Lilith || H.S. ||

di MonicaX1974
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio nome è Lilith Jones ***
Capitolo 2: *** Piacere di conoscerti Lilith Jones ***
Capitolo 3: *** Never stop ***
Capitolo 4: *** Il nostro posto ***
Capitolo 5: *** The final show ***



Capitolo 1
*** Il mio nome è Lilith Jones ***


La conclusione del mio primo tour da solista è arrivata. Stasera è l'ultima di una lunga serie di date che mi hanno visto suonare in più parti del mondo di quante avessi immaginato quando ci siamo seduti a tavolino e abbiamo organizzato questa nuova avventura.

Ho visto vecchi luoghi con occhi nuovi, ho rivisto persone che conoscevo sotto una luce diversa, ho portato la mia musica, le mie parole, in giro per i palazzetti e ogni volta ho ricevuto molto più affetto di quanto quel luogo potesse contenere.

Sono stato costantemente carico di adrenalina e ho vissuto un'avventura straordinaria che mi ha arricchito in modo straordinario sua per quanto riguarda la mia sfera personale, sia per quella professionale. È stato come conquistare un nuovo traguardo ad ogni tappa, e in ogni città ho lasciato un po' del mio cuore.

A volte mi svegliavo la mattina sentendomi disorientato, ci mettevo qualche decina di secondi a realizzare dove fossi, in quale albergo o in quale città mi dovessi esibire quel giorno, ma non succedeva mai quando lei mi raggiungeva per qualche tappa, perché non m'importava dove fossi se lei era con me.

Stamattina mi sono svegliato ripercorrendo mentalmente i momenti che mi hanno portato fino a qui: la partenza per allontanarmi da tutto, gli studi di registrazione, la convivenza con i ragazzi che hanno lavorato con me all'album, le notti insonni e i giorni sempre attaccato alla chitarra, le bevute in spiaggia, il nuovo taglio di capelli, il riascolto dei brani terminati e la costante voglia di migliorarli, perché in questo disco ci sono io e voglio che la gente veda e senta Harry. Quello che voglio è che le persone quando ascolteranno un mio brano dicano "ehi... questo è Harry". Ci sono io, c'è la mia musica, le mie canzoni con le mie parole... sono io, sono me stesso e non c'è niente che avrei voluto di più.

Io e i ragazzi abbiamo riso, abbiamo lavorato, ci siamo impegnati e abbiamo realizzato un disco di cui sono estremamente orgoglioso. Ogni volta che ho la possibilità di cantare una mia canzone davanti a migliaia di persone, è per me motivo di gioia. Condividere con tutte quelle persone me stesso è decisamente quello che voglio fare da grande.

La mia fortuna è stata trovare persone con la mia stessa passione per la musica, e che mi hanno supportato in ogni modo possibile. Per prima la mia famiglia, che mi sostiene da quando ero appena sedicenne, passando per tutti gli anni in cui ho fatto parte di una delle band più famose al modo, per arrivare a oggi, dove sono ancora circondato da persone meravigliose che non mancano mai di farmi avere il loro appoggio.

Una di queste persone è proprio qui, accanto a me, meravigliosamente sé stessa, grazie alla quale so sempre qual è il mio posto nel mondo.

Questa è stata una di quelle notti in cui non sono riuscito a dormire, ma non perché avessi problemi a prendere sonno. Non sono quasi a riuscito a chiudere occhio perché sono incredibilmente agitato per una serie di motivi, primo tra tutti lei, che sta ancora dormendo tranquilla senza la minima idea di cosa succederà stasera.

Il lenzuolo è rimasto ai piedi del letto, come anche tutti i nostri vestiti ed io sono appoggiato su un gomito a fissare il suo corpo - completamente nudo - da quando i primi raggi di sole hanno iniziato a filtrare attraverso le tende lasciate leggermente aperte.

È imperfettamente perfetta e non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei. A volte mi capita di pensare cosa sarebbe successo se lei non mi avesse lasciato quel biglietto.

*

«Ciao a tutti, ci vediamo domani!» Saluto il resto del gruppo per poi uscire dallo studio di registrazione e andare con Andy fino alla macchina. Non mi piace avere una guardia del corpo, ma ultimamente sembra che non possa farne a meno.

Da quando la band è entrata in stand-by l'attenzione dei giornalisti si è focalizzata su ogni nostro movimento ed io ho bisogno di tranquillità in questo momento perché la mia carriera da solista sta per essere annunciata. Sono nervoso perché ci tengo che tutto vada per il meglio, ma la costante presenza dei paparazzi non aiuta.

Oggi, però, la situazione sembra tranquilla ed arriviamo senza interruzioni fino all'auto parcheggiata non molto distante, ma ovviamente non poteva andare tutto liscio.

«Cazzo!» L'imprecazione di Andy attira la mia attenzione.

«Che succede?» Chiedo voltando la sguardo nella direzione del suo.

«Ci hanno sfondato il retro dell'auto!» La sua definizione è molto più catastrofica di quanto non sia la realtà.

«Ma c'è solo il paraurti staccato, non credo sia un gran danno» affermo tranquillo.

«Già, ma il coglione ha fatto il danno e ha tagliato la corda!» Andy sembra davvero arrabbiato, mentre io penso che è solo un paraurti, credo di potermi permettere la riparazione.

Così, mentre lui resta a fissare il pezzo di plastica che pende di sbieco, io faccio il giro dell'auto per salire dal lato passeggero, e mi accorgo che c'è un biglietto infilato sotto al tergicristallo.

'Il mio nome è Lilith Jones, ho urtato per sbaglio la sua auto. Il mio numero è 213-809-0992'

Sorrido come un imbecille mentre leggo quelle poche parole, non so perché, ma è nato spontaneo sulle mie labbra non appena ho scoperto che chi ha causato il danno non aveva alcuna intenzione di sparire nel nulla.

«Che c'è da ridere?» domanda Andy non appena mi si avvicina e nota la mia espressione.

«Il 'coglione' è una donna, e non ha affatto tagliato la corda.» Gli mostro il biglietto che lui afferra in fretta, per poi comporre il numero.

«Dev'essere un numero falso perché risulta irraggiungibile.» Mi restituisce il biglietto, poi sale in auto con l'aria decisamente contrariata, mentre io non riesco a smettere di sorridere.

Non credo che sia un numero falso, non avrebbe avuto senso lasciare un biglietto, così lo metto in tasca e mi dimentico che sia lì fino a che non arrivo a casa
Quel pezzetto di carta cade sul pavimento quando prendo il cellulare che avevo infilato nella stessa tasca, e di nuovo spunta quel sorriso, lo stesso che è stato causato dalle lettere del suo nome.

Cellulare nella mano destra, biglietto nella mano sinistra, mi siedo sul divano ed è un attimo che le mie dita compongano quel numero per poi sentire il segnale di linea libera.

Squilla.

Una volta, due, tre, poi una voce femminile risponde con un tono allegro.

«Sì?» Non pronto, non chi parla, ma sì...

«Ciao, ho trovato il tuo biglietto sulla mia auto oggi...» Sembra una ragazza giovane, così mi è sembrato giusto usare un tono confidenziale.

«Oh, sì! Non immagina quanto mi dispiaccia di averle causato quel danno, ma ero di fretta, ho sbagliato la manovra, e poi sono dovuta scappare. Mi scuso infinitamente e... mi dica quanto le devo per riparare l'auto.» Parla in fretta e sono certo che sia sinceramente dispiaciuta per quanto è successo.

«Non preoccuparti, va bene così. Non è da tutti lasciare il numero.» Non prenderò certo dei soldi da una ragazza per farmi aggiustare l'auto.

«Non va bene affatto! Io ho causato il danno e io devo ripararlo, non c'è modo che...» si ferma improvvisamente e per un attimo c'è solo silenzio da parte di entrambi. «... mi scusi, ma con chi sto parlando?» Di nuovo non trattengo un sorriso, stavolta a causa della sua affermazione.

«Hai ragione, non mi sono presentato. Il mio nome è Harry.» Scivolo sulla seduta del divano, poi mi appoggio con la schiena e lascio andare la testa all'indietro.

Da quanto tempo non avevo una conversazione di questo tipo con qualcuno che nemmeno conosco?

«Posso darti del tu giusto?» Sto per rispondere che ovviamente sì, può darmi del tu, anzi deve darmi del tu, ma resto con la bocca semi aperta, perché lei continua a parlare. «Hai anche un cognome Harry?»

Non penso nemmeno per un secondo alla possibilità di mentire, non so perché, ma l'istinto mi porta ad essere sincero e per la prima volta nella mia vita sento che posso farlo.

Ho passato anni a mostrare falsi sorrisi per il bene comune, adesso, nel bene e nel male, voglio essere me stesso.

«Styles» rispondo, restando poi in attesa della sua reazione, che però tarda ad arrivare.

