Girls Und Panzer - Domina Virtus

di Siro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Onore ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Educazione ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Morale ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Impero ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Onore ***



Capitolo 1 - Onore

 

Il vento soffiava dolcemente sulla prua dell'Aquila. La nave-scuola del liceo Anzio ormeggiava alle luci del mattino su una delle grandi città Giapponesi, in attesa della partenza. Il comandante dei carri della Senshado di Anzio osservava dalla ringhiera le ultime macchine salire a bordo della grande città su acqua. Era amareggiata e pensava tra sé e sé gli avvenimenti del giorno prima. I suoi lunghi capelli chiari, il suo cupo volto femminile, erano vistosi agli occhi di tutte le studentesse che camminavano sul ponte di coperta. "Miho Nishizumi" era il nome che si ripeteva nei suoi pensieri. Una ragazza bionda e dalla postura introversa ma elegante, si avvicinava al comandante per dare delle informazioni.
<< Ehm... Duce Anchovy? >> chiese in attesa di poter avviare la discussione.
<< Ah... Carpaccio. Un'altra cattiva notizia? >> rispose il comandante.
<< Cos'è che ti turba? >> chiese la ragazza.
Anzio era un liceo giapponese ispirato alla cultura italiana. Per tradizione, le ragazze della Senshado si davano soprannomi italiani. Il Duce era il capo della squadra di Senshado, un'arte marziale che si serve dei carri armati dei più grandi conflitti della storia. Anchovy stringeva il suo frustino tra le dita della sua mano, poi alzò i gomiti appoggiati alla ringhiera e si voltò verso Carpaccio.
<< Pensavo alla finale di ieri che ci siamo perse dal vivo>> rispose il comandante, per poi distogliere lo sguardo e osservare il mare.
<< È stato un incontro entusiasmante. È durato tutto il giorno, e hanno combattuto su un grande territorio >> disse la ragazza, per poi osservare il volto ancora più spento del Duce, e poi continuare << Cosa c'è che non va? >>.
<< Anzio >> rispose Anchovy.
<< Anzio? >> domandò perplessa la seconda.
<< Sì, guardaci. Guarda le nostre compagne. Banchettiamo ogni giorno, ridiamo e scherziamo. Raccogliamo fondi grazie a questo, sì. Ma siamo allegre per cosa? >> rispose il comandante infastidita, per poi osservare Carpaccio.
<< Siamo allegre perchè siamo una delle scuole più forti della nazione >>.
<< Una delle più forti >>.
<< Sì, con uno dei comandanti più geniali e decisi >>.
<< Mh! >> esclamò Anchovy, non sapendo se accettare o meno il complimento ricevuto, distogliendo lo sguardo e appoggiando le mani sui fianchi.
<< Abbiamo vinto la prima battaglia contro la Maginot nel torneo >>.
<< Solo la prima. E non che siano così forti. E poi solo per un soffio... >>.
Carpaccio osservò nuovamente perplessa la sua amica, in attesa di una vera delucidazione.
<< Vedi, Miho Nishizumi... >> incominciò a spiegare Anchovy.
<< Miho Nishizumi. Di nuovo questo nome sulla tua bocca >> si intromise l'amica nel discorso, osservando una certa espressione infastidita.
<< Dicevo, Nishizumi. Ha creato una squadra per il torneo, non molto numerosa e con carri misti e disorganizzati. Ha vinto il torneo combattendo contro scuole più forti e veterane >> spiegò Anchovy, per poi puntare il frustino in direzione dell'amica e sbatterlo sulla ringhiera << Perché non siamo come la Ooarai? >>.
<< Lo sai già da dove proviene Miho >>.
<< Sì, sì. Ma non basta. C'è qualcosa che non va in noi >> disse Anchovy, per poi osservare gli studenti di Anzio e continuare << O che non va in me >>.
<< Se lo desideri, possiamo chiedere una rivincita alla Ooarai >> cercò Carpaccio di consolare il comandante.
<< No, non è questo che desidero >> concluse il Duce.
Un'altra ragazza si era avvicinata al duo, e si era appoggiata con un braccio sulla spalla di Carpaccio. La sua treccina sul lato sinistro del volto e il suo sorriso smagliante avevano anticipato le sue parole << Allora, sorellona. Sei emozionata della visita della Impero Universitatis? >>.
<< Cosa!? >> esclamò il comandante con gli occhi completamente spalancati.
<< Ah! Già, è vero. Ero venuta qui per avvisarla >> disse Carpaccio, guardando la sua amica adagiata sulle sue spalle.
<< Quindi lei non sa niente? >>.
<< No, Pepperoni >>.
Anchovy stringeva il suo frustino tra le due mani, guardando gli occhi delle due amiche con alternanza, avendo un principio di sudorazione.
<< Che?! Quando? Perché? >> cercò Anchovy di avere spiegazioni.
<< Sì, la Impero Universitatis. Tra circa un paio di settimane verrà in Giappone. La Sparviero Maxima al momento è ormeggiata a San Francisco per un'amichevole >> spiegò Carpaccio per poi continuare << Non so di preciso il motivo, ma mi hanno spiegato che il comandante sta incontrando ogni caposquadra della Federazione Senshado Italiane >>.
Anchovy cadde sulle sue stesse gambe per la troppa tensione.
<< Perché!? Perché proprio la Impero!? >> disse con voce rotta e gli occhi lucidi.
La Impero Universitatis era la scuola di Senshado a tema Italiano più prestigiosa dell'emisfero occidentale. Vantava dei più moderni carri Italiani e grazie al suo comandante, era riuscita a vincere la coppa dell'ultimo torneo mondiale.
<< Ci chiederà una partita. È ovvio! Ma noi siamo troppo fuori portata per loro... un'altra sconfitta per Anzio! E non possiamo tirarci indietro, ne va del mio onore >> disse Anchovy, asciugandosi gli occhi con il suo mantello nero.
<< Su, avanti! Non fare così, sorellona. Conosce già la nostra situazione, poverelle come siamo. Non ci chiederà tanto, vero Carpy? >> disse Pepperoni, cercando di rialzare e consolare il Duce.
<< Non sono sicura. Certo che Augusta Pompeia non è famosa per la sua clemenza. Non ha mai concesso la gratia >> rispose l'amica.
<< Che fai? Adesso parli come loro? >> disse Pepperoni con uno sguardo di sdegno.
<< A proposito, credo che dovremmo parlare con loro in Inglese >> ribatté Carpaccio.
<< Eh, Inglese? E adesso chi se lo ricorda... >> disse Anchovy sorpresa, per poi distogliere lo sguardo.
<< Sono certa che questo incontro con Augusta ci farà bene. Soprattutto per te, comandante >> disse Carpaccio, sorridendo e facendo l'occhiolino.
<< Ne dubito >> disse Anchovy, per poi sistemarsi la divisa.
<< Va bene. Ma come faremo contro i loro carri? >> chiese Pepperoni.
<< Credo che per l'occasione andrò a trovare un'amica della Ooarai >> concluse Carpaccio, per poi osservare il Savoia-Marchetti 83 nell'hangar dell'aeroporto.

