Brok3n Mirror di elizadaemon (/viewuser.php?uid=76929)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Prefazione (Seconda Parte) ***
Capitolo 3: *** Capitolo Primo - Name ***
Capitolo 4: *** Capitolo Secondo - Our One ***
Capitolo 5: *** Capitolo Terzo - It's Gonna Be Okay ***
Capitolo 6: *** Capitolo Quarto - Dread ***
Capitolo 7: *** Capitolo Quinto - Nightmare ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sesto - Forsake ***
Capitolo 9: *** Capitolo Settimo - Hollow ***
Capitolo 10: *** Capitolo Ottavo - Back To Life ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
Brok3n Mirror
scritto da MaD KitteN
PREFAZIONE - PARTE PRIMA
Matt...
Matt...
Matt..
Matt... abbracciami.
Matt...
Matt...
Ti amo.
Buio.
Le tenembre mi avvolserò completamente, cancellando tutto, intorno a me.
Tutto, ..l'odore del sangue, la pozza rosso scuro ai miei piedi..
.. Matt.
Matt!
Una fulminea apparizione luminosa del tuo viso spiritato nel buio, fui quasi felice di poterlo vedere, un'ultima volta ancora, anche se per meno di un secondo.
Poi sprofondai completamente nell'oscurità, per sempre.
Ma c'era stato un motivo che mi aveva portato a farlo.
C'era un motivo per cui avevo rifiutato alla luce del sole.
C'era un motivo per cui avevo chiesto a te, Matt, di uccidermi.
E tu, da bravo cane, avevi portato a buon fine la richiesta.
Stupido di un cane.
Stupido imbecille innamorato di un cane..
Ovviamente ti avevo anche ordinato di non seguirmi, dopo.
E tu avevi annuito meccanicamente, con quegli occhi spiritati.. ma incapace di ribattere.
Chissà se mi avresti davvero ubbidito anche per questo..
Chissà se ti saresti tolto la vita per la tua smania di rincorrermi OVUNQUE, nel senso letterale del termine.
Chissà se, non appena il mio
cuore si fosse fermato, tutto il mio potere, tutta la mia persona
sarebbe svanita come neve al sole.
E tu avessi fatto di testa tua.
"Ormai sei morto, ora posso ubbidire solo ai miei ordini, imbecille!"
Un'altra idea che non avevo preso in considerazione, ovvio.
Troppo scosso dalla mia impulsività per ragionare.
Ma se io potevo accettare di morire, non avrei permesso che morissi anche tu, Matt.
No, non doveva finire così! Era quello che cercavo di evitare!
Mi dibattei cercando di ritornare a
galla, ma le tenebre mi avvolgevano, facendomi sprofondare ancora
più giù, mentre invocavo il tuo nome, Matt, ma le parole
mi morivano in gola..
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Capitolo 2 *** Prefazione (Seconda Parte) ***
Tutto è iniziato quando mi hai salvato dalle fiamme..
fiamme assassine avresti detto tu.. io avrei preferito miracolose.
Perché non mi hai lasciato morire lì, dove era giusto che fosse?
Ci saremmo risparmiati tutto questo rammarico.
Ma oramai è finita; giusto, Matt?
Matt, con quel -morboso- istinto che ti
obbliga a seguirmi ovunque vada. Non importa dove. Potrei camminare sul
fuoco e tu verresti con me. Potrei buttarmi in mezzo ad una sparatoria
e tu verresti con me.
Idiota. Sei solo un'idiota!
Se proprio devi fare il cane, se proprio devi sfogare questo istinto,
fallo con qualcuno che ti possa amare senza farti del male, che ti
protegga invece di mandarti davanti alla morte ad ogni piè
sospinto, sveglia! Se muoio è solo per la tua testa bacata che
ti ritrovi! Per il tuo modo di fare..., per i tuoi gesti, per i tuoi
sorrisi sghembi che mi regalavi anche quando eravamo nella merda fino
al collo, per i tuoi occhi blu che brillavano ogni volta che
incontravano i miei sotto quegli occhiali...
Mi spieghi come posso essermi innamorato di te? Di un cane?
E soprattutto, mi spieghi come cazzo ti sei innamorato di me?
Cosa trovi di affascinante in me?
Sai meglio di me che sono solo un pazzo con la mania del glucosio e pieno, stra pieno, di superbia.
Cosa hai trovato in me? Cosa??
Ma tutto questo non ha più nessuna importanza, ora.
Sto morendo.
Il tuo amante -che ti ostini a definire
indirettamente "padrone"- sta morendo.. Per lasciarti vivere, senza
trascinarti in altri pericoli inutili!
..Da te. Perché, cazzo, ti amo più di ogni altra cosa!
Morire per mano tua è una cosa così... così... .. fottutamente dolce.
Sai benissimo che morirò insoddisfatto. Fallito. Già.. ..ho fallito.
Non ho battuto Near. Non ho catturato Kira.
E non ci sarà nessun traguardo. Nessuno da aspettare.
Perché? Perché tutto questo?
Perché sono fottutamente innamorato di te!
Anche se avessi potuto catturare Kira e
farlo fuori con le mie mani, anche se avessi potuto superare Near in
tutti i campi, anche se L fosse stato ancora vivo... ma tu fossi morto,
... ... ..la mia vita non avrebbe comunque alcun senso! Tutto questo
non sarebbe altro che una tortura per me. Una tortura infinita e
terribile. Peggio delle fiamme, peggio della maschera di plastica fusa
con la mia pelle, peggio... decisamente peggio..!
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Ho dato dell'idiota e della testa bacata a Matt!!! Come ho osato??? *me si schiaffeggia*
Ciancio alle bande.. come vi sembra la prefazione? E' amazinga o horribile??