Ascolto il silenzio provenire dall'altro capo del telefono, poi, improvvisamente, il suono di una meravigliosa risata arriva chiaro al mio orecchio.

«Ok Harry Styles...» pronuncia il mio nome in maniera palesemente sarcastica. «... io sono Taylor Swift.» Sorrido ancora per la sua battuta e ho tutta l'intenzione di stare al gioco.

«Hai detto di chiamarti Lilith Jones, e poi dovresti sapere che conosco bene Taylor.» Dalla sua reazione è ovvio che sa bene chi sono.

Non dovrei più stupirmi se qualcuno mi riconosce, eppure ogni volta che succede, mi sento sempre un po' strano.

«Giusto... Allora se tu sei Harry Styles io sono Kendall Jenner.» La ragazza sa chi sono senza ombra di dubbio.

«La tua voce non assomiglia lontanamente a quella di Kendall.» Lascio cadere sul divano accanto a me il biglietto con su scritto suo numero di telefono - nemmeno mi ero reso conto di tenerlo ancora tra le dita - poi ripiego il braccio sinistro dietro la testa, in maniera totalmente rilassata.

«Senti... Se questo è il tuo modo di abbordare una ragazza, ti dico che non sei molto originale. Fammi sapere quanto ti devo per il paraurti.» Il suo tono non è più scherzoso, evidentemente crede che io la stia prendendo in giro.

«Aspetta...» ho l'impressione che questa telefonata stia per chiudersi, ma non voglio che succeda così in fretta e in questo modo brusco. «... facciamo così, io faccio valutare il danno e ci vediamo per bere una cosa fra un paio di giorni. Così posso dimostrarti che ti ho detto la verità e tu puoi ripagare il tuo danno. Che ne dici?» Questa telefonata non durerà per sempre ed io ho voglia di conoscere questa ragazza che ha acceso la mia curiosità.

«E se fossi un serial killer che attira le ragazze usando il nome di Harry Styles?» Il suo tono di voce sembra essersi ammorbidito, forse riesco a raggiungere il mio obiettivo.

«Sembri conoscere bene Harry Styles, di certo capiresti subito se fossi un impostore e, se verrai all'appuntamento, capirò che vorrai scoprire qualcosa di Harry.» La logica mi suggerisce di mandare all'aria qualsiasi idea mi stia passando per la testa, ma non ho usato la logica per far partire questa telefonata, telefonata che ha acceso la mia curiosità come non mi succedeva da tempo. Non so se sia la sua voce o il suo atteggiamento, so solamente che ho troppa voglia di vedere il suo viso e di scoprire qualcosa in più di lei.

«Ok, ci sto, ma se sei davvero Harry Styles io non pagherò nemmeno un dollaro.» Sorrido alle sue parole. Sono certo che anche lei lo stia facendo.

La immagino in piedi, che guarda fuori dalla finestra, mentre arriccia una ciocca di capelli scuri tra le dita.

«Mi sembra giusto.» Ora che la conversazione sta per concludersi non mi sento così ansioso come poco fa, perché lei ha accettato di vedermi.

«D'accordo Harry Styles... Adesso devo andare, fammi sapere dove e quando.» Mi piace il suo modo di pronunciare il mio nome.

«Lo farò. Ciao Lilith Jones.»

*

Quello è rimasto il nostro saluto. Solo lei usa il mio nome e cognome per salutarmi, non ha mai smesso di farlo e a me piace da morire.

Non riesco a smettere di guardarla, oggi più degli altri giorni, e so esattamente il perché.



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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Rieccomi qui con una breve storia sul nostro amatissimo Harry.

Tutto nasce da un pomeriggio in cui mia figlia si annoiava, mi ha fregato il telefono e ha creato la copertina di questa storia.

Potevo io lasciare un'immagine così bella tra le bozze senza condividerla con voi? Ovviamente no! Ero partita con lo scrivere una one-shot, che però si è prolungata con l'andare della stesura.

Harry continuava a raccontare dettagli nella mia testa ed io non potevo ignorarlo, così ho deciso di fare una mini long. La storia è già completa e pubblicherò un capitolo al giorno.

Ora veniamo alla storia vera e propria: Harry si ritrova, alla fine del suo primo tour da solista, a fare un primo bilancio della sua carriera, e anche della sua vita privata.

In questi brevi capitoli ripercorrerà la sua storia con Lilith per farci conoscere i momenti più importanti della loro relazione, fino ad una degna conclusione.

Io l'ho immaginato così, spero vi piaccia.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 

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Capitolo 2
*** Piacere di conoscerti Lilith Jones ***


Ho ventiquattro anni, sono fuori casa - e in giro per il mondo - da quando ne ho 16. Ho incontrato migliaia di persone, ho vissuto un sacco di esperienze che mi hanno fatto crescere prima del tempo. Ho visto tanti di quei posti, e tanti di quei volti, che potrei scriverci un libro.

Ho imparato molto presto cosa siano la responsabilità e il sacrificio, ma ho anche avuto il privilegio di fare della mia passione, il mio lavoro e di questo non ringrazierò mai abbastanza la mia famiglia per il sostegno che non mi ha mai fatto mancare.

Quello di cui ho sofferto nei primi anni della mia carriera è stato non poter instaurare un rapporto con qualcuno. Che si trattasse di una relazione o di amicizia, i miei impegni erano così numerosi, che assorbivano completamente ogni mia energia. Non avevo modo di poter instaurare un rapporto duraturo perché non stavo quasi mai nello stesso luogo per più di una settimana e, fra interviste, registrazioni, concerti e ospitate varie, non avevo certo il tempo per coltivare qualunque tipo di rapporto umano.

Adesso che la band è in pausa, e l'unica persona verso cui sono responsabile sono io, e i ragazzi che suonano con me, ovviamente, ho la possibilità di avere una piccola parentesi di vita "normale", quasi come quella che avrebbe potuto condurre Harry se non fosse diventato Harry Styles. Certo Harry non potrebbe volare da un continente all'altro ogni volta in cui ne ha bisogno, ma sarebbe in grado di ritagliarsi qualche piccolo momento in cui poter essere se stesso e godere di qualche ora in assoluta intimità con la donna che ama.

Un piccolo movimento attira la mia attenzione. Si sta girando su un fianco, gli occhi ancora chiusi e una piccola smorfia sulle sue labbra, quelle che mi hanno baciato con tanto ardore la notte appena trascorsa.

Mi ha raggiunto in albergo poco prima di cena, ieri sera, ma erano quasi dieci giorni che non riuscivamo a vederci, e i piatti del servizio in camera sono rimasti sul tavolino della mia suite più o meno fino a mezzanotte, cioè quando la fame si è fatta davvero sentire, e il nostro desiderio l'uno dell'altra si è placato.

Siamo a Los Angeles, lei ci abita da sempre, io sento di appartenere a questa città anche non essendoci nato, ed è per questo che ho comprato una casa qui ancora prima di conoscere Lilith.

Avrei potuto restare a casa oggi, ma l'assedio delle fan mi ha fatto optare all'ultimo momento per una sistemazione che non avevo previsto, ma decisamente più tranquilla.

Stasera sarà l'ultima del tour e spero la prima di un noi che è sempre più prepotente nei miei pensieri.

«Ciao Harry Styles.» La sua voce assonnata, i suoi capelli scompigliati, le sue gambe che si intrecciano alle mie e la sua mano destra che cerca immediatamente un contatto con me, posandosi sul mio fianco per poi fare una leggera forza e avvicinarsi e stringersi al mio corpo.

«È solo Harry la mattina» le ricordo mentre lei si appoggia con il viso sul mio petto.

Giochiamo spesso sul mio nome: sono Harry quando siamo solo io e lei, o con le persone che mi sono più care, sono Harry Styles con il resto del mondo. Cerco di essere sempre più vero e sincero possibile, ma con lei è tutto un'altra storia.

«Oggi sei Harry Styles, voglio pensare di essere stata a letto con una star della musica e che stasera mi dedicherà l'ultimo concerto del suo primo tour.» Lo sta dicendo per scherzo, ma non immagina nemmeno quanta verità ci sia nelle sue parole.

Il pensiero di quello che ho programmato per stasera torna immediatamente a far accelerare il mio battito cardiaco. Spero di non combinare un disastro, e che vada tutto come spero.

«Allora dovresti restare nel parterre, anzi, dovresti già essere in coda a quest'ora» le dico, usando il suo stesso tono scherzoso mentre lei si stringe un po' di più ed io poso la mia mano sulla sua schiena.

«Sì, e magari potrei anche farti qualche cartellone con su scritto "Hei! È il mio compleanno oggi!" oppure "Ciao Harry! Sei così carino!"» ridiamo insieme delle sue battute, ma poi mi perdo di nuovo nei miei pensieri perché quello che ha detto mi riporta alla mente il nostro primo incontro.

*

Sapevo di non poter passare inosservato, ma speravo di non destare tutto questo clamore. Di solito riesco a girare abbastanza tranquillo quando sono a Los Angeles, ma oggi sembra esserci un ritrovo di fan proprio fuori dalla porta del locale dove ho dato appuntamento a Lilith.

