Il cuore dell'angelo

di Andromeda 5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1:La missione di Samuel ***
Capitolo 2: *** capitolo 2: Partire da zero ***
Capitolo 3: *** capitolo 3:Cambiamenti ***
Capitolo 4: *** Capitolo4:A volte ritornano ***



Capitolo 1
*** capitolo 1:La missione di Samuel ***


Samuel aveva sempre sognato di andare sulla Terra e aveva studiato parecchio per riuscirci. Essendo un bambino morto dopo i primi mesi di vita in un'epoca lontana,Samuel non poteva aver visto altro che il soffitto bianco dell'ospedale in cui era nato ed esso gli ritornava sempre in sogno,ma non si lamentava di essere un angelo:una coppia di angeli si offrì subito di crescerlo non appena diventò un angelo e i suoi genitori adottivi gli hanno spiegato tutto fin da subito; era molto bravo a scuola ed era ben voluto da tutti. 
Samuel,appena finì gli studi,fece subito domanda per essere un angelo volontario sulla Terra perché aveva letto che gli angeli sulla Terra fanno cose straordinarie:ci sono angeli che vanno in Africa per aiutare i bambini;ci sono angeli che vanno nelle periferie delle grandi città ad aiutare chi non ha un tetto sulla testa;ecc. 
Samuel,però, sapeva che quei compiti erano destinati più facilmente agli arcangeli e ai serafini;a lui sarebbe capitato sicuramente di lavorare in archivio oppure gli sarebbe capitata una situazione meno grave dato che gli angeli di primo livello risolvono solo dispute e incomprensioni.
La risposta non si fece attendere e Samuel,dopo una settimana ricevette la raccomandata dove gli si diceva di preparare i bagagli e di recarsi all'ufficio di collocamento al centro della città degli angeli,Windy Town.

Il giorno seguente,Samuel fece i bagagli,salutò i suoi genitori adottivi promettendo loro che li avrebbe chiamati ogni sera su Wigs(quello che per noi è Skype),volò fino al centro della città ed entrò in un grande edificio di cristallo a forma di mappamondo con tante luci che lampeggiavano nei vari angoli della Terra.
Samuel arrivò e vide che gli uffici erano appena stati aperti,così prese il biglietto,ma non ce n'era bisogno perché fu subito ricevuto da un arcangelo. 
"Bene bene."disse l'arcangelo"Samuel Conrad...dal tuo curriculum si direbbe che sia la tua prima missione,ma al momento non ci sono missioni che può svolgere un angelo alle prime armi e...ci dispiace ma non abbiamo bisogno in archivio."
Samuel si stupì,poi arrabbiato disse:"COSA? Ho fatto domanda sei o sette volte e ieri mi è arrivata la raccomandata."
"Ci deve essere stato un errore."disse l'arcangelo,ma non fece in tempo a salutare Samuel che gli squillò il cellulare e l'arcangelo rispose.
Samuel rimase sulla soglia della porta perché aveva imparato che bisogna sempre rispettare i gradi superiori. 
Una vocina molto arrabbiata diceva cose incomprensibili dalla cornetta e l'arcangelo si lmitava ad annuire o a dire si o no. Quando la telefonata finì,l'arcangelo disse:"Aspetta Conrad,si è appena liberato un posto,anche se è più compito da un angelo che abbia almeno un po' di esperienza,ma consideralo come una sorta di prova del fuoco. Si tratta di un uomo che è appena stato lasciato dalla sua fidanzata, la quale era gelosa della coinquilina,che in realtà era un angelo in missione sotto copertura. Il tuo compito è quello di aiutarlo a rifarsi una vita dato che la sua fidanzata si è già trovata un altro. Accetti il lavoro?"
"Accetto."disse Samuel.
"Bene,"disse l'arcangelo"allora vai in archivio:ti verranno dati i documenti necessari."

