INCREDIBLE TRUTH

di Las Divinas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una chiamata sconvolgente ***
Capitolo 2: *** L'arrivo di papà ***
Capitolo 3: *** La morte dello zio ***



Capitolo 1
*** Una chiamata sconvolgente ***



Ehilà gente! Siamo le vostre Angels4ever e ciokina14...abbiamo scritto 1 long usando il nostro ingegno...il secondo cappy è già pronto...e arriverà quando avremmo tanti tanti tanti commenti! Tutto dipende da voi!!!!!!!!!!!!!


Un bacio le vostri Angels4ever e ciokina14 dal loro account in due...buona lettura!!!!



Una chiamata sconvolgente



Finalmente ci eravamo diplomati, metà del percorso vitale l'avevamo superato...ora ci mancava la metà più dura.

Io e mamma avevamo deciso di rimanere ad Albuquerque per l'estate, in albergo, e poi tornare in California a Settembre, insieme a Troy, all'inizio dei corsi.

Avevo ancora tutta un'estate per divertirmi con i miei super Wildcats! Tutti insieme...We're all in this togheter, ma di certo non al country club di Sharpay, non avrei retto ad un'altra estate come la precedente...

Tesoro?”mi chiamò mia madre, bussando alla porta della mia stanza, le avevamo separate, perché lei si era messa in testa che mi dovevo abituare a stare in solitudine come sarebbe ben presto successo al college.

Si?”dissi distogliendo lo sguardo dal libro che stavo leggendo distesa sul letto.

C'è una telefonata per te!”mi informò fredda porgendomi il suo cellulare.

Io rimasi a fissarlo per interminabili minuti, nessuno dei miei amici mi avrebbe mai chiamata al telefono di mamma...

Pronto?Chi è?”risposi.

Ehi! Piccola!” strabuzzai gli occhi ripensando a quella voce che mi era mancata...quanti anni erano che non lo sentivo...almeno cinque.

Papà!”urlai eccitata.

In persona...allora riconosci ancora la mia voce!”rise lui dall'altra parte!

Certo! Che domande! Papà mi manchi da morire!”esclamai torturandomi i capelli, con mia mamma davanti a me a braccia conserte.

Anche tu bambina mia...sei stata ammessa a Stanford brava!”arrossii, e per la prima volta mi sentii orgogliosa di me stessa “Piccola...non vedo l'ora di vedere la giovane donna che sei diventata!” disse con un tono affettuoso.

A tale affermazione rimasi di sasso “Cosa...ma...vuol dire...CHE VIENI A TROVARCI???” quasi urlai per l'agitazione, non potevo crederci.

Si tesoro! Tra due giorni! Passeremo l'estate insieme!” spiegò.

In un baleno mi ritrovai a saltare sul letto raggiante “Che bello! Papà, c'è un sacco di gente che devi conoscere!”

Tipo?”domandò curioso.

Bé...Taylor Kelsie e Martha, le mie migliori amiche, Chad, Zeke e Jason,e...bé...e Troy...” arrossii ancora di più...al pronunciare il nome della persona che mi aveva fatta sentire una vera donna.

Troy?”sentii il divertimento misto a gelosia nella sua voce, ci teneva proprio a mettermi in imbarazzo “E chi sarebbe?”

Anche mia madre alla fine si era sciolta in un sorriso, notando il mio nervosismo “Bé...Troy è...i-il mio...il mio ragazzo!”dissi tutto d'un fiato.

A...”commentò lui “Deve essere un ragazzo fantastico se è riuscito a conquistarti!”

Lo è papà, lo è...”dissi io con occhi sognanti, come spesso accadeva quando pensavo a lui.

Bé...tesoro...meglio che vado a finire di preparare le valigie...” annunciò con voce tetra...

Papà, ma stai bene? E' successo qualcosa?”

N-no...comunque vengo accompagnato...spero non ti dispiaccia.”

No no...tranquillo! Ciao papà...!” e riattaccai.