Avrei potuto, forse dovuto, trovare un luogo più discreto e meno in vista di questo, ma è stata lei a chiedere di vederci qui e ho voluto accontentarla anche se Andy ha detto più volte che non mi avrebbe fatto da bodyguard perché "la tua idea è una stronzata", ma non importa. Il pensiero di vederla, di conoscerla, mi ha fatto comportare come un incosciente, cosa che non facevo quasi più.

Sto dando retta al mio istinto, quello che mi ha portato fino a qui, non posso essermi sbagliato su di lei.

«Credi che dovremo aspettare ancora molto?» La domanda di Andy mi porta a controllare l'orario sul cellulare e mi rendo conto che è in ritardo di quasi venti minuti. «Forse dovresti chiamarla» suggerisce lui, ed è quello che faccio subito dopo.

Sblocco il display, cerco il suo nome tra i contatti e faccio partire la chiamata.

"Ciao sono Lilith, lasciate un messaggio, probabilmente vi richiamerò."

Il suo telefono risulta spento, o forse non è raggiungibile, ma la cosa non mi piace: è in ritardo, non risponde al telefono e le insinuazioni di Andy sul fatto che mi abbia preso per il culo sono sempre più realistiche.

Sbuffo, poso il telefono sul tavolino, poi alzo lo sguardo verso la vetrata che dà sull'esterno: le ragazze lì fuori non aspettano altro che io esca, così mi decido ad alzarmi in piedi per uscire e concedermi per una foto, un autografo e un paio di chiacchiere. Mi sistemo i pantaloni tirandoli su, poi guardo di nuovo fuori e la mia attenzione viene attirata da un movimento al primo piano del palazzo dall'altra parte della strada.

Strizzo leggermente gli occhi come per mettere a fuoco l'immagine di una ragazza che si sta sbracciando nella mia direzione mentre tiene in mano un cartello sul quale c'è scritto... "Ciao Harry Styles, sono Lilith Jones"

Aggrotto le sopracciglia, ma non posso evitare di sorridere per il modo con cui si è presentata. Sposta il cartello e posso finalmente vedere il suo viso. Ci dividono almeno una trentina di metri, ma anche da qui riesco a vedere quanto sia bella. I capelli lunghi e scuri, legati in una coda di cavallo e un sorriso che illumina l'intera via.

Mi volto verso il barista perché mi è venuta una stupida idea. «Hai dei fogli e un pennarello scuro?» gli domando dopo essermi avvicinato al bancone.

Lui annuisce, poi prende da un cassetto quello che gli ho appena chiesto e, con tutto il necessario in mano, mi reco al piano di sopra del locale, dal quale la vista di Lilith Jones appare più nitida.

Mi trovo dietro alla vetrata, mi appoggio ad un tavolino e scrivo la risposta al suo saluto.

"Piacere di conoscerti Lilith Jones"

Mi sorride, poi anche lei si china su un tavolino e scrive di nuovo.

"È un piacere anche per me Harry Styles"

Lei mi sorride, io sorrido a lei, poi mi abbasso di nuovo sui fogli che ho messo sul tavolino e scrivo ancora.

"Avevi programmato tutto?"

Il suo sorriso si fa ancora più ampio, resta per un attimo ad osservarmi ed io non mi sono mai sentito così nudo sotto ad uno sguardo.

"Assolutamente sì"

Non sono né offeso, né infastidito. Il suo comportamento mi ha divertito e la curiosità nei suoi confronti non fa altro che aumentare.

"Credi che ora potremmo incontrarci?"

Le scrivo ancora perché sono decisamente impaziente di conoscerla.

Lei sorride, poi si abbassa ed inizia a scrivere, ma sembra che stavolta il messaggio sia più lungo rispetto ai precedenti.

"Sì, ma ricordati che tocca a te pagare" Poi volta il cartello. "Accendo il telefono e ti chiamo." 

Dopo aver letto le sue ultime parole sento il cuore che inizia a battere più velocemente. Mi sento un po' come se fossi alle prese con la mia prima cotta quando avevo dodici anni e mi sudavano le mani quando incontravo la mia fidanzatina di allora. Adesso ne ho il doppio, ma questi ventiquattro anni non mi impediscono di strofinare le mani sui jeans prima di recuperare il cellulare dalla tasca in attesa che squilli.

«Pronto!» rispondo con entusiasmo non appena il telefono inizia a squillare.

«Ciao Harry Styles...» Porto lo sguardo nel suo e sono assolutamente sicuro di non aver mai visto un sorriso più bello di quello. «... che ne dici se ci vediamo da un'altra parte?» Lancio uno sguardo verso il basso, senza farmi vedere dalla trentina di ragazze che stanno assediando l'ingresso del locale, poi torno a guardare lei.

«Non ti piace più l'idea di vederci in un luogo pubblico?» La stuzzico un po' perché sono sicuro che a lei piaccia stare al gioco.

«Volevo solo accertarmi che non fossi un serial killer» dice, stringendosi nelle spalle come se fosse un particolare insignificante.

«E adesso sei certa che non lo sono?» Il mio cuore sembra essersi calmato. Parlare con lei, e guardare il suo sorriso, ha rimesso a posto il mio sistema nervoso che sembrava essere andato fuori giri.

«No, ma sono certa che tu sia Harry Styles, e che non dovrò pagare alcun danno. Non è cosa da poco, no?» Mi parla guardandomi dritto negli occhi, con una sicurezza che mi lascia piacevolmente stupito.

«Allora, Lilith Jones, hai in mente qualche altro posto per poterci incontrare? O posso decidere io stavolta?» Sorride un po' di più ed io sento qualcosa all'interno del mio stomaco, proprio all'altezza della farfalla che ho tatuato sulla mia pelle.

Era quello il significato di quel tatuaggio, volevo sentire così tante farfalle nello stomaco da poterne immaginare una gigantesca, ed è quello che sta succedendo: il battito d'ali che sento intensificarsi sempre di più, mi fa pensare che quel momento sia arrivato.

«Sei il famoso Harry Styles... Credo di potermi fidare.» Ridacchio per le sue parole, lo fa anche lei, così decido di aver già passato fin troppo tempo a guardarla dietro ad un vetro, anzi due.

«Allora esci da lì, arriva fino al fondo della via, e aspettami. Firmo qualche autografo e passo a prenderti.» Non ho idea di dove portarla, probabilmente mi ridurrò ad andare a casa mia, ma quello è di sicuro il posto più tranquillo che conosco.

«D'accordo... Ci vediamo tra poco Harry Styles.» Chiude la comunicazione senza darmi modo di ribattere oltre, poi la seguo con lo sguardo mentre raccoglie tutti i fogli che ha scritto per me, infine mi sorride, mi volta le spalle e sparisce dalla mia vista. Ricompare pochi secondi dopo al piano terra, quando la vedo uscire con l'aria divertita e incamminarsi nella direzione che le ho indicato.

Tocca a me adesso scendere e concedere alle ragazze che mi stanno aspettando, qualche minuto del mio tempo: dopotutto non sarei Harry Styles senza di loro.

*

«Mi piacerebbe molto poter essere nel parterre, non partecipo più ad un concerto sommersa dalla folla da... Ah, sì... da quando tu hai postato una mia foto con addosso la tua maglietta dei Rolling Stones.» Sorrido ampiamente nel sentirle raccontare quell'episodio.

Mi aveva sfidato dicendo che non avrei avuto il coraggio di pubblicarla sul mio profilo Instagram, in realtà io non vedevo l'ora di farlo perché volevo condividere con il mondo intero quanto fossi felice, per poi  pentirmene qualche istante dopo a causa del caos che ho scatenato in rete con quello scatto, ma ormai era fatta.

Lilith Jones era ufficialmente diventata la mia fidanzata.



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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone! Puntualissima stamattina con il nuovo capitolo.

La mattinata di Harry e della sua bella Lilith continua. Lui si perde nei suoi ricordi, ripercorrendo i momenti più salienti della loro relazione, lei si diverte a scherzare con lui.

Lui ricorda il giorno in cui si sono visti per la prima volta, il modo in cui si sono conosciuti. Hanno avuto un inizio piuttosto particolare, ed entrambi hanno perso la testa.

A domani con il prossimo capitolo e il prossimo ricordo di Harry.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 

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Capitolo 3
*** Never stop ***


«Sì... Sì, grazie.» Riaggancio il telefono che si trova sul comodino, poi torno a sdraiarmi accanto a lei che non perde tempo ad abbracciarmi di nuovo.

Ho appena ordinato il servizio in camera perché voglio passare chiuso qui dentro con lei quanto più tempo possibile. Sono agitato a causa di più di un motivo, ma stare in sua compagnia è assolutamente terapeutico per me, e anche di grande ispirazione.