Spero di arrivare sana e salva (viva e intera) almeno fino al prossimo capitolo! xD xD
Vi vojo bene ^^
MaD KitteN
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Capitolo 3 *** Capitolo Primo - Name ***
Capitolo primo <Name>
«Tutto bene?», la mia voce era flebile, spezzata da qualche sentimento.
«Certo!
Tranquillo, Mello. Mi hanno solo preso di striscio», per quanto
tu ti sforzasti a sostenere il contrario, io sentivo il dolore che
tagliava la tua voce in punti strani.
Ti guardai torvo.
«Secondo me dovresti preoccuparti della macchina. Quei figli di puttana me l'hanno sfasciata!».
«Dio, Matt! Ti
preoccupi della macchina!?», chiesi quasi nervoso mentre ti
aiutavo a sedere su un divanetto in pelle.
«Tu non sai quanto l'ho pagata!!», mi dicesti in tono accusatore.
Ti liberai dalla stretta del mio braccio e mi mossi a passo rapido verso la cucina.
«Ahah, divertente, Matt. Davvero. O sarebbe meglio dire: quanto ti sei scervellato per riuscire a rubarla»
Tornai dopo pochi secondi con un kit medico per il pronto soccorso in una mano, e un pinza nell'altra.
Alla vista di
ciò, ti vidi sbiancare. O forse perché eri sull'orlo di
morire dissanguato? Il sangue colava dalla gamba in modo insistente e
non accennava a fermarsi. Altro che striscio! La
piccola pallina di ferro, piccola ma omicida, se ne stava lì,
sotto 3 centimetri di pelle, nel cuore della fonte del flusso di sangue.
«Co-co-cos..», dicesti, ma non finisti la frase. Ti avevo immobilizzato la gamba con un bastone e lo spago.
«COSA CAZZO STAI FACENDO!?» il tuo urlo mi perforò i timpani come un martello sbattuto brutalmente in testa.
«Zitto, porca puttana!! Così mi uccidi! Sii uomo per una buona volta, Mail!».
Mail.
Era da un bel po' che non ti chiamavo più con il tuo vero nome. Anzi, direi esattamente la seconda volta in tutta la tua vita.
Matt, soprannome normale per una persona normale. Ma quella situazione non era normale. Tutto non
era più normale. E dire che prima lo fosse stato era una
barzelletta bell'e buona. Ma ora, era peggio. Anche se era solo un nome,
un piccolo, banale nome - rivelato dopo tanto tempo -, stava ad
annunciare che di lì a poco le cose tra te e me sarebbero
cambiate. Tuttosarebbe cambiato. E non sarebbe mai più tornato come prima.
Tu non rispondesti. Ti limitasti a fissarmi con uno sguardo carico d'odio, rabbia, terrore..
Mi inginocchiai di
fronte la tua gamba danneggiata. Osservai per un quarto di secondo la
ferita.. poi fu tutto molto veloce. Con una garza tamponai il sangue
che usciva a fiumi e lo tenni premuto leggermente sotto la ferita.
Mossi la mano, con la pinza, verso il luccichio della luce, riflessa
sul piombo della pallottola conficcata nella carne. Con fare esperto
tolsi il corpo estraneo – lentamente -, facendo la maggiore attenzione
possibile.
Abbondanti lacrime
sgorgarono dal tuo viso, e se non fosse stato per essermi sentito le
gocce bagnarmi i capelli, non l'avrei mai saputo. Eri muto. Il viso
contorto dal dolore, strano. Prima non lo davi a vedere, nevvero?
Il mio commento
mentale non durò più di mezzo secondo. Presi un grande
batuffolo di cotone e ti disinfettai con cura la ferita. Gemesti, ma
non lo sentii. Me lo raccontasti giorni dopo.
Ti fasciai la ferita con altre garze e le strinsi un po'.
«Ora come va...?».
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NuuuuuuoooooOOO!!! Non ci credo! Ho scritto il primo capitolo della mia prima ff!
(*POSSIBILE CHE DEVI PENSARE SEMPRE A MORTE E SANGUE, E SANGUE E MORTE?? ><"*)
E' un momento così emozionante per me! *O*
Lo sarebbe ancora di più se qualcuno recensisse... ma va bene così.
La mia felicità, se fosse anche solo un po' più grande, mi farebbe venire mal di testa!
Spero solo che qualcuno legga e segua. (:
Vi voglio bene ^^
MaD KitteN
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Capitolo 4 *** Capitolo Secondo - Our One ***
Prima di dedicarvi il secondo capitolo, desidero ringraziare di cuore
Ritsuka96 (Grazieeeee! *O* Questo capitolo riponderà a parecchie domande, tranquilla ^^ ...forse),
_Metallica_
(Molto genitile *w*. Beh.. in realtà 'Broken Mirror'
sarà proprio un mega flashback che spiega come il rapporto tra
Matt e Mello può arrivare alla scena della prefazione. =( Sono
sadica, lo so. Se vuoi uccidermi, fa pure! >.<) e
Liby_Chan
(OMG! Davviru??? *-* *saltella come un grillo dalla soddisfazione*
Grazieeeee! Spero di non deludere nessuno con questo capitolo! ^^)
per le recensioni del primo capitolo.
Non mi dilungo troppo e vi lascio nelle capaci (?) mani di Mello e Matt. xD
P.S.: Questo capitolo non mi è venuto un gran che, ma spero che possiate apprezzare ugualmente ^^.
Besos
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Capitolo Secondo <Our One>
«Mi
sento uno stupido».
«Lo
sei».
«Lo
so».
«Non
dovresti fare quello che ti dico». «Non dovrei metterti in queste
situazioni».
Avevamo
parlato all'unisono, e con lo stesso freddo e triste tono.
Ci
guardammo negli occhi per un lungo, ma breve, agonizzante secondo.
