Via la luce

di giuggiola95p
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO I
 

Le cose tra Emma e Regina andavano progressivamente meglio, adesso riuscivano a stare in una stanza ampia insieme senza strozzarsi o farsi la guerra. Henry era finalmente considerato figlio di entrambe e si stava creando una sorta di sintonia tra le due che cercavano di negare quando qualcuno glielo faceva notare. Non potevano accettare  che davvero qualcosa era cambiato tra di loro, ma il problema principale non era quello. Il problema riguardava una cosa ancora più complessa... il fatto di dover passare del tempo insieme, per parlare di Henry, per le cene di famiglia e in molte altre occasioni aveva fatto riflettere entrambe su quella persona che ormai avevano sempre affianco...entrambe si erano rese conto che non avrebbero potuto fare a meno dell'altra. E qualcosa in fondo al loro cuore stava nascendo, qualcosa che andava oltre l'amicizia, qualcosa che faceva sobbalzare il cuore, sudare le mani e arricciare lo stomaco, ma nessuna delle due aveva intenzione di affrontare l'argomento, con nessuno!

 

"Mamma, accompagni me e i miei amici al centro commerciale?"

"Cosa dovreste combinare?" chiese Regina incrociando le braccia sotto il petto.

"Niente te lo assicuro, solo che è uscito un nuovo gioco per la Play e vorremmo andare a vedere la presentazione"

"A che ora sarebbe??"

"Inizia alle 16:00 e dovrebbe finire per le 19:00. Chiedi a mamma Emma se ti fa compagnia" disse Henry salendo su per le scale.

Regina sentendo quelle parole si pietrificó, chiamare Emma per farle compagnia non sembrava poi una cattiva idea però aveva paura di una miriade di cose che non sapeva spiegare nemmeno a se stessa.

Henry non ebbe risposta così si mise ad urlare dalle scale.

"Mamma, ho chiesto io a mamma di venire, ha detto che ci vediamo davanti all'ingresso."

Le uniche parole che Regina riuscì a pronunciare furono "ok", prima di correre in camera sua per ristemarsi e mettersi un vestito migliore.

Alle ore 15:30 Regina era già davanti la porta che aspettava che Henry scendesse, sistemandosi davanti allo specchio i capelli.

Aveva indossato una gonna nera che le arrivava alle ginocchia, una camicetta bordeaux e una giacca blu elettrico.

"Mamma, wow sei stupenda" disse Henry fermandosi a metà scalinata.

"Grazie tesoro" disse Regina sorridendo. "Adesso sbrigati che sennò facciamo tardi."

Uscirono di casa e salirono in macchina, passarono a prendere gli amici di Henry e arrivarono 5 minuti in anticipo al centro commerciale, tutto come previsto. La puntualità era sempre stato il forte di Regina, non tanto quello di Emma, della quale ancora non si vedeva nemmeno l'ombra. 

"Mamma ti prego possiamo iniziare a salire, ti pregooo! Sennò ci perdiamo l'inizio. Tanto mamma Emma sicuro arriverà tardi, tu l'aspetti qui e noi saliamo."

Regina fece un respiro profondo, odiava le persone in ritardo, che fosse Emma o meno. 

"Vi accompagno al piano con l'ascensore e poi torno qui...su andiamo!"

Come aveva detto li aveva accompagnati, si era assicurata che fossero in buone mani ed era scesa ad aspettare quella donna che nonostante tutto le faceva battere il cuore.

Finalmente dopo 20 minuti ecco Emma entrare nel parcheggio con il suo maggiolino giallo.

"Lo so sono in tremendo ritardo, ma oggi questo maggiolino non voleva proprio partire!" disse Emma correndo e sbracciandosi.

"Non mi sorprende!" disse Regina alzando gli occhi al cielo.

"Inutile che alzi gli occhi al cielo! So benissimo cosa pensi del mio amato maggiolino e non farò mai ciò che mi hai proposto!"

"E sarebbe? Rottamarlo e prenderti una macchina più sicura?" disse cominciando a camminare.

"Esatto!" disse Emma mettendosi le mani sui fianchi come i bambini. 

"Ei ei aspetta!" disse fermandosi di scatto e afferrando il braccio di Regina. "Quindi tu ti preoccupi per me!"