Ma in pochi secondi tutta la felicità provata inizialmente era scomparsa, avevo presagito nella sua voce che qualcosa non andasse, ma cosa? E se venisse con una possibile donna? Così si sarebbe definitivamente scordato di me...ed io sarei stata solo un dolce ricordo.

Che ha detto?”domandò mamma circospetta.

Che viene tra due giorni...accompagnato.”

Ehm...perfetto...”

Chinai il capo...con una brutta sensazione nell'aria, oppure stavo semplicemente diventando troppo pessimista.

Ehm...mamma, vado al campetto di basket, i ragazzi fanno un'amichevole...visto che dopo prenderanno strade diverse!” annunciai uscendo dalla stanza e dirigendomi al campetto, a diversi isolati di distanza al Hotel.

Una macchina accostò accanto a me, era Ryan Evans, sulla decappottabile rosa della sorella.
“Ehi Gab!”mi salutò.

Ciao...come mai qui?”salutai.

Vado al campetto, come te immagino...sali ti porto io!”propose, “Sharpay è già là!”

Accettai subito il passaggio, non avevo proprio voglia di camminare...

Una volta giunti vidi tutte le mie amiche sedute su delle panchine, per assistere meglio alla partita.

Kelsie mi corse incontro sorridendo.

Ehi Gabby, finalmente! La partita ancora non inizia! Troy non voleva giocare senza di te.”ghignò.

Sorrisi compiaciuta, mentre la mia amica intrecciava la sua mano con quella di Ryan.

Vidi dietro di loro Sharpay che come sempre era intenta a civettare con il mio e sottolineo MIO ragazzo.

Strinsi forte i pugni, ero diventata un po' gelosa, (anche se non lo davo a vedere), da quando avevo quasi permesso che quei due cantassero insieme Just wanna be with you provando insieme la scena del bacio, il solo pensiero mi uccideva.

Mi avvicinai a loro, comparendo dietro Troy e stringendolo forte, lui già sapevo chi fosse, e girandosi verso di me mi afferrò per la vita facendomi volteggiare in aria.

Ciao...”mi salutò baciandomi dolcemente sulle labbra...oddio come baciava bene! Quasi quasi ero tentata dal non staccarmi...ma poi Chad accanto a Taylor urlò “Ehi ragazzi! Non era questo lo spettacolo a cui volevamo assistere! Non cominciate!”

Troy rise dolcemente,imbarazzato,diventando color peperone. Io gli accarezzai lentamente una guancia, era così tenero quando arrossiva...poi corsi verso le mie amiche sedendomi al posto lasciato libero da Chad, ed i ragazzi poterono iniziare la loro santa partita.

Ehi! Ma che fine avevi fatto?”mi chiese Tay prendendomi sottobraccio.

Niente...ero stata trattenuta al telefono...ha chiamato mio padre...” risposi con un sorriso triste.

Davvero????”esclamarono Martha e Kelsie all'unisono, accanto a noi. “E che ha detto?”

Che viene a trovarmi tra due giorni...”

E non sei felice?”domandò Tay alzando un sopracciglio.

Si...ma...ad un certo punto mi è sembrato triste...e ha detto che sarebbe venuto accompagnato.”

Ahia...”intervenne Sharpay avvicinandosi a noi “...sento puzza di matrigna.”commentò maligna.

Taylor alzò gli occhi al cielo “Senti EVANS, ma tu positiva mai?”l'aggredì.

Basta...stop stop...”le feci smettere all'istante, anche se mi sorprese che io e Sharpay avessimo pensato la stessa cosa, la verità era che eravamo così diverse ma allo stesso tempo così uguali, con mio rammarico.

Bé...Tay...però potrebbe anche avere ragione...”ammisi.

Visto? Almeno ogni tanto Gabriella ragiona!”esclamò Sharpay felice.

Martha sospirò rassegnata “Evans! Ti ricordo che Gabriella ha superato tutta la scuola agli esami, in tutte le materie!”

