L'odio di Naruto

di Brandon S_
(/viewuser.php?uid=1084172)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Infanzia ***
Capitolo 2: *** In viaggio con Jiraya ***



Capitolo 1
*** Infanzia ***


Infanzia


Era una delle notti più cupe che gli abitanti di Konoha avessero mai vissuto dopo la terza grande guerra ninjia. In quella notte ognuno aveva perso un proprio caro, chi un genitore, un figlio, un maestro.. quel demone a nove code non aveva risparmiato nessuno, ognuno aveva un caro da piangere.
Nemmeno il grande quarto hokage, era stato risparmiato dalla furia distruttrice di quel demone che veniva chiamato da tutti bijiu, uno dei 9 mostri appartenenti al mondo ninjia che avevano la forza di spazzare via un villaggio intero con il solo movimento della loro immensa coda. Esattamente, i Bijiu erano demoni aventi delle code, dalle nove a una coda. Quello che attaccò il villaggio della foglia era proprio il demone più imponente e forte, il nove code.
Il quarto e sua moglie, Kushina, quella dannata notte sacrificarono le prorpie vite per salvare il villaggio, sigillarono il mostro nel corpo del loro primo e unico figlio. Entrambi pregarono che il villaggio non considerasse loro figlio come un mostro, bensì come un eroe, il quale era. Difatti era prorio grazie al
sacrificio del piccolo se il villaggio era ancora in piedi. Purtroppo però il loro ultimo desiderio non verrà mai realizzato.

'Dannazione Minato.. Kushina' il precedente hokage arrivò purtroppo troppo tardi sul posto, trovandosi davanti a tanta devastazione e ai due giovani che erano ormai morti per il bene del villaggio. La sua attenzione fu però subito catturata da una piccola creaturina che stava iniziando a piangere e dimenarsi 'il figlio di Yondaime' pensò avvicinandosi a lui. Prese in braccio il bimbo e iniziò a cullarlo per cercare di farlo calmare, appoggiò delicatamente la sua grande mano sulla pancia del biondino, guardando tristemente il sigillo che conteneva il demone. 'ssh, va tutto bene piccolo, ora ci sono io che penso a te, Naruto.'


Erano passati cinque anni dall'attacco della volpe, ma la rabbia e la tristezza erano sentimenti ancora forti negli abitanti e li riversavano tutti sul piccolo Naruto, che era colui che meno centrava, anzi avrebbero dovuto lodarlo e trattarlo come un eroe, invece si era ritrovato senza genitori, senza affetti e circonadato da gente che l'odiava, con tutti gli sguardi carichi d'odio da parte degli abitanti che ogni volta lo trafiggevano.
La solitudine pesava più che mai sul cuore di Naruto che non si dava pace e non capiva il motivo di tanto odio, cosa poteva aver fatto di male? era sempre stato un bambino tranquillo e rispettoso.. e allora perché quando usciva di casa non mancavano mai quegli sguardi accusatori, carichi di tanto odio che ogni volta lo trafiggevano? perché ogni volta che cercava di giocare con qualche bambino arrivavano prontamente i genitori a sgridare i propri figli? 'non ti azzardare mai più ad avvicinarti a quel mostro'. Era la frase che tutti ripetevano.
A tutti questi pensieri che balenavano nella testa del piccolo biondino si aggiungeva anche quello dei genitori, lui non sapeva né chi fossero i suoi genitori né che ruolo ricoprissero all'interno del villaggio, il terzo hokage gli aveva solo detto che non aveva più i genitori perché si erano sacrificati per proteggerlo quella notte di quattro anni prima. Ma a lui non bastava, non riusciva proprio a darsi pace, aveva bisogno di risposte alle sue domande.
L'unico affetto che aveva era il terzo kage, che aveva soprannominato 'il vecchio' con affetto, infatti egli dava a Naruto un supporto economico per permettere di soddisfare i bisogni primari e Jiraya che conosceva da sempre ed era l'unico oltre al terzo che lo trattasse come un bambino normale e per questo era molto affezionato a esso, anche se era sempre in viaggio per trovare l'ispirazione per i suoi libri e di tempo al villaggio ne passasse ben poco. Erano due affetti che non riuscivano ad alleviare quindi la grande sofferenza di Naruto, che cresceva in lui ogni giorno di più.
Nemmeno il vecchio poteva passare tanto tempo con biondino non avendo tempo libero essendo rientrato in carica nuovamente come capo del villaggio dopo la morte improvvisa e inaspettata dello Yondaime.
Avendo il potere in mano proibì a tutti quanti di parlare di quanto fosse accaduto quella notte e sopratutto di parlare del mostro che era sigillato dentro Naruto, aveva anche deciso di chiamarlo Uzumaki di cognome, invece di Namikaze in modo che corresse meno rischi possibili, già avrebbe avuto un'esistenza molto dura, non voleva aggiungergli altri fardelli, se si fosse saputo che era il figlio del quarto avrebbero cercato di ucciderlo anche i nemici esterni al paese.