"Cosa? Io? Smettila di blaterare e saliamo su questo maledetto ascensore che vorrei raggiungere Henry."

Emma sapeva che Regina stava evitando la domanda e un sorriso le spuntó in volto, guardando Regina in tensione.

Dopo aver premuto il pulsante del secondo piano Regina con aria molto infastidita quasi gridò in faccia ad Emma.

"Ma si può sapere che ti ridi tu?"

Emma non riuscì a trattenere la risata.

"Scusa, scusa non volevo ridere, ma sei davvero tenera quando ti arrabbi!"

"Tenera, io!? Lo sai che se volessi ti potrei strappare il cuore in un secondo vero?" disse puntando la mano verso il cuore di Emma.

"Se tu volessi!"

"Cosa stai cercando di dire?"

Ad un tratto ci fu un suono sordo, l'ascensore si bloccò e le luci si interruppero.

"Cazzo!"

"Non mi dire che siamo rimaste bloccate qui!" disse Regina.

"Se vuoi non te lo dico!"

"Faccia meno la spiritosa signorina Swan!"

Emma odiava quando Regina la chiamava così, lo odiava profondamente, percepiva un certo distacco, con quell'appellativo lei tornava ad essere una qualunque persona che per Regina rimaneva un semplice cognome. Si avvicinò alla prete dell'ascensore e lasciandosi scivolare si sedette sul pavimento.

Regina non vedeva niente, erano al buio e nessuna delle due aveva pensato di accendere la luce del telefono, ognuna aveva i suoi pensieri.

Rimasero in silenzio per alcuni istanti poi Regina cercó con le mani Emma. Era strano tutto quel silenzio, aveva bisogno di sentire che lei c'era, era lì con lei, ma inciampò.

"Ma ciao bella fanciulla" disse Emma quando prese fra le sue braccia Regina.

"Grazie per avermi presa." disse Regina, semplicemente alzando gli occhi per poter incontrare quelli di Emma, nonostante il buio.

"Sempre!"

Le labbra delle due si stavano avvicinando piano, in silenzio, senza che occhi indiscreti potessero guardarle, quando la luce si accese. Le due in un attimo di panico si ricomposero e si alzarono di scatto.

"Signore, sono il capo manutenzione, faremo il possibile per tirarvi fuori, il guasto però è abbastanza consistente, potrebbero volerci delle ore e il contatto con l'esterno non è garantito. Le luci da ora in poi saranno spente per evitare dei cortocircuiti, vi prego di restare calme. Ci scusiamo per i disagio, vi libereremo il prima possibile."

La voce uscì dagli auto parlanti dell'ascensore, ma non appena il contatto fu chiuso, torno il buio e il silenzio, che però non durò molto.

"Perfetto saremo bloccate qui per un bel po', al buio." disse Emma sedendosi sul pavimento.

"Se hai paura del buio possiamo accendere le torce del cellulare." ribatté Regina seguendo la bionda.

"Io non ho paura del buio!"

"E allora qual'è il tuo problema?!"

"Quello che accade al buio."

Regina si irrigidì quando la mano di Emma strinse la sua.

"Emma!"

"Dimmi che non lo vuoi anche tu!"

"Di cosa stiamo parlando?" chiese Regina cercando di mantenere la calma.

"Lo sai di cosa sto parlando" disse Emma passandole la mano tra i capelli.

Regina chiuse gli occhi, non che ce ne fosse bisogno, ma lo fece d'istinto. Il suo cuore cercava di non uscirle dal petto e il suo stomaco, beh il suo stomaco stava ballando la samba.

Emma la tiró a sé delicatamente, le loro fronti si toccarono, i loro respiri si fecero più corti. Si avvicinarono ancora di più, i loro nasi piano piano si sfiorarono e anche le loro labbra, ma leggermente, come se si stessero studiando. Emma la faceva impazzire, quella mano tra i suoi capelli guidava le sue mosse, ma erano troppo lente, così fu Regina ad accelerare le cose. Prese con entrambe le mani il volto di Emma e bació le sue labbra. Emma aspettava solo questo, un segno, un qualcosa che le facesse capire che anche l'altra parte era interessata, le bastó solo questo. Così con uno slancio atletico, non lasciando mai le labbra di Regina, le si mise di sopra. E si baciarono, si sfiorarono piano, quando l'ascensore si mosse, le luci iniziavano a ritornare tremolanti, come i corpi di quelle due donne che stavano provando qualcosa che mai prima d'ora era successo.