Questi sono solo dettagli...”disse Sharpay sventolandosi una mano davanti con fare teatrale.

Per poco non scoppiai a ridere, sotto sotto adesso che era nel gruppo era quasi sopportabile, l'unica cosa che odiavo era che ci provava con Troy ogni volta che non c'ero...

Lo fissai in lontananza, vedendolo giocare con emozione e trasporto, e ogni tanto mi lanciava occhiate per assicurarsi che non me ne fossi andata...

Taylor improvvisamente sorrise “Sai...invitami quando presenterai Troy a tuo padre! Devo esserci!”

Scoppiai a ridere “Certo amica mia!” ma ad essere sincera ero un po' preoccupata...Mamma adorava Troy, ed era proprio per questo che mio padre l'avrebbe odiato.

Lui aveva odiato ogni ragazzo che mi si era avvicinato troppo, persino i bambini dell'asilo, ero la sua bambina, la sua scimmietta, un gioiello sacro sotto una campana di vetro...Ma sicuramente, vedendomi felice, avrebbe capito che Troy era speciale, che la nostra storia era diversa, movimentata, e che avevamo fatto di tutto, veramente di TUTTO per stare insieme...dovevo solo aspettare e assistere a ciò che sarebbe successo, sperando che Troy non scappasse da me a causa di papà, perché quell'uomo era veramente imprevedibile...

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Capitolo 2
*** L'arrivo di papà ***


Quando la partita si concluse decidemmo di andare tutti quanti a mangiare una pizza. Ovviamente io andai in macchina con Troy!

Stare con lui mi distraeva un po’ dal pensiero che presto avrei rivisto mio padre. Ma forse non era questo quello che mi preoccupava di più, bensì la consapevolezza che non fosse solo. Cercai di nascondere più che potevo il mio stato di ansia e il mio crescente bisogno di risposte, ma con Troy non ebbi affatto successo! Ci mise poco a capire che celavo qualcosa…

“Ti do dieci secondi per dirmi cosa ti passa per la testa tesoro!” sbottò all’improvviso abbassando il volume della radio accesa.

Sbuffai divertita. Ero contenta del fatto che capisse sempre esattamente il mio stato d’animo.

“Non ti sfugge niente eh?!” replicai sorridendo.

“Proprio no…” rispose dandomi un colpetto affettuoso sul naso.

“Il fatto è che…tra qualche ora mio padre atterra in aeroporto…” cominciai a dire.

Troy si accigliò per un secondo.

“E non sei contenta di rivederlo dopo tanto tempo?” mi domandò.

Scossi la testa esclamando “No…assolutamente! Non è questo!”.

“E allora…??” mi incitò a parlare.

Presi un bel respiro e glielo dissi: “Sono in ansia perché... perché mi ha detto…si insomma…che è in compagnia!”

“Beh Gabby, mi sembra…normale…dopo tanto tempo che non sta più con tua madre! E poi, anche la tua mamma convive con un uomo…hanno anche una figlia e non mi sembra che tu ci stia male!”

La bambina di cui Troy parlava era mia sorella Annie, figlia di mia madre e del suo compagno, Dylan. Era tanto dolce e carina la mia sorellina. Sei anni di bontà.

“E’ vero Troy! Io non sto male con Dylan adesso, ma all’inizio, quando ancora non aveva sposato mia madre, avevo un po’ di risentimenti e facevo un po’ di fatica ad accettare un altro uomo nella mia vita! Poi ci ho fatto l’abitudine, ma all’inizio è stato difficile…”

Nel frattempo, Troy era entrato nel parcheggio riservato ai clienti della pizzeria e aveva parcheggiato l’auto. Spense il motore e aspettò che finissi di parlare e di sfogarmi.

“Ma sta tranquillo, è solo il primo impatto con la cosa…sono certa che mi farò l’abitudine anche stavolta!” dissi con fermezza, ma solo apparente.

