Come maritare un generale

di Hoshi_10000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Non sono un fenomeno nello scrivere, semmai il contrario, ma farò del mio meglio, e sperò che qualcuno di passaggio su questo forum abbandonato legga e apprezzi. ___________________________________________________________________________________________________________________________________











I Fanalis, glorioso popolo di guerrieri, erano praticamente estinti: i suoi abitanti erano ridotti in schiavitù, eccetto pochi individui.
La libertà. Morgiana non ci era abituata, era vissuta troppo a lungo come una schiava di Jamil, prima di essere liberata. Non è che non le piacesse la libertà, ma non riusciva a capire cosa fosse: la libertà è scegliere da soli del proprio destino, ma non sentiva di avere tale libertà. Infatti, non era stato il suo padrone a liberarla, ma un estraneo che, da un giorno all’altro, le aveva detto “sei libera”.
Aveva pensato di chiederlo a Ja’far: serio ed affidabile, non aveva avuto problemi a risponderle, citando “la libertà è uno stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza di ordine morale, sociale, politico”, ma lei ugualmente faticava a capire il senso delle sue parole, specie poi se riferite al suo caso.
Si chiedeva spesso come facesse Masrur, più grande di lei di soli alcuni anni. Lei lo sentiva molto vicino a sé, in quanto ne condivideva le origini, ma anche molto distante, poiché lui non mostrava alcun segno di tentennamento di fronte alla sua libertà: non si faceva problemi ad agire come preferiva, pur sottostando a Sinbad. Sinbad… persona misteriosa, teneva con sé un Fanalis, ma non solo per la sua incredibile forza fisica, ma come amico ed alleato.
Lei invece che ruolo aveva in quel luogo? Stava presso un paese, mangiava il cibo destinato ai suoi abitanti, senza però contribuirne in alcun modo al sostentamento, ma passando semplicemente la giornata ad allenare la propria forza assieme a Masrur.  un giorno decise di chiederglielo.
- Masrur, posso dare una mano in qualcosa?-
-…- il solito sguardo freddo ed un po’ distaccato, privo di espressione.
- Intendo, dare una mano per lo sviluppo di Sindria.-
-…- Nessuna risposta – continua ad allenarti.-
La discussione era chiusa. Non per Morgiana. Quella sera, una volta a letto, decise di chiedere ai suoi amici. Fu un tentativo inutile. Da quando si erano trasferiti a Sindria, non facevano altro che pensare ai morti, e nel mentre mangiavano… erano diventati due barili. Solo lei si preoccupava di simili cose.
 

__ torre dell’ariete bianco __
Colpi ad una porta. Per quanto dati con leggerezza, il rumore risultò piuttosto violento, ed i sensi ben sviluppati dell’ex-assassino provvidero subito a suggerirgli chi fosse a cercarlo: Masrur.
-Avanti-
Uno sguardo all’orologio fu d’obbligo: l’una e 23. Per lui non era strano essere sveglio a quell’ora, ma Masrur… passava la metà del suo tempo a dormire, e la notte faceva parte di quelle 12 ore.
-Masrur, come mai qui? Hai bisogno di qualcosa?-
-Ci sono posti vacanti come segretari?-
-… perché una simile domanda? Da quando ti interessi di burocrazia?-
- Morgiana oggi cercava un modo per rendersi utile-
Chi non conosceva bene Masrur non poteva capire cosa ci fosse dietro le sue parole, ma stando con lui da anni, diveniva possibile comprendere cosa lui pensasse, anche se ne la sua voce ne la sua faccia tradivano alcuna emozione.
Ma era da mesi che Masrur, a modo suo, mostrava un grande interesse per Morgiana. E da quanto gli aveva detto, sommato ai ricordi di Masrur bambino, Ja’far non fece troppa fatica a capire come la ragazzina si sentisse.
Quando Masrur era stato liberato, aveva passato giorni di apatia, fino a quando Hinahoho gli aveva mostrato che c’erano centinaia di cose che poteva fare: lui si era accontentato di allenarsi, ma probabilmente a Morgiana questo non bastava. Lei non cercava uno scopo unicamente per se stessa, cercava un modo in cui potesse rendersi utile agli altri. E Ja’far ,pensando anche alla consistente quantità di ore piccole che faceva, non se la sentì di porre freno ai suoi desideri.
- Un assistente mi farebbe comodo. Gliene parlerò domani.
 

__ il giorno dopo, nel un bosco vicino al palazzo __
La mattina presto era uno dei momenti migliori per allenarsi, perché il sole era ancora basso, la temperatura mite e la città dormiva o comunque iniziava appena a svegliarsi, così i due Fanalis non dovevano preoccuparsi di disturbare eccessivamente qualcuno.
Per Morgiana non era stata una notte particolare, un po’ angosciata, ma non eccessivamente. Sentiva ancora una specie di blocco al livello dei polmoni, qualcosa che la opprimeva.
- Morgiana, posso parlarti un attimo?-
Se non fosse stato per il suo udito quasi canino, di certo non avrebbe sentito la sua voce, causa il rumore provocato dall’allenamento in atto. Si avvicinò solerte, guardando il primo ministro di Sindria con sguardo vagamente incuriosito.
- So che sei molto impegnata con gli allenamenti, ma mi chiedevo se tu non fossi disposta ad aiutarmi con alcuni lavori. Trattano tutti la politica di Sindria, e quindi potrebbe risultarti un po’ difficile, ma sono certo che imparerai in fretta.
- Se pensi che io possa esserti utile, aiuterò.-
Il ministro rimase un po’ sorpreso. Non dubitava del fatto che Morgiana avrebbe accettato la sua proposta, ma neanche pensava che avrebbe accettato così celermente. Anche perché, detto in tutta franchezza, non ci voleva certo un genio per capire che un Fanalis non è la persona più adatta per un lavoro s’ufficio, ed in aggiunta la ragazzina fino a poco tempo prima era una schiava, priva quindi dell’abilità di leggere, acquisita però in breve tempo dal suo arrivo a Sindria. Ne era certo, gli sarebbe stata utile, e chissà, magari avrebbe smosso Masrur, il più rigido degli otto generali. Più che nel suo reale aiuto, sperava in due sane risate.
- Grazie , ci sarai di enorme aiuto.-
 
 


Aveva iniziato a lavorare 2 giorni dopo che Ja’far glielo aveva proposto. Non poteva dire di aver trovato la sua vocazione, o che il luogo di lavoro fosse perfetto per lei, ma non poteva certo lamentarsi. I primi giorni erano stati piuttosto frenetici e confusionari, poi era riuscita ad ambientarsi in quella torre dove tutti passavano ore ed ore ad analizzare dati di mercato e notizie di cronaca, questo perché aveva accettato di non riuscire a svolgere il loro stesso lavoro, ma di essere eccellente per portare montagne di pergamene e notizie in tempo reale da una parte all’altra del castello, ed altre piccole missione marginali, ma che lei era più che efficiente nello svolgere.
Certo, non per questo aveva abbandonato gli allenamenti! Si allenava, lavorava duramente dalle 10 alle 13, mangiava, si allenava fino alle 16, si faceva una rapida doccia per poi tornare al lavoro fino alle 20, cenare ed eventualmente fare un ultimo rapido allenamento con Masrur, così, giusto per dire di aver iniziato e finito la giornata in sua compagnia.
I suoi amici continuavano a passare tutte le loro giornate oziando e pur essendo andati un paio di volte a trovare l’amica per vederla al lavoro, non mostravano il minimo interesse ad adoperarsi in qualsiasi cosa, fosse anche questa una semplice dieta.
Masrur non mostrava emozioni particolari. Ma questo non era strano. Semplicemente, quando i primi giorni ancora sembrava parecchio in aria e faticava a star dietro a tutto le aveva proposto di diminuire le ore di addestramento, ma lei si era rifiutata. E così erano giunti ad un compromesso: semplicemente, nel caso lei non si presentasse ad allenamento entro le 13:30, andava a cercarla in ufficio. Non aveva mai detto una parola ne l’aveva avvisata di questa sua intenzione, solo, se non la vedeva arrivare, si affacciava alla porta e aspettava di essere visto e, senza dire una parola, levava le tende. Inutile dire che Morgiana lo aveva sempre seguito desiderosa di imparare qualcosa da lui.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


In questo modo erano passati circa altri due mesi, poi Sinbad era tornato. Per lei le cose non erano cambiate poi molto: continuava a lavorare ed allenarsi, ma finalmente anche i suoi amici si erano rimessi a bolla, secondo i desideri del sovrano di Sindria, iniziando a buttare giù peso facendo allenamenti rispettivamente di scherma e magia, sotto lo sguardo attento di Sharrkan e Yamuraiha.
E non era solo il loro peso ad essere calato, ma anche la loro apatia. Finalmente, dopo mesi di silenzio, ora poteva nuovamente parlare e confidarsi con loro, ma proprio ora che ne aveva la possibilità, era la voglia ad essere scomparsa, poiché aveva già risolto da sé buona parte dei propri dubbi, in parte con l’aiuto del suo capo, e per il resto con Masrur, che aveva scoperto essere un ottimo confidente. Parlavano spesso delle proprie origini, di Katargo, della vita da schiavi paragonata a quella da uomini liberi… o, per meglio dire, Morgiana esprimeva un concetto e Masrur, con frasi brevi e concise esprimeva consenso o dissenso. Ma sebbene di poche parole, per lei restava un inestimabile fonte di confronto.
- Sindria è un paese splendido: non c’è alcuna discriminazione tra individui, ognuno è libero di vivere come preferisce, senza che Sinbad cerchi di porre freno alle loro ambizioni, ma semmai ricevendo il suo aiuto qualora queste possano rivelarsi redditizie anche per il paese. Non penso che ci sia un altro luogo tanto bello altrove. Dev’essere per via della sua giovinezza che ha una visione così aperta.-
Masrur non rispose, ma la cosa non stupì ne infastidì Morgiana, che semplicemente lo osservò annuire guardando un punto della costa in lontananza con sguardo perso, ma udito rivolto unicamente a lei, ne era certa.
 

A pochi giorni dal ritorno di Sinbad, una murena imbizzarrita si era introdotta nell’isola, dove in quattro e quattr’otto, era divenuta sashimi, servito ad una festa organizzata per quella sera stessa.
Un’usanza dell’isola imponeva che a queste feste le donne dovessero presenziare vestite con abiti da danzatrici del ventre. Belli, ma molti poco coprenti. Quando aveva appreso che il metterlo era pressoché d’obbligo Morgiana si era rassegnata e l’aveva indossato, ma certo non si sarebbe potuto dire che sprizzava gioia, complice anche il fatto che neppure i suoi amici erano stati in grado di riconoscerla. Certo, quegli abiti le stavano bene, la facevano sembrare meno bambina e più adulta, ma a che pro se non hai nessuno ad osservarti, o, perlomeno, nessuno di cui ti interessi? Aladdin era un bambino e Alibabà uno sciocco… non conosceva molta altra gente… Sinbad era vecchio, Ja’far il suo capo e Masrur… era un Fanalis come lei… ma lui non mostrava quel tipo di interesse nei suoi confronti.
Inizialmente per lei la festa era stata splendida: aveva ricevuto dai suoi amici, con i quali in qualche modo si sentiva in debito, il permesso di fare della sua vita ciò che più preferiva, ma subito dopo l’avevano abbandonata per andare chissà dove a parlare tra di loro, tagliandola fuori.
Forse non l’aveva intesa nel modo giusto, forse quel “potrai fare qualunque cosa vorrai” era il loro modo educato di allontanarla da sé. In fondo, sebbene in modo diverso da lei, erano forti, che bisogno avevano di una come lei?
 
 
*********
Non c’erano santi. Non era certo la prima volta che si innamorava, ma con Morgiana era… diverso, speciale.  Forse perché per la prima volta aveva appieno l’impressione di essere compreso, avendo a che fare con una ragazza che aveva un vissuto molto simile al suo, ma c’erano diverse cose a sfavore di questa relazione.
Tanto per dirne qualcuna, era piccola (aveva 4 anni meno di lui…); era in un momento delicato, in cui ancora doveva scegliere se seguire i suoi sogni o i suoi amici; non sapeva come vivere, come dimostrava il suo vagare senza meta con sguardo sperduto ed un po’ timoroso… ea dirla tutta ce n’erano molti altri, ma non è che gli importassero troppo: fosse stato per lui, si sarebbe già fatto avanti, ma, per l'appunto, era evidente che lei aveva ancora bisogno di tempo, la schiavitù non è una cosa facile da superare…
Ma quello sguardo da cucciolo sofferente, su un corpicino all’apparenza così fragile, ma in realtà tanto forte, un carattere così altruista, uno sguardo pieno di così tanta luce da rischiarare tutto ciò che le stava attorno… non era certo cosa facile tenersi lontani dalla prima Fanalis che incontrava dopo anni… ma ci sarebbe riuscito.
- Mangia.-
Non sarebbe stato certo comunicando a monosillabi e indicando un piatto ed una sedia che avrebbe fatto colpo, ma non doveva stupirla, solo metterla a suo agio ed assicurarsi che non stesse male per una mancanza di calorie.
Lei aveva ringraziato educatamente, ma la sua espressione... dire che tradiva disinteresse era un eufemismo. Faticava a guardarla quando faceva quel muso, avrebbe tanto voluto che si confidasse con lui su tutto, ma non poteva certo obbligarla: se se la fosse sentita, gli avrebbe confidato tutto, altrimenti pazienza.
- Mmh. ..
- Che c'è senpai?
Non gli andava certo di parlare con Sharrkan: certo, erano amici, ma lui non possedeva alcun tatto e passava l'intera giornata a rincorrere qualsiasi gonnella vedesse.
- Come immaginavo, quella ragazza ti interessa, vero, Masrur?
- Di cosa stai parlando?
Da quando era così acuto? Perché aveva abbandonato le ragazze che gli facevano il filo per andare a parlare con lui? Certo, se avesse saputo la situazione, da lui avrebbe ricevuto una marea di incoraggiamenti, ma non poteva farsi convincere a seguire il suo esempio, e l'amico, cresciuto nella bambagia, non poteva capire... Non che avesse il bisogno che capisse.
- Non fare il finto tonto! Visto che ogni giorno la alleni nel combattimento corpo a corpo con tanta passione, vuol dire che hai secondi fini, vero?
Certo, aveva secondi fini, ma non erano quelli che pensava Sharrkan. Comunque, cosa aveva provocato un simile aumento della sua massa celebrale? Un incantesimo di Yamuraiha?  Un colpo in testa da Dracoon? Dall’odore che il suo naso fino sentiva, doveva essere stato il vino. Quindi più che intelligente era ubriaco... Grazie al cielo! Qualsiasi cosa avesse risposto, probabilmente l'amico l'avrebbe dimenticata... Ma non chi gli era vicino in quel momento.
- Niente affatto. Io non sono mica come te!
- Cosa hai detto? Maledetto!
Sharrkan non aveva perso tempo a vendicarsi... Aveva subito iniziato a tirargli le guance e stringergli il collo, ma non riusciva a fargli veramente male, quindi non si preoccupò di fermarlo.
 
