In the end, it doesn't even matter

di _fallen_phoenix_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Liar ***
Capitolo 2: *** Johnny's ***



Capitolo 1
*** Liar ***


Il mio cellulare squillava ripetutamente, la mia testa aveva preso a girare a gran velocità e le mie orecchie non smettevano di ronzare. 
Maledette notti brave, maledetto alcool e maledetto pure tu. 
Girai lo sguardo verso l'altra parte del mio letto, certa che fosse occupata, e invece scoprii, a malincuore e di sorpresa, che era vuota. 
Presi il telefono, c'erano chiamate e messaggi. Amici che sembravano un po' tristi per me, alcuni anche preoccupati, Giuls che insistentemente mi diceva di prendermi la giornata per me, rilassarmi, lasciare perdere il telefono, i social, e di preoccuparmi solo di stare bene. 
Quel suo modo di fare mi aveva insospettito, presi l'auricolare, feci partire la chiamata e aprii facebook. Avevo appena sentito il mio cuore rompersi in mille pezzi. Un dolore lancinante all'addome come se mi avessero tirato un pugno alla bocca dello stomaco. Le sue foto continuavano a rimbalzarmi davanti agli occhi, che si coprirono immediatamente di un sottile velo di lacrime. 
"Tesoro, mi senti? Pronto? Pronto?" tirando su col naso cercando di non farmi sentire 
-ehi Giuls. Ho visto le tue chiamate e i messaggi! Stai bene? Tutto apposto?- 
"lo so che hai aperto facebook, ti avevo detto di non farlo. Mi spiace tesoro." 
-tranquilla, è tutto apposto! Devo scrivergli un biglietto per congratularmi!- 
"ma stai scherzando?" 
-no no, anzi lo faccio subito. Devo andare, ciao- 
non le diedi il tempo di ribattere che le attaccai brutalmente il telefono in faccia.
Presi carta e penna dal comodino vicino alla mia parte di letto, trovai qualche parola scritta 'devo fare delle commissioni, torno il prima possibile. Dormi bene Honey, B.'
Strappai il foglio, ne feci una palla e lo lanciai lontano da me.
Scarabocchiai l'angolo in alto a destra per controllare che la penna funzionasse e cominciai a scrivere tutto ciò che mi passava per la mente in quell'istante. Il flusso di parole sembrava non voler finire  mai. Mi aggrappai a vecchi ricordi, alle tante avventure, ai nostri amici. Non riuscivo a controllarli, mi sentivo, in un primo momento, come un fiume in piena, gonfio di emozioni, sensazioni, l'attimo dopo, una barchetta che veniva trascinata alla deriva, ferita e amareggiata. 
Lasciai i fogli sul letto, mi lavai, vestii e uscii di casa senza meta. La mia testa viaggiava sul dolore atroce che stavo provando, ma la macchina mi portò esattamente lì, dove tutto era cominciato. Nonostante fossero passati quasi 15anni, il nostro liceo non era cambiato per niente. Il nostro primo incontro, l'amicizia nata per caso, fuggire da scuola tra una lezione e l'altra, arrivare in spiaggia e buttarsi in acqua, stendersi sulla sabbia ad asciugarsi al sole. Il nostro primo bacio, dato un po' per scherzo e un po' di sfuggita. L'imbarazzo immediato e la risata fragorosa per il disagio in cui ci eravamo messi. La prima volta che entrammo di nascosto, di notte, a scuola, solo per il piacere di farlo. L'ultimo anno, il ballo, il diploma e la festa. Tutti ricordi che mi riportarono qui e a te. La prima volta che facemmo l'amore, pieno di passione, sentimento. 
Travolgente e stravolgente. 
Eravamo un tutt'uno rimanendo sempre noi, ci capivamo solo con uno sguardo, sapevamo tutto l'uno dell'altra, ci completavamo.
Il tuo ingresso nella band mi fece sentire la ragazza più felice del mondo: tu eri felice e io lo ero con e per te. 
Poi arrivò lei, che ti volle e ti prese, senza se e senza ma. Divenne tutto suo, la tua felicità, i tuoi ricordi, i tuoi occhi. Io non avevo più niente. Tu non eri più mio, anche se tornavi sempre da me, come se io fossi il tuo porto sicuro, come se la mia casa, fosse davvero anche la tua. E ogni volta mi ripetevi che non saresti voluto tornare da lei, che il tuo posto era accanto a me, con me. Ma quando ti chiedevo se sarebbe successo davvero, tu mi rispondevi sempre 'presto, presto'. 

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Capitolo 2
*** Johnny's ***


La brezza marina si scontrava con il mio viso asciugandomi le lacrime, lasciando sulle guance solo il segno percorso da ognuna di esse.
Forse era trascorso un solo minuto, forse l'intera giornata, sta di fatto che avevo esaurito tutte le lacrime e tutte le forze, mi sentivo stanca e decisamente triste

-Meli? Meli sei tu?

