere degli inviti per una festa che si terrà proprio al museo grazie a Gert. Io aiuto voi, voi aiutate me! Ed inoltre, vi ho già comprato dei vestiti e sono nella mia auto!" Disse ridendo la giovane ragazza. 

Katherine sospiró; odiava quel genere di eventi, al Consiglio se ne tenevano continuamente ma lei declinava sempre l'invito.

Sbuffò e guardò Bela negli occhi: "D'accordo ci andremo, prendi i vestiti!".

 
 

 
"Ricordavo quanto ti stesse bene il blu.."sussurrò Bela passandole un vestito aderente ed elegante fino alle ginocchia sul davanti e più lungo dietro. Quel colore le era sempre stato benissimo; aveva delle pietre sotto il seno ed era tutto liscio.

"Sarai magnifica con questo" disse Bela sorridendole.

"Grazie" disse Katherine ricambiando il sorriso. "Vado a metterlo, Sam vieni con me? Così inizieremo ad andare".

"Certo" rispose il ragazzo portando con se lo smoking che gli aveva comprato Bela.

Entrarono nell'ampio bagno e si sistemarono e si cambiarono. Una volta indossato il vestito e le scarpe, Katherine si guardò allo specchio e, dando gli ultimi ritocchi al trucco, sorrise. 

"Sei davvero bellissima" disse Sam guardandola e sorridendo. "Mi divertirò a togliertelo stasera".

"Andiamo!" Lo rimproverò ridendo. 

Uscirono dal bagno e sia Bela che Dean rimasero a bocca aperta; Bela si avvicinò velocemente alla sorella e le porse una collana.

"Era della..".

"..mamma. Hai rubato anche questa?" Chiese Katherine sprezzante mentre la sorella abbassava il capo.

"Kath" la rimproverò Sam.

"Vi aspetteremo lì" disse Katherine afferrando la collana ed uscendo dalla camera.

Sam si accigliò e guardò Dean che seguiva con lo sguardo Katherine ancora a bocca aperta, finché i loro occhi non si incrociarono.

"Vado a cambiarmi" disse Dean abbassando il capo ed entrando nel bagno.

"Ci vediamo li" sussurrò Sam uscendo dalla camera e osservando Katherine che lo aspettava accanto all'auto.

 
"Sir, vorrebbe essere il mio cavaliere per questo ballo?" Chiese Katherine sorridendo.

"Lo sarò sempre" disse avvicinandosi e dandole un bacio a fior di labbra.

Le aprì la portiera e la fece salire sull'Impala mentre lui faceva il giro e saliva dalla parte del guidatore.

"Non hai.. non hai notato il modo in cui Dean ti guardava?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 

"Cosa? Quale modo?" Chiese la ragazza, fingendo di non essersene accorta.

"Sarà solo una mia impressione" disse Sam sorridendo ed accendendo il motore.

La ragazza sorrise e gli afferrò una mano fra le sue e rimasero così, finché non arrivarono al museo.



"Perché ci metti tanto? Sam e Sage saranno già arrivati!" Esclamò Bela abbozzando un sorriso, già pronta da una ventina di minuti. 

 
Aveva deciso di indossare un abito nero aderente fino alle ginocchia che lasciava la schiena scoperta.

"Ma che cosa sei, una donna? Sbrigati, esci!" Aggiunse la ragazza ridendo. 

Dopo qualche secondo Dean aprì la porta del bagno e si mostrò in smoking in tutta la sua bellezza. 

Bela sentì il suo cuore perdere uno o due battiti e prese un respiro sorridendo. 

"E va bene, dillo: sono ridicolo!" Esclamò Dean continuando a sistemarsi la giacca.

"Non avrei usato queste parole" disse Bela sorridendo. 

"Cosa?'' Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Quando tutto sarà finito, faremo sesso selvaggio!" Esclamò Bela abbozzando un sorriso e avvicinandosi.

 
Dean ci pensò su qualche secondo ed incrociò le braccia al petto e disse: "Non sono un uomo oggetto!"

"Ed inoltre sei la sorellina di Katherine!" Aggiunse facendo una smorfia. 

"Andiamo dolcezza, pensi che non l'abbia notato? Fra voi due c'è qualcosa " disse Bela sorridendo.

"Ti sbagli Bela, non c'è assolutamente nulla fra noi" disse Dean troppo in fretta per essere credibile. 

"Non mentire tesoro.. andiamo alla festa!" Esclamò Bela abbozzando un sorriso e uscendo dalla camera.

Salirono sulla sua Mercedes nuova di zecca ed arrivarono in fretta al museo; Dean sospirò, sperava che quello che era accaduto poco prima non accadesse più.  

"Andiamo maritino?" Chiese Bela sorridendo scendendo dall'auto. 

"Andiamo'' disse Dean sospirando e facendo un sorriso amaro prima di entrare e prenderla sottobraccio.

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Capitolo 18
*** Capitolo 15 (CONTINUAZIONE). ***


"Salve mio bell'Adone" disse Gert avvicinandosi a Sam che stava entrando nel grande museo insieme alla ragazza.
"Salve, signorina Case" rispose Sam sorridendo.

"Salve!" Esclamò Katherine sorridendole. 

"Tra non molto apriremo le danze, vuoi ballare con me? " Chiese l'anziana signora continuando a provarci spudoratamente con Sam. 

"Si ricordi che stiamo lavorando" rispose Sam abbozzando un sorriso abbastanza imbarazzato. 

"A volte anche il lavoro può essere piacevole! Verrò a reclamarti al momento delle danze" disse  la signora carezzandogli la schiena e andando via.

"Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo andare via prima che lei ci provi ancora con me! " sussurrò Sam prendendo sotto braccio Katherine ed entrando nel grande salone.

"Beh, vedi.. Gert aveva ragione.." disse Katherine afferrando due bicchieri di Champagne, porgendone uno a Sam. "..il lavoro può essere piacevole a volte!".

Ne bevve un sorso e lo guardò negli occhi, sarebbe stato meglio non bere per quella serata.

"Dovremmo cercare gli altri" disse Sam sorridendole.

"Certo.. Tu apri pure le danze con Gert amore mio, io cerco gli altri" disse Katherine ridendo e stampandogli un bacio sulla guancia, mentre Sam la guardava male.

Katherine fece un giro per il salone, in cerca di Dean e di Bela, finché non li trovò dinnanzi ad una rampa di scale.

"Il prezzo del tuo invito per Sam è stato aprire le danze con Gert.." disse Katherine sorridendo. 

"..Sam?  Ma non mi dire!" Esclamò Dean scoppiando in una fragorosa risata, facendo girare tutti i presenti. 

"Dean.. fingi che questo sia il tuo ambiente naturale!" Lo rimproverò Bela.

"Parliamo d'altro, la mano è al piano di sopra" la informò Dean.

"Come faremo? Ci sono molte guardie, professionisti!" Esclamò Katherine inarcando le sopracciglia. 

"Già, sono piazzati ad ogni porta" disse Bela osservandoli.

"Non sarà così facile" sussurrò Dean.

"Cosa suggerisci?" Chiese Katherine sorridendo ad un cameriere che voleva servirle del cibo.

"Sto pensando" rispose Dean sorridendo guardandosi in torno. 

"Non sforzarti, la leggenda è sempre superiore alla realtà" disse Bela ridendo.

"Se hai qualche idea, potresti tirarla fuori" disse Dean sospirando. 

"Va bene" disse Bela passando un braccio attorno al collo di Dean e fingendo un mancamento.

"Tesoro? Tesoro, stai bene?" Chiese Dean fingendo di essere estremamente preoccupato. 

"Alex? Ehi, tesoro riprenditi!" Disse Katherine mettendosi vicino a lei e tenendole il viso fra le mani.

"Scusate, qual è il problema?'' Chiese una guardia avvicinandosi ai tre.

"Lo Champagne! Mia moglie quando beve non si controlla, c'è un posto dove potrei farla riposare con tranquillità?" Chiese Dean sorridendo.

"Certo, mi segua!" Esclamò l'uomo portandoli in una stanza al piano di sopra. 

"La ringrazio molto!" Disse Katherine sorridendo.

"Penserà che sia uno strazio, immagini viverci!" Esclamò Dean sorridendo chiudendo la porta e facendo uscire l'uomo. 

"La prossima volta rendimi partecipe dei tuoi piani!" Esclamò Dean voltandosi verso Bela che aveva precedentemente adagiato sul divano.

"Non volevo che pensassi, in quello non sei molto bravo " disse Bela ridendo. 

"Fottiti".

"Molto raffinato!" Ironizzò Bela sorridendo e avvicinandosi.  

"Dovreste piantarla!" Esclamò Katherine, alterandosi e facendoli voltare verso di lei.

"E non ci sarebbe nulla fra di voi?" Chiese Bela ridendo. 

"Cosa?" Chiese Katherine guardandola negli occhi.

"L'ho capito, Sage.. o Katherine.. " disse Bela corrugando la fronte. "..penso che ci sia qualcosa fra voi due".

"Hai idea di quello che stai dicendo?  Sto con suo fratello!" Esclamò Katherine gesticolando. 

"Ma ciò non ti impedisce di provare qualcosa per lui" disse Bela piegando le labbra in un sorriso ampio mentre Dean si limitava a fare lo spettatore. 

"Siamo venuti qui per la mano, no?" Chiese Katherine ignorando la sorella.

"Stanza 235" disse Bela guardando Dean negli occhi. "È chiusa in una teca di vetro con l'allarme. È un problema se vai da solo?".

"Torno subito" disse Dean uscendo controvoglia dalla stanza.

"Che diavolo vuoi dimostrare? Stai collaborando con noi, ma appena risolveremo il caso ci separeremo!" Esclamò Katherine urlandole contro.

"Hai ragione, non mi sarei dovuta intromettere nella tua vita!" Disse Bela voltandosi e dandole le spalle.  "In questi due anni mi sono informata su tutto ciò che ti capitava.. e anche su Judith".

"Non dirlo, non parlarmi di Judith!" Urlò furiosa Katherine.

"Non è andata come pensi tu, quella notte!" Esclamò Bela voltandosi e guardandola dritto negli occhi.

"Cosa?" Chiese Katherine sgranando gli occhi.

 
 

 
"Dove sono Alex e i tuoi due amici? Si stanno perdendo una bella festa" disse Gertrude sorridendo mentre ballava con Sam.

"Sono sicuro che.. Alex ed il mio amico si stanno dando da fare" disse Sam abbozzando un sorriso. 

"Che biricchino.. allora credo che anche noi dovremmo darci da fare" disse l'anziana signora scendendo la sua mano dalla schiena al fondo schiena di Sam.

"Ooh, ehm, vede Signorina Case, non voglio che si faccia un'idea sbagliata..".

"Chiamami Gert'' disse la donna sorridendo. 

"Mi ricordi il mio uomo, anche lui era timido e bellissimo come te" aggiunse l'anziana signora scendendo a toccare nuovamente il fondoschiena di Sam. 

"Eeeh, Gert" disse afferrando le sue mani, per evitare che andassero da qualche altra parte. 

La donna rise e appoggiò la testa sul petto, sorridendo. 

 
 

 
"Che diavolo vuol dire che non è andata come penso io? Hai messo in pericolo me e la mia famiglia!" Esclamò Katherine irritandosi ulteriormente. 

Due colpi alla porta le interrupperò.

"Signora, come si sente?" Chiese la guardia da dietro la porta.

"Ci penso io" disse Bela mettendo su la sua faccia migliore da poker e aprendosi leggermente il vestito.

"Salve" disse Bela sorridendo all'uomo. 

"Vedo che si è ripresa, se ha finito con la stanza..".

"Potremmo rimanere un altro pò?" Chiese Bela sorridendo e tenendosi il vestito con le mani.

"Ooh.. capisco.. certo. Ripasserò fra un po" disse l'uomo sorridendole ed andando via mentre lei richiudeva la porta.

Mentre tornava verso la festa, la guardia si scontrò contro Dean e sgranò gli occhi.

"Oh, io ero in bagno. Grazie per aver controllato" disse Dean alla guardia sorridendo. 

"Oh.. ne aveva proprio bisogno" disse l'uomo scoppiando in una risata andando via.

Dean aggrottò le sopracciglia ed entrò nella stanza: trovò le ragazze visibilmente scosse, soprattutto Katherine e si avvicinò istintivamente verso di lei.

"Va tutto bene?".

"Niente di ingestibile. Hai preso la mano?".

Dean estrasse con un sorriso la mano dalla giacca e la avvolse in un fazzoletto di cotone,  riponendola nuovamente all'interno. 

 
 

 
"Questa canzone è molto lunga" osservò Sam sospirando. 

"Io vorrei non finisse mai" disse l'anziana signora bevendo l'ennesimo bicchiere di Champagne. "Sai, la gente parla della morte dei fratelli Warren, che strano. Credi sia collegata a quella di Sheila?".

"Si, crediamo di si" disse Sam sospirando. 

"Io credo fosse scritto. Per via del loro padre.. si dice che non sia morto per cause naturali ma per via dei ragazzi. Non ci sono prove ma la gente mormora ugualmente" disse Gert sorridendo.

"E che legame ci sarebbe con Sheila?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.  

"Beh.. ha avuto un incidente quando era adolescente. Lei ne è uscita illesa ma suo cugino Brain è morto, è importante?" Chiese l'anziana signora continuando a provarci senza ritegno.

"Ciao, vi divertite?" Chiese Katherine avvicinandosi ai due, seguita da Bela e Dean.

"Moltissimo.." disse Gert abbracciando Bela e portandola con sé da qualche parte.

Katherine e Dean risero e Sam sbuffò. 

"Andiamo, abbiamo la mano" disse Katherine sorridendo afferrando sotto braccio Sam ed uscendo, seguiti da Dean che li guardava in silenzio.

"Fammela vedere, voglio essere sicuro" disse Sam prendendo dei respiri profondi.

"Non ti avrà traumatizzato?" Chiese Katherine sorridendogli mentre Dean estraeva la mano dalla giacca avvolta nel fazzoletto. 

"Io la uccido!" Urlò Dean accorgendosi che al posto della mano adesso vi era una bottiglietta in vetro.

 
 

 
"Sai hai ragione, è una stronza. Non vi assomigliate in nulla, non siete veramente sorelle!" Esclamò Dean infuriato una volta tornati nella loro stanza.

"Dean, calmati" disse Sam guardandolo.

"Ha ragione, non posso credere che ci abbia fregato di nuovo" disse Katherine seduta sulla sedia della scrivania, giocando con il suo anello. 

"Salve.." si sentì dalla loro porta accompagnato da due colpi secchi. "Potreste aprire?".

I tre ragazzi si guardarono sgranando gli occhi e si precipitarono ad aprire la porta, facendola entrare. 

"Posso spiegare!" Esclamò Bela sorridendo mentre gli altri tre la guardavano male. 

La fecero sedere e cominciarono ad interrogarla, ma era chiaro che non era possibile fidarsi di lei.

"C'era già un compratore prima che l'avessi" disse Bela osservandoli. 

"E ci hai portati al ballo solo per.. ?" Chiese Dean incrociando le braccia al petto. 

"Mi serviva una copertura" disse Bela sorridendo. "Eravate perfetti".

"L'hai venduta ad un cliente, ricomprala" disse Sam abbozzando un sorriso. 

"È già in mezzo all'oceano, non posso riaverla in tempo".

"In tempo per cosa? " Chiese Katherine guardandola negli occhi. 

"Ho visto la nave" disse Bela incollando i suoi occhi al pavimento. 

"Cosa?!" Chiese Katherine scattando in piedi.

"Non pensavo che la mia opinione di te potesse peggiorare" disse Dean sospirando. 

"Ma di che parli?" Chiese Bela sgranando gli occhi.

"Sappiamo il movente dello spirito; questo è il comandante che ha ordinato la sua morte" disse Sam mostrandole la foto.

"E allora?" Chiese Bela aggrottando le sopracciglia. 

"Allora erano fratelli, tipo Caino e Abele" continuò Sam.

"Il nostro fantasma è in cerca di un bersaglio preciso.." disse Katherine sedendosi diritto davanti a lei. "Gente che ha ucciso un familiare..".

"Sheila ha ucciso il cugino in un incidente d'auto, i Worren hanno ucciso il padre per l'eredità e ora tu.." disse Sam guardandola.

"Oh mio Dio.." sussurrò Bela non osando alzare neanche gli occhi da terra.

"Che cosa hai fatto Bela?" Chiese Katherine guardandola. "Chi hai ucciso?".

"Non ti riguarda".

"Sono tua sorella, mi riguarda eccome!" Disse Katherine alzandosi e avvicinandosi rapidamente. "Chi hai ucciso della nostra famiglia?".

"Tu non capiresti, nessuno ha capito a parte.." Esclamò Bela con gli occhi velati dalle lacrime. "Farò quello che ho sempre fatto, me la vedrò da sola" aggiunse voltandosi e dirigendosi verso la porta.

"Non vai da nessuna parte, sei mia sorella ma io non sono come te. Non ti lascerei mai andare incontro alla morte. Quindi dimmi che diavolo hai fatto e io ti aiuterò ad uscirne viva!".

"Vuoi la verità? D'accordo Sage l'avrai! Ho fatto un patto, proprio come Dean, ma ho ottenuto solo cinque anni essendo la sorella della Cacciatrice!" Urlò furiosa Bela. 

"Tu.. che hai fatto?" Chiese sussurrando Katherine, respirando a fatica e appoggiandosi alla sedia.

"Mamma e papà mi avevano abbandonata, tu,TU, te ne eri andata con Henry e io ero sola! Non sapevo dove andare e un giorno ho incontrato una bambina... mi ha convinta a fare un patto.. non sarei stata più sola, avrei avuto molti soldi e in cambio.. mi erano rimasti 8 anni. Quando sono scappata dal Kansas e ho portato quel demone a casa tua l'ho fatto per un motivo ben preciso: il demone dell'incrocio voleva Judith e mi avrebbe concesso altri 10 anni.

Ho rifiutato e sono scappata, portando via con me il demone dell'incrocio, che ha abbassato i miei anni di permanenza sulla terra da 8 a 5, distraendolo e ho dato la caccia a tutti quei demoni per anni. Ne ho rispediti all'inferno a centinaia.. ho fatto tutto questo perché voglio bene a te e a Judith!" Disse Bela fra le lacrime.

"Oh mio Dio" disse Katherine sentendosi mancare la terra sotto i piedi. “Saresti dovuta venire da me.. perché non l'hai fatto?!" aggiunse Katherine guardandola negli occhi. 

"Tu eri buona.. e io non volevo esserlo più".

"Aspetta, non mi hai detto chi hai ucciso!" Disse Katherine asciugandosi le lacrime.

"È stato un incidente! Ero a caccia con un nostro cugino, Kenny, e un lupo mannaro ci ha attaccati; io sono sopravvissuta ma lui è morto. Papà mi ha promesso che non te l'avrebbe mai detto..".

"Papà lo sapeva? " Chiese Katherine sbalordita.

"Sage.." .

"Ok è stato un incidente.. non voglio sapere altro" disse alzandosi e guardando i due ragazzi che stavano dietro di loro in silenzio.  "Come l'aiutamo? Io non riesco a pensare".

"Katherine, ha venduto l'unica cosa che poteva salvarla.." disse Dean sospirando. 

"No, forse non è l'unica" disse Sam prendendo un bel respiro profondo. 

 
 

 
Sam portò i ragazzi in un cimitero per provare ad evocare lo spirito, magari avrebbe potuto spezzare la maledizione. Formò un pentagono con delle candele e, in silenzio, aspettarono il momento giusto per cominciare l'evocazione.

Dean, Bela e Katherine si sedettero su di un muretto osservando Sam, ansiosi.

"Credi davvero che funzionerà?" Chiese Katherine sospirando.

Nessuno le rispose ma Dean le passò una mano fra le scapole, cercando di consolarla.

Improvvisamente si alzò un vento fortissimo e cominciò a piovere a dirotto mentre i ragazzi sgranavano gli occhi, sorpresi di quanto stesse succedendo. 

"Sammy, è meglio che cominci a leggere" disse Dean impugnando la sua pistola.

Sam cominciò a leggere qualcosa in latino da un libro mentre i ragazzi si guardavano attorno.

Il vento continuò ad aumentare e dei lampi squarciarono il cielo pieno di nuvole, la pioggia aumentò e le candele si spensero all'improvviso. 

"DEAN, DIETRO DI TE!" Urlò Bela vedendo il fantasma comparire dietro il ragazzo.

Il fantasma lo scaraventò violentemente contro una lapide, facendogli perdere i sensi; Sam continuò a leggere mentre le due sorelle vicine fronteggiano l'evocato.

Si avvicinò alle due ragazze e mise una mano delicatamente sul viso di Bela, che cominciò a sputare acqua accasciandosi a terra.

"No, Bela!" Esclamò Katherine gettandosi accanto alla ragazza cercando di aiutarla.

"Sam, leggi più in fretta!!" Urlò Katherine tenendo la sorella fra le braccia. "E tu non azzardarti a morire!".

Sam finì il testo che doveva leggere e guardò dritto davanti a sé: la pioggia e il vento cessarono, il cielo si schiarì e Bela prese dei lunghi respiri, dopo aver smesso di sputare acqua. Dietro al fantasma apparse il fratello che lo aveva condannato a morte e tutti i presenti osservavano i due guardarsi negli occhi. 

"Tu mi hai ammazzato!" Esclamò il fantasma senza la mano con voce rauca e piena di risentimento.

"Mi dispiace.." disse il fratello osservandolo.

"Il tuo stesso fratello!".

"Mi dispiace moltissimo!" Continuò il fratello molto dispiaciuto. 

Con un ringhio, quasi degno di un animale, il fantasma assassino si scontrò contro il fratello facendo schizzare dell'acqua da tutte le parti scomparendo per sempre dalla faccia della terra; quei secondi sembrarono interminabili per i ragazzi che osservarono la scena a bocca aperta.

"Stai bene? Ti senti bene?" Chiese Katherine, completamente zuppa, afferrando fra le mani il viso della sorella.

"Si..si! Grazie!" Esclamò Bela, fra un respiro affannoso e l'altro, abbracciandola stretta.

Katherine rimase a bocca aperta per quel gesto e ricambiò l'abbraccio, tenendola stretta a sé. 

 
 

 
I ragazzi tornarono in albergo per prendere le loro cose e sistemarsi per tornare da Bobby, mentre Katherine e Bela aspettavano fuori dalla camera, sedute su di un dondolo.

"Come ti senti adesso?" Chiese Katherine guardando la sorella sorridere. 

"Sto bene.. questo passerà''.

"Bela, dobbiamo annullare il tuo patto, proprio come faremo per Dean. Risolveremo tutto" disse Katherine speranzosa.

"Katherine, è impossibile.. mi rimane troppo poco tempo, ho solamente qualche altro mese e poi..".

"Lavoreremo il doppio, Bobby conosce molti cacciatori e ci riusciremo, io..".

"Mi dispiace, avremmo potuto passare questi ultimi anni insieme. Non sarei dovuta scappare, avremmo dovuto affrontare tutto insieme.." disse Bela sorridendole.

"Già, ma passeremo il resto della vita insieme Bela! Troveremo un modo" disse Katherine con gli occhi velati dalle lacrime.

"Lo so.. so che lo troverai" disse Bela afferrandole la mano. "Ma adesso vorrei parlare di te.. e Dean".

"Bela, non c'è assolutamente nulla" rispose la sorella alzando gli occhi al cielo.

"Non mi inganni, lo vedo dai tuoi occhi" disse Bela ridendo ma tornando ad essere seria dopo qualche secondo. "Vedo quanto tu sia innamorata di Sam, quanto desideri trascorrere il resto della vita con lui ma.. con Dean è diverso.. giusto?".

Katherine abbassò gli occhi e disse: "Mi ha detto che è innamorato di me qualche settimane fa ed è.. è da quando me lo ha detto che ci penso".

"Pensi a cosa?".

"Penso a lui.." ammise Katherine torturandosi le mani. "Ma Sam..oh, non è niente di paragonabile a lui. Lui è il centro del mio mondo, io lo amo tantissimo".

"Lo so quanto lo ami, ma penso che siano due tipi di affetti diversi. Sam è il tuo punto fermo, la tua roccia, Dean è.. Dean. Non saprai mai come andrà con lui se non ci provi" disse Bela accennando un sorriso alla sorella. 

"Lo so.. ma non rischierei mai di mettere a repentaglio il mio rapporto con Sam..".

'Vorrei vivere abbastanza a lungo per vedere ciò che succederà' pensò Bela con rammarico.

"Dovresti vedere a che punto sono i ragazzi, per sapere tra quanto partiremo.." disse Bela sospirando.

Katherine le sorrise e si alzò ma immediatamente fu fermata dalla sorella che disse con un sorriso ampio: "Io non sono brava con le parole, ma volevo dirti grazie. Per tutto quello che hai fatto e che farai per me; ti voglio bene Katherine..".

"Ti voglio bene anch'io, Bela. Torno subito" disse Katherine entrando nella camera e chiudendosi la porta alle spalle.

Bela prese un respiro profondo e uscì velocemente un foglio di carta sul quale scrisse: "Non amo avere debiti". Lo lasciò sul dondolo insieme a tre mazzette da 5.000 $ l'una e una lettera per Katherine. 

Prima che la sorella uscisse dalla  stanza, prese le chiavi della sua auto e vi salì. Mise in moto e, dopo aver dato un'ultima occhiata alla porta della camera, partì non voltandosi più indietro. 

 
 

 
"Ci ho riflettuto.. ho capito perché lo hai fatto" disse Dean mentre sistemava le proprie cose.

"Fatto cosa?'' Chiese il fratello mentre Katherine e Bela erano fuori dalla camera a parlare.

"Capisco perché hai inseguito e ucciso il demone dell'incrocio.. Se fosse successo a me avrei fatto la stessa cosa" disse Dean sorridendo al fratello. "Non sono cieco, lo vedo quello che state passando.. tu e Katherine.. all'idea che me ne andrò, ma ce la farete, Sam".

"Tu credi?" Chiese il minore sospirando.

"Certo.. tu hai lei, lei ha te.. avete la caccia, vivrete la vostra vita. E poi tu sei più forte di me, davvero ce la farai, ma sappi che mi dispiace per quello che hai passato" disse Dean fermandosi a respirare.

"Sai una cosa Dean? Vai a farti fottere!!" Disse il minore infuriandosi.

"Cosa?".

"Non voglio compassione e smetti di preoccuparti per me! È da questo che è cominciato tutto, non devi preoccuparti per me, voglio che ti preoccupi per te! Morirai, non è una cazzata!" Urlò Sam più infuriato che mai mentre il fratello lo ignorava e tornava a mettere i suoi vestiti nel borsone. "È tutto? Non hai nient'altro da dire?".

"Spero di non incontrare traffico tornando a casa, ho proprio voglia di fare una bella dormita!" Esclamò Dean sorridendo mentre Katherine entrava nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.

"È tutto pronto? Io e Bela vorremmo toglierci questi vestiti bagnati di dosso" disse Katherine sorridendo. 

"Quindi verrà con noi?" Chiese Dean avvicinandosi. 

"So che casa di Bobby non è un ostello, ma ha bisogno di noi.. farò costruire una casa di sana pianta dal Consiglio se necessario, ma non posso abbandonarla" disse Katherine facendo spallucce.

"Sai che Bobby non ti dirà mai di no.." disse Sam passandole un braccio attorno al collo.

"Puoi stare tranquilla Ka.." aggiunse Dean ma fu interrotto dal rombo di una macchina.

Katherine sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene, sgranò gli occhi e si diresse fuori dalla camera. 

"No, non può essere!".

"Che diavolo sta facendo?" Chiese Sam seguendola e uscendo fuori vedendo l'auto di Bela in lontananza. 

"Ha lasciato queste" disse Dean tenendo fra le mani le tre mazzette e i due fogli. "Questa è per te" aggiunse passandole la lettera con sopra scritto con la sua calligrafia perfetta 'Katherine'.

La ragazza strappò la busta e lesse immediatamente la lettera che la sorella le aveva scritto; prese un respiro e accartocciò il foglio fra le mani.

"Vi aspetto in macchina. Torniamo da Bobby" disse la ragazza salendo in auto.

I due ragazzi si guardarono e si capirono al volo; Sam corse in auto con Katherine mentre Dean portava i bagagli in auto. 

La ragazza rimase muta fissando dritto davanti a se fin quando non arrivarono da Bobby; scese dall'auto e si diresse nella sua camera chiudendo porta.

 
 

 
"È chiusa lì dentro da un'ora e mezza, o vai tu o vado io" esclamò Dean sospirando.

"Sto andando" rispose Sam già diretto verso le scale.

Dean prese un respiro, era così palese ciò che provava per Katherine tanto da farlo capite ad un'estranea? Si stese sul divano con questi pensieri nella mente e cercò di riposare un po. 

 
 

 
"Tesoro.." disse Sam entrando nella stanza sospirando e trovandola a letto."Kath, sono io" aggiunse Sam stendendosi sul letto accanto a lei. 

Restò in silenzio a carezzarle i capelli, mentre la luce fioca filtrava dalla finestra e la illuminava.

"Aveva detto che si sarebbe lasciata aiutare, prima che entrassi in camera" disse Katherine con voce rotta. "Non l'avrei dovuta lasciare sola. Come la salvo se non so dov'è?".

"Tesoro, la ritroveremo e la salveremo.. come Dean" disse Sam guardandola dritto negli occhi.

"Non possiamo, non c'è nessun modo per salvarli Sam" disse Katherine sedendosi sulle ginocchia sul letto con le lacrime agli occhi.  "Loro moriranno e basta. Non c'è modo di aiutarli".

"No Kath, non dire questo, noi.." disse Sam ma fu interrotto da Katherine che lo baciò. 
"Kath..andrà tutto bene.." disse carezzandole la testa e abbracciandola.

Katherine si mise a cavalcioni su di lui, gli tolse la camicia e lo baciò; lui ricambio il bacio per poi strapparle di dosso quella felpa larga che indossava.

Sam ribaltò le posizioni e Katherine poté sentire tutta la sua eccitazione premere contro il suo interno coscia, così, con un colpo secco, gli aprì i jeans e con il suo aiuto glieli tolse. Sam fece lo stesso con lei e le tolse la tuta che indossava, lasciandola completamente nuda.

Velocemente, Sam entrò dentro lei e fecero l'amore per quasi tutta la notte; Katherine appoggiò la testa al suo petto e si lasciò cullare fra le sue braccia, avendo dimenticato tutto quel casino per qualche istante.

 
 

 
Afferrò la camicia di Sam, e la indossò chiudendola, per scendere al piano di sotto e prendere un bicchiere d'acqua. 

Era notte fonda e dormivano tutti quando Katherine scese la rampa di scale e, arrivata nel buio salone, andò a tentoni. Arrivò faticosamente al frigo e si verso un bicchiere d'acqua fresca.

"Kath.." disse la voce assonnata di Dean, che si stropicciava gli occhi.

"Dean.." disse la ragazza voltandosi e sentendosi in imbarazzo per la sua quasi nudità.  In fondo indossava una camicia che le copriva a mala pena le cosce.

"Tutto bene?".

"Si, grazie" disse bevendo il suo bicchiere d'acqua.

"Mi dispiace molto per Bela, ti aiuteremo a ritrovarla.." sussurrò avvicinandosi.

"Lo so.." disse abbozzando un sorriso mentre il ragazzo si appoggiava al top della cucina, al suo fianco.

"Andrà tutto bene, Katherine.. sta tranquilla" disse il ragazzo appoggiando inavvertitamente la mano su quella della ragazza.

"Sarà meglio che salga di sopra" disse Katherine sfuggendo alla presa del ragazzo che, prontamente, la riagganciò.

"Oppure potresti rimanere qualche altro minuto" disse Dean afferrandole la mano fra le sue. 

Katherine guardò la sua mano intrappolata tra quelle del ragazzo ed ebbe un brivido di piacere quando Dean passò un dito sull'incavo del suo polso.

"Dean..".

"Che c'è?" Chiese avvicinandosi il ragazzo.

"Smettila" disse Katherine ritraendo il braccio dalla sua stretta.

"Allora è vero? Quello che ha detto Bela? Senti qualcosa anche tu?" Chiese sorridendole e prendendo un respiro profondo incastrandola con i suoi occhi verdi.

"Dean, lei ha esagerato.. non è come pensi.. io.." iniziò la ragazza ritraendosi.

"Ha esagerato.. davvero? Non provi nulla per me?" Chiese Dean avvicinandosi.

"Dean, per favore.." Disse la ragazza indietreggiando.

"Vuoi dirmi che se faccio questo.." sussurrò Dean avvicinandola a sè e appoggiandosi al top. Le passò un braccio attorno alla vita facendole inarcare la schiena e, facendo aderire il suo corpo minuto al suo corpo massiccio, avvicinò i loro volti. ".. non senti nulla?".

Lo sguardo di Katherine cadde sulle labbra del giovane ragazzo che la teneva stretta, per poi risalire ai suoi occhi.

"Dean, devo risalire.." sussurrò la ragazza mentre cercava di liberarsi.

Dean sapeva che, se avesse veramente voluto, si sarebbe liberata molto velocemente, così strinse più forte, facendo aderire ancora di più i loro corpi e facendo avvicinare di più i loro volti.

"Kath.. io.." disse il ragazzo sospirando e fissandola. "Io voglio stare con te, non voglio morire!".

Katherine lo guardò negli occhi e sospirò: "Non morirai Dean, te lo prometto ma.. Dean.." disse muovendo la testa e sfiorando le sue labbra con le sue. "..non posso".
"Prima di andare all'inferno.." disse afferrando il volto di Katherine fra le mani. ".. farò qualcosa che in questo momento non riesco a fare. Non ho abbastanza coraggio".

Allentò la presa sulla ragazza, fino a non toccarla più con le braccia, e sospirò; Katherine sciolse l'abbraccio e si allontanò di qualche passo continuando a guardarlo negli occhi.

"Devi salire.." disse Dean sfiorandole il viso. 

Katherine rimane a guardarlo qualche istante e accennò un sorriso amaro; vedeva quanta voglia aveva di fermarla e di baciarla da quanto forte stringeva le mani al top, aveva le nocche bianche.

Tutto ciò che provava lui, probabilmente lo stava provando anche lei; il suo cuore batteva all'impazzata, aveva creduto che stringendola in quel modo le potesse esplodere. 

"Buonanotte..'' sussurrò Katherine prima di voltarsi e di tornare in camera con Sam. 

Si infilò sotto le lenzuola e osservò Sam; non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere a lui, non se lo sarebbe mai perdonato. Così si ripromise di non avvicinarsi più tanto a Dean, non poteva più farlo.

Sospirò, era davvero confusa: aveva bisogno di trovare e salvare Bela e poi avrebbe pensato al resto. Si addormentò guardando Sam finché il buio prese il sopravvento. 

 
 

 
Dean ancora appoggiato al top si passò le mani sul viso, sospirando.

Voleva Katherine e, sapendo che il sentimento era in parte corrisposto, il suo cuore aveva sperato di... ma non era possibile, stava con Sam e inoltre lui sarebbe morto bel giro di un paio di mesi. 

Non era giusto.

"Manca qualche altro mese, qualche altro mese e questa tortura finirà!" Sussurrò Dean gettandosi sul divano sperando di riprendere sonno.

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Capitolo 19
*** Capitolo 16. ***


>Sospirò e sistemò il suo lungo impermeabile con la mano destra, mentre nella sinistra teneva una 24ore con tutti i contanti che aveva appena ricevuto da un cliente in cambio di un amuleto. 
Bela arrivò con passo svelto alla sua auto e fissò la sua immagine riflessa: era stanca e ciò veniva testimoniato dalle sue lunghe occhiaie. 

La notte non dormiva più, mancava davvero poco e sarebbe andata all'inferno, non avrebbe mai più visto Katherine, Judith e i due Winchester. 

Sospirò nuovamente e, appoggiando una mano alla maniglia della portiera, notò che vi era un'altra immagine riflessa proprio accanto a lei: un uomo. 

"Non è carino arrivare alle spalle" disse Bela con il suo solito sorriso beffardo voltandosi a guardarlo.

"Bela Talbot..o Collins" disse l'uomo sorridendo. 

"A questo punto sono in svantaggio: non ho idea di chi tu sia" disse la ragazza sbattendo le sue fitte ciglia. 

"Gordon Walker".

Bela aprì la bocca, in maniera sorpresa, sapeva tutti i trascorsi che quest'uomo aveva avuto con Sam.

"Ti conosco di fama" disse Bela sorridendo e sistemando la valigetta all'interno dell'auto. "Credevo che fossi in prigione".

"Sono uscito" disse Gordon con una smorfia.

"Rilasciato per buona condotta?" Chiese ironicamente Bela e cercando con una mano dentro l'auto la propria pistola.

"Cerchi questa?" Chiese Gordon tenendo tra le sue mani l'arma della ragazza che lo guardò spiazzata.

"Ho sentito che eri in Massachusetts e che eri in compagnia dei due Winchester e di tua sorella" disse Gordon con un grande sorriso mentre scaricava la pistola per terra. "Dimmi dove sono".

"Non lo so, mi dispiace" disse Bela chiudendo la portiera ed incrociando le braccia al petto.

"Fa un piccolo sforzo" disse Gordon avvicinandosi a lei.

"Perché li cerchi?" Chiese fra i denti Bela.

"Sam Winchester è l'anticristo!" Esclamò l'uomo infuriandosi.

"Sono tutte favole, puoi credermi. Non crederai a tutto ciò che senti?" Chiese Bela ridendo di gusto. 

"Il mondo è sull'orlo del baratro e il tuo bel sorriso non mi incanta! Dimmi dove sono o ti sparo" disse Gordon estraendo la sua pistola e puntandogliela contro.

"Noi non ci conosciamo bene, quindi ti do un piccolo consiglio: non mi piace essere ricattata! Devi farmi una bella offerta se vuoi da me un po' di collaborazione!" Esclamò sorridendo la ragazza.

"E va bene.." disse l'uomo sospirando. "Dimmi dove sono altrimenti io adesso ti sparo".

"Se lo fai, non li troverai mai!" Esclamò ridendo la ragazza.

Gordon la guardò dritto in faccia e dopo qualche secondo disse: "Ti offro tre centoni!".

"Non mi sporco per tre centoni" disse Bela inarcando le sopracciglia come se fosse una cosa ovvia. 

"Dammi quel sacchetto e te lo dico" aggiunse notando un piccolo sacchetto per rito vodoo che Gordon teneva attaccato alla cintura.

"No, non se ne parla. Questo non ha..".

"..prezzo? Lo so! Vediamo quanto ci tieni a trovare i ragazzi" disse Bela sorridendo beffarda.

Gordon la guardò negli occhi e, con una mano, slacciò il sacchetto e glielo porse; Bela con rapidità prese il cellulare e  chiamò Deal cellulare.

"Ciao Dean!" Esclamò sorridendo. "Dove siete? Ho deciso di tornare".

 
 

 
"Che postaccio!" Esclamò Katherine puntando la sua torcia ovunque in quel magazzino sommerso dai rifiuti.

Sam e Dean camminavano ai suoi lati in cerca della vampira di cui avevano seguito le tracce.

"C'è del sangue da questa parte!" Esclamò Dean notando delle enormi chiazze di sangue per terra.

Seguendolo, trovarono un uomo agonizzante, disteso per terra, con una ferita al collo grondante ancora sangue.

"Non si preoccupi, siamo qui per aiutarla!" Disse Sam chinandosi e cominciando a tamponare la ferita dell'uomo.

"Dov'è andata?" Chiese Dean sospirando.

L'uomo, con gran fatica, sollevò il braccio e indicò dritto davanti a loro così, Dean e Katherine partirono all'inseguimento mentre Sam prestava soccorso all'uomo. 

I due ragazzi attraversarono un lungo corridoio e scesero una rampa di scale, facendo il meno rumore possibile e guardandosi attorno.

Arrivarono ad un bivio, il magazzino si diramava in due parti e i due ragazzi si guardarono negli occhi: c'era un'unica cosa da fare per scovare quel vampiro. 

Dean tirò su la manica della sua giacca e tese il braccio, con un gesto calmo e netto si procurò un taglio sull'avambraccio facendo colare del sangue anche sul pavimento. 

"Lo senti l'odore? Vieni a bere, forza!" Urlò Dean con una smorfia.

Immediatamente, la vampira bionda uscì dal suo nascondiglio avvicinandosi cautamente ai due ragazzi.

"Non ha un buon odore? È anche molto saporito! Avanti!" Esclamò Dean sorridendo mentre Katherine sgranava gli occhi.

La vampira si avvicinò ulteriormente e i due ragazzi videro il suo viso sporco di sangue in più punti. Stava esitando, sapeva che quella era solo una trappola di un cacciatore, ma il richiamo del sangue era troppo forte; così, con un ringhio degno di un animale, si avventò su Dean riuscendo anche a morderlo mentre Katherine la bloccò e le iniettò una dose di sangue di uomo morto.

La vampira cadde a terra, priva di sensi. 

"Dean, sei ferito!" Esclamò la ragazza avvicinandosi al giovane e afferrandolo dal braccio.

"No, no sto bene" rispose il ragazzo passandosi una mano sulla ferita.

"No, hai rischiato grosso Dean! Se non ci fossi stata..".

"Ma c'eri ed è andata bene, no?" Chiese ironico Dean sospirando e guardando la vampira distesa per terra.

"Torniamo da Sam.." disse Katherine mentre Dean caricava sulle spalle la vampira.

 
 

 
Sbattè le palpebre molte volte prima di mettere a fuoco la stanza e le persone con cui si trovava. Si guardò a torno e vide gli stessi cacciatori che l'avevano stesa poco prima. 

"Come va?" Chiese Dean sorridendo mentre la vampira cercava di liberarsi dalle catene che la legavano alla sedia.

"No, non vai da nessuna parte" disse Sam avvicinandosi.

"Dov'è il tuo nido?" Chiese Katherine guardandola negli occhi.

"Cosa?" Chiese la vampira ancora frastornata dalla dose di sangue.

"Il tuo nido, il luogo in cui tu ed i tuoi amici vi riunite!" Esclamò Dean sprezzante. 

"Non so di cosa stiate parlando" disse la vampira guardandoli spaesata. "Vi prego, io non mi sento bene".

"Ti sentirai peggio se ti do un'altra dose di sangue di uomo morto!" Esclamò Dean tenendo una siringa piena fra le mani.

"Lasciatemi andare!" Esclamò la vampira con le lacrime agli occhi. 

"Sai che non possiamo farlo" disse Katherine aggrottando le sopracciglia.

"È la verità, ve lo giuro! Sono stata drogata e non capisco più nulla, non so cosa mi stia succedendo" disse la vampira fra le lacrime.

"Hai preso qualcosa?" Chiese Sam avvicinandosi ancora di più.

"Si! E non riesco più a calmarmi!" Esclamò guardandoli tutti ma soffermandosi su Katherine. "Io voglio solo calmarmi".

"Come ti chiami?" Chiese la ragazza guardandola con compassione. 

"Lucy.. lasciatemi andare, vi prego".

"Va bene Lucy, se ci racconti cosa è successo ti lasceremo andare" disse Sam abbassandosi al suo livello.

"Davvero?" Chiese la vampira guardando prima Dean e poi Katherine negli occhi.

"Si.." sussurrò Katherine mentre Dean annuiva.

"Beh.. non ricordo bene. Ero allo Spider..".

"Spider?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Il club. Si è avvicinato un tipo e mi ha offerto da bere..".

"Che aspetto aveva?" Chiese Sam guardandola.

"Era un bell'uomo sui trent'anni. Capelli scuri e giacca di pelle, si chiama.. Dick o Dixon.. mi ha detto che era uno spacciatore e aveva una droga nuova per me, ne ha versata una goccia nel mio drink" disse la vampira abbassando gli occhi al pavimento. 

"Era rossa e densa?" Chiese Katherine guardandola negli occhi.

"Si..".

"Quello che ti ha versato era sangue di vampiro!" Esclamò Dean.

"Cosa? Sei impazzito?" Chiese la vampira sgranando gli occhi. "Ricordo soltanto che mi sono ritrovata a casa sua e che lo dovevo aspettare, ma ero tanto affamata!".

"E poi hai vomitato?" Chiese Sam sospirando. 

"Ho cercato di liberare il mio corpo da quella sostanza..".

"Il sole ti irrita la pelle?" Chiese Dean.

"Si, e gli odori.. io riesco a sentire il sangue pulsare nelle vene".

"Mi dispiace dirtelo.." disse Katherine avvicinandosi e sedendosi su uno sgabello proprio accanto a lei. ".. ma il tuo sangue è cambiato".

"Non il mio.. il vostro. Riesco a sentire il battito di un cuore a mezzo isolato di distanza! Voglio che tutto finisca!" Esclamò piangendo la vampira.

"Ho una brutta notizia: non finirà. Hai già ucciso due persone.." disse Dean severo.

"Non l'avrei mai fatto! Non lo capisci che ero drogata?" Chiese ancora la vampira fra le lacrime.

"Ma l'hai fatto! Quella scia di cadaveri porta a te!".

"Vi prego dovete aiutarmi..è colpa della droga!".

Katherine sospirò e, con gli occhi lucidi, uscì dalla stanza e si appoggiò alla finestra del corridoio del magazzino, seguita Sam.

"Povera ragazza.." sussurrò Katherine prendendo dei respiri.

"Non abbiamo scelta" sussurrò Sam alle sue spalle, stringendola in un abbraccio.

"Noo, ti prego!!" Urlò la vampira mentre Dean la decapitava, schizzando sangue ad ogni lato.

Non appena Katherine sentì quel suono, si strinse ancora di più a Sam e sospirò: chissà se sarebbe mai finita.

 
 

 
"Abbiamo solo perso tempo!" Esclamò Dean uscendo dal locale e fissando l'enorme scritta in rosso 'Spider'.

"No, sono sparite tre bionde! E tutte sono state viste qui per l'ultima volta.." disse Sam sospirando.

"Beh, non ho altre idee.." sussurrò Dean passandosi le mani sul viso.

"Io una ce l'avrei" disse Katherine sorridendo.

"No!" Esclamarono in coro i ragazzi guardandola male.

"Oh, potete scommetterci!" Esclamò Katherine ravvivandosi i capelli con una mano.

"Katherine no, è pericoloso" disse Sam avanzando verso di lei.

"Sam, è il mio lavoro, ammazzare questi esseri.." disse Katherine sbottonando qualche bottone della sua camicia. "Aspettatemi qua!" Aggiunse entrando nel locale da sola, mentre i due ragazzi la guardavano a bocca aperta.

Entrò nel locale, sorridendo, e guadagnandosi un fischio da parte di alcuni ragazzi che stavano bevendo; quel giorno indossava dei jeans estremamente aderenti e degli stivali che sfilavano la sua figura, slanciandola.

Katherine li ignorò e ancheggiò fino al centro del locale; si guardò attorno, cercando qualcuno di sospetto, finché non notò al bancone un uomo sulla trentina, con i capelli scuri e la giacca di pelle, al bancone che flirtava con una bella ragazza bionda, proprio come aveva detto la vampira che Dean aveva ucciso. 

Sorrise e si diresse verso il bancone, dove appoggiò le braccia, proprio accanto a quell'uomo. 

"Cosa ti porto?" Chiese il barman avvicinandosi sorridendo.

"Qualcosa di molto, molto forte!" Esclamò Katherine attirando l'attenzione dell'uomo che si girò verso di lei, ignorando la ragazza al suo fianco.

"Cosa ci fa una ragazza bella come te sola in questo posto?" Chiese l'uomo sorridendole.

"Sono in cerca di roba forte!" Esclamò guardandolo e sorridendo.

"Davvero?" Chiese l'uomo alzando un sopracciglio.

"Ecco a te, tesoro" disse il barman porgendole un drink e schiacciandole l'occhiolino. 

Katherine lo bevve tutto d'un sorso, sentendo la gola bruciare come l'inferno, ma non lasciandolo vedere all'uomo che le stava accanto.

"Wow, sono colpito" disse sorridendo l'uomo. "Vuoi davvero qualcosa di forte?".

"Puoi giurarci" rispose voltandosi con il corpo verso di lei e sorridendogli.

"D'accordo tesoro" disse alzandosi e porgendo qualche dollaro sul bancone, pagando anche la sua consumazione. "Vuoi seguirmi?" Aggiunse porgendole un braccio.

"Certo che si!" Affermò afferrando il braccio e uscendo dal locale.

Passarono davanti ad una piccola folla e la ragazza vide Sam e Dean con la coda dell'occhio, cominciare a seguirli.

L'uomo la portò in un vicolo e la spinse contro il muro sfiorandole il viso. 

"Sicura di volerlo provare? È davvero forte, tesoro" disse l'uomo guardandola negli occhi. 

"Mettimi alla prova" rispose Katherine alzando il sopracciglio.

"Bene!" Esclamò sorridendo uscendo dalla tasca un barattolino e un contagocce. "Apri la bocca" aggiunse stando per gocciolarle addosso il sangue. 

"Figlio di puttana!" Esclamò Dean cogliendolo di sorpresa e colpendolo dritto sul viso.

I due ragazzi lottarono finché il vampiro non colpì allo stomaco Dean e scappò. 

"No!" Esclamò Katherine lanciandosi all'inseguimento, seguita dai due.

Quando girarono il vicolo, il passaggio fu interrotto da due uomini che gli puntavano la pistola contro.

"Oh no!" Esclamò Dean sgranando gli occhi. 

"Kubrik.. allora quello dev'essere..." iniziò Katherine.

"..Gordon!'' Esclamò Sam sgranando gli occhi.

I due uomini cominciarono a sparagli di sopra, costringendoli a scappare dietro una macchina e poi dietro un muro.

"Andatevene, io li distraggo!" Esclamò Dean respirando faticosamente. 

"Cosa? Ma sei impazzito?" Chiese Sam sgranando gli occhi. 

Ma Dean non lo ascoltò e si buttò tra i due uomini armati, scappando dentro ad un magazzino; venne inseguito soltanto da Kubrik mentre Gordon, con un sorriso, si avvicinava al nascondiglio di Sam e Katherine, non trovandoli.

 
 

 
Una volta seminato Gordon, Sam e Katherine andarono al motel aspettando l'arrivo di Dean.

Quando lo videro rientrare, si alzarono dal tavolo e gli andarono in contro.

"Era ora!!" Esclamò Katherine scattando in avanti.

"Scusa, ho incontrato traffico!" Esclamò ironico Dean togliendosi il giubbotto.

"È stata davvero una bella mossa, la tua! Cercavi di farti ammazzare?!" Chiese Sam infuriato.

"Ah, che posso dire? Mi piace il brivido!" Disse ridendo Dean.

"Dean, hai rischiato la vita!" Esclamò Katherine infuriata.

"Lasciami capire: tu puoi entrare in un club ed uscirne con un vampiro che vuole trasformarti e io non posso distrarre un tizio per salvarvi? Andiamo, Kath, rilassati!" Disse Dean sorridendo.

"È diverso, Dean!" Esclamò Katherine alterandosi e guardandolo negli occhi.

Dean continuò a sostenere lo sguardo finché non si voltò verso Sam e disse: "Così Gordon è uscito di prigione".

"Già, infatti" disse sospirando Sam. "Come diavolo ha fatto a trovarci?".

"Quella stronza!!"Esclamò Dean sgranando gli occhi ed estraendo il cellulare dalla tasca.

Katherine guardò Sam che fece spallucce mentre il fratello faceva un chiamata e metteva il vivavoce.

"Ciao Bela!" Esclamò Dean guardando Katherine. 

La ragazza divenne una statua di ghiaccio, sentì il sangue pulsare nelle sue vene e sgranò gli occhi, mentre Sam si girò a guardarla istintivamente. 

"Ciao Dean!".

"Dimmi una cosa, quando ieri mi hai telefonato non è stato perché volevi veramente tornare vero?" Chiese Dean sprezzante.

"No, Gordon voleva sapere dove eravate!" Esclamò la ragazza dall'altro capo del telefono. 

"Cos'hai detto?" Chiese Katherine intromettendosi infuriata.

"Beh Kath, avevo una pistola puntata contro! Cos'altro avrei potuto fare?" Chiese Bela ironicamente e Dean poté immaginare il suo grande sorriso.

"Per esempio, dirci che quel pazzo psicopatico stava venendo da noi!" Disse Sam infuriatissimo.

"Volevo chiamarmi, ma ero combattuta!".

"Ha cercato di ammazzarci!" Esclamò Dean stringendo le nocche.

"Mi dispiace! Ma sapevo che ve la sareste cavata;  eravate tre contro uno!".

"Non era da solo.." disse Katherine abbassando il tono e voltandosi verso la finestra. "Come ho potuto fidarmi ancora di te?".

"Bela, se uscirò vivo da qui la prima cosa che farò è ucciderti!" Esclamò Dean fissando Katherine di spalle.
"Non dirai sul serio!" Esclamò Bela divenendo seria tutto d'un colpo.

"Ti assicuro che non scherzo, questa volta sono serio!" Aggiunse il ragazzo abbassando lo sguardo e chiudendo la telefonata.

 

 
Mentre i ragazzi affilavano le loro lame e preparavano le loro armi, Katherine se ne stava seduta sul letto con le gambe incrociate a fissarli.

Si era fidata di nuovo di Bela e adesso lei li aveva messi in questa situazione. 

"Dean, quel vampiro è ancora in giro" sussurrò Sam sospirando. 

"Abbiamo un'altra priorità" disse il ragazzo affilando la sua lama.

"Gordon..".

"A proposito, quando lo troveremo o lui troverà noi.. non abbiamo altra alternativa" disse Katherine riprendendosi e raggiungendoli al tavolo.

"Si.. ha ragione, dobbiamo ucciderlo" disse Sam sospirando. 

"Davvero? Pensavo che proprio tu avresti detto 'Non possiamo, è un umano' " disse Dean abbozzando sorriso.

"No, non si fermerà finché non saremo morti. O finché non lo sarà lui" disse il ragazzo alternando lo sguardo fra loro due.

Il telefono di Katherine squillò ed in fretta notò il nome che appariva sul suo schermo: Bela. 

"Che vuoi?!".

"Non mi piace che mi portiate rancore e soprattutto che il tuo amico voglia uccidermi! Così mi sono data da fare e so dov'è Gordon" disse Bela dall'altro capo del telefono. 

"Sei lontana da qui, come hai fatto?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.

"Ti ricordo che faccio collezione di potenti amuleti; ne ho usato uno".

"E..?" Chiese sedendosi e guardando i due.

"Ed è in un magazzino sulla riva di un fiume con l'insegna al neon!".

"Cos'è che non mi sta dicendo, Bela?" Chiese Katherine notando il cambiamento di voce della sorella.

"Lo spirito.. aveva un messaggio per voi: lasciate la città e fuggite in fretta e, soprattutto, non date la caccia a Gordon!".

"Sai che lo faremo lo stesso" disse la maggiore sospirando.      

"Kath.. lascia perdere questa volta, per favore".

"Ciao Bela" disse la ragazza prendendo un respiro. 

"Sta attenta!" Esclamò la minore ma Katherine aveva già riagganciato il telefono.  

 
 

 
I ragazzi seguirono le indicazioni di Bela e ben presto riuscirono ad arrivare a quel magazzino; scesero lentamente e silenziosamente una rampa di scale impugnando le loro armi.

Davanti ai loro occhi si presentava un orrenda scena: il vampiro che aveva adescato Katherine nel bar, adesso era in ginocchio dinnanzi a due corpi senza vita legati per le braccia.

Due ragazze erano state sgozzate ed erano interamente sporche di sangue, mentre il vampiro le osservava in maniera afflitta.

I tre ragazzi si scambiarono un'occhiata veloce e si avvicinarono cautamente, mantenendo comunque una certa distanza, circondandolo.

"Coraggio, fatelo! Uccidetemi!" Esclamò il vampiro fra le lacrime con occhi bassi.

"Che cosa è successo?" Chiese Sam puntandogli la pistola contro. 

"Gordon Walker... non dovevo portare un cacciatore qui.." disse il vampiro alzandosi in piedi e voltandosi verso i ragazzi. "Ho sbagliato, ma io volevo avere solo la mia vendetta! Sono stato uno stupido ad esporre così la mia famiglia".

"No, sei un buon padre di famiglia!" Esclamò Dean sorridendo, estraendo dalla sua giacca una lama parecchio affilata. 

"Voi non capite.. ero disperato! Sapete cos'è la disperazione? Ho perso tutti coloro che amavo e mi resta un'eternità di solitudine! Non c'è niente di peggio.." disse il vampiro avvicinandosi a Katherine.  "Sai cosa vuol dire non avere più niente? È come essere già morti!".

"E tu? Tu sai che significa vero? Te lo leggo negli occhi" disse il vampiro guardando negli occhi Dean. "Non c'è niente di peggio di quando si viene privati dell'amore delle persone che amiamo, vero?".

Dean rimase a fissarlo e prese dei respiri profondi, stringendo fra le mani la sua lama. Rimasero qualche secondo così, occhi negli occhi.

"Ragazzi!" Disse Sam richiamando l'attenzione di tutti. "La testa non è stata staccata di netto.. è stata staccata a mani nude!".

"Cosa?!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi. "Dixon.. che hai fatto a Gordon?".

I ragazzi si guardarono sgranando gli occhi, una delle cose peggiori si era appena realizzata.

"Dannazione!" Esclamò Dean imprecando e facendo una smorfia, mentre Sam e Katherine si guardavano negli occhi spiazzati. 

 
 

 
I ragazzi si divisero: Sam rimase a cercare al computer possibili avvistamenti di Gordon, mentre Katherine e Dean controllarono tra i magazzini e i motel della città. 

"Non c'è traccia.. è l'ennesimo motel!" Esclamò Katherine sospirando, passandosi entrambe le mani sul viso.

"Dobbiamo trovarlo!" Disse Dean sbattendo lo sportello dell'Impala.

"Lo troveremo.." disse Katherine abbassando lo sguardo mentre il ragazzo accendeva il motore.

"Vorrei essere così ottimista..".

"Dean, sta calmo. Andrà tutto bene.." disse Katherine voltandosi vero il finestrino.

Dean si voltò brevemente ad osservarla: i suoi capelli ricadevano delicati e morbidi sulle spalle e avrebbe tanto voluto sentirli sotto le labbra.

"Sei sicura?" Chiese Dean tornando a guardare la strada mentre la ragazza si voltava nella sua direzione. 

"Si.."disse la ragazza accennando un sorriso. "Si Dean, andrà tutto bene".

"Voglio solo che finisca.." disse Dean sbuffando.

"Lo uccideremo, promesso".

"Parlo della mia vita: voglio che finisca tutto in fretta" disse stringendo fortemente il volante.

"Di che diavolo parli?".

"Sono stanco di tutto questo, delle lotte, dei nemici, delle persone.. voglio avere un po di pace".

"Te l'ho detto, non appena ti avremo salvato, vivrem..".

"Ma non lo capisci quanto questo sia impossibile?  Non troverete mai un modo per salvarmi!" Esclamò Dean alzando il tono della voce. 

"Hai ragione.." disse la ragazza con occhi bassi, dopo averci riflettuto qualche minuto.

"No, Katherine, voi non..." disse il ragazzo interrompendosi e realizzando cosa avesse detto la ragazza. ".. cosa?".

"Hai ragione, non troveremo un modo per salvarti.. e mi dispiace così tanto" disse Katherine respirando profondamente e voltandosi verso il finestrino per nascondere gli occhi lucidi.

"Non essere dispiaciuta, ci hai provato. Adesso ti lascerò al motel e io andrò in cerca di Gordon, d'accordo?" Disse Dean guardando davanti a sé. 

"Cosa?!" Chiese Katherine alterandosi voltandosi verso di lui.

"Hai sentito bene" disse il ragazzo con tono serio.

"Non da solo, scordatelo!" Esclamò la ragazza sgranando gli occhi.

"Non ho bisogno del tuo permesso per andare! Lui sta dando la caccia a Sam ed è super eccitato, non voglio che corriate rischi!" Esclamò il ragazzo sospirando.

"Non puoi affrontarlo da solo, potrebbe ammazzarti!" Esclamò Katherine alterandosi ulteriormente. 

"Corro questo rischio ogni giorno, oggi faccio gli straordinari!" Esclamò Dean ridendo.

"Lo fai perché non hai più niente da perdere, vero? Perché sei già morto, vero?!".

"Se preferisci dire così..".

"Sai una cosa, Dean? Sono stufa di questo tuo atteggiamento da kamikaze!!" Esclamò avvicinandosi a lui nello stretto abitacolo dell'auto. 

"Woh, woh, kamikaze? Io avrei detto da ninja!" Continuò il maggiore guardandola e ridendo.

"Non sei divertente!!" Disse Katherine infuriandosi ancora di più. 

"Che cosa vuoi che faccia? Che stia seduto tutto il tempo a scrivere poesie su come morirò? " chiese guardando la ragazza e accostando l'auto bruscamente.

"Smettila di fare lo sbruffone! E non fare come se non avessi paura!" Esclamò Katherine infuriata.

"Non ne ho!!" Urlò il ragazzo guardandola negli occhi divenendo serio.

"Stai mentendo!! Con me non attacca, Dean, so come sei fatto!".

"Tu non sai di che parli!".

"Tu hai paura, Dean: perché il tuo anno sta per finire, andrai all'inferno e questo ti spaventa!".

"Davvero? E come lo sai?" Chiese continuando a guardarla negli occhi.

"Perché io ti conosco!".

"Oh, davvero?!".

"Certo! Sono quasi due anni che viviamo insieme e ne abbiamo passate tantissime! So come sei fatto ed è esattamente così che ti comporti quando sei spaventato, Dean!" Esclamò Katherine voltandosi interamente verso di lui con il busto. 

"Io non posso certo darti torto e vorrei che.." disse la ragazza interrompendosi e voltandosi verso la strada, non riuscendo più, per la prima volta, a sostenere il suo sguardo.

"Cosa?" Chiese Dean guardandola. 

"Che.." disse la ragazza tornando a guardarlo e mostrandogli i suoi occhi lucidi. "..che la smettessi di fare il grand'uomo e tornassi ad essere quello che eri perché.. questo mi manca".

Dean la guardò per qualche secondo, dopodiché abbassò il capo e si passò una mano sugli occhi, appoggiando un gomito al sedile.

"Ti manca davvero?".

"Si Dean, mi manca tantissimo" disse guardandolo. "Il vecchio Dean mi avrebbe detto della chiamata di Bela..".

Dean alzò il capo in fretta a la guardò negli occhi, annuendo.

"Hai ragione, mi dispiace tanto per quello.." Disse Dean incastrandola con il suo sguardo ed afferrando la sua mano fra le sue.

"Nessun problema.." disse chiudendo gli occhi per qualche secondo. 

Strinse la presa sulle sue mani e lo guardò, come se da quello dipendesse l'esistenza del mondo.

"Kath.." sussurrò il ragazzo guardandola negli occhi e tutto avvenne in pochi secondi.

Dean si avvicinò a lei e, prendendole il viso fra le mani, la baciò delicatamente sulle labbra.

Katherine in un primo momento rimase immobile, non sapendo come comportarsi, ma decise di fare ciò che sentiva e che voleva. 

Ricambiò la presa, stringendo le sue braccia attorno al collo del ragazzo e ricambiò il bacio, dischiudendo le labbra.

Dean, con un movimento deciso, la portò a cavalcioni su di lui e le baciò il collo mentre lei piegava la testa leggermente all'indietro.

"Dovremmo fermarci.." sussurrò Katherine sulle le sue labbra, mentre le mani di Dean vagavano sui fianchi della ragazza.

"Dovremmo.." disse Dean baciandola delicatamente, riprendendo il controllo di sé e guardandola negli occhi.  ".. ma se non volessi?".

Katherine tremò quando il ragazzo le carezzò delicatamente la schiena e si fiondò sulle sue labbra; Katherine afferrò i suoi capelli fra le dita e strinse più forte Dean a sé. 

Quando, ad un certo punto, il telefono del ragazzo squillò, riportando i due ragazzi alla realtà. 
"Chi diavolo è?" Imprecò Dean estraendo il telefono dalla giacca.

Katherine, si rimise seduta accanto al ragazzo, abbastanza imbarazzata mentre il lui guardava il numero sullo schermo.

"Non conosco questo numero.. pronto?".

"Dean..".

Il ragazzo sgranò gli occhi e guardò Katherine preoccupato.

"Chi ti ha dato questo numero?".

"Dove siete?" Ringhiò Gordon dall'altro lato del telefono. 

"Perché non provi a trovarci?" Chiese Dean ironico.

"È meglio se venite da me!".

"Che ti prende? Non avrai paura Gordon? Ti aspettiamo, raggiungici!" Esclamò mentre la ragazza sgranava gli occhi.

"Non credo proprio.." disse Gordon passando il telefono ad un'altra persona. 

"Ti prego.." disse una voce  femminile. "..aiutami..".

"C'è una fattoria tra Riversides e Tampaick, vi aspetto fra venti minuti o la ragazza muore".

"Gordon, non puoi farlo! Tu non uccidi persone innocenti, sei un cacciatore!" Esclamò Dean cercando di farlo ragionare.

"No, adesso sono un mostro!" Esclamò Gordon chiudendo la chiamata lasciando Dean senza parole.

Lasciò il telefono e accese il motore, andando a prendere Sam al motel e dirigendosi verso quella fattoria, decisi ad eliminare una volta per tutte Gordon.

 
 

 
Scesero dall'auto il più silenziosamente possibile, impugnando le loro pistole e le lame.

Entrarono nella fattoria ed attraversarono un lungo corridoio; sentirono il pianto di una donna così si diressero in quella direzione per aiutarla. 

"Ehi, è tutto finito, sta tranquilla!" Esclamò Katherine slegandole gambe e braccia.

"Su alzati, vieni qui" disse Dean alzandola di peso e sorreggendola con le braccia.

"Su, andiamo ragazzi!" Esclamò Dean camminando davanti a loro.

Una saracinesca calò dal tetto, separando i due fratelli e lasciando Sam completamente solo.

"No, Sam!!" Urlò Katherine dando un calcio alla saracinesca. 

"Dannazione!!" Urlò Dean lasciando la ragazza per terra. "Sta attento!".

Il maggiore non ebbe neanche il tempo di dirlo, che la stanza divenne completamente buia, così come quella del fratello.

"Gordon, sono qua! Esci e combatti" disse Sam estraendo la sua lama e portando una mano davanti a sé per parare ogni attacco.

"Sarà un vero piacere per me!" Esclamò Gordon spuntando alle spalle del ragazzo, facendolo voltare.

Sam continuava a cercare di mettere a fuoco gli oggetti ma tutto era completamente buio.

"Allora è così che vuoi che finisca?".

"Ci puoi scommettere!" Esclamò l'uomo ridendo. "Non immagini quello che ho sopportato per arrivare fin qui. Ho perso la mia vita, ma alla fine riuscirò ad uccidere l'essere più pericoloso a cui abbia mai dato la caccia!".

Gordon prese una pausa,  godendosi lo spettacolo di Sam che brancolava nel buio e disse: "Tu non sei umano!".

"Senti chi parla!!" Esclamò Sam credendo di essersi avvicinato a lui e colpendo l'aria attorno a sé con la lama.

"Hai ragione, ora sono assetato di sangue!".

"Gordon, hai un'altra scelta! Quella ragazza non l'hai uccisa!" Esclamò Sam guardando attorno a sé.

"No, infatti. Ho fatto qualcosa di peggiore!" Esclamò con un ghigno sulla faccia che Sam non poté vedere, ma solo sentire e immaginare. 

 
 

 
"Dannazione!!" Esclamò Katherine colpendo ripetutamente la saracinesca con un bastone metallico.

"Dobbiamo raggiungerlo!" Urlò Dean gettando per terra il suo bastone.

Ad un tratto, la donna che avevano aiutato poco prima, si diresse verso Dean mostrando la sua vera natura: un vampiro. 

Si mise a cavalcioni sul ragazzo e Katherine la gettò dalla parte opposta con un calcio, dal quale si riprese subito, alzandosi.

Dean, senza pensarci due volte, prese la Colt e sparò in testa alla vampira, che cadde priva di vita, mentre Katherine e Dean si guardavano senza parole.

 
 

 
"Tu non sei umano, hai ingannato molta gente ma io conosco la verità. Adesso ci somigliamo, tu ed io, lo so come ci si sente ad avere qualcosa di malefico dentro! L'unica cosa giusta da fare è uccidersi, e lo farò dopo aver ucciso te! Due buone azioni!" Esclamò Gordon seguendo tutti i movimenti del ragazzo.

Si diresse verso di lui e, con la sua superforza, lo spinse  contro un muro e lo sfondò.

Atterrò su Sam che, stordito, si lasciò afferrare e lanciare in fondo alla sala.

Dean e Katherine, riuscirono a raggiungerli e in pochi secondi il maggiore gli puntò la Colt alla testa. Gordon lo disarmò velocemente e lo scaraventò vicino a Sam.

Katherine, ormai senza alcun briciolo di pazienza, lo afferrò e lo scaraventò contro quel che restava del muro ma, quando tornò, la sbattè contro un pilastro.

"Vedo che ho il piacere di conoscere la Cacciatrice!" Esclamò Gordon sorridendo.

"Beh, il piacere non è ricambiato" disse invertendo le posizioni e sbattendo il vampiro contro la parete, tenendogli il braccio sinistro dietro la schiena.

Gordon si liberò e la atterrò, bloccandole le braccia, pronto ad ucciderla finché Dean non lo allontanò con un calcio.

Il vampiro non si risparmiò e, velocemente, lo atterrò per poi mordergli il collo causandogli una brutta ferita.

"NO!" Urlò Sam avvicinandosi e colpendolo.

Gordon si voltò con il viso pieno di sangue e cominciò a colpire Sam allo stomaco e al viso.
Il ragazzo afferrò molti strati di fil di ferro e lo passò attorno al collo del vampiro, dal quale cominciò ad uscire del sangue.

Le mani di Sam erano completamente piene di sangue e bruciavano, ma lui continuava a stringere di più  finché, con un gesto forte e netto, lo decapitò guardando il corpo cadere a terra senza vita.

Katherine, controllò che la ferita di Dean non fosse grave e si diresse da Sam, che respirava faticosamente e gli afferrò le mani, vedendo quando fossero profonde le ferite.
Dean tossì e sputò del sangue, si avvicinò a loro e disse: "Hai fatto fuori un super vampiro come Gordon senza armi.. Sei stato forte, lo sai?".

"Andiamo, torniamo al motel e medichiamo tutte queste ferite.." disse Katherine sorreggendo Sam. 

 

 
La ragazza si sedette sul letto davanti a Sam, incrociando le gambe, e gli prese le mani, disinfettando le ferite e medicandole al meglio, mentre Dean aveva deciso di farsi prima una doccia.

"Ho avuto paura oggi.. quando quella saracinesca ci ha separati.." disse Katherine sistemando la medicazione della mano destra, mentre il ragazzo la guardava. "Pensavo che non ce l'avresti fatta, ero così preoccupata...".

"Sono qui adesso.." disse il ragazzo avvicinandola a sé.

"Lo so.." disse guardandolo negli occhi. "Sei qui!" Aggiunse avvicinandosi ed abbracciandolo forte a sé. 

"Dio, quanto ti amo" disse Sam ricambiando la stretta, anche se ogni muscolo del corpo gli faceva male.

"Anch'io ti amo" sussurrò la ragazza prendendo un respiro profondo.

Ed era vero, lo amava. Tutto quello che era successo con Dean, qualche ora prima, non poteva cancellare quello che provava per Sam, non poteva cancellare lui.

 
 

 
"Tieni" disse Katherine porgendo una birra a Dean, che era piegato sul motore della sua auto.

"Grazie.." disse il ragazzo prendendola e sfiorandole la mano.

"Dean, noi..".

"Hai capito perché fa quel rumore?" Chiese Sam arrivando alle loro spalle e guardando ciò che stava facendo il fratello. 

"Non ancora" disse Dean sorridendo. "Passami la chiave".

"Ecco" disse Sam passandogliene una.

"Sam.." disse Dean guardandolo.
"È quella sbagliata?" Chiese aggrottando le sopracciglia. 

"Nono..guarda qui.. ho capito da che dipende quel rumore. È un problema al carburatore" disse il maggiore guardandolo negli occhi. 

"Mmm.. va bene" disse Sam.

"Vedi questo?" Chiese Dean indicando una parte del motore.  "È il coperchio delle valvole, dove ci sono le parti della testata! Mi segui?".

"Sisi, il coperchio delle valvole copre la testata".

"Bene, questo è il collettore.." disse mettendo una mano su di esso. "..e  questo è..?".

"È.. il carburatore?" Chiese Sam con un sorriso. 

"Si! Bravo!" Disse Dean ricambiando il sorriso.

"Perché mi dici tutto questo?" Chiese Sam e il fratello per tutta risposta gli porse la chiave inglese. 

"Non vorrai che io..?".

"Si! Aggiustala tu" disse Dean abbozzando un sorriso. 

"Ma se non me la lasci nemmeno guidare.." disse Sam ridendo.

"È ora che impari ad aggiustarla.. devi imparare questo per il futuro!" Disse Dean mentre Sam abbassava lo sguardo verso il motore. 

"È compito mio insegnare al mio fratellino come si fa" aggiunse guardando negli occhi Katherine che aveva assistito a tutta la scena in silenzio. "Dacci dentro".

Sam in silenzio, prese la chiave cominciò ad aggiustare il problema, mentre Dean si sedeva sul portaghiaccio e guardava la ragazza negli occhi. 

Katherine, nervosa, si voltò ed entrò nella stanza del motel per raccogliere le ultime cose. Nonostante tutto quello che provava per Sam, non poteva nascondere l'attrazione che provava verso Dean e, soprattutto, non poteva nascondere il dolore che provava pensando alla sua imminente morte.

 
 

 
Katherine scese le scale e arrivò nel piccolo soggiorno, dove trovò Dean e Bobby intenti a commentare una partita con una birra in mano.

"Penso che andrò a farmi una dormita.." disse Bobby sorridendo a Katherine e salendo le scale.

La ragazza guardò dritto negli occhi Dean e si morse il labbro, sospirando.

"Immagino che tu voglia parlare" disse Dean alzandosi in piedi, passando una mano sulla medicazione sul collo che le aveva fatto la ragazza.

Katherine annuì e si diresse fuori casa di Bobby, sedendosi sul dondolo seguita dal ragazzo.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, finché Dean non lo ruppe. 

"Quello che è successo oggi.. è stato bellissimo. Vorrei poterti baciare ancora.." disse guardandola negli occhi. ".. vorrei baciarti anche in quest'istante e portarti nella mia stanza e fare l'amore con te, Katherine".

"Ma mi rendo conto che tu sei innamorata di Sam e non posso fare una cosa del genere a mio fratello" disse distogliendo lo sguardo e guardando davanti a sé. "Sei solo attratta da me e io da te".

"Sono venuta a dirti la stessa cosa.." disse Katherine chinando il capo. "Dobbiamo dimenticarcene".

"Ok, siamo d'accordo allora" disse Dean guardandola abbozzando un sorriso. "Rientriamo".

Si alzarono nello stesso momento e Dean sfiorò inavvertitamente la schiena di Katherine, che si voltò a guardarlo negli occhi. 

E come in un dejavu, successe tutto molto velocemente: Dean la avvicinò a sé, stringendola dalla schiena e Katherine gli mise le braccia attorno al collo, facendo aderire i loro corpi e sfiorandosi le labbra.

Si guardarono negli occhi,  ormai persi l'uno dell'altra, e si baciarono, mentre le mani di Dean vagavano per tutto il corpo di Katherine. 

Lei sfiorò con le dita il petto di Dean e sentì l'urgenza di togliergli la maglietta, come tutti i vestiti che indossavano e sentì che anche lui provava le stesse cose dal modo in cui la sua mano si era intrufolata sotto la sua maglietta, arrivando a sfiorarle il reggiseno. 

"Basta.." sussurrò Katherine, ma fu soffocato dai baci del ragazzo.

Appena Dean stava per sbottonarle i pantaloni, Katherine ritornò interamente alla realtà, sgranando gli occhi.

"Non posso, non possiamo..!" Disse la ragazza allontanandosi dal corpo di Dean e mettendo della distanza fra loro due.

Riprese fiato e si passò una mano fra i capelli, cercando di calmarsi e di far calmare Dean. 

"Ok.." disse Katherine leccandosi le labbra e guardandolo negli occhi. "È stata l'ultima volta, non succederà più".

"Hai ragione.. mi dispiace, non dovrà succedere più" disse sospirando Dean e guardandola.

Katherine ignorò il suo sguardo ed entrò immediatamente dentro; salì immediatamente le scale ed entrò nella sua stanza, dove Sam dormiva beatamente. 

Si cambiò gli abiti e si mise a letto, dando le spalle al ragazzo.

Katherine non poté negare quanto le fosse piaciuto baciare Dean e sentire le sue mani che le sfioravano delicatamente tutto il corpo; passò la notte senza chiudere occhio, ripensando a quei momenti che non sarebbero avvenuti mai più, ma che adesso appartenevano per sempre ai suoi ricordi. 

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Capitolo 20
*** Capitolo 17. ***


"Sturbridge, Massachusetts: una coppia ritorna a casa da una festa e la donna comincia a sentirsi male. In pochi minuti muore, sputando sangue e denti, lasciando il marito terrorizzato" disse Katherine leggendo il giornale ad alta voce, mentre i due ragazzi stavano facendo colazione. 
"Puoi evitare? Sto mangiando" disse Dean con la bocca piena, facendola ridere.

"Sembra un caso per noi" disse Sam ignorando il fratello. "Streghe?".

"Penso di si. E non è neanche tanto lontano da qui" disse Katherine sorridendo al ragazzo più giovane.

"D'accordo, muoviamoci" disse Sam alzandosi, lasciando ancora un po di cibo nel piatto, seguito dalla ragazza.

"Ehii!" Li richiamò Dean, ma lo ignorarono, sollecitandolo a fare in fretta.

Il maggiore sbuffò; da quando aveva baciato Katherine qualcosa era cambiato dentro lui, era felice. 

Avrebbe passato gli ultimi mesi della sua vita felice di ciò che era appena avvenuto, non avendo rimpianti o rimorsi. Pagò il conto e si diresse verso la sua auto, vi salirono e senza perdere tempo, andarono a risolvere questo nuovo caso.

 
 

 
"Era spaventata; non ho potuto né aiutarla, né impedirlo" disse il marito della vittima, Paul, guardando i tre ragazzi. "Ho anche parlato con la polizia e con il medico legale, ma nessuno sa spiegarlo..".

"Per questo ci hanno passato il caso, signor Datton" disse Dean scrivendo degli appunti su di un block-notes mentre Sam e Katherine curiosavano per la casa, senza dare troppo nell'occhio. 

"Ma la CDC è il controllo delle malattie, vero? Pensate che sia una sorta di virus?" Chiese l'uomo sospirando. 

"Per il momento non escludiamo niente, signor Datton. Janet aveva dei nemici?" Chiese Dean continuando a scrivere mentre Sam e Katherine controllavano ogni centimetro della casa.

"Come scusi?" Chiese l'uomo aggrottando le sopracciglia e guardandolo negli occhi.

"C'era qualcuno che la odiava?" Chiese Dean guardandolo di rimando.

"Intende dire che l'hanno avvelenata?" Chiese Paul con una smorfia sul viso.

"Dobbiamo considerare tutto" disse Dean facendo spallucce. 

"Che tipo di veleno?" Chiese Paul sconcertato. 

"Kath!" Sussurrò Sam, sventolandole vicino un sacchetto per riti voodo.

"L'hai trovato?!" Chiese retoricamente Katherine sorridendo e non prestando più attenzione alla conversazione tra i due uomini nell'altra stanza.

"Si, sotto il lavello" disse il ragazzo infilando il sacchetto nella tasca della sua grande giacca. 

Tornarono nella stanza dove i due stavano ancora parlando e Sam fece un segnale con la testa a Dean, che capì immediatamente. 

"Va bene, grazie. È tutto, adesso la lasciamo tranquillo" disse Dean accennando un sorriso ed uscendo dalla stanza con i due ragazzi.

 
 

 
"Quel tizio non vi sembrava un po' troppo evasivo?" Chiese Dean uscendo dalla casa.

"Non so, ero sotto il lavandino e.. ho trovato questo" disse Sam uscendo dalla tasca il sacchetto voodo.

"Che schifo.." disse Dean aprendo il sacchetto e osservando disgustato tutto quello che conteneva.

"Ci sono ossa di uccello e denti di coniglio per un incantesimo ai danni di Jennet Datton" disse Katherine sospirando.

"Allora è molto probabile che sia una strega.." disse Dean avvicinandosi alla macchina.

"Esatto, e non una strega della new age all'acqua di rose! Questa è vera magia nera del vecchio mondo" disse Sam aprendo lo sportello dell'auto. 

"Detesto le streghe" disse Katherine sbuffando e salendo in auto, trovandosi inevitabilmente vicinissima ai due ragazzi.

"Già, spargono i loro fluidi corporei ovunque.." disse Dean con una smorfia.

"Più o meno" disse Sam ricambiando la smorfia.

"È terribile e antigenico!" Esclamò Katherine fissando dritto davanti a sé. 

"Si certo.. qualcuno, comunque, ce l'aveva con Jennet Datton" disse  Sam osservando la ragazza.

"Si, qualcuno che è entrato in casa e ha piazzato il sacchetto" disse Dean sospirando. 

"Chi cerchiamo? Una vecchia strega che vive nella foresta?" Chiese Katherine guardando Sam.

"No, può essere chiunque. Un vicino, un collega, uomo, donna.. Sono esseri umani normali" disse Sam ricambiando lo sguardo. 

"E allora come facciamo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.

"Non è un caso, c'era qualcuno nella sua vita che le voleva molto male!" Esclamò Sam sospirando.

"Scopriamo il movente.." disse Katherine portandosi le mani allo stomaco.

"E troviamo l'assassino!" Esclamò Dean finendo la frase della ragazza, accendendo il motore e dirigendosi verso il loro motel.

 
 

 
I ragazzi uscirono per cenare e, quando salirono in auto, Katherine e Dean si trovarono nuovamente fin troppo vicini.

Con un sospiro, Katherine cominciò a parlare con Sam, tagliando fuori Dean dalla conversazione; ma neanche lui provò ad interagire con lei in quei giorni.

Era più o meno una settimana che non si rivolgevano la parola, da quando la passione li aveva sopraffatti e si erano scambiati quei baci.

Era a questo che pensava Dean quando prontamente frenò, trovandosi il signor Datton piegato su se stesso nel mezzo della strada.

"Oh mio Dio!" Imprecò Katherine tenendosi al sedile, per non finire sul parabrezza. 

In fretta scesero dall'auto e mentre la ragazza cercava di aiutare l'uomo che sputava sangue, Sam e Dean cercarono e distrussero un altro sacchetto voodo, salvando l'uomo. 

"Che diavolo è successo? Che cosa mi sta succedendo?!" Chiese l'uomo avvinghiandosi alla ragazza come un bambino. 

"Qualcuno ha ucciso sua moglie e adesso cerca di uccidere lei, mi dispiace" disse Sam avvicinandosi a lui.

"È impossibile, non può essere..".

"Paul, se non fossimo passati di qui lei sarebbe morto!" Esclamò Katherine, scrollandoselo di dosso e tenendolo solo per un braccio.

"Rifletta, chi la vuole morto?" Chiese Dean duro.

"Ecco, c'è una donna.. un errore.." disse l'uomo ancora sconvolto e, inevitabilmente, gli occhi di Dean e Katherine si incontrarono. "È una squilibrata, mi ricattava e qualche settimana fa ho chiuso".

"Come si chiama?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"Ma cosa può avere a che fare..?".
"Paul, come si chiama?!" Chiese Dean interrompendolo bruscamente.

"È una vicina.. Amanda" disse l'uomo sconvolto. 

 
 

 
I ragazzi si precipitarono a cercarla, entrarono in casa di soppiatto, impugnando le loro pistole. 

"Ragazzi.." disse Katherine in un sussurro.

I ragazzi seguirono il suo sguardo e videro ciò che sospettavano: Amanda, contornata da molte candele accese in una stanza buia, riversa su un tavolino, ricoperta di sangue. 

"Lo immaginavo.." disse Dean accendendo la luce nella stanza.

Con la pistola, si avvicinò al corpo della donna e  osservò le ferite, come gli altri due.

"Tre su ogni polso, verticali" disse Sam aggrottando le sopracciglia.

"Già.. non scherzava" disse Katherine piegandosi sulle ginocchia per vedere tutti gli 'ingredienti' che utilizzava la donna.

"Era interessata a malefici molto pesanti.." sussurrò la ragazza.

"Già... aaaah" urlò Dean girandosi e trovando un coniglio privo di vita appeso al soffitto. "Maledette streghe! Davvero? Ma che schifo!!!".

"Ecco dove ha preso i denti di coniglio.." osservò Sam.

"Perché ci vanno sempre di mezzo i conigli? Poverino!".

"Perché fare questo se si voleva vendicare?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"Prima ha ucciso Jennet, poi pensava di aver ucciso Paul.." disse Katherine alzandosi. "E poi si è uccisa anche lei..".

"Forse.." continuò Sam, molto poco convinto.

"Questo non è esattamente il salotto di una persona allegra e stabile, non credi?" Chiese Dean ironicamente. 

"No ma... guardate qui" disse Sam trovando sotto al tavolino un altro sacchetto. 

"Un altro?! Ma dai!!" Disse Dean sgranando gli occhi.

"Quindi l'hanno uccisa? Un po di violenza fra streghe?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 

Dean fece spallucce, rassegnato, e prese il suo cellulare componendo il 911.

"Pronto, vorrei denunciare un cadavere al 309 al Mayfair Circle... il mio nome? Si il mio nome è..." disse chiudendo la chiamata e sospirando.

"Perché si uccidono tra loro?" Chiese Katherine osservando ancora il cadavere.

"Non lo so.." rispose Sam sospirando. "Ma credo ci sia una congrega di streghe..". 

 
 

 
"Volete cominciare da lei?" Chiese Katherine seduta in macchina con gli altri due ragazzi.

La congrega di streghe secondo loro era fondata da membri del vicinato, così decisero di parlare con tutti.

"È lo stesso" disse Sam facendo spallucce. 

"D'accordo andiamo" disse Dean scendendo dall'auto. 
Si avvicinarono ad una donna, quasi inginocchiata nel suo giardino, intenta a concimare e a coltivare alcune piante.

"Deve avere proprio il pollice verde.." disse Sam con un sorriso.

"Come scusi?" Chiese la donna alzando lo sguardo verso di loro.

"Far crescere tutte queste erbe fuori stagione.. è davvero incredibile!" Esclamò Sam avvicinandosi ulteriormente.

"Siamo gli agenti Redfild, Backman.." disse Katherine indicando Sam e successivamente Dean. "..e Turner".

"Salve!" Esclamò Dean con un sorriso.

"Stiamo indagando sulla morte di Amanda Burnes e stiamo facendo un giro per parlare con i vicini" spiegò in fretta Sam sospirando. 

"Ma lei non si è.. Amanda si è suicidata!" Esclamò la donna aggrottando le sopracciglia. 

"Forse.." disse Katherine guardandosi attorno.

"Abbiamo saputo che lei è un'amica della defunta.. beh, sa niente delle sue pratiche?" Chiese Dean guardandola negli occhi. 

"Scusate, ma quali pratiche?".

"La sua casa era piena di oggetti satanici" disse Katherine. 

"Non può essere, era della chiesa episcopale!" Esclamò la donna non capendo dove volessero andare a parare.

"Davvero? Allora stava usando la Bibbia sbagliata" disse Katherine alzando un sopracciglio e guardandola.

"Elizabeth, ti senti bene?" Chiese una donna venendole incontro, insieme ad un'altra. 

"Oh si.. Renee, questi sono agenti federali e hanno detto che Amanda era..".

"Scusate agenti.." disse la donna interrompendo l'amica. ".. è ovvio che Elizabeth non si sente molto bene!".

"Ma certo, signorina.." iniziò Dean.

"Signora Renee Van Allen, vuoi che le faccia lo spelling? ".

"Posso farcela, grazie!" Esclamò Dean sorridendo.

"La faccenda di Amanda è stata dura per Liz e per tutte noi" continuò Renee sorridendo.

"Già, credi di conoscere una persona.." disse la ragazza che era appena arrivata con Renee. 

"Beh, tutti abbiamo dei segreti, no?" Disse Katherine guardando Renee con il sorriso più falso che avesse.

"Allora grazie, ci terremo in contatto" disse Sam sorridendo. 

"Buona giornata" disse Dean voltandosi e tornando all'auto mentre Katherine si limitò ad una smorfia.

"Arrivederci" disse Renee sorridendo.

 
 

 
"Sono sicuro di Elizabeth! Avete visto il giardino? E la scena che ha fatto quando abbiamo accennato all'occulto?" Chiese Dean sospirando mentre si dirigevano al motel.

"E ultimamente le cose le sono andate bene.. ha vinto troppe lotterie!" Esclamò Sam tenendo fra le mani dei giornali.

"Una cosa in cui la magia nera può aiutarti" disse Dean incrociando le braccia al petto. 

"E non credo sia sola.." bisbigliò Katherine strappando dalle mani di Sam dei fogli.  "La signora Renee Van Allen ha vinto tutte le gare alle quali ha partecipato negli ultimi tempi!".

"Bene! Abbiamo incontrato la congrega di streghe meno una!" Esclamò Dean sospirando. 

"Beh, Amanda era andata fuori di testa.. l'hanno uccisa per mantenere le apparenze?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"Se hanno ucciso una pazza forse le dovremmo ringraziare.." disse Dean con una smorfia.

"Fanno anche magia nera, Dean, devono essere fermate!" Esclamò Katherine voltandosi verso di lui.

Dean si voltò e ricambiò lo sguardo; non si soffermava sui suoi occhi da molti giorni ormai.

"Fermate fermate?" Chiese Dean tornando a guardare la strada.

"Si" disse Sam sospirando.

"Sono degli esseri umani" disse Dean guardando i due senza parole. 

"Sono delle assassine" ribattè Katherine, guardandolo nuovamente negli occhi. 

"Brucia strega, brucia!" Esclamò Dean voltandosi verso la strada. 

Ad un tratto la macchina cominciò a fare dei rumori strani, i fari si spensero da soli, finché il tutto non culminó con il suo spegnimento. 

"Che accidenti succede..?!" Disse Dean guardando il quadrante dietro al volante. 

"Lo so io che diavolo succede!" Esclamò la ragazza infuriandosi e guardando la strada. 

Ruby era ferma davanti all'auto con le mani incrociate sul petto, ferma a guardarli tutti e tre. 

"Ruby.." disse Sam scendono dall'auto, seguito a ruota dagli altri due.

"Sam ascoltami, non c'è più tempo.." disse Ruby con espressione seria.

"Per cosa?" Chiese il minore aggrottando le sopracciglia. 

"Dovete lasciare la città!".

"E così lei è Ruby, eh.." disse Katherine superando Sam e avvicinandosi a lei, alzando un sopracciglio.

"Finalmente ho il piacere" disse Dean estraendo la Colt e puntandogliela contro.

"Dean!" Lo richiamò Sam ma il fratello non lo ascoltò. 

"Punta quell'affare da un'altra parte!" Esclamò Ruby con una smorfia.

"Ti piacerebbe" disse Katherine fronteggiando il demone e appoggiando Dean.

"Sam ti prego! Salite sull'auto e andate via dalla città!".

"Perché?! Io non capisco!" Disse Sam.

"Sappiamo difenderci da streghe casalinghe, tesoro!" Ironizzò Katherine con una smorfia.

"Non sto parlando di streghe! Le streghe sono puttane! Sto parlando di quelli che loro servono!" Esclamò il demone infuriandosi.

"Demoni..? Prendono il potere dai demoni!" Esclamò Sam sgranando gli occhi.

"Si, e ce n'è uno qui, adesso!".

"Intendi oltre a te?" Chiese Dean prendendo meglio la mira con la Colt.

"Sam, sa che siete in città ed è difficile da gestire anche per voi!" Esclamò Ruby cercando di persuaderli ad andare via. 

"Oh, ti prego! Ma dai, non dirmi che ascolti queste stronzate!" Esclamò Katherine voltandosi verso Sam che le fissava combattuto.

"Sam?!" Lo richiamò Dean muovendo la pistola.

"Metti il guinzaglio ad entrambi se non vuoi perderli!".

"Ragazzi, calmatevi!" Esclamò Sam avvicinandosi alla ragazza.

"No, no, no, no!!" Urlò Katherine esasperata, gesticolando. "Ti sta confondendo le idee, i demoni sono fatti così!!".

"Sto dicendo la verità!" Esclamò Ruby, ringhiando verso la ragazza.

"E io ti dico di stare zitta, puttana!" Esclamò Dean puntandole la pistola contro ed avvicinandosi.

"Ma perché fai parte di questa conversazione?!?" Chiese Ruby alterandosi.

"Non lo so, forse perché lui è mio fratello, demone schifoso?".

"Oh, certo, certo! E non ha niente a che vedere con la sua bella ragazza, vero?" Chiese Ruby diventando paonazza per i nervi.

"Cosa? Sta zitta, imbecille!" Urlò Katherine avvicinandosi, pronta per un eventuale lotta.

"Se ti preoccupi per tuo fratello perché te ne andrai lasciandolo da solo?" Chiese Ruby urlando. "Lascia che lo aiuti visto che non ci sarai più tu a farlo!".

"Ti  ho detto di stare zitta!!" Esclamò Dean togliendo la sicura alla pistola e premendo il grilletto. 

Ma, prontamente, Sam raggiunse il fratello con una falcata e gli spostò il braccio, facendogli mancare il demone, che scomparve. 

"Sam, che diavolo fai?!?" Urlò la ragazza avvicinandosi ai due.

Katherine e Dean si guardarono, profondamente preoccupati per il ragazzo che aveva appena salvato la vita ad un demone. 

 

 
Tornarono al motel nel più breve tempo possibile; Dean sfrecciava a tutta velocità sull'asfalto, mentre Katherine stringeva le braccia sul petto fissando la strada davanti a  sé, più infuriata che mai.

Sam sospirava di tanto in tanto e lanciava un'occhiata ai due, trovandoli rigidi e arrabbiati, così decide di non riaprire la conversazione per il momento. 

Anche perché voleva chiarire una volta per tutte quali sentimenti provasse Dean per la sua ragazza, non si spiegava perché tutti i demoni alludessero a loro due insieme. Sospirò e si voltò verso il finestrino.

 
 

 
"A che diavolo pensavi, Sam?" Urlò Dean entrando per ultimo nella stanza e sbattendo la porta.

"Cosa? A che accidenti pensavo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia sedendosi sul letto.

"È un demone Sam, chiaro? Loro ci vogliono morti e noi vogliamo morti loro!!" Esclamò Katherine infuriandosi. "Ti ha preso all'amo!".

"Nessuno mi ha preso all'amo, Kath! So che lei è pericolosa, ma che vi piaccia o no è utile!!" L'imbeccò Sam alterandosi.

"No, la uccideremo prima che lei uccida noi!" Esclamò Dean gesticolando.

"E con cosa? Con la pistola che ci ha aggiustato?" Chiese Sam riferendosi alla brevissima collaborazione tra Bobby e Ruby. 

"Almeno è utile a qualcosa!" Esclamò Katherine urlando.

"Se ci volesse morti, dovrebbe solo smetterla di salvarci la vita!" Esclamò Sam guardando Dean, per poi spostare lo sguardo verso Katherine. "Dobbiamo pensare in grande, pensare alle mosse future. Noi siamo in guerra!".

Katherine si voltò a guardare Dean senza parole e lui fece lo stesso.

"Sicuro di stare bene?" Chiese il maggiore guardandolo dritto in faccia.

"Si!" Esclamò Sam sospirando. "Perché continuate a ripeterlo?!".

"Per cominciare, perché ascolti i suggerimenti di un demone!!!" Sbottò Katherine avvicinandosi al ragazzo. 

"E sembri poco preoccupato di uccidere la gente, mentre prima ti facevi dei problemi!" Aggiunse Dean sospirando e tenendosi una mano sul torace, gesto che Katherine notò immediatamente. "Noi dovremmo andare in giro a discutere di queste cose, dovrebbe essere come prima".

"Sei arrabbiato perché do ragione a te?" Chiese Sam accennando un sorriso al fratello. 

"No, sono solo preoccupato perché non mi sembri più tu ultimamente!" Esclamò Dean sedendosi sul letto con non poca fatica.

"Avete ragione, non lo sono, ma non ho scelta" disse Sam facendo spallucce.

"Che cosa vuoi dire?" Chiese Katherine sedendosi fra i due.

"Dean.. se ne andrà, e noi resteremo in questo schifo di mondo. Quindi se dovremo combattere dopo che se ne sarà andato, io devo cambiare!" disse Sam sospirando guardando negli occhi Katherine. "Tu sei già come lui.."

La ragazza si voltò a guardare il maggiore dei fratelli, trovandolo con i gomiti appoggiati alle gambe e con una smorfia profonda sul volto.

"Che ti succede?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. 

"Non lo so" rispose Dean contorcendosi per il dolore su se stesso. "C'è qualcosa che non va, ho come dei coltelli dentro di me!".

"Dean!!" Esclamarono all'unisono Sam e Katherine avvicinandosi al ragazzo, preoccupati.

"Devono essere le streghe..." sussurrò Dean contorcendosi ancora di più. 

"Il sacchetto.. Dobbiamo cercare il sacchetto!" Esclamò Katherine scattando verso i mobili, seguita da Sam.

Dean si distese sul letto, gridando dal dolore, per poi voltarsi e cadere sul pavimento dove cominciò a sputare sangue.

"Sam!!" Urlò Katherine guardando Dean disteso per terra, sporco di sangue.

Il ragazzo li guardo entrambi per poi scattare verso lo zaino di Dean e prendere la Colt.

"Sam..?" Chiese Katherine agitata.

"Stai con lui, assicurati che viva! Torno subito!" Esclamò Sam uscendo dalla stanza e montando sulla macchina, diretto dalle streghe. 

"Dean, sono qui.." disse Katherine inginocchiandosi accanto a lui e poggiando la testa del ragazzo sulle sue gambe.

"Kath.." sussurrò il ragazzo tossendo e afferrando la sua mano destra.

"Andrà tutto bene!" Esclamò Katherine carezzandogli la testa. >"Sam risolverà tutto" aggiunse mentre il ragazzo stringeva ancora più forte la sua mano fra le sue insanguinate.

 
 

 
Sam sfrecciava a tutta velocità nel buio della strada completamente desolata. Arrivò davanti la casa di Renee e, con un calcio, sradicò la porta, entrando con la Colt fra le mani e trovando le donne intente a recitare delle formule attorno a delle candele.

"Lasciatelo andare!" Urlò Sam fuori di sé. 

"Lasciare andare chi? Ma che sta facendo?" Urlò Renee alzando istintivamente le mani. "È completamente pazzo, fuori!".

"Se mi conoscete, sapete di questa pistola! State uccidendo mio fratello, lasciatelo andare! Via da quell'altare!" Esclamò il ragazzo infuriato.

"Cosa?" Chiesero le donne spaventate.

"Via!!" Urlò mentre le donne eseguivano l'ordine, avanzando verso di lui.

 
 

 
"Sam.. quanto diavolo ci metti!!" Imprecò Katherine fra se e se, vedendo Dean, piegato su se stesso, sputare ancora sangue.

La porta fu aperta violentemente da un calcio e comparve la figura di Ruby, che scrutava i due dalla soglia della porta.

"Vuoi uccidermi? Mettiti in fila, puttana!" Esclamò Dean senza fiato.

La ragazza, senza neanche guardare Katherine, si diresse verso Dean e gli aprì a forza la bocca, facendogli ingurgitare una strana sostanza nera.

"Non intrometterti.." disse Ruby prevedendo le mosse della ragazza dietro di lei e voltandosi a guardarla.  ".. gli salverà la vita!".

Katherine fece uno sforzo a lasciare Ruby sopra Dean, intenta a versargli quel liquido fra le labbra, mentre lui ne sputava la maggior parte.

Dean riacquistò le forze e spostò Ruby, sedendosi e cominciando a tossire quella roba.

"Smettila di chiamarmi puttana!" Esclamò sospirando Ruby.

"Che diavolo era quella roba?" Chiese Katherine avvicinandosi al ragazzo.

"Era davvero disgustosa.." disse Dean con il fiato corto.

"Si chiama stregoneria, idioti!" Esclamò il demone voltandosi e chiudendosi la porta alle spalle, lasciando i due ragazzi soli senza parole.

 
 

 
 

 
"Noi non stavamo facendo del male a nessuno!!" Esclamò Elizabeth tremando.

"Basta con il maleficio, o morirete!" Esclamò Sam, spazientito. "Fra cinque secondi.. quattro..".

"No, la prego non ci uccida! Volevamo solo un mutuo più basso per Renee!".

"Forse sei tu.." disse Sam puntando la pistola prima verso Elizabeth e poi verso le altre due. ".. o forse tu.. o tu..".

"No, non so di che cosa stiate parlando.." disse Tammy piangendo. 

"Avete avuto tutte dei momenti di gloria, tanto da finire sul giornale.. eccetto tu Tammy!" Esclamò puntandole la pistola contro. "Non volevi niente per te? O stavi già ottenendo quello che volevi.. la loro anima!".

Tammy incespugliò qualche parola, finché non  sospirò e abbassò le mani con un sorriso, mostrando la sua vera natura sbattendo le palpebre. 

"Ottimo lavoro, ragazzo!".

"Lascia mio fratello libero!" Esclamò Sam con fermezza.

"Che succede? Non siete riusciti a trovare il mio sacchetto? Mi dispiace, ma ora i polmoni di tuo fratello saranno sul pavimento!" Esclamò il demone ridendo.

Sam fece una smorfia, ormai spazientito, e premette il grilletto, sparandole in pieno viso.

Ma la pallottola si bloccò a mezz'aria, mentre il demone dentro la ragazza sorrideva.

"Sembra che tu abbia qualche problema, Sam.." disse la ragazza sorridendo e facendo cadere il proiettile per terra, lasciando il ragazzo senza parole.

Con un grande sorriso, lanciò Sam contro la parete con un semplice gesto della mano, mentre le altre due ragazze la guardavano spaventate.

"Tammy, che cos'hai agli occhi?!" Chiese Elizabeth sgranando gli occhi.

"Tammy.. che cosa stai facendo?!?"chiese Renee con aria di rimprovero. 

"Renee, chiudi quella boccaccia!" Esclamò il demone con aria di sfida.

"Cosa?! Non ti permettere, non in casa mia Tammy!!" Esclamò la ragazza avvicinandosi e fronteggiandola.

Il demone, ormai spazientito, con un gesto della mano le ruppe l'osso del collo, facendola cadere per terra priva di vita.

Elizabeth gridò ed indietreggiò di molti passi, inorridita.

"Hai preso me, lasciala andare!" Esclamò Sam costretto contro il muro, incapace di muoversi.

"Ehi.." disse Tammy ignorando Sam e avvicinandosi a Elizabeth. "..Liz, va tutto bene!".

"Non sei Tammy...".

"No, ma indosso il suo corpo. Dovevo rompere il ghiaccio con voi" rispose il demone.

"Hai ucciso Renee.." disse Elizabeth con un filo di voce. 

"Renee, Amanda.. è quello che succede alle streghe se fanno le cattive! Sai, ricordi quelle forze demoniache che avete invocato? Quando avete giurato fedeltà? Ma chi credevate di invocare?" chiese il demone guardandola in cagnesco attraverso gli occhi di Tammy.

"Non può essere....".

"Cosa pensavate che fosse? Pura finzione? Il pensare positivo? Il nostro segreto? No, ero io e ti sei venduta a me piccolina..".

"No, non lo sapevamo!".

"Si che lo sapevate! E ora le vostre anime sono mie.. e adesso..." disse il demone avvicinandosi al ragazzo ancora bloccato al muro. ".. Sammy Winchester nella nostra città. Sai, i miei amici ed io ti stavamo cercando!".

"Perché? Oh certo, perché secondo voi devo comandare un esercito di demoni!" Esclamò sprezzante il ragazzo. 

"No, noi non crediamo in te! Sai, c'è un nuovo leader in ascesa, un vero capo! Colui che ridurrà in pezzi questo mondo.." disse il demone guardandolo. "Il fatto è che a questo.. demone.. tu non piaci molto! Non gradisce la tua competizione!".

Il demone con un gesto della mano lo fece scorrere lungo la parete, schiacciando sempre di più contro la parete, fino a che non si cominciarono a vedere le assi del muro.

"Niente di personale, è solo lavoro. A presto Sam!".

"Fermati!" Esclamò Katherine entrando dentro quella casa, aprendo la porta, seguita da Dean. 

Il demone rivolse lo sguardo verso di loro e li lanciò contro la parete opposta,  sorridendo.

"Tutta l'allegra famigliola riunita! Fantastico!" Esclamò il demone sorridendo.

"Aspetta!" Esclamò una voce fin troppo familiare avvicinandosi a Tammy. "Sono venuta per parlare!".

"Sei uscita dal cancello? Accidenti! Che cosa vuoi, Ruby?".

"Senza di voi mi sento persa, riprendetemi! Per questo ho guidato qui i Winchester e la Cacciatrice!" Esclamò Ruby sorridendo.

"Te l'avevo detto!" Esclamò Dean guardando il fratello.

"Sono un regalo.. lascia che ti serva di nuovo.." disse avvicinandosi al demone e sorridendo, fissandola negli occhi.

Molto velocemente, Ruby afferrò il suo coltello fra le mani, cercando di colpirla ma il demone la fermò, bloccando il coltello a mani nude.

"Sei sempre una stronza bugiarda!" Esclamò il demone sprezzante. 

Si colpirono a vicenda finché Tammy non ebbe la meglio su Ruby, e la colpì ripetutamente, lasciandola a terra sanguinante.

"Alzati.." disse afferrando l'attizzatoio. "Ho detto alzati Ruby! Ci siamo già state qui, vero? Glielo hai detto?".

"A giudicare dalla loro faccia, non penso.. Ruby era una delle mie, l'ho mandata fuori molto tempo fa! Ruby era una strega quando era ancora un essere umano.. non volevi che i tuoi amici lo sapessero? Non preoccuparti, dove andrai non ci saranno segreti.." disse Tammy prima di cominciare una sorta di esorcismo che comiciò a fare uscire il demone da Ruby.

D'un tratto, Tammy si dovette fermare e cominciò a tossire sputando sangue e i ragazzi non furono più trattenuti contro le pareti.

Si voltò e vide Elizabeth, seduta sull'altare intenta a recitare una delle sue formule; con un gesto della mano le fermò il battito cardiaco, facendola morire in brevissimo tempo.

Sorrise, ma Dean afferrò il pugnale di Ruby e la colpì ripetutamente alla schiena, uccidendola definitivamente, mentre Sam e Katherine si alzavano da terra.

Si avvicinarono a Ruby che li guardò di rimando, ma si voltò velocemente e disse: "Andate.. sistemerò tutto io".

Katherine la fissò negli occhi con tutto il disprezzo che aveva in corpo per qualche secondo.

"Muoviamoci" disse Dean spingendo Sam e a ragazza, uscendo fuori dalla casa.

 
 

 
"Andrò a prendere da  mangiare.. voi due restate qua.." disse Dean uscendo dalla stanza, lasciando Katherine e Sam da soli.

Katherine si appoggiò al letto e guardò il ragazzo uscire dal bagno e sospirare.

"Dobbiamo parlare" disse Sam serio, guardandola negli occhi.

Katherine aggrottò le sopracciglia e rispose: "Certo.. siediti qui".

Sam la fissò per qualche secondo e si appoggiò alla scrivania, sospirando. 

"Cosa c'è che non va?" Chiese Katherine confusa. 
"Tu.." disse Sam incrociando le braccia al petto e guardandola negli occhi. "..e Dean".

Katherine aprì la bocca, cercando di formulare una frase sensata, ma senza parole, la richiuse.

"Non capisco.. cosa vuoi dire?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. 

"C'è qualcosa che non capisco fra voi due.. e non dire che non è così!" Esclamò Sam infuriato, ma cercando di controllarsi il più possibile. 

"Sam..." disse la ragazza guardandolo di rimando negli occhi, cercando di poter inventare qualcosa, ma con scarsi risultati.  

Chinò la testa, posando lo sguardo sulle sue mani incrociate sulle sue cosce.

"Cosa diavolo c'è fra voi due?" Chiese con un tono di voce calmo e controllato. Fin troppo.

"Niente.. non c'è niente" disse Katherine nuovamente guardandolo negli occhi.

"Katherine.. non mentirmi! Tutti i demoni che abbiamo incontrato non facevano altro che parlare di voi due, di quanto Dean fosse innamorato di te; anche Ruby se n'è accorta! Io potevo far finta di nulla prima, quando ero certo che tu non provassi nulla per lui.. ma adesso non ne sono più sicuro!" Esclamò Sam guardandola negli occhi.

"Pensi che io sia innamorata di lui?" Chiese Katherine riducendo gli occhi a due fessure.

"No, Katherine.." disse Sam voltandosi nella direzione opposta. ".. però penso che tu possa provare qualcosa per lui..".

Katherine abbassò lo sguardo e Sam tornò a fissarla, notando il suo cambiamento di umore.

"C'è stato qualcosa fra voi?" Chiese Sam mordendosi il labbro inferiore. Non era sicuro di volere sapere la risposta.  

Katherine sapeva quanto gli fosse costato pronunciare quella frase e sospirò.

"Kath.." disse Sam avvicinandosi e prendendole il viso fra le mani, guardandola negli occhi. ".. Kath, dimmi che non c'è stato niente fra voi due, per favore".

"Sam.. che senso avrebbe mentire adesso?" disse Katherine ricambiando lo sguardo con occhi lucidi. ".. non posso dirtelo, mi dispiace".

Sam sgranò gli occhi e lasciò la presa su di lei immediatamente, facendo qualche passo indietro. 

"No, Sam aspetta" disse Katherine alzandosi e cercando di avvicinarsi a lui, ma Sam mise un braccio fra di loro, in maniera tale da non farla avvicinare.

"Siete stati insieme? Katherine, siete andati a letto insieme?!?!" Urlò Sam, non potendo più mantenere il controllo della voce.

"Cosa?! No!!" Rispose Katherine cercando di avvicinarsi. 

"Allora cosa?! Ti ha baciata?!" Chiese Sam facendo una smorfia al solo pensiero.

"Si!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi.  "..no! L'ho baciato io..".

"Tu cosa?!" Chiese Sam andando su tutte le furie e scattando verso la porta.

"No, aspetta Sam! E’ stato uno sbaglio, ti prego aspetta!!" Esclamò la ragazza provando a fermarlo.

"No, devo andarmene di qui!!".

"Sam!" Urlò Katherine ma il ragazzo era già uscito dalla stanza, sbattendo la porta e lasciandola sola.

 
 

 
Dean aveva appena preso del cibo e stava per tornare al motel; appoggiò i sacchetti in auto e vide tutte le luci del vicolo fare intermittenza. 

Chiuse lo sportello dell'auto e si voltò, vedendo Ruby a braccia conserte ad osservarlo.

"Che notte folle.." disse Dean avvicinandosi a lei. 

Ruby gli sorrise e fece qualche passo verso di lui.

"Fammi capire bene, eri un essere umano, sei morta, sei andata all'inferno e adesso sei..".

"Già..".

"Quanto tempo fa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"All'epoca della peste.." disse Ruby guardandolo negli occhi.

"Tutti i demoni erano quindi degli umani?" Chiese Dean curioso.

"Tutti quelli che ho visto.." disse Ruby con una smorfia.

"Beh, non si comportano da tali..".

"La maggior parte ha dimenticato com'era esserlo.. è questo che succede quando vai all'inferno: dimenticare chi sei, è questo l'inferno, Dean".

"Una lezione di filosofia da un demone? Ne faccio a meno, grazie!" Esclamò Dean facendo per andarsene.

"Non è filosofia, ne una metafora. È un vero fuoco nell'abisso, agonie che neanche immagini!!" Esclamò Ruby "Comunque la risposta è si, Dean. A te capiterà lo stesso; magari ci vorranno dei secoli, ma prima o poi l'inferno brucerà la tua umanità!".

"Non c'è modo di salvarmi dell'abisso, vero?" Chiese Dean accennando un sorriso. 

"No.." disse sospirando. 

"E perché hai detto a Sam che potevi?" Chiese avvicinandosi ulteriormente. 

"Perché mi parlasse.. voi Winchester siete molto testardi! Volevo che riuscisse a superare..".

"..l'orrore dei demoni?" Chiese Dean accennando un sorriso. "Difficile da superare".

"Cerchi di essere stoico.. che pena che mi fai!" Esclamò Ruby voltandosi.

"Perché mi dici questo? Che cosa vuoi?!".

"Mi serve il tuo aiuto! Sam c'è quasi, ma non è ancora pronto! Dobbiamo aiutarlo a prepararsi alla vita senza di te, per poter combattere tutto da solo" disse Ruby abbozzando un sorriso.

"C'è Katherine per questo, tu non servi" rispose Dean alzando le sopracciglia.

"Katherine? Pensi che dopo la tua morte lei vorrà stare ancora con Sam?" Chiese Ruby sorridendo. "La risposta è no!".

"Come fai a dirlo? So che non lascerebbe mai Sam!" Esclamò Dean infuriandosi.

"Perché.. è innamorata di te, idiota!".

Dean rimase a guardarla  a bocca aperta, con le sopracciglia alzate, senza sapere come controbattere.

"E tu di lei.. si vede da come la guardi.. ricordo bene com'era questa sensazione.." disse Ruby abbassando lo sguardo sorridendo. 

"Quale sensazione?" Chiese Dean deglutendo con fatica.

"Essere umani.." disse Ruby per poi sollevare lo sguardo verso di lui. "..essere innamorati!".

Ruby fece per andarsene ma Dean la fermò chiedendole: "Perché vuoi che vinciamo?".

"Mi sembra ovvio Dean: non sono come loro! Non so perché, vorrei esserlo ma non è cosi. Non preoccuparti, non dirò nulla a Sam.." disse Ruby sorridendo, sparendo e lasciando Dean solo che, sospirando, salì in auto.

 
 

 
Dean posteggiò proprio davanti alla loro stanza e, con i fari, illuminò la figura di Katherine che stava seduta su di un dondolo, con le gambe al petto.

"Ehi.. che fai qui fuori?" Chiese Dean avvicinandosi a lei e sedendosi.

Katherine si voltò a guardarlo negli occhi e gli disse: "Ho parlato con Sam".

"Hai parlato con Sam?! A proposito di..?" Chiese aggrottando le sopracciglia. 

"Noi" disse la ragazza con un filo di voce.

"Cosa gli hai detto?" Chiese sospirando.

"Che ti ho baciato".

"Katherine.. io ho baciato te!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Volevo proteggere in qualche modo il vostro rapporto..".

"Danneggiando il vostro!".

Katherine fece spallucce e sospirò, appoggiando la testa sulle gambe.

"Vieni qui.." disse Dean abbracciandola e facendole appoggiare la testa sulle sua spalla.

"Kath, se vuoi..".

"Dean.. per favore, non parlare" disse Katherine chiudendo gli occhi e sperando di poter parlare presto con Sam.

Dean, per tutta risposta, baciò la testa della ragazza e la strinse più a sé, sospirando.

Aveva sperato che lei gliene parlasse, ma non poteva vederla in quello stato; così, la strinse di più a sé e chiuse gli occhi.

"Andrà tutto bene.." le sussurrò e Katherine sganciò un braccio dalle sue gambe e abbracciò Dean il più forte possibile.

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Capitolo 21
*** Capitolo 18. ***


Buona sera a tutti! Scusate la mia assenza, ma non ho avuto neanche un momento libero in questi mesi! Vi prometto che ricomincerò ad aggiornare spesso come facevo prima!
Mi faccio perdonare con un capitolo abbastanza lungo :) fatemi sapere come sempre cosa ne pensate,  un bacione a tutti quanti e ancora grazie a tutti quelli che seguono la mia storia! Vi aspetto, a presto! :*




"So di essere l'ultima persona con la quale vuoi parlare al momento.. ma richiamami, ok ? Siamo preoccupati" disse Dean passandosi una mano sulla fronte aggrottata, lasciando l'ennesimo messaggio sulla segreteria del fratello.

Sam era andato via arrabbiato dopo che Katherine gli aveva confessato la verità e non avevano più avuto sue notizie.
"Dean.. è tutta la notte che non abbiamo sue notizie.. potrebbe essersi messo nei guai.." disse Katherine seduta sul letto con un filo di voce.

"No, non è uno stupido. Ha solo bisogno di tempo.." disse Dean sospirando e sedendosi accanto a lei.

I due ragazzi si guardarono negli occhi e accennarono un sorriso.. sarebbe andato tutto bene?
"Nonostante tutto.. non riesco a smettere di pensare a te.. a noi.. non me ne pentirò mai, Kath" disse Dean bloccandola con il verde dei suoi occhi ed avvicinandosi a lei.

"Dean.. abbiamo combinato un vero disastro!" Esclamò la ragazza, rimanendo comunque immobile. "Non possiamo, lo sai..".

Dean rimase a guardarla negli occhi, consapevole che se solo si fosse avvicinato a baciarla, Kath non avrebbe opposto alcuna resistenza.

Il cuore prese a batterle all'impazzata, non sapeva più cosa provava. Era sicura dell'amore verso Sam, ma Dean le era entrato dentro in maniera diversa.. che avesse iniziato ad amarlo? Che si fosse innamorata anche di lui?

"Dean.. io amo lui.." disse Katherine allontanando lo sguardo dai suoi occhi. "..ma con te.. con te è diverso".

"Sai cosa provo io, Kath? Mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista, dalla prima volta che mi hai sorriso e che ti ho fatta ridere.. io ti amo da sempre, Katherine" disse Dean osservandola, mentre lei chiudeva gli occhi. 

Katherine, con le lacrime agli occhi, afferrò il viso di Dean e gli regalò un ultimo bacio a stampo che gli fece tremare il cuore. 

Si staccò da lui e dopo un forte respiro profondo gli disse: "Dobbiamo trovarlo..".

"Già.. attivo il suo gps" disse Dean con un sorriso amaro sulle labbra, alzandosi dal letto e mettendosi all'opera per trovarlo. 

 

 

Sam aveva passato tutta la notte in una sottospecie di bar, pieno di gente a dir poco sgradevole, a bere e a fissare il fondo del suo bicchiere, chiedendosi per quale motivo suo fratello e la sua ragazza gli avessero fatto una cosa del genere.

Non era sempre stato accanto a Dean, cercando di salvarlo dall'inferno? E non aveva dato sempre tutto l'amore che possedeva a Katherine? Quanto avevano lottato per stare insieme? Come aveva potuto fare una cosa del genere? 

Richiamò il barman, facendosi portare un altro bicchiere di whiskey nonostante ne avesse già bevuto abbastanza.

Voleva dimenticarsi di tutto ma sapeva che non poteva scappare da quella situazione, avrebbe dovuto affrontarla il più presto possibile.

"Diamine, ti sei accorto di quanto puzzi?" Chiese una voce alle sue spalle che lo fece voltare.

"Non sono affari tuoi, Ruby, vattene!" Esclamò il ragazzo bevendo un altro sorso.

"Che diavolo fai qua?" Chiese la ragazza sedendosi accanto a lui.

"Sto bevendo Whiskey!" Rispose Sam abbastanza acido. "Qual è il problema?".

"Che c'è che non va?" Chiese Ruby ignorandolo e guardandolo negli occhi.

Sam abbassò lo sguardo verso il bicchiere e lo svuotò completamente, sospirando.

"Katherine e Dean... " si limitò a dire Sam, fissando il vuoto.

"Oh mio Dio.. altri due Whiskey, doppi e lisci!" Ordinò la ragazza sospirando. "Cosa è successo?".

"Loro.. si sono baciati, capisci? Penso che siano anche innamorati.." disse Sam con un filo di voce, mentre il barista porgeva i loro due drink.

"Sei ubriaco, ti rendi conto di quello che stai dicendo? Sono due anni che state insieme.. non ti farebbe mai una cosa del genere" disse Ruby sorseggiando il suo drink.

"Nonono, Katherine me lo ha confessato.. lo ha baciato lei!" Esclamò Sam alzando la voce.

"Oh.. " disse la ragazza aggrottando le sopracciglia, finendo il contenuto del suo bicchiere e alzandosi. "Vedrai che domattina andrà meglio.. ma adesso ti riporto da loro".

"No, non voglio tornarci!" Esclamò Sam sfuggendo dalla presa del demone e continuando a bere. 

"Questi dovrebbero bastare per i drink.." disse Ruby poggiando sul bancone qualche dollaro. ".. vieni con me".

Lo afferrò saldamente, cingendogli la vita con un braccio e lo trascinò fuori dal bar riuscendo a farlo salire sulla sua auto.

"Perché ti intrometti?!" Sbraitò Sam attirando l'attenzione di alcuni passanti.

"Sam, potresti fare uno sbaglio non tornando da loro.. Dean è sempre tuo fratello e Katherine è sempre la tua ragazza! Devi tornare da loro.. le cose si sistemeranno, te lo prometto!" Esclamò Ruby guardandolo dritto in faccia.

Sam parve acquietarsi, così la ragazza ne approfittò per salire in auto e dirigersi verso il motel nel quale alloggiavano i due.

Con un sospirò, sperò che le cose si sistemassero e affondò il piede sull'acceleratore. 



"Non si trova.. dobbiamo uscire, Dean! Dividiamoci, io andrò in un lato della città e tu nell'altro" disse Katherine alzandosi dalla sua sedia.

"Non penso che ce ne sia bisogno!" Esclamò Ruby, aprendo la porta della loro camera.

"Ruby, non è il momento migliore!" Esclamò Dean avvicinandosi.

"Davvero.. lo so! È per questo che ho recuperato Sam.. è nella mia macchina" disse Ruby abbozzando un mezzo sorriso.

I due ragazzi si guardarono e sgranarono gli occhi, Katherine la sorpassò e si diresse verso l'auto dove trovò Sam privo di sensi, dormiente sul sedile.

"Tesoro.." sussurrò la ragazza passandogli una mano fra i capelli, mentre Sam apriva gli occhi. 

"Kath.." disse Sam afferrandola e facendola sedere sulle sue gambe. "Perché lo hai baciato?" Aggiunse il ragazzo con voce rotta, come un bambino.

La ragazza rimase a fissarlo per qualche secondo, non aveva capito quanto male gli avesse fatto fino a quel momento.

"Mi dispiace tanto tesoro.." disse Katherine continuando a carezzargli i capelli. "Vieni dentro con me, devi riposare".

"Mmm.." si limitò a dire il ragazzo mentre Katherine lo aiutava ad alzarsi.

Rientrarono in stanza, sotto gli occhi attenti di Ruby e Dean, e la ragazza lo fece sedere sul suo letto.

"Grazie.. grazie davvero" disse Katherine guardando Ruby, che sorrise ed uscì seguita da Dean.

Katherine rimase sola con Sam e lo fece stendere sul letto, togliendogli prima i vestiti sporchi; rimase sorpresa da ciò che il ragazzo fece in quell'istante. 

La afferrò da un braccio e la fece stendere accanto a lui, con la testa sul suo braccio e si voltò, schioccandole un bacio a fior di labbra.

Katherine chiuse gli occhi, sperando che mantenesse questo atteggiamento da lucido. Era tutto ciò che poteva sperare, per il momento. 



"Avrà un bel mal di testa, non appena si sveglierà! Ho comprato delle aspirine.." disse Dean entrando nella stanza, trovando Katherine seduta sulla sedia della scrivania.

"Ehi.. starà bene.." sussurrò Dean avvicinandosi a lei e sorridendole.

"Lo so, lo so bene.." disse Katherine facendo spallucce. "..ma si è ridotto in uno stato pessimo..".

Dean deglutì e sospirò. "Prenderò un'altra stanza per oggi.. d'accordo? Per evitare altri problemi quando si sveglierá.. manca poco ormai".

"D'accordo" si limitò a rispondere Katherine sospirando.

Osservò il ragazzo prendere tutte le sue cose e uscire dalla stanza con aria triste.

Rimase altre due ore a fissare Sam mentre dormiva, ore che le sembrarono interminabili. 

Lo vide muoversi nel letto, segno che stava per svegliarsi, così si avvicinò con la sedia e si posizionò proprio accanto al suo letto.

"Ehi, tesoro.. come ti senti?" Chiese chinandosi nella sua direzione.

"La testa.." sussurrò Sam passandosi una mano sulla fronte.

"Tieni.." disse Katherine porgendogli l'aspirina ed un bicchiere d'acqua che aveva già preparato sul comodino. "Ti sentirai meglio".

Sam si sedette sul letto e mise a fuoco la stanza e la ragazza; afferrò il bicchiere e ingerì la pillola.

"Se hai fame, c'è la colazione.." disse Katherine alzandosi. "..l'ho comprata stamattina, ma ormai è ora di cena. Esco a comprartela se vuoi".

"No, va bene così.." disse Sam sedendosi sul letto e abbozzando un sorriso.

"Bene.. allora, tieni" disse la ragazza porgendole il sacchetto con qualche ciambella.

"La testa va già meglio.." disse il ragazzo dopo aver mangiato tutto ciò che Katherine aveva comprato.

"Bene.. bene..".

"Perché l'hai fatto, Kath ? Perché?" Chiese Sam incastrandola con i suoi occhi.

"Sam.. è capitato! So che non è una giustificazione, ma per un momento ho pensato di provare qualcosa per lui.." disse la ragazza abbassando gli occhi.

"Si è svegliato?" Chiese Dean entrando nella camera e bloccandosi sulla soglia.

"Stavate discutendo? Ripasserò...".

"No, va bene così.." disse Sam alzandosi in piedi con fatica. "Ok, ascoltatemi.. quello che è successo non me lo sarei mai aspettato, da nessuno dei due.. ma tu sei mio fratello e tu.." aggiunse voltandosi verso Katherine e guardandola negli occhi. "..ad ogni modo, torneremo a cercare un modo per salvarti dall'inferno.. ma voglio che sappiate che sono ancora molto, molto.."

Sam prese un respiro profondo e continuò: "..molto incazzato con voi. Non tornerà come prima, per quanto mi riguarda noi non stiamo insieme adesso Katherine.. voglio concentrarmi sul salvare la vita di mio fratello, dopodiché vedremo il da farsi..".

"Sam, ma voi due.." iniziò Dean ma fu interrotto bruscamente dal fratello.

"No, non provare a mettere la buona. Lei ti ha baciato, tu hai baciato lei, è la stessa identica cosa.. per il momento non voglio avere alcun rapporto con voi al di fuori della caccia. Detto ciò, vado a farmi una doccia.. ci vediamo dopo" disse il minore entrando nel bagno e chiudendosi la porta alle spalle. Era stata una decisione dura, ma era stata necessaria, seppur dolorosa. 

Prese un respiro ed entrò sotto la doccia, sperando di cacciare via i pensieri per un po. 



Katherine rimase immobile, mentre Sam diceva tutte quelle cose.

Si aspettava di peggio, non pensava che da lucido le avrebbe rivolto la parola, e invece lo avevo fatto.

Sospirò quando Sam entrò in bagno e chiuse gli occhi,  mentre Dean si limitava a fissarla.

"Kath.." disse Dean avvicinandosi.

"Dean, quello che è successo tra noi.. io lo amo, capisci? Non posso permettermi di farmi sorprendere vicino a te.. dobbiamo evitarci il più possibile, per il momento" disse la ragazza con un filo di voce. "Finché non ritornerà tutto come prima..".

"D'accordo.. è una tua decisione, la rispetto" disse Dean sospirando ed uscendo dalla stanza. "Vado nella mia stanza".

Katherine si limitò ad annuire.. ma era davvero questo che voleva ? 

 



Dean se ne stava nella sua stanza a fissare lo schermo della televisione, aspettando che il tempo passasse.

Katherine era innamorata di Sam, non poteva esserne più sicuro, ma non sapeva neanche quali fossero i suoi sentimenti verso di lui.

Come poteva starle lontano? Evitarla?

Gli scappò una risatina nervosa finché tutti i suoi pensieri furono interrotti dalla suoneria del suo cellulare.

"Pronto?.. Si, sono il signor Snaiderson.. cosa?! Dove?!".

Riagganciò il telefono ed uscì dalla sua stanza, irrompendo in quella dei due ragazzi.

Dovevano correre, Bobby era in pericolo.

 

"Allora.. qual è la diagnosi?" Chiese Katherine tenendo le braccia strette al petto, fissando il loro amico Bobby disteso su di un letto ospedaliero.

"Abbiamo fatto tutti gli accertamenti possibili, sembra in perfetta salute" disse il dottore facendo spallucce.

"A parte il fatto che è in coma!" Esclamò Sam, alterandosi.

"Lei è il suo contatto di emergenza, c'è qualcosa che dovremmo sapere? Qualche malattia?" Chiese il dottore sospirando.

"No, non si ammala mai! Neanche un raffreddore!" Esclamò Dean sospirando.

"Si può fare qualcosa secondo lei, dottore?" Chiese Katherine con un filo di voce.

"Mi dispiace ma non sappiamo quale sia la causa, quindi non sappiamo come curarlo.. lui è andato a dormire e non si è più svegliato..." disse il medico, con un sincero dispiacere nella voce, prima di congedarsi.

 

 

I tre ragazzi rimasero lì qualche altro minuto, dopodiché si avviarono verso il motel nel quale l'amico alloggiava.

"Perché Bobby è venuto qui?" Chiese Dean scendendo dall'auto e dirigendosi verso la porta della camera.

"Non penso che avrebbe scelto un posto del genere per una vacanza" affermò Sam entrando nella stanza, seguito dagli altri due.

"Stava lavorando ad un caso.." disse Katherine sospirando.

"Beh.. se così fosse ci sarebbero ricerche, ritagli di giornale.." disse Sam, cercando fra i cassetti della scrivania.

"Un cartone di pizza,  lattine di birra" scherzò Dean, ma nessuno era in vena di battute.

"Che ne pensate di questo?" Chiese Katherine, facendoli avvicinare a lei.

Aveva trovato dentro ad un armadio una mappa, con tutte le sue ricerche e tutto ciò che aveva trovato sul caso.

"Ci capite qualcosa?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.

"Un necrologio.. dottor Walter Greg, 64 anni, neurologo universitario!" Esclamò Katherine afferrando un ritaglio di giornale fra le mani.

"Com'è morto?" Chiese Dean avvicinandosi.

"Non si sa, è andato a dormire e non si è più svegliato.." continuò la ragazza sospirando.

"Va bene.. diciamo che Bobby stesse indagando sulla morte del dottore, era a caccia di qualcosa.." disse Sam aggrottando le sopracciglia.

".. che ha dato la caccia a lui!" Esclamò Katherine seguendo il ragionamento del ragazzo.

"Esatto.. vedete se riuscite a dare un senso a tutto questo" disse Dean indicando le ricerche di Bobby. "Io farò delle indagini sul dottore!" Aggiunse uscendo dalla stanza.

"Penso di poterci riuscire da solo" disse Sam facendo una smorfia.

"Ti aiuterò ugualmente" rispose Katherine togliendosi la giacca, poggiandola sul letto.

Sam fece un’altra smorfia e si appoggiò al tavolo, dove cominciò a ragionare su ciò a cui Bobby stava lavorando, lasciando completamente in disparte la ragazza.

 

"Lei era l'assistente del dottor Greg?" Chiese Dean entrando nel grande studio del dottore seguito da una ragazza minuta. 

"Esatto" si limitò a rispondere la ragazza, mettendo nervosamente una mano nella tasca dei suoi blue jeans. 

"Immagino che la sua morte sia stata uno shock.." continuò il ragazzo osservando quanti libri tenesse il dottore sulla sua scrivania.

"Si è vero, ma almeno è morto in pace! Lo vorrebbero tutti no?" Chiese la ragazza abbozzando un sorriso.

"Si certo.." rispose il ragazzo fissandola brevemente per poi tornare ad osservare i libri. 

Ne prese uno fra le mani e lo  osservò brevemente, dopo un sospiro disse: "Il dottor Greg studiava i disturbi del sonno?".

"Non capisco, ho parlato con l'altro detective.. un signore molto simpatico con la barba.." disse la ragazza quasi annoiata da quei discorsi.

"Beh lo dica anche a me, per favore" disse Dean sforzandosi di essere gentile. 

"Il fatto è che sono occupata, potremmo farlo più tardi?" Chiese la ragazza sospirando e sbattendo più volte le palpebre. 

"Certo.." disse Dean sorridendo. "Posso portarla in centrale oggi pomeriggio e registrare le sue dichiarazioni. Tutto in modo ufficiale".

La ragazza lo guardò perplessa qualche secondo, dopodiché disse: "Io non sapevo nulla dei suoi esperimenti finché non ho messo a posto le sue cartelle..".

"I suoi esperimenti che stava facendo sui.. disturbi del sonno?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Non lo sapeva nessuno, neanche l'università. Ho parlato con un avvocato e mi ha detto che non ho alcuna responsabilità! "Esclamò la ragazza serrando le braccia al petto. 

"Beh, può anche darsi, ma questo prima che venissero fuori nuove prove" disse Dean mettendo su la sua faccia da poker.

"Q-quali nuove prove?" Chiese la ragazza sgranando gli occhi.

"Non mi è permesso parlarne..".

"Era solo un lavoretto per mantenermi!".

"Potrebbe finire sul suo curriculum.. a meno che non mi dia gli appunti del dottore. Tutti quanti!" Esclamò sorridendo Dean, sapendo di essere appena riuscito nel suo intento. 



Dean lesse tutti gli appunti del dottore e scoprì quanti soggetti studiasse; cercò di mettersi in contatto con qualcuno di loro ma nessuno abitava in quella zona.

Finché non lesse l'ultimo nome e scoprì quanto fossero vicini, così in pochi minuti si presentò alla sua porta.

Il ragazzo gli offrì una birra e gli raccontò del perché si era rivolto al dottore: soffriva di una sindrome che non gli permetteva più di sognare. Ma da quando cominciò con quegli esperimenti aveva ripreso a fare dei sogni vividissimi, seppur fosse doloroso.

Dean si congedò e uscì, dirigendosi verso l'ospedale. 

Una volta arrivato si mise proprio accanto al letto del suo amico Bobby e gli tenne la mano, pensando a quanto fosse stato importante per lui e quante volte si era comportato da padre nei confronti suoi e di suoi fratello.

"Come sta?" Chiese Sam entrando nella stanza, senza neanche guardare il fratello negli occhi.

"Nessun miglioramento.." disse il maggiore alzandosi. "Che avete scoperto?".

"Beh con quello che mi hai raccontato tutto comincia ad avere più senso. La radice africana dei sogni è stata usata dagli stregoni e dagli sciamani per secoli".

"Se crediamo alle legende, si usa per entrare nei sogni e nelle persone!" Esclamò Katherine sulla soglia osservandoli e facendoli voltare nella sua direzione. "Ma questo è solo la punta dell'iceberg".

"Che vuol dire?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Questa pianta è potente ma con un po’ di pratica si può diventare un vero Freddy Krueger! Possono trasformare gli incubi in bei sogni e bei sogni in incubi!" Esclamò Sam sospirando. 

"E uccidere le persone nel sonno.." sussurrò Katherine avvicinandosi ai due.

"Ammettiamo che il dottore stesse testando questa roba sui suoi pazienti.." iniziò Sam sospirando nuovamente. 

"Qualcuno si arrabbia con lui, gli fa una visitina nei suoi sogni e addio dottor Greg!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Ma che c'entra Bobby? Se è stato preso di mira, perché è ancora vivo?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e chiudendo gli occhi, massaggiandosi le tempie con le dita.

"Non lo so.." disse Sam sospirando. 

"Come lo troviamo?" Chiese Dean grattandosi nervosamente la testa.

"Può essere chiunque.. chiunque conoscesse il dottore e avesse acceso a quella pianta!" Esclamò Katherine camminando nervosamente e uscendo dalla stanza. 

I ragazzi la seguirono, uscendo fuori dall'ospedale con lei. 

"Potrebbe essere una delle sue cavie.." sussurrò la ragazza mordendosi nervosamente il labbro. 

"Non sappiamo quanti soggetti testasse" disse Dean sbuffando.

"In qualunque altro caso avremmo chiamato Bobby per darci una mano.." disse Sam sospirando. 

"Si hai ragione!" Sussurrò Katherine avvicinandosi a lui. "Andiamo a parlarci".

"Beh, credo che sarà una conversazione a senso unico" disse Sam aggrottando le sopracciglia, non capendo cosa volesse dire la ragazza.

"Non se prendiamo quella roba!" Esclamò Dean abbozzando un sorriso, sostenendo la ragazza.

"Cosa?!" Esclamò Sam sgranando gli occhi. 

"Volete entrare in sogno nella mente di Bobby? Non abbiamo idea di cosa stia succedendo!" Esclamò Sam allargando le braccia.

"Sam.." disse Katherine afferrandogli un braccio, scuotendolo mentre lo fissava dritto negli occhi. "Sam, andiamo.. è Bobby".

Il ragazzo ricambiò lo sguardo e per qualche secondo, scordò il motivo per il quale la sera precedente si era distrutto il fegato in chissà quale bar.

"Hai ragione.." disse distogliendo lo sguardo. "Ma non sappiamo dove trovare questa pianta".

"Beh.. potremmo chiamare Bela" suggerì Dean facendo spallucce.

Katherine si voltò a guardare Dean e dilatò le narici, infuriata al solo pensiero di rivederla. Sorpassò Sam e si diresse verso la machina, seguita dai due ragazzi che stavano già chiamando la minore delle Collins.

Si diressero al motel e aspettarono l'arrivo della ragazza, mentre Katherine si mangiava nervosamente le unghie. 

Ad un tratto,  qualcuno bussò alla porta e i ragazzi si voltarono verso Katherine, ansiosi di vedere la sua reazione. 

Inghiottì un po di saliva e si alzò dal letto, dirigendosi verso la porta, che spalancò.

Gli occhi di Katherine finirono dentro quelli della sorella minore, che la osservava in silenzio, abbozzando un sorriso amaro.

"Ho portato la radice dei sogni.." disse Bela uscendo un sacchetto dalla sua borsa e porgendolo alla sorella. "È difficile da reperire.. è roba forte".

Katherine l'afferrò e si mosse dalla soglia della porta arrivando a sedersi nuovamente sul letto, mentre Bela si accomodava e chiudeva la porta.

"Voglio sapere qual è la condizione prima di accettare" disse Katherine guardandola negli occhi.

"Nessuna condizione, serve per Bobby" disse la ragazza prendendo posto accanto a Dean. "Quando lo facciamo?".

"Oh, tu non farai nulla! Non ti faccio entrare nella mente di Bobby" disse Dean trattenendo una risata e lei gli tirò una gomitata fra le costole.

"Ok, lo fai per lui. Devi andartene adesso, dobbiamo occuparci del caso" disse Katherine afferrando il cappotto della sorella e porgendoglielo. 

"Vá!" La sollecitò vedendola esitare.

Bela afferrò le sue cose e, in fretta, aprì la porta ma, prima di uscire, si voltò a dare un'ultima occhiata alla sorella che distolse lo sguardo, dandole le spalle.

 

Katherine preparò silenziosamente una bevanda dove mise la radice dei sogni, ma continuò a pensare alla sorella, chiedendosi quando l'avrebbe rivista. 

Sospirò e porse le tazze con dentro il liquido ai ragazzi e si sedette ai piedi di uno dei letti nella stanza.

"È pronto.." sussurrò la ragazza fissando la sua tazza.

"Allora che facciamo? Sincronizziamo il Mago di Oz con The Dark Side of the Moon?" Chiese Dean sorridendo. 

"Cosa?" Chiese Sam alzando un sopracciglio e fissandolo accigliato.

"Ma che facevi al college?" Chiese Dean aprendo le braccia e sedendosi, seguito da fratello. 

"Serve anche questo" disse Katherine estraendo da una tasca una busta di carta e mettendo il contenuto in ogni tazza.

"Che diavolo è? " Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 

"Un capello di Bobby" disse Katherine storcendo il naso. 

"Dobbiamo berlo?!" Chiese Dean sconcertato. 

"È così che si comandano i sogni delle persone in cui si entra!" Esclamò Katherine sospirando. 

"Beh.. buon viaggio allora!" Esclamò Sam facendo spallucce e bevendo il contenuto della tazza.

Dean e Katherine si guardarono sconcertati e copiarono il ragazzo, ingerendo il liquido della tazza.

Aspettarono qualche secondo, lamentandosi del saporaccio dopodiché Katherine chiese: "Sentite qualcosa?".

"No" risposero all'unisono i fratelli. 

"Forse era roba scadente.." disse Dean sospirando. 

"Se Bela ci ha fregati di nuovo giuro che.." iniziò la ragazza ma fu interrotta dal minore dei fratelli. 

"Quando ha iniziato a piovere?" Chiese Sam guardando fuori dalla finestra, seguito dai due.

"E a piovere dal basso verso l'alto?" Chiese Dean sgranando gli occhi. 

"Wooh, ragazzi?" Disse Katherine richiamando la loro attenzione.

Si voltarono e rimasero stupefatti tanto quanto lei; in pochi secondi erano finiti in un salotto di chissà quale casa.

"Dove diavolo siamo?" Chiese Dean fra i denti. 

"Davvero non lo capite?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.  " Immaginate questo posto senza quadri alle pareti, più disordinato e pieno di polvere. Libri sparsi ovunque. .!".

"È la casa di Bobby!" Esclamò Sam allargando le braccia per la sorpresa.

"Esatto! " Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Dò un'occhiata fuori ragazzi, torno subito" disse Katherine avviandosi verso la porta di casa.

"No, dobbiamo restare uniti!" Esclamò Dean sgranando gli occhi. 

" Non succederà nulla!" Continuò la ragazza sospirando. 

"Verrò con te.." disse Sam superandola e aprendo la porta d'ingresso, mentre Katherine lo seguiva.

"State attenti! " Esclamò Dean guardandosi attorno.

I due ragazzi uscirono in veranda e videro come il sole splendesse alto nel cielo; vi era un enorme prato verde, curato, con dei fiori che sbucavano ai lati.

Sam e Katherine si guardarono attorno e rimasero a bocca aperta per qualche secondo fin quando la porta alle loro spalle si chiuse, facendoli sobbalzare. 

"Dean?!" Provò a chiamare Sam ma non ricevette alcuna risposta. 

"Dentro il sogno di chi siamo?" Chiese Katherine guardandolo negli occhi.

"Nel mio.." disse Sam con un'espressione indecifrabile sul viso.

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Capitolo 22
*** Capitolo 19. ***


Dean cominciò a girare per la casa, cominciando dalla cucina fino ad arrivare alla grande dispensa.
"Bobby?!" Chiese numerose volte Dean camminando finché non sentì dei rumori provenienti da una stanza.
"Chi c'è?!" Esclamò la voce fin troppo familiare di Bobby da dietro una porta.
"Bobby sei qui dentro?" Chiese Dean avvicinandosi.
"Dean? " disse Bobby uscendo dalla stanza.
"Come mi hai trovato? " Continuò l'uomo guardandosi attorno impaurito.
"Abbiamo preso la radice dei sogni per trovarti!".
"Quale radice?" Chiese Bobby spaesato, continuando a guardarsi attorno.
"Il dottor Greg, gli esperimenti!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia.
" Ma di che parli?" Chiese Bobby impaurito quando le luci cominciarono a fare intermittenza. "Andiamo, lei sta arrivando".
Cosi l'uomo si voltò, cercando di nascondersi dentro la stanza in cui Dean l'aveva trovato.
"Bobby, lo sai che questo è solo un sogno vero?" Chiese Dean afferrandogli un braccio e scuotendolo mentre lo fissava dritto negli occhi.
"Ma che dici?!".
"È vero, non c'è niente di reale!" Cercò di tranquillizzarlo.
"E quella ti sembra inventata?" Chiese Bobby terrorizzato indicando un punto dietro il ragazzo.
Quando Dean si voltò, vide una donna avanzare verso di loro, completamente ricoperta di sangue.
"Bobby, chi è?" Chiese Dean dilatando le narici e facendo qualche passo indietro.
"Quella.. quella è mia moglie!".

"Ma dove siamo?" Chiese Katherine guardandosi attorno, sorridendo.
C'erano quei prati così verdi e quella casa così azzurra che le mettevano allegria, le trasmettevano serenità.
"È bellissimo.." continuò Katherine ancora stupefatta.
"Questa è.. la casa che ho sempre sognato!" Esclamò Sam abbozzando un sorriso. "O meglio, è la casa che ho cominciato a sognare dal giorno in cui ci siamo messi insieme.. era questo che vedevo per noi!" Continuò Sam con un dolore evidente nella voce.
Katherine si voltò ad osservarlo e tirò un respiro, gli sorrise e gli strinse una mano fra le sue.
"... È bellissima!" Esclamò la ragazza incastrando l'azzurro dei suoi occhi con quelli verdi di lui. "Non avrei potuto immaginare di meglio..".
Sam la osservò per qualche secondo e sentì il cuore battere forte nel suo largo e possente petto; con un gesto veloce, sganciò le sue mani da quelle della ragazza e si voltò, continuando a osservare attorno a sé.

"Perché Bobby? Perché mi hai fatto questo?" Chiese la donna vestita di bianco e sporca di sangue, con voce rotta.
"Avrei preferito morire piuttosto che farti del male!" Esclamò Bobby con quasi le lacrime agli occhi, mentre Dean osservava la scena senza parole.
"Ma mi hai fatto del male!" Disse la donna cambiando tono di voce. "Hai infilato quel coltello dentro di me.. una volta e un'altra ancora! E mi hai guardata sanguinare, mi hai guardata morire!".
Bobby cominciò a lacrimare silenziosamente, guardando la donna negli occhi e Dean decise di intervenire: qualunque cosa avesse fatto, era sicuro che ci fosse un motivo ben valido dietro.
"Bobby!" Esclamò il ragazzo scuotendo l'uomo. "Lei non è reale!".
"Come hai potuto?" Continuò la donna.
"Eri posseduta piccola.. eri violenta e io non sapevo quello che so adesso! Non sapevo come salvarti!!" Esclamò Bobby visibilmente sconvolto.
"Stai mentendo! Tu mi volevi morta, se mi avessi amata avresti trovato un modo!" Urlò la donna avvicinandosi velocemente all'uomo.
"Mi dispiace!!"continuò a piagnucolare l'uomo.
"Andiamo Bobby!!" Esclamò Dean afferrando l'amico e trascinandolo con sé nella grande cucina, seguiti dalla donna che però non riuscì ad entrare in tempo: il ragazzo aveva già chiuso le porte.

Katherine continuò a guardarsi attorno a bocca aperta, era certa di non aver mai visto nulla di più bello in vita sua.
"Vieni.." sussurrò Sam afferrandole delicatamente la mano e facendole girare l'esterno della casa.
Katherine rimase, se è possibile, ancora più stupita nel vedere il retro della casa pieno di giochi per bambini.
"Questo è.." iniziò la ragazza senza riuscire a completare la frase.
"Si, lo so.. è pazzesco, è folle" ammise Sam ridendo, guardandola negli occhi.
"Stavo per dire bellissimo.." disse sorridendo la ragazza, passandogli una mano sulla guancia.
"Io.." iniziò la ragazza ma fu interrotta.
"Kath, non ho intenzione di parlarne. Come potre...ooh!" Esclamò il ragazzo cadendo per terra dopo aver ricevuto, sotto gli occhi increduli della ragazza, una mazzata in pieno viso.
"Chi diavolo sei?" Ringhiò Katherine al ragazzo che lo aveva colpito.
"Chi siete voi! Il vostro posto non è qui!" Esclamò l'uomo incrociando le braccia.
"Senti chi parla, sei nella mente del mio amico!" Esclamò Sam mentre Katherine lo aiutava a rialzarsi.
"Li scegliete male i vostri amici! Questa è legittima difesa!" Esclamò alternando lo sguardo fra i due. "È lui che mi dava la caccia, voleva farmi del male!".
"Probabilmente perché sei un assassino!" Disse Katherine mentre Sam si massaggiava la tempia colpita.
"Sii più gentile con me.." disse l'uomo avvicinandosi a Katherine. "Qui dentro siete solo degli insetti, e io sono il dio!".

Dean cercava di tenere le porte della cucina chiuse, mentre la donna all'estero tentava in tutti i modi di entrare.
Bobby se ne stava immobile come una pietra, con lo sguardo vitreo senza neanche aiutare il ragazzo.
"'Devi credermi Bobby, la casa, tua moglie.. è solo un incubo!" Esclamò Dean legando le due estremità delle porte.
"Io l'ho uccisa.." ammise Bobby con il capo chino.
"Bobby, questo è un sogno e puoi svegliarti! Puoi fare qualunque cosa!" Continuò il ragazzo ma l'uomo pareva non ascoltare.
"No, lasciami pace, lascia che mi uccida!" Esclamò Bobby avvicinandosi alla porta, ormai chiusa.
"Guardami!!" Esclamò Dean afferrandolo per la maglietta. "Devi uscire da tutto questo, devi uscirne adesso! Tu non morirai Bobby, non ti permetterò di morire, sei come un padre per me! Devi credermi, ti prego!".
Bobby lo guardò negli occhi per qualche secondo e Dean poté vedere il dubbio insinuarsi dentro di lui.
"Io sto.. sto sognando?" Chiese Bobby arricciando il naso e aggrottando le sopracciglia.
"Si, prendi il controllo del sogno!" Esclamò Dean sospirando.
Bobby si guardò attorno, dopodiché si concentrò su di Dean e lo fissò per qualche secondo negli occhi. Che avesse ragione? Che stesse solamente sognando e che quella fosse solo una caccia finita male?
Strinse i suoi occhi per qualche secondo e si concentrò: improvvisamente, i lamenti e le grida della moglie dietro la porta della cucina cessarono e i due uomini si guardarono negli occhi sbalorditi.
Dean, lentamente, si avvicinò alle porte e slegò la corda che usava per tenerle chiuse; le aprì con un gesto secco e rapido e trovò l'ampio salone completamente vuoto.
"Non posso crederci.." sussurrò Bobby sgranando gli occhi.
"Devi crederci!" Esclamò Dean voltandosi verso di lui. "Ti prego svegliati Bobby!".
Improvvisamente, tutti quanti tornarono alla realtà, spalancando gli occhi, sobbalzando dal letto.
Non dissero neanche una parola e si diressero in ospedale, con la certezza di trovare l'amico sveglio.
Non appena arrivarono, Katherine si fiondò fra le braccia di Bobby mentre i ragazzi tenevano sul viso un sorriso a 32 denti, sapendo, tuttavia, che non era finita. Avrebbero dovuto fermarlo.

"Bobby.. quella storia.." iniziò Dean tenendo gli occhi bassi. "Quella situazione con tua moglie.. è successa veramente?".
Rimasero in silenzio per qualche secondo, l'unico rumore presente, era il bip metallico che attestava che il cuore di Bobby batteva, sano come un pesce.
"Dean.. sono diventato un cacciatore per questo" disse l'uomo accennando un sorriso.
"Mi dispiace.." disse Dean guardandolo negli occhi.
"Non devi dispiacerti.. se non fosse stato per te, sarei ancora perso laggiù o morto! Quindi.. grazie!".
Sam e Katherine entrarono nella stanza e li interruppero, la ragazza si sedette ai piedi del letto.
"Il drogato non è nel dormitorio.." affermò Sam sospirando. "Credo che a quest'ora sia molto lontano".
"Non è proprio un drogato.. si chiama Jeremy Frost, quoziente di intelligenza 160! Niente male visto che il padre lo ha colpito in testa con una mazza da baseball!" Esclamò Bobby sospirando.
"Ecco il padre dell'anno" aggiunse mostrando loro una foto presa dal fascicolo che aveva con sé sul letto. "Morto prima che Jeremy avesse 10 anni. La ferita gli ha impedito di sognare.."
"Fino a che non ha usato la droga.." disse Katherine sospirando.
"Esatto..".
"Come ha fatto a sapere che quello era il tuo incubo peggiore?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"È entrato nella mia testa, Dio solo sa cos'ha visto lì dentro!" Esclamò Bobby ridendo.
"Come ha fatto ad entrarci? Non aveva bisogno del tuo DNA?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Prima che scoprissi chi fosse.. mi ha offerto una birra!" Affermò Bobby sospirando. "Una cosa molto stupida..".
"Ooh.. non è così stupida tutto sommato.." disse il maggiore con una risatina nervosa.
"Dean.. anche tu?!" Chiese Sam sgranando gli occhi.
"Avevo sete...".
"Fantastico, adesso può entrare in tutti e due!" Esclamò Katherine portando gli occhi al cielo.
"Dobbiamo solo trovarlo prima noi" disse Sam sospirando.
"Sbrighiamoci allora, serve molto caffè. Perché dobbiamo evitare di addormentarci!" Esclamò Bobby lasciando tutti perplessi e a bocca aperta.

"Jeremy non è un fantasma, dove può essere?!" Sbraitò Dean visibilmente agitato mentre guidava la sua auto.
"Non vuoi che guidi io? Sembri eccitato dalla caffeina" disse Sam preoccupato.
"Grazie della bella notizia, Einstein!".
"Dean!" Esclamò Katherine rimproverandolo, ma lui parve non sentire.
Gli squillò il telefono e scaturì delle risatine soffocate nei due passeggeri quando cercò di prenderlo.
"Che c'è?! Hai trovato qualcosa?!" Urlò al telefono.
"Niente!" Rispose l'uomo dall'altro lato del telefono.
"Ma che cavolo Bobby!!".
"Non alzare la voce con me, mi sto facendo il culo qui!".
"Scusa, sono stanco!!" Continuò Dean placandosi un po.
"Dovresti dire a Katherine che Bela mi sta dando una mano, è venuta qui al motel e sta cercando di scoprire qualcosa attraverso i tarocchi.. o qualunque cosa siano!" Esclamò Bobby sospirando.
"Cosa?!" Urlò Katherine avendo sentito tutto.
"Ha scoperto qualcosa?" Chiese Dean ignorandola.
"No, niente da fare!" Rispose Bobby sospirando.
"Perfetto! Non mi rimane che spararmi un colpo in testa!" Esclamò chiudendo il telefono e affondando il piede sull'acceleratore.

"Basta, mi sono stufato!" Esclamò Dean accostando sul ciglio della strada, ormai quasi senza forze.
"Che diavolo fai?" Chiese Sam sgranando gli occhi.
"Mi metto a dormire, semplice!" Esclamò Dean mettendosi comodo.
"Cosa?" Continuò il fratello.
"Così Jeremy ti darà la caccia!" Esclamò Katherine scuotendolo.
"È questa l'idea!" Rispose Dean chiudendo gli occhi. "Non possiamo trovarlo? Lasciamo che venga lui da me!".
"Nel suo territorio dov'è praticamente un dio?!" Esclamò furioso Sam.
"Ce la farò!".
Sam e Katherine si guardarono e si capirono al volo.
"Non da solo" disse Katherine prima di strappare due capelli dalla testa del maggiore.
"Aah! Che cosa fai?" Chiese Dean guardandola.
"Veniamo con te!" Esclamò Sam perentorio.
"No!" Continuò il maggiore, come un bambino che fa i capricci.
"Perché no?!" Chiese la ragazza fissandolo. "Saremo tre contro uno!".
Il ragazzo li guardò entrambi e abbassò gli occhi.
"Non voglio che scrutiate nella mia mente!" Si limitò a dire il maggiore.
Sam lo fissò e disse: "Che peccato!".
Ingerirono i capelli e si addormentarono come meglio poterono.

Il primo ad aprire gli occhi fu Sam, svegliato dall'abbaiare di un cane in lontananza.
"Sveglia ragazzi!" Esclamò Sam scuotendoli.
"Maledizione..!" sussurrò Katherine assonnata.
"Che facciamo ancora qui?" Chiese Dean passandosi una mano sul viso.
"Non ne ho idea.." disse Sam sospirando.
Tutti e tre si immobilizzarono sentendo dei rumori attorno alla loro auto.
"C'è qualcuno qui fuori" disse Katherine svegliandosi definitivamente.
Scesero dall'auto guardandosi attorno e fecero qualche breve passo.
D’un tratto, un angolo dell'enorme spiazzale dove si trovavano, fu allestito per un vero e proprio picnic, e Dean sgranò gli occhi.
Rieccheggiò la canzone preferita di Katherine e fu chiaro a tutti i presenti chi fossero i partecipanti al sogno.
"Non avevo mai fatto questo sogno.." disse Dean con un filo di voce.
"Dean.." sussurrò Katherine e tutto tacque, tutto sparì.
I ragazzi su guardarono intorno, sperando di trovare tracce di Jeremy.
"Ragazzi!" Esclamò Sam prima di partire all'inseguimento, aveva notato il ragazzo nascosto fra i cespugli.
Dean e Katherine lo seguirono finché non lo persero di vista: si erano divisi.
Non appena si fermarono, i due ragazzi videro un susseguirsi di porte chiuse e sospirarono, sperando che Sam stesse bene.
La porta più lontana si aprì e i ragazzi, dopo essersi guardati, decisero di entrarvi.
Era una camera di un motel, molto spoglia e sussultarono quando notarono una sagoma seduta al tavolo della stanza.
"Jeremy?" Chiese Dean avvicinandosi.
La sagoma che dava loro le spalle, si voltò leggermente, lasciando intravedere il viso.
"Dean?!" Chiese la ragazza spiazzata.
Il ragazzo seduto, si alzò lentamente e si voltò verso di loro con un ghigno sul viso.
"Ciao Dean" sussurrò l'uomo identico a lui.
"Che figlio di puttana!" Esclamò Dean sorridendo.
"Dobbiamo parlare.." sussurrò l'uomo identico a lui.
"Ho capito, ho capito.. sono il mio incubo peggiore, è così? Un piccolo faccia a faccia con me stesso, eh?" Disse Dean quasi sorridendo.
"Scherza pure, ma a me non puoi mentire: conosco la verità! So quanto sei morto dentro, quanto ti senti inutile; so che quando ti guardi allo specchio, odi quello che vedi!" Esclamò l'uomo facendo qualche passo verso di lui.
"Mi dispiace ma non ci casco!" Affermò Dean sorridendo. "Non sei reale e non devo fare altro che scoccare le dita e tu sparisci".
Con un grande sorriso sulle labbra, Dean scoccò le sue dita e fissò l'uomo in attesa che sparisse. Perplesso, continuò a scoccare, sgranando i suoi grandi occhi verdi, con scarsi risultati.
"Non vado da nessuna parte.. e nemmeno voi!" Esclamò l'uomo sbattendo la porta della camera e chiudendola a chiave con un solo gesto della mano, mentre nell'altra teneva un grande fucile. "Come ti ho detto, dobbiamo parlare".

Sam aprì gli occhi, trovandosi nuovamente nell'auto e osservò i ragazzi affianco a lui continuare a dormire.
"Katherine? Dean?" Cercò di svegliarli, scuotendoli senza risultati.
Continuò a chiamarli, finché non si accorse che quello accanto a lui non era il fratello, bensì Jeremy che, con un colpo di fucile sul viso, lo spinse fuori dall'auto.
"Non capisci quando è il caso di lasciare perdere vero?" Chiese Jeremy con il fucile in spalla, avanzando verso di lui.
"Sei uno psicopatico!" Esclamò Sam sputando del sangue.
"Ti sbagli!" Affermò Jeremy sbuffando.
"Davvero? Vallo a dire al dottor Greg!".
"Il dottore? È stato proprio lui che mi ha fatto provare questa roba e poi me l'ha portata via! Ma a me serviva e lui non voleva!" Esclamò Jeremy alterandosi e appoggiandosi alla fiancata dell'auto.
"E così l'hai ucciso?" Chiese Sam con tono sprezzante.
"Posso sognare di nuovo, sai che significa non essere in grado di sognare? Non riesci mai a riposarti veramente, è come restare sveglio per 15 anni.." sussurrò il ragazzo sospirando.
"Lasciami indovinare, ti fa uscire di testa?" Ironizzò Sam.
"Voglio solo essere lasciato in pace e sognare!" Esclamò Jeremy fissandolo negli occhi.
"Mi dispiace, non si può sempre avere ciò che si vuole! Non è possibile !" Replicò Sam sostenendo lo sguardo.
"Risposta sbagliata!" Affermò Jeremy sorridendo e con un gesto della mano immobilizzò Sam al suolo.
"Divento sempre più bravo e più forte, ma voi tre non vi sveglierete, non questa volta! Non ve lo permetterò!" Esclamò Jeremy sorridendo.

"Stai andando all'inferno e non muovi un dito per impedirlo.. ma dopotutto non è una vita degna di essere salvata" disse l'uomo cominciando a girare attorno a Dean.
Katherine era rimasta a fissarli, non sapendo come comportarsi in quella situazione, e in quel momento strinse la mano del ragazzo.
"Dean non ascoltarlo, svegliati, andiamo!" Esclamò la ragazza con la testa quasi sulla sua spalla.
"Non sei niente, sei stupido come un cane da combattimento; cos'hai a parte Sam?" Chiese l'uomo con un sorriso. "Sei tormentato da un'unica cosa da così tanto tempo ormai.. e non appena pensi di averla, poof, sparisce! Tutto quello che desideri non è tuo!".
"Andiamo!" Urlò Katherine, cercando di farlo smettere mentre stringeva ancora la mano di Dean fra le sue.
"La tua auto? Di papà. Il tuo giaccone di pelle? Di papà. La musica? Di papà" continuò l'uomo soffermandosi successivamente sulla ragazza. "E poi arriviamo al tasto più dolente..".
"Non penso ce ne sia bisogno!" Affermò Dean ma l'uomo lo ignorò.
"..Katherine? Appartiene a Sam! Ma ce l'hai un pensiero originale?".
"Chiudi quella bocca" disse Katherine ma l'uomo non l'ascoltava.
"Pensaci bene, tuo padre non ha fatto altro che addestrarti, riempiendoti la testa di ordini. Invece con Sam.. oh papà amava Sam, lui lo adorava! Ti suono familiare? Anche Katherine ama Sam!" Esclamò l'uomo avvicinandosi pericolosamente ai due.
"Piantala, mi sto arrabbiando" disse Dean guardandolo negli occhi.
"Tu sei un bravo soldato e nient'altro, perfino a papà non importava se vivevi o morivi, perché dovrebbe importare a lei?" Chiese l'uomo con un ghigno sul volto.
"Figlio di puttana!" Urlò Dean mollando la presa di Katherine e spingendo l'uomo identico a lui dall'altro lato della stanza.
"Dean!" Urlò la ragazza cercando di trattenerlo ma senza risultati.
"Mio padre era un bastardo ossessionato!" Urlò Dean continuando a pestare l'ombra di se stesso.
"Tutte quelle cazzate sul fatto che dovevo proteggere Sam, ma era colpa sua! Lui non ha saputo proteggere la famiglia.." urlò Dean continuando a picchiarlo.
"Dean, per favore, fermati!" Continuò la ragazza.
"Lui ha lasciato morire mia madre e non c'era mai per Sam, ma io si, sempre! Non è stato giusto, non meritavo tutto quello che mi ha addossato! E non è vero che Katherine non prova nulla per me!" Urlò Dean afferrando il fucile dell'uomo e puntandoglielo al petto mentre lo fissava negli occhi.
"Lei prova qualcosa per me anche se non ha il coraggio di ammetterlo! L'unica cosa certa è che io non merito l'inferno!" Continuò ad urlare premendo il grilletto e sparandogli in pieno petto.
Nella stanza crollò il silenzio e Dean aveva il fiatone dopo tutti quegli sforzi; Katherine aveva gli occhi sgranati e pieni di lacrime per tutto quello che era accaduto, mentre l'uomo giaceva a terra, ricoperto di sangue.

Jeremy continuava a picchiare Sam, immobilizzato al suolo, con il fucile, prendendolo nei punti più dolorosi del corpo, e il ragazzo poté scorgere negli occhi di quello psicopatico la furia con cui agiva. Avrebbe dovuto trovare un modo per fermarlo e non frattempo sperava e pregava che suo fratello e Katherine stessero bene.

Katherine continuava a fissare Dean, che fissava quell'uomo così identico a lui senza vita. Si avvicinò lentamente e gli carezzò la testa, notando le lacrime che gli rigavano il volto.
"Andrà tutto bene, Dean.." gli sussurrò all'orecchio ma lui non la guardava.
L'uomo che fino a quell'istante giaceva per terra in una pozza di sangue si alzò e si mise ad una spanna dal volto del ragazzo e, con gli occhi completamente neri, demoniaci, disse: "Non puoi scappare da me Dean! Tu morirai e questo, QUESTO, è ciò che diventerai!".

"Non puoi fermarmi, te l'ho detto che qui sono un dio!" Esclamò Jeremy sorridendo.
"Grazie alla radice dei sogni! Ma stai dimenticando una cosa: anch'io ho preso la radice!" Esclamò Sam sorridendo e liberandosi.
"Jeremy!!" Rieccheggiò per tutta la valle e il ragazzo si voltò impaurito. "JEREMY!".
Un uomo avanzò a passo svelto verso di loro e il ragazzo fece qualche passo indietro, profondamente spaventato.
"P-papà?".
"Rispondi quando ti chiamo, hai capito?!" Urlò il padre di Jeremy avvicinandosi.
Sam si alzò e colpì in pieno viso il ragazzo, spezzandogli il collo, che morì anche nella realtà.
In pochi secondi tutti e tre i ragazzi aprirono gli occhi dentro l'auto e presero dei grandi respiri. Si guardarono l'un l'altro e Katherine fu sorpresa nel trovare la sua mano intrecciata a quella di Dean, che la guardava scioccato quanto lei.

"È così hai creato tu stesso un piccolo sogno eh?" Chiese Bobby con una risatina isterica.
"Si, mi sono concentrato ed è successo!" Rispose Sam sospirando.
"Non ha nulla a che fare con i tuoi poteri paranormali?" Chiese Bobby guardandolo negli occhi.
"No, Bobby.." rispose Sam aggrottando le sopracciglia.
"Bene.." disse l'uomo inserendo la chiave nella porta ed entrando dentro la stanza dove avevano lasciato Dean e Katherine.
"Avete visto Bela?" Chiese Katherine facendo un balzo verso i due.
"Non risponde e in camera non c'è" continuò Dean sospirando.
"Sarà andata via.." disse Sam facendo spallucce.
"Senza salutare? Mi sembra strano.." disse Katherine ironicamente abbassando lo sguardo.
Dean sgranò gli occhi e, velocemente si diresse verso la cassaforte della camera, e la spalancò, trovandola completamente vuota.
"No, no, no!" Esclamò Dean stringendo gli occhi.
"La colt!! Bela ha rubato la colt!!!" Urlò Sam voltandosi verso gli altri.
"Maledizione!" Esclamò Dean serrando la mascella.
"Prendete la vostra roba, andiamo a dare la caccia a quella stronza!!" Esclamò la ragazza uscendo dalla camera e sbattendosi la porta alle spalle.

Katherine se ne stava appoggiata al cofano dell'Impala, cercando di calmarsi. Per l'ennesima volta si era fidata di sua sorella e per l'ennesima volta lei l'aveva delusa.
Sospirò, aspettando che gli altri uscissero ed il primo a raggiungerla fu Dean che prese posto accanto a lei.
Katherine sospirò nuovamente e si voltò a guardarlo, sorridendogli e lui fece lo stesso.
"La troveremo, sta tranquilla.. la salveremo!" Esclamò Dean cingendole la vita con un braccio.
"Anche se è una stronza manipolatrice?" Chiese Katherine accennando un sorriso.
"Si.. anche se è una stronza manipolatrice!" Esclamò Dean ridendo. "Ma è pur sempre tua sorella..".
"Già.." Rispose Katherine facendo spallucce e sospirando.
"Kath.. quando eri nella mia mente.. ricordi tutto?" Chiese Dean sospirando e prendendole una mano fra le sue.
"Si Dean.. ricordo tutto" rispose la ragazza stringendo la presa. "E volevo dirtelo: devi smetterla!".
"Smetterla?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia mentre la ragazza si metteva di fronte a lui.
"Devi smettere di pensare che non ne vali la pena, sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto e non meriti di finire all'inferno!" Affermò Katherine prendendogli il viso fra le mani. "E ti prometto che farò di tutto per salvarti, non ti lascerò finire lì sotto! Non diventerai un demone come quello che hai visto nella tua mente!".
Dean la guardò negli occhi e sapeva quanto dicesse sul serio; le sorrise e disse: "Kath, lo so.. lo so che ci proverai!".
"E c'è un'altra cosa che voglio che tu capisca.." disse Katherine abbassando le mani al suo petto e sospirando, fissandole. "Se noi.. se noi..".
La ragazza prese un respiro profondo, lo fissò negli occhi e disse: "Se noi ci fossimo conosciuti in momenti diversi, circostanze diverse, io..".
"Non c'è bisogno che tu me lo dica.. lo so, Kath!" Esclamò Dean sistemandole i capelli dietro l'orecchio e per tutta risposta lei gli gettò le braccia al collo, stringendolo il più forte possibile a sè.
Chiusero entrambi gli occhi, consapevoli che, un giorno, seppur ancora lontano, avrebbero avuto la possibilità di stare insieme, o almeno di provarci.

Buongiorno! :)
Scusate la mia assenza, ma non ho proprio avuto tempo!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, lasciate un vostro pensiero! Un bacio, alla prossima!

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Capitolo 23
*** Capitolo 20. ***


Katherine aprì gli occhi nella sua stanza, ricordando tutto quello che era accaduto a Dean per ben due volte.

Sgranò gli occhi e allungò una mano verso il comodino, afferrando il cellulare per controllare che giorno fosse: era ancora Martedì. 

Si preparò il più velocemente possibile e raggiunse i ragazzi al piano di sotto; le aprì Sam, che, senza spiegazioni la portò fuori dalla stanza.

"Che diavolo succede?" Chiese Sam sgranando gli occhi. 

"Non lo so Sam, lui sta bene?" Chiese Katherine appoggiandosi alla ringhiera e sospirando.

"Per il momento, dobbiamo tenerlo in vita! E dobbiamo andare al Mystery Spot.." disse Sam stringendo gli occhi.

"Ok, andiamo a fare colazione e dopo ci andremo, d'accordo?" Sussurrò Katherine facendo spallucce.

"Ok ma.." iniziò il ragazzo tirando un lungo sospiro. "..hai pensato che potrebbe entrarci Bela?".

"No Sam.. lei non è qui" disse Katherine con tristezza. "Mi ha lasciato una lettera dove ci incitava a non restare, l'avrei dovuta ascoltare!".

"Perché non ce l'hai detto, Kath?!" Iniziò il ragazzo ma furono interrotti da Dean che spalancò la porta della loro stanza, uscendo.

"Ecco dov'eri.." disse Dean alzando un sopracciglio verso il fratello.  "Andiamo a mangiare?".



"Menù a sorpresa, eh?" Disse Dean con un grande sorriso.

"Vuoi starci a sentire? Sto diventando pazza!" Esclamò Katherine massaggiandosi le tempie e chiudendo gli occhi. 

"Volete ordinare?" Chiese la cameriera sorridendo.

"Lui prende un menù a sorpresa con bacon e caffè,  lei solamente un caffè e per me niente, grazie!" Esclamò Sam quasi più nervoso di Katherine. 

"D'accordo.." disse la donna andando via.

"Siete così strani oggi ragazzi.." iniziò Dean ma fu interrotto dalla ragazza.

"Smettila di dire stronzate, Dean!".

"Va bene, va bene.. quindi noi saremmo incastrati.. in che cosa?" Chiese Dean perplesso.

"In un anello temporale" risposero all'unisono Katherine e Sam.

"Oooh.." disse Dean riflettendoci qualche secondo. "Come in Ricomincio da capo"?".

"Si esatto! Come in Ricomincio da capo!" Esclamò Sam agitato.

"Ah ah.. "disse Dean non prendendo neanche in considerazione che quello che dicessero i ragazzi fosse vero.

"Non ci credi?!" Chiese Katherine abbastanza infastidita.

"Dico soltanto che è pazzesco, tutto qui.. della serie..".

"Un dingo ha rapito il mio bambino?" Disse Katherine anticipandolo.

"Come sapevi che l'avrei detto?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Perché tu l'hai detto prima Dean!!" Esclamò Sam sperando che il fratello gli credesse.

"Ecco qui i caffè..." disse la cameriera mettendolo difronte ai ragazzi. "..e la salsa picc... oops!".

La donna fece cadere dal vassoio il barattolo che Sam prontamente afferrò.

"Ooh, accidenti! Grazie! " esclamò la donna sorridente andando via.

"Bei riflessi.." disse Dean sospirando. 

"No, sapeva che sarebbe accaduto" disse Katherine bevendo un sorso del suo caffè. 

"Va bene, ascoltatemi: sono certo che ci sarà una spiegazione.." iniziò il maggiore ma fu interrotto dal fratello. 

"Devi fidarti!" Esclamò Sam sospirando. "Devi semplicemente ascoltarci!".

“Ora calmati!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia rivolgendo lo sguardo prima al fratello e successivamente a Katherine. “E anche tu!”
"Non possiamo calmarci, Dean, non possiamo perché.." Esclamò Katherine sbattendo il caffè sul tavolo per non continuare la frase.

"Perché cosa?!" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e afferrandole una mano per tranquillizzarla.

“Perché tu oggi.. morirai, Dean.." sussurrò Sam continuando la frase della ragazza.
Dean rimase a bocca aperta per qualche secondo ma tornò subito in sè e disse: "No che non morirò.. non oggi almeno!".
"Per due volte finora,  ti abbiamo visto morire Dean. E non voglio.. non vogliamo che accada di nuovo" sussurrò Katherine guardandolo dritto in faccia con uno strato di lacrime che le ricoprivano gli occhi.

“Fidati di quello che ti stiamo dicendo, ti prego!" Esclamò Sam assumendo lo stesso tono di voce della ragazza.
“D'accordo.." sussurrò Dean alternando lo sguardo fra i due. "Di qualunque cosa si tratti lo scopriremo!".



“Quindi non credi più che questa sia solo una trappola per turisti?" Chiese Dean allargando le braccia, camminando sul marciapiede. 
Avevano visto tutto quello che avevano visto negli scorsi Martedì, stesse persone, stessi oggetti.
"Questi campi magnetici controllano davvero il tempo o qualcosa del genere..!" Disse Sam cercando di persuadere il fratello, ancora troppo scettico. 

"A me sembra una puntata di X-Files.." sussurrò Dean facendo spallucce.
"Non so in che altra maniera spiegartelo!!" Esclamò Katherine spazientita.
"Va bene, va bene! Questa sera, dopo la chiusura andremo a dargli un'occhiata!" Esclamò Dean sbuffando.

"Nonono, non possiamo!" Esclamò Sam fermandolo.

"Perché no?" Chiese il ragazzo fissando i due giovani. 

"Perché tu.." disse Katherine abbassando gli occhi. "Tu..".

"Io cosa? Morirò lì?" Chiese Dean facendo una faccia molto sconcertata.

"Esattamente.." dissero i ragazzi annuendo.

"Ahh.. bene.. andiamo adesso allora" disse Dean accellerando il paso, superandoli.

"Dean!" Urlò Sam mentre si precipitava a tirare via il fratello dall'attraversare.

Proprio in quel momento, l'uomo anziano che lo aveva ucciso il "Martedi precedente", attraversò la strada rischiando di investire nuovamente il ragazzo. 

"Oh mio Dio!" Esclamò Dean ridendo mentre gli altri due rimanevano seri.

"Dean.. lui ti ha investito ieri.." sussurrò Katherine sospirando. 

"Ooh.." si limitò a dire il ragazzo. "E?".

"E cosa?'' Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 

"È stato fico come nei film?" Chiese sorridendo Dean.

"No, te la sei fatta addosso!!" Esclamò Katherine arrabbiandosi e camminando verso il Mystery Spot.

"Certo che me la sono fatta addosso, cosa vuoi che faccia un povero disgraziato investito da un'auto?"  Le urlò dietro il ragazzo, mentre lei lo ignorava e Sam se la rideva.



"Non posso spiegare quanto apprezzi il vostro interessamento, chiedetemi tutto quello che volete!" Esclamò l'uomo sulla sessantina che due Martedì prima, sparò a Dean. 

"Da quanto tempo possiede questo locale?" Chiese Sam senza lasciare trasparire alcuna emozione, spacciandosi per un giornalista come gli altri due.

"La mia famiglia lo possiede da moltissimo tempo".

"È mai successo nulla di strano?" Chiese Katherine.

"Di strano? Qui di stranezze ne accadono di continuo, questo è il Mystery Spot" disse l'uomo prima di scoppiare in una risata che non contagiò gli altri. 

"In che senso?" Chiese Sam accigliato.

"Qui le leggi della fisica perdono ogni significato" disse l'uomo sorridente. 

"Ad esempio?!" Chiese Katherine molto poco gentilmente. 

"Fate il tour" disse l'uomo continuando a sorridere.

"Anche Dexter Asslback ha fatto il tour? " chiese Dean alzando un sopracciglio.

"Aspettate, ma che razza di articolo è?" Chiese l'uomo confuso.

"Risponda alla domanda!" Esclamò perentorio Sam.

"La polizia ha setacciato questo posto e non ha trovato nulla, io non conosco quell'uomo! Questa è un'azienda seria!" Continuò l'uomo guardandosi attorno. 

"Mi stia bene a sentire: succede qualcosa di strano qui, mi dica se lei ne è a conoscenza o no!!" Esclamò Sam fronteggiandolo perfettamente. 

"Va bene ragazzi, ascoltate: io ho comprato questo locale ad un'asta giudiziaria l'anno scorso, davvero! Prima mi occupavo di assicurazioni.." disse l'uomo sinceramente. 

"Ok, possiamo andare.." disse Dean afferrando i due ragazzi per le spalle. 

Uscirono e non proferirono parola per qualche momento finché non fu Dean a rompere il silenzio. 

"Detesto dirlo,  ma questa storia è una grande cazzata!".

"E allora dimmelo tu che ci sta succedendo! " esclamò Katherine allargando le braccia.

"Allora fatemi capire bene: quindi io ogni giorno muoio?".
"Si.." ammise Sam sospirando.
"Dopo di che voi vi svegliate giusto?".

"Si!".

"È sufficiente che io non muoia!" Esclamò Dean fermandosi sul marciapiede e guardandoli. "È sufficiente che io arrivi a domani mattina e poi l'anello temporale dovrebbe spezzarsi,  no?".

"Tu dici?" Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia. 

"Già, potrebbe essere un'idea!" Esclamò Katherine sorridendo. 

"Prendiamo qualcosa da mangiare e ci rilassiamo al motel fino a domani!" Esclamò Dean sorridendo e voltandosi, cominciando a camminare.

"Vi va il cinese?".

In qualche secondo, su Dean cadde un pianoforte che lo schiacciò del tutto, lasciando i presenti a bocca aperta e con gli occhi sgranati. 

Katherine e Sam si guardarono intorno, cercando un responsabile e videro degli operai, scioccati quanto loro, con delle funi in mano: era scivolato a loro.

I due ragazzi si guardarono: anche quel martedì non erano riusciti a salvare Dean.

 
 

 
Sam aprì nuovamente gli occhi sentendo la canzone che, sicuramente, avrebbe odiato per il resto della vita.
"Andiamo, un'altra volta?" Sussurrò fra sé e sè mentre il fratello era intento ad allacciarsi le scarpe.

"Su, alzati che è tardi Sam!" Esclamò Dean dandogli una breve occhiata.

Sam, stanco e profondamente abbattuto, tornò a sdraiarsi a letto,  sperando di finire questo Martedi infinito una volta per tutte. 


La stessa reazione la ebbe Katherine che, stanca, neanche scese a controllare se Dean stesse realmente bene. 

Dopo essersi preparata, andò con i fratelli in quel locale ma, per tutto il tragitto, Sam e Katherine non proferirono parola. 

Ora capivano perché Bela se n'era andata e li aveva invitati a fare lo stesso.

"Penso ancora che tutto questo sia pazzesco.. " iniziò Dean guardandoli con un sopracciglio alzato, ancora incredulo. "..ma vedrete che troveremo la soluzione!"

"Grazie.." sussurrò Sam con lo sguardo perso nel vuoto.

"Allora.. siamo incastrati in questo 'Ricomincio da capo', ma perché? Che c'è dietro?" Chiese Dean sforzandosi di credere che tutto ciò fosse reale.

"Prima pensavamo che c'entrasse questo posto ma non ne sono più sicura.." disse Katherine con lo sguardo incollato sul suo caffè. 

"Che facciamo allora?" Chiese Dean sospirando. 

"Beh.. cerchiamo di farti arrivare vivo fino a domattina per cominciare.." sussurrò sorridendo Sam.

"Beh, non sarà difficile" disse Dean sicuro di se.

"Si?" Ironizzò Katherine scollando gli occhi dal caffè e puntandoli su su di lui. "E come mai ti abbiamo visto morire tante volte senza mai riuscire ad evitarlo?".

"Oggi cercheremo di evitarlo! " esclamò Dean convinto di poterci riuscire. "Ordino sempre la stessa cosa, giusto?".

"Si, menù a sorpresa con bacon" disse Sam sospirando. 

"Beh, dolcezza?" urlò Dean verso la cameriera.  "Posso avere salsicce al posto del bacon?".

"Certo tesoro!" Esclamò la donna cambiando l'ordine. 

"Visto?" Iniziò Dean sorridendo verso il fratello e prendendo una mano della ragazza, che era tornata a fissare il caffè. "Ecco una prima cosa diversa, se abbiamo deciso che non devo morire, vedrete che non morirò!".

La cameriera portò la colazione a Dean, che sorrise verso i due, dando un morso alla salsiccia.

Cercava di dargli coraggio, ce l'avrebbe fatta questa volta! Ad un tratto, un pezzo di carne gli andò di traverso, impedendogli di respirare. 

Cominciò a tossire e attirò l'attenzione dei due ragazzi, che sgranarono immediatamente gli occhi.

"Dean?" Chiese Katherine con profondo stupore. 

"DEAN?" Urlò Sam mentre lo guardava, per l'ennesima volta, morire.



Erano stufi, l'avevano visto morire in una serie di modi diversi: scivolando nella doccia, mangiando un tacos, perfino collegando il rasoio elettrico alla presa.

Così, stufi, il Martedì successivo si recarono al Mystery Spot e Katherine e Sam lo rasero al suolo completamente.

Legarono l'uomo ad una sedia e Dean se ne stava accanto a lui, quasi divertito, osservando i due ragazzi che, con delle asce stavano finendo di buttare giù tutto.

"Va tutto bene, nessuno si farà male, stia tranquillo!" Esclamò Dean verso l'uomo imbavagliato.
"Sammy? Kath? Forse dovremmo lasciare andare il signore, che ne dite?".

"C'è di sicuro.. qualcosa.. in questo posto!" Urlò Sam fra un colpo alla parete e l'altro. 

"Sam ha ragione, Dean! C'è qualcosa e noi lo scopriremo!" Esclamò fermandosi qualche secondo per riprendere fiato, prima di riprendere il lavoro.

"L'avete già ridotto a pezzi.. perché non vi calmate?" Continuò Dean perplesso.

"No! Lo demoliremo completamente!!" Urlò Katherine visto che Sam aveva smesso perfino di ascoltarlo.

"Kath? Sammy? Adesso basta, datemi quell'ascia!" Urlò Dean avvicinandosi pericolosamente ai due.

"No, Dean lasciaci fare!" Rispose ringhiando fra i denti Katherine, stufa di tutto ciò. 

"Dean, levati di mezzo!!" Continuò Sam furioso.

"Ragazzi, calmatevi, datemi l'ascia, mollatelaa!!".

"No, lascialeee" urlarono i ragazzi finché, quando entrambi le lasciarono, le asce si conficcarono direttamente nel collo di Dean che morì nuovamente, dando il via ad un altro Martedi.



Entrarono nuovamente in quel locale, e Sam si scontrò di proposito contro l'uomo anziano che usciva dal locale dopo aver reclamato le chiavi della sua auto, con l'intento proprio di rubargliele per evitare che investisse nuovamente Dean.. o chiunque altro. 

"È Martedi oggi, menù a sorpresa!" Esclamò Dean sorridente.

Sam posizionò le chiavi sul tavolo e sospirò.

"Cosa sono?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.

"Le chiavi del vecchio..".

Katherine scoppiò in una risata e lo abbracciò dicendo: "È la prima cosa che riesce a farmi ridere dopo tutti questi martedì!".

Ordinarono velocemente e spiegarono tutto per l'ennesima volta a Dean che rimase, come tutte le altre volte,  incredulo. 

"Quindi credete che siamo bloccati in un.. anello temporale?" Chiese il maggiore scettico. "Come in 'Ricomincio da capo'!".

"Già.. e non riusciamo a venirne fuori" sussurrò Sam stanco. 

"Accidenti come sei pessimista.." disse Dean sorridendo.

"Già, e vuoi sapere perché?  Perché questo è il centesimo Martedi di fila che stiamo vivendo e so che si ripeterà, capisci?" Spiegò Katherine abbastanza alterata. "Quindi si, Dean, siamo un po pessimisti!".

"Salsa piccante!" Esclamò Sam fissando il fratello che non capii.

"Cosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Ecco il tuo caffè.." disse la cameriera poggiandolo sul tavolo. "..e della sals-accidenti!".

Come ogni giorno, la donna aveva fatto scivolare la salsa e Sam la afferrò al volo, fissando il fratello e sbattendogliela sul tavolo. 

"Bei riflessi! " esclamò Dean divertito. 

"Sapevo che sarebbe accaduto!" Esclamò Sam arrabbiato. "Noi sappiamo tutto quello che succederà!".

"Non sapete tutto!" Continuò Dean convinto di sé. 

"Invece si Dean! Quand'è che ci crederai?!" Chiese Katherine alterata. 

"Si invece, sappiamo tutto" continuò Sam mettendosi quasi a sfidarlo.

"Ma certo!" Esclamò Dean e nello stesso momento anche Sam lo ripetè.

Forse aveva trovato il modo di dimostrargli che era tutto vero.

"È solo intuito!" Dissero nuovamente all'unisono i fratelli. 

"Non è solo intuito!"  Continuò Sam sospirando. 

"Ora leggi anche la mente? Smettila Sam! SAM!" Continuarono a dire i ragazzi all'unisono mentre Katherine se la rideva sotto i baffi, esasperata. 

"Credi di essere divertente ma sei solo infantile. Sam Winchester si trucca.. Sam Winchester urla quando fa sesso.. Sam Winchester tiene un righello vicino al letto e tutte le mattine.. "continuarono i ragazzi ma furono interrotti da Katherine che stava perdendo la pazienza.

"ADESSO BASTA!" Urlò la ragazza attirando l'attenzione dei due. "È chiaro che questo non è uno scherzo di cattivo gusto, Dean! Devi fidarti di noi o non ne usciremo più!".

"D'accordo.." sussurrò Dean sospirando. 

"Abbiamo vissuto questo Martedi centinaia di volte, ti abbiamo visto morire un'infinità di volte, abbiamo raso al suolo il Mystery Spot e ogni giorno abbiamo tentato con ogni mezzo di salvarti la vita senza riuscirci!" Esclamò Sam calmandosi un po. 

"Qualunque cosa facciamo Dean.. tu muori! E quando la mattina ci svegliamo, è di nuovo martedì.." sussurrò Katherine sospirando. 

Uscirono e camminarono sul marciapiede fin quando i ragazzi non cominciarono a predire ogni cosa  che sarebbe successa: il cane che abbaiava, l'uomo anziano che non trovava più le chiavi e la ragazza che si scontrava ogni maledetto giorno con Dean.

"È carina.." sussurrò Dean sorridendo. 

"Dean, ti prego.." sussurrò Katherine sospirando.

"Aspettate, tutte le volte che l'abbiamo incontrata, l'ho mai fermata?" Chiese Dean senza alcuna malizia nello sguardo. 

Dopo averci parlato per qualche minuto, Dean ottenne delle informazioni utili: era la figlia dell'uomo scomparso, Asslback.

Ma non ebbero neanche il tempo di rifletterci su, che Dean, questa volta, fu sbranato da un cane. E tutto cominciò nuovamente da capo.



"Il rapporto della polizia dice che Dexter Asslback è un professore, ma non è tutto: è anche un giornalista e scrive per delle riviste, ha un suo blog. Si diverte a ridicolizzare posti misteriosi,  come ad esempio questa città" disse Sam mostrando il computer ai due.

"Asslback, il guerriero? O sarebbe meglio Asslback, l'egocentrico?" Commentò Dean sorridendo.

"È così pieno di sé da essere patetico" continuò Sam alzando un sopracciglio.

"Andiamo" disse Katherine alzandosi ma venne fermata da Dean.

"È buffo no? Questo tizio passa tutta la vita a screditare posti misteriosi e poi sparisce in uno di questi! Lo trovo poetico.. come i dessert!" Esclamò prima di avviarsi verso l'uscita. 

"Hai ragione, proprio come i dessert!" Sussurrò Sam sorridendo e seguendo il fratello. 

"Sam?" Chiamò Katherine guardando il bancone. Era cambiato qualcosa da tutti gli altri Martedi. 

I fratelli si voltarono a guardarla e le si avvicinarono.

"Quell'uomo ha preso lo sciroppo d'acero tutti i Martedì!" Continuò la ragazza sgranando gli occhi.

"Oggi quello alla fragola? " chiese Sam stupito quanto lei.

"È un paese libero, ognuno sceglie lo sciroppo che vuole! Su andiamoo!" Esclamò Dean avviandosi verso l'uscita. 

"No, non in questa tavola calda e non oggi! Non cambia mai nulla, eccetto noi due!" Esclamò Sam infuriato ma, come se Dean fosse morto, si ritrovò a svegliarsi con la solita canzone, nello stesso motel e nello stesso giorno.



"Quindi secondo te ci troviamo in un anello temporale?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Sta zitto e mangia!" Esclamò Katherine osservando il tizio che "il giorno prima" aveva cambiato lo sciroppo.

Dean fece spallucce e cominciò a mangiare, senza capire cosa stesse succedendo.

A Sam e Katherine bastò scambiarsi un'occhiata rapida e subito scattarono verso l'uscita, quando l'uomo uscì dal locale. 

"Ehi, aspettate! " gli urlò dietro Dean, inutilmente. 

Lo seguirono, finché l'uomo non si recò nei pressi di un vicolo, e a quel punto Sam lo bloccò contro un muro, mentre Katherine gli puntava un coltello alla gola.

"Io lo so chi sei!!" Urlò Sam infuriato sotto gli occhi scioccati di Dean. "O meglio cosa sei!".

"Non uccidetemi, vi prego!" Esclamò l'uomo spaventato.

"Ragazzi?" Chiese Dean preoccupato per la salute di quell'uomo. 

"Certo, ci abbiamo messo un po di tempo ma alla fine l'abbiamo capito!" Esclamò Katherine avvicinandosi ulteriormente con il pugnale.

"Cosa?" Chiese l'uomo aggrottando le sopracciglia. 

"Tu dai la caccia agli uomini pieni di se e poi gli dai ciò che si meritano!" Esclamò Sam stringendo la presa su di lui.

"Si, certo, come vuoi! Ora però lasciami andare!".

"C'è solo una creatura capace di fare questo: creare una realtà e incastrare gente in anelli temporali. Per farlo bisogna essere un Trickster!" Esclamò Katherine ringhiando fra i denti.

"Ascoltatemi, mi chiamo Ed Coleman,  mia moglie si chiama Amelia ed ho due bambini e vendo spazi pubblicitari!".

"NON MENTIRE!" Urlò Sam scuotendolo. 

"Ho già ucciso uno come te in passato!" Esclamò Katherine furiosa. "E anche loro!".

L'uomo scoppiò in una risata e il suo viso cambiò, diventando il Trickster che entrambi pensavano di aver ucciso in passato e disse: "Veramente, pivelli, non ci siete riusciti!".

"Perché lo stai facendo? " chiese Katherine mascherando la sorpresa. 

"E voi? Tutti i presenti hanno tentato di uccidermi" esclamò soffermandosi su Katherine. 

"Tu sei stata la peggiore!".

"Asslback che fine ha fatto?" Chiese Dean finalmente arrabbiato quanto i ragazzi. 

"Quel bastardo? Diceva di non credere nei buchi di tarlo così l'ho spedito all'interno di uno di essi" disse il Trickster ridendo. "Poi siete arrivati voi e vi ho incastrati appena siete arrivati in città, e si, trovo molto divertente uccidere Dean continuamente! Anche se non lo faccio per questo, ma per te, Sam! Vedrai morire tuo fratello ogni giorno".

"Figlio di puttana!" Urlò Sam rafforzando la presa.

"Quanto tempo impiegherai per capire che non puoi salvarlo, malgrado i tuoi sforzi?".

"Ah si?  Allora ti ucciderò, così tutto questo finirà! " esclamò Katherine facendo aderire il pugnale alla sua gola.

"Va bene, va bene, ragazzi basta! Era solo uno scherzo, domani vi sveglierete e sarà Mercoledì!".

"Stai mentendo!" Ringhiò fra i denti Sam.

"Se mento, sai dove trovarmi.." disse sorridendo il Trickster. "Mangio sempre al solito posto".

Katherine e Sam si guardarono e, come al solito,  si capirono al volo.

"No, è più facile se ti uccido!" Esclamò la ragazza pronta a incidergli la gola.

"Mi dispiace dolcezza, ma non puoi farlo!" Esclamò il Trickster.

In una frazione di secondo, i ragazzi si svegliarono ognuno nel proprio letto, e quando Sam aprì gli occhi, si diffuse una canzone nuova.

Si sedette sul letto e vide il fratello uscire dal bagno che, con aria seccata, gli disse: "Vuoi dormire tutto il giorno?".

"Non sono gli Asia!" Esclamò Sam sorridente.

"Si, lo so! Questa stazione fa schifo!".

Sam guardò la sveglia e notò che giorno fosse: non era più Martedi. 

"È mercoledì!" Esclamò stupefatto. 

"Si, di solito viene dopo il Martedì! Spegni quell'affare!" Esclamò Dean sbuffando.

"Vuoi scherzare? È la più bella canzone che abbia mai sentito!" Esclamò Sam scoppiando in una risata. 

"Ma quanti cavolo di Martedi hai vissuto?" Chiese Dean avvicinandosi.

Furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta e, quando Dean aprì, Katherine si gettò fra le sue braccia urlando: "È Mercoledì!".

Sam rise e Dean li guardò straniti, cosi la ragazza gli chiese: "Cosa ricordi?".

"Che eravate nervosi con quel Trickster per via dei Martedi e poi nient'altro" disse Dean ancora tenendo fra le braccia Katherine. 

"Ok, fate le valigie e ce ne andiamo" disse Sam preparandosi.

"Niente colazione?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 

"Niente colazione!" Risposero all'unisono Katherine e Sam ridendo.



Katherine e Dean stavano sistemando i bagagli in auto, quando la ragazza si appoggiò alla fiancata.

"Sono felice che sia tutto finito.." disse Katherine sorridendo, mentre Dean si appoggiava accanto a lei.

"Sono sicuro che non sarà stato un bello spettacolo vedermi schiacciato da un pianoforte" disse Dean scoppiando a ridere ma non contagiando la ragazza.

Dean la osservò: aveva imparato qualcosa da tutta questa faccenda e voleva dirglielo, approfittando dell'assenza di Sam.

"Kath, io.. avrei bisogno di parlarti.." disse tenendo il capo chino e le braccia conserte.

"Certo Dean, dimmi" disse Katherine guardandolo.

"Se ho imparato qualcosa da tutta questa faccenda è che io fra qualche mese morirò e..".

"Dean, noi..".

"Lasciami finire.." disse Dean guardandola negli occhi. 

"Io morirò, Katherine. Andrò all'inferno e.. tu devi stare con Sam" aggiunse continuando a guardarla negli occhi più serio che mai.

"Cosa? Riguarda questo?!" Chiese Katherine alterandosi. "Dean, noi ti salveremo, salveremo Bela e solamente dopo decideremo cosa fare! Io ho anche una figlia, ricordi? Andremo tutti a vivere in Kansas, come le ho promesso!".

"Come puoi dire una cosa del genere?" Disse Dean mettendosi di fronte a lei. "Io e Bela non ci salveremo, non questa volta! E visto che tu non riesci a prendere una decisione sensata al momento, la prenderò io per te: tu e Sam siete fatti per stare insieme, devi stare con lui".

Katherine lo guardò negli occhi senza avere una risposta, per la prima volta l'aveva lasciata senza parole.
Gli occhi le divennero lucidi e la respirazione affannosa, così Dean le si avvicino e le carezzò il viso.

"Ma non preoccuparti, finché sarò in vita rimarrò sempre al tuo fianco. Te lo prometto.." disse Dean sorridendole e guardandola negli occhi. ".. io ti amo!".

Katherine sbattè le palpebre e due lacrime solitarie le rigarono il volto.

"Dean, io.." provò a dire la ragazza ma lui chiuse gli occhi e la zittì con un bacio a fior di labbra. 

Tornò a guardarla negli occhi e le sorrise, così lei gli strinse le braccia attorno al collo e lo strinse a sè.

"Andrà tutto bene, Katherine" sussurrò Dean al suo orecchio mentre lei capiva quanto avesse ragione.

"D-Dammi il portafoglio.." disse una voce alle loro spalle e i ragazzi si voltarono all'istante. 

Un uomo puntava verso di loro una pistola e Dean si mise davanti a Katherine, per proteggerla.

"Ehi, ehi, aspetta.. rilassati" disse Dean tentando di dissuaderlo.

"Io sono rilassato! " urlò l'uomo tremando.

"Va bene, d'accordo. Cerchiamo di non farci male, parliamone un secondo" disse Dean accennando un sorriso.

"Dean.." disse la ragazza dietro di lui cercando di muoversi.

"Tu sta zitta!" Esclamò puntando la pistola verso di lei.

"Ehi amico, calmati!" Esclamò Dean avvicinandosi per togliergli l'arma ma l'uomo fu più veloce e gli sparò in pieno petto, scappando via.

"No, Dean!" Urlò Katherine lanciandosi verso di lui che cadde a terra. "SAM!".

"No Dean, non morire anche oggi! È Mercoledì.." disse la ragazza disperata fra le lacrime tenendogli il viso fra le mani.

"DEAN!" Urlò Sam correndo verso di loro, chinandosi. "Questo non doveva succedere, andiamo!".

Ma Dean non reagirà più, era già morto e quello che i ragazzi stavano stringendo era il suo cadavere.

"Dovremmo svegliarci a questo punto" disse Katherine piangendo.

Sam si sedette per terra, appoggiando i gomiti alle ginocchia, mentre Katherine continuava a stringere forte a se il corpo di Dean.



SEI MESI DOPO



Allungò la mano verso il lato sinistro dell'enorme letto matrimoniale, trovandolo vuoto. Sospirò e si sedette: Sam non era ancora rientrato dall'ultima caccia.

Provò a chiamarlo mentre preparava la colazione a Judith ma non rispose; preparò la bambina e l'accompagnò all'asilo. 

Erano passati sei mesi dalla morte di Dean, lei e Sam si erano trasferiti immediatamente in Kansas, avevano bisogno di stabilità. 

Di tanto in tanto, Bobby li andava a trovare ma Katherine gli aveva detto chiaramente che essere troppo opprimenti con Sam non lo avrebbe aiutato. 

Così, quando lei non poteva andare a caccia con lui, Sam andava da solo, tornando sempre con qualcosa di rotto o comunque pieno di sangue.

Tornando a casa, vide l'auto di Sam nel vialetto, segno che era tornato, così si affrettò ad entrare.

Lo trovò nel bagno del piano di sopra, intento a togliersi il giaccone tutto sporco. 

"Tesoro, lascia che ti aiuti.." disse la ragazza mentre lo aiutava a togliersi la maglietta. 

Rimase a bocca aperta per quello che vide ed esclamò: "Che diavolo è successo?!".

Aveva un enorme buco all'altezza delle costole, grondante sangue: uno sparo. 

"Mi hanno sparato.." si limitò a dire cercando il necessario per curarsi.

"Lascia perdere, ci penso io" disse costringendolo a sedersi.

Estrasse la pallottola e, dopo averlo guardato in cagnesco, lo medicò con le garze. 

Sam le diede un bacio di ringraziamento ed uscì dal bagno, dirigendosi in cucina per fare colazione.

"Sam, dovresti fare più attenzione.. smetterai di andare da solo, andremo sempre insieme d'ora in poi!" Esclamò sospirando Katherine scendendo le scale.

"Kath sto bene.. è solo una pallottola" disse facendo spallucce e afferrando dal frigo una birra.

"Fai sul serio? Sono appena le 9 del mattino e di già bevi?" Chiese la ragazza accigliandosi. "Io ho capito la situazione, ho aspettato che stessi meglio. Ti ho visto tornare a casa con tutti i tipi di ferite immaginabili ma tu, adesso, non puoi seriamente dirmi 'è solo una pallottola'!".

Sam sbuffò e la ignorò, aprendo la birra e sorseggiandola, appoggiandosi all'isola della cucina.

"Sam!!" Urlò la ragazza senza ottenere risultati. "Sono passati sei mesi, se non lo abbiamo trovato fino ad ora vuol dire che si è nascosto bene perfino per noi! Anch'io vorrei ucciderlo, ma non possiamo trovarlo!".

Il ragazzo sbattè con forza la birra sul marmo dell'isola e si avvicinò pericolosamente a lei, afferrandola per le braccia.

"Io lo troverò, chiaro?! Lo troverò e lo ucciderò e dopodiché..".

"Cosa?! Avrai la tua vendetta ma non avrai mai Dean!" Urlò la ragazza infuriata liberandosi dalla sua stretta. "Anche a me manca e farei di tutto per riportarlo in vita o quantomeno per vendicarlo ma lui.. è morto".

Sam rimase in silenzio guardando il pavimento e con un filo di voce disse: "È mio fratello Kath, pensi che lui non farebbe lo stesso per me?".

"Vieni qui.." disse Katherine avvicinandosi e abbracciandolo. "Sta tranquillo".

Sam ricambiò la stretta e scese con le mani fino ai fianchi della ragazza, sollevandola, e facendola sedere sul freddo marmo.

La guardò negli occhi per qualche secondo e la baciò con forza e con urgenza, la camera da letto era troppo distante per loro. 

Le sollevò la gonna e le carezzò le cosce, facendo crescere l'urgenza dentro lei, che gemette 

"Sam.." disse Katherine quando lui scese a morderle e baciarle il collo.

Si sfilarono i vestiti e fecero l'amore lì, come a curare le ferite che entrambi avevano nell'anima.

Katherine dubitava che avrebbero trovato un modo per localizzare il Triskster, tutto il Consiglio lo stava cercando senza risultati. 

Di una cosa era certa, avrebbe fatto di tutto per lenire il dolore dell'uomo che amava.



Katherine sospirò, stava sistemando la camera da letto, togliendo tutti i vestiti e le cianfrusaglie che Sam lasciava in giro.

Squillò il suo cellulare e aggrottò le sopracciglia,  solo poche persone conoscevano quel numero.

Lesse il nome del chiamante: Bobby.

Rispose al volo e le uniche parole che gli sentì pronunciare furono: "L'ho trovato".

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Capitolo 24
*** Capitolo 21. ***


BUONA LETTURA :)

Non appena Katherine gli disse che Bobby aveva finalmente rintracciato il Trickster, il cuore di Sam perse qualche battito: finalmente avrebbe potuto avere la sua vendetta.

Insieme e il più velocemente possibile,  si recarono al Mystery Spot e trovarono Bobby seduto sul pavimento, intento nel preparare un rituale per evocare il Trickster. 

"Ragazzi!" Esclamò l'uomo non appena udì i passi dei ragazzi, alzandosi e correndo ad abbracciarli. "È bello rivedervi!".

Sam rimase impassibile, voleva trovarlo ma quel luogo lo infastidiva abbastanza. 

"Ciao Bobby.." sussurrò la ragazza accennando un timido sorriso.

"Perché proprio qui?" Chiese Sam con ancora l'espressione impassibile sul viso e Bobby si accorse di quanto fosse diventato duro e freddo. Anche con lui.

"Questo è l'ultimo posto dove il Trickster ha fatto la sua magia" disse Bobby come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

"E allora?" Chiese Katherine osservando il loro vecchio amico.

"Se volete evocarlo.." iniziò Bobby indietreggiando e mostrando loro ciò che aveva portato con sé. "..ho trovato un rituale evocativo per portarlo qui".

Sam lo fissò alzando un sopracciglio e pensò che ci fosse qualcosa che non quadrava: non aveva ancora capito perché l'avesse portato proprio in quel luogo. 

"Che ci serve?" Chiese Katherine avvicinandosi, al contrario del giovane che rimase indietro. 

"Sangue" rispose seccamente Bobby fissando entrambi.

"Quanto sangue?" Chiese Sam riprendendo la parola e avvicinandosi. 

"Il rituale dice 4 litri e mezzo e deve essere anche fresco..!" Affermò Bobby divenendo serio.

"Ma per averlo dovremmo.." iniziò Katherine ma fu interrotta da Sam che le parlò di sopra.

".. dissanguare un essere umano!".

"E dovremmo farlo stanotte, altrimenti passeranno altri 50 anni!" Esclamò Bobby guardando negli occhi  il ragazzo.

"D'accordo. Andiamo a procurarcelo!" Esclamò Sam voltandosi e facendo per uscire.

"Sam!" Lo riprese Katherine sgranando gli occhi. "Non possiamo uccidere un innocente!".

"Ha ragione, mi spezzi il cuore, ragazzo!" Esclamò Bobby guardandolo da sotto la visiera del suo cappello. "Non possiamo uccidere una persona".

"Allora perché ci hai fatti venire?!" Urlò Sam infuriandosi.

"Perché?! Era l'unico modo per riuscire a vederti visto che a casa non ti trovo mai!" Esclamò l'uomo alzando il tono della voce. "Sto cercando di farti ragionare, credevo che non saresti mai stato disposto ad uccidere un uomo!".

"Ti sei sbagliato" disse Sam facendo spallucce e ricambiando lo sguardo, che spostò successivamente sulla ragazza. "Tu aspetta qua, lo farò da solo".

"Assolutamente no, non ti farò uccidere nessuno!" Esclamò Katherine avvicinandosi e sgranando gli occhi.

"Non ti immischiare in quello che io faccio o non faccio!" Urlò Sam in preda alla furia più cieca.

La ragazza rimase senza parole, in sei mesi non lo aveva mai visto in quelle condizioni. 

Bobby intervenne, in difesa della ragazza e gli si parò di fronte: "Vuoi davvero tuo fratello indietro? Bene!".

Afferrò il suo coltello e lo porse al ragazzo, che sosteneva il suo sguardo.

"Bobby, che cosa significa?" Chiese Katherine preoccupata, avvicinandosi ai due.

"Meglio me di chiunque altro!" Esclamò semplicemente Bobby mettendo in mano al ragazzo il suo coltello.

"Sei impazzito? Io non ti ucciderò mai" rispose Sam secco.

"Ooh, adesso sono io quello pazzo?!" Esclamò Bobby incastrandolo con i suoi occhi. "Ascolta Sam, io sono vecchio e sono vicino alla fine del mio percorso. Tu invece puoi continuare a combattere e a salvare delle vite, ma hai bisogno di tuo fratello quindi richiamalo a te".

"Bobby smettila.." sussurrò Katherine profondamente preoccupata per l'incolumità del suo vecchio amico. 

"No! Voi due e Dean siete la mia vera famiglia, quindi fallo! Io voglio farlo!" Esclamò Bobby incitandolo ad ucciderlo.

"D'accordo" disse Sam afferrando il pugnale con uno sguardo deciso. 

"Cosa?!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi. " Sam, che diavolo dici?!".

"Bene, Katherine lascialo fare!" Esclamò Bobby sorridendo e inginocchiandosi sulle incisioni che aveva preparato precedentemente. "Solo fai in fretta!".

"Bobby, alzati! Qui nessuno ucciderà nessuno!" Esclamò Katherine adirata.

"Sbrigati!" Esclamò Bobby chiudendo gli occhi.

"Sam, non dirai sul serio?" Chiese Katherine parandoglisi davanti e bloccandolo, ma al ragazzo parve non importare.

"Sai perché lo farò Bobby?" Chiese Sam spostando brutalmente la ragazza e facendola sbattere contro una parete, per poi colpire in piena schiena l'uomo che cadde a terra morente. "Perché tu non sei Bobby!".

"Sam, che diavolo hai fatto?!" Urlò Katherine rialzandosi e prendendo il corpo appena morto di Bobby fra le braccia.

"Bobby?" Chiese Sam osservando il corpo dell'amico. 

"Sam, l'hai ucciso!!" Esclamò Katherine con le lacrime agli occhi.

"Bobby?!" Continuò a chiamare Sam e la ragazza poté scorgere un barlume di paura nei suoi occhi.

Ad un tratto, il corpo dell'uomo si dissolse e Sam tirò un sospiro di sollievo, sotto gli occhi stupiti di Katherine. 

"Hai ragione, vi stavo solo prendendo in giro!" Esclamò il Trickster, spuntando alle loro spalle, con un sorriso stampato sul viso.

"Molto bene.. ero convinto che fosse Dean quello fuori di testa ma non ti avevo ancora visto con un coltello affilato in mano".

" Sei un bastardo!" Esclamò Katherine alzandosi e fissandolo sprezzante. "Riportalo indietro!".

"Parli di Dean, dolcezza? Non vi sono arrivati i miei fiori?" Chiese il Trickster aggrottando le sopracciglia. "Dean è morto e non tornerà in dietro. Mentre noi stiamo parlando, la sua anima sta scendendo dritta all'inferno".

"Riportaci indietro a quel martedì.. o a quel mercoledì. Quando tutto è iniziato, ti prego! Non ti daremo più la caccia, te lo giuro!" Esclamò Sam con voce rotta e Katherine riconobbe il ragazzo che non vedeva da parecchi mesi ormai.

"Me lo giuri, eh ? Non lo so.." iniziò il Trickster facendo il vago. "Anche se potessi..".

"Tu puoi farlo.." sussurrò Katherine guardandolo negli occhi. "L'hai già fatto una volta per me".

"Già, ti ho riportata in vita e guarda com'è finita? Tua sorella mi ha torturato per giorni, per delle stupide informazioni che non avevo! Solo perché posso, non vuol dire che voglia farlo!" Esclamò il Trickster facendo una smorfia, mentre Sam la guardava sbalordito. "Sam, questa è una lezione che ho cercato di inculcare dentro quell'ottuso cervello da uomo di Neandertal!".

"Lezione? Che lezione? " Chiese Sam sospirando, era un fascio di nervi.

"Questa ossessione di voler salvare Dean! Il modo in cui voi due continuate a sacrificarvi l'uno per l'altro non vi porterà a nulla di buono: solo a sangue e dolore!" Esclamò il Trickster avvicinandosi e guardandolo negli occhi. "Non è solo Katherine il tuo punto debole e questo tuo fratello lo sapeva bene. Devi solo accettare la sua morte, a volte è necessario lasciare andare le persone".

"È mio fratello.." sussurrò Sam con le lacrime agli occhi. 

"Si, e che ti piaccia o no, devi riuscire vivere la tua vita senza di lui!" Esclamò il Trickster facendo spallucce. 

"Ascolta, io non sapevo che Bela ti avesse torturato ma.." iniziò Katherine ma fu bruscamente interrotta dal Trickster. 

"..ma potevi immaginarlo!".

Katherine lo guardò negli occhi e si avvicinò a lui, lentamente e sussurrò: "Si, potevo immaginarlo e non ho fatto nulla. Ho preferito tornare dalla mia famiglia, da mia figlia, che rimanere in quel bunker maledetto con lei a torturarti. Ma se lei non ti avesse costretto a riportarmi in vita, io non sarei tornata da loro e non avrei mai conosciuto i ragazzi e Bobby.. non pensi anche tu che tutto ciò faccia parte di un disegno di Dio?".

A quest'ultima frase la ragazza alzò gli occhi verso il Trickster che era rimasto a bocca aperta, ma continuò imperterrita: "Chi vorrebbe interferire con uno dei suoi piani? Magari il tuo compito è proprio quello di riportare indietro Dean dall'inferno, come hai fatto tornare me dall'aldilá".

"Fallo tornare.." sussurrò Sam fissandolo e sperando che lo accontentasse.

Il Trickster era rimasto senza parole, le parole di Katherine lo avevano colpito più che mai: anche lei sapeva e se ne sarebbe dovuto occupare. 

"D'accordo, questa storia ha smesso di divertirmi!".

"Che vuol dire?" Chiese Sam seguendolo con lo sguardo mentre Katherine sorrideva.

"Vuol dire che con voi ho chiuso e adesso tocca a voi!" Esclamò il Trickster e con uno schiocco delle sue dita lo riportò al mercoledì in cui Dean morì. 



Sam aprì gli occhi e si alzò di scatto dal letto, trovando il fratello intento a lavarsi i denti, ringraziando mentalmente che la canzone che si diffondeva per la stanza non fosse Heat of the Moment.

"Vuoi dormire tutto il giorno?" Chiese Dean con il suo solito tono sgarbato. "Lo so, non sono gli Asia! Questa stazione fa schifo!".

Sam rimase a fissarlo per qualche altro secondo prima di riutilizzare la sua voce: "Oggi è mercoledì..".

"Si, di solito viene dopo il martedì.. spegni quell'affare per favore!" Sbraitò Dean sospirando. 

Sam uscì velocemente dal letto e corse ad abbracciare il fratello: non poteva credere di averlo riavuto indietro! 

"Ma quanti martedì hai vissuto?" Chiese Dean sciogliendo l'abbraccio. 

"Troppi!" Esclamò Sam sospirando. 

La porta della loro camera si spalancò ed entrò Katherine, fiondandosi fra le braccia di Dean e affondando il viso sul suo petto e sussurrando: "Sei vivo!".



"Cosa ricordi?" Chiese Sam sedendosi sul letto, ancora leggermente stordito da tutta quella storia.

"Che eravate nervosi per la storia dei martedì.." sussurrò Dean aggrottando le sopracciglia. "..e poi nient'altro!".

Sam e Katherine si scambiarono una rapida occhiata e dissero all'unisono: "Andiamo..".

"Niente colazione?" Chiese Dean tenendo ancora fra le braccia Katherine. 

"Niente colazione.." sussurrarono i ragazzi sorridendo.

"D'accordo.. allora andrò a caricare la macchina.." disse Dean sciogliendo l'abbraccio. 

"NO!" Esclamarono i due ragazzi nuovamente insieme. "Non vai da nessuna parte!".

"Vado solo qui al parcheggio ragazzi!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. 

"No.. fidati di noi" disse Katherine sorridendogli mentre Dean sbuffava.











I ragazzi raccolsero le loro cose dalla stanza e, prima che Dean uscisse, guardò meglio il fratello e disse preoccupato: "Non hai un bell'aspetto.. sicuro che non sia successo qualcos'altro?".

"Ho fatto uno strano sogno.." disse il minore sospirando e fissando il vuoto.

"Clown e nani?" Chiese Dean ironicamente e il fratello parve tornare alla realtà. 

Gli sorrise e raggiunsero Katherine che li aspettava proprio davanti l'Impala, impaziente di tornare a casa per riabbracciare anche Bobby.



Dopo una ricca cena preparata da Katherine, Sam decise di andare a fare una bella dormita per scaricare la tensione accumulata, invece Dean e Bobby rimasero al piano terra a guardare una partita con un paio di birre fra le mani.

Così Katherine sgattaiolò al piano di sopra e si intrufolò nella camera di Sam: avevano deciso di non dire nulla a Dean per il momento di quello che era successo. 

Tutto quello che era accaduto, serviva esclusivamente ad aiutare Sam ad affrontare l'imminente morte del fratello. 

"Se non dovessimo... trovare una soluzione, Sam, sappi che io non permetterò che tu diventa in quel modo. Ti starò addosso, cercherò di aiutarti al meglio.." sussurrò Katherine seduta sulla scrivania di Sam, mentre lui era comodamente seduto sulla sua sedia.

"Lo so.." disse Sam con decisione, afferrando una mano della ragazza fra le sue. "Di che parlava il Trickster? Tu sei...?".

"Morta?" Chiese Katherine ridendo nervosamente stringendo la presa sulla sua mano. "Si.. una notte, in Kansas, ho dovuto affrontare un vampiro veramente forte, ma è finito con il dissanguarmi. Avevo solo 17 anni.. Non l'ho mai ucciso, è ancora a piede libero".

 "Dissanguarti? Ma pensavo che il tuo sangue fosse fatale per loro" disse Sam aggrottando le sopracciglia. 

"Lo è, lo è sempre stato con tutte le creature demoniache.. meno che con lui" disse Katherine facendo spallucce. "Neanche il Consiglio è riuscito a spiegarselo".

"E così Bela ha rintracciato il Trickster per riportati in vita? Ma non era un illusione creata da lui.. come avrebbe potuto riportati in vita?" Chiese Sam capendone meno di prima.

"Come ho detto.. neanche il Consiglio è riuscito a venirne a capo" disse Katherine facendo un mezzo sorriso e guardandolo negli occhi.

Non sapeva se dicendogli la verità, Sam le avrebbe creduto oppure l'avrebbe rinchiusa in una clinica psichiatrica. 

"Sam noi.." Iniziò Katherine abbassando il viso, provando improvvisamente l'urgenza di coprirlo dallo sguardo del ragazzo. "..non abbiamo ancora avuto modo di parlare di ciò che è successo".

Sam sospirò, chiudendo per qualche secondo gli occhi, e intrecciò le dita con le sue e quel gesto la fece arrossire, come successe quando lo conobbe. 

"Non c'è nulla di cui parla-...".

"Invece si Sam, e io ho bisogno che tu mi ascolti" disse Katherine voltandosi a guardarlo negli occhi. "Mi dispiace, mi dispiace tantissimo.. non sarebbe mai dovuto accadere. E non ti biasimo se non vorrai più tornare con me e se non ti fidi più.. ma ti prego, ricordati che ti amo!".

Sam rimase in silenzio per qualche secondo, guardandola negli occhi e con un gesto dolce la fece  sedere sulle sue gambe, lasciandola completamente spiazzata.

Con una mano le sfiorò il viso e la incastrò con il suo sguardo: "Giurami che non accadrà mai più e che se dovessi provare dei sentimenti per lui o per chiunque altro me lo dirai immediatamente".

Katherine, ancora spiazzata, continuava a fissarlo, non aspettandosi affatto un trattamento del genere e disse: "S-si, te lo giuro, non succederà mai più!".

Sam sospirò, le sorrise e disse: "Ok piccola..".

La ragazza gli gettò le braccia al collo, felice come una bambina e rimasero stretti per qualche minuto,  fino a quando Sam non le diede un leggero bacio a fior di labbra e Katherine impazzì letteralmente dalla felicità. Era quello il paradiso per lei.



Scese al piano di sotto e trovò i ragazzi guardare ancora i minuti di recupero di una partita, segno che stava per finire, così decise di uscire per prendere una boccata d'aria.

Si sedette sui gradini del porticato e si strinse le braccia al petto, sospirando. La sua vita stava riprendendo un equilibrio preciso e adesso non avrebbe dovuto rovinarlo per niente al mondo: doveva mirare esclusivamente a salvare la vita di Dean.. e di Bela, nonostante tutto. 

Ma i suoi pensieri furono interrotti dal rumore di alcuni passi che le venivano incontro, istintivamente si alzò, pronta a difendersi, quando si trovò di fronte l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere.

"Gabriel.." sussurrò Katherine sospirando. "Che ci fai qui?".

"Sono passato per un salutino veloce.." disse Gabriel con un sorriso quasi compiaciuto. "Allora ti ricordi chi sono realmente, non mi conosci solo come il Trickster".

"Quando Occhi Gialli mi ha ridato la memoria mi sono ricordata anche di voi" disse Katherine facendo spallucce. "Come avrei potuto dimenticarvi? Voi siete gli angeli che mi hanno riportata in vita".

Gabriel sorrise e si sedette su uno degli scalini, aspettando che si sedette anche la ragazza e disse: "Tua sorella sa essere molto convincente quando vuole".

"A proposito.." disse la ragazza voltandosi a guardarlo. "..mi dispiace davvero tanto per non averti aiutato. Se potessi tornare indietro.. se c'è qualcosa che io possa fare per te, basta chiedere".

" In effetti, qualcosa potresti fare.." sussurrò Gabriel sorridendole.

La ragazza aggrottò le sopracciglia, non avendo capito quello a cui si riferisse l'angelo, finché non notò il suo sguardo posato sul suo anello. 

"No! Dammi una ragione per cui io debba farlo!" Esclamò Katherine allontanandosi da lui e saltando in piedi. 

"Perché se non lo fai, riporterò il tuo amico all'inferno" disse Gabriel ammiccando verso di lei.

Katherine chiuse gli occhi e sospirò;  lentamente, si sfilò l'anello che portava al dito e che spezzava momentaneamente il legame con Dean e lo guardò negli occhi.

"Almeno dimmi perché vuoi cancellare questi ricordi" Chiese Katherine sospirando.
"Perché non è ancora tempo che tu sappia queste cose, quando altri angeli verranno, dovrai avere le stesse conoscenze dei Winchester in materia: affronterete tutto insieme" spiegò Gabriel sospirando. "Posso cancellare anche altro, sai? Tipo sentimenti indesiderati, posso bloccare i tuoi sentimenti per Dean".

Katherine lo guardò negli occhi, profondamente tentata ma sapeva che non sarebbe stato giusto. Così, dopo un lungo sospiro disse: "No. Mi terrò i miei sentimenti, Gabriel..".

"Se potessi cancellarli anch'io.." ammise l'angelo guardando momentaneamente il pavimento. 

Rialzò lo sguardo verso i suoi  occhi e disse: "Tu non mi conosci, sai solamente che ti ho riportata in vita, che tua sorella mi ha torturato e che ti ho rinchiuso in un anello temporale; ma non sai nulla di angeli giusto?".

Katherine scoppiò in una fragorosa risata dopo qualche secondo di silenzio e si mise a posto l'anello e disse: "Angeli? Ti senti bene, amico?".

Gabriel sorrise, compiaciuto.  Se solo lei avesse rivelato troppe cose ai ragazzi, molte delle profezie non si sarebbero avverate; così, in un battito di ciglia,  l'angelo sparì, lasciandola sola e priva di alcuni ricordi.  

 

Sentì la porta aprirsi alle sue spalle e sussultò, si era immersa nei suoi pensieri. 

"Sono solo io.." sussurrò Dean ridendo e prendendo posto accanto a lei con la sua birra in mano. "Con chi parlavi?".

"Con nessuno, perché?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 

"Ho sentito delle voci, Kath.." Disse Dean guardandola stranito.
Katherine fece una risatina nervosa e disse: "Non stavo parlando con nessuno".

Il ragazzo fece spallucce e cominciò a giocare con la bottiglia fra le sue mani, cercando le parole adatte.
Katherine si limitò a sorridere e lo fissò, sapeva che sarebbe venuto a parlarle prima o poi.

"Stai bene? Come ti senti?" Chiese la ragazza incastrandolo nei suoi occhi azzurri.

"Sto bene" disse Dean ridendo e bevendo un sorso della sua birra. "E tu?".

"Alla grande!" Esclamò ironicamente Katherine, appoggiando i gomiti sulle sue cosce. 

"Lo vedo" disse Dean porgendole la sua birra, che bevve. 

"Senti non è facile dirlo, ma io lo dirò lo stesso, ok? Noi non possiamo stare insieme, tu mi amerai, io ti amerò ma poi rovinerò tutto, come faccio sempre con quello che possiedo" disse di getto Dean guardando di fronte a sé, in maniera aspra, per poi voltarsi a guardarla negli occhi e addolcire il tono. "E poi c'è la morte.. io morirò, Kath. E io non voglio che tu rimanga sola una volta morto. Il tuo posto è con Sam, devi stare con lui".

Katherine rimase a fissarlo in silenzio, senza dire una parole ma con l'espressione più triste che Dean le avesse visto, e ciò lo spaventò. Se non fosse stato per il movimento del suo petto, l'avrebbero potuta scambiare per una statua. 

"Se noi ci fossimo conosciuti in momenti diversi, circostanze diverse.." iniziò Dean e la ragazza sorrise, riconoscendo le proprie parole che aveva indirizzato a lui pochi giorni prima.

"Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica Dean.." sussurrò Katherine sospirando continuando a guardarlo negli occhi. 

Si avvicinò per dargli un bacio in guancia e appoggiò il capo sull'incavo del suo collo, mentre lui le passava un braccio dietro la schiena. 

Alzò lo sguardo verso di lui e sussurrò: "Anche se non staremo mai insieme, io ti salverò. Fosse l'ultima cosa che faccio. Adesso ci dedicheremo a trovare la Colt e Bela, dopodiché vi salveremo".

Dean ricambiò lo sguardo e la strinse forte a sé e disse: "Lo so che ci proverai".

Le lasciò un bacio sulla guancia prima di alzarsi e rientrare; chiuse gli occhi.

Aveva appena scoperto l'amore eppure aveva appena chiuso tutti i ponti con esso; quando si chiuse la porta alle spalle si chiese se avesse fatto davvero la cosa giusta, per la prima volta nella sua vita non aveva fatto qualcosa di egoistico.

Era questo l'effetto che aveva Katherine su di lui, lo rendeva un uomo migliore.

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Capitolo 25
*** Capitolo 22. ***


I ragazzi stavano viaggiando verso il Colorado, sarebbero entrati nell'appartamento di Bela per riprendersi la Colt che aveva rubato. 

Katherine stava in mezzo ai due ragazzi, appoggiata sulla spalla di Sam, che sonnecchiava beatamente mentre lui armeggiava con il computer e Dean guidava.

Quando il minore si sentì osservato, si voltò verso il fratello e con le sopracciglia aggrottate chiese: "Che c'è?".

"Niente.." rispose Dean facendo spallucce e tornando a guardare la strada. "..mi stavo solo chiedendo se è pronta a perdere sua sorella. Quando abbiamo seguito il caso della nave fantasma, Bela mi ha detto che le rimanevano gli ultimissimi mesi di vita e..beh.. sono già passati due mesi da quando me ne ha parlato".

Sam sospirò preoccupato e chiuse il portatile, guardando il fratello preoccupato.

"Pensi che il suo tempo sia ormai scaduto?" Chiese Sam spostando lo sguardo su Katherine. 

"Si.." sussurrò Dean sbuffando.

"Ha perso i suoi genitori, gli unici familiare che le sono rimasti sono Judith e Giles" disse Sam sospirando. "..e non può neanche vederli spesso. Se non dovessimo trovare una soluzione in tempo.. non so se sarebbe pronta a perderla".

"Nonostante tutti i guai che Bela ha combinato, Kath le vuole bene.." aggiunse Sam voltandosi verso la strada.

Dean aprì la bocca per dire qualcosa ma non sapeva esattamente cosa replicare: era una chiara l'allusione a lui.

Così sospirò e aggiunse seccamente: "Anche se non se lo merita affatto..".

Sam preferì non replicare e avvolse fra braccia Katherine,  facendola mettere il più comoda possibile; sarebbe stata una giornata dura per lei.


Arrivarono all'appartamento di Bela e, una volta armatosi di pistole, entrarono con circospezione. 

Si divisero per le stanze e cercarono ovunque, dentro gli armadi, sotto il letto, fra il materasso e la rete, nella cassaforte, senza risultati.

"Trovato niente?" Chiese Dean dalla camera da letto.

"No, niente" rispose Sam sospirando. "Sicuro che sia la camera di Bela?".

"Direi proprio di si!" Esclamò Katherine voltandosi verso i due con delle parrucche fra le mani. 

Dean sorrise e d'un tratto squillò il telefono della camera; tutti e tre si guardarono e Katherine si avvicinò e portò la cornetta all'orecchio.

"Kathy, sei tu vero?" Chiese Bela dall'altro lato del telefono.

"Dove sei?" Chiese Katherine sospirando. 

"Abbastanza lontana da voi! " Esclamò Bela ridendo. 

"Dove?!" Chiese Katherine alterandosi. 

"Che fine ha fatto il tuo senso dell'umorismo?" Chiese la minore continuando una risata.

"Forse non ti è chiaro: rivoglio la Colt e tu me la riporterai!".

"Mi dispiace ma non posso!" Esclamò Bela tornando seria.

"Se non ce la restituisci morirà tanta gente!" Affermò Katherine sospirando. 

" Cosa credi che voglia farci, esattamente?".

"Vendere al miglior offerente l'unica arma che abbiamo per fermare i demoni!".

"Non mi conosci per niente.." rispose Bela quasi delusa.

"Non mi importa, so solo che ti troverò e la riprenderò" disse Katherine sospirando. 

"Non sai nemmeno dove sono!" Aggiunse ridendo Bela.
"Ooh, ti troverò! E sai perché? Perché adesso non ho niente di meglio da fare che dare la caccia a te!!" Urlò Katherine infuriata al telefono. 

"Ooh, io non credo. Fra poco i tuoi compagni d'avventura saranno molto occupati.. ho preso qualche piccola precauzione!" Esclamò Bela ridendo. 

Nell'esatto momento in cui lo disse, la porta venne sfondata da dei poliziotti che intimavano ai tre di collaborare, inginocchiandosi e mettendo le mani in alto per essere arrestati. 
"Che grande stronza!" Ringhiò Katherine fra i denti.

"A terra! Sam e Dean Winchester, avete il diritto di rimanere in silenzio e tutto ciò che direte sarà usato contro di voi. Avete diritto ad un avvocato e richiedere la sua presenza duranti l'interrogatorio, se non potete permettervelo ve ne sarà assegnato uno d'ufficio" disse un agente mentre li ammanettava.

"Salve ragazzi" disse un agente che conoscevano fin troppo bene. 

Dean e Sam sbuffarono, questo gli avrebbe occupato fin troppo tempo.

"Quanto tempo!" Esclamò l'agente Henricksen sorridente, per poi voltarsi verso Katherine che aveva ancora il telefono fra le mani. "E tu chi diavolo sei?".

"Un'amica" rispose seccamente Katherine guardandolo dall'alto in basso. 

"Beh, amica.." disse Henricksen facendo segnale ai suoi uomini che l'ammanettarono. "..tu verrai con noi".



"Oh, è davvero necessario?!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi mentre gli uomini ammanettavano anche i piedi dei ragazzi.

"Più di quanto credi" sussurrò Henricksen entrando dentro la stazione di polizia di quella città. 
"Non preoccuparti, riusciremo a ritrovarla" disse Sam voltandosi verso la ragazza.

"Sta zitto!" Esclamò un agente dandogli un colpo sulla spalla.

"Potete portarli dentro" disse la voce di Henricksen dalla radio degli agenti.

Non appena entrarono, videro una ragazza seduta dietro ad una scrivania, l'agente dell'FBI e il capo della polizia locale che li fissava, così Dean si sentì in dovere di rompere la tensione dicendo: "Ma che belle facce allegre!".

"Su, avanti andiamo!" Esclamò un agente tirando i due per portarli nelle loro rispettive celle.

"Piano, ehi! Non c'è fretta!" Disse Sam già stanco di tutte quelle catene.

Katherine si avvicinò alla ragazza e vide che strinse forte fra le mani il rosario,  abbastanza impaurita.

"Ehi, non è di noi che dovresti avere paura.." sussurrò Katherine in maniera dolce, quasi come se stesse parlando ad una bambina, leggendo il nome che c'era scritto sulla sua targhetta. "..Nancy".

"Ehi tu, da questa parte! Ti aspetta un bell'interrogatorio!" Esclamò Henricksen sorridente, guardandola negli occhi mentre i ragazzi venivano portati nella loro cella.

"E io non vedo l'ora!" Esclamò ironicamente Katherine con un finto sorriso sul viso.



"Cominciamo dall'inizio. Qual è il tuo nome?" Chiese Henricksen sedendosi sul tavolo, proprio accanto alla sedia della ragazza. 

"Non dovreste aspettare il mio avvocato?" Chiese Katherine sorridendogli. 

"Non penso che ce ne sia bisogno, sarà una cosa veloce.. il tuo nome?" Chiese ancora Henricksen con un blocchetto in mano. 

La ragazza sbuffó e controvoglia disse: "Sage Katherine Collins".

"Bene, Sage Katherine Collins, che ci facevi con quei due ragazzi?" Chiese Henricksen segnando il nome.  
"Un pigiama party" disse Katherine ridendo. 

Henricksen alzò un sopracciglio e la squadrò da capo a piedi e disse: "Pensi che questo sia un gioco? Loro sono degli psicopatici, come Hannibal Lecter, hai presente?  Sai cosa fanno per divertirsi? Profanano tombe e dissotterrano cadaveri!".

Katherine lo guardò negli occhi qualche secondo, sapeva che si sarebbe aspettato una reazione meno calma da parte di qualcuno in stato di fermo come lei, eppure lo stupì dicendo: "Come ho già detto, sono una loro amica. Sono a conoscenza di qualunque cosa loro abbiano mai fatto e trovo abbastanza esagerato il paragone con Hannibal".

Henricksen rimase a bocca aperta e sbattè il blocchetto sul tavolo; avvicinò il suo viso a quello della ragazza e disse in maniera estremamente lenta: "Chiunque fosse stato a conoscenza del loro sporco gioco li avrebbe denunciati, eppure tu gli sei rimasta accanto. O sei una pazza psicopatica come loro, o sei solamente stupida. Ma sappi che se scopro che c'entri qualcosa anche tu, ti sbatterò dentro, sono stato abbastanza chiaro?".

" Henricksen, sta attento.." disse Katherine mettendo su la faccia preoccupata. "..potrebbe venirti un infarto se non ti calmi".

L'agente dilatò le narici e infuriato uscì dalla stanza dell'interrogatorio, lasciando Katherine sola a sbuffare per quella situazione. 

I fratelli sbuffarono, non sapevano cosa fare e come uscire da quella cella;  erano preoccupati per Katherine, non sapevano cosa le avrebbero fatto o detto.

Quando arrivò Henricksen da loro, li trovò seduti sul lettino della cella, seccati.

"Sapete cosa sto per decidere?" Chiese l'agente da fuori le sbarre.

"Mmh, se con un po di Viagra riuscirai a risolvere il tuo problemino?" Chiese ironicamente Dean non degnandolo neanche di uno sguardo. 

"Cosa ordinare per cena stasera. Bistecca o aragosta?" Chiese divertito Henricksen. "È uguale, ma devo proprio festeggiare questa giornata. Finalmente vi ho messi dentro!" 

"Non resteremo qui molto, schifoso figlio di puttana" Esclamò Dean con il tono più acido che avesse. "Io non canterei vittoria visto che non sei riuscito a prendermi in quella banca e nemmeno a tenerci in quella prigione!".

"Hai ragione, vi avevo sottovalutati. Ma stavolta sono pronto!".

"A perdere di nuovo?" Chiese ironicamente Sam. 

"Ho pronto un ordine che vi rinchiuderá in un carcere di massima sicurezza in Nevada e li vi aspetterà una bella cella di isolamento! Guardatevi bene, perché non vi rivedrete mai più! Vi sembro abbastanza pronto?".

"Ti stai sbagliando.." sussurrò Dean sospirando. 

"Ooh, non siete voi che combattete i mostri! Vostro padre vi ha fatto un tale lavaggio del cervello che ha finito per convincervi. È questa la realtà!" Esclamò Henricksen indignato. "E dopodiché voi l'avete fatto a quella povera ragazza, che è rinchiusa dall'altro lato della prigione!".
"Chiudi quella bocca!" Esclamò Dean voltandosi verso di lui.

"La vita a volte fa schifo, lo so, ma non tutti diventano dei killer!" Esclamò Henricksen facendo spallucce e sentendo il rumore di un elicottero vicino la prigione. "E ora ne avrò due, forse tre, di meno di cui preoccuparmi!".

"Non la toccare, lei non c'entra nulla con questo!" Esclamò Sam alzandosi in piedi e parandosi di fronte a lui.

"Guarda Sam.." iniziò Henricksen mostrandogli il suo orologio, prima di andarsene. ".. è arrivato il grande capo!".

"Sei un figlio di puttana! " Gli urlò Sam dietro mentre l'agente rideva.

"Non preoccuparti, risolveremo tutto!" Esclamò Dean passandogli una mano sulla schiena, mentre il fratello era visibilmente scosso e impaurito per Katherine. 



Dopo pochi minuti, arrivò un uomo sulla quarantina che li squadrò, alzando un sopracciglio. 

"Sam e Dean Winchester.." iniziò l'uomo sorridente. "Sono il vicecapo, Steven Grops. Felice di conoscervi".

"Beh, almeno qualcuno lo è" disse Dean facendo spallucce.
"È da molto tempo che aspettavo di trovarmi di fronte a voi.." continuò l'uomo estraendo una pistola e sparando alla spalla di Dean, che cadde sul lettino, mentre Sam si fiondava sulla mano dell'uomo, tentando di disarmarlo.

Quando Sam alzò lo sguardo verso l'uomo, vide gli occhi neri, segno che quell'uomo era posseduto, così iniziò a recitare il rito di esorcizzazione e dopo qualche secondo il demone gli disse: "Tornerò presto, sarà una lunga notte ragazzi!".

Il demone uscì dal corpo e l'uomo cadde a terra, svenuto; in pochi secondi, entrarono nella stanza Henricksen ed altri agenti puntando la loro pistola verso i ragazzi.
"Gli avete sparato?" Urlò l'agente dell'FBI. 

"No, lui ha sparato a me!" Grignò Dean premendosi la spalla sanguinante. 

"Getta l'arma!" Urlarono gli agenti a Sam,  il quale la lanciò immediatamente fuori dalla cella.

"Sentite, noi non gli abbiamo fatto niente, non c'è sangue!  Noi non gli abbiamo sparato!" Esclamò Sam preoccupato per il fratello. 

"Controllate" ordinò Henricksen agli agenti che subito ubbidirono.

"È vero, nessuna ferita" disse l'agente tastandogli il collo.

"Potrebbe essere morto da mesi!" Esclamò Dean facendo delle smorfie. 

"Che cosa gli avete fatto?! Parlate o vi sparo!" Esclamò Henricksen puntandogli contro la pistola. 

"Tanto non ci crederai!" Esclamò Sam alterandosi. "Era posseduto!".

"Posseduto, certo" disse Henricksen ridendo. "Avvisa l'elicottero, li portiamo via da qui".

"Bill?" Chiese l'agente dalla sua radiotrasmittente. "Bill, mi senti?".

"Va a controllare!" Esclamò Henricksen perdendo la pazienza e il collega corse subito fuori. 

"Vi porterò via di qua, per sempre!" Esclamò Henricksen indignato quando, ad un tratto, vi fu una scossa che investì tutto l'edificio. 

"Che diavolo è stato?" Chiese Henricksen sgranando gli occhi. 

"Siamo isolati: internet, il mio cellulare e il telefono della centrale sono fuori uso!" Esclamò Nancy attirando l'attenzione degli agenti che la raggiunsero

Anche la luce se ne andò e in tutti i presenti crebbe la paura. 

"Adesso andiamo a vedere che succede là fuori!" Esclamò il capo della polizia caricando il fucile.

"Nessuno esce da questa stanza!" Esclamò Katherine uscendo dalla stanza degli interrogatori senza più manette.

"Come diavolo ti sei liberata?" Chiese Henricksen sgranando gli occhi. 

" Ci sono i miei uomini e quelli dell'FBI qui fuori, dobbiamo uscire!" Continuò a sbraitare il capo della polizia. 

"Se usciremo moriremo! Stanno aspettando soltanto questo!" Esclamò Henricksen più deciso che mai. "Quindi dobbiamo chiudere porte e finestre e prendere questa situazione da professionisti addestrati con un po di sale in zucca, d'accordo?!".

Tutti gli agenti annuirono, quasi delusi da quel piano e posarono le proprie armi; Katherine si avvicinò a Nancy, che era profondamente spaventata e disse: "Hai la mia parola, ti porterò fuori di qui, ok? Sta tranquilla!".

"Lei non ha bisogno di te, la terremo al sicuro noi!" Esclamò Henricksen irritato afferrandola per un braccio." Piuttosto torna nella stanza interrogatori!".

Katherine se lo scrollò di dosso e lo sbattè contro il muro e gli passò il braccio dietro la schiena, pronta a spezzarglielo.

"Senti, te lo dico una volta per tutte, razza di idiota: non siamo noi i cattivi, questa è una retata per noi e vi uccideranno finché non ci avranno!" Esclamò Katherine tutto d'un fiato. "Sono demoni, non persone! Lascia fare a noi professionisti addestrati!".
"Anche tu ci credi, allora ne fai parte anche tu! Quando tutto sarà finito, rinchiuderò anche te!" Esclamò Henricksen tentando di liberarsi, ma Katherine era troppo forte.
"Come vuoi, ma lasciaci fare il nostro lavoro!" Esclamò la ragazza guardandolo. "Abbiamo un accordo?".
"Si!" Esclamò Henricksen e Katherine non lo lasciò andare finché non gli consegnò le chiavi della cella e delle manette dei ragazzi.



"Non è un buon segno.." sussurrò Sam mentre gli tamponava la ferita sulla spalla.

"Affatto" confermò Katherine cercando la chiave giusta per aprire la cella.

"Kath, sei uscita?" Chiese Sam sorpreso, aprendosi in un sorriso.

"Si, che ti è successo Dean?" Chiese la ragazza continuando a provare le chiavi sbagliate.

"Un demone mi ha sparato" disse Dean con una smorfia. 

"Qual è il piano?" Chiese Henricksen puntando la pistola alla testa di Katherine che strinse gli occhi infuriata. 

"Dovevo spezzartelo, quel braccio!" Esclamò Katherine infastidita.

"Volete uccidere tutti e poi scappare?" Chiese Henricksen ignorandola.

"Ti assicuro che non è così, chiunque ci sia là fuori non è venuto per aiutarci!" Esclamò Dean premendosi la ferita. 

"Io te l'avevo detto!" Esclamò Katherine sbuffando. 

"Ha ragione, siamo in serio pericolo" continuò Sam sospirando. 

"E da cosa?" Chiese Henricksen. 

"Dai demoni, imbecille!" Esclamò Katherine disarmandolo con un colpo e afferrando la sua pistola. "Adesso, apri bene le orecchie: quelli li fuori sono demoni, demoni veri, che ci uccideranno tutti se non collaboriamo!".
Katherine passò le chiavi ai ragazzi che si liberarono ed uscirono dalla cella. 
"Stai facendo un grande sbaglio" sussurrò Henricksen tentando di convincerla.

"Non penso proprio" disse Katherine avvicinandosi e colpendolo in pieno viso, così forte da farlo svenire.

"Siamo troppo vulnerabili qui" disse Sam sospirando. 

"Quanti sono lì fuori?" Chiese Dean alla ragazza che adagiò la pistola nei jeans.

"Non lo so, ma non importa quanti sono. Chiunque qui dentro potrebbe essere una loro preda" disse Katherine facendo spallucce. "Però è strano, non sono mai venuti per noi..".

"Beh, credo perché siamo eccezionali" disse Dean ridendo.

" Già, è sicuramente per questo.." rispose Sam ironicamente. 

"Andiamo ragazzi, non c'è tempo da perdere" disse Katherine dirigendosi verso la stanza principale. 

"Voi tre!" Urlò il capo della polizia. "Uscite subito da qua, consegnatevi ai vostri amici!".

"Che diavolo fa?" Urlò Henricksen arrivando dalle celle, impugnando la sua seconda pistola. 

"Sono stanco, voglio andarmene" Continuò l'agente. 

"Sta zitto!" Esclamò Henricksen sparandogli un colpo in testa, sotto gli occhi increduli dei presenti. 

I due ragazzi si buttarono sull'agente dell'FBI, lo disarmarono, mentre Katherine strappava dalle mani di Nancy un rosario e lo gettò dentro un bidone pieno d'acqua: immediatamente i ragazzi affondarono il viso di Henricksen lì dentro, mentre Sam recitava l'esorcismo e Katherine puntava la pistola contro gli agenti che erano pronti ad intervenire. 
Il fumo nero uscì dal corpo dell'agente che cadde a terra, privo dei sensi. 
"Lui è..?" Chiese Nancy ma in quell'esatto momento Henricksen riprese conoscenza, svegliandosi parecchio confuso.

"Io..io .." iniziò l'agente sbattendo più volte le palpebre. "..l'ho ucciso io?".

"Si" disse Katherine con ancora in mano la pistola. 

"Fammi indovinare, uno strano fumo nero ti si è infilato dritto in gola?" Chiese retoricamente Dean.

"Sei stato posseduto" disse Sam sospirando. "Così ora sai come ci sente".

"Detesto dirlo ma.. " iniziò Katherine ma si corresse all'istante. ".. no, non è vero. Te l'avevo detto, due volte. E se tu mi avessi dato retta, lo sceriffo sarebbe ancora vivo".

Henricksen abbassò gli occhi e sospirò, si rialzò e disse: "Allora, come ne veniamo fuori?”.

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Capitolo 26
*** Capitolo 22 (CONTINUAZIONE). ***



NOTA DELL'AUTRICE!
Buonasera ragazzi, scusate la mia lunga assenza ma fra e esami e quant'altro non ce l'ho prorpio fatta! 
Fatemi sapere cosa ne pensate, a presto!! :) :*






Sam cominciò a ricoprire il pavimento di stelle di Salomone con le bombolette spray e i davanzali delle finestre con del sale, mentre Katherine medicava la ferita alla spalla di Dean e il ragazzo studiava la planimetria dell'edificio. 
Henricksen e alcuni agenti della polizia portarono tutte le armi di cui il dipartimento di polizia disponeva, pensando di essere d'aiuto. 
"Mi dispiace deluderti Henricksen, ma quelle non ci serviranno a molto!" Esclamò Katherine mentre sistemava la fasciatura alla spalla di Dean.
"Abbiamo un arsenale qui!" Ribatté l'agente di polizia alzando un sopracciglio.
"È come voler uccidere un orso con un fucile di plastica! " esclamò  Dean voltandosi brevemente verso di lui.
"Di che cosa avete bisogno?" Chiese Henricksen allentandosi leggermente la cravatta. Se solo gli avessero raccontato che avrebbe aiutato i ricercati a cui dava la caccia da anni, non ci avrebbe creduto! 
"Sale! Moltissimo sale!" Esclamò il ragazzo sospirando.
"Abbiamo dato tutto il sale che avevamo a tuo fratello" disse l'agente aggrottando le sopracciglia. 
"Non tutto, ci sono dei sacchi in magazzino.." disse timidamente Nancy che fino a quel momento era rimasta in disparte.
"Perfetto, andate ad aiutarlo! Mettetene  un po ad ogni porta e ad ogni finestra!" Esclamò Katherine accennando un sorriso e gli uomini corsero ad aiutare Sam.
"Tu come stai, Nancy ?" Chiese la ragazza guardondola e sorridendole. 
"Bene.." rispose abbassando lo sguardo. Si notava quanto fosse terrorizzata.
"Così dovrebbe andare" disse Katherine sorridendo al ragazzo.
"Grazie.." disse Dean ricambiando il sorriso.
Quando vide un'agente tornare con dei sacchi di sale fra le mani, si alzò in piedi e disse: "Dov'è la mia auto?".
"Sul retro" rispose brevemente l'uomo. 
"Bene!" Esclamò il ragazzo sistemandosi la giacca.
"Non vorrai andare lì?" Chiese l'agente sgranando gli occhi.
"Sì, devo prendere delle cose dal bagagliaio".
"Ma è pericolos!" Esclamò l'uomo sinceramente preoccupato.
"Verrò con te! Muoviamoci!" Disse Katherine seguendolo e uscendo fuori il più velocemente possibile. 
Aprirono il cancello e mentre Dean  riempiva un borsone con delle armi, Katherine stava di guardia e controllava che non arrivasse nessun demone.
Finché i lampioni cominciarono a fare cortocircuito e si alzò un vento spaventoso.
"Dean, devi sbrigarti! Stanno arrivando!" Esclamò la ragazza preoccupata per l'incolumità di entrambi.
Si voltò a guardare dietro di loro e vide in lontananza una nube nera che si faceva sempre più vicina. 
"DEAN!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi, tirando il ragazzo da un braccio, mentre lui chiudeva il bagagliaio. 
Corsero velocemente dentro la stazione di polizia chiudendosi appena in tempo dentro, e la nube nera avvolse l'intero edificio in pochi secondi.
"Arrivano!!" Urlarono Katherine e Dean all'unisono, mentre gli uomini e Sam finivano di sistemare il sale.
Ad un tratto, mentre i due ragazzi si recavano nella reception dove vi erano gli altri, la luce della luna fu offuscata e si continuarono a sentire per almeno cinque minuti buoni, i tentativi dei demoni di entrare nell'edificio, con scarsissimi risultati, dopodiché la luce della luna tornò e attorno a loro non vi era più traccia della nube nera. 
"State tutti bene?" Chiese Sam preoccupato osservando i volti dei presenti.
"Sì.." esclamarono all'unisono spaventati.
"Bene.." disse Dean poggiando il borsone su una scrivania. 
"Voglio che mettiate questi!" Aggiunse dando ad ognuno di loro un ciondolo. "Eviteranno che veniate posseduti!".
"E voi tre?" Chiese Nancy preoccupata. 
I due ragazzi si scoprirono il petto e mostrarono i loro tatuaggi antipossessione.
"Furbi! E lei?" Chiese Henricksen alzando un sopracciglio.
"Oh, non entreranno in me, sta tranquillo. Lunga storia!" Esclamò la ragazza accennando un sorriso.
Ognuno prese un'arma e aspettarano che attaccassero nuovamente, mentre cercavano di elaborare tutto ciò che stava succedendo. 
Nancy si avvicinò ad una finestra e osservò fuori ed esclamò portandosi una mano alla bocca: "Ma quella è Jenna!!".
Sam si mise ad osservare dietro di lei e vide almeno una quindicina di persone con gli occhi completamente neri, che li osservavano e sorridevano.
"Non è più lei adesso".
"Il fumo nero del demone è entrato in lei?" Chiese la ragazza spaventata.
"Sì, mi dispiace".

"Pallottole imbottite di sale..." disse Henricksen abbastanza sbalordito. ".. speriamo che funzionino contro questi demoni!".
"Allora a quanto pare esistono!" Esclamò Henricksen, continuando a parlare, un po per lo shock e un po perché nessuno gli rispondeva.
"Ma certo! E anche i fantasmi, i lupi mannari, i vampiri, i Changelin e anche i clown mangia persone!" Esclamò Katherine mentre lei e Dean caricavano le pistole con le pallottole. 
"Se lo dici tu.." disse l'agente dell'FBI ancora scettico. 
"Invece Big Foot è una bufala" disse Dean accennando un sorriso.
"Mi dispiace, ma non mi consola!" Esclamò Henricksen sospirando. "Quanti saranno?".
"Tanti" rispose Dean facendo spallucce.
"Insomma chi c'è lì fuori?! Voi tre potete batterli?" Sbottó l'agente perdendo la pazienza.
"Onestamente credo che il mondo finirá male, ma noi dobbiamo combattere!" Esclamò Katherine inserendo un altro colpo in canna.
"Abbiamo qualche possibilità e non dobbiamo assolutamente mollare!" Esclamò Dean accennando un sorriso.
"È facile quando a casa non c'è nessuno che ti aspetta!" Disse l'agente facendo spallucce.
"E tu? Hai qualcuno che ti aspetta a casa ?" Chiese Katherine sorridendo.
"Un appartamento vuoto e una ex moglie che mi tormenta! Sto esattamente come voi!" Esclamò Henricksen ridendo. 
"Noi abbiamo qualcuno.." disse  Katherine sorridendo. 
"Davvero?" Chiese l'agente sorridendo bonariamente. 
La chiacchierata fu interrotta dal rumore di vetro che andava in frantumi e immediatamente  tutti si catapultarono verso il luogo dell'incidente, dove ad attenderli vi era una sorpresa molto poco gradita. 
"Avanti fatemi entrare!" Esclamò  Ruby respirando faticosamente. 
"È un demone?" Chiese Henricksen. 
"È venuta ad aiutarci" disse Sam sospirando mentre si avvicinava a lei per spezzare la chiave di Salomone che aveva disegnato a terra.
"Fantastico!" Esclamò  Katherine uscendo dalla stanza infuriata, mentre Ruby sorridendo la seguiva.
"Potresti togliere quell'aria dal "odio Ruby" e ascoltare quello che ho da dire!" Esclamò il demone sorridendo, mentre gli altri le raggiungevano.
"Beh, parla!" Esclamò Katherine ancora più infuriata di prima. 
"Sono una trentina, per adesso" disse sedendosi su una scrivania.
"Chi li ha mandati?" Chiese Dean alzando un sopracciglio. 
"Non gliel'hai detto?" Chiese Ruby con aria sorpresa guardando Sam. 
"Dirci cosa?!" Chiese Katherine avvicinandosi.
"Che c'è un nuovo demone in giro!" Esclamò Ruby sorridente.
"Che tipo è?" Chiese Dean sospirando.
"Non è un lui, è una lei! Il suo nome è Lilith!" Esclamò Ruby voltandosi a guardare Dean e Katherine. "E il suo più grande desiderio è quello di riuscire a far fuori Sam! Lo considera un suo rivale!".
"E tu lo sapevi?" Chiese Dean a occhi sbarrati, più infuriato che mai.
"Allora Sam, c'è nient'altro che dovrei sapere?!" Chiese Katherine alterandosi mentre Sam stava per rispondere ma venne interrotto dalla ragazza demone.
"Che ne dite di rimandare questa conversazione? Adesso ci serve la Colt!".
"Ce l'hanno rubata!" Esclamò Sam sospirando.
"Scusa, forse non ho capito bene! Hai appena detto che sei stato così stupido da farti strappare la Colt dalle tue grosse e maldestre mani?!" Urlò Ruby contro il minore dei fratelli.
"Ehi, cambia i toni!" Esclamò Katherine parandosi di fronte a lei. "O vuoi che te lo faccia capire con le cattive?".
"Dipende, se con 'cattive' intendi lo stesso trattamento che hai riservato a Dean, beh no, preferisco morire subito" disse il demone ridendo.
"Ruby!" Esclamò Sam, richiamandola. 
"Sta zitto!" Esclamarono le due ragazze all'unisono, che si stavano fronteggiando, occhi negli occhi, mentre tutti i presenti le fissavano. 
"Non appena usciremo di qui, stanne certa, ti rispediró all'inferno!" Esclamò Katherine infuriata più che mai.
"Non vedo l'ora di affrontarti e di vedere ciò che sa fare la cacciatrice!".
"Bene!" Esclamò Katherine accennando un sorriso.
"Torniamo a no!" Esclamò Sam infuriato. 
"C'è solo un modo per uscire vivi da qui" disse Ruby sorpassando Katherine e guardando i due ragazzi. "Conosco un incantesimo che elimina tutti i demoni nei paraggi, inclusa me purtroppo!".
"Sono molto dispiaciuta!" Esclamò Katherine sorridente. 
"Sei riuscito a farti fregare la Colt e per colpa tua devo morire! Quindi la prossima volta fa più attenzione!" Esclamò Ruby sedendosi e sospirando.
"Ok, che bisogna fare?" Chiese Dean alzandosi.
"Tu non puoi fare proprio nulla, per farlo ci vuole una persona vergine!" Esclamò Ruby sbuffando, come se stesse spiegando ad un bambino.
"Io sono vergine!" Esclamò il minore facendo ridere il demone.
"Non ci provare!".
"Ruby, nessuno qui è vergine!" Esclamò Katherine allargando le braccia, mentre la ragazza osservava Nancy sorridendo, portando tutti gli occhi dei presenti su di lei.
"No, non ci credo!" Esclamò  Dean a bocca aperta. "Mi prendi in giro?".
"No, è una scelta!" Esclamò Nancy nervosamente.
"Vuoi dire che tu non hai mai.. nemmeno una volta?" Chiese Dean ancora a bocca aperta.
"Bene, che devo fare?" Chiese Nancy avvicinandosi al demone. 
"Resisti più che puoi.." disse Ruby sorridendo. ".. mentre ti strappo il cuore dal petto!".
"Ma sei impazzita?!" Esclamarono  Katherine e Dean all'unisono. 
"Vi sto offrendo una via di uscita!!".
"Sì certo, uccidendo qualcuno!" Urlò Katherine  cercando appoggio da Dean.
"Cosa credete che le accadrà quando i demoni entreranno qui dentro?".
"Tutte le persone li fuori.. si salverebbero?" Chiese Nancy abbassando gli occhi.
"I demoni uscirebbero dai loro corpi e se ce la faranno a resistere, ce la faranno!" Concluse Ruby facendo spallucce.
"Lo farò" Esclamò Nancy abbassando gli occhi a terra.
"No, assolutmante no" disse Dean preoccupato. 
"Nessuno ti chiede di farlo!" Esclamò Henricksen sospirando. 
"Ci sono tutti i miei amici li fuori!" Esclamò Nancy triste.
"Noi non sacrificheremo nessuno, altrimenti non saremmo diversi da loro!" Esclamò Katherine accennando un sorriso e avvicinandosi a lei.
"Sam, tu sai che ho ragione" disse Ruby facendo spallucce. 
Katherine e Dean lo guardarono sbalorditi, non riuscendo a capire da che parte stesse.
"Sam?!" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Ma che ti prende? Diglielo che ha torto!" Esclamò Katherine  a bocca aperta.
"È una mia scelta" continuò Nancy sorridendo.
"Così si parla dolcezza" esclamò  Ruby sorridendo.
"ASPETTATE! NOI. NON. UCCIDIAMO. NESSUNO!" Urlò Katherine in preda alla rabbia, facendo voltare tutti nella sua direzione. "Noi dobbiamo parlare!!" Aggiunse afferrando Dean e Sam per in braccio, andando in un'altra stanza.
"Ti prego, dimmi che non sei d'accordo al fatto di strappare il cuore a quella ragazza innocente, Sam!!" Continuò la ragazza fuori di sé dalla furia.
"Dovete pensare pure alle 30 persone fuori di qua! 30 persone che moriranno come tutti quelli che sono qui!" Ribatté Sam mostrandosi arrabbiato. 
"Sì ma noi dobbiamo comportarci e agire da esseri umani!" Continuò Dean, mantenendo il fronte unito con Katherine. "Non permetteró che si sacrifichi una dolce e ingenua ragazza, io non posso accettarlo!".
"D'accordo, allora che facciamo?" Chiese Sam allargando le braccia e fissando i due.
"Ho un piano" disse Dean sospirando. "Ma non so se funzionerà".
"Ok, sentiamo questo piano".
"Apriamo le porte, li facciamo entrare e combattiamo" esclamò il maggiore sospirando.


I ragazzi si preparano per il piano di Dean finché non rimasero nella stanza i fratelli, Katherine e Ruby. 
"È una follia!" Esclamò Sam sospirando. 
"Ha ragione" disse semplicemente Ruby.
"Tu credi che non ce la.." cercò di iniziare Katherine ma fu interrotta dal demone.
"Io non credo, io lo so!!! Non può funzionar! Detto questo, addio ragazzi!".
"Te ne vai via così?" Chiese Sam mentre la osservava camminare.
"Senti, io ero pronta a sacrificarmi per salvarvi! Non voglio rimanere qui a guardarvi morire e mi fa rabbia perché ci ho provato ci ho provato davvero, ma vedo che ho puntato sul cavallo sbagliato!".
Dopo che Ruby andò via, i ragazzi ed Henricksen cominciarono a disattivare tutte le trappole, posizionandosi ognuno ad un'entrata diversa, impugnando i loro fucili carichi.
Dopo qualche secondi i demoni cominciarono ad entrare e loro cominciarono a sparargli,  facendoli cadere. In brevissimo tempo, furono circondati e i quattro si trovarono spalla a spalla, cercando di tenerli il più possibile indietro con armi e acqua santa, mentre Nancy e l'agente di polizia sbarravano dall'esterno le entrate con il sale.
Non appena furono tutti dentro, Henricksen fece partire una registrazione di un esorcismo pronunciato da Sam e tutti i demoni presenti caddero a terra, agitandosi e cercando di fuggire, senza risultato.
Le nubi nere uscirono da ognuno di loro e girarono per la stanza, non potendo uscire, finché non si trasformarono in cenere, segno che erano stati sconfitti tutti quanti!
I ragazzi osservano tutta la scena sorridendo, sapendo di avercela fatta mentre vedevano le persone a terra riprendere conoscenza.


Henricksen li lasciò andare, dicendo loro che avrebbe detto in centrale che i fratelli erano morti nell'incidente aereo provocato dai demoni e li salutò sperando di non doverli più vedere in quelle circostanze.

I ragazzi si fermarono in una stanza di un motel, con tre singoli, bisognosi di rilassarsi un po.
Quando Sam e Katherine erano sdraiati suo rispettivi letti, qualcuno bussò alla porta e Dean andò ad aprire, sospirando vedendo chi  fosse.
"Accendete la TV!" Esclamò Ruby entrando liberamente nella camera dei tre.
"No, due volte in un giorno no!" Esclamò Katherine sedendosi e sbuffando.
Sam accese il televisore e quando ascoltarono il notiziario rimasero senza parole: la stazione di polizia era stata distrutta da una 'fuga di gas' che aveva ucciso chiunque fosse all'interno. 
"Oddio.." disse Katherine portandosi le mani alla bocca.
"È successo non appena siamo andati via!" Esclamò Sam sgranando gli occhi.
"È opera di Lilith!" Esclamò  Ruby lanciando loro dei sacchettini che si rigirarono  fra le mani.
"Che cosa sono?" Chiese Dean guardandolo.
"Vi proteggeranno da Lilith, per ora!".
"Grazie" disse Sam accennando un sorriso amaro.
"Non ringraziarmi, Lilith ha ucciso tutte quelle persone, considerando i vostri discorsi sull'umanitá e la guerra mi sembra che il vostro piano non abbia funzionato per niente! La prossima volta faremo come dico io!" Esclamò Ruby a braccia conserte guardando i ragazzi come una mamma che sgrida i propri bambini.
"Adesso vattene!" Ringhió fra i denti Katherine alzandosi ed aprendo la porta, buttandola fuori.
"Non volevo che finisse così, credetemi.." disse Dean abbassando gli occhi a terra.
"Non è colpa tua, non avevamo altra scelta, non potevamo uccidere quella povera ragazza.." disse Katherine sedendosi a fianco a lui e abbracciandolo. "Riposiamo un po e torniamo a casa, d'accordo?".
I due la guardarono e si gettarono a letto, con un gesto meccanico, sperando di addormentarsi e scordarsi per un po tutto l'orrore che li circondava.



"Giornata pesante, eh?" Chiese Sam raggiungendo il fratello seduto sui gradini della casa di Bobby, porgendogli una birra. 
"Già.." si limitò a dire bevendo qualche sorso abbondante di birra.
"Non è colpa tua lo sai, vero?".
"Lo so.. ma mi dispiace tanto ugualmente.." disse il maggiore continuando a bere. "E mi dispiace tanto anche di aver baciato Katherine! Non succederà più, te lo prometto!".
"Dean, non voglio neanche parlarne!" Esclamò Sam infuriandosi. 
"Beh, dovremmo, siamo fratelli!".
"Sei innamorato di lei?" Chiese Sam a bruciapelo guardandolo dritto negli occhi.
Dean dopo qualche secondo decide di dire la verità e rispose: "Si".
"Ma lei ama me, lo capisci questo vero?" Chiese Sam facendo spallucce.
"Questo lo so!" Esclamò Dean bevendo ancora qualche sorso di birra, distogliendo lo sguardo.
"Qualunque cosa provi per te, non è amore! È legato alla profezia che vi lega, tutto qui! E questo vale anche per te".
"Sì, so anche questo" disse Dean ridendo. "Forse è meglio se rientro! Si sta facendo buio!" Aggiunse il maggiore alzandosi e facendo per entrare.
"Ah Dean?" Chiese Sam facendo voltare il fratello e alzandosi anche lui. 
"Sì?" Chiese il ragazzo voltandosi e accennando un sorriso.
Sam lo colpì al viso con un pugno, facendogli perdere l'equilibrio, cadenso a terra, e spaccandogli il labbro.
"Non baciarla mai più!" Esclamò prima di entrare in casa, senza neanche guardarlo in faccia.
Dean si toccò il labbro insanguinato e sospirò: se l'era meritato, doveva ammetterlo, anche se non avrebbe mai smesso di pensare che Katherine ne era assolutamente valsa la pena.
 
 
 
 
    

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Capitolo 27
*** Capitolo 23. ***


"Adesso parli, figlio di puttana?" Chiese Dean urlando, scaraventando sul demone che avevano catturato e legato un'intera bottiglietta di acqua santa. "Chi detiene il mio contratto?".
Il demone urló e si dimenó, cercando di liberarsi inutilmente dalle corde che gli legavano braccia e gambe alla sedia.
"Non lo so, io non so niente!!" Esclamò a fatica il demone.
"Oh, hai sentito Sam? Lui non sa niente!" Disse Dean ironizzando e accennando un sorriso. 
"Si, Dean, ho sentito" disse Sam sorridendo e guardando il demone.
"Io non so niente, ve lo giuro!!".
"Oh, davvero? Scusami, allora mi sono sbagliato, ma cercherò di farmi perdonare!" Esclamò Dean avvicinandosi nuovamente al demone e versandogli dell'acqua santa direttamente dentro la bocca.
L'uomo dagli occhi neri continuò a dimenarsi, cercando di liberarsi e sputando tutta l'acqua che aveva ingerito, mentre dalla sua bocca usciva del fumo bianco.
"Ti avverto, te lo chiederò solamente un'altra volta: chi detiene il mio contratto?!" Urlò Dean infuriato.
Seguì il silenzio per qualche secondo, ma successivamente il demone alzò il volto verso i due ragazzi e rise brevemente. 
"Tua madre!".
Dean rimase spiazzato da quella risposta, così si avventò sul demone e lo afferrò dalla camicia che indossava e disse lentamente: "Voglio un nome!".
"Altrimenti cosa? Mi immergerai nell'acqua santa?" Disse l'uomo ridendo e guardandolo con aria di sfida. "È come il morso di una pulce in compenso a quello che mi accadrebbe se ti dicessi qualcosa! L'unica cosa di cui ho paura è il demone che detiene il tuo contratto!".
Dean si allontanò e divaricó le narici dalla rabbia, fissandolo negli occhi; lo osservò per qualche secondo, dopodiché spostò lo sguardo verso il fratello, che capì immediatamente ciò che doveva fare.
Sam cominciò a recitare l'esorcismo in latino, mentre Dean sorrideva vedendo il demone dimenarsi.
"È questo com'è? Ti piace?" Chiese Dean alzando un sopracciglio.
"Fa pure! Ci rivedremo all'inferno con alcuni amici che muoiono dalla voglia di incontrare Dean Winchester!" Esclamò il demone sorridendo.
"Sam, rispediscilo dove non possa più nuocere a nessuno!" Esclamò Dean voltandosi e andando in un'altra stanza, mentre il fratello continuava ad esorcizzare il demone che riprese a dimenarsi.
 