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<< Augusta?! >> una voce proveniva oltre la porta socchiusa di una stanza.
La luce della camera oltre la porta faceva intravedere una ragazza con una sciarpa rossa avvolta intorno al collo.
<< Sì, proprio lei >> rispose Carpaccio.
<< Allora non potete far altro che soccombere... >> rispose l'amica.
<< Non vi è proprio modo di avere una possibilità? >>.
<< Beh, non saprei. La Impero è la mia squadra preferita. Ma Augusta Pompeia... non la sopporto proprio. È spietata >>.
<< E se puntassimo al carro di comando tutte insieme? >>.
<< Mh... adesso che ci penso... >>.
La sagoma oltre la porta si spostò per andare a rovistare in un armadietto.
<< Ecco, prendi... >>.
<< Ma! Oh, cielo. No. Sembra pericolosa >>.
<< Tieni, me l'ha regalata Yukari Akiyama. Non ne esistono altre in circolazione. Talmente rara che questa stessa è una replica fabbricata da lei >>.
<< È molto pesante >>.
<< Non sembra, vero? Aspetta, fammela firmare >>.
<< Tieni... >>.
Oltre la porta si notava la ragazza scrivere su di un oggetto rosso con un pennarello.
<< Ecco fatto, così in inglese come in latino >>.
<< Grazie, Cesare >>.

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Alle ultime luci del pomeriggio, il Savoia-Marchetti discendeva sulla pista d'atterraggio, lì dove attendeva il comandante della Senshado di Anzio.Le porte dell'aereo si aprirono di fronte al volto serio di Anchovy. Carpaccio scese dalle scalinate con un sorriso sul suo volto, osservando il comandante a pochi metri da lei.
<< Abbiamo un piano >> iniziò la bionda.
<< E quale sarebbe? >> rispose il comandante.
Il pilota dell'aereo, nel mentre finiva di spegnere il motore del triplano, potette osservare dal finestrino il volto sorpreso e impaurito del comandante, che era indietreggiato alla vista di un oggetto esposto dalla ragazza bionda.
<< Chi te l'ha data? >> chiese Anchovy.
<< La mia amica. Mi ha dato anche delle buone informazioni riguardo Augusta >>.
<< Cioè? >> chiese nuovamente il comandante sudando dalla fronte.
<< Augusta è tenace. È avventata se sa di essere in vantaggio. Travolgente. Dobbiamo puntare al carro di comando quando arriverà il momento più opportuno >>.
Il Duce si ricompose, per poi assumere la sua più normale aria spavalda.
<< Allora è fatta, Anzio vincerà questo scontro! >>.
<< Mi ha anche raccontato di una certa battaglia di Farsalo che non ho ben capito se fosse accaduta realmente o fosse una leggenda >> concluse Carpaccio ponendo un dito sul proprio mento.
<< Non importa! Se Anzio ha una possibilità di vincere, seguirà quella strada! >> disse Anchovy, per poi puntare il suo frustino verso il sole.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Educazione ***


Capitolo 2 - Educazione

 

Erano passate due settimane. L'Aquila stava raggiungendo una località designata dalla Sparviero Maxima in Giappone, in attesa della visita della Impero Universitatis. Una volta arrivata a destinazione, l'Aquila preparò le operazioni di sbarco della squadra di Senshado di Anzio. Data l'incertezza della durata dell'attesa, il Duce Anchovy ordinò di allestire un banchetto per il pranzo e un invito per Augusta, e tutte le ragazze si misero all'opera. Verso mezzogiorno, una grande città nave era comparsa a fianco dell'Aquila quasi all'improvviso, dato che tutte le ragazze erano impegnate nella preparazione del campo e non se ne accorsero del suo arrivo. La Sparviero Maxima era grande quasi il doppio dell'Aquila e aveva una grande statua di Nettuno come polena che puntava il suo grande tridente innanzi a sé. Dopo circa una decina di minuti dagli ormeggi, una figura a bordo di un cavallo avvolta in una toga bianca e viola, seguita da altre due figure su cavallo aventi poche armature sul corpo e mantelli violacei, si presentarono al cospetto di Anchovy. La ragazza in tunica si avvicinò al Duce col cavallo, ma rimase in silenzio. I suoi capelli corti grigio chiaro nascondevano il sole che puntava sul volto di Anchovy. Le ragazze di Anzio guardavano la scena e bisbigliavano sul modo in cui erano vestite le ragazze di fronte a loro. Dopo qualche secondo il Duce prese parola.
<< I a-am Duce Anchovy of the Anzio H-high School! >> disse Anchovy per poi chiedere a Carpaccio se fosse corretto.
<< Risparmiatevi l'inglese, abbiamo studiato giapponese durante e prima del tragitto >> disse la ragazza sul cavallo.
Il comandante rimase sbigottita dalla sicurezza e correttezza lessicale con cui vennero pronunciate quelle parole.
<< Voi siete Augusta Pompeia? >> chiese Anchovy.
<< Secondo te, Augusta si presenterebbe così? >> disse la ragazza in tunica, per poi ridacchiare con le sue amiche << Io sono il praefectus Cornelia comandante delle Coorti Pretoriane >>.
<< P-praefectus!? >> disse Anchovy stranita, per poi continuare << Non so nemmeno cosa significa... >>.
<< Credo che le grandi scuole abbiano sotto-comandanti per gestire meglio i carri, dato che ne usano anche trenta alla volta >> disse Carpaccio, incoraggiando Anchovy nel continuare il dialogo.
<< Oh bene! Allora noi del liceo Anzio vorremmo invitare voi e Augusta Pompeia al nostro umile ma gustoso banchetto! >> disse il Duce orgogliosa di se stessa. 
Cornelia osservò il campo allestito di fronte a lei, e poi si rivolse di nuovo ad Anchovy << Credo che sarebbe il caso che accettaste l'invito che vi ha porto Augusta, sicuramente offre condizioni migliori per un buon pranzo >>.
Il comandante, infastidita da questa risposta e attorcigliando il frustino nelle sue mani, si voltò verso le sue ragazze.
<< E va bene! Andiamo a vedere cosa hanno di meglio da offrirci, non abbiamo paura di provare tutto, non è vero!? >> gridò il comandante al gruppo.
Un grande ed eccitato rumore era stato prodotto dalle ragazze di fronte al proprio comandante, ed esso continuò << Amaretto, Grappa. Con le altre riponete bene le vivande. Pepperoni, Carpaccio. Andiamo, iniziamo a preparare le macchine >>.