Non ho scritto una canzone appositamente per Lilith, ma ho messo un po' di lei in quasi ogni brano. Mi è mancata da morire durante la registrazione del disco, ed è stato in quel periodo che ho capito cosa volevo davvero dalla nostra relazione, e in quale direzione voglio che vada la mia vita.

«Harry?» È stretta a me, con il viso nascosto nell'incavo del mio collo.

«Che c'è?» Conosco bene il tono della voce con il quale ha appena pronunciato il mio nome. C'è qualcosa che la preoccupa.

«Io ti amo Harry.» Lo dice con un tale trasporto che non posso più restare in questa posizione. Ho bisogno di guardarla negli occhi e vedere quel sentimento anche nelle sue iridi azzurre.

Mi metto seduto, lei resta sdraiata al mio fianco, mi chino leggermente su di lei, porto una mano sul suo viso, le passo le dita tra i capelli, ed infine le sorrido, ma lei resta seria, con gli occhi fissi nei miei.

«Lo so che mi ami Lil. Ti amo anche io.» Il suo sguardo è ancora troppo serio. «E ti amo così tanto da aver appena ordinato i pancakes al cioccolato!» Finalmente un piccolo sorriso compare sulle sue labbra. So quanto le piacciono, e le volte che ho ordinato il servizio in camera, glieli ho sempre fatti trovare. «Cosa c'è che non va?»

Mi guarda, e vedo nei suoi occhi tutta la sua preoccupazione. «Tu mi credi vero?» Porta le sue mani sul mio petto ed io mi abbasso un po' di più su di lei.

«Ne abbiamo già parlato ieri sera Lil, pensavo avessimo chiarito e archiviato questo argomento.»

«Puoi dirmelo di nuovo... Per favore...» La sua voce è quasi un soffio.

«Certo che ti credo, so bene cosa riescono a costruire i giornali da una semplice foto.» Dopo aver pronunciato queste parole, vengo improvvisamente catapultato indietro nel tempo, a pochi mesi dopo l'inizio della nostra relazione.

*

Mi strofino gli occhi con forza mentre tento di mettermi a sedere sul letto, ma una fitta lancinante alla testa mi porta a tornare sdraiato. Premo sulle tempie con le dita, e strizzo gli occhi, poi sento un'altra fitta, stavolta alla bocca dello stomaco che mi spinge ad alzarmi di corsa e mentre rischio di perdere l'equilibrio un paio di volte, arrivo in bagno appena in tempo, mi appoggio con le mani sulla tavoletta del gabinetto e butto fuori anche gli organi.

«Cazzo!» La mia imprecazione arriva dopo aver espulso dal mio corpo anche l'anima, poi mi guardo allo specchio. Sono ridotto peggio di uno straccio e vorrei solo prendermi a schiaffi.

Ieri sera ho visto Lilith, e abbiamo discusso della possibilità di non vederci più, o meglio era lei a volerne discutere, io ho cercato in ogni modo possibile di farle capire quanto sarebbe sbagliato prendere quella decisione, perché lei è la donna della mia vita, e io sono sicuro - totalmente sicuro - di essere quello giusto per lei.

So che ha paura, lo capisco bene, avvicinarsi ed entrare nel mio mondo non è cosa da poco, perché la tua privacy viene annullata, completamente spazzata via, la tua vita, e quella di chi ti sta intorno, viene messa continuamente sotto ad un microscopio, le critiche e le invenzioni sul tuo conto sono sempre dietro l'angolo.

Non è facile affrontare tutto questo, soprattutto per chi, come lei, non ha scelto la vita che conduco, ma non posso e non voglio rinunciare a Lilith, perché da quando l'ho incontrata, la mia vita è completa.

Il mio lavoro è fondamentale per me, fare musica è ciò che ho sempre desiderato, e mi reputo molto fortunato di poter fare qualcosa che adoro. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, sono sempre al mio fianco, e c'era una sola cosa che mancava per completare il quadro: Lilith.

Mi sono perdutamente innamorato di lei, del suo sorriso, dei suoi occhi che brillano di gioia, del suo modo di tenermi con i piedi per terra, perché quando siamo insieme sono solamente Harry, posso essere un qualunque ragazzo di ventiquattro anni che fa l'idiota con la sua ragazza solo per vederla ridere.

Lei è la mia "normalità", la mia via di fuga dallo stress, la mia soluzione ai problemi, e la mia gioia infinita quando posso passare una serata a casa mia mentre è con me e io posso cucinare per lei.

Ho cercato di farle capire tutto questo, ho provato a convincerla che il mio punto di vista è l'unico giusto, che insieme possiamo superare tutto e che siamo fatti l'uno per l'altra. Ho provato con le battute scherzose, con argomenti seri, e anche con una canzone, le ho cantato la sua preferita proprio mentre la tenevo stretta tra le mie braccia.

I will never stop trying
I will never stop watching as you leave
I will never stop losing my breath
Every time I see you looking back at me

 

I will never stop holding your hand

I will never stop opening your door
I will never stop choosing you, babe
I will never get used to you

L'ho fatto a bassa voce, con le labbra a sfiorare il suo orecchio, e credevo di aver fatto centro quando l'ho sentita tirare su con il naso, per poi asciugarsi con due dita l'occhio sinistro.

Ero convinto che avesse ceduto, di essere riuscito a convincerla che io e lei siamo la scelta migliore, e invece stava crollando sotto il peso dei suoi sentimenti. A quel punto mi ha detto aveva bisogno di tempo, che doveva pensarci. Ha preso il mio viso tra le mani, mi ha guardato dritto negli occhi, e infine mi ha lasciato un lungo bacio sulle labbra prima di correre fuori da casa mia.

È stato un periodo stressante per lei che non è abituata ad essere sotto i riflettori, e per stare accanto a me è una delle condizioni che bisogna accettare. Dal momento in cui io ho voluto ufficializzare la nostra relazione, i paparazzi non l'hanno lasciata in pace nemmeno per un giorno, e non so quanto ho maledetto quel momento in cui ho postato in rete lo scatto di lei con la mia maglietta. Sono stato un ingenuo, è sto pagando cara la conseguenza del mio gesto.

Quando l'ho vista correre via, sono rimasto fermo come un coglione a guardarla che se ne andava dalla mia vita, e quando ho capito che non potevo permettere che se ne andasse così - perché ero ormai certo che quello fosse un addio - di lei avevo già perso le tracce: il telefono risultava irraggiungibile e a casa sua non c'era nessuno.

Ho chiamato Niall - sapevo che si trovava qui a Los Angeles perché l'avevo sentito il giorno prima - e gli ho chiesto se potessimo vederci perché avevo bisogno di parlare con qualcuno che mi conosce bene. Siamo stati in un locale per bere una birra, solo che mentre parlavamo le birre sono diventate due, poi tre, poi quattro. La birra è stata sostituita con un paio di shottini - anche quelli aumentati gradualmente di numero - fino a che nelle vene avevamo più alcool che sangue. Quando abbiamo capito che al nostro tavolo c'erano troppi Niall, e troppi Harry, abbiamo deciso di tornare a casa.

Andy era fuori che ci aspettava in macchina, non ci restava che camminare fino al parcheggio, ma il nostro equilibrio era decisamente precario, talmente instabile che mentre stavo uscendo dalla porta sono praticamente caduto addosso ad una ragazza che stava entrando. Fortunatamente lei ha avuto i riflessi pronti e mi ha aiutato a restare in piedi, e Niall non ha fatto altro che prendermi per il culo per tutto il tragitto fino al suo hotel.

E ora mi ritrovo da solo, a guardare l'ombra di me stesso allo specchio, mentre cerco di smaltire questa stupida sbornia per poter uscire e andarmi a riprendere la mia Lilith.

«Che schifo!» dico spuntando nel lavandino l'acqua, dopo essermi risciacquato la bocca .

Avrei bisogno di una doccia, di darmi una sistemata, ma ho fretta di andare da lei perché non posso perdere un minuto di più chiuso qui dentro. Ancora barcollante, mi dirigo verso il mobiletto dove tengo i medicinali, prendo un paio di analgesici, li getto in bocca, poi mi abbasso e apro l'acqua del rubinetto del lavandino, e butto giù quelle due pastiglie: spero che questo mal di testa mi passi in fretta!

Mi trascino fino alla camera da letto, mi lascio andare sul letto, sprofondando con la faccia nel materasso mentre mi maledico mentalmente per essermi lasciato andare così tanto. Sono stato proprio uno stupido, un maledetto stupido. Avrei dovuto piazzarmi sul pianerottolo del suo appartamento invece di fare l'ubriacone testa di cazzo!

«Forza Styles! Riprenditi, adesso!» Mi metto a sedere a fatica, poi provo a togliermi i vestiti con i quali mi sono addormentato ieri sera, e ho come l'impressione che non sia mai stato così difficile come oggi trovare la coordinazione giusta per far uscire un bottone dall'asola, per potermi disfare di questa camicia che puzza di sudore e alcool.