Troy si avvicinò di più a me e appoggiò le sua labbra sulle mie dolcemente, staccandole dopo un piccolo schiocco.

“Lo sai che qualunque cosa accada, io sarò sempre qui per te!” mi disse.

Adoravo quando faceva il romantico. Alle volte, infatti, mi capitava di chiamarlo “Don Giovanni”, perché alla fine era un soprannome che gli cascava a pennello.

“Sei la cosa più bella che mi sia capitata!” concluse.

A quel punto mi fece scoppiare; lo abbracciai e baciai di slancio, cercando di fargli capire quanto lo amassi. Accarezzava la mia lingua dolce e sensuale. Il modo in cui lui, Troy Bolton, mi baciava…era unico nel suo genere! Mi faceva arrivare tre metri sopra il cielo anche solo sfiorandomi con le sue labbra ovunque.

Ci staccammo sussultando spaventati quando sentimmo picchettare al finestrino alle mie spalle: ci ritrovammo davanti alla faccia disgustata di Chad.

Troy roteò gli occhi e abbassò il finestrino.

“Ma dico io, potreste evitare di fare certe cose in pubblico?! Fate passare la fame!” esclamò il migliore amico del mio ragazzo.

“Miseriaccia a te Danforth!! Sei sempre ovunque!” esclamai scendendo dall’auto.

Troy mi raggiunse e mi cinse le spalle in un abbraccio.

“Sentite tutti e due, stanno tutti dentro! Volete continuare a pomiciare nel vostro mondo oppure ci degnate della vostra presenza?!” ci domandò Chad con tono falsamente esasperato.

“Tu vai avanti!! Tra poco arriviamo!” rispose Troy.

Chad si avviò verso l’entrata della pizzeria agitando le braccia verso di noi. Il mio ragazzo approfittò della sua distrazione per abbracciarmi di più e baciarmi di nuovo.

“Dai Troy basta!” sussurrai contro le sue labbra divertita.

Ma lui tornava sempre all’attacco facendo incontrare le nostre lingue desiderose l’una dell’altra.

“Ma non ce ne potevamo stare per conto nostro stasera?” mi chiese facendo il suo solito faccino da cagnolino bastonato.

Gli diedi una pacca affettuosa sulla spalla.

“Ne abbiamo di occasioni! Adesso andiamoci a divertire con il gruppo Wildcats!” gli dissi, prendendolo per mano e trascinandolo all’interno del locale.

Raggiungemmo i nostri amici, già tutti seduti a tavola. Chad stava li a vantarsi per aver segnato il punto della vittoria qualche ora prima e avevano giocato solo un’amichevole!

“E che ci possiamo fare?! E’ l’orgogliosità in persona!” disse Ryan in nostra direzione.

Probabilmente si era accorto del modo in cui avevamo guardato il riccioluto: con comprensione e rassegnazione.

“Beh dai, fin quando ne avremo abbastanza ce lo sopportiamo!” scherzò Troy alzando volutamente il tono di voce.

Lasciai la sua mano, anche se un po’ controvoglia in quanto staccarmi da lui anche solo un attimo era un inferno, e mi diressi verso un posto accanto alle mie migliori amiche.

“Di che parlate?” domandai curiosa.

“Delle solite storie…anzi…della solita storia!” mi rispose Kelsie che aveva marcato e pronunciato le ultime parole guardando Taylor.

“Ancora alle prese con la questione ‘Io e Danforth siamo una coppia ufficiale ’?!” esclamai verso la mia migliore amica.

Ebbene si! Tra Taylor e Chad c’era….più di un’amicizia ecco!

“Oh Dio Gabby, sono…confusa al massimo!!! Perché è sempre tanto dolce e carino con me…teoricamente parlando siamo una coppia…” cominciò a dire Taylor...

“Ma lui non ti ha ancora chiesto di diventare la sua ragazza!” completammo io e Kelsie.

In quel momento pensai che era proprio il caso che Chad si desse una mossa con la mia amica, altrimenti i momenti di depressione in cui l’avrei dovuta consolare sarebbero aumentati.