 
Dean portò il cadavere dell'uomo nel bosco e lo seppellí, mentre il fratello e Katherine che, durante l'esorcismo era rimasta in disparte, avevano trovato un nuovo caso.
"Ricordi la notizia di ieri?" Chiese Sam non appena il fratello rientrò nella casa.
"Di quel tipo con lo stomaco strappato via che entra in un ospedale e muore?" Chiese Dean bevendo una birra e sedendosi sul divano.
"Era il fegato" disse Katherine sorridendo, seduta sulla scrivania.
"Comunque, ho appena scoperto che il corpo era ricoperto di impronte digitali insanguinate che non appartenevano alla vittima" disse Sam appoggiandosi alla parete con le braccia conserte.
"Quindi?" Chiese Dean facendo spallucce.
"Beh, le impronte corrispondono a quelle di un uomo morto nel 1981" disse Katherine sospirando. 
"Sul serio?" Chiese Dean sgranando gli occhi. "Di che stiamo parlando? Zombie assassini?".
"Può darsi" disse Sam accennando un sorriso. 
Dean fece spallucce e bevve un altro sorso di birra, per poi dire: "Come mai tanto interesse per l'argomento?".
"Cosa?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Sono mesi che voi cercate di salvare la mia anima e adesso che mancano tre settimane vi interessate ad uno zombie?" Chiese Dean alzando un sopracciglio. 
"Sei tu che hai detto di continuare a cacciare, pensavamo di farti un favore!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Nonono, io non ho detto che non voglio farlo, mi sembra ovvio che voglia cacciare degli zombie!" Esclamò Dean alzandosi e andando in un'altra stanza infuriato.
"Sam.." disse Katherine alzandosi e andandogli incontro, abbracciandolo. "..dobbiamo trovare un modo!".
"Lo so..ce la faremo!" Esclamò Sam ricambiando l'abbraccio e sospirando. 
 
"Il resto del corpo era intatto, l'unico organo mancante era il fegato!" Disse il medico legale, una volta raggiunta la città dell'uomo morto.
"Ha notato segni di denti per caso?" Chiese Katherine accennando un sorriso.
L'uomo li guardò con aria sospetta e disse alzando un sopracciglio: "I vostri distintivi, prego?".
I tre ragazzi glieli porsero, accennando un sorriso finto quasi quanto i distintivi, e l'uomo li osservò attentamente. 
"Beh, il fegato non è stato strappato!" Disse l'uomo voltandosi e scoprendo il cadavere dal lenzuolo. "È stato asportato, chirurgicamente, da qualcuno che sapeva come usare un bisturi!".
I ragazzi si guardarono stupefatti e, dopo essersi congedati dal medico legale, uscirono dalla stanza pieni di dubbi.
"La storia del bisturi demolisce quella dello zombie!" Esclamò Sam  mentre camminavano nell'ampio corridoio dell'ospedale. 
"O si tratta di uno zombie chirurgo" disse Dean ridendo mentre gli altri due lo ignoravano. 
"Forse dovremmo cercare dei sopravvissuti e non dei cadaveri mutilati!" Esclamò Katherine  sospirando. "Questo non è un banchetto per gli zombie, questo è furto d'organi!".
 
I ragazzi si diressero nella camera di un uomo riuscito a sopravvivere all'espianto di un rene, e si fecero raccontare la sua esperienza: era stato attaccato alle spalle e sedato, e aveva ripreso conoscenza nella vasca da bagno piena di ghiaccio in una stanza di un motel! Non riuscirono ad ottenere altre informazioni, l'uomo era nervoso e molto scosso per l'accaduto, così presero una stanza e mangiarono in camera.
"Ho una teoria!" Esclamò Sam mentre continuava le sue ricerche su internet e Dean e Katherine mangiavano.
"Cioè?" Chiese il maggiore dando un morso al panino.
"Ho parlato con il medico dell'uomo che è sopravvissuto all'espianto del rene, l'incisione è stata suturata con la seta!" Esclamò Sam guardando i due.
"È strano!" Esclamò Katherine deglutendo e prestando più attenzione al discorso del ragazzo.
"Sì oggi lo è, ma la seta era usata per le suture all'inizio del XIX secolo!" Disse Sam mostrando loro delle immagini dal computer. "Ma dava diversi problemi, i pazienti contraevano infezioni e il tasso di mortalità era altissimo!".
"Che bei tempi!" Esclamò Katherine ironicamente. 
"E per evitare che l'infezione si diffondesse i medici utilizzavano dei vermi!".
"Io sto mangiando" disse Dean disgustato.
"È funzionava, perché i vermi mangiano i tessuti danneggiati e non toccano quelli sani! E quando hanno trovato quell'uomo, la cavità era piena di vermi!" Esclamò Sam sorridendo, contento di essere riuscito a mettere insieme i primi pezzi del puzzle.
"Sam, stiamo mangiando!" Esclamò Katherine poggiando il panino nel piatto. 
"Quindi qualcuno ruba organi alle persone...." disse Dean riflettendoci qualche secondo su. "Come mai tutto questo mi suona familiare?".
"Perché lo hai già sentito quando eri piccolo da papà !" Esclamò Sam sorridendo e prendendo il diario di John e mostrando la pagina interessata ai due.
"Il dottor Benton, un dottore bravissimo e ossessionato dall'alchimia! Specialmente da come vivere in eterno!" Continuò Sam a braccia conserte rilassandosi sulla sedia. "Nel 1816 il dottore smise di esercitare".
"Sì, e sparì per 20 anni e ad un tratto un po di gente viene trovata morta!" Esclamò Dean sorpreso.
"Morta o con una mano o qualche organo mancante!" Esclamò Sam sospirando. 
"Quindi state dicendo che vostro padre sapeva dell'esistenza di quest'essere?".
"Esattamente!" Esclamò Sam.
"E quello che faceva funzionava, così quando qualche organo si logorava, li sostituiva!" Esclamò Dean a bocca aperta, riprendendo a mangiare. "Ma papà non gli aveva strappato via il cuore?".
"Evidentemente lo ha sostituito con uno nuovo!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi. 
"Secondo il diario di papà, Benton predilige luoghi con un ruscello nei dintorni" disse Sam accennando un sorriso.
"Perché?" Chiese Dean con ancora la bocca aperta.
"Perché è in questi posti che getta la bile, gli intestini e il materiale fecale!" Esclamò Sam alzando un sopracciglio e ridendo guardando il fratello che mandava giù a fatica il boccone con un'espressione disgustata. "Perso l'appetito?".
Dean guardò il fratello e Katherine che ridevano e successivamente il suo panino e sorrise.
"Oh, piccolo, come posso resisterti?!" Esclamò Dean prendendone un altro boccone mentre i due continuavano a ridere. 
 
 
"Vedete queste baide?" Chiese Sam picchiettando sulla cartina geografica che aveva davanti. "Sono quasi tutte abbandonate da anni!!".
"Che stiamo aspettando?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, ansioso di andare a trovare il dottor Benton e di ucciderlo.
Katherine stava per intervenire, quando suonò il telefono di Dean e tutti si votarono in quella direzione. Il ragazzo si alzò immediatamente, afferrò il telefono tra mani e rispose.
"Bobby?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Ti ascolto!".
Katherine e Sam si guardarono straniti, che avesse trovato qualche modo per salvare l'anima del ragazzo ?
Dopo qualche minuto, Dean guardò Katherine negli occhi e sospirando disse: "Pensa che sia Bela?".
Katherine sgranó gli occhi e si avvicinò al ragazzo, per capire che cosa c'entrasse sua sorella. 
"Grazie Bobby, andiamo subito!" Esclamò Dean riagganciando il telefono con l'amico e voltandosi verso i due. "Ok, andiamo a prendere Bela!".
"Come?" Chiesero all'unisono Sam e Katherine sorpresi. 
"Nono, penso che dovremmo restare qui e chiudere questo caso!" Esclamò Sam sospirando. 
"Ma che stai dicendo?".
"È impossibile che abbia ancora la Colt, sono passati mesi da quando ce l'ha rubata!" Esclamò Sam gesticolando nervosamente. "Probabilmente l'ha venduta subito!".
"Questo non puoi saperlo!" Continuò il maggiore mettendo le sue cose nel suo borsone.
"Dean!".
"Sam, andiamo!" Esclamò Dean serio voltandosi verso di lui.
"No! Dean fidati, il caso che stiamo seguendo è la chiave della tua salvezza!!'' Esclamò Sam allargando le braccia. "È probabilmente anche per quella di Bela!".
"Che cosa? Dare la caccia a Freinkstain?" Chiese Dean stupefatto.
"La ricerca dell'immortalità!" Esclamò Sam guardando la faccia sbalordita del fratello. "Il dottor Benton non può morire e se scopriamo come ha fatto, puoi farlo anche tu!".
"Di che cosa stai parlando?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Devi morire per andare all'inferno, ma se non puoi morire...." disse Katherine seguendo il ragionamento del ragazzo.
"Cosa?!" Chiese Dean avvicinandosi ai due bruscamente. "Sapevate già che si trattava di Benton, vero?".
"No.." disse Sam sospirando. "Io volevo essere sicuro prima di dirvelo.. sto solo cercando una soluzione".
"No, tu vuoi dare la caccia a quel tipo solo per studiarlo, Sam!!".
"Voleva solo aiutare!" Esclamò Katherine guardandolo in cagnesco.
"Non sta aiutando, se infrango il patto, lui muore! E vivere per sempre vuol dire infrangerlo!".
"Qualunque sia la pillola magica la prenderò anch'io!" Esclamò Sam gesticolando nervosamente. 
"No!" Esclamò Dean tornando a sistemare le cose nel suo borsone. "Facciamo come ha sempre detto Bobby: uccidiamo il demone che detiene il contratto e finisce tutto!".
Il ragazzo guardò il fratello minore che scuoteva la testa e sospirò nuovamente dicendo: "Andiamo!".
"Io resto qui!" Ribatté Sam allargando le braccia. 
"No non lo farai, perché non vi permetteró di vagare da soli per i boschi per rintracciare un pazzo che ruba organi!" Urlò Dean in preda alla furia. 
"E come pensi di fermarmi?" Chiese Sam accennando un sorriso. "Ascoltami, stiamo cercando di fare la stessa cosa!".
"D'accordo, tu non verrai!" Esclamò Dean dilatando le narici per l'agitazione e voltandosi verso la ragazza. "Tu vuoi continuare la missione salvifica di Sam o vieni con me?". 
Katherine sbatté le palpebre qualche secondo e, sospirando, guardò Sam che come il fratello stava aspettando una risposta. 
"Io.." iniziò la ragazza con occhi tristi. ".. io resteró con Sam". 
"Cosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Tua sorella è lì fuori, a parte riprendere la Colt, vuoi ancora salvarla giusto?".
"Certo che voglio salvarla Dean.." disse la ragazza avvicinandosi a lui e mettendogli una mano sul braccio. ".. e voglio salvare anche te! Ma forse Sam ha ragione, forse potremmo salvarvi entrambi seguendo questo caso!''.
"E se non avesse ragione ? Se neanche lei volesse diventare Frankenstein?" Chiese Dean infuriato urlandole in faccia. "E se fosse il suo ultimo giorno sulla terra?!".
"Dean, ha preso la sua decisione!" Esclamò Sam intromettendosi fra i due e parandosi davanti alla ragazza. "Noi resteremo qui!".
Dean guardò  il fratello negli occhi per qualche secondo, dopodiché spostò lo sguardo sulla ragazza che stava ad occhi bassi. La sua indecisione era palpabile. 
Sospirò rumorosamente, afferrò il suo borsone superando il fratello, che si voltó, e si mise accanto alla ragazza e le disse in maniera più dolce: "Katherine puoi sempre cambiare idea, è tua sorella! Non devi sentirti obbligata!".
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui e abbozzó un sorriso e disse: "Rimarró qui".
"Come vuoi" disse Dean avviandosi verso la porta.
"Dean!" Esclamò Katherine facendolo voltare e mostrandogli la sua espressione triste. "Assicurati che stia bene e, per favore, riportala da me!".
Dean si limitò a fissarla per qualche secondo, per poi sorridere ed uscire dalla porta della stanza.
"Kath.." disse Sam avvicinandosi alla ragazza e abbracciandola. ".. sei sicura di avere fatto la scelta giusta?".
"Sì.." sussurró la ragazza ricambiando la stretta e chiudendo gli occhi. 
 
Dean si recò nell'abitazione dell'amico di Bobby che aveva identificato Bela e, dopo non poche insistenze, riuscì ad entrare in casa dell'uomo. 
Rufus gli disse che la ragazza si era interessata a lui per degli oggetti da trovare e disse, in totale onestà, che nessuna pistola lo avrebbe mai salvato dall'inferno.
"Anche se riesci a scamparla stavolta, ci sarà sempre qualcos'altro lungo la strada!" Aveva detto l'uomo bevendo lo Scotch che il ragazzo gli aveva offerto. "Per gente come noi il lieto fine non c'è mai, questo ci riserva il destino!".
Dean rimase demoralizzato per quello che l'uomo gli aveva detto, ma decise di non controbattere e, dopo aver tirato un respiro profondo, bevve tristemente dal suo bicchiere qualche sorso di quell'alcolico che Rufus aveva definito "nettare degli dei".
L'uomo diede un indirizzo e il numero di una stanza al ragazzo, sapendo con certezza che Bela fosse lì; ma lo mise in guardia, il contratto che aveva stretto 5 anni prima, scadeva proprio quella notte, ciò significava che avrebbe avuto tempo fino a mezzanotte per salvare la sorella di Katherine. 
 
 
Sam e Katherine si avviarono nel bosco alla ricerca di una baida che potesse essere il rifugio del dottore e, una volta individuata una, scesero dall'auto e si avviarono verso essa. 
Entrarono nella capanna quando già si era fatto buio e silenziosamente perquisirono ogni angolo in cerca di qualunque cosa avrebbe potuto aiutare Dean e Bela.
Puntarono la torcia ovunque, fin quando quella di Katherine illuminó un diario rivestito in cuoio che aveva l'aria di essere molto antico.
"Sam, guarda!" Sussurró la ragazza indicandoglielo. "Potrebbe essere..?".
"Sì, prendiamolo!" Esclamò Sam afferrandolo e sistemandolo nell'interno della giacca.
Scesero un una sorta di cantina il più silenziosamente possibile e ciò che videro li lasciò senza fiato per alcuni secondi: un corpo legato ad una sottospecie di lettino ospedaliero.
Si avvicinarono e mettendo le dita sul collo dell'uomo sdraiato, si accorsero che non vi erano pulsazioni: era morto!
"Oddio..." sussurró Katherine osservando una donna sdraiata su di un lettino con delle ferite ai polsi ricoperte di vermi.
Si avvicinò alla donna e le sentì il battito sul collo, ma in quel momento aprì gli occhi e respiró rumorosamente. 
"Ehi, tranquilla, andrà tutto bene, siamo qui per aiutarti, ma devi fare silenzio, d'accordo?" Chiese la ragazza mettendole una mano sulla bocca finché la donna annuì.
Sam afferrò delle bende per fasciarle le ferite, ma proprio in quel momento si sentì il rumore della porta al piano di sopra che sbatteva: il dottore era in casa.
In pochi secondi i due ragazzi si guardarono negli occhi e capirono cosa fare: Sam afferrò la donna ferita fra le braccia e Katherine aprì una finestra per farli uscire, ma il dottore arrivò prima e le afferrò una gamba. Nonostante la ragazza di dimenasse, Benton continuó a tirarla giù e Sam subito si avvicinò per aiutarla.
"Vai Sam, portala in ospedale, me la caverò" disse Katherine continuando a dimenarsi inutilmente mentre il dottore, con un colpo secco, la tirò giù con lui.
Sam guardò la donna che sanguinava, se non l'avesse portata subito in ospedale sarebbe morta, così l'afferró e corse verso l'auto il più velocemente possibile.
 
 
Dean si recò al motel che Rufus gli aveva indicato e aspettò nella stanza che Bela rientrasse. Non appena sentì un rumore, si nascose dietro la porta e in pochissimi secondi afferrò la ragazza e la spinse contro la parete, puntandole una pistola alla testa.
"Dov'è la Colt?" Chiese Dean infuriato. 
"Dean... è lontana" disse Bela cercando di divincolarsi inutilmente mentre il ragazzo stringeva di più la presa. 
"Dove?".
"Dall'altra parte del mondo, chiamo l'acquirente, parli persiano?" Chiese la ragazza con il solito sorrisetto sulle labbra.
"Non muoverti!" Esclamò Dean puntandole la pistola contro e cercando per tutta la stanza.
"Te l'ho detto, non ce l'ho più!".
"E io ovviamente ti credo sulla parola!" Esclamò Dean lanciando per aria un cassetto.
La ragazza approfittò della momentanea distrazione di Dean e cercò di scappare, avvicinandosi alla porta, ma quando il ragazzo se ne accorse, sparò un colpo verso essa, facendo sussultare Bela.
"Ho detto di non muoverti!" Esclamò  Dean prima di ricominciare a cercare in tutta la stanza.
"Te l'ho detto Dean, non ce l'ho più! Puoi sempre prendere un aereo e trovare l'acquirente !" Esclamò Bela facendo spallucce.
Dean la guardò brevemente e capi, a malincuore, che stava dicendo la verità,  così preso dall'ira, si avvicinò alla ragazza e le puntò la pistola alla tempia.
"Vuoi uccidermi?" Chiese Bela sorridendo.
"Oh, certo che voglio ucciderti!" Esclamò Dean facendo una smorfia. "Ma non lo farò, ho promesso a tua sorella che non ti avrei fatto del male e che ti avrei riportato da lei!".
"Io non andrò da...".
"Tu verrai con me!" Disse Dean abbassando la pistola. "Verrai con me, sappiamo che è il tuo ultimo giorno e credimi quando dico che, se non fossi la sorella di Katherine, ti lascerei qui a morire!!".
Bela abbassó lo sguardo e sospirò, era troppo orgogliosa per accettare l'aiuto di qualcuno e si girò a guardare la finestra.
"Dovrai portarmi di peso da lei, io non ci andrò di mia spontanea volontà!".
"Oh, io penso che tu non mi farai perdere un minuto di più, perché per cercare una soluzione per me e per te, mio fratello e tua sorella si sono messi a cercare uno psicopatico che ruba organi per sopravvivere e non ho notizie da ore, ciò vuol dire che potrebbero essere in pericolo, quindi.." disse Dean riprendendo fiato. ".. vieni con le buone o con le cattive?".
Bela non respiró per qualche secondo, davvero la sorella stava ancora cercando di salvarla dopo tutto quello che aveva fatto ?
Afferrò la sua borsa e fece segno al ragazzo di andare; non appena furono in macchina, Dean partì a tavoletta, sperando di arrivare in tempo e nel frattempo chiamò il fratello nuovamente per avere notizie.
"Dean!" Esclamò Sam dall'altro capo del telefono con un tono preoccupato. 
"Sam, che succede ?" Chiese il fratello preoccupandosi. 
"Abbiamo trovato la baida di Benton, c'erano le sue vittime e abbiamo trovato una donna in fin di vita!".
"E poi?" Chiese Dean voltandosi verso la ragazza che stava al suo fianco nell'auto. 
"Io sono scappato con la ragazza, ma ha preso Katherine, sto ritornando li!".
"Cosa? L'hai lasciata sola?! Ci vediamo li, io e Bela stiamo arrivando!" Esclamò Dean riagganciando il telefono e lanciandolo nel sedile posteriore. 
"Dannazione, ha preso Katherine!".
"Dean, accelera, ho una brutta sensazione!" Disse Bela facendo un respiro profondo e guardando il ragazzo preoccupato.
 
 
Katherine si risveglio nella baida, legata ad un letto, come le vittime che aveva visto poco prima con Sam; cerco di liberarsi ma senza successo, non riusciva a capire che cosa volesse prendere da lei.
"Puoi rilassarti, andrà tutto bene, non accadrà nulla di cui tu ti debba preoccupare, Kathy" disse il dottore sorridendo e toccando il braccio della ragazza come per infonderle fiducia. "Le probabilità che tu esca viva da questa procedura sono molto alte!".
"Come fai a sapere il mio nome?" Chiese Katherine mentre sentiva l'uomo armeggiare con dei ferri molto arrugginiti.
"Oh, lo conosco" disse il dottore ridendo. "Tu pensi che io sia una specie di mostro, non è vero ? Beh, ti dirò che non ho mai fatto una cosa che non fosse necessaria! Tutta questa storia della vita eterna richiede manutenzione! Quando qualcosa si deteriora, come i miei occhi, c'è bisogno di sostituirla!".
Benton mise del nastro adesivo sulle guance e sulla fronte della ragazza, in modo da tenere gli occhi bene aperti.
"Ti uccideró, figlio di puttana!!!" Urlò Katherine cercando di liberarsi.
"Oppure, altre volte le cose vengo rotte, come quando il padre del ragazzo con cui eri qui prima, mi ha strappato il cuore!! Quello è stato davvero inopportuno!" Esclamò Benton sorridendo e prendendo un diario fra le mani. "Quindi spero che capirai che gioia è stata per me leggere di me nel suo diario! Dovresti dire al tuo amico di stare più attendo a quello che perde scappando via".
"Lasciami andare, ti prometto che ti finirà male se non mi lasci!!" Esclamò Katherine muovendosi terrorizzata.
"Penso che sia arrivato il momento di dare inizio alla procedura!" Esclamò Benton sorridendo e avvicinandosi al viso della ragazza con uno strano arnese, intenzionato a portarle via gli occhi.
Sentì l'attrezzo aderire al suo occhio destro e sentì il dottore tirare, ma proprio in quell'istante udí degli sparì e il dottore si fermò, voltandosi verso chi l'aveva preso alle spalle.
"Puoi sparare quanto vuoi!" Esclamò il dottore ridendo mentre con due colpi scaraventó i due fratelli in due parti opposte.
Bela corse ad aiutare la sorella, che continuava a dimenarsi, mentre Benton si scaraventó sul fratello più vicino, Dean, e lo sbatté nuovamente verso il muro. 
Il ragazzo trapassó il suo cuore con un coltello, ma ottenne solamente una risata da parte di quel mostro. 
"Ho impressione che il concetto di immortalità non ti sia chiaro!" Esclamò Benton ridendo. "Peccato per il cuore, comunque, era praticamente nuovo!".
"Ottimo, dovrebbe pompare bene allora, tanto da mandare in circolo questa roba in tutto il tuo corpo!" Esclamò Dean mostrando al dottore una boccetta piena di paralizzante.
Dopo pochi secondi il dottore cadde a terra, incapace di parlare, ne di muoversi, e osservava i ragazzi muoversi per la stanza. 
Katherine era corsa da Dean e successivamente da Sam per vedere se avessero riportato delle ferite gravi e successivamente i ragazzi legarono il dottore ad un lettino.
"Posso aiutarti, posso darti la giovinezza, l'eterna giovinezza!" Esclamò Benton ancora un po stordito. "Posso aiutarti, posso spiegarti la formula, funzionerà!".
"Dean!" Disse Sam per chiamarlo e i quattro si spostarono a parlare dove il dottore non potesse sentirli.
"Che c'è?" Chiese  Dean aggrottando le sopracciglia. 
"L'inferno fra tre settimane o un pancreas nuovo fra mezzo secolo!" Esclamò Sam gesticolando.
"Non è qualcosa che si compra al supermercato!" Esclamò  Dean sgranando gli occhi.
"Lo so, ma ci dà il tempo di pensare a qualcos'altro! Almeno pensaci su!!" Esclamò Sam con un sorriso amaro sulle labbra.
"No!" Disse Dean senza neanche pensarci qualche secondo.
"Tu non vuoi vivere?!" Chiese Katherine alterandosi. 
"Quello non è vivere! Per me è bianco o nero, umano o non umano!" Disse Dean alterandosi tanto quanto lei.
"Ha ragione Kath, il dottore è soltanto un mostro. Neanche io voglio farlo!" Disse Bela accennando un sorriso. "Preferisco andare all'inferno!".
"Per la prima volta sono d'accordo con lei, adesso ci occuperemo di lui!" Esclamò Dean sorridendole.
I ragazzi lo seppellirono vivo proprio accanto alla sua baida, con il suo diario e dissero addio per sempre a quel mostro che non smetteva neanche un momento di gridare aiuto.
Si recarono in un motel per pensare a che cosa fare, Bela sarebbe morta da li a meno di un'ora e non sapevano come agire.
"Dean, ho bisogno di chiederti un favore" disse Bela afferrando il braccio del ragazzo, prima di entrare nella stanza con gli altri, tirandolo in disparte. 
"Non c'è soluzione, fra poco morirò.." disse la ragazza piangendo. ".. e so che Katherine potrebbe mettersi in mezzo e farsi male!".
"So come gestirla, io..".
"No, Dean, devi prometterlo! Appena scatterà mezzanotte devi lasciare che mi prendano e devi proteggerla! Ti prego, promettimelo! " Disse Bela fra le lacrime.
"Bela, finché sarò in vita, non permetteró a niente e a nessuno di farle del male, te lo prometto!" Disse Dean abbracciandola.
"Grazie" disse la ragazza asciugandosi le lacrime. "Adesso vorrei stare un po con lei!".
"Ma certo, va pure" disse il ragazzo accennando un sorriso guardandola entrare nella camera, mentre Sam usciva.
"Mi dispiace non poterla salvare.." disse Sam abbassando gli occhi e avvicinandosi verso la macchina.
"Come sta Katherine?" Chiese Dean sospirando e appoggiandosi al cofano, seguito dal fratello.
"Male, sta male Dean.." sussurró il minore a braccia conserte. 
"Vi servirà tempo.." disse il fratello passandogli una mano sulla spalla.
"Gia.." sussurró Sam sospirando rumorosamente. 
 
 
"Ehi.." sussurró Katherine guardando la sorella sedersi accanto a lei sul letto.
"Mi dispiace per tutto" disse Bela accennando un sorriso. "Se potessi tornare indietro...".
"Lo so.." disse la sorella abbracciandola. "Lo so, Bela".
"Ti voglio bene" disse la minore fra le lacrime. "Promettimi che dopo che... sarai felice con Sam.. o con Dean!".
"Stai per morire e ancora pensi a me e a Dean ?!" Chiese Katherine ridendo.
"Ci tengo che mia sorella sia felice" disse Bela sorridendo.
"A proposito, appena arriveranno i Cerberi ed anche il demone che detiene il contratto gli chiederò una scambio e tu non dovrai dire nulla, non interferire!" Esclamò Katherine con la faccia più seria che la sorella le avesse mai visto.
"Cosa?! E non pensi a Judith? O a Sam e Dean?" Chiese Bela anzondosi dal letto infuriata.
"Ci penserai tu a Judith, insieme ai ragazzi!" Esclamò Katherine infuriandosi.
"Non te lo permetteró!".
"E come mi vorresti fermare?! Tu sei mia sorella, io mi devo prendere cura di te!!".
"Manca 1 minuto, Kath.." sussurró Bela paralizzata dalla paura.
"Lo so, stai in disparte ci penso io" disse la sorella sorridente. "Andrà tutto bene".
In quel momento si sentirono in lontananza i Cerberi ululare, segno che stavano per arrivare e Katherine si paró davanti alla sorella.
"Sono la Cacciatrice, vorranno me" disse Katherine sorridendo. 
"Mancano 30 secondi, esci di qui per favore, Kath!!!" Esclamò Bela in preda al panico. 
In quel momento entrarono Dean e Sam, il maggiore afferrò Katherine dal busto, trascinandola fuori, mentre Sam guardava un'ultima volta Bela e si chiudeva la porta alle spalle. 
"No, Dean lasciami, accetteranno, lasciami!!!" Urló la ragazza mentre Dean stringeva il più forte possibile. "Per favore, Dean, lasciami, lasciamiii!!!!!".
"Non posso farlo, Katherine, per favore sta calma! Sam dammi una mano!!!".
"Che diritto hai di immischiarti?!" Urlò Katherine voltandosi faticosamente e colpendolo sul petto, mentre Sam l'afferró e la strinse forte, bloccandola insieme al fratello. "Dovete lasciarmi andare!!".
In quel momento, si sentì la finestra della camera in cui era chiusa Bela andare in pezzi e le urla della ragazza divennero sempre più forti, finché piombó il silenzio; Katherine si voltó verso Sam, con gli occhi pieni di lacrime, e con voce tremendamente paurosa sussurró: "È... è morta?".
"Mi dispiace tesoro, mi dispiace tanto" rispose il ragazzo abbracciandola mentre Katherine rimaneva immobile.
"Lasciatemi adesso, è morta ormai!" Disse Katherine con una voce un po più tranquilla rispetto a prima.
I fratelli si guardarono brevemente e la lasciarono andare, corse dentro la stanza e trovó il cadavere dilaniato della sorella senza vita, vide il sangue sparso ovunque e si fermó. Era davvero morta.
"Oh mio Dio, Bela.." sussurró la ragazza fra le lacrime, afferrando il cadavere fra le braccia. "Mi dispiace così tanto, tesoro, non doveva andare così, dovevi venire da me, ti avrei aiutata io, ti avrei aiutata io".
 
Rimase per qualche ora dentro la stanza, sola con la sorella, fin quando entrarono i due fratelli e le portarono qualcosa da mangiare che, ovviamente, rifiutò. 
"Tesoro, tra poco sarà l'alba.." sussurró Sam sedendosi a terra accanto a lei, mentre Dean rimaneva in piedi. 
"E quindi? Che diavolo vuoi?" Ringhió Katherine guardando male entrambi.
"Se vogliamo portare il.. il corpo via di qua, dobbiamo farlo ora" disse Dean avviandosi. 
La ragazza ci pensò un po su e annuì, afferrò la mano che Dean gli stava tendendo e si alzò, sospirando.
"Esci di qua, ci pensiamo noi" disse Sam carezzandole la schiena. 
"D'accordo.." sussurró Katherine con lo sguardo vitreo. Stava troppo male per occuparsi di tutto questo.
Katherine non volle bruciare il suo corpo, Bela non era una cacciatrice, seppellirono il suo corpo e tornarono a casa di Bobby; il viaggio le sembró infinito, continuava a guardare fuori, senza neanche rispondere a ciò che i due fratelli le dicevano. 
Non appena arrivarono in casa, corse al piano di sopra per farsi una doccia e togliersi quei vestiti ancora sporchi del sangue della sorella, e si mise a letto, consapevole che non sarebbe riuscita a prendere sonno e che avrebbe trascorso il resto della giornata in veranda.
 
"Dovresti andare a parlarle, farla sfogare, ha bisogno di te" disse Dean avviandosi al fratello che osservava Katherine stare seduta sul dondolo in veranda. "È lì da tutto il giorno e non ha mangiato nulla!".
"Dean..." disse Sam sospirando e con un velo di tristezza negli occhi. "..ha bisogno di te, per qualche strana ragione, Katherine si trova meglio con te per parlare! Dovresti andare tu".
Dean rimase a bocca aperta, davvero il fratello lo aveva spinto verso Katherine? 
"D'accordo.." disse Dean abbassando lo sguardo.
Era passato un giorno intero, erano le 10:30 di sera e Katherine non si era mossa da li neanche un secondo; Dean preparò uno dei panini preferiti di Katherine e gli affiancó una birra sul vassoio che le stava portando. 
Quando aprì la porta per avvicinarsi a lei, Katherine neanche si voltó, continuò a guardare il vuoto.
"Ehi, tesoro, ti ho portato da mangiare" disse Dean carezzandole la schiena e sedendosi accanto a lei.
Katherine lo guardò da dentro quella coperta che l'avvolgeva e il ragazzo poté leggere tutta la sua sofferenza nei suoi occhi.
"Non ho fame, ti ringrazio.." disse accennando un sorriso. 
"Devi mangiare però" disse Dean porgendole il panino. 
"Hamburger e patatine?" Chiese Katherine guardandolo negli occhi. "Sono così prevedibile?".
"Dovevi prenderti dalla gola.." sussurró Dean sorridendo.
"Come mai non è venuto Sam?" Chiese dando un morso al panino e deglutendo con fatica.
"È venuto, è tutto il giorno che prova a parlarti, ma non riceve alcuna risposta da te" disse Dean facendo spallucce. "E lo stesso vale per Bobby".
"Davvero?" Chiese Katherine sgranando gli occhi.
"Sì, non te ne sei neanche accorta?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Non proprio.." sussurró Katherine dando gli ultimi morsi al panino che aveva divorato. 
"Ha anche chiamato Judith, ci ha passato Giles e gli abbiamo spiegato la situazione: ha detto che spiegherà qualcosa alla bambina" sussurró Dean passandole una mano sulla schiena.
"Ottimo..".
"Posso fare qualcosa per te?" Chiese Dean appoggiando il vassoio a terra e avvicinandosi alla ragazza che lo guardò negli occhi per qualche secondo.
"Scusami, ti ho urlato tutte quelle cose prima.." disse Katherine abbassando lo sguardo. ".. mi dispiace tanto".
"No, non devi assolutamente scusarti, tesoro, va tutto bene" disse Dean sorridendole e avvolgendola fra le sue braccia.
"Grazie Dean.." sussurró Katherine stringendolo forte, per poi tornare a guardarlo negli occhi, mentre i loro visi erano a poca distanza fra loro. "Posso fare una cosa?".
"Cosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
Katherine sorrise e poggió le sue labbra su quelle del ragazzo, che spiazzato rimase immobile per qualche secondo, ma ricambió il bacio. Non fu un bacio come quelli che si era scambiati precedentemente, ma fu molto dolce.
Katherine si staccó, lo guardò nuovamente negli occhi e sorridendo, disse senza neanche pensarci: "Ti amo".
Dean rimase a bocca aperta per qualche secondo, fissandola negli occhi, finché non riprese l'uso della parola.
"C-cosa?" Chiese stupito.
"È così, ti amo Dean.." sussurró Katherine abbassando lo sguardo. 
"Sei sicura? Tu sei proprio sicura? Magari è lo shock, è.." iniziò il ragazzo ma fu zittito da un altro bacio della ragazza.
"Ho detto che ti amo, Dean! Te lo giuro!" Esclamò Katherine mentre vide formarsi sul volto del ragazzo un sorriso che non aveva mia visto.
"Anch'io ti amo, tesoro.." disse Dean abbracciandola e rimanendo per un bel pezzo in quel modo. 

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Capitolo 28
*** "Family don't end with blood, boy!" ***


"Non ho trovato nulla!!" Esclamò Katherine seccata chiudendo un libro e sbuffando.
Stavano cercando qualunque cosa, un incantesimo, un amuleto o anche un po di fortuna, da tre settimane ormai, ma non erano riusciti a trovare nulla per salvare l'anima di Dean.
La ragazza spostò lo sguardo sul maggiore dei fratelli e vide che si era appisolato qualche secondo sul libro che stava leggendo sui Black Dogs, i Cerberi; non poteva credere che da lì a poco più di un giorno, non lo avrebbe più visto.
Dopo che gli aveva detto apertamente quello che provava, aveva provato una sensazione di pace: lo amava ma amava anche Sam. Teneva ai due in modo diverso, erano opposti ed entrambi le facevano uscire lati diversi: con Sam era felice, le era stata accanto mentre neanche lei sapeva chi fosse, l'aveva fatta ridere quando piangeva e aveva combattuto per stare con lui dopo che aveva scoperto la verità sul suo passato, ma con Dean, Katherine, riusciva a sentirsi libera e sicura come non era mai stata prima. Potevano fare qualsiasi cosa, bastava solo che stessero insieme.
Sospirò e afferrò un altro libro che Bobby gli aveva consigliato, in cerca di qualche possibilità, ma era davvero stanca! Nelle ultime settimane aveva dormito pochissimo, meno degli altri; non voleva che anche Dean finisse all'inferno. Aveva dovuto vedere morire la sorella morire e ciò l'aveva spinta a cercare un rimedio, dopo aver passato quattro giorni in stato vegetativo sul divano a piangere per Bela.
A stento riusciva a tenere gli occhi aperti, così chiuse gli occhi per qualche secondo, ma fu riportata alla realtà quando Dean si sveglió rumorosamente, facendola sussultare.
"Hai trovato qualcosa?" Chiese Sam sorridendo, guardando il fratello alzare la testa dal libro, entrando nella stanza.
"No, no, niente" rispose Dean con la voce ancora impastata dal sonno.
"Beh, Bobby si finalmente!" Esclamò Sam sorridendo guardando i due. "Andiamo!" Continuó il ragazzo incitandolo ad andare nella stanza dove Bobby stava preparando tutto.
"Ah si?" Chiese Katherine chiudendo il libro e guardando il minore.
"Sì! Come riuscire a trovare Lilith!".
"Beh, fantastico! Ci restano soltanto 30 ore!" Disse Dean sospirando.
"Lo so che il tempo stringe.." disse Sam avvicinandosi e sedendosi accanto al fratello. ".. ma vedrai che ci riusciremo! A qualunque costo! ".
"Devi fidarti di noi.." disse Katherine seduta davanti ai due afferrando la mano del ragazzo. "..tu non finirai all'inferno!".
Dean accennó un sorriso, era parecchio spaventato all'idea di finire li giù, non sapeva cosa lo aspettasse, ma sapeva che sarebbe stato terribile.
"Certo.." sussurrò sospirando voltandosi dal lato opposto.
 
 
"Abbiamo un nome e tutto il necessario!" Esclamò Bobby sistemando una cartina geografica sul tavolo e preparando il tutto. "Con il nome giusto e il rituale giusto possiamo scoprire tutto!".
"Anche dove si trova Lilith?" Chiese Katherine a braccia conserte guardando l'uomo.
"Quando avrò finito avremo anche il suo indirizzo!" Esclamò Bobby sicuro di sé e sorridendo ai ragazzi.
Iniziò il rituale in latino, muovendo uno strano pendolo sulla cartina, che cominciò a muoversi per le varie città, fin quando si fermó.
"New Harmony, Indiana" disse Bobby sorridendo.
"D'accordo, andiamo!" Esclamò Sam muovendosi.
"Ehi, ehi, cerchiamo di ragionare! " Esclamò Dean gesticolando nervosamente.
"Qual è il problema?"  Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Qual è il problema? Anche se detiene lei il mio contratto, state certi che non riusciremo ad ucciderla!!" Esclamò Dean alterandosi e voltandosi verso il fratello. "E non è lei che vorrebbe vederti con le budella stese al sole?".
"Tu si che sai come tirarci su il morale" disse Bobby sbuffando.
"E allora che vorresti fare?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Sono io che devo morire, non voi, trovate un sistema migliore o non ci muoviamo da qui!" Ribatté Dean guardando uno per uno i presenti.
"Perfetto!" Esclamò Sam gesticolando. "Io ho un'altra soluzione che ci dirà esattamente dov'è Lilith e ci aiuterà anche a trovare il modo per ucciderla!".
"Levatelo dalla testa, Sam!" Esclamò Dean voltandosi e sospirando.
"Non c'è molto tempo per discutere, adesso evocherò Ruby!" Esclamò Sam infuriato.
"Abbiamo già abbastanza problemi anche senza lei!!" Esclamò il maggiore in preda alla furia.
"Esatto e non abbiamo tempo!".
"Ci ha sempre raccontato un mare di bugie e tu lo sai! Ti ha detto che poteva salvarmi, diceva di sapere tutto su Lilith, ma si è dimenticata di dirci che è lei che ha la mia anima!" Urló il maggiore contro il fratello.
"E va bene, è una bugiarda, ma ha ancora quel coltello!" Esclamò Sam parandosi di fronte al ragazzo infuriato.
"Dean.." sussurró Bobby cercando di intromettersi.
"Per quanto ne sappiamo, potrebbe lavorare per Lilith!".
"E allora dammi tu una soluzione".
"Dean, Sam ha ragione!" Disse Katherine alzando la voce e facendo voltare i due.
"No, maledizione!!!" Urlò il maggiore per poi sospirare rumorosamente. "No, non possiamo commettere sempre lo stesso errore! Se volete salvarmi trova qualcos'altro!" Aggiunse prima di uscire velocemente dalla stanza.
I tre si guardarono, sapevano tutti che Sam aveva ragione; questa volta dovevano chiedere aiuto.
Bobby sospirò ed uscì dalla stanza, sussurrando che avrebbe cercato qualcos'altro, lasciando soli i due ragazzi.
"Sam.." sussurró Katherine avvicinandosi per non farsi sentire. ".. facciamolo! Evochiamola!".
"Ma Dean ha appena detto..".
"Non me ne frega niente di quello che dice lui!" Esclamò la ragazza guardandolo negli occhi. "Noi lo salveremo, andiamo!!"
Sam sospirò e si recarono sul retro della casa per convocare il demone e farsi aiutare.
 
Il ragazzo cominciò a recitare della frasi in latino e accese un fiammifero per dar fuoco a degli oggetti che facevano parte del rituale e si alzò guardandosi attorno insieme a Katherine.
"Beh, se la prende comoda?" Esclamò Katherine guardando il ragazzo che fece spallucce.
"Questa si che è bella.." disse una voce familiare alle loro spalle che li fece voltare. ".. che diavolo vuoi Katherine? Perché mi hai chiamata?".
"Devi aiutarci!" Rispose la ragazza a denti stretti.
"Oh davvero?" Disse il demone ironicamente incrociando le braccia. "Nah, passo" Aggiunse voltandosi e facendo per andarsene.
"Tu lo sapevi?!" Chiese Sam infuriato, facendo fermare la ragazza demone. "Sapevi che era Lilith a detenere il contratto di Dean?".
"Sì,  lo sapevo!" Esclamò Ruby voltandosi a guardarlo e sorridendo.
"E perché non ce l'hai detto?!" Chiese Katherine alterandosi.
"Non eravate pronti, sareste partiti per ucciderla e Lilith vi avrebbe strappato la carne dalle vostre belle faccine!" Esclamò Ruby alzando un sopracciglio.
"Beh, ora siamo pronti!" Esclamò Sam ancora infuriato. "Voglio il tuo coltello!".
"Beh, forse.." iniziò il demone iniziando a girare attorno ai due e ad osservarli. "..questo è il momento giusto, Lilith ha abbassato la guardia!".
"Ah si? E come mai?" Chiese Katherine ricambiando lo sguardo.
"Sì è presa una pausa.." disse sorridendo. "È meglio che non sappiate. Se avete ancora gli incantesimi che vi ho dato non avvertirá il vostro arrivo!".
"Ci darai il tuo coltello?" Chiese Sam in tono amichevole.
"No! Non vorrete affrontarla con un semplice coltellino!!" Esclamò Ruby infuriandosi. "Non sarà facile!".
"E come dovremmo fare?!" Chiese Sam infuriandosi nuovamente. "So che mi hai mentito e hai detto a Dean che non puoi salvarlo!".
"Io no, ma tu si! Tu hai delle capacità particolari!" Esclamò Ruby avvicinandosi a lui.
"Quelle stronzate paranormali? Sono sparite dopo la morte di Occhi Gialli!".
"No, non lo sono, sono assopite! Ecco perché Lilith ha paura di te! Se tu volessi, potresti eliminarla facilmente!" Esclamò Ruby guardandolo negli occhi e nel ragazzo si insidiò il dubbio.
"Ma che diavolo stai dicendo?!" Urlò Katherine avvicinandosi e annullando la distanza tra il demone e il ragazzo con il suo corpo.
"È la verità!".
"E perché hai deciso di dirlo solamente adesso?" Chiese Katherine allargando le braccia.
"Sono un demone, manipolare le persone fa parte di me e anche perché mi hai esclusa fino a quando non sei stato.." disse Ruby sbuffando voltandosi verso il ragazzo e interrompendosi brevemente.
".. disperato?!" Aggiunse Katherine sorridendo.
"Tu detestavi il modo in cui ti trattava Dean, come un'attrazione da circo, ma adesso abbiamo tante cose da fare e non c'è molto tempo!" Disse Ruby ignorando la ragazza.
"Davvero? E come potresti?!" Chiese Katherine facendo una smorfia. "Tu sei fuori di testa, Sam prendiamole il coltello ed uccidiamola!" Aggiunse voltandosi verso di lui.
"Guarda chi si vede.." disse Dean sorridendo e avvicinandosi ai due. "..la piccola puttana!".
"Dean.. galante come sempre!" Esclamò il demone sorridendo.
"Sapevo che ti avrei rivista, perché sapevo che Sam non mi avrebbe ascoltato.." disse Dean spostando lo sguardo sulla ragazza. "..e a quanto pare neanche Katherine! Ma tu non lo aiuterai a fare niente, dovrai prima passare sul mio corpo!".
"Non dovrò aspettare molto allora" disse Ruby sorridendo.
"Tu dammi il coltello e poi torna nella lurida fogna da dove sei venuta strisciando!" Esclamò Dean avvicinandosi ulteriormente.
"Dean, ascolta solamente.." iniziò il minore ma venne interrotto.
"Questo è soltanto un trucco, non crederai a tutte queste balle sensitivo-demoniache?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e alzando la voce mentre il fratello abbassava il capo. "Vuole solo trasformarti nel suo anticristo superstar!".
"Io voglio solamente eliminare Lilith!" Esclamò Ruby abbassando lo sguardo.
"Perché? Oh certo, perché eri umana un tempo e ti piacevano i gattini e le passeggiate sulla spiaggia!" Esclamò Dean dilatando le narici per l'agitazione.
"Adesso basta, sono stanca di doverti dimostrare la mia onestà, se vuoi salvarti devi ascoltarmi, stupido smidollato coglione!" Urló Ruby avvicinandosi pericolosamente al ragazzo.
Dean la osservò per qualche secondo, dopodiché, velocemente colpì in pieno viso il demone che per poco cadde a terra.
Ruby lo guardò per qualche secondo e si avventó su di lui, colpendolo in viso e in pancia, facendolo cadere a terra sanguinante, mostrando i suo occhi neri.
"Ruby, aspetta!" "Stronza, che diavolo fai?!" Urlarono all'unisono rispettivamente Sam e Katherine.
Ruby si avventó su Sam, stendendo anche lui in pochi secondi, dopo averlo colpito in vari punti, e successivamente su Katherine, che l'afferró e la sbatté contro il muro di cemento armato, smorzandole il respiro.
"Pensi di potere fare questo giochetto con me?" Chiese Katherine avvicinandosi e colpendola dritto nella pancia con un calcio. "Sei patetica!".
Ruby l'afferró per un gamba, facendola cadere e mettendosi su di lei per colpirla in viso, ma Dean l'afferró e la scaraventó rovinosamente per terra e rise, facendola innervosire.
"Che diavolo hai da ridere?" Chiese Ruby a denti stretti, rialzandosi.
"Ti ho preso questo!" Esclamò Dean ridendo mostrandole il coltello che le aveva sfilato dalla giacca.
"Ti ammazzo, figlio di puttana!!" Esclamò il demone andandogli in contro, ma rimase bloccata in una chiave di Salomone disegnata sul soffitto.
 "Te l'ho detto, sapevo che saresti arrivata!" Disse Dean sorridendo e mettendo il coltello al sicuro nella sua giacca.
"Sei davvero troppo stupido per vivere!".
"Andiamo ragazzi!" Esclamò il maggiore salendo le scale della cantina della casa, seguito dai due.
"Fa come vuoi, te lo meriti l'inferno! Quando ci arriverai voglio esserci per sentire l'odore della tua carne che si stacca dalle ossa e sentirti gridare di dolore!!!!" Continuò a sbraitare il demone.
"Chiudi quella fogna, tanto non ti darò mai questa soddisfazione!" Disse Dean prima di chiudersi la porta alle spalle.
 
 
I ragazzi cominciarono a preparare e caricare tutte le armi per affrontare Lilith e avevano pregato Katherine di riposarsi almeno una mezz'oretta, altrimenti non avrebbe reso nel combattimento e lei, anche se a malincuore, accettó e si sdraió sul divano.
Oltre ad essere stanca le era venuto anche un forte mal di testa, ma non le importava, voleva solamente salvare Dean.
Ripensó a quando gli aveva promesso che lo avrebbe salvato, dopo avergli confessato che lo amava: sapevano che non ci sarebbe stato un futuro per loro se Dean fosse morto, così si erano impegnati entrambi in quelle settimane per trovare una soluzione.
"E se non ci fosse?" si era chiesta più volte la ragazza, spaventata all'idea di perderlo. L'avrebbe trovata, costi quel che costi.
 
"Hai intenzione di lasciare Ruby a marcire li dentro?" Chiese Sam caricando una pistola.
"L'idea è quella" rispose Dean senza neanche guardarlo.
"Dean, e se Ruby avesse ragione? Se potessi far fuori Lilith?" Chiese Sam con un tono pacato.
Dean alzò lo sguardo verso il fratello, ormai spazientito, sospirando, guardandolo negli occhi disse : "Pensi che ti basti guardarla alla Carry per farla svanire?".
"Andiamo soltanto a chiederle che cosa voleva fare" disse Sam facendo spallucce.
"Tu volevi questo coltello e io l'ho preso, fine della storia" disse Dean sospirando.
"L'ultima volta Lilith ci ha messo 30 demoni alle calcagna e noi abbiamo soltanto un coltello! O troviamo un sistema o non ci muoviamo, perché abbiamo una sola possibilità!" Esclamò Sam avvicinandosi al fratello.
"Sam, non vedi che le cose si ripetono? Il patto di papà, il mio patto e ora questo!" Esclamò Dean sedendosi e infuriandosi ancora, ma cercando di non svegliare la ragazza. "Ogni volta che uno di noi è in pericolo, l'altro vende la propria anima e Ruby ci sta soltanto prendendo per il culo!".
"Cosa pensi che mi possa accadere? Non ci cascherò, posso farcela!" Esclamò Sam sedendosi accanto a lui.
"Ma perché rischiare?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Perché tu sei mio fratello e perché hai fatto la stessa cosa per me!" Disse Sam accennando un sorriso.
"Lo so, e guarda che cosa è successo!" Disse Dean abbassando lo sguardo. "Sam, tu e.. Katherine.. siete il mio punto debole e noi.. siamo il tuo".
Sam aggrottó le sopracciglia sentendo quel "noi" pronunciato dal fratello: doveva aspettarselo, ma non era il momento di affrontare il discorso.
"Siamo una famiglia, Dean!" Disse Sam sospirando.
"Lo so, e lo sanno anche quei bastardi dei demoni! Sanno benissimo che siamo pronti a gettarci anche nel fuoco per aiutarci" disse Dean accennando un sorriso. "Dobbiamo smettere di continuare a farci usare da loro! Prendiamo questo coltello e andiamo insieme a dare la caccia a Lilith come papà ci ha insegnato Sammy! Se non ce la faremo andremo affondo cantando!".
"Devi essere impazzito!" Disse Sam sorridendo.
"Gia, però il suo discorso ha fatto effetto" disse Katherine sedendosi sul divano e sorridendo ai due.
"Giusto in tempo, dobbiamo andare" disse Dean sorridendole.
Sam prese il borsone con le armi e uscì dalla stanza, lasciando i due ragazzi soli.
Dean si avvicinò alla ragazza e si sedette accanto a lei e l'avvolse fra le sue braccia, mentre lei ricambiava la stretta.
"Andrà tutto bene, ti salverai dall'inferno Dean, uccideremo Lilith.." disse Katherine sciogliendo l'abbraccio.
Il ragazzo la guardò negli occhi, accennó un sorriso e disse: "Lo so, se saremo insieme andrà bene".
"Hai paura di quello che potremmo trovare in Indiana? " Chiese la ragazza sospirando.
"Abbastanza.." ammise Dean abbassando il capo. ".. ma voglio provare ad uccidere quella stronza!".
"Ehi!" Disse Katherine sorridendo e colpendolo leggermente sulla spalla. "Hai dalla tua la Cacciatrice e due dei cacciatori più bravi di questo emisfero, seriamente pensi che non ce la farai?".
"Oh, la Cacciatrice... non starai iniziando a vantarti un po troppo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia ironicamente.
"Dean!!" Esclamò la ragazza colpendolo nuovamente e facendolo ridere.
"D'accordo, d'accordo, Cacciatrice, chiedo scusa" disse Dean ridendo e contagiando anche la ragazza.
Katherine si avvicinò delicatamente e lo baciò sorridendo, sperando che quella non fosse l'ultima volta in cui sentiva le sue labbra sulle sue.
 
"Non hai una bella cera " disse Bobby guardando il maggiore dei fratelli prima di mettersi nelle rispettive macchine.
"Sto bene" replicò guardandolo appena.
"Quante allucinazioni hai avuto finora?'' Chiese Bobby ormai spazientito.
"E tu che ne sai?" Chiese Dean mentre Katherine e Sam lo guardavano a bocca aperta. Non ne aveva parlato.
"Perché è così che ci si riduce quando si hanno i demoni alle calcagna!" Esclamò Bobby sospirando. "Andiamo, vi vengo dietro".
"Bobby, non sei obbligato a farlo.." disse Dean sospirando.
"La famiglia non è solo appartenenza di sangue!" Esclamò l'uomo prima di salire in macchina ed accendere il motore. “Voi tre, ragazzi miei, siete la cosa più simile ad una famiglia che io abbia mai avuto! Andiamo..” aggiunse passando accanto ai ragazzi con la sua auto, con il finestrino abbassato. L’avrebbero fatto insieme, sarebbero anche morti insieme se necessario, ma non avrebbe mai lasciato i ragazzi andare da soli.
 
 
Per l'intero viaggio, Dean costrinse i due ragazzi a cantare Bon Jovi, e risero insieme come non facevano da tempo. Per ogni evenienza, era questo il ricordo che voleva lasciare la fratello e alla ragazza.
Erano davvero una famiglia, a prescindere con chi stesse Katherine, loro tre e Bobby erano legati a doppio taglio e nessuno di loro poteva più sbrogliarsi da questa matassa.
Continuarono a cantare finché non furono fermati dalle sirene di una macchina della polizia, segno che voleva fermarli; ma non appena l'agente si accostò alla macchina per chiedere la patente e il libretto, Dean capì subito che si trattava di un demone e, in pochi secondi, scese dall'auto e lo uccise con il coltello che aveva rubato a Ruby.
Il ragazzo aveva solamente visto la vera faccia del demone e vi si era scagliato contro, lasciando i due e Bobby, che si era appena accostato, basiti. Che diavolo gli succedeva ?

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Capitolo 29
*** "Family don't end with blood, boy!" (CONTINUAZIONE) ***


Superato lo shock iniziale dei ragazzi e di Bobby, spostarono l'auto della polizia in un bosco e la coprirono con dei rami, lasciando il corpo dell'uomo che era stato posseduto dal demone, all’interno. 
"Da quand'è che riconosci i demoni?" Chiese Sam sistemando un ramo sulla parte posteriore dell'auto. 
"Ultimamente ho visto di tutto, ma mai questo.." disse Dean continuando a coprire la parte anteriore dell'auto.
"Secondo me non è così pazzesco" disse Bobby pensando alla fiancata destra, mentre Katherine pensava a quella sinistra. 
"Come fai a dire che non lo è ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Gli restano poche ore da vivere Dean, stai per andare di là..fra poco vedrai il lato B" rispose Bobby continuando il suo lavoro, come se nulla fosse.
"Niente stronzate new age!" Esclamò Dean sorridendo. 
"Stai per diventare un'anima dell'inferno,  è per questo che puoi vedere gli altri demoni" disse l'uomo alzando lo sguardo verso il ragazzo.
"Comunque c'è stato utile!" Esclamò ironicamente Sam accennando un sorriso.
"Altro ché! Lilith avrà riempito tutta la città di demoni, non deve sapere che stiamo arrivando, altrimenti saremo morti ancora prima di iniziare" continuò Bobby sospirando.
"È un piano davvero fantastico! Mi eccita vedere demoni! Possiamo andare ?!" Chiese Dean sbuffando e tornando alla macchina senza aspettare gli altri.
I tre si guardarono e, sbuffando, lo seguirono, risalendo in macchina.
 
Non appena arrivarono in città, furono molto prudenti a non farsi vedere da nessuno, chiunque poteva essere un demone pronto a riferire la loro posizione a Lilith.
Arrivarono alla casa che gli era stata indicata dal rituale e si appostarono a osservare la famiglia che ci viveva a debita distanza con un binocolo; quello che videro li lasciò spiazzati: erano tutti riuniti a tavola per la cena e ad un tratto la bambina che era seduta a capotavola, con un semplice gesto della mano, ruppe il collo al nonno seduto vicino a lei, che cadde sulla tavola privo di vita.
"È la bambina ?" sussurró Katherine sbirciando dal binocolo.
"Sì, il suo viso è orribile.." rispose Dean con un'espressione disgustata e triste sul volto.
"Andiamo, non abbiamo altro tempo" disse Sam voglioso di uccidere il demone. 
"Aspetta, ucciderà anche noi se non stiamo attenti!" Esclamò il maggiore voltandosi verso la finestra della casa in cui si erano appostati e indicando una casa. "È prevista una consegna della posta alle 9 per il signor Rogers".
"Tutti demoni?" Chiese Bobby a bocca aperta.
"Si" sussurró Dean abbassando il capo.
"Ok, approfittiamone per entrare li dentro!" Esclamò Sam facendo spallucce.
"E intanto sgozziamo una bambina di 10 anni?" Chiese Dean alzando il tono della voce.
"Lo so che è orribile, ma qui non si parla solo di salvare te, ma di riuscire a salvare tutti.." disse Sam sospirando.
"Deve essere fermata figliolo.." sussurró Bobby alle sue spalle, mentre il ragazzo si voltava a guardare lui e Katherine. 
"E tu che ne pensi?" Chiese il ragazzo guardandola negli occhi.
"Dean, siamo tutti d'accordo che è una cosa orribile da fare.." disse la ragazza avvicinandosi e accennando un sorriso. ".. ma deve essere fatta, o moriranno molte altre persone!".
"Maledizione!" Esclamò Dean voltandosi nuovamente e sospirando. Non voleva uccidere quella bambina.
 
I ragazzi tesero una trappola al postino demone, attirandolo nel retro di una casa e pugnalandolo a morte con il coltello che avevano rubato a Ruby, mentre Bobby benediva l'acqua con un crocifisso che sarebbe andata nel sistema di irrigazione.
Katherine senza fare rumore, seguì i ragazzi che stavano tendendo altre trappole, mentre lei si liberava dei corpi, quando vide i due fratelli in compagnia del demone che avevano relegato in cantina.
"Come diavolo ti sei liberata?" Esclamò Katherine facendo una smorfia.
"Con chi credete di avere a che fare ?" Rispose Ruby voltandosi e facendo un sorriso finto.
"Woh.." disse Dean sgranando gli occhi. ".. prima non potevo vederlo, ma sei davvero brutta!".
"Sam dammi il coltello!" Disse Ruby  voltandosi verso il minore dei fratelli, ignorando Dean. 
"Solo quando sarà finita" rispose Sam sospirando.
"Ma non lo vedi che è finita ? Ti ho dato la possibilità di salvare Dean e tu mi hai scaricata, lui è già morto, è inutile che ti sacrifichi!" Esclamò Ruby sospirando, spazientita. 
"Prova a fermarci.." disse Katherine sorpassando il demone e mettendosi fra lei e il ragazzo. ".. e ti uccido!".
"Ti consiglio di farlo, altrimenti.." iniziò Ruby ma fu interrotta da Dean che allarmato, prese la parola.
"Ehi, ragazza basta, perché non litigate più tardi?" Chiese Dean indietreggiando, fissando le verande delle case. Tutti i demoni erano usciti ad osservarli.
"Oh, no! Correte, correte!!!" Esclamò Katherine correndo verso la casa dove avevano visto la bambina posseduta e Sam si lanciava sulla serratura con il coltello per aprirla.
"Ma che aspetta Bobby?" Esclamò Dean guardandosi attorno e vedendo tutti i demoni che correvano verso di loro.
Proprio in quel momento tutti i demoni presero a dimenarsi poiché l'acqua del sistema di irrigazione si era aperta, colpendoli tutti.
Entrarono nella casa, chiudendosi la porta alle spalle e vedendo un primo cadavere ad aspettarli davanti alla porta.
"Lilith sa che siamo qui?" Chiese Dean stupefatto.
"È probabile!" Disse Katherine guardandosi attorno e cominciando a perquisire la casa insieme ai ragazzi.
Sam fu afferrato da dietro e, prontamente, bloccò l'uomo che lo aveva toccato, tappandogli la bocca con una mano, intimandogli di fare silenzio.
"Siamo qui per aiutarla, ma lei deve promettere che appena toglieró la mano, non griderá, d'accordo?" Chiese il ragazzo all'uomo che annuì. 
"Dov'è sua figlia?" Chiese Dean avvicinandosi.
"Non è più mia figlia.." sussurró l'uomo con voce tremante.
"Sì, ma Dov'è?" Chiese Katherine avvicinandosi e abbassando il tono della voce.
"Nella sua stanza.." sussurró l'uomo a occhi bassi.
"Mi stia a sentire, vada in cantina e metta una striscia di sale ai piedi della porta, va bene?" Disse Dean afferrando l'uomo per la camicia.
" Non senza mia moglie..".
"Invece si, è molto importante che lei.... DEAN!" Iniziò la ragazza cercando di mettere in salvo l'uomo fino a quando Dean lo colpì in pieno viso, fcendolo svenire e caricandolo sulle spalle.
Dean e Katherine si assicurarono che l'uomo stesse bene, portandolo in cantina e mettendolo al sicuro con la striscia di sale, mentre Sam e Ruby salirono cautamente al piano di sopra in cerca della bambina, ovvero di Lilith.
Si divisero, cercarono in stanze diverse e fu Sam a trovare la bambina e la madre nel letto, coperte dal velo del letto a baldacchino. Quando il ragazzo aprì il telo, vide la madre con un'espressione terrorizzata sul viso e quello che sentì dire alla madre lo spiazzó. 
"Uccidila.." continuava a ripetere la donna con le lacrime che le rigavano le guance. " Uccidila".
Sam rimase li a guardarla e nei suoi occhi si poteva leggere tutta la sua indecisione, come avrebbe mai potuto perdonarsi di avere ucciso una bambina, anche se per una giusta causa? 
Alzò il coltello a mezz'aria,  mentre la bambina si rigirava nel letto,  abbracciata alla madre e gli cominciarono a tremare le mani. Non voleva farle del male.
Prese una serie di respiri profondi e, mentre la madre continuava a ripetere di uccidere la figlia, la bambina si sveglió e cominciò ad urlare, e ciò costrinse Sam ad agire in fretta: decise di colpirla con il coltello, ma fu fermato velocemente dal fratello che gli afferrò il braccio, bloccandolo. 
"Non è lei, non è quella di prima, Sam!" Esclamò Dean guardando la bimba bene in viso per accertarsi che non fosse Lilith. Improvvisamente la madre abbracciò la figlia, capendo che il demone in lei aveva lasciato il suo corpo, e furono scortate dai ragazzi e da Ruby nella cantina, che gli intimarono di non muoversi da lì,  qualunque cosa avessero sentito.
"Detesto dirlo, ma ve l'avevo detto!" Esclamò Ruby sospirando e camminando a fianco ai ragazzi. 
"Va bene, ma dov'é adesso?" Chiese Sam impugnando il suo coltello.
"Non lo so.." sussurró il demone sospirando.
"Sì, ma come è riuscita a passare gli irrigatori?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
 
"Una del suo livello se ne frega dell'acqua benedetta, pensavo che una Cacciatrice lo sapesse" disse Ruby con il solito sorrisetto sulle labbra. 
"Ok, hai vinto, che devo fare per salvare Dean?" Chiese Sam profondamente preoccupato per l'incolumità del fratello.
"Sam!!" Esclamarono Katherine e Dean all'unisono. 
"State zitti un momento!" Disse Sam interessati a quello che il demone potesse dirgli.
"Hai avuto la tua occasione, Sam! Non è affatto semplice, ci serve tempo!" Esclamò Ruby aggrottando le sopracciglia. 
"Deve pur esserci un modo, qual è?  Qualunque cosa sia, io la faro!" Esclamò Sam nervoso avvicinandosi a lei, mentre il fratello lo afferrava dalle spalle per bloccarlo. Ma da quella presa il minore sapeva come liberarsi e se lo scrolló di dosso facilmente, sperando che lo avrebbe appoggiato almeno in quell'occasione. 
"No, Dean, non lascerò che tu vada all'inferno!" Urlò Sam proprio in faccia al fratello. 
"Sì invece!" Urlò Dean infuriato  per sovrastare la sua voce. "Sì invece, mi dispiace, ma è una scelta che ho fatto io e tu lo sai! Quello che vuoi fare non servirà a salvarmi, ti ucciderà e basta!".
"E cosa vuoi che faccia allora?" Chiese Sam dopo essersi calmato e dopo un momento di silenzio con le lacrime agli occhi.
"Continua a lottare e abbi cura di Katherine..." disse Dean guardando negli occhi la ragazza, che aveva le guance rigate dalle lacrime. ".. e della mia auto ovviamente! Ricorda quello che ti ha insegnato papà e quello che ti ho insegnato io!".
Sam annuí e abbracciò forte il fratello, sapendo di non poter fare più niente per salvarlo. Sciolse l'abbraccio e il maggiore guardò in direzione di Katherine che non lo guardava, teneva gli occhi incollati all'orologio del soggiorno, mancavano pochissimi secondi e sarebbe stata mezzanotte.
"Ehi, Kath, mi raccomando, sta attenta li fuori senza di me.." sussurró Dean avvicinandosi alla ragazza e alzandole il viso con due dita.
"Questo non è un addio, Dean!' Esclamò la ragazza abbracciandolo forte e piangendo tutte le lacrime che aveva in corpo.
"Invece si.." disse il ragazzo afferrandole il viso fra le mani. ".. prima lo accetterai, prima andrai avanti, tesoro!".
"Come puoi dire questo adesso?" Chiese fra le lacrime la ragazza con voce rotta. "Stai morendo..".
"Sì, sto morendo io, non tu.." sussurró Dean con gli occhi lucidi. "..sta attenta a quella peste di mio fratello e..". Continuò il ragazzo ma fu interrotto dalla ragazza che avvicinò i loro volti e gli diede un ultimo bacio a fior di labbra, che fece riempire gli occhi di lacrime anche al ragazzo. 
Dean la strinse ancora fra le braccia e sussurró al suo orecchio: "Ti amo, non dimenticarlo mai!".
Proprio in quel momento, l'orologio che aveva fissato poco prima Katherine, suonò 12 volte e a tutti i presenti si geló il sangue nelle vene, ciò segnava che la mezzanotte era scattata e che i Cerberi stavano arrivando. 
Dean guardò i presenti negli occhi cercando di forzarsi un sorriso, ma tutti i tentativi furono vani, stava per lasciare questa terra e ne aveva una paura folle e lo confermò la smorfia tremante che assunse il suo viso.
"Mi dispiace Dean, non augurerei questo al mio peggior nemico.." disse Ruby mentre un abbaio di cani, Cerberi, rieccheggiava per tutta la casa. 
Il maggiore dei fratelli sentì lo zampettio tipico dei cani proprio nella stanza vicino a lui, fino ad arrivare quasi accanto a lui.
"Eccolo.." sussurró il ragazzo sospirando.
"Dov'è?" Chiese Sam fra le lacrime.
"Là" rispose Dean indicando un punto proprio vicino a loro. 
Rieccheggió il ringhio tipico dei Black Dogs e, non appena i ragazzi sentirono l'esitazione della bestia a quattro zampe, invisibile per tutti tranne che per Dean, scapparono in un'altra stanza, chiudendosi le porte alle spalle e cospargendo porte e finestre di una polvere che avrebbe tenuto momentaneamente i Cerberi lontani da loro. 
"Dammi il coltello, forse riesco ad ucciderli" disse Ruby avanzando verso il minore dei fratelli.
"Cosa?".
"Quella polvere non durerà per sempre, dammi il coltello" disse nuovamente Ruby spazientita. 
Proprio mentre Sam stava per porgerle il coltello, Dean urló al fratello di fermarmi immediatamente. Qualcosa non andava.
"Non vuoi che lo uccida?" Chiese  Ruby sorpresa a bocca aperta.
"Sam, quella non è Ruby! Non è Ruby!" Urlò Dean sgranando gli occhi, incolpandosi mentalmente di non averlo capito prima. 
Subito il demone dentro il corpo di Ruby scaraventó con una mano Sam e Katherine contro la parete, immobilizzandoli, e Dean contro il  tavolo della stanzetta da pranzo, bloccandolo li.
"Da quanto sei dentro Ruby?" Chiese Dean con fatica cercando di muoversi.
"Non molto, ma mi piace, non è niente male come corpo!" Esclamò il demone ridendo, mostrando la sua vera natura con un battito di ciglia: occhi bianchi. Non era un qualunque demone.
"E dov'è finita Ruby?" Chiese Sam incapace di muoversi contro la parete.
"Era una ragazza molto, molto cattiva.." disse il demone sorridendo. ".. così l'ho mandata molto lontano!".
"Dovevo accorgermene prima, ma ai miei occhi siete tutti uguali" disse Dean tra uno sforzo e l'altro di muoversi.
Il demone fece una smorfia e ignoró le parole del ragazzo, così si voltó verso i due inchiodati al muro e vi si avvicinò con il sorriso.
"Ciao Sam.. è tanto che desideravo incontrarti.." disse il demone sorridendo e arrivando fino ad un palmo dal viso del ragazzo. ".. molto, molto tempo".
Il demone si avvicinò ulteriormente e lo baciò per qualche secondo, sorridendo e fissandolo, sotto gli occhi sbalorditi di tutti.
"Le tue labbra sono così carnose.." sussurró il demone morendosi quello inferiore.
"Ora che mi hai incontrato.." disse Sam divincolandosi dalla sua presa sul suo viso. "..lascia andare mio fratello!".
"Che sciocco.." disse il demone ridendo. ".. se vuoi offrirmi un baratto devi offrirmi qualcosa che mi interessi e tu non ce l'hai.. ma c'è qualcuno in questa stanza che potrebbe averlo..".
Lilith spostò lo sguardo sulla ragazza inchiodata al muro a fianco di Sam e le si paró davanti, sorridendole.
"Sono felice anche di incontrare te.." disse avvicinandosi e studiandola in ogni sua  caratteristica. ".. sei troppo giovane per essere una cacciatrice".
"Sì, beh, lascia che mi liberi e vedi come ti ridurró!" Ringhió fra i denti Katherine provando, inutilmente, a liberarsi.
"Beh, la parlantina tipica delle cacciatrici ce l'hai!" Esclamò ridendo. "Ma veniamo a noi, tu potresti avere qualcosa che mi potrebbe interessare. Pensaci, potrei risparmiare Dean dall'inferno".
Katherine sgranó gli occhi e spalancò la bocca dalla sorpresa e disse: "Cosa vuoi?".
"Lo sai che non avresti dovuto lasciare tua figlia a casa senza protezione? A questo i miei demoni l'avranno già uccisa" Esclamò ridendo Lilith. 
"Penso che a quest'ora i tuoi demoni saranno già tutti morti, è in ottime mani!" Rispose Katherine sorridendo.
"Gia ho sentito parlare di lui, Giles, un osservatore molto bravo.. se solo potesse utilizzare ancora le gambe" disse ridendo Lilith guardandola negli occhi.
"Ti uccideró, bastarda!".
"Ad ogni modo, ti ha mai parlato di una maledizione che colpisce voi Cacciatrici? Non capita a tutte, è successo solamente ad una sola cacciatrice nella storia".
"Di che parli?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Sì narra che, molto tempo fa, una Cacciatrice abbia cacciato i demoni sbagliati.." disse Lilith avvicinandosi e sorridendo in uno modo inquietante. "..loro si vendicarono, uccisero tutta la sua famiglia e la sua bambina di appena 6 anni. Era rimasta sola, non aveva più nessuno su cui contare e il dolore era troppo forte e senza neanche deciderlo, si  lasció tentare dal male! Era una forza della natura, non hai idea di quanti poteri le sgorgassero nelle vene da quando aveva abbandonato la retta via!".
"Perché mi dici questo?" Chiese Katherine alterandosi. 
"Perché è quello che voglio, se tu ti convertirai al male e farai esattamente quello che ti dirò io, risparmieró Dean dall'inferno. Anzi, sarai tu stessa ad ucciderlo, così capirai che sto dicendo la verità, andrà dove la sua anima merita di stare!" Disse Lilith sorridendo.
"Tu sei pazza, non uccideró mai Dean!" Urlò Katherine infuriatasi.  
"Sì arrabbiati, anche la rabbia alimenta la maledizione delle furie!" Disse Lilith ridendo.
"Che intenzione hai? Farci fuori tutti e tre e diventare la regina delle puttane?" Urlò  Dean infuriato.
"Non vale la pena rispondere ad un cibo per cani!" Esclamò il demone voltandosi nuovamente verso Katherine. "Allora manteniamo il piano A, Dean sarà ucciso dai Cerberi".
"No, ci deve essere un altro modo!" Esclamò Katherine cercando incessantemente di muoversi, senza successo.
"Saresti una delle creature più potenti, staresti al mio fianco, saremmo come sorelle!" Esclamò il demone aggrottando le sopracciglia. 
"Io avevo una sorella, tu l'hai uccisa!" Ringhió Katherine facendo una smorfia.
"D'accordo.." disse Lilith avviandosi verso la porta e guardando i tre che non osarono dire più nulla. "..il tempo per le scelte è finito, buon viaggio Dean!".
Spalancò la porta e il cane entrò dentro la stanza, tirando giù Dean dal tavolo e cominciando a graffiarlo e a morderlo sotto gli occhi impotenti dei ragazzi che lo vedevano sanguinare e gridare di dolore.
"No, per favore smettila, fermalo" gridarono Katherine e Sam all'unisono.
"Per favore non ucciderlo, basta" Chiese in lacrime Katherine ma ottenne solamente un risata da parte del demone.
"Noo!" Urlò Sam cercando di aiutare il fratello inutilmente.
"Sì!" Ribatté Lilith alzando una mano verso di loro e inondandoli di una luce bianca, pronta ad uccidere entrambi.
Dopo pochi secondi, Lilith si fermó,  con ancora il braccio a mezz'aria e gli occhi spalancati,  mentre i ragazzi erano stati liberati dalla forza che li teneva incollati alle pareti e si coprivano il volto con le mani.
Quando Sam e Katherine aprirono gli occhi, notarono l'espressione per niente vittoriosa sul volto del demone e si alzarono in piedi pronti ad ucciderla.
"State indietro!!" Esclamò Lilith indietreggiando mentre Sam afferrava il coltello di Ruby da terra e si avvicinava seguito da Katherine. 
"Ho detto state indietro!" Continuò il demone mentre i due si avvicinavano al suo involucro di carne.
"Non credo proprio" Urlò Sam pronto a colpire e in quell'esatto momento il demone uscì da quel corpo, lasciando i due ragazzi soli con Dean, ormai privo di vita.
Lo guardarono, era dilaniato, ricoperto di sangue e con gli occhi spalancati e vitrei: era morto.
Immediatamente dimenticarono che Lilith era scappata e si inginocchiarono a terra afferrando il corpo del ragazzo e stringendolo a se, piangendo la morte di una persona che avevano amato tanto e che adesso non c'era più, che avrebbe passato l'eternità all'inferno. La sofferenza era tanta, troppa, così aspettarono che arrivasse Bobby per spostare il cadavere e, nel frattempo, sfogarono tutto il dolore che provavano in un pianto disperato.

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Capitolo 30
*** Capitolo 25. ***


".. e così l'ho scaricato, non volevo più uscire con uno del genere" disse Allison appoggiandosi al carrello, mentre masticava la chewingum rumorosamente. "É stato ridicolo".
"Davvero?" Rispose Katherine distrattamente mentre spingeva il suo carrello e prendeva dagli scaffali tutto quello che aveva annotato sul foglio di carta che teneva fra le mani. 
"Sì, insomma, non posso mica andare dietro a ragazzi così.. che ne pensi?" Chiese l'amica sbattendo le sue ciglia finte e sorridendo alla ragazza.
"Gia, hai fatto bene, è un idiota" rispose Katherine senza neanche avere ascoltato quello che l'amica le stava raccontando.
"E quando sarà questa festa?" Chiese Allison sbuffando, dato che la ragazza non seguiva più quello che diceva.
"Oggi pomeriggio, puoi portare Brain se vuoi.." disse Katherine controllando di aver preso tutto.
"Non può, passa il week-end con suo padre" rispose Allison sorridendo. "Ma io farò un salto per fare gli auguri alla piccola".
"Allora ti aspetto.." disse Katherine sorridendo e fermando il carrello. "Ci vediamo più tardi d'accordo? Ho davvero tantissime cose da fare adesso".
"Va bene.." disse l'amica sorridendo. ".. Sam verrà?".
"Ha promesso a Judith che verrà, ma non so quanto possa essere attendibile" rispose Katherine sospirando. "A più tardi".
La ragazza si avvió alle casse e, dopo aver pagato, portò tutti i sacchi in auto e corse a casa per trasformarla in una sala giochi per bambini: Judith compiva sei anni quel giorno e la madre si adoperó affinché la figlia trascorresse una giornata normale e divertente con i suoi coetanei.
Da quando Dean era finito all'inferno, lei e Sam non riuscirono più a trovare un punto d'incontro: entrambi provavano dolore per la perdita, ma Sam si era allontanato tantissimo dalla ragazza. 
Katherine era sempre stata disponibile ad ogni sorta di riavvicinamento, mettendo anche a disposizione la sua casa, e Sam decise di cacciare nella città sparendo, però,  per giorni interi. Quando la ragazza cominciò ad indagare, scoprì che Sam si vedeva con una ragazza, passando molto tempo con lei, finché, un giorno rientrando a casa, li trovò a letto insieme.
Da quell’istante i loro rapporti si ruppero, dal momento che Katherine ce l'aveva messa tutta per riconciliarsi con lui.
Così quel pomeriggio si sarebbero rivisti dopo quasi due settimane di assenza totale. Katherine sospirò all'idea, mentre sistemava il tavolo del salone con piatti e bicchieri di plastica con delle simpatiche facce dei cartoni stampate sopra, sperando che almeno avrebbe avuto la decenza di non presentarsi con la sua nuova ragazza.
In quei mesi aveva sentito davvero la mancanza di Dean, lui avrebbe saputo cosa fare, come comportarsi in certe situazioni, come sostenere Sam; gli unici due che c'erano sempre stati per lei in quell'oscuro periodo furono Bobby e Giles. 
Il primo, stando in un altro paese, passava quando poteva e si era innamorato moltissimo della bambina, mentre il secondo si era trasferito a casa di Katherine, così poteva badare alla bambina mentre lei era a caccia la sera e le era stato di grande aiuto.
A somme tirate, ogni giorno si svegliava con la convinzione di poter rivedere Dean, pensava ancora "Questo devo necessariamente raccontarglielo" e quando poi tornava alla realtà, ricordandosi che il ragazzo non era più tra i vivi, veniva assalita dalla tristezza e si trovava costretta a farsi forza per non fare pesare anche questo dispiacere alla figlia.
Chissà se un giorno il dolore sarebbe passato.

Cominciò ad accogliere i primi invitati con il sorriso stampato sul viso, mentre Judith e i primi bambini arrivati giocavano sull'erba in giardino. 
Dopo qualche ora, continuava a guardare l'orologio, sperando che Sam arrivasse per placare la figlia che continuava a chiedere di lui. Provò a chiamarlo qualche volta, ma aveva sempre il telefono staccato. 
La festa finì dopo qualche altra oretta e tutti i bambini tornarono nelle rispettive case, così Katherine mise la bimba a letto, dispiaciuta che l'unica persona di cui aveva chiesto non fosse venuta.
Cominciò a sistemare casa, quando sentì il clacson dell'Impala fuori da casa sua e il campanello della sua porta suonare: sbuffó e aprì la porta senza neanche guardare chi fosse, andando a posare in cucina tutto quello che aveva raccolto di sporco.
"Potevi almeno degnarti di venire prima, Sam!" Esclamò Katherine arrabbiata sbattendo i piatti sul tavolo della cucina. "Judith ha chiesto di te tutto il tempo!".
"Katherine.." iniziò Sam ma la ragazza, ancora voltata, non lo lasciò finire.
"No, Sam! Volevo solo farle passare una giornata tranquilla e tu avevi troppo da fare con la tua ragazza per venire a passare un pomeriggio qui?!" Chiese Katherine mettendo i piatti rumorosamente nella lavastoviglie e facendola partire, prima di voltarsi e rimanere a bocca aperta. "Insomma......Oddio...".
Quello che la ragazza vide la lasciò senza fiato per qualche secondo e le si ghiacció il sangue nelle vene, facendole perdere qualche battito.
"Che scherzo è questo?!" Chiese Katherine con voce tremante appoggiandosi al top della cucina con le mani.
"Sono io.." sussurró una voce fin troppo familiare che le fece inumidire gli occhi velocemente, avvicinandosi.
"Sta lontano da me!" Esclamò Katherine incapace, però, di muoversi. "Che diavolo significa Sam?".
"Kathy, ho fatto tutti i test possibili.." disse Bobby spuntando da dietro al minore dei Winchester. ".. È lui!".
Katherine guardò negli occhi il ragazzo che le stava di fronte e che la fissava sorridendo, era veramente identico a Dean. Era tutto intero, non aveva cicatrici riportate dai graffi e dai morsi dei Cerberi, sembrava in perfetta salute.
Immediatamente la ragazza pensò a tutti i demoni che potessero prendere le sembianze altrui, ma gli occhi del ragazzo la lasciarono spiazzata: lo riconobbe subito. Ma com'era possibile?
"È così, sono io.." disse l'uomo identico a Dean, avvicinandosi. 
Katherine, incapace di dire una sola parola, si spostò tenendosi ancora al top ed estraendo da un cassetto un coltello d'argento e porgendolo al ragazzo, stando attenta a non toccarlo. 
"Vuoi che..?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, afferrando il coltello e sospirando. ".. d'accordo!".
Il ragazzo si alzò la camicia all'altezza del braccio e si fece un piccolo taglio, mostrando alla ragazza di non essere un mutaforma; Katherine sgranó gli occhi e gli porse un flaconcino di acqua santa e aspettò  che la bevve tutta, prima di ricominciare a respirare.
"Kath, sono io, sono Dean, sono tornato!" Esclamò il ragazzo sorridendo.
"Io.. io non posso adesso, non riesco a.." iniziò la ragazza, ma l'unica cosa che fece fu quella di evitare i tre uomini che le stavano davanti, correndo fuori in giardino e lasciandoli soli e sbalorditi.
"Ma dove sta andando?" Chiese Sam una volta uscito di casa insieme a gli altri due uomini. 
"Forse so dove può essere andata! Voi pensate a Judith, io vado a riprenderla!" Esclamò Dean afferrando le chiavi della sua auto e salendovi.  Sapeva di poterla trovare.

"Non puó essere vero, come diavolo ha fatto a tornare dall'inferno ?" Sì chiede mentalmente Katherine almeno un centinaio di volte. 
Continuava a camminare, in preda allo shock non aveva neanche preso l'auto, così andò nell'unico posto in cui si sentiva al sicuro, oltre che a casa: una collina facile da raggiungere da dove si vedeva tutta la città illuminata.
Si sedette e cominciò a pensare a quanto avrebbe voluto che quello che era entrato a casa sua pochi minuti prima fosse veramente Dean, le mancava così tanto che avrebbe potuto credere a qualunque cosa: ma i suoi occhi, dannazione, i suoi occhi. Li aveva riconosciuti dal momento in cui il loro sguardo si era incrociato.
Aver visto il ragazzo che amava dilaniato in quel modo l'aveva sicuramente traumatizzata, per questo era tornata a casa. Voleva stabilità e quando Sam sparì con la sua nuova ragazza, aveva contribuito a minarne le basi. 
Sospirò e si strinse nella felpa che indossava, avrebbe dovuto affrontare il ragazzo prima o poi. 
"Kath.." sussurró una voce alle sue spalle e la ragazza rimase immobile per qualche secondo. "Sono io, mi sto avvicinando".
Katherine scattó subito in piedi e vide Dean scendere dall'Impala, accennando un sorriso, e avvicinarsi alla ragazza.
"Tesoro, sono davvero io.." sussurró Dean sfiorandole il viso, ma la ragazza si ritrasse subito.
Si allontanò ulteriormente, mettendo l'auto fra loro, impedendo al ragazzo di avvicinarsi.
"Se sei veramente tu.." disse Katherine respirando affannosamente, in preda al panico. ".. dimmi qualcosa che potremmo sapere solo io e te".
Dean sgranó gli occhi, cominciò a pensare e sorrise, appoggiandosi al tettuccio dell'auto con entrambe la braccia.
"Quando Gordon era in città, io e te siamo usciti in cerca delle sue tracce, ma abbiamo cominciato a litigare in macchina e quando mi sono accostato, ho pianto e ti ho confessato che non volevo finire all'inferno; dopo ti ho baciata.. è stato il primo" sussurró Dean accennando un sorriso.
"Non mi basta" sussurró Katherine sospirando.
"La seconda volta fu quella sera stessa, quando ci dicemmo che quello fu soltanto un errore e che non doveva più ripetersi.." sussurró Dean sorridendo e avvicinandosi lentamente alla ragazza, facendo il giro dell'auto. "..invece riprendemmo a baciarci" Aggiunse ridendo.
"La terza fu quando Bela morì e io ti avevo portato un panino e una birra, quella sera probabilmente è stata la più bella della mia vita.." disse il ragazzo avvicinandosi sempre di più mentre Katherine rimaneva ad osservarlo, incapace di muoversi.
".. hai detto che mi amavi e mi hai baciato, ricordi?" Chiese Dean fissando Katherine negli occhi, arrivato sulla stessa fiancata dell'auto.
"E poi l'ultima, abbiamo pianto entrambi.."sussurró il ragazzo sempre più vicino. ".. e mi hai baciato davanti a Sam..".
"Dean..?" Sussurró Katherine con voce rotta rimanendo ferma sul suo posto.
"Sì,  è quello che sto cercando di dirti, sono io.." sussurró il ragazzo avvicinandosi il più possibile mentre la ragazza lo fissava ancora negli occhi. 
"Oddio.." sussurró Katherine prima di farsi coraggio e abbracciarlo forte. "Sei vivo, sei qui".
"Sì tesoro.." disse Dean ricambiando la stretta e stringendola forte a se.
"Ma come stai? Come sei tornato?" Chiese Katherine sciogliendo l'abbraccio e facendo vedere le sue lacrime al ragazzo. "Ricordi l'inferno?".
"Sto bene, Kath.. non so come sono tornato e non ricordo l'inferno" disse Dean sospirando e tenendo le loro mani unite. 
"Dovremmo tornare a casa tua per parlarne anche con Sam.." sussurró Dean avvicinandosi di nuovo e abbracciandola forte. "Quanto mi sei mancata!".
Katherine ricambió la stretta e pianse nuovamente, quando Dean si allontanò di poco, la bloccó contro l'auto,  baciandola. 
Entrambi chiusero gli occhi e si strinsero il più forte possibile, si erano mancati tanto e adesso, prima di tornare dagli altri, volevano un po di tempo per loro. Non se lo erano, dunque, meritato dopo tutto quello che avevano passato ?


"Qualcuno dovrebbe spiegarmi cosa è successo, perché non ho ancora metabolizzato la cosa.." disse Katherine sedendosi sul divano di casa sua, mentre gli altri tre uomini prendevano posto nell'ampio salone.
"Avete fatto un patto?" Chiese Dean sospirando, guardando il fratello e la ragazza. 
"Cosa?" Chiesero all'unisono i due ragazzi sgranando gli occhi.
"La mia tomba sembrava essere stata colpita da una bomba, una strana presenza ha cercato di contattarmi alla stazione di servizio e in più c'è questo.." disse Dean alzando la maglietta all'altezza della spalla, mostrando la strana bruciatura che aveva trovato.
"Ma che diavolo è? " Chiese Sam alzandosi in piedi e sgranando gli occhi. 
Era l'impronta di una mano, come se qualcuno lo avesse preso di forza dall'inferno e trascinato via.
"Qualche demone deve avermi riportato indietro per rispettare un patto stretto con uno di voi due.." disse Dean sospirando e alternando lo sguardo fra i due.
"Dean, questi mesi sono stati difficili per tutti, ma ne io ne Sam c'entriamo" sussurró la ragazza sospirando. 
"Non è necessario mentirmi, lo so che siete stati voi due!" Esclamò Dean infuriandosi e alzandosi anche lui in piedi.
"Non siamo stati noi!!" Esclamò Sam adiratosi. 
"Oh davvero? E come spieghi il fatto che io adesso sia qui in carne e ossa?" Chiese Dean fronteggiando il fratello. "Lo so che hai fatto qualcosa Sam!".
"Mi dispiace, ma non è andata così!" Esclamò Sam con un tono della voce più basso.
Dean lo guardò negli occhi, dopodiché lo afferrò per la camicia e urló: "Non volevo salvarmi a vostre spese!!!".
Sam si liberò dalla sua presa velocemente e rispose: "É vero, ho provato di tutto se vuoi saperlo: ad aprire le porte dell'inferno e anche a negoziare con i demoni, ma nessuno di loro voleva fare patti! Sei stato all'inferno per mesi, molti mesi, e io non ho potuto evitarlo, mi dispiace ma non sono stato io, e neanche Katherine !! Mi dispiace di non essere stato io!!!".
"Non scusarti Sammy, va tutto bene.." sussurró Dean abbassando lo sguardo. 
"Non fraintendetemi, sono felice che le anime di Sam e Kath siano rimaste intatte, ma questo solleva un dubbio atroce..." disse Bobby sospirando.
"Chi diavolo mi ha tirato fuori?" Chiese sospirando Dean. 

Si rilassarono momentaneamente, si presero una birra e si sedettero nuovamente nel salone, prendendosi qualche minuto per pensare.
"Kath, penso che Sam ti debba dire una cosa.." sussurró Dean attirando l'attenzione dei due ragazzi.
"Cosa?" Chiese Katherine guardando il ragazzo che sbuffó. 
"Avanti" lo incitó il maggiore.
"Quando sparivo per giorni.." iniziò Sam sospirando, evitando anche di guardarla. ".. ho dato la caccia a Lilith per vendicarmi".
Katherine aprì la bocca, rimasta senza parole ed esclamò: "Da solo? Sei impazzito?!".
"Mi dispiace di non averti coinvolto, ma tu avevi la bambina e non potevo metterla in pericolo.." sussurró Sam sospirando. "Ho seguito le tracce di alcuni demoni e improvvisamente stamattina si sono diretti qui..".
"Quando sono tornato io.." sussurró Dean sgranando gli occhi. "Se un super demone mi ha tirato fuori ci deve pur essere una connessione".
"Nessun demone ti lascia andare per bontà d'animo, devono avere in mente qualcosa di malvagio.." disse Bobby sospirando.
"Sentite, abbiamo molte domande e abbiamo bisogno di aiuto!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Conosco una sensitiva a poche ore da qui, forse può aiutarci" disse Bobby alzandosi.
"Vale la pena provare" disse Dean alzandosi e seguendo l'uomo. 
"Sarà meglio andare" sussurró Katherine sospirando. 
"Aspetta Dean.."sussurró Sam voltandosi verso di lui. ".. dovresti riprendere questo".
Il minore gli porse una collana che aveva preso dal suo corpo prima di seppellirlo, quella che gli aveva regalato un natale dalla loro infanzia e Dean sorrise. 
"Grazie.." sussurró il maggiore  afferrandolo fra le mani e mettendoselo al collo.
Katherine chiamò Giles, che era rimasto in un'altra stanza per concedergli un po di privacy e gli disse che stavano per uscire e che sarebbero tornati il più presto possibile.

"C'è una cosa che non mi è chiara.." disse Dean mentre guidava la sua adorata Impala verso casa della sensitiva. ".. la notte in cui sono sprofondato all'inferno, credevo che non ve la sareste cavata e che Lilith vi avrebbe uccisi!".
"Ci ha provato.." disse Katherine sospirando, seduta fra i due fratelli.
"Ci ha scagliato addosso una specie di luce incandescente e.. non ci ha fatto nulla, come se fossimo immuni " disse Sam guardando il fratello.
"Immuni? " Chiese Dean sbalordito. 
"No la verità è che quando ci ha scagliato questa luce, Sam mi ha protetta mettendosi davanti a me.. è lui che è immune" disse Katherine sorridendo.
"Gia, non so chi dei due fosse più sorpreso" disse Sam sospirando. "Dopodiché se n'è andata".
"Ah.. e di Ruby che mi dici? Dov'è? " Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"È morta, è tornata all'inferno.." disse Sam sospirando. 
"E tu hai usato i tuoi poteri psichici?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"No, mi hai chiesto di non seguire questo lato di me, è stato il tuo ultimo desiderio, e io non l'ho fatto!" Esclamò Sam sospirando.
"D'accordo, manteniamo le cose così.." disse Dean guardando la strada davanti a sé. 


In quattro ore arrivarono davanti casa della sensitiva e vi bussarono: aprì una donna che non aveva più di 30 anni e non appena vide Bobby sorrise e lo abbracciò forte.
"Bobbyy!" Esclamò la donna sorridente.
"Pam!" Disse l'uomo ricambiando l'abbraccio. 
"Allora sono questi i ragazzi?" Chiese la sensitiva sorridendo ai tre.
"Sì, Sam, Dean, Katherine, lei è Pamela Barnes, la migliore sensitiva dello stato!".
"Salve" dissero i tre all'unisono. 
"Dean Winchester, scampato alla brace e tornato nella padella eh? Sei una creatura rara" disse Pamela guardandolo in maniera maliziosa.
"Se lo dici tu.." disse Dean accennando un sorriso. 
"Entrate, avanti" disse la donna facendoli accomodare nella propria casa.
"Hai scoperto qualcosa?" Chiese Bobby guardandola.
"Beh, finora ho contattato una dozzina di spiriti, ma nessuno di loro sa chi ha salvato Dean e perché " disse la donna chiudendosi la porta alle spalle.
"Che possiamo fare ?" Chiese Bobby sospirando. 
"Una seduta spiritica e cerchiamo di scoprire chi è stato.." disse Pamela facendospallucce. 
"Non vorrai evocare quell'essere qui!" Esclamò Bobby sgranando gli occhi. 
"No, voglio solamente dare un'occhiata con la sfera di cristallo ma senza sfera" disse la donna sorridendo e recandosi nel piccolo salone che preparò per la seduta.
Stese un telone nero sul tavolo e accese delle candele, facendo prendere posto a tutti i presenti.
"Prendetevi per mano.." disse la donna sorridendo e guardando Dean. "Ho bisogno di toccare qualcosa che ha toccato quell'essere misterioso" Aggiunse e toccò il più possibile la parte inferiore del corpo del maggiore dei fratelli, che sussultó. 
"Ehi, non lo ha toccato lí!" Esclamò Katherine alzando un sopracciglio e guardandola negli occhi.
"Peccato..." disse Pamela sostenendo lo sguardo della ragazza. "Cosa posso toccare allora?".
Dean sorrise sotto i baffi, felice di vedere la ragazza per la prima volta gelosa di lui, e alzò la manica della maglietta che indossava, mostrando alla donna l'ustione che aveva quando era risorto, in modo tale che poté toccare quella parte.
La sensitiva chiuse gli occhi e disse lentamente per almeno 5 volte : "Ti invoco, ti reclamo e comando: mostrati a me dinnanzi a questo cerchio!"
La televisione prese ad accendersi e a fare interferenza, come l'antica radio posta all'ingresso, mentre la donna continuava a ripetere quella frase.
"Castiel? ...... no non preoccuparti, non mi spavento facilmente!" Esclamò Pamela con ancora gli occhi chiusi.
"Castiel?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Sì, questo è il suo nome, mi sta consigliando di fermarmi.. Ti invoco, ti reclamo e comando mostrami il tuo volto!".
Il tavolo prese a tremare, e con esso le loro mani poggiate sopra, sempre più freneticamente, finché Bobby disse: "Forse è meglio fermarsi!".
"No, ti invoco, ti reclamo e comando, mostrami il tuo volto ora!!!" Esclamò Pamela urlando fino a quando le fiamme delle candele aumentarno a dismisura, facendo allontanare i presenti leggermente dai tavolo e la donna cominció ad urlare per il dolore, cadendo a terra, priva di forza.
"Chiamate il 911!" Esclamò Bobby prima di lanciarsi su Pamela e prenderla fra le braccia.
"Non vedo niente, non vedo niente" Urlò Pamela in preda al panico, gli occhi le si erano completamente bruciati e del sangue le rigava le guance. "Oddio, oddio noo!".

Non appena arrivarono i soccorsi, i ragazzi andarono in una tavola calda ancora scossi e Bobby segui la donna in ospedale.
"Pam è stabile,  è uscita dalla terapia intensiva.." disse Sam chiudendo la chiamata con Bobby.
"Ma è cieca per causa nostra!" Esclamò Dean sospirando.
"E non sappiamo con chi abbiamo a che fare.." disse Sam guardando i due ragazzi.
"Dio, mi sembra tutto così familiare...." disse Katherine massaggiandosi le tempie. ".. non è vero che non sappiamo con chi abbiamo a che fare..".
"No..?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Abbiamo un nome, Castiel, possiamo evocarlo con un rituale e portarlo dritto da noi!" Esclamò Katherine guardando i due.
"Sei impazzita?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Dobbiamo farlo, avete visto di cosa è capace!" Esclamò Katherine allargando le braccia.
"Pam ha cercato di mettersi in contatto con lui e le ha bruciato gi occhi e tu vuoi addirittura sfidarlo? " Chiese Sam preoccupato. 
"Non ha torto, dobbiamo solo fare attenzione" disse Dean sospirando e appoggiandosi allo schienale della sedia.
In quel momento la cameriera servì loro i piatti che avevano ordinato e si sedette accanto a loro, attirando l'attenzione su di sé. 
"Stai aspettando la mancia?" Chiese Dean ironicamente. 
"No, ci state cercando giusto?" Chiese la cameriera mostrando i suoi occhi neri, sorridendo.
I tre ragazzi guardarono il resto dei clienti e gli altri camerieri, riconoscendo in  tutti gli occhi neri; uno di loro si alzò e andò verso l'entrata del locale chiudendola a chiave.
"Dean, sei tornato dall'inferno, sei molto fortunato.." sussurró la cameriera sorridendo. "Sei riuscito ad uscire da quella fossa, cosa ti rende così speciale?".
"Credo che il merito sia dei miei capezzoli duri.." disse Dean accennando un sorriso. ".. non lo so, io non c'entro niente, non so chi mi ha tirato fuori!''.
"Certo, non lo sai.." disse il demone ridendo.
"È cosí, ma vorrei tanto sapere la verità, quindi perché non mi illumini, avanti?!".
"Non essere così impertinente ragazzo, o ti trascino di nuovo all'inferno!" Esclamò la cameriera con una smorfia.
"Tu non puoi perché,  se avessi potuto, lo avresti già fatto, ma non sai chi mi ha liberato e sei spaventata, quanto o forse più di noi.." disse Dean sorridendo mentre la cameriera distoglieva lo sguardo. "Magari è stato qualche spirito superiore o Gotzilla, o un grosso e cattivo boss demoniaco, ma a una come te non dicono un bel niente, quindi chiunque sia stato mi voleva fuori di li ed è più potente di te!".
"Scenderó per la tua gola e ti strapperó le interiora!" Sussurró il demone facendo una smorfia.
Dean si avvicinò alla ragazze e sorridendo, la colpì in pieno viso più volte, vedendo quanto fosse spaventata e quanto volesse ma non potesse reagire.
"È come pensavo.. andiamo ragazzi.." disse il maggiore alzandosi e gettando qualche dollaro sul tavolo, dopo aver guardato un'ultima volta il demone negli occhi. 
"Porca puttana, c'è mancato poco!" Esclamò Dean sgranando gli occhi, una volta usciti dal locale.
"Non avrai intenzione di lasciarteli scappare, vero?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Certo, siamo in tre e loro molti di più e abbiamo solo un coltello per difenderci!" Esclamò Dean facendo spallucce.
"Ne ho uccisi molti di più negli ultimi tempi!" Esclamò Sam sospirando. 
"Rilassati, il fratello intelligente è tornato!" Esclamò Dean allargando le braccia.
"Ha ragione, sono in maggioranza loro Sam" disse Katherine guardando il ragazzo. 
"Dobbiamo eliminarli, sono un pericolo!" Esclamò Sam sgranando gli occhi. 
"Sono spaventati da chi mi ha tirato fuori ok? Abbiamo a che fare con un gran bastardo, un lavoro alla volta!" Esclamò Dean chiudendo il discorso, non volendo sentire una parola di più. 
Trovarono un motel dove avrebbero passato la notte e, non appena arrivarono, si buttarono nel proprio letto, stanchi per il viaggio, per riposarsi almeno qualche ora. Dopodiché avrebbero scoperto quale figlio di puttana li stava minacciando questa volta.

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Capitolo 31
*** Capitolo 25. (CONTINUAZIONE) ***


Mangiarono qualcosa e successivamente Dean e Katherine si addormentarono sul divano, stanchi per il viaggio; ma improvvisamente, i ragazzi furono svegliati da alcune insolite interferenze alla radio e alla tv che erano spente,  come quelle che avevano visto a casa di Pamela; immediatamente Dean afferrò il fucile, parandosi davanti alla ragazza, cercando in qualche modo di proteggerla. 
Ma un suono stridulo si insinuó nelle loro orecchie, costringendoli a coprirsele con le mani e tutti gli specchi presenti nella stanza andarono in mille pezzi,  comprese le finestre e lo specchio che stava sul tetto; i ragazzi si lasciarono cadere a terra per proteggersi dalle schegge di vetro, ritrovandosi, pieni di graffi sulle braccia.
"Ragazzi, che succede?!" Esclamò Bobby aprendo in fretta la porta della stanza, rimanendo sbalordito solamente guardando ciò che era appena successo ai ragazzi.
 
"Come state?" Chiese Bobby guidando la sua auto e voltandosi brevemente verso di loro.
"A parte le orecchie che fischiano ancora?" Chiese Katherine irritata da quello che era appena accaduto. 
"Benissimo.." sospirò Dean massaggiandosi le tempie e componendo il numero del fratello, sorpreso di non averlo trovato in camera con loro.
"Che stai facendo?" Chiese il maggiore non appena il fratello rispose. 
"Sono uscito per un hamburger.." disse Sam dall'altro capo del telefono, mentendo spudoratamente.
"Con la mia auto?" Chiese Dean irritandosi.
"La forza dell’abitudine... voi che cosa fate?" Chiese Sam sospirando.
"È tornato Bobby, andiamo a bere una birra.." disse Dean attirando su di sé lo sguardo interrogativo dei due.
"Oh, bevine una anche per me!" Esclamò Sam riagganciando.
"Perché non gliel'hai detto? " Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia. 
"Perché ce lo avrebbe impedito" disse Dean sospirando. 
"Di fare cosa?" Chiese Katherine alzando un sopracciglio. 
"Di evocare questo spirito, dobbiamo stanarlo e affrontarlo!" Esclamò Dean perentorio guardando i due.
"Stai scherzando, vero?" Chiese Bobby sgranando gli occhi. 
"Non scherzo affatto!".
"Ma non sappiamo niente di lui, non sappiamo se è un demone o chissà cosa!" Esclamò Katherine voltandosi a guardarlo.
"Perciò dobbiamo essere pronti a tutto, abbiamo un super coltello magico.." disse il ragazzo mostrando il coltello rubato a Ruby, estraendolo dai pantaloni. "..e un arsenale nel tuo bagagliaio!".
"A me sembra una cattiva idea.." sussurró Bobby sbuffando. 
"Forse hai ragione, ma quale altra alternativa abbiamo?" Chiese ironicamente il ragazzo facendo spallucce.
"Potremmo scegliere di vivere.. ma forse hai ragione tu, quest'essere continuerà a darti la caccia, potremmo anticiparlo e non farci trovare impreparati questa volta.." disse la ragazza passandosi una mano fra i capelli, abbastanza agitata.
"Sì ma Sam potrebbe esserci utile allora.." sussurró Bobby avendo capito che i due ragazzi avevano già deciso cosa avrebbero dovuto fare.
"No, non voglio coinvolgerlo.." sussurró Dean abbassando lo sguardo.
Aveva già abbastanza problemi, non voleva coinvolgerlo anche in questo.
 
 
I ragazzi e Bobby si recarono in un capannone abbandonato fuori dalla città e cominciarono a riempire completamente i muri di simboli di protezione e a prepararsi per l'imminente evocazione dello spirito.
"Sembra una bella opera d'arte, non trovi?" Disse Dean ridendo, voltandosi verso la ragazza che stava completando un simbolo.
"Non è divertente, è una faccenda pericolosa Dean" disse Katherine sbuffando.
"Ha ragione, ho messo trappole e talismani di ogni religione" disse Bobby intromettendosi e avvicinandosi. "Cosa abbiamo qui?".
"Paletti, ferro, argento, sale, il coltello.." iniziò il ragazzo indicando una per una le armi di cui disponevano. ".. siamo più o meno pronti ad uccidere quest'essere misterioso".
"Secondo me è una cattiva idea..." ribadí l'uomo sospirando. 
"Lo so, me l'hai già detto una decina di volte, ma che ne dite di cominciare invece ?" Chiese Dean guardando i due negli occhi, abbozzando un sorriso.
Annuirono e Bobby iniziò il rituale mischiando tutti gli oggetti e cominciando a parlare in latino, ma, inaspettatamente, non successe nulla.
Dopo qualche minuto si sedettero sul grande tavolo e aspettarono nervosamente che qualche essere si facesse vivo, ma ancora non si manifestó nulla.
 
"Hai eseguito bene il rituale?" Chiese Dean spazientito e beccandosi un'occhiataccia dall'uomo. "Scusa, come sei permaloso".
"Secondo me, deve passare qualche altro minuto e si..." iniziò Katherine ma immediatamente il tetto del capannone cominciò a muoversi, facendo molto rumore e facendolo tremare interamente.
"Ecco, ci siamo" disse Dean sospirando e impugnando un fucile. 
“Non penso che sia opera del vento..” sussurrò la ragazza guardandosi cautamente intorno. 
Tutte le luci presenti cominciarono ad esplodere, come tutto quello che era composto dal vetro in quel casotto; le porte,  che i ragazzi avevano precedentemente chiuso con un asse di legno, si aprirono lentamente mostrando dapprima una sagoma e un ombra scura, dopodiché un uomo con il trench beige, che sia avvicinava sempre di più a loro. Passò indisturbato tutti i tipi di trappole per demoni, eludendo la forza dei talismani e dei simboli impressi in tutto il capannone, guardando i tre che avevano la bocca quasi spalancata.
I ragazzi si scambiarono un'occhiata rapida e velocemente cominciarono a sparare in pieno petto di quell'essere che però, continuava a camminare verso di loro, senza neanche provare dolore per i colpi.
Quando i tre esaurirono i loro caricatori, Dean si fiondò sul coltello e lo impugnò, mentre l'essere arrivò a pochi passi da lui, sorridendogli. 
"Chi sei tu?" Chiese Dean osservandolo e studiando ogni suo movimento. 
"Sono quello che ti ha afferrato e salvato dalla perdizione" disse l'essere che aveva bruciato gli occhi a Pamela, Castiel, sorridendo.
"Ah si? Ti ringrazio tanto!" Esclamò Dean avvicinandosi a lui e piantandogli il coltello dritto nel cuore, pensando di ucciderlo.
L'essere guardò prima il coltello e successivamente il ragazzo che lo guardava a bocca aperta come gli altri due; lo estrasse senza alcun problema e lo gettò a terra, mentre Bobby tentò di colpirlo con un asse di ferro alla testa, ma l'essere lo bloccò velocemente con una mano e si avvicinò fino a toccarlo sulla fronte per qualche secondo, mentre l'uomo cadeva a terra, privo di sensi.
"Dobbiamo parlare Dean.." sussurró Castiel voltandosi verso il ragazzo e accennando un sorriso.
Subito il ragazzo scattó verso Bobby che giaceva a terra, toccandogli il collo in cerca del battito cardiaco, sperando che stesse bene, mentre Katherine rimaneva immobile, cercando di capire cosa stesse realmente succedendo.
"Il tuo amico sta bene, non preoccuparti.." sussurró Castiel guardando tutto quello che i ragazzi avevano appoggiato sul lungo bancone con l’intento di combatterlo.
"Chi sei tu?!" Chiese Dean irritato, voltandosi verso di lui, ma rimanendo vicino all’amico.
"Castiel".
"Questo l'avevo capito, ma che cosa sei?!" Chiese Dean alzando la voce e infuriandosi maggiormente.
Castiel si voltó a guardarlo negli occhi, notando la ragazza che stava dietro di lui non dire neanche una parola, e così si avvicinò di qualche passo e disse lentamente : "Sono un angelo del Signore!".
"Ma sta zitto!" Esclamò Dean alzandosi e guardandolo con le narici allargate per la furia. "Chi credi di prendere in giro?!".
"È questo il problema Dean,  tu non hai fede.." sussurró Castiel mostrando, attraverso la luce di un lampo, la sua vera forma: la luce proiettó sul fondo del capannone delle ali angeliche gigantesche che partivano direttamente dalle sue spalle. "Invece qualcuno qui dovrebbe ancora averla, vero Sage? O è troppo tardi? ".
Katherine sgranó gli occhi e rimase a bocca aperta senza sapere cosa dire per qualche secondo; successivamente lo guardò e disse: "Ci conosciamo?".
"Non ricordi? Gabriel, Zaccaria, me?" Chiese Castiel aggrottando le sopracciglia e avvicinandosi, non capendo cosa fosse successo alla ragazza. 
"Non so di cosa tu stia parlando.." sussurró la ragazza aggrottando le sopracciglia anche lei.
I due si guardarono negli occhi e Castiel capì che non stava affatto mentendo, anzi stava dicendo la verità, così si avvicinò ulteriormente intento a capire cosa le fosse successo e cosa le impedisse di ricordare, ma fu bloccato da Dean, che si mise in mezzo.
"Ma che bell'angelo che sei, hai bruciato gli occhi di quella povera donna!" Esclamò Dean infuriandosi nuovamente, cercando di aiutare la ragazza. 
"Io l'avevo avvertita di non cercare di vedermi, è sconvolgente per voi comuni mortali, come udire la mia voce.." Esclamò Castiel facendo un passo indietro e guardando il ragazzo negli occhi. "Ma questo voi lo sapete!".
"Alla stazione di servizio e al motel?" Sussurró Dean annuendo e spalancando nuovamente la bocca. "Eri tu allora!".
"La prossima volta non esagerare così!" Esclamò Katherine guardando l'angelo negli occhi e alzando un sopracciglio.
"Lo so, è stato un errore!" Esclamò Castiel annuendo e abbassando il capo per qualche secondo. "Alcune persone molto speciali possono vedermi, pensavo che tu Dean, fossi uno di loro, ma mi sbagliavo ".
"E quello sarebbe il tuo vero aspetto? Quello di un esattore delle tasse?" Esclamò Katherine avvicinandosi ai due e riacquistando il temperamento di una vera Cacciatrice.
"Questo?" Disse l'angelo indicando se stesso e sorridendo. "No, è solo il mio contenitore!".
"Ti sei impossessato di un povero disgraziato?!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia e gesticolando nervosamente. 
"È un uomo devoto, si è offerto lui a me" disse Castiel sorridendo. 
"Smettila di raccontare stronzate, chi sei realmente?!" Chiese Katherine alterandosi. 
Castiel aggrottó le sopracciglia e la guardò, dicendo con estrema calma: "Te l'ho già detto e se scaverai nella tua memoria, saprai che sto dicendo la verità!".
"Ma di cosa parli?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, non capendo realmente a cosa si riferisse l’angelo. 
"Non posso dirtelo, lo scoprirai da sola.." sussurró l'angelo sorridendole. 
"Basta con le stronzate, perché un angelo mi avrebbe salvato dall'inferno?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Accadono delle cose belle, Dean.." sussurró Castiel avvicinandosi e accennando un sorriso.
"Non nelle mie esperienze.." sussurró il ragazzo sospirando. 
"Che ti succede? Credi di non meritare di essere salvato?" Chiese l'angelo a bocca aperta e guardandolo come se stesse parlando con un bambino.
"Perché l'hai fatto?" Chiese Dean dopo qualche secondo di silenzio, cominciando a credere alle sue parole. 
"Perché è Dio che me l'ha ordinato.." iniziò Castiel prendendo un respiro profondo. ".. abbiamo del lavoro per te!".
L'angelo sorrise e dopo qualche secondo scomparve, lasciando i due ragazzi senza parole e senza sapere come comportarsi da quel momento in poi. Portarono Bobby nella sua auto, sperando che si risvegliasse al più presto e tornarono al motel senza dire una parola durante l’intero viaggio, raccolsero tutte le loro cose e, una volta tornato Sam, tornarono tutti alla casa di Katherine, dove avrebbero anche avuto l'aiuto di un Osservatore e di tutto il Consiglio, l’importante era che ne venissero a capo insieme.
Dean non aveva voluto parlarne mentre si recavano alla casa della ragazza, così Sam non seppe nulla in quel momento. Il maggiore aveva solo bisogno di pensare e di ragionarci un po su, ma soprattutto di proteggere suo fratello, come aveva sempre fatto.
 
Arrivarono in piena notte, Giles e la bambina dormivano già profondamente quando Katherine controllò, così la padrona di casa assegnò una camera a ciascuno al piano di sopra, portando Dean nella sua camera da letto, avendo il disperato bisogno di parlare.
Dopo che il ragazzo si fece una lunga doccia, uscì dalla bagno e si gettó di peso sul letto matrimoniale di Katherine, mentre lei stava alla finestra a fumare una sigaretta, immersa nei sui pensieri.
"Fumi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e sedendosi sul letto, facendo sussultare la ragazza. “..scusami!”.
"Non preoccuparti, comunque si, ogni tanto.." sussurró senza neanche voltarsi. "Pensi che quello che ha detto Castiel sia vero?".
"Kath, non ne ho la minima idea, io metto in dubbio ogni parola che sia uscita dalla sua bocca! " Esclamò Dean massaggiandosi le tempie con le mani.
" 'Se scaverai nella tua memoria saprai che sto dicendo la verità!'.. ma che diavolo significa?" Chiese la ragazza fra se e se, finché il ragazzo si alzò, le tolse la sigaretta dalle dita e la fece sedere a letto con lui.
"Salterà fuori la verità, sta tranquilla tesoro" disse Dean passandole una mano sulla guancia. "Perché non mi dici cos'è successo in questi mesi di mia assenza?".
"Se leggi i giornali, saprai tutto quello che è successo nel mondo" rispose Katherine accennando un sorriso, fingendo di non capire su cosa volesse andare a parare il ragazzo. 
"Seriamente.." sussurró Dean guardandola male per qualche secondo, ironicamente. 
"Vuoi sapere cos'è successo fra me e Sam dopo che sei morto?" Chiese la ragazza guardandolo negli occhi e Dean annuì. "Dopo che ti abbiamo seppellito, siamo venuti qua; io volevo stare con Judith e lui voleva cambiare aria. Mi aveva detto che voleva riprovarci, riprovare a stare con me, che non era andata come doveva andare fra noi e così ho detto di si, ma presto mi sono accorta che ormai era solo sesso..".
"Voi avete..?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e sospirando rumorosamente. 
"Sì.." sussurró la ragazza sospirando. "Appena gliene ho parlato, ha deciso di rimanere comunque qui con noi, e iniziò a conoscere un'altra ragazza, passava molto tempo con lei".
"Già, l'ho conosciuta.." sussurró Dean passandosi una mano fra i capelli. ".. quando sono andato da lui, dopo che sono risorto, era con lei".
"Però c’è qualcosa che non quadra, Dean: lui dice di aver dato la caccia a Lilith e nel frattempo a me aveva detto di passare del tempo con lei, ed era vero, li ho anche trovati a letto insieme.. dovrebbe essere una cacciatrice allora, no?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Lo scopriremo presto" disse Dean sospirando. “E per te? Per te com’è andata?”.
"Sono stati mesi molto duri per me, un demone che ho cacciato dopo due mesi che eri morto, mi ha raccontato di quanto si stessero divertendo con te all'inferno, di quanto ti stessero torturando per causa mia... io spero che..." sussurró Katherine abbassando lo sguardo, cominciando ad avere gli occhi estremamente lucidi e giocherellando nervosamente con i lacci della sua tuta, non riuscendo ad alzare lo sguardo su di lui. "..spero che tu mi abbia capita, non potevo fare quello che Lilith mi aveva chiesto di fare, non potevo ucciderti, io non potevo..".
"Ehi.." sussurró Dean afferrandole il viso fra le mani e carezzandole il viso. "..non è colpa tua se sono finito all'inferno, ci sarei andato in ogni caso, conoscendo Lilith non avrebbe mai mantenuto il patto con te".
"Lo so, ma mi sono sentita in colpa per così tanto tempo e tu hai sofferto all'inferno, hai sofferto tanto.." disse Katherine mentre due lacrime le rigavano il viso.
"Kath, ogni giorno io pensavo a te, pensavo che dovevo resistere perché, se avessi trovato un modo di tornare, sarei tornato dritto da te.. non ti incolpo assolutamente per la tua scelta, neanche io l'avrei potuto mai fare.." sussurró Dean inchiodando i suoi occhi verdi in quelli azzurri della ragazza, vedendo quanto stesse soffrendo e capendo per quanto tempo se lo fosse tenuto dentro.
"Mi dispiace davvero tanto, Dean" disse la ragazza abbracciandolo. 
Katherine aveva notato che da quando il ragazzo era morto in quel modo così brutale proprio davanti ai suoi occhi, era diventata molto più sensibile ai drammi altrui, più buona. Era cambiata, come se si fosse rabbonita.
Dean sciolse l'abbraccio e la guardò negli occhi dicendo: "A proposito, Lilith parlava di una maledizione, quella delle furie, avete scoperto qualcosa ?".
"Sì, Giles ha fatto delle ricerche.." disse Katherine asciugandosi le lacrime con le dita e riprendendo fiato per qualche secondo. "..ma ha trovato veramente pochissimo..".
"Per esempio?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e tenendole una mano fra le sue.
"Ha scoperto che questa maledizione si attiva solo quando la Cacciatrice perde tutte le persone che ama, portandola al punto di non provare più sentimenti.." sussurró Katherine sospirando. "La Cacciatrice comincia a non distinguere più il bene dal male, gli innocenti dai cattivi e si mette a servizio del male, divenendo il Capo. È come se spegnesse la propria umanità per spegnere il dolore che si prova".
"Più o meno è tutto quello che Lilith ti ha detto.." sussurró Dean sospirando e facendo spallucce.
"Già, ma io non voglio diventare così.. non voglio uccidere nessuno che sia umano!" Esclamò Katherine sospirando.
"Non lo farai, e sai perché?" Chiese Dean avvicinandosi ancora e prendendole nuovamente il viso fra le mani, mentre la ragazza scuoteva il capo. "Perché ci sarò sempre io al tuo fianco, non permetteró che tu possa diventare qualcuno che non vuoi essere, tesoro".
Katherine sorrise e l'unica cosa che riuscì a dire fu: "Ti amo..".
"Anch'io ti amo.." sussurró Dean sorridendo e guardandola negli occhi, facendo scivolare il suo sguardo sulle sue labbra, di tanto in tanto.
La ragazza sorrise, si avvicinò lentamente e lo baciò sorridendo; Dean approfondí il bacio, avvicinando i loro corpi ancora di più. 
Katherine scese con le mani verso i bottoni della camicia e sbottonó il primo mentre Dean si fermó e guardandola, sorrise, felice di quello che stava per accadere: quando sbottonó tutti i bottoni, gli tolse la camicia e lui fece lo stesso con lei, lasciandola in intimo in pochi secondi.
Si sdraió su di lei lentamente e sentí sotto i polpastrelli la sua pelle nuda, mentre la ragazza cominciava ad ansimare di piacere: scese a baciarle il collo e si tolsero quei pochi vestiti che gli erano rimasti. 
Dean la guardava negli occhi prima di fare qualsiasi gesto, prima di toccarla, perché aspettava il suo consenso, e successivamente tornava a baciarla; era l'uomo più felice del mondo, stava per fare l'amore per la prima volta nella sua vita e tremava per tutti i sentimenti che provava verso di lei. Aveva sentito dire che ci fosse una grande differenza tra sesso e amore, ma lui non l’aveva mai colta, non si era mai innamorato precedentemente; adesso invece stava per scoprirlo e non poteva essere più innamorato di quanto lo fosse in questo momento.
La guardò negli occhi e Katherine gli sorrise, così, in pochi secondi, Dean entrò dentro di lei e, oltre ai loro corpi, si stavano unendo anche le loro anime e tutto quello che stavano provando li spaventó, dal momento che non lo avevano mai provato con nessuno. 
Appena conclusero il rapporto, Dean l'afferró fra le braccia e la strinse a se per tutta la notte, dopo averle detto, ancora una volta che l'amava. 

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Capitolo 32
*** Capitolo 26. ***


"Dimmi cos'altro potrebbe essere stato!" Esclamò Sam seduto al tavolo della piccola cucina di Bobby, mentre il fratello camminava freneticamente per tutto l'abitacolo. 
Katherine e Bobby stavano esaminando dei libri nel salone accanto, alla ricerca di qualcosa che potesse inchiodare Castiel come un bugiardo, ma sfortunatamente per il ragazzo, non avevano trovato tracce delle sua colpevolezza.
"Non lo so, so solo che non sono stato.. tastasto.. da un angelo!" Affermò Dean accigliandosi e gesticolando nervosamente. 
"Ok, senti Dean, perché pensi che questo Castiel ti mentirebbe ?" Chiese Sam esasperato.
"Sarà una specie di demone, i demoni mentono!" Esclamò Dean continuando a camminare nervosamente. 
"Un demone che è immune alle cartucce di sale e alle trappole contro i demoni?!" Chiese Sam sgranando gli occhi. "E al coltello di Ruby?  Anche Lilith ha paura di quell'affare!".
"Se gli angeli esistessero davvero, qualche cacciatore da qualche parte ne avrebbe visto uno ad un certo punto, non credi?" Esclamò Dean appoggiandosi al top con il busto, continuando a gesticolare. 
"Sì, e a te è appena successo" disse Sam sorridendo guardando il fratello dritto negli occhi.
"Sto cercando di elaborare una teoria, collabora!" Esclamò  Dean alzando la voce, molto irritato. 
"Dean, ce l'abbiamo già una teoria!" Esclamò Sam sospirando, appoggiandosi con la schiena alla sedia.
"Io ne vorrei una che sapesse un po meno di favola!" Esclamò Dean cominciando nuovamente a camminare per tutta la cucina.
"Non voglio dire che lo sappiamo per certo, dico solo che penso che noi.." iniziò Sam ma fu interrotto bruscamente dal fratello che gli si mise davanti.
"Ok, ok, è questo il punto: non è sicuro! Quindi non credo che quell'affare sia un Angelo del Signore solo perché dice di esserlo! " Esclamò Dean sospirando rumorosamente.
"Volete continuare a discutere di religione o volete dare un'occhiata a questo?" Chiese Katherine stufa di sentire i due parlare, attirando la loro attenzione.
I ragazzi si avvicinarono al piccolo tavolo del salone, guardando il libro che la ragazza teneva fra le mani.
"Ci sono un mucchio di leggende, bibliche e prebliche, alcune sono in caratteri cuneiformi!" Esclamò Bobby mostrando loro un'immagine di un uomo che veniva afferrato da un angelo. "Dicono tutte che un angelo può strappare un'anima all'inferno!".
"Cos'altro?" Chiese bruscamente Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Cos'altro cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Cos'altro può farlo" disse Dean guardando i due negli occhi.
"Tirare fuori le tue chiappe dalle fiamme? Per quanto ne so io niente" rispose Bobby adagiandosi sulla sedia.
"Dean, questa è una buona notizia.." disse Sam sorridendo.
"Perché?" Chiese il fratello automaticamente.
"Perché per una volta non siamo davanti ad una delle solite stronzate dei demoni, forse sei stato salvato da uno dei buoni!" Sussurró Katherine guardandolo, cercando di capire quale fosse il problema e perché si stesse ponendo tutti quei problemi.
"Ok, ammettiamo che esistano gli angeli, e poi esiste un Dio?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"A questo punto credo di si.." sussurró Bobby accennando un sorriso.
"Non lo so ragazzi.." disse Dean ridendo, voltandosi e massaggiandosi le tempie con le mani.
"Ok, io lo so che non sei esattamente un chirichetto.." disse Sam ridendo. ".. ma qua sta diventando sempre meno una questione di fede e sempre più una questione di prove!".
"Prove?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Prove che c'è un Dio lassù a cui frega qualcosa di me a livello personale? Mi dispiace, ma non posso crederci!".
"Perché no?" Chiese Katherine accennando un sorriso. 
Dean la guardò per qualche secondo negli occhi e, dopo aver preso un respiro, disse: "Perché io? Se c'è un Dio perché cavolo dovrebbe importargli qualcosa di me?".
"Dean.." iniziò Sam ma fu interrotto nuovamente.
"Ho salvato delle vite e questo forse compensa i furti e le ragazze che ho scaricato, ma perché salvare me? Sono un ragazzo normale!" Esclamò Dean tutto d'un fiato.
"Beh, sei un ragazzo normale importante per l'uomo dei piani alti" disse Sam guardandolo, accennando un sorriso.
"Questo mi fa venire i brividi, non mi piace essere puntato alle feste di compleanno, figurati da Dio!" Esclamò Dean allargando le braccia e abbassando lo sguardo.
"Beh penso che lui voglia proprio che tu metta il cappellino da festa!" Esclamò Katherine sospirando e incrociando le braccia al petto mentre il ragazzo la guardava per qualche secondo, abbassando nuovamente lo sguardo.
"Che cosa sappiamo degli angeli?" Chiese Dean sospirando.
Bobby spostò una pila di libri da una parte all'altra della scrivania, sorridendo e disse: "Comincia a leggere!".
Dean sospirò, afferrò un libro e puntò un dito verso il fratello, dicendo: "Tu portami un pezzo di torta!".
I ragazzi risero e si misero subito al lavoro, mentre Sam si preparava ad uscire.
 
"Hai visto il mio telefono?" Chiese Sam pronto ad uscire.
"Lí" sussurró Katherine alzando gli occhi dal libro che stava leggendo.
Sam si limitò ad accennare un sorriso e si voltó verso la porta.
"Vuoi che venga con te ?" Chiese la ragazza sospirando. 
"No, non ce ne bisogno" disse Sam senza neanche guardarla.
"Ok, vengo" disse chiudendo il libro e alzandosi dal divano, seguendo il ragazzo fuori, mentre Dean li osservava con un sopracciglio alzato.
"Davvero, non c'è bisogno che tu venga" ribadí Sam sospirando entrando un auto.
"Voglio farlo" disse la ragazza ridendo. 
"E cosa penserà Dean?" Chiese Sam alzando un sopracciglio e guardandola negli occhi.
"Che voglio passare un po di tempo con te" disse Katherine sorridendo e salendo in auto.
Dopo circa 10 minuti di silenzio alquanto imbarazzante, la ragazza decise di rompere il ghiaccio formatosi.
"Allora.." iniziò Katherine sospirando. ".. hai sentito ancora la ragazza con cui ti vedevi?".
"Perché?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Non posso chiedertelo?" Chiese Katherine alzando un sopracciglio. 
"In realtà no, non stiamo più insieme, ricordi?" Esclamò Sam facendo una finta risata. 
"Sam, sono solo preoccupata per te.." sussurró Katherine abbassando lo sguardo. 
In quel momento squilló il suo telefono e la ragazza lesse il chiamante: Dean.
"È tuo fratello.." disse aggrottando le sopracciglia, rispondendo. "Sì?".
"Sì prenderemo anche le patatine.." disse la ragazza ridendo, mentre Sam la osservava con la coda dell'occhio. "... non ci scorderemo della torta! A dopo Deaan! ".
"È impazzito, vuole quel cibo subito" disse Katherine ridendo ancora.
"Ti vedo felice sai?"disse Sam sospirando. "Forse più felice di quando stavamo insieme...".
Katherine si voltó a guardarlo, colta di sorpresa, non si aspettava una risposta del genere. 
"Sono felice, Sam, ma lo ero anche con te.." sussurró la ragazza sospirando. "..solo in due modi differenti..".
Sam posteggió davanti al supermarket e spense il motore sospirando, guardando dritto davanti a sé. 
"Sì, la sento ancora e voglio continuare a vederla.." disse Sam sospirando nuovamente. "..ma questo non vuol dire che io non tenga ancora te!".
"Anche se io sto con Dean adesso, non vuol dire che non tenga anche a te!" Esclamò Katherine sospirando. "Siamo stati insieme quasi tre anni, Sam, questo non cambierà mai..".
Il ragazzo si voltó a guardarla negli occhi e sorrise, in fondo era contento di sentire quelle parole.
"Lei sa di noi e dei demoni?" Chiese Katherine sorridendo.
"Sì.." disse Sam ridendo. "..caccia anche lei!".
"Davvero?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Andiamo, prima che Dean chiami di nuovo" disse Sam sorridendo. "Potresti andare a comprare tu le cose? Io rimango fuori..".
Katherine aggrottó le sopracciglia, scendendo dall'auto e disse: "Lei é qui?".
Il ragazzo sorrise così Katherine capì ed entro sospirando nel supermarket, comprando tutto quello di cui aveva bisogno Dean.
 
"Ruby.." disse Sam avvicinandosi al demone che l'aspettava in un angolo.
"Allora è vero che Dean è stato salvato da un angelo?" Chiese il demone a bruciapelo, lasciando Sam senza parole per qualche secondo. 
"L'hai saputo?" Chiese Sam sospirando e guardando la ragazza demone negli occhi.
"Chi non l'ha saputo?" Chiese Ruby retoricamente, guardandosi attorno furtivamente.
"Non è sicuro al 100%, ma credo di si.." disse Sam guardando l'entrata del negozio, cercando di capire quando sarebbe arrivata Katherine. 
"Ok..ci vediamo" disse Ruby voltandosi e facendo per andarsene, ma Sam la bloccó in tempo, afferrandola per un braccio.
"Nonono, ferma! Ma che ti prende?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Sam, sono angeli e io sono un demone: a loro non importerá se ti sto aiutando, quelli prima colpiscono e dopo fanno le domande!" Esclamò Ruby preoccupata per la sua incolumità. 
"Che cosa sai di loro ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Non molto, non ne ho mai incontrato uno ed è meglio così.. " disse Ruby abbassando lo sguardo. "L'unica cosa che so è che mi spaventano a morte, sta attento Sam..".
"Io non ho paura degli angeli.." disse il ragazzo sorridendo. 
"Beh, dovresti.." disse Ruby prima di voltarsi ed andarsene, lasciando il ragazzo solo, che tornò in macchina ad aspettare che Katherine tornasse dal supermarket. 
 
Non appena tornarono a casa, i due ragazzi furono avvertiti da Bobby che alcuni cacciatori erano appena stati ritrovati morti, fra i quali una cara amica di Bobby.
"Attaccati da cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Stavamo indagando poco prima che arrivaste.." disse Dean sospirando.
Sam salì al piano di sopra, mentre Bobby e il ragazzo ripresero i libri in mano insieme alla ragazza.
Cercarono per qualche minuto finché un rumore al piano di sopra non richiamò la loro attenzione. Si guardarono e salirono lentamente, fin quando Sam venne scaraventato dall'altra parte del corridoio. 
"Ve ne siete andati, sapendo che saremmo morti in poco tempo!" Esclamò una voce a loro fin troppo familiare. 
"Henricksen?" Chiese Dean sbalordito, mentre l'uomo si girava, quasi contento di rivederlo.
"La colpa è anche vostra! Ci ha torturati solo perché vi avevamo aiutati!" Esclamò Henricksen scagliandosi contro Dean e sbattendolo contro un muro.
"Non è stata colpa nostra, se l'avessimo saputo.." disse il rsgazzo a denti stretti. 
"Lilith ci ha fatto soffrire in modi in cui non immagini neanche!" Esclamò Henricksen scagliandolo a terra.
"Mi dispiace veramente, ma non puoi prendertela con noi!" Esclamò Katherine premendo il grilletto del suo fucile caricato a sale, facendolo scomparire.
"Che diavolo significa?" Chiese Sam  alzandosi con fatica.
"Non lo so, Bobby tu che ne.. " disse Dean bloccandosi, non vedendo più l'uomo con loro. "Dove diavolo è?".
"Noi controlliamo in casa, tu controlla fuori!" Esclamò Dean perlustrando la casa insieme alla ragazza, mentre il fratello usciva a controllare fuori. 
"Bobby?" Disse Dean, impugnando il fucile che aveva recuperato in camera sua.
Improvvisamente le porte del corridoio si chiusero, mentre una sola si spalancò. I ragazzi si guardarono e sospirarono, guai in vista.
"Vieni fuori chiunque tu sia.." Urlò Dean avvicinandosi cautamente alla porta.
"Dean Winchester, il solito prepotente!" Esclamò una voce molto familiare per il ragazzo, proprio dietro di loro.
I due si voltarono a guardare la ragazza che stava proprio dietro di loro che sorrideva.
"Non mi riconosci?" Chiese la voce allargando le braccia. "Ero così prima che il demone mi tagliasse i capelli e mi vestisse come una puttana!".
"Meg?" Chiese Dean sbalordito, aprendo la bocca.
Katherine immediatamente alzò il fucile verso di lei, mentre la ragazza le sorrideva.
"Sta tranquilla, non sono un demone.." disse Meg sorridendo e avvicinandosi.
"Sai Dean, è bello parlare con te.. senza soffocare nel mio stesso sangue!".
"Non fare un altro passo!" Esclamò Katherine caricando il fucile.
"Insomma sono solo una studentessa.. scusate, ero!" Esclamò Meg infuriata.
"Una sera sono stata assalita dal fumo nero e sono rimasta prigioniera nella mia testa, purtroppo ero cosciente, ho dovuto guardare mentre lei ammazzava le persone!".
"Mi dispiace.." disse Dean abbassando lo sguardo.
"Così tanto che mi hai scaraventata giù da un palazzo!".
"Noi abbiamo pensato..".
"No, non avete pensato! Io ero intrappolata, continuavo a pregare, sperare e supplicare ma non mi avete ascoltata! Dovresti salvare le persone, Dean, perché non hai aiutato me?!" Chiese la ragazza arrivando a pochi passi dal ragazzo.
"Dean, non ascoltarla, deve esserci in atto una maledizione se è morta ed è tornata!" Esclamò Katherine continuando a tenere sotto tiro la ragazza.
"Io.. mi dispiace.." disse Dean abbassando gli occhi.
"Smettila di dire che ti dispiace!" Esclamò la ragazza disarmandolo e colpendolo in viso, mentre Katherine la colpiva in pancia e la spingeva solo di qualche passo più indietro, non riuscendo a fare di meglio.
"Che diavolo sei?!" Esclamò  Katherine trovandosi in difficoltà. 
"Uno dei peggiori incubi che potessi incontrare, ma non sono il tuo!" Esclamò la ragazza afferrandola e colpendola dritto in pancia, facendola finire dentro la stanza in fondo al corridoio, facendo chiudere la porta.
"Che stai facendo a Katherine?" Chiese Dean rialzandosi e aggrottando le sopracciglia. 
"Tutti abbiamo i proprio mostri, lei troverà il suo!".
 
"Ah.." Esclamò Katherine di dolore, portandosi una mano alla spalla e al braccio destro sanguinante.
Era finita contro un armadio di legno, rompendolo, e incastrandosi un pezzo di anta affilato dritto dentro la spalla.
Tentò di muoversi e di alzarsi, ma ciò le provocó dei dolori fortissimi e una fuoriuscita di sangue maggiore.
"Brutta ferita, eh?" Chiese una voce femminile che riconobbe immediatamente.
"Caroline?" Chiese Katherine sbalordita, sgranando gli occhi.
"Allora ti ricordi di me" disse la ragazza ridendo.
Era minuta, con dei capelli castano-biondi che le ricadevano sulle spalle, e le sorrise, proprio come faceva una volta.
"Come posso dimenticare.." sussurró Katherine chiudendo gli occhi e sospirando.
"Ricordi quando giocavamo insieme da bambine? Nella tua camera per la prima volta abbiamo fumato, promettendo ai nostri genitori di non farlo più" disse la ragazza ridendo sedendosi sui talloni, vicino a Katherine. "Avevamo 14 anni?".
"15, Caroline" disse la ragazza sorridendo e aprendo gli occhi, cercando di non concentrarsi sul dolore.
"Poi al liceo abbiamo preso strade diverse, solo ora capisco che è stato perché sei diventata la Cacciatrice.. e bla bla bla e bla bla bla.." disse Caroline ridendo, alzandosi e camminando per la stanza. 
"Avrei voluto dirtelo, ma non potevo metterti in pericolo.." disse Katherine cercando di far uscire il legno dalla sua spalla. 
"Come se non mi ci avessi messa in ogni caso..!" Esclamò Caroline voltandosi verso di lei e guardandola soffrire per via della ferita.
"Non avrei mai voluto ucciderti, ma era l'unico modo che conoscevo.. avevo solo 17 anni Car..." sussurró Katherine, stringendo i denti per il dolore che stava provando. 
"Quando il demone mi è entrato dentro, ho subito capito che mi avresti aiutata, che mi avresti salvata!" Esclamò Caroline avvicinandosi e spingendola nuovamente indietro, facendo rientrare la maggior parte del legno che Katherine era riuscita ad estrarre dalla sua spalla.
La ragazza ansimó dal dolore, guardandola dritto negli occhi, mentre Caroline sorrideva.
"Mi dispiace, mi dispiace veramente..".
"Hai idea di cosa si provi ad essere dominati per mesi e mesi dal male assoluto mentre la tua famiglia non ha la minima idea di cosa ti stia succedendo?" Urló Caroline colpendola dritto in viso.
Katherine sputó sangue e disse, voltandosi nuovamente verso di lei: "Mi dispiace Car..".
"Non mi interessa!" Urlò colpendola nuovamente, facendola urlare per il dolore.
In quell'istante entrò Dean, che colpì Caroline, che stava torturando Katherine, con del ferro, e sparì, concentrandosi sulla sua ragazza.
"Kath, Kath?" Sussurró Dean afferrandole il viso fra le mani. 
"Sto bene.." disse la ragazza sorridendo.
"No, non stai bene!" Esclamò Dean osservando la ferita alla spalla destra e facendo una smorfia. "Ti farà un po male..".
Tiró velocemente la spalla via dal legno appuntito, cercando di farle il meno male possibile, e la ragazza sgranó gli occhi per il dolore, emettendo un urlo che fece spaventare il ragazzo.
"Stai perdendo troppo sangue, devi essere portata in ospedale" disse Dean cercando di tamponare la ferita alla meglio e afferrandola fra le braccia, portandola al piano di sotto.
"Che diavolo è successo?" Chiese Sam sgranando gli occhi, mentre Bobby si avvicinava preoccupato. 
"Alle domande pensiamo dopo, devo portarla in ospedale!" Esclamò Dean dirigendosi verso la porta.
"No, Dean, no.." sussurró Katherine cercando di scendere dalle braccia del ragazza, senza alcun risultato. 
"Dean, quello che sta succedendo ci seguirà in ospedale, dovremo prima risolvere il problema!" Esclamò Bobby sospirando.
"Ma sta perdendo molto sangue!" Esclamò Dean dilatando le narici per l'agitazione e voltandosi verso i due.
"Ha ragione, per favore, fammi scendere.." sussurró Katherine, cominciando a ribellarsi sotto le braccia del ragazzo. "Starò bene!".
Dopo qualche secondo di titubanza, Dean l'adagió sul divano del piccolo salone, cercando una soluzione con i due uomini.
"Sono tutte persone che non conosciamo e che non siamo riusciti a salvare!" Esclamò Sam caricando le pistole di pallottole di sale. 
"Meg aveva un tatuaggio sulla mano?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Non che ricordi.." disse Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Aveva un segno sulla mano, sembrava un marchio!" Esclamò Dean gesticolando nervosamente. 
" Anch'io ne ho visto uno su Henricksen! " Affermò Sam sospirando.
"Anche Caroline ne aveva uno.." disse Katherine tossendo freneticamente e sistemando la medicazione provvisoria che gli aveva fatto Dean al piano di sopra.
"Vi ricordate com'era?" Chiese Bobby a aggrottando le sopracciglia. 
Sam velocemente ne fece uno schizzo su di un foglio, passandolo all'uomo che rimase a bocca aperta. 
"Mi sembra di averlo già visto.." disse Bobby osservandolo e cominciando a sfogliare diversi libri.
In quel momento le luci cominiarono a tremare, lasciando intendere che stava per ricominciare nuovamente.
"Dean prendi Katherine, Sam prendi i libri, penso io alle armi! Andiamo!" Esclamò Bobby cominciando a raccogliere le prime cose.
"Dove andiamo?" Chiese Katherine lamentandosi per il dolore alla spalla. 
"In un posto sicuro piccola!" Rispose l'uomo scendendo le scale della cantina e aprendo una porta in ferro massiccio.
"Qui dentro c'è un kit di emergenza, potremo curarti un po meglio.." disse Bobby sospirando e chiudendosi la porta alle spalle mentre i ragazzi si guardavano attorno. 
"Bobby, ti sei costruito una Panic Room? " Chiese Katherine ridendo, mentre Dean la faceva sedere nell'ampio letto.
"Avevo un week end libero!".
"Sei incredibile!" Esclamò Sam ridendo.
Mentre Sam preparava altre pallottole e Bobby cercava quel simbolo nei libri, Dean si occupava della ferita di Katherine e di ripulirla al meglio, in attesa di portarla in ospedale.
"Aah Dean, fa piano!!!" Urlò Katherine chiudendo gli occhi, mentre delle lacrime le rigavano il viso.
"Ecco perché non posso credere in Dio!" Esclamò Dean sospirando.
"Di che diavolo parli?!" Chiese Katherine respirando affannosamente per il dolore.
"Se non esiste, d'accordo,  il peggio capita sempre alle brave persone; funziona così no? Senza alcun nesso o alcuna ragione, soltanto un male casuale e orribile, lo capisco!" Esclamò Dean sistemando la ferita della ragazza. "Ma se esiste davvero, che c'è che non va in lui? Dove diavolo è mentre delle brave persone vengono fatte a pezzi o vengono ferite ?!  Come fa ad accettarlo, perché non fa qualcosa?!".
"Dean non tocchiamo questo tasto proprio ades--aaah!" Esclamò Katherine piegandosi ancora per il dolore.
"Scusami, davvero Kath, sto facendo piano.." sussurró Dean carezzandole un braccio. 
"L'ho trovato!" Esclamò Bobby picchiettando sul libro che stava leggendo. "Il marchio dei fantasmi!".
"Che diavolo è? Voglio salire su e prenderli a calci!" Esclamò Katherine mentre Dean le ricopriva la schiena, avendo finito con la medicazione.
"Il marchio del testimone!" Esclamò Bobby sospirando. 
"Testimone di cosa?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Dell'innaturale! Nessuno di loro è morto in un modo che potremmo definire normale, questi fantasmi sono stati costretti a ritornare, sono come cani rabbiosi!" Esclamò Bobby sospirando. "Qualcuno li ha fatti tornare qui..".
"Chi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Ti sembro uno che lo sa?" Chiese Bobby ironicamente. "Ma chiunque sia stato ha usato un incantesimo così potente da lasciare un marchio sulle loro anime!".
Sam si alzò e andò a dare un'occhiata al libro nel quale l'uomo aveva trovato una soluzione, mentre Katherine si alzava faticosamente.
"Sì chiama 'L'ascesa dei testimoni', se ne parla in un'antica profezia.." sussurró Bobby sbuffando.
"Da che libro è tratta la profezia ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e alzandosi a dare un'occhiata anche lui.
"Dal libro della Rivelazione, questo è un segno, ragazzi miei" disse Bobby sospirando. 
"Un segno di cosa?" Chiesero all'unisono I fratelli.
"Dell'Apocalisse" disse Katherine avvicinandosi e reggendosi al tavolo con il braccio sano.
"L'Apocalisse con la benzina a 20 dollari al litro?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Proprio quella!" Esclamò Bobby sbuffando.
"Bene, qualche idea? A parte stare chiusi qui dentro fino al giorno del giudizio?" Chiese Katherine cominciando a respirare affannosamente.
"C'è un incantesimo per rispedire i testimoni nell'oblio, dovrebbe funzionare!" Esclamò Bobby sospirando. "Dovrei avere tutti gli ingredienti in casa!".
"Nessuna possibilità di trovarli qui dentro, vero?" Chiese Katherine ricominciando a tossire.
"Vuoi che all'improvviso diventiamo fortunati ?" Chiese Bobby alzandosi. "L'incantesimo deve essere fatto su un fuoco vivo, ergo dobbiamo usare il camino del piano di sopra!".
"Bene.." sussurró Sam cominciando a preparare le armi e a caricarle.
"Copritevi le spalle, non esaurite le munizioni finché non finisco o vi faranno a pezzi!" Esclamò Bobby prima di aprire la grande porta di ferro e di uscire insieme ai ragazzi.
Katherine si tenne a Dean durante il tragitto e, non appena arrivarono di sopra, Sam fece un cerchio di sale attorno ai presenti in modo tale da proteggerli durante la preparazione  dell'incantesimo.
Bobby mandò i due ragazzi in vari punti della casa per recuperare gli ingredienti, mentre Katherine e l'uomo rimanevano n salotto.
"Bobby, ci sei passato davanti quando quel mostro ci stava divorando!" Esclamò una delle due bambine che erano apparse fuori dal cerchio.
"Ci hai lasciato morire!" Esclamò la seconda bambina.
Bobby esitò qualche secondo, finché Katherine con il braccio funzionante afferrò una pistola e sparò, facendole sparire e disse: "Non è giornata!".
Nello stesso momento le porte della cucina si chiusero, mentre Dean si trovava all'interno per recuperare degli ingredienti.
"Dean!" Esclamò Katherine tenendosi al tavolo. 
"Sei troppo debole, siediti!" Esclamò Bobby mentre preparava il rituale.
Katherine afferrò la pistola e velocemente aprì le porte della cucina, trovando Henricksen con la mano interamente dentro il corpo di Dean, che stringeva il cuore e sparò, facendolo scomparire.
Dean cadde a terra e la ragazza si piegó verso di lui e disse: "Stai bene?".
"Non proprio! Andiamo!" Esclamò Dean afferrandola sotto braccio e rientrando nel cerchio.
I fratelli portarono a Bobby gli ingredienti e lui cominciò a recitare in una strana lingua, le finestre si spalancano e il cerchio di sale fu spazzato via, mettendo i ragazzi in difficoltà. 
Cominciarono a sparare,  mentre tutti i fantasmi continuavano ad apparire e sparire.
Disarmarono Katherine e la incastrarono fra due librerie e subito i fratelli corsero nella sua direzione. Cosa di cui si pentirono subito, visto che Caroline era apparsa e aveva infilato la sua mano dentro il corpo di Bobby, toccandogli il cuore e facendogli quasi cadere tutti gli ingredienti del rituale, ma fortunatamente, Dean intervenne e gettò il contenuto della ciotola nel camino. Si emanó una luce bianca e tutti i fantasmi scomparvero, segno che forse tutto era finito.
Sam aiutò Bobby e Dean corse verso Katherine, liberandola dalla morsa della libreria; 
velocemente se la caricó fra le braccia e corse in ospedale, mentre in macchina la ragazza continuava a perdere 
conoscenza. 
 
Dopo circa tre ore in ospedale, i medici dissero a Dean che se avessero aspettato un altro po, l'emorragia interna si sarebbe complicata e sarebbe morta dissanguata.
Per qualche mese avrebbe dovuto fare attenzione e sarebbe stata fuori dai giochi, ma Dean era senza dubbio felice che fosse viva.
Dopo che i medici le sistemarono la ferita, ripulendola da tutte le schegge di legno e disinfettando la ferita, le dissero che era stato fortunata e che se il legno fosse penetrato di qualche altro centimetro avrebbe fatto un ulteriore danno, che sarebbe stato permanente.
La misero a letto e le portarono da mangiare, sarebbe rimasta in ospedale per almeno tre giorni.
"Fa schifo!" Esclamò Katherine posando il cucchiaio sul piatto che le avevano portato con il cibo.
"Non ti piace?" Chiese Dean ridendo, rimanendo seduto accanto a lei, stringendole una mano fra le sue.
"No, voglio un humburger!" Esclamò Katherine fissandolo negli occhi. "Ti prego".
"I dottori hanno detto.." iniziò Dean, ma non poteva resistere ai suoi occhi. Non poteva resistere a lei. "Oh e va bene, chiamo Sam e gli dico di portarne due!".
"Sei fantastico!" Esclamò Katherine stringendogli la mano mentre il ragazzo sorrideva. 
Sam e Bobby arrivarono in ospedale e Katherine spiegò a tutti chi fosse in realtà Caroline: la sua migliore amica da quando avevano 2 anni.
Un demone si era impossessata di lei perché voleva arrivare a colpire Katherine, così fu costretta ad ucciderla; non poteva credere che le desse la colpa.
Dopo aver mangiato il panino, Sam e Bobby tornarono a casa mentre Dean rimaneva tutta la notte con Katherine, nonostante lei gli avesse detto che non ce n'era assolutamente bisogno. 
La ragazza si appisoló e Dean la seguì a ruota, appoggiando la testa al letto.
 
"Avete fatto un ottimo lavoro con i testimoni!" Esclamò Castiel facendo sussultare Dean che si era appena addormentato.
"Sapevi tutto?" Chiese Dean strofinandosi gli occhi. 
"Sì, mi avevano messo al corrente!" Disse Castiel guardando la ragazza distesa a letto.
"Beh grazie per l'angelica assistenza! Katherine è quasi morta e a me e a Bobby hanno quasi strappato il cuore dal petto!" Esclamò Dean alzandosi e infuriandosi.
"Ma Katherine non è morta e i vostri cuori sono ancora nel petto!" Esclamò Castiel aggrottando le sopracciglia come se fosse una cosa ovvia.
"Io credevo che gli angeli fossero dei guardiani, ali soffici, aureole, non degli stronzi!" Esclamò Dean facendo una smorfia e sostenendo il suo sguardo.
"Leggi la Bibbia! Gli angeli sono guerrieri di Dio, io sono un soldato!" Esclamò Castiel facendo spallucce. 
"E perché non hai combattuto?!" Chiese Dean sprezzante.
"Perché non sono qui per stare appollaiato sulla tua spalla, c'erano problemi più gravi" disse Castiel sospirando, ormai infastidito da quella conversazione. 
"Più gravi? C'erano cacciatori fatti a pezzi quaggiù!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia. "È a proposito, mentre succedeva tutto questo, dov'era il tuo capo? Sempre se esiste un Dio!".
"C'è un Dio".
"Non ne sono convinto, perché se esistesse davvero non capisco che sta aspettando! Un genocidio? Mostri che invadono la terra? L'apocalisse? Quando muoverà un suo dito e aiuterà noi poveri bastardi?" Chiese Dean infuriato.
"Il Signore agisce..".
"Se dici per vie misteriose giuro che ti prendo a calci in culo!" Esclamò Dean stringendo le nocche per la rabbia. 
Castiel alzò le braccia al cielo e sospirò, non sapeva cosa dire e come controbattere al ragazzo.
"Quindi Bobby aveva ragione ? I testimoni sono un segno dell'apocalisse ?" Chiese Dean avvicinandosi e sospirando, preoccupato di non svegliare la ragazza.
"Siamo qui perché ci sono cose grosse in ballo che, anche se non so fino a che punto sia utile, ti dirò: L'ascesa dei testimoni è uno dei famosi 66 sigilli.." disse Castiel sospirando.
"E non credo che sia qualcosa di buonk.." disse Dean sospirando. 
"C'è qualcuno che li sta spezzando: Lilith! Ha fatto tornare i testimoni, non solo qui, altri 20 cacciatori sono morti!" Esclamò Castiel sospirando. 
"Ha scelto vittime che i cacciatori non potevano salvare per scatenarli contro di noi.." sussurró Dean stropicciandosi gli occhi con una mano. "Almeno abbiamo ridato pace a quegli spiriti!".
"Non importa, il sigillo è spezzato!" Esclamò Castiel diventando più duro.
"E perché spezzarlo?".
"I sigilli sono come serrature di una porta e una volta aperta l'ultima.." disse Castiel cambiano espressione e avvicinandosi al ragazzo. ".. lucifero verrà liberato!".
Dean sgranó gli occhi e perse la parola per qualche secondo, rimanendo sbalordito e disse: "...lucifero? Ero convinto che fosse solo una storia che raccontano al catechismo per demoni! Non esiste, dai!".
"Tre giorni fa non credevi che esistesse uno come me..." sussurró Castiel guardandolo dritto negli occhi.  ".. perché pensi che siamo qua in mezzo a voi per la prima volta in 2000 anni?".
Dean ci ragionò qualche secondo e disse: "Per fermare lucifero...".
"È per questo che siamo venuti" sussurró Castiel sospirando.
"Beh,  un lavoro eccellente finora! Un lavoro favoloso con i testimoni!" Esclamò Dean dilatando nuovamente le narici per la rabbia.
"Ci abbiamo provato, ci sono altre battaglie e altri sigilli! Alcune le vinceremo, altre le perderemo! Questa l'abbiamo persa!" Esclamò Castiel ma appena notò il ragazzo accennare un sorriso, perse la pazienza e si avvicinò ulteriormente al suo viso. "Le nostre schiere non sono illimitate, 6 dei miei fratelli sono morti sul campo questa settimana! Pensi che le schiere del paradiso debbano soltanto seguire te? C'è molto di più in gioco! Dovresti portarmi un po di rispetto, ti ho trascinato fuori dell'inferno, ma ti ci posso sempre rispedire!". 
Dean immediatamente aprì gli occhi, capì immediatamente che Castiel gli era venuto in sogno e che nulla di tutto ciò era successo al di fuori della sua testa.
"Buongiorno.." sussurró Katherine sorridendo, guardandolo dal letto. "Tutto bene?".
"Tu non.. tu non hai nessun problema nel credere in Dio e negli angeli?" Chiese Dean sistemandosi sulla sedia dove aveva dormito tutta la notte. 
"No, nessuno.." disse Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Questo vuol dire che credi anche nel diavolo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Perché me lo stai chiedendo, Dean?" Chiese Katherine sospirando e appoggiandosi con la schiena al letto.
"Lascia stare.." sussurró Dean passandosi entrambe le mani sul viso. ".. come stai stamattina?".
"Indolenzita, ma bene.." disse Katherine sorridendo. "Tu hai dormito bene?".
"Da favola.." disse Dean sospirando e voltandosi dall'altra parte. 
 
 
Dopo qualche giorno di osservazione, Katherine fu dimessa dall'ospedale e i due tornarono da Bobby, ma immediatamente cominciarono a seguire un nuovo caso. Dopo parecchie insistenze della ragazza a partecipare alla caccia, i ragazzi a malincuore la portarono con loro, sapendo che avrebbero dovuto tenerla d'occhio. 
Presero delle stanze lungo la strada, avevano bisogno tutti di riposarsi e dopo aver mangiato, si addormentarono ognuno nella propria stanza.
Dean e Katherine stavano dormendo nel proprio letto, quando sussultaronl, trovando ai propri piedi Castiel seduto ad osservarli.
"Ma che diavolo, sono le 3 del mattino!" Esclamò Katherine alzandosi con fatica dal letto.
"Cosa stavi sognando, Dean?" Chiese Castiel ignorando la ragazza.
"Ti eccita tanto guardare la gente dormire?!" Chiese Dean alzandosi dal letto infuriato. "Che cosa vuoi?".
"Ragazzi, dovete impedirglielo.." disse Castiel alzandosi e andando in contro ai due ragazzi. 
"Impedire cosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Al ritorno avrai un sorpresa, Katherine, spero che saprai apprezzare.." sussurró Castiel toccando le fronti dei ragazzi, facendogli perdere conoscenza per qualche secondo.
 
 
"Dovete alzarvi ragazzi, andate dove volete, ma non dormite qui!" Esclamò un agente di polizia, svegliando i due che dormivano su di una panchina. 
Dean e Katherine aprirono gli occhi e si guardarono attorno, non riconoscendo il luogo in cui si trovavano.
"Dove siamo?" Chiese la ragazza mentre Dean tirava fuori il cellulare, cercando un po di campo.
"Non lo so, non c'è campo!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. "Non capisco!".
"Forse lì sapranno dircelo.." disse Katherine alzandosi e indicando un bar. ".. andiamo!".
Entrarono e si guardarono attorno, non avendo la più pallida idea di dove fossero finiti; si sedettero al bancone e Dean si accorse di un ragazzo seduto proprio accanto a lui.
"Scusa, sai dirmi dove siamo?".
"In un bar" rispose seccamente il ragazzo.
"Questo lo so, grazie, intendo città e stato!" Esclamò Dean non tentando neanche di nascondere la sua poca pazienza.
"Lawrence, Kansas!" Disse il ragazzo aggrottando le sopracciglia. 
"Lawrence?" Chiese Katherine con la bocca spalancata. 
"State bene?" Chiese il ragazzo preoccupandosi. 
"Sì, abbiamo avuto solo una nottataccia! " Esclamò Dean sospirando. 
"Due caffè, Jef" Esclamò il ragazzo, offrendo le bevande ai due.
"Sai dirmi dove c'è il segnale per il cellulare?" Chiese Dean afferrandolo e prendendolo fra le mani.
"Ma che diavolo è?" Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia e osservando cosa il ragazzo stesse tenendo fra le mani. Qualcosa non quadrava.
Dean e Katherine si scambiarono un'occhiata e si guardarono meglio in torno, qualcosa non andava  nel modo di vestire e di parlare della gente nel locale.
"Dean, guarda la data sul giornale.." sussurró la ragazza senza avere più parole. "1977..".
"Ehi Winchester, come va ? Come te la passi campione?" Disse un uomo entrando nella caffetteria e stringendo la mano a ragazzo che gli aveva appena offerto i due caffè. 
"È bello riaverti a casa, John!" Esclamò l'uomo sorridendo e ordinando la sua colazione.
Dean sgranó gli occhi e osservò il ragazzo di fronte a lui, riconoscendolo come suo padre.
"Ci conosciamo?" Chiese il ragazzo, notando lo sguardo di Dean. 
"No, suppongo di no.." sussurró Dean rimanendo ancora a fissarlo. 
"Io adesso vado, buona giornata" disse John uscendo dal bar, lasciando i due sbalorditi.
Come erano finiti nel lontano 1977? E che sorpresa aspettava Katherine al loro rientro al presente?

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Capitolo 33
*** Capitolo 27. ***


Dopo qualche secondo che il John "ragazzo" aveva varcato la soglia del locale, i due si misero a seguirlo fra la folla, cercando di non farsi vedere.
"Hai visto dov'è andato? Dobbiamo girare a sinistra adesso" disse Katherine cercando di passare il più possibile inosservata.
"Sisi, lo perdiamo se non accelleriamo!" Esclamò Dean agitato per tutto quello che stava succedendo.
Velocemente lo raggiunsero, ma non appena girarono a sinistra si trovarono di fronte Castiel a sbarrargli la strada.
"Che cos'è questo?" Chiese Dean infuriato contro l'angelo.
"A te cosa sembra?" Chiese Castiel accennando un sorriso.
"È reale?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Molto!" Esclamò Castiel voltandosi a guardarla.
"Come siamo arrivati qua?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fissando l'angelo dritto negli occhi.
"Il tempo può essere molto fluido, Dean, e noi possiamo anche piegarlo quando ci serve.." sussurró Castiel voltandosi ad osservare i passanti, facendo innervosire i due ragazzi.
"Bene, ripiegalo!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia.
"O almeno dicci che cosa ci facciamo qui.." sussurró Katherine accennando un sorriso e facendo spallucce quando il ragazzo la guardò con aria interrogativa.
"Ben detto Katherine.." disse Castiel sospirando e fissando a turno entrambi negli occhi. ".. dovete impedirglielo!".
"Impedire cosa?" Esclamarono i due infuriati.
"Sì tratta di mio padre, è in pericolo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Castiel, per favore.." disse Katherine sospirando e abbassando gli occhi.
L'angelo li guardò negli occhi, cercando di capire come comportarsi, ma se gli avesse detto tutto il destino sarebbe cambiato. Così semplicemente, si smaterializzó nel nulla, lasciando i due a bocca aperta.
"Sei allergico alle risposte dirette, figlio di puttana?" Chiese Dean anche se non aveva più nessuno davanti, facendo voltare alcuni passanti.
"Ehi, siamo nel 1977 Dean, non puoi fare così per strada!" Esclamò Katherine zittendolo e afferrandolo per un braccio. "...andiamo, forse riusciamo a raggiungere tuo padre!".
 
Trovarono John in una concessionaria, intenzionato a comprare un furgoncino del 1964: tale scelta lasciò talmente stupefatto Dean, che decise di intromettersi e convincerlo a comprare l'Impala, posteggiata proprio accanto al vecchio furgone.
Il ragazzo si avvió verso il padre, mentre la ragazza decise di aspettarlo in disparte, cercando di lasciargli un momento di privacy con quello che qualche tempo dopo gli avrebbe dato la vita.
"Non è quella che vuoi" disse Dean appoggiandosi all'Impala, mentre John si voltava a guardalo stupito.
"Mi stai seguendo?" Chiese John alzando un sopracciglio e avvicinandosi.
"No, passavo di qui e volevo ringraziarti per il caffè di stamattina, io e la mia ragazza.." disse Dean sorridendo a quell'idea e rendendosi conto solamente in quel momento che Katherine era rimasta in disparte ad aspettarlo. ".. eravamo un po sfasati!".
"Più di un po!" Esclamò John sorridendo. " Figurati!".
"Voglio ricambiarti il favore.." disse Dean alzandosi e indicando la sua vecchia Impala. "..è questa l'auto che vuoi!".
"Ah si?" Chiese John aggrottando le sopracciglia. "Tu ti intendi d'auto?".
"Sì, mio padre mi ha insegnato tutto quello che so.." disse Dean accennando un sorriso. "E questa è una grande auto!".
Il ragazzo si voltó verso la macchina e alzò il cofano sorridendo, cominciando a spiegargli che macchina fosse.
"È una Shavit 327, con ben 275 cavalli.." disse Dean mentre John si avvicinava ad osservare il motore sorridendo. ".. è un vero gioiello!".
"Sì lo vedo, hai ragione!" Disse John sorridendo.
"E allora perché compri quell'affare?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Perché ho promesso che l'avrei fatto.." sussurró John facendo spallucce.
"Rinunciando a una Shavit del 67?" Chiese Dean ridendo. "Andiamo, questa macchina è per sempre! Fidati di me, quest'auto andrà forte anche tra 40 anni!".
Il ragazzo ci pensò su per qualche secondo, dopodiché porse la sua mano a Dean dicendo: "John Winchester, grazie!".
"Dean... Wanhalen!" Esclamò il ragazzo afferrando
la mano al suo futuro padre. "E grazie a te!".
John cominciò a guardare l'interno dell'auto, innamorandosene immediatamente: era un vizio di famiglia.
"Non avevo un bell'aspetto stamattina vero?" Chiese Dean scherzando.
"No, per niente.." disse John ridendo. "Ne tu, ne la ragazza!".
"Non è la prima sbronza che prendo, ma questa volta avevo i brividi in quel ristorante!" Esclamò Dean ridendo. "Sentivi qualche spiffero per caso?".
"No.." disse John ridendo.
"Io giurerei di aver sentito uno strano odore, come di uova marce! Non è che per caso hai sentito puzza di zolfo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"No, mi dispiace!" Esclamò John non capendo più il senso delle sue domande.
"Ci sono stati casi di mutilazione di bestiame?" Chiese Dean facendo spallucce, mentre vide il ragazzo cambiare espressione e aprire la bocca.
"Ok, fermati qui!" Esclamò John guardandolo con aria di diffidenza. Non capiva quale problema avesse quel ragazzo.
"Non devi preoccuparti, ok?" Disse Dean sospirando.
"Sì, certo.." disse John aggrottando le sopracciglia.
"Io vado.." disse Dean accennando un sorriso e andando via, dopo essersi voltato un'altra volta nella sua direzione.
Si avvió verso Katherine,  seduta su di una panchina ad aspettarlo e si sedette con lei in silenzio.
"Com'è andata? " Chiese Katherine accennando un sorriso.
"È strano.." disse Dean fissando un punto davanti a sé. "È mio padre e non sa nemmeno chi io sia..".
"Dean, siamo nel passato, tu non sei neanche nato in questo momento.." sussurró Katherine passandogli una mano sulla schiena. "Ha comprato l'Impala, hai visto?".
"Già.." disse Dean osservando il ragazzo uscire dalla concessionaria con la sua nuova auto. "Non abbiamo come seguirlo!".
"Beh, forse tu.." disse Katherine ridendo e scattando in piedi e appoggiandosi all'auto posteggiata che aveva appena scassinato.
"Hai...?" Sussurró Dean alzandosi s bocca aperta.
"Oh, si!" Esclamò Katherine sorridendo. "E la guideró io!".
"Sei fantastica, andiamo!" Esclamò Dean correndo letteralmente dalla parte del passeggero e salendo in macchina.
 
Seguirono John ed arrivarono davanti ad una casa, dalla quale uscì una giovane donna bionda sorridente, che divenne seria non appena vide l'auto che il ragazzo aveva appena comprato.
"E questa cos'è?" Chiese la ragazza, accigliandosi.
"La mia auto!" Esclamò John ridendo.
"Non dovevi prendere il furgone?" Chiese la donna continuando a guardare l'auto con una smorfia sul viso.
"Non lo vorrai paragonare ad una Shavit 327, con 275 cavalli?" Chiese John facendo spallucce.
"Mamma...?" Sussurró Dean guardando la scena ad occhi sbarrati.
"Cosa?" Chiese Katherine sgranando gli occhi. ".. è tua madre?!".
 
Seguirono i due ragazzi per il centro e poi in una tavola calda, dove presero dei frappe, mentre i due rimanevano a guardarli da fuori.
"Mi dispiace per Sam.." sussurró Dean accennando un sorriso. "Era troppo piccolo quando nostra madre morì, se solo potesse vederla adesso..".
"Sono convinta che se Castiel ha portato te e non lui ci deve essere un motivo.." sussurró Katherine passando un braccio attorno alla schiena del ragazzo,  mentre lui ricambiava la stretta.
"È uno schianto.." sussurró Dean incantato, fissando la madre come se fosse ipnotizzato.
Notarono la ragazza alzarsi e andare verso il bagno, così rimasero a guardare John che tirava fuori dalla tasca una scatolina con un anello dentro.
"Vuole chiederle di sposarlo stasera.." disse Katherine sorridendo. "Assisterai anche a questo, Dean!".
"Io.. vorrei solo capire perché sono qui.." disse Dean sospirando, voltandosi verso la parete,  venendo preso alla sprovvista da un pugno in pieno viso.
"Perché diavolo ci state seguendo?" Chiese Mary afferrando la ragazza e schiacciandola contro la parete.
"Sei impazzita?" Chiese Dean cercando di bloccarla, ma fu scaraventato a terra.
"Ci state seguendo da casa mia!" Esclamò Mary colpendo ancora la ragazza, che peró non volle reagire.
"Guarda che ti sbagli!" Esclamò Katherine bloccandole le braccia, ma fu colpita da un calcio in pancia che le fece mancare il fiato.
Dean la afferrò e la bloccó contro la parete, tenendola dalle braccia e disse: "Cerca di calmarti e parliamo!".
Nonostante i tentativi di liberarsi, Dean riuscì a tenerla ferma, mentre Katherine si rialzó e osservò bene il polso della ragazza, notando qualcosa che avevano in comune.
Spinse il ragazzo, facendo voltare Mary e afferrandola dalle braccia, fissandola negli occhi e dicendo più shockata che mai: "Sei una Cacciatrice?".
"Che diavolo ne sai tu?" Chiese Mary liberandosi dalla sua presa.
Katherine non disse nulla, ma alzò il polso, mostrando lo stesso identico bracciale che portava lei, lasciando anche lei a bocca aperta.
 
Quando John la riaccompagnó a casa, Dean e Katherine sbucarono fuori, e Mary li aspettò nel suo giardino.
"Forse sbaglio a fidarmi.." sussurró Mary, mostrando ai presenti i suoi dubbi.
"Io sono un cacciatore e lei è una Cacciatrice, puoi fidarti..." disse Dean sorridendo.
"Siamo praticamente una famiglia.." disse Katherine accennando un sorriso, mentre Mary sospirava.
"Sapete, mio padre non è un tipo molto socievole.." disse Mary sospirando.
"Dobbiamo incontrarlo!" Esclamò Dean con tono più serio.
"Avete sentito parlare di lui?" Chiese Mary aggrottando le sopracciglia .
"Sì.. e ci incuriosisce!" Esclamò Katherine sorridente.
 
"E così tu, Dean, sei un cacciatore?" Chiese il padre di Mary, nonché nonno del ragazzo, non appena la figlia gli disse tutto ciò che aveva saputo. "E come uccidi un vampiro? Con il legno o con l'argento?".
"Nessuno dei due.." disse Dean ridendo. "Io gli taglio la testa!".
"Mmh, e tu Katherine, sei una Cacciatrice.." disse l'uomo alzandosi dalla sua poltrona e voltandosi verso di lei. ".. anche se ne dubito, perché finché mia figlia sarà in vita, sarà lei..".
"E cosa vorrebbe dire con questo?" Chiese Katherine alzando un sopracciglio e facendo qualche passo verso di lui. "Che sto mentendo?".
"Come uccidi un vampiro se non riesci a tagliargli la testa, Cacciatrice?".
"Basterà un semplice paletto legno.." disse Katherine sorridendo e sostenendo il suo sguardo. ".. intriso del mio sangue!".
"Vale per tutte le creature?".
"Sì!".
"Come si chiama il tuo Osservatore?".
"Io non ho più un Osservatore, non ho più bisogno che qualcuno...".
"..ti dica cosa fare?" Chiese il padre di Mary ridendo.
"..mi guidi!" Esclamò Katherine infuriata.
"Il Consiglio dove si riunisce?".
"Nel bunker dei Letterati, ovviamente!" Esclamò Katherine sorridendo. "Ha altre domande oppure ho superato il test?".
"Sì, andatevene da casa mia!" Esclamò l'uomo fissando i due negli occhi.
"Papa!" Esclamò Mary, riprendendo il padre.
"Non mi fido degli altri cacciatori, non voglio il loro aiuto e non li voglio intorno a me!" Esclamò Samuel guardando male la figlia.
"Falla finita, hanno superato il tuo test e ora li invierò a cena.." disse la moglie di Samuel, Deanna. "Avete fame?".
"Da morire.." sussurró Dean sorridendo alla donna, sua nonna.
"Bene, allora accomodatevi.." disse Deanna sorridendo.
 
"È la prima volta che venite a Lawrence?" Chiese Deanna quando già furono a tavola.
"In realtà.." disse Katherine sorridendo. ".. è da un po che manchiamo!".
"Allora state seguendo un caso?" Chiese Samuel sbuffando.
"Sì, forse.." rispose Dean abbozzando un sorriso.
"Che significa?" Chiese Samuel accigliandosi.
"Che nemmeno io mi fido degli altri cacciatori! " Esclamò Dean facendo ridere Mary.
"E allora perché seguivi me e il mio ragazzo?" Chiese Mary aggrottando le sopracciglia.
"Credevamo che fosse in pericolo, ma all quanto pare ci sbagliavamo!" Esclamò Katherine sorridendo, prendendo un altro boccone dal suo piatto.
"John Winchester che ha a che fare con i demoni.. ve lo immaginate?" Disse Deanna ridendo.
"L'ho vista sai?" Disse Mary accigliandosi, voltandosi verso il padre. "Quell'aria di disapprovazione!".
"Ma che dici, John è un ragazzo davvero simpatico!" Esclamò Samuel mettendo su un finto sorriso.
"E allora? Preferiresti che uscissi con uno come lui?" Chiese Mary aggrottando le sopracciglia e indicando Dean.
"Cosa? No, no, no..." disse Dean ridendo nervosamente.
"Ma certo che no, è solo che.." iniziò Samuel ma fu interrotto dalla moglie.
"Adesso smettetela! Abbiamo ospiti..".
"E lei che mi dice Sam?" Chiese Dean cercando di sviare il discorso. "Sta seguendo un caso?".
"Forse" rispose l'uomo accennando un sorrisino.
"Sta lavorando all'incidente della fattoria appena fuoco città.." disse Mary spazientita.
"Mi sembra familiare.. perché? " Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Il proprietario è rimasto incastrato in una trebiatrice, ma la cosa strana è che il suo raccolto era distrutto.." disse  Samuel sospirando.
"Presagi demoniaci.." disse Dean annuendo. "Che cosa dicono in città? Avete trovato niente sul web?".
Katherine gli tirò un calcio da sotto il tavolo, mentre tutti si voltarono ad osservarli.
"Voleva dire se avete raccolto informazioni.." disse la ragazza sorridendo.
"Forse è stata una tempesta elettromagnetica, i grafici del servizio meteo dovrebbero arrivare venerdì" disse Deanna sorridendo.
"Per posta?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e meritandosi un altro calcio da sotto il tavolo dalla ragazza.
"Ma certo Dean.." disse Katherine facendo un sorriso finto e fissandolo negli occhi. "..per posta!".
"No, abbiamo affittato un jet che ce li porterà stanotte.." disse Samuel ironizzando.
"Ho l'impressione che stiamo dando la caccia alla stessa cosa" disse Katherine bevendo un sorso di acqua dal suo bicchiere.
"Potremmo andare lì e concludere il caso insieme.." disse Dean sorridendo .
"Come devo dirvelo che non mi fido e che noi lavoriamo da soli?" Chiese Samuel sorridendo. "E poi noi abbiamo già chi ci sta aiutando!".
"Ma avete detto che lavorate da soli" disse Dean aggrottando le sopracciglia.
"Loro sono persone fidate, lavoriamo insieme da quando eravamo giovani!" Esclamò Samuel sbuffando.
"E come si chiamano?" Chiese Dean accennando un sorriso verso l'uomo, ma improvvisamente il campanello suonò.
"Te lo diranno loro stessi.." disse Deanna sorridendo e sparecchiando, mentre Samuel andava ad aprire la porta.
"Scusate mio padre, ha dei modi non troppo gentili, è fatto cosi" disse Mary sorridendo.
"Anche mio padre è stato così per la maggior parte del tempo.." disse Katherine abbozzando un sorriso amaro. "Siamo Cacciatrici..".
"Questi sono Dean Wanhalen e Katherine Mayer.." disse Samuel entrando nel salone insieme ai suo amici cacciatori. ".. loro sono Philips e Robert Collins".
Katherine si sentì il sangue gelare, vide suo padre e suo nonno stare li a fissarli, aspettando una risposta.
"Piacere.." disse Dean alzandosi e porgendo la mano ai due, sperando che la ragazza copiasse i suoi gesti.
Katherine si alzò e porse la mano a loro, senza neanche dire una parola, limitandosi a fissare il ragazzo, Robert, negli occhi, mentre Samuel e Philips andarono a prendere qualcosa da bere in cucina, lasciando i quattro ragazzi soli.
"Stai bene? " Chiese Robert sorridendo alla ragazza.
"Sì.." sussurró Katherine fissandolo ancora. ".. è solo che tu mi ricordi moltissimo.. qualcuno!".
"Deve essere molto importante per te, immagino.." disse Robert sorridendo.
"Si, moltissimo.." disse Katherine abbassando il capo.
"Così caccerete insieme anche questa volta?" Chiese Mary intromettendosi e rompendo l'aria pesante che si era formata.
"Già.." disse Robert sorridendo e guardando in modo malizioso la ragazza. "Tu verrai?".
"EHI!" Esclamarono Katherine e Dean all'unisono, attirando su di sé gli sguardi dei due.
"È fidanzata, non provarci neanche!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia.
"E anche tu!!" Esclamò Katherine puntando un dito verso Robert. ".. almeno immagino!".
"Rilassatevi.." disse Robert ridendo. "..stavo solamente scherzando!".
"Noi siamo come fratelli, siamo cresciuti insieme!" Esclamò Mary ridendo.
"Anzi, voglio farti vedere una cosa.." disse Robert tirando fuori dalla sua tasca un anello di fidanzamento in una bella scatolina rossa. ".. piacerà a Claire?".
Katherine li fissò e sorrise, con occhi lucidi ed esclamó: "Oh mio Dio..".
Dean le passò un braccio attorno alla vita, cercando di darle conforto, mentre Mary si portava le mani alla bocca e sorrideva.
"Rob, sono convinta che le piacerà!" Esclamò Mary sorridendo. "Quando hai intenzione di darglielo?".
"Non voglio aspettare un altro secondo, appena finiremo la caccia, andrò da lei.." sussurró Robert con gli occhi velati dalle lacrime.
"Congratulazioni.." sussurró Katherine accennando un sorriso e osservando l’uomo che sarebbe diventato suo padre.
L’ultima volta che lo aveva visto risaliva più o meno a tre anni prima, quando ancora il Djin non l’aveva attaccata e non si era ancora trasferita da Bobby con i ragazzi; non poteva credere che il ragazzo che aveva di fronte a sé fosse veramente suo padre e che ci aveva appena parlato.
Le aveva provocato un forte dolore sapere che entrambi i suoi genitori erano stati freddamente assassinati da occhi gialli e che lei non aveva potuto fare nulla per salvarli; ma Katherine in quel momento era felice, lo aveva proprio di fronte a sé in carne ed ossa e per questo piccolo regalo, sarebbe sempre stata grata a Castiel.
Adesso rimaneva ai ragazzi solamente di scoprire per quale motivo fossero stati trasportati indietro nel tempo.

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Capitolo 34
*** Capitolo 27 (CONTINUAZIONE). ***


Il giorno successivo, Dean e Katherine si recarono nella fattoria poco fuori città dove vi era stat la presenza demoniaca e cercarono di raccogliere informazioni: il ragazzo scoprí e raccontò a Samuel, che incontrò aprendo la porta della fattoria, di quanto le cose sembrassero normali prima della morte dell'uomo, invece Katherine e Mary, che era arrivata successivamente con il padre, parlarono con il figlio della vittima e scoprirono che il padre negli ultimi tempi era diventato violento, così una specie di predicatore si era presentato alla porta del ragazzo, chiedendo se fosse interessato a metter fine alla violenza del padre; successivamente l'uomo morì. 
"Cosa ti ha chiesto in cambio lo sconosciuto?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Nulla!" Esclamò il ragazzo con voce rotta.
"Non consegnava mica regali!" Esclamò Dean alzando la voce.
"Ha detto solo che mi sarebbe venuto a cercare tra 10 anni.." disse il ragazzo sospirando, non capendo la gravità del guaio in cui si era andato a cacciare. ".. e che allora avrebbe voluto qualcosa!".
"Qualcosa di che genere ?" Chiese Mary sospirando.
"Non lo so! Era un pazzo,  ve l'ho detto!" Urlò il ragazzo in preda alla rabbia. 
"D'accordo, scusa le nostre domande e ancora condoglianze.." sussurró Katherine allontanandosi dal ragazzo, seguita dai due.
"Che ne pensate?" Chiese Mary aggrottando le sopracciglia. 
"Che abbia venduto l'anima ad un demone senza neanche saperlo.." disse Dean sospirando. 
"Aspettate.." disse Katherine aggrottando le sopracciglia e tornando dal ragazzo. Un dubbio le aveva appena attraversato il cervello. "Charlie, ricordi che aspetto avesse quell'uomo?".
"Sì, era circa 1.80 cm, bianco e aveva un aspetto normale direi.." sussurró il ragazzo aggrottando le sopracciglia. 
"Nient'altro?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia anche lui.
"Solamente un'altra cosa.." disse Charlie sospirando. "Aveva una strana luce negli occhi e per un momento avrei giurato che fossero..".
"Neri? Rossi?" Chiese Dean sospirando. 
"Gialli?" Chiese Katherine attirando l'attenzione dei due cacciatori su di sé. 
"Sì, sì!  Erano giallo paglierino! " Esclamò il ragazzo sospirando.
 
 
I ragazzi tornarono a casa di Samuel e immediatamente si misero a lavoro, mentre l'uomo prendeva con le pinze la storia del demone con gli occhi gialli.
"Qui nessuno ne ha mai sentito parlare!" Esclamò Samuel alzando un sopracciglio. "Beh noi si! Ha ucciso la mia e anche la sua famiglia! " Esclamò Katherine infuriata, afferrando una cartina geografica, cercando chissà che cosa.
"Calmati tesoro!" Esclamò Samuel sbuffando. 
"No, siete tutti in pericolo, dovete trovare un posto sicuro dove rifugiarvi!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia. 
"No, voglio sapere con chi ho a che fare!" Esclamò Samuel incrociando le braccia al petto.
"Potrebbe essere un demone, un mutaforma, o un migliaio di altre cose.." sussurró Deanna dalla cucina, mentre preparava il pranzo.
"Vi assicuro che è un demone e lo uccideró!" Esclamò Dean voltandosi e  tornando a guardare la cartina.
"Vuoi davvero uccidere un demone ? Come?" Chiese Samuel aggrottando le sopracciglia. 
"C'è un cacciatore da queste parti che ha costruito una pistola molto speciale, la Colt..!" Esclamò Katherine sospirando. 
"Sì ho saputo di quella pistola, la raccontavo a Mary come favola della notte!" Esclamò Samuel ridendo.
"Non è una favola.." disse Dean aggrottando le sopracciglia. Ma perché diavolo non ci credeva ?
"Ammesso che esista.." disse Samuel sospirando. ".. avete una sfera di cristallo che vi dica dove trovare quel demone?".
Katherine guardò il ragazzo negli occhi, non si era posta questo problema. 
"Forse ce l'ho!" Esclamò Dean sorridendo e afferrando il diario di suo padre dalla tasca della sua giacca.
"Che cos'è?" Chiese Samuel avvicinandosi e sbirciando nel diario.
"Mio padre ha scritto qui chiunque abbia mai avuto contatti con il demone e dove!" Esclamò Dean sfogliando le pagine velocemente.
"Perché?" Chiese Samuel aggrottando le sopracciglia. 
"Perché voleva capire come mai quel bastardo aveva ucciso mia madre!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia.
"Guardi, qui c'è indicata la fattoria fuoco città!" Esclamò Katherine indicandola con il dito.
"Ma è impossibile, è successo solo due giorni fa !" Esclamò Philips Collins, il nonno di Katherine, appoggiandosi alla porta. 
"Mio padre vedeva nel futuro.." disse Dean mettendo su un sorriso di cortesia.
"Philips, sei arrivato.." disse Samuel sorridendo.  ".. Stavamo giusto cercando di capire chi fosse questo occhi gialli".
"Salve.." disse Katherine sorridendogli, mentre l'uomo la salutava con un cenno del capo.
"Domani quindi attaccherà Liddy Walsh!" Esclamò Samuel indicando il nome con il dito. "Ad Hashville, qui vicino!".
"Beh si, è a circa 5 km.." sussurró Philips sospirando e inarcando le sopracciglia, guardando il suo amico negli occhi. 
Katherine, osservando quel gioco di sguardi, si acciglió e disse: "Credete che siamo pazzi vero?".
"Sicuramente siete brave persone.." disse Samuel sospirando . ".. ma siete anche pazzi!".
"Può darsi, ma sappiamo dove colpirà e ho intenzione di fermarlo una volta per tutte!" Esclamò Dean inarcando le sopracciglia. 
 
Il ragazzo andò a salutare Mary, mentre Katherine rimase nella stanza con il suo futuro nonno, mentre i coniugi Campbell si recavano in cucina.
"Così adesso andrete via.." disse Philips sorridendo. ".. spero che riusciate ad ucciderlo!".
"Lo faremo, può contarci!" Esclamò Katherine facendo spallucce e giocherellando nervosamente con le mani. 
"Io non so perché, ma anche se ti ho appena conosciuta, è come se ti conoscessi da sempre.." disse Philips sorridendo. ".. come se fossi mia figlia!".
"Io avrei detto nipote.." disse Katherine ridendo. "Mi saluti Robert d'accordo? E anche Claire..".
"Conosci Claire ?" Chiese l'uomo aggrottando le sopracciglia. 
"Solamente per nome, ho sentito che Robert ha intenzione di chiederle di sposarla.." sussurró Katherine sorridendo, con gli occhi lucidi.
"Già, sono una bella coppia.." disse Philips sorridendo. "Claire è incinta, te l'ha detto?".
"Cosa?" Chiese Katherine alzando il capo di scatto e guardandolo dritto negli occhi. 
"È incinta?".
"Sì, perché?" Chiese Philips ridendo.
"Ma questo è impossibile, siamo nel 1977!!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Sì, lo so, avrebbero dovuto aspettare il matrimonio, ma sai come siete voi ragazzi.." rispose ridendo l'uomo, sedendosi sul divano.
 
Dean guardò Mary sorridere guardando i vecchi dischi e cercando di sceglierne uno, ma non riusciva mai: ricordava quanto sua madre amasse la musica.
Era così felice di averla vista, averle parlato un'altra volta, ma allo stesso tempo era così triste di doversene andare; se avessero ucciso occhi gialli il loro futuro sarebbe cambiato, l'avrebbe potuta avere nel suo presente.
"Ehi.." disse Dean sospirando ed entrando nella stanza.
"Dean!" Esclamò Mary alzandosi in piedi.
"Noi andiamo, sono venuto a salutarti.." disse il ragazzo sorridendo.
"Di già?" Chiese Mary aggrottando le sopracciglia. 
"Sì, abbiamo del lavoro da fare.." disse Dean sospirando e avvicinandosi. "Volevo dirti soltanto una cosa prima di andarmene..".
"Dimmi pure.." disse Mary sorridendo.
"Non dar retta a tuo padre, a me piace quel John! " Esclamò Dean ricambiando il sorriso.
"Sul serio?" Chiese Mary scoppiando in una risata.
"Sì, siete fatti per stare insieme.." disse Dean sorridendo.
"Come te e Katherine.." disse Mary ridendo. "Mi piace come lavorate insieme, si vede che ci tenete l'uno all'altra!".
"Già, è vero, sono innamorato di lei.." disse Dean sorridendo e abbassando il capo. "Posso farti una domanda?".
"Sì, certo" sussurró Mary osservandolo.
"Che tipo è John?" Chiese Dean ricambiando lo sguardo.
"È molto carino e gentile, nonostante l'esperienza della guerra e dopo tutto l'orrore crede ancora nel "vissero felice e contenti" ed è tutto ciò che un cacciatore non è.." disse Mary sorridendo. ".. senza offesa!".
"Figurati, non c'è problema.." disse Dean facendo spallucce.
"Posso dirti una cosa?" Chiese Mary sorridendo come una bambina. "So che chiederà a mio padre la mia mano!".
"Davvero?" Chiese Dean fingendosi sorpreso.
"So che papà esploderà, ma non importa, scapperó anche di casa se necessario.." disse Mary sorridendo con le lacrime agli occhi. "..perché io amo John e io voglio andarmene..".
"Cosa?" Chiese Dean aggrottandole sopracciglia. 
"Questo lavoro e questa vita io li detesto.." disse Mary sospirando. "Io voglio una famiglia e voglio sentirmi al sicuro! Sai cos'è la cosa peggiore, che non vorrei mai che accadesse ? Che i miei figli crescessero fra queste cose, com'è successo a me!".
Dean rimase a fissarla, con la mascella serrata, impedendo ai suoi stessi occhi di far scendere una sola lacrima, non avrebbe potuto spiegare a Mary tutta la verità.
"Io non permetteró che accada.." disse Mary sospirando. 
"Certo.." sussurró Dean asciugandosi una piccola lacrima che era sfuggita al suo controllo. "Ehi, Mary? Posso dirti una cosa  che potrà sembrarti molto strana? Promettimi che te la ricorderai!".
"Sì,  ok.." sussurró Mary sorridendo.
"Il 2 novembre del 1983, non alzarti dal letto.." sussurró Dean lasciando che qualche lacrima scendesse dai suoi occhi.  ".. qualunque cosa sentirai o vedrai, promettimi che non ti alzerai dal letto!".
"Ok.." sussurró Mary, non capendo cosa intendesse il ragazzo. 
"Ciao Mary.." sussurró Dean uscendo dalla stanza e raggiungendo la sua ragazza.
 
I due salirono in macchina e il ragazzo notò l'espressione di Katherine, fissava il vuoto.
"Tesoro, tutto bene?" Chiese Dean sfiorandole una coscia con le dita.
"No, Dean, c'è qualcosa che non quadra.." disse Katherine muovendosi nervosamente all'interno dell'abitacolo. "Ho parlato con Philips, ha detto che mia madre  è incinta, ma siamo nel 1977, io sono nata nel 1983, qualcosa non torna..!".
"Questo è uno degli svantaggi dei viaggi nel tempo.." disse Castiel, apparendo nel sedile posteriore, facendo sussultare i due.
"Adesso Dio mi fa da copilota ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Ti rendi conto che se alteri il passato tu e la tua famiglia non diventerete mai cacciatori, Dean?" Chiese Castiel sospirando. "Tutte quelle persone che avete salvato moriranno e non incontrerai mai Katherine..".
Dean si voltó a guardarla negli occhi, mentre la ragazza aprì la bocca per dire qualcosa ma fu preceduta dall'angelo. 
"Non ti importa?" Continuò Castiel aggrottando le sopracciglia. 
"Certo che mi importa, ma devo salvare la mia famiglia, non lascerò che muoiano di nuovo.." disse Dean abbassando lo sguardo.
Castiel sparì dall'auto, lasciando i due a fissarsi negli occhi, sospirando. 
"Non è quello che si definisce "un chiacchierone" disse Katherine facendo spallucce.
"Noi potremmo non incontrarci mai.." disse Dean incollando gli occhi alla strada.
"Dean, noi ci troveremo sempre.." disse Katherine afferrandogli la mano con cui teneva il cambio. "..stiamo insieme da cacciatori, perché non dovremmo farlo da persone normali?".
"Ma tu saresti ugualmente una Cacciatrice.." sussurró Dean sospirando. 
"Già, ma hai visto i tuoi genitori, no?" Chiese Katherine sospirando. "Tua madre è la Cacciatrice e tuo padre è un uomo qualunque in questo momento!".
"E hai visto come sono finiti entrambi.." disse Dean scuotendo la testa.
"Troveremo una soluzione.." disse Katherine avvicinandosi di più a lui, e appoggiando la testa sulla sua spalla, dopo avergli dato un bacio sul collo.
Non aveva intenzione di perderlo. 
 
Katherine e Dean riuscirono a trovare la Colt e dopo aver puntato essa contro il proprietario, riuscirono a portarla con sé. 
Si misero immediatamente sulle tracce del demone dagli occhi gialli e si recarono alla casa che era indicata nel libro del padre di Dean; non appena giunsero sul posto si accorsero che qualcosa non andava.
Quando entrarono, si trovarono davanti Samuel schiacciato contro un muro e il demone che teneva fra le braccia Mary.
"Lasciala stare!" Esclamò Dean puntando la Colt contro il demone. 
"Dove hai preso quella pistola?" Chiese il demone divenendo serio.
Dean sorrise e sparò un colpo, mentre Katherine si scambió dei rapidi sguardi con Mary, facendole capire che l'avrebbe coperta: in breve tempo la Cacciatrice del '73 si liberò dalla presa del demone ed esso uscì fuori dal corpo dell'uomo che aveva tenuto fino a quel momento fra le braccia Mary, lasciando i presenti demoralizzati. 
 
"Che cosa ti ha detto?" Chiese Dean uscendo dalla casa.
"Solamente che gli piacevo.." disse Mary portando le braccia al petto. ".. cos'avrá voluto dire?".
"Liddy è una ragazza forte, si riprenderà.." disse Samuel uscendo dalla casa. 
"Stai bene?" Chiese Katherine sorridendo verso la ragazza.
"No, non sto per niente bene, possiamo andarcene?!" Chiese Mary dirigendosi verso l'auto, più infuriata che mai.
"Sei stato bravo.." disse Samuel sospirando e passando una mano sulle spalle del ragazzo.
"Sì, ma l'ho mancato!" Esclamò Dean arrabbiato con sé stesso.
"Devo farvi i miei complimenti, siete in gamba.." disse Samuel sospirando. "..mi sbagliavo su di voi!".
I due ragazzi si guardarono per qualche breve secondo e si capirono al volo.
"Samuel, dovremmo parlare da soli.." disse Katherine sospirando. 
"Andiamo a casa mia e parleremo, d'accordo?" Chiese Samuel, mentre i due annuivano e si recavano verso la loro auto. 
 
"Dobbiamo  uccidere quel demone o Mary morirà!" Sbottó Dean guardando fuori dalle finestra in maniera nervosa, mentre Samuel e Katherine stavano seduti al tavolo da pranzo.
"Cosa?" Chiese Samuel aggrottando le sopracciglia. "Come fai a saperlo?".
"Lo so e basta!!" Esclamò Dean prendendo fra le mani il diario di suo padre.
"Quando?" Chiese Samuel divenendo serio.
"Non oggi, ma sicuramente fra qualche anno.." disse Katherine sospirando. ".. fidati!".
"Leggete anche voi due il futuro?" Chiese Samuel accigliandosi. 
"No.." disse Dean sospirando e sedendo accanto all'uomo. "So che quello che ti dirò potrà sembrarti assurdo e fuori da ogni logica..".
"Ok.." disse Samuel abbozzando un sopracciglio. 
"Mary è mia madre.." disse Dean fissando l'uomo negli occhi.
"Scusami?" Chiese Samuel aggrottando le sopracciglia. 
"..e io sono tuo nipote!" Esclamò Dean sospirando. 
"Ti dispiacerebbe ripeterlo?" Chiese Samuel cominciando a credere che il ragazzo fosse pazzo. 
"Il mio vero nome è Dean Winchester, sono nato il 24 gennaio del 1979 e i miei genitori sono Mary e John Winchester!" Esclamò Dean tutto d'un fiato sperando che gli credesse. 
"Non credo a quello che dici".
"Mary verrà uccisa una notte del 1983 e lui questa sera ha detto che le piaceva e ha sentito il suo odore!" Esclamò Katherine sospirando. "Se non riusciamo ad ucciderlo e lui riesce a fuggire, Mary morirà..".
"Se lui è veramente mio nipote, tu chi diavolo sei?" Chiese Samuel guardando la ragazza negli occhi, infuriato. 
"Io, beh... sono la figlia di.." disse Katherine sospirando. ".. sono la figlia di Robert.. nasceró nel 1980..".
"Davvero..?" Sussurró Samuel ridendo.
"Come facevamo a sapere della Colt? O di quel demone e dove sarebbe apparso?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e infuriandosi perché l'uomo non gli credeva. "Non ci stiamo inventando nulla!".
"Se dovessi seguire il mio istinto vi dovrei sbattere fuori da casa mia!" Esclamò Samuel sbuffando. "Ma tu Dean hai qualcosa che mi è familiare e voglio credervi!".
"Grazie.." sussurró Dean sorridendo. 
"Dove troviamo quel bastardo?" Chiese Samuel sospirando. 
Dean afferrò il diario di suo padre e lo sfoglió, quando Samuel disse: "Hai la Colt?".
"Sì!" Esclamò Dean prendendo la pistola dalla sua giacca e poggiandola sul tavolo.
"Posso vederla?" Chiese l'uomo osservandola e sorridendo.
"Scusa, ma non lo permettiamo a nessuno!" Esclamò Katherine alzando un sopracciglio e afferrando la pistola fra le sua mani.
"Ma io sono suo nonno!" Disse Samuel aggrottando le sopracciglia. 
"Katherine, che ti prende?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e voltandosi a guardarla.
"Niente di personale.." sussurró Katherine facendo spallucce. 
"Certo che lo è, dato che sono io quello che volete ammazzare!" Esclamò l'uomo mostrando i suoi occhi gialli, mentre o ragazzi venivano scaraventati contro la parete e la pistola rimaneva rimessa sul tavolo con un suo semplice tocco delle mani.
"Ragazzi del futuro.." disse occhi gialli  sorridendo e alzandosi, andando in contro ai due. "Conosco solamente uno che ha abbastanza fegato da fare una cosa del genere, dovrete avere degli amici ai piani alti!".
"Bastardo!" Esclamò Katherine cercando di riacquistare il controllo del suo corpo.
"Io uccideró tua madre, Dean.." disse il demone ridendo.
"Siamo venuti per ucciderti!" Esclamò Dean a denti stretti. 
"Ehi, se quello smidollato sposa tua madre allora tu sei uno dei miei ragazzi speciali!" Esclamò Samuel avvicinandosi a Dean e annusandolo, rimanendo però deluso. "No, non tu! Forse hai una sorellina o un fratellino!".
"Ho capito di che si tratta, questi patti che stai stringendo servono a questo! Tu vuoi i loro figli!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia. 
"Sono qui per scegliere i genitori perfetti, come tua madre.." disse il demone ridendo.
"Perché lei?".
"Perché sono forti.." disse il demone ridendo e voltandosi verso la ragazza imprigionata nella sua morsa invisibile. ".. e in più è una Cacciatrice! Questo spiega anche il tuo legame con la tua ragazza, Dean! Non crederai che ti ami davvero?".
"Ma perché tutti questi patti?" Chiese Katherine accorgendosi di Deanna che stava cercando di aiutarli.
"Mi serve il permesso per entrare nelle loro case!" Esclamò il demone sbuffando. "Anche se devo aspettare 10 anni ne vale la pena e sai che farò a quelli come tuo fratello? Starò davanti alla loro culla versando nella loro bocca gocce di sangue demoniaco, ricco di vitamine e sali minerali che li farà diventare grandi e forti!".
"Per cosa?" Chiese Dean infuriato. "Perché guidino il tuo esercito demoniaco da quattro soldi?".
"Il mio piano finale è molto più ambizioso di questo!".
"Quale piano finale?" Chiese Katherine ridendo. "Sai benissimo che ti uccideremo e i tuoi piani andranno in fiamme!".
"Non lo dirò certo a voi o agli angeli che vegliano su di voi!" Esclamò il demone dalla bocca di Samuel sorridendo. "Comunque come vorreste uccidermi?".
"Guardami bene negli occhi, figlio di puttana, perché sarò io che ti uccideró!" Esclamò Dean fra i denti stretti.
"Ma bravo.." disse il demone ridendo. "..ma una persona di certo non la salverai, il tuo nonnino!".
Velocemente estrasse un coltello e se lo piantò dritto in pancia, mentre Dean e Deanna esclamarono un "Noo!" in coro e il demone si voltó velocemente verso la donna, scaraventandola dalla parte opposta della stanza e andando ad ucciderla, girando il suo collo fra le mani.
I ragazzi si liberarono e afferrarono la Colt guardandosi attorno, non trovando più il demone vicino al corpo di Deanna, si preoccuparono per Mary, così uscirono a cercarla, sperando di arrivare prima che fosse troppo tardi.
 
Non appena i ragazzi arrivarono nei pressi di un lago, videro la scena che più avrebbero voluto evitare: Mary, che teneva fra le braccia il corpo di John senza vita, che baciava il demone, segno che aveva appena stretto un patto.
"NOOO!" Gridò Dean scendendo dalla macchina e puntando la pistola contro il demone, che peró velocemente uscì dal corpo freddo di Samuel, lasciandolo privo di vita a terra.
Mary guardò Dean e Katherine con occhi pieni di lacrime, finché la sua attenzione fu catturata dall'uomo che teneva fra le braccia che riprendeva a respirare.
"No.." sussurró Katherine sospirando. 
I due ragazzi sussultarono quando videro Castiel comparire alle proprie spalle e poggiargli delicatamente una mano sulle spalle. 
 
I ragazzi aprirono gli occhi a letto, dove Castiel li aveva svegliati prima del viaggio e sussultarono, trovandolo in fondo alla stanza.
"Perché diavolo ci hai riportati qui?" Chiese Katherine alzandosi come una furia e parandosi davanti all'angelo. "Non abbiamo impedito un bel niente e Mary ha stretto ugualmente un patto!".
"Morirà sempre nella cameretta vero?" Chiese Katherine abbassando lo sguardo, dopo essersi seduto sul letto.
"Non siate severi con voi stessi, non potevate evitarlo!" Esclamò Castiel sospirando. 
"Cosa?" Chiese Dean alzandosi e infuriandosi.
"Il destino non può essere cambiato.." sussurró Castiel voltandosi verso i due. "Tutte le strade portano alla stessa destinazione..".
"Perché ci hai rimandati indietro?" Chiese Katherine abbassando lo sguardo. 
"Perché sapeste, adesso sapete tutto.." disse Castiel sospirando.
Katherine sgranó gli occhi e si affacciò alla finestra, non vedendo la macchina dei ragazzi.
"Dov'è Sam?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Sappiamo cos'ha fatto Azazel a Sam, ma non sappiamo perché.." disse Castiel sospirando. "..ha fatto di tutto per tenerlo nascosto!".
"Dov'è Sam?!" Urlò Dean avvicinandosi pericolosamente all'angelo. 
"Vi ci porterò, ma voglio che sappiate che ha preso un cammino pericolo e non sappiamo dove conduce.." disse Castiel guardando a turno u due negli occhi. "Dovete fermarlo.. o lo faremo noi!".
"Basta, io ho chiuso con le vostre stronzate, dimmi dove diavolo è Sam!!" Esclamò Katherine infuriandosi e andando in contro all'angelo, decisa a farlo parlare.
"Dovresti sapere che non puoi fare del male ad un angelo, Kath.." sussurró una voce aprendo la porta e appoggiandosi contro lo stipite.
Katherine la osservò per qualche secondo: era una ragazza con un fisico asciutto, i capelli castani-biondo e degli occhi verdissimi che le spiccavano sul viso.
"E tu chi sei?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"A te di certo non importa, sono qui per lei.." disse la ragazza incrociando le braccia al petto e sorridendo.
"D'accordo, devi dirmelo, chi sei e che cosa vuoi?" Chiese Katherine ormai spazientita, sospirando e avvicinandosi leggermente.
"Sono Hailey.." disse la ragazza accennando un sorriso, rimanendo ancora appoggiata allo stipite della porta.  ".. sono tua sorella maggiore, sono qui perché tu sappia la verità!".

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Capitolo 35
*** Capitolo 28. ***


Katherine rimase immobile per qualche secondo, sentendo il sangue gelare nelle sue vene: aveva sentito bene? Quella ragazza, che non aveva mai visto in vita sua, aveva appena detto di essere sua sorella? Prese un respiro profondo e deglutì con fatica, portando le braccia al petto e disse: "Mia sorella maggiore?".
La ragazza, Hailey, sorrise e scosse la testa, spostando i capelli che le erano scivolati sul viso, e disse sbuffando: "Si, hai presente? Sono quella che è nata prima di te".
"Dean, dovremmo andare da Sam.." disse Castiel sospirando e avvicinandosi al ragazzo.
"Sì, solo un attimo.." sussurró Dean avvicinandosi alla sua ragazza e carezzandole un braccio. "..tu starai bene? Devo andare a recuperare Sam, tornerò presto..".
"Certo, verrei anch'io.." disse Katherine sospirando e distogliendo lo sguardo da quello del ragazzo e spostandolo sulla ragazza ancora poggiata alla porta. ".. ma impegni improvvisi mi tengono occupata..".
"Certo, ti chiamo appena so qualcosa.." disse Dean sospirando e avvicinandosi all'angelo. 
"A dopo.." sussurró Katherine sospirando e osservando i due che scomparivano nel nulla.
"Allora.." disse Hailey entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle. ".. veniamo a noi!".
Katherine volse lo sguardo verso la ragazza e alzando un sopracciglio, notò con quanta sfrontataggine avesse fatto quel gesto, e si avvicinò, dicendo: "Devi dirmi qualcosa? Beh, dilla!".
"Ehi, Barbie, neanche a me piace stare qui con te, quindi apprezza almeno il fatto che ci sia!" Esclamò Hailey sbuffando.
"Ma qual è il tuo problema?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. "Arrivi qui dicendo di essere mia sorella e ti comporti in questo modo senza alcuna ragione?".
La ragazza alzò un sopracciglio e le si avvicinò, passandole accanto per raggiungere la sedia della scrivania e fissandola.
"Me l'avevano detto che avevamo un carattere molto simile.." sussurró Hailey accennando un sorriso.
"Perché non sei rimasta a casa con noi?" Chiese Katherine sospirando e sedendosi nel letto di fronte a lei.
"Credi che sia stata una mia scelta?" Chiese Hailey ridendo. "Ovvio che no!".
"Allora spiegami, cos'è successo?" Chiese Katherine facendo spallucce. 
"Avevo solo sei anni.. "  disse Hailey sospirando, appoggiando un gomito al tavolo e tenendosi la testa con una mano. ".. la Cacciatrice di quel tempo aveva deciso di dare la caccia a demoni molto potenti, specialmente ad un vampiro, che finì per ucciderla! Ti sembra familiare?".
"Tu cosa ne sai di questo?" Chiese Katherine accigliandosi. 
"Quando morì, fui io a diventare la nuova Cacciatrice.." disse Hailey facendo spallucce.
".. ma hai appena detto che avevi 6 anni!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia. ".. è impossibile!".
"Davvero?" Chiese la maggiore facendo una risatina nervosa. "Sai di cosa è capace il Consiglio!".
"Non farebbero mai diventare una bambina di 6 anni una Cacciatrice!" Esclamò Katherine alterandosi, non credendo alle parole della ragazza. 
"Infatti non l'hanno fatto, mi hanno chiusa nel loro bunker e costretta a studiare e ad imparare cosa fosse il Consiglio, chi fossero le Cacciatrici, come affrontare i demoni.." disse Hailey sospirando. "..finché non mi hanno chiusa in una stanza con uno di loro!".
"Va avanti! " Esclamò Katherine esortandola a continuare.
"L'ho ucciso Katherine! Ho ucciso il mio primo demone a 11 anni!" Esclamò Hailey sbuffando. Era stata sufficientemente chiara no?
"È impossibile, mamma e papà non l'avrebbero mai permesso!" Esclamò Katherine alzandosi ormai spazientita. "E poi non sei morta, sei viva davanti a me e questa è la prova che menti! Per diventare una Cacciatrice, quella precedente deve morire!".
Hailey rise, mettendosi dritta sulla sedia e disse: "Pensi davvero che tutto quello che il Consiglio ti ha detto sia vero? Sei diventata Cacciatrice perché io sono scappata, ma ci si nasce con questo dono, non ti viene trasmesso alla morte della precedente!".
"Aspetta.." disse Katherine prendendo un bel respiro. ".. se quello che mi stai dicendo è vero, allora anche Giles sapeva della tua esistenza, vero?".
"Giles, Henry.." disse Hailey sorridendo. "..Bela..!".
Katherine avvertì nuovamente la sensazione di qualche minuto prima, il sangue le si geló nelle vene: non poteva credere che tutti le avessero mentito.
"Bela..?" Sussurró la minore deglutendo a fatica.
"Sì, sapeva tutto.." disse Hailey facendo spallucce. ".. ho cercato molte volte di prenderla con le buone e riportarla sulla strada giusta, ma mi ripeteva spesso che io non ero te!".
"Saresti dovuta venire da me, perché non l'hai fatto?!" Chiese Katherine infuriata più che mai. "Perché adesso?".
Hailey si alzò di scatto e si mise a una manciata di distanza dalla sorella e disse: "Perché adesso sei in pericolo e non posso più aiutarti stando fuori dalla tua vita!".
 
"Dimmi di tutte le cose che tu e questa puttana fate nell'oscurità, eroe!" Esclamò un uomo, presumibilmente un demone, legato ad una sedia, mentre Sam e la sua nuova ragazza gli stavano davanti. "Dimmi di quello che hai fatto nei mesi in cui tuo fratello era all'inferno!".
Dean era appena arrivato davanti a quel grande edificio e  avvicinandosi cautamente, aveva colto solamente quella frase. Che diavolo voleva dire ? Che cosa faceva suo fratello nell'oscurità? E soprattutto che diavolo aveva fatto durante la sua assenza?
"Ma che diavolo sta succedendo, Castiel?" Chiese Dean voltandosi verso l'angelo che lo aveva portato li, non trovandolo più. "Fantastico!".
Il ragazzo sgranó gli occhi quando sentì il demone legato alla sedia cominciare a lamentarsi e, successivamente, sentì e vide un fumo denso e nero uscire dalla sua bocca.
Sam rise e slegó l'uomo, che nel frattempo si stava riprendendo ed era parecchio stordito.
"Come ti senti?" Chiese la ragazza, guardandolo con un sorriso stampato sul viso.
"Meglio, non ho più mal di testa.." disse Sam ricambiando il suo sorriso per poi rivolgere l'attenzione sull'uomo che teneva ancora stretto. "Andiamo, la porto io..".
Dean, ancora shockato per quello che aveva appena visto, capì che era il momento giusto per entrare dentro l'edificio, e così fece: entrò e vide il sorriso di suo fratello e della donna scemare. 
"Allora.." disse Dean avvicinandosi lentamente. ".. devi dirmi qualcosa, Sam?".
" Dean, aspetta ok?"  Disse Sam facendo sedere l'uomo nuovamente sulla sedia e mettendo le mani avanti in segno di resa. "Lascia che ti spieghi!".
"Lascia che ti spieghi??" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e  avvicinandosi ancora di più al fratello. "Vuoi spiegarmi questo? Perché non cominci spiegandomi chi accidenti è lei e che cosa ci fa qui?!".
"Sono felice di rivederti.." disse la ragazza sorridendo.
Dean la fissò per qualche secondo, contenendo la grande voglia di farle sparire dalla faccia quel sorriso e deglutendo, disse: "Ruby?". 
La ragazza ricambió lo sguardo, ma non si aspettò quando il ragazzo si fece avanti e con un balzo la spinse contro una grata, estraendo il coltello, pronto ad ucciderla; ciò che Dean non si aspettò completamente, fu quando il fratello cercò di disarmarlo, afferrandogli il braccio.
Immediatamente il maggiore riuscì a liberarsi della presa del fratello, ma Ruby lo afferrò e lo sbatté contro la grata, afferrandogli il collo.
"No, Ruby, lascialo andare!!" Esclamò Sam avvicinandosi cautamente. 
Il demone dopo qualche secondo di esitazione, molló la presa e indietreggiò di qualche passo, continuando però a sostenere il suo sguardo. 
"Sei proprio una puttanella ubbidiente!!" Esclamò Dean con una smorfia sul viso, aspettando solamente che si facesse nuovamente avanti. 
"Ruby, è ferito, portalo via di qui!" Esclamò Sam gesticolando e indicando l'uomo, ma il ragazzo lesse l'esitazione nel suo sguardo e la richiamò nuovamente, finché la ragazza afferrò l'uomo per un braccio e lo scortó fuori, per portarlo al pronto soccorso.
"Dean.." sussurró Sam, ma tutto ciò che ottenne fu uno sguardo glaciale da parte del ragazzo, che uscì nonostante i richiami del fratello.
"Dobbiamo andare!" Esclamò Dean senza neanche degnarlo di uno sguardo, uscendo dall'edificio.
 
 
"Cosa vuol dire?! Mi hai aiutata in passato?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Secondo te perché sei ancora viva ? Chi ha detto a Bela come salvarti dalla morte?" Chiese Hailey come se fosse una cosa ovvia.
Katherine distolse lo sguardo e si diresse verso la finestra, guardando fuori, non sapendo più cosa pensare; si voltó e si sedette sul letto, mantenendo lo sguardo sulle sue mani, poggiate sulle cosce.
"Tutto bene?" Chiese la sorella aggrottando le sopracciglia. 
"Sta zitta!" Esclamò Katherine alzandosi nuovamente e camminando nervosamente per la stanza.
"Kath.." disse Hailey sospirando. 
"No, niente 'Kath'! Ti rendi conto che non ti conosco?" Chiese Katherine gesticolando nervosamente. "Sei mia sorella e non sei neanche venuta da me non hai appena hai potuto! Ho perso la memoria per molto tempo e tu probabilmente mi avresti potuta riportare a casa e sei stata li a guardare con Bela! Saresti potuta venire da me e da lei, magari nostra sorella non sarebbe morta, magari noi saremmo unite adesso!!".
"Katherine guarda che.." iniziò Hailey ma fu interrotta dal rumore di un clacson, segno che Dean era arrivato con Sam. 
Katherine aprì la porta della camera e vide il maggiore de fratelli e subito capì che qualcosa non andava, aveva lo sguardo nero; qualcosa di brutto era successo.
"Dean, che è successo?" Chiese Katherine avvicinandosi e il ragazzo serró la mandibola.
"Sai cos'è successo? Che io e te ce ne andremo.." disse Dean entrando in camera e sistemando i suoi vestiti nel suo borsone, rivolgendo poi l'attenzione alla nuova arrivata, Hailey. ".. se vuoi puoi venire anche tu!".
"Vuoi andartene via?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e sbuffando per il dispiacere. "E tu chi sei?".
"La sorella di Katherine.." disse Hailey divertita, osservando i due litigare.
"Non ti serviamo, tu hai Ruby, vai con lei a combattere demoni!" Esclamò Dean infuriato. 
"Ruby?!" Chiese Katherine avvicinandosi al minore dei fratelli e sgranando gli occhi. "Sam, di che diavolo parla?".
"Oh, Ruby è ancora viva, e sai cos'hanno fatto per tutti questi mesi? Hanno sviluppato i poteri di Sam!" Esclamò Dean ironicamente, ma infuriato più che mai.
"Sam, ma è impossibile, tu sei stato tutto il tempo con.." disse Katherine portandosi una mano alla bocca per la sorpresa. ".. quella ragazza, è lei Ruby vero?!".
"Esatto!" Esclamò Dean chiudendo il suo borsone e avviandosi verso la porta della stanza.
"Dean, andiamo.." disse Sam afferrando un braccio del fratello, ma quando il ragazzo si voltó, tutto quello che fu capace di fare, fu dargli un pugno dritto sul viso, che fece voltare il minore.
"Soddisfatto?" Chiese Sam tossendo un po di sangue e voltandosi nuovamente verso il fratello.
Dean lo guardò per qualche altro secondo e gli diede un altro pugno in pieno viso, pronto a continuare, ma Katherine lo fermó, parandosi davanti a lui e tenendogli le mani. 
"No Kath, lascia che si sfoghi!" Esclamò Sam sospirando e avvicinandosi.
"Non ti rendi conto che hai oltrepassato il limite ?!" Chiese Dean infuriato, spingendo anche la ragazza, pur di avvicinarsi al ragazzo. "Sei andato oltre il normale, oltre l'umano!!!!".
"Sto solo esorcizzando demoni.." disse Sam sbuffando.
"Con la mente?!!" Urlò Dean in preda alla furia e stavolta Katherine fu costretta ad usare la forza per allontanarlo. "Cos'altro puoi fare?!".
"Posso rispedirli all'inferno, però funziona solamente con alcuni demoni.." disse Sam facendo spallucce.
"Cos'altro puoi fare?!" Chiese ancora Dean,  afferrandolo per la camicia, mentre Katherine cercava di spingerlo via.
"Dean, basta!!" Esclamò Katherine allontanandolo. 
"Te l'ho appena detto!!!!" Urlò Sam liberandosi dalla presa del fratello.
"E io ho tutti i motivi del mondo per non crederti.." disse Dean sospirando e voltandosi, cercando di calmarsi.
"Lo so, avrei dovuto dirvelo.. " disse Sam guardando il fratello e la ragazza, che non ricambiava il suo sguardo, era troppo arrabbiata anche lei. "Mi dispiace, mi dispiace veramente, ma cercate di vedere il lato positivo..".
"Quale sarebbe?!?" Urló Dean tornando ad infuriarsi e voltandosi nuovamente vero di lui.
"Tiro fuori demoni dalle persone innocenti..!" Esclamò Sam guardando negli occhi entrambi i ragazzi. 
"E non puoi limitarti ad usare il coltello?" Chiese Katherine facendo spallucce, non riuscendo neanche ad alzare la voce per la troppa rabbia.
"Il coltello uccide la vittima, con il mio sistema la maggior parte sopravvive!" Esclamò Sam sospirando. "Ho salvato più gente negli ultimi 5 mesi di quanta ne salviamo in un anno!!".
"Ruby vuole che pensi questo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Ti ha ingannato in questo modo per farti usare i tuoi poteri?".
"È una strada pericolosa, aspetta e vedrai.. diventerà sempre più buia, sempre di più.." disse Katherine fissandolo negli occhi e sospirando. ".. e chissà dove arriverà..".
"Non mi spingeró troppo oltre.." disse Sam sospirando. 
Dean soffocó l'impulso di colpirlo di nuovo in pieno viso, cosi scostó la ragazza e, in preda alla furia, colpì la lampada e la spaccó in mille pezzi.
"Ti sei già spinto troppo oltre!!!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia. "Se tu fossi un sconosciuto, ti darei la caccia! E anche gli altri cacciatori!".
Sam fu colpito dalle parole così tanto, che gli occhi gli si imperlarono dalle lacrime e volse lo sguardo verso il fratello e disse: "Tu non c'eri, io ero qui e ho dovuto continuare a lottare senza di te e quello che faccio funziona..".
"Dean non c'era, ma c'ero io! Ci sono sempre stata io! Anche quando abbiamo capito che per noi non c'era più nulla da fare e hai cominciato a portare Ruby a casa mia!! Dove spesso c'era anche Judith! L'hai messa in pericolo, Sam!!" Esclamò Katherine infuriandosi ancora di più. "Per tutto questo tempo hai preferito fidarti di un demone piuttosto che di me!".
"Kath, mi dispiace.." disse Sam avvicinandosi alla ragazza e afferrandole un braccio,  che peró lei stacco subito dalla presa. 
"Perché non ce l'hai detto se pensavi che fosse una cosa giusta?" Chiese Katherine ancora in preda alla furia, ma abbassando il tono della voce.
"E per quale motivo un angelo ci ha detto di fermarti?" Chiese Dean serrando la mascella.
"Cosa?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, rimanendo sorpreso.
"Castiel ha detto che se non ti fermeremo noi, lo farà lui.. capisci che significa?" Chiese Dean allargando le braccia. ".. vuol dire che Dio non vuole che tu faccia questo! E adesso hai intenzione di continuare a dire che va tutto bene ?".
Sam aggrottó le sopracciglia, guardando prima Katherine e poi il fratello negli occhi, e capì che stavano dicendo solamente la verità. 
Non poteva credere che questa situazione avrebbe preso una tale piega, non sapeva più che controbattere ormai.
"Oddio, ragazzi, siete meglio di una soap opera! " Esclamò Hailey sorridendo. "La prossima volta avvisatemi, porterò i pop Corn..!".
"Hailey..!" Esclamò Katherine sospirando, mentre la ragazza continuava a sorridere.
Il telefono di Sam squilló e senza neanche pensarci, afferrò il telefono, e rispose.
"Ehi Seth, non è un buon momento.. si anche a me fa piacere sentirti...d'accordo dammi i dettagli.." disse Sam voltandosi e scrivendo su un foglio. ".. Colorado, Frank O'Brien, deceduto per.. attacco di panico? D'accordo..".
"Abbiamo un caso, vero?" Chiese Dean sospirando. 
"Sì.." sussurró Sam facendo spallucce.
"Vi aspetto in macchina!" Esclamò Dean uscendo, senza battere ciglio.
Katherine sospirò, sistemando le sue cose mentre la sorella la stava a fissare con le braccia conserte. 
"Che c'è?!" Chiese irritata. 
"Noi dobbiamo parlare, te lo sei dimenticata?!" Chiese Hailey alzando un sopracciglio. 
"Beh, lo faremo dopo aver concluso il caso!" Esclamò Katherine chiudendo il suo borsone.
"Oppure, potresti rimanere qui e parlare con me!" Esclamò Hailey contrariata, sbuffando.
"Kath, se vuoi possiamo andare io e Dean.." disse Sam sospirando, non sapendo quanto fosse arrabbiata la ragazza.
Katherine lo ignoró completamente e prese il borsone, uscendo dalla stanze e dicendo solamente: "Andiamo!".
I due ragazzi si guardarono e Sam cercò di fare la cosa giusta, porgendole la mano e presentarsi; Hailey fisso per qualche secondo la mano del ragazzo sospesa a mezz'aria, sconcertata al solo pensiero di toccarla. 
"Chiariamo una cosa: non mi piaci!" Esclamò Hailey sbuffando. "Fraternizzi con i demoni, sono dalla parte di Katherine.. anche se non la conosco!".
"Voi non vedete il lato positivo.." sussurró Sam abbassando il capo.
"Non c'è un lato positivo! E adesso se non ti dispiace, vado da mia sorella!" Esclamò la ragazza uscendo dalla camera, lasciandolo solo.
Sam sbuffó e si passò le mani fra i capelli, davvero stava facendo la cosa sbagliata ?
 
 
"Addirittura L'FBI manda quattro agenti per un caso come questo?" Chiese il medico legale, aggrottando le sopracciglia. 
"Cosa vuole che le dica, la sicurezza non è mai troppa!" Esclamò Hailey seccata e sbuffando, guadagnandosi delle occhiatacce da parte di tutti i presenti.
"Bene agenti.." iniziò il medico aprendo il sacco nero che conteneva il corpo dell'uomo morto. "..ecco a voi Frank O'Brien!".
"È morto di infarto, vero?" Chiese Sam, limitandosi ad osservare.
"Si, tre giorni fa.." disse il medico.
"Ma O'Brien aveva 44 anni e qui.." disse Katherine aprendo il fascicolo che teneva fra le mani. ".. dice che correva nelle maratone!".
"Prima o poi tocca a tutti, per questo mi sono assicurato.." disse l'uomo ridendo. 
"Sì, ma Frank è morto qui e ieri due uomini sono morti di infarto, ma stavano benissimo!" Esclamò Dean alzando un sopracciglio. 
"Insomma, non mi dica che non lo trova strano!" Esclamò Hailey sbuffando. 
"Perché se ne interessa l'FBI?" Chiese il dottore alzando un sopracciglio. 
"Vogliamo i risultati dell'autopsia di Frank" disse Katherine sospirando. 
"Quale autopsia?" Chiese il dottore confuso.
"Beh, quella che eseguirà!" Esclamò Hailey avvicinandosi e accennando un sorriso.
 
Durante l'autopsia, i ragazzi avevano avuto modo di osservare il corpo dell'uomo: le braccia erano completamente scorticate e le mani piene di ematomi.
Il dottore non aveva trovato nessuna occlusione nelle arterie, segno che non c'era stato nessun infarto.
Subito dopo, i ragazzi si recarono dallo sceriffo del luogo, Ed Britton, notando la sua ossessione per la pulizia: prima di entrare gli aveva fatto togliere le scarpe e dopo avergli stretto le mani, aveva passato ben 10 minuti a sterilizzarsi le mani con del disinfettante.
Scoprirono che, prima di morire, Frank si comportava in modo strano, era spaventato da qualcosa, ma non erano riusciti a capire da cosa. 
 
"Non è stato un infarto!" Esclamò Dean uscendo dall'ufficio dello sceriffo e dirigendosi verso la macchina. 
"No infatti, Sherlock! Tre vittime che presentano gli stessi graffi e sono passati dal nervosismo alla morte in solo 48 ore!" Esclamò Hailey sbuffando ancora.
"Qualcosa deve averli spaventati.." disse Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Bene, allora cos'è stato ?" Chiese Sam sospirando. 
"Fantasmi, licantropi.. ci sono moltissime cose" disse Dean.
"Sarebbe meglio se cominciassimo ad eliminare qualcosa" disse Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Bene, chi è stata l'ultima persona a vederlo vivo?" Chiese Hailey passandosi una mano sui capelli. Era già stufa di seguire questo caso.
"Il suo vicino" rispose Sam.
"Aspettate!" Esclamò Dean facendo fermare i tre ragazzi improvvisamente. 
"Che c'è ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Non mi piacciono quei ragazzi laggiù.. camminiamo dall'altra parte!" Esclamò Dean indicando un gruppo di tre ragazzi qualche metro lontani da loro, attraversando la strada, lasciando i ragazzi basiti.
"Che diavolo ha il tuo ragazzo?" Chiese Hailey ridendo, mentre Katherine la ignoró e raggiunse Dean.
 
"Quando ha visto l'ultima volta Frank O'Brien?" Chiese Katherine sedendosi sul divano del vicino dell'uomo che era appena morto.
"Lunedì.." rispose l'uomo con attorno al collo un serpente che accarezzava come fosse un cane. ".. mi guardava come sempre dalla finestra, l'ho salutato ma ha chiuso le tende!".
"Gli aveva parlato di recente? Era spaventato ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia .
"Sì, completamente!!" Esclamò l'uomo continuando a giocare con il suo serpente. "Aveva perso la testa!".
Dean si guardò attorno: quel tizio possedeva moltissimi animali pericolosi nel suo acquario. Aveva appena visto un cucciolo di coccodrillo e sgranó gli occhi, cercando di distrarsi. 
"Sa da che cosa fosse spaventato?" Chiese Dean impaurito.
"Dalle streghe.." disse l'uomo sorridendo.
"Cosa?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia.  "Streghe?".
"L'altra sera in tv hanno dato il Mago di Oz e Frank diceva che quella pazza verde lo voleva uccidere!" Esclamò l'uomo ridendo. "Lo spaventava tutto! Al Quaeda, i furetti, il dolcificante, tantissime cose..".
"E com'era Frank prima di essere spaventato da tutte queste cose?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Beh, adesso è morto, io non voglio parlarne male, ma era migliorato.." disse l'uomo sospirando. 
"In che senso migliorato?" Chiese Hailey  aggrottando le sopracciglia. 
"Beh, al liceo era un vero stronzo.." disse l'uomo abbassando gli occhi.
"Uno stronzo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, divertito.
"Sì, uno spaccone. Probabilmente ha preso un giro mezza città..." disse l'uomo e quando sentì una risata fragorosa partire da Dean lo fulminó con lo sguardo e aggiunse: "Compreso me!!".
"Quindi ha fatto arrabbiare molte persone ? Pensa che qualcuno desiderasse vendicarsi ?" Chiese Dean sorridendo. 
"No, non credo e poi, come ho detto, era migliorato dopo quello che è successo a sua moglie.." disse il vicino continuando a giocare con il serpente. 
"Cos'è successo a sua moglie?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"È morta 20 anni fa e Frank era devastato.." disse il vicino, notando successivamente come il ragazzo fissasse il serpente attorno al suo collo. "Oh, non dovresti avere paura di Donny, ma di Marie, lei percepisce la paura..".
Dopo qualche secondo, un serpente gigantesco agli occhi del ragazzo, strisció sul divano e poi sulla sua gamba, che rimase impietrito, immobile, senza neanche riuscire a respirare per quant'era  terrorizzato, muovendo solamente gli occhi sperando che qualcuno lo aiutasse. 
 
Mentre Sam e Hailey andarono a perquisire l'appartamento di Frank, Katherine e Dean rimasero in auto a indagare sul caso; o meglio, la ragazza indagava, mentre Dean era occupato a sistemare ogni oggetto all'interno dell'abitacolo della macchina, facendo innervosire la ragazza.
"Dean.." sussurró Katherine sperando che si fermasse, ed effettivamente lo faceva.. per 5 secondi.
"Dean, per favore, che stai facendo?" Chiese Katherine sgranando gli occhi e voltandosi verso di lui.
"Sto.. controllando.." disse Dean guardandola negli, senza riuscire a formulare una risposta.
"Cosa?" Chiese la ragazza esasperata, non riuscendo ad indagare. "Cosa stai controllando?".
"Che sia.. tutto in ordine.." disse Dean facendo spallucce.
La ragazza aggrottó le sopracciglia e ringraziò mentalmente che i ragazzi fossero appena tornati.
"Come sono andate le vostre indagini?" Chiese Sam sospirando e chiudendo lo sportello.
"La moglie di Frank, Jessy, era maniaco depressiva, nell'88 smise di prendere le medicine ed è scomparsa.." disse Katherine mostrando loro il foglio. "L'hanno trovata due settimane dopo a tre città da qui, impiccata in una stanza d'albergo.. suicida..".
"C'è qualche probabilità che l'abbia aiutata Frank?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. 
"Quando è scomparsa, Frank stava lavorando.." rispose Katherine sospirando. "Un alibi di ferro".
In quel momento Dean accese il motore e partì con la macchina, continuando la discussione.
"L'appartamento di Frank?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Pulito.." disse Sam sospirando. "L'abbiamo rivoltato".
"Già, non c'erano sacchetti strani, ne zolfo.." disse Hailey.
"Quindi nessun fantasma, strega o demone?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Ce ne sono altri 200 però.." disse Sam sistemandosi sul sedile. 
"Dean?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Sì?" Rispose il ragazzo mantenendo gli occhi incollati sulla strada.
"Stai andando a 20.." disse Katherine confusa.
"E..?" Chiese Dean sorpreso.
"A meno non si può" disse Katherine voltandosi a guardarlo.
"Ora la sicurezza è un crimine?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
La ragazza fece per allungare una mano verso la radio, ma subito fu attaccata da Dean che le spiegò quando la musica potesse distrarre il conducente, facendo ridere Sam. 
Non appena intravidero il motel tutti e tre, chiesero all'unisono a Dean perché non avesse girato e perché stesse continuando ad andare dritto, sorpassando il motel.
"Io non giro se mi vengono altre macchine in contro, non mi voglio suicidare!!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. "Perché l'ho detto? È molto strano?".
"Che diavolo è questo rumore?" Chiese Katherine, voltandosi verso Sam e la sorella.
Il ragazzo si toccò le tasche ed uscì l'EMF, notando come si illuminasse e suonasse quando era indirizzato verso Dean.
"Oddio, oddio!!" Esclamò Dean in preda al panico. "Mi stanno dando la caccia? Mi stanno dando la caccia?".
 
Non appena riuscirono ad arrivare nella loro stanza del motel, Katherine riuscì a far dormire Dean a patto che lei rimanesse tutta la notte accanto a lui, così neanche in quel momento la ragazza poté parlare con sua sorella. 
Il mattino seguente, Sam e Hailey uscirono a comprare la colazione e quando tornarono, passando dal parcheggio del motel, trovarono Dean nascosto all'interno dell'auto che ascoltava The Eye of The Tiger e Katherine appoggiata al tettuccio con una faccia più che disperata.
"Ehi.." sussurró Hailey arrivando alle spalle di entrambi, facendo sussultare Dean.
"Guardate.." disse Dean scendendo dall'auto e mostrando ai due i graffi che aveva sul braccio.
"Beh, ho appena parlato con Bobby.." disse Sam catturando l'attenzione anche di Katherine. ".. e non vi piacerà!".
"Allora?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"È la malattia del fantasma.." disse Sam abbozzando un sorriso.
"La malattia del fantasma?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, appoggiandosi al fianco dell'auto, demoralizzato. "Oddio, no!".
"Ma se non sai neanche di che si tratta, idiota!" Esclamò Katherine non riuscendo ad avere più alcuna pazienza con lui. "Di che si tratta, Sam?".
"Alcune culture credono che certe anime possano infettare i vivi, per questo hanno smesso di esporre i cadaveri e cominciato a portarli alle pompe funebri" disse Sam sospirando. 
"Arriva al punto!" Esclamò Dean cominciando a temere per la propria vita.
"I sintomi sono: diventi ansioso, poi pauroso, poi terrorizzato e poi il cuore si ferma.." disse Sam sospirando. "Ti ricorda qualcosa, Dean?".
"Non vediamo un fantasma da settimane!" Esclamò il ragazzo in preda al panico.
"Dubito che tu l'abbia presa da un fantasma, quando lo spirito infetta la prima persona, la mattia si diffonde come qualsiasi altra!" Esclamò Sam.
"Frank O'Brien è stato il primo a morire, quindi il primo ad essere infettato: il nostro paziente 0!" Esclamò Hailey avvicinandosi.
"E Frank era stato un week end fuori con la sua squadra di softball, dove deve avere infettato le altre due vittime" disse Sam allargando le braccia. 
"Quindi Frank ha infettato gli altri due e Dean l'ha presa dal suo cadavere? " Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Esatto" disse Hailey facendo spallucce. 
"Quindi mi rimangono 48 ore prima che il mio cuore si fermi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Diciamo 24.." disse Sam sospirando. 
"Fantastico!" Esclamò Dean gesticolando nervosamente. "Perché io? Perché non tu?".
"Beh, vedi noi abbiamo una teoria.." disse Sam abbozzando un sorriso. "Tutte e tre le vittime avevano in comune una certa personalità: Frank era uno spaccone, una delle vittime era un vicepreside e l'altra un buttafuori!".
"E allora?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Praticamente erano degli 'stronzi' " disse Sam allargando le braccia. 
"Sono uno stronzo?" Chiese Dean guardando la ragazza che stava al suo fianco, che sorrise.
"Non è solo questo, loro usavano la paura come arma e ora la malattia sta restituendo il favore" disse Sam facendo spallucce.
"Io non spavento la gente!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Dean noi spaventiamo la gente.." disse Katherine sorridendo. 
"Allora siete degli stronzi anche voi!" Esclamò Dean guardandoli male.
"A quanto pare no.." disse Sam sospirando.
"Come la fermiamo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Catturiamo il fantasma che l'ha scatenata e così la malattia dovrebbe sparire.." disse Hailey sospirando. 
"La moglie di Frank?" Chiese Katherine.
"Chi lo sa perché si è uccisa.." disse Sam sospirando. "Ma comunque, perché siete scesi ad aspettarci?".
Dean cominciò a biascicare qualcosa priva di senso così Katherine, abbastanza infuriata, disse: "La nostra stanza è troppo in alto per lui!".
"Davvero?" Chiese Sam chiudendo gli occhi per qualche secondo. "Vedo cosa posso fare".
 
Ormai esasperata, Katherine decise di accompagnare Sam a prendere il pranzo per tutti, pregando la sorella di fare attenzione a Dean durante la loro assenza.
"Come stai?" Chiese Sam durante il tragitto.
"Non voglio parlare, sono troppo arrabbiata ancora" disse Katherine continuando a non guardarlo. 
"Mi dispiace.." disse Sam sospirando. 
"Sì, l'hai già detto.." disse Katherine camminando e ignorandolo. 
Presero da mangiare e tornarono al motel, proprio mentre erano quasi arrivati alla stanza, Sam si paró davanti alla ragazza e disse: "Tu pensi che io ti abbia in qualche modo tradito ? Che mi sia messo contro di te cominciando ad allenare i miei poteri con Ruby? Ma neanche tu c'eri, perché quando è morto Dean, ti sei spenta! Ho provato a tirarti su, ho cercato di riprendere il nostro rapporto, ma tu pensavi sempre a lui! Credi che non me ne sia mai accorto? Io.. ci ho provato, Kath! Ma tu non c'eri e sai quanto io ti a...".
La ragazza alzò subito lo sguardo verso di lui e Sam rimase a bocca aperta per qualche secondo, che diavolo gli era scappato dalla bocca? 
".. quanto io tenga a te!" Disse Sam sospirando. "Vi avevo persi entrambi!".
La ragazza lo osservò per qualche secondo, non sapendo come rispondere a tutto quel discorso e disse semplicemente: "Dobbiamo portare il pranzo a Dean e a Hailey..".
"Già.." disse Sam sospirando, mentre la ragazza lo sorpassava ed entrava nella stanza, dove trovò i ragazzi intenti a bere una birra.

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Capitolo 36
*** Capitolo 28 (CONTINUAZIONE). ***


"Come va?" Chiese Katherine entrando nervosamente nella stanza e posando il loro pranzo sul tavolo, osservando un orologio frantumato in mille pezzi che giaceva sul pavimento. "Che è successo?".
"Dean si è messo a spaccare le cose" disse Hailey con il suo tono sarcastico, seduta accanto al ragazzo con le braccia conserte. 
"Perché ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Sto divinamente!" Esclamò il ragazzo sospirando, cominciando a grattarsi il braccio e notando come i due ragazzi entrati da poco, facevano di tutto pur di non guardarsi negli occhi. "Scoperto qualcosa?".
"Sì, il corpo di Frank O'Brien è stato cremato!" Esclamò Katherine sospirando e sedendosi, dando un morso al suo panino.
"Quindi siamo sicuri che non sia il nostro fantasma" disse Sam sedendosi sulla poltrona e poggiando i piedi sul tavolino, dando un colpetto al fratello. "Ehi! Smettila di grattarti!".
"Come ti senti?" Chiese Katherine deglutendo e osservando i tre ragazzi seduti vicini.
"Alla grande.." disse Dean bevendo un sorso di birra. "È bello sentirsi di nuovo con un cappio al collo, mi ero quasi dimenticato cosa si provasse!".
"Già.." disse Hailey sbuffando e andando a sedersi accanto alla sorella, iniziando a mangiare. "Continueremo a cercare, tranquillo!".
"Già, lo so!" Esclamò Dean istericamente, cercando di non farsi notare.
"Sei sicuro che vada tutto bene?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Sì, sì, sì!" Disse Dean sospirando. "Voi-voi.. voi tutto bene?".
"Voi?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Da quando hai cominciato a balbettare?" Chiese Katherine alzando un sopracciglio. 
Hailey rise e si sedette nuovamente sul divano con il suo panino in mano, sistemando anche lei i piedi sul tavolo.
"E perché diavolo ridi tu?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e osservando il comportamento strano dei due.
"Niente, va tutto bene!" Esclamò Dean nervosamente, agitandosi. "Mi stavo solamente chiedendo se voi due steste bene!".
"Perché noi non dovremmo stare bene?" Chiese Katherine cercando di nascondere quello che Sam le avesse detto prima di entrare nella stanza, con scarsi risultati. "Giusto Sam? Stiamo bene, no?".
"Sisi, benissimo!" Esclamò Sam aggrottando le sopracciglia. 
"È la nuova teoria di Dean!" Esclamò Hailey ridendo.
"Hailey!!!" Esclamò Dean voltandosi nella sua direzione, cercando di apparire duro ed autorevole, apparendo soltanto spaventato dalla reazione dei ragazzi. 
"Cioè?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Lui pensa che voi.." disse Hailey osservando Sam e Katherine sorridendo. "..stiate di nuovo insieme e che non vogliate dirglielo solo per non ferire i suoi sentimenti!".
"Cosa?"Chiese Katherine accennando un sorriso e guardando il ragazzo negli occhi.
"Dean, cosa dici?" Chiese Sam sbalordito. "Katherine mi ha lasciato, ha fatto la sua scelta e la sua scelta sei tu!".
Katherine sospirò, sapeva quanto quelle parole fossero costate al ragazzo e lo osservó: sembrava pacato e tranquillo, non sembrava che stesse male.
"E tu che dici Katherine? Sam sta dicendo la verità? " Chiese Hailey ridendo, osservandola. "Fai stare un po tranquillo Dean!".
La ragazza la osservò negli occhi per qualche secondo e successivamente si scontró con gli occhi spenti di Sam e quelli speranzosi di Dean.
"Sì.." sussurró Katherine facendo spallucce. ".. dovresti saperlo!".
"Già!" Esclamò Dean bevendo ancora un sorso di birra, fermandosi improvvisamente per via dei colpi di tosse che si impossessarono di lui improvvisamente.
"Dean, tutto bene? " Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi a lui.
Il ragazzo immediatamente posò la bottiglia sul tavolo e si alzò a stento, continuando a tossire e, avvicinatosi al lavandino, cercó di sputare qualcosa che improvvisamente aveva preso ad ostruirgli la gola: una tessera di legno ricoperta di sangue e saliva.
Ancora molto stordito, sciacquò la tessera con il getto dell'acqua, senza riuscire a trovare una connessione con i suoi precedenti sintomi.
"Ma certo, abbiamo completamente ignorato la più grande traccia che abbiamo!" Esclamò Hailey a bocca spalancata.
"Te!" Esclamarono Katherine e Sam all'unisono. 
Dean osservò meglio fra le mani la tessera che aveva appena espulso dal suo corpo e aggrottó le sopracciglia dicendo: "Non voglio essere una traccia!".
"Le abrasioni, questo.." disse Sam indicando il pezzo di legno che Dean teneva fra le mani. "..la malattia sta cercando di dirci qualcosa!".
"Dirci cosa? Tasselli di legno?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Esattamente !" Esclamò Katherine sorridendo e schioccando un bacio sulla guancia di Dean. "Andiamo!".
 
I quattro ragazzi si recarono in una grande fabbrica abbandonata e scesero dall'auto, preparando le armi che avrebbero portato con loro.
"Io li non entro!" Esordí Dean facendo spallucce e osservando il grande capannone. 
"Abbiamo bisogno di aiuto e tu sei tutto quello che abbiamo!" Esclamò Sam alzando gli occhi al cielo, deciso ad ignorarlo.
"Tu entrerai Dean!" Esclamò Katherine sospirando. 
"Ti proteggeró io tesoro.." disse Hailey sorridendo, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della sorella minore.
"Perfetto.." sussurró Dean estraendo dalla sua tasca una fialetta di scotch e bevendone dei grossi sorsi. "..allora facciamolo!".
Aprirono il cofano dell'auto e il maggiore dei fratelli smorzó la tensione dicendo: "Fa un po paura, no?".
"Credo di adorare il tuo ragazzo, sorellina!" Esclamò Hailey osservando il ragazzo con aria divertita, mentre lei cercava di ignorarla e concentrarsi sulle armi. 
"Tieni.." sussurró Katherine passando al ragazzo una pistola.
"Io non la tocco.." disse Dean sospirando e mettendo le mani avanti, afferrando qualcosa dal bagagliaio. "Quella può sparare, io mi occuperò della torcia!".
"D'accordo.." sussurró Sam cercando di mantenere la calma.
 
Non appena entrarono le frequenze dell’EMF andarono alle stelle e ben presto i ragazzi capirono che era un risultato della vicinanza di Dean.
Fra i vari gridolini di paura del ragazzo, trovarono l'anello di Frank O'Brien senza riuscire a capire ciò che lo accomunasse con quel posto; proseguirono la loro perlustrazione rimanendo compatti, mentre Dean si limitava a fare luce quando uno dei ragazzi glielo chiedeva.
Arrivarono in una stanza con molti armadietti semichiusi e li osservarono, finché dall'interno di uno di essi si cominciarono a sentire dei colpi.
I tre ragazzi con le pistole si avvicinarono cautamente, cercando di capire di cosa si trattasse mentre Dean puntava la torcia verso l'armadietto in questione.
I colpi si fecero più insistenti e, lentamente, Sam avvicinò la mano verso la maniglia dell'armadietto e guardò gli altri tre, facendo segno che al "tre" avrebbe aperto. 
"Uno..due.." sussurró Sam tornando a guardare l'armadietto. "..tre!".
Non appena Sam lo aprì, ne uscì un gatto, che scappó lontano, e Dean urló come se ne fosse uscito un mostro in carne ed ossa pronto ad ucciderli uno per uno, mentre i tre ragazzi abbassarono le armi e lo guardarono sbalorditi, senza parole.
"Ero terrorizzato!" Esclamò Dean una volta che aveva recuperato abbastanza fiato per parlare.
"Non ho ancora deciso che reazione dovrei avere davanti a te che urli in questo modo..!" Esclamò Katherine sospirando e passandogli davanti, andando a perlustrare qualche altra zona. 
"Che c'è? " Chiese Dean rattristandosi e seguendo la ragazza.
Arrivarono in una vecchia stanza piena di scartoffie sparse per il pavimento e Sam trovò un documento di un certo "Luther Garland" mentre Dean scoprí dei disegni che rappresentavano un unico soggetto: la moglie di O'Brien.
"Sì,  ma che c'entra? " Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. 
Improvvisamente, la vecchia fabbrica ripresa a funzionare e le macchine a lavorare, facendo sobbalzare i ragazzi.
Lo sguardo dei presenti vagó per tutta la stanza, finché quello di Katherine rimbalzó su quello terrorizzato di Dean. 
"Dean, che c'è ?" Chiese Katherine seguendo il suo sguardo, notando una figura massiccia non poco lontana da loro, voltata con il viso verso il muro. Immediatamente la ragazza puntò verso di lui la sua pistola caricata a sale, seguita dagli altri due.
"Ehi?!" Esclamò Hailey sbuffando e avvicinandosi, mentre Katherine si voltó e seguì Dean che scappó fuori.
"Ce la fate da soli?".
"Sì, preoccupati che non si faccia male, vai!" Esclamò Sam mentre si avvicinava al fantasma.
La ragazza scattó e trovó Dean nascosto dietro l'auto, intento a bere ancora dello scotch, con gli occhi sbarrati dalla paura.
Katherine si soffermó qualche secondo a guardarlo, dopodiché sospirò e si avvicinò a lui, sussurrando: "Ehi.. tesoro.. che succede?".
"Era - era un fantasma quello? " Chiese Dean con ancora gli occhi spalancati.
"Sì.." sussurró Katherine abbozzando un sorriso e sedendosi accanto a lui.
"Mi sono spaventato, tutto ultimamente mi fa paura, ma questo già lo sai.." disse Dean respirando affannosamente. "Ma c'è una cosa che mi spaventa più di tutto..".
"Cosa? " Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia e posandogli delicatamente una mano sulla guancia, provando quasi tenerezza nei suoi confronti. "Puoi dirmelo..".
"Siamo nel posto giusto!" Esclamò Sam arrivando alle loro spalle e mostrando loro i tasselli di legno uguali a quello che aveva sputato Dean. 
 
I ragazzi si recarono immediatamente alla stazione di polizia, facendosi consegnare l'incartamento Garland, e andarono in ospedale, a trovare il fratello di Luther, John. 
"Non funzionerà, questi distintivi sono falsi, se ci beccano finiamo in prigione!" Esclamò Dean in preda al panico, non riuscendo più a trattenere la paura. 
"Ti prego!" Esclamò Katherine afferrando il ragazzo per le braccia, costringendolo a fermarsi. "Fa un bel respiro e calmati! Ti senti meglio?".
Dean scosse la testa e continuò a guardarsi intorno con fare sospetto, preoccupato per la loro incolumità. 
"Coraggio, anche se dovessimo finire in prigione tu morirai, saremmo noi a scontare tutta la pena!" Esclamò Hailey ridendo, mentre Dean cominciava ad agitarsi di più. 
"Non sei d'aiuto !!" Esclamò Sam sospirando e guardando male la ragazza. 
"Andiamo, coraggio.." sussurró Katherine afferrando Dean sottobraccio e sospirando. "Andrà tutto bene, vedrai..".
"Non grattarti!" Continuò la ragazza colpendogli una mano, mentre i due ragazzi dietro di loro scoppiarono in una risata.
 
"Signor Garland? Siamo agenti dell'FBI, vorremmo farle qualche domanda riguardo suo fratello Luther.." disse Sam avvicinandosi al tavolo di John. 
"Siete troppi, voglio vedere i distintivi!" Esclamò l'uomo anziano, aggrottando la fronte rugosa.
"Certamente.." disse Sam mostrando il proprio, come Hailey, mentre Katherine spingeva Dean affinché facesse lo stesso.
"Questi ovviamente sono veri.." disse Dean facendo una risata isterica, mentre Katherine si limitava a sorridere e a colpirlo fra le costole con una gomitata.
"Voglio dire, chi si fingerebbe un agente dell'FBI? È ridicolo.." sussurró Dean sorridendo ancora, mentre Katherine lo zittí pestandogli una piede.
L'uomo osservó attentamente i distintivi e glieli restituì, mettendosi a disposizione su qualunque informazione volessero. 
I ragazzi scoprirono che la comunità considerava Luther come un ragazzo cattivo per via della sua stazza molto grande, non curandosi di quanto in realtà fosse dolce e ingenuo; l'uomo confessò ciò che aveva tenuto dentro di sé per molto tempo, ovvero che il vero assassino di Luther in realtà fosse Frank O'Brien.
Luther si era preso una cotta per Jesse, la moglie di Frank, ed era molto carino con lei, così quando scomparve nel nulla, Frank pensò che il responsabile fosse Luther; si recò alla fabbrica e, dopo averlo riempito di botte, lo legò per il collo alla sua auto e partì, facendolo morire in quel modo.
"Hanno trovato Luther con una catena intorno al collo, è stato trascinato su e giù per tutto il vialetto davanti alla segheria finché non è morto.." sussurró l'uomo sospirando.
"Frank non è mai stato indagato?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Io l'ho gridato ad ogni poliziotto della città, ma Frank era un pilastro della società e non hanno voluto indagare, mentre mio fratello era lo scemo del villaggio..!" Esclamò l'uomo facendo spallucce. 
"Lei avrà odiato Frank O'Brien, no?" Chiese Sam sospirando.
"In un primo momento, ma la vita è troppo breve per odiare! Frank non stava ragionando, sua moglie era sparita e lui era terrorizzato! Peccato che abbia dovuto far provare le stesse cose a Luther.." sussurró l'uomo guardando i quattro agenti con un filo di lacrime negli occhi. 
 
"Adesso so che cosa sono queste: abrasioni da asfalto! E Luther ha ingoiato tasselli di legno mentre veniva trascinato su e giù per la strada!" Esclamò Dean uscendo e avvicinandosi all'auto. 
"Già,  è possibile.." disse Sam facendo spallucce e sospirando. 
"Stai rivivendo la su morte a rallentatore, si" disse Hailey sospirando. 
"Beh, non abbastanza lentamente!!" Esclamò Dean irritandosi. "Vediamo di bruciare qualche osso e di farmi guarire".
"Dean, non sarà così facile.." disse Katherine avvicinandosi a lui e sospirando. 
"Nono, sarà facilissimo!!!" Esclamò Dean sgranando gli occhi. "Perché non lo sarà?".
"Luther è stato trascinato per la strada e il suo corpo fatto a pezzi, probabilmente disseminato ovunque.." disse Katherine appoggiandosi al tettuccio dell'auto. 
"Morale della favola, non c'è modo di trovare tutti i resti!" Esclamò Hailey sbuffando. 
"State scherzando, vero?" Chiese Dean sgranando gli occhi. 
"No, temo di no, dobbiamo escogitare qualcos'altro.." disse Sam sospirando. 
"Sai una cosa? Vaffanculo! " Esclamò Dean camminando nervosamente. 
"Dean.." disse Katherine ma fu interrotta dal ragazzo. 
"No, insomma, che stiamo facendo? Cacciano un fantasma! E chi lo fa?" Chiese Dean allargando le braccia. 
"Noi?" Dissero all'uni i tre all'unisono. 
"Noi! Esatto! È per questo motivo che la nostra vita fa schifo! Insomma, andiamo. Diamo la caccia ai mostri! Ma che diavolo? Insomma, la gente normale vede un mostro e scappa. Ma non noi... No, no, no. Noi... noi andiamo alla ricerca di esseri che vogliono ucciderci. Sì? O mangiarci! E sapete chi fa queste cose? La gente pazza! Noi... siamo pazzi! Sai, e poi c'è il cibo orribile, e poi ci sono le camere di motel schifose e le cameriere agli autogrill con strani sfoghi... Insomma, chi vorrebbe questa vita, eh? Sul serio! Vi piace davvero stare chiuso in una macchina con me, 8 ore al giorno, ogni singolo giorno? Io non credo! Insomma Sam, guido troppo veloce, e ascolto gli stessi 5 album in continuazione, e ci canto anche sopra. Sono seccante, lo so. E tu... ti credi superiore, tu sei uno scorreggione! Mangi mezzo burritos e diventi tossico! E tu Kath, sei così felice di stare con me tutto questo tempo? Sappiamo tutti che preferiresti stare con Sam, piuttosto che con me! Insomma, sapete che vi dico? Dimenticami!" Esclamò Dean tutto d'un fiato, facendo avanti e indietro e passando ai ragazzi le chiavi dell'auto.
"Dove stai andando?" Chiese Katherine sorridendo.
"Sta lontana da me, Katherine, d'accordo? " disse Dean sospirando e gesticolando nervosamente. "Perché io ho chiuso. Ho chiuso con i mostri e... e i cerberi e... la Malattia del Fantasma, con la maledetta apocalisse e con te. Sono fuori. Ho chiuso. Lascio".
"Dove diavolo vai?" Chiese Katherine alzando la voce, ma il ragazzo prese a correre.
"Ci vediamo al motel, vado a prenderlo.." disse Katherine sospirando e cominciando a correre per raggiungere il ragazzo.
 
 
"Come siete arrivati qui in così poco tempo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia non appena entrò nella loro stanza, notando Katherine e Dean seduti sul letto.
"Abbiamo corso.." disse Dean con ancora il fiato corto.
"Abbiamo corso?! Ti pare normale spaventarsi di un cane come un chihuahua?! Lo sanno tutti che se corri davanti ad un cane, lui finirà per inseguirti!" Esclamò Katherine cercando di riprendere fiato. "Per questo sappi che te la farò pagare, Dean!".
"Ho meno di quattro ore di vita, cosa faremo?" Chiese Dean deglutendo con fatica. "Sammy, morirò..".
Il ragazzo si sedette sull'altro letto, mentre Hailey si sedette accanto alla sorella, sospirando.
"Sì, morirai.. tornerai indietro, all'inferno.." disse Sam sospirando, mostrando al fratello i sui occhi gialli luccicanti. "E sarebbe ora.. la verità è che mi hai rotto i coglioni!".
Immediatamente Dean si lanciò per aggredirlo, ma Sam con un gesto della mano lo scaraventó contro un muro, mentre le sorelle Collins rimanevano a fissarlo sorridendo.
"Esci da mio fratello, demone figlio di puttana!" Esclamò Dean cercando invano di liberarsi.
"Nessuno si è impossessato di me, questo è quello che diventerò ! " Esclamò Sam ridendo e avvicinandosi a lui. "Quello che voglio diventare!".
Katherine si alzó dal letto e si avvicinò a Sam lentamente, lo baciò sotto gli occhi impotenti di Dean e sorridendo si voltó verso di lui mostrandogli i suoi occhi rossi, rossi come il sangue.
"Noi diventeremo così.. " sussurró Katherine sorridendo.
"E tu, tu non puoi farci niente!" Disse Sam cominciando a strozzarlo con le sue stesse mani.
Dean si sentì soffocare molto più del dovuto, mentre continuava ad alternare lo sguardo fra gli occhi gialli del fratello e quelli rossi della sua ragazza.
"Ehi, ehi Dean!!!" Esclamò Sam scuotendolo, cercando di aiutarlo e di capire cosa avesse. 
"Calmati, devi calmarti.." sussurró Katherine avvicinandosi e afferrando il viso del ragazzo fra le mani.
Dean annuì e il suo respiro, insieme al suo battito, divennero regolari, mentre riacquistava il controllo sul suo corpo.
 
 
I ragazzi concordarono che questa volta avevano bisogno di una mano, così chiamarono l'unico che fosse in grado di aiutarli.
"Ciao ragazzi" disse l'uomo scendendo dall'auto e sorridendo. 
"Ciao Bobby" Dissero i ragazzi sorridendo.
"E tu chi sei ? " Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia, guardando Hailey.
"Lei é.." disse Katherine sospirando e guardando i due. "Hailey Collins..".
"Collins.. come Katherine?" Chiese Bobby stringendo la mano alla nuova arrivata. 
"Sì, è mia sorella!" Esclamò Katherine sospirando.
"Dov'è Dean?" Chiese l'uomo aggrottando le sopracciglia.
"A casa, malato.." scherzó Sam sorridendo.
"Da solo?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia. 
"No, tra poco Hailey lo raggiungerà.." sussurró Katherine facendo spallucce. 
"Ha cominciato ad avere le allucinazioni? " Chiese Bobby appoggiandosi all'auto. 
"Sì,  qualche ora fa" disse Hailey sospirando. 
"Come andiamo con i tempi?".
"Restano meno di due ore.." disse Katherine sospirando. "Dimmi che hai trovato qualcosa, per favore!".
"Sì, ho trovato questa enciclopedia dei fantasmi in giapponese e potrebbe essere qualcosa che fa al caso nostro! Questo fantasma infetta le persone con la paura, si chiama Buruburu!" Esclamò Bobby sospirando. 
"Come si elimina?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Bruciando i suoi resti, come al solito " Esclamò Bobby aggrottando le sopracciglia. 
"Ed esiste un piano b? " Chiese Hailey facendo spallucce.
"Beh questo fantasma nasce dalla paura, si può uccidere con la paura.." disse Bobby sospirando. 
"Quindi dobbiamo spaventare a morte un fantasma?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Più o meno..". 
"E come facciamo?" Chiese Sam osservando i presenti negli occhi,  senza giungere ad una riposta. 
 
"Hailey sta arrivando, abbiamo un piano b tranquillo.." disse Katherine parlando al telefono con Dean. "Andrà tutto bene sta tranquillo, tra poco sarà tutto finito.. Sisi certo che è un buon piano... si,Dean, starò attenta! Si, anche Sam starà attento! ..... Vuoi che uccida il fantasma o che rimanga a parlare con te tutto il giorno??.... si tranquillo, ciao.... Oddio Dean, ti ho già detto che è un buon piano, non farmi perdere altro tempo!!".
"È un piano davvero orribile !" Esclamò Bobby caricando la sua pistola davanti alla grande segheria abbandonata.
"E lo dici a me?"  Chiese Katherine scuotendo la testa. 
"Dobbiamo spaventare a morte un fantasma! " Esclamò Bobby sbuffando e sospirando.
"Se hai un piano migliore ti ascolto.." sussurró Sam sospirando. 
I tre si guardarono un'ultima volta ed entrarono sospirando, sperando di uscirne illesi.
 
 
Quando Hailey arrivò al corridoio della loro camera, sentì dei rumori, dei grugniti strani, provenire da essa, così immediatamente accelleró il passo e quello che vide la lasciò a bocca aperta per qualche secondo: lo sceriffo stava puntando la pistola contro Dean, che indietreggió fino a toccare il muro con le spalle, mentre lo sceriffo si avvicinava. Il ragazzo riuscì a disarmarlo e cominciarono una lotta priva di energia e di forza, fin quando la ragazza si intromise e gettó lo sceriffo sul pavimento.
"Sì deve calmare!!" Esclamò Dean vedendo dall'espressione dell'uomo che sarebbe morto a breve.
"Anche lui era malato?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. 
"Sta morendo.." sussurró Dean in preda all'agitazione più totale.
"È già morto, ma adesso sei tu che ti devi calmare!" Esclamò Hailey avvicinandosi al ragazzo e facendolo sedere, tenendogli una mano fra le sue e incastrandolo nei suoi occhi. "Non so cosa si dica in questi casi e credo che sia dovuto al fatto che ho passato tutta la mia vita lontana dalla persone e dal costruire dei rapporti con loro, ma voglio che tu capisca che ci sono qui io con te! Sono una Cacciatrice e ti proteggeró io da tutto, credimi..".
Dean cominciò a respirare più lentamente, fino a quando il suo respiro si calmó e si rilassó sul divano, proprio come era successo prima con Katherine. Eppure qualcosa in comune l'avevano, dopo tutto.
 
 
"Siamo qui da un quarto d'ora e ancora non si fa vedere, non capisco!" Esclamò Katherine muovendosi nervosamente all'interno del capannone.
"L'ultima volta c'è venuto addosso subito.." sussurró Sam sospirando.
"Sai allora che dovremmo fare?" Chiese Katherine riponendo la sua pistola nel retro dei suoi pantaloni e alzando un sopracciglio. "Dovremmo farlo arrabbiare!".
Mentre Sam aggrottava le sopracciglia, Katherine si diresse verso i disegni che aveva visto la volta precedente e li strappò in mille pezzi e urló: "Ehi, Luther ? Dove sei ?".
Alcune macchine cominciarono ad azionarsi, mentre Katherine e Sam continuarono a strappare ogni tipo di disegno o di carta che trovassero sulla vecchia scrivania. 
"Dai, vieni fuori, che cosa stai aspettando ?" Chiese Sam sospirando e gettando per aria i fogli che aveva appena stracciato, mentre notava l'espressione di Katherine. "Che c'è ?".
"Dietro di te.." sussurró la ragazza estraendo lentamente la pistola, ma in men che non si dica, Luther afferrò il ragazzo e lo lanciò dall'altro capo stanza.
 
"Dean, devi calmarti.. Dean.." disse Hailey cercando di calmare il ragazzo che riprese a grattarsi le braccia freneticamente.
"No, tu non sei reale! " Esclamò Dean alzandosi e puntandole un dito contro.
"Certo che lo sono Dean, devi cercare di calmarti!" Esclamò la ragazza avvicinandosi e tentando di afferrarlo ma sfuggì alla sua presa. 
Improvvisamente Dean si piegó su se stesso per un dolore lancinante allo stomaco, inginocchiandosi, e così fece la ragazza, preoccupata per lui.
"Perché sono stato infettato, Lilith?" Chiese Dean fra i versi sofferenti che emetteva.
"Lilith? Credi che io sia Lilith? " Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia.
"Cosa?" Chiese Dean sgranando gli occhi. "Dean, qualunque cosa tu stia pensando di vivere, NON È REALE, devi credermi! " Esclamò Hailey afferrando il ragazzo dal viso e cercando di farlo respirare.
"Se non vuoi calmarti per me, farlo per Katherine..".
La ragazza gli tastó il collo, in cerca della pulsazione, e sentì quanto fosse agitato, il cuore batteva all'impazzata. 
"Guardami negli occhi Dean, questo.non.é.reale.!!!" Esclamò Hailey cercando di aiutarlo ma tutto fu inutile, perché il ragazzo si gettò a terra respirando a malapena. 
 
 
Luther si concentrò sulla ragazza e l'afferró, sbattendola a terra e disarmandola, mettendole le mani al collo, mentre Sam glielo tolse di dosso con un calcio; improvvisamente Luther divenne molto più aggressivo e attaccò alla cieca, colpendo i due senza fare distinzione. Katherine guardò Sam negli occhi e gli fece segno di assecondarla: attaccò Luther ed aspettò che lui le si buttasse addosso, in modo tale che Sam potesse mettergli al collo una catena di ferro e avvisasse Bobby con il walkie-talkie. 
Quando l'uomo partì con l'auto, Luther fu costretto a rivivere la sua morte, quando Frank lo legò e lo uccise, ed ebbe così paura che si dissolse nell'aria e tutte le macchine che si erano azionate, tornarono a fermarsi.
Katherine prese un sospiro di sollievo rimanendo sdraiata su quel pavimento sporco e pieno di terra, non avendo più fiato, mentre Sam ridendo si avvicinò e disse: "Ce l'abbiamo fatta!".
"Già.. " disse Katherine sedendosi e sorridendo, afferrando la mano che il ragazzo le aveva offerto per aiutarla ad alzarsi. "Ce l'abbiamo fatta!".
"Siamo ancora grandi insieme!" Esclamò Sam sorridendo, mentre la ragazza era ormai troppo vicina a lui.
"Dobbiamo tornare da Dean.." disse Katherine allontanandosi, abbassando gli occhi. 
 
 
"Dean, devi ascoltarmi, Katherine e Sam ti salveranno, andrà bene, fidati..!" Esclamò Hailey non sapendo più come aiutarlo, continuando a premere le mani sul suo volto.
Dean emise un rumore strano, mentre riprese a riprendere fiato e a sbattere gli occhi, osservando meglio la ragazza. 
"Te l'avevo detto che ce l'avrebbero fatta.." disse Hailey sorridendo e abbracciando Dean. "Te l'avevo detto!".
"Ce l'hanno fatta? Hanno ucciso il fantasma?" Chiese Dean ancora con il fiato corto.
"Sì, Dean, ce l'hanno fatta! " Esclamò Hailey sorridendo. 
 