Mi
alzai. Infondo -per ora- la gamba era apposto. Era fasciata e
immobilizzata, e le stampelle erano appoggiate appena un centimetro
più in là, al muro.
Non
volevo stare un secondo di più in quella stanza maledetta.
Uscii
dal salotto e mi diressi in camera mia... Mi correggo, ..nostra.
Lasciandoti
lì. Estereffatto, confuso e ancora dolorante sul divanetto nero.
Nero
come i miei vestiti, nero come il mio cuore e la mia anima, nero come
il mio umore, ora come ora.
Restai
per un bel po' di tempo dentro quella stanza a rimuginare, disteso
sul letto in una posizione contorta e il viso premuto sul cuscino.
«E'
stupido. Io sono stupido. Possibile che la mia vita sia piena
di... stupidità? Cioè... chi me l'ha fatto fare?».
Per
colpa mia avevi visto la morte in faccia e, solo per miracolo, in
quel momento te ne stavi convalescente sul mio divano. Mi correggo di
nuovo, ..nostro.
T'avevo
semplicemente ordinato di inscenare un'attentato all'edificio di
quella stupida di Takada, in modo da poter approfittare della
situazione per rapirla. Sarebbe stato un'ottima strategia per battere
Near, una volta per tutte!
Kira.
Smascherato
da Mello, finalmente il numero uno.
Near,
inevitabilmente il numero due.
Suonava
così bene, che non ci pensai nemmeno due volte. D'altra parte sarei
stato io, se mai qualcosa fosse andato storto, a rischiare la vita,
no? Tu saresti fuggito a tutta birra, dopo l'atto. Ed è quello che
hai fatto.
Ringraziando
la sfiga, però, che ti ronzava intorno peggio di una zanzara
accanita, t'eri trovato con ben due auto degli sbirri di
Takada, dietro al culo.
E
ben presto circondato da altre.
T'avrebbero
catturato, era ovvio. Ti avrebbero fatto un bordello di domande su di
me. Sui miei piani. Sulle mie prossime mosse.
Non
ti avrebbero fatto del male, non ci avrebbero guadagnato
nulla.
Ma
come al solito, a causa tua, mi sbagliavo.
Non
ti avrebbero mai risparmiato.
Non
sarebbero mai stati ragionevoli.
In
un periodo buio e corrotto dal potere di Kira, come quello, non era
così difficile da immaginare la loro reazione istintiva.
«Come
ho potuto non arrivarci prima? Come? Come? Dimmelo tu, ti
prego! La mia testa sta scoppiando!», pensai, ma l'unica risposta
che ebbi fu un fottuto rumore ovattato -e irritante- di una
canzoncina monofonica, provenire dalla stanza accanto. Non era
difficile capire che aggeggio lo stava producendo.
Alzai
un attimo il volto -quel poco per poter respirare- con l'ausilio
delle mia braccia, con fare interrogativo e..
«Matt!?
Ti sembra questo il momento di metterti a giocare!?», ti urlai dalla
camera.
«Sì»,
fu la tua secca risposta.
Nei
miei occhi si dipinse uno sguardo carico d'odio, diretto alla porta
socchiusa -che quasi la incenerì-, degno solo di un serial killer
assetato di sangue..e morte.
Ero
poi così tanto diverso, infondo, da un assassino? Uccidevo,
volente...o nolente.
Ma
era la seconda ipotesi a spaventarmi, più che la prima..
Infine
presi una decisione, e non avrebbe nuociuto a nessuno stavolta.
Distesi
i muscoli in modo innaturale, e mi allungai con tutto il corpo verso
il mio comodino -o qualcosa sulla sua superficie?- che si trovava a
pochi decimetri da me. Afferrai il rettangolo spesso avvolto dalla
carta stagnola.
Ruppi
nervosamente la pellicola che l'avvolgeva, possessiva -oh cristo! ero
diventato così ossessionato?- e ne spezzai avidamente un pezzo con i
denti.
Quel
rumore, brusco, inevitabile..
Mi
ricordava molto il mio cuore, che si frantumava brutalmente in mille
pezzi, sotto una pressione troppo vasta per poterla reggere. Mi
correggo ancora, ..nostro.
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Capitolo 5 *** Capitolo Terzo - It's Gonna Be Okay ***
Capitolo terzo <It’s Gonna Be Okay>
«Non ti
preoccupare».
«...».
«Ti seguirò
sempre».
«Non
capisci».
«…».
«E’ proprio
questo che mi preoccupa» .
Che idiota
sono stato. Non potevo starmene buono
buono in camera e lasciare che tu giocassi coi tuoi videogiochi? Macché...
Un minuto.
Il tempo per divorare l'ennesima barretta di cioccolata della giornata, e già
mi trovavo accanto a te.
«Come va la
gamba?», ti chiesi con un fil di voce
osservando la ferita medicata. I nostri corpi a troppo pochi millimetri di
distanza.
«L'hai
fasciata tre secondi fa, Mello!».
«Sì,
però..». Mi appoggiai coi gomiti sulle gambe e misi il viso tra le braccia.
In quella
posizione potevo facilmente passare per un disperato, a occhi sconosciuti.
«Cosa
pensi, Mello?», mi chiedesti dolcemente allungando un braccio come per cingermi
le spalle, ma lo ritirasti quasi subito.
Non
risposi. Restai a osservare le mie gambe strette dai pantaloni di pelle.
«Conosco
quella posizione. Ti conosco, Mello. C'è qualcosa che ti turba?»
«Qualcosa
che mi turba?? Sì, c'è qualcosa che mi turba», risposi senza muovere un
muscolo.
«Cosa?
Sempre che tu ne voglia parlare con me..».
Sembrava
davvero un cane quando si comportava così. Con me, poi! Ma era scemo, o cosa?