Passarono un paio di minuti e tutti quanti ci ritrovammo con la cena sul piatto. Il cibo preferito dei Wildcats: pizza e coca cola!

Io personalmente non ero mai stata una gran mangiatrice di pizza, non arrivavo mai a mangiare più di tre tranci…a ingurgitare il resto ci pensava sempre Troy!

“Amore mio non sai che ti perdi…” mi disse addentando un pezzo della mia capricciosa.

“Lo so, ma non mi va tutta….è pesante!” mi giustificai.

In quell’istante il mio telefono vibrò…

Lo estrassi dalla tasca dei pantaloni riconoscendo il numero comparso sul display: quello di mia madre.

“Pronto mamma…c’è qualche problema?” domandai rispondendo.

“Ehm…in effetti si tesoro…ho un guasto alla macchina!” mi annunciò.

Mi abbandonai allo schienale della sedia portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Il mio ragazzo mi guardò cercando di capire qualcosa in più.

“E adesso chi lo va a prendere papà in aeroporto?” chiesi.

Ma sapevo già quale fosse la risposta!

“Non è che potreste andarci tu e Troy?? Così papà potrà conoscerlo…” mi disse.

Lo sapevo! Proprio come avevo previsto.

“Va bene mamma! Ci pensiamo noi!” la tranquillizzai.

“Però tesoro mio, fai presto! L’aereo atterra tra una ventina di minuti!” mi mise in guardia.

Sospirai rassegnata. Un’altra serata andata in fumo!

“Va bene! Andiamo subito…” promisi prima di riattaccare.

Troy mi guardava ancora accigliato, cercando di leggermi negli occhi la verità…che aveva ben capito!

“Non dirmi che…” cominciò a balbettare infatti.

“Amore mio…” dissi “…stai per conoscere mio padre!”

 

 

Il nervosismo in macchina era alle stelle! Sentivo le farfalle nello stomaco ed ero certa che non fosse la pizza. Nemmeno l’ascoltare musica dalla radio mi rilassò e cominciai a sudare per l’ansia.

Troy era più agitato di me e questo mi sollevava un pò. Non aveva mai conosciuto mio padre e quindi temeva di non piacergli.

Più ci avvicinavamo all’aeroporto più il mio cuore batteva all’impazzata e quando fummo davanti al terminal degli arrivi cominciai a tremare senza sosta.

“Gabby!” mi chiamò Troy intrecciando la sua mano con la mia.

Ero ancora seduta sul sedile dell’auto a fissare la gente che usciva dalla porta scorrevole. Ero nel panico e non potei negarlo!

“Amore tuo padre ci aspetta…” mi disse il mio ragazzo dolcemente.

Tornata alla realtà scesi dalla macchina e ripresa la mano di Troy entrai nell’enorme struttura davanti a me. C’era un mare di gente; chi andava a destra, chi a sinistra, chi correva dietro un bambino pestifero, chi aspettava il proprio bagaglio sperando che non fosse andato smarrito…

E in mezzo a quella mischia di persone, riconobbi lui, mio padre! Non era cambiato per niente, forse era solo dimagrito di qualche chilo e aveva sistemato il taglio di capelli, ma solo questo. Non esitavo ad avvicinarmi nemmeno di mezzo passo.

“Gabby dai su, fatti forza! Fai un bel respiro e vai…” cercò di tranquillizzarmi Troy.

Obbedii e annuii deglutendo. Il mio ragazzo notando comunque che ero in un certo senso “terrorizzata”, mi lasciò due piccoli bacetti a stampo prima di lasciarmi andare.

Mi avvicinai cauta e lenta e per un attimo immaginai che mio padre fosse una specie di vampiro succhia sangue venuto apposta a cercarmi! Mi diedi della stupida e della scema allo stesso tempo e subito dopo incrociai gli occhi di colui che mi aveva messo al mondo.