Sono arrivato al terzo tentativo con il secondo bottone, ma la vista e i movimenti non riescono a sincronizzarsi, e poi un'altra fitta lancinante mi trapassa il cervello, da parte a parte, quando sento la suoneria del mio cellulare rimbombare in tutta la stanza.

«Cazzo!» Impreco a denti stretti mentre mi allungo sul materasso per raggiungere il comodino sul quale è appoggiato il telefono. Riesco a prenderlo con non poche difficoltà, e quando riesco a mettere a fuoco, leggo il nome del mio agente, poi faccio scorrere il dito sul display per rispondere alla chiamata. «Dimmi...» Biascico le lettere che escono a fatica dalla mia bocca ancora impastata dall'alcool.

«Cosa cazzo vuol dire questa foto?» La sua voce alta mi fa allontanare il cellulare dall'orecchio, provocando un'altra dolorosa fitta alle mie tempie. 

«Non ho la minima idea di quello che stai dicendo Jake.» Chiudo gli occhi, cado all'indietro con la schiena contro il materasso e l'altra mano a coprirmi la fronte.

«Non fare il finto tonto con me Harry!» Il suo tono di rimprovero mi fa aggrottare le sopracciglia, perché non ho davvero idea di cosa stia dicendo. «La foto che circola da stamattina su Twitter!» Lui continua a parlarne come se io sapessi di cosa si tratta.

«Jake, davvero io non...» 

 «Harry! La foto dove tu sei tra le braccia di quella bionda mentre esci da un locale completamente ubriaco!» Cerco di fare mente locale, e di capire a cosa si stia riferendo, poi mi viene in mente la mia caduta accidentale all'uscita del pub...

«Merda!» dico, ritrovando improvvisamente tutta la mia lucidità. Non m'importa di Jake, della sua sfuriata, o del fatto che tutto il mondo vedrà quella foto, l'unica di cui m'importa è Lilith, e l'interpretazione che potrebbe dare a quella immagine. «Devo andare Jake!» Chiudo la comunicazione senza più prestare attenzione ai suoi insistenti richiami.

Se prima avevo fretta di andare da lei, adesso ne ho l'assoluta necessità, e l'urgenza con la quale mi sto infilando gli stivaletti è paragonabile quasi ad una questione di vita o di morte, poi mi infilo il telefono in tasca e mi dirigo verso la porta, ma non faccio in tempo ad arrivarci perché il campanello sembra suonare impazzito.

 «Arrivo, cazzo!» E quando apro la porta, non faccio quasi in tempo a vedere chi è appena entrato, perché mi ritrovo stretto in un abbraccio che riconosco all'istante: riconoscerei fra milioni il suo profumo.

Reagisco all'istante e porto le mie braccia intorno al suo corpo, inspiro a pieni polmoni il suo odore, e poi torno a respirare normalmente, perché è questo che faccio quando lei è con me, respiro, perché lei è la mia aria.

«Io ti credo Harry Styles!» La sua voce trema, e io non posso fare altro che stringerla di più a me.

«Lilith...» Riesco a pronunciare a malapena il suo nome...

«Io lo sapevo...» mi dice allontanandosi leggermente da me per squadrarmi dalla testa ai piedi.

 «Che cosa sapevi?» le domando, felice di poter tornare a perdermi nei suoi occhi azzurri.

«Che quella foto è una montatura, perché hai ancora gli stessi vestiti di ieri sera e puzzi tremendamente di alcool!» Lo dice con entusiasmo, e io penso che mai come ora sono stato felice di non essermi fatto una doccia. 

Ci ho messo qualche secondo a capire la sua logica, ma in effetti funziona. Se io ho ancora gli stessi vestiti addosso significa che non mi sono spogliato, e questo vuol dire che non ho fatto niente di male con la ragazza bionda di ieri sera, ma la cosa più bella e che Lilith mi crede, senza che io sia dovuto impazzire nel tentativo di convincerla a credermi.

«Per la prima volta nella mia vita sono felice di puzzare.» Lei ride, ride con me.

«Scusami Harry, per tutto. Non avrei dovuto andarmene, ma adesso so che sono pronta per affrontare il mondo intero insieme a te!» E non poteva dirmi cosa più bella.

*

«Lilith guardami...» le dico quando mi rendo conto che la sua mente sta vagando troppo oltre.  «Te lo ricordi cosa mi hai detto quella volta quando c'ero io in quella foto che poteva risultare a dir poco ambigua?» Nella foto che è uscita ieri mattina sul giornale compare Lilith in compagnia di un ragazzo che le sta dando un bacio sulla guancia. Lei mi ha spiegato che in realtà si trattava di una coppia di fidanzati che l'hanno incontrata per strada e le hanno chiesto una foto insieme. Lei si è prestata gentilmente allo scatto, dopodiché i due l'hanno salutata ed entrambi le hanno dato un bacio sulla guancia, ma ovviamente i paparazzi hanno beccato solo quel momento e l'hanno mostrato al mondo con tutte le loro stupide supposizioni.

Non ho mai creduto nemmeno per un momento alle insinuazioni che sono state fatte a proposito di quella immagine, perché io credo in lei, credo in noi, l'ho sempre fatto e sempre lo farò.

«Cosa?» mi domanda guardandomi con aria confusa.

«Che eri pronta ad affrontare il mondo intero insieme a me...» Il suo sguardo si accende, poi si apre un ampio sorriso sulle mie labbra.

«Te lo ricordi ancora?»

«Non solo me lo ricordo, ma stasera dovrai farlo per davvero... insieme a me...» Non ha idea di quello che l'aspetta, e io non vedo l'ora che passino queste ore per realizzare il sogno della mia vita.

«Harry Styles... sono pronta ad affrontare l'intero universo insieme a te!»  


____________________________________________________________________________________________

 

SPAZIO ME

Buongiorno buongiorno buongiorno!

Eccomi puntuale con l'aggiornamento.

Abbiamo un altro ricordo di Harry, stavolta un po' più travagliato dei precedenti, ma che alla fine si è concluso per il meglio.

Harry continua a pensare al passato, ma solo per ricongiungerlo al futuro della serata che sta per avvenire. Cosa avrà in mente?

Grazie ad ognuno di voi per essere presente anche qui, grazie davvero ❤

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 

 

 

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Capitolo 4
*** Il nostro posto ***


La colazione più sexy degli ultimi dieci giorni è appena terminata. Le sue labbra sono ancora sporche di pancakes al cioccolato, e mi prendo qualche secondo per restare a guardarla mentre pulisce le ultime briciole facendole cadere dal letto, che ormai non ha più una forma.

Non ce l'hanno nemmeno i miei capelli, o i suoi, non ce l'hanno le lenzuola, che sono diventate una massa informe buttata da qualche parte, ma in realtà, per il mio cuore felice, tutto questo una forma ce l'ha, ed è quella del suo sorriso mentre mi guarda con l'aria furba e cammina all'indietro verso il bagno di questa suite, ed è anche in ogni imperfetta curva del suo corpo, che si adatta perfettamente ad ogni imperfezione del mio.

«Sto andando a fare la doccia Harry, e se vuoi uscire da qui per iniziare la tua sessione di prove, ti conviene non seguirmi» dice, per poi voltarsi e regalarmi la meravigliosa visione del lato b del suo intero corpo.

«Ti amo!» le urlo non appena sparisce dalla mia vista.

«Continua a dirlo!» Urla lei in risposta, cosa che mi strappa una piccola risata, perché lei ancora non sa...

*

È passato un anno da quando il paraurti della mia auto ha dovuto subire un buon restyling. É passato un anno da quando ho composto per la prima volta il suo numero di telefono, ed è passato un anno da quando l'ho vista per la prima volta.

É successo in modo strano, attraverso un vetro mentre comunicavano tramite messaggi su dei fogli, e oggi, a distanza di tutti questi mesi, c'è una cosa che devo dirle, una cosa che non posso più rimandare, perché le pareti del mio cuore, stanno per cedere, so che usciranno da sole prima o poi, ma non voglio che sia un momento a caso, voglio che sia un momento perfetto.

È per questo che sono voluto tornare qui, dove ci siamo conosciuti, nel luogo in cui ho capito che lei sarebbe stata la mia possibilità di essere felice.

Ho organizzato tutto: le ho dato appuntamento a quello che ormai io chiamo il 'nostro posto', ma non mi presenterò lì, sarò dov'era lei quel giorno, cioè nell'edificio di fronte, armato di fogli e pennarello - gli stessi che lascerò anche a lei - per ricreare la stessa situazione di allora, stavolta a ruoli invertiti. Voglio sorprenderla, voglio farle capire cos'ha voluto dire per me quell'incontro e quanto ho adorato lo scambio di messaggi su quei fogli.