Emma lasciò un ultimo bacio sulle labbra di Regina prima di alzarsi e ricomporsi. Regina era ancora seduta sul pavimento dell'ascensore, scombussolata, respirava profondamente, non poteva credere a ciò che era appena successo, non poteva credere che tutto quello le era piaciuto. Si alzó piano, barcollante e con sua gioia si accorse che Emma le stava porgendo una mano per alzarsi. L'afferró subito e si mise in piedi.

"Dovresti aggiustare la camicetta" disse Emma sorridendo e guardandole il decolté che adesso era illuminato.

"Dovresti smetterla di guardarmi così" 

"Così come?"

"Come si ci fossimo baciate!" disse Regina cercando di abbottonare la camicetta.

Emma non riuscì a non ridere guardando quella donna alla quale  tremavano le mani...si avvicinò, mettendosi davanti a lei e le abbottonò il bottone che aveva saltato. Poi si avvicinó sempre di più a lei facendola indietreggiare, fino a che la schiena di Regina non entrò in contatto con la parete. 

"Il fatto è...che ci siamo baciate!" disse sussurrandole quelle parole sulle labbra, prima che le porte dell'ascensore si aprissero.

Regina aveva dimenticato come respirare, aveva dimenticato come camminare, aveva dimenticato tutto. Si teneva alla parete alle sue spalle consapevole che se si fosse allontanata le sue gambe non avrebbero retto! 

Emma uscì dall'ascensore e poco prima di andare ad abbracciare il piccolo Henry preoccupato si girò verso Regina e le fece l'occhiolino.

Regina chiuse gli occhi, si staccò dalla prete dell'ascensore, riprese la sua borsa dal pavimento e varcando la soglia l'unico pensiero che ebbe fu Emma su di lei.

"Questa cosa non andrà a finire bene!."

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Mamme tutto ok? State bene?" disse Henry abbracciando le sue mamma.
 
"Stiamo bene, Henry tranquillo. Siamo S-O-L-O rimaste chiuse in ascensore." disse Regina scandendo quelle parole mentre i suoi occhi incontravano quelli di Emma.
 
"Sicure? Mi sembrate un pochino turbate, soprattutto tu mamma" disse Henry rivolgendosi a Regina.
 
"Sto bene, davvero..."
 
"Ragazzino, tu ti preoccupi troppo" disse Emma scompigliandogli i capelli. "Adesso va a giocare con i tuoi amici, non preoccuparti di noi."
 
Henry baciò entrambe le sue mamma e si diresse verso i suoi amici.
La gente che si era accumulata davanti l'ascensore si stava dileguando a poco a poco, fino a quando non rimasero solo Emma e Regina, l'una al fianco dell'altro.
 
"Dobbiamo parlare di quello che è appena successo." disse Regina afferrando il braccio di Emma e trascinandola verso un posto un pochino più privato.
 
"Ei vacci piano...mi stai distruggendo il braccio" disse Emma ormai con il braccio dentro la morsa della mora.
 
Non appena Regina trovò un piccolo vicoletto che separava due negozi, ci entrò a tutta birra lanciando Emma contro il muro.
 
"Adesso mi spieghi cos'è appena successo dentro quell'ascensore" disse Regina con una faccia molto seria e i pugni contro i suoi fianchi.
 
Emma non riuscì a concentrarsi su quelle parole, si concentrò invece su quelle meravigliose labbra, sul movimento che facevano, su come venivano inumidite dalla sua lingua. Poi la sua concentrazione si spostò su quel viso perfetto e su quel ciuffo che copriva uno dei suoi occhi. Così agì, fece ciò che il cuore le diceva...
Con un dito le spostò dietro l'orecchio quella ciocca di capelli e a quel tocco Regina cedette, ebbe un attimo di insicurezza, ma cerco di non darlo a vedere. Ma quel momento era perfetto per agire, così Emma lo prese al balzo.
Si avvicinò piano a Regina avanzando, costringendola così ad indietreggiare. Le spalle di Regina non tardarono a scontrarsi con quel muro freddo. Cerco di riprendere il controllo di se stessa.
 