Una sola persona poteva chiamarmi così, infatti non mi girai, guardai solo con la coda dell'occhio per conferma. Il solito ragazzone dalla camminata un po' stramba, occhialoni da sole e lo zero tatuato sulla schiena

>Ciao Jimbo. Che ci fai tu qui?

-Eh chissà che ci farò mai qui. Sapevi che prima o poi sarebbe successo. A me dispiace e tu lo sai bene

>Ascolta Sully. Lasciamo perdere questo discorso, per oggi ho già dato. Anzi, visto che sei qui, muovi quel culo e portami a bere, che non ho proprio voglia di guidare.

-Agli ordini Signorina! Vuole anche che la prenda in braccio?

>Ma fatti furbo!

Scoppiammo in una risata, di quelle sane e genuine, mi asciugai le lacrime, o quel che ne rimaneva, e mi alzai.

Via la sabbia dai vestiti e in macchina, direzione: Johnny's.

Non un semplice pub, ma una vera e propria istituzione. Chiunque fosse nato qui, ad Huntington Beach, ci era stato almeno una volta. Che poi si sa, in posti del genere, se ci vieni una volta, non smetti più.

Quando ci fermammo nel parcheggio, notai subito la sua macchina

>Dovevo aspettarmelo, cazzo. Jimbo portami via da qui. Ho cambiato idea, andiamo via, altrove.

-Non credo proprio! Meli fregatene! Prendi in mano le redini della tua vita e vai avanti! Fatti vedere superiore..!

>E tutta questa saggezza, da dove salta fuori?! Ti droghi? Vabbè ma forse hai ragione, mi fa strano dirlo e ripeterlo, ma hai ragione!

Scesi dalla macchina, ci dirigemmo verso l'ingresso

_Ciao Jimbo! Ciao dolcezza! Che fai non mi saluti neanche?

-Ciao! Meli io vado, ti aspetto dentro!

>Si Jimbo, arrivo subito, grazie! Sei già ubriaco? Forse dovresti andare a casa, magari la tua dolce metà ti sta aspettando tutta preoccupata, povera stella!

E mentre mi avvicinai alla porta d'ingresso del pub, la sua mano prese la mia, il sangue mi si gelò nelle vene e il cuore mi si fermò all'istante. Mi sembrava come se mi mancasse l'aria, come se i polmoni si stessero accartocciando su loro stessi.

Mi girai verso di lui, incrociai i suoi occhi che all'improvviso si fecero tristi e spenti. Di scatto mi tirò verso di sé e mi abbracciò dolcemente

_Mi dispiace, non volevo che finisse così

>Bri, lasciami, non è il posto adatto per parlarne, né tanto meno il momento.

Si sciolse dalla presa e, con il viso semi nascosto, fece un gesto come per asciugarsi gli occhi.

Rimasi un po' stranita dalla cosa, ma non volli soffermarmi a lungo. Feci un leggero gesto con la mano, come a salutarlo e entrai nel locale dove il “mio ragazzone” mi stava aspettando

-Meli, tutto bene? Ti ha dato fastidio o detto qualcosa?

>Mi ha abbracciato e credo stesse piangendo. Probabilmente era solo ubriaco.

Io e Jimbo cominciammo a ricordare vecchi episodi del periodo di scuola, le molte risate, le uscite, esattamente tutto quello a cui stavo pensando seduta in spiaggia.

Poco dopo sentimmo un gran vociare venire dall'ingresso del pub: erano arrivati Mat, Jhonny e Zacky. Ovviamente in coda al gruppo lui, la gioia e il dolore della mia vita.

Neanche a chiederlo ci sedemmo tutti allo stesso tavolo, risate, battute, ricordi e alcool. Decidemmo di rimanere insieme anche per cena, per continuare la serata e i discorsi aperti che oramai vertevano su musica (ovviamente), film, autori di libri(non ci potevo credere).

Nel frattempo il locale si era riempito di gente del posto e non, di amici e conoscenti che si unirono a noi per passare del tempo in compagnia.

Si era fatto tardi e la stanchezza per la giornata cominciò a farsi sentire, la mia testa stava diventando sempre più pesante e non vedevo l'ora di sdraiarmi a letto a dormire.

Mi avviai verso l'uscita del pub provando a salutare gli altri che, però, erano molto presi da gare alcoliche di vario genere, Jimbo compreso.

Appena fuori la porta, impattai contro l'aria fresca del mattino, una sensazione meravigliosa, che mi fece optare per una camminata rigenerante fino a casa

_Dove vai?

>Bè alle 5 del mattino pensavo di andare ad una sfilata di moda. A casa vado, dove altrimenti?

_Ti accompagno

>Non è necessario

_Non te lo sto chiedendo

Mi raggiunse e camminò con me fino a casa mia.

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