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Il lungo convoglio della macchine camminava lungo le vie della città della Impero Universitatis, precedute dalle ragazze sul cavallo. Il viale principale alberato, era accompagnato da alti palazzi di granito in stile Roma antica, con archi, statue di marmo e affreschi dipinti poco prima degli ingressi delle abitazioni. Petali bianchi e rosei cadevano dai tetti degli edifici, e coprivano le strade ciottolate. Lunghi e corti stendardi rossi con il simbolo della scuola, con un'aquila dorata che stringe un tridente nei suoi artigli avvolta da delle saette, erano esposti in ogni angolo della città.
<< Sai, mi ricorda vagamente la nostra Anzio. Ma fatta meglio >> disse Carpaccio, mentre guidava il fuoristrada di Anchovy.
<< Non posso darti torto >> disse il Duce, stringendo i denti per trattenere il suo orgoglio.
Le ragazze sul cavallo girarono a destra e il convoglio le seguì per poi arrivare in quel che sembrava un parcheggio.
<< Siamo quasi arrivati al Palazzo Imperiale, parcheggiate qui e proseguiamo a piedi >> disse una delle ragazze a cavallo, per poi seguire Cornelia che era scesa ad una posta dei cavalli lì vicino.
Il Palazzo Imperiale era preceduto da un paio di lunghe scalinate curve che abbracciavano una grande statua che raffigurava Augusta Pompeia mentre reggeva e osservava in alto a sé la reale coppa dell'ultimo torneo mondiale di Senshado come se fosse un piccolo calice di vino, e nella mano destra impugnato un gladio, tenendolo puntato verso il basso. Il palazzo era interamente costituito da un lungo colonnato, che reggeva il tetto di tegole di argilla, e abbracciava un grande cortile interno dal pavimento di pietra. Al centro vi era una piccola scalinata che portava ad un trono coperto. Quando il gruppo di Anchovy entrò dentro il palazzo, vide due grandi e lunghi tavoli abbondanti di cibo con tutte le ragazze dell'università, in tunica bianca e rossa, prepararsi ad assaporare i piatti.
Una ragazza in tunica rossa e dai capelli biondi corti attendeva alle porte del cortile, per poi aprire bocca << Aspettate un momento. Devo presentare il nostro comandante e devo annunciarvi alla tavola >>.
Le ragazze di Anzio si fermarono ed osservarono una lontana figura seduta sul trono, nel mentre appoggiava la sua testa sul braccio.
<< Dunque. Liceo Anzio dell'emisfero Orientale con a capo il comandante Anchovy, ottava scuola della Federazione Senshado Italiane. Sono lieta di annunciarvi alla Legione Imperiale della scuola Impero Universitatis, prima scuola della Federazione Senshado Italiane, e al nostro comandante Augusta, se non che Mater Patriae, della gens Pompeia, figlia di Nettuno, nata dalle acque Tirrene delle terre Etrusche. I piatti sono serviti, accomodatevi pure, sarete in compagnia anche degli altri praefecti >> disse la ragazza in rosso, per poi chinarsi e volgere una mano verso la sala.
Le ragazze presero subito posto sui lunghi tavoli, mentre Anchovy era rimasta sola, al centro di quel cortile, di fronte a quella scalinata mentre osservava con aria invidiosa Augusta. I lunghi capelli castano chiaro dalle punte bionde, erano ornati da una coroncina di piume di pernice bianca. Inoltre la sua tunica bianca, ornata da catenelle dorate, la facevano sembrare una divinità al cospetto delle persone comuni. I suoi occhi celesti osservavano il comandante di Anzio senza batter ciglio, e quando passarono diversi secondi, finalmente aprì bocca << Preparate un tavolo per me e il comandante >>.
Delle ragazze della scuola Impero sistemarono un tavolo di legno pregiato lungo un paio di metri con due sedie, e prepararono la tavola con piatti, posate e calici. Nel mentre, Augusta scese le scale e si accostò alla sedia, in attesa che Anchovy facesse la prima mossa. Il comandante di Anzio si levò il mantello e lo appoggiò allo schienale della sedia, per poi sedersi.
<< Ragazze, potete gentilmente prendervi cura del mantello del comandante? >> disse il comandante della Impero, per poi sedersi e osservare il volto irritato del suo interlocutore.
Altre ragazze in tunica rossa servirono due piatti con delle bistecche arrostite e con contorno di insalata e verdurine variegate.
Le due non smettevano di fissarsi negli occhi, quando poi Augusta cominciò << La Anzio ha fatto una bella partita contro la Maginot >>.
Anchovy si meravigliò delle parole del comandante, e fece un breve sorriso << Sì, sono state sbaragliate dalle forze della nostra scuola >>.
<< Capisco >> disse Augusta, nel mentre osservava Anchovy avvolgersi il tovagliolo intorno al collo.
Augusta prese vistosamente il suo tovagliolo e lo pose al di sopra delle sue gambe. Anchovy non potette non osservare la scena, e nervosamente si sistemò il tovagliolo sulle sue gambe.
<< Dicevo. Anche Miho Nishizumi ha fatto una bella partita contro la... oh, come si chiama, Kuro... >> continuò il comandante.
<< Kuromorimine! >>.
<< Esatto >> disse Augusta, per poi sorseggiare del vino dal suo calice.
Anche Anchovy, osservando il comandante, prese il vino e lo sorseggiò.
<< Peccato che Miho non sia della Federazione, sarebbe stata un'ottima erede >>.
Anchovy si bloccò nel bere il vino, trattenendosi dallo sputare sul tavolo, e poi interruppe << E-erede? >>.
<< Tribuno Apiua. Per quanti anni ancora dovrò continuare? È da tre anni ormai che ho terminato gli studi qui, la Impero ha bisogno di una nuova giovane comandante >>.
<< A-apiua? >> chiese stranita il comandante di Anzio.