Sono arrivato da circa mezz'ora, mi sono mimetizzato come potevo, e finora è andata bene, nessuno mi ha riconosciuto, ma lei è in ritardo. L'ho sentita prima di uscire di casa e mi ha detto che doveva solamente infilarsi le scarpe, poi sarebbe uscita per raggiungermi, ma di lei non c'è traccia.

Sto iniziando a preoccuparmi, non è da lei fare tardi, forse dovrei chiamarla...

Non faccio in tempo a formulare quell'ipotesi, che il mio telefono squilla, lo estraggo velocemente dalla tasca posteriore dei jeans ed è il suo nome quello che lampeggia sul display.

«Lilith!?» rispondo apprensivo.

«Harry, io...» il terrore si impossessa immediatamente di me. Il tono di voce che sta usando non mi piace per niente.

«Lilith che succede?» chiedo con maggiore insistenza.

«Harry... Io non...» l'ansia mi sta divorando, e lei sembra non volersi decidere a parlare. «Io non posso raggiungerti...» Il suo tono sembra dispiaciuto, e io sento che inizia a mancarmi il terreno sotto ai piedi.

«Lilith vuoi dirmi che succede?» Non riesco a capire se le è successo qualcosa, o se non vuole più vedermi. So che è ridicolo, ma sono così in confusione che mi stanno passato per la testa le cose più assurde.

«Ascolta... Non...»

«Dillo e basta, Lilith!» L'ansia è tale che quasi non riesco a respirare.

«Sono all'ospedale Harry...» Il vuoto totale.

È questo quello che provo adesso: niente rumori, niente immagini, nessuna percezione dello spazio. Lei sta parlando, ma non riesco più a sentirla e ci metto un po' a riprendermi.

«... hai capito Harry?... Harry ci sei?» La sua voce è un po' più alta mentre io torno alla realtà.

«Cosa cazzo è successo Lilith?» Dire che sono spaventato è dire poco, ma devo essere lucido più che mai.

«Te l'ho appena detto Harry. Non mi hai sentito vero?» Non riesco a capire perché stia usando questo tono divertito.

«Lilith...» Pronuncio solo il suo nome come monito per farmi dire qualcosa di più.

«Mi dispiace da morire Harry, davvero. Io ero pronta per uscire, e volevo fare in fretta, ma... Merda! Harry mi stanno portando in sala raggi, devo fare una radiografia al piede per vedere se è rotto...»

«Cosa!?» Alzo la voce perché mi sembra tutto così surreale.

«Lo so e mi dispiace, mi dispiace da morire, so quanto tenevi a questo appuntamento e io l'ho rovinato...» Sento dalla sua voce quando sia dispiaciuta, ma non si rende conto di quanto io sia spaventato.

«Lilith dimmi dove sei!» dico perentorio perché voglio raggiungerla prima possibile.

«Dio! Harry mi dispiace!» Smetto di discutere e mi faccio dire dove si trova, poi salgo sulla moto con la quale sono venuto qui, e mi dirigo dritto verso la mia meta.

Sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma non riuscivo a trovare nessuna spiegazione che potesse essere accettabile per me, ma ora so che devo correre da lei e accertarmi di persona su cosa sia successo.

Arrivato a destinazione, tolgo il casco e tiro su il cappuccio della felpa, cammino verso l'ingresso tentando di non dare nell'occhio, poi chiedo informazioni, ma l'infermiera non sembra essere disponibile a fornirmi dettagli, così la chiamo al telefono, ma non risponde, poi, però, la vedo arrivare dal fondo del corridoio.

É seduta su una sedia a rotelle, dietro di lei qualcuno la sta spingendo, e il mio cuore sembra fermarsi, per poi riprendersi immediatamente dopo quando alza lo sguardo su di me e sorride.

«Lil...» Il mio è solo un sussurro, non credo l'abbia sentito. Resto fermo come un cretino a guardarla avanzare verso di me con quel sorriso ancora sulle labbramentre io credo di avere la faccia da idiota.

«Harry... Mi dispiace...» L'uomo che spinge la sedia a rotelle si ferma proprio davanti a me, poi si allontana lasciandomi solo con lei in mezzo a questo corridoio dove mi abbasso sulle ginocchia per poi posare le mie mani sulle sue. «Volevo solo arrivare il più in fretta possibile...»

«Cos'è successo Lil?» La guardo negli occhi mentre sento stringermi il cuore, un po' per il sollievo di vederla sorridere, e un po' per la preoccupazione che ancora non mi abbandona.

«Sono uscita di corsa subito dopo aver chiuso la telefonata con te, e poi ho iniziato a scendere velocemente le scale... Pure troppo velocemente e... e sono caduta. Ho... ho provato a scendere tutti i gradini, ma la caviglia mi faceva troppo male, poi è uscito il signor Williams che ha sentito tutto il casino che ho fatto per le scale e ha insistito per accompagnarmi al pronto soccorso. Ho creduto che me la sarei cavata in pochi minuti, così non avrei rovinato il nostro appuntamento, e invece sono ancora qui... Mi dispiace...» Continua a ripeterlo, ma non si rende conto che sono io ad essere dispiaciuto.

«Cosa ti hanno detto i medici?» Adesso è l'unica cosa che mi interessa.

«Distorsione alla caviglia...» dice indicando il suo piede fasciato. «... mi dispiace così tanto Harry...»

«Smettila di dirlo. Ti fa male?» Le chiedo posando delicatamente una mano sulla fasciatura.

«Non... Non molto...» Non le credo, ma al momento non posso fare altro che assecondarla.

«Ok... Senti, quando possiamo andarcene?» le domando, impaziente di portarla via da qui.

«L'infermiere è andato a prendere i fogli per le dimissioni. Credo che tra pochi minuti potremo andare.» Continua a sorridere come se niente fosse, io non ci riesco, sono ancora spaventato.

«Ok» dico ancora, restando nella stessa posizione fino al ritorno dell'infermiere.

Poi, ci accompagna fino all'esterno dove c'è già un taxi - che io stesso ho chiamato - ad aspettarci. Do l'indirizzo di casa mia al tassista, e io li precedo con la moto. Faccio appena in tempo a sistemare la mia due ruote in garage, che sento il clacson del taxi che mi avvisa del suo arrivo. C'è sempre qualche paparazzo appostato vicino a casa mia, l'arrivo del taxi non è passato inosservato, e nemmeno io che mi avvicino al veicolo per aiutare Lilith a scendere. Saluto il tassista - non prima di averlo pagato - e l'aiuto ad entrare in casa sotto il click delle macchine fotografiche.

«Mi dispiace così tanto Harry...» continua a ripetere anche quando l'aiuto a sistemarsi sul divano.

«Smettila Lil!» Mi inginocchio accanto a lei, poi appoggio il viso sulle sue gambe distese, mentre osservo la sua caviglia fasciata. «Mi sono spaventato da morire...» Il mio cuore ha ripreso a battere più lentamente solo da pochi minuti, ma fino a poco fa temevo mi sarebbe esploso nel petto.

«Ehi... Non fare così...» La sua mano scorre lenta tra i miei capelli, un gesto che normalmente adoro, ma che ora ha qualcosa in più: lei sta bene, con un piede fuori uso, ma sta bene. «Quando ti ho chiamato volevo trovare un modo per dirtelo senza spaventarti, ma ero troppo dispiaciuta per averti deluso e...»

«Ma cosa dici?» Alzo la testa e la guardo negli occhi, ed interrompo il suo monologo perché ha detto una cosa assolutamente senza senso. «Anzi, avresti dovuto chiamarmi molto prima, ti sarei stato accanto e non sarei rimasto lì a preoccuparmi perché non arrivavi.»

«Lo so, hai ragione, ma ho tentato in ogni modo di non mandare all'aria il nostro appuntamento.» Posa le mani sul mio viso e continua a sorridere.

«Adesso non importa, quello che conta è che stai bene.» È davvero l'unica cosa che mi interessa in questo momento.

«Certo che importa invece! Ho dato buca a Harry Styles! Qualunque ragazza si sarebbe tagliata una gamba pur di non perdere l'occasione e io non mi sono presentata. Ho ignorato sia Harry Styles, che il mio fidanzato!» Sento l'ironia nelle sue parole, e alla fine riesce a strapparmi un sorriso.

«In effetti non è stato educato da parte tua lasciarmi lì come un cretino.» Le mie mani risalgono sulle sue gambe, fino alle cosce, mentre sulle sue labbra si apre un enorme sorriso, lo stesso da cui io attingo la mia felicità.

«Cosa dovevi dirmi Harry?» mi domanda cogliendomi di sorpresa.

«Cosa dovevo dirti?» le chiedo non capendo a cosa si riferisca.

«Al nostro appuntamento! Insomma non sono così ingenua. È un anno che stiamo insieme e tu mi hai dato appuntamento nel posto dove ci siamo conosciuti... Cosa dovevi dirmi?» Improvvisamente mi ricordo tutta la mia perfetta organizzazione per mettere in atto il mio piano. Era passato tutto in secondo piano non appena l'ho vista su quella sedia a rotelle, ma ora quelle parole stanno tornando in superficie con prepotenza.