«...».
«Beh..?».
«Vado in
camera», dissi abbandonando la mia posizione da disperato e alzandomi
pesantemente dal divanetto.
«No!
Mello!! AAAH!!». Ti alzasti istintivamente dal divanetto per bloccare il mio
braccio nudo.
Grosso, grossissimo errore!
La tua
gamba era appena stata martoriata da uno sparo profondo, e l'urlo di dolore che
uscì inevitabilmente dalle tua labbra ne fu la prova più tangibile.
«NON TI
MUOVERE, IDIOTA!», ti gridai mentre ti eri aggrappato al mio collo e io ti
sorreggevo con le braccia.
Che situazione di merda.
Ti aiutai e
risederti sul divano e mi sedetti accanto a te.
«Ma
che...sei scemo??», ti chiesi notevolmente alterato.
«Scusami»,
rispondesti tu, ma non mi guardasti.
«...».
«…».
«...».
«Davvero..
io..».
«No,
scusami tu. Mi dispiace tanto», lottai per cacciare dentro le lacrime.
«...».
«...».
«Non fa
niente. Davvero. L'importante è che ora siamo ancora insieme, nonostante
tutto».
«POTEVI
MORIRE!», in quel momento non mi trattenni più.
Mascherai
tutto il mio dolore, la mia sofferenza con rabbia.
«Lo so,
ma...».
«Potevi
morire...».
«non è
successo».
Senza
preavviso ti buttai le braccia al collo e ti abbracciai più forte che potevo. Eri
vivo. Eri vivo? Col passare del tempo la tua spalla iniziò a bagnarsi di
piccole gocce..
«Non
piangere» mi dicesti, pieno di sconforto.
Quelle
parole erano così tristi dette dalla tua squillante voce. Fecero l'effetto
contrario. I miei singhiozzi si fecero più rapidi e irregolari.
«Shh...
shh... andrà tutto bene», dicesti con la tua solita tenerezza e la vocina da
bambino.
Io mi
tenevo stretto, con il viso appoggiato sulla tua spalla. Mi sentivo protetto...
amato.
Me lo
meritavo davvero? Meritavo davvero un ragazzo come Matt?
La risposta
non tardò ad arrivare... e fu un colpo al cuore.
«Non ti
preoccupare».
«...».
«Ti seguirò
sempre. Non sarai mai solo».
Ignorai
l'ultima frase, anzi, quasi non la sentii. Troppo scosso dalla prima.
«E’ proprio
questo che mi preoccupa».
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Ringrazio:
> chi ha commentato il capitolo secondo, ovvero la mia carissima shorina *-* (ti ho mai chiamata shorina? xD),
> chi ha aggiunto questa storia ai preferiti, e
> chi l'ha aggiunta alle seguite (ma non è la stessa cosa? xDD).
Su,su ora mi dileguo e arrivederci al prossimo chappy! *w*
Recensite, mi raccomando! (: *attenzione: è una minaccia*
Bazini :*
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Capitolo 6 *** Capitolo Quarto - Dread ***
Capitolo quarto <Dread>
-C’è qualcosa che devi dirmi?-
-…-
Le tue parole ansiose arrivavano nella stanza ovattate dallo spessore
della porta in legno, ma forti e precise.
Eri a un passo dalla porta. Chiusa a chiave dall’interno, ovviamente. Ti
eri alzato, di nuovo?
-Mello!-
-Che vuoi?- chiesi senza troppo entusiasmo.
-C’è qualcosa che devi dirmi?-
Ora non si può nemmeno riflettere in pace nella propria stanza? Non
risposi.
-Mi stai ascoltando??-
Oh, che due palle..!!
-Devi sempre stare tra le palle, tu? Altrimenti non sei contento—
Com’ero stato insensibile! Non rispose. Ti avevo ferito.
Sentii il tichettio forte e lento delle stampelle che toccavano
ritmicamente sul pavimento piastrellato, fuori dalla camera.
Te ne stavi andando. Senza
rispondere alla mia domanda. Era retorica, ovviamente. Ma… avrei preferito che
continuassi a parlare..
Il mio Matt, così dolce e fragile. Non meritavi una persona così
meschina e arrogante, come me.
Non eri tu che se ne doveva andare in quel modo.
Dovevo andare. Io dovevo andarmene!
Aprii con forza ma con poca determinazione l’armadio che si trovava a
pochi passi da me, tra il letto a due piazze, su cui avevo dormito con te
chissà quante notti, e il comò.
Presi una pelliccia nera e tenendola tra le braccia, uscii dalla stanza
senza tanti timori.
Ma quello che mi si presentò davanti, appena varcata la porta, mi fermò
il cuore.
Colpo.
Un colpo tremendo.
Dov’eri, Matt??
Matt!!!
-Matt!!! MATT!!! Dove sei?!?!- la voce veniva fuori spezzata, urlata,
disperata. Il cuore a mille. Il sudore freddo scivolava inerte sulla pelle
liscia del mio viso. Gli occhi spalancati, in uno sguardo di paura, terrore.
Misi a soqquadro la casa chissà quante volte, ma di te non c’era
nemmeno l’ombra.
La porta d’entrata cigolava ad ogni minimo movimento di vento
proveniente dall’esterno. Era aperta.
Cosa hai fatto, Matt?
Cosa avevo fatto???
Presi una revolver dal terzo cassetto di un mobile accanto al divano,
dove pochi minuti prima Matt giocava con i suoi amati videogiochi. Al ricordo l’adrenalina
raddoppio facendomi perdere abbondante lucidità.
Misi la piccola, ma fatale arma dentro la pelliccia, che mi ero da poco
messo addosso. Corsi come un dannato fuori dalla casa, sbattendo con forza la
porta che mi lasciavo appresso.