Non appena Katherine vide Dean,  immediatamente si lanciò fra le sue braccia, felice più che mai di poterlo vedere vivo.
"Sei vivo!" Esclamò Katherine stringendolo fra le braccia. 
"Dovresti saperlo che io tornerò sempre da te.." sussurró Dean sorridendo, dando dei piccoli baci sulla guancia della ragazza.
I ragazzi raccolsero le loro cose dalla stanza e si diressero a casa, esausti dopo quel caso interminabile. 
"E così avete trascinato per strada un fantasma?!" Chiese Dean ridendo, seduto sul divano di Bobby, porgendo una birra ad ognuno dei presenti. "Con una catena?".
"Di ferro, con inciso formule magiche!" Esclamò Sam sospirando. 
"Questa è nuova!" Esclamò Dean ridendo.
"E ne aveva una gran paura.." disse Katherine bevendo un sorso di birra e ridendo.
"Il lato positivo è che sono ancora vivo" disse Dean facendo spallucce. 
"A proposito, come ti senti?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Bene!" Esclamò Dean sorridendo. 
"Sei sicuro Dean ? Il nostro è un lavoro pericoloso!" Esclamò Hailey sorridendo. 
"Gia, in questo lavoro puoi spaventarti a morte.." disse Bobby ridendo.
"Sto bene! Vuoi andare a caccia? Vengo a caccia! Uccido tutto!" Esclamò Dean sbuffando per le prese in giro.
"Ooh , che tenero.." sussurró Sam sorridendo. 
"Io salgo di sopra ragazzi, è stata una lunga giornata.." disse Bobby sospirando. ".. buonanotte..!".
"E io lo seguo, sono molto stanca.." disse Hailey sbadigliando e salendo le scale.
"Ma non volevi parlare? " Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Domanii!" Esclamò la ragazza dal piano di sopra. 
"Non è male sai?" Disse Dean bevendo un po di birra. "È riuscita a non farmi morire e a non farmi avere un attacco di cuore..".
"Già.." sussurró Katherine sospirando. 
"Mi sa che anche io saliró al piano di sopra.." disse Sam sospirando, senza neanche guardarli.
"Sam, aspetta.. " sussurró Katherine ma il ragazzo non l'ascoltó e salí le scale.
"Che succede?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e avvicinandosi a lei sul divano.
"Niente di che.." disse Katherine abbassando gli occhi, ma sentendo il suo sguardo piantato su di lei. "D'accordo, una cosa è successa.. oggi ha provato a spiegarmi il perché della sua scelta di Ruby, ha detto che..".
"Cos'ha detto?" .
"Che tu eri morto e io non c'ero, ero spenta, vuota senza di te.." disse Katherine alzando lo sguardo verso di lui. "E che non riusciva a vedermi in quello stato sapendo quanto mi ama..".
"Lo sapevo che provava ancora qualcosa per te.." sussurró Dean sospirando e bevendo un altro sorso.
"Deve andare avanti, non so più come faglie capire.." sussurró Katherine tenendo gli occhi fissi sulla sua bottiglia.
"Gliel'hai detto?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Che.. non lo ami più ?" Chiese Dean sospirando, incastrandola con i suoi occhi.
Katherine sospirò e per qualche secondo lo fissó negli occhi, dopodiché si spostò con il busto verso di lui e disse: "No..".
"Penso che tu debba dirglielo allora.." disse Dean sospirando e serrando la mascella.
"Lo credo anch'io.." sussurró Katherine sospirando e bevendo un altro sorso. "Oggi sono quasi impazzita nel vederti in quel modo, mi hai fatto correre per km mentre scappavi da quel cane..".
"Non dirmelo, per favore!" Esclamò Dean ridendo e posando la birra sul tavolino, togliendo anche quella che la ragazza teneva fra le mani ed avvicinandosi di più a lei.
"Che fai?" Chiese Katherine ridendo, quando il ragazzo si avvicinò ulteriormente e prese a baciarle il collo, facendo vagare le mani sul suo corpo.
Dean per tutta risposta le morse delicatamente il collo, alzandole la maglietta e scendendo a baciarle la pancia, cercando di toglierle i pantaloni.
"Non qui Dean.. andia.." continuò la ragazza ridendo ed ansimando, chiudendo gli occhi ed inclinando la schiena, passando le mani nell'ampia schiena del ragazzo.
"Andiamo di sopra.." sussurró Dean tornando a baciarla, facendole morire le parole in gola.
Il ragazzo l'afferró fra le sue braccia e la sollevò dal divano, non permettendole più di muoversi, facendola ridere, continuando a baciarla, e salí le scale lentamente.
"Dean aspetta.. voglio parlare con Sam, prima.." sussurró Katherine sospirando e staccandosi dalle labbra del ragazzo.
"Cosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e facendola scendere dalle sue braccia.
"Voglio parlare con Sam, dirgli che deve andare avanti.. " disse Katherine sospirando e facendo spallucce. "..perché non mi aspetti in camera ? Arrivo subito..".
Dean la guardò qualche secondo negli occhi, serró la mascella e disse, dopo averle rubato un bacio veloce: "D'accordo..".
Katherine sorrise e quando vide Dean chiudersi la porta della sua camera alle spalle, prese un respiro profondo, e bussò alla porta di Sam. 
Dopo qualche secondo, il ragazzo aprì la porta e aggrottó le sopracciglia dicendo: "Katherine ? È successo qualcosa ?".
"No.. nulla.. posso entrare?" Chiese Katherine sospirando, mentre il ragazzo si spostava, permettendole di entrare.
La ragazza si sedette sul letto e si guardò intorno, notando quanto quella stanza non fosse cambiata nel tempo; come quando stavano ancora insieme.
"Hai bisogno di qualcosa?" Chiese Sam sedendosi accanto a lei.
Katherine sospirò e disse: "Si, volevo parlare di.. quello che hai detto oggi!".
"No, Kath, è stato un errore, lascia perdere" disse Sam sospirando, cercando di tagliare corto.
"No, non posso lasciare perdere quando è chiaro che tu sei ancora innamorato di me.." sussurró Katherine fissandolo negli occhi. "Io non voglio che tu rimanga bloccato nel passato, Sam..".
"Sei un'ipocrita!" Esclamò Sam sospirando, lasciando la ragazza confusa per qualche secondo. "Sei un'ipocrita, fai apparire tutto come se fossi io quello che vive ancora nel passato, io lo so che tu mi ami ancora, è chiaro Kath!".
La ragazza sospirò e lo fissò, mentre i suoi occhi si velavano di lacrime e disse: "È chiaro che ti amo? Davvero?".
"Sì, perché io l'ho visto oggi, l'ho visto che avresti desiderato che io facessi di più, che ti baciassi, perché ti manco! E anche tu manchi a me, Katherine.." disse Sam afferrando le mani della ragazza e avvicinandosi ulteriormente. 
"Sam, non è come pensi.." sussurró Katherine mentre alcune lacrime sfuggirono al suo controllo, rigandole le guance.
"Certo che è così.." disse Sam afferrandole il viso fra le mani e  avvicinandosi. "Ammettilo, Kath.. poi potrai tornare da Dean, ti lascerò in pace, ma Ammettilo!".
Erano occhi negli occhi, e Katherine toccò con le sue mani quelle del ragazzo, che erano salite fino al suo viso, riuscendo a percepire tutto il dolore nella sua voce e nei suoi occhi.
"Mi dispiace che tu soffra così Sam, mi dispiace, perché ti ho amato con tutta me stessa, ma adesso.." disse Katherine riprendendo fiato, mentre altre lacrime le stavano rigando il viso, scendendo fino al collo. "..adesso non ti amo piu, Sam. Sto con Dean ora. Mi dispiace..".
"Sei venuta per dirmi questo? Per ferirmi ancora di più ?" Chiese Sam lasciando il viso e le mani della ragazza, alzandosi dal letto e allontanandosi il più possibile da lei. "Ci sei riuscita in pieno, complimenti!".
"No, Sam, non volevo ferirti. ." Sussurró Katherine guardandolo ed alzandosi anche lei, mentre non riusciva più a controllare le lacrime. "Mi dispiace..!".
"Vattene adesso Katherine.." disse Sam dandole le spalle brevemente. "Sono stato male in modi in cui neanche immagini quando è morto mio fratello e quando ho capito di averti perso definitivamente !! Come pensi che mi sia sentito quando Dean è tornato e ho visto la nuova coppia felice?! Te lo dico io, di merda !!!".
"Sam, io..".
"No, vattene!!!" Urlò Sam voltandosi e mostrando l'espressione ferita alla ragazza, avvicinandosi a lei e afferrandola dalle braccia per portarla fuori. "E non dire più che ti dispiace!".
Aprì la porta e la sbatté letteralmente fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, lasciandola lì, senza più alcuna parola da dire.
Katherine cercó di riprendere fiato, perché la crisi di pianto la stava divorando: si recò in bagno e respiró freneticamente, cercando di calmarsi, di riprendersi un po.
Si bagnó il viso e il collo con dell'acqua, e cominciò a sentirsi leggermente meglio; il viso stava tornando del colore normale, gli occhi si erano sgonfiati di qualche tono, le lacrime si erano fermate.
Prese un altro respiro e uscì, andando nella camera di Dean, promettendosi di non piangere anche davanti a lui. Quella storia la stava divorando e la stava facendo sentire veramente malissimo. 
Aprì la porta lentamente e lo trovó sorridente disteso a letto, che lo aspettava. 
Immediatamente aggrottó le sopracciglia e sedendosi sul letto, Chiese: "Tutto bene?".
"Sì.. tutto bene.." sussurró Katherine sospirando, sperando che non avesse notato il tono di voce post - pianto. 
"Non mi sembra che tu stia bene, cos'è successo?" Chiese Dean alzandosi e avvicinandosi alla ragazza.
"Niente Dean.." sussurró Katherine sospirando e cercando di non guardarlo negli occhi.
"Hai pianto?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, dopo averla osservata meglio.
"No, Dean va tutto bene, lasciami in pace!" Esclamò Katherine voltandosi, togliendosi i vestiti ed infilandosi una vecchia tuta.
"Che è successo, tesoro?" Chiese Dean sospirando, sedendosi accanto alla ragazza che si era appena sistemata a letto. 
"Sam.." sussurró Katherine alzando gli occhi verso di lui. "..io non avevo capito quanto realmente soffrisse".
Dean rimase a fissarla, senza sapere bene cosa dire e sospirò, passandole una mano sul viso ed asciugandole una lacrima ribelle che le rigava una guancia. 
"Mi ha detto che gli fa male vederci fare la coppia felice.." sussurró Katherine sospirando, non controllando più le lacrime che le scendevano dagli occhi. "A me fa male vederlo così, Dean..".
"Sapevo che era una cattiva idea parlare con lui stasera, non dovevo lasciartelo fare.." sussurró Dean avvicinandosi e asciugandole le lacrime.
"Che possiamo fare, Dean?" Chiese Katherine respirando affannosamente, non riuscendo quasi più a vedere per tutte le lacrime che stavano rigando il suo volto. "Che posso fare ?".
"Vieni qua.." sussurró Dean afferrandola fra le braccia e facendole appoggiare la testa sul suo petto, carezzandole i capelli.
"Ci sono io qui, non piangere più adesso..".
Gli faceva così male vederla in quello stato, avrebbe preferito provare lui tutto quel dolore piuttosto che farlo provare a lei; d'altronde è questo l'amore, no? Mettere i bisogni della persona che si ama davanti ai propri; e se questo avesse significato lasciarla andare, si chiese fra se e se Dean, sarebbe stato in grado di farlo ? 
 
Hailey aveva passato una giornata pesante e, come le succedeva sempre, ciò non le permetteva di dormire, così uscì in veranda e accese una sigaretta, sedendosi sui gradini.
Voleva recuperare il rapporto con sua sorella, avrebbe provato a fidarsi di lei e a mettere da parte il suo carattere orribile, anche se non era affatto facile: aveva passato l'intera vita a difendersi dagli altri, sempre sulla difensiva, non permettendo mai a nessuno di entrare a far parte della sua vita stabilmente. Era così che il Consiglio l'aveva addestrata. 
Ma in quei due giorni, in quella caccia, si era trovata davvero bene, aveva provato un senso di familiarità che aveva già sentito solamente con Bela; non sarebbe stato male rimanere un po di più con loro.
"Sono le due, che ci fai sveglia?" Chiese Sam, facendola trasalire.
"Non ho sonno!" Esclamò Hailey sbuffando, continuando a fumare indisturbatamente.
"Già, neanche io.." disse Sam portando la testa all'indietro, appoggiandola allo schienale del dondolo, dopo avere bevuto un sorso della sua birra.
Hailey si voltó a guardarlo, notò qualcosa di diverso in lui, così si alzò e si avvicinò, pensando che se proprio avesse dovuto cominciare a temperare il suo carattere, avrebbe potuto cominciare da lui.
"Tutto bene?" Chiese la ragazza sedendosi accanto a Sam, osservandolo con le sopracciglia aggrottate. 
"T'importa?" Chiese Sam voltando il viso di poco, fissandola di rimando.
"Onestamente, n...." disse Hailey scordandosi per un attimo la promessa mentale che si era fatta qualche secondo prima. ".. certo che mi importa!".
Sam rise, raddrizzandosi sul dondolo e tornando subito ad osservarla; la considera davvero una bella ragazza. 
"È per lei..? Stai male per lei ? " Sussurró Hailey sospirando. 
Sam aprì la bocca, pronto ad inventare qualche scusa, ma inaspettatamente non volle, ne riuscì, a mentire, e si limitò a dire: "Si..".
"Passerà.." disse la ragazza abbassando il capo. "..ci vuole tempo e in più vederla con tuo fratello non migliora la situazione..".
"Parli per esperienza personale ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Sì.." disse Hailey rispondendo di getto e alzando gli occhi verso di lui, rendendosi conto solo successivamente che stava rendendo partecipe qualcuno che non fosse se stessa del suo dolore.
"Che bella coppia: uno psicopatico con dei poteri paranormali e una Cacciatrice cresciuta in cattività, entrambi con i cuori infranti!" Esclamò Sam ridendo, contagiando anche la ragazza. 
"Già, proprio una bella coppia!" Esclamò Hailey ridendo.
"Tu come lo hai superato ?" Chiese Sam sorridendo.
"Ci vuole tempo.." disse la ragazza ridendo e bevendo un po di birra dalla bottiglia del ragazzo. "..e del buon sesso!".
"Sesso?" Chiese Sam ridendo, guardandola sorridere e sorridendo di rimando. 
"Non hai idea di quanto aiuti.." disse Hailey avvicinandosi a lui e baciandolo improvvisamente.
Sam rimase immobile per qualche secondo e successivamente disse: "Io non..".
"Non puoi ?" Chiese la ragazza sorridendo e avvicinandosi ulteriormente. "Davvero?".
Sam la guardò per qualche secondo negli occhi e velocemente le afferrò il viso e la baciò, afferrandola dai fianchi e mettendola a cavalcioni su di sé. 
Le mani di entrambi vagano sul corpo dell'altro, Hailey gli sbottonó la camicia toccandogli il petto e scese ad aprirgli la cintura dei pantaloni, in attesa di aprirli, mentre Sam le tolse completamente la maglietta che indossava e giocò con il reggiseno, facendola ansimare, mentre con una mano scese a toccarla. 
Hailey gli morse il labbro inferiore e scese a baciare, mordere e leccare il collo, sentendo Sam perdere letteralmente il controllo.
L'afferró dai fianchi e le tolse velocemente i pantaloni, unico impedimento al loro comune raggiungimento del piacere, mentre Hailey sfilava i suoi. Non appena furono entrambi nudi, senza alcun vestito a coprirli, si guardarono per qualche secondo, con ancora il respiro accelerato e carichi di voglia; con non troppa delicatezza, Sam entrò dentro Hailey e cominciò a spingere, mentre la ragazza ansimava e si muoveva freneticamente,  sentendo il piacere crescere dentro di lei.
"Capisci di che parlo? Non stai già meglio?" Chiese Hailey fra un gemito e l'altro.
"Avevi ragione!" Disse Sam afferrandole il viso e baciandola passionalmente, sorridendo.
 
"È stato... il miglior sesso della mia vita!" Esclamò Hailey infilandosi la maglietta e voltandosi a guardare il ragazzo che si rivestiva sorridendo, veramente convinta di quello che diceva.
"Non posso esprimermi, sono stato a letto anche con tua sorella" disse Sam ridendo ed aggiustandosi la camicia.
"Non farlo, non parlare di lei.." disse Hailey avvicinandosi al ragazzo sorridendo. "O dovremmo ricominciare!".
Sam la afferrò dalle natiche e le fece adagiare le gambe attorno al suo bacino, baciandole il collo e mandandola nuovamente in estasi.
"Apprezzo il tuo aiuto Hailey, ma questo non succederà più" disse Sam liberandola dalla sua presa.
La ragazza sorrise e scosse la testa, avvicinandosi a Sam e carezzandogli una guancia: "Non sono in cerca di storie, voglio solo questo.. e io non rinuncio facilmente a quello che voglio!".
Hailey lo guardò per qualche secondo negli occhi, dopodiché lo baciò nuovamente e sorrise, augurandogli una buonanotte e rientrando in caso con il sorriso sulle labbra. Sam sorrise, forse una storia del genere non avrebbe fatto poi tanto male, no ? Scoppiò in una risata nervosa e decise che il momento di tornare a letto era arrivato, non riuscendo a ricordare l’ultima volta in cui si era sentito davvero così felice.

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Capitolo 37
*** Capitolo 29. ***


Katherine si stiracchió e si rigiró nel letto quella mattina: ricordava quanto avesse pianto la notte scorsa e capí che il guaio era stato farlo davanti al suo ragazzo.
Guardò Dean disteso accanto a lei, con un'espressione seria sul viso durante il suo sonno, e sospirò; sapeva che avrebbe frainteso.
"Mi stai fissando?" Chiese Dean sospirando, mantenendo gli occhi chiusi.
"Sei sveglio?" Chiese Katherine sorridendo, passandogli una mano sul petto.
"Sì, non fissarmi! È inquietante.." disse Dean coprendosi il viso con una mano.
"No, è romantico.." disse Katherine sorridendo, avvicinandosi a lui e baciandogli il collo.
"È inquietante" Ribatté Dean aprendo gli occhi e sorridendo leggermente.
Per tutta risposta Katherine continuò a baciargli il collo, passando una mano fra i suoi capelli morbidi.
"Stai meglio stamattina?" Chiese Dean con un tono accusatorio, discostandosi dalla ragazza.
Katherine lo guardò leggermente e si sedette sul letto, guardandolo negli occhi e dicendo: "Dean, per quello che è successo ieri sera... mi dispiace, non avrei dovuto piangere davanti a te..".
"Stai meglio stamattina? " Chiese nuovamente Dean, rimanendo impassibile alle parole della ragazza.
"Sì Dean.. " sussurró Katherine sospirando. ".. e tu?".
"Hai pianto per quasi tutta la notte per Sam, cosa credi che debba pensare ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e sedendosi sul letto, continuando a fissarla. "Mi chiedo solo se tu abbia fatto la scelta giusta!".
"Non ho pianto per Sam, io ho pianto perché mi dispiace per lui! Sono stata con lui molto tempo e il bene che provo per lui non cambierà!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia. "Pensi che io non abbia fatto la scelta giusta ? Io ho fatto la scelta giusta! E vuoi sapere come lo so? Perché quando eri morto, oltre ad essere stata malissimo, ho perso una parte di me importantissima, neanche mia figlia mi riconosceva, ed io volevo te, avevo bisogno di te! E quando ti ho visto quella sera nella mia cucina, quella parte che pensavo di avere perso per sempre mi è stata restituita, sono tornata tutta intera! Sei tu che mi completi Dean, io ti amo e non smetterò mai di farlo! Quindi si, sono sicura di avere fatto la scelta giusta!".
"Wow, bel discorso.." disse Dean accennando un sorriso, afferrando una mano della ragazza. "Lo avevi preparato o cosa?".
"Il mio cervello lavora il triplo la mattina.." sussurró Katherine sorridendo e intrecciando la mano con quella del ragazzo.
"Mi dispiace per aver dubitato di te, vederti in quel modo mi ha confuso.." sussurró Dean sospirando e dandole un bacio veloce sulla guancia.
"Beh, conosco un modo con cui potresti farti perdonare.." disse Katherine sorridendo maliziosamente, avvicinandosi lentamente al ragazzo.
"Sarebbe?" Chiese Dean ricambiando il sorriso, sfiorandole la schiena con le dita.
"Usa la fantasia.." sussurró Katherine avventandosi sulle labbra del ragazzo, mentre Dean si sdraiava su di lei.
"Penso che lo farò.." sussurró Dean sorridendo, riprendendo a baciarla, felice più che mai delle parole appena pronunciate dalla sua ragazza.

Quando Sam aprì gli occhi quella mattina si sentì, per la prima volta dopo tanto tempo, quasi spensierato. La sera precedente aveva fatto sesso con una ragazza che si era resa disponibile nei suoi confronti e che avrebbe visto molto spesso in quel periodo, e aveva finalmente capito quali sentimenti provasse Katherine verso di lui: adesso forse sarebbe riuscito ad andare avanti.
Si fece una doccia e scese in cucina a preparare la colazione per tutti con un sorriso stampato sulla faccia; forse il consiglio di Hailey non era tanto sbagliato dopo tutto.
"Buongiorno.." disse Dean sedendosi al tavolo della cucina, passandosi entrambe le mani sul viso.
"Buongiorno!" Esclamò Sam sorridendo. "Tutto bene?".
"Io si, Katherine un po meno.." sussurró Dean sbuffando, indeciso se affrontare quella conversazione con il fratello.
"Già, beh, le passerà.." disse Sam accennando un sorriso. ".. passa a tutti".
"Sam, ha pianto molto stanotte, non l'ho mai vista così distrutta.." sussurró Dean sospirando. "Dovresti perdonarla, ne ha bisogno..".
"Perdonarla?" Chiese Sam ridendo mentre girava le uova nella padella. "Ho perdonato te solo perché sei mio fratello, non penso che farò lo stesso con lei!".
"Ma almeno dovresti provarci, lei ti vuole bene!" Esclamò Dean allargando le braccia e aggrottando le sopracciglia. "E che cos'è quest'aria da ' Mr felicità' ?!".
Proprio mentre Sam stava per controbattere, i due udirono la porta di casa sbattere e dei passi farsi sempre più vicini; in pochi secondi, una figura femminile sorridente entrò in cucina e si diresse proprio verso il minore dei fratelli.
"Buongiorno Sam.." sussurró Hailey sorridendo maliziosamente al ragazzo che ricambió. "Dean..".
"Buongiorno a te.." sussurró Sam ricambiando lo sguardo della ragazza, sorridendo.
Dean aggrottó le sopracciglia e li osservó senza proferire parola: avevano la stessa espressione e continuavano a sorridere e sorridere.
"Sam, le uova!!" Esclamò Dean alzando la voce. "Ti si bruceranno le uova!".
Sam si voltó brevemente verso il fratello e notò la sua espressione, così rispose ridendo: "Sta tranquillo".
"Vuoi la colazione? " Chiese Sam alzando lo sguardo subito verso la ragazza.
"No, sono andata a correre. Faccio una doccia e dopo mangio.." disse Hailey sorridendo e sfiorandogli una mano. "..grazie".
Sam la osservó voltarsi e salire le scale con ancora la stessa espressione sul viso e sospirò. Quella ragazza iniziava a piacergli davvero.
"Che diavolo era ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Cos'era cosa ?" Chiese Sam sorridendo.
"Il gioco di sguardi e di sorrisi, la colazione! Neanche io facevo così il mattino dopo con le ragazze.." disse Dean sgranando gli occhi e capendo il significato della sua stessa frase qualche secondo dopo. ".. siete andati a letto insieme ?! SIETE ANDATI A LETTO INSIEME ?".
"Abbassa la voce, Dean!!" Esclamò Sam guardando in cagnesco il fratello, togliendo la padella dal fuoco.
"Rispondi! " Chiese Dean alzandosi e avvicinandosi al fratello. "Siete andati a letto insieme?".
"Anche se non sono affari tuoi, si! " Esclamò Sam sospirando.
"Stai scherzando ? Questa storia non può durare, è la sorella di Katherine!" Esclamò Dean gesticolando nervosamente.
"Sì, e quindi?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Ricordi che sei quasi depresso perché ami Katherine e lei ti ha lasciato ? " Chiese Dean non riuscendo più a capire le intenzioni del fratello.
"Già, me lo ricordo, ma con Hailey non è niente di serio.." sussurró Sam preparando i tre piatti e sedendosi al tavolo a mangiare. "..andiamo a letto ogni tanto, ma niente storie!".
"Se lo dovesse scoprire Katherine si arrabbierebbe molto!" Esclamò Dean allargando le braccia.
"Bene, glielo dirai tu?" Chiese Sam sorridendo e alzando un sopracciglio.
Dean aprì la bocca per qualche secondo, dopodiché la richiude sospirando, mentre il fratello continuava a mangiare.
"Davvero credi che sia così semplice?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Tu non sei così, sono io il ragazzo cattivo che ha relazioni di solo sesso mentre tu sei il bravo ragazzo che ha una relazione stabile!".
"Eppure ecco te con una relazione più che stabile, mentre io ho una relazione di solo sesso.. come vedi i ruoli si sono invertiti.." disse Sam sospirando. ".. e tu hai sottolineato molto bene come io mi sia trasformato in un cattivo ragazzo!".
Dean sospirò e strinse la mascella, capendo su quale argomento stesse andando a parare il fratello.
"Sam, io sono stato duro con te l'altra sera, è che i tuoi poteri mi terrorizzano.." disse Dean avvicinandosi al ragazzo.
"Se non ti dispiace, non vorrei parlare di questo.." disse Sam rilassandosi sulla sedia dopo aver finito la sua colazione.
"Cosa?" Chiese Dean perplesso.
"Non c'è nient'altro da dire, non posso spiegarti ancora chi o come sono diventato, non riesci a capirlo.." disse Sam sospirando e incrociando le braccia al petto.
"Beh, provaci!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e irrigidendosi sul posto.
"No Dean! Questo sangue scorre nelle mie vene, non nelle tue, ed è una questione che devo affrontare!" Esclamò Sam sbuffando.
"Sì, ma non da solo.." disse Dean sospirando e sedendosi di fronte al fratello.
"In ogni caso non importa.." sussurró Sam guardando il ragazzo negli occhi. "Questi poteri.. è come giocare con il fuoco.. discorso chiuso!".
"Che vuoi dire?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Ho chiuso con tutto!" Esclamò Sam serrando la mascella.
"Davvero? Beh grazie, è un sollievo!" Esclamò Dean facendo spallucce.
"Non ringraziarmi, non lo faccio per te, per gli angeli o per qualcun'altro.." disse Sam sospirando. "..è una mia scelta!".
Dean annuì leggermente e sospirò dicendo : "Bene, ne sono felice Sammy..".
Sam accennó un sorriso e si alzò, posando il suo piatto, ormai vuoto, nel lavandino, e disse, prima di uscire dalla stanza: "Vado di sopra..".
"C'è Hailey di sopra e probabilmente sta facendo la doccia!" Esclamò Dean alzandosi e sbuffando.
"Meglio per me!" Esclamò Sam ridendo, mentre saliva le scale, arrivando al piano di sopra.
"Davvero fantastico!" Esclamò Dean fra se e se sospirando. "Fantastico!".
 
"Lui lo ha detto a me e io non posso dirlo a lei, perché lui è mio fratello!" Esclamò Dean sospirando rumorosamente, seduto nel piccolo portico della casa.
"E così tu l'hai detto a me?" Chiese Bobby perplesso.
"Esattamente.." disse Dean sospirando.
"Non ti aspetterai che glielo dica io.." disse Bobby aggrottando le sopracciglia.
"Dovrei dirglielo io ? È tutto nuovo per me, non so come comportarmi.." disse Dean sospirando e passandosi una mano fra I capelli.
"Dovresti essere tu a dirglielo ragazzo, se dovesse venirlo a sapere da loro, si incazzerebbe" disse Bobby sospirando.
"Siamo pronti!" Esclamò Katherine sorridendo arrivando nel portico con il suo borsone. "Ci vediamo presto Bobby!".
"Fate attenzione!" Esclamò il vecchio burbero, osservando i quattro ragazzi sorridenti salire sull'Impala, mettendosi in viaggio verso un nuovo caso.
 
 
"Bene, siamo partite senza avere la possibilità di parlare stamattina.." disse Katherine sospirando, accavallando le gambe all'interno dell'auto posteggiata davanti la casa della vittima. "..potremmo farlo adesso!".
"No, non credo" disse Hailey sfogliando una rivista che teneva sulle gambe.
"Stai scherzando? Sei venuta con noi anche per questa caccia senza avermi detto nulla su ‘quel qualcosa da cui non puoi proteggermi stando fuori dalla mia vita!’ " Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia e allargando le braccia.
"Ascolta, so che hai bisogno di sapere, ma non è il momento giusto, stiamo cercando di risolvere un caso" disse Hailey voltandosi qualche secondo verso di lei.
Katherine sospirò e si voltó dalla parte del suo finestrino, non capendo perché la sorella fosse venuta con loro in quella caccia. Si era trovata bene durante l'ultimo caso, le era riconoscente perché aveva salvato la vita a Dean, cercando di farlo calmare, stava familiarizzando anche con Sam e Bobby e questo la rendeva felice; ma l'unica persona con cui non aveva tentato neanche un approccio era proprio la sorella.
Era Hailey ad essere andata a cercarla, ma non aveva tempo di parlare del perché, sembrava quasi che non lo volesse fare.
Quando Katherine sospirò nuovamente, vide i due ragazzi uscire dalla casa della vittima ed entrare nell'auto.
"Ha ingerito quattro lamette tramite i dolci e la moglie pensa che non abbia mai avuto dei nemici" disse Sam sospirando, mentre Dean accendeva il motore.
"Ho trovato un sacchettino voodo dietro al frigorifero, abbiamo tra le mani una strega!" Esclamò Dean sospirando.
"Una strega? Ancora..?" Chiese Katherine sospirando. Odiava le streghe.
"A me piacciono, rendono tutto più difficile.." disse Hailey sorridendo. "Il bello viene quando le uccidi!".
"Uuh, molto macabra" disse Sam osservando la ragazza dallo specchietto retrovisore con un sorriso sulle labbra, mentre Katherine osservava la scena con un sopracciglio alzato.
"Andiamo al motel.." disse aggrottando le sopracciglia.
 
"Non è un tipico sacchetto per maledizioni, c'è un'erba estinta da circa 200 anni.." disse Sam, seduto sul divano della camera, sospirando e prendendo fra le mani un medaglione dall'interno del sacchetto. "E questo è celtico, non è la solita patacca new age".
"Fa vedere.." disse Katherine spostandosi in avanti nella poltrona su cui era seduta, afferrandolo e guardandolo bene. "..sembra originale, dovrebbe avere circa 600 anni".
"Ti intendi di medaglioni?" Chiese Hailey sistemandosi sulla poltrona, appoggiando le gambe sulla tavolino e alzando un sopracciglio.
"Sì, il mio Osservatore mi ha insegnato bene come proteggermi dalle streghe" rispose la minore con una smorfia.
"E quale ? Quello che ti portavi a letto?" Chiese Hailey ridendo, osservando la ragazza con un sopracciglio alzato.
Dean sospirò e afferró un altro elemento all'interno del sacchetto, guardandolo meglio da vicino.
"Quello è un osso carbonizzato del metacarpo di un bambino.." disse Sam nauseato a quel pensiero.
"Che schifo.." sussurró Dean rimettendo immediatamente l'osso a posto.
"Avrà almeno un centinaio di anni" disse Sam sorridendo ed analizzandolo attentamente.
"Deve essere una strega molto potente per fare un sacchetto del genere, più di quelle con cui abbiamo avuto a che fare fin'ora" disse Katherine sospirando.
"Già.." disse Hailey sospirando. ".. io comunque ho fatto delle ricerche sulla vittima, Luke Wallace, non c'era nessuno che poteva volerlo morto! Era ben voluto da tutti..".
"Bene, siamo al punto di partenza!" Esclamò Dean mangiando troppi dolcetti contemporaneamente.
"Ma come fai?" Chiese Sam ridendo, seguito dalle due ragazze.
"Dean è appena morto un uomo per dei dolcetti.." disse Katherine ridendo,
"Beh, è Halloween ! Cos'altro dovrei fare?" Chiese Dean sorridendo, scartando un altro dolcetto.
 
 
"Fanno ancora queste cose ?" Chiese retoricamente Hailey ridendo. "Ricordo di averle fatte quando avevo più o meno 15 anni".
"Eh già, si parla di più di 10 anni fa.. quasi 15, giusto?" Chiese Katherine sorridendo, mentre scendeva nel seminterrato di una casa, seguita dai ragazzi.
C'era stata un'altra vittima, una ragazza affogata in una vasca mentre tentava di afferrare una mela con i denti; improvvisamente l'acqua si era surriscaldata, ustionandole il viso.
"A quella ci penso io" disse Sam sorridendo, avvicinandosi ad una ragazza, coetanea della vittima, che stava parlando con un poliziotto.
"D'accordo, ma ehi.." disse Dean puntandogli un dito contro. "..ricordati che è minorenne!".
"Non lo farei mai.." disse Sam aggrottando le sopracciglia, cominciando a ridere.
I tre ragazzi si divisero alla ricerca di un sacchetto voodo e quando Katherine lo trovó, lo mostrarono agli altri e Dean corse a chiamare il fratello.
"La ragazza non conosceva Luke, non sapeva neanche chi fosse" Esclamò Sam sospirando.
"Bene, abbiamo qualche elemento in più, torniamo in camera e proviamo a capire con chi abbiamo a che fare" disse Dean sospirando.
 
"Entrambe le vittime erano pulite, non può essere una vendetta" disse Hailey scuotendo la testa, esaminando dei libri.
"Perspicace, e cosa potrebbe essere stato?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Qualche anno fa, seguivo un caso a Denver.." disse Katherine con lo sguardo vitreo, cercando di ricordare. ".. era molto simile, una strega uccideva dei perfetti sconosciuti in onore di un dio e roba simile!".
"Potrebbe avere senso" disse Sam aggrottando le sopracciglia.
"Dammi il computer.." disse Katherine avvicinandosi a Sam seduto sul letto e digitando sul motore di ricerca alcune parole chiave." Tre sacrifici di sangue in tre giorni, l'ultimo prima della mezzanotte dell'ultimo giorno dell'ultimo raccolto! Nel calendario celtico il giorno dell'ultimo raccolto è il 31 ottobre!".
"Halloween.." Dissero Dean e Sam all'unisono sorridendo.
"Esatto" disse Katherine mantenendo gli occhi sul PC.
"E a che servirebbero questi sacrifici di sangue?" Chiese Hailey inarcando le sopracciglia.
"Secondo me sta evocando un demone e non uno qualsiasi.." disse Katherine sospirando. "..Samhain".
"Sarebbe?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"È il demone all'origine di Halloween, il 31 ottobre per i celti era l'unica data in cui il velo fra morti e vivi era più sottile!" Esclamò Katherine sospirando.
"Già, per questo indossavano maschere per nascondersi da lui e lasciavano dolcetti sull'uscio di casa per placarlo.." disse Sam accennando un sorriso. ".. venne esorcizzato secoli fa".
"E sebbene Samhain sia finito all'inferno, la tradizione è rimasta" disse Hailey sospirando.
"Certo, solo che oggi al posto di demoni e sangue, Halloween è diventata una festa per bambini" disse Katherine passando il computer al ragazzo, alzandosi dal letto.
"Quindi questa strega vuole riportare tra noi Samhain" disse Hailey aggrottando le sopracciglia.
"È una cosa seria, questo è un rituale potente e può essere fatto solo ogni 600 anni" disse Katherine scuotendo la testa.
"E i 600 anni scadranno. .?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Domani notte" rispose Sam sospirando.
"Ha fatto tanti morti questo demone.." sussurró Hailey osservando un'immagine del demone su di un libro. "..l'ho trovato anch'io!".
"Sì e ama la compagnia.." disse Katherine sospirando. "Una volta evocato porta con sé molti altri demoni!".
"Niente di buono" disse Dean appoggiando i gomiti sul tavolo.
"Gia, porta con sé molti demoni che lo seguono ovunque come il pifferaio magico! " Esclamò Sam leggendo la pagina che Katherine aveva lasciato aperta sul PC.
"Fantasmi? Zombie? Leprecauni? " Chiese Hailey sorridendo.
"Hailey, è una cosa seria" disse Katherine sospirando.
"Sono orribili con quelle manine piccole!" Esclamò la maggiore cercando di trattenere il sorriso.
"Sentite, all'inizio saranno solamente fantasmi e demoni, ma a fine nottata ci ritroveremo nell'incubo peggiore che abbiamo mai visto!" Esclamò Katherine appoggiando le mani sul tavolo. "Ciò che abbiamo sempre combattuto in un posto solo!".
"Sarà una carneficina.." sussurró Dean sospirando.
 
 
"Anche tu ti sei messa a mangiare quei dolci?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Già, Dean ha ragione, sono buoni" disse Hailey ridendo.
"Non credo che otterremo qualcosa rimanendo qui" disse Katherine sospirando. "Potresti raccontarmi la verità, ma immagino che non sia il momento giusto!".
"Perspicace" rispose Hailey con ancora la bocca piena di cioccolata.
Il telefono di Katherine squilló e immediatamente la ragazza rispose.
"Come sta andando?" Chiese Dean dall'altro capo del telefono.
"Benissimo.." disse Katherine osservando tutte le carte di cioccolatini sparse per l'auto. ".. abbiamo parlato con la vedova lametta e siamo ancora inchiodate qui, senza essere riuscite a concludere un bel niente!".
"Qualcuno ha piazzato quei due sacchetti, qualcuno che ha accesso a tutte e due le case! Ci deve essere un collegamento" disse Dean alla cornetta del telefono.
"Beh spero di trovarli presto, perché altrimenti Hailey dovrà essere ricoverata per tutti questi dolci alla... Porca puttana! " Esclamò Katherine sgranando gli occhi, facendo voltare anche la sorella.
"Non dire parolacce" sussurró Dean ridendo.
"No, Dean, Porca puttana davvero !" Esclamò Katherine rimanendo a fissare la ragazza interrogata precedentemente da Sam.
 
"Allora?" Chiese Dean non appena le due ragazze entrarono in stanza. "Notizie della ragazza della mela?".
"Tracy? È la baby sitter dei Wallace!" Esclamò Hailey sbuffando.
"A me aveva detto di non conoscere Luke Wallace!" Esclamò Sam aggrottando le sopracciglia. "È molto carina per essere una strega di 600 anni".
"Se fossi una strega di 600 anni e dovessi scegliere un costume per tornare in vita, io sceglierei quello di una cheerleader" disse Hailey ridendo e sedendosi nel suo ampio letto.
"Beh, Tracy non è l'angioletto che sembra.." disse Katherine cercando notizie sulla ragazza. "Ha avuto un litigio molto violento con uno dei suoi insegnanti ed è stata sospesa da scuola".
I ragazzi si recarono alla scuola della ragazza, Tracy, in cerca del professore con cui aveva avuto il litigio: scoprirono che insegnava arte e che stava realizzando delle maschere molto inquietanti per halloween.
"Sono davvero orribili!" Esclamò Katherine facendo una smorfia di disgusto. "Perché diavolo fare delle maschere del genere?".
La ragazza si voltó verso Dean, che era rimasto immobile a fissarne una, tutta squamata, come se da un momento potesse sciogliersi: dalle fessure per gli occhi e per il naso volava del sangue finto, la forma del naso era ridotta ad un buco nero e rosso.
"Dean..?" Chiese Katherine posandogli leggermente una mano sulla spalla.
Dean si voltó di soprassalto, sgranando gli occhi e con la fronte imperlata di sudore.
"Tesoro stai sudando freddo.." disse la ragazza avvicinandosi. ".. stai bene?".
"Non vi ricorda niente?" Chiese Sam arrivando alle spalle dei due ragazzi, entusiasta per tutte quelle maschere.
"Cosa? Che vuoi dire?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e discostandosi dalla ragazza.
"Il periodo che anche noi andavamo a scuola" disse Sam sorridendo.
"Ooh..." sussurró Dean abbassando lo sguardo.
"A che cosa pensavi che si stesse riferendo?" Chiese Hailey alzando un sopracciglio.
"Volevate parlare con me?" Chiese un uomo sulla quarantina entrando in classe con dei pacchi in mano.
"Il Signor Harding? " Chiese Sam sorridendo e porgendogli la mano.
"Chiamatemi Don" rispose il professore sorridendo. "Anche i miei studenti mi chiamano Don".
"D'accordo Don, siamo agenti dell'FBI.." disse Hailey avvicinandosi e mostrandogli il proprio distintivo.
"Che posso fare per voi?" Chiese il professore poggiando i pacchi Silla scrivania.
"Volevamo farle qualche domanda su Tracy Davis" disse Dean accennando un sorriso.
"Ah si, Tracy, ragazza intelligente e piena di talento, peccato che sia stata sospesa" disse Don facendo spallucce.
"In realtà noi sappiamo che voi due avete avuto un violento litigio" disse Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Sì, è esplosa e se non fosse arrivato il preside forse mi avrebbe cavato gli occhi!" Esclamò l'insegnante ridendo.
"E perché?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Stavo commentando il suo lavoro che mi sembrava inappropriato ed inquietante" disse il professore sorridendo.
"Più inquietante di quelle maschere?" Chiese Hailey indicando la parte del soffitto dalla quale scendevano.
Don sorrise imbarazzato per qualche secondo, dopodiché disse: "Non faceva altro che riempire i suoi quaderni con simboli strani e criptici, e poi anche disegni con immagini dettagliate di uccisioni cruente. Scene in cui anche lei compariva e partecipava".
"Simboli tipo questo?" Chiese Sam mostrando il medaglione che aveva trovato nei sacchetti a casa delle vittime.
"Sì, di quel genere" disse Don annuendo.
"Sa dove potremmo trovare Tracy adesso?" Chiese Katherine sospirando.
"Nel suo appartamento" disse il professore sorridendo.
"Nel suo appartamento? " Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Sì, è arrivata qua circa un anno fa, ma era emancipata rispetto agli altri adolescenti! Avrà dei genitori benestanti" disse Don facendo spallucce.
 
Una volta usciti dalla scuola, i ragazzi si divisero: Hailey e Sam andarono a controllare nell'appartamento della ragazza, invece Dean e Katherine cercarono di parlare con i suoi amici.
"Non c'è traccia di quella streghetta! " Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia scendendo dall'auto.
"Potrebbe colpire in qualsiasi momento" disse Sam sospirando.
In quel momento, un bambino vestito da astronauta si avvicinò velocemente ai ragazzi e con un secchio in mano chiese: "Dolcetto o scherzetto?".
"Questo è un motel, moccioso" disse Hailey ridendo.
"E allora?" Chiese il bambino aggrottando le sopracciglia.
"Vuol dire che non abbiamo dolcetti" disse Dean facendo spallucce.
"No, ne abbiamo una tonnellata.." iniziò Sam ma fu interrotto bruscamente dal bambino.
"Li avevamo, ma sono finiti! " Esclamò Dean voltandosi verso il fratello. "Non possiamo accontentarti!".
"Io voglio i dolcetti!" Esclamò il bambino con voce prepotente.
"Mi sembra che tu ne abbia già avuti abbastanza" disse Hailey ridendo.
"Ragazzi, ma che vi prende ? È un bambino!" Esclamò Katherine allargando le braccia, prendendo 10 dollari e porgendoli al bambino. "Compra quello che vuoi, piccolo".
"Grazie" rispose il bambino sorridendo alla ragazza, ma successivamente fulminó i due ragazzi con lo sguardo.
"10 dollari? Sul serio?" Chiese Hailey ridendo.
"Sta zitta, sei un robot" disse Katherine sorpassandola, entrando in camera.
"Castiel..?" Esclamò la ragazza sorpresa di trovarlo in stanza, con un uomo che dava loro le spalle. "E tu chi sei ?".
"Castiel, l'angelo?" Chiese Sam sgranando gli occhi.
"Ciao Sam.." sussurró l'angelo alzandosi e avvicinandosi a lui.
"Oh mio Dio!!" Esclamò Sam sgranando gli occhi e porgendogli una mano. "No, scusami non volevo! Ho sentito parlare molto di te".
"E io di te" disse Castiel afferrando la mano al ragazzo, accennando quasi un sorriso.
"Sam Winchester, il ragazzo con il sangue demoniaco.." disse Castiel afferrando la mano del ragazzo con entrambe le sue mani. ".. sono felice di sapere che non usi più i tuoi potere psichici".
"Ed è meglio che continui così!" Esclamò la figura che ancora gli dava le spalle, guardando fuori dalla finestra.
"Ma chi diavolo è? " Chiesero Katherine e Dean all'unisono, aggrottando le sopracciglia.
"Ciao Katherine.." disse l'angelo sorridendo, per poi spostare lo sguardo sulla sorella. "..Hailey!".
"Dovete impedire che si risvegli Samhain! " Continuò Castiel sospirando. "Avete localizzato la strega?".
" Sì, l'abbiamo localizzata perché?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Ed è morta?!" Chiese l'angelo serrando la mascella.
"Non ancora.." disse Sam facendo spallucce.
"Sappiamo chi è però " disse Dean allargando le braccia.
"A quanto pare anche lei sa chi siete voi" disse Castiel mostrando loro un sacchetto voodo. "Era nascosto nel muro di questa camera! Se non l'avessimo trovato, uno di voi sarebbe morto! Sapete dov'è la strega adesso? ".
"Ci stiamo lavorando" disse Hailey alzando un sopracciglio.
"È un vero peccato.." disse Castiel sospirando.
"Ma a voi cosa importa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"L'ascesa di Samhain è uno dei 66 sigilli.." disse l'angelo fissandoli.
"Quindi c'entra il vostro amico lucifero!" Esclamò Dean sospirando.
"lucifero non è nostro amico!" Esclamò la figura di spalle.
"Lucifero non può risorgere, ma dobbiamo impedire che il sigillo sia spezzato ad ogni costo!" Esclamò Castiel distanziandosi leggermente dai ragazzi.
"Diteci dov'è e la uccideremo" disse Katherine facendo spallucce.
"Non siamo onniscienti, lei riesce ad eludere anche i nostri metodi.." disse Castiel gesticolando.
"Noi sappiamo chi è, se lavoriamo insieme possiamo.." iniziò Sam ma fu interrotto dalla figura di spalle.
"Non dite assurdità! " Esclamò adiratosi.
"Sì può sapere chi sei?!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia.
"Lui è Uriel.." disse Castiel, mentre l'altro angelo si voltava verso i ragazzi. ".. ciò che voi chiamare uno specialista".
"Che genere di specialista?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Vuole spazzare via la città" disse Hailey sorridendo, con le braccia incrociate. "Ciao Uriel".
"Sei sempre uguale" disse l'angelo con un'espressione seria sul volto.
"Che posso fare? Non amo cambiare.." disse Hailey alzando le spalle, sorridente.
"Non lo avrei mai detto dall'ultima volta" disse Uriel sbuffando.
"Torniamo a noi, che diavolo volete fare?!" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Dovete lasciare la città, la distruggeremo" disse Castiel sospirando.
"Il piano geniale è radere al suolo la città?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Non abbiamo più tempo: la strega deve morire e il sigillo non deve spezzarsi" disse Castiel risoluto.
"Ma qui vivono almeno 1000 persone!" Esclamò Sam aggrottando le sopracciglia.
"1214" rispose Uriel rimanendo composto.
"E volete ucciderle tutte quante?" Chiese Katherine sgranando gli occhi.
"Ma questa non è la prima volta che Uriel purifica un'intera città, giusto?" Chiese Hailey avanzando di qualche passo è guardandolo negli occhi.
"Bisogna scegliere il male minore, la vita di 1000 per la vita di tutti! Bisogna vedere le cose in una prospettiva poi ampia!" Esclamò Castiel sospirando. "lucifero non può risorgere, altrimenti l'inferno risorgerebbe con lui!".
"Riusciremo a fermare la strega in tempo" disse Katherine avanzando verso Castiel. "E nessuno morirà!".
"Non perdiamo altro tempo con queste 4 scimmie ritardate!" Esclamò Uriel sbuffando. "Abbiamo degli ordini!".
"Ma voi siete angeli, non dovreste mostrare misericordia?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Non abbiamo scelta.." sussurró Castiel.
"C'è sempre una scelta!" Esclamò Hailey guardando negli occhi Uriel.
"Andiamo, non ditemi che non avete mai messo in dubbio un ordine! Non ditemi che siete solo degli strumenti!" Esclamò Katherine allargando le braccia.
"Abbiate fede, il piano è giusto.." disse Castiel sospirando. "Proviene dal cielo".
"Deve essere bello essere così sicuri come voi" Esclamò Dean sospirando.
"Quando tuo padre ti dava un ordine, obbedivi oppure no?" Chiese Uriel rimanendo sempre composto come un soldato.
"Mi dispiace, non siamo d'accordo con voi" disse Dean scuotendo la testa.
"E pensate di fermarci?" Chiese Uriel ridendo.
"Penso che per per radere al suolo questa città dovrete uccidere pure noi, perché noi non c'è ne andiamo!" Esclamò Hailey sorridendo.
"Se vi siete presi la briga di salvare me dall'inferno vuol dire che valgo qualcosa per chi sta lassù" disse Dean avanzando e comprendo le spalle metaforicamente ad Hailey.
"Vi trascinerò fuori con le mie mani" ringhiò Uriel fra i denti.
"Ma prima dovrete ucciderci e siamo al punto di partenza" disse Sam sorridendo.
"Lasciate che ce ne occupiamo noi di questa streghetta!" Esclamò Katherine sorridendo.
"La troveremo e le Impediremo di evocare il demone!" Esclamò Dean guardando l'angelo con il trench negli occhi.
"Castiel, non lascerò che tu.." iniziò Uriel ma fu interrotto dal suo stesso fratello.
"Silenzio! Vi suggerisco di fare alla svelta" disse Castiel osservando i presenti un'ultima volta negli occhi, per poi sparire entrambi dalla stanza.

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Capitolo 38
*** Capitolo 29 (CONTINUAZIONE). ***


 Quando i ragazzi uscirono dalla stanza, trovarono la loro auto completamente imbrattata di uova: qualcuno si era divertito a lanciarle sul parabrezza e sui finestrini e Dean sospettava anche chi fosse stato.
"ASTRONAUTA!!!" Urlò Dean perdendo la pazienza, cercando il bambino con gli occhi, mentre le ragazze se la ridevano. “Non ci posso credere, io non ci posso credere!!”.
“Cerca di calmarti, si può sistemare..” disse Katherine cercando di trattenere il ghigno sul suo viso.
“A quanto pare i tuoi 10 dollari non hanno funzionato..” disse Hailey ridendo.
“E sta zitta..” disse la minore scuotendo la testa, ma continuando a ridere.
Entrarono tutti in macchina e il maggiore osservò accuratamente il fratello e si accorse del suo repentino cambio d’umore, capendo che qualcosa non andava: teneva la testa bassa e fissava le sue mani appoggiate sulle sue gambe, senza neanche aver riso di tutta quella situazione come avevano fatto le ragazze, così aggrottando le sopracciglia gli chiese: "Tutto bene?".
"È solo che non me li aspettavo così, pensavo fossero diversi" rispose Sam sospirando, rimanendo con lo sguardo fisso sulle sue mani.
"Parli degli angeli?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, continuando a guardarlo.
"Sì.." sussurró Sam sospirando.
"Io l'ho sempre detto come la penso su di loro" disse Hailey facendo spallucce dal sedile anteriore, guardando anche lei nella direzione del ragazzo.
"Io pensavo che fossero molto più giusti" disse Sam sospirando. "È per questo che ho sempre pregato?".
"Sam io ti conosco poco, sono la persona meno indicata per farti questo tipo di discorso, ma so chetu credi a Dio e al paradiso, ma per colpa di un paio di mele marce non devi buttare tutto il sacco.." disse Hailey sorridendo, dandogli una pacca sulla spalla, mentre il ragazzo si voltava e accennava un leggero sorriso.
"Sentite un po, volete prendere questa strega o continuare a girarvi i pollici con questi discorsi filosofici?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, irritandosi.
Dean accese il motore, mentre Sam esaminava il contenuto del sacchetto di incantesimi che gli angeli avevano trovato, prendendo fra le mani il piccolo metacarpo e scrutandolo bene.
“Avete idea di che calore ci voglia per carbonizzare quest’osso? Un forno o un fuoco non bastano” disse Sam continuando a scrutarlo.
"E che significa, Grande chef?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, voltandosi nuovamente verso di lui.
"Che dobbiamo tornare a scuola" disse il ragazzo sorridente.
 
Non appena tornarono nell'aula di Don, i ragazzi cominciarono a osservare e a perquisire ogni cosa che potesse incriminarlo, ma trovarono semplicemente molti strumenti utili per la sua professione; non appena cominciarono a cercare fra le carte poste sopra la cattedra, si accorsero che uno dei cassetti era chiuso con un lucchetto d’acciaio e si insospettirono.
Prontamente Sam afferrò uno dei martelli posti in un carrello dietro di sé e cominciò a colpire il lucchetto finchè non saltò via, riuscendo ad aprire il cassetto e ad osservare cosa ci fosse dentro, facendoli rimanere basiti: trovarono un grande contenitore pieno di ossicini di bambini e ciò significava un’unica cosa, cioè che la strega che stava compiendo tutti quei sacrifici e che voleva risvegliare Samhain non era l’adolescente emancipata Tracy, ma il suo insegnante di arte.
Immediatamente i quattro ragazzi corsero a casa di Don, sperando di trovarlo lì, e vi entrarono furtivamente: cominciarono a perquisirla da cima a fondo, salendo anche al piano di sopra, scrutando negli armadi e nei cassetti di tutta l’abitazione, arrivando perfino nel suo studio, ma non riuscendo a trovare qualcosa che potesse incriminarlo, così non avendo nessuna traccia di lui nella parte superiore della casa, decisero di scendere nella cantina.
Quando entrarono cercarono di fare il più piano possibile, camminando quasi sulle punte dei piedi, trovarono l'uomo che dava le spalle all’entrata, intendo a recitare un antico rituale in gallico, mentre davanti a sé vi era Tracy, legata al soffitto con una corda che le bloccava le mani e con una benda intorno alla bocca per non farle chiedere aiuto gridando. Così i ragazzi decisero di nascondersi momentaneamente dietro a tutte le cianfrusaglie presenti in quella cantina e decidere il momento in cui avrebbero attaccato.
Quando Don finì di pronunciare il rituale si voltò e si avvicinò alla ragazza, puntandole il coltello alla gola, in modo tale da offrire l’ultimo sacrificio di sangue al demone che avrebbe fatto risorgere da lì a poco. Disse alla ragazza che sarebbe andato tutto secondo i suoi piani e che avrebbe scatenato l’inferno sulla terra, entrando nelle grazie di Samhaim, mentre la ragazza prese a dimenarsi, convinta che da lì a breve sarebbe stata la sua ora, fin quando i ragazzi uscirono allo scoperto impugnando le loro pistole, puntandogliele contro e facendo fuoco.
Dean tagliò la corda che la legava al soffitto e liberò la ragazza, che fra le lacrime disse: "Grazie stava per uccidermi! Maledetto figlio di puttana!! L'avete visto anche voi cosa mi stava facendo?”.
“Sta tranquilla, adesso sei salva” disse Katherine avvicinandosi e dandole una pacca sulla spalla, cercando di tranquillizzarla.
“Come faccio a stare tranquilla? Ha dentato di uccidermi con un incantesimo così approssimativo!” esclamò la ragazza con un’espressione molto disgustata, mentre i ragazzi capirono cosa stesse succedendo, impugnando nuovamente le pistole e puntandogliele contro. “Mio fratello è sempre stato uno di serie B!!".
Tracy con un solo gesto della mano li spinse molto violentemente contro una parete, smorzandogli il respiro.
"Samhain tra poco arriverà fra noi.." disse la ragazza sorridendo. "Ma per poterlo risvegliare e riportare sulla terra dovevamo essere in due, così per tutto questo tempo ho dovuto sopportare questo figlio di puttana! Immaginate la fatica?".
Tracy si avvicinò al corpo di Don con un calice e lo riempì con il suo sangue che sgorgava ancora dalle ferite d’arma da fuoco inferte dai ragazzi, continuando a sorridere e dicendo: "Stanotte tutti vedranno la vera essenza di Halloween!".
La ragazza continuò il rituale che il fratello aveva iniziato, prendendo a parlare in gallico, mentre delle scosse cominciarono a colpire la casa, facendo tremare l’intera struttura e sgranare gli occhi ai ragazzi.
"Fate quello che faccio io" disse Sam bagnando la mano nel sangue di Don e coprendosene il viso, senza spiegare loro il perché.
I ragazzi, seppur straniti, effettuarono lo stesso movimento, coprendosi il viso con il rosso del sangue e sdraiandosi sul pavimento, non dando l’impressione di essere in vita; il pavimento della cantina si divise in due parti distinte e separate ed uscì un'enorme quantità di fumo nero, che entrò direttamente nel corpo di Don, scosso da dei spasmi .
L'uomo, diventato ormai Samhain, aprì gli occhi e si alzò velocemente, osservando dapprima la ragazza e successivamente annullando la distanza, avvicinandosi a lei sorridendo.
"Amore mio!" Esclamò la ragazza demone sorridendo, correndo incontro al demone, abbracciando e baciandolo.
"Sei invecchiata.." sussurró Samhain tenendole il viso fra le mani. "..ma la tua bellezza non ha tempo!".
Mentre la ragazza sorrideva per il complimento, Samhain, inaspettatamente, le spezzò l'osso del collo sospirando e voltandosi verso i ragazzi che giacevano a terra; dopo un attimo di esitazione, salì le scale e si chiuse la porta alle spalle, diretto verso l’unico posto che poteva soddisfare le sue ambizioni.
"Perché il sangue in faccia?" Sussurró Dean aggrottando le sopracciglia e sedendosi sul pavimento, ancora ammaccato per il volo che Tracy gli aveva fatto fare.
"Secondo la tradizione ci si nasconde da lui con delle maschere.. così ho pensato di provare e sperare che funzionasse!" Esclamò Sam facendo spallucce, alzandosi in piedi.
"Hai pensato di tentare?!" Chiese Hailey colpendolo su una spalla, mentre il ragazzo sorrideva.
 
Dopo essersi ripuliti dal sangue, i ragazzi capirono che l'unico posto in cui sarebbe andato il demone sarebbe stato il cimitero per fare risorgere tutti i demoni dell'inferno.
"È un demone molto potente.." sussurró Sam sospirando, mentre Dean sfrecciava con l’auto verso il demone. "Le solite armi forse non basteranno".
"Che vuoi dire, Sam?" Chiese Katherine alzando un sopracciglio e fissandolo dallo specchietto retrovisore.
"Io penso che potrei fermarlo in un altro modo.." iniziò il ragazzo ma fu interrotto dal fratello.
"No, Sam, non userai i tuoi poteri!" Esclamò Dean perentorio, fulminandolo con lo sguardo.
"Ma..".
"Sam, hanno ragione, il coltello di Ruby basterà" disse Hailey sospirando.
"Ma perché? Perché non posso usare i miei poteri per salvarci ?!" Chiese Sam sgranando gli occhi.
"Perché anche gli angeli ti hanno detto che è una cosa sbagliata! " Esclamò Katherine infuriata.
"Credevo che voi li consideraste degli idioti!" Esclamò Sam gesticolando nervosamente.
"Si Sam, è vero ma in questo caso hanno ragione loro!" Disse Katherine sospirando e scuotendo la testa.
"E anche tu mi hai detto che usare questi poteri è come giocare con il fuoco!" Esclamò Dean scuotendo la testa e passandogli il coltello. "Per favore, ascoltaci!".
“D’accordo!” Esclamò il ragazzo poco convinto.
Sam scosse la testa e si voltò dal lato del finestrino sospirando, tagliando la conversazione: avrebbe potuto salvarli senza mettere troppo a rischio la loro vita. Sapeva che avevano ragione, ma se fosse stato costretto ad usare i suoi poteri per aiutarli a sconfiggere il demone, li avrebbe usati senza pensarci troppo su.
 
Non appena i quattro arrivarono al cimitero, sentirono delle urla molto differenti da quelle tipiche della notte di Halloween provenire da una cripta; immediatamente vi entrarono e videro una decina di adolescenti mascherati da demoni o da fantasmi chiusi dentro che chiedevano piangendo il loro aiuto.
"Fateli uscire, io penso al demone!" Esclamò Sam guardando i tre ragazzi.
"Non ti lascio andare solo!" Esclamò Dean voltandosi verso di lui.
"Andrò io con lui" disse Hailey afferrando il ragazzo da un braccio, andando a cercare il demone.
“Non che questo mi tranquillizzi..” sussurrò Dean fra se e se, mente la ragazza prendeva la sua pistola.
"Ragazzi state indietro!" Esclamò Katherine puntando l’arma verso il catenaccio che li teneva bloccati dentro.
Sparò non appena tutti si furono allontanati e il cancello si aprì, mentre i due ragazzi si adoperavano ad aiutare i ragazzi intrappolati nella cripta.
"Muovetevi, correte, scappate!" Esclamò Dean aiutandoli ad uscire.
"Dean.." sussurró Katherine sgranando gli occhi e rimanendo paralizzata per qualche secondo. "..sono...?".
Tutte le tombe a muro della cripta presero a tremare, scoperchiandosi: da una di esse usciva ancora del sangue, come se qualcuno dei ragazzi fosse stato trascinato all’interno e mangiato, da altre invece videro uscire goffamente degli uomini da lì.
"..zombie? Credo di si.." disse Dean seguendo lo sguardo della ragazza, sospirando e prendendo dei coltelli, passandone uno alla ragazza.
"Fatevi avanti, zombie schifosi!" Esclamò Katherine accennando un sorriso, impugnando il suo coltello.
 
 
"Insomma, hai intenzione di usare i tuoi poteri?" Chiese Hailey tenendo fra le mani la pistola, camminando con il ragazzo in un ampio corridoio.  
"Se dovesse essere necessario.." sussurró Sam guardandosi attorno, rimettendo a posto la sua arma.
"Ma hai detto.." disse Hailey ma non poté continuare perché il ragazzo la zittí.
"Lo so che cosa ho detto, ma se mi dovessi ritrovare nella situazione di usarli, lo farò!" Esclamò Sam perentorio, lanciandole una breve occhiata.
"È lì.." disse Hailey indicando il demone di spalle in una stanza della cripta, intento a continuare il rituale.
I due ragazzi entrarono lentamente nella stanza, ma immediatamente Samhain li sentì e si girò, mandando con una mano un enorme raggio bianco, dal quale Sam potesse la ragazza facendole da scudo, parandosi davanti a lei.
"Sì, il potente raggio demoniaco non funziona su di me!" Esclamò Sam alzando un sopracciglio.
Il demone si lanciò contro il ragazzo e cominciarono a lottare, colpendosi numerose volte a vicenda in pieno viso mentre Hailey rimaneva immobile, ancora shockata per quello che era successo pochi secondi prima.
Sam continuò a colpirlo, ma il demone stava comunque avendo la meglio, dato che continuava a sbatterlo da una parte all’altra della stanza senza fermarsi; Samhain afferró Sam dalla gola, bloccandolo contro la parete e impedendo che il ragazzo si muovesse, e Hailey pensò di poter sfruttare quel momento a suo vantaggio. Si avvicinò furtivamente, raccogliendo da terra il coltello di Ruby che era caduto dalle mani di Sam e corse in suo aiuto, cercando di pugnalare il demone che però si scansò, ricevendo solamente una ferita superficiale al braccio e con un semplice gesto della mano la scaraventó violentemente contro un'alta parete, smorzandole nuovamente il respiro.
 
 
"Due su due!" Esclamò Katherine sospirando, impalando uno dei due zombie che i ragazzi stavano affrontando.
Un'altra figura, una donna sulla cinquantina vestita di nero, si avvicinò a loro lentamente e quando provarono ad attaccarla con i loro pugnali, pensando che fosse un altro dei non viventi, si dissolse nell'aria comparendo esattamente dietro di loro, mentre con un braccio li scaraventava contro una parete.
"Zombie e fantasmi, eh ?" Disse Dean alzandosi faticosamente, seguito dalla ragazza. "Darò fuoco a tutti, vi ucciderò tutti!!".
 
Hailey si rialzó prontamente, nonostante il volo le avesse procurato parecchi dolori, e provò a colpire il demone nuovamente con il coltello di Ruby, ferendolo nuovamente al braccio; ciò fece arrabbiare ancora di più il demone che la scaraventó ancora una volta contro la parete e Sam dall'altro lato della stanza; Samhain osservò il ragazzo disteso a terra e pensò di volerlo solamente distruggere così corse nuovamente verso Sam, che però si alzò prontamente in piedi e indirizzò una mano verso di lui, cominciando ad esorcizzarlo con la mente.
Il demone cominciò ad agitarsi, cercando di avvicinarsi al ragazzo per fermarlo, ma ogni sforzo fu inutile, per via del potere di Sam che fluiva fuori dalla sua mano, rendendolo protetto da una sorta di scudo invisibile, che proteggeva anche la ragazza che stava ancora seduta a terra dietro di lui.
Hailey vide come si stesse sforzando dalla sua espressione sofferente e quando lo vide tenersi una tempia con l'altra mano si preoccupó seriamente per la sua incolumità.
Il demone cominciò a sputare un fumo nero dalla bocca, emettendo dei suoni fastidiosi ed agitandosi riuscendo a tenersi a malapena in piedi, continuando però a fissare il ragazzo negli occhi, mentre al ragazzo cominciò a scendere una copiosa quantità di sangue dal naso, finché dopo qualche secondo in più Samhain  cadde a terra e tutto il fumo si dissolse, segno che Sam ce l’aveva fatta e il demone era tornato all’inferno.
Il ragazzo fu costretto a prendere una serie di respiri profondi e di chiudere gli occhi per qualche secondo per riuscire a riottenere il pieno controllo di se, dato che questo esorcismo lo aveva stancato moltissimo; non era abituato a questo tipo di demoni, di solito esorcizzava quelli di basso livello senza alcun problema.
Quando rialzò lo sguardo verso l’entrata della stanza, capì che Dean e Katherine avevano assistito a tutta la scena dalle loro espressioni e dalla loro bocca ancora spalancata alla visione di quello che il ragazzo era stato in grado di fare, mentre Hailey lo fissava preoccupata sinceramente per la sua incolumità.
Sam sospirò, avvicinò ai ragazzi e con ancora il fiatone e il sangue che gli colava dal naso, disse: "Torniamo al motel..".
 
Non appena arrivarono, il sole stava già cominciando a scaldare tutto ciò che gli stava attorno, e i ragazzi cominciarono a preparare le loro cose per tornare a casa da Bobby, ma lo fecero in silenzio, nessuno aveva ancora aperto l’argomento, né tantomeno qualcuno aveva intenzione di parlare di ciò che era successo la notte precedente alla cripta.
Quando sia Katherine che Dean finirono di preparare la loro roba, dissero ai ragazzi che li avrebbero aspettati nel parco a pochi passi dal motel, il ragazzo aveva bisogno di schiarirsi un po le idee e l’unica persona che voleva intorno in quel momento era Katherine.
“Adesso puoi anche parlare, Dean è uscito..” disse Hailey accennando un sorriso e sedendosi sul letto, osservando Sam che preparava il suo borsone.
“Pensi che voglia parlare?” chiese il ragazzo scuotendo la testa. “Non voglio parlare, voglio solo finire questo maledetto borsone e tornarmene a casa!”.
“Non sarà così facile, lo sai vero? Ne parlerete e litigherete di nuovo..” disse Hailey sorridendo. “..e probabilmente ti darà un altro pugno in faccia!”.
“Già..” disse Sam sospirando.
“Vado qui sotto a comprare qualcosa per medicare la tua ferita” disse la ragazza alzandosi e facendo per uscire, quando il ragazzo la fermò urlando.
“Non devi prenderti cura di me, non ho bisogno di te, è chiaro?!” sbottò Sam allargando le braccia ed infuriandosi.
La ragazza lo guardò perplessa, sgranando gli occhi e, senza dire una parola di più, uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
“Non devi prendertela con lei se sei arrabbiato..” disse Uriel seduto sul piccolo divanetto all’interno della stanza, comparendo alle spalle di Sam, facendolo sobbalzare. "O sei solo arrabbiato perché domani ricorre il 2 novembre?".
"Che vuoi dire?" Chiese Sam sospirando.
"Azazel uccise tua madre quel giorno.." disse Uriel facendo spallucce. "..e 22 anni dopo anche la tua ragazza! Ma nonostante tutto il dolore che lui ha causato a te e alla tua famiglia, tu usi ancora il potere che ti ha dato, mentre il suo sangue continua a scorrere nelle tue vene!!".
"Come?!" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e cominciando ad alterarsi.
"Ti avevamo detto di non usare i tuoi poteri!" Esclamò Uriel con un'espressione disgustata sul viso.
"Si, ma quel demone stava per uccidere me, Hailey, mio fratello, Katherine e molti altri ancora!" Esclamò Sam infuriandosi.
"Ti avevamo detto di non usarli!" Urlò Uriel perentorio.
"Se Samhain fosse riuscito a liberare tutti gli altri esseri demoniaci, questa città sarebbe stata. .".
"Eri stato avvertito, e questa è la seconda volta! " Esclamò Uriel voltandosi, non guardandolo neanche più.
"Mio fratello aveva ragione su di voi, siete degli idioti!!" Esclamò Sam sbuffando.
Immediatamente Uriel si voltó verso di lui, mantenendo la stessa espressione calma e placata che avrebbe fatto rabbrividire chiunque, e si materializzó proprio a pochi passi dal ragazzo continuando a fissarlo negli occhi e disse : "L'unica ragione per cui sei vivo è perché il tuo cognome è Winchester e perché ci sei stato utile, ma appena non ci sarai più utile, se continuerai a non eseguire i nostri ordini verrai polverizzato!".
L'angelo rimase a fissarlo per qualche altro secondo, dopodiché fece per andarsene dirigendosi verso la porta, ma improvvisamente si voltó nuovamente verso il ragazzo con uno strano sorriso inquietante e disse: "Perché non chiedi a Dean se ricorda qualcosa dell'inferno? Potrebbe sorprenderti quello che ricorda!".
In meno di un secondo, Uriel sparí, smaterializzandosi e lasciando il posto alla porta della stanza che si aprì, e lasciò spazio ad Hailey, che entro con un sacchetto fra le mani, abbozzando un sorriso.
"Ho comprato il necessario per curare la tua brutta faccia cattiva" disse la ragazza alzando un sopracciglio, chiudendosi la porta alle spalle. “Siediti!”
"Ti ho già detto che non è necessario" disse Sam voltandosi e continuando a sistemare la sua roba nel borsone.
"Hai dimenticato? A me non interessa cosa dici, se non ti ricucio la faccia, ti potrebbe rimanere una bella grossa cicatrice.. " disse Hailey facendo spallucce e mettendo le mani sui fianchi. ".. sempre se non si infetterà prima, in quel caso ti potrebbe pure cadere, sai? Non saresti molto attraente dopo..".
"E va bene, basta che non parli più!" Esclamò Sam sospirando e sedendosi sul letto, mentre la ragazza sorrideva e prendeva tutto il necessario per sistemare la ferita.
"Stai bene?" Chiese Hailey disinfettando il taglio che aveva il ragazzo all'altezza dello zigomo sinistro.
"Benissimo, il mio viso sta già guarendo " rispose Sam sarcasticamente.
"Non parlo di questo.." disse Hailey sorridendo.
"Potrebbe andare meglio.." disse Sam incrociando i suoi occhi con quelli della ragazza, accennando un sorriso. “Mi dispiace per prima Hailey, ho solo avuto un momento di.. rabbia”.
Momenti di rabbia.. li conosco molto bene” sussurrò Hailey scuotendo la testa e sospirando.
“Davvero?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Andrà meglio, fidati.." disse Hailey sospirando. ".. e se te lo dico io, che ho vissuto tutta la mia vita scappando e vivendo di questi spiacevoli momenti; solo adesso mi sento veramente 'a casa', anche se so di non averne il diritto".
"Perché non dovresti?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Perché questa è la vita di Katherine, non la mia.." rispose Hailey sorridendo.
"Potrebbe essere anche la tua, se tu volessi rimanere.." disse Sam sfiorandole un fianco, rimanendo sorpreso del suo stesso gesto.
"Volere e potere sono due cose diverse, Sam" disse Hailey sospirando, continuando a sistemare la ferita.
"Dovresti rimanere.." disse Sam sorridendo.
"Vedremo, ma ehi.. non fare come ho fatto tutta la mia vita, non scappare, affronta Dean e cercate di ascoltarvi l’un l’altro, ok? Andrà bene" disse Hailey sorridendo, fissando il ragazzo negli occhi finché non annuì.
Hailey sistemò dei punti sulla guancia del ragazzo e li coprì con un cerotto per preservarli dalla sporcizia, dicendo: “Ho finito".
"No, non hai finito.." disse Sam alzandosi e seguendola verso il suo letto, tirandola per un braccio.
"No, ho fatto tutto, ho.." iniziò Hailey ma fu interrotta da un bacio inaspettato di Sam, che ricambió, e dalle sue braccia possenti attorno alla sua vita.
"Potrebbero tornare da un momento all’altro, Sam" disse Hailey ridendo, quando Sam si sdraió su di lei, sbottonandole la camicetta che indossava e cominciandola a baciare.
"Stranamente non mi importa" disse Sam zittendola con un bacio appassionato e scendendo sul collo, con l'intenzione di toglierle tutti i vestiti.
 
"Non pensavo che l'avrebbe fatto ancora, mi aveva detto che non volela più usarli.." disse Dean scuotendo la testa, seduto nel parco osservando i bambini giocavare.
"Nessuno se lo aspettava Dean, neanche lui secondo me.." disse Katherine seduta accanto a lui, sospirando.
"Già.." sussurró Dean fissando i bambini sull'altalena.
"Prima che cominciate a parlare, non sono qui per giudicarvi ragazzi" disse Castiel comparendo alle spalle dei due improvvisamente, sedendosi nella panchina a fianco alla loro.
"Bene, allora perché sei qui?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Volevo dirvi che in realtà i nostri ordini erano quelli di.." iniziò l'angelo sospirando, fissando i bambini giocare davanti a sè.  "..ma fare quello che tu ci avresti chiesto, Dean!".
"I miei ordini?!" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Perché?” chiese Katherine sgranando gli occhi, sorpresa dell’affermazione dell’angelo.
"Era un test, volevamo vedere come ti saresti comportato prima di una battaglia!" Esclamò Castiel sospirando e spostando lo sguardo sui ragazzi.
"Ho fallito il test?! " Esclamò Dean sospirando. "Sappi che se dovessi rivivere tutto quello che ho vissuto oggi, io farei esattamente la stessa scelta! E sai perché? Perché questi bambini che giocano spensierati sono ancora qui grazie a noi".
"Dean, io ho pregato perché tu scegliessi di salvare questa città!" Esclamò Castiel sospirando. "Queste persone sono state create tutte da mio padre, ma nonostante voi abbiate fermato Samhain, il sigillo è stato spezzato e siamo sempre più vicini all'inferno sulla terra e tu, Dean, più di ogni altro dovresti sapere com'è..".
Katherine guardò immediatamente Dean negli occhi, che li abbassó, mentre Castiel spostò lo sguardo sulla ragazza, dicendo: "Vi dirò una cosa: io non sono uno strumento come hai detto tu Katherine, anch'io ho dei dubbi! Ma una cosa certa la so: il peso che dovrete portare sulle spalle, specialmente voi due, sarà gravoso e dovrete prendere molte decisioni difficili nei prossimi mesi. Cercate solamente di non lasciarvi separare da tutte le difficoltà, d'accordo?".
Katherine e Dean si guardarono capendo che ciò che li aspettava non sarebbe stato affatto una passeggiata, ma che avrebbero dovuto lottare più duramente insieme.
Castiel li osservò entrambi e si alzò, dando una pacca sulle spalle ai due ragazzi e sorridendo disse: “Io faccio il tifo per voi…”.
Dopo pochi secondi, l’angelo si dissolse nel nulla, lasciando i ragazzi soli a riflettere sulle sue parole.
“Andrà bene, staremo bene..” sussurrò Katherine prendendo una mano del ragazzo fra le sue, mentre Dean si limitava a sorridere.
 
Tutti e quattro si recarono a casa di Bobby mantenendo il silenzio che li aveva accompagnati lungo il tragitto dal motel alla casa, e qui anche l’uomo si stranizzó del comportamento strano dei due fratelli di quella mattina.
Katherine cucinó il pranzo, continuando a pensare a tutto ciò che era capitato in quell’ultima caccia e a ciò che Sam aveva fatto a quel demone, e quando tutti finirono il proprio pasto, si recarono nelle rispettive stanze mantenendo il silenzio tombale, a differenza di Bobby che, per trattenersi dalla voglia e dalla curiosità di fare domande, uscì di casa.
Mentre la ragazza metteva a posto la piccola cucina, sistemando i piatti e le pentole nella lavastoviglie, udì dei passi leggeri dietro di sé che la fecero sussultare e girare immediatamente.
"Sono solo io, non volevo spaventarti.." sussurró Sam sorridendo, entrando in cucina.
"Hai bisogno di qualcosa?" Chiese Katherine ricambiando il sorriso, guardando Sam che rimaneva impalato davanti a lei.
"Io.." disse Sam cercando di ingoiare il suo orgoglio, accennando un sorriso. "..mi dispiace Kath, non volevo farti stare male l'altra sera".
"Hai parlato con Dean?" Chiese Katherine appoggiandosi al top e sospirando.
"Ho parlato con Dean.." sussurró Sam sospirando. "..mi dispiace davvero che tu sia stata male, non volevo questo. Volevo solamente..".
"Cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"..che tu andassi via, perché ero arrabbiato. Ma ora sto bene, devi credermi" disse Sam sorridendo.
"Davvero?" Chiese Katherine sorridendo.
"Con questo non voglio dire che non provo più niente per te, perché non è così. Ne abbiamo passate tante insieme, siamo stati insieme per quasi tre anni e di certo non lo dimenticherò, ma.." disse Sam con la voce rotta, sospirando e scuotendo la testa. ".. ti sto lasciando andare".
Katherine rimase li davanti a lui, con gli occhi lucidi e il capo chino: stava male al pensiero che lui potesse soffrire.
"Non so se devo attribuire i miei sentimenti al legame che ho con Dean perché sono una Cacciatrice, ma io lo amo capisci? Lo amo tantissimo" disse Katherine alzando il capo e volgendo lo sguardo verso di lui, mentre i suoi occhi si velarono di lacrime. "Ma ho amato anche te e questo non cambierà mai Sam, mai".
"Lo so" disse Sam sorridendo.
"È per questo che ti dico di non usare più i tuoi poteri, potresti farti male! Hai perso sangue oggi mentre li usavi, la prossima volta che succederà? " Chiese Katherine asciugandosi le lacrime che le rigavano il viso. "Non voglio che ti succeda niente".
"Ok Kath, ok.." sussurró Sam avvicinandosi alla ragazza. "Promesso".
"Grazie.." disse Katherine avvicinandosi ed abbracciandolo, ricordando quanti di quegli abbracci erano sfociati in un bacio nel passato.
"È meglio che io vada di sopra adesso.." disse Sam sorridendo e sciogliendo l'abbraccio. "..voglio solo sapere che in mia assenza non piangerai!".
"Puoi stare tranquillo!" Esclamò Katherine ridendo, tornando ad occuparsi della cucina.
Era come se si fosse tolta un grosso peso dalle spalle e, finalmente, poteva riprendere a respirare.
 
 
"Squilla in continuazione, vuoi rispondere?" Chiese Dean alzandosi dal divano per prendere il telefono della ragazza e porgerglielo.
"No, è Giles!" Esclamò Katherine chiudendo la chiamata e sistemandosi sul divano, accanto al ragazzo.
"E da quando non rispondi alle sue chiamate?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Da quando ho scoperto di avere una sorella e che lui ne era totalmente a conoscenza e non ha mai pensato di dirmelo!" Esclamò Katherine sospirando mentre il telefono ricominciava a squillare.
"Hai parlato con Hailey?" Chiese Dean voltandosi a guardarla negli occhi.
"No, non abbiamo avuto ancora l'occasione per farlo.." sussurró Katherine sospirando rumorosamente.
"E allora dovresti rispondere, non sai come sono andate le cose" disse Dean sorridendo, mentre il cellulare smetteva di squillare.
“Parlerò con Giles, quando tu parlerai con Sam!” Esclamò la ragazza alzando un sopracciglio.
“Katherine, sai che sono due situazioni completamente diverse!” Esclamò Dean sospirando rumorosamente.
"E’ che non sono sicura di volere sapere la risposta, perché se mi dovesse dire che si, conosceva mia sorella e non ha mai mosso un dito per dirmelo, vorrà dire che potrebbe nascondermi molte altre cose e che non posso fidarmi di lui.." disse Katherine abbassando lo sguardo. ".. e dovrò portare Judith via di la".
"Anche se dovesse dirti che ne era a conoscenza, non sai il perché della sua decisione; hai detto tu stessa che non sai molto della faccenda, perché non hai ancora parlato con Hailey.." disse Dean passandole una mano sulla schiena, passandole il telefono che cominciò a squillare nuovamente.
"Odio che tu abbia ragione.." disse Katherine facendo una smorfia nella sua direzione.
"Abituati, perché sarà sempre così.." sussurró Dean dandole un bacio veloce, spostandosi in cucina, permettendo alla ragazza di avere un po di privacy e di intimità con la figura più prossima ad un padre.
Katherine si prese qualche secondo, leggendo il nome di chi la stava chiamando e cominciò a sperare che ci fosse una giustificazione valida al fatto che Giles non avesse fatto parola con lei dell’argomento; così, prendendo un altro respiro profondo, premette il tasto verde sul cellulare e rispose dicendo: "Pronto?".
"Katherine! Sono giorni che provo a chiamarti e non ricevo tue notizie! Mi hai fatto preoccupare, che diavolo è successo?!" Chiese Giles dall'altra parte del telefono.
"Ho avuto da fare" disse Katherine sospirando, appoggiando la schiena al divano.
"Davvero? Cosa hai fatto di tanto importante da non poter rispondere ad uno stramaledetto telefono?!" Chiese Giles alterandosi.
"Vuoi sapere cosa ho avuto da fare ? Ho cacciato ! Ho cacciato per quasi una settimana con una vecchia tua conoscenza!!" Esclamò Katherine alzando la voce e irritandosi ulteriormente. "O forse dovrei dire che è una mia conoscenza, non tua, ma non posso, dato che tu me l'hai tenuta nascosta per tutto questo tempo!".
"Di che parli, Kath?" Sussurró Giles sospirando.
"Mi prendi in giro?! Quanti altri parenti ho che mi stai nascondendo?" Chiese Katherine alzandosi e cominciando a camminare nervosamente per la stanza.
"Kath.." disse Giles sospirando dall'altra parte del telefono.
"Parlo di Hailey!" Esclamò Katherine passandosi una mano sul viso.
Dall'altro lato del telefono la ragazza sentì solamente un forte silenzio che la logorava all'interno ulteriormente, impaziente di sapere la verità che sua sorella e a quanto sembrava anche il suo ex osservatore, così, presa ancora dalla rabbia, urlò: "GILES!!!".
"Katherine mi dispiace, avrei voluto dirtelo.." disse l'uomo sospirando, senza riuscire a trovare nient’altro da dire.
"Se avessi davvero voluto dirmelo, me l'avresti detto!" Esclamò Katherine sospirando, cercando di calmarsi.
"Hai parlato con Hailey? Ti ha detto la verità ?" Chiese Giles sospirando.
"No, non ne abbiamo avuto modo ancora.." sussurró Katherine serrando la mascella per il nervosismo.
"Bene, parlale il prima possibile e quando lo farai richiamami e ne parleremo, d'accordo?" Chiese Giles sospirando. "Ti voglio bene Kath..".
Katherine scosse la testa e chiuse la chiamata cercando di calmarsi, ma le tramavano le mani per il nervosismo e lo lanciò sul divano.
"Kath, sta calma.." disse Dean avvicinandosi, sospirando.
"Sarà qualcosa di grosso se ancora nessuno dei due ha voluto dirmelo e più me lo tengono nascosto, più io non riuscirò a risolvere questa situazione! Quindi no Dean, non starò calma!!” Esclamò la ragazza infuriata.
“Che posso fare?” chiese Dean afferrando una mano tra le sue.
“Chiama Hailey, dille che l'aspetto fuori e che se non parlerà adesso sbatteró lei e il suo culo fuori di casa a calci!" Disse Katherine guardandolo negli occhi, per poi uscire e sbattere la porta.
Non era giusto che ancora non le avesse spiegato tutto, erano quasi 7 giorni che stavano insieme, che cacciavano insieme, e lei non aveva trovato del tempo da dedicarle per spiegarle la verità.
Questa storia sarebbe finita, se non le avesse parlato quel pomeriggio, l'avrebbe sbattuta fuori casa senza battere ciglio.
Perché Giles, l’uomo che per tanti anni aveva sostituito un padre assente, ossessionato solamente dalla caccia, non le aveva detto la verità, ma aveva preferito mentirle? Quante volte avevano passato le serate insieme al cimitero a parlare di quanto sarebbe stato per lei avere una famiglia sua, prima che conoscesse Henry? Quante volte l’aveva protetta dal Consiglio e le aveva dimostrato che per lei non era una semplice Cacciatrice, ma una figlia?
Era così delusa dal comportamento di Giles e da come la stava trattando che, se la spiegazione di Hailey non l’avesse del tutto convinta, avrebbe portato Judith via con sé; in fondo era sua figlia e ne aveva tutto il diritto!
"Ti ho portato un tè caldo, magari ti rilassa.." sussurró Hailey sorridendo, porgendole la tazza.
"No, mi rilasserá solo la verità!" Esclamò Katherine seduta sul dondolo, afferrando il tè, sospirando, con ancora le mani che le tremavano. "Da adesso niente più bugie o segreti, d'accordo? Devi dirmi la verità".
"D’accordo, ma non sarà facile accettarlo.." disse la maggiore guardandola negli occhi e sedendosi accanto a lei.
"Ok, inizia a raccontare" disse Katherine serrando la mascella.
Hailey si morse il labbro per qualche secondo, dopodiché sospirò e posò la sua tazza sulle sue gambe, dicendo: "Come ti ho già detto, non si diventa Cacciatrici appena muore quella precedente; è un potere che ci nasce dentro e il Consiglio ha un elenco con i nomi di tutte le ragazze che sono destinate un giorno a diventare la futura Cacciatrice... mi serve, devi procurarmelo".
"Perché dovrei farlo?!" Chiese Katherine alzando un sopracciglio.
"Perché è l'unica cosa che ci salverà la vita.." sussurró Hailey abbassando momentaneamente lo sguardo. "..qualcuno sta uccidendo le potenziali Cacciatrici una ad una e noi abbiamo bisogno di radunarle tutte insieme per addestrarle e salvargli la via, Kath!".
Katherine rimase per qualche secondo confusa, ma dopo qualche secondo si riprese e disse: "Cosa? E chi farebbe una cosa del genere ? Perché?".
"Chi? Non lo so. Perché? Perché l'uccisione di tutte le Cacciatrici comporta la mancanza di almeno una prescelta nel mondo.. e questo significherebbe spezzare il penultimo sigillo!" Esclamò Hailey sospirando.
"Perciò tu vuoi portare tutte le Cacciatrici presenti nel mondo qui a casa e addestrarle? Hai idea di quanto ci costerà?" Chiese Katherine allargando le braccia.
"No, le porteremo a casa tua in Kansas, non puoi chiedere anche questo a Bobby!" Esclamò Hailey sbuffando come se questa fosse una cosa ovvia. "Il Consiglio ti aiuterà..".
"E tu?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. “Perché non ti procuri i nomi da sola?”.
"Non posso rischiare che il Consiglio metta le mani su di me per il momento, sono scappata e non ho più intenzione di tornare.." disse Hailey sospirando. "..non appena sarete tutte insieme ti raggiungerò".
"Fantastico, davvero fantastico.." disse Katherine sospirando. “Non hai idea di chi le stia uccidendo ?”.
“No, ma penso che lo scopriremo quando saranno tutte in un unico posto e tenteranno di ucciderle..” rispose Hailey scuotendo la testa.
“..di ucciderci..” disse Katherine continuando la frase della sorella. “.. anche noi siamo Cacciatrici, danno la caccia anche a noi!”.
“Si, ma sarà più difficile arrivare a noi, abbiamo gli angeli dalla nostra parte” disse Hailey sospirando.
“Gli angeli, certo..” disse Katherine passandosi una mano tra i capelli, innervosendosi ulteriormente. "Aspetta, voglio saperlo: perché Uriel oggi ha dato di matto con te ? Perché Castiel ti conosceva? E perché diavolo dice che anch'io dovrei conoscerli ?".
"Io non..".
"Hailey, se vogliamo instaurare un rapporto.." disse Katherine prendendole una mano e fissandola negli occhi. "..io ho bisogno solo della verità!".
"Ok, ti dirò anche questo.." disse la maggiore sospirando. "..quando sono scappata dal bunker, ero sola e non sapevo dove andare; non sapevo come rintracciare casa, Dio, non sapevo nemmeno dove fossi! Quella notte ho incontrato un uomo in una tavola calda, mi ha accolta a casa sua e si è preso cura di me.. siamo stati insieme per oltre un anno e mezzo ed è stato il periodo più bello della mia vita. Ero così felice..".
"Ma che c'entra?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Quando la mia vita aveva cominciato per la prima volta a prendere il verso giusto, niente fantasmi, zombie o demoni, lui è svanito nel nulla. Ho trovato un biglietto dove mi spiegava che aveva del lavoro da sbrigare e che sarebbe stato via per un pò.." sussurró Hailey con gli occhi lucidi e con la voce rotta. ".. non l'ho più visto fino alla tua morte..".
Katherine la fissò negli occhi impietrita; che diavolo significava?
"È lui che ti ha riportata in vita quando quel vampiro ti ha morsa, Kath.." continuò Hailey facendo spallucce.
"Il Trickster? Hai avuto una relazione con il Trickster?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Tu lo conosci con quel nome, io come Angelo Gabriel.." disse Hailey ridendo nervosamente.
"C-cosa? Sei stata con un angelo?!" Chiese Katherine sgranando gli occhi. "Il Trickster è un angelo?".
"Già.." sussurró Hailey sorridendo.
"Ma ha rinchiuso me e i ragazzi in un anello temporale e ha fatto morire Dean centinaia di volte!" Esclamò Katherine gesticolando nervosamente.
"Sì beh, questo è tipico di lui.." disse Hailey ridendo.
"Perché mi avrebbe salvato se ti aveva lasciata ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"L'ho pregato, ma non ha voluto ascoltare, diceva che se gli ordini non arrivavano dall’alto lui non poteva aiutarti, così Bela lo ha torturato e lo ha costretto.. io non avrei mai potuto farlo.." disse Hailey sospirando e abbassando gli occhi.
"E perché non me l'hai detto dopo? Perché non sei venuta anche da me?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, con gli occhi lucidi.
"L'ho fatto Kath..” disse Hailey accennando un sorriso. “.. ma tu non puoi ricordare perché Gabriel ti ha cancellato questo pezzo di memoria...”.
"Lui mi ha.. c-cosa?!" Esclamò Katherine massaggiandosi la testa. "Perché mi avrebbe dovuto cancellare la memoria? Non ha alcun senso".
"I ragazzi dovevano affrontare la faccenda degli angeli da soli.." disse Hailey facendo spallucce. “..Tu non potevi interferire con gli ordini..”.
"Questa storia non ha alcun senso!" Esclamò Katherine scuotendo la testa. “Suppongo che dovrò scusarmi con Giles, l’ho assalito poco fa..”.
“Beh, a proposito di lui, gli ho chiesto io di non dirti nulla, volevo essere io a spiegarti..” disse la maggiore sospirando, provando a formulare per la prima volta delle scuse.
 “Nono preoccuparti di questo..” disse Katherine sospirando rumorosamente. “Cosa dovremmo fare adesso ? Come contatteremo ognuna delle ragazze? Dobbiamo anche gestire l’Apocalisse nel frattempo!”.
“A contattarle ci penserà Giles o il Consiglio tramite gli Osservatori, riusciremo a controllare entrambe le cose, sta tranquilla..” disse Hailey sospirando, facendo spalluce. “Adesso credo solo che tu abbia bisogno di riposare la mente e di dormire un po..".
“Forse..” disse Katherine scuotendo la testa. “Dobbiamo risolvere la situazione!”.
“Il mondo non ci sta ancora crollando addosso, va a dormire Kath!” Esclamò Hailey sorridendo, dando una pacca sulla spalla alla sorella.
"A dopo Hally.." disse Katherine sorridendole.
La minore si alzò dal vecchio dondolo della veranda di Bobby e andò ad aprire la porta con moltissima confusione in testa, ma prima ancora che lei potesse uscire, la maggiore la richiamò, bloccandola e facendola voltare.
“Ehi Kath, dicevi sul serio prima con la questione del ‘niente più segreti’?” chiese Hailey voltandosi verso di lei e osservandola mentre apriva la porta con una mano.
“Certo, Hailey!” esclamò la ragazza con un tono un po’ piùserio. “Puoi dirmi qualsiasi cosa..”.
“Bene, allora te lo dirò perché questo mi pesa molto sulla coscienza..” disse la maggiore abbozzando un sorriso che sapeva sarebbe sparito al più presto dal suo viso.. "Sono andata a letto con Sam, due volte".
Katherine rimase bloccata sul posto, sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene, la sua bocca si spalancò senza però emettere alcun suono e sgranò gli occhi nell’udire quella notizia. Era come se qualcuno le avesse appena versato in testa dell’acqua ghiacciata e lei fosse rimasta paralizzata, senza riuscire più neanche a respirare.
“Tutto bene?” chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, vedendo la reazione della sorella.
“Tu cosa?!” urlò Katherine diventando paonazza dalla rabbia, mentre Hailey si dava mentalmente dell’idiota per aver semplicemente pensato che la sorella potesse accettare una situazione simile.

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Capitolo 39
*** Memories. ***


NOTE DELL’AUTRICE: 
Salve ragazzi, tutto bene? Spero di si :)
Comincio ringraziando tutte coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Volevo informarmi che questo capitolo l’ho scritto per illustrare il legame dei due personaggi, di come siano cresciuti insieme negli anni e di come lui entrerà piano piano a fare parte della storia a tutti gli effetti!
Ora che ho un po’ più tempo libero ho cominciato ad aggiornare abbastanza velocemente e penso che riuscirò a mantenere il ritmo! :)  Adesso non vi annoio più, potrete leggere il capitolo in pace e se vorrete, lasciarmi anche un commento alla storia, in modo tale da capire se vi è piaciuto il capitolo in sé e se vi piace come si sta evolvendo la storia!! Un grazie in anticipo, a presto! :)



Capitolo 30

Memories.
 

 
La bambina giocava spensierata nel giardino con i suoi amichetti, mentre l’Osservatore inglese si portava alle labbra la tazza con il suo tè delle cinque del pomeriggio, seduto sul divano, posizionato proprio di fronte l’ampia finestra del salotto: osservava la piccola Judith ridere e giocare allegramente con i suoi coetanei, mentre rifletteva sulla telefonata avuta qualche ora prima con la sua Cacciatrice.
Era stato ingiusto con lei, lo sapeva bene, e poteva capire le ragioni che l’avevano portata ad arrabbiarsi con lui; avrebbe dovuto parlarle prima di Hailey e non ascoltare le stupide pretese di una ragazza di cui, sostanzialmente, non sapeva nulla. In fondo glielo doveva, aveva reclutato Katherine quando era poco più di una bambina, aveva appena 16 anni e da allora non si erano più separati.
Giles ricordò quell’episodio con un sorriso sul viso, come un padre ricorda la prima volta che ha tenuto fra le braccia la propria figlia.


(INIZIO FLASHBACK)

“[..] e così sono finalmente riuscita a togliermelo dai piedi!” esclamò una ragazzina sui 15-16 anni, fuori dalla propria scuola, facendo ridere l’intero gruppo di ragazze che capeggiava, passando proprio di fronte a lui, sorpassandolo e continuando quella conversazione inutile.
L’Osservatore sospirò, sperando che la ragazza che gli era stata assegnata e che avrebbe dovuto addestrare non fosse così altezzosa e così superficiale come tutte quelle ragazzine che non facevano altro che gironzolare attorno a lui, parlando di argomenti per lui futili, come ragazzi, scarpe e moda; il Consiglio gli aveva dato una foto della ragazza, in modo che lui potesse riconoscerla e parlarle senza troppi problemi e senza scambi di persona.
Giles continò a guardarsi intorno, cercando la nuova Cacciatrice fra tutti quegli adolescenti, felici che fosse appena suonata la campana dell’ultima ora, fin quando i suoi occhi si posarono su una ragazza bionda, con gli occhi azzurri e un sorriso che trasmetteva tranquillità e serenità a tutti.
“[..] cos’hai fatto a quel punto?” chiese una ragazzina con i capelli rossi fino alle spalle, tenendo a braccetto la ragazza che forse stava cercando Giles.
Le due ragazze stavano camminando sul marciapiede adiacente alla scuola con la loro tracolla sulla spalle ed erano così spensierate, lei era così spensierata. Per la prima volta l’uomo si chiese se ciò che il Consiglio e gli Osservatori facevano fosse giusto: da lì a breve avrebbe dovuto strappare una ragazzina dal suo mondo di incanto e l’avrebbe dovuta catapultare in un mondo di terrore, di paura, di mostri e di malvagità. Non era giusto.
“Ovviamente che è decisamente troppo out per me, è un sfigato!” esclamò la bionda ridendo con la sua amica.
Giles si sistemò gli occhiali da vista sul viso dopo averli puliti con l’apposita pezzuola ed estrasse dalla tasca del suo giubbotto nero la foto della ragazza e confrontò la somiglianza: i capelli erano gli stessi, il fisico era lo stesso. Doveva essere lei.
“Dobbiamo parlare!” esclamò Giles intromettendosi nella conversazione delle due ragazze che lo guardarono con un sopracciglio alzato, considerandolo un perfetto sconosciuto.
“E lei chi cavolo è?!” esclamò la bionda aggrottando le sopracciglia, mettendo le mani sui fianchi.
Giles aggrottò le sopracciglia, si era forse scordato tutto quello che gli avevano insegnato alla scuola degli Osservatori?
“Santo cielo, Rupert, dovresti avere più tatto!” si disse fra sé e sé l’uomo, sospirando.
“Sto cercando Sage Katherine Collins, sei tu ?” chiese l’uomo sorridendo gentilmente alla ragazza.
“Che hai combinato stavolta, Sage?” disse l’amica rossa sospirando e allontanandosi di qualche centimetro dall’amica. “Ti sei di nuovo messa nei guai con la polizia? Hai rubato un altro rossetto?”.
“No, io non ho fatto più niente..” disse Sage facendo spallucce, sorpresa della visita dell’uomo tanto quanto l’amica. “..è per i miei genitori? Gli è successo qualcosa?”.
“Cosa?” chiese Giles aggrottando le sopracciglia, non capendo di che ha parlato.
“Insomma, è della polizia o è un avvocato?” chiese la bionda aggrottando le sopracciglia, pensando all’imminente divorzio dei suoi genitori.
“Nessuno dei due, mi dispiace” disse Giles ancora parecchio confuso.
“Allora lei chi è?” chiese Sage aggrottando le sopracciglia.
“Io..”.
Un colpo di clacson interruppe la conversazione e una macchina si accostò proprio vicino a loro, dalla quale una donna salutò la bionda, mentre la sua amica saliva a bordo sorridente.
“Sta cercando di infastidirmi?” chiese Sage prendendo a camminare velocemente in direzione di casa, preoccupata di essere rimasta sola con lo sconosciuto, mentre l’uomo teneva il suo passo.
“No, ho solo bisogno di parlare con te Sage!” Esclamò Giles aggrottando le sopracciglia. “Non c’è molto tempo, ti attente il tuo destino!”.
“Non ho un destino..” disse Sage guardando l’uomo dall’alto in basso, fermandosi un momento a guardarlo negli occhi. “.. sono senza destino, davvero!”.”
“Si invece, ce l’hai! Tu sei la prescelta, solo tu puoi fermarli!” esclamò l’Osservatore ricambiando lo sguardo con aria seria.
“Chi?” chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, senza capire dove volesse andare a parare l’uomo.
“I vampiri e i demoni!” esclamò Giles sospirando, sperando che la ragazza capisse.
Sage aggrottò le sopracciglia e rimase senza parole per qualche secondo, pensando che l’uomo con cui stava parlando da appena cinque minuti avesse qualche problema mentale; non credeva a tutta quella roba, non ci aveva mai creduto.
Con ancora le sopracciglia aggrottate e un grande punto interrogativo che da qualche secondo le si era disegnato sul viso, decise che la cosa migliore da fare in quel momento sarebbe stata quella di riprendere a camminare a passo svelto e tornare immediatamente a casa, senza fare alcuna sosta; così la ragazza andò via senza dire una parola, dopo aver dato un’ultima occhiata all’uomo che continuò a seguirla con lo sguardo. Sarebbe stata dura.


(FINE FLASHBACK)


“Sono adorabili, non è vero?” chiese una donna sedendosi accanto a lui sul divano, afferrando una tazza e versandosi del tè, osservando i bambini giocare nel giardino.
“Già, lo sono” disse Giles accennando un sorriso, voltandosi verso la donna. “Jenny, che ci fai qui?”.
“Sono venuta a trovare il mio vecchio amico..” disse la donna sorridendo, posando leggermente una mano su quella dell’uomo.
Jenny e Giles si erano conosciuti alla scuola per gli Osservatori e si era instaurato sin da subito un legame strettissimo, sin dal primo sguardo: per qualche mese stettero insieme, ma la lontananza ed altri fattori, come ad esempio vivere costantemente nel dubbio e nella paura che l’altro fosse vivo e non si fosse spezzato il collo durante una battaglia, non resero possibile mantenere in piedi la loro relazione a distanza. Fu una decisione sofferta, ma nonostante la rottura, i due rimasero in contatto e quando una si trovava nei paraggi dell’altro, facevano sempre un salto per vedersi, e si consultavano a vicenda quando in un caso c’era qualcosa che non quadrava.
Jenny era una donna molto intelligente e fu questo che colpì principalmente Giles quando la vide la prima volta; era magra, con dei capelli leggermente ondulati e scuri che le ricadevano delicatamente sul collo e sulle spalle, e degli occhi verdi smeraldo, nei quali Giles si era perso molte volte in passato.
Nonostante l’aspetto gracilino, quella donna lo aveva messo a tappeto molte volte durante gli allenamenti, vinceva quasi tutti i round che faceva con lui.. o almeno era quello che lui le lasciava credere.
“Per quanto mi faccia piacere la tua visita, so che sei qui per un motivo..” disse Giles sospirando, ricambiando la stretta alla mano. “.. che cosa succede?”.
“E va bene..” disse la donna abbassando gli occhi sulle loro mani unite, accennando un sorriso. “.. hai sentito cosa sta succedendo al Consiglio?”.
Giles strinse gli occhi e aggrottò le sopracciglia, e disse: “Parli della caccia alle Cacciatrici?”.
“Qualcuno ha fatto i compiti” scherzò la donna, scontrando nuovamente il verde dei suoi occhi con il nocciola di quelli dell’uomo. “Caccia alla Cacciatrici? E’ così che chiami un massacro che investe delle povere donne inermi in tutto il mondo? Con questo lavoro sei diventato cinico, Rupert, dobbiamo fermarli”.
“Questa volta non sarà tanto facile, se non sappiamo chi è il mandante, come potremmo prevedere le sue mosse?” chiese retoricamente l’uomo sospirando e scuotendo la testa.
Era sempre stato lui ad escogitare un piano, ad aiutare la Cacciatrice a risolvere i guai e ad uccidere i cattivi, e adesso si sentiva più che inutile, non riuscendo a capire contro chi avessero a che fare questa volta. E cadeva ancora di più nello sconforto, sapendo che in quel momento così delicato, il Consiglio era completamente assediato dal caos e dalla più totale mancanza di autocontrollo.
“Davvero pensi di non sapere con chi abbiamo a che fare?” chiese Jenny sorridendo e scuotendo la testa. “Fare il babysitter sta inibendo le tue capacità di Osservatore?”.
“Tu credi che sia..?” iniziò l’uomo aggrottando le sopracciglia, ma fu interrotto dalla risposta sicura e placata della donna.
“Si, Giles! Credo che sia lei”.
“..dovrò parlare prima con Katherine in ogni caso, lei potrebbe saperne più di me” disse l’uomo togliendosi gli occhiali per qualche secondo e chiudendo gli occhi per qualche secondo.

 
(INIZIO FLASBACK)


“Aiuto, la prego, mi deve aiutare..” disse Sage in preda al panico, affrontando il suo primo vampiro nel cimitero della sua città. “.. io non so proprio come fare questo!”.
Giles alzò un sopracciglio e sbuffò rumorosamente, come se quella fosse una cosa noiosa per lui, o almeno fu questo il massaggio che riuscì a passare ad una Sage più che terrorizzata: dopo aver impiegato una settimana piena a fare accettare alla ragazza l’idea che il suo destino sarebbe stato quello di diventare una Cacciatrice e che avrebbe dovuto rinunciare a tutto ciò che facevano i normali ragazzi della sua età per un bene superiore, Giles decise che fosse arrivato il momento di insegnarle le varie tecniche di combattimento e i vari strumenti che avrebbe potuto usare durante la caccia.
Quando la portò ad allenarsi il primo giorno e a fare una prova di combattimento, la ragazza non fece altro che lamentarsi costantemente di quanto fosse noiososeccante e poco divertente quel lavoro; riuscì a catturare il suo interesse solamente due settimane dopo, quando, per caso, la ragazza trovò in un vecchio baule di Giles una balestra e le sue frecce e da quel momento se ne innamorò.
Le spiegò anche quali effetti avesse il suo sangue su quasi tutte le creature demoniache, che li avrebbe potuti uccidere o stordire con poche gocce e sorrise all’idea che tutto quel potere fosse solamente in lei, non in altri, non in quell’antipatica di Page Young che le aveva soffiato da poco Tyler, ma solo ed esclusivamente in lei.
“Sei tu la Cacciatrice, quindi…” disse Giles sospirando, mettendo le mani nelle tasche del suo giaccone, nel tentativo di scaldarle da quella gelida notte. “.. caccia!”.
Il vampiro le arrivò alle spalle, l’afferrò, lanciandola qualche metro più in là, facendola cadere e provocandole dei dolori sparsi in tutto il corpo, e si mise sopra di lei, nel tentativo di morderle il collo.
“No, ti prego lasciami” urlò la ragazza quasi tra le lacrime, cercando di spingerlo via con l’avambraccio, mettendoci tutta la forza e l’impegno che il suo corpo potesse.
Il vampiro continuava a muoversi su di lei e le lunghe zanne affilate sporgenti dalla sua bocca si avvicinavano sempre di più alla gola della Cacciatrice, che in quell’istante si stava maledicendo per avere acconsentito ad andare per le vie dei cimiteri di notte con quell’uomo.
Finalmente trovò la forza per spingerlo via e, mentre il vampiro atterrava qualche metro più in là, la ragazza cominciò a gattonare a terra in preda allo shock, in cerca del paletto di legno che quell’idiota le aveva fatto cadere qualche secondo prima. Riuscì ad alzarsi in piedi e osservò il paletto fra le sue mani: avrebbe dovuto piantarlo nel cuore di quell’essere e sarebbe diventato polvere. O almeno era questo che Giles sosteneva.
Il vampiro si scagliò nuovamente su di lei, cercando di scaraventarla a terra per potersi nutrire di lei, ma, senza neanche rendersene conto, le bastò spingerlo leggermente per allontanarlo da lei di un altro paio di metri, scagliandolo a terra.
Sage guardò Giles con lo sguardo terrorizzato, non aveva la più pallida idea di come trovare il cuore nel petto di quell’essere.
“Bagna la punta del paletto con il tuo sangue, Sage! Dopo lo dovrai piantare nel suo cuore!” esclamò Giles accennando un sorriso di incoraggiamento verso la ragazza.
Sage ancora parecchio stordita da tutto ciò che stava succedendo, si pizzicò il dito con la punta del paletto e immediatamente si fece coraggio e corse vero il vampiro ancora a terra, che stava per rialzarsi.
Lo colpì nuovamente in viso e, con tutta la forza che aveva, gli conficcò il paletto insanguinato in pieno petto, facendolo solamente urlare dal dolore.
“Oh no, ho mancato il cuore!!” esclamò la ragazza fissando per qualche secondo il vampiro con gli occhi sgranati dalla paura.
Sage estrasse il paletto velocemente dal petto del mostro e cercò di conficcarlo nella parte giusta, dritto nel cuore, osservando l’essere demoniaco diventare polvere e con un balzò, probabilmente dettato dallo spavento, indietreggiò sull’erba, sedendovi e rimanendo con la bocca spalancata e lo sguardo vitreo a fissare il punto in cui fino a pochi secondi prima vi era il vampiro con il quale stava combattendo.
Allora le parole di Giles erano tutte vere? si chiese mentalmente Sage, arrivando quasi a singhiozzare per lo spavento preso.
Giles sorrise quando la ragazza riuscì ad uccidere il vampiro, cosciente di tutto ciò di cui era capace la Cacciatrice e lentamente le si avvicinò, posizionandosi dietro di lei.
“Hai visto? Hai visto il tuo potere?” chiese l’uomo rimanendo a fissarla con il sorriso sulle labbra, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
“Io.. io non penso di volerlo fare più..” sussurrò la ragazza alzandosi, con lo sguardo vitreo, essendo ancora super spaventata.
“Non puoi tirarti indietro, Sage, sei la Cacciatrice..” sussurrò l’Osservatore sorridendo e passando un braccio sulle spalle della ragazza. “Ti accompagno a casa”.
I due salirono sull’auto dell’uomo e durante il viaggio non proferirono parola, Sage era troppo sotto shock per quello che era appena accaduto, per aver appena ucciso un vampiro con le sue mani e con il sangue, e Giles era troppo inesperto per capire o parlare le ragazzine della sua età.
Quando arrivarono davanti casa della ragazza, Sage sospirò e tenne lo sguardo basso sulle sue mani, che torturava da tutto il viaggio, posizionate sulle sue cosce, mentre Giles si voltò verso di lei aggrottando le sopracciglia, non capendo da che cosa fosse dettato quel comportamento.
“Ti senti bene?” chiese l’uomo fissandola e sospirando.
“Si, si, sto bene, signor Giles, sto bene” disse Sage guardandolo negli occhi, mentre una lacrima le rigava il viso. “Sto bene, ho solo…. paura”.
“E’ comprensibile che tu abbia paura, Sage..” disse Giles accennando un sorriso. “..devi solo affrontarla”.
“E come faccio?” chiese la ragazza mettendo il broncio.
“Lottando ogni giorno..” sussurrò Giles sorridendo.
“D’accordo..” sussurrò la ragazza slacciando la cintura di sicurezza dell’auto, scendendo. “Buonanotte signor Giles”.
“Buonanotte Sage..” disse l’Osservatore sorridendo, osservando la ragazza entrare nella propria casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Da quel momento, Giles capì che quella ragazza non era una semplice Cacciatrice per lei, ma rappresentava qualcosa di più; era passato pressoché un mese da quando si erano conosciuti e lui si stava già affezionando moltissimo alla ragazza: con quel pensiero, accese nuovamente il motore e si recò a casa con un sorriso.


(FINE FLASHBACK)


 
“Giles? Giles?” chiese Jenny continuando a chiamarlo, senza ricevere alcuna risposta dall’uomo. “Giles, mi stai ascoltando?”.
L’Osservatore si voltò verso la donna con sguardo confuso, non avendo capito neanche una parola di tutto quello che era riuscita a dire in pochi secondi; quando voleva, Jenny, riusciva a parlare come una macchinetta per la quale non era stato progettato un tasto di spegnimento.
“Si, scusami, ero sovrappensiero..” disse Giles scuotendo la testa e strofinando gli occhi con una mano, rimettendosi gli occhiali. “.. Stavi dicendo?”.
“Stavo dicendo che probabilmente è lei la causa di tutto e non si fermerà finché non le avrà uccise tutte!” esclamò Jenny sospirando, rilassandosi ulteriormente sul divano.
“Si, sarà il penultimo sigillo..” disse l’uomo sospirando. “Se davvero riuscirà ad.. ucciderle tutte.. allora si tratterò di poco tempo, e riuscirà a spezzare anche l’ultimo! Allora il mondo piomberà in una disgrazia mai vista prima e che Dio ci aiuti, altrimenti nessuno riuscirà ad uscirne vivo..”.
“Sei sempre stato pessimista, Rupert..” sussurrò la donna ridendo. “..ce la faremo anche stavolta! Rintracceremo subito le Potenziali Cacciatrici e le addestreremo, preparandole a quello che dovranno affrontare..”.
“La fai facile tu..” disse Giles scuotendo la testa. “.. si parla di riunire delle Cacciatrice sparse in tutto il mondo; molte sono state già uccise e secondo un mio calcolo, dovrebbero esserne rimaste solo una trentina”.
“Ricordati che Katherine adesso ha compagnia: ha ritrovato sua sorella, i due ragazzi di cui mi hai parlato e gli angeli, i nostri assi nella manica!” esclamò Jenny sospirando, divenendo seria per qualche secondo. “Loro ci aiuteranno, lo hanno già fatto in passato, no?”.
“Già, ma allora era diverso, non c’era un’Apocalisse in atto” disse Giles scuotendo la testa.
Quando Katherine aveva perso la vita, lui aveva fatto di tutto per riportarla in vita, aveva anche pensato di fare un patto con i demoni degli incroci, ma sapeva che nessun demone sarebbe stato interessato a fare tornare la Cacciatrice in vita, colei che era destinata ad ucciderli tutti, né tanto meno gli avrebbero mai fatto un accordo conveniente e leale.
Così, proprio quando non sapevano più come farla tornare dal regno dei morti tutta intera, una giovane ragazza di qualche anno più grande di Katherine, si presentò alla loro porta, dicendo di essere la sorella e che avrebbe potuto aiutarli; quando l’identità della ragazza fu confermata da Bela e dopo aver chiarito la volontà di non voler incontrare i genitori, per via di tutto quello che aveva passato all’interno del bunker dei Letterati dove era stata rinchiusa per tutta l’infanzia, disse che l’unica chance che avevano di salvare la vita di Katherine era quella di contattare un angelo, Gabriel.
Quando la sorella, Hailey, spiegò loro come evocare l’angelo in casa loro, Giles e Bela ci misero poco a capire come si sarebbero dovuti comportare davanti ad una simile situazione; presero tutte le informazioni possibili sugli angeli e su come intrappolarli e successivamente evocarono Gabriel nella cantina, dopo aver formato un cerchio con dell’olio sacro, l’unica vera e propria trappola per gli angeli.
Dopo averglielo chiesto come un favore in nome di Hailey, Bela passò alle minacce e successivamente ai fatti concreti, torturandolo in modi che non avrebbe mai immaginato neanche lei stessa, spinta dall’unico desiderio di salvare la vita della sorella.
“Apocalisse o no, è anche un loro interesse riportare l’ordine sulla terra e non liberare Lucifero..” disse  Jenny sorridendo, appoggiando un gomito al divano, mentre con la mano si teneva sollevata la testa. “.. Io penso che ce la faremo con successo e che tu, dopo, dovrai offrirmi una cena per aver dubitato di me e delle mie parole”.
“Sarò contento di offrirti la cena, ma la vera domanda è come finirà la serata!” esclamò Giles sorridendo, passandole una mano fra i capelli morbidi e profumati di lavanda, profumo per cui lui impazziva sempre.
Touché!” esclamò la donna sospirando e accennando un sorriso, mentre si godeva la stretta dolce della mano dell’uomo fra i suoi capelli.
In quell’istante il telefono fisso prese a squillare e i due si guardarono con le sopracciglia aggrottate: adesso chi diavolo era ?
“E’ meglio che vada a rispondere tu, io non mi sono ancora abituato…” disse Giles sospirando e muovendo leggermente le gambe, trovando finalmente una risposta dei muscoli e delle ossa. “.. a tutto questo!”.
“D’accordo, tu rilassati..” sussurrò dolcemente Jenny alzandosi e andando verso la cucina, in cui era posto il telefono fisso.


(INIZIO FLASHBACK)


Sage continuava a pettinare i suoi lunghi capelli biondi davanti allo specchio mentre il chiarore della luna si irradiava nella stanza, pensando a quanto fosse stata difficile quella giornata: aveva ucciso almeno una decina di vampiri, sarebbe successo qualcosa di brutto se lo sentiva.
Nonostante si stesse preparando per andare al ballo che si teneva per il suo secondo anno al liceo, continuava ad avere quella spiacevole sensazione che qualcosa di brutto sarebbe successo quella notte, che qualcuno sarebbe morto.
“Andiamo, non sei ancora pronta?” esclamò Addison aprendo la porta della camera della ragazza ed entrando con l’espressione estremamente infuriata, agitando la sua lunga chioma rossa. “James ed Oliver ci aspettano di sotto!”.
“Sono quasi pronta..” sussurrò Sage posando la spazzola sul grande comò che aveva davanti a sé e afferrando un rossetto che, in meno di tre secondi, mise alla perfezione, sorridendo allo specchio. “Adesso sono pronta, andiamo?”.
Le ragazze scesero al piano di sotto e dopo un saluto veloce ai genitori di Sage, che erano finalmente tornati insieme, salirono in macchina dei due ragazzi: i quattro ragazzi si conoscevano da quando avevano più o meno l’età per giocare con le bambole e con macchinine, e successivamente al liceo avevano stretto un legame ancora più forte. Originariamente erano cinque, Caroline era la quinta componente del gruppo, ma un giorno di qualche mese prima lei ed Addison furono attaccate e rapite da alcuni demoni di basso livello: quando la rossa si risvegliò legata ad un palo, mentre Caroline le puntava un coltello alla gola, capì che qualcosa non andava. Era stata posseduta.
Quando Sage arrivò in loro soccorso si vide costretta a fare l’unica cosa che le avrebbe potuto risparmiare una vita di tormenti per mano del suo aguzzino che si era insediato proprio all’interno del suo stesso corpo: uccise il demone, uccidendo anche la sua amica d’infanzia.
Fu la decisione più difficile di tutta la sua vita, vedere morire fra le proprie mani una delle sue migliori amiche la segnò per sempre, tormentandola di giorno e di notte, finché, con l’aiuto dei suo amici e di Giles, riuscì a superare tutta quell’atrocità.
Quando si riprese dallo shock, Sage fu costretta a dire la verità ad Addison, spiegandole in che cosa consistesse il suo lavoro e raccontandole cosafosse costretta ad affrontare ogni notte in giro per i cimiteri con quell’uomo misterioso che l’anno precedente si era presentato a scuola dicendole un semplice “dobbiamo parlare”; non dire la verità al resto dei suoi amici sul suo lavoro costò molta fatica a Sage, ma sapeva che in tal modo nessuno di loro avrebbe rischiato la vita più di quanto non la rischiassero già, semplicemente, standole accanto.
 
“Sei venuta per avere del punch?” chiese Giles sorridendo da dentro il suo smoking, seduto al tavolo del grande contenitore di alcool a cui tutti gli adolescenti in quella palestra ambivano. “Sai che non potresti..”.
C’erano delle decorazioni in ogni angolo del tetto che calavano delicatamente sulle pareti, la luce era soffusa e vi era un grande palco, sul quale vi era una band che suonava tutti i generi per far ballare  e divertire tutti i ragazzi del secondo anno: per una volta, potevano passare la serata fra sorrisi e allegria, e non fra ringhi ed uccisioni.
“Stia tranquillo, sono venuta solo per salutarla” disse Sage sorridendo, sedendosi momentaneamente con lui. “Pensavo che non sarebbe riuscito ad intrufolarsi qui..”.
“Beh, il Consiglio è riuscito a trovarmi un posto come chaperon, e anche se non fossero riusciti a trovarlo, sarei venuto lo stesso..” disse Giles sorridendo dolcemente. “..non potevo perdermi la mia Cacciatrice vestita in questo modo! Stai benissimo!”.
Sage sorrise ed abbassò il capo, era abituata a quel tipo di complimenti dai ragazzi, non da Giles che non si era mai sbilanciato molto con lei; quella sera più delle altre, percepì il suo affetto e le vennero gli occhi lucidi, pensando che si era comportato più da padre lui in un anno e mezzo, che il suo in 17 anni di vita.
“Grazie..” disse Sage sorridendo e alzando lo sguardo verso l’uomo.
“Dovresti tornare da James, ti sta cercando..” disse l’uomo indicando con un cenno del capo, il ragazzo che cercava tra la folla di ragazzi che ballavano, lei.
“Si, forse dovrei..” disse Sage ridendo, alzandosi dalla sedia. “..anche io ho diritto ad una serata felice, giusto?”.
“Hai ragione..” rispose Giles sorridendo, mentre la ragazza gli dava le spalle.
“Anche se..” disse la ragazza irrigidendosi e voltandosi nuovamente verso l’uomo. “Ho davvero una brutta sensazione, Giles..”.
“Va a divertirti, non pensarci troppo” disse l’uomo sorridendo e sospirando.
“Ti ho trovata alla fine..” disse James avvicinandosi alla ragazza, in mezzo alla folla di ragazzi, limitandosi ad osservarla bene, visto che prima non ne aveva avuto la possibilità.
Indossava un vestito bianco, composto dalla parte superiore in raso e, proprio sotto il seno, una fascia argentata che dava inizio ad una sovrapposizione di veli bianchi che formavano il vestito; teneva i capelli racconti in uno chignon, mentre dei ciuffi ribelli le ricadevano sulle estremità del viso.
“Sei bellissima” continuò James, mentre la fissava dritto negli occhi.
“Grazie..” sussurrò la ragazza e proprio in quel momento la band iniziò a suonare un lento.
Senza neanche doverselo chiedere, i due ragazzi si avvicinarono e Sage mise lentamente le braccia sul collo del ragazzo, mentre lui le cingeva la vita, cominciando a ballare, rimanendo costantemente occhi negli occhi.
“Sage, io..” disse James mentre il cuore sembrava che potesse uscirgli dal petto dal un momento all’altro e le mani gli cominciarono a sudare, tremandogli.
“Anch’io..” disse semplicemente Sage sorridendo, avvicinando i loro volti e baciandolo, sentendosi finalmente felice, dopo tanto tempo.
Era da poco tempo che avevano capito che fra loro non c’era una semplice amicizia fraterna, ma c’era dell’altro, e da quel momento avevano cominciato a passare molto più tempo insieme, non riuscendo però a stare mai davvero soli. Così avevano sognato quel bacio per settimane e finalmente, quella sera perfetta, c’era stato ed era stato bellissimo, gonfiando entrambi i cuori di gioia. Era tutto davvero perfetto.
Giles li osservò da lontano, sorridendo ed afferrando fra le sue la mano di Jenny, che si era deliberatamente imbucata al ballo; era davvero una serata perfetta.
Fin troppo perfetta: delle urla catturarono l’attenzione di tutti i presenti, fermando la musica ed ogni tipo di festeggiamento. Dalle porte antipanico, entrarono almeno sei vampiri, guidati da uno che sembrava essere il capo e che godesse del loro rispetto.
Con il viso tramutato in quello di un demone, il capo ordinò loro di attaccare tutti, e così fecero, cominciando a dissanguare più persone che potessero e impedendogli la fuga, avendo precedentemente bloccato tutte le uscite possibili, mentre i suoi occhi si dirigevano fra la folla in cerca della Cacciatrice.
“Sta dietro di me, James, sta dietro di me, ti proteggerò io!” esclamò Sage tenendo il ragazzo dietro di se, cercando di tenere lontano i vampiri da lui, in cerca di Addison e di Oliver.
“Sage!” esclamò Giles avvicinandosi con i due ragazzi. “Penso io a metterli al sicuro, tu pensa a loro!”.
La ragazza annuì e, dopo aver lanciato un’occhiata preoccupata e dispiaciuta a James, che la guardava con aria interrogativa, non capendo perché una ragazza gracilina come lei dovesse affrontare quei tipi.
Corse immediatamente contro un vampiro che stava per affondare i denti nel collo di una giovane ragazza e lo spinse via con un calcio, iniziando a colpirlo in viso, e cercando qualcosa di appuntito che potesse polverizzarlo. Il vampiro la colpì al viso, facendole perdere l’equilibrio e facendola cadere all’indietro; prontamente Sage si rialzò, afferrando una sedia vicino alla quale era caduta e la scaraventò contro il vampiro, rompendola ed afferrandone un’estremità per utilizzarlo come paletto.
Lo colpì in viso e allo stomaco, facendolo chinare, in maniera tale da poterlo colpire alla schiena e gettarlo a terra; si punse un dito ed insanguinò il paletto, e quando il vampiro si rialzò, poté conficcarglielo dritto nel cuore, riducendolo in polvere.
“Ti copro le spalle!” esclamò Jenny avvinandosi alla ragazza polverizzando un vampiro e passando al prossimo.
Ne erano rimasti quattro e a gruppi di due, attaccarono le due donne: Jenny se la cavava bene e la ragazza si ricordò di quando Giles le avesse detto quante volte lei lo avesse battuto nella lotta, e sorrise.
Sage colpì al viso il primo vampiro, riservando per il secondo un calcio, che lo sbalzò lontano, permettendole di occuparsene uno alla volta: afferrò l’essere rimasto davanti a lei e lo fece scontrare verso il muro, mentre l’altro tornava alla carica, pronto ad ucciderla. Colpì al viso il vampiro, prima da un lato e poi dall’altro, stordendolo momentaneamente, finché non lo colpì al cuore con il paletto, portando anche lui alla polvere.
L’altro vampiro le si avvicinò e cominciarono a lottare nuovamente, ogni attacco veniva prontamente respinto dalla Cacciatrice e ogni colpo previsto e respinto, ritorcendolo sempre contro di lui: Sage, stufa di perdere tempo, lo allontanò con una serie di calci al viso, spingendolo con le spalle al muro e, finalmente, poté colpirlo in pieno al cuore, riducendolo in polvere. Immediatamente si voltò verso la donna che le era venuta in aiuto e notò con estremo piacere che stava uccidendo il secondo vampiro, voltandosi verso di lei e sorridendole.
Sage sospirò osservando alcuni ragazzi morti dissanguati o feriti a terra e ricambiò il sorriso, notando come quello della signora Jenny andasse pian piano scemando, fissando un punto dietro la ragazza: alla ragazza sembrò che la scena si svolgesse a rallentatore, venne afferrata dal collo dal capodei sei vampiri e, con un leggero movimento del braccio, fu scaraventata dalla parte opposta della palestra, sopra dei tavoli pieni di oggetti di vetro, che si spaccarono esattamente sopra di lei, graffiandole il viso e tutte le parti del corpo che il vestito le lasciava scoperte.
La stessa sorte toccò a Jenny che, malgrado gli sforzi, non riuscì a fronteggiarlo; fra versi doloranti e sangue colante, Sage riuscì ad alzarsi dalle macerie del tavolo e del punch, e a guardare negli occhi il vampiro-capo che le aveva appena fatto fare un bel volo: era pelato e di colore, gli occhi scuri le facevano venire i brividi solamente a guardarlo e dalla sua bocca uscivano le zanne che avrebbe tanto voluto piantare nel collo della Cacciatrice; era molto massiccio ed era molto più alto della ragazza, mettendola in svantaggio da questo punto di vista.
Sage strinse fra le mani il paletto con cui aveva appena ucciso tutti quelli con cui aveva fatto irruzione al ballo e il vampiro sorrise, pronto ad iniziare una nuova lotta. La ragazza corse contro il vampiro, colpendolo in viso con un calcio e facendolo indietreggiare di pochi centimetri, mentre lui le afferrava il braccio destro, piegandoglielo innaturalmente, probabilmente spezzandoglielo, dato che la ragazza avvertì un dolore così acuto che il suo urlo risuonò in tutta la scuola.
Nonostante il dolore, Sage riuscì a rimettersi in sesto e a colpirlo in faccia facendolo indietreggiare ancora e, cogliendolo alla sprovvista, gli piantò il paletto dritto nel cuore, pensando di ucciderlo; il vampiro sorrise ed estrasse il paletto, spezzandolo, mentre la ragazza, non sapendo in che modo sarebbe uscita viva da quella circostanza, indietreggiò velocemente, cercando di scappare, ma l’essere fu più veloce di lei, afferrandola nuovamente dal collo.
Dicono che assaggiare una Cacciatrice rilascia un potere infinito nel corpo di un vampiro..” disse il vampiro alitando prepotentemente sul collo della ragazza e sorridendo, mentre Sage cercava inutilmente di liberarsi. Era troppo forte per lei. “.. e io lo voglio tutto!”.
“No..” sussurrò la ragazza, preoccupata seriamente per la sua vita, mentre due lacrime le rigavano le guance.
Il vampiro rise e, dopo aver passato il naso sul collo della ragazza, conficcò le sue zanne all’interno del collo della ragazza, cominciando a succhiare tutto il sangue che la Cacciatrice avesse in corpo. Sage cominciò nuovamente ad agitarsi, ma ad ogni spintone che dava, il vampiro aumentava sempre di più la presa sul suo corpo, chiudendola in una morsa d’acciaio, togliendola quasi il respiro.
Nuove lacrime scesero dai suoi occhi, rigandole viso e collo, finché non ebbe più neanche la forza di ribellarsi alla presa possente dell’essere e le sue braccia caddero a penzoloni vicino ai fianchi; pensò che non avrebbe più potuto vedere i suoi amici, i suoi genitori e Giles, che non avrebbe più potuto baciare James, finire il liceo e magari iscriversi anche ad una buona università.
Non è giusto pensò Sage in quegli ultimi minuti di vita. Non aveva chiesto lei di diventare la Cacciatrice e di affrontare quegli esseri spaventosi ad appena 16 anni, e adesso dopo poco più di un anno, stava morendo per mano di uno dei cattivi.
Sage ansimò di dolore e vide da lontano Giles, seguito dai suoi amici e da James, correre nella sua direzione e gli avrebbe voluto urlare di andarsene e che una volta finito con lei, il vampiro, sarebbe passato ad uccidere loro, ma non aveva la forza necessaria per farlo. Il vampiro la mollò e ringhiò forte, facendola cadere sul pavimento come se fosse una bambola, dopodiché scappò da dove era entrato poco prima, lasciando macerie e morti dietro di sé.
“Sage, Sage ti prego rispondimi!” esclamò Giles afferrandole il viso, ma tutto quello che ottenne fu lo sguardo vitreo e confuso della ragazza.
“J-jam-e-es” sussurrò a fatica Sage con voce rotta e prontamente  il ragazzo le afferrò la mano.
“Sono qui, tesoro” disse il ragazzo piangendo, seguito dagli amici.
“Va tutto bene…” sussurrò Sage con estrema fatica, guardando negli occhi tutti i presenti. “Va tutto be…”.
La testa di Sage si piegò di lato e gli occhi si chiusero, lasciando i presenti riuniti tutti attorno a lei pietrificati per qualche secondo; Giles verificò il battito, tastandole il collo, ma non avvertì alcuna pulsazione ed imprecò, distruggendo un tavolo sopravvissuto alla battaglia.
Sage Katherine Collins, la Cacciatrice, era appena morta sotto gli occhi degli amici, lasciandoli sconvolti, piangenti e disperati, per la morte di una delle persone a loro più care.

 
(FINE FLASHBACK)

 
“Era Katherine..” disse Jenny tornando nel salone e aggrottando le sopracciglia. “..dice che sta per venire qui. Con Hailey”.
“Oh, lo immaginavo..” disse Giles scuotendo la testa e sospirando.
“Immaginavi che sarebbero venute entrambe la Cacciatrici qui?” chiese Jenny aggrottando le sopracciglia, allargando le braccia. “E ti è sembrato il momento migliore per fare un patto con un demone per riavere indietro le tue gambe?!”.
“Jenny..” iniziò Giles cercando di placarla, ma fu interrotta bruscamente dalla donna.
“No Rupert, tu hai fatto un cazzo di patto con un demone!” esclamò Jenny infuriata, in fondo non aveva mai dimenticato il suo amore per lui ed era molto più preoccupata per questa faccenda che per la “Caccia alle Cacciatrici”. “Andrai all’inferno fra quanto? 8 anni?”.
“Lo so che sembrano pochi, ma il tempo non passerà così velocemente..” disse Giles alzandosi e avvicinandosi a lei cercando di tranquillizzarla. “..so che sei preoccupata per me, ma troveremo un modo per scamparla, come sempre no?”.
La donna aggrottò le sopracciglia e mise le braccia conserte, sospirando e disse: “Ok, cosa dirai alle ragazze quando verranno qui?”.
“La verità..” disse Giles sorridendo, facendo spallucce. “In questi casi l’arma migliore è l’onestà!”.
“Si, ma come credi che la prenderà Katherine? Sei come un padre per lei..” disse Jenny scuotendo la testa. “Ricordi come sei stato male quando è scomparsa? Hai anche cominciato a bere! Come pensi che reagirà lei se l’unica persona che le è stata accanto da quando era una ragazzina fino ad adesso, improvvisamente andrà all’inferno?”.
Giles abbassò il capò e velocemente gli passarono in mente immagini molto tristi: immagini di se stesso che cercava di smuovere l’intero Consiglio, a cui non sembrava importare più di tanto, pur di ritrovarla, immagini di sé stesso che piangeva per la perdita e si consolava con una bottiglia di rum, immagini di se stesso che evocava tutti i demoni che potessero localizzarla o almeno cercare di trovarla, ma all’ennesimo rifiuto non gli rimase da fare altro che ucciderli.
Gli dispiaceva di avere ottenuto solo 8 anni, ma lui era un Osservatore di Cacciatrici, non poteva passare gli anni che gli rimanevano seduto su quella sedia a rotelle, specialmente in una situazione particolare come quella, nessuno poteva chiedergli quello; sarebbe rimasto in piedi come un soldato, come gli si richiedeva di essere nel suo lavoro e lui per troppo tempo lo aveva scordato.
La sua decisione non riguardava Katherine, Judith o Jenny, ma riguardava solamente se stesso e la persona che aveva scelto di essere dal momento in cui era diventato un Osservatore. Sarebbe tornato il vecchio se stesso, avrebbe aiutato e insieme avrebbero vinto o avrebbero perso, qualunque cosa l’avrebbero fatta insieme. Questo era quello che aveva insegnato a Katherine da giovane e questo era quello che avrebbe messo in pratica adesso.
Nessuno più l’avrebbe allontanato dalla sua missione di Osservatore.
“Lo so bene, Jenny, ma sono sicura che capirà..” disse Giles sorridendo, fissando la donna negli occhi.
“Si, ma cosa pensi che dirà quando…” iniziò Jenny, voltandosi verso la finestra che dava sul giardino, osservando la piccola Judith parlare con uno sconosciuto. “.. ma chi diavolo è quel tipo?”.
Giles si voltò a guardare e vide un uomo, chinato sulla bambina, che le parlava sorridendo ed immediatamente i due Osservatori si lanciarono fuori dalla casa, in direzione dell’uomo.
“Chi diavolo sei?” chiese Giles avvicinandosi pericolosamente all’uomo. “Judith va da Jenny, subito!!”
“Sono venuto solamente per un rapido saluto..” disse l’uomo sorridendo e unendo le mani in segno di resa, sbattendo velocemente le palpebre per mostrare la sua vera natura di demone, mentre la piccola correva in braccio alla donna. “Ciao Judith!”.
“Come osi venire in casa della Cacciatrice e del suo Osservatore?!” esclamò Giles mettendo su la sua espressione più seria.
“Eppure non mi sembra che la Cacciatrice sia in casa, quanto a te..” disse il demone sorridendo, cercando di scegliere le parole più accurate per affrontare quella conversazione. “..le tue gambe hanno ripreso a funzionare magicamente ?”.
“Vattene subito, figlio di puttana, o ti uccido!” esclamò Giles ringhiando fra i denti.
Il demone sorrise e dopo pochi secondi, facendo alcuni passi all’indietro, si voltò completamente, scomparendo nel nulla, mentre gli altri bambini continuarono a giocare indisturbati nel giardino.
Immediatamente i due Osservatori entrarono in casa con la bambina e la fecero sedere sul divano, controllando che non avesse nessuna ferita, ne altri oggetti lasciati dal demone.
“Ti ha detto qualcosa? Cosa voleva, tesoro?” chiese Jenny continuando a controllarla.
“No..” disse la bambina ridendo. “.. mi ha solo detto di dare un messaggio alla mia mamma!”.
Gli Osservatori si guardarono velocemente negli occhi e Giles si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia e sorridendo alla bambina, dicendole: “E che cosa dovresti dire alla tua mamma?”.
“Mi ha detto che posso dirlo solo alla mia mamma..” sussurrò Judith mettendo il broncio e abbassando lo sguardo.
“Ma puoi dirlo pure a noi, tesoro, vero Giles?” chiese Jenny sorridendo alla bambina.
“Certo piccola” sussurrò l’uomo sorridendo.
“Lui ha detto di dire alla mamma che..” disse Judith accennando un sorriso. “.. che le stanno preparando una bella sorpresa!”.
I due Osservatori si guardarono nuovamente in viso, senza riuscire a dire alcuna parola; che diavolo voleva dire che le stavano preparando una bella sorpresa? Perché dirlo? Ma soprattutto, che diavolo li attendeva?
 

(INIZIO FLASHBACK)


Sage arrivò proprio davanti casa di Giles, sfinita, mentre grondava di sudore, cercando di recuperare fiato, mentre l’uomo si avvicinava lentamente dal piccolo portico.
“Avete fatto una corsa?” chiese l’uomo sorridendo, sulla sedia a rotelle.
“Abbiamo fatto.. una.. sfida! E indovini.. chi l’ha vinta?” chiese Sage riprendendo fiato, mentre guardava in lontananza il suo nuovo Osservatore correre per raggiungerla.
“E’ bravo?” chiese Giles accennando un sorriso, mentre Sage riusciva a leggergli sul viso tutto il dolore per non poterla più aiutare ad allenarsi.
“Si Giles, è bravo..” disse la ragazza abbozzando un sorriso, abbassando il tono di voce. “Ma non si avvicina alla sua bravura neanche lontanamente!”.
L’ex Osservatore rise, ma non contagiò anche gli occhi, che rimasero tristi.
“Giles, io avrò sempre bisogno di lei..” sussurrò Sage avvicinandosi di più a lui. “.. lei è il mio punto fermo, ricorda? Ne Henry ne altri Osservatori faranno mai il lavoro che ha fatto lei..”.
“Ok..” sussurrò l’umo accennando un sorriso.”
“E in più nessun Osservatore mi infastidisce come lei!” esclamò la ragazza ridendo, contagiando anche Giles, mentre il nuovo si avvicinò a loro, anche lui grondante sudore e senza fiato.
“Hai intenzione di battere la fiacca?” chiese il nuovo Osservatore correndo sul posto attorno alla ragazza.
“Dammi un minuto, Rocky!” esclamò Sage scuotendo la testa, ma accennando un sorriso.
Henry rise e disse alla ragazza che avrebbe rallentato il passo, ma che entro pochi minuti doveva tornare ad allenarsi altrimenti l’avrebbe presa di peso, facendola ridere.
“Ti piace, eh ?” chiese Giles accennando un sorriso.
Sage ci riflesse su per qualche momento e con un sorriso sul viso disse: “Si Giles, potrebbe piacermi..”.
La ragazza tornò a correre con il suo nuovo Osservatore sorridendo; erano passati più o meno tre anni da quando era stata uccisa al ballo del suo secondo anno e da quando James era stato ferito ad una gamba ed ad un braccio per andare a controllare che lei stesse bene.
Sage si era sentita molto in colpa, non avrebbe voluto che il ragazzo per cui provava qualcosa venisse ferito a casa sua; ma cosa ancora più grave, fu quando tentò di spiegargli in che vita vivesse e che lavoro dovesse fare ogni notte, gli confessò di non essere una semplice studentessa ma la Cacciatrice che avrebbe dovuto salvare l’umanità da tutti quegli esseri infernali.
In un primo momento James ne fu eccitato, dicendole che avrebbe potuto aiutarla nella lotta con i demoni, idea che Sage respinse categoricamente, visti i precedenti; quando una notte lei uscì a caccia, il ragazzo la seguì, arrivando a farsi ammazzare da alcuni demoni per la seconda volta. Ciò lo segnò moltissimo e confessò a Sage quanto fosse terrorizzato da tutto quello che aveva visto e da tutto quello che avrebbe affrontato lei; nonostante le avesse confessato il suo amore, James prese la decisione di lasciarla, decisione alla quale Sage non si oppose.
Da quel momento lei decise che non avrebbe più avuto una relazione amorosa con qualcuno che non facesse parte del suo mondo e così fece: per due anni fece tira e molla con un cacciatore che frequentava il suo liceo, ma quando finì la scuola finì anche la loro relazione.
E solo adesso che non stata più con nessuno da almeno un anno, Giles aveva avuto un incidente durante una caccia, rimanendo impossibilitato ad usare le gambe e come suo sostituto l’avevano affidata a Henry Ford, un cacciatore più giovane, più bello e più sexy degli altri.
Era questo che pensava Sage mentre correvano insieme quella mattina: era già qualche mese che era diventato lui il suo Osservatore, qualche settimana che si scambiavano occhiate e battute maliziose durante le caccie e durante gli allenamenti e ciò la portava a distrarsi spesso durante il suo lavoro.
Finito l’allenamento mattutino, Henry la riaccompagnò a casa e come ogni mattina correva nella sua, situata a meno di 500 metri da quella della ragazza, ma quella mattina Sage scosse la testa e gli parlò in maniera diretta.
“Vuoi entrare?”.
“Uh, mi lasci entrare dopo tre mesi? Tu si, che sai come farti desiderare..” disse Henry sorridendo, avvicinandosi lentamente alla veranda da cui, fino a pochi secondi prima, stava andando via.
“C-come?” chiese Sage aggrottando le sopracciglia.
“Dovresti vedere la tua faccia..” sussurrò Henry ridendo, aprendo la porta ed entrando in casa. “.. ti sto prendendo in giro, Sage!”.
La ragazza sorrise e pensò che, forse, da quella mattina si sarebbe trovata ancora meglio con lui.


(FINE FLASHBACK)
 

“Ho fatto un bagno a Judith e l’ho cambiata..” disse Jenny avvicinandosi all’uomo, mentre la bambina scendeva le scale con lei. “..vuole aspettare che arrivi Katherine prima di andare a dormire”.
Giles osservò l’orologio che indicava le 19 e 24, ancora qualche minuto e le due ragazze sarebbero arrivate.
“D’accordo, vuoi rimanere qui con noi a guardare la tv?” chiese Giles mentre afferrava dai fianchi la bimba e la faceva sedere proprio accanto a lui.
Accese la televisione e mise un canale che trasmetteva solamente cartoni, mentre la bambina cominciava a sorridere. Almeno una di noi è spensierata pensò Giles sorridendo amaramente.
Si stavano accavallando troppi problemi: Hailey, l’Apocalisse imminente, la morte della Cacciatrici e adesso dovevano pensare anche che qualcos’altro sarebbe arrivato a disturbarli.
Giles sospirò e guardò Judith e Jenny sedute accanto a sé sul divano che sorridevano abbracciate, per niente al mondo avrebbe rinunciato a questo.
Il campanello improvvisamente suonò, segno che le due Cacciatrici erano appena arrivate e che la lite si avvicinava sempre di più.
“Vado io..” disse Giles sospirando, alzandosi dal divano ed arrivando davanti la porta d’ingresso.
L’uomo fece un respiro profondo ed aprì, trovando fuori dalla porta le due ragazze; osservò bene il viso di Katherine e pensò che non lo avrebbe mai più dimenticato in quella circostanza: vide il suo sorriso allegro e felice di incontrare quello del suo ex Osservatore, nonostante la litigata che avessero avuto al telefono qualche ora prima, scemare e diventare sempre più serio quando lo sguardo scese ad osservare la gambe che lo tenevano in piedi.
“Kath..” iniziò l’uomo senza però trovare le parole esatte da poter dire in quel momento.
“Mamminaaaa!” esclamò la bambina, sfuggendo al controllo di Jenny e correndo fra le braccia della madre, saltandole letteralmente addosso.
Katherine ricambiò la stretta, prendendo la figlia in braccio e stringendola, continuando però a fissare Giles negli occhi. Che diavolo era successo durante la mia assenza?!

 

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Capitolo 40
*** I found a place to go. ***



Capitolo 31

I found a place to go.



“Sono andata a letto con Sam”. 
Queste parole le ronzavano in testa senza darle tregua da quando la sorella le aveva pronunciate: il sangue le si ghiacciò nelle vene, la bocca si spalancò ma la lasciò incapace di emettere alcun suono e sgranò gli occhi nell’udire quella notizia. Il suo cervello non era ancora riuscito ad elaborare la notizia, o meglio, non voleva. Era come se le avessero appena versato in testa dell’acqua ghiacciata, facendola rimanere paralizzata, senza riuscire più neanche a respirare.
“Tu cosa?!” urlò Katherine diventando paonazza dalla rabbia, mentre Hailey si dava mentalmente dell’idiota per aver semplicemente pensato che la sorella potesse accettare una situazione simile.

“Parlavi di sincerità e che dovevamo cominciare a fidarci l’una dell’altra..” disse la maggiore cercando una giustificazione valida, non riuscendone però a trovare una plausibile. “.. non potevo non dirtelo!”.
Katherine la guardò e scosse il capo, con un sorriso amaro sul viso e un’espressione indecifrabile per la sorella, che la conosceva da troppo poco per capirne il significato. Come poteva non pensare che alleggerendo la sua coscienza, avrebbe appesantito quella della sorella?!
“Katherine, io..” disse la maggiore, ma la ragazza sbuffò di rabbia ed entrò dentro casa, lasciandola sola sul quel vecchio dondolo, a domandarsi perché non poteva semplicemente lasciarlo andare.
Entrò nel salotto, dove trovò i ragazzi a bere una birra e a scherzare intenti a guardare la tv, e si domandò perché non avesse mai avuto un rapporto del genere con le proprie sorelle, specialmente con Bela con cui aveva vissuto per molto tempo.
Continuò ad esitare all’ingresso del salotto, con una mano appoggiata allo stipite dell’ampia porta scorrevole, portando su di sé lo sguardo dei ragazzi che la guardavano con aria interrogativa.
“Kath, tutto bene?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, appoggiando i gomiti sulle cosce, tenendo fra le mani la sua birra.
La ragazza lo fissò negli occhi per qualche secondo senza rispondere e sospirò rumorosamente, passandosi una mano fra i capelli.
“Si, sto bene..” disse la ragazza, voltandosi dirigendosi verso le scale.
“Hailey ti ha detto qual è il nuovo pericolo che incombe su di noi?” chiese Sam sorridendole, rilassandosi sul divano.
Katherine si fermò sul posto e si voltò lentamente, guardando negli occhi il ragazzo con un sopracciglio alzato e sorridendo disse: “Non lo so, Sam, credo che tu possa saperne più di me, no?”.
“Cosa? Perché dovrei?” chiese il ragazzo accennando un sorriso, lanciando uno sguardo di aiuto al fratello, che preferì starne fuori.
“Lasciami pensare..” disse la ragazza aggrottando le sopracciglia, fingendosi pensierosa, mettendo le braccia conserte, e tornando seria dopo pochissimi secondi. “Oh si, ci sono.. non sarà perché vai a letto con mia sorella?!”.
Sam sgranò gli occhi e spalancò la bocca, mettendo su uno sguardo quasi terrorizzato, non avrebbe mai voluto che la ragazza lo scoprisse così, mentre Dean si irrigidiva fissandola.
“Katherine, io..” iniziò Sam cercando una spiegazione, che ovviamente non trovò.
“Risparmia il fiato..” disse la ragazza scuotendo la testa, salendo le scale.
Entrò subito nella stanza che condivideva con Dean e si chiuse la porta alla spalle, prendendo un respiro profondo. Non aveva più intenzione di continuare questi giochetti che Sam e la sorella stavano mettendo in piedi; aveva notato qualcosa di strano in loro due, ma non pensava che sarebbero andati a letto insieme.
Scosse la testa come per scrollarsi via di dosso quel pensieri e si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi e cercando di pensare a qualcos’altro, ma più cercava di allontanare quel pensiero dalla sua mente, più si faceva largo fra gli altri e le ricordava ogni momento quello che era successo.
Quei pensieri furono interrotti dal suono di due nocche che bussavano alla porta: aprì gli occhi e si alzò, aprendola e trovandosi di fronte Dean sorridente, con due birre fra le mani.
Katherine sorrise per quel gesto e lo fece entrare, sedendosi sul letto insieme al ragazzo, che la guardava in silenzio.
“Grazie..” sussurrò la ragazza, accennandogli un sorriso e bevendo qualche lungo sorso di birra.
“Quindi..” disse il ragazzo sospirando, bevendo un po’ dalla bottiglia di vetro. “Com’è andata con Hailey ?”
“A quanto pare c’è qualcuno che sta uccidendo le Cacciatrici sparse per il mondo..” disse Katherine sorridendo. “.. e sai qual è il bello? Dovremo riunirle ed addestrarle a respingere gli attacchi dei demoni per evitare che la loro morte spezzi il penultimo sigillo!”.
Dean aggrottò le sopracciglia, forse era troppo anche per lui da metabolizzare in un solo colpo, così, con ancora le idee confuse, disse: “Cosa pensi di fare?”.
“Quello che ho detto, le addestrerò..” disse sospirando la ragazza bevendo un altro sorso.
“E’ questo che ti ha sconvolto di più, tra tutto quello che ti ha detto Hailey?” chiese Dean sospirando, guardandola negli occhi.
“Parli di Sam?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. “Insomma, avevo capito che ci fosse qualcosa, ma non immaginavo.. questo!”.
Dean distolse lo sguardo dagli occhi della ragazza, puntandoli sulla bottiglia che teneva ancora fra le mani e sospirò; non sapeva se avrebbe dovuto dirle la verità.
“Beh, è comprensibile..” disse Dean alzando lo sguardo verso di lei. “..hanno passato l’intera settimana insieme!”.
“E pensi che questa sia una spiegazione valida per…” iniziò Katherine aggrottando le sopracciglia, ma qualcosa nello sguardo del ragazzo la stranizzò a tal punto da alzarsi dal letto e fissarlo. “Dean.. tu lo sapevi?”.
“Io..” disse Dean sospirando, incurvando le spalle ed alzando lo sguardo nuovamente su di lei. “Si, lo sapevo..”.
“E non hai pensato di dirmelo?” chiese Katherine allargando le braccia, afferrando il suo cappotto appoggiato sulla sedia ed uscendo dalla stanza, infuriata.
Il ragazzo la seguì richiamandola, mentre lei scendeva le scale ed afferrava le chiavi della sua macchina, posteggiata nel deposito di Bobby da quando si era traferita lì, uscendo dalla porta d’ingresso sotto gli occhi stupiti di Sam e della sorella.
“Che diavolo è successo?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia, seguendo il fratello all’esterno della casa, rimanendo però all’uscio della porta.
“Dove stai andando?” chiese Dean allargando le braccia, seguendo la ragazza fino alla macchina. “Dove vuoi andare?!”.
“Fuori!” disse la ragazza aprendo lo sportello della sua auto, mentre Dean lo richiudeva alterandosi.
“Verrò con te!” esclamò il ragazzo scuotendo la testa, mettendo le braccia conserte.
“No, Dean, no!” esclamò Katherine sospirando, guardandolo negli occhi. “Ho solo bisogno di schiarirmi un po’ le idee, d’accordo? Tornerò presto!”.
Dean continuò a guardarla negli occhi, cercando di capire dove volesse andare e cosa avesse intenzione di fare, ma capì che forse, il modo migliore per oltrepassare quel periodo, era proprio quello di farle prendere un po’ d’aria lasciandola per qualche ora da sola. Così, con ancora la braccia conserte e gli occhi fissi su di lei, si spostò dalla traiettoria dello sportello di qualche passo, permettendole di salire in auto e di premere l’acceleratore, uscendo dalla proprietà Singer.
 
Non appena uscì da casa di Bobby, provò un senso di tranquillità che da un po’ di tempo non riusciva più a sentire lì con loro; aveva bisogno di staccare per cinque minuti la spina e di schiarirsi le idee, in modo tale da tornare pronta per gestire la situazione non proprio rosea.
Sospirò e appoggiò il gomito sinistro sul finestrino, mettendo entrambe le mani sul volante e tenendolo saldamente, come se fosse un salvagente al quale appigliarsi per non essere portata via dalla corrente dei suoi pensieri. Allentò la presa e pensò a quanti problemi avrebbe dovuto risolvere una volta tornata a casa. Quel pensiero la fece ridere: casa. Lei aveva una casa e l’aveva lasciata per andare a vivere con i tre uomini e per alloggiare la maggior parte delle notti in uno squallido motel, rinunciando alla sua vita precedente e vedendo la figlia una volta ogni due settimane.
Katherine aggrottò le sopracciglia, non riuscendo a più capire se quello che avesse fatto in passato e quello che avrebbe fatto nei prossimi giorni coincidesse con la cosa giusta da fare.
Scosse la testa a quel pensiero, mentre la sua attenzione fu catturata da qualcos’altro: “LIQUOR”, un’insegna al neon, che alternava i suoi colori tra il rosso e il verde, di un grosso pub. Magari un bicchierino sarebbe stato l’ideale. Perché no?
Accostò con il suo Suv nero e posteggiò proprio nella via antecedente al pub, osservando una dozzina di motociclette ferme sul cavalletto, capendo subito a che tipo di uomini appartenessero. Scese dall’auto ed entrò all’interno del locale cercando uno sgabello libero sul quale sedersi, che fosse ben lontano dalle altre persone; ne trovò uno e pensò di appoggiare il suo cappotto e la sua borsa in quello più vicino a lei, in modo tale da non essere disturbata.
“Cosa ti porto?” chiese il barman sorridendole.
“Whisky liscio” disse Katherine, voltandosi ad osservare il bar.
Era fatto interamente in legno, anche il bancone e i vari scaffali su cui vi erano le grandi bottiglie degli alcolici; non molto lontano da lei, sulla destra della sala, Katherine vide i proprietari delle moto posteggiate fuori, almeno 6 uomini sulla trentina che si stavano sfidando in una partita a biliardo e che, quando non avevano la bocca piena di alcool, urlavano di gioia sovrastando la forte musica ogni volta che un avversario perdeva una buca; mentre sulla sinistra vi erano dei tavoli occupati da alcuni ragazzi che probabilmente erano troppo piccoli per bere il contenuto del bicchiere che tenevano fra le mani.
Il barman le porse la sua bevanda e la ragazza, dopo averlo ringraziato, ne bevve qualche sorso, appoggiandosi al bancone con entrambi i gomiti, riflettendo su quanto la luce soffusa che illuminava il locale da alcune lampade laterali la piacesse.
Portò il bicchiere alle labbra e ammise mentalmente che i suoi problemi fossero ben altri; si mise a pensare a tutto ciò che avrebbe dovuto affrontare: un’Apocalisse imminente, sua sorella che andava a letto con il suo ex e, ultimo ma non meno importante, la morte imminente delle Cacciatrici… come se avesse appena avuto una rivelazione, Katherine aggrotto le sopracciglia e fissò dritto davanti a sé con sguardo vitreo, spalancando leggermente le bocca.
Aveva pensato molto durante il viaggio in macchina alla morte di tutte Cacciatrici, ma non aveva ancora realizzato che tutte significava tutte: ciò comprendeva anche la morte di una sorella che aveva conosciuto da poco e la sua.
“E’ assurdo” sussurrò fra se e se, bevendo ancora il suo Whisky, finendolo.
“Problemi di cuore?” chiese il barman sorridendo nella sua direzione, mentre asciugava dei bicchieri.
Katherine lo osservò e notò di non averlo veramente guardato quando si era seduta al bancone: poteva avere una trentina d’anni, aveva dei grandi e luminosi occhi marroni e i capelli scuri, la barba lunga e folta dello stesso colore dei capelli.
 Katherine ricambiò il sorriso, sapendo di cadere in uno dei soliti cliché, e disse: “Abbiamo avuto solo una stupida discussione, non è nulla di grave!”.
“Eppure eccoti qua..” disse il barista togliendole il bicchiere ormai vuoto e sostituendolo con un nuovo bicchiere di Jack Daniel’s, sorridendole. “Questo lo offre la casa”.
“Non sono qui per lui, in ogni caso..” disse Katherine bevendo qualche sorso dal nuovo bicchiere. “Ho altri.. problemi!”.
“Cosa ti porta qui allora?” chiese il barman ridendo, sciacquando dei bicchieri, pronti per essere messi a scolare.
“Mmh, da dove potrei cominciare?” chiese la ragazza sorridendo e abbassando lo sguardo sul bicchiere. “Il mio ex marito è morto, vedo troppo poco spesso mia figlia per via del mio lavoro, ho appena litigato con il mio ragazzo per non avermi detto che il mio ex, che è suo fratello, va a letto con mia sorella, che tra l’altro ho conosciuto qualche giorno fa..”.
“Bella storia incasinata!” esclamò il barman ridendo ed annuendo con la testa.
“Oh, e in più devo salvare il mondo dall’Apocalisse!” disse la ragazza ridendo, lasciandosi contagiare dal barman.
“Sono Barney..” disse il ragazzo allungando la mano da dietro il bancone.
“Katherine” disse la ragazza ridendo, ricambiando la stretta, per poi tornare a sorseggiare un altro po’ del suo Whisky, mentre si voltava a fissare nuovamente l’interno del locale e il barman preparava dei drink ad altri clienti.
 
 
“Perché hai dovuto dirglielo?” chiese Sam scuotendo la testa, sospirando.
“E’ mia sorella, dovevo dirglielo..” disse Hailey sospirando, voltandosi verso la finestra della cucina per qualche secondo, girandosi nuovamente verso di lui. “..per quanto io possa essere stronza con gli altri, non posso esserlo con lei!”.
Sam strinse la mascella e sospirò nuovamente, più forte di prima, permettendo alla ragazza di sentirlo; si avvicinò alla ragazza e lentamente disse: “Sei stata stronza da quando quella notte mi hai baciato e hai fatto sesso con me, ed in più sei anche andata a dirglielo!”.
“Beh, allora penso che quello che abbiamo fatto non si ripeterà più, Sam!” esclamò Hailey scuotendo la testa, lasciando la stanza e salendo al piano di sopra infuriata.
“Problemi in Paradiso? Non vi comportate più come in Seven Heaven?” chiese Dean entrando nella stanza, ancora infuriato per aver litigato con la sua ragazza.
“Dean..” disse Sam sospirando, con un tono di rimprovero, sbuffando.
“E’ tutto quello che hai da dire?” chiese il maggiore incrociando le braccia al petto e guardandolo con il suo sguardo infuriato. “No davvero Sam, ho litigato con Katherine per coprire le tue cazzate e adesso non risponde alle mie chiamate!”.
Sam sostenne lo sguardo per qualche altro secondo, dopodiché scosse la testa e si voltò, sbattendo due volte leggermente il pugno contro il muro accanto alla finestra, sperando di vedere la macchina della ragazza rientrare da quel cancello.
“Vuoi andare a cercarla ?” chiese il minore sospirando.
“Si.. non lo so, Sam..” sussurrò Dean sedendosi su di una sedia della cucina, appoggiando i gomiti alle ginocchia e chinando la testa. “Non vorrei irritarla ancora di più..”.
“Per quello che può valere..” disse Sam voltandosi verso il fratello, mentre lui alzava il viso. “.. se questo fosse successo durante la nostrarelazione, non la sarei andata a cercare.. Katherine è fatta così, accumula molto e dopo ha bisogno di starsene un po’ da sola per schiarirsi le idee”.
Dean lo guardò con un sorriso amaro sulle labbra e si tirò su con spalle, appoggiandole alla sedia, conscio che lui conoscesse molto bene Katherine, forse anche meglio di lui, e disse: “Ti piace Hailey ? Intendo sul serio..”.
“Si, Dean” rispose Sam sospirando, sedendosi di fronte al fratello e appoggiando le mani sul piccolo e vecchio tavolo della cucina.
“E allora perché l’hai trattata in quel modo?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Hai visto come ha reagito Katherine..” iniziò il minore ma fu subito interrotto dal fratello.
“E allora? Sammy, tu hai tutto il diritto di rifarti una vita..” disse il ragazzo incrociando le braccia al petto, accennando un sorriso. “Certo, proprio sua sorella sarebbe la persona meno indicata, ma se ti piace non dovresti fermarti”.
“Vedremo..” disse Sam sorridendo, colpito da quel momento amorevole che il fratello aveva voluto condividere con lui.
Da quando aveva saputo che Katherine e suo fratello si fossero baciati, prima della morte di Dean, nonostante continuasse a volergli bene, Sam aveva capito di non poter più riporre fiducia in lui, aveva capito quanto fosse inaffidabile proprio quando la ragazza gli aveva confessato la verità; il minore aveva passato tutto quel periodo a serbare silenziosamente rancore al fratello, sperando di poter trovare una via di fuga per la morte per via del Cerbero, per successivamente, separarsi definitivamente da lui con la ragazza. Ma proprio la notte della sua morte, vedendo il profondo dolore di Katherine trasformarsi in copiose lacrime che le rigavano le guance sapendo di non poterlo più salvare, e il modo in cui lei lo avesse baciato, non curante del fatto che il suo ragazzo fosse proprio li ad osservarli, aveva capito quanto quei due si appartenessero e che non avrebbe potuto fare nulla per allontanarli.
Aveva passato dei mesi così terribili, per via della definitiva rottura con Katherine e la morte di suo fratello,  che aveva visto in Hailey uno spazzo di luce, un modo per aiutarlo ad andare avanti, e non gli importava se fosse la sorella della sua ex ragazza, voleva  passare sempre più tempo con lei e così fece durante le caccie e durante le giornate vuote.
La prima volta che lei lo aveva baciato fu proprio la sera in cui lui e Katherine avevano avuto una brutta litigata, in cui lui le aveva detto tutto quello che provava, sfogandosi, e doveva ammettere che ad ogni bacio, ad ogni carezza più o meno delicata, ad ogni spinta, ad ogni morso, il ricordo di Katherine sbiadiva sempre di più, fino a scomparire.
Avrebbe sempre tenuto in particolar modo a Katherine, questo era ovvio, ma adesso il suo cuore era finalmente pronto ad andare avanti e l’unica persona con cui lo avrebbe fatto sarebbe stata Hailey.
“Mi dispiace per avervi fatto litigare” disse Sam guardando il fratello, sospirando.
“No, non è colpa tua..” disse Dean scuotendo la testa e appoggiando i gomiti sul tavolo. “..la vostra, non è stata l’unica ragione per cui se né andata”.
“Cioè?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“Penso che dovresti chiamare Hailey..” disse Dean sospirando e mettendo su la sue espressione più seria. “.. deve dire la verità anche a noi!!”.
 
 
Portò alle labbra il suo bicchiere, finendone nuovamente il contenuto e sospirò: non avrebbe più bevuto per quella sera, non se voleva tornare a casa guidando, e seppur il posto fosse vicino, non avrebbe mai lasciato la sua auto in quel posto.
Si girò nuovamente verso il bancone e vi posò il bicchiere, mentre Barney si avvicinava nuovamente a lei con un sorriso sul viso, con un altro bicchiere pieno di Whisky, posandolo davanti alla ragazza.
“Non posso davvero Barney..” disse la ragazza scendendo dallo sgabello sorridendo, mentre afferrava il suo cappotto e lo infilava. “.. devo guidare per tornare a casa!”.
“Non posso corromperti neanche con uno shottino?” chiese il ragazzo sorridendo, afferrando due bicchierini vuoti e afferrando una bottiglia di vodka, aspettando un cenno della ragazza per procedere.
“E va bene, ma solo uno!” esclamò la ragazza sorridendo, mentre Barney versava il liquido trasparente dentro ai piccoli bicchieri.
“Brindiamo..” disse il barman ridendo, afferrando un bicchiere, mentre la ragazza faceva lo stesso. “..alla salute e che tu possa risolvere presto i tuoi problemi, salvando il pianeta!”.
Katherine rise e si portò il bicchierino alle labbra, bevendo il contenuto tutto d’un fiato, sentendo la gola bruciare e provando un brivido che le attraversò la schiena.
Dopo aver pagato un solo drink, perché gli altri due li offriva la casa, Katherine, e dopo aver salutato Barney che aveva contribuito a farla svagare mentalmente, uscì dal locale e infilò le mani all’interno del proprio capotto, per via del freddo che aveva investito l’aria mentre lei era all’interno del locale.
Non appena arrivò davanti la macchina, cercò le chiavi nella borsa e appena inserì la chiave nella fessura dello sportello, notò delle figure alle sue spalle riflesse sul finestrino e si voltò immediatamente, trovandosi davanti i 6 motociclisti che giocavano al biliardo poco prima.
“Posso aiutarvi?” chiese Katherine sospirando, sapendo come sarebbe andata a finire la storia.
“Veramente ci stavamo facendo la stessa domanda noi..” disse un uomo sorridendo con uno strano cappello di una squadra di football sulla testa, mentre si facevano più vicini alla ragazza.
“Sto bene così, ma grazie per l’interesse!” esclamò Katherine sarcasticamente, voltandosi ed aprendo lo sportello.
Lo stesso uomo che aveva parlato pochi secondi prima, si avvicinò e chiuse lo sportello appena aperto dalla ragazza, afferrandola da un braccio, mentre gli altri ridevano.
“Credetemi, non volete davvero farlo..” disse la ragazza togliendosi la mano di quel motociclista di dosso e facendolo indietreggiare di qualche passo con una leggera spinta.
Ma questo gesto parve piacere, addirittura eccitare gli uomini, che si avvicinarono ulteriormente, nonostante Katherine glielo avesse sconsigliato.
“Ok, facciamolo!” esclamò la ragazza sbuffando, colpendo in pieno viso l’uomo che si era avvicinato e l’aveva afferrata precedentemente dal braccio.
L’uomo perse l’equilibrio e indietreggiò di qualche passo, con una ferita al labbro, ma prontamente si stabilizzò e si leccò il sangue che gli colava sul mento, mostrando insieme agli altri il suo vero volto: gli occhi divennero più scuri e dalla bocca uscirono delle zanne, pronte ad ucciderla.
“Vampiri, eh?” chiese la ragazza sospirando. “Deve essere la vostra serata sfortunata!”.
I 6 si lanciarono su di lei, sovrastandola, ma in men che non si dica, Katherine riuscì a farli indietreggiare e a cominciare a colpire il primo con un altro pugno in pieno viso, facendogli cadere il capello, mentre con un calcio lo lanciava addosso agli altri.
Katherine pensò di approfittare del momento e si guardò intorno, alla ricerca di un paletto che potesse usare per ucciderli, ma proprio in quel momento sentì arrivare alla propria destra un oggetto, all’altezza dell’orecchio e lo afferrò senza esitare, ringraziando di avere dei riflessi pronti, quando si rese conto di cosa le fosse arrivato a pochi centimetri dal viso.
Deve essere la tua serata fortunata, tesoro!” disse una ragazza con dei capelli corvini e dagli occhi nocciola, mentre arrivava vicino a lei e le strizzava un occhio. “Amica bella, facciamoli secchi!”.
Le due ragazze, dopo essersi scambiate un breve sorriso, corsero sui vampiri che si stavano rialzando e cominciarono a combattere.
Mentre Katherine colpiva in pieno stomaco un vampiro, colpendolo successivamente alla schiena per rallentarlo, l’altra ragazza con un calcio scaraventò un vampiro contro un’auto e con un pugno ne stordiva un altro. Katherine cosparse il paletto del suo sangue e cominciò a polverizzarne due di fila, mentre andava ad occuparsi di quelli che stavano sovrastando la sua amica; con un balzo, lanciò i due vampiri di troppo lontani dalla ragazza e corse ad affrontarli, colpendoli numerose volte al viso, allo stomaco, alla schiena, per impalarli successivamente, mentre l’altra ragazza finiva di polverizzare gli altri due.
“Non sei cambiata, continui ad essere tu quella più forte” disse la ragazza sorridendo, avvinandosi e prendendo qualche respiro per via della lotta. “Ma sono curiosa, come te la saresti cavata senza un paletto se non fossi arrivata io?”.
“Mi sarei inventata qualcosa, come sempre!” esclamò Katherine sorridendo alla ragazza. “E’ bello rivederti Claire..”.
“Già, lo è davvero..” disse la ragazza avvicinandosi e abbracciando l’amica con un braccio, mentre la bionda ricambiava il gesto. Felice, nonostante tutto, di rivedere quel volto amico di un tempo.


 
“Insomma, qualcuno vuole ucciderci e tu non avverti?” chiese Claire seduta dal lato del passeggero mentre Katherine sfrecciava sulla superstrada per arrivare il più velocemente possibile a casa di Bobby.
“L’ho saputo solo qualche ora fa e tu saresti stata la prima che avrei chiamato!” esclamò la bionda sorridendo, voltandosi brevemente verso la ragazza.
Aveva conosciuto Claire qualche anno prima, quando aveva perso la vita durante quel ballo a 17 anni; con la sua morte, seppur temporanea, la Cacciatrice che era in lei era stata attivata e le due ragazze avevano dovuto incrociare le loro strade e collaborare molte volte.
“Vai ancora a letto con i cattivi?” chiese Claire guardando la ragazza, scoppiando in una risata.
Andava quasi sempre d’accordo con lei, tranne quando faceva quel tipo di battute; Katherine roteò gli occhi all’indietro e sospirò, sbuffando poco dopo.
“E’ successo solo un paio di volte con Adam!” esclamò Katherine scuotendo la testa.
“Davvero? Perché io non ricordo questa versione della storia..” disse la bruna riprendendo a ridere, pensando a quel povero Adam, vampiro sedotto e abbandonato da Katherine. “Io ricordo come ce la spassavamo noi un tempo, vero Sage?”.
Quando la sua amica la chiamò in quel modo, la ragazza arricciò il naso e fece una smorfia: da anni nessuno la chiamava più così.
“Già, ho sentito che ti fai chiamare Katherine adesso, ricordo che odiavi quel nome” disse Claire accennando un sorriso.
“L’ho cambiato perché non sono più quella persona, Clay..” disse la bionda facendo spallucce. “Ho iniziato una nuova vita da quando Henry è morto”.
“Così stiamo andando dal tuo nuovo ragazzo, Dean, con cui hai litigato perché non ti ha detto che Sam, suo fratello ma anche tuo ex, dopo essere stato mollato da te è andato a letto con la tua nuova sorella, Hailey?” chiese Claire ridendo. “No, credo che tu sia rimasta la stessa”.
Il suono della sua risata l’aveva accompagnata durante l’ultimo anno di scuola e per tutto l’anno successivo, data l’amicizia dei loro Osservatori  che amavano lavorare insieme. “Henry va d’accordo con tutti” aveva detto Claire durante una delle tante litigate con Katherine.
La ragazza odiava stare nella sua città, lei era nata in Massachusetts, mentre Katherine a Lawrence e si sa come le persone crescano in maniera diversa in queste due città; Claire era sempre stata molto instabile ed insicura, nonostante mostrasse al mondo quanto fosse forte e con una lingua lunga. Ma solo Katherine l’aveva conosciuta davvero, solo lei era riuscita a riportarla dalla parte dei buoni, quando la ragazza si lasciò sedurre dal fascino del male.
Katherine l’aveva salvata in così tanti modi diversi che il minimo che potesse fare Claire era proprio di aiutarla a combattere quella battaglia e ad uscirne vincitrice, come aveva sempre fatto durante gli anni; la mora non l’avrebbe mai ammesso davanti a Katherine, a meno che non fosse stata sotto l’effetto dell’alcool, ma l’aveva sempre invidiata. Katherine aveva un bell’Osservatore che provava qualcosa per lei, che l’amava, aveva una bella casa, dei genitori che le volevano bene e degli amici che non si spaventassero all’idea che lei la notte si trasformasse in un’assassina a sangue freddo e che uccidesse tutte le forze del male che le si parassero davanti, anche se molte volte ne erano rimasti coinvolti e feriti; Claire aveva un Osservatore che la detestava, non sopportava il suo modo di vestire molto appariscente e vistoso, dato che la ragazza optava sempre per top scollati e pantaloni molto aderenti che mettevano in risalto ogni sua curva e come ciliegina sulla torta, usava mettere sulle labbra un rossetto color rosso fuoco, che le metteva in risalto la carnagione pallida e gli occhi; non c’era nessuna famiglia a sostenerla, non aveva amici per via del suo carattere scontroso e quando provò ad averne in Kansas con Katherine, tentò di ucciderli più di una volta quando passò dalla parte del male; niente di niente, Claire non aveva.. niente. 
Per questo motivo si lasciò trasformare in una dei cattivi, lasciando Katherine con l’unica opzione di chiuderla in un ospedale psichiatrico; dopo qualche anno, essendo, a detta dei medici, guarita la lasciarono uscire e Katherine fu l’unica ad andare a trovarla all’ospedale, l’unica a prendersene cura, l’unica a volerle bene e a sostenerla nonostante avesse ucciso delle persone. L’unica.
Claire non sarebbe mai più riuscita a dimenticare quell’affetto, non l’avrebbe mai dimenticato e l’avrebbe considerata sempre una sorella, come del resto Katherine considerava lei.
“Vogliamo vedere quanto ci metto a farti chiudere quella boccaccia?” disse Katherine ridendo, mentre l’amica le dava un leggero buffetto sulla spalla.
“Bene, allora Katherine..” disse Claire tornando seria per qualche secondo e marcando il suo nome. “..ti sei data al lavoro pulito?”.
Katherine rise e ricordò di come qualche anno prima, lei e la sua amica chiamassero in quel modo il lavoro dei cacciatori: mentre loro affrontavano ogni notte ogni genere di demone, dal vampiro al demone più potente, in uno scontro diretto formato al 90% dal corpo a corpo, i cacciatori tradizionali combattevano uno scontro indiretto, utilizzando pistole ed altre armi.
“Non è come pensavamo noi, Ally..” disse Katherine sospirando. “Non è una lavoro pulito, è un lavoro più che sporco.. eccome se lo è!”.
Claire scoppiò in una risata fragorosa e guardando fuori dal finestrino, disse: “Sei invecchiata, Kath!”.
“Ehi!!” esclamò Katherine sgranando gli occhi e colpendo la ragazza troppo eccessivamente sul braccio. “Sono solo realista, rischio tanto quanto rischiavo prima”.
“Ma davvero vuoi mettere quel brivido che ti corre lungo la schiena quando mentre fai la tua ronda serale, rimani accerchiata da 7-8 demoni?! E l’unica cosa che hai per combattere è uno stupido paletto e un po’ del tuo sangue?” chiese Claire scuotendo la testa, non capendo perché la sua amica fosse diventata così. “Quel senso di potenza che ti scorre nelle vene? Quel sorriso che ti si pianta sul viso quando ne uccidi uno e sai che stai facendo la cosa giusta per proteggere i tuoi cari?! Katherine, noi siamo le Cacciatrici, solo noi possiamo farlo e solo noi possiamo provare tutto ciò; ma forse tu hai dimenticato come ci si sente ad essere così..”.
“Ad essere così potente?” chiese la bionda sospirando, continuando a guardare la strada davanti a sé e stringendo il volante fra le sue mani fin troppo forte, sperando che non si spezzasse.
La risposta a quella domanda era decisamente NO: no, non aveva dimenticato come ci si sentisse uccidendo più demoni in una notte; no, non aveva scordato la sensazione di paura quando veniva accerchiata da molti di loro, che veniva spazzata via nel momento in cui cominciava a combattere;no, non aveva scordato come  si sentisse quando tornava a casa dopo la ronda serale e l’unica voglia che aveva era quella di abbracciare sua figlia, sapendo che anche quella notte avrebbe potuto dormire sonni tranquilli grazie a lei.
Non avrebbe mai potuto dimenticare tutte quelle sensazioni che, a dire la verità, le mancavano. Sapeva che avrebbe dovuto addestrare le Potenziali Cacciatrici a combattere così, appassionandole al loro lavoro, proprio come lo erano loro.
“No, non l’ho dimenticato!” disse Katherine allentando leggermente la presa sul volante, sospirando.
“Beh, allora dovresti sapere che è così che dovremo addestrare le bambine” disse Claire sospirando, accendendo una sigaretta ed abbassando il finestrino.
“Lo so questo..” disse Katherine scuotendo la testa. “Lo so..”.
Con un sospirò afferrò il suo cellulare e, dopo aver notato le molte chiamate di Dean, compose il numero dell’unico che poteva aiutarle in quell’impresa, Giles, e rimase sorpresa quando sentì una voce femminile rispondere al telefono.
“Ti passo Giles se ne hai bisogno” disse Jenny dopo aver salutato calorosamente la ragazza.
“No, potresti solamente dirgli che io ed Hailey arriveremo fra massimo un’ora?” chiese Katherine, convincendosi sempre più spesso che fosse la decisione giusta.
Dopo qualche piccolo convenevole, Katherine chiuse la chiamata e sospirò: l’unica cosa positiva era che dopo poche ore avrebbe stretto tra le braccia la sua bambina.
 
Durante il resto del viaggio fra le due ragazze regnò il silenzio, ma Katherine aveva finalmente capito cosa avrebbe dovuto fare, si era schiarita le idee per bene quella sera; così quando posteggiò l’auto davanti al vialetto di Bobby insieme alla sua amica, sapeva come si sarebbe svolta la serata e come l’avrebbero presa i ragazzi, specialmente Dean.
Quando scesero entrambe dall’auto si diressero verso la porta e Katherine aprì, entrando per prima, trovando tutti gli uomini della casa e sua sorella seduti ad aspettarla nel salotto.
“Ti avrò fatto 200 chiamate !” esclamò Dean allargando le braccia, alzandosi dal divano e facendo qualche passo verso di lei. “Ma dove diavolo sei.. che ti sei fatta alla guancia?!”.
Katherine aggrottò le sopracciglia e si toccò leggermente il punto che il ragazzo stava fissando, sentendo un piccolo taglio proprio sullo zigomo sinistro, incolpando l’adrenalina per non aver sentito il dolore e non averlo sistemato in macchina.
“Abbiamo avuto un piccolo scontro con alcuni vampiri..” disse indicando la ragazza dietro di sé e successivamente  gli altri che la fissavano con le sopracciglia aggrottate. “.. a proposito, lei è Claire e loro sono Dean, Sam, Bobby ed Hailey”.
“Per favore, non ditemi che è un’altra delle vostre sorelle perché potrebbe girarmi la testa” disse Bobby accennando un sorriso.
“No, niente sorelle, siamo solo vecchie amiche” disse Claire sorridendo.
“Vuoi una birra, vecchia amica?” chiese Bobby porgendole una birra, che la ragazza accetto senza inibizioni, andandosi a sedere con loro sul divano.
Katherine osservò Sam ed Hailey seduti vicini e spostò lo sguardo sulla sua amica che cominciava a familiarizzare con i ragazzi; successivamente guardò Dean, che non aveva ancora distolto lo sguardo dal suo viso e dal suo taglio, e gli afferrò la mano portandolo al piano di sopra con lei.
Non appena entrarono nella loro stanza, Katherine avvolse in un abbraccio il ragazzo, chiudendo gli occhi ed inspirando il suo odore; si sentiva così al sicuro in quella stretta che sarebbe voluta rimanere per sempre in quel modo.
Dean prese ad accarezzarle i capelli e il viso, e quando la ragazza sciolse l’abbraccio le regalò uno di quei baci lenti e dolci che sono difficili da scordare, che ricordi perfino dopo anni, qualunque cosa accada.
“Dobbiamo parlare..” disse Katherine sospirando, mentre i suoi occhi rimanevano incastrati in quelli del suo ragazzo.
“Ok..” disse Dean sciogliendo l’abbraccio, sedendosi sul letto insieme alla ragazza. “.. se è per Sam ed Hailey, mi dispia..”.
“No, non serve che ti scusi Dean, è stata colpa mia..” disse Katherine sospirando. “..non potevo chiederti di tradire tuo fratello ancora una volta”.
Dean abbassò il capo a quelle parole e, sospirando, disse semplicemente: “Oh..”.
“Devo parlarti di un’altra cosa, ma so già che non ti piacerà..” disse Katherine guardandolo con un sorriso amaro, mentre il ragazzo alzò il viso immediatamente.
“Di che stai parlando Katherine?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia e mettendo su la sua faccia più seria.
“Oggi ti ho detto che qualcuno sta uccidendo le Cacciatrici ad una ad una e che dobbiamo riunirle, giusto?” disse Katherine, mentre il ragazzo,  trasformatosi in una statua, annuiva leggermente con la testa. “Beh, lo farò a casa mia, in Kansas, e dovrò addestrarle io come delle vereCacciatrici”.
“Perché non puoi farlo qui?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia e facendo spallucce. “In ogni caso lo faremo insieme”.
“E’ proprio quello che io non posso fare, Dean” disse Katherine abbassando il capo per qualche secondo, mentre il ragazzo fissava lo sguardo su di lei.
“Ho bisogno di non essere costantemente controllata da te, tu cerchi continuamente di non farmi fare troppo male dai demoni, ma, tesoro, questo ruolo spetta più a me che a te..” continuò la ragazza voltandosi con il busto verso di lui, adagiando una gamba sul letto. “..io sono nata per questo”.
“E’ un male controllare che tu stia bene?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, non capendo dove volesse arrivare la ragazza.
“E’ un male se rischi la vita per salvare me da pericoli che posso gestire..” sussurrò la ragazza scuotendo la testa. “..so che non è un impulso che tu possa controllare, ma ricordi le parole di Giles, avrai sempre la tendenza a salvarmi e io non posso permetterlo, specialmente adesso!”.
“No, faremo questo insieme, perché noi stiamo insieme e io meglio di chiunque altro ti guarderò le spalle!” esclamò Dean irritandosi.
“Ma non capisci? Avrò Claire ed Hailey a guardarmi le spalle mentre io insegnerò e proteggerò le ragazze..” disse Katherine alzandosi e allargando le braccia. “Dean, non posso farlo se tu non mi appoggi, perché lo so che sarà difficile e avrò costantemente bisogno di te anche se non sarai materialmente al mio fianco!”.
“Non ti lascerò fare questo da sola, Katherine!” urlò Dean alzandosi e parandosi davanti a lei. “Non lo farai!!”.
La ragazza lo guardò per qualche secondo negli occhi, capendo quanto realmente lui l’avrebbe voluta aiutare e che avrebbe fatto di tutto pur di stare al suo fianco, e sapendo che probabilmente non l’avrebbe perdonata facilmente per le parole che lei stava per dirgli,  sospirò, avvicinandosi di qualche passo al ragazzo.
“E’ una mia scelta e indovina Dean? Non puoi fare niente per fermarmi, perché io ho già scelto!” esclamò Katherine facendo spallucce voltandosi verso l’armadio, cominciando a mettere le cose più importanti in un borsone, sotto gli occhi increduli del ragazzo.
“Tu non puoi dire sul serio..” disse il ragazzo sospirando, abbassando il suo tono di voce, sedendosi nuovamente sul letto incurvando le spalle, per poi tornare ad infuriarsi nuovamente. “..tu mi stai lasciando!”.
Katherine rimase immobile nell’udire quelle parole e sospirò, voltandosi nuovamente verso di lui, trovandolo pietrificato a fissare dritto davanti a sé; si avvicinò lentamente, posizionandosi davanti a lui, e gli passò una mano sul viso, baciandolo delicatamente e dicendo: “Questo non è un addio, Dean.. Per troppo tempo ho dimenticato quale fosse il mio vero scopo, il mio perché. Mi sono ripetuta più volte che questa fosse una situazione temporanea, rimandando questo giorno il più possibile, perché io volevo solo stare con te e io voglio stare qui con te, davvero, ma..”.
“Ma cosa?” chiese Dean sospirando, scuotendo leggermente la testa.
“.. ma hanno bisogno di me, Dean..” sussurrò Katherine sospirando. “Io sono la Cacciatrice e devo andare dove hanno bisogno di me! Io non so per cosa vivrò, per cosa morirò, contro chi lotteremo; io non so rispondere a questo! Ma io ti ho già perso una volta e l’unica cosa che voglio è che tu non rischi la vita per me durante le lotte..”.
“E tu sai che io questo non posso farlo” disse Dean sospirando, mentre gli angoli della sua bocca si piegavano all’ingiù e chiudeva gli occhi per qualche secondo.
“Dean..” sussurrò la ragazza guardandolo con occhi tristi, mentre lui si alzava e sospirava rumorosamente.
“Ok, vuoi andare in Kansas da sola?” chiese il ragazzo annuendo, guardandola negli occhi. “Va! Fronteggeremo l’Apocalisse da due fronti diversi, ma sappi che se tu morirai in battaglia, non dandomi la possibilità di salvarti, io lascerò tutto e smetterò di cacciare. Per sempre!”.
Katherine lo guardò con occhi leggermente sgranati e dischiuse un po’ la bocca, rimanendo senza parole: non poteva dire sul serio! Lui avrebbe dovuto continuare a lottare in ogni caso, anche se lei fosse morta; cosa ne avrebbe fatto di Sam? Lo avrebbe lasciato solo mentre lui si crogiolava nel suo dolore, tra una bottiglia di birra e l’altra?
La ragazza continuò a fissarlo, senza riuscire a dire tutto ciò che stava pensando, osservando la sua espressione, che era un mix di rabbia, delusione e paura.
Dean sospirò e, dopo aver abbassato gli occhi, combattendo contro la voglia di abbracciarla e non separarsi per alcun motivo da lei, si voltò lentamente aprendo la porta della stanza in silenzio e rimanendo per qualche secondo immobile, disse: “Dico ad Hailey di preparare le sue cose..”.
Quando finì la frase, senza aspettare neanche una risposta, si chiuse la porta alle spalle, lasciando la ragazza sola e triste alla sola idea di non sapere più quando i loro occhi si sarebbero incrociati nuovamente o quando avrebbe sentito nuovamente il calore della sua mano premere sulla sua guancia o fra i suoi capelli.
 

Quando entrambe le ragazze furono pronte salutarono i ragazzi, non trovando alcuna traccia di Dean all’interno della casa, ed uscirono all’esterno e solo quando cominciarono a caricare i propri borsoni sull’auto, Katherine si accorse che il ragazzo fosse seduto sul dondolo e che sorseggiava una birra, fissandola.
“Se ne farà una ragione, vedrai..” disse Sam aiutandola con il suo borsone.
“Non so, Sam, mi ha detto delle cose prima..” disse la ragazza abbassando gli occhi.
“Qualunque cosa ti abbia detto, sappi che è stata la rabbia a parlare” disse Sam accennando un sorriso, passandole una mano sul braccio. “Lo terrò d’occhio io, sta tranquilla..”.
La ragazza ricambiò il sorriso e salì in auto, sentendosi ancora addosso lo sguardo di Dean e sospirò, mentre notava dalla specchietto retrovisore Sam ed Hailey che parlavano sorridendo.
“Amica bella, come stai?” chiese Claire salendo in auto, prendendo il posto del passeggero, sorridente. “I tuoi amici sono forti, tranne tua sorella, non mi piace tanto”.
Katherine rise ed accese il motore, mentre anche Hailey saliva in auto con loro; lanciò un ultimo sguardo a Dean ed accennò un leggero sorriso nella sua direzione, mentre lo vedeva bere un lungo sorso di birra.
“Vogliamo andare o hai intenzione di fissare Dean per tutto il tempo?” chiese Hailey sbuffando dal sedile posteriore.
“Ehi, dalle un minuto!” esclamò Claire intervenendo in sua difesa.
“No, ha ragione..” disse Katherine distogliendo lo sguardo dal ragazzo e puntandolo sulla strada. “..abbiamo del lavoro da fare..!”.
La ragazza schiacciò il piede sull’acceleratore, infrangendo moli limiti di sicurezza, pur di arrivare il più velocemente possibile a casa per abbracciare sua figlia; era stata una delle decisioni più dure e sofferte della sua vita, ma lo faceva per il bene del ragazzo che amava! Lei doveva riprendere il lavoro che per molto tempo aveva evitato.
Sarebbero state settimane difficili, sapeva che chiunque stesse minacciando le Potenziali, anche se si era già fatta un’idea di chi potesse essere, prima o poi sarebbe arrivato in casa sua e avrebbe messo a rischio la vita di sua figlia; avrebbe dovuto trovare un modo per tenere tutte le forze del male al di fuori dalla propria casa, qualunque demone o essere demoniaco avrebbe trovato la via ostruita questa volta. Ma Katherine sapeva bene che per farlo, avrebbe avuto bisogno dell’aiuto della magia e quindi di una strega; nonostante il suo lavoro le imponesse di lottare anche contro queste creature, aveva delle conoscenze e sorrise all’idea di ritrovare un’altra vecchia amica durante quella guerra.
“Mi occuperò di questo domani” pensò la ragazza sospirando rumorosamente.
“Allora...” disse Hailey rompendo il silenzio che si era creato in macchina. “.. tu e Dean avete rotto?”.
“Io.. non lo so..” disse Katherine sospirando. “Ha insistito per seguirmi, ma io non voglio che faccia stupidaggini per salvarmi..”.
“Così hai deciso che l’unica soluzione fosse chiudere?” chiese Claire aggrottando le sopracciglia.
“Io non so.. se abbiamo chiuso.. ma so che questo non è un bel periodo e che, se riusciremo ad uscire entrambi vivi dall’Apocalisse, torneremo a stare insieme” disse Katherine facendo spallucce e sospirando, osservando la ragazza dallo specchietto retrovisore. “Tu e Sam?”.
Hailey aggrottò le sopracciglia, stranizzata dall’interesse della sorella e disse: “Non so se ci sia un ‘Io e Sam’, abbiamo litigato dopo che te ne sei andata, ma dopo è venuto a chiarire e abbiamo parlato un po’..non so neanch’io cosa ci sia fra noi..”.
“Ma che piccioncini..!” esclamò Claire mostrando la sua faccia disgustata alla sua amica.
“Sta zitta, dai..” disse Katherine ridendo, tornando a guardare la sorella. “.. Ne sono felice, davvero..”.
Katherine sorrise, mentre la mora accese la radio e la sintonizzò su un canale che non sentiva dall’ultima volta che avevano fatto un viaggio insieme, mentre le casse della macchina distribuivano nell’intero abitacolo le note di una delle canzoni che più piacevano a Claire: Stronger di Kayne West.
La ragazza scosse i suoi lunghi capelli neri, cominciando a dimenarsi e a ballare all’interno dell’abitacolo della macchina, facendo ridere le due sorelle che non si lasciarono pregare ed iniziarono a muoversi a tempo di musica ridendo.
Mentre osservava la sua amica e sua sorella ridere con lei, Katherine sorrise e si rese conto di avere un’unica cosa certa: aveva trovato un posto dove andare a fare del bene e ad aiutare delle ragazze inermi ed indifese.
 
 
Da quando le ragazze se ne erano andate, Sam aveva scrutato dalla finestra il fratello stare sul dondolo a bere un paio di birre per almeno un’ora, finché il sole tramontò, lasciandolo nell’oscurità della sera; sospirando si voltò verso il salotto, trovando solamente Bobby intento a guardare una partita di football, e rimase sorpreso, provando un senso di incompletezza, come se si aspettasse di vedere Katherine o Hailey scendere dalle scale da un momento all’altro. La casa era vuota senza loro.
Sospirò nuovamente ed uscì in veranda, chiudendosi la porta alle spalle e sedendosi sul dondolo accanto al fratello, che non aveva ancora voltato lo sguardo verso di lui, ma lo manteneva sull’orizzonte davanti a sé: stava seduto su quel vecchio dondolo, dove lui e Katherine avevano riso moltissime volte, con un piede appoggiato al sedile di esso ed un braccio a penzoloni sul ginocchio alzato, mentre nell’altra mano stringeva la bottiglia di birra mezza vuota, che sarebbe finita presto nella collezione di bottiglie vuote a terra alla sua sinistra. La cosa che preoccupò di più il ragazzo fu l’espressione seria che Dean aveva sul viso, le labbra erano ben chiuse e si vedeva come stesse stringendo i denti per serrare la mascella, probabilmente per soffocare l’impulso di cominciare ad urlare o di prendere la sua auto per seguire e fermare Katherine, mentre gli occhi erano persi a guardare il nulla, mentre pensava chissà a che cosa.
Sam poteva capire quanto suo fratello stesse soffrendo, glielo leggeva in faccia dato che lui non faceva nulla per nasconderlo; avrebbe fatto di tutto per aiutarlo.
“Dean, stai bene?” chiese il minore, osservando il fratello che, come un’unica risposta, afferrò la sua bottiglia e bevve l’ultimo sorso rimasto, gettandola a terra tra le altre bottiglie.
Sapeva quanto il fratello fosse preoccupato per l’incolumità di Katherine, quanto sentisse il bisogno di tenerla accanto, ma si era forse scordato di quanto lei fosse forte? Se la sarebbe sicuramente cavata.
“Presto tornerà e vedrai che..” iniziò Sam ma fu interrotto dal fratello che gli urlò di sopra.
“Posso bere in pace un paio di birre?!? Ne avrò diritto anch’io o no?!” Chiese Dean alzando di molto il tono della voce, voltandosi verso di lui e fissandolo in cagnesco. “E la prossima volta che mi parli di Katherine, ti do un pugno sul naso!! Adesso voglio restare da solo!!”.
Dean distolse lo sguardo dal fratello e afferrò una nuova birra dalla confezione che aveva portato in verande con sé e, dopo averla aperta, ne bevve alcuni sorsi.
Sam si alzò sospirando e si diresse verso la porta, intenzionato a lasciare solo il fratello, ma si voltò un’ultima volta ad osservare il ragazzo, dicendo: “So che fa male Dean, ma adesso non puoi buttarti giù! Devi lottare, come sta facendo lei, in modo tale da fottere l’Apocalisse, fottere Lilith e tornare finalmente con lei! Quindi sai cosa faremo? Io cercherò un caso e domani stesso partiremo per fare il culo a quei figli di puttana!”.
Dean si voltò lentamente verso il ragazzo e il fratello poté notare un lento cambiamento: un leggero sorriso si stava insinuando sulle labbra del ragazzo. Il maggiore sapeva in cuor suo che Sam stava solo cercando di aiutarlo e che in fin dei conti aveva ragione, che avrebbe dovuto lottare per riavere Katherine al suo fianco; con ancora il sorriso sul volto, afferrò una birra chiusa dalla confezione e la porse al fratello, incitandolo a rimanere.
Sam sorrise ed accettò la birra, bevendone un sorso, mentre si sedeva nuovamente accanto al fratello.
“Pare che faremo come ai vecchi tempi..” disse Dean sorridendo al fratello e porgendo nella sua direzione il collo della bottiglia.
“Già..” sussurrò Sam ricambiando il sorriso e scontrò la propria bottiglia contro quella del fratello, felice di aver tirato su il morale al fratello.



 
Katherine posteggiò davanti al vialetto di casa sua e sorrise all’idea di essere tornata a casa: le due ragazze erano state sopraffatte dal sonno durante il viaggio e sfruttò quel momento per prepararsi a tutto quello che avrebbe dovuto affrontare.
Vide la sagoma di sua figlia sedersi sul divano fra Giles e Jenny e sorrise: si era persa tanti di quei momenti della vita di sua figlia durante quegli anni che nulla all’improvviso aveva più senso e l’unico che c’era sempre stato per Judith fu proprio Giles, come d’altronde aveva sempre fatto con lei.
Con una mano alzò al massimo il volume della radio, rimasta ancora accesa, facendo sobbalzare le due ragazze, che non riuscirono a capacitarsi su quanto fosse appena successo, fino a qualche secondo dopo.
“Era proprio necessario?!” chiese Hailey sgranando gli occhi, sentendo i timpani pulsarle.
“Sei sadica! Me la pagherai!” esclamò Claire scuotendo la testa.
“Siamo arrivate, andiamo” disse Katherine sorridendo ed ignorandole, scendendo dall’auto ed incamminandosi verso il vialetto.
Scesero anche le altre due ragazze e seguirono la bionda, camminando per il vialetto e osservando la casa del tutto nuova per loro.
“Wow, che bella casa, Kath” disse Claire sorridendo, mentre la ragazza bussava alla porta della sua stessa casa.
“E non abbiamo ancora visto l’interno..” disse Hailey ridendo mentre la porta si aprì lentamente.
Katherine incrociò il suo sguardo allegro e felice di incontrare Giles, con quello angosciato del suo ex Osservatore e si bloccò mentre il suo sguardo scendeva ad osservare le gambe dell’uomo che lo tenevano perfettamente in piedi, come qualche anno prima.
“Kath..” iniziò l’uomo sospirando, senza però trovare le parole esatte da poter dire in quel momento.
“Mamminaaaa!” esclamò la bambina, sfuggendo al controllo di Jenny e correndo fra le braccia della madre, saltandole letteralmente addosso.
Katherine ricambiò la stretta, prendendo prontamente la figlia in braccio e stringendola, continuando però a fissare Giles negli occhi, mentre la sua preoccupazione cresceva ogni istante di più e il suo cuore prendeva a battere velocemente. Che diavolo era successo durante la mia assenza?!

Note dell’autrice:

Buonasera ragazzi, vi è piaciuto il capitolo? Abbiamo avuto l’introduzione di un nuovo personaggio, Claire, mentre le sorelle Collins si sono separate dai fratelli Winchester! Torneranno a condividere lo stesso tetto, secondo voi ? :)
Già dal prossimo capitolo conosceremo un nuovo personaggio, una strega amica di Katherine, come dice lei nel testo, mentre Sam e Dean torneranno alle solite caccie. Fatemi sapere cosa ne pensate, del capitolo in sè e anche del personaggio stravagante di Claire, che personalmente adoro, granzie in anticipo!! :)


(Ps: vi consiglio di ascoltare la canzone The Quest di Bryan Christopher, che mi ha aiutata molto a scrivere questo capitolo, e questo è il linkhttps://www.youtube.com/watch?v=_YY0vb-bhow )
 

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Capitolo 41
*** I know I took the path that you would never want for me. ***


Note dell'autrice:
Buonasera ragazzi/e! :) Scusate il ritardo, ma questa settimana ho avuto moltissime cose da fare e non ho potuto aggiornare, e soprattutto scrivere questo capito è stato molto impegnativo, quindi volevo essere più che sicura del testo prima di pubblicarlo ! E' abbastanza lungo, almeno così mi perdonerete il ritardo! :) 
Ci eravamo fermati con Katherine, Hailey e Claire che tornano a casa in Kansas da Giles, lasciando i Winchester e Bobby soli, ma soprattutto attendevamo la risposta alla domanda "Che reazione avrà Katherine scoprendo cos'ha fatto Giles alle sue spalle?". Beh, in questo capitolo ci sono tutte le spiegazioni e un'evoluzione della trama! :) 
Non vi annoio più, chiudo ringraziando tutti/e coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e chi mi segue anche in silenzio,
 buona lettura!! :) 






Capitolo 32


I know I took the path that you would never want for me
 

 

"É per caso impazzito?!" esclamò Katherine serrando le braccia al petto ed alzando di molto la voce all'interno della sua cucina, mentre Giles si affrettava a chiudere la porta per non allarmare troppo la bambina che stava nel salotto con gli altri. "Ha idea di cosa significhi aver stretto un patto con un demone?!".
"Certo che lo so, ma io.." iniziò Giles tentando di giustificarsi, ma la Cacciatrice non gli lasciò proferire più di quelle poche parole.
"Lei deve essere impazzito, ne avrebbe dovuto parlare prima con me, l'avrei aiutata io portandola dai migliori medici dell'intero universo, se fosse stato necessario!" Esclamò Katherine allargando le braccia, profondamente ferita per la decisione dell'uomo. 
"Katherine, ci siamo già stati e le loro diagnosi sono state più che comprensibili: non avrei mai più riacquistato l'uso delle gambe!" Disse Giles sospirando, appoggiandosi al top della cucina e mettendo le braccia conserte. 
"Non mi importa Giles, lei ha firmato la sua condanna a morte e non sembra rendersene conto.." disse la ragazza scuotendo la testa, abbassando lo sguardo e la voce. 
"Certo che me ne rendo conto, so cosa mi attende.." disse l'uomo sospirando e scuotendo la testa, capendo quanto la ragazza stesse soffrendo. "Ma io non potevo lasciarti sola in questa battaglia!".
"Sì guardi intorno: ci sono i Winchester e Bobby, nella stanza accanto ci sono due Cacciatrici addestrate e forti tanto quanto me e fra un paio di giorni cominceranno ad arrivare altre Cacciatrici!!" Esclamò Katherine gesticolando nervosamente, mentre gli angoli della sua bocca si piegavano all’ingiù. "Non sarò da sola!".
"Hailey e Claire, né tantomeno le Potenziali, non saranno mai forti quanto te, tu sei l’unica in carica, per questo il potere principale è esclusivamente nelle tue mani!" Esclamò Giles alzando la voce ed avvicinandosi alla ragazza gesticolando. “E io sono un membro del Consiglio, sono stato addestrato ad uccidere tutti quegli esseri e non a stare seduto su una sedia a rotelle a fare il babysitter!!”.
Katherine prese due respiri veloci, mentre guardava l'uomo con le sopracciglia aggrottate e disse: "Lei si è offerto di tenere Judith, mi ha detto lei di andare con i ragazzi ed uccidere quanti più demoni mi capitassero sulla strada, e così ho fatto!".
"Non volevo dire questo.." disse Giles sospirando, guardandola dritto negli occhi. 
"E allora cosa voleva dire? Perché io non la riconosco più Giles.." disse Katherine mentre gli occhi le si imperlarono e scuoteva leggermente la testa.
L’uomo la osservò per qualche secondo negli occhi, cercando di usare le parole giuste, sapendo che non l'avrebbe mai convinta del suo gesto, così con un tono più duro disse: "Io sono il tuo Osservatore e come tale, ti dico di non osare mai più a mettere in dubbio la correttezza delle mie azioni! Questo è il mio lavoro, non confondere i ruoli Cacciatrice!".
"Il mio Osservatore era Henry ed è morto!" Esclamò Katherine infuriandosi, avvicinandosi di qualche passo. "Non ho più bisogno di lei, né di nessun’altro!".
"Certo che ne avrai bisogno..” disse Giles accennando un sorriso ed aggrottando le sopracciglia. “.. come pensi di addestrare delle Potenziali inesperte ed impaurite?” 
"Lo saprò quando arriveranno!!" Esclamò Katherine dopo avergli lanciato un'ultima occhiata, prima di avviarsi verso la porta.
"Domani ne arriveranno cinque.." disse Giles sospirando, voltandosi a guardarla. ".. e le addestreremo insieme!".
Katherine rimase per qualche secondo ferma sul posto, non ricambiando lo sguardo che l’uomo aveva posato su di lei e non aspettandosi che le Potenziali sarebbero cominciate ad arrivare in così poco tempo, così scosse la testa e con un sospiro uscì dalla cucina, lasciando Giles solo.
 
 
“Tutto bene?” chiese Claire avvicinandosi alla ragazza visibilmente sconvolta.
“Si, tutto bene, ho appena scoperto che domani arriveranno le prime Potenziali.. avremo un bel lavoro da fare..” sussurrò Katherine scuotendo la testa.
“Domani ce ne occuperemo..” disse Hailey sospirando, passando una mano sulla schiena della ragazza. “..dovresti andare a dormire adesso, è stato un lungo viaggio!”.
“Già, ci penserò..” sussurrò la ragazza sorridendo, dirigendosi verso il salotto e prendendo fra le braccia sua figlia.
Dopo aver detto alle ragazze di prendere qualunque camera volessero, comportandosi come se fossero a casa loro e dopo aver augurato la buonanotte a tuti, Katherine salì al piano di sopra ed entrò nella sua stanza da letto con Judith, che teneva gli occhi aperti a malapena.
Rise osservando quella scena e le schioccò un bacio sulla guancia, adagiando il corpicino della sua bambina, che già era sprofondata nel mondo dei sogni, nel grande letto, permettendole di dormire con lei, non riuscendo a ricordare quale fosse stata l’ultima notte in cui avevano dormito insieme o per lo meno sotto lo stesso letto.
Si cambiò velocemente, trovando i vestiti esattamente dove li aveva lasciati, e si sistemò sotto le coperte con la figlia, osservando attentamente come fosse cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista: i capelli castani le erano allungati di qualche centimetro, gli occhi verdi le si erano scuriti di qualche altro tono, diventando molto più simili a quelli di Henry, i lineamenti erano molto più definiti ed era cresciuta di almeno 10 centimetri.
Sorrise e le carezzò il viso con il dorso della sua mano, felice di poter passare finalmente del tempo con lei, dato che il suo lavoro richiedeva che stesse molto tempo fuori casa; aveva compiuto da pochi mesi 7 anni, stava crescendo a vista d’occhio, soprattutto per lei che la vedeva di rado; in fondo Giles stava facendo un ottimo lavoro con lei. 
Sospirò e si sistemò a letto, spegnendo la luce e pensando a ciò che aveva fatto Giles: avrebbe dovuto chiederle almeno un’opinione, non poteva accettare che fra 8 anni l’uomo che le era stato accanto più di ogni altro, sarebbe sparito per sempre della sua vita.  Davvero non poteva!
Come avrebbe potuto continuare la sua vita, sapendo che un pezzo di lei, uno di quelli davvero importanti, era finito all’inferno ?
Scosse la testa, come per allontanare dalla sua mente questi brutti pensieri e allungò un braccio verso sua figlia, avvolgendola nel suo calore, sentendo come inconsciamente la bimba si stringesse a lei, così Katherine sorrise pensando che avrebbe fatto di tutto pur di tenerla al sicuro, non riuscendo a chiudere occhio per l’intera nottata.
 
 
 Quando Dean aprì gli occhi quella mattina, allungò istintivamente il braccio destro verso l'altra metà del letto, trovandola fredda e vuota, così con un sospiro si voltó a guardare il letto ancora perfettamente sistemato dalla parte in cui di solito dormiva Katherine.
Sbuffó e, prendendo un respiro profondo, si alzò dal letto di pessimo umore, sapendo che avrebbe odiato ogni singolo minuto della nuova giornata che avrebbe passato lontano dalla ragazza che amava.
Si fece una doccia veloce e scese al piano di sotto, dove fece un'abbondante colazione con gli altri due uomini che abitavano nella casa, rimanendo in perfetto silenzio. Niente avrebbe potuto migliorare quella giornata.
Le ore passarono lente e il ragazzo gironzolava per casa senza aver una meta ben precisa, senza sapere come avrebbe impiegato le sue energie quel giorno, cosa avrebbe fatto, mentre Bobby insegnava qualcosa sui motori a Sam; sospirando accese il computer del fratello e, digitando alcune parole chiave sul motore di ricerca, cercò eventuali casi che avrebbero potuto risolvere.
Nonostante si stesse impegnando nel cercare eventi paranormali, decessi misteriosi o strane epidemie,  ogni ricerca fu vana, nessun evento strano stava minacciando le città circostanti, era tutto pulito.
“Ho già controllato..” disse Sam spuntando alle spalle del ragazzo, sbirciando le ricerche del fratello. “..Calma piatta, eh ?”.
“Già..” sussurrò il maggiore sospirando, abbassando lo schermo del computer portatile, chiudendolo definitivamente. “Non ho trovato nulla, è strano”.
“Non preoccuparti, presto qualcosa salterà fuori” disse Sam recandosi in cucina e bevendo un po’ d’acqua.
Dean lo osservò per qualche secondo con un sorriso sulla bocca, non lo aveva mai visto conciato in quel modo: la camicia che indossava era sporca di grasso, così come le sue mani e parte del suo viso.
“Bobby ti ha messo al lavoro?” chiese il ragazzo ridendo, pensando che forse sarebbe dovuto andare a dare una mano. 
“Si, vuole insegnarmi..” disse Sam ridendo. “E’ molto più bravo di te come insegnante!”.
“Ehi!” esclamò Dean allargando le braccia, mentre stava seduto sul vecchio divano.
“Sto scherzando!” disse Sam sorridendo, sedendosi accanto al fratello, non riuscendo però a contagiare il ragazzo. “Hai avuto notizie da Katherine?”.
“No, silenzio totale..” disse Dean sospirando, scuotendo la testa, per poi volgere il suo sguardo verso il fratello. “Tu da Hailey?”.
“Si, stanno bene..” sussurrò Sam accennando un sorriso. “Dovresti chiamarla..”.
Dean sospirò nuovamente, facendo spallucce, e proprio mentre stava per controbattere qualcosa, Bobby entrò dalla porta, tenendo con una mano il braccio di una ragazza molto familiare per i Winchester.
“Guardate chi si aggirava nei pressi della casa..” disse l’uomo con espressione seria sul viso.
"Hai un bel coraggio a farti rivedere!!" Esclamò Dean, alzandosi immediatamente dal divano, dilatando le narici per la rabbia e riducendo gli occhi a due fessure, studiando ogni sua mossa.
"Devo dirvi una cosa e poi me ne andrò !!" esclamò Ruby sbuffando, liberandosi facilmente dalla presa dell’uomo ed avvicinandosi ai due.
"Cos'è successo?" Chiese Sam alzandosi ed aggrottando le sopracciglia. 
"Ho un caso per voi..” disse il demone sospirando, fissando il suo sguardo in quello del minore dei fratelli. “Una ragazza di nome Anna Milton è fuggita da una casa di cura ieri e..".
"Quindi?” chiese Dean interrompendola, incrociando le braccia al petto, inarcando le sopracciglia.
".. è ricercata dai demoni, ma non ho idea del perché” disse Ruby ignorando il ragazzo, scuotendo la testa.
“Sembra un caso per noi..” disse Sam aggrottando le sopracciglia, fissando la ragazza.
“A me sembra solo che potrebbe occuparsene qualunque cacciatore..” disse Bobby aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi ai due ragazzi.
“Cos’altro sai?” chiese Sam ignorando l’uomo, voglioso di sapere il più possibile sul caso.
“Non so molto, l'unica cosa che so per certa è che l'ordine è di catturarla viva e di non farle del male!” esclamò Ruby sospirando, facendo spallucce.
"Si, potrebbe interessarci..” disse Sam annuendo ed accennando un sorriso al demone.
"No Sammy, noi non ci metteremo a rincorrere una ragazza soltanto perché lei dice che è importante” disse Dean scuotendo la testa, osservando il fratello che continuava a fissare la ragazza.
"Siete liberi di fare ciò che volete, ma io almeno ve l’ho detto..” disse Ruby sospirando, voltandosi verso l’uscita e sparendo fuori dalla proprietà di Bobby.
“Dobbiamo indagare subito” disse Sam sedendosi sul divano e afferrando il computer, cercando maggiori informazioni.
“No Sam, noi non lo faremo!” esclamò Dean allargando le braccia.
“Perché no?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia, fissando il fratello. “Fino a qualche minuto fa stavi cercando un caso, no? Adesso lo abbiamo, ma tu sei solo arrabbiato perché è un caso scoperto da Ruby!”.
"Certo, perché per te quel demone è diventato come una di famiglia, deve essere successo qualcosa di grosso mentre ero all'inferno!” esclamò il maggiore con tono duro, aggrottando le sopracciglia. “Nessuno ci assicura che lei ci abbia detto la verità, che sia sincera con noi!”
“Dean ha ragione..” disse Bobby sospirando ed avvicinandosi ai due. “.. lei è un demone e i demoni mentono!”.
“Io mi fido di lei” disse Sam digitando le informazioni che Ruby gli aveva fornito, cercando una prova che non stesse mentendo.
“Ma perché? Cosa ha fatto per meritare la tua fiducia?” chiese Dean infuriandosi ed allargando le braccia, scuotendo la testa.
"Bene, siamo arrivati a questo punto?” Chiese Sam alzando gli occhi dallo schermo e puntandoli verso il fratello. “Allora sveliamo i nostri segreti, com'era l'inferno Dean? E non risparmiarmi i dettagli!”.
“Sam!” esclamò Bobby rimproverandolo, mentre Dean distoglieva lo sguardo e scuoteva la testa.
Il minore prese un respiro profondo, capendo che forse aveva esagerato, ed abbassò lo sguardo verso il computer, tornando a cercare informazioni, fin quando girò il portatile verso i due uomini e con un sorriso sulle labbra, disse: “Mi fido perché c’è una corrispondenza..”.
Un articolo giornalistico online, affermava che una giovane donna, con le iniziali di M. A., era fuggita da un ospedale psichiatrico e che adesso probabilmente vagava sola ed impaurita per le strade della città, confermando così le parole di Ruby.
Quando Dean lesse le prime righe dell’articolo, si rese conto che in fin dei conti il demone non avesse mentito e, senza dire più una parole e sospirando, si recò al piano superiore per preparare la sua roba e partire per il nuovo caso.
 
 
“Tu hai chiamato lei.. su serio?” chiese Claire scuotendo la testa, mentre stava seduta sul bordo del letto della camera d Katherine.
“Si, sul serio..” disse la bionda sorridendo mentre sistemava la stanza, sapendo quanto le due ragazze si disprezzassero a vicenda. “..arriverà fra poco”.
“Non voglio dovermi coprire le spalle un’altra volta, ne dormire sotto il suo stesso tetto..” disse la bruna scuotendo la testa, mentre incurvava le spalle.
“Clay, è una mia cara amica, proprio come lo sei tu..” sussurrò Katherine scuotendo la testa e sospirando, mentre afferrava il suo telefono e leggeva dei messaggi che Dean le aveva scritto. “Non ho davvero il tempo per le vostre stupide litigate”. 
“Tu sai che è impazzita, no? E’ diventata matta e ha cominciato ad uccidere la gente” chiese Claire accennando un sorriso terrorizzato.
“Si, e questo comportamento mi ricorda tanto qualcun altro!” esclamò Katherine sospirando, fissando la sua amica negli occhi.
“Kath, io non..” disse Claire scuotendo la testa, sospirando. “..l’ultima volta mi ha stordita pesantemente con un incantesimo , sono stata davvero male dopo”.
“Clay, io le ho chiesto di stordirti, dovevo portarti all’ospedale psichiatrico..” disse Katherine avvicinandosi e sedendosi accanto all’amica, addolcendo il tono della voce. “Mi dispiace, ma era necessario, lo sai..”.
“Già..” disse la bruna abbassando lo sguardo per qualche secondo, per poi riportarlo sulla bionda. “.. probabilmente era necessario”.
Le due ragazze scesero al piano di sotto, dove trovarono Hailey, Giles e Jenny disposti sui due divani del salone, immersi in una conversazione piuttosto pesante, ma necessaria, per quell’ora del mattino.
“.. quindi lo fa per non lasciare più nessuno che possa combatterla?” chiese Hailey sospirando, scuotendo la testa, mentre si sistemava meglio sul divano.
“Esatto..” rispose Giles sospirando.
“Buongiorno..” disse Katherine entrando nel salotto, mentre i tre si voltavano verso di lei. “Ci sono novità?”.
“Si, perché non vi sedete, così ne parliamo?” chiese Jenny sorridendo.
Le due ragazze sospirarono e si sedettero sul divano accanto ad Hailey, che le salutò con un sorriso, facendogli spazio.
“Allora che avete scoperto?” Chiese Claire sospirando, fissando lo sguardo su Giles.
“Beh partiamo dall’inizio..” sussurrò l’uomo accennando un sorriso che presto scemò. “Tutti temevano che questo giorno sarebbe arrivato, quando non ci sarebbe più stato un unico attacco ma il tentativo di spazzarci via tutti, Osservatori e Cacciatrici Potenziali..”.
“Non che delle loro conoscenze..” sussurrò Jenny sospirando.
“E poi Claire e me..” sussurrò Katherine scuotendo la testa.
“In questo modo non avrà più nessuno da combattere, o nessuno di così forte almeno..” disse Hailey scuotendo la testa, sospirando.
“Mai più Cacciatrici..” disse Claire sospirando.
“Qual è la novità?” chiese Katherine muovendosi nervosamente sul divano. “Cosa avete scoperto?”.
“Beh, sospettavo che si trattasse di un demone antico, Lilith..” disse Giles voltandosi verso la ragazza bionda che stava seduta fra le altre due ragazze. “..così qualche giorno fa sono andato alla biblioteca del Consiglio, l’unico posto che avesse informazioni su di lei, e sono riuscito a trovare e a rubare solamente queste informazioni”.
L’uomo indicò un fascicolo con la copertina marrone scuro poggiato sul tavolino di vetro che faceva da divisore tra i due divani e Katherine, dopo aver preso un respiro, si avvicinò e lo prese fra le mani, restando sorpresa di quante poche informazioni avesse il Consiglio su di lei, e appoggiando di nuovo la schiena alla spalliera del divano, lesse cosa ci fosse scritto.
Lilith fu il primo demone ad essere stato creato; quando era ancora umana, la sua anima fu corrotta da Lucifero stesso, come un atto di dispetto verso Dio che lo aveva espulso dal cielo” disse Katherine leggendo il foglio che teneva fra le mani. “Gli occhi di Lilith sono bianchi e si dice che il suo vero volto sia spaventoso.. Già, la notte che Dean morì lo aveva descritto come qualcosa di orribile".
“Giles è questo che succede quando ci si avvicina alla fine del contratto, si cominciano a vedere i veri volti dei demoni e si impazzisce..” sussurrò la ragazza sospirando, guardandolo negli occhi. 
“Si, eppure Dean è vivo e vegeto adesso” rispose l’Osservatore sospirando.
“Dopo aver passato quasi 5 mesi all’inferno e solamente perché gli angeli hanno bisogno di lui! Altrimenti sarebbe ancora lì a marcire!” esclamò Katherine infuriandosi nuovamente.
“Ci penserò quando sarò vicino alla fine, Kath..” disse Giles sospirando, accennando un sorriso. “.. va avanti!”.
Katherine lo guardò negli occhi con uno sguardo triste e sospirò, abbassando gli occhi sul fascicolo e riprendendo a leggere dal punto in cui si era interrotta: “Lei ama prendere possesso di giovani ragazze e torturarle psicologicamente, prima di smembrare ed uccidere le loro famiglie con le loro stesse mani; può emanare un’esplosione di energia bianca con il palmo della mano, che può decimare chiunque si trovi sulla sua strada. Controlla tutti i contratti dei demoni degli Incroci, essendone la Regina ed è impermeabile all'acqua santa. Lilith ha il potere di riportare i demoni dall’inferno sulla Terra e, al contrario, dalla Terra all’inferno e può riuscire ad ucciderli con un solo tocco delle dita, bruciando le loro anime; ha una forza sovraumana, molto simile a quella della Cacciatrice.
Siamo a conoscenza che è vulnerabile alle più comuni trappole per demoni, le Chiavi di Salomone.”.
“E’ tutta roba che già sapevamo..” disse Hailey scuotendo la testa.
“Già, ma nonostante io l’abbia incontrata, non ho idea di come fermarla, né tantomeno ho altro da aggiungere..” sussurrò Katherine sospirando, posando nuovamente il fascicolo sul tavolino.
“Giles, possiamo tornare di nuovo alla biblioteca? Magari le è sfuggito qualcosa..” sussurrò Claire facendo spallucce, non avendo altre idee.
“No, purtroppo non è possibile..” disse Giles scambiando un’occhiata con la donna che stava seduta accanto a lui.
“Perché?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, insospettitasi, fissando i due Osservatori.
“E’ andato distrutto..” sussurrò Jenny sospirando.
“Il Consiglio era in riunione quando c’è stata un’esplosione..” disse Giles allargando le braccia.
“Quindi tutti i documenti sono andati perduti?” chiese Hailey sgranando gli occhi.
“Si, completamente..” rispose Giles sospirando. “Adesso sono convinto che sia opera di Lilith, ha saputo del mio piccolo furto e un suo agente ha fatto saltare completamente l’edificio secondario dove si riunivano..”.
“Noi siamo tre Cacciatrici, cosa volete che sia uccidere un solo demone ?” chiese Claire sarcasticamente.
“Non commettete l’errore di credere che Lilith sia sola! Ha milioni di demoni dalla sua parte..” disse Giles sospirando, guardandole a turno, per poi concentrarsi nuovamente su Katherine. “.. e in più proprio ieri pomeriggio un demone è stato qui e ha detto a Judith di riferirti un messaggio..”
Cosa?!” urlò Katherine sgranando gli occhi e diventando paonazza per la rabbia. “Un demone ha parlato con mia figlia?! E voi due dove diavolo eravate?!”.
“E’ stato con lei per meno di 5 minuti, Judith stava giocando con i suoi amichetti in giardino, e non voleva farle del male, Kath..” disse Jenny sospirando, capendo lo stato d’animo della ragazza. “.. voleva solamente che lei ti dicesse che Lilith sta preparando qualcosa per te”.
“Qualcosa per me?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. “Cosa diavolo sta preparando?”.
“Qualcosa per la Cacciatrice, quindi penso che riguardi tutte e tre, a questo punto..” disse Jenny sospirando, osservando le tre ragazze.
“Abbiamo possibilità di sopravvivere a questo?” chiese Claire sospirando, abbassando gli occhi.
“Clay!” esclamò Hailey allargando le braccia. “Si, noi ce la faremo, come sempre..”.
“Io la penso come Hailey, noi..” iniziò Jenny accennando un sorriso, ma fu interrotto dalla bionda, che si alzò in piedi scuotendo la testa.
“Stavolta non sarà come sempre, ragazzi..” disse Katherine incrociando le braccia al petto, fissando tutti i presenti negli occhi. “Io l’ho già affrontata e vi dico francamente che non so come.. non so se riusciremo a batterla! E’ troppo forte ed abbiamo poco tempo per addestrare le Potenziali..”.
Le due ragazze e Jenny la osservarono con sguardo confuso, mentre Giles la guardava con un sorriso sulle labbra, sapendo che prima o poi avrebbe tirato fuori un discorso del genere.
“Però dobbiamo provarci, se la stirpe delle Cacciatrici sparisse l’equilibrio verrebbe distrutto..” disse Katherine scuotendo la testa. “.. ma noi non lo permetteremo..”.
“Io temo che tocchi ancora a te, Kath..” disse Giles appoggiando i gomiti sulle ginocchia. “Sei tu la Cacciatrice in comando per il momento e i demoni cercano te, per questo uno di loro ha parlato con Judith..”.
“Noi faremo tutto il possibile, ma tu sei l’unica che possa riuscirci..” disse Jenny sospirando. “..è vero che anche le Potenziali sono potenti, ma solo tu hai il potere della Prima”.
Katherine prese un respiro profondo, continuando a fissarli tutti negli occhi, sapendo già che sarebbe toccato principalmente a lei salvare le ragazze ed uccidere Lilith perché la Prima Cacciatrice aveva riposto in lei tutti i poteri quando Giles l’aveva reclutata; lei era la più forte, e con un sorriso amaro sul volto lo dovette ammettere a sé stessa e agli altri.
Il rumore del campanello della porta la fece trasalire dai pensieri che le avevano invaso la mente, così in silenzio si voltò e si recò ad aprire, trovando davanti a se l’amica d’infanzia che aveva chiamato per farsi dare una mano.
“Addison!” esclamò Katherine sorridendo e sporgendosi ad abbracciare la ragazza.
“Katherine!” disse l’amica ricambiando la stretta, felice di vederla dopo anni.
La bionda si discostò leggermente, sorridendo, ed osservando l’amica che nel corso degli anni non era cambiata dall’ultima volta neanche di una virgola, ricordandole i bei vecchi tempi.
 
 



“Agenti Webber e Pearcy” disse Sam mostrando il proprio tesserino, mentre il fratello mostrava il suo. “Siamo qui per sapere della fuga di Anna Milton.”
“Oh, certo seguitemi, vi porto nella sua stanza” disse una donna sulla quarantina, sorridendo, camminando per il lungo corridoio della casa di cura.
I due ragazzi erano arrivati in poco tempo all’ospedale psichiatrico da dove era fuggita la ragazza segnalata da Ruby, e per tutto il viaggio non avevano proferito parola; Dean era ancora arrabbiato per quello che aveva detto il fratello, aveva quasi messo sullo stesso piano quello che aveva passato lui all’inferno e quello che aveva passato Sam con quel demone durante la sua assenza.
Entrarono all’interno della stanza nella quale veniva tenuta la ragazza e la osservarono attentamente: le pareti bianche erano messe in risalto ancora di più dal riflesso della luce proveniente dalle due ampie finestre della parete centrale, in mezzo alle quali era posizionato il letto ed il comodino; in più vi era una semplice scrivania ed una sedia. Chiunque sarebbe impazzito a stare chiuso in un posto come quello.
"L'infermiera cosa ricorda della fuga di Anna?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, osservando la porta bianca con il vetro rotto.
"Le ha fatto perdere i sensi, sbattendole la testa contro il vetro..” disse la donna indicando il vetro che il ragazzo stava osservando. “Il colpo le ha provocato un'amnesia e non ricorda neanche di essere entrato nella stanza”. 
"Il rapporto dice che Anna sì è ammalata solo di recente, è corretto?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia, voltandosi verso la donna.
"Si, lei studiava giornalismo, era una studentessa modello, aveva buoni voti, tanti amici..” disse sospirando facendo spallucce. “Aveva un futuro roseo davanti a sè..”.
“Ed è impazzita di colpo?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Beh la schizofrenia è così, si manifesta in poche settimane con delle allucinazioni..” disse la donna sospirando. “.. dopodiché si finisce qui..”. 
"Allucinazioni di che tipo?” chiese Sam inarcando le sopracciglia.
"Anna credeva che i demoni fossero ovunque e che addirittura la cercassero..” disse la donna porgendo ai ragazzi un quaderno di disegni della ragazza. “.. e li rappresentava così”.
I fratelli osservarono i disegni della ragazzi, notando che assomigliassero fin troppo alle caccie che avevano vissuto negli ultimi tempi: tra i più recenti vi era un uomo corpulento con una catena legata al collo e la sagoma di un uomo con delle zucche ai lati.
Dopo essersi congedati, i due ragazzi si recarono nella casa dei genitori della ragazza, trovandoli immersi in una pozza di sangue e zolfo, segno che i demoni erano stati lì.
“Qualsiasi cosa sappia Anna la vogliono sapere anche i demoni” esclamò Dean sospirando, scuotendo la testa.
Sam continuò a perlustrare la casa, notando in una delle fotografie di famiglia un elemento che era presente anche nei disegni della ragazza e che non avevano considerato davvero; l’afferrò fra le mani e la mostrò al fratello.
“Se fossi un credente impaurito con i demoni alle costole in che posto ti sentiresti al sicuro?” chiese Sam sorridendo, collegando immediatamente in che posto si fosse rifugiata la ragazza, ed immediatamente scattarono in auto.
Il padre di Anna era un pastore e la sua Chiesa era proprio a pochi minuti di macchina dalla casa, così in breve tempo arrivano, trovandola stranamente deserta; cominciarono a perquisirla con le pistole alla mano, sperando di aver battuto i demoni sul tempo ed essere arrivati per primi.
Entrarono all’interno di un piccolo stanzino pieno di statue religiose e videro una sagoma tremare dalla paura dietro un vetro temperato non trasparente ed abbassarono le loro pistole, mettendole a posto, in modo tale da non spaventare ulteriormente la ragazza.
"Anna, siano qui per aiutarti, non vogliamo farti del male..” disse il minore dei fratelli alzando le mani. “.. Io son Sam e lui è mio fratello Dean”.
La ragazza uscì allo scoperto, visibilmente scossa e con un mezzo sorriso sul viso e con voce tremante, alternando lo sguardo fra i due disse: “Sam Winchester? E Dean Winchester? 
“Si” disse Dean sgranando gli occhi, non capendo come riuscisse a sapere i loro nomi completi.
I ragazzi la osservarono con le sopracciglia aggrottate: era una giovane ragazza alta più o meno un metro e sessanta, molto magra, con dei capelli rosso fuoco ad incorniciarle il viso magro e degli occhi nocciola che emanavano tristezza e paura.
“Gli angeli hanno parlato di voi, anzi parlano spesso di voi..” disse Anna avanzando verso di loro di qualche passo con un sorriso sul viso, voltandosi poi verso il maggiore dei fratelli. “Tu eri all’inferno e Castiel ti ha tirato fuori da lì.. Loro pensano che tu ci possa salvare, ma ad alcuni non piace affatto; ultimamente parlano sempre di te”.
“Tu parli con gli angeli..?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia e spalancando la bocca.
“No, riesco solamente a sentirli parlare nella mia testa” rispose la ragazza accennando un sorriso.
“Ti hanno rinchiuso credendoti pazza, quando in realtà eri sintonizzata su RadioAngelo?” chiese Dean ironizzando, allargando le braccia.
“Si.. grazie” rispose la ragazza, non riuscendo a capire se fosse un complimento.
“Anna, quando sono cominciate le voci?” chiese Sam accennando un sorriso.
“18 settembre” rispose Anna istintivamente, sapendo di potersi fidare di loro.
I fratelli si guardarono negli occhi, sapendo che sicuramente non poteva essere una coincidenza, e Dean esclamò: “Il mio ritorno!”. 
“Le prime parole che ho sentito erano chiarissime, ‘Dean Winchester è salvo ’ “ disse Anna sospirando, mentre i ragazzi scuotevano la testa.
“Almeno adesso sappiamo perché vogliono catturarti, sei un servizio informazioni” disse Dean ridendo, contagiando la ragazza.
In pochi secondi, la porta dalla quale erano entrati i ragazzi poco prima fu spalancata, ed entrò una Ruby molto spaventata che continuava a guardarsi alla spalle, e disse: “L’avete trovata? Bene, andiamo”.
“Oh mio Dio, la sua faccia è orribile!” esclamò Anna indietreggiando, mentre le guance cominciarono ad inondarsi di lacrime.
“Lo so, l’ho detto anche io quando ho visto il suo vero volto” disse Dean sorridendo, mentre il minore si avvicinava alla ragazza per consolarla.
“E’ qui per aiutarci, sta tranquilla..” disse il ragazzo accennando un sorriso.
“Dobbiamo fare presto perché sta arrivando un demone importante” disse Ruby continuando a muoversi nervosamente.
“Guarda caso, noi troviamo la ragazza e arrivi tu seguita da un demone importante!” esclamò Dean sospirando, voltandosi interamente verso Ruby, pieno di dubbi.
“Vi ha seguiti da casa della ragazza, idiota! Ora dobbiamo andare” esclamò il demone agitandosi ulteriormente. “Sta arrivando!”. 
Delle scosse di terremoto fecero tremare l’edificio religioso, mentre la ragazza prese a piangere con più insistenza, scossa dalla situazione. Dean le corse in contro e dopo averla rassicurata, l’accompagnò dentro uno sgabuzzino e la chiuse lì, per proteggerla dall’eventuale battaglia, dopodichè si avvicinò nuovamente ai ragazzi.
“Sam lo devi uccidere, subito!” esclamò Ruby riprendendo il ragazzo che aveva preso tra le mani una fialetta di acqua santa. “Con questo gli farai il solletico”.
“Ehi aspetta!” esclamò Dean aggrottando le sopracciglia.
“Non è il momento di farsi venire degli scrupoli, Sam  deve esorcizzare il demone altrimenti moriremo tutti!” esclamò Ruby urlando contro il ragazzo. 
Il minore sospirò e rimise la fialetta all’interno della sua giacca, preparandosi al potere che avrebbe dovuto usare contro il demone che sarebbe arrivato da un momento all’altro e si voltò verso la porta, dalla quale si udivano provenire dei passi lenti e rumorosi.
La porta si spalancò, lasciando entrare un uomo sulla quarantina, ben vestito e con un sorriso lucente sul viso; Sam alzò la mano destra verso di lui, chiudendo gli occhi e concentrandosi, mentre il demone prese a ridere e a fissare i due ragazzi.
“Non hai la forza di sopraffarmi” disse il demone ridendo, mentre con una mano scaraventava Sam verso la porta spalancata, facendo precipitare giù dalle scale.
Dean prese il pugnale di Ruby, correndogli incontro pronto per ucciderlo, ma il demone lo afferrò saldamente per la camicia, sbattendolo contro il muro ed avvicinandosi di molto al suo viso, e, prima di colpirlo violentemente sul viso, gli sussurrò all’orecchio: “Ci si rivede, Dean!”.
Il ragazzo lo osservò disorientato, sia per il colpo ricevuto sia perché non aveva mai visto quell’uomo in vita sua; il demone lo colpì nuovamente in viso, facendogli uscire una copiosa quantità di sangue dal naso e dal labbro inferiore e, sorridendo, gli chiese: “Non mi riconosci? Eppure eravamo così uniti all'inferno!”.
Dean spalancò la bocca e sgranò gli occhi, mentre il demone lo fissava sorridendo, ed esclamò: “Alastair?” chiese Dean con fatica, aggrottando gli occhi.
Proprio mentre il demone piegò leggermente il collo all’indietro, Sam lo afferrò dalle spalle, costringendolo a voltarsi e gli conficcò il coltello dritto nel cuore, ottenendo un’altra risata da parte della vecchia conoscenza di Dean, che però lo lasciò andare, tentando di estrarre il coltello, che prese a bruciargli all’interno del petto.
I fratelli, mal ridotti e sanguinanti, si guardano negli occhi, capendo che l’unica via di fuga e di salvezza per loro rappresentava l’ampia finestra che c’era in quella stanza: senza esitare ancora, si gettarono, mandando in frantumi l’ampio vetro decorato, precipitando da un piano d’altezza e correndo il più in fretta possibile verso l’auto.
 
 
Mentre Giles si recò alla stazione della città per prendere le prime cinque Potenziali, Katherine raccontò l’intera storia ad Addison, la sua amica d’infanzia e di liceo, specificando che se avesse voluto tirarsi indietro in quella storia non gliene avrebbe fatto una colpa, anzi l’avrebbe capita, ma l’amica le rispose che avrebbe fatto di tutto per lei, dato che le aveva salvato la vita in più di un’occasione.
Addison le raccontò come appena un anno prima, la morte di Oliver, loro amico fin dall’asilo e divenuto successivamente il marito della strega, l’avesse cambiata radicalmente: il ragazzo era morto durante una sparatoria, non durante una situazione paranormale, quindi ogni tentativo di riportarlo in vita con la magia era fallito; così lasciò che si impossessasse di lei, trasformandola in una terribile omicida assetata di sangue. 
La Addison “cattiva” uccise i responsabili della morte del marito e successivamente chiunque gli si parasse davanti, finchè James, il quarto del loro gruppo del liceo, l’aveva aiutata a superare il dolore per la perdita e riuscì a farle passare tutta l’ira che provava e che avrebbe voluto scagliare contro il mondo intero, iniziando così una relazione con lui.
Nonostante tutto, la rossa assicurò a Katherine che sarebbe riuscita a praticare alcuni incantesimi, non eccedendo nell’intensità, così senza neanche pensarci troppo su, chiese degli ingredienti e cominciò a fare un rituale di localizzazione, preparandosi e recitando delle formule magiche.
“Che stanno facendo?” chiese Claire avvicinandosi alla bionda che osservava a braccia conserte la scena.
“Addison tenterà un incantesimo per individuare Lilith..” sussurrò la ragazza osservando Addison ed Hailey mentre preparavano e mischiavano gli ingredienti in un’ampolla in vetro. “.. e alla fine Hailey cercherà di scoprire su internet qualcosa di più sulle Porte dell’inferno”.
“Perché cercate le Porte?” chiese Claire aggrottando le sopracciglia.
“Addison ha sentito dire che qualcosa si è mosso e qualcosa di grosso è uscito, scombussolando l’equilibrio magico” rispose Katherine sospirando, osservando la ragazza negli occhi.
“Cioè qualcuno ha fatto un incantesimo per fare uscire dei demoni dall’inferno?” chiese la bruna aggrottando le sopracciglia.
“Sicuramente è stata Lilith, quello che non sappiamo è cosa ne è uscito..” sussurrò Katherine sospirando, ringraziando mentalmente che Jenny avesse portato Judith a fare una passeggiata. “Sarà la sorpresa di cui ha parlato quel demone a mia figlia?”.
“Lo scopriremo, ma tu dovresti riposare al momento, sei a pezzi e non dormi da quasi due giorni..” disse Claire sospirando, incrociando le braccia al petto. “Rimango io qui”.
“Non riuscirei a dormire, sono troppo preoccupata” disse Katherine sospirando, scuotendo la testa.
“Andrà tutto bene, abbiamo già affrontato situazioni così difficili” disse Claire sorridendo, passando una mano sulle spalle della ragazza cercando di infonderle tranquillità.
“Clay, tu non conosci Lilith.. ha fatto dilaniare il corpo di Dean dai Cerberi sotto i miei stessi occhi e per quanto ne so, vuole ancora uccidere anche Sam, oltre che tutta la nostra stirpe..” disse Katherine sospirando, continuando ad osservare la rossa recitare l’incantesimo.
Improvvisamente, una nube rossa fuoriuscì dall’ampolla di vetro contenente tutti gli ingredienti, ed entrò direttamente dentro il naso e la bocca di Addison, che fu percorsa da forti spasmi, mentre i suoi occhi si velarono di bianco; con un solo braccio, la strega, o chi per lei, scaraventò Hailey contro il muro, ed urlò violentemente verso Katherine, che con un solo gesto scaraventò dal lato opposto della stanza, insieme a Claire.
“Mi hai solo reso più forte!” esclamò il demone dentro Addison, continuando ad urlare.
Hailey si rialzò e si avvicinò velocemente, scagliando l’ampolla in vetro contro il muro, causando una forte esplosione all’interno del soggiorno, mentre il fumo rosso uscì dalla bocca della strega, uscendo dalla casa sfondando una finestra; Addison cadde a terra con il fiato corto, conscia di tutto quello che avesse appena subito, mentre il suo cuore batteva all’impazzata per la paura.
Katherine si rialzò con fatica e corse immediatamente verso la strega, permettendole di appoggiare la testa sulle sue gambe e cercando di rassicurarla, carezzandole la testa. 
“E’ ancora in me, lo sento..” disse Addison fra le lacrime, mentre afferrava una mano della ragazza, tenendola stretta.
“No, se n’è andata tesoro, sta tranquilla!” esclamò Katherine carezzandole il viso, sperando che si tranquillizzasse.
“Non voglio fare del male a nessuno Katherine, non permettere che io lo faccia!” esclamò Addison cercando ancora di riprendere fiato, completamente terrorizzata.
“Non accadrà, te lo prometto, non useremo più la magia per queste cose..” sussurrò Katherine sospirando.
“Non voglio più usarla, mi dispiace, non voglio più usarla!” esclamò la ragazza prendendo a tremare per lo shock.
Katherine scosse la testa, trovando tutti i presenti che alternavano lo sguardo tra la ragazza che stava distesa a terra e la Cacciatrice che aveva appena detto alla strega che aveva da poco ingaggiato, che non avrebbe più usato i suoi poteri.
 

Dean appoggiò una mano sul marmo freddo del lavandino del bagno del motel, mentre cominciò a
sputare del sangue, continuando a sciacquare la bocca per espellerlo tutto; erano appena tornati dalla Chiesa completamente sanguinanti e doloranti.
Sam seduto sul letto, cercò di non urlare dal dolore, mentre con un ago si ricuciva una brutta ferita sul braccio che continuava a perdere sangue, che si era procurato sfondando la finestra durante la fuga da quel demone.
“Hai fatto ?” chiese Dean voltandosi verso il fratello, tenendosi con una mano il braccio sinistro indolenzito. 
“Faccio il più velocemente possibile” disse Sam tra una smorfia e l'altra, mentre serrava la mandibola per impedire a se stesso di urlare.
“Bene perché ho la spalla lussata!” esclamò Dean avvicinandosi di qualche passo al fratello. 
“Quando ho finito te la rimetto apposto..” disse Sam tagliando il filo che aveva usato per ricucirsi la ferita, sospirando.
Dean si avvicinò al tavolo della loro stanza, afferrando una bottiglia di Whisky e ne bevve qualche sorso profondo, per riuscire a sopraffare il dolore fisico che lo stava invadendo, finchè il fratello con un gesto veloce glielo toglie dalle mani e lo fa colare sulla sua ferita, emettendo un leggero verso di dolore.
“Chi è quel demone?” chiese Sam alzandosi ancora dolorante.
“Sicuramente non uno buono..” sussurrò Dean sospirando scuotendo la testa e sospirando. “Dobbiamo trovare Anna al più presto”. 
“L’ha presa Ruby, sono sicuro che stia bene” disse Sam avvicinandosi al fratello che fece una smorfia, afferrandogli la spalla malridotta e facendolo inclinare leggermente in avanti. "Al tre.. uno.."
Con un gesto veloce, Sam sistemò la spalla del fratello, facendola rientrare in asse, mentre un rumore molto fastidioso proveniva dalle ossa del maggiore, che di conseguenza urlò di dolore; si prese qualche secondo per contenere e gestire il dolore che stava provando alla spalla e la mosse leggermente per abituarsi.
“Sei sicuro di Ruby? “ chiese Dean sospirando, tornando a guardare il fratello. “Penso che ci abbia usati per trovare la ragazza”.
“No, ha preso Anna per metterla al sicuro” disse Sam scuotendo la testa, tornando a sistemarsi la ferita. 
"Allora perché non ha chiamato per dirci dov’è?” chiese Dean mettendo del ghiaccio  sintetico sulla spalla, mentre Sam tamponava la sua ferita con una tovaglia, cercando di far smettere il flusso di sangue.
“Il demone ci sta osservando probabilmente anche ora per seguirci di nuovo da Anna, per questo ci ha lasciati andare!” esclamò Sam scuotendo la testa e chiudendo per qualche secondo gli occhi. “Adesso staremo qui ad aspettare che Ruby ci contatti..”. 
“Perché ti fidi così tanto di lei?” chiese Dean scuotendo la testa, avvicinandosi nuovamente al ragazzo.
“Te l’ho detto!” esclamò Sam esasperato da quelle continue domande.
“Beh spigamelo meglio!” esclamò Dean posando il ghiaccio sintetico sul tavolino, andandosi a sedere accanto al fratello. “Voglio capire davvero, ma devo saperne di più!”.
“Quando sei morto e Katherine mi aveva lasciato, il mio unico obiettivo era uccidere Lilith, ero pronto a morire pur di farlo..” sussurrò Sam abbassando lo sguardo, prendendo un respiro profondo. “Ed è solo grazie a Ruby se sono qui e non sono andato in contro alla morte”.
“Va avanti” disse Dean serrando la mandibola, non essendosi reso conto fino a quel momento di quanto il fratello avesse sofferto durante la sua assenza.
“Lei mi ha insegnato tutto quello che so, come uccidere i demoni con la mente..” disse Sam accennando un sorriso. “..quando ha cercato di fermarmi abbiamo fatto sesso, ma a me non importava, così dopo aver scoperto che in quel preciso istante Lilith si trovasse in città e che stesse possedendo una bambina, mi sono recato nella sua casa pronto ad ucciderla. Ma non appena sono arrivato, aveva già lasciato il suo corpo e c’erano dei demoni ad attendermi, Ruby stava per venire uccisa e sono riuscito ad usare il mio potere e ad esorcizzare il demone con la mia mente per salvarla.. puoi dire quello che vuoi ma lei mi ha salvato la vita..”.
Dean sospirò, rimanendo sorpreso del comportamento del demone, in fondo aveva veramente salvato Sam da morte certa, così scosse la testa, non sapendo esattamente cosa dire e appoggiò le labbra sul suo bicchiere, svuotandolo velocemente.
Dei colpi di nocche alla porta fecero trasalire entrambi i fratelli, distogliendoli dai pensieri in cui si erano persi, così il maggiore si alzò ed aprì lentamente la porta, trovandosi davanti una donna corpulenta vestita da cameriera sui trent’anni, che entrò spingendo letteralmente il ragazzo e chiudendosi la porta alla spalle.
“Andate a questo indirizzo” disse la donna porgendo un biglietto al più giovane dei fratelli. “Uscite dalla finestra del bagno, non fate rumore, non prendete la macchina e non passate qui davanti, ci sono demoni nella Hall e nel parcheggio!”.
“Ruby?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia, sorpreso del corpo che stesse indossando.
“Si, sono venuta qui per dirvi dove siamo e dovete sbrigarvi!” esclamò Ruby sospirando, appoggiando le braccia sui fianchi. “L’altro corpo si sta putrefacendo sul pavimento a casa con Anna, quindi devo sbrigarmi! Ci vediamo lì!”.
Senza dire una parola di più, la cameriera indossata da Ruby si voltò ed uscì dalla camera, lasciando i due fratelli basiti e sorpresi per la visita appena ricevuta; presero le cose più essenziali ed uscirono dalla finestra, facendo attenzione a non farsi notare dai demoni, incamminandosi verso l’indirizzo indicato da Ruby sul biglietto.
 
 
 
 
 
“Sono tutte Cacciatrici?” chiese Hailey osservando le tre ragazze impaurite appena entrate in casa, portate da Giles.
“Potenziali..” sussurrò l’uomo sospirando, sedendosi sul divano. “..erano cinque quando sono andato a prenderle.. ma qualcosa ci ha attaccati”.
Qualcosa?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, serrando le braccia ed avvicinandosi alle ragazze.
“Si, un essere che non ho mai visto prima, siamo riusciti a scappare mentre..” iniziò Giles non riuscendo però a finire la frase, abbassando gli occhi.
“.. mentre massacrava le altre due ragazze..” disse una delle tre ragazze avvicinandosi alla proprietaria della casa. “Ha trucidato nostri Osservatori proprio davanti a noi..”.
Katherine le osservò: potevano avere 20 anni l’uno, non di più, e dai loro occhi si vedeva quanto fossero spaventate in quel momento.
“Ragazze, potete descrivermi quest’essere?” chiese la bionda sedendosi sul divano, facendo cenno alle ragazze di fare lo stesso.
“Beh, posso dirlo io…” sussurrò una ragazza alta e magra, con dei capelli castani che le ricoprivano la schiena ed una carnagione pallidissima. “Ha attaccato per prima me, mi ha scaraventata contro un’auto ed è venuto verso di me per uccidermi..”.
“Jo, devi solo spiegarle la fisionomia del mostro!” esclamò una brunetta riccia e robusta, con carnagione ed occhi scurissimi. “Io sono Ashley”.
“Aveva un viso davvero magro, la pelle bluastra..” disse la terza ragazza, a braccia conserte, fissando un punto fisso davanti a lei. “Avete mai visto qualcuno con la pelle bluastra?”.
Katherine, Claire ed Hailey si scambiarono una rapida occhiata, capendo quanto la ragazza fosse sotto shock; così la bruna si avvicinò a lei e si abbassò al suo livello con le gambe, appoggiandosi al divano.
“Amber, io sono Claire, piacere di conoscerti..” disse la ragazza sorridendo, mentre la Potenziale alzava leggermente il viso verso di lei. “..ti porto a fare un giro di sopra, d’accordo?”.
La ragazza annuì e salirono al piano di sopra in silenzio, mentre un sospiro comune si elevava all’interno del salotto.
“Oltre al colore della pelle avete notato qualcos’altro?” chiese Katherine voltandosi nuovamente verso le due ragazze.
“Gli occhi.. ha dei grandi occhi grigi, mentre l’iride è rossa..” disse Jo abbassando il capo, ancora impaurita. 
“E delle zanne che gli escono dalla bocca..” disse Ashley sospirando, facendo spallucce. “Sembravano molto affilate”.
“Affilate come gli artigli che ha al posto delle dita” disse Giles sospirando, guardando negli occhi la Cacciatrice bionda.
“Qualcos’altro?” chiese Katherine alzandosi in piedi, accennando un sorriso alle ragazze.
“Beh, ha una grossa cicatrice rosso-violacea che parte dalla radice del naso e finisce sul mento..” disse Jo guardandola negli occhi. “Spero di esserti stata di aiuto”.
“Bene, andrò a cercarlo” disse Katherine afferrando il suo cappotto ed infilandolo.
“Non puoi andare da sola!” esclamò Hailey alzandosi e seguendo la sorella.
“No, mi serve che tu e Claire restiate qui e tranquillizzate le ragazze! Amber è a pezzi!” esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia.
“Andrò io con lei..” disse Giles accennando un sorriso. “Come ai vecchi tempi, Kath..”.
Nonostante la ragazza avesse protestato animatamente per andare da sola, l’uomo riuscì a convincerla e a seguirla durante la sua caccia, portandola esattamente nel punto in cui lui e le Potenziali erano stati attaccati da quella creatura; controllarono la stazione, ma non vi era alcuna traccia del mostro, ne del corpo delle ragazze che erano rimaste uccise durante l’attacco.
Così cominciarono a cercare dei posti vicini in cui la strana creatura avesse potuto portare i corpi  e rifugiarsi, fin quando trovarono un cantiere in manutenzione, con una serie di attrezzi e di materiali ancora aperti; Katherine e Giles si osservarono attentamente negli occhi, sapendo che con tutta la fortuna che li seguiva incessantemente, probabilmente avrebbero trovato il mostro proprio lì
“Mi dispiace..” disse Katherine sospirando, continuando a cercare indizi.
“Mmh?” rispose Giles aggrottando le sopracciglia.
“Mi dispiace per prima, io sono solo preoccupata per lei..” disse la ragazza scuotendo la testa, fermandosi e guardando negli occhi l’uomo che le stava davanti. “E anche arrabbiata, lei non ha pensato a me! Jenny, Judith, gli altri Osservatori se la caveranno senza di lei, ma io? Come farò io senza di lei? …..  Lei non ha pensato a me!”.
Katherine sospirò e si voltò, riprendendo a camminare, mentre l’uomo rimase a fissarla per qualche secondo, per poi seguirla nuovamente in silenzio con lo sguardo basso; lentamente la ragazza si allontanò dall’Osservatore, camminando e tenendo gli occhi ben aperti, osservando ogni dettaglio del luogo che la circondava e notando delle strisce di sangue per terra che probabilmente avrebbero condotto direttamente dalla creatura.
La ragazza fece segnale all’uomo che avrebbe seguito i segni rossi per terra e di fare attenzione, si addentrò ancora di più all’interno del cantiere, fino ad arrivare alla fine delle strisce di sangue: Katherine osservò i corpi delle due ragazze che avrebbe potuto salvare che giacevano a terra, prive di vita e completamente massacrate. Del sangue colava dalle loro gole e dai loro visi, mentre dei profondi graffi riempivano le loro gambe e le braccia, segno che almeno in parte avevano provato a difendersi e a fuggire, ma purtroppo non avevano avuto scampo, non erano riuscite a scappare dalle grinfie di quell’essere; Katherine abbassò gli occhi, giurando a se stessa che al prossimo arrivo di Potenziali, sarebbe andata lei stessa a prenderle, non avrebbero mai più rischiato la propria vita. 
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da una morsa d’acciaio che l’afferrò dalle spalle, facendola scontrare contro un enorme container blu e facendole sbattere violentemente la testa; la ragazza si tenne al ferro freddo del cassone e si girò agilmente, appoggiandovi le spalle per guardare il suo aggressore: proprio come avevano detto le Potenziali a casa sua, il mostro aveva la pelle bluastra, gli occhi grigi incavati nelle ossa, le grandi zanne che sporgevano dalla bocca e una grossa cicatrice violacea che prendeva le labbra. Si erano però dimenticate di menzionare che il naso era composto da un’unica narice, dalla quale proprio in quel momento, il mostro soffiò, emanando un ringhio animale, fissando la Cacciatrice impietrita negli occhi.
Senza pensare ancora, Katherine si scagliò contro di lui, cercando di colpirlo prima al fianco e successivamente sui due lati del viso, ma l’essere riuscì a schivare tutti e tre gli attacchi, colpendola in pieno viso, facendola indietreggiare di qualche passo, e successivamente allo stomaco, facendola cadere a terra proprio ai suoi piedi; con una forza ed una violenza che Katherine non aveva mai riscontrato in nessun altro demone ne vampiro, il mostro l’afferrò dal collo, costringendola ad alzarsi e sollevandola da terra, stringendo sempre di più le mani attorno al suo collo, cercando di strangolarla e di ucciderla.
La Cacciatrice lo fissò negli occhi, spaventata e preoccupata per la propria vita, così spuntò il sangue che si era accumulato all’interno della sua bocca per via dei colpi che l’essere le aveva precedentemente sferrato, colpendolo dritto sulla bocca e sulle labbra, facendogli allentare la presa sul suo collo e liberandosene con un colpo al braccio; Katherine osservò brevemente come il demone stesse assaporando il suo sangue, leccandosi le dita-artigli, e sorridendo, e successivamente scappò, correndo zoppicando nella direzione opposta a Giles, cercando di non metterlo in pericolo. 
La bionda attraversò un lungo corridoio di cemento, osservando quanti macchinari e materiali ci fossero intorno a lei, e si fermò, cercando una via di fuga; proprio quando sentì il rumore dei passi dell’essere dietro di sé, ricominciò a correre zoppicando ed ansimando, sentendo il dolore estendersi dalla gamba sinistra al resto degli altri.
Passò sopra una passerella di legno, provando ad evitare di fare dei rumori che potessero spianare la strada alla bestia, in cerca di qualcosa da utilizzare come arma: tutto ciò che riuscì a trovare furono delle lastre di metallo che avevano l’aspetto di pesare moltissimo, ma la ragazza le alzò come fossero fatte di gommapiuma, aspettando che l’essere si avvicinasse ancora un po’; quando fu sufficientemente vicino, Katherine lo colpì dritto in faccia, disorientandolo momentaneamente, e quando lo colpì nuovamente al braccio, l’essere afferrò la lastra e la scaraventò lontana dalla ragazza, colpendola in pieno viso con un pugno, facendola voltare e piegare dal dolore.
Il demone si avvicinò con l’intento di ucciderla, colpendola nuovamente in viso, mentre la ragazza estrasse dalla sua giacca il paletto precedentemente insanguinato e glielo conficcò dritto nel cuore: l’essere osservò il paletto e successivamente la Cacciatrice, mentre con un sorriso divertito sulle labbra, estrasse il paletto e lo spezzò con i suoi artigli, sotto gli occhi sbalorditi di Katherine e con un calcio la colpì nuovamente, facendola finire sopra un pilastro di metallo.
La ragazza, prevedendo il colpo in arrivo dall’avversario, si spostò, facendogli sbattere la mano contro il pilastro e colpendolo su un fianco, finendo rovinosamente per terra; la colpì al viso con una serie di pugni e calci, e quando Katherine riuscì a parare un colpo, il mostro la colpì al fianco, smorzandole in respiro e gettandola a terra; come poco prima, la bestia l’afferrò dal collo con una mano, mentre con l’altra cominciò a colpirla ripetutamente al viso, lasciandole poco spazio per la difesa, e con un calciò la scaraventò dalla parte opposta del cantiere, facendole sbattere violentemente il viso a terra.
Mentre le si avvicinava correndo e ringhiando, Katherine si voltò nella sua direzione, notando una leva alla quale erano collegate un gruppo di lastre di ferro di almeno una tonnellata, così, non avendo altra scelta, la ragazza colpì la leva con un piede, permettendo alle lastre di cadere sopra la testa del mostro, sommergendolo totalmente.
Katherine prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi, contenta che la lotte fosse finita, e si rialzò dolorante, piena di lividi e sentendo dei rivoli di sangue scenderle dalle tempie e dalle labbra, oltre che dal naso, voltando le spalle al mostro ormai morto, dirigendosi verso l’uscita del cantiere, in attesa che arrivasse Giles; ma proprio nel momento in cui si stava per allontanare da quel punto, dei rumori alle sue spalle le fecero ghiacciare il sangue nelle vene, finchè non sentì il ringhio della bestia che l’aveva conciata in quel modo giungerle fino alle orecchie, facendola temere seriamente per la propria vita.
Il demone le corse nuovamente alle spalle, sbattendola contro un grosso muro di cemento e bloccandola, continuando a colpirla ripetutamente in viso con calci e pugni, fin quando l’afferrò per le braccia, sbattendola  brutalmente contro un grosso muro di mattoni, che sfondò con la testa, mentre numerose travi e pezzi di cemento le cadevano sul corpo, sommergendola, facendole perdere i sensi e qualunque forza le fosse rimasta in corpo. 
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Quando i ragazzi arrivarono all’indirizzo indicatogli da Ruby, aggrottarono le sopracciglia: il demone aveva portato la ragazza in una casa di campagna malmessa ed isolata, ben nascosta dai radar demoniaci.
Dopotutto Ruby aveva fatto un buon lavoro e nella mente del maggiore dei fratelli si insinuò il dubbio che forse stesse dalla loro parte veramente, e che non li avrebbe traditi; sospirando, i ragazzi entrarono nella vecchia casa, trovando il demone ed Anna sedute su un vecchio divano che chiacchieravano amichevolmente.
“Stai bene?” chiese Sam avvicinandosi alla ragazza.
“Credo di si..” rispose Anna spostando lo sguardo verso il demone che si stava assicurando che nessuno avesse seguito i Winchester, guardando fuori dalla finestra. “.. Ruby non è come gli altri demoni, lei mi ha salvato la vita!”.
“Si, ho sentito tante belle storie su di lei..” sussurrò Dean voltandosi verso la ragazza. “.. Io.. ti sono debitore per Sam, capisci quello che sto dicendo, vero?”.
“Certo, non ti sforzare troppo” disse Ruby serrando le braccia al petto, accennando un sorriso.
“Voglio chiamare i miei genitori, saranno molto preoccupati per me” sussurrò Anna sorridendo, mentre i fratelli si scambiavano un’occhiata preoccupante. “Che c’è?”.
“Anna..” disse Sam avvicinandosi alla ragazza, sedendosi accanto a lei.”.. mi dispiace”.
“Loro sono.. morti? Non può essere!” esclamò la ragazza mentre dai suoi occhi cominciarono a sgorgare un’infinità di lacrime. “Non può essere”.
“Mi dispiace, scopriremo perché sta succedendo tutto questo” sussurrò il minore sospirando.
Anna continuò a piangere profondamente addolorata per la perdita, piegandosi su se stessa ed appoggiando la testa fra le sue gambe, continuando a ripetere quelle tre parole come una cantilena.
“Stanno arrivando” disse alzando la testa, fissando i ragazzi con occhi sgranati.
Improvvisamente le luci della casa cominciarono a tremare ed un forte vento cominciò a soffiare, così i ragazzi allarmati, portarono Anna nella stanza sul retro, impugnando le armi e comunicando al demone che il suo coltello era andato perduto durante la battaglia con Alastair; in quel momento, la porta principale si spalancò con un forte soffio di vento, mentre due figure si facevano avanti nell’ombra.
Quando furono abbastanza vicini, i ragazzi poterono distinguerne i volti, non capendo il motivo della loro visita, ma notando lo sguardo serio e arrabbiato quando i due nuovi arrivati posarono lo sguardo sul demone che li aveva aiutati durante quel caso.
“Diteci che siete qui per aiutarci” disse Dean sospirando.
“Prova prima a spiegarci perché c’è quella cosa qui dentro” disse Uriel fissando lo sguardo serio sulla ragazza.
I due fratelli si guardarono, incapaci di dire una sola parola, così scossero la testa e sospirarono, incollando lo sguardo a terra.
“Siamo qui per Anna” disse Castiel sospirando.
“Come mai siete qui per lei?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, non capendo dove volessero arrivare.
“Sta zitto!” esclamò Uriel perentorio, attirando i tre paia di occhi su di lui. “Consegnateci la ragazza, adesso!”.
“L’aiuterete, giusto?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia, mentre il demone faceva una grossa risata.
“Lei è condannata ormai” disse Castiel sospirando.
“State tranquilli..” sussurrò Uriel sorridendo, avvicinandosi di qualche passo. “..la ucciderò gentilmente”.
“Ma Anna è una ragazza innocente !” esclamò Dean aggrottando le sopracciglia.
“Lei è tutt’altro che innocente..” disse l’angelo con il trench scuotendo la testa, fissando lo sguardo sul demone. “Lei è peggio di questa specie di diavolo, quindi consegnatecela”.
Sam e Dean si scambiarono un’occhiata veloce, capendosi al volo, così il maggiore con un sorriso sul viso disse: “Spiacente, trovatene un’altra!”.
“Aspettavo da tanto questo momento…” esclamò Uriel sorridendo, mentre con un braccio scaraventò Ruby contro la finestra, lasciandola frastornata sul pavimento.
Si scagliò contro il maggiore e cominciò a colpirlo ripetutamente sul viso, mentre Castiel si avvicinava alla porta della stanza dove era chiusa Anna, mettendo fuori uso Sam con un solo colpo sulla fronte; ma improvvisamente, un rumore giunse alle orecchie dei presenti, mentre i due angeli si dissolvevano nel nulla, non lasciando più alcuna traccia di sé. 
“Che è successo?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, mentre afferrava con entrambe le braccia Ruby, aiutandola ad alzarsi.
Ancora un po’ stordito e ferito per i colpi ricevuti dall’angelo, entrò nella stanza per vedere se la ragazza stesse bene, trovando dei strani disegni su di un vetro fatti con il sangue che si era procurato con una ferita profonda al polso; Dean alzò gli occhi verso la ragazza seduta su una sedia, stremata per il gesto, e con una benda corse subito a tamponare la ferita.
“Se ne sono andati?” chiese la ragazza con fatica.
“Li hai uccisi?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“No, li ho solo mandati via..” sussurrò la ragazza sbattendo con fatica le palpebre, mentre Sam e Ruby si avvicinavano all’uscio della porta.
“Ma come ci sei riuscita?” chiese Dean posando lo sguardo sui disegni sanguinanti allo specchio.
“Non lo so..” disse la ragazza abbassando gli occhi. “Ve lo garantisco..”.
Dean volse lo sguardo verso gli altri due ragazzi che stavano in piedi con la bocca spalancata, sbalorditi tanto quanto lui, non sapendo come comportarsi in una situazione del genere, del tutto nuova per loro; il maggiore scosse la testa, e con un sospiro cominciò a medicare le ferite della ragazza, pensando ad una soluzione logica per tutta quella faccenda, ma l’unico pensiero che si faceva spazio nella sua mente era una domanda: “Che cosa è questa ragazza?!”.
 
 
 
Katherine aprì gli occhi nella sua stanza e si guardò attorno, non riuscendo a ricordare come fosse finita all’interno del suo letto; si sedette velocemente sul letto, ma il suo corpo fu scosso da una serie di dolori lancinanti in tutto il corpo che le smorzarono il respiro, ricordandole tutto quello che era successo la notte precedente e la lotta che aveva intrapreso e perso con quella strana creatura.
Si scoprì e scese dal letto dolorante, avviandosi verso il piccolo bagno ed appoggiandosi ai mobili della camera per trovare un sostegno, rimanendo paralizzata nell’osservare l’immagine riflessa nello specchio davanti a sé: dei grossi ematomi violacei si erano formati su entrambe le tempie e sugli zigomi, dei grossi tagli ricoprivano soprattutto la guancia destra e la fronte, e le labbra spaccate in più punti si erano gonfiate per via dei numerosi colpi ricevuti.
Katherine sospirò tristemente, ansimando per il dolore mentre si spogliava per osservare il suo corpo riflesso sullo specchio, trovandolo però molto simile al suo viso: vi erano sparsi numerosi ematomi violacei sulla schiena e sulle costole, mentre braccia e gambe erano ricoperti di graffi e lividi meno estesi.
Si rivestì in fretta e, silenziosamente e lentamente, si avvicinò alla cameretta di Judith ed aprì la porta, trovando la bambina rannicchiata nel suo letto che stringeva fra le sue piccole braccia il cuscino, così scese le scale a testa bassa appoggiandosi al passamano, conscia di aver deluso gli altri non essendo uscita vittoriosa dalla battaglia, ma la sua attenzione fu catturata dalle voci di amici e parenti provenienti dalla cucina, così furtivamente si appoggiò al muro ed ascoltò i discorsi che stavano facendo.
“Potremmo sempre escogitare piani alternativi..” disse Giles, e Katherine potè immaginarlo appoggiato al top della cucina con la testa china ed un’espressione seria sul volto. “.. ma la verità è che lei era la nostra unica arma contro Lilith”.
“Non credo che stia bene, non l’ho mai vista conciata così in tanti anni di lotta insieme” sussurrò Claire sospirando rumorosamente.
“Credo che abbia un’emorragia interna, è ridotta molto male!” esclamò Hailey sbattendo violentemente il pugno sul tavolo, mentre la ragazza che si nascondeva dietro la porta sentiva dei passi muoversi all’interno della cucina, non riuscendo però a capire di chi fossero. “Io ucciderò quel figlio di puttana con le miei mani!”
“Se non c’è riuscita Katherine che ha il potere più grande, dubito che ci riusciate voi” disse Jenny sospirando.
“Invece si, potremmo unire le forze..” disse Hailey facendo una piccola pausa. “.. tu potresti bloccarlo con la magia mentre noi lo uccidiamo!”.
“No, io non.. non posso farlo..” sussurrò Addison con voce terrorizzata. “Non posso davvero farlo, mi dispiace...”.
“Bene, allora che facciamo?” chiese Claire sospirando. “Se Katherine non può sconfiggerlo, cosa facciamo?”.
“Non lo so” disse Giles con un sospiro rumoroso. “Temo che sia imbattibile”.
Udendo quelle parole, Katherine serrò la mandibola e scosse la testa, mentre qualcosa cominciò a scattare dentro di lei, cominciò a reagire e a trovare la forza che per molto tempo aveva perso: il dolore e soprattutto la paura che si erano fatti largo dentro di lei da quando aveva aperto gli occhi, si dissolsero completamente, lasciando lo spazio alla decisione di uccidere quel mostro che l’aveva ridotta in quel modo.
Non avrebbe permesso a nessuno, nessuno, di minacciare i propri amici, la propria famiglia: la maggior parte delle persone che si stavano scoraggiando all’interno della sua cucina, le erano state accanto nei momenti peggiori e migliori della sua vita, le erano state accanto durante gli anni e non avrebbe permesso a nessuna creatura misteriosa, nessun demone, di minacciarli e di impaurirli.
Scosse la testa nuovamente e con un colpo secco aprì la porta della cucina, ignorando il dolore fisico delle ferite e non permettendo a nessuno dei presenti di percepirlo, ed entrò all’interno della stanza, attirando su di se lo sguardo triste, addolorato e demoralizzato di tutti.
Lì guardò progressivamente, mentre loro la studiavano, chiedendosi se stesse soffrendo per tutte quelle ferite e per tutti quei lividi, così facendo un passo avanti, sospirò e disse: “ Giles ha ragione: abbiamo appena conosciuto la sorpresa di cui parlava il demone a Judith, e non sappiamo come combattere questa creatura che ieri notte mi ha ridotto in questo stato, né possiamo immaginare quando verrà. Non possiamo inseguirlo, nè nasconderci: c’è sempre stato qualcosa che ha cercato di distruggerci, ma noi insieme l’abbiamo sempre respinto, lasciandolo alle spalle”.
“Kath, so che sei molto…stanca…” iniziò Giles avvicinandosi, ma la ragazza non gli permise di continuare.
“Sono davvero stanca e anche spaventata, ma so per certo che le Potenziali non sono ancora pronte e dobbiamo collaborare per addestrarle bene” disse Katherine accennando un sorriso ed incrociando le braccia al petto, mentre si avvicinava lentamente allo sgabello della cucina e vi si sedeva. “Lilith pensa che staremo inerti e spaventati ad aspettare la sua prossima mossa, ma così non sarà: dobbiamo tirare fuori le nostre paure e sconfiggerle, così potremo sconfiggere anche lei. Vuole un’Apocalisse? Gliene daremo una e combatteremo duramente, finché io la ucciderò con le mie mani; a questo mondo esiste una sola cosa che è più potente del male: voi e me, insieme! Vinceremo noi, ve lo assicuro”.
I presenti si scambiarono fra di loro delle rapite occhiate confuse e spaventate, finché Hailey, dopo aver guardato l’orologio che segnava le 7:30 di mattina, con un sorriso sulle labbra disse: “Non appena si sveglieranno, io e Claire inizieremo ad addestrare le Potenziali”.
“E io e Giles andremo a recuperare le altre ragazze in arrivo..” disse Addison accennando un sorriso, sollevando lo sguardo dal pavimento e fissandolo negli occhi dell’amica. “.. così se la creatura dovesse tornare potrei usare la magia per proteggerle”.
“Ma non ce ne sarà bisogno, perché andremo di giorno..” disse Giles sorridendo, guardando la ragazza negli occhi. “E’ per questo che quella creatura è scappata, perché stava per sorgere il sole”.
“Io penserò a Judith, la accompagnerò e la prenderò a scuola..” disse Jenny sorridendo, appoggiandosi con entrambe le mani all’isola in marmo della cucina. “.. e farò delle ricerche su questo essere, scoprirò che cos’è!”.
Katherine sorrise, guardandoli tutti negli occhi, percependo l’impegno che ci stessero mettendo, e felice che i suoi amici l’appoggiassero e l’aiutassero in quel momento, del resto se non l’avessero fermata in tempo, l’Apocalisse avrebbe colpito tutti.
“Ma oggi devi riposarti e devi pensare solo a rimetterti in forma” disse Giles avvicinandosi e cingendole le spalle con il suo braccio, aiutandola ad alzarsi e sorreggendola. “Ti accompagno su”.
La ragazza si lasciò aiutare, afferrò il braccio dell’uomo con decisione e chiuse gli occhi per qualche secondo, ansimando di dolore per una fitta che le aveva appena attraversato l’intera spina dorsale, smorzandole il respiro.
Sospirò e proprio un attimo prima di uscire dalla cucina si voltò nuovamente verso gli altri e sorridendo sussurrò: “Ce la faremo..”.
Giles sorrise a quelle parole e aiutò la Cacciatrice a fare lentamente le scale e la condusse all’interno della sua stanza, alzando le coperte del suo letto, mentre la ragazza si intrufolava e si sistema all’interno, sedendosi sul bordo e sorridendo.
“L’ho fatto per te..” disse Giles sorridendo sistemando le coperte sul corpo martoriato della ragazza. “.. sei come una figlia per me e so che non combatterai da sola questa battaglia, ma io mi sarei dannato l’anima se non fossi stato con te durante la scorsa notte e se non ti avessi potuto aiutare a fare le scale.. io l’ho fatto per te Katherine..”.
Katherine sorrise e afferrò una delle grandi mani dell’uomo fra le sue e disse: “Lo so Giles, io non avrei voluto nessun altro se non lei ieri notte.. ma giuro che, anche se fosse l’ultima cosa che faccio su questa terra, io le impedirò di finire all’inferno! Troverò un modo, glielo prometto”.
Giles sorrise e le strinse la mano, avvicinandosi al viso della ragazza e posandole un delicato bacio sull’enorme ematoma che aveva sulla fronte e disse: “Adesso riposa..”.
Lentamente uscì dalla stanza, chiudendola silenziosamente alle sue spalle, tornando dagli altri abitanti della casa al piano di sotto, mentre Katherine si rigirò nel letto facendo delle smorfie di dolore: allungò una mano verso il telefono posato sopra il comodino e lo accese, trovando altri due messaggi di Dean, così li lesse e sorrise. “Stai bene?”, “Se non rispondi anche a questo messaggio domattina sfonderò la porta di casa tua a calci, se necessario!”.
Fece una leggera risata mentre leggeva quelle parole ed improvvisamente il bisogno e la voglia di averlo accanto cominciò a pulsare dentro di lei; avrebbe dovuto parlargli della creatura che aveva affrontato la scorsa notte, ma questo non era il momento giusto, prima sarebbe dovuta riuscire ad ucciderlo, dopodichè avrebbe unite le forze anche con loro e Bobby.
Katherine temeva seriamente per la vita di Dean, sapeva che se l’avesse vista in quelle condizioni sarebbe corso a cercare quel demone e si sarebbe fatto ridurre come lei, o  peggio sarebbe morto; così scrisse velocemente una risposta e lo inviò di getto, senza ripensamenti.
“Sta tranquillo, sto bene, sono arrivate le prime ragazze e le stiamo addestrando! Non ho proprio avuto il tempo di risponderti, ci sentiamo presto”.
Katherine rilesse il messaggio appena inviato per almeno quattro volte, prima di posare il telefono e soffocare la sua voglia di chiamarlo e di sentire la sua voce appena sveglio la mattina; sapeva che se lo avesse chiamato, lui avrebbe capito immediatamente dal suo tono di voce che qualcosa non andava e sarebbe venuto di corsa a casa sua.
Non voleva assolutamente che Sam e Dean corressero pericoli così promise a se stessa che, se entro qualche giorno non fosse riuscita ad  uccidere quell’essere, si sarebbe rivolto a loro; con un sospiro scosse la testa ed abbracciò il cuscino, stiracchiandosi leggermente sentendo ogni parte del suo corpo completamente indolenzita, lasciando che la calma e la tranquillità si impadronissero di lei, facendola sprofondare in un sonno ristoratore, dal quale si sarebbe svegliata più forte e meno dolorante di prima.   