Samuel prese l'ascensore e scese nel seminterrato,dove c'era l'archivio e là gli diedero i documenti: una carta d'identità,un passaporto(appena li toccò,le sue informazioni e la sua faccia comparvero su entrambi) e un libricino con tutte le informazioni sull'anima da aiutare,Hunter Raspberry. 
Appena passò il portale in fondo al corridoio principale dell'archivio,Samuel si ritrovò all'aeroporto e si accorse che le sue ali erano diventate invisibili e trasparenti. Si guardò intorno cercando di muoversi tra l'ondata di persone che correvano chi per prendere il prossimo aereo e chi per fare il checkin prima di uscire. Samuel riuscì ad uscire e si guardò intorno perché aveva letto che di solito qualcuno può anche trovare la persona che lo aspetta e di solito ha un cartello col nome di chi arriva. Samuel cercò e cercò,ma di questo Hunter nessuna traccia; allora aprì il libricino e cercò di raggiungere il numero 12 di Canal Street,nella Little Italy di Manhattan usando i mezzi pubblici perché aveva letto che a volte era meglio non fidarsi dei tassisti. Dopo aver sbagliato e cambiato pullmann un paio di volte,Samuel arrivò finalmente a Canal Street.
Suonò al campanello,ma nessuno rispose e così riprovò,ma questa volta una voce molto assonnata rispose:"Non sono interessato alla vendita di biscotti."
"Sono il nuovo coinquilino."disse subito Samuel.
La porta si aprì, Samuel entrò,prese l'ascensore e salì al primo piano del palazzo,che doveva essere un po' vecchiotto e leggermente trasandato. Samuel suonò il campanello e la stessa voce assonnata di prima disse:"Avanti! È aperto!"
Samuel aprì la porta e vide un salotto leggermente disordinato perché c'erano vestiti dappertutto e un uomo che poteva avere pressapoco la sua età era seduto sul divano,ancora in pigiama,con un gelato in mano e incantato a vedere lo schermo piatto del televisore spento. Ovunque in quella stanza si respirava aria di depressione,tristezza e dolore. 
L'uomo si alzò,sembrava un po' uno zombie, e avvicinandosi disse:"Sei tu Samuel Conrad,il mio nuovo coinquilino?"
"Sì."rispose Samuel confuso.
"Non dovevi venire lunedì alle 15:00?"
"Oggi è lunedì e sono arrivato in aeroporto alle 15:00 esatte."
"Beh,accomodati. La tua stanza è di fronte al bagno-lascia,porto io le valige-e non azzardarti ad entrare in camera mia perché ho bisogno di concentrarmi quando creo."
Appena entrò nella stanza,Samuel ne rimase un po' stupito:era più grande di quella di casa sua ed era forse l'unica stanza in ordine di tutto l'appartamento,ma era molto spoglia.
"Bene,ora puoi sistemarti."disse Hunter seccamente"Sarai stanco dopo il viaggio,quindi per stasera faccio tutto io,ma non prenderci la mano."
"Beh, posso aiutarti..."disse Samuel"non sono così stanco."

Quella sera,prima di andare a dormire,Samuel tirò fuori il suo portatile(un Angel di ultima generazione bianco e blu col simbolino dell'aureola dorata sul retro dello schermo),lo accese(la tastiera era formata da tasti blu per le consonanti e bianchi per le vocali,ma le lettere erano sempre dorate),cliccò subito  l'icona di Wigs(una busta con le ali) e parlò un po' con i suoi genitori adottivi fingendo che andava tutto bene.
"Questo umano è una causa persa."pensò Samuel tra sè e sè mentre cercava di dormire"Ora non lamentarti! È solo il primo giorno...Sei tu che volevi diventare un angelo custode e ora che lo sei,non devi fare il bambinone.Vediamo...come posso fare per farmelo amico? Come posso migliorargli l'esistenza?...Aspetta...cosa avevano detto ald una delle prime lezioni del corso per angeli custodi?....ah già!....Per prima cosa,l'ambiante deve essere accogliente...odio ammetterlo,ma qui bisogna fare le faccende di casa e mettere in ordine.Vedrai Samuel,che domani andrà tutto molto meglio."