<< Apiua, sì. Anchovy in latino. Sai, noi parliamo qui in latino, e occasionalmente in italiano >>.
<< M-ma scusami, non ci sono ragazze della Legione pronte per questo incarico? >>.
<< I praefecti sono grandi come me, sono cresciuta con loro. E le ragazze si tengono a distanza. Non ci provano nemmeno a rivaleggiare con una che viene vista come una dea >>.
<< E quindi vai in giro in cerca di un erede? >>.
<< Proprio così >>.
<< E sei venuta da me per questo? >>.
Augusta osservò il volto sorridente di Anchovy e poi disse << Oh, cielo, no. Da te sono venuta per parlare della tua sconfitta contro Miho >>.
L'espressione di Anchovy cambiò drasticamente in un espressione di odio e rancore, per poi afferrare le posate e iniziare a mangiare il piatto di fronte a lei.
<< Sei forse mancina? >>.
<< No, non vedo perché dovrebbe interessarti >>.
<< Ah, no, non importa >> disse Augusta per poi afferrare il coltello con la mano destra e la forchetta con la mano sinistra << d'altronde sei Giapponese >>.
Anchovy osservò le posate nelle sue mani, ed esse erano afferrate all'inverso. Il comandante di Anzio sbatté le posate sul tavolo accompagnate dalle proprie mani e nervosamente prese parola << Cosa devi dire della mia partita contro la Ooarai? Hai detto pure tu che Miho è brava >>.
<< E cosa importa a me, di te, che mi dici che Miho è brava? Io sto parlando solo di te >>.
<< E di me cosa hai da dire? >>.
<< Pessima tattica >>.
<< No. Era fallita. Per colpa... per colpa... >>.
<< Tua >>.
<< Mia! Sì! Colpa mia! >>.
<< Errato >>.
<< Err... c-cosa!? >>.
<< Colpa della tua squadra >>.
<< Perché!? >>.
<< Non so. Forse perché il comandante, della squadra di cui tu fai parte, non lo sa realmente >>.
Anchovy si alzò di scatto e con aria completamente nervosa prese parola << Mi stai per caso provocando!? >>.
<< Non ti scaldare! >> urlò fortemente Augusta, per poi riprendere immediatamente il tono precedente << Siediti. E ricominciamo >>.
Le ragazze di ambo le scuole smisero immediatamente di mangiare e chiacchierare per osservare in silenzio la scena. Dopo il grido di Augusta, l'espressione di Anchovy cambiò nuovamente, in un'espressione di paura e sgomento. Si sedette in silenzio e continuò a mangiare.
<< Dicevo. Devi concentrarti sui tuoi carri e poco sulle finte e strategie rischiose. Inoltre è poco rispettoso per l'avversario di essere trattato in questo modo, dato che non è stupido come pensi. Poi, perché non cambi i carri o li modifichi un po'? Usi quei CV 33 con solo le mitragliatrici. Cosa credi di poter fare agli altri carri? Il solletico? >>.
<< Non siamo ricche come te >>.
Augusta osservò intensamente gli occhi del suo interlocutore per poi rispondere << Non credo che tu abbia completa responsabilità di quello che dici >>.
<< Cosa dovrei fare secondo te, allora? >> domandò Anchovy, ingerendo l'ultimo boccone.
Augusta fece un breve ghigno, e con aria divertita le rispose << Lasciare che qualcuno più competente prenda il tuo posto >>.
<< Ora basta! >> si infuriò il comandante di Anzio alzandosi di nuovo in piedi << Io, Duce Anchovy, figlia di... boh, qualche dio Romano delle terre Giapponesi. Ti sfido a Senshado! >>.
Tutte le ragazze di Anzio fecero cadere il cibo nel piatto, increduli di quello che stava accadendo. Una delle ragazze della Impero disse alla sua compagna a fianco << Va a finire sempre così >>.
Augusta si alzò in piedi, si diresse verso di lei con aria minacciosa e poi le tese una mano.
<< Accetto. Ad una condizione però, che le regole le scelgo io. Partita annientamento e dieci carri a testa. Così non puoi usare delle tattiche subdole per terminare la partita >>.
<< E come dovrei fare a sconfiggere i tuoi Arieti e Centauri? >> rispose Anchovy nervosamente.
<< Userò carri della tua portata. Non ti preoccupare >>.
<< E gli... Otomatic? >>.
<< Sono stati già banditi dalla Senshado >>.
<< D'accordo >> concluse il comandante di Anzio, per poi stringere la mano del suo rivale.
Augusta afferrò la mano e tirò Anchovy a sé, per poi sussurrarle nell'orecchio << Vedi, non faccio mai la prima mossa. È per questo che sono così famosa. Lascio che mi sfidino gli altri e poi li batto. Sventura e infamia per coloro che sfidano e poi perdono. Ti conviene vincere, Augusta Apiua >>.
Anchovy si distaccò da lei, e con gli occhi lucidi per la tensione osservò le sue amiche che le sorrisero orgogliose. Le ragazze di Anzio applaudirono per il coraggio che il loro comandante prese. Anchovy si asciugò gli occhi e poi rispose a quelle parole << Sai, forse hai ragione. Forse non sono degna di loro. Ma sicuramente le farò divertire, le regalerò un'ultima battaglia con me al comando, e sarà spettacolare >>.
<< Ci conto. Non puoi più tirarti indietro ormai. Ricordati che con me dovrai combattere fino all'ultimo, non accetto rese >>.
<< Posso chiederti una cosa? Una curiosità... perché non concedi pietà per nessuno? È forse questo il tuo segreto? >>.
<< Pietà? Non sento questa parola da anni. Vuoi veramente saperlo? Forse perché nessuno ha il coraggio di chiederla di fronte a me, di fronte ai miei carri >> concluse Augusta per poi incamminarsi per salire in cima al trono, e poi si voltò un'ultima volta << Non provare ad imitarmi >>.
Il sole del meriggio scaldava le colonne di quel caldo cortile che avvolgeva le studentesse. Quel giorno Augusta si fece un nuovo nemico, e allo stesso tempo, un nuovo ammiratore.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Morale ***