Così il bimbo si ritrovava quasi sempre da solo a passeggiare per le vie meno trafficate di Konoha, non poteva sopportare gli sguardi della gente, così andava sempre in luoghi abbastanza appartati e osservava da lontano i bambini divertirsi con i propri amici e i genitori. Era tentato di provare ad andare a fare amicizia con i bambini che osservava ogni giorno da lontano ma alla fine rinunciava sempre, allontanandosi tristemente, con bene in mente i ricordi di quando ci aveva provato in passato, talvolta i genitori non si erano fermati solo a trascinare via con forza i figli da lui, ma erano anche arriavati alle mani, spingendolo via e facendolo cadere malamente a terra.  
Così l'unico luogo che dava a lui un po' di pace era sul monte degli Hokage, in corrispondenza del volto del quarto, il suo posto preferito da sempre, lontano da tutto e da tutti, lontano da quegli occhi che lo pereguitavano anche nei sogni e lonatno in qualche modo dalle sue sofferenze, sentiva inspiegabilmente un po' di pace interiore lassù.

Il culmine però arrivò la sera del suo settimo compleanno, che per gli altri del villaggio non era altro che il giorno pù brutto dell'anno, dato che ricorreva
l'anniversario di quel terribile attacco.
Naruto era stato solo tutto il giorno e non era nemmeno uscito di casa, meglio così. Sapeva che quel giorno l'odio che già mostravano di avere nei suoi confronti aumentava ulteriormente, senza sapere perché. Ebbe solo una visita in tarda serata dal vecchio, che finalmente riuscì a liberarsi di tutta quella fila di persone infuriate che puntalmente arrivavano ogni anno per lamentarsi del piccolo biondino 'A lei non importa del villaggio? dobbiamo liberarci di quel mostro, è pericoloso' 'quel piccolo mostro ha cercato di avvicinarsi a mio figlio, non possiamo farlo andare in giro così liberamento, dovremmo prendere dei provvedimenti' 'quella bestia non dovrebbe essere esiliata?!' queste erano le lamentele che continuavano ad arrivare una dietro l'altra all'hokage.
Ogni giorno capitava che qualcuno si catapultasse nel suo ufficio lamentandosi di Naruto per qualsiasi cosa insignificante, come giocare con i loro figli, ma quel giorno era sempre il peggiore.
'Quel Kyubi dev..' non fecero in tempo a finire di lamentarsi che il Terzo dopo aver sentito quella parola si alzò di scatto battendo i pugni sul tavolo.
'Ho proibito anni fa di parlare di quel demone! Naruto è solo un bambino, non è un demone! dovrebbe essere solo lodato da tutti voi. E se sento ancora quella parola prenderò immediatamente seri provvedimenti. E ora fuori da questo ufficio.' Ordinò.
Tutti uscirono indignati dalla stanza.
'Lodare quel mostro. tsk' 'L'hokage non ci sta proteggendo da quel mostro..' continuavano a brontolare una volta usciti dall'ufficio.
Il vecchio abbassò il suo cappello tipico di ogni hogake e sospirò rimettendosi seduto.