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Capitolo 42
*** Showtime: anywhere you want me to take you, I'll go ***


NOTE DELL'AUTRICE: 
Buonasera ragazze/i, eccomi con il nuovo capitolo, posso affermare con certezza che questo è uno dei miei preferiti! :)
Ci eravamo lasciati con Anna stupita quanto i ragazzi e Ruby per come era riuscita a mandare via Castiel e Uriel, che voleva ucciderla senza un'apparente ragione, mentre Katherine si trovava mal ridotta e dolorante per la lotta con quel mostro-sorpresa mandato da Lilith! Bene, in questo capitolo mooolto lungo, si spiegano parecchie cose.. Comunque non vi rubo più tempo, fa
temi sapere cosa ne pensate, alla prossima e buona lettura! :) 


Capitolo 33

Showtime: anywhere you want me to take you, I’ll go.



Hailey ed Amber scesero lentamente dalla scala, recandosi al piano di sotto dalle altre ragazze, mentre il sole stava per fare capolinea, sparendo all'orizzonte, segno che l’ora era giunta; improvvisamente dei colpi frenetici alla porta di casa mise in allarme tutti i presenti della casa.
"È lui? È il mostro?" Chiese la Potenziale tenendo stretto il braccio della Cacciatrice.
"Amber i mostri non bussano alla porta.." disse Hailey staccandosi dalla presa della ragazza e scuotendo la testa, sapendo già chi stesse bussando. ".. al massimo la sfondano".
La ragazza si avvicinò e guardò ugualmente dallo spioncino per accertarsi di chi si trattasse, così sospirò; aprì leggermente la porta e l'uomo davanti a sé la spalancò del tutto con un braccio, entrando all'interno del salotto cominciando a guardarsi in torno.
"Dov'è, Hailey? Dimmi dov’è?!" Urlò il ragazzo guardando in ogni direzione, sperando di trovare al più presto la ragazza per cui aveva guidato a 180-190 km/h in una strada che ne consentiva massimo 100. "Dov'è Katherine?!".
"Dean, vi avevo detto di non venire!” esclamò la ragazza aggrottando le sopracciglia, prendendo però a guardarsi in torno, mentre la Potenziale fece qualche passo indietro, disorientata. “A proposito, dov’è tuo fratello?”.
"Devo parlare con lei, ho bisogno di parlarle!" Esclamò Dean scuotendo la testa ed ignorandola, attraversando il salotto ed arrivando fino alla cucina dove stavano le altre potenziali, non trovando alcuna traccia di Katherine.  "È di sopra?".
"Dean, non penso che voglia parlare al momento.." disse Hailey sospirando e scuotendo la testa, mentre con una mano gli afferrò il braccio per bloccarlo. “.. si sta preparando!”.
"So quello che sta per succedere Hailey, ricordi?” Chiese Dean infuriandosi, liberandosi dalla sua presa e facendole fare qualche passo all'indietro. "Ho solo bisogno di vederla!".
"In questo momento ha bisogno dei suoi spazi, non potrà combattere con te al suo fianco" disse Hailey facendo spallucce, mentre Claire li raggiungeva dalla cucina.
"Ma che succede?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, serrando le braccia.
 
 
12 ore prima..

 

Con un sospiro e la sensazione che qualcosa non andasse in quella ragazza, entrambi i fratelli uscirono dalla stanza, recandosi nel piccolo salotto di quella piccola casa isolata dal resto del mondo; il maggiore scosse la testa e si portò una mano alla testa, sforzandosi di capire cosa fosse appena accaduto ad Anna in quella stanza e come fosse riuscita ad allontanare da loro i due angeli venuti per lei, ma nulla di quello che riuscì a pensare sembrava aver senso.
La ragazza si era appena tagliata una vena principale del polso per disegnare su di uno specchio dei simboli strani che avevano messo in fuga i due angeli pronti ad ucciderla, ma entrambi i ragazzi si domandavano come una ragazza comune ci fosse riuscita e cosa in realtà nascondesse.
“Che ne pensi?” chiese Dean agitandosi nel piccolo salotto, scuotendo la testa.
“Questa ragazza mi incuriosisce sempre di più..” disse Sam sospirando, facendo spallucce. “Ma che vuol dire che è tutt’altro che innocente? Che diavolo è?”.
“Non lo so..” rispose Dean scuotendo leggermente la testa, non avendo la minima idea di che cosa stesse succedendo. “.. ma hai visto che cosa ha fatto con il sangue ? Deve essere roba seria! Cerca di scoprire qualcosa..”.
“E tu che farai?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“Anche se Anna ha neutralizzato quegli angeli, non è detto che non torneranno..” disse Dean sospirando e facendo qualche passo indietro, avvicinandosi alla porta. “.. vado a metterla al sicuro!”.
Sam scosse la testa, sospirando, mentre osservava il fratello radunare tutte le loro armi e le loro cose sparse per la casa e metterle all’interno del borsone, per poi portarle in macchina; si avvicinò alla ragazza e la afferrò da un braccio, e insieme a Ruby, la portarono all’interno dall’auto per recarsi nell’unico posto in cui sarebbe stata al sicuro: fra i muri di ferro impregnati di sale della panic-room di Bobby, impossibili da attraversare per qualunque tipo di creatura soprannaturale, angeli e demoni compresi, mentre Ruby diede ad ognuno di loro dei sacchetti magici che avrebbe nascosto la loro posizione a tutti.
Dopo che Dean ringraziò il demone per l’incantesimo, continuando a stupirsi di se stesso, tranquillizzò Anna che giaceva in un angolo della stanza terrorizzata, rannicchiata su di una sedia; dopo qualche secondo, Sam, rimasto al piano di sopra per fare delle ricerche sul passato della ragazza, chiamò il fratello che salì immediatamente, raccontandogli quanto avesse appena scoperto: quando la ragazza aveva solamente 2 anni e mezzo, soffriva di crisi psicotiche quando il padre le si avvicinava, perché era convinta di non essere sua figlia, e che il suo vero padre fosse così arrabbiato con lei da volerla morta.
“Sarà stata dura..” sussurrò Dean scuotendo la testa, facendo spallucce.
“Perché non lo chiedi direttamente a me?!” chiese Anna irritata, serrando le braccia al petto, mentre il maggiore dei fratelli inceneriva con lo sguardo il demone a cui aveva chiesto di tenere d’occhio la ragazza.
“Anna, gli angeli pensano che tu sia colpevole di qualcosa” disse Sam sospirando, voltandosi verso di lei. “Perché sostengono questo?”.
“Ditemelo voi..” disse Anna scuotendo la testa, cercando la risposta che tanto attendeva. “Perché la mia vita è stata distrutta in questo modo? Io non lo so!”.
Dean rimase a fissarla immobile, mentre nella sua mente si faceva largo una sensazione di déjà-vu, che lo fece sorridere amaramente ed abbassare il capo: tutta quella situazione non poteva fare a meno di riportare alla luce i ricordi di quando aveva conosciuto Katherine, di quando l’aveva afferrata fra le sue braccia e portata a casa di Bobby ancora priva di sensi, di quanto fosse spaventata quando aprì gli occhi proprio sul divano a cui dava le spalle, non sapendo dove si trovasse, cosa stesse succedendo, chi la stesse cercando e perché.
Una fitta in mezzo al petto lo colpì improvvisamente, così scosse forte la testa, come se potesse scuotersi via i pensieri di dosso, dandogli la possibilità di tornare a studiare il caso con il fratello e trovare una soluzione per quella povera ragazza, completamente terrorizzata.
“Non ho idea di cosa stia succedendo..” continuò la ragazza con occhi lucidi.
“Ok..” disse Sam sospirando. “Ok, lo scopriremo..”.
“Come?” chiese Anna aggrottando le sopracciglia.
Dean alzò leggermente la testa, volgendo lo sguardo dal pavimento agli occhi nocciola della ragazza, e accennò un leggero sorriso, dicendo: “Potrei sapere come fare..”.
 
 
 
“Dovremmo fuggire.." disse una delle ragazze che alloggiavano a casa di Katherine, sbuffando e armeggiando con un bastone da combattimento.
Claire ed Hailey avevano iniziato da qualche ora l’allenamento alle Potenziali all’interno della palestra che il Consiglio aveva costruito accanto l’abitazione della Cacciatrice, e ognuna di loro aveva già maturato il pensiero di scappare, di fuggire via, per non affrontare quei demoni che gli davano la caccia, ne tantomeno Lilith;  le due Cacciatrici avevano insegnato loro come usare diverse armi, tra cui coltelli, spade e balestre, per poi dedicarsi al vero corpo a corpo, insegnandogli tutto quello di cui loro erano a conoscenza e che le avevano salvate durante numerosissime lotte.
"Per andare dove, Jo ?” chiese Ashley sospirando, guardando la compagna con un sopracciglio alzato e le mani ai fianchi. "Siamo più al sicuro in casa”.
Se le due Cacciatrici avevano capito qualcosa delle tre ragazze, era che l’unica a sentire la vocazione per il destino per cui erano state scelte era proprio lei; durante l’intero allenamento aveva mostrato grinta e passione per quello che faceva, dai suoi occhi era possibile notare che quello che stava facendo le piaceva, e anche tanto. Inoltre era l’unica Potenziale che era riuscita a calmare Amber durante la notte precedente, ancora shockata per l’attacco del mostro.
"Già finché non farà buio” rispose Jo scuotendo la testa e prendendo un respiro.
"Continuate ad allenarvi!!" esclamò Hailey perentoria, serrando le braccia al petto e lanciando un’occhiataccia alle ragazze.
Dopo una breve pausa di silenzio, le tre giovani ripresero ad allenarsi e ad esercitarsi fra di loro, colpendosi a vicenda e cadendo rovinosamente a terra numerose volte, suscitando ilarità nelle altre; Hailey sospirò e prese un bicchiere d’acqua fresca dalla bottiglia posizionata sopra il largo tavolo della palestra: si sedette velocemente su di una sedia e le osservò.
La ragazza scosse la testa e sospirò: nonostante le piacesse insegnare alle nuove leve tutto quello che avevano insegnato a lei, non poteva fare a meno di pensare a sua sorella che era stata ridotta in quel modo da un demone di cui ancora non sapevano neanche il nome.
Jenny, quella mattina, cominciò a fare delle ricerche molto approfondite, aiutandosi anche con delle conoscenze dei pochi Osservatori rimasti in vita nel suo paese, e presto prometteva una risposta: era necessaria, il sole sarebbe calato anche quella sera e quel demone sarebbe andato a cercarle nuovamente. Dovevano essere pronte. Katherine doveva essere pronta.
Giles ed Addison, invece, si erano recati alla stazione della città con largo anticipo rispetto all’orario dell’arrivo del treno, per eliminare la possibilità di imprevisti, aspettando che altre cinque Potenziali arrivassero da loro.
"È una cattiva idea, non sto imparando nulla” disse Amber liberandosi dalla presa di Claire, che si era offerta di sostituire per un po’ l’altra Cacciatrice. “Moriremo presto!”.
"Non dire sciocchezze!” esclamò Ashley perentoria, accennando un sorriso. “Io ho imparato tantissimo oggi e, per essere chiari, non moriremo!”.
"Moriremo come mosche..” continuò la ragazza scuotendo la testa. “.. schiacciate da quell'essere”.
"Riusciremo ad ucciderlo, sta tranquilla” disse Claire seccamente, sbuffando.
"No, noi non ci riusciremo” disse Jo facendo spallucce. “Katherine non ci riuscirà”.
"Sì invece!” esclamò Hailey alzandosi ed andando incontro alle ragazze con espressione seria sul viso. “Dovete darle tempo, ha sacrificato più di quanto pensiate per essere qui ed aiutarvi oggi, quindi portatele un po’ di rispetto!”.
"Lei sta dormendo in questo momento, non ci sta aiutando!” esclamò Amber alzando un sopracciglio, avanzando di qualche passo verso la ragazza ed allargando le braccia. “Dovrebbe essere qui con noi ad insegnarci, è lei la vera Cacciatrice! Non sappiamo neanche se stanotte sarà in grado di combattere!”.
"Una Cacciatrice lo è sempre” rispose Claire cercando di mantenere la calma, sospirando.
"Come ieri sera?” chiese Jo ridendo.
"Andiamo ragazze, non possiamo giudicare..” disse Ashley sospirando, voltandosi verso le ragazze. “Non sappiamo come siano andate le cose ieri notte..”.
"Ho avuto più paura vedendo com'era ridotta ieri, che quando il mostro ha cercato di uccidermi” disse Amber facendo spallucce. 
"Già, non è in grado di difenderci” disse Jo, dando manforte alla compagna.
"Adesso basta!!” esclamò Hailey infuriandosi, serrando le braccia al petto tentando di soffocare l’istinto di picchiare le due ragazze. “Continuate ad allenarvi e non azzardatevi a mettere più in dubbio il potere di mia sorella, prima che vi faccia assaggiare il mio!!”.
Le ragazze abbassarono lo sguardo e con un sospiro, si voltarono e tornarono ai propri posti, riprendendo a simulare delle lotte fra di loro e a maneggiare le armi, mentre Ashley, contenta della frase che la Cacciatrice avesse appena pronunciato, sorrise, per poi tornare dalle altre due ragazze.
"Bella frase ad effetto Coach, hai spaventato un gruppo di ragazze già terrorizzate” disse Claire sorridendo, avvicinandosi.
"Beh, qualcuno doveva zittire quelle due” rispose Hailey facendo spallucce, ricambiando il sorriso.
Le porte della palestra si spalancarono esattamente in quel momento, facendo entrare all’interno della grande stanza luminosa Addison, mentre le sue parole riecheggiarono nella struttura, arrivando chiaramente alle orecchie di tutti i presenti: "L'ha trovato! Jenny l’ha trovato!”.
"Continuate ad allenarvi, torniamo subito!” esclamò Claire volgendo velocemente lo sguardo verso le ragazze e tendendo una mano verso di loro, come a fermarle, prima di uscire dalla palestra e di chiudersi le porte alle spalle, seguendo Hailey ed Addison che si erano già avviate verso la casa.
Velocemente le tre ragazze entrarono in casa, dirigendosi verso il salotto, dove trovarono la donna ancora al telefono a parlare in chissà quale lingua strana, che le due ragazze fecero perfino fatica a capire e Giles seduto su una delle poltrone; mentre la loro attenzione fu catturate da cinque ragazze sedute sui divani, con delle espressioni tristi ed impaurite sul viso.
“Le Potenziali di oggi?” chiese Claire retoricamente, facendo un cenno nella loro direzione.
“Si Clay, loro sono Cloe, Andrea, Eve, Sarah ed Alicia..” sussurrò Addison sorridendo indicando ognuna delle ragazze. “Hailey e Claire”.
Dopo qualche altro secondo, Jenny si voltò verso di loro, chiudendo la chiamata con un semplice gesto della mano, e sorridendo guardò ognuno dei presenti negli occhi.
"L’ho trovato, so con chi abbiamo a che fare..” sussurrò la donna sorridendo, sospirando di soddisfazione. “L’essere contro il quale ha combattuto Katherine è un demone molto potente, ma anche qualcosa di più! E’ un Kreshnik, primordiali macchine da guerra, spietati belve selvagge, sono perfino temuti dai demoni stessi”.
“Pensavo che fosse solo una leggenda..” disse Giles con lo sguardo vitreo fisso davanti a sé.
“Anche io, fino a stamattina” disse Jenny facendo spallucce e scuotendo la testa.
“Quindi Lilith si serve di lui per fare il lavoro sporco?” chiese Hailey aggrottando le sopracciglia.
“Già, sono molto potenti, questo demone distrugge tutto ciò che tocca..” disse Jenny avvicinandosi e sospirando. “I Kreshnik sono molto forti, per questo il paletto che Katherine gli ha conficcato nel cuore non è servito a niente! E’ una delle razze più antiche al mondo, erano stati confinati all'inferno, ma a quanto pare Lilith ne ha liberato uno”.
"Le Porte..” sussurrò Addison abbassando lo sguardo.
"Cosa?” chiese Claire aggrottando le sopracciglia.
"Le Porte dell'inferno.. avevo sentito che qualcosa ne fosse uscito e che ciò aveva compromesso l’equilibrio della magia, ma nessuno era stato in grado di identificare cosa ne fosse uscito..” disse Addison alzando lo sguardo triste e sospirando. “Adesso lo sappiamo..”.
"Ok, ma quanti altri ne sono usciti? Se uno ha ridotto così Katherine, un esercito intero ci ucciderà tutti” disse Hailey scuotendo la testa, preoccupata.
"Ci rimangono poche alternative..” disse Giles alzandosi dalla poltrona con un sospiro. “.. che Katherine riesca ad ucciderlo stasera e che, per il momento, ne sia uscito solamente uno, ma dobbiamo essere tutti pronti, quindi.. Potenziali, venite con me, vi porto dalle altre e cominciamo l’allenamento..”.
Le ragazze scattarono ed immediatamente lo seguirono nella palestra, dove, insieme ad Hailey e a Claire, cominciarono a spiegare alle nuove arrivate tutto quello che avrebbero dovuto sapere per sopravvivere all’Apocalisse.
 
 
Dean corse alla sua auto e sfrecciò il più velocemente possibile sulla super strada, attraversando completamente la città, per andare a bussare alla porta dell’unica persona che in quel momento avrebbe potuto aiutare e sistemare la situazione di Anna; dopo aver chiacchierato per qualche minuto e dopo aver sentito ancora il suono squillante ed acceso della sua voce, entrambi salirono in macchina e in meno di un’ora di strada fecero ritorno a casa di Bobby.
“Siamo arrivati!” esclamò Dean sorridendo, aiutando la ragazza a scendere dall’auto ed entrando all’interno della casa, per poi scendere nella panic-room della cantina.
“Ciao, sono Sam” disse il ragazzo avvicinandosi alla donna ed afferrandole le mani con un sorriso sul viso.
“Certo che sei tu, dolcezza!” esclamò la donna che portava dei grossi occhiali scuri da sole, ridendo, avvicinandosi velocemente e schioccandogli un bacio sulla guancia, mentre le sue mani si facevano largo dalle sue spalle fino a scendere sul suo fondoschiena e si incollarono li per qualche secondo. “Certo che sei tu!”.
“Già..” disse Sam sorridendo imbarazzato, alternando lo sguardo tra la donna e il fratello.
“Come so che lei è un demone..” disse la donna sospirando e cambiando per qualche secondo la sua espressione, per poi tornare a rilassarsi. “.. e che invece la ragazza impaurita lì è Anna..!”.
La donna sorrise e si diresse in quella direzione, prendendole le mani fra le sue e disse: “Ciao Anna, io sono Pamela.. Dean mi ha detto quello che ti è successo, proverò ad aiutarti!”.
“Beh, è gentile da parte tua, grazie..” sussurrò la ragazza sorridendo.
“Non proprio, farei di tutto per fottere gli angeli! Ogni occasione è buona..” sussurrò Pamela sorridendo.
“Perché?” chiese Anna aggrottando le sopracciglia, continuando a fissare la donna.
“Perché mi hanno ridotta così..” disse Pamela sorridendo, togliendosi lentamente i suoi occhiali, lasciando vedere ai presenti i suoi occhi interamente bianchi, sentendo come la ragazza si stesse ritraendo, spaventata. “Non è demoniaco, è soltanto plastica, ottimo per gli affari!”.
“Oh..” disse semplicemente Anna sospirando ed abbassando il capo.
“Beh, adesso vieni con me di là e mi racconti tutto..” disse Pamela rimettendosi gli occhiali e sorridendo, passando il suo braccio sopra le braccia della ragazza. “Ti va?”.
Anna si avviò per qualche minuto con la veggente nella panic-room, dove le spiegò tutti gli eventi strani che avevano costellato la sua vita, che l’avevano portata perfino a sentire tutto ciò che gli angeli dicevano e facevano da quando Dean era risorto; successivamente, Pamela chiamò i ragazzi e li fece entrare all’interno della stanza, lasciando Ruby ad osservare dall’esterno, mentre Anna si distese sul letto, pronta per l’imminente tentativo di Pamela di fare luce sulla faccenda.
“Conterò da 5 a 0, dopodiché tu cadrai in un profondo stato di ipnosi..” disse la veggente sospirando, seduta proprio accanto al letto, tenendo una mano sulla testa della ragazza. “Mentre conto tu rilassati, d’accordo? 5..4..3..2..1..0”.
Anna rimase stesa immobile, con gli occhi chiusi, mentre un leggerissimo movimento del petto testimoniava a tutti il suo respiro; Pamela continuò a dire delle parole di rassicurazione alla ragazza, carezzandole la testa e sorridendo, notando quanto Anna si rilassasse sempre di più ad ogni parola pronunciata.
“Riesci a sentirmi?” chiese Pamela sorridendo.
“Si, ti sento..” sussurrò la ragazza rimanendo immobile.
“Bene; dimmi Anna, come fai ad essere in contatto con gli angeli? Come conoscevi quell’incantesimo?” chiese Pamela rilassandosi sulla sedia, non interrompendo mai il contatto che aveva con la ragazza.
“Non lo so..” sussurrò Anna sospirando leggermente. “L’ho semplicemente fatto”.
“Tuo padre come si chiama?” chiese Pamela sospirando.
“Richard Milton” rispose la ragazza agitandosi leggermente.
“Bene, voglio che torni a quando eri molto piccola, quando avevi appena 2 anni..” iniziò Pamela ma fu interrotta dalla ragazza, che prese a muovere braccia e gambe.
“No, non voglio!” esclamò la ragazza continuando a muoversi.
“Va tutto bene, sono solo ricordi..” sussurrò Pamela sfiorandole delicatamente la testa. “Va tutto bene.:”.
“No, no, no..” disse Anna continuando a dimenarsi.
“Qual è il nome del tuo vero padre? Perché è così arrabbiato con te?” chiese Pamela sospirando, mentre la ragazza continuava a disperarsi a letto. “Rispondimi!”.
“No, no, no, no! Lui mi ucciderà!” urlò Anna inarcando la schiena e sollevandosi leggermente dal letto, mentre con un gesto della mano chiuse la porta della stanza.
“Adesso basta, Anna? Anna?” chiese Dean avvicinandosi alla ragazza e toccandole un braccio per risvegliarla, ma immediatamente la ragazza con una leggera spinta lo lanciò dall’altra parte della stanza.
“Adesso svegliati, Anna” disse Pamela cercando di immobilizzarla il più possibile. “1..2..3...4..5..!”.
La ragazza aprì gli occhi lentamente e sbattè le palpebre numerose volte prima di mettere a fuoco la stanza e le persone all’interno; con un sospirò si sedette ed osservò la donna che stava davanti a lei per qualche secondo, prima di rompere il silenzio.
“Grazie Pamela, mi hai aiutata molto!” esclamò Anna con un’espressione seria sul viso. “Finalmente ricordo..”.
“Cosa ricordi?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“Chi sono” rispose la ragazza volgendo lo sguardo su di lui, accennando un leggero sorriso sul viso.
“Beh, chi sei?” chiese Dean spaesato quanto il fratello.
“Sono un angelo” disse Anna sospirando, scendendo velocemente dal letto. “Ma non preoccupatevi, non sono come gli altri”.
“Non mi rassicura molto..” sussurrò Pamela alzandosi e facendo qualche passo indietro.
La ragazza scosse la testa e si alzò di scatto dal letto, avvicinandosi alla porta, aprendola e salendo al piano di sopra, sotto gli occhi attoniti dei presenti, che la seguirono in silenzio, cercando di elaborare in fretta la notizia per cercare  di arrivare ad una soluzione.
I fratelli si appoggiarono alla scrivania, mentre Pamela si sedette sul divano e Ruby rimase in un angolo in disparte, mentre Anna sospirò e camminò per tutto il soggiorno, scuotendo la testa.
“Sono venuti Castiel e Uriel a prendermi?” chiese l’angelo voltandosi verso i ragazzi.
“Si, li conosci?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“Abbiamo combattuto nella stessa trincea, diciamo così” rispose Anna sospirando.
“Erano i tuoi capi?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Era il contrario..” disse la ragazza sorridendo.
“E come mai vogliono ucciderti?” chiese Pamela a braccia conserte.
“Ho commesso la colpa più grave..” disse Anna sospirando, prendendo nuovamente a camminare freneticamente per il piccolo soggiorno. “.. sono caduta!”.
“Cioè?” chiese il maggiore dei fratelli aggrottando le sopracciglia.
“E’ caduta sulla Terra, è diventata umana” disse Pamela sospirando.
“Quindi gli angeli possono diventare umani?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“E’ molto doloroso, ma si, è possibile” rispose la ragazza a braccia conserte. “Basta separarsi dalla ‘grazia’ ”.
“Che significa?” chiese Dean sgranando gli occhi.
“La grazia, sarebbe la mia energia, così l’ho spezzata e sono caduta..” disse Anna sospirando.
“E ti sei dimenticata di essere il piccolo Power Ranger di Dio?” chiese Dean allargando le braccia.
“Più invecchiavo, più la memoria svaniva” disse l’angelo sospirando.
“Siamo in un grosso casino!” esclamò Ruby allargando le braccia. “Gli angeli la vogliono morta, i demoni la vogliono catturare! Prima o poi la troveranno!”.
“Lo so…” sussurrò Anna sospirando e scuotendo la testa. “.. devo trovare e riprendere la mia grazia!”.
“Ammesso che la trovi, ti fai un bel tiro di grazia e ti trasformi in un super angelo?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Si, esattamente..” disse Anna sospirando, “Sono caduta sulla Terra, non ho idea di dove possa essere finita..”.
“La tua caduta era visibile ad occhio umano? Come una cometa?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“Perché me lo chiedi?” chiese Anna aggrottando le sopracciglia, mentre le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso.
Sam cominciò la sua ricerca, aiutato da Ruby, sperando di trovare qualche avvistamento di meteoriti caduti dal cielo, che potessero essere compatibili con la data e la città di nascita della ragazza; scavando su internet scoprirono che ne era stato avvistato uno proprio nel marzo dell’85, nella città natale di Anna, mentre un altro meteorite cadde in un altro paese, Kentucky,  presumibilmente la sua grazia.
Durante le ricerche Sam e Ruby ebbero una discussione accesa: si trovavano esattamente in mezzo a due eserciti in guerra, angeli contro demoni, e l’unico modo per fermarli sarebbe stato uccidere Alastair, mentre Anna ritrovava la sua grazia, tornando un angelo potente.
Il demone cercò di convincere Sam ad usare i suoi poteri, ma il ragazzo si rifiutò, dicendole chiaramente che per il momento non li avrebbe più usati, causando una lite.
Nel frattempo, Dean aveva riaccompagnato la veggente a casa, ed in poco tempo tornò a casa trovando la ragazza-angelo appoggiata ad una delle tante macchine che stavano nel giardino di Bobby e le si avvicinò silenziosamente.
“Pamela si scusa, ma dopo tutto quello che perso con gli angeli, non se la sentiva di rischiare oltre..” sussurrò Dean sedendosi accanto alla ragazza.
“Anche voi dovreste farlo..” disse Anna con le braccia conserte, scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo.
“Posso chiederti una cosa?” chiese Dean sospirando, volgendo lo sguardo verso la ragazza. “Perché mi hanno salvato?”.
“Mi dispiace, gli angeli non ne parlavano” disse Anna facendo spallucce, fissando il ragazzo negli occhi.
Dean annuì e sospirò, mettendo le mani nelle tasche dei suoi jeans, distogliendo momentaneamente lo sguardo dalla ragazza e disse: “Un’altra domanda, perché sei caduta ?”.
“Davvero non lo capisci?” chiese Anna accennando un sorriso amaro.
“Noi viviamo un’unica esistenza, piena di problemi, cerchiamo sempre di fregarci l’un l’altro..” disse Dean accigliandosi ed aggrottando le sopracciglia, non riuscendo davvero a capire la motivazione del gesto dell’angelo.
“Si, ma conoscete anche la lealtà, il perdono..” disse Anna sospirando, tornando a fissare il suo sguardo in quello del ragazzo. “L’amore..”.
“Il dolore..” rispose Dean serrando la mascella.
“La speranza” disse Anna accennando un sorriso.
“Il senso di colpa..” disse Dean sospirando.
“Il sesso..” disse Anna ridendo.
“E qui mi arrendo!” esclamò il ragazzo lasciandosi contagiare, distogliendo lo sguardo.
Anna continuò a ridere, per poi divenire seria e fissare il ragazzo, e disse: “Io l’ho fatto per tutte le emozioni, sia belle che brutte, e sono disposta a fare qualsiasi cosa pur di non tornare indietro!”.
“Tu sopravvaluti le emozioni umane, sai?” disse Dean sospirando. “Voi siete potenti, perfetti, non avete dubbi su voi stessi!”.
“Perfetti, come una statua di marmo, vuoti, senza nessuna scelta, obbediscono agli ordini e basta! Sai quanti angeli hanno davvero visto Dio?” chiese Anna alterandosi, voltandosi interamente con il corpo verso di lui. “Solo quattro!”.
“E allora come fate a sapere che esiste?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Dobbiamo crederlo per fede..” disse Anna abbassando il capo. “Sono stata lasciata sulla Terra per 2000 anni, sempre in strada, invisibile a tutti, con la nostalgia di casa, in attesa degli ordini di un Dio che non ho mai visto!”.
Dean sospirò, ascoltando le parole della ragazza, e scoppiò in una risata, sotto lo sguardo sbalordito della ragazza, che sgranò gli occhi.
“Ti sembrerà strano, ma.. io ti capisco” disse il ragazzo con un sorriso amaro sulle labbra, mentre Anna lo osservava e capì il dolore che aveva provato e che continuava a provare il giovane che stava davanti a lei, a fissarla.
“Dean..” sussurrò la ragazza facendo spallucce, sospirando.
“Ehi!” esclamò Sam sbucando alle loro spalle, facendoli voltare e sussultare. “Ho trovato qualcosa!”.


 
 
14:32. Era questo l’orario che la sveglia sul suo comodino indicava quando spalancò gli occhi nel suo letto, aveva recuperato ben 7 ore di sonno, e per lei era una specie di miracolo poter dormire tutte quelle ore di fila.
Si mosse all’interno del letto, sentendo le gambe e le braccia molto meno indolenzite rispetto a quando si era addormentata quella mattina; riuscì a sedersi e ad alzarsi in piedi senza fatica, non avvertendo più nessuno dolore che la paralizzava interamente.
Sapeva che il suo sistema di guarigione era molto più veloce rispetto a quello degli altri essere umani, per questo confidava di riprendere le forze entro quella sera; si stiracchiò ed entrò in bagno, fissando nuovamente l’immagine riflessa: aveva ancora i brutti ematomi sul viso, ma avevano perso il colore violaceo di qualche ora prima, divenendo giallognoli, mentre i tagli si stavano cicatrizzando.
Sorrise e si fece una doccia veloce, per poi scendere le scale intorno alle 15 del pomeriggio e mettere sotto i denti qualcosa, dato che il suo stomaco brontolava da quando si era svegliata; aggrottò le sopracciglia, entrando all’interno del salone, trovandolo stranamente vuoto.
Si avviò verso la cucina, trovando anch’essa vuota, così fece il giro del piano di sotto, trovando il deserto totale, e ciò la spaventò e la preoccupò molto: che diavolo era successo mentre dormiva?
“Katherine, sei sveglia!” esclamò una voce alle sue spalle, ferma nel pianerottolo delle scale, continuando a scendere.
“Jenny..” sussurrò la ragazza aggrottando le sopracciglia. “Dove sono gli altri?”.
“Sono tutti nella palestra, c’è un vero caos lì dentro!” esclamò la donna sorridendo, passandole un braccio attorno alle spalle. “Vieni andiamo in cucina, sarai affamata! Ti spiegherò tutto!”.
“D’accordo..” sussurrò la ragazza aggrottando le sopracciglia, lasciandosi guidare all’interno della sua stessa casa.
Velocemente la donna le preparò un panino, farcendolo con tutto ciò che trovò all’interno del frigo, e la ragazza lo divorò in pochi minuti, sentendosi immediatamente in forza; sorrise a Jenny, mentre cominciò a raccontarle delle novità che aveva scoperto, il nome dell’essere che aveva affrontato la notte precedente, l’avvio dell’allenamento alle tre Potenziali con Hailey e Claire, e l’arrivo di altre cinque ragazze che si erano recate immediatamente in palestra con Giles, pronte per l’addestramento.
Katherine sospirò, rivelando alla donna quanto le sarebbe piaciuto cominciare lei stessa l’addestramento delle ragazze, ma Jenny la rincuorò dicendole che per quel giorno sarebbe stato meglio che riservasse le forze per la sera, quando il Kreshnik avrebbe attaccato.
La donna si defilò in poco tempo, dovendo andare a prendere a scuola Judith per poi farle trascorrere la notte nella sua casa lontana da ogni tipo di pericolo, così lasciò la ragazza sola all’interno della grande casa, con la raccomandazione di riposarsi e di non stancarsi troppo; Katherine scosse la testa ed uscì dalla casa, chiudendosi la porta alle spalle e dirigendosi verso la palestra, trovando le grandi porte spalancate, sentendo molte voci provenire dall’interno.
Senza farsi vedere si sporse con il corpo e con la testa leggermente in avanti per vedere che tipo di allenamento stessero affrontando le potenziali, trovandole impegnate in una serie di combattimenti fra loro, alcuni gruppi con le armi mentre altri praticavano il corpo a corpo; osservò Hailey e Claire dirigere le Potenziali Cacciatrici come dei veri Osservatori, come del resto stava facendo Giles.
Sorrise al pensiero che il suo piccolo esercito si stava formando e sarebbe stato pronto a breve per sconfiggere Lilith e chiunque si fosse messo ad intralciare la loro strada; il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da alcune voci, due ragazze impegnate nella lotta fra di loro, avevano appena smesso di combattere e gettarono letteralmente le armi a terra.
“Sono stufa!” esclamò una delle due ragazze, che la Cacciatrice non aveva ancora avuto il piacere di conoscere. “Sono stanca, sono ore che ci alleniamo!”.
“Sta zitta e ritorna ad allenarti se vuoi sopravvivere!” esclamò Hailey sbuffando, scuotendo la testa.
“No, Cloe ha ragione, siamo stanche per il viaggio e per tutti questi allenamenti!” esclamò la seconda ragazza, serrando le braccia al petto, attirando l’attenzione di tutti su di sé.
“Ci risiamo..” sussurrò Ashley portando una mano al viso e sospirando, stanca delle lagne delle sue compagne.
“Dovreste continuare ad allenarvi, andrà tutto bene..” sussurrò Addison sospirando, appoggiata al tavolo della palestra.
“Se stasera quel mostro verrà, noi non saremo in grado di difenderci perché saremo troppo stanche!” esclamò un’altra delle nuove ragazze scuotendo la testa.
“Mi dispiace essere brutale, ma se non continuerete ad allenarvi e ad impegnarvi duramente, morirete!” esclamò Giles scuotendo la testa.
Uno schiamazzo di voci si alzò nell’aria, tanto che Katherine non riuscì più a distinguere le voci, ne tantomeno a capire cosa stessero dicendo, così, alzando il tono della voce di molto per sovrastare quello degli altri, disse: “Silenzio!”.
Tutti si voltarono verso di lei, che stava ancora sull’uscio della porta a fissarli con le braccia conserte e un’espressione seria sul viso; dopo qualche secondo, la ragazza fece qualche passo avanti, cosciente che tutti i presenti stessero fissando le sue ferite sul viso, chiedendosi se ce l’avrebbe fatta quella sera ad uccidere il mostro.
“Capisco che siete spaventati, anche io lo sono..” disse Katherine sospirando, accennando un sorriso. “Dobbiamo restare uniti, così saremo più forti! Non possiamo dividerci in questo momento delicato, ragazze!”.
“Kath, come ti senti?” chiese Giles sospirando, avvicinandosi velocemente alla ragazza e sorridendole, felice di vederla in piedi, afferrandole una mano fra le sue.
“Sto molto meglio, grazie..” sussurrò la ragazza sorridendo.
“Il sole tra poco calerà e il Kreshnik arriverà presto..” disse Amber sbuffando, scuotendo la testa. “Sarebbe utile escogitare un piano!”.
Katherine sospirò e scosse la testa, abbassando il capo e riflettendo qualche secondo su come avrebbero affrontato il mostro quella sera, così, rialzando il capo disse: “Addison, non te lo chiederei se non fosse necessario..”.
“Si, lo farò.. alzerò una barriera mistica..” sussurrò la ragazza annuendo ed agitando la sua chioma rossa.
“Dovrà essere molto robusta, questo essere è molto più forte di quello che pensiamo..” disse Katherine fissando l’amica negli occhi. “Puoi farlo?”.
“Tenterò..” sussurrò la ragazza sospirando.
“Come tenterai?” chiese una delle nuove ragazze, Sarah, con espressione titubante.
“Smettila!” esclamò Ashley infuriandosi, prendendo le difese dalla strega.
“E se non funzionasse?” chiese Jo scuotendo la testa. “Se quel mostro riuscisse a passare la barriera?”
“Entreremo in gioco..” disse Katherine allargando le braccia.
“Combatteremo?” chiese Cloe titubante, sgranando gli occhi.
“Come faremo a difenderci?” chiese Alicia impaurita.
“Con quali mezzi? Io non ho ancora imparato ad usare queste armi, figuriamoci il corpo a corpo!” esclamò una delle nuove ragazza, Andrea, scuotendo la testa.
“Con tutto il necessario, giusto Katherine?” chiese Ashley sorridendo.
“Tu ti sei battuta con il Kreshnik e ti ha quasi uccisa, che speranze possiamo avere noi?” chiese Eve scuotendo la testa, preoccupata per la propria incolumità.
“L’hai colpito con un paletto e non è morto!” esclamò Jo sospirando.
“Forse non può essere ucciso!” ipotizzò Amber facendo spallucce.
“Non è un motivo per non tentare!” esclamò Claire allargando le braccia.
“Tentare cosa? Di morire?!” chiese ironicamente Cloe.
“Possiamo arrenderci, così almeno non ci ucciderà!” esclamò Alicia facendo spallucce.
“Tentare è giusto!” esclamò Ashley sospirando.
Katherine sentì la stessa confusione di poco prima e scosse la testa, così guardò negli occhi la sorella e le sue due amiche e fece cenno loro di uscire, strattonando la mano dell’unico uomo presente, così avrebbero potuto avere modo di parlare senza essere interrotti da quelle ragazzine terrorizzate.
“Non hanno fatto altro tutto il giorno, si lamentano e si lamentano..” disse Hailey portandosi una mano alla testa, sospirando.
“Sono spaventate, è normale..” disse Giles facendo spallucce.
“Come ti senti? Sei in forza per stasera?” chiese Claire sospirando.
“Non preoccupatevi, vi aiuterò io con la barriera, non oltrepasserà la porta..” disse Addison sospirando.
“Ho bisogno che le ragazze mi vedano uccidere da sola quel mostro, questo aumenterà la fiducia in loro stesse..” disse Katherine sospirando. “E si, lo farò da sola, non ribattete per favore!”.
I quattro si guardarono negli occhi e sospirarono, cercando di trovare una soluzione e di potere aiutare la ragazza a sconfiggere quel mostro, in modo da tranquillizzare le ragazze.
“Questo non è un luogo adatto per affrontare una battaglia..” disse Hailey sospirando.
“Già, ma dove potremmo andare?” chiese Claire scuotendo la testa.
“Il Kreshnik arriverà qui, no?” chiese Giles sorridendo. “So come potremo agire e dove potremmo portare le ragazze..”.
Il sorriso dell’uomo contagiò Katherine, infondendole fiducia, facendole pensare che la sera solo lei sarebbe stata in grado di uccidere quella bestia, e quando un pensiero del genere si insinuava all’interno della mente della ragazza, niente poteva più fermarla. Quella sera la Cacciatrice avrebbe messo un punto sulla bestia e sul divertimento malsano di Lilith, quella sera il primo demone creato da Lucifero avrebbe visto dissolversi nell’aria quella sorpresa che aveva organizzato per lei: Katherine avrebbe ucciso il Kreshnik.
 
 
I ragazzi si recarono nel punto in cui Sam aveva identificato l’avvistamento del meteorite nell’85, ovvero dove risedeva la grazia dell’angelo umano che viaggiava con loro: una bellissima quercia secolare e robusta si era formata nel punto esatto in cui il “meteorite” era precipitato.
Quando Anna scese dalla macchina e osservò l’albero, capì subito che era la traccia giusta, avvertendo la potenza della sua grazia, riconoscendola ed avvicinandosi; con il sorriso ancora sulle labbra, vi poggiò delicatamente la mano, ma la sue espressione cambiò di colpo: era sparita.
“Dobbiamo tornare nella panic-room!” esclamò Dean camminando per tutto il capanno nel quale si erano rifugiati, preoccupato per un imminente attacco.
“E starete chiusi per sempre li?” chiese Ruby allargando le braccia.
“Sto solo pensando ad alta voce!” esclamò Dean parandosi davanti a lei, molto irritato.
“E questo lo chiami pensare?” chiese Ruby alzando un sopracciglio.
“Ehi, ehi!” esclamò Sam intromettendosi e sospirando.
“Non possiamo difenderci dal Paradiso e dall’inferno contemporaneamente e Anna non può proteggerci senza la sua grazia!” esclamò Ruby facendo spallucce e sbuffando.
“Fate silenzio..” sussurrò Anna sospirando. “Gli angeli stanno parlando..”.
I tre ragazzi si lanciarono un’occhiata preoccupata e si avvicinarono alla ragazza, che fissava un punto davanti a sé con sguardo vitreo, piegando la testa da un lato.
Dean Winchester deve consegnarci Anna entro mezzanotte, oppure…”.
“Oppure cosa?” chiese Dean avvicinandosi.
La ragazza sospirò e si voltò verso il ragazzo con occhi tristi, e disse: “.. oppure sarà condannato nuovamente alla perdizione!”.
“Aspetta, che possiamo fare?” chiese Sam allargando le braccia. “Possiamo uccidere gli angeli?”.
“Si, ma serve qualcosa che non possiamo raggiungere in tempo..” disse Anna facendo spallucce. “..dobbiamo studiare piani alternativi!”.
“Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo trovare un modo!” esclamò Dean agitandosi, scuotendo la testa ed uscendo velocemente dalla stanza, raggiungendo velocemente il giardino.
Prese una serie di respiri profondi, nel tentativo di calmarsi: non poteva tornare all’inferno, davvero non poteva!
Senza neanche rifletterci molto sopra, estrasse il suo cellullare e compose il numero che conosceva ormai a memoria, e chiuse gli occhi velocemente, sperando ad ogni squillo che rispondesse; ne aveva bisogno.
Squillò una seconda, una terza ed anche una quarta volta, finchè la chiamata si chiuse automaticamente e il ragazzo imprecò, rimettendo il telefono nelle tasche e cercando di calmarsi e di pensare un modo per uscire vivo da quella situazione, non consegnando la ragazza a nessuna delle due legioni.
“Dean?” chiese Anna sbucando alle sue spalle, accennando un sorriso. “Stai bene?”.
Il ragazzo sorrise e scosse la testa, avvicinandosi alla ragazza e disse: “Si, sto bene..”.
“Io volevo ringraziarti..” sussurrò la ragazza sorridendo, avvicinandosi. “.. per tutto quello che state facendo per me!”.
“Ehi, volevamo farlo..” disse Dean sorridendo. “Non devi sentirti in debito con noi!”.
“Non lo so, forse non merito di essere salvata..” sussurrò Anna abbassando lo sguardo. “.. io ho disobbedito, proprio come Lucifero! Forse è giusto che paghi!”.
“Abbiamo fatto tutti cose di cui dovremmo rispondere..” sussurrò Dean abbassando la testa.
“Devo dirti una cosa...” disse Anna avvicinandosi e poggiando una mano delicatamente sulla sua guancia. “Una settimana fa ho sentito gli angeli parlare di te, di quello che hai fatto all’inferno.. non è stata colpa tua, cerca di perdonare te stesso!”.
“Io non..” disse Dean abbassando lo sguardo, cambiando espressione. “..non voglio parlarne, non posso!”.
“Quando sarai pronto, ci saranno persone che sapranno ascoltarti..” sussurrò Anna sorridendo, abbassando la mano sul suo braccio. “..non sei solo!”.
Il ragazzo annuì, osservando la ragazza avvicinarsi sempre di più, finchè fra i loro volti e le loro labbra ci furono pochissimi centimetri di distanza: Dean continuò ad osservare l’angelo umano che si avvicinava lentamente alle sue labbra, ma l’unica cosa che vedeva nella sua mente era la ragazza che stava in un’altra città ad allenare delle Potenziali Cacciatrici e salvarle da morte certa.
Così, mantenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi, disse: “Io non.. non..”.
“Non puoi?” chiese Anna sospirando. “Perché?”.
“Sto con un’altra persona e non potrei mai farle questo..” sussurrò Dean abbassando il capo, facendo qualche passo indietro.
“Davvero? Con la stessa persona che non ti risponde alle chiamate?” chiese Anna accennando una risata.
“Si..” sussurrò Dean sospirando ed abbassando lo sguardo.
“Io invece penso che tu possa farlo..” sussurrò Anna e con uno scatto veloce, posò le sue labbra su quello del ragazzo, stringendosi a lui.
Dean rimase in mobile per qualche secondo immobile, per poi afferrare la ragazza dalle braccia e disse: “Non posso Anna, mi dispiace”.
“Già, dispiace anche a me..” sussurrò la ragazza abbassando gli occhi e scuotendo la testa, prima di allontanarsi dal ragazzo. “..torno dentro..!”.
Dean sospirò, mentre sentì il suo telefono vibrare all’interno della tasca dei suoi jeans, così velocemente lo tirò fuori e lesse il messaggio: “Non adesso tesoro, ti chiamo domani se riesco!”.
Il ragazzo sorrise e rimise il telefono al suo posto: non sa se sarebbe sopravvissuto a tutta questa situazione e quel “domani” non faceva proprio al caso suo; con un sospiro rientrò all’interno della casa, deciso a trovare una soluzione.

“Sono preoccupato per Ruby, è fuori da troppo tempo!” esclamò Sam sospirando, sbirciando fuori dalle finestre malmesse del capanno in legno.
“E’ amica tua, non mia!” esclamò Dean bevendo dalla sua fiaschetta un sorso di Whiskey.
“Stai bene?” chiese Anna avvicinandosi al ragazzo, sospirando.
“Si, sto bene, grazie” disse Dean accennando un sorriso.
Improvvisamente le porte del capanno si spalancarono, mentre due figure avanzarono ed entrarono, posizionandosi esattamente di fronte a loro, sorridendo.
“Ciao Anna!” esclamò Castiel sorridendo. “Quanto tempo è passato!”.
“Come ci avete trovati?” chiese Sam sospirando, parandosi davanti alla ragazza.
Lo sguardo dei due angeli si posò sopra al ragazzo che stava alla sinistra di Anna, che abbassò lo sguardo e sussurrò un semplice “Mi dispiace”.
“Perché Dean?” chiese il fratello allargando le braccia.
“Perché non gli hanno dato altra scelta!” esclamò Anna voltandosi verso i due angeli che stavano davanti a sé.
“Se non ci avesse ucciso la ragazza, avrei ucciso Sam e Katherine!” esclamò Uriel sorridendo.
Anna sospirò ed afferrò il braccio del ragazzo, carezzandolo e sorridendo, e avvicinandosi al suo orecchio sussurrò: “Hai fatto del tuo meglio, io ti perdono!”.
Dopo un’altra breve occhiata, si voltò verso i due suoi aguzzini e con un sorriso fece qualche passo verso di loro, sapendo benissimo di andare in contro a morte certa.
“Adesso basta fuggire, sono pronta!”  esclamò sospirando.
“Ci dispiace..” sussurrò Castiel accennando un sorriso amaro.
“Gli ordini sono ordini, lo so..” sussurrò la ragazza angelo sospirando. “.. almeno fallo in fretta!”.
“Non ti azzardare a fare del male ad Anna!” esclamò una voce, apparendo alle spalle dei ragazzi.
Due demoni tenevano per le braccia Ruby, ricoperta di sangue, che avevano torturato, facendola parlare su dove si trovasse l’angelo umano che tanto si contendevano le due parti.
“Come osi venire in questo posto?” chiese Uriel facendosi spazio fra i ragazzi e avanzando verso il demone.
“Non ti permetto di parlarmi così, fanatico e bigotto!” esclamò Alastair infuriandosi, avanzando verso il suo avversario.
“Ti consiglio di andartene all’instante..” disse Castiel sospirando.
“Dateci la ragazza prima!” esclamò il demone sorridendo. “Ci penseremo noi a punirla per come merita!”.
“Non te lo ripeto un’altra volta, andatevene o vi annienteremo !” esclamò Castiel avanzando, raggiungendo Uriel.
In pochi secondi, l’altro angelo colpì i due scagnozzi di Alastair, mentre Castiel si dedicò al capo, colpendolo in viso numerose volte, facendolo indietreggiare e imponendogli una mano in testa, cercando di esorcizzarlo, ma così non fu; il demone si mise sopra di lui, recitando delle frasi in latino, mentre Uriel continuava a picchiare gli altri due.
Anna sfuggì dal controllo dei due ragazzi e corse verso Uriel, notando la sua grazia penzolare al collo di quest’ultimo, così velocemente l’afferrò e la gettò a terra, liberando una nube bianco-neve nel capanno che entrò velocemente in lei, facendo percorrere il suo corpo da spasmi, fin quando non si accasciò a terra, mentre il suo corpo prese a brillare, facendo sparire tutti i demoni presenti. Con voce flebile suggerì a tutti i presenti di chiudere gli occhi, finché in una bellissima luce il suo corpo sparì, segno che era tornata nella sua forma originale in Paradiso.
“Non è qui che finisce..” urlò Uriel mettendo su la sua faccia minacciosa e fissando Dean.
“Invece è proprio qui che è finita, pagliaccio! E adesso andatevene!” esclamò il ragazzo mentre in pochi secondi i due sparirono dal capannone, lasciando i fratelli da soli insieme a Ruby.
Dopo essersi assicurati che il demone stesse bene, i due uomini si congedarono, avendo solamente voglia di dormire per tutta la notte, senza nessuna interruzione, così salirono in macchina e sfrecciarono verso casa.
“Ce l’abbiamo fatta anche questa volta..!” esclamò Sam sorridendo, voltandosi verso il fratello.
Dean sorrise ed osservò il fratello che appoggiò la testa al sedile, rilassandosi quanto più possibile all’interno di quella auto, sempre troppo piccola per lui; così decise che forse era arrivato il momento di confidarsi con il fratello ed alleggerirsi un po’ la coscienza, nonostante anche solo parlarne facesse male.
“Non sono stati 4 mesi..” sussurrò Dean fissando la strada, sospirando.
“Cosa?” chiese Sam voltandosi verso il fratello ed aggrottando le sopracciglia.
“All’inferno il tempo scorre diversamente..” disse Dean sospirando. “Sono stati 40 anni! Li giù mi hanno tagliato e dilaniato in modi che tu non riesci neanche a..”.
Il ragazzo fu costretto a fare una pausa, serrando la mascella e trattenendo l’impulso di piangere; da quando era tornato non aveva parlato dell’inferno con nessuno, neanche con Katherine. Era davvero molto doloroso farlo.
“Non rimaneva niente di me, dopo.. e poi improvvisamente tornavo tutto intero, così potevano ricominciare da capo” disse Dean sospirando, scuotendo leggermente la testa. “E Alastair alla fine di ogni giornata mi faceva sempre la stessa offerta: mi avrebbe tolto dalla ruota della tortura se ci avessi messo qualcun altro e avessi iniziato a torturarlo! Ogni giorno ho rifiutato, ogni giorno per 30 anni..”.
“Dean..” disse Sam appoggiando una mano sulla spalla del fratello nel tentativo di dargli forza, capendo quanto quelle parole gli fossero costate.
“Dopo non ce l’ho fatta più Sammy, sono sceso da quella ruota e per 10 anni ho dilaniato le anime di altra gente, ho perso il conto di quante ne ho torturate..” sussurrò Dean sospirando, mentre due lacrime solitarie sfuggirono al suo controllo, invadendo prepotentemente il suo viso.
“Dean, hai resistito per 30 anni..” sussurrò Sam sospirando. “.. non potevi fare di meglio!”.
“Io ho un peso..” sussurrò Dean mentre altre lacrime rigarono il suo viso. “.. dentro me e mi sta distruggendo, io vorrei solamente non sentirlo più..”.
Sam strinse la sua presa sulla spalla del fratello e sospirò, percependo tutto il dolore che Dean stesse provando e che aveva provato in silenzio da quando era tornato sulla Terra; avrebbe voluto aiutarlo, eliminare il dolore che ormai era inciso sull’anima e sul corpo del ragazzo.
In quell’istante, il cellulare di Sam prese a squillare spezzando l’atmosfera che si era fermata all’interno dell’auto, mentre il ragazzo prese a cercarlo nelle tasche del suo giaccone.
“Lo spengo subito..” sussurrò il ragazzo continuando a cercarlo.
“No, potrebbe essere importante, avremo modo di riparlarne..” disse Dean sospirando, mentre con una mano asciugava le lacrime dal suo viso. “Rispondi”.
“E’ Hailey” sussurrò Sam sospirando, fissando il ragazzo.
“Rispondi Sammy..” disse Dean voltandosi verso di lui ed accennando un sorriso.
Con un sospirò, il minore rispose alla chiamata premendo il tasto verde sullo schermo del suo cellulare, aggrottando le sopracciglia sentendo ciò che la ragazza gli stesse dicendo.
“In che senso ‘Katherine si è quasi ripresa’ ?” chiese Sam scuotendo la testa, mettendo il vivavoce, in modo che il fratello potesse sentire.
Dopo lo scontro con quel demone era ridotta malissimo, lividi e tagli ovunque..” sussurrò Hailey dall’altro capo del telefono sospirando. “Giles l’ha trovata sotto un cumulo di macerie!”.
I due fratelli si guardarono spaventati e sgranarono gli occhi, mentre il minore prese la parola e disse: “Demone? Di che parli? Non mi hai detto niente!”.
Il Kreshnik, il demone primordiale mandato da Lilith.. pensavo che lei ne avesse parlato con Dean..” disse Hailey dall’altro capo del telefono agitandosi. “..non è così?”.
Dean sgranò gli occhi e frenò immediatamente, facendo un’inversione a u sulla super strada, mettendosi in direzione della casa di Katherine.
“No, non ne ha fatto parola..” sussurrò Sam sospirando.
Beh, forse è perché non appena il sole tramonterà verrà a casa nostra per il secondo round con Katherine..” disse Hailey sospirando. “.. ma abbiamo un gran bel piano, funzionerà e le ragazze sono pronte.. o almeno spero!”.
I ragazzi si preoccuparono ulteriormente, fra meno di un’ora il sole sarebbe tramontato e quel mostro avrebbe dato la caccia alla ragazza, così Dean schiacciò il piede a tavoletta sull’acceleratore, sperando di arrivare a casa della ragazza in poco tempo, lottando contro il tempo.
“Ciao Hailey” sussurrò Dean sbuffando e serrando le mani attorno al volante. “Non dire a tua sorella che mi hai spifferato tutto, me lo farò dire io di persona!”.
Dean?” chiese la ragazza con voce sbalordita. “Stai venendo qua? Non puoi adesso, tra poco sarà buio!”.
“Arriveremo in tempo, sta tranquilla!” esclamò il ragazzo scuotendo la testa, mentre il fratello continuava a parlare con Hailey per saperne di più sulla situazione.
Non avrebbe permesso che nessun demone facesse del male alla ragazza che amava, così mantenne lo sguardo sull’orizzonte, sperando che la sua buona sorte tirasse per lui per una volta; non avrebbe lasciato Katherine combattere una seconda volta da sola contro un demone che la sera prima l’aveva ridotta malissimo.



Hailey ed Amber scesero lentamente dalla scala, recandosi al piano di sotto dalle altre ragazze, mentre il sole stava per fare capolinea, sparendo all'orizzonte; improvvisamente dei colpi frenetici alla porta di casa mise in allarme tutti i presenti della casa.
"È lui? È il mostro?" Chiese la Potenziale tenendo stretto il braccio della Cacciatrice.
"Amber i mostri non bussano alla porta.." disse Hailey staccandosi dalla presa della ragazza e scuotendo la testa, sapendo chi stesse bussando. ".. al massimo la sfondano".
La ragazza si avvicinò e guardò ugualmente dallo spioncino per accertarsi di chi si trattasse, così sospirò; aprì leggermente la porta e l'uomo davanti a sé la spalancò del tutto con un braccio, entrando all'interno del salotto cominciando a guardarsi in torno.
"Dov'è, Hailey? Dimmi dov’è?!" Urlò il ragazzo guardando in ogni direzione, sperando di trovare al più presto la ragazza per cui aveva guidato a 180-190 km/h in una strada che ne consentiva massimo 100. "Dov'è Katherine?!".
"Dean, vi avevo detto di non venire!” esclamò la ragazza aggrottando le sopracciglia, prendendo però a guardarsi in torno, mentre la Potenziale fece qualche passo indietro, disorientata. “A proposito, dov’è tuo fratello?”.
"Devo parlare con lei, ho bisogno di parlarle!" Esclamò Dean scuotendo la testa ed ignorandola, attraversando il salotto ed arrivando fino alla cucina dove stavano le altre potenziali, non trovando alcuna traccia di Katherine.  "È di sopra?".
"Dean, non penso che voglia parlare al momento.." disse Hailey sospirando e scuotendo la testa, mentre con una mano gli afferrò il braccio per bloccarlo. “.. si sta preparando!”.
"So quello che sta per succedere Hailey, ricordi?” Chiese Dean infuriandosi, liberandosi dalla sua presa e facendole fare qualche passo all'indietro. "Ho solo bisogno di vederla!".
"In questo momento ha bisogno dei suoi spazi, non potrà combattere con te al suo fianco" disse Hailey facendo spallucce, mentre Claire li raggiungeva dalla cucina.
"Ma che succede?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, serrando le braccia.
"Scusatelo, era molto in ansia.." disse Sam sorridendo, entrando dalla porta spalancata.
"Sam!" Esclamò Hailey voltandosi verso di lui, sorridendo di rimando e fissandolo negli occhi. 
"È tutto ok.." disse una voce dall'alto delle scale, attirando l'attenzione dei presenti su di sé. ".. sono qui, Dean".
Quando gli occhi del ragazzo si posarono sul viso e sul corpo mal ridotti della ragazza, sentì il sangue congelarsi all'interno delle sue vene, mentre un'espressione triste e colpevole si dipinse sul suo volto; in silenzio salì le scale, avvicinandosi sempre più alla ragazza che gli accennò un piccolo sorriso, mentre Dean si limitò a fissare i suoi lividi e i suoi graffi, non riuscendo a capire perché non l'avesse chiamato.
Sembravano vecchi di almeno 3-4 giorni, ma sapeva come la guarigione accelerata aiutasse le Cacciatrici.
"Kath.." disse Dean con un filo di voce non appena arrivò in cima alle scale, sfiorandole il viso delicatamente per paura di farle male.
"Vieni con me.." disse Katherine sospirando, afferrando una mano del ragazzo fra le sue ed entrando all'interno della sua stanza, chiudendosela alle spalle.
Dean rimase immobile davanti a lei, le braccia stese lungo i fianchi e gli occhi tristi che studiavano ogni centimetro del viso e del corpo della ragazza, che lo fissava di rimando con le braccia conserte e un’espressione seria sul viso.
“Dean, io..” sussurrò Katherine, ma il ragazzo la interruppe alzando di molto il suo tono di voce.
“Sta zitta!” esclamò Dean scuotendo la testa, serrando le labbra e voltandosi dall’altro lato della stanza. “Cazzo, Katherine, perché non mi hai chiamato?!”.
“Non volevo metterti in pericolo..” sussurrò la ragazza abbassando il capo e sospirando.
“Davvero?!” chiese Dean voltandosi verso di lei. “Tu mi avevi detto che stavi bene, che non dovevo preoccuparmi! Tu non rispondevi alle mie chiamate!”.
“Lo so, ma come hai visto di sotto, sono molto occupata..” sussurrò Katherine scuotendo la testa. “.. ho otto ragazze, un Osservatore e altre due Cacciatrici di sotto! Per non parlare della strega!”.
“Ti fai aiutare dalle streghe adesso?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia. “Cosa?!”.
“E’ una mia amica, non ha mai fatto del male a nessuno..” disse Katherine ma la sua espressione la tradì e il ragazzo le lanciò un’occhiataccia.  “.. il punto non è questo!”.
“ Hai ragione, il punto è un altro..” disse Dean annuendo ed abbassando il capo per qualche secondo, probabilmente per scegliere con cura le parole. “Tu mi hai fatto stare male in questi giorni, pensi che le persone non contino e prendi decisioni senza rifletterci veramente bene! Ma sai cosa? Le persone contano, io conto, noi contiamo! Noi siamo più forti insieme, ma davvero non lo capisci? Non puoi decidere di mettermi da parte, io non te lo permetto!!”.
Katherine sospirò ed abbassò lo sguardo, mentre gli occhi le si velarono di lacrime, e serrò la mascella perché sarebbe stato il momento più inopportuno per scoppiare e buttare giù la corazza che per tutto il giorno aveva cercato di formare su di sé; prese un respiro, sperando di calmarsi, sentendo lo sguardo del ragazzo piantarsi su di sé.
“Ne parleremo dopo..” disse la ragazza dopo qualche altro secondo, sollevando il viso verso l’uomo. “..davvero non posso adesso!”.
La porta si spalancò ed entrò Claire, con faccia terrorizzata e, fissando gli occhi sull’amica, sussurrò: “Dovresti venire a vedere!”.
Dopo essersi scambiati una rapita occhiata, Katherine e Dean scesero immediatamente le scale, trovando le ragazze ammassate in un angolo terrorizzate, mentre Sam ed Hailey osservavano fuori dalla finestra con gli occhi sgranati.
“Che succede?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi.
Quello che vide la lasciò senza fiato e scosse la testa: almeno una decina di uomini e donne si trovavano in piedi nel suo giardino, con gli occhi neri e il tipico sorriso macabro ed inquietante dei demoni.
“Altri due sono sul retro!” esclamò Giles spuntando dalla cucina.
Dean lo osservò per qualche secondo ed aggrottò le sopracciglia: “Lei.. cammina..?”.
“Lunga storia” disse Katherine sospirando, scuotendo la testa.
“Perché non attaccano?” chiese Amber con voce terrorizzata.
“Non vogliono entrare..” sussurrò Hailey sospirando.
“.. vogliono solo impedirci di uscire e scappare!” esclamò Claire facendo spallucce.
Katherine si diresse verso un grande baule, posto al muro nel salotto, e lo spalancò, facendo avvicinare le Potenziali, dando ad ognuna un’arma da taglio, per poter difendersi in caso lei non ce la facesse ad affrontarli tutti; Ashley autonomamente afferrò una balestra dimenticata sul fondo del baule e sorrise, caricandola proprio sotto gli occhi della Cacciatrice che sorrise.
“Sam, Dean..” sussurrò la ragazza passando loro delle asce, sorridendo.
“Preferisco usare questa..” sussurrò Il maggiore sorridendo, tenendo fra le mani la sua pistola.
“Non ti servirà con quel mostro..” disse Katherine ridendo, porgendogli nuovamente l’arma bianca, che accettò.
“Qual è il piano? Insomma che facciamo?” chiese Sam avvicinandosi alla ragazza, insieme ad Hailey.
“Addison alzerà una barriera mistica, non permetterà a quella creatura di entrare” disse Katherine sistemando qualche arma all’interno delle sue tasche.
“E allora perché siamo tutti armati?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Per ogni evenienza..” sussurrò la ragazza sospirando. “..ascoltatemi, sarà difficile, ma dovete fidarvi di me, non provate a mettervi in mezzo, sono stata chiara?”.
“Fate come dice ed andrà tutto bene, davvero..” disse Giles sorridendo, mentre in un angolo della casa la strega provava a “riscaldare” la sua magia.
“Succede qualcosa, ragazzi!” esclamò Claire alla finestra, notando una figura che si faceva largo in mezzo ai demoni.
Tutti si avvicinarono alla finestra ed osservarono l’orribile Kreshnik avvicinarsi sempre di più alla porta della casa, emettendo il tipico ringhio della sua razza, che aveva perseguitato Katherine per tutte le ore di sonno.
“Hai davvero combattuto contro quell’essere?” chiese Dean posando uno sguardo triste sulla ragazza.
“Si..” sussurrò Katherine con un sorriso. “E stasera lo ucciderò!”.
Dei colpi cominciarono a risuonare all’interno della casa, segno che il demone stesse cercando di buttare giù la porta per entrare ed uccidere tutti i presenti, mentre Addison cominciò a recitare le sue formule in latino ed il suo respiro si faceva sempre più affannoso.
Il mostro staccò dai cardini la porta e la fece cadere all’interno della casa, mentre con un sorriso osservò tutti i ragazzi nascosti dietro la strega e la Cacciatrice; non appena fece un passo verso di loro, una spessa barriera bianca fu emanata dal corpo della strega, mentre i suoi occhi si tinsero di nero, colore tipico dei demoni.
Il demone rise e con gli artigli cominciò a scavare all’interno della barriera, arrivando quasi a romperla, mentre le Potenziali cercavano di darle coraggio, urlandole che poteva farcela.
“Addison, che succede?” chiese Katherine osservando l’amica annaspare.
“E’ troppo potente, non so per quanto tempo riuscirà a reggere..” sussurrò la ragazza sospirando.
“Non può resistere, si sta esaurendo” disse Ashley facendosi avanti.
“Che facciamo? Che facciamo?” chiese Amber in preda al panico.
“Giles, le porti al sicuro!” esclamò Katherine, mentre l’uomo corse sul retro insieme alle ragazze. “Ragazzi, dovete andare anche voi!”.
“Cosa? No!” esclamò Dean aggrottando le sopracciglia.
“Si invece, dovete andare con Claire ed Hailey! Io vi raggiungo!” esclamò la ragazza stando a fianco dell’amica che continuò a reggere la barriera.
“No, Katherine io..”.
“Sta zitto, mi dispiace di averti mentito, ma adesso devi fidarti di me! Puoi farlo?” chiese la ragazza accennando un sorriso, afferrando le mani fra le sue.
“Ok..” disse Dean sospirando, prima di raggiungere gli altri. “.. cerca solo di non morire!”.
La ragazza sorrise e si voltò nuovamente verso il mostro, che continuava a ringhiare a dimenarsi, nel tentativo disperato di spezzare la barriera e di entrare, così la ragazza afferrò dalle braccia l’amica e la portò fuori con se, scappando ed uscendo in strada, raggiungendo gli altri.
“Che facciamo?!” chiesero alcune ragazze all’unisono.
“Giles li porti in un posto al sicuro” disse Katherine sospirando.
“E tu che farai?” chiese Dean infuriandosi. “E’ un suicidio!”.
“Ce la farò, lo porterò lontano, ma ho bisogno di sapere che voi sarete al sicuro..” sussurrò la ragazza. “Andate per favore!”.
“E’ dietro di noi!” esclamo una Potenziale, indicando la figura che li osservava sorridendo.
“D’accordo, andate” disse Katherine avvicinandosi sorridente al demone, mentre gli altri si davano alla fuga.
Si avvicinò e con un calcio lo fece indietreggiare, cominciando a correre in direzione opposta ai ragazzi e sentendo il ringhio del mostro farsi sempre più vicino, finchè tutto quello che udì fu il silenzio; si voltò ed osservò la strada vuota, segno che il Kreshnik aveva cambiato preda, inseguendo gli altri.
La ragazza sorrise compiaciuta: il piano stava funzionando!
 
“Dove diavolo siamo?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“E’ il cantiere dove ieri sera Katherine ha affrontato quel demone” sussurrò Hailey sospirando.
“E perché siamo qui?” chiese Dean scuotendo la testa, osservando l’ampio spiazzale vuoto nel quale si trovavano. “E’ stata una scelta sbagliata farla andare da sola!”.
“Potrebbe essere già morta, potrebbe dirigersi verso di noi anche in questo momento!” esclamò Amber impaurita, tenendo saldamente la sua ascia fra le mani.
Un ringhio ghiacciò il sangue a tutti i presenti, mentre il Kreshnik avanzava sempre di più verso di loro, ma un fischio giunse alle loro orecchie e a quelle del mostro, facendolo voltare e trovandosi davanti Katherine sorridente.
“Che sta facendo?” chiese Jo aggrottando le sopracciglia, puntando la sua balestra contro il mostro.
“Non è il momento, venite con me” disse Addison afferrando quante più ragazze possibili e facendole salire su di un pontile a muro, mettendole al sicuro, mentre Giles faceva lo stesso con le due Cacciatrici e i due ragazzi.
Katherine si avvicinò lentamente, osservando le ragazze salire sul pontile ed incrociando lo sguardo di un Dean molto preoccupato per la sua incolumità; sorrise alla bestia che continuava a ringhiare a e fissarla, con il probabile desiderio di ucciderla.
“Sei contento, vero? Sei riuscito a terrorizzare loro.. ed anche me” disse la ragazza avvicinandosi con un sorriso stampato sulle labbra. “Hanno aspettato di essere aggredite da te e dagli altri demoni, pensando che tu fossi una creatura impossibile da uccidere, ma sai una cosa? Io non ci credo, perché riesco sempre ad eliminarvi. Sempre. Per questo rappresento l’incubo di tutti i mostri; sei pronto per la lotta?”.
“Due entrano e uno solo esce dal campo..” sussurrò Claire sorridendo.
Il Kreshnik si avventò sulla ragazza, cercando di colpirla al viso con dei calci, ma li schivò, colpendolo in pieno viso e facendogli perdere l’equilibrio; il mostro si avvicinò velocemente e la colpì dritta in faccia per ben due volte, stordendola momentaneamente, ma la ragazza si riprese subito e continuò a colpirlo.
Con un calcio la Cacciatrice gettò a terra il mostro, che però la colpì subito in pieno petto, facendole fare qualche passo indietro, dandogli il tempo di rialzarsi e voltarsi nuovamente verso di lei; con altri due colpi in viso le fece perdere l’equilibrio, costringendola ad aggrapparsi ad una trave in cemento.
“Era questo il piano? Far cadere la barriera, portare le ragazze qui..” disse Sam scuotendo la testa, sorridendo.
“Già, le ragazze dovevano vederla mentre lo uccideva..” sussurrò Claire sorridendo.
Dean scosse la testa, stringendo le mani attorno al ferro del pontile, combattendo la voglia di scendere ed aiutare la ragazza.
Il mostro colpì numerose volte la ragazza al viso, mentre del sangue prese a colarle dalla fronte e dallo zigomo; Katherine si rialzò e lo colpì velocemente al viso, allo stomaco e alla schiena guadagnando terreno, fin quando il demone l’afferrò per le braccia e la scaraventò contro il pontile facendo cadere da esso la balestra presa da Ashley.
Senza pensarci troppo, la ragazza l’afferrò e la puntò contro il mostro, mirando al petto, ma quell’attacco gli fece solamente il solletico e non lo fermò, anzi avanzò ancora più velocemente verso di lei.
“Katherine!” esclamò Dean lanciandole la sua ascia dal pontile, mentre con un sorriso la ragazza l’afferrò fra le mani.
Cercò di colpire il demone, ma con un gesto della mano la colpì nuovamente, sbattendola violentemente contro il muro di cemento che arginava il piazzale, lanciando lontano l’ascia; si avvicinò e cominciò a colpirla in viso, facendola indietreggiare sempre di più, finchè con un calcio, le fece perdere l’equilibrio, e quindi cadde rovinosamente a terra.
Con un altro calcio la colpì in piena pancia, facendola finire sotto il pontile, mentre con un braccio l’afferrò e la lanciò verso l’altro, facendole spezzare le tavole di legno con la schiena e portandola in cima al pontile vuoto, che tremò, mentre lui si arrampicò per raggiungerla.
Ancora un po’ stordita, si lasciò afferrare per la gola dal mostro che, con entrambe le mani, cercò di strozzarla; la ragazza prese a dimenarsi, muovendosi e cercando di liberarsi non riuscendo più a respirare, finchè adocchiò la freccia che gli aveva lanciato qualche minuto prima ancora incastrata nel petto.
“La sta uccidendo!” esclamò Dean fuori di se dalla rabbia, facendo per scendere ed aiutare la ragazza.
“Aspetta!” urlò fra i denti Hailey afferrando per un braccio il ragazzo e riportandolo al suo posto. “Ce la farà, sta tranquillo!”.
Con un sorriso sulle labbra, Katherine spezzò la freccia e gliela conficcò all’interno di un occhio, facendogli allentare la presa e portarsi le mani al viso; approfittando del momento, con una serie di calci e di pugni, lo colpì in pieno viso, facendolo indietreggiare sempre più, fino a farlo cadere dal pontile, precipitando su delle pile di blocchi di cemento.
Katherine afferrò un filo di fil di ferro e lo piegò su se stesso e con una salto si gettò giù dalla piattaforma, colpendo nuovamente in viso il demone che si era rialzato; ormai stufa della lotta, la ragazza gli afferrò la testa viscida e gliela fece sbattere contro un asse di ferro, stordendolo, mentre con un pugno lo costrinse a girarsi: posizionò il fil di ferro proprio attorno al suo collo e cominciò a stringere, fino ad incidere la colonna vertebrale e staccargli la testa.
Il demone si dissolse in polvere, mentre la ragazza con un sospiro si appoggiò al ferro portante della struttura e sorrise, osservando le facce sbalordite che la osservavano dal pontile, così vi si avvicinò e sospirò nuovamente.
“Visto? E’ diventato polvere proprio come tutti gli altri” disse la ragazza pulendosi le mani. “Io non posso dirvi cosa succederà, ma so esattamente come sarà perché l’ho già affrontato: sarà doloroso, difficile, ma alla fine saremo noi a vincere se solo ci impegneremo davvero. Credetemi, saremo noi a restare in piedi. La lezione è finita, ragazze”.


 
 
 
“Ai, fa piano!” esclamò Katherine storcendo il naso, mentre il ragazzo le disinfettò il brutto taglio che si era riaperto all’altezza dello zigomo.
“Scusa..” sussurrò Dean ridendo, continuando a pulire la ferita della ragazza seduta sul bordo del letto, dopo essersi fatta una doccia veloce.
“Quindi Hailey ha fatto la spia?” chiese Katherine sospirando, osservando quanto il ragazzo stesse attento a non farle del male. “Insomma, magari me lo sarei aspettata da Claire, ma non da mia sorella, insomma, io..”.
“Ti senti bene?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, osservando come la ragazza non fosse a suo agio. “Hailey non l’ha fatto di proposito, pensava che tu ne avessi parlato con me..”.
“Oh..” sussurrò la ragazza abbassando lo sguardo. “Io.. Dean, non volevo metterti in pericolo.. mi dispiace di averti mentito..”. 
“Ho finito” disse Dean sorridendo, sistemando un cerotto sul viso della ragazza, alzandosi per andare a buttare nel bagno le garze utilizzate.
“Hai sentito quello che ho detto?” chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. “Ti sto dicendo che sono felice che tu sia qui!”.
“Si Katherine, ho sentito..” sussurrò Dean abbassando lo sguardo e sospirando, tornando a sedersi accanto alla ragazza. “Sto cercando di elaborare quello che è successo stasera, è stato orribile”.
“Ehm, io ho vinto, cosa c’è di orribile?” chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia.
Il ragazzo si voltò verso di lei, incastrando il verde dei suoi occhi in quello azzurro della ragazza, e scosse la testa serrando le labbra, prendendo fiato e cercando le parole giuste per esprimere il modo in cui si era sentito quella sera.
“Io sono rimasto su quella piattaforma ad assistere, mentre quella bestia ti colpiva, ti afferrava e ti feriva...” sussurrò Dean con un velo di lacrime negli occhi. “.. io sono rimasto lì come se fossi una delle tue Potenziali da addestrare e ho avuto una paura terrificante quando ho visto le mani di quel mostro attorno al tuo collo, ti ho vista dimenarti e avrei potuto aiutarti, ma tu non me l’hai permesso ed io non so se posso accettarlo questo..”.
“Dean sapevo di riuscire a sopravvivere, per questo non ho voluto Claire ed Hailey con me..” disse la ragazza scuotendo la testa. “Andiamo, sono stata in fin di vita centinaia di volte!”.
“Non mentre stavi con me..” sussurrò Dean sospirando, appoggiando i gomiti alle cosce, scuotendo la testa. “Non posso accettare che tu sia ridotta così se non ho la possibilità di aiutarti, mi dispiace..”.
Katherine rimase a bocca aperta per qualche secondo, continuando a fissare gli occhi del ragazzo davanti a sé e sospirando disse: “Cosa vuoi fare allora? Vuoi andartene? Perché io questo non lo accetto, non adesso che ho capito che possiamo collaborare, Dean!”.
“Abbiamo collaborato stasera?” chiese il ragazzo sgranando gli occhi. “Hai semplicemente organizzato un piano in cui l’unica a rischiare la vita saresti stata tu!”.
“Ed è questo che fa una Cacciatrice purtroppo, è uno schifo, credi che non lo sappia?” sussurrò Katherine sospirando, avvicinandosi al ragazzo ed afferrando il suo viso fra le mani. “Ma ho bisogno che tu rimanga al mio fianco per riuscire ad andare avanti, ho bisogno del tuo appoggio, altrimenti non so se ce la farò a sopravvivere a tutto questo, Dean..”.
Il ragazzo sospirò e si avvicinò lentamente al viso della donna che stava seduta vicino a lui e, fissandola negli occhi, la baciò delicatamente, per poi appoggiare la fronte alla sua e sussurrò: “Ho avuto paura!”.
“Anche io..” rispose Katherine abbracciandolo forte, respirando nuovamente il suo profumo e sorridendo. “Mi sei mancato, sai?”.
Il ragazzo rise e si avvicinò nuovamente al suo viso, baciandola e sdraiandosi delicatamente su di lei, con il timore continuo di poter fare pressione su una parte del suo corpo indebolita dalla lotta; scese a baciarle il collo, mentre una mano si intrufolava al di sotto della maglietta, procurandole un brivido lungo l’intera colonna vertebrale.
Katherine ribaltò le posizioni, mettendosi a cavalcioni su di lui, lasciando una scia di baci umidi e caldi dalle labbra al collo, mentre con le mani scese ad alzare la maglietta scura che indossava, continuando la sua traiettoria di baci, facendolo tremare ad ogni singolo tocco; velocemente, i loro occhi si incontrarono nuovamente, provocando una serie di brividi in tutti e due, e presa dalla foga gli tolse in pochi secondi la maglietta, incollando nuovamente le labbra a quelle del ragazzo.
Dean fece vagare le mani sul corpo della ragazza posizionato sopra di lui, togliendole la maglietta e toccando ogni centimetro della sua pelle, facendola ansimare di piacere, fino a scendere ai jeans che indossava ed a strapparglieli letteralmente di dosso, mentre la ragazza faceva la stessa cosa con i suoi.
Eliminarono gli indumenti rimasti che impedivano il raggiungimento del loro piacere reciproco ed in pochi secondi il ragazzo ribaltò le posizioni, entrando lentamente dentro di lei, facendole inarcare la schiena e chiudere gli occhi per qualche secondo; incollò le sue labbra al collo della ragazza, continuando a muoversi all’interno della ragazza che sorrise ad ogni suo tocco e ad ogni suo movimento; Katherine fissò le mani sulla schiena del ragazzo e vi si strinse, sentendo finalmente dopo tanto tempo il calore dei loro colpi che si fondevano, mentre i loro occhi rimanevano continuamente a contatto.
Se quella era la ricompensa per essersi separati per un po’, si sarebbero dovuti separare un po’ più spesso, pensò ironicamente Dean, mentre le sue mani ripercorsero l’intero corpo della ragazza, fino ad arrivare alle sue guance ed alle sue ferite; il ragazzo baciò ognuno dei lividi sul volto della donna, partendo dalla fronte, per poi scendere ai due zigomi e al mento, dove vi era un piccolo taglietto, per poi baciare nuovamente le labbra della ragazza.
Quando entrambi furono soddisfatti, il ragazzo attirò dolcemente Katherine a sé e le depositò un leggero bacio fra i suoi capelli scompigliati, passandole un braccio attorno alla schiena e facendole appoggiare la testa sul suo petto, coprendoli velocemente con il lenzuolo.
“Stai bene?” chiese Dean sorridendo, fissando di nuovo gli occhi della ragazza. “I tuoi lividi stanno sparendo, ma ti fanno ancora male?”.
Katherine si avvicinò per baciarlo nuovamente e, con un sorriso che curvava le sue labbra, disse: “Sto bene e ti amo per averlo chiesto!”.
“Anch’io ti amo, ma adesso riposa..” sussurrò Dean sorridendo dandole un altro bacio sulla testa, tenendola stretta a sé, finalmente sentendosi tutto intero.
La ragazza sorrise e si strinse al corpo caldo dell’uomo che condivideva il letto con lei, sentendosi davvero amata e davvero felice; durante quei giorni che avevano passato separati, aveva pensato ogni singolo momento a lui, distraendosi dal suo lavoro di Cacciatrice.
Ma adesso lui sarebbe rimasto accanto a lei, l’avrebbe appoggiata, l’avrebbe consigliata, o meglio, semplicemente, ci sarebbe stato.
“Kath?” chiese il ragazzo sorridendo, passando leggermente la mano sulla testa della ragazza.
“Si?” chiese Katherine alzando la testa verso di lui.
“Mi sei mancata anche tu..” sussurrò il ragazzo continuando a sorridere, contagiando anche la ragazza.
Anche se non l’avesse detto, Katherine lo avrebbe saputo ugualmente: lo aveva capito dal modo in cui lui si era preoccupato per lei, spuntando improvvisamente alla sua porta, il modo in cui l’aveva baciata e in cui aveva fatto l’amore con lei. Così la ragazza sorrise e tornò ad appoggiare il capo sul petto del ragazzo, per poter finalmente dormire un sonno tranquillo e ristoratore a fianco dell’uomo che amava.

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Capitolo 43
*** Katherine, wake up! ***


NOTE DELL'AUTRICE: 
Buonasera ragazze/i, eccomi con il nuovo capitolo!:)
Ci eravamo lasciati con Katherine alquanto mal ridotta e dolorante per la lotta con il Kreshnik mandato da Lilith, ma che comunque era riuscita ad uccidere, davanti agli occhi molto preccupati di Dean, mentre Sam era venuto finalmente a conoscienza del passato all'inferno del fratello! Ho amato veramente tanto questo capitolo..
Comunque non vi trattengo oltre, fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima e buona lettura! :) 


Capitolo 34


Katherine, wake up!

 

Il gelo della notte colpì le guance delle ragazze all’interno del cimitero, mentre una folata di vento le fece rabbrividire, aumentando la paura che provavano in quell'esatto momento.
Le ragazze, raddoppiate negli ultimi giorni, stavano nascoste dietro ad una grande lapide di marmo, cercando di scorgere qualche figura che, dalla nebbia fitta di quella sera e dalla notte gelida, uscisse per aggredirle ed ucciderle. 
"Al tre usciamo tutte insieme.." sussurró Ashley accennando un sorriso d’incoraggiamento alle altre ragazze, tenendo saldamente nella sua mano destra un'ascia. "Uno..due.....tre ".
Quando saltarono fuori, Amber fu attaccata alle spalle, cadendo rovinosamente a terra, Jo fu presa alle spalle e spinta nuovamente contro la lapide, mentre Alicia fu afferrata dalle spalle e bloccata in una morsa d'acciaio, limitandosi ad urlare per la paura.
"Queste tre sono più che spacciate!" Esclamò Dean ridendo, continuando a fare pressione sulla ragazza.
"Andiamo, non siamo ne forti, ne veloci quanto una Cacciatrice, ci avrebbero uccise!" Esclamò Amber scuotendo la testa ed alzandosi da terra.
"Ti sembra che me ne importi qualcosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, fissando la ragazza che teneva fra le braccia. 
"No signore, ritengo che non le importi! Ho imparato la lezione!" Esclamò Alicia sbuffando e sospirando, mentre il ragazzo strinse di più la presa su di lei.
"Basta Dean.." sussurró Katherine avvicinandosi con un sorriso, mentre il ragazzo liberava dalla sua presa la Potenziale.
"Avete ragione, non avete la forza di una Cacciatrice, ma siete forti, molto più degli altri umani" disse Hailey sorridendo, osservando Sam che tendeva la mano a Jo, la ragazza che aveva letteralmente spinto contro la lipide.
"Hailey ha ragione, avete delle facoltà che altre non hanno! Dovete semplicemente coltivarle con costanza e vedrete che l'allenamento darà i suoi frutti!" sussurrò Sam ricambiando il sorriso.
"Beh, le tue non sono esattamente come quelle di Katherine, giusto?" Chiese Amber fissando lo sguardo sulla sorella della Cacciatrice, che alzò un sopracciglio. “Lei è più forte!”.
"No, ma le avrete.." disse Katherine sospirando. "Avrete la forza, la velocità, l'istinto che non dovrete mai sottovalutare! Ad esempio, Jo cosa ti suggeriva il tuo istinto?".
"Acquistare vantaggio facendogli perdere l'equilibrio!" Esclamò la ragazza fissando Sam per qualche secondo.
"No, non è vero.." sussurrò Katherine sospirando, serrando le braccia al petto.
Jo sospirò e, scuotendo la testa, disse: "D'accordo, l'istinto mi diceva di scappare il più lontano possibile!".
"Alicia? Amber?" Chiese Hailey osservandole con aria seria.
"Anche noi saremmo fuggite.." disse Alicia per entrambe, massaggiandosi il polso che poco prima il ragazzo stava stringendo con eccessiva forza.
"Se sentite l'impulso di correre, correte!" Esclamò Hailey facendo spallucce. "Prendete vantaggio è continuate a combattere!".
"Dean, se Alicia fosse stato un demone, che ti ha avrebbe detto di fare il tuo istinto?" Chiese Katherine facendo qualche passo avanti, spezzando il cerchio che si era formato con un sorriso sul viso.
"Cacciare.. uccidere!" Esclamò il ragazzo aggrottando le sopracciglia. 
"Bene.." sussurró la ragazza continuando ad avvicinarsi. "Attaccami".
"Cosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa. "Perché?".
"Dovete ricordarvi che tutti i demoni vogliono ucciderci, quindi dovrete giocare alle vostre regole!" Esclamò Katherine voltandosi verso le ragazze e sorridendo, ignorando completamente le lamentele del ragazzo.
Dean sospirò e fece spallucce, avvicinandosi velocemente alla ragazza e cercando di colpirla alla testa mentre era ancora voltata, ma Katherine con un semplice gesto lo evitó e, afferrandogli le braccia, lo spinse contro la lapide con forza. 
"Vedete? " Chiese Katherine sorridendo. "È istinto!".
Dean aggrottò le sopracciglia, irritandosi, e si avventò verso la ragazza, assestando dei colpi al viso da entrambi i lati, ma la Cacciatrice li parò e lo gettò rovinosamente a terra, sotto gli occhi divertiti del fratello che rise fragorosamente. 
"Non è divertente Sammy, provaci tu!" Esclamò Dean scuotendo la testa e riprendendo fiato, aggrappandosi al muro di una cripta per alzarsi.
Ancora ridendo, Sam si avvicinò a Katherine che sorrise e si voltò verso di lui, pronta alla lotta: il ragazzo la fissò negli occhi qualche secondo, finché riuscì a distrarla con un colpo mancato al viso, per poi afferrarla dalle braccia e bloccarla con la schiena sul suo petto ed un braccio attorno al collo.
"Non importa quanto sia forte, dovete sempre trovare il modo di distrarre l'avversario per colpirlo" sussurrò Sam sorridendo, guardando le Potenziali.
In quel momento, Katherine fece leva sul suo corpo, afferrando il ragazzo dal braccio attorno al suo collo ed alzandolo da terra, facendolo cadere di schiena a terra, ridendo e serrando le braccia al petto.
"Sam ha ragione, ma non dovete mai distogliere la vostra attenzione come ha fatto lui!" Esclamò Katherine sorridendo, osservando il ragazzo che cercava di rialzarsi dopo la botta. 
Dean si avventó nuovamente su di lei, colpendola alla schiena, ma istintivamente la ragazza gli assegnò un colpo in pieno stomaco, facendolo cadere a terra con il respiro smorzato; Katherine ne approfittò e in pochi secondi si mise a cavalcioni su di lui, estraendo il paletto dalla sua giacca e fingendo di piantarglielo dritto nel cuore.
"È morto!" Esclamò Katherine sorridendogli e fissandolo negli occhi. 
Dean sorrise a quelle parole, ma una smorfia lo tradí ed il suo viso si aggrottó, portando una mano velocemente nel punto in cui la ragazza lo aveva colpito.
"Stai bene?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, ancora a cavalcioni su di lui.
"Ma certo.." sussurró Dean ridendo, ma con un evidente respiro corto. "Solo un po’ di costole ammaccate".
"Fammi vedere.." sussurró Katherine divenendo seria, alzandogli la maglietta.
Il ragazzo immediatamente la bloccó, afferrando la mano con la sua, e scosse la testa sorridendo, e disse: "Lascia stare..".
"Dean...!" Sussurrò Katherine alzando un sopracciglio e serrando le labbra.
"Mi passerà.." sussurró Dean intensificando la stretta sulla mano della ragazza con un sorriso malizioso sul viso.
"Che scenetta romantica.." sussurró Amber sbuffando.
"Dovremmo fare anche noi qualcosa del genere con i nemici?" Chiese Jo ridendo, appoggiandosi alla lapide. 
Katherine scosse la testa imbarazzata e si alzò in fretta da sopra il ragazzo, porgendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi, volgendo il suo sguardo sulle altre ragazze.
"Continuiamo l'allenamento.." disse Katherine sorridendo, notando come Hailey e le altre ragazze la stessero fissando divertite.



"È stato imbarazzante.." sussurró Katherine scuotendo la testa, pettinando i suoi lunghi capelli davanti allo specchio del bagno. “Ieri sera con le ragazze è stato.. imbarazzante!”.
"È stato divertente, dovevi vedere la tua faccia.." disse Dean posando lo spazzolino appena usato sul lavandino, appoggiandovisi.
Si voltò con il corpo verso di lei ed incrociò le braccia al petto, coperto solo da una maglietta bianca molto aderente che metteva molto in risalto i suoi muscoli, e sorrise osservandola.
"No, è stato imbarazzante!" Ribatté Katherine aggrottando le sopracciglia e sospirando, posando la spazzola e voltandosi verso il ragazzo.
"Ma anche eccitante.." disse Dean sorridendo maliziosamente, avvicinandosi lentamente.
Lentamente le sue mani raggiunsero il corpo della ragazza, avvolto da dei semplici pantaloncini corti e una canottiera parecchio aderente, e l'avvicinò a sé, spostandole i capelli all'indietro, per poi scendere con il viso a baciarle il collo, mentre la sua mano si intrufolava prepotentemente sotto la maglietta, ignorando i richiami della ragazza.
"Dean.." sussurró Katherine ansimando, quando il ragazzo le diede un leggero morso sul collo, procurandole un brivido lungo la schiena. "..non ho il tempo..".
"Sì che ce l'hai.." sussurró Dean sorridendo, riprendendo a baciarle il collo, per poi salire lentamente fino alle sue labbra.
Katherine rise, rispondendo al bacio, e posizionò le mani sulla nuca del ragazzo, attirandolo più vicino a sé e passando le dita fra i suoi capelli morbidi, mentre sentiva le mani del ragazzo vagare per tutto il corpo, soffermandosi sul fondoschiena; la ragazza fece scivolare le mani sulla pelle del torace del ragazzo, alzandogli la maglietta, e procurandogli numerosi brividi, aumentando la voglia e l'intensità in cui la desiderava in quel momento: con dei movimenti veloci l'afferrò dalle natiche e le fece adagiare le gambe dietro alla sua schiena, prendendo a baciarla con più passione, facendo aderire sempre di più i loro corpi mentre l'appoggiava sul marmo freddo del lavandino.
"Ti voglio.." sussurró Katherine guardandolo con occhi estremamente maliziosi, lasciando vagare le sue mani sulla schiena del ragazzo. "..adesso!".
"Qui?" Chiese Dean sorridendo, sistemandole una ciocca di capelli sfuggita al suo controllo dietro l’orecchio.
"Sì.." sussurró Katherine sorridendo, avvicinandosi nuovamente i loro corpi, riprendendo a baciarlo.
Il ragazzo cominciò a spogliarla, lasciando fare le stessa cosa a Katherine, sorridendo all'idea che quello fosse il più bel buongiorno che la ragazza potesse dargli.


"Sì, ti sto dicendo che non c'è stato nessun temporale, ne nessun raccolto rovinato.. si,si..".
Hailey si stiracchiò nel grande letto e sbadigliò, svegliandosi per via dei passi rumorosi e della voce del ragazzo con cui aveva appena trascorso una notte molto divertente, provenienti dal bagno in camera; si sedette sul letto ed osservò l'orologio che indicava la 7 e 45 del mattino e inarcò le sopracciglia. Con chi parlava Sam a quell’ora?
"Sì, niente!!... si, ok... continuerò a cercare, fallo anche tu! Va bene, ci sentiamo.." disse Sam sospirando, chiudendo la chiamata ed uscendo dal bagno.
Immediatamente la ragazza riappoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi, fingendo di dormire ancora, cosciente del fatto che, essendosi insospettita per la telefonata, avrebbe fatto di tutto per scoprire con chi stesse parlando il ragazzo; così chiuse gli occhi, udendo i passi di Sam farsi sempre più vicini al letto, finché la sua stretta possente l'avvolse in un abbraccio e le schioccò un bacio sulla guancia.
"Svegliati dormigliona, è ora di alzarsi!" Esclamò il ragazzo, scuotendola leggermente.
Hailey si stiracchiò nuovamente e si voltò verso il ragazzo, appoggiandosi al suo possente braccio con un sorriso.
"Buongiorno.." sussurró la ragazza guardandolo negli occhi. "Che ore sono?"
"Buongiorno.." disse Sam sorridendo, ancora a petto nudo, dandole un leggero bacio a fior di labbra. "Mancano pochi minuti alle 8..".
"Ti sei svegliato presto.." disse la ragazza mantenendo un sorriso di circostanza sulle labbra. "Che stavi facendo?".
"Ero in bagno.." disse Sam aggrottando le sopracciglia, poggiando la mano sul fianco della ragazza ed attirandola a sé. 
"Ah si?" Chiese Hailey alzando un sopracciglio.
"Sì.." disse Sam aggrottando le sopracciglia. "Stai bene?".
"Sì, scusami, sto ancora dormendo.." sussurró Hailey accennando un sorriso, appoggiando le spalle al materasso fissando il soffitto.
"Sai, ho trovato un caso.." disse il ragazzo sorridendo, afferrando fra le mani il giornale e porgendoglielo. "Un tizio ha spappolato il cervello della moglie con un batticarne!".
"Non era questo che speravo dicessi una volta svegliati.." sussurró Hailey facendo la faccia disgustata, leggendo l'articolo. "Che schifo..".
"Non appena si sveglieranno, ne parleremo con Dean e Katherine.." sussurró Sam sorridendo, togliendo di mano il giornale alla ragazza ed avvicinandosi nuovamente. "Per il momento possiamo anche dedicarci ad altro..".
"Ad esempio?" Chiese Hailey ridendo, mentre il ragazzo si posizionò su di lei e prese a baciarle il collo.
"Sta zitta.." sussurró Sam baciandole le labbra, sentendo la ragazza rispondere ad ogni singolo suo tocco.
Avevano passato gli ultimi giorni insieme e avevano stretto un legame molto forte, che era destinato ad aumentare giorno per giorno: insieme erano riusciti ad allenare le ragazze, a tranquillizzarle e anche a rilassarsi.
La ragazza stava assumendo un ruolo sempre più importante per Sam e se da un lato questo lo riempiva di gioia e di felicità, stava finalmente andando avanti e si sentiva completamente bene; dall'altro aveva una paura costante di deluderla per ciò che faceva e che continuava a fare con Ruby alle sue spalle. 
 
 

Una volta convinti i due ragazzi a seguire il caso appena fuori città, cominciarono a preparare i borsoni per massimo due-tre giorni di viaggio; Katherine ed Hailey si preoccuparono di essere sempre reperibili e facili da raggiungere in caso di pericolo durante la loro assenza, ma sapevano che Claire e Giles se la sarebbero cavata benissimo da soli.
Così senza pensarci troppo, i due fratelli cominciarono a portare i borsoni delle ragazze in auto, lasciando qualche momento alle due Cacciatrici con le Potenziali e con i loro amici.
"Se diamo credito alle voci di Addison, dovremmo supporre che Lilith si terrà in disparte per un po.." sussurró Hailey sospirando, osservando dalla finestra Sam mettere il suo borsone all'interno dell'auto.
"Già, ma si darà da fare per rompere degli altri sigilli nel frattempo.." disse Claire scuotendo la testa a braccia conserte.
"Lilith faceva affidamento sul super demone, ma dato che l'ho eliminato ha deciso di ritirarsi per un po', in maniera da escogitare un piano più potente, più forte.." disse Katherine scuotendo la testa, fissando ognuna della ragazze accampate nel salotto e sospirò. "..non vi mentirò, il tempo è contro di noi, abbiamo poche possibilità e molte di noi moriranno in battaglia, per questo voglio che mentre io ed Hailey saremo via, ciascuna di voi si impegni a sopravvivere..".
Le ragazze si lanciarono un'occhiata di paura ed un mormorio leggero si alzò in tutto il salone; la tensione e la paura erano palpabile e i loro volti la dicevano lunga sull’effetto delle parole appena pronunciate dalla Cacciatrice.
"Mi rendo conto che siete stanche.." sussurró la ragazza addolcendo il tono e sopirando, avvicinandosi. "..ma siete speciali, voi sapete esattamente lo scopo per cui siete venute al mondo! Avete una missione! Non dimenticatelo mai". 
"Mamma.." sussurró la piccola scendendo dalle scale insieme a Jenny che stava per accompagnarla a scuola.
"Tesoro.." sussurró Katherine sorridendo ed avvicinandosi alla bambina, inginocchiandosi per arrivare al suo livello di altezza. "..sei bellissima!".
La piccola indossava un cappellino bianco, dal quale scendevano i suoi lunghi e soffici capelli biondo cenere, e dei guanti che le proteggevano le mani dal freddo gelido che faceva quel giorno, mentre un impermeabile rosa pastello faceva pendant con il suo piccolo zainetto.
"Quando torni?" Chiese Judith con aria triste, fissando i suoi grandi occhi chiari in quelli della madre. 
"Presto tesoro, qualche giorno al massimo, poi tornerò da te.." sussurró Katherine sorridendo, toccandole delicatamente il naso con un dito, facendola ridere. 
"Fra qualche giorno nevicherà.." sussurró la bambina sorridendo. "Tornerai in tempo per vedere cadere la neve con me?".
"Certo tesoro.." sussurró Katherine sorridendo, abbracciando forte la bambina.
"Promesso, mami?" Chiese Judith imbronciandosi, staccandosi dall'abbraccio della madre.
"Te lo prometto, piccola mia.." sussurró Katherine sorridendo. ".. e quando tornerò faremo un gran bel pupazzo di neve, d'accordo?".
"Sì!" Esclamò la bambina battendo le mani di gioia, mentre sul suo viso si disegnò un sorriso che fece battere forte il cuore della ragazza, facendola sospirare di felicità.
"Adesso vai o farai tardi a scuola tesoro.." sussurró Katherine abbracciando nuovamente la figlia e schioccandole una serie di baci sulla guancia.
La bambina velocemente afferrò la mano di Jenny, che aveva assistito alla scena con un sorriso sul viso, e si avviarono verso la porta d'ingresso; mentre Katherine fissava la figlia uscire di casa, il suo sguardo si incrociò con quello di Dean, fermo sull’uscio di casa ad osservare la ragazza con un sorriso sulle labbra, che ricambió.
Si alzò silenziosamente e gli si avvicinò, insieme alla sorella, e toccandogli il petto con una mano gli sussurrò: "Andiamo?".
Dean continuò a sorridere, pensando a  quanto fossero state bellissime Katherine e la figlia, ed annuì, voltando le spalle e dirigendosi verso l'auto con ancora quelle immagini in mente.




Non appena arrivarono in città, i ragazzi si misero immediatamente a cercare il più possibile sul caso: avendo scoperto altri due casi uguali in ogni particolare, si finsero avvocati e si recano in prigione, dov'era stato portato il marito della vittima più recente che, riconoscendosi colpevole, minacciò il suicidio nel caso in cui non venisse accusato come tale; durante l'interrogatorio l'uomo negò qualsiasi sensazione di possessione e, quando Dean, dopo qualche battutina, gli mostrò un conto molto salato in un locale a luci rosse e l'uomo raccontò che durante l'addio al celibato di un suo amico incontrò una donna, Jasmine, con la quale fu subito un colpo di fulmine. 
La donna, della quale non conosceva nulla ad eccezione del nome, gli disse che se la moglie fosse morta, loro avrebbero potuto vivere la loro storia liberamente e, che una volta morta, si sarebbero dovuti incontrare e scappare insieme, ma Jasmine non si presentò all'appuntamento.
Successivamente, Sam ed Hailey si recarono dalla dottoressa che aveva effettuato le autopsie delle vittime, Cara Roberts e, dopo alcune occhiatacce da parte della ragazza alla donna che ci provava spudoratamente con il ragazzo, scoprirono che nel sangue delle vittime ci fosse qualcosa di strano: ossitocina.
"È un ormone prodotto dall'organismo durante il parto, l'allattamento.." sussurró la donna con un sorriso sul viso, porgendo il fascicolo delle analisi al ragazzo. "..e il sesso".
"Non ero sorpresa che lo avrebbe detto.." sussurró Hailey scuotendo la testa. 
"Sa, quella sensazione di quando ci si innamora a tal punto di farsi tatuare il nome sul petto?" Chiese la dottoressa sbattendo le palpebre, fissando il ragazzo negli occhi. "È l'effetto ossitocina! Ovviamente con il tempo sparisce e con quella, anche il dolore di farsiRIMUOVERE il tatuaggio!".
Sam sorrise e ricambiò lo sguardo della ragazza, sotto gli occhi attenti di Hailey, che osservò la scena con un sopracciglio alzato, soffocando l’impulso di picchiare la dottoressa.
La porta si aprì improvvisamente, mentre Katherine e Dean fecero il loro ingresso, con un sorriso sulle labbra.
"Che ci siamo persi?" Chiese Katherine, mentre il ragazzo si chiudeva la porta alle spalle. 
"C'è qualcos'altro che posso fare per aiutarla?" Chiese la dottoressa, ignorando l'entrata dei due ragazzi, fissando negli occhi Sam.
"Sì, un'ultima cosa, i livelli degli aggressori avevano di ossitocina a che cosa possono portare?" Chiese Hailey accennando un sorriso, per poi tornare seria in pochi secondi.
La donna spostò lentamente e lo sguardo sulla ragazza e con un sospiro disse: "Niente che io abbia già visto! ".
"Bene, abbiamo finito.." sussurró Sam alzandosi dalla sedia ed uscendo in fretta dalla stanza della dottoressa, seguito dagli altri.
"Ci stava.. provando con Sam?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, fissando la sorella.
"Già!" Esclamò Hailey scuotendo la testa, irritata.
"Entrambi gli aggressori hanno confessato, tutti ammaliati da una ragazza!" Esclamò Dean sospirando, camminando a fianco dei ragazzi.
"La stessa?" Chiesero all'unisono Sam ed Hailey, mentre la ragazza si voltò per lanciargli un'occhiataccia.
"È proprio questa la parte interessante: tutti e tre l'hanno descritta nello stesso modo: la donna dei loro sogni, perfetta" disse Katherine sorridendo. 
"Almeno finché non li ha convinti ad uccidere la moglie!" Esclamò Hailey acidamente.
"Esattamente!" Esclamò Sam aggrottando le sopracciglia e fissando la ragazza che accelerò il passo, fino ad arrivare velocemente all'auto.
"Che cos'ha?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Comincia a tenere a te.." sussurró Katherine scuotendo la testa ed accelerando il passo, raggiungendo la sorella.
"Ma che..?" Chiese Sam fra sé e sé, aggrottando le sopracciglia, fissando il fratello. 
"Quando è successo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, scoppiando in una risata fragorosa. "Io sono quello affidabile e tu quello che viene messo in discussione non appena una donna ti lancia un'occhiata!".
"Io non ho fatto niente, non sono come te.." disse Sam aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia. "..o almeno com'eri tu!".
"Continua a ripeterlo.." sussurró Dean sorridendo, facendo il giro dell'auto, e salendovi all'interno insieme agli altri.
 
 

"Vuoi davvero entrarci?" Chiese Katherine serrando le braccia al petto ed inarcando un sopracciglio, appoggiandosi con le spalle alla fincata dell'auto. 
"È lavoro!" Esclamò Dean scoppiando in una risata fragorosa, tornando però immediatamente serio notando l'espressione della ragazza.
"Ok, va'!" Esclamò Katherine irritandosi.
"Non dirmi che.." disse Dean aggrottando le sopracciglia, accennando un sorriso. "..sei arrabbiata? Katherine, stiamo lavorando!".
"Non sono arrabbiata, puoi entrare dentro quel maledetto strip club!" Esclamò Katherine discostandosi dalla macchina e distogliendo lo sguardo da quello del ragazzo, fissandolo sulla sorella e Sam che discutevano esattamente come loro.
"Vuoi venire con me? Andiamo io e te se ti fa stare più tranquilla.." sussurró Dean facendo spallucce.
"No, avete deciso di andarci voi due, perciò andate!" Esclamò Katherine sbuffando raggiungendo la sorella.
"Sono impazzite?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi al fratello. “Che diavolo sta succedendo?”.
"Anche Katherine ti ha fatto una scenata di gelosia?" Chiese Sam sgranando gli occhi. 
"Sì e sai cosa vuol dire questo?" Chiese Dean distogliendo lo sguardo dalle ragazze, per poi rivolgerlo al fratello. "Sì alleeranno e ci distruggeranno!".
"Andiamo!" Esclamò Sam sbuffando e scuotendo la testa, dando un leggero colpo sul braccio del fratello che continuava a fissare le due ragazze e lo trascinò all'interno del locale.


"Cerco tre ragazze: Jasmine, Aurora ed Ariel!" Esclamò Dean parlando con il proprietario all'interno del locale.
La musica molto alta lo costrinse ad alzare di molto il tono della voce e si sforzò notevolmente di tenere gli occhi puntati sull'uomo, mentre le ragazze si esibivano nei loro spettacoli di lap dance con pochissimi abiti addosso, lasciando molto spazio all'immaginazione dei presenti.
"Quei nomi non significano nulla per me, ragazzo!" Esclamò l'uomo sulla sessantina, facendo spallucce.
"Una ha i capelli rossi, un metro e ottanta più o meno e.." disse Dean ma fu interrotto dalla risata dell'uomo. 
"Le mie ragazze hanno capelli finti, nomi finti.. tutto è finto!" Esclamò l'uomo facendo spallucce. "Non posso aiutarla!".
"Avrà dei contratti che ci consentano di rintracciare queste ragazze!" Esclamò Dean sospirando, scuotendo la testa.
"Io non mi intrometto nella loro vita personale e loro nella mia! Mi dispiace.." sussurró l'uomo ridendo. 
"Tre suoi clienti hanno ucciso le loro mogli!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia, dato che l'uomo con cui stava parlando non accennava ad aiutarlo. 
"Non è un mio problema!" Esclamò l'uomo sorridendo, passando oltre il ragazzo e tornando a lavorare nel suo ufficio.
Dean scosse la testa e vide nella folla di uomini che si agitavano e si dimenavano davanti ad una donna intenta a terminare le sue ore di lavoro, il fratello che lo fissava con un'espressione seria sul viso, così lentamente vi si avvicinò. 
Si fece largo fra gli uomini sorridenti ed imbambolati a fissare la ragazza, ed i suoi occhi si posarono inevitabile su di lei: con un sorriso sulle labbra, continuò a ballare togliendosi velocemente il reggiseno e lanciandolo sul pavimento, contenta della palata di soldi che stava guadagnando in quell'esatto momento. 
Dean scosse la testa e distolse velocemente lo sguardo, raggiungendo il fratello e sospirando. 
"Non avrei mai detto che un giorno, davanti ad una ragazza mezza nuda mi sarei voltato dall'altra parte!" Esclamò Dean accennando un sorriso. 
"Beh, Kath ne sarà felice!" Esclamò Sam ridendo, volgendo lo sguardo verso gli occhi del fratello. "Hai avuto fortuna con il proprietario?".
"No, tu?" Chiese Dean scuotendo la testa.
"Neanche.." sussurró Sam sospirando. 
“Torniamo dalle ragazze allora..” sussurrò Dean sospirando, uscendo velocemente dal locale con il fratello.
Trovarono le due sorelle appoggiate di fianco alla fiancata dell’auto a parlare tra di loro e a ridere, proprio come se il loro legame di sangue si stesse finalmente saldando; così con un sorriso sulle labbra i due ragazzi si avvicinarono alle ragazze, che non appena li notarono si voltarono verso di loro, smettendo di ridere.
“Eccovi..” sussurrò Katherine sorridendo. “Ci stavamo chiedendo se avreste passato l’intera notte lì dentro”.
“Avete scoperto nulla?” chiese Hailey sorridendo.
“No, nulla..” sussurrò Sam sospirando.
"Abbiamo parlato con Bobby..” sussurrò Katherine incrociando le braccia al petto. “..sembra che si tratti di una sirena”
"Tipo il mito greco delle sirene dell'Odissea?" Chiese Dean serrando le braccia al petto, attirando lo sguardo degli altri su di sé. "Ehi, ho studiato anch'io!".
"Sì, sono delle bellissime ragazze a caccia di uomini che ammaliano con il loro canto armonico..” disse Hailey ridendo.
"Ovviamente il canto è solo una metafora per ottenere quello che vogliono dagli uomini" disse Katherine sospirando.
"E così diventano delle specie di zombie?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Sì, esatto!” rispose Hailey facendo spallucce.
"Se tu fossi una sirena e volessi accalappiare degli idioti, dove vorresti aprire una bottega?" Chiese Katherine alzando un sopracciglio, fissando il maggiore dei fratelli negli occhi. 
"Così prendono le sembianze di quello che tu desideri?” chiese Dean sospirando. “Leggono nella mente e si trasformano in quello che più desideri al mondo”.
"Quindi potrebbe essere la stessa ragazza a trasformarsi in una diversa tutte le volte..” disse Sam scuotendo la testa.
"Certo, le sirene sono molto solitarie” sussurrò Katherine appoggiando la schiena all’auto.
"Come la uccidiamo?” chiese Dean sospirando.
"Bobby ci sta lavorando..” rispose Hailey facendo spallucce.
"Pare che abbiamo scoperto più cose noi, rimanendo fuori.." sussurró Katherine con le braccia serrate al petto, gesticolando con una mano, indicando prima se stessa e la sorella e dopo i ragazzi. "..che voi, entrando dentro!".
"Noi.. " sussurró Dean guardando il fratello, in cerca d'aiuto. "..ci abbiamo provato, abbiamo indagato..".
"Kath, siamo nel XXI secolo, adesso sono le donne a risolvere le situazioni.." sussurró Hailey scuotendo la testa, fissando la ragazza negli occhi ed entrando in auto. "..loro guidano solamente la macchina per noi!".
La ragazza rise ed entrò con la sorella, all'interno dell'auto e rise, rilassandosi sul sedile.
"Sono strane, che diavolo hanno?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, innervosendosi.
"Non lo so, ma mi preoccupano" sussurró Sam aggrottando le sopracciglia. "Andiamo al motel intanto..".
Il maggiore annuì ed entrò velocemente in auto, seguito dal fratello, ed accese il motore, fissando in un primo momento le ragazze dallo specchietto retrovisore, soffermandosi su Katherine che continuava a scherzare e a sorridere con la sorella; con un sospiro mise la prima ed affondò il pedale sull’acceleratore per arrivare il più velocemente possibile nelle loro rispettive stanze, per riposare e ricominciare le indagini l'indomani.


"Stai bene?" Chiese Dean avvicinandosi alla ragazza che si era bloccata a fissare un punto davanti a sé. 
La ragazza rimase immobile, senza dare alcun segno di reazione, continuando a fissare davanti a sé con lo sguardo perso, seduta nel grande letto della stanza matrimoniale del motel.
"Kath?" Sussurró Dean sedendosi accanto a lei, fissandola e scuotendola leggermente dalle spalle . "Katherine?".
"Sì?" Chiese la ragazza voltandosi verso il ragazzo con un sorriso sulle labbra. "Che c'è?".
"Ti sto chiamando da un po, non mi hai sentito?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Ero solo sovrappensiero.." sussurró Katherine accennando un sorriso. 
"Stai bene?" Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi ulteriormente alla donna.
"Sì.." sussurró Katherine sorridendo, fissandolo negli occhi.
Si avvicinò al ragazzo e gli diede un bacio a fior di labbra per poi scendere dal letto ed allontanarsi, osservando attentamente l'ampio parcheggio da dietro le tende della finestra, come se stesse cercando qualcosa o qualcuno.
"Hai preso da mangiare?" chiese la ragazza continuando a fissare fuori dalla finestra.
"Sam è andato a prendere la cena, Hailey sta per raggiungerci" disse il ragazzo alzandosi in piedi ed aggrottando le sopracciglia, insospettendosi sempre di più del comportamento della ragazza. 
"Oh.." sussurró Katherine voltandosi nuovamente verso di lui, avvicinandosi con un sorriso malizioso, sfiorandogli,  il petto con le dita. "Quindi non avremo tempo per questo..?".
La sua mano partì dal petto e lentamente scese fino a toccare gli addominali del ragazzo, fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni, mantenendo il contatto visivo con un sorriso dipinto sulle labbra; si avvicinò lentamente e si alzò sulle punte, raggiungendo il viso del ragazzo e depositandogli un bacio leggero sulle labbra, facendogli chiudere gli occhi e sorridendo.
"Katherine.." sussurró il ragazzo sorridendo, sentendo il suo respiro farsi sempre più affannoso. "..smettila, tra poco Hailey sarà qui..".
"Non mi interessa!" Esclamò Katherine decisa, facendo pressione sul suo petto e gettandolo letteralmente sul letto. 
Si avvicinò lentamente, sedendosi su di lui e sorridendo, mentre le sue mani si arpionarono alla sua maglietta, togliendogliela di fretta e facendolo distendere sotto di sé; con un sorriso, depositò un bacio sulle labbra del ragazzo, scendendo a lasciare una scia umida di baci sul collo, per poi proseguire lentamente sul torace muscoloso, seguendo la linea centrale degli addominali, lasciando dei piccoli morsetti di tanto in tanto.
"Kath.." sussurró Dean chiudendo gli occhi nuovamente e sorridendo, lasciando la ragazza a muoversi sopra di lui.
"Silenzio.." sussurró Katherine scendendo con le labbra, fino ad arrivare alla cintura che gli creava sempre più fastidio.
Con dei semplici movimenti, gli slacciò la cintura e la tolse completamente, sbottonando con estrema lentezza il bottone dei jeans ed aprendoglieli lentamente, facendo desiderare al ragazzo che Katherine facesse più in fretta, per diminuire la sofferenza fisica che stava provando in quel momento.
"Katherine, ho bisogno di.... uooooh, scusate!" Esclamò Hailey aprendo la porta, osservando la scena e voltandosi immediatamente imbarazzata.
"Hailey, mamma e papà non ti hanno insegnato a bussare nelle camere altrui ?!" Chiese Katherine infuriandosi, scendendo velocemente da sopra al ragazzo, voltandosi verso la sorella. 
"Dato che sono stati dei perfetti genitori solo con te, come mai non ti hanno insegnato un po’ di tatto?!" Chiese Hailey irritandosi, tornando a guardare la ragazza.
"Che diavolo vuoi?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, mettendo le braccia ai fianchi.
"Ho bisogno di te per.. una cosa" sussurró la ragazza fissando il fratello del ragazzo, che nel frattempo si era alzato e si stava rivestendo. "In privato".
"Non fate caso a me" sussurró Dean sbuffando, scuotendo la testa, infilandosi la maglietta. "Vado via subito!".
Il ragazzo chiuse la porta dietro di sé, sbuffando, completamente irritato ed agitato: per quanto gli fossero piaciute quelle attenzioni da parte della sua ragazza, Katherine non si sarebbe mai comportata così sapendo che sua sorella sarebbe potuta entrare da un momento all’altro! Qualcosa le stava succedendo e stava coinvolgendo anche Hailey, ed era sicuro che non fosse nulla di buono; così con un sospiro, estrasse il cellulare e chiamò Bobby per avere un opinione su tutto quello che stava accadendo. 


"Sam ha lasciato il telefono in camera poco fa.." sussurró Hailey sospirando, mostrandolo alla sorella.
"E questa ti sembra una giustificazione valida per averci interrotto?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. "Stavamo per fare sesso!".
"Ma che ti succede?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. 
Katherine guardò negli occhi la sorella e sospirò: sentiva dentro se stessa che qualcosa stesse cambiando, che qualcosa stesse succedendo, ma non riusciva a capire che cosa.
"Che hai trovato nel telefono?" Chiese Katherine ignorando la domanda della sorella. 
"Stamattina a casa tua ha fatto una telefonata facendo strane affermazioni! Voglio capire con chi stesse parlando!" Esclamò Hailey sbuffando.
"Non starai mica diventando una fidanzata psicopatica* che controlla ogni messaggio e chiamata del proprio ragazzo?!" Chiese Katherine scoppiando in una risata fragorosa, fissando la ragazza che non si scompose.
"Guarda.." sussurró Hailey scuotendo la testa, fissando lo schermo del telefono di Sam. "Le ultime chiamare sono a Dean e a Bobby, ma poi c'è questo numero non salvato, vedi? È con il proprietario del numero che stava parlando!".
"Che aspetti? Chiama" disse Katherine facendo spallucce.
La ragazza lesse l'esitazione negli occhi della sorella, così con un sospiro afferrò il telefono fra le mani e premette il tasto verde, facendo partire una chiamata a quel numero, ascoltando il suono tipico della chiamata in corso.
Se lo portò all'orecchio e sospirò, sentendo una voce fin troppo familiare per lei e scosse la testa, chiudendo la chiamata e porgendo nuovamente il telefono alla ragazza.
"È Ruby!" Esclamò Katherine facendo spallucce, superando la sorella e tornando a fissare fuori dalla finestra.
"Ruby? Ancora?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. "Perché?".
"Chiedilo a lui" disse Katherine facendo spallucce. "A me non interessa!".
La ragazza estrasse dalla sua borsa un pacco di sigarette ed uscì dalla stanza, sotto gli occhi increduli della sorella, per accendersene una ed appoggiarsi alla ringhiera.
"Grazie per l'aiuto!" Esclamò Hailey sbattendo la porta della camera, uscendo e notando il maggiore dei Winchester appoggiato al cofano dell'Impala parlando animatamente al telefono, non riuscendo però ad udirne le parole.



L'indomani mattina, i quattro si recarono nuovamente nello studio della dottoressa grazie ad una dritta di Bobby: per uccidere la sirena, i ragazzi avrebbero dovuto intingere un pugnale di bronzo nel sangue di un infetto.
Una volta arrivati, i ragazzi si trovarono davanti un vero e proprio agente dell'FBI che aveva intenzione a tutti i costi di collaborare con loro, così dopo una brusca litigata fra il nuovo arrivato e Katherine per futili motivi, i ragazzi si divisero: Dean ed il vero agente, Nick Monroe, si recarono allo strip club, Katherine ed Hailey tornarono al motel per cercare di fare calmare la minore, mentre Sam rimase con la dottoressa per cercare di scoprire qualcosa di più sul caso e sul sangue degli assassini.
"Perché volete il sangue degli aggressori?" Chiese la dottoressa aggrottando le sopracciglia. 
"Vogliamo fare dei test" sussurró Sam sorridendo. "Uno specialista vorrebbe dimostrare una sua teoria".
"Come vuole.." sussurró la donna sorridendo, avvicinandosi alla vetrina in cui teneva le provette di tutti i suoi pazienti. "Ma che diavolo..?".
"Che c'è ?" Chiese Sam avvicinandosi ed aggrottando le sopracciglia. 
"Il sangue.." sussurró la dottoressa facendo spallucce e sgranando gli occhi. "..il sangue è sparito!".


La gola prese a bruciargli e sentì il petto andare letteralmente in fiamme, non appena con un solo sorso, bevve tutto il contenuto del bicchiere offerto dall'agente dell'FBI.
"Non sei male per essere un federale" sussurró Dean sorridendo, fissando l'uomo negli occhi. 
"Anche tu lo sei!" Esclamò l'uomo posando il bicchiere sul tavolo al quale erano seduti, volgendo lo sguardo verso le ballerine del locale.
"Volevo dire che non tutti sono come noi.." disse Dean facendo spallucce, accennando un sorriso.
"Sai cosa ho scoperto?" Disse Nick sorridendo, estraendo una busta dalla sua giacca. "Ne è stato trovato uno su ogni scena del crimine".
Il ragazzo allungò le mani e afferrò fra le mani la busta di plastica che conteneva dei fiori di giacinto, sgranando gli occhi e rendendosi conto di dove avesse già visto quel fiore viola.
"Non credo però che ci possa aiutare.." sussurró Nick facendo spallucce. 
"Io credo di si.." sussurró Dean sospirando ed alzandosi dalla sua sedia. "..ho già visto questo fiore!".


"Abbiamo visto le registrazioni, chiunque abbia preso il sangue ha compromesso anche i video.." sussurró la dottoressa osservando le immagine sul monitor del suo computer. "E io non chiudo mai a chiave il mio laboratorio, non ho mai avuto problemi di questo genere!".
"Cosa?! Sta scherzando?" Chiese Sam a braccia conserte rimanendo in piedi alle spalle della donna.
"Cosa c'è nel sangue di quegli uomini di così importante?" Chiese la donna aggrottando le sopracciglia e voltandosi con la sedia verso il ragazzo.
"Beh, penso che siano stati drogati" disse Sam facendo spallucce. 
"Cosa? Che tipo di droga?" Chiese la donna aggrottando le sopracciglia. 
"Quello che cerco di capire" disse Sam sospirando.
"Tutte le vittime avevano dei moventi.." sussurró la dottoressa alzandosi ed appoggiandosi al tavolo, con un sorriso fra le labbra.
"Ma le amavano!" Esclamò Sam sospirando ed aggrottando le sopracciglia. 
"Oh andiamo!" Esclamò la donna inclinando la testa da un lato, volgendo il suo sguardo su quello del ragazzo. "Non dirmi che non hai mai amato profondamente ed incondizionatamente una donna, ma comunque volevi spaccarle la testa!".
Sam rise, scuotendo la testa, e disse: "Capisco bene la sensazione..".
"La ragazza con cui sei venuto qui ieri?" Chiese la donna sorridendo.
"Sua sorella.." disse Sam sospirando, mentre il suo sorriso scemò. ".. che adesso è la ragazza di mio fratello!".
"Però..." sussurró la dottoressa sorridendo, appoggiando le mani sul tavolo. "Ed io che pensavo di avere una vita sentimentale pessima!".
"Che è successo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Ero sposata con un tipo di nome Carl.." sussurró la donna alzandosi e prendendo dal suo armadietto un bottiglia di Bourbon e due bicchieri, nei quali versò il liquido con un sorriso. "Stavamo bene, io lo amavo.. anzi lo amo ancora credo! Ma un giorno mi sono accorta di vivere con uno sconosciuto.. capisci cosa intendo?".
"Sì, credo di si.." sussurró Sam afferrando il bicchiere e tracannandone il contenuto. 
"Sai com'è? Le persone cambiano ed io sono cambiata.." sussurró la donna sospirando. "Non è una tragedia però, sai?".
In quell'istante il cellulare del ragazzo squillò, rompendo il gioco di sguardi che si era creato fra i due; rapidamente afferrò il telefono fra le mani e lesse il nome della ragazza con la quale sarebbe dovuto essere in quel momento. 
"Devi rispondere?" Chiese la dottoressa sorridendo.
"Non adesso" sussurró Sam sorridendo, chiudendo la chiamata.
"Comunque sia.." disse la dottoressa versando dell'altro liquido all'interno dei due bicchieri, facendoli scontrare con un sorriso malizioso sul viso. ".. adesso voglio soltanto divertirmi come se non ci fosse un domani!".
"Capisco questo stato d'animo.." sussurró il ragazzo sorridendo, bevendo un po dell'alcool dal suo bicchiere.
"Ti confesso che ho pensato a parti di te, come le tue labbra, per tutta la notte.." sussurró la donna avvicinandosi di molto al viso del ragazzo, sfiorandogli le guance. "Pensavo di baciarle, questo pensiero mi distrugge".
"Davvero?" Chiese Sam sorridendo, fissando gli occhi in quelli della dottoressa, consapevole di quello che sarebbe successo da lì a poco.
"Tu che cosa ne dici?" Chiese la donna mettendosi esattamente fra le sue gambe, facendo vagare le sue mani per tutto il corpo del ragazzo.
Senza pensarci più di una volta, Sam si avvicinò e colmò la distanza fra le loro labbra, baciandola e stringendo il suo corpo minuto al suo, cominciando a sbottonarle la camicia che indossava, mentre lei faceva lo stesso con lui, quasi strappandola, e toccando il suo petto nudo.
Le loro labbra continuarono ad essere incollate e le loro mani continuarono a vagare sul corpo dell'altro, toccando i punti più sensibili, fin quando il cellulare di Sam prese a squillare nuovamente, catturando l'attenzione del ragazzo.
"Aspetta, potrebbe essere importante.." sussurró Sam sorridendo, afferrando nuovamente il telefono fra le mani.
Quando lesse il nome della ragazza sullo schermo il suo sangue si gelò, capendo che forse, quello che stava per fare non sarebbe stata la cosa più giusta, così con un sospiro chiuse nuovamente la chiamata e raccolse i suoi vestiti.
"Scusami, non posso e devo andare" disse Sam scuotendo la testa con espressione seria sul viso.
"Come sarebbe che devi andare?" Chiese la dottoressa aggrottando le sopracciglia, non ricevendo però alcuna risposta dato che il ragazzo uscì in fretta dalla stanza, ancora a torso nudo.


Velocemente si incamminò verso il motel nel quale alloggiavano, non riuscendo a capire perché si fosse lasciando andare in quel mondo con la dottoressa; stava già con Hailey, no? Perché avrebbe dovuto cercare calore tra le braccia di qualche altra donna?
Scosse la testa e prese il cellulare tra le mani, componendo il numero della ragazza a cui non aveva risposto le prime due volte, cercando di prendere qualche respiro profondo e di fare chiarezza nella sua mente.
"Sam? Si può sapere dov'eri?" Chiese Hailey dall'altra parte del telefono, infuriata.
"Con Cara!" Esclamò il ragazzo sospirando.
"Adesso la chiami Cara?" Chiese Hailey irritandosi. "Per questo non hai risposto al telefono?".
"Stavamo cercando i campioni di sangue!" Esclamò Sam facendo spallucce, sospirando.
"Ascoltami, Dean ha fatto delle ricerche sulla dottoressa: è arrivata in città meno di due mesi fa e ha un ex marito morto di infarto! È lei la sirena!" Esclamò Hailey con voce irritata dall'altra parte del telefono.
"Non dire sciocchezze!" Esclamò Sam ridendo. "Non è lei la sirena!".
"Nick ha trovato dei fiori di giacinto su ogni scena del crimine, che, guarda caso, sono sparsi per tutto l'ufficio di Cara!" Esclamò Hailey sbuffando.
"Non è lei, Hailey, ne sono sicuro.." sussurró Sam sbuffando, continuando a camminare ed avvicinandosi sempre di più al motel.
"Io ti porto dei fatti e tu continui a non.." iniziò la ragazza infuriata, ma si interruppe sospirando e cambiando tono di voce, placandolo. "..sei stato a letto con lei?".
"No.." sussurró Sam scuotendo la testa, risultando però poco convincente.
"Non ci posso credere, Sam! Potresti essere sotto il suo incantesimo!" Esclamò Hailey irritandosi nuovamente.
"Non sono sotto nessun incantesimo, credimi!" Esclamò Sam sbuffando.
"Sei davvero incredibile, io non.." sussurró Hailey, ma si interruppe sbuffando. "Lascia stare!".
"No, che cosa volevi dire?" Chiese Sam scuotendo la testa. 
"Nulla, torna velocemente al motel, sto lasciando Katherine da sola e non sappiamo che diavolo le stia succedendo.." disse Hailey con un tono di voce molto più duro rispetto a prima. "Io vado con Dean ad uccidere la sirena!".
"No, Hailey!! Hailey?" Chiese Sam ma la ragazza aveva già chiuso la chiamata, così prese a correre, per arrivare il più velocemente possibile al motel.


 
 
Dopo aver spiegato la situazione a Dean nei minimi particolari, lei ed il ragazzo cominciarono a pedinare la dottoressa, osservandola uscire dal suo laboratorio e seguendola fino all'entrata di un bar per single.
"Non posso credere che siano andati a letto insieme.." sussurró Dean scuotendo la testa, prendendo un respiro profondo. ".. mi dispiace!".
"Nessun problema, io e Sam non stiamo insieme.." sussurró Hailey sospirando, fissando l'entrata del bar.
"È assurdo dire che non state insieme, passate molto tempo insieme e fate tutto quello che facciam.." disse Dean sospirando, ma fu interrotto dallo sguardo irritato che la ragazza gli lanciò. "D'accordo, non infierisco più..".
"Ma quello non è.. Nick?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, fissando un uomo che si avvicinava nella sua direzione.
"Si.. che diavolo ci fa qui..?" sussurró Dean fissandolo.
"Avevo capito che la tua partner fosse un'altra.." sussurró l'agente affacciandosi al finestrino del conducente.
"Infatti, Katherine è.. malata al momento" disse Dean sorridendo.
"Volete?" Chiese Nick porgendo loro la sua birra, con un sorriso sulle labbra.
"Come posso rifiutare?" Chiese Dean retoricamente, sorridendo, bevendo qualche sorso del contenuto della bottiglia di vetro.
"Io passo, grazie" sussurró Hailey accennando un sorriso, tornando a fissare l'entrata del bar.
"Sai Dean, voglio essere io il tuo fratellino adesso.." sussurró l'uomo fissando negli occhi il ragazzo. "..dovremo togliere di mezzo Sam prima però..".
"Cosa?" Chiese Hailey voltandosi velocemente, aggrottando le sopracciglia. 
"Falla stare zitta!" Urlò Nick sorridendo, mentre il ragazzo annuì leggermente, girandosi meccanicamente verso la ragazza.
"Dean, che diavolo stai facendo?!" Chiese Hailey mentre il ragazzo prese a stringerle le mani attorno a collo e si mise sopra di lei, schiacciandola con il suo peso. "Dean, non respiro, lasciam..".
Le mani della ragazza persero vigore, secondo dopo secondo, e non riuscì più a fronteggiare l'attacco del ragazzo, così dopo non aver ricevuto ossigeno per un minuto abbondante, Hailey svenne, sotto gli occhi felici di Nick.


Katherine aprì gli occhi nel grande letto, trovando Sam appoggiato al tavolo intento a cercare qualcosa su internet con un'espressione preoccupata sul viso; si sedette e l'osservò meglio, leggendo la ricerca che stava facendo al pc sulle sirene.
Con un sorriso, scese dal letto e si avvicinò lentamente al ragazzo, ravvivandosi i capelli con una mano e rimanendo vestita per come l'aveva lasciata la sorella: pantaloncini corti e il top aderente della mattina precedente.
"Ciao.." sussurró Katherine avvicinandosi al ragazzo con un sorriso equivocabile sul viso.
Sam distolse lo sguardo dal computer, posandolo sulla ragazza e rimanendo immobile a fissare il suo corpo per il 75% nudo, osservando la pelle esposta delle braccia e delle gambe.
"Ciao.." sussurró Sam serrando la mascella, alzando lo sguardo sugli occhi della ragazza. 
"Che stai facendo?" Chiese Katherine avvicinandosi al tavolo e al ragazzo, che indietreggiò leggermente, strisciando la sedia sul pavimento.
"Ricerche sulle sirene.. Dean ed Hailey pensano che si tratti di Cara.." sussurró Sam accennando un breve sorriso sul viso. ".. non penso che si tratti di lei però!".
"Neanche io penso che sia Cara.." sussurró Katherine sorridendo, avvicinandosi alla sedia del ragazzo.
"Davvero?" Chiese Sam sorridendo, indicando con la mano quello che aveva appena trovato su internet. "Questi elementi indicano che..".
Immediatamente, Katherine chiuse di scatto il portatile, continuando a sorridere al ragazzo, avvicinandosi lentamente.
"Che stai facendo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, vedendo avanzare lentamente la ragazza verso di lui.
Senza proferire una parola, lentamente, si posizionò con le gambe sopra quelle del ragazzo, che osservò la scena stranizzato del comportamento della ragazza; con un sorriso, Katherine carezzò il viso del ragazzo, schioccandogli un leggero bacio sulla guancia, avvicinandosi sempre di più alle sue labbra.
"Katherine, che stai facendo?!" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia ed afferrandola dalla braccia, facendola scendere dalle sua gambe ed alzandosi in piedi.
"Lo so che mi desideri come ti desidero io.." sussurró Katherine avvicinandosi nuovamente, avvicinandosi nuovamente e carezzandogli il viso. "Tu sei l'unico per me, ho sbagliato a lasciarti per Dean, tesoro.. torniamo ad essere quelli di una volta!".
La ragazza afferrò una delle sue grandi mani fra le sue, incrociandole e portandosele al viso con un sorriso, mentre il ragazzo fissò il suo sguardo dubbioso su quello di Katherine.
"Ti amo Sam.." sussurró la ragazza avvicinandosi con un dolce sorriso sul viso, mentre il cuore di Sam perse qualche battito, sentendo le sue mani sulle sue guance come un anno prima. "Ti amo, ma adesso baciami Sam..".
Con un sorriso, Katherine si alzò sulle punte dei piedi raggiungendo il ragazzo e, con le mani attorno al suo viso, la ragazza cercò di adagiare le sue labbra su quelle di Sam, che però si voltò, permettendole di baciare solamente la guancia, rimanendo impietrito e bloccato sul posto.
"Sei stata contagiata.." sussurró Sam staccandosi dalla ragazza, aggrottando le sopracciglia. "..ma perché allora non vuoi uccidermi? Perché vuoi baciarmi?".
"Perché ti amo Sam.." sussurró Katherine sorridendo, intrecciando la sua mano con quella del ragazzo.
"No, pensa a Dean! Tu stai con lui, ricordi?" Chiese Sam sospirando.
"Certo che lo ricordo, ma è stato un terribile sbaglio Sam, io amo te!" Esclamò Katherine facendo spallucce. "È così tesoro, perdonami..".
Il dubbio si insinuò nella mente del ragazzo, che non poté fare a meno di chiedersi se la ragazza che stava di fronte a lui, la ragazza che aveva amato per tantissimo tempo, stesse mentendo solo per ammaliarlo, o semplicemente si fosse accorta dei sentimenti che provava per lui.
La porta della loro camera si aprì, facendo spazio a Dean che teneva fra le braccia Hailey svenuta e che adagiò sul grande letto.
"Che le è successo?" Chiese Sam avvicinandosi, mollando la presa sulla ragazza e dirigendosi verso il letto.
"Ciao Sam" disse Dean con la mascella serrata, estraendo un pugnale e puntandolo verso il ragazzo.
"Che stai facendo? Che avete voi due oggi?!" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"È semplice, sono un fratello migliore di te.." sussurró Nick, entrando dalla porta ancora spalancata e chiedendosela alle spalle.
"Fai schifo come spogliarellista!" Esclamò Sam scuotendo la testa, porgendo le mani avanti come a proteggersi da un imminente attacco del fratello, avendo capito tutto. 
"Dean, afferralo" sussurró Nick sorridendo al ragazzo che, in pochi secondi, si scagliò contro il fratello, bloccandolo con un pugnale alla gola.
"Dean, reagisci, non sei tu!" Esclamò Sam cercando inutilmente di divincolarsi dalla presa.
"Gli ho dato quello che desiderava: un fratellino di cui potersi fidare!" Esclamò Nick sorridendo, mentre Katherine si avvicinò pericolosamente ai due. "Farebbe qualsiasi cosa per me, è la miglior sensazione alla mondo!".
"Facciamoli giocare uno contro l'altro.." disse Katherine sorridendo, osservando con un sorriso i due. "..stringi il guinzaglio del tuo, mentre io mi prendo Sam!".
"Dean.." sussurró Nick sorridendo al ragazzo. "..sta indietro".
In pochi secondi il ragazzo sorrise e lasciò andare il fratello che in quel momento non riuscì neanche a riconoscere, e Katherine spinse al muro Sam, bloccandogli le braccia contro il muro ed impedendogli di muoversi.
"Ci avevo provato con le buone, giuro.." sussurró la ragazza mordendosi il labbro, sorridendo, afferrando il viso del ragazzo fra le mani. "..adesso lo farò con le cattive!".
Si avvicinò e baciò le labbra del ragazzo, infettandolo con il veleno della sua saliva, osservando poi il ragazzo cambiare espressione e sorridere alla ragazza.
"Venite da me.." sussurró Katherine alternando lo sguardo fra i due, afferrando le mani ad entrambi i ragazzi, facendoli avvicinare. "..avete parecchi pesi di cui avete bisogno di liberarvi! Parlatene e chi dei due sopravvivrà, potrà stare con me.. per sempre!".
I due ragazzi si guardarono in cagnesco, guardandosi negli occhi con odio, riuscendo quasi a fulminarsi con lo sguardo. 
"Non so quando sia successo, forse quando ero all'inferno o forse quando ti ho rivisto, ma il Sam che conoscevo è sparito.." sussurró Dean scuotendo la testa. "E non è per il sangue demoniaco, ne per i tuoi poteri psichici, ma è per le piccole cose, per le bugie, i segreti!".
"Quali segreti?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Le telefonate a Ruby ad esempio!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia. 
"Devo chiedere il tuo permesso per telefonare?!" Chiese Sam ridendo.
"Tu mi stai nascondendo qualcosa, che cosa?" Chiese Dean facendo un piccolo passo avanti, furioso. 
"Non sono affari tuoi!” sussurrò il minore con una smorfia sul viso.
"Un tempo eravamo uniti, ci aiutavamo l'un l'altro, Sam!" esclamò Dean allargando le braccia.
"Vuoi sapere perché non ti dico niente su come do ancora la caccia a Lilith? Perché tu sei solo un peso per me ed io, senza di te, sono un cacciatore migliore di te!" Esclamò Sam facendo una smorfia e scuotendo la testa. "Io posso affrontare demoni di cui tu hai paura!".
"Queste sono stronzate!" Esclamò Dean sospirando rumorosamente. 
"Sei troppo impegnato a lamentarti per le anime che hai torturato all'inferno o ad andare a letto con la ragazza che mi hai rubato!" Esclamò Sam facendo un'altra smorfia. 
"Non ti ho rubato niente! È stata lei a venire da me, proprio quando tu hai cominciato a stringere i primi rapporti con Ruby, lei veniva da me a chiedere aiuto.." sussurró Dean sorridendo, facendo qualche passo avanti. "..a dire che non ti riconosceva più, così  lei ti ha lasciato ed ha deciso di venire a letto con me e scommetto che non ha mai provato con te quello che prova con me! Per questo ha scelto me, per questo ama me!".
Sam con una smorfia sul viso, corse verso il fratello, colpendolo in viso, ma Dean si riprese subito e ricambiò il gesto, colpendolo e facendolo indietreggiare di qualche passo; il minore lo colpì nuovamente al viso per ben due volte, mentre Dean gli intrappolò un braccio in una morsa d'acciaio, cominciando a colpirlo ripetutamente dritto in viso.
Sam si liberò velocemente e con un calcio lo fece indietreggiare, colpendolo nuovamente al viso e allo stomaco, facendolo piegare su se stesso per qualche secondo, ma quando si rialzò, il maggiore prese a colpirlo in viso; con un colpo alle spalle, Sam fece letteralmente volare suo fratello dall'altra parte della stanza, facendogli sbattere la testa per terra e gli si avvicinò pericolosamente.
"Non avevo capito tutta la storia, ma wow.." sussurró Nick sorridendo alla ragazza. "..sicura di non essere stata una sirena anche prima, sorella?".
Katherine rise, fissando nuovamente lo sguardo sui due ragazzi che ripresero a colpirsi in pieno viso, fin quando si separano per qualche secondo per riprendere fiato; in pochi secondi, con tutta la forza che aveva in corpo, Dean si scaraventò contro suo fratello, colpendo la porta alle sue spalle e buttandola giù, e si alzò immediatamente.
Preso ancora dalla foga, il maggiore adocchiò un'ascia d'emergenza, e spaccò con il gomito il vetro, afferrando l'arma fra le mani ed osservando il fratello a terra sopra la porta, ancora un po stordito per la caduta, e le ferite che aveva sul viso, così per qualche secondo esitò a colpirlo.
"Dean, fallo per me.." sussurró Katherine avvicinandosi nuovamente al ragazzo con un sorriso. "..fallo per me e staremo insieme per sempre!".
Il ragazzo annuì e con un sorriso sulle labbra, alzò l'arma pronto a conficcarla nella testa del fratello avendo la convinzione di stare per sempre con Katherine, fin quando, con un calcio fu scaraventato dall'altra parte del corridoio.
"Odio quando cercano di soffocarmi!" Esclamò Hailey irritandosi, sfilandogli l'ascia dalle mani, e dirigendosi verso le due sirene e osservando la sorella negli occhi. "Sai, avevo capito quello che ti stava succedendo, così mi sono documentata: hai idea di quanto sia raro non diventare un tirapiedi della sirena che ti ha infettato, ma bensì diventare una sirena stessa? Più o meno è il 3% dei casi.. il 3% e tu ne hai fatto parte!".
"Che posso dirti?" Chiese Katherine sorridendo, avanzando verso la sorella e facendo spallucce. "Sono speciale e i miei ragazzi stanno combattendo per avermi!".
"È solo un'illusione.." sussurró Hailey scuotendo la testa, con un leggero sorriso sul viso. "Sai come finirà? Con me che pianterò un coltello impregnato del sangue di uno di questi due imbecilli nel cuore di Nick! Questo spezzerà l'incantesimo su di loro e su di te!".
"Naah, passo, mi diverto molto di più così.." sussurró Katherine sorridendo, sbattendo le palpebre mentre l'iride dei suoi occhi diventava rossa, facendo fare qualche passo indietro alla ragazza. 
"La maledizione si sta attivando anche in te.." sussurró Hailey preoccupata, per poi sorridere. "..non preoccuparti sorellina, ho intenzioni di salvarti in tempo!".
Con un calcio a sorpresa, allontanò Katherine, facendola cadere su Nick, e gettò l'ascia lontano, estraendo il coltello di rame e puntandoglielo contro; la minore si avvicinò e cominciò a lottare con la sorella, colpendola numerose volte al viso, fino a ché, con un calcio, Hailey, riuscì a mettere nuovamente distanza fra loro.
"Sono più forte di te, sorella, se sei furba ti consiglio di andartene.." sussurró Katherine sorridendo, mentre i ragazzi assistevano alla lotta con occhi attenti.
"Stavo per dire la stessa cosa a te, non sai di cosa sono capace, Katherine!" Esclamò Hailey sorridendo. "Ho già avuto la maledizione e sono sopravvissuta, tu non ce la faresti!".
Con un sorriso, Katherine tornò a colpirla ripetutamente, fin quando del sangue prese a scenderle dal viso e dalle tempie e perse momentaneamente l'equilibrio; Hailey colpì velocemente la ragazza in pieno petto, sbattendola contro un muro e lasciandola tramortita per qualche secondo, mentre del sangue prese a scenderle dallo zigomo.
"Adesso basta!" Esclamò Hailey avvicinandosi a Dean e tagliandogli un braccio con il coltello, lanciandolo in direzione di Nick e centrandolo in pieno petto.
L'uomo-sirena cadde a terra ormai morto, mentre i ragazzi che erano sotto l'effetto dell'incantesimo, sgranarono gli occhi e si resero conto di quanto fosse appena successo e di cosa avessero fatto, non riuscendo neanche a guardarsi negli occhi.
"No, no, no.." sussurró Katherine scuotendo la testa, mentre un’espressione terrorizzata le si disegnò sul viso. "Che diavolo hai fatto?!".
"Non le è passato?" Chiese Dean tenendosi il braccio dolorante, avvicinandosi. 
"Per lei è diverso, deve ingerire il sangue del primo che ha trasformato per tornare normale.." sussurró Hailey sospirando, fissando il maggiore. "E non sei tu, giusto ? ".
Quando il maggiore scosse la testa, Hailey si avvicinò a Sam e gli afferrò la mano, incidendogli il palmo con il coltello e sospirò, girandosi verso la sorella che li osservava con occhi sbarrati dalla paura.
"Katherine, adesso voglio che tu beva un po del suo sangue.." sussurró Hailey sospirando ed accennando un sorriso. "Dopodiché tornerai te stessa..".
"Non riesco a muovere.. le gambe.." sussurró Katherine prendendo a tremare. ".. sento freddo..!".
"Che diavolo le succede?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Non urlare!" Esclamò Katherine portandosi le mani alla testa, scivolando lungo la parete.
"È l’effetto della trasformazione, chi l’ha trasformata è morto e lei morirà se non la curiamo.." sussurró Hailey abbassandosi al livello della sorella, sorridendo. "Sam ti aiuterà!".
Il ragazzo si abbassò e si sedette accanto alla ragazza, porgendole la mano sanguinante con un sorriso.
"Non voglio.." sussurró Katherine con le lacrime agli occhi, fissando negli occhi Dean.
"Penso che tu debba dirle che per te va bene quello che farà.." sussurró Hailey aggrottando le sopracciglia. 
 "Io non .." sussurró il ragazzo scuotendo la testa, per poi osservare la ragazza spaventata ed impaurita.
Così lentamente si abbassò e le carezzò il viso e con un sorriso sulle labbra le sussurró: "Devi farlo Kath, è l'unica cosa che ti farà stare bene..".
La ragazza annuì e si voltò verso Sam, che ancora le tendeva la mano sanguinante, e con un sospiro afferrò la grande mano del ragazzo e se la portò alle labbra, ingerendo il sangue che aveva precedentemente infettato con il bacio e, ormai priva di forze, perse i sensi sul corpo del ragazzo che l'abbracciò e la prese fra le braccia per farla distendere per un po' all’interno della camera.


Rimasero tutte e tre a vegliare attorno al letto in cui Katherine riposava, imbarazzati per tutto quello che era successo e per le parole pesanti che erano uscite di bocca ai fratelli, mentre Hailey non osò parlare, essendo ancora molto arrabbiata con Sam.
Dopo due ore che ancora la ragazza non aprì gli occhi, Hailey decise di uscire dalla stanza, afferrando una delle sigarette che Katherine teneva all'interno della sua borsa; quando fu fuori, si appoggiò alla ringhiera ed accese la sigaretta chiudendo gli occhi, sperando che la sorella si svegliare presto.
"Come stai?" Chiese Sam sbucando alle sue spalle, con un sorriso imbarazzato sul viso. 
"Sto bene.." sussurró la ragazza scuotendo il capo. "Tu piuttosto, come stai? Sei stato infettato da Katherine".
"Sto bene.." sussurró Sam sospirando, avvicinandosi alla ragazza.
"Dirai addio a Cara?" Chiese Hailey portandosi la sigaretta alle labbra, sospirando. 
"Non mi interessa.." sussurró Sam cingendole la vita, mentre la ragazza alzò lo sguardo interrogativo su di lui. "Non sono andato a letto con lei..".
"Non è un problema, non stiamo neanche insieme.." sussurró Hailey distogliendo lo sguardo. ".. non mi importa!".
"Sì, invece ti importa.." sussurró Sam ridendo, afferrandole il busto con forza, facendola girare verso di sé e schioccandole un bacio a fior di labbra, dal quale però la ragazza si ritrasse.
"Non sono sicura di voler continuare questo tipo di relazione, Sam.." disse Hailey facendo spallucce, fissando lo sguardo in quello del ragazzo. "Non voglio più avere solo sesso e bugie, sesso e finzione, io davvero non voglio più.. mi dispiace!".
La ragazza si divincolò dalla sua presa e fece per entrare all'interno della stanza, fin quando Sam le afferrò nuovamente il polso, costringendola a girarsi.
"Non ho mai voluto questo tipo di relazione, mai! Ma poi è cominciata con te ed ogni giorno stava sempre meglio avendoti al mio fianco.." sussurró Sam sorridendo, avvicinandosi alla ragazza. "Io sto bene con te Hailey, non è solo sesso per me.. io mi sto innamorando di te!".
Hailey rimase immobile, la bocca leggermente spalancata per lo stupore, mentre gli occhi le si sgranarono: non si sarebbe mai aspettata una confessione del genere da parte di Sam e dalla sua espressione era facile notarlo, ogni tratto del suo viso trasudava stupore.
"Io non so.." sussurró Hailey serrando i denti per non versare neanche una lacrima, mentre il ragazzo si faceva sempre più vicino. ".. non so che dire".
"Non dire niente" rispose Sam sorridendo, avvicinandosi ed afferrando il viso della ragazza fra le mani, baciandole delicatamente le labbra.
Il cuore di Hailey batté all'impazzata, era davvero felice che Sam le avesse detto quelle parole, significava molto per lei: dopo aver passato anni a costruire barriere, a rompere i ponti con tutti, non era facile accettare di percorrere una super strada affianco ad un uomo del genere.
Così quando Hailey rispose al bacio e sentì le mani del ragazzo sui suoi fianchi, sorrise capendo di aver finalmente trovato una persona di cui si sarebbe potuta fidare.


Il minore si avvicinò al fratello, sedendosi accanto a lui, osservando come non distogliesse mai lo sguardo dalla ragazza stesa sul letto, ancora priva di sensi per via della trasformazione che aveva subito e dell’innesco della maledizione: Hailey spiegò loro che se Katherine avesse ucciso qualcuno sotto l’effetto dell’incantesimo, sarebbe rimasta per sempre una sirena, a meno ché non l’avessero uccisa.
Fortunatamente Sam, sotto il potere del suo incantesimo, non era riuscito ad uccidere il fratello, dando alla ragazza la possibilità di tornare quella che era bevendo il suo sangue infetto, che avrebbe completamente annientato la trasformazione; un ulteriore complicanza era sorta durante la transizione: la maledizione delle Cacciatrici, o delle Furie, cominciò ad insediarsi all’interno del corpo della ragazza e non per i motivi classici che il Consiglio le aveva spiegato, ma bensì perché il dolore che procurava, quello che faceva, aveva iniziato a piacerle. Stava per passare completamente al lato oscuro.
Sam provò a schiarirsi la voce per attirare l’attenzione del fratello, ma il suo sguardo era fisso sul viso della ragazza e fra le sue mani stringeva una della sue mani, così con un sospirò provò a rompere il silenzio che regnava all’interno della stanza.
"Dean, volevo dirti che.. mi dispiace per quello che ho detto prima..” sussurrò Sam sospirando, appoggiando i gomiti sulle sue cosce. “.. parlavo sotto l'effetto dell'incantesimo della sirena, lo sai!”.
Il maggiore alzò la testa e spostò il suo sguardo verso il fratello, visibilmente dispiaciuto per la lite che avevano avuto, trasformatasi in una vera e propria rissa; con un sospiro Dean girò nuovamente lo sguardo verso Katherine, e con un sussurrò disse: “Anche io.. mi dispiace, Sam”.
“Bene..” disse il minore accennando un sorriso, rilassandosi sulla poltrona, tornando ad osservare la ragazza.
“Io non ti ho rubato Katherine..” sussurrò Dean sospirando, lasciando la mano della ragazza e voltandosi interamente verso il fratello. “.. Io non ho fatto nulla per avvicinarla a me mentre stava con te, l’ho solo baciata quando avevo paura di morire e quando lei era l’unica a capirmi, ma lei mi ha respinto perché amava te!! Scommetto che non ti ha mai detto che aveva rinunciato a provare a salvarmi, vero? Lei aveva capito di non potermi aiutare, così ha provato a consolarmi! E quello che ho detto su Ruby, che è stata colpa sua se Katherine si è allontanata da te, per via dei segreti e delle bugie che rifilavi perfino alla tua ragazza per coprire il tuo rapporto con un demone, lo penso veramente! Se tu non avessi mai fatto entrare Ruby nella tua vita, probabilmente staresti ancora con lei!”.
Sam rimase ad ascoltare a bocca aperta il monologo del fratello, sbalordito per così tanta sincerità, ed accennò un sorriso, riconoscendo la verità nelle parole del ragazzo; abbassò la testa, insieme allo sguardo, e sospirò.
“Io terrò sempre a lei, Dean..” sussurrò Sam sorridendo. “E’ stata la cosa più bella che potesse capitarmi e non scherzo; nonostante tutto, terrò sempre particolarmente a lei e so perfettamente che la ragione per cui è finita fra me e lei sono io! Se avessimo fatto questa conversazione qualche mese fa, ti avrei detto che avrei fatto di tutto per riaverla, ma adesso sto ricominciando, sto con Hailey e non potrei essere più felice di stare con lei.. e che tu stia con Katherine!”.
Sam alzò il capo, notando l’espressione sbalordita del fratello, sapendo che non si sarebbe mai aspettato quel tipo di risposta, così con un sorriso il minore aggiunse: “Tu la meriti, molto di più di quanto la meritassi io!”.
Dean sorrise e prese nuovamente la mano della ragazza fra le sue, tornando ad osservarla e a carezzarle il viso, e dopo un sospiro, disse: “Allora siamo a posto?”.
"Sì, siamo a posto..” sussurrò Sam ridendo.
“Ho preso delle ciambelle dalla tavola calda qui sotto..” sussurrò Hailey aprendo la porta della camera con un sorriso sulle labbra. “E’ quasi ora di colazione e Katherine si sveglierà presto, è questione di minuti..”.
“Come lo sai?” chiese Dean sospirando, voltandosi verso la ragazza.
“Dean, so che hai sentito quello che ho detto a Katherine prima..” disse la ragazza alzando gli occhi al cielo, togliendosi il giubbotto di pelle. “Chiedi pure!”.
“Come hai capito che Nick l’avesse contagiata?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Non è stato Nick, non in quella forma almeno..” sussurrò Hailey sorridendo, posando il sacchetto con il cibo sul tavolo. “Quando voi due siete entrati nello strip club, un ragazzo sulla trentina ci ha chiesto se avevamo voglia di bere con lui, ma abbiamo declinato l’invito, fin quando è tornato con una bottiglia di birra fra le mani..”.
“E poi?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
“Katherine era arrabbiata e ha afferrato la bottiglia, estraendo il suo tesserino dell’FBI e dicendogli che se ci avesse disturbato un’altra volta, lei lo avrebbe arrestato..” sussurrò Hailey allargando le braccia, appoggiandosi al tavolo. “..penso che il veleno si sia diffuso così”.
“Anche a me è successo così..” sussurrò Dean sospirando, mettendo su un’espressione seria e fissando negli occhi la ragazza. “Un’altra domanda, cosa ti è successo quando la maledizione si è attivata in te?”.
“Non devi rispondere se non vuoi..” sussurrò Sam guardandola negli occhi, accennando un sorriso.
“Ho fatto del male a molte persone, ero stordita la maggior parte del tempo, ho dei ricordi molto confusi di quello che ho fatto..” sussurrò Hailey sospirando, giocando nervosamente con le dita.
Stordita?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, non essendo sicuro di voler sapere la risposta.
“Ubriaca o drogata..” sussurrò Hailey sospirando, fissando la sorella. “Ho fatto così tante cose brutte che è molto difficile per me parlarne, ma se si è attivata in Katherine per poche ore, non vuol dire che si attiverà di nuovo fra una settimana o due mesi! Dobbiamo evitare che le succeda o la distruggerà!”.
“Come ne sei uscita?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia. “Insomma, sei riuscita a.. disattivarla.. come?”.
Hailey sorrise e fissò negli occhi i due ragazzi e, prendendo un respiro profondo, disse: “Qualcuno non si è arreso con me, nonostante io gli avessi fatto male fisicamente, psicologicamente e sentimentalmente.. qualcuno mi ha tirato fuori dall’abisso in cui ero precipitata..”.
La ragazza sospirò e si avvicinò al letto sul quale era sdraiata la sorella e si sedette sul bordo, fissandola con un sorriso sulle labbra, sperando che niente di quello che era successo a lei in passato, succedesse a Katherine; non lo avrebbe mai permesso, non avrebbe mai abbandonato sua sorella.
“Ci sono così tante cose che non immaginate, lati delle persone a cui non credereste mai..” sussurrò Hailey con un sorriso amaro sulle labbra. “.. non voglio che anche Katherine sia costretta a passare quello che ho passato io, non lo permetterò mai..”.
Era davvero sicura delle sue parole, non avrebbe mai potuto permettere una cosa del genere: sapeva benissimo che la Maledizione si manifestava in modo diverso per ognuna delle Cacciatrici e che quindi non l’avrebbe potuta prevedere per sua sorella, ma era riuscita a proteggerla a distanza per tutta la sua vita, l’aveva persino riportata in vita inimicandosi gli angeli, perché non avrebbe potuto farcela adesso che stavano finalmente diventando vere sorelle?
“Quando la maledizione si attiva porta con sé dei poteri malvagi, quasi demoniaci, e quando si torna ad essere se stessi, qualche volta, se ci si concentra, alcuni possono tornare..” sussurrò Hailey accennando un sorriso amaro, appoggiando una mano delicatamente sul viso della sorella, mentre i due ragazzi la osservarono con le sopracciglia aggrottate, non avendo la minima idea di quello che stesse dicendo.“Katherine, svegliati!”.
Gli occhi azzurri della ragazza si spalancarono immediatamente, come se le parole di Hailey l’avessero attirata dal suo sonno e l’avesse svegliata prepotentemente, e li puntò al soffitto per solamente una frazione di secondo, dopodiché si sedette velocemente sul letto con un fiato corto inspiegabile, e puntò gli occhi verso i ragazzi, che si alzarono di scatto davanti a quello che era appena accaduto, fin quando volse lo sguardo verso la sorella e calmò il suo respiro, riuscendo a controllarlo e a regolarizzarlo.
“Grazie..” sussurrò la minore con un sorriso sulle labbra.



Note:
* è un riferimento al personaggio creato da Selene Maggistro che amo particolarmente ! Alla prossima! :*

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Capitolo 44
*** She's flying towards an early grave. ***


NOTE DELL'AUTRICE: 
Buonasera ragazze/i, eccomi con il nuovo capitolo! In questo momenti riesco a pubblicare poco perché ho davvero pochissimo tempo per scrivere! Spero di poter cominciare nuovamente ad aggiornare con regolarità!:)
Nell’ultimo capitolo, Katherine aveva contratto il “veleno” della sirena, innescando però la maledizione che l’aveva resa pericolosa per i ragazzi e per sua sorella; Hailey invece ha usato i suoi poteri per aiutare Katherine a risvegliarsi, lasciando i ragazzi sbalorditi di ciò che era riuscita a fare!
Non vi trattengo oltre anzi vi lascio leggere il capitolo in tranquillità, ma prima devo ringraziare chi mi segue con costanza e che mi fa sapere costantemente ciò che pensa della storia, ma anche i lettori silenziosi!
Concludo ringraziando tutti/e coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate,  fatemi sapere cosa ne pensate e quali impressioni avete avuto sul capitolo! Alla prossima e buona lettura! :) 
 

Capitolo 35 (Parte I°)


She's flying towards an early grave.



Gli occhi azzurri della ragazza si spalancarono immediatamente, come se le parole di Hailey l’avessero attirata dal suo sonno e l’avessero svegliata prepotentemente, e in preda alla confusione più totale li puntò al soffitto per solamente una frazione di secondo, dopodiché si sedette velocemente sul letto con un fiato corto inspiegabile, e puntò gli occhi verso i ragazzi, che si alzarono di scatto, spaventati, davanti a quello che era appena accaduto.
Katherine volse lo sguardo verso la sorella e calmò il suo respiro, riuscendo a controllarlo e a regolarizzarlo, mentre un leggero sorriso le si dipinse sul viso.
“Grazie..” sussurrò la minore sospirando.
Hailey sospirò, felice di aver usato quel che restava dei suoi poteri quasi demoniaci, dovuti all’innesco della Maledizione di qualche anno prima e sorrise alla sorella; era ancora molto stordita, i suoi occhi continuavano a vagare dai ragazzi, che la fissavano con aria spaventata ed incredula, alla maggiore, che l’aveva appena risvegliata dal suo sonno mistico.
“Come ci sei riuscita?” chiese Dean sgranando gli occhi ed avvicinandosi alla ragazza, lasciando percepire agli altri la paura nella sua voce. “Hai dei poteri psichici come Sam?!”.
“No, Dean..” disse Hailey sospirando, scuotendo la testa con un sorriso sulle labbra e voltandosi verso i due fratelli. “.. non mi stavi ascoltando prima?”.
“Come ci sei riuscita?!” chiese Dean perentorio, accigliandosi ed avvicinandosi ulteriormente alla ragazza con espressione seria, modificando persino il tono della voce.
La ragazza sospirò, alzandosi dal letto e fissando i due ragazzi negli occhi con le sopracciglia aggrottate, ancora incapace di comprendere a fondo la questione che l’aveva coinvolta.
“Non pensavo che si potesse più svegliare..” sussurrò la maggiore delle sorelle Collins facendo spallucce. “Aveva ricevuto una dose massiccia di quel veleno della sirena e la maledizione la stava reprimendo.. sarebbe rimasta dormiente per sempre, come se fosse stata in coma!”.
“E quando pensavi di dircelo?” chiese Dean alzando il tono della voce, avvicinandosi alla ragazza gesticolando nervosamente.
“Hailey devi spiegarci, come diavolo ci sei riuscita?” chiese Sam sospirando e scuotendo la testa, avvicinandosi alla ragazza.
“Io l’ho svegliata, non devo darvi più alcuna spiegazion..” sussurrò la ragazza, ma fu interrotta bruscamente da una voce squillante e arrabbiata.
“Adesso basta!” esclamò Katherine alzandosi dal letto ed aggrottando le sopracciglia, sentendosi nuovamente se stessa e voltando uno sguardo colmo di gratitudine verso la ragazza. “Sto bene, sono sveglia e cosciente e posso dirvi io cosa ha fatto! Io l’ho sentito..”.
“Allora illuminaci, Sherlock!” esclamò Dean sospirando rumorosamente, infuriandosi anche con lei.
“E’ come se io stessi precipitando dentro me stessa, stavo affogando tra i miei pensieri..” sussurrò Katherine abbassando lo sguardo per qualche secondo, per poi rialzarlo ed alternarlo verso i tre ragazzi. “.. le sue mani sul mio viso hanno instaurato un collegamento, la sua voce mi ha riportata a galla, mi ha risvegliato”.
“Anche io ti stavo toccando, perché non ti sei svegliata?” chiese Dean allargando le braccia, perplesso.
“Tu non sei una Cacciatrice..” sussurrò Hailey sorridendo, facendo spallucce.
“.. e non hai i suoi poteri..” continuò la minore abbozzando un sorriso.
“Quando sono tornata me stessa, alcuni sono rimasti..” sussurrò la maggiore sospirando. “.. ma  temo che svegliando Katherine siano completamente svaniti! Si sono esauriti!”.
“Che tipo di poteri?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia, scuotendo la testa.
“Diciamo solo che se fossi ancora sotto la Maledizione, potrei facilmente batterti..” sussurrò Hailey sorridendo, facendo spallucce. “..ed anche un esercito di demoni!”.
Il maggiore aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola, cosciente di non avere la minima idea di cosa chiedere su quella faccenda; la sua unica paura era che Katherine chiudesse la porta al bene, lasciando consapevolmente via libera all’oscurità di impossessarsi di lei. Proprio come era successo qualche ora prima.
“Discuteremo dopo di questo argomento, adesso ho solamente una grande voglia di tornare a casa e dormire per almeno un’altra ora..” sussurrò la minore sbuffando, scuotendo la testa.
I fratelli si lanciarono una breve occhiata ed annuirono, radunando il più in fretta possibile le loro cose sparse nella stanza malmessa, completamente distrutta per la lotta di qualche ora prima; Katherine con un sospiro ed evitando il più possibile lo sguardo del suo ragazzo, si recò in bagno e si sciacquò il viso con dell’acqua fresca.
Alzò lo sguardo verso lo specchio, notando delle occhiaie sotto i suoi occhi, segno che avrebbe dovuto riposare un po’ di più; si lavò i denti e si pettinò i capelli, si tolse il mascara che durante la lotta e il sonno era colato sul viso e si cambiò gli abiti, ma nulla di tutto ciò riuscì a tenerle la mente occupata per più di 30 secondi: stava evitando di pensare a quello che le era successo.
Aveva assaggiato un po’ di potere, di oscurità e, nonostante facesse fatica ad ammetterlo persino a se stessa, in cuor suo sapeva quanto le fosse piaciuto e quando avrebbe voluto provare nuovamente quell’emozione scorrerle nelle vene: improvvisamente, dopo anni di caccia, capì perché i demoni fossero così spavaldi e perché sfidassero i cacciatori con pochissimo timore di venire uccisi: erano davvero convinti di essere invincibili. Proprio come si era sentita lei la scorsa notte.
Scosse la testa, cercando di scrollarsi via di dosso la sensazione che aveva provato la notte precedente e strinse fra le mani la fredda ceramica del lavandino, mentre il respiro prese ad essere affannoso e i suoi battiti cardiaci salirono alle stelle; alzò nuovamente lo sguardo verso lo specchio, trovando delle goccioline di sudore ad imperlarle la fronte, sintomo del grande nervosismo e dell’ansia che stava provando dentro di sé.
Non poteva davvero avere questo effetto su di lei: lottò con tutta se stessa per non cedere alla tentazione di fare prevalere nuovamente il lato oscuro che stava rannicchiato dentro di lei e cercò di respirare profondamente, in modo da calmare la crisi che stava avendo in quel momento, e si sforzò con tutta l’energia che avesse in corpo di non chiedere aiuto ai ragazzi, essendo una faccenda che avrebbe dovuto sbrigare da sola.
Due colpi secchi alla porta la riportarono alla realtà, facendo cessare immediatamente i disturbi che aveva provato in quel momento e facendola voltare di scatto nella direzione, come se potesse sapere chi fosse stato semplicemente guardando la porta.
“Katherine, siamo pronti..” sussurrò Dean sospirando. “..quando vuoi andiamo!”.
La ragazza sospirò e scosse la testa, sapendo quale chiacchierata l’aspettasse una volta tornata a casa, e rispose: “Arrivo subito!”.
Tornò a guardarsi allo specchio, emettendo un sospiro rumoroso, e concentrando nuovamente il suo sguardo sullo specchio osservò la sua immagine riflessa: si costrinse a piegare gli angoli della bocca verso l’altro e a dischiudere leggermente le labbra, dipingendo un sorriso più che finto sul suo volto.
Prese un bel respiro ed uscì dal bagno, trovando la camera vuota, ad eccezione di Dean che l’aspettava sull’uscio della porta della stanza, con un sorriso triste sul viso e gli occhi fissi su di lei.
“Dean..” sussurrò Katherine sospirando, sistemando le ultime sue cose nel suo borsone. “.. perché non sei con gli altri?”.
“Pensavo che ti servisse una mano..” sussurrò il ragazzo facendo spallucce, avvicinandosi di qualche passo nella sua direzione.
“Sto bene” sussurrò la ragazza accennando un sorriso, afferrando il borsone e voltandosi verso di lui.
“Questo lascialo giudicare a me, tesoro..” disse Dean sospirando, togliendole dalle mani la sacca e facendole segno di uscire.
Con un sospirò uscì dalla stanza, dirigendosi velocemente verso l’auto e sedendosi immediatamente all’interno incrociò le braccia al petto; la ragazza poté percepire gli sguardi di ognuno dei presenti puntati su di sé e fece di tutto per non pensarci, ma li sentiva come delle lame conficcate all’interno del corpo.
Dean batté forte lo sportello del portabagagli ed aprì la portiera dal lato guida, entrando e sistemandosi sul sedile con un sospiro, accendendo il motore con l’espressione più seria che la ragazza gli avesse mai visto; Katherine l’osservò per la maggior parte del viaggio, lui era l’unico a non averle puntato addosso il suo sguardo preoccupato alla “Sam-Hailey”.
Era l’unico ad essere riuscito a riportarla alla realtà dopo quella crisi all’interno del bagno con il semplice suono della sua voce e, se non lo avesse fatto, forse avrebbe ceduto nuovamente all’oscurità; fissò un’ultima volta lo specchietto retrovisore, prima di volgere il suo sguardo verso il finestrino, notando che il ragazzo la stesse già fissando con un sorriso dolce sul volto, quello che la ragazza aveva amato dal primo giorno che aveva posato gli occhi su di lui, e l’unica cosa a cui riuscì a pensare era che non vedeva l’ora di dormire fra le braccia del ragazzo.


 
 
 
“Sono così stanca..” sussurrò Katherine gettandosi di peso sul grande letto della sua stanza, chiudendo brevemente gli occhi. “..tu non sei stanco?”.
“Non sono io quello ad essersi quasi trasformato in un super boss cattivo..” disse Dean facendo spallucce, sedendosi sul letto con un sospiro.
“Ehi, anche tu sei impazzito, volevi uccidere tuo fratello!” esclamò la ragazza sorridendo, colpendo con un leggero calcio il ragazzo accanto a lei.
“Già..” sussurrò Dean sospirando, curvando le spalle in avanti ed abbassando lo sguardo.
“A proposito..” disse Katherine sospirando, sedendosi sul letto e fissando lo sguardo sul viso del ragazzo. “Mi dispiace di aver baciato Sam, ero sotto l’effetto dell’…”.
“Dell’incantesimo, lo so, non sono arrabbiato..” disse il ragazzo voltandosi verso di lei, accennando un breve sorriso. “.. non è di questo che sono preoccupato”.
“So che ti sei preso un grande spavento vedendomi su quel letto incosciente, ma..” sussurrò la ragazza sospirando, abbassando gli occhi. “..quello che è successo.. è stato pazzesco!”.
“Stavi per innescare la Maledizione, Katherine!” esclamò Dean allargando le braccia e spalancando leggermente le braccia, mentre il suo viso si incurvava in una smorfia.
“Lo so, ma è nella mia natura! Ho tentato di reprimerlo, ma ha avuto la meglio su di me!” esclamò Katherine scuotendo la testa ed alzandosi dal letto, avvicinandosi alla grande finestra e fissando la strada assolata.
Dean rimase nella stessa posizione, senza scomporsi, e fissò il suo sguardo sulla ragazza che continuava a scuotere la testa ad intervalli di qualche secondo, chiedendosi cosa diavolo le stesse passando per la testa; sospirò e chiuse gli occhi, stropicciandoli con due dita della mano destra.
“Pensi che mi sia piaciuto vedervi entrambi al mio servizio ? In quel momento tutto ciò che provavo, che sentivo, era scomparso, lasciando il posto solamente… al male..” sussurrò Katherine sospirando. “.. non ricordavo l’amore che provo per Judith, per te.. Sam, Hailey, Giles.. era tutto cancellato e per questo mi sento tremendamente in colpa”.
Il ragazzo sospirò e si avvicinò, osservando la figura della ragazza di spalle e l’abbracciò da dietro, percependo dal solo tono della sua voce quanto parlarne la facesse soffrire; le posò un delicato bacio fra i capelli e la strinse a sé con vigore.
“Non è colpa tua..” sussurrò Dean sospirando, lasciando scivolare le sue braccia sulla vita della donna e appoggiando il mento sulla sua spalla, schioccandole un bacio sulla guancia. “.. nessuno è arrabbiato con te”.
Katherine annuì e si appoggiò con la schiena sul petto del ragazzo, intrecciando le mani con le sue, chiudendo gli occhi ed avvertendo il profumo dell’uomo che la stava stringendo forte a sé, invadere prepotentemente le sue narici, facendola sorridere di felicità.
Non c’era nulla che Katherine amasse di più di rimanere abbracciata al ragazzo, come avrebbe fatto di lì a poco nel suo ampio letto; così, con ancora un sorriso sul volto, si voltò non sciogliendo però l’abbraccio, e gli schioccò un bacio sulle labbra, che Dean ricambiò.
La porta della camera da letto si spalancò e i due ragazzi rotearono gli occhi, pensando quanto fosse difficile avere un po’ di privacy in quella casa, così, con un’espressione scocciata sul viso, si voltarono in quella direzione, trovando un Giles molto preoccupato e con occhi ancora sgranati.
“Katherine, devi scendere immediatamente!” esclamò l’uomo sospirando, fissando la ragazza negli occhi.
La ragazza notò qualcosa di davvero preoccupante nello sguardo del suo ex Osservatore, riconoscendone il tipo e ricordando le molte volte che negli anni passati lo aveva visto e che non aveva mai portato a qualcosa di buono; così si distaccò velocemente da Dean, avvicinandosi ed allargando le braccia.
“Adesso cosa è successo?” chiese aggrottando le sopracciglia, spalancando leggermente la bocca.
Giles le fece cenno di scendere con la testa e le voltò le spalle, dirigendosi al piano di sotto senza dire più una parola; i due ragazzi si lanciarono un’occhiata preoccupata e scesero immediatamente le scale con un grande sospiro.
Scesero nel salotto, trovandolo stracolmo di Potenziali e degli altri cacciatori intenti a parlare tra di loro, creando un grande caos, che non prestarono neanche troppa attenzione ai due ragazzi appena scesi.
“Ehii!” esclamò Katherine agitando le braccia, ma nessuno dei presenti la considerò minimamente, così addentrati nelle loro conversazioni per com’erano.
Rivolse uno sguardo disperato a Dean che, con un fischio, fece voltare verso di loro tutti i presenti, suscitando un sorriso spontaneo sul viso della ragazza.
“Grazie..” sussurrò la Cacciatrice sorridendo, avvicinandosi velocemente agli altri ed incrociando le braccia al petto, tornando immediatamente seria ed emettendo un sospiro. “Qualcuno vuole spiegarmi cosa diavolo è successo questa volta?”.
 
 
 
“E’ stato una donna sulla trentina..” sussurrò la ragazza con voce flebile, respirando a fatica e fissando i suoi grandi occhi tristi, che esprimevano tutto il dolore che stesse provando, in quelli dei ragazzi. “..credevo che volesse aiutarmi..”.
I ragazzi si voltarono allargando le braccia, arrabbiati per non aver saputo in tempo dell’arrivo della ragazza che adesso era malridotta sul letto dell’ospedale: dei graffi profondi le si erano aperti sul viso, un occhio era molto gonfio e una grande ferita da arma da taglio le era stata trovata all’addome.
Era stata aggredita da uno di quei mostri primordiali che Katherine aveva sconfitto con fatica e, dopo una prima lotta iniziale, la ragazza capì che non aveva alcuna speranza di sopravvivere e prese a fuggire e a correre fino ad arrivare su una grande strada; dopo aver scorto in lontananza i fari di un’auto, si recò in quella direzione chiedendo aiuto, finché il conducente la fece salire e, dopo numerosi giri di parole, l’accoltellò, lasciando poi il corpo in mezzo alla strada.
“Ero inseguita da un essere orribile e questa donna mi ha detto che era uno dei suoi ragazzi..” sussurrò la ragazza sentendo le forze venirle a mancare sempre di più. “..poco prima di accoltellarmi, ha detto che voleva che portassi un messaggio alla Cacciatrice”.
“Sono qui..” sussurrò Katherine abbassando gli occhi su di lei, tenendole stretta la mano. “..dimmi..”.
“Ha detto: ‘Ho qualcosa di tuo, Cacciatrice! Vieni a cercarmi!’ ” esclamò la ragazza con voce flebile.
Le sopracciglia dei presenti, i Winchester ed Hailey, si aggrottarono udendo quelle parole: era chiaro a tutti che si trattasse di uno sporco gioco di Lilith, ma la vera domanda era ‘Che diavolo aveva tra le mani che appartenesse a Katherine?’.
Dopo aver scambiato qualche altra parola con la ragazza, i quattro uscirono fuori dalla stanza, recandosi in corridoio silenziosi e preoccupanti, avviandosi verso l’auto e pensando a quale sarebbe stata la prossima mossa giusta da fare; affrontarono nello stesso modo il viaggio di ritorno, fino ad arrivare a casa, completamente immersi ognuno nei propri pensieri e nelle proprie teorie.
Scesero dall’auto ed entrarono nel soggiorno, trovando gli ormai numerosi abitanti della casa, riuniti in quella stanza, in attesa di avere nuove notizie su ciò che era accaduto alla ragazza aggredita e su come la Cacciatrice intendeva procedere.
“Pare che Lilith si sia organizzata in questi giorni e che abbia mosso una nuova pedina: una donna ha accoltellato la Potenziale chiedendole di riferirmi un messaggio..” sussurrò Katherine sospirando, serrando le braccia al petto. “.. ha qualcosa di mio”.
“Cosa?” chiese Giles aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi.
“Un’altra Potenziale?” chiese Amber impaurita, aggrottando le sopracciglia e facendo qualche passo indietro.
“Non lo sappiamo, ma ci sta provocando, vuole suscitare una reazione..” sussurrò Katherine scuotendo la testa ed allargando le braccia, facendo qualche passo verso di loro, mettendo su un’espressione seria. “… ma io sono stufa di parlare, sono stufa di aspettare! Se ha qualcosa di mio, io andrò a riprendermelo e voi, ragazze, verrete con me!”.
Le Potenziali annuirono, capendo che sarebbe stata la volta giusta per dimostrare tutto quello che avevano imparato durante quelle settimane con le tre Cacciatrici e i due Osservatori, oltre che con i due fratelli Winchester, ma la bionda non poté che notare gli sguardi contrariati che i ragazzi posarono su di lei.





 
“Cominciate ad armare le ragazze, voglio essere pronta per quando troveremo il covo” sussurrò Katherine sospirando, facendo spallucce.
“Aspetta, non sappiamo neanche dove andare!” esclamò Dean allargando le braccia, aggrottando le sopracciglia.
“Per questo voglio fare un giro di ricognizione..” sussurrò la ragazza fissando lo sguardo sulle altre due Cacciatrici. “Ve la sentite ?”.
“Certo!” esclamarono le ragazze con un ampio sorriso sul viso.
“Sei sicura che sia la cosa migliore da fare?” chiese Giles sospirando rumorosamente, agitandosi e gesticolando.
“Giles potrebbe avere ragione Kath, non sai neanche cos’è la cosa tua che ha Lilith” disse Sam con le braccia serrate al petto, facendo spallucce, con un’espressione preoccupata sul viso.
“Ammesso che non sia una trappola..” sussurrò Addison scuotendo la testa, appoggiandosi al davanzale della finestra.
“Potrebbe essere una Potenziale, non posso correre questo rischio!” esclamò Katherine allargando le braccia ed aggrottando le sopracciglia.
“Alcune non hanno mai combattuto, figuriamoci in una condizione così estrema Katherine!!” esclamò Dean alzando il tono della voce ed aggrottando le sopracciglia.
“Allora è il momento di metterle alla prova!” esclamò la ragazza lanciandogli un’occhiata gelida, arrabbiandosi per la mancanza di fiducia dei presenti. “Prenderò solo quelle che sono qui da più tempo!”.
“Questo potrebbe essere proprio quello che lei vuole!” esclamò Sam allargando le braccia e sgranando gli occhi.
“Ci attira lontano ed uccide le ragazze che restano qui?” chiese Addison sollevando un sopracciglio, dischiudendo leggermente la bocca.
“Lo so..” sussurrò Katherine abbassando leggermente il capo, sospirando, per poi rialzarlo verso la strega con un sorriso. “.. ho bisogno che tu rimanga qui a proteggerle se dovesse succedere qualcosa!”.
“Una sconosciuta, probabilmente Lilith, piomba in città e dice che ha qualcosa di tuo?” chiese Dean tornando a scuotere la testa, a braccia conserte. “Questa è una trappola bella e buona!”.
“Non si aspetta un attacco in così poco tempo, ecco perché dobbiamo essere veloci!” esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia e gesticolando, rimanendo momentaneamente senza parole.
“Dobbiamo avere più tempo!!” esclamò Giles scuotendo la testa ed aggrottando le sopracciglia.
“Ma non lo abbiamo il tempo!” esclamò Katherine facendo qualche passo avanti. “Lei non verrà con noi, voglio che rimanga qui con le ragazze!”.
La ragazza uscì dalla stanza, ignorando le proteste dei presenti, e con un sospiro si recò nel salotto, trovando alcune Potenziali a discutere sui divani, ma le ignorò e proseguì dritto fermandosi davanti al grande baule, dal quale estrasse delle armi e le poggiò sul pavimento prima di chiudere nuovamente l’anta; non appena cercò di prendere l’ascia, qualcuno gliela sottrasse da sotto il naso, prendendola fra le sue mani.
Katherine alzò lo sguardo e trovò Dean ad osservarla con uno sguardo a metà tra la preoccupazione e la rabbia, così sospirò e fece qualche passo avanti, provando a riprendere l’arma fra le mani, ma il ragazzo indietreggiò scuotendo la testa e facendo spallucce.
“Ridammela..” sussurrò la ragazza sospirando, appoggiandosi con il fianco al baule ed incrociando le spalle al petto.
“No, questa la terrò io!” esclamò Dean sospirando, lanciandole un’occhiataccia.
“Bene..” sussurrò Katherine sbuffando e scuotendo la testa, aprendo nuovamente il cassone ed estraendo un’altra ascia. “..ne ho un’altra!”.
“Non andrai da sola a cercare il nascondiglio di quella psicopatica squarta-ventri” disse Dean perentorio, serrando le braccia al petto.
“Andrò con Hailey e Claire infatti” disse la ragazza scuotendo la testa, superandolo.
“Io verrò con te..” sussurrò Dean scuotendo la testa, voltandosi verso di lei. “Verrò io, loro rimarranno a casa a preparare le ragazze!”.
Katherine si voltò verso il ragazzo, pronta a canzonarlo e ad arrabbiarsi con lui, ma quando i suoi occhi azzurri furono intrappolati da quelli verdi del ragazzo, capì che Dean non avrebbe mai mollato la presa e che sarebbe stato meglio non controbattere in quella situazione; così sospirò e scosse la testa, continuando a fissare il ragazzo.
“D’accordo, va a prepararti..” sussurrò Katherine rassegnata, voltandosi verso la porta d’ingresso, dirigendovisi velocemente. “..ti aspetto fuori!”.
 
 
 
 
“Vagano liberi così per la città?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, spalancando leggermente la bocca ed indicando con un dito un punto preciso davanti a sé, nonostante la fitta nebbia della notte non permettesse una buona visuale.
Katherine tenendo le braccia strette al petto, osservò un Kreshnik vagare per le vie del cimitero, dirigendosi verso la parte ovest del posto; aggrottò le sopracciglia chiedendosi come mai, nonostante il rumore dei passi che i due ragazzi stessero facendo, la creatura continuasse a camminare, evitando di voltarsi e di attaccarli.
“Normalmente non lo fanno, cercano la lotta ed uccidono ogni cosa sul loro cammino..” sussurrò Katherine continuando a fissare il mostro con un sopracciglio sollevato e le braccia conserte, mentre un sospiro le crebbe dentro i polmoni. “.. è come se volesse farsi trovare!”.
“E questo avvalora la teoria della trappola!” esclamò Dean emettendo una risata nervosa, camminando a fianco della ragazza.
“Non ho più voglia di stare ad aspettare che ci attacchino!” esclamò Katherine voltandosi verso il ragazzo e lanciandogli un’occhiataccia carica di rabbia. “Voglio che questa storia finisca!”.
“Io sono dalla tua parte, stai addestrando un gruppo di ragazzine e capisco quanto possa essere difficile..” sussurrò Dean allargando le braccia e scuotendo la testa, mentre la sua espressione passò dalla preoccupazione alla rabbia. “..ma non posso fare a meno di pensare che questa decisione suicida da kamikaze sia dovuta a ciò che è successo la notte scorsa!”.
“Non sai di che parli!” sussurrò Katherine scuotendo la testa e riprendendo a camminare, seguendo velocemente il Kreshnik che continuava a vagare davanti a loro.
“Beh, allora perché non mi spieghi tu cosa sta succedendo? Perché io davvero non lo capisco..” disse Dean afferrandole un braccio e facendola voltare nuovamente verso di lui.
“Sarebbe troppo complicato e adesso non è il momento..” sussurrò la ragazza liberandosi dalla presa e tornando a serrare le braccia al petto, prendendo nuovamente a camminare.
“Katherine!” esclamò il ragazzo richiamandola, fermandosi qualche passo dietro di lei.
“No, Dean, adesso non abbiamo proprio tempo di parlarne, davvero..” sussurrò la ragazza roteando gli occhi e sbuffando, ma fu interrotta bruscamente dall’uomo al suo fianco.
“No, Katherine, guarda là..” sussurrò Dean aggrottando le sopracciglia, indicando il punto in cui il Kreshnik si stava dirigendo velocemente.
La ragazza si fermò sul posto, osservando ciò che le era stato appena indicato e scosse velocemente la testa, sospirando: numerosi demoni primordiali si recarono, proprio sotto i loro occhi scioccati ed impauriti, all’interno di una grande cripta, chiudendosi la grande porta in marmo dietro le spalle, non lasciando intravedere ad occhi indiscreti l’interno del grande sotterraneo.
“Ce ne sono molti altri..” sussurrò Katherine sentendo il sangue ghiacciarsi nelle vene, mentre le immagini di ciò che aveva passato affrontandone solamente uno di quei mostri affollavano la sua mente, lasciandola impaurita e paralizzata per qualche secondo.
“Abbiamo trovato il covo..” sussurrò Dean scuotendo la testa e sbuffando, rimanendo dell’idea che il piano ideato dalla ragazza fosse un grande buco nell’acqua. “..dovremmo chiamare gli altri!”.
Katherine annuì sforzandosi di sorridere e, dopo aver lanciato una breve occhiata al ragazzo che le stava a fianco, sospirò e si recarono nuovamente a casa, sperando che tutto quello che avrebbero fatto di lì a breve sarebbe stata una buona idea.



 

“Voi siete decisamente più pazzi di lei!” esclamò Jo scuotendo la testa e mollando per terra l’ascia che le era stata data dai ragazzi.
I ragazzi, Sam ed Hailey, si voltarono verso di lei sollevando un sopracciglio ed irritandosi, dovendo interrompere la spiegazione delle armi ad altre Potenziali ben diverse da quella sciocca ragazza presuntuosa.
“Parli di Katherine?” chiese Sam avvicinandosi con un sospiro.
“Si, ci vuole portare direttamente nella tana del lupo!” sussurrò Jo scuotendo la testa ed aggrottando le sopracciglia.
“Beh, generalmente è lì che si cerca il lupo, sai?” chiese Hailey  inacidendosi, lanciandole un’occhiataccia essendo ormai stanca dalle lamentele di alcune di quelle ragazze.
“Sono venuta qui per cercare protezione, non per farmi uccidere!” esclamò la ragazza scuotendo la testa. “Questo piano è un disastro, a Katherine non importa se moriamo!”.
“Lascia che ti dica qualcosa di Katherine: ho combattuto tante di quelle battaglie con lei, più di quante voi possiate immaginare! Ha messo in gioco la propria vita per proteggere chiunque le stesse intorno migliaia di volte!” esclamò Sam scuotendo la testa ed infuriandosi con le ragazze. “E’ anche morta una volta, ma è ancora in piedi a combattere per far sì che tutte voi rimaniate in vita! Se dubitate di lei e se pensate che lei voglia solo lotte sanguinolente, allora tornate da dove siete venute, perché commettereste un grave errore a pensare che non le importi nulla di ognuna di voi! Dovete fidarvi!”.
Le ragazze accennarono un sorriso, mentre Jo sbuffò ed afferrò nuovamente l’arma che aveva deliberatamente gettato sul pavimento e la osservò per qualche secondo fra le sue mani, per poi accettare con rassegnazione il destino a cui sarebbe andata in contro; non appena Sam ed Hailey tornarono a spiegare cosa avrebbero dovuto fare e cosa avrebbero dovuto colpire, quando improvvisamente Katherine e Dean entrarono dalla porta con un’espressione seria sul viso.
Dopo avere comunicato ai presenti di avere trovato il covo in cui si poteva nascondere la possibile minaccia, Katherine rassicurò tutte le ragazze, dicendo loro che sarebbero state in grado di combattere e che lei stessa avrebbe protetto tutti, alternandosi con le altre due Cacciatrici ed i ragazzi; non appena furono tutte pronte per la battaglia, si diressero verso la porta, quando, improvvisamente, alle loro spalle e proprio nel centro del salotto si materializzarono due figure che i ragazzi conoscevano molto bene.
“Winchester e Collins..” sussurrò una delle due figure avanzando brevemente vero di loro con un sorriso dipinto sul viso. “..è un piacere rivedervi!”.
“Andiamo, non adesso, stiamo per andare in battaglia!” esclamò Dean scuotendo la testa, mentre sul viso gli apparve una smorfia di sconforto.
“C’è bisogno di te, Dean..” sussurrò Uriel sospirando, lanciando una breve occhiata all’angelo dietro di sé.
“Stiamo per andare dove c’è bisogno!” esclamò Katherine facendo qualche passo avanti, fronteggiando l’angelo con spavalderia.
“Modera il tono che usi con me, ragazzina!” esclamò Uriel modificando l’espressione sul volto, rendendola più simile ad un ghigno malefico.
“No, modera tu il tono che usi con me!” esclamò la ragazza sbuffando, continuando ad avanzare, attirando su di sé lo sguardo di tutti i presenti.
“Ragazzi, vi stanno guardando tutti..” sussurrò Sam avvicinandosi ai due e facendo segno di spostarsi in un’altra stanza.
I quattro ragazzi e i due angeli si spostarono nella cucina e Dean chiuse per bene la porta alle spalle, assicurandosi che nessuno potesse sentire la loro conversazione alquanto privata; con un sospiro si voltò verso gli altri, trovando Uriel e la Cacciatrice intenti a lanciarsi sguardi di fuoco.
“Che cosa vuoi?” chiese Katherine ringhiando fra i denti quelle parole, senza distogliere lo sguardo dall’angelo.
“Gratitudine per iniziare..” sussurrò Uriel sorridendo e facendo spallucce, mentre le labbra della ragazza si piegarono in sorriso carico di ilarità. “.. abbiamo bisogno di Dean perché sette dei nostri angeli sono stati uccisi, l’ultimo è stato assassinato stanotte!”.
“Demoni?” chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, non avendo mai sentito parlare di una cose del genere.
“Come ci riescono?” chiese Dean dirigendo il suo sguardo interrogativo sull’angelo, allargando le braccia perplesso.
“Non lo sappiamo..” sussurrò Castiel sospirando, che fino ad allora non aveva ancora aperto bocca.
“Cosa vorreste che facessimo? Non faremo niente per voi!!” esclamò Katherine tornando a puntare il suo sguardo infuriato sull’angelo.
“Quello che vuole dire..” sussurrò Sam sospirando e facendo qualche passo avanti, raggiungendo la ragazza. “..è che il potere di un demone che uccide gli angeli va ben oltre le nostre competenze!”.
“Sappiamo gestire i demoni, grazie tante..” sussurrò Uriel scuotendo la testa e sbuffando.
“Sappiamo già di chi si tratta..” sussurrò Castiel sospirando, soffermando il suo sguardo triste sul maggiore dei fratelli. “Abbiamo Alastair, ma non vuole parlare.. la sua volontà è molto forte!”.
Dean annuì silenziosamente ed accennò un sorriso amaro, appoggiandosi al top della cucina ed incrociando le braccia al petto, capendo su cosa volesse andare a parare l’angelo ed abbassò lo sguardo; mentre Katherine osservò lo strano comportamento del ragazzo, ignorando cosa realmente significasse, e posò nuovamente lo sguardo sui due angeli.
“Lui può sopportare qualunque tortura, è un maestro in questo..” sussurrò Dean sospirando, sollevando lo sguardo sui due.
“Per questo siamo venuti dal suo allievo..” disse Uriel con un sorriso dipinto sul viso. “Sei l’unica persona che riuscirebbe a farlo parlare..”.
Katherine ed Hailey alzarono un sopracciglio, ignare del passato del ragazzo all’inferno e fissarono lo sguardo su di lei, mentre Sam sospirò rumorosamente e scosse la testa.
“Che diavolo significa?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, voltandosi verso il ragazzo gesticolando nervosamente.
“Non gliel’hai detto?” chiese Uriel scoppiando in una risata fragorosa, mentre le sue labbra si piegarono all’insù ed il ragazzo abbassò nuovamente il capo.
“Dean, sei la nostra unica speranza..” sussurrò Castiel con un sospiro, osservando il volto contrariato del ragazzo.
“Dean..” disse Katherine richiamandolo nuovamente, facendogli alzare il volto ed osservandolo negli occhi. “.. voglio sapere di cosa stanno parlando!”
“All’inferno il tuo ragazzo era molto famoso..” sussurrò Uriel avvicinandosi e sorridendo. “.. credo che la sua carriera ai piani bassi sia paragonabile a quella londinese di Jack the Ripper![1] Ha torturato moltissime anime!”.
“Dean?” chiese Hailey sospirando ed aggrottando le sopracciglia.
Il ragazzo distolse lo sguardo da quello della Cacciatrice bionda e sospirò, scuotendo la testa vigorosamente e stringendo i denti, soffocando l’impulso di colpire in pieno viso l’angelo, mentre Katherine si limitò a continuare a fissarlo con un’espressione seria sul viso, per poi spostare lo sguardo su quello dell’angelo.
“Non ti aiuterà, adesso vattene prima che sbatta il tuo culo piumoso fuori da casa mia a calci!” esclamò Katherine avvicinandosi ulteriormente, arrivando a pochi centimetri dall’angelo, e stringendo le sue mani in pugni.
“Non puoi chiedermi di fare questo Castiel, non questo..” disse Dean perentorio, alzando lo sguardo e fissandolo in quello dell’angelo.
“Non siamo venuti fino a qua per chiedertelo..” sussurrò Uriel sorridendo, continuando però a fissare lo sguardo in quello della ragazza.
“Perché non provi a passare su di me prima? Magari riuscirai a portarlo via..” sussurrò Katherine arrivando ad un panno dal viso dell’angelo.
“Pensi che abbia paura di te ragazzina?” chiese l’angelo ridendo, avvicinandosi ulteriormente. “Solo perché potresti diventare uno di quei mostri lì fuori, non vuol dire che tu abbia la forza di combattermi adesso”.
“Mettimi alla prova!” esclamò Katherine con un sorriso, impaziente di cominciare un’imminente lotta.
“Katherine basta!” esclamò Dean sospirando, facendo qualche passo avanti e raggiungendoli. “Calmati!”.
La ragazza distolse lo sguardo dopo qualche secondo, che apparve lunghissimo per i ragazzi che erano rimasti a fissarla con il fiato sospeso, come se fosse una bomba non detonata pronta ad esplodere, e lo posò sul ragazzo: com’era successo quella mattina nel bagno del motel, la rabbia che Katherine provava in quell’esatto momento, si dissolse nel nulla e tornò ad essere la stessa ragazza di pochi secondi prima.
“Vedo che ti preoccupa molto la particolare situazione che coinvolge la Barbie indisciplinata qui..” sussurrò Uriel osservando attentamente il ragazzo con un leggero sorriso sul volto, mentre la Cacciatrice tornò a fissarlo in cagnesco. “… se ti dicessi che c’è una cura per fermare tutto questo?”.
“Cosa?” chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e facendo qualche passo avanti.
“Ne hai mai sentito parlare?” chiese Sam sollevando un sopracciglio, voltandosi verso la ragazza.
“No, mai, niente del genere..” sussurrò Hailey scuotendo leggermente la testa e dischiudendo la bocca, rimanendo sbalordita per le parole dell’angelo. “.. se esistesse Gabriel me l’avrebbe detto!”.
“Beh, Gabriel è fuori dai giri da un po’..” sussurrò Uriel sorridendo e facendo spallucce. “..si è perso moltissime cose precipitando sulla Terra!”.
“Non c’è niente da fermare, sto bene!” esclamò Katherine acidamente, osservando l’espressione del ragazzo al suo fianco e capendo dai suoi occhi che stesse realmente valutando l’offerta. “Dean, sto bene, è una tattica per farti torturare quel demone e tu lo sai bene!”.
“Una volta che la Maledizione viene innescata, scoppierà del tutto..” sussurrò Uriel sorridendo. “.. è solo questione di tempo!”.
L’angelo fissò il suo sguardo in quello indeciso del ragazzo e gli sorrise, capendo di avere trovato il suo punto debole per ottenere tutto quello che voleva da lui senza fare troppa fatica; Dean a sua volta, osservò Katherine, che lo guardava con fermezza e decisione, sapendo che non avrebbe accettato la sua scelta, l’unica cosa che avrebbe potuto aiutarla.
“Tic Tac, Winchester..” sussurrò Uriel sorridendo, mettendo le mani all’interno dei pantaloni e divaricando leggermente le gambe, distribuendo il peso del corpo.
“Dean, no, non farlo, per favore!” esclamò Katherine afferrando una mano tra le sue e stringendola forte, non spezzando mai il loro contatto visivo. “Per favore!”.
“Vai al diavolo Uriel..” sussurrò Dean sospirando ed abbassando lo sguardo, mentre le labbra della ragazza si piegarono in un sorriso vittorioso.
“Se davvero non vuoi accettare aiuto per salvare la vita alla tua ragazza..” sussurrò Uriel facendo spallucce e voltandosi, facendo per andare via, ma si bloccò a metà strada con un ampio sorriso sulle labbra, come se riuscisse a prevedere quello che stesse per dire il ragazzo.
“..verrò con voi!” esclamò Dean sospirando, staccando la mano da quelle della ragazza e avvicinandosi verso gli angeli.
“No, Dean!” esclamò Katherine allargando le braccia, facendo qualche passo verso di loro.
“Sam, sta attento a loro in battaglia..” sussurrò Dean posando il suo sguardo triste sulla ragazza.
In una frazione di secondo, Uriel toccò la spalla del ragazzo e, insieme al secondo angelo, si smaterializzarono dalla stanza, lasciando le due sorelle e Sam da soli all’interno della cucina.
“Maledizione!!!” esclamò Katherine colpendo con un calcio la porta, staccandola letteralmente dai cardini e lanciandola qualche metro più in là.
I due ragazzi osservarono sbalorditi mentre la ragazza sbolliva la sua rabbia e cercava di calmarsi, portò le mani ai capelli e chiuse gli occhi respirando affannosamente e camminando leggermente per la cucina, non curandosi dei due ragazzi che continuavano a fissarla.
“Katherine..?” sussurrò Hailey sospirando, avvicinandosi velocemente, ma non ricevette alcuna risposta. “Uriel ha ragione, la Maledizione è ancora attiva..”.
“Basta perdere tempo..” sussurrò Katherine dopo qualche secondo, scuotendo la testa e ricomponendosi, fissando i ragazzi come se nulla fosse. “.. andiamo, ho bisogno di uccidere qualche figlio di puttana!”.
Senza aspettarli o dire qualche altra parola, uscì dalla stanza e passò letteralmente sopra la porta che aveva distrutto pochi secondi prima, lasciando i ragazzi ad osservarsi con un’aria interrogativa sul volto; la seguirono dopo qualche secondo e la videro uscire dalla casa con le ragazze senza averli interpellati o richiamati.
Qualcosa le stava succedendo e sperarono nella verità delle parole degli angeli per riportarla esattamente com’era prima che la Maledizione scattasse in lei.
 
 
 
 
“Stabiliamo i compiti; voi rimarrete a controllare la porta, non voglio che nessuna entri mentre io e le ragazze controlliamo il posto!” esclamò Katherine fissando gli occhi sulla sorella e Sam.
“Rimarremo fuori?” chiese Hailey aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi alla ragazza, sentendo il gelo della notte colpirle prepotentemente le guance. “Non era questo il piano!”.
“Notizia flash: io sono la Cacciatrice e io decido quello che dovete o non dovete fare!” esclamò la bionda gesticolando e scuotendo la testa, come se le parole da lei appena pronunciate fossero una cosa ovvia e più che scontata. “Comunque se è una trappola vi faremo un segnale ed entrerete!”.
Sam sbuffò e scosse la testa, e prima che la sorella della ragazza avesse il tempo di dire qualcosa, disse: “Qual è il segnale?”.
“Molte urla immagino!” esclamò Katherine sospirando, per poi spostare lo sguardo sulle ragazze. “Andiamo?”.
Le Potenziali, dopo un attimo di esitazione, presero un bel respiro ed entrarono all’interno della cripta impugnando saldamente le loro armi, rimanendo sempre dietro alla ragazza, che proseguiva all’interno del luogo con spavalderia e sicurezza, e a Claire che era molto più cauta dell’amica: scesero le scale in cemento ed entrarono in un largo spiazzale vuoto, dove una lunga e larga chiazza rettangola sul pavimento, più chiara rispetto al resto del colore del marmo delle piastrelle, si trovava al centro esatto della cripta.
Katherine e Claire si avvicinarono ed osservarono il pavimento, deducendo che prima vi fosse una grande tomba che padroneggiava l’intera stanza e che era stata spostata da poco tempo; si voltarono ed osservarono il resto della stanza, notando una piccola porta in legno posta proprio dietro di loro, con degli evidenti segni di lotta, spaccata in più punti.
“Speriamo solamente che Jack Torrance [1] non esca adesso dicendo di essere il lupo cattivo![3]esclamò Katherine accennando una risata, scuotendo leggermente la testa.
Claire sorrise, ma ignorò l’ironia della ragazza, come fecero le altre Potenziali, troppo prese dal nervosismo e dalla paura di ciò che sarebbe successo da lì a breve, mentre la bionda con un gesto veloce ma parecchio rumoroso, spalancò la porta trovando però un’altra scala ed uno scantinato buio.
“Insomma, tu e Dean avete visto qui i Kreshnik, ma è una ex cripta completamente vuota..” disse Claire scuotendo la testa e sollevando un sopracciglio.
“Sono qui, li ho visti con i miei occhi..” sussurrò Katherine scuotendo la testa e facendo qualche passo, scendendo i primi gradini della scala seguita dall’amica. “..lo so!”.
Fecero qualche altro passo, finché le urla delle Potenziali giunsero fino alle orecchie delle due Cacciatrici che, immediatamente, sgranarono gli occhi e si voltarono, tornando dalle ragazze ed osservando ciò che era successo in quel poco tempo in cui non avevano vigilato su di loro: una moltitudine di Kreshnik uscirono dai loro nascondigli ed attaccarono le giovani Potenziali ancora troppo inesperte per una battaglia del genere.
Katherine lottò contro i Kreshnik diversamente dalla prima volta, riuscendone a prevedere le mosse, schivando i loro colpi ormai per lei inoffensivi e a colpirli in più punti: ne uccise ben tre con poca fatica e, non appena vide Claire in difficoltà con il suo primo, si avvicinò ad ucciderlo e a liberare l’amica dalla presa d’acciaio del mostro.
Insieme si voltarono verso le altre ragazze, trovandone molte in difficoltà, ma notando con gioia che alcune stavano riuscendo a sconfiggerli e ad uscire dalla lotta senza troppi danni dolorosi; con un sorriso la bionda si annotò mentalmente di riferire questo a Dean, che aveva preferito andare con gli angeli, credendo alla stupida promessa di una cura di cui lei non aveva assolutamente bisogno.
Un nuovo mostro si precipitò contro le due Cacciatrici, colpendole al volto e sbattendo entrambe violentemente contro il muro di cemento della cripta, facendo perdere momentaneamente conoscenza alla bruna; Katherine si rialzò con fatica, dolorante per la botta appena ricevuta, e sorrise osservando il suo avversario avanzare verso di lei: finalmente avrebbe potuto sfogare veramente tutta la rabbia che si era accumulata all’interno del suo corpo durante quel giorno.
Le sferrò un altro colpò in pieno viso, che però la Cacciatrice non riuscì a parare, mentre la ragazza con un calcio alle gambe lo fece cadere a terra e continuò a colpire in piena pancia, mantenendo il ghigno sul suo viso; il mostro le afferrò una gamba e con eccessiva forza la scaraventò a terra e le salì sopra, afferrando il suo collo magro con le sue mani ghiacciate e ricoperte di lame.
La bionda sentì le lame entrare sempre più in profondità nella sua pelle e sentì il sangue scenderle caldo sul collo, finendo per radunarsi in una pozza a terra sotto di lei, inzuppandole i vestiti; cominciò a dimenarsi, sentendo la vista diventare sempre più flebile e avvertendo le forze venirle meno all’interno del suo corpo: osservò poco nitidamente il viso gioioso del demone primordiale seduto su di lei ed inclinò il capo, notando che avesse lasciato scoperto un punto molto sensibile per lui.
Si concentrò e con tutta la forza che le era rimasta all’interno del corpo, lo colpì dritto nel petto con la sua stessa mano, rompendo lo sterno ed entrando con la sua mano all’interno della cassa toracica: vide il demone cambiare espressione ed allentare la presa sul suo collo, ma con un movimento secco e rapido, afferrò il suo cuore all’interno del petto e lo portò fuori, osservando la vita abbandonare il suoi occhi, mentre cadeva a terra alla sua destra.
Katherine tossì, permettendo all’ossigeno di entrare nuovamente all’interno dei suoi polmoni e osservò i suoi vestiti completamente zuppi del sangue caduto dalla cassa toracica del mostro e scosse la testa, concentrandosi nuovamente sulla lotta; si alzò in piedi, notando Claire che continuava a combattere insieme alle Potenziali.
“Voi ragazze credete di risplendere davanti al sole, ma in realtà siete dei fiammiferi che splendono davanti al buio..” sussurrò una donna sorridente, sulla trentina e ben vestita, avanzando verso di loro. “..e io posso spegnervi quando voglio!”.
Katherine avanzò velocemente verso la donna e le si parò davanti con un sorriso: “Abbiamo il piacere di rincontrarci, Lilith?”.
“Ciao Katherine..” disse Lilith mostrando i suoi occhi bianchi e sorridendo, fissando il sangue che continuava a scendere dal collo della ragazza. “.. spero che il mio ragazzo non ti abbia fatto troppo male, tu mi servi!”.
“Il tuo ragazzo è stecchito lì dietro..” sussurrò Katherine sorridendo ed indicando il corpo. “..e indovina un po’, tu farai la stessa fine! Ma prima dammi quello che è mio!”.
“Oh certo..” sussurrò il demone sorridendo, scendendo l’unico scalino che le separava, avvicinandosi ulteriormente. “.. ti è piaciuto il mio messaggio? La mia auto è stata invasa dal sangue di quella ragazza, probabilmente la dovrò cambiare! Probabilmente prenderò il tuo Suv..”.
“Probabilmente sarai morta prima dell’alba..” disse Katherine sorridendo, osservando il demone girare attorno a lei.
“Sai, Kathy, non abbiamo avuto ancora il piacere di scontrarci noi due..” sussurrò Lilith sorridendo. “Intendo un vero corpo a corpo! L’unica Cacciatrice, la più forte di tutte, il concetto di bontà contro il primo demone, il più forte di tutti, il concettò di malvagità.. Cedo che sarà divertente!”.
Improvvisamente, Lilith colpì la ragazza in pieno volto, scaraventandola contro il muro di cemento e stordendola per un paio di secondi; nel frattempo Claire si scaraventò contro il demone, ma dopo una serie di testate, di calci e di pugni, fu messa al tappeto e perse conoscenza.
Lilith sorrise e superò le due Cacciatrici, cominciando a colpire e a ferire gravemente le Potenziali, rompendo un braccio ad Amber e ferendo ad una gamba Jo, mentre i Kreshnik uscirono delle armi e cominciarono a colpire le giovani ragazze con estrema forza, quando Sam ed Hailey entrarono velocemente ad aiutare la loro squadra.
“Bene, chi non muore si rivede, Sam..” sussurrò Lilith avvicinandosi al ragazzo con un sorriso, colpendolo dritto in faccia.
“Sta lontana da lui, è una questione personale adesso!” esclamò Katherine avvicinandosi al demone, allontanandola con un calcio e scaraventandola contro una parete.
“Aiutate le ragazze, io penso a lei!” esclamò la bionda volgendo il suo sguardo verso il ragazzo e la sorella, che finirono a fissare i suoi indumenti zuppi di sangue.
Katherine afferrò dei coltelli a due Kreshnik prima di ucciderli violentemente e di dirigersi velocemente verso il demone a passo spedito che, l’attendeva con un sorriso; si avventò contro di lei, colpendola in viso numerose volte, finche Lilith le afferrò le braccia fra le sue, bloccandole e costringendola a gettare a terra i coltelli. Si discostò lentamente e prese a colpirla in pieno di viso, mentre un sorriso si fece strada sul suo volto, ma Katherine si rialzò e con un calcio l’allontano, avvicinandosi poi per colpirla in pieno viso.
“Sei forte, te lo concedo!” esclamò Lilith ridendo, prendendo momentaneamente fiato. “..ma sei altrettanto resistente?”.
“Perché non lo provi tu stessa?” chiese la Cacciatrice ridendo, rimontando all’attacco e colpendola in pieno viso.
Il demone le afferrò la testa e la costrinse a sbatterla violentemente contro il muro, formando un buco al centro del muro di cemento, e, seppur fosse stordita, per ciò la Cacciatrice ringraziò mentalmente chiunque le avesse donato delle ossa così resistenti a quegli urti violenti a cui era stata sottoposta da praticamente tutta la vita.
Lilith approfittò dell’incoscienza momentanea della ragazza ed afferrò una Potenziale, portandola proprio davanti agli occhi di Katherine e con un sorriso, il demone spezzò l’osso del collo alla ragazza, che cadde a terra ormai priva di vita; un’amica della giovane corse in suo soccorso e cercò di pugnalare Lilith, ma proprio come immaginava Katherine, le afferrò il viso fra le mani e con un coltello le aprì in due il ventre, lasciando il corpo agonizzante a terra.
Katherine si alzò da terra e si avvicinò, cominciando a colpirla in pieno viso, sentendo una nuova energia scorrerle all’interno delle vene che portava un unico nome: rabbia.
La ragazza capì che ciò non avrebbe portato a nulla di buono, ma preferì ignorare quel pensiero in quel momento, cercando di sconfiggere una volta per tutte il demone che aveva mandato all’inferno sua sorella e Dean; la colpì in pieno viso, evitando tutti i pugni ed i calci che il demone cercava di sferrarle, continuando a colpirla e a fare sanguinare il suo tramite, fin quando le assestò un pugno e le fece sfondare la porta già malridotta in legno, facendola precipitare giù dalle scale.
“Andiamo via!” esclamò Hailey afferrando la sorella per un braccio, risvegliandola dal trance di energia e rabbia che l’aveva fatta agire in quel modo, mandando K.O. il demone. “Le ragazze sono ferite, dobbiamo andare!”.
La bionda annuì ed aiutò alcune Potenziali a scappare, dovendo lasciare suo malgrado i cadaveri delle ragazze che non ce l’avevano fatta in quella cripta, ed assicuratasi che tutti fossero usciti, uscì chiudendosi la porta del sotterraneo alle spalle.
Una volta fuori sospirò, osservando le Potenziali malridotte, doloranti e sanguinanti, tenersi l’un l’altra, aiutandosi a camminare a vicenda; i suoi occhi si posarono su Sam e notò del sangue scendergli dalle tempie, mentre alla sorella ne colava abbondantemente dal labbro spaccato.
Ma i conti non le tornarono, così prese a controllare che tutti fossero usciti, fin quando una lampadina si accese all’interno della sua mente, notando che effettivamente, qualcuno dei suoi mancava all’appello.
“Oh Dio!” esclamò Katherine aprendo nuovamente la porta della cripta ed entrandovi all’interno senza neanche pensarci troppo, mentre Sam ed Hailey, non avendo capito cosa stesse facendo la ragazza, la seguirono senza esitare.
Katherine si guardò attorno, sentendo i passi dei due ragazzi dietro di sé e chiedendosi dove fosse finito uno dei membri fondamentali della sua squadra.
“Mi stavo chiedendo quando te ne saresti accorta..” sussurrò Lilith sorridendo, tenendo per un braccio una Claire malridotta e sanguinante.
“Lasciala andare subito o ti farò rimpiangere di esser..” iniziò Katherine perentoria, ma il demone la interruppe bruscamente.
“Va bene, è tutta tua” sussurrò Lilith porgendo il corpo della Cacciatrice verso i tre ragazzi, prima di pugnalarla in pieno ventre e gettare la ragazza a terra.
I tre si fiondarono sulla Cacciatrice e Sam la prese fra le braccia, uscendo velocemente dalla cripta seguito da Hailey, mentre Katherine rimase a fissare in cagnesco il demone sorridente davanti a sé, certa di poterla uccidere.
“Devi fare una scelta, Kathy..” sussurrò Lilith sorridendo, gesticolando nervosamente con il coltello tinto di sangue. “.. uccidi adesso me o porti in ospedale Claire il più velocemente possibile!”.
La ragazza scosse la testa ed indietreggiò e con voce sprezzante disse: “Non finisce qui!”.
Uscì in fretta dalla cripta, raggiungendo i ragazzi all’esterno e volando letteralmente verso le rispettive macchine guidate dalle Cacciatrici e da Sam, mettendo tutti e tre in moto ed arrivando nel più breve tempo possibile in ospedale, dove diedero la precedenza nel curare ed aiutare le ragazze messe peggio, ricoverando la maggior parte di loro per almeno una notte, mentre le altre tornarono a casa con Katherine.


Lilith si sistemò i vestiti appena cambiati, sedendosi sul divano del grande salone della donna che aveva scelto di possedere: Eva Kent, 32 anni, del Minnesota, traferita da poco più di un mese in Kansas per via del lavoro che svolgeva, nessun marito, nessun figlio.
Nessuno avrebbe sentito la mancanza di quella donna, nessuno l’avrebbe cercata e ciò le dispiacque molto, pensando che non avrebbe potuto torturare la famiglia o gli amici di quella povera ragazza che dentro lei si agitava e si scuoteva, chiedendo aiuto a gran voce, tanto da fare venire mal di testa al demone; le ferite che la Cacciatrice le aveva procurato quella sera erano state fatali per il suo tramite ed ogni minuto che passava, sentiva la sua presenza farsi sempre più leggera e le catene che scuoteva freneticamente farsi sempre meno rumorose.
Finalmente la radio all’interno della sua testa si sarebbe spenta, lasciando unicamente il demone al comando e ciò la fece sorridere di gioia, che sapeva di avere ben pochi motivi per cui essere felice: la sua fine si stava avvicinando, il conto alla rovescia segnalava che le rimanesse solamente poco tempo da passare in questo pianeta e sapeva già bene che un’altra persona stava arrivando per prendere definitivamente il suo posto, una volta che il suo signore sarebbe risorto.
Così, in nome del poco tempo che aveva ancora da trascorrere, passava le notti ad uccidere e a torturare, cioè le uniche due cose che ancora la rendevano felice, oltre all’avere per certo l’ascesa di suo padre dagli inferi; in realtà c’era un solo ed unico motivo che la rendeva davvero così triste: essere sostituita e non poter assistere alla grandezza del signore che aveva servito per anni, due fattori estremamente collegati fra loro.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da una chiamata in arrivo al suo cellullare, mentre una canzone che detestava si espanse per tutto il salotto della donna: quando il demone lesse il nome sullo schermo del cellulare sorrise e rispose, portandolo all’orecchio.
“Com’è andata la lotta? La Cacciatrice è caduta nella trappola?”.
“Già, ci è cascata ed insieme a lei anche tutta la Scooby Gang!” esclamò Lilith ridendo. “Il piano sta funzionando!”.
“L’hai fatta arrabbiare?”.
“Si, non hai idea di quanto la sua forza si sia incrementata quando ho cominciato ad uccidere alcune delle Potenziali Cacciatrici..” disse il demone divenendo seria, portando la testa all’indietro. “..mi sono dovuta impegnare davvero nella lotta ed io non ne ho mai bisogno! Nessuno è mai riuscito a tenermi testa così!”.
“Bene, vuol dire che la Maledizione si sta finalmente espletando!”.
“E’ piena di oscurità e di disperazione..” sussurrò Lilith accennando un sorriso e piegando la testa di lato. “.. non sa cosa l’attende e tutte le cose che sarà costretta a fare!”.
“Non si riconoscerà per molto tempo, finché non smetterà persino di ricordare la Katherine che era prima e che ha fatto innamorare entrambi i Winchester!” sussurrò la voce al telefono con una risata.
“Potrà commettere tutte le azioni più orribili di questo mondo, ma non so per quanto tempo riuscirà a staccarsi dalla sorella e dai due cacciatori.. o quanto tempo riusciranno loro a stare lontani da lei! Sono molto legati, e penso che tu te ne sia accorta meglio di me!” esclamò Lilith sospirando.
“Si stanno già separando, dagli solo un altro po’ di tempo! Ce la faremo!”.
“Già..” sussurrò il demone chiudendo la chiamata e sospirando rumorosamente.
Si alzò di stacco dal divano, decisa a cancellare l’amarezza e la malinconia che quella sera si stavano impadronendo di lei, e diede la colpa all’umana che ancora si agitava in quel corpo; si diresse verso la camera da letto, aprendo l’armadio ed afferrando dei tacchi molto alti, mentre con un rossetto rosso fuoco si colorò le labbra e con le mani si ravvivò i capelli castani e mossi; con un sorriso sulle labbra, uscì dalla sua casa e si recò al pub più vicino a quell’appartamento, dove avrebbe sedotto ed ucciso più uomini possibili, dopo averli obbligati con il suo grande fascino ad farsi offrire tutti i drink ed i cocktail presenti sul menù.
 
 
[1] Jack the Ripper è il famoso Jack lo Squartatore, noto per i numerosi omicidi che ha compiuto a Londra nel 1888.
[2]Jack Torrance, come saprete è il protagonista di Shining.
[3] Quando Jack cerca di uccidere la moglie e di sfondare la porta del bagno, pronuncia queste parole “Sono il lupo cattivo!”.

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Capitolo 45
*** Why is everyone afraid that I lose myself? Why I'm not? ***


N.A. : Ci vediamo in fondo al capitolo, buona lettura!! :*


Capitolo 35  (Parte II°)
 
Why is everyone afraid that I lose myself? Why I'm not ?

 
 
 
Lo sguardo fisso sul piccolo rettangolo in vetro della grande porta di ferro battuto, un'espressione a metà tra la paura e il dolore, il resto del corpo immobile, paralizzato dalla visione che i suoi occhi gli stavano mostrando: fu questo che Castiel vide osservando l'uomo che aveva portato con sé e per il quale provava un forte affetto, non condiviso dai suoi capi e dai suoi fratelli.
La stanza buia era irradiata da una luce soffusa e fioca, che lasciava ben poco alla vista del ragazzo: le pareti erano scure e malmesse, la polvere e vari rifiuti - su cui lo sguardo di Dean non si soffermò per più di qualche secondo - erano ammassati negli angoli della stanza, probabilmente spostate via da una folata di vento, mentre una grande scrivania vuota padroneggiava l'abitacolo.
Il ragazzo spostò leggermente lo sguardo ancora terrorizzato verso l'angelo, che gli rispose con un piccolo sorriso amaro di incoraggiamento, e scosse la testa con un sospiro: avrebbe dovuto entrare all'interno di quella stanza, anch'essa scarsamente illuminata, e fare il suo lavoro, quello per cui era stato portato lì. Ammesso che esistesse, avrebbe dovuto torturare Alastair pur di avere la cura per Katherine. Ma quanto gli sarebbe costato?
Spostò nuovamente i suoi occhi sul demone, con la testa a penzoloni, mentre braccia e gambe erano bloccate con delle grosse catene - e Dean pensó che dovessero essere impregnate di acqua benedetta - ad una grande ruota verticale in ferro; il ragazzo notò del sangue colargli da una guancia e capí quanto i due angeli avessero tentato di far parlare quel demone spregevole che lui aveva avuto la sfortuna di incontrare all'inferno. Infine il suo sguardo si posò sulla grande Chiave di Salomone disegnata tutt'attorno alla ruota con dello spray rosso e risalí sul metallo lucido ricoperto di simboli in lingua Enochiana disegnati dai due angeli.
"Ci stai ripensando?" Chiese Uriel con voce sprezzante, facendo qualche passo nella sua direzione ed arrivandogli alle spalle. 
"Non so se posso farlo.." sussurró Dean con voce rotta, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse dolorosa per lui quella situazione. 
"So che questo è troppo per te ma dobbiamo chiedertelo.." sussurró Castiel sospirando, sfiorandogli con la mano una spalla. 
"Voglio sapere della cura!" Esclamò il ragazzo voltandosi e serrando immediatamente la mascella, mettendo su il suo sguardo aggressivo.
"Procediamo per gradi, ragazzo! Prima fai in modo che Alastair parli e dopo ne potremo parlare!" Esclamò Uriel sorridendo, incrociando lo sguardo con quello del ragazzo.
"Ci è stato detto che è necessario, devi farlo Dean.." sussurró Castiel sospirando ed abbassando gli occhi. "..questi sono gli ordini".
"Sappiate solamente che la persona che uscirà da quella porta.." sussurró Dean abbassando per qualche momento lo sguardo sul pavimento, per poi incollarlo con risolutezza su quello dei due angeli. ".. non vi piacerà!".
Uriel sospiró, percependo il dolore del ragazzo e fece spallucce, avanzando di qualche passo verso di lui, e disse: "Tieni a mente che mentre torturi quella feccia, stai salvando la vita della tua ragazza!".
Dean sospirò rumorosamente, prima di voltarsi nuovamente verso la porta e di aprire con estrema lentezza la grande porta di metallo, che gli sembrò pesare tonnellate; dopo essersi richiuso la porta alle spalle, avanzó lentamente verso il demone, gonfiando le spalle e il petto, nel tentativo di non lasciare percepire le sue reali emozioni. Proprio accanto al suo vecchio maestro, trovó degli attrezzi da tortura che gli causarono un brivido di paura lungo la schiena, portandogli alla mente dei ricordi che avrebbe voluto eliminare per sempre; il demone alzó il capo e sorrise, riconoscendo il suo allievo.
Alastair emise una leggera risata e cominció a canticchiare una vecchia canzone legata all'inferno, mentre una sfumatura diversa si insinuó nella sua voce, tradendo la sua paura; nonostante Dean fosse un suo allievo, nei mesi di perdizione aveva raggiunto degli alti livelli di bravura che gli ricordarono molto il suo modus operandi. 
Il demone intrappolato in quella grande ruota di metallo verticale, prese a ridere piú insistentemente quando gli occhi del ragazzo si posarono sul grande carrello pieno di attrezzi da tortura, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del ragazzo.
"Scusa, capisco che questa sia una bruttissima situazione per te, non dovrei ridere, ma è inevitabile.." sussurró Alastair ridendo, scuotendo leggermente la testa ma mantenendo lo sguardo su quello del ragazzo. "Hanno mandato te per torturare me!!".
"Hai una sola possibilità, voglio sapere chi sta uccidendo gli angeli" disse Dean perentorio, rimanendo immobile e continuando a guardarlo in cagnesco. 
"Credi che vedendo quegli orribili arnesi io cominci a parlare ?" Chiese il demone ridendo nuovamente, piegando la testa all'indietro. 
"Lo farai in qualche modo, solo che non vorrei sporcarmi i vestiti.." sussurró Dean ironicamente, sollevando le spalle ed accennando una risata che però non contagió gli occhi. "Ho un incontro importante dopo!" 
"So che in fondo sei terrorizzato, vecchio amico mio!" Esclamò Alastair sorridendo.
"Resterai deluso.." sussurró Dean prendendo fra le mani un grosso machete ed ignorando le parole del demone imprigionato di fronte a sé. 
"Non lo sono mai stato da te, so che vorrai avere una rivincita per tutto quello che ho fatto passare a te e a tuo padre in questi decenni, no? O per quello che farò alla tua bella ragazza.." disse Alastair mentre un sorriso malizioso si fece largo sul suo volto e sollevó in fretta il sopracciglio sinistro. ".. mi piacerebbe provarla quando il tuo gioco finirà!".
Dean dischiuse leggermente la bocca e sgranó di poco gli occhi, sentendo un'insolita rabbia mischiata all'odio montarsi dentro di lui, desiderando per la prima volta da quando si trovava in quella situazione di torturare fino alla morte quel demone che, per trent'anni si era dilettato nel dilaniare e nel tagliare in parti piccolissime il suo corpo per innumerevoli volte.


"Sono preoccupata per lei.." sussurró Katherine appoggiando la testa allo stipite della porta, continuando a fissare il corpo della Cacciatrice nel letto.
Claire non si era ancora svegliata da quando Lilith le aveva letteralmente aperto in due il ventre, nonostante i dottori avessero detto di aver fermato ogni tipo di emorragia e di aver ricucito ogni frammento dilaniato del suo corpo, e ciò fece preoccupare di molto tutto il resto della "squadra".
Le ragazze ferite erano state dimesse ormai, con diverse fasciature e tutori, ed erano tornate a casa, mentre le due Cacciatrici e Sam erano rimaste in ospedale per vegliare su Claire.
Inoltre non erano neanche riusciti a trovare ciò che apparteneva di diritto a Katherine, essendo stati troppo impegnati nella fuga da quella cripta, dove alcune delle Potenziali avevano sfortunatamente perso la vita.
Fra le altre preoccupazioni vi era anche Dean, di cui non avevano avuto notizie da ormai qualche ora: che diavolo stava succedendo? 
Davvero pensava di poter aggiustare la ragazza con una cura che probabilmente non esisteva neanche ?
Katherine scosse la testa a quell'idea e chiamò mentalmente Castiel ed Uriel moltissime volte, ma nessuno dei due si era degnato di rispondere alle chiamate: i due angeli avrebbero dovuto aiutare le persone, non ricattarle in quel modo.
"Claire si riprenderà.." sussurró Sam sospirando, sedendosi sulla sedia posta nel corridoio dell'ospedale ed appoggiando i gomiti sulle sue cosce. ".. dovremmo pensare a cose più serie!".
Katherine si voltó leggermente verso il ragazzo, sapendo esattamente a che cosa si stesse riferendo e così scosse la testa, stufa di quella situazione. 
"Come possiamo trovarlo?".
"Non ho la minima idea su come rintracciare due angeli.." sussurró Hailey passandosi le mani sul viso.
"Io potrei averla.." sussurró Sam sospirando e facendo spallucce. "..ma non vi piacerà!".
"Sam, no.." sussurró Katherine con voce stanca, incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi con la schiena alla parete dell'ospedale. ".. non chiameremo Ruby!".
"Dobbiamo, Katherine!" Esclamò Sam sgranando gli occhi, cercando di capire perché non si rendessero conto di quanto quel demone li potesse aiutare.
"Ruby? Vuoi chiamare Ruby?!" Chiese Hailey scattando in piedi e sgranando gli occhi, infuriandosi.
"Lei può aiutarci!" Esclamò Sam allargando le braccia ed alternando lo sguardo fra le due. 
"Ce la faremo da soli, non abbiamo bisogno di lei!" Esclamò Hailey sbuffando ed incrociando le braccia al petto. "Non la chiamerai!".
"In realtà potrei averlo già fatto.." ammise Sam sospirando, rilassandosi ed appoggiando la schiena allo schienale della sedia.
"Fantastico!" Esclamò Katherine infuriandosi e facendo qualche passo avanti, permettendo ai due di percepire il cambiamento di umore. "E dove diavolo è allora, Sam ?".
"Giusto dietro di te!" Esclamò una voce fin troppo familiare per i tre ragazzi.
"Perfetto, l'idiozia in persona è arrivata!" Esclamò Katherine incrociando le braccia al petto ed osservando il demone sorridente che si trovava alle sue spalle. 
"Ehi!" Ringhió Ruby con una smorfia sul viso.
"Kath, potrebbe aiutarci.." sussurró Sam sospirando, alzandosi dalla sedia.
"A che cosa potrebbe esserci utile?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e serrando le braccia al petto.
"Non preoccuparti, quando avrò finito con lei sarà incapace anche solo di parlare!" Esclamò Katherine accennando un sorriso e scagliandosi pericolosamente verso il demone, bloccandola con forza contro la parete dell'ospedale, premendole un braccio contro il collo nel tentativo di non farla respirare.
Il ragazzone corse immediatamente fra le due donne, mettendosi con il corpo e con le braccia davanti al demone, facendole da scudo umano e proteggendola dalla Cacciatrice molto irritata.
"Katherine, calmati!!" Esclamó Hailey afferrandola dalle spalle e bloccando tutti i suoi tentativi di liberarsi. "Non qui, siamo in un ospedale!".
"Katherine che ti prende? Ci ha aiutato in passato e lo sai!!" Esclamò Sam allontanandola e scuotendo la testa. "Se hai un'idea migliore perché non la tiri fuori?".
Katherine scosse la testa con un'espressione sconcertata sul volto, scrollandosi dalla presa della sorella e fissando il ragazzo negli occhi con sguardo duro.
"Non voglio avere a che fare con gli angeli, posso sempre andarmene! Non è un problema!" Esclamò Ruby spostandosi da dietro il ragazzo ed incrociando le braccia al petto. 
"Per quanto non possa credere alle parole che sto per dire.." sussurró Hailey abbassando lo sguardo ed incrociando le braccia al petto. "Penso che Sam abbia ragione, potrebbe aiutarci!".
"Grazie.." sussurró Sam sorridendo alla ragazza, per poi cambiare espressione e posare lo sguardo sul demone. "Devi scoprire dove hanno portato Dean!".
"Hanno messo Alastair sotto pressione, Dean lo tortura per un po’ e i buoni raggiungono il loro scopo, che c'è che non va ?" Chiese il demone aggrottando le sopracciglia. 
"Non può farlo.." sussurró Sam abbassando gli occhi, mentre un sospiro si fece largo nei suoi polmoni. 
"Perché no?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, mantenendo le braccia serrate.
"È successo qualcosa all'inferno, qualcosa di cui evidentemente non ti ha parlato.." sussurró Sam sospirando, appoggiandosi con un braccio al muro. "So che non è più quello di una volta, non finirà il lavoro, lui non può farlo!".
"Davvero? Lui non può? E tu invece puoi ?" Chiese Katherine sollevando un sopracciglio, fissando lo sguardo sul ragazzo e pronunciando quelle frasi con un tono ironico nella voce.
"Lo sarò per lui" sussurró Sam sospirando, scuotendo la testa.
"Mi stai prendendo in giro?" Chiese Katherine sgranando gli occhi ed allargando le braccia, soffocando l'impulso di colpire quel demone.
"Che hai intenzione di fare, Sam?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, dischiudendo leggermente le labbra e lasciando trasparire la sua preoccupazione.
Sam rispose con un sospiro alla domanda della ragazza, scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo. 
Avrebbe dovuto fare qualcosa di pericoloso.


"Sai che ho tenuto tuo padre sulla sua ruota per più di 100 anni? Ha fatto onore al cognome che portava! Alla fine di ogni giorno gli facevo la stessa proposta che ho fatto a te, ma lui.." disse Alastair sospirando e un piccolo sorriso si fece strada sul suo viso, mentre il ragazzo spazientito lo interruppe bruscamente. 
"Dammi il nome del demone! " Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia, guardandolo con espressione seria. 
"..ma lui rispondeva di no tutte le volte! Ha spezzato ogni mia sicurezza!" Continuò il demone non curante della domanda del ragazzo. 
Dean sospiró rumorosamente e scosse leggermente la testa, continuando però a mantenere il suo sguardo su quello del demone, che scoppiò in una piccola risata; il ragazzo si tolse lentamente la giacca e l'adagiò delicatamente nella parte inferiore del carrello degli attrezzi da tortura che gli causarono nuovamente un brivido lungo l'intera colonna vertebrale. 
"Aveva dentro qualcosa di unico, aveva la stoffa degli eroi..." sussurró il demone sorridendo. ".. poi sei arrivato tu, Dean Winchester, e credevo di avere davanti la stessa cosa! Ma tu ti sei spezzato!".
Lo sguardo di Dean si posò sulla bottiglia di Whisky posta sulla parte superiore del carrello e l'afferró fra le mani, bevendone qualche sorso; aveva decisamente bisogno di un po' di coraggio liquido per commettere le azioni che avrebbe compiuto di li a poco. Sbuffó dopo qualche secondo e mise apposto la bottiglia di vetro, indugiando per qualche secondo sugli attrezzi. 
"Non sei l'uomo che papà voleva che diventassi, vero ? " Chiese il demone ridendo nuovamente, osservando la bottiglia di plastica che il ragazzo aveva appena afferrato fra le mani. "Acqua santa? Devi essere più creativo per impressionarmi!".
"Sai che potevo ancora sognare?" Sussurró Dean mentre uno strano sorriso si fece largo sul suo viso. "Ho sognato questo momento per decenni e alla fine di questa giornata rimpiangerai la mia creatività!". 
Afferró fra le mani una grossa siringa e le tolse il beccuccio in plastica, gettandolo a terra, e aspiró con l'ago l'acqua santa, fino a riempirla completamente; si voltó verso il demone e con dei passi lenti e rumorosi gli arrivò molto vicino, fissandolo negli occhi e sorridendo.
"Sì comincia!" Esclamò Dean sorridendo sempre di più.
"Vai all'inferno!" Esclamò Alastair sbarrando leggermente gli occhi e deglutendo rumorosamente, mentre il ragazzo premette sulla leva inferiore della siringa, in modo tale da far fuoriuscire l'ossigeno all'interno.
Il demone intrappolato in quella grande ruota di metallo verticale soffermó il suo sguardo sugli spruzzi d'acqua zampillare dalla siringa e sul sorriso divertito del ragazzo, che nel giro di qualche momento avrebbe ripreso a torturarlo. 
 
 
 
"É sempre bello rivedere questa casa!" Esclamò Ruby camminando a fianco del ragazzo nel vialetto, facendo scontrare il suo sguardo audace con quello imbarazzato di Sam. "Abbiamo condiviso molti bei ricordi, vero Sam?".
"Mi ricordate perché è venuta in casa mia?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa, aprendo la porta di casa.
"Farà un incantesimo di localizzazione per trovare Dean.." sussurró Hailey sospirando e scuotendo la testa, arrabbiata quanto la sorella. “.. e dopo tornerà esattamente da dove è venuta!!”. 
"A questo avrebbe potuto pensarci Addison!" Esclamò Katherine allargando le braccia. 
"Avevi detto che non volerla più usare i suoi poteri e noi abbiamo fretta di trovare Dean.." sussurró Sam sospirando e facendo spallucce, chiudendosi la porta alle spalle. 
Katherine sospirò e scosse la testa, sperando di mandare via il demone il più velocemente possibile, così si voltó verso di lei, trovandola a fissare e a studiare la casa.
"Hai bisogno di qualcos'altro? " Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
In meno di 10 minuti, Katherine preparò tutti gli ingredienti del rituale e li radunò sul grande tavolo in legno antico del suo soggiorno, andando poi a controllare che Jenny avesse portato la sua bambina a scuola e che Giles si stesse occupando attivamente delle ragazze e di Claire. L'ultima cosa che avrebbe voluto era proprio lasciare il capezzale della sua amica di vecchia data, ma purtroppo era necessario per trovare ed aiutare Dean. 
Ruby sistemó tutti gli ingredienti sul tavolo del soggiorno e cominciò a recitare un antico rituale in latino: sistemó una grossa cartina geografica aperta sul tavolo e delle candele ai lati, mentre una piccola folla di Potenziali formò esattamente dietro di lei, incuriosite dalla presenza di un demone nella casa della Cacciatrice. 
Afferró fra le mani una candela e avvicinó la grossa fiamma alla cartina: in pochi secondi i suoi occhi divennero neri, segno che la sua vera natura stesse riaffiorando, e la cartina si incendió, e con essa anche la parte superiore del tavolo.
Quando i suoi occhi tornarono del colore nocciola del tramite che possedeva, l'incendio si fermó, lasciando un unico piccolo pezzo di carta come superstite, sul quale vi era scritto il nome di una città che Ruby indicò con un dito.
"Dean è lì.." sussurró il demone sorridendo. "É una fortuna che gli angeli non abbiano nascosto la loro posizione, non sono abituati ad essere spiati!".
"Stavi mandando la mia casa in fiamme, demone idiota!" Ringhió Katherine avvicinandosi alla ragazza abbastanza infuriata.
"Ci tieni a trovare il secondo Winchester che ti sei fatta?!" Chiese Ruby sollevando un sopracciglio e serrando le braccia al petto. 
Katherine fissò negli occhi il demone per qualche secondo, sentendo la rabbia prendere a montare nuovamente dentro di sé e avvertendo la vista offuscarsi momentaneamente; nonostante sapesse ciò che stesse succedendo, la Cacciatrice bionda si lasciò trasportare dal sentimento e le si avventó contro.
Con un balzo le fu addosso e l'atterró velocemente, costringendola a terra e prendendo a colpirla ripetutamente in pieno viso, sentendo la furia più cieca impossessarsi di lei; Hailey corse immediatamente verso la sorella, afferrandola dalle spalle e bloccando il suo attacco verso il demone.
"Katherine devi calmarti, ascoltami, concentrati sulla mia voce!" Esclamò Hailey all'orecchio della ragazza, tenendola stretta falle spalle. 
"Voglio ucciderla! " Esclamò Katherine cercando di divincolarsi dalla presa della sorella, senza alcun risultato.
"Lo so, lo so cosa provi, ma devi calmarti!" sussurrò la maggiore tenendola ancora più stretta e sospirando.
La ragazza parve acquetarsi nel giro di qualche secondo ed Hailey ringraziò il cielo di avere tutta quella forza, altrimenti la sorella avrebbe potuto divincolarsi e tornare all'attacco senza troppi problemi.
Dopo un'ultima occhiata al ragazzo, le due Cacciatrici scomparvero nella stanza accanto insieme alle Potenziali, intente ad aiutare la ragazza e a farla tornare in se stessa.
"O è troppo in ansia perché Dean è stato rapito dagli angeli o la Maledizione è scattata!" Esclamò Ruby ridendo, alzandosi a fatica e cercando di fare ironia su quanto successo qualche secondo prima.
Sam abbassò gli occhi con un sospiro, non volendo che il demone venisse a sapere di tutto ciò che stesse succedendo a Katherine.
"La Maledizione si è attivata?!" Esclamò Ruby spostandosi di qualche passo indietro, sgranando gli occhi per la sorpresa. "Ok, ci vediamo allora!".
"Aspetta!" Esclamò Sam avvicinandosi ed afferrandola dal polso, costringendola a girarsi. "Non lo sappiamo ancora, ma qualcosa è cambiato in lei..".
"È attirata dal fascino del male, Sam.." sussurró Ruby sospirando, rimanendo seria. "Ed indovina?  Se scappo dagli angeli, figurati se non mi nascondo da una Cacciatrice asservita al male!". 
"Tu ne sai qualcosa?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
" Sì, ma non posso parlarne adesso, non voglio!" Esclamò il demone abbassando gli occhi. "Quando tuo fratello sarà salvo, quando tutti voi sarete salvi, ne potremo parlare!".
"D'accordo, ma Ruby.." sussurró Sam mollando la presa sul braccio della ragazza ed abbassando gli occhi.  "Sono settimane ormai, ne ho bisogno!".
Il demone osservò attentamente il viso del ragazzo curvo in un'espressione tra la tristezza e lo sconcerto, e il suo viso si addolcí mentre le sue labbra si piegarono in un sorriso.
"Non ne sembri felice.." sussurró Ruby sospirando. 
"Non mi piace farlo.." ammise Sam sospirando, abbassando gli occhi.
Il demone si avvicinò lentamente al ragazzo con un dolce sorriso sul viso ed estrasse dalla sua giacca un lungo coltello, lucido e freddo, mostrandolo al ragazzo che lo osservò per qualche secondo; lentamente alzò la manica del polso e si procurò una leggera ma profonda incisione sull'incavo, lacerando le arterie principali ed osservando lo sguardo e l'espressione del viso del ragazzo.
Porse lentamente il polso al ragazzo con un sorriso ed in pochi secondi Sam lo afferrò con le sue grandi mani, portandoselo alle labbra, leccando e succhiando il liquido rosso e salato che aveva preso a sgorgarle dalla ferita. Non appena il sangue entrò in circolo al ragazzo, Sam chiuse gli occhi ed afferrò più saldamente il polso, bevendone il più possibile. 
Ciò che Sam non poté vedere, preso per com'era dalla foga di bere dal polso del demone, fu lo sguardo e il sorriso maligno che si disegnarono sul volto di Ruby nell'osservare il minore dei Winchester completamente in astinenza dalla sua dose di sangue e all'idea che due Cacciatrici del tutto ignare si trovassero nella camera accanto e che non potessero fare assolutamente nulla per fermarli.
 
 
Il ragazzo gettò la quarta siringa appena svuotata all'interno del corpo del demone per terra insieme alle altre, sentendo ancora le urla di Alastair riempire la stanza semibuia; sospirò e si stiracchió leggermente, capendo che per far parlare un demone di quel calibro ci sarebbe voluto qualcosa di molto peggio di un po’ d'acqua santa. 
Dean estrasse il coltello che il fratello aveva rubato a Ruby e lo ricoprì di acqua santa con un mestolo, accertandosi di bagnato da entrambi i lati, per poi immergerlo in un barattolo colmo di sale.
"È così triste, pensi che questo libererà tutto il dolore che ti ho fatto provare in questi anni?" Chiese Alastair sorridendo, osservando il ragazzo avvicinarsi silenziosamente con un sorriso sulle labbra, fino ad arrivare a qualche centimetro di distanza. "Ti ho trasformato in un nuovo tipo di animale e sai che arriveremo pure a Katherine.. quando arriverà il suo turno la divoreró!".
"Non ti avvicinerai a lei mai abbastanza da poterla toccare.. " sussurró Dean dilatando le narici per la rabbia e serrando la mascella, mentre con un colpo secco conficcò la lama all'interno del petto del demone e lo osservò dimenarsi ed urlare dal dolore. "... adesso tocca a me trasformarti!".
Il demone intrappolato in quella grande ruota, prese a dimenarsi e a sputare il sangue che i colpi e le ferite del ragazzo gli avevano procurato; Dean prese a colpirlo nuovamente in pieno petto e allo stomaco, dilaniando e torturando, aprendo e distruggendo, ogni piccola parte del suo corpo, ricordandogli tutto ciò che gli aveva fatto passare all'inferno. 
Il tramite del demone si piegó su se stesso in una posizione innaturale, nonostante fosse legato con delle catene d'acciaio rinforzato a braccia aperte.
"Chi sta uccidendo gli angeli?" Chiese Dean sospirando ed infuriandosi, dopo avergli gettato in pieno viso diverse secchiate di acqua benedetta che lo costrinsero a sputare sangue.
"Non vai abbastanza a fondo, non sei ancora riuscito a piegarmi!" Esclamò Alastair ridendo sguaiatamente, fissando lo sguardo sul ragazzo e pronunciando quelle frasi con un tono ironico nella voce. "Non credo che tu abbia idea di quanto sia grave quello che in realtà hai fatto per noi!".
"Sta zitto!" Esclamò Dean dilatando le narici ed aggrottando le sopracciglia, osservando gli attrezzi da tortura, indeciso su quale sarebbe stato il prossimo da usare.
"Sai qual è la vera ragione per cui Lilith ti voleva li?" Chiese Alastair ridendo, prendendo un respiro profondo. 
"Va bene, ti faccio stare zitto io!!" Esclamò Dean infuriandosi ed afferrandogli il viso con una mano e bloccandolo contro la parete di metallo.
Con la mano libera, gli infiló all'interno della bocca e giù per la gola un imbuto di ferro, dal quale fece scendere con prepotenza quasi un chilo di sale, costringendo il demone a dimenarsi e a sputare la maggior parte del sangue che avesse in corpo.
 
 
 
 
 
"Dobbiamo fare presto! " Esclamò Sam sospirando ed aumentando il passo, uscendo dal vialetto e dirigendosi verso l'Impala lucida e fiera posteggiata davanti casa della ragazza.
"Sam, sará circa un'ora e mezza di viaggio!" Esclamò Katherine sospirando e facendo spallucce, aprendo la portiera posteriore dell'auto ed entrandovi. "Rilassati!".
Sam entrò all'interno dell'auto e la osservò dallo specchietto retrovisore con sguardo accusatore per qualche secondo, mentre la ragazza continuò a sostenere il suo sguardo perfettamente sollevando un sopracciglio. 
"Stai scherzando?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e voltandosi verso Hailey che stava seduta accanto a sé. "Sta scherzando, vero? ". 
"Katherine, dobbiamo arrivare nel più breve tempo possibile.." sussurró Hailey voltandosi verso la ragazza ed accennando un sorriso amaro, mentre Sam accese il motore e guidò lungo la strada. ".. altrimenti Dean sarà costretto a fare qualcosa di pericoloso!".
"L'ha scelto lui, sono affari suoi quello che gli capita!" Esclamò Katherine scuotendo la testa e distogliendo lo sguardo con un sospiro.
Che senso aveva cercare qualcuno che aveva deliberatamente deciso di accettare l'offerta degli angeli e di andare con loro? Qualunque cosa fosse successa, Dean se l'era cercata, credendo che inseguire la chimera di una cura di cui la Cacciatrice non avesse assolutamente bisogno fosse la scelta più giusta da fare.
Avrebbe dovuto fidarsi di lei, invece aveva presa una decisione di quel tipo senza neanche consultarla; scosse la testa e si voltò verso il finestrino, sentendo lo sguardo dei due ragazzi puntato su di lei e avvertendo che effettivamente qualcosa stesse cambiando all'interno di sé stessa.
Dove diavolo sei finita, Katherine? si chiese mentalmente Sam emettendo un sospiro e premendo l'accelerazione sull'auto. 
 
 
Una volta finito tutto il sale che aveva a disposizione, Dean gettò lontano il sacco ormai vuoto e l'imbuto che estrasse dalla gola del demone; ancora piegato su se stesso e con il respiro affannoso, continuò a sputare il sangue che gli risaliva alla bocca e lo sentì colare dalle guance, fino al collo.
"Sai avrebbe dovuto compiersi con John ed invece sei stato tu!" Esclamò Alastair sorridendo, osservando il ragazzo che aveva preso a parlargli con superiorità.
"Che cosa avrei fatto?" Chiese il ragazzo sbuffando, intingendo nuovamente il coltello nell'acqua benedetta.
"Ogni sera ti facevo la stessa offerta e finalmente hai detto di si!" disse Alastair sorridendo con gioia, osservando il ragazzo cambiare espressione. "Ricordi la prima volta che hai preso fra le mani il mio rasoio e hai dilaniato l'anima di quella donna in lacrime? Quello è stato il primo sigillo!".
Dean dischiuse leggermente la bocca e sgranó di poco gli occhi udendo quelle parole, non riuscendo a spiegarsi perché quelle parole appena pronunciate dal demone gli suonassero come verità; si avvicinò con estrema lentezza e con un'espressione seria sul volto, dopo un breve momento di paralisi motoria, e incastró i suoi occhi verdi in quelli del demone. 
"Stai mentendo!" Esclamò Dean dilatando le narici ed aggrottando le sopracciglia, sentendo il petto alzarsi troppo velocemente. 
"Il primo sigillo sarà spezzato quando un uomo giusto spargerà sangue all'inferno, quando avrà ceduto il sigillo si spezzerá!" Sussurró Alastair emettendo una lunga risata, fissando il ragazzo negli occhi con sguardo duro. 
Dean indietreggió di qualche passo, sentendo come il dubbio si stesse facendo largo all'interno della sua mente e, pensando come quelle parole potessero essere vere, scosse la testa e sgranó gli occhi.
Si chiese perché i due angeli, Castiel e Uriel, non gli avessero raccontato la verità, non capí perché lo avessero salvato dalla dannazione eterna se realmente avesse spezzato il primo sigillo dando via alla fine del mondo!
"Quando porteremo l'Apocalisse su questo mondo, quando bruceremo la Terra e quando Katherine comincerà ad essere più temibile di tutto ciò che questo mondo abbia mai visto e a spargere cadaveri dovunque passi, beh, ecco.." sussurró Alastair sorridendo leggermente, capendo il dolore del ragazzo ed essendone felice. "... quella sarà solamente colpa tua, mio caro Dean!".
"Che diavolo volete da lei?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e tornando ad infuriarsi notevolmente. 
"Abbiamo grandi piani per lei, Katherine sarà grande, il braccio destro del nostro capo!" Esclamò Alastair sorridendo, facendo spallucce. "Sarà la regina di questo mondo e spargerá dolore e sofferenza, atrocità e cattiveria! Sarà… perfetta!".
"Lei non è così, lei non lo farebbe mai.." sussurró Dean scuotendo leggermente la testa.
"Neanche tu avresti detto di cedere all'inferno!" Esclamò il demone ridendo.
"Non ti credo!!" Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia e voltandosi, dando le spalle ad demone. 
"Non sto mentendo, è la verità.." sussurró Alastair sorridendo.
Dean scosse la testa e dischiuse le labbra, passandosi il pollice e l'indice della mano destra attorno agli angoli della bocca, capendo che, nonostante si trattasse di un demone, le sue parole risuonassero cariche di verità; chiuse gli occhi per un minuto buono ed impugnó il pugnale di Ruby saldamente fra le mani.
"Voi demoni non l'avrete mai!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e voltandosi nuovamente verso il demone, rimanendo però a bocca aperta.
Con un sorriso beffardo, Alastair se ne stava in piedi davanti al ragazzo, senza più catene ad intrappolargli braccia e gambe; immediatamente gli occhi dell’uomo si posarono sulla grande Chiave di Salomone disegnata tutt'attorno alla ruota di metallo verticale e notó un'interruzione sul disegno, dovuta ad una chiazza d'acqua caduta da un tubo del tetto.
"Dovresti dire ai due pennuti di far revisionare i tubi!" Esclamò Alastair sorridendo di gioia e colpendolo in pieno viso.
Il demone si avventó contro il ragazzo, colpendolo nuovamente al viso e al petto, finché il suo viso divenne gonfio e ricoperto di sangue; Alastair si accorse di quanto Dean non riuscisse più a reagire ai suoi colpi, ma notò la sua debolezza rispetto alla propria forza sovrumana.
Appoggiò la schiena del ragazzo quasi incosciente contro la ruota di metallo e lo tenne dal collo, osservandolo con un sorriso sul volto.
"Hai molto da imparare, quindi non ti uccideró!" Esclamó Alastair sorridendo. "Ci vediamo lunedì, puntuale in classe!!".
Prima che il demone potesse assestargli un altro pugno sul viso, un colpo alla testa lo stordí per qualche secondo e gli fece mollare la presa su Dean, che cadde a terra privo di forze; non appena Alastair si girò, il suo aggressore lo colpì nuovamente al petto, ma stavolta con il coltello di Ruby . 
"C'eri quasi!" Esclamò il demone ridendo, osservando la ferita.
Con un semplice gesto della mano, l'angelo con il trench beige, fece girare il coltello all'interno del petto del demone, ma in pochi secondi, Alastair lo estrasse con facilità e lo gettó a terra; si scagliò contro di lui immediatamente e prese a colpirlo dritto in faccia, bloccandolo contro il muro della stanza buia ed umida.
"Vorrei sapere come poterti uccidere, ma mi limiterò a rispedirti in Paradiso!" Esclamò il demone ridendo, imponendogli una mano sul capo.
Il demone cominciò a recitare delle frasi in latino, tenendo il viso insanguinato e gonfio dell'angelo con una mano e sorrise di felicità quando il viso di Castiel, insieme ad ogni piccolo poro della pelle del tramite, prese ad illuminarsi, facendo fuoriuscire una luce bianca e calda dagli occhi e dalla bocca.
Improvvisamente, proprio quando Alastair stava per far tornare l'angelo da dov'era venuto, una forza invisibile lo afferrò e lo sbatté violentemente contro un muro, causando però una risata fragorosa nel demone. 
"Chi sta uccidendo gli angeli?" Chiese Sam con espressione seria sul viso, con una mano rivolta verso il tramite.
"Katherine!! Che piacevole sorpresa!" Esclamò Alastair sorridendo maliziosamente, posando il suo sguardo sul corpo della ragazza che stava correndo verso Dean. "Penso che ci divertiremo molto insieme!".
"Chi sta uccidendo gli angeli? " Chiese Sam nuovamente, stringendo la mano ed aumentando la presa d'acciaio invisibile sul demone. 
"Pensi che te lo dirò? " Chiese Alastair ridendo, scuotendo leggermente la testa. 
"Sì lo penso!" Esclamò Sam sorridendo, stringendo ulteriormente la mano, osservando gli occhi del demone roteare all'indietro, divennero bianchi, mentre il suo corpo fu scosso da fitte e prese a dimenarsi.
"Non lo so, lo giuro!" Urlò Alastair dal dolore, sentendo ogni parte di sé bruciare e venire dilaniato nello stesso momento.
Sam sbuffó, non accettando quella semplice risposta dal demone e strinse ulteriormente la morsa d'acciaio invisibile, facendo tremare maggiormente il corpo dell'uomo e sottoponendolo a dolori che probabilmente non aveva mai visto, ne subito.
"Non siamo stati noi, Lilith non c'entra con questo!" Esclamò il demone respirando affannosamente per il dolore. "Lei non ne ucciderebbe 7, lei ne ucciderebbe a migliaia!!".
Alastair scosse la testa, riacquistato il controllo di sé stesso per qualche momento, e cominciò a respirare affannosamente, ridendo e scuotendo sempre di più la testa.
"Avanti, puoi rimandarmi indietro..." sussurró il demone ridendo, guardando il ragazzo con aria di sfida ed usando un tono di sfida. ".. se ci riesci!".
"Ora sono più forte, posso ucciderti!" Esclamò Sam ridendo, avvicinandosi di qualche passo e continuando a tendere la mano ed il braccio verso di lui.
Il demone, dopo aver sgranato gli occhi, prese ad urlare e a dimenarsi, cercando di scappare e di uscire vivo da quella situazione, ma improvvisamente una luce chiara e pallida, molto diversa da quella intensa e bella di Castiel, prese ad uscirgli dal petto e dalla bocca, facendogliela piegare in un'espressione di puro dolore.
Con ancora le labbra piegate in quel modo e gli occhi sgranati, il corpo che fino a pochi secondi prima conteneva uno dei più potenti demoni dell'inferno, cadde rovinosamente a terra, ormai vuoto e privo di ogni influenza maligna.



La pompetta bianca all'interno del respiratore automatico continuava a salire e a scendere, il battito cardiaco rimaneva regolare testimoniato dal topico bip della macchina, dei grandi e lunghi fili ricoprivano il petto nudo del ragazzo, mentre dei tubi scendevano giù per la gola ed altri erano attaccati alle braccia, come cateteri, il viso era ricoperto di lividi, il naso era rotto e un grande taglio netto, gonfio e violaceo, sulla fronte del ragazzo venne chiuso d'urgenza dal chirurgo plastico e adesso era coperto da una fasciatura che girava tutt'attorno alla testa: Dean non aveva ancora ripreso conoscenza.
Strinse la mano del ragazzo fra le sue e vi depositó un piccolo bacio, mentre delle lacrime calde scesero dalle sue guance a bagnarle; Katherine non poté credere che tutto questo stesse davvero succedendo a lui.
Non poteva credere che l'amore della sua vita potesse morire per una qualunque complicanza, perché il suo corpo era troppo debole; non aveva idea di cosa fare, come comportarsi. Come avrebbe potuto vivere senza di lui?
Scosse la testa, cercando di scacciare via quei pensieri e si asciugó le lacrime con una mano, alzando lo sguardo sui due ragazzi seduti dietro di lei con un'espressione seria sul viso.
Guardò nuovamente il viso di Dean, devastato dai colpi ricevuti da Alastair e pensó che se avesse ancora visto quel maledetto bastardo lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani; ma la sua attenzione in quel momento fu attirata da una figura che li osservava dall'uscio della porta con un'espressione di sofferenza sul viso.
Deglutí a fatica e si alzò, lasciando la mano del ragazzo ed andando in contro alla figura, uscendo dalla stanza, fino ad arrivare al corridoio; infuriata più che mai, Katherine diede una vigorosa spinta a Castiel, sotto gli occhi increduli dei due ragazzi, facendolo indietreggiare di qualche passo.
"Entra e fai un miracolo!" Esclamò Katherine in preda alla rabbia, mentre delle lacrime imperlarono il suo viso.
"Non posso!" Esclamò Castiel facendo spallucce e sospirando. 
"Tu ed Uriel siete responsabili di quello che è successo a Dean! Guaritelo!" Urlò Katherine sbattendo il pugno contro il muro per non colpire al viso l'angelo, appoggiandovisi e piangendo. 
"Che diavolo è successo alla trappola?!?!?" Esclamò Sam infuriato, arrivando alle spalle della ragazza, attaccando l'angelo, mentre Hailey si avvicinò a consolare la sorella.
"Non lo so, non si sarebbe dovuta disinnescare!" Esclamò l'angelo facendo spallucce e sospirando. 
"Capisci che i demoni non c'entrano con le morti degli angeli? È una situazione pazzesca!" Esclamò la maggiore scuotendo la testa, passando una mano sulla schiena di Katherine. 
"Forse Alastair ha mentito.." sussurró Castiel aggrottando le sopracciglia. 
"No, non poteva!" Esclamò Sam guardandolo con espressione seria, dopodiché si voltó e si allontanò, dirigendosi di nuovo nella camera del fratello.
"Castiel per favore, aiutalo, ti prego!" Esclamò Katherine cercando di calmare il respiro, voltandosi verso l'angelo e permettendogli di vedere le lacrime che rigavano ancora il viso della ragazza. "I medici hanno detto che morirà..".
Castiel fissò gli occhi in quelli della ragazza per qualche secondo, che a lei sembrarono addirittura ore per quanto fosse stanca; con un sorriso amaro si avvicinò alla ragazza e le carezzó il viso, per poi passarle davanti ed entrare nella stanza di Dean.
Immediatamente la ragazza corse a vedere cosa stesse succedendo e osservó l'angelo porre due dita sulla fronte bendata del ragazzo e, dopo qualche secondo, sparire nel nulla, ma nessun miglioramento scosse i monitor o fece svegliare Dean.
Passarono ore, ma Katherine rimase a fianco del ragazzo per tutto il tempo, rifiutandosi anche solo di sgranchirsi le gambe per paura di non esserci al suo risveglio, così si rimise nella stessa posizione di prima e afferrò le mani del ragazzo fra le sue, appoggiandovi la testa, mentre i due ragazzi si recarono al bar.
Non potè dire dopo quanto successe, ma sentì una soffice e calda quanto delicata carezza sfiorarle i capelli, che le fece alzare di scatto il viso, fissando gli occhi sul ragazzo sorridente davanti a sé; la ragazza non disse nulla, convinta che fosse un sogno, fin quando Dean si massaggió la testa sopra la benda e disse una delle frasi più tipiche di lui.
"Ciao dolcezza.. hanno portato il pranzo?" Chiese Dean sorridendo.
"Dean!!" Esclamò Katherine gettandosi al collo del ragazzo, attirandolo a sé e baciandolo velocemente, mentre alcune lacrime le rigarono il viso.
"Ehi, dovrei sentire dolore in tutto il corpo.." sussurró Dean aggrottando le sopracciglia e sciogliendo l'abbraccio. "Perché non lo sento?".
"Castiel ti ha guarito.." sussurró Katherine sorridendo, afferrando una mano fra le sue.
"Quel bastardo.." sussurró Dean abbassandolo sguardo e accennando un sorriso amaro. 
"Adesso torniamo a casa.." sussurró Katherine baciandogli la tempia, continuando ad abbracciarlo.
 
 
Durante l'intero viaggio per ritornare a casa, Dean riacquisì sempre di più i suoi sensi e tutte le ferite, ormai chiuse, non gli recarono più alcun fastidio. 
I due si recarono nella stanza da letto e il ragazzo decise di farsi una doccia lunga e calda per portare via tutti i pensieri e i dolori che aveva passato durante la giornata a torturare Alastair: se da un lato gli avesse fatto piacere ricambiare con la stessa moneta ciò che quel demone avesse fatto a lui per la bellezza di trent'anni, dall'altro aveva odiato ogni singolo minuto passato con gli attrezzi da tortura fra le mani.
Non sarebbe mai riuscito ad ucciderlo, non lo avrebbe mai fatto, e questo Castiel lo sapeva bene, come sapeva esattamente che l'anima del ragazzo che aveva afferrato dall'inferno e riportato nel corpo sulla terra aveva dato inizio all'Apocalisse, che avrebbe ucciso e portato guerra in tutto il mondo se non sarebbero riusciti a fermarla in tempo.
Avrebbe dovuto fare una lunga chiacchierata con Castiel quella sera e si preparò mentalmente tutti gli insulti che avrebbe potuto riservargli, in modo da ricordarli e da non essere impreparato.
Scosse la testa, tentando di scrollarsi via di dosso quei pensieri ed uscì la doccia, osservando la propria immagine riflessa sul grande specchio intriso di vapore, così con l'asciugamano lo pulí, osservandosi: si aspettava quasi di trovare cicatrici o lividi sul corpo o sul viso, ma doveva ammettere che l'angelo aveva fatto proprio un buon lavoro; così decise di eliminare qualche insulto dall'elenco riservato per quella sera.
Si asciugó leggermente i capelli corti ed il corpo, per poi infilarsi velocemente un paio di jeans sbiaditi ed uscì dal bagno con ancora la camicia aperta sul petto.
"Ehi.." sussurró Dean sorridendo, osservando la ragazza seduta sul letto. "Tutto bene?".
"Non credi che questa domanda debba farla io a te? " Chiese Katherine sorridendo, alzandosi e sorridendo.
"Sto bene, Kath.." sussurró il ragazzo dandole un delicato bacio sulle labbra.
"Sul serio?" Chiese Katherine aggrottando leggermente le sopracciglia, avvicinandosi e toccandogli la camicia. "Niente dolore?".
"Niente di niente!" Esclamò Dean sorridendo, fissandola negli occhi. "Lo giuro!".
"Bene.." sussurró Katherine sorridendo per qualche secondo per poi cambiare velocemente espressione. 
Con uno scatto di velocità che il ragazzo non si sarebbe mai aspettato, la ragazza gli colpì una guancia con un schiaffo abbastanza forte da fargli piegare la testa, ma abbastanza leggero da non fargli fare troppo male.
"Katherine!" Esclamò Dean sgranando gli occhi e toccando la parte lesa con una mano, mentre posò lo sguardo interrogativo su quello arrabbiato della ragazza.
"Sei un idiota, se mi avessi ascoltato e se non fossi andato con loro, non saresti finito in ospedale ed io non avrei dovuto sentire dire ai dottori che nel giro di pochi giorni saresti morto perché tutti gli organi avevano iniziato a cedere!" Esclamò Katherine serrando le braccia al petto e scuotendo la testa, cercando di non mostrare tutto il dolore che l'aveva scossa in quel giorno. 
Dean sospirò e fissó la ragazza negli per qualche secondo, per poi avvicinarsi ed abbracciarla stretta a sé, capendo la vera motivazione del suo gesto.
"Non pensavo che sarebbe successo tutto questo, ma come avrei potuto prevederlo?" Chiese retoricamente sospirando.
"No, Dean, li conosco da molto più tempo di te, so come agiscono!" Esclamò Katherine sciogliendo l'abbraccio e serrando immediatamente le braccia al petto. "Se non avessi supplicato Castiel, tu non saresti qui a parlare con me!!".
"Parlerò con lui per la cura e vedrai che ne sarà valsa la pena!" Esclamò Dean sorridendo, sfiorandole il viso.
"Non devi fidarti di loro, Dean! Non c'è nessuna cura, non esiste!!" Esclamò Katherine alzando la voce ed allargando le braccia. "La Maledizione scatta quando si perdono tutte le persone che si amano.. e se io oggi avessi perso te? Uhm? Se fossi morto e se io avessi attivato la Maledizione?".
"Ma non sono morto, accidenti!" Esclamò Dean sospirando e voltandosi. "E Castiel avrà una soluzione!".
"Cosa non ti è chiaro del 'Non fidarti degli angeli' ?" Chiese Katherine scuotendo la testa, alterandosi di più ed alzando il tono della voce.
"Davvero?!" Chiese Dean voltandosi verso di lei ed infuriandosi anche lui. "Proviamo a vedere se mi hanno mentito... CASTIEL, URIEL, PORTATE IL VOSTRO CULO PIUMOSO QUI!".
"Sei un idiota!" Esclamò Katherine scuotendo la testa, afferrando la giacca e le chiavi della macchina adagiate sul piccolo tavolo nella stanza.
"Dove stai andando?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e appoggiando le mani sui fianchi.
"Via!" Esclamò Katherine infilando la giacca con un sospiro. 
"Dean.." sussurró Castiel comparendo alle loro spalle con un sorriso sul viso. "..sono felice di vederti in forma!".
"Beh, non perché tu mi abbia tenuto al sicuro!" Esclamò Dean sospirando, per poi tornare a voltarsi verso la ragazza.
"Perfetto, l'eroe è arrivato!" Esclamò Katherine allargando le braccia e fingendo un sorriso. "La futura pazza omicida se ne va!".
Dean provò a richiamarla, ma la ragazza uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle, prima di dirigersi al piano di sotto e sbattere anche la porta d'ingresso; scosse la testa e si voltò verso l'angelo, che lo osservò con le sopracciglia aggrottate, non capendo cosa fosse appena successo fra i due.
"Pensavo che mi aveste chiamato voi.." sussurró Castiel aggrottando le sopracciglia. 
"Sì, ho bisogno di parlarti.." sussurró Dean sospirando. ".. ho bisogno di parlare della cura! In cosa consiste e dove posso trovarla? Ne ho bisogno, Katherine ne ha bisogno! Penso che potrebbe scoppiare da un momento all'altro!".
"Ehm, Dean.." sussurró Castiel abbassando lo sguardo e sospirando. "..non c'è modo di averla!".
"No Castiel, farò tutto ciò che è necessario, affronteró Godzilla. percorrerò l'intera America in auto per trovarla.." sussurró Dean scuotendo la testa e gesticolando nervosamente. "... ma devo averla!".
"Dean, tu non puoi averla.." sussurró l'angelo facendo spallucce. "..perché non esiste..".
"Cosa?" Chiese Dean sgranando gli occhi e spalancando le labbra. "Mi avete usato? Uriel mi ha usato!! Fallo venire immediatamente qui, così lo uccido con le mie mani!".
"Uriel é morto.." sussurró Castiel abbassando lo sguardo. 
Dean rimase con lo sguardo perso per qualche secondo, non riuscendo a metabolizzare la notizia e spalancò le labbra, senza parole.
"Agiva contro di noi, abbiamo dovuto ucciderlo.." continuò l'angelo con un sospiro. 
"Ho spezzato io il primo sigillo, Castiel?" Chiese Dean con un filo di voce, fissandolo negli occhi.
"Sì, quando abbiamo scoperto i progetti che Lilith aveva per te, ci siamo introdotti all'inferno per trovarti prima che.." iniziò l'angelo ma fu interrotto bruscamente dal ragazzo.
"..io dessi iniziò all'Apocalisse.." sussurró Dean abbassando lo sguardo e sentendo delle lacrime scivolare sul viso. "..ma era tardi.. Perché non mi avevate lasciato li?".
"Solo l'uomo giusto che vi ha dato inizio può porvi fine.. tu devi fermare tutto" sussurró Castiel sospirando. 
"L'apocalisse? Che significa ?".
"Non lo so davvero, so solo che il nostro destino dipende da te.." sussurró l'angelo facendo spallucce. 
"Allora siete fottuti! Io non sono abbastanza forte! Trova qualcun altro, perché non saró io a fermare tutto questo!" Esclamò Dean scuotendo la testa, arrabbiato sia con sé stesso che con l'angelo che lo aveva salvato. “Vattene!”
"Io.." sussurró Castiel avvicinandosi, ma il ragazzo si infurió ancora di più mostrandogli lo sguardo più severo che avesse.
"Ho detto vai!!" Ringhió Dean sbattendo la mano sul piccolo tavolo.
"L'unico modo per farla rimanere per com'è, è non darle un motivo per cui spegnere l'umanità della Cacciatrice.." sussurró Castiel prima di voltarsi verso la finestra. 
L'angelo lo fissò un'ultima volta per poi volatilizzarsi nel nulla, lasciandolo da solo nella grande stanza che condivideva con Katherine; che diavolo avrebbe fatto adesso? Come avrebbe fermato l'Apocalisse ? Come avrebbe salvato Katherine dal divenire La regina degli inferi, proprio come aveva detto Alastair quel giorno ? 
 