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Capitolo 2
*** capitolo 2: Partire da zero ***


La sveglia iniziò a suonare e Samuel la spense alzandosi un po' controvoglia. Hunter dormiva ancora e,da quanto gli aveva fatto capire il giorno prima, non voleva essere disturbato. Samuel si precipitò in bagno anche se dovette lottare contro montagne di vestiti sporchi per raggiungere il WC.
Dopo aver scavalcato ancora montagne di vestiti maleodoranti, Samuel  andò in salotto e guardò se nel frigorifero c'erano almeno uova e pancetta,ma vi trovò solo qualche birra e due coppette di gelato al fior di latte;allora guardò nella credenza, ma non c'era neanche una scatola di pasta. Il lavandino era pieno di piatti,pentole e posate ancora da lavare,mentre i cartoni della pizza che avevano ordinato la sera prima erano nel sacco dell'immondizia,ma ci entravano a fatica.
In quel momento,Samuel vide la porta aprirsi e Hunter uscì dalla sua stanza più pallido e trasandato della sera prima.
"La tua sveglia mi ha spaccato i timpani."disse scocciato.
"Come fai di solito a fare colazione?"chiese Samuel"La cucina è vuota."
"Semplice,"rispose Hunter"non faccio colazione...o se la faccio,vado al bar qui vicino."
"A me non piace fare colazione al bar."disse Samuel.
"Fai come vuoi."disse Hunter"Ora,se vuoi scusarmi,mi cambio e vado in garage perché devo finire la mia ultima creazione."
"Posso vedere cosa fai?"
"No."
"Per favore."disse Samuel cercando di essere convincente.
"No."rispose seccamente Hunter"Ma un lavoro non ce l'hai?"
"Ehm,..."rispose Samuel cercando di trovare una risposta,poi si ricordò di quello che c'era scritto sulla carta d'identità e rispose "ho fatto il commesso in una libreria,e quindi devo cercare sugli annunci."
"La libreria in faccia a questo palazzo cerca proprio un commesso. Sarà una coincidenza."
"Perfetto."disse sollevato Samuel pensando che l'archivio pensa proprio a tutto quando manda gli angeli in missione.
Quando Hunter uscì,Samuel pensò:"Adesso diamoci sotto:devo pulire tutta la casa e poi arrivare al lavoro in orario. Al corso per angeli custodi dicevano che i propri poteri vanno usati con saggezza e solo in caso di necessità. Questo è un caso di estrema necessità perché non so quando apre la libreria e quindi devo fare in fretta."
"Prima bisogna rendere più accogliente l'ingresso."e così dicendo, Samuel schioccò le dita e i vestiti sparpagliati in salotto volarono in bagno."Va già molto meglio."si disse Samuel"del pavimento me ne occuperò io la prossima volta,ma dato che non ci sono i prodotti,dovrò usare i miei poteri."così schioccò ancora le dita e il pavimento diventò  lucido come uno specchio. Poi Samuel si girò verso la cucina,schioccò le dita e i piatti,le pentole e le posate diventarono puliti come appena lavati e andarono al proprio posto. 
"Non ho tempo di mettere i vestiti in lavatrice e poi sono troppi,ma questo mi sembra abbastanza per oggi."si disse Samuel,poi andò a cambiarsi,uscì di casa chiudendo a chiave la porta,andò al bar,dove prese un succo di frutta,e andò in libreria,dove fu subito assunto come commesso senza neanche fare un colloquio dato che i proprietari sapevano che lui era il sostituto della commessa e coinquilina che c'era prima dato che anche loro erano angeli sotto copertura.