Una volta arrivato all'appartamento di Naruto erano ormai le nove passate, bussò e dopo poco tempo sentì una voce da dietro la porta 'chi è?'.
Il piccolo prese l'abitudine di chiederlo non perchè ricevesse altre visite a parte quelle del Terzo e del Sennin, ma perchè da piccolo era capitato che aprisse ingenuamente la porta credendo fosse uno dei due e aveva invece trovato qualche abitante del villaggio ubriaco che l'aveva colpito e distrutto il suo piccolo appartamento per poi andarsene.
'Naruto aprimi, sono io'. Il biondino riconoscendo la voce aprì felice di vedere finalmente l'uomo, ormai stava rinunciando anche a una possibile visita. Passarono due orette insieme a ridere e scherzare, poco prima di andarsene consegnò al biondino una piccola scatola e dopodichè lasciò la casa di Naruto.
'Grrrazie vecchio!!' esclamò con un sorriso a trentadue denti. Aprì di tutta fretta e davanti al piccolo aggeggio rimase a bocca aperta 'wow ma questa è l'arma che usano tutti i ninjia!!!' escalmò il piccolo ad alta voce, prima di accorgersi che c'era anche un bigliettino con scritto.
'Questo è il kunai di Yondaime, lo dono a te, so che ne avrai la massima cura'. Naruto rimase a bocca aperta, era senza parole, non poteva credere che il vecchio gli avesse regalato il kunai del quarto hokage, non riusciva a smettere di sorridere osservando l'aggeggio. 'devo allenarmi per riuscire a manovrarlo come si deve!!!' pensò entusiasta. L'arma del kage era diversa da tutti gli altri kunai che usavano tutti i ninjia, infatti non aveva una sola punta, bensì ne aveva una più grande al centro e altre due più piccole ai lati.
Mentre era preso ad osservare il regalo appena ricevuto sentì degli strani rumori che provenivano dalla sua camera, andò allora prontamente a controllare impugnando il kunai nel caso ci fosse stato bisogno di difendersi e quando arrivò in camera il vetro della sua finestra andrò in frantumi e una decina di uomini si catapultarono in camera. 'finalmente il terzo se n'è andato, adesso non ti proteggerà più nessuno' 'te la diamo noi una bella lezione mostro!!!!'
Contro quella mandria di uomini furiosi e ubriachi, Naruto non potè fare nulla, lo picchiarono fino a fargli perdere i sensi.



Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! volevo provare anch'io a creare qualcosina e non mi dispiaceva l'idea di un Naruto freddo e più intelligente, come si dimostrerà nei prossimi capitoli.
Probabilmente nessuno guarderà questa storia ma nel caso sarei felicissimo di leggere un vostro parere.
Così nel caso, se vi piacerà, continuerò a scriverla!

Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** In viaggio con Jiraya ***