 
 
 
Sam si sveglió in piena notte ed aprendo gli occhi lesse sull'orologio che portava ancora al polso l'ora: 00:30.
Osservò la ragazza che dormiva fra le sue braccia, con il viso schiacciato sul suo petto ed il braccio steso su di esso, con un'espressione felice sul viso; le carezzó il viso e le schioccò un bacio sulla tempia, prima di sgusciare fuori dal letto il più silenziosamente possibile e coprirla del tutto.
Uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle, sentendo il forte rumore del silenzio giungere da tutta la casa: tutte le Potenziali stavano dormendo, ma probabilmente Katherine non era ancora rientrata a casa dato che il ragazzo non vide l'auto della ragazza dalla finestra del soggiorno.
Camminó per il salotto buio, osservando delle ragazze accampate che dormivano bellamente ed aprì la porta di casa, chiudendosela alle spalle ed osservando il dondolo.
Come in un flashback, il ricordo del bacio di addio che lui e Katherine si erano scambiati quando Henry aveva riconosciuto sua moglie gli riaffioró nella mente, facendolo sorridere; era passato così tanto tempo ed erano cambiate così tante cose da quel giorno. 
"Che fai qui fuori?" Chiese una voce fin troppo familiare al ragazzo, che lo fece voltare dalla parte opposta.
"Che ci fai tu qui fuori?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e sgranando gli occhi per la sorpresa.
"Aspettavo te.." sussurró Ruby avvicinandosi e sorridendo maliziosamente. ".. e so che anche tu stavi cercando me!".
Il demone si avvicinò e passò le mani sul petto del ragazzo, facendole salire e bloccandole attorno al collo, fissandolo negli occhi ed avvicinando i loro visi.
"Questo.." sussurró Sam sospirando ed afferrandola dalle braccia. "..non può più succedere!".
"Perché?" Chiese Ruby sorridendo ed imbronciandosi. "Mi piace quello che facciamo!".
"Sto con Hailey, quindi no" sussurró Sam allontanandosi di qualche passo. "Però è vero, ti stavi cercando!".
La ragazza scosse la testa ed abbassò il viso, sedendosi sul portico della casa e sbuffando come una bambina.
"Non è più divertente così! Perché mi cercavi ?" Chiese Ruby avidamente. "Volevi sapere della Maledizione, vero?".
"Sì.." ammise Sam sospirando, sedendosi accanto al demone. "Cosa sai?".
"Se si trasformerà, lei non tornerà più indietro.." sussurró Ruby sospirando. ".. commetterá delle azioni terribili e voi potrete solamente provare ad ucciderla!".
"Provare?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. "Non si arriverà a tanto..".
"Avrà dei poteri sovrumani demoniaci, la sua forza si incrementerà di molto e sarà ingestibile.." sussurró il demone sollevando un sopracciglio. ".. Sam, se Katherine cederà alla Maledizione libererà Lucifero e si alleerà con lui!".
Il volto del ragazzo si piegó in una smorfia, serró la mandibola, smettendo per qualche secondo di respirare e deglutí con fatica: se fosse accaduto, se la Cacciatrice si fosse arresa al male, sarebbe stata una cosa terribile, una catastrofe legata all'umanità! Avrebbero dovuto fermarla. 
Ma sapeva che non avrebbe dovuto preoccuparsene con eccessivitá: semplicemente le avrebbero impedito di continuare questa "trasformazione" rimanendole accanto.
Sam sospirò e si alzó, fissando Ruby ancora imbronciata e le augurò una buona nottata, così si congedó entrando all'interno della casa e salendo la lunga rampa di scale; aprì la porta della camera da letto che condivideva con Hailey ed entrò nel grande letto, prendendo nuovamente fra le braccia la ragazza che dormiva ancora beatamente e che, inconsciamente, si lasciò guidare sul petto del ragazzo e vi si accoccoló con un sorriso felice.
 
 

Terrore. Il terrore le gelava le ossa, il sangue e tutti i muscoli, impedendole di pensare lucidamente; aveva davvero aggredito ripetutamente Ruby quel giorno ? Aveva davvero colpito in pieno viso Dean, non appena si era rimesso ?
Il pensiero di stare cambiando le faceva male, la feriva così in profondità che non riusciva a reagire, a metter un freno al suo modo di approcciarsi con gli altri, ma continuava a peggiorare; aveva davvero bisogno di aiuto, bisogno di persone che le stessero vicino, ma non vedeva nessuno che riuscisse a capirla davvero.
Ma come avrebbe potuto confessare a Dean, a Sam, ad Hailey o a Giles, la sua paura ? Come avrebbe potuto fare in modo che loro capissero ciò che stesse passando ?
Non riusciva a riconoscersi più, sentiva così tanta confusione nella sua testa e si chiese mentalmente se anche i ragazzi si sentissero così riguardo a lei, se riuscissero a riconoscerla.
Nessun l'avrebbe capita. Nessuno l'avrebbe capito.
Nessuno a parte la ragazza che stava distesa sul quel letto, priva di conoscenza e con dei grandi cerotti sul viso: probabilmente se fosse stata sveglia l'avrebbe aiutata davvero, le avrebbe potuto dare qualche consiglio da amica come aveva fatto per tutti questi anni.
"Ho paura.." sussurró Katherine seduta sulla poltrona in gommapiuma adiacente al letto dell'amica, scuotendo leggermente la testa. "..non riesco a capire cosa devo fare Claire.. che devo fare?".
Le lacrime le rigarono le guance fino a scenderle sul collo, e si avvolse di piú all'interno della sua larga felpa scura, lasciando scivolare i capelli da un lato del collo.
"Ho avuto così tanta paura di perderti oggi che mi sono comportata da stronza tutto il giorno.." disse Katherine facendo spallucce e asciugandosi gli occhi. ".. poi i dottori mi hanno detto che Dean sarebbe morto in poco tempo e io non ce l'ho fatta più! Ho pianto così tanto, ho sofferto così tanto che non ho sentito più il mio cuore per un po'.. letteralmente... per questo ho colpito Dean..!".
Strinse la mano all'amica sorridendo, sperando di sentire la stretta corrisposta e di vedere i suoi occhi aprirsi, mentre le sue labbra si piegano in un sorriso, ma nulla di tutto ciò accadde.
"Signorina, è mezzanotte passata, le visite dei parenti sono finite da ore!!" Esclamò un'infermiera guardandola in cagnesco ed incrociando le braccia al petto. "Cosa ci fa qui?! Devo chiamare la sicurezza?!".
"Stavo andando via.." sussurró Katherine alzandosi di scatto dal letto ed asciugandosi le lacrime, prima di voltarsi verso l'amica che riposava ancora. "..sei la mia più cara amica, non posso sopportare che tu rimanga in questo stato! Svegliati Clay, ti voglio bene!".
Con un sospiro uscì dalla stanza e salutò l'infermiera, dirigendosi verso l'uscita del reparto e quella dell'ospedale, sbirciando nelle varie stanze alcuni pazienti dormienti; raggiunse le grandi vetrate bianche ed uscì, osservando la grande scritta "Saint Luke's Hospital of Kansas city"[1] in grassetto.
Camminó per qualche minuto per raggiungere l'auto che aveva posteggiato ad almeno un km di distanza, per via del suo amore verso le passeggiate, l'unica cosa che riuscisse veramente a calmarla e a permetterle di pensare.  
Camminó per diversi negozi ancora illuminati e si tirò su il cappuccio, tirando dritto davanti a sé e raggiungendo una delle strada più buie della città; gli unici due lampioni accesi in quella grande strada deserta, presero a fare interferenza finché si spensero definitivamente, lasciando la ragazza a camminare sola in una zona pericolosa e completamente al buio.
Un leggero rumore di passi dietro di sé le arrivò dritto alle orecchie, facendola voltare per ben due volte, non riuscendo però a vedere assolutamente nulla a parte le case e i negozi bui; quando sentì dei rumori dietro di sé si fermó e scosse la testa, stanca di quel giochetto.
"È tardi, sono stanca e sono incazzata.." sussurró Katherine sospirando, voltandosi e serrando le braccia al petto. "...mostrati!".
"Sage Katherine Collins.." sussurró una voce alle sue spalle, facendola voltare di scatto e mettersi in posizione d'attacco. "..la Cacciatrice!".
La ragazza studiò con attenzione la persona che le si paró davanti: un uomo sulla trentina dagli occhi azzurro cielo che spiccavano nel viso e dei capelli castani ad incorniciargli perfettamente il viso, mentre un sorriso malizioso e bellissimo si insinuó sulle labbra che mordeva guardando la ragazza; dei pantaloni neri e lisci gli fasciavano le gambe, mentre un camicia chiara metteva in risalto i muscoli del ragazzo, più alto di lei di una quindicina di centimetri. È quasi alto quanto Sam! pensó la ragazza osservandolo meglio.
"D'accordo.." sussurró Katherine sospirando, afferrando dalla sua manica il paletto. "..demone o vampiro?".
"Solo Liam" disse il ragazzo avvicinandosi di qualche passo con un sorriso sul volto.
"D'accordo Liam, cosa vuoi?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e serrando le braccia al petto. 
"Aiutarti.." sussurró il ragazzo facendo spallucce. 
"Aiutarmi? Non ho bisogno di nessuno aiuto!" Esclamò Katherine ridendo.
"Io credo di si.." sussurró Liam sorridendo, facendo qualche passo avanti. "..ho sentito cosa hai detto prima a Claire!".
"Sei un angelo? " Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, facendo somigliare il tono della sua domanda ad un'affermazione. 
"Mmmh, una specie.." sussurró il ragazzo ridendo. 
"Cosa vuoi?" Ripeté Katherine sospirando e scuotendo la testa.
"Aiutarti!".
"L'hai già detto, ma che vuol dire?" Chiese Katherine infuriandosi ed incrociando le braccia al petto, combattendo l'istinto di colpirlo.
Il ragazzo rise ed avanzó ulteriormente, arrivando a pochi passi dalla Cacciatrice bionda che lo osservava con un sopracciglio sollevato.
"Hai capito quello che ti sta succedendo?" Sussurró Liam ridendo, allargando le braccia. "Ti osservo da un po’ e ho notato quanto tu ti stia lasciando andare! Perché non stai più combattendo?".
"E cosa te ne importa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. "Che ti importa se non combatto più ?".
"Katherine, io sono qui perché ho degli ordini precisi.." sussurró Liam sorridendo, fissando I suoi occhi. 
"Quali sarebbero?" Chiese la ragazza sbuffando, stanca di quell'inutile conversazione. 
"Aiutarti a lasciarti andare.." sussurró Liam sorridendo. "Aiutarti a conoscere i tuoi enormi poteri che scaturirebbero se solo lasciassi comandare la Maledizione! Sei pronta?".
Katherine dischiuse la bocca in un'espressione sbalordita, capendo immediatamente che non si trattasse di un angelo, ma di qualcosa di peggio; continuò a fissarlo negli occhi ed allargó le braccia, scoppiando in una risata nervosa.
"Perdi il tuo tempo, Liam, non succederà mai.." sussurró la ragazza sorridendo e non staccando mai gli occhi dai suoi, avvicinandosi e superandolo. "..la Maledizione non avrà MAI la meglio!".
"La sta già avendo.." sussurró il ragazzo voltandosi leggermente, osservando la Cacciatrice fermarsi e sospirare.
La ragazza si voltó e sollevó un sopracciglio, infilando le mani nelle tasche della giacca e scosse la testa, storcendo il viso in una smorfia.
"Te lo diró soltanto un'ultima volta: sta lontano da me!" Esclamò Katherine sbuffando, continuando a fissarlo.
"Oppure?" Chiese Liam con un sorriso beffardo sul viso.
"Oppure ti uccideró.." sussurró Katherine sorridendo, voltandosi ed andando via.
Camminó nuovamente per la sua strada, raggiungendo la parte della strada illuminata dai lampioni; scosse la testa e cercò di capire cosa stesse succedendo e come facesse un estraneo a sapere cosa le stesse capitando.
La Maledizione non l'avrebbe avuta mai vinta, non l'avrebbe mai piegata al suo volere: questo era ciò che la Cacciatrice continuava a ripetersi, sperando di non deludere tutti quelli che contavano su di lei. 
In lontananza vide la sua auto ed infiló una mano nella borsa, alla ricerca delle chiavi che di solito riponeva nella tasca laterale, ma che stavolta non trovava: sospiró e giungendo davanti alla macchina, appoggiò la borsa sul cofano dell'auto, facendo luce con la torcia del telefono, ma con scarsi risultati. 
"Cerchi queste?" Chiese Liam sorridendo, appoggiato alla fiancata dell'auto e tenendo in mano le chiavi dell'auto della ragazza.
"Ti ho detto di stare lontano da me!" Esclamò Katherine infuriandosi, afferrando la borsa ed avvicinandosi al ragazzo per sottrargli le chiavi.
"Già, ma io non ho detto che l'avrei fatto!" Esclamò Liam ridendo fragorosamente. 
"Non te lo dirò un'altra volta Liam, dammi le chiavi e lasciami in pace!" Ringhió Katherine serrando la mascella e fissandolo negli occhi. 
"Non sono incline ad esaudire la tua richiesta.." sussurró il ragazzo sorridendo, osservandola con uno sguardo di sfida.
Katherine sospirò e scosse la testa; prima che il ragazzo potesse rendersene conto, la Cacciatrice lo colpì in pieno viso, costringendolo a voltarsi e spaccandogli il labbro inferiore, riuscendo così a strappargli le chiavi dalle mani; la Cacciatrice gli afferró la testa dai capelli leggermente lunghi e li tirò all'indietro, costringendolo ad inarcare il collo e facendogli emettere dei gemiti di dolore.
"La prossima volta che ti avvicinerai a me non ne uscirai vivo.." sussurró Katherine sbattendogli il viso violentemente contro la fiancata dell'auto, mollando la presa e salendo in auto.
Il ragazzo sentì il motore accendersi e si allontanò dall'auto, prima che Katherine partisse e decidesse di finire il lavoro ed investirlo, sorreggendosi ad un palo; si pulí il sangue che prese a colargli dal labbro e sorrise, osservando la macchina correre lungo l'asfalto ruvido.
Sapeva che la Cacciatrice avrebbe ceduto prima o poi, sarebbe stata solo questione di tempo, così quando la macchina sparì dall'orizzonte, decise di tornare all'unica casa che avesse mai avuto e dall'unica famiglia che l'avesse mai cresciuto; dopo qualche ora arrivò davanti la sua abitazione e vi entrò, osservando l'orologio. 04:57.
Era deserta, gli altri abitanti non erano in casa, così salì al piano di sopra e si fece una doccia veloce, per poi vestirsi: indossó un completo di giacca e pantaloni blue scuro, optando per una cravatta dello stesso colore che metteva in risalto i suoi grandi occhi azzurri.
Scese al piano di sotto e, dopo aver dato un'ultima occhiata alla sua immagine riflessa nello specchio dell'ingresso, si diresse a lavoro, come ogni mattina: entrò all'interno del grande ufficio, poco distante dalla sua abitazione, tenendo fra le mani la sua grande valigetta. 
Entró nella Hall molto grande, ricoperta di moquette, mentre le pareti erano formate da assi di legno che davano un tocco di rusticità all'ufficio del ragazzo; osservò la ragazza al tavolo intenta a leggere le mail al computer che spostò subito lo sguardo sul suo capo.
Si alzò in piedi con un grosso sorriso sul viso e raggiunse il ragazzo, prendendogli dalle mani la valigetta, consentendo all'uomo di togliersi la giacca e di rimanere solamente in camicia.
"Buongiorno capo Liam.." sussurró la ragazza sorridendo, indossando un tailleur grigio che metteva in risalto la sua magrezza e dei capelli corvini appuntati in uno chignon, mentre un velo di trucco le colorava il viso.
"Ciao dolcezza.." sussurró l'uomo sorridendo alla segretaria. ".. non ci sono per nessuno oggi, non passarmi nessuna chiamata!".
"D'accordo.." disse la ragazza sorridendo ed annuendo. "..com'è andata con la Cacciatrice ieri ?".
Liam sorrise e afferrò nuovamente la 24 ore, dirigendosi verso il suo ufficio e, prima di chiudersi la porta alle spalle, disse: "Ci sto lavorando!".
Il giovane ragazzo si sistemó nel suo lussuoso ufficio, sedendosi sulla grande sedia morbida e si rilassó per qualche secondo, chiudendo gli occhi e pensando all'incontro della notte precedente che, presto o tardi, sarebbe diventata una prassi.
 
 
 
[1] Saint Luke's Hospital of Kansas city : è il nome di un ospedale che esiste davvero in Kansas!



NOTE DELL'AUTRICE: 
 
 
Buonasera a tutti ragazzi, come stateee? :) 
Inizio scusandomi se non ho pubblicato per più di una settimana, ma non appena ho finito di scrivere questo capitolo, il computer ha pensato bene di eliminarlo dalla cartella e quindi ho dovuto ricominciare a scriverlo tutto da capo! 😱😱 
Però almeno spero che l'attesa ne valga la pena, dato che è anche molto lungo! 
Comunque questo capitolo mi ha straziata, pensare che Dean abbia dovuto prima torturare Alastair, poi scoprire di aver dato il via all'Apocalisse e successivamente dei piani che hanno per Katherine mi ha fatto soffrire un po’! 💔
C'è stata l'introduzione di un nuovo personaggio, Liam, e abbiamo visto un primo dialogo con Katherine! Chissà che ruolo avrà in tutto questo “casino”..... ? Lo scoprite solamente continuando a leggere! Ahah
Prometto che aggiornerò il prima possibile, intanto grazie per aver letto il capitolo e a chi avrà voglia di lasciarmi un proprio pensiero! E grazie anche a chi ha inserito la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate!

A presto ragazzii! :*
 
 
Ps: vi lascio una foto da cui ho tratto SOLAMENTE l’aspetto fisico del nuovo personaggio! Non avrà niente a che vedere con Liam di 90210! 
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/3a/47/07/3a470738a56ba896f1d1f383d02c34eb.jpg
 
 
 

 

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Capitolo 46
*** You gotta fire and it's burnin' in the rain. ***


Note dell'autrice:
Buonasera ragazzi/e!!! Scusate per la mia lunga assenza, ma davvero non ho avuto un momento libero in queste settimne!! So che lo dico sempre, ma spero davvero di poter aggiornare almeno una volta a settimana, anche se gli impegni lavorativi e personali non lo consentono!
Comunque colgo l'occasione per fargli gli auguri, anche se un pò in ritardo, per l'Immacolata! Dove sto io e a casa mia si festeggia in grande e adesso che la casa si è svuotata, ho finalmente trovato un momento per pubblicare il nuovo capitolo! :)
Allora, passiamo alla storia: ci eravamo lasciati con Dean che torturava Alastair, mentre Katherine, Sam ed Hailey tornavano più o meno interi dall'attacco alla cripta con le Potenziali! Quando finalmente  si mettono sulle tracce di Dean e lo raggiungono, Sam uccide il demone con i suoi poteri e il maggiore finisce in ospedale, in fin di vita, e solamente Castiel riuscirà a guarirlo!
Non appena ripreso conoscenza, Dean abbe un piccolo litigio con Katherine che la induce ad uscire di casa, recandosi da Claire e successivamente a fare l'incontro di Liam, l'uomo, o creatura non ancora identificata ahah, che vuole "aiutarla" ad ultimare la Maledizione!
Comunque ragazzi/e, adesso vi lascio leggere il capitolo in pace, scusate se mi sono dilungata ma avevo alcune cose da dirvi e tenevo a farvi un riassunto del capitolo precedente!!
Grazie ancora a chi mi segue con costanza e mi fa sapere cosa pensa della storia anche con un piccolo commento, e anche a chi legge "silenziosamente"!
Fatemi sapere cosa ne pensate, buona lettura! Bacii! :* :)



Capitolo 36 (Parte I°)

You gotta fire and it’s burnin’ in the rain.





Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac.
Il ragazzo rimase seduto sulla sedia della scrivania posta nella camera che condivideva con Katherine nella sua casa da quando la ragazza era uscita, continuando a tenere gli occhi puntati sul grande orologio in metallo appeso sulla parete: la lancetta continuó a muoversi lentamente, segnando lo scorrere del tempo e quello che la ragazza stesse trascorrendo fuori casa.
Era uscita da qualche ora, senza dire dove stesse andando, cosa stesse facendo: Dean continuò a battere il piede per terra per il nervosismo, finché spazientito si alzò con uno scatto veloce ed uscì dalla camera.
Capiva che fosse arrabbiata, lo capiva davvero, ma non era giusto non dare alcuna notizia di sé, facendo pensare al ragazzo le cose più orribili; nonostante fosse la Cacciatrice e avesse una forza superiore rispetto a quella di qualunque altra persona, Dean non poteva fare a meno di preoccuparsi per lei. 
Katherine era davvero una bella donna, avrebbe attirato le attenzioni di qualunque uomo di qualunque età: e se avessero trovato il modo di farle del male? O peggio, se lei fosse riuscita a liberarsi e a scatenare ciò che tutti speravano che non si scatenasse mai in lei?
Scosse la testa e percorse la casa buia procedendo a tentoni, scendendo le scale in silenzio fino ad arrivare all'ingresso: afferrò fra le mani la sua giacca in pelle color cuoio ed aprì la porta, deciso a trovare la ragazza, ma inaspettatamente arrestò il suo cammino.
Posteggiata davanti al vialetto trovò l'auto della ragazza, così spostò lo sguardo ed aggrottó le sopracciglia, osservando la sagoma muoversi con un sospiro di sollievo: Katherine scese dalla macchina sbattendo lo sportello, senza neanche notare il ragazzo, e si avvió verso l'entrata della casa a testa bassa.
Quando la ragazza alzò lo sguardo, incroció i suoi occhi con quelli dell'uomo che l'attendeva immobile sulla soglia delle porta e sospirò.
"Dean.." sussurró Katherine accennando un piccolo sorriso, facendo qualche altro passo. "..sei ancora sveglio?".
"Dove sei stata?" Chiese il ragazzo serrando la mascella e scuotendo la testa, cercando di mascherare tutto il suo nervosismo. "Sono le 3 del mattino!".
"Rilassati, ero da Claire.." sussurró Katherine sorridendo. "Stavi venendo a cercarmi?".
"Sì, Katherine, ero preoccupato!" Esclamò Dean allargando le braccia, accigliandosi ed osservandola attentamente.
La ragazza sorrise e si avvicinò lentamente al cacciatore che la fissava con un'espressione a metà tra la preoccupazione e il sollievo: gli carezzó una guancia e gli avvolse le braccia attorno al collo, inalando il suo profumo.
"Scusa, avevo bisogno di un po’ di tempo per me.." sussurró Katherine sospirando e faceno spallucce. "..è tutto un casino ultimamente! Ero arrabbiata!".
"Arrabbiata con me!" Esclamò Dean sciogliendo l'abbraccio e scuotendo la testa. "Non chiederò scusa per aver provato ad aiutarti, credevo davvero che ci potesse essere una soluzione!".
"Non esiste nessuna cura, vero?" Chiese Katherine sorridendo amaramente, sospirando ed abbassando gli occhi, per poi riportarli nuovamente in quelli del ragazzo. "Ti direi 'Te l'avevo detto ‘, ma non vorrei farti arrabbiare..".
Dean sorrise, liberandosi finalmente di tutta quella preoccupazione, e sospirò, afferrandole una mano fra le sue e conducendola sul dondolo che c'era sul porticato: si sedettero e la ragazza appoggiò la testa sulla sua spalla e le gambe sulle sue, sentendo il braccio del ragazzo avvolgerle la schiena.
"Gli angeli sono dei bastardi, pensavo che non potessero mentire, ed invece.." sussurró Dean sospirando. "Uriel é morto, Castiel lo ha ucciso! Ma che hanno questi angeli che non va ?".
Katherine rimase in silenzio per qualche secondo, ricordandosi il motivo per cui qualche ora prima era corsa via di casa molto arrabbiata, e sospirò, voltandosi verso il ragazzo con uno sguardo triste e sussurrò: "Perché non mi hai detto di quello che hai passato all'inferno?".
Avrebbe dovuto aspettarsi una domanda del genere da parte della ragazza, ma nonostante tutto, aveva sperato con tutto se stesso che arrivasse il più tardi possibile: aveva affrontato quella stessa conversazione con il fratello, ed era stato molto doloroso ammettere tutto ciò che aveva passato, che aveva sofferto e che aveva fatto. Come avrebbe potuto affrontarlo una seconda volta ?
Volse lo sguardo su quello della ragazza e vi indugió per un paio di secondi, non sapendo da dove avrebbe potuto cominciare a spiegare, ma sapendo che Katherine non si sarebbe arresa fino a quando non avesse sentito la verità dell'intera storia; ma avrebbe capito ciò che il ragazzo aveva passato? Lo avrebbe capito davvero?
"Non pensavo che sarebbe stato necessario parlarne.." sussurró Dean abbassando lo sguardo e scuotendo leggermente la testa, mentre un sorriso ironico si dipinse sul suo viso. ".. a cosa poteva essere utile dirti che ho torturato della anime perché non torturassero più me?".
"Ehi, chiunque avrebbe ceduto prima o poi.." sussurró Katherine accennando un sorriso amaro e fissando i suoi occhi in quelli del ragazzo. "..per quel che può valere, anche io avrei ceduto..".
Dean la guardò negli occhi e sospirò, sapendo che la parte peggiore della storia non fosse ancora arrivata, così lentamente disse: "Ho spezzato il primo sigillo, sono stato io.. L'Apocalisse.. è tutta colpa mia!".
L’ultima risposta che Katherine si potesse aspettare fu proprio quella, che diavolo stava dicendo? Sgranò leggermente gli occhi e spalancó la bocca, rimanendo spiazzata per qualche secondo, non sapendo più cosa dire, né come rispondere al ragazzo, che amava e che l’amava, che si era appena aperto con lei, confidandole l'esperienza più dolorosa della sua vita.
"Non importa se l'ho iniziata io, Hailey, Sam o tu! L'importante è riuscire ad impedirla.." sussurró Katherine con un tono dolce, sorridendo e carezzandogli una guancia con una mano. "Ce la faremo insieme..".
"Tu ne sei convinta?" Chiese Dean sospirando ed aggrottando le sopracciglia, appoggiandosi con decisione alla mano della ragazza.
"Sì.." sussurró Katherine ridendo dolcemente, facendo leva sul collo del ragazzo con le mani e mettendosi a cavalcioni su di lui. "..dopodiché proveremo ad avere una lunga vita felice e normale, anche se credo che sia molto più dura di fermare un'Apocalisse!".
Dean rise, rilassandosi ed appoggiando le spalle sullo schienale del dondolo, lasciando le sue mani vagare fino ai fianchi della ragazze ed arpionarsi dolcemente lì; guardò la ragazza negli occhi, osservando il grande sorriso che si era dipinto sul suo volto scemare lentamente, lasciando il posto ad un'espressione più che seria e colpevole.
"Due ragazze sono morte quando abbiamo attaccato la cripta, le altre sono state ferite, anche piuttosto gravemente.." sussurró Katherine abbassando lo sguardo, non riuscendo più a sostenere quello del ragazzo. "..e come avrai di certo saputo, Claire è in coma!.... Non dovrei comandare io qui...".
Dean sospirò e la fissò, afferrandole il mento con due dita ed alzandole il viso, costringendola a guardarlo, osservando la sua espressione crucciata e triste.
Era lampante il dolore e il senso di colpa che il ragazzo riuscisse a leggere negli occhi di Katherine: in quel momento non rappresentava la Cacciatrice fredda e dura, che aveva guidato un gruppo di ragazze, più o meno pronte, verso una lotta sanguinosa e dolorosa contro degli esseri terrificanti, ma rappresentava una semplice donna, un'umana, che aveva commesso uno sbaglio, un errore di valutazione e che adesso era costretta ad osservare le conseguenze del suo fallimento.
Per questo continuava a tornare in ospedale per stare il più possibile con Claire ed assicurarsi di essere lì al suo risveglio, e a prendersi cura delle ragazze, nonostante nell'aria girasse il malumore; il dolore e il senso di colpa la stavano divorando.
Con un movimento estremamente lento, Dean avvolse le braccia attorno alla schiena della ragazza, che si lasciò abbracciare come una bambina in cerca di protezione, e l'avvicinó a sé, tenendola stretta, permettendole di poggiare il viso sul suo petto, carezzandole i capelli.
"Hai preso una decisione sbagliata, ma non vuol dire che tu non meriti di essere la Cacciatrice, Kath.." sussurró Dean sospirando, depositandole un bacio sulla fronte.
"Sono morte, Dean! Non sono stata in grado di proteggerle!" Esclamò Katherine scuotendo la testa, mettendosi dritta con il busto per tornare a fissare il ragazzo negli occhi. "Tutti mi avete detto di non andare, ma io non vi ho ascoltati! E vuoi sapere perché? Stavo ascoltando la Maledizione, Dean.. non ragionavo lucidamente!! Come posso comandare se non riesco a distinguere giusto e sbagliato?".
"Tutti prendiamo decisioni sbagliate! Nessuno qui dentro è migliore di te o di me!" sussurró Dean sospirando, facendo spallucce. “.. ti aiuterò io, la Maledizione non avrà alcun effetto su di te, te lo prometto!”.
Katherine accennó un sorriso e ricambió lo sguardo intenso che il ragazzo le stesse rivolgendo: le sue mani salirono fino al viso di Dean e con un sorriso si guardarono per qualche secondo. Si amavano in una maniera così forte ed intensa che mai niente e nessuno avrebbero potuto separarli; la ragazza si avvicinò lentamente e premette le sue labbra contro quelle del ragazzo, baciandolo, sentendo le mani del ragazzo fermarsi nuovamente sui suoi fianchi e stringerla di più.
Fu diverso dai baci carichi di passione che erano soliti scambiarsi ogni giorno da quando stavano insieme: fu un bacio dolce e carico di dolore, un dolore che entrambi in quel momento stavano provando e che avevano provato durante il giorno precedente, coscienti che l'unico modo per superare ogni avversità sarebbe stato rimanere uniti.
 
 
Lo sguardo si posò sulla pioggia battente che continuava a cadere dalle grosse nuvole grigie che quella mattina si erano formate nel cielo; si lasciò cullare dal rumore, estraniandosi completamente dalla stanza in cui si trovava, immersa per com’era nei suoi pensieri.
Osservò le gocce d'acqua abbattersi sulla grande altalena situata sul retro della casa, adiacente alla palestra, e sui giocattoli che Judith aveva lasciato in giardino, ignorando gli innumerevoli rimproveri della madre; avrebbe tanto voluto fermarsi e rilassarsi per un po’, dimenticandosi di quella storia pazzesca dell'Apocalisse e dei sigilli, ma non poteva fare a meno di pensare che proprio il penultimo sigillo la toccava da vicino.
Lei era in grado di difendersi e lo aveva dimostrato quando aveva affrontato Lilith e ne era uscita illesa, ma non poteva fare a meno di chiedersi se le ragazze lo sarebbero state allo stesso modo. Sarebbe riuscita ad addestrarle al meglio, evitando che altre ne morissero?
Si sentiva talmente in colpa, che avrebbe preferito nasconderle e continuare a lottare da sola contro tutti quei mostri, evitando che morissero e che il penultimo sigillo si spezzasse; non avrebbe permesso all'angelo caduto per primo, Lucifero, di camminare nuovamente in mezzo a loro e di distruggere la Terra. Ma come avrebbe fatto? E se l'unico modo sarebbe stato quello di abbandonarsi completamente alla Maledizione ?
A questa domanda non era ancora riuscita a trovare una risposta.
"Katherine, sei ancora fra noi tesoro?" Chiese la sorella maggiore avvicinandosi a lei e picchiettando con un dito sulla spalla della ragazza, riportandola alla realtà.
"Sì, sì.." sussurró Katherine voltandosi e sospirando, sorridendo appena. "..dov'eravamo rimasti ?".
Lo sguardo della Cacciatrice si posò verso l'interno della palestra, trovando le Potenziali non troppo ferite dalla lotta nella cripta a fissarla con un'espressione interrogativa sul viso.
"Stavamo per dividerci in gruppi per allenarci nel corpo a corpo.." sussurró Sam aggrottando le sopracciglia, facendo qualche passo verso la ragazza. "Ti senti bene, Kath?".
"Sì, certo.." disse la ragazza sorridendo, non convincendo però i presenti.
"Se hai bisogno di una pausa, possiamo farla, tesoro.." sussurró Dean avvicinandosi e sospirando.
"No, voi continuate.." sussurró Katherine sorridendo, avvicinandosi al ragazzo e scoccandogli un bacio in guancia. "..io rientro fra qualche momento!".
I ragazzi la guardarono con gli occhi sgranati e la bocca dischiusa, non aspettandosi un gesto del genere dalla ragazza, e la osservarono uscire dalla palestra e percorrere il vialetto, fino ad arrivare alla porta sul retro ed entrare all'interno della casa.
Erano davvero preoccupati per ciò che le sarebbe potuto succedere, per ciò che l'avrebbe potuta cambiare: all'interno della mente di Dean risuonarono le parole pronunciate da Alastair sul futuro e sui progetti che avevano i demoni per Katherine e sentì un peso stabilirsi sul cuore e mettervi radici.
Era terrorizzato da quello che sarebbe potuto succedere, da quello che avrebbe potuto fare. Sarebbe stato in grado di aiutarla?
 
 
 
 
Katherine si chiuse la porta alle spalle con un sospiro, l'aria nella palestra era diventata davvero irrespirabile per lei: tutti quegli sguardi impauriti che le lanciavano continuamente, come se potesse impazzire di colpo, riuscirono a farla dubitare persino di sé stessa.
Lei non aveva paura, sapeva che non sarebbe successo nulla, che non avrebbe mai ceduto, e le dava molto fastidio il comportamento dei suoi amici.
Perché invece le persone più care per lei non riuscivano a pensarla nel suo stesso modo?
"Kath.." sussurró Giles sorridendole ed andandole incontro, arrivando dalla cucina. "..non vi state allenando?".
"Avevo bisogno di una pausa.." sussurró Katherine facendo spallucce e sorridendo.
"Lo immaginavo.." disse l'uomo passandole un braccio attorno alle spalle. "Vieni con me!".
La ragazza sorrise e si lasciò guidare per la sua casa, fin quando giunsero nella grande cucina e si appoggiò all'isola con le braccia, inclinando il busto, mentre l’uomo fece il giro.
"Ho trovato qualcosa che ti potrebbe interessare.." disse Giles sorridendo.
Katherine lo guardò con aria interrogativa e aggrottó le sopracciglia, osservando l'uomo avvicinarle un giornale dove vi era cerchiato con un pennarello rosso un articolo di cronaca nera: Strano decesso a Leavenworth, uomo morto dentro la sua stessa casa.
"Un caso?" Chiese Katherine sorridendo, afferrando il giornale fra le mani con aria perplessa. "Non abbiamo il tempo, dobbiamo allenare le ragazze e..".
"Potete andare tranquillamente, io penserò alle ragazze, Jenny a Judith e, se ci dovesse essere qualunque tipo di problema, Addison ci coprirà con la magia.." sussurró Giles sorridendo dall'altro lato dell'isola di marmo. ".. problema risolto".
La ragazza scosse la testa e lesse l'articolo, convincendosi che di qualunque tipo di mostro si trattasse, altri cacciatori avrebbero potuto prendere il caso ed occuparsene; lei non aveva tempo da dedicare a delle vicende irrilevanti di quel tipo, non quando c'era di mezzo un'Apocalisse, né lo sterminio della razza delle Cacciatrici.
"Io ti conosco Katherine, so che sei spaventata di fare un nuovo errore o di attivare la Maledizione, ma devi prendere fiato per un momento!" Esclamò Giles sospirando. "Credo che il modo sia proprio questo, occupare dei casi.. meno rilevanti! Inoltre, è a poche ore da questa città..".
Katherine sospirò ed alzò gli occhi verso il suo vecchio insegnate accennando un sorriso: come al solito, Giles riusciva ad individuare il problema e a gestirlo. Anche questa volta ci sarebbe riuscito?
Non poteva fare a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se avesse perso la testa
durante una lotta, se avesse attivato accidentalmente la Maledizione; non poteva seguire i casi così spensieratamente come faceva un tempo.
"I ragazzi sapranno aiutarti.." sussurró Giles avvicinandosi alla ragazza e sorridendole. "..vado ad informarli, d'accordo? Tu prepara le tue cose..".
Katherine annuì, osservando l'uomo recarsi verso la porta del retro della casa ed osservandolo dalla finestra entrare all'interno della palestra; sospirò e controvoglia attraversò il salone, fino ad arrivare alle scale e a salirle.
Aprì la porta della sua camera e vi entrò, estraendo dall'armadio i vestiti e il suo borsone, sistemandoli con cura sul letto; sapeva esattamente cosa il suo ex Osservatore stesse dicendo ai ragazzi.
Non sta bene, ha bisogno di allontanarsi per un po' da qui! oppure In questo modo si scorderá di tutti i casini della sua vita per un po'.
Ma se non fosse stato così?
Scosse la testa come per cacciare quei brutti pensieri che presero a balenarle per la testa e sospirò: era davvero stanca di tutta quella situazione.
 
 
 
 
 
 
Non appena arrivarono a Leavenworth, fecero un sopralluogo a casa della vittima, ma non trovarono alcuna frequenza sospetta che facesse pensare ad un poltergeist arrabbiato e in cerca di vendetta; così presero ad interrogare tutti i vicini e ad indagare sul passato della vittima.
Avendo scoperto quanto l'uomo amasse trascorrere il suo tempo in una libreria non molto lontana da casa, i ragazzi decisero di interrogare anche il consulente che lavorava li ormai da anni per avere qualche informazione in più, così entrarono e rimasero frastornati dalla quantità di fumetti situati nei quattro armadietti a giorno all'entrata del negozio.
Trovarono un uomo sulla trentina, nascosto dietro al bancone, intento a giocare con un videogioco di cui nessuno dei quattro conosceva il nome, né tantomeno l'esistenza.
"Un eterno bambinone.." sussurró Katherine sollevando un sopracciglio, osservando la sua stazza.
I tre la guardarono storto per qualche secondo, osservandola avvicinarsi al bancone con un sorriso ironico sul viso.
"Posso esservi utile?" Chiese il ragazzo senza neanche alzare gli occhi verso i nuovi arrivati, continuando a fissare lo schermo della console.
"Agenti Gabriel e Lang.." sussurró Katherine mostrando i distintivi falsi dell’Agenzia delle entate. "Loro sono gli agenti Sullivan e Olivera, FBI! Abbiamo bisogno di parlarle!".
Il ragazzo scolló lo sguardo dal display immediatamente e sgranó gli occhi, impaurito da ciò che la loro presenza significasse. Aveva combinato qualcosa con quei siti che visitava spesso ma non pagava quasi mai?
"Negli ultimi giorni ha notato qualcosa di strano? Luci tremolanti? Rumori strani dalle pareti?" Chiese Dean sospirando, avvicinandosi al bancone.
Il ragazzo aggrottó le sopracciglia e perplesso chiese: "Da quando l’Agenzia delle entrate e l'FBI indagano su un problema di ratti?".
"Qualche calo improvviso di temperatura?" Chiese Sam ignorando la domanda perplessa del negoziante.
Il consulente scoppiò in una fragorosa risata e osservò attentamente i quattro ragazzi appena entrati con un sopracciglio sollevato; li studiò per qualche secondo, mentre un sorriso si fece strada sul viso.
"Lo sapevo! State facendo un Grv, vero?" Chiese l'uomo ridendo, indicandoli con l’indice in bellavista.
"Un Gv..che?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, osservandolo senza capire cosa intendesse.
"Siete dei fan!!" Esclamò l'uomo sorridendo.
"Ma di che diavolo sta parlando ?!" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia ed alterandosi.
"Gioco di ruolo dal vivo! E siete anche molto bravi, complimenti!" Esclamò il consulente ridendo, fissandoli ancora.
"Non capisco di cosa stia parlando" disse Sam aggrottando le sopracciglia e sgranando leggermente gli occhi. Che diavolo stava succedendo? 
"Il vostro modo di fare, fate domande come se qui fosse infestato, proprio come quei personaggi dei libri di Supernatural!" Esclamò il ragazzo sorridendo, felice di poter parlare dei libri che aveva adorato leggere.
"Supernatural?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Si, inizialmente sono due tizi che usano degli pseudonimi presi dal mondo del rock e cacciano demoni, fantasmi.." sussurró l'uomo aggrottando le sopracciglia, come se stesse tentando di ricordare qualcosa. "Com'è che si chiamano? Durk ed Ed? Soul e Dave ?".
"Sam e Dean?" Chiese Hailey sollevando un sopracciglio e serrando le braccia al petto. 
"Esatto! E nei capitoli successivi arriva la ragazza con l'amnesia, quella con la bambina e il marito demone.." continuò il negoziante sorridendo. "..poi la storia della sorella! Ho amato questo colpo di scena!".
"Mi lasci indovinare, i loro nomi sono Katherine e Bela?!" Chiese la minore delle Collins sospirando. 
"Già, proprio loro!" Esclamò il consulente annuendo e sorridendo. 
"Ed Hailey?" Chiese la maggiore irritandosi.
"Chi è Hailey?".
"Lasci stare, sta dicendo che tutto questo.. è un libro?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e spalancando la bocca, con espressione perplessa. 
"Una saga più precisamente, ma non ha venduto molte copie!" Esclamò il ragazzo sospirando, alzandosi ed avvicinandosi ad una pila di libri, cominciando a cercarli e prendendone uno fra le mani con un sorriso. "Questo è il primo!".
"Supernatural.." sussurró Katherine strappando la copia dalle mani del consulente e leggendone ad alta voce la trama. "Lungo una solitaria strada della California, una misteriosa donna adesca degli uomini e li uccide! Vi dice qualcosa?".
I due fratelli si scambiarono un'occhiata rapida e preoccupante, trovando fin troppo familiare la trama di quei libri che sembravano raccontare le varie caccie dei ragazzi; ma che diavolo stava succedendo?!
"Dammelo !" Esclamò Sam perentorio, sgranando gli occhi. "Ci servono tutte le copie che ha in negozio!".
 
 
 
 
 
 
 
I quattro ragazzi salirono nuovamente in macchina, scioccati da ciò che avevano appena scoperto, e si recarono verso la stanza del motel, iniziando le ricerche su questa strana saga di cui erano venuti a conoscenza solamente per caso.
Chi diavolo avrebbe mai potuto scrivere dei libri così dettagliati sulle loro vite, sulle loro caccie e sulle loro relazioni sentimentali ? 
I ragazzi si prolungarono con la lettura, rileggendo tutte le cacce che avevano fatto, fin quando giunsero a leggere i capitoli in cui Katherine e Sam si erano appena messi insieme, permettendo ai rispettivi nuovi partner di scoprire tutto ciò che si erano detti e ciò che avevano fatto insieme; preferirono saltare numerose pagine di quei capitoli, percependo l'imbarazzo dei due ormai ex amanti. 
"E' incredibile! Come fa questo tizio a sapere tutte queste cose?" Chiese Katherine seduta sul letto con le spalle appoggiate alla testiera, abbassando gli occhi per l'imbarazzo, fissando le pagine in cui la sua storia con Sam era stata trascritta nero su bianco.
"Vorrei tanto saperlo.." sussurró il minore dei ragazzi serrando la mascella, continuando a cercare su internet delle notizie relative ai libri.
"C'è tutto! Dal pick-up razzista e il Jinn velenoso, fino ai rapporti che ognuno di noi ha avuto.." sussurró Dean sospirando e schiarendosi leggermente la gola, continuando a leggere silenziosamente uno dei libri in cui il rapporto fra il fratello e la sua ragazza era descritto in maniera minuziosa. "Hailey sai, ti invidio.. almeno i tuoi rapporti sessuali non sono descritti in questi capitoli!". Si voltó verso Katherine con un'espressione a metà tra lo sconcerto e la nausea e la fissò per qualche secondo. "Ma davvero voi due facevate tutte queste cose?".
"Basta leggere!" Esclamò Katherine alzandosi di scatto e togliendo le copie dalle mani del ragazzo e della sorella, chiudendoli e gettandoli con violenza all'interno di un sacchetto. "Torniamo seri, perché non ne abbiamo mai sentito parlare prima d'ora ?".
"La serie non ha avuto molta fortuna, è uscita nel 2005; l'editore ha stampato due dozzine di libri prima di fallire e l'ultimo.." disse Sam fissando lo schermo del pc, mentre le due ragazze si avvicinavano ad osservare. "..finisce con Dean che vai all'inferno!".
"Ecco perché il negoziante pensava che ci fossero solo due sorelle.." sussurró Hailey sospirando, sentendo il maggiore dei fratelli comparirle dietro e scrutare il pc. 
"È pazzesco, davvero pazzesco! Ci sono dei fan delle nostre vite, avete visto?" Chiese Dean sgranando gli occhi, indicando con un dito lo schermo. " Alcuni si lamentano anche! Mr Simpatico dice: 'La storia del demone è una banalità, un cliché! La ragazza che si innamora di entrambi è piú che scontata!".
"Beh, vaffanculo Mr Simpatico, è la nostra vita e l'abbiamo vissuta!" Esclamò Katherine sollevando un sopracciglio ed irritandosi.
"Continuate a leggere.." sussurró Sam mettendo su un'espressione alquanto disgustata. "..c'è di meglio!".
Katherine ed Hailey si appropriarono del computer ed iniziarono a cercare ciò che il ragazzo intendesse, fin quando i loro occhi si posarono su qualcosa ebbe un effetto diverso da quello avuto su Sam, che ne era disgustato, ma le fece sorridere, divertite.
"Ci sono le fan di Sam e quelle di Dean, mentre voi ragazze avete pochi ammiratori.." sussurró il maggiore schiacciando l'occhio alle due sorelle.
"Hai letto che tipo di fan vi amano, Dean?" Chiese Hailey osservandolo divertita. "Le Slash fan!".
"Cosa sono?" Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia. 
"Beh, qualcosa tipo SamslashDean, insieme!" Esclamò Katherine ridendo, osservandolo in viso.
"Definisci insieme.." sussurró Dean deglutendo a fatica, mentre una smorfia si impossessó del suo viso.
"Beh, due ragazzi che viaggiano insieme per molto tempo, che si vogliono molto bene.. a volte può capitare che.." iniziò Hailey sorridendo, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del ragazzo.
"Ma lo sanno che siamo fratelli?" Chiese Dean appoggiandosi con i palmi delle mani sul tavolo, disgustato piú che furioso.
"Non gli importa.." sussurró Sam sospirando. 
"Se ti può consolare hanno creato anche Sam/Bela, Dean/Bela, Katherine/Dean.. Katherine/Bela.." sussurró la minore ridendo, scorrendo con il dito sul sensore del portatile, per poi divenire per qualche secondo un po più seria. "C'è qualcuno che spera ancora che torni Sam/Katherine!".
"Cosa ci trovate di divertente voi due?" Chiese Dean osservando le due sorelle riprendere a ridere. "Tutto questo è da malati, non dovremmo più leggere questi libri.. né quello che scrivono i fan in rete".
"Potresti anche prenderla sul ridere.." sussurró Katherine ridendo facendo spallucce. "..o hai paura che leggendo i libri possa scoprire che ci hai provato anche con Bela..?".
"Cosa..?" Chiese Dean sgranando gli occhi e spalancando leggermente la bocca, cercando aiuto lanciando uno sguardo al fratello. "Io non ci ho provato! Diglielo anche tu, Sam!!".
"Rilassati, stava scherzando.." sussurró Hailey ridendo, sedendosi al tavolo e scorrendo i link relativi alla ricerca. 
"Dovremmo concentrarci sul trovare l'autore, non dovremmo perdere del tempo utile!" Esclamò Dean sbuffando. 
"Non credo che sia così facile: ho cercato su internet il suo nome e non ho trovato nulla.." sussurró il minore sospirando. "Ha usato uno pseudonimo! ".
"E da dove dovremmo partire allora?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e sbuffando. 
"Qualcuno deve pur aver pubblicato questi libri, no?" Chiese Hailey retoricamente sorridendo.
 
 
 
Bussarono alla porta dello studio della donna che aveva finanziato la pubblicazione della saga di Supernatural, fingendo di essere dei giornalisti di un noto settimanale di fantascienza, sperando di ottenere delle risposte concrete. 
I ragazzi non riuscivano ancora a credere che la loro vita avesse ispirato la stesura di diversi volumi, né tantomeno riuscivano a spiegarsi come avesse fatto una persona a loro sconosciuta a scendere così a fondo nei particolari e a conoscere le loro cacce.
Solamente una creatura sovrannaturale avrebbe potuto tirargli uno scherzo del genere; i fratelli sfogliarono parecchie volte il diario che il padre aveva lasciato loro, nonostante conoscessero quelle pagine a memoria, nella speranza di trovare una soluzione ad un rompi capo simile.
Cosa diavolo avrebbe potuto fare una cosa del genere?
"Siete i benvenuti, sono felice di ricevere dei fan della serie!" Esclamò la donna, Sarah, facendo accomodare i ragazzi all'interno dello studio.
Era molto più bassa delle ragazze almeno di una ventina di centimetri, aveva dei capelli biondi a caschetto che le ricoprivano il viso e degli occhi marroni che spiccavano: una specie di folletto stravagante.
"Lei ha pubblicato i libri di Supernatural?" Chiese Dean sospirando, entrando nello studio ed accomodandosi, seguito dai presenti.
"Si, li adoro, li adoro!!" Esclamò Sarah con troppa enfasi, agitando le mani a mezz'aria e sorridendo. "Non hanno mai avuto l'attenzione che meritavano..".
"Beh, speriamo che il nostro articolo possa gettar luce su questa serie troppo sottovalutata.." sussurró Hailey sollevando un sopracciglio e sorridendo ironicamente. 
"Sapete, se avessimo un pò di buona pubblicità forse potremmo ricominciare le pubblicazioni.." sussurró Sarah abbassando momentaneamente lo sguardo triste.
"Oh Dio no!!" Esclamò Katherine con troppa veemenza, sgranando gli occhi e spalancando la bocca, capendo solamente dopo di aver attirato troppo l'attenzione su di sé.  "Voglio dire, perchè dovrebbe? E' una serie così completa, perfetta, con Dean che va all'Inferno e tutto il resto".
"Oh mio Dio, quello è il mio libro preferito perchè Dean è stato così forte e coraggioso; e vogliamo parlare di Sam ? È costretto ad uccidere Madison, la prima donna amata veramente dopo Jessica, e a perdere Katherine, il vero grande amore della sua vita!" Esclamò Sarah portandosi una mano al petto, cercando di bloccare quell'emozione che cercava di farsi spazio e che sarebbe potuta esplodere in un pianto frenetico, come se lo avesse vissuto in prima persona. "Ma Dean.. non meritava anche lui un po' di amore? Chissà cosa ha fatto Katherine quando lui è morto.. forse lei e Sam sono tornati insieme..! Se solo gli uomini veri fossero così aperti ad esprimere i loro sentimenti!".
"I veri uomini?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, cercando di non fare percepire il suo imbarazzo.
"Senza offesa, ma voi quante volte piangete così, hmm?" Chiese la donna sollevando un sopracciglio, fissando i ragazzi perplessa.
"Beh, proprio ora sto piangendo dentro.."sussurró Dean scuotendo la testa e sbuffando.
"Dovrebbe essere divertente?" Chiese Sarah irritandosi.
"Seriamente, mi stavo immedesimando nei fratelli, in Dean specialmente.." disse il maggiore sospirando, attirando le occhiatacce della donna su di sé. "Dev'essere stata dura per lui: perdere la ragazza, finire all'inferno..".
"Quello che vuole dire lui.." sussurró Katherine sospirando ed accennando un sorriso. ".. è che noi siamo veramente dei grandissimi fan! Noi amiamo questa serie!".
"Avete davvero letto i libri?" Chiese Sarah dubbiosa squadrandoli. 
"Tutti" risposero Sam ed Hailey all'unisono.
"Anno e modello dell'auto?" Chiese la donna sorridendo.  
"1967, Chevy Impala!" Rispose Dean di getto con un grosso sorriso sul viso.
"Cos'è il 2 maggio?" Continuò la donna con sguardo attento.
"Il mio co.." iniziò Sam spensieratamente, ma una gomitata della maggiore delle Collins lo costrinse a smettere di parlare. ".. è il compleanno di Sam!".
"Il 24 gennaio quello di Dean" Aggiunse il ragazzo ridendo.
La giovane editrice spostò lo sguardo sulle due ragazze e si soffermó su quella che sembrava più grande, sollevando il sopracciglio ed aspettando le sue parole.
"Quello di Bela è il 22 maggio.." sussurró Hailey accennando un sorriso amaro.
Sarah osservò con aria impaziente la seconda ragazza, in attesa della sua risposta, capendo però che non avrebbe deluso le sue aspettative. 
"Il compleanno di Katherine è il... 14 novembre.." disse la minore sospirando, seccata di quella situazione.
"Il punteggió del test di ammissione di Sam ?".
"...174... ?" Disse Sam con tono quasi interrogativo.
"Chi è Giles per Katherine ?".
La minore accennó un sospiro e con un sorriso dolce sul viso disse: "Un padre".
"E perché le due sorelle non si parlavano da anni prima della zampetta fortunata ?".
"Ha messo in pericolo la vita di Judith..!" Esclamò Katherine con troppa veemenza, cambiando espressione ed alterandosi, attirando però su di sé gli sguardi degli altri per la seconda volta. "..anche se dopo si è scoperto che è stato fatto a fin di bene!".
"Mmh mi avete convinta, chiedete pure.." sussurró Sarah sorridendo, eliminando completamente l'aria inquisitoria che aveva messo su fino a poco prima.
"Qual è il vero nome di ..Carver Edlund ?" Chiese Dean sorridendo.
"No questo non posso proprio dirvelo.." sussurró Sarah scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo.
"Vogliamo solo sentire la storia dalla sua voce.." disse Hailey accennando un sorriso.
"Lui è.. molto riservato" spiegò la donna sorridendo imbarazzata.
"Vede, noi siamo dei grandi.. grandissimi.. " sussurró Sam sospirando, inserendo due dita all'interno della sua maglia elasticizzata all'altezza del collo e tirandola giù di qualche centimetro. ".. fan!".
Dean osservò il fratello con aria stupita per ciò che avesse appena fatto, ma osservando il viso della donna particolarmente colpita, copió i movimenti del ragazzo e si abbassò leggermente la camicia all'altezza del collo, mostrando il tatuaggio antipossessione che aveva sul petto.
Sgranó gli occhi e spalancó la bocca, sorpresa di avere davanti a sé dei fan sfegatati proprio come lei! Spostò lo sguardo felice verso le due ragazze, trovando sul petto di Hailey in bellavista un grosso talismano di protezione, che nel libro Bela aveva regalato ad una sconosciuta ai fini della storia, e ciò le bastò per identificarlo come la sorella minore; così osservò la seconda ragazza, chiedendosi dove potesse nascondere un chiaro riferimento a Katherine.
"Tu saresti fan di quale personaggio? La Cacciatrice giusto?".
"Temo di si.." sussurró Katherine accennando un sorriso e serrando le braccia al petto. 
Proprio in quel momento lo sguardo di Sarah si posò sulla mano sinistra della ragazza, più precisamente sull'anulare, notando l'anello che portava e con cui giocherellava incosciamente. 
"Cos'è quell'anello? " Chiese la donna sorridendole ed alzandosi.
Gli occhi della ragazza si posarono sul suo dito, rimanendo sorpresa, quasi stupita, del grado di attenzione della donna: con un sorriso fece scontrare i suoi occhi con quelli del maggiore dei Winchester.
"Questo è.." sussurró Katherine sospirando e posando lo sguardo tra la malinconia e la tristezza sull'anello. "..l'unico modo per spezzare il legame tra Dean e Katherine.. a volte lei non dovrebbe indossarlo..".
Un momento di silenzio si creò all'interno della stanza e i tre fissarono la ragazza con sguardo triste; che stesse facendo finalmente un passo indietro?
"È assurdo, ho trovato dei veri fan come me!!!" Esclamò la donna saltellando e spezzando l'atmosfera che si era creata.
Afferró dalla scrivania un foglietto di carta e vi scrisse sopra un nome e un indirizzo, prima di passarlo direttamente nelle mani dei ragazzi con un sorriso smagliante sul viso. 
"Non fatelo arrabbiare, mi raccomando!" Esclamò Sarah ridendo, continuando a ridere.
 
 
 
Arrivarono davanti una casa malmessa esteriormente e vi posteggiarono davanti; durante il viaggio regnò il silenzio all'interno dell'abitacolo, nessuno parlava, perché ognuno era immerso nei propri pensieri, cercando di capire cosa veramente stesse accadendo. 
"Vive davvero qui?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, scendendo dall'auto e sbattendo la portiera.
"Scopriamolo.." sussurró Hailey facendo spallucce.
Si avviarono lentamente verso il vialetto della casa, osservando il giardino abbandonato, finché arrivarono davanti alla grande porta di legno e premettero il campanello, udendone il rumore.
Dopo qualche secondo, un uomo sui 25-27 anni aprì il portone in vestaglia, privo di pantaloni e con una lunga barba sul viso; le occhiaie marcate attorno agli occhi gli davano un'aria stanca, mentre l'odore di alcool che emanava lasciava intendere come passasse il suo tempo dentro la casa.
"Sei Chuck? L'autore dei libri di Supernatural?" Chiese Katherine sospirando.
"Perché ?" Rispose seccamente l'uomo aggrottando le sopracciglia.
"Perché noi siamo.. quelli di cui stai scrivendo!" Esclamò Dean facendo spallucce.
"Oh si, certo.." sussurró il ragazzo ridendo, scuotendo la testa e facendo qualche passo indietro prima di chiudere la porta, lasciando i quattro spiazzati.
I ragazzi non si aspettarano di certo un comportamento del genere, così tenacemente Dean suonò una seconda volta ed una terza volta, finché l'autore dei libri aprì nuovamente la porta con aria seccata.
"Sentire apprezzo il vostro entusiasmo, ma per il vostro bene vi suggerisco di farvi una vita!" Esclamò Chuck ridendo e scuotendo la testa, osservandoli come se fossero dei fenomeni da circo.
"È questo il punto, noi abbiamo una vita!!" Esclamò Katherine profondamente irritata dal comportamento dell'uomo, facendo qualche passo avanti per bloccare la porta con le mani. "E tu la stai usando per scrivere i tuoi libri!!".
Impegnando poca della sua forza, la ragazza spalancó l'entrata, spingendo l'uomo e facendo segno ai suoi compagni di viaggio di entrare, prima di chiudersi la porta alle spalle.
"Non è divertente quello che fai, sai? Raccontare a tutti la nostra vita nei minimi dettagli!" Esclamò Katherine dandogli una pacca sulla spalla e facendolo indietreggiare di qualche altro passo, facendolo entrare all'interno del suo stesso salotto.
"Dicci solo come fai.." sussurró Dean facendo spallucce e affiancando la ragazza, cercando di limitare i danni al minimo.
"Ma io non faccio nulla!" Esclamò Chuck sgranando gli occhi e spaventandosi. 
"Sei un cacciatore?" Chiese Hailey avvicinandosi. 
"Cosa? Sono uno scrittore!!" Esclamò Chuck allargando le braccia,  fin quando un altro spintone da parte della ragazza lo costrinse a cadere sul suo divano.
"Come sai tutte queste cose sui demoni, vampiri e mostri?" Chiese Katherine ringhiando ed avvicinandosi ancora all'uomo. 
"È qualcosa tipo Misery?!" Chiese Chuck terrorizzato, coprendosi il viso con le mani.
"Non siamo dei fan, idiota!" Ringhió Katherine serrando le braccia al petto. 
"E allora che volete da me ?" Chiese Chuck osservandoli.
"Siamo quelli di cui scrivi!" Esclamò Sam facendo spallucce. 
"Loro sono personaggi inventati, li ho creati io!!" Esclamò Chuck facendo spallucce. 
"Vieni con me!" Esclamò Katherine ringhiando e afferrandogli un braccio, non curandosi della forza con cui lo teneva stretto.
L'uomo sbraitó per qualche momento, pensando che la ragazza e gli altri tre fossero degli squilibrati intenzionati a fargli del male, finché si vide trascinato fuori dalla sua casa e portato davanti ad un'Impala del '67,  tratta con i guanti come solo Dean, il personaggio da lui inventato, avrebbe fatto. 
Katherine aprì il portabagagli dell'auto, guardando prima che non ci fossero molti vicini ad osservarli, e gli mostró l'interno: Chuck sgranó gli occhi osservando tutte quelle armi e la chiave di Salomone disegnata nella parte posteriore del quinto sportello dell'auto. 
"È  tutto vero?" Sussurró con una voce rotta dallo stupore.
"Si, esatto.. è tutto vero!" Esclamò Dean sospirando, avvicinandosi ai due.
"Va bene.." sussurró Chuck annuendo e facendo qualche passo indietro, nel tentativo di fuggire all'interno della sua casa.
"Quanto sai sugli angeli? O su Lilith che spezza i sigilli?" Chiese Hailey sospirando.
"Come fai a sapere queste cose?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Le ho scritte!!" Esclamò Chuck fermandosi sul posto, rimanendo spiazzato.
"Hai continuato?!" Chiese Katherine spalancando gli occhi e aggrottando la fronte. 
"Si, ma non ho mai pubblicato quei libri.." sussurró Chuck sentendo la paura crescere dentro di lui. "Ok, è uno scherzo.... no?".
"Piacere Dean e Sam Winchester e Katherine ed Hailey Collins!" Esclamò il maggiore accennando un sospiro, con aria dura.
Chuck storse la bocca e la sua espressione cambiò interamente: gli occhi sgranati, le labbra spalancate e il respiro mozzato; per qualche secondo l'uomo continuò a fissare i quattro senza battere ciglio prima di ricominciare a respirare.
"I cognomi.... non li ho mai menzionati nei testi.... non l'ho neanche mai appuntato.....come li sapete ?! " Chiese Chuck rimanendo paralizzato e spiazzato da ciò che gli stava davvero succedendo.
Aveva creato davvero dei personaggi ? Aveva dato vita ad una storia ? Era diventato Dio ?
 
 
 
"Ho bisogno di bere! Chi non ha bisogno di bere?!" Esclamò Chuck molto agitato una volta rientrato in casa.
Prese dei bicchieri e li posò sulla scrivania, offrendo ai presenti un bicchieri di Bourbon scadente, mentre lui lo bevve tutto d'un sorso e si voltò dal lato opposto, sforzandosi di pensare. 
In quel momento i quattro ebbero il tempo per osservare bene l'interno della casa dello scrittore: completamente disordinata, i vestiti erano sparsi per tutto il salotto, la cucina era completamente da pulire, e nessuno volle immaginare come si sarebbero presentate le stanze al piano di sopra.
Chuck si voltó nuovamente verso i quattro e si portò le mani alla bocca, stupito.
"Siete ancora qua? Allora non sono pazzo!" Esclamò scuotendo la testa e accennando un sorriso. "La spiegazione è lampante: sono Dio!".
"Tu non sei Dio!" Esclamarono Sam e Dean all'unisono ridendo.
"Scrivo delle cose che si avverano! Sono un Dio crudele e capriccioso!" Esclamò Chuck rattristendosi. "Le cose che vi ho fatto passare...".
"Siamo ancora tutti interi!" Esclamò Katherine sbuffando e scuotendo la testa.
"Ho ucciso John, fatto ardere Mary e Jessica.." sussurró Chuck scuotendo la testa. "..ho fatto uccidere Robert e Rose da Azazel..".
"Chuck.." sussurró Hailey sospirando, sperando che smettesse di comportarsi in quella maniera.
".. ho mandato all'inferno Bela.. solo per mantenere la simmetria letteraria!" Esclamò Chuck scuotendo la testa e voltandosi nuovamente, aumentando il suo nervosismo. "Ho giocato con le vostre vite, le vostre emozioni! Vi messi uno contro l'altro per avere il cuore di Katherine!".
"Per quanto ancora tirerai fuori questa storia? Non hai giocato con noi Chuck, non ci hai creati tu!" Esclamò la minore ridendo e allargando le braccia. 
"Avete davvero affrontato la nave fantasma?" Chiese Chuck voltandosi verso i ragazzi.
"Sì.." Sussurró Sam sospirando. 
"Il viaggio nel '77?".
"Sì,  anche quello.." sussurró Dean annuendo, appoggiandosi allo stipite della porta ed incrociando le braccia al petto, posando per qualche secondo gli occhi su Katherine.
"Mi dispiace tanto, se avessi saputo che era tutto vero avrei migliorato la storia.." disse Chuck abbassando gli occhi e riflettendo per qualche secondo. "Forse avrei lasciato la ragazza a Sam e Bela non sarebbe morta, sarebbe rimasta e starebbe con Dean..".
"Scusami, ha scambiato me e mia sorella Bela per dei pacchi?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia, irritandosi. "Abbiamo scelto noi la nostra vita, non tu! ".
"Probabilmente sei solo un sensitivo.." sussurró Hailey scuotendo la testa. 
"Stai lavorando a qualcosa adesso?"  Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
Chuck sbarró gli occhi e spalancó la bocca a quella domanda, senza ormai più dubbi su quello che fosse; afferrò una pila di fogli e la mostró ai ragazzi con sguardo preoccupato. 
"Questo è l'ultimo libro.. è un po strano.." sussurró sospirando.
"Strano come?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Ho scritto di me stesso.." sussurró Chuck sospirando. "..nella mia casa, faccia a faccia con i miei personaggi! ".
I quattro rimasero senza parole per almeno un minuto buono, osservando lo scrittore leggere in silenzio le pagine del libro che aveva appena terminato e rimanendo sorpresi di ciò che stesse succedendo; che diavolo era?
 
 
 
 
 
"Sto seduto in una lavanderia, leggo di me stesso in una lavanderia dove leggo di me stesso.." sussurró Dean sbuffando e mettendo su la sua faccia seccata, seduto sulle panche ed osservando Hailey e il fratello fare il bucato per tutti.
"Quel tipo non ci sta dicendo tutto.." sussurró Sam sospirando. 
"Sam mise i suoi enormi vestiti nella lavatrice; stava iniziando ad avere dei dubbi su Chuck, che stesse dicendo o meno tutta la verità!" Esclamò Katherine ridendo, leggendo i fogli del libro appena scritto.
"La volete smettere voi due?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Perché non venite a darci una mano, invece di ridacchiare su una faccenda che potrebbe essere seria ?!" Chiese Hailey sospirando, uscendo alcuni panni dall'asciugatrice.
"Perché non venite a darci una mano, invece di ridacchiare su una faccenda che potrebbe essere seria ?! Chiese Hailey accigliandosi..." disse Katherine ridendo, appoggiandosi con il braccio su Dean, osservandolo ridere. "Volete sapere  cosa farete fra pochi secondi?".
Hailey fece una smorfia e tornò a sistemare i panni, mentre Sam si voltó bruscamente, parecchio alterato.
"Hailey decise di ignorarli e continuò a sistemare i suoi vestiti, mentre Sam rivolse le spalle ai due fidanzati; il suo volto era cupo e pensieroso.' Voglio dire, non so come faccia ma ci azzecca!" Esclamò Katherine ridendo sempre di più. 
"Beh, non riesco a vederti in faccia ma quelle sono sicuramente le tue spalle cupe e pensierose.." disse Dean ridendo, osservando divertita i due ragazzi.
Katherine notò il minore dei fratelli fermarsi per qualche secondo e scuotere la testa, così abbassò lo sguardo sui fogli e parlò con un tono di rimprovero. 
"Sam!! Hai appena pensato che sono una stronza?".
Il ragazzo si voltó verso Katherine, irritata e scocciata per il suo pensiero, e con un grande sorriso sul viso disse: "Questo tizio è davvero bravo!".
La loro breve pausa dalla caccia fu interrotta da una chiamata che arrivò sul cellulare di Dean ed immediatamente rispose davanti ai ragazzi, dicendo che si trattasse di Chuck: aveva scritto un altro capitolo e aveva bisogno di parlarne con loro immediatamente.
Salirono nuovamente in auto e il ragazzo schiacció a fondo il piede sull'acceleratore, dirigendosi verso casa dello scrittore per scoprire le nuove notizie sul loro futuro! Cosa sarebbe successo questa volta? Quali brutte notizie avrebbe portato ?
Dean non poté fare a meno di pensare a Katherine e alla Maledizione che sarebbe potuta scoppiare da un momento all'altro, così diede una sbirciata allo specchietto centrale per osservarla per qualche secondo; nonostante esteriormente sembrasse uguale a prima, qualcosa era cambiato dentro di lei e la cosa che più spaventava tutti loro era quella di non sapere se ci sarebbe mai stato qualcosa in grado di farla tornare com'era prima.
Nonostante tutto ciò preoccupasse tutti, Dean era l'unico a soffrirne in quel modo: non avrebbe mai potuto lasciarla andare in quel modo, lei era l'amore più grande che la vita le avesse riservato!
Il primo e l'unico amore che lui avrebbe voluto nella sua vita, per questo era così impaziente di trovare un modo per salvarla ed aiutarla.
La osservò ridere con Hailey sul sedile posteriore e ritrovò per poco la ragazza che amava, e non poté fare altro che chiedersi se sarebbe cambiata ancora nel corso del tempo e se avrebbe bloccato la Maledizione sul nascere. 
Non appena arrivarono, scesero dall'auto ed entrarono velocemente all'interno della casa di Chuck, raggiungendolo in salotto e trovandolo molto nervoso e preoccupato.
"Che sta succedendo? " Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, entrando seguito dagli altri.
"Beh, era più facile quando non eravate reali.." sussurró Chuck scuotendo la testa ed alzandosi dal divano.
"Sputa il rospo!" Esclamò Hailey sbuffando. 
"A te, Dean, non piacerà affatto.." sussurró lo scrittore sospirando.
Il sangue si geló nelle vene del ragazzo nell'udire quelle parole, capendo che ciò che avesse pensato qualche momento prima in macchina fosse proprio ciò che stesse accadendo, così serró la mascella e la sua espressione divenne dura.
"Peggio dell'inferno?" Chiese Katherine facendo spallucce, avvicinandosi al ragazzo. "Riguarda me? Impazziró a breve?".
Chuck abbassò la testa per qualche secondo e sospirò, prima di dire qualcosa che spiazzó completamente i presenti.
"È Lilith.. sta arrivando per Sam.." sussurró il ragazzo abbassando gli occhi sui fogli che teneva in mano.
"Cosa?! Quando?!" Chiese Sam sgranando gli occhi e deglutendo rumorosamente.
"Stanotte.." sussurró Chuck sedendosi sul divano ed afferrando i suoi occhiali da vista.
"Sì presenterà qui?" Chiese Hailey preoccupata, sgranando gli occhi.
"È  un po' imbarazzante.." sussurró Chuck sospirando, fissando brevemente la maggiore delle Collins, per poi leggere ad alta voce ciò che aveva appena scritto. "Eeehmm.. Lilith diede dei colpetti con fare seducente e, incapace di negare il suo desiderio, Sam cedette e sprofondarono in un vortice di ardente passione demoniaca!".
Sam esplose in una fragorosa risata, dovendo persino appoggiare le mani allo schienale della poltrona per sorreggersi e continuare a ridere.
"Ti fa ridere tutto ciò?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"A voi no?" Chiese Sam recuperando un po di serietà e scuotendo la testa. "Dai.. ardente passione demoniaca?".
"Beh, è una prima bozza.." sussurró Chuck facendo spallucce ed abbassando lo sguardo sul testo che teneva fra le mani. 
"Aspetta, Lilith non si impossessa di ragazzine ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, mettendo su uno sguardo preoccupato.
"Quando l'abbiamo affrontata noi aveva l'aspetto di una ragazza della nostra età.." sussurró Katherine sospirando, sedendosi sulla poltrona ed appoggiando i gomiti sulle sue cosce. 
"È un'igenista dentale stavolta.." sussurró Chuck sospirando.
"Perfetto.." sussurró Dean scuotendo la testa.
"Che succede dopo l'ardente passione demoniaca ?" Chiese Hailey deglutendo rumorosamente, visibilmente infastidita ed arrabbiata. 
"Non lo so.." sussurró lo scrittore facendo spallucce ed alternando lo sguardo fra i quattro ragazzi disposti all'interno del suo salotto.
"Hailey non c'è motivo di preoccuparsi! Lilith con me?" Chiese Sam sgranando gli occhi e facendo una smorfia disgustata. "Dentro ad un letto?".
"Come funziona questa tua.. cosa?" Chiese Katherine sfregando le mani nervosamente. "Come vedi queste cose?".
"Inizia con un mal di testa forte.." sussurró Chuck sospirando. "Così bevo per farlo passare e mi addormento! Poi scorre tutto davanti ai miei occhi..".
"Non potete davvero credere che io.." iniziò Sam incrociando le braccia al petto. 
"Chuck perché non ci dai.." sussurró Hailey irritata, trovando già il braccio dello scrittore proteso verso di lei con il nuovo libro in mano, così lo afferrò con decisione e sospirò. "Grazie!".
"Vediamo di che si tratta.." sussurró Dean sospirando preoccupato.
Dopo poco uscirono dalla casa di Chuck ed in macchina le due ragazze cominciarono a leggere ad alta voce i fogli del capitolo, trovando Sam molto contrariato per ciò che vi fosse scritto.
Era molto arrabbiato perché nessuno dei tre riuscisse a credere a lui, piuttosto che a un uomo appena conosciuto.
"Insomma, avrai un incidente con la macchina e ti metteranno sul viso un cerotto a fiorellini rosa! Tu useresti nastro da imballo e uno strofinaccio piuttosto che un cerotto a fiorellini rosa! Sono un mucchio di stupidaggini!" Esclamò Sam sgranando gli occhi e scuotendo la testa. 
"Ha sempre visto giusto, pensi che sbaglierebbe proprio adesso?!" Chiese Hailey acidamente mantenendo lo sguardo sul foglio.
"Dean fece slittare le gomme della sua auto sul ruvido asfalto della strada, mentre il telo di plastica sul lunotto posteriore sbatteva come le ali di un corvo!" Lesse Katherine sospirando, non riuscendo a credere se ciò che trovasse scritto in quei fogli fosse la verità.
"Telo di plastica?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Può sbagliare i dettagli, ma non vuol dire che sbagli il finale!" Esclamò Dean dilatando le narici ed ispirando, continuando a guidare.
"E allora vuoi scappare?" Chiese Sam facendo spallucce.
"Non siamo preparati per un faccia a faccia mortale con Lilith!" Esclamò il maggiore alzando il tono della voce ed infuriandosi.
"Tu non lo sei.." sussurró Katherine fissando gli occhi nello specchietto retrovisore, in modo da incrociare gli occhi con quelli del ragazzo. 
"Che vuoi dire ?" Chiese Dean assottigliando gli occhi e guardandola in cagnesco. 
"Tu non sei pronto Dean, io si.." sussurró Katherine facendo spallucce.  "..io ho già combattuto contro di lei e sono ancora viva!".
"Già, e delle due ragazze morte che mi dici?" Chiese Dean serrando la mascella, ormai infuriato.
"Il punto non è questo!" Esclamò Hailey sovrastando la voce del ragazzo seduto davanti a lei.
"Il punto è che.." sussurró Katherine sospirando. "..se lei ha in previsione di incontrare Sam, non ci lascerà andare via!".
"Stiamo scappando, siamo quasi al confine e nessuno ha provato a fermarci!" Esclamò Dean sollevando un sopracciglio ed osservando la minore delle Collins dallo specchietto, sottolineando il buco nell'acqua che avesse fatto questa volta.
"Già.. ecco perché c'è un blocco di polizia che impedisce di lasciare la città?" Chiese Katherine sospirando, osservando per pochissimi secondi il ragazzo negli occhi, osservandolo distogliere lo sguardo preoccupato.
Tre macchine della polizia in posizione orizzontale sbarravano il passaggio, mentre alcuni agenti con delle armi da fuoco in bellavista vi erano appoggiati, aspettando che qualche automobilista arrivasse per indicare nuovi percorsi. 
Dean deglutí e accostò l'auto, abbassando completamente il finestrino con aria sfacciata ed osservando uno degli uomini armati avvicinarsi con un sorriso sul viso.
"C'è qualche problema, agente ?" Chiese il ragazzo sollevando un sopracciglio. 
"Il ponte è inagibile!" Esclamò l'uomo abbassandosi al livello dell'auto. 
"Noi dobbiamo lasciare la città!" Esclamò il ragazzo osservando gli altri uomini appoggiati alle auto. "Non c'è un'altra strada?".
"No" rispose seccamente l'uomo sorridendo.
"Non c'è una strada secondaria che porta all'autostrada ?" Chiese Dean perplesso, aggrottando le sopracciglia. 
"Per arrivare all'autostrada bisogna attraversare il fiume e per farlo bisogna passare il ponte!" Esclamò l'agente sorridendo. "Mi dispiace, ma dovrete passare la notte in città!".
Dean fece un sorriso falso ed ingranó la retromarcia per fare un'inversione, costretto a tornare in direzione della città: che fosse solo una coincidenza ?
Scosse la testa e diede gas al motore, sentendo il rombo dell'auto e sorridendo amaramente.
"Questa volta te lo dico.." sussurró Katherine osservando nuovamente lo specchietto retrovisore, fissando gli occhi su quelli del ragazzo. ".. te l'avevo detto!!".
Dean scosse la testa e sospirò, cosciente di quanto avesse ragione la ragazza: Lilith non li avrebbe lasciati andare così facilmente, avrebbe ottenuto ciò per cui era venuta.
"Potrei avere un'idea, ma non so quanto potrebbe essere d'aiuto.." disse Hailey sospirando, prendendo nuovamente i fogli e leggendoli. "Potremmo prendere ciò che ha scritto Chuck come un elenco di cose da non fare per non finire sulla strada di Lilith!".
"Cioè?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Se c'è scritto che giriamo a destra, allora giriamo a sinistra?".
"Esattamente" sussurró Hailey mordendosi il labbro inferiore con i denti.
"Andando fuori trama non arriviamo mai alla fine.." sussurró Sam annuendo, seguendo il ragionamento. 
"Qui c'è scritto che tu e Katherine litigherete.." sussurró Hailey osservando i due ragazzi. 
"..quindi non litighiamo?" Sussurró la minore sorridendo con un sopracciglio sollevato, fissando il ragazzo.
"Tutto questo è ridicolo.." sussurró Sam scuotendo la testa e passandosi entrambe le mani sul viso. "L'idea che io possa farmela con lei è ridicola..".
"Ah è vero, certe cose a te non possono capitare.." sussurró Hailey sollevando un sopracciglio. ".. tu non vai a letto con i demoni!".
Sam rimase in silenzio, non sapendo come controbattere ad un'accusa fondata come quella appena lanciata dalla ragazza; così scosse la testa e sospirò.
"Non questa volta.." sussurró il minore picchiettando nervosamente il dito sullo sportello dell'auto. 
"Per la prima volta abbiamo la conferma che Lilith è vicina.." sussurró Katherine sospirando. "..siamo in vantaggio!".
"Dove vuoi arrivare?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Sappiamo dove arriverà, come agirà.." sussurró la ragazza posando lo sguardo sul minore dei Winchester, che la fissava dallo specchietto. "..cosa vorrà!".
"Tu stai dicendo che...?!" Iniziò Dean urlando ed infuriandosi, per poi ricordarsi ciò che aveva detto Hailey pochi secondi prima e sospirare, cercando di calmarsi. "È frustante sentirti dire certe cose!".
"Per me è frustante quando preferisci nasconderti invece di combattere!!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia ed irritandosi, fulminando il ragazzo con lo sguardo. 
Seguí un momento di silenzio, nel quale Dean cercó il più possibile di mantenere la sua ira e di calmarsi, per ragionare più lucidamente e non cedere alla tentazione di rispondere malamente alla ragazza; ispirò ed espirò una manciata di volte, per essere sicuro di aver riacquistato la calma.
"Non è nascondersi, è capire da quali battaglie usciremo vivi e da quali no! E questa è una battaglia che non dovremmo combattere!".
"Penso che Katherine abbia ragione.." disse Sam sospirando, fissando i ragazzi.
"No Sam, lei é spaventata e vuole solo vendicare le due Potenziali e Claire.." sussurró Hailey sospirando, fissando negli occhi la sorella. "..non si rende conto che non uscirebbe viva da una tale situazione..".
"Stai confondendo la mia paura con la tua?" Chiese Katherine sollevando un sopracciglio.
"Morirai se l'affronterai!" Esclamò Hailey facendo spallucce. 
"Sono forte abbastanza per ucciderla.." disse Katherine con veemenza, accennando un sorriso.
"Basta, troviamoci un motel e rimaniamoci fino a domani mattina, intesi?!" Esclamò Dean alzando il tono della voce, continuando a guidare in cerca di un posto dove trascorrere la notte.
Le due sorelle si zittirono e si voltarono in direzioni opposte, ognuna persa nei propri pensieri e nella convinzione di avere ragione: ma come avrebbero potuto trascorrere una notte intera senza continuare a litigare?
Il maggiore continuó a guidare e trovarono un motel diverso da quello indicato nel libro di Chuck; presero una stanza in comune, eludendo le due stanze separate descritte dal giovane scrittore con cui avevano a che fare da poche ore, ed adagiarono sui comodini e sul comó dei sacchetti di protezione.
"Dovrei stare tutto il pomeriggio e la notte rinchiuso qui dentro?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Sì!" Esclamò Dean ed Hailey all'unisono. 
"E che dovrei fare?" Chiese il minore sospirando, sedendosi sul bordo di uno dei due letti matrimoniali.
"Quello che vuoi, ma niente ricerche!" Esclamò Dean afferrando fra le mani il portatile del ragazzo ed avvicinandosi alla porta della stanza.
"Aspetta, dove stai andando?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"C'è scritto che passerò tutto il giorno alla guida dell'Impala, così la posteggeró e tornerò qui.." sussurró Dean facendo spallucce.
"Verrò con te.." sussurró la ragazza accennando un sorriso, aprendo la porta ed uscendo, notando lo sguardo preoccupato del ragazzo.
Dean scosse la testa e, dopo aver lanciato un'ultima occhiata al fratello e ad Hailey e dopo aver fatto qualche altra raccomandazione, uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle, osservando la ragazza già appoggiata alla portiera della macchina che in silenzio lo guardava; salirono in macchina in silenzio, senza dire una parola ed il ragazzo accese il motore, percorrendo la strada che lasciava il motel.
"Continuerai a non parlarmi per molto?" Chiese Katherine sospirando,  dopo pochissimo tempo. 
"Cosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e voltandosi brevemente verso la ragazza, posando delicatamente una mano sulla coscia della ragazza seduta sul sedile accanto al suo. "Sono sono preoccupato".
"Sam non andrà a letto con Lilith, ne sono sicura.." sussurró Katherine accennando un sorriso.
"Pensavamo che non sarebbe mai andato a letto con Ruby, ed invece.." sussurró Dean sospirando, girando il volante ed entrando all'interno di un parcheggio, posteggiandosi vicino all'uscita. 
Il ragazzo spense il motore e sospirò, abbandonando le mani sulle sue cosce ed abbassando lo sguardo. 
"Comunque questa non è l'unica cosa che mi preoccupa.." continuò il ragazzo mordendosi il labbro inferiore nervosamente. 
"Dean.." sussurró Katherine sospirando, passandosi una mano fra i capelli e scuotendo la testa. "..sto bene..".
"Davvero?" Chiese Dean voltandosi a guardarla, serrando brevemente le labbra, sentendo il fuoco della rabbia accendersi dentro di sé. "Sembra che tu non veda l'ora di finire nelle grinfie di Lilith! Non tieni abbastanza alla tua vita o sei semplicemente stupida?".
Katherine stiró la fronte e sollevó un sopracciglio, fissandolo negli occhi e rimanendo leggermente spiazzata dalle parole del ragazzo.
"Mi dispiace Kath, non volevo dire questo.." sussurró Dean passandosi una mano sulla fronte.
"No, va bene.." sussurró Katherine annuendo ironicamente. "Hai ragione, forse sono una stupida a voler mettere un punto all'Apocalisse! Meglio nascondersi in uno squallido motel, aspettando che l'ora x passi!".
La ragazza scosse la testa ed infuriata scese dall'auto, sbattendo la portiera e dirigendosi verso la strada del motel: ma perché nessuno capiva quanto quella fosse un'occasione d'oro per stroncare Lilith una volta per tutte?
"Katherine, aspetta!" Esclamò Dean scendendo dall'auto e chiudendola in fretta, prima di raggiungere a passo svelto la ragazza e fermarla da un braccio.
"Non volevo dire questo, Kath.." sussurró il ragazzo facendo scontrare I suoi occhi con quelli della ragazza. 
"Invece si, tutti quanti misurate le parole con me perché avete paura che io faccia il diavolo a quattro e perda la testa!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia e liberandosi dalla presa del ragazzo. "Ma io sto bene, Dean!".
"Ok, vuoi che ti dica cosa penso veramente?" Chiese Dean allargando le spalle. "Sono in continua tensione per quello che potrebbe succedere a Sam, a te e al pianeta intero se Lucifero riuscirà ad essere libero dalla gabbia! Quindi si, sono preoccupato per te e si, non voglio che tu ti avvicini a Lilith!".
"Beh, sarà un bel problema perché è proprio quello che voglio fare.." sussurró Katherine sospirando, sostenendo lo sguardo del ragazzo.
Dean la guardò con un'espressione dura e seria, serrando la mascella e capendo di non avere alcuna chance di fermarla; distolse lo sguardo emettendo una risata nervosa e scuotendo la testa vigorosamente.
Dei rumori attirarono la loro attenzione ed entrambi si voltarono verso l'Impala, trovando dei ragazzini intenti a scassinare la loro auto con dei ferri e per poco a Dean non venne un attacco di cuore per la paura di qualche graffio sulla carrozzeria della sua adorata Baby.
"Ehi!" Ringhió il ragazzo correndo immediatamente verso quella direzione, attraversando bruscamente senza neanche guardare.
Il ragazzo procedette rabbioso verso la sua Impala e i ragazzini, fin quando un'auto in corsa non riuscì a frenare in tempo e lo colpì in pieno fianco, strattonandolo di qualche metro e facendolo cadere a terra, temporaneamente privo di sensi.
"DEAN!" Esclamò Katherine preoccupata, correndo immediatamente nella sua direzione per soccorrerlo, facendogli appoggiare delicatamente la testa sulle sue ginocchia.

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Capitolo 47
*** Do I have to run and hide or go out and fight ? ***


Note dell'autrice:
Salve ragazzi/e!! Comincio (come al solito😭😭) scusandomi per l'assenza, ma non sono riuscita a sedermi al pc per neanche 5 minuti di fila in questo periodo! Colpa degli esami e di alcune faccende personali 😱!
Quindi tanti auguri di buon anno, anche se in ritardo 😂, spero che non siate troppo arrabbiati con me!
Ho controllato spesso le visite che i miei capitoli ricevevano di settimana in settimana e inaspettatamente mi sono accorta che i numeri salivano, nonostante non pubblicassi da un mesetto abbondante! Quindi grazie ragazzi!! ❤❤
Grazie per quelli che mi seguono da sempre e per i nuovi arrivati! Leggere le vostre parole (per recensione e non) mi rende sempre davvero molto felice! 
Ci eravamo lasciati con l'arrivo nella storia di Chuck, che aveva profetizzato l'incontro tra Lilith e Sam, con la lite fra Katherine e Dean, e con l'incidente d'auto di quest'ultimo💔! 
Non mi dilungo ulteriormente, spero vivamente che il nuovo capitolo vi piaccia e che possiate lasciarmi la vostra opinione!! 
Grazie ancora e alla prossima ragazzi/e!! 😙❤





Capitolo 36 (Parte II°)

Do I have to run and hide or go out and fight ?



Aprì leggermente gli occhi, continuando a strizzarli contro la luce del giorno che violentemente gli penetrava le pupille: per qualche secondo il ragazzo non riuscì a mettere a fuoco lo spazio attorno a sé, riuscì solamente a sentire il calore di una stretta soffice sulla sua mano.
"Dean, Dean?" Continuò a ripetere la voce molto lontana di Katherine.
Dal suono della sua voce, il ragazzo poté sentire tutta la preoccupazione e la paura della ragazza, ma non riuscì ancora a ricordare da che cosa fosse dettata.
"Guardami, sono io.." sussurró Katherine stringendo la stretta ad accennando un sorriso che il ragazzo riuscì a cogliere nonostante la sua confusione.
"Katherine.." sussurró Dean aggrottando le sopracciglia e  muovendo leggermente le spalle doloranti. "..che è successo?".
"Mi dispiace, non l'ho proprio vista.." sussurró una giovane donna accanto a Katherine che l'osservava con aria preoccupata.
Dean scosse la testa e fece leva sulla stretta della ragazza, mettendosi a sedere ed osservando attorno a sé il piccolo gruppo di gente che si era radunato ad osservarlo; volse lo sguardo su Katherine e successivamente sull'auto che lo aveva messo fuori gioco per qualche minuto.
"Sapete, mia figlia sta passando la fase della dottoressa.." sussurró la giovane donna sorridendo, carezzando i capelli di una bambina della stessa età di Judith. 
"Di che parla?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fissando Katherine negli occhi, trovandola con un sorriso ironico sul viso.
"Starai bene adesso!" Esclamò la bambina sorridendo, avvicinandosi al ragazzo lentamente e adagiando sul suo viso dei grandi cerotti a fiori colorati.
Dean storse le labbra in una smorfia, distogliendo lo sguardo dalla ragazza e prendendone uno fra le mani, osservandolo brevemente, per poi arrotolarlo e gettarlo a terra.
Si alzò velocemente dal freddo ed umido asfalto, ormai avendo recuperato le forze e la lucidità, ed osservò la sua auto in cerca dei ragazzini che poco prima stavano tentando di derubarlo, ma ciò che vide lo costrinse a sgranare gli occhi e a spalancare completamente la bocca per lo stupore: proprio come aveva predetto Chuck, il lunotto era spaccato, mentre dei pezzi di vetro ricoprivano il sedile posteriore ed il portabagagli. Tutto ciò che il ragazzo poté fare fu mettere un telone di plastica, in modo da poter guidare, proprio come aveva predetto Chuck, ancora una volta!
"Perché diavolo hai permesso che facessero questo alla mia auto?!" Chiese Dean infuriato e, per la prima volta da quando aveva posato gli occhi sulla spaurita Katherine appesa alle catene nel magazzino del Jinn, lanciò un'occhiata di fuoco alla ragazza.
Nonostante cercasse di giustificarsi, avendo peró una giusta motivazione, Dean ribatté specificando che avrebbe preferito che lei prima cacciasse quei ragazzini dalla sua auto per poi assisterlo durante la sua semicoscienza.
Ancora arrabbiato, il ragazzo entrò in auto e sospirò, girando la chiave all'interno del quadro elettrico, pensando che avrebbe potuto portare al piú presto la sua Baby da un bravo carrozziere; per la seconda volta, mentre sfrecciavano sulla strada, Dean volse uno sguardo di fuoco alla ragazza.
"Sembrano davvero le ali di un corvo!" Esclamò Katherine voltandosi verso di lui con un sorrisetto sul viso, schiacciandogli l'occhio, prevedendo la sua reazione.
Per tutta risposta Dean spinse il piede sull'acceleratore, accennando però un sorriso nella direzione della ragazza, e si diresse dall'unica persona che avrebbe potuto rispondere alle sue domande, dalle quali si era precedentemente sottratto!
Corsero lungo le strade della città, fino ad arrivare nel più breve tempo possibile davanti il vialetto della casa di Chuck, l'unico che sapesse cose potesse succedere nel futuro immediato; nonostante le lamentele di Katherine, Dean fece irruzione all'interno della casa, trovandola vuota e decidendo di aspettarlo seduto sul divano, tenendo ben stretta la sua pistola all'interno della custodia. 
Durante quell'ultimo periodo Dean dovette sedare molte volte gli scatti di rabbia incontrollati di Katherine, ma quella volta il ragazzo si lanció contro il giovane scrittore nonostante i richiami della ragazza, sperando di ricevere delle risposte; nonostante le minacce fisiche e verbali, Chuck non seppe rispondere ad alcuna domanda che gli venne posta, fin quando alle spalle del ragazzo comparve uno degli angeli che lo avevano liberato dalla dannazione. 
Castiel gli intimó di fermarsi, spiegandogli che Chuck era una delle creature che dovevano essere tenute nascoste e protette: un profeta, un tramite per la parola ispirata. 
L'angelo spiegò ai tre ragazzi super shockati che quei libri sarebbero stati conosciuti come "Il Vangelo dei Winchester e delle Collins" in tutto il mondo e che nulla di quello che il profeta avrebbe scritto sarebbe potuto essere modificato: l'incontro fra Lilith e Sam sarebbe avvenuto e niente e nessuno sarebbero stati in grado di cambiare le cose. 



Hailey sbuffó e scosse la testa, sedendosi sul grande letto ed appoggiando la schiena  sull'ampia testiera, non distogliendo però lo sguardo dal Sam che continuava a muoversi su e giù per la stanza, facendo intuire alla ragazza tutta la sua ansia.
Le parole non erano mai state del tutto necessarie fra loro due, spesso si capivano perfino con uno sguardo: per questo motivo, sin dalla prima volta che i loro sguardi si incrociarono, avevano sentito una sintonia mai provata con nessun altro. In quel caso però, sia Sam che Hailey avevano un bisogno disperato di parlarsi, di rassicurarsi a vicenda, ma nessuno dei due era in grado di trovare le parole giuste da dire in quel momento.
Il ragazzo la osservò per qualche secondo: Hailey stava seduta sul letto, manteneva un sopracciglio sollevato, uno sguardo serio, le labbra e la mascella serrate tanto da sembrare una statua di marmo, eppure Sam seppe riconoscere l'insicurezza e la paura all'interno degli occhi della ragazza, nonostante lei facesse di tutto per nasconderle.
La ragazza sbuffó e si alzò in piedi, distogliendo lo sguardo e dirigendosi alla finestra per sbirciare dalle tende, trovando delle auto intente a proseguire la loro marcia.
"Hailey..." sussurró Sam sospirando, appoggiando le mani ai propri fianchi e fissandola.
"Sì?" Chiese la ragazza continuando a guardare fuori dalla finestra.
"..so che sei preoccupata, ma volevo che sapessi che..".
"Non sono preoccupata.." sussurró Hailey voltandosi e sollevando un sopracciglio, incrociando lo sguardo con quello del ragazzo.
"..volevo che sapessi che non andrò a letto con Lilith!" Esclamò Sam sospirando, osservando la ragazza.
Hailey sbuffó ed annuì, osservando l'uomo che le stava davanti con un'espressione indecifrabile sul viso: non voleva che Sam riuscisse a capire così tanto di lei. L'unica persona che ci era davvero riuscita in passato era fuggita dopo poco tempo, l'aveva abbandonata; non voleva che qualcunaltro potesse capirla, leggere il suo viso in quel modo.
"Sam, non sono preoccupata" disse Hailey sospirando e serrando le labbra.
"Beh, io lo sarei al posto tuo.." disse Sam allargando le braccia, quasi arrabbiato per quella mancanza di interesse. "..insomma, si parla di Lilith! Del primo demone, ricordi? Quello che mi vuole morto!".
"Sei arrabbiato perché mi interesso troppo o perché mi interesso troppo poco ?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia, accigliandosi. 
"Sono arrabbiato perché.." sussurró Sam dilatando le narici per la rabbia e serrando la mascella. ".. lascia perdere, non voglio parlarne!".
"Oh, no no!! Adesso voglio sentire cos'hai da dire, Sam!" Esclamò Hailey avvicinandosi e afferrandogli il braccio sinistro con la sua piccola, ma forte, mano.
"Non capisco mai cosa ti passa per la testa, ecco qual è il problema! Quando credo di aver capito i tuoi sentimenti, ecco che il secondo dopo tutto cambia e io non riesco a comprenderti fino in fondo!" Esclamò Sam allontanandola e scuotendo la testa, serrando le braccia al petto. 
"I miei sentimenti? " Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. 
Sam la guardò per qualche secondo negli occhi, cercando di mantenere più a lungo possibile la calma; scosse la testa e prese un bel respiro profondo. 
Davvero Hailey non capiva quale fosse il problema? Davvero non riusciva neanche ad immaginarlo?
“Ho detto che mi sto innamorando di te e tu non hai detto nulla! E adesso non ti preoccupi e ti comporti come un soldato svizzero!".
"Sam!" Esclamò Hailey con aria di rimprovero sul viso, portandosi le mani a coprire la bocca cercando di non fare notare la risata che si stava facendo largo sul suo viso. "Davvero è questo il problema ? Ti sembra il momento per parlarne ? Lilith potrebbe arrivare in poco tempo!".
"Certo.." sussurró Sam scuotendo la testa e voltandosi dalla parte opposta. ".. non è il momento!".
Hailey lo osservò attentamente e notó il broncio che il ragazzo aveva messo su, così lentamente gli si avvicinò e lo abbracciò delicatamente dalla schiena, appoggiando la testa sulle sue larghe spalle e stringendolo forte a sé: come poteva non aver capito il motivo del suo poco interesse
La ragazza depositó un bacio al centro esatto delle sue spalle e sorrise, inalando il profumo del minore dei Winchester che, nel frattempo, era rimasto immobile, spiazzato dal gesto della ragazza.
"Davvero non lo capisci?" Chiese Hailey con tono dolce, sorridendo.
"Potresti provare a parlarmi invece di.." sussurró Sam sospirando, voltandosi lentamente senza però sciogliere l'abbraccio. 
"..di comportarmi come una guardia svizzera?" Chiese Hailey sorridendo.
"Come un soldato svizzero.." la corresse Sam sorridendo, depositandole un bacio a fior di labbra.
Per qualche secondo, rimasero occhi negli occhi ed Hailey cercò all'interno della sua mente le parole più giuste da dire al ragazzo, mentre osservava splendere il verde-marrone dei suoi occhi; una mano del ragazzo scese a carezzarle una guancia e per qualche lunghissimo secondo, l'idea che Lilith e i suoi scagnozzi avrebbero potuto attaccare uscì completamente dalle loro menti, lasciando spazio a loro due, alle loro parole, ai loro occhi e alla loro pelle.
"Sam, non è come pensi tu.." sussurró Hailey sorridendo. "Io..".
La porta della stanza si spalancò, lasciando entrare, shockati quanto arrabbiati, Dean e Katherine, che invasero subito la stanza, dirigendosi verso i rispettivi letti, sistemando la loro roba.
"Forza, andiamo via!" Esclamò il maggiore dei ragazzi con tono duro e preoccupato.
"Cosa? Che succede?" Chiesero all'unisono Sam ed Hailey, aggrottando le sopracciglia e la fronte. "Dove?".
"Via da questo motel e da questa città!" Esclamò Dean scuotendo la testa. 
"Avete dimenticato che hanno chiuso i confini?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Andremo via anche a costo di nuotare!" Esclamò Dean lanciando uno sguardo di fuoco ai due ragazzi.
"Se Lilith sta arrivando.." sussurró Sam aggrottando le sopracciglia, avvicinandosi al fratello.
"È più di un'ipotesi! Chuck non è un sensitivo.... è un profeta!" Esclamò Dean scuotendo la testa, ancora visibilmente scettico.
"...cosa?!" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e sbarrando leggermente gli occhi.
"Quindi?" Chiese Sam sospirando. 
"Quindi ce ne andremo!" Esclamò Dean scuotendo la testa.
"No Dean.." sussurró Sam sospirando e serrando le braccia al petto.
"Lilith ti farà a pezzi.." sussurró Hailey aggrottando le sopracciglia. 
"Può darsi.." sussurró Sam facendo spallucce. 
"Pensi di poterla battere ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Non da solo.." sussurró Katherine sospirando, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, si avvicinò lentamente al minore dei Winchester, accennando un sorriso. 
"Katherine, smettila di dire stronzate! Smettetela tutti e due!!!" Esclamò Hailey alzando il tono della voce. "Dean ha ragione, dobbiamo andarcene!".
"So cosa pensate.." sussurró Sam sospirando, scuotendo leggermente la testa. "..che passeremo al lato oscuro!".
"So di cosa siete capaci tutti e due, ma non voglio che accada! Quindi adesso fate le valigie e andiamo!" Esclamò Hailey furioso, fissando i due in cagnesco.
"Castiel mi ha detto di Alastair, Sam! Mi ha detto di come lo hai fatto fuori senza troppi problemi! Stai usando i tuoi poteri, ma non sappiamo come crescano!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia.
"Non ho intenzione di parlarne con te!!" Esclamò Sam aggrottando le sopracciglia e serrando le braccia al petto. 
Seguì un momento di silenzio, dei lunghissimi secondi in cui i fratelli  Winchester si guardarono in cagnesco, sperando che l'altro cambiasse idea, ma così non fu.
Dean spostò lo sguardo su Katherine, trovando lo stesso tipo di occhiata che Sam gli stesse riservando in quel preciso istante, così scosse la testa. 
"Bene, io ed Hailey ce ne andremo allora!!!'" Esclamò Dean infuriandosi ancora di più.
"Dean.." sussurró Hailey sospirando. "Se restano Sam e Katherine.. resto anche io!" .
Il ragazzo, sorpreso dell'atteggiamento dei tre ragazzi, guardò i presenti in cagnesco e spalancó bocca, cercando di capire perché a nessuno stesse a cuore la propria vita; così scosse la testa e si avvió a passo svelto verso la porta della stanza, aprendola e sbattendosela alle spalle.
Suo padre lo aveva abituato a proteggere suo fratello e così aveva sempre fatto durante la sua vita: ma come avrebbe potuto salvarlo se Sam non voleva collaborare, ma piuttosto avrebbe preferito avere uno scontro faccia a faccia con Lilith.
Sapeva che i suoi poteri si erano rafforzati, lo aveva capito quando suo fratello non aveva rispedito Alastair all'inferno, ma lo aveva ucciso; la sua forza era cresciuta, ma di sicuro non sarebbe stato in grado di uccidere Lilith!
Neanche Katherine ci sarebbe riuscita, quindi non riusciva a capire perché loro due non la pensassero come lui e non stessero scappando a gambe levate.
Scosse la testa e sospirò, avvicinandosi ad un distributore di bevande e guardandolo con ribrezzo: tutta quella situazione gli aveva chiuso completamente lo stomaco, così stanco si sedette su un gradino ed incroció le braccia sulle sue ginocchia, immergendo il viso fra le sue mani.
Aveva il presentimento che sarebbe successo qualcosa di brutto quella sera e che Katherine e Sam si sarebbero messi nei guai; fu tentato di chiamare Bobby, lui avrebbe trovato le parole per convincere i due a rinsavire, ma preferì occuparsene da solo.
Alzò gli occhi al cielo stellato con un gesto meccanico ed osservò la lucentezza di quei corpi stellati emanassero in quell'istante, come se potessero scendere da lassù ed aiutarlo; accennó un sorriso amaro e malinconico, sentendosi un perfetto idiota ad aver formulato un pensiero del genere.
"Ho esaurito tutte le opzioni, davvero non so più cosa fare.." sussurró Dean sospirando, rilassandole spalle. "...sto pregando, sto davvero pregando ed ho bisogno del vostro aiuto! Pensate di potermi aiutare?".
"Pregare è un segno di fede.."  sussurró una figura che il ragazzo aveva ormai imparato a conoscere, facendolo voltare di scatto. ".. ma non posso aiutarti Dean, non posso portare Sam via di qui! È una profezia.. io non posso interferire!".
"Castiel, ti ho aiutato molte volte in passato.." sussurró Dean scuotendo la testa ed avvicinandosi lentamente. "..non ti ho mai chiesto nulla, ma adesso ho bisogno del tuo aiuto!".
"Non posso, è al di sopra delle mie competenze.." sussurró Castiel sospirando. "Non posso!".
Il ragazzo fissò l'angelo negli occhi per qualche secondo, trattenendosi dal dargli un pugno in faccia, e serró la mascella: un angelo intendeva non aiutarlo ? Che razza di angelo era ?!
"Se non mi aiuti adesso, non cercarmi quando avrai bisogno di me, Castiel!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e serrando i pugni.
L'angelo abbassò lo sguardo e sospirò, avrebbe voluto aiutarlo con tutto se stesso, ma davvero non poteva intromettersi in quella faccenda.
"Voglio che tu capisca perché non posso interferire..." sussurró Castiel sospirando e rialzando lo sguardo su quello preoccupato del ragazzo. "..i profeti sono protetti e se "qualcosa" minacciasse uno di loro apparirebbe un arcangelo per proteggerli!".
"Un arcangelo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, sorpreso dalla rivelazione dell'angelo. 
"Sono feroci, potentissimi!" Esclamò Castiel sospirando. 
"Quindi se un profeta fosse in una stanza con un demone.." sussurró Dean avvicinandosi lentamente.
“..l'ira dell'arcangelo si abbatterebbe sul demone!" Concluse Castiel accennando un sorriso. "Così hai capito perché non posso aiutarti ...".
Dean sospirò rumorosamente e accennó un sorriso amaro, fissando Castiel negli occhi; in fondo, pensò il ragazzo, non era tanto male per essere un angelo.
"Grazie.." sussurró Dean sospirando, prima di voltarsi ed entrare nuovamente all'interno della stanza.
I tre ragazzi si voltarono verso di lui, sorpresi di rivederlo in così poco tempo e lo fissarono per qualche secondo.
"Chuck ha chiamato" disse Dean sospirando chiudendosi la porta alle spalle, con aria indifferente.
"Cos'ha detto?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. 
"Ha bisogno di parlarci, dobbiamo andare da lui il prima possibile" sussurró Dean facendo spallucce. 
"Perché? Ha avuto una visione?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"A quanto pare.." sussurró Dean sospirando. 
"Dovremmo andarci tutti!" Esclamò Hailey voltandosi verso sua sorella e il suo ragazzo. "Così tutti saremo a conoscenza di ciò che Chuck ha visto!".
"Ok.." sussurró Katherine annuendo, fissando Dean negli occhi; l'unico motivo che l'aveva spinta ad accettare l'offerta del ragazzo, era il non dargli altre preoccupazioni.
"Io rimango qui!" Esclamò Sam serrando le braccia al petto. "Voi tre andate!". 
"No, Sam, verrai con noi!!" Esclamò Hailey parandosi davanti al ragazzo ed osservandolo in cagnesco, ormai spazientita.
"Hailey, mancheremo poco tempo.." sussurró Dean sospirando, facendo un sorriso al fratello. ".. e poi Sam ha i sacchettini che ha fatto Addison con la magia!".
La ragazza parve acquietarsi e scosse la testa con un sorriso amaro sulle labbra,  avviandosi di fretta verso la porta, uscendo ed aspettando gli altri davanti l'Impala; perché lei e Dean erano gli unici a capire la situazione ? Perché non stavano scappando ?
Tutto ciò che la legava a Sam la stava spingendo a stare insieme a loro, a non scappare dal primo demone tornato sulla terra con l'intento di ucciderli.



I tre ragazzi viaggiarono in auto nel più totale silenzio e nessuno, men che meno Katherine, si sognó di romperlo proferendo una parola; Hailey stava sul sedile posteriore con un atteggiamento insofferente, con braccia e labbra serrate, rivolgendo il proprio sguardo verso il buio della notte che riusciva a vedere tramite il finestrino.
La ragazza sapeva che Dean avesse un piano in mente per impedire l'incontro tra Sam e Lilith, l'aveva capito dal momento che era rientrato all'interno della stanza del motel con un sorriso sulle labbra, ma non era riuscita ancora a capire cosa avrebbe potuto fare Chuck in una situazione del genere! Come sarebbe stato in grado di affrontare Lilith ?
Hailey capì che fosse la cosa migliore da fare e che Dean non avrebbe mai lasciato il fratello nella tana del lupo, quindi preferì fidarsi ed andare con lui e la sorella da Chuck; l'idea che il maggiore dei Winchester avesse un piano non attraversò solamente la mente della Collins più grande. 
Anche Katherine aveva capito senza ombra di dubbio che Dean stesse escogitando silenziosamente qualcosa, per questo motivo aveva scelto di seguirlo: avrebbe smontato il piano dall'interno e sarebbe tornata il più in fretta possibile al motel; quella era davvero un'occasione unica, avrebbe potuto usare Chuck come un'arma, avrebbe saputo ogni volta che Lilith fosse stata intenzionata a colpire e l'avrebbe uccisa con le sue mani! 
Scosse la testa, voltandosi a fissare il ragazzo seduto accanto a sé, che però non la fissava ma con il viso imbronciato e pensieroso fissava la strada davanti a sé, mentre con il piede dava gas alla sua auto.
In brevissimo tempo arrivarono davanti casa di Chuck e, il modo fulmineo in cui Dean scese dall'auto, fece capire alle due ragazze che il profeta non avesse davvero chiamato per parlargli di una visione: in pochi secondi,  Dean spalancó la porta e si fiondó nel salotto, trovando il ragazzo avvolto in un plaid intento a guardare la televisione. 
"Che ci fate qui?" Chiese Chuck sussultando e sgranando gli occhi per la sorpresa. "Questo non l'ho scritto!".
"Devi venire con noi!" Esclamò Dean avvicinandosi pericolosamente ed afferrandolo dalle braccia.
"Cosa ? Dove?" Chiese Chuck scattando in piedi e fissandolo negli occhi, spaventato.
"Al motel da Sam.." sussurró Katherine scuotendo la testa ed alzando gli occhi al cielo, intuendo parte del piano. 
"È dove c'è Lilith! No!" Esclamò Chuck facendo un passo indietro.
“Chuck, vestiti e non fare storie, devi venire con noi!" Esclamò Hailey spalleggiando il ragazzo, non comprendendone appieno il motivo.
"Ma siete pazzi? Li c'è Lilith!" Esclamò Chuck sgranando gli occhi. 
Dean fissò per qualche secondo Katherine, posizionata proprio accanto a lui, che fissava la scena con un filo di amarezza nello sguardo, e sospirò, avvicinandosi lentamente al ragazzo profeta.
"Sei legato ad un arcangelo, in caso di pericolo demoniaco lui ti aiuterà! Devi solamente farti vedere e Lilith verrà incenerita!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e serrando la mascella. 
"Io questo non posso saperlo, potresti mentire.. io non l'ho visto.. io.." sussurró Chuck balbettando impaurito e fissando i tre ragazzi con aria supplichevole. 
"Chuck, sei l'ultima nostra speranza.." sussurró Hailey avvicinandosi e giungendo le mani, mimando una preghiera. "Per favore".
"Non ci penso neanche!" Esclamò Chuck scuotendo la testa e superando i ragazzi con un balzo.
"Ok, facciamo alla vecchia maniera!" sussurró Dean scuotendo la testa ed estraendo la pistola dalla sua fodera. ".. se non vieni con noi ti faccio saltare il cervello!".
"Non hai appena detto che è protetto da un arcangelo ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, ricevendo dal ragazzo un'occhiataccia.
"Katherine ha ragione, ma chi sarà più veloce?" Chiese Dean sorridendo. "Sarà una sfida interessante!".
Chuck abbassò lo sguardo e sospirò, procedendo contro voglia verso le scale, voltandosi prima verso i ragazzi e dicendo: "Vado a vestirmi..".
“Ottima idea, verrò con te.." sussurró Katherine sorridendo, guardando Dean tenere ancora l'arma fra le mani. "..solo per precauzione!".
I ragazzi sospirarono, osservando Katherine e Chuck salire al piano di sopra, stupiti da quell'improvvisa collaborazione da parte della ragazza.
Lentamente il profeta entrò nella propria
stanza, mentre la Cacciatrice rimase nel corridoio a fissare tutti i mobiletti riservati alla saga di Supernatural; sorrise all'idea che delle persone potessero scrivere su di loro, pensando che la loro vita potesse essere qualcosa di bello; non lo era affatto, se avesse potuto, quel giorno fuori dalla sua scuola, avrebbe preferito non incontrare Giles e non entrare mai all'interno di quel mondo.
La sua attenzione fu catturata da una stanza, la cui porta era semiaperta e dalla quale provenivano degli strani rumori; lentamente aprì la porta, che cigolò, e cercò di capire da cosa provenisse quel rumore strizzando gli occhi.
Fece qualche passo in avanti, entrandovi e, dopo qualche secondo, una mano l'afferró con forza, tappandole la bocca ed impedendole di urlare, mentre un'altra le cinse il bacino impedendole di muoversi.
"Sta zitta, sono io!" Esclamò la figura che continuava a tenerla ferma.
Katherine, riconoscendone la voce, lo colpì in pieno il viso, liberandosi dalla presa e puntandogli contro la sua pistola, disse: "CHE DIAVOLO CI FAI QUI?!".
"Abbassa la voce, sono qui per parlarti! Ma abbiamo poco tempo!" Esclamò il ragazzo sorridendo, massaggiandosi la guancia appena colpita dalla ragazza. 
"Liam, ti ho già detto che non abbiamo nulla da dirci!" Esclamò Katherine allargando le braccia, mettendo via la pistola sapendo di non potergli fare nulla.
"Sarò breve: i nostri interessi coincidono, tu vuoi uccidere Lilith e lo voglio anche io!" Esclamò  Liam sospirando, fissando i suoi occhi blu cielo in quelli azzurri scuro di lei, nonostante il buio.
"Quindi?" Chiese Katherine ridendo, incrociando le braccia al petto. "Non lavoro con i demoni!".
"Lo so, non sei come Sam! Ma hai una possibilità di ucciderla e voglio che la sfrutti!".
"Quindi io dovrei fare il lavoro sporco per te ?" Chiese Katherine ridendo, scuotendo leggermente la testa e voltandosi. "Non esiste, vattene!".
"Se Dean porterà Chuck al motel, Lilith lo ucciderà! L'arcangelo non arriverà in tempo!" Esclamò Liam sospirando e facendo qualche passo avanti. "Tu sei l'unica in grado di ucciderla!".
Katherine sospirò ed abbassò il capo, mentre il dubbio si fece strada nella sua mente; e se Liam, nonostante non sapesse assolutamente nulla di lui, avesse avuto ragione ? Se Chuck fosse morto per un'assurda teoria di Dean ?
"Che dovrei fare?" Chiese Katherine sospirando, voltandosi ed allargando le braccia. 
"Arrabbiati!" Esclamò Liam sorridendo, facendo qualche altro passo. "Se ti arrabbierai, con i tuoi poteri da Cacciatrice riuscirai ad ucciderla!".
"Katherine, ho visto qualcosa su di lui! Non fidarti, non lo conosci nemmeno!" Esclamò Chuck sbucando dalla porta ed osservando i due. 
"Brutto idiota, sto cercando di salvarti la vita!" Esclamò Liam aggrottando le sopracciglia. 
"Chuck, credo che Liam possa avere ragione.." sussurró Katherine sospirando, fissando il ragazzo negli occhi. "..andrò con lui, ma non dirlo agli altri!".
"Non farlo Kath! Non posso promettertelo!" Esclamò Chuck sospirando.
Katherine abbassò il capo e in pochi secondi estrasse la sua pistola, puntandola contro il profeta con un sorriso triste sul viso.
"Promettimi che non lo dirai a nessuno, Chuck.. per favore.." sussurró Katherine tenendo saldamente la pistola fra le mani. "Altrimenti, la prossima volta che ti rivedrò, ti pianteró una pallottola nel cervello!".
Chuck la guardò in un modo strano, come se fosse deluso dal comportamento della ragazza, così annuì ed abbassò il capo: "D'accordo Katherine, c'è un'uscita alla fine del corridoio, potete passare da li per non essere visti da Dean ed Hailey!".
"Grazie Chuck.." sussurró Katherine sospirando, rimettendo a posto la pistola.
"Hai fatto la scelta giusta, amico!" Esclamò Liam sorridendo, uscendo dalla stanza e seguendo l'indicazione appena data dal ragazzo.
Prima di andare via, Katherine fissò un'ultima volta con sguardo triste il profeta, capendo quanto, nonostante si fossero conosciuti da pochi giorni, lui fosse rimasto deluso da alcuni dei suoi personaggi.
Scosse la testa, cosciente che avrebbe avuto modo di rifletterci una volta uccisa Lilith e scese velocemente le scale di emergenza, arrivando all'uscita, dove vi era posteggiata la macchina di Liam: una lussuosa Audi A4, ancora con motore e fari accessi, quasi come se il ragazzo fosse stato sicuro della scelta della Cacciatrice.
In pochi secondi salirono a bordo e dopo una veloce inversione a U, il ragazzo affondò il piede sull'acceleratore, dirigendosi verso il motel nel minore tempo possibile.


Era passata ormai una mezz'ora abbondante da quando suo fratello, Katherine ed Hailey avevano lasciato la stanza del motel, e Sam stava iniziando ad irritarsi, domandandosi quando il demone avrebbe fatto il suo ingresso.
Scosse la testa e sbuffó, facendo qualche passo all'interno della piccola stanza di quel motel, pensando a come avrebbe potuto uccidere Lilith da solo.
Allenandosi con Ruby e bevendo il suo sangue era riuscito ad incrementare di molto la forza dei suoi poteri, ma si domandava se sarebbe riuscito a toglierla di mezzo con così poco preavviso; avrebbe potuto usare il pugnale o non avrebbe avuto alcun effetto su un demone dal suo calibro ?
Le domande erano troppe e il tempo scarseggiava, ma la sua determinazione nasceva dalla voglia di uccidere Lilith.
Sbuffó nuovamente e si avvicinò alla finestra, spostando le tende ed osservando dai vetri sporchi di quel motel il parcheggio, non notando però la macchina del fratello; sospirò e si voltò nuovamente verso l'interno della stanza, dovendo trattenere peró il respiro per qualche secondo per ciò che gli si era parato davanti.
"Ciao Sam.." sussurró una voce femminile, mentre un sorriso si disegnava sul suo volto.
“Ti stavo aspettando!" Esclamò Sam non ricambiando il sorriso, mantenendo il contatto visivo con il demone; era lo stesso involucro di quando le Potenziali e Katherine avevano attaccato la cripta.
"Dov'è il coltello, Sam?" Chiese Lilith sorridendo, avvicinandosi lentamente al ragazzo.
"Sul comodino, guarda pure!" Esclamò Sam sospirando, indicando la direzione con un movimento del viso.
Il demone si voltó con un sorriso, avviandosi verso il comodino, ma fermandosi, osservando un tappeto accostato al letto, sotto il quale, ci avrebbe scommesso la vita, si trovava una chiave di Salomone; ridendo si voltó verso il ragazzo, dopo aver bruciato il bordo della trappola.
"Dovrai fare di meglio di una semplice trappola.." sussurró Lilith sorridendo.
"Che ne dici di questo?" Chiese Sam accennando un sorriso, alzando una mano verso di lei nel tentativo di ucciderla. 
Del vento si alzò per tutta la stanza, segno che Lilith riusciva a difendersi senza troppi problemi dall'attacco dei poteri di Sam; fin quando il ragazzo abbassò la mano, consapevole di non essere abbastanza pronto per ucciderla.
"Non sei forte abbastanza.." sussurró Lilith sorridendo, avvicinandosi lentamente al ragazzo. "..tu non puoi fare del male a me e io non posso farlo a te! Siamo a un punto morto!".
"Perché sei qui?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, sospirando. 
"Per parlare, Sammy.." sussurró la ragazza sorridendo. "Sono qui per offrirti di smetterla con l'apocalisse, smetterò di spezzare i sigilli e lucifero marcirá nella sua gabbia all'inferno..".
"Perché dovrei crederci?" Chiese Sam ridendo e scuotendo la testa. "Non sono un idiota".
"No, tu sei quello intelligente e Katherine è quella furba.." sussurró Lilith sorridendo, osservandolo negli occhi. "..mi è dispiaciuto che abbiate rotto!".
"Non siamo qui per parlare di questo.." sussurró Sam scuotendo la testa e sospirando. 
"E pensare che Katherine sta con tuo fratello solo per un legame Cacciatrice-Protettore.." sussurró Lilith sorridendo, avvicinandosi ed abbassando il tono della voce, riducendolo ad un sussurro. "..io posso spezzarlo!".
Sam, stanco di tutte quelle chiacchiere inutili, l'afferró dalle braccia, spingendola contro il muro del motel.
"Lilith, che cosa vuoi?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e dilatando le narici per la rabbia.
"Volevo restituirti la ragazza, spezzare il legame.." sussurró Lilith ridendo. ".. ma penso che mi accontenteró della testa dei miei quattro cacciatori preferti!".
Il ragazzo rimase per qualche secondo sbalordito, dopodiché emise una leggera risata scuotendo la testa.
"Pensi che sia tanto stupido da cascarci?" Chiese Sam ridendo. 
"Se faccio un patto, devo mantenerlo fino alla fine, lo sai.." sussurró Lilith sospirando. "..sei tanto arrogante da anteporre la tua vita a quella di 6 miliardi di persone ? Forse è colpa di quel sangue di demone che ti scorre nelle vene.." Aggiunse avvicinandosi ulteriormente, carezzandogli un braccio. 
"Non sono come te..." sussurró Sam digrignando i denti.
"Allora dimostralo.." sussurró Lilith baciando con delicatezza la guancia del ragazzo, passandogli una mano fra i capelli.
"Ho sentito che vuoi la mia testa..”
sussurró Katherine rivelando ai due la sua presenza, sorridendo e sollevando un sopracciglio, rimanendo appoggiata allo stipite della porta. "..perché non provi a prenderla personalmente?”.
"Katherine.. che piacere vederti.." sussurró Lilith ridendo, distanziandosi dal ragazzo.
"Non posso dire lo stesso di te.." sussurró Katherine facendo spallucce.
"Kath, va via!" Esclamò Sam sgranando gli occhi. 
"Non sono da sola.." sussurró Katherine alzando un sopracciglio, aprendo la porta con un calcio e spalancandola del tutto, mentre un'ombra si fece sempre più vicina.
"Ciao Lilith!" Esclamò Liam sorridendo. "..abbiamo un conto in sospeso noi due... ricordi ?".
Lilith scoppiò in una risata, allontanandosi da Sam ed avvicinandosi ai due nuovi arrivati, osservandoli con il suo sorrisetto ironico.
"Pensate di potermi uccidere?" Chiese Lilith sorridendo, alternando lo sguardo fra i due. "Katherine non ha poteri senza la Maledizione e tu, Liam, non sei neanche un demone..".
"Vedi, Lilith, io sono molto forte, non ho bisogno della Maledizione per ucciderti.." sussurró Katherine sorridendo ed avvicinandosi lentamente al demone. "..ma se non mi credi, perché non proviamo?".
Il sorriso sul viso del demone scemó e la ragazza indietreggió di qualche passo, mentre la paura si leggeva all'interno dei suoi occhi; strinse i denti e deglutí rumorosamente.
"Già, perché non proviamo..?" Sussurró Lilith con respiro affannoso, osservando gli occhi della ragazza.
Per qualche altro secondo, le due ragazze rimasero occhi negli occhi, fin quando Lilith provò a colpirla in pieno viso, ma la Cacciatrice riuscì a scovare il colpo, restituendolo con gli interessi; la lotta fra le due era iniziata, lasciando i due ragazzi in disparte ad osservare la scena; non si poté negare che Katherine ebbe la meglio su Lilith, dalla quale non ricevette neanche un graffio; davvero era così potente e non se n'era resa conto fino a quel momento ?
La Cacciatrice continuò a colpirla ripetutamente in pieno viso, costringendola a terra e mettendosi a cavalcioni su di lei; il demone cominciò a sanguinare e a sentirsi stordita, ma non le importava.
Ciò che stava davvero a cuore a Lilith in quel momento era l'osservare il comportamento della Cacciatrice: sentiva che ad ogni colpo diventava sempre più forte, sempre più arrabbiata e sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo.
Lilith decise di divertirsi un pò e, con un gesto secco della mano, scaraventó il corpo della ragazza contro un muro, inchiodandola ed osservandola sorridendo; il demone si tirò su a sedere, ridendo, osservando dapprima la ragazza, per poi soffermarsi sui due ragazzi: Sam si scagliò contro l'igenista dentale posseduta da Lilith senza pensarci due volte, puntandole il coltello alla gola, ma non appena provò ad affondare di più nella carne, il demone si liberò di lui con un calcio in pieno petto.
"Siete così... carini.." sussurró Lilith ridendo, contenta di essersi salvata la pelle anche questa volta.
"Credo che faresti male a cantare vittoria così presto.." disse Katherine sorridendo, concentrandosi con tutta la sua forza.
Centimetro dopo centimetro, la Cacciatrice riuscì a liberare prima le braccia e successivamente le gambe dalla pressione invisibile emanata dal demone, che non appena capí cosa stesse succedendo rimase a bocca aperta; Katherine avanzó lentamente verso di lei, sotto gli occhi stupiti dei presenti. 
Si avvicinò a Sam e gli tolse il coltello dalla mano senza neanche guardarlo, i suoi occhi erano catturati da quelli del demone che continuava a fissarla in maniera strana; la Cacciatrice si avvicinò sorridendo, fino a quando arrivò a pochi cm da lei.
Era fatta, da li a breve avrebbe ucciso il demone che per troppo tempo li aveva braccati e terrorizzati; Lilith rimase con le spalle al muro e non provò neanche a scappare, ma rimase a fissarla con quel sorrisino beffardo sul viso.
Katherine ricambió il sorriso e strinse il coltello più forte fra le sue mani, mentre con voce bassa, sussurró: "Siamo arrivate al capolinea... Addio Lilith!".
La Cacciatrice alzò il coltello a mezz'aria e si prese qualche altro secondo per gustarsi quel momento: Lilith, il primo demone salito sulla terra per scatenare l'apocalisse e portare lucifero fuori dall'inferno, stava per essere uccisa per mano sua e niente avrebbe potuto renderla più felice di quel momento.
Liam e Sam osservarono la scena con il fiato sospeso, increduli a ciò che i loro stessi occhi stessero vedendo.
Katherine sospirò ed aggiustó la traiettoria del pugnale, mentre con tutta la forza del suo corpo lo indirizzó verso il cuore del demone; quando, tutto d'un tratto, la porta della stanza si spalancò ed entrarono Dean ed Hailey determinati a salvare i presenti, e Chuck decisamente troppo terrorizzato.
"Io s-sono il Profeta C-chuck! " Esclamò il ragazzo con voce tremante, mettendo le mani davanti a sé in segno di resa.
"Stai scherzando?" Chiese Lilith sgranando gli occhi, mentre il sorriso sul suo viso scemó del tutto.
Le pareti della stanza presero a tremare, come in preda ad un terremoto ed i vetri delle finestre si ruppero in mille pezzi; una luce bianca trapeló dalle finestre, mentre tutti gli oggetti all'interno della camera, caddero e rotolarono per terra, e tutti gli allarmi nel raggio di 5 km scattarono, provocando un baccano tremendo.
"Dean che stai facendo?!" Urlò Katherine aggrottando le sopracciglia, infuriata per quella perdita di tempo.
"Hai 10 secondi, dopodiché la stanza si riempirà di ira divina!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia.
Hailey raggiunse Sam e lo abbracciò, cercando di ripararsi dal potenziale pericolo, mentre il maggiore dei Winchester, volse lo sguardo verso la Cacciatrice, trovando i suoi occhi completamente rossi, segno che qualcosa stesse succedendo dentro di lei: corse verso Katherine, facendo cadere entrambi sul pavimento e distendendosi sopra di lei mentre con le mani le copriva la testa, cercando di proteggerla dai pezzi di soffitto che presero a crollare su di loro.
Lilith sospirò ed uscì dal corpo dell'igenista dentale, mentre la sua nuvola nera fuggí in fretta dalla finestra già rotta, lasciando i ragazzi soli e facendo tornare tutto alla normalità.
I ragazzi presero a tossire per via del cemento in polvere che respirarono durante quei minuti e si sedettero sul pavimento ancora storditi; Katherine si massaggió la spalla insanguinata, probabilmente un blocco di cemento staccatosi dal soffitto le era atterrato su di essa, lasciandola dolorante.
"Dean!" Esclamò la ragazza osservando il maggiore dei Winchester sedersi accanto a lei e colpendolo ad una spalla, completamente sporco di polvere di cemento. "Che diavolo hai fatto?! Perché diavolo ti sei intromesso?! L'avrei uccisa!".
"Ragazzi, state bene?!" Chiese Chuck scattando verso di loro, inspiegabilmente sano senza neanche un graffio. 
"Sì, stiamo bene.." sussurró Sam alzandosi faticosamente dai cumuli di cemento, seguito da Hailey, per poi volgere il suo sguardo verso il fratello. "Voi?".
"Stiamo bene.." sussurró Dean annuendo ed alzandosi in piedi con uno sguardo vitreo, shockati da ciò a cui aveva appena assistito e di certo non si riferiva al danno procurato dall’arcangelo. "..stiamo bene!".
Katherine sbuffó rumorosamente e, dopo aver lanciato un'altra occhiataccia al ragazzo, uscì dalla stanza, passando davanti a Chuck; si era formata una piccola folla nello spiazzale fuori dal motel per via di quel "falso" terremoto.
Molte persone erano ricoperte di detriti e di sangue, altre stavano bene, ma visibilmente sconvolte; più o meno come Katherine. 
Non riusciva a pensare, ne a collegare quanto successo poco prima nella stanza con Lilith! 
Perché le avevano rubato la possibilità di ucciderla?


Durante il viaggio nessuno osò proferire una parola, ormai ció era diventata una costante; il viaggio duró quasi tre ore e mezza, ore in cui i presenti si chiesero come e quando avrebbe reagito Katherine con Dean, dopo ciò che era successo. 
Arrivarono in Kansas, a casa di Katherine alle prime luci dell'alba, trovando le Potenziali ancora dormienti nel salotto; subito si recarono al piano di sopra per fare una doccia veloce e recuperare qualche ora di sonno, prima di scendere e ricominciare l'allenamento con le ragazze.
Hailey e Sam si recarono nella propria stanza, sapendo che anche loro avrebbero avuto qualcosa di cui discutere, ma per il momento erano davvero troppo stanchi perfino per parlare; Katherine entrò per ultima e si chiuse la porta alle spalle, sentendo il sospirò di Dean alle sue spalle: probabilmente la stava fissando preoccupato, non sapendo che la ragazza ce la stesse mettendo tutta per evitare di urlare e di colpirlo in piena faccia.
Si voltó silenziosamente, senza neanche degnarlo di uno sguardo e salì al piano di sopra, lasciando il suo borsone sulla soglia della sua camera da letto per poi proseguire fino alla porta della stanza della sua bambina; con estremo silenzio, entrò nella stanza molto disordinata e si sedette sul bordo del letto, carezzando con il dorso della mano la guancia morbida e paffuta di Judith.
Era incredibile come tutta la rabbia che avesse provato durante il tragitto tra il motel e casa sua fosse scomparsa semplicemente mettendo un piede all'interno della cameretta colorata della figlia; Katherine scioccó un bacio sulla guancia della bambina, sentendo la stretta incosciamente corrisposta e le piccole mani di Judith arpionarsi sui suoi vestiti.
"Dormi, la mamma è qui.." sussurró la ragazza sorridendo, carezzandole la testa e riempiendola di piccoli baci.
Katherine si alzò delicatamente e sospirò di felicità, davvero avrebbe voluto scappare via da tutto e da tutti con la sua piccola; l'amore che provava per lei era davvero infinito, se l'avesse persa non avrebbe mai più potuto continuare la sua vita.
Scosse la testa, come a cacciare quei pensieri e si diresse verso il corridoio, chiudendo la porta e sospirando; entrò all'interno della sua stanza, dove trovò Dean intento a disfare i suoi bagagli nel più totale silenzio.
Non appena il ragazzo la sentì entrare, smise di sistemare i suoi vestiti e la guardò con aria dispiaciuta, mentre con un sospiro provò ad avvicinarsi, sperando che almeno quella volta lo ascoltasse.
"Katherine, io.." sussurró Dean sospirando, avvicinandosi di qualche passo.
Ma la ragazza scosse la testa e, come poco prima, non lo guardó in viso ma lo superò, dirigendosi verso la porta del bagno e chiudendosela alle spalle; sbuffó e vi si appoggiò, parecchio stanca fisicamente e mentalmente.
Si legó i capelli con una coda parecchio disordinata e si avvicinò al lavandino, aprendo il rubinetto dell'acqua fredda e bagnandosi le mani prima di inumidirsi il viso e il collo, sospirando; era così arrabbiata, che probabilmente avrebbe spaccato in mille pezzi qualunque cosa le si fosse parata davanti. 
Come aveva osato Dean interferire con i suoi piani? Se lui non fosse intervenuto, avrebbe ucciso senza troppi problemi Lilith, dando un taglio all'apocalisse e a tutto quel putiferio di demoni con gli unici compiti di spezzare più sigilli possibili ed uccidere tutte le Cacciatrici sul pianeta! Perché doveva sempre fare l'eroe?!
Improvvisamente, le tornò in mente solo in quel momento che non tutti erano usciti dalla stanza del motel: dove diavolo era finito Liam? Non era un idiota, sapeva benissimo che non fosse morto, ma.. dove diavolo era finito?
Scosse la testa, era troppo arrabbiata in quel momento per poter pensare anche a quello strano tipo, che Lilith aveva detto chiaramente non essere un demone; afferrò l'asciugamano e si asciugó il viso, aprendo lentamente gli occhi. 
Ciò che Katherine vide la costrinse a sgranare gli occhi e spalancare la bocca per la sorpresa, rimanendo senza fiato per un paio di secondi: le sue iridi erano completamente rosse.
Il suo cuore perse un paio di battiti, fin quando cominciò a fare dei respiri profondi per calmarsi ed eliminare tutta la sua rabbia: piano piano, i suoi occhi tornarono del solito colore azzurro, mentre una sensazione di spensieratezza la invase. 
Cos’era successo ? Aveva dunque appena capito come evitare che la Maledizione la controllasse, ma, al contrario, era riuscita a controllarla lei stessa? 
Era troppo presto per poter rispondere a questa domanda così sospirò, mentre un sorriso si dipinse sul suo viso. 

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Capitolo 48
*** Escape is what I need. ***


NOTE DELL'AUTRICE:

Buongiorno ragazzi/e!! Lo so, sono cosciente di essere ancora una volta in ritardo con gli aggiornamenti e vi chiedo nuovamente scusaa! :(
Il capitolo era già pronto, ma non sono riuscita neanche un momento ad accendere il pc e a pubblicare, ed anche adesso ho pochissimo tempo a disposizione per scrivere questa nota!
Vi prometto che questa volta mi metterò d'impegno e cercherò di essere più puntuale! 
Alla prossima, buona lettura! :)

Capitolo 37 (I Parte)

Escape is what I need.



Il rumore fastidioso dell'apparecchiatura attaccata al corpo di Claire giunse velocemente alle sue orecchie, mentre dalla soglia della porta osservava silenziosamente la propria amica che considerava come una sorella, ancora priva di conoscenza, sprofondando in un'immensatristezza; con un sospiro Katherine entrò all'interno della stanza e si sedette sulla sedia più vicina al letto dell'amica, poggiando delicatamente la sua giacca sullo schienale. 
Il viso di Claire non era più segnato dai colpi violenti che Lilith le aveva inflitto e la ferita al ventre si era completamente cicatrizzata, lasciando i medici dell'ospedale completamente a bocca aperta, non era esattamente una cosa da tutti i giorni: come avrebbero potuto sapere che la ragazza stesa su quel lettino fosse una Cacciatrice con la guarigione accelerata rispetto a tutti gli altri umani ?
Katherine sorrise all'idea ed accavalló le gambe magre osservando l'amica; erano passate ben tre settimane da quando Claire era stata pugnalata e quasi due da quando Dean le aveva impedito di uccidere Lilith. Era ancora molto arrabbiata e non aveva ancora dato al ragazzo la possibilità di spiegarsi o quanto meno di dire la sua opinione: aveva passato quelle due settimane nel più totale silenzio, senza rivolgergli la parola.  Si sentiva così tradita da quel gesto, Dean non aveva riposto alcuna fiducia in lei; sospirò rumorosamente quando una fitta al ventre le fece aggrottare le sopracciglia e irrigidire il corpo.
Tutto quel nervosismo e tutta quella tensione non le facevano affatto bene e le Potenziali lo capivano bene: si erano ben guardate dal parlarle in quelle settimane, rivolgendosi a lei solamente durante le cacce e durante gli allenamenti. A Katherine peró non importava, del resto non le aveva radunate tutte li per essere loro amica, ma per essere la loro insegnante.
Era davvero un periodo complicato e l'unica che riusciva ad incolpare era solo ed esclusivamente Lilith! Se lei fosse morta, i loro problemi sarebbero finiti e avrebbero avuto un momento per respirare prima di affrontare la prossima minaccia!
Katherine non aveva odiato mai nessuno durante tutta la sua vita, ma ciò che il suo cuore provava in quel momento assomigliava molto all'odio: con ogni fibra del suo corpo la desiderava morta e sapeva sicuramente che sarebbe stata solo questione di tempo!
"Il problema è proprio il tempo.." sussurró una voce fin troppo familiare, rimanendo sulla soglia della porta ed osservandola con occhi tristi. "..altri sigilli sono stati spezzati!".
Katherine sobbalzó, immersa per com'era nei suoi pensieri, alla vista dell'angelo che si era appena materializzato nella stanza dell'ospedale e scattò in piedi aggrottando le sopracciglia.
"Castiel!" Esclamò Katherine a mó di rimprovero, mentre sul suo viso si disegnò un'espressione seria. "È un momento privato!".
L'angelo sospirò e lentamente entrò all'interno della stanza luminosa, chiudendosi la porta alle spalle e facendo un mezzo sorriso amaro.
"Katherine, dobbiamo parlare..." sussurró l'angelo avanzando di qualche altro passo, guardandola negli occhi con l'espressione più seria che la ragazza gli avesse mai visto. 
"Di cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. "Pensavo che il tuo preferito fosse Dean, va a parlare con lui!".
"Katherine, non sto scherzando!" Esclamò l'angelo alzando di qualche tono della voce.
"Neanche io!" Esclamò Katherine sorridendo e sollevando un sopracciglio, tornando a sedersi vicino Claire.
Castiel sospirò e si avvicinò, parandosi dalla parte opposta del letto per osservarla meglio: dall'espressione della ragazza poté capire quanto poco le importasse della sua presenza li e quanto poco rispetto le portasse.
"So quello che hai fatto, Katherine".
"Di cosa parli ?" Sbottò la ragazza con insofferenza, sbuffando e fissandolo in cagnesco.
"So che credi di poter controllare la Maledizione, ma in realtà stai solo accelerando il processo di attivazione.." Disse Castiel sospirando.
Katherine l'osservó per qualche secondo indecisa su cosa dire, alzò un sopracciglio e serró la mandibola, prendendo un respiro silenzioso e sforzandosi di capire perché si interessasse così tanto alla sua vita.
"Sprechi il tuo tempo.." sussurró Katherine voltandosi nuovamente verso l'amica in coma.
"Davvero? Non ti importa di tutto questo? Non sei interessata a smetterla con tutto questo disastro?" Chiese Castiel alzando la voce ed alterandosi senza però lasciarlo trasparire. "Ti dovrò fermare io stesso se non lo farai da sola!".
"Avrei già sistemato tutto se Dean non si fosse intromesso!" Esclamò Katherine osservandolo in cagnesco, superando di gran lunga il tono dell'angelo. 
Per qualche secondo rimasero occhi negli occhi e Castiel poté giurare di aver visto nuovamente il rosso acceso irrompere all'interno delle sue iridi; rimase sbigottito e spiazzato, cosciente di cosa significasse e sospirò. 
Rilassò il viso, cercando di non far trasparire la sua preoccupazione e si avvicinò alla ragazza stesa sul lettino priva di conoscenza: la osservò e immediatamente colse il legame estremamente forte che unisse le due ragazze.
Proprio per questo motivo, nella mente di Castiel si insinuó l'idea che se Claire fosse uscita dal coma, sarebbe riuscita a farla ragionare?  
Nonostante non avesse l'autorizzazione dei suoi superiori, in quell'esatto istante decise di fare qualcosa che avrebbe potuto dare qualche momento di serenità alla Cacciatrice; molto lentamente, allungò due dita verso la fronte della ragazza incosciente e ve le poggió, chiudendo gli occhi e trasferendo una parte della sua energia all'interno del corpo in coma, sentendo il beneficio che Claire ne stesse traendo. 
"Che stai facendo?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, spalancando la bocca.
L'angelo non rispose e la ignoró, continuando il suo lavoro e giungendo al termine della guarigione della Cacciatrice con un lungo sospiro; riaprí gli occhi ed accennó un sorriso, osservando la ragazza muovere leggermente una mano.
"Starà bene.." sussurró Castiel osservando Katherine negli occhi, facendo spallucce e voltandosi verso la porta.
"Castiel!" Lo richiamò la ragazza sentendo il cuore battere a mille e gli occhi inumidirsi, capendo cosa avesse appena fatto per lei. "Perché?".
L'angelo si voltó lentamente e sospirò, fissandola negli occhi con un leggero sorriso amaro sul viso, felice di rivedere la persona che aveva conosciuto un tempo. 
"Forse a lei darai ascolto.." sussurró l'angelo facendo nuovamente spallucce, prima di scomparire nel nulla sotto gli occhi shockati della ragazza.
Katherine rimase immobile, sentendo il sangue gelarsi nelle vene, non aspettandosi completamente un gesto del genere da parte di un angelo che fino a poco prima le aveva dichiarato guerra.
Osservò l'amica stesa sul lettino e notó le pupille muoversi sotto le palpebre chiuse, mentre qualche lamento le uscì dalla bocca e le mani cominciarono a muoversi.
"D..dove.." sussurró Claire con fatica e con voce rotta e spezzata, aprendo leggermente la bocca e gli occhi. "D..d-dove..".
"Claire!" Esclamò Katherine con le lacrime agli occhi, portandosi le mani alla bocca per la sorpresa e per l'emozione di sentire nuovamente la voce dell'amica. 
"Kather... ine..." sussurró ancora Claire tossendo per schiarirsi la gola, cominciando a muoversi lentamente. 
"Non sforzarti, siamo in ospedale.. " sussurró Katherine asciugandosi le lacrime ed avvicinandosi immediatamente al lettino. "Hai avuto un incidente!".
La ragazza sorrise e si sedette faticosamente sul letto, ancora un po stordita dai quei fili collegati ad ogni parte dei suo corpo, che studiò in poco tempo, e fissó l'amica negli occhi.
Incidente ? Di quale incidente stava parlando ? Le ritornarono in mente gli ultimi momenti da cosciente che aveva passato, soffermandosi particolarmente sul momento in cui Lilith le aveva inflitto una pugnalata al basso ventre, trapassandole il corpo con una lama spessa e lunga; ricordò il dolore che aveva provato in quei secondi ed emise un sospirod i sollievo, contenta di non provarlo più.
"Hai un aspetto orribile sorella!" Esclamò Claire con voce tremante, suscitando nell'amica un sorriso sincero e felice.





"Siete solo gelosi di lei.." cantilenó Sam sorridendo, seduto al tavolo dell'ampio salone.
"Che stupidaggini ti escono dalla bocca?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fulminando con lo sguardo il fratello, stando seduto dalla parte opposta del tavolo.
"Siamo realisti, l'unica persona con cui parla è lei!" Esclamò Hailey sbuffando seduta accanto al minore dei fratelli, accavallando le gambe ed incrociando le braccia al petto. 
"Siete gelosi perché vi trascura!" Ripeté Sam ridendo, fissando i due ragazzi che però non gli risposero.
Claire era stata dimessa dal Saint Luke's Hospital of Kansas city dopo ulteriori analisi che confermarono il suo ottimo stato di salute: come se l'incidente non fosse mai avvenuto; dunque Katherine si prese cura dell'amica a tempo pieno, aiutandola ogni qualvolta ne avesse bisogno, nonostante Claire si sentisse bene e volesse tornare a caccia.
Infatti quella sera avrebbe partecipato alla ronda serale con le Potenziali, con la promessa che se si fosse stancata troppo l'avrebbero riaccompagnata immediatamente a casa.
Sam accese velocemente il suo portatile e guardò la cronaca nera dei giornali principali, cercando qualche caso nei dintorni o quantomeno qualche traccia di Lilith e dei sigilli, ma trovò solamente il nulla e ciò lo preoccupò non poco. 
"Non trovate strano che non sia successo nulla di brutto in questi giorni?" Chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia, continuando a sfogliare il giornale online. "Niente di niente!".
"Magari Lilith si è tirata da parte per un po' dopo l'ultima volta" sussurró Dean facendo spallucce e sospirando. 
"O magari sta studiando un piano diabolico per ucciderci tutti!" Esclamò Katherine giungendo alle spalle del maggiore con un sospiro. "Stavo origliando".
"Penso che la tua ipotesi sia più plausibile.." sussurró Hailey sorridendo, guardando la sorella. 
"Katherine.." sussurró Dean sospirando, voltandosi ad osservarla e trovandola per la prima volta in quelle settimane con un sorriso sul viso. "Stai uscendo?" Aggiunse osservando il suo abbigliamento.
"Sì.." sussurró sospirando, afferrando la chiave dell'auto dalla sua borsa. "Prendo Judith a scuola e torno".
"Potrei venire con te.." sussurró Dean alzandosi velocemente ed accennando un sospiro.
"Per favore, sembrate essere tornati all'inizio!" Esclamò Sam ridendo. 
Katherine sospirò e ricambió il sorriso del ragazzo, facendo segno con la testa di seguirlo fuori dalla casa e salire in macchina con lei; probabilmente, pensò Dean, non fosse proprio il caso di ricordarle quanto amasse viaggiare con la sua Impala, rigettando ogni proposta di salire sul Suv troppo grande della ragazza, ma probabilmente in quella circostanza avrebbe potuto fare un'eccezione.
La seguì silenziosamente e salì a bordo dell'auto facendo un grande sospiro, osservandola accendere il motore ed uscire dal vialetto di casa; entrambi erano tesi, non si rivolgevano la parola da quasi due settimane, ma l'amore che li univa era palese e scontato. Katherine sospirò, pensando che il momento dello scontro fosse finalmente arrivato, così per affrontare il discorso cominciò a parlare per prima.
"Penso che tu voglia parlare se sei venuto qui con me..".
"Sì, Kath.." sussurró Dean sospirando, fissando la ragazza. "Te l'ho già detto, non mi scuseró mai per aver cercato di proteggerti".
La ragazza annuì e svoltó a destra, tenendo gli occhi sempre puntati sulla strada in modo da evitare incidenti; la rabbia ormai era sparita, quindi preferiva non rispondere male al ragazzo per evitare di riaccenderla. 
"Non dici nulla?".
"Non puoi continuare a sabotare ogni mio piano, Dean.." sussurró Katherine facendo spallucce e scuotendo la testa. "..ci sono parecchie vite in gioco".
"Non sono disposta a perdere te però" sussurró Dean accigliandosi.
Katherine sospirò e si voltò verso di lui per qualche secondo, guardandolo negli occhi e cogliendo tutta la tristezza.
"Questo lo so.." sussurró sospirando. "Credi davvero che non lo sappia?".
"Allora perché non mi hai rivolto la parola per settimane ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e sgranando leggermente gli occhi. "Perché credi che ti abbia impedito di ucciderla! Se sarai tu a farlo, non potrai più tornare indietro, la Maledizione avrà il sopravvento su di te!".
Katherine sorrise e si accostò sulla destra, ormai arrivata davanti la scuola della piccola Judith, e lo fissò con tutta la dolcezza che avesse nel corpo; lentamente gli afferró una mano e la strinse fra le sue, sentendo nuovamente il calore della sua pelle sulla sua.
"Ricordi quando non volevo che venissi qui perché avevo paura che tendessi a proteggermi eccessivamente?" Chiese Katherine sorridendo, fissandolo negli occhi. 
"Sì, infatti ti ho trovata coperta di lividi e di tagli!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia. 
"Già, ferite che mi aveva procurato un demone che, a vostro avviso, era impossibile da uccidere! Ma io l'ho ucciso!" Esclamò Katherine sorridendo. "Io uccido qualunque demone mi venga contro e non sarà di certo la Maledizione a fermarmi! Non importa come o quanto tempo ci vorrà, io lo uccideró! È il mio lavoro e non voglio che tu interferisca ancora, altrimenti sarò costretta a chiederti di andare via, Dean!".
Il ragazzo rimase a bocca aperta, non aspettandosi affatto una risposta del genere, mentre i pensieri presero ad affollare la sua mente: perché diavolo non riusciva a lasciarsi andare con lui, lasciandosi aiutare ? Perché non poteva farsi proteggere ? Come poteva pensare che lui sarebbe stato disposto a perderla ? Avrebbe preferito vedere il mondo intero marcire, piuttosto che vederla sacrificare la propria vita.
"Forse sarebbe meglio allentare per un po.." sussurró Katherine sospirando ed abbassando lo sguardo, incapace di sostenere quello del ragazzo.
Quelle parole interruppero bruscamente i suoi pensieri e il sangue gli si geló nelle vene; come poteva pensare una cosa del genere ?!
"Allentare un po?" Chiese Dean accigliandosi, mentre su sul viso si disegnò un'espressione a metà tra l'ironia e l'amarezza. "Vuoi dire che davvero preferiresti mandarmi via?".
Katherine sospirò e sgranó gli occhi, voltandosi verso di lui con uno sguardo colmo di incredulità sul viso, allargando le braccia e lasciando la presa sulla sua mano, voltandosi interamente con il corpo verso di lui.
"Dean, non ce la facciamo a lavorare insieme, non lo vedi? E quando lo facciamo, trovi sempre il modo di cambiare i miei piani o di ostacolarmi! Non ho bisogno di una balia, e sai cosa penso ?! Che lavorerei meglio se non perdessi la maggior parte del tempo a chiedermi quale sarà la tua prossima cazzata!!".
Il ragazzo rimase per qualche istante a bocca aperta, richiudendola subito dopo, scuotendo la testa ed emettendo una leggerissima risata di nervosismo, senza però distogliere lo sguardo da Katherine, che subito dopo aver pronunciato quelle frasi, si rese conto del modo cruento in cui le avesse dette.
"Dean, io non intendevo.." sussurró sospirando, scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo.
"Oh si, intendevi proprio quello!" sussurró Dean annuendo, scuotendo ancora la testa e voltandosi verso il finestrino.
La ragazza sospirò, cercando di riprendere la calma, scavando nella sua mente per trovare delle parole appropriate, ma quello non era il momento adatto; aprì la bocca per dire qualcosa, ma una melodia si intrufoló prepotentemente all'interno dell'abitacolo,  tagliando fuori il discorso che ancora non avevano concluso.
"Chi diavolo è?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, afferrando il suo cellulare, non riconoscendo il numero sul display. "Pronto?!".
Katherine si avvicinò e aggrottó le sopracciglia, cercando di origliare, ma il ragazzo non glielo permise, allontanandosi e mettendo su un'espressione alquanto seria.
"Mi dispiace dirtelo amico, ma John Winchester è morto!" Esclamò Dean sbuffando e scuotendo la testa, mentre con due dita si sfregó gli occhi. "Puoi dire a me, di cosa hai bisogno? ......Puoi fidarti, come vedi ho il suo telefono....".
Katherine cercò lo sguardo del ragazzo, trovando però preoccupato e scandalizzato, così gli fece segno con il capo di spiegarle qualcosa, ma Dean la ignoró.
"Ok, ma tu chi sei ?" Chiese Dean alterandosi ed alzando di qualche tono la voce. 
Alla risposta della persona al telefono, Katherine poté giurare di aver visto la mascella del ragazzo cadere letteralmente a terra, per la sorpresa e l'incredultá che gli si disegnarono sul volto; dopo qualche altro scambio di battute, Dean chiuse la chiamata con uno sguardo furioso, tant'è che la ragazza si domandò se chiedergli una spiegazione in quel momento fosse la scelta più giusta. 
"Cosa ti ha detto ? Chi era ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Dobbiamo tornare subito a casa, devo parlare con Sam!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e serrando la mascella, fissandola negli occhi con sguardo duro.




" Adam Milligan?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, aprendo leggermente la bocca per lo stupore. "Un altro figlio?".
"No, sono solo cazzate!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia, seduto al tavolo del soggiorno, intento a pulire e a caricare il fucile che teneva fra le mani.
"Dean, esiste davvero!" Esclamò Sam ancora parecchio scosso da quel fulmine a ciel sereno, leggendo i risultati che aveva trovato digitando il nome del ragazzo su internet. "Sì è diplomato con il massimo dei voti e adesso studia medicina in una delle migliori università del paese! È fidanzato con una certa...Mmh, Emily Harris, sua collega di università!".
"Sembra un bravo ragazzo.." sussurró Hailey sospirando, appoggiandosi alla sedia sulla quale era seduto il minore dei fratelli, leggendo tutto ciò che avesse trovato su di lui.
"No, è solo un tentativo di qualche demone di arrivare a noi!!" Esclamò Dean alzando il tono della voce ed alzandosi bruscamente dalla sedia, sollevando il fucile dopo averlo caricato e facendogli fare uno scatto. "Lo uccideró con le miei stesse mani!".
Judith osservò la scena ed istintivamente si ritrasse, nascondendosi dietro la gamba della madre che stava in piedi vicino a lei; Katherine lanciò un sguardo carico di disappunto e di disapprovazione verso il ragazzo, abbassandosi al livello della bambina e cercando di rassicurarla al meglio.
"Dean, sta più attendo a quello che dici!" Sussurró Katherine aggrottando le sopracciglia, facendo un mezzo sorriso alla figlia.
"Judith, che ne dici di andare a vedere cosa sta cucinando Jenny?" Chiese Giles avvicinandosi alla bambina con un grande sorriso, afferrandola delicatamente per i fianchi e facendola sorridere. 
Emise un gridolino di gioia e immediatamente si lasciò prendere dall'uomo, che la portò in cucina, chiudendosi la porta alle spalle, dopo aver lanciato un'occhiata ai ragazzi; Katherine sospirò e si rialzó, voltandosi verso i ragazzi con una faccia seria.
"D'accordo, che sia un demone o un fratello.. quando partiamo?".
"Noi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, fissando la ragazza con ironia. "È un affare di famiglia, andremo solo io e Sam" Aggiunse perentorio, sospirando e raddrizzando le spalle.
"Ma non vi lasceremo andare da soli.." sussurró Hailey aggrottando le sopracciglia, guardando negli occhi Sam, cercando man forte.
"Oh no no, siamo adulti e vaccinati, riusciremo a cavarcela!" Esclamò Dean accennando un sorriso e schiacciando l'occhio alle due ragazze. 
"Dean, non esiste, noi..".
"Ok, andate da soli, come volete.." sussurró Katherine annuendo, mettendo entrambe le mani all'interno delle tasche posteriori dei jeans. "Va alla ricerca di un demone che non esiste, Sherlock, noi ce la caviamo senza le tue mitiche doti investigative!".
Hailey osservò per qualche secondo i due ragazzi con sguardo allibito, finché spazientito esclamò: "Siete forse impazziti?".
"No, penso che abbiano ragione.." sussurró Sam facendo spallucce. "..Voglio prima capire di cosa si tratta".
Dean non rispose per alcuni secondi poiché il suo sguardo era stato completamente catturato da quello severo di Katherine: per loro non era sempre stato necessario parlare, con una semplice occhiata riuscivano a comunicare come con le parole. 
Il ragazzo riuscì a cogliere semplicemente guardandola negli occhi, come la rabbia si fosse fatta nuovamente strada dentro di lei e ciò lo paralizzó momentaneamente; quanto avrebbe desiderato che tutta quella freddezza sparisse, solo Dio avrebbe potuto saperlo, ma l'orgoglio e il nuovo caso che avevano fra le mani  non gli permise di ragionare lucidamente.
Annuì leggermente e, distogliendo lo sguardo e serrando la mascella, afferrò le altre pallottole sparse sul tavolo; con un'espressione amara sul viso,
senza puntare gli occhi su nessuno dei presenti e con la voce piu rauca che avesse disse: "Vado a preparare le mie cose e io e Sam togliamo il disturbo".
Katherine sospirò, osservando il ragazzo voltarsi e salire le scale; ogni fibra del suo corpo le suggeriva di seguirlo e di scusarsi, ma l'orgoglio che da un periodo a questa parte si era sviluppato dentro di lei prese il sopravvento. 



"Non capisco perché continuate ad ignorarvi a vicenda.." disse Claire facendo spallucce, seduta sul marmo dell'isola della cucina. "..insomma, ha solo cercato di proteggerti..".
"Non cominciare anche tu, non è stata l'unica volta.." sussurró Katherine sospirando e scuotendo la testa, mescolando la cena che stava preparando per tutti. "..e io non ho bisogno di protezione!".
"Ma lui è così carino.." sussurró Claire sorridendo verso l'amica, sbattendo le palpebre per qualche secondo.
"Claire..!" cantilenó la bionda, stufa di tutte quelle continue prediche. 
"Va bene, va bene!" Esclamò alzando le mani in segno di resa, sorridendo. "Dico solo che io non mi lascerei scappare uno così!".
Katherine sospirò ed abbassò il capo, voltandosi verso la ragazza a cui aveva dato le spalle per la maggior parte del dialogo e disse: "Non voglio farlo, dico davvero..ma lui non mi da altra scelta.. io non sono una persona! normale.. io sono... io!.. la Cacciatrice.. e non posso permettermi di avere queste distrazioni, almeno non in questo momento, Cly..".
"Spero solo che quando capirai quello che lui ha fatto per te non sia troppo tardi, Kath..".
La ragazza sospirò e capí le buone intenzioni dell'amica, ma speró fino alla fine che cambiasse idea; come avrebbe potuto perdonarsi di aver perso l'uomo che amava?
La Katherine che conosceva lei non si sarebbe mai comportata così, avrebbe trovato il modo di sistemare le cose evitando di ferire i sentimenti di Dean; da quando si era risvegliata dal coma, Claire ebbe la possibilità di notare in quante occasioni il ragazzo facesse finta di niente per il comportamento della ragazza e maturó l'idea che invece, sotto sotto, il cuore gli si spezzasse a vederla in quello stato.
"Katherine, volevo parlarti di una certa cosa..." sussurró Claire sospirando, abbassando il tono della voce. "Da quando mi sono svegliata su quel letto, ho notato uno strano modo di porti con gli altri, specialmente con Dean.. io non vorrei che fosse..".
"Non dire la Maledizione!" Esclamò Katherine scuotendo la testa ed emettendo una risatina nervosa, girandosi nuovamente verso i fornelli. "Non dirlo".
"Mi dispiace Kath, devo dirlo" sussurró Claire divenendo seria ed incrociando le braccia al petto. "Ho saputo l'intera storia, tu hai tentato di uccidere Lilith con quel ragazzo di cui noi non sappiamo nulla!".
"Io l'avrei uccisa se non si fosse messo in mezzo Dean!" Esclamò Katherine girandosi di spalle e fissando l'amica in cagnesco. "Cly, i miei poteri sono cresciuti.. se prima ero imbattibile, adesso non ho parole per definirmi! Ho messo in difficoltà Lilith stessa, che si è dovuta ritirare per settimane per elaborare un altro piano! Io posso ucciderla e la prossima volta eliminerò chiunque si metta in mezzo!".
"Lo eliminerai?" Chiese Claire ridendo ed allargando le braccia. "Riusciresti a fare del male a Dean ? A me o a Hailey e Sam?".
La bruna la fissava con un sopracciglio sollevato, quasi a volerla sfidare a rispondere; da sempre il loro rapporto era stato così ed entrambe ammisero che questi continui stimoli le aiutarono nel corso delle varie vicende della loro vita.
La Cacciatrice bionda esitò a rispondere, dal momento che quella domanda l'avesse davvero presa alla sprovvista: aveva pensato sul serio di eliminare qualcuno della sua famiglia ? Ma che diavolo le stava succedendo ?
Si era convinta di poter controllare la Maledizione, manipolandola a suo piacere, ma se gli altri avessero avuto ragione ?
Scosse la testa e sospirò, guardando l'amica con sguardo triste mentre le sue labbra si piegarono all'ingiú, costringendola a voltarsi dalla parte opposta; prese un respiro profondo, sentendo l'orgoglio urlarle nel petto di rimanere impassibile e di non mostrare una reazione di quel tipo.
"Katherine!" Esclamò Giles entrando nella stanza con l'espressione più terrorizzata che le ragazze gli avessero mai visto, mentre fra le mani stringeva dei libri dall'aria molto antica. "Io credo di aver capito quale potrebbe essere la prossima mossa di Lilith!".
Le due Cacciatrici sgranarono gli occhi e spalancarono la bocca, rimanendo spiazzate per qualche secondo; cosa diavolo aveva appena detto ?
"Di che parli? Che hai scoperto?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, facendo qualche passo in avanti. 
"Beh, un mio informatore ha saputo da alcuni demoni che lei ha intenzione di spezzare un altro sigillo.. e ho paura che si tratti proprio di quello che precederá il penultimo.." sussurró Giles sospirando ed abbassando lo sguardo, cercando di non fare trasparire la paura che lo stesse letteralmente mangiando vivo. "..ossia..".
 "Ossia...quello che ci ucciderà tutte!" Esclamò Katherine sospirando e scuotendo la testa, tornando ad appoggiarsi al top. 
"Fantastico.." sussurró Claire sospirando. "..hai capito quando succederà?"
".. tutti i segni che ho analizzato, tutti i libri che consultato, confermano che lo farà... domani  notte " disse Giles togliendosi gli occhiali ed appoggiandosi all'isola, sospirando rumorosamente. 
"Dove?" Chiese Claire con un filo di voce, aggrottando le sopracciglia; la ragazza sentì il terrore piantare le radici sempre più affondo dentro di lei e fu subito sicura che da lì a poco gli abitanti della casa avrebbero provato la stessa sensazione. 
"Il Consiglio ci sta lavorando, quello che so per certo è che farà un massacro.." sussurró l'osservatore deglutendo con fatica. "..ucciderà un gruppo di streghe".
"Streghe?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. "Perché?".
"Sono le uniche in grado di proteggere voi e le Potenziali.." sussurró Giles sospirando. "..uccidendone anche un piccolo gruppo, Lilith si assicurerà che nessuna protezione magica abbia più effetto sulle Cacciatrici..".
"Addison ne sarà davvero felice.." sussurró Claire ironicamente, sollevando un sopracciglio e scuotendo la testa. 
"Come la fermiamo?" Chiese Katherine sospirando, serrando le braccia al petto.
"Non posso dire con precisione in che punto Lilith nasconda le streghe.." sussurró Giles rimettendosi gli occhiali e tornando a mettersi dritto. "Temo che Addison debba fare un incantesimo di localizzazione".
"Prima dobbiamo portarla in un posto sicuro.." sussurró Claire sospirando.
"Nel palazzo del Consiglio" sussurró Giles facendo spallucce.
"So io dove possiamo portarla.." sussurró Katherine accennando un sorriso, mordendo leggermente il labbro inferiore. 


Windom, Minnesota 
Trascorsero tutta la notte in macchina, cercando di arrivare il prima possibile nella città dove abitava la persona che aveva chiamato sul cellulare di John e provando a soffocare la rabbia che li scuoteva, o perlomeno era quello che pensava il maggiore dei due Winchester: durante il tragitto, Dean non riuscì ad accettare il fatto che il padre avesse un altro figlio, non poteva neanche pensarlo. 
Continuava a ripetersi che se lui e Sam avessero avuto un altro fratello, John glielo avrebbe detto e fatto conoscere; ma quella non era altro che una trappola, un tentativo, magari di qualche scagnozzo di Lilith, di ucciderli.
Questa era l'unica ipotesi che Dean avrebbe accettato, non avrebbe voluto sentire altre storie; durante le ore di viaggio, che Sam passò a dormire, il ragazzo cercò di capire che tipo di demone potesse aver usato John come esca. Insomma, loro due non era proprio due sprovveduti, quindi perché inventare un piano del genere ? 
Il maggiore accettò di pensare a questa storia, cercando di non ricordare i litigi poco graditi che aveva avuto con Katherine; chi l'avrebbe mai detto che la ragazza che era adorata e amata da tutti, intraprendesse una strada così pericolosa, senza alcuna garanzia di ritorno ?
Scosse la testa, non era il momento di pensare a lei, doveva concentrarci sul caso; decisero di incontrare Adam in una tavola calda e, non appena vi entrarono e si sedettero al tavolo, nonostante le proteste di Sam, Dean versò dell'acqua benedetta nel bicchiere destinato ad Adam e cambiò le posate di acciaio con quelle d'argento; non contento di tutto ciò, preparò la sua pistola e la adagió sulla sedia sulla quale era seduto, posizionandola esattamente fra le sue gambe. 
"Bisogna essere preparati, Sam!" Aveva detto il maggiore sistemando ogni tipo di trappola. "È una trappola, non crederci troppo!".
Ma come poteva non sperarci almeno un po' ? Sam sapeva perfettamente che la reazione del fratello dipendeva quasi esclusivamente dalla litigata con Katherine e non gli avrebbe permesso di spaventare un ragazzo probabilmente indifeso e senza alcuna esperienza.
Nonostante il modo scorbutico di Dean, il fratello riuscì a spiegargli che l'esistenza di un fratello sarebbe stata giustificata dal fatto che il padre sparisse per intere settimane, lasciandoli ad arrangiarsi in una squallida camera di motel.
Dopo qualche secondo dalla frase che zittí il maggiore, la porta della tavola calda si aprì, facendo entrare un ragazzo che corrispondeva all'età di Adam: magro ed alto, con capelli ed occhi tendenti al marrone, si voltó verso i due ragazzi con il suo zaino in spalla.
"Sam e Dean?" Chiese il ragazzo indicandoli leggermente, accennando un sorriso amaro. 
"Sì, sei Adam?" Chiese Sam alzandosi e facendogli segno di sedersi con loro.
Dean si irrigidí e strinse forte la pistola con la mani, osservando il ragazzo sedersi davanti a sé, sicuro che al minimo passo falso lo avrebbe steso.
Il ragazzo si sistemó e studiò per qualche secondo i due, sospirando e rilassando le spalle.
"Come mai conoscevate mio padre?".
"Beh, lavoravamo insieme.." sussurró Sam accennando un sorriso, congiungendo le mani sul tavolo.
"Oh.." sussurró il ragazzo abbassando gli occhi ed assumendo uno sguardo triste; mise le mani nelle tasche del giubbotto imbottito che indossava e risollevó il viso verso i due "colleghi" di suo padre. "Come è morto?".
"Sul lavoro" rispose seccamente Dean, sollevando un sopracciglio. "È stato schiacciato da un'auto!".
Adam deglutí con fatica, cercando di cancellare dalla mente le immagini che si erano create in pochi secondi ed afferrò il bicchiere d'acqua posto davanti a sé, bevendone alcuni sorsi; i due fratelli rimasero con il fiato sospeso, osservando come l'acqua santa non avesse avuto alcun effetto negativo sul ragazzo che stava seduto davanti a loro.
"Quando è stata.. l'ultima volta che hai visto John?" Chiese Sam schiarendosi la gola con un leggero colpo di tosse.
"Un paio di anni fa.." sussurró il ragazzo sospirando. "Non sapevo davvero chi altro chiamare, è l'unico parente che mi è rimasto.. mia madre è scomparsa".
"Davvero ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, lanciando una breve occhiata al fratello. 
"Oh, ma che tragedia, poverino!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia ed aumentando il tono della voce. "Ma non trovi strano che lui non ci abbia mai parlato di te?".
"Beh, io e lui non ci conoscevamo fino a poco tempo fa.. avevo 12 anni la prima volta che l'ho incontrato" disse Adam sospirando. "Mamma aveva un suo vecchio recapito e alla fine l'ha chiamato; John è venuto di corsa per conoscermi".
"Che storia commovente.." sussurró Dean scuotendo la testa e sospirando. 
"Beh, lui mi insegnato molte cose: poker, biliardo, mi ha anche pagato la mia prima birra! " Esclamò Adam sorridendo, giocando con le dita con le posate d'argento messe li da Dean. "Mi ha insegnato a guidare con la sua Impala..".
"Tu stai mentendo!!!" Esclamò Dean alzando la voce ed avvicinandosi al ragazzo.
"Da quando sono arrivato non faccio altre che rispondere alle vostre domande, quindi adesso rispondete a me!" Esclamò Adam sollevando un sopracciglio. "Chi siete voi per darmi del bugiardo?!".
"Siamo i figli di John Winchester, noi! siamo i suoi figli!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e serrando la mascella. 
Il ragazzo rimase per qualche secondo occhi negli occhi con Dean, facendo emergere la sua sorpresa a quell'affermazione, dopodiché, con un grande sorriso, spostò lo sguardo su Sam, che ricambió brevemente.
"Ho due fratelli! Non ci posso credere!".
"Non dire idiozie, non ci crediamo!" Esclamò Dean alzandosi in piedi. "Andiamocene Sam!".
"Io posso provarlo! Ho le prove di essere il figlio di John!" Esclamò Adam tornando per qualche secondo serio, sospirando ed alzandosi.
I tre ragazzi salirono all'interno dell'auto, che il minore riconobbe come l'auto del padre, e arrivarono fino a casa di quest'ultimo, entrandovi e sentendo solamente il rumore del silenzio; Adam li condusse all'interno della sua stanza, mostrando loro una sua foto con John ad una partita di baseball.
Dean sospirò, tenendo fra le mani la foto, continuando a chiedete al ragazzo se davvero il padre l'avesse portato a quella partita, sbalordito da quel gesto: come diavolo poteva scindere i comportamenti che aveva con loro con quello che aveva con Adam? 
Perché non aveva trovato il tempo di fare il papà dell'anno anche con loro due ?
"Da quanto è scomparsa tua madre?" Chiese Sam sospirando, notando come Dean facesse fatica a ricredersi. "E chi è stato l'ultimo a vederla?".
"Da tre giorni e l'ultimo è stato il vicino, ma l'indomani non è andata a lavoro.." sussurró Adam sospirando.
Lo sguardo del maggiore si posò su una foto alle spalle del ragazzo, posta in bella vista, che raffigurava John con la madre di Adam e si stupì di vedere il padre sorridere davvero: solamente pochissime volte lo aveva davvero guardato in quel modo e ciò gli suscitò un'ondata involontaria di gelosia, che lo costrinse a voltarsi dalla parte opposta, sperando che nessuno dei due notasse il cambiamento di umore in lui.
"Che ha detto la polizia?" Chiese Sam sospirando, accennando un sorriso. 
"Non hanno trovato segni di effrazione, né di colluttazione.." sussurró Adam facendo spallucce. "Ma lei non se ne sarebbe andata senza avvisare!".
"D'accordo, Sam dividiamoci! Io controllo di sopra, tu setacciata qui" disse Dean sospirando, spostandosi in un'altra stanza, sentendolo il fratello voltarsi e salire le scale.
Il maggiore si spostò nella camera della madre del ragazzo, non curandosi della presenza di Adam e cominciando a spostare e ad osservare tutti i mobili, fin quando il suo sguardo si posò su un'altra foto: tutti e tre, sorridenti e felici, dove un piccolo Adam era intento a mostrare vittorioso un trofeo di caccia.
Avevano tutta l'aria di essere una famiglia felice e ciò lo costrinse a chiedersi perché loro! padre non gli avesse mai parlato di lui, in fondo si trattava di un fratello a tutti gli effetti.
Scosse la testa e sospirò, quante cose gli aveva tenuto nascosto John, quale altro sporco cadavere poteva tenere ancora nell'armadio? 
"Pensi che sia sfuggito qualcosa alla polizia?" Chiese il ragazzo infilando nuovamente le mani nelle tasche del giubbotto.
"Non hanno i miei occhi" sussurró Dean sospirando e facendo spallucce, voltandosi verso di lui e sforzandosi di sorridere.
"Cosa puoi dirmi in più su di lui?" Chiese Adam aggrottando le sopracciglia. 
"Nulla di positivo.." sussurró il fratello maggiore. 
"Perché dici questo?".
"Sei una fabbrica di domande!" Esclamò Dean allargando le braccia e sgranando leggermente gli occhi. 
"Dean, di sotto non ci sono segni di effrazione.." sussurró Sam entrando nella stanza e facendo spallucce. "Vieni con me! Adam dacci un momento!".
Il ragazzo rimase immobile, non capendo perché i suoi fratelli dovessero parlare da soli, e fece spallucce, sperando di essere accettato da loro nel più breve tempo possibile.
"Ok, ho scoperto che papà è venuto in città nel '90 per dei furti di bare, quindi stava dando la caccia a qualcosa e adesso è tornato!" Esclamò Sam sospirando. "Oltre a mancare la madre di Adam, è sparito anche un barista del luogo! Jo Burton".
"Che bel casino!" Esclamò Dean passandosi una mano sul viso e sospirando rumorosamente. "Andiamo da Adam".
"D'accordo, ragazzino noi..." iniziò Dean con un mezzo sorriso, che scemó non appena entrò nella camera da letto della madre e notó dei graffi sul pavimento proprio sotto l'ampio letto.
Si avvicinò ed intimó al ragazzo di spostarsi, facendosi aiutare a spostare il letto in fretta e furia: esattamente sotto, vi si trovava una camera d'aria, ampia abbastanza da poterlo contenere; così lentamente la aprì e vi si infiló con fatica, cercando di scivolare il più possibile lungo le pareti.
Tra un movimento e l'altro, penso come Katherine o Hailey sarebbero riuscite ad intrufolarsi li dentro senza troppi problemi, impiegando le metà del tempo che ci avrebbe messo lui; ma questo pensiero lo distrasse, così scosse la testa cercando di non pensare più alle ragazze. Si impose di non chiamarle per un po ', soprattutto Katherine dato il modo in cui lo aveva trattato.
L'odore di sangue gli entrò immediatamente all'interno delle narici distraendolo da quei pensieri, facendolo insospettire e preoccupare, così con uno scatto in avanti, completò il corridoio posto sotto la camera da letto e si immise in quello successivo, trovando davanti a sé una scena che lo sconcertó e gli spezzò il cuore allo stesso tempo: dei brandelli di carne e di sangue erano sparsi, mentre alcuni ciuffi di capelli li circondavano; non solo quel giorno Adam aveva saputo della morte di John, ma a breve avrebbe saputo anche di quella della madre.
Sospirò e, pensando che non si meritasse tutto ciò, tornò indietro con un'espressione seria e dispiaciuta sul viso.



"Non credo che sia una buona idea.." sussurró Addison aggrottando le sopracciglia e tenendosi stretta al braccio dell'amica.
"Fidati, lo è.." sussurró Katherine sospirando, scuotendo la testa. "Molla la presa, così potrò portarti al sicuro".
La strega deglutí a fatica, sgranando gli occhi e tenendosi istintivamente all'interno dell'auto come se Katherine stesse guidando a 100 km/h; la Cacciatrice scese dall'auto già posteggiata e girò ad aprire la portiera dell'amica, afferrandola ed aiutandola a superare la paura.
"Ma sei sicura che posso rimanere qua?" Chiese Addison aggrottando le sopracciglia. "Non lo conosco neanche".
"Non preoccuparti, è ospitale con tutti.." sussurró Katherine sospirando, sorridendo ed incamminandosi verso la casa in cui aveva trascorso molti anni e che conteneva almeno un milione di ricordi.
Sorrise, osservando tutto quell'ammasso di auto ormai non più in funzione e raggiunse la porta della casa, bussando leggermente; dopo pochi secondi, uno dei visi più familiari degli ultimi anni le si paró davanti ed un grande sorriso le si dipinse sul volto.
"Bobby!!" Esclamò Katherine gettando le braccia al collo dell'uomo, che ricambió vigorosamente. "Come stai?".
"Kath! Non sai quanto mi ha fatto piacere sapere che saresti passata!" Esclamò l'uomo sorridendo, felice che la ragazza fosse tornata a !casa!.
" Sarei venuta a trovarti in ogni caso.." sussurró Katherine sorridendo, sciogliendo l'abbraccio e voltandosi verso l'amica. "Questa è Addison, Addison lui è Bobby!".
"Ho sentito che vivrai nella mia cantina per qualche giorno!" Esclamò Bobby ridendo, facendo segno con la testa. "Entrate!".
"La sua cantina?" Chiese Addison bisbigliando, con il terrore sul viso. 
"Sta tranquilla!" Esclamò Katherine ridendo, seguendo immediatamente l'uomo.
"Posso offrirti qualcosa, Addison?" Chiese Bobby sorridendo, tornando dalla cucina con due birre in mano, porgendone una a Katherine che accettò senza troppi complimenti. 
"Passo per questa volta.." sussurró accennando un sorriso, sedendosi sul divano del salotto silenziosamente. 
"Dove sono i ragazzi?" Chiese l'uomo sorridendo, aspettandosi di trovarli. "Hanno smesso di ronzarti entrambi intorno?".
"Bobby, andiamo, sai che non è andata così!" Esclamò Katherine dando un leggero buffetto all'uomo e bevendo in sorso di birra, raggiungendo l'amica sul divano. "Seguiamo casi diversi per il momento..".
"Ma va tutto bene con Dean?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia e sedendosi sulla poltrona posta davanti al divano. 
"Non in questo periodo.." sussurró Katherine scuotendo la testa, cercando di  controllare i suoi occhi lucidi.
Quando parlava con lui si emozionava sempre, era stato testimone della nascita del suo amore per Sam e successivamente di quello per Dean, ma quello era il momento meno adatto per parlarne; così la ragazza cambiò discorso e discussero di quanto fosse messa male la situazione e di come l'avrebbero affrontata.
Katherine gli spiegò tutto ciò che Giles ed il Consiglio fossero riusciti a scoprire e immediatamente Bobby trovò l'incantesimo di localizzazione adatto per le streghe tenute prigioniere; prepararó tutti gli ingredienti e sbarazzó il tavolo del suo salotto, sistemandovi una cartina geografica aperta e delle erbe magiche legate ad un ciondolo carico di energia negativa. 
L'uomo passò alla strega un foglio con un incantesimo in latino da recitare, agitando il pendolo sulla cartina: non appena la magia avesse individuato il punto in cui Lilith tenesse nascoste le streghe, le erbe magiche avrebbero preso fuoco, finendo sulla cartina e lasciando come unico pezzo integro il nome del luogo indicato.
Senza troppi giri di parole, Addison cominciò a recitare l'incantesimo, sentendo un potere inaspettato confluire dentro di lei, ed agitando il pendolo osservò il fuoco divampare sulla cartina e lasciate un unico pezzo: Sullivan, Illinois.
"Ma è una delle prime città che si incontrano uscendo dal Kansas!" Esclamò Katherine sospirando ed allargando le braccia. "Ci saremo passate neanche un'ora fa!".
"Kath, ho l'impressione che si tratti di una trappola.." sussurró Bobby sbuffando. "Perché spezzare un sigillo sul retro della casa della Cacciatrice?".
"Forse vuole che.. " sussurró Katherine sospirando ed abbassando gli occhi. "..non lo so".
"Pensaci bene, chiama i ragazzi e cercate di arrivare ad una soluzione..." sussurró Bobby sospirando. "Non puoi farlo da sola".
"Ma lei non è sola.." sussurró Addison accennando un sorriso carico di sicurezza e di fiducia verso l'amica. "Ce la faranno, ma devi sbrigarti! Devi andare!".
Katherine sorrise all'amica, per poi spostare nuovamente lo sguardo sull'uomo che aveva considerato come un secondo padre; gli chiese di non raccontare ai Winchester quello che stesse accadendo e, dopo un forte abbraccio, uscì di casa e salì nuovamente in macchina, premendo il piede sull'acceleratore per arrivare più in fretta da Giles.
Sospirò leggermente, cercando di capire perché Lilith volesse colpirla così vicino a casa sua, e non poté fare a meno di pensare alle parole di Bobby: se fosse stata davvero una trappola ? 
Tutto ciò che riuscì a pensare fu che avrebbe dovuto uccidere Lilith e che questa volta sarebbe servita la forza numerica; le Potenziali ormai erano pronte, avevano cacciato e si erano allenate duramente, e Katherine era davvero sicura che ce l'avrebbero fatta.
Erano di nuovo avanti a lei e finalmente avrebbero chiuso questa storia una volta per tutte, liberando il mondo da quell'orrenda Apocalisse.
Ma come si sarebbe dovuta comportare ? Come avrebbe organizzato l'assalto a Lilith e ai suoi demoni se non aveva neanche idea di dove si sarebbe tenuto il sacrificio? Scosse la testa, sapendo che avrebbe dovuto capirlo in fretta.
Osservò i cartelli stradali mentre sfrecciava su quell'autostrada che aveva percorso almeno un milione di volte e notó che da lì a poco ci sarebbe stato lo svincolo per Sullivan, così si spostò sulla  corsia di destra e imboccó la strada, cominciando già ad osservare tutti i potenziali terreni incolti e le case abbandonate nelle quali sarebbe stato possibile nascondere delle streghe.
Fece qualche altro km ed arrivò all'interno della città, così accostò l'auto e preseguí a piedi, continuando a scrutare e a studiare ogni parte apparentemente insignificante di quella piccola città; accelerò il passo, percorrendo il corso principale per almeno una decina di minuti, finché arrivò in un quartiere molto spoglio e diffamato. Se fosse stata in Lilith avrebbe nascosto delle persone proprio lì; tirò su il cappuccio della felpa che indossava e mise gli occhiali da sole, in maniera da celare la sua identità.
Davanti a lei vi era una lunga strada molto ampia con delle case in costruzione, probabilmente da anni, e un parco giochi per bambini quasi letteralmente distrutto; un'unica altalena era situata al centro del parco, accerchiata dall'erbaccia alta, che quasi nascondeva la figura che vi era seduta e vi dondolava. 
A Katherine si geló il sangue nelle vene quando si avvicinò lentamente, e notó una bambina seduta con il capo chino e lo sguardo triste; la bimba aveva dei lunghi capelli biondi ed era vestita con un vestito di un rosa pastello che la Cacciatrice pensò di non aver mai visto. Seppur la bimba rimanesse con il capo chino, Katherine capí subito chi si trovasse davanti, così con un sospiro, sperando con tutta se stessa di sbagliarsi, si tolse il cappuccio e gli occhiale, e sedendosi sui talloni sussurró: "Piccola, va tutto bene?".
La bambina alzò lentamente lo sguardo, mostrando degli occhioni color nocciola sul suo viso, mentre dei gran lacrimoni le rigarono le guancia.
"No, non va bene.." sussurró singhiozzando, tenendosi stretta alle corde dell'altalena. 
"Ti va di dirmi che cos'è successo?" Chiese Katherine sospirando. "Qualcuno ti ha spaventata o ti ha fatto del male?".
"Sì,  qualcuno vuole farmi del male.." sussurró la bambina continuando a piangere, mentre i singhiozzi interrompevano brevemente le sue frasi. "Sei tu Katherine...".
La Cacciatrice sentì nuovamente la sensazione provata poco prima, mentre il respiro le veniva meno: una morsa d'acciaio le strinse la gola, impedendole il respiro, mentre la bambina scese dal sedile e sorrise alla ragazza mostrandole i suoi occhi bianchi.
Katherine si portò istintivamente le mani alla gola, cercando in vano di aiutarsi, riuscendo però solamente a cadere a terra e ad agitarsi.
"Ti ucciderò se proverai ad interferire con i miei progetti, stanotte compiró il sacrificio e tu e le Potenziali non avrete armi magiche contro di me!" Esclamò Lilith per bocca della bambina, avvicinandosi e sorridendo alla ragazza.
Katherine chiuse gli occhi per qualche secondo e cercò di mantenere il controllo, finché fissó gli occhi in quelli del demone e sorrise; ora che aveva assunto la consapevolezza dei suoi poteri, speró tanto di poterli controllare, cosi mosse la mano verso di lei, nello stesso modo che Lilith aveva fatto poco prima, ricominciando a respirare e invertendo i ruoli.
La bambina, il contenitore del demone, si portò le mani alla gola, cercando di liberarsi invano dalla morsa invisibile che Katherine le aveva appena lanciato; la ragazza sorrise osservando il modo in cui stesse fronteggiano nuovamente Lilith e la osservò cadere a terra.
"Ucciderai.... la bam... la bambina... morirà... la ucciderai...." sussurró Lilith divincolandosi inutilmente, sperando che la ragazza non la uccidesse all'istante.
La Cacciatrice per qualche secondo pensò che sarebbe stata un bene sacrificabile e che avrebbe ucciso Lilith con la bambina, ma dopo poco, osservando il viso della giovane,  recuperó un po di lucidità; così immediatamente lasciò la presa invisibile sul suo collo, osservandola ricominciare e respirare con fatica, mentre il pensiero di averla quasi! uccisa per la seconda volta la innervosí particolarmente.
"Ti ucciderò prima del sacrifico Lilith, verremo tutti e per te sarà la fine!" Esclamò Katherine fissando con lo sguardo più duro che avesse, mentre un senso di odio e di rabbia si arrampicava dentro di lei, fra tutti i sentimenti più nobili che lei avesse provato.
Il demone sparì e con lei anche la bambina, lasciandola da sola in quel parco abbandonato e sommerso di erbacce; scosse la testa, consapevole di saper controllare la sua Maledizione tranne che in quel momento, e immediatamente si lanciò sulla strada, cercando di tornare il più velocemente possibile alla sua auto.
Si rimise il cappuccio e gli occhiali, cercando di non dare troppo nell'occhio per evitare di far qualche danno e camminó a passo svelto, quasi correndo, ma ugualmente la strada le sembrò troppa; il respiro le mancò per qualche secondo, ma a lei non importó, continuò a correre per quella strada giungendo quasi al corso principale, dove vi erano fin troppe persone che affollavano il marciapiede sul quale camminava per i suoi gusti, così si spostò su quello dalla parte opposta senza neanche guardare, rischiando di fare un incidente. 
Una macchina le suonò ed istintivamente lei la bloccó dal cofano, lasciando l'impronta della sua mano in bella vista; riprese a correre, arrivando fino alla macchina ed estrasse dalle sue tasche le chiavi. Cercò di inserirle al prima tentativo, ma non ci riuscì e cominciò ad imprecare fin quando una mano le toccò la spalla facendola sobbalzare.
"Katherine?".
"Che c'è?!" Esclamò la ragazza afferrando la mano di chi l'avesse appena toccata e bloccandolo con le spalle contro la fiancata dell'auto, mentre con il gomito destro bloccava il collo del suo aggressore.
In pochi secondi, capí chi fosse il ragazzo in piedi davanti a sé e prese un respiro profondo, liberandolo dalla presa e mettendo una giusta distanza fra loro due, cercando di riprendere il controllo.
"Liam, perché sei qui ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, appoggiandosi con la schiena alla sua auto. "Ogni volta che perdo il controllo tu sei presente; comincio a pensare che dipenda da te".
"Grazie per avermi dato questa importanza, ma no Katherine, non dipende da me.." sussurró Liam sorridendo, sistemandosi i capelli con una mano. 
La ragazza sorrise, tornando a sentire la normalità dentro se stessa ed incroció le braccia sul petto, osservandolo per qualche secondo: indossava un completo dall'aria piuttosto costosa e portava con sé una valigetta nera.
"Perché sei vestito in questo modo?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. "Cosa c'è dentro la valigetta?".
"Lavoro qui vicino.." sussurró Liam sorridendo maliziosamente. ".. ed abito qui di fronte, vuoi salire?".
"Risparmiela.." sussurró Katherine scuotendo la testa. "Piuttosto, come mai non ti sei più fatto vedere dopo che ho quasi ucciso Lilith al motel?".
"Ho immaginato che non volessi parlare con me.. o con chiunque altro del resto!" Esclamò Liam sorridendo e facendo spallucce. "Come sta andando al giovane eroe con il suo nuovo fratello misterioso?".
"Tu come diavolo sai queste cose?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Sono informato" sussurró il ragazzo allargando le braccia e muovendo la valigetta. 
"Liam, che cosa sei ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e rilassando le braccia. 
"Non sei pronta per saperlo, tesoro.." sussurró sorridendo, carezzandole il viso. "Quando vorrai sapere davvero! che cosa sono e vorrai cominciare ad allenarti sul serio!, questa è casa mia!" Aggiunse indicando una villetta appartata alla fine della via.
Katherine si ritrasse e scosse la testa, facendo una risata ironica e alzando un sopracciglio; non si fidava e non avrebbe mai chiesto aiuto a lui.
"Non trattenere il respiro mentre aspetti.." sussurró la ragazza aprendo la portiera e salendo in macchina.
Accese il motore e sentì lo sguardo del ragazzo puntato su di sé, così in pochi secondi, fece inversione e se lo lasciò alle spalle, infilandosi sulla strada che l'avrebbe portata finalmente a casa per organizzare l'attacco.

 "E adesso chi diavolo è?" pensò mentalmente Dean, appena seduto sul suo letto nella stanza che condivideva con il fratello.
Da poco più di un'ora erano andati via dalla casa di Adam dove avevano trovato dei residui umani e con Sam stavano provando a rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle, fin quando qualcuno cominciò a bussare prepotentemente alla loro porta. I ragazzi si irrigidirono, aspettandosi il peggio, fin quando il minore si avvicinò ed aprì la porta lentamente, appoggiando la pistola al legno sottile, in modo da potersi difendere in ogni occasione.
Quello che non si aspettavano di trovare era proprio il ragazzo molto agitato e spaventato che avevano lasciato in quella casa e che aveva dato le prove di essere un altro figlio di John.
"Non abbiamo tempo per le scenate adolescenziali!" Pensò il maggiore scuotendo la testa e sospirando rumorosamente.
Adam pretese di sapere tutta la verità sul vero lavoro dei due ragazzi e su come avessero fatto a trovare quello che la polizia non era stata in grado di trovare: messo alle strette e commosso dal comportamento del ragazzo, Sam decise di confessargli tutta la verità, sperando che non li prendesse per pazzi.
Dean rimase muto con fare scettico e irritato, ascoltando il fratello dire tutta la verità al ragazzo che sembrava essere entrato all'interno della "famiglia": come poteva semplicemente accettare quella situazione da due persone estranee e addirittura chiamarli "fratelli"?.
Studiò il ragazzo mentre parlava con Sam, cercando di scorgere una somiglianza con uno di loro due, non riuscendone però a trovare; dopo il lungo discorso del ragazzo, Adam esordì riferendo che qualunque cosa avessero fatto, lui li avrebbe suguiti pur di vendicare sua madre. 
"Non esiste proprio! Se papà non ci ha parlato di te, vuol dire che voleva proteggerti ed escluderti da questo mondo!" Sbottó il maggiore alzandosi dalla sedia su cui era seduto, alzando di molto il tono della voce e facendo sobbalzare il giovane fratello. "Non voleva che lui vivesse come noi e noi rispetteremo la sua volontà!".
Il ragazzo osservò gli sguardi scettici che Sam ed Adam si lanciarono e scosse la testa, irritato per quella dannata situazione che li aveva coinvolti; sospirò rumorosamente e si diresse verso la porta, uscendo dalla stanza e sbattendosela alle spalle. 
Voleva davvero proteggere quel ragazzo che nel giro di poche ore gli era toccato riconoscere come fratello, nonostante la sua continua perplessità, ma in Adam riconobbe la testardaggine di famiglia e dall'altro lato della medaglia riuscì a capire cosa lo motivasse a cercare vendetta: anche Dean provò quella sensazione qualche anno prima ed impiegó moltissimi anni per vendicare sua madre, morta per mano di Occhi Gialli.
Scosse nuovamente la testa, camminando sotto il portico davanti alle camere del motel, fissando lo splendido tramonto che il cielo probabilmente aveva riservato per lui quella sera; come se non bastasse, non sopportava l'idea di aver litigato con Katherine prima di partire e, nonostante si fosse ripromesso di non cedere e non chiamarla, si ritrovò il cellulare tra le mani, indeciso se comporre il numero o meno. 
Sospirò, andando sul contatto della ragazza e fissando la foto che aveva salvato: Katherine stava seduta sul portico di Bobby, dove si ritrovavano sempre dopo una litigata, e fissava la fotocamera con un ampio sorriso sul viso che aveva contagiato anche i suoi grandi occhi azzurri, mentre alcuni ciuffi dei suoi lunghi capelli biondi erano appuntati con una mollettina sulla nuca, lasciandole il viso libero.
Quella era la ragazza che Dean voleva al suo fianco, non la persona sempre irritata e nervosa che era diventata; come avrebbe potuto aiutarla ? Non voleva che la Maledizione potesse prendere il sopravvento su di lei e promise a sé stesso che avrebbe fatto di tutto per aiutarla, ma probabilmente avrebbe dovuto prima chiudere la faccenda del suo nuovo "fratello".
Ingoió l'orgoglio e con la mano tremante, avvicinò il pollice verso la cornetta verde indicata sul contatto della ragazza, pronto a chiamarla; il cuore prese a battergli velocemente e il nervosismo gli chiuse in una morsa d'acciaio lo stomaco.
"Non penso che sia la cosa giusta da fare Dean.." sussurró una voce fin troppo familiare alle sue spalle, facendolo sussultare. "...è al sicuro, con una persona molto speciale per lei, dovresti saperlo..".
Il ragazzo si voltó di scatto, conoscendo perfettamente l'identità della voce, ed emise una risatina nervosa, rimanendo per qualche secondo senza parole.
"Castiel!" Disse Dean aggrottando le sopracciglia e riponendo il telefono al sicuro nella tasca dei suoi jeans, tornando ad indossare il vestito della durezza che aveva tolto poco prima. "Paparino non ti ha insegnato che non si spunta alle spalle della gente in questo modo ?!".
"Io.. pensavo solamente  che avessi bisogno di una mano.." sussurró Castiel facendo spallucce ed accennando un timido sorriso. ".. se vuoi posso anche andare via".
L'angelo sospirò e lentamente si girò e fece per andare, fin quando il ragazzo sospirò ed abbassò lo sguardo.
"Aspetta Castiel, scusa, io.." sussurró Dean scuotendo leggermente la testa. ".. sono un po' teso. Questa storia di.. mio fratello.. mi agita moltissimo..".
L'angelo si voltó nuovamente verso la sua direzione, avvicinandosi con un sorriso al ragazzo e sussurrando, disse: "Lo so, Dean. C'è qualcosa che posso fare ? Posso fare qualcosa per aiutarti?".
Dean fece spallucce e sospirò dicendo: "Puoi scoprire che cosa ha ucciso la madre di Adam?".
In pochi secondi, l'angelo sospirò ed annuì leggermente, e gli sussurró qualche parola di conforto prima di smaterializzarsi, lasciandolo nuovamente solo sul quel portico, con ancora il pensiero a Katherine e ad Adam.






Note dell'autrice:
Buongiorno ragazzi/e!! Lo so, sono cosciente di essere ancora una volta in ritardo con gli aggiornamenti e vi chiedo nuovamente scusaa! :( 
Il capitolo era già pronto, ma non sono riuscita neanche un momento ad accendere il pc e a pubblicare, ed anche adesso ho pochissimo tempo a disposizione per scrivere questa nota! 
Vi prometto che questa volta mi metterò d'impegno e cercherò di essere più puntuale!
Alla prossima, buona lettura! :)

Capitolo 37 (I Parte)

Escape is what I need.





"Vuoi avere uno scontro frontale con lei ? Senza organizzarti prima?" Chiese Giles con un filo d'ironia nella voce, togliendosi gli occhiali e fissando la ragazza con le sopracciglia sollevate. 
"Ho già organizzato l'attacco.." sussurró Katherine aggrottando leggermente le sopracciglia ed arricciando le labbra. "..ho individuato il luogo in cui avverrà il sacrificio, noi siamo pronte, quindi.. attaccheremo".
Fra le Potenziali aleggió il silenzio e la paura era fin troppo palpabile, tanto che anche Katherine ed Hailey l'avvertirono e ne furono parzialmente soggiogare; Jenny sospirò, sapendo di non potersi opporre al volere delle Cacciatrici.
Nessuno osò proferire parola, come potevano contraddirla? 
"Ragazze, non dovete avere paura!" Esclamò Katherine sorridendo e parandosi davanti alle ragazze sedute nei vari divani e nelle varie poltrone del solotto, cercando di infondere un po di coraggio in loro. "Vi siete preparate, avete cacciato, avete lottato perfino contro quei mostri infernali che Lilith ci ha mandato contro! Io ho fatto fatica ad ucciderne uno all'inizio, ma voi siete riusciti ad ucciderne molti di più insieme".
La Cacciatrice continuò a fissare le ragazze che però tenevano lo sguardo basso, quasi come se fossero ormai rassegnate al loro destino deciso da Katherine. 
"Morire se verremo anche noi.." sussurró Jo sospirando ed alzandosi in piedi. "Tu hai anni di esperienza, noi abbiamo solo.. qualche mese..".
"Jo avete lavorato duro, siete pronte! Voi siete forti, avete tutto il potere necessario per lottare contro i demoni mentre Hailey, Claire e io uccidiamo una volta per tutte Lilith!" Esclamò Katherine facendo un sorriso, spostando lo sguardo sulle altre ragazze. "Questa storia finirà stanotte, loro moriranno e saremo noi a vincere!".
"Quando Lilith ci ha mandato contro i Kresmish, cos'ho fatto? Ho mollato solo perché mi ha picchiata a sangue? No, la sera dopo l'ho ucciso. E sapete perché non ho mollato e sono scappata per ritornare completamente sana?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, continuando ad osservare le ragazze. 
"Perché sei una pazza incosciente?" Chiese Claire ironicamente, sorridendo rimanendo seduta sullo sgabello con le braccia conserte. 
"Questa potrebbe essere una buona risposta, ma no, non l'ho fatto per questo.." sussurró Katherine ridendo. "L'ho fatto perché io! sono forte, perché ho tutto il potere necessario per ucciderne a centinaia di quei mostri! E lo avete anche voi!".
La ragazza fece un sospiro e fece qualche passo in avanti, mettendosi proprio davanti le ragazze, ed osservando come le sue parole di coraggio stessero cambiando il loro punto di vista, eliminando la paura.
"In questi mesi siete state bravissime ed anche se siamo state molto dure con voi, abbiamo capito la vostra forza, l'abbiamo vista" sussurró Katherine con un leggero sorriso. "Lilith non sarà l'unico demone che staneremo ed uccideremo, ma è proprio così che lo faremo! Insieme! Noi siamo l'unica cosa che si può contrapporre a loro e vi assicuro, che non c'é cosa che temono più di noi!".
La Cacciatrice vide le Potenziali sorridere, cariche e pronte per lo scontro che ci sarebbe stato a breve, così si permise ad accentuare il sorriso, rendendolo più grande.
"Siamo in guerra ragazze, e vi assicuro che quelle che usciranno vittoriose saremo noi!" Esclamò Katherine sorridendo. "Avete ancora dubbi su come avverrà lo scontro di stanotte?".
Le Potenziali si alzarono tutte in piedi e sorridendo, Jo,  che era sempre stata la ragazza più problematica, si avvicinò a lei lentamente, poggiandole una mano sulla spalla e disse: "Siamo con te, ce la faremo!".
Katherine sorrise e si voltò verso sua sorella e Claire, sapendo che era riuscita solo in quel momento ad insegnare alle ragazze qualcosa che non era ancora riuscita a far entrare nella loro testa: le Potenziali avevano finalmente cominciato a credere in loro stesse, sviluppando ancora più potenza in loro stesse.
Con quell'idea, le Cacciatrice sussurrarono all'unisono: "Siamo pronte..!". 

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Capitolo 49
*** At the end it's only dark. ***


NOTE DELL'AUTRICE:
Salve ragazzi/e! Scusate la mia lunga assenza, ma ultimamente dei guai con l'ospedale non mi hanno permesso di scrivere e quindi di non poter pubblicare! Ho scritto un capitolo abbastanza lungo (decisamente troppo lungo ahahah), per compensare! Ricordate, ci eravamo lasciati con la presenza di Adam e Giles che raccontava alle cacciatrici del piano diabolico di Lilith... questo capitolo ha un ruolo centrale per la storia, quindi leggetelo attentamente, perchè vi si farà riferimento spesso durante gli sviluppi! 
Comunque vi lascio leggere tranquillamente la storia, non vi rubo più tempo! Buona lettura e a presto! :*
Ps: volevo ringraziare ancorauna volta tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate ed anche i lettori silenziosi! Alla prossima!:*
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Capitolo 37 (II Parte) 

At the end it's only dark


Le prime luci dell'alba si fecero strada furtivamente all'interno delle auto delle Potenziali, sorprendendo la maggior parte di loro nel sonno più profondo; “per fortuna dormono” pensò Katherine scuotendo la testa, non era affatto facile contenere la tensione di tutte loro.
Lei ed Hailey decisero di andare con due macchine diverse, in maniera tale da tenere sotto controllo al meglio le ragazze e scongiurare sul nascere gli eventuali attacchi di panico collettivo di tutte loro.
La Cacciatrice bionda optò per la guida, non lasciando guidare Claire ma lasciandole il posto del passeggero accanto a quello del conducente, per provare ad avere per qualche momento la mente impegnata da qualche altro pensiero; ma più il silenzio prese a calare all’interno dell’abitacolo, più i pensieri più fastidiosi le aleggiarono nella mente, costringendola a passare l'intero viaggio a riflettere su quanto fosse accaduto il pomeriggio precedente, quando si era recata a Sullivan da sola ed aveva trovato ad attenderla Lilith che indossava i panni di quella povera bambina; sospirò, continuando a non capacitarsi di quanto fosse successo.


Immediatamente capì che il demone l'avesse appena imprigionata nella sua morsa d'acciaio invisibile e di non riuscire più a respirare, così le tornarono in mente le sensazioni orrende di paura e di angoscia che l'avevano percossa nei giorni precedenti; si portò le mani al collo e cercò in ogni modo di liberarsi, ma ogni tentativo fu vano. Cominciò ad agitarsi e a muoversi in preda al panico, capendo che da lì a poco sarebbe morta per soffocamento; come avrebbe potuto liberarsi da sola?
I suoi polmoni reclamavano aria da ormai troppo tempo e pensò che il suo cuore stesse per scoppiare per quanto lo sentì battere forte e violentemente nel petto; la paura si era ormai impossessata di lei e tutto ciò che riuscì a notare in quei secondi, che le sembrarono ore, fu il sorriso divertito di Lilith e il suo braccio teso verso di lei.
Doveva sopravvivere, non poteva mollare proprio in quel momento: le Potenziali avrebbero avuto bisogno di lei per attaccare quel demone, non poteva lasciarsi sconfiggere in quel modo. Più il tempo passava, più si sentiva stordita e più prossima a visitare l’aldilà; vide scorrere davanti ai suoi occhi le immagini più importanti della sua vita: vide Dean e tutti i momenti felici passati con lui, come avrebbe potuto lasciarsi sconfiggere senza aver avuto la possibilità di dirgli addio? Doveva spiegargli che il modo in cui si era comportata nell’ultimo periodo non la rispecchiavano, si era lasciata influenzare dalla Maledizione e faceva di tutto per non ammetterlo. Doveva baciarlo un’ultima volta e dirgli che lo amava, ma come avrebbe potuto farlo se stava per morire?
Le passarono davanti agli occhi i momenti passati con Henry e la felicità che aveva provato quando su quel test si disegnarono ben due linee blu, lasciando spazio solamente alla felicità di diventare madre: oh, no, Judith! Chi avrebbe pensato alla piccola se lei fosse morta? Chi l’avrebbe protetta? Non avrebbe MAI potuto lasciare la sua bambina senza qualcuno con la sua stessa forza in grado di proteggerla da quel mondo pieno di mostri e demoni.
Immediatamente spalancò gli occhi e la sua espressione cambiò a tal punto da far cambiare atteggiamento a Lilith; Katherine decise di non opporsi alla Maledizione, solamente per quella volta pensò, e lasciò che i sentimenti che aveva provato solamente nei confronti di quel demone si impossessarono di lei e, senza riflettere a cosa avrebbe potuto portare, provò rabbia, odio ed un forte rancore, che presto, si trasformarono in euforia, esaltazione ed eccitazione.
I pensieri d’amore per il suo ragazzo e per sua figlia si persero come una goccia nel mare, e con un gesto totalmente incosciente, senza capire a fondo che cosa stesse succedendo, alzò la mano nella direzione di Lilith e la fissò negli occhi comunicandole mentalmente tutto il disprezzo che provasse per lei. Immediatamente fu liberata dalla morsa che le stringeva forte il collo fino a qualche secondo prima e prese appena qualche boccata d’aria, come se avesse dimenticato che i polmoni non ricevevano ossigeno da un bel po' di tempo e ne avevano un disperato bisogno; ciò che voleva era godersi la scena del demone cadere a terra ad annaspare per una boccata d'aria.
Sorrise, compiaciuta di quello che fosse appena successo, e strinse ancora di più la sua mano, aumentando di più la sua presa sul demone, sperando che morisse all'istante, mentre mentalmente si chiese se i suoi occhi avessero nuovamente cambiato colore, divenendo di quel rosso brillante che aveva già visto moltissime volte e che stava finalmente cominciando a piacerle.
"Ucciderai.... la bam... la bambina... morirà... la ucciderai...." sussurró Lilith per bocca del suo tramite, divincolandosi inutilmente, implorandola quasi di smettere e lasciarla vivere.
Per qualche secondo nella mente della Cacciatrice passò l'idea di non ascoltarla, di lasciarla morire insieme al suo contenitore; prima o poi sarebbe morta anche la bambina in ogni caso o l’avrebbe uccisa Lilith stessa, quindi perché sprecare l’occasione? Sul suo volto si dipinse un sorriso di felicità, di pura gioia, stava davvero per uccidere il demone che per molto tempo aveva perseguitato la sua famiglia, aveva ucciso Lilith e lo aveva torturato per mesi all’inferno; giustizia sarebbe stata fatta! Judith avrebbe potuto finalmente dormire sonni più tranquilli da quel momen…………. Judith………….
Il sorriso morì sulla bocca della Cacciatrice e non potè più gioire per la sofferenza di quel demone; si costrinse a mollare la presa invisibile su quella povera bambina, che non era altro che una vittima in quella situazione. Come avrebbe potuto uccidere una coetanea di sua figlia?
Sospirò ed abbassò la mano, continuando a fissare negli occhi il demone che, per bocca del suo piccolo tramite, riprese abbastanza fiato per scappare.



"Tutto bene?" chiese Claire osservandola dal posto del passeggero, notando il repentino cambio d'umore della ragazza, che però non fece caso ai richiami dell'amica, e fu costretta a passarle una mano davanti agli occhi. "Pronto? Pianeta chiama Katherinee!! Ci sei?".
La bionda scollò lo sguardo dalla strada per qualche secondo, immersa per com’era nei suoi pensieri, e guardò l'amica negli occhi accennando un sorriso, che aveva tutta l’aria di non essere spontaneo.
"Si, ci sono! Ero solo sovrappensiero" rispose la bionda voltandosi nuovamente verso la strada e facendo spallucce.
"Sei preoccupata per la battaglia?" chiese Claire sorridendo dolcemente e passandole una mano sulla schiena. “Sta tranquilla, Kath”.
"No no, figurati.." sussurrò Katherine sorridendo ancora, non perdendo mai di vista l'auto della sorella davanti alla propria. ".. non è per quello…".
La bruna aggrottò le sopracciglia cercando di capire cos’altro potesse turbare la ragazza, ma dopo qualche secondo le rilassò, sorridendo ed appoggiandosi con la schiena alla portiera con le braccia conserte per osservare meglio l'amica.
"È per Dean? Sapevo che ti saresti sentita in colpa a non averlo al tuo fianco stasera! Lo chiamo e lo avverto!" esclamò Claire sorridendo, afferrando il telefono della ragazza dalla sua borsa.
"No Clay, non è per Dean.." sussurrò Katherine sospirando, osservando l'amica riporre nuovamente il cellullare al suo posto. "È per qualcos'altro..".
"Beh, vuoi dirmelo o no ?" chiese ironicamente Claire aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia. "Che c’è che non va?".
La bionda sospirò e si assicurò osservando dallo specchietto retrovisore che le Potenziali stessero ancora dormendo, non volendo far ascoltare loro quel genere di discorsi; Kathrine non aveva davvero la minima idea di come l'avrebbe presa Claire, di come avrebbe reagito, né tantomeno se parlarne con lei fosse la cosa più indicata in quel momento, ma quel segreto era davvero troppo grande, troppo pesante per tenerlo da sola. Così decise di essere totalmente sincera con l'amica, rivelandole tutti i dettagli di quanto fosse successo il pomeriggio precedente, e chiedendole un’opinione sincera su ciò che le stesse raccontando.
 
 
Deciso più che mai a non tornare nella stanza del motel dai suoi fratelli, Dean considerò l’idea di continuare ad indagare per conto suo al caso e così fece; si recò nella cripta nella quale qualche giorno prima vi erano stati i furti di cadaveri e, con sgomento, scoprì che chiunque fosse stato, prima di procedere con il furto, aveva dilaniato i corpi lasciando fuoriuscire il liquido di imbalsamazione.
Con ancora quel senso di disgusto in se, uscì dalla cripta e si recò al primo bar che incontrò sulla strada, deciso a ragionare sul caso con un paio di birre fra le mani; in poco tempo arrivò a destinazione, si sedette al bancone senza prestare molta attenzione alle persone presenti nel bar e portandosi sul lato del bancone meno affollato, continuando a tenere fra le mani il volantino di denuncia di scomparsa di un barista locale, Jo.
Si passò una mano sul viso, stanco di quella situazione, e sospirò, ma solamente quando lentamente alzò lo sguardo, trovò una donna posta dietro il bancone intenta ad osservarlo con un'espressione abbastanza seria dipinta sul viso.
"Posso aiutarla?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
Solo dopo qualche secondo il ragazzo capì che la donna non stava affatto fissando lui con quell'aria preoccupata ed interrogativa sul viso, ma sembrava piuttosto interessata a ciò che stesse tenendo fra le mani.
"Sono dell'FBI, sto indagando sulla sua sparizione!" esclamò Dean alzando in bellavista il volantino raffigurante l'immagine dell'uomo. "Lo conosce?".
"Più o meno.." sussurrò la donna accennando un piccolo sorriso ed avvicinandosi dal retro del bancone. "Sono Lisa, la moglie..".
Dean rimase per qualche secondo sorpreso per quanta freddezza avesse colto nelle parole della donna, sospirò e disse: "Bene, Lisa, beh, cosa può dirmi sulla scomparsa di suo marito?".
"Lo scorso Venerdì è rimasto qui al bar fino a tardi e da quel giorno è sparito.." sussurrò la donna passando uno strofinaccio sul bancone con un'espressione crucciata sul volto. "..pensavo che avessero smesso di cercare, so come funziona con voi agenti".
Dean aggrottò le sopracciglia, non cogliendo il senso della frase della moglie del barista scomparso e scosse la testa.
"Non la seguo.. noi agenti?".
"Si, Jo era un poliziotto.." disse la donna aggrottando le sopracciglia e fissando il ragazzo per qualche secondo. "Non lo sapeva?".
Dean fece un sorriso di circostanza e, sostenendo lo sguardo accigliato della donna, disse: "Per caso, negli anni 90 Jo ha preso parte al caso dei furti di bare?".
"Si, certo!" esclamò la donna sorridendo. "Era così fiero di essere stato l'unico a ritrovarle, ma dopo un paio di birre ammise di aver avuto l'aiuto di uno specialista".
"Specialista?" chiese il ragazzo sollevando un sopracciglio.
"Non mi chieda cosa significhi perchè non ne ho la minima idea.." sussurrò Lisa facendo spallucce e dirigendosi verso un cliente appena entrato all’interno del suo locale.
Dopo aver riflettuto per qualche secondo in più sulle parole appena dette dalla moglie di una delle vittime, una lampadina si accese all’interno della mente di Dean: aprì leggermente la bocca per lo stupore ed inclinò la testa di lato, chiedendosi come mai non fosse arrivato prima ad una conclusione del genere. Finalmente capì con chi volesse prendersela il mostro che aveva ucciso il poliziotto e la madre di Adam.
 
Quando il proprietario le vide arrivare, sgranó gli occhi e spalancó leggermente la bocca, incredulo su quante persone si stessero avvicinando alla reception; osservò attentamente le ragazze di tutte le etá che entrarono, avendo persino il dubbio che qualcuna di loro fosse ancora minorenne, ma si consoló pensando che da lì a poco ne avrebbe avuto la conferma o meno.
Cosa avrebbe mai potuto fare quel gruppo di ragazze nel suo motel di periferia? Soprattutto in quella zona malfamata e piena di delinquenza.
Il pensiero che la polizia avrebbe potuto affollare i locali del suo hotel in cerca di una delle ragazze appena entrate, gli passò per la testa, preoccupandolo ed agitandolo notevolmente. Non voleva problemi.
"Buonasera, 5 stanze sullo stesso piano grazie" sussurró Katherine togliendosi lentamente gli occhiali da sole, mentre un sorriso dolce si dipinse sul suo viso.
Senza dire una parola, il commerciante abbassò gli occhi, ancora preoccupato per tutti i problemi che avrebbero potuto portare, e controlló se fossero rimaste stanze vicine fra di loro.
"5 stanze non saranno poche per tutte voi?” chiese l’uomo aggrottando le sopracciglia, mentre un sorriso ironico si dipinse sul suo volto.
Nessuna delle ragazze rispose, ma si limitarono a fissarlo spazientite e stanche del viaggio appena compiuto, aspettando che si decidesse a porgere verso di loro le chiavi delle camere che ancora teneva strette tra le mani; l’uomo le fissò una per una, conscio di avere ancora la situazione in mano, fin quando il suo sguardo si posò su quello della ragazza che gli aveva parlato poco prima e qualcosa, non seppe spiegare neanche a se stesso cosa, lo spaventò enormemente. Nonostante fosse grande e grosso, non avrebbe mai voluto avere uno scontro diretto con una di loro, specialmente con lei.
“Che pubblico esigente…! 116-120, primo piano. Le scale sono esterne" sussurró l'uomo accennando un sospiro, porgendo le chiavi delle camere alla ragazza.
Katherine le passó velocemente alle ragazze che si dileguarono in pochissimo tempo, lasciando le tre Cacciatrici nella hall del motel insieme all'uomo che aveva tutta l'aria di studiarle; la bionda sorrise ed uscì dalla sua borsa diverse banconote da 500$ che posò sul bancone, evitando tutte le domande del commerciante, osservando con piacere il sorriso soddisfatto dipinto sul viso dell'uomo. 
Senza dire altro, le tre ragazze si voltarono, uscendo dalla hall per raggiungere le Potenziali nelle stanze, sentendo l'ansia crescere a dismisura.
"Che tipo strano.." sussurró Hailey aggrottando le sopracciglia, mentre la melodia della sua suoneria invase l'aria.
Afferró il suo cellulare dalla tasca dei jeans e controlló il mittente del messaggio, rispondendo con fin troppa velocità. 
"Non hai detto la verità a Sam, giusto ?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, salendo la rampa di scale.
"No, anche se non mi piace mentirgli" sussurró la sorella maggiore sbuffando.
"Neanche a me, Hailey.." sussurró Katherine facendo spallucce. 
Arrivarono alle stanze che gli erano state assegnate ed osservarono le ragazze cominciare a disfare i bagagli, ovvero preparare le armi e capire quale avrebbero usato.
Senza pensarci una seconda volta, la maggiore entrò in una delle stanze, aiutando le Potenziali a scegliere con saggezza, consigliandole e guidandole.
Non appena Katherine si sporse per copiare i movimenti della sorella e cercò di entrare all’interno di una delle camere, Claire la bloccó da un braccio, strattonandola e tirandola qualche passo indietro, per poterle parlare in disparte, evitando che orecchie indiscrete potessero sentire. 
"Il nostro discorso non è concluso, Kath" sussurró Claire sollevando un sopracciglio e serrando le braccia al petto. 
Katherine sospirò rumorosamente, alzando lo sguardo verso l'amica e fece spallucce, cominciando a pentirsi di ciò che le aveva rivelato da poco.
"Cly, riprenderemo il discorso in un altro momento, ora dobbiamo aiutare le ragazze..".
La ragazza bruna si avvicinò di qualche passo e con un leggero sorriso, sussurró quasi all'orecchio dell'amica: "Credo di avere una soluzione, qualcosa che ti possa aiutare a liberarti definitivamente della Maledizione".
Katherine la fissò dritta negli occhi ed aggrottó le sopracciglia, sorpresa per le parole appena pronunciate dall'amica e la guardò con aria interrogativa. Cosa poteva aiutarla in tal senso? 
"Ho fatto delle ricerche mentre tu ed Hailey eravate via.." sussurró a denti stretti, accennando un sorriso. ".. ho chiesto ad alcune persone e mi hanno data una risposta! Sembra piuttosto affidabile e comunque un tentativo non può far male, no? Quando tutto sarà finito, ti prometto che ti sveleró tutto".
Katherine rimase per qualche secondo accigliata, e per la prima volta si chiese se davvero sarebbe stata disposta a dare via la Maledizione; non era felice di ciò che le stesse capitando, era ovvio, ma come avrebbe reagito Lilith ad una notizia del genere? Come avrebbero dovuto sconfiggerla altrimenti?
La bionda sospirò e sorrise osservando l'amica che con tanto affetto si era preoccupata per lei, cercando di aiutarla; senza dire nulla annuì e le sorrise, e per pochissimo tempo le sembrò di tornare ai tempi del college.
Entrò all'interno della stanza affollata, realizzando quanto poco tempo fosse rimasto prima dello scontro con Lilith, non aveva tempo per pensare a quell'argomento; doveva preparare le ragazze psicologicamente a ciò che si sarebbero trovate davanti in breve tempo. Sapeva che avrebbero avuto paura, molte di loro non avevano mai partecipato ad una caccia vera e propria, limitandosi semplicemente alle cacce notturne nei cimiteri, e alcune di loro ancora non in grado di difendersi sarebbero morte. Sarebbero state pronte a tutto ciò?
 
Con la sua solita irruenza, spalancò la porta del motel e, con sua grande sorpresa, trovò i due ragazzi intenti in una lezione di caccia: Sam, seduto sul suo letto teneva fra le mani una pistola, ed Adam, seduto sull’altro letto lo osservava. Da ciò Dean potè dedurre che suo fratello stesse mostrando alcune delle loro armi e gli stesse insegnando come usarle e come difendersi in caso di scontro diretto con uno di quei mostri; sospirò e si richiuse la porta alle spalle, attirando su di sé lo sguardo dei suoi due fratelli.
Si tolse la giacca da federale e la appoggiò sullo schienale di una delle sedie della stanza ed avanzò fino a pararsi davanti ai due ragazzi: sospirò ed li osservò ancora un istante, i due ricambiarono con un’occhiata interrogativa, mentre un pensiero si fece strada all’interno della mente del ragazzo. Forse, aver conosciuto un altro fratello non era davvero così male; forse diventare un fratello maggiore avrebbe distratto Sam dal milione di problemi che portava sulle spalle.
“Non sappiamo che cosa sia, ma penso di aver capito a chi da la caccia” disse Dean sospirando, indossando ancora per qualche momento i panni del poliziotto arrabbiato. “Jo Burton, la madre di Adam..”.
“E Adam..?” sussurrò Sam spalancando la bocca, collegandosi immediatamente al collegamento del fratello.
“Esattamente!” esclamò Dean mettendo entrambe le mani all’interno delle tasche dei suoi pantaloni. “Dunque, sono sicuro che Jo Burton abbia aiutato papà durante i furti delle bare, così abbiamo lui, la ragazza di papà… e suo figlio”.
Sul viso del più giovane dei fratelli si dipinse il puro terrore, la paura più profonda: ma come potevano biasimarlo? Aveva vissuto tutto ciò che loro non avevano vissuto mai: l’adolescenza di un comunissimo ragazzo della sua età, aveva studiato in uno dei migliori college e gli mancava davvero poco per laurearsi, ed in meno di 48 ore aveva scoperto la verità su suo padre, conosciuto i suoi due fratelli e preso consapevolezza di essere nel mirino di un mostro non ancora identificato.
“Vuole vendicarsi…” sussurrò Adam sospirando, spostando lo sguardo dal maggiore ad un punto buio e vuoto della stanza. “…su di me..”.
I due fratelli cercarono di tranquillizzarlo il più possibile ed in pochi secondi decisero che sarebbe stata l’ora di portare il ragazzo a fare un viaggio fuori città, cercando di evitare contatti con quel mostro; si diressero verso casa di Adam, nella quale la polizia aveva posto i sigilli il giorno prima, ed il maggiore pensò a come avrebbe potuto finire il lavoro una volta portato al sicuro il ragazzo.
Scosse la testa ed affondò il piede sull’acceleratore, osservando dallo specchietto retrovisore lo sguardo perso nel vuoto di Adam: probabilmente aveva appena realizzato che sua madre era stata violentemente assassinata solamente per aver occupato un piccolo spazio nella vita di John Winchester, solamente per una stupida vendetta per qualcosa che molti anni prima aveva commesso suo padre. Davvero i demoni li incolpavano di una tale colpa? Perché adesso? Perché cercare vendetta adesso, quando John era già morto da alcuni anni?
Arrivarono in poco tempo a casa del ragazzo ed una volta entrati, Adam salì al piano di sopra cercando di mettere il più in fretta possibile le cose più essenziali in un borsone, mentre i ragazzi rimasero in cucina, seduti al tavolo da pranzo in cerca di qualche risposta.
“Credo che andarsene non sia una buona idea, dovremmo restare e finire il lavoro” disse Sam sospirando e scuotendo leggermente la testa.
“Ma certo, restiamo dove Adam possa rischiare la vita! Questa si che è una buona idea Sammy” sussurrò il maggiore con tono ironico, mentre un leggero sorriso divertito si dipinse sul suo volto.
“Non sto scherzando, Dean!” esclamò Sam aggrottando le sopracciglia, non riuscendo ancora a capire il perché il fratello si ostinasse a voler tenere fuori dai giochi Adam.
In fondo anche lui era un Winchester, nelle loro vene scorreva il loro stesso sangue, gli sarebbe venuto naturale dopo un po' di duro allenamento, proprio com’era per loro; John li aveva addestrati e loro erano diventati i Cacciatori più bravi di tutto il paese probabilmente. Adam sarebbe stato all’altezza.
“Neanche io!” Rispose Dean alzandosi dalla sedia ed allargando le braccia. “Prendiamo il ragazzo e lo lasciamo con Katherine ed Hailey, lì sarà al sicuro! E poi noi due potremo tornare e concludere il caso”.
“Non abbiamo ne testimoni, né tracce! Da dove vorresti cominciare a cercare?” chiese Sam aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia. “Abbiamo soltanto Adam!”.
Dean rimase spiazzato dalla frase del fratello e si rifiutò di credere al significato di quelle parole: che avesse capito male?
“Tu vuoi usare Adam… come esca?” chiese aggrottando le sopracciglia e riducendo gli occhi a due fessure, sconcertato per ciò che aveva appena sentito.
Non poteva davvero aver detto quella frase, Sam non avrebbe mai parlato in quel modo.
“Addestriamo Adam!” esclamò il minore scuotendo la testa e sospirando. “Senti, tutti dobbiamo morire prima o poi, e anche se riuscissimo ad uccidere questo demone, altri potrebbero arrivare per vendicarsi di papà o di noi..”.
“Sam, è pericoloso, lui non ha idea di cosa voglia dire fare parte del nostro mond…” iniziò il maggiore ma fu interrotto da una presenza alle sue spalle che lo interruppe, facendolo voltare.
“Lo farò.. farò tutto ciò che è necessario..” sussurrò Adam con un sospiro, serrando le labbra e stringendo forte con una mano il borsone appena preparato. “Facciamolo!”.
 
 
 
 
“Ok, ragazze, fate silenzio ed ascoltateci!” esclamò Hailey chiudendo la porta della camera del motel più grande, nella quale avevano riunito tutte le ragazze che parlottavano fra di loro.
Molte stavano sedute sui quattro letti che la stanza conteneva, altre sedute sulla moquette del pavimento ed altre semplicemente stavano in piedi, proprio come le tre Cacciatrici, ad osservare le tre ragazze appena entrate nella stanza; le Potenziali dovevano essere preparate al tipo di battaglia a cui stavano andando incontro, dovevano sapere tutti i rischi che avrebbero corso.
“Come state? Siete nervose? Siete agitate?” chiese Katherine oscillando lo sguardo fra tutte le ragazze, unendo le mani e sorridendo dolcemente. “Si? Fate bene, lo siamo tutte!”.
Fece un passo avanti, posizionandosi davanti le ragazze e sospirando rumorosamente; le guardò bene in viso, molte erano ancora molto giovani, non si sarebbe mai sognata di portarle in battaglia, ma in quel caso era davvero necessario. Dovevano salvare delle vite, impedire il sacrificio delle streghe, dovevano impedire che il sigillo che precedeva il penultimo si rompesse; non potevano permettere che Lilith guadagnasse ancora terreno. Quella notte, giurò a se stessa, avrebbe messo un punto all’esistenza di quel demone spregevole.
“Tra poco affronteremo Lilith in un magazzino non molto lontano da qui, qualche ora fa Addison mi ha chiamata e mi ha dato delle coordinate ben precise, ottenute con un incantesimo di localizzazione” sussurrò Katherine sospirando, abbassando gli angoli della bocca all’ingiù.
La ragazza non riuscì a spiegarsi perché da una buona mezz’oretta sentiva un peso all’altezza del petto, lo stomaco in subbuglio e sentì la gola andare a fuoco, come se si stesse chiudendo; quella brutta sensazione le immobilizzava i muscoli e la spaventava da morire: ciò che la preoccupò di più non fu tanto quella brutta sensazione, ma sentiva che quei brutti sentimenti come l’angoscia e la paura non erano rivolti a lei.
Aveva il brutto presentimento che la maggior parte delle ragazze non sarebbero uscite vive dallo scontro, ma che la una buona parte sarebbe caduta in battaglia.
Sospirò nuovamente e scosse la testa, come a voler forzarsi a cancellare dalla mente quei pensieri e, continuando a fissarle disse: “Alcune di voi non hanno conosciuto Lilith, perché sono arrivate dopo, ma la maggior parte di voi ha partecipato ad una battaglia con lei e con i suoi demoni indistruttibili, come vi piace tanto chiamarli... è probabile che stasera ce ne siano molti”.
“Sono orribili” sussurrò una delle ragazze aggrottando le sopracciglia e rannicchiandosi su se stessa. “Dovremo affrontarli?”.
“Tesoro, io, Katherine ed Hailey ne uccideremo il più possibile per toglierli a voi, ma purtroppo si, li affronterete..” disse Claire sospirando, avvicinandosi ad alcune di loro.
“Quando sarete in difficoltà chiamate la ragazza che vi starà accanto, radunatevi in gruppi da 3 o 4 ed attaccatene solamente uno se non ce la fate” sussurrò Hailey sospirando ed accennando un sorriso. “In ogni caso, noi verremo in vostro aiuto il prima possibile”.
“Ma se non sapessimo affrontarli? Se ci uccidessero tutte?” continuò Megan, la ragazza che poco prima aveva espresso la propria paura. “Se non sapessimo fermarli?”.
Una leggera confusione si alzò nella stanza, le ragazze cominciarono a parlare tra di loro, a dirsi quanto fossero spaventate e quanto non si sentissero pronte ad affrontare dei mostri del genere ed un demone così potente che neanche Katherine era ancora riuscita a sconfiggere.
Erano così impaurite, così  giovani ed ingenue, se una di loro non avesse parlato, le altre avrebbero ingoiato il rospo e continuato a dire che tutto andasse bene senza esprimere le loro emozioni: quello non era davvero il momento adatto per parlarne, così con un sospiro la Cacciatrice bionda prese la parola e cercò di spiegare loro cosa avrebbero potuto scegliere di fare.
“Se volete lasciarci, andarvene e non tornare più quella è la porta ragazze” sussurrò la ragazza indicando la porta, osservandole una ad una e scandendo bene le parole, in modo che il messaggio arrivasse a destinazione senza equivoci. “Noi non vi giudicheremo, non vi biasimeremo, anzi riconosciamo le vostre potenzialità, il vostro coraggio e vi ammiriamo tutte per quello che avete fatto nei mesi scorsi e continuate a fare anche adesso! Il nostro rispetto ve lo siete già guadagnato, non avete bisogno di dimostrare altro, ma se volete andarvene è questo il momento adatto per farlo! Voi siete spaventate e lo capisco bene, anche noi lo siamo.. ma sapete perché voi avete così paura di quei mostri? Perché purtroppo qualcuna non è uscita viva da quello scontro.. non eravate sufficientemente preparate, ma ora lo siete ragazze! Tutte voi!”.
Katherine sospirò e si sedette su una sedia del piccolo tavolino della stanza, sorridendo e pensando a quante di loro avrebbero pensato ancora di andarsene dopo quel discorso.
“Chi deciderà di rimanere dovrà crederci davvero, lasciate che il vostro potere da Cacciatrici fluisca completamente in voi, andate lì da guerriere quali siete e fate rimpiangere a quei mostri di essere tornati alla luce del sole! Loro sono semplicemente polvere, ma voi no, voi siete forti, siete tutto ciò che una vera Cacciatrice dovrebbe essere. Noi siamo forti insieme, senza di voi non potremmo vincere questa guerra! Quindi adesso in piedi, alzatevi e correte a preparare le armi, cambiatevi e siate pronte! Tra poco andremo ad uccidere quella stronza!”.
Le ragazze sorrisero, molta della loro paura scomparve dalle loro espressioni e in fretta alcune uscirono dalla stanza, raggiungendo le proprie, per ultimare i preparativi; le ragazze che rimasero in quella stanza presero a parlare di che arma avrebbero usato e prontamente Claire ed Hailey corsero a consigliarle in modo completo; Katherine sorrise ed uscì dalla stanza, andando verso le stanze delle altre ragazze per aiutarle.
Una volta chiusa la porta alle spalle, la ragazza sentì una vibrazione all’interno della tasca dei jeans, così estrasse il telefono e lesse il messaggio che le era appena arrivato: “Tutto bene a casa?”.
Un semplice messaggio, che di romantico non conteneva assolutamente nulla, bastò per farla rimanere per alcuni minuti imbambolata a fissare lo schermo; tutto il rancore che aveva portato in quelle settimane, tutto la rabbia derivata dall’ultima litigata scomparvero, lasciando il posto a tutto l’amore che il suo cuore provava per lui.
Era abbastanza ovvio che Dean non volesse veramente sapere come stesse procedendo a casa, ma voleva semplicemente sapere come stesse lei; con la velocità con cui la serenità era arrivata, se ne andò, lasciando lo spazio alla tristezza per non poter dire la verità e il sorriso sul suo volto scemò piano piano.
Con un sospirò rispose al messaggio e si chiese per la prima volta se mentirgli fosse la cosa giusta; sicuramente avrebbe provato a dissuaderla dall’affrontare Lilith senza di lui, ma perché preoccuparlo se ormai si trovavano in due città diverse? Avrebbe solamente smosso nuovamente le acque, quando la tempesta sembrava essersi ormai placata.
Non ci lamentiamo, tutto bene! Come procede con il nuovo fratello?.
Sorrise all’idea che una volta conclusa la battaglia avrebbe potuto passare di nuovo il suo tempo con lui, dopo quelle settimane di silenzio, e sospirando mise nuovamente il telefono in tasca, avviandosi verso una delle stanze delle ragazze.
“Katherine….” sussurrò una voce rotta dietro di lei, che la fece voltare di scatto.
Davanti a lei si parò la ragazza che prima aveva espresso la sua paura, venendo rassicurata da lei e dalle altre.
“Megan… cos’hai?” chiese la Cacciatrice avvicinandola ed osservandola in viso.
I suoi occhi erano gonfi e pieni di lacrime, tutte le emozioni le si leggevano in faccia e a Katherine procurò un grave tuffo al cuore: era ridotta così per la paura.
“Non penso di farcela, io non posso farlo, non posso, non posso!” esclamò la giovane ragazza piangendo e portandosi le mani in faccia, proprio come una bambina.
La Cacciatrice la accolse fra le sue braccia e le passò una mano sulla schiena, cercando di tranquillizzarla, ma con scarsi risultati: si sentì dannatamente in colpa per aver chiesto alle ragazze di aiutarla in quella missione, ma davvero non avrebbe potuto far altrimenti.
“Scusa Kath-rine, io non pos-so, non posss-o veni-re con voi… perdo-nami..” sussurrò con dei singhiozzi procurati dal pianto ancora fra le lacrime, tenendosi stretta alla ragazza, come se lei potesse proteggerla dal male del mondo.
Katherine chiuse gli occhi e sospirò rumorosamente: ciò che aveva in mente di fare, doveva farlo mentre nessuno delle altre Potenziali ne delle Cacciatrice la stessero osservando. Aprì gli occhi e camminò per un po' lungo il portico del primo piano, tenendo ben stretta la ragazza a sé, e non appena furono abbastanza lontane, sciolse l’abbraccio e la osservò in viso.
“Megan, devi andare” sussurrò la ragazza bionda prendendo dalla sua tasca qualche banconota da 500 e porgendogliele. “Ti prometto che non ti verremo a cercare, torna a casa..”.
La ragazza si stropicciò gli occhi e si asciugò le lacrime, osservando con occhi incerti la Cacciatrice, non riuscendo a trovare un nesso logico.
“Ma tu hai det-to che dob-biamo combattere, perché mi las-ci andare?” chiese la ragazza tirando su con il naso.
“Ciò che ho detto prima, è stato per aiutarvi, per tirarvi su il morale, ma quando ho detto che eravate libere di andare dicevo sul serio..” sussurrò Katherine sorridendo. “Puoi tornare a casa adesso”.
La ragazza le gettò le braccia al collo e la ringraziò, per la comprensione e per i soldi, e nel più breve tempo possibile scappò da quel motel e da quella maledetta città, che avrebbe certamente contato qualche morte in più nelle prossime ore.
 
 
Non ci lamentiamo, tutto bene! Come procede con il nuovo fratello?”.
Lesse il messaggio con un sorriso sul viso, capendo che per quanto lei potesse mancargli, anche Katherine sentiva la sua mancanza; avrebbe voluto che ci fossero anche lei ed Hailey per far ragionare Sam, che in quel momento sembrava tutto fuorchè normale.
L’ultima cosa che Dean avrebbe mai immaginato in quella giornata, era proprio quella di portare in gita per i boschi il fratellino, ad osservare Sam insegnargli a sparare, spiegargli ogni singolo trucco che loro ormai usavano da anni, raccontargli la maggior parte delle cacce che avevano condiviso: ma perché diavolo lo stava facendo? Perché mettere a rischio in quel modo la vita di quel ragazzo?
Sam e Dean sapevano benissimo che per diventare anche solo un cacciatore mediocre, sarebbe passato molto tempo, tempo che purtroppo loro non possedevano! Il solo pensiero del maggiore era quello di concludere quella caccia e tornare immediatamente a casa di Katherine, per sapere se avessero trovato qualcosa, se ci fosse stata qualche novità su Lilith o qualche apocalisse imminente… o semplicemente per tornare finalmente a casa. Era così preoccupato per lei, non sapeva più come comportarsi e probabilmente, una volta tornato da lei, avrebbe dovuto ammettere di aver sbagliato completamente la discussione che avevano avuto qualche giorno prima. Non aveva voglia di perdere del tempo in quel modo, seduto sul cofano della sua auto a sorseggiare una lattina di birra scadente e ad osservare Adam e Sam sparare ad uno stupido cartello stradale che avevano sradicato.
Sentì Sam elogiare il fratello per le sue doti spiccate con le armi, su tre colpi era riuscito a colpirne ben 2! Ottima mira per un principiante, pensò Dean scuotendo la testa e sorseggiando le ultime gocce di birra, prima di schiacciare la lattina fra le sue mani e gettarla distrattamente da qualche parte oltre la macchina.
“Il vostro lavoro è davvero pesante, ragazzi!” esclamò Adam accennando un sorriso, ancora euforico dai tiri al bersaglio.
Dean aggrottò le sopracciglia e si avvicinò lentamente ai due che tenevano ancora le pistole in mano, e scuotendo la testa, con un tono serio e perentorio disse: “Lavoro pesante? Il nostro non è un lavoro, dottore, è la nostra vita! Hai una ragazza e degli amici, vero? Beh, da adesso non ce li hai più!”.
“Cosa?!” chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia.
“Pensavi che sarebbe stato facile? Devi rinunciare a tutto, non puoi avere legami con nessuno, altrimenti i demoni verranno a cercarli e li uccideranno per vendetta! Proprio come questo mostro ha fatto con il barista e con tua madre..!” esclamò Dean con voce irritata, scuotendo la testa ed allargando le braccia, come se stesse spiegando la lezione di matematica ad un bambino di prima elementare. “Le persone sono i tuoi punti deboli, li devi tagliare fuori dalla tua vita! E’ il prezzo che paghiamo noi cacciatori!”.
“Persone come le vostre fidanzate, Dean?” chiese Adam aggrottando le sopracciglia e facendo spallucce. “Sam mi ha raccontato di tutto ciò che sta succedendo, so che state con due Cacciatrici come voi, e proprio tu vieni a farmi una paternale del genere?”.
Il maggiore rimase per qualche secondo senza parole, spostando lo sguardo sul fratello e fulminandolo per aver riferito quella parte della storia ad Adam, che rispose alzando le spalle in un gesto automatico, come se fosse qualcosa di normale raccontare la loro vita a quel ragazzo.
“Quella è una lunga storia e non ti riguarda!” esclamò Dean spostando nuovamente lo sguardo sul minore, fulminando anche lui.
“Dean, parliamo un attimo?” chiese Sam accennando un sorriso e facendo segno al fratello di allontanarsi per qualche secondo per parlare a quattr’occhi.
“Che c’è?” rispose sgarbatamente Dean guardandolo.
“Ma ti sei sentito? Le persone sono i tuoi punti deboli, devi tagliarli fuori dalla tua vita! E’ lo stesso discorso che mi fece papà prima che decidessi di andarmene a Standford!” esclamò Sam sospirando, allibito da un comportamento del genere. “Non fraintendermi, sono molto felice che lui con la sua buona volontà abbia deciso di unirsi a noi, ma non traumatizzarlo in questo modo! Ha già perso sua madre, quante altre persone deve perdere?”.
“Sam, ma davvero non lo capisci ? Questa è la nostra vita, non la sua! Io la accetto per noi, ma non per lui!” esclamò Dean adirandosi e gesticolando nervosamente. “Sto solo cercando di aprirgli gli occhi, ha ancora la possibilità di vivere una vita normale! Papà ha dovuto crescere noi in questo modo, dando a lui una vita migliore della nostra e dovrà continuare ad essere così!”.
“Molti demoni verranno a prenderlo, dimmi un po', come si difenderà quando noi non saremo con lui e sarà completamente solo?” chiese Sam allargando le braccia, stupefatto.
“Qualunque demone voglia Adam, io lo troverò e lo ucciderò!” esclamò Dean sospirando silenziosamente, incrociando le braccia al petto e sperando che il fratello avesse finalmente capito le sue parole.
“Non possiamo fare altro Dean, hai già guardato ovunque!” esclamò Sam spazientito, scuotendo il capo.
“Allora guarderò ancora!” rispose Dean continuandolo a fissare con uno sguardo di rimprovero, dirigendosi verso la sua auto, alterato più che mai.
 
 
Il tramonto si era già fatta largo nel cielo da un bel pezzo e le ragazze si fecero trovare già pronte ed emotivamente cariche per affrontare la battaglia; salirono tutte sulle auto, dirigendosi verso quel magazzino indicato da Addison, e quasi nessuno all’inizio notò l’assenza di Megan. Quando le ragazze si ritrovarono stranamente più comode in una delle macchine, capirono che un soldato mancava all’appello, così diedero l’allarme e Katherine fu costretta a dire la verità ad Hailey e Claire.
Si resero conto che la paura avesse preso il sopravvento su di lei e non sarebbe stata utile durante il combattimento, così appoggiarono la sua decisione; tornarono tutte in macchina, decise più che mai ad arrivare prima che la notte calasse completamente.
Percorsero appena qualche chilometro prima di arrivare davanti all’edificio deserto e lo squadrarono per bene: era affiancato da due palazzi presumibilmente abitati, vi era un ampio spiazzale in cemento e la luce tenue di qualche lampione riuscì ad illuminarne la struttura, rivelandola a ben due piani di altezza e molto esteso orizzontalmente.
Scesero dalle auto sentendo quasi il cuore in gola e la brutta sensazione di qualche ora prima tornò ad opprimere il petto di Katherine, mentre le altre due Cacciatrici ricapitolarono brevemente il piano che avrebbero seguito: sarebbero entrate loro tre per prime, assicurandosi che non vi fossero trappole in cui le ragazze sarebbero potute cadere, dopodichè le avrebbero chiamate con un segnale ben preciso.
“Ricordate che Lilith sa che stiamo arrivando, quindi tenete gli occhi ben aperti!” esclamò Hailey fissando con sguardo duro le ragazze, sperando che dessero il meglio di loro durante la battaglia.
Dopo qualche altra rassicurazione, le tre Cacciatrici attraversarono l’ampio spiazzale in silenzio, sentendo il gelo della sera colpire violentemente le loro guance, fino a giungere davanti ad una porta chiusa a chiave: prevedibile, pensò Katherine.
Passando davanti alle due compagne, afferrò la maniglia e forzò la serratura, finchè un leggero rumore segnalò l’apertura della porta; entrarono impugnando ognuna la propria pistola e si trovarono all’interno di un enorme magazzino diviso in scompartimenti da alcuni scaffali pieni zeppi di documenti. Dopo essersi scambiate un breve sguardo di preoccupazione, le ragazze avanzarono non notando assolutamente nulla di strano, fino a raggiungere una rampa di scale sulla sinistra e le seguirono, puntando sempre la loro arma davanti a sé nel caso qualche nemico saltasse fuori all’improvviso.
Delle porte antipanico davano l’accesso ad un’anticamera, arredata spartanamente con un tavolo e appena qualche sedia, ma di demoni o Lilith non vi era alcuna traccia e ciò preoccupava non poco le tre Cacciatrici; che diavolo stava tramando questa volta?
“E’ decisamente troppo strano, dove diavolo sono?” chiese Claire aggrottando le sopracciglia.
“Addison ha indicato questo posto, devono essere per forza qui da qualche parte!” esclamò Hailey deglutendo e continuando a camminare.
Dopo qualche altro passo avanti arrivarono davanti ad un’altra porta, con l’unica differenza che questa era socchiusa e non chiusa, e dalla quale provennero alcuni lamenti e qualche grida di aiuto che lasciarono poco spazio all’immaginazione; erano arrivate, da lì a breve avrebbero cominciato a lottare ed avrebbero evitato il sacrificio delle streghe, uccidendo Lilith. Sarebbe finita.
“Ci siamo..” sussurrò Katherine sospirando, tenendo sempre sotto tiro la porta. “Fate salire le ragazze, io vado avanti!”.
La ragazza prese ad avanzare lentamente, mentre le altre due chiamarono le ragazze incitandole a raggiungerle: con il piede colpì leggermente la porta sperando di entrare con il più totale silenzio, ma quell’enorme tavola di legno malridotta attaccata al telaio non era del suo stesso avviso, prendendo a cigolare e la quasi assenza di mobilia amplificò il suono, facendolo riecheggiare in tutto il piano.
Dannazione, addio all’effetto sorpresa! pensò la Cacciatrice sospirando, ma continuando ad avanzare nel silenzio totale.
Entrò all’interno della stanza, formata essenzialmente da un unico quadrato in cemento rialzato rispetto al pavimento e nel quale si trovavano una dozzina di streghe legate ed imbavagliate, poste in maniera circolare, come a comporre un cerchio: che facesse parte del rituale per sacrificale e rompere il sigillo?
La visione delle ragazze legate in quel modo le fece abbassare momentaneamente la guardia, facendole abbassare anche la pistola ed osservando con bocca spalancata il resto della stanza: dietro al gruppo di streghe, vi era posto un altare, con un grande libro aperto al centro ed un paio coltelli ai lati, mentre vi erano altri oggetti a lei sconosciuti sparsi per il tavolo, e proprio dietro di esso vi era una ragazza con un enorme sorriso sul viso che non le toglieva gli occhi di dosso. Lei e la Cacciatrice si guardarono negli occhi e il peso al petto cominciò a gravare sempre di più, facendole assaggiare per la prima volta nella sua vita una sensazione quasi del tutto sconosciuta: la paura.
“Ti aspettavo, Kathy..” sussurrò Lilith per mezzo del suo nuovo tramite, mostrando i suoi occhi interamente bianchi. “..volevo che fossi la prima ad assistere alla loro morte!”.
Le streghe ripresero ad agitarsi, implorando il suo aiuto, mentre la Cacciatrice lesse nei loro occhi la più totale paura; sperò che le ragazze fossero ormai arrivate e che sarebbero state pronte ad attaccare.
“Strano, sono venuta qui proprio per impedirtelo!” esclamò Katherine sorridendo e sollevando un sopracciglio.
Lilith scoppiò in una fragorosa risata e si passò due dita sotto gli occhi, per eliminare le lacrime che presero ad uscire dai suoi occhi per le troppe risate; dopo qualche secondo tornò a fissarla con i suoi veri occhi, ancora divertita per la frase appena pronunciata.
“I tuoi demoni dove sono?” sussurrò la Cacciatrice facendo qualche passo. “Ho una gran voglia di trasformarli in cenere”.
“Oh, non ho bisogno di loro questa volta” rispose il demone sorridendo.
“Beh, avresti dovuto portarli con te sai?” chiese Katherine retoricamente, accennando un sorriso. “Perché questa volta non sono sola!”.
Lilith sorrise, pronta allo scontro, mentre le Potenziali invasero la stanza entrando dalla porta che Katherine aveva lasciato aperta apposta, aspettando un semplice ordine delle Cacciatrici per aggredire ed uccidere per sempre quel demone dalla faccia della terra.
 
 
 
Accese il motore e partì schiacciando completamente il piede sull’acceleratore, accompagnò i due nuovamente a casa di Adam, dopodichè disse a Sam di sbarrare porte e finestre con il sale, in modo tale da essere più tranquillo mentre lui continuava ad indagare sul caso; il cielo cominciò a tingersi del blu tipico della notte e Dean decise di ricominciare a cercare esattamente dalla cripta dov’era già stato, alla ricerca di qualche indizio che potesse essergli sfuggito.
Durante il tragitto pensò molto a quanto stesse succedendo e rischiò davvero di farsi esplodere il cervello per tutti quei pensieri.
“Credo che sia la decisione giusta, sai?” chiese una figura che stava ben cominciando a conoscere, materializzandosi proprio accanto a lui.
“Castiel!” esclamò Dean sbandando leggermente l’andamento dell’auto, spaventato dalla sua presenza improvvisa.
“Non ho scoperto nulla su questi esseri, nessuno sa nulla oppure nessuno vuol dirmi nulla…” sussurrò fissando il finestrino e sospirando. “Ma credo che sia la direzione giusta, credo che tu sia vicino ad una svolta..”.
“Ok, se parliamo con il ‘credo’, potevo capirlo benissimo da solo! Ma grazie mille per lo sforzo..” sussurrò Dean scuotendo la testa e sbuffando.
L’angelo scosse la testa e sospirò, fissando un punto ben preciso che il ragazzo non riuscì a cogliere.
“Hai notizie di Katherine?”.
“Si, va tutto bene a casa..” sussurrò sospirando. “Almeno questo è quello che mi ha detto lei..”.
“Presto si risolverà tutto, tutti i problemi finiranno..” sussurrò Castiel seccamente, fissandolo per qualche secondo.
Dean aggottò le sopracciglia e aprì leggermente la bocca, stupito da una frase dei genere, e disse: “Potresti essere un po meno criptic…”.
Il ragazzo scosse la testa, accorgendosi di essere ormai rimasto da solo nell’abitacolo: Castiel si era smaterializzato come era solito fare; sorrise e decise che avrebbe pensato dopo anche a lui, per il momento aveva ben altri pensieri per la testa.
Posteggiò davanti ad essa ed uscì dalla macchina con la sua affezionata pistola e una torcia per rimediare al buio: aprì leggermente le porte e trovò nuovamente tutto come lo aveva lasciato, le due bare scoperchiate in marmo ai lati della stanza e un piccole corridoio fra esse. Osservò ogni minimo particolare, ogni cosa che potesse essere stata spostata dopo la sua prima visita, qualcosa di insolito ma tutto ciò che riuscì a trovare fu proprio il nulla totale!
Sospirò e scosse la testa, forse non era lì che doveva controllare e quello che aveva fatto era solamente un viaggio a vuoto; dopo un’ultima occhiata fece per andare via, fin quando il suo sguardo fu catturato da uno dei quattro muri che componevano la cripta, sulla sinistra, esattamente dietro la bara in marmo.
Si avvicinò e osservò un blocco abbastanza ampio di cemento decisamente non attaccato al resto della parete, così si avvicinò e con tutta la forza che possedeva, tirò nella sua direzione, riuscendo finalmente a spostarlo: una volta rimosso, si abbassò ad osservare cosa esso nascondesse e vide un lungo tunnel scavato direttamente nella terra che probabilmente conduceva ad un’altra cripta, o almeno questo era quello che lasciava intravede la luce della torcia.
Sospirò ed abbassò la testa, poggiandola sul suo braccio: non voleva passare da quel buco decisamente piccolo per le sue spalle, ma avrebbe dovuto farlo.
“So che me ne pentirò…” sussurrò il ragazzo sospirando e cominciando a calarsi all’interno del tunnel di terra.
Si infilò dalla testa, cercando di allargarlo il più possibile con le braccia, sfregando però ugualmente le spalle contro le pareti; dopo poco tempo riuscì finalmente ad uscire e si ritrovò all’interno di una piccola cripta come quella sovrastante.
Vi erano molte bare e la stanza era piena zeppe di ossa e di resti di cadaveri, uno dei quali assomigliava molto al barista Jo, sparito la settimana prima; scosse la testa e continuò a cercare qualche altro resto umano, come la madre di Adam, finchè dei rumori sospetti catturarono la sua attenzione: provenivano esattamente dal tunnel dal quale era sceso e, impugnando la sua pistola, la puntò insieme alla torcia all’interno di esso.
Vide una figura muoversi e sparò sperando di prenderla in pieno, ma l’unico risultato fu quello di far crollare completamente la terra, chiudendo l’unica via di passaggio che lo avrebbe potuto riportare fuori; dopo aver imprecando contro tutta quella situazione e contro quel mostro, estrasse il cellulare dalla tasca e cercò di chiamare Sam, ma sepolto da tutta quella terra non vi era alcuna traccia di campo.
Continuò a cercare fra le tombe finchè notò due bare con stili completamente diversi rispetto a quelli delle altre, erano più moderne, così il ragazzo lentamente vi si avvicinò: aprì la prima, sollevandone il coperchio e venendo colpito dal forte odore di sangue e di putrefazione del corpo che conteneva; puntò la torcia verso il viso della persona deceduta e con un sospiro la riconobbe, si trattava della madre di Adam.
Sospirò dispiaciuto per averne accurato la morte e richiuse la bara, recandosi ad osservare il contenuto della seconda: nessun aveva denunciato la scomparsa di un parente o di un amico nell’ultima settimana, e se Dean aveva appena trovata Jo e la madre di Adam, chi altro avrebbe potuto trovare all’interno?
Con molta attenzione sollevò il coperchio della seconda bara e ciò che vide lo lasciò molto stupefatto e incredulo: non era possibile, non era affatto possibile!
La persona dilaniata e ricoperta di sangue che giaceva all’interno della bara era proprio Adam, il loro fratello minore, e ciò voleva dire solamente una cosa: quello con Sam non era umano!
Doveva uscire immediatamente di lì, a qualunque costo, ne andava della vita di suo fratello.
 
 
 
 
“Quindi ci siamo.. adesso potrete assistere..” sussurrò Lilith compiaciuta, unendo le sue mani e sorridendo, alternando lo sguardo sulle ragazze. “Tutte voi potrete farlo”.
“Io penso che assisteranno a me che ti ucciderò” sussurrò Katherine continuando ad avanzare.
“E come avresti intenzione di fare? Con quella?” chiese il demone ridendo, indicando la pistola che la ragazza teneva fra le mani. “O con i tuoi poteri psichici?”.
Hailey e le ragazze si scambiarono un’occhiata dubbiosa, non capendo a cosa si riferisse Lilith con quelle parole: poteri psichici? Di che diavolo stava parlando?
Katherine abbassò lo sguardo per qualche secondo e sospirò, odiando ancora di più il demone per aver rivelato quel piccolo dettaglio, che tanto piccolo non era, prima che potesse farlo lei.
“Ooh, tua sorella non lo sapeva?” chiese Lilith con voce divertita, avanzando verso di loro. “E scommetto che neanche le tue piccole cacciatrici ne fossero al corrente, no?”.
“No, ma grazie per averlo detto al posto mio” sussurrò la ragazza sospirando e scuotendo la testa.
“Katherine, di cosa sta parlando?” chiese Hailey aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi alla sorella afferrandole saldamente un braccio. “Che significa?”.
“Significa che ha intenzione di abbracciare la Maledizione, piccola Hailey…” sussurrò Lilith ridendo.
“No, non è così!” esclamò Katherine fissando in cagnesco il demone.
“Davvero? Devo ricordarti che lo scorso pomeriggio sei quasi riuscita ad uccidermi?” chiese Lilith sorridendo.
“Cosa?!” esclamarono Hailey e qualche Potenziale all’unisono, dopodichè la Cacciatrice si rivolse a Claire e la guardò in cagnesco. “Tu lo sapevi?!”.
“Si, lo sapevo Hailey..” sussurrò la bruna sospirando. “Ma non sono d’accordo con lei, non voglio che li usi!”.
“Non è il momento più adatto!” esclamò Katherine rimproverando le ragazze, osservando Lilith sorridere sotto i baffi per aver messo polemica fra di loro proprio in quel momento.
“Adesso finirà tutto!” esclamò scuotendo la testa ed alzando un braccio verso di lei, concentrandosi il più possibile per ucciderla.
Il demone prese a divincolarsi, proprio com’era successo lo scorso pomeriggio, cercando una boccata d’aria e quasi in preda al panico biascicò qualche parola di supplica alla ragazza, che però di getto sorrise; quella volta non si sarebbe fatta scrupoli ad ucciderla, l’avrebbe disintegrata all’istante.
Più sentiva la sua rabbia crescere, più il potere della Maledizione prese a scorrere in lei, aumentando di gran lunga la sua forza; la sorella e le ragazze osservarono impietrite la scena, l’ultima cosa che si sarebbero mai aspettati di vedere era davvero proprio quella. Che diavolo era diventata?
“Finalmente pagherai per quello che hai fatto!” esclamò Katherine sorridendo, stringendo sempre di più la presa.
Lilith continuò a divincolarsi, finchè d’un tratto, si rimise in piedi autonomamente e scoppiò in una risata fragorosa, lasciando tutti i presenti, specialmente la Cacciatrice, sbalorditi.
“Che c’è? Credevi davvero che i tuoi poteri avessero ancora effetti su di me?” chiese il demone ridendo e scuotendo leggermente la testa. “Voi umani siete così fiduciosi! Ma lasciate che vi spieghi come andrà questa serata……”.
Con un gesto della mano, Lilith colpì ognuno dei presenti e li intrappolò al muro in una morsa invisibile, impedendo loro di muoversi e di potersi liberare; passò in mezzo a loro e sorrise, parandosi davanti alle tre Cacciatrici.
“Oh povera piccola, pensavi che sarebbe stato così facile?” chiese osservando negli occhi la bionda, mettendo su una finta faccia triste. “Pensavi che sarebbe bastato venire qui, sfoderare i tuoi poteri da quattro soldi ed uccidermi? No, no, no!”.
Scosse la testa e sospirò, osservando la stanza piena di quelle ragazze, indecisa su che comportamento riservare a loro; le avrebbe potuto uccidere, renderle sue schiave all’inferno. Nonostante questi pensieri fossero allettanti, nella sua mente scorreva il piano che aveva ormai elaborato da mesi e lo vide realizzarsi in ogni suo punto nel corso dei mesi, eccetto l’ultimo: esso sarebbe stato realizzato quella notte, quando finalmente il destino delle Potenziali sarebbe stato compiuto.
“Sono così eccitata, questa notte sarà veramente importante!” esclamò sorridendo e battendo le mani. “Detesto le anticipazioni, ma voglio che sappiate cosa vi aspetta!”.
“Sarei più interessata alla parte in cui tu muori” sussurrò Katherine sollevando un sopracciglio con aria di sfida, cercando di non farle notare i suoi tentativi di divincolarsi dalla morsa d’acciaio invisibile.
Improvvisamente, Lilith mossa da chissà quale istinto violento, si scagliò su di lei afferrandole con una mano la mascella e stringendola con tutta la forza che avesse in corpo, dicendo: “Attenta ragazzina, non sai chi ti trovi davanti! Parlami ancora in quel modo e la tua esistenza insieme a quella di tutte le tue Potenziali sarà più corta di quel che pensi!”.
Katherine deglutì a fatica, cercando di ingoiare il dolore al viso ma non interrompendo mai il contatto visivo con il demone, e sospirò, fin quando il viso del demone si rilassò completamente, tornando a sorridere e mollando la presa sul suo viso.
“Tornando a quello che sarà il vostro destino stanotte: sapete già che la rottura del sigillo che precede il penultimo è dovuta alla morte di un gruppo di streghe, giusto?” chiese retoricamente sorridendo, alternando lo sguardo fra le ragazze. “Beh questo è quello che succederà a loro; sapete quanto ho pensato e pensato un piano su come portare voi tutte Potenziali nella stessa stanza?”.
Si voltò verso le ragazze più impaurite, ancora bloccate alla parete, e sospirò dicendo: “E’ stata un’impresa ardua, dico davvero! Quante possibilità c’erano che questo accadesse?”.
Tornò indietro, raggiungendo l’altare lentamente, ed afferrando uno dei coltelli, tornando nuovamente in mezzo alle ragazze, tutte palesemente impaurite e terrorizzate.
“Ve lo dico io: 0! Sapete come tutto questo è stato possibile ragazze? Grazie a lei” sussurrò Lilith indicando la Cacciatrice bionda, mentre con un sorriso osservò le altre ragazze. “Il merito è solamente tuo, Katherine!”.
 
 
 
Si risvegliò sul tavolo da pranzo della casa di Adam, completamente legato a mani e piedi, e più confuso che mai: che diavolo era successo? Provò a divincolarsi ma ogni tentativo fu inutile, le corde erano molto strette.
L’ultima cosa che ricordava era di aver sentito una donna urlare al piano di sotto, dopodichè tutto si dipinse di nero fra i suoi ricordi; osservò la stanza e vide una figura minuta femminile, che gli dava le spalle e armeggiava con alcuni coltelli su un tavolo più piccoli, ed improvvisamente tutto gli fu più chiaro.
Adam lo aveva colpito in pieno di viso, facendolo svenire e legandolo a quel tavolo: capì immediatamente che quello con cui aveva trascorso quei giorni non fosse in realtà il suo vero fratello, ma solamente un demone, e capì anche a quale specie appartenessero.
“Demoni divoratori?” chiese emettendo una risata nervosa, attirando l’attenzione della donna che aveva preso le sembianze della mamma di Adam. “Ammetto che gli ultimi omicidi mi avevano un po’ confuso le idee, ma adesso ho tutto più chiaro!”.
Il demone si avvicinò al corpo legato di Sam e annullò le distanze fra i loro due visi, annusando il suo odore e sorridendo con un’espressione felicissima.
“Carne fresca, mmh…” sussurrò chiudendo per qualche secondo gli occhi.
“Già, voi non siete abituati a questo, le vostre prede sono già morte quando le trovate” disse Sam scuotendo la testa. “E prendere le sembianze di chi mangiate”.
“Ed anche i loro pensieri, io ho quelli di Adam che frullano per la testa” sussurrò il ragazzo entrando nella stanza ed avvicinandosi al tavolo con un sorriso.
“Siete dei mostri schifosi!” esclamò Sam disgustato.
“Sai chi è il vero mostro qui, Sammy?” chiese la donna demone avvicinandosi nuovamente a lui e sorridendo. “John Winchester, lui si che era un vero mostro! Ha ucciso nostro padre e grazie a lui io e mio fratello siamo cresciuti da soli!”.
“Proprio come te e Dean, giusto?” chiese Adam sorridendo, divertito, afferrando un coltello e procurandogli un taglio sull’avambraccio.
“Va all’inferno!” esclamò Sam serrando la mascella, mentre la donna prese a leccare il sangue fuoriuscito dalla ferita.
“Avevamo in mente di uccidere anche John, ma purtroppo era già morto..” sussurrò il ragazzo sospirando. “..quindi ci accontenteremo di te e di tuo fratello!”.
“E questa volta Dean non arriverà ad interromperci, ci abbiamo già pensato!” esclamò la donna ridendo.
“Oh, a proposito, Adam era davvero vostro fratello!”.
“Era giusto che lo sapessi..” sussurrò il ragazzo. “Era ancora vivo quando abbiamo dato i primi morsi, non sai quanto urlava”.
La donna afferrò un altro coltello e incise un taglio profondo sui polsi di Sam, in modo da far fuoriuscire tutto il sangue dal suo corpo; nel cervello del ragazzo scattò il panico e prese ad agitarsi, sperando di potersi liberare il più in fretta possibile.
“Non agitarti così Sammy, ti dissanguerai più velocemente… prova a rilassarti!” esclamò la donna ridendo, osservando la scena divertita.
I sensi del ragazzo presero a venir meno man mano che il sangue uscì dal suo corpo e la vista prese ad offuscarsi sempre di più: si diede per spacciato quella volta, pensava che non avrebbe più rivisto suo fratello, ne Hailey o Katherine, fin quando una voce a lui familiare lo riportò alla realtà.
Sentì degli spari e capì che il piano del fratello non stava davvero funzionando, non sapendo con che demoni avesse a che fare prese a sparare alla cieca, così Sam raccolse tute le forze che gli erano rimaste in corpo ed urlò: “Sono demoni divoratori!”.
Dean sorrise e con un colpo dritto in faccia, fece saltare la testa al demone che indossava i panni della madre di Adam, e successivamente il ragazzo si lanciò contro di lui ed intrapresero una lotta a mani nude: dopo una serie di colpi ed un salotto distrutto, il giovane cacciatore afferrò un’asta di ferro e la usò per colpire ripetutamente alla testa il ragazzo che impersonava Adam, fino a distruggerla completamente.
Si prese un momento per tornare a respirare, fin quando Sam lo chiamò con voce flebile, ricordandogli che il sangue continuava ad uscire dalla sue vene lacerate, ed immediatamente Dean si precipitò dal fratello, liberandolo dalle corde che lo tenevano bloccato al tavolo ed afferrando dei panni puliti per pressarli sui suoi polsi.
“Sta tranquillo Sam, ci sono io..” sussurrò Dean aiutandolo a sedersi sul tavolo, pressandogli i panni. “Andrà tutto bene..”.
Sam prese un paio di respiri profondi, dopodichè appoggiò la testa sulla spalla del fratello, e sussurrando disse: “Grazie..”.
“A questo serve la famiglia..” sussurrò sorridendo il maggiore, passandogli delicatamente una mano sulle spalle.
 
