Collezione di ministorie in rima

di Ria-chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La bambola di carne ***
Capitolo 2: *** Il Burattino Dormiente ***



Capitolo 1
*** La bambola di carne ***


 Ok, non so come mi sia venuta l'idea di scrivere qualcosa di simile.
 Non so perchè in rima e non so perchè in poesia.
 Non riesco a credere di averla davvero completata, dopo mesi di stasi e abbandono
 e non so perché abbia davvero deciso di pubblicarla.
 Tutto quello che so è che è nata guardando l'immagine al lato o, meglio, quella pubblicata più in basso.
 Tutto quello che so è che la storia si è sviluppata nella mia testa nell'esatto istante in cui ho guardato la foto.
 Tutto qui, nient'altro da dire.
 Sono certa che la troverete orrenda e di pessimo gusto e fattura e, per questo, sarò lieta di ricevere i vostri consigli per migliorare e ritentare       ancora.
 Beh, vi ho annoiati abbastanza: buona lettura.

















La Bambola di Carne


 

Rosso sulle labbra il lucido rossetto,
Tre, i fili di perle, ad ornarle il petto.
Azzurro l’ombretto sugli occhi di cielo,
Sul viso, bianco di pizzo, è il candido velo.
 

Stesa su un letto la bambola rotta
Posta un giorno e da lì mai più tolta
Stesa al buio con gli occhi aperti
Fissa il soffitto di vetri rotti e spenti.
 
Il volto di cera è perfettamente truccato
Il vestito logoro, in più punti strappato,
Una gamba pendente oltre il letto in metallo
Ha perso una mano e le scarpette in cristallo.
 
La folta chioma rossa è ormai diradata
Sul pavimento, sparsa, vi è ancora qualche ciocca tagliata;
D’oro, adesso, a rimpiazzo di quelli ha i lunghi capelli
Finti, vero, ma decisamente anch’essi molto belli.
 
P
er molto tempo è rimasta da sola, tristemente abbandonata,
Poi però, piano piano il suo padrone l’ha aggiustata:
le ha comprato delle scarpe, un vestito ed una borsetta colorata,
l’ha pettinata con cura ed amore
e tra gli splendidi capelli le ha posto anche un giallo fiore.
 
Ora la guarda con meraviglia e soddisfazione:
Creatura così bella che non vi è definizione,
La guarda con occhi di desiderio ubriaco
E con uno sporco bacio le sbava il rossetto opaco.
 
Ormai la sua bambola è quasi completa
Perfetta opera di un eccellente poeta,
Solo una cosa le manca ancora
O meglio, qualcosa che non le serve né mai e né ora.
 
Così il padrone le toglie con cura il logoro vestito,
lo getta per terra, noncurante, poiché presto verrà sostituito,
Le sistema la gamba e le ricuce con gentilezza la mano
Poi affonda il coltello nella carne del petto
Una volta, e poi un’altra ancora, finché non è soddisfatto
ed una rossa croce, allargandosi tristemente, le sboccia sopra il seno.
 
Ora, con attenta precisione, le allarga le carni senza decoro
Vi affonda la mano, vi cerca un tesoro,
Lo incontra con le dita e lo stringe maligno
Quel qualcosa che per lui una bambola non ha bisogno.
 
Abbandona poi quel pezzo di carne lasciandolo cadere dalla mano,
lo calpesta col piede e poi, con disprezzo, lo calcia lontano.
Ricuce preciso la croce sul petto ormai svuotato
E fissa quello spettacolo che lui stesso ha creato.
 
Ora la sua opera è finalmente compiuta,
Pura arte da nessuno mai immaginata o veduta.
Se ne starà lì, nella teca di vetro a mostrare la sua bellezza
Bambola di carne e senza cuore, con sul viso un sorriso di tristezza.
 
Sorriderà per tutti i giorni a venire
Accogliendo il padrone al suo rientro, senza parole o fastidiose moine,
Sorriderà alle vite che ormai ha lasciato,
Bambola di carne con cui nessuno gioca e che nessuno ha mai amato.

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Capitolo 2
*** Il Burattino Dormiente ***


Non ho molto da dire a riguardo se non  "Buona lettura".
Questa "storia" fa parte di una raccolta del quale, il precedente capitolo, è la "Barmbola di Carne". Mi farà immenso piacere se voleste leggerla e esprimere il vostro parere.


 


IBurattino Dormiente 



 

Con corde di ferro pende dal soffitto,
gli occhi chiusi e la bocca spalancata,
della collezione d’arte ne è il nuovo oggetto
Orgoglio e fierezza del padrone che l’ha creata.
 