Dio, Matt!! Cazzo fai?? Ti sembra
questo il momento di fare bravate??
Infondo non potevi essere andato molto lontano nella situazione in cui ti
trovavi.
Uscii di fretta. Mi ritrovai faccia a faccia con la stretta via
malandata, in cui si trovava il nostro appartamento.
Svoltando a sinistra ci si ritrovava davanti ad un altro grande
appartamento. Era un vicolo cieco. Perciò corsi veloce fuori dalla via, girando
a destra.
Molte auto viaggiavano avanti e indietro sulla strada principale.
Dove doveva andare?
Dov’eri andato, Matt?
Non c’ero tempo per tante domande, dovevo seguire l’istinto e sperare
di trovarti.
Ma il mio istinto non sempre era la risposta migliore.
Svoltai a destra. Non c’era tempo per aspettare che le auto, per pietà,
si fermassero e mi lasciassero passare.
Corsi, corsi, corsi.. respiravo a stento, il cuore sembrava stesse per
cedere da un momento all’altro. Ma l’adrenalina non dava segnali di calmarsi.
Solo dopo ben 5 minuti di corsa senza sosta, compresi che avevo
sbagliato strada.
Hai le stampelle, cazzo! Di
certo non potevi andare così lontano!
Raccolsi quelle che potevano passare per le mie ultime forze e tornai
indietro.
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Bravo Maaaaatttttt!!! Scappaaaaaaa da quel pazzo schizofrenicoooo!! xDD
ochei ochei non lasciamoci trasportare dall'entusiasmo e passiamo subito ai ringraziamenti
...prima di sparare troppe cazzate u.u
Serenetx: *_______________*
WindOfTheNight: Sono dolzissimi, non è vero??? *w*
Certo che è vero!! *ç*
(te l'ha appena detto, ma sei idiota? -_-" ndMe)
Grazie cara!! ^w^
Ritsuka96: Ma quale cazzata!!! *wwwww* Io mi sciolgo così mentre scrivo, pensa te xDD
Pure la lacrimuccia?? *O* *me saltella come un grillo dalla felicità*
Grazissime!! *ç*
Oo_Nady_crAzY_gIrL_oO: Vorresti dire che se non ti minacciavo non recensivi??? çOç
Mattuccio caro è dolzissimo *_________________*
Grazie tesò *w*
"Se me lo dici minacciandomi... allora aggiorno" xDD
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Capitolo 7 *** Capitolo Quinto - Nightmare ***
Capitolo Quinto <Nightmare>
Sangue ovunque. Sul corpo.
A terra. Una pozza sotto il tuo torace a contatto con l’asfalto freddo. Goccie
che ti circondavano come fossero state lame affilate, pronte ad infilzarti e ad
ucciderti quando ne fosse stato dato l’ordine.
Il destino non era dalla
mia parte. Il destino… non vuole la nostra felicità, ora lo so.
Ma ricordo bene cosa
pensai in quel momento, e non certamente concetti filosofici o melodrammatici.
Ero terrorizzato!
Non ci credevo. La testa
iniziò a girare. Tutto si fece sfocato, le forze parvero volermi abbandonare
velocemente. Non sentivo più il mio corpo, e ormai i miei occhi vedevano solo
macchie rosse e grigie, informi, danzare. Una danza di morte.
Notai con stupore che,
rapidamente, la strada veniva verso di
me. Magia? Stavo sognando, dunque? Mi sarei svegliato, e tutto sarebbe finito?
***
Sì. Come ogni volta. Urlavo in preda agli
incubi nel cuore della notte. Ti avrei trovato di fianco a me, ad accarezzare
quei capelli biondi d'angelo. Rassicurandomi, consolandomi.
“Tranquillo, Mello. È solo un sogno. Non avere
paura. Ci sono io, qui, a proteggerti. Nessuno ti farà del male. Nessuno! Non
lo permetterei mai, lo sai. Quindi, devi smetterla di fare incubi”.
Lo dici, sempre. Come se
fosse possibile…
Ma tu… tu, Matt! Tu sei in
pericolo, in costante pericolo, da quando sei con me. I miei incubi non riguardano me, non
riguardano il mio dolore fisico! Quello lo posso sopportare con un sorriso
sulle labbra.
Ma il mio tremendo,
insopportabile, dolore se ti succedesse qualcosa! A causa mia!
E in un determinato
giorno, in una determinata ora del nostro passato, ti ritrovai su quella
stradina. A terra. Pieno si sangue. E non mi importava chi, cosa o come. Nulla
in quel momento mi importava o aveva senso. Se ti avessi perso mi sarei
suicidato. Nel primo modo che mi fosse venuto in mente. Perché sei tu la mia
vita, Matt. Solo tu! Se muori… muoio anch’io!
Quindi, è meglio che io
sparisca dalla tua casa, e dalla tua vita. Una volta per tutte. E se,
semplicemente andandomene di casa, non basta, se tu non mi dai altra scielta,
questo è l’ultimo favore che ti chiedo. Quello che tu, come al solito,
fraintenderai per un ordine.
Uccidimi.
***
In quel momento le gambe
mi bruciarono e facevano male. Terribilmente. No. Non stavo sognando, e quello non era un semplice incubo. Ad ogni passo, verso il tuo dolce
corpo insanguinato e privo di coscienza.
Ogni cellula del mio corpo
supplicava di accasciarsi, di lasciarsi andare al fato. La mente non rispondeva
ormai più. Si era arresa un secondo prima del corpo.
Ero finito.
Era finita.
No! No! No! No! No!
C’eri tu, Matt, lì!
Non importava se avevo
fatto cinque chilometri a piedi, in una corsa dannata. Non importava se avevo
visto la mia ragione di vita distesa al suolo, piena di sangue. Non potevo
svenire! No! Non lo potevo permettere!