Non era da Ja’far intromettersi nei litigi altrui, ma in questo caso non poté farne a meno. Se Masrur avesse voluto reagire, avrebbe sicuramente avuto la meglio, ma palesemente non ne aveva intenzione... e la cosa portò lui a porre un freno a Sharrkan al posto del più giovane, preoccupato dal non sapeva bene cosa.
- Non devi maltrattare un tuo kohai!-
- Quindi tu puoi picchiarmi senza problemi, Ja’far?
- Beh, in effetti sì...
Se solo Masrur fosse stato più disposto a parlare con Sharrkan che con lui lo svolgimento sarebbe stato differente... evidentemente non era destino.
- Grazie.-
- Come mai non ti sei liberato?-
Masrur controllò i movimenti di Sharrkan e quando si fu accertato che non era più a portata d’orecchio parlò.
- Meglio me che gli altri ospiti.-
- …tipo Morgiana?-
Annuì. Di Sharrkan non ci si poteva fidare, ma Ja’far era un’altra cosa.
- Perché ti preoccupi tanto per lei?-
Sharrkan poteva anche essersi allontanato, ma attorno a loro c’erano comunque centinaia di abitanti del regno, così Masrur si alzò e si diresse al giardino interno del palazzo per restare solo con Ja’far, certo che lui lo avrebbe seguito, e così fu, infatti.
Raggiunto il centro del cortile si stese sul soffice prato, con gli occhi a guardare le stelle. Il suo atteggiamento comunicava che sarebbe stato un discorso piuttosto lungo, così Ja’far si stese accanto a lui, pronto ad ascoltare qualsiasi cosa l’amico volesse dirgli. E non rimase deluso.




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Note d'autore: rileggendo il testo dei primi capitoli mi sono resa conto che la grammatica è indecente e la trama stessa un po' deludente, ma dal mio punto di vista posso dirvi che dal terzo inizia pian piano a migliorare, quindi portate pazienza, che nel prossimo capitolo arriva la SinJa!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La solita routine. Per altri 10 giorni la vita era andata avanti come al solito: i suoi amici continuavano i propri allenamenti, producendo degli ottimi risultati, sebbene limitati al piano tecnico. Infatti fra i tre maestri si era creata una sorta di muta competizione che prevedeva di controllare chi fosse il migliore fra i loro allievi, e la cosa aveva portato in Sharrkan e Yamuraiha una grande competitività che comprometteva il clima alunno-insegnante, rendendo difficile per i due amici interagire fra loro con la solita leggerezza.
Ma se le situazioni dei suoi amici erano tese, visti i tentativi dei due precettori di forgiare gli alunni a loro immagine e somiglianza, la sua con Masrur era fantastica, poiché questi, a differenza dei colleghi, non cercava in alcun modo di porre freno alla sua personalità, ma al contrario la incoraggiava ad essere se stessa e ad inseguire libertà.
E poi, appunto, 10 giorni dopo la festa, c'era stato un grosso cambiamento, ossia l’arrivo del principe di Kou a cui Sinbad aveva accennato. Stava lavorando quando l'aveva raggiunta la notizia, e così lei e Ja’far avevano lasciato gli uffici in tutta fretta per recarsi al porto e trovarsi davanti a ben 2 principi.
Il primo era Hakuryuu. Indubbiamente un bel ragazzo, molto composto e serio, le aveva fatto subito un'ottima impressione.
E poi c'era Kougyoku che aveva già “conosciuta” a Balbadd, e non è che provasse una grande simpatia nei suoi confronti, ma semmai il contrario. Tuttavia si ripromise di non partire con un’idea preconfezionata e di darle una seconda chance.
- Che piacere rivederla dopo tanto tempo! L’ultima volta che ci eravamo visti eravamo a Balbad! Ora che ci penso, non ho avuto l’occasione di incontrarla quando sono venuto nelle terre dell’impero Kou… sono felice di ritrovarla qui!
Certo che quell’uomo fa dei sorrisi imbattibili, pensò Morgiana, rimanendone molto colpita, perché con un occhio acuto come quello di una Fanalis notava benissimo la falsità dietro le parole dell’uomo… ma ciò che per lei era palese, non lo era per la principessa imperiale.
- Non hai avuto l’occasione…
In viso aveva un sorriso tirato ed il suo tono non era allegro, né tantomeno tranquillo, ma sembrava celare ira e risentimento. Possibile che in realtà Kougyoku fosse più perspicace di quanto non sembrasse?
-…di vedermi nemmeno una volta?
Si era mossa ad una velocità sorprendente, degna di un Fanalis… ed in effetti i capelli erano rossi... che in qualche modo fossero imparentate?
Ciò che era stato seguito era stato uno scontro muro contro muro tra Sinbad e Kougyoku, in cui nessuno dei due smise per un secondo di sostenere la propria tesi… ed in cui, nonostante la serietà della situazione, nessuno riusciva a mantenersi serio, visto il divertente scambio di battute fra Sinbad e gli 8 generali.
 
- … per non lasciare prove, fece svenire la principessa, dopo di che poté fare i suoi comodi!
- Mio dio, che pessimo elemento!
- Che verme!
Se in generale gli 8 generali avevano ottimi motivi per essere sdegnati e offesi dal comportamento del proprio sovrano, lui ne aveva uno in più.
- Dovete credere al vostro re!
Come se fosse semplice…
- Tsk! Come osate dire tutto questo, solo perché vi ascolto in silenzio…? Pensate veramente che io abbia potuto commettere un errore del genere a causa dell’alcool…e per giunta durante un incarico diplomatico?
Non solo la sua faccia, ma quella di tutti parlava… e non dava la risposta che Sinbad avrebbe voluto sentire...
- Sì la pensiamo così. Noi la stimiamo dal profondo del cuore, ma sappiamo tutti benissimo che, quando si parla di bere, lei diventa completamente inaffidabile!-
Nel loro sguardo non c’era alcuna traccia di risentimento in quel momento, solo tristezza e rassegnazione. Conosceva bene pregi e difetti di Sinbad e gli piaceva per quello che era… ma questa sua caratteristica di fare il farfallone con le ragazze gli lasciava sempre l’amaro in bocca… ok, ne era geloso. Ma per quanto Sinbad gli fosse amico, restava solo tale, non avrebbe mai potuto chiedergli nulla di più… se n’era fatto una ragione.
- Finora abbiamo assistito più volte ad errori da lei commessi a causa dell’alcool… Una volta, in un villaggio dove si era recato durante un viaggio, la notte successiva ad un banchetto si ritrovò con diverse donne del luogo in moglie. Anche a Balbad, se lei non si fosse lasciato rubare gli strumenti metallici…-
Indipendentemente dai sentimenti che lui poteva provare, l'attitudine a bere di Sinbad rappresentava un problema per i suoi generali ed il suo popolo…
- Hanno ragione loro…-
- Perfino tu dici così. Alibabà…?-
- Sì, in passato ho commesso quegli errori, ma non stavolta! Dovete credermi!-
- Non possiamo farlo…-
Anche se non sai quanto vorrei...
-Succede sempre così…
- Continuano ad arrivarci lamentele di donne che lei ha molestato mentre era ubriaco.-
E se tu lo facessi da ubriaco, forse ne sarei felice…
- È vero! L’altro giorno stava per palpare una signora anziana!-
Un po’ è triste: qualunque donna, indipendente da origini, intelligenza ed aspetto per te è interessante, ma per me non ci sono speranze…
- A dire la verità, anch’io una volta ho rischiato parecchio…-
- C-COSA?!-
- Non riusciamo a crederle...non possiamo proprio…-
- La soluzione è semplice: dovrà assumersi le sue responsabilità e sposare la principessa!-
Dal punto di vista politico la cosa non sarebbe male, ma… non so se reggerei di vedere costantemente una così palese dimostrazione di sconfitta girare per il palazzo… o forse starei meglio… magari riuscirei a rassegnarmi… il regno forse non dovrebbe più risarcire così tante donne…
Ja’far non sentiva il cicaleccio delle voci in sottofondo, troppo concentrato nei propri pensieri.
- YAMURAIHA! ti prego, dimostra la mia innocenza ricorrendo ai tuoi poteri!-
- Sul serio lei non le ha fatto niente?-
- Certo!-
- È sicuro di quello che dice? Io posso mostrare agli altri solo quello che è veramente accaduto!-
Non voglio vedere. Non reggerei una cosa simile…









________
Note d'autore: il capitolo è riassumibile con due parole, ossia breve e indegno. Lo so, ma che ci posso fare? Non se se alle pche persone che hanno letto il precedente capitolo e sono addirittura arrivate fin qui, ma nel prossimo inizia la Pistos... a cosa bisogna ricorrere per tentare di tenersi i lettori!
E niente, se mi lasciaste un commento apprezzerei, ma non vi posso venire aa cercare a casa se preferite evitare

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


__ torre dello scorpione d’argento __
Non era facile trovare qualcuno con cui allenarsi, perché né gli ospiti di Sinbad né le reclute della caserma avevano le abilità necessarie per sfidare ad armi pari uno degli 8 generali, così Spaltos aveva imparato a cercare la compagnia di Sharrkan, quando questo non allenava il suo pupillo o lui Hakuryuu.
E doveva ammettere che, benché avessero caratteri diametralmente opposti ed armi differenti, i loro scontri solitamente facevano faville, ma quel giorno erano entrambi un po’ fiacchi.
- Pausa?-
- Vino?-
- Quante volte dovrò ripeterti che a Sasan c’è un po’ più di buon senso e rigore?-
- Temo per sempre, perché proprio non riesco  capire come tu faccia ad evitare sia liquori che donne.-
Spaltos si limitò a scrollare le spalle. - Questione di educazione ed abitudine.-
- Non c’è davvero nessuna che ti piace?-
Rispondere onestamente o mentire? Dare a Sharrkan informazioni di tale portata poteva essere molto pericoloso, perché se da sobrio era semi-affidabile, quand’era ubriaco (ossia tutte le sere) diventava un vero canta-autore.
Però… tenersi tutto dentro è difficile… e anche se lei fosse venuta a saperlo, probabilmente avrebbe interpretato i suoi sentimenti in chiave fraterna, per cui poteva anche parlare.
- Sì.-
L’espressione di Sharrkan era sbigottita. Nonostante Spaltos avesse un anno più di lui, non aveva mai mostrato interesse per le cose mondane, preferendo la meditazione e la preghiera. In effetti, era per molti aspetti simile a Yamuraiha, anche lei sempre chiusa nel suo mondo fatto di magie e pozioni.
- E chi è? Yamu?-
Il cavaliere negò placidamente con la testa. - Perché pensi sia lei?-
- Siete simili. Entrambi schivi e riflessivi…-
Spaltos non poté che sorridere. - In effetti hai ragione… probabilmente staresti meglio tu con lei di quanto potrei starci io.-
Se c’era una cosa che a Sharrkan era sempre mancata, era l’abilità di cogliere i sottointesi, oltre alla scarsa pazienza…
- Insomma, fuori il nome.-
Aveva un ghigno molto poco rassicurante in faccia, ma giunti a quel punto…
- Pisti.-
- ... sul serio?-
… ecco, quella era una reazione che non si sarebbe aspettato, specie con quel tono così attonito. Non sarebbe stato strano se gli avesse riso in faccia, se avesse pensato fosse uno dei suoi rar) scherzi o chissà che altro, ma quell’espressione… non gli si addiceva. Iniziò a sentirsi anche un po’ offeso: non era un bugiardo, né una bestia da circo, che aveva da guardarlo a quel modo?
- Scusa scusa. - intercettando lo sguardo dell’amico Sharrkan capì di aver detto le parole sbagliate - È solo che effettivamente è strano. Come dicevi tu prima, Pisti sembra più il mio tipo di ragazza che non il tuo… Ma te lo giuro, non ci sono mai stato o…-
Lui a Sharrkan doveva sembrare un qualche animale da circo, ma lo spadaccino per contrasto a lui sembrava un clown. Un clown esilarante, dinanzi al quale è impossibile non ridere, salvo per un bambino serioso, e lui era proprio quello.
- Lo so. Anche solo perché, per quanto il suo carattere sia affine ai tuoi gusti, fisicamente non è il tuo tipo… potremmo dire che se trovasti una donna con il corpo di Yamuraiha e il carattere di Pisti, saresti a posto.-
La battuta fece ridacchiare Sharrkan che si distese comodamente con la schiena contro il muro, a guardare il soffitto, imitato da Spaltos.
- Non so se potrei competere con Sinbad… pensa all’altro giorno quando sono arrivati i principi di Kou…-
- Ti riferiscici al fatto che Sinbad, in preda ai fumi dell’alcool, ci abbia provato con lei?-
- Esatto. Insomma, quella bisbetica sociopatica stupida maga con problemi di vista, come può rientrare nelle mire di Sinbad? Un tempo era più ambizioso! Che fine ha fatto l’uomo che tanto stimavo?-
Spaltos scosse la testa, sconsolato: gli idioti non cambiavano proprio mai.
- Sai dal tono con cui l’hai detto sembreresti quasi geloso…-
- E DI CHI? DELLA MAGA? NIENTE AFFATTO!-
Inutile fargli notare il fatto che appena aveva finito di parlare fosse scattato a sedere e si fosse messo ad urlare come un pazzo, con gli occhi fuori dalle orbite ed il volto bordeaux.
- Come vuoi.-
 