Avevo in mente di fare come ha fatto lei con quei fogli quel giorno, e ora? Come posso fare per sorprenderla?

«Aspetta qui» le dico alzandomi velocemente quando mi viene in mente cosa devo fare.

Non posso più aspettare, devo dirlo adesso, così vado in cerca di ciò che mi serve sotto al suo sguardo divertito e curioso. Quando ho trovato il necessario torno in salotto e mi siedo sulla poltrona di fronte a lei, che mi guarda con aria confusa mentre io prendo a scrivere con un pennarello su un foglio.

«Immagina di essere in quel bar» le dico per poi alzare il foglio e mostrarle ciò che ho scritto.

"Io ti amo Lilith Jones"

La sua bocca rimane semi aperta, i suoi occhi spalancati, poi porta una mano sulle labbra. Credo di essere riuscito a sorprenderla.

«Oh mio Dio, Harry!» dice con un filo di voce, ma io non le rispondo e le do un paio di fogli e un pennarello, mentre sorrido così tanto che le fossette sulle guance mi fanno quasi male.

Non dice altro, prende il foglio dalle mie mani, scrive qualcosa, poi il mio sorriso si spegne per la forte emozione che provo quando leggo quello che ha scritto.

"Ti amo Harry"

Harry... Non Harry Styles. Credevo che avrebbe continuato il gioco - anche se per me non è mai stato un gioco - invece lei ha preso molto seriamente questa cosa, e io non riesco più a contenere la gioia.

Lei mi ama, e non c'è nessun vetro a dividerci, così non resisto. Lascio cadere a terra fogli e pennarello, torno ad inginocchiarmi vicino a lei, poi la bacio, lei mi bacia, e non importa dove siamo. La mia felicità è solo all'inizio.

*

Sono stato bravo, ho resistito al richiamo di lei sotto la doccia, l'ho salutata - non senza difficoltà nel lasciarla andare - e ora devo prepararmi per andare alle prove.

Sarà una lunga giornata, ma ne varrà la pena.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~


 

SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Aggiornamento puntualissimo.

In questo frammento di ricordo di Harry scopriamo il momento del loro primo 'ti amo'. Lui aveva organizzato tutto, ma il piccolo incidente che Lilith ha complicato un po' le cose per Harry, che però, dopo lo spavento iniziale, si è ripreso ed è riuscito a dire a Lil le parole che non riusciva più a tenere per sé.

Siamo arrivati quasi alla fine di questa piccola mini long, il prossimo sarà l'ultimo capitolo, e scopriremo cos'ha in mente Harry per la conclusione del tour.

Grazie ancora per essere passati di qui.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 

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Capitolo 5
*** The final show ***


Sono pronto, carico. L'adrenalina scorre nelle vene come se questo fosse il mio primo concerto, ma non ho paura - non nel senso letterale del termine -, piuttosto sono così carico di aspettative che spero di non combinare nessun disastro.

Le prove sono andate alla grande, abbiamo suonato qui già ieri sera, ma questa è la serata conclusiva, e ha un significato simbolico particolare per me, soprattutto per il fuori programma che ho in mente.

Ne è a conoscenza solo la band - giusto perché mi deve accompagnare musicalmente - altrimenti avrei tenuto anche loro all'oscuro da tutto, perché se vuoi fare davvero una sorpresa come questa, meno persone ne sono a conoscenza, meglio è, soprattutto per quella che ho in mente io. Non voglio che niente e nessuno possa interferire con i miei piani, quindi il silenzio totale è la cosa più indicata.

Lilith mi ha salutato poco dopo la doccia - che ho dovuto lasciarle fare da sola o non sarei mai arrivato in tempo per il sound check - poi è andata a comprare un vestito per la serata del dopo concerto durante la quale festeggeremo il successo di questo tour.

Sotto certi punti di vista, so di pensare troppo a me stesso e di essere, in un certo senso, egoista, ma non voglio cambiare: è questa la vita che voglio, ho bisogno di questo per essere completo, e sapere che ci sono persone disposte a condividere tutto questo con me, mi rende immensamente felice.

In questo preciso momento mi ritrovo seduto da solo, su una delle tante sedie che tra poche ore saranno occupate da tutte le persone che hanno comprato un biglietto per assistere all'ultima data del tour. Dopo le prove mi piace ritrovarmi dove ci sarà il pubblico e prendermi un momento solo per me. Cerco di capire come si vede il palco da una certa distanza, voglio essere sicuro che ogni persona riesca ad assistere ad uno spettacolo di cui possa essere soddisfatto.

Abbiamo buttato giù la scaletta solo qualche minuto fa – con annessa new entry – e già ho voglia di cantare ogni canzone con tutta la passione che ho dentro, la stessa che il pubblico ama, e si rende conto se sei sincero o no. Insieme ai ragazzi e alle ragazze che hanno sacrificato qualcosa per esserci, si crea una sinergia pazzesca, una sintonia che mi dà grinta ed energia incredibili, perché quando il pubblico si immedesima nelle mie parole, in quello che voglio comunicare, sono certo di essere riuscito a trasmettere loro le mie emozioni, e loro le rimandano a me molto più amplificate. Non vorrei fare nient'altro nella vita.

Quando una serata arriva alla sua conclusione non importa la fatica, lo stress, le preoccupazioni e il sudore, quello che conta davvero è il riscontro immediato delle persone che sono venute a vedermi, l'interazione con i fan, i loro sorrisi, le loro lacrime, le loro grida di incitamento, le loro emozioni, che diventano anche le mie.

E non importa se ho stonato, se ho dimenticato la parola di un testo o se ho mancato una nota perché il sostegno che c'è in ogni braccio alzato verso il palco mi aiuta a superare qualsiasi cosa.

Non abbiamo provato, però, la new entry perché non voglio che nessuno sappia di questa cosa. Ognuno di loro ha studiato la propria parte, ma nessuno l'ha provata con gli altri. Sarà qualcosa tipo "buona la prima", ma non è questo che mi rende irrequieto, ho una gran fiducia nella capacità dei ragazzi della band, quello che mi mette in agitazione è la reazione di Lilith alla sorpresa che ho in serbo per lei. 

La vibrazione del mio telefono mi riscuote dai miei pensieri. È Lilith che mi ha inviato una foto con annesso messaggio.

"Che ne dici di questo?"

È un vestito lungo, nero, che lascia la schiena completamente scoperta, e un profondo spacco dal quale si intravede quasi interamente la gamba destra. Niente di esageratamente appariscente, ma sembra fatto apposta per lei. Dio! Quanto è bella!

"Che ne dici di toglierlo?"

Le rispondo con un gran sorriso sulle labbra anche se lei non può vederlo.

"Credo che Michael apprezzerebbe"

La sua risposta mi fa alzare gli occhi al cielo a causa della sua solita provocazione nella quale ho smesso di cadere non appena ho conosciuto Michael, il commesso del negozio nel quale lei va sempre.

"Apprezzerebbe di più me senza vestiti"

Sorrido di nuovo mentre immagino la sua espressione infastidita.

"Guastafeste!"

"Ti amo"

Niente, non posso smettere di sorridere.

"Io, invece, amo Harry Styles 
Stasera andrò al suo concerto 
e penserò solamente a lui"

"Se giochi bene le tue carte 
c
redo che Harry Styles potrebbe 
anche farci un pensierino"

Harry, Harry Styles, o in qualunque altro modo mi chiamassi, la amerei comunque. Forse è arrivato il momento di darle l'indizio che ho aspettato di darle da giorni.

"Stasera, durante il concerto 
t
ieni il cellulare a portata di mano 
Harry Styles potrebbe voler parlare con Lilith Jones"

Immagino già la scena, ma forse la realtà sarà anche meglio di quello che gira nella mia testa da tempo.

"Stiamo ancora scherzando, giusto?"

Potrei baciarla senza darle tregua se fosse qui davanti a me in questo momento.

"Ti assicuro che Harry Styles non scherza 
O
ra devo andare 
Ricorda quello che ho detto e...

Sei meravigliosa con quell'abito"

Aspetto il suo "Ti amo Harry" che arriva subito dopo, poi sospiro profondamente e mi alzo per andare nel back stage dove credo ci sia un gran movimento di persone indaffarate per rendere speciale questa serata. Sono emozionato, sono felice, sono al settimo cielo e non vedo l'ora che questo posto si riempia di voci sconnesse, che si spengano le luci, e le urla del pubblico mi arrivino fin dentro le ossa per poter dare il meglio di me.

Dal palco ho avuto la possibilità da fare arrivare a quante più persone possibili i miei messaggi di amore e rispetto per il prossimo. So di avere una grande influenza sulla gente, e cerco di ottenere il massimo da questa mia posizione privilegiata con messaggi positivi, ma stasera voglio essere più egoista del solito e, pur regalando al mondo intero questa canzone, la vera destinataria di questo pezzo è seduta in mezzo a tutta questa gente che non ha smesso di cantare con me nemmeno un attimo.