"Signorina Swan, io volevo affrontare un discorso serio." disse cercando di mascherare ogni sua emozione, ma il suo petto che batteva in modo irregolare non l'aiutava, ed Emma nel vedere la mora agitata sorrise.
 
"E cosa di ciò che ho fatto non è serio?"
 
Regina non riuscì a replicare, non era da lei, non le mancavano mai le parole, ma in quella situazione non riusciva a dire niente, assolutamente niente che potesse avere un senso. Così riprese da dove aveva lasciato.
 
"Io volevo sapere cos'è appena successo dentro quell'ascensore."
 
"Sai bene cos'è appena successo" disse Emma sorridendo maliziosamente.
 
"Vorrei comunque sentirlo dire da te."
 
"Se proprio vuoi saperlo, ci siamo baciate e non puoi dirmi che non hai provato assolutamente niente."
 
"Chi? Io? Ma stai scherzando?" disse cercando di ingoiare.
 
"Ah, quindi tu non hai provato assolutamente niente?" disse avanzando ancora di più verso Regina.
 
"Nope!" disse cercando di respirare in maniera regolare.
 
"Quindi anche questo non ti provocherà assolutamente niente" disse avvicinandosi ancora di più e baciando il collo scoperto della mora.
 
Le sembrò di cadere, le sue gambe stavamo smettendo di fare il loro lavoro, REGGERE REGINA IN PIEDI.
Regina fece no con la testa perché nessuna parola riuscì ad uscire dalla sua bocca.
 
"E nemmeno questo deduco" disse ancora Emma, provocando Regina, iniziando a baciare ancora più su, sotto l'orecchio per poi mordere leggermente il lobo.
 
Le gambe di Regina non riuscirono più a reggere il suo corpo che scivolò tra le braccia di Emma, già pronta per afferrarla. 
Emma sorrise, le regalo uno dei più dolci e genuini sorrisi di sempre e Regina non riuscì più a fare la dura, la sua corazza si sgretolò.
 
"Ok! Hai ragione tu! Ho provato qualcosa! Ok? Sei contenta che te l'abbia detto?"
 
"Oh, certo, è una cosa talmente romantica quando qualcuno ti urla in faccia parole così dolci."
 
Regina si portò una mano sul viso e iniziò a massaggiarsi le tempie.
"Scusami, davvero! Solo che non so come gestire tutto questo, non so come gestire te."
 
"Ei! Non devi preoccuparti, perché se vogliamo intraprendere questo cammino non sarai sola, avrai me al tuo fianco."
 
"Allora siamo a cavallo..." disse scherzosamente.
 
Emma nell'udire quelle parole ci rimase male, o almeno così voleva far credere alla mora, lasciò la presa e si allontanò da Regina.
Solo allora Regina rifletté su ciò che aveva appena detto e si sentì in colpa. Non avrebbe voluto per niente al mondo farla soffrire, era sempre stata l'unica a crederle, le era sempre stata accanto, l'aveva sempre protetta ed a suo modo l'aveva sempre amata incondizionatamente.
Così si voltò verso di lei, lasciando così il muro, e si fermò per un attimo a guardarla...
 
"Aspetta ti prego" disse urlando, avanzando di qualche passo per poi fermarsi nuovamente.
Quelle parole attirarono molte perdona tra cui anche Henry ed Emma che adesso non dava più le spalle alla mora.
Non disse niente, non si mosse, aspettava la mossa successiva.
 
"Credo di amarti piccola bionda disordinata" disse iniziandole a correre incontro.
 
Non appena vicine abbastanza Regina le lanciò le braccia al collo e la baciò.
Intanto si era creata una grande folla intorno a loro due che applaudiva rumorosamente quel gesto assai romantico. Anche Henry era tra la folla e non poteva essere più contento di così, finalmente sarebbero stati una famiglia, una vera famiglia.
Le due non curanti della folla si staccarono da quel bacio profondo, senza staccarsi mai gli occhi di dosso. Ancora estremamente vicine Emma dichiarò il suo amore a pochissimi centimetri dalle rosse labbra della mora.
 
"Credo di amarti anch'io moretta ossessionata dal controllo."
 
Le due risero e poi si scambiarono un altro bacio, pieno d'amore e di passione. Quel bacio che simboleggiava quell'amore magico che batte ogni pregiudizio del mondo.

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