Capitolo 3 - Morale


La sera della vigilia dell'incontro tra le due scuole, Anchovy osservava in silenzio il suo P40 parcheggiato in un campo. Rimasta sola dopo una buona cena di gruppo, accarezzava il carro di fronte a lei, per sussurrargli incoraggiamento. Carpaccio osservò il suo comandante e decise di raggiungerlo. Le nuvole nascondevano la luna che illuminava quella sera di paura e tensione sui terreni dell'Aquila. I grilli non cantavano quella sera, e il vento soffiava tra gli arbusti europei di quella città.
<< Anchovy! >> disse la ragazza bionda arrivata dietro di lei.
<< Carpaccio... >> rispose malinconicamente l'amica.
<< Non voglio che lasci Anzio... siamo tutte orgogliose di te, non ti far condizionare da un comandante molto più forte di noi. Non è proprio della nostra portata e non può giudicarci in questa maniera >> continuò Carpaccio mentre stringeva la mano di Anchovy nelle sue.
<< Non lo so, amica mia. Io so solo una cosa. Che non voglio più fuggire. Non voglio più trovare modi di farla franca. Domani combatteremo a viso aperto, di fronte a loro e senza paura. Soccomberemo. Potremmo vincere solo con la fortuna che ci mancherà. Ma almeno avrò l'onore di non essere fuggita >>.
<< Anchovy... >> disse Carpaccio, e con piccole lacrime agli occhi continuò << Anch'io non fuggirò! Sarò sempre al tuo fianco qualsiasi cosa tu decida di fare! >>.
<< Puoi dirlo forte sorellona >> si sentì dalle spalle del comandante.
Dei capelli violetti fecero la loro comparsa, anticipando la visione del volto di Pepperoni.
<< Anch'io. Eseguirò ogni comando senza indugiare >> disse l'amica, per poi abbracciare con un sorriso il suo comandante.
Tutte e tre le amiche si abbracciarono insieme, avvolte dal mantello del comandante.
<< Non vi lascerò sole, ve lo prometto >> disse Anchovy, per poi staccarsi e posizionarsi di fronte a loro con aria spavalda, e riprendere parola << Domani daremo via all'operazione "Scacco alla Regina" >>.
Carpaccio si asciugò brevemente gli occhi e chiese cosa intendesse.
<< La nostra strategia sarà quella di puntare al suo carro. Anche se non sarà di comando o l'obiettivo della partita, voglio darle una lezione. Un qualcosa che farà bene anche a lei per aiutarla a cercare nuovi eredi. Dimostrerò che anche una dea può essere toccata, e lo faremo sparando su di lei con ogni nostro mezzo! >>.
<< Anchovy, come ho detto non indugerò. Ma spero che tu sappia che non basterà distruggere il suo carro, perché come noi potrà scendere e salire su un altro a disposizione >> disse Pepperoni.
<< E qui entra in gioco la seconda fase. Distruggeremo solo ogni carro su cui lei salirà. Sarà una battaglia psicologica. Le toglieremo ogni trono su cui lei si vorrà sedere! La lasceremo vagare per i campi a piedi >> ridacchiò Anchovy, mimando una camminata graziosa e allo stesso tempo indispettita.
Le due amiche le sorrisero, ma poi Carpaccio prese parola << Sapete quali sono i soprannomi che le danno? "Il cavallo rosso". Per come velocemente travolge i suoi avversari. Oppure "Toscanella" per le sue origini Toscane, o come piace a loro chiamare "Etruria" >>.
<< Già, d'altronde dicono che il campo su cui giochiamo domani è ispirato alla sua terra natale, molto collinoso >> interruppe Pepperoni.
<< E soprattutto la chiamano "Domina Virtus", che vuol dire "Signora del potere". Mi ha abbastanza sorpreso, perché è il soprannome dato da chi viene sconfitto e non da loro stessi. Sembra come se i loro avversari si sentissero... sottomessi. Cesare mi ha detto che neanche lei sa come Augusta fa a capire la giusta contro-tattica dei loro avversari. Non usano nemmeno spie >> concluse Carpaccio per poi osservare il volto cupo e nervoso del comandante.
<< Domani lo vedremo. Potremmo riuscire a prenderla in contropiede anche in questo ambito. Infliggeremo due belle batoste alla signorina >> concluse il comandante per poi congedarsi dalle sue amiche.
Il suo passo era deciso, e i suoi pensieri cadevano fissi su Augusta, come se fosse assuefatta dalla sua esistenza. Arrivò di fronte alla sua abitazione, e si levò il mantello dalle sue spalle. Lo osservò, dopodichè cadde una goccia su di esso. Incominciò a piovere, crescendo di intensità sempre di più. Le gocce coprivano le lacrime prodotte dal volto di Anchovy. Strinse il mantello, e poi lo lasciò cadere. Esso incominciò a sporcarsi e inzupparsi di acqua. E mentre osservava il suo mantello, strinse i pugni, sorrise e poi esclamò << Non ti lascerò toccare Anzio, mia regina... >>.