 
Sorrise compiaciuta, osservando tutte quelle ragazze bloccate in una stanza, impaurite e consce che ciò che rimanesse loro erano pochi semplici minuti di vita, dopodichè le avrebbe trascinate tutte all’inferno e le avrebbe tormentate per l’eternità; era così felice di tutto ciò, e sapere che tutto ciò avrebbe ferito profondamente i fratelli Winchester la rese quasi euforica.
“Katherine non è la persona che pensiate che sia, non più ormai..” sussurrò ridendo. “..se lei non avesse deciso di condividere la sua vita con quei due ragazzi, sarebbe rimasta la Cacciatrice fredda e spietata di un tempo, ma adesso no, adesso di lei non è rimasta più traccia”.
“Questo non è vero!” esclamò Claire divincolandosi, sperando di liberarsi per poterla finalmente colpire.
“Oh, non lo è?” chiese Lilith sorridendo, voltandosi verso la Cacciatrice. “Sai anche tu che non sarebbe cascata in una trappola scontata come questa! E voi avete una tale fiducia in lei che l’avete seguita senza neanche rifletterci su.. non avete capito che lei è mossa da una semplice voglia di vendetta?”.
Tornò ad avvicinarsi a Katherine e appoggiò una mano al muro, proprio accanto al volto di lei, contenente un grande e sottile coltello; la studiò in viso e notò quanto quelle parole la stessero ferendo e la sua felicità malvagia aumentò a dismisura.
“La colpa è tua, Kathy, le ragazze stanotte moriranno insieme alle streghe. Sai questo cosa significa?” chiese sussurrando al suo orecchio fissandola negli occhi.
Lilith tornò al centro della stanza con uno scatto, mentre un grande sorriso di gioia pura si dipinse sul suo viso, e con voce molto alta disse: “Significa che spezzerò due sigilli contemporaneamente, significa che ne rimarrà solamente uno prima che mio padre sarà libero di camminare nuovamente sulla terra che gli appartiene e che gli è stata ingiustamente tolta!! Significa che io ho vinto!”.
Il demone esplose in una risata che terrorizzò i presenti e finalmente Katherine riuscì a giustificarsi quella sensazione di oppressione al petto che aveva provato prima di arrivare in quell’edificio; nonostante si sforzasse molto, non riuscì a vedere una via di fuga, una via di uscita. Tutto ciò che riuscì a vedere fu la morte di tutte loro.
 
 
Dopo che il maggiore curò le ferite del fratello, si diressero alla cripta nella quale Dean aveva trovato il corpo di Adam e lo portò fuori, deciso più che mai a dargli la degna sepoltura riservata ad un cacciatore; in silenzio i due ragazzi osservarono come le fiamme avvolgessero il corpo del fratello, riflettendo in solitudine su come sarebbe stata la loro vita se lui fosse stato ancora vivo.
Se John avesse detto loro la verità sin dall’inizio, probabilmente sarebbero riusciti a proteggerlo e non si sarebbero trovati a bruciare il corpo di un fratello di cui non avrebbero saputo mai più nulla; a breve di lui non vi sarebbe più stata la presenza fisica, ma semplicemente il vuoto di un’altra persona di famiglia che era appena morta.
La vita che conducevano ormai da troppi anni era davvero orribile e a Dean cominciò a stare stretta; con tutti quei vuoti nella sua vita, cos’era davvero rimasto? Si promise mentalmente che da quel momento in poi avrebbe mantenuto saldamente le persone all’interno della sua vita prendendosene cura, a qualunque costo; avrebbe aiutato Katherine con quella brutta storia della Maledizione, avrebbe indagato su Sam e sullo sviluppo dei suoi poteri con Ruby.
“Non era davvero un cacciatore..” sussurrò una voce familiare che li fece voltare entrambi.
L’uomo stava fermo ad osservare i resti di quel corpo bruciare, con sguardo cupo e triste, con entrambe le mani nelle tasche del suo solito trench beige.
“Castiel.. che ci fai qui?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, voltandosi verso l’angelo. “Sei venuto ad assistere allo spettacolo?!”.
“Dean, mi dispiace..” sussurrò Castiel fissandolo con sguardo triste.
“Tu lo sapevi? Sapevi che quello che passava le giornate con noi non era in realtà nostro fratello?!” esclamò il maggiore sputando tutta la rabbia che possedesse in corpo.
L’angelo sospirò e deglutì con fatica, distogliendo lo sguardo da quello del ragazzo ed abbassando il capo, prima di sussurrare con voce flebile: “Si..”.
Sam e Dean si guardarono negli occhi e l’uno lesse nello sguardo dell’altro la più totale delusione verso l’angelo, la rabbia montò al loro interno e gli intimarono di andarsene con parole poco carine ed appropriate ad un angelo; ma Castiel rimase fermo lì, aprì e chiuse la bocca un paio di cose, come se ci fosse qualcosa in più che i fratelli dovessero sapere.
“Non ci interessano le tue scuse..” sussurrò Dean scuotendo la testa e fissando ancora le fiamme provocate dal funerale del fratello.
“C’è dell’altro..” sussurrò l’angelo sollevando lo sguardo ed avanzando di qualche passo. “Dovete sapere alcune cose..”.
“Perché dovremmo crederti a questo punto?!” esclamò Sam allargando le braccia ed aggrottando le sopracciglia. “Non ci hai dato molti motivi per fidarci di te!”.
“Sono sicuro che adesso lo farete...” sussurrò Castiel prendendo un sospiro ed osservando i due ragazzi.
“Si tratta di Katherine ed Hailey….”.
Entrambi i ragazzi si voltarono con gli occhi sgranati nella direzione dell’angelo, sentendo il cuore aumentare il suo normale battito, ansiosi di sapere cos’altro fosse successo.
 
 
 
Il demone tornò velocemente all’altare, cominciando a leggere ad alta voce le frasi in latino contenute in quel libro, che giunsero alle orecchie delle Cacciatrici e delle Potenziali come una grande minaccia; erano in trappola? Non vi era alcuna via di fuga per mettersi in salvo?
Katherine sfruttò la momentanea distrazione del demone, cercando di concentrarsi sui suoi poteri per liberarsi e liberare le ragazze e le streghe, ma davvero ogni sforzo fu vano; più cercava di divincolarsi, più ogni parte del suo corpo prese a fare male come se un’infinità di coltelli le stessero trafiggendo il corpo. Si concentrò sulla sua rabbia, ma la paura per tutte loro la bloccò.
“Ok, non pensavo di poterlo dire veramente ma, Katherine devi sfruttare la Maledizione!” esclamò Hailey provando invano a divincolarsi da quella stretta d’acciaio.
“Cosa credi che stia cercando di fare?” chiese la ragazza con una punta di acidità. “Fa troppo male, è troppo forte”.
“Lo so, lo so che fa male, ma devi superarlo!” esclamò la maggiore delle Collins, conoscendo bene quel tipo di dolore. “Presto sentirai il cuore quasi esplodere e la pelle andare a fuoco, ma devi continuare!”.
La sorella per nulla intimorita dal dolore fisico che stesse provando, continuò a fare dei tentativi imperterrita, ma più provava più sentiva i suoi poteri abbandonare il suo corpo; le parole della sorella bene presto si avverarono: il cuore prese a batterle nel petto come se stesse per sfondarlo e la sua pelle bruciò per davvero, tant’è che Katherine controllò se fosse circondata realmente dalle fiamme.
“Cominciamo streghe..” sussurrò Lilith con disprezzo, salendo su quel cubo di cemento rialzato. “Eliminiamo la magia dalla vita delle Cacciatrici!”.
Si mise al centro del cerchio, tenendo fra le mani un coltello più lungo rispetto a quello che aveva preso prima e una ciotola abbastanza grande che spaventò le povere mal capitate che le stavano accanto contro la loro volontà; prese a tagliare la gola di una di esse, facendo fluire una parte del suo sangue all’interno della ciotola, per poi passare alla strega accanto e ripetere l’operazione.
Le urla di paura e di dolore delle ragazze funzionarono da benzina sopra il fuoco immaginario di Kahterine, che chiuse gli occhi e si concentrò sempre di più: seppur il dolore fosse così forte da portela perfino ucciderla, la ragazza non demorse, continuando nel suo compito.
Doveva farcela, doveva. Lo doveva a tutte le presenti per averle portate li.
Diversi lamenti uscirono dalla sua bocca mentre continuò a lottare contro quella morsa d’acciaio che la bloccava, più le streghe urlavano più la sua forza aumentava; fu così finchè il silenzio si impossessò di quel magazzino, segno che Lilith le avesse uccise tutte.
Ognuna di quelle sensazioni cessò immediatamente e la Cacciatrice spalancò gli occhi, mostrandoli a tutti i presenti come rossi fuoco.
Con un mezzo sorriso, si staccò da muro ed avanzò fino a trovarsi in mezzo al magazzino, sotto gli occhi increduli di tutti i presenti: restò in silenzio, osservando Lilith finire e compiacersi per avere spezzato anche quel sigillo.
“Lo ammetto, questo non me l’aspettavo..” sussurrò divertita, posando i coltelli e la ciotola, ormai inutili.
Man mano che il demone avanzò verso di lei, riuscì a notare sempre più i suoi occhi rossi brillanti, mentre tutto il resto si limitava a fare da cornice.
“Wow, i tuoi occhi sono così… wow..” sussurrò Lilith rimanendo sbalordita ed incredula. “Neanche quelli di tua sorella erano così… rossi…”.
Katherine continuò a non proferire parola, mentre la rabbia prese a montare sempre più dentro di lei e la sua forza crebbe a dismisura; emise un suono con la bocca, come un ringhio, che fece paralizzare dalla paura le Potenziali. Si sentirono confuse, chi era delle due quella di cui avrebbero dovuto vere paura? Katherine o Lilith?
“Cosa vuoi fare? Vuoi lottare?” chiese il demone sorridendo. “Per quanto tu possa essere forte, io lo sono di più….”.
Katherine fece qualche passo avanti lentamente e Lilith indietreggiò cambiando espressione, quasi come stesse cominciando ad aver paura.
“Io ti distruggerò” rispose seccamente Katherine chiudendo gli occhi, alzando una mano verso di lei e chiudendola a pugno.
Il demone, e quindi il suo tramite, prese a sputare sangue e a subire dei graffi che la lacerarono internamente, spezzandole qualche osso e bloccandole il respiro; la ragazza sentì i suoi poteri aumentare, mentre tutte le ragazze furono liberate dalla morsa d’acciaio. Nessuna le si avvicinò, solamente Hailey timidamente si avvicinò, terrorizzata da ciò che i suoi occhi stessero vedendo.
Che lei ricordasse, quando era sotto effetto della Maledizione, i suoi poteri non avevano mai raggiunto una simile forza.
Katherine mollò la presa permettendo al demone di respirare e tossire un po' per riprendere almeno parzialmente il controllo di sé; aprì gli occhi e sorrise compiaciuta per ciò che aveva fatto.
“Katherine…?” sussurrò la sorella, chiamandola e rimanendo di stucco per ciò che vide.
La ragazza si voltò, mostrandole i suoi occhi rosso sangue e l’espressione violenta e crudele che le si dipinse in volto; inclinò la testa per studiarla, volendo attaccare anche lei per averla incoraggiata a fare ciò che stesse facendo, ma si bloccò in tempo quando il suo cervello le ricordò che si trattasse di sua sorella.
“Tesoro, l’hai ferita gravemente, adesso andiamocene, d’accordo?” chiese sorridendo, avvicinandosi lentamente.
Ma Katherine non riuscì a capire perché Hailey se ne volesse andare, lasciando il lavoro a metà, così si sistemò nuovamente, mantenendo il viso dritto e continuando a fissarla.
“Hailey ha ragione, vieni con noi..” sussurrò Claire sospirando, mentre un sospiro crebbe all’interno del suo petto.
Forse avrebbe potuto accettare la loro offerta, forse sarebbe potuta andare con loro e tornare a casa….
Ma una risata malvagia fece montare nuovamente la sua rabbia, portandola nuovamente allo stato iniziale, facendole provare nuovamente quella rabbia; la ragazza tornò a fissare il demone e strinse i pugni.
“Uccidimi, che aspetti?” chiese Lilith ridendo e scuotendo la testa. “Fallo o io ucciderò tutte voi!”.
“Non ascoltarla, non ne ha i poteri al momento, l’hai ridotta troppo male..” sussurrò Hailey facendo qualche altro passo avanti, giungendo quasi accanto a lei. “Fidati di me”.
Katherine alzò lo sguardo verso di lei e la fissò, pronunciando un secco e distaccato: “NO!”.
Successe tutto all’improvviso, non appena la ragazza alzò la mano per colpirla nuovamente, Lilith completò un simbolo con il sangue che aveva perso durante il primo attacco della Cacciatrice, appoggiandovi una mano completamente insanguinata: una luce scaturì all’interno della stanza e una forte esplosione si propagò all’interno del magazzino.
Le potenziali furono le prime ad essere colpite, venendo lanciate contro il retro della stanza, Katherine ed Hailey furono sbalzate fuori dalla finestra laterale, oltrepassando i due edifici abitati visti precedentemente, che furono investiti anch’essi dall’esplosione, fino ad arrivare all’interno del campo nel quale la Cacciatrice e il demone si incontrarono il pomeriggio precedente. Con la violenza dell’esplosione, l’altalena si sradicò dal terreno e Katherine fu trafitta all’addome da una delle aste cementate al suolo; i corpi delle due Cacciatrici urtarono il terreno, sbattendo con forza la testa e tutto il resto del corpo.
Non appena furono a terra, il loro respiro fu smorzato per il forte colpo subito, il loro petto fu attraversato da numerose fitte e persero i sensi, bloccate lì per terra senza qualcuno che le potesse aiutare.
Fu così che Sam e Dean le trovarono quando Castiel li trasportò a Sullivan, inermi a terra, completamente insanguinate e prive di sensi; il primo pensiero che passò nella mente dei ragazzi fu che le due Cacciatrici fossero ormai morte e ciò li pietrificò sul posto, facendogli trattenere il respiro per la paura di scoprire la verità. Cosa avrebbero dovuto fare?

 

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Capitolo 50
*** Let's say goodbye to our dead. ***


Capitolo 39 (I Parte)
 
Let's say goodbye to our dead. 
 
"Carica a 200!... 1...2...3.... libera!".
Una scossa elettrica le colpì violentemente il petto, facendola contorcere ed incurvare la schiena incosciamente in maniera quasi innaturale, mentre i suoni attorno a lei giunsero alle sue orecchie in maniera ovatta; un fastidioso segnale acustico perenne segnaló ai presenti che il suo cuore non aveva intenzione di riprendere il regolare battito, mentre delle voci sconosciute la confusero ancora di più.
Non aveva mai creduto alla storia seconda la quale, una volta che il cuore avesse smesso di battere, le anime delle persone potessero avere la bellezza di 30 secondi per realizzare ciò che stesse realmente succedendo; cosa se ne sarebbero fatti di 30 secondi in più ? Come avrebbero potuto mai cambiare la situazione? 
No, lei non era il tipo di persona che credeva a queste stupidaggini, assolutamente!
O almeno non lo era fino a quel momento.
Il momento in cui si trovò immobile ad osservare il suo corpo inerme su un letto d'ospedale: la maglietta bordeaux che indossava era stata completamente tagliata esattamente al centro, rimanendo così in reggiseno davanti a tutti quei medici che armeggiavano con diversi strumenti; parlavano spesso tra di loro, pronunciavano alla velocità della luce dei nomi specifici di oggetti e farmaci che lei non avrebbe mai potuto capire. La medicina non era il suo campo, non lo era mai stato: sarebbe stato più facile se avessero parlato di caccia, quello si che era davvero il suo campo: nella sua lunga carriera di Cacciatrice aveva ricucito centinaia di volte delle ferite su se stessa e su altri cacciatori, ma davanti agli arresti cardiaci restava impotente.
Davanti a quelle due lastre di acciaio collegate ad un macchinario del tutto sconosciuto per lei non avrebbe saputo da dove cominciare, figuriamoci se si fosse trovata in una situazione del genere.
"Quanto tempo è passato da quando è in arresto?" Chiese un dottore sulla trentina, impegnato a caricare nuovamente quel macchinario che tanto le faceva antipatia.
"2 minuti!" Rispose un uomo più giovane; dal colore del camice e dalla palpabile tensione era facile dedurre che si trattasse di uno specializzando alle prime armi.
"Così non va ragazzi!" Esclamò il dottore scuotendo la testa ed immediatamente ordinó di somministrarle una sostanza che avrebbe dovuto aiutarla a tornare nel loro mondo.
Cominciò a percepire la realtà come più lenta, più calma e meno dolorosa di come realmente fosse: probabilmente quanto più tempo avrebbe passato fuori dal suo corpo, più sarebbe stato difficile tornarvici.
"Dannazione aiutatela, dovete aiutarle entrambe!!!!!".
La voce giunse alle sue orecchie e un sorriso amaro nacque spontaneamente sulle sue labbra, come avrebbe potuto non riconoscerla? Se avesse potuto, avrebbe passato delle ore intere ad ascoltarla ed era così felice che nei suoi ultimi secondi ci fosse anche lui ad assisterla. 
Dean.
Dean era lì. Nonostante tutto, lui era lì con lei.
I suoi occhi erano così spenti, completamente terrorizzati, le bastò dargli un'occhiata per capire quanto si sentisse impotente nel non poterla aiutare: lui avrebbe potuto proteggerla da un demone, da un vampiro, un mutaforma, ma mai da una cosa del genere. Non poteva sopportare di perdere qualcunaltro, nella sua breve vita aveva già perso così tante persone da non poter sopportare altre perdite: prima Mary, poi John, appena un giorno prima aveva bruciato il cadavere di un fratello appena conosciuto, non poteva sopportare di perdere anche lei.
"Fate uscire il ragazzo!" Esclamò il dottore prestandovi però poca attenzione, come se se si trattasse di una routine, impegnato per com'era nel cercare di salvarle la vita. 
"Io resto!!" Urlò il ragazzo perentorio, piazzandosi davanti alla porta della stanza per sbarrare l'ingresso, con uno sguardo carico di odio e di paura, mentre il dottore gli lanciò uno sguardo di disappunto. 
I presenti capirono immediatamente che Dean non si sarebbe lasciato sbattere fuori dalla stanza da cui la sua ragazza rischiava di non uscire più viva, ma soprattutto inturino il dolore che il ragazzo stesse provando in quel momento, tale da cercare qualsiasi persona con la quale sfogarsi come sapeva fare meglio. Decisero di ignorarlo e di continuare a lavorare, tornandosi a concentrale sulla ragazza priva di conoscenza distesa sul tavolo.
Come avrebbe potuto lasciarla da sola? Non poteva, era una cosa impensabile per lui; doveva parlarle, ricordarle quanto profondamente l'amasse e ritornare ad essere la coppia di qualche mese prima.
Delle lacrime incontrollabili presero a scendere dai suoi occhi, rendendo pubblico il proprio dolore e la propria disperazione; perché non era rimasto con lei ? Perché lei non lo aveva chiamato?
La ragazza lo osservò e gli si avvicinò con un sorriso amaro, conscia che lui non avrebbe potuto vederla e che non l'avrebbe potuto aiutare; sospirò di felicità fissandolo, capendo quanto fosse stato bello amarlo e passare un pezzo della sua vita con lui.
Gli passò una mano sul viso e lo vide irrigidirsi sul posto, capendo immediatamente però che quel comportamento fosse stato dettato da alcune frasi dei vari medici: a quanto pare, era  passato un altro mezzo minuto, concedendole appena qualche altro secondo per poter dire addio.
Non le importava davvero di tornare, aveva trascorso una vita così bella: ebbe il privilegio di incontrare due grandi amori nella sua vita, i fratelli Winchester, e seppur sapesse che in poco tempo probabilmente non avrebbe più visto il volto di uno di loro era davvero felice.
La vita le aveva donato così tanta gioia, una figlia meravigliosa, una bellissima famiglia, cosa avrebbe voluto di più ? 
Eppure vedere il ragazzo così profondamente addolorato la uccideva lentamente, avrebbe voluto tornare nel suo corpo per poterlo abbracciare e consolarlo, avrebbe voluto urlargli che lei fosse proprio lì davanti a lui, a soffrire insieme, ma ormai si trovavano in due mondi paralleli completamente distinti.
"Per favore, non mi lasciare Kath, resta con me!" Esclamò Dean mentre altre lacrime gli rigarono il viso ed il suo respiro prese ad essere notevolmente più accelerato; si passò le mani sulle tempie, pregando con tutto se stesso che Katherine potesse risvegliarsi da u momento all'altro. "Per favore, non morire...".
Il viso della ragazza si addolcí, sorridendo e sentendo finalmente il cuore libero da tutto l'odio che avesse precendetemente provato; gli passò una mano fra i capelli e lesse tutto il dolore sul viso del ragazzo. 
"Ti amo così tanto, Dean.." sussurró sorridendo, sperando che il suo ragazzo potesse in qualche modo sentirla e che riuscisse riprendersi da un dolore del genere. "..ma non posso tornare questa volta..".
"Io credo di si" sussurró una voce dietro di sé, facendola voltare di scatto e facendola sussultare.
Sul fondo della stanza, apparve un uomo molto magro appoggiato con la mano destra ad un lungo bastone nero, indossava abiti scuri, il suo viso era decisamente fin troppo scarno, quasi scheletrico, e i suoi occhi, che erano davvero neri e penetranti, non le si scollarono di dosso e non accennavano a smettere di studiarla.
"Tu mi vedi?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e voltandosi completamente verso di lui.
Dopo qualche secondo, il volto dell'uomo si distese in un leggero sorriso e si voltò verso il corpo della ragazza accerchiato da medici: mosse leggermente la mano sinistra e successe inaspettatamente qualcosa. Tutti i presenti si bloccarono sul posto, senza emettere neanche un pò di fiato, rimanendo immobili, come se avessero ammaccato il tasto pausa sul telecomando del televisore; anche Dean rimase bloccato nella posizione in cui lo aveva lasciato prima di voltarsi verso quello strano uomo.
Cosa sta succedendo ? pensò la ragazza sbalordita.
"Che significa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e facendo qualche passo avanti, mentre la voce le prese a tremare. "Gli angeli non sono capaci di fare questo.. s-sei Dio?".
L'uomo rise leggermente, tornando a puntare gli occhi in quelli della ragazza, giungendo le mani, e con esse anche il suo elegante bastone nero, e mettendo in bellavista un anello dall'aria di essere molto prezioso nell'anulare della mano destra.
"Davvero credi di essere così importante per Dio?" Chiese l'uomo portando al centro il suo bastone ed appoggiandovisi, scandendo lentamente le parole e la ragazza ebbe modo di sentire il tono profondo della sua voce, come se fosse molto più anziano dell'età che realmente dimostrasse. ".. sono qualcosaltro".
La ragazza si irrigidí, assolumendo un atteggiamento di chiusura ed alterandosi; scosse la testa e disse: "Grazie ma non sono interessata a fare un patto demoniaco con te!".
L'uomo tornò ad accennare un sorriso, prendendo subito in simpatia la ragazza completamente all'oscuro del motivo per cui fosse intervenuto ed avesse bloccato i medici dal dichiararne la morte; tornò serio in breve tempo e sospirò, serrando le labbra e scegliendo per bene le parole da dirle nella sua mente.
"Hai mai letto il libro dell'Apocalisse Katherine?" Chiese l'uomo serrando nuovamente le labbra, evidenziando ancora di più la magrezza eccessiva del suo viso.
"Cosa?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia e corrugando la fronte, non capendo cosa c'entrasse quel discorso.
"Dovresti leggerlo, Giovanni racconta moltissime storie vere.." sussurró l'uomo rimanendo immobile e muovendo semplicemente le labbra, come se si fosse trasformato improvvisamente in una statua.
"Cosa vuoi dire?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. 
"Quando tutti i sigilli furono sciolti, vidi e udii il primo dei quattro Cavalieri dell'Apocalisse che gridava con voce di tuono; essi portarono distruzione, carestie, pestilenze e morte" sussurró l'uomo continuando a fissarla in modo strano. 
La ragazza rimase spiazzata e prese un bel respiro; aprì e chiuse la bocca molte volte la bocca, sperando che qualche parola uscisse spontanea, non trovando però una frase appropriata per rispondere; per la prima volta nella sua vita era rimasta senza parole.
"Vuoi dire... vuoi dire.." sussurró Katherine balbettando ed innervosendosi, impaurita per i suoi familiari che sarebbero rimasti sulla Terra. ".. i Cavalieri stanno arrivando? Ma ci sono ancora alcuni sigilli da spezzare, è presto!".
"Uno!!! Ne è rimasto uno soltanto" disse l'uomo con aria di rimprovero, portando nuovamente il bastone alla sua destra, mostrando tutto il suo disprezzo. "La morte delle Potenziali ha spezzato il penultimo, ne resta uno soltanto".
Immediatamente le tornarono in mente le immagini della sera precedente, come nei flashback: il viaggio in macchina con le ragazze, lo scontro con Lilith, l'essere stata intrappolata, la lotta e l'esplosione. L'esplosione. Tutte le sue ragazze erano morte.
La rabbia e l'odio presero di nuovo il controllo di lei, arrabbiata più che mai per tutto ciò che fosse successo.
"Le Potenziali... sono tutte morte...?" Chiese Katherine deglutendo a fatica, sentendo il respiro aumentare. 
"Te ne sei ricordata soltando adesso? Si lamentavano molto quando le ho portate via! Sono stato costretto a farlo dato che si trattava di un sigillo!" Esclamò l'uomo tornando a fissarla con lo sguardo di rimprovero, ma stufandosi di quella coversazione così futile.
"Le hai portate via?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e sgranando gli occhi, sentendo il nervosismo montando dentro di lei. "Ma chi sei?!".
L'uomo curvó i lati delle labbra sottili all'insù, sussurrando con felicità: "Sono Morte".
 
 
Il rumore costante del battito cardiaco emanato dal macchinario accanto al letto gli diede la sicurezza che Hailey fosse effettivamente viva e che il suo cuore stesse veramente pompando il sangue nel suo corpo; ma ciò non gli bastó, continuando a tenere fra le mani il polso destro della ragazza distesa sul letto, per controllare la frequenza dei battiti.
Lei era viva, ma aveva commesso un'enorme pazzia ad affrontare Lilith con Katherine; lei era viva, ma ancora non aveva ripreso conoscenza dopo lo sbalzo che aveva fatto dal primo piano di una palazzina in seguito all'esplosione; lei era viva, ma il ragazzo provò una sofferenza che nella sua vita aveva provato poche volte; non aveva la forza per immaginare un mondo nel quale andare avanti senza di lei.
Come avrebbe fatto ? Doveva dirle tutto ciò che sentiva per lei, dato che da quando stavano insieme non glielo aveva mai detto esplicitamente, ma doveva farlo. Doveva farle sapere che amava il suo modo di tranquillizzarlo quando tutto andava male, doveva sapere che le parti della giornata che preferiva fossero quelle in cui si svegliavano abbracciati nel loro letto e quando andavano a dormire nello stesso mondo in cui aprivano gli occhi la mattina. Insieme
Questo grande spavento che gli aveva fatto prendere era servito da lezione: gli avrebbe dovuto fare sapere quanto tenesse sinceramente a lei.
Due lacrime gli rigarono il viso e si appoggiò con il mento e con le labbra sulla mano della ragazza, baciandola e tenendola stretta a sé; la osservò da quella prospettiva e gli si strinse il cuore: il sopracciglio destro era completamente spaccato e vi erano stati applicati almeno quattro punti, un taglio le percorreva la guancia sinistra verticalmente, le braccia e le gambe erano ricoperte di lividi più o meno violacei e numerose costole si erano incrinate. Era davvero conciata male.
Come avrebbe potuto perdonarsi di non essere stato con lei al momento dell'esplosione ? Perché non l'aveva chiamata durante quei giorni nella città di Adam invece di accontentarsi di semplici messaggi ? 
"Sammy.." sussurró una voce fin troppo familiare, rimanendo alla soglia della porta. "Come sta?".
Sam si asciugó in fretta il viso con una mano e guardò l'uomo negli occhi con sguardo triste, incapace di fingere con lui.
"Sì riprenderà, ha delle fratture sparse, ematomi su tutto il corpo e alcune costole incrinate, ma si riprenderà! Le hanno dato degli antidolorifici, la faranno dormire per un po', ma se la caverá.." sussurró Sam annuendo convinto delle parole appena pronunciate, come se cercasse di convincere più se stesso. "...Katherine è messa peggio, Bobby".
L'uomo sentì il sangue gelarsi nelle vene a quell'affermazione e serró la mascella per impedire a sé stesso di urlare a quel mondo maledetto che Katherine era la sua bambina, la considerava come una figlia, non potevano portargliela via! 
"Quanto peggio?" Chiese Bobby con un filo di voce, tenendo fra le mani il suo cappello. 
Sam abbassò gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo, e fissó per terra, sentendo il peso sul petto divenire sempre più grande.
"Non sanno se ce la farà.." sussurró il ragazzo sentendo gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime.
Bobby strinse forte le palpebre e quasi con un gesto meccanico, si dileguó dalla stanza lasciando Sam da solo; non sopportava che qualcuno lo vedesse soffrire, così camminó per i vari corridoi dell'ospedale senza una meta precisa, con l'unico scopo di ingannare il tempo prima di ammettere la verità e prima che il dolore prendesse il sopravvento su di lui, facendolo crollare in un buco nero.
Non sanno se ce la farà.. queste parole risuonarono spesso nella sua mente, ma nonostante gli sforzi non riuscì a capirne appieno il significato: volevano dire che sarebbe morta? 
La ragazza che aveva migliorato le sue giornate vivendo a casa sua, che aveva addirittura migliorato la sua vita, portando tanta allegria e serenità, nonostante le cacce e i dolori della loro vita quotidiana, sarebbe morta? No, non poteva crederci, ea davvero un'assurdità!
Ricordava ancora chiaramente la prima volta che aveva messo casa in casa sua: era svenuta per il veleno del Djin e sin da subito lui aveva assunto un atteggiamento di menefreghismo nei suoi confronti.
Educare un altro cacciatore alla sua età ? Non esisteva proprio!
Eppure man mano che i giorni si susseguirono, la ragazza riuscì ad entrare nell'unico pezzo di cuore nel quale erano riuscite ad entrare solamente i due fratelli; ciò gli fece tornare in mente un episodio di parecchi mesi prima, quando Dean era stato portato all'inferno da quel Cerbero senza pietà. 
Ricordò di aver risolto un caso nelle vicinanze del quartiere di Katherine quella mattina, così nonostante la stanchezza, si incamminó verso la sua casa, comprando del caffè e delle ciambelline che sarebbero piaciute sicuramente anche a Judith; aveva conosciuto da poco quella piccola peste, ma se ne era innamorato immediatamente, come del resto era successo con la madre.
Quando si vedevano, Judith aveva sempre voglia di stargli accanto, imbraccio o sulle gambe, e nonostante lui odiasse i contatti fisici con qualunque tipo di persona, alla bambina permetteva di tutto; ricordò di essere sceso dalla macchina e di aver bussato alla porta di casa tenendo fra le mani il sacchettino del caffè, chiedendosi come potessere stare la ragazza dopo la morte dell'uomo che amava.
"Bobby!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi e sorridendo, avvicinandosi e gettandogli le braccia al collo. "Che piacevole sorpresa! Che ci fai qui?".
"So che è quasi ora di pranzo, ma volevo farvi una piccola sorpresa!" Esclamò Bobby sorridendo porgendole il sacchettino.
Bevvero il caffè insieme e mangiarono qualche ciambellina seduti al tavolo della cucina e Katherine lo invitò a restare a pranzo con lei, felice di poter passare un po di tempo insieme all'uomo che l'aveva accolta in casa sua con amore; parlarono molto, soprattutto di quanto fosse doloroso andare avanti dopo la morte di Dean e di quanto dolore provassero non trovando una soluzione per tirarlo fuori dall'inferno.
Sopportare un pensiero del genere era davvero frustrante e autodistruggente, per questo nessuno dei due riusciva a parlarne senza l'altro; Bobby le chiese come procedesse con Sam, come si comportasse, e Katherine decise di dirgli la verità: era sempre stanco, tornava dalle cacce pieno di graffi e ferite o addirittura tornava dopo anche una settimana.
L'assenza di Dean creò devasto su tutti, nessuno escluso sentiva la sua mancanza come un chiodo piantato nel cuore; la ragazza confessò a Bobby che da quando non c'era più il maggiore dei Winchester, si sentiva così vuota e priva di vita, senza linfa vitale.
L'unico che avrebbe potuto aiutarla in quel momento stava bruciando all'inferno mentre loro stavano attorno a quel tavolo della cucina semplicemente a chiaccherare; il cuore non reggeva più la sua assenza.
Si abbracciarono, sperando che prima o poi il quartetto si sarebbe nuovamente ricostituito.
La loro chiacchierata fu interrotta da Giles, sceso al piano di sotto per informare che sarebbe uscito con Jenny, trovando un ospite inaspettato ad attenderlo: finalmente i due ebbero modo di conoscersi e di stringersi la mano. Nonostante fossero grati l'uno all'altro per essersi preso cura di Katherine durante le loro assenze, nei loro occhi vi era una sorta di rivalità paterna, dettata dall'amore incondizionato che nutrivano per lei.
"Sembra un tipo apposto" sussurró Bobby una volta rimasto nuovamente solo con la ragazza.
"Lo è davvero, Bobby!" Esclamò Katherine sorridendo, notando il cambiamento d'umore dell'uomo, passandogli una mano sulla schiena. "Mi è stato accanto per molto tempo, mi ha cresciuta come una figlia ed è come un padre per me! Ma anche tu lo hai fatto ed anche tu sei molto importante come lui..".
Bobby sospirò, tornando al presente e sentendo il dolore crescere dentro di sè: per la prima volta riuscì a capire le motivazioni che spinsero John Winchester a chiedere un patto per salvare suo figlio Dean. Non erano mai andati molto d'accordo e spesso si stupì che uno come lui fosse potuto essere il padre di due ragazzi come quelli, ma solo in quel momento riuscì a capire il perchè delle sue azioni: semplicemente John non avrebbe potuto sopportare di vivere in un mondo nel quale suo figlio non ci fosse più. Così capì di essere disposto a fare altrettanto pur di salvare la vita alla ragazza, come avrebbe potuto non farlo?
Così si impose di fermarsi dal suo vagare per i corridoi: avrebbe dovuto calmare il panico e trovare la stanza della ragazza. Non si sarebbe perdonato di essere arrivato troppo tardi e di non aver potuto dire addio a Katherine; così, si incamminó nuovamente verso la stanza di Hailey e da li avrebbe fatto tutto il possibile per trovare la sua bambina.
 
 
"Ne ho bisogno, davvero!".
La voce di Sam si infiltró all'interno della mente della ragazza, risvegliandola e riportandola alla realtà; si chiese mentalmente con chi potesse parlare a quell'ora della notte il ragazzo che dormiva di fianco a lei e cercò di alzare la testa per sporgersi verso il corpo di Sam affianco a lei. 
Aaah. 
Un sibilo dì dolore cosi impercettibile si fece strada dalla sua bocca, tanto che Hailey si convinse che il ragazzo non lo avesse udito, fu dettato da una forte fitta che le percorse l'intero corpo, non tralasciando nessun muscolo; perché provava tutto quel dolore ? Cos'era successo ?
"Non posso aspettare, devi portarmelo o me lo procureró da solo!".
Aprì faticosamente gli occhi, rendendosi conto di non trovarsi sul grande letto della sua stanza abbracciata a Sam proprio quando la luminosità delle pareti bianche le colpì le retine; si osservò bene, notando le braccia piene di tubi e di fili elettrici che provò a tirare, osservando però che fossero attaccati a dei macchinari posti accanto al suo letto. Sul suo viso vi era una mascherina di plastica e la tirò leggermente, osservandola, mentre dei dolori diffusi le atteaversarono il corpo.
Le braccia erano percorse da graffi più o meno profondi, mentre una parte del sopracciglio sinistro prese a bruciarle in maniera pazzesca: si toccò delicatamente, sentendo la sua stessa pelle tenuta insieme da pochi semplici punti. Ma cosa diavolo l'avesse ridotta così non seppe spiegarselo. Non riusciva a ricordare.
"D'accordo, ciao" disse Sam pigiando il tasto rosso, chiudendo la chiamata e sospirando.
Osservò la stanza intorno a sé, notando il ragazzo appoggiato con gli avambracci al davanzale della stanza; la ragazza notó che da fuori proveniva solo buio e a giudicare dal colore scuro del cielo doveva essere ormai notte inoltrata.
Il ragazzo rimase con la testa a penzolone fra le spalle, sospirando nuovamente e non accorgendosi per niente che Hailey si fosse svegliata del tutto spaesata e confusa; provò ad aprire la bocca per chiamarlo, ma la voce non ne volle sapere di collaborare, dando semplicemente fiato senza alcuna parola.
La gola prese a bruciarle come l'inferno, esattamente come tutto il resto del corpo d'altro canto; aveva bisogno di antidolorifici, qualunque cosa per attenuare quel dolore incessante e poter respirare senza tutto quel bruciore in ogni parte. La testa prese a pulsarle incessantemente e non riuscì più a sostenerne il peso con il collo, lasciandola involontariamente cadere all'indietro prendendo nuovamente posto sul cuscino; il capo prese a girarle in maniera davvero forte. Fin troppo forte.
Sentì il cuore accelerare così tanto, che pensò che da un momento all'altro potesse uscirle a forza dal petto e farsi un giro nella stanza, lasciandola in quelle condizioni. La sua vista si offuscó, cominciando a vedere tutto attorno a sé ricoperto da un bianco-grigio che la spaventó non poco.
Fra i mille pensieri di panico che presero a passarle per la mente, uno in particolare si insidió fino a terrorizzarla del tutto: che fosse un attacco di panico ? Come avrebbe potuto gestirlo ?
Non aveva mai avuto un attacco di panico prima d'ora, non sapeva come diavolo avrebbe dovuto comportarsi in quel momento, e cercò aiuto in Sam: prese a chiamarlo, pensò addirittura di aver urlato il suo nome infinite volte, capendo successivamente di non aver detto assolutamente nulla.
Il suo corpo non voleva collaborare, così cercò di forzarsi a pensare a come poter uscire da quello stato di capogiri e di debolezza e come sarebbe riuscita ad uscirne da sola.
Hailey respira profondamente, cerca di calmarti e rallentare le pulsazioni! pensó facendolo esattamente. 
Prese a respirare profondamente, cercando di rilassare completamente i muscoli: doveva uscirne da sola, come aveva sempre fatto nella sua vita.
Un respiro dopo l'altro, continua così. Molto lentamente si accorse che il suo cuore avesse preso a battere ad una velocità minore rispetto a quella di poco prima, mentre il suo petto prese ad alzarsi e ad abbassarsi in maniera quasi normale, sentendo finalmente di riuscire a riacquistare il controllo sul suo corpo.
Si mise a sedere, nonostante alcuni residui di capogiri, e si chiese come Sam avesse potuto non sentirla respirare affannosamente, come in quel lasso di tempo per lei così interminabile lui non si fosse girato a controllarla. 
Si schiarí leggermente la gola, sentendola riprendere a bruciare, ma in maniera più sopportabile rispetto a qualche momento prima e lo osservò: si era forse trasformato in una statua?
Il ragazzo era rimasto immobile, non aveva mosso un muscolo, rimanendo ancora fermo con le braccia appoggiate al davanzale.
"Sam.." sussurró Hailey deglutendo con fatica e con una voce così flebile che spaventó persino se stessa.
Il ragazzo voltó di scatto il capo verso di lei, incrociando finalmente lo sguardo con quello della ragazza ancora terrorizzata; sgranó gli occhi e sorrise bonariamente, avvicinandosi cosí velocemente alla ragazza da farle girare la testa.
"Hailey, sei sveglia!!" Esclamò Sam sorridendo, afferrandole una mano fra le sue e stringendola forte.
Nonostante sentisse dolore, la ragazza non riuscì a chiedergli di smetterla, data la sua immensa felicità procurata da quel suo gesto così spontaneo.
"Come ti senti tesoro ?" Chiese il ragazzo curvando gli angoli delle labbra all'ingiú, osservando per la milionesima volta il suo corpo ricoperto di ferite.
Hailey sospirò silenziosamente, contraccambiando la stretta e fissandolo negli occhi; come poteva rispondere ad una domanda del genere ? Non ne aveva la più pallida idea.
Come avrebbe potuto descrive il dolore lancinante che avesse provato da quando i suoi occhi si fossero aperti su quel letto di ospedale ? Come avrebbe potuto fargli capire che anche tenere gli occhi aperti e ricambiare il suo sguardo le costasse una fatica immane ? O semplicemente descrivere il modo in cui si fosse sentita prima, quando il suo cuore e il suo respiro presero a seguire dei ritmi fin troppo strani, mentre lui rimase girato verso la finestra?
"Mi fa male tutto.." sussurró la ragazza deglutendo a fatica, appoggiando la testa al materasso rialzato ed optando per la risposta più sintetica. 
Sam si chinò verso di lei e appoggiò la fronte al materasso, nascondendo delle lacrime silenziose ed incontrollate che gli rigarono il viso; non voleva farsi vedere vulnerabile, non nel momento in cui Hailey stesse soffrendo le pene dell'inferno semplicemente respirando, ma era così dannatente felice che lei si fosse svegliata e l'avesse guardato negli occhi. Era così dannatamente felice che lei lo avesse chiamato per nome, riportandolo alla realtà dopo quella telefonata con l'unica persona che l'avrebbe potuto aiutare a salvarla. A salvarli tutti.
Senza pensarci troppo su, avvicinò il suo volto rigato dalle lacrime a quello pieno di tagli e di punti della ragazza, stampandovi un bacio a fior di labbra e successivamente appoggiando delicatamente la fronte su quella di Hailey, che sorrise felice dimenticando per un attimo i dolore che si erano impossessati del suo corpo.
"Grazie per non essere morta" sussurró guardandola negli occhi con tutto l'amore che provava. 
La ragazze rise leggermente, alzando il braccio destro lentamente e sfiorandogli una guancia, cercando di ignorare la sensazione dei punti che tiravano. A quanto pare i medici le avevano ricucito anche quella parte del corpo, proprio sopra il gomito, e capí che da lì a breve avrebbe scoperto la gravità delle sue condizioni.
"È stato una passeggiata, figurati.." sussurró Hailey ancora sorridendo, guardando teneramente il ragazzo che tutto d'un tratto le sembrò che si fosse trasformato in un bambino felice.
"Hailey..." sussurró Sam sospirando e rimettendosi dritto con la schiena, sedendosi sulla poltroncina accanto al letto continuando però a tenere salda la stretta alla mano della ragazza. "...come ti è venuto in mente?".
Hailey aggrottò le sopracciglia, non capendo in un primo momento a cosa si riferisse, e increspó le labbra, pensando a cosa avesse potuto fare di così pericoloso da rischiare la vita in quel modo, fin quando delle immagini presero ad apparire nella sua mente: poté giurare di riuscire ancora a sentire l'odore della carne che continuava a bruciare, sentí entrare all'interno delle sue narici il fumo nero e denso che continuava ad uscire dallo stesso palazzo in cui, fino a qualche secondo prima, si trovava con le ragazze e si rivide stesa su quel prato, sul quale sarebbe stato meraviglioso riposare, se solo un'esplosione non l'avesse catapultate lì con forza e violenza.
Ricordò di aver aperto gli occhi con confusione, osservando per qualche secondo il suo corpo dolorante e quello della sorella ormai svenuta, trafitta all'addome da un'asta staccata dall'altalena sulla quale i bambini del quartiere erano soliti giocare.
"Katherine!!" Esclamò sgranando gli occhi  e sentendo la preoccupazione crescere dentro di lei. "Come sta Katherine?!".
 

 
"Non credo di aver capito" sussurró la ragazza spalancando gli occhi e facendo una risata nervosa. "Il cavaliere dell'Apocalisse? Perché sei qui?".
Katherine aggrottó le sopracciglia, preoccupata più che mai per il significato delle parole del Cavaliere: qual'era lo scopo di quella visita?
"Sei venuto a portare via anche me?".
Morte rise, rilassandosi leggermente, avvicinandosi di qualche passo alla ragazza che rimase immobile.
"La tua morte non è ancora stata dichiarata, quindi tecnicamente sei ancora viva!" Esclamò Morte facendo spallucce. "Io sono qui, perché voglio proporti un patto.. è molto vantaggioso per te, credimi".
La ragazza ancora scossa da quelle notizie e dalla voce penetrante di quel Cavaliere, deglutí a fatica, prendendo un respiro profondo; nessun mostro le aveva mai fatto un effetto del genere, lei non aveva paura di niente, ma dovette ammettere a sé stessa che Morte la impauriva e la metteva in ansia da morire, non facendole capire come dovesse comportarsi.
"Io voglio prendere la tua anima e portarla nuovamente dentro il tuo corpo.. starai di nuovo bene.." sussurró Morte indicando prima lei e successivamente il suo corpo steso su quel letto. "..potrai tornare da Judith, Dean e dai tuoi amici".
"E perché lo faresti?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, non capendo un gesto di tale generosità da uno dei quattro Cavalieri dell'Apocalisse. 
"Perché voglio che tu mi prometta che farai di tutto per non liberare Lucifero dalla sua Gabbia!" Esclamò Morte aprendo più del normale i suoi occhi, mantenendo il suo sguardo e la sua espressione seri. "Impedisci di spezzare l'ultimo sigillo, promettimelo e potrai tornare a vivere!".
Katherine rimase sbalordita da quel gesto, l'ultima cosa che potesse aspettarsi era proprio quella; ma poteva davvero fidarsi ? Perchè uno dei cattivi voleva evitare la comparsa in scena di Lucifero? Fu surreale anche per se stessa, ma in quel momento decise che non le importava, voleva semplicemente tornare indietro.
"Dovrò semplicemente fare il mio lavoro..." sussurró la ragazza pensandoci su ed annuendo. "..ok!".
"Sapevo che avresti fatto la scelta giusta " sussurró Morte alzando il braccio sinistro per far ripartire il tempo, ma Katherine lo bloccó prima che potesse riuscirci.
"Perché non vuoi che l'ultimo sigillo si spezzi?".
Morte tornò a fissarla con un sorriso sulle labbra e sussurró: "Ho le mie buone ragioni".
Prima che la ragazza potesse controbattere, il Cavaliere mosse la mano e immediatamente il tempo riprese a scorrere, i rumori degli strumenti ripresero a disperdersi nella stanza e la tensione riprese a crescere; sentì dire ai medici che avrebbero tentato un'ultima volta di defibrillarla con una scarica di più alta, prima di costatarne la morte.
"Buon viaggio.." sussurró Morte sorridendo, avvicinandosi alla porta della camera ed oltrepassando Dean.
Sentì il rumore tipo che indica la carica del defribrillatore e sembrò durare un'infinità di tempo, fino a quando le lastre di metallo si posarono nuovamente sul suo petto, facendole inarcare nuovamente la schiena mentre un fastidioso rumore cominciò ad insinuarsi nella sua mente con prepotenza e sentì nuovamente l'ossigeno entrare all'interno dei suoi polmoni.
Aprì gli occhi con estrema fatica e prese un respiro profondo guardandosi attorno, sentendo dire ai medici che c'erano davvero pochissime probabilità che ciò accadesse; non appena riuscì a capire cosa fosse successo, i suoi occhi intercettarono quelli di Dean, che la osservavano con gratitudine per non essere morta. Dopo qualche altro secondo, emise un urlo, rendendosi conto di aver un buco di almeno 5 centimetri x 3  nel suo addome, sentendo il dolore risalire e crescere minuto dopo minuto.
 

 
Due colpi secchi alla porta lo risvegliarono dallo stato di coma vegetativo nel quale si era immerso subito dopo che i medici avessero riportato la ragazza nel loro mondo, trasferendola in una stanza nella quale poter riposare e riprendersi da tutte le ferite che riportò in seguito all'esplosione; il cuore del ragazzo si era stretto cosí tanto dalla preoccupazione da fargli perfino dubitare della sua esistenza all'interno del suo petto. Guardare la ragazza piena di ferite sparse per il corpo, che in seguito si sarebbero trasformate in cicatrici, stesa su quel letto priva ancora di conoscenza gli faceva male, lo uccideva letteralmente. Avrebbe preferito di gran lunga essere al suo posto, essere lui quello senza un minimo di forza steso su quel letto di ospedale; averla vista aprire gli occhi confusi ed avervi colto quella paura e tutto quel dolore lo stendeva letteralmente. 
Dopo quasi un anno, provò nuovamente quella brutta sensazione che si fece strada dentro di lui una sola volta nella sua vita: la morte di Sam. Quando Azazel lo rapí per portarlo in quella città fantasma insieme agli altri prescelti, Dean sentì la sensazione di terrore più potente che avesse mai provato; quando gli corse incontro, cercando di avvertirlo che il soldato dietro di lui lo stesse per pugnalare a morte alla schiena, ma Sam si era ormai già distratto osservando il fratello e Katherine andare verso di lui.
Ricordò il dolore che provò quando lo afferrò tra le sue braccia e le sue mani si riempirono del sangue di suo fratello, quando i loro occhi si incrociarono per un breve momento e vi lesse la paura, l'incertezza, mentre la sua stretta perse vigore poco prima di esalare il suo ultimo respiro e di perdere completamente conoscenza, piegando la testa all'indietro con un movimento del tutto innaturale; il dolore di non poterlo aiutare, di essere ormai arrivato al punto di non ritorno. Fin quando Dean non si decise a stringere un patto con un demone, che si riportò in vita Sam, ma condannò se stesso a passare l'eternità all'inferno.
In quel momento si sentì esattamente in quel modo, come avrebbe potuto aiutarla a riprendersi ? Perché dopo tutto quel tempo i suoi occhi non si erano ancora aperti ? Erano ormai passate 6 ore da quando si trovava in quella stanza del Sullivan Hospital, ma perché ci metteva tutto questo dannato tempo a risvegliarsi ?
Continuò ad osservarla, senza poter mai distogliere lo sguardo da lei: Katherine era una calamita per lui, lo era sempre stata. Dal primo giorno.
I loro sguardi finivano sempre per incollarsi, anche quando lei aveva ancora una relazione con Sam; i loro occhi finivano sempre per scontrarsi, nonostante i litigi cercassero di separarli continuamente; si maledisse per non aver tolto di mezzo l'orgoglio in quelle settimane di silenzio tombale a casa della ragazza e solamente in quel momento capí la gravità dell'errore. Lo promise a sé stesso, non ci sarebbe stata una seconda volta. 
Il suo sguardo si posò sulle labbra spaccate della ragazza, sulle guance graffiate e successivame sulla cicatrice che Katherine portava ormai dall'età di 17 anni: il morso dell'unico vampiro in grado di dissanguarla. 
Nonostante tutto ciò e tutte le altre cicatrici sparse per il corpo, che Dean aveva imparato a conoscere, la sua bellezza rimase inscalfibile; ricordò la prima volta che la spogliò, osservando il suo corpo nudo stare sotto al suo: almeno una decina di cicatrici le percorrevano il corpo, proprio come quello del cacciatore che per la prima volta conosceva l'amore. 
Poco prima di fare l'amore con lei, Dean le sussurró che non l'avrebbe lasciata mai andare in contro al destino della Maledizione, ma che avrebbe sempre vegliato su di lei, proteggendola da tutto.
"Ci sarò sempre io al tuo fianco, non permetteró che tu possa diventare qualcuno che non vuoi essere, tesoro" aveva sussurrato prima di baciarla e amarla per com'aveva desiderato da sempre e lei gli aveva creduto ciecamente, perchè lo amava e non poteva non fidarsi di lui. Ma come al solito lui l'aveva delusa, non aveva mantenuto la sua parola. Come avrebbe potuto rimediare ?
Non riuscì a fare a meno di incolparsi per quanto fosse successo as Hailey, alle Potenziali e alla ragazza: lui non c'era, lui avrebbe dovuto essere lì. Lui doveva essere lì.
Si torturó per moltissimo tempo con questo pensiero, aspettando di poter sentire nuovamente la sua voce, di poterla stringere di nuovo fra le sue braccia, cercando di capire in che modo avrebbe potuto dire alla ragazza delle numerosi morti di appena qualche ora prima.
"Ragazzo, come sta?" Chiese Bobby entrando con ancora la mano a mezz'aria dopo aver bussato alla porta. 
Distolse per qualche secondo gli occhi dalla ragazza per osservare l'uomo che prese posto sulla poltrona accanto a sé, per poi puntarlo nuovamente su quel lettino.
"I medici hanno detto che non possono dire con precisione quando si sveglierà..." sussurró Dean con voce rotta e piena di paura. "... potrebbe svegliarsi da un momento all'altro.. o non svegliarsi affatto".
Bobby sospirò rumorosamente, annuendo leggermente, cercando di convincersi che tutto sarebbe andato bene prima o poi; lui non si scoraggiava, mai. Non poteva farlo proprio in quel momento. 
Porse al ragazzo una tazza fumante di caffè, appena comprato alla mensa del piano di sotto, che portò anche a Sam, e gli sorrise toccandogli una spalla. 
"Dato che le birre qui non sono permesse.. prendi, ti aiuterà a rimanere sveglio stanotte..".
Dean annuì e lo afferrò tra le mani, rigirandolo per qualche secondo, prima di prendere un sorso abbondante e sospirare; sapeva di poter parlare di qualsiasi cosa con Bobby, in fondo lui era la persona più vicina a ricoprire la loro figura paterna, ma non voleva che qualcuno potesse vederlo soffrire. 
Non poteva neanche tenere tutto quel dolore per sè, avrebbe dovuto parlarne con qualcuno, non ce la faceva più, aveva bisogno di sfogarsi e sentirsi dire che sarebbe andato tutto bene e che Katherine si sarebbe svegliata presto. In fondo rimaneva sempre un umano, poteva concedersi dei momenti di disperazione come quelli, no ?
"Lei non mi ha aspettato" sussurró seccamente con voce spezzata, facendo trapelare tutta la sua sofferenza.
Bobby lo studiò per qualche secondo, capendo immediatamente a cosa il ragazzo si riferisse e capendo quanto gli fosse costato dire quella singola frase: l'orgoglio lo aveva sempre portato a non esternare i suoi sentimenti, senza fare eccezione, ma quando ne aveva davvero bisogno non riusciva a trattenersi. Specialmente con lui.
L'uomo ricordò quando la giovane ragazza che in quel momento stava ancora stesa sul letto priva diconoscenza entrò nelle loro vite e quando allacció la sua relazione con Sam: il maggiore, probabilmente dopo un paio di birre di troppo, si era confidato con lui, rivelandogli i suoi veri sentimenti per Katherine e facendolo preoccupare non poco.
"Crede che tu la protegga troppo" sussurró Bobby sospirando, prendendo un sorso del suo caffè.
"Infatti guarda com'è finita! È stesa su questo letto, con un fottuto buco all'interno dell'addome e almeno un centinaio di punti a tenere uniti i lembi della pelle!" Esclamò Dean infuriandosi e dilatando le narici, voltandosi per la prima volta completamente verso di lui.
Perché diavolo non l'aveva aspettato? Cosa credeva di combinare facendo una bravata del genere ?! Il suo cervello come aveva potuto pensare di poter sconfiggere Lilith in quel modo ?
Bastò poco, e tutto il suo dolore si trasformò in rabbia.
"Dean....." sussurró Bobby sospirando silenziosamente e fissandolo negli occhi, cercando di scegliere con delicatezza le parole giuste da usare. "Sto cercando di dire qualcos'altro".
Dean aggrottó le sopracciglia e lo fissò di rimando con aria interrogativa sul volto; cercò di riflettere ma in quel breve tempo, e data la sua poca lucidità in quel momento, riuscì semplicemente a scuotere la testa e ad incitare l'uomo a continuare a parlare.
"Durante l'ultima caccia in cui voi e le ragazze avete seguito un caso, Claire è venuta da me.... da sola" disse Bobby abbassando il tono di voce, come se avesse quasi paura che qualcuno potesse sentire.
"Claire.....?" Chiese Dean continuando a non capire su cosa volesse andare a parare l'uomo, aggrottando le sopracciglia e sospirando, mentre l'ondata di tristezza tornò a fare capolinea all'interno del suo cuore. 
La ragazza non era ancora stata ritrovata in seguito all'esplosione e ormai si dava per scontato che fosse morta insieme alle altre Potenziali, di cui rimanevano semplicemente cumuli di cenere e di porzioni di ossa non identificate.
"Abbiamo scoperto qualcosa" sussurró Bobby sospirando ed avvicinandosi al ragazzo, strisciando con pesantezza la sedia sul pavimento dell'ospedale. 
"Vuoi dirmelo o vuoi continuare a tenere tutto per te?" Chiese Dean innervosendosi e serrando la mandibola.
Bobby si guardò in torno, con fare sospetto, per poi avvicinate ulteriormente con il busto al ragazzo che lo fissava ancora una volta disorientato.
"C'è una cura, per la Maledizione c'è una cura, ragazzo! L'abbiamo trovata!".
 
 
 
 
"Avanti, come diavolo funziona questo affare?" Chiese Hailey sbuffando e digrignando i denti, infuriandosi, maneggiando selvaggiamente le due ruote. "Questi cosi sono fatti apposta per la gente invalida e chi li progetta cosa fa? Li rende più complicati di pilotare un aereo!!".
"Lasciati aiutare.." sussurró Sam sospirando, avvicinandosi alla ragazza con aria triste, ma segretamente un po divertito per l'aria buffa che le si era disegnata sul volto.
Hailey aveva ormai deciso che era ormai arrivata l'ora di andare a trovare la sua sorellina ancora priva di conoscenza, mettendosi contro persino i dottori, che le consigliarono riposo assoluto per via dei numerosi traumi che aveva riportato; ma dopo averli minacciati pesantemente, mandò Sam alla ricerca di una sedia a rotelle, che le potesse permettere di raggiungere la stanza della sorella senza troppi sforzi fisici.
Il dolore che provò passando dal suo letto a quella dannata sedia fu indescrivibile, ma ingoió la sofferenza per non far preoccupare troppo il ragazzo affianco a lei; Sam l'aiutó e la sorresse dalle braccia finchè non fu completamente seduta e nonostante Hailey mascherasse benissimo il male fisico, capí quanto le stesse costando muoversi, notando alcune espressioni incontrollabili che le sfuggirono.
"Solo per questa volta!" Esclamò Hailey incrociando le braccia al petto, togliendo le mani dalle ruote, sbuffando come una bambina.
Era così arrabbiata per la situazione in cui si era trovata e per tutte quelle ferite riportate in seguito all'esplosione, ma nonostante tutto non riuscì ad incolpare Katherine; anche lei sveva sbagliato, anche lei non sarebbe dovuta cadere nella trappola di Lilith, avrebbe dovuto capirlo. Avrebbe dovuto chiamare i rinforzi e, magari, in quel momento Sam non l'avrebbe trasportata da una stanza all'altra dell'ospedale di Sullivan.
La colpa della morte delle Potenziali non gravava semplicemente sulle spalle di Katherine, ma macchiava anche le mani di Hailey, rendendola responsabile tanto quanto sua sorella. Chissà come avrebbe preso Katherine la notizia della morte della sua amica storica, con la quale aveva condiviso una buona parte della sua vita e a cui aveva salvato la vita così tante volte; come avrebbe potuto accettare la morte di Claire?
Con un sospiro, sentí Sam afferrare saldamente le due maniglie dele sedia sporgenti all'altezza delle spalle della ragazza e la spinse fuori dalla sua camera, chiudendo la porta dietro di sé: Hailey ebbe così modo di osservare le altre stanze dei degenti, completamente buie data l'ora, mentre alcuni infermieri li fissarono con occhi storti, ma a nessuno dei due ragazzi parve importare. La loro mente era presa da altro.
Hailey pensò a come avrebbe reagito osservando sua sorella ancora priva di conoscenza e ciò le ricordò quando Katherine venne trasformata in una sirena: fu proprio in quell'occasione che la Maledizione prese il sopravvento e che si attivó. Con quel poco dei poteri che le erano ormai rimasti, si era concentrata nel disperato tentativo di risvegliare sua sorella con un fortunato esito positivo; purtroppo nelle circostanze attuali, Hailey non sarebbe più riuscita a risvegliarla. Non da sola.
Sam la preparò, riferendole delle brutte condizioni di Katherine, le spiegò tutte le ferite che avesse riportato e che non sapevano ancora quando e se si sarebbe risvegliata: nell'ultimo anno, ovvero nel periodo in cui finalmente le due sorelle si conobbero, il bene che Hailey provava verso di lei aumetò a dismisura, anche se non era mai stata brava a dimostrarlo.
L'unico vero motivo per cui la maggiore si era sempre nascosta da Katherine fu il suo desiderio di proteggerla dalla verità: sul Consiglio, su Giles, su Bela. Sapeva che non avrebbe mai creduto se qualcuno le avesse raccontato della favoletta della bambina rapita ed intrappolata dal Consiglio nel loro bunker, ne tantomeno che la bambina in questione fosse proprio sua sorella maggiore. Molte cose non le aveva ancora rivelato e probabilmente non lo avrebbe mai fatto, ma non poteva nascondere di aver sognato per molto tempo l'incontro con la sua sorellina. Avrebbe voluto proteggerla da ogni cosa, perfino dalla sua sete di vendetta e di odio verso Lilith: sapeva benissimo cosa provase, i sentimenti che la Maledizione era in grado di far provare erano comuni a tutte le Cacciatrici. Gli stessi sentimenti di odio e di rancore li provò appena qualche anno prima Hailey verso i genitori che tanto disprezzava e odiava, ma che non era mai riuscita ad uccidere, nonostante gli occhi rossi: questo pensiero l'accompagnó nel momento in cui entrò all'interno della stanza della sorella. 116.
Con un sospirò, osservò tutt'attorno a sé pur di ritardare il più possibile il momento in cui i suoi occhi si sarebbero posati su Katherine: vide Bobby e Dean, seduti accanto al letto, con uno sguardo perso nel vuoto ma pieno di dolore, mentre sul comodino vi erano appoggiati due tazze ormai vuote di caffè, udì dei macchinari fare dei rumori metallici e delle pompette verdi riempirsi e svuotarsi, e subito capí che si trattava dell'ossigeno che avrebbe aiutato la sorella a respirare.
Prese coraggio e seguì con lo sguardo i fili di questo macchinario, osservandoli terminare alla parte finale di una mascherina, anch'essa verde, adagiata all'altezza del naso e delle labbra di Katherine; il suo viso era così sciupato, rovinato, almeno 5 punti le tenevano unito lo zigomo sinistro, mentre un grosso ematoma copriva la quasi totalità della guancia destra. Le braccia scoperte lasciavano in evidenza i numerosi lividi violacei che le percorrevano ed Hailey non poté che chiedersi di che gravità fosse la ferita all'addome; ricordò che Claire venne pugnalata da Lilith nello stesso punto e dopo qualche settimana fu dimessa senza troppe complicazioni, ma la ragazza non fu compromessa fisicamente come lo era Katherine.
Sam la spinse un po più vicino al lettino ed Hailey afferrò delicatamente una mano della ragazza, mentre con l'altra si coprì il viso, nel tentativo di non far notare agli altri i suoi occhi lucidi; volse uno sguardo verso Dean e vi lesse tutto il suo dolore, come se i suoi sentimenti si fossero specchiati in quelli di lui.
"Ha riportato così tante ferite.." sussurró Bobby scuotendo la testa e facendo spallucce, cercando di nascondere il velo di lacrime nei suoi occhi. "..hanno detto che clinicamente è tutto nella norma, nonostante tutte queste ferite, ma non capiscono cosa non la faccia svegliare..".
"Cioè è in coma?" Chiese Hailey con voce spezzata, aggrottando le sopracciglia e deglutendo a fatica. "Io non posso crederci..".
"No, si parla di coma dopo almeno 16 ore di incoscienza.." sussurró Sam sospirando, appoggiandosi con il braccio allo schienale della sedia a rotelle e fissando la ragazza stesa sul letto con estrema tristezza. "Ne sono passate solo sei..".
"Sette.." sussurró Dean con voce spezzata, alzando per la prima volta gli occhi veramente verso i due ragazzi, sospirando. "Ne sono passate sette..".
Hailey si allungò, oltrepassando con la mano il corpo della sorella e afferrando con decisione quella del ragazzo, mentre due lacrime solitare le rigarono il viso.
"Starà bene, si riprenderà.." sussurró deglutendo con fatica. "Sai quant'è forte..".
Dean annuì e dovette sforzarsi per non far scendere anche del suo viso delle gocce umide e salate, che avrebbero dimostrato il suo dolore a tutti i presenti; sospirò e abbassò il capo, tornando a stringere la mano alla ragazza che amava più di ogni cosa.
"Sono d'accordo, vedrete che in pochissimo tempo tornerà in piene forze" sussurró una voce fin troppo familiare alle orecchie dei presenti.
Come poco prima, la sofferenza si trasformò in maniera istantanea in rabbia, che prese completamente il sopravvento sul maggiore dei fratelli: si alzò di scatto dalla sedia e si diresse verso la direzione della voce, senza lasciargli neanche il tempo di sbattere le ciglia; lo afferrò per le spalle e lo spinse violentemente verso il muro della stanza, fissandolo con uno sguardo carico di rabbia.
"Perché ti sei presentato qui?!" Chiese Dean in preda alla furia più cieca. "Non sei più il benvenuto".
"Dean, ascoltami ti prego, non è come credi!" Esclamò Castiel sospirando e cercando di liberarsi dalla presa del cacciatore, con pochissimi risultati. "Eseguivo dei semplici ordini, non è stata una mia decisione".
"Non fa alcuna differenza!!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e sbattendolo con violenza nuovamente contro la parete. "Tu lo sapevi e hai scelto di non avvertirci!!".
Sam immediatamente si lanciò in quella direzione, afferrando il fratello dalle braccia e cercando di calmarlo, sapendo che se non lo avesse fermato sarebbe finito in maniera molto negativa.
"Dean, lo sai che non è colpa sua, calmati su" sussurró Sam stringendo i polsi del fratello, sentendo come stesse allentando la presa sull'angelo. 
Il maggiore scosse la testa e lasciò andare completamente Castiel, sospirando e liberandosi anche dalla morsa di Sam; si voltó con gli occhi pieni di lacrime per la disperazione e l'impotenza e fissó Katherine ancora immobile e si chiese mentalmente perché tutto ciò stesse capitando proprio a lui.
"Io lo so che avrei dovuto avvertirvi, ma avevo degli ordini e non potevo disobbedire.." sussurró Castiel con voce rauca, sospirando e sistemandosi il trench e la camicia stropicciati dalla presa del cacciatore. 
"In che modo la tua visita può esserci utile?" Chiese Dean spostando lo sguardo triste su di lui, provando a calmarsi e a trattenere la rabbia. "Se hai finito con le scuse puoi anche andare..".
Il ragazzo tornò a sedersi, notando come tutti i presenti eccetto Sam avessero mostrato così poca importanza verso la presenza dell'angelo, e sospirò, pensando a come avrebbe potuto aiutare Katherine a tornare in vita se non ce l'avesse fatta.
Castiel fece qualche passo avanti e si soffermó su Hailey, seduta sulla sedia a rotelle con lo sguardo perso nel vuoto; le toccò la spalla con la mano sinistra e lentamente vide il suo capo girarsi e il suo sguardo posarsi su di lui: i suoi occhi erano così spenti e demoralizzati, non riusciva più a credere che tutti insieme ce l'avrebbero fatta ad uscire da quant'accaduto.
"Come stai?" Chiese l'angelo sorridendo e passandole la mano sul viso con estrema delicatezza.
La ragazza non proferí parola, ma si limitò a sollevare le spalle leggermente per non procurarsi troppo dolore, continuando a mantenere il contatto visivo; Castiel le toccò la fronte con due dita e chiuse gli occhi, provando a rimediare e sentendo con ogni fibra del suo corpo l'energia attraversare quel contatto.
Man mano che prese ad uscire dal suo tramite, il legame divenne sempre più caldo, fino a che l'angelo fu costretto a togliere la sua mano e ad osservare il suo operato: Hailey teneva gli occhi sbarrati, increduli quasi per ciò che stesse accadendo, ed osservò tutte le sue ferite chiudersi, i suoi lividi scomparire, le sue lesioni interne andare a posto, finché prese a respirare velocemente e si mosse gradualmente, grata di non sentire più tutto quel dolore.
"Castiel.. perchè l'hai fatto?" chiese Hailey muovendo le braccia e le gambe, sotto gli occhi shockati dei tre uomini. "Grazie..".
Ma qualcosa le fece capire che non era ancora arrivato il momento di ringraziare, così si alzò completamente dalla sedia senza alcuna fatica e la spostò, facendo spazio all'angelo che procedeva spedito verso il letto di Katherine con un sorriso sul viso.
"Puoi farlo anche a lei ?" Chiese Dean sperando di usare un tono perentorio, quasi come un comando, ma in realtà tutto ciò che i presenti udirono fu quasi una supplica.
L'angelo sorrise e, come fece qualche secondo prima con Hailey, puntó due dita sulla fronte della giovane ragazza stesa sul letto, sentendo l'energia passare dal suo corpo a quello della Cacciatrice; osservò le ferite più superficiali rimarginarsi, i lividi più piccoli sparire, ma non riuscì ad andare oltre ciò.
Com'era possibile ? Aveva sempre funzionato con tutti, perché con Katherine ottenne quel misero risultato?
"Che succede?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi ulteriormente.
"Non riesco a.. curarla.." sussurró Castiel aggrottando le sopracciglia, non capendo cosa non andasse.
"Cosa?!" Chiese Hailey scattando in avanti. "Perché con me ci sei riuscito ?".
"È per via della Maledizione ?" Chiese Dean sospirando ed abbassando il capo, sentendo un peso crescere sempre di più all'altezza del petto. "Non riesci a curarla per questo?".
"No, è qualcos'altro" sussurró aggrottando le sopracciglia, cercando di capire cosa potesse impedirgli di aiutarla. "È come se...".
"È come se cosa?!" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi. 
"Come se fosse protetta da qualcosa che non è umano.." sussurró Castiel passando una mano sul ventre della ragazza, sperando di poter guarire quella ferita, ma ogni tentativo fu vano. ".. qualcosa di potente..".
"Potente tipo?" Chiese Dean allargando le braccia, innervosendosi
Improvvisamente un'idea balenó per la mente dell'angelo e si voltó verso Hailey, ancora in piedi ed impegnata nell'inutile ricerca di una parte del corpo non ancora sanata, e le afferrò le mani fra le sue: aveva un piano e speró con tutto se stesso che potesse compiersi senza problemi.
Sapeva che le avrebbe chiesto una delle cose più difficili della sua vita, ma c'era in ballo la vita di sua sorella, cosa non avrebbe fatto per salvarla?
"Una parte dei tuoi poteri è ancora dentro di te, lo sarà sempre! Devi solamente concentrarti ed aiutarmi, te la senti ?" Chiese Castiel sospirando con uno sguardo triste e leggermente preoccupato. "Non te lo chiederei se non fossi convinto che tu possa farcela".
"Usare dei poteri?" chiese Sam scettico, aggrottando le sopracciglia ed innervosendosi parecchio. "Quelli della precente Maledizione? Quelli demoniaci?".
"Sul serio, Cass? Stiamo disperatamente cercando di non fare affondare Katherine e voi volete risvegliare i poteri di un'altra Cacciatrice?" chiese Dean allargando le braccia, mentre una smorfia di disappunto si disegnò sul suo volto. "Davvero?".
Hailey li fisso entrambi, puntando lo sguardo prima su quello del fidanzato della sorella e successivamente in quello del suo ragazzo: entrambi erano preoccupati e sembrano trasudare da tutti i pori una gigantesca scritta al neon. NO.
La ragazza tentennó: l'ultima cosa che avrebbe volutlo sarebbe stata risvegliare la Maledizione ancora presente e pulsante in lei, ma non poteva lasciare Katherine in quelle condizioni, così annuì e sospirò, afferrando saldamente le mani dell'angelo.
Entrambi spaventati per ciò che sarebbe potuto succedere da un momento all'altro, si voltarono verso Katherine e misero le mani sul suo ventre bendato, chiusero gli occhi e aspettarono che la loro natura si manifestasse: ci fu un calo di tensione in tutto l'ospedale, che portò ogni lampadina ad assumere un colore più chiaro e a tremorale, mentre alcuni macchinari smisero di funzionare, facendo cortocircuito; i ragazzi sentirono numerosi agenti della sicurezza ed infermieri intimare ai pazienti delle stanze accanto di calmarsi e che presto sarebbe tutto alla normalità, senza però sapere che la causa di tutti quei disguidi fossero un angelo ed una Cacciatrici che usavano dei poteri psichci su una delle loro pazienti.
Il corpo della ragazza ancora incosciente si incurvó, alzando il bacino di qualche centimetro e facendole piegare il capo all'indietro, mentre un'espressione di puro dolore le si dipinse sul volto.
Tolsero bruscamente le mani, come se qualcosa di invisibile gliele avesse spinte via e si fossero scottati, mentre tutti i presenti istintivamente spostarono lo sguardo sulla ferita ancora bendata al ventre; senza pensarci due volte, Hailey tolse le bende, incapace di resistere a conoscere la verità: le pelle liscia della pancia appariva priva di qualsiasi ferita superficiale o tagli profondi e non vi era alcuna cicatrice in bellavista.
"Come ci siete riusciti?" Chiese Sam sbalordito con gli occhi sgranati, ma il tono aveva tutta l'aria di appartenere ad una domanda del tipo Come tu ci sei riuscita?
Hailey fissò il ragazzo per qualche secondo, senza avere delle spiegazioni da potergli fornire e proprio nell'istante in cui stesse per rispondere, Katherine sgranó gli occhi, succhiando all'interno dei propri polmoni la maggiore quantità di ossigeno, riempiendoli a pieno.


 
Spalancò gli occhi e si tirò immediatamente su con il busto, appoggiando entrambe le braccia al materasso ed usandole come leve, come se non sentisse ne patisse alcun dolore; il respiro corto ed il cuore che prese a galoppare all'interno del suo petto la stordirono per qualche altro secondo in più, mentre i suoi occhi cominciarono a riprendere l'abitudine di tutte quelle luci.
Si strappò la mascherina verde sotto gli occhi increduli di tutti e si passò una mano sull'addome ormai senza più la protezione delle bende, notando come la ferita si fosse rimarginata così velocemente; eppure ricordava bene il dolore provato quando Morte aveva afferrato la sua  anima per rimetterla all'interno del suo corpo. 
Oh, no! Morte! Non era stato solamente un sogno!
Fissò i ragazzi attorno a lei con ancora lo sguardo sconvolto e confuso: vide la grande felicità, mischiata alla preoccupazione che tradiva il volto di Dean che la osservava con le lacrime agli occhi, notò Bobby felice più che mai e lesse nei suoi occhi la voglia di stringerla fra le sue braccia paterne per poterle trasmettere tutto il bene che provasse verso di lei, osservò Sam ed Hailey con le lacrime agli occhi, che sprizzavano gioia da tutti i pori per la contentezza che Katherine si fosse finalmente svegliata, ma i suoi occhi divennero immediatamente tristi quando si accorse che sua sorella stesse idossando un camice identico al suo e deduse che nell'esplosione fosse rimasta ferita anche lei; successivamente il suo sguardo si posò su quello di Castiel posto proprio accanto a sè, che irradiava luce da quel sorriso angelico che gli si dipinse sul volto. 
Era così contenta che tutti i suoi amici fossero rimasti lì ad aspettarla e che avessero contribuito a risvegliarla, il suo cuore fremeva per gettare le braccia al collo del ragazzo che amava più di ogni altra cosa ed era così bello sapere che Dean fosse lì nonostante tutto ciò che lei avesse combinato e che lo sguardo che le stesse riservando non fosse affatto di rimprovero o di colpa: era solo amore. Avrebbe preferito affrontare un argomento del genere piuttosto che una conversazione sui Cavalieri dell'Apocalisse e sulla venuta di Lucifero sulla terra, ma avrebbe dovuto farlo, ad ogni costo.
"Come stai?" "Come ti senti?" chiesero all'unisono rispettivamente Bobby e Dean, che si guardarono brevemente con un sorriso sulle labbra.
Tutta la tensione che li stava per sommergere fino al collo improvvisamente si dissolse, lasciando che i pesi sui cuori dei presenti si sciogliessero, facendoli respirare di nuovo.
"Bene..." sussurrò Katherine fissando le sue braccia e le sue gambe, sentendosi in imbarazzo per la sua quasi nudità. "... almeno credo!".
Nel modo di guarire la ferita al ventre, Castiel ed Hailey avevano si aperto la medicazione, ma anche alzando il camice datole dall'ospedale, lasciandola quasi in intimo; si sistemò, coprendosi nuovamente, e sentendo le guance colorarsi di rosso per il disagio appena provato.
"Avete usato i vostri poteri su di me?" chiese la bionda sospirando e stirando i muscoli della schiena, sentendo qualche doloretto sopportabile solleticarla.
"Tu non ti svegliavi, quindi ho pensato di..." sussurrò Castiel sorridendo fissando la ragazza in piedi di fianco a sè. "..unire le forze".
"Hai usato i poteri, Hailey.." sussurrò Katherine abbassando il capo e sospirando, dispiaciuta.
"Non mi ha costretto nessuno... e poi..." sussurrò la maggiore facendo spallucce e sorridendo. "..qualcuno doveva salvare la mia sorellina, no?".
La ragazza cambiò espressione, ricordandosi di dover raccontare loro la sua avventura post-mortem, sperando solamente che non la prendessero per un trauma dato dalla ua esperienza.
"Devo dirvi una cosa, ma dovrete ascoltarmi bene.." sussurrò Katherine sospirando e serrando la mandibola, puntando lo sguardo sul minore dei fratelli e sperando che almeno lui avrebbe potuto darle una risposta.
"Certo, dì pure.." sussurrò Sam annuendo ed avvicinandosi ulteriormente al letto, appoggiando entrambe le mani alla pediera del letto, riprendendo quell'abitudine di credere l'uno all'altra che avevano quando stavano insieme.
La Cacciatrice bionda sospirò, sapeva che nessuno avrebbe capito quanto le fosse successo quanto Sam; tutti si sarebbero sforzati di crederle, incluso Dean, ma Sam le avrebbe creduto subito, senza fare troppe domande. Anche questo fattore la spinse ad innamorarsi di lui, ma anche se adesso le loro vite sentimentali erano ormai separate da un bel pezzo, sapeva di poter sempre contare su di lui, soprattutto per quel genere di cose.
"Morte è venuto da me stanotte" disse Katherine abbassando lo sguardo e sospirando, sapendo che da lì a poco sarebbe partita la fiera dell'incredulità, dettata dal suo errore di aver svegliato la Maledizione. Ormai qualunque cosa le capitasse, l'intero gruppo l'attribuiva ad essa.
"Morte?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia, non capendo a cosa si potesse riferire la ragazza e non aspettandosi delle parole del genere successivamente al suo risveglio.
"Il Cavaliere?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e la fronte, fissando un punto indefinito in alto alla sua sinistra per scavare nella sua memoria fotografica.
"Si, proprio lui!" esclamò Katherine sospirando ed annuendo brevemente, passando le gambe  verso la parte destra del letto e sporgendosi, volendo tornare a muoversi con ogni fibra del suo corpo. "Mi ha parlato!".
"Cosa?!" chiese Bobby aggrottando le sopracciglia ed allargando leggermente le braccia, incredulo, mentre l'angelo chinò il capo per riflettere.
"E' così vi dico, lui mi ha... aaah!" esclamò la ragazza scendendo dal letto, non tenendo conto dei dolori che l'avrebbero colta non appena avesse messo il peso del suo corpo sulle gambe.
Dean si avvicinò velocemente e con uno scatto di riflessi la afferrò per le braccia, tenendola stretta in modo che non potesse più scivolare, ma che potesse soprattutto appoggiarsi a lui; Katherine fissò il ragazzo negli occhi, sentendo i sentimenti per lui crescere sempre di più e ricordando di averlo visto in quella sala a pregare perche lei sopravvivesse a quell'arresto cardiaco. Con un sospiro si lasciò aiutare e guidare nuovamente verso il letto dalle mani grandi e forti di Dean e vi si sedette, ma senza però lasciare andare le mani del ragazzo, che strinse fra le sue con fin troppo vigore.
"Fa piano, rilassati un momento! Ti sei appena svegliata.." sussurrò il ragazzo addolcendo il tono della sua voce e passandole una mano sul viso, mentre un sorriso nacque spontaneo. "Come ti senti?".
Katherine ricambiò il sorriso e fece spallucce, facendogli capire che aveva conosciuto tempi migliori, e successivamente distolse lo sguardo dal ragazzo per puntarlo sugli altri.
"Ho parlato con lui, è venuto a parlarmi" sussurrò Katherine sospirando.
"Questo prima o dopo l'esplosione?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Sei sicura di non averlo sognato? Sei stata un bel pò priva di conoscenza".
Ed eccola qui, la frase che tutti i presenti morivano dalla voglia di dire. 
"Non è stato un sogno!! E' successo mentre i medici cercavano di rianimarmi.." sussurrò la ragazza spostando nuovamente lo sguardo su Dean. "Ricordo anche te.. eri lì e gli gridato di salvarmi.. salvarci. Io ti ho visto, Dean!".
Il ragazzo sgranò gli occhi e splancò leggermente la bocca, rimanendo sbalordito da ciò che la ragazza avesse appena detto: non c'era modo che Katherine potesse sapere ciò che avesse detto ai medici, quindi doveva considerare l'idea che la visita di uno dei Cavalieri non fosse solo un disturbo post traumatico.
"Cosa ti ha detto?" chiese Bobby riemergendo da una specie di trance nel quale era caduto per  via delle troppe emozioni e della notizia appena ricevuta.
"Voleva fare un patto.." sussurrò Katherine sbuffando e facendo spallucce. "Mi avrebbe riportata in vita solo se io avessi fatto in modo di non spezzare l'ultimo sigilllo".
"Perchè non vuole che si spezzi?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Questo non lo ha detto.." sussurrò Katherine facendo una risatina nervosa.
"Cass!" esclamò Hailey sgranando gli occhi e chiedendosi perchè non avesse ancora detto una parola. "E' possibile?"
L'angelo alzò gli occhi e sospirò, fissando i presenti per poi soffermarsi su Katherine e, con espressione cupa, sussurrò: "Morte è rinchiuso all'inferno, lui non può essere stato liberato..".
"Allora con chi ha parlato?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e spalancando le braccia.
"Chi può averla salvata?" chiese Bobby aprendo leggermente la bocca dallo stupore.
"I Cavalieri hanno poteri illimitati, giusto? Manipolano lo spazio e il tempo, quindi..." sussurrò Sam incrociando le braccia al petto e riducendo gli occhi a due fessure. ".. perchè non considerare l'ipotesi che abbia potuto operare dalla cella in cui è rinchiuso?".
"Ma perchè salvare lei? Perchè chiederle di non spezzare l'ultimo sigillo?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia.
"Magari ha salvato Katherine perchè è la Cacciatrice, magari non vuole collaborare con Lucifero, magari teme che lui possa ucciderlo.." disse il minore dei Winchester facendo spallucce. "..ma io non escluderei questa ipotesi".
"Si.. potrebbe avere senso" sussurrò Castiel mantenendo lo sguardo perso nel vuoto proprio come pochi istanti ptima. "Ecco perchè non sonlo riuscito a curarla completamente, Morte la sta proteggendo..".
"Cosa? Proteggendo?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Seguendo il ragionamente di Sam e se quello che dici non è frutto della tua fantasia, sembra che il Cavaliere ti proteggerà finchè non impedirai la venuta di Lucifero..giusto?" chiese Dean cercando lo sguardo del fratello che annuì.
"Sarà meglio che ne parli in Paradiso, potrei raccogliere qualche risposta in più.." sussurrò Castiel annuendo e fissando un'ultima volta i presenti, prima di smaterializzarsi e lasciare i cinque da soli.
"Fantastico!" esclamò Hailey scuotendo la testa ed allargando le braccia, mettendosi nel posto esatto in cui vi era l'angelo fino a pochi secondi prima. "Cosa dovremmo fare adesso?".
Dean sospirò, sapendo che l'unica cosa che avrebbero potuto fare sarebbe stata indagare e fare delle ricerche sui quattro Cavalieri dell'Apocalisse e in particolare su Morte, ma ne lui ne Sam avrebbero lasciato le ragazze da sole in ospedale; il minore fissò il fratello ed intuì al volo i suoi pensieri, sospirando ed avvicinandosi all'uomo.
"Bobby, non te lo chiederemmo, ma.." sussurrò il minore, ma fu interrotto immediatamente.
"Stavo per andare, idioti, quando avrò notizie vi farò sapere.." sussurrò Bobby sorridendo teneramente alla ragazza.
Si avvicinò a Katherine e l'abbracciò delicatamente, schioccandole un bacio sulla guancia, sperando di dimostrarle tutto il suo affetto; la ragazza ricambiò la stretta, sperando che tutto potesse tornare finalmente a posto. L'uomo sciolse l'abbraccio e si volto verso Hailey, che osservò tutta la scena con occhi tristi; Bobby ne conosceva perfettamente il passato, sapeva quanto anche lei avesse bisogno di una stretta paterna, così le si avvicinò con un sorriso sul viso e le carezzò una guacia con la sua mano grande e ruvida, che stava ad indicare l'enormità di lavori manuali che ogni giorno gli toccava eseguire.
"Sono felice che tu stia bene.." sussurrò sorridendo, prima di salutare i due ragazzi e tornare a casa sua per approfondire le ricerche.
 

 
"I suoi poteri sono infiniti, dalla  manipolazione del tempo alla telecinesi... sembra potentissimo" disse Sam facendo un sunto su ciò che aveva letto pochi attimi primi dal suo portatile appoggiato al letto della ragazza.
"E' solo un a perdita di tempo!" esclamò Hailey scuotendo la testa e sbuffando, incrociando le gambe e le braccia ed appoggiando la schiena al suo letto.
"Cosa?" chiese Sam sorridendo ed aggrottando le sopracciglia con un'espressione buffa che l'avrebbe fatta sicuramente ridere, se non fosse stata così stanca. "Hai insistito tu per venire qui e fare ricerche!".
"No, io ho insistito per andare in una stanza priva della sua mania di protagonismo" sussurró Hailey scuotendo la testa e sbuffando animatamente.
Sam si irrigidí leggermente, accigliandosi e dovette ammettere di essersi parecchio infastidito per l'affermazione della ragazza: sapeva benissimo di essere l'unica persona in quella stanza a conoscere Katherine come le sue tasche, quindi non avrebbe potuto mai pensare che stesse fingendo e che stesse inventando tutto.
"Non sarai mica gelosa delle attenzioni che riceve ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e torcendo il naso in un'altra smorfia.
"Gelosa?" Chiese Hailey con una risata nervosa, facendo spallucce. "Sono solo stanca di tutto questo Katherine starà bene?, La Maledizione si è attivata, Come la fermiamo?. Insomma, c'è un'Apocalisse? Ok, bene, uccido tutto ciò che mi capita a tiro, ma Katherine in queste condizioni ? No, non lo sopporto, è troppo difficile".
Il ragazzo rimase per qualche secondo perplesso, rilassando nuovamente i muscoli e chiudendo lo schermo del pc, capendo solo in quel momento da cosa derivasse il comportamento di Hailey; posò il portatile sul comodino e prese posto accanto alla ragazza, distendendosi accanto a lei e carezzandole delicatamente i capelli.
Com'era possibile che non l'avesse colto subito ? Com'era possibile che gli apparisse chiaro solamente ora ?
"Sei preoccupata per lei" sussurró Sam sospirando e fissandola negli occhi.
"Certo che lo sono" rispose Hailey come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Già, ma ti senti in colpa.." sussurró Sam sospirando e continuando a sfiorarle delicatamente il viso.
La ragazza aprì la bocca per controbattere almeno due volte, ma la verità la fermó, bloccandola con forza contro il muro emotivo che si era formato attorno al suo cuore ormai da troppo tempo, e che stava provando a distruggere da un po'. Quale occasione migliore di questa per dare i primi colpi per demolirlo completamente? 
"Sì, mi sento in colpa.." ammisse abbassando gli occhi e sospirando, piegando gli angoli delle labbra all'ingiú.
"Ma non è colpa tua.." sussurró Sam sorridendo dolcemente, cingendole la vita sottile con il suo possente braccio.
"Io ho riconosciuto i sintomi del suo.... cambiamento.... insomma sono gli stessi che ho avuto anche io.. " sussurró Hailey tornando a fissare il ragazzo negli occhi e permettendogli di fissare il velo di lacrime che vi si era formato sopra. "..perché non la so fermare ? Perché continuo ad assecondarla? Quante altre persone dovranno morire prima di mettere un punto a tutta questa situazione?".
"Tu sei una Cacciatrice, non un Osservatore! Giles avrebbe dovuto mettere un punto, non tu!" Esclamò Sam sospirando e carezzandole delicatamente il fianco sinistro.
"Ma io non sono solo una Cacciatrice, sono sua sorella! Ho sempre desiderato avere accanto le mie sorelle e so che sono stata fortunata a poter avere Bela, ma Katherine... lei è stata l'ultimo pezzo del mio puzzle" sussurró Hailey mentre due lacrime presero a rigarle il volto, ritrovandosi in pochi secondi in un pianto liberatorio. "Non voglio perderla".
Le lacrime continuarono a rigarle il volto imperterrite e continuó a tenere lo sguardo abbassato; Sam le carezzó nuovamente il viso, notando come le sue labbra presero a tremare per i numerosi singhiozzi repressi, e la fronte a corrugarsi affollata da chissà quali pensieri e sensi di colpa che Hailey probabilmente non gli avrebbe mai raccontato.
Il ragazzo la sentí singhiozzare un'ennesima volta, completamente in balia del proprio dolore, ma non poté dirle che tutto si sarebbe messo a posto; Hailey aveva bisogno di sfogare ed esternare i suoi sentimenti e di certo Sam non avrebbe fatto nulla per impedirglielo, nonostante ogni qualvolta lei venisse scossa da quel singhiozzo, lui avvertisse una fitta insopportabile divorargli il petto, fino a consumarlo completamente. Lui detestava vederla soffrire, vederla stare male era una lenta tortura, ma Hailey si sentí sempre più sollevata all'idea di non essere sola, ma di avere il suo ragazzo accanto a sé, nonostante le lacrime continuassero a correrle numerose sul viso.
"So che stai soffrendo, stiamo soffrendo tutti amore.." sussurró Sam fissandola negli occhi, sentendo i suoi pungere. ".. ma non la perderai, devi darle il tempo di riprendersi ed avere un po più di Fede".
"Fede?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia ed asciugandosi le lacrime. 
"C'è un Dio, lí su, nel quale dovremmo avere molta più fede.." sussurró Sam sorridendo. "Lui sistemerà tutto".
"Quindi il tuo piano è di affidarci a Dio?" Chiese Hailey sorridendo e tirando su con il naso.
"Sì, ma nel frattempo combattiamo" sussurró Sam sorridendo ed avvicinando i loro visi, fino a lasciare pochissimo spazio fra le loro labbra.  
Entrambi sentirono i loro sentimenti pulsare all'interno del loro petto ed il cuore dei due ragazzi prese a battere all'impazzata, come se non si fossero mai dati neanche un bacio e quell'improvvisa vicinanza li imbarazzasse; forse la consapevolezza che probabilmente non si sarebbero più visti in seguito all'esplosione li aveva spinti a riflettere a riconsiderare i loro sentimenti.
"Ti amo, Hailey.." sussurró Sam senza neanche rendersene conto, sospirando di felicità e poté sentire la gioia di potere stringere fra le sue braccia la ragazza sana e salva . 
La Cacciatrice dopo un primo momento di confusione, si avventó sulle sue labbra, emozionata come e più di lui, dischiudendole e passandogli le mani sul viso, felice delle parole appena pronunciate dal ragazzo.
"Ti amo anche io.." sussurró Hailey sospirando e fissandolo negli occhi con un sorriso.
La tristezza e le paure di poco prima vennero completamente spazzate via da Sam, come se avesse passato un colpo di spugna sul suo cuore, risanandolo e tranquillizzandola; e poi quelle parole, quelle due parole, quelle cinque lettere che nella sua vita non aveva mai detto a nessuno, ecco che in una frazione di secondo uscirono dalla sua bocca in modo incontrollato, come se fosse una cosa automatica e scontata per il suo cervello e soprattutto per il suo cuore! Lo amava e adesso finalmente sapeva che sarebbe andato tutto bene, bastava averlo al suo fianco.
La sua contentezza però, fu interrotta dalla vibrazione di un cellulare all'interno dei pantaloni del ragazzo, che aggrottó le sopracciglia e si irrigidí; serró la mandibola e lo estrasse dalla tasca, facendo attenzione che Hailey non leggesse il nome che apparve sullo schermo.
"Rispondi, potrebbe essere importante.." sussurró Hailey cercando di mostrarsi il più comprensiva e tranquilla possibile.
"No, richiameranno" sussurró Sam facendo spallucce e mettendo nuovamente un po di distanza fra loro due.
Lui la fissò, cercando di capire se le fossero sorti dei dubbi, se fosse preoccupata o se sospettasse qualcosa, mentre lei accennó un sorriso, ricordandosi però della telefonata che aveva sentito nel momento in cui avesse aperto gli occhi in quell'ospedale.
 
Ne ho bisogno. 
Se non me lo dai tu, me lo procureró da solo.

Solamente adesso che la maggior parte della preoccupazione per Katherine era passata, Hailey poté capire quanto sembrassero bizzarre quelle parole estrapolate dal contesto, ma per quanto si sforzarse non riuscì a trovare una sola ipotesi positiva. 
Che cazzo vuol dire ? Di cosa ha bisogno ?! pensò la ragazza cercando di non tradire alcuna emozione.
Senza dubbio avrebbe dovuto scoprirlo, non c'erano dubbi, ma avrebbe dovuto mantenere la farsa di tranquillità e spensieratezza; come al solito.
"Ti dispiace se vado a prendere qualcosa alla mensa ?" Chiese Sam sorridendo e guardandola con quel suo sguardo così amorevole che la fece sentire così in colpa per star dubitando di lui.
Solo Dio poteva sapere quanto le facesse male non credere a ciò che le dicesse, ne tantomeno fidarsi del suo ragazzo, e speró così tanto di sbagliarsi e che successivamente si sarebbe potuta dare dell'idiota per aver dubitato, ma non poteva vivere con il dubbio che Sam stesse combinando qualcosa di losco.
"Scherzi? Và pure, io ti aspetto qui.." sussurró Hailey dandogli un altro bacio e sorridendo.
Sam ricambió il bacio e dopo qualche altro secondo si alzò dal letto, mettendosi in piedi e sistemandosi i vestiti, prima di indirizzarsi verso la porta e lasciarsi la stanza alle spalle; pensò di averla appena scampata e sospirò, seppur nascondere il suo segreto alle persone che amava più di tutto lo stesse lentamente distruggendo. Sapeva benissimo che non avrebbero capito, che non avrebbero accettato che cosa lui stesse diventando, quindi preferì non dirlo e tenerlo per sé per chissà ancora quanto tempo.
Gli bastò vedere il trattamento che stessero riservando a Katherine per intuire che mai nessuno di loro li avrebbe capiti; lui e Katherine erano destinati a diventare qualcosa di più rispetto a dei semplici umani, ma i loro rispettivi fratelli non riuscivano ancora a entrare in quell'ottica. 
Hailey e Dean li avrebbero etichettati come mostri da togliere di mezzo, se solo avessero saputo tutta la verità su di loro; ma lui la sapeva benissimo, Ruby gliel'aveva spiegato bene quale sarebbe stato il suo compito e quello di Katherine, e sapeva che mai nessuno lo avrebbe compreso se non l'avesse visto con i proprio occhi.
Ecco perché non poteva parlarne con nessuno. Ecco perché non ne avrebbe parlato con loro.
 
 
 
 
Erano passati almeno 10 minuti abbondanti da quando Hailey e Sam avevano annunciato che sarebbero tornati nella stanza della ragazza per fare delle altre ricerche con il portatile, ed in tutto quel tempo né Katherine né Dean ebbero il coraggio di spezzare il silenzio formatosi nella stanza. 
La ragazza continuò a rimanere stesa con gli occhi puntati al soffitto, doveva riposare nonostante non si sentisse stanca e i dolori si fossero momentaneamente calmati, mentre Dean rimase seduto accanto a lei con gli occhi incollati sul paesaggio nero e buio che la finestra offriva; da dove avrebbero potuto cominciare ?
Katherine moriva dalla voglia di chiedergli se fosse ancora arrabbiato con lei, ma si aspettava la solita risposta evasiva del ragazzo; cosa avrebbe potuto dire di diverso ?
Scusami se non ti ho chiamato prima di fare un massacro con le Potenziali? 
Scusami se non ti ho parlato per settimane?
E poi la domanda preferita che le ronzava per la testa era: 
Scusami se per un breve periodo ho deciso di mollarti e che sarei riuscita a vivere senza di te come se nulla fosse.
Wow, che casino che aveva combinato, aveva distrutto tutto con le sue stesse mani, eppure Dean non l'aveva lasciata un momento da sola da quando era stata ricoverata; pregava i medici di aiutarla a sopravvivere, di fare del loro meglio. Questo se lo ricordava perfettamente: il suo viso disperato e segnato dal dolore della perdita del fratello appena ritrovato e probabilmente della sua fidanzata. Come avrebbe potuto dimenticarlo.
Scusa se non ti ho aspettato e non ti lasciato assistere alla morte delle ragazze e di C.....
Il sorriso le morì sulla bocca e le mancò l'aria nei polmoni, come se fosse stata aspirata via meccanicamente senza che lei potesse accorgersene o fare qualcosa.
Non aveva neanche pensato il suo nome, ma la sua immagine le si era stampata dentro, come se fosse stata marchiata con il fuoco e l'avesse ricordata solamente in quel momento.
Claire.
Una smorfia le si disegnò sul viso, gli angoli delle labbra si piegarono all'ingiú e gli occhi si dipinsero immediatamente di rosso, segno che stesse per piangere, e cercò di regolarizzare il respiro per non scoppiare proprio in quel momento.
"Che hai, Kath?" Chiese Dean con voce estremamente dolce, ma tradiva una punta di paura. Come se lei potesse rompersi per il dolore e non tornare mai più se stessa. 
La ragazza voltó lentamente lo sguardo verso di lui, non essendosi accorta che Dean la stesse fissando, e si morse il labbro inferiore con tutta la forza che avesse in corpo, pur di trattenersi dalle lacrime.
"Stavo pensando solamente ora a.. Cla..." sussurró Katherine con voce spezzata, carica di dolore. "..Claire..".
Dean chiuse per qualche secondo gli occhi, probabilmente per prendere un bel respiro e calmare se stesso, e quando li riaprí si avvicinò lentamente al letto della ragazza, appoggiandosi con le spalle contro il materasso e facendole segno di appollaiarsi sul suo petto; se voleva sfogarsi non poteva esistere posto migliore e lui lo sapeva bene.
"Non l'hanno ancora ritrovata.." sussurró Dean carezzandole delicatamente i lunghi capelli, baciandole di tanto in tanto la fronte. "..potrebbe essersi salvata".
Katherine sentì delle calde e umide gocce salate rigarle le guance ed il naso, finendo rovinosamente contro la maglietta nera del suo ragazzo, che per riflesso la strinse più forte; il dolore e il senso di colpa la stavano divorando letteralmente, e più i suoi amici si dimostravano gentili e comprensivi verso di lei, più si sentiva così vuota e priva di vita, perché per l'ennesima volta tra bene e male aveva fatto la scelta sbagliata.
"No De-ean, lei è m-morta" sussurró tra un singhiozzo e l'altro con voce rotta e piena di dolore. "Lei è morta, riesco a s-sentirlo!".
Dean chiuse gli occhi e li strinse forte, come fece anche con la mandibola, per trattenere tutto il suo di dolore, arrivato al capolinea con il tono di voce della ragazza: non poteva sopportare di vederla così, non ci riusciva, era troppo doloroso.
Per favore, basta!! si ritrovò a pensare il ragazzo puntando gli occhi verso il soffitto e mordendo l'interno delle sue guance.
L'ennesimo singhiozzo, l'ennesime lacrime che arrivarono calde e in massa sul suo petto, mentre la stretta di Katherine sulle mani del ragazzo si fece sempre più forte, come se potesse appigliarsi ad esse come ad uno scoglio o ad un'ancora di salvezza e salvarsi da tutto quel mare di dolore.
Per favore, basta, non riesco a vederti così!!!! 
Avrebbe voluto urlare e chiedere al cielo di far provare a lui tutto quel dolore che impediva quasi alla ragazza di respirare; qualunque cosa pur di non sentirla piangere o vederla ridotta in quello stato, ed intanto si limitò a fare scendere delle lacrime silenziose dai suoi occhi.
"Tesoro, vedrai che la ritroveranno.." sussurró Dean passandole una mano sui capelli, stringendo ancora le sue mani, cercando di convincere più se stesso che lei.
"Dean, era come una sorella e adesso è morta.. per colpa mia!!!" sussurró Katherine facendo spallucce, alzando leggermente il capo e fissandolo negli occhi, sorpresa di ciò che i suoi stessi occhi stessero vedendo.
Deglutí a fatica e avvicinó una mano al viso in lacrime del ragazzo, che la fissò di rimando con quasi vergogna e sofferenza.
"Stai piangendo?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, sentendo le lacrime scendere in abbondanza dal suo viso.
"Sì, beh.." sussurró Dean passandosi una mano sul viso e sospirando. "..anche tu".
Istintivamente la ragazza gli gettò le braccia al collo, mentre i suoi lunghi capelli biondi presero posto accanto al letto e prese un respiro profondo, banciandogli la guancia e appoggiandovi il capo.
"Mi dispiace Dean, avrei dovuto ascoltarti.. ti ho trattato male, ma tu sei rimasto con me ugualmente.. non sono più me stessa e non riesco a controllarmi.." sussurró Katherine sospirando e deglutendo a fatica, bagnando il collo del ragazzo che la strinse forte.
"Sta tranquilla, ne usciremo insieme.." sussurró Dean annuendo e dandole dei piccoli baci sulla fronte. "..ora perché non provi a dormire?".
Katherine inclinó la testa, fissandolo negli occhi e sospirando: delle grosse occhiaie circondavano i suoi occhi, il viso era molto più pallido del solito ed era molto sciupato. Da quanto tempo non chiudeva occhio ? Prima per la faccenda di Adam, adesso per lei.. non poteva andare avanti per molto.
"Perché non ci provi tu? Hai l'aria stanca.." sussurró Katherine addolcendo il suo tono di voce. "Potremmo farlo insieme..".
Dean sorrise e le schioccò un bacio a fior di labbra, facendole adagiare nuovamente la testa sul suo petto e carezzandole nuovamente i capelli, in maniera da farla rilassare, mentre lei con la mano sinistra disegnava figure astratte sulla maglietta nera di lui.
Forse aveva ragione Dean, forse ce l'avrebbero potuta fare. Insieme.
 
 
"Ho chiamato diversi cacciatori e nessuno aveva idea di chi fosse Morte, ho fatto molte ricerche in biblioteca e su quel maledetto affare.." sussurró Bobby sbuffando e scuotendo la testa. 
"Il computer, Bobby ?" Chiese Hailey ridendo, sedendosi proprio accanto a lui nella stanza della sorella.
"Sì, quel maledetto affare!!" Esclamò Bobby dilatandole narici per il nervosismo. "Non ha portato a nulla di nuovo, rimandava alla Bibbia".
Katherine sgranó gli occhi, un ricordo le tornò alla mente per via della frase appena pronunciato dall'uomo.
"Aspettate! La Bibbia!" Esclamò la ragazza tirandosi su dal letto e muovendo leggermente le gambe. "Quando è venuto da me, ha detto di leggere attentamente il Vangelo di Giovanni. Racconta moltissime cose vere, ha detto".
I presenti si lanciarono un'occhiata ambigua che non sfuggì alla Cacciatrice che sollevó un sopracciglio, allargando le braccia.
"Beh?".
Si lanciarono un'altra occhiata che fece infuriare la ragazza, ma loro continuarono imperterriti a scegliere con lo sguardo lo sfortunato che avrebbe preso la parola, fin quando con un sospiro Sam si avvicinò lentamente a Katherine.
"Kath, potrebbe essere una pista, leggeremo anche quella parte del Vangelo! Ma voglio che tu sappia che Bobby non è stato l'unico ad aver chiesto in giro, anche io l'ho fatto e nessuno sapeva qualcosa di nuovo, a parte che Morte fosse sepolto in una gabbia all'inferno!" Esclamò Sam sospirando e facendo spallucce, osservando lo sguardo che la ragazza stesse lanciando unicamente a lui, come se potesse aspettarsi un discorso del genere dagli altri, ma non da lui. "Prima di alzare bandiera bianca aspettiamo che Castiel torni a darci notizie, d'accordo ?".
Katherine sospirò e scosse la testa, leggermente infuriata che neanche Sam sembrasse darle corda, ma preferì lasciare perdere, annuendo semplicemente e lasciando che gli altri intraprendessero una conversazione, rimanendone estranea.
Sbuffó, auguarandosi che il suo corpo riprendesse le sue regolari funzioni solo per poter tornare ad indagare per conto suo sul loro caso, o per meglio dire, sul suo caso; ringraziò il cielo di essere una Cacciatrice e di avere quindi la guarigione accelerata, così ci sarebbe voluta meno della metà del tempo per tornare sul campo.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, sperando di cadere in un sonno profondo e di svegliarsi completamente guarita e pronta per la lotta.
 
 
 
La conversazione tra i presenti si animó su cosa potesse essere la creatura che avesse rimesso l'anima di Katherine nel proprio corpo e se Morte c'entrasse effettivamente qualcosa, mentre la ragazza scivolò in un sonno ristoratore per più di un'oretta: era sempre così per le Cacciatrici. Era il tempo che loro passassero riposando che le aiutava a far richiudere le ferite e a rimettersi in piedi.
Spostò lo sguardo su Dean, trovandolo intento a fissare la ragazza in maniera strana e capí che di sicuro avesse qualcosa in mente per aiutarla, ma non riuscì a capire che cosa, così spostò lo sguardo sul suo ragazzo, trovandolo a discutere con Bobby.
Scosse il capo e sospirò sperando con tutta se stessa che una spiegazione piovesse dal cielo senza far loro arrovellare troppo il cervello.
"Ho alcune risposte" sussurró una voce materializzandosi al centro esatto della stanza, facendo fare un balzo a tutti i presenti impegnati nelle loro conversazioni o nelle loro riflessioni.
"Qualcuno dovrebbe insegnarti il concetto di bussare alla porta e chiedere permesso prima di irrompere in una stanza" sussurró Katherine con voce assonnata, mettendosi più dritta sul letto e stiracchiandosi leggermente. 
"Che hai trovato?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia ed alzandosi in piedi.
Castiel corrugò la fronte e arricció il naso, non capendo a cosa si riferisse la ragazza appena svegliata; alla base della sua istruzione vi era una cultura angelica, non umana. Gli angeli non si sarebbero mai fermati davanti ad una porta.
"Noi sappiamo che Morte è stato chiuso nella sua gabbia, sappiamo che i suoi poteri sono infiniti e potentissimi..." sussurró l'angelo scrutando i presenti per poi fissare lo sguardo su Katherine. ".. ma è impossibile che dalla gabbia abbia potuto comunicare con te, figuriamoci salvarti".
La ragazza si acciglió, sollevando un sopracciglio e scuotendo la testa in segno di dissenso.
"Perché mai?!".
"Katherine, le pareti della sua gabbia sono ricoperte da simboli enocchiani, è impossibile che lui abbia potuto estendere i suoi poteri aldilà di essa.." sussurró Castiel sospirando e posandole una mano sulla spalla in segno di conforto. "..mi dispiace, probabilmente è stato solo un sogno..".
La ragazza annuì, mentre una risata ironica le scappò dalla bocca, dando l'impressione a tutti di essere arrivata sull'orlo di un esaurimento nervoso; si scoprì dalle coperte e sospirò, cercando di mettersi in piedi.
Si resse al materasso, muovendo alcuni passi incerti e con tono abbastanza alterato disse: "Un sogno ? Non era un sogno, io l'ho visto!".
L'angelo sospirò leggermente, guardandola con occhi dispiaciuti e tristi, così con il suo solito tono pacato e calmo, sussurró: "Allora come lo spieghi?".
"Ha trovato un modo di eludere i simboli o addirittura è riuscito ad evadere, non lo so!!" Esclamò Katherine aggrottando le sopracciglia ed incrociando le braccia al petto con nervosismo. "Ma non sono pazza Castiel, lui mi ha aiutata!!!".
Il gelo sorvoló sulla stanza, osservando la ragazza palesemente arrabbiata fissare l'angelo con aria di sfida, come se fosse colpa sua, ma in fondo Katherine sapeva benissimo che non fosse così. La colpa gravava semplicemente sulle sue spalle, non su quelle di Castiel o di qualunque altro si trovasse in quella stanza, e prima o poi la Cacciatrice avrebbe dovuto farci i conti.
"Ok, siamo tutti emotivamente e fisicamente molto stanchi.." sussurró Dean sospirando ed avanzando, cingendo la vita della ragazza, pronto a sorreggerla in caso il suo corpo cedesse. "Perché non riprendiamo il discorso più tardi?".
I presenti annuirono poco convinti, finché la melodia della suoneria di un telefono invase prepotentemente la stanza, ed Hailey avrebbe potuto riconoscere quella canzone in mezzo a mille; con un sospirò si voltó verso Sam, che afferrò il cellulare e con un semplice "scusate" si defiló in corridoio. Sì era davvero stufata, voleva, anzi, pretendeva di sapere cosa stesse succedendo e con chi stesse parlando; approfittó della discussione che la sorella avesse ripreso con l'angelo e, senza farsi notare, uscì in silenzio dalla stanza, avvicinandosi alla parete sulla quale il suo ragazzo si era appartato a parlare.
Sam non la guardava, teneva le spalle incurvate, quasi come se volesse nascondere il telefono, ed il viso chinato, mentre con la mano sinistra si massaggiava le tempie; sembrava nervoso e in fondo molto, molto stanco.
Si avvicinò silenziosamente, cercando di udire qualche frase ma tutto ciò che riuscì a percepire furono semplicemente parole senza senso; decise di avvicinarsi di più, nascondendosi dietro ad un pilastro del muro e si mise in ascolto.
Si, ok, va bene.. te l'ho detto, non ce la posso più fare, ne ho bisogno!
Ne ho bisogno? Di nuovo ? Per un momento, il tono di voce del ragazzo sembrò ad Hailey quello di un tossico dipendente che prega il suo spacciatore di portargli al più presto un'altra dose. E lei lo sapeva bene, sapeva cosa si provasse durante le crisi d'astinenza, c'era passata; sembrava quasi di impazzire.
Ok, ci vediamo alle 6, grandioso!! 
Alle 6? Mancavano una manciata di minuti alle 5, che piano poteva escogitare in un'ora?
Sam chiuse la chiamata e sospirò, scuotendo il capo e prendendo una serie di respiri profondi; si voltó per tornare nella stanza di Katherine e la ragazza sapeva che l'avrebbe scoperta passandole davanti, così con un grande sospiro, uscì dal suo nascondiglio e sorrise.
"Ciao Sam.." sussurró Hailey andandogli incontro e gettandogli le braccia al collo.
"Hailey.." sussurró Sam sgranando gli occhi dalla sorpresa, ma ricambiando la stretta. "Che ci fai qui?".
"Volevo parlarti.." sussurró sorridendo e abbassando la presa sulle sue braccia.
"Dimmi.." sussurró Sam aggrottando le sopracciglia, notando lo strano comportamento della ragazza.
"Volevo solo dirti che..." sussurró Hailey cercando di apparire il più naturale possibile, ed il suo lavoro l'aveva sempre allenata per questi momenti. ".. non trovi strano quello che sta succedendo a Katherine? Insomma, lei sostiene di aver visto Morte, Castiel sostiene che non è possibile.. tu che ne pensi?".
"Dovevi seguirmi per chiedermi una cosa del genere ?" Chiese Sam sollevando un sopracciglio e sciogliendo la presa sulla ragazza. 
"Non pensavo che ti avrebbe dato fastidio.. volevo solo parlarne con te.." sussurró Hailey abbassando lo sguardo e dipingendo un'espressione triste sul suo volto.
Sapeva di stare giocando sporco con Sam, ma davvero era l'unico modo per sapere in che guaio si fosse cacciato quella volta; fece spallucce e si voltò, fece per andarsene e dopo soli due passi, il ragazzo la chiamò. 
"Aspetta.. scusami, sono solo un po nervoso.." sussurró Sam avvolgendola fra le sue braccia, vendendo nuovamente il sorriso spuntare sulle labbra della ragazza. "Torniamo dagli altri".
 
 
 
56, 57, 58, 59, 60. 17:55.
Questo era l'orario che il suo orologio da polso indicava, mentre l'ansia nel suo petto prese a crescere a dismisura; il suo cuore batteva all'impazzata, il respiro prese ad accelerare leggermente, ma si dovette sforzare di non farsi notare in quello stato Sam.
Notó come il ragazzo controllasse continuamente il cellulare e scosse la testa, cercando di rilassarsi e ordinando al suo cuore di ritrovare le normali pulsazioni; i ragazzi stavano ancora discutendo, Castiel era ormai andato via da un pezzo e tutto ciò che riuscì a notare fu lo sguardo che di tanto in tanto Dean e Bobby si lanciarono: non parlavano ad alta voce, ma sapeva benissimo che stessero comunicando fra di loro. Quasi telepaticamente.
Avevano un piano, riguardava forse Katherine ? Avevano trovato un molto per salvarla e magari stoppare la Maledizione?
Voleva saperlo e farne parte, ma quello non era esattamente il momento più indicato per parlarne con loro.
Senza che se ne potesse accorgere il suo orologio suonò, segno che le 18 erano finalmente arrivate, mentre il suo petto prese quasi fuoco, per quanto l'ansia e la preoccupazione lo percorressero a velocità elevata. Senza farsi notare, fissò il ragazzo e notó come stesse cominciando a muoversi irrequieto sulla sedia, probabilmente stava elaborando una scusa per lasciare la stanza e raggiungere chiunque lo avesse chiamato al telefono poco prima.
"Ragazzi..." sussurró Sam sorridendo e facendo voltare tutti nella sua direzione. "...scendo un attimo, vado a sgranchirmi le gambe.. volete preso qualcosa giù?".
"La crostata!!" Esclamò Dean sorridendo. 
"Quanta ne hai mangiata in questi due giorni?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e ridendo.
"È fantastica.." sussurró Dean ridendo, sognando di poterla mangiare a breve.
No Dean, non avrai nessun dolce oggi. Tocca ingoiare un boccone amaro bello grosso questa volta.
Sam annuì e con un sorriso stampato sul viso, uscì dalla porta ed Hailey si assicurò che fosse abbastanza lontano, prima di scattare in piedi e sospirare.
"Dean, posso parlarti un attimo in privato?" Chiese Hailey sorridendo gentilmente.
Il ragazzo rimase un po sorpreso per quella richiesta e annuì, allontanandosi con la ragazza sotto lo sguardo interrogativo di Katherine.
"Dimmi, che succede?" Chiese il ragazzo chiudendosi la porta alla spalle.
Hailey gli fece segno con la testa di seguirlo e sospirò, non sapendo come l'avrebbe potuta prendere.
"Temo che Sam stia combinando qualcosa e adesso dobbiamo seguirlo".
"Cosa? Di che parli?" Chiese Dean continuando a camminare, osservando la ragazza entrare all'interno della sua stanza, la 120, e prendere dei vestiti dal suo borsone.
"Girati, devo cambiarmi e abbiamo poco tempo" sussurró Hailey facendo spallucce, sotto lo sguardo attonito del ragazzo.
Si voltó e lasciò che la Cacciatrice si cambiasse, togliendo quel fastidioso camice di dosso ed indossando dei jeans e un maglioncino a maniche lunghe; la ragazza lascio i lunghi capelli mossi castani scivolarle sulla schiena e sospirò, oltrepassando il ragazzo e dirigendosi verso l'ascensore.
"Sono confuso" sussurró Dean sospirando ed aggrottando le sopracciglia. 
"Ho attivato il GPS nel suo telefono, quindi  so esattamente dove si trova" sussurró Hailey afferrando il suo telefono ed individuando la posizione. "Inoltre mi sono cambiata perché gli infermieri mi avrebbero fermata ad ogni mio passo e non potevo perdere tempo con loro".
"Perché pensi che Sam nasconda qualcosa? Sappiamo del sangue demoniaco che scorre nelle sue vene, dei suoi poteri psichici.. cos'altro ci può nascondere?" Chiese Dean sospirando, mentre le porte dell'ascensore si aprirono portandoli al piano terra.
Passarono davanti alla mensa, non trovandolo ovviamente li, ed uscirono dall'enorme porta a vetri dell'ospedale, giungendo nel grande parcheggio; il telefono segnava che mancassero solamente pochi metri alla posizione di Sam.
"Io credo che prenda qualcosa.. come una droga demoniaca.. non lo so.." sussurró Hailey abbassando la voce e facendo il più silenziosamente possibile, invitando il ragazzo a fare altrettanto. "Ma lo scopriremo tra pochissimo".
Giunsero ad un angolo del parcheggio e da lì poterono intravedere la figura di Sam parlare con una donna abbastanza piccola e bassa in confronto a lui, bruna, con un giubbotto di pelle; chi poteva entrarci se non lei ? Chi poteva essere lo spacciatore demoniaco di Sam se non lei ?
"Ruby...." sussurró Dean con tono arrabbiato, osservando la scena da quell'angolo e lanciandosi immediatamente avanti per raggiungerli, ma la ragazza lo strattonó, riportandolo accanto a sé. 
"Aspetta, guardiamo ancora" sussurró Hailey puntando gli occhi sui due che parlavano.
Osservarono Ruby estrarre un coltello dalle sue tasche e guardarsi attorno, come per assicurarsi che nessuno li stesse guardando, e subito pensarono al peggio; ma capirono di non essere pronti per ciò che i loro occhi avrebbero visto entro qualche secondo: il demone si praticó un incisione esattamente sul polso, dove passano le due arterie, ed immediatamente la lama e il suo braccio si tinsero di rosso, lasciando Hailey e Dean spiazzati da quel gesto.
Notarono come Sam stesse osservando quel taglio, proprio come un cocainomane osserva la sua dose giornaliera, e rimasero impietriti per la scena che vi si parò davanti e che furono costretti ad osservare: il ragazzo si lanció immediatamente contro il braccio del demone, portandoselo alle labbra e prendendo a leccarlo e a bere quel sangue come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"Oh mio Dio...." sussurró Hailey portando le mani alla bocca per la sorpresa e l'orrore. "Che diavolo sta facendo?".
Dean invece rimase immobile, probabilmente sotto shock e si limitò solamente ad abbassare lo sguardo, mentre un gran senso di delusione prese ad albergare dentro di sé. 
Senza pensarci ancora un'altra volta, la ragazza si lanciò immediatamente verso la direzione del suo ragazzo e del demone, mostrando la sua presenza, piazzondosi davanti a loro e scuotendo Sam, che aprì gli occhi e rimase sorpreso di trovare la ragazza davanti a sé.
"Che diavolo stai facendo?!?!" Urlò Hailey staccandolo completamente dal demone.
Lo osservò, come probabilmente stesse facendo anche Dean, notando il suo sguardo sconvolto e le due labbra imbrattate da quel sangue demoniaco.
"Ecco cosa mi nascondevi...." sussurró la ragazza indietreggiando ed abbassando gli occhi, delusa ed amareggiata.
"Hailey, posso spiegarti.." sussurró Sam cercando di fare qualche passo avanti, ma la ragazza lo bloccó con le mani. "..non è come pensi..".
"Davvero, e com'è? " Chiese la ragazza non riuscendo neanche più a guardarlo negli occhi.
"Oh andiamo, non è così grave!" Esclamò Ruby ridendo e sollevando un sopracciglio.
Hailey portò lo sguardo sul demone, come se per un momento si fosse dimenticata del suo ruolo in tutto quel disastro, e, senza un preavviso, la colpì violentemente sul viso, spaccandole probabilmente il setto nasale e scaraventandola a terra.
"Hailey!" Esclamò Dean facendosi finalmente vedere ed afferrandola fra le braccia, bloccandola.
"No io la uccido, li uccido tutti e due!!!" Urlò la ragazza fissando in cagnesco entrambi, cercando di liberarsi dalla morsa d'acciaio del ragazzo. 
"Sono d'accordo con te, ma questo non è il luogo adatto" sussurró Dean cercando di calmarla, mentre delle lacrime di nervosismo presero a scenderle dalle guance.
"Ruby va via!!" Esclamò Sam pulendosi il viso con la manica del suo maglione, osservando il demone correre via.
"Ragazzi, io.." sussurró Sam avvicinandosi con uno sguardo triste.
Hailey scosse la testa e si liberò dalla presa del cacciatore, fissando il suo sguardo sul ragazzo con ancora le lacrime agli occhi ed un senso di delusione crescere sempre di più dentro di lei.
"Vaffanculo Sam!!" Esclamò la ragazza voltandosi e dando le spalle ai due ragazzi, allontanandosi il più velocemente possibile.
Il minore fissò con un'espressione addolorata il fratello, sapendo che sarebbe stato molto più difficile parlarne con lui; gli si avvicinò e sospirò.
"Dean....".
"No Sam, non voglio sapere nulla..." sussurró Dean facendo spallucce, alzando una mano a mezz'aria. 
"Lascia che ti spieghi.." sussurró Sam con voce spezzata, stupendosi della reazione calma e controllata del fratello.
"No.." sussurró il maggiore sospirando.
"Allora fammi a pezzi!" Esclamò Sam quasi pregandolo, avvicinandosi lentamente. 
"Vuoi sentirti dire che sono deluso, Sam ? Lo sono e pure parecchio.." sussurró Dean sospirando e tenendo gli occhi bassi. "Ma sono anche stanco, molto stanco.. fra Katherine e te sto letteralmente impazzendo.. quindi no, non ti farò a pezzi e non voglio sapere assolutamente nulla di quello che combini con quella puttana..".
Sam sospirò, colpito da quelle parole e scosse la testa, incollando lo sguardo a terra.
Senza dire nient'altro, Dean si voltó lentamente e mosse un piede dopo l'altro, percorrendo nuovamente il parcheggio, per tornare nuovamente dagli altri; ma cosa diavolo stava succedendo ? Katherine stava perdendo il controllo, Sam si stava trasformando in un succhiasangue: come avrebbe potuto fermarli ?
Sentiva il suo corpo svuotarsi da tutte le energie, si sentiva così giù e triste che non riusciva più neanche a pensare e ad elaborare un piano per difendere la sua famiglia; era solo così stanco. Gli sarebbe piaciuto spegnere il cervello per qualche istante e non pensare più a nulla, ma purtroppo non poteva farlo.
C'erano l'Apocalisse e tutti i suoi drammi familiari ad impedirglielo; arrivò al piano della stanza della ragazza e sospirò, camminando per i corridoi fino a quel dannato 116. Silenziosamente aprì la porta e ciò che vide lo sconvolse.
Hailey era intenta a fare i bagagli di Katherine, che stava seduta sulla poltrona con un'espressione felice, mentre Bobby sistemava le cose dei ragazzi all'interno di un borsone: cosa stavano facendo ?
"Su ragazzo, non stare lì impalato, dacci una mano!" Esclamò Bobby ridendo e schiacciandogli l'occhio.
Quel gesto gli diede fiducia e gli fece capire che probabilmente un piano lo aveva già escogitato l'uomo che gli stava difronte e ciò bastò a tranquillizzarlo; fece qualche altro passo e sorrise, sedendosi e stringendo la mano di Katherine.
"Dove andiamo?" Chiese il ragazzo sorridendo.
"A casa" sussurró la ragazza ricambiando la stretta ed il sorriso.
"Come mai così presto?" Chiese Sam sbucando dalla soglia della porta ed aggrottando le sopracciglia.
"Non ne sono sicuro, ma dovrei avere un rituale che ci possa indicare la verità sul sogno di Katherine" sussurró Bobby sorridendo, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo.
"Sulla visione! Sulla visione di Katherine!" Esclamò la ragazza sorridendo, appoggiando la testa sulla spalla di Dean.
I presenti in fretta svuotarono le stanze delle due sorelle, prima di abbandonare definitivamente l'ospedale e montare in sella all'Impala che li avrebbe condotti finalmente a casa, dove speravano tutti si trovare almeno un po di tranquillità.
 
 
 
Il viaggio fu breve, Dean schiacció il piede sull'acceleratore a tavoletta per arrivare nel più breve tempo possibile a casa di Bobby; la macchina aveva fatto da culla a Katherine che passò l'intero viaggio a dormire e a riposarsi.
Quando arrivarono, però, fu colta da dolori allucinanti sparsi per il corpo e fu costretta ad appoggiarsi a Dean, che l'accompagnó dentro casa per poi scaricare i bagagli insieme a Sam; tutti ormai erano impazienti di conoscere il rituale di cui parlava Bobby, così quest'ultimo li condusse in cantina per cercare il libro.
"Tieni il rituale nella Panic room?" Chiese Katherine con una risata ironica, tenendosi alla ringhiera.
"Beh, almeno i demoni non possono metterci le loro zampacce schifose" rispose Bobby sorridendo, aprendo la porta della stanza di ferro.
Il minore dei fratelli entrò per primo guardandosi attorno, cercando quale scaffale potesse contenere dei libri e notó quante cose Bobby tenesse li sotto; se anche lui avesse auto una casa fissa, probabilemente l'avrebbe costruita anche lui.
"Dov'è?" Chiese Sam sorridendo. 
"Io non lo so, ma tu avrai molto tempo per cercarlo" sussurró Bobby chiudendo la porta ed intrappolando il giovane lì dentro.
"Ragazzi, non è divertente, aprite!" Esclamò Sam sbattendo le mani contro quella porta che non avrebbe mai potuto buttare giù a mani nude.
"Dean, che state facendo?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi velocemente nonostante i dolori.
"Ti spiegheremo, ma lui deve rimanere qui adesso" sussurró il ragazzo afferrandola per il bacino e tenendola stretta su. "Fidati di me, adesso saliamo su..".
Il maggiore fu accompagnato sopra dalle grida di suo fratello che implorava tutti di lasciarlo andare e di aiutarlo, piuttosto che rinchiuderlo in quella cella, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. 



NOTE DELL'AUTRICE:
Salve ragazzi, questa volta ho cercato di ritardare il meno possibile ed infatti ce l'ho fatta!!
Intanto grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui, capisco che il capitolo sia abbastanza corposo, ma non sarei riuscita a pubblicarlo se lo avessi sintetizzato! Comunque sarei davvero felice di avere una vostra opinione e di sapere cosa ne pensiate, perchè questo capitolo è stato molto difficile da scrivere per me!!
Alla prossima e grazie ancora! :*

 

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Capitolo 51
*** When the levee breaks. ***


NOTE DELL'AUTRICE:
Salve ragazze/i! Spero che vi vada tutto alla grande :* !
Eccomi di nuovo qui con un altro capitolo: è stato abbastanza difficile da scrivere, c'era sempre qualcosa che non mi andava bene, ma alla fine dopo alcuni perfezionamenti mi sono decisa a pubblicarlo! Fatemi sapere cosa ne pensate e come vi sembra l'evoluzione della storia e di questo capitolo! Fa sempre piacere sapere l'opinione e ricevere degli eventuali consigli dai propri lettori!
Ringrazio ancora tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra le seguite/prefeite/ricordate, chi mi ha inserito fra gli autori preferiti e chi invece legge silenziosamente! Grazie mille!

Detto ciò, non vi rubo più altro tempo! Alla prossima, a presto! :)
Buona lettura :*




Capitolo 39 (II Parte)


When the levee breaks.
 
Il rumore assordante delle urla del giovane Winchester li investì sempre di più mentre si apprestavano a salire le scale per tornare al piano di sopra: non avevano avuto altra scelta, ormai era troppo tardi per discutere amichevolmente con Sam e cercare di persuaderlo dal riporre la sua fiducia in Ruby. Lei era un demone, com'era possibile che lui si fosse fidato di lei nonostante tutti gli avvertimenti della sua famiglia e quelli di Castiel? Suo padre non gli aveva insegnato nulla ? 
Il maggiore dei Winchester scosse la testa, amareggiato e deluso da tutta quella situazione, tenendo ancora per la vita Katherine ed aiutandola a salire i gradini, finché finalmente arrivarono nel salotto; mentre ancora il silenzio aleggiava sulla stanza e sui presenti, presero posto con un sospiro e si apprestarono ad incollare i propri occhi da qualunque altra parte, per non rischiare di incrociare per sbaglio lo sguardo di uno di loro. 
Era così difficile e doloroso ammettere la verità, cioè che Sam fosse diventato quella nuova persona esattamente sotto i loro occhi e che loro non avrebbero potuto trovare un rimedio, a parte quello di farlo disintossicare contro la sua volontà ed aspettare di escogitare un piano migliore.
Sembrava che quella particolare circostanza andasse bene a tutti i presenti, tutti esclusa Katherine che prese ad innervosirsi e si staccò di botto dal ragazzo seduto sul divano accanto a lei, che nonostanrte fossero seduti da un pezzo, continuò a cingerle la vita, preso per com'era dai suoi pensieri.
"Chi mi spiega perché avete rinchiuso Sam?!" Chiese la ragazza con un tono di voce abbastanza alterato, sbuffando.
Si sentirono quasi obbligati ad affrontare il discorso anche con la ragazza, alla quale in ospedale non avevano detto nulla per non allarmarla troppo presto, ed incrociarono i loro sguardi, cercando le parole più giuste per descrivere le attività segrete del giovane, decidendo volontariamente di escludere le parole mostro, ribrezzo, demone.
"Abbiamo finalmente capito cosa fa Sam con Ruby!" Esclamò Hailey alzando lo sguardo e fissando la sorella, mentre un sorriso abbastanza finto si dipinse sul volto della ragazza, rendendo palpabile il suo malessere e il suo nervosismo. "Beve.. Sam beve sangue demoniaco per accrescere i suoi poteri".
"Cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, mentre un grosso punto interrogativo le si dipinse sul suo viso, lasciando trasparire la sua incredulità. "No, non ci credo".
"Kath, l'abbiamo visto.." sussurró Dean abbassando lo sguardo e il capo, ma la ragazza poté immaginare l'espressione sofferente e gli occhi lucidi del ragazzo. "Ha bevuto il sangue di Ruby davanti a noi e adesso stiamo cercando di disintossicarlo con la forza".
Katherine sgranó gli occhi, non riuscendo davvero a credere a ciò che le sue orecchie stessero sentendo, e spalancó la bocca: davvero Sam stava facendo quel genere di cose ?
Anche lei era ormai d'accordo per sviluppare i poteri psichici, ma bere sangue di demone.. forse quello era davvero troppo anche per lei.
"Io.. non so cosa dire.." sussurró Katherine abbassando lo sguardo e scuotendo leggermente la testa. "Non riesco a crederci....".
"Io si: lo faremo disintossicare, dopodiché lo prenderò a calci in culo e me ne andrò" sussurró Hailey scuotendo il capo, mettendo nuovamente su quel finto sorriso felice che nascondeva tutto il dolore dietro a quelle poche parole. "Io e Sam abbiamo chiuso".
"Hailey, magari.." sussurró Bobby sospirando, cercando di mettere una buona parola e di farla calmare quel tanto che bastasse per farla ragionare meglio, ma tutto fu inutile, poichè la ragazza lo interruppe con irruenza.
"No, non ci sono scuse! Mi ha mentito, mi ha usata, chi mi garantisce che non abbia continuato ad andare a letto con Ruby mentre si proclamava un fidanzato amorevole con me? Lui mi ha tenuto nascosto una cosa del genere.." disse Hailey lasciando trapelare tutta l'ira e la frustazione che la percorresse.
"Questa è solo rabbia, tesoro, credo che dovresti parlare con lui a quattr'occhi e sentire il suo punto di vista, il motivo per cui l'ha fatto e ce lo ha tenuto nascosto.." sussurró Katherine carezzandole un braccio e le spalle, sorridendo teneramente. "..magari ha dei buoni motivi".
I ragazzi si scambiarono una rapida occhiata, come per capire se avessero capito bene ciò che Katherine avesse appena detto o se lo avessero solamente immaginato.
"Ma da che parte stai?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia.
"Perché? Sam non può avere avuto delle buone intenzioni e dei buoni motivi per nasconderlo?" Chiese Katherine sollevando un sopracciglio e fissando di rimando il ragazzo seduto accanto a sè. "Vedendo il vostro modo di reagire, posso solo capirlo".
"Cosa?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia ed osservandola con preoccupazione. "Katherine, sai benissimo che tutto ciò che ha fatto con Ruby è sbagliato!".
"Io credo che lui l'abbia fatto per sconfiggere Lilith, non perchè volesse passare dalla parte opposta a noi! Voleva solo aiutare, perchè sono sicura che non si sarebbe mai comportato così altrimenti!" Esclamò la Cacciatrice bionda allargando le braccia e scattando in piedi, scuotendo la testa e sgranando gli occhi.
"No, lui ha perso la testa da quando ha conosciuto Ruby, è cambiato e si sta comportando in maniera disumana! Esorcizza demoni con la mente e amplifica i suoi poteri con il sangue di demoni!!! Ha superato il limite!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia e alzandosi in piedi, parandosi davanti alla ragazza e fulminandola con lo sguardo. "È diventato un mostro!".
"Ooh, ecco dove volevo arrivare!!" Esclamò Katherine sorridendo amaramente, sapendo che a fine discussione si sarebbero pentiti entrambi di ciò che avessero detto. "Anche io uso dei poteri psichici, quindi di conseguenza sono anche io un mostro, Dean?".
Il ragazzo rimase per qualche secondo con la bocca semiaperta, non aspettandosi quel tipo di domanda e sospirò, scuotendo la testa. Un'altra lite, fantastico!
"Tu hai la Maledizione!".
"Lui il sangue demoniaco! Azazel lo ha infettato, lo hai dimenticato?" Chiese Katherine in maniera aggressiva, sputando all'esterno tutto ciò che pensasse della situazione.
"Lui beve il sangue di demoni per ucciderne altri!" Esclamò Dean infuriandosi ancora di più e sgranando gli occhi.
"Io ho ucciso tutte le Potenziali e Claire!".
"Non le hai uccise tu!".
"Erano lì per colpa mia però, quindi Dean, che differenza fa per te ?" Sussurró Katherine abbassando il tono della voce e sospirando, distogliendo lo sguardo dal ragazzo e fissando gli altri. "Perché non chiudete anche me li dentro ?".
Perché sarebbe troppo doloroso accettare di aver fallito sia con mio fratello che con te.
Dean scosse la testa e abbassò lo sguardo, mentre un sospiro partì dal suo petto ormai esausto di lottare per l'incolumità degli altri; perché stavano litigando di nuovo? Come poteva pensare che lui la considerasse un mostro? Non avrebbe mai potuto credere una cosa del genere.
Anche lei come Sam aveva esagerato, ma non poteva assolutamente continuare su quella strada e anche lei sarebbe stata fermata, ma poteva accuparsi di una persona alla volta; prima suo fratello e successivamente Katherine. 
"Non è così, lo sai tesoro.." sussurró Bobby avvicinandosi e sospirando. "Vogliamo solo aiutare Sam e te..".
"Non ho bisogno di essere aiutata, Bobby" sussurró Katherine sospirando e facendo spallucce. "Io sto bene".
"Hai detto che non riesci a controllarti, che non ti sei saputa fermare in quel magazzino con Lilith!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia ed avvicinandosi nuovamente, alzando lo sguardo su di lei. "Questo vuol dire stare bene?".
"Sai cosa penso? Che sei un grande ipocrita!".
"Ipocrita?!" Chiese Dean sgranando gli occhi ed allargando le braccia. "Cosa stai dicendo?".
"Quando si tratta di chiunque altro o di Sam, vuoi prendere tutte i provvedimenti possibili! Insomma, hai chiuso tuo fratello in una stanza di acciaio dalla quale non potrà uscire senza che tu lo sappia, ma non riesci a fare lo stesso con me! E sai perché?" Chiese Katherine avvicinandosi, sollevando un sopracciglio e serrando le braccia al petto. "Sei terrorizzato che io possa diventare qualcos'altro, perché mi ami e sai che se perdi me e Sam sarai completamente solo! Questa è la verità!".
"Questo è ingiusto, Katherine" disse Hailey alzandosi dalla sedia ed avanzando, allargando le braccia. "Non succederà mai, ma ipoteticamente parlando, Dean avrà sempre me e Bobby!".
"Già, perché voi credete sul serio che rimarrà a crogiolarsi nel suo dolore insieme a voi?" Chiese Katherine con tono ironico, facendosi scappare una risata nervosa. "Lui non rimarebbe!".
"Stai esagerando, ragazza!" esclamò Bobby cambiando completamente il suo tono di voce.
La Cacciatrice bionda potè giurare che fosse esattamente quello che l'uomo riservasse ai demoni: un tono a metà tra il glaciale e l'ironico; ma ciò che la colpì in maniera piuttosto violenta fu lo sguardo che tutti e tre le stessero lanciando. Un comune sguardo di fuoco, come se avessero voluta incenerirla o quantomeno chiuderla in una stanza simile a quella in cui fosse rinchiuso Sam.
Katherine si trovò i tre proprio davanti a sè, in una quasi posizione di difesa del ragazzo che stava in mezzo; sapeva che lo avesse appena ferito con quelle parole, di nuovo, ma non riusciva a farne a meno. Doveva sferrare dei colpi prima che qualcuno li sferrasse al posto suo, colpendola ed uccidendola. Doveva farlo e basta. Ciò che la stupì, fu quello che la mente prese a pensare non appena il cervello registrò quell'immagine: per quanto le potesse dispiacere aver ferito Dean, il suo corpo richiedeva di più, molto di più, e prima che richiedesse un'ulteriore violenza, decise che forse fosse arrivato il momento di andare via. 
Si, prendere un po' d'aria non ti farà male! pensò la ragazza con un sospiro, sperando di potersi nuovamente calamre a breve.
"Ho sentito troppe stronzate stasera, me ne vado!" esclamò dopo aver dato un'ultima occhiata ai tre che non smettevano di fissarla con quello sguardo, voltandosi e facendo appena qualche passo.
Dean scosse la testa, infuriato più che mai, e si avventò su di lei, bloccandola da un braccio, afferrandolo e tirandoglielo; con tono perentorio e serio, chiese: "Dove hai intenzione di andare?!".
"Lontana da voi!".
Quella frase uscì spontaneamente dalle labbra di Katherine, in maniera del tutto incontrollata, scrollandosi di dosso la presa d'acciaio del ragazzo come se fosse fatto di gommapiuma; lo fulminò con lo sguardo ed indietreggiò, mantenendo il contatto visivo ed arrivando quasi alla porta, mentre il ragazzo, caparbio, avanzò per afferrarla nuovamente.
"Non ti lascerò andare, Katherine!" esclamò Dean con tono ed espressione risoluti, avanzando ancora, finchè non la lasciò con le spalle contro la porta d'ingresso. "Non questa volta!".
Sapeva benissimo che se la Cacciatrice avesse voluto, l'avrebbe potuto metterlo k.o. in pochissimi secondi, senza che lui riuscisse ad accorgersene, ma con la coda dellìocchio vide Bobby ed Hailey avanzare pronti ad intervenire in qualunque momento e si sentì più sicuro; sapeva che se lei lo avesse messo al tappeto, i due l'avrebbero attaccata immediatamente.
"Lo so, Dean!" esclamò Katherine accennando un sorriso e sospirando, appoggiando la testa contro la porta, mentre uno strato di lacrime velò i suoi occhi, rendendoli estremamente lucidi. "Sappiate che mi dispiace, ma non posso restare qui in questo momento, devo andare via!".
"Non andrai da nessuna parte" sussurrò Hailey avanzando e sospirando.
Katherine la fissò negli occhi per qualche secondo, per poi spostare lo sguardo su Bobby e su Dean, soffermandosi su quest'ultimo; sperò che lui riuscisse a cogliore oltre la rabbia e il nervosismo, il profondo dolore che stesse provando: non voleva andarsene, ma cominciò a capire che la Maledizione stesse nuovamente prendendo il controllo e non potreva accadere davanti a loro. Non poteva accadere con loro.
Ricordò quando nel magazzino dovette lottare contro il forte impulso di uccidere sua sorella solamante perchè l'avesse invitata a calmarsi; no, non poteva mettere a rischio anche la vita di Dean e di Bobby, oltre che di sua sorella.
"Lo so.." sussurrò Katherine sorridendo, continuando a fissare il ragazzo negli occhi. "Mi dispiace!".
Alzò la mano nella loro direzione e, in un millesimo di secondo, i corpi dei tre furono incollati al muro da una forza invisibile e superiore; doveva andarsene alla svelta, nonostante i richiami della sorella e di Bobby.
L'unico che non la chiamò fu proprio Dean, che rimase a fissarla con lo sguardo più sofferente che gli avesse mai visto; scosse la testa e serrò la mascella, per evitare che i suoi sentimenti prendessero forma in lacrima, ed uscì in fretta dalla casa dell'uomo.
Sospirò e andò alla ricerca di un auto funzionante, tra tutte quelle che Bobby avesse nel suo sfascio, trovandono una che si accese a primo colpo: partì e non appena fu sufficientemente lontana decise nella sua mente di riassorbire la forza che aveva scagliato contro la sua famiglia, lasciandoli ormai liberi di autare Sam e di occuparsi di lui, sperando che la lasciassero in pace per qualche altra ora.
 
 
Durante il suo viaggio in macchina, Katherine prese a calmarsi sempre di più ed il peso sul cuore formato dalla rabbia si sgretolò lasciando il posto solamente ad una grande tristezza: Dean aveva ragione, probabilmente avrebbe dovuto lasciarsi aiutare da qualcuno, non riusciva a gestire quel grande problema che la Maledizione fosse diventata. Ciò su cui il ragazzo non aveva però centrato in pieno, era che l'aiuto di cui avesse bisogno non provenisse da lui e dagli altri. 
Ne era più che convinta, per questo non fu sorpresa quando intraprese lo sbocco autostradale con su scritto "SULLIVAN"; lì avrebbe ottenuto delle risposte, lo sapeva bene. O quantomeno ci sperava.
Aveva davvero esagerato quella volta, proprio come aveva detto Bobby, e non poteva più permettersi di continuare su quella strada, doveva letteralmente sbarrarla; in quel momento non le importò più di uccidere Lilith e tutti i motivi che l'avessero spinta ad odiarla e portarle rancore le sembrano futili ed inutili. Stava facendo il gioco del demone, lo sapeva bene, ma come avrebbe potuto non caderci in pieno?
La trappola che le aveva teso era così palese che stentò a credere di esserci cascata ed aver fatto uccidere tutte le ragazze e la sua amica storica; decise che avrebbe trovato un modo di spegnere quella dannata Maledizione il prima possibile, non voleva rischiare di far male a qualcunaltro, altrimenti avrebbe preso la decisione più drastica:  non sarebbe più tornata a casa.
Sapeva che Judith sarebbe stata bene, aveva moltissime persone che si sarebbero prese cura di lei e che l'avrebbero aiutata a crescere, non aveva bisogno di una madre del genere, e Dean era davvero troppo buono ed umano per essere trattato così da lei: dal giorno in cui si erano conosciuti lei non aveva fatto altro che spezzargli il cuore, giorno dopo giorno.
Prima scegliendo Sam, successivamente lasciandogli credere che qualche bacio le avrebbe potuto far cambiare idea sulla sua relazione con suo fratello, poi, quando finalmente lei riuscì a capire i suoi veri sentimenti scegliendo lui, gli aveva spezzato il cuore con tutte quelle bugie quando erano distanti e lei doveva uccidere il mostro di turno mandato da Lilith; se lui fosse stato con lei e l'avesse aiutata, magari la Maledizione non si sarebbe risvegliata, aumentando sempre di più il muro che aveva preso a dividerli.
No, lui non meritava questo tipo di trattamento da una persona come lei che per una sciocca convinzione aveva condannato a morte moltissime ragazze; scosse la testa, come per allontanare dalla sua mente quella moltitudine di pensieri che le aggrovigliavano il cervello, e premette molto più a fondo il piede sull'acceleratore.
Ormai era già arrivata all'interno della città e si diresse nell'unica direzione che conoscesse bene: la strada per la periferia, per quel magazzino.
Fino a qualche giorno prima, aveva l'aspetto di un normale deposito ed adesso tutto ciò che rimaneva erano semplici detriti: i due edifici erano stati fatti in frantumi dall'esplosione, uccidendo gran parte delle persone che vi abitavano. Donne, bambini, uomini ed anziani avevano perso la vita per uno scontro soprannaturale fra bene e male, e lei non seppe più riconoscere da che parte si fosse schierata quella notte.
Il sangue di quelle morti, oltre che delle Potenziali e di Claire, la macchiava, la marchiava, mentre il suo cervello perse completamente il controllo, lasciando spazio solamente alla disperazione e al dolore. Perchè non aveva aspettato i ragazzi ? Perchè non aveva elaborato un piano di fuga com'era solita fare?
Scese dalla macchina, guardandosi intorno con aria estremamente triste, osservando la desolazione di cui anche lei era in parte responsabile; sarebbe mai riuscita a perdonare se stessa? Sarebbe riuscita a convincersi che la colpa era solo della Maledizione e che avrebbe dovuto sbarazzarsene prima che fosse troppo tardi?
Riconobbe i pezzi dell'altalena che le aveva trapassato l'addome, facendola svenire immediatamente per il troppo dolore, e si toccò sotto la maglietta, sentendo la pelle liscia e priva di ferite: Castiel l'aveva guarita, probabilmente il resto dei dolori erano spariti grazie al patto con Morte, mentre tutte quelle persone avevano perso la loro vita.
Prese a camminare, volendo allontanare per un pò dalla sua vista tutto ciò che aveva combinato, e passò davanti ad alcune case e palazzi che non fossero distrutti o decimati; non seppe perchè, ma si sentì quasi guidata durante quella camminata: intraprese un vialone di case a schiera e lo percorse tutto, fin quando si imbattè in una villetta molto familiare per lei.
Si avvicinò ulteriormente e con un sospirò bussò timidamente, come se avesse paura della persona che avrebbe aperto la porta da lì a poco: in quella casa non sarebbe stata giudicata, lo sapeva benissimo, e non sarebbe stata guardata come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro. 
Non riuscì a capire se fosse una cosa giusta o sbagliata, ma quando si aprì la porta, il sorriso caloroso che la salutò la fece sospirare, quasi come se finalmente avesse potuto gettare la maschera ed essere finalmente se stessa.
"Scusa il mancato preavviso, ma non sapevo dove andare e mi avevi detto che sarei potuta passare da te, quindi io..." sussurrò Katherine impacciata, cercando una giustificazione per la sua presenza lì.
"Entra pure.." sussurrò di rimando l'uomo con un sorriso rassicurante, mettendosi da parte e lasciando entrare la ragazza in casa prorpia.

 
 
"E' impazzita!!" esclamò Dean urlando in preda alla rabbia e sbattendo violentemente la mano contro lo stipite della porta del corridoio, facendo tremare l'intero telaio. "Dove diavolo è andata?! Cosa diavolo le passa per il cervello?!".
"Rilassati, non sarà andata molto lontano.." sussurrò Bobby sospirando e sedendosi alla sua scrivania.
"Siamo stati rilasciati dopo un'ora abbondante, quindi per favore, spiegami come faremo a rintracciarla adesso?" chiese il ragazzo continuando ad urlare e a scuotere la testa.
Dean venne letteralmente sopraffatto da tutta quella rabbia e quel nervosismo; sentiva di dover fare qualcosa anche per lei, ma in quel momento non aveva la più pallida idea di come risolvere il problema del fratello nè quello della ragazza. Come poteva concentrarsi e pensare lucidamente quando Katherine lo mandava continuamente fuori di testa?
"Rilassati, ho attivato il GPS nel suo cellulare e posso vedere esattamente il punto in cui si trova in questo momento" disse Hailey seduta sul divano con i gomiti appoggiati alle ginocchia ed il telefono in mano. "D'accordo, è strano.. è troppo vicina a casa".
"Dov'è?!" esclamò il ragazzo attraversando l'intera stanza e parandosi esattamente davanti alla ragazza. 
"E' a Sullivan, esattamente dove c'è stata l'esplosione.." sussurrò Hailey sospirando ed abbassando lo sguardo triste. "Perchè?".
Dean aggrottò le sopracciglia, ma non ebbe neanche il tempo di pensare al motivo per il quale Katherine si trovasse lì, che il suo corpo scattò in avanti, ansioso di andare a riprendersela.
"Ok, la riporterò qui!" esclamò Dean scattando verso la porta con irruenza, ma fu bloccato da Bobby che gli si parò davanti e scosse la testa.
"Io non credo che sia una buona idea, ragazzo.." sussurrò alzando le spalle e sospirando. "Credo di aver capito perchè ha scelto di andare proprio lì..".
"Sarebbe potuta andare ovunque.." sussurrò Hailey con lo sguardo vitreo e gli occhi spalancati. "Perchè è andata proprio lì?".
"Credo che ne abbia bisogno.. come quando cadi da cavallo.." sussurrò Bobby sorridendo teneramente alla ragazza ed avvicinandosi a lei. "Sai cosa si fa in quei casi?".
Hailey distolse lo sguardo dal vuoto e lo puntò sull'uomo che si era già seduto al suo lato; sentì il cuore battere all'impazzata e il respiro cominciare nuovamente ad essere irregolare, esattamente come le era successo in ospedale non appena avesse aperto gli occhi. Un altro probabile attacco di panico.
Ma stavolta non era sola, stavolta c'erano anche Dean e Bobby... ma non Sam, di nuovo.
"Si risale immediatamente, per evitare che la paura prenda il sopravvento la prossima volta che si tenta di risalire.." sussurrò Bobby sorridendo, avendo capito quanto quell'episodio l'avesse segnata. "Devi risalire Hailey..".
La ragazza annuì e continuò a guardarlo, concentrandosi su di lui e sospirando: sentì il cuore ritrovare il suo normale battito ed il respiro tornare a regolarizzarsi. Aveva ragione, come sempre. 
"Andremo insieme, non preoccuparti" disse Dean avvicinandosi e sorridendole.
"No, deve andare da sola!" esclamò Bobby sospirando ed alzandosi dal divano. "Tu devi occuparti di tuo fratello!".
"Sta tranquillo, ce la faccio" sussurrò Hailey alzandosi e raggiungendo il ragazzo. "Occupati di Sam, mentre io mi occupo di Katherine..".
Dean annuì seppur combattuto, ma avrebbe dovuto aiutare anche suo fratello: era così stressato per tutta quella situazione, come si fa a non accorgersi del cambiamento repentino del proprio fratello?
Osservò Hailey attraversare la stanza e, dopo aver sorriso un'ultima volta, uscì dalla casa per dirigersi da sua sorella ed affrontare ciò che l'avesse veramente traumatizzata.
Scosse la testa e sospirò, voltandosi verso Bobby, ancora in piedi vicino a lui intento a fissarlo.
"Vado a vedere come sta Sam! Dopo dobbiamo parlare della cura che tu e Claire avete trovato" disse Dean serrando la mascella, prima di voltarsi verso la stanza che conduceva alla cantina e scendervi.
Scese le scale silenziosamente, non sentendo alcun rumore provenire dalla panic room nella quale era rinchiuso suo fratello; era cosi combattuto se quella fosse o meno la scelta giusta, ma al momento gli sembrava l'unica soluzione che gli si parasse davanti.
Arrivò davanti a quell'enorme porta di ferro, dall'aspetto così mastodontico e antico, e sospirò nuovamente: cosa avrebbe potuto dirgli? Dean era davvero doluso dal comportamento di Sam, ciò che gli aveva visto fare era davvero fuori dal normale e dall'umano, ma se solo gliel'avesse detto avrebbe sicuramente peggiorato la situazione.
Aprì la visiera situata all'altezza degli occhi sulla porta e quel rumore riempì il silenzio presente nell'abitacolo: Sam doveva aver sentito i suoi passi, dal momento che era posizionato proprio davanti alla porta con uno sguardo abbastanza irritato.
"Fammi uscire, avanti!!" esclamò rimanendo fermo nella stessa posizione, a braccia conserte.
"Si, certo, Sam, prendo le chiavi!" rispose Dean sollevando un sopracciglio e sospirando, serrando la mascella.
"Dean, questo non è divertente, devi farmi uscire adesso!" esclamò nuovamente Sam e dal suo tono di voce si potè intuire quanto fosse arrabbiato.
"Devi disintossicarti prima" disse Dean facendo spallucce, non distogliendo mai lo sguardo da quello del fratello.
"Mi dispiace di averti mentito, davvero, ma non puoi tenermi chiuso qui dentro! Non è una terapia antidroga, non funzionerà!" esclamò Sam allargando le braccia e prendendo ad urlare, come se fosse una "normale" litigata fra fratelli. "Non bevo sangue di demone per divertimento, sono forte abbastanza adesso per uccidere Lilith!".
"Credo che forte non sia la parola giusta!" esclamò Dean irritandosi ulteriormente, sentendo la rabbia montare dentro di sè. "Direi più: debole, disperato, patetico! Sei tutto fuorchè forte!".
"Dean, quello che conta per me è uccidere Lilith! Vi siete scordati che dobbiamo ucciderla? O siete tutti troppo presi dal redimermi?" chiese il minore scuotendo la testa e sbattendo con violenza i propri pugni contro la porta di ferro, facendo un tonfo e facendo tremare le pareti adiacenti.
"Lilith morirà insieme a Ruby, noi la uccideremo, solo che lo faremo senza di te!" esclamò Dean sospirando e chiudendo di botto la visiera, confinando nuovamente il fratello all'interno della panic room. "Complimenti Sam, ti sei appena guadagnato un posto al coperto per l'Apocalisse!". 
"Dean devi farmi uscire!" esclamò Sam urlando e prendendo nuovamente a sbattere i pugni contro la porta. "Fatemi uscire!!!".
Ma il ragazzo non si voltò indietro, doveva semplicemente essere forte (o più forte del solito) e lasciare che il tempo facesse il suo corso, disintossicandolo e salvandolo da ciò che sarebbe voluto diventare.
 
 
 
Entrò nella casa del ragazzo e lui la fece accomodare nel salotto, alla loro destra, sparendo in cucina per offrirle qualcosa da bere, così Katherine ebbe l'occasione di osservare come fosse composta la casa: un ampio salone si estendeva verticalmente e si trasformava in una cucina, separati da una bellissima porta a vetri, posizionata su un telaio ad arco molto grande; dietro vi era una scala che portava al piano di sopra, dalla quale si intravedevano alcune porte chiuse. Ciò che la incuriosì di più, fu una porta situata proprio accanto alle scale così molto silenziosamente si avvicinò e provò ad aprirla, restando però delusa: la serratura era chiusa.
Si continuò a guardare intorno, finendo con lo sguardo su una grande libreria, anche essa a vetri, con parecchi dischi di un solo autore; si stupì che lui potesse permettersi una casa del genere, che razza di lavoro faceva ? Si ricordò di averlo visto una volta vestito in maniera elegante e con una ventiquattrore, ma non riuscì prorpio ad immaginare che tipo di lavoro potesse fare. 
Il tipo elegante che aveva incontrato quella volta non aveva niente a che vedere al ragazzo in tuta e felpone che le avesse appena aperto la porta di casa.
"Spero che un bel bicchiere di Jack Daniel's  ti possa andare bene.." sussurrò il ragazzo porgendole il bicchiere con un sorriso. 
Per qualche secondo, le sembrò di avere la compagnia di un'altra persona, non avendolo mai visto così gentile e propenso nei suoi confronti; anzì il loro primo incontro era avvenuto a calci e pugni, quindi tutta questa gentilezza la stranizzò.
"Ascolti James Brown ?" chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia ed afferrando il bicchiere fra le mani, continuando ad osservare la collezione di cd.
"Ehi, ti ho mai chiesto se il personaggio di Buffy è stato ispirato a te ?" chiese Liam scuotendo la testa e sospirando, prendendo posto sul divano e bevendo un sorso dal suo bicchiere. "No, eppure tu e Sarah Michelle Gellar siete praticamente identiche! Tranne per il fatto che tu sei più alta e hai gli occhi azzurri! E in più fate lo stesso mestiere!".
"Ecco il solito idiota, pallone gonfiato che ho avuto la sfortuna di conoscere!!" esclamò Katherine ridendo e bevendo un pò di quel liquido alcolico che tanto amava.
"Allora Cacciatrice, perchè sei qui?" chiese Liam sorridendo ed appoggiando il braccio sullo schienale del divano. "Hai capito che non puoi resistere al mio fascino o semplicemente ti mancavano le mie battute?".
"Nessuna delle due.." sussurrò Katherine abbassando lo sguardo, mentre il suo sorriso prese a scemare, sedendosi accanto al ragazzo. "Immagino che tu abbia sentito l'esplosione di qualche giorno fa". 
Liam sospirò e bevve il contenuto del suo bicchiere tutto d'un fiato, posandolo rumorosamente sul tavolino posto esattamente tra i due divanti disposti parallelamente; sapeva che se Katherine fosse andata proprio da lui, doveva essere all'ultima spiaggia, così si sforzò di essere il più comprensibile possibile.
"Si, l'ho sentita.." sussurrò guardandola in viso, ma lo sguardo della ragazza era incollato a terra da quando aveva iniziato a parlare. "Lilith è dura a morire, eh ?".
"Più di quanto pensassi! E tutte le mie ragazze sono morte, le Cacciatrici si sono estinte; siamo solo mia sorella e io" sussurrò Katherine sospirando. "Tutto perchè non sono riuscita a controllare la Maledizione".
"Ha  offuscato il tuo giudizio" sussurrò Liam versandosi nuovamente del Whiskey dalla bottiglia e sorridendo amaramente. "Non sei riuscita a controllare i tuoi poteri?".
"No, Liam!  Non li riesco a controllare, prima pensavo di si, ma dopo quella notte non so più di cosa sarei capace di fare" disse Katherine voltandosi verso il ragazzo con un velo lucido negli occhi. "Hai detto che mi avresti potuta aiutare: che devo fare? Come posso fermarmi?".
"Proverò ad aiutarti, quando vogliamo cominciare?" chiese Liam sorridendole cercando di calmarla e scattando in piedi.
Katherine rimase a fissarlo, sbalordita per ciò che volesse fare quel perfetto sconosciuto per lei: lo aveva picchiato, minacciato, eppure Liam era pronto a aiutarla a controllare i suoi problemi.
"Subito, ma prima vorrei che rispondessi ad una domanda.." sussurrò Katherine sorridendo, abbastanza tesa ed alzando in piedi anche lei, osservando il ragazzo annuire. "Cosa sei?".
Liam scoppiò in una risata fragorosa, indietreggiando di qualche passo e appoggiandosi su di un mobile, divertito per quel tipo di domanda che la Cacciatrice gli avesse appena posto.
"Sono un ex Osservatore" disse Liam sorridendo dell'espressione disorientata e smarrita della ragazza, sapendo che da li a poco avrebbe dovuto spiegarle moltissime cose che i suoi Osservatori avessero sempre tralasciato di dirle. "O qualcosa i simile!".

 
 
Le urla del fratello lo accompagnarano nuovamente fino al salotto, esattamente come poco prima; lo straziavano fin nel profondo, odiava vedere suo fratello ridotto in quelle condizioni.
Qualunque cosa gli stesse succedendo da quando aveva chiuso la visiera ed era risalito al piano terra, lo buttava sempre più giù di morale, facendogli chiedere mentalmente quanto avrebbe dovuto sopportare tutte quelle urle e tutto quel dolore.
Gli sembrò di essere rimasto senza vie di uscita, senza altre opzioni; il piensiero corse anche a Katherine, e si chiese se Hailey fosse già arrivata e l'avesse trovata.
Scosse la testa entrando nel piccolo saloncino dove trovò Bobby seduto alla sua scrivania e sospirò, notando come tutta quella situazione stesse sfiancando anche lui.
L'uomo fece spalluce, mentre sul viso gli si disegnò l'espressione più seria e triste che Dean gli avesse mai visto, e sospirò; porse nella direzione del ragazzo un bicchiere di vetro e gli verso dentro qualcosa di alcolico. Per loro non era importante cosa fosse, ciò che importava davvero era che fosse qualcosa di forte.
Dean si avvicinò con sguardo cupo ed afferrò il bicchiere, girandoselo fra le mani e sospirando.
"Quanto durerà tutto questo?" chiese alzando lo sguardo nuovamente sull'amico e serrando le labbra.
"Dammi un minuto, guardo sul manuale di disontissocazione da sangue di demone e ti spiego quantotempo ci vorrà.." sussurrò Bobby fingendo di cercare fra il cumulo di libri che giacevano chissà da quanto tempo sulla sua scrivania. "..oh, no, non è stato ancora scritto!".
Il ragazzo sbuffò, capendo quanto anche l'uomo fosse provato e stanco di tutta quella situazione e bevve un sorso di quel bicchiere che, pensò, si stesse svuotando in troppo poco tempo.
In quell'esatto momento di silenzio, si fecero strada fino alle loro orecchie altre numerose urla di Sam, che non smise di chiedere aiuto e di essere liberato da quella stanza; perchè si trovarono in quella situazione? Qual era stato il loro sbaglio per finire così?
"Dean, non ti so dire quanto tempo ci vorrà prima che Sam ritorni a stare bene e a non dipendere dal sangue! Non so neanche se riuscirà ad uscirne vivo.." sussurrò Bobby con un tono più basso e più tenero, quasi paterno, sospirando. 
Il ragazzo abbassò lo sguardo triste, fissando il pavimento e sentendo gli occhi prendere a pizzicargli, del resto, come potevano non farlo in quella situazione? Deglutì a fatica e si morse l'interno delle guance per reprimere la fuoriuscita delle gocce salate dai suoi occhi e sospirò, scuotendo leggermente la testa.
"Hai provato a chiamare i tuoi amici angeli?" chiese Bobby con voce rotta, come se quella situazione facesse più male a lui che al ragazzo.
Ma era così davvero, l'uomo amava Sam e Dean come se fossero dei figli suoi e vederli stare così male lo torturava e gli faceva accavallare i nervi; avrebbe voluto fare di più, avrebbe dato persino la sua vita se fosse stato necessario. 
"Non rispondono.." sussurrò Dean alzando lo sguardo triste verso l'uomo, accennando un sorriso.
"Ascoltami ragazzo, pensavo ad una cosa.." sussurrò Bobby posando il bicchiere ed alzandosi in piedi.
Si appoggiò alla scrivania e si morse il labbro inferiore, indeciso se esprimere o meno la sua opinione e lo osservò con sguardo cupo, facendo intuire al ragazzo che qualunque cosa stesse passando per la sua testa, fosse qualcosa di pericoloso.
"Con l'Apocalisse alle porte, penso che dovremmo affrontare i nostri due drammi familiari.." sussurrò l'uomo sospirando. "Non mi piace doverlo dire, ma forse dovremmo considerare che Sam e Katherine siano davvero in grado di uccidere Lilith!".
"Bobby!!" esclamò il ragazzo con un tono di rimprovero e severo.
"Katherine c'è quasi riuscita! Per ben due volte prima che di essere interrotta da.." iniziò Bobby allargando le braccia, ma fu interrotta dal ragazzo che prese a guardarglo in cagnesco.
"..da me?! Sono stato io ad interromperla, è vero, perchè non voglio dover sacrificare un'altra persona che amo per fermare l'Armageddon!" esclamò Dean alzando il tono della voce. "Non voglio sarificare Sam o Katherine per questo, le loro anime valgono di più dell'Apocalisse!".
"Odio averlo detto Dean, davvero! Vi amo come se foste figli miei, lo sai benissimo!" esclamò Bobby abbassando il capo e sospirando. "Sto solo dicendo che Sam ha dei poteri che potrebbero mettere fine a tutto questo, ma è chiuso in una panic room; Katherine potrebbe riuscire ad ucciderla senza troppi problemi, ma è scappata in un'altra città per osservare delle macerie, piuttosto che rimanere qui con noi! Dico solo che non sono sul campo di battaglia proprio perchè li amiamo troppo..!".
Il ragazzo serrò la mascella e strinse i denti, mentre un lungo sospiro si fece largo nel suo petto: non potè fare a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se avesse seguito il consiglio di Bobby. Se suo fratello e la sua ragazza avessero affrontato Lilith con i loro poteri ce l'avrebbero fatta ad ucciderla? O forse sarebbero stati spazzati via come polvere ? Sarebbero morti? 
Chi sarebbe sopravvissuto? 
Di certo non lui, perchè sapeva benissimo che se Sam o Katherine fossero morti durante il combattimento, lui li avrebbe seguiti a ruota; non aveva mai trovato un modo per vivere senza loro due, quindi come avrebbe potuto farcela?
 
 
 
"Non credo di aver capito bene.." sussurró Katherine aggrottando le sopracciglia e sgranando gli occhi per lo stupore. "Un Osservatore?".
Liam rise, scompigliandosi i capelli e guardandola negli occhi; sapeva quanto sarebbe stato difficile per lei credere ad una cosa del genere, ma stava davvero dicendo la verità. 
"Sono una specie di ex Osservatore.." sussurró il ragazzo facendo spallucce. ".. ma non istruisco Cacciatrici".
"Allora chi?" Chiese Katherine sentendosi ancora più confusa.
"Tu non hai idea di quante cose il Consiglio ha omesso di dirti, vero?" Chiese Liam sorridendo ironicamente. "Ad esempio, cosa sai della Maledizione?".
"Beh, Giles non ha scoperto granché; sappiamo che si attiva quando la Cacciatrice perde le persone che ama e si trasforma in un mostro..".
"Non è esattamente così.." sussurró Liam muovendosi per il salotto, con un sorriso stampato sul viso. "È sufficiente che la Cacciatrice perda una sola persona, la più importante, e che provi un forte dolore per scatenare la Maledizione; lei diventerà cattiva, priva di cuore, ucciderà chiunque le si metta contro e la ostacolerá nei suoi obiettivi".
"Ok, non è molto diverso da ciò che sapevamo.." disse Katherine facendo spallucce ed accennando un sorriso nervoso. 
"La Maledizione si può controllare, sapevi anche questo?" Chiese il ragazzo dandole le spalle e riempiendo nuovamente il suo bicchiere. 
"Devi dirmi come!" Esclamò Katherine alzandosi in piedi con irruenza, ansiosa di conoscere il resto della storia.
"Ok tigre, calma" sussurró Liam voltandosi nuovamente verso di lei e bevendo il contenuto del suo bicchiere con un sorriso, posandolo nuovamente sul tavolino. 
Il ragazzo le si avvicinò, girandole intorno, fino a posizionarsi dietro di lei, a pochi centimetri dalla sua chiena; Katherine poté sentire il respiro fresco di Liam invadere prepotentemente i capelli ed il suo collo e si domandò mentalmente che intenzioni avesse.
"La Maledizione che ti scorre nelle vene, che pulsa e lotta con forza per uscire fuori e prendere il controllo.." sussurró Liam con voce rauca, passando delicatamente i polpastrelli delle mani sulle braccia scoperte della ragazza, in corrispondenza delle vene del polso, fino a risalire l'avambraccio, sfiorandole la spalla destra. ".. può essere dominata! Puoi controllarla, puoi abbandonarti ad essa e godere di tutti i poteri che ti offrirà, oppure puoi tornare ad essere per sempre quella che eri, eliminando ogni traccia della Maledizione dal tuo corpo..".
La ragazza rimase per qualche secondo senza parole, mentre il suo cervello prese ad elaborare le notizie appena apprese dall'ex Osservatore ed aggrottó le sopracciglia: la confusione si impossessó di lei. Poteva davvero eliminarla dalla sua vita e tornare ad essere la ragazza di prima?
"Che ne dici Katherine? Ti alletta l'idea di tornare ad essere la buona, piccola, sensibile Cacciatrice che eri?" chiese Liam sorridendo, continuando a sfiorare la pelle nuda della ragazza ed avvicinando le sue labbra al suo orecchio, tornando a sussurrare. "Saresti pronta a rinunciare ai tuoi poteri?".
Con uno scatto dettato dal probabile nervosismo per quella situazione, la ragazza afferrò Liam dalla felpa e lo costrinse contro la parete del salotto, bloccandolo e fissandolo in cagnesco, come se avesse detto la cosa più brutta e terribile del mondo.
"Che diavolo fai?!" esclamò Katherine bloccandogli la gola con l'avambraccio, mentre le parole presero ad uscire dalla sua bocca come un ringhio. "A che gioco stai giocando?!".
Il ragazzo rise, facendo spallucce e sollevando un sopracciglio, fissandola negli occhi e notando quanto questi fossero diventati rossi.
"Vedi? Questa è la Maledizione, hai bisogno di imparare a controllarla, hai bisgono di me" disse Liam ridendo, facendo infuriare ulteriormente la ragazza, che per tutta risposta strinse più forte la presa sul collo.
"Chi mi assicura che questa sia la verità?! Perchè dovrei crederti?!" chiese Katherine facendo una smorfia ed arricciando il naso, rinforzando la presa sul ragazzo. "Potrei ucciderti!".
Il ragazzo non disse nulla, rimase solamente lì a fissarla negli occhi, notando quando il rosso avesse infettato le iridi: ce n'era fin troppo e ciò era tutt'altro che un buon segno.
Con un sorriso ironico dipinto sulle labbra, si liberò dalla sua presa in una frazione di secondo, colpendola al viso ed invertendo le posizioni, inchiodandola al muro e blocandola con la stessa presa al collo con cui, fino a qualche secondo prima, lei bloccò lui.
"Calmati, se vuoi davvero tornare ad essere te stessa devi calmarti subito!" esclamò Liam divenendo serio, sentendo i tentavi di divincolarsi della ragazza di liberarsi dalla sua presa. "Respira e concentrati su qualcuno o qualcosa che ami.." sussurrò l'uomo continuando a tenerla, sfidando i suoi grandi occhi rossi. "Pensa a Judith e a quanto la ferirebbe sapere che sua madre non ha lottato abbastanza ed ha preferito i suoi poteri a sua figlia!".
Katherine respirò affannosamente, mentre le parole del ragazzo la colpirono come una freccia nel cuore, e cercò di calamarsi, pensando quanto avesse ragione; non avrebbe mai anteposto i suoi poteri, la sua Maledizione, a sua figlia, al suo stesso sangue.
Cominciò a calamarsi, respirando più profondamente, fin quando il ragazzo potè osservare con piacere gli occhi rosso sangue lasciare il posto a quelli blu cielo della Cacciatrice; mollò la presa sulla ragazza e sorrise, indietreggiando e facendo spalluce, come se avesse appena fatto al cosa più normale del mondo.
"Come ci sei riuscito? Nessuno mi ha mai saputo bloccare in quel modo, neanche Lilith! Come può un semplice Osservatore essere più forte di me?" chiese Kathriene aggrottando le sopracciglia, rimanendo ancora addossata al muro.
"Ho detto che sono una specie di Osservatore, non che lo sono.." sussurrò Liam sorridendo. "Come ti dicevo prima, io non addestro semplici Cacciatrici; io mi occupo di tutte quelle che, come te, sono state sedotte dal male e che potrebbero attivare la Maledizione da un momento all'altro. Le aiuto a tornare quelle di una volta".
"Ce ne sono altre?" chiese Katherine passandosi incosciamente una mano sul collo e massaggiandolo, aggrottando le sopracciglia.
"Ce n'erano, molto più di quel che pensi.." sussurrò Liam sbuffando. "..prima che Lilith le uccidesse tutte e spezzasse un altro sigillo! Ad ogni modo, non penserai che Claire, Hailey e te siate state le uniche? Quasi tutte le Cacciatrici attivano la Maledizione, ma il Consiglio lo nasconde per impedire che tutto ciò che loro sperimentano su di voi venga scoperto".
"Ma come fai ad essere cosi forte?" ripetè la ragazza aggrottando le sopracciglia e sospirando.
"Questo è merito del corredo cromosomico che i miei genitori mi hanno trasmesso.." sussurrò Liam sorridendo e facendo spallucce. "Loro erano davvero molto forti..".
"Che vuol dire? Chi erano?" chiese Katherine allargando le braccia e spazientendosi. "Voglio saperlo!".
"Non temere, saprai tutta la verità, ma questo non è il momento adatto" disse Liam sorridendo ed indicando la tasca dei jeans della ragazza. "...il tuo telefono sta per vibrare e non posso spiegartelo mentre parli con Hailey!".
Katherine aggrottò le sopracciglia e lo guardò con aria interrogativa, dopodichè sugì la direzione che la mano del ragazzo stesse continuando ad indicare e sentì una vibrazione provenire dalla sua tasca; lo estrasse volecemente e lesse con stupore il numero della sorella sullo schermo. Che diavolo era successo? Come sapeva quelle cose?
"Come hai..?".
"..fatto? Beh, andiamo, non crederai di essere l'unica ad avere dei poteri, vero?" chiese Liam sorridendo, incamminandosi verso la porta di ingresso. "Rispondile e và, è venuta a cercarti".
La ragazza rimase titubante: non aveva davvero voglia di uscire da quella casa e tornare dagli altri, non nel momento in cui Liam avesse appena cominciato a tirare fuori il sacco e a parlare di chi realmente fosse e di come avrebbe potuto aiutarla, ma sapeva che ci sarebbero state occasioni migliori per discutere; sospirò ed uscì dalla porta della casa, voltandosi nuovamente verso di lui e sospirando.
"Tornerò e riprenderemo la conversazione da dove l'abbiamo interrotta" sussurrò Katherine fissandolo negli occhi, continuando a tenere fra le mani il suo telefono che non accennava a voler smettere di vibrare.
"Lo so" rispose Liam sorrideno. "Mi casa es tu casa".
La ragazza continuò a fissarlo per qualche altro secondo, dopodichè si voltò con decisione e si incamminò nel grande vialone pieno di case, tornando verso la sua macchina piena di dubbi e di incertezze su chi fosse veramente il ragazzo che poco prima l'avesse fatta calmare. O meglio, su cosa fosse.
L'aveva bloccata contro il muro senza troppi sforzi, l'aveva aiutata a calmarsi, sapeva che Hailey fosse venuta qui a cercarla: com'era possibile? Nella sua lunga carriera da Cacciatrice non aveva mai incontrato qualcuno capace di tenerle testa, quindi di cos'altro si potea trattare?
Scosse la testa e sospirò, arrivata ormai in fondo al vialone, dove la casa di Liam assomigliava ormai ad un puntino indistinguibile, e svoltò a destra, trovando nuovamente davanti a sè le macerie dalle quali era scappata poco prima; ciò che la fece sospirare e le fece quasi considerare l'idea di voltarsi e scappare a gambe levate, fu l'immagine di sua sorella appoggiata alla sua auto con gambe e braccia incrociate ed un'espressione più che furibonda sul viso, ma tuttavia con un sospirò le si avvicinò, prendendo posto accanto a lei.
"Quindi sei qui" sussurrò Katherine facendo spallucce e serrando le braccia al petto.
"Già.." rispose Hailey sospirando, evitando persino di guardarla.
"Sei venuta per me".
"Già..".
"Anche se ti ho bloccata contro un muro per molto tempo".
"Già!".
"Mi dipiace Hailey, ma sai come funziona, non sono riuscita a controllarmi..." sussurrò Katherine abbassando gli occhi e sospirando. 
"Fra tutte le città e i luoghi in cui potevi scappare sei venuta proprio qui.." sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce. "Sei venuta ad osservare il disastro che abbiamo combinato".
"Che ho combinato, Hailey, è solo colpa mia!" esclamò sospirando e scuotendo la testa.
Afferrò dalla sua borsa il pacco di sigarette da cui ormai le era diventato impossibile separarsi e lo afferrò fra le mani, porgendela anche alla sorella, che l'afferrò senza dire una parola; entrambe l'accesero e continuarono a fissare il paesaggio ormai desolato e privo di tracce umane.
"Avrei dovuto cogliere i campanelli d'allarme e fermarti, avrei dovuto prenderti a calci e sbattere te e il tuo culo nella panic room prima di farlo con Sam!" esclamò la maggiore con voce estremamente dura, prendendo successivamente un tiro dalla sua sigaretta. "E' stato un mio errore, non tuo".
"Hailey, non fare così, non addossarti tutta la colpa.." sussurrò Katherine sospirando ed abbassando il capo. "..sono io quella che vi ha portate tutte qui".
"Appunto! Io avrei dovuto fermarti prima, mettere un freno alla Maledizione che avanzava, ma non l'ho fatto; per questo voglio che tu sappia una cosa.." disse Hailey con voce ancora molto dura, gettando la sigaretta a terra e voltandosi per la prima volta verso la sorella con un'espressione dura ed arrabbiata. "Ti starò di sopra, ti rovinerò ogni piano malefico che elaborerai, scoprirò qualunque cosa tu faccia e ti metterò i bastoni fra le ruote, per fare in modo che quello che è successo a me non capiti anche a te! Ho davvero troppe morti sulla coscienza, troppi crimini! Ho fatto male a così tante persone che ho davvero perso il conto, quindi sappi che non permetterò che accada anche a te! Ti starò con il fiato sul collo!".
Katherine ricambiò lo sguardo con una nota ironica, come se quello che la sorella le stesse dicendo le facesse venire una grande voglia di ridere o di picchiarla; come poteva di poter stare dietro proprio ad una come lei? Nella sua vita non era mai stata controllata da nessuno, non ne aveva mai avuto bisgno. Sarebbe riuscita ad uscire da quel vortice oscuro anche da sola e il tono che Hailey usò pochi secondi prima l'irritò particolarmente, tanto da cominciare a sentire la rabbia scalciare furiosa all'interno del suo petto.
"Tu mi starai di sopra?" chiese Katherine sorridendo e facendo spallucce, prendendo un altro tiro dalla sua sigaretta ormai quasi finita. "Sembri più un ufficiale dell'esercito che una sorella, sai?".
"Ti sbagli, Katherine.." sussurrò Hailey scuotendo la testa. "E' proprio così che si comporta una sorella maggiore! E adesso torniamo a casa".
La ragazza sospirò e oltrepassò la sorella minore, aprendo lo sportello del lato del passeggero della sua macchina e facedole segno di salire, incontrando però uno sguardo molto dubbioso.
"Devo riportare l'altra auto a Bobby" sussurrò Katherine facendo spallucce, indicando l'auto posteggiata appena qualche metro più avanti che aveva preso in prestito da casa dell'amico.
"Riuscirà a vivere benissimo senza un altro rottame in casa sua, quindi adesso sali" disse Hailey perentoria, continuando a fissarla con sguardo duro.
La Cacciatrice bionda sorrise ironicamente ed entrò nell'auto con l'intenzione di far chiudere la bocca alla sorella, osservandola fare il giro ed entrare dalla parte del guidatore; sapeva benissimo che quella sarebbe stato solo l'inizio e che una volta tornata a casa avrebbe dovuto sorbire la sfuriata di Dean, così optò per il silenzio totale all'interno dell'abitacolo e chiuse gli occhi, sperando di poter riorganizzare tutti i suoi pensieri e poter godere di un lungo momento di pace.
 
 
 
Aprì gli occhi, seduto su quel lettino, e tutto ciò che provò fu solamente un grande fastidio: la luce della panic room, seppur flebile, gli procurò un bruciore intenso agli occhi, tanto che dovette coprirli con le mani per qualche secondo, prima di farli abituare del tutto.
Stava male, non si poteva negare, stava davvero troppo male. Il bruciore agli occhi fu soltanto l'inizio di una serie di lunghi sintomi che lo avrebbero accompagnato durante il percorso forzato di disintossicazione: si sentì così spossato, senza neanche un filo di energia nel corpo, la gola prese a bruciargli come l'inferno mentre il suo corpo tentava di fargli capire in tutti i modi che avrebbe dovuto prendere un'altra dose di sangue demoniaco.
Ma come avrebbe potuto averne ancora, chiuso per com'era in quella stanza di puro ferro?
Doveva trovare un modo per andarsene e per tornare da Ruby: solo lei avrebbe potuto aiutarlo.
Scosse la testa e osservò una carraffa piena di acqua fresca, e pensò che probabilmente quella avrebbe potuto attenuare i sintomi di quella detenzione forzata; sospirò e si alzò, sentendo tutto il corpo, specialmente gli arti, pesantissimi, come se un peso enorme lo stesse schiacciando dalla schiena. Deglutì con fatica e si accorse quana fatica gli costasse fare qualche passo fino al tavolino; perchè suo fratello si stava comportando in quel modo? Perchè si stava comportando in quel modo ? 
Si attaccò pesantemente al tavolo, aggrappandosi con tutto il suo peso, e puntò gli occhi sullo specchio che si trovava proprio sopra la carraffa, rimanendo per qualche secondo stordito e impressionato.
Osservò il suo riflesso, notando come dai polsi e dal collo stesse cambiando il colore delle sue vene: del nero le aveva ormai infettate, evidenziandole e facendolo spavenare. Il cuore prese a battergli all'impazzata e pensò che da lì a poco gli sarebbe potuto venire un infarto.
Cosa gli stava succedendo? Perchè il suo sangue si stava trasformando, divenendo nero?
"Hai le allucinazioni, Sam..." sussurrò una voce fin troppo familiare, che lo cosrinse a voltarsi verso il resto della stanza.
Un piccolo ragazzino si era materializzato all'interno della panic room e Sam pensò che non potesse avere più di tredici anni; più lo osservò, più il suo viso gli sembrò familiare, finchè la sua mente, ancora annebbiata dal dolore della disintossicazione, lo riconobbe.
"Tu sei.. me?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa.
"Esatto Sam! Sono qui perchè voglio che tu mi dia subito una spiegazione!" esclamò il ragazzino infuriandosi e puntandogli un dito contro con fare accusatorio. "Come hai potuto farmi una cosa del genere? Credevo che saremmo stati normali!!!".
"Ci ho provato! Davvero tanto! Ma non la nostra vita è dura, lo sai... mi dispiace" sussurrò Sam sospirando, trascinandosi lentamente verso il letto per la seconda volta, sedendovisi.
"Mi dispiace?! Ci eri quasi risucito, ti eri allontanato da papà e da Dean, avevi ottimi voti al collage, stavi con Jessica e vi sareste sposati subito dopo essere diventato un avvocato!" esclamò il piccolo Sam continuando ad urlare, vomitando tutta la rabbia che portava dentro di sè.
"Azazel l'ha uccisa.." sussurrò il ragazzò respirando con fatica, sentendo la fronte imperlarsi di sudore.
"Solamente perchè hai seguito Dean nella sua missione salvifica di papà! Se fossi rimasto lì a proteggerla, Jessica sarebbe ancora viva!"
"Lo so, ma adesso per favore smettila.." disse Sam alzando lo sguardo stanco e triste verso il bambino.
"Lei ti amava, non avrebbe mai voluto che tu diventassi così! L'hai persa per tornare a questa vita, e dopo hai perso Katherine quando hai deciso di fidarti di Ruby! Se tu non ti fossi fidato di lei e non fossi andato a letto con un demone, Katherine starebbe ancora con te, ti amerebbe ancora!" esclamò il ragazzino incolpandolo e puntandogli il dito contro anora una volta.
"Ma come si può amare il mostro che sei diventato? Immagino che anche Hailey si stuferà dopo tutto questo" continuò il piccolo Sam allargando le raccia e indicando le pareti della panic room.
"Mi dispiace, ok? La vita dei Cacciatori fa schifo, che posso dirti?" chiese Sam facendo spallucce ed abbassando lo sguardo. "E' tutta colpa mia".
"Certo, non puo dire o fare altro!" esclamò il ragazzino parandosi davanti all'uomo, mostrando i suoi grandi occhi gialli ed il suo sorriso malefico. "Non puoi fuggire da quello che sei!".
Sam rimase pietrificato per qualche secondo, sorpreso alla vista di quel colore di occhi che ormai non vedeva da un paio di anni; non voleva essere così, non avrebbe permesso ad Occhi Gialli di continuare ad interferire nella sua vita nonostante fosse morto!
Un piccolo dubbio si insinuò nella mente del ragazzo e prese a tormentarlo ancora di più di quanto già sesse facendo: e se, per caso, avesse avuto ragione suo fratello ? Se stesse sbagliando tutto quanto? Se avesse pres ouna decisione sbagliata dopo l'altra? D'altronde si era sempre fidato di Dean, perchè non avrebbe potuto farlo per una volta ancora?
"Oh piccolo mio.." sussurrò una voce che fece cessare all'interno della sua mente ogni possibile pensiero.
Si voltò e rimase impietrito, esattamente come pochi secondi prima, quando aveva puntato i suoi occhi in quelli di se stesso di quasi quindi anni prima; sua madre, la sua mamma, che non era riuscito mai ad incontrare, stava lì in piedi davanti a lui ad osservalo con unsorriso bellissimo fra le labbra. 
I suoi occhi splendevano, erano raggianti mentre osservavano il figlio che non aveva potuto vedere crescere, che non aveva potuto coccolare o accudire quando stava male; con lui non aveva potuto fare tutte le cose normali che una madre fa con il proprio figlio, se non per un periodo brevissimo di sei mesi. Era così felice di vederlo, i capelli biondi le ricadevano perfettamente sulle spalle ed indossava una camicia da notte bianca, che metteva in evidenza una chiazza rossa esattamente all'altezza dello stomaco.
Il sangu si gelò nelle vene del ragazzo, ricordandosi che quella ferita gli era stata procurata da Azael; lo stesso tipo di ferita che aveva riportato Jessica dopo di lei.
"M-m-mam-ma.. mamm-ma.." sussurrò con voce flebile il ragazzo corrugando la fronte, sentendo gli occhi pungersi e velarsi di uno strato di lacrime.
"Che ti succede piccolo?" sussurrò la madre avvicinandosi e prendendo posto vicino a lui.
"Anche tu sei qui per dirmi che ti ho deluso? Lo so, mamma, lo so.. non sono degno di essere tuo figlio.." sussurrò Sam abbassando il capo e sospirando, sentendo unsenso di amarezza e di tristezza nascere dentro di sè.
"Affatto, sono così orgogliosa di te, Sam.." sussurrò Mary sorridendo teneramente, afferrando una delle grandi mani del ragazzo fra le sue. "Stai facendo la scelta migliore..".
"Ma mamma.. Dean..".
"Tuo fratello non capisce, ma io si.. anche io ero una Cacciatrice, so che a volte si devono compiere delle scelte difficili per un bene superiore! La nostra famiglia è maledetta..." sussurrò la donna sorridendo e carezzandogli con delicatezza la guancia. "..ma tu trasformi tutto questo in un dono.. tu puoi rendere giusitizia.."
Sam la guardò per qualche secondo con le lacrime agli occhi ed abbassò velocemente lo sguardo, come se non riuscisse a sotenere il peso degli occhi puntati in quelli di sua madre, felice però di sentire quelle parole proprio da lei.
"So che sei spaventato, tesoro mio.." sussurrò la donna passandogli una mano sulla schiena, sorridendo.
"C'è qualcosa che non va in me mamma" sussurrò Sam lasciandosi sfuggire qualche lacrima, cominciando a pensare che, nonostante sembrasse così reale la presenza di sua madre in quella stanza con lui, era tutto frutto di un'allucinazione.
"Il male.." sussurrò la madre divenendo seria e sospirando. "C'è il male che ti scorre nelle vene, tesoro. Dean non può sapere quanto tu sia forte, perchè la sua vita è piena di Katherine.. verrà sempre prima lei di te, la giustificherà sempre, mentre tu sarai sempre il mostro che deve essere rinchiuso.. per questo ti ha rinchiuso qui dentro, tesoro mio.. Tu devi uccidere Lilith".
"Anche se morirò facendolo?" chiese Sam mentre altre lacrime scivolarono sul suo volto senza sosta.
"Devi rendere gustizia alla mia morte, non lasciandoti ostacolare da Dean o da Hailey.. anche Katherine lo ha capito, lei sarà dalla tua parte e al momento giusto la sconfiggerete insieme.." sussurrò Mary sorridendo ed avvicinando il capo a quello del figlio. "Fidati di lei, fidati di me".
La donna depositò un bacio sulla guancia del ragazzo e  Sam chiuse gli occhi per qualche secodo: capì che le parole della madre fossero più che vere, più che giuste, ma quando riaprì gli occhi, si scoprì ancora una volta solo e rinchiuso in quelle quattro mura che non sarebbe riuscito a buttar giù da solo.
 
 
Sbuffò entrando all'interno della casa di Bobby, chiudendosi la porta alle spalle, sapendo cosa l'avrebbe aspettata una volta trovatasi faccia a faccia con il suo ragazzo; prese un respiro profondo ed entrò nel piccolo saloncino, trovando l'uomo ed il ragazzo alle prese con alcuni libri.
Nessuno di loro alzò gli occhi o la salutò quando fu nella loro stessa stanza e la ragazza aggrottò le sopracciglia, mentre la sorella prese posto sul divano, sorseggiando una birra e sospirando; che diavolo avevano? Perchè ignorarla?
Katherine si avvicinò al ragazzo e si schiarì la gola, cercando di fargli capire che, se non se ne fosse ancora accorto, lei fosse appena tornata a casa; Dean alzò lo sguardo confuso verso di lei e la osservò per qualche secondo.
"Bhe? Che vuoi?" chiese aggrottando le sopracciglia.
"Sono tornata" sussurrò Katherine sollevando un sopracciglio e serrando le braccia al petto.
"Lo vedo".
"Non hai niente da dirmi?" chiese la ragazza spazientendosi e spostando gli occhi sull'uomo dall'altro lato della scrivania. "Non avete nulla da dire? Nessuna sfuriata, nessun Perchè diavolo te ne sei andata, lasciandoci inchiodati ad un muro per un'ora?".
"Non credo che sia il momento, piccola" sussurrò Bobby abbozzando un sorriso, tornando a leggere il suo libro.
"Davvero?" chiese Katherine con tono sorpreso, aggrottando le sopracciglia.
"Senti, Kath, stiamo cercando in tutti questi libri un modo per disintossicare Sam dal sangue demoniaco e non abbiamo tempo per sottolineare quanto tu ti sia comportata di merda nei nostri confronti, andandotene e lasciandoci qui come degli idioti; penso che tu lo sappia da te che fra tutte le decisioni che avresti potuto prendere, queste è stata quella più sbagliata" disse Dean con uno sguardo glaciale, afferrando un libro e passandoglielo. "Se vuoi aiutare, prendi questo e comincia a leggere, altrimenti trova un altro modo per passare il tuo tempo".
Katherine rimase perplessa da un atteggiamento del genere, così, continuando a sostenere lo sguardo del ragazzo, sorrise e si avvicinò al suo volto, mordendosi il labbro inferiore.
"So per certo che c'è un modo in cui entrambi preferiremmo passare il nostro tempo..." sussurrò maliziosamente, facendo spallucce, mentre un riflesso rosso si fece largo nei suoi occhi. "..tu hai scelto il più noioso".
Si allontanò silenziosamente, lasciando Dean e chi avesse appena ascoltato le sue frasi completamente spiazzati, capendo quanto fosse diventata grave anche la sua situazione; prese posto accanto alla sorella, alla quale rubò la birra, ed appoggiò rumorosamente i piedi al piccolo tavolino, aprendo il libro e cominciando a leggere.
Nella stanza sorvolò il gelo, come spesso accadeva in quegi ultimi tempi: la corda era così tesa, che tutti sospettavano che da un momento all'altro si sarebbe potuta spezzare completamente. Faceva così male vedere due dei membri della loro famiglia essere cambiati in così tempo per qualcosa che non riuscivano a controllare; quella situazione faceva scoppiare la testa a tutti, così Hailey decise che avrebbe tagliato la testa al toro il prima possibile, andando da Sam, fin quando Bobby sganciò la bomba.
"Dean ha fatto un patto con gli angeli".
"Cosa?!" eslcamarono contemporaneamente le sorelle Collins, aggrottando le sopracciglia.
"Grazie Bobby!" esclamò Dean guardando in cagnesco l'uomo e sospirando rumorosamente.
"Non dovevo essere l'unico a conoscenza di quello che hai fatto" sussurò Bobby scuotendo la testa e ricambiando l'occhiata.
"Che hai fatto?" chiese Hailey alzandosi e fissandolo con uno sguardo di disappunto.
"Ho fatto un patto con Castiel.." sussurrò Dean ammettendolo e sospirando, alzandosi in piedi.
"Sei impazzito?!" chiese Katherine dando man forte alla sorella. "Cosa devi fare?!".
"Non l'ha detto" disse Dean facendo spallucce.
"Dean, conosco gli angeli davvero bene, e da molto tempo prima di te, so per certo che hanno una richiesta, quindi dimmi che cosa ti ha chiesto" disse Hailey peerentoria sollevando un sopracciglio.
"Castiel ha solo detto che sarò io quello che fermerà Lilith, non Sam.." disse Dean sospirando. "..quando avranno un piano, verranno da me".
"Non posso credere che tu te la sia bevuta, Dean!" esclamò Katherine sospirando. "Non hai poteri, non hai nulla per batterla, come pensi di riuscirci ?!".
"Un modo lo troverò!" esclamò il ragazzo avvicinandosi alla ragazza e sospirando.
"Sappiamo tutti la tua opinione sugli angeli, perchè hai accettato un patto con loro, Dean?" chiese la ragazza sgranando gli occhi ed infuriandosi. 
"Hai cominciato a fidarti di loro improvvisamente?" chiese Hailey allargando le braccia.
"Oh andiamo, datemi un pò di sostegno!" esclamò Dean sbuffando.
"No, è assurdo il modo in cui agisci, dico solo questo" disse Katherine fissandolo in cagnesco.
"Ma quale altra scelta posso fare?! O mi fido degli angeli o lascio che Sam si fidi dei demoni e che tu impazzisca del tutto!" esclamò Dean sospirando, esausto di tutta quella storia.
"Oppure puoi fidarti di me" sussurrò Katherine serrando le braccia al petto e sospirando.
"Questo è escluso!" esclamò Dean a denti stretti, trattenendosi per non dare un altro pugno contro il telaio che aveva fatto precedentemente tremare.
"Riuscirei ad uccidere Lilith ad occhi chiusi! E Sam non verrebbe coinvolto, lo capisci?" chiese Katherine avvicinandosi al ragazzo ed allargando le braccia. "Dean, fidati di me, io ce la faccio!".
"Oh, ma è davvero un ottimo piano! Sai già come controllare o reprimere la Maledizione dopo?!" chiese il ragazzo a brucia pelo, vedendo l'espressione della ragazza cambiare.
"Questo è assurdo, so gestirmi" disse Katherine scuotendo la testa e sospirando. "Sul serio!".
"No, tu non ci riusciresti lo sappiamo benissimo com'è andata a finire l'ultima volta!".
"Solo perchè sei spaventato a morte dai miei poteri e da quello che potrei diventare, non vuol dire che lo sia anche io!" esclamò Katherine riservandogli un'occhiata glaciale che per un momento lo mise in soggezione.
"Non sai di che parli.." sussurrò Dean abbassando lo sguardo e sospirando. "Non ho intenzione di parlarne ancora!".
Il ragazzo si voltò e tornò a sedersi, dopo aver lanciato un'altra occhiata all'uomo, e sospiro, facendo spallucce e cominciando nuovamente a leggere il libro che aveva lasciato a metà; Katherine sbuffò e scosse la testa, arrabbiandosi e voltandosi verso il divano, sedendovisi di nuovo.
Nonostante tutti fossero convinti che i suoi sentimenti si stessero lentamente spegnendo, tutto ciò che la ragazza riuscì a provare da quando entrò in quella casa fu proprio il dolore: per Sam, per Dean, Hailey, Bobby e infine per se stessa. Improvvisamente la voglia di spegnere i sentimenti divenne sempre più insistente.
La maggiore si alzò silenziosamente e tutti i presenti la seguirono con lo sguardo, evitando di fare qualsiasi domanda: sapevano cosa avrebbe fatto, dove sarebbe andata, ciò che però continuarono a chiedersi era se le avresse fatto bene parlarci.
Aprì la porta della cantina con un sospiro e scese le scale, chiudendosi la porta alle spalle; arrivò davanti alla grande porta di ferro ed aprì la visiera, trovando il ragazzo seduto sul letto e darle le spalle; senza pensarci due volte, aprì la porta ed entrò, socchiudendola.
Sam non si mosse, rimase in quell'identica posizione, così immobile che la ragazza pensò che si fosse tramutato in una statua; stava lì con le spalle incurvate, il viso basso e il viso completamente imperlato di sudore.
"Ti ho portato qualcosa da mangiare..." sussurrò Hailey sentendo gli occhi cominciare a pungere.
Avrebbe tanto voluto correre fra le braccia del ragazzo e sentirsi dire che quello non fosse altro che un brutto sogno, che l'Apocalsise fosse passata e che loro sarebbero stati di nuovo bene; quando il ragazzo alzò gli occhi stanchi e provati su di lei, potè leggere quanto stesse soffrendo e quanto le costasse essere lì con lui.
Posò il panino sul tavolino davanti al letto del ragazzo e sospirò, distogliendo lo sguardo, incapace di sostenerlo; abbassò il capo e trovò immediatamente molto più interessante il pavimento, piuttosto che il ragazzo seduto davanti a lei.
"Hailey, io.." sussurrò Sam sospirando e facendo spallucce. "..anche tu sei venuta per dirmi che sbagliato? Anche l'altro me stesso ha detto la stessa cosa..".
"L'altro te stesso?" ripetè la ragazza aggrottando le sopracciglia ed alzando lo sguardo. "Che vuol dire?".
"Il ragazzino.." sussurrò Sam deglutendo a fatica. "Mi ha detto che ho sbagliato a seguire Dean dopo che avevo mollato tutto per Stanford".
"Hai le allucinazioni.." sussurrò la ragazza sospirando ed incurvando gli angoli delle labbra all'ingiù.
"Credo di si.." sussurrò Sam con voce rotta, fissandola con occhi tristi.
Hailey strinse i denti e serrò la mascella, prendendo posto accanto al ragazzo, accennando un sorriso; i suoi occhi erano davverso sofferenti che prese a sentirsi persa e la sua mente si costellò di milioni di dubbi: era la cosa giusta? Stavano facendo bene? 
Bobby aveva espresso molte volte il suo disappunto sulla detenzione forzata, chiarendo quanto questa non stesse funziando, ma cosa avrebbero potuto fare? Vedere Sam ridotto in quelle condizioni la lacerò dentro e sperò con tutta se stessa che terminasse presto.
"Tesoro..." sussurò la ragazza carezzandogli una guancia e sorridendo amaramente, cedendo a quell'impulso che l'aveva accompagnata da quando aveva messo piede in quella stanza. "..perchè?".
"Vendetta, immagino.." rispose Sam facendo spallucce, ricambiando lo sguardo ed appoggiandosi con il viso alla mano della ragazza.
"Per cosa? Per Dean?" chiese Hialey piegando gli ngoli delle labbra all'ingiù. "Ma lui è tornato, potevamo sistemare tutto con calma...".
"No, tu non capisci.." sussurrò Sam scuotendo la testa ed appoggiando i gomiti alle sue cosce, tenendosi la testa  fra le mani. "Nessuno capisce".
"Io si, posso farlo.." sussurrò la ragazza scendendo dal letto ed inginocchiandosi ai suoi piedi, prendendogli il viso fra le mani e sospirando. "Parlami".
"E' inutile, Hailey.." rispose Sam sospirando e tirando su con il naso. "Io...".
Improvvisamete il ragazzo cambiò espressione, sentendo qualcosa all'interno di se stesso peggiorare sempre di più: sgranò gli occhi e respirò con affanno, fin quando sentì una forza invisibile operare su di sè. Percepì come delle mani afferrarlo dai polsi e dalle gambe e scaraventarlo con forza contro le pareti, facendolo girare su se stesso e sbattendo con violenza contro il ferro.
Hailey rimase spiazzata per qualche secondo, incredula davanti a ciò che i suoi stessi occhi stessero osservando e scattò immeditamente avanti, correndo nelle direzioni in cui il ragazzo venisse trasportato; provò a tirarlo giù, a fermare quantomeno la sua irrefrenabile danza contro la pareti, ma tutto fu inutile.
"Ragazzi!! Correte!!" urlò Hailey tenendo con entrambe le mani il ragazzo, voltandosi però ad osservare la porta.
Sentì immediatamente dei passi al piano di sopra che in brevissimo tempo si trasferirono sulle scale della cantina, fin quando con forza e velocità, Dean aprì la porta della panic room con aria shockata per ciò che stesse vedendo, mentre alle sue spalle Katherine e Bobby rimasero impietriti per qualche secondo, prima di scattare nella loro direzione.
 
 
Si risvegliò con un grande mal di testa e si mosse sopra quel letto che non riusciva a contenere del tutto il suo corpo, trovandosi con meraviglia legato ad esso tramite dei polsini di cuoio che terminavano con delle catene rumorose; sgranò gli occhi e mosse energicamente le braccia, non riuscendo però a liberarsi.
Perchè lo aveva legato? Ricordava di star parlando con Hailey, dopodichè semplicemente il vuoto. Cominciò a domandarsi mentalmente se fosse tutta un'allucinazione e se Dean lo avesse legato sin dal primo momento all'interno della panic room.
Si guardò attorno, in cerca di qualche strumento per aprire le catene, ma non vi era nulla di raggiungibile o di utilizzabile, così scosse la testa e sospirò: sperò con tutto il se stesso che Ruby arrivasse da un momento all'altro, liberandolo da quella detenzione forzata, ma sapeva benissimo quante trappole avessero messo i ragazzi del piano di sopra.
Contro ogni sua aspettativa, sentì le manette di cuoio allentarsi sempre di più, fino a lasciare libere le sue mani e i suoi piedi: com'era potuto succedere? Era stato liberato? Da chi?
La grande porta della panic room scattò, aprendosi lentamente e rivelando soltanto il buio; provò ad osservare meglio, sedendosi sul letto, e tenendosi pronto a combattere con chiunque ci fosse lì fuori, perchè i suoi amici non lo avrebbero mai liberato.
"Chi c'è?!" chiese Sam aggrottando le sopracciglia ed alzandosi silenziosamente, avvicinandosi alla porta.
Della risposta non vi fu neanche l'ombra, così decise che per il momento non gliene sarebbe importato e scosse la testa, uscendo silenziosamente e salendo le scale, raggiungendo il salone: in punta di piedi, sporse la testa verso il divano, osservando Hailey e Dean dormire su di esso, mentre Bobby abbracciava uno dei suoi libri, utilizzandolo come cuscino sulla sua scrivania:
Seppur lui li avesse delusi, loro continuavano comunque a cercare un rimedio e una cura pur di aiutarlo; rimase qualche secondo ad osservarli, dormivano profondamente, come probabilmente non facevano da giorni. 
Sam avrebbe voluto tenerli al sicuro da tutta la feccia che si aggirava per il mondo e avrebbe cominciato proprio da Lilith: doveva trovare Ruby e nutrirsi per ucciderla definitivamente.
Afferrò la sua giacca e attraverò il piccolo corridoio d'ingresso, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle: sapeva quanto fosse impossibile prendere l'Impala, così optò per una delle macchine dello sfacio e si addentrò all'interno dei lunghi corridoio di auto per troavrne una funzionante.
"Wow, sei riuscito a liberarti!" esclamò Katherine sorridendo e gettando dalla sua bocca del fumo grigio, tenendo fra le sue mani una sigaretta. "Credevo che neanche tu saresti riuscito ad uscire da lì!".
"Kath, non voglio farti del male.." sussurrò Sam guardandosi intorno e parando le mani avanti in segno di resa. ".. ma io devo andare, capisci che è una follia tutto questo, no?".
"Credevi che io ti avrei fermato?" chiese la ragazza con tono ironico, ridendo e prendendo un altro tiro, facendo spallucce. "Lo so che è assurdo, l'ho detto a Dean e ad Hailey, ma non mollano la loro idea.. credo che invece Bobby stia cambiando il suo giudizio".
Sam aggrottò le sopracciglia e portò nuovamente le mani lungo i fianchi, continuando a fissarla con sguardo dubbioso; lentamente si avvicinò e sussurò: "Di che parli?".
"Di te! Insomma anche io sono un pò perplessa sul bere sangue di demone, ma se sei fatto così, chi può impedirtelo?" chiese Katherine facendo spallucce e scoppiando in una risata, avvicinandosi ulteriormente e posandogli una mano sulla spalla. "Potremmo fare un patto, sai?".
Il ragazzo continuò ad osservarla e notò, adesso che erano molto più vicini rispetto a prima, i suoi lunghi capelli biondi fare da cornice ai suoi occhi estremamente rossi; deglutì a fatica sapendo benissimo il significato di quel colore e spospirò. 
"Che genere di patto vuoi?".
"Io non voglio stare qui con loro, non capiscono chi io sia veramente e questo mi fa male, perchè Dean continua a ripetermi quanto mi ama, Hailey è diventata la sorella perfetta e Bobby si comporta come se fosse mio padre!" esclamò Katherine ridendo di gusto, come se stesse raccontando una bellissima barzelletta, buttando via la sua sigaretta. "Quindi mi sei rimasto solo tu".
"Che genere di patto vuoi?" ripetè Sam sospirando e facendo spallucce, continuando a guardarsi intorno. 
"Tu sei l'unico che mi capisce, perchè anche tu sei come me" sussurrò Katherine appoggiando una mano sul petto del ragazzo, all'altezza del cuore, e osservandolo con i suoi grandi occhi rossi. "Io non darò l'allarme a patto che andiamo via insieme, uccidiamo Lilith insieme! Possiamo farcela!".
Sam continuò ad osservarla, lo sguardo dubbioso si trasformò un uno sguardo preoccupato per la ragazza che aveva proprio davanti a se e sospirò: sapeva che se l'avesse portata via con lui, Dean ed Hailey si sarebbero arrabbiati ancora di più, ma come poteva lasciarla proprio fra di loro che non ne riconoscevano il potenziale e non sapevano come aiutarla?
Il ragazzo riuscì a leggere negli occhi di Katherine la sofferenza del non essere compresi, dell'essere etichettati come fenomeni da circo, come se anche loro non soffrissero per la loro diversità; annuì leggermente e strinse la mano della ragazza fra le sue, accennado un sorriso.
"Guarda cosa ti hanno fatto.." sussurrò Katherine avvicinandosi ulteriormente e sfiorandogli il viso con l'altra mano, mentre il suo sguardo divenne triste immediatamente osservando quanto il ragazzo fosse sciupato e stanco. "..non permetterò più che ti facciano questo".
Sam serrò la mascella e distolse lo sguardo, incollandolo a terra, sentendo gli occhi pungere e sentendosi tradito dal suo stesso fratello per averlo lasciato a marcire in quella stanza; scosse la testa e l'appoggiò con forza contro la mano della ragazza.
"E' una situazione di merda.." sussurrò Sam sospirando e chiudendo gli occhi per qualche secondo. 
"Lo so, ma sono convinta che ci capiranno una volta che avremo ucciso Lilith!" esclamò Katherine sorridendo e stringendo la presa sul viso del ragazzo. "Ne sono sicura".
"Alt, non muovetevi o faccio fuoco!" esclamò Bobby sbucando alle loro spalle e puntando verso in quella direzione il suo grande fucile.
Katherine sollevò il sopracciglio mentre sul suo viso si dipinse un grande sorriso ironico, mentre Sam spalancò la bocca e sospirò, ed il suo dispiacere si potè leggere nei suoi occhi.
"Ciao Bobby" sussurrò la ragazza sorridendo, sciogliendo la presa sul ragazzo e voltandosi nella sua direzione. "Vuoi unirti al nostro party?".
"Sam, per favore, torna dentro" disse l'uomo sospirando, ignorando la ragazza. 
"No!" esclamò Sam scuotendo la testa e sospirando. 
"Non farti pregare" disse Bobby sospirando e serrando la mascella.
"O cosa? Che hai intenzione di fare? Sparargli?" chiese la ragazza allargando le braccia e facendo qualche passo avanti. "Non vedi come Dean vi sta facendo il lavaggio del cervello?! Tenete un ragazzo chiuso in cantina Bobby, lo stesso ragazzo che consideri un figlio!".
L'uomo abbassò leggermente lo sguardo e sospirò, scosse il capo e si sentì ferito per le parole della ragazza, come se avesse appena ricevuto una pugnalata dritta al cuore; perchè quei due tendevano sempre a complicare le cose?
"Cosa ti ha detto, Sam?" chiese Bobby alzando lo sguardo e guardando il ragazzo.
"Solo di sconfiggere Lilith insieme, niente di demoniaco!" esclamò il rgazzo avanzando e sospirando.
"Ti ha anche detto che ci ha lasciati per più di un'ora schiacciati contro una parete ed è scappata? Hailey è tornata a prendere e francamente non avevo ancora capito il motivo, ma adesso è tutto chiaro.." disse Bobby con sguardo severo, alterandolo tra i due ragazzi. "..lei vuole te!".
"Cosa?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e fissando la bionda che gli stava accanto. "Perchè?".
Katherine scoppiò in una risata nervosa, facendo un leggero applauso all'uomo e sorridendo, avvicinandosi e girandogli intorno lentamente, osservandolo come un cacciatore osserva la propria preda. 
"Pensiamo nello stesso modo, wow Bobby, sono colpita!" esclamò ridendo, spostando lo sguardo verso Sam. "E' vero Sam, sono scappata; Dean aveva fatto capire quanto ritenesse un mostro anche me, quindi perchè restare? Quando Hailey è venuta a prendermi ho capito che l'avrei potuta seguire solo per fare evadere anche te! Non è giusto quello che ti hanno fatto!".
"Hai aperto tu la mia porta?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia. 
"No, quello sarà sicuramente merito dei tuoi amici demoni" rispose Katherine facendo spallucce, ed avvicinandosi all'uomo. "Bobby, come finirà questa storia, mmh? Ci ucciderai? Sparerai solo a me e porterai Sam di nuovo in quella cella?".
"Stiamo cercando di aiutarvi, Kath, per favore non costringermi a farvi del male.." sussurrò l'uomo sospirando, mentre uno sguardo triste si disegno sul suo volto.
"Va tutto bene, non sono arrabbiata con te Bobby.." sussurrò Katherine avvicinandosi ed afferrando il fucile dalla canna, puntandoselo al centro del petto. "Sai benissimo che io andrò via di qua, con o senza Sam, quindi l'unico modo per fermarmi è spararmi adesso! Sono pronta, spara!".
L'uomo sgranò gli occhi e sentì gli occhi prendere a bruciare, mentre il suo petto si riempì di tristezza e amarezza; sapeva benissimo che non l'avrebbe mai fatto, non avrebbe mai sparato alla ragazza che aveva accolto in casa e che da ormai troppo tempo stentava a riconoscere.
"Non costringermi a farlo, Katherine, ti pego.." sussurrò Bobby continuando a fissarla e supplicandola con lo sguardo.
"Ehi, non c'è bisogno di arrivare a questo, controlliamoci!" esclamò Sam avvicinandosi e mettendosi al lato dei due, che continuavano a fissarsi con uno sguardo intenso.
"Va bene, Bobby, lo capiso. Spara.." sussurrò Katherine sorridendo teneramente, continuando a stringere la canna del fucilel fra le sue mani. 
Vide passare negli occhi dell'uomo una moltitudine di sentimenti tra cui l'amore verso la Cacciatrice e verso Sam, il dolore provato per quei due ragazzi, la disperazione perchè sapeva che nonostante tutti i loro sforzi, la probabilità di non riportare più a casa i due ragazzi era molto più alta rispetto a quella di rivederli ridere sereni e tranquilli nel suo portico.
In una frazione di secondo la ragazza tirò con forza il fucile, prendendolo fra le sue mani e disarmando Bobby che, colto di sorpresa, indietreggiò di qualche passo, ma Katherine lo colpì energeticamente in pieno viso, facendolo svenire e gettando accanto a lui l'arma.
"Non era necessario!" esclamò Sam osservandola con sguardo di rimprovero.
"Si? E come saresti uscito da questa situazione, genio?" chiese Katherine sollevando il sopracciglio e ricambiando l'occhiataccia. 
"Andiamo!" esclamò Sam scuotendo la testa e sospirando. 
I due ragazzi salirono su una vecchia auto e, dopo aver dato un'ultima occhiata all'uomo, Sam pressò con forza l'acceleratore, abbandonando definitivamente quella casa in cui era stato rinchiuso per troppo tempo.
 
 
"Come diavolo è successo?!" urlò Dean entrando nella panic room ed osservandola bene in cerca di qualche indizio. 
"Le trappole per i demoni sono state disattivate.." sussurrò Bobby sospirando, continuando a massaggiare la parte indolenzita e ad osservare le chiavi di salomonespezzate disegnate sul pavimento.
"E' stata Katherine quindi?" sussurrò Haiely sospirando ed entrando all'interno della stanza con un'espressione molto triste e delusa.
"No, ha detto di non sapere nulla della fuga da qui di Sam.." disse Bobby facendo spallucce.
"E tu le credi?" chiese Dean perplesso, aggrottando le sopracciglia. 
L'uomo lo guardò con un'espressione confusa e triste e scosse la testa, abbassando il capo, non avendo la più pallida idea di dove, come e quando li avrebbero trovati.
"Saranno con Ruby?" chiese il ragazzo sospirando. "Lo spero, voglio ucciderla".
"Come li troviamo?" chiese Bobby sospirando ed alzando nuovamente lo sguardo.
"Sam e Katherine non vogliono essere trovati, significa che sarà quasi impossibile trovarli" sussurrò Dean sospirando e facendo spallucce. 
"Quindi? Immagino che saprai i loro luoghi preferiti, dove si sentono al sicuro.." sussurrò Bobby agitandosi. "Andiamo, pensa!".
"Magari Katherine ha ritenuto opportuno di salutare Judith prima di andare a cacciare Lilith.." sussurrò Dean passandosi una mano sulla fronte, sforzandosi di pensare.
"No, è improbabile, non è così stupida.." sussurrò Bobby sospirando. "La verità è che non abbiamo la più pallida idea di dove possano essere andati; hanno lasciato i cellulari qui, quindi niente GPS, tutto ciò che ci rimane da fare è aspettare che qualcuno denunci un'auto rubata o qualcosa di simile..". 
I tre si guardarono e scossero la testa, impazzendo all'idea di non poter fare assolutamente nulla nell'attesa; Sam e Katherine erano stati furbi, molto furbi, figgire insieme era stata una bella mossa, avrebbero potuto lasciare molti più falsi indizi insieme.
In silenzio salirono le scale e tornarono nel salotto, continuando a spremere le meningi per arrivare a formulare un piano che potesse aiutarli nella ricerca dei due ragazzi appena fuggiti.
"Io ho un'idea.." sussurró Hailey sospirando e facendo spallucce, sedendosi sul divano. "..ma non mi piace, non mi piace per niente".
"Quale?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, osservando l'espressione contrariata della ragazza.
Hailey scosse la testa e sbuffó, muovendosi in maniera agitata ed abbassando lo sguardo, fissando per qualche altro secondo i due uomini che aveva davanti.
"Ok, Katherine mi ha raccontato che qualche anno fa siete rimasti bloccati a rivivere lo stesso giorno, in cui morivi in maniera diversa, giusto?" Chiese Hailey osservando il ragazzo.
"Sì, è giusto, quindi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, non capendo su quale aspetto volesse andare a parare la ragazza.
"Beh, potremmo chiuderli in un anello temporale, guadagneremmo il tempo per uccidere Lilith e per mettere un punto a questa dannata Apocalisse.." sussurró la ragazza facendo spallucce ed osservando i due uomini. "Sam non ricorderebbe la sua dipendenza dal sangue e Katherine non ricorderebbe di avere attivato la sua  Maledizione! Riusciremmo ad arrivare a una soluzione ed avremmo più tempo!".
"Sembra un ottima idea Hailey, ma nessuno che conosciamo può fare una cosa del genere" disse Dean sospirando e serrando le braccia al petto. 
"Si, beh, io conosco qualcuno che potrebbe farlo.." sussurró Hailey abbassando lo sguardo. "..ed anche voi..".
"Vuoi evocare il Trickster?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia e spalancando la bocca per la sorpresa.
"Sì.." sussurró la ragazza sorridendo all'idea che loro lo conoscessero ancora con quel nome. "È proprio quello che voglio fare..".
"Come? Non abbiamo la più pallida idea di come evocarlo.." disse Dean sospirando e scuotendo la testa.
"Io si.." sussurró abbassando la testa. "Ma devo rimanere sola con lui per convincerlo".
"Perché?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia. "E poi perché dovrebbe aiutarci?"
"Io e lui ci conosciamo da molti anni.." disse Hailey sospirando, abbassando il tono della voce e gli occhi. "So come convincerlo".
"Tanto vale provare.." sussurró Dean facendo spallucce, dopo averci pensato su per qualche altro secondo. 
Hailey annuì mettendo su un sorriso così finto che i due uomini non poterono fare a meno di accorgersene e chiedersi mentalmente cosa i due avessero condiviso e perché gli occhi della ragazza divennero tristi quando prese a parlare di lui; successivamente avrebbero chiesto, ma quello non parve a nessuno dei due il momento adatto. 
La Cacciatrice fece spallucce e prese un respiro profondo, uscendo con lentezza dalla porta di ingresso della casa dell'uomo e si addentró all'interno della rimessa, raggiungendo una piazzola con il capanno degli attrezzi; era ormai abbatanza lontana dalla casa e decise che quello sarebbe stato il luogo perfetto per evocare l'ex amante. 
Speró che sarebbe arrivato e che avrebbe ascoltato la sua preghiera, dopotutto erano ormai anni che non si vedevano, che non si parlavano, anni che ormai non sapevano più nulla l'uno dell'altra; Hailey non riuscì mai a dimenticare l'intensità con la quale lo aveva amato e per molto tempo la sera si ritrovó spesso a pensare ancora lui.
Dopotutto, lui era stato l'unico ad averle offerto un po di amore in tutta la sua vita; avevano passato così tanto tempo insieme, avevano superato così tante cose. La Maledizione, la caduta dell'angelo, la morte della sorella.
Ma ormai era riuscita a superarlo del tutto, soprattutto da quando aveva incontrato Sam e si era innamorata di lui; no, vederlo non le avrebbe fatto alcun effetto, ne era più che sicura.
Allora perché pronunciare il suo nome, il suo vero nome, ad alta voce le veniva così difficile ? Perché il suo cuore aveva preso a battere ancora una volta come se potesse uscire dal suo petto da un momento all'altro ? Una morsa alla pancia prese a stritolarle lo stomaco e le gambe presero a cedere, tanto che dovette appoggiarsi ad una delle macchie guaste di Bobby.
Lei non lo amava più da tantissimo tempo, allora perché aveva così paura di guardarlo un'altra volta negli occhi?
"Hailey..." sussurró una voce estremamente familiare alle sue spalle. 
L'avrebbe riconosciuta in mezzo ad un miliardo di altre voci, ne conosceva le mille sfaccettature; lei riusciva sempre a cogliere gli stati d'animo dietro a qualche semplice e futile parola e seppe riconoscere la sorpresa e lo stupore da come avesse semplicemente pronunciato il suo nome.
Il suo cuore si fermó per poi esplodere peggio di prima nel suo petto, la stretta al suo stomaco si intensificó e le sue gambe divennero molli; prese un respiro, solamente per testare che i suoi polmoni fossero ancora efficienti, ma non si voltó.
Sapeva che se si fosse voltata in quel momento e lo avesse guardato negli occhi avrebbe peggiorato la situazione: non poteva aggiungere anche l'emozione che avrebbe provato guardandolo e ritrovando l'uomo che avesse amato fino a morirne, altrimenti sarebbe crollata, lo sapeva bene. Ma doveva farlo.
Lentamente si voltó verso l'uomo lontano qualche metro da lei, tenendosi ancora all'auto, e lo guardò negli occhi: ritrovò dopo così tanto tempo i suoi occhi marroni, splendenti anche nella notte, le sue labbra sottili e morbide che si erano posate sulle sue e su di lei almeno un miliardo di volte, i capelli scuri e semilunghi con cui tanto amava giocare un tempo. La sua espressione era davvero sorpresa, come se non si sarebbe mai aspettato una chiamata da parte sua; ed in effetti non fu così, lei non lo aveva chiamato, si era limitata a pensarlo. 
Come poteva stupirsi, sapendo di cosa fossero capaci gli angeli?
Le braccia e le mani grandi e forti erano sospese simmetricamente lungo i suoi fianchi, scatenando in lei milioni di ricordi e notó che, mentre lo stava osservando, studiando e ricordando, anche lui stesse facendo la stessa cosa; la studiava, cercando di capire cosa fosse cambiato nel tempo che non avessero trascorso insieme.
Hailey prese un bel respiro, decisa a cambiare l'espressione a metà tra la felicità e il dolore, e mise su un sorriso di circostanza, respingendo sempre di più la voglia di scappare lontano ed andare via dall'uomo che le avesse spezzato il cuore più di tutti.
"Gabriel..." sussurró Hailey sperando che la sua voce uscisse serena e spensierata, ottenendo però l'effetto opposto.
Il suo tono uscì in maniera flebile, spezzato, come se tutta la sua linfa vitale fosse stata asportata via.
"Che succede? Perché mi hai chiamato?" Chiese Gabriel facendo appena qualche passo.
Hailey ricordò quante volte in passato avesse rischiato di spezzarsi le corde vocali nel tentativo di chiamarlo, chiedergli spiegazioni, ma mai si presentò da lei, continuando a scavare in maniera indiretta la voragine che le si era creata sul petto. 
"Ho bisogno del tuo aiuto" sussurró Hailey deglutendo a fatica, sentendo un nodo posizionarsi sulla sua gola.
"Perché?" Chiese Gabriel aggrottando le sopracciglia. 
"È per mia sorella...." sussurró Hailey sentendo gli occhi prendere a pungere. "...e per il mio ragazzo".
L'angelo non disse nulla, rimase solamente a fissarla con uno sguardo triste e pieno di domande, che la ragazza non riuscì a reggere; non aveva alcun diritto di sentirsi così, dopotutto era stato lui a lasciarla, ad andare via e a scappare lontano da lei senza farle avere più sue notizie, però il cuore perse qualche battito a vederla lì, bella per com'era, senza potersi avvicinare più di tanto e senza poterla stringere fra le sue braccia. 
Si era rifatta una vita, aveva un ragazzo, aveva familiarizzato con la sorella, non c'era più spazio per lui; nonostante fossero passati anni, ogni giorno, tutto il giorno, continuò a maledire quel momento di debolezza in cui aveva deciso che le questioni del Paradiso fossero più importanti di lei. Mai commise errore più grande e mai avrebbe potuto porvi rimedio.
"Mi aiuterai o no?" Chiese Hailey serrando la mascella, continuando a non avere il pieno controllo su se stessa.
No, non voglio aiutare te e il tuo ragazzo.
Non voglio trascorrere un secondo di più a guardarti senza poterti stringere fra le mie braccia; è una sofferenza atroce.
Per favore, non farmelo fare. 
Ma l'angelo non era mai riuscito a resistere agli occhi della ragazza, non le aveva mai saputo dire di no quando gli chiedeva qualcosa con quello sguardo: con quello sguardo, il loro sguardo. "Sì..." sussurró Gabriel annuendo ed accennando un sorriso.
Hailey sospirò silenziosamente ed abbassò lo sguardo, si accertó che le sue gambe fossero in grado di camminare e gli fece segno di seguirlo all'interno della casa; per la durata della camminata, la ragazza sentì lo sguardo dell'angelo puntato su di sé, e probabilmente per questo motivo non riuscì a sollevare il suo dal terriccio polveroso che si sollevava sotto i loro passi. 
Mai avrebbe pensato una cosa del genere, ma accanto a Gabriel, alla persona che aveva amato per moltissimo tempo, prese a sentirsi a disagio; si sarebbe mai sentita in maniera diversa accanto a lui?
Aprì silenziosamente la porta della casa e sospirò, osservando i due uomini correre immediatamente nella sua direzione, ansiosi di ricevere una risposta.
"Dean Winchester?!" Chiese Gabriel con disprezzo, aggrottando le sopracciglia e cambiando atteggiamento, trasformandosi nell'ironico burlone che il ragazzo conosceva. "È lui il tuo ragazzo ?!".
"Cosa?!" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. "No!".
"Allora non dirmi che dopo di me ti sei buttata nel volontariato verso gli anziani!" Esclamò l'angelo sollevando un sopracciglio e indicando Bobby.
"Smettila subito!" Esclamò Hailey fulminandolo con lo sguardo, mentre l'angelo rispose con un sorrisino ironico.
"Dopo di me?" Ripeté Dean aggrottando le sopracciglia, confuso, mentre Bobby bofonchió qualcosa mandandolo all'inferno. "Che significa?".
"Allora dov'è il tuo fidanzato? Sono ansioso di conoscerlo!" Esclamò l'angelo guardandosi intorno con fare curioso, cercandolo in cucina, eludendo la domanda.
Hailey abbassò il capo e sospirò, lanciando prima un'occhiata d'aiuto a Dean, che capí al volo.
"Aiuterai Sam e Katherine" disse Dean guardando con disprezzo il Trickster.
"Cosa?!" Chiese Gabriel tornando a guardare la ragazza con incredulità. "Hai rubato il fidanzato a tua sorella? Qualcuno qui è tornata ad essere la cattiva ragazza di un tempo!".
"Non è andata così, quando li ho conosciuti si erano già lasciati!" Esclamò Hailey sbuffando e scuotendo la testa. "Io non ti devo nessuna spiegazione".
"E suppongo che la biondina si sia fiondata fra le tue braccia, giusto?" Continuò Gabriel ignorando completamente le parole della ragazza, ricevendo delle occhiatacce da tutti i presenti. "Ok, ok, non sono affari miei! Cosa volete che faccia?".
"L'anello temporale in cui ci hai rinchiusi al Mystery Spot, ci serve che tu faccia una cosa simile" disse Dean sospirando. "Possibilmente dove nessuno muore".
"E che divertimento ci sarebbe, altrimenti?" Chiese Gabriel ridendo, facendo spallucce.
"Gab.." sussurró Hailey osservandolo con uno sguardo triste, implorandolo di smetterla. 
"Vi aiuterò Dean, sta tranquillo" sussurró l'angelo sospirando e facendo spallucce. "Dove sono?".
I ragazzi si scambiarono un'occhiata rapida, indecisi su cosa dire e come dirlo, ed il Trickster non mancò a coglierla. 
"State cercando di dirmi dei poteri di Sam e di Katherine?" Chiese Gabriel sorridendo. "Lo so, devo solo sapere dove sono per confinarli in un anello temporale".
"Il problema è che non sappiamo dove siano.." sussurró Hailey mordendosi il labbro inferiore. "..li abbiamo persi".
"Li avete persi?" Chiese l'angelo scoppiando in una fragorosa risata. "Avete fra le mani due potenti potenziali demoni e voi li perdete?".
"Penso che il mio occhio nero possa farti capire che non è stata una cosa volontaria!" Esclamò Bobby dilatando le narici per la rabbia e serrando la mascella.
"Calmati cowboy.." sussurró Gabriel annuendo e sorridendo, per poi voltarsi a guardare la ragazza che stava ancora ancora ad occhi bassi. ".. li troverò e poi noi due ci faremo una bella chiacchierata".
Hailey alzò lo sguardo, incapace di nascondere tutta la sua sofferenza in quella situazione ed annuì leggermente; erano occhi negli occhi, come un paio di anni prima, e finalmente lo sguardo dell'angelo tornò ad essere come quello che le avesse sempre riservato. 
Sorrise e soffocó l'impulso di carezzarle una guancia, così in breve tempo si smaterializzó, lasciando la ragazza sola con i due uomini.
Hailey sospirò rumorosamente e chiuse per qualche secondo gli occhi, sentendo gli sguardi puntati su di lei; voleva godersi solamente per qualche altro secondo il fatto che avesse rivisto dopo tutti quegli anni uno dei due più grandi amori che avesse provato. 
"Hailey..." disse Dean avvicinandosi e passandole una mano sul braccio, facendole aprire gli occhi. 
Poté notare quanto fossero arrossati, probabilmente perché avesse soffocato troppe volte le lacrime in quei minuti con il Trickster e sospirò, facendo spallucce.
"Sì, dimmi.." sussurró la ragazza con voce spezzata, annuendo leggermente. 
"Io.." iniziò il ragazzo ma fu interrotto immediatamente.
"Tu vuoi sapere.." sussurró Hailey sospirando ed accennando un sospiro, spostando lo sguardo su Bobby. "Volete sapere..".
"Non sei obbligata assolutamente tesoro.." sussurró l'uomo sorridendo teneramente ed avvicinandosi, cingendole le spalle. 
"Sapete, lui non è così come sembra: è brillante, intelligente, generoso, amorevole.." sussurró la ragazza sospirando, sciogliendo le prese dei due uomini, rifugiandosi in cucina ed afferrando una bottiglia di bourbon e versandone un po in un bicchiere. 
Bevve un sorso abbondante e i ragazzi si scordarono per qualche secondo che Sam e Katherine fossero scappati; la ragazza sospirò e lo riempì nuovamente, andandosi a sedere velocemente sul divano, portando con sé la bottiglia.
"È così altruista da far saltare i nervi.. un po' come Sam.." sussurró Hailey ridendo, probabilmente per via di qualche ricordo che le attraversò la mente, e bevve ancora. "Ci siamo incontrati circa 9 anni fa, io avevo già attivato la Maledizione ed ero un pericolo pubblico, fin quando l'ho incontrato in un bar; si è avvicinato e mi ha offerto da bere, pensavo che fosse un Osservatore in incognito, così accettai ed uscimmo dal locale. Immaginate la sua faccia quando l'ho bloccato contro una ringhiera di ferro, puntandogli un coltello alla gola".
La ragazza prese un altro respiro profondo e prese un piccolo sorso dal suo bicchiere, afferrando poi una delle sue sigarette e prendendo a fumare; l'occhio dei ragazzi cadde inevitabilmente sulla mano che reggeva la sigaretta, osservando quanto questa tremasse per il nervosismo.
"Disse che voleva passare una serata piacevole con me, voleva ubriacarsi ed andare a casa sua; so cosa state pensando, non siamo andati a letto insieme quella sera" disse Hailey sorridendo e facendo un tiro bello lungo, spuntando il fumo, inondandone la stanza. "Abbiamo passato la serata a ridere come matti, tra tequila e rum! La mattina seguente ci svegliammo ancora storditi per la sera precedente e mi ha invitata a pranzo; passammo molti giorni insieme e la mia voglia di vendetta verso i miei genitori ed il Consiglio si affievolí sempre di più, i miei occhi cambiarono e diventai una persona nuova. Lui mi riveló chi fosse in realtà e io gli raccontai la mia storia, ma lui la sapeva già. Per questo motivo quella sera mi portò a casa sua; lui mi ha aiutata, mi ha salvata".
"Tu e il Trickster avete davvero avuto una storia quindi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e sospirando. 
"Sì, Dean.." sussurró Hailey sorridendo e guardandolo negli occhi, spegnendo la sigaretta e tornando a sorseggiare l'alcolico. "Siamo stati insieme 4 anni e mezzo, ero convinta che saremmo rimasti insieme per sempre nonostante le nostre differenze".
"Perché vi siete lasciati allora?" Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia. 
"Non lo so.." sussurró la ragazza guardando i due uomini e sospirò, facendo notare loro la sua sofferenza. "Una notte se n'è andato, lasciandomi soltanto un bigliettino. Mi dispiace, non posso continuare a stare con te, hanno bisogno di me. Non cercarmi, addio".
"E tu non lo hai cercato? Non hai voluto una spiegazione?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia.
"No, lui mi aveva lasciata, ha preferito le sue.. questioni di lavoro.. a me, quindi no, non voglio avere nessuna spiegazione da lui" sussurró Hailey sospirando, sentendo due lacrime calde e salate marcarle il volto ed immediatamente le spazzó via, come se si fosse appena scottata. "Questa è la prima volta che lo vedo, dopo quella notte".
"Mi dispiace tanto tesoro.." sussurró Bobby sospirando e sedendosi accanto a lei, carezzandole la schiena. "Immagino che ci sia un motivo però".
"Ormai non mi importa, lui mi ha distrutta, la mia vita è andata a pezzi per la seconda volta; sono andata avanti, mi sono rifatta una vita.." sussurró la ragazza sorridendo con poca convinzione, bevendo l'ultimo sorso di bourbon ed alzandosi in piedi. "Quando avremo finito con Lilith, se ne andrà e non tornerà mai più. Dobbiamo dedicarci a Katherine e a Sam adesso".
Con un sospiro i due uomini osservarono Hailey uscire dalla stanza per prendere una boccata d'aria in attesa che il Trickster tornasse e si scambiarono uno sguardo: si stavano accavvallando fin troppe faccende, Katherine, Sam, la Maledizione, il sangue demonicaco, Hailey ed il Trickster, l'Apocalisse, la morte di Lilith. Come avrebbero risolto tutto ciò prima che fosse troppo tardi?

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Capitolo 52
*** Even if I seem dangerous, Would you be scared? ***


NOTE DELL'AUTRICE: 
Buonasera ragazze/i!! :* Scusate la lunga attesa, ma mi sono presa una piccola vacanza tanto per staccare un pò la spina da tutto, ma adesso sono tornata con un capitolo un po' lungo, ma decisivo per la svolta che non vedevo l'ora di mettere nero su bianco! Personalmente, ho amato scrivere questo capitolo, davvero, e proprio per questo ci sono stata molto di più per pubblicare: volevo essere sicura che fosse, a mio parere, perfetto!
Comunque non intendo rubarvi altro tempo, fatemi sapere se vi è piaciuto e se vi ha stupiti, un commento (positivo o negativo) fa sempre piacere! :* 
Spero di aggiornare il più presto possibile, a presto ragazzi/e!

Ps: ringrazio ancora tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra le seguite/prefeite/ricordate, chi mi ha inserito fra gli autori preferiti e chi invece legge silenziosamente! Grazie mille! :) :*






Capitolo 40.


Even if I seem dangerous,
Would you be scared?



Le prime luci del giorno si fecero prepotentemente strada fra le tende della camera da letto, carezzando la pelle seminuda dei due ragazzi ancora in dormiveglia: era pressappoco quella l'ora in cui erano soliti svegliarsi, nonostante avrebbero preferito godersi altri dieci minuti in più distesi su quel letto prima di affrontare un'altra giornata.
Il giovane prese ad accarezzare lentamente la schiena della ragazza, che per tutta risposta sospirò, stiracchiandosi leggermente e stringendosi più forte a lui, dimostrando che anche lei si fosse ormai svegliata.
"Buongiorno..." sussurró Katherine sorridendo, tenendo ancora gli occhi chiusi e depositando un bacio sul petto nudo del ragazzo.
Si sentì osservata, così a malincuore aprì le palpebre, alzò la testa verso l'uomo con cui condivideva il letto e lo osservò con sguardo ancora addormentato; era convinta che quella mattina somigliasse ad una strega con tutti quei capelli arruffati e  gli occhi mezzi chiusi, ma sapeva benissimo che a lui non sarebbe importato.
"Buongiorno a te.." sussurró con voce rauca il ragazzo, sorridendo.
Avvicinarono i loro volti e si schioccarono un leggero bacio, com'erano soliti fare ogni mattina e tornarono della posizione di poco prima; come sempre a quell'ora nel loro letto regnava la pigrizia, ma come sarebbe potuto essere diverso ?
Lui era da poco entrato in uno studio di avvocati dopo anni di stage e tirocinio, mentre lei aveva ancora davanti a sé un ultimo anno da specializzanda all'ospedale di Palo Alto, California: da quando cominciarono quel tipo di vita, si ritrovarono costantemente stanchi e privi di qualsiasi tipo di energia.
Un leggero suono si propagó all'interno della loro stanza ed entrambi cominciarono a sperare mentalmente che non si trattasse di una telefonata di lavoro: non erano ancora pronti ad iniziare la giornata.
Distrattamente il ragazzo allungò la mano verso il comodino, afferrando il cordless e rispondendo senza neanche leggere il numero che apparve sullo schermo, sicuro per com'era che fosse lo studio in cui avesse appena iniziato a lavorare. 
"Pronto?" Chiese il ragazzo sospirando, lasciando involontariamente percepire la propria voce rauca.
"Ciao fratellino, come te la passi ?".
Il ragazzo aggrottó le sopracciglia e spalancó gli occhi, mettendosi seduto sul letto e assumendo uno sguardo irritato, mentre Katherine si limitò ad osservarlo con aria interrogativa. 
Non era ancora pronta a quel tipo di conversazione.
"Dean, che diavolo vuoi? Ti avevo detto di non chiamarmi più!".
"Oh, andiamo Sammy, sai che non mi comporteró mai come pensi che farò!" Esclamò la voce ironica di suo fratello dalla parte opposta del telefono. 
"Cosa vuoi?".
"Sapere come state, salutarvi.. sai, tutto ciò che fa una famiglia normale!" Esclamò Dean sospirando.
"Noi non lo siamo mai stati perché tu rovini sempre tutto!" Esclamò Sam irritandosi e serrando la mascella per qualche secondo. "Ci hai salutati, stiamo bene! Non abbiamo altro da dirci".
Senza pensarci due volte chiuse la chiamata, scuotendo la testa e mettendo il telefono a posto, sentendo la rabbia montare dentro di lui; non lo sentiva da più o meno 4 mesi e sapeva benissimo che se suo fratello fosse tornato a cercarlo sarebbe stato solo perché aveva bisogno di qualcosa. L'ipotesi che cercasse soldi sarebbe stata la più sperata, date le svariate volte in cui si era nascosto nella loro casa per evitare per qualche giorno il tipo poco raccomandabile a cui doveva molti soldi.
"Tesoro, che succede?" Chiese Katherine sospirando e sedendosi sul letto, passandogli una mano sulla coscia. "Cosa voleva?".
"Non lo so, come al solito mio fratello problematico avrà bisogno di aiuto!" Esclamò Sam scuotendo la testa. "È l'ennesimo numero che cambio, come diavolo ha fatto ad avere anche questo?".
Katherine, preoccupata, gli passò delicatamente una mano sui capelli e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo, sospirando.
"Per sfortuna nostra internet non è un alleato in questi casi.." sussurró la ragazza facendo spallucce. "Vedrai che prima o poi si stancherá di chiamare! Adesso che ci siamo trasferiti non sa il nostro indirizzo di casa e questo non è poco, Sam".
Il ragazzo la guardò con un mezzo sorriso sulle labbra e alzò le spalle, afferrando una mano e stringendola tra le sue: era davvero fortunato ad averla ancora al suo fianco dopo tutti quegli anni; sospirò rumorosamente per mandare via quei pensieri e le schioccò un altro bacio sulle labbra.
"Hai ragione.." sussurró Sam sorridendo. "Vado a fare una doccia".
La ragazza lo osservò alzarsi dal letto e dirigersi verso il bagno, lasciandola sola nella stanza; decise che fosse arrivato il momento di sgusciare via da quel letto anche per lei, così con uno sforzo involontario, scese e si diresse verso la cucina: avrebbe preparato la colazione per entrambi, per poi scappare al lavoro.
Era ormai abituata agli sbalzi d'umore che il fratello maggiore arrecasse al suo ragazzo ogni qualvolta si facesse sentire, era una costante nella loro vita. Sia lei che Sam avevano deciso di non avere più alcun tipo di rapporto con lui, dato il suo comportamento e i guai che era solito portare con sé; ma non poterono fare a meno di pensare a quando Dean si comportava ancora come un fratello e un cognato normale, come avrebbero potuto cancellarlo?
Katherine sospirò ed osservò l'orologio che indicava già le 7:05 : non poteva perdere altro tempo, così si mise ai fornelli, scacciando quei pensieri dalla sua mente per il resto della giornata.


Present day.

"Li hai spediti dove?!" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e sbarrando gli occhi, mentre un senso di rabbia si irradió nel suo petto.
"In una realtà parallela, meglio di un anello temporale nel quale uno dei due muore continuamente no?" Chiese il Trickster ridendo e facendo spallucce, muovendosi per il salotto. "E Sam lo avrebbe capito subito! In questo modo ci impiegherà molto più tempo". 
"Io ti uccido" disse Dean sospirando e  scuotendo la testa, fissandolo in cagnesco.
"Ehi, mi avete chiesto un po di tempo per uccidere Lilith? Ve l'ho dato!" Esclamò l'angelo facendo spallucce e alternando lo sguardo fra i due. "Loro stanno svolgendo la loro vita in tutta tranquillità, completamente all'oscuro di demoni e Apocalissi!".
"Ok, basta che siano al sicuro, adesso non abbiamo abbastanza tempo per continuare questo giochetto Gab.." sussurró Hailey sospirando e facendo spallucce. 
"Questo è lo spirito giusto, ragazza mia!" Esclamò l'angelo schiacciondele un occhio e sorridendole.
"Adesso cosa facciamo?" Chiese Dean sospirando ed incrociando le braccia al petto, spostando lo sguardo sull'uomo appoggiato alla scrivania. 
"Dobbiamo trovare un modo per scovare Lilith prima di tutto" sussurró Bobby sospirando, appoggiando le mani sul tavolo.
"Ottimo, ma come avete intenzione di rintracciarla?" chiese l'angelo sospirando e mettendo su un mezzo sorrisino.
"Beh, io avrei un'idea.." sussurrò Hailey sospirando ed abbassando il capo, appoggiando comopletamente la schiena alla parete della casa.
"Un'altra delle tue idee, Hailey?" chiese Dean con tono dubbioso, indicando con lo sguardo il Trickster che scoppiò in una risata.
"Lei è sempre stata brava alla caccia all'uomo, scommetto che arriverebbe a Lilith in molto meno tempo di quanto ci metteresti tu" rispose l'angelo osservandolo con un sopracciglio sollevato e sorridendo.
"A cosa avevi pensato quindi ?" chiese Bobby ignorando i due ragazzi che continuarono a fissarsi in cagnesco, rivolgendo la sua attenzione sulla Cacciatrice.
"Ruby.." sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce. "Potremmo costringerla a collaborare".
Il Trickster si girò a fissarla con aria sconvolta, come se stentasse a credere alle parole appena pronunciate dalla ragazza; allargò le braccia e con voce incredule disse: "Insomma io ti sto difendendo davanti a questo scimmione e tu mi deludi così? Da quando interagire con i demoni risolverebbe i nostri problemi?".
"Non sono affari tuoi, ci hai aiutati con Sam e Katherine, ma adesso non abbiamo più bisogno del tuo aiuto!" esclamò la ragaza facendo spallucce e mettendo su la faccia seria. "Adesso puoi andare e continuare a fare il burlone da un'altra parte mentre noi ci occupiamo di Lilith!".
L'angelo inarcò le sopracciglia e trattenne il respiro, come per soffocare un imminente attacco di ira, continuando ad osservarla con occhi storti: nonostante tutto, non voleva ricevere un trattamento simile da parte di Hailey, o meglio dire, non poteva.
Non poteva ricevere quelle occhiate e quel tono accusatorio proprio dall'unica persona che lo avesse mai amato perchè sarebbe stato come infierire sulla sua cicatrice, sul dolore provato quando la lasciò quella notte senza darle alcuna spiegazione; ma come avrebbe potuto spiegarglielo? Lei non avrebbe capito, dopotutto rimaneva sempre un'umana.
Abbassò lo sguardo e riprese a respirare, uscendo silenziosamente dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle pensando quanto fosse stato idiota ad averla lasciata; decise di rifuggiarsi in qualche bar durante l'attesa, tanto per togliersi dalla mente l'argomento Hailey.




"Dannazione questo cerca persone non smette di suonare!!" Esclamò Katherine fra se e se, sbuffando e scuotendo la testa.
Indicava un'emergenza per lei al pronto soccorso, nonostantequel giorno fosse di turno con il neurologo; perché diavolo non rispettavano mai i turni in quell'ospedale?
Si scusó con il suo responsabile e lasciò il caso che stava seguendo con lui, dirigendosi a passo svelto verso l'entrata del pronto soccorso, ma non vi era l'ombra di un'ambulanza; non vi erano tracce di pazienti in fin di vita, quindi chi l'aveva chiamata, facendole lasciare quel caso interessante ?
Osservò i lettini, notando come tutti i pazienti fossero già nelle mani dei suoi colleghi, finché il suo sguardo si posò sul fondo della stanza dove vi era un lettino mezzo coperto dalla tenda, così si avvicinò silenziosamente.
"Collins, ti chiamo da almeno 10 minuti!" Esclamò il cardiologo fissandola in cagnesco ed avvicinandosi a lei. "Maschio, trentacinque anni, ha i postumi di una sbornia stellari, non si reggeva in piedi quando lo hanno portato qui! Gli abbiamo dato tutte le cure necessarie, si è fatto spaccare il naso in una rissa, ma adesso sta bene. Rifiuta di andarsene".
"E perché ha chiamato me?" Chiese Katherine confusa, aggrottando le sopracciglia e facendo spallucce. 
"Chiede di te, quindi adesso è un tuo paziente, pensaci tu!" Esclamò il dottore prima di scappare per le vie dell'ospedale, lasciandola li in mezzo alla sala da sola.
La ragazza non riuscì a capire di chi si potesse trattare, ne chi potesse chiedere così insistentemente di lei, così si fece coraggio e lentamente spostò la tenda, osservando con sorpresa il paziente che le si era piazzato davanti: non poteva davvero credere ai suoi occhi.
"Dean....." sussurró Katherine con stupore, bloccandosi sul posto e sospirando.
Lo osservò per bene e capí quanto il suo collega poco prima avesse minimizzato i danni: il naso era rotto, lo zigomo sinistro tenuto insieme semplicemente dai punti, il braccio destro era tenuto al busto da un tutore, mentre qualche dita della mano sinistra era stata fasciata con le stecche; i vestiti erano tinti di rosso, i jeans e la camicia si presentavano strappati in più punti e dei graffi già rimargianati si presentavano prepotenti sul suo collo. 
Aveva un aspetto terribile, il viso era gonfio e coperto così tanto di sangue che Katherine stentó  a credere che si fosse trattato di una rissa: ad osservarlo così le sembrò che un treno gli fosse passato di sopra, rompendogli la maggior parte delle ossa. 
"Ciao dolcezza, ti sono mancato?" Chiese Dean sorridendo e schiacciandole l'occhio.
Katherine chiuse immediatamente le tende e scosse la testa, afferrando subito la sua cartella clinica, rimanendo scioccata dalla quantità di alcol che gli avessero trovato in corpo, mischiata a qualche altra droga in un mix letale.
Continuò a leggere quanti punti gli avessero messo, quali medicinali gli avessero somministrato, lesse i raggi appena fatti al braccio e alle dita, le numerose costole incrinate; come diavolo si era conciato ?
Posò la cartella e lo fissò con uno sguardo di ghiaccio, non potendo però evitare di sentirsi così triste per lui. Come poteva tenere così poco alla sua vita ? Come poteva non importargli se vivesse o morisse? Perchè era cambiato così tanto? 
La ragazza ricordò benissimo tutte le volte in cui lui l'avesse fatta ridere, le volte in cui lui fosse stato gentile con lei, le volte in cui lui l'avesse fatta sentire completamente e incondizionatamente amata; semplicemente si ricordò dei loro primi tempi insieme, stupendi senza ombra di dubbio! Erano stati davvero felici insieme per molto tempo: i giorni divennero mesi, i mesi divennero anni, e così passarono insieme ben 2 anni e mezzo, finchè Katherine e Sam provarono a farlo aderire ad un corso di riabilitazione.
Non appena scoprì cosa la sua ragazza e suo fratello avessero in mente, Dean ruppe con Katherine con delle parole che la ferirono così tanto, che per un periodo lasciò il college e mandò al diavolo la maggior parte di amici e parenti, finchè Sam riuscì a farla tornare in se stessa: era diventata diversa, più seria, forte e distaccata. Per questo riusciva a mantenere la calma quando Dean era presente.
Lui l'amava acora e Katherine non potè nascondere che il sentimento per lui fosse sempre latente dentro di se.
"Saresti potuto morire, questo lo sai Dean  ?" Chiese Katherine con voce flebile, sospirando.
"Ti sorprenderesti se ti dicessi che non me ne importa nulla, tesoro?" chiese Dean ridendo e facendo spallucce.
"Non mi sembra una semplice rissa" sussurró Katherine sospirando, conoscendo perfettamente le abitudini del ragazzo, spostando lo sguardo dai suo occhi ed incollandolo alle sue ferite.
"Che posso dire? Uno stronzo mi ha guardato male e non ho potuto resistere, dovevo colpire" sussurró Dean ridendo troppo forte, portandosi la mano all'altezza delle costole e cambiando espressione per il forte dolore appena provato.
La ragazza si avvicinò, sentendo un nodo alla gola per la preoccupazione, e gli afferrò di scatto la maglietta provando ad alzarla, ma Dean la bloccò immediatamente, scostandole sgarbatamente le mani.
"Fammi vedere" disse Katherine strigendo i denti, trattenendo lo rabbia  appena esplosa dentro di lei.
"Non mi toccherai, Collins!" esclamò il ragazzo sorridendo e facendo spallucce. "Rassegnati, il nostro tempo è già passato".
"Lo ripeterò una volta soltanto: fammi vedere!" esclamò Katherine perentoria, fissandolo negli occhi con uno sguardo di fuoco. "Se non lo farai, in qualità di tuo medico, chiamerò la sicurezza e ti immobilizzeranno, complicando le cose, arriverà la polizia ed indagheranno su di te e sul tuo passato da tossico e conoscendoti  è probabile che ti sbattano in cella per il resto della tua vita! Non so quanto possa convenirti, quindi sposta quella dannata mano e fammi dare un'occhiata!".
Il sorriso sulle labbra del ragazzo si allargò e gli occhi presero a fissarla quasi con desiderio, come era solito fare mentre stavano ancora insieme; le passò la mano steccata sul fiaco, sfiorandole il camicie con le dita libere e fece spallucce, sentendo la sua pelle e sperando involontariamente per qualche secondo di potere tornare indietro di un paio di anni.
"Mi piace quando fai l'autoritaria, tesoro, è per questo che ci siamo innamorati, no?" sussurrò Dean sorridendo, continuando a sfiorarla.
Dopo qualche secondo, Katherine si ritirò e distolse lo sguardo: mise su un altro sguardo di fuoco e gli spostò il braccio, alzandogli di prepotenza la maglietta ed esaminando la medicazione che il suo collega avesse appena fatto, non trovando alcun tipo diresistenza da parte de ragazzo. Sospirò, costatando con piacere che tutto fosse stato svolto correttamente e tirò fuori da un armadietto a muro un contenitore di antidolorifici ed estrasse appena due pillole; gli versò dell'acqua e li porse al ragazzo, senza dire una parola.
Quella frase la scosse nel profondo, non era abituata a queste allusioni al loro rapporto, Dean non l'aveva mai fatto in tutti questi anni.
Prese le pillole e sospirò, continuando a fissarla, mentre il suo sguardo era volto verso il resto del pronto soccorso.
"Kath, mi dispiace, forse non avrei dovuto.. è colpa mia, è stata solo colpa mia, lo so.." sussurrò Dean sedendosi sul letto ed ignorando il dolore, cercando di allungarsi quanto gli fosse possibile pur di sfiorarla qualche altro momento.
"Ti lascio in osservazione, gli infermieri ti sposteranno" sussurrò Katherine voltandosi verso il ragazzo con un sorriso palesemente finto. "Passo più tardi".
Distolse lo sguardo e scappò in corridoio, riprendendo finalmente a respirare: non lo vedeva ormai da qualche anno, solo Sam continuò a sentirlo e ad avere rapporti con lui, ma lei aveva tagliato ogni contatto. Ma adesso che lo aveva rivisto in quelle condizioni, pieno di ferite e di sangue, si chiese se avesse commesso un errore a lasciarlo in balia del suo destino.
Avrebbe dovuto fare qualcosa che al tempo non era riuscita a fare perchè ancora troppo innamorata, ma lo avrebbe fatto quello stesso giorno. A qualunque costo.
Riprese a camminare ed estrasse il cellulare dalla sua tasca, decisa più che mai a non lasciarsi scappare un'occasione del genere: sapevano dove fosse Dean, era in brutte condizioni e sarebbe rimasto per qualche altra ora in ospedale. Quale altro momento, se non quello? Avrebbe capito che lo stavano facendo per il suo bene?
Compose il numero e ascoltò ogni singolo squillo come se da quello dipendesse la sua stessa vita, fin quando la persona all'altro capo del telefono rispose.
"Devi venire subito in ospedale, è importante!" esclamò Katherine sospirando, passandosi una mano sul viso. "Ok, a più tardi!".





Present day. 

"Ok, ho trovato qualcosa!" esclamò Hailey con un tono molto preoccupato, alzandosi di scatto dal piccolo tavolo della cucina e correndo verso i due uomini nel salotto, agitando il suo pc fra le mani. "Sembra proprio collegato, ragazzi, credo di essere sulla giusta traccia!".
"Vuoi dircela o vuoi tenere tutto per te?" chiese Dean allargando le braccia, spazientito.
"Ok, allora: a quanto pare nel 1972 nel Maryland c'è stato un omicidio di massa in una chiesa di periferia!" esclamò la ragazza sospirando e fissando i due uomini con occhi sgranati. 
"E allora?" chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.
"Un prete venne posseduto da un demone e durante la cerimonia prese ad urlare che suo padre Lucifero era rinchiuso e lui e i suoi demoni avrebbero dovuto liberarlo! Uccise tutti i presenti, prima che i suoi occhi diventassero gialli!" esclamò la ragazza allargando le braccia ed agitanto il pc. "Vi suona familiare?".
"Se ha ucciso tutti, come fai a sapere queste cose?" chiese Dean dopo aver scambiato una breve occhiata con Bobby.
"Beh, una donna si è salvata e ha raccontato tutto alla polizia, che ovviamente non le ha creduto e i familiari l'hanno fatta internare! E indovinate quand'è passata a miglior vita?" chiese ironicamente la ragazza sollevando un sopracciglio e sospirando.
"Fammi indovinare, oggi?" chiese Bobby sospirando e tracannando l'ultimo sorso di Whiskey, prima di osservare l'espressione della ragazza. "Ci avrei scommesso, volete che cominciamo a diventare di colpo fortunati?".
"E' morta stamattina, l'hanno trovata impiccata nella sua stanza nell'Union Memorial Hospital!" esclamò Hailey scuotendo la testa e prendendo a leggere nuovamente il pc. "Insomma, ha raccontato di aver visto un cadavere aprire gli occhi e mostrarli completamente neri, prima di cominciare a parlare. Ha pronunciato il nome di Lilith per ben 6 volte, mandando un chiaro messaggio ad Azazel!".
"Quindi lei è veramente l'unica a poter spezzare l'ultimo sigillo!" esclamò Dean scuotendo la testa e passando le mani sul viso.
"La cosa più inquietante è un'altra, ragazzi.." sussurrò Hailey sospirando ed abbassando gli occhi per qualche secondo. "...Lucifero ha ordinato ad Azazel di trovare un bambino, solo lui sarebbe stato capace di aiutarla a spezzare l'ultimo sigillo..".
"Un bambino?" chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.
"Già, un bambino.. non vorrei sparare a zero, ma dovrebbe avere più o meno la stessa età di..".
"..Sam! E' Sam il bambino.." sussurrò Dean con voce flebile. "Andiamo nel Maryland quindi? Scommetto che la troveremo lì!".
"Già, dobbiamo elaborare un piano per ucciderla mentre andiamo" disse Hailey afferrando quanto più libri possibili e ordinandoli in pile da portare con sè in auto.
"Non ucciderete Lilith" sussurrò una voce molto fastidiosa, irrompendo nel salotto.
"Chi diavolo sei e che diavolo vuoi?!" chiese Bobby ringhiando fra i denti e posizionandosi davanti ai ragazzi.
"Devo aver scordato le buone maniere! Sono Zaccaria, fratello di Castiel" sussurrò l'uomo sulla sessantina con un sorriso fra le labbra.
"Sei un angelo?" chiese Dean spalancando leggermente la bocca.
"Bene, allora potrai darci una mano! Sappiamo dove si nasconde Lilith, trasportaci immediatamente lì così potremo fermarla!" esclamò Hailey posando i libri sulla scrivania ed avvicinandosi all'angelo.
"Wooow, finalmente conosco la ragione per cui mio fratello ci ha dato buca e ha disobbedito!" esclamò l'angelo sorridendo ed avvicinandosi alla ragazza, osservandola con aria curiosa. "Cos'hai di speciale, tu, Cacciatrice?!".
"Niente! Torniamo a Lilith" disse perentoria serrando i denti e fissandolo in cagnesco.
"Forse è quest'aria da finta ragazza dura? O questo atteggiamento da maschio alpha?" chiese l'angelo girandole intorno. "O è la Maledizione che lo ha attirato?".
"Che diavolo dici, adesso smettila!" esclamò la ragazza allontanandosi ed allargando le braccia. 
"Che problema hai amico?!" esclamò Dean avvicinandosi con aria furiosa. "Vogliamo fermre Lilith!".
L'angelo scoppiò in una fragorosa risata, coprendosi addirittura la bocca con le mani e sorrise, lanciando uno sguardo tenero ai ragazzi che si guardarono con aria sconvolta; si avvicinò e disse: "Voi non la ucciderete perchè lassù hanno deciso che lei spezzerà l'ultimo sigillo! Ding-dong: il treno ha ormai lasciato la stazione!".
"E' impossibile!" esclamò Bobby spalancando leggermente la bocca.
"Che diavolo vuol dire?!" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia.
"Vuol dire che... gli angeli non vogliono fermare l'Apocalisse..." sussurrò Dean scuotendo la testa.
"Esatto! La fine è qui, presto sarà in tutti i cinema!" esclamò l'angelo ridedo e facendo spallucce.
"Allora perchè tutto quel casino dei sigilli? Perchè ci hanno coinvolto?" chiese Bobby aggrottando le sopracciglia e fissando lo sguardo sull'essere che non aveva alcuna voglia di aiutarli.
"Perchè no? Insomma il nome potrebbe fare paura, ma l'Apocalisse sarà qualcosa di perfetto... " sussurrò Zaccaria con aria sognante.
"E che accadrà alle persone durante i combattimenti angelici?" chiese Hailey con voce rotta.
"Non si fa una frittata senza rompere qualche uovo, dolcezza! E sapete qual'è la cosa più bella che siamo riusciti ad organizzare in questo momento?" chiese l'angelo con un sorriso sulle labbra. "Voi siete bloccati qui, non potrete uscire, mentre Sam e Katherine sono chiusi in un'altra realtà e non hanno la più pallida idea di cosa stia succedendo! Avete fatto tutto da soli questa volta!".
I ragazzi si guardarono intorno ed improvvisamente tutte le finestre e le porte vennero murate all'istante, bloccando ogni loro via d'uscita, lasciandoli intrappolati nella loro stessa casa.
"Gabriel... lui lo sapeva...sapeva tutto questo ?" chiese Hailey abbassando gli occhi e sentendoli pungere.
"Certo tesoro, è lui la mente di tutto questo!" esclamò Zaccaria ridendo.
"Loro riusciranno ad uscire, riusciranno ad uccidere Lilith e metteranno un punto a questa maledetta Apocalisse!" esclamò Dean serrando i pugni e guardandolo in cagnesco. 
"Avete mai pensato che nel farlo, potrebbero diventare delle persone totalmente diverse? Dei demoni.. correreste questo rischio? Hailey tu vorresti perdere tua sorella? E tu Dean? Saresti felice di perdere tuo fratello per questa storia?" chiese Zaccaria allargando le braccia e sorridendo. "Perchè non provate a pensare a come sarebbe facile la vostra vita se loro non fossero dei potenziali assassini?".
"Va all'inferno!  Sam e Katherine ce la faranno" disse Hailey scuotendo la testa.
"Sam, Katherine, Sam, Katherine.. siete capaci di dire qualcosa di diverso ?" chiese l'angelo ridendo ancora una volta. "Noi abbiamo dei progetti migliori, in particolare per te Dean..".
"Me?" chiese Dean sgranando gli occhi. "Beh, cominciate a farne altri, perchè io non farò mai nulla per voi!".
"Hai giurato!" esclamò Zaccaria infuriandosi e fissandolo per la prima volta in cagnesco. "Ad ogni modo, troveremo il tuo punto debole e lo faremo a pezzi se non ci aiuterai!".
"Cosa volete da lui?" chiese Bobby sospirando.
Zaccaria prese a girare attorno al ragazzo, fissandolo con  aria curiosa, come aveva fatto poco prima con Hailey: lo osservò con un sorrisino sulle labbra, come se solo lui sapesse cosa lo avrebbe atteso da lì a poco.
"Noi vogliamo solamente che accetti il suo destino: tu, Dean, non dovrai uccidere Lilith! No, no! Tu sei stato scelto per salvare il mondo e sconfiggere Lucifero in persona!" esclamò l'angelo sorridento.
Il ragazzo, come tutti i presenti, spalancò la bocca all'istante, non riuscendo a capire fino in fondo le parole dell'angelo: sconfiggere Lucifero? Un semplice umano come lui? Era uno scherzo?
"Tu ci riuscirai, Dean! E quando lo farai, la tua ricompensa sarà inimmaginabile: pace, libertà, una parte della tua famiglia sana e salva!" esclamò l'angelo sorridendo e facendo qualche passo avanti.
"Una parte..?" sussurrò Dean rimasto senza altre parole.
"Certo! Chi si schiererà con noi si salverà!" esclamò Zaccaria facendo spallucce.
"Sei un figlio di puttana" disse Dean scuotando la testa e sospirando. "Noi riusciremo ad uscire da qua ed anche Sam e Katherine! Dopodichè verremo a dare la caccia ai vostri culi piumati e vi sbatteremo dritti all'inferno, sono stato chiaro?".
"Bene Dean, bravissimo!" esclamò l'angelo ridendo e dandogli una pacca sulla spalla. "Questa è la grinta di cui abbiamo bisogno!".
Dopo qualche altro secondo, l'angelo con un ultimo sorriso si smaterializzò, lasciado i presenti a bocca aperta e sconcertati per l'opera delle legioni celesti, mentre un'unica domanda ronzava nelle loro teste: come avrebbero fatto a liberarsi da quella casa, ormai diventata una prigione?