__ torre del leone viola __
- Dì un po’…-
- Cosa?-
Erano tre giorni che lo tartassava ogni qualvolta lo incontrasse in giro per il palazzo, però in compenso non sembrava aver spifferato nulla, quindi la cosa era decisamente valida…
- Come pensi di fare in futuro?-
- Futuro?-
- Sì, quando vi metterete insieme…-
Orologio, orologio, orologio… le 22: 15. Ok, era già ubriaco. Ecco spiegata l’insensata domanda.
- Dubito ci metteremo mai inseime.-
- …perché vedi, pensavo all’incantesimo di chiaroveggenza di Yamuraiha ed alla vostre reazioni…-
Cosa aveva detto? Sharrkan aveva due tipi di sbronza: chiacchierona ed allegra o dispotica e litigiosa. Quella sera evidentemente toccava alla prima.
- … tu sei la moderazione e la calma, lei la curiosità sfrenata…-
Ma non poteva bere un po’ di più, almeno fino a perdere la capacità di parlare in modo chiaro o addormentarsi da qualche parte, come era solito fare Masrur?
- … quindi pensavo a come te la caverai in camera d-
- Sharrkan, fra noi non ci sarà mai nulla.- si affrettò ad interromperlo.
- No di certo, se neppure ci provi.- rispose, scocciato che Spaltos non gli avesse lasciato concludere il proprio brillante ragionamento.
- Cosa cambierebbe?-
- Non lo so.-
- Pensaci: lei mi piace e cerco di strale sempre vicino, ma lei mi vede come una persona eccessivamente timida e ad ogni festa mi mette in mezzo a maree di ragazze. È palese che non le interesso.-
- Forse…-
Lo sguardo di Spaltos lo bloccò. Non ebbe bisogno di mostrare l’arma per minacciarlo o di dir nulla, la sua espressione abbattuta bastò a zittirlo. Fra l’avere il sentore di una cosa ed il prenderne coscienza c’è un passo incredibilmente lungo. Ed a quanto pareva, lui lo aveva appena fatto.
- Io sono arrivato, ‘notte Sharrkan.-
 


__ osteria __
Se c’era un luogo che Sharrkan amava, era l’osteria.
Se c’era una cosa che amava farci, era bere in compagnia.
Se aveva una preferenza sul tipo di compagnia, era quella femminile, magari di bell’aspetto e disponibile.
Se c’era una cosa che al momento odiava, era invece proprio la compagnia di quelle tre belle ragazze, seduteglisi in braccio, che tipicamente avrebbe adorato.
Avrebbe solo voluto pensare in santa pace, con una bottiglia di buon vino, ma senza alcuna compagnia, al problema dell’amico. Perché, per quanto diversi potessero essere, nonostante il tempo che ci avevano messo, erano diventati buoni amici, non solo colleghi nella difesa di Sindria. E tutto ciò che ora voleva, era aiutarlo.
Ma come? Non era lui la mente degli otto generali, ma Yamuraiha e Ja’far.
Non era capace di sostenere un discorso con Yamuraiha, che per di più era la miglior amica di Pisti… Ja’far… era strano. Non aveva mai avuto particolari problemi a parlare con lui, ma dubitava della sua conoscenza in campo di relazioni interpersonali, e poi da tempo aveva uno sguardo perso ed abbattuto, che stava facendo preoccupare tutti… Forse avrebbe dovuto essere un po’ meno schizzinoso e parlarne anche con gli altri… non importava come, a costo del duo titolo di principe, Pisti e Spaltos sarebbero diventati una coppia.
- Un brindisi- espose - perché chi la dura la vince.-
Urla di giubilo si diffusero per tutto il locale e Sharrkan, ubriaco marcio, finalmente cadde sulla panca addormentato.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


__ torre dell’ariete bianco __
- Ja’far?!-
Potevano esserci solo due persone così stupide da venire a disturbarlo mentre lavorava. Una era Sinbad, l’altra Sharrkan. E il profumo identificava lo scocciatore come Sharrkan.
Ebbe l’impulso di nascondersi sotto la scrivania finché non se ne fosse andato o in alternativa usare Morgiana per distrarlo e scappare… non aveva voglia di sentire i suoi discorsi, sapeva essere veramente logorroico… e buttarsi ulteriormente giù di morale era l’ultima cosa di cui necessitava al momento.
- È lì.- un bravo dipendente ancora non lo sapeva, ma era appena stato licenziato.
- Mi sembrava strano che tu non fossi al lavoro…-
- Ah, allora ti sei accorto della cosa! Quindi perché sei ancora qui?-
Aveva il suo tipico sguardo da assassino, per nulla incoraggiante… ma aveva bisogno di lui.
Con Masrur era stato un fiasco, come si aspettava, anche perché pure lui sembrava immerso nei suoi problemi amorosi… per non sapeva chi, ma qualcuno doveva esserci, e quando avrebbe finito di fare da Cupido fra Spaltos e Pisti si sarebbe dedicato a lui. Era quindi passato a Hinahoho e Dracoon, convinto che presso di loro avrebbe trovato consiglio: loro erano sposati, quindi avrebbero saputo che fare, no?
Ma il suo ragionamento si era presto rivelato errato: Dracoon non era stato di grande utilità, perché era stata più sua moglie a conquistare lui che non il contrario, mentre con Hinahoho era stato impossibile parlare, causa i continui urli di tutti i suoi figli…
Arrivato praticamente alla canna del gas, prima di chiedere al già malconcio Ja’far si era ridotto a chiedere a Sinbad. Aveva omesso di fare nomi, certo dell’inaffidabilità del sovrano, e ringraziava il cielo di averlo fatto, perché in effetti Sinbad aveva dato le stesse risposte che avrebbe dato lui, se qualcuno gli avesse posto la stessa domanda senza però fare nomi. Peccato che erano consigli assolutamente inadeguati a Spaltos e Pisti, in quanto più che altro erano ricalchi delle avventure amorose dei due…
Così era infine arrivato a chiedere al consigliere del gruppo, che invece di consigliarlo sembrava riflettere sul miglior modo per ucciderlo senza lasciare tracce.
- Devo chiederti un consiglio.-
Ja’far sospirò mestamente. - Dimmi.-
- Si tratta di problemi di cuore.-
Ma allora è una congiura! Non mi bastano più i miei e quelli di Masrur, ora anche Sharrkan! Però…
Sharrkan era impressionato: era passato dalla rabbia più nera ad un mezzo sorriso in 10 secondi!
- Alla buon’ora! Non ti decidevi più!- sto diventando una vecchia pettegola - Bene non ho troppe cose da dirti. La prima, coppie con caratteri opposti esistono, quindi non c’è da preoccuparsi, solo ricordati che Yamur…-
- ANCHE TU?!-
- Che hai da urlare adesso? Sei stato tu a dire che volevi un consiglio.-
- SÌ, MA NON PER ME!-
- Non ho voglio di sentire le urla di un moccioso. Ho capito male? D’accordo, allora spiegami, di chi si tratta?- chiese prendendosi il ponte del naso e stringendolo fra dita.
Ja’far non aveva una bella cera: se prima, quando ancora era convinto che fosse lui a cercare aiuto, si era illuminato, ora sul suo viso si ridistinguevano le profonde occhiaie.
- Scusa per le urla. Che ti succede?- disse preoccupato.
Ja’far si passò le mani sul volto, esausto. Poggiò la testa alla scrivania e rispose semplicemente - Niente, ora dimmi ciò per cui sei venuto.-
- Spaltos è innamorato.-
- Parliamo dello stesso Spaltos? 22 anni, occhi neri, capelli rossi, alto circa 180 cm, originario di Sasan?- Sharrkan avrebbe sperato di sentirgli dire questa frase con tono sorpreso e occhi strabuzzati, non con tono esaurito, la testa reclinata all’indietro e le dita a massaggiarsi le palpebre.
- Sì, proprio lui. E di Pisti!-
- Mmh, ottima scelta.-
Peccato che nulla fosse cambiato… Altro che preoccuparsi di Spaltos e Masrur, di questo passo Ja’far si sarebbe buttato di testa dalla torre!
- Semplicemente gli conviene parlarle: le donne di Altemyula e le persone di Sasan hanno una concezione del matrimonio e delle relazioni in generale molto diverse dalle nostre, fra loro poi sono proprio opposti. Fortunatamente Pisti ha conosciuto fin da bambina idee e tradizioni molto differenti da quelli tipici delle sue terre…- a questo punto Ja’far aveva smesso di dondolarsi sulla sedia coprendosi gli occhi come se avesse una tremenda emicrania e, appoggiati i gomiti sul tavolo, aveva ripreso a parlare.
- Non accetterà mia di stare a casa ad occuparsi di eventuali bambini, ma dubito che Spaltos le chiederebbe mai qualcosa del genere… ora, per conquistarla io eviterei gioielli e altre cose superflue, concentrandomi piuttosto sul fare delle piccole attività assieme, cose semplici e non per forza da soli. Comunque se vuoi ulteriori consigli chiedi a Yamuraiha: lei saprà indirizzarti meglio di me, e se le spieghi bene la situazione capirà e penso ti darà una mano volentieri.-
Non avevo fatto a tempo a finire di parlare che già aveva ripreso in mano una penna e si era rimesso a scrivere e firmare documenti. Sharrkan gli bloccò la mano.
- Seriamente cos’hai? Non dire “nulla”, perfino un ceco noterebbe che menti.-
- Troppo lavoro.-
- Lavori né più né meno che negli ultimi 6 anni, pure non hai un bell’aspetto.-
- Vattene.- il tono era stanco, ma comunque imperativo.
- Tornerò alla carica, sappilo.-

 
__ cortile del palazzo __
Non è che intendesse origliare, solo che aveva un buon udito e passando di lì aveva sentito tutto… se era rimasta sorpresa a sentire di Spaltos e Pisti, lo stesso non si poteva dire delle reazioni di Ja’far. Non poteva vantare di averne una lunga conoscenza, però il suo attuale atteggiamento era molto diverso da quello con cui li aveva accolti a Sindria…
Sentiva che la colpa non era sua, né degli altri ospiti, ma effettivamente tutto aveva avuto inizio da che erano arrivati Hakuryuu e Kougyoku…
Poteva provare a cavare qualche informazione a Masrur, anche se difficilmente lui avrebbe saputo dirle qualcosa, ma tentar non nuoce.
- Masrur? Hai idea di cos’abbia Ja’far.-
Scosse la testa.
- Si vede che non sta bene, però…-
- Non è la prima volta che ha questi “periodi neri”.- rispose cupamente Masrur.
- Che significa?-
- Chissà, nessuno è mai riuscito a capirlo finora…- intervenne Sinbad. - Abbiamo provato in ogni modo a capire cosa fosse, ma non siamo mai riusciti a trovare una spiegazione razionale.-
- Ha provato a parlargli?- chiese il generale.
- Mi evita come o più ancora della peste.-
Masrur annuì serio: in genere Ja’far apprezzava e ricercava la compagnia del sovrano, mentre ora faceva il contrario da una settimana. Qualcosa sotto doveva pur esserci! Era da un po’ che lo vedeva triste e ad una cena che il re aveva organizzato per accogliere i nuovi ospiti aveva avuto l’impressione che Ja’far si rabbuiasse in particolare ogni qual volta che Sinbad gli rivolgeva la parola o più semplicemente cercava il suo sguardo… cosa che il re aveva sempre fatto piuttosto di frequente.
Ragionandoci, aveva notato delle affinità in tutti i periodi bui di Ja’far. Ad esempio, tutte le volte, in modo più o meno marcato, Ja’far dava segni di non gradire la vicinanza di Sinbad.
Spesso, a monte di questi periodi neri, Sinbad ne aveva combinata una delle sue, ritrovandosi in situazioni da cui gli era stato possibile uscire solo grazie all’aiuto dei suoi seguaci… ma non era così semplice.
Banalmente, sembrava più che fosse infastidito dal suo fare il dongiovanni con ogni figura femminile che camminava per le strade… certo, come primo ministro aveva diversi problemi di denunce e reclami per l’atteggiamo del sovrano, ma le sue reazioni erano eccessive… se lo avesse legato e fulminato fino allo sfinimento, sarebbe stato comprensibile, ma non dirgli nulla e vagare come un toro infuriato per il palazzo… sembrava una moglie tradita… !!!!






___
note d'autore: per quelli che sono giunti fin qui, grazie per la vostra pazienza. So che la storia non è eccezionale, ma è una mia creatura, ragion per cui per me è difficile notarne a pieno i difetti, ma so che ne è piena, per cui sono contenta che ci siano alcuune persone che sono arrivate qui, sappiate con un commento di anche solo 3 parole mi fareste sentire il Dio del nuovo mondo al settimo cielo, ma sono io la prima che non commenta pressochè mai, per cui non posso pretendere...
nienete non vi tedio oltre per questo capitolo, giuro! Bacioni

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Toc toc.
Non più solo in ufficio, ora anche in camera sua venivano a disturbarlo!
- Chi è?- non aveva nemmeno voglia di impegnarsi per capirlo da solo.
- Dracoon ed Hinahoho, apri.-
- È già aperto.-
I due generali entrarono, ritrovandosi nella stanza di Ja’far, piccola ma caotica a causa di una grande quantità di libri e pergamene, posate su ogni superfice disponibile.
- Cosa ci fate qui?-
- Siamo preoccupati per te.-
-  Non ce n’è motivo.-
- Non mentire. Abbiamo fatto un consiglio fra generali: ci siamo accorti tutti che sei strano… sembri un aspirante suicida! Abbiamo parlato anche con i tuoi colleghi, e Morgiana ci ha detto che passi la giornata a sospirare, e che un paio di volte che Sinbad è venuto a cercarti in ufficio, tu eri stranamente appena uscito dalla finestra!-
- Un caso, avevo bisogno d’aria.-
- Ja’far, sappiamo tutti che i tuoi sensi sono pari a quelli di Masrur, quindi è difficile credere che tu non sapessi del suo arrivo.-
- È così strano che io voglia star solo?-
- Sì. Anche perché con l’aiuto di Yamuraiha abbiamo confrontato situazioni simili a quella attuale: come sospettava Masrur, hanno tutti avuto inizio a seguito di corteggiamenti di Sinbad a qualche ragazza.-
- Ora, dicci, c’è qualcosa che dovremmo sapere?-
- Sinbad era presente?- la sua voce era poco più di un sussurro.
- No.-
Seguirono svariati minuti di silenzio, in cui nessuno disse nulla. I due generali guardavano Ja’far con apprensione, ma lui per conto suo si limitava a sedere sul letto con la testa chinata in avanti.
- Sei innamorato di Sinbad?- chiese infine Hinahoho, con sguardo sereno e tono tranquillo, né accusatorio né particolarmente indagatore, solo desideroso di capire, tanto per poterlo aiutare.
- Se negassi mi credereste?-
- Dovresti portarci delle prove.-
- E se non le avessi?-
- Daremmo per accertato che la risposta sia “sì”.-
- Allora adesso potete andare.-
- Ja’far, sappi che ne riparleremo.-
- Quando?-
- Ad esempio, domani a pranzo.-
- Va bene.-
- E sappi anche che faremo appostare Pisti e Yamuraiha fuori dalla finestra per evitare che tu fugga.-
Sorrise. - Come vi pare.-
 



__ torre dell’ariete bianco __
- Forza, alzati. Abbiamo molto di cui parlare.-
- Sharrkan, dopo arrivo, devo prima finire questa pratica.-
Sharrkan lo guardò con gli occhi ridotti a fessure, poi girò lo sguardo per la stanza, e fissò gli occhi su Morgiana, che gli si avvicinò. Prima che riuscisse ad accorgersene Ja’far era stato preso per i polsi dai due, che lo stavano trascinando via, diretti evidentemente alla mensa.
 