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Rondini. Una giornata fresca e soleggiata era sopra le teste delle ragazze pronte allo scontro. I due comandanti si guardarono fissi negli occhi a due metri di distanza una dall'altro. Il volto deciso e incrollabile di Augusta Pompeia si esponeva nella sua divisa da battaglia: un mezzo mantello rosso che cadeva sulla spalla destra mantenuto da un medaglione dorato. La sua tunica bianca e dorata era avvolta da una armatura addominale che faceva spazio per far fuoriuscire il seno coperto sopra di essa. La spalla sinistra era coperta da uno spallaccio in metallo. Portava un gladio affilato nella fodera, al fianco della sua gonna rossa dai frammenti di cuoio. Portava anche dei sandali lunghi ai piedi, come tutte le ragazze della Impero. La ragazza in tunica rossa e dai capelli biondi era accanto a loro e spiegava le regole dell'incontro.
<< Dovevamo rinviare lo scontro per la pioggia di ieri sera, ma la nostra Augusta ha insistito, e oggi vi toccherà giocare su un campo umido >> finiva di spiegare, per poi inchinarsi e allontanarsi.
<< Augusta. La mia Anzio è pronta a vincere. Mi chiedo se la tua scuola sia pronta altrettanto >>.
<< Tribuno. Le mie ragazze contano i secondi che ci separano dalla vittoria, per cercare di stabilire un nuovo record. Conto su di te sul non farglielo fare >>.
Le due fecero un inchino e si diressero su uno dei loro rispettivi carri. Augusta salì su un M13/40 e si allontanò dal padiglione di partenza. Anchovy si diresse verso il suo CV33.
<< Perché stiamo usando questo noi? >> disse Pepperoni quando salì Anchovy.
<< Tu sei un bravo pilota. Carpaccio un bravo cannoniere >> rispose il comandante, per poi osservare Pepperoni accendere il motore << Carpaccio è pronta a sparare col P40, noi ci dobbiamo avvicinare ad Augusta >>.
I dieci carri di Anzio si muovevano insieme in formazione larga in cerca dei carri armati di Augusta. Cinque Semoventi 75/18 erano affiancati da quattro CV33 e il prezioso P40. Passò un quarto d'ora e i carri di Anzio non trovavano nessuno, marciando tra le valli delle colline. Ad un tratto, un paio di M13/40 sbucarono sulla cima di un colle. Uno di essi era di Augusta, il carro dalle striature rosse e gialle, con la sua testa sbucata dall'abitacolo. L'altro aveva delle striature violacee. Essi tornarono indietro e Anchovy diede ordine di aggirare il colle.
Dal lato opposto osservarono una cortina di fumo propagarsi davanti a loro.
<< Ragazze... >> iniziò Anchovy parlando alla radio << I carri di Augusta sono di fronte a noi, preparate la formazione. Dobbiamo creare scompiglio con i Carri Veloci, in quanto a voi, Semoventi, cercate di attirare l'attenzione. Carpaccio, pronta per l'obiettivo >>.
<< Tribuno! >> una voce si sentì urlare da oltre la cortina di fumo, e poi continuò << Ti avevo avvertito di non imitarmi... Prima Coorte. Testudo! >>.
<< Hoy! >> risposero le ragazze della Legione.
Diversi rumori metallici, di motori e di cingoli si udivano oltre la nebbia di fronte alle ragazze di Anzio.
Anchovy iniziò ad agitarsi, intimidita dalle parole e da quei rumori oltre il fumo.
<< Potevi escogitare qualcos'altro, e avresti avuto diverse possibilità. Ma hai deciso di riottenere quell'onore che ti è stato sottratto dalla sottoscritta. Sei un libro aperto come tutti gli altri... e per questo che soccomberai alla Impero! >>.
La voce di Augusta era travolgente e spezzava qualsiasi fiducia e morale tra le ragazze di Anzio. La nebbia iniziò a dissolversi, mostrando al liceo una visione spettacolare, se non spaventosa. Quattro M13/40 avevano formato una fila di carri per proteggere i due carri avvistati precedentemente. Sulla corazza frontale di ogni carro della Legione venne installato una piastra di acciaio balistico obliqua che copriva dei sacchi di sabbia. Sull'armatura installata venne raffigurato il simbolo della scuola, con tanto di sfondo rosso, tranne per il carro dalle striature violacee che lo aveva invece viola.
<< Anzio. Fate fuoco! >> ordinò Anchovy per poi osservare i colpi che rimbalzavano sulla superficie obliqua.
<< Prima Coorte. Centuria Pretoriana. Avanti con linea di fuoco! >> ordinò di risposta Augusta, nel mentre i carri di Anchovy ricaricavano i colpi.
I carri della Legione si spostarono in avanti e poi si misero in fila indiana, accostando i carri di Anzio sulla loro destra. I cannoni degli M13, già ruotati in posizione data l'impossibilità di sparare in avanti, fecero fuoco e riuscirono a distruggere un Semovente e due Carri Veloci. I carri di Anzio non riuscirono né a ruotare, né a ricaricare in tempo. Poi, i carri di Augusta si rimisero in posizione difensiva sul lato opposto.
<< Perché!? >> disse agitata Anchovy, nel mentre si aggrappava e stringeva tra le sue mani il bordo superiore dell'abitacolo, per poi chiudere gli occhi e pensare << Non è giusto. Non può esistere una ragazza simile a lei. Nessun altro potrà mai essere come lei, nessuno sarà in grado di rimpiazzarla... non sono riuscita nemmeno a toccarla e ha già distrutto quasi mezza squadra in un sol colpo. È riuscita a prevedere con precisione questa mossa, anche se entrambe sapevamo che non era vincente >>.
<< Tribuno! >> si sentì urlare dall'altra parte della prima fila di carri.
I carri di Anzio si voltarono e si prepararono a sparare una seconda volta.
<< Anzio non è degna di un leader come te. Povere ragazze che non porteranno a casa la loro vittoria! >>.
Pepperoni appoggiò una mano sulla schiena del comandante e sorrise << Non importa, noi saremo con te >>.
<< Legione Imperiale. Carica e travolta! >> ordinò Augusta, per poi partire con tutti i carri alla massimo della potenza verso i carri di Anzio.
Anchovy si rasserenò alla vista di quel sorriso e poi, stringendo la radio nella sua mano, ordinò << Anzio! Dispersione! >>.
I carri armati del liceo si spostarono e cercarono di schivare con successo la carica della Impero. I carri armati di Anzio si divisero per tante strade diverse, e i carri di Augusta si riposizionarono in difesa.
<< Ragazze. Disperdetevi meglio, incontriamoci al colle della fattoria, mi è venuto in mente un piano... >> disse il Duce via radio, per poi dirigersi su una strada.
<< Ragazze. Il comandante si sta forse riprendendo, e cercherà un punto faverevole per spararci. Prima Coorte. Centuria Pretoriana. Inseguiamo il carro di Apiua. Schermagliatori, lasciate le posizioni e raggruppatevi a noi. Unità Equites, anche tu. Temo che a breve dovremo fare un cambio >> ordinò Augusta, parlando attraverso il suo gladio ricetrasmettitore, per poi inseguire in formazione il carro di Anchovy.
Il carro del comandante di Anzio riuscì quasi a seminare gli M13, per poi salire in cima ad una collina. Uno dei Semoventi, che aveva anticipato Anchovy, era già in posizione e aprì il fuoco verso i carri di Augusta.
<< Legione! Tenete duro, è come avevo previsto. Hanno trovato un punto favorevole... semi circondiamo il colle a sinistra >> ordinò la dea della Impero, per poi tenere la fila indiana. I carri di Augusta si fermarono su di un lato del colle ammirando Anchovy in piedi sul terreno. Il comandante di Anzio si mostrava in camicia con aria spavalda, e mostrava la sua giacca legata intorno alla vita.
<< Ragazze... "Scacco alla Regina"... >> disse il comandante nel suo microfono, assumendo il suo tono serio.
Delle balle di fieno vennero spinte giù dalla collina dai Carri Veloci. I carri di Augusta spararono sia ai carri che alle balle di fieno, ma fin troppe per essere beccate tutte. Alcune di esse andarono a sbattere sui carri della Legione, senza arrecare però alcun danno. Augusta si affacciò dal carro e prese parola << E quindi, Tribuno!? Pensi di aver riconquistato il tuo orgoglio con questa mossa!? Balle di fieno, come le tue tattiche... ragazze, fuoco sui bersagli in alto! >>.
Anchovy porse un breve ghigno. Il resto dei Semoventi di Anzio, insieme al P40, sbucarono da dei cespugli dal lato opposto e fecero fuoco sugli M13. I carri di Augusta cercarono di rispondere, ma le loro torrette furono bloccate da un lato dallo scudo, e dall'altro dalle balle di fieno. Non fecero in tempo a spostarsi che furono colpiti e distrutti; ad alcuni carri si appiccò anche un incendio ai motori. Augusta, per la prima volta nella sua vita, fu sorpresa. Non si agitò, e addirittura sorrise. E dopo che fu colpita, chiuse gli occhi e nella sua mente le tornò un lontano ricordo quasi dimenticato.
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"Cara Alessandra,

sono tuo Nonno..."

 

La maestra scriveva degli esercizi di matematica sulla lavagna mentre i bambini sedevano composti in una delle scuole pubbliche in Italia. Una bambina dai capelli castani rideva con la sua compagna di banco e cercava di non farsi scoprire dall'insegnante.

" Ti scrivo per chiederti scusa. Ho trovato finalmente

le parole per dirtelo... adesso che finalmente sei diventata più grande".


<< Alessandra, vieni alla lavagna >> disse la maestra osservando la bambina dai capelli castani. Essa le sorrise e si diresse verso di lei.

 

"Ho sbagliato due volte nella mia vita, e tutte e due con te.

Ma adesso importa che mi ascolti, per favore...

Mi dispiace che ti sono venuti a prendere con la forza...

e anche se stai lontano da me, so che ti trovi bene lì"

 

<< Con "insieme" si indica un raggruppamento di oggetti, individui, simboli e numeri che sono ben definiti e distinti tra loro >> rispose Alessandra, per poi ottenere un sorriso dalla maestra.
 

" Ho avuto la possibilità di lasciare il nostro podere in Toscana

per venirti ad aiutare in questa tua avventura. E non lo feci..."

 

<< Signora maestra. Ci sono due uomini della polizia che vorrebbero parlare con la bambina >> disse una signora, affacciandosi dalla porta della classe.

 

"Ho avuto la possibilità di ospitare te e mamma,

quando ancora per papà era soltanto un vizio. E non lo feci..."

 

<< Ciao piccolina. Ascoltami, dobbiamo dirti una cosa. Sai, a volte succedono cose brutte, ma... >> i due poliziotti si erano chinati per parlare meglio con Alessandra fuori dalla porta.

 

"E adesso che papà è in prigione e mia figlia in cielo...

Promettimi che sarai forte.

Promettimi che non cederai alle tentazioni"

 

Le lacrime della bambina scendevano ininterrottamente mentre i due uomini in uniforme continuavano a consolarla e parlare con lei. Ma Alessandra si era già chiusa nel suo mondo.

 

"Promettimi che ti prenderai tutto quello che ti spetta.