Mio padre mi sorrise dolce e io anche se ancora in uno stato di mezza incoscienza ricambiai. Fu lui a venirmi più vicino e ad abbracciarmi forte come da sempre faceva.

“Gabriella piccola mia! Quanto mi sei mancata!” esclamò felice.

E mi resi conto che lo ero anche io, non lo vedevo da tanto.

“Ciao papà!”   

“Santo Cielo, fatti guardare! Sei bellissima figlia mia!” si complimentò facendomi fare una giravolta.

“Ma se sono sempre la stessa!” gli dissi ridendo.

“Beh ti sbagli Gabby, sei diventata una ragazza splendida…”

Dette quelle parole mi abbracciò di nuovo stretta a se…ma forse era meglio non lo facesse! Appoggiato il mio mento sulla sua spalla i miei occhi caddero su tre figure di fronte a me: una donna e due ragazzina che potevano avere si e no 16 anni. Guardavano me e mio padre attente in attesa di qualcosa, di un cenno, di un segnale.

Quando mio padre mi lasciò andare mi permisi immediatamente di non pensare a chi potessero essere quelle persone, anche se avevo capito tutto, e feci volare il mio pensiero al mio ragazzo rimasto a qualche passo di distanza da noi.

“Papà, vorrei presentarti una persona!” esordii raggiungendo Troy e prendendolo per mano.

Mi avvicinai di nuovo a mio padre sussurrando prima a Troy di rilassarsi e stare tranquillo.

“Papà…” cominciai a dire quando gli fui completamente davanti “…ti presento il mio ragazzo! Troy!”

Era il momento della verità! Avremo mai avuto la benedizione del “padre di lei”?

La scena che si presentò davanti ai miei occhi fu mio padre che, avvicinatosi di più a Troy, lo guardava dall’alto in basso valutando la sua persona...e il mio ragazzo, quasi terrorizzato, che mi stringeva più forte la mano…

 

Secondo chappy postato! Che ne dite? Vi piace? Allora, tenevamo a sottolineare che scriveremo un chappy ciascuno! Il primo l’ha scritto Giulia e il secondo io (Elise). Quindi il prossimo sarà della mia Angels!!!

Commentate in tanti altrimenti niente 3 chappy!!xD

Baci a tutte!

Angels and Ciok! <3

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Capitolo 3
*** La morte dello zio ***


Continuavano a lanciarsi occhiate furtive, e questo non poté che farmi preoccupare ancora di più...

Ehm...è un piacere conoscerti...Troy!”lo salutò mio padre cercando di sembrare cordiale, lui mi strinse ancora di più la mano diventata sudaticcia, mantenendo uno sguardo fiero e composto “Anche per me...signore!”

Mi guardai in torno agitata, quando improvvisamente tre figure femminili si avvicinarono a MIO padre...alzai gli occhi al cielo...che avesse conosciuto una donna con figlie? Dovevo prepararmi ad avere delle sorellastre come Cenerentola.

Aguzzai di più la vista, mettendole a fuoco...e per poco non mi misi a saltellare allegramente.

Zia Karen!” esclamai allegramente, sentendo il cuore che batteva veloce.

Quanto tempo era passato dall'ultima volta che avevo visto i miei zii e le mie cugine? Diversi anni...ormai quasi impossibili da contare.

Insieme a lei c'erano le mie due cuginette gemelle di diciassette anni: Miley e Hannah...erano cresciute e diventate davvero molto carine, la prima aveva capelli castani che andavano via via a farsi più scuri, e occhi azzurri, come quelli di mia zia, e la seconda invece era bionda, identica alla sorella...entrambe avevano ispirazioni da star, desideravano diventare cantanti, ed erano così ambiziosi che chissà perché mi ricordavano tanto Sharpay...strano ma vero.

Miley, Hannah!”le salutai abbracciandole carica di profondo affetto.