Infatti, quel giorno… fu
uno dei tanti in cui ti trovasti la morte in faccia, ma in cui… non moristi. Ti
salvai, ancora una volta, da morte certa.
Ma due cose mi sfiorarono
la mente come lame:
Le guardie di Takada ci
stavano ancora cercando. E avrebbero sparato senza rimpianti o ripensamenti,
anche alle nostre ombre, se solo le avessero viste.
E, soprattutto, il
pensiero che mi segnò la vita fu, che stare con me, ti portava davanti alla
morte. Sempre!
Sempre!
No, non poteva andare avanti
così. Dovevo fare qualcosa. Ma, allora, l’idea che ora mi ha portato nell’attuale
situazione, non era ancora nata.. nella mia mente.
Così, un giorno, pensando
che bastasse, presi baracca e burattini
e una revolver nera e lucida, e me ne andai. Ripetendo a me stesso che non
sarei mai più tornato, portandoti solo guai.
Che illuso sono stato…
Vero, Matt?
----------------------------------------------------
Okay... sono stata troppo melodrammatica, vero? xD
E
vabbé, su... che ci volete fare... nella mia mente pullula morte
e sangue, sangue e morte! Come avrete capito... u_ù
(dovrebbe essere il mio motto! Già... ok. Da questo momento il mio motto sarà "sangue e morte, e morte e sangue"!
Muhahahaha xDDD
Okay... basta u.u
Passiamo ai ringraziamenti:
Ritsuka96: oddio noooo... non disperare! Hai visto? L'ha trovato! *w* Beh.. non nelle condizioni che avresti preferito...
ma l'ha trovato!!! *w*
Non sono bastarda u_ù ... sono perfida!!! *risata maligna*
Serenetx: ma ciau, shory. u.u So che sei in vacanza, cosa credi? (SOT xD)
Ti devi preoccupare, ohssì...
Matt e Mello nelle mie mani non hanno vita facile (soprattutto col
nuovo motto che c'ho *oh yeah* x°D)
Ma grazie per i complimenti u_ù
WindOfTheNight: L'ha ritrovato! Yeeeee!!! (mezzo morto, ma chissene!) xDDD
Ansia è il mio secondo nome u_ù xD
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Capitolo 8 *** Capitolo Sesto - Forsake ***
Capitolo Sesto <Forsake>
«Cazzo,
Mello!», imprecasti.
«Pensi
davvero che sia colpa tua?», ti domandai, senza tradire emozioni, quasi volessi
sfidarti a rispondere.
Mi orbitasti
intorno, Matt, come un satellite sul suo pianeta, o come un pianeta sul suo
Sole.
O come un
cane sul suo padrone.
Io, senza
rivolgerti uno sguardo, costrinsi l’ultimo indumento ad entrare in una piccola
valigia, appoggiata sul tavolino accanto al divanetto.
«Smettila di
scappare, smettila!», ora il tuo tono preannunciava un’imminente crisi
isterica.
«Non posso
smettere qualcosa che non ho mai fatto, Matt», mentii.
Avevo passato
la vita a scappare, da tutto e tutti. Anche se ripetevo a me stesso che,
semplicemente, mi ribellavo… o ‘era meglio così’.
Il tuo
sguardo in quel momento era perso nel vuoto, gli occhi troppo poco sgranati di
quanto mi aspettassi.
Forse non
avevi compreso bene la situazione, o forse… non la accettavi ancora.
«Mi
dispiace, Matt…», dissi, ora sconfortato.
«E perché te
ne vai, allora?», mi chiedesti disperato.
Non avevi
capito.
«di averti
fatto soffrire».
Mi guardasti
negli occhi, con le ginocchia a terra. Il viso leggermente inclinato verso il
basso e le braccia morte. In segno di disperazione, quasi di idolatria. Ma non
mi fermasti… perché?
Me lo
domando ancora adesso, ad un passo dalla morte… perché non mi hai fermato? Mi
amavi, giusto? Che razza di amante sei, se non fermi la persona che ami mentre
se ne va dalla tua vita?
Sei
infantile, egoista e capriccioso. Ma così strano…
«Non accadrà
mai più, vedrai».
Restai
immobile, sulla soglia. Il corpo verso l’uscita e il viso leggermente sporto
verso di te, un’occhiata fugace. Ora fissavi il pavimento a testa bassa, nella
stessa assurda posizione di poco prima.
Un secondo,
due secondi, tre secondi… immobili, come statue.
Senza alcun
rumore, senza alcun suono oltre il battito lento dei nostri cuori che fra di li
a poco non si sarebbero mai più incontrati, e non avrebbero più battuto
all’unisono, com’erano abituati a fare da tanti, troppi anni.
«Sì, lo so.
Perché se te ne andrai, io morirò!», mi supplicasti.
No.
Non morirai, Matt.
Eri forte, e
lo sei tutt’ora.
Pochi
giorni, e ti saresti ripreso. Lo sapevo.
Se non lo
avessi saputo, non me ne sarei andato così.
Ma avevo
paura, Matt.
Paura di non
sapere cosa avresti fatto la mattina, durante il giorno…
Paura di non
sapere cosa avresti pensato prima di addormentarti… o durante un pianto…
Avevo paura
di perderti..
Che follia!
Ero io che ti stavo lasciando, per il tuo
bene, certo… ma ero io che me ne stavo andando!
Che assurda,
comica follia!
«Non mi
lasciare, Mello..!!».
Perché
continuavi a ripeterlo? Perché ti ostinavi a non capire??
Quanto avrei
voluto girarmi subito e cancellare quei pochi metri che ci separavano!
Quanto avrei
voluto abbracciarti forte come facevi tu, quando ero io a piangere!