«Adesso... questa è la parte dello show che dedico ai ringraziamenti. Grazie ad ognuno di voi per essere venuto qui, grazie a tutte le persone che hanno lavorato con me per rendere possibile tutto questo, senza di loro nessuno di noi sarebbe qui stasera...» Il discorso dei ringraziamenti mi prende sempre fino in fondo all'anima, mi lascio trascinare dai miei pensieri che pronuncio ad alta voce perché tengo incredibilmente tanto a essere grato per tutto quello che ho, ma sta per arrivare il momento che ho aspettato da tutto il giorno, e dopo tutte le parole che ho speso per il mondo intero, adesso è arrivato il suo turno.

«Stasera c'è un fuori programma...» mi volto verso Mitch per fargli capire che è arrivato il momento. Lui mi fa un cenno per dirmi che ha capito, così torno a guardare verso il pubblico, più precisamente nella sua direzione. Anche se è lontana, so bene dov'è in questo momento. «Per prima cosa vorrei fare una foto con tutti voi...» Mi piace l'idea del selfie, e il fatto di unire questo gesto al poter mandare un messaggio a Lilith senza dare nell'occhio, rende questo momento perfetto.

È per questo che prendo con tranquillità il cellulare dalla tasca della giacca, digito il messaggio poi do le spalle al pubblico per il selfie.

"Lil è il momento"

"Questo è il mio grazie per te"

Non posso vedere la sua espressione da qui, ma ha visualizzato il mio messaggio e ora sento il cuore martellare nel petto. «C'è una canzone in più stasera...» Le prime note sono diffuse dalla tastiera di Clare. «È per te...» dico a bassa voce nel microfono e il boato del pubblico mi dimostra che tutti hanno capito a chi mi sia appena riferito.

It's hard for me to say the things 
want to say sometimes 
There's no one here but you and me 
And that broken old street light 
Lock the doors

Sto guardando ovunque tranne che nella sua direzione, sono sicuro che si senta già in imbarazzo così, non voglio certo peggiorare la situazione, ma voglio dirle quello che a parole non riesco a dire, e voglio cantarlo al mondo.

We'll leave the world outside 
All I've got to give to you 
Are these five words when I

Vorrei poterla guardare negli occhi in questo momento, ma devo accontentarmi di immaginarla.

Thank you for loving me 
For being my eyes 
When I couldn't see 
For parting my lips 
When I couldn't breathe 
Thank you for loving me 
Thank you for loving me

never knew I had a dream 
Until that dream was you 
When I look into your eyes 
The sky's a different blue 
Cross my heart 
wear no disguise 
If I triedyou'd make believe 
That you believed my lies

Canto e canto ancora, con il pubblico, per lei, per noi, per dirle che l'amo da morire, da vivere, infinitamente e per sempre, fino alla fine della canzone, fino alla fine del concerto, fino a quando saluto il pubblico per poi tornare nel back stage e abbracciare ogni membro dello staff, della crew, tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo.

La tensione si trasforma in gioia, gli abbracci, i sorrisi e le pacche sulle spalle diventano l'energia che mi tiene in piedi. Sono stanco, ma adrenalinico al massimo e, mentre lo sguardo si perde in ogni direzione in cerca della sua presenza, improvvisamente mi sento stringere da dietro. È lei, lo so.

«Ehi...» mi volto restando nel suo abbraccio, stringendola a mia volta. Tutti sono spariti per me adesso, perché quello che vedo sono solamente i suoi meravigliosi occhi azzurri, lucidi ed emozionati. «Allora... che te ne pare di Harry Styles?» le domando a bassa voce.

«Non so nemmeno chi sia questo Harry Styles, io ho visto solo Harry su quel palco.» Non credo potesse dirmi qualcosa di più bello.

«Ma nel camerino di Harry Styles c'è qualcosa per te.» Sussurro ancora perché stavolta davvero nessuno sa di cosa sto parlando, e deve restare così.

Lei mi osserva curiosa, poi sorride. «E allora cosa stiamo aspettando?» mi dice divertita.

Non me lo faccio ripetere, mi allontano da lei, la prendo per mano per poi camminare fino al mio camerino, sulla cui porta spiccano le lettere che compongono il mio nome, apro e la faccio entrare, poi chiudo il resto del mondo lì fuori.

«Lil...» pronuncio a bassa voce non appena sento il clic della serratura che ho chiuso alle mie spalle.

Lei si volta, si ferma dove si trova, poi inclina leggermente la testa senza distogliere mai lo sguardo dal mio, infine mi si avvicina e io sembro un idiota. Avevo programmato in dettaglio tutto quello che sarebbe successo una volta entrati qui dentro: le avrei detto tutto il discorso che avevo programmato da giorni davanti allo specchio e poi avrei aspettato con il cuore in gola che lei mi dicesse qualcosa, ma il cuore mi si è fermato nel momento in cui lei ha iniziato a camminare verso di me, e nel momento in cui si è appoggiata sul mio corpo per mettermi le braccia al collo, sembra aver prosciugato tutta l'aria dai miei polmoni.

Cosa cazzo dovevo dire adesso?

«Harry... sono io che devo ringraziare te... Questi sono stati i due anni più belli della mia vita. Tu sei unico al mondo e sono davvero fortunata ad averti conosciuto. Non so cosa sarebbe successo se quel giorno non ti avessi lasciato il mio numero o se tu non avessi deciso di usarlo, ma mi piace pensare che ci saremmo conosciuti comunque, perché l'idea di non averti nella mia vita è assolutamente inconcepibile per me...» Oltre al fiato, il battito cardiaco, mi ha rubato anche tutte le parole.

Le mie mani si posano sui suoi fianchi, scorrono al di sopra della sua maglietta fin dietro la schiena, poi la stringo ancora di più a me. «Vieni a vivere con me Lil...» Alla fine le parole escono da sole, velocemente, senza nemmeno che io abbia pensato di pronunciarle. È stato spontaneo, mi è bastato tenerla tra le mie braccia e ho subito avuto ben chiaro cosa volevo.

Volevo lei, voglio lei, e vorrò ancora lei.

Mi guarda, non parla, forse non respira, poi non vedo più niente. I miei occhi si chiudono, le mie labbra si aprono alle sue, mi bacia, la bacio, mi stringe, e io la stringo, come se volessimo diventare una cosa sola, ma io mi ci sento già una cosa sola con lei.

«Vieni a vivere con me...» sussurro ancora sulle sue labbra. Lei non si allontana, resta lì dove le nostre bocche si sfiorano appena, mentre mi guarda dritto negli occhi, ma sembra aver perso l'uso della parola. «Vieni in giro per il mondo con me... Resta con me...»

So di essere ancora egoista, di pensare prima alle mie esigenze, ma non posso più fare a meno di lei, non voglio più doverla rincorrere in un altro stato - magari in un altro continente - o aspettare di trascorrere giorni interminabili di appuntamenti senza poter passare una serata insieme a lei. Non voglio.

«Harry...» Sembra davvero senza parole, e sarebbe la prima volta.

«Non ti sto chiedendo di sposarmi, abbiamo tempo per quello, ma io non posso più pensare di passare così tanto tempo senza di te. Avevo preparato un mazzo di chiavi per te, ed ero pronto a dartelo, ma non voglio che tu ti allontani da me in questo momento, perché è questo che voglio Lil. Voglio poterti abbracciare molto più di quanto non abbia fatto finora, voglio vederti la mattina quando mi sveglio e voglio condividere con te la mia vi...»

«Sì!» La sua voce interrompe il mio monologo e, anche se era la risposta che aspettavo, quasi non riesco a credere alle mie orecchie. «Sì Harry... sì... qualsiasi cosa sia la mia risposta è sì.»

Sorrido, sorrido tanto, probabilmente mi si potrebbero rompere le guance in questo momento da quanto è ampio il mio sorriso, ma poi lei mi bacia ancora, il mio sorriso viene divorato dalle sue labbra mentre le mie mani tentano di lasciare una sorta di impronta su di lei, perché lei adesso è mia e io non potrei essere più felice di così. 

THE END

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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Eccoci giunti alla fine di questa mini long. Banale come finale? Forse, ma adoro il lieto fine, e almeno nelle mie storie c'è quasi sempre. Mi piace sognare, mi piace farlo con, e attraverso i miei personaggi.

Spero vi sia piaciuta questa breve storia, e grazie per essere arrivati con me fino alla fine.

Harry ha coronato il suo sogno, Lilith non potrebbe essere più felice di così, a noi non resta che augurare loro buona vita, cosa che auguro anche a tutti voi.

E dato che il mio cervellino di stare tranquillo proprio non ne vuole sapere, vi lascio la copertina della prossima One shot che mi sta passando per la testa, così... tanto per mettervi un po' di curiosità.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

Eeeeee niente, buona lettura 😍

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