__ vicino al porto, a casa di Dracoon __
- Bene, ci siamo tutti, possiamo iniziare.-
- Era proprio necessario farmi trascinare fin qui da Morgiana e Sharrkan e poi legarmi ad una sedia?-
- Se fossi venuto da solo, non sarebbe mai successo, ma non l’hai fatto, così non è restato che portarti noi qui, ma se fossimo stati noi a cercare di avvicinarci, ci avresti attaccato, però non reagiresti mai contro degli ospiti, men che meno se donne o bambini.-
- Un piano geniale, vero?- l’allegria di Pisti era qualcosa di veramente incontenibile… contagiava per forza anche le persone che le erano intorno.
- Ma perché necessariamente a casa di Dracoon? La mensa non andava bene?-
- In mensa non avremmo potuto parlare liberamente, né tantomeno legarti alla sedia senza rischiare di attirare Sinbad… e non penso fosse ciò che vuoi.-
Ja’far abbassò il capo: certo, non aveva voglia di parlare con loro, ma, come aveva detto Spaltos (guardando con un radioso sorriso Pisti), era evidente che tutto ciò che stavano facendo lo facevano per aiutarlo, non per metterlo in croce… tranne forse il legarlo, che palesemente aveva dato a Sharrkan parecchia soddisfazione… pazienza, si sarebbe vendicato appena lo avessero liberato.
- Ora, spiegaci: perché non ce ne hai mai parlato?- il tono di Yamuraiha tradiva sì preoccupazione, ma anche offesa.
- Cosa cambierà, ora che lo sapete? Non è che non ve l’abbia detto perché non mi fido di voi (anche se, in effetti, questo discorso fa eccezione per Sharrkan), solo che, pur sapendolo, non c’è modo che le cose cambino, pertanto non avevo mai ritenuto fosse importante che voi lo sapeste.-
- Se qui avessimo avuto tutti questo atteggiamento così pessimista, oggi Sindria non esisterebbe.-
- Non mi pare di essere stato uno di quelli che si è tirato indietro quando c’era  da rimboccarsi le maniche per edificare Sindria.-
- Ma lo stai facendo ora. Cos’è che ti blocca?-
- La certezza di essere rifiutato? La paura di essere cacciato da Sindria?- elencò Ja’far.
- Non dire sciocchezze, sai bene che Sinbad non ti caccerebbe mai.-
- Per quanto Sinbad sia paziente e riconosca la mia utilità, le mie liberta hanno dei limiti, pretendere una relazione con Sinbad li valica tutti.-
- È questo che pensi?-
- Riguardo  cosa, di grazia?-
- Di Sinbad. Credi che ti veda solo come un utile strumento?-
Dopo oltre un minuto di silenzio i suoi inquisitori, guardandolo quasi con rabbia e con tono decisero, esplosero - Rispondi.-
Dalle labbra di Ja’far uscì solo un flebilissimo “no”, che probabilmente solo Masrur sentì, mentre gli altri doverono accontentarsi del labiale.
- E allora dicci…- Spaltos non era famoso per avere un tono dolce e condiscendente, ma in questo caso poi, aveva un tono duro e sguardo severo: chissà se era dovuto all’infrazione che lui, con i suoi sentimenti per Sinbad, commetteva alle rigide regole che il culto di Sasan gli aveva insegnato, o ad altro. Avrebbe semplicemente potuto essere stanco o a sua volta soffrente per pene d’amore… -…cos’è che ti blocca?-
Non sapeva la causa dell’eccessiva rigidità di Spaltos, ma sapeva che al momento, legato ad una sedia come se fosse un criminale, non era disposto ad accettare di sentirsi porre altre domande in merito all’argomento, e così rispose con tono leggermente sprezzante e sguardo acido.
- E a te, Spaltos? -
La cosa si faceva pericolosa: Ja’far non era tipo da tradire i suoi amici con tanta leggerezza, il fatto che ora stesso minacciando Spaltos era la dimostrazione della sua insofferenza per il discorso affrontato… dopo un rapido sguardo per la stanza Spaltos andò a slegare le corde che tenevano bloccato Ja’far, con l’approvazione di tutti, compresa Pisti, che pure mostrava un espressione sorpresa e curiosa, sintomo che avrebbe indagato per tutto il tempo che serviva a scoprire la verità.
Ma lo sguardo di tutti gli rispose, compreso Ja’far: dalle nostre bocche non uscirà alcun fiato, non hai nulla da temere.
E così si congedarono.
 





 
 
- Spaltos, aspettami.-
Per quanto il suo scatto fosse stato repentino non era stato sufficiente a seminare Pisti, benché la ragazza avesse 40 cm di gambe meno di lui. Gli sarebbe molto piaciuto riuscire a seminarla, ma non ci aveva mai contato: tre, due, uno, che lo show abbia inizio!
- Pisti.-
- Devi dirmi qualcosa, magari riguardo una qualche bella ragazza di Sindria…?-
Sorrise. Non sapeva proprio resistere alla gioia che quello scricciolo emanava.
- Sì, c’è una ragazza che mi interessa.-
- Finalmente! Non sai quanto io abbia atteso questo giorno! Di dov’è?-
Memore del riassunto dei consigli di Ja’far riferitigli da Sharrkan rispose - È ormai naturalizzata a Sindria.-
- Età?-
- 18 anni.-
- Altezza approssimativa?-
- Un metro e 40.-
- Mora?-
- Bionda.-
- Dev’essere proprio carina… ora vado!-
- E dove?-
- Se tu mi dicessi semplicemente il nome non ci sarebbe gusto, è più divertente giocare al detective, quindi ora andrò in paese a cercare la tua ragazza misteriosa… ciao.-
Guardando Pisti allontanarsi saltellando allegra sentì una morsa al petto: la ragazza non sapeva di essere lei la persona che gli piaceva, e il suo comportamento non faceva la minima piega: era solo desiderosa di accasarlo al più presto. Però era triste come lei cambiasse frequentamene ragazzo, guardando a destra ed a manca, ma mai lui… per una volta in vita sua, avrebbe ignorato la sua ferrea ed ottima educazione e sarebbe andato a fare la conoscenza di un po’ di buon vino. Aveva bisogno di qualcosa che lo tirasse su di morale.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7




Due giorni dopo Sinbad aveva convocato gli otto generali e gli ospiti, con la scusa di una consulta ed il reale obbiettivo di costringere Ja’far a farsi vedere, semplicemente perché gli mancava. Che male c’era? Era stato uno dei primi ad abbracciare i suoi ideali, era il più intelligente dei suoi e probabilmente anche il più forte… si occupava praticamente da solo dell’amministrazione di un intero paese, lo accompagnava in quasi ogni sua missione (anche se solo per accertarsi che non facesse danni…), lo sosteneva quando era tentato a cedere, lo schiaffeggiava quando diceva scemenze… era il suo migliore amico, aveva bisogno di lui, perché la sua sola vicinanza lo rendeva migliore.
Ma fin da quando era entrato era apparso lampante che fosse ancora arrabbiato con lui: certo, parlando con i suoi fidati generali aveva stabilito che ad irritare oltre modo Ja’far parevano essere le sue scappatelle, così si era ripromesso di essere più discreto, ed aveva temporaneamente sospeso le sue uscite serali, promettendosi anche che in futuro non si sarebbe più abbandonato all’alcool senza portarsi dietro un altro dei suoi uomini per non eccedere con le avance a donne che lo avrebbero denunciato ai suoi alleati, condannandolo ad un altro lungo periodo di mutismo da parte di Ja’far.
- Masrur, Yamuraiha e Sharrkan, voglio che mi informiate della situazione. Come procedono i vostri allievi?-
- Per quanto riguarda Alibabà va tutto benissimo. Ora ha imparato a usare bene l’arma mutata e sta perfezionando la sua tecnica.-
- Anche Aladdin è diventato più forte. Ha imparato nuovi incantesimi. Li ha creati da solo guardando i miei incantesimi d’acqua. Ha un talento straordinario! Molto meglio di un ragazzino che ancora non riesce neanche a completare la propria magia muta-forma…-
- Non sarà certo un maghetto, alto un metro e un tappo a battere un principe combattente!-
- Tu dici?!-
- Meglio ignorarli… con Morgiana?-
Ja’far era per certi versi seccato e deluso: certo, lui era stato distante e freddo con Sinbad nelle ultime settimane, ma non certo a causa di un suo errore! Sempre che errore si potesse chiamare la ricerca di Sinbad di una compagna… ma non era quello il punto! Nonostante non volesse, si era presentato, ed ora veniva fuori che Sinbad era interessato unicamente a parlare con quei tre per saper dei loro progressi nell’addestramento degli ospiti! Avrebbe dovuto legarlo a testa in giù e giocare a freccette: torace 2 punti, collo 5, occhio 20!
- ... è sempre stata molto forte, ma non è ancora in grado di usare il suo strumento del seguace, probabilmente perché ha mai combattuto seriamente al fianco di Alibabà, quindi al momento non ha senso allenarla oltre.-
Ma nonostante le sue parole, Masrur non avrebbe rinunciato per nulla al mondo ai suoi allenamenti con la ragazza, d'altronde che importava se non poteva utilizzare il suo strumento del seguace? Finché fosse rimasta a Sindria ad allenarsi e lavorare con Ja’far non ce ne sarebbe mai stato bisogno. E invece, lei non vedeva l’ora di riuscire ad attivare lo strumento del seguace.
Capiva il suo desiderio, ma sperava comunque che lei desistesse… perché se ci fosse riuscita si sarebbe creato una specie di rapporto indissolubile fra lei ed Alibabà, e ciò l’avrebbe irrimediabilmente allontanata da lui… meglio se tutto restava com’era. Lui di certo avrebbe preferito, ma non avrebbe mai espresso questi suoi sentimenti, o l’avrebbe solo allontanata da sé.
- Vorrei che sentisse una mia idea. Su un’isola poco a sud rispetto a qui è apparso un dungeon: che ne dite se li mandassimo a conquistarlo?-
L’incubo di Masrur si era appena materializzato, se non era sfiga quella, che qualcuno gli dicesse il nome! Se per Sharrkan e Yamuraiha era un’ottima occasione per prendersi una vacanza, per lui era il modo migliore per precipitare dritto all’inferno! Ma appunto, non aveva il diritto di porre freno alla libertà di Mor… per cui annuì, dando anche lui la sua approvazione alla loro spedizione.
- Ja’far, tu cosa ne pensi?- tutti gli altri generali stavano già lasciando la sala, dopo aver definito che ad accompagnare i tre ragazzi sull’isola sarebbero stati Pisti e Spaltos.
- Credo sarà per loro un ottimo modo per mettersi alla prova e capire quali siano in concreto le loro capacità. Inoltre rafforzerà i legami che ci sono tra loro, e, finché rimarranno a Sindria, questo ci fornirà una nuova forza.-
- … forse dovremmo farlo noi questo viaggio…-
- Sa benissimo che non possiamo entrare in un dungeon, a cosa servirebbe? -
- Come hai detto tu stesso, potrebbe rafforzare i legami. E a quanto pare, ne abbiamo un gran bisogno.-
Lo sguardo di Sinbad sembrava quello di un animale supplicante…
- Sono settimane che fuggi dalle finestre, usi Morgiana come scudo, lavori 36 ore consecutive, ti alleni nella maratona ed affitti camere d’albergo per la notte, tutto per starmi lontano. Non sono il sovrano perfetto, questo lo so, ma è per questo che ho bisogno del miglior primo ministro possibile… ti prego, sai bene che io del re ho solo la corona, sei tu ad amministrare lo stato e pertanto forse sarebbe più sensato se incoronassi te ed io mi facessi da parte… se è questo che vuoi…-
- Non è questo che mi interessa. Non amo apparire in pubblico, ma ho giurato di seguirla nelle sue avventure, per cui non mi da fastidio svolgere il lavoro burocratico mentre lei riceve i complimenti, però vorrei almeno che non mi aggiungesse lavoro extra…-
- D’accordo, mi impegnerò per cambiare, solo… porta pazienza ancora per un po’, non sono capace di cambiare da un giorno all’altro.-
Era raro vedere quegli occhi da predatore così sinceramente angosciati, ragion per cui la rabbia ed il risentimento di Ja’far crollarono.
- E sia Sin, ti do un mese di prova. Se non accumulerai più di 5 lamentele dimenticheremo l’argomento.-
- 10?-
- SINBAD!-
Chi fosse passato nel corridoio, avrebbe assistito ad una dimostrazione della grande velocità che re e consigliere sapevano raggiungere, oltre che ad uno dei più smaglianti sorrisi che Sinbad aveva in repertorio. L’accordo di pace era stato firmato, finalmente!






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note d'autore: lo so, questo capitolo non è breve, di più. Avrei potuto praticamente scriverlo su un fazzoletto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Due giorni dopo il colloquio avuto con i generali, Sinbad aveva convocato i ragazzi per comunicargli della missione, e in capo a 12 ore, necessarie per preparare la nave, i 4 ospiti erano partiti, accompagnati da Pisti e Spaltos.


                                     
 
- … be, oltre ad essere più grande ho anche molta più esperienza di voi.-
Per quanto Sinbad fosse fantasioso, a Spaltos veniva difficile credere che il re, pur essendosi impegnato per organizzare il viaggio nei minimi dettagli, fosse riuscito a prevedere una scena simile.
- Una signorina, eh?-
Vedere Aladdin molestare così spudoratamente Pisti… non sapeva nemmeno se ridere, piangere, o accopparlo, così non fece nulla per un po’, finché non la notò accucciata a terra a tracciare linee immaginarie sulle assi del ponte.
Aveva faticato a guardarla in faccia per giorni, ma in quel momento, gli risultò impossibile non osservarla, aveva un faccino così adorabile! Le si avvicinò pian piano, attento a non farla scappare, e la strette delicatamente per le spalle.
- A me piaci così.-
Pisti semplicemente sobbalzò, ma non sembrava intenzionata ad allontanarsi dalla sua stretta…
- È così che hai fatto colpo?-
Spaltos non riusciva a vederla in faccia, notava solo che era rimasta lì a tesa china, senza dir nulla, non poteva vedere la piccola che fissava il ponte della nave con sguardo basso ed addolorato… ah, se solo Spaltos avesse potuto vederla in faccia!
- No, no è in questo modo in cui ci sono riuscito, e pare che neanche ci riuscirò in questo modo.-
- Capisco.-
E detto questo, la ragazzina spostò delicatamente una mano di Spaltos dalla sua spalla, dirigendosi sotto coperta.
Spaltos rimase fermo per ancora qualche secondo, con la mano a mezz’aria, per poi finalmente tornare in sé e dirigersi sulla torre di vedetta, in modo da non avere attorno nessuno e poter riflettere con calma.
Lui si era imbarcato solo per poter chiarire con Pisti e passare un po’ di tempo solo con lei, ma pur non litigando, quando si incontravano lei abbassava lo sguardo e cambiava strada, senza parlargli.
Ed era strano, perché da quando era tornato a Sindria, dopo aver passato dei mesi a Kou, Pisti non lo aveva praticamente mai lasciato, lo seguiva come un cane, saltellando allegra e coinvolgendolo in molti discorsi, uno più privo di senso dell’altro, ma a cui occhio estraneo avrebbe detto che il cavaliere aveva sempre partecipato con grande piacere, ed era davvero così.
Non era però solo lei a evitarlo, perché nonostante i suoi buoni propositi, da quando Pisti era andata a caccia della sua ragazza, lui per primo faticava a guardarla in faccia, imbarazzo e rabbia glielo impedivano. Non aveva delle vere e proprie motivazioni per essere arrabbiato con lei, però si sentiva comunque offeso, perché per lui era come se lei lo avesse insultato, denigrando i suoi sentimenti. Non poteva fargliene una colpa, solo… era per questo che non lo aveva mai detto a nessuno: come temeva, Pisti aveva frainteso.
 