Quanto avrei
voluto dirti: “No! Matt, non me vado. Sono qui, vedi?”.
Ma sarei
stato troppo egoista.
«Matt», il
tono pacato, con un velo finissimo di disperazione.
«…»
Una lacrima.
«per favore».
«Cosa vuoi
ancora??».
«non morire».
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Buuuuuuuuuuuu!!!
Basta, basta.. tutta questa tristezza si sta intensificando sempre di piùùù!!
Vergognati,
Elisa! *si piacchia da sola*
Mellooo…
torna da Matt çOç
Chissene se
lo fai morire!!! Ma torna da Maaaatt!! çOç
E dopo
questo breve sclero dialogo con me stessa passiamo ai ringraziamenti u.u
Mello: Sai
che ti odio alla pari di Near, vero?
Io: Ma non
dire balle! u_ù (tono impassibile) Perché dovresti, poi?? o.O
Mello:
Perché?? E me lo domandi pure?? Sai benissimo che non mollerei MAI
Matt!! Non l’ho fatto né nel manga, né nell’anime! Figurati su una fan fiction!
Io: Ohi
ohi.. calma, bello! Anche troppo che non ti ho fatto morire per colpa di
Takada! Tsk..
Mello: Io mi
domando se si può essere più scemi…
Io: Si, si bravo..
Ma vai a mangiare la tua cioccolata, va!
Mello: *faccia
indescrivibile (= faccia da Mello)*
Io:
*terrorizzata* Ooooochei.. credo sia ora
che mi dilegua… byyyyyyyeeeee *scappa via*
Bene…
dov’ero? Ah sì… ai ringraziamenti u_ù (………che c’è……..?? o.O)
ILoveMyself: *si commuove* Nuuuooooo!!
Così mi fai piangere! ç_ç Davvero ti
piace il mio stile tragidrammaticosanguinolento? Ma è bellissimo!!! *O* Grazie
tantissime, caVa! L’ho aggiornata il prima possibile, contenta? *w* Su su… che
manca poco per arrivare alla prefazione! *O*
Mooolto,
moooolto poco… *risata maligna*
Ritsuka96: Ma nuooo! Non mi dire così
çOç
Si sa che le
storie che iniziano male, finiscono peggio bene! *w* Vedrai che presto tutto
andrà a puttane benissimo!!! ^O^
Ringrazio
anche chi ha aggiunto questa fanfic alle preferite e alle seguite. *.*
Un bazino a
tutti e arrivederci al prossimo chappy! *manda bacini*
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Capitolo 9 *** Capitolo Settimo - Hollow ***
Capitolo
Settimo <Hollow>
«Manca poco…
me lo sento…».
Oh.. Matt, pensai.
Era inutile
trattenermi o resistere a qualsiasi pensiero su di te.
Cosa stavi
facendo, ora? Senza di me-
Non potevo
continuare così..
«Matt,
lasciami un segno!», pregai sottovoce guardando il cielo sopra di me. Solo
delle nuvole grigie e tetre facevano da cornice al mio stato d’animo.
Plic.
«Piove?»
Plic…. Plic.
«Pioviggina.»
Tre gocce d’acqua
salmastra mi scivolarono sul viso ed io esitai ad abbassarlo…
«E’ meglio che
mi trova presto un riparo se non voglio morire fulminato questa notte».
O lo volevo?
Beh.. la morte non è che mi facesse così tanta paura. Anzi.
Ma la mia vita
esisteva solo grazie a Matt.
Non potevo
rovinarla. Non potevo rovinare ciò che lui aveva salvato.
Mi aggirai per
delle piccole stradine, buie, umide, silenziose e senza anima viva.
Perfette per il mio stato d’animo,
notai.
Solo due
edifici molto alti facevano compagnia alla mia solitudine e rendevano ancora
più oscura la via.
In lontananza…
circa alla fine della carreggiata, fui consapevole dell’esistenza di un parco,
ovviamente privo di persone.
«Beh, almeno
ho la certezza che nessun’altro è pazzo come me… è una soddisfazione!», dissi al
vento che si faceva sempre più forte.
Ora la pioggia
si faceva più fitta e pesante.
Il tessuto
esterno dell’enorme borsa che mi portavo appresso si stava lentamente
inzuppando.
«Oh, merda!».
Alzai lo
sguardo dal borsone verso l’orizzonte e non appena fui sicuro della direzione,
corsi rapidamente verso di essa.
Quando mi
fermai ero davanti ad una panchina di legno, stracolma di scritte di vario tipo
e graffi profondi. Ma non aveva alcuna importanza in quel momento.
Appoggiai il
grande zaino e lo aprii, cercando due impermeabili. Uno lo misi sopra lo zaino
una volta chiuso, e il secondo lo usai come pseudo-coperta.
Disteso sulla
panchina, ovviamente troppo scomoda, guardai il cielo grigio scuro. Cupo.
Nonostante la situazione disperata, non
capii perché, proprio in quella nuvola, a tre passi dal sole oscurato, potei
scorgere, nei suoi perfetti lineamenti, il tuo viso.
Innanzitutto
vorrei scusarmi per il ritardissimo del
capitolo, ma so che non ci sono scusanti!
Spero
solo che possiate chiudere un occhio per questa volta e che mi sia potuta riscattare
con questo capitolo.
Ed
ora passiamo ai ringraziamenti ^-^
WindOfTheNight:
Oddio!!! TT_TT *piange
insieme a lei* Essendo uscita dalla depressione (che mi ha “ispirato” dal primo
capitolo a questa parte per questa fanfic), questa storia sarà, col passare del
tempo, sempre meno “deprimente” (almeno spero… XD). Spero che ti faccia
piacere! *-* E grazie come sempre per i complimenti! ^-^ E ricorda che
riflettere troppo fa male u.u
Ritsuka96: Ho qualche dubbio sul fatto che tu mi odia!