Loro contraccambiarono la mia stretta...c'era qualcosa di diverso nei loro modi di fare...erano vestiti tutti di nero, al contrario di quanto ricordassi, i loro occhi erano tristi, e accennarono appena un sorriso.

Papà...ma che è successo?”domandai allarmante.

E-ecco...” tacque improvvisamente, la voce morta in gola.

Papà è morto...”mormorò Miley con gli occhi improvvisamente lucidi.

C-come?”esclamai confusa...zio Keith morto? Non era possibile...era il componente della mia famiglia che prediligevo in assoluto, forse anche più di mamma...per certi versi fu per me come un padre...e sapere che non c'era più spezzava il mio fragile e piccolo cuore.

Cominciai a tremare...e mi sentii anche tremendamente egoista, per me era un dolore immenso, ma di certo per la sua famiglia era ancora peggio...ed io non POTEVO versare lacrime per lui davanti a Miley e Hannah, tuttavia fu più forte di me.

Troy intervenne abbracciandomi forte, stringendomi al suo petto e accarezzandomi i boccoli neri.

Quando riuscirono a calmarmi mi asciugai le lacrime e dissi “Papà...noi siamo con un Pick-up, ehm...non credo ci entreremo tutti!”spiegai.

Tranquilla...io...ehm...devo andare a sbrigare delle cose...la zia viene con me! Tu porta solo le tue cugine!”esclamò sorridendomi.

Io annuii piano, e insieme a Miley e Hannah salimmo nel pick-up, grazie al cielo erano piccole e esili, così anche se un po' strette riuscimmo ad entrare.

Per tutto il viaggio parlammo di cose a cavolo, raccontandoci piccole novità, notai anche anche Hannah lanciare occhiate languide al mio ragazzo...ma forse ero solo io troppo gelosa.

Quando arrivammo mamma fu al settimo cielo di rivedere le sue nipoti preferite, le ingozzò di dolci e cibo allo sfinimento, e cappi che lei sapeva TUTTO e a me neanche una parola! Il mio zio prediletto, il mio padrino di battesimo, il mio migliore amico, confidente...era morto e a me NADA! Tutti lo sapevano...tranne io! Che bella famiglia!

Davanti a Miley e Hannah rimasi in silenzio, non potevo certo fare una sfuriata proprio con loro presenti!

Troy, rimani a cena da noi?”domandò mamma.

No...signora grazie...mi accompagni alla porta?”disse poi rivolto a me.

Certo!”risposi un po' titubante.

Uscimmo fuori all'aria aperta, io e lui soli “Grazie per essermi stato vicino..:”mormorai.

Di niente...io ci sarò finché tu deciderai di non volermi più!”commentò parandosi davanti a me e congiungendo le mani dietro alla mia schiena.

Bene...perché ti vorrò sempre, per sempre!”esclamai sorridendo dolcemente.

Lui ricambiò il sorriso, chinandosi su di me e sulle mie labbra, per poi baciarmi con intensità e passione...era dolce, tanto...e se fosse dipeso da me sarei rimasta appiccicata a lui come un cozza, o forse sarei andata anche oltre...



DAN SCOTT


Zio!”Sharpay mi saltò in braccio come una micia che ha bisogno di coccole e affetto.

Ehi micetta!”la salutai posandola a terra “Cominci ad essere pesante, non sei più una bambina.

Si..hai ragione!”

Eh sei anche diventata molto bella!”commentai, ed era la verità...

Lei sventolò le trecce bionde sorridendo smagliante “Si lo so zio! Al liceo tutti mi adoravano!”

Risi divertito “Già...allora presumo tu abbia un ragazzo!”

Sharpay arrossì appena, e di certo non l'avrebbe mai ammesso, per poi sventolarsi una mano davanti con fare teatrale “Tsk! No no...ho diversi pretendenti...ma uno più stupido dell'altro!”

Proprio in quel momento il mio terzo fratello, Richard, insieme a sua moglie Clara, ci raggiunse.

Ehi fratellone!”mi sorrise con affetto, abbracciandomi “Cosa ti porta qui?”