- Posso?-
- Sicuro, entra pure!-
Il viaggio per l’isola in cui era sorto il dungeon non era particolarmente lungo, ma richiedeva comunque un viaggio di più di 24 ore, così i ragazzi si erano dovuti organizzare per dormire. E se normalmente Morgiana aveva sempre dormito con i suoi amici, senza per questo trovarsi in imbarazzo, ora il discorso era differente: i suoi amici dormivano sottocoperta insieme al resto dei marinai della nave e, benché non dubitasse del buon cuore e dell’onestà di tutti i presenti, non le andava di dormire in una stanza con più di dieci uomini per cui aveva chiesto a Pisti, l’unica altra ragazza sulla nave, se per lei fosse un problema ospitarla nella sua cabina. La risposta era stata: - Già tutto previsto. Non temere era già stabilito che avremmo dormito assieme, quando hai finito di cenare vieni giù, io ti precedo.-
E così, ecco la loro stanza: era di dimensione modeste, con un solo letto da una piazza e mezza, una brandina, una scrivania di mogano e un mobiletto da cui sporgevano un mucchio di pergamene. Sulla scrivania era accesa una candela e su una delle pareti c’era un grosso oblò, così che l’ambiente era comunque molto luminoso per essere piena notte.
- Non penso ci siamo mai presentate a dovere: Pisti.-
- Morgiana, piacere di conoscerla.-
- Ah, non essere così formale! Puoi stare tranquilla, mettiti pure comoda!-
- Va bene, grazie.-
Non poteva certo dire di essere perfettamente a suo agio con una ragazza così espansiva, ma nemmeno intendeva lamentarsi… anche perché quella notte l’unica cosa che doveva fare era dormire, così si diresse a passo sicuro verso la branda e vi si sedette sopra.
- Che fai?-
- Domani dovrò entrare in un dungeon, per cui, se non hai bisogno di me io andrei a letto. Non preoccuparti per la candela, tienila pure accesa, non mi darà fastidio.-
- Se vuoi dormire fai pure, ma quell’amaca è scomoda: il letto non è larghissimo, ma ci staremo benissimo in due, forza!-
“È buffa”. Morgiana non poté impedirsi di formulare questo pensiero nel vedere la ragazzina battere la mano sul materasso, invitandola a stendersi con sé.
- Sicura?-
- Certo, vieni! Ah, puoi pure togliere quel vestito, sarai più comoda.-
Seguendo il consiglio-ordine di Pisti, Morgana si tolse il vestito, lo pose ordinatamente piegato sulla scrivania e andò a stendersi nel letto, attaccata alla parete.
Dopo che Morgiana si fu coricata Pisti spense la candela e la raggiunse, ma, con il consenso della compagna, decise di lasciare l’oblò aperto, così che la pallida luce della luna continuava a filtrare nella stanza. Non era una luce tale da riuscire a tener sveglia una persona, era più una di quelle rilassanti che ti accompagnano nel sonno.
- Vorrei farti una domanda.-
- Mm?- Morgiana era già pressoché addormentata, così non ebbe la forza di rispondere con parole coerenti.
- Hai solo quel vestito?-
- Perché?-
- Non è una critica, solo che alla festa di un mese fa, con quel vestito da danzatrice del ventre, stavi decisamente bene. È un peccato… se indossassi abiti così carini un po’ più spesso avresti certamente una fila di ragazzi che morirebbe per te!-
- Cosa?!-
Si era girata piuttosto improvvisamente, con le guance rosse, rischiando di dare una testata a Pisti, che per qualche motivo le si era fatta più vicina, arrivando a cingerle il bacino con un braccio.
- Avanti! Non c’è nessuno che ti piace?-
- No.-
- Sicura? Non lo dirò a nessuno, giuro!-
Annuì.
- Peccato, perché giurerei che a Masrur tu piaccia molto.-
- Credi?-
- Altroché! Si allena tutti i giorni con te e cerca in ogni modo di allontanare Sharrkan da te. Per me è cotto!-
- Non penso… è una persona molto gentile, non sono certo l’unica per cui ha tutte queste premure…-
- Sarà anche premuroso verso molti, ma si fida di pochi, e quando c’è stato da catturare Ja’far, fra tutti i possibili candidati, ha scelto di chiedere a te.-
- Sarà perché lavorando con Ja’far ero già presente sul luogo del rapimento e anche se mi fossi avvicinata a lui non avrei destato sospetti…-
- Avrebbe potuto chiedere alle altre segretarie.-
- Ma non hanno la mia stessa forza…-
- Né tantomeno sono carine quanto te.-
Non erano più solo i suoi capelli ad essere rossi, ora anche la sua faccia iniziava ad essere color porpora.
- E dallo sguardo che hai rivolto in direzione di Ja’far prima della partenza deduco che ti abbia anche informata degli sviluppi della riunione: non lo avrebbe certo potuto fare con chiunque!-
- … su questo ti sbagli. Forse se glielo avessi chiesto lo avrebbe fatto, ma io non ho domandato e lui non mi ha detto nulla, in realtà non siamo così in confidenza… e poi, riguardo il discorso di Ja’far, non penso siano affari miei… anche se, in effetti, iniziavo ad essere preoccupata per la sua salute, ma in questi giorni sta meglio… non so cos’abbia avuto, ma penso che in qualche modo la vostra discussione l’abbia aiutato, e di questo vi ringrazio.-
- … Se sei così convinta che Masrur non provi nulla per te d’accordo, potrei anche sbagliarmi, non sono un oracolo! Ora però sarà bene che tu dorma, domani avrai da fare. ‘Notte.-
 
Le due ragazze passarono circa 10 minuti in silenzio in cui Pisti restava abbracciata a Morgiana e lei dal canto suo guardava con grande interesse il muro dinanzi a se.
- Pisti?-
Il generale non rispose, ma mosse lievemente la mano che era ancora posata sulla pancia di Morgiana, a far intendere che l’aveva sentita.
- Quando tornerò a Sindria mi accompagneresti a comprare un vestito?-
Ancora non ricevette risposta, ma sentì chiaramente la testa di Pisti muoversi contro la sua spalla, annuendo. E finalmente anche Morgiana si addormentò.






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Note d'autore: salvo morte improvvisa, domani pubblico il prossimo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Note d'autore:  non sono un tipo eccessivamente sentimentale (eccetto che si mi fate vedere Chesnut), ma devo ammettere che quando ho scritto questo capitolo per tutta la prima parte ho sorriso come una scema per poi piangere come una fontana, quindi non si sa mai, se potete farlo senza destare sospetti preparatevi i fazzoletti, che mal che vada poi non li userete... e nulla, dedico questo capitolo (come in realtà tutte le coppie, a parte la SinJa) a mio fratello, che è la persona che mi ha spinto a scrivere la storia.  Auguri Babbeo!
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Erano giunti in vista dell’isola intorno alle 11 di quella mattina. Spaltos, dall’alto della torre di vedetta, dove, ad eccezione della cena e della colazione, aveva passato le ultime 18 ore, era stato il primo a scorgere l’isola. Non aveva intenzione di scendere sul ponte, rischiava di incontrare Pisti, e non gli andava di vederla scappare, preferiva essere lui ad isolarsi, così aveva chiesto ai marinai di informare i quattro ragazzi che avrebbero dovuto entrare nel dungeon dell’imminente arrivo. I marinai avevano svolto il ruolo per quanto gli era stato possibile, informando tempestivamente i tre ragazzi, ma non riuscendo ad avvertire Morgiana, che pareva non essersi ancora svegliata.
Non ritenne opportuno chiedere ai marinai di andare a svegliarla, ma quando furono le 11.30 iniziò a reputare la sua assenza allarmante. Inizialmente provò a convincere i suoi amici ad andare a svegliarla, ma Alibabà ed Aladdin non mostrarono troppo interesse per la faccenda, continuando invece a giocare fra loro. Tentò allora con il principe Hakuryuu, che era però impegnato nella preparazione del pranzo e che in aggiunta mostrò subito di non essere disposto ad “irrompere” nella cabina di due ragazze, così infine fu costretto a scendere per andare lui stesso a svegliarle.
Arrivato davanti alla cabina bussò delicatamente un paio di volte, poi, non avendo ricevuto risposta, decise di entrare. Pregò mentalmente di non incontrarle in vesti troppo sconvolgenti, certo che il suo animo da galantuomo ne sarebbe rimasto traumatizzato, ed aprì la porta, guardando lungo il corridoio. Dapprima provò ad attendere qualche secondo, sperando che semplicemente non lo avessero sentito bussare, ma le sue speranze si rivelarono vane, perciò entrò.

Rimase commosso. Le due dormivano ancora, con i capelli sparsi in faccia a coprire parzialmente il volto, il respiro lento e regolare. Morgiana dava la schiena alla porta e dalle coperte spuntavano unicamente la testa ed un braccio che, dal rigonfiamento delle lenzuola, si sarebbe detto fosse posato sopra quello di Pisti, che a sua volta dormiva beata. Chiunque le avesse viste, le avrebbe facilmente scambiate per le sorelle più affezionate mai viste.
Dopo un attimo di contemplazione Spaltos mosse un passo per avvicinarsi al letto e svegliare le due ragazze, ma come si sa la carne è debole, e per lui trovarsi Pisti a meno di un metro, così profondamente addormentata, era un occasione irripetibile: semplicemente si chinò sopra il letto, attento a non fare rumore e la baciò. Non un bacio particolarmente romantico o che, un semplice bacio da bambini, dato su una guancia, ma che per una persona di Sasan rappresentava già un’enormità.
Fatto ciò si drizzò e trovò una sgradita sorpresa: Morgiana che, con occhi aperti e vigili, lo fissava.
Stettero a guardarsi per un minuto buono, poi Morgiana chiuse gli occhi e riappoggiò la testa al cuscino, in un gesto che lui interpretò come una promessa di silenzio.
Quindi, finalmente, scosse la spalla di Pisti, che tuttavia si limitò ad emettere un mugolio seccato e sfregare il naso contro la spalla di Morgiana. Evidentemente non era bastato, la scosse ancora un paio di volte ed infine riuscì a svegliarla, complice probabilmente anche il fatto che infine Morgiana aveva spostato il braccio della bionda da sé.
- Buongiorno.-
- ‘Giorno Spaltos, che ci fai qua?-
- È quasi ora di pranzo e tra un paio d’ore arriveremo sull’isola, quindi dovreste salire sul ponte ed iniziare a prepararvi.- rispose con il solito tono calmo e serio.
- Ok, ora va’.-
- Vi aspettiamo.-


Dopo aver chiuso la porta, era velocemente risalito sul ponte ed aveva iniziato ad aiutare Hakuryuu ad apparecchiare.
- Tutto a posto?-
- Sì, perché?-
- Niente, sembri uno che ha appena vinto una fortuna.-
Spaltos ignorò quelle parole andando a prendere dei bicchieri in cucina, ma nel tragitto, riflettendoci, stabilì che, in fondo, aveva ragione. Il motivo gli era del tutto ignoto, ma quella mattina Pisti sembrava aver perso ogni atteggiamento ostile nei suoi confronti, ritornando a prima del loro “litigio”, se lo si poteva definire così. E per lui era stato splendido. Dopo una settimana che a malapena gli parlava, gli aveva sorriso stropicciandosi gli occhi e augurandogli il buon giorno. A ben pensarci, probabilmente lo aveva fatto semplicemente perché stanca (ammesso che si possa essere stanchi dopo circa 12 ore di sonno), ma questo, per lui, non contava.
- Haaakuryuuu!?-
Se Pisti era allegra e si guardava attorno con spensieratezza, Morgiana fissava Spaltos con aria che, chiunque non conoscesse bene un Fanalis, avrebbe interpretato come una dichiarazione di aperta ostilità, mentre lui reputò volesse essere una richiesta di un colloquio privato. E davanti ad una richiesta così razionale, visto ciò a cui Morgiana aveva appena assistito, chi avrebbe saputo negarle nulla?
- Sì, signorina Pisti?-
- Fra quanto si mangia?-
Piegò la testa lievemente in direzione della poppa e, senza girarsi a controllare se lei lo stesse seguendo, vi si diresse.
- Mi dispiace, capisco che avendo saltato la colazione debba essere affamata, ma non sarà pronto prima di 10 minuti.-
- Va bene, grazie! Capito Mor? Mor?-
 