In viaggio con Jiraya



Era passato quasi un anno da quella terribile notte, Naruto dopo quell'episodio era molto cambiato, era stata la goccia che fa traboccare il vaso e se prima il piccolo aveva ancora qualche speranza che tutto piano piano potesse sistemarsi, quell'episodio le fece svanire.
Si era risvegliato dopo ben una settimana in un ospedale, ovviamente dopo quell'episodio il kage prese seri provvedimenti per quegli uomini che avevano aggredito Naruto, ringraziando Jiraya che era corso in suo soccorso, senza di lui il piccolo sarebbe probabilmente morto sotto la furia di quelle bestie e a quast'ora sarebbero ancora a piede libero.
Il Sennin infatti in quel momento si trovava poco distante dall'appartamento, era appena tornato al villaggio e si stava incamminando verso la casa del piccolo insospettito dalle urla degli uomini, vista l'ora tarda si catapultò di corsa lì, trovando il biondino a terra esanime, sotto la furia di quegli uomini. Inutile dire che gliela fece pagare cara e prima di portare Naruto in ospedale li legò con un filo di chakra in modo che non potessero scappare.
Si risvegliò dopo ben una settimana trovando Jiraya ai piedi del letto 'finalmente ti sei svegliato' gli sorrise dolcemente, ma il biondo non ricambiò, era ancora sotto shock. Ripensando a ciò che era accaduto la rabbia prese il sopravvento, strinse i pugni 'io voglio diventare più forte, devo diventare più forte. DEVO saper difendermi.'
A quelle parole Jiraya rimase a lungo a osservarlo 'potrei portarlo con me allenarlo io, penso gli farà bene allontanarsi un po' dal villaggio' pensò l'Ero- Sennin per poi dire ad alta voce 'ehi Naruto che ne dici di venire con me? dopo domani devo ripartire e se ti va.. potresti anche allenarti insieme a me, ti insegnerò anche qualche tecnica, che ne dici?'. Il piccolo lo guardò incredulo, la sola idea di viaggiare e andare via da quel posto e allenarsi con uno dei più grandi ninjia di Konoha gli mise i brividi.
'Certo!! non vedo l'ora' gli rispose felicemente, al che Jiraya gli sorrise facendogli l'occhiolino.

Quando fu dimesso partì insieme al Sennin e da lì ai tre anni succesivi iniziò ad allenarsi duramente e oltre a imparare qualche tecnica  imparò a maneggiare il kunai del quarto, si promise che non avrebbe più permesso a nessuno di fargli del male. Si allenava dalla mattina alla sera senza tregua e grazie all'aiuto del Jiraya migliorò a vista d'occhio diventando molto forte per la sua età e imparò anche numerose tecniche. L'Ero-Sennin si sorprendeva sempre molto davanti alla forza di volontà del biondino che gli permetteva di imparare molto in fretta.

Si era smesso di domandarsi perché tutti lo odiassero, dentro di lui stava nascendo un sentimento negativo, sempre di più. Rancore, ecco cosa provava nei confronti degli abitanti del villaggio, pensava che un giorno l'avrebbe fatta pagare a tutta qualla gente che l'aveva fatto soffrire così tanto fin dalla tenera età.
Jiraya se n'era chiaramente accorto del cambiamento radicale di Naruto da quell'evento in cui ne era uscito quasi morto, da bambino sorridente e solare anche nelle situazioni peggiori era diventato cupo, freddo e distaccato. Lo mostrava di meno quando era con lui, poiché alla fine era l'unico del villaggio a cui importasse un minimo di lui insieme al Terzo.

Una volta tornato al villaggio continuò i suoi allenamenti e compiuti otto anni potè iniziare a frequentare l'accademia. Per lui era molto importante, finalmente sarebbe potuto diventare ninjia ed essere forte come voleva.
Certo i duri anni di allenamento con Jiraya l'avevano fatto diventare molto forte, ma di certo non bastava.
Ormai Naruto sapeva cosa gli aspettava ogni volta che aveva a che fare con il villaggio, sapeva cosa gli sarebbe aspettato all'accademia, avrebbero cercato di mettergli i bastoni tra le ruote come sempre, ma non gli avrebbero mai impedito di realizzare il suo sogno. Lui DOVEVA diventare ninjia, gli abitanti della foglia avrebbero avuto la lezione che si meritavano. 'Era facile prendersela con un bambino innocente' pensava Naruto 'vedremo quando sarò finalmente il ninjia più forte e rispettato di tutti'. Iniziò così l'accademia e fu proprio come si aspettava, gli insegnanti lo trattavano tutti con insufficenza e i suoi compagni lo evitavano come la peste, ma lui aveva piano piano imparato a non fregarsene, se da piccolo ci soffriva tanto ora sembrava quasi preferire non avere gente del genere intorno, ma in fondo in fondo ci soffriva ancora tanto, anche se non voleva ammetterlo a sé stesso, alla fine era solo un bambino di otto anni, tremendamente solo e ferito.