Chinai il capo “Keith...è...morto!”

Sharpay stridette “Zio Keith è MORTO?”sentendo l'urlo della sorella anche Ryan uscì dalla sua stanza dirigendosi verso di noi.

No...n-non è possibile!”

Tentai di sorridere, ma il cuore in gola batteva...

Già...ho portato...Karen e le gemelle dalla mia ex moglie!”feci una smorfia.

Oh...”Richard rimase stupito “Oh...da quant'è che non la vedo? Da quando vi siete sposati...a Forks giusto? Non sono neanche venuto da voi quand'è nata vostra figlia!

Bé...eri...troppo occupato! Tranquillo!”

Sharpay sorrise acida “Zio...ho una cugina e non me lo dici?”

Hai ragione piccola...non le ho parlato di voi in verità...ma potrete conoscerla domani a cena, se volete...c-così...vi spiego certe cose...”

Si! Sarebbe bello! Non vedo l'ora!”gorgogliò Clara.

Perfetto...”mormorai. Richard nonostante fosse mio fratello, non era stato presente nella mia vita come Keith...

Già...perché Keith si era dimostrato nei miei confronti una sorta di migliore amico...e per Gabriella un secondo padre, infatti forse amava mia figlia più delle sue...e adesso che non c'era più non sapevo come comportarmi con lei, non essendo stato un padre perfetto...dovevo riuscire a riconquistare la sua fiducia...


GABRIELLA


Erano in casa mia da due ore e già mi stavano facendo perdere la testa, si vedeva che del padre non glie ne importava più di tanto, soprattutto Hannah, in più non sopportavo le occhiate languide che lanciava a Troy, tanto che fui quasi felice quando se ne andò.

Ehm...ragazze...ho fatto una crostata...vi va?”gorgogliò mia madre, con Annie seduta al tavolo ammutolita.

Lasciai che la zia e le mie cuginette passarono dal salotto alla cucina,sedendosi intorno al tavolo.

Visto che non erano rimaste sedie libere, con facilità e disinvoltura spostai la mia sorellina dal suo posto, facendola sedere sulle mie ginocchia, lei mi sorrise amabile...

Non la sopporto Hannah!”mormorò al mio orecchio.

Sorrisi anche io “Pazienta piccola...stanno passando un momento particolare!”le mormorai per non farmi sentire.

Lei fece una smorfia “Sarà...ma deve moderare i toni!”

Risi sommessamente...non aveva tutti i torti.

Gabby...canti ancora nel coro della chiesa?”domandò Miley.

Ehm...no...da quando mi sono trasferita qui non più!”

Già...adesso Bri canta come solista! O i duetti...”rispose la mamma al mio posto, in tono di sfida.

Eh fai bene tesoro...hai una voce bellissima! Keith sarebbe stato fiero di te!”commentò mia zia, con lo sguardo triste e pallida in viso.

Arrossii sentendo gli occhi farsi lucidi...Keith era stato per me oltre che un amico, un padre, un confidente, uno zio...anche un insegnante di vita, che tra l'altro mi aveva imparato a suonare ogni singolo genere di strumento, perché deluderlo ora? La sua anima era andava avanti...percorrendo una strada diversa...ma i suoi ricordi e consigli non erano andati persi: impossibile cancellare qualcosa dalla mente se ormai l'avevo inciso nel cuore...

Mi sembrava ancora di sentirlo cantare...a Natale...con il suo pianoforte, chiedendomi di accompagnarlo...adesso quelle serate d'amore e divertimento non ci sarebbero più state, diventando solo un fioco ricordo.




Ehila...strano ma alla fine ce l'abbiamo fatta ad aggiornare...Ringraziamo: zaccina, jessikina03, zanessa 4ever, troyellafan, Miss Hudgens 1996 x i loro commentiiiii vi amiamoooooo...e sxiamo di riusci a posta prima qst volta...asd asd...ma nn promettiamo nnt!!!


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