- Ti prego di scusarmi, non era mia intenzione introdurmi in camera vostra.-
- Questo non rappresenta un problema, è un'altra la cosa che vorrei sapere.-
- Sei una ragazza intelligente, quindi credo che più che una spiegazione tu voglia una conferma.-
- Non proprio, sapevo già dei suoi sentimenti da una discussione che Sharrkan ha avuto con Ja’far. Non era mia intenzione origliare, solo che-
- L’hai detto a Pisti?-
Il tono, l’espressione, la tensione muscolare… tutto in Spaltos tradiva agitazione.
- No.-
- Allora, ti prego di non farlo.- aveva la solita espressione austera, velata da un pizzico di preoccupazione.
- Perché avete litigato?-
- Sai già del contenuto del colloquio con Ja’far?-
- No, ho ritenuto non fossero affari miei.-
- Credevo Masrur te ne avesse parlato. Se ne fossi stata al corrente il discorso sarebbe stato più veloce… diciamo che Ja’far per liberarsi da una “posizione scomoda” si è fatto sfuggire un paio di parole di troppo, che Pisti ha travisato.-
- Non sapevo vi conosceste, di cosa parlavate?-
Certo che la sfiga è infallibile: proprio in quel momento doveva arrivare Pisti?
Morgiana non disse nulla, scrollò le spalle e si diresse verso il ponte, dove i suoi amici schiamazzavano ad alto volume, provabile segno che il pranzo fosse pronto.
- Vieni a pranzo?-
- Posso parlarti un attimo?-
- Non puoi farlo dopo pranzo?-
- Preferirei farlo ora.- disse girandosi a guardarla negli occhi.
- D’accordo, dimmi tutto, ma in fretta, o il cibo si fredderà.-
- Quello che Ja’far ed io abbiamo detto… non è ciò che sembra.-
- Non devi giustificarti con me, sono felice tu abbia finalmente trovato qualcuno. Ho provato per anni a cercare una persona che risvegliasse il tuo interesse, e sono felice che tu ci sia riuscito.-
- Pisti-
- Mi dispiaceva un po’ per te. Vedi, di noi otto generali: Dracoon è sposato, Hinahoho ha già una famiglia, Sharrkan e Yamuraiha prima o poi si metteranno insieme, Ja’far ha Sinbad, Masrur è innamorato di Mor, io ho le mie storie, e così tu eri l’unico rimasto solo. Sono felice per te, davvero. Solo, l’ho cercata senza sosta per una settimana, senza trovarla, quindi ci rinuncio. Quando ce la presenterai?-
- Pisti, lei non esiste.-
Di nuovo, non era riuscito a dirle la verità. Non era stato capace di dirle “ti amo” o “mi piaci” o qualunque altra frase del genere, ma, nuovamente, le aveva mentito.
- Dai, siamo i tuoi amici, non c’è bisogno di essere timido!-
Aveva pensato di dirle tutto, ma quando l’aveva sentita fare quel riassunto della vita sentimentale sua e di tutti gli altri membri degli otto generali, non se l’era più sentita. Quel “io ho le mie storie” non era detto con cattiveria o insinuazione, ma solo con obbiettività. Obbiettività che tagliava più di un coltello. Perché con quel “le mie”, Pisti sembrava quasi voler rimarcare la differenza fra loro, il suo essere già più che capace di avere una storia con una persona ed il suo fossilizzarsi su quello che assumeva sempre i caratteri di un sogno: bello, ma irrealizzabile.
- Pisti, non è timidezza: la persona che ti ho descritto non esiste. È stato solo un consiglio da parte di Ja’far: parlando, mi ero lamentato del tuo cercarmi una compagna ad ogni costo, e lui mi aveva suggerito di fingermi già impegnato, così che tu avresti smesso di presentarmi nuove ragazze. Questo è la ragazza che ti ho descritto, né più né meno che una bugia.-
Dire quelle parole era stato difficile, farlo con sguardo convinto, serio e duro, di più, reggere lo sguardo allibito di Pisti era stato pressoché impossibile, ma nulla poteva battere la sofferenza che Spaltos provò nel vederla piangere.
- Scusami. Scusami. Perdonami. Io non volevo portarti a questo. Non volevo che tu arrivassi a mentire per zittirmi. Lo so, sono spudorata ed invadente, ma non volevo crearti problemi.-
- Pisti- Spaltos si era avvicinato velocemente, stringendola tra le braccia, contro la sua armatura. Mai aveva odiato tanto quell’abbigliamento, che impediva a Pisti di trarre calore e conforto da un abbraccio.
- Mi dispiace. Io volevo solo che tu fossi felice. Cercavo qualcuno che potesse farti compagnia. Sei una persona magnifica, non meriti di stare solo. Io volevo solo…-
Pisti continuò nel suo discorso, intrappolata fra la freddezza dell’armatura e il calore di quell’abbraccio. Quella situazione era come lei: non aveva agito con l’intenzione di rattristare o deludere il suo amico gli voleva bene, ed aveva agito cercando di fare ciò che lei interpretava come la cosa migliore per lui, ma aveva finito con il procurargli solo fastidi.
Ma aveva sbagliato. Oh, se avesse capito subito! Invece di cercare di capirlo, per mesi ed anni lo aveva vessato con la sua insistenza e la sua perseveranza. E sì che Spaltos aveva sempre dato segni di non gradire queste sue attenzioni, ma lei non se n’era mai curata, convinta di sapere tutto di lui, sostituendo la propria volontà a quella dell’amico.
- Scusami, non volevo farti piangere.- disse accarezzandogli i capelli.
- Me lo merito.-
- Non dire così… smettila di piangere, non ha importanza.-
- Sei troppo buono con tutti, anche con me, ed io non me lo merito.-
- Pisti, davvero, ti prego, smetti di piangere. Va bene così, so che non avevi cattive intenzioni. Volevi solo quello che reputavi essere il mio bene. E per questo ti ringrazio, però sai, sono un adulto anch’io. Se vorrò una compagna la cercherò e fidati, tu sarai la prima a cui la presenterò, perché sei la mia migliore amica, e so che saprai consigliarmi al meglio. D’accordo?-
- Mmh-
- Tieni, asciugati gli occhi.-
- Va meglio?-
- Mmh-
- Che dici, andiamo a vedere se quei ragazzi ci hanno lasciato qualcosa da magliare?-
- Mmh-
- Vieni.- disse prendendola la mano e tirandola in piedi. Poi, procedendo piano ,si diresse verso il ponte, senza mai la sciare la sua mano.
- Spaltos?-
- Sì?-
- Grazie, per essere così paziente con me. Ti voglio bene.-
E detto ciò si liberò dalla presa della mano di Spaltos e corse avanti, simulando la sua solita allegria. Certo, ci sarebbe voluto un po’ perché tornasse ad essere autentica e a non simulare il proprio abituale comportamento vivace, ma ne sarebbe valsa la pena.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***






Il pranzo era filato tranquillo: avevano trovato ancora del cibo, sebbene non in quantità, ed avevano pranzato soli, visto che Alibabà ed Aladdin si erano dileguati a discutere di non sapeva bene cosa, mentre Hakuryuu si impegnava ad aiutare a manovrare la nave e Morgiana si era seduta a vicino al parapetto.
Inizialmente questo aveva pensato Spaltos: nessuno ci guarda, e come se fossimo di nuovo soli. Poi si era accorto dello sguardo di Morgiana: che hai fatto? Chiunque se ne sarebbe accorto. La ragazza, che dapprima aveva finto di riporre un grande interesse nell’osservare il mare, ora aveva rinunciato a tentare di salvare l’apparenza, fissando apertamente Spaltos, approfittando del fatto che Pisti le dava le spalle.
E così una volta terminato il pranzo si diresse nelle cucine con i piatti, certo che non sarebbe stato il solo a muoversi verso quella meta.


- Che è successo?-
- Sai, vedendoti sempre in compagnia di Masrur avevo dato per scontato che tu fossi molto meno curiosa.-
- Ha ragione, dovrei farmi gli affari miei, ma non posso. Pisti è stata molto carina con me, non me la sento di abbandonarla.-
Detta così sembrava che lui l’avesse quantomeno stuprata!
- L’ho fatta piangere. Sono stato un mostro, ma non era in alcun modo mia intenzione. Pensavo di dirle la verità, ma non ci sono riuscito. Così le ho mentito, di nuovo.- il tono era sempre serio, ma celava una punta di dispiacere, pur senza cadere nell’eccesso.
Morgiana lo guardò con aria seria, cercando di capire ciò che lui le diceva, perché lo vedeva, in fondo agli occhi di Spaltos, il desiderio di parlare, di confidarsi. E capiva benissimo che non avrebbe voluto farlo con lei, ma con Pisti, o quantomeno con un suo amico, ma in quel momento, su quella nave, lei pareva ancora l’opzione migliore.
- Avrei voluto confessarmi, ma dal suo modo di parlare e di agire si capisce perfettamente che non le interesso, o perlomeno, non le interesso in quel senso.-
Guardare in faccia quella ragazzina poteva essere molto difficile: se ti senti il cuore pesante, è difficile guardare in due occhi schietti e sinceri.
- Non sono riuscito a dirle che mi piace, ma volevo almeno che sapesse che, per quanto accuratamente possa setacciare Sindria, non troverà la ragazza che le avevo descritto.-
Aveva dovuto cedere a quello sguardo, ma stare fermo a fissarsi le mani o il pavimento non gli pareva una buona idea, così aveva optato per lavare i piatti: era la soluzione ideale poteva darle le spalle e fingere di essere solo e star ragionando fra sé e sé.
- Ma non mi ha creduto, così gliel’ho ripetuto, e ho finto che fosse tutto successo perché non volevo lei si ostinasse a cercarmi una ragazza… ed ha funzionato anche troppo bene.-
Fece una pausa, dedicando tutta la sua attenzione al piatto che aveva in mano.
- Dev’essersi sentita in colpa, perché in un attimo piangeva e singhiozzava. Non volevo accusarla, solo ho pensato che da questa situazione potevo almeno ottenere che lei smettesse di tentare di maritarmi.-
Finito di lavare le stoviglie, prese un canovaccio ed iniziò ad asciugarle.
- Ma capisco di aver esagerato, non era mia intenzione essere brusco. L’unica cosa che ho saputo fare è stato abbracciarla e cercare di confortarla, ma mi è riuscito solo a metà.-
Morgiana aveva scelto di lasciarlo sfogare, reputando che se Pisti aveva potuto dire tutto a Spaltos, lui non aveva avuto questa fortuna, ma che anche lui meritava di potersi sfogare con qualcuno, perché non era affatto un mostro, come lui affermato, ma al contrario, era una brava persona, più concentrata sugli altri che non su sé stesso.
- Non sono un esperta di relazioni, ma penso lei abbia fatto la cosa giusta.-
Non aveva altro da dire, così si girò e se ne andò, senza badare allo sguardo di Spaltos, ora puntato sulla schiena. Se Pisti ha ragione dovrò fare i complimenti a Masrur per l’ottima scelta.
 


 
********
Dopo aver lasciato i ragazzi sull’isola la nave era ripartita pressoché immediatamente. - Vedete di tornare presto!- era stato l’augurio di Pisti, che aveva salutato tutti i ragazzi con calore, in particolare Morgiana, a cui aveva elargito un abbraccio che ad una persona normale avrebbe spezzato le ossa.
- Quando tornerai andremo a fare shopping, spero tu abbia risparmiato in questi mesi di lavoro!-
- A presto.-
E poi se n’erano andati.
Il viaggio di ritorno era stato troppo tranquillo per una persona vivace come Pisti che, sentendo la mancanza di quei rumorosi ragazzini, tentò di legare con tutti i marinai della nave, trovandoli però tutti banali e scialbi.
Aveva provato a stare sola, non si trattava di più di 24 ore di viaggio, ma non le andava comunque. Ed in fondo, non ne aveva alcun obbligo.
Parlando con Spaltos quel pomeriggio aveva chiarito il malinteso sulla ragazza misteriosa, e ora non sentiva più il bisogno di non avvicinarglisi per non rischiare di far ingelosire una persona che non esisteva, ma Spaltos, pensando evidentemente che lei fosse arrabbiata per la bugia, si era ritirato in meditazione. Come se potesse mai esserlo! Semmai avrebbe dovuto essere lui ad avercela con lei! Spaltos era il suo migliore amico, una delle poche persone capaci di accettare la sua allegria senza però farsi contagiare troppo da questa: per quanto lei fosse invadente, non si era mai scomposto, né per quanto avesse cercato di forzarlo a cambiare (provando ad appioppargli qualunque ragazza gli capitasse a tiro) si era  mai arrabbiato con lei.
Così si arrampicò sulle cime fine a raggiungere la torre di vedetta, dove trovò Spaltos concentrato nella preghiera. Il ragazzo le dava le spalle, inginocchiato accanto al parapetto, con i gomiti poggiati questo e lo sguardo perso a guardare lontano.
Era rimasta a fissarlo immobile finché Spaltos, spostando le braccia per avere i gomiti sulla ringhiera e le mani giunte a fornire un sostegno alla testa, le aveva fatto capire che la sua meditazione era finita.
- Preso!-
- Pisti, mi hai spaventato!-
Si era lanciata avvolgendogli le braccia attorno al collo, con la sua solita allegria. In fondo, era felice di sapere che era ancora la sua ragazza preferita.
- Guardavi le stelle?- chiese con il naso rivolto all’insù e la testa poggiata sopra la sua spalla, con gli occhi che parevano riflettere tutte le stelle.
- Sì.-
- Per quanto le si guardi non ci si stanca mai.-
- Già.- disse incrociando le braccia e poggiandovi sopra il volto.
Stettero in silenzio per un po’, poi Pisti ritornò alla carica. - Da casa tua le stelle dovevano vedersi molto meglio.-
- Perché?-
- Sasan non è un paese d’alta montagna?-
- Lo è.-
- Allora sarete molto più vicini alle stelle, dovreste vederle meglio, no?-
- Non saprei, ma fra tre settimane dovrò andarci per parlare di un nuovo affare commerciale, vedrò di controllare.-
- Sai, a parte Sindria non ho mai visitato uno dei paesi alleati.-
- Se vuoi potresti venire con me.-
- Davvero?- chiese con voce indagatrice, mitigata dalla stanchezza.
- Certo, se lo desideri.-
- Posso pensarci un po’ su?-
- Hai fino al giorno della partenza per decidere.-
- Mmh…-
Non si era staccata. Avevano parlato tranquillamente in questo modo per circa 20 minuti, in cui Pisti non aveva mai dato segno di voler sciogliere l’abbraccio, né tantomeno Spaltos aveva dato segno di volersi sciogliere da quell’abbraccio. Per quanto fossero stati distanti per solo una settimana, quei momenti di assoluto relax e di onestà erano mancati a entrambi.
Che importanza aveva se non sarebbe mai stato ricambiato? Tutto ciò che chiedeva era un abbraccio come quello, da cui traeva più calore di quanto avrebbe potuto ottenerne facendo un bagno in un vulcano, e che gli faceva capire che infondo, sebbene per motivazioni differenti, nemmeno Pisti era disposta a rinunciare al loro rapporto.
- Pisti?-
Certo, Pisti era uno scricciolo, quindi reggere il suo peso non era un problema per un uomo ben allenato come lui, ma era mezz’ora che se ne stava immobile per non scomodarla, ed iniziava ad avere i crampi.
- Pisti?-
Non aveva risposto né al primo né al secondo richiamo. Il ragazzo, preoccupato, girò lievemente lo sguardo, e trovò la compagna con gli occhi chiusi e le labbra lievemente schiuse, da cui usciva un respiro leggero e regolare, rilassato, segno che era piombata nel sonno.
Per quanto fosse adorabile, però, per lui la cosa rappresentava un problema, vista la posizione che aveva assunto: se fossero rimasti in quella posizione tutta la notte di certo l’indomani avrebbero sofferto di tremendi dolori muscolari. E passi per lui, ma Pisti… doveva trovare un modo di portarla a letto, senza però farla cadere scendendo ai piani inferiori, né tantomeno svegliarla. E la combo di queste due cose sarebbe stata molto difficile da combinare, perché il modo più sicuro per non svegliarla era non spostarla, ma non poteva aver certezze che Pisti si reggesse per bene a lui, quindi avrebbe dovuto usare un braccio per assicurarla alla sua schiena e l’altro per reggersi alle funi… l’impresa non era certo delle più semplici, ma ce l’avrebbe fatta: in fondo, aveva una muscolatura tale da riuscire a compiere l’impresa e, mal che gli fosse andata, si sarebbe aiutato a scendere mordendo le funi per accertarsi di non cadere mentre spostava il braccio libero.
E, come ci si sarebbe aspettati da uno degli otto generali, era brillantemente riuscito nell’impresa.