Questa volta di bruni capelli ne ha scelto il colore
La pelle è scura, più volte forse baciata dal sole,
Degli occhi di smeraldo ne ha odiato l’ardore
Ed ora, sigillati, ne nasconde il più piccolo bagliore.
 
Quando l’ha visto, per strada con passo sicuro camminare
Sulle labbra sottili uno sbilenco sorriso si è allargato
Dev’esser divertente, ha con soddisfazione pensato,
di un uomo tanto forte e deciso i fili manovrare.
 
Così, seguito lo ha fin sotto casa:
“Sei uomo molto piacente. Seguimi. E ti prometto fama e ogni possibile cosa.”
Ma l’uomo aveva rifiutato con fermezza:
“libero è il mio cuore e si nutre solo di leggerezza.”
 
Allora ascoltami bene e presta attenzione
In questo mondo, niente più del denaro da’ soddisfazione.
Se vuoi essere libero e per il mondo viaggiare
Se hai un sogno che lotti per realizzare,
se il tuo cuore ballerino legami non vuole avere
inchinati al denaro e lasciati da lui possedere”
 
Ma ancora una volta il ragazzo aveva rifiutato
E scuotendo la testa, il Dio denaro aveva rinnegato
La vera libertà, lo sentiva nel suo cuore
È quando in tutto ciò che fai ci metti tutto il tuo amore.
 
Se vuoi essere libero ti devi accettare,
Se hai un sogno da realizzare scorciatoie non puoi trovare.
E se legami non vuoi avere
la vera libertà non puoi possedere.”
 
A tali parole l’uomo infuriato si era
Quale sciocco in questo mondo non cede a tale parola lusinghiera?
La promessa di fama e denaro rifiutare
E così, impertinente, anche il suo divertimento rovinare!
 
E va bene, ora vedo che capire tu non puoi
Per cui me ne vado, ma se un giorno ripensarci tu vuoi
Vienimi a cercare e la promessa manterrò
Anche se, aveva poi sussurrato, so bene che ben presto io ti rivedrò."
 
Da quel giorno, l’animo del ragazzo era turbato
Di quell’uomo, da subito, non si era fidato
E durante un attimo di pura distrazione
Al suolo era crollato sotto uno scrosciante acquazzone.
 
Il creatore lo aveva colpito forte alla nuca
E poi nel suo laboratorio lo aveva portato
Aveva già posto una nuova teca
E lì, accanto alla sua bambola, il ragazzo burattino avrebbe mostrato.
 
Prima di tutto dal sangue ripulì la testa
E tutto il corpo lavò con attenzione,
ma, volle sorte funesta,
che un occhio perse il suo brillante colore.
 
Quegli occhi verde smeraldo sarebbero dovuti essere la principale attrazione
Ma ora, rovinati, non ne permettevano più l’esposizione.
D’ira furente e senza ritegno, li cavò
E poi con spesso filo per sempre li sigillò.
 
In fin dei conti, aveva risolto, non servono occhi ad un burattino
Da solo, aimè, non può scegliere il suo cammino
Sarebbe stato lui a tracciargli un sentiero
Ed a rubargli la libertà ed ogni altro desiderio.
 
E poi, quel ragazzo altezzoso lo aveva sfidato
Forse, dal mondo, nulla aveva imparato.
E quante sciocchezze aveva pronunciato!
Perché la vera libertà solo i forti la possono ottenere
E tutto ciò che vogliono facilmente possedere.
 
Un ideale infondo è solo un ideale
E la libertà è come tale
Solo una sciocca umana illusione
Poiché nessuno, della propria vita, è libero davvero di prender decisione.
 
In verità, il folle poeta ciò che voleva aveva ottenuto
E libero era stato di prenderlo e se l’era goduto
Ora poteva mostrare il ragazzo burattino con ostentata fierezza
Perché lo aveva liberato da sciocche convinzioni e grande stoltezza.

Ma… Perdonate la mia scortesia, gentil pubblico che a questa mostra avete preso parte,
Io vi do il benvenuto e a stupirvi vi invito
Svelandovi il segreto che nessuno ha ancora capito.
 
Bambole e burattini di un’anima son privati
Ma i miei, le mie splendide opere, guardatele con attenzione,
le labbra son chiuse e gli occhi son serrati
ma ognuno cela dentro sé una grande passione.
 
Di sogni ed affetti io li ho privati,
Di cuore e anima padron loro non son più stati.
Ed ora io posso a voi mostrare la vera arte e poesia
La bellezza di un corpo che anche senza anima vivo sembra sia.

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