Promettilo, perchè questo mondo non ti restituirà mai

quello che ti ha preso"

 

Nella macchina della polizia, Alessandra continuava a guardare la vita fuori dal finestrino. Ma in quel momento non le importava. Voleva solamente tornare ad essere felice, come lo era qualche istante prima. Finché non arrivò al porto, quando osservò per la prima volta la Sparviero Maxima.

 

"Promettimi che non mi porterai rancore.

E soprattutto, promettimi che il tuo nome verrà impresso

nel cuore del mondo"

 

La polizia aveva accompagnato la bambina per fare la sua iscrizione, e venne subito accettata. La ragazzina si asciugò gli occhi, rinchiuse la sua vita precedente dentro il suo cuore, e si incamminò sulle scale della grande nave.

 

"Promettilo per tua madre.

Perchè se ti vedesse sarebbe fiera di te.

Ed anche se son vecchio e non durerò ancora per molto,

promettimi che quando terminerai gli studi, tornerai a trovarmi..."

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Impero ***


Capitolo 4 – Impero


Anchovy rideva di gusto. L'esito della battaglia era ancora incerto, ma per il comandante di Anzio era una piccola vittoria. Le ragazze della Impero cercavano di spegnere gli incendi ai motori con dei piccoli estintori.
<< Augusta! Cosa hai da dirmi adesso, eh? Che è una pessima tattica? Ops. Forse perché stai usando dei carri armati del mio livello. Non fai tanto la gradassa con i soldi e i carri moderni ora. Qui, in queste terre si ottengono le cose solo combattendo! È questo è il modo in cui combatte Anzio! >> gridò Anchovy verso i carri in fiamme, per poi continuare a ridere come prima.
Un piccolo fischio e rumore tagliente si udì nell'aria. Poi Anchovy udì un piccolo tonfo e cadde quando vide il gladio di Augusta conficcarsi a terra a un metro da lei.
Osservò la sua immagine riflessa spaventata, e poi guardò da dove provenne. Augusta camminava tra i carri in fiamme in direzione di Anchovy, perdendo le piume dalla sua testa, soffiate dal vento assieme al suo mantello sbrindellato.
<< Apiua! >> gridò Augusta, osservando il comandante di Anzio con i suoi occhi accesi e il viso sporco di cenere, poi continuò << Nessun impero è mai rimasto in piedi sfruttando solo l'oro o solo il ferro. Un buon impero si mantiene con l'equilibrio delle due cose, e soprattutto se tutti sentono di farne parte... >>.
Anchovy si rialzò e le due si guardarono intensamente. Gli altri carri di Augusta arrivarono e iniziarono a far fuoco sui carri di Anchovy. Il comandante di Anzio non credeva ai suoi occhi. Le pareva quasi incredibile osservare il comandante avversario in piedi e più orgogliosa di prima della sua squadra.
<< E soprattutto, se tutti fanno il loro dovere >> continuò il comandante della Impero. Tre Semoventi 105/25 della Impero Universitatis fecero fuoco sui carri di Anzio, distruggendone un paio. Il Semovente e uno dei due carri veloci scesero in soccorso e distrussero uno dei tre, per poi disabilitarsi sotto il fuoco nemico. Il P40 e l'ultimo Semovente di Anzio distrussero un altro dei due carri. Infine rimase solo il P40 danneggiato, che poco prima di disabilitarsi, fece fuori l'ultimo Semovente 105. L'ultimo dei carri di Augusta arrivò e si fermò alle sue spalle. Era anch'esso un Carro Veloce, ma con un Solothurn S-18 adagiato sopra.
Il mitragliere, con poche armature addosso e gonna rossa, come tutte le altre ragazze della Impero, scese e aprì bocca << Augusta! Unità Equites a rapporto. Le unità Schermagliatori sono state disabilitate >>.
<< Augusta Apiua! Combatti! Perché oggi diventerai la mia erede! >> gridò Augusta, per poi infilarsi un elmo piumato rosso e salire sul suo carro al posto del cannoniere.
Anchovy tremò sentendosi chiamare in questa maniera, ma si voltò velocemente e salì sul carro assieme a Pepperoni.
<< Alea Iacta Est! >> concluse gridando, il comandante della Impero.

