#Writober
2021 ~ pumpBLANCK list ~ 13 ottobre,
prompt: Hurt&Comfort
Titolo: Il vecchio, il
nuovo
Parole:
460
Note: Ho trovato il
prompt adatto per riesumare questa raccolta, evviva ** la cosa mi fa molto
piacere! Chiaramente ci sono accenni Odazai impliciti e un accennino Dazushi
implicito verso la fine ^^
Spero che vi
piaccia!
_____
Osamu Dazai
aveva sempre trattato l’oscurità come un’amante: l’aveva abbracciata fino alla
nausea, l’aveva riempita di mille attenzioni, le aveva rivolto parole miste di
miele e vetriolo, ci si era immerso fin nell’intimo.
Così giovane,
aveva commesso crimini di ogni tipo senza mai preoccuparsi della propria
incolumità, giocando con il fuoco, sfidando la morte che ancora si ostinava a
non venire a prenderlo – doveva essere proprio ributtante la sua anima, intrisa
di sangue carminio e lacrime mai versate, se l’oscura Signora non aveva ancora
usato la sua falce su di lui.
Forse era vero
il detto, che quanto più uno cercava di farla finita, tanto più rimaneva
aggrappato alla vita anche senza volerlo, come se l’istinto di sopravvivenza
fosse sempre lì a ricordare che pure in fondo al più bieco tunnel la speranza
brilla ostinata fino alla fine.
Sakunosuke Oda
era la prova vivente che quella speranza era più forte
dell’oscurità.
Conoscerlo era
stato come prendere una boccata d’aria fresca dopo un’apnea interminabile, era
come le bende che Dazai aveva iniziato ad avvolgere intorno al suo corpo, non
solo per tamponare eventuali ferite che potevano capitare in un lavoro del
genere, ma anche per confortare un lato di sé ben celato che aveva iniziato a
credere nell’amicizia, nella lealtà, forse anche nella
pietà.
Era incredibile
come attendesse i loro incontri al Lupin quasi come fossero un’ancora di
salvezza, una bolla di quiete e di spensieratezza che teneva lontano un mondo
marcio e corrotto, quella complicità fra tre persone – incluso Ango – era il
balsamo di cui avevano bisogno ma senza averlo mai chiesto personalmente, era
semplicemente capitato e gli bastava davvero.
Non era che
l’inizio della fine per il vecchio Dazai, l’occasione per far emergere un nuovo
individuo pronto a voltare pagina – non subito, non totalmente, ma pian piano ci
avrebbe provato.
Ed eccolo, anni
dopo, a conferire con una lapide che non avrebbe potuto rispondergli, ma che
aveva significato molto per lui - Odasaku era capace di confortarlo anche da
morto. Gli sarebbe stato eternamente grato per questo.
Ecco, il vecchio
Dazai avrebbe decantato egoisticamente le proprie lodi per poi sprofondare in
una cupa indifferenza verso ciò che lo circondava, mentre il nuovo stava lì a
pensare, a sorridere nostalgico e nel contempo a fissare qualcuno che si
avvicinava, qualcuno che aveva salvato, qualcuno che senza saperlo emanava la
stessa, identica luce del caro amico.
Osamu Dazai
aveva sempre trattato l’oscurità come un’amante: l’aveva abbracciata fino alla
nausea, l’aveva riempita di mille attenzioni, le aveva rivolto parole miste di
miele e vetriolo, ci si era immerso fin nell’intimo.
Proprio
perché il vecchio sé la conosceva così bene, quello nuovo l’avrebbe contrastata
con tutto se stesso e le avrebbe impedito di strappargli nuovamente tutto ciò
che gli era caro al momento.
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