"La scelta spetta a te, sei tu il familiare più prossimo.." sussurrò Katherine abbassando il cpo e sospirando. ".. so che è difficile, ma questa è la migliore opportunità che abbiamo! Ho già seguito altri casi di questo tipo, i pazienti si sono ripresi! E' un ottimo posto, dico davvero".
Sam continuò a tenere lo sguardo basso all'interno di quella sala medici buia e angusta, sentendo un nodo strettoalla gola, mentre fra le mani continuava a tenere dei depliant di alcuni centri di riabilitazione da droga e alcol. Sapeva che riunchiuderlo dentro una di quelle cliniche avrebbe accresciuto l'astio verso di se, ma cosa avrebbe potuto fare? Per tutta la vita Dean si era occupato di lui, come poteva non ricambiare?
"Mi odierà per il resto della vita.." sussurrò Sam sospirando rumorosamente, abbassando il capo. ".. ma è l'unico modo per farlo stare meglio ed evitare una morte imminente..".
"Mi dispiace.." sussurrò Katherine avvicinandosi e stringendolo a sè, appoggiando il capo al petto del ragazzo. "..penso sempre che se non ci fossi stata io nelle vostre vita, non sarebbe successo nulla di tutto ciò..".
"Non è colpa tua, Kath, è lui che ha perso la testa.." sussurrò Sam posandole un bacio sulla testa, scompigliandole i capelli.
Il ragazzo sciolse l'abbraccio ed estrasse il telefono dalla sua tasca, digitando il numero scritto sul depliant ed aspettando di poter parlare con qualcuno; lo avrebbero aiutato ne era certo, sperava così tanto di poter ritrovar eil fratello che era stato un tempo.
Katherine sospirò ed uscì dalla stanza, recandosi in quella del ragazzo per prepararlo a ciò che sarebbe accaduto da lì a poco: passò i corridoi e i padiglioni, fino ad arrivare esattamente davanti la porta semiaperta della stanza di Dean.
Osservò per qualche secondo il corridoio davanti a sè, completamente vuoto, fin quanto improvvisamente si riempì di una risata allegra e felice che conosceva benissimo,  persino meglio della sua, ma in quel momento non riuscì a collegare a chi potesse appartenere: sembrava la risata di una bambina di 6, massimo 7 anni, ma il corridoio continuò a rimanere vuoto.
"Mamma!!" esclamò la voce continuando a ridere, costringendola a voltarrsi dal lato opposto del corridoio, lasciandola a bocca aperta.
"Mamma, non mi riconosci?" chiese la bimba ridendo ed avvinandosi a lei, mentre il suono della voce arrivò alle orecchie della ragazza in maniera ovattata.
Era una bambina con dei lunghi capelli biondo cenere, dei grandi occhi verde smeraldo e la pelle chiara come la sua, ma perchè coninuava ad avvicinarsi chiamandola mamma? Ma la cosa che la sconvolse di più fu un'altra: perchè la riconosceva come sua, nonostante non l'avesse mai vista?
"Mamma, sono Judith, non ti ricordi di me?" chiese la bimba imbronciandosi e serrando le braccia al petto, fermando il suo percorso. "Perchè non ti ricordi?".
Proprio com'era arrivata, la bmbina scomparve, lasciando la ragazza completamente frastornata: cosa diavolo era appena successo? Dov'era finia? Chi era?
Katherine scosse la testa e si passò entrambe le mani sul viso, colta da un mal di testa improvviso che la costrinse a fermarsi: tutto lo stress non le faceva affatto bene e tra il lavoro che la metteva sottopressione e Dean che la teneva sempre in tensione non poteva che avere un crollo da stress.
Prese dei respiri profondi e il mal di testa si attenuò leggermente, che cosa le stava succedendo? Dopo la storia di Dean avrebbe sicuramente staccato un po la spina, si sarebbe presa una pausa di qualche giorno per far riposare il cervello cosi sovraccaricato dai pensieri: ciò che la turbava più di ogni cosa era trovare un modo per dire al ragazzo cosa lo stesse aspettando, cosa avrebbe dovuto fare, e che lo stessero facendo per il suo bene perchè gli volevano bene nonostante tutti i guai che  avesse combinato; si fece avanti, ma trovò la stanza vuota, così optò per dirigersi verso il bagno, ma non appena aprì, trovò Dean con un asciugamano alla vita pronto per tornare in camera.
"S-scusa, non ti ho visto di là e mi sono spaventata.." sussurrò Katherine scuotendo la testa, ma non riuscendo più a staccargli gli occhi di dosso. Dopo tutto erano stati insieme per diversi anni.
"Ok, tranquilla" sussurrò Dean sorridendo, fissando lo sguardo nei suoi occhi.
Katherine rimase per la prima volta senza parole davanti al ragazzo e deglutì a fatica, sperando di trovare qualcosa di sensato da dire; fece spallucce e ricambiò il sorriso, sentendosi nuovamente come qualche anno prima ed una domanda si fece largo nella sua mente: perchè era stato così incapace di tenersela? Perchè era stato così stupido da lasciarla andare?
"Non indossi il tutore.." disse Katherine aggrottando le sopracciglia. "..perchè?".
"A quanto pare non ne ho bisogno, i dottori hanno detto che non c'è nulla di rotto, era solo una precauzione prima di avere le lastre.." sussurrò Dean sorridendo e muovendo il braccio senza problemi. ".. e poi gli antidolorifici che mi hai dato mi hanno aiutato molto!".
Katherine osservò come anche il gonfiore del viso fosse diminuito in quelle ore, non aveva più il volto ricoperto di sangue, ed i lividi presero a scurirsi sempre di più; scosse la testa ed abbassò il capo, facendo spallucce.
"Sarà meglio che vada adesso" disse la ragazza voltandosi e deglutendo a fatica.
"No, resta, davvero Kath.. volevo parlarti" sussurrò il ragazzo afferrandole la mano e costringendola a voltarsi. "Aspetta solo un momento, mi vesto ed arrivo, ok?".
Le parole si rifiutarono di uscire dalla bocca delle specializzanda, che sospirò e si appoggò al comò della camera con entrambe le mani, mentre il ragazzo scappò in bagno a vestirsi il più velocemente possibile: chissà cosa avrebbe voluto dirle in quel momento, che avesse a che vedere con la battutina fatta quella mattina sul loro rapporto?
"Non ho molto da offrirti, quando hanno portato la cena ho divorato tutto" disse Dean ridendo, sbucando dal bagno con i capelli ormai quasi asciutti. "Ma ho conservato il budino alla vaniglia, insomma non sarà buonissimo, ma ricordo che ne andavi pazza".
Katherine abbassò gli occhi sulla scatolina che il ragazzo teneva fra le mani e sospirò, strinse i denti e disse: "Di cosa volevi parlarmi, Dean?".
"Ok, niente budino!" esclamò il ragazzo ridendo nervosamente e facendo spallucce, avvicinandosi alla ragazza per poi sospirare e fissarla negli occhi. "Mi dispiace, Kath, ho sbagliato tutto con te, mi sento così in colpa per come ti ho trattata e per come ti ho fatta stare.. Sam mi ha detto che dopo che abbiamo rotto hai mollato l'università.. mi dispiace tanto di averti fatta soffrire in quel modo".
Il respiro si bloccò nel petto della ragazza per tutta la durata del discorso ed immediatamente sentì gli occhi farsi più lucidi e pungere: non si sarebbe aspettata delle scuse di quel tipo, Dean non era più il tipo da dire quelle cose, eppure lo aveva appena fatto.
"Sai, non sono stata così male perchè ci eravamo mollati, ma per come avevi deciso di trascorrere la tua vita.." sussurrò Katherine stringendo i denti e volgendo lo sguardo verso di lui. "..hai passato gli ultimi anni a tracannare tutto ciò che contenesse alcol, ad andare a letto con qualunque ragazza ubriaca o fatta come te e a rovinare la vita a me e a Sam! Perchè...?".
"Non sopportavo che tu potessi essere felice con qualcunaltro, specialmente con mio fratello, quindi ho fatto delle cose poco gradevoli e me ne pento, mi dispiace!" esclamò il ragazzo sospirando. "Ma non sono stato ubriaco e fatto tutto il tempo...".
"Ti hanno trovato eroina nel corpo, Dean!" esclamò Katherine infuriandosi ed aggrottando le sopracciglia, agitando le mani. "Eroina e alcol = mix letale = overdose! Potevi morire, i medici potevano non arrivare in tempo, potevi non fare la rissa ed andare a morire a casa tua! Ma hai capito il rischio che hai corso?!?!".
"Hai ragione, Kath, ho fatto una cazzata.." sussurrò Dean mettendo le mani avanti e sospirando. "..non berrò mai più e non assumerò mai più droghe, ho chiuso con tutta quella roba! Seriamente".
"Come faccio a crederti se menti in continuazione?!" esclamò Katherine scuotendo la testa e sospirando. "Tu hai bisogno di aiuto da uno specialista..".
"No, non sono un drogato!" esclamò Dean sorridendo nervosamente. "Ce la farò da solo".
Katherine abbassò il capo, sicura che la conversazione sarebbe andata a finire così e si avvicinò lentamente, alzando il capo verso di lui e guardandolo dopo così tanto tempo da vicino: sorrise e annullò la distanza fra di loro, sprofondando con il capo sul petto del ragazzo, che ignorò le fitte che si presentarono alle costole, e la abbracciò stretta. Aveva sentito il bisogno per così tanto tempo di tenerla fra le braccia e poter respirare di nuovo il suo profumo che quasi non gli sembrò vero.
"No, non ce la farai da solo" sussurrò la ragazza con ancora il viso sul petto del ragazzo, che cominciò ad inzuppare con le lacrime trattenute in precedenza. "Sam ha già chiamato una clinica, ti aiuteranno".
Si staccò lentamente trovando il ragazzo ad osservarla con occhi sgranati e carichi di paura e risentimento: fece spallucce e asciugò le lacrime che ormai avevano invaso guance e collo. Con un gesto lento, sollevò la mano e gli carezzò una guancia, mentre un sorriso si dipinse sul viso.
"Andrà tutto bene, fidati di noi per una volta.." sussurrò Katherine sospirando.
Dean scosse la testa e cambiò espressione, tornando ad essere il ragazzo sgorbutico che era diventato da anni e respinse il tocco della ragazza, andando in bagno e chiudendosi lì, come una protesta silenziosa. Non li avrebbe mai perdonati per questo, lo sapeva bene, ma era necessario farlo.



Present day.

"Siamo chiusi qui dentro, dannazione!" esclamò Dean continuando a sbattere una sedia contro la finestra, che rimase impeccabilmente sana. 
"Non posso crederci, ogni uscita è murata, non abbiamo possibilità di uscire.." disse Bobby digrignando i denti e sbuffando.
"Come faremo a raggiungere Lilith nel Maryland? Dobbiamo uscire!!" esclamò Hailey urlando, correndo verso la porta di ingresso e provando a sfondarla, senza però risultati. "Non posso credere che lui mi abbia fatto questo, non posso credere che mi abbia mentito....".
La ragazza si sedette a terra davanti la porta, appoggiando i gomiti sulle sue ginocchia e inclinò la testa all'indietro, mentre un senso di delusione si espanse come una macchia d'olio dentro di lei: era così disperata e stanca, non riusciva a credere che proprio lui l'avesse fregata.
Dean e Bobby si lanciarono un'occhiata veloce, per poi avvicinarsi alla ragazza con un sospiro: nonostante si fosse trasferita da meno di un anno, ormai era diventata un membro della famiglia, oltre che la ragazza di Sam, quindi vederla stare male li preoccupò e li turbo.
"Il Trickster è uno stronzo, ok? Non so se ti abbia fatto conoscere tutta un'illusione, ma non è davvero come lo immagini tu.." sussurrò Dean sospirando ed abbassandosi al livello della ragazza, carezzandole la spalla.
"Perchè fregare me?" chiese Hailey con gli occhi ultratrasparenti, volgendo lo sguardo sul ragazzo e tirando su col naso. "Tu fregheresti Katherine? Insomma ha cominciato a dare i numeri ultimamente, lo so, e ha anche un futuro da pazza omicida, ma se si presentasse un'occasione come questa, tu la fregheresti?".
Dean sospirò e si sedette, accennando un sorriso e puntando lo sguardo nel vuoto, come se stesse ricordando qualcosa che voleva tenere solo per sè; fece spallucce e tornò ad osservarla con un sorriso così bello, che chiunque avrebbe potuto capire quanto fosse innamorato di Katherine.
"Mai" sussurrò sospirando. "Non sono riuscito neanche a rinchiuderla nella stessa cella di Sam.. non l'avrei mai tradita in quel modo.. non lo farò mai".
"Oh, andiamo, cos'è tutto questo sentimentalismo?" chiese una voce materializzandosi dal nulla proprio dietro ai ragazzi. "Ok, tu e Katherine avete una storia molto meno travagliata della nostra, quindi? Io non ti ho fregata, Hailey!".
"Figlio di puttana!" esclamò la ragazza scattando in piedi e lanciandosi contro l'angelo, decisa più che mai a sfogare la sua rabbia.
Lo afferrò dalle spalle e lo gettò a terra, schiacciandolo sotto il suo peso e bloccandogli il collo con il gomito, prendendo a stringere sempre di più; l'angelo non emise un fiato, rimase a fissarla con espressione triste.
"Facci uscire!" esclamò perentoria Hailey guardandolo in cagnesco.
L'angelo sospirò e con uno scatto fulminio ribaltò la posizione, mentre con un sorriso la guardava e la teneva bloccata sotto di sè; con un sospiro, tornò serio e disse: "Non ne sapevo nulla, devi credermi".
Hailey scosse la testa e si morse il labbro superiore, cercando di capire perchè e come fosse riuscito a fregarla in quella situazione; in tutti quegli anni non lo aveva mai fatto, perchè ora? L'Apocalisse gli aveva dato alla testa?
"Io non ti ho chiamato, Gab, sei spuntato da solo nel giardino ieri notte.." sussurrò liberandosi dalla presa e spingendolo via, mostrando il suo polso. "..non dire che mi hai sentita per il nostro legame, perchè indosso ancora il bracciale".
Dean osservò il braccialetto e riconobbe il simbolo che portava Katherine sull'anello che una strega aveva fatto per lei in Kansas per spezzare il loro singolare legame: che anche Hailey ed il Trikster fossero legati?
"Io.. ti stavo osservando.." sussurrò l'angelo abbassando il capo e distogliendo lo sguardo. "..ho provato a non farlo, ma era più forte di me..".
Hailey deglutì a fatica e lo osservò con bocca spalancata e sopracciglia aggrottate; prese un sospiro per metabolizzare le parole appena sentite e  disse: "Mi stavi spiando?".
"Detto così potrei passare per uno stalker, ma si, ti stavo spiando.." sussurrò l'angelo sospirando e fissandola negli occhi. "Questa storia di non poter sentire i tuoi sentimenti è così stressante, devo capire a cosa pensi semplicemente guardandoti in faccia, consapevole del fatto che tu non mi vedi! E quella sera mi sei sembrata così fragile che non potevo non presentarmi.. solo dopo ho capito che volevi chiamare me..".
La ragazza scosse la testa e si voltò nella direzione opposta all'angelo, cercando di calmarsi il più possibile: le faceva piacere sapere che lui la andava a trovare di tanto in tanto, significava che tenesse ancora a lei, ma dall'altro lato della medaglia, voleva dire che Gabriel era rimasto bloccato nel passato. Lei si stava davvero rifacendo una vita con un'altra persona, mentre lui continuava a fissare la sua vita, a spiarla.
Non capì se esserne lusingata o esserne arrabbiata.
"Tu mi capisci amico, no? Anche a te fa impazzire non sapere cosa prova veramente Katherine? Se abbiamo questo legame, perchè spezzarlo con la magia?" chiese il Trickster voltandosi verso il ragazzo che annui senza dire una parola.
"Ne parleremo dopo" disse Bobby sospirando e stringendo i denti, lanciando un'occhiata alla ragazza.
"Ha ragione, portaci fuori di qua" disse Hailey voltandosi vero l'angelo e sospirando. "Devi farci uscire, ora!".
"Beh, credo che per il momento non sia possibile.." sussurrò Gabriel sospirando e voltandosi a fissare un muro, come se vedesse più degli altri. "..perchè non ti unisci a noi?".
"Cosa? Con chi parli, Gab?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, voltandosi e seguento lo sguardo dell'angelo.
In pochi secondi, una figura a loro molto familiare si materializzò proprio nel punto esatto indicato dal Trickster: con un'espressione di rimprovero e delusione, Castiel fece il suo ingresso nella sala, avvicinandosi ai presenti.
"Cass?" chiese Dean con tono sorpreso, aggrottando le sopracciglia. "Anche tu? Facci uscire!".
"No amico, il nostro Cassie non è dalla nostra parte! Lui è con Zaccaria!" esclamò Gabriel sospirando e facendo spallucce.
"Fratello, non costringerci a farti del male.." sussurrò Castiel sospirando.
"No, infatti, aiutami a portarli fuori di qua e nessuno si farà male.." rispose Gabriel sorridendo. 
L'angelo con il trench ospirò e si voltò verso gli umani presenti, focalizzando la sua attenzione sul ragazzo; gli si avvicinò e con un sospiro disse: "Mi dispiace che sia finita così, ma questo è il tuo..".
"..il mio destino?! Cass, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, tu ci tradisci così?" chiese Dean stupefatto allargando le braccia. "Non parlarci del disegno  di Dio o di destino, perchè sono tutte bugie, povero figlio di puttana!".
"Sai cos'è reale, Cass? Le persone, le famiglie.. quello è reale! Quante persone moriranno durante i vostri giochetti, eh?" chiese Hailey serrando le braccia al petto, furiosa.
"Cosa vorreste salvare? C'è solo sofferenza, dolore, rabbia, odio e peccato dentro di te, Cacciatrice! Dentro ognuno di voi!" esclamò Castiel sospirando. "Potreste rivare Sam e Katherine, in Paradiso tutto viene perdonato, c'è solo amore, tanto gioia e felicità! ".
"Si, lo zucchero filato rosa e le caprette che saltano la staccionata bianca, ma fammi il piacere!" esclamò Gabriel scuotendo la testa e ridendo di gusto.
"Sono cambiate tante cose da quando sei caduto, Gabriel!" esclamò Castiel sbuffando e guardandolo in cagnesco. "Adesso regna solo amore".
"Si, con Paparino che ha abbandonato la nave immagino che regnerà l'anarchia, no?" chiese il Trickster ridendo.
"Caduto?" chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.
"Cosa sei, figlio di puttana?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e sgranando gli occhi.
"E' un Arcangelo" disse Castiel sospirando e scuotendo il capo. 
"Cosa?!" disse Bobby aggrotando le sopracciglia.
"Cass, aiutaci ora, per favore.."sussurrò Hailey avvicinandosi all'angelo e sospirando. "Fermiamo tutto prima che sia troppo tardi..".
"Se lo faccio saremo tutti uccisi.." sussurrò Castiel  scuotendo la testa e sospirando. 
Dean osservò l'espressione dell'angelo e capì immediatamente che non fu scosso dalle parole della sua famiglia, capì che non li avrebbe minimamente aiutati, così scosse la testa e scoppiò in una risata nervosa.
"Sei un codardo senz'anima! Perchè sei preoccupato di morire se lo sei già?" chiese Dean con voce rotta, scuotendo la testa e voltandosi nella direzione opposta. "Fra noi è finita e adesso vattene".
L'angelo fissò i presenti un'ultima volta, prima di sparire proprio com'era entrato, lasciando tutti a bocca aperta e sbalorditi da un comportamento del genere da parte sua; il ragazzo si avvicinò all'arcangelo con aria preoccupata, sperando che almeno lui potesse aiutarli.
"Puoi tirarci fuori? Sei più forte di un angelo, no?".
"Si, genio, certo che lo sono! Ma hanno protetto questa casa benissimo con i simboli enocchiani e temo che se premo il tasto sbagliato arriverà un esercito" disse Gabriel continuando a fissare le mura e i tetti, leggendovi cose che i ragazzi non riuscirono a cogliere.
"Quindi? Sguaina la tua spada celeste e combatti!" esclamò Dean sospirando ed allargando le braccia.
"Lascia stare la spada, ho un'idea molto più interessante.." sussurrò Gabriel sorridendo, continuando a fissare le pareti.




Aspirò l'ennesimo tiro dell'ennesima sigaretta ormai quasi finita e si apprestò a buttarla nel posacenere più vicino, sentendo l'ansia rivoltarle le budella e giocarci a ping-pong: quella mattina il freddo prese a pungerle il viso, tingendolo di rosso, per di più lei rimase seduta sugli scalini in marmo freddo dell'entrata della clinica, nervosa e preoccupata per quel primo incontro fra Dean e i dottori e i volontari che lo avrebbero aiutato durante la disintossicazione. Erano stati molto chiari: niente cellulare, niente internet, niente contatti con i familiari o con amici per i primi tempi. Se la sarebbe dovuta cavare da solo per le prime settimane, ovvero durante quelle più brutte, e questo pensiero la struggeva; rivedere Dean era stata davvero una pessima idea, l'aveva scossa ancora una vota, e sapere quanto lui ce l'avesse con lei in quel momento le fece molto male.
"Ok, il terapista chiamerà domani mattina e ci informerà su come avrà passato la notte.." sussurrò Sam sbucandole dietro, facendola sobbalzare mentre si accendeva l'ennesima sigaretta. "..scusa, non volevo spaventarti..".
"E' colpa mia, sono tesa come una corda di violino.." sussurò facendo spallucce ed aspirando la sigaretta, sistemando il cappellino nero che contrastava con i suoi lunghi capelli biondi. "Ti ha detto qualcosa?".
"Solo che appena uscirà di qua, mi ucciderà" disse Sam sorridendo, prendendo posto accanto alla ragazza e passandole una mano sulla schiena.
"Tipico di lui.." sussurrò la ragazza sorridendo ed appoggiando il capo sulla spalla el ragazzo, lasciandosi avvolgere dal suo abbraccio. "Spero che sia la scelta giusta, Sam..".
"Lo è, davvero: abbiamo aspettato per molto tempo di riuscire a disintoss.." sussurrò il ragazzo sorridendo, prima di interrompersi e piegare la testa leggermente di lato. "Hai sentito?".
Katherine aggrottò le sopracciglia e osservò il punto in cui Sam aveva posato il suo sguardo, non riuscendo però a coglierne il significato: il ragazzo si alzò di scatto, dirigendosi verso una signora sulla trentina e sua figlia. La ragazza lo seguì, cercando di capire cosa avesse catturato la sua attenzione e aggrottò le sopracciglia.
"..quindi no, Lilith, non te lo comprerò!" esclamò la madre riprendendo severamente la figlia che piagnucolava accanto a lei. "Smettila di piangere, Lilith, ne hai già a sufficienza!".
"Lilith....." sussurrarono all'unisono Sam e Katherine, guardandosi negli occhi senza aver capito realmente cosa fosse successo.
Si allontanarono alla svelta, spostandosi in un luogo un pò più isolato dove potersi confrontare e capire cosa fosse successo.
"Perchè questo nome ci è così familiare?" chiese Sam massaggiandosi le tempie. "Chi è?".
"Sam, ieri mi è successa la stessa cosa in ospedale.." sussurrò la ragazza sospirando, fissando il ragazzo negli occhi. "..una bambina si è avvicinata a me, mi ha chiamato mamma.. mi ha chiesto perchè non mi ricordassi di lei.. ha detto di chiamarsi Judith.. è un nome che mi è sempre piaciuto, ma come faceva quella bambina a saperlo?".
"Mamma?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e spalancando la bocca. "E adesso dov'è?".
"Non lo so, è sparita nel nulla.." sussurrò Katherine sospirando. "Non so cosa stia succedendo però..".
"Possiamo fare una ricerca!" esclamò Sam sorridendo. "Capire chi siano Lilith e Judith! Sembrano collegate..".
Il cercapersone della ragazza squillò, facendola sobbalzare nuovamente: un'emergenza stava per arrivare in ospedale e in traumatologia avevano bisogno di lei, ergo non poteva godersi il suo giorno libero.
"Che ne dici se tu fai una ricerca mentre io vado a lavoro?" chiese Katherine scioccando un bacio a fior di labbra al ragazzo. 
"Che ne è del tuo giorno di riposo?" chiese Sam sospirando.
"Appena capirò di che si tratta, tornerò a casa, d'accordo?" rispose Katherine sorridendo, sciogliendo la presa sulle mani del ragazzo. "Aspettami lì..".
Dopo essersi scambiati un altro bacio veloce, la ragazza entrò in auto e si diressa in ospedale, mentre Sam tornò a casa in pochi minuti, rifuggiandosi dal freddo che aveva appena colpito la città: gli bastò scrivere il nome di Lilith su internet per trovare dei riferimenti demoniaci. Dettagli su questo demone, le sue abilità, chi fosse, cosa volesse.
Ma perchè ricordavano di aver avuto a che fare con una situazione del genere ?
Perchè si sarebbero dovuti interessare a battaglie deminiache e Apocalissi? 
Continuò a cercare nei vari siti di esoterismo, finchè non si imbattè su una leggenda che catturò la sua attenzione: 66 sigilli sarebbero stati spezzati da Lilith in persona, il primo demone sedotto da Lucifero, per far risorgere sulla terra il suo signore. L'unico in grado di fermarla, sarebbe stato un ragazzo in grado di ucciderla con i suoi poteri psichici e mettere un punto all'Apocalisse.
Sam non lo seppe spiegare, ma in quell'esatto momento delle immagini presero a scorrere davanti ai suoi occhi senza alcun controllo, immagini di cui non ricordava assolutamente nulla: vide se stesso e Dean ridere all'interno dell'auto storica del loro padre, incollarsi bottiglie di birra sulle mani con la colla e far foto compromettenti all'altro mentre dormiva, si vide con il fratello a passare ore ed ore a pulire ed esercitarsi con le armi prima di affrontare la sua prima creatura, insieme a John; le immagini continuarono, fino a mostrargli un giorno molto preciso, ovvero quello in cui trovò Dean sdraiato a terra sul pavimento di un magazzino, drogato da un Jinn e di quando successivamente salvarono Katherine; ricordò la storia con lei, ogni carezza, ogni bacio, ogni parola che si erano scambiati, ma sopratutto ricordò l'amore e la fiducia che li legò durante gli anni, fiducia spezzata dopo il bacio con suo fratello. Ricordò la prima volta che i suoi occhi tristi si posarono su Hailey e di quanto gli avesse fatto bene frequentarla e stare con lei: come aveva potuto dimenticarsi di lei?
Ricordò il giorno prima di finire in quella strana realtà, quando Dean e Hailey lo rinchiusero nella panic room di Bobby e di come scappò con Katherine, dopodichè solo il vuoto.
APOCALISSE. LILITH. MALEDIZIONE.
Non poteva perdere un minuto di più, doveva costringere Katherine a ricordare, così scattò in piedi ed afferrò il pc, prima di uscire da casa il più velocemente possibile e dirigersi verso l'ospedale dove avrebbe fatto una bella chiaccherata con la sua ex ragazza, nonchè cognata.



Present day.

"D'accordo ragazzi, adesso vi porto fuori di qua!" esclamò Gabriel ad alta voce, avvicinandosi a tutti i presenti all'interno del salotto.
"Non credo che tu lo farai.." sussurrò Zaccaria spuntando alle sue spalle, facendolo voltare. ".. non vorrai farti male..".
"Zac, per favore, non interrompere il tuo fratellone!" esclamò l'angelo ridendo e facendo spallucce. "Pensi che non sia capace di batterti?".
"Oh, so benissimo che mi faresti a pezzi se solo volessi.." sussurrò Zaccaria sorridendo. "..per questo ho portato compagnia..".
Dietro e attorno a lui, si materializzarono almeno una trentina di angeli pronti ad attaccare e a fermare chiunque volesse lasciare quella casa: i numeri non erano dalla loro parte, ma l'arcangelo se la sarebbe cavata senza problemi, come al solito.
Gabriel sorrise e tentò di avvicinarsi al muro con nonchalance, ma gli venne impedito da due energumeni molto più alti di lui che gli si posizionarono vicini: non c'era verso di avvicinarsi alla trappola che aveva posizionato lì e pensò anche di iniziare una delle sue solite conversazioni, ma improvvisamente non seppe cosa dire. Il pensiero di non riuscire a proteggere Hailey lo stava divorando vivo.
Gabriel non seppe davvero chi ringraziare quando, improvvisamente e in silenzio, apparve Castiel alle spalle di tutti i presenti ed attivò la trappola per angeli con il suo sangue: non appena il sangue si mescolò, tutti gli angeli presenti nella stanza, eccetto lui e Gabriel, emisero una luce bianca, irradiando la stanza per qualche secondo, prima di sparire e lasciare la stanza sgombra.
L'angelo avanzò verso di loro velocemente, urlando che non ci fosse più tempo da perdere e che sarebbero dovuti andare al convento nel Maryland il più presto possibile: Castiel li accompagnò lì, mentre Gabriel decise che fosse arrivata l'ora di far uscire Sam e Katherine dalla realtà parallela.
Con un sospiro, osservò Hailey e gli altri raggiungere l'angelo e tenersi a lui, e per qualche secondo riuscì a scorgere lo sguardo della ragazza carico di preoccupazione e di paura puntato su di sè: il cuore prese a battere più velocemente, ad impazzire, ma sapeva benissimo come ormai tutto il suo amore appartenesse ad un altro. Li osservò smaterializzarsi e rimase solo in quella grande casa, sperando che tutti i suoi abitanti potessero tornare sani e salvi.



"E anche oggi abbiamo lavorato!" esclamò Nancy sorridendo, passeggiando lungo il corridoio insieme alla sua collega.
"Sono completamente distrutta, stanotte non ho chiuso occhio.." sussurrò Katherine passandosi una mano sul collo e sospirando.
La ragazza affianco a lei continuò a blaterare su quanto le andasse male con il fidanzato, sperando di coinvolgerla e di ricevere qualche consiglio da lei, ma proprio in quell'occasione la mente di Katherine era troppo impegnata: Sam, Dean, la misteriosa bambina e Lilith.
Chi diavolo erano e perchè ossessionavano lei e il suo ragazzo?
Si sentì così confusa e indifesa, che pensò che la sua mente fosse impazzita a tal punto da giocarle questi brutti scherzi.
La sua amica si congedò, lasciandola sola nello spogliatoio: si tolse il camicie ed il resto dei suoi strumenti, e tornò all'interno dei suoi leggins neri, comodi e caldi, infilando anche un maglioncino bianco a V. Si sistemò i capelli osservando la sua immagine riflessa nello specchietto del suo armadietto e sospirò, chiudendolo e voltandosi per tornare finalmente a casa.
Un rumore in fondo allo spogliatoio la fece sobbalzare e voltare, ma non vide nulla; rimase in silenzio e immobile, finchè udì nuovamente la risata del giorno prima: la bambina bionda si materializzò davanti a lei, facendola deglutire a fatica.
Sentì  il cuore battere ad una velocità pazzesca, tanto da pensare che in breve tempo sarebbe uscito e avrebbe fatto un giro per la stanza: la bambina, Judith, sorrideva e portava i capelli raccolti in due code laterali, ed era così bella che Katherine stentò a credere che fosse vera.
"Mamma..." sussurrò la bambina sorridendole e facendo qualche passo in avanti. "..ti ricordi di me?".
La ragazza deglutì a fatica e prese qualche respiro, decisa più che mai ad andare in fondo alla verità: posò la sua borsa sulla panca e sorrise, facendo qualche passo ed avvicinandosi alla bambina, arrivando al suo livello con le ginocchia.
"Si, tesoro mio, mi ricordo di te.." sussurrò Katherine sorridendole teneramente.
Judith fece qualche altro passo e lentamente avvicinò la sua piccola manina al volto della ragazza: le sfiorò delicatamente una guancia, per poi adagiare la mano con più decisione sulla guancia sinistra.
"Non avere paura di ricordare mamma, devi aiutarmi.." sussurrò Judith sospirando ed imbronciandosi leggermente. ".. mi hanno presa, sono venuti per me".
Katherine aggrottò le sopracciglia e socchiuse gli occhi, cercando di capire il significato delle parole della bambina: chi l'aveva presa?
Senza che se ne potesse rendere conto, delle immagini presero a scorrerle davanti agli occhi, risanando completamente la sua memoria: si rivide all'eta di 17 anni a cacciare la notte con Giles, successivamente con Henry, ricordò il matrimonio sfarzoso e quella bellissima mattina, quando sul test si disegnarono due marcatissime lineette rosa. Ricordò la nascita di Judith, quant'era bello poter giocare con lei, e successivamente si ricordò di quando fu costretta ad abbandonarla per via della sua perdita di memoria; ricordò la storia con Sam, quanta felicità provò, e quanto dolore sentì la notte che Dean fu trascinato all'inferno dal cerbero. Ricordò la sera in cui Castiel lo riportò da lei, quando potè finalmente abbracciarlo fra le sue braccia e passare la prima vera notte con lui.
E poi ricordò la Maledizione, ricordò quanto l'avesse cambiata e l'avesse fatta allontanare dalla sua famiglia; abbassò il viso e delle lacrime scesero spontaneamente dai suoi occhi, mentre sua figlia si limitò ad asciugarle.
"Fa presto mamma...." sussurrò Judith prima di guardarla un'ultima volta negli occhi e di scomparire esattamente nello stesso modo in cui fosse arrivata.
"No, Judy!" esclamò la ragazza allungandosi per afferrarla, invano. 
Le lacrime continuarono a scendere dai suoi occhi e si sentì per la prima volta nella sua vita completamente persa: dov'era andata sua figlia? Chi l'aveva presa? Chi l'aveva cercata?
Perchè lei non era rimasta a proteggerla?
In pochi secondi delle braccia possenti le circondarono la vita, costringendola ad alzarsi e a voltarsi nella direzione opposta: Sam l'aveva trovata ed era lì per aiutarla.
"Ho visto Jud-dith, so chi è e perchè è venuta da me.." sussurrò Katherine sentendo gli occhi pungere nuovamente, mentre dei singhiozzi la scossero. "..come ho potuto scordarmi di lei?".
"Sh-sh-sh, tranquilla.." sussurrò Sam avvolgendola nuovamente fra le sue braccia, permettendole di sfogarsi ancora un pò. "Anche io adesso mi ricordo tutto..".
"Ma dove siamo? Perchè abbiamo queste vite?" chiese Katherine sospirando ed asciugando il viso bagnato, prima di allontanarsi di qualche centimetro e fissare il ragazzo neli occhi.
"Sembra un mondo parallelo.." sussurrò Sam scuotendo la testa e sospirando. "..la vera domanda è: chi ci ha messi qui dentro?".
"Lilith? Non vuole che la fermiamo.." sussurrò la ragazza sospirando e facendo spallucce.
"Non credo, altrimenti non avrebbe fatto in modo di farci tornare nuovamente la memoria.." rispose Sam sospirando ed afferrandole il viso fra le mani, appoggiando la sua fronte a quella della ragazza.
"Come usciamo da qui?" chiese Katherine stringendosi di più al ragazzo, sentendo altre lacrime scendere dai suoi occhi. "Devo vedere Judith, non possiamo rimanere ancora qui!".
Sam fece spallucce e sentì il cuore esplodere per il dolore di vedere la ragazza in quelle condizioni, completamente distrutta e scossa dalle lacrime e dai singhiozzi: continuò a carezzarle il viso e insapettatamente le schioccò un bacio sulle labbra, al quale Katherine rispose senza troppe preoccupazioni; i loro respiri si calmarono e gli occhi della ragazza smisero di far sgorgare lacrime.
Katherine riaprì gli occhi e continuò a fissarlo, proprio come stava già facendo il ragazzo: ma che diavolo stava succedendo?
"Scusa, io..." sussurrò Sam facendo spallucce e sospirando, non spostando i loro volti di un centimetro.
La ragazza lo fissò negli occhi, sospirando ed accorgendosi come finalmente si fosse calmata grazie a quel gesto; accennò un sorriso ed appoggiò nuovamente il viso sul petto del ragazzo.
"Woow.." sussurrò una voce sospirando, prorpio di fianco a loro. ".. una scena romanticissima, ma che direbbero i vostri fidanzati se lo sapessero?".
I due ragazzi si staccarono immediatamente, voltandosi verso la direzione della voce e rimanendo temporaneamente senza parole: perchè era venuto proprio lui?
"E' opera tua, fliglio di puttana?" chiese Katherine serrando i pugni, sentendo la rabbia crescere dentro di sè.
"Non posso credere che tu ci abbia fatto questo proprio adesso! Non sai cosa sta succedendo là fuori?" chiese Sam scuotendo la testa e sospirando.
"Volete tornare dagli altri o volete discutere con me?" chies Gabriel sorridendo e facendo spallucce.
I due ragazzi si avvicinarono, proprio come fece lui, e gli tesero una mano, che le afferrò in silenzio: gli regalò un ultimo sorriso, prima di trasportarli esattamente davanti al convento, dove trovarono Dean, Hailey e Castiel ad attenderli.
Le labbra di Katherine si piegarono all'ingiù, nel tentativo di trattenere altre lacrime e sospirò, prima di correre fra le braccia del suo ragazzo e di affondare il suo viso sul suo petto; il ragazzo rimase per qualche momento immobile, spiazzato da quella reazione, aspettandosi solamente rabbia e astio, e dopo qualche secondo la strinse forte a sè. Lo stesso fece Sam, stringendo fra le braccia la sua ragazza e coinvolgendo anche suo fratello e Katherine.
"Ma in che mondo li hai portati?!" chiesero Hailey e Dean all'unisono, aggrottando le sopracciglia.
"Hanno capito che lo fate solo per il loro bene.. dubito che useranno ancora i loro poteri.." sussurrò Gab sorridendo, osservando la scena con il cuore un pò dolente.
"Sono felice che tu sia così come sei.." sussurrò Katherine stringendosi più forte al suo ragazzo.
Quel bel clima appena formato venne demolito alle basi da un terremoto e da alcune luci bianche che vennerono puntate proprio verso di loro: improvvisamente, Castiel si voltò verso i ragazzi, guardandoli con aria preoccupata.
"Sono gli angeli, stanno arrivando!" esclamò sgranando gli occhi. "Ascoltatemi bene: non uccidete Lilith! Lei è l'ultimo sigillo! Assicuratevi che sopravviva!!".
"Cosa?" chiesero all'unisono un pò tutti i ragazzi, presi dalla confusione.
La terra si scosse ancora più forte e Castiel e Gabriel si scambiarono uno sguardo di intesa: in pochi secondi l'arcangelo incitò tutti ad entrare nel convento abbandonato del Maryland, chiudendo e sigillando la porta in marmo alle spalle per evitare che qualcuno entrasse durante gli scontri fra Gabriel, Castiel e glia altri angeli.  Da quel momento sarebbero dovuti rimanere calmi ed avrebbero dovuto evitare, contro ogni logica, che quella stronza di Lilith morisse.
"Sam!!" sussurrò una voce dietro di loro, seguendoli a gran velocità.
"Ruby!" esclamò il ragazzo voltandosi ed osservandola arrivare verso di sè.
"E' da un pò che ti cerco, dove diavolo eri finito?!" chiese il demone sospirando ed afferrandolo dalle braccia. "Abbiamo la nostra ultima possibilità, dobbiamo uccidere Lilith adesso o spezzerà l'ultimo sigillo!".
I presenti si scambiarono un'occhiata veloce, cercando di capire come risolvere quella situazioe il più in fretta possibile: era finalmente stata scoperta, la bugiarda che aveva corrotto Sam per tutto quel tempo era stata rivelata. Cosa sarebbe stato meglio? Ucciderla all'istante o conservarla fino alla fine, in modo da farle godere lo spettacolo della loro vittoria?
"Si, credo proprio che tu abbia ragione!" esclamò Kaherine annuendo e accennando un sorriso. "Vieni con noi..".
Il demone, come tutti i presenti, la guardarono con aria stranita, ma alla fine il demone annuì e tutti insieme si avviarono verso la stanza in cui si nascondeva Lilith; in fondo al corridoio su cui stavano camminando, si poteva scorgere la figura di Lilith di schiena, sistemare degli oggetti su di un altare, probabilmente per il rituale della sua morte.
Lentamente arrivarono alle spalle del primo demone, che si voltò ad osservarli con un sorriso sulle labbra.
"Finalmente.." sussurrò Lilith sorridendo e respirando con felicità. "..finalmente!".
"Toc-toc: la stronza è in casa?" chiese Katherine avanzando, ricambiando lo stesso sorriso.
"Katherine, sai che ti ucciderò, sono queste le tue ultime parole?" chiese Lilith ridendo, avanzando di qualche passo, per poi spostare lo sguardo sul demone che stava in loro compagnia. "Ruby, piccola traditrice, quando avrò finito con loro ti farò soffrire per l'eternità!".
"Lei sta con noi!" esclamò Sam sorridendo, tenendo il gioco alla Cacciatrice.
Il demone rise facendo spallucce, tornando a fissare il suo altare e a sistemare i suoi oggetti per il suo ultimo rito probabilmente; emise un'altra risata e disse: "Pensate che non abbia capito immediatamente che sapete tutto su me e Ruby? E' palese.. solo un'idiota come lei poteva seguirmi nella fossa".
Il demone sgranò gli occhi e si allontanò velocemente dai ragazzi, provando a fuggire, ma con un solo movimento della mano Lilith cominciò a far uscire il demone dalla ragazza posseduta e lo fece aleggiare per la stanza, per poi incenerirlo sotto gli occhi scioccati di tutti i presenti: Ruby era davvero morta? Era stato così semplice?
Lilith si voltò e sorrise, puntando il suo sguardo su Sam ed Katherine, che ricambiarono il sorriso.
"Siete venuti qui per uccidermi, beh, fatelo!" esclamò il demone ridendo, aprendo le braccia e chiudendo gli occhi.
"No" sussurrarono all'unisono i due ragazzi.
"Andiamo, so che morite dalla voglia di farlo.." sussurrò Liltih ridendo ed aprendo gli occhi.
"Questo è vero, ma non daremo il via all'Apocalisse per un capriccio" disse Sam sorridento e facendo spallucce. "Ti porteremo in un posto sicuro, dove non potrai fare del male a nessuno".
Il demone rise, scuotendo la testa e socchiudendo gli occhi; fece una breve piroetta su se stessa e raggiunse una piccola porta alla sua destra, aprendola, ma non mostrando a nessuno cosa ci fosse dentro.
"Sapete, sapevo che sarebbe andata a finire così, per questo ho elaborato un piano b.." sussurrò Lilith sorridendo, tornando al centro della stanza. "..per l'ultima volta, uccidetemi!".
"No" ribadì Sam sospirando e scuotendo la testa.
"D'accordo, l'avete voluto voi.." sussurrò il demone facendo spallucce, voltandosi verso la porta appena aperta, dalla quale presero a provenire dei gemiti. "..portala qui..".
Qualcuno cominciò a gemere più forte, finchè il rumore si insediò all'interno dell'intera stanza, facendo gelare il sangue a tutti i presenti.
"Scusa Kitty-Kathy.." sussurrò Liltih prima di esplodere in una risata.
Un uomo sulla trentina uscì da quella porta, tenendo un coltello puntato alla gola di Judith, legata ed imbavagliata, e la trascinava con eccessiva forza vicino a Lilith, gettandola a terra e facendole sbattere la testa sul marmo duro.
Il cuore della Cacciatrice si bloccò immediatamente, il sangue all'interno delle vene le si ghiacciò in meno di un secondo, il respirò si fermò, così come il suo cervello, mentre una marea di emozioni la travolsero come un'onda troppo alta nel mare, facendola affogare completamente; i presenti divennero come delle statue, immobili sul posto, incapaci di dire o fare qualcosa di sensato.
"Judith!" esclamò Katherine non appena le gambe e la voce furono in grado di riprendere il loro normale funzionamento.
La ragazza si avvicinò correndo ed arrivò a pochi passa dalla figlia, finchè Lilith afferrò la bambina per le braccia e le puntò nuovamente il coltello alla gola, mentre un sorriso malvaggio si disegnò sul suo voltò.
"Ah-ah, sta indietro, stronza!" esclamò Lilith stringendola fra le braccia.
Ok, ok, ma ti prego non farle del male, ti prego" sussurrò Katherine bloccandosi e posizionando le mani davanti a sè in segno di resa. "Lasciala andare, per favore".
Lilith spezzò con il coltello la corda che la bambina aveva fra le labbra e le consentì di respirare meglio, mentre dei grandi lacrimoni presero a scendere dalle sue guance, spezzando il cuore a Katherine.
"Mamma aiutami, mamma ti prego aiutami.." sussurrò la bambina dopo aver emesso un colpo di tosse, mentre i lacrimoni continuarono a scendere. ".. mi fa male, aiutami mamma..".
"Tesoro sta tranquilla, andrà tutto bene.." sussurrò la madre sorridendo, sentendo le lacrime prendere nuovamente il controllo del suo viso. 
Rivolse nuovamente uno sguardo di fuoco al demone e si avviinò di qualche altro passo, lentamente e sussurrò: "Che cosa vuoi?".
"Uccidimi.." disse Lilith sorridendo. "..o io ucciderò lei!".
Katherine annuì, più per convincere se stessa, e disse: "Ok, ok, lo farò! Lasciala andare!!".
"No Katherine, non puoi farlo!" esclamò Dean avanzando e raggiungendola. "Darai il via all'Apocalisse".
"E' la mia bambina, non posso lasciare che muoia.." sussurrò Katherine voltandosi e scuotendo la testa, per poi tornare a fissare il demone. "..lasciala a loro, falli andare via e io ti ucciderò!".
"Mmh, ook, abbiamo un accordo.." sussurrò Lilith sorridendo e mostrando i suoi occhi bianchi. 
"Ok, Dean prendila.." sussurrò Katherine sentendo il respiro accelerato e cercando di regolarizzarlo, mentre il suo cuore batteva all'impazzata. "..portala via di qua..".
Il ragazzo annuì silenziosamente e rivolse lo sguardo alla bambina, sorridendole e cercando di tranquillizzarla; si avvicinò e le tese una mano, leggendo negli occhi della piccola la speranza di uscire da quella situazione sana e salva e di poter riabbracciare la madre.
"Sapete, però così mi sembra davvero troppo semplice.." sussurrò Lilith sospirando e facendo spallucce, indietreggiando, tirando la bambina con se. "..penso che ucciderò prima lei!".
Con un grande sorriso, Lilith impugnò l'arma e con eccessiva forza, pugnalò la bambina esattamente al centro del petto, inserendolo sempre più in profondità e girando e rigirando il coltello. Katherine avrebbe preferito ricevere lei stessa quelle pugnalate, avrebbe preferito morire piuttosto che assistere impotente ad una scena del genere. 
La sua bambina, la sua piccola bambina, stava crollando a terra priva di forze e attraversata da un dolore così forte da farle perdere quasi conoscenza: emise un urlo che ghiacciò il sangue a tutti presenti, trovandoli incapaci di affrontare una situazione come quella.
Cadde a terra e del sangue prese a fuoriuscirle dalle labbra, mentre con gli occhi cercava la madre, chiedendosi mentalmente perchè non la stesse aiutando.
Katherine entrò immediatamente in stato di shock, non si mosse, non parlò, non fece assolutamente nulla: le voci giunsero alle sue orecchie in maniera ovattata, sentendo ed osservando le varie scene a rallentatore.
Vide Dean correre con estrema lentezza verso Lilith, colpirla in pieno viso ed allontanarla dal piccolo corpicino della sua bambina, ormai non più cosciente; Sam si diresse verso il fratello, bloccando Lilith in fondo alla stanza con i suoi poteri, attaccandola con una morsa invisibile d'acciaio, sentendola ridere, felice per com'era di aver distrutto per sempre la vita della Cacciatrice; Hailey corse dalla sorella, cercando di scuoterla per farla uscire da quello stato catatonico nel quale si era chiusa per farla tornare alla realtà.
La scosse per le braccia e Katherine le rivolse uno sguardo vitreo, assente, privo di vita: ma cosa poteva saperne lei di cosa stesse passando in quei momenti? Come poteva dirle che nella sua vita non fosse rimasto più nulla per cui combattere? O meglio, nulla per cui NON combattere, NON combarre più la Maledizione.
Emise un sospiro leggero, alzando lo sguardo verso sua sorella maggiore, sentendo come le emozioni dentro di sè stessero mutando: il dolore divenne odio allo stato puro, l'angoscia divenne ira funesta, la disperazione divenne calma piatta dentro di sè. 
Ogni sentimento doloroso era cessato, i suoi occhi avevano già smesso di far sgorgare lacrime per l'uccisione di sua figlia, le labbra tristi e poste all'ingiù si curvarono inn un sorriso malefico, mille volte peggio di quello che aveva messo su Lilith.
"Katherine...." sussurrò Hailey afferrandole il viso fra le mani e sgranando gli occhi, sentendo il panico crescere dentro di sè. "...no, Katherine, non farlo, no!!".
La ragazza scosse leggermente la testa, continuando a fissarla negli occhi, mentre la sorella potè scorgere le iridi divenire rosse rubino: questa volta non fu come tutte le altre volte, Katherine non fu messa con le spalle al muro, non fu costretta a difendere se stessa con i suoi poteri, no. Questa volta Katherine aveva scelto di cambiare, e di cambiare per sempre: la Cacciatrice aveva appena scelto di premere il pulsante reset delle emozioni, cacciandole tutte fuori da sè. Aveva appena spento la sua umanità.
"Spostati" sussurrò Katrine sorridendo, togliendo le mani della sorella dal suo viso in modo sgarbato e decisamente troppo forte, mentre la sua voce uscì come un ringhiò di un animale feroce.
La ragazza superò la sorella ed arrivò in mezzo ai due Winchester, osservando per qualche secondo Dean intento ad effettuare un inutile massaggio cardiaco a Judith, ormai morta da qualche minuto; si accostò a Sam e lo osservò, teneva la mano sinistra semichiusa sospesa a mezz'aria, stritolando Lilith nella sua morsa.
"Sam, togliti" sussurrò la ragazza puntando i suoi grandi occhi rossi contro di lui.
In un primo momento Sam rimase scioccato, non sapendo come comportarsi con lei e cosa fare: di sicuro non le avrebbe mai ceduto il posto, non le avrebbe permesso di uccidere Lilith. Rimase a fissare il rosso dei suoi occhi, profondamente addolorato per la sofferenza per la perdita di sua figlia.
"No, Katherine, c'è un altro modo, ascoltami!" esclamò Sam voltandosi verso di lei, ma continuando a bloccare il demone.
"Katherine, no, torna in te.." sussurrò Dean arrivandole alle spalle e bloccandola con un braccio attorno al collo. "..ascoltaci, abbandona la Maledizione, tu sei migliore di così".
"Tesoro per favore.." sussurrò Hailey carezzandole la testa e sospirando. "Lilith pagherà rimanendo viva e chiusa in una cella, non ucciderla".
Katherine sospirò, abbassò il capo e fece spallucce: senza dire una parola, diede una gomitata allo stomaco del ragazzo, facendolo piegare e facendogli allentare la presa, per poi colpirlo con il dorso della mano sinistra dritto sul viso, facendolo sanguinare.
Gli bastò colpire Sam con un calcio allo stomaco per metterlo fuori gioco, ma comunque cosciente, dopodichè fece quasi la stessa cosa con la sorella: volevano che vedessero, che si accorgessero di cosa fosse capace.
Si scrocchiò il collo, sorridendo e sospirando, voltandosi verso la causa del suo mutamento: Lilith stava seduta a terra, mentre la sua forte risata si propagò per tutta la stanza, coinvolgendo persino la Cacciatrice, che avanzò lentamente verso di lei.
Il rumore degli stivali di Katherine sul marmo coprì la risata del demone, che la guardò con un sorriso.
"Sei una meraviglia adesso.." sussurrò Lilith sorridendo e guardandola con ammirazione. "..tutto il nostro lavoro non è stato sprecato, nostro padre sarà così felice!".
"Non sono interessata" rispose Katherine sfoggiando i suoi occhi rossi con un sorriso sulle labbra, facendo una smorfia con il naso. 
"Potrai avere la tua vendetta, Kitty-Kathy! Sai che non sono io la causa della morte di tua figlia!" esclamò Lilith sorridendo, chiudendo gli occhi e appoggiando la schiena contro l'altare. "Sono pronta".
"No, Katherine, non farlo amore, per favore" urlò Dean alzandosi a fatica, tenendo con una mano la parte dell'addome ferita dalla ragazza. "Andrà tutto bene, ti aiuteremo noi a superarla".
"No" disse Katherine sospirando, mentre con un semplice gesto della mano incollò tutti e tre i presenti al muro con una morsa d'acciaio invisibile. 
Ignorò le urla e si voltò verso il demone, facendo spallucce, contenta che finalmente fosse finita.
"E' ora che tu muoia".
Alzò una mano verso di lei e molto lentamente la strinse a pugno, provocandole un dolore immenso e non necessario alla sua morte: la sua pelle si riempì di graffi più o meno profondi, fu percossa da forti dolori e i suoi occhi, il suo naso e la sua bocca persero sangue a bizzeffe.
Con l'altra mano mosse lo stesso coltello con il quale aveva ucciso Judith e la infilzò esattamente nel petto, facendo ciò che lei avesse fatto alla sua bambina; la osservò gridare, piangere e supplicarla di smetterla, ma tutto ciò che Katherine seppe fare fu ridere di gusto, osservando il demone che le avesse portato via la maggior parte delle cose belle nella sua vita: prima Dean, adesso Judith.
Fu convinta che avesse ucciso anche Giles e gli altri, quindi continuò a percorrerla con pugnalate e dolori interni: quella brutt stronza doveva pagare.
"Sei.. aaah.." sussurrò Lilith con il fiato corto per il dolore,accennando un sorriso. "..sei diven-taa-taa.. peggio di me... sei un mo-stro".
"Si, lo sono" sussurrò Katherine ridendo, stringendo sempre di più la mano responsabile della morsa d'acciaio su di lei.
Una luce intensa si irradiò sul petto di Lilith, facendola gemere ed urlare dal dolore per qualche altra volta, finchè la luce terminò e il corpo cadde a terra in avanti, ormai definitivamente morto; si avvicinò lentamente e le diede un leggero calcio, facendola distendere sulla schiena: si piegò sui talloni e la osservò con un grande sorriso sulle labbra.
"Finalmente sei morta figlia di puttana" sussurrò Katherine sorridendo e sospirando di felicità.
Le strappò violentemente il coltello dall'addome e lo pulì dal sangue sul vestito bianco del corpo del demone; lo osservò e decise che da quel momento lo avrebbe tenuto con sè, uccidendo quanti più figli di puttana possibili, nessuno escluso. La sua rabbia non era ancora stata placata.
Si alzò e lo adagiò all'altezza della cintura dei suoi jeans scuri, quando la terra cominciò a tremare sotto ai suoi piedi: il sangue del corpo di Lilith si riunì tutto a formare un vortice rosso e delle spirali; mentre le scosse presero ad aumentare, una luce bianca prese ad uscire da esso, proprio come quella fuoriuscita dal corpo del demone.
"Ma che cazzo succede?!" esclamò Hailey dal fondo della stanza, rompendo il silenzio e ricordando alla sorella di non essere sola.
Katherine sorrise e si avviò verso di loro, che per qualche secondo pensarono che volesse ucciderli, e gli si fermò a circa 5 metri: li osservò e fece spallucce, prima di liberarli dalla presa invisibile.
"Kath, scappiamo, sta arrivando!" esclamò Dean agitando le braccia ed avvicinandosi per afferrarla, ma la ragazza indietreggiò.
"E' giusto, lui sta arrivando.." sussurrò Katherine annuendo e sorridendo. ".. non sarà uno spettacolo per bambini, quindi andate via!".
La ragazza si voltò, posizionandosi davanti  al vortice di sangue e luce che si era creato, e lo osservò con impazienza, aspettando solamente che si materializzasse davanti a lei.
"Non ti lasceremo qua, scordatelo!" esclamò Dean furioso, avvicinandosi sempre di più alla ragazza.
"Ha ragione, dobbiamo scappare Katherine, vieni con noi adesso!" esclamò Sam sospirando, sentendo una grande tristezza farsi strada dentro di sè.
"Ti prego, Kath, ascoltaci" sussurrò Hailey tenendosi al ragazzo, non riuscendo più a stare inn piedi per le forte scosse.
"Addio ragazzi.." sussurrò Katherine ridendo, muovando la mano destra.
Immediatamente i tre ragazzi furono trasportati con poca delicatezza fuori dal convento e la porta in marmo si sigillò: nessuno sarebbe potuto entrare e nessuno sarebbe potuto uscire, a meno chè non lo decidesse lei.
La ragazza sorrise e sfregò le mani una contro l'altra, fissando con impazienza quel vortice che aveva creato lei stessa: di una cosa era certa, Lucifero le doveva un favore per averlo fatto uscire e l'avrebbe ripagata, costi quel che costi.

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Capitolo 53
*** There's a hole in my soul, can you feel it? ***


Capitolo 41.

There's a hole in my soul, can you feel it?



Sam si aggirò per la stanza del motel, scuotendo la testa e mostrando uno strano nervosismo dentro di sè: passarono ormai due giorni da quando Lucifero venne liberato e Katherine decise di sparire con lui, e da allora non ebbero più sue notizie.
Ma ciò che fece stare in ansia il giovane ragazzo fu non essersi scusato e non aver detto al resto della sua "famiglia" quanto fosse dispiaciuto per ciò che avesse fatto: non li aveva ascoltati, avrebbe dovuto fidarsi e non dare neanche una possibilità a Ruby, non avrebbe dovuto bere sangue di demone, ne lasciarsi ammaliare dai suoi potere psichici.
Scosse la testa e osservò il fratello, trovandolo a fissarlo con uno sguardo a metà tra l'arrabbiato e l'avvilito.
"Ti vuoi fermare o vuoi continuare a girare per la stanza come una fottuta trottola?" chiese Dean allargando le braccia e sbuffando, seduto su quel piccolo tavolo, per poi distogliore lo sguardo e tornare a fissare il suo libro.
"Dean senti, mi dispiace per aver dato di matto.." sussurrò Sam fermandosi e parandosi davanti al fratello, sospirando e piegando gli angoli delle labbra in giù. "..ascoltami, io ho sbag-..".
"Non voglio sentire niente Sam, davvero, dobbiamo solo mantenere la calma e analizzare la situazione.." rispose Dean facendo spallucce e sospirando, tornando a puntare gli occhi sul fratello.
"Bene, perchè non saprei cosa dire: mi dispiace per non essermi fidato di voi? Non c'è nulla che io possa dire o fare per farmi perdonare in questo momento.." sussurrò Sam sospirando ed abbassando lo sguardo.
"Ma perchè diavolo continui a parlarne?!" urlò Dean dilatando le narici per la rabbia, sbattendo il pugno sul tavolo. "Perchè vuoi parlare di tutti i dettagli, esaminandoli al microscopio? Abbiamo fatto un casino, tu hai fatto un casino, Katherine ha fatto un casino!".
Hailey gli lanciò uno sgardo di dappunto: sapeva benissimo perchè fosse teso in quel modo, ma davvero non poteva continuare a scaricarsi su Sam. Il maggiore recepì lo sguardo di fuoco e abbassò gli occhi, imbronciando il viso e prendendo un respiro profondo per permettere a se stesso di calmarsi, dopodichè guardò nuovamente la ragazza e fece spallucce.
"Senti, diciamo solamente che è stata solo una caccia andata male, ok?" disse Hailey sbuffando. "Cosa facciamo ora?"
"Dobbiamo solo stanare il diavolo e il suo nuovo serial killer..." sussurrò Sam ironizzando, beccandosi un'altra occhiata di fuoco da parte del fratello.
"Già, come recuperiamo Katherine? Avete visto il modo in cui ha ucciso Lilith..." sussurrò Hailey seduta accanto al maggiore, sospirando ed intromettendosi nella discussione. "Non ho mai visto nulla di più spaventoso e io ne ho viste tante di cose oscure, ve lo assicuro!"
"Per il momento dobbiamo concentrarci per scovare questa dannata Spada di Michele!" esclamò Dean zittendo i due ragazzi, sbattendo il pugno sulle pagine spiegazzate del libro. 
"Non ho la più pallida idea di dove inizare a cercarla.." sussurrò Hailey ignorando il ragazzo e sospirando. "..dove diavolo potrebbe nascondersi?".
"Leggo per scoprirlo, perchè non provi a farlo anche tu?!" esclamò Dean disegnando una smorfia sul suo viso, sospirando e scuotendo la testa.
"Beh, perchè dubito che un libro possa indicarne la posizione!" esclamò la ragazza allargando le braccia e disegnando un'espressione sbalordita sul suo volto.
"Ma di che cosa parli?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e voltandosi ad osservarla.
"DI Katherine, parlo di Katherine!" esclamò Hailey ricambiando lo sguardo.
"Oh merda, ho chiesto a tutti e due di aiutarmi in questa ricerca: ho per caso chiesto troppo?" chiese Dean infuriandosi e gesticolando nervosamente, alzando di molto il tono della voce.
"Sono due giorni che non fai altro che urlare e leggere quei dannati libri!" sbottò la ragazza chiudendo il libro ed avvicinandosi al maggiore. "Ma perchè sei così fissato con questa maledetta Spada?!".
"Perchè è l'unica pista che abbiamo per arrivare a Katherine!" urlò Dean strisciando la sedia per terra e scattando in piedi, lanciando il libro su uno dei letti e voltandosi verso la finestra, cercando di prendere qualche respiro.
"Cosa?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, voltandosi verso il minore con aria interrogativa. "Tu sai di cosa sta parlando?".
"Beh, se troviamo la Spada di Michele, avremo un modo per sconfiggere Lucifero e riavere Katherine con noi.." sussurrò Sam sospirando e alzando leggermente le spalle. "Ecco perchè ci tiene così tanto..".
Hailey serrò immediatamente la mascella, maledicendosi mentalmente per non aver fatto il loro stesso ragionamento, ma soprattutto per aver risposto in quel modo a Dean: probabilmente stava soffrendo più di tutti per la lontananza da Katherine, non sapendo se fosse viva o se Lucifero l'avesse fatta fuori e sospirò. Si alzò silenziosamente sotto lo sguardo di Sam e si avvicinò al letto sul quale fosse finito pochi istanti prima il libro di Dean e lo afferrò fra le sue mani; si avvicinò al ragazzo ancora affacciato alla finestra e glielo porse, guardandolo con occhi tristi e facendo spallucce.
"Mi dispiace.." sussurrò sospirando.
Dean la guardò per qualche altro secondo e gli scappò un sorriso: quell'espressione imbronciata gli ricordò molto Katherine e tutti i suoi metodi per scusarsi con lui, e non seppe resisterle. Allungò un braccio e l'abbracciò, depositandole un bacio fra i capelli, per poi voltarsi verso il fratello.
"Non dobbiamo litigare fra noi, dobbiamo rimanere uniti se vogliamo riportarla a casa.." sussurrò il maggiore sospirando, tenendo fra le mani il libro.
"Mettiamoci a lavoro, sù!" esclamò Sam sorridendo, prendendo posto al tavolo e cominciando a leggere qualche libro anche lui, deciso più che mai a ritrovare l'ultima del loro quartetto.

 
 
Due mesi dopo.
 
Present day.

 
Si svegliò non appena le luci dell'alba si fecero strada all'interno della sua stanza, risalendo sul suo letto e colpendolo dritto in faccia: si maledisse mentalmente per non averle chiuse rientrando in camere qualche ora prima.
Avevano trascorso la notte nuovamente a uccidere, torturare e dilaniare demoni, alla ricerca di qualche informazione su dove si trovasse Lucifero e se Katherine fosse ancora viva: alcuni dissero di non aver ancora visto il loro signore, perchè alla ricerca di un tramite, e di aver visto i resti dilaniati dell'ex Cacciatrice in giro per il Maryland e dintorni; altri dissero che il tramite lo avesse già trovato e che la ragazza avesse portato a termine la sua trasformazione in demone.
Assurdo come Lucifero stesso avesse bisogno di un tramite umano per stare sul loro pianeta: con la sua potenza non era riuscito a mantenere la sua forma. Ridicolo
"Lucifero ha bisogno di un  vestitino di carne?" chiese Sam ironicamente, quando Castiel comunicò loro questa notizia, lasciandoli senza parole.
La parte su cui si concentrò di più il maggiore fu quella in cui si parlò di Katherine: che fosse veramente morta? Che si fosse veramente trasformata in un demone?
Sperò vivamente di ritrovarla al più presto e di riportarla con sè, perchè non avrebbe avuto la forza necessaria per ucciderla; piuttosto avrebbe preferito lasciarsi uccidere da lei o da chiunque altro, ma uccidere Katherine, il suo amore, era fuori discussione.
Si stiracchiò nel letto, consciò che non sarebbe più riuscito a prendere sonno, e ringraziò mentalmente per essere riuscito a dormire per almeno 3 ore quella notte; prima di lasciare il suo posto, afferrò fra le mani il cuscino sul quale era solita dormire la sua ragazza, riuscendone a sentire ancora il profumo. Molto leggero, quasi inesistente dopo tutto quel tempo; una fitta lo colpì dritto al cuore: il suo odore stava sparendo. Cosa sarebbe rimasto dopo, a parte il ricordo?
Dio, quanto gli mancava. 
Si sentì così vuoto, senza una vera ragione per andare avanti ed affrontare l'Apocalisse: se l'avesse avuta al suo fianco, sarebbe riuscito ad affrontare anche il diavolo in persona, ma senza di lei si sentiva privo di forza, privo di vita. Quanto avrebbe resistito ancora? Altri sei mesi? Un anno? Due? Come sarebbe potuto andare avanti senza di lei se sentiva costantemente un vuoto in mezzo al suo petto?  Era davvero una sensazione orribile: svegliarsi la mattina e sapere che lei non ci sarebbe stata, ma avrebbe disseminato cadaveri per tutto il paese. 
Scosse la testa e sospirò: non voleva, non poteva, credere alle parole di quei demoni. Katherine non era un'assassina, non avrebbe mai fatto del male a nessuno senza un motivo ben preciso, perciò allontanò quei pensieri dalla sua mente; i
spirò un'ultima volta e sospirò, prima di alzarsi di scatto dal letto e correre a fare una doccia: la proposta di rimanere nella casa di Katherine ed Henry venne proprio da Jenny, unica sopravvissuta dei demoni.
Raccontò con che furia fossero entrati e avessero ucciso Giles e successivamente Addison sotto i suoi occhi impotenti, ferendo semplicemente lei e portando via Judith: a distanza di due mesi dalle loro morti, Jenny non si riuscì ancora a perdonare di non essere morta insieme a loro e di non aver difeso a costo della vita la loro bambina.
Non potè credere che la dolce e piccola Judith fosse stata brutalmente uccisa da quel maledetto demone e che Katherine per vendetta l'avesse uccisa, trasformandosi a sua volta nel prossimo mostro a cui dare la caccia.
Scosse la testa come per cacciare quei brutti pensieri e sospirò, uscendo dalla doccia e vestendosi in fretta; voleva fare colazione, così uscì silenziosamente dalla sua stanza e passò lungo il corridoio, attento a non fare troppo rumore e non svegliare gli altri.
Passò davanti alla cameretta di Judith e si rese conto di quanto la casa fosse triste e vuota senza di lei e di quanto apparisse priva di vita: decisero di non toccare la sua roba e di lasciarla esattamente come l'aveva lasciata. Quando Katherine sarebbe tornata, l'avrebbe voluta trovare in quel modo; almeno questo glielo dovevano.
Improvvisamente lo stomaco si chiuse a quel ricordo, ma scese ugualmente al piano di sotto per controllare la segreteria telefonica, dato che la sera precedente non l'aveva fatto. Arrivò nel salotto e si avvicinò al mobiletto sul quale vi era il telefono e premette il tasto sulla base illuminato di rosso, segno che qualcuno avesse chiamato.
"Questa è la segreteria telefonica di Katherine Collins e di Judith Hastings, lasciate un messaggio e quando potremo vi richiam---- Judith metti apposto quel coltello!...... No, mamma, ridammelo!!".
Un tuffo al cuore fermò il respiro del ragazzo per qualche secondo, costringendolo ad appoggiarsi all'isola della cucina e a sospirare: le voci di Katherine e Judith insieme e i rumori metallici di sottofondo in questo messaggio lo fecero sempre ridere quando chiamava quel numero, ma in quel momento, come tutte le sere da due mesi, gli occhi non poterono che diventargli umidi per il dispiacere.
"Ciao ragazzi, come state? Io me la cavo, ma è dura anche per me.. volevo solo dirvi che ho un caso per voi, potrete distrarvi per qualche giorno dalla ricerca di Katherine e magari trovare qualche demone collaborativo! Ad ogni modo, quando ne avrete voglia, chiamatemi..".
Bobby.
Continuava a chiamare, come ogni giorno, e Dean continuava a non rispondere, come ogni giorno; non aveva voglia di parlare con nessuno, soprattutto con lui, data l'ultima volta che erano stati nella stessa stanza insieme.
Un maledetto demone lo aveva posseduto e costretto a pugnalare a morte il ragazzo che consideva come un figlio, ma Bobby reagì e si pugnalò lui stesso, uccidendo il demone e salvando Dean, mentre Meg, il capo banda, se la diede a gambe levate; volevano trovare la Spada di Michele, non rendendosi conto di averla avuto sotto il naso per tutto quel tempo. 
Zaccaria in persona disse ai ragazzi che la vera Spada di Michele fosse Dean, ovvero il suo tramite: l'arcangelo sarebbe entrato dentro di lui e lo avrebbe usato come involucro durante lo scontro con Lucifero, che a sua volta avrebbe indossato Sam. Due fratelli umani, contro due fratelli angeli.
Il ragionamente non faceva una piega.
Eppure il maggiore non riuscì ancora a perdonarsi che salvando lui, Bobby si fosse procurato una ferita inguaribile con la medicina tradizionale: ergo non avrebbe mai più potuto camminare.
Scosse la testa ed affondò il viso fra le mani, sperando che arrivasse al più presto una soluzione a tutti i loro problemi. 



 
Sei settimane prima.
 
"E così siete i tramiti.." sussurrò Bobby sospirando ed aggrottando le sopracciglia, fissando i due ragazzi con incredulità semiseduto sul suo scomodo letto d'ospedale.
I fratelli si scambiarono un'occhiata e fecero spallucce, sbuffando, cercando di cambiare argomento e di far finalmente distrarre la loro figura paterna per eccellenza, con scarsi risultati. Hailey ci riuscì quasi, raccontandogli di quanto fosse bravo un chirurgo in Arizona che lo avrebbe potuto operare ad occhi chiusi, ma ciò non convinse il vecchio burbero, che scosse la testa e bofonchiò un poco chiaro "no".
"Cosa avete intenzione di fare?" chiese Bobby abbassando gli occhi e cercando di non far notare ai ragazzi i suoi occhi estremamente luiìcidi.
"Uccidiamo tutti, questo è il nostro pianeta! Facciamo sloggiare angeli e demoni!" esclamò Dean ridendo e gesticolando. "Che si trovino un loro pianeta sul quale combattere! Uccidiamo il diavolo, uccidiamo anche Michele se necessario! Uccidiamoli tutti!".
"Sei matto come un cavallo!" esclamò Bobby sorridendo, per la prima volta da quando avesse messo piede in ospedale.
Li osservò nuovamente uno ad uno e sospirò, facendo scemare il suo sorriso che contagiò quello degli altri; deglutì a fatica e fissò nuovamente il suo lenzuolo, sperando che i ragazzi gli dessero finalmente una risposta seria.
"Seriamente, avete idea di come trovarla?" chiese l'uomo sospirando ed alzando leggermente gli occhi.
"Seriamente Bobby, la nostra unica pista era la Spada di Michele e a meno che io non risponda di si agli angeli, e sia chiaro non lo farò, non credo che la rivedremo tanto presto.." sussurrò Dean sospirando, facendo spallucce e cambiando tono, trasformandolo in trsistezza infinita.
"Katherine non vuole che la troviamo, ciò vuol dire che sarà quasi impossibile trovarla.." sussurrò Sam sospirando. "..sa tutti i nostri metodi, sa cosa, dove e quando cercheremmo sue notizie.. come ho detto, è quasi impossibile".
"A meno chè non commetta un passo falso.." sussurrò Hailey sospirando. "A quel punto la staneremo".
"Castiel o Gabriel non possono aiutarci?" chiese l'uomo sospirando.
"Castiel è troppo preso dalla ricerca di Dio, ha perfino intrappolato un arcangelo per ricevere delle informazioni, ma ancora niente!" esclamò Hailey alzando spallucce e sospirado.
"E Gabriel?".
"Lui non tornerà per il momento" disse Sam sollevando un sopracciglio con tono aspro e leggermente infuriato.
Bobby accennò un sorriso, sperando che Castiel portasse a termine la sua ricerca il prima possibile e sospirò, asciugando le lacrime che presero a sgorgare dai suoi occhi; la verità era che tutti i presenti sentirono un enorme vuoto all'altezza del petto che solo una persona avrebbe potuto colmare con la sua armonia e con l'allegria che trasmetteva.
Dopo poco i ragazzi si congedarono, decisi a tornare a casa per riposarsi qualche ora e ricominciare le richerche; l'uomo cenò in fretta da solo, fissando qualche stupido telegiornale, facendo dei gesti meccanici: mangiare, muoversi, tutto divenne pesante per lui. Anche dormire divenne difficile.
Come quella notte, che non riuscì a prendere completamente sonno e si girò e si rigirò nel letto, finchè non si mise a fissare la finestra, fissando la grande luna alta nel cielo blu: quella sera fu così preoccupato di non poter tornare a camminare che pianse segretamente tutte le lacrime che avesse in corpo. 
Non voleva ammetterlo con nessuno, ma sarebbe stato male come un cane se non avesse ripreso il suo normale utilizzo delle gambe, probabilmente sarebbe entrato in depressione; sbuffò e soffocò i singhiozzi, chiudendo gli occhi e provando a dormire per almeno una decina di minuti, staccando momentaneamente la spina del suo cervello.
 
 
Quando l'uomo riaprì gli occhi la luna si era ormai levata, lasciando il posto a qualche timido raggio che invase prepotentemente la sua stanza; si stiracchiò e si mise a sedere, avvicinandosi al comodino per afferrare la sua bottiglietta d'acqua. Quando però si voltò, accanto all'acqua trovò un bel mazzo di fiori adagiato in bella vista, al quale vi era legato un bigliettino arrotolato in stile pergamena. Con il battito cardiaco accelerato e la curiosità di sapere chi li mandasse, sfilò il pezzo di carta e lo aprì con decisione, mentre un dolce sorriso si disegnò sulle sue labbra
:
                           Mi hai salvata quando più ne avevo bisogno: non mi piace avere debiti.
                          Tornerai a camminare presto, abbi pazienza e ti aiuterò! E' una promessa!
                                                                                                                                                   - K.
 

 
 
Present day.
 
Nel giro di un'ora, tutti gli abitanti scesero al piano di sotto, facendo esattamente ciò che avesse fatto Dean poco prima: passarono per la camera di Judith, scesero al piano di sotto, ascoltarono il messaggio di Bobby e si appoggiarono al top della cucina con aria demoralizzata e triste.
Sentirono la voce triste dell'uomo e decisero che lo avrebbero chiamato dopo un paio di ore, dandogli il tempo per alzarsi e prepararsi per la nuova giornata; Sam si mise ai fornelli, cucinando delle omelette al formaggio e pancetta mentre un odorino si sparse per la casa.
Hailey prese il suo solito tazzone di caffè e inserì nuovamente la spina al suo cervello, analizzando solo in quel momento le parole del vecchio burbero.
"Perchè non lo facciamo?" chiese aggrottando le sopracciglia e rompendo il silenzio, abbassando la tazza e poggiandola sul marmo.
I due ragazzi si voltarono verso di lei con aria interrogativa, immersi per com'erano in chissà quali pensieri; li guardò perplessa, domandandosi come mai non ci avessero pensato prima loro.
"Potresti essere più specifica?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, continuando a girare le omelette.
"Bobby ha un caso e noi non ne vediamo uno da settimane!" esclamò la ragazza allargando le braccia. "Potrebbe essere un'occasione per scovare i demoni giusti".
"No" sussurrò Dean senza pensarci troppo su, continuando a leggere le notizie al suo pc ed assaporando una delle delizie cucinate da suo fratello.
"Ma non ci hai neanche pensato!" esclamò Hailey serrando le braccia al petto e sbuffando, fissando Sam in cerca di aiuto.
"Potrebbe avere ragione Dean.." sussurrò il ragazzo voltandosi per qualche secondo e fissandolo negli occhi, trovando un modo per convincerlo. "Ascolta, potremmo chiamare Bobby adesso e farci dire di che si tratta, se non ci convince gli diciamo di passare il caso ad un altro cacciatore, sei d'accordo?".
Il maggiore sospirò e scosse lentamente la testa, pensando che magari andare a cacciare e sfogare la sua rabbia in un corpo a corpo lo avrebbe potuto aiutare a lavorare meglio nelle ricerche; annuì, senza dare ulteriori risposte e continuò a mangiare, mentre Hailey si allontanò nel salone con la chiamata vero l'uomo già avviata.


 
Canton, Ohio.
 
"Stiamo perdendo tempo, non saremmo dovuti venire!" esclamò Dean sbuffando e scuotendo la testa, continuando però a guidare.
"Un uomo fa un frontale in una macchina posteggiata, andiamo!" esclamò Hailey sorridendo e facendo spallucce, distesa sul sedile posteriore. "Vale la pena controllare!".
"Abbiamo problemi molto più gravi, non credi?!" esclamò il ragazzo tornando a fissare in cagnesco suo fratello e la sua ragazza. 
"Beh, credo che l'Apocalisse sarà ugualmente al suo posto quando torneremo" sussurrò Sam facendo spallucce e sospirando.
"Forse se ascoltassi qualche altro dettaglio potresti interessarti di più al caso, che ne dici?" chiese la ragazza sorridendo, spuntando dal sedile posteriore e avvicinando il suo viso a quello del ragazzo. "Vuoi saperne di più?".
Dean la osservò dallo specchietto retrovisore, sospirando e facendo spallucce, invitandola con un gesto della mano a proseguire il suo racconto.
"Allora, la vittima ha colpito violentemente il vetro dell'auto con la sua testa, spaccandola immediatamente e morendo sul corpo: quello che è davvero strano è che il medico legale ha stabilito che una ferita tale potrebbe essere inferta solamente a 120  km/h.." disse la ragazza mantenendo un sorriso. "..l'amico che lo ha ritrovato ha dichiarato che, cito le sue parole, è stata la macchina a fare questo, sapevo della maledizione ma pensavo che fosse solamente una stronzata".
Alla parola "maledizione" i tre ragazzi rabbrividirono e il clima all'interno dell'auto tornò ad essere freddo e cupo come prima che iniziassero la conversazione: non avere notizie di Katherine li uccideva lentamente.
"Ok Dean, adesso arriva il pezzo forte.." sussurrò Hailey sospirando, cercando di portare nuovamente su il morale. ".. sai di che tipo di macchina si tratta? Scommetto di si".
Dean si estraniò dai suoi pensieri e tornò ad osservarla dallo specchietto ed aggrottò le sopracciglia, sentendo la curiosità crescere dentro di sè.
"Vuoi dirmelo?" chiese sollevando un sopracciglio.
"Little Bastard.." sussurrò Hailey sorridendo.
"Little Bastard?!?!" ripetè Dean alzando di molto il tono della voce e perdendo quasi il controllo dell'auto per l'emozione, mentre dopo tanto tempo un sorriso si fece strada sul suo viso. "Quella Little Bastard?".
"Volete rendermi partecipe?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, non avendo la più pallida idea di che cosa stessero parlando.
"La macchina su cui James Dean è morto!!!" esclamò Dean guardando in cagnesco il fratello, cercando di capire come mai non conoscesse quella leggenda. "Dopo che morì, un meccanico la comprò per rimetterla a posto e indovina? La macchina gli è caduta addosso! Dopo ha ucciso Tony Mccurry! Questa macchina dissemina morte!".
"Poi nel '70 è sparita, non lasciando alcuna traccia.." disse Hailey sorridendo, felice di esssere riuscita a distrarre il ragazzo. "..se questa macchina è davvero la Little Bastard, potrei scommettere che abbia ucciso quell'uomo!".
"Ooooh, vi ringrazio per avermi fatto uscire da quella casa per questo caso, è stupendo!" esclamò Dean spalancando ancora la bocca, emozionato più che mai.
 
 

Dopo essere stati al distretto, i tre si diressero nel garage in cui tenevano quell'auto e per qualche momento i due ragazzi giurarono di aver visto gli occhi di Dean divenire lucidi per l'emozione; l'autò si presentò coperta di sangue, in particolare sul parabrezza e sul cofano, ma comunque in perfette condizioni.
I ragazzi la osservarono meglio e il maggiore comunicò loro che l'unico modo per essere totalmente sicuri che si trattasse proprio della Little Bastard, fosse quello di controllare il numero del motore, ovviamente sotto l'auto; con la paura negli occhi, Dean vi si infilò sdraiato sull'apposito carrellino e ricalcò il più velocemente possibile il numero su un fogliettino. Con un sospiro di sollievo, lo porse ai due ragazzi, invitandoli a scoprire tutti i proprietari fino agli anni 50, occupando il loro pomeriggio.
"Tu che farai?" aveva chiesto Sam aggrottando le sopracciglia. "Perchè non ci dai una mano?".
"Oh, io vi ho già aiutati abbondantemente fornendovi il numero.." sussurrò Dean sorridendo. "..adesso andrò a mangiare qualcosa!".
E così fece, mangiando in uno dei più grandi ristoranti della città, ma non appena ebbe finito, non riuscì a non notare il grosso bancone posto quasi davanti l'uscita; sospirò, ricordando quanto in quei due mesi si fosse buttato sull'alcool e fu quasi sul punto di andarsene, fin quando non cedette.
Si posizionò su di uno sgabello e odrinò la sua solita birra ghiacciata, gustandola lentamente; appoggiò i gomiti al bancone e cominciò a giocare con il boccale, girandolo e girandolo fra le sue mani. La tristezza dentro di sè riemerse, annientando la felicità costruita da Haiely per quella stupida auto: si stava legando sempre di più alla ragazza, considerandola sempre di più come una sorella, ma non riuscendo a non cogliere la particolare somiglianza con Katherine.
Pensò a Bela, a quanto i lineamenti fossero diversi rispetto a quelli delle due sorelle maggiori e sorrise amaramente, pensando a quanto fossero belli quei tempi, nonostante Katherine stesse ancora con Sam. Prese un bel sorso sostanzioso di quel boccale, accorgendosi di quanto poco ne fosse rimasto; avrebbe dovuto fare nuovamente il pieno, prima di sprofondare nuovamente nella tristezza.
Ma non ebbe neanche il tempo di alzare gli occhi e di chiamare la cameriera, che una giovane ragazza si avvicinò a lui con un bicchiere fra le mani e glielo porse con un sorriso; il ragazzo la guardò con sopracciglia aggrottate, pensando che avesse sbagliato cliente.
"Io non l'ho ordinato" disse il ragazzo scuotendo leggermente la testa.
"Lo so, lo ha fatto per te una ragazza.." sussurrò la cameriera sorridendo. "..Jack Daniel's liscio, ma se non è di tuo gradimento posso rimandarlo indietro".
Il ragazzo continuò a fissarla con aria interrogativa, mentre nella sua mente si formò una grande insegna luminosa al neon con sopra scritto Katherine, ricordando quanto quello fosse l'unico drink che le piacesse davvero; ancora confuso, afferrò il bicchiere e lo osservò, annuendo e sorridendo.
"Chi lo ha mandato?".
"La brunetta là in fond...ooh.." sussurrò la cameriera portandosi una mano alla bocca. "..era lì fino a pochi secondi fa, dev'essere andata via.. ma ha lasciato anche questo".
La ragazza gli porse un piccolo bigliettino prima di andare via e tornare al suo lavoro: di chi si trattava?
Aprì il biglietto e il suo sguardo cambiò, divenendo super preoccupato:
                                          
                                         Sono sempre un passo avanti a voi. Chi risolverà per primo il caso?
                                                                                              Buona fortuna!

 
Il ragazzo non ebbe dubbi, la descrizione fatta dalla cameriera e adesso quel biglietto, poteva trattarsi di un'unica persona! Se anche lei stesse seguendo quel caso, voleva dire che anche i demoni dei piani alti lo stessero facendo; la vera domanda era: perchè? Avrebbero dovuto scoprirlo in fretta.
Il cellulare del ragazzo squillò, distogliendolo da quel vortice di pensieri formatosi all'interno della sua testa e sospirò osservando il numero: a quanto pare il suo fratellino aveva trovato qualcosa.
"Sono risalito a tutti i proprietari dell'auto e nessuno di loro fu James Dean, mi dispiace!" esclamò Sam dall'altro lato del telefono accennando un sorriso.
"Stai scherzando?!" esclamò Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Purtroppo no! Adesso la domanda è: che diavolo ha ucciso quell'uomo?" chiese Sam sospirando.
"Non lo so, ma dovremo scoprirlo! Meg è interessata al nostro caso, quindi diventa di maggiore importanza e dobbiamo risolverlo prima di lei!" esclamò Dean sbuffando, tenendo ancora fra le mani quel biglietto.
"Meg? Ti ha parlato?" chiese Hailey dall'altro capo del telefono, intromettendosi nella chiamata.
"Mi ha lasciato un biglietto chiedendomi chi verrà a capo del caso per primo..." sussurrò Dean sospirando. "..dev'esserci qualcosa che ancora non sappiamo!".
"Ti abbiamo chiamato anche per dirti che c'è stata un'altra vittima, vieni a controllare con noi?" chiese Sam sospirando, sapendo già la risposta del fratello.
"Ci puoi scommettere, sto arrivando!" esclamò il maggiore prima di chiudere il telefono ed uscire dal locale.
Con ancora la mente concentrata su Meg e su cosa avrebbe potuto volere da quel caso, salì sulla sua Impala, dirigendosi al motel per prendere i due ragazzi e correre sulla scena del crimine: questa volta un uomo venne ucciso con un colpo di pistola, ma la polizia non trovò l'arma, niente residui della polvere da sparo, niente pallottola.
L'unica testimone dichiarò che l'assassino della vittima fosse un uomo vestito nella stessa maniera di Abramo Lincoln e potè giurare addirittura che si trattasse di lui; così incuriositi, i tre ragazzi presero a cercare su internet qualunque tipo di notizia, finchè non si imbatterono in un museo di cera, ubdicato proprio in quella città. 
Si intrufolarono per parlare con il proprietario, il quale rivelò loro che il suo museo fosse un pezzo unico in quanto possedesse alcuni effetti personali dei personaggi: dello storico presidente Lincoln vi era il suo cappello cilindrico, mentre di James Dean vi era il portachiavi. Tutto tornava, ecco perchè quei fantasmi così famosi si fossero messi ad uccidere la gente, ma ciò che fece insospettire Dean fu la presenza di Meg: perchè fosse proprio interessata a quel caso? Sicuramente c'era qualcosaltro sotto, qualcosa che avrebbero dovuto scoprire quella notte, una volta intrufolati all'interno del museo.
Sam ed Hailey uscirono a preparare le munizioni e le armi, lasciandole in bella vista all'interno del bagagliaio, prima di rientrare in stanza in silenzio, trovando il maggiore al telefono dando le spalle alla porta.
"Certo, lo so! Ha distrutto tutta la fiducia che riponevamo in lui per Ruby! A volte mi chiedo come Hailey possa dormire accanto a lui... già, dispiace anche a me... vedremo come si evolverà... d'accordo, ci sentiremo appena avrò notizie.." disse il maggiore sospirando, chiudendo la chiamata e voltandosi verso il resto della stanza, trovando il fratello ad osservarlo con occhi severi.
"Chi era al telefono?" chiese Sam serrando la mascella.
"Bobby; andiamo?" rispose Dean sorridendo, afferrando la sua giacca.
"Quindi faremo finta che io non abbia sentito quello che ho sentito?" chiese Sam continuando a fissarlo in cagnesco.
"Fa finta o no, fa come ti pare!" esclamò Dean sbuffando, infilando la sua giacca.
"Non posso credere che tu faccia così adesso! Mi sono scusato, un miliore di volte!" esclamò Sam allargando le braccia e sospirando, cercando lo sguardo i Hailey, che però lo tenne basso e rimase in silenzio.
"Ti aspetti che un paio di scuse rimedino a più di un anno di menzogne?" chiese Dean sbalordinto, allargando le braccia e sospirando. "Senti, non voglio parlarne al momento! Andiamo in quel dannato museo ed evitiamo che Meg faccia ciò che deve fare senza di noi!".
Senza aggiungere altro, uscì dalla stanza, seguito da Hailey che evitò perfino di guardarlo; Sam sbuffò e sospirò, passandosi una mano sulla fronte e chiedendosi cosa avrebbe potuto fare per rimediare definitivamente.
Uccidere Lucifero? Portare Katherine a casa? Si convinse che se anche avesse fatto queste cose, Dean avrebbe trovato un modo di colpevolizzarlo; scosse la testa ed uscì dalla stanza, raggiungendo i due ragazzi e salendo in auto, mentre un viaggo silenzioso li accompagnò al museo.
Non appena arrivarono, non notarono nulla di strano, nessun tremore delle luci, nessun abbassamento della temperature: nulla di nulla. Ma decisero di bruciare ugualmente gli effetti personali di tutti i personaggi rappresentati dalle statue, registrando una semplice calma piatta.
Tornarono al motel, pieni di dubbi sulla fine di quel caso ed evitarono di dire qualsiasi cosa, consci che da lì a breve sarebbe scoppiata l'ennesima lite se avessero parlato; Dean si girò e si rigirò nel letto nella sua stanza, pensando ancora una volta a Meg, Katherine, Lucifero e a quel dannato caso. Aveva così bisogno di risolvere tutte quelle faccende, di rivedere Katherine: non riuscì a credere di aver passato 2 mesi senza vederla, senza sentire la sua voce, senza poterla stringere fra le sue braccia. Perchè spegnere la sua umanità se aveva ancora accanto la sua famiglia? Se aveva accanto lui?
Sospirò e si alzò dal letto, accendendo la luce ed afferrando il suo cellulare: quella notte si sentì così debole e solo, che l'unica che lo avrebbe potuto aiutare sarebbe stata lei. Senza riflettere, compose il suo numero, esattamente come fece qualche volta durante quei mesi, e sentì la voce preregistrata della sua segreteria telefonica. 
Il segnale acustico rombò nel suo orecchio, ma le parole gli morirono in gola; non lasciò mai un messaggio in segreteria, perchè proprio quel giorno avrebbe fatto la differenza?
"C-ciao Kath, sono io... sono Dean.." sussurrò il ragazzo abbassando il capo e tenendo un'impugnatura salda sul telefono, come se lei potesse rispondere da un momento all'altro. "..non so se sentirai questo messaggio, ma volevo solo sapere come te la passi.. io devo ammettere che non me la cavo tanto bene senza di te; sto provando ad andare avanti, ma davvero non ci riesco.. La vita qui è dura senza di te.. mi sento come se potessi impazzire da un momento all'altro e questo non va bene durante le cacce.. Mi manchi Kath, mi manca quello che avevamo.. quando senti il messaggio chiamami o scrivimi ok? Mi aiuterebbe molto sapere che sei ancora viva e che stai ben---".
Il messaggio automatico si chiuse, inviando solamente la parte del messaggio registrato; il ragazzo sperò con tutto il suo cuore che Katherine sentisse quel messaggio e che potesse i nuovo provare qualcosa. La speranza è l'utima a morire, no? 
Posò il telefono e spense la luce, sperando di poter dormire almeno qualche ora e di poter scovare Meg e scoprire i suoi interessi.
 
 
Come già sospettarono i ragazzi, l'indomani arrivò una chiamata della polizia locale, informandoli che delle ragazze vennero aggredite da qualcuno che assomigliasse molto a Paris Hilton: ciò demolì la teroria del fantasma. Dopo molte ricerche, i ragazzi riuscirono a capire che si trattasse di un dio pagano, Leshi, abituato a sfamarsi dei suoi fan, proprio come fece sotto forma di James Dean e di Abramo Lincoln; l'unico modo per liberarsi di quel mostro sarebbe stato tagliargli la testa con un'ascia di ferro, facendola sparire per sempre dalla terra.
Aspettarono la notte e si intrufolarono nuovamente nel museo, arrivando fino al seminterrato, dove trovarono una delle regazze aggredite legate ad un albero e miracolosamente viva; non appena cercarono di liberarla, furono attaccati alle spalle e vennero messi k.o.
Quel dio pagano sotto forma di Paris Hilton li legò e intrappolò uno vicino all'altro, aspettando solamente che si svegliassero: raccontò loro quanto fosse stata felice dell'Apocalissse, non avrebbe più dovuto fare attenzione a quello che mangiava. Confermò la loro teoria che quel mostro si nutrisse dei suoi fan e li infrò che avrebbe riservato lo stesso trattamento anche a loro tre; disse loro che fosse in grado di leggere nel pensiero e rise leggendo l'animo tormentato di Dean.
"Abbandonato da tuo padre, abbandonato da Katherine.." sussurrò con l'aspetto della Hilton con un ghigno sul viso, assottigliando gli occhi. "..riesci a tenerti qualcuno, Dean?".
Il ragazzo abbassò gli occhi e sospirando, cercando di non farsi notare nel tentativo di slegarsi ed ucciderla; il dio paganto lo osservò attenamente, notando quanto quello fosse il suo tasto dolente e preferì infierire fino alla fine prima di ucciderlo.
"Sai, ho sentito molto parlare di lei.." sussurrò ridendo, avvicinandosi. "..non vorrei incontrarla in un vicolo deserto la notte! Ha già fatto fuori parecchie persone, lei è diversa dagli altri demoni".
"Non credo ad una sola parola, Katherine non ucciderebbe mai nessuno!" esclamò Dean ringhiandole in faccia. 
"Ma lo ha fatto! Ha squartato e dilaniato e fatto gridare pietà anche ai peggiori demoni e umani, è diventata un vero mostro.. lei è crudele! Katherine e Lucifero si meritano a vicenda, ecco perchè vanno così d'accordo.." sussurrò continuando a ridere.
"Lei è ancora con Lucifero?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e spalancando la bocca. "No, è impossibile!".
"Ooh, invece si! Vogliono distruggere tutto, il pianeta, gli umani, gli angeli!" esclamò il dio pagano ridendo e piegando la testa all'indietro. "E voi siete così adorabili a cercare di farla tornare dalla vostra parte!".
"Ti ho detto di smetterla!" esclamò Dean liberandosi finalmente e colpendola in pieno viso.
Iniziò una colluttazione fra i due, ma la Hilton ebbe la meglio, bloccandolo a terra e prendendo a colpirlo in pieno viso; la situazione degenerò: Sam riuscì a liberarsi, correndo subito in soccorso del fratello, togliendogli di dosso quel mostro.
Nonostante incarnasse un personaggio esile, quel dio pagano ebbe una tale forza da mettere k.o. i due ragazzi in pochi secondi di lotta, stordendoli e confondendogli la vista, lasciandoli a terra con labbra e zigomi spaccati; Hailey fece tutto il possibile per liberarsi, ma ogni tentativo fu vano: le sue corde erano troppo strette.
"Ti ucciderò, brutta stronza!" esclamò la Cacciatrice agitandosi inutilmente, così la creatura la colpì in pieno viso, stordendola nuovamente.
Passò qualche altro secondo, ed improvvisamente tutto ciò che i presenti riuscirono ad udire furono delle grida, forti e disperate: quel dio pagano stava morendo, ma erano fin troppo storditi per mettere a fuoco la seconda figura che gli si parò davanti. Tutto ciò che riuscirono a notare, furono dei capelli neri come la pece ed una sagoma tagliare di netto il collo del dio, afferrando qualcosa dal suo corpo. 
La figura si avvicinò lentamente ad osservarli e per qualche secondo temerono per il peggio, ma dopo averli semplicemente guardati, si dileguò, tornando da dove fosse venuta e scappando il più velocemete possibile da loro.

 
 
"Cosa avrà preso?" chiese Hailey sospirando, sedendosi sulla sedia e puntando lo sguardo sui due ragazzi.
"Di certo non era lì per salvare noi.." sussurrò Sam sospirando, prendendo posto sul piccolo divano piazzato nella stanza.
"Beh, immagino che ci abbia fregati! Proprio come ha detto lei.." sussurrò Dean sbuffando e prendendo un sorso dalla sua bottiglia di birra. ".. è sempre un passo avanti a noi!".
"Però io non ricordavo Meg così" disse Sam scuotendo la testa e sospirando. "C'è qualcosa di strano in tutto questo".
"E' un demone, Sam!" esclamò il maggiore rivolgendogli uno sguardo di fuoco. "Vuoi di nuovo tentare di psicoanalizzarne un altro?!".
"Dico solo che mi sembra strano! Proprio perhè ci ha dato del filo da torcere negli anni conosco il suo modus operandi!" esclamò Sam sospirando e scuotendo la testa, facendo una smorfia con il viso. "Da quando Meg lascia biglietti o se ci vede a terra scappa senza colpire?".
"Non ci interessa!" esclamò Dean infuriandosi, scuotendo la testa e sospirando. "Dobbiamo solo aspettare la prossima mossa e cercare di non fallire!".
"Continuo a pensare che non si tratti di lei.." sussurrò Sam scuotendo la testa e facendo spallucce.
"Ma perchè continui a parlare?!" esclamò Dean fulminandolo con lo sguardo, sentendo il sangue bollire nelle sue vene.
"Dean.." sussurrò Hailey richiamandolo con disappunto. Anche lei era arrabbiata, ma non poteva sopportare di vederlo continuamente attaccato.
"No, lascialo parlare!" esclamò Sam alzandosi e fissandolo negli occhi, ormai stufo di quella continua tensione. "Perchè non ti sfoghi una volta per tutte?!".
"Perchè non ne vale la pena!" urlò il maggiore sbattendo con violenza la sua bottiglai sul tavolo, facendo fuoriuscire un po' di birra, alzandosi e voltandosi verso la finestra.
"Bene, allora lo farò io!" esclamò il ragazzo infuriandosi. "Sono stufo marcio di dover essere sempre tratto come il tuo fratellino da proteggere, sono cresciuto nel frattempo Dean! E ho fatto i miei errori!".
"Si, puoi dirlo forte! Hai fatto davvero tanti, troppi, errori!" esclamò il maggiore, infuriandosi voltandosi e guardandolo nuovamente negli occhi.
"Lo so, ne sono consapevole! Non ti fidi di me? Fai bene! Neanche io mi fido di me stesso!" esclamò Sam allargando le braccia e ricambiando lo sguardo. "Il sangue demoniaco è stato il fulcro della mia vita per così tanto tempo, dicevo a me stesso che le mie intenzioni fossero giuste, che nessuno si sarebbe fatto del male, ma invece è successo tutto l'opposto! Non posso dare la colpa al sangue demoniaco o a Ruby, il vero problema sono io! Non so fino a dove mi spingerò se..".
"..se dovessi incontrare un demone sanguinante durante una caccia?!" esclamò Dean allargando le braccia e sospirando, furioso più che mai. 
"Si!" esclamò Sam annuendo e abbassando lo sguardo. "E questo mi spaventa molto; credo di dover fare un passo indietro questa volta. Forse è meglio se per un po' ci separiamo..".
"Credo anche io che sia la cosa migliore.." sussurrò il maggiore abbassando lo sguardo e sospirando. 
"Cosa?! No! Siete impazziti?!" esclamò Hailey che aveva assistito alla lite in silenzio. "Non possiamo dividerci, siamo tutto ciò che ci resta!".
"Hailey riflettici: abbiamo passato più tempo a preoccuparci per lui che a svolgere bene il nostro lavoro, e sai bene che questo non possiamo proprio permettercelo adesso!" esclamò Dean guardandola e facendo spallucce. "E' meglio così per il momento!".
"No, Sam, non puoi semplicemente andartene!" esclamò la ragazza avanzando e parandosi davanti al cacciatore. "Lucifero ti vuole e non puoi stare da solo: se ti attaccasse? Se ti costringesse a dire di si?!".
"Ho bisogno di stare un po per conto mio, Hailey.." sussurrò Sam sospirando e scuotendo leggermente la testa. "..e non fingiamo che tu non sia ancora arrabbiata con me, perchè non ci credo".
"Certo che lo sono! Sono furiosa!" esclamò Hailey sentendo gli occhi pungere e diventare sempre più lucidi. "Mi hai mentito mentre stavamo insieme, mi hai riempito di bugie per vedere Ruby e riempirti del suo sangue! Come dovrei sentirmi se non delusa e arrabbiata?".
"Mi dispiace tanto per questo.." sussurrò il ragazzo avvicinandosi il più possibile e afferrando le sue mani fra le sue. "..perdonami se puoi.. mi dispiace davvero!".
"Questo l'hai già detto.." sussurrò Hailey liberandosi dalla presa del ragazzo e voltandosi verso la finestra, sentendo delle lacrime silenziose prendere a colarle sul viso. "..vai e basta!".
Il minore annuì, mordendosi l'interno delle guance per evitare che anche dai suoi occhi uscissero delle lacrime silenziose: si sentì male solamente all'idea di separarsi da Dean e da Hailey, avevano già perso tutti Katherine, come avrebbe fatto ad andare via concretamente? Tuttavia era necessaria una pausa tra i due fratelli, Sam aveva bisogno di poter respirare senza essere continuamente controllato, senza essere canzonato per qualsiasi cosa e senza dover sentirsi per forza a disagio con la sua stessa famiglia.
Sospirò rumorosamente ed afferrò il suo borsone, già pieno delle sue cose e lentamente si avviò verso la porta della stanza: la aprì e silenziosamente si voltò verso il fratello, l'unico che avesse ancora lo sguardo puntato su di lui.
Il minore fu stupito nell'osservare quel repentino cambio di espressione: durante la lite di poco prima, e durante gli ultimi due mesi, Dean lo aveva osservato come se la colpa di tutto ricadesse su di lui, come se la decisione di Katherine di andare via fosse colpa sua, come se tutto dipendesse da lui; gli aveva lanciato continuamente degli sguardi di fuoco, lo aveva zittito in molte occasioni e messo in difficoltà continuamente. Ma in quel momento Dean lo osservò come un semplice fratello maggiore, non ancora pronto a lasciarlo andare via senza di lui; Sam lesse sul viso di suo fratello tutta la preoccupazione che esistesse al momento: cosa avrebbe fatto senza di lui? Dove sarebbe andato? Avrebbe mangiato nel modo giusto? Sarebbe stato bene? Come avrebbe pagato una stanza?
La domanda più brutta che gli passò per la testa fu però una soltanto: e se Lucifero fosse arrivato a lui, proprio come suggerì Hailey qualche secondo prima, e lo avesse costretto a  dire si?
"Abbiate cura di voi.." sussurò Sam guardandolo con occhi tristi, per poi spostare lo sguardo su Hailey.
Non mentiva quando le aveva detto che l'amava, provava davvero quei sentimenti per lei, per questo gli risultò davvero pesante partire; chi avrebbe vegliato su di lei se lui fosse andato via?
"Penserò io a lei, Sammy.." sussurrò Dean sospirando, accennando un sorriso, come se gli avesse appena letto nel pensiero. "..tu sta attento a te stesso, fratello..".
Il minore annuì e dopo un ultimissimo sguardo si congedò, uscendo dalla stanza e chiudendosi una volta per tutte la porta alle sue spalle, nonostante gli costasse fatica allontanarsi proprio dalla sua famiglia.




Note dell'autrice:

Buon pomeriggio ragazzi/e! Sono felice di essere riuscita ad aggiornare così in fretta questa volta: questo capitolo è più corto degli altri perchè è un capitolo di transizione, ma già dal prossimo riprenderò la lunghezza media degli altri! :)
Inoltre volevo dirvi che sto rivisionando i primi capitoli, visto che ho notato che il sito ne ha sballati molti, non rispettando la compattazione che avevo impostato sull'editor, e oltre ad aggiustarli in quel senso, rivisionerò anche il testo! Sono già arrivata al quinto capitolo e spero di non togliere troppo tempo all'evoluzione della storia!
Vi ringrazio se siete arrivati fino a qui e volevo anche ricordarvi quanto mi facciano piacere le vostre opinioni e i vostri commenti su ciò che scrivo e sulla storia in sè! Cosa ne pensate sull'evoluzione del personaggio di Katherine? Vi piace la piega che sta prendendo? Vi aspetto! :)
Alla prossima ragazzi/e! :* :)

 

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Capitolo 54
*** Deep in my bones, straight from inside: I'm redioactive. ***




Capitolo 42. 

Deep in my bones, straight from inside: I'm redioactive.


 

 
Ispira. Espira. Ispira. Espira.
Il battito cardiaco fin troppo accelerato e il fiato corto la stavano sfinendo, ma nonostante ciò continuò a correre, sentendo il sudore scendere dalle sue tempie; percorse almeno due isolati dopo il motel per ben tre volte quando cominciò a sentire le energie venirle meno. Non aveva fatto colazione, come spesso faceva, e sentì le sue batterie scaricarsi, nonostante la sveglia fosse appena suonata.
Si concentrò sulla musica alle sue orecchie, cercando inutilmente di scacciare dalla mente i pensieri negativi che l'affliggessero: si erano ormai separati da due settimane, Sam continuò a chiamare ogni giorno e lei continuò a non rispondere.
Non voleva che partisse, era stata sin troppo chiara, ma lui li aveva abbandonati perché aveva bisogno di stare da solo e a quanto pare anche Dean era d'accordo; ma lei non lo era e questo Sam non lo ascoltò. 
Avevano bisogno di rimanere tutti insieme per combattere l'Apocalisse e ritrovare Katherine, perché lei e Dean dovevano necessariamente preoccuparsi anche per lui? 
Hailey sapeva benissimo dove si trovasse, sapeva che si fosse trovato un lavoro da cameriere per non attirare troppo l'attenzione sul nuovo arrivato in città, sapeva il motel nel quale alloggiasse, ed era abbastanza sicuro che anche Sam sapesse tutte quelle cose di loro, poteva tornare in qualsiasi momento, lei lo avrebbe accolto; sospirò e fece il giro di ritorno, intenzionata per com'era a farsi una doccia e successivamente una bella mangiata con Dean. 
La criticó quella mattina quando la vide alzarsi dal letto ed infilarsi la tuta e le scarpe da tennis, borbottando qualcosa di incomprensibile, ancora addormentato per com'era: fu sicura che lo avrebbe trovato ancora sotto le lenzuola una volta rientrata.
Quella volta gli toccò prendere una camera doppia, per via della scarsa disponibilità del motel, ma non diede fastidio a nessuno dei due: nonostante fosse più grande di qualche anno, Dean prese a guardarla con l'occhio del fratello maggiore, cercando di proteggerla durante le cacce ed aiutandola ad affrontare l'assenza di Sam.
Del resto, chi meglio di lui poteva sapere cosa si provasse ad essere piantati dalla propria metà?
Aprì la porta con uno scatto, togliendosi le cuffie e sorrise trovando Dean seduto sul bordo del letto con sguardo ancora confuso e disorientato: dopo due mesi e mezzo, finalmente il ragazzo poté dormire per una notte piena, ubriaco per com'era di sonno.
"Buongiorno splendore!" Esclamò Hailey ridendo e chiudendosi la porta alle spalle, dirigendosi verso il minifrigo e bevendo un succo alla frutta. "Il sole è alto nel cielo e tu... beh, tu hai un aspetto orribile!".
Dean la osservò con un sorriso sulle labbra, nonostante avesse ancora gli occhi mezzi chiusi, e le tirò il cuscino, tornando a distendersi durante il tempo che la ragazza usò per fare la doccia; dopo che l'ebbe fatta anche lui, uscirono per la colazione e si misero subito alla ricerca di un nuovo caso: proprio a pochi km dalla città in cui si trovavano, vi erano stati numerose morti insolite, accomunate dalla mancanza di sangue nelle vittime. Vampiri.
L'ennesimo caso in quelle due settimane: da quando si era alzato il sipario dell'Apocalisse atto I, i mostri si erano presi una pausa, probabilmente studiando nuovi piani per attaccare, ma in quegli ultimi giorni si intensificarono le morti violente e misteriose e si moltiplicó il lavoro per i cacciatori.
Corsero nuovamente all'interno dell'Impala dirigendosi da quei simpatici figli di puttana che avrebbero ucciso senza pietà.
 
 
 
"Voglio un doppio humburger con bacon e formaggio e un contorno di patatine fritte abbondanti!" Esclamò un uomo sulla sessantina, porgendogli il menù e sorridendo.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, chiedendosi se quell'uomo sapesse il danno che stesse facendo alle sue coronarie; scosse la testa e si diresse in cucina, lasciando l'ordinazione al cuoco e tornando a sistemare il locale, in attesa che qualche altro cliente chiedesse di poter ordinare; la sua vita era davvero tanto cambiata rispetto a qualche settimana prima.  
Non gli mancava affatto quella vita, uccidere mostri e rischiare la pelle tutti i giorni, ma i ragazzi, la sua famiglia.. quello era un altro paio di maniche. Sapeva che non sarebbe riuscito a resistere molto senza di loro, senza poter avere l'ennesima scazzottata con suo fratello e senza poter abbracciare la sua ragazza, dimenticandosi di tutto quel casino.
La sua ragazza. 
Sorrise amaramente a quella frase: se n'era andato, l'aveva lasciata da sola con suo fratello in un momento come quello, che diritto aveva di chiamarla ancora così? Gli aveva chiesto con le lacrime agli occhi di restare, di non andare via da loro, da lei, perché aveva già perso abbastanza persone nella sua vita ed era così stanca di far finta che tutto andasse bene, perché non era la verità: non andava bene, pezzo dopo pezzo, il mondo prese a caderle addosso sin da quando mise piede in quel pianeta.
Prima i suoi genitori l'abbandonarono, poi fu prigioniera del Consiglio per anni, la Maledizione che si impossessò di lei, dovette affrontare la morte della sorella e chiedere il suo aiuto agli angeli, la storia con Gabriel... successivamente, quando pensava che il peggio fosse passato, la vita decise di farla ricredere: perse Gabriel, perse Bela, perse Katherine e adesso aveva perso lui. 
Come avrebbe fatto a farsi perdonare ? Lui doveva disintossicarsi, staccare la spina, ma Hailey che avrebbe fatto durante quel tempo? L'avrebbe aspettato? 
"Hay, Kit, l'ordinazione del tavolo 7 è pronta!" Esclamò la sua collega sospirando, porgendo il piatto dall'altro lato del bancone e sfiorandogli le mai, per poi tornare alla cassa.
Era ormai palese quanto la ragazza ci stesse provando con lui: in quelle settimane continuò ad invitarlo a cena fuori, ma Sam aveva sempre declinato l'offerta. Pensò che prima o poi sarebbe arrivato il momento di rivelarle che fosse già impegnato con un'altra donna.
"Grazie Pam!" Esclamò Sam ricambiando il sorriso, afferrando il piatto con quel grosso panino pieno zeppo di carne e pane, portandolo all'uomo grassoccio che lo osservò con un grande sorriso. 
Tornò alla sua postazione, accolse altri clienti e gli indicò un posto dove sedersi e poter decidere con calma ciò che avrebbero voluto mangiare; dopo qualche minuto prese le ordinazioni, entrando nuovamente nella cucina, portandole dal cuoco.
Sospirò, fermandosi e scuotendo la testa; stava davvero staccando la spina, ma come avrebbe gestito il suo ritorno ?
 
 
 
"Tesoro, perché non ci fai il pieno ?" Esclamò Hailey schiacciando l'occhio al barista che da una ventina di minuti aveva preso a provarci con lei.
Dopo neanche pochi secondi, il ragazzo si presentò con altri due cocktail e glieli porse gentilmente, ammiccando e sorridendo, scavalcando la fila di persone che lo richiamarono per farsi servire.
"Ma come diavolo fai?!" Esclamò Dean ridendo di gusto, scuotendo la testa ed afferrando il suo bicchiere.
"Tattiche femminili!" Esclamò la ragazza ridendo, schiacciando l'occhio anche a lui e bevendo qualche sorso del suo cocktail. 
Erano passate ben 12 ore dal loro arrivo in città ed avevano già scovato ed ucciso quei vampiri che poco prudentemente si fossero esposti nei giorni precedenti: i due cacciatori avevano sterminato il loro covo, mettendo un punto alle loro uccisioni.
Lavoravano davvero bene insieme, erano sincronizzati, pensavano nello stesso modo, colpivano nello stesso modo: quella fu l'occasione in cui se ne accorsero, privi di qualsiasi preoccupazioni per i loro fratelli minori.
La ragazza prese un altro sorso abbondante e sorrise, felice di poter divertirsi e staccare un po' la spina; si stiracchió leggermente e mosse il collo a destra e a sinistra, sentendo le ossa scrocchiare.
"Che c'è ? Non dirmi che sei già stanca!" Esclamò Dean ridendo, osservandola con finta aria sorpresa. "O anche questa è una tattica femminile ? Il barista non ha smesso di staccarti gli occhi di dosso".
Hailey rise di gusto, abbassando il viso e scuotendo la testa, per poi voltarsi nuovamente verso il ragazzo; in quell'istante, Dean non potè non cogliere per l'ennesima volta lo sguardo di Katherine in quello della sorella.
La osservò silenziosamente: quella sera indossava dei pantaloni aderenti sul marrone chiaro, un maglioncino a collo alto e lento sul marrone scuro e degli stivali alti, che slanciarono ancora di più la sua figura, mentre alcuni ciuffi laterali dei lunghi capelli castani  vennero legati agli altri tramite una pinzetta, ma alcuni ribelli continuarono a caderle attorno al viso.
Gli sorrise e Dean non riuscì a non notare la dolcezza nascere sul suo volto, come quella letta e riconosciuta sul volto di Katherine quando entrò per le prima volta nelle loro vite, dopo la perdita della memoria e la storia del Jinn; la maggiore dimostrava almeno 7 anni in meno e se non avesse conosciuto Katherine ne lei, sarebbe stata sicuramente il tipo a cui lui avrebbe offerto da bere.
"Sai, stavo pensando che potremmo prendere un altro cocktail e fare una partita..".
"Partita?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, seguendo lo sguardo della ragazza.
Un grande tavolo da biliardo era posto in un angolo del locale, completamente abbandonato da tutti; con un sorriso annuì e ordinó qualche altra cosa da bere.
Si diressero verso il tavolo ed in fretta presero le stecche: Dean posizionó le 16 palle da biliardo al centro all'interno del triangolo e sorrise, facendole segno di cominciare; la ragazza ebbe la sensazione di essere sottovalutata, forse il cacciatore era convinto che sarebbe stato facile batterla.
Sorrise e si piegó sul tavolo, tenendo fra le mani la stecca: cercò l'angolazione più favorevole per mettere più palle in buca e sorrise, alzando lo sguardo e puntandolo in quello del ragazzo. 
"Facciamo così: se riesco a farne entrare in buca almeno 6 con questo colpo, offri da bere tu per il resto della serata; in caso contrario offro io.." disse Hailey ridendo. "..o hai paura di poter essere battuto da una ragazza?".
Dean aggrottó la fronte, ma successivamente annuì, avvicinandosi e fissandola negli occhi. 
"Andata!" Esclamò facendole l'occhiolino  ed appoggiandosi alla sua stecca. "Non lamentarti quando avrai un bel conto salato da pagare però!".
Hailey distolse lo sguardo e sorrise, prendendo nuovamente a fissare le palle; prese un respiro e con uno scatto secco, colpì la prima delle palle disposte a piramide ed un forte schiocco raggiunse le orecchie dei due ragazzi.
Il tavolo fu invaso da queste trottole che corsero immediatamente in tutte le direzioni: moltissime andarono in buca, lasciando il ragazzo senza parole,  osservando il verde del biliardo quasi desolato; Hailey si rimise dritta e sorrise, appoggiandosi alla stecca e sollevando un sopracciglio.
"Dovrei averne messe in buca 8-9?" Chiese la ragazza ridendo di gusto. "Che dici Dean? Fortuna del principiante?".
"Io non... non è possibile!" Esclamò il ragazzo sgranando gli occhi. "Dove hai imparato a fare questo?".
"Pensi di essere l'unico frequentatore incallito dei bar?" Chiese Hailey ridendo di gusto.
"Evidentemente no!" Esclamò Dean scuotendo la testa e togliendosi la giacca, pronto a cogliere un'altra sfida. 
 
 
 
 
Bruciore, tutto ciò che riuscì ad avvertire in quel momento fu un bruciore intenso: Pam era china su di lui, seduto su una sedia del bar, intenta a medicargli una ferita sul sopracciglio e sullo zigomo sinistro.
Quel giorno degli amici di Bobby vennero a trovarlo a lavoro, invitandolo  a trascorrere qualche giorno con loro durante la caccia, ma lui declinó l'offerta, invitandoli a tornare non appena avessero concluso il caso; ciò che il ragazzo non poté prevedere, fu che i cacciatori amici del suo vecchio tornarono veramente a trovarlo, ma con tutta l'intenzione di farlo fuori. Uno di loro perse la vita durante lo scontro con dei demoni, i quali avevano raccontato loro ciò che era solito fare Sam con il loro sangue; entrarono nel locale alla chiusura, imbracciando fucili e pistole.
Gli arrivarono alle spalle e lo bloccarono in una morsa d'acciaio, tenendo in una boccetta un po' di sangue demoniaco, volendo testare se ciò che avessero detto i demoni fosse vero; Sam riuscì a liberarsi e a mandarli via a suon di pugni, sotto lo sguardo traumatizzato e spaventato della ragazza.
Sarebbe stato bene parlarle e assicurarsi che dimenticasse tutto prima che andasse via, cercando di darle meno problemi possibili, ma nonostante si fosse offerta di medicargli le ferite, non aveva ancora detto una sola parola.
"Pam, io..." iniziò il ragazzo guardandola con occhi tristi.
"Kit va tutto bene..." sussurró accennando un sorriso, continuando disinfettare le ferite. "..sul serio".
"..quello che hai visto, Pam, potrebbe sembrarti strano, ma c'è una spiegazione valida a tutto ciò.." sussurró il ragazzo sospirando, incurvando le spalle e gesticolando con una mano.
"Non mi devi nessuna spiegazione, non sono affari miei.." sussurró dolcemente la ragazza sorridendo, voltandosi e mettendo  a posto la cassetta del pronto soccorso. "... ho finito..".
Senza dire una parola, il ragazzo sospirò e si rialzó, avanzando verso il bancone, rivolgendole un'ultima occhiata.
"Mi dispiace davvero che tu mi abbia visto combattere con quei tipi, dico sul serio.." disse Sam catturando nuovamente l'attenzione della ragazza. "..mi dispiace..".
Abbassò lo sguardo e silenziosamente si voltó, pensando in quale altra città potesse andare o se fosse il caso di tornare da Hailey e Dean; si avvió verso la porta, aprendola lentamente. 
"Domani è giorno di paga, non fare tardi, d'accordo Sam?" Chiese Pam sollevando un sopracciglio, facendolo voltare di scatto con un'espressione curiosa. "Ti hanno chiamato così.. e poi è un nome di gran lunga più bello di Kit!".
Il ragazzo sorrise e annuì, sentendo di aver davvero trovato un'amica in tutta quella storia; senza aggiungere altro, si voltó nuovamente e si diresse verso la sua stanza, non molto lontano dal locale.
Sarebbe stato sempre così ? La sua vecchia vita sarebbe tornata indietro a tormentarlo per sempre finchè non vi avesse fatto ritorno?
 
 
 
Fra risate e altro alcol, la serata progredí: Hailey continuò a battere Dean e lui continuò ad offrire per tutta la serata. Si stava istaurando davvero un bel rapporto fra di loro, specialmente quella sera si stavano davvero divertendo tanto.
Decisero che fosse arrivata l'ora di tornare in stanza e riposare, così l'indomani sarebbero stati nuovamente operativi e insieme uscirono dal locale; la ragazza osservò l'orologio, che segnava le 4 e 15, chiedendosi mentalmente come mai il bar non avesse chiuso prima.
Arrivarono alla stanza ed in fretta entrarono, con l'unico pensiero di gettarsi sul proprio letto e sprofondare in un sonno profondo; ma dopo l'ennesima battuta e l'ennesima risata Dean, sdraiato sul suo letto, si voltó verso la ragazza, sdraiata nel proprio, e le sorrise gentilmente.
"Grazie".
"Per cosa?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, abbracciata al suo cuscino. 
"Stasera mi sono divertito davvero, non succedeva da... anni.." sussurró Dean facendo spallucce e sospirando.
La ragazza notó come il suo sguardo stesse diventando nuovamente triste e sospirò di dispiacere; lo incastró con i suoi occhi nocciola ma tendenti al verde, e sorrise. 
"Non ti nascondo quello che penso: sarà dura, dannatamente dura, Dean.." sussurró Hailey sospirando. "..strapparla dal male sarà molto difficile, dovremo farle provare qualcosa e ti assicuro che non sarà facile... ma se ci riusciremo devi essere preparato: non sarà la stessa persona che hai conosciuto tu.. il male ti cambia..".
"Ha cambiato te?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, continuandola a fissare. 
"Beh sai, io ho avuto un piccolo aiuto angelico: Gabriel ha fatto un enorme lavoro con me, ma ogni tanto continuo a sentire dentro di me il desiderio di abbandonarmi di nuovo alla violenza e alla malvagità.." disse Hailey sospirando e facendo spallucce. "... e poi io ero da sola, lei è guidata da Lucifero".
Dean sospirò rumorosamente e scosse la testa, sentendo la testa prendere a pulsare e chiuse gli occhi, distendendosi sulla schiena e pensando a quanto sarebbe stato bello vivere come tutti gli altri umani, senza avere la consapevolezza che angeli, demoni e misteriose creature esistessero e camminassero fra loro.
 
 
 
I suoi occhi continuarono ad osservare in disparte nell'oscurità ciò che stesse accadendo dentro il locale, senza poter intervenire: non ancora. Avrebbe aspettato ancora qualche istante, soffocando l'istinto omicida che le galoppó a velocità pericolosa sul petto; osservò dalla finestra i due uomini essere messi al teppeto da Sam, che li cacciò intimandogli di non farsi più vedere, altrimenti li avrebbe uccisi.
Non ti crederebbe nessuno con quegli occhi da cucciolo, Sammy! Pensò sorridendo, continuando a guardarlo.
Osservò i due uomini che avessero colpito il ragazzo in pieno viso, somministrandogli del sangue demoniaco, uscire correndo dal locale con la coda fra le gambe, spaventati da ciò che gli avesse fatto Sam. 
Vigliacchi! Esclamò mentalmente osservarli con disprezzo. 
Scosse la testa e rimanendo nell'ombra si incamminó, volgendo un ultimo sguardo al ragazzo dentro il locale: una collega, una bionda, gli corse incontro osservando la gravità delle ferite. Sarebbe stato in buone mani, lei poteva andare e finire il lavoro.
Seguì i due uomini, osservandoli correre e chiedersi fra loro che razza di mostro fosse Sam; lei rise, scuotendo la testa e chiedendosi cosa avrebbero pensato del mostro che stava fargli visita.
Attraversarono un vicolo e immediatamente si imbatterono in un motel squallido e scadente, quasi come loro, aggiunse mentalmente; li osservò entrare dentro una stanza, decisamente lontana dalle altre e ne fu particolarmente contenta.
Silenziosamente passò davanti alle altre stanze, sentendo alcune liti dei vicini e pensò di distruggere l'intero motel, ma non avrebbe reso davvero giustizia; il suono lento dei suoi tacchi su quel portico di legno rieccheggió nella sera e speró che loro la sentissero, cominciando ad avere paura.
Canticchió una vecchia canzone che inneggiava la morte, pensò di averla sentita qualche volta alla radio oppure quando il Cavaliere si fosse presentato nella sua mente e l'avesse salvata dopo l'esplosione; il buio della notte l'avvolse, il chiarore della luna la baciò, mettendo in mostra la sua carnagione bianco latte ed il silenzio, apparte le sue scarpe e la sua canzone, l'accompagnó fino alla porta di quei due malcapitati.
"Ooh oooh Death.." sussurró la ragazza sfiorando con il dito il contorno della porta. "...oooh oooh Death...".
Arrivata davanti alla porta bianca, osservó delle chiazze rosse intense a contrastarne il pallore; evidentemente i due cacciatori non si erano accorti di star perdendo sangue, ma lei si. Ne fiutava l'odore, ne respirava la paura, ne avvertiva la presenza.
Toccò il sangue sulla porta e con un sorriso appena accennato ai lati delle sue labbra, disegnò una piccola spirale; non ebbe il tempo di bussare, che uno dei due uomini spalancó la porta e la fissò con occhi sgranati.
Lei rimase immobile, non sollevó la testa per guardarlo, ma solamente gli occhi ed avvertì il sangue gelarsi all'interno delle vene dell'uomo; gli sembrò di star vedendo un fantasma o un altro dei mostri a cui era solito dare la caccia, ma mille volte più inquietante e spaventoso. 
La pelle diafana venne arrossata leggermente sulle gote scarne semplicemente dal freddo, le iridi rosse come il sangue presero a brillare, come un puma quando osserva la sua preda preferita, il rossetto rosso scuro dava un tocco di colore al viso, i vestiti scuri che contrastavano con la sua pelle: in cosa diavolo si erano imbattuti ?
"Tu chi sei?" Chiese l'uomo sgranando gli occhi, terribilmente impaurito e spaventato.
"My name is Death and the end is here........." continuò la ragazza cantando lentamente, scandendo le parole e piegando i lati della bocca all'insù in un ghigno malefico. "E' chiaro che non sono quel Cavaliere oscuro di cui tutti sembrano aver paura, ma vorrei rassicurarvi: sono altrettanto pericolosa!".
L'uomo deglutí a fatica e tentò di chiudere la porta, ma la ragazza con uno scatto felino la bloccó, sbattendogliela di sopra e facendolo indietreggiare quanto bastasse per entrare e chiudersela alle spalle. 
"Che cosa vuoi?" Chiese il secondo uomo, afferrando l'amico e tirandolo indietro con sé, passandogli una pistola.
"Avete trattato male, molto male, il mio amico.." sussurró la ragazza fissando i due, per poi spostare lo sguardo sul resto della camera.
Avevano almeno 10 fucili, 7 pistole e 5 coltelli diversi piazzati sul piccolo tavolino all'interno della stanza, mentre i loro borsoni e le loro cose erano sparse per tutta la camera; tornò a guardarli e sorrise, facendo gelare nuovamente il sangue nelle vene dei due, che indietreggiarono impauriti. 
"Sam Winchester?" chiese il secondo uomo aggrottando le sopracciglia, sentendo il sangue gelarsi nelle sue vene.
"Perché gli avete dato del sangue demoniaco? Sapete che ha dei problemi.." sussurró la ragazza scuotendo la testa, facendo scoccare la lingua in un segno di negazione non appena uno dei due tentò di avvicinarsi al tavolino per prendere il fucile. "Quelli appartengono a me ora".
"Va bene, prendi tutto quello che vuoi e vattene!" Esclamò l'uomo che aveva aperto la porta alla ragazza, pentendosi immediatamente di aver aperto bocca.
"Ci dispiace, ok? Non succederà mai più, non gli daremo più fastidio.." sussurró il secondo uomo sospirando e posando la sua pistola sul letto.
"Oh, questo lo so! Non darete più fastidio a nessuno da stanotte in poi.." sussurró la ragazza sospirando e sorridendo.
"Aspetta, io ti conosco, so chi sei!" Esclamò il primo uomo sospirando, aggrottando le sopracciglia. "Tu sei la Cacciatrice bionda, tu sei.... quella che ha iniziato l'Apocalisse".
"E voi siete i miei migliori fans immagino.." sussurró la ragazza avvicinandosi ulteriormente, sorridendo.
"Per favore, risparmiaci, perdonaci.." sussurró uno dei due sospirando e giungendo le mani come in una preghiera. "...ci dispiace davvero tanto".
La ragazza avanzó, incastrando l'uomo con i suoi grandi e inquietanti occhi rosso rubino, che tremó e abbassò lo sguardo; sorrise e sospirò.
Senza dire una parola di più, Katherine estrasse il suo coltello dalla cintura, pugnalando a morte l'uomo che le avesse aperto la porta, colpendolo in piena pancia, ondeggiando il coltello a destra e sinistra, sentendo i suoi organi interni cadere sul pavimento e riversarsi sulla finta moquette della stanza. Continuò a guardarlo, leggendo negli occhi dell'uomo la paura per ciò che lo attendesse dopo la morte o semplicemente la paura di morire, la ragazza non seppe dirlo. Era una droga per lei, osservare una vita spezzarsi, concludersi, tutto per mano sua; era così potente.
Il secondo uomo tentò di spararle, ma lei gli afferró la mano in tempo, reindirizzandogli il braccio e puntandoglielo contro la testa: senza che se ne potesse rendere conto, il cervello del cacciatore saltò in aria, macchiando la giacca della ragazza e sporcandole il viso.La ragazza sbuffó e si chinò sui due corpi: pulí il suo compagno di omicidi, il coltello con il quale uccise Lilith, e successivamente si pulí il viso con una delle loro camice.
Afferró uno dei loro borsoni e li riempì delle loro armi, chiudendolo, fin quando la sua attenzione fu attirata da una carta di credito posta sul comó della stanza; l'afferró fra le dita e il sorriso ritornò sulle labbra.
"Paghi la tintoria per aver sporcato la mia giacca con il tuo sangue, Mr. Garrison!" Esclamò Katherine ridendo, prima di rivolgere un'ultima occhiata verso i due. 
In silenzio lasciò la stanza, felice di poter iniziare la sua vera missione.
 
 
 
"Non c'è nulla.." sussurrò la ragazza sospirando e scuotendo la testa, seduta al tavolo della loro stanza con i piedi su un'altra sedia, continuando a sfogliare pagine e pagine virtuali di giornali. 
"Filenfio rafio?" chiese Dean sbucando dal bagno, intento a lavarsi i denti e storpiando le parole.
"Esatto" rispose Hailey ridendo per il tono usato dal ragazzo. 
"Rinuovo?!" chiese il ragazzo continuando a strofinare i suoi denti con lo spazzolino, fissandola ancora. 
"Già.." sussurrò sospirando, chiudendo di scatto il pc, osservandolo rientrare nel bagno ed alzando la voce. "..però so come potremmo occupare il nostro tempo, ho un'idea..".
Il ragazzo pronunciò una parola incomprensibile, ma Hailey riuscì a capire che fosse un invito a proseguire il suo discorso, così sospirando si fece coraggio e sospirò nuovamente, voltando lo sguardo verso la finestra che permetteva alla luce del sole alto nel cielo di entrare prepotente nella stanza.
"In realtà ho due proposte, in caso non ti dovesse andare bene la prima.." sussurrò ridendo nervosamente e facendo spallucce, sentendo il ragazzo uscire dal bagno e radunare la sua roba. 
"Andiamo, parla Haileeey!" esclamò Dean roteando gli occhi e sospirando.
"Potremmo andare a trovare Sam, vedere che fa.." sussurrò la ragazza sospirando. "..la sua città e a pochi km dalla nostra, potremmo fare un salto!".
Il ragazzo si irrigidì sul posto, intendo ad infilare i suoi vestiti nel borsone, e si voltò con aria sorpresa e occhi sgranati, come se avesse appena detto di invitare Lucifero per il tè delle 5; dalla sua espressione sbalordita, Hailey capì che non solo Dean non si aspettasse per niente una proposta del genere, ma che non avesse alcuna intenzione di accettare.
"Qual è la seconda opzione?" chiese il ragazzo guardandola con aria severa.
"Dean, non abbiamo notizie da più di due settimane.." sussurrò la ragazza sospirando. "..voglio solo sapere se sta bene!".
"Beh, potresti rispondere alle sue chiamate per sapere questo, non trovi?!" chiese il ragazzo scuotendo la testa, in segno di negazione.
"No, non esiste!" esclamò Hailey scuotendo la testa ed accigliandosi.
"Bene, se vuoi andare, va da sola! Io non verò.." sussurrò Dean voltandosi nuovamente e tornando a sistemare i suoi vestiti.
La ragazza si irritò per le parole del ragazzo, perchè doveva risponderle così? Lei non era Sam, non avevano un legame di sangue e non si sarebbe lasciata trattare così; aggrottò le sopracciglia e corrugò la fronte, afferrando una bottiglia di acqua metà vuota e gliela lanciò con forza di sopra.
Non appena il ragazzo venne colpito al braccio, si voltò sbalordito, fissandola con un enorme punto interrogativo sul viso, sentendo il botto quando cadde rovinosamente a terra; perchè lo aveva fatto?
"Hailey!" la richiamò con tono severo, proprio come un genitore farebbe con un figlio. "Quanti anni hai? Quattro?".
A quelle parole, la ragazza si arrabbiò molto di più, lanciandogli il suo pacco di sigarette vuoto addoso e continuando a guardarlo in cagnesco; serrò le braccia al petto, sotto il seno, pensando a cos'altro avrebbe potuto lanciare se avesse detto un'altra frrase sbagliata.
"Ma sei una bambina per caso?!" esclamò Dean allargando le braccia e fissandola con aria allibita.
"Sei un idiota, potresti aiutarmi a tenere la famiglia unita invece di fare il bambino viziato e orgoglioso, invece di aspettare che Sam faccia il primo passo!" esclamò continuando a guardarlo in cagnesco.
Dean si soffermò ad alcuni termini appena usati dalla ragazza: famiglia e unita. Famiglia unita. Lei voleva solo riportare le cose a qualche mese prima, quando tutti e quattro erano felici di stare insieme, senza troppi problemi; ma lui ancora non poteva, era troppo presto.
"Lo so, anche a me piacerebbe ritrovare quello che avevamo.." sussurrò il ragazzo sospirando e sedendosi accanto alla Cacciatrice, ancora arrbbiata. "..ci siamo divertiti n queste settimane, ma la loro mancanza si sente..".
Hailey scosse la testa e distolse lo sguardo, fissando fuori dalla finestra, cercando di ricacciare indietro le lacrime per la mancanza di quei due; come potevano continuare a vivere in quel modo?
"Io non sono ancora pronto, Hailey.." sussurrò Dean sospirando e facendo spallucce. "..ho bisogno di un altro po' di tempo per evadere dalla rabbia che provo per Sam.. e per Katherine.. potresti aspettarmi? Ti chiedo solo un paio di giorni, poi lo chiameremo..".
La ragazza abbassò lo sguardo, sentendo la rabbia placarsi all'interno di se stessa, capendo appieno le ragioni del cacciatore; sospirò e sciolse le braccia, tornando a voltarsi verso di lui con aria rassegnata: sapeva benissimo che non lo avrebbe lasciato solo, specialmente dopo ciò che li avesse legati durante quelle settimane.
"Allora faremo ciò che dice la mia seconda opzioni senza discutere!" esclamò Hailey assottigliando gli occhi e guardandolo male per qualche secondo. 
"Mi lancerai ancora oggetti addosso?" chiese Dean ridendo e carezzandole un braccio.
"Solo se non farai ciò che dico!" esclamò la ragazza uscendogli la lingua, finendo per sorridergli.
"Comincio a spaventarmi.." sussurrò ridendo e scuotendo leggermente la testa.
"Andiamo da Bobby!" esclamò sospirando e mordendosi il labbro inferiore. "Voglio sapere come sta, non lo vediamo dall'incidente...".
Dean sospirò e annuì silenziosamente, notando il sorriso sulle labbra della ragazza aumentare; rise come una bimba e si diresse verso il lato della sua stanza, riempiendo in fretta e furia i suoi borsoni con tutta la sua roba, felice di poter tornare da quell'uomo che l'accolse con felicità dentro la sua casa.
Il ragazzo la osservò con sguardo vitreo, pensando a quanto sarebbe stato triste il loro incontro e quanto Bobby avrebbe cercato di nascondere l'odio per quella carrozzina, sulla quale sarebbe stato costretto eternamente.
 
 
Un altro giorno passò in fretta, tra clienti intenti a suicidarsi con tutto quel colesterolo e quelle fritture e ubriaconi da cacciare la sera; a rimanere a chiudere il locale furono di nuovo Sam e Pam, che come ogni sera si divisero i compiti: lui ripuliva e metteva in ordine i tavoli e lei sistemava il piano bar e pensava alla cassa.
Nel silenzio del locale, i due ragazzi udirono un leggero rumore delle nocche che sbattevano con neanche troppo vigore contro la porta semichiusa; Sam continuò il suo lavoro in fondo alla sala, mentre la ragazza impegnata a contare i soldi della giornata, alzò lo sguardo e aggrottó le sopracciglia. 
"Siamo chiusi" sussurró accennando un sorriso, studiando la ragazza appena entrata. 
Dei capelli neri corti fino alle spalle le incorniciarono il viso magro e degli occhi azzurro intenso spiccarono sul suo volto chiaro come il latte; indossava dei leggins neri e aderenti, mentre un maglioncino sagomato baige le fasciava perfettamente il busto.
Per qualche istante la cameriera si sentì quasi in soggezione per lo sguardo intenso che la ragazza appena entrata le lanciò; la misteriosa brunetta continuò ad avanzare, fin ad arrivare davanti Pam, che la fissò con aria disorientata. Le sorrise, appoggiando i gomiti al bancone e osservando ogni sua mossa.
"Lo so, ma io ho fame.." disse la ragazza con un tono quasi infantile, da bambina viziata, facendo una smorfia e roteando gli occhi, mentre un rossetto rosso scuro ma intenso le spiccó sulle labbra, rendendola perfetta agli occhi della cameriera.
"Sono sicura che troverai qualche altro locale aperto" sussurró la cameriera sorridendo, facendo spallucce e chiudendo la cassa con uno scatto.
"D'accordo, allora prenderò qualcosa da bere.. whiskey liscio.." sussurró la ragazza sorridendo e sollevando un sopracciglio. "..puoi fare un'eccezione per me?".
La cameriera si morse il labbro inferiore e accennó un sorriso, scese dal suo sgabello e si avvicinò al bancone, affrettandosi a preparare il drink chiesto dalla ragazza, per evitare l'ennesima lite con un cliente sgarbato.
"Solo per stasera.." disse sorridendo, mentre la ragazza si limitò ad annuire e ad osservarsi intorno.
Puntò il suo sguardo su quel lato del locale, cercando disperatamente con lo sguardo il collega di quella cameriera così giovane e ingenua che le fece quasi tenerezza; sicuramente non l'avrebbe coinvolta in un'eventuale scontro.
La ragazza le porse il bicchiere con il suo drink e la brunetta ringraziò, bevendo un sorso abbondante di quel liquido e sentendo la gola bruciare, proprio come piaceva a lei, proprio come aveva sempre fatto ogni sera da circa due mesi e mezzo dopo delle giornate più che pesanti.
"Pam, credevo che avessimo chiuso.." sussurró una voce alle loro spalle, accusando sorpresa nel suo tono.
Con un grande sorriso, la brunetta scattò con lo sgabello, voltandosi con il drink in mano e lo osservò cambiare espressione: dalla sorpresa passò al panico, poi alla felicità e nuovamente alla sorpresa. Fra tutte le persone che avrebbe potuto incontrate in quel bar, non poté credere ai suoi occhi per quanto fosse stupito e felice.
"Eh già, anche la tua amichetta qui lo credeva.." sussurró la ragazza sorridendo e sollevando un sopracciglio, per poi voltarsi verso la ragazza e schiacciarle l'occhio. "..ma poi le ho fatto cambiare idea!".
"Katherine....." sussurró Sam non appena si ricordò come la voce riuscisse ad uscire dalla sua bocca, iniziando a studiarla; sentì il cuore battere più forte e aggrottò le sopracciglia, cominciando a pensare che quello fosse solo un effetto indesiderato della disintossicazione. "....sei veramente tu?".
"Sì tesoro, puoi scommetterci!" Esclamò la ragazza sorridendo, prendendo un altro sorso del suo drink e finendolo tutto d'un fiato. "Sono io".
Si alzò di scatto, posando il bicchiere sul bancone e cominciando a ricambiare lo sguardo del ragazzo, studiandolo a sua volta: aveva il viso sciupato, stanco, mentre dei cerchi violacei marchiarono il contorno occhi, accentuando la sua stanchezza.
"Ti fanno mangiare qui? Sembri dimagrito di almeno 2-3 kg.." sussurró Katherine avvicinandosi e passandogli una mano sul viso, sentendolo imperlato di sudore, prima di voltarsi nuovamente verso la cameriera. "..ovviamente il mio drink lo paga lui".
Sam sorrise e senza dire una parola la strinse fra le sue braccia, stritolandola ed dopo tanto tempo il suo profumo; Dio, quanto le era mancato. 
Dean sarebbe stato entusiasta di sapere che fosse venuta di sua spontanea volontà, voleva dire che c'era ancora speranza per lei.
"Andiamo a parlare di là.." sussurró Katherine cercando di divincolarsi da quell'abbraccio, non più abituata a certi legami e a certi contatti fisici, sgusciando via dalle braccia del ragazzo.
Silenziosamente si allontanarono dalla cameriera, giungendo fino in fondo alla sala, sedendosi al tavolo più lontano con due birre bionde e fredde fra le mani; continuò a studiarla, analizzando quanto i suoi capelli fossero cambiati, quanto lei fosse cambiata. Non riuscì a riconoscere più il suo sguardo dolce e felice di un tempo, tutto ciò che riuscì a vedere nei suoi occhi fu indifferenza.
"Allora big boy, che hai fatto alla faccia?" chiese la ragazza ridendo, appoggiando le labbra sul bordo della bottiglia, ingurgitandone qualche sorso.
Sam si toccò distrattamente il sopracciglio e lo zigomo spaccato, accennando un sorriso imbarazzato; sospirò e disse: "Dei cacciatori sono passati di qua e non erano molto felici di vedermi".
"E perchè?" chiese Katherine sollevando un sopracciglio, sapendo benissimo cosa fosse successo e cosa ne fosse rimasto di quei cacciatori. "Cosa gli avrai mai fatto?".
Il ragazzo abbassò lo sguardo, sperando che la ragazza capisse che non ne volesse parlare e sospirò; dopo qualche secondi di silenzio, volse nuovamente gli occhi in quelli azzurri della ragazza, decidendo di non volersene perdere neanche un secondo.
"Perché questo cambiamento ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, cambiando completamente discorso, stappando la sua birra e prendendone un sorso. "Non fraintendermi, stai alla grande! Ma perché?".
"Mi ero stancata del biondo: implica luce, gioia, amore! Tutto ciò che non mi appartiene più" disse Katherine sorridendo e bevendo un sorso anche lei, facendo spallucce e disegnando una smorfia sul suo viso. 
"E il nero cosa indica?" Chiese Sam sospirando.
"Oscurità, odio, rispetto" rispose di getto la ragazza, mantenendo il sorriso e il contatto visivo.
"Rispetto?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Non leggi i giornali demoniaci? L'inferno ha cambiato gestione!" Esclamò Katherine ridendo di gusto, estraendo dalla sua borsa una sigaretta ed un accendino. "Non volevo somigliare a Barbie mentre torturo demoni: chi mi avrebbe obbedito?".
La accese, non curandosi dei numerosi cartelli posti in bella vista con su scritto "vietato fumare" e prese a ciccare la cenere per terra; cosa le poteva importare, non sarebbe stata lei a pulire.
"E chi comanda adesso? Tu e Lucifero giocate al re e alla regina cattivi?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e sgranando leggermente gli occhi, mentre la tristezza se ne impossessó. 
"Io ho la mia buona percentuale, i miei uomini" rispose la ragazza sorridendo, mordendosi il labbro inferiore e ammiccando in direzione di Sam. "Tu invece che mi dici? Che ci fai in questa topaia?".
"Ho mollato i ragazzi per un po'.." disse Sam abbassando gli occhi e prendendo un altro sorso della sua birra. "..volevo solo cambiare aria".
"Siete così peggiorati senza di me?" Chiese Katherine ironicamente, ridendo.
Il ragazzo la guardò per qualche altro secondo ed il suo sorriso scemó, conscio che capisse quanto fosse andata a parare vicino con quella frase. Si schiarí la gola e prese un altro sorso di birra, osservando la ragazza prendere un tiro dalla sua sigaretta.
"Quindi eri tu la misteriosa ragazza bruna che ha lasciato il bigliettino a Dean?" Chiese Sam deglutendo con fatica e sospirando.
"Sì, diamine! Insomma, ho saputo che mi avevate scambiata per quell'abominio di Meg.." sussurró Katherine con una smorfia di disgusto sul viso, fissando in cagnesco il ragazzo per qualche secondo. "Non è stato molto carino da parte vostra!".
"Lo abbiamo pensato perché lei ha fatto possedere Bobby da uno dei suoi e si è pugnalato.." sussurró Sam abbassando lo sguardo e sospirando. "..ne eri a conoscenza?".
"Vedi Sammy, c'è un motivo se ho aspettato 2 mesi e mezzo prima di contattarti: la mia trasformazione è stata lunga, ho avuto bisogno di tempo per controllare appieno i miei poteri e ho ancora molte battaglie da affrontare.." sussurró la ragazza sorridendo. "..ho detto a Bobby che lo avrei aiutato e lo farò! Tornerà a camminare e uccideró Meg, voglio che soffra!".
"Correró il rischio di essere ferito anche io, ma che ti importa, dato che i tuoi sentimenti sono stati spenti?" Chiese Sam sollevando un sopracciglio e prendendo a studiarla nuovamente. 
"Non mi importa infatti, ma Bobby mi ha aiutato per così tanto tempo e io non amo avere debiti" disse Katherine facendo spallucce, gettando la cicca a terra e spegnendola versandole sopra un po' di birra, rimanendo ferma ad osservare il ragazzo.
"E Meg?" Chiese Sam sospirando e aggrottando le sopracciglia. inserire i passaggi del 6
"Lei ha fallito!!!" Esclamò Katherine cambiando espressione e alzando di molto il tono della voce, mentre i suoi occhi cominciarono a mutare, passando dal tanto amato azzurro cielo al rosso chiaro. "Le avevo ordinato di scoprire un informazione e lei ha tentato di uccidere Dean e c'è quasi riuscita con Bobby! Se non imparano ad obbedire ora, in futuro regnerá l'anarchia".
Sam rimase qualche secondo ad osservarla con bocca aperta e occhi sgranati, non riuscendo a credere che quelle parole fossero uscite proprio dalle sua labbra; come poteva essere cambiata così tanto, se esternamente rimaneva sempre la stessa?
Si accese un lampo infuocato nei suoi occhi e Sam per qualche secondo ebbe paura, paura per la sua collega del tutto ignara che in quel locale insieme a loro ci fosse uno dei più potenti demoni della terra; ma la ragazza non voleva colpire Pam: un ricordo si insinuò nel suo cervello, distogliendo l'attenzione da chi avesse davanti a sè, di quando Meg si impossessò del corpo di Sam e la catturò, legandola e puntandole contro pistole e coltelli.
 
"Sei patetica, mi hai dovuta legare per picchiarmi. Che diavolo vuoi da me e da Sam?" chiese a denti stretti la ragazza, sentendo le catene prendere a lesionare la pelle dei polsi.
Si sedette davanti a lei e la fissò per qualche secondo con un grande sorriso, prima di sussurrare: "Sai che c'è? Tutti ti credono morta e di certo non sarò io a dire la verità.  Recupererai la memoria e quando lo farai, sarai troppo legata ai fratelli per separarti da loro. Chissà che sorpresa sarebbe per Henry, per Giles.." scoppiò in un'altra risata osservando la sua espressione. "... o per Judith!". 
"Ti ucciderò prima o poi, è una promessa!" esclamò cercando di dimenarsi ma con scarsi risultati; Sam, o chi per lui, stanco di parlare, le mise un fazzoletto di cotone in bocca per zittirla e rise ancora. [1]


Deglutì a fatica, sentendo la rabbia montare dentro di sè e avendo la grande voglia di toglierla di mezzo una volta per tutte, proprio come aveva fatto con i cacciatori che avevano dato fastidio al ragazzo; che diritto aveva di stare ancora sulla terra dopo tutto quello che aveva fatto a lei, Sam, Dean e ad altri innocenti?
L'astio che provava per lei poteva essere paragonabile a quello provato vero Lilith; la bruna sorrise all'idea che un giorno  l'avrebbe sventrata e fatta soffrire, proprio com aveva fatto con il primo demone. Proprio come le aveva promesso. 
Un altro ricordo la distrasse dai suoi pensieri, facendole tornare alla mente  con piacere la prima volta che l'avesse ferita:

“Vorrei che tu ricordassi questo giorno non come il giorno in cui ci hai quasi uccisi..” esclamò Katherine liberandosi dalla morsa invisibile al muro senza troppi problemi, afferrando il braccio con il marchio, mentre nell’altro teneva stretta un attizzatoio per il camino incandescente. “..ma come il giorno in cui hai segnato la tua morte! Perché cara Meg, ovunque tu sarai, un giorno io ti troverò e ti ucciderò!”. [2]


Quando il ragazzo la vide finalmente rilassarsi e notó i suoi occhi tornare azzurri, abbandonando quel rosso innaturale, colpì la bottiglia di birra con la sua, attirando il suo sguardo e la sua attenzione, strappandola una volta per tutte al mondo nel quale si fosse rinchiusa.
"Pensi che andrai a trovare anche Dean?" Chiese Sam sospirando ed accennando un sorriso.
Katherine lo osservò per qualche secondo, chiedendosi come la sua mente fosse passata da Meg a Dean; strinse la mascella e sospirò, scuotendo leggermente la testa, lasciando che un piccolo sorriso amaro le curvasse gli angoli della bocca.
"No, non credo". 
"È disperato senza di te" sussurró il ragazzo sospirando.
"Ecco perché ho preferito diventare come sono adesso; è colpa dei sentimenti, facevano troppo male.. così li ho spenti.." sussurrò la ragazza sorridendo e facendo spallucce, bevendo un altro sorso di birra. 
"Faranno anche soffrire, ma è ciò che ci rende umani!" Esclamò Sam sospirando. 
"Per mia fortuna non sono più umana!" Esclamò Katherine ridendo, lasciando scivolare la sua bottiglia vuota fino alla fine del tavolo. 
"Perchè ci hai salvati Katherine?" chiese il ragazzo cambiando tono, osservandola con aia seria e sopracciglio sollevato. "In quel museo ci hai tolto dai guai".
"Io non vi ho salvati!" esclamò la ragazza ridendo e piegando la testa di lato. "Ho ucciso solo un demone che giocava ad essere più forte di me!".
"Un dio pagano, Kath.." sussurrò Sam scuotendo la testa e fissandola con una smorfia sul viso, avvertendo che qualcosa non gli tornasse. "Cosa gli hai preso? Ti abbiamo vista andare via con qualcosa in mano, un oggetto sottile.. una collana forse?".
Katherine si irrigidì per qualche secondo, osservandolo con espressione seria e chiedendosi mentalmente fino a che punto sapesse; pensava che quel demone li avesse storditi a tal punto da non ricordare nulla, invece scoprì con sgomento l'esatto opposto.
"Non sono affari tuoi!" esclamò osservandolo in cagnesco e lanciandogli occhiate di fuoco. 
Sapeva una microscopica parte del piano, non sarebbe riuscito a fare dei collegamenti, ma ciò la infastidì molto.
"Sai cosa ci ha detto quel demone?" chiese il ragazzo continuando a fissarla, accennando un sospiro. "Che tu e Lucifero avete un grande piano: distruggere il mondo! E' così?".
"Davvero è questo che si dice di me in giro?" chiese la ragazza scoppiando in una risatina, scuotendo la testa. "Perchè distruggere questo pianeta? E' così bello, pieno di cattiveria e di malvagità!".
"Sai bene che non è così, il mondo non è fatto solo da persone cattive! Ci sono quelle altruiste, generose, amorevoli, piene di vita e di bontà!" esclamò Sam allargando le braccia e sospirando. 
"Tipo...?" chiese la ragazza facendo spallucce e guardandolo con atteggiamento di derisione.
"Tipo te, 6 mesi fa, prima che la Maledizione si scatenasse" sussurrò Sam guardandola con occhi tristi e pieni di ricordi.
Katherine sostenne lo sguardo del cacciatore, chiedendosi perchè tentasse di provocarle sensi di colpa o nostalgià della loro vita passata: quando si sarebbe rassegnato al fatto che lei non avrebbe mai più fatto parte della loro vita com'erano abituati a vederla?
Senza dire nulla, la ragazza si alzò e fece il giro del tavolo, sedendosi nella stessa panca del cacciatore che la osservò con occhi spaesati; ricambió lo sguardo, fissandolo con occhi da cerbiatta e un sorriso sul viso, e lentamente gli sussurró: "Adesso parliamo di noi..".
"Noi..?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, non capendo dove volesse andare a parare la ragazza, ritraendosi di qualche centimetro. 
"Andiamo, non dirmi che non hai più pensato a noi in quel senso.." sussurró Katherine sorridendo maliziosamente e avvicinandosi, appoggiando la mano sinistra sul tavolo e quella destra sullo schienale della panca, non lasciandogli alcuna possibilità di scampo. "..quando Gabriel ci ha rinchiuso in quel mondo e tu mi hai baciata, ricordi? Non ho smesso di pensarci neanche per un giorno".
Katherine fece scivolare di proposito il suo sguardo sulle labbra del ragazzo, che la osservò con aria confusa e spaesata, non capendo perché gli facesse un discorso del genere. Neanche lui quando ci pensó in quei mesi si seppe spiegare perché fosse scappato quel bacio fra loro due, ma si giustificó pensando che fosse stato solo un momento di debolezza e che non avesse significato nulla. Perché invece adesso lei gliene tornò a parlare ?
Improvvisamente la ragazza scoppiò in una fragorosa risata, rilassandosi sulla panca e distogliendo lo sguardo dal ragazzo che prese ad osservarla con aria interrogativa.
"Dovresti vedere la tua faccia!" Esclamò Katherine continuando a ridere, osservando ancora una volta il viso spiazzato del cacciatore. "Sto solo scherzando!".
"Ooh.." sussurrò Sam aggrottando le sopracciglia e sospirando, scuotendo la testa. 
"In realtà volevo chiederti aiuto per qualcosa.." sussurró Katherine voltandosi nuovamente verso di lei, tornando seria per qualche momento. "..un caso, solo io e te, come ai vecchi tempi! Ho bisogno di distrarmi un po' e mi va di distruggere qualche figlio di puttana".
"Mi dispiace, per ora non ho molta voglia di cacciare.." sussurrò Sam scuotendo la testa e facendo spallucce. "E poi perché vuoi andare a caccia? Pensavo che avessi un impero da governare..!".
"E' una caccia all'uomo e tu dovrai aiutarmi! O vuoi davvero lasciarmi andare da sola in un impresa così pericolosa?" Chiese Katherine mettendo su il tono infantile che usò poco prima con la cameriera, ignorando la domanda del ragazzo. "Andiamo, aiutami in nome della nostra vecchia storia!".
Sam ci pensò su per qualche secondo, domandandosi perché si fosse rivolto proprio a lui, avendo i suoi umoni a disposizione, e sospirò, incapace come sempre di dirle di no; pensò anche di utilizzare il tempo necessario alla caccia per  persuaderla a parlare con Dean, quindi perché rifiutare l'invito? Avrebbe anche potuto indagare su ciò che avesse fatto in quel due mesi di lontananza da loro.
"Ok, ci sto" Esclamò Sam annuendo e ricambiando il sorriso, osservando la ragazza battere le mani per la felicità e correre a prendere altre due birre per festeggiare, come se non fosse mai successo nulla di brutto fra loro, come se Judith non fosse morta.
Per qualche secondo fra quei gridolini di gioia, Sam ebbe una sorta di dej-avu: ricordò quanto quella risata assomigliasse a quella che faceva prima di conoscere la verità su di sé, quando la sua memoria presentava ancora delle falle.
Sarebbe tornata a stare bene, giusto ?


 
Si guardarono in torno, sentendosi per la prima volta in imbarazzo con il vecchio cacciatore che per certi versi li avesse cresciuti; trovarono uno stato di desolazione mai raggiunto fino a quel momento ed un disordine che resentava l'assurdo: come poteva un uomo sulla sedia a rotelle sporcare e mettere una confusione del genere?
Hailey e Dean si scambiarono un'occhiata di intesa e in pochissimo tempo si capirono senza dover necessariamente parlarsi: dovevano agire, fare qualcosa  e comportarsi come aveva sempre fatto Bobby con loro. Avrebbero dovuto sollevargli il morale, canzonarlo nel momento in cui si sarebbe buttato giù e avrebbe desiderato abbandonarsi ad una bottiglia, intimargli di riprendersi e di ricacciare via tutti quei sentimenti negativi - rabbia, frustazione, infelicità, paura e incertezza sul futuro- proprio come aveva fatto sempre lui con loro; proprio per quel motivo, Dean si cominciò a sentire in colpa, sapendo benissimo quanto avesse sbagliato a non rispondere alle sua chiamate e a non domandarsi semplicemente come potesse stare lui. Si era lasciato andare, frgandosene di tutto e di tutti, perfino del suo stesse fratello, disperato e immerso per com'era nella ricerca della ragazza che gli avesse spezzato il cuore, sparendo con Lucifero in persona,
Come aveva potuto essere così egoista e ingrato proprio con l'unica persona che si fosse adoperata per lui e per suo fratello, oltre che per Katherine e Hailey? Soprattutto come aveva potuta non pensare che la situazione di infelicità nella quale si era rinchiuso Bobby fosse dovuta proprio a lui e al bene che lo legasse come un padre al cacciatore: si era beccato un'operazione d'urgenza, giorni e giorni di antidolorifici e antibiotici per guarire, oltre che aver perso l'utilizzo per le gambe, solamente per non pugnalare Dean, uno dei suoi figli.
Perchè si era comportato così? Un senso di colpa tremendo lo assalì, facendogli incollare gli occhi a terra e non osando più alzare lo sguardo sull'uomo che li fissava con espressione triste: odiava farsi vedere in quel modo, ma era stato abbandonato, come poteva sentirsi?
"Bene, io credo che sia arrivata l'ora di ripulire questa casa!" esclamò Hailey sfregando una mano contro l'altra, osservando la stanza attorno a sè e tutto ciò che avrebbero dovuto fare. "Sei d'accordo Dean?".
"Mmh.. s-si.. c-certo.." sussurrò il ragazzo continuando a tenere lo sguardo incollato al pavimento.
La ragazza non ci prestò particolare attenzione, sapendo quanto fosse potente il sneso di colpa e immaginando senza doverlo guardare più di tanto come si sentisse; Bobby non ebbe il tempo di obiettare che Hailey si diresse verso la grande finestra del salone, completamente chiusa, e la spalancò, spostando le tende e facendo entrare luce in quella casa decisamente troppo buia e cupa.
Piazzò il proprietario della casa davanti alla porta d'ingresso, rivolto verso di loro, ed ignorò ogni sua lamentela e protesta, invitandoli a smettere di pulire la casa e dicendo che lo avrebbe fatto lui; ma Hailey fu fin troppo autoritaria, ricordando ai presenti che lei fosse la più forte e che li avrebbe potuti sconfiggere e legare in pochissimi secondo, costringendoli ad assistere alle pulizie.
Afferrò un grande sacchetto e sia lei che Dean presero a buttare le - numerose- bottiglie di alcol che Bobby avesse consumato in quelle due settimane di lontananza da loro: arrivarono a riempire un intero sacchetto dell'immondizia di grandi dimensioni, lanciando un'occhiataccia all'uomo, che però si ritrasse dal contatto visivo.
Scosse la testa e la ragazza prese a ordinare e pulire la scrivania del piccolo salone, spedendo Dean a ripulire la cucina dalle altre bottiglie e da ogni tipo di robaccia che trovasse lungo il suo cammino; sapeva benissimo che il cacciatore non avrebbe mai pulito nulla, piuttosto avrebbe preferito farsi amputare il braccio, così decise di sfruttare il suo senso di colpa, convincendolo ad andare a pulire il giardino, ormai abbandonato, e a dare un'occhiata alle auto ormai tutte ammassate e non più considerate dell'uomo.
"Hally?" la richiamò Bobby, osservandola canticchiare e spolverare l'intero salone con i capelli legati in un'insolita crocchia decisamente scoordinata, e lanciargli un'occhiata curiosa.
Hally? Nessuno l'aveva mai chiamata così, neanche Sam o Gabriel; la ragazza non si soffermò semplicemente al nomignolo che le avesse affibiato, ma ascoltò bene anche il tono con cui l'avesse chiamata. 
Ricambiò lo sguardo, accennando un sorriso amorevole, quasi come quello che una figlia lancerebbe al proprio padre malato e tanto amato: Hailey lesse tutta la gratidine celarsi dietro quegli occhi marroncini divenuti stranamente più lucidi e sensibili. Eh già, quando qualcuno si imbatte in una situazione nuova e spiacevole come quella in cui si fosse imbattuto Bobby, avrebbe dovuto fare i conti prima o poi anche con l'eccessiva emotività: non si sarebbe mai lasciato vedere in quello stato d Hailey, ne tantomeno da Dean, ma in quel momento si sentì così fragile, tanto che si convinse che se lo avessero sfiorato si sarebbe sbriciolato in piccoli granelli di sabbia.
La ragazza osservò ancora l'espressione del vecchio cacciatore, notando come il labbro superiore fosse schiacciato con forza contro quello inferiore, nel tentativo vano di reprime i fremiti che presero a scuotere il corpo dell'uomo, mentre le sopracciglia si abbassarono e gli occhi si ridussero a due piccole fessure, cercando il più possibile di non lacrimare. 
Gli sorrise ancora, sentendo anche i suoi occhi prendere a pungere e distolse lo sguardo, sperando che l'uomo non se ne fosse accorto; lei doveva essere forte per tutti in quel momento, oltre che per se stessa: per Bobby, distrutto per com'era per il completo inutilizzo delle gambe e per risultare completamente inutile per la ricerca di Katherine; per Dean, che giorno dopo giorno continuava ad autodistruggersi e a sprofondare sempre di più nella tristezza dovuta dall'assenza della sua dolce metà e di Sam. Nessuno avrebbe riempito quei due vuoti, neanche lei e Bobby, dato che nei loro animi vi erano gli stessi e identici buchi.
"Dove vuoi che metta tutti questi libri?" chiese Hailey sorridendo, spostando nuovamente lo sguardo su di lui e sorridendo, indicando le pile che avesse appena ordinato e sistemato sulla scrivania.
L'uomo continuò a fissarla, grato che non lo avesse costretto a dire nulla e sospirò, avanzando lentamente con la sedia ed indicando uno scaffale di una piccola libreria posta ad angolo proprio accanto al divano, confinante con la cucina, dato che lui non riusciva più neanche a vedere cosa ci fosse, figuriamoci metterli a posto.
Senza aggiungere altro, Hailey pulì quello scaffale con la pezza ed il disinfettante che si portava dietro e vi adagiò i libri, osservando soddisfatta come più della metà della casa apparisse già in maniera diversa, senza tutte quelle robacce.
"Grazie Hally..." sussurrò Bobby sospirando, chiamandola di nuovo con quel nomignolo che iniziò a piacere molto alla ragazza, che rispose con un sorriso. 
"Continuo a sistemare la cucina.." sussurrò sorridente, depositando un piccolo bacio sulla guancia dell'uomo e cambiando stanza.
Chi lo avrebbe mai detto che avrebbe istaurato un rapporto del  genere con Hailey, soprattutto in quel momento? Chi avrebbe mai detto che non sarebbero statia Katherine o Sam ad occuparsi di lui, dato che Dean era rimasto fuori uso per un po'?
Con un sorriso amaro si asciugò gli angoli degli occhi e sospirò, muovendo la carrozzina verso la grande finestra appena spalancata dalla ragazza e inalando l'aria fresca che ne entrasse; osservò il maggiore dei Winchester in giardino, alle prese con rastrelli, erbacce e foglie, lavorando come un automa con gesti meccanici. Come poteva un ragazzo giovane come lui aver perso la linfa vitale e la voglia di risolvere i problemi ? Come poteva essere stanco di quella vita, se Bobby non si fosse mai arreso in vita sua e si costrinse perfino ad uccidere la moglie per sopravvivere? Perchè il suo dolore doveva essere meno giustificato del ragazzo?
Bobby mise su un'espressione dura continuando ad osservare Dean muoversi per il giardino come una trottola: se lui poteva toccare il fondo e risalire, il ragazzo lo avrebbe fatto con lui. Con o senza la sua volontà, ma avrebbero riavuto fra loro il vecchio Dean anche senza Katherine.
Dopo aver formulato quel pensiero Bobby sospirò, rilassando la sua espressione: si chiese mentalmente cosa potesse fare Katherine, domandandosi se stesse veramente uccidendo delle persone o stesse complottando con Lucifero per distruggere la terra.
Sospirò. Ancora. Perchè tutto questo stava capitando a loro?
 

 
Il vento caldo di quella giornata afosa li investì completamente all'interno dell'auto, scompigliando i capelli scuri della ragazza alla guida: Sam la osservò e le sembró così felice che non avrebbe mai detto che fosse sotto l'influenza della Maledizione. 
Ricambió lo sguardo da dietro i suoi Ray-ban marroncini a specchio, osservando con piacere quello sguardo su di sé: potevano spassarsela alla grande, per questo aveva scelto di portare proprio lui durante il suo viaggio.
La statale continuò a scorrere sotto gli pneumatici del suo fuoristrada, rigorosamente rubato a qualche malcapitato, dirigendosi nell'unico posto in cui Katherine sarebbe voluta stare.
"Vuoi dirmi dove stiamo andando?" Chiese Sam ridendo, fissandola dal sedile del passeggero e abbassando il volume della musica.
"Che gusto ci sarebbe?" Chiese Katherine ridendo, fissandolo per qualche secondo mentre i suoi capelli continuavano a svolazzare imperterriti, tenendo le mani alte sul volante.
"Dove stiamo andando?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e sbuffando.
"Oh, sei un guastafeste!" Esclamò la ragazza colpendolo leggermente sul braccio, fissandolo
e ridendo. "E va bene, Sherlock, stiamo andando a Sullivan".
"Sullivan? Ma è dove.." iniziò Sam con un tono di voce alta, che si andò ad affievolire.
"Dove le Potenziali sono morte!" Esclamò Katherine strizzandogli l'occhio, ridendo e facendo spallucce. "Scommetto che se andassimo a cercare bene, troveremmo ancora ciò che rimane di loro!".
Il ragazzo si irrigidí sul sedile, fissandola con occhi sgranati e scioccati per ciò che avesse appena detto e per come lo avesse detto: come poteva parlare della morte di ragazze innocenti in quel modo ? Senza alcun rispetto.
Perché voleva andare li ? Che senso aveva andarci dopo quel tempo, specialmente senza emozioni? Sapeva benissimo che non lo avrebbe mai detto apertamente, tutto ciò che poteva fare sarebbe stato indagare.
"Immagino che la caccia non sia per loro.. che c'è a Sullivan ?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Chiamata così in onore del Capitano Ed Sullivan, è popolata da ben 3,998!" esclamò la ragazza ridendo, alzando nuovamente il volume.
"Katherine.." sussurrò il ragazzo come una cantilena stufo di ripete e sospirò, abbassando nuovamente e fissandola in cagnesco.  
"C'è un mio amico.. o almeno una specie" rispose Katherine continuando a spingere l'acceleratore con un sorriso sul viso.
"Un amico?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia, con un tono dubbioso.
"Sì, non credi che io possa avere degli amici?" Chiese la ragazza ridendo, fissando la strada.
"Sì, ma... perché hai bisogno di vederlo?"Chiese il ragazzo continuando a fissarla.
Katherine fece una pausa di silenzio per qualche secondo, pensando a cosa avrebbe potuto rispondere al ragazzo, sapendo benissimo che lui avrebbe capito benissimo se stesse mentendo o meno. Come sempre. Lei poteva anche averlo lasciato e essersi messa con suo fratello, ma nulla poteva cambiare il loro rapporto speciale: erano ancora legati, ma andava oltre l'amore, oltre l'amicizia, oltre tutto, e nonostante lei fosse sotto l'influsso della Maledizione, riuscì a sentirlo ugualmente, solo che scelse di ignorarlo. 
"Affari" sussurró Katherine ridendo, scuotendo la testa.
"Kather..".
"Andiamo, non riesci ad aspettare un'altra mezz'ora di viaggio, dannazione? Siamo quasi arrivati!" esclamò Katherine fissandolo in cagnesco e scuotendo la testa. "Lì saprai tutto!".
Sam sospirò, capendo che se avesse veramente voluto scoprire di più sui segreti di Katherine avrebbe dovuto mantenere la calma e non cedere all'impulso di urlarle quanto stronza e impertinente fosse diventata; la osservò alzare per l'ennesima volta alzare il volume che Sam si era ostinato con ardore ad abbassare e si concentrò sulla strada, immergendosi dietro chissà quale pensiero.
Quanto avrebbe voluto che Dean fosse lì, avendo la possibilità di vederla e di porter osservare quanto fosse cambiata; una fitta al petto lo colse all'improvviso, facendogli mancare il respiro per qualche secondo:  Dean, Hailey, Bobby; non aveva loro notizie da molto tempo ormai e decise che dopo quella caccia all'uomo per "affari", sarebbe tornato immediatamente da loro.
Scosse la testa, cercando di dimenticare quanto anche loro gli mancassero e osservò il cartello di benvenuto di quella maledetta città, nella quale erano morte fin troppe persone, oltre che le Potenziali: si erano fermato a pensare a loro moltissimme volte in quei mesi, cercando di capire perchè lassù nessuno muovesse un dito per quel genere di disgrazie. Ragazzine, tra cui alcune ancora minorenni, morte per mano di un demone: pensandoci bene, tutto era stato finalizzato al cambiamento di Katherine, al suo abbandonarssi volontariamente alla Maledizione; ecco perchè Lilith aveva ucciso le ragazze e, non contento, aveva ucciso sotto gli occhi impotenti la piccola Judith. 
Una fitta al cuore lo colpì e sentì gli occhi pungere: la bimba con cui aveva vissuto per mesi mentre Dean era all'inferno, era morta in quel modo così cruento che probabilmente non lo aveva ancora metabolizzato; osservò Katherine sorridente, mentre continuava a guidare e a cantare distrattamente e capì quanto dolore avesse potuto provare quella notte e in certo senso la giustificò: qualunque madre sarebbe impazzita davanti ad una scena del genere, solo che lei era la Cacciatrice, legata al bene tanto quanto al male.
Quando Katherine spense il motore, si trovarono davanti ad una casa, molto grande e luminosa, con una staccionata bianca ed il giardino ben curato, mentre una bella macchina era posteggiata nel vialetto, ma Sam non seppe riconoscerla; scesero dall'auto e si avviarono verso la porta d'ingresso, anche essa bianca, e la ragazza aprì senza bisogno di bussare. A quel gesto Sam aggrottò le sopracciglia e si chiese chi potesse vivere lì dentro e perchè Katherine avesse una confidenza del genere con quella casa.
"Toc-toc, sono tornata a casa tesoro!" esclamò Katherine ridendo e posando le chiavi della sua auto su un piccolo tavolino.
Sam si guardò intorno, notando un ampio saloncino sulla sinistra e la sala da pranzo sulla destra, così con un sguardo curioso cominciò ad osservare ogni minimo dettaglio, non riuscendo a riconoscere assolutamente quel posto; dei rumori provennero dal piano di sopra e il ragazzao si affacciò alle scale in silenzio, pronto ad intervenire in caso ci fossero state brutte sorprese ad attenderli.
"La Cacciatrice oscura a casa mia, a cosa devo l'onore ?" chiese una voce maschile dalla cima delle scale, scendendo con un sorriso sulle labbra ed un'asciugamano che usava per asciugare i capelli corti.
"Che posso dirti, mi mancavi" sussurrò Katherine ridendo, avviandosi verso il carrello degli alcolici e versando da bare a tutti e tre.
"E tu che ci fai qui?" chiese Liam aggrottando le sopracciglia, posando l'asciugamano sul divano ed osservando il ragazzo.
"Tu sei il ragazzo che ha portato Katherine al motel quando Lilith voleva fare un patto con me!" esclamò Sam sbalordito, riconoscendolo e sgranando gli occhi.
"Sono solo Liam" sussurrò il ragazzo porgendo la sua mano e sorridendo.
Sam osservò per qualche secondo la mano del ragazzo e l'afferrò con forza, stringendo il più possibile; Liam sorrise e sospirò, facendo spallucce e dirigendosi verso la ragazza che porse ai due i loro rispettivi bicchieri.
"Allora Cacciatrice, che ci fai qui?" chiese il proprietario della casa, bevendo un sorso del suo whiskey.
"Lo sai già.." sussurrò appoggiandosi al tavolino, accennando un sorriso.
"Hai ragione, lo so già.." sussurrò il ragazzo piegando i lati delle labbra all'insù, prima di bere un altro bel sorso dal suo bicchiere. "Vedo che qualcuno ha fatto i compiti a casa!".
"Accetterai?" chiese la ragazza a bruciapelo, posando il bicchiere e fissandolo in cagnesco.
"Ci sto ancora pensando" sussurrò Liam con un tono malizioso, continuando a fissarla come se potesse avvicinarsi e approfittarsi di lei in ogni momento. 
"Cos'è che ti rende perplesso?" chiese la ragazza ricambiando il sorriso e mordendosi il labbro inferiore. "Non ti fidi di me?".
"Certo che non mi fido di te, lavori con il diavolo!" esclamò Liam scuotendo la testa e finendo il contenuto del suo bicchiere. "So cosa vuoi, Katherine".
"Volete informarmi o continuerete a parlare tra di voi in questo modo ?" chiese Sam sbuffando, stufo di sentire quella conversazione senza capirla fino in fondo, avvicinandosi e mettendo fine al loro contatto visivo.
Liam e Katherine spostarono lo sguardo su di lui e pensarono bene cosa rivelare a lui: dovevano sapere bene a chi rivelare certe informazioni perchè, sia che lo volessero o no, qualcuno li avrebbe potuti costringere a parlare; la ragazza si avvicinò a passo lento e lo osservò con quei occhi da cierbatta che per il momento aveva riservato solo a lui. 
Per ultimare il suo piano aveva bisogno di tutti quelli disposti a stringere un'alleanza con lei, includendo anche i Winchester, ma quello non era ancora il momento adatto.
"Avevi ragione, ho un piano.." sussurrò Katherine sorridendo gentilmente. ".. ma non posso ancora dirtelo! Sta tranquillo però, non voglio fare del male a nessuno che non sia già condannato".
"Parla per te" sussurrò Liam lentamente, con un tono così gelido che li fece irrigidire per qualche secondo.
"Chi volete uccidere?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e avvicinandosi, sentendosi per qualche secondo in un covo di iene.
"Abbiamo obiettivi diversi" sussurrò Katherine bevendo un altro sorso del suo drink, sospirando.
"Perchè ti serve il suo aiuto?!" chiese Sam sbuffando ed alterandosi, preso dalla rabbia.
"Sono speciale" sussurrò Liam sorridendo, fissandolo con aria curiosa.
"Lui ha dei poteri, simili ai miei.." sussurrò Katherine mettendosi fra i due e sfiorando il braccio del ragazzo venuto con lei. "..è tutto a posto".
"Poteri psichici?" chiese Sam allargando le braccia en fissandoli in cagnesco. "Sei un demone?!".
"No imbecile, non sono come voi.." sussurrò Liam scuotendo la testa e sospirando. ".. io sono qualcosa di diverso".
"Diverso come?" chiese ancora il giovane, divincolandosi dalla presa della ragazza.
"E' il momento di raccontare la favoletta.." sussurrò Liam ridendo e sedendosi maleducatamente sul divano, intendo a godersi la faccia che avrebbe fatto il giovane una volta saputa la verità.
"Vedi Sam, la storia delle Cacciatrici non è quella che ci ha raccontato Giles quando Henry mi ha ritrovata.." sussurrò Katherine sospirando e finendo il suo drink. "Circa 1000..".
"1500!" esclamò Liam correggendola ed arricciando il naso.
"Circa 1500 anni fa, la terra fu invasa da demoni, vampiri, mutaforma e ogni altra creatura soprannaturale: molta gente morì, altri vennero trasformati e si scatenò il caos.." sussurrò la ragazza avvicinandosi a Sam e sospirando. "..fin quando un gruppo di uomini si riunirono per cercare una soluzione a tutte quelle atrocità! Il Consiglio Sam, si riunì il Consiglio e decisero che da quel momento avrebbero condannato un'intera stirpe di donne per combattere dei mostri di cui loro avevano paura!".
"1500 anni fa?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa. "E' troppo tempo".
"E' la verità: il Consiglio ha imprigionato una donna di venticinque anni, accusata di stregoneria e condannato al rogo, e presero a sperimentare su di lei un modo per cambiarla definitivamente e renderla diversa" sussurrò Liam con sguardo vitreo, cambiando tono ed espressione fino a quel momento usati. "La costrinsero ad accettare diversi demoni dentro di sè che la torturarono per settimane e settimane, mentre la ragazza cominciò a chiedere pietà e sperò che qualcuno la sentisse! Urlò giorno e notte, le sue corde vocali furono quasi spezzati dalle sue urla di dolore e di disperazione, fin quando qualcuno la sentì".
"Una notte sentì le guardie poste alla propria cella urlare più di quanto avesse fatto lei in quelle settimane, ma non potè vedere ciò che si stesse avvicinando a lei, legata per com'era.." sussurrò Katherine sospirando. "..un uomo entrò nnella stanza e osservò le sue condizioni, notando che fosse on fin di vita. La ragazza continuò a ripergli che non voleva morire, voleva dimeticarsi di tutta quella storia e ricominciare, così l'uomo accolse la sua richiesta e le si avvicinò, mordendole con forza il collo e bevendo da lei tutto il sangue che potesse prelvare; le fece bere il suo e la lasciò lì, sperando che la trasformazione sarebbe avvenuta nel modo corretto".
"Oh mio Dio, questo è tutto vero?" chiese Sam spalancando la bocca e sospirando, "Il Consiglio ha davvero fatto ciò?".
"Si, Sam.." sussurrò Liam sospirando e serrando la mascella. 
"Che ne è stato della ragazza?" chiese Sam avvicinandosi e sedendosi sul divano davanti asl suo, seguito dalla giovane, incitandoli a continuare.
"Il suo corpo già indebolito dalla prigionia e dalla possessione non fu in grado di trasformarla, ma bensì si adattò: le fornì forza, velocità, resistenza, preveggenza e riflessi sovrumani tali da poter uccidere a mani nude vampiri e demoni. Al contempo però, la resero un'assassina spietata e selvaggia guidata dall'istinto di predatrice, dalla passione per la battaglia, dalla sete di omicidio e dalle pulsioni più basse della sua natura" sussurrò tutto d'un fiato Liam continuando a tenere lo sguardo basso.
"Divenne così la Prima Cacciatrice: ecco perchè siamo soggette alla Maledizione" sussurrò Katherine sospirando e deglutendo. "Per quello che il Consiglio ha fatto a questa ragazza".
"Che fine ha fatto?" chiese Sam curioso, incrociando le dita appoggiate alle sue ginocchia.
"Prima che venisse catturata e resa un mostro, la ragazza era incinta.." sussurrò Liam alzando lo sguardo e sospirando. "..e l'ironia della sorte volle che il padre fosse un demone e non uno qualunque: Azazel aveva sedotto la donna impossessandosi del corpo del futuro marito! Ciò contribuì a non ucciderla: i geni demoniaci si stavano già impiantando in lei".
"Azael ebbe un bambino?!" esclamò Sam aggrottando le sopracciglia, sentendo una risata nervosa scappare dalle sua labbra, tornando a fissare la ragazza con un sopracciglio sollevato. "Chi era? Che fine ha fatto?".
"Ciao Sam.." sussurrò Liam sorridendo amaramente, sollevando lo sguardo e sospirando. "..sono io".
Il cacciatore rimase immobile per qualche secondo, cercando di mandare giù l'intero racconto dei due ragazzi che continuarono a guardare con aria interrogativa e curiosa: il cervello di Sam ci mise qualche secondo in più del normale a collegare il racconto a Liam.
Davvero era lui il figlio della Prima Cacciatrice e di Azazel, il demone responsabile della morte di sua madre, suo padre e Jessica?!
Senza pensarci qualche altro secondo, scattò in piedi ed estrasse la sua pistola con velocità, puntandogliela contro e fissandolo in cagnesco, pensando a quanto fosse stato stupido a lasciarsi trascinare in quella situazione; non ebbe neanche il tempo di accorgersene e Liam si alzò e con uno scatto della mano fece volare via la pistola del ragazzo, bloccandolo sul posto ed impedendogli di muovere qualsiasi muscolo.
"Non voglio farti del male, perciò tu non farne a me!" esclamò Liam fissando in cagnesco, sospirando e spostando lo sguardo sulla ragazza.
"Va tutto bene, calmati adesso Liam.." sussurrò Katherine avvicinandosi e sorridendo. "Non voleva farti del male, lo sai, anche io ho reagito così quando l'ho saputo!".
"Sei venuto a finire il lavoro di tuo padre?!" chiese Sam cercando di liberarsi da quella morsa invisibile, con scarsissimi risultati.
"No Sam, io non sono come lui.." sussurrò Liam sospirando. "Mi sono sempre nascosto da lui, ma appena ho saputo che voi l'aveste ucciso ho cominciato a vivere la mia vita.. Vi ringrazio per questo!".
"Ringrazia mio fratello, lui ha ucciso quel figlio di puttana" sussurò Sama denti stretti.
"Lo farò! Ma prima volevo rassicurarti: sono per metà umano come lo era mia madre, per questo ti ho tolto la pistola; posso morire per una ferita del genere e volevo che tu lo sapessi.." sussurrò Liam sospirando, avvicinandosi, intenzionato a liberarlo. "Per favore non fare qualcosa di stupido, siamo dalla stessa parte".
Sam cominciò a muoversi nuovamente, sospirando e continuandolo a guardare in cagnesco, sentendo i polsi pulsare e fare male, come se qualcuno lo avesse tenuto legato per ore: i poteri del ragazzo erano davvero forti, anche più forti di quelli di Katherine.
"Hai detto che avete obiettivi diversi, chi vuoi uccidere?" chiese a bruciapelo Sam serrando la mascella.
"Quello che è rimasto del Consiglio.." sussurrò Liam guardandolo con occhi tristi. "Tu sai che cosa vuol dire vendicare la propria madre.. loro mi hanno tolto la mia!".
Sam non seppe cosa obiettare e sospirò, annuendo per qualche secondo ed abbassando la testa: la rabbia nei suoi confronti si calmò, ma era pur sempre un cacciatore e doveva stare allerta nei confronti di un mezzo demone.
"Non avere paura di me, avrei potuto uccidervi in qualunque istante, ma non l'ho fatto perchè non voglio.." sussurrò il ragazzo facendo spallucce, avvicinandosi e porgendogli una mano. "..io non disturbo voi e voi non disturbate me, abbiamo un accordo?".
Sam ci pensò su qualche secondo e seppe che prima o poi si sarebbero occupati anche di lui, ma per il momento avevano problemi più gravi; strinse nuovamente la sua mano ed accennò un si con la testa, annuendo, per poi allontanarsi di qualche passo, bevendo il drink che fino a quel momento non toccò.
"Noi invece? Accetterai la mia proposta di collaborare?" chiese Katherine avvicinandosi, mettendo su il suo ghigno malefico. 
Liam si avvicinò e le sfiorò il viso, tornando a guardare con malizia i suoi occhi azzurri; le sorrise e annuì.
"Certo che sì..".
"Bene" sussurrò Katherine scostandosi e dirigendosi verso la porta, che spalancò, prima di voltarsi nuovamente verso il giovane. "Ti contatterò il prima possibile".
"A presto..." sussurrò Liam sorridendo, salutando cordialmente i due ragazzi che uscirono da casa sua senza troppe smancerie.
Sam non disse nulla per tutto il viaggio di ritorno, doveva davvero capire bene e pensare un modo per far parlare Katherine e capire il suo modus operandi, cercando quasi di prevedere le sue mosse, ma avrebbe avuto bisogno di un po' più di tempo.
Ci sarebbe riuscito, a qualsiasi costo.
Osservò la giornata capovolgersi, il sole ed il caldo afoso si trasformarono in pioggia forte e grandinate, mentre un forte vento li mise continuamente in pericolo per la forza con cui spingeva la loro auto; Katherine continuò a guidare imprecando e cercando una soluzione, fin quando avvistò in lontananza un motel. Per quella notte si sarebbero dovuti fermare lì, cercando di scampare ai fulmini che presero a cadere con violenza, non molto lontani da loro.
Posteggiò male ed in fretta, e pochi secondi furono sufficienti ad inzupparli dalla testa ai piedi: afferrarono i loro bagagli e si diressero verso la hall, dove l'informarono che fosse rimasta solamente una stanza matrimoniale e che tutti i motel della zona fossero ormai esauriti a casa di quel forte temporale. Sam la prese ugualmente ed entrarono in fretta, sentendo il freddo della pioggia, della grandine e del vento gelarli fino alle ossa.



 
Senza perdere troppo tempo, la ragazza completamente gelata si diresse immediatamente verso il bagno, togliendosi di dosso i vestiti bagnati e appiccicati alla sua pelle, mentre Sam si cambiò in fretta nella stanza.
Katherine si tolse la maglia e i jeans sagomati zuppi d'acqua, dirigendosi in fretta all'interno della doccia, sentendo il getto caldo irradiarsi sopra di lei.
Nonostante avesse già parlato con Liam e avesse sistemato le cose con lui, la sua missione non era ancora finita, anzi avrebbe potuto dire che la vera missione stava per iniziare: avrebbe dovuto ottenere la fiducia di Sam in qualunque modo.
Uscì dalla doccia calda e fumante, assicurandosi che la porta del bagno rimanesse semiaperta e che il ragazzo potesse vederla: lasciò scivolare lentamente l'asciugamano lungo il suo corpo, fino a farlo cadere a terra, mentre lei continuò a fissare il riglesso del ragazzo dallo specchio quasi del tutto appannato.
Si allungò per afferrare il suo intimo che le avrebbe coperto molto meno del necessario e lentamente lo infiló, continuando a percepire gli occhi del ragazzo puntati su di sé; si voltó, aprendo completamente la porta ed uscì dal bagno, guardandolo negli occhi.
Sam distolse lo sguardo e si voltò in fretta, sentendosi immediatamente in imbarazzo per la quasi nudità della ragazza e si schiarí la voce, come per indicarle che non fosse sola nella stanza.
Katherine sorrise e si morse il labbro inferiore con lentezza, sollevando un sopracciglio, continuando a guardare il ragazzo con aria maliziosa.
"Che c'è ?" Chiese la ragazza mordendosi il labbro inferiore e attirando lo sguardo del ragazzo su di sé. "Hai visto e toccato molto più di questo..".
Sam sospirò e scosse appena la testa, non capendo per quale motivo la ragazza si stesse comportando così, non distogliendo però lo sguardo da lei e ricordando di dover scoprire alcune informazioni su di lei, non poteva farla arrabbiare.
"Quello è il passato, Katherine.." sussurrò Sam sospirando, sollevando come lei un sopracciglio. 
La ragazza rise leggermente e si avvicinò lentamente al ragazzo che rimase immobile, arrivando a pochi centimetri da lui, osservando con felicità l'imbarazzo nei suoi occhi: era davvero così tenero quando si sentiva a disagio.
"..potrebbe essere anche il presente però..." sussurró sorridendo e sfiorandogli un braccio. 
Sam sospirò, scuotendo la testa e distogliendo nuovamente lo sguardo, voltandosi nella direzione opposta e guardando la finestra; non avrebbe mai fatto qualcosa di sbagliato, non avrebbe mai fatto quello che gli occhi della ragazza urlavano disperatamente, nonostante ciò che volesse scoprire lui. 
"Vestiti" disse Sam sospirando. 
Senza fare troppo rumore, fece vagare le mani sulle spalle del ragazzo, carezzandole e scendendo sulle braccia, sentendo con piacere quanto fossero muscolose; le mani arrivarono fino all'addome del cacciatore, sentendo attraverso la maglietta gli addominali definiti e percependo con urgenza la voglia crescere dentro di lei.
Si avvicinò ulteriormente con il viso, incastrandolo sull'incavo del collo e sfiorandolo con una serie di baci, che fecero venire la pelle d'oca al cacciatore, cosa che non le sfuggì affatto.
"Smettila" sussurró Sam per l'ennesima volta, sentendo la voglia scalpitare nel suo petto, cercando a tutti i costi di reprimerla.
In fondo era pur sempre un essere umano, in fondo lei rimaneva sempre il primo grande amore della sua vita; stava diventando dannatamente difficile resisterle e per una frazione di secondo, il suo cervello si chiese perchè dovesse continuare a reprimere quell'impulso.
Senza pensarci due volte, girò attorno al ragazzo e lo guardò dritto negli occhi con un grande sorriso sulle labbra, e per qualche secondo gli sembrò di essere tornato ad un anno prima, quando tutto ciò che stesse accadendo in quella stanza non avrebbe creato problemi e sarebbe stata la normalità. 
"Sono sempre io, Sam..." sussurró Katherine sospirando ed afferrandogli una mano fra le sue, posandola all'altezza del suo cuore. "..senti il mio cuore battere? Sono io".
"Non posso Kath.." rispose il ragazzo sospirando, sentendo il nervosismo per non poter placare quella voglia crescere dentro di sé e prese ad agitarsi. 
Avvicinò lentamente il viso a quello del ragazzo e con un sorriso malizioso sfiorò le sue labbra con le sue: Sam si tramutò in una statua e Katherine continuò a sorridere di questo. Approfondì il bacio, sentendo dopo tanto tempo il vero sapore delle sue labbra, ma il ragazzo scosse la testa e si ritrasse quasi immediatamente, nonostante il suo cuore stesse battendo con velocità assurda e il suo respiro fosse accelerato.
Anche lui aveva perso la testa con il sangue demoniaco e non ne era ancora uscito completamente, quindi perchè trattenersi? Perchè ?
In quel momento Dean e Hailey scomparvero dalla sua mente e la sua attenzione fu dedicata tutta alla giovane ragazza che stringeva fra le sue braccia, nel tentativo vano di tenerla distante dalle sue labbra.
"Che stai facendo?!" Esclamò allontanandola solamente di qualche centimentro, alternando lo sguardo tra le sue labbra ed i suoi occhi maliziosi. "Sei impazzita Katherine? Perchè mi fai questo?".
La ragazza prese a ridere leggermente, scuotendo la testa e continuando a guardarlo negli occhi con aria estremamente divertita: le si leggeva in faccia quanto quello fosse solo un gioco per lei. 
"Davvero Sammy? Sono pazza o ciò che leggo nei tuoi occhi è desiderio?" Chiese la ragazza liberandosi dalla sua presa ed avvicinandosi nuovamente, carezzandogli il petto. "Andiamo, lo so che lo vuoi..".
"Katherine, smettila per favore!" Esclamò Sam indietreggiando di qualche passo, non riuscendo più a controllarsi.
"Oppure che farai? Mi punirai, Sammy ?" Chiese la ragazza sorridendo e sollevando un sopracciglio.
Sapeva che se ne sarebbe pentito, ma non riusciva più a ragionare, Katherine gli entrò dentro la testa e la mandò in tilt con tutti quegli sguardi maliziosi e provocatori che gli mandava: si dimenticò delle conseguenze e di tutto il resto, e si avventò con prepotenza e urgenza sulle sue labbra.
Katherine ne fu ben felice e dischiuse le labbra, permettendo al ragazzo di approfondire il loro contatto: la sollevò dalle gambe, facendogliele arpionare attorno alla sua vita e lasciò le sue mani vagare della schiena alle natiche stringendola contro il suo petto sempre di più, mentre quelle di lei si adagiarono con poca cura fra i suoi capelli, spingendolo sempre più verso di sè.
Si staccarono per il semplice fatto di riprendere aria, ma Katherine non volle sprecare neanche un secondo e scese a baciargli il collo, sentendolo gemere e tornando ad incastrare la sua bocca con la sua: con velocità e delicatezza degna di un animale selvatico, si diresse verso il letto matrimoniale, spingendo i loro borsoni giù con un calcio e si sedette, permettendo alla ragazza di adagiarsi sopra di lui.
Gli tolse la camicia a scacchi che le piaceva tanto osservare gettata sul pavimento con prepotenza quano stavano insieme, toccandogli il petto e sentendolo ancora più tonico e muscoloso di qando circa un anno prima si erano concessi l'un l'altra a casa sua, durante la permanenza di Dean all'inferno: a loro non importava più di stare insieme veramente, si sentivano ugualmente legati e si volevano ancora un gran bene, quindi perchè reprimere quell'impulso, dal momento che nessuno dei due stava più con il/la rispettivo/a fratello/sorella?
Gli afferrò le braccia dai polsi e lo gettò con la schiena contro il materasso, sentendo la voglia continuare a crescere e urlare straziante dentro di loro; Katherine lasciò una scia di baci e morsi umida dalle labbra fino al collo, udendo il ragazzo ansimare e protestare perchè voleva di più. Scese fino all'altezza della V decisamente molto più definita rispetto all'ultima volta che lo aveva visto seminudo e si avventò contro i suoi jeans, lottando contro la cintura: la aprì con forza e li tolse con uno scatto, finchè il ragazzo non invertì la posizione, bloccandola sotto di sè.
La osservò negli occhi per qualche secondo, notando il loro respiro irregolare ed improvvisamente la luce andò via, merito della tempesta che si era scatenata fuori; entrambi risero e grazie alla poca luce che riusciva ad entrare dalla finestra, riuscirono a notare un sorriso sulle labbra dell'altro. 
Sam scese a baciarle il collo e la morse, sentendo la ragazza inarcare la schiena e serrare con forza la mandibola, cercando di trattenere un gemito di piacere che le provocò; le strappò il reggiseno e le sfilò gli slip finissimi appena messi, lasciandola nuda sotto il suo sguardo attento. Katherine non fu l'unica ad accorgersi del cambiamento del corpo del ragazzo che le stava sopra: anche Sam si accorse di quanto la vita della ragazza fosse diventata ancora più sottile, le gambe ancora più magre e la maggior parte delle ossa visibili, ma rimase sexy e desiderabile, esattamente come lo fosse con 3-4 kg in più; scese a baciare e leccare il suo collo, arrivando ai suo seni, dove si soffermò per qualche momento in più sentendola gemere e percependo le sua mani scorrere fra i suoi capelli e lungo la sua schiena, e arrivò all'ombellico dove giocò con il piercing, com'era sempre stato solito fare, continuando a scendere fino alla sua intimità e prendendo a darle un piacere estremo.
Era la prima volta che facesse sesso dopo la Maledizione e non si aspettò che tutte le emozioni di quel tipo si amplificassero in quel modo, lasciandola senza fiato e completamente strafatta di piacere; dopo poco, Sam risalì puntando alle sue labbra, dove depositò un bacio e le morse il labbro inferiore, fissandola con occhi scuri e ardenti dalla passione. 
Entrò in lei con un movimento fulmineo, ansimando e aggrappandosi alla ragazza minuta, che fece lo stesso con lui; in un primo momento Sam prese a spingere con forza, urgenza, sentendo il piacere inondare entrambi e non permettendogli di parlare, ma non ce ne fu bisogno: infatti, il ragazzo rallentò il ritmo, appoggiando la fronte a quella della ragazza e continuando a fissarla negli occhi, come se da quello dipendesse ogni cosa. Lo baciò, impossessandosi delle sue labbra e ribaltò le posizioni: Sam rimase seduto e Katherine si mosse avanti e indietro aggrappandosi alle sue spalle e facendovi leva.
Fu un peccato che nessuno dei due riuscì a vedere gli occhi dell'altro in quel momento, perchè si persero un vero e proprio spettacolo: gli occhi azzuri di Katherine si tinsero di un rosso rubino intenso, mentre quelli verdi-marroni di Sam divennero neri come la pece.
Dopo poco tempo, entrambi i loro corpi si contrassero, lasciandogli intuire che da lì a poco l'orgasmo sarebbe arrivato e li avrebbe di nuovo separati: si unirono in un ultmo bacio, quando presero a gemere e a contrarsi, sentendo il piacere dentro di loro esplodere.
Katherine si gettò sulla parte destra del letto e rise, scuotendo la testa e distendendosi su un fianco, appoggiando la testa al braccio piegato sul cuscino, mentre con l'altra mano si coprì con un semplice lenzuolo, mentre Sam si distese sulle spalle con ancora il respiro corto.
"Devo ammetterlo: noi abbiamo sempre fatto del buon sesso..." sussurrò Katherine ridendo e scuotedo leggermente la testa. "..ma questo è stato... wow..".
Sam si voltò a guardarla e sorrise divertito, soddisfatto di aver appena placato quella voglia che scalpitava nel suo petto e gli ordinava di falra sua, e si mise nella stessa posizione della ragazza, fissandola ed avvicinandosi. Le rubò un altro bacio, che approfondì ulteriormente riaccendendo quella passione in tutti e due, ma scosse la testa e si allontanò di poco, ridendo.
"Sono d'accordo.." sussurrò Sam deglutendo e sospirando.
"Forse dovevamo solamente smettere di provare qualcosa l'uno per l'altro per fare del sesso del genere.." sussurrò Katherine ridendo, sistemandosi i capelli spettinati, ormai asciutti.
Sam rimase immoible dopo quella frase, pensando a quanto mentisse per soddisfare la Maledizione: lo aveva appena letto nei suoi occhi quanto il loro legame fosse riemerso, sapeva benissimo che fosse così.
Se fosse ritornata in sè, Sam sapeva benissimo che non avrebbero più costruito nulla insieme, ormai la loro storia era finita, ma il bene che li legava non si sarebbe potuto annullare e questo Katherine lo sapeva benissimo.
La ragazza si alzò distrattamente e raccolse da terra il suo reggisenso, indossandolo nuovamente, per poi fare la stessa identica cosa con gli slip: Sam prese ad osservarla con attenzione, notando solamente grazie alla poca luce che entrasse dalla finestra un piccolo tatuaggio sulla scapola sinistra della ragazza , così si sedette sul letto e la guardò meglio.
"Alis volat propriis?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e sorridendo.
"Wow, che pronuncia.." sussurrò Katherine ridendo, infilando la sua maglietta e voltandosi verso di lui. 
"Volare con le proprie ali? Perchè?" chiese Sam sfiorando il tatuaggio con le sue dita. 
"Sono una persona indipendete, non mi piace avere padroni.." sussurrò avvicinandosi nuovamente e depositandogli un bacio che di casto non possedeva nulla, sorridendo. 
"Padroni tipo Lucifero?" chiese il ragazzo continuando a fissarla con un sopracciglio sollevato.
"Non demordi eh?" chiese Katherine ridendo e scuotendo la testa, prendendo dal suo borsone i suoi jeans, infilandoli sotto lo sguardo del ragazzo. "Ho fame, ceniamo?".
"Sono le 11 e mezza, dove credi di poter andare a mangiare?" chiese il ragazzao ridendo, scendendo dal letto e vestendosi. 
"Andiamo a scoprirlo!" esclamò la ragazza ridendo, fissando come la tempesta si fosse calmata rispetto a prima.
Uscirono dalla stanza sorridenti proprio come un'oretta prima quando vi entrarono, come se non fosse successo nulla fra di loro: avrebbero continuato a comportarsi così? Avrebbero parlato di cosa fosse successo su quel letto e perchè?
Ma stranamente non importò chiarire neanche a Sam, che rimase impassibile e ricominciò a scherzare e a ridere sotto la pioggia flebile insieme alla ragazza. 


 
La forte pioggia che si abbattè sull'intera città, costrinse Dean a smettere di lavorare nel giardino e nei garage di Bobby e a tornare in fretta dentro casa: inaspettatamente trovò la casa messa in ordine e pulita, mentre un odore delizioso arrivò alle sue narici, facendo borbottare il suo stomaco, si avvicinò lentamente al salone e sentì  Hailey e il vecchio uomo ridere davanti ai fornelli. Come se tutto andasse bene, Bobby non avesse problemi fisici, Sam e Katherine non mancassero all'appello, Lucifero non fosse stato liberato e l'apocalisse non fosse iniziata.
Quanto avrebbe voluto rilassarsi proprio come loro, staccare davvero la spina del cervello; continuò ad udire le loro risate e sorrise, felice di sentirle.
Salì al piano di sopra e si diresse nella camera che un tempo condivideva con Katherine e sospirò, osservando ancora parte dei suoi vestiti sistemati nel suo armadio; li carezzó con una mano e accennó un sorriso, domandandosi cosa stesse facendo in quell'esatto momento, se lo stesse pensando anche per caso.
Aggrottó le sopracciglia, osservando una piccola punta bianco sporgere da sotto un maglioncino della ragazza, lo spostò del tutto e ciò che vide lo lasciò di stucco: una foto, ingiallita ormai per il troppo tempo passato dentro l'armadio, scattata almeno 4 anni e mezzo prima, che ritraeva lui, suo fratello e Katherine felici, sorridenti e spensierati. I visi dei ragazzi completamente rilassati, privi di qualsiasi preoccupazione; Sam, sulla sinistra, teneva stretta Katherine con un braccio attorno alla vita, mentre nell'altra mano stringeva una birra, mentre Dean le stringeva il braccio attorno al collo e le schioccava un bel bacio sulla guancia, facendola sorridere di gusto.
Si notava quanto le cose fossero cambiate in quegli anni, Katherine aveva lasciato Sam per lui e si erano amati davvero, fin quando la Maledizione non rovinó ogni cosa: improvvisamente gli venne in mente della cura che Claire aveva cercato e trovato con Bobby e molló la presa sulla foto, posandola sul letto e correndo giù dai due.
"Ti stavamo per chiamare, qui è quasi pronto.." sussurró Hailey sorridendo e facendo spallucce, apparecchiando la tavola. 
"Bobby, che volevi dirmi quella sera sulla cura?" Chiese Dean a bruciapelo, facendo voltare lentamente l'uomo sulla carrozzina.
"Cura?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. "Di cosa stiamo parlando?".
"Claire e Bobby avevano trovato una cura per la Maledizione.." sussurrò Dean avanzando ed appoggiandosi con due mani alla sedia. "..Voglio sapere adesso di che si tratta!".
"Ragazzo, quella cura è al di sopra delle nostre possibilità.." sussurrò l'uomo superandolo lentamente con un sospiro. "..scordatelo!".
"Bobby, dimmelo!" Esclamò Dean dilatando le narici per la rabbia, voltandosi verso di lui. "Perché non me ne hai parlato prima che lei cambiasse?!".
"Bobby è vero? Tu sei a conoscenza di un modo per eliminare la Maledizione?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi lentamente.
"Si....." sussurró Bobby sospirando, voltandosi verso i due con aria di rimprovero. "Ma anche se ve lo dicessi voi non lo farete, non potete farlo!".
"È una cosa così terribile tanto da farti preferire che Katherine stia lontana da noi e rimanga con satana in persona?!" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia ed avvicinandosi con le braccia larghe, con occhi sbarrati per la sorpresa. 
L'uomo abbassò lo sguardo e serró le labbra e la mandibola, pensando a come avrebbe potuto spiegare una situazione del genere ai dee ragazzi, sapendo per certo che non avrebbero accettato, quindi perché dirlo?
"Katherine deve provare forti emozioni.." sussurró Bobby sospirando e scuotendo la testa. "Deve sentire qualcosa".
"Hai per caso dimenticato che non prova nulla perché ha spento la sua umanità?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, mentre una leggera risata scappò dalle sue labbra. 
"Lei non è come le altre Cacciatrici.." sussurró Bobby sbuffando e chiedendosi mentalmente perchè toccasse a lui raccontare quella storia. "..lei è morta quando aveva 17 anni e gli angeli l'hanno riportata in vita.. lei è cambiata..".
"Cambiata ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Bela ha costretto Gabriel a salvarla, non possono avere sbagliato, non possono averla cambiata!" Esclamò Hailey sospirando e scuotendo la testa. 
"Non è stata colpa degli angeli, la legge dice che chi è morto deve restare morto.." sussurrò Bobby facendo spallucce. 
"Io sono finito all'inferno e gli angeli mi hanno riportato in vita! Sono sempre lo stesso! " Esclamò Dean sollevando un sopracciglio. 
"Con tutto il rispetto figliolo, la tua vita non è legata all'incantesimo della Prima Cacciatrice" sussurró Bobby accennando un buffo sorriso.
"La Prima...." sussurrò Hailey aggrottando le sopracciglia. "..cosa sai di lei?".
"Solamente che è stata resa Cacciatrice tramite la possessione e i morsi di un vampiro.." sussurrò Bobby sospirando e facendo spallucce. ".. ecco perché siete immuni a tutti i loro attacchi!".
"Ok, cosa fa questo incantesimo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e inserendosi nella conversazione con irruenza. 
"Alla morte della Cacciatrice i poteri passano alla successiva" sussurró Bobby sospirando. "Quando Katherine è morta, ha privato la successiva Cacciatrice dei suoi poteri tornando in vita".
"E questo cosa avrebbe a che fare il suo cambiamento ?'' Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Oh mio Dio.." sussurró Hailey spalancando la bocca e sgranando gli occhi. "..ne ho sentito parlare quando ero piccola e stavo nella sede del Consiglio, ma non pensavo fosse vero".
"Ma di cosa? Volete spiegarmelo o no?!" Chiese Dean allargando le braccia e sbuffando.
"Katherine ha assorbito i poteri di due generazioni di Cacciatrici, ecco perché è così forte e la Maledizione si è scatenata così in fretta.." sussurró Hailey rendendosi conto delle sue stesse parole mano a mano che le andasse pronunciando, scioccata da quella rivelazione. "..la sua trasformazione è diversa rispetto a quella delle altre, lei deve essere costretta a provare qualcosa in fretta oppure non tornerà mai più indietro!".
"Come?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia. "Come facciamo a farle provare qualcosa se non si lascia avvicinare?".
"Con il dolore!" Esclamò Bobby sospirando e facendo spallucce. "Non volevo dirvelo perché so che nessuno di noi riuscirebbe mai a farle del male...".
"Del tipo?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, sentendosi confuso. 
"Infierire sulla ferita lasciata da Judith, non so.." sussurrò Hailey sospirando, sedendosi su una delle siede e appoggiando i gomiti alle cosce. "..qualcosa del genere".
"E questo come potrebbe aiutarla ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa. "Come potrebbe guarire attraverso la sofferenza?".
"Non lo farà da sola.." sussurrò Bobby sospirando. "..vedi, in questi mesi ho fatto delle ricerche, tutto quello di cui stiamo parlando è una profezia..".
"Mi gira la testa.." sussurrò Dean scuotendo il capo e sedendosi accanto alla ragazza, massaggiandosi le tempie. 
"Le profezie non hanno mai sbagliato: il giusto che da inizio all'apocalisse all'inferno, la Protettrice dell'umanità che libera Lucifero e diventa malvagia.. è tutto scritto!" Esclamò Bobby sospirando e scuotendo la testa.
"Come continua questa profezia Bobby? " Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, sentendo un nodo stabilirsi in gola.
"Non è molto chiara, dice che qualcuno di molto potente, legato in qualche modo alla Prima, le dovrà togliere i poteri lasciandola completamente umana.." sussurrò Bobby sospirando e facendo spallucce. "..proprio come noi!".
"Non posso crederci, abbiamo una possibilità.." sussurrò Dean sorridendo e fissando negli occhi l'uomo. 
Hailey sospirò e si alzò in fretta, afferrando il suo cellulare fra le mani e iniziando a scorrere le migliaia di chiamate perse, notando con preoccupazione che Sam non la chiamasse da tre giorni; così aggrottò le sopracciglia e provò a chiamarla, risultando però irraggiungibile.
"Chi chiami?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia. 
"Sam" sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce. "Non mi chiama da tre giorni e se dobbiamo trovare in fretta Katherine avremo bisogno di un paio di mani in più".
Dean annuì e si mise davanti al pc, cercando di attivare il suo GPS e cercando di localizzare quello del fratello; dopo aver parlato con il gestore telefonico e essersi spacciato per un padre premuroso il GPS fu attivo, lasciando nella mappa sullo schermo del pc un chiaro simbolo rosso, che ne indicò la posizione.
"E' a Sullivan?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa, confuso più che mai.
"P-perchè a Sullivan?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia. "Perchè proprio lì?".
Bobby si avvicinò silenziosamente con la carrozzina, osservando lo schermo e cercando di capire che cosa ci facesse il ragazzo così vicino a casa sua se non avesse voglia di vederli.
"Magari vuole tornare a casa.." sussurrò l'uomo sospirando.
Hailey sospirò e tolse il pc dalle mani del ragazzo, impadronendosene e maledicendosi mentalmente per non averci pensato prima: scrisse sullo schermo il numero di sua sorella, facendo lo stesso procedimento appena fatto per Sam; dopo alcuni secondi, un altro simbolo rosso apparse sulla mappa, indicando anche la posizione di Katherine, quasi sovrapposta a quella del ragazzo.
"Io non posso crederci.." sussurrò Dean sgranando gli occhi e spalancando la bocca, leggendo il risultato dello schermo.
"Che significa? Volete spiegarlo anche a me?" chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.
"Vuol dire che sono insieme.." sussurrò Hailey scuotendo la testa ed allontanandosi dal pc, accennando un piccolo sorriso amaro. "Vuol dire che questi tre giorni in cui non si è fatto senitre, in cui non ha chiamato, è stato con Katherine senza avvertirci..".
Le espressioni dei tre per qualche secondo furono uguali: deluse, arrabbiate, stanche di essere presi in giro; perchè Sam non li aveva chiamati subito? Perchè era rimasto da solo con lei per così tanto tempo? 
Perchè Katherine aveva scelto di incontrare lui e non Dean?





NOTE DELL'AUTRICE:

EccomiiI! :) Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e soprattutto che non siate rimasti scioccati per la situazione Sam/Kath :D
Io lo sono ancora, quindi posso capirvi! 
Che dire, vi ringrazio se siete arrivati fino a qui e volevo anche ricordarvi quanto mi facciano piacere le vostre opinioni e i vostri commenti su ciò che scrivo e sulla storia in sè! Cosa ne pensate sull'evoluzione del personaggio di Katherine e di tutti i casini che sta creando? Vi piace la piega che sta prendendo? Vi aspetto! :)
Alla prossima ragazzi/e
! :* :)
 





 

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Capitolo 55
*** I played the soldier while you played the queen ***


NOTE DELL'AUTRICE:
Buonasera ragazzuoli! :) Sono felice di essere riuscita ad aggiornare così in fretta anche questa volta e prima di lasciarvi leggere il capitolo, volevo precisare un piccolo punto: Hailey!
Ciò che determina la sua reazione (in questo capitolo) non è semplicemente il fatto che Sam sia andato a letto con Katherine, ma tutto ruota attorno all'abbandono nella sua vita: i suoi genitori per primi, Gabriel, Bela, Katherine.. Quindi è mossa dalla paura dell'abbandono, in qualunque circostanza!
Detto ciò, vi auguro una buona lettura e ringrazio anticipamente chi lascerà un pensiero su questo capitolo e sulla storia in generale!
La vostra opinione è fondamentale per me e mi ha aiutato in passato a rivedere alcune cose e a migliorare, quindi non siate timidi! :*

Ps: ringrazio tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra le seguite/prefeite/ricordate, chi mi ha inserito fra gli autori preferiti e chi invece legge silenziosamente: siete siete così tanti che non me lo aspettavo proprio! Quindi grazie, grazie, grazie! <3
Alla prossima, baci! :)
 


Capitolo 43.
 
I played the soldier while you played the queen
 
 
Il suono delle loro risate riecheggiò nell'intera stanza del motel, probabilmente perchè fossero leggermente brilli o semplicemente perchè si stessero davvero divertendo insieme; Katherine stappò l'ennesima bottiglia che, come il resto di quelle aperte quella notte, finì immediatamente fra lei e Sam.
Continuarono a scherzare e a ridere come fossero dei ragazzini a cui non importa della strigliata che i loro genitori faranno dopo o delle conseguenze delle loro azioni, ed in quel caso i genitori sarebbero stati Dean ed Hailey e le conseguenze i loro cuori spezzati, pensò la ragazza sorridendo; come poteva importargli in un momento del genere?
Sam riprese a baciarla, stendendosi su di lei e immobilizzandola sotto il suo corpo: non aveva mai effettivamente pensato ad un ritorno di fiamma di quel genere con Katherine, ma come poteva resistere in quella situazione ? Le sue labbra diventarono una droga per lui, infatti dopo aver cenato in un fast food miracolosamente aperto, ritornarono in camera per riprendere da dove avessero interrotto.
Le loro labbra si cercarono e i loro corpi si chiamarono per tutta la notte, aumentando in maniera spropositata il loro piacere, tanto che il ragazzo si chiese mentalmente dove Katherine nascondesse tutta quell'energia; quando furono abbastanza stanchi e appagati, Sam la cercò, un po' come faceva quando stavano insieme, e si sistemò sul letto appoggiando le spalle nude alla testiera e l'attirò a sè, facendole poggiare la schiena sul suo petto.
"Mi sembra di essere tornato indietro di qualche anno.." sussurrò il ragazzo sospirando, giocando delicatamente con il suo braccio e disegnando dei cerchi immaginari. 
"Già" rispose Katherine sorridendo e sospirando.
"Quello che facciamo... come lo facciamo.. cosa significa?" chiese Sam abbassando gli occhi su di lei, notando come anche la ragazza stesse portando la testa leggermente indietro per guardarlo in viso.
"Non è niente di importante, noi ci divertiamo e basta, lo sai!" esclamò Katherine ridendo di gusto, scuotendo la testa e fissandolo negli occhi con espressione divertita.
"Divertiamo è un eufemismo.." sussurrò Sam fissandola ancora negli occhi, scorgendo in lei una passione che non si era mai spenta. 
"Con Hailey non ti diverti così?" chiese curiosa, aggrottando le sopracciglia.
Nonostante Sam fosse ripetutamente andato a letto con Katherine, non riuscì a negare quello che provasse: il suo cuore prese a battere di più pensando ad Hailey e un peso si depositò sul suo petto, rendendogli difficile persino respirare.
Distolse lo sguardo e sospirò, sentendo la tristezza invaderlo e riempirlo in ogni sua parte.
"Si certo.." sussurrò facendo spallucce.
"Sammy.." sussurrò Katherine accennando un sorriso tenero, sfiorandogli la testa e districando i capelli del ragazzo nel tentativo di farlo  rilassare. ".. perché rimani qui con me se la ami?".
"Ho fatto una serie di errori Kath, l'ultimo è stato andarmene e mollarla insieme a mio fratello.." sussurrò sospirando, tornando a fissarla e carezzandole i capelli scuri. "..lei non mi perdonerà facilmente".
La ragazza si morse il labbro inferiore e si sollevò, voltandosi completamente verso di lui e rivolgendogli un nuovo sguardo malizioso; gli sfiorò il petto, osservando con piacere quanto fosse muscoloso, e si inumidì le labbra.
"E questo come pensi che lo prenderà?" chiese Katherine mettendo su i suoi occhi da cerbiatta e mettendosi a cavalcioni su di lui. 
"Non bene.." rispose Sam con un tono basso, mentre le sue mani si arpionarono sui fianchi della ragazza, osservando per la milionesima volta il suo corpo.
"Potremmo anche non dirglielo.." sussurrò Katherine avvicinandosi al viso del ragazzo e baciandolo a fior di labbra, scendendo poi a lasciare una scia umida sul suo collo. "Potrebbe essere il nostro piccolo segreto..".
Sam gemette e si morse il labbro, attirandola nuovamente a sè e baciandola con la stessa passione che li avesse travolti quella notte; si discostò di poco e le carezzò una guancia, tornando a guardarla in viso e sospirò, sapendo bene che dì a poco le cose sarebbero precipitate.
"E Dean come pensi che la prenderà?" chiese a bruciapelo, osservando la reazione della ragazza.
"Non mi importa di lui, quindi non c'è problema" sussurrò Katherine ridendo, scendo a baciare e a mordere di tanto in tanto il petto del ragazzo.
"Stai mentendo" sussurrò Sam cercando di non lasciarsi trascinare nuovamente in quell'altro rapporto, serrando la mascella. "So che provi ancora qualcosa per lui".
"Ti dispiace?" chiese Katherine sbuffando, alzando la testa e fulminandolo con gli occhi, tornando subito a giocare con la V scolpita del suo bacino.
"Dico solo che per quanto tu possa mentire a te stessa, la verità tornerà sempre a galla!" esclamò Sam sospirando, beccandosi un'ulteriore occhiataccia da parte della ragazza.
"E tu ? Tu cosa ne sai di me?" chiese Katherine sedendosi rassegnata e fissandolo in cagnesco, iniziando a sentire il sangue bollire nelle sue vene. "Tu non mi conosci davvero Sam!".
"Io ti conosco e so che ti importa ancora della tua famiglia.." sussurrò il ragazzo allargando le braccia e scuotendo la testa.
La ragazza scoppiò in una sinistra risata che inquietò non poco il cacciatore e senza emettere un ulteriore fiato si alzò dalle sue gambe ed abbandonò il corpo del ragazzo, afferrando da terra il suo intimo e mettendolo su nuovamente. Gli diede le spalle e continuò a prendere e sistemare tutto ciò che fosse suo, ignorandolo. 
"Katherine, sono io, ok?" sussurrò Sam uscendo dal letto ed afferrandola dalle braccia, costringendola a guardarlo. "Ti voglio bene e so quanto tu abbia amato Dean e quanto tu lo faccia ancora! Puoi parlarne con me!".
La ragazza sorrise teneramente e afferrò il viso del ragazzo fra le mani, vedendo quanto fosse sincero e quanto davvero volesse aiutare lei e suo fratello: il punto però era che non le importava.
"Sei così tenero Sammy.." sussurrò sorridendo. "..ma credo che qualcuno dovrebbe dirti che gli unicorni e le fatine sono solamente fantasia!".
Si liberò in fretta della presa del ragazzo e continuando a ridere andò a recuperare la sua maglietta, finita sotto la sedia del tavolo, e la sistemò insieme ai jeans nel suo borsone, ridendo ancora delle parole del cacciatore che fino a cinque minuti prima condividesse il letto con lei.
"Allora immagino che non ti darà fastidio sapere che in questi due mesi e mezzo Dean è tornato ad essere il donnaiolo incallito che fosse prima di conoscere te.." sussurrò Sam mentendo spudoratamente, fissandola negli occhi e studiando la sua espressione e la reazione a quelle parole.
Katherine si voltó di scatto a guardarlo con occhi leggermente sgranati, mentre un ringhio degno di un animale uscì dalle sue labbra facendo indietreggiare il ragazzo di qualche passo, spaventato dal lampo rosso rubino appena apparso negli occhi dell'ex Cacciatrice.
La ragazza si limitò a guardarlo in cagnesco senza dire una parola e lentamente avanzò verso di lui, arrivando ad un palmo dal suo viso: Sam non seppe cosa aspettarsi, cosa avrebbe potuto fare o dire.
"Stai mentendo" sussurrò a denti stretti, continuando a fissarlo male.
"E' la verità" sussurrò Sam sospirando.
Katherine continuò a guardarlo e dopo pochissimo riuscì a riprendere il pieno controllo di sè, così sospirò e fece spallucce, uscendo dei vestiti puliti dal suo borsone e sistemandoli sul tavolo; si voltò nuovamente verso il ragazzo e si avvicinò un'altra volta.
"Ok, a me non importa però.." sussurrò schioccandogli un bacio sulle labbra e schiacciandogli l'occhio, dirigendosi senza aggiungere altro verso il bagno e chiudendosi la porta alle spalle.
Non riuscì a credere di stare per perdere il controllo davanti a Sam, aveva lavorato tanto per non renderlo possibile e invece gli era bastato pronunciare il nome di suo fratello per causare in lei un momento di vacillamento; sospirò e scosse la testa, mentre l'acqua calda si irradiò sopra i suoi capelli, lavandoli via dal sudore e tutto quell'odore di sesso che si era appiccicato su di lei e sul ragazzo durante quella lunga notte.
Sbuffò, pensando a quanto avesse odiato venire a sapere di essere l'unica Cacciatrice affetta dalla Maledizione ad essere cambiata e a non aver spento completamente la sua umanità: per cambiare definitivamente sarebbe dovuta diventare un demone, un demone peggiore di Lilith, e ci sarebbe riuscita senza problemi. Aveva solo bisogno di altro tempo e il mondo si sarebbe inginocchiato ai suoi piedi, e nessuno sarebbe riuscito a impedirglielo.
Scosse la testa e sospirò, uscendo dalla doccia e avvolgendo l'asciugamano attorno al corpo; rimase davanti allo specchio appannato e per un secondo le venne in mente di ripetere come in un deja-vu tutto ciò che fosse successo la sera prima, occupando così tutto il giorno, ma la giornata era già stata programmata e aveva davvero tante cose da fare.
Frizionò i suoi folti capelli scuri con un'asciugamano, eliminando l'acqua in eccesso ed uscì dal bagno sorridente, facendo segno al giovane cacciatore di entrare in qualsiasi momento; riprese a sistemare i suoi vestiti e li preparò sul letto, in attesa di asciugarsi del tutto per indossarli, mentre sentì il getto della doccia aprirsi nel bagno.
Proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta con due colpi secchi e decisi: aggrottò le sopracciglia, chiedendosi chi potesse presentarsi nella loro camera a quell'ora della mattina, erano pure sempre le 6 e 45!
Si aggiustò l'asciugamano intorno al corpo che le copriva a mala pena un quarto delle cosce e aprì la porta, sgranando leggermente gli occhi e sorridendo per la sorpresa: come poteva aspettarsi che proprio loro si sarebbero presentati alla sua porta?
Rise di gusto e tenne con una mano il panno bianco che l'avvolgesse, mentre con un gomito si appoggiò contro la porta per godersi la scena ed incurvando il corpo verso la sinistra. non riuscendo a trattenere le risate.
"Sam sarà molto felice di sapere che siete arrivati.." sussurrò Katherine ridendo, alternando lo sguardo fra i due giovani che la osservarono come se avessero appena visto un fantasma. "Andiamo ragazzi, sono sempre io..".
Nessuno dei due riuscì a dire una parola, intenti per com'erano a studiarla e a chiedersi per quale motivo fosse stato così semplice trovarli, mentre le domande più strane presero ad affollare la loro mente.
Si voltò con un sorrisino e gli diede le spalle, facendo scivolare l'asciugamano e cambiandosi davanti ai due, non curandosi che la stessero osservando e che la porta della stanza fosse ancora aperta, e Dean ed Hailey rimasero scioccati per qualche altro secondo per poter dire o fare qualsiasi cosa.
"Ora va meglio.." sussurrò Katherine dopo aver indossato dei jeans scuri e una maglia a mezze maniche rossa che le lasciasse la schiena quasi del tutto scoperta.
Si voltò verso di loro e li fissò con un sorriso beffardo, invitandoli ad entrare: i due si mossero meccanicamente, osservando Katherine chiudere la porta alle sue spalle e tornare a fissarli.
"Sei tu.." sussurrò Dean con tono incerto, quasi come se stentasse a riconoscerla. 
Indugiò con lo sguardo su di lei ed avanzò lentamente, fissandola come se potesse di colpo scomparire e sparire di nuovo dalla sua vita; le arrivò vicino e la osservò dall'alto, evincendo la loro differenza d'altezza accentuata dal fatto che la ragazza non avesse ancora indossato gli stivali.
Le sfiorò il viso e sentì il cuore battere più forte quando riconobbe il suo profumo: dopo più di due mesi ebbe l'opportunità di guardarla negli occhi, di toccare la sua pelle sotto i suoi polpastrelli. 
Era rimasta esattamente uguale a prima, tranne per il fatto che i suoi lunghi capelli biondi fossero diventati corti alle spalle e neri. Ed i suoi occhi. I suoi occhi. 
Gli occhi azzurri che irradiavano una luce particolare che lo fecero innamorare in passato avevano lasciato il posto a occhi cattivi e privi di qualsiasi bontà che quasi non riuscì a riconoscere.
"Katherine..." sussurrò il ragazzo non riuscendo a credere ancora che fosse tutto vero.
"Ciao tesoro.." disse la ragazza ritrovando il sorriso e schiacciandogli l'occhio, per poi spostare lo sguardo sulla terza persona presente nella stanza. "..ciao anche a te sorella!".
"Kath, che sta succedendo?" chiese Hailey avvicinandosi e allargando le braccia. "Sapevi che ti avremmo aiutata, perchè scappare?".
Katherine rise, voltandosi verso il minifrigo e afferrando quattro birre, posandole con poca delicatezza sul tavolino: le stappò e sbuffò, sentendo la sorella blaterare e domandandosi perchè non fosse rimasto a casa.
"Nessuno vi ha mai detto che quando si inaugura una casa si porta un regalo? Del vino ad  esempio!" esclamò Katherine appoggiandosi al piccolo mobile, voltandosi verso di loro e prendendo alcuni sorsi dalla sua bottiglia, pensando bene alle parole da usare. "..beh, tecnicamente questa non è una casa e non è neanche mia, però avreste potuto portare qualche birra!".
Il suono della sua voce giunse alle orecchie dei due ragazzi in maniera ovattata, non riuscendo a riconoscerla: a Dean sembrò che un demone si fosse impossessato di lei e muovesse i suoi fili facendole dire e fare tutto quello che volesse, ma il suo tono e i suoi occhi gli confermarono che ci fosse proprio lei al comando. 
"Perchè sei in una camera matrimoniale con Sam?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, guardandosi attorno.
"Tu che pensi che sia successo?" chiese Katherine sorridendo beffardamente, mordendosi il labbro inferiore e prendendo un altro sorso.
La guardò con aria di sfida, come se volesse mettere in evidenza qualcosa che ancora loro due non avessero capito, chiedendosi fino a che punto fossero disposti a volere sapere; dei dubbi si insinuarono nella mente dei due ragazzi, ma si vollero convincere che non sarebbe mai potuto succedere, non lo avrebbero mai fatto. Almeno Sam non lo avrebbe fatto.
"Kath, hai per caso visto dov'è finita la mia camicia ieri notte?" urlò Sam dal bagno, del tutto all'oscuro di cosa stesse succedendo in quella stanza.
La ragazza puntò gli occhi su Dean, che rimase immobile senza emettere un fiato, e si guardarono per un tempo che sembrò loro indefinito, ma tanto bastò a far capire al ragazzo quando fosse cambiata e quanto poca importanza desse ad ogni cosa.
"Credo che sia finita dentro l'armadio del bagno!" esclamò ad alta voce, in modo che Sam potesse sentirla nell'altra stanza, per poi abbassare di nuovo il suo tono, continuando a fissare il maggiore negli occhi. "Ops!".
Prese un sorso abbondante e scrocchiò il collo, sentendo la porta aprirsi e far fuoriuscire dalla stanza un Sam molto distratto, intento ad asciugare i suoi capelli con un'asciugamano; quando sollevò lo sguardo verso il resto della stanza e riconobbe la presenza di suo fratello e di Hailey, si pietrificò sul posto e sgranò gli occhi.
Si sarebbe aspettato chiunque, ma sicuramente non loro due, non in quel momento, non in quella circostanza.
"Sam.." sussurrò Hailey fissandolo con aria preoccupata e delusa contemporaneamente.
Solo in quel momento Katherine si accorse quanto il tono della sorella somigliasse a quello di Dean quando la chiamò per nome dopo averle sfiorato una guancia: era carico di disappunto, sconforto, delusione, ma anche di rabbia e di paura per ciò che sarebbe successo dopo.
"Abbiamo compagnia, hai visto Sammy?" chiese Katherine ironicamente, ridendo e facendo spallucce, voltandosi verso il minore. "Credo che la nostra piccola vacanza sia finita".
Hailey abbassò lo sguardo e senza dire nulla uscì dalla stanza sbattendosi violentemente la porta alle spalle, mentre Sam scattò immediatamente, seguendola e rincorrendola per il parcheggio, cercando di poter parlare con lei; Katherine e Dean rimasero da soli e la ragazza non perse occasione per gettare del sale sulla ferita che gli avesse appena procurato.
"Sei contento di vedermi quindi?" chiese Katherine sorridendo ed avvicinandosi lentamente. "So che mi hai cercato..".
"Ogni giorno in questi due mesi e mezzo.." sussurrò Dean con voce spezzata, carica di dolore e di delusione. 
Sul suo petto si stabilizzò un peso, un macigno, che prese ad ostruirgli le vie respiratorie, impedendogli di completare un respiro come si deve; non riuscì più a reggere il suo sguardo e abbassò gli occhi, stringendo le mani a pugni e sentendo dentro di se l'irrefrenabile voglia di urlare a squarciagola.
"Che romantico.." sussurrò Katherine ridendo, abbassando il viso alla sua altezza e costringendolo a guardarla. "..peccato che io non volessi essere trovata!".
"Il tuo GPS è attivo, così come quello di Sam.." sussurrò Dean serrando la mascella e le labbra, mentre gli angoli delle sue labbra si piegarono all'ingiù, nonostante cercasse di tenerli su, e sentì gli occhi prendere a pungere. "..non è stata una dimenticanza, vero?".
"No, infatti" rispose Katherine facendo spallucce e il ragazzo si accorse con che tono distaccato e menefreghista stesse parlando. "Sono sempre un passo avanti a voi, ricordatelo!".
Dean trasalì a quelle parole e alzò lo sguardo verso di lei, collegando ciò che avesse appena detto al bigliettino ricevuto in quel bar: Sam aveva ragione, non proveniva da Meg, ma da lei.
"Sento le campane suonare e le lampadine accendersi nella tua testa mentre mi guardi.." sussurrò Katherine ridendo, prendendo un sorso della sua birra, porgendone una al ragazzo. "Vedi Dean, il tuo problema è che sei molto propenso a ficcare il tuo bel nasino dove non dovresti!".
"Non avrei dovuto cercarti?!" chiese Dean con rabbia, stringendo il collo della bottiglia con estrema forza che cominciò a pensare che si sarebbe spezzato da un momento all'altro.
"No" sussurrò perentoria scuotendo la testa e divenendo seria, avvicinandosi nuovamente al ragazzo. "Questa volta vi ho solo feriti emotivamente, anzi direi che vi ho proprio distrutto! Come farete a fidarvi ancora l'un l'altro?".
"Troveremo un modo per farla funzionare.." sussurrò Dean facendo spallucce, cambiando atteggiamento ed avvicinandosi anche lui. "..trovo sempre un modo per uscirne, alla fine!".
"Davvero? Tu potrai fidarti di tuo fratello che è andato a letto con la tua ragazza alla prima occasione e non ti ha neanche chiamato?" chiese Katherine accennando un sorriso e fissandolo con i suoi grandi occhi azzurri. "Andiamo Dean, non si è neanche ripreso dalla dipendenza dal sangue demoniaco! Con me non ne ha sentito il bisogno solo perchè l'ho tenuto occupato!".
Dean fece una smorfia, non volendo mostrare quanto realmente l'avessero ferito quelle parole e sospirò, sforzandosi di eliminare dalla sua mente le immagini che si fossero appena fornate; annuì leggermente e serró la mascella, arrivando ad un palmo dalla bruna.
"Le parole feriscono, ma non distruggono! Potrai dire e fare tutto quello che vorrai, ma non riuscirai mai a farmi rinunciare a trovarti e a riportarti indietro.." sussurró il ragazzo sospirando, fissandola con aria perentoria. 
Katherine continuò a sorridere beffardamente e con un tocco delicato sistemò il colletto della camicia blu del ragazzo e stiró con le mani le spalle della giacca che indossava, sgualcita per via delle ore di viaggio notturne per trovare lei e Sam; lo guardò con tenerezza e gli sfiorò il viso con una carezza.
"Oh ma guardati, sempre a inseguire qualcosa che non è tuo" sussurró Katherine sorridendo, percependo dai suoi occhi la delusione. 
Improvvisamente, delle forti sirene circondarono il quartiere ed entrarono con prepotenza all'interno della stanza, e i due ragazzi furono sicuri che avessero svegliato l'intero motel; Dean aggrottò le sopracciglia e si affacciò alla finestra della camera scostando delicatamente la tenda, osservandò due volanti sfrecciare proprio davanti a sè a tutta velocità, seguiti da un'ambulanza.
"Che diavolo succede?" si chiese fra se e se il ragazzo, mentre un dubbio attanagliò la sua mente.
Si voltò verso l'ex Cacciatrice, trovandola intenta ad osservarlo con un sopracciglio sollevato e con aria quasi divertita; si avvicinò a lei con un sospiro e la fissò con aria accusatoria. "Sei stata tu?".
"Come potrei? Sono rimasta tutta la notte dentro questa stanza.." sussurrò la ragazza sollevando le mani in segno di innocenza e sorridendo. "..chieda a Sam, agente, potrà confermare il mio alibi!".
Dean scosse la testa e con grande amarezza si rese conto quanto facesse male ciò che avessero fatto suo fratello e Katherine quella notte: come avrebbe potuto perdonare una cosa del genere? Forse aveva ragione lei, li aveva distrutti definitivamente solamente per gioco, per avvertirlo di fermare le sue ricerche su di lei. Il cacciatore però non era facile da domare, avrebbe resistito anche a questo altro colpo, avrebbe incassato e si sarebbe rimesso in piedi, pronto ad accettare la sua prossima sfida e deciso più che mai a fermarla.
Si avvicinò con viso teso e mascella serrata, come se stesse trattenendo le urla di rabbia e dolore dentro di se, e la osservò con sguardo serio e distaccato, proprio come stesse facendo lei. 
"Voglio sapere che diavolo sta succedendo in questa città!" esclamò perentorio, diminuendo notevolmente la distanza fra di loro.
Le sirene continuarono a suonare, come se si fossero fermate in un punto molto vicino al motel, scuotendo sempre di più l'animo del giovane cacciatore scosso dalla furia.
"Ti ho già detto che non c'entro!" esclamò Katherine fissandolo in cagnesco. "Potrebbe anche non essere un demone, sai?".
"Se ci sei tu nei paragi non credo che sia possibile" rispose con tono distaccato il ragazzo, scuotendo la testa. 
Katherine rise di gusto, sfiorandogli nuovamente la spalle e disse: "Sei aggressivo, mi piace!".
"Che ne dici di andare a dare un'occhiata?" chiese il cacciatore ignorando la sua frase e sollevando un sopracciglio. 
La ragazza ci penso sù ed annuì, mentre la frase giunse alle sue orecchio come: "Che ne dici se mentre controllo che tu non abbia fatto troppi danni ti porto in un luogo affollato dove potrò aorvegliarti e tu non potrai usare i tuoi poteri?".
Sorrise e si diresse verso la porta, aprendola e facendo segno al ragazzo di superarla, ma Dean non fu così stupido da accontentarla: la afferrò saldamente da un braccio e la costrinse a passare per prima, tenendola attaccata a sè e studiando uno ad uno i suoi movimenti.
L'aveva trovata e non l'avrebbe lasciata andare tanto facilmente. Non questa volta.



 
 
Camminó in silenzio lungo il marciapiede vicino al motel, essendo quasi sicura che la gente cambiasse strada per la sua faccia incazzata e maledisse se stessa per essere andata a cercarlo o semplicemente per aver pensato a lui mentre era intento ad intrattenersi con sua sorella; che stupida che era stata, non avrebbe mai dovuto neanche pensare di perdonare tutte le sue bugie che aveva rifilato a lei e a Dean e si chiese mentalmente quanto altro potesse nasconderle.
"Hailey aspetta!!" Gridò Sam raggiungendola, camminandole a fianco a passo svelto, afferrandola dal braccio e strattonandola.
"Va al diavolo e lasciami in pace!" Esclamò la ragazza spingendolo via, accelerando il suo andamento e sperando che si dileguasse subito.
"Non è come sembra!" Esclamò Sam camminando al contrario, fissandola e cercando di fermarla con le mani, ma venne respinto brutalmente per la seconda volta. 
"Non mentire a me!!!" Esclamò Hailey fermandosi e guardandolo dritto negli occhi con una furia cieca.
"Ok, non ti mentiró.. è successo, sono andato a letto con Katherine" disse Sam annuendo e sospirando, osservando la delusione della ragazza nei suoi occhi. 
Hailey non disse nulla, ma scosse la testa profondamente delusa e ferita, e passò avanti senza dire una parola, riprendendo la sua camminata a passo veloce con l'intento di scappare da lui e da Katherine.
Sapeva che sua sorella fosse assoggettata alla Maledizione e che quindi non provasse alcuna emozione, avendo staccato la sua coscienza, ma non pensava che Sam l'avrebe tradita in un modo spregevole come quello.
"Tu mi avevi detto di andarmene, non hai risposto a nessuna delle mie chiamate e poi lei è venuta nel bar dove lavoravo.." disse Sam tornando a seguirla, pregando il cielo che si fermasse e che l'ascoltasse. "..non è come credi, io non provo più nulla per lei! Ci sei tu adesso, credimi!".
La ragazza si fermò nuovamente, sospirò rumorosamente e scosse la testa; sollevò lo sguardo verso di lui, trovandolo a fissarla con occhi che imploravano il perdono, ma Hailey non era disposta a darglielo. Non dopo cio che avesse scoperto.
"Dì qualcosa, per favore.." sussurrò Sam ricambiando lo sguardo, alzando una mano e sfiorandole delicatamente il viso. 
Hailey si avvicinò, arrivando ad un palmo dal suo viso e lo fissò con aria dura e perentoria; gli tolse malamente la mano e con denti serrati per la rabbia sussurrò: "Va' all'inferno!".
Rimase a fissarlo, sperando che il suo sgardo di fuoco potesse incenerirlo e osservò come il ragazzo abbassò il suo, lasciando intendere il suo senso di colpa e la sua frustrazione: Sam si chiese mentalmente quando fosse diventato in quel modo, quando cominciò a scambiare il sesso con il divertimento e da quando facesse male a più persone contemporaneamente.
Il Sam del collage, quello che riuscì a scappare da tutto quel casino della caccia, si sarebbe vergognato di cosa fosse diventato e Jessica non sarebbe stata da meno: insomma tutto cominciò ad andare a rotoli da quano aprì la porta di casa a Ruby e tutto ciò lo cambiò per sempre, nonostante avrebbe venduto il mondo intero per poter tornare a prima.
Hailey aprì la bocca per insultarlo nuovamente e sfogare tutta la sua rabbia, quando delle auto della polizia seguite da un'ambulanza presero ad attivare le loro sirene, bloccando il traffico e sfrecciando sulla corsia appena liberata per soccorrere qualcuno: li osservarono fermarsi in un locale non molto lontano dal motel e si scambiarono uno sguardo preoccupato. 
"Che ne dici se ti insulto dopo?" chiese Hailey ironicamente, voltandosi e tornando verso la camera.
"Si, ottima idea!" esclamò il ragazzo annuendo e sospirando, adattandosi nuovamente al passo svelto della Cacciatrice, sapendo benissimo che la resa dei conti non fosse neanche lontanamente iniziata.




 
"Quindi ci sono stati 4 suicidi nelle ultime 2 settimane.." sussurrò Dean spegnendo il motore davanti casa dell'ultima vittima, sospirando e lanciando un'occhiata dietro dove trovò le due sorelle Collins a guardarsi in cagnesco. "..non vi sembra un po' strano?".
"Onestamente, non me ne frega niente" rispose Katherine facendo spallucce, fissando il ragazzo per poi prendere a ridere di gusto. "Vuoi che rimanga fino alla fine del caso in modo  da poterti divertire anche tu con me?".
"Non ti è bastato tutto il divertimento che ti sei già procurata?!" chiese acidamente Hailey, incrociando le braccia sotto il seno e guardandola in cagnesco.
"No, ne voglio ancora!" esclamò Katherine sporgendosi verso la sorella, sollevando un sopracciglio e sorridendo beffardamente. 
"Chiudi la bocca, stronza" disse la maggiore digrignando i denti e stringendo i pugni per contenere la rabbia. 
"Chiudimela tu!" rispose guardandola con aria di sfida, come se potesse iniziare una lotta da un momento all'altro.
"Volete smetterla o devo ammanettarvi qui dentro e lasciarvi sole?!" chiese Dean voltandosi verso di loro e fulminando entrambe con lo sguardo. 
"Sapevo che fossi il tipo da manette!" esclamò Katherine schiacciandogli l'occhio ed avvicinandosi al suo viso. 
Dean rimase per qualche secondo immobile e la fissò negli occhi, non sapendo se sorridere di quell'affermazione oppure rimanerne sconcertato; intimò loro di fare silenzio e di comportarsi da adulte, oltre che avere rispetto per quella famiglia che stesse piangendo un parente appena morto, così scesero dall'auto e si diressero verso la porta d'ingresso.
Dopo pochi secondi, aprì loro una donna sulla quarantina, cioè la sorella della vittima che si fosse suicidata e mostrò loro la casa, gli oggetti personali, la stanza e raccontò loro quanto amasse la propria sorella.
"Jane mi ha chiamata ieri sera e mi ha raccontato di aver avuto una brutta giornata, così da brava sorella l'ho rassicurata e le ho detto che tutto sarebbe andato bene.." sussurrò la donna sospirando e sedendosi al tavolo, invitando i quattro ragazzi a fare lo stesso.  "..le ho detto di reagire..".
"Puo' dirci qualcosaltro che potrà essere utili alle indagini, signora McCall?" chiese Dean sospirando e accennando un sorriso.
"Ho già detto tutto quello che sapevo ai poliziotti e adesso a voi.." sussurrò la donna facendo spallucce.
"Oh ma davvero?" chiese Katherine avanzando verso di lei con un sopracciglio sollevato. "Sai che non credo molto a questa versione?".
"Cosa sta dicendo? Sto dicendo la verità!" esclamò la donna aggrottando le sopracciglia e cercando aiuto con lo sguardo negli altri agenti.
"Nel mio lavoro devo scovare subito i bugiardi e, tesoro, l'ho appena fatto con te!" esclamò Katherine serrando le braccia al petto e guardandola con un sorrisino sul viso. "Sei falsa, dimmi cos'hai detto a tua sorella!".
"Katherine, penso che dovresti smetterla subito!" esclamò Hailey sgranando gli occhi e strattonandola da un braccio, per poi rivolgersi alla donna scoppiata ormai in lacrime. "Mi scusi, ancora condoglianze per la sua perdita!".
"No, sta mentendo, è palese!" esclamò Katherine liberandosi dalla presa della sorella e tornando a fissare la proprietaria della casa. "Dì la verità!".
"Kath, non torturarla.." sussurrò Sam arrivandole alle spalle e afferrandole un braccio con le sue grandi e forti mani. 
Ma la ragazza ignorò i due ed anche il piagnisteo in cui fosse caduta la sorella della vittima, fissando il suo sguardo in quello di Dean: il cacciatore dapprima la guardò in cagnesco, ma successivamente i suoi occhi si rasserenarono e accennò un sorriso amaro. Ricordò che intuito avesse sempre avuto Katherine durante tutti i loro casi e il maggiore si chiese se fosse il caso di sottoporre a quel supplizio una persona che soffrisse in quel modo: ma Dean non vide cattiveria nei suoi occhi, non aveva alcun secondo fine in quel momento, quindi perchè non concederle un'altra volta la sua fiducia? 
Annuì leggermente e la ragazza accennò un sorriso che contagiò anche gli occhi e le diede lo stimolo per attaccare nuovamente la donna in lacrime. 
"Lo sai che è un reato civile e penale mentire ad un agente federale?" chiese Katherine mettendo su nuovamente lo sguardo severo e accusatorio. "Potrei sbatterti in galera per anni se solo ne avessi il sospetto!".
"Va bene, va bene, lo ammetto!" esclamò la donna piangendo e mettendo le mani in avanti in segno di resa. "Volevo dirle quanto le volessi bene e che avrebbe sempre potuto contare su di me, invece tutto quello che mi uscì dalla bocca fu Perchè non fai un favore a tutta la famiglia e ti ammazzi?, ma io non volevo, dovete credermi!".
Katherine sollevò lo sguardo verso Hailey e Sam e li guardò con aria soddisfatta, passando davanti a loro con sopracciglio sollevato ed espressione che esprimeva chiaramente un bel "Ve lo avevo detto, idioti!"; fu lo stesso sguardo che riservò a Dean, che però sorrise e scosse la testa, illudendosi per qualche secondo che la sua Katherine fosse davvero tornata da lui.
Non fecero in tempo a rientrare in macchina che le sorelle ripresero immediatamente a litigare ferocemente come se fossero tornate ragazzine, discutendo su quanto a Katherine non importasse vedere la gente attorno a sè soffrire e che fosse senza limiti e senza freni; ma Dean in quel solo sguardo che si scambiarono all'interno di quell'appartamento ci vide molto di più. Per qualche secondo, la riconobbe e cominciò a pensare alle parole di Bobby e di Hailey del pomeriggio precedente: Katherine era cambiata per via della sua morte quand'era ancora ragazzina, possedeva il potere di due generazioni di Cacciatrici, ciò voleva dire che anche la Maledizione fosse più forte? O anche quella cambiò, si adattò a lei?
"Abbiamo un'altra traccia!" esclamò suo fratello facendolo trasalire, tenendo gli occhi incollati sul suo pc ed evitando accuratamente di rivolgere uno sguardo al maggiore. "Un dentista ha ucciso un suo paziente ed amico e dopo essersi reso conto di ciò che avesse fatto si è suicidato!".
"Quindi cos'è? Un incantesimo?" chiese Hailey sospirando, lanciando l'ennesimo sguardo di fuoco a sua sorella. "Cosa ti spingerebbe a fare?".
"Pensateci: la sorella di Jane le ha detto tutto quello che pensava senza peli sulla lingua e l'ha ferita; l'amico del dentista gli ha confessato di aver molestato sua figlia.." sussurrò Sam leggendo dal pc e scuotendo la testa.
"Quale incantesimo potrebbe costringere una persona a dire la verità?!" chiese Katherine acidamente, non credendo alla veridicità di ciò che stesse dicendo.
"Potrebbe essere vero Katherine.." sussurrò Sam sospirando, continuando a leggere alcune pagine sul folklore locale e scuotendo la testa, sbalordito. "..potrebbe essere una Maledizione!".
"Un'altra.. wow.." sussurrò Dean così piano che pensò che gli altri tre non lo avessero sentito.
"Ok, ragazzi, pensiamo in fretta! Siamo a cinque morti in due settimane!" esclamò Hailey sospirando e facendo spallucce. 
"Perchè non parlate con i parenti della prima vittima?" chiese Katherine sbuffando come se fosse una cosa ovvia e abbandonandosi contro il sedile. "Potrebbe completare il puzzle!".
Quando osservò i visi sorpresi e sbalorditi dei tre ragazzi, sgranò gli occhi e li guardò con disdegno, pensando che se li avesse incontrati per la prima volta quel giorno non avrebbe creduto che quelli fossero davvero cacciatori.
"Siete davvero persi senza di me, ragazzi!".
"Attenta, il tuo ego è così smisurato che potresti essere toccata anche da questa Maledizione" disse Hailey sbuffando e scuotendo la testa, osservando il maggiore dei Winchester sorridere.
In silenzio si diressero a casa della coinquilina della prima vittima, scoprendo con orrore sotto il suo letto tutti gli oggetti che le servissero per soddisfare la sua ossessione verso il suo ragazzo, dal quale pensasse di essere tradita tanto da evocare una dea pagana, la dea della verità: dopo aver fatto qualche ricerca, i ragazzi scoprirono che la dea Veritas sbattesse in faccia la verità fino al suicidio, ottenendo così i tributi in suo onore.
"Ne ho sentito parlare.." sussurrò Katherine aggrottando le sopracciglia, sforzandosi di ricordare. "..so che è spaventata dai cani e che viveva in un pozzo dal quale usciva solo per rivelare la verità alle masse dalle quali otteneva adorazione!".
"Voleva attenzioni.." sussurrò Sam con sguardo vitreo, sgranando appena gli occhi.
"Aspettate, quale potrebbe essere la versione moderna di una donna che concede la verità alle masse?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e sospirando.
"Una giornalista, è ovvio!" esclamò Dean scuotendo la testa ed allargando le braccia all'interno dell'auto.
I ragazzi presero una stanza, diversa da quella dove Sam e Katherine passarono quella notte e stimarono una lista sulle possibili predatrici, finendo per scartarle tutte eccetto una: Ashley Frank, giornalista che prese a lavorare per una televisione locale esattamente il giorno della morte della prima vittima. Non poteva essere una coincidenza.
Si diressero alla redazione e presero le centinaia di cd che avessero registrato con le scene tagliate e con gli errori commessi durante le riprese: uscirono con due scatolini strapieni di cd e tornarono subito in camera, dove presero immediatamente a guardare quei cd nei loro pc. 
Dopo aver ordinato e mangiato una pizza, la bruna si stiracchiò leggermente alzandosi dalla sedia e dirigendsi verso la sua borsa, estraendo sigarette ed accendino e dirigendosi verso la porta per uscire.
"Dove pensi di andare?" chiese acidamente Hailey scattando in piedi e fissandola in cagnesco.
"A fumare, posso mammina?" chiese ironicamente la minore, mentre una smorfia si disegnò sul suo viso.
"No, torna a sederti" ordinò perentoria Hailey avvicinandosi e continuando a guardarla malamente. "O vuoi che prenda a calci il tuo culo?".
"E' per Sam o è semplicemente perchè sono tutto quello che non sarai mai?" chiese Katherine sorridendo e fissandola con curiosità. "Su dai, toglimi questo dubbio".
Hailey scattò in avanti per avventarsi sulla sorella, ma Dean l'afferrò in tempo, tentando di mascherare il tutto come un semplice malinteso; si offrì di accompagnare Katherine fuori e la maggiore parve quietarsi per un po', tornando a fissare i video della giornalista al pc e cercando di sbollire la sua rabbia.
Katherine uscì con Dean e si sedettero sul porticato della loro stanza, mentre la ragazza accese una sigaretta e sospirò un primo tiro chiudendo gli occhi: ciò che non notò fu l'espressione del ragazzo seduto di fianco a lei, a metà fra l'essere combattuto e dispiaciuto per non potersi avvicinare e dimenticare tutto per sempre e l'essere deluso, arrabbiato e ferito.
Una volta aveva sentito un detto che diceva che molto spesso quanto si sta male, l'unica persona che si vuole accanto è proprio quella che ci ha ferito di più: e in quel momento il nostro cervello comincia una lotta persa in partenza con il cuore, si è divisi tra la voglia di smettere di soffrire e andare avanti e la voglia di dimenticare tutto e tornare fra le braccia della persona che ci ha feriti di più.
Gli mancò molto in quei mesi, credette di poter impazzire non avendo sue notizie e non sapendo se stesse bene, se fosse viva, che cosa stesse facendo, ma il dolore che il suo cuore già malridotto sentì quella mattina quando venne a conoscenza di ciò che avesse fatto con Sam lo stese completamente dandogli il colpo di grazia; come avrebbe potuto vivere con quella consapevolezza?
Sapeva benissimo che quello non fosse il momento più adatto per pensarci ma quando la guardò negli occhi a casa di quella donna riuscì finalmente a ritrovarla, seppur per pochi secondi; ciò lo spinse a chiedersi se effettivamente i suoi sentimenti fossero del tutto spenti o se fosse semplicemente quello che volesse far loro credere. 
"Sei pensieroso stasera.." sussurrò la ragazza sospirando, continuando a fissare davanti a sè.
"Sono solo stanco" rispose Dean sospirando, distogliendo lo sguardo da lei. "E preoccupato".
"Per me? Temi che possa uccidervi tutti con i miei poteri infernali?" chiese Katherine ridendo di gusto, prendendo un tiro della sua sigaretta.
"Non lo faresti neanche se volessi" rispose Dean sorridendo, sentendo la voragine nel suo petto allargarsi centimetro dopo centimetro. 
"Perchè eravate come una famiglia per me? Sei sicuro che questo mi basti per trattenermi?" chiese Katherine tornando a ridere e a fare spallucce.
Il giovane cacciatore fece una pausa e si morse la lingua, indeciso su cosa dire e su come risponderle: non voleva farla alterare, ma non voleva neanche andarci giù troppo leggero.
"Io so quello che hai fatto ai due cacciatori, Kath.." sussurrò il maggiore sospirando, incollando come una calamita il suo sguardo in quello del ragazzo. "..Bobby me l'ha detto".
"Perchè pensi che sia stata io?" chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia e prendendo un altro tiro della sua sigaretta.
"Perchè hanno pestato Sam" sussurrò Dean facendo spallucce e sospirando lentamente.
"Ti sbagli, non so di cosa tu stia parlando.." sussurrò Katherine ridendo e facendo spallucce. 
"Si che lo sai.." sussurrò il ragazzo fissandola con un timido sorriso sul viso, come se dovesse ancora imparare a comportarsi con lei.
Katherine lesse nei suoi occhi un grande amore, così forte che se gli avessero chiesto di sacrificare la sua vita per lei in quell'esatto momento lo avrebbe fatto senza battere ciglio e sentì la piccola, microscopica ed impercettibile parte umana che rimaneva ancora dentro di sè supplicarla di farlo smettere di soffrire e di tornare da lui; ma come poteva dargli pace senza soffrire e morire di dolore lei stessa? La ragazza accennò un ghigno diabolico, facendosi scappare una risata inquietante.
"Kath.." sussurrò guardandola come se da quegli occhi dipendesse la sua intera vita e sospirò. "..ci sei ancora tu lì dentro?".
"Dean, sono stanca e non sono in vena di sentire le vostre stupide lezioni! Non puoi dirmi che sono sbagliata o che cosa provare!" esclamò la ragazza infuriandosi, allargando le braccia e gettando la cicca a terra. "Io provo qualcosa, mi sento benissimo!".
"Non riesco a credere che tu voglia essere così!" esclamò Dean scuotendo la testa e fissandola con occhi diversi rispetto a qualche secondo prima, sentendo la rabbia montare dentro di sè.
"Senti per molto tempo tu hai desiderato stare con me, perché mi amavi, perchè avevi paura che io fossi troppo legata a Sam.. ma adesso non importa ne a me ne a te.." sussurrò Katherine sorridendo teneramente e sospirando, incollando i suoi occhi a quelli del ragazzo. "Sii onesto, ti piaccio di più così".
Dean la guardò con un sorriso amaro e sospiro, scuotendo la testa e pensando a quanto avesse frainteso le sue parole; lui voleva solamente la vecchia Katherine con se, voleva guardarla e leggere la felicità nei suoi occhi, non vendetta.
"Tu non sei la stessa Katherine che io amo ancora, lei non faceva giochetti..." sussurrò Dean sospirando e scuotendo la testa, sentendosi profondamente amareggiato e scosso.
"Sì sono diversa, sono migliore" rispose a tono l'ex Cacciatrice digrignando i denti. "Ho scelto, è la mia strada, questa è la mia vita e non posso fermarmi adesso!".
"Stai per diventare un demone!" esclamò Dean furioso, alzando di molto il tono di voce e facendo persino voltare dei passanti verso di lui .
"Perchè non capisci che adesso sono felice? Prima ero traumatizzata da quell'essere che mi ha uccisa, ero critica, chiusa in me stessa e nel mio egocentrismo, ma adesso.." sussurrò Katherine sorridendo di felicità e sperando che il ragazzo la capisse appieno. ".. adesso riesco a vedere le cose chiaramente, non ho più paura".
Dean abbassò lo sguardo e sospirò, sentendo la tristezza e la frustrazione crescere sempre di più dentro di se ad ogni parola che la ragazza pronunciasse, ferendolo in maniera irreparabile.
"Parli così perchè l'oscurità si sta impadronando di te.." sussurrò il ragazzo provando un'ultima volta a convincerla del grosso errore che stesse facendo. "..commetti delle azioni spregevoli! Uccidi due uomini colpevoli di una rissa, vai a letto con Sam per ferirci tutti quanti.. Quel demone aveva ragione, tu e Lucifero vi meritare a vicenda!".
"Beh, con il lavoro che fai dovresti sapere che le persone che fanno azioni terribili, sono persone terribili.." sussurrò Katherine facendo spallucce e alzandosi, scuotendo la testa e tornando dentro, lasciandolo solo a riflettere su come avrebbe potuto farla tornare indietro senza attuare la profezia e le parole di Bobby.
Il dolore. Dovete farle provare dolore per riportarla indietro, aveva detto con occhi lucidi il vecchio burbero. La cosa certa era che Dean non le avrebbe potuto fare male neanche volendo, figuriamoci se fosse restio a farlo.
Perchè la sua vita doveva complicarsi ogni volta così? Si passò le mani grandi sul viso, mentre un grande sospiro crebbe dentro di sè, mentre riprese a sentire il vuoto all'interno del suo petto.
Era stremato. La ricerca e la redenzione di Katherine lo stremarono fino all'ultima goccia.
"Ciao Dean.." sussurrò una voce profonda alle sue spalle, facendolo voltare di scatto e agguantando la sua pistola in un nanosecondo, pronto a difendersi in caso di attacco. 
"..ho una proposta da farti".

 
 
 
 
I filmati scorrevano veloci davanti ai loro occhi e tutto ciò che riuscirono a cogliere fu solamente una giornalista un po' sbadata che commetteva un po' troppi errori durante la registrazione della puntata e dovette solo ringraziare che il suo programma non fosse in diretta.
Afferrò un altro pezzo di pizza rimasto, ormai freddo, e si sedette nuovamente sulla sedia con i piedi appoggiati al tavolo ed il triangolo fra le mani; allontanò il pc e prese a mangiare, sentendo il bisogno di incamerare altre fonti di energie per affrontare quella caccia. E quella situazione.
Sam la osservò per qualche secondo e stoppò il video, volendo sfruttare l'assenza degli altri due per parlare con la ragazza che amava e  che aveva ferito irreparabilmente. 
"Hailey.." sussurrò Sam con tono triste e cupo, rivolgendole il medesimo sguardo. 
"Quale aspetto di "Non rivolgermi la parola a meno che tu non sia in pericolo di morte imminente" non hai capito?" chiese la ragazza continuando a mangiare il suo pezzo di pizza che di colpo avesse acquistato interesse.
"Dovrai parlarmi prima o poi.." sussurrò il ragazzo avvicinandosi e sedendosi davanti a lei. 
"Passo" si limitò a rispondere la Cacciatrice prendendo un altro morso.
"Dire mi dispiace non avrebbe senso.." sussurrò Sam sospirando, sfiorandole con una mano il polpaccio a mezz'aria sul tavolo, ma la ragazza si ritrasse dal contatto e lo calciò via con neanche troppa gentilezza.
Alzò uno sguardo infuocato su di lui e scese i piedi dal tavolo, avvicinandosi di poco al ragazzo e guardandolo con tutta la rabbia che avesse in corpo; gli volle trasmettere tutto il dolore che stesse provando, l'umiliazione, la rabbia, e sembrò riuscirsi dato che il ragazzo cambiò espressione, divenendo cupo e abbattuto.
"Ti ho lasciato allontanare Gabriel da me perchè ti amavo e volevo stare con te! Anche io sono stata lasciata, anche io sono stata felice di rivederlo e di poter parlare con lui, di ritrovarlo!" esclamò Hailey sentendo il sangue ribollire nelle sue vene, vomitando fuori tutto ciò che si tenesse dentro. "Non c'è stato un momento in cui io non abbia pensato a te mentre guardavo lui, ricordandomi che fosse solo il mio bellissimo passato a sorridermi, ma io ero più forte perchè c'eri tu nel mio presente! Tu mi hai mollata perchè dovevi disintossicarti dal sangue, da Dean, ma sei finito nel letto della tua ex, di mia sorella!".
"Hailey, io.." iniziò il ragazzo ma venne brutalmente interrotto.
"Ti ho sempre perdonato le menzogne, il fatto che ci fosse Ruby ad interferire con la nostra vita e i tuoi poteri psichici, e il sangue! Hai idea di come mi sia sentita quando ho capito di aver fatto un'enorme cazzata a lasciarmi prendere da te?!" chiese furiosa la ragazza, alzandosi e calciando una sedia per il nervosismo, voltandogli le spalle e passandosi una mano sulla fronte. "Se non ti fosse ancora chiaro, è finita, questa volta per davvero !".
"Calmati, non dobbiamo parlare di tutto questo ora, possiamo farlo con calma.." sussurrò Sam scattando in piedi e avvicinandosi alla ragazza con le mani alzate.
Osservò la Cacciatrice prendere una serie di respiri profondi per calmarsi e far diminuire i battiti del suo cuore amareggiato; le si avvicinò lentamente, continuando ad osservarla e non appena le arrivò a due-tre palmi dal viso le afferrò una mano fra le sue.
"Perdona tutte le mie mancanze, non te le sei meritate, è colpa mia.." sussurrò Sam portandosi la mano della ragazza sulla guancia e depositandole un bacio. "..è tutta colpa mia..".
"Si, Sam, è colpa tua.." sussurrò Hailey annuendo e sospirando, fissandolo negli occhi. "..non appena finiremo il caso, sceglieremo un emisfero a testa e vivremo la nostra vita lontani! Non voglio vederti mai più!".
La ragazza scosse la testa e si divincolò dalla sua presa, dirigendosi verso il suo computer e facendo partire nuovamente il video della giornalista, concentrandosi e studiando ogni singola mossa.
 
 


 
"Siamo sicuri?" chiese Sam dubbioso sospirando e fissando la casa davanti a se, appoggiato alla fiancata dell'Impala.
"Per la milionesima volta, si!" esclamò Katherine ridendo, impugnando il suo pugnale. "Abbiamo visto tutto il video ed il riflesso dei suoi occhi affusolati!".
"D'accordo, basta parlare, andiamo!" esclamò Hailey scuotendo la testa e facendo segno a Dean di seguirla.
Si avviarono verso il vialetto solitario e forzarono la serratura della porta d'ingresso, prima di spalancarla ed entrare: si guardarono attorno, notando come tutto fosse arredato perfettamente, come tutto fosse in ordine e nuovo.
Presero le scale sulla sinistra, interamente ricoperte di moquette, e salirono al piano di sopra, trovando un ampio salone con un finto camino e una parete dedicata ad una bellissima cascata d'acqua.
"Devo ammetterlo, questa dea ha classe!" esclamò Katherine osservando con ammirazione il lavoro che avesse fatto arredando quella bellissima casa, guadagnandosi però un'occhiataccia da parte degli altrei tre ragazzi.
Due gatti tigrati scattarono appena sentirono la sua voce, seppur fosse bassa, scappando in un'altra stanza, muovendo in fretta il campanello che avesse attorno al collo; Katherine provò dopo tanto tempo il brivido della caccia, l'adrenalina che il cuore pompasse nelle sue vene, dandole la sensazione di essere onnipotente.
Dopo aver perlustrato il primo piano a vuoto, scesero al piano di sotto fino al seminterrato, continuando a sentire il campanellino del gatto suonare, segno che fosse lì vicino; trovarono un mosaico dall'aria antica, che corrispondesse perfettamente con l'immagine mostrata loro da Sam della dea Veritas.
I quattro si scambiarono uno sguardo complice e Dean mimò un leggero Bingo! con le labbra: i ragazzi continuarono a camminare, arrivando in un'ampia saletta spartana completamente rivestita di cemento e trovando su diversi tavoli alcuni corpi dilaniati e smembrati: che fosero queti, dunque, i suoi tributi?
"Siete arrivati in tempo per la cena!" esclamò una voce alle loro spalle con un grande sorriso sul viso, mentre con un gesto della mano li scaraventò contro una parete con estrema violenza, facendo perdere a tutti conoscenza.
 
 
La prima a risvegliarsi fu Katherine, trovandosi legata ed immobbilizzata da delle lunghe corte strette tutte attorno al suo corpo, trovando ai polsi delle manette con su stilizzato dei simboli che lei come gli altri cacciatori conoscevano troppo bene: le chiavi di Salomone. Con quelle ai polsi, non sarabbe riuscita ad usare i suoi poteri e a mettere fine all'insulsa vita di quella dea.
Cercò di liberarsi, ma a quanto pare le sue corde vennero inzuppate nell'acqua santa, rendendole difficile anche soltano respirare; si guardò attorno in cerca di qualcosa che potesse usare per liberarsi o quanto meno allentare quelle dannate corda, ma non vide nulla a parte i tre ragazzi legati con delle semplici corde attorno alle mani. 
La dea doveva sapere per forza con chi avesse a che fare e Katherine sorrise beffardamente, consapevole che si sarebbe divertita ad ucciderla; mentre il suo cervello formulò quel pensiero, la giornalista fece il suo ingresso in quello scantinato indossando un lungo vestito color oro, proprio come quello che indossava nel mosaico trovato all'interno della sua casa.
"Devo concedertelo: hai classe, adoro questa casa ed anche il tuo vestito!" esclamò Katherine prima di schiarirsi la voce, trovandola molto rauca. "Penso che mi divertrò ad abiatre qui e ad usare le tue cose dopo che ti avrò ucciso!".
La dea rise e scosse la testa, voltandosi verso uno dei cadaveri mutilati e con una pinza staccò con delicatezza la lingua del morto, osservandola più o meno come Dean osserva un doppio cheesburger con bacon!
"Sai che questo è esattamente il punto da cui partono tutte le bugie?" chiese la dea fissando la lingua e sorridendo, sentendo gli altri tre riprendere conoscenza. "Non vedo l'ora di mangiare la vostra.. ne ho conosciuti tanti di bugiardi, ma voi siete i numeri 1!".
"Detto da una stronza come te non puo' che essere un onore!" esclamò Katherine ridendo e fissandola con un sopracciglio sollevvato.
"Ragazzina, se io fossi in te non sarei così arrogante! Puoi anche basare la tua intera vita sulla menzogna ma prima o poi la verità ti raggiungerà.." sussurrò la dea avvicinandosi e sorridendo di gusto, osservando i fratelli Winchester drizzare metaforicamente le orecchie e prendendo ad ascoltare con più attenzione. "..sono state più o meno così le parole di Sam quando ti ha chiesto di ammettere i tuoi sentimenti per Dean?!".
Katherine sospirò, scocciata da quelle parole, e scosse la testa, abbassando lo sguardo sulle sue manette e cercando di romperle con estrema forza, ma ogni tentativo fu vano: ottenne l'effetto opposto, le manette si conficcarono sulla pelle dei suoi polsi, procurandole dei taglietti dai quali fuoriuscì del sangue.
"Faresti meglio a rispondermi adesso che hai ancora la lingua.." sussurrò Veritas sorridendo, sedendosi prorpio accanto alla ragazza, volgendo lo sguardo sugli altri. "Adesso faremo il gioco della verità!".
"Su di me non funziona, l'hai dimenticato stronza?!" chiese Katherine ridendo e scuotendo la testa.
Ciò che non potè prevedere, fu la furia con cui la dea si avventò su di lei, afferrandole il viso fra le mani e stringendo mentre uno sguardo di fuoco si posò su di lei.
"I miei poteri sarebbero in grado di far cantare persino Lucifero, non commettere l'errore di sottovalutarmi" sussurrò digrignando i denti, continuandola a guardare in cagnesco per qualche secondo. Quando si fu calmata prese un respiro profondo e la liberò dalla sue presa, sussurrando con un tono stranamente gentile: "Bene Katherine, sono curiosa di sapere che cosa senti veramente per Dean..".
I ragazzi sgranarono gli occhi e puntarono lo sguardo proprio su di lei, sperando di vedere una crepa sulla sua dura corazza alla quale aggrapparsi per sbriciolarla completamente; Dean non volle pensarlo per cattiveria, ma davvero tutti i mali non vengono per nuocere.
Nonostante fosse dispiaciuto per le cinque vittime della dea, non potè fare a meno di pensare che Veritas potesse aiutarli a scoprire qualche punto debole della ragazza, che nel frattempo prese a mordersi l'interno della guancia e le labbra per non fare uscire troppe parole dalla sua bocca.
"Io non sento nulla per nessuno!" esclamò Katherine prendendo dei respiri profondi e cercando di calmarsi.
"Non mentire!! Non opporre resistenza al processo, ti raggiungerà ugualmente!" esclamò Veritas ridendo e scuotendo la testa.
"Io me lo ricordo, ok? Ricordo perfettamente tutto quello che provavamo l'uno per l altra.." sussurrò Katherine con tono abbattuto e abbassando lo sguardo, sentendo quello dei tre ragazzi puntati su di lei. "Dean ed io combaciavamo perfettamente ed era tutto fantastico, ma adesso le cose sono cambiate..".
"Perché?" chiese Veritas ridendo, sentendo tutto ciò che volesse sentire.
"Perché io.. io sono cambiata" sussurrò Katherine facendo spallucce.
"Per la tua Maledizione?" chiesa la dea sorridendo.
"Si.. no.." iniziò l'ex Cacciatrice sospirando e fissando i tre ragazzi legati accanto a lei con sguardo triste e cupo. "Io non voglio tornare come loro, non voglio tornare la Cacciatrice gentile e garbata di un tempo che feseggiava felice con i suoi parenti e amici un'altra vittoria! Io non posso". 
"Perché non puoi?" chiese Veritas aggottando le sopracciglia, non riuscendo a capire cosa intendesse.
"Lilith mi ha portato via tutto.." sussurrò Katherine abbassando gli occhi e sentendo un nodo alla gola stabilizzarsi e non lasciarla più. "..ha ucciso Dean sotto i miei occhi, ha ucciso Giles, Addison... e..".
"Chi altro?! Parla Katherine!" esclamò la dea intimandolle di parlare, fissandola negli occhi.
"Judith.. ha ucciso mia figlia.. e io non voglio tornare e provare dolore.. non posso, impazzirei.." sussurrò Katherine sentendo gli occhi prendere a pungere. 
"Ma tu hai noi.." sussurrò Hailey guardandola con un sorriso di compassione sul volto, chiedendosi perchè la sorella non avesse visto un punto di forza in loro.
"Voi non siete lei però.." sussurrò Katherine facendo spallucce  e sospirando.
"Quindi se adesso.." iniziò la dea alzandosi e sospirando, avvocinandosi agli altri ragazzi intrappolati con un sorriso. ".. io volessi uccidere tua sorella o Sam o Dean.. come reagiresti?".
"Non sono più umana, non mi importerebbe finché non accetto la trasformazione inversa.." sussurrò facendo spallucce. "..e io non l accetteró mai..".
"Katherine..." sussurrò Dean guardandola con dolore negli occhi, sospirando e provando il forte impulso di stringerla fra le braccia.
"Adesso parlami di Sam e di come lo hai convinto a venire a letto con te!" esclamò la dea sorridendo, fissandola con aria di sfida. "Raccontalo a tutti!".
L'ex Cacciatrice scoppiò in una risata quasi malefica, appoggiando la testa all'indietro sul moro al quale fosse appoggiata e scosse la testa; davvero non credeva che quella dea sapesse così tante cose di loro.
"L'ho ammaliato!" esclamò sorridendo e facendo spallucce.
"Cosa?!" chiese Sam aggrottando le sopracciglia e fissandola con aria interrogativa.
"Non dovreste avercela con lui ragazzi, in fondo non è colpa sua: mi è bastato guardarlo, proprio come lei ci sta convincendo a dire la verità, e ho amplificato le sue sensazioni, i suoi bisogni, i suoi pensieri.." sussurrò la ragaza sorridendo e facendo spallucce. "..ho fatto in modo che mi volesse!".
"Ma a quale scopo?!" chiese Veritas aggrottando le sopracciglia. 
"Volevo che soffrissero e che mi odiassero, così non mi avrebbero cercato più.." sussurrò la ragazza sospirando e facendo spallucce, con la più totale indifferenza nei suoi occhi.
"Katherine!" esclamò Sam sconvolto, non riuscendo a credere che tutto ciò che fosse successo da loro fosse stata solo una finzione.
"Immagino che sarai più sollevata Hailey, no?" sussurrò la dea camminando vicino ai ragazzi e sedendosi suoi talloni proprio davanti alla cacciatrice. "Cosa pensi adesso di Sam?".
"Avrei voluto ucciderlo oggi! Fargli male, farlo soffrire come lui ha fatto con me... ma ora.." sussurrò Hailey abbassando gli occhi pieni di lacrime. "Voglio solo stare con lui e dimenticare tutto".
"Voi umani siete così patetici, pieni di sentimenti! Capisco perchè Katherine li abbia spenti" sussurrò Veritas scuotendo la testa e sollevandosi nuovamente; si avviò silenziosamente vero il maggiore dei fratelli e lo osservò con sguardo curioso, leggendo probabilmente i suoi più oscuri segreti, ridendone. "Bene, bene, adesso è arrivato il tuo momento Dean.. la nostra guess star!".
"Cosa vuoi da me brutta bastarda?!" chiese l'uomo digrignando i denti e fissandola in cagnesco, deciso più che mai a non dire nulla della verità.
"Perché non confessi ai tuoi amichetti cosa hai combinato dopo qualche settimana che Katherine è sparita con Lucifero?" chiese la dea ridendo e prendendo posto accanto a lui.
"Io.. ho fatto delle cose di cui non vado fiero.." sussurrò a denti stretti l'uomo, prendendo a muovere le sue corde nella speranza di liberarsi.
"Cioè?  Che hai fatto Dean?".
"Io.. ho torturato demoni cercando di capire se avessero informazioni su di te.. ma nessuno hai mai parlato.. ero disperato.." sussurrò il ragazzo sentendo le parole uscire dalle sue labbra come se avessero una vita propria, decidendo come comporsi e cosa dire.
"Cos'hai fatto Dean ?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, aspettandosi il peggio.
"Ho chiesto ad un demone dell'incrocio di consegnare Katherine sana e salva senza Maledizione a Sam ed Hailey.." sussurrò Dean guardando i tre ragazzi con sguardo triste, soffermandosi sull'ex Cacciatrice rimasta a bocca aperta. "Ma mi ha proposto un patto con scadenza immediata, sarei dovuto tornare all'inferno subito questa volta..".
"Ma sei impazzito brutto idiota?!" esclamò Hailey scalciando e fulminandolo con lo sguardo. "Che cazzo ti passa per la testa?!".
"Dean, non saresti dovuto arrivare a tanto solo per me.." sussurrò Katherine abbassando lo sguardo e sentendosi, per la prima volta da quando cedette alla Maledizione, in colpa verso di lui.
"Cos'altro avrei potuto fare..?" chiese Dean con un sussurro, guardandola con tristezza. "Io ti amo Kath, impazzisco a starti lontano...".
"Dì loro perché non hai accettato.." sussurrò Veritas schiacciandogli l'occhio.
"Il cacciatore è prevalso in me e ho ucciso quel demone con il pugnale: era un ragazzino di nemmeno quindici anni e lì ho capito che io sono solo un killer spietato, bravo a tagliare gole.." sussurrò Dean abbassando lo sguardo e sospirando. "..non potevo accontentarmi di quel patto.. troverò un altro modo..".
Sam ed Hailey lo guardarono con occhi tristi, chiedendosi perchè non si fosse confidato con loro e non gli avesse raccontato quella sua pazzia quasi commessa; era davvero così grande l'amore che lo legasse a Katherine? Sarebbe stato pronto a condannarsi nuovamente ad una sofferenza eterna solamente per eliminarle la Maledizione?
"Ok, che graziosa chiaccherata!" esclamò Katherine sbuffando e fissando la dea negli occhi. "Ma credo che adesso andrò via, sono stanca di tutte queste confessioni".
"Vuoi che uccida per prima te?" chiese Veritas ridendo ed avanzando.
"No, morirai prima tu!" sussurrò Katherine fissandola con uno sguardo diabolico.
Con uno scatto dei polsi, sfilò le manette con le chiavi di Salomone che trovò improvvisamente aperte, mentre con un colpo di reni si sollevò spezzando quelle dannate corde zuppe di acqua santa che le logorarono la pelle momento dopo momento; con un gesto della mano liberò i tre ragazzi e si avventò sulla dea, intimando agli altri di ucciderla con i pugnali.
Veritas la colpì in viso, facendola indietreggiare di qualche passo, ma subito Katherine tornò all'attaccò immobilizzandola con un gesto della mano: le passò un braccio attorno alla gola e la strinse forte, quasi come se stesse tentando di soffocarla, ed osservò i ragazzi tirarsi su ed osservare la scena sbalorditti.
"Quando volete!" esclamò ironicamente la ragazza, scuotendo la testa e continuando a stringere la dea forte con il braccio.
In pochi secondi Dean afferrò i due pugnali che appartenessero a loro e corse verso la dea, pugnalandola a morte per ben due volte ed osservando come si contorcesse ed urlasse per il dolore; si gettò a terra priva di vita e portò Katherine con sè, che poggiò la schienza su quel pavimento scoppiando in una fragorosa risata.
"Te lo avevo detto che ti avrei ucciso stronza!" esclamò continuando a ridere.
Dean la osservò e per qualche secondo ebbe una brutta sensazione all'altezza del petto, come se gli fosse appena sfuggito qualcosa, così  si avvicinò alla ragazza e la fissò con espressione seria.
"Stavi fingendo ?" chiese con un sospiro, ma il tono ricordò tanto all'ex Cacciatrice una domanda del tipo Dimmi che era la verità, ti prego!
La ragazza si sedette e lo osservò negli occhi, leggendovi ancora una volta un mix di amore, delusione, rabbia.. e speranza. Dean sperava ancora che lei potesse tornare quella di prima.
"Che ti aspettavi..?" chiese Katherine sorridendo e facendo spallucce.
Si alzò ed osservò i tre ragazzi fermi a guardarla e vide tutto il sangue che colasse sul pavimento da quei corpi mutilati che avesse visto all'inizio; Katherine sospirò e fece spalluccce.
"Una cosa vero l'ho detta però.." sussurrò sorridendo. "..voglio questa casa, è perfetta!".
"Perfetta per cosa?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Perfetta per me..!" essclamò entusiasta sorridendo. "Guardate il lato postivo, saprete sempre dove trovarmi..".
I ragazzi lasciarono morire il discorso e presero le loro cose, ricomponendosi e sospirando; Sam ed Hailey salirono al piano di sopra, lasciando per l'ennesima volta Dean e Katherine da soli, così la ragazza gli porse i suoi coltelli con un sorriso.
Il ragazzo la fissò con il dolore nei suoi occhi, non sarebbe riuscito a varcare la soglia di quella casa senza di lei, non voleva separarsene, ma era necessario; proprio come aveva detto l'angelo che lo venne a visitare quella sera prima di partire per casa della giornalista.
Doveva rispettare il piano.
"Sono felici di averti rivisto.." sussurrò Katherine sforzandosi di sorridere. ".. ma non dovresti distruggerti così per me, io non meritavo di averti accanto quando ero solo una Cacciatricie immagina adesso che sono un demone".
"Non le sei ancora.." la corresse Dean sospirando e scuotendo leggermente la testa. "..ci vedremo presto, Kath!".
"Non vedo l'ora!" esclamò Katherine ironicamente, facendogli segno di seguire gli altri e di andare via dalla sua casa.
In silenzio si voltò e dopo averle lanciato un'ultima occhiata, raggiunse Sam ed Hailey che parlottarono imbarazzati dentro l'Impala; Katherine li seguì e chiuse la porta d'ingresso, seguendo i loro spostamenti con gli occhi: osservò Dean entrare dentro l'auto e gettare il suo borsone sul sedile posteriore e notò che pronunciò qualche parola, e da quel momento i ragazzi non proferirono più nemmeno un fiato.
Li osservò allontanarsi da quel vialetto ed allontanarsi da quella casa, da lei, e sentì una fitta al petto, come se si fosse rotto qualcosa dentro di lei; come poteva diventare un demone se l'umanità dentro di lei continuava a richiamarla a sè?
Scosse la testa e salì al piano di sopra, esplorando per bene la casa e immergendosi in un bagno caldissimo e pieno di sali nutrienti per rilassarsi un po' e scacciare via i brutti pensieri.