Gli anni dell'accademia passarono lentamente, non era stato facile per Naruto, tutti gli insegnanti cercavano di mettergli i piedi tra le ruote, tranne uno, Iruka, era un buon insegnante per tutti, buono ma giusto. L'insegnante perfetto. Inizialmente anch'egli non aveva buon occhio per il ragazzino biondo, ma grazie all'aiuto del Terzo riucì a comprenderlo meglio, riuciva a capire la solitudine che aveva dovuto passare, lui stesso l'aveva dovuta provare dopo che i genitori morirono per mano della volpe. Capì anche che non era il mostro che tutti vedevano, ma era solo un bamabino come un altro, solo con un fardello che doveva sopportare dalla nascita, ovvero il mostro stesso che gli altri vedevano in lui, e inziò a trattarlo come tutti gli altri.
Nonostante però gli altri insegnanti cercassero sempre in qualche modo di sminuirlo, si era dimostrato fin dal primo anno un bambino intelligente e con grandi potenzialità per diventare un buon ninjia, superava infatti tutti i compagni, persino il bambino più promettente del corso, poiché membro del clan pù rinomato del villaggio, Sasuke Uchiha. Questo era dovuto agli estenuanti allenamenti alla quale si era sottoposto da quando aveva solo sette anni. Durante i quattro anni che passò in accademia non conobbe nessuno, tutti gli stavano alla larga come raccomandato dai genitori, che si erano lamentati innumerevoli volte sul fatto che il piccolo demone frequentasse la stessa classe dei propri figli e che soprattutto gli fosse stata data la possibilità di diventare ninjia.
Ma a Naruto importava sempre meno, era sempre più freddo e pieno d'odio nei confronti di ogni singola persona che aveva intorno e non ci teneva nemmeno più a cercare in qualche modo di stringere un rapporto di amicizia con loro. Non dopo il trattamento che gli avevano riservato per essere la forza portante della volpe a nove code. Ebbene si, ora Naruto ne era a conoscenza.


flash back: due prima

Mentre passeggiava tranquillamente per Konoha due bambini si pararono davanti a lui con fare da bulletti e iniziarono a provocare Naruto, vedendo
che il biondo continuava a ignorarli e prese di nuovo a camminare superandoli, uno dei due gli urlo 'dove pensi di andare kyubi!', l'altro gli tirò una gomitata 'Ma Okaro che stai facendo!? papà aveva detto che è proibito parlarne!!'
Naruto sentendo quelle parole gli rivolse uno sguardo gelido 'Di che diavolo state parlando voi due?' iniziando a camminare lentamente verso il primo che aveva parlato, che iniziò ad indietreggiare accorgendosi di aver appena parlato troppo e davanti allo sguardo del biondino. 'ALLORA!?' urlò prendendolo per il colletto 'PARLA'.
A quel punto arrivò fortunatamente per i due ragazzini la loro madre che strappò via suo figlio dalle mani di Naruto, prese per il braccio l'altro e se ne andò 'non la passerai liscia anche questa volta brutto mostro', la donna nonostante lo sguardo davvero spaventoso del ragazzo non gli risparmiò la minaccia.
Pensando a ciò che aveva appena sentito si diresse immediatamente dal terzo kage, era furioso e questa volta la verità non gliel'avrebbe tolta nessuno.
Infatti alla fine il terzo fu costretto a dire la verità al ragazzino, ormai il danno era fatto. Alla notizia prese e se ne andò dall'ufficio, infuriato anche con il vecchio che non gli aveva mai detto nulla prima. Andò sul monte, l'unico posto in cui poteva sentirsi meglio e a quel punto non riuscì più a trattenere quelle amare lacrime che cercava di tenere dentro.

 
ciao a tutti! ho deciso di caricare subito il secondo capitolo in modo da togliere la parte un po' più in stallo, che alla fine è di introduzione alla storia, così finalmente dal prossimo capitolo parto dalla storia vera e propria. Finalmente entrerà in scena il team 7!
Al prossimo capitolo!
Ringrazio Amaimon666 e lululove2 per le recensioni del capitolo precedente! :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3792581