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Note d'autore: mi spiace di essere scomparsa a lungo, ma la scuola è la scuola. Ed il francese non perdona. Ora che sono iniziate le vacanze dovrei avere più tempo per scrivere, e quindi spero di aggiornare più spesso, ma non vi prometto nulla.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Il viaggio di ritorno fu molto più veloce in quanto, aiutati da un vento favorevole e dalle correnti, approdarono a Sindria a mezzogiorno circa.
Visto il ritorno anticipato, le attività lavorative e tante altre piccolezze, al porto trovarono solo Sharrkan ad attenderli.
- Bentornati! Tutto bene il viaggio?-
- Sì.-
- … che fine hai fatto fare a Pisti? Non dirmi che l’hai abbandonata su quell’isola, magari dopo averla sedotta e ave-
- Nulla di tutto ciò che puoi aver pensato. Sta semplicemente dormendo nella sua cabina.-
- E tu come lo sai? Hai forse passato la notte con lei?- chiese ammiccante.
- No, semplicemente dopo che ieri si era addormentata sulla mia spalla l’ho portata a letto e da allora non l’ho più vista in giro, così mi è venuto logico supporre che stia ancora dormendo.-
- Due giorni in cui eravate pressoché soli, e non hai fatto nulla?-
- Perché, secondo te che avrei dovuto fare?-
- Quantomeno dichiararti!-
Spaltos scosse la testa, non sapendo se essere divertito o esasperato.
- Mi spiace di aver deluso le tue aspettative, ma tutto ciò che ho fatto è stato chiarire il malinteso che si era creato.-
- È poco, ma è già qualcosa. Ora, fra quanto tempo conti di dichiararti?-
- Sai di essere terribilmente impegnativo? Al momento non ne ho intenzione.-
- Ma perché? Se è solo un momento in cui stare soli che ti serve allora io-
- Non c’è bisogno che ti impegni a fare nulla, a quanto pare vuole venire a Sasan con me.-
- COOOSA??? Stai scherzando?-
- Che c’è di male?-
- Perché vuoi portarla a conoscere i tuoi se neanche siete in procinto di sposarvi? Così la farai scappare!-
E qui, Spaltos non poté trattenersi dall’emettere un lieve risolino.
- Dico sul serio!-
- Di tanto in tanto vorrei sapere cos’hai nella testa, ma poi mi fai sempre ricordare che ne rimarrei sconvolto. Se Pisti dovesse venire a Sasan con me, non lo farebbe certo per conoscere mio padre. Semplicemente ieri notte si lamentava di non aver mai visitato uno dei paesi alleati e diceva di voler osservare le stelle da un territorio di montagna, così, visto che fra poco dovrò far visita a casa per ragioni prettamente diplomatiche, le ho proposto di venire con me. E, tanto per esser precisi, non ha ancora nemmeno confermato che verrà.-
- Per te sarebbe una gran bella occasione.-
- Se lo dici tu. Ora, scusami, ma devo andare ad avvertire Sinbad che siamo tornati.-
- Ok, ci vediamo in giro.-
Non era stato capace di dirgli tutto. Ma neppure aveva importanza. In fondo, per Sharrkan introdursi nella camera di una ragazza addormentata non era una cosa degna di nota se questa non era nuda, né lo era l’avergli dato un semplice bacio. Ma per una persona seria e posata come Spaltos, quei ricordi avrebbero popolato i suoi sogni per giorni
 



Era da oltre mezz’ora che cercava Sinbad per tutto il castello per informarlo del loro rientro, ma l’uomo sembrava essere magicamente scomparso. Vagliò rapidamente le possibili cause:
1°, era partito per un viaggio d’affari, ma qualcuno lo avrebbe saputo: fuori una;
2°, era da qualche parte ad ubriacarsi, ma Sharrkan sarebbe stato con lui: fuori due;
3°, era nel quartiere dei piaceri, ma, di nuovo, Sharrkan sarebbe stato con lui: fuori tre;
4°, dopo aver completato la tre, Ja’far aveva saputo la cosa ed ora stava sotterrando il suo cadavere da qualche parte: assolutamente possibile!
Il pensiero lo spaventò non poco, così iniziò a correre verso la torre dell’ariete bianco, sperando di trovare ancora qualche indizio su dove fosse il luogo della sepoltura sui vestiti di Ja’far.
 



__ torre dell’ariete bianco __
- C’è Ja’far?-
- Spaltos, sono qui, che c’è da gridare?-
- Dov’è Sinbad?- dagli occhi sembrava uno spiritato.
- La principessa Kougyoku sembrava annoiarsi, così le aveva proposto un duello. Penso siano ancora in spiaggia. Tranquillo, c’è Hinahoho con loro, non pensò che ci saranno altri incidenti diplomatici.-
- Ffh!-
A Ja’far l’atteggiamento di Spaltos era parso strano fin dall’inizio, ma arrivare a tirare il fiato così palesemente per nulla… doveva forse preoccuparsi? Sarebbe servita la conoscenza medica di Eliohapt o quella magica di Magnoshtat? - Si può sapere che ti prende? Da quando sei tornato sei strano. Hai mangiato qualcosa di sospetto?-
- No, temevo tu avessi ucciso Sinbad e ti fossi appena sbarazzato del corpo.- rispose con tono terribilmente serio, rendendo così la situazione esilarante.
- Questa è bella, e perché avrei dovuto farlo?- chiese dopo due minuti buoni di laute risate.
- Non so, forse era andato nel quartiere dei piaceri, ma lo avevi scoperto e-
- Quando fai queste congetture sembri veramente il fratello di Mystras, è raro vederti agire in questo modo, e lo fai solo quando ti è successo qualcosa di estremamente bello.-
- Ho fatto pace con Pisti.-
- Ne sono felice, e scusami, non volevo causarti problemi.-
- Stavamo tirando un po’ troppo la corda, avevi le tue buoni ragioni.-
- Senti, ti va una partita a carte ‘sta sera?-
Incontrarsi la sera per giocare assieme era un abitudine che gli otto generali avevano  preso anni addietro per riempire le serate in cui erano in viaggio e per far integrare un nuovo generale con il resto del gruppo.
- Volentieri, alle 11 da me?-
- Affare fatto, a più tardi.-
Forse, se avesse saputo della bassezza che i loro discorsi avrebbero raggiunto quella sera, Ja’far avrebbe cambiato idea, ma, ahi lui!, non era un veggente.





__________
Note d'autore: lo so, nell'ultimo capitolo avevo detto che avrei cercato di pubblicare il più regolarmente possibile, mentre invece sono scomparsa. Mi scuso per questo, ma ho pochi capitoli pronti, scrivo lentamente e tutta la mia ispirazione è al momento concentrata su un'altra fanfiction (sempre su Magi, ovviamente) che pubblicherò in seguito... e nulla, capitolo orrido come sempre, ma, piccola anticipazione, nel prossimo capitolo, in cui si vedrà la partita a carte ce ne saranno delle belle...
D'altronde, quale può essere la soluzione se in un gioco a squadre si è in numero dispari? Cosa può succedere se Sharrkan e Yamuraiha dovessero fare coppia?
Scopritelo nel prossimo episodio capitolo!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


__ torre del leone viola, camera di Spaltos __
- Non puoi sempre vincere così!-
- Non c’è regola che lo vieti, Sharrkan.-
Non si sapeva bene come, ma quella che avrebbe dovuto essere una partita di carte fra lui e Spaltos era diventata una guerra tra generali. Infatti nella stanza di Spaltos, arredata con sobrietà e predominanza del colore bianco, si potevano vedere Ja’far, Spaltos, Pisti, Yamuraiha e Sharrkan seduti sul letto a una piazza e mezzo, intenti a giocare a briscola con una certa concentrazione. Come ci fossero arrivati restava un mistero. Da che Ja’far aveva capito, Yamuraiha e Pisti si erano unite dopo che, passando per i corridoi, avevano sentito un suo commento su una delle mani andate, mentre Sharrkan era probabilmente stato attratto dalle luci, come una falena.
- Ora burraco! In quello sono imbattibile.- strillò Pisti, scalciando come una bambina a cui erano state negate le caramelle.
- Pisti, ci servirebbe un sesto giocatore.-
- Masrur non aveva la stanza qui vicina?- domandò Yamuraiha.
- Dubito sia disposto a rinunciare alle sue preziose ore di sonno per qualcuno che non sia Morgiana.-  le rispose Pisti.
- Che c’entra Morgiana?- si sa, gli stupidi non sanno tenere la bocca chiusa.
- Sharrkan, sei veramente così tardo?-
- Cosa stai insinuando, strega?-
- Forse che Masrur è innamorato di lei?- suggerì Ja’far.
- Non credo, tempo fa glielo ho chiesto, ma ha negato tutto piuttosto sentitamente.-
- Se è per quello neanch’io ti avrei mai dato informazioni sui fatti miei spontaneamente, peccato che non avessi molta altra scelta.-
- Senti un po’-
- Dracoon o Hinahoho?- propose Spaltos tappando la bocca a Sharrkan.
- Ci metteremmo molto ad andare a chiamarli, e non abbiamo neppure la certezza che accettino.-
- Perché non invitiamo la principessa Kougyoku?-
- Forse non è il caso, Pisti.-
- E perché no Spaltos?-
- Guardaci!-                                                  
- Beh? Nessuno di noi è nudo!-
Su questo non aveva torto, ma era anche vero che non erano esattamente il top. Pisti portava una semplice canottiera che arrivava a metà coscia e Yamuraiha una veste lunga fino alle caviglie, senza maniche. Forse, se fossero state solo le ragazze avrebbero anche potuto invitarla, ma non erano sole.
Anche aggiungendo Spaltos e Ja’far si sarebbe benissimo potuta giocare quella partita, in quanto il cavaliere giocava vestito di tutto punto, con pantaloni alla zuava e una camicia larga, ma perfettamente abbottonata, e Ja’far aveva semplicemente svestito il velo che portava solitamente.
Nel loro atteggiamento non c’era nulla d’indecoroso, ma già invitare una principessa imperiale ad un party privato con tre uomini sarebbe stato un affronto, se uno poi era Sharrkan, che si presentava a torso nudo e mezzo brillo…
- Ah, ho trovato! Io gioco con Spaltos.-
- Beh, è una buona idea, si può fare.- rifletté Ja’far.
- Allora è fatta! Spaltos, sposta le gambe.-
- Perché?-
- Se le incroci mi ci potrò sedere, così potremo guardare le carte assieme!-
Se fosse stato chiunque altro a fargli una proposta simile il ragazzo avrebbe cortesemente rifiutato, ma con Pisti era un’altra cosa. Si sedette a gambe incrociate come lei gli aveva chiesto, e Pisti gli volò in braccio, accoccolandosi contro il suo petto.
- Con chi volete giocare?- domandò Ja’far.
- Spaltos?-
- Non saprei, per me è uguale, decidiamo con le carte.-
E furono le carte a scegliere, formando le squadre più inadeguate che ci si potesse aspettare, ossia Pisti/Spaltos e Ja’far contro Sharrkan e Yamuraiha.
- Ja’far, non importa se con me o con Sharrkan, ma ti prego, fai cambio!-
- Seriamente? Non siete nemmeno in grado di fare una partita a carte senza azzuffarvi?-
- Dai Yamu! Io voglio giocare con Ja’far! Che importa se giochi con Sharrkan? Non devi mica sederti per forza anche tu in braccio a lui!-
- Certo che no! Allora, vogliamo iniziare?-
**********
 