 
 
"Abbiamo commesso un errore a lasciarla andare.." sussurrò Sam scuotendo la testa e sospirando.
"Dean ha un piano evidentemente.." sussurrò Hailey sospirando, fissando fuori dalla finestra, in attesa  che il maggiore tornasse al motel con la cena.
"Quale? E perchè non dircelo?" chiese il ragazzo allargando le braccia.
"Non lo so, ma io mi fido di lui, quindi se dice che mia sorella non andrà lontano, io gli credo!" esclamò la ragazza voltandosi e guardandolo con espressione severa.
Sam  sospirò e scattò in piedi, avvicinandosi a lei ed avvolgendola in un abbraccio: fu la prima volta dopo la bomba che scoppiò fra lui e Katherine, ed inaspettatamente Hailey si lasciò cullare dalle sue grosse braccia nascondendo il viso nel suo petto. 
Respirò il profumo del ragazzo ancora e ancora, come per farne riserva per i giorni a venire, e si strinse di più al ragazzo; quando Sam si discostò di qualche centimetro, la guardò negli occhi, ma successivamente indugiò con lo sguardo sulle sue labbra.
"Senti, io l'ho capito che la colpa non è stata del tutto tua ok? Ma ho bisogno di tempo, credo tanto tempo..." sussurrò la raagzza sciogliendo l'abbraccio e sospirando. "Non è facile per me perdonare questo genere di cose, quindi sii paziente!".
"Certo, non c'è problema, davvero!" esclamò Sam annuendo e sorridendole, felice di essere finalmente arrivati ad un'epilogo.
Parlarono per qualche altro momento di quanto fosse complicata quella situazione, fra loro, fra Dean e Katherine, fra le sorelle, sperando che una soluzione sarebbe arrivata a sistemare tutto: come una magia!
Si ritrovarono a ridere di nuovo, ma Hailey non era ancora pronta per passare un colpo di spugna e dimenticare tutto: era stato condizioato dai poteri psichici di Katherine, ma lo aveva pure sempre fatto. 
I loro discorsi, e pensieri, vennero spazzati via dopo poco, quando il maggiore entrò nella stanza con vari pacchetti contenenti cibo cinese, il loro preferito! Mangiarono e scherzarono, come se nulla fosse mancato, come se Katherine fosse presente e potese interagire con loro; cercarono di concentrarsi su loro stessi, sapendo bene quanto però il quartetto mancasse.
Ciò che non poterono neanche immaginare fu che qualcuno li stesse osservando da non molto lontano e se si fossero girati dalla giusta angolazione l'avrebbero persino potuta vedere e riconoscere; non seppe spiegare perchè si fosse trovata lì, ma in quella grande casa vuota non era riuscita molto ad occupare il suo tempo e la sua mente prese a vagare fino a loro, fino a lui. Forse per quel motivo uscì da casa una mezz'oretta prima e si incamminò a piedi verso quel motel.
Le risate dei ragazzi giunsero fino alle sue orecchie ed osservò il modo in cui fossero spensierati, ma osservando bene negli occhi di Dean osservò la malinconia e la nostalgia di qualcuno che ormai non c'era più.
"Com'è andata la giornata, mia cara?" chiese una voce maschile dolce e delicata alle sue spalle, e la ragazza non sentì il bisogno di voltarsi, sapeva benissimo di chi si trattasse.
"Che ci fai qui?" chiese Katherine ridendo, sentendo i passi avvicinarsi e fermarsi proprio accante a sè.
"Ti stavo osservando e ho visto quello sguardo da cucciolo bastonato.." sussurrò la voce maschina osservandola e puntando lo sguardo su di sè.
"Lucy, non so di cosa tu stia parlando!" esclamò ridendo la ragazza, sospirando e guardandolo in viso.
Fece una smorfia ed osservò con orrore come il tramite da lui scelto si stesse lentamente sfaldando, notando come dei lembi di pelle suelle guance dessero l'impressione di voler precipatere al suolo.
"Che schifo.." sussurrò osservandolo con naso aricciato. "Comunque, grazie per avermi liberato da quelle manette antidemone oggi!".
"Eri in difficoltà e dovevo aiutare.." sussurrò Lucifero facendo spallucce. "Ho sentito tutte le vostre storie strappalacrime e devo chiedertelo: stavi davvero fingendo?".
"Si, certo!" esclamò la ragazza come se avesse appena detto la cosa più ovvio del mondo, ma ormai il diavolo con cui conviveva da due mesi aveva iniziato a conoscerla bene.
"Lo sai che le Cacciatrici non sono immuni agli dei pagani, giusto?" chiese Lucifero sollevando un sopracciglio.
La ragazza abbassò lo sguardo, conscia di essere appena stata scoperta e sospirò: non voleva ammetterlo, non ad alta voce e non con lui, perchè sarebbe stato come ammettere la propria debolezza e lei non voleva. Non poteva.
"Kathy, non mentire proprio a me! Sono io l'inventore della menzogna.." sussurrò Lucifero scuotendo la testa e guardandola con disapprovazione. "Dimmi la verità: nonostante tu sia cambiata, ci sarà sempre qualcosa che ti legherà a loro no?".
La ragazza distolse nuovamente lo sguardo e sospirò, capendo quanto il suo interlocutore avesse appena centrato il punto.
"E' la mia umanità.." sussurrò Katherine sospirando e massaggiandosi le tempie ad occhi chiusi. "..non smette di urlare nella mia testa!".
"Allora reprimila, perché ho bisogno di te nel mio esercito: sei il mio braccio destro, lo sai tesoro!" esclamò Lucifero con un a punta di acidità nel suo tono di voce.
"Come lo era Lilith?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e accennando un sorriso.
Lucifero la copiò e si morse il labbro inferiore, ridendo di gusto e ricordandosi dopo mesi della sua prima figlia che avesse eseguito i suoi ordini alla perfezione; storse il naso e scosse la testa, sussurrando con decisione: "Si, ma tu sei la sua versione migliore!".
Katherine rise e scosse la testa, tornando a fissare la finestra della camera dei ragazzi, trovandola vuota: guardò meglio e trovò Dean seduto nello stesso punto del porticato sul quale si fossero seduti insieme appena il giorno prima, con una birra fra le mani e un'espressione indecifrabile sul viso.
Indecifrabile per Hailey, forse. O per Sam. O Lucifero. Non per lei. Katherine riconobbe immediatamente quell'espressione: Dean la stava pensando, stava evocando un ricordo di quando erano ancora felici insieme e lo potè notare dalle piccole rughe che gli si formarono attorno agli occhi e dal colore biancastro che assunsero le sue nocce quando strinse troppo forte la bottiglia.
Dannazione, lo conosceva come le sue tasche, sapeva quanto dolore stesse provando solamente guardandolo da lontano; abbassò il capo e sospirò.
"Oh, che c'è ? Ti senti tagliata fuori? I tuoi amichetti ti hanno abbandonata?" chiese ironicamente Lucifero ridendo di gusto e osservandola come se fosse un pagliaccio del circo.
"Sta zitto!" esclamò Katherine perentoria mentre un ringhio degno di un animale si fece largo fra le sue labbra e lo fulminò con lo sguardo.
"Non puoi parlarmi così, ragazzina!" esclamò Lucifero mettendo su un ghigno malefico ed afferrandola saldamente per un polso, stringendo più forte possibile.
La ragazza si liberò subito e tornò a fissarlo in cagnesco, avvicinandosi ad un palmo dal suo viso e sibilò fra i denti serrati: "Questi giochetti non valgono con me, io non sono come i tuoi leccapiedi e lo sai bene! Sto diventando più di un semplice demone, sto diventando qualcosa di incontrollabile e di mai visto prima".
Lucifero rimase a fissarla per qualche secondo, fissandola con un leggero sorriso sulle labbra e compiacendosi di aver visto i suoi bei occhi azzurri tingersi nuovamentre di quel rosso rubino di cui si era innamorato in quei mese.
"Quando avrò finito la transizione sarà meglio che tu ti faccia da parte o ti getteró di nuovo nella tua gabbia d'oro precludendoti la possibilità di essere liberato una seconda volta!".
Dopo qualche altro secondo, Katherine si votò furiosa e tornò sui suoi passi, allontanandosi sempre di più da Lucifero e dal motel; come diavolo si permetteva a parlarle in quel modo?
Ecco perchè voleva toglierlo di mezzo, perchè era un arrogante figlio di puttana! Era il diavolo!
Lucifero nel frattempo rise di quella sfuriata e scosse la testa, riprendendo a fissare un Dean del tutto ignaro della sua presenza con un sorriso sulle labbra: sapeva benissimo che Katherine si sarebbe comportata così, per questo aveva detto quelle cose.
Solo e unicamente per spingerla ad abbandonare un'altra volta la sua umanità e per avvicinarsi sempre di più al suo lato oscuro; in quei mesi la preparò, ma nulla le fece male come quel momento, quando lui stesso le sottolineò le sue debolezze. Sarebbe sicuramente rimasta lontana dai Winchester e da sua sorella per un po'.
Sorrise beffardo. Era o non era Lucifero ? 





 

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Capitolo 56
*** Once you let the darkness inside, it never comes out. ***


Note dell'autrice:
Buongiorno ragazzi e tanti auguri per il nuovo anno!
Scusate davvero per la mia lunga assenza, ma purtroppo mi sono persa anche io per un po'.. spero di poter tornare a scrivere come prima, ma non vi prometto nulla!
Spero che in questi lunghi mesi sia andato tutto bene e che adesso siate di nuovo carichi per leggere ancora una volta un altro capitolo della mia storia!
Fatemi sapere come al solito cosa ne pensate, a presto! Bacii! :) 


Capitolo 44.

Once you let the darkness inside, it never comes out.



"La Colt ?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, dubbiosa, sfoderando un tono ironico. "Volete fare fuori Lucifero con la Colt?".
"Sì, insomma, Castiel crede che sia possibile.." sussurrò Sam facendo spallucce, nonostante fosse pieno di dubbi esattamente come la ragazza.
"Crede?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa, sedendosi sul divano del salone della casa di Bobby. "E se non dovesse funzionare? Ci lasciamo uccidere?".
"Ragazzi, lui si sta solamente informando sulle notizie che Becky ci ha svelato.." sussurrò Dean massaggiandosi le tempie e bevendo l'ennesimo bicchiere di Whisky tutto d'un sorso, ricordando come la fan numero uno di Sam gli avesse rivelato che molto tempo prima Bela avesse ceduto la Colt ad un demone.
"Mi sembra un piano orribile!" Esclamò Hailey sbuffando e scuotendo la testa. "Uccidere il diavolo con una stupida pistola..".
I ragazzi fecero spallucce e sperarono di essere arrivati ad una soluzione definitiva per risolvere quella situazione; erano ormai passate altre tre settimane dall'ultima volta che avessero visto Katherine e quello fu l'unico piano decente che avessero elaborato in quel tempo. 
Dovevano agire al più presto, più tardavano a farlo, più velocemente Lucifero e Katherine avrebbero organizzato la trasformazione definitiva dell'ex Cacciatrice. 
Il maggiore scosse la testa e diede le spalle ai ragazzi, fissando dalla finestra il buio della notte mentre la sua mente venne avvolta completamente dalla valanga dei suoi pensieri: avrebbe tanto voluto fermarsi almeno per respirare, ma non poteva. Non in quel momento.
Sbuffò e per l'ennesima volta in quei, ormai, quattro mesi, pensò quanto gli sarebbe piaciuto svegliarsi e scoprire che fosse solo un brutto incubo da dimenticare, ma purtroppo non era così: Katherine lo aveva davvero lasciato per diventare un assassina con Lucifero e l'apocalisse era davvero iniziata. 
Tutto il resto giunse alle sue orecchie in maniera ovattata, come se qualcuno avesse pigiato il tasto avanti e stesse mandando il nastro più velocemente del solito: suo fratello ed Hailey lasciarono la stanza sussurrandogli parole che non riuscì a cogliere preso per com'era dai suoi pensieri, Bobby salì al piano di sopra bofonchiando qualcosa su quanto fosse tardi, ma Dean continuò a non ascoltarli.
Se la Colt non avesse funzionato quale piano avrebbero escogitato contro il diavolo? Come distruggere la ragione del male in questo mondo? Come poteva un semplice umano competere con il re dell'inferno ? Doveva funzionare per forza.
Scosse la testa e si passò il viso fra le mani; la luce soffusa della stanza gli permise di osservare il suo riflesso allo specchio e rimase completamente scioccato da ciò che si presentò davanti ai suoi occhi, come se avesse preso consapevolezza del suo aspetto solo in quel momento: la barba ormai troppo cresciuta e incolta delineava il suo viso, delle occhiaie profonde e violacee lasciarono trasparire la stanchezza accumulata in quelle settimane, lo sguardo triste e gli angoli delle labbra perennemente piegati all'ingiú gli fece capire quanto apparisse deluso e ferito.
Pensò alla sua storia con Katherine e non riuscì a spiegarsi come fossero arrivati a quel punto: l'aveva sempre aspettata, le aveva lasciato il suo spazio, aveva sempre sofferto per lei, per poi cosa? Per osservarla distruggersi in quel modo con Lucifero? La tristezza e la malinconia lo assalirono, non trovando alcuna resistenza da parte del ragazzo, ormai troppo stanco; dentro di sè non riuscí più a trovare la forza per lottare per lei, per reagire e provare nuovamente a riprendersela. 
Come avrebbe potuto farlo?
"Dean.." sussurrò una voce alle sue spalle, che lo fece voltare di scatto con un gesto meccanico.
"Sei tu.." rispose il ragazzo sospirando, sentendo il suo timbro vocale rauco e stanco, senza alzare lo sguardo.
Rimase a fissare quel trench beige che conferiva all'angelo quel tocco da bambino bisognoso di protezione, o forse era frutto della sua espressione imbronciata, ma Dean non riuscì a ricordare neanche quella volta tutto ciò che il suo amico avesse combinato: fece spallucce e mostrò involontariamente all'angelo tutto il dolore che albergava dentro di lui.
"Perché non dormi?" Chiese Castiel sospirando e facendo qualche passo verso l'umano, mettendo su uno sguardo preoccupato. 
"Dormire?" Chiese Dean sorridendo amaramente, stentando a ricordare l'ultima volta che avesse davvero riposato. "Non credo di ricordare come si faccia..".
"Non puoi continuare così.." sussurrò Castiel sospirando ed annuendo con un leggero sorriso sul viso. "..ma non temere, sono qui per aiutarti..".
"Aiutarmi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e increspando il labbro superiore, credendo che si trattasse di una specie di scherzo. "Come?".
"Lo sento che sei demoralizzato, che sei stanco.." sussurrò Castiel sospirando e passandogli una mano sulla spalla. "..c'è un modo per farti ricordare come continuare a combattere..".
Dean lo guardò con aria interrogativa, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare e allargó leggermente le braccia, fissandolo con sopracciglia aggrottate. 
Con un sorriso innocente proprio come quello di un bambino, si avvicinò e gli posizionó silenziosamente due dita sulla fronte, mentre con l'altra mano gli sfregó la spalla come segno di incoraggiamento; il ragazzo non capí inizialmente cosa stesse facendo l'angelo e quando iniziò a porsi delle domande fu ormai troppo tardi. 
Era solo, Castiel era sparito.
Lo aveva teletrasportato al centro di una strada asfaltata larga di una cittá e presto Dean notó quanto sembrasse abbandonata: i palazzi sventrati, in parte carbonizzati e vandalizzati, dai quali uscivano ancora mobili quasi del tutto massacrari, come i materassi o i vestiti; agli occhi del ragazzo sembrò che fosse appena scoppiata una bomba in quel quartiere. 
Il fumo entrò nelle sue narici con prepotenza, facendogli storcere il naso, mentre la cenere ancora nell'aria si depositò sulla sua giacca e fra i suoi capelli; sembra lo scenario apocalittico di un film e tutto ciò non poteva portare a nulla di buono.
Estrasse il cellulare e un sorriso amaro si disegnò sul suo viso quando notó che non vi erano tacche di campo, come se le linee fossero staccate o facessero interferenza con qualcosa; continuò a guardare tutto ciò attorno a sé e si accorse solo in quel momento che non vi fosse alcun tipo di presenza umana. Dov'erano finiti tutti?
Camminó maledicendo mentalmente Castiel e chiedendosi in quale assurdo posto lo avesse portato per impartirgli chissà quale lezione, e continuò a guardarsi attorno, fin quanto qualcosa lo lasciò pietrificato sul posto, impossibilitato a muoversi, parlare e persino pensare: una parola, otto lettere, un unico ricordo legato ancora una volta a Katherine e a suo fratello.
Su un muro spiccava la scritta rosso sangue che mai si sarebbe aspettato di vedere: CROATOAN.
Continuò ad avanzare e rimase perplesso davanti allo scenario desolante che gli si paró prepotentemente davanti agli occhi; sapeva benissimo che prima o poi sarebbe successo se non avessero messo al più presto un punto all'Apocalisse e la domanda che gli ronzó per la testa fu una sola: perché Castiel lo portò ad osservare quelle scene ?
Con sua grande sorpresa scoprì di essere approdato nel 2014 attraverso un cartello lasciato dai militari, esattamente cinque anni dopo la sua epoca: qual'era la missione? Perché nessuno glielo spiegó prima di teletrasportarlo li? 
Sbuffó e imprecó a voce alta, scuotendo la testa e continuando a camminare sulla strada umida davanti a sé; dopo più di tre km, trovó per sua grande felicità un'auto ferma e vuota sul ciglio della strada.
Si assicurò di non far scattare alcun allarme e la scassinó, entrandovi e facendola partire collegando dei fili sotto al volante: non gli servì nemmeno guardare, sapeva benissimo come fare partire una macchina in quel modo, lo aveva fatto almeno un milione di volte, ma non si immaginó mai di doverlo fare in una situazione come quella. Anzi non pensò mai ad una possibile faccenda come quella: come avrebbe potuto farlo?
Scosse la testa e acceleró dando gas al motore, dirigendosi dall'unico amico che potesse aiutarlo in quel momento: in poco tempo fu felice che i suoi occhi potessero leggere il cartello "AUTORICAMBI SINGER", ma l'aspetto desolato della casa non poté che appesantire il macigno che in quell'ultimo periodo si fosse stabilizzato sul suo petto.
Una brutta sensazione lo accompagnò quando scese dall'auto, trovando una vista molto più sconfortante di quando potesse immaginare: la porta della casa era stata quasi sradicata dai cardini, mentre il portico era del tutto abbandonato e pieno di robaccia portata dal vento. Il legno vecchio scricchioló sotto i suoi piedi ad ogni passo, mentre con estrema cautela entrò all'interno della casa.
Si guardò attorno e notó quanto l'aspetto della casa fosse peggiorato, intuendo che non fosse abitata da molto tempo; la preoccupazione continuò a crescere dentro di lui, mentre il silenzio assordante lo circondó, quasi stordendolo.
"Bobby?" Chiese ad alta voce il ragazzo avanzando e dirigendosi nel salone, scuotendo la testa.
Come si aspettava non giunse alcuna risposta, così si decise a continuare il tour della casa, tenendosi pronto a sfoderare la sua pistola alla prima occasione; si avvió verso la cucina, fin quando il fiato si bloccó nei suoi polmoni, lasciandolo senza parole e togliendogli persino la speranza.
La carrozzina vuota di Bobby giaceva a terra coricata su di un lato, mentre delle chiazze di sangue ricoprivano il pavimento di legno della cucina; cosa gli era capitato? Dov'era finito Bobby? Dov'erano tutti ?
Questi furono i pensieri nella sua mente quando un forte tonfo gli fece sgranare gli occhi: inizialmente non capí da dove provenisse, fin quando un bruciore ed un dolore intenso si irradiarono su tutta la testa, confondendolo e rendendolo molto più debole; dopo pochi secondi, cadde rovinosamente a terra e i suoi sensi vennero meno, mentre tutto ciò che riuscì a vedere fu il buio pesto delle sue palpebre chiuse, sentendo il dolore affievolirsi lentamente. 



Aprì gli occhi di colpo, trovandosi del tutto spaesato in quella situazione: provò a ricordare cosa fosse successo e perché i suoi polsi e le sue gambe fossero legate ai braccioli e ai piedi di una sedia esattamente al centro del salone di casa di Bobby.
Come diavolo era successo? Com'era riuscito a non sentire un aggressore alle sue spalle ?
Il suo cervello si riprese del tutto dal colpo e improvvisamente si ricordò del salto temporale che avesse appena fatto, e che quindi si trovasse nel 2014: scosse la testa e provò a liberarsi, allarmato da quella notizia, ma ogni tentativo fu vano.
Chi poteva averlo legato? Sapeva benissimo che non fosse il modus operandis delle vittime di Croatoan, ma chi restava?
Si guardò attorno, mettendo a fuoco la stanza e notó una figura femminile di spalle, intenta a guardare fuori dalla finestra con sguardo cupo e pensieroso; un lampo d'ira si espanse dentro di sé, pensando di essere stato messo al tappeto da una ragazza.
Si schiarí la voce sperando di catturare l'attenzione della donna, e ci riuscì in pieno, ma quando si voltó, rivelandogli la sua identità, Dean rimase perplesso per qualche secondo.
"Sei sveglio, bene.." sussurró la ragazza voltandosi verso di lui, avanzando ed afferrando il suo fucile fra le mani.
"Hailey?!" Chiese il ragazzo con tono sorpreso e sbalordito, chiedendosi perchè lo avesse colpito e legato.
La ragazza non cambiò espressione, ma continuò a studiarlo come se fosse un fenomeno da baraccone: per pochi secondi, il cacciatore ebbe davvero paura della donna davanti a sè e pensò al peggio quando osservò il fucile fra le sue mani..
"Che diavolo succede ?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fissandola con sguardo interrogativo. 
"Non pensi che debba chiedertelo io?" Chiese la Cacciatrice sbuffando ed avanzando lentamente con la sua arma fra le mani, non lasciando trasparire nessun'emozione. "Dammi una ragione per non ucciderti"
"Hailey sono davvero io.." sussurrò Dean sospirando e facendo leggermente spallucce. 
"Ho provato di tutto mentre eri svenuto: non sei un mutaforma e non sei un demone.." sussurrò Hailey scuotendo la testa e guardandolo con la furia negli occhi. "Cosa sei ?".
"D'accordo, ti dirò la verità, ma non sarà facile crederci.." sussurrò Dean scuotendo la testa e sospirando, sperando con tutto se stesso che la ragazza non volesse testare il fucile su di lui. "Io vengo dal 2009, Castiel mi ha sbattuto in questo anno per farmi ritrovare la voglia di continuare a combattere..".
"Continuare a combattere?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, osservandolo con aria interrogativa. "Sei pazzo se credi che io me la beva!".
"Te lo giuro Hailey, sto dicendo la verità.." sussurrò Dean annuendo e sospirando. ".. devi credermi almeno tu!".
Hailey volse lo sguardo verso di lui e non poté non riconoscere i suoi occhi verdi smeraldo che brillavano; capí che stesse dicendo la verità, ma ancora qualcosa non le tornava. Perché Castiel lo avrebbe spedito a vedere un futuro del genere? Cosa avrebbe risolto ?
Gli puntò improvvisamente il suo fucile al petto facendolo sobbalzare, notando la sua reazione sbalordita e spaventata, quasi come se temesse che Hailey potesse sparargli per davvero.
"Raccontami questa storia, su!" Esclamò la ragazza spingendo con la canna della sua arma sul torace del ragazzo, mentre una smorfia si disegnò sul suo viso. "Castiel vuole mostrarti che schifo di posto è diventato questo mondo?!".
"Esattamente Hailey, è così!" Esclamò Dean dimenandosi, sentendo finalmente le corde cedere contro la sua stretta. 
Sospirò, sperando che la ragazza non se ne accorgesse e le sorrise amaramente, cercando di non farsi scoprire; Hailey annuì leggermente e serró la mascella, spostando il suo fucile dal cacciatore e sospirò facendo qualche passo indietro. 
"Ha senso però.." sussurrò fra se e se, scuotendo la testa.
"Croatoan? È il jolly di Satana?" Chiese Dean sospirando, muovendo leggermente i polsi. "Senza cura, è efficace! E' perfetto..".
"Già, un vero spasso per noi bastardi che circa due anni fa abbiamo cominciato ad uccidere persone innocenti colpite da questo virus.." disse Hailey sospirando e scuotendo la testa, passandosi una mano sul viso stanco. "Il mondo è andato a rotoli!".
"Che mi dici di Sam e Katherine?" Chiese Dean sospirando, ansioso di porre quella domanda da quando avesse riaperto gli occhi.
"Non voglio parlarne, lo chiederai a te stesso.. del futuro.. o del presente.." sussurrò Hailey sollevando un sopracciglio. ".. o quello che diavolo è!".
Sospirò e si voltò verso la porta, facendo per attraversarla, ma si fermó a metà strada per fissarlo nuovamente; lo studiò con espressione dura e per qualche secondo riconobbe in lei l'espressione che purtroppo era solito trovare sul viso di Katherine: arrabbiata, intollerante, ansiosa di prendere a calci qualcuno.
"Ti alzi o no?!" Chiese Hailey roteando gli occhi e sbuffando rumorosamente. "So benissimo che ti sei liberato!".
Dean fu preso in contropiede e sgranó gli occhi, leggermente confuso da quella situazione; con uno scatto delle braccia staccò le corde già allentate e si liberò da quelle ai piedi, mettendosi finalmente dritto e raggiungendo la ragazza con occhi bassi.
"Dove andiamo ?" Chiese Dean una volta avvicinatosi, accennando un sorriso.
"Ti porto al campo.." sussurrò Hailey sospirando, uscendo dalla casa rimanendo sempre sull'attenti.
"Campo?" Ripeté Dean aggrottando le sopracciglia, seguendola e aggrottando le sopracciglia.
"Io e Dean.. e te.." sussurrò Hailey scuotendo la testa ed avviandosi verso la sua auto, più confusa che altro. "..abbiamo messo su un campo per tutti i sopravvissuti di questo virus".
"Wow.. siamo stati grandi.." sussurrò Dean sorridendo, entrando in macchina dal lato del passeggero, osservando la ragazza accendere il motore in silenzio.
"Grandi non è la parola giusta.." sussurrò Hailey sospirando rumorosamente e piegando gli angoli delle labbra all'ingiù. 
Per un momento brevissimo, Dean riuscì a leggere nei suoi occhi tutto il dolore che avesse dovuto provare in quella situazione e riuscì finalmente a capire perchè si fosse rifugiata dietro una corazza così spessa da non lasciare neanche intravedere i suoi sentimenti.
Fu felice di sapere che lei gli sarebbe rimasta accanto, ma allo stesso tempo venne colto da una fitta al petto che gli fece quasi mancare il fiato: Sam e Katherine, perchè non erano con loro ? 
Non riuscì a credere che non sarebbero riusciti a salvarli, gli venne difficile, o quasi impossibile, credere che il suo fratellino e la sua ragazza sarebbero rimasti nel lato scuro o sarebbero morti.
"..intelligenti, forse. Abbiamo salvato molta gente Dean e usciamo ogni giorno dal campo per cercare qualche sopravvissuto, rischiamo la nostra vita.." sussurrò Hailey fermandosi per qualche secondo e fissandolo con occhi tristi. "..sono successe cose spiacevoli, abbiamo perso qualcuno di molto caro sul campo di battaglia.." continuò mordendosi con forza il labbro inferiore fino a farlo impallidire. "..e sono successe cose inaspettate, davvero.." sussurrò accennando un leggero sorriso, mentre nei suoi occhi si formò un velo lucido e spesso. "..ma non siamo grandi perchè non siamo stati in grado di impedire che tutto questo accadesse..".
Dean la osservò con sguardo interrogativo, senza dubbio si sentì molto peggio dopo che la ragazza proferì quelle parole: sapeva che gli stesse nascondendo qualcosa, lo aveva capito benissimo, ma perchè aspettare di arrivare al campo per parlarne?
"Hailey, se Sam e Katherine sono morti devi dirmelo adesso.." sussurrò il ragazzo serrando i denti e stringendo i pugni, mentre un miliardo di idee presero a frullargli nella testa. "..c-che vuol dire che sono successe cose inaspettate?".
La ragazza lo imitò, serrando la mascella con forza, ed abbassò lo sguardo, mentre delle lacrime incontrollabili sfuggirono al suo controllo: in fretta le spazzò via con le sue dita e prese un respiro profondo prima di tornare a puntare i suoi occhi in quelli del cacciatore davanti a sè.
"No, non sono morti, ma dei dettagli ne parlerai con te stesso, Dean.." sussurrò sospirando, voltandosi di scatto e poggiando il piede sull'acceleratore, chiudendo solamente per il momento il discorso che il ragazzo non vedesse l'ora di affrontare.



Arrivarono nei pressi di un bosco completamente deserto, dove delle vecchie auto vennero ricoperte interamente dalle vegetazione: non ricordò di aver mai visto una cosa del genere dalle sue parti, di solito il loro paese spiccava per pulizia e ordine, ma con sgomento si ritrovò a pensare che ormai non ci fosse più nessuno a sistemare ogni cosa.
Scosse la testa e sbuffò, osservando la strada davanti a sè, notando in lontananza delle mura abbastanza alte e spesse da evitare o controllare perfettamente un'eventuale invasione; dovevano essere arrivati, dovva essere quello il loro campo.
Osservò Hailey soridere ad un ragazzo di guardia al muro e dopo pochi secondi il cancello si aprì: il ragazzo non riuscì a credere ai suoi occhi, dal momento che migliaia di persone fossero al sicuro dentro quelle mura. Avevano davvero fatto un lavoro eccellente.
Era composto da un vialetto centrale che in lontananza si biforcava, dando vita a due diversi vialoni pieni di case indipendenti e a terreni dove venissero coltivate molti alberi di frutta o verdure: ecco come riuscivano a sfamare tutte quelle persone.
Guardò con occhi sbalorditi la ragazza di fianco a sè che si accinse a posteggiare l'auto e quando ricambiò lo sguardo, le sorrise come se fosse un bambino la notte di Natale.
"Tutto questo è fantastico.." sussurrò Dean con sguarddo pieno di entusiamo, felice come non mai.
"Già, facciamo del nostro meglio.." sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce.
Scesero dall'auto e il ragazzo si ritrovò a seguire in silenzio la Cacciatrice senza fare alcun tipo di domande, intento per com'era a fissare e a studiare quel campo e tutta la gente che passeggiasse indisturbata davanti le proprie case; osservò dei bambini ritrovare la spensieratezza della loro età giocando fra loro o studiando: il peso sul suo cuore si alleggerì di molto davanti a tutta quell'organizzazione. 
Improvvisamente il macigno sul suo petto si ridimensionò e il dolore per Sam e Katherine si rimpicciolì con esso: stavano salvando così tante persone, e con tristezza si trovò a pensare che la vita dei due ragazzi che amasse più di se stesso potessero perdere una parte del loro valore. Ogni vita era importante, perciò doveva salvare la maggior parte della gente possibile. Glielo doveva.
"Dean!!" esclamò una voce abbastanza familiare, spuntando alle sue spalle e strattonandolo.
Con estrema sorpresa, il ragazzo fu molto felice di rivedere l'uomo davanti a sè, e senza pensarci due volte, lo avvolse fra le sue braccia e lo stritolò in un abbraccio.
"Chuck, sono così felice che tu stia bene!" eslamò il ragazzo sorridendo, sciogliendo la stretta e incrociando gli occhi con quelli dell'uomo davanti a sè. "Come stai?".
"Bene Dean, esattamente come stamattina prima che tu uscissi.." sussurrò Chuck osservandolo con sguardo interrogativo, sorpreso da tutto quell'affetto. "Abbiamo problemi con i generi alimentari, si stanno esaurendo.. dovreste organizzare un'escursione e andarne a cercare; la gente diventa molto nervosa senza cibo".
"Si, si certo, come no!" esclamò Dean sorridendo eccessivamente ed annuendo con troppa veemenza. "Usciamo subito a cercare del cibo!".
"Ma sei appena uscito e si sta facendo buio.." sussurrò Chuck guardandolo con sopracciglia aggrottate e aria molto più interrogativa e confusa di prima; volse lo stesso sguardo alla ragazza di fianco a lui, in cerca di spiegazioni. ".. sta bene?".
"Si, è solamente molto stanco.." sussurrò Hailey avvicinandosi al ragazzo e afferrandogli un braccio con forza, trascinandolo dalla sua parte. "..vero, tesoro?".
"Tesoro?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia e guardandola con aria interogativa, ma quando ricevette una gomitata fra le costole il suo sguardo cambiò. "Oh certo, tesoro, penso che andrò a riposare..".
"Ti accompagno.." sussurrò la ragazza continuando a stringergli il braccio e salutando con un cenno il profeta che ancora li fissava con aria confusa. 
"Siete proprio strani voi due.." sussurrò l'uomo scuotendo la testa e sospirando, voltandosi e tornando dagli altri sopravvissuti.
La ragazza continuò a strattonare il cacciatore, fino a che lo spinse dentro una delle case lungo il vialetto, esattamente quella davanti al cancello, e Dean pensò che avessero scelto quel punto strategico proprio per tenere sotto controllo l'entrata e l'uscita dei mezzi, oltre che gestire al meglio eventuali attacchi.
Entrò nel piccolo salotto, osservando attentamente la stanza e il resto della casa, non prestandovi particolare attenzione ansioso di poter finalmente parlare con il se stesso del 2014; osservò la ragazza sbuffare ed avvicinarsi ad un armadietto strapieno di bottiglie, dal quale ne estrasse una e ne versò il contenuto in due bicchieri differenti.
Ne porse uno al ragazzo e senza aggiungere qualcosa tracannò il contenuto tutto d'un fiato, sentendo la gola bruciare e scosse la testa: detestava quella situazione, non voleva neanche pensare alla reazione del Dean del suo tempo davanti al se stesso del passato.
"Vivete qui?" chiese il ragazzo con un sospiro.
"Si".
"Lui dov'è?" chiese Dean dopo aver bevuto dal suo bicchiere.
"E' uscito stamattina, tornerà presto.." sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce.
Il silenzio piombò nuovamene all'interno di quella stanza e i due ragazzi abbassarono gli occhi, quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta; la Cacciatrice aggrottò le sopracciglia preoccupata, e si chiese mentalmente chi potesse presentarsi nella sua casa in quel momento. Un'altra crisi da gestire? Non aveva il tempo, ne la voglia, per farlo in quel momento.
Fece segno al ragazzo di rimanere dietro di lei, volendo evitare che qualcun'altro potesse vederlo in quella situazione: sarebbe già stato spiegare a Chuck cosa fosse realmente successo poco prima, figuriamoci spiegarlo a tutti gli abitanti.
Con grande sorpresa e sollievo, quando Hailey aprì la porta della sua casa trovò una delle poche figure familiari che le fossero rimaste e senza pnsarci due volte lo fece entrare in fretta, preoccupandosi piuttosto che nessuno potesse vederli.
"Cass, va tutto bene?" chiese la ragazza sorridendogli, appoggiandosi con la schiena alla porta.
"Io sto alla grande.." sussurrò Castiel sospirando e volgendo uno sguardo divertito al raagzzo dietro di sè. ".. tu invece Dean? Come stai?".
"Ah.. alla grande, Cass.." sussurrò Dean aggrottando le sopracciglia.
Ciò che lo sorprese di più fu quando l'angelo scoppiò in una fragorosa risata, facendo spallucce e versandosi un abbondante bicchiere di Whiskey, bevendolo come se si trattasse di acqua; il ragazzo aggrottò le sopracciglia e lo osservò con aria sorpresa e interrogativa, cosa gli era successo?
"Tu non sei tu, l'ho capito non appena hai messo piede qui dentro!" esclamò Castiel tornando a ridere.
Il ragazzo lo osservò attentamente per qualche secondo: si accorse che avesse finalmente abbandonato il suo ridicolo trench beige e che i suoi occhi, un tempo colpevoli di manifestare purezza, fedeltà e lealtà verso un padre assente, adesso trasmettessero semplicemente divertimento allo stato brado, libertà e voglia di divertirsi.
"E' esatto, sei stato tu, ricordi?" chiese Dean leggermentre seccato e scuotendo la testa, sforzandosi di riconoscere il suo amico. "Adesso il gioco è finito, riportami indietro!".
L'angelo scoppiò in una risata fragorosa, versando nuovamente nel suo bicchiere più alcol possibile e prese a sorseggiarlo, fissando un punto non ancora definito dietro al ragazzo, pensando a come avrebbe potuto spiegargli una situazione simile.
"Ricordo perfettamente, ho fatto proprio un bel lavoro.." sussurrò Castiel ridendo e facendo spallucce, strabuzzando gli occhi e fissandolo con aria divertita.
"Si beh, lezione imparata Castile! Dico sul serio, adesso sfodera le tue ali angeliche e riportami al mio anno!" esclamò Dean scuotendo la testa e sospirando, avvicinandosi e fissandolo.
L'angelo prese a ridere nuovamente, estraendo dalla sua tasca dei jeans qualcosa che il ragazzo riconobbe immediatamente: con un sorriso, Castiel accese davanti agli occhi sbalorditi di Dean uno spinello e prese un primo tiro, ispirandolo e sputando il fumo fuori dal suo corpo, riprendendo a ridere. A giudicare dall'odore, il ragazzo ipotizzò mentalmente che si trattasse di un'erba davvero buona e non sappe se sorridere del fatto che Castiel fosse meno impalato e rispettoso delle regole o se prenderlo a pugni e farlo tornare l'angelo di sempre.
"Ma che sta facendo?" chiese Dean aggrottando le sopraciglia e fissando Hailey con aria stupefatta. "Da quando un angelo può drogarsi?".
"Un angelo.." sussurò Castiel canticchiando fra un tiro al suo spinello e l'altro. "Non sono più un angelo... angelo..".
"Sta dicendo la verità.." sussurrò Haile sospirando rumorosamente ed appoggiando la testa contro la porta. "Ha perso le ali..".
"Cosa? Quando?" chiese il ragazzo alternando lo sguardo incredulo fra i due. "Come?".
"Quando gli angeli sono spariti, la mia magia è scomparsa con loro.." sussurrò Castiel sputandogli il fumo esattamente sul viso, mentre un'altra risata si liberò dalle sue labbra. "Ora sono un umano tanto quanto te e sai qual è la cosa più divertente? Solo il Castiel del tuo anno può riportarti indietro!".
Il ragazzo non seppe più cosa dire, rimase a fissarli con incredulità, cercando di capire in che modo sarebbe riuscito ad uscire da una situazione come quella; con Cass fuori uso, come avrebbe potuto fare ritorno alla sue epoca?
Scosse la testa e bevve ciò che era rimasto del suo bicchiere, sperando che il suo cervello elaborasse una soluzione più in fretta; doveva tornare per Sam e Katherine, non poteva permettergli di fare la stessa fine che avessero fatto in quell'anno e seppur gli fosse ancora sconosciuta, non riuscì ad immaginare che gli fosse successo qualcosa di buono.
Sospirò e i suoi pensieri furono interrotti dal rumore del cancello che si spalancava, proprio come poco prima al loro ingresso: si affacciò alla finestra, osservando una macchina entrare e posteggiarsi proprio affianco a quella di Hailey.
Osservò Dean, se stesso, scendere dalla sua macchina e scambiare qualche battuta con i suoi uomini, che lo imitarono e scesero dalla Jeep: fu come guardare dentro uno specchio, riconobbe ogni singola espressione del Dean del 2014, riconobbe la gestualità e le movenze. Per questo motivo increscpò il labbro superiore e lo fissò con aria interrogativa, quando lo vide serrare le labbra e sollevare un sopracciglio: riconobbe quell'aria dura, come se potesse leggere dentro di lui, e immediatamente uscì in strada, sperando di riuscire a fermare le intenzioni del se stesso del futuro.
"Ehi, sta attento!" esclamò Dean del passato, avvicinandosi di corsa.
Prima che l'uomo davanti al suo leader potesse accorgersene, Dean uscì la sua pistola e gli sparò a sangue freddo esattamente in testa, azzerando le possibilità di sopravvivenza: che diavolo era appena successo? Cos'era diventato e perchè aveva appena sparato a uno dei suoi uomini?
Il Dean del 2014 lo guardò con sorpresa, con occhi sgranati e con la furia omicida nello sguardo, mentre il ragazzo del passato non potè che indietreggiare di qualche passo trovandosi disarmato e completamente da solo.
Si avventò sul ragazzo afferrandolo dal collo, sbattendolo con forza contro la sua auto massiccia; Dean non riuscì ad aspettarsi un attacco del genere e gli venne così difficile liberarsi dalla presa d'acciaio nella quale fosse appena stato chiuso. 
Lesse negli occhi del se stesso del futuro tutta la furia, la rabbia, l'ira e la collera alle quali sarebbe andato incontro se avesse continuato su quel percorso; il ragazzo del 2014 non disse nulla, si limitò a stringere il più forte possibile le mani attorno a quel clone di se stesso che era appena sbucato dal nulla.
Mille pensieri presero a girare per la sua testa, il primo fra tutti fu se quella copia di se stesso fosse stato creato da Lucifero per raccogliere informazioni o per tentare di ucciderlo; ma lui non scordò mai la regola fondamentale di suo padre, soprattutto in quegli ultimi anni: prima spara, poi domanda.
"Dean, Dean! Fermati!" esclamò Hailey correndo verso di lui, afferrandogli un braccio e cercando di spostarlo, ma fu del tutto inutile. "Aspetta, ascoltami è tutto a posto!".
Ma il ragazzo non l'ascoltò e strinse ancora di più la presa sul collo del suo clone che prese a dimenarsi sempre di più, sentendo i suoi polmoni bruciare e urlare con sempre più insistenza il bisogno di ossigeno; Hailey fu costretta a strattonarlo con la forza, per scuoterlo via da quella furia cieca nella quale fosse solito cadere in quel periodo.
"Tesoro per favore, ascoltami, lascialo andare, ti spiegherò tutto io.." sussurrò Hailey con dolcezza, sospirando e riuscendo finalmente a tirarlo verso di sè.
Il ragazzo sospirò e voltò il suo sguardo in quello della Cacciatrice, scorgendovi la sicurezza che quella non fosse una minaccia per la loro sicurezza e per quella del campo, capendo finalmente che gli avrebbe spiegato tutto davanti ad una bottiglia di rum.



Nonostante Hailey e Castiel avessero spiegato e sottolineato moltissime volte dei punti salienti della storia che non ebbe il piacere di conoscere prima, il Dean di quell'anno non riuscì a non fissare in cagnesco quel clone che se ne stava a davanti a sè con aria incazzata, e quelle poche volte che i loro occhi si fossero intercettati, si lanciarono dei veri e propri sguardi di fuoco.
"Quindi tu vieni dal 2009.." sussurrò Dean fissandolo con aria dura e incazzata.
"È quello che ho detto" rispose secco, appoggiando con sfrontatezza i piedi sul tavolo del loro salone.
"E il Castiel della tua epoca vuole che impari qualcosa da questo futuro ?" chiese Dean con aria dubbiosa, fissandolo con un sopracciglio alzato.
"A quanto pare..".
"Che vuoi sapere? Hailey ti avrà già spiegato tutto!" esclamò con impazienza il leader di quel campo, mentre un sospiro rumoroso crebbe nel suo petto.
"Non tutto! Voglio sapere nel dettaglio cosa diavolo è successo a nostro fratello e a Katherine!" esclamò il Dean del passato irritandosi non poco, sollevando un sopracciglio. 
"Cass, che ne dici se andiamo ad aiutare Chuck con l'inventario?" chiese Hailey alzandosi in fretta dalla sua sedia e afferrando per un braccio l'ex angelo, trascinandolo fuori, nonostante tutte le sue proteste.
Il Dean del passato osservò quella scena con curiosità, chiedendosi perchè li volessero lasciare soli a tutti i costi: cosa doveva apprendere da se stesso del futuro di così terribile?
"Per quello che ne so, in uno scontro a Detroit ha avuto la meglio Lucifero.." sussurrò Dean del  2014 con un lungo sospiro.
"Per quello che ne so ?" chiese il ragazzo con sopracciglia aggrottate. "Che significa?".
"Significa che Sam ha detto si.." sussurrò il leader del campo sospirando e versandosi nuovamente da bere.
Dean scese di corsa le gambe dal tavolo e sgranò gli occhi, fissando il se stesso del futuro con il terrore negli occhi; cosa diavolo voleva dire che Sam avesse detto di si al diavolo? Perchè avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
"Per quale motivo lo avrebbe fatto? Deve essere stato costretto, non posso crederci!" esclamò il ragazzo scuotendo la testa e serrando con forza i pugni. "E Katherine ?".
Il Winchester del 2014 deglutì con fatica, inalando una scorta di aria abbandante per poi sputarla fuori con un sospiro dopo qualche secondo; sentì il peso sul cuore, seppellito ormai da anni e del quale si rifiutava di pensare, tornare a galla semplicemente sentendo il nome della ragazza. 
Dean riconobbe quell'espressione, riconobbe il dolore nei suoi occhi, e lo osservò abbassare il capo; bevve un ulteriore sorso prima di riuscire a mettere in fila qualche parola.
"È complicato.." sussurrò con voce rotta.
"Io non vado da nessuna parte, ho tanto tempo".
Il ragazzo del presente prese un respiro profondo e piantò gli occhi in quelli del suo interlocutore; fece spallucce e disse con aria stanca e triste: "È diventata un demone".
"Lei.. cosa?" Urlò Dean allargando le braccia e sentendo la rabbia crescere dentro di sè.
"Ha eseguito la transizione e si è trasformata.." sussurrò serrando con forza la mascella, deluso e dolorante per com'era. "..è ancora più spietata di prima..".
"Hai provato ad evitare che si trasformasse ? L'hai costretta a fermarsi?" chiese Dean con gli occhi ancora sgranati.
"Si, certo che ci ho provato.. ma lei ha.." sussurrò il leader sospirando e sentendo il peso del mondo sulle sue spalle. "..ha ucciso Bobby..".
"Bobby?!" chiese con scetticismo il ragazzo del passato. "No, non può essere, non ci credo".
"Perché dovrei mentirti? Ha deciso di rimanere nel team infernale, ma io ci ho provato davvero tantissime volte a riportarla da me.. da noi.. ma ho capito che lei non c'è più, non è più lei.." sussurrò con voce rotta e occhi velati da uno strano strato lucido. "..non ha più nulla della ragazza che amavamo..".
"Neanche Hailey è riuscita ad avvicinarsi ?" chiese il Dean del passato sentendo il suo cuore pompare troppo in fretta il sangue.
"Tu non hai idea di quante ne abbia fatte passare anche a lei; l'ha torturata, sai ? Quasi dopo aver attivato la Maledizione.." sussurrò il ragazzo del presente, scuotendo con forza la testa. "Ti supplico, impediscilo per favore, questo non sono mai riuscito a perdonarmelo! Le ha fatto troppo male..".
"Cos'hai combinato Dean?" chiese il ragazzo del passato con un tono di disapprovazione, e quando notò lo sguardo interrogativo dell'altro, scosse la testa e lo guardò in cagnesco. "Cosa c'è tra te.. noi.. e Hailey ?".
"Te ne sei accorto ?" chiese con un sorriso sulle labbra.
"Difficile non accorgersi della vostra confidenza.." sussurrò sospirando e cercando di mantenere la calma, capendo finalmente perchè la ragazza insistesse per far raccontare la storia al Dean del presente. "State insieme ?".
"Lei è fantastica, sa come prendermi quando sono arrabbiato, quando sono triste o demoralizzato.. lei mi conosce.. e ci vogliamo bene! Passiamo del tempo insieme, viviamo in questa casa, ma nessuno riuscirà a sostituire Katherine o Sam.." sussurrò il ragazzo facendo spallucce, deglutendo a fatica. "Li stiamo solo rimpiazzando per non impazzire del tutto in questo nuovo mondo!".
Il Dean del passato lesse nuovamente nei suoi occhi il dolore misto a rabbia, impazienza di uscire da quella situazione con Sam e Katherine, lesse l'amore che provasse per loro e il bene che avesse iniziato a provare per Hailey, e seppe che se il loro fratello e la loro ragazza fossero tornati da un momento all'altro, avrebbero ripristinato le loro relazioni senza problemi o stupide gelosie; avevano semplicemente bisogno di qualuno da cui tornare la sera dopo aver combattuto fuori dal campo e aver rischiato la vita con quei figli di puttana dei croatoan. Come poteva infierire, seppur non condividesse la scelta?
Già nel suo tempo, 2009, si sentiva molto legato a Hailey, la considerava ormai come parte della sua famiglia, come una sorellina minore, nonostante fosse più grande di qualche anno, ma mai avrebbe immaginato in un futuro del genere con lei; sospirò e gli passò una mano sulla spalla, annullando dopo tutto quel tempo il senso di colpa che lo divorasse dall'interno.
"Ad ogni modo, non posso fartene una colpa.." sussurrò il Dean del passato sospirando. "Comunque, qual era la tua missione oggi ?".
Il Winchester di quell'anno tirò su con il naso e si alzò di scatto, avvicinandosi al suo borsone poggiato dall'altro lato del tavolo e in silenzio tirò via una pistola molto familiare al ragazzo; Dean sgranò gli occhi e la afferrò fra le sue mani. 
"Hai trovato la Colt ?" chiese completamente sbalordito.
"Ci sono voluti solamente cinque anni, ma ci sono riuscito.." sussurrò il ragazzo del presente sospirando e facendo spallucce. "Ne è valsa la pena, perchè finalmente stanotte uccideró il diavolo".
Il Dean del 2009 rimase per qualche secondo spiazzato da quella dichiarazione, mentre le parole gli morirono in bocca e un nodo alla gola gli impedì di respirare regolarmente: tutto d'un tratto la sua felicità nel ritrovare la Colt venne sopraffatta dalla paura delle conseguenze della morte del diavolo.
"No, non puoi farlo, ucciderai Sam così!" esclamò ad occhi sgranati.
"Ne sono consapevole, ma è l'unico modo...." sussurrò il Dean di quel tempo facendo spallucce e comportandosi come se non gliene importasse nulla.
"E' nostro fratello!".
"No Dean, lui non è più nostro fratello da quando ha detto di si.." sussurò il ragazzo del presente sospirando e facendo spallucce. "..come Katherine non è più l'amore della nostra vita da quando si è trasformata.. so che per te è difficile pensare di ucciderli, ma fidati di me, ti ci abituerai!".
"Ma come puoi parlare così?!" esclamò Dean sgranando gli occhi, sentendo la furia crescere dentro di sè; si avvicinò con uno scatto veloce e lo afferrò dalla giacca, avvicinandolo e fissandolo in cagnesco. "Loro sono la nostra famiglia e con la famiglia è così: non condividi le scelte, le decisioni, i pensieri e tutto il resto di queste stronzate, ma il legame rimane! Noi restiamo una famiglia anche se Sam ha detto di si e Katherine si è trasformata!".
"Una famiglia, eh?" sussurrò il Dean del presente sospirando, sentendo gli occhi divenire nuovamente lucidi. "E cosa accadrà quando verranno per uccidere proprio noi?".
"Li riporteremo indietro.." sussurrò il ragazzo del passato scuotendo la testa e mollando la presa sul se stesso di quell'anno, sospirando e facendo qualche passo indietro. "..o moriremo mentre tentiamo..".
Il Dean di quel tempo si asciugò in fretta gli occhi, pensando quanto fosse bello rivedere la grinta e la speranza nei suoi stessi occhi, qualità ormai andate perdute durante quegli anni infernali. Quelle parole lo colpirono e dopo tutto quel tempo, riuscì finalmente ad intravedere una crepa sulla sua armatura d'acciaio; come aveva potuto pensare di uccidere suo fratello, il suo stesso sangue, e la sua amata Katherine? Ma nonostante questi pensieri, l'unica soluzione papabile continua ad essere solo e sempre quella. Avrebbe dato via tutto ciò che possedeva per aggiustare la situazione, anche la sua stessa vita.
"Dean, voglio che tu venga con me e che veda Sam, voglio che tu lo veda nei panni di Lucifero e che agisca in maniera diversa quando tornerai al tuo anno.." sussurrò il Dean del presente sospirando rumorosamente e fissandolo con occhi colpevoli; quando notò il suo sguardo confuso, accennò un sorriso malinconico. "Quando tornerai a casa dirai di si a Michele..".
"Assolutamente no, questa è una follia: la guerra celeste distruggerebbe mezzo pianeta!" esclamò il ragazzo del passato sgranando gli occhi e fissandolo con aria disgustata per qualche secondo.
"Davvero ? Cosa abbiamo adesso, eh? Metà pianeta è meglio di uno completamente raso al suolo!" esclamò con voce alta e irritata il leader di quel campo, allargando le braccia, continuando a cercare di capire perchè fosse così cocciuto. "Se potessi tornare indietro gridetei si a Michele mille volte!".
"Allora perché non chiami qualche angelo e dici si?" chiese Dean allargando le braccia e fissandolo negli occhi.
"Gli angeli si sono arresi, hanno perso i poteri e aspettano la fine come tutti noi.." susurrò il ragazzo del presente facendo spallucce e sospirando, scuotendo la testa.
"Deve esserci un altro modo.." sussurrò il Dean del passato sospirando, dopo averci riflettuto per qualche secondo. "..insomma, deve esserci qualcosa che puoi ancora fare".
"Lo pensavo anche io, ma mi sono sbagliato.." disse il leader del campo sospirando, permettendo solo in quel momento al suo clone di leggere i suoi stessi occhi e capirne tutta la sofferenza. Fu sorpreso quando gli si avvicinò e gli afferrò saldamente un braccio, mentre delle lacrime scesero silenziose dal suo viso. "Ti prego, di di si, salva Sam e Katherine, ti supplico.... ma tanto lo so che non lo farai, esattamente come me.. perché dovresti cambiare idea?".
Il ragazzo del passato lo fissò per un attimo che sembrò un'eternità; scosse la testa e sospirò, scostandosi dalla presa di se stesso.
"Io non sono come te e non diventerò mai così! Non userei mai i miei amici come esca! Tu non mi piaci, sono sfuggito molte volte al mio destino, lo farò anche questa volta!" Esclamò il Dean del 2009 scuotendo la testa e guardandolo con un velo di disprezzo.
Il giovane leader sorrise amaramente, aspettandosi una risposta del genere da parte sua e sollevò di qualche millimetro le spalle; in pochi secondi, con un pugno colpì in pieno viso il suo clone del passato, con tale forza da farlo svenire.
Sapeva che sarebbe stato un ostacolo durante la spedizione, non poteva di certo perdere tempo con la vecchia versione di se stesso; con un leggero sforzo lo nascose all'interno della stanza, uscendo con velocità e correndo dagli altri.
Quella storia doveva finire quella notte, avrebbe ucciso una volta per tutto il diavolo e per l'ennesima volta avrebbe tentato di far tornare in se l'amore della sua vita. 



Tutti i rumori giunsero alle sue orecchie in maniera ovattata, mentre trovava davvero difficile aprire gli occhi e sollevarsi. Dove si trovava ? Per quanto aveva dormito ?
Si portò una mano al viso, esattamente all'altezza della tempia ed una smorfia si dipinse sul suo viso mentre un flash si fece largo nella sua mente: il se stesso del futuro lo aveva colpito in maniera tale da farlo svenire e non permettergli di sabotare il suo piano.
Si maledisse mentalmente, chiedendosi come avesse fatto a non capirlo subito; si mise a sedere, mentre tutto attorno a se prese ad avere forma e divenne più  dettagliato.
Senza pensarci due volte scattó in piedi e si diresse il più velocemente possibile verso le mura di quel dannato campo, dirigendosi immediatamente verso il luogo indicato dal se stesso del futuro; doveva fermarlo a tutti i costi.
In breve tempo vi arrivó e fu spiazzato da ciò che i suoi occhi videro: fu guidato da una scia di cadaveri fino ad un atrio, nel quale trovò una delle scene più brutta che avesse mai visto.
Vide suo fratello, il suo stesso sangue, tenere per il collo la versione del futuro di se stesso che tentava in tutti i modi di divincolarsi; Sam indossava un completo tutto bianco, con delle macchie di sangue qua e là a testimoniare quanta gente avesse ucciso. 
Rimase impietrito ad osservare con quanta foga stesse strangolando Dean e con una tristezza infinita notò come il suo sguardo fosse cambiato: non vi erano più tracce di gentilezza e compassione, tutto ciò che riuscì a vedere fu la felicità di avere raggiunto l'obiettivo che Lucifero si fosse preposto, cattiveria pura.
In qualche modo, il diavolo si accorse del nuovo spettatore e si voltò verso di lui, gettando inaspettatamente Dean del 2014 a terra, permettendogli di respirare ancora.
Sorrise e fece qualche passo avanti, mentre il cuore del ragazzo del passato prese abbattere più forte; Lucifero, attraverso il corpo di Sam, allargò le braccia e sorride compiaciuto di ciò che avesse appena fatto.
"Ciao Dean.." sussurrò con naturalezza ed un inaspettata dolcezza nella sua voce. "Hai fatto molta strada per vedere questo, non è vero ?".
Il ragazzo rimase senza parole per qualche secondo e deglutì, facendo anche lui qualche passo avanti.
"Beh, questa sera non davano niente di meglio in tv e quindi eccomi qua!" Scherzò il Dean del passato facendo spallucce, sostenendo lo sguardo.
Lucifero rise e lo guardò con ammirazione per quello slancio di coraggio, decisamente dettato dalla profonda paura che avesse di lui; deciso a sfruttare quel frangente di tempo in cui si fosse distratto, il leader di quel campo si lancia a terra verso un punto ben preciso, sperando di prendere in tempo la Colt è di sparare a colui che stesse possedendo suo fratello.
"Ah ah ah, questo non è il momento adatto!" Esclamò con furia Lucifero, bloccandolo in una morsa invisibile e stringendo decisamente troppo forte, tanto da farlo ansimare di dolore.
"Che stai facendo ? Fermati!" Urlò il Dean del passato, avvicinandosi e rendendosi conto solamente dopo di non avere armi per fermarlo.
Lucifero rise molto forte e ad entrambi i fratelli maggiori tornò in mente quante volte avessero sentito quella risata uscire dalla bocca del loro fratellino; sarebbe stato senza dubbio molto difficile uccidere Sam, ma ce l'avrebbero fatta.
"Stavo aspettando te, mio caro Dean! Volevo che assistessi alla tua morte!" Esclamò Lucifero sorridendo.
"Beh, uccidimi allora, che aspetti?" Urlò Dean ancora intrappolato nella morsa d'acciaio, dimenandosi e urlando di dolore.
"Aspettava me.." sussurrò una voce alle loro spalle, che però conoscevano bene, facendo voltare tutti i presenti. Emise una risata così pacata e gentile, che per un attimo sembrò a tutti i presenti di essere tornati indietro di qualche anno. "Non può togliermi questo piacere".
Avanzò di qualche passo, arrivando esattamente al centro di quell'atrio abbandonato e fissò i due ragazzi con un sorriso sulle labbra: i suoi occhi brillavano di un rosso rubino così intenso che i ragazzi pensarono di non averne mai visti così, mentre del sangue ancora fresco le gocciolava dal lungo vestito bianco e dalle sue mani.
Inaspettatamente si voltò verso il ragazzo del passato e si avvicinò lentamente, fissandolo negli occhi.
"Che c'è Dean? Sembra che tu abbia visto un fantasma.." sussurrò ridendo, facendo spallucce e sfiorandogli una guancia con le mani ancora imbrattate del sangue di chiunque avesse appena ucciso. 
La sensazione fu davvero quella per il ragazzo: si era abituato che Katherine non rientrasse più nella fila dei buoni, ma non aveva immaginato che potesse diventare in quel modo. Il demone aveva davvero preso il sopravvento e fu sicuro che non vi fosse più traccia di lei, della vera lei, in quel corpo.
"Ho appena ucciso Castiel e Hailey, adesso sarà il vostro turno.." sussurrò guardandolo con occhi famelici, come se non vedesse l'ora di ricoprirsi anche del loro sangue.
Fu difficile, ma il Dean del passato riuscì a scollare i suoi occhi da quelli irriconoscibili della ragazza e si voltò a guardare Lucifero, che lo stava già guardando con ilarità.
"Allora figlio di puttana, qual è il tuo piano? Vuoi spazzare via il mondo ?" Chiese mordendomi la lingua immediatamente, notando come lo sguardo di Katherine fosse cambiato non appena avesse dato quell'appellativo al 'padre'.
"Perché mai? È bellissimo, la creazione migliore di Dio.." sussurrò Lucifero facendo spallucce, avanzando e mettendo una mano sulla spalla della ragazza per calmarla.
"Paparino sarebbe molto fiero di vederti così.." disse il ragazzo con ironia, alzando le spalle.
"Lui mi ha cacciato, cosa può mai aspettarsi da me? Sono stato esiliato all'inferno perché mi sono rifiutato di inchinarmi davanti a voi peccatori!" Esclamò Lucifero diventando paonazzo per la rabbia, stringendo un pugno. "Secondo te è stata una giusta punizione ?". 
"La favoletta è finita ? So bene cosa sei e di certo non avrò compassione per te.. sei spregevole..!" Esclamò il Dean del passato, scuotendo la testa ed avvicinandosi spavaldo verso i due, consapevole che avrebbero potuto uccidere in qualsiasi momento. "Sei come tutti gli altri mostri che ho ucciso in passato, un pezzo di merda soprannaturale!!".
Gli occhi di Katherine si sgranarono e sorrise come una bambina davanti ad un nuovo gioco, si avvicinò fino ad essere distante da lui solo un paio di centimetri.
"La tua grinta Dean, è qualcosa che non vedevo in te da moltissimo tempo! Tu non sei come sei adesso.." sussurrò Katherine con la gioia negli occhi, fissandolo con uno sguardo così inquietante che il ragazzo fu sicuro che non avrebbe dimenticato più. "Voglio giocare con te.."
"A quanto pare la nostra chiacchierata è giunta al termine.." disse Lucifero facendo spallucce, guardandolo con aria di scherno, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza. "Pensi tu ad entrambi?".
"Certo papino.." sussurrò la ragazza ridendo di gusto, cominciando a girare attorno all'uomo del passato, sentendo i passi di Lucifero divenire sempre più lontani.
"Katherine non voglio farti del male!" Esclamò Dean mettendo le mani avanti, piegando gli angoli della bocca all'ingiù.
"Katherine non voglio farti del male!" Ripeté la ragazza ridendo di gusto. "Sei fantastico, aspettavo questo momento, da così tanto tempo..".
"Kath non costringermi.." sussurrò una voce alle sue spalle, facendola voltare di scatto ed osservando come Dean del presente gli avesse puntato la Colt contro. 
"Sappiamo che non lo faraiii.." cantilenò Katherine mordendosi il labbro ed avanzando verso l'altro uomo, felice di ciò che avesse appena visto. "Hai avuto molte occasioni ma non hai mai premuto il grilletto e so bene che questa pistola potrebbe uccidermi".
La ragazza scoppiò in una risata quasi isterica, voltandosi nuovamente verso l'uomo del passato e gli passò una mano sul petto con malizia mista ad ilarità; si avvicinò e sussurrò: "Mi ucciderai tu, Dean? Sei venuto per questo ?".
"Cosa diavolo ti è successo? Sei impazzita.." sussurrò il ragazzo con le lacrime agli occhi, osservando come quegli occhi non rispecchiassero più la donna che amava. "Il male ti ha dato alla testa!".
"No Dean, è davvero così assurdo da credere che io sia finalmente è totalmente felice???" Urlò Katherine ridendo e facendo spallucce. "Non sono mai stata meglio in vita mia!!".
Allargò le braccia e piegò il viso all'insù verso il cielo, mentre una pioggia forte e pesante si scatenò su di loro, lavandola da tutto il sangue con cui si fosse imbrattata.
"È stata lei ?" Chiese Dean sbalordito, sgranando gli occhi e spalancando leggermente la bocca per lo stupore.
"I suoi poteri sono cresciuti, controlla gli elementi adesso" disse il leader scuotendo la testa e deglutendo a fatica.  
"Sono così felice di essere qui con voi.." sussurrò Katherine dopo aver emesso un ringhio degno di un animale, mentre i suoi occhi divennero completamente rossi, non lasciando alcuno spazio al bianco della sclera. "..e adesso voglio giocare!".
In meno di un secondo, si avventò contro il Dean del presente, colpendolo in pieno viso e facendolo indietreggiare; rise notando come del sangue copioso prese a scendere dal naso del malcapitato.
Il ragazzo del passato si avvicinò in fretta per aiutare il suo clone a liberarsi dalla presa di quel demone e la colpì in pieno viso, notando con stupore quando Katherine non se lo aspettasse; la ragazza non si perde d'animo e con un colpo secco al viso spedì il leader dall'altra parte dell'atrio, in maniera tale da potersi concentrare di più sull'uomo del passato.
Dean indietreggiò automaticamente, fin quando la ragazza lo bloccò sotto di se e prese a colpirlo ovunque in preso alla rabbia ceca; solo in quel momento i due uomini realizzarono perché si chiamasse Maledizione delle Furie. Katherine reagiva in base alla sua rabbia più grande e si muoveva esattamente come una furia, colpiva alla ceca con il solo intento di distruggere e di fare del male.
La donna strinse la mani attorno al collo di Dean, guardandolo negli occhi ed assaporando secondo per secondo la sua sofferenza, notando come non riuscisse a reagire e togliersela di dosso; era quasi ironico quel bastardo del destino.
Quando un rumore assordante la costrinse a fermarsi e a sgranate gli occhi; Dean, che riprese finalmente fiato, notò come del sangue prese a scendere copioso sul suo petto, ed immediatamente si controllò, non trovando però alcuna ferita. Non appena alzò gli occhi sulla ragazza, vi lesse il terrore e la osservò portarsi le mani allo stomaco. Cosa le era successo ? Perché sanguinava?
"Perché me l'hai fatto fare? Perché ?" Sussurrò la voce del Dean del presente, palesemente intrisa di dolore e di rimpianto, continuando quella cantilena infinita. "Perché? Perché Katherine...?".
La ragazza guardò il Dean del passato negli occhi e sorrise, come se avesse davvero capito cosa fosse successo, e cadde di lato, continuando a tenersi la ferita; in quei pochi secondi, il ragazzo riuscì a ritrovare quello sguardo così familiare che per mesi aveva cercato nella ragazza.
"Che hai fatto? Che hai fatto?!" Urlò l'uomo del passato scattando in piedi e afferrando fra le braccia la ragazza distesa a terra, notando con piacere come il rosso avesse lasciato il posto all'azzurro dei suoi occhi. "Amore mio, no.. resta con me..".
"Dean.." sussurrò la ragazza con un filo di voce, stringendo con troppa poca forza la giacca dell'uomo, notando solo in quel momento come l'altra versione dell'uomo che aveva appena ricordato di amare, stesse con la testa fra le mani, distrutto per ciò che fu costretto a fare.
"No, andrà tutto bene.." sussurrò Dean piangendo e scuotendo la testa. 
"La Colt l'ha uccisa Dean, lei è morta.. sono di nuovo io.." sussurrò Katherine respirando con fatica. 
"Lo so tesoro, lo so che sei tu.." sussurrò l'uomo continuando a versare delle lacrime, conscio che non ce l'avrebbe fatta.
La ragazza prese ad ansimare di dolore, mentre delle calde lacrime scesero dai suoi occhi, e si pressò la mano sulla sua ferita, osservando quanto sangue uscisse.
"Sto per morire.." sussurrò Katherine abbassando gli occhi e scuotendo la testa.
"No, ti salverò ok? Hai sentito Katherine?!" Chiese il ragazzo in preda alla furia. 
"Vuoi davvero salvarmi Dean?" Chiese la ragazza sollevando con fatica il petto per respirare. "Non permettere che vada a finire così, fammi tornare com'ero!".
"Ci sto provando davvero.." sussurrò l'uomo scuotendo la testa e tirando su con il naso. 
"Quando.. quando sono diventata così una parte di me era felice di poter dimenticare il dolore, ma più passava il tempo più desideravo tornare indietro.. ho ucciso troppe persone, ferito troppa gente.." sussurrò Katherine mentre delle calde lacrime presero a scendere dalle sue guance. "..ho fatto del male a voi..".
"Non fa niente, siamo una famiglia.." sussurrò Dean facendo spallucce e sospirando. 
"L'acqua santa..è l'unica arma che potete usare contro di me.. sulla mia pelle ha degli effetti blandi, mi rallenta e basta.. devi iniettarmela in vena Dean.. una buona dose e mi stenderai per qualche ora.." sussurrò la ragazza respirando rumorosamente, raccogliendo tutta la forza che le fosse rimasta per sollevarsi ed avvicinarsi al viso dell'uomo. "..hai capito cosa sto dicendo Dean?".
Il ragazzo annuì con le lacrime agli occhi e la strinse a se con forza, provando un dolore lancinante al cuore, come se con lei stesse morendo anche esso.
"Dovrai portarmi al punto di provare emozioni in qualunque modo.. basta scavare un po' la superficie e i sentimenti usciranno.. " sussurrò annuendo e carezzando la guancia del ragazzo. "Promettimi che se dovessi scegliere fra me o.. lei.. la ucciderai.. per favore tesoro, promettimelo..".
"Te lo prometto.." disse con un filo di voce il ragazzo, lasciandosi andare ad un pianto isterico quando si accorse che quelle furono le ultime parole della ragazza, poiché il suo cuore aveva davvero smesso di battere.
Carezzò il viso senza vita della donna, mentre tante lacrime invasero il suo viso ed il resto dei suoi vestiti, e la baciò delicatamente, deciso più che mai a risolvere quella situazione. 
Katherine era appena morta fra le sue braccia, non avrebbe permesso che ricapitasse.
"Hai imparato la lezione, Dean?" Chiese una voce pacata alle sue spalle.
L'angelo con il trench baige si era appena ripresentato da lui, intimandogli che fosse ormai ora di andare via; con un semplice tocco alla tempia, lo riportò esattamente a casa sua, nel piccolo salone di Bobby.
Il ragazzo, ancora scosso, si asciugò le lacrime e si appoggiò con le mani alla sedia della scrivania, cercando di digerire ciò che i suoi occhi a avessero appena visto. 
"Sei pronto ad andare in contro al tuo destino?" Chiese l'angelo sospirando e facendo spallucce.
"Diamine no!!" Urlò il ragazzo voltandosi e fissandolo in cagnesco. "Lei è viva adesso?".
"In questo momento è nella sua casa, da sola, mentre il suo cuore batte ancora nel suo petto.." sussurrò Castiel sospirando, dispiaciuto per quanto il ragazzo fosse ancora scosso.
"Bene.." sussurrò Dean voltandosi e facendo per uscire, fin quando l'angelo gli si parò davanti.
"Devi aspettare!" Esclamò Castiel sbarrandogli la strada.
"No, aspetterai tu e la fottuta apocalisse! Devo andare da lei!!" Esclamò Dean scuotendo la testa e facendo per spostarlo, ma ciò gli venne molto difficile. "Fammi passare!".
Castiel prese un respiro profondo e capì la situazione, nonostante fosse spratico delle faccende umane.
"Lo so che stai soffrendo, ma hai bisogno di un piano.." sussurrò con dolcezza, facendo spallucce.
Nonostante stesse provando dell'odio verso quel maledetto angelo, non poté che costatare che avesse ragione; era troppo scosse per presentarsi a casa di Katherine senza una buona ragione, avrebbe dovuto elaborare un piano, ma lo avrebbe fatto da solo.
Fece un passo avanti, guardandolo negli occhi con la furia più ceca e sussurrò: "Vattene!".
L'angelo abbassò lo sguardo e sospirò, volando via da quella casa e lasciando il ragazzo da solo a pensare ad un piano.


Scese le scale della sua nuova e grande casa con un'espressione annoiata e stufa di rimanere chiusa lì dentro, nonostante fosse rientrata da pochissime ore: aveva trascorso l'intera nottata con dei demoni, che aveva finito per uccidere, sui quali testava i suoi poteri sempre più in via di sviluppo. Era entusiasta della loro crescita e sapeva perfettamente che sarebbero diventati sempre più fluenti con il tempo e l'allenamento. 
Cosa avrebbe potuto fare in quella casa da sola? Il fattore dormire era stato già escluso a priori, sentendo quanto il suo corpo fosse pieno di energia; aveva voglia di andare a divertirsi un pò in giro, possibilmete con qualsiasi cosa che implicasse lo spargimento di sangue.
Sorrise compiaciuta della sua stessa idea e corse nuovamente al piano di sopra, dove corse a fare un'altra doccia veloce e indossò degli abiti puliti; si guardò allo specchio e pettinò i suoi capelli neri, accorgendosi solo in quell'istante di quanto fosse cambiata.
Il suo viso era davvero scarno, come il resto del suo corpo; quand'era stata l'ultima volta che avesse mangiato? Si sforzò, ma non riuscì a ricordare. Era passato davvero così tanto tempo? Eppure non sentiva la fame, il freddo, la stanchezza. Che fosse tutto un simpatico omaggio della Maledizione?
Un rumore proveniente dal piano di sotto la distrasse da quei pensieri, attirando la sua attenzione; scese silenziosamente le scale, pronta a qualsiasi tipo di defesa contro l'ipotetico aggressore. Quando il rumore si ripetè, capì di potersi rasserenare: qualcuno aveva deciso di morire quel giorno, presentandosi alla sua porta?
Avanzò e aprì la porta di scatto, trovando l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere: gli angoli della sua bocca si piegarono all'insù e il suo sopracciglio sinistro si sollevò in una smorfia a metà fra il disappunto ed il piacere di quella visita.
"Dean.." sussurrò sorridendo, guardandolo però con aria interrogativa. "..che ci fai qui?".
"Sai, in queste settimane non ho fatto altro che pensare alle tue parole in quel motel, quando dicevi che una casa si inaugura con del vino.." rispose il ragazzo ricambiando il sorriso, tenendo in bellavista una bottiglia. "..beh, questa volta non potevo non portarlo".
I due ragazzi restarono a fissarsi ancora per qualche secondo e Katherine continuò a studiarlo, chiedendosi mentalmente a cosa dovesse realmente quella visita; che fosse un altro tentativo perso in partena di portarla sulla retta via? Dean entrò facendo spallucce, nonostante la ragazza non lo avesse ancora invitato e poggiò provvisoriamente la bottiglia su di un piccolo tavolo adiacente alla porta di ingresso, togliendosi la giacca e posandola nell'apposito attaccapanni.
Quando si voltò con un sorriso sul viso, Katherine si sforzò di non pensare a quanto la camicia a scacchi che indossasse il ragazzo mettesse in risalto i suoi muscoli ed il suo corpo, così abbassò gli occhi sulla bottiglia e la osservò con aria critica.
"Wow, sono impressionata! Ti sarà costata parecchio" disse la ragazza ridendo, continuando a guardarlo con aria interrogativa.
"So che è il tuo preferito.." sussurrò sollevando un sopracciglio e sfoderando il suo sorriso malizioso, avvicinandosi pericolosamente, ma lentamente, al suo viso. ".. dove trovo i bicchieri?".
Katherine sostenne lo sguardo e ricambiò il sorriso, mordendomi il labbro inferiore e decise di assecondare il suo gioco per capire cosa volesse davvero. "Prima mensola della cucina a destra".
Il ragazzo annuì leggermente e si voltò, seguendo le indicazioni della padrona di casa, che lo seguì non lasciandolo da solo un secodo, dirigendosi in cucina e versando due abbondanti bicchieri di vino; Dean rivolse nuovamente lo sguardo verso la ragazza e le porse il calice, sorridendo e poggiando la bottiglia sull'isola di marmo.
"Alla nostra" sussurrò Dean porgendo il calice nella sua direzione e la osservò ripetere il medesimo gesto con un sorriso divertito sulle labbra.
Bevve un grande sorso e continuó a guardarlo, ritrovandosi quasi felice di averlo nella casa con lei, ma ben presto attribuì il sentimento alla noia provata poco prima, trovando il ragazzo un ottimo diversivo.
"Sembri diverso" sussurró Katherine mordendomi il labbro, dopo averlo osservato per qualche secondo in silenzio. "A cosa devo veramente questa visita ?".
"Siamo ancora abbastanza sobri per affrontare questa discussione.." sussurró Dean versando nuovamente il vino nel bicchiere della ragazza.
"Vuoi farmi ubriacare?" Chiese Katherine ridendo, portando il bicchiere alle labbra e bevendone qualche lungo sorso. "A che gioco stai giocando?".
"Vuoi giocare con me?" Chiese Dean sorridendo, osservandola bere ancora, mentre buttò giù un lungo sorso di vino.
"Come posso farlo se non conosco le regole?" Chiese Katherine ridendo, tornando a mordersi il labbro inferiore.
"Nessuna regola, non con me.." sussurrò Dean sorridendo, avvicinandosi di qualche passo e raggiungendo ancora una volta la ragazza. 
"Non mi prendi in giro sai?" Chiese Katherine ridendo e sollevando le spalle, continuando a bere. "Ti conosco bene, so che vuoi qualcosa, ma non ho ancora capito cosa..".
"Ho sentito ciò che hai detto a Verità" disse Dean sospirando, continuando a versare del vino in entrambi i bicchieri. "So quello che provi..".
Katherine esplose in una fragorosa risata e scosse la testa, guardando il ragazzo con aria divertita; sapeva benissimo su cosa volesse andare a parare, ma sperava davvero di riprendersela con del vino e due risate ? Non credeva che Dean la sottovalutasse in quel modo.
"Ricominci con questa storia? Davvero?" Chiese la ragazza ridendo, passandogli una mano sul petto. "Sei davvero convinto che adesso che il mio piano A è fallito e sai l'1% di tutta la storia, io non abbia un piano B? E se anche quello fallisse, un piano C, poi D.. conosci l'alfabeto, no?".
"E di quali piani stiamo parlando?" Chiese il ragazzo sorridendo, incastrando la ragazza con i suoi occhi verdi.
Katherine rise e scosse la testa, ricambiò lo sguardo e continuò a giocare con la camicia del giovane, trovandosi palesemente divertita per ciò che stesse cercando di fare; si sporse sul marmo freddo dell'isola, decidendo ancora una volta di giocare al suo stesso gioco, ed afferrò la bottiglia di vino che usò per riempire i due bicchieri. Gliene porse uno e con un sorriso si bagnò le labbra, decidendo improvvisamente di voler andare oltre quello stupido gioco.
"Non ti rivelerò mai i miei piani.." sussurrò Katherine trasferendosi a giocare con la manica della camicia del braccio destro, mentre con l'altra mano reggeva il calice nuovamente quasi vuoto. "..perché non mi dici davvero cosa vuoi da me?".
Dean sorrise, conscio di non avere altra scelta: Katherine non era la sola ad avere dei piani di riserva; posò con delicatezza il suo bicchiere sul marmo e fece lo stesso con quello della ragazza, che lo guardò con aria quasi stupita.
Con delicatezza, le sistemó un ciuffo dei suoi capelli scuri dietro l'orecchio e sorrise teneramente, sperando dentro se stesso che il suo piano andasse davvero in porto.
"Te" sussurrò Dean continuando a guardarla negli occhi, aspettando il suo minimo segnale per procedere.
Non appena la ragazza accennò un sorriso, il giovane cacciatore avvicinò lentamente le sue labbra a quelle della ormai ex Cacciatrice, che ricambiò il bacio e gli passò le braccia attorno al collo; detestava ammetterlo, ma avrebbe tanto voluto che Dean lo avesse fatto prima. 
Sentì il fiato venire meno quando le afferrò le cosce con le sue grandi mani e la fece sedere sul marmo freddo e duro; entrambi si irrigidirono per un attimo, cercando di non farlo vedere, quando ripresero a baciarsi. 
Quando i loro occhi si incastrarono, nelle menti di entrambi passarono dei flashback di tutte le situazioni simili che avessero vissuto insieme, ricordandosi di quanto fosse diverso da quello; Katherine decise di reprimere quell'impulso e si avventò avidamente sulle labbra del ragazzo, che ricambiò il bacio e mandò giù quel boccone così amaro.
Solo per un attimo il cacciatore fu tentato di andare fino in fondo, di continuare con la ragazza e farla sua proprio lì, perché l'amava e aveva desiderato per così tanto tempo di stare con lei; ma proprio questo pensiero gli diede la forza di non cedere. Era entrato in quella casa con una missione, che sarebbe stato più gratificante del semplice sesso. Lui voleva di più, lui rivoleva il suo amore. 
Sapeva che ci fosse ancora speranza per la ragazza che continuava ad amare, sapeva che fosse ancora lì dentro, e avrebbe fatto di tutto per farla ritornare. Non avrebbe permesso che morisse come in quel maledetto 2014. Non questa volta.
Dopo pochi secondi, quando capì che Katherine fosse davvero coinvolta da quei baci, estrasse dalla sua tasca una siringa e con un colpo secco la conficcò direttamente nel cuore della giovane ragazza, affinché pompasse il più velocemente possibile e lo mandasse in circolo per tutto il corpo.
"Che diavolo hai fatto ?" Chiese la ragazza portandosi la mano al petto ed allontanandolo con tutta la forza che avesse, improvvisamente dimezzata, sentendosi incredibilmente tradita. "Che cosa mi hai fatto?"
"È acqua santa, ho scoperto la tua kryptonite Smallville!!" Esclamò agitando a mezz'aria la siringa vuota, sorridendo amaramente ed osservando le reazioni del corpo della donna davanti a se.
Katherine tentò di scendere dall'isola di marmo, ma improvvisamente le gambe non svolsero più il loro lavoro e cadde a terra ansimando, mentre la vista prese ad annebbiarsi. Provò a rialzarsi, ma divenne faticoso persino respirare.
"Sei un figlio di puttana, ti ucciderò per questo!!!" Esclamò mentre uno strano calore prese ad avvolgerla.
Dean si abbassò al suo livello e la fissò dritta negli occhi, afferrandole il viso fra le mani nonostante la ragazza provasse inutilmente a divincolarsi dalla presa.
"Non passerà un giorno senza che io abbia provato a farti tornare, Katherine.." sussurrò il giovane sospirando, mentre gli angoli delle sue labbra si piegarono all'ingiù.
La ragazza perse definitivamente conoscenza e Dean sfruttò quel momento per afferrarla fra le braccia e per portarla nella sua auto, pronto per tornare nella casa di Bobby; avrebbe avuto un bel lavoro da fare giù nella panic room, ma di una cosa fu sicuro: sarebbe riuscito a riprendersela.

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Capitolo 57
*** And now I know all your fears ***


Capitolo 45

And now I know all your fears



Quando aprì gli occhi, si sentì parecchio stordita e avvertì dolore ad ogni parte del suo corpo; non tardò a ricordare ciò che Dean le avesse fatto, mentre uno sbuffo si liberò dalle sue labbra. 
Una luce puntata esattamente verso di lei le provocò un intenso bruciore agli occhi, che non appena si abituarono si placò, e ciò le permise di guardarsi attorno: conosceva quelle pareti rossastre di ruggine, quell'arredamento spartano e quella temperatura gelida. Poteva trovarsi solo in un posto.
Tornò a guardare se stessa e trovò le sue stesse braccia legate all'altezza dei polsi ai braccioli di una sedia, come le sue caviglie, saldamente incatenate; osservò meglio le corde che apparirono bagnate e si chiese come Dean avesse scoperto l'effetto che l'acqua santa avesse su di lei.
"Sei sveglia quindi.." sussurrò una voce proveniente dal fondo scuro della stanza.
Lo riconobbe immediatamente, ma rimase quasi turbata per non essersi accorta prima della presenza del ragazzo; lo vide avanzare, avvicinarsi alla parte illuminata della stanza e osservò il sorriso vittorioso stampato sul viso, pensando quanto si sarebbe divertita a strapparglielo via non appena si fosse liberata.
"Figlio di puttana!" Esclamò Katherine digrignando i denti, stringendo i pugni e fissandolo in cagnesco. "..mi hai ingannata".
"Mi hai costretto tu ragazza!" Esclamò Dean facendo spallucce ed appoggiandosi alla piccola scrivania della stanza, quasi davanti alla sedia della ragazza.
"Sono rimasta sorpresa dal tuo comportamento.." sussurrò Katherine ridendo nervosamente, incastrandolo con i suoi occhi azzurri. "..stavamo per andare a letto insieme, che autocontrollo..!".
"È stato per lavoro, niente di più" rispose Dean con secchezza, fissandola con aria severa e dura, incrociando le braccia al petto.
"No, stai mentendo, ti è piaciuto baciarmi, sentirmi a tua completa disposizione.." sussurrò Katherine sorridendo maliziosamente, proprio come quando venne rapita. "..perché non riprendiamo da dove ci siamo fermati prima?".
Dean serrò la mandibola, scuotendo leggermente la testa, sciolse le braccia e si voltò verso il tavolo, cominciando ad armeggiare con degli strumenti rumorosi, mentre dei punti interrogativi si disegnarono sul viso della ragazza.
"E va bene, chiederò a Sam se ha voglia di rivangare i vecchi tempi ancora una volta..!" Scherzò la ragazza ridendo istericamente, cercando in tutti i modi di liberarsi da quelle corde.
"Per te si riduce sempre tutto al sesso, non è vero ? Non ti importa delle persone?!" Chiese Dean alzando il tono della voce, voltandosi nuovamente e fulminandola con lo sguardo.
"Cosa vuoi sentirti dire?" Chiese con voce soffice e pacata dopo qualche istante di pausa. "Che sei l'uomo della mia vita e che non avrò mai nessun altro a parte te? Mi dispiace, non posso, non lo pensavo neanche quando stavamo insieme! Credevi davvero che io e te facessimo sul serio?".
Dean strinse la mandibola sentendo però gli occhi pizzicare, incassando il colpo ed ingoiando il boccone amaro ancora una volta, non potendo che sentire dolore davanti a delle parole del genere da parte della ragazza; ciò che lo rincuorò fu il solo pensiero che fossero frasi dettate dalla Maledizione, non aveva mai dubitato dell'onestà dell'amore di Katherine.
"Abbiamo del lavoro da fare" disse Dean sospirando, voltandosi nuovamente e prendendo una siringa che riempì per meno della metà con acqua santa.
"Che noia qui.." sbuffò Katherine scuotendo la testa, studiando ciò che facesse il ragazzo.
"Pensavi che sarebbe stato un parco divertimenti? Naah, sono vecchio stampo" sussurrò Dean fissandola negli occhi con tutta la freddezza e il distacco possibili.
"E cosa vorresti farmi con quella?" Chiese Katherine sollevando un sopracciglio e indicando con lo sguardo la siringa.
"Parlami di ciò che senti veramente.." sussurrò Dean facendo qualche passo avanti, giocherellando di tanto in tanto con l'oggetto che aveva fra le mani.
"Non sento nulla, quando ficcherai questo pensiero nella tua zucca vuota?!" Esclamò Katherine in maniera acida, fissandolo in cagnesco.
"Però ricordi, sai di avere un'altra scelta.. una via migliore!" Esclamò Dean allargando le braccia e sospirando.
"Si, hai ragione Dean. Ricordo te, la nostra vita insieme, il bel sesso di fuoco che facevamo..." sussurrò Katherine ridendo, mordendosi il labbro inferiore. "..ma scommetto che tu voglia sapere dei sentimenti che provavo per te ? Ti sei trasformato in un'isterica psicologa? Vuoi che a fine seduta ti abbracci forte e ti dia una caramella?".
La ragazza continuò a ridere, fin quando Dean fece un balzo verso di lei ed afferrò la sedia da entrambi i braccioli con troppa brutalità, scostandola di parecchio dal punto originale; la fissò in cagnesco da molto vicino e con voce bassa e pacata le sussurrò: "Non sto scherzando Katherine, prendimi seriamente e inizia a parlare se non vuoi trovarti un po' di acqua benedetta dentro il corpo!".
La ragazza si ritrasse immediatamente, non avendo però troppe speranze di sfuggirgli e si limitò a ricambiare lo sguardo; lesse nei suoi occhi che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla parlare, eppure fu sicura che non le avrebbe mai fatto del male. Non avrebbe usato davvero quella siringa. 
Almeno sperava.
Avvicinò di qualche centimetro il suo viso a quello del ragazzo e con tono di sfida gli sussurrò: "Stai bluffando!".
Il viso di Dean si rasserenò per qualche secondo e un abbozzo di sorriso si impadronì delle sue labbra: neanche lui sapeva quanto si sarebbe spinto oltre per quanto era disperato, ma sapeva per certo che ce l'avrebbe fatta.
Con delicatezza, afferrò il braccio della ragazza e sollevò la manica della maglietta, ringraziando mentalmente che la sua pelle fosse così chiara da far intravedere le vene bluastre; durante il piccolo mancamento della ex Cacciatrice, il ragazzo le aveva istallato un cateterino di plastica, in maniera tale da poter inserire le siringhe senza fare più buchi sul braccio. Con decisione fece entrare il buco della siringa in quello corrispondente del catetere e posizionò il dito sullo stantuffo prima di volgere nuovamente lo sguardo verso di lei.
"Il tempo di bluffare è finito.." sussurrò Dean sospirando e serrando con forza la mandibola. "..ultima possibilità!".
"Mi torturerai come facevi con le anime all'inferno ?!" Chiese Katherine a denti stretti, fissandolo in cagnesco.
"Mi dispiace.." sussurrò Dean scuotendo la testa e spingendo il pollice contro lo stantuffo, osservando l'acqua entrare direttamente in vena.
La ragazza si contorse per qualche secondo, chiudendo gli occhi e serrando i denti con forza per non urlare; la pelle, gli occhi, le vene, la lingua, gli organi e tutto il resto presero a bruciarle così intensamente che non riuscì a trattenere un rantolo di dolore.
Prese a tremare, sentendo un calore innaturale dentro di se e riaprí gli occhi, decisa più che mai a non dare alcuna soddisfazione al ragazzo; riprese finalmente a respirare, osservando il ragazzo tirare via la siringa e lanciarla in fondo alla stanza.
"Mi hai fatto appena il solletico.." sussurrò Katherine con ancora il fiatone, ridendo istericamente.
"Molto bene.." rispose Dean annuendo, preparando un'altra siringa e tornando nuovamente dalla ragazza, posizionandola nel catetere. "..devo fare una seconda dose o vuoi dirmi qualcosa?".
"Non ho niente da dire! Potrai farmi male, potrai anche uccidermi, ma non mi importa. Non ho nulla da perdere!" Esclamò Katherine ridendo e scuotendo la testa.
Dean abbassò gli occhi, sentendo molto più dolore lui per tutta quella situazione piuttosto che la ragazza seduta davanti a se; spinse nuovamente lo stantuffo, sentendo però stavolta la ragazza urlare di dolore ed osservandola contorcersi.
"Va avanti .. su, continua.." sussurrò Katherine con il fiato corto ed il cuore che galoppava nel petto.
Dean ripeté la prassi, riempiendone un'altra e collegandola al braccio della ragazza, fissandola con occhi colpevoli; spinse per la terza volta lo stantuffo, poi una quarta, una quinta e perfino una sesta, quando la ragazza cominciò ad urlare dal dolore, mentre delle lacrime involontarie scesero dalle sue guance.
"Ok, ok, basta Dean.." sussurrò Katherine respirando con fatica, non riuscendo neanche più a reggere la sua testa, "Fa male, fa davvero male.. possiamo fare una pausa?".
Dean pensava davvero di essere la persona sbagliata per fare quel lavoro, non poteva torturare la donna che amava, non ci riusciva; un macigno si stabilì sul suo petto e lo fece quasi accasciare sulla scrivania. 
Cosa le stava facendo? Perché non parlava? Non poteva torturarla ancora, era stremata. 
Annui leggermente, osservandola schiudere gli occhi ed osservando un minimo di rossore tornare sulle sue guance bianco latte; avrebbe tanto voluto aiutarla, avrebbe dato la sua vita per far sparire la maledizione, ma sapeva che fosse impossibile.
Voleva aiutarla, ma come poteva? 
"Hai.. hai fame?" Chiede Dean con voce rotta, non preoccupandosi che la ragazza potesse sentire il suo dolore.
"Io non mangio" disse Katherine sorridendo con fatica, tirandosi su con la schiena.
"Che significa che non mangi?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fissandola con aria interrogativa.
"Non mangio quasi mai da quando si è attivata la Maledizione.." biascicò Katherine deglutendo con fatica.
"Oh.." sussurrò il ragazzo, realizzando solo in quel momento perché fosse diventata così magra.
"Io.. devo.. devo fare pipì.." sussurrò Katherine sentendosi quasi in imbarazzo, sentendo le forze cominciare a tornare.
"Ti porto un recipiente dove potrai.." iniziò Dean voltandosi verso l'uscita, ma venendo bruscamente interrotto.
"Un che ? Non esiste, voglio un bagno vero..!" Esclamò Katherine sgranando gli occhi e raccogliendo tutta la forza che le fosse rimasta per guardarlo in cagnesco. "..per favore".
Il ragazzo sospirò rumorosamente, pensandoci su e scuotendo la testa, capendo immediatamente che non sarebbe stata una buona idea; voleva però che Katherine si fidasse di lui, così si morse il labbro inferiore e si abbassò sui talloni in silenzio, prendendo a slacciarle le corde dei piedi.
"Niente scherzi" sussurrò Dean sbuffando, serrando nuovamente la mandibola.
"Sarò brava" sussurrò Katherine annuendo, osservandolo mentre le slegasse le braccia.
"I tuoi poteri sono annullati per il momento, i tuoi riflessi rallentati, sei forte la metà di quanto lo fossi quando sei entrata qui.." sussurrò il ragazzo sospirando, porgendole il braccio ed aiutandola ad alzarsi dalla sedia. "..saremo in grado di batterti".
Katherine annuì nuovamente e lo incastrò con i suoi occhi azzurri ed un sorriso; si sollevò sulle punte e gli diede un leggero bacio sulla guancia, appoggiandosi alle sue spalle con le braccia. 
"Mentivo prima, tu eri importante per me.." sussurrò la ragazza all'orecchio del giovane, mentre un sospiro crebbe nel suo petto.
Dean la guardò ed il cuore prese a battergli più forte, nonostante sapesse che fosse solo una tattica; deglutì e le afferrò un braccio con la sua mano, uscendo dalla panic room e ritrovandosi nella cantina di Bobby.
Salirono silenziosamente le scale, finché arrivati al piano terra la ragazza si fermò e lo osservò con aria divertita.
"Sai cos'è che non mi piace dell essere catturata e drogata, Dean ?" Chiese retoricamente Katherine, sollevando un sopracciglio e colpendolo in pieno viso, facendolo precipitare giù dalle scale. 
Hailey e Sam si precipitarono nella sua direzione e tentarono di fermarla, ma la ragazza colpì prima la sorella, scaraventandola contro una porta, e successivamente il minore dei Winchester, facendogli sbattere la testa al muro.
Ciò che Katherine non si aspettó neanche lontanamente, fu Bobby che la colpì alla gamba destra con la pistola a tranquillanti, facendole perdere conoscenza.
"Qualcosa mi dice che quando si sveglierà sarà più aggressiva del solito.." sussurrò il vecchio burbero scuotendo la testa ed osservando la ragazza stesa a terra. "..che palle!".



Aprì gli occhi e si sentì immediatamente stordita e affaticata; guardò i suoi polsi e le sue caviglie, trovandosi nuovamente legata con corde inzuppate di acqua santa. Sentì la pelle bruciare, come se si trovasse in un rogo, le gengive e la testa pulsare in maniera anomala, mentre il cuore batteva e pompava sangue e acqua benedetta all'interno del suo corpo.
Quando riuscì a voltarsi verso il suo braccio sinistro scoperto, notò uno strano tubicino trasparente collegato al catetere che Dean le aveva installato qualche ora prima, dal quale scorrevano lentamente delle gocce che continuavano a succhiarle via l'energia.
Avvertí un bruciore alla coscia destra e si chinò a guardarla: i suoi pantaloni erano bucati esattamente in due punti ed improvvisamente le tornò in mente il flashback di qualche ora prima, quando Bobby le sparò alcuni colpi.
Le aveva davvero sparato dei tranquillanti? L'aveva sedata in questo modo ? Che bastardo!
"Corde impregnate di acqua santa, pareti di ferro e una bella chiave di Salomone sotto la tua sedia.. un piano astuto, non credi?" Chiese una voce sarcastica alla sua destra.
Katherine voltò il viso e si accorse solo in quel momento della presenza della sorella nella stanza, proprio accanto alla sua sedia; la guardò  mentre la fissava con le braccia incrociate sotto il seno e lo sguardo a metà fra la compassione e l'arrabbiato.
"Strapperò via quel sorriso dal tuo bel faccino!" Esclamò Katherine sospirando, cercando di immagazzinare più aria possibile.
"Provi rabbia, vero?" Chiese Hailey annuendo ed abbozzando un sorriso. "Bene, è un'emozione".
"Non riuscirete a riportarmi indietro.." sussurró Katherine sorridendo amaramente, distogliendo lo sguardo e fissando un punto davanti a se.
"Perché non mi racconti di Judith e di quanto la sua morte ti abbia devastata?" Chiese ignorando la sorella ed avvicinandosi, iniettando mezza siringa di acqua santa nell'altro braccio della ragazza, assicurandosi così una doppia dose di acqua santa.
"Non me ne potrebbe importare di meno" disse con fatica Katherine, stringendo le mani a pugno con troppo poco vigore, ciondolando con la testa.
"Ti sei trasformata in un'assassina dopo la sua morte, questo implica un rapporto di amore.." sussurrò Hailey sospirando, osservandola con aria triste.
"Io non provo amore.." sussurrò Katherine con un filo di voce, continuando a fissare un punto davanti a se.
"Tutti i giorni mi si presentano davanti agli occhi le scene della sua morte: la tua povera bambina, continuava a gridare "mamma, mamma aiutami", ma tu eri troppo spaventata per fare qualcosa di sensato; l'hai lasciata morire!" Esclamò Hailey con arroganza, pretendendo una reazione da parte della ragazza.
"Chiudi quella boccaccia!" Esclamò Katherine digrignando i denti mentre si voltò verso la sorella, raccogliendo le poche forze che le restassero.
"Piangeva e aveva bisogno di te, ma tu non hai fermato Lilith! Hai lasciato che conficcasse il coltello nella sua pancia come se fosse fatta di burro.." continuò ad infierire la maggiore, abbassando il tono di voce.
"Credi che queste corde mi terranno buona per sempre, brutta stronza?" Chiese Katherine guardandola in cagnesco, agitandosi e prendendo a tirare le corde zuppe.
"Ammetti il tuo dolore, ammetti che la ami ancora!" Esclamò la sorella maggiore avvicinandosi e fissandola dritta negli occhi.
"Ti farò a pezzi" sussurra Katherine con un ghigno malvagio sul viso.
"Il suo cuore ha smesso di battere perché credeva che sua madre l'avrebbe aiutata.. avrebbe dovuto sapere che una persona instabile come te non l'avrebbe mai potuta salvare!" Esclamò Hailey fissandola dritto negli occhi, osservando le sue pupille dilatarsi per la rabbia.
Katherine la guardò per un lungo momento, sentendo per la prima volta dopo tanto tempo un dolore indicibile crescere all'interno del suo petto, e fu costretta ad abbassare lo sguardo e a respirare profondamente per qualche secondo, sentendo gli occhi velarsi di lacrime; non rispose all'affermazione della sorella, incapace perché travolta da quel dolore che aveva pensato di non dover più provare nella sua vita; prese un respiro e dopo qualche secondo volse lo sguardo verso i due ragazzi rimasti in disparte durante quel battibecco. Non l'avrebbero aiutata, non quella volta.
Osservò Sam guardarla con aria profondamente triste, come se in quella circostanza la persona sofferente fosse lui; era teso, molto rigido nei movimenti e non distolse mai lo sguardo da lei.
Si mosse di qualche passo, arrivando a fianco di Hailey e carezzandole il braccio da dietro quasi per darle conforto e anche un pizzico di forza in più; la sorella la osservava con occhi spenti e tristi, non poteva credere che si fosse ridotta in quel modo. 
Non lei. 
Non Katherine. 
Come poteva la cacciatrice più forte e buona del pianeta essere arrivava a quel punto e distruggere tutto ciò che le stesse intorno?
Katherine spostò lo sguardo alla sua destra, trovando il suo pezzo forte, Dean, e rimase stupita dal suo atteggiamento: braccia e piedi incrociati, mascella serrata e sopracciglia curvate all'insù, con l'aria di chi stesse puntando il dito accusatorio.
"Perché fai tutto questo ?" Chiese Katherine con un filo di voce, serrando la mandibola e sospirando, scendendo a fissare il suo sguardo su quella flebo improvvisata che l'avrebbe potuta cambiare in ciò che non voleva più diventare. "Perché ti importa chi uccido e che faccio? Io vi ho messo l'uno contro l'altro da prima della Maledizione! Ti ho messo contro il tuo stesso fratello, ho tradito lui con te e dopo te con lui.. vi ho usati, siete stati i miei burattini per così tanti anni, quindi Dean, spiegami, perché ti ostini a "prenderti cura di me"?".
Dean ascoltò ogni singola parola e non distolse mai lo sguardo dai suoi occhi; capì immediatamente che il bersaglio principale di Katherine fosse proprio lui. Gli avrebbe voluto fare più male possibile, avrebbe scarnificato i sentimenti dal suo corpo pur di lasciarselo alle spalle e completare la sua transizione. Voleva disperatamente farsi odiare da lui.
Si mosse lentamente e si avvicinò a lei continuando a guardarla negli occhi, cercando di scavare sempre più; con una mano le sfiorò delicatamente il viso e la ragazza rimase immobile e fu incurante del gesto, seppur incuriosita dal suo cambio di espressione.
"Io mi prendo cura di te, Katherine, perché quando riaccenderai i tuoi sentimenti io sarò lì e ti aiuterò a superare tutte le cose brutte, giorno dopo giorno.." sussurrò Dean abbozzando un sorriso amaro, avvertendo per l'ennesima volta il profumo della ragazza entrargli nelle narici. 
"Io non voglio tornare come prima Dean.." sussurrò Katherine facendo spallucce e scuotendo la testa, sentendola troppo pesante.
"Faresti meglio a lasciarmi andare adesso e a non cercarmi mai più.. vi risparmierò tutti, promesso!".
Dean distolse lo sguardo, deluso, le diete le spalle, mentre una risata nervosa sfuggì al suo controllo e irruppe nella piccola stanza di ferro; si diresse verso il tavolo e preparò l'ennesima siringa di acqua santa.
"Deicidi Katherine, la tortura continua oppure collabori con noi e torni come prima!" Esclamò Dean voltandosi e impugnando la sua siringa piena.
La ragazza fissò l'oggetto con il terrore negli occhi, quasi implorando silenziosamente di non farlo e di salvarla da tutto ciò, ma sapeva benissimo che l'unico modo per uscire da quella situazione sarebbe stato riaccendere la sua umanità, ma lei non sarebbe stata disposta a farlo.
"Se continuerai così mi ucciderai Dean; sarò pure cattiva ma non sono immortale.." sussurrò con un filo di voce, ciondolando con la testa. "Mi ucciderai..".
Il ragazzo strinse forte la mandibola e chiuse gli occhi per qualche secondo, percependo quelle parole come mille coltellate sul cuore; un macigno si stabilì li e Dean speró di essere finito in un brutto incubo e di risvegliarsi presto, com'era solito sperare in quell'ultimo periodo.
Riaprì gli occhi e si rese conto a malincuore che si trattasse della realtà; strinse con forza la siringa fra le mani e lentamente si avvicinò a lei, indeciso su cosa fare.
Lesse nei suoi occhi una silenziosa supplica di finirla lì, di chiudere con tutto quel dolore fisico, ma non riuscì a capire se gli stesse chiedendo di scarcerarla o di ucciderla; fu incastrato dai suoi occhi azzurri, proprio come un tempo, e le carezzò una guancia con un sorriso amaro sulle labbra.
L'amava e l'unico suo compito era proprio quello di tenerla in vita e di salvarla da tutto quello che era diventata; le iniettó un'altra dose direttamente in vena e la osservó piegare la testa a sinistra, mentre i suoi occhi si chiudevano da soli.
Era svenuta. 
Non stavano ottenendo un bel risultato, ma sapeva che una volta ridotta uno straccio, Katherine avrebbe potuto provare nuovamente qualcosa e sarebbe tornata come prima.
"Buonanotte Kath.." sussurró Dean baciandole delicatamente una tempia, sentendo gli occhi bruciare.
Senza dire nulla, si voltò e si diresse verso la porta della panic room, incurante del fratello e di Hailey, rimasti ancora all'interno. Aveva bisogno di risposte al più presto.
Salì gli scalini a due a due e si diresse verso il salone, dove a gran voce chiamó l'unica persona che lo avrebbe potuto aiutare e che gli avrebbe potuto dare qualche risposta.
"Cestiel ti prego, rispondimi!" Esclamò il ragazzo guardando il soffitto ammuffito e aspettando una risposta. "Per favore, aiutami!!".
Sam ed Hailey entrarono nella stanza, scossi esattamente quanto lui, mentre Bobby si trascinó all'interno della stanza incuriosito dalle urla del ragazzo; il fratello gli si avvicinò e gli posó una mano sulla spalla da dietro, rimanendo come lui a fissare un punto non designato in alto.
"Dean.." sussurró una voce familiare alla sue spalle, facendolo sentire felice come mai prima d'ora.
"Cass, ho bisogno del tuo aiuto.." sussurrò con le lacrime agli occhi, voltandosi a guardarlo e andandogli in contro. "Credo che la ucciderò con tutte queste dosi, non riesce neanche più a parlare..".
L'angelo fece un sorriso amaro e si avvicinò lentamente, osservandolo bene e notando quanto il suo viso fosse stanco e deturpato dal dolore; si voltò in direzione della porta della cantina e percepì la presenza della giovane ex Cacciatrice al piano di sotto.
"Lei è qui ?" Chiese Castiel con tono a metà fra lo stupore e l'incredulità. "C-come?".
"L'ho catturata.." sussurrò Dean passandosi il viso fra le mani, prendendo un bel respiro. ".. credo di averla stordita troppo..".
L'angelo sgranó gli occhi e lo guardò quasi con un'aria di rimprovero, mentre sembrava spuntare sulla sua fronte una scritta al neon "te lo avevo detto!".
"È quello che cercavo di dirti prima che andassi da lei, Dean!" Esclamò con tono grave, guardandolo quasi in cagnesco. "Lei non è ancora immortale!".
Il giovane cacciatore sorrise amaramente, abbassando il capo e sentendo il senso di colpa premere sulle sue spalle, come se portasse il dolore di tutto il mondo; voleva così disperatamente aiutarla che le cose presero a sfuggirgli di mano.
"L'hai ridotta allo stremo quindi?" Chiese l'angelo continuando a rimproverare il ragazzo. "Se tu mi avessi ascoltato prima non rischieresti di ucciderla!!".
"Non è stata una cosa volontaria, Dean vuole solo aiutarla!" Esclamò Sam sospirando, serrando le braccia al petto ed appoggiandosi alla scrivania.
"Proprio come tutti noi.." sussurró Hailey sospirando, sedendosi sul divano per la troppa stanchezza.
"Tutti le abbiamo iniettato delle dosi di acqua santa per stordirla.." sussurrò Sam facendo spallucce, come per giustificare il fratello.
"Io le ho anche sparato due colpi!" Esclamò Bobby sospirando, avanzando con la sua carrozzella. 
Castiel cambiò espressione dopo qualche secondo, rilassando i muscoli della fronte e fissando per qualche secondo il muro dietro ai ragazzi; per la prima volta nella sua intera vita si rese conto di avere fatto un errore di calcolo. Non poteva prendersela così tanto con Dean, lui era innamorato, e Castiel sapeva bene quanto quei sentimenti complicassero ogni situazione.
"Si, lei.." sussurrò Dean non riuscendo a sollevare lo sguardo da terra. "..Katharine è appena svenuta..".
Castiel gli si avvicinò lentamente e gli mise una mano sulla spalla, costringendolo quasi a farsi guardare, come un padre fa con un figlio; gli sorride teneramente e sussurrò le parole che il ragazzo aspettava da quando lo chiamò.
"Portami da lei".



Amava le anime, erano così linde e pulite, prive di segreti e di ogni tipo di intenzione cattiva: ricordò quanto amasse camminare tra di loro, in paradiso, quando ancora Dio era presente e tutto andava bene.
Ricordò quando osservava da lontano il paradiso personale di ogni anima, tutto ciò che trapelava era solo vero amore. Niente di diverso.
Le anime erano così piacevoli da toccare, così molli e dure allo stesso tempo, mentre una luce bianca le avvolgeva.
Non poté non notare la differenza toccando l'anima di Katherine: il suo braccio era totalmente immerso nel petto della ragazza, mentre delle urla disumane uscirono dal suo esile corpo.
La sua anima non era bianca e pulita come quella di tutte le altre persone del paradiso, o come quella dei ragazzi che erano rimasti a fissare ogni suo movimento, no; l'anima di Katherine era di un rosso rubino intenso, come se ardesse all'interno, mentre un nero pece l'avvolgeva. 
Strinse la presa e prese quasi a scavare all'interno della sua anima, sentendo la ragazza urlare sempre di più: avvertì un dolore lancinante, una sofferenza mai provata prima e Castiel ne aveva passate e viste davvero tante.
Tutto quel dolore la stava lentamente lasciando morire agonizzante, come una lentissima tortura, destinata a bloccare per sempre la sua parte umana; affondò ancora la mano dentro l'anima della ragazza e delle immagini strazianti si intrufolarono nella mente dell'angelo.

"Ok, Dean prendi la bambina ti prego.." sussurrò Katherine sentendo il respiro accelerato e cercando di regolarizzarlo, mentre il suo cuore batteva all'impazzata e le lacrime scesero senza preavviso. "..portala via da qua..".

Castiel riconobbe quel momento, era Katherine che trattava disperatamente con Lilith, sperava che non uccidesse la sua bambina.
Vide il demone ridere e accoltellare senza pietà Judith in pieno petto, togliendole la vita, mentre Katherine cadde sulle ginocchia, con sguardo vitreo e occhi spenti. 
L'angelo non riuscì neanche ad immaginare quanto dolore potesse provare Katherine in quel momento, mentre suo figlia giaceva a terra senza vita.
La maledizione si era attivata al 100%, non aveva più motivi per combatterla.

Il dolore divenne odio allo stato puro, l'angoscia divenne ira funesta, la disperazione divenne calma piatta dentro di sè. 
Ogni sentimento doloroso era cessato, i suoi occhi avevano già smesso di far sgorgare lacrime per l'uccisione di sua figlia, le labbra tristi e poste all'ingiù si curvarono in un sorriso malefico, mille volte peggio di quello che aveva messo su Lilith.


La scena cambiò, Castiel sgranò gli occhi e capí quanto dolore provasse la ragazza dentro il suo cuore; qualunque umano non sarebbe riuscito a sopportare tutto quel peso senza impazzire.

"Sam attento!!" Urlò la ragazza con il panico negli occhi e dentro di sè. 
Si ritrovò a pensare a tutti i momenti passati con il ragazzo e implorò mentalmente che Dio ascoltasse le sue preghiere e che Sam riuscisse a schivare il colpo del soldato Jake.
Ma proprio in quell'esatto momento, Sam cadde a terra con uno sguardo vitreo, dopo essere stato colpito alla colonna vertebrale con una coltellata.
"NOO!!" Urlarono all'unisono Katherine e Dean, osservando il corpo ormai senza vita del ragazzo. 


La morte di Sam? si chiese l'angelo aggrottando le sopracciglia, comprendendo sempre più a fondo la giovane ragazza che stava psicoanalizzando angelicamente.

"Ehi, Kath, mi raccomando, sta attenta li fuori senza di me.." sussurró Dean avvicinandosi alla ragazza e alzandole il viso con due dita.

La scena cambiò ancora e Castiel riconobbe immediatamente di che momento si trattasse.

"Questo non è un addio.." sussurrò Katherine annullando la distanza dal ragazzo e baciandolo con delicatezza, mentre dai suoi occhi sgorgarono parecchie lacrime. 
Dean la strinse ancora fra le b
raccia e sussurró al suo orecchio: "Ti amo, non dimenticarlo mai!".
Proprio in quel momento, l'orologio suonò 12 volte, segno che la mezzanotte era scattata e che i Cerberi stavano arrivando, mentre il suo tempo con l'uomo che aveva capito di amare troppo tardi veniva azzerato da quei maledetti cani a tre teste.


Castiel si ritrovò a vedere attraverso i ricordi di Katherine la morte di Dean, mentre veniva sbranato e martoriato dai cerberi comandati da Lilith; vide il sangue sgorgare, il corpo olacerarsi sotto ad artigli invisibili. 
Non si meravigliò se Katherine avesse perso la testa.

"Papà no.." sussurrò Katherine tenendo fra le mani il corpo quasi senza di vita del padre, mentre il suo viso prese a bagnarsi di lacrime. "No papà, ti prego non posso perderti!".
Castiel osservò Katherine all'età di 17 anni, durante una lotta con un demone decisamente troppo forte per l'esperienza della ragazza.
Indossava un vestito pomposo, che fosse stata ad una festa finita male?
"Ti prego non morire, papà.." sussurró continuando a piangere, accorgendosi che suo padre fosse ormai senza vita, mentre un demone l'afferrò dalle spalle e la scaraventò dalla parte opposta della sala.


Castiel estrasse di colpo il braccio, troppo sconvolto da tutte quelle immagini, rimanendo sorpreso da quante persone amate avesse dovuto vedere morire proprio sotto i suoi occhi impotenti ed in una maniera piuttosto brutale.
Osservò la ragazza prendere grossi respiri e tossire diverse volte prima di riuscire a calmarsi dopo tutto il dolore provato; la guardó con occhi comprensivi, lo sguardo accusatorio ormai era scomparso.
"Andiamo, non lasciarci in tensione!" Esclamò Dean facendosi avanti ed osservandolo con aria interrogativa.
La ragazza continuò a fissare l'angelo, intimandogli con lo sguardo di tacere e di tenere quanto avesse visto per se, nonostante sapesse che non l'avrebbe fatto mai.
"Era uno spettacolo privato, stronzo!" Esclamò Katherine con un filo di voce, mentre prese a divincolarsi inutilmente dalla presa.
"Cos'hai visto?" Chiese Hailey ignorando la sorella, avvicinandosi all'angelo.
"Io.." sussurrò Castiel senza parole, fissando ancora con tristezza l'ex cacciatrice. 
"La mia vita infelice.." sussurró Katherine sospirando, abbassando lo sguardo sentendosi quasi svestita dalla sua corazza.
"Sarà meglio andare sopra.." disse Castiel non distogliendo gli occhi dal viso triste della ragazza, fin quando si voltò e si diresse verso le scale in silenzio. 
Tutti i presenti lo seguirono, curiosi di sapere cosa avesse visto di così oscuro da essere così sconvolto e salirono nel salone, dove l'angelo prese posto sul divano senza dire una parola; era turbato, scosso da quelle immagini.
Mille pensieri invasero la sua testa angelica e si chiese come mai nessuno si fosse preso davvero cura  di lei e delle sue ferite, ma si rispose subito capendo quanto la ragazza tenesse alla sua corazza e non pemettesse a nessuno di oltrepassarla; si nascondeva, non voleva che nessuno si acorgesse di quanto lei fosse sostanzialmente...
"Pensi di dircelo o vuoi tenere tutto per te ?!" Esclamò Dean arrabbiandosi e avvicinandosi con sguardo accigliato, interrompedo i pensieri dell'angelo.
".. fragile.." sussurrò Castiel assottigliando gli occhi e fissando il vuoto per qualche secondo, per poi alternare lo sguardo fra tutto loro, rendenosi conto solo in quel momento di star continuando i propri pensieri ad alta voce. "..lei è così.. fragile..".
"Katherine?" Chiese Hailey con ironia, incrociando le braccia al petto. "No, lei è forte, più forte di tutti noi messi insieme! Un motivo c'è se è la Cacciatrice più potente!".
"Ti sbagli.." sussurrò Dean sospirando, abbassando lo sguardo  sul pavimento muffito. ".. per lei è stata molto dura..".
"Non ha spento i suoi sentimenti solo per Judith.." sussurró Castiel sospirando ed alzando lo sguardo verso di loro. "Quello che ho visto è.. terribile..". Fissó Hailey con curiosità e gli si avvicinó. "Parlami di vostro padre.. quando è morto?".
"Occhi gialli lo ha ucciso tre anni fà, quando possedeva Henry.. perché?" Chiede stranita Hailey aggrottando le sopracciglia. 
"No, è impossibile che si tratti di lui.. è stata adottata per caso?" Chiese Castiel aggrottando le sopracciglia.
"Adottata?" Chiese Sam sgranando gli occhi, incredulo.
"Cosa? No, impossibile!" Esclamò Hailey scuotendo la testa e sollevando le sopracciglia.
"Lo avrei saputo, me l'avrebbe detto.." sussurró Dean sorpreso e turbato.
"Ho visto delle immagini nella sua mente: all'età di 17 anni Katherine stava tenendo fra le braccia un uomo che chiamava papà e che supplicava di non morire.." disse Castiel aggrottando le sopracciglia. ".. non capisco..".
"Ragazzi, Katherine potrebbe essersi aperta con me.." sussurro Bobby sospirando, dopo una breve pausa di riflessione, avvicinandosi con la sua sedia a rotelle. ".. dannazione, le avevo promesso di non dire mai nulla!".
"Cosa? E non ti sei mai sentito in dovere di dircelo?" Esclamò Sam sgranando gli occhi ed infuriandosi.
"No, io mantengo la mia parola ragazzo! E non aveva attinenza con voi!" Esclamò Bobby rispondendo con lo stesso torno infuriato.
"Andiamo al dunque, cosa sai?" Chiese Hailey sgranando gli occhi.
"Non so molto, la faceva soffrire molto questo argomento.." sussurrò Bobby sospirando e sbuffando. "Mi ha confidato solamente che lo ha trovato tramite Henry, credo prima che affrontasse uno dei big boss".
"Big boss?" chiese Sama ggrottando le sopacciglia.
"Si, doveva essere la serata più bella per un'adolescente, ma per lei è stata un inferno.." sussurrò Bobby con aria triste, incurvando le spalle.
"Intendi la sera del ballo?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Esatto, lei era ad una festa!" Esclamò Casiel annuendo con la testa.
"Ma quella è la sera in cui.." sussurrò Hailey senza riuscire a terminare la frase.
"..in cui è stata dissanguata da quel vampiro.." aggiunse Bobby sospirando, mordendosi l'interno della guancia.
"Non posso credere che tu abbia visto quella notte.." sussurrò Hailey sospirando. "Cos'altro hai visto?".
"A parte la morte del padre biologico? La morte di Dean, quella di Sam e ovviamente quella di Judith.." sussurró Castiel con un filo di voce.
"È terribile.." sussurró Bobby sospirando, abbassando lo sguardo e chiedendosi quanto soffrisse la ragazza che amava come una figlia.
"Però so cosa fare.." sussurrò l'angelo prendendo un respiro ed abbozzando un sorriso. "Posso farvi parlare con lei". 
"Ehi amico, cosa ti sei perso? Ci parliamo già!" Esclamò Dean allargando le braccia, stanco di tutta quella situazione.
"Con la vera lei, senza maledizione" .
"Vuoi separare le due metà?" Chiese Sam sgranando gli occhi.
"Bene e male? Potrebbe funzionare" disse Dean sorridendo, speranzoso di poter finalmente incontrare la sua Katherine.
"Qualcosa alla dottor Jekyll e Mr Hyde?" Chiese Hailey inarcando le sopracciglia.
"Non durerà molto però, dovrò lottare per tenere le due parti separate.." sussurrò Castiel sospirando. "Purtroppo io non sono abbastanza potente..".
"Ecco a che serve la cavalleria, fratello!" Esclamò una voce alle loro spalle, appena materializzata nella stanza. "Sono pronto ad aiutarvi!".
"Tu!" Esclamò Sam assottigliando gli occhi e fissandolo in cagnesco.
"Quando cominciamo?" Chiese Castiel ignorando il ragazzo ed avvicinandosi al suo nuovo alleato con l'intento di salvare una volta per tutte la Cacciatrice.

Note dell'autrice:
Salve ragazzi, è passato moolto tempo dall'ultima volta che ho postato un capitolo! Continuerò a pubblicare a singhiozzo, per il momento è l'unico modo!
Come vi è sembrato il capitolo? Ansiosi di sapere come continuerà? Prometto di postare prima questa volta!
Baci! :)

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Capitolo 58
*** No matter what they say: I'll bring you home! ***


Capitolo 46.
No matter what they say: I'll bring you home!



"No, troveremo un altro modo, non voglio che si immischi!" Sbottó Sam perentorio e guardando in cagnesco il nuovo arrivato, interrompendo il silenzio appena creatosi.
L'aria era molto tesa, il maggiore dei Winchester aveva un grande punto interrogativo disegnato sul volto: non sapeva se Castiel e il nuovo arrivato avrebbero potuto farcela ma non poteva rifiutare un'offerta così allettante. 
Poter rivedere la vecchia Katherine, poterle dire che lui non l'aveva abbandonata e non lo avrebbe mai fatto, farle capire che c'era ancora speranza per lei, per loro, non era un'opportunità a cui era disposto a rinunciare. Non a quel punto.
L'acqua santa stava solo complicando le cose, non ebbe l'effetto che sperava, cos'altro poteva rimanergli se non quell'unica speranza?
"Ci serve!" Controbattè Dean pronto più che mai ad animare una lite con il fratello.
"Ci serve Castiel!" Esclamò Sam guardandolo in maniera minacciosa come mai avesse osato fare.
"No, ci serve solo chi può darmi più tempo con Katherine e guarda caso lui può darcene di più!" Ringhió tutto d'un fiato Dean, avvicinandosi e ricambiando la brutta occhiata.
Sam era pronto ad iniziare una brutta litigata, era deciso più che mai a vincere quella battagla; il più giovane dei fratelli non interruppe il contatto visivo, ma anzi persistette e decise dentro di se di portare avanti la sua idea.
"No, è escluso!".
"Sam smettila di fare lo stupidp! È di Katherine che stiamo parlando! Dobbiamo fare il possibile per riportarla indietro prima che sia troppo tardi e se non te ne fossi accorto, Gabriel è l'unico che possa aiutarci a parlare con lei!" Esclamó Dean allibito, non capendo perché si ostinasse ad odiarlo così tanto. "Sei libero di non capire la mia scelta, ma ti prego, non ostacolarmi o ti fermeró, e sai che ci riuscirò!".
Sam fissó il fratello in cagnesco, come un bambino viziato che per la prima volta si sente dire "NO"; Hailey provó a sfiorargli un braccio, ma il ragazzone scosse la testa indispettito e uscì dalla stanza con poche falciate, dopo aver guardato in cagnesco l'Arcangelo che se la rideva sotto i baffi.
Nessuno disse una parola per qualche secondo interminabile, avendo assistito a quel teatrino montato su dal minore dei cacciatori, ma si limitarono a guardare il nuovo arrivato con una nuova luce negli occhi carica di speranza.
"Allora tesoro, da dove cominciamo?" Chiese Gabriele per rompere il ghiaccio, avvicinandosi con aria ironica alla maggiore delle Collins.
"Andiamo da lei intanto.." sussurrò sospirando e abbassando gli occhi, stanca. "E non chiamarmi tesoro".
Gabriel rise e si appoggiò alla parete del salone con il fianco destro, in maniera tale da osservare tutti i presenti e poterli studiare uni ad uno; serrò le braccia al petto e continuò ad osservarli.
"Spara Dean.." sussurrò Gabriel sorridendo. "..lo so che sta morendo dalla voglia di sapere qualcosa!".
"Come hai intenzione di procedere?" Chiese il ragazzo sospirando ed avvicinandosi di qualche passo.
"Ti manderò nel suo subconscio, parlerai con lei mentre io e il bambino con il coat ce la vedremo con l'altra" rispose continuando a sorridere.
"Non è pericoloso per voi?" Chiese Hailey aggrottando gli occhi.
"È un gioco da ragazzi piccola" rispose Gabriel schiacciandole l'occhio.
"Ok procediamo allora" disse Bobby impaziente di assistere all'operato.
"Dean devi essere preparato, lei potrebbe non accettarti subito.." sussurrò Castiel sospirando e divenendo serio, avvicinandosi lentamente verso di lui. "Non so cosa potrai vedere, è la sua mente, decide lei cosa fare".
"Qualunque cosa vedrò, saprò cavarmela.. è Katherine.." sussurrò il ragazzo cercando di trasmettere più serietà possibile, ma dentro di lui il cuore batteva a mille e l'emozione cresceva ogni secondo di più. Tra pochi minuti avrebbe potuto rivedere finalmente l'amore più grande della sua vita, questo era già un grande traguardo.



Il cigolare della porta e un leggero vociare giunsero alle sue orecchie in maniera ovattata, e raccolse la poca forza che le fosse rimasta per alzare la testa in direzione di quei suoni. Aprì gli occhi lentamente, nonostante sentisse le palpebre pesanti, e osservò delle sagome attorno a sè: una, due, tre, quattro.. cinque persone ? Cosa volevano da lei? 
Quando mise a fuoco le figure, un flashback la colpì violentemente, facendole ricordare il motivo per il quale si trovasse li.
"E così questa è l'ultima spiaggia ragazzi? L'ultimo asso nella manica è uno stupido Arcangelo caduto con la metà dei suoi poteri?" Chiese ironicamente Katherine ridendo leggermente, cercando di camuffare il suo dolore ed il suo affaticamento. "Dopo questo ennesimo fallimento capirete che avete perso il vostro tempo e mi lascerete andare?".
"Katherine, siamo qui per aiutarti.." sussurro Castiel facendo qualche passo avanti.
"Sta zitto, ficcanaso!" Rispose con ora la ragazza, guardando in cagnesco.
"Sei pronta per giocare con me, tigre?" Chiese Gabriel avanzando e sorridendole.
"Non vedevo l'ora, tesoro!" Rispose la ragazza strizzandogli l'occhio e ricambiando il sorriso.
La ragazza spostò lo sguardo su tutti gli altri e alzò un sopracciglio; con un sorriso disse: "Castiel, Hailey, Dean, Bobby.. manca il mio preferito all'appello! Che c'è Hailey? Sam non ha apprezzato la presenza del tuo ex nel ruolo del salvatore ?".
Gabriel notò l'espressione sul volto della minore delle Collins cambiare e avanzò con uno sguardo più alterato, posizionandosi davanti all'ex Cacciatrice con aria cupa; per quanto potesse fingere, non voleva che Hailey soffrisse, quindi avrebbe aiutato Katherine e sarebbe andato via al più presto.
"Farà un po' male, quindi stringi i denti.." sussurrò l'Arcangelo facendo cenno al giovane di seguirlo, che si avvicinò senza perdere tempo.
Toccò le teste di Dean e di Katherine, mentre la ragazza se la rideva, ed insieme a Castiel iniziò la sua operazione: in brevissimo tempo i due ragazzi persero conoscenza, Dean cadde a terra rovinosamente e subito Hailey si apprestò a soccorrerlo. Lo stese sul lettino della stanza e lo osservò cambiare espressione: era triste? O era una smorfia di dolore per la caduta ? Stava bene ? Aveva già incontrato Katherine? Stavano parlando proprio in quel momento ?
La ragazza non seppe cosa stesse capitando in quel momento, si limitò solamente a pregare, per la prima volta nella sua vita, che per una volta tutto andasse bene.



Si stiracchiò su quell'ampio letto e sospirò, inalando inaspettatamente un odore a lui familiare, ma che non sentiva da ormai troppo tempo.
Aprì gli occhi di scatto e si ritrovò in un grande letto sconosciuto in una casa mai vista prima; cosa stava immaginando Katherine ?
Scese dal letto con aria interrogativa e si infilò la maglietta, uscendo dalla stanza con estrema curiosità; non appena uscì, un odore delizioso gli colpì le narici, causandogli una sensazione di estremo piacere.
Uova con pancetta, bacon, cheddar e cipolla? Le sue preferite? 
Sentì lo stomaco brontolare e seguí l'odore giu per le scale, dove trovò una grande cucina.
"Dean, sei sveglio!" Esclamò Katherine sorridendo, versando sul piatto la colazione del ragazzo.
Fece il giro dell'isola della cucina e si avvicinò velocemente al ragazzo che rimase impietrito, gettandogli le braccia al collo; Dean ricambiò l'abbraccio dopo una manciata di secondi, rimanendo sconvolto da quella visione.
I lunghi capelli biondi incorniciarono nuovamente il viso della ragazza e gli occhi blu spiccarono ancora una volta sul suo volto; il suo profumo, la sua stretta dura e delicata allo stesso tempo. Sentì i brividi lungo la schiena quando percepì le labbra della giovane sul suo collo, salire poi fino alle sue labbra e suggellare l'inizio di quella giornata con un bacio.
"Katherine... " sussurrò il ragazzo ancora impietrito e confuso. "..sei proprio tu?".
"Si, certo, che domande! Chi vuoi che sia?" Chiese la ragazza ridendo, staccandosi di poco dal petto del giovane e sorridendo.
"Sono così felice di vederti.." sussurrò il ragazzo con voce tremante, stringendola ancora una volta al suo petto.
Con un braccio le avvolse la schiena, tenendola stretta a se, con l'altra prese a carezzarle i capelli, inalando ancora e ancora il suo profumo.
"Anche io Dean.." sussurró sorridendo raggiante, tenendolo stretto, per poi staccarsi e tenergli la mano. "Andiamo, c'è una sorpresa.. per noi..".
"Per noi?" Chiese stupito Dean aggrottando le sopracciglia e guardandola con curiosità. 
Katherine rise di gusto e alzò le spalle in un sospiro; lo tirò nella sua direzione e lo guardò.
"Non era previsto che tu ti svegliassi così presto.. non ho ancora completato tutto, ma..." sussurrò Katherine ridendo nervosamente. "..ma auguri tesoro! Siamo arrivati a 5!".
5? Il ragazzo non poté crederci; nel suo subconscio era davvero questo che stava immaginando? 5 anni insieme a lui? 
Osservò un pacco di forma rettangolare sull'isola, incartato e con un nastrino sull'estremità destra; un regalo per lui?
"5 anni.. senza mostri immagino.." sussurró Dean a voce bassissima, così bassa che anche lui stesso fece fatica a sentirsi, mentre un sorriso amaro si fece largo sulle sue labbra, guardandola con tristezza.
Non lo fece di proposito, ma anche Dean immaginava tutto ciò per loro due; voleva così tanto che i sogni di Katherine si avverassero e ciò non fece altro che ricordargli cosa ci facesse nella sua testa.
Non era lì per gioco, doveva salvarla.
"Va tutto bene? C'è qualcosa che non va?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e crucciando la fronte, avvicinandosi nuovamente a lui e fissandolo con aria interrogativa.
"No, Kath.." sussurrò il ragazzo afferrandole il viso fra le mani e guardandola con gli occhi più innamorati del pianeta. ".. sono solo felice di stare con te!".
Senza lasciarle il tempo di rispondere o di pensare la baciò, stringendola forte dalle guance, mentre la ragazza gli cinse il collo con le braccia; Dio, quanto l'amava!
Era da tempo che Dean sognava di poterla baciare di nuovo in quella maniera; quel bacio era molto diverso da quello che si scambiarono nella realtà quando lui la catturò.
Gli era mancata tantissimo, più di quanto potesse descrivere a parole.
Si staccò dal bacio e le sorrise, notando però quanto lo sguardo della ragazza fosse cambiato, lasciandolo interdetto sulla situazione.
"Perché mi stai guardando così?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Tu.. tu non sei il vero tu.." sussurrò Katherine scuotendo la testa, abbassando le mani dal collo del ragazzo e sospirando. "Cosa ci fai nella mia testa Dean?".


"Dico solo che non mi fido di lui!" Esclamò Sam sospirando, camminando nervosamente nel salotto con aria tutt'altro che calma. "È difficile da capire?".
Bobby ed Hailey si scambiarono un'occhiata d'intesa e l'uomo si lasciò scappare un ghigno sul volto, che al ragazzo non sfuggì; dopo che Sam lo fulminò con lo sguardo, Bobby bofonchiò qualcosa di incomprensibile e sgattaiolò fuori dalla stanza, felice di non sentire più i piagnistei del ragazzo.
La Cacciatrice sospirò e si avvicinò a lui con aria triste, carezzandogli il viso; capiva la sua gelosia, ma in quel momento avrebbe dovuto accettare l'aiuto di Gabriel. 
"Andiamo Sam, ci sta solo aiutando.." iniziò la ragazza, ma venne subito interrotta dal fidanzato.
"Non mi piace quel tipo, mi ha chiuso in un anello temporale facendomi vivere la morte di Dean per 1000 volte e mi ha spedito in un mondo parallelo insieme a Katherine! Vuoi che continui le ragioni per cui lo detesto?" Chiese ironicamente Sam, furioso più che mai, alzando le mani al cielo.
"In entrambi i casi voleva che tu imparassi una lezione, Sam!" Esclamò Hailey sospirando e scuotendo la testa.
"Lo stai difendendo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"No, cerco solo di farti capire che non è una minaccia.." sussurrò Hailey scuotendo la testa e sospirando nuovamente.
"Non mi piace che rimanga in questa casa vicino a noi, Hailey!! È pericoloso!" Esclamò Sam placando il tono della voce ma alterandosi ancora di più.
"Quindi non lo odi perché è un mio ex?" Chiese Hailey ironicamente, conscia della domanda bollente che avesse appena fatto.
"No, insomma perché dovrei odiare l'unica persona che hai amato sul serio e che non sei riuscita a dimenticare per anni?" Chiese Sam alzando gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto.
"Ascoltami Sam, è una storia chiusa da tanto tempo, ormai è acqua passata e tu non hai nulla di cui preoccuparti.. io amo te, testone.." sussurrò la ragazza addolcendo il tono ed avvicinandosi ulteriormente, mentre Sam l'accolse fra le sue braccia e la strinse forte.
"Detesto il modo in cui ti guarda, sembra che ti voglia tutta per sè.." sussurrò il ragazzo baciandole la tempia e avvinghiandola ancora di più a se.
"Il modo in cui mi guarda sono affari suoi, purtroppo devi accettare che lui sia l'unico che possa aiutarci; non è qui per me, è qui per Katherine.." disse la Cacciatrice appoggiando il capo sul suo petto e chiudendo gli occhi.
"Andiamo dagli altri.." sussurrò Sam con tono sconfitto, mentre un sospiro crebbe nel suo petto.
"Ancora qualche altro minuto.." disse Hailey beandosi del momento.
Amava stare con la testa sul suo petto, sentire il suo battito crescere o diminuire in determinate circostanze; era quello il paradiso per lei e non avrebbe permesso a nessuno di invaderlo. 


Quando Gabriel e Castiel posarono la mano sulla testa dei due ragazzi, pensarono che sarebbe stato un gioco da ragazzi tenere a bada l'ex Cacciatrice mentre Dean si occupava della parte buona nel suo subconscio. 
Sfortunatamente, le cose andarono un po' peggio del previsto: quando entrambi gli angeli si trasferirono nella mente della ragazza, tutto ciò che trovarono fu una stanza. Bianca e vuota.
Un'unica porta, bianca anch'essa, era posizionata al centro di una delle pareti.
"Ma dove siamo?" Chiese Castiel aggrottando le sopracciglia e guardandosi attorno.
"Nel peggiore dei vostri incubi.." sussurrò Katherine sollevando un sopracciglio e sorridendo con il peggiore ghigno malefico che i due avessero mai visto.
"Katherine, che bello vederti!" Esclamò ironicamente Gabriel facendo qualche passo avanti e facendosi una grassa risata. "Nessuno ti ha fatto presente che puoi arredare questo posto?".
"Oh tesoro, tu non hai idea di quello che sta per accadervi.." sussurrò inclinando la testa, spostando il suo sguardo malefico su quello dell'angelo. "Specialmente a te Cassie..".
"Non ci spaventi Katherine!" Esclamò Castiel chiudendo gli occhi e alzando una mano nella sua direzione.
Ci mise un paio di secondi a capire che i suoi poteri non stavano funzionando e che non avrebbero potuto fare nulla di che contro di lei; riaprì gli occhi ed abbassò il braccio, fissando con stupore la sua mano, chiedendosi come sarebbero potuti uscire da quella situazione.
Katherine scoppiò in una grossa risata e alternò lo sguardo fra i due, si avvicinò e con aria divertita sussurrò: "Davvero pensavate che sareste arrivati qui a comandare?".
Con un gesto della mano, scaraventò i due contro la stessa parete, incollandoli ad essa con la sua morsa invisibile; strinse il pugno e i due angeli presero a sputare e a contorcersi per il dolore.
"Mente mia, regole mie! E indovinate un po'? Siete senza poteri qui dentro!" Esclamò Katherine ridendo e facendosi beffe di loro due, mentre con un ghigno sulla faccia pensò a tutti i modi in cui li avrebbe fatti soffrire.



"Come sai chi sono io?" Chiese Dean sbigottito, aggrottando le sopracciglia e aprendo leggermente la bocca in attesa di una risposta.
Come lo aveva capito? Come poteva sapere Katherine nel suo subconscio che il ragazzo che aveva davanti a sé fosse il vero Dean, e non quello creato nella sua mente durante quei lunghi mesi?
"L'ho capito appena ti ho visto, ma ho sperato fino all'ultimo che non fossi tu.." sussurrò Katherine sospirando, abbassando gli occhi e facendo qualche passo indietro.
Dean rimase sorpreso da quel comportamento, si aspettava un abbraccio o per lo meno un'aria un po' più felice nel sapere che non aveva mai smesso di farla tornare indietro; cosa diavolo le prendeva?
"Cosa? Perché?" Chiese Dean ancora più stupito di prima.
"Perché significa che non mi hai ancora uccisa e che sono ancora sotto effetto della maledizione.." sussurrò Katherine con voce rotta, non riuscendo più a reggere lo sguardo del ragazzo.
"Sono qui proprio per questo, voglio che tu mi ascolti e ti liberi della maledizione.." disse Dean avanzando di qualche passo, mentre nella sua voce di evinceva tutta la fiducia che potesse trapelare.
Katherine alzò lo sguardo verso di lui e sospirò: incastrò gli occhi verdi del ragazzo con i suoi azzurri, cercando di trasmettergli tutta la sua risolutezza.
Davvero non la capiva? Davvero non comprendeva il vero motivo che la spingesse a rimanere chiusa lì dentro?
"No" sussurrò seccamente sospirando, appoggiandosi all'isola della cucina con i fianchi e le mani.
"No?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, incredulo.
"No Dean.." rispose la ragazza scuotendo la testa e guardandosi attorno, indicandolo con lo sguardo. "..è questo il mio mondo adesso".
"È un mondo falso!" Esclamò Dean allibito, allargando le braccia ed avanzando ulteriormente.
"Non ci sono demoni.." sussurrò Katherine sospirando, sollevando leggermente le spalle.
"Nulla di tutto questo è reale" disse Dean scuotendo la testa e indicando con un dito l'intera casa.
"Non devo uccidere nessuno qui" rispose seccamente la ragazza, sospirando.
"Nel frattempo però uccidi innocenti nella realtà!" Esclamò Dean infuriandosi e sbattendo le mani sull'isola di marmo.
La ragazza fissò prima i pugni chiusi del giovane che le stava davanti e successivamente il volto del maggiore dei Winchester che era venuto a recuperarla; seguí una lunga pausa, in cui tutto ciò che fecero fu guardarsi negli occhi.
Era un classico per loro comunicare così, attraverso un semplice sguardo; si erano sempre capiti, in battaglia come nella loro vita quotidiana, sempre, ma non in quel momento. Nonostante Dean si trovasse dentro il subconscio di Katherine e il loro legame dovesse funzionare lì più che mai, il ragazzo non riuscì a comprenderla.
"È un posto sicuro.." sussurrò Katherine spezzando il silenzio ed anche il contatto visivo.
"Sono entrato io, potrebbe entrare chiunque" disse Dean con tono placato, cercando di farla ragionare.
La ragazza aprì la bocca per ribattere, ma proprio in quel momento la porta di casa si spalancò ed entrò un piccolo terremoto dai lunghi capelli biondi e dai grandi occhi verdi, che si avvicinava con un grande passo veloce.
"Mamma!!" Urlò la bambina ridendo e correndo verso la sua direzione.
Mamma? Pensò Dean sgranando gli occhi e sentendo un pesante macigno stabilirsi sul cuore.
Ma certo, si disse, che stupido che sei Dean Winchester
Come aveva fatto a non capire che in quel mondo da lei creato poteva vedere sua figlia tutti i giorni e passare la sua intera vita con lei?
"Amore!" Esclamò Katherine ricambiando l'abbraccio della figlia che la stringeva all'altezza della vita.
"Vieni a giocare con me ?" Chiese la bambina inclinando la testa verso l'alto per guardarla meglio, facendole gli occhi dolci.
"Arrivo tesoro.." sussurró Katherine ridendo, abbassandosi allo stesso livello della figlia e le schioccó un forte bacio sulla guancia, inalando il suo odore. "..tu comincia e la mamma sarà subito da te".
La bimba rise forte e strinse le braccia attorno al collo della madre, per poi correre in un'altra stanza e lasciare nuovamente i due ragazzi da soli: Katherine sospirò e si alzò lentamente, facendo spallucce e guardando il cacciatore entrato nella sua testa.
Dean lo osservò con aria mista tra dolcezza e rimprovero, constatando quando fosse bello quel mondo che la ragazza avesse creato.
"Lei è viva qui, io e te viviamo qui in tranquillità, Sam e Hailey sono i nostri vicini; ci sono anche Bela e i miei genitori.. anche i tuoi.." sussurró Katherine sospirando, parlando con il tono più dolce e gentile che il ragazzo avesse mai sentito, mentre si avvicinava lentamente. "..niente demoni o uccisioni, niente sangue e profezie.. è sicuro".
Dean deglutì a fatica, conscio che sarebbe stato molto difficile convincerla a tornare indietro; l'ex Cacciatrice non aveva alcuna intenzione di schiodarsi dal suo mondo perfetto.
"Lo capisco quanto dolore tu abbia provato però.." iniziò il cacciatore ma venne interrotti brutalmente dalla giovane.
"Davvero? Un demone ha ucciso tua figlia davanti ai tuoi occhi?" Chiese Katherine alterandosi, mentre un velo di lacrime spinse per uscire dai suoi occhi.
"Un demone ha ucciso mia madre davanti ai miei occhi.." rispose Dean eguagliando il tono e inarcando le sopracciglia.
"Sono stufa, odio quel mondo! Lo detesto, vedo morire troppe persone che amo! Tu e Sam siete l'esempio! Ti ho visto morire" urló Katherine gesticolando nervosamente ed avvicinandosi di qualche passo. 
"Anche io ti ho vista morire Kath.." rispose Dean sospirando ed abbassando gli occhi, mentre la voce uscì in maniera rotta. "Castiel mi ha spedito nel 2014 e tu sei morta tra le mie braccia. Mi hai pregato di riportarti indietro ed è quello che ho intenzione di fare..".
Katherine abbassò gli occhi e si asciugò una lacrima che era sfoggiata al suo controllo, scuotendo la testa e dandogli le spalle.
Il suo cuore era davvero diviso a metà in quel momento: non sapeva come descriverlo neanche a se stessa, ma sapeva bene che una metà urlava a squarciagola dentro di se di farle riprende il controllo e tornare ad essere la Cacciatrice, mentre l'altra, quella più forte, pregava di rimanere lì, in quel mondo che si era creata per stare ancora una volta con Judith.
Non importava quante persone uccidesse nella realtà, che guai potesse combinare sulla terra, le importava solo di stare con la sua bambina.
"Non posso Dean, torna a casa.." sussurrò Katherine sospirando, scuotendo la testa e facendo per uscire dalla stanza per raggiungere sua figlia.
"So di tuo padre, so che è morto davanti ai tuoi occhi!" Esclamò Dean espirando forte, pentendosi di toccare quel tasto dolente.
"Come fai a.." iniziò la ragazza aggrottando le sopracciglia e voltandosi, ma venne interrotta bruscamente dal giovane.
"Lunga storia. Pensi che lui si sarebbe sacrificato per questo?" Chiese Dean sollevando un sopracciglia e ponendo l'aria accusatoria.
Se doveva riportarla a casa doveva sradicare tutte le radici che la tenessero ancorata a quel luogo, non importa il dolore che avrebbe privato; l'avrebbe aiutata a crescere e maturare, ad accettare e ad andare avanti una volta per tutte.
"È morto, non può saperlo.." sussurrò Katherine asciugando le sue lacrime involontarie.
"Non qui bambina mia.." sussurrò una voce familiare per la ragazza, del tutto sconosciuta per il cacciatore. "Qui esisto, mi hai creato tu".
Entrambi i ragazzi si voltarono ad osservare l'uomo che stesse entrando nella casa, chiudere dietro di se la porta di ingresso: aveva gli stessi occhi azzurro cielo di Katherine, una grande barba folta e chiara, e una chioma biondina portata all'indietro. 
"Papà.." sussurrò Katherine con voce rotta, sentendo il cuore battere più velocemente.


Mentre i due angeli e Dean rimasero chiusi nella mente di Katherine, Sam ed Hailey cominciarono a cercare su qualunque sito di adozione e fecero molte chiamate per capire se ciò che avesse visto Castiel tra i ricordi dell'ex Cacciatrice fosse la realtà; cercarono per molte ore, finché Sam ruppe il silenzio fra di loro mettendo su un'aria triste.
"Quello che dice Katherine è vero, Hailey.." sussurrò il ragazzo deglutendo a fatica e posando il telefono con cui aveva ottenuto le informazioni sul piccolo tavolo della cucina ed appoggiandosi al top. "Lei è stata abbandonata nella chiesa di Sant Mary la notte del 14 novembre dell'83..".
"Non posso crederci.." sussurrò Hailey portandosi una mano alla bocca e scuotendo la testa, muovendosi freneticamente sulla sedia. "Va avanti..".
"I servizi sociali si sono occupati del caso e l'hanno affidata ai vostri genitori.." sussurrò Sam sospirando e passandole una mano sulla spalla.
"Non posso crederci.." ripetè Hailey    sgranando gli occhi.
"Non hai ancora sentito la parte più importante della storia: i suoi genitori biologici, Bree Hudson e Patrick Develop, hanno dei precedenti non troppo felici" disse Sam mordendosi le labbra.
"Precedenti di che tipo?" Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, sperando che Sam non le desse notizie troppo brutte.
"Non ne sono sicuro, ma credo che fossero stregoni oscuri.." sussurrò deglutendo a fatica e sospirando. "..ciò potrebbe avere determinato le sue capacità".
"Non era brava gente quindi?" Chiese retoricamente la maggiore delle Collins sospirando, passandosi una mano sul viso.
"Al contrario, loro erano brave persone, cercavano solamente di aiutare gli altri.." disse Sam facendo spallucce e sospirando. "..erano dei medium!".
Hailey aggrottò le sopracciglia, non capendo su cose volesse andare a parare il ragazzo: il loro mestiere non implicava l'essere malvagi, allora perché aveva tutta l'aria di essere preoccupato?
"Una notte, durante una seduta, hanno incontrato un'anima bisognosa di aiuto e loro hanno fatto il possibile; ma quella non era un'anima buona.." continuò Sams scuotendo la testa e sospirando. ".. era un demone che voleva impossessarsi dei poteri di Bree".
"Perché i poteri di una Cacciatrice interessavano ad un demone?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e sentendosi confusa.
"Era una Cacciatrice medium, possedeva delle doti assai diverse da quelle di una semplice Cacciatrice.." spiegò Sam facendo spallucce. "..poteva vedere il futuro, dote molte importante per una come lei".
"Prevedeva gli attacchi demoniaci quindi" sussurrò la ragazza sbalordita, non riuscendo a credere a tutta quella situazione.
"Esattamente, ma quel demone riuscì ad agirare le sue visioni; li ha costretti a diventare cattivi e ad uccidere.. e a concepire Katherine" disse Sam passandosi le mani sul viso, consapevole di quanto fosse assurda tutta questa storia. "Loro non volevano figli, Bree non voleva condannarli alla loro stessa vita..".
"Non voleva continuare la discendenza delle Cacciatrici.." disse sospirando la ragazza, giocando nervosamente con le pagine del libro posto sul tavolo. "Vuoi dire che Katherine è il frutto del bene e del male combinati?"
"Hailey, lei è il frutto del male puro.."  sussurrò il ragazzo scuotendo la testa.
"C-cosa?".
"Biologicamente è figlia di Patrick, ma tecnicamente è figlia di quel demone; Patrick è stato posseduto mentre.. " sussurrò Sam sentendo un nodo posizionarsi sulla gola.
"È assurdo" replicò la ragazza con un filo di voce.
Non solo aveva appena scoperto che Katherine non fosse biologicamente sua sorella, ma era la figlia un demone e di una Cacciatrice.
"Ecco perché le veniva così difficile controllare la Maledizione.." pensò ad alta voce la ragazza.
"Ed ecco perché la sua è la Maledizione più potente.." disse Sam scuotendo la testa. 
"Non mi stai dicendo la parte più brutta vero?" Chiese Hailey sospirando, guardandolo negli occhi con ancora un briciolo di speranza. "Chi era il demone?".
"I cacciatori con cui ho parlato non ne erano sicuri, hanno sentito delle voci, ma non sanno con esattezza chi possa essere.." iniziò Sam, ma venne interrotto bruscamente dalla Cacciatrice.
"Sam, dimmi la verità!".
"Hanno sempre pensato che il demone fosse... Azazel" disse Sam abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro.
Non poteva essere vero: Azazel, colui che aveva ucciso la madre dei Winchester, Jessica, Herry e moltissime altre persone era il padre di Katherine.
Non riuscirono a crederci e tra loro piombò il silenzio; non avevano la più pallida idea di come dirlo a Dean, o peggio, a Katherine stessa.
Avrebbe dato di matto ancora una volta ? Sarebbe stato un motivo in più per non riaccendere la sua umanità ? Sarebbe scappata anche da questa verità ?





"Allora Kathy, da dove vogliamo cominciare, mmh?" Chiese Gabriel sorridendo ed avanzando all'interno della stanza bianca.
"Sai che io sono in grado di ucciderti semplicemente pensandolo?" Chiese la ragazza con un ghigno malvagio sul viso, avvicinandosi all'Arcangelo e fermandosi a pochi centimetri dal suo volto. "Ti strapperò le ali, pezzo per pezzo, e te le farò mangiare! Ti guarderò implorarmi esamine a terra, e tutto ciò che potrai fare sarà morire".
Castiel rimase inorridito davanti alle parole della giovane ex Cacciatrice e si avvicinò alla svelta, pronto a dividerli.
"Katherine, non c'è nulla che tu possa fare! Dean ti riporterà indietro!" Esclamò l'angelo sospirando, cercando di sedare la situazione.
"Pensate che lui sia il centro di tutto, vero?" chiese retoricamente ridendo, sollevando il braccio e rinchiudendoli in una morsa d'acciaio. "Io sono arrabbiata, sono incazzata nera e Dean non potrà fare nulla per riportarmi indietro!".
"Il principe azzurro porterà a termine anche questa missione, vedrai principessa!" Esclamò Gabriel ridendo faticosa, capendo per la prima volta nella sua breve vita sulla terra cosa volesse dire essere completamente umana.
"Quanto ti fa male sapere che questi sono gli ultimi momenti in cui potrai utilizzare i tuoi poteri in questa maniera?".
"Vi ucciderò!" esclamò con faccia seria, stringendo la morsa. "E' una promessa!". 




"Sei una delusione per me.." sussurrò il padre biologico della ragazza, Patrick, guardandola con rabbia.
"Tu non puoi capire.." sussurrò Katherine con voce rotta, non smettendo più di piangere, non riuscendosi a controllare.
"La mamma ha represso la maledizione fino all'ultimo, poteva sfruttarla quando sono venuti per ucciderla ma ha preferito morire!!" Esclamò Patrick perentorio, usando più durezza che dolcezza con sua figlia.
"Non posso reprimerla.." sussurrò Katherine scuotendo la testa e abbassando lo sguardo.
"Devi farlo, devi lottare contro di lei e devi sottometterla.." urlò il padre sbattendo il pugno sul muro.
"Non posso affrontare tutto questo dolore.." sussurró Katherine continuando a versare fiumi di lacrime, sentendo il cuore esplodere nel petto. "..ho perso la mia bambina e nessuno me la darà più indietro..".
Si accasciò a terra e vide fra le lacrime la sua bambina, che fino a quel momento giocava spensierata nel salone, stesa a terra in una pozza di sangue, proprio come quando morì; improvvisamente lo scenario cambiò e tutti i presenti furono trasportati in quel maledetto magazzino, dove Judith perse la vita.
Nessuno poté immaginare quanto la donna stesse soffrendo in quel momento, non riuscirono neanche a pensare quanto il ricordo della morte di sua figlia l'avrebbe perseguitata fino alla fine dei suoi giorni; ma sapevano quanto fosse forte, sapevano che ce l'avrebbe fatta.
Dean inconsciamente fu felice di vederla piangere in quella maniera, sapeva benissimo che ciò poteva significare una cosa sola: Katherine stava di nuovo provando emozioni, presto la Maledizione si sarebbe spezzata.
"Certo che puoi affrontare tutto questo, sei diventata una donna forte e splendida: come la mamma.." sussurrò il padre avvicinandosi e sedendosi accanto a lei, prendendole il viso fra le mani e costringendola ad alzare lo sguardo verso di lui. "..avremmo tanto voluto crescerti noi.. io e tua madre abbiamo sofferto quando ti abbiamo persa..".
Katherine senza pensarci due volte si gettò fra le braccia del padre e pianse ancora, stringendolo forte.
"Judith vorrebbe vederti prendere a calci la maledizione e onorare la sua morte" sussurró Patrick all'orecchio della figlia singhiozzante.
"Non ci riesco papà.." sussurrò Katherine tirando su con il naso e scuotendo la testa.
"Devi trovare qualcosa a cui appigliarti, qualunque cosa, qualcosa che ti dia un motivo per uscire da questo posto e combattere la maledizione.." sussurrò Patrick sorridendole e carezzandole il viso.
Lo sguardo della ragazza superò il padre, andando ad osservare l'uomo rimasto fino ad allora dietro di loro; fissò i suoi occhi su Dean e lui ricambiò cercando di trasmettergli tutto l'amore che provasse per lei.
"Già, l'amore può fare miracoli.." sussurrò Patrick sorridendo.
"Dopo.. cosa farò dopo?" Chiese Katherine con sguardo vitreo, alternando lo sguardo frani due uomini.
"Quello che hai fatto negli ultimi anni, ammazzerai quei figli di puttana" rispose Patrick ridendo, sperando invano di contagiarla.
"Tuo padre ha ragione Kath.." sussurrò Dean avanzando e sorridendole teneramente. "..e poi ci saremo sempre noi ad aiutarti".
"Aggrappati all'amore Katherine" sussurrò Patrick sorridendole. "Canalizza tutto il dolore e la rabbia in un'unica direzione".
La ragazza continuò a fissarli, finché i suoi occhi smisero di versare lacrime ed il suo cuore prese a battere con regolarità, mentre il macigno sul cuore prese a pesare mille volte di più.
"Scusate, ma non mi sto aggrappando all'amore.." sussurrò Katherine sospirando e chiudendo gli occhi, parlando così a bassa voce che neanche lei riuscì a sentirsi.
Una luce intensa uscì dal suo petto e irradiò la stanza, finché tutto divenne troppo bianco per i loro occhi; quando riaprono gli occhi, ognuno si ritrovò ai posti di partenza: Dean scese di corsa dal lettino della panic room di Bobby e Katherine si divincolò dalle catene inzuppate di acqua santa a cui si trovò avvolta.
"È lei?" Chiese Hailey avvicinandosi con curiosità.
"Ooh si che è lei!" Esclamò Dean sorridendo ed iniziando a toglierle le catene.
"Ma i suoi occhi.." sussurrò Sam preoccupato del rosso rubino delle sue iridi.
"Posso confermare, è la vera Katherine.." disse Gabriel quasi stupefatto. "..sta controllando la maledizione".
"Katherine?" Chiese Sam avvicinandosi e sorridendo.
"Ciao ragazzi.." sussurrò la ragazza sospirando, annoiata dal fatto che Dean non fosse ancora riuscito a togliere tutte le catene che la bloccassero alla sedia e con un gesto meccanico, spaccò tutto ciò che l'ancorasse lì e si alzò di scatto. "..scusate l'assenza".
"Non potrebbe farlo se fosse cattiva, l'acqua benedetta non le fa più alcun effetto" disse Castiel sorridendo e sfiorandole il braccio. "Bentornata a casa".
"Già.." sussurró Katherine facendo un mezzo sorriso, strappando via la flebo con troppa forza e lanciandola lontano, procurandosi una ferita al braccio che non tardò a sanguinare, ma in pochi secondi essa si chiuse davanti agli occhi increduli dei presenti. "Sono tornata".
Dean fece un balzo avanti, impaziente, e la strinse fra le sue braccia, felice più che mai che la ragazza fosse tornata e fosse di nuovo dalla loro parte, ma Katherine non gradì molto quella stretta, e si irrigidì, rimanendo immobile.
"Scusa, penseremo dopo a questo.. " sussurrò la ragazza divincolandosi dall'abbraccio con un sorriso di cortesia. ".. ho delle cose da fare..".
"Sta zitta e abbracciami.." sussurrò Dean stringendola di più e stampandole un bacio sulla guancia.
Katherine non potè che ricambiare l'abbraccio e sorridere, per la prima volta dopo tanto tempo, in maniera sincera e senza un doppio fine; lo guardò negli occhi e si sentì profondamente triste quando ricordò tutto ciò che gli avesse fatto.
"Abbiamo delle cose da fare.." sussurrò la ragazza con tenerezza, sfiorandogli il viso e cercando in tutti i modi di concentrarsi sulla missione.
Se si fosse lasciata andare in quel momento, probabilmente non ce l'avrebbe fatta a superarlo; doveva rimanere forte e arrabbiata.
"Tipo?" Chiese Castiel aggrottando le sopracciglia.
"Tipo uccidere il diavolo immagino" sussurrò una voce familiare, scendendo dalle scale della cantina.
Tutti si voltarono ed ascoltarono il suono dei passi divenire sempre più forti: erano due, maschi a quanto potessero sentire da quel suono.
"Liam" disse di scatto la ragazza facendo dei passi avanti, lasciando tutti gli altri alle sue spalle.
Quando il ragazzo, figlio della Prima Cacciatrice, entrò nella panic room, la osservò bene e notò un grossissimo cambiamento: era determinata a rimediare e a riprendere in mano la sua vita.
Sorrise, guardando come ognuna di quelle persone fosse pronta a scattare nella sua direzione per proteggerla; Katherine aveva ritrovato la sua famiglia e di ciò non poté che esserne lieto.
"Kath, scusa l'intrusione, ma a quanto pare siamo arrivati al momento giusto" disse ironizzando il ragazzo, con un sorriso sul viso. 
"Chi è lui?" Chiese la ragazza cambiando espressione, arrabbiandosi.
"È con me, lui è Crowley" rispose Liam sorridendo ed indicando una figura rimasta fuori dalla panic room. 
Avanzò di qualche passo per arrivare in un punto in cui la luce potesse illuminarlo, pur restando fuori dalla stanza; con un sorriso beffardo li salutò e li studiò uno ad uno, mentre loro fecero lo stesso.
Crowley sembrava un uomo sulla quarantina, con barba curata e un completo scuro, sembrava un uomo distinto e di classe, ma ciò che premeva tutti gli altri era scoprire chi fosse e da dove venisse.
"Mai sentito dire" disse Castiel guardandolo bene e sollevando un sopracciglio.
"Ero il re dell'inferno prima che qualcuno scatenasse l'apocalisse" rispose Crowley con tono sgarbato e maleducato, alterandosi per "l'offesa" appena subita.
"Sei un demone?" Chiese Sam allarmandosi ed estraendo il coltello di Ruby, pronto ad usarlo su di loro.
"Che cosa volete?" Chiese Hailey avanzando e studiandoli
"Un'alleanza" rispose Liam sorridendo, puntando nuovamente gli occhi sulla minore delle Collins.
"Hai un bel coraggio a presentarti in una stanza piena di cacciatori e angeli!" Esclamò Dean emettendo una risata nervosa.
"E arcangeli!" Lo corresse Gabriel, gonfiando il petto e sorridendo.
"Ooh, non fare finta di non riconoscermi Gaby.. abbiamo passato dei bei momenti insieme" sussurrò Crowley sorridendogli e strizzandogli l'occhio.
"Tu conosci questo tizio?" Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e guardandolo con aria sconcertata.
"Si, ci siamo aiutati in passato" confermò l'arcangelo sospirando.
"Quindi ci si può fidare?" Chiese Katherine voltandosi nella sua direzione e sollevando le sopracciglia.
"Mi fido più di lui che di te in questo momento" rispose seccamente Gabriel, sollevando un sopracciglio.
Una brutta risposta le morì in bocca, conscia di non dover far run altro pretesto agli altri per non fidarsi di lei; scosse la testa e sospirò, quando una voce si fece largo davanti fra i due nuovi arrivati.
Sam aveva aiutato Bobby a scendere le scale e quest'ultimo si avvicinò lentamente alla ragazza; si scambiarono un'occhiata e Katherine si avvicinò.
"Non mi piace tutta questa storia.." sussurrò l'uomo sulla carrozzina, avvicinandosi e scuotendo la testa.
"Bobby.." sussurró Katherine abbozzando un sorriso, felice più che mai di vederlo. "..mi sei man..".
"Anche tu bimba.." sussurrò l'uomo interrompendola bruscamente, mentre uno strato trasparente velò i suoi occhi.
Katherine sorrise e pensò che se ci fosse stato un modo per aiutare gli altri a credere di nuovo in lei, sarebbe stato proprio dare una mano a Bobby, proprio come aveva promesso sotto effetto della Maledizione; si avvicinò alla carrozzina e prese una mano dell'uomo fra le sue. Chiuse gli occhi e abbozzò un sorriso, sentendo la sua energia defluire nel corpo di Bobby, fin quando una fitta acuta la colpí violentemente al petto.
La ragazza fece finta di nulla per non far capire a nessuno il dolore che stesse provando, nonostante la fitta crescesse di intensità; quando riaprí gli occhi, Bobby la guardò con bocca spalancata e occhi sgranati.
"Che hai fatto Kath?" Chiese l'uomo con voce tremante. "Dimmi che hai fatto".
"Avrei dovuto farlo molto tempo fa, scusa il ritardo.." sussurrò Katherine sorridendo. "Alzati..".
Tutti osservarono i due con bocca spalancata ed occhi increduli, chiedendosi come fosse possibile tutta quella faccenda, mentre Bobby mosse lentamente i piedi e li poggiò a terra. Quando sentì il pavimento con la suola della scarpa guardò nuovamente negli occhi la ragazza, che continuò a sorridergli; gli tese una mano e lo invitò nuovamente ad alzarsi.
Lentamente, Bobby si tirò su e mosse i primi passi proprio lì, davanti alle persone che avesse sempre ritenuto la sua famiglia. 
"Hai fatto un miracolo" sussurrò Castiel sgranando gli occhi.
"Lo avevo promesso.." rispose la ragazza guardando Bobby negli occhi e sorridendo. "Adesso scusate ma ho un impegno..".
"Aspetta Katherine.." disse Liam avvicinandosi e bloccandola da un braccio.
La ragazza fissò in malo modo prima la sua mano e poi il suo viso, dopodiché disse con voce secca: "Non sono interessata".
"Ho una notizia per te" continuò Liam continuando a bloccarla.
"Non sono interessata" ripetè Katherine scrollandosi di dosso la sua mano, facendo per uscire dalla panic room.
"Riguarda Judith" disse Crowley sorridendo. "Non sei ancora interessata?".
"Come osi parlare di lei?" Chiese la ragazza lasciandosi preda della furia, chiudendo la mano in una stretta e facendo mancare il respiro  ad entrambi con la sua morsa invisibile.
"È viva Kath.." sussurrò Liam cercando di prendere più aria possibile. ".. Judith è viva..".
"Non ti credo!" Esclamò Katherine arricciando il naso e guardandoli con disprezzo, mentre per la prima volta riuscì a sentire i suoi occhi tornare rosso rubino.
"È vero micetta, l'ho vista" tossí Crowley portandosi le mani alla gola.
"Dammi un motivo per cui io non debba ucciderti all'istante demone schifoso" disse Katherine stringendo ancora la mano, mentre i suoi occhi tornarono azzurri e si velarono di uno strato trasparente.
"Perché solo io so dov'è" rispose Crowley sorridendo.
"Noi non ci fidiamo dei demoni" sussurrò Dean spalleggiandola e afferrandola fra le sue braccia, avendo capito la situazione delicata.
"Fino a qualche istante fa non moriva dalla voglia di diventare una di noi?" Chiese Crowley ridendo, annullando la morsa, ormai scemata, della Cacciatrice. 
"Katherine non ha alcun motivo per mentire, sa benissimo che se la notizia dovesse essere falsa tu lo uccideresti una volta finito con Lucifero" sussurrò Liam tornando a respirare nuovamente.
"Ha ragione" disse Crowley annuendo e ridendo.
"Parla!" Esclamò Katherine a denti stretti.
"Lucifero l'ha riportata in vita non appena è risorto, credo che abbia a che fare con la vostra discendenza di Cacciatrici maledette da quel demone.." sussurrò Crowley sistemandosi la camicia e fissando in cagnesco la ragazza. "..la tiene in una casa a Detroit".
"È stata viva per tutto questo tempo?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e sentendo il cuore più pesante, ignorando completamente tutto ciò che avesse detto prima.
"Sapeva che prima o poi ti saresti ribellata, voleva avere un piano b.." disse Liam sollevando le spalle.
"Si ma perché rapire una bambina?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Non capisco.." sussurrò Hailey scuotendo la testa. "Perché non prendere me? Io sono una cacciatrice".
"No Hailey, tu non sei potente quando Katherine e sua figlia.." disse Castiel sospirando.
"Judith ha solamente 8 anni!" Esclamò Katherine scuotendo la testa e sentendo il terreno mancare da sito i piedi. "Non posso permettere che lui la usi".
"Lucifero vuole crescere una Cacciatrice come te, far in modo che gli sia sempre fedele" disse Liam sospirando, avvicinandosi e sfiorandole un braccio. "Ti aiuteremo a fermarlo".
"Perché non ha preso te?" Chiese Sam avvicinandosi e fissandolo in cagnesco. "Anche tu hai dei poteri..".
"Evidentemente non faccio parte dei suoi progetti.." sussurrò Liam sollevando le spalle.
"Non c'è più tempo da perdere, vado ad ucciderlo!" Esclamò Katherine scuotendo la testa e facendo per andare al piano di sopra ma venne interrotta.
"No, ci serve un piano, non puoi irrompere nella casa del diavolo ed aspettarti che non ti uccida!" Esclamò Dean sospirando e sforzandosi di pensare.
"Lui si fida ancora di me, posso farlo da sola" disse Katherine facendo spallucce. "Ho i miei poteri, posso farcela".
"Potresti morirne Katherine, lui è troppo forte anche per te" disse Bobby facendo qualche passo avanti con le sue nuove gambe, scuotendo la testa.
"Si ma questa volta io sono un passo avanti a lui" sussurrò Katherine sospirando e accennando un sorriso.
Osservò le facce spaventare dei ragazzi e capi che nessuno in quella stanza l'avrebbe lasciata andare di spontanea volontà, così fece qualche passo verso di loro e allargò le braccia.
"Vi do un'ora, un'ora in cui potrete pensare ad un piano e a come uccidere il diavolo.." sussurrò la ragazza sospirando. "In caso contrario, andrò da sola..".
Voltò le spalle a tutti e salí silenziosamente al piano di sopra; si sentiva così strana da non riuscire a capire se stessa.
Fremeva, scalpitava, moriva dalla voglia di rivedere la sua bambina, quello era l'unico motivo che la stava tenendo in vita in quel momento: se prima, nel suo subconscio, aveva deciso di aggrapparsi all'odio per Lucifero, adesso sentiva tutto l'amore sgorgare nelle sue vene e non poteva che attendere con estrema impazienza di rivedere sua figlia.
Si fece una doccia ricordando tutte quelle volte che l'aveva stretta fra le sue braccia e le avesse detto quanto l'amava; ancora non poteva crederci. 
Sapeva benissimo che prima di poterla rivedere, avrebbe dovuto eliminare la minaccia più grande per lei e per tutto il pianeta; in qualche modo avrebbe dovuto rinchiudere Lucifero da qualche parte e liberare il pianeta da quel fagello.
Assorta dai pensieri per com'era, si accorse solo in ritardo di alcune chiazze di sangue comparse sul lavandino del bagno e solo quando alzò lo sguardo verso lo specchio del bagno capì: il suo naso perdeva una quantità di sangue consistente. Prese delle asciugamani e tamponò, ma solo successivamente si accorse di come si inzuppassero, non risolvendo il problema.
"Che diavolo..?" sussurrò la ragazza inorridita e preoccupata.
La ragazza sentì il sapore metallico invaderle la gola e inevitabilmente si trovò a sputarlo per via degli eccessivi colpi di tosse; ma cosa diavolo le stava accadendo? Perchè tutto d'un colpo prese ad avere dei disturbi simili?
"Che mi succede?"
"È la Maledizione.." sussurrò una figura materializzandosi nella stanza e scuotendo la testa con aria sinceramente dispiaciuta. "..ti sta punendo". 
"Punendo per cosa?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Hai commesso una buona azione aiutando il tuo amico a camminare di nuovo, ma a quanto pare ad una parte di te non è piaciuto molto" disse Gabriel sospirando.
"Non vuole che io sia buona?" chiese Katherine incredula, non riuscendo a capire.
"Esatto..".
"Se uccidessi Lucifero cosa succederebbe?" chiese la ragazza preoccupata per se stessa.
"Non lo so Katherine: potresti trasformarti in un demone oppure potresti.." iniziò l'arcangelo ma venne interrotto dalla voce della rragazza, impaziente di scoprire quella verità.
"..morire? Potrei morire?" chiese Katherine sgranando gli occhi.
"Già.." sussurrò Gabriel sospirando. "E' una brutta sorte quella delle Cacciatrici..".
"E di te che mi dici?" chiese la ragazza schiarendosi la voce, dopo averlo fissato meglio. "Non stai bene".
"No, infatti.." sussurrò l'arcangelo accennando un sorriso amaro. "Non so quanto potrò resistere".
"Avermi aiutata ti ha sfinito completamente.." sussurrò Katherine, provando per la prima volta da quando fosse tornata un senso di colpa enorme. "Io non volevo.. mi dispiace".
"Non è colpa tua, Cacciatrice" disse Gabriel ridendo, alzando le spalle. "Vedrai che andrà meglio; ad ogni modo, sono salito a chiamarti per comunicarti il piano degli altri.. scendi?".
"Arrivo subito.." sussurrò la ragazza osservando l'arcangelo voltarle le spalle ed uscire dalla stanza.
Non potè fare a meno di chiedersi come sarebbe finita tutta quell'enorme faccenda, preoccupata per se stessa e per tutta la sua famiglia appena ritrovata.

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Capitolo 59
*** And at the end everybody will cry. ***


Capitolo 47.
And at the end everybody will cry.



Dopo un tempo che alla ragazza sembrò interminabile, i fratelli Winchester, Hailey, Castiel, Bobby e Gabriel partorirono un piano che le sembrò tutt’altro che intelligente: volevano invadere il palazzo nel quale si trovava Lucifero, per assediarlo e costringerlo ad entrare all’interno della sua amata gabbia all’inferno.
Piano che le sembrò del tutto stupido e senza alcuna via d’uscita: sarebbe stato un massacro.
“Pensate che se glielo chiederete gentilmente, lui tornerà nella gabbia con un sorriso ?” Chiese Katherine infuriata, sentendo il sangue ribollire nelle vene. “Ci ucciderà tutti !”.
“Riusciremo a cavarcela, come sempre!” Esclamò Sam sospirando, appoggiato con il braccio sinistro allo stipite della porta del salone.
“Vedrai che riusciremo ad uscirne Katherine!” Disse Bobby sorridendole gentilmente. Troppo gentilmente.
L’ex Cacciatrice li guardò uno ad uno, osservò i loro volti e le loro espressioni, ed immediatamente capí che qualcosa non andasse; fece un passo indietro e continuò a fissarli, a studiarli, ma la sua mente giunse sempre alla stessa conclusione.
“Cosa mi nascondete?” Chiese la ragazza serrando la mandibola e assottigliando gli occhi.
“Niente!!” Esclamò Hailey con troppa veemenza, facendo capire l’esatto opposto.
“Ditemelo, lo so che avete pensato qualcos’altro!!” Esclamò Katherine infuriata più che mai, stringendo i pugni dalla rabbia.
Nessuno parlò e gli sguardi di tutti i presenti si concentrarono su Dean, e ciò fece nascere il dubbio nella mente della ragazza: cosa voleva combinare ? Cosa aveva partorito la sua mente ?
“Dean te lo ripeterò soltanto un’altra volta con le buone..” sussurrò la ragazza avvicinandosi e sentendo la rabbia montare dentro di se. “È la vita di mia figlia che è nuovamente in gioco, quindi dimmi: cosa mi stai nascondendo?!”.
“Katherine, è per il tuo bene, credimi!” Esclamò Dean sospirando e facendo qualche passo all’interno del piccolo salone verso la ragazza. “Dopo starai meglio”.
“Dopo cosa?” Chiese aggrottando le sopracciglia e proprio in quel momento i presenti videro qualcosa che li preoccupò.
Gli occhi di Katherine divennero rossi come il sangue e la sua espressione divenne cattiva e impenetrabile come quella che aveva avuto fino al momento prima di uscire dalla panic room; i ragazzi si spaventarono perché Katherine non era più legata con delle corde bagnate di acqua santa, ma stava proprio di fronte a loro, arrabbiata più che mai.
“Lo facciamo per te, Katherine, vedrai che andrà tutto bene!” Esclamò Castiel sospirando e passandole una mano sulla spalla.
“Devi calmarti dolcezza! Respira un po’ e piantala di fare l’idiota!” Esclamò Gabriel sorridendo e sollevando le spalle.
“Ma di che diavolo parlate?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, mentre le sue pupille si dilatavano. “Io non farò proprio niente!!”.
“Morte quando vuoi!!” Esclamò Dean guardandosi attorno, parlando con qualcuno che non era presente nella stanza.
“Morte?!” Urlò Katherine sgranando gli occhi e sbattendo un pugno sul tavolo, che si crepó in più punti. “Perché diavolo lo stai chiamando?”.
“Ci dará gli anelli per rimettere Lucifero in gabbia! Apriranno un portale e ritornerà all’inferno!” Esclamò Sam sospirando.
“Cosa vuole in cambio?!”. Urlò Katherine guardandoli tutti in cagnesco. “Quello stronzo vuole sempre qualcosa!”.
I ragazzi si guardarono, dopodiché posarono lo sguardo sul maggiore dei Winchester, che li ricambiò tutti e percepì quanto fossero tutti pronti a scattare per afferrarla, notando come stesse perdendo nuovamente il controllo.
“Hai ragione, ci ha chiesto qualcosa!” Esclamò Dean annuendo e abbozzando un sorriso. “Vuole solo vederti”.
“Vuole uccidermi” disse Katherine respirando affannosamente. “Dovrò ucciderlo io allora!”.
Con un gesto della mano, la ragazza incollò tutti i presenti alle pareti, compreso l’arcangelo, che come al suo solito ironizzò su quella situazione.
“Perché mi volete tradire?! Mi avete riportata qua, adesso perché questo?” Chiese la ragazza furiosa più che mai. “Avete lottato per riavermi, perché volete farmi uccidere da Morte?!”.
“Non ti ucciderà!” Esclamò Dean con fatica, mentre ogni suo arto era bloccato contro il muro del salone. “Non lo permetterei mai!”.
“Allora cosa vuole ?!” Chiese la ragazza in preda alla furia, stringendo la mano e facendo mancare l’aria a tutti i presenti.
I ragazzi sentirono l’ossigeno faticare ad entrare all’interno dei loro polmoni, provarono con tutte le loro forze, ma non riuscì a passare nulla; se Katherine avesse continuato avrebbe ucciso la sua intera famiglia in un colpo solo.
Ma perché loro volevano tradirla in quel modo? Lei voleva solo aiutarli a rimettere Lucifero al suo posto e ritrovare la sua bambina, poi avrebbe azzerato la Maledizione. O almeno, se fosse sopravvissuta ci avrebbe provato.
Era talmente persa nei suoi pensieri rabbiosi, da non accorgersi della stretta che lentamente la paralizzò, bloccandola sul posto e facendo si che i ragazzi fossero liberati; fra i respiri affannosi dei presenti, Katherine riuscì a percepire una presenza raccapricciante e inquietante avanzare verso di lei.
Le luci tremarono per qualche secondo e la casa fu scossa da un leggero terremoto, che spaventò tutti; quando finalmente intravidero la figura si rilassarono, capendo cosa sarebbe successo da lì a poco.
“Che mi sta succedendo?!” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, cercando inutilmente di divincolarsi.
Si sentì come se fosse stata trasformata in una statua di marmo e come se qualcuno le stesse scavando all’interno.
Quando la figura nera avanzò completamente e le luci smisero di tremare, con sgomento scoprì chi fosse l’autore di tutto ciò e, per la prima volta nella sua vita, ebbe paura.
“Ciao Katherine” disse con voce di ghiaccio, avvicinandosi ulteriormente e guardandola in viso.
La ragazza sentì il respiro accelerare, il cuore battere all’impazzata e gli occhi tornare del solito colore azzurro, abbandonando il rosso rubino tipico della Maledizione.
“Morte..” sussurrò in preda al panico, sostenendo il suo sguardo. “Quanto tempo”.
Il Cavaliere non rispose, si limitò a scrutarla, entrando nella sua anima e vedendo con i suoi stessi occhi tutto ciò che avesse fatto in quei mesi; il viso scarno incorniciato dai capelli neri le misero ancora molta più paura e la ragazza capì proprio in quel momento di non avere scampo.
“Vuoi uccidermi?” Chiese con un filo di voce. “Per non avere mantenuto il patto, giusto?”.
Morte continuò a guardarla e nessuno dei presenti si permise a parlare o a fare qualcosa, neanche Castiel o Gabriel; il Cavaliere abbozzò un sorriso macabro, facendo aumentare l’ansia e la paura dell’ex Cacciatrice.
“Pensi di essere così importante per me da ucciderti?” Chiese Morte scandendo ogni singola parola e pronunciando la frase con estrema lentezza.
“Allora cosa vuoi da me?” Chiese Katherine con un po’ troppa arroganza, notando immediatamente il cambiamento dell’espressione del Cavaliere.
Morte distolse lo sguardo e osservò i ragazzi attorno a lui, sapendo che da lì a poco in quella stanza avrebbe regnato il caos.
“Ti rimetterò in sesto, ma voglio che sia chiara una cosa..” sussurrò Morte avvicinandosi alla ragazza e tornando a guardarla con espressione seria. “Se mi deluderai un’altra volta, la cosa più bella che ti potrà capitare sarà la morte! E io farò in modo che questo non ti accada mai, hai capito Katherine?”.
La ragazza annuì leggermente, sentendo delle calde lacrime scenderle sul viso, conscia di essere impotente in quel momento e di non poter difendersi in alcun modo; guardò Dean, pregandolo con lo sguardo di farlo smettere, ma inaspettatamente trovò il ragazzo ad abbassare il viso e guardare a terra.
“Cosa vuoi farmi?” Chiese la ragazza con un filo di voce.
“Toglierò la tua parte maledetta, resterà solo l’umanità dentro di te” disse Morte sospirando, chiedendosi perché la ragazza non avesse ancora capito.
Con un solo sguardo, il Cavaliere li portò nella panic room, dove l’ex Cacciatrice si trovò nuovamente legata a quella maledetta sedia, mediante le corde inzuppate di acqua santa.
In pochi secondi arrivavano anche tutti gli altri, che la guardarono con dispiacere, sentendola urlare per divincolarsi e liberarsi.
“Non mi potete fare questo! Prima devo combattere Lucifero, devo farlo con i miei poteri, sapete che non potrò farlo senza!!” Esclamò la ragazza sentendo altre lacrime incontrollabili rogarle il viso. “Dean, ti prego, non lasciare che lo faccia! Devo salvare Judith!”.
Il ragazzo trovò il coraggio di guardarla in viso e lentamente si avvicinò, chinandosi sulla sedia e carezzandole il viso bagnato dalle dense e salate lacrime.
“Non posso, l’ho chiamato io..” sussurrò il ragazzo piegando gli angoli delle labbra all’ingiù, profondamente dispiaciuto, e sentendo l’amarezza e il senso di colpa crescere dentro di lui. “Salveremo Judith, te lo prometto!”.
“No, no, no!!!” Urlò la ragazza distogliendo lo sguardo e cercando l’approvazione di qualcuno.
“Vi prego, aiutatemi!!”.
“Katherine, ma non lo capisci?!” Sbottò Gabriel avanzando e prendendo la parola per tutti in quella situazione così delicata. “Se affronterai Lucifero così, potresti morire!! O peggio!!”.
“Mi sta bene, posso anche morire, purché Judith sia salva!!” Esclamò l’ex Cacciatrice piangendo. “Vi prego, non lasciateglielo fare!”.
Dean scosse la testa e abbassò lo sguardo; silenziosamente lo rialzò e con un breve cenno, permise a Morte di cominciare il suo lavoro. Il Cavaliere sorrise amaramente e la guardò con aria quasi dispiaciuta.
“Farà male, strapperò via una parte di te, ragazzina!” Esclamò sospirando. “Non sarà piacevole, quindi tu cerca di non agitarti troppo..”.
Fece cenno ai ragazzi di tenerla e immediatamente si avvicinarono, bloccandole braccia e gambe e tentando il più possibile di immobilizzarla, nonostante lei si dimenasse; Hailey sentí un peso stabilirsi sul cuore e sulla gola.
Nonostante tutto, Katherine era sua sorella, non le importava che avessero genitori differenti, lei era l’unica sorella in vita e avrebbe fatto di tutto per salvarla; però non riuscì a non ammettere di quanto le facesse male vederla in quel modo, urlante e indifesa su quella sedia.
Quando Morte si avvicinò e protese la sua mano, l’ex Cacciatrice cercò di indietreggiare inutilmente; il Cavaliere inserì la mano all’interno del suo petto e una luce nera e densa irradiò la stanza, mentre gli occhi della ragazza tornarono a splendere di quel rosso rubino che li aveva spaventati fino a quel momento; urlò come non avesse mai fatto in vita sua, spaventando tutti i presenti, intimando a tutti di lasciarla andare.
Le sembró che il braccio che il Cavaliere avesse appena infilato all’interno del suo petto fosse ricoperto di lame, come se le stesse squarciando il busto in due parti uguali, mentre all’intero avvertiva il bruciore dell’inferno e si sentí letteralmente dilaniare l’anima.
Si quietò parecchio e smise di urlare quando davanti ai suoi occhi passarono le immagini di tutto ciò che avesse fatto in quei mesi: rivide tutte le uccisioni, tutto il sangue che avesse fatto sgorgare dalle gole di demoni e soprattutto umani; ricordò l’addestramento con Lucifero e tutto quel tempo a cercare di migliorare il suo insufficiente autocontrollo.
Delle lacrime calde scesero dalle sue guance: davvero aveva commesso tutte quelle azioni? Aveva davvero decapitato, squartato e fatto soffrire così tante persone?
Immersa in quei ricordi, non si accorse di quando Morte uscì il braccio e poso quella luce nera all’interno della sua valigetta; seguí un lungo momento di silenzio, nel quale i ragazzi tennero lo sguardo posato su di lei e Katherine rimase con gli occhi spalancati a fissare il vuoto davanti a sè.
Tutti rimasero in attesa di una sua reazione, di una parola, di un comportamento da poter interpretare per avvicinarsi, slegarla e mettere finalmente un punto a quella dannata Maledizione! Non ne avrebbero più sentito parlare, non ci avrebbero neanche più pensato! Doveva sparire dalla loro esistenza, così come doveva farlo Morte con la valigetta nera che teneva stretta a sè, come se si trattasse di un tesoro o di qualcosa da collezionare.
La ragazza prese a respirare affannosamente, sbattè le palpebre un paio di volte finché i suoi occhi tornarono nuovamente del suo solito colore azzurro intenso; Katherine abbassò lo sguardo mentre le sue guance si riempirono ancora una volta di lacrime pesanti, come la colpa che teneva dentro e che stava iniziando a risalire una ad una.
“Che cos’ho fatto?” Sussurrò la ragazza con sguardo vitreo ed un filo di voce, mentre il respiro continuava ad essere accelerato. “Cos’ho fatto?”.
“Katherine, sta tranquilla, andrà tutto bene..” sussurrò Dean avvicinandosi immediatamente e afferrandole il viso fra le mani, scuotendolo leggermente, ma la ragazza continuò a fissare il vuoto.
Sam ed Hailey corsero a slegarle mani e piedi, liberandola da quella morsa, mentre i due angeli e Bobby si avvicinarono lentamente cercando di aiutare.
“Come puoi dire questo? Io..” sussurrò la ragazza alzando finalmente il viso e guardandolo negli occhi. “..io vi ho torturati e ho fatto male a cos..”
“Conosco questa fase, stai provando moltissime emozioni tutte insieme; devi cercare dentro di te l'emozione che ti da la voglia di vivere..” sussurrò Hailey avvicinandosi e afferrandole una mano fra le sue. “.. canalizza le emozioni in quell'unica direzione, ok?”.
Katherine annuì ma dentro di se si sentiva dilaniata, spezzata in due, sentiva come se le avessero amputato un braccio o una gamba; qualcosa mancava dentro di lei e non poté non accorgersene.
Pianse tutte le lacrime che avesse in corpo, si aggrappò a Dean, che nel frattempo la trasportò sul lettino della panic room, e si adagiò sul suo petto, lasciando che la ragazza si sfogasse; il cacciatore spostò lo sguardo verso il Cavaliere ancora presente nella stanza e lo ringraziò ancora una volta.
“Starà bene?” Chiese Dean sospirando.
“Prestate onore al vostro patto” disse Morte ignorando completamente la domanda rivoltagli, voltandosi e facendo per andare, ma prima di uscire si voltò nuovamente verso il ragazzo. “La sua anima è letteralmente a pezzi, ci vorrà tempo prima che si rimetta in sesto; quando lo farà non è detto che sarà le stessa persona di prima. E ricordate: non c’è garanzia che sia una cosa permanente- Ho fatto ciò che ho potuto”.
Dean annuì e lo osservò smaterializzarsi, mentre successivamente lesse negli occhi dei presenti delle domande a cui non avrebbe potuto rispondere; sarebbe stata bene? Si sarebbe ripresa?




Quando aprí lentamente gli occhi non ricordò immediatamente tutto quello che fosse successo appena qualche ora prima, ma fu colta da un giramento di testa che la costrinse ad aggrapparsi con le mani al letto; si sedette, ma tutto ciò che riuscì a vedere fu l’interno della sua stanza nella casa di Bobby muoversi senza un senso. Proprio come se avesse bevuto litri e litri di alcolici.
Si mise in piedi e a fatica spalancò la porta della sua camera, dirigendosi con estrema lentezza verso il bagno della casa; si piegò sul water e cominciò a vomitare quel poco di cibo che avesse in corpo, tenendosi strettamente alla ceramica fredda.
Delle voci giunsero alle sue orecchie in maniera ovattata, ma non gli prestò attenzione, presa per com’era a rimettere tutto; sentì delle mani afferrarle il viso e legarle i capelli, mentre altre la presero di peso e la adagiarono delicatamente dentro la vasca.
Piano! avrebbe voluto urlare. Non fate tutto così velocemente!
Quei movimenti erano fin troppo veloci per lei, nonostante sapesse quando delicati e premurosi fossero sempre stati verso di lei; sentì dell’acqua colare sul suo viso, sul suo corpo ancora coperto dai vestiti. Acqua gelata prese a scorrere sui suoi polsi e sul suo collo, sulla fronte, e finalmente Katherine riuscì a respirare normalmente, come se fosse scoppiata una bolla nella quale si fosse rinchiusa.
Quando li guardò nuovamente, si sentì finalmente meglio, e vide la paura nei loro occhi, paura di non rivederla mai più come prima; ma lei sapeva di dover lottare, sapeva che se ci fosse stata un’unica persona sulla faccia della terra ad aver raggiunto l’apice dell’inferno e ad esserne risalita, sarebbe stata proprio lei. Ce l’avrebbe fatta, lo doveva a Judith, doveva tornare e salvarla dalle grinfie di Lucifero!
Ciò la motivò a regolarizzare il respiro e i battiti cardiaci fino alla normalità; aveva un lavoro da fare.
Aggrappati all’emozione che ti dia la voglia di vivere” sussurrò fra se e se la ragazza sospirando tenendosi con le mani al bordo della vasca, ricordando le parole della sorella.
Si mise in piedi con enorme fatica e finalmente la stanza smise di girare, così come il respiro ed i battiti cardiaci tornarono definitivamente alla normalità; uscì dalla vasca grondante acqua e sorrise.
Dean, Sam ed Hailey la guardarono sorridenti e felici di vederla finalmente in buono stato, di vedere e poter parlare con l’autentica Katherine.
“Ragazzi, avete intenzione di darmi un asciugamano o volete che rimanga fradicia in questa maniera?” Chiese Katherine sorridendo e facendo spallucce.
Non si aspettò la reazione dei presenti che l’avvolsero in un caldo abbraccio collettivo, felici che la loro squadra dopo tanto tempo fosse di nuovo al completo.



Si accerchiarono attorno al piccolo tavolo della cucina e le prepararono immediatamente da mangiare, ma inevitabilmente la ragazza non poté che sentirsi a disagio.
Tutti gli occhi dei presenti erano incollati su Katherine, erano pieni di domande e non sapevano da quale iniziare; volevano sapere se stesse bene o se avvertisse dolore, se fosse rimasto ancora un briciolo di Maledizione pronta ad esplodere dentro di lei. In particolare una domanda ronzava nella testa di Dean, che continuò a fissarla come se da lì a breve si sarebbe svegliato nel suo letto, deluso che quello fosse solo un sogno.
Non riusciva ancora a credere che Katherine, la vera Katherine, fosse tornata e che fosse proprio lì davanti a se, a poca distanza da lui, e che fosse li volontariamente e senza alcun secondo fine. Non poteva fare a meno di domandarsi se si ricordasse tutto o se l’eliminazione di quella parte di se così importante avesse fatto da divisorio da quei ricordi.
La ragazza addentò il panino famelicamente, non riusciva a ricordare l’ultima volta che avesse mangiato qualcosa di così buono.. ne l’ultima volta che avesse mangiato.
Solo mentre stava per deglutire si accorse degli sguardi persistenti su di se, così rallentò la maniera in cui stesse mangiando e li guardò ad uno ad uno.
“Ragazzi, perché mi fissate in questa maniera?” Chiese Katherine dopo aver deglutito, sentendosi nuovamente a disagio.
I presenti si scambiarono un’occhiata veloce, impreparati a quella domanda: l’avevano da poco trovata quasi svenuta in bagno, l’avevano vista stare male in quella maniera e adesso stava davanti a loro a mangiare uno dei suoi panini preferiti come se nulla fosse. Come poteva essere possibile?
“Beh, siamo felici di vedere che stai bene..” disse Sam accennando un mezzo sorriso, non riuscendo a trovare delle parole adatte in quella situazione.
“Si, insomma poco fa stavi davvero male..” sussurrò Bobby sentendo il nodo che aveva in gola diventare sempre più leggero.
“Eri quasi svenuta” disse Hailey sorridendo amaramente e sfiorandole la mano con cui ancora stringeva il panino. “Sono così felice che tu ti sia ripresa”.
Katherine aggrottò le sopracciglia e scosse leggermente la testa; si morse il labbro e adagió il panino sul piatto.
“Ripresa da cosa?” Chiese Katherine con una risata nervosa.
“Non ricordi ?” Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia, tornando a sentire il peso.
“Sisi, certo..” sussurrò Katherine emettendo nuovamente una risata nervosa. “Ovvio che ricordo!”.
Le sue parole non convinsero nessuno dei presenti, che non si aspettarono una risposta del genere; come poteva non ricordare tutto ciò che era successo ? Davvero non ricordava Lilith, Lucifero, Morte e l’apocalisse imminente ?
Katherine continuò ad osservarli, finché posò il suo sguardo su Dean: il ragazzo fissava un punto nel vuoto, come se fosse assorto in chissà quali pensieri, con una faccia che lasciava poco spazio all’immaginazione per chi lo conosceva come lei.
Il cacciatore aveva ipotizzato che lei avesse rimosso gran parte degli avvenimenti recenti, ma non poteva immaginare che la sua peggiore ipotesi divenisse realtà. Non aveva la più pallida idea di come spiegarle tutto ciò che era successo.
“Dean..” sussurrò Katherine aggrottando le sopracciglia e fissandolo, ma lo sguardo del ragazzo non si spostò di un millimetro. Come se la ragazza non avesse parlato.
“Dean!” Ripeté la ragazza scuotendolo delicatamente il suo braccio.
Dopo qualche secondo il cacciatore si voltò, incrociando il suo sguardo su quello della ragazza, per la prima da quando si era svegliata; tutto ciò che vi lesse fu confusione e stordimento.
“Kath non sarà facile da accettare..” sussurrò Dean sospirando, mentre il suo viso si trasformava in una dura stata di marmo.
La ragazza ritrasse il braccio, come se avesse toccato dei tizzoni ardenti e si fosse scottata, e il suo sguardo divenne più cupo e tormentato; cos’era successo ? Da cosa si era svegliata? Un coma ? Un incidente durante la caccia ? Cosa?
“Chi è morto?” Chiese Katherine sentendo gli occhi pizzicare.
“Dove sei rimasta ?” Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia.
“Beh, la notte che ho ucciso Lilith!” Esclamò Katherine sospirando.
“Nient’altro?” Chiese Sam sgranando gli occhi.
“Si, ricordo.. io ricordo..” sussurrò Katherine abbassando lo sguardo e fissando il centro esatto del tavolo.
Si soffermò su una crepatura presente sul legno e sgranò gli occhi, sentendo un dolore lancinante alla testa: improvvisamente apparve nella sua mente l'immagine di se stessa infuriata con gli occhi rossi. Piegò la testa di lato e sentí dentro di sè come dei piccoli pizzichi dolorosi, mentre delle immagini presero a scorrerle davanti agli occhi.
“Io ricordo che..” continuò a sussurrare la ragazza con voce rotta e sguardo vitreo.
I ragazzi si allarmarono immediatamente e Dean si alzò di scatto per scansare il tavolo e inginocchiarsi immediatamente al lato della ragazza; le afferrò il viso fra le mani e la costrinse ad incrociare il suo sguardo, ma lei non c’era più. Non c’era più traccia di Katherine, tornata da neanche un’ora da lui.
“No, cazzo Katherine guardami!!” Urlò Dean scuotendola, ma gli occhi della ragazza non lo vedevano, lei guardava oltre.
Il corpo di Katherine prese a tremare, come se avesse delle convulsioni, e immediatamente Dean l’afferrò per i fianchi a la prese fra le sue braccia per trascinarla velocemente sul divano del salotto; il cuore del ragazzo prese a battere all’impazzata, mentre tutti i presenti rimasero impietriti sul posto.
“Katherine ti prego, ti ho appena ritrovata, non puoi farmi questo !” Esclamò Dean scuotendola e controllando continuamente che respirasse.
Il respiro prese a diventare sempre più intenso per qualche secondo abbondante, per poi crollare a picco velocemente: la ragazza giaceva immobile sul divano, priva di sensi e senza emettere più un solo respiro.
Dean sgranò gli occhi e le praticò il massaggio cardiaco, portandole le labbra alla bocca cercando disperatamente di farla respirare.
“Andiamo, Katherine, non morirai oggi!!” Esclamò Dean continuando a spingere sul petto della ragazza con forza.
“Dean..” sussurrò Hailey con voce rotta, avvicinandosi al piccolo divanetto ed inginocchiandosi accanto alla sorella. “.. non c’è più, lasciala andare!”.
“No!!” Urlò Dean continuando a soffiare all’interno della bocca della ragazza, riprendendo il massaggio cardiaco. “Non la lascerò andare così!!”.
Molte lacrime scesero silenziose sulle guance dei presenti, specialmente su quelle del maggiore dei Winchester, che non si fermò nemmeno un momento cercando di salvarle la vita; Katherine si vide catapultata fuori dal suo corpo, proprio come quando cercavano di rianimarla in ospedale, e osservò tutta quella scena.
Adesso ricordava, ricordava tutto ciò che era successo con Lilith, ricordava di Judith e di Lucifero! Non poteva andare, doveva rimanere!
Avrebbe dovuto ritrovare sua figlia!
“Continuo io, Dean!!” Esclamò Sam asciugando le lacrime e scansando delicatamente il fratello per dargli il cambio.
Sorrise osservando quella scena; le volevano ancora bene nonostante tutto e lei non avrebbe potuto deluderli in quel modo!
Quando anche Sam non riuscì più a continuare il massaggio cardiaco, si avvicinò al fratello, seduto per terra con le lacrime agli occhi, e lo strinse fra le sue braccia.
Percepiva il suo dolore, anche lui stava soffrendo, come tutti!
I ragazzi rimasero privi di parola e di movimento, si limitavano a fissare il corpo di Katherine, immobile.
Un respiro rumoroso squarciò il silenzio e finalmente la ragazza riaprí gli occhi, alzandosi di scatto e mettendosi seduta.
“Ora ricordo!” Esclamò sgranando gli occhi e fissando i presenti.
Senza pensarci su, Dean si divincolò dalla presa del fratello e, ancora a terra, si avvicinò alla ragazza e la baciò a fior di labbra, per poi stringerla con un po’ troppa foga a se.
“Dean!” Esclamò Katherine facendo fatica a respirare. “Dovrai farmi un altro massaggio cardiaco se continui così!”.
I ragazzi sorrisero e tutti l’abbracciarono a turno, contenti che lei fosse finalmente tornata da tutti loro.



“Dove sono Castiel e Gabriel ?” Chiese la ragazza appoggiando le spalle ad divano, sentendosi molto debole.
“Controllano Lucifero insieme a Crowley e Liam” rispose Bobby visibilmente scosso per gli ultimi avvenimenti.
“Bene!” Esclamò Katherine sospirando e stringendo la mano del ragazzo seduto accanto a se. “Hanno scoperto qualcosa?”.
“No, ma hanno notato che Lucifero sta chiuso dentro una palazzina a Detroit, non l’hanno più visto uscire e sanno per certo che sia lì dentro” disse Hailey accennando un sorriso amaro.
“Katherine non voglio essere poco delicato, non fraintendermi, ma vorrei sapere se..” iniziò Sam ma fu interrotto dal fratello maggiore che si schiarì la gola, segno di smettere di parlare e di non stressare la ragazza. Dopo una breve occhiata, il minore dei Winchester continuò a parlare. Dovevano sapere.
“.. ti dice niente Detroit e il palazzo in cui è rinchiuso Lucifero?”.
“Non posso crederci! Siamo stati sempre lì, sono stata sempre accanto a mia figlia!!!” Esclamò Katherine sospirando e chiudendo gli occhi. “È li che abbiamo passato parecchio del nostro tempo. È lì che mi ha.. addestrata..”.
“E cosa pensi che stia facendo?” Chiese Hailey mordendosi il labbro.
“Io penso che si stia fortificando, prima di..” sussurrò Katherine sospirando nuovamente ed abbassando lo sguardo.
“Prima di distruggere la terra e annientarci tutti?” Chiese Bobby sospirando e scuotendo la testa.
“Ci serve un piano” disse Hailey sbuffando e sentendo la testa scoppiare.
“Abbiamo gli anelli, dobbiamo solo chiuderlo in quella dannata gabbia..” sussurrò Sam sospirando.
“E pensi di chiedergli gentilmente se ha voglia di rientrare nella gabbia in cui è stato chiuso per secoli?” Chiese Dean ironicamente.
“Beh, penso che questa sia la cosa più stupida che io abbia mai sentito!” Esclamò qualcuno una voce ormai con troppo familiare aprendo la porta di casa ed accomodandosi all’interno del salotto; l’uomo spostò lo sguardo sulla ragazza e sorrise. “Katherine, è un piacere vedere che sei finalmente dei nostri!”.
“Nostri, eh?” Esclamò Dean con una risata nervosa.
“Si fa per dire!” Esclamò Liam sostenendo lo sguardo minaccioso del cacciatore su di se.
“Dobbiamo darci una mossa, idioti” disse Crowley comparendo accanto al ragazzo e sbuffando, come se si stesse annoiando a stare con li.
“Se hai un piano ti ascoltiamo!” Esclamò Hailey allargando le braccia.
“Beh, sappiamo che ha intenzione di scatenare l’inferno sulla terra entro domani sera se il suo tramite non si consegnerà a lui” disse Castiel con aria preoccupata, materializzandosi nella stanza con Gabriel.
D'un tratto la stanza si affollò come mai prima d'ora.
“E Michele ? Non ha bisogno del suo?” Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.
“Mi dispiace essere proprio io a dirvelo, ma Michele indossa già qualcuno..” sussurrò Gabriel sospirando e guardando con aria triste i due fratelli. “.. ha resuscitato Adam ed è riuscito a fargli dire di si”.
“Dobbiamo fare qualcosa, subito!” Esclamò Katherine sollevandosi dal divano a fatica. “Non può succedere!”.
“Troveremo una soluzione, sta tranquilla” disse Sam accennando un sorriso tenero, dopo essersi scambiato una breve occhiata con il fratello.
Quel sorriso la insospettì, così Katherine studió le espressioni di tutti i presenti, trovandole tutte uguali e concordi su un unico fronte.
“Non mi lascerete partecipare vero?” Chiese stringendo i denti e sentendo la rabbia crescere in lei.
“Tesoro, non possiamo esporti ad ulteriori rischi..” sussurrò Bobby guardandola come se fosse così fragile e potesse spezzarsi da un momento all’altro.
“Bobby ha ragione, non sappiamo neanche se stai davvero bene in questo momento..” sussurrò Hailey sospirando.
“Non preoccuparti, troveremo un posto sicuro per te” disse Castiel spostando lo sguardo su di lei.
“Cosa? Io non voglio un posto sicuro, io devo essere lì!!” Esclamò Katherine assumendo l’atteggiamento più perentorio che potesse, stringendo i denti e sentendo una fitta per tutta la schiena. “C’è mia figlia con lui!”.
“La cosa più ragionevole è che ti riposi per un po’, hai bisogno di riprenderti prima di rivederla..” sussurrò Sam sospirando, cercando di infonderle coraggio. “Penseremo noi a Judith”
Per qualche secondo nessuno dei presenti proferì parola e la ragazza prese a fissarli con aria di sottomissione, finché scrollò le spalle e sospirò, sentendosi impotente.
Sapeva fin dall’inizio che non le avrebbero permesso di partecipare, non avrebbero voluto vederla faccia a faccia con Lucifero.
“Avete ragione..” sussurrò dopo un lungo silenzio, abbassando lo sguardo. “Vi sarò solamente d’intralcio, però... fategli il culo da parte mia..”.
La ragazza cercò di rilassarsi e si diresse verso le scale, senza guardare nessuno negli occhi; mise su la migliore faccia da poker che avesse e si mosse lentamente.
“Dove vai?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e facendo un balzo verso di lei, preoccupato.
“A riposare, mi sento ancora molto debole..” sussurrò Katherine trovandosi costretta ad alzare lo sguardo.
“Ti accompagno..” disse il ragazzo afferrandole un braccio con delicatezza ed aiutandola a salire le scale verso di lui.
“D’accordo..” sussurrò Katherine abbozzando un sorriso, tenendosi stretta al ragazzo.
Salirono lentamente le scale, la ragazza sentì il corpo pieno di dolori e percepì una stanchezza mai sentita in tutta la sua vita; aveva davvero bisogno di riposare, ma purtroppo non poteva permetterselo in quel momento.
Arrivarono nella loro stanza e il cacciatore l’aiutó ad entrare all’interno del letto; le rimboccò le coperte e si soffermò a guardarla.
Vederla in quelle condizioni lo distrusse internamente, non poterla aiutare lo stava uccidendo lentamente; sapeva che non avrebbe potuto lasciarsi andare, non poteva permettersi di cedere proprio in quel momento.
Le carezzò il viso e si sedette accanto alla ragazza, afferrandole una mano fra le sue e baciandola dolcemente, mentre il cuore di Katherine prese a battere all’impazzata; si era scordata di tutti quei sentimenti per così tanto tempo, come aveva potuto?
La Maledizione aveva trasformato ai suoi occhi la persona che amava di più nella persona che odiava di più; come aveva potuto dimenticare proprio lui?
“Dean..” sussurrò la ragazza mettendosi seduta ed afferrandogli il viso fra le mani, appoggiando la sua fronte a quella dell’uomo davanti a lei. “Mi dispiace così tanto, so che non potrai mai perdonare tutto quello che ti ho fatto, come ti ho trattato e come ti ho ferito e avrai ragione se, una volta finita con tutta questa storia, non vorrai più vedermi..”.
Il ragazzo sentí gli occhi pizzicare ma non riuscì a smettere di guardarla negli occhi, finché la ragazza distolse lo sguardo e sentí le sue guance inondarsi di lacrime.
“Sono stata una persona orribile, ho fatto cose cosi terribili..” sussurrò la ragazza con voce rotta, sentendo che quella fosse solo la punta dell’iceberg.
Dean le sollevò il viso e la guardò con uno dei suoi sguardi dolci, quelli che erano mancati così tanto a Katherine; le diede un bacio a fior di labbra, mente con le mani le cingeva il viso.
“Mi dispiace così tanto..” continuò la ragazza.
“Shh, adesso basta..” sussurrò Dean accennando un sorriso dolce. “Quando finirà tutto ci prenderemo un po’ di tempo per noi, d’accordo ? Ma sappi che non potrei mai odiarti o portarti rancore, capito?”.
La ragazza annuì e abbozzò un sorriso, così il ragazzo le sistemò le coperte e le fece segno di dover scendere; dopo averle schioccato un bacio sulla fronte, fece per uscire dalla stanza, prima di girarsi nuovamente a guardarla.
“Ci penso io a Judith, te la riporterò sana e salva” sussurrò prima di spegnere la luce e chiudersi la porta alle spalle.
La ragazza sospirò e abbassò la testa, come avrebbe potuto andare via senza dire niente ?
Ma solo lei sapeva come entrare, quando e soprattutto come comportarsi in quella circostanza; era davvero orribile da dire, ma Katherine era stata a stretto contatto con Lucifero per parecchi mesi! Chi poteva infiltrarsi fra le sue guardie demoniache meglio di lei?
Si scoprì con un gesto della mano e scese dal letto; si cambiò in fretta gli abiti e preparò un borsone con tutte le cose necessarie. Pistole, coltelli anti demone, oli sacri. Avrebbe messo sotto sopra quel dannato posto per ritrovare sua figlia.
Guardò il suo stesso riflesso nello specchio della stanza e per qualche secondo rimase pietrificata: non riusciva a credere che quegli occhi, quei capelli appartenessero a lei.
Il suo viso era cambiato, più scarno di quanto ricordasse, i suoi capelli erano neri come la pece, non erano più biondi come un tempo. E i suoi occhi. I suoi occhi erano la dimostrazione di quanto le fosse successo: spenti, vitrei, privi di ciò che l’avesse resa quella che era prima che la Maledizione prendesse il sopravvento.
Sospirò e si legò i capelli in una crocchia improvvisata, distolse lo sguardo dallo specchio ed afferrò il borsone: aprì la finestra e lanciò il borsone fuori, prima di addentrarsi sulle tegole della tettoia del porticato, ma prima di andare, si voltò un’ultima volta verso la porta e, come se i ragazzi potessero sentirla, sussurrò un Mi dispiace venuto dal cuore.
“Vi voglio bene ragazzi..” sussurrò la ragazza prima di uscire definitivamente dalla stanza e dirigersi verso Detroit.



Guidó tutta la notte, nonostante la stanchezza e nonostante il dolore persistente a ogni parte del corpo; provó ad elaborare un piano: cosa avrebbe detto a Lucifero? Come avrebbe fatto evadere sua figlia? Come lo avrebbe annientato o rallentato?
Sapeva che si sarebbe potuto trasformare in un piano quasi suicida, ma cosa avrebbe potuto fare ? Se i ragazzi non la lasciavano venire con loro, doveva per forza fare tutto da sola. Non poteva perdere l’occasione di rivedere sua figlia.
A quel pensiero gli occhi presero a pizzicarle e il peso che aveva portato su di se per tutto quel tempo lo sentiva sempre più pesare. Avrebbe rivisto la sua bambina e questa volta l’avrebbe salvata.
Le dispiaceva più di ogni altra cosa avere nuovamente mentito e ferito i ragazzi, soprattutto Dean, ma doveva farlo. Che lei restasse fuori dai giochi era fuori discussione.
Erano questi i pensieri quando arrivò davanti al palazzo anonimo di cui parlavano Castiel e Gabriel, il palazzo che conosceva bene.
Si armó di tutto ciò che le sarebbe stato utile e prese un respiro profondo prima di uscire dall’auto; la paura la pervase, era letteralmente terrorizzata come mai prima d’ora.
Sarebbe riuscita a non farla trapelare?
Si avvicinò al portone malmesso e trovò le prime guardie demoniache, che appena la videro si chinarono e la lasciarono passare.
“Mia signora” sussurrarono tremanti, abbassando il capo.
Li conosceva bene, facevano parte della cricchia di cui Lucifero si fidava, e loro li rispettavano entrambi.
“Ciao Mike” sussurrò Katherine con tono glaciale guardando l’uomo alla sua destra, per poi girarsi dall’altra parte. “Carlos”.
I due fecero un cenno con la testa ancora bassa e le aprirono il portone; avevano paura, erano terrorizzati da lei. O almeno da quello che era.
Con un colpo silenzioso e veloce, Katherine li pugnaló a morte, vedendo i loro visi contorcersi dal dolore e le loro anime cessare di esistere; non si soffermò molto su di loro, conscia di ciò che avrebbe fatto la vecchia se.
Sapeva di essere osservata, così rise di gusto e salì lentamente al piano di sopra, dove trovò altri demoni a fare da guardia ad una stanza. Sapeva chi si trovasse proprio dietro quella porta, sapeva di trovare Lucifero intento ad escogitare un piano, ergo non poteva destare troppi sospetti. Doveva agire come la più cattiva e sadica mezza demone che tutti loro ricordassero.
“Mia signora” sussurrarono i tre demoni chinando il capo, terrorizzati.
“Ehi” sussurrò la ragazza ridendo.
Si avvicinò lentamente ad uno di loro, trovandolo con lo sguardo più terrorizzato che avesse mai visto; gli sollevò il viso e rise malignamente.
“Fareste di tutto per la vostra signora e padrona?” Chiese la ragazza con voce calma, scandendo ogni singola parola.
“Si signora” sussurrò il demone tremando.
“Noi obbediamo solo a Lucifero!!” Esclamò arrabbiato uno degli altri due, pentendosi subito delle sue parole non appena Katherine rivolse lo sguardo su di lui.
La ragazza alzò il sopracciglio e lo guardò con aria di sfida; se avesse avuto ancora la Maledizione lo avrebbe fatto esplodere con uno schiocco delle dita, ma in quel momento il massimo che avrebbe potuto fare sarebbe stato pugnalarlo.
Ma non poteva, i demoni si sarebbero insospettiti; così tornó a guardare il primo e sorrise.
“Uccidilo” sussurrò la ragazza carezzando nuovamente la guancia del demone. “Portami il suo cuore. Ora!”.
Abbassò lo sguardo e silenziosamente obbedì alla ragazza, nonostante il suo stesso fratello urlasse; quando lo uccise, estrasse dal corpo il cuore del tramite e, con le mani tremanti, glielo porse. Katherine sorrise e lo prese fra le sue mani, rigirandoselo e giocandoci.
“Questo è quello che succede a chi non mi teme!” Esclamò con voce glaciale, ridendo di gusto.
Lanciò il cuore per terra e lo pestò con la sua scarpa, continuando a ridere, finché una voce la fece tremare.
“Kaathy...” cantilenò una voce oltre la porta. “Vieni da me”.
La ragazza sorrise e schiacciò l’occhio ai due; avrebbe voluto eliminarli entrambi per avere la via libera nel momento della fuga, ma sapeva che sarebbe riuscita a neutralizzare quei demoni.
I due le aprirono la porta, ancora tremanti per l’accaduto, e prima di entrare Katherine gli sussurrò: “Liberatevi di questa feccia prima che io esca nuovamente di qui”.
Entrò nella stanza molto ampia e osservò con la sua solita faccia gelida chi si trovava davanti a sè; stava in piedi davanti alla finestra, guardando la luna o chissà quale altra cosa.
“Ciao Lucy.." sussurrò Katherine guardandosi attorno.
La stanza era vuota, se non per un immenso tavolo pieno di robaccia e parti mollicce di qualcuno che era stato ucciso da poco.
"Kath? Stai bene tesoro? Sei sparita per molto tempo.." disse Lucifero voltandosi e sorridendo. “..dove sei stata?".
"I Winchester mi hanno catturata, hanno cercato di riportare fuori il mio lato umano.." rispose la ragazza ridendo, avanzando verso di lui.
"Stai bene? Ti hanno fatto del male?" Chiese Lucifero sgranando gli occhi.
"No, li ho sistemati io" disse Katherine ridendo, girandogli attorno, fingendo di interessarsi agli oggetti sparsi per la stanza.
Quando alzò gli occhi, vide Lucifero in attesa della continuazione del suo racconto, molto incuriosito.
"Ho ucciso Dean" continuò la ragazza ridendo.
"No!" Esclamò Lucifero ridendo e battendole le mani. “Non ci posso credere!".
"Si, quello stupido umano è morto!" Esclamò la ragazza alzando un sopracciglio.
"Ed io che pensavo che steste complottando contro di me tutti insieme!” Esclamò Lucifero scoppiando in una grassa risata, che però fece gelare il sangue alla ragazza.
"Cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e ridendo, capendo che avrebbe dovuto essere più veloce.
"Mi è giunta voce che un certo Crowley sia venuto a parlarti..” sussurrò Lucifero fissandola e sorridendo.
"Oh, si.." sussurrò Katherine sbalordita, non aspettandosi un evoluzione del genere e continuando a fare il giro attorno a lui. "Si, è un matto".
"Cosa ti ha detto?" Chiese sorridendo e incrociando le braccia.
"Che tu hai resuscitato mia figlia!" Esclamò ridendo e allargando le braccia. "Questi demoni non sanno più cosa inventarsi per farsi notare da noi".
"Beh, sai è vero" disse Lucifero annuendo e facendo spallucce. Come se fosse tutto normale, come se non avesse fatto nulla di male.
"Cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Ho resuscitato Judith, lei è viva" rispose sorridendo.
"Non dire cazzate" disse Katherine completando il cerchio attorno a lui.
"È vero, Kathy, vuoi vederla?" Chiese Lucifero sorridendo, per poi scoppiare in un’altra risata grassa e malefica.
“Dovresti vedere la tua faccia!!”.
"Che ha la mia faccia che non va ?" Chiese Katherine deglutendo a fatica, capendo immediatamente che lui l’avesse scoperta.
"È la faccia di chi vuole fottermi!" Esclamò Lucifero incazzato, digrignando i denti e sbattendola contro un muro co la sua morsa invisibile. “Pensavi davvero di potermi fregare?"
"Ci ho provato” sussurrò Katherine provando a divincolarsi in tutti i modi, sentendo però come Lucifero avesse la meglio su di lei.
"Perché mi hai tradito Katherine? Io ti amo come se fossi mia figlia!” Esclamò sospirando e per la prima volta Katherine riuscì a leggere nei suoi occhi dei sentimenti.
Non ci avrebbe mai scommesso, ma Lucifero stava provando dei sentimenti; era dolore, ma anche amore.
“Lucy sono ancora io..” disse Katherine speranzosa che il suo amore per lei potesse farlo ragionare.
“No..” sussurrò Lucifero abbassando la testa e sospirando, per poi urlare con tutte le sue forze. “Adesso andrò ad uccidere Judith, tu non sei più mia figlia!!!!”.
“Noo!!” Urlò Katherine provando nuovamente la rabbia che scatenava la Maledizione. “Tu non toccherai mai più MIA figlia!!”.
Lucifero fece due passi indietro, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
"Vedi Lucy.." sussurrò Katherine staccando una mano dalla morsa invisibile che l’ancorava al muro. "..io.." continuò la ragazza staccando l'altra mano. "..non sono mai stata..” continuò staccando una gamba dal muro. "..tua figlia!!!" Urlò staccando l’altra gamba.
Emise un urlo spedendo con tutta la forza che avesse in corpo Lucifero contro il muro più lontano della stanza. Com’era possibile che lo avesse fatto? La Maledizione era stata scacciata dal suo corpo per sempre! Il suo era stato solo istinto; sapeva che Morte avesse eliminato quella parte, ma incosciamente sapeva di poter inchiodare Lucifero contro quel maledetto muro.
“Non puoi uccidermi!!” Esclamò Lucifero urlando e contorcendosi.
"Già, ma posso rinchiuderti!” Esclamò Katherine chiudendo gli occhi e cominciando a dire qualcosa in latino, chiuse la mano e udí Lucifero urlare per il dolore. “C'è una gabbia che aspetta te all'inferno".
"Beh, dimmi come farai a ritrovare tua figlia se io sarò chiuso nella gabbia” disse ridendo cercando di calmare il suo respiro.
"Dimmi dov’è lei" Urlò la ragazza digrignando i denti e stringendo nuovamente la mano, facendolo urlare.
"Liberami e lo farò" sussurrò Lucifero respirando affannosamente.
"Dimmi. Dov'è. Mia. Figlia!!" Esclamò urlando e facendogli ancora più male.
"Non pensavo che saresti diventata così folle, insomma ti ho cresciuta come un padre o no? Ti ho aiutato a muovere i primi passi, abbiamo riso insieme, ci siamo voluti bene e adesso mi tradisci così? Per degli stupidi umani?” Chiese Lucifero guardandola con sguardo amaro.
"L'unico folle qui sei tu! Anche io sono una stupida umana adesso!” Esclamò Katherine chiudendo la mano nuovamente e sentendolo urlare.
Lucifero rise malvagiamente, diventò paonazzo e la guardò divertito, per poi dirle: “Sei umana ma riesci ad avere ugualmente i tuoi poteri?!”.
La ragazza fece una smorfia, chiedendosi interiormente come facesse a tenerlo bloccato contro il muro, ma scacciò quei pensieri e decise di riportare la discussione su ciò che le premesse di più.
“Dov’è mia figlia?!” Chiese chiudendo ancora la mano e facendo urlare un’altra volta.
“Come hai fatto... a liberarti dalla mia presa se non sei.. se non sei più.. una Cacciatrice, mmh?” Chiese con fatica sputando sangue e respirando affannosamente, continuando però ad avere il suo ghigno malvagio stampato sul viso.
“Sta zitto!” Esclamò Katherine sentendo il sangue ribollire nelle vene.
“Guardati! Azazel sta rimpiangendo di averti concepita!”.
La ragazza sgranò gli occhi e aprí leggermente la bocca dalla sorpresa: cosa diavolo si stava inventando Lucifero?!
“Che c’entra Azael?!” Chiese Katherine fulminandolo con gli occhi.
“Chiedilo a loro!” Esclamò Lucifero ridendo, osservando la porta aprirsi e vedendo entrare in scena tutti i suoi nemici.
“Lei non potrà mai essere nulla di diverso da una Cacciatrice!” Esclamò Gabriel spalancando le porte con un gesto della mano ed entrando nella stanza platealmente, seguito dal resto della squadra. “Non ricordi le parole di paparino??”.
“Risparmiami la lezione Gabriel!” Esclamò Lucifero ridendo amaramente.
“Katherine!” Esclamò Dean entrando e raggiungendola a passo svelto, emettendo tutto il suo disappunto. “Perché sei venuta qui da sola?!”.
“Dovevo! Ce l’ho in pugno!” Esclamò Katherine sorridendo ed annuendo.
“Tu pensi di avermi in pugno?!” Chiese Lucifero urlando, prendo a ridere. “Ti ho distratta così tanto che ti sei indebolita immediatamente!”.
Senza troppi problemi si liberò dalla presa della ragazza e scaraventò tutti indietro con un cenno della mano; si sgranchì le gambe e le braccia, dopo di che sorrise ed osservò tutti i presenti caduti a terra.
“Dov’è? Dimmi dov’è?!” Urlò Katherine rimettendosi in piedi ed avanzando verso di lui.
“Vuoi vederla, eh?” Chiese Lucifero divenendo serio e fissandola con aria di sfida. “Juudith? Juudith? Dove sei? C’è la tua mamma qui!!”.
D’un tratto, dalla porta da cui erano entrati tutti i presenti, si fece strada una bambina scalza, con i lunghi capelli raccolti in una coda e dei vestiti che avevano l’aria di essere stati usati per due settimana di fila; quando Katherine la vide, il suo cuore accelerò e si sentì felice come mai prima d’ora.
“Mamma?” Chiese la piccola Judith sorridendo, ma guardandola con timidezza, come se non la riconoscesse più.
“Amore, amore mio vieni qui!” Esclamò Katherine correndole in contro e stringendola fra le sue braccia, mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi. “Oh Dio, grazie!”.
“Ah ah! È me che devi ringraziare, non Dio!” Esclamò Lucifero ridendo.
“Hai fatto abbastanza Lucifero, è tempo di tornare nella tua gabbia!!” Esclamò Gabriel avanzando, tenendo fra le mani la lama angelica.
“Vuoi uccidermi, fratello?” Chiese Lucifero sorridendo.
“Non farmelo fare, non voglio farti del male! Torna solo nella tua gabbia!” Disse Gabriel annuendo.
Silenziosamente Katherine, trascinò la bambina verso l’uscita, affidandola nelle mani di Liam, ed annuendo.
“Scappate” sussurrò il più silenziosamente possibile ed il ragazzo annuì.
Lucifero e Gabriel intrapresero una vera e propria battaglia, si colpirono a vicenda, ma tutti i presenti capirono da che lato stesse prendendo la lancetta della bilancia; tutti cercarono di aiutarli, ma furono respinti uno ad uno, non importa quanti tentativi facessero.
Attaccarono tutti insieme e con una luce angelica, Lucifero spiegò le sue ali e balzò tutti lontani da se; si avvicinò lentamente ed afferrò con una sola mano il colletto di Gabriel, sollevandolo e puntandogli la lama al collo.
“Non avrei mai voluto arrivare a questo fratello..” sussurrò sorridendo amaramente. “.. ma tu non mi lasci altra scelta!”.
Dopo un’altra breve occhiata, Lucifero affondò all’interno del tramite di Gabriel la lama angelica, ed una luce bianca invase la stanza, abbagliando tutti i presenti; quando il corpo fu privo di vita, Lucifero lo lanciò in fondo alla stanza e guardò con aria di sfida tutti gli altri.
“Noooo!!” Urlò Hailey sgranando gli occhi, sentendoli pizzicare e lasciando che qualche lacrima ribelle disobbedisse al suo controllo. “Brutto bastardo!”.
“Chi è il prossimo?” Chiese sorridendo. “Sarai tu Castiel? O continueremo io e te Kath?”.
“Io penso che andrai all’inferno molto prima di quanto immagini!” Esclamò Katherine tirando fuori velocemente dalla sua tasca uno zippo e, non appena lo accese, lo lanciò davanti a sè.
Improvvisamente la stanza si tinse del rosso delle fiamme dell’olio sacro che la ragazza avesse buttato poco prima camminando attorno a Lucifero per creare questo cerchio e bloccarlo lì dentro.
“Stronza!” Esclamò Lucifero digrignando i denti, ed ogni sentimento sparí dal suo volto.
“Faccio solo quello che serve!” Esclamò Katherine sostenendo il suo sguardo.
“Ragazzi, gli anelli!” Esclamò Castiel sospirando.
Immediatamente i Winchester tirarono fuori gli anelli dei quattro cavalieri dell’apocalisse e sospirarono.
“Sta per finire quindi..” sussurrò Sam annuendo, cercando di convincersi.
“Non penserete che io salti di mia spontanea volontà lì dentro, no?” Chiese Lucifero ridendo.
“Oh, lo farai!” Esclamò Dean annuendo e sorridendo. “Figlio di puttana!”.
“È il momento, ragazzo..” sussurrò Bobby guardandolo con aria triste, sapendo che si sarebbe pentito per tutta la vita di quel momento.
“Cosa?” Chiesero contemporaneamente le due sorelle Collins e Dean.
“Vi voglio bene ragazzi..” sussurrò Sam annuendo e trattenendo le lacrime, guardandoli con profondo dispiacere. “.. lo faccio per voi!”.
“Fare cosa?!” Urlò Dean sgranando gli occhi.
“Sam!!” Urlò Hailey strattonandolo.
“Cos’hai intenzione di fare?!” Chiese Katherine sgranando gli occhi.
“Ciò che deve essere fatto!” Esclamò Castiel deglutendo a fatica. “Mi dispiace..”.
“No!! Noo!!” Esclamarono in coro.
“Oh oh, ci sono novità?” Chiese Lucifero dall’interno del cerchio di fuoco. “Vuoi parteciparmi qualcosa, Sammy?”.
Sam annuì e guardò tutti gli altri, li aveva amati, uno ad uno, e ora non riusciva a pensare che li avrebbe lasciati per sempre.
“Si!” Pronunciò forte e chiaro ad alta volte il minore dei Winchester, gettando per terra gli anelli ed aprendo il vortice. “Lucifero, ti dico si!”.
Lucifero rise e una luce illuminò nuovamente la stanza, inondandola di purezza angelica, mentre il corpo di Sam fu invaso dalla sua essenza; tutti i presenti tremarono a quella vista e sperarono, invocarono Dio per far sì che Sam riuscisse a controllare Lucifero.
Il ragazzo riaprí gli occhi e un sorriso beffardo si fece strada sulle sue labbra, finché si trasformò in una vera e propria risata malvagia.
“Stavate sperando che Sam, un inutile umano, riuscisse a controllare me, l’arcangelo Lucifero?!” Esclamò con la voce del ragazzo, ridendo.
Con un soffio spense il fuoco proveniente dalla trappola preparata con l’olio sacro e con un gesto della mano ritirò gli anelli da terra, stringendoli e mettendoli al sicuro nella tasca della giacca di Sam.
“È finita ragazzi!” Esclamò Lucifero sorridendo compiaciuto.
“Noo!!” Urlò Dean cercando di avventarsi su di lui, ma venne scaraventato indietro con un pugno in pieno viso.
“Sammy, ascoltami, sono io, sono tuo fratello!” Esclamò il ragazzo cercando di rimettersi in piedi per tornare all’attacco.
Lucifero rise e lo guardò con aria divertita, per poi esclamare: “Sammy è fuori gioco ormai!”.
Colpí nuovamente il maggiore dei Winchester in pieno viso, facendogli sputare sangue, ancora e ancora, finché Katherine si alzò in piedi e gli si avvicinò.
“Lucy basta!” Esclamò la ragazza avvicinandosi ancora e fermandolo dal braccio.
Lucifero la guardò e lo sguardo malefico si dissolse nel nulla in qualche secondo; fissò la mano che Katherine avesse appoggiato sul suo braccio e accennò un sorriso amaro.
“Tu vuoi me, giusto? Rimarrò qui con te, ma risparmia gli altri” sussurrò Katherine annuendo e sorridendo.
“Sai cosa?” Chiese Lucifero sbuffando. “Non voglio più nessuno fra i piedi!!”.
Con una mossa della mano scaraventò tutti i presenti fuori dal palazzo, dove trovarono Liam e Judith sul furgone ad attenderli; Dean urló e provó a rientrare, ma una forza invisibile lo rispedì indietro, sbalzandolo contro una macchina posteggiata li difronte.
Era davvero finita così? Lucifero aveva preso possesso di Sam e degli anelli? Non avevano più alcun chance di riportarlo nella gabbia ?
“No..” sussurrò Dean, seguito da Hailey e Bobby, che si portarono le mani ai capelli.
Come avrebbero fermato l’apocalisse adesso ?





Era ormai metà giornata quando l’angelo tornò nella casa dai ragazzi: aveva provato a capire se vi erano novità su Lucifero e le sue intenzioni, ma le voci alla radio angelica erano troppo confuse.
Quella situazione non gli piaceva proprio, Sam non poteva continuare ad essere l’involucro del diavolo, il ragazzo non poteva sacrificarsi per tutti. Non era affatto giusto.
Come non lo era la morte di suo fratello Gabriel: lui aveva letto negli sguardi lanciati ad Hailey tutta la disperazione e il dolore per non averle detto un’ultima volta che l’amava.
Con un sospirò, guardó tutti i presenti intenti a trovare una soluzione su montagne di libri, e non appena entrò vide tutti gli sguardi posarsi su di lui: avrebbe voluto dire loro che aveva trovato qualcosa, che in Paradiso si vociferava un imminente scontro, ma purtroppo non era così.
“Cass, hai trovato qualcosa?” Chiese Dean speranzoso, alzando lo sguardo dal libro che stava divorando.
Dopo una breve pausa, l’angelo abbozzó un sorriso amaro e sussurrò: “Mi dispiace Dean, gli angeli non sanno nulla”.
“Dannazione!” Esclamò il ragazzo sbattendo la mano sul tavolo.
“E neanche i demoni..” disse Crowley materializzandosi nella stanza.
Si guardò attorno e individuò subito ciò di cui aveva bisogno: avanzò fino al tavolo del salotto su cui trovò una bottiglia di Scotch scadente, ma che sarebbe andato bene ugualmente.
Si riempì il bicchiere e solo dopo averne tracannato il contenuto si accorse degli sguardi puntati su di se ed esclamò: “Che c’è?”.
“Che c’è?” Ripetè Hailey sgranando gli occhi e scattando in piedi come una saetta. “Hai il coraggio di chiederlo, brutto buffone?!”.
“Non ti seguo, tigre” rispose il demone versandosi un altro bicchierino.
“Te la sei svignata quando hai sentito che era ora di andare ad affrontare Lucifero!” Esclamò Bobby aggrottando le sopracciglia e guardandolo in cagnesco.
“Non è stato un bel comportamento, amico!” Esclamò Liam facendo spallucce quando notò che il suo compagno stesse cercando man forte da lui.
Crowley sospirò e allargò le braccia, posò il bicchiere e prese posto accanto a Judith e Katherine, che immediatamente si alzò e mise spazio fra la bambina e il demone.
“Oh, d’accordo!” Esclamò sbuffando e facendo spallucce. “Troverò qualche informazione!”.
“Che intendi?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
“Andrò a sentire da vicino cosa vuole fare Sam” disse Crowley alzandosi, ma non appena notò gli sguardi glaciali che gli riservarono, sbuffò e si corresse. “Intendevo Lucifero!”.
“Vattene e non tornare se non trovi una soluzione!” Esclamò Dean guardandolo in cagnesco.
Il demone lo fissò per qualche altro secondo, poi si smaterializzò, lasciando tutti i presenti con l’amaro in bocca; il maggiore dei Winchester chiuse di scatto il libro che teneva fra le mani e si alzò, e si incamminò verso l’uscita della casa.
Era talmente furioso e amareggiato che avrebbe spaccato qualsiasi cosa gli si fosse parata davanti! Aveva fallito per la seconda volta! Come aveva potuto lasciare che suo fratello facesse una cosa del genere?
Quando Sam ne parlò agli altri prima di recarsi a Detroit, aveva ricevuto solo pareri negativi e l’imposizione di non fare alcuna cazzata o gliel’avrebbero fatta pagare, ma a quanto pare non erano stati molto convincenti.
Scosse la testa, gli faceva male, troppo male: cosa avrebbe pensato suo padre di lui ? Non era stato capace di proteggere il suo fratellino dalla morte, di nuovo.

 “Ragazzi, ho un piano” disse Sam sospirando e alzandosi dalla sedia del salotto.
“Va avanti” disse Hailey volgendo lo sguardo verso di lui, in attesa di una soluzione.
“Io.. Posso farlo io” sussurrò Sam mordendosi il labbro e passandosi una mano fra i capelli.
"Puoi fare tu cosa?” Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia e sgranando gli occhi.
"Posso dire di sì..” rispose il minore dei Winchester sospirando rumorosamente, sapendo quali sarebbero state le reazioni dei presenti.
"È escluso!” Esclamò Dean perentorio, guardandolo in cagnesco.
"Posso riuscirci!” Esclamò Sam allargando le braccia.
"A farti possedere?" Chiese Hailey scioccata, escludendo a priori quella possibilità.
"No, posso rafforzarmi e controllarlo!” Disse il minore dei Winchester. “Non abbiamo altra soluzione, stiamo cercando da ore ormai e non abbiamo trovato niente!”.
"E come vorresti fare, eh? Lanciarti nella mischia e sperare che tu sia più forte di Lucifero?" Chiese Dean fulminandolo con lo sguardo.
“Non ti sembra ridicolo tutto questo?!” Esclamò Hailey allargando le braccia.
"Io posso rafforzarmi, bevendo.. sangue demoniaco.." sussurrò Sam sospirando. “Ce la posso fare”.
"No, torna a studiare!” Esclamò Dean scuotendo la testa.
“Non troveremo la soluzioni in questi libri!" Esclamò il minore scuotendo la testa.
“Forse ha ragione..” sussurrò Bobby sospirando.
“Cosa?” Chiesero all’unisono Dean ed Hailey sgranando gli occhi.
"Forse, e dico forse, potrebbe farcela” sussurrò Bobby pentendosi immediatamente di averlo anche solo pensato.
“Ma ti ascolti quando parli?!” Esclamò Dean furioso.
“Si, e bere sangue di demone potrebbe rafforzarlo abbastanza da riuscirci..” sussurrò Gabriel annuendo, intervenendo per la prima volta nella discussione ed annuendo, convinto che potesse funzionare.
“Grazie..” sussurrò Sam annuendo e sospirando, trovandosi per la prima volta d’accordo con l’arcangelo.
“Siete tutti impazziti?!” Esclamò Hailey sbattendo un pugno sul tavolo.
“Ragazzi..” sussurrò Castiel avanzando nella stanza e guardando i due. “.. lo so che vi farebbe soffrire, ma Sam ha ragione.. non abbiamo altre soluzioni e questa sembra l’unica sensata”.
“Ho detto NO!” Urlò Dean sgranando gli occhi e dilatando le narici dalla rabbia.
“Ragazzi..” sussurrò Castiel volgendo lo sguardo al piano di sopra. “.. non sento più la presenza di Katherine!”.



“Dean..” sussurrò una voce tenera e calma alle sue spalle, che lo fece voltare e trasalire dai suoi pensieri.
Il ragazzo la guardò con aria disperata, distrutta, esausta, così Katherine si avvicinò di corsa e lo accolse fra le sue braccia; appoggiò la testa sull’incavo del suo collo e respirò il suo odore, mentre la ragazza gli carezzò i capelli e lo strinse forte a se.
“Sono così esausto, Katherine..” sussurrò il maggiore dei Winchester, sospirando debolmente. “Vorrei solo che tutto questo finisca..”.
“Lo so, e finirà tesoro, non temere..” sussurrò la ragazza stringendolo ancora fra le sue braccia. “Riporteremo Sam tra noi”.
“Non lo so Kath..” sussurrò Dean sciogliendo l’abbraccio e guardandola negli occhi. “Forse devo lasciarlo andare, come voleva lui.. devo avere fede in Sam e credere che riesca a domare Lucifero”.
Il ragazzo sospirò, sentí gli occhi pizzicare e si voltò, non riuscendo più a sostenere il suo sguardo.
“Mi sento una merda per averlo detto davvero..” sussurrò Dean sospirando e portandosi le mani alle tempie.
“No, hai ragione.. Sam ci riuscirà” sussurrò Hailey sbucando dalla porta e appoggiandosi allo stipite, e solo in quel momento i due ragazzi riuscirono a vedere i suoi occhi gonfi di lacrime. “Ma non so come riuscirò io ad andare avanti”.
Dalle guance della maggiore delle Collins presero a scendere fiumi di lacrime calde e salate, e presto si trasformò in un pianto disperato; immediatamente la sorella si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio.
“Sono così contenta che tu sia tornata..” sussurrò la ragazza continuando a piangere e stringendosi alla sorella.
Il maggiore dei Winchester, con il cuore a pezzi, si strinse alle due Collins, abbracciandole entrambe, condividendo il dolore con loro e conscio che, se non ci fossero state loro, sarebbe caduto a pezzi.
“Oh tesoro, non posso capire cosa stai provando, ma mi dispiace tantissimo..” sussurrò Katherine sentendo gli occhi pizzicare. “..nessuno voleva che succedesse qualcosa di male a Gabriel..”.
Hailey continuò a piangere, ma in quell’abbraccio riuscì a trovare la forza ed il coraggio per seppellire momentaneamente il dolore e concentrarsi sulla ricerca di Sam.


L’attesa li logorava dall’interno, non riuscivano più ad aspettare che Castiel tornasse riferendo loro il luogo in cui si sarebbe trovato Lucifero nelle vesti di Sam; rimanevano in silenzio, a scambiarsi ogni tanto delle occhiate veloci, leggendo continuamente negli occhi degli altri il dolore per ciò che avrebbero dovuto fare a breve.
Avrebbero perso Sam: fratello, amico, compagno, figlio.
Non avrebbero potuto fare niente per evitarlo.
Quando Bobby ed Hailey si recarono in cucina per preparare qualcosa da mangiare, e Liam portó la piccola Judith nella sua residenza/fortezza, i due ragazzi rimasero soli, mano nella mano su quel divano; i loro pensieri li stavano facendo impazzire.
“Ho bisogno di distrarmi per solamente un secondo..” sussurrò il ragazzo sospirando, volgendo lo sguardo verso l’ex Cacciatrice ed interrompendo quel silenzio. “..ti va di parlare dei tuoi genitori?”.
“I miei veri genitori?” Chiese Katherine sospirando, ricambiando lo sguardo.
“Si..” Rispose Dean annuendo.
“Beh, erano persone per bene..” sussurrò Katherine mordendosi il labbro. “..mi hanno data via proprio perche potessi avere una vita tranquilla lontana dai mostri..”.
“Non pensavano che potessi avere i poteri di tua mamma ?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“No, ma quando mio padre lo ha scoperto è venuto subito a cercarmi..” sussurrò la ragazza abbozzando un sorriso amaro. “L’adozione privata non lo ha fermato, era un cacciatore come il resto della mia famiglia...”.
“I tuoi genitori.. adottivi.. non l’hanno mai scoperto?” Chiese Dean provando a cambiare discorso.
“Ero una ragazza di 17 anni quando ho conosciuto il mio vero padre, l’ultima cosa che avrei voluto fare era dire ai miei che avevo scoperto di essere stata adottata..” sussurrò la ragazza facendo spallucce.
“Mi dispiace, non deve essere stato facile portarsi questo peso per tutti questi anni” sussurrò Dean sospirando e passandole una mano sulla spalla. “Non sarà stato facile per loro”.
“Affatto! Però li capisco, anche io ci ho pensato quando ho scoperto di aspettare Judith” ammise la ragazza sospirando.
“Volevi darla in adozione?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Si, non volevo condannarla alla mia stessa vita! Ma lei è mia figlia, ha i miei geni e quelli della mia famiglia: sarà una Cacciatrice anche lei e sarà potente, più di quanto lo sia mai stata io” disse la ragazza sorridendo.
“Cosa ?” Chiese Dean sorpreso di quella rivelazione, divenendo seriamente preoccupato.
“I poteri crescono di generazione in generazione! Lei sarà una grande Cacciatrice” sussurrò Katherine facendo spallucce.
“Chissà cosa potrà fare con i suoi poteri” disse Dean riflettendo sulla situazione.
“A proposito Dean..” inizió la ragazza, ma non riuscì più a mantenere il contatto visivo e si appoggiò con i gomiti alle sue ginocchia. “..quello che ho fatto è stato orribile, non ci sono scuse che tengono, ne Maledizione.. io.. io..”.
“Katherine, aspetta..” sussurrò il ragazzo, mordendosi il labbro. “C’è qualcosa che devi sapere”.
Non voleva affrontare quella discussione adesso: aveva passato l’intero anno passato a cercarla, stanarla e cercare di strapparla al male per riportarla dalla sua parte, e quando finalmente c’era riuscito, il suo fratellino era stato posseduto dal diavolo. Era troppo chiedere un momento tranquillo?
Ma sapeva di dover affrontare quell’argomento con lei, non poteva tirarsi indietro proprio adesso.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa ed internamente tremó: non aveva idea di cosa volesse dirle, ma dentro di se capì che non era nulla di buono.
“Tuo padre è stato posseduto da Azazel” disse Dean sospirando, sapendo che da quella chiacchierata non sarebbe uscito nulla di positivo. “Volevo dirtelo, ma non sapevo come..”.
“Cosa?” Chiese la ragazza rimanendo a bocca aperta e sgranando gli occhi. “Ma noi lo abbiamo ucciso..”.
“È successo prima che lo uccidessimo” rispose Dean leggendo nei suoi occhi una marea di confusione.
“Non capisco” disse Katherine aggrottando le sopracciglia.
“Lui ha posseduto tuo padre mentre stava con tua madre, prima che nascessi” continuò il ragazzo afferrando una mano fra le sue, sperando che non la sconvolgesse troppo in quel momento così delicato.
“Perché lo avrebbe fatto?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, non capendo dove volesse andare a parare.
“Non la prenderai bene: per concepire un figlio con lei..” sussurrò Dean deglutendo a fatica. “Ha concepito te”.
“Cosa?!” Chiese Katherine spalancando gli occhi e la bocca. “No, no, no!”.
“È la verità purtroppo..” sussurrò il cacciatore annuendo, sentendo un nodo allo stomaco.
“Sono la figlia di una delle cacciatrici più forti del mondo, ma anche di uno dei bracci destri di Lucifero?” Chiese Katherine spalancando la bocca d avendo difficoltà a comprendere le sue stesse parole.
“Si Kath, ecco perché la tua Maledizione è stata così forte, ecco perché ti ha indirizzata al male con questa ferocia e perché Lucifero ti voleva a tutti i costi..” sussurrò Dean scuotendo leggermente la testa. “Mi dispiace..”.
“Ciò vuol dire che non potrò mai essere buona..” sussurrò la ragazza con sguardo vitreo. “Morte ha provato ad aiutarmi, eppure io ho ancora i miei poteri..”.
Il ragazzo rimase a fissarla senza sapere come poterla consolare ed aiutare, cosa poterle dire in una situazione come quella: nonostante ciò, di una sola cosa era fermamente convinto.
“Tu non sei cattiva..” sussurrò Dean cercando di calmarla, carezzandole la schiena.
“No Dean, tu non sai cos’ho fatto in questi mesi..” sussurrò Katherine abbassando lo sguardo sconvolto più che mai, incapace di sostenerlo.
“Non mi importa..” Sussurrò il ragazzo avvicinandosi e cingendole le spalle con il suo braccio. “Adesso calmati amore”.
“No, lasciami parlare, per favore! Devo dirti qualcosa, qualcosa che non ti piacerà..” continuò la ragazza fissando un punto davanti a sè. “..per niente”.
“Cos’è successo ?” Chiese Dean sospirando.
“Lucifero mi ha chiesto di risolvere un suo conto in sospeso con un demone ed io ho accettato, perché anche io volevo fargliela pagare per quello che mi aveva fatto..” sussurrò Katherine stringendo le mani in pugni, talmente forte che le sue nocche divennero bianche.
“Quale demone?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Meg”.
“Oh, fantastico! È morta quella stronza?” Chiese il ragazzo rilassandosi e sorridendo.
“No, non ci sono riuscita perché dei cacciatori si sono messi in mezzo; c’è stata un’esplosione che ha travolto l’intera cittadina..” sussurrò Katherine sospirando, tenendo lo sguardo basso. “La città era deserta, ma i cacciatori sono morti..”.
Il ragazzo mise su una faccia seria, come mai prima d’ora, e non riuscì a proferire parola; non poteva sopportare ancora altre rivelazioni di quel calibro, non quella notte.
“Li conoscevi. Li conoscevamo tutti” aggiunse sospirando.
“Di chi stai parlando ?” Chiese Dean sentendo il cuore battere più veloce dall’agitazione.
“Mi dispiace così tanto, il loro sangue imbratta le miei mani, insieme a quello di tanti altri innocenti..” sussurrò la ragazza mentre delle calde lacrime scesero dalle sue guance ed il senso di colpa e il dolore per la morte di quelle persone divennero sempre più schiaccianti.
“Ti ho chiesto chi!” Esclamò Dean in tono troppo alto e troppo freddo, tanto che la ragazza sobbalzò e si asciugò in fretta le lacrime.
“Ellen e Jo..” sussurrò Katherine tirando su con il naso e deglutendo a fatica la sua stessa saliva. “..mi dispiace più di ogni altra cosa..”.
Il silenzio invase la stanza e i due ragazzi si pietrificarono sul posto; il cervello del cacciatore non riuscì a rielaborare quelle informazioni, le rifiutava. Come aveva potuto fare una cosa del genere ?
“Non hai potuto evitarlo, vero? È stato un incidente? Non c’era alcun modo per salvarle, giusto?” Chiese Dean sgranando gli occhi, speranzoso.
“Avevo due scelte: tornare indietro e salvare loro o inseguire Meg ed ucciderla..” sussurrò Katherine mordendosi le labbra con troppa foga. “..ho fatto la scelta sbagliata..”.
“Hai ucciso Jo ed Ellen ?” Chiese Bobby con la voce più calma che avesse mai sentito, che si affacciò dalla cucina e probabilmente aveva ascoltato l’intera conversazione.
“Bobby.. “ sussurrò la ragazza alzando lo sguardo verso di lui e sentendo altre lacrime scendere dal suo viso. “..mi dispiace, mi dispiace.. mi dispiace così tanto”.
“Oh, ragazza mia, dovevi affidarti a noi quando la Maledizione ha cominciato a farsi strada..” sussurrò l’uomo facendosi strada all’interno del salotto.
La guardò negli occhi e vi lesse tutto il suo pentimento, ma non bastava. Non gli bastava. Amava Ellen, amava Jo e amava anche Katherine, ma questo non sarebbe riuscito a dimenticarlo o a reprimerlo da qualche parte dentro di se.
“Katherine, questo non potrò mai perdonartelo” sussurrò l’uomo voltandosi e avviandosi verso le scale.
“Bobby.. “ sussurrarono Dean ed Hailey, cercando di intervenire per calmare la situazione.
“No, ha ragione! Dannazione, dovreste odiarmi anche voi!“ Esclamò versando altre lacrime, scuotendo la testa, ed alzandosi di scatto dal divano. “Ho fatto del male anche a voi! Dovreste odiarmi tutti!”.
In meno di qualche secondo, la ragazza uscì fulminea dalla porta, lasciando i ragazzi immobili lì davanti, incapaci di reagire o di dire qualsiasi cosa; erano troppo emotivamente distrutti per seguirla.


“Ok, grazie Chuck!!” Esclamò Dean chiudendo la chiamata con il profeta e sospirando amaramente, per poi rivolgere lo sguardo verso gli altri. “So dove si svolgerà la battaglia fra Lucifero e Michele”.
Lo sguardo vitreo divenne comune, consci che per salvare il mondo avrebbero dovuto sacrificare Sam.
“Quando?” Chiese Hailey respirando lentamente.
“Oggi pomeriggio” sussurrò Dean chiudendo gli occhi per qualche secondo gli occhi e passandosi le dita sulle tempie.
Era terrorizzato all’idea che suo fratello fosse posseduto da Lucifero, ma aveva fede: era sicuro che Sam riuscisse a controllarlo e a rispedirlo nella sua gabbia.
Ma il terrore rimase dentro di lui e continuò a crescere, secondo dopo secondo: non voleva perdere suo fratello, il dolore sarebbe stato troppo grande.
Ogni membro della sua famiglia ne sarebbe stato devastato: Hailey era già distrutta per la morte di Gabriel, quando se ne sarebbe andato anche Sam si sarebbe annullata del tutto,così come Dean, che sarebbe letteralmente impazzito; Bobby avrebbe perso uno dei suoi ragazzi, Dio solo sapeva quanto quell’uomo amasse il minore dei Winchester; ed infine Katherine, distrutta psicologicamente da quanto avesse fatto, dalle persone uccise e da tutto il male che avesse sparso sulla terra insieme a Lucifero, sarebbe stata divorata dal senso di colpa e dal dolore.
Lui stesso non sapeva come avrebbe fatto ad andare avanti, a sopravvivere a tutto quel male e dolore per la perdita del suo fratellino; ma avrebbe fatto ciò che gli aveva chiesto: avere una vita normale con Katherine, Judith ed Hailey, uscire una volta per tutte dalla caccia.



“È ora..” sussurrò Castiel entrando nella stanza, leggendo negli occhi dei presenti un dolore insormontabile.
I ragazzi stavano già preparando le proprie armi, consci che avrebbero potuto incontrare dei demoni a proteggere la battaglia tra Michele e Lucifero; con sguardi assenti e vitrei, Bobby, Katherine, Dean ed Hailey uscirono dalla porta ed entrarono nell’Impala.
Di quante cose è stata testimone quest’auto ? Si chiese mentalmente il maggiore dei Winchester sospirando ed accendendo il motore.
Il ragazzo spinse l’acceleratore a tavoletta per arrivare il più velocemente possibile sul luogo dello scontro: il cimitero del Kansas; il viaggio fu quasi infinito, non riuscivano a pensare lucidamente, afflitti per com’erano da tutto quel dolore.
In poco meno di un’ora arrivarono a destinazione e immediatamente scorsero le figure di Sam e Adam in piedi, intenti in chissà quale discussione.
Prima di scendere dall’auto si scambiarono uno sguardo d’incoraggiamento, cercando di infondersi più coraggio possibile.
“Non vi arrendere proprio mai, eh?” Chiese retoricamente Lucifero, allargando le braccia con disappunto, quando i ragazzi scesero dall’auto.
“Mai!” Urlò Dean avanzando.
“Cosa pensate di poter fare voi quattro, mmh?” Chiese ironicamente Michele attraverso Adam, sogghignando.
“Aiuteremo Sam” disse Hailey annuendo e stringendo i pugni. “Ti sbatteremo all’inferno”.
“Ragazzo, siamo qui per te” disse Bobby accennando un sorriso.
“Andatevene!!!” Intimó Michele divenendo serio. “È scritto che io e mio fratello ci affronteremo!”.
“Ehi, buco di culo!!” Esclamò una voce alle spalle dei ragazzi, facendoli voltare. 
Castiel si materializzò in quel momento e con agilità lanciò una molotov anti Angelo sull’arcengelo, che in una fiammata sparì.
“Buco di culo?!” Chiese ironicamente Katherine, sorridendo.
“Solo io posso far sparire mio fratello!!” Esclamò Lucifero con la bocca di Sam, infuriandosi e diventando rosso in viso, preparando il colpo.
“Castiel, sta indietro” ulrò Katherine avvicinandosi all’amico e provando a proteggerlo, ma in pochi secondi, con uno schiocco di dita Lucifero fece esplodere l’angelo e spezzò il collo a Bobby.
“Nooo!!!” Urlarono in coro i tre ragazzi superstiti, osservando i loro due amici privi di vita.
“Siete voi che mi avete provocato! Perché non potete lasciarmi in pace, mmh?” Chiese Lucifero alterandosi. “È scritto che dovrò affrontare mio fratello”.
“No!!” Urlò Katherine avanzando verso di lui, lasciando sua sorella e il maggiore dei Winchester alle spalle. “Sam non lo permetterà!”.
Il viso di Sam si rilassò e un ghigno malvagio si fece strada sulle sue labbra, sfociando in una vera e propria risata malvagia.
“Sei sempre stata così divertente..” sussurrò Lucifero continuando a ridere, avvicinandosi pericolosamente alla ragazza e mettendole una mano sulla spalla. “Sai chi mi aiuterà a domarlo? Proprio tu Katherine!”.
“Non succederà mai!” Esclamò furiosa, scrollandosi la mano dalla spalla.
“Non ho detto che lo farai di tua spontanea volontà..” sussurrò Lucifero sorridendo, sfiorandole il viso, ma la ragazza si ritrasse subito.
“Non la costringerai!!” Esclamò Dean avvicinandosi velocemente, seguito da Hailey.
“Sta a vedere!” Esclamò Lucifero sorridendo e muovendo la sua mano verso la ragazza.
Esattamente come quando si estrae la grazia da un angelo, Katherine inarcò la schiena in una posa quasi non umana, emise un urlo che fece ghiacciare il sangue ai presenti e una nube nera e rossa prese ad uscire dalla sua bocca. Non importava quanto cercasse di dimenarsi, o quanto volesse opporsi a tutto ciò, Lucifero aveva sempre la meglio su di lei.
Gli occhi le diventarono rossi per forse l’ultima volta nella sua vita ed improvvisamente tutto cessò; Katherine, priva di forza, stava crollando rovinosamente a terra, ma Lucifero la prese fra le braccia e la guardò in viso.
“Mi dispiace così tanto che tu abbia scelto loro..” sussurrò carezzandole la guancia. “.. avremmo potuto governare il mondo insieme”.
Con un sospiro, la scaraventò quasi dalla parte opposta del campo, e finì contro l’impala, travolgendo anche Hailey.
“Sei un figlio di puttana” disse Dean digrignando i denti e sentendo la rabbia aumentare.
Lucifero rise e chiuse gli occhi: sentì il potere della Cacciatrice mescolarsi con il suo, si sentì rinvigorire e un brivido di piacere lo attraversò. Adesso non poteva più essere fermato.
“Ti ucciderò” disse Hailey alzandosi con fatica e scostando la sorella semincosceste.
Con un sorriso Lucifero si avventò sul maggiore dei Winchester, prese a colpirlo in viso, un pugno dopo l’altro, finché i lineamenti furono quasi del tutto irriconoscibili; il sangue sgorgava dai suoi occhi gonfi, dagli zigomi lacerati, così come della sopracciglia spaccate.
Per un momento Dean si sentì quasi felice, stava per morire e tutta la sua vita sarebbe finita; ma ben presto capì che nulla di tutto ciò lo avrebbe fatto stare meglio.
“Va tutto bene Sammy..” sussurrò con un filo di voce, afferrando con una mano la giacca del ragazzo.
Non gli importò più che al timone ci fosse Lucifero, sapeva che il suo fratellino stesse ascoltando.
“Non preoccuparti, ci sono io Sam” sussurrò Dean tossendo sangue, provando dolore per ogni singola parola. “Andrà tutto bene!”.
Lucifero sorrise e si preparò a dare il colpo di grazia al maggiore dei Winchester con un pugno, quando il suo sguardo cadde all’interno dell’Impala; con chiarezza vide le iniziali dei due fratelli incise con un coltello all’interno dell’auto quando erano piccoli e per un secondo si bloccò.
Quel secondo fu sufficiente a Sam per acquisire il controllo e sgranare gli occhi; delle immagini presero a passargli nella mente: tutte le lotte intraprese con il fratello, i loro pochi momenti d’infanzia e i loro giochi, il primo incontro con Katherine e la loro storia d’amore, le giornate passate con Bobby, l’affetto che si era ormai creato verso Castiel, la prima volta che avesse visto Hailey e il momento in cui capí di amarla.
Lucifero non aveva fatto i conti con quanto fosse forte la volontà e l’anima di Sam; il ragazzo sorrise e i presenti riuscirono finalmente a riconoscerlo.
“Sam..” sussurrò Hailey tenendosi all’auto, cercando di avvicinarsi.
Il ragazzo la guardò con sofferenza e liberò immediatamente il fratello dalla sua presa, lasciandolo cadere rovinosamente a terra.
“Sammy..” sussurrò con un filo di voce il maggiore, non riuscendo a trovare l’energia per rialzarsi.
“Ok ragazzi, ce l’ho!” Esclamò Sam annuendo e sorridendo amaramente. “Lo controllo!”.
In fretta uscì dalla sua tasca gli anelli dei quattro cavalieri e li gettò a terra, recitando in latino la formula per aprire la porta per la sua gabbia, ed un vento pazzesco si scatenò.
“Sam..” sussurrò Katherine con un filo di voce ed appoggiando la schiena alla portiera dell’auto, mentre un rivolo di sangue uscì dalle sue labbra. “Mi dispiace”.
Il ragazzo le sorrise; avrebbe voluto fare di più, dire di più, ma ogni secondo era prezioso e non sapeva per quanto sarebbe riuscito a controllarsi; li guardò ad uno ad uno, ognuno occupava un ruolo importante nella sua vita e li amava. Leggeva nei loro occhi la distruzione che il dolore stesse operando proprio in quel momento, ma non aveva altra scelta. Lo stava facendo per loro.
Si fece forza e chiuse gli occhi, prima di lanciarsi all’interno della gabbia per rinchiudere il diavolo e salvare coloro che amava; proprio in quel momento si materializzò Michele, che lo afferrò dal braccio e tentò di sollevarlo, ma Sam ebbe la meglio e lo trascinò con sé all’interno della gabbia di Lucifero.
Il portale si chiuse alle loro spalle e improvvisamente il vento cessò, proprio come se non fosse successo nulla; i tre si scambiarono un'occhiata di sofferenza. Ce l'avevano fatta! Lucifero era chiuso nella sua gabbia, Michele non avrebbe scatenato nessun'altra Apocalisse sulla Terra! Ci erano riusciti! Ma a quale prezzo? 
In silenzio apparve Castiel, con espressione seria e dispiaciuta,e tutti i presenti non fecero altro che chiedrsi come fosse possibile; l'avevano appena visto morire.
Guardò i ragazzi afflitti dal dolore e protese una mano nella loro direzione: guarì le ferite del ragazzo, toccò Bobby e lo riportò indietro, e successivamente diede un pò di sollievo al dolore dell'ex Cacciatrice, alla quale era stato portato via un ulteriore pezzo di Maledizione. Castiel ruscì a sentirlo, la sua aura era cambiata.
Tutti, nessuno escluso, lasciarono sorgare delle lacrime amare dai loro occhi. Tutti piansero per Sam.
"Cass, sei Dio?" chiese Dean guardandolo con le lacrime agli occhi.
"No, ma è stato lui a riportarmi in vita.." sussurrò accennando un sorriso.
Non seppero spiegare perchè, ma il suo volto riuscì ad infondere a tutti loro coraggio e forza.
"Vi porto a casa" aggiunse l'angelo sorridendo.
Il cimitero rimase così vuoto, non vi era più nessuno. Nessuna tomba su cui portare fiori, nessuna lapide a cui poter parlare.
L'Apocalisse era finita e, con essa, anche le loro vite.







Note dell'autrice:
Salve ragazzi, scusate l'ennesimo ritardo! Spero che il nuovo capitolo vi piaccia!
Ho deciso di concludere questa storia così, esattamente come si chiude la quinta stagione. Ho altre tantissime idee su come proseguire e continuerò a scrivere, ma voglio mettere un punto ad Heartbeat e continuare la storia di Sam, Dean, Katherine ed Hailey sotto un altro nome, quindi creerò una serie.
Ringrazio chi mi ha seguito in questi lunghi e tormentati 47 capitoli e chi ha preso a cuore la mia storia! Vi ringrazio tutti! 
Fatemi sapere cosa ne pensate della conclusione di Heartbeat! Alla prossima! :*

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