O_O A parte gli scherzi.. ho deciso di trattarli bene da ora in poi. u.u (Ricordo
che ‘bene’ è una parola relativa in questo caso u.u). Lo coltiveranno, lo coltiveranno,
tranquilla! u_ù Oh no.. un’altra persona sulla coscienza!! O_O Ma si.. siamo a
30, facciamo 31! XD
ILoveMyself: Waaaa!! Sei in Croazia? *rimane a bocca
aperta* Beata te! =.= (anche se credo che oramai sarai tornata a casa XD) io le
vacanze me le sono potute scordare! Eh.. vabbè. Passiamo al “grazissime!!!” u.u
Ebbene… GRAZISSIME!!! *O* *corre via*
*torna cinque minuti dopo con un rotolo di scottex e sbava insieme a lei*
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Capitolo 10 *** Capitolo Ottavo - Back To Life ***
altrapagmattxmello
Capitolo Ottavo <Back To Life>
Quattro
mesi dopo.
Nella piccola ma accogliente dimora di Matt, il
profumo di Mello impregnava tutti gli oggetti, i mobili, perfino i muri.
Era una mattina stranamente soleggiata e Matt, comodamente
stravaccato sul divano, vestito solamente dei pantaloni del pigiama, fumava la
solita cicca mattutina.
Un raggio brillante di luce entrò timido dalla
finestra, penetrando le tende trasparenti e strisciando sul pavimento di
piastrelle color panna. Raggiunse il divanetto e risalì quest’ultimo, fino a
sfiorare la morbida pelle del ragazzo rosso.
La luce si rifletteva perfettamente nel chiarore
della sua spalla, risalendo per il collo piacevolmente muscoloso, fino ad
arrivare ai suoi occhi verde smeraldo.
Matt, d’istinto si portò una mano agli occhi,
difendendosi da quell’accecante fascio di luce.
Si alzò, mettendosi in posizione seduta, aiutandosi
con l’altra mano, che lasciò andare, per un momento, la sua amata PSP.
“Quanta luce…”, notò Matt, portandosi nuovamente le
dita davanti agli occhi, come per filtrare un po’ di bagliore.
Abbandonò i teneri cuscini del divano e iniziò a
zampettare verso la finestra da cui provenivano i raggi solari che l’avevano
sorpreso.
Si trovò col naso a meno di un centimetro dalla
tenda che svolazzava delicatamente mossa dagli sbuffi del vento, quando notò
una sagoma nera fuori dalla finestra, in mezzo alla viuzza usurata.
Non
era possibile.
Era lui. Già, lui.
Non poteva essere possibile, in nessun modo.
Solo l’azione del riconoscerlo era una sconfitta,
per Matt.
I minuti, le ore, i giorni.. I mesi passati solo. Privato
di tutto e abbandonato a se stesso. Per lui era irrealizzabile superarli. E
così doveva andare. Così stava andando.
La depressione lo aveva consumato, il cuore gli era
stato portato via, come ogni emozione positiva.
La
gioia, cos’era? Solo un lontano ricordo sfuocato. Non se
lo ricordava più. E così aveva passato i quattro mesi che lo separavano da lui.
Da Mello.
Ma in quel momento era lì, in piedi, affaccendato a
spostare una tenda per coprire un raggio di sole che l’aveva quasi accecato.
Questa piccola cosa, come tutte le altre piccole cose e azioni, insieme lo
avevano riportato alla vita.
Aveva perso tutto ciò che aveva, ma ciò che era,
era rimasto intatto durante i mesi di solitudine e lacrime.
Aveva superato tutto grazie a se stesso. Era tornato
alla vita.
E questo aveva reso Matt, diverso. Nuovo. Forte.
In quell’istante della sua vita, lui non poteva ripresentarsi a casa. Non
poteva.
Mello era sparito dalla sua mente così
difficilmente, Matt si era ripreso il suo cuore.. e lui non poteva distruggere tutto
questo.
Le nuvole coprirono il sole abbagliante e il
chiarore lentamente svanì.
Matt non si rese conto che, pensando, la sagoma nera
– che aveva riconosciuto come il suo ex-amante – era sparita.
«Oh no!», gridò. «Mello…».
Dlin
dlon.
Gli occhi di Matt si spalancarono e il cuore iniziò
a battere sempre più veloce e forte. Picchiando sulla cassa toracica. Sembrava
che volesse uscirgli dal petto.
“Vai ad aprire”,
gli dettava la sua parte razionale. Ma il suo cuore si era pietrificato di
nuovo. Proprio come l’ultima volta. Quanto era passato da allora? Tanto. Decisamente.
Ma quell’emozione così forte, capace di scioccarlo,
gli fece ricordare quella sera di quattro mesi fa, quando Mello aveva preso
baracca e burattini e se n’era andato per sempre sotto gli occhi del povero
Matt.
Dlin
dlon.
Altra fitta al cuore, ancora più forte delle
precedenti.
La vita aveva continuato il suo corso, il mondo era
andato avanti e non aveva aspettato che Matt si riprendesse dalla ferita al
cuore.
Poteva sembrare egoista, visto dagli di occhi di
lui. Ma non era così. Tutto ciò lo spingeva semplicemente ad andare avanti
anche lui. Con o senza Mello. Con o senza amore. E solo con le proprie forze.
Fece un lungo sospiro, si stiracchiò i muscoli e
andò ad aprire quella porta, carico di rabbia repressa. L’angoscia l’aveva già
superata da sé.
Mancava davvero poco e avrebbe menato quell’individuo
tutto nero finché non si fosse completamente svuotato dell’odio che aveva nel cuore.
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Fine.
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