- VITTORIA!-
- Sharrkan, non urlare in questo modo, o sveglierai l’intero castello.-
- Però, non avrei mai pensato che un uomo capace unicamente di menare la spada in aria tutto il giorno fosse così fortunato a carte.-
- Primo, non meno la spada per aria, né urlo parole a caso da mattina a sera come te; secondo, il mio è talento, non fortuna, e se tu avessi dovuto giocare da sola, non avresti neppure visto il mazzetto!-
- Credi, pelato?-
- Altroché, vecchia megera!-
- NON INIZIATE!-
- Mi spiegate come avete fatto ad incastrarvi in una posa tanto compromettente in così poco tempo?-
- Di cofa pafli Pifti?-
- Penso si riferisca all’intreccio formato dalle vostre gambe.- disse pacatamente Spaltos, spostando lo sguardo altrove.
- Ah?-
Ed in effetti, ecco un altro buon motivo per cui non avrebbero mai potuto invitare una piccola principessa snob ad un party simile: se l’imperatore fosse mai venuto a sapere che una delle sue figlie aveva assistito a simili oscenità, avrebbe avuto la ragione per dichiarare guerra a Sindria seduta stante! Perché sì, i due, che prima erano seduti ai capi opposti del letto con Ja’far a dividerli, ora si ritrovavano avvinghiati con Sharrkan che sovrastava Yamuraiha, la quale per non cadere dal letto aveva aperto le gambe e si era stretta al torace di Sharrkan, con lui che continuava a tirarle i capelli e lei gli piantava le unghie nelle spalle. E a tutto ciò bisognava aggiungere che, a furia di urlare, avevano le guance bordeaux, che Sharrkan non portava alcuna maglietta, che i suo pantaloni nel fare qualche precedente strano movimento erano pericolosamente a vita bassa, che una delle spalline del vestito di Yamuraiha le era scivolata giù dalla spalla e che visto che la sua veste da notte era piuttosto stretta per riuscire ad aggrapparsi a Sharrkan si era alzata sopra il ginocchio. Erano proprio uno spettacolo adatto ai bambini.
- Diamine!-
Fortuna che le lame di Ja’far erano veloci almeno quanto Masrur, o Yamuraiha avrebbe potuto farsi male:  osservando con occhio critico la loro posizione i due avevano notato quanto questa fosse ambigua, rispettivamente lasciando la presa sui fianchi e sulle spalle di Sharrkan e sui capelli di Yamuraiha, così che la maga stava volando a terra, e ci sarebbe di certo finita se non fosse stato per i riflessi di Ja’far.
- Non uccidetevi, non mi va di spiegare a Sinbad che uno di voi due è morto per una cosa così stupida, quindi evitate, grazie!-
- Ja’far, dovresti ridere di più, la vita va goduta!- disse Pisti, indicando anche con le dita l’atto del sorridere.
- Allora smettetela di costringermi a farvi da mamma.- sbottò esasperato.
- Ma se tu sei la mamma…- chiese Yamu guardandolo preoccupata.
- … vuoi dirci che Sinbad è il papà?- concluse Sharrkan con tanto d’occhi.
E qui scoppiarono tutti a ridere in modo piuttosto sguainato, troppo divertiti dalla bizzarra uscita di Yamu e Sharrkan. Assieme erano esilaranti.
- In questo caso io faccio la figlia piccola!-
- Tu Sharrkan il figlio di mezzo convinto d’esser figo.-
- Io non sarei così sicuro di me, tu saresti la quattrocchi-sfigata-topo da biblioteca.-
- Dracoon ed Hinahoho i fratelli coscienziosi che impediscono alla mamma di uccidere il papà perché si è dimenticato di prendere la cena al mercato, ha lavato male i vestiti o ha fatto gli occhi dolci ad una ragazza dell’età dei figli.- proseguì Spaltos con la solita serietà.
- Spaltos e Masrur allora?-
- Gli unici due sani di mente che si dissociano da questo ginepraio!-
- Però sarebbe un peccato, non avrei un padre che aggredisce ogni ragazzo che porto a casa!-
- Non preoccuparti, ci penserebbe la mamma.- cercò di consolarla Spaltos.
- Vi consiglierei di smettere di darmi della donna.-
- Vedi, userebbe questo esatto sguardo.- pacato e per nulla intimorito, Spaltos era veramente impressionante alle volte.
- Non potrei mai portare a casa un amico…- disse Pisti mettendo su un muso affranto.
- Beh, secondo me nostro padre quand’è ubriaco confonderebbe nostra sorella maggiore con mamma.- disse Spaltos.
- COME SE GLI LASCIASSI ALLUNGARE LE MANI!- aveva strillato Sharrkan, in simultanea con Ja’far.
- INOLTRE- proseguì Ja’far - PIANTATELA DI CHIAMARMI MAMMA, O VI SCULACCERÒ FINO A DOMATTINA!-
- Non credo che riuscirebbe mai a confonderci: io non ho questo caratteraccio.- aveva detto Yamu, tirando anche fuori la lingua, badando bene che Ja’far non la vedesse.
- Vi state facendo terra bruciata attorno ai piedi. E potate starne certi, fossi statO io vostra madre, avrei abortito, UNO PER UNO, salvo forse Masrur.-
- Cosa sono queste preferenze?-
- Con i tuoi amati figli! Non voglio morire prima d’aver preso in braccio mio nipote!- disse Pisti con sguardo fintamente terrorizzato.
- Quale nipote?- chiesero in coro gli altri tre “figli” presenti nella stanza.
- Uno qualunque dei vostri, ma preferibilmente uno da ognuno.-
- E tu vorresti lasciare i nostri amati genitori a gestire una tribù di 20 nipotini?- chiese Yamu.
- COME SIAMO ARRIVATI A PARLARE DI NIPOTINI? E PERCHÉ 20 POI?- chiese esasperato Ja’far, con una vena in fronte ormai sul punto di esplodere.
- Non rifiuta l’idea!- come Pisti potesse avere tutte quelle energie all’una di notte solo il cielo lo sapeva.
- Già.- constatarono Spaltos e Yamu.
- Beh, i fratelli maggiori ne hanno già sei e tre, da Sharrkan possiamo aspettarcene almeno un'altra decina, ognuno da una madre diversa, Masrur sarà della teoria del figlio unico…-
- … per me Spaltos invece ce ne darà un paio, un maschio ed una femmina…-
- …tu Yamu rimarrai zitella!-
- Non contare su di me quando avrai bisogno di una baby-sitter!-
- …io ne voglio almeno quattro!-
- Pisti sappi che prima di sposarti dovrai comunque presentare il padre a tutti i tuoi fratelli maggiori ed anche a mamma e papà- disse Spaltos poggiando il mento sulla testa di Pisti, ancora seduta sulle sue gambe.
- Ma così rimarrò single a vita!-
- Sono i rischi di nascere come la piccola di casa.-
- Aiutami, mamma!-
Silenzio. Si girarono tutti lentamente a guardare Ja’far: occhi iniettati di sangue e sguardo cupo, lame alla mano e gambe lievemente divaricate. La posa che assumeva sempre prima di attaccare.
- Correte!-
- Ja’far, facendo i conti sarebbero 25!-
- NON NE AVRÒ NEPPURE UNO, PERCHÉ I GENITORI MORIRANNO PRIMA DI DARLI ALLA LUCE!-
********
 


Benché il giorno dopo facessero tutti fatica a camminare per aver corso per Sindria tutta la notte, nessuno era pentito della serata passata, tranne forse Ja’far, che incontrando Sharrkan per i corridoi gli aveva rivolto uno sguardo che prometteva tutto il male del mondo. Ma, appena svoltato l’angolo, sicuro di non essere visto, aveva sorriso. Erano scemi, ma erano la sua famiglia… solo più che figli erano fratelli minori molto rumorosi.
 
 











Note d’autore: allora, che ve ne pare? Non è bellissimo nella sua stupidità? Lo so, la mia opinione di “mamma” non conta, sono troppo di parte.
Bene, due parole, anche se so che ne avrete ormai piene le scatole di sentirmi sproloquiare. Dunque, questo capitolo è stato scritto un paio di mesi fa, prima che avessi un blocco tremendo, ed è ispirato a una festicciola che avevo fatto con alcuni compagni di classe durante una gita a Firenze, anche se l’unica cosa che c’è di veramente simile è l’originale pianificazione di una tranquilla festicciola a due che si trasforma nel caos generale… Comunque sappiate che, per vostra disperazione e mia somma gioia, presto (ovvero fra non molti capitoli, non come tempo di pubblicazione) ci sarà un capitolo simile, ma con tutti gli 8 generali e giochi più allegri tipo quello del re, twister, obbligo o verità o simili.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Si era svegliata in preda agli incubi. Non era una cosa eccessivamente strana, sognava spesso del periodo in cui era stata una schiava e la cosa non la spaventava troppo: pressoché tutto ciò che poteva sognare lo aveva anche vissuto, e per tanto la spaventava solo fino ad un certo punto. Ma odiava sognare la morte dei suoi amici.
Certo, dopo  le battaglie contro la Al Sarmen non c’era molto da stupirsi. Era stata una fortuna che i loro maestri fossero andati a prenderli e che avessero sconfitto i possessori di strumenti metallici oscuri.
O almeno, supponeva che li avessero sconfitti, perché l’aria che respirava in quel momento era quella propria di Sindria, non era legata e Masrur sedeva su una sedia posta vicino al letto in cui lei dormiva, con espressione rilassata ed un braccio teso sul cuscino, vicino a dove lei aveva poggiato il viso per buona parte della notte, a giudicare dalle pieghe.
Si perse un attimo a guardare quegli occhi allungati così simili ai suoi ed i capelli rossi di Masrur, appuntandosi mentalmente quanto in realtà ad una prima occhiata quelle fossero le sole cose che avevano in comune. Caratterialmente erano tremendamente diversi, avevano alcuni anni di differenza e rivestivano posizioni molto differenti all’interno di Sindria, non capiva appieno come Pisti potesse pensare che Masrur forse interessato  lei. Avrebbe potuto puntare molto più in alto.
Si tolse le coperte di dosso e gattonò fino ai piedi del letto. Si girò a guardare Masrur: dormiva profondamente. Con passo lento e leggero si avviò verso la porta di quella che suppose essere la camera di Masrur, senza perdersi a guardarsi intorno, ma limitandosi a tenere gli occhi fissi sulla porta di fronte a sé.
Uscì e si richiuse la porta alle spalle. Osservò il corridoio con grande attenzione, cercando di riportare alla mente un ricordo di circa 8 mesi prima, in cui Ja’far le aveva fatto visitare l’intero castello, ma la cosa risultò infruttuosa. Al 60% quella era la torre del leone viola, sede delle stanze di re Sinbad e degli otto generali, ma non ne era certa.
- Morgiana, sei sveglia.-
L’apparizione di Yamuraiha la confortò. Prese ad avvicinarsi alla donna, che pur vedendosela venire incontro a passo spedito non indietreggiò. Anzi, trovatasela di fronte sfruttò la propria posizione di persona più adulta (mai dire VECCHIA!) per guardarla con dolcezza ed accarezzarle i capelli, come probabilmente avrebbe fatto una sorella maggiore.
- Sono contenta che ti sia svegliata, eravamo preoccupati per te.-
La ragazzina abbassò lo sguardo - Mi spiace di avervi fatto preoccupare.-
Yamu sorrise radiosa - Non c’è nulla di cui devi scusarsi, semmai noi dovremmo scusarci con te: ieri c’è stato un banchetto in onore di voi conquistatori di dungeon, ma da cui sei ingiustamente stata esclusa… mi spiace.-
Mor scosse le spalle non curante, non particolarmente interessata.
- Comunque- proseguì dopo un attimo Yamu con voce piena di allegria - Pisti ti cercava. Proporrei di andare a fare colazione, e poi ti accompagnerò da lei, se per te va bene.-
- Non voglio essere di peso, posso cercarla da me.-
- Non sarebbe affatto un peso, non preoccuparti.-
Se avesse potuto avere una sorella maggiore l’avrebbe voluta più o meno così.
- Beh, se è così ne approfitto.-
- Vieni, andiamo a prendere qualcosa da mangiare.-



**********
 



- Come mai vi trovavate anche voi sull’isola?-
Yamu alzò gli occhi dalla tazza di thè che teneva fra le mani, la poggiò sul tavolo e guardò Morgiana.
- Conosci Judal, giusto?-
Annuì.
- Una settimana fa è venuto qui e ci ha avvisato che la Al Sarmen si era organizzata per assalirvi appena foste usciti dal dungeon, così siamo venuti a prendervi… abbiamo temuto di non fare in tempo, ma quando siamo arrivati eravate ancora nel dungeon, così abbiamo chiesto ospitalità agli Alma Toran e vi abbiamo aspettato.-
- Mi spiace che vi abbiamo creato tanti problemi.-
- Prova.- Mor alzò lo sguardo su Yamuraiha che le porgeva una brioche, ignorando completamente le sue parole. Sorrise ed eseguì.
- Buona?-
- Mmh!-
- Ne sono felice. A proposito, se non son indiscreta… - Mor la guardò, con la schiena curva sul tavolo per far cadere meno briciole possibili ed in particolare per non far colare la crema - … hai idea di cosa voglia Pisti da te?- lo chiese senza traccia di gelosia o antipatia nei suoi confronti, solo per pura curiosità.
- Sulla nave avevamo parlato di andare a fare shopping assieme.-
A Yamu si illuminarono gli occhi - Potrei venire anch’io?- ciese speranzosa.
Mor la guardò. Un paio di volte aveva osservato l’allenamento di Aladdin e la maga le era sembrata una donna molto più rigida e distaccata, non aveva mai visto né immaginato questo suo lato così gioioso e spontaneo. Sorrise a sua volta - Volentieri.-
 


**********





- Pisti, sei in camera?-
- Sì Yamu, è aperta, entra pure.-
Yamu apri la porta ed entrò nella stanza con naturalezza, probabilmente abituata ad entrare e uscire dalla stanza dell’amica a suo piacimento. Mor la seguì e si perse a guardarsi in giro.
La stanza era grande, minimo 30 m2, con le pareti dipinte con un tenue azzurro pastello con dei piccoli dipinti di uccelli o piante qua e là, spesso sotto, sopra o accanto a delle mensole cariche di peluche. Il pavimento originale non era visibile perché coperto da un soffice tappeto e al centro della stanza troneggiava un letto in cui avrebbero potuto comodamente dormire cinque robusti uomini, se solo fosse stato sgombrato da centinaia di pupazzi, ognuno di almeno 60 centimetri di lunghezza. Alla destra del cuscino, pardon, peluche di tigre usato come tale, si vedeva una porta di legno tappezzata di tanti piccoli dipinti ad olio in cui comparivano lei ed altri membri degli otto generali ritratti in pose sorridenti e talvolta buffe. Sulla parete alla sinistra c’era un enorme porta a vetri lavorata di modo che i vetri, di diversi colori, formassero delle figure che si riflettevano sul tappeto, in uno splendido gioco di colori.
- Bella vero?-
Annuì. La stanza era forse un po’ infantile, ma era indubbiamente bellissima, degna di diventare attrazione turistica.
- Vieni, ti faccio vedere cosa c’è dietro le porte!-
Prima che Mor potesse dire che non intendeva invadere la sua privacy fino a quel punto Pisti l’aveva già presa per mano e aperto la porta a vetri, rivelando un balconcino con un piccolo tavolo di ferro battuto e tre eleganti sedie.
- Questo è il terrazzo su cui faccio spesso merenda con gli Spaltos e Yamu. La vista è fantastica!-
Non fece in tempo ad annuire che già Pisti l’aveva trascinata dentro e stavano aggirando l’enorme letto, dirette verso l’altra porta, con Yamu seduta sul letto al posto di una grossa tartaruga che stringeva in grembo. Dopo che ebbero fatto il giro del letto Pisti aprì la porta, rivelando una stanza piccola ma ben illuminata, interamente piena di vestiti. Su ogni parete si potevano scorgere degli appendiabiti stracolmi di vestiti, un armadio ad ante, una scarpiera, uno specchio a figura intera, un tavolo e una scaletta.
- Questa è la mia cabina armadio. I vestiti che vedi appesi qui in basso li uso di frequente, quelli più in alto meno, e per prenderli devo sempre sfruttare la scala. La scarpiera si commenta da sé, come lo specchio, mentre dentro questo armadio tengo la biancheria. Questa è una scrivania da trucco - e per dimostrare la veridicità delle sue parole aprì un paio di cassetti - nonché gioielliera.- disse aprendo gli altri.
Mor rimase a bocca aperta ad ammirare la perfetta organizzazione dello spazio.
- Che ne pensi?-
- È splendido.-
- Tin tin, risposta esatta! Hai vinto un giro di shopping in cui mi adopererò per far sì che anche tu inizi a costruire un guardaroba simile. Forza Yamu, andiamo!-










Note d'autore: so che è piuttsosto penoso, ma non è certo il primo che leggete, per cui, come sempre, portate pazienza e confidate nel prossimo.

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