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I due carri si rincorrevano tra le colline del territorio Giapponese. Il primo colpo partì dal fucile anticarro di Augusta, mancando il bersaglio davanti a lei. Anche il secondo partì, sfiorando il carro questa volta. Anchovy e Pepperoni erano completamente terrorizzate, e scivolavano sui terreni umidi di quei campi.
<< Cosa dovremmo fare, sorellona? >> disse Pepperoni, voltando vorticosamente il carro per non farsi colpire alle spalle.
Altri tre spari furono eseguiti, e uno di questi forò l'abitacolo passando da un lato all'altro. Anchovy aprì un cofanetto e tirò fuori l'oggetto donato da Carpaccio.
<< Oddio. Cos'è? Sei matta!? >> disse stupefatta Pepperoni, osservando l'oggetto rosso. Era una granata anticarro Tipo L italiana. Assomigliava ad una Stielhandgranate ma aveva una forza di esplosione pari dalle otto alle ventisette granate comuni.
<< Non riesco a gettarla in movimento come siamo. Rischio di mancarla, dato che sicuramente se ne accorgerebbe poco prima che riesca a lanciarla... >> spiegò Anchovy, per poi continuare << Andiamo al ponticello del dirupo. Il suo fucile ha dieci colpi; quando sparerà l'ultimo imbocca il ponte e aspettiamo che lo attraversi, così sarà un bersaglio facile al termine di esso >>.
<< D'accordo, capo >> rispose Pepperoni, per poi dirigersi verso un campo di riso.
Il carro veloce sgattaiolava e scivolava tra le pozze e il terreno bagnato del campo, tant'è che Augusta sbagliò altri tre colpi.
<< D'accordo, inizia ad andarci >> disse il comandante di Anzio, per poi osservare il dirupo accanto a lei. Augusta sparò l'ultimo colpo e colpì nuovamente l'abitacolo, senza però ricavarne nulla.
<< Ci sta forando come l'Asiago, prendi il ponte! >> gridò Anchovy.
Il carro veloce salì ponte, ma un undicesimo colpo venne sparato dal fucile. Questa volta prese il cingolo destro, e il veicolo iniziò a roteare in modo vertiginoso su quello stretto ponte.
<< Dannazione, il caricatore tedesco! >> urlò Anchovy, aggrappandosi fortemente.
<< Stiamo per cadere! Stiamo per cadere! >> gridò Pepperoni.
Augusta osservò la scena, per poi guardare il suo pilota.
<< Muoviti. Accostale! >> le gridò.
Il carro del comandante della Impero accelerò e colse il carro di Anchovy inverso, tenendosi sulla destra.
<< Forza, tieniti a me! >> gridò Augusta ad Anchovy, e lei si abbracciò.
Il carro di Anchovy si muoveva al contrario, tenendo il cingolo destro nel vuoto e il cingolo sinistro in retromarcia.
<< Sei pronta, Apiua? Al termine del ponte non potrai andare da nessuna parte >> disse Augusta, stringendo la sua rivale a sé.
<< Stai vincendo, Augusta... vero? >> rispose Anchovy, guardandola negli occhi.
<< Come sempre, Tribuno. Comunque oggi mi hai sorpreso... >>.
Anchovy osservò il vuoto sotto di lei, e poi disse << E se... ti sorprendessi ancora di più? >>.
Augusta pensò alle parole pronunciate da Anchovy, e poi le rispose << Non ci provare >>.
<< Oh, certo. Stai a vedere >> concluse Anchovy, per poi staccarsi dalle braccia di Augusta e gettarsi all'indietro.
Il carro di Anzio perse l'equilibrio e cadde verso il basso. Gli occhi del comandante della Impero si accesero di rabbia alla vista del viso sorridente di Anchovy cadere con il carro verso il basso.
<< Inseguile! >> urlò Augusta e il pilota, indugiando, eseguì l'ordine.
I due carri erano in caduta. Il viso di Anchovy era nervoso alla vista della pazzia del comandante avversario. Augusta impugnò il suo fucile e lo puntò verso la sua rivale. Appena mirò, osservò una scritta a un metro di distanza su di un oggetto fluttuante muoversi verso di lei che recitava "Caesar". Augusta Pompeia sorrise di risposta.
Una forte esplosione oscurò il cielo che si poteva osservare dal di sotto del dirupo.
Anchovy ghignò fortemente ma la sua espressione cambiò drasticamente una volta ancora. Augusta era sospesa nell'aria, sporca di cenere e distaccata dal carro, con il fucile ancora integro che puntava verso loro. Sparò un colpo e colpì il motore del Carro Veloce, disabilitando la vettura in volo. Il carro cadde tra i rami di un albero, che spezzandosi, attutì la caduta del veicolo. Anzio era a terra.
<< Matta. Matta sei! >> disse Pepperoni, controllando se tutte e due fossero a posto.
Anchovy aveva un giramento di testa, e quando si riprese osservò un carro distrutto quasi completamente, incastrato tra delle rocce in alto a lei. La ragazza pilota, sporca di cenere, salutava le due ragazze di Anzio e tentava di indicare in una direzione lontana da lei.
Anchovy alzò lo sguardo, e i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi.
<< No... Augusta! >> urlò, per poi catapultarsi fuori dal veicolo.
<< Questa volta è colpa mia. Mia ti dico, ne sono certa! >> gridò il comandante per poi dirigersi verso una figura.
Il corpo di Augusta giaceva inerme ai piedi del dirupo, a tratti sporco di sangue. Vi erano resti del fucile anticarro sparsi ovunque.
<< Augusta! Augusta! >> gridò Anchovy con le lacrime agli occhi, per poi giungere al corpo del suo rivale.
<< Augusta, svegliati, dimmi qualcosa! >> disse il comandante, strattonando il corpo del comandante della Impero.
Augusta aprì gli occhi, e con voce flebile disse << Non mi toccare. Credo che mi sia fratturata ovunque >>.
<< Augusta! Io...io... non sono pronta. Non lo sarò mai. Nessuno può esserlo. Solo tu, rialzati e comanda la tua squadra! >> gridò Anchovy, tenendo il viso del suo rivale tra le sue mani.
<< Apiua... ti prego, chiamami Alessandra. Ne ho davvero bisogno in questo momento >>.
<< Ale...Alessandra? Alessandra! >> gridò nuovamente.
<< Ok... e adesso non gridare... >>.
<< Alessandra... >>.
<< Sshhh... profumi come la mia terra natale. Di legna bruciata... >>.
<< Alessandra. Io... non voglio che te ne vai. Rimani con me, non chiudere gli occhi >>.
La sirena di un'ambulanza si percepì arrivare dietro di loro.
<< Eccoti accontentata... non devi più temere... >> rispose Augusta, accarezzando il volto di Anchovy, per poi chiudere gli occhi.
Il comandante della Impero venne presa e portata via con urgenza dal mezzo di soccorso. Arrivarono pure i vigili del fuoco, che aiutarono a far scendere la ragazza incastrata tra le rocce del dirupo. Anchovy fu accompagnata al padiglione di partenza, e tutte le ragazze si abbracciarono al comandante ed esultarono a suoni di "Duce!". Anchovy spiegò cosa accadde al dirupo sia alla sua squadra, sia alla Impero Universitatis. E tutte decisero insieme che la partita sarebbe terminata con un pareggio, data l'impossibilità di sapere con certezza in quale attimo il carro di Augusta potesse essersi disabilitato, se durante o dopo il termine dell'esplosione, e inoltre per un rispetto reciproco sulle tattiche e strategie utilizzate. Il praefectus Cornelia, che guidava la Centuria Pretoriana, si congratulò con Anchovy della partita, e informò che avrebbe preso il posto di Augusta fin quando non si sarebbe ripresa. I due comandanti si augurarono un futuro prosperoso.

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Le tre amiche di Anzio osservavano le stelle della notte dopo quella faticosa giornata. Erano stese e parlavano della partita per confrontarsi e conoscere tutti i dettagli.
<< E io ho detto "Ricotta, veloce!". È veramente lenta, Anchovy... per poco non riuscivo a distruggere l'ultimo Semovente >> disse Carpaccio.
<< Per non parlare di questa pazza... non avevo capito subito che era stata lei intenzionalmente a farci cascare giù... >> disse Pepperoni parlando di Anchovy, per poi continuare << Mi sono fatta veramente male >>.
<< Mi dispiace... pensa alla ragazza del carro di Augusta, che ha eseguito l'ordine col cuore in gola >> rispose Anchovy.
<< Augusta è più pazza di te. Poteva sperare che il nostro carro si disabilitasse con l'urto. E invece ha voluto chiudere la questione di persona >> disse Pepperoni.
<< A proposito. Mi hanno detto che sta bene. È tutta fasciata all'ospedale, ma è cosciente. È veramente resistente, non solo mentalmente... >> si intromise Carpaccio.
<< Forse dipende tutto da lì. È tutta una questione mentale... >> disse Pepperoni.
<< Non la chiameremmo "Domina Virtus" sennò >> concluse Anchovy, per poi osservare le facce sorprese delle due amiche, dopodiché tutte e tre si unirono ad una grande risata.
<< Comunque, dato che dopodomani dobbiamo combattere per aiutare Nishizumi, possiamo usare solo il nostro CV, è il meno danneggiato e più facile da riparare >> disse Carpaccio ricomponendosi.
<< Ci dobbiamo stare tutte e tre allora, perché io non mi voglio perdere lo scontro >> disse Pepperoni.
<< Rivaleggiare con Augusta. Aiutare Miho Nishizumi in difficoltà. Mi sento veramente orgogliosa della mia Anzio >> disse Anchovy.
<< Ti avevo detto che ti avrebbe fatto bene... >> rispose Carpaccio ponendo un sorriso.
<< Vi voglio bene, ragazze >> concluse il comandante per poi, infine, abbracciare le due amiche.

 

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