La giornata passò lenta e solo poche persone entrarono in libreria e così Samuel pensò a come avrebbe potuto aiutare Hunter. Forse gli ci voleva tempo per poterlo aiutare,ma di sicuro avrebbe apprezzato quello che aveva fatto per rendere il clima più sereno in quella casa.
Samuel ebbe così un'altra idea:qundo finì l'orario di lavoro,comprò un libro di cucina e si fece dire dov'era il supermercato più vicino e fece la spesa comprando i suoi cibi preferiti e anche qualche prodotto per la casa perché pensò che schioccare le dita poteva assere uno spreco dell'uso dei suoi poteri.
Samuel arrivò a casa e vide che Hunter era ancora in garage,così si mise dietro i fornelli dopo aver sistemato la spesa. Aggiustando i piatti arricciando un po' il naso,Samuel preparò la cena;poi apparecchiò la tavola,ma Hunter non si era ancora arrivato.Samuel, molto preoccupato,coprì i piatti,chiuse la porta e scese in garage dopo aver chiesto ai vicini dove fosse. Arrivò davanti alla saracinesca del numero di appartamento e la trovò semiaperta. Ricordando di aver capito che Hunter non voleva essere visto,Samuel si limitò a dire:
"Hunter?"
"Non mi scocciare."rispose lui ed era evidente che aveva bevuto una birra di troppo.
"Volevo solo dirti che la cena è in tavola."
"Non ho fame."
"Fai come vuoi..."disse Samuel irritato e spazientito"ti lascio la cena sul tavolo,così se cambi idea..."
"VATTENE!"urlò Hunter.
"VA BENE!"urlò a sua volta Samuel"IO VOLEVO SOLO ESSERE GENTILE!"poi disse "Arrangiati!"e tornò in casa, dove mangiò a sazietà.
Quella sera,Samuel chiamò i suoi genitori su Wigs,ma finse che andava tutto bene perché non voleva farli preoccupare anche se i suoi genitori avevano capito che qualcosa non andava.
Samuel faticò ad addormentarsi quella notte. Era quella la gratitudine per tutti i suoi sforzi? Si sentiva offeso,ma poi ricordò che al corso per angeli custodi gli avevano detto che bisogna mostrarsi coraggiosi fin dall'inizio e che bisogna far scivolare gli insulti mostrando l'altra guancia e pensando a che cosa avrebbe potuto fare il giorno dopo per risolvere i problemi di Hunter, Samuel si addormentò profondamente.
La sveglia suonò,Samuel la spense e si alzò. Mentre Samuel si stava vestendo,Hunter bussò alla porta della sua stanza.
"Samuel,ci sei?"
"Sì."rispose Samuel da dietro la porta.
"Pensavo che fossi andato via perché mi sono comportato male."
"Volevo farlo,ma ho cambiato idea perché non ho un posto dove andare."
"Volevo solo dirti scusa."disse Hunter con voce rotta.
Samuel aprì la porta e si ritrovò davanti ad Hunter,il quale aveva gli  occhi arrossati dal pianto e aveva una bottiglia di birra vuota in mano.
Hunter appoggiò la bottiglia e,tra le lacrime,disse:"Il fatto è che da quando Angelica mi ha lasciato..."
"Su,non fare così."disse Samuel accarezzandolo sulla spalla"Vedrai che tutto si sistema."
"Tu sì che sei un amico."disse Hunter abbracciandolo.
Samuel ricambiò l'abbracciò e si appoggiò al petto di Hunter,dato che quest'ultimo era più alto di lui, e sentendo il battito del suo cuore, capì che era spezzato,ma c'era ancora speranza di guarirlo perché il filo rosso del destino(che può essere visto solo dagli angeli)non era ancora uscito dal suo cuore per annodarsi al suo mignolo.
Imbarazzato dalla situazione,Samuel arrossì un poco e guardò Hunter  e i loro sguardi si incrociarono:Samuel non dimenticò mai quegli occhi castani velati di tristezza. Anche Hunter si imbarazzò e i due si staccarono. 
"Se nessuno lo fa,ti aiuterò io a rialzarti."disse Samuel"Non vuoi che sia io ad aiutarti?"
"E va bene,"disse Hunter"accetto il tuo aiuto."
"Bene,"disse Samuel con un entusiasmo mai avuto prima"prima di tutto bisogna sbarazzarsi di quelle birre...prima,però,sarà meglio fare colazione,non ti pare?"

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Capitolo 3
*** capitolo 3:Cambiamenti ***


"Ma se mi aiuti,"disse Hunter poco dopo aver fatto colazione"come farai ad andare al lavoro?"
"Ho già lasciato un messaggio ai proprietari"disse prontamente Samuel dopo aver mandato un messaggio telepatico ai propretari dicendo loro che era entrato in azione"e devo ammettere che sono stati molto comprensivi."
Hunter lo guardò un po' stupito come per chiedersi come aveva fatto a mandare un messaggio così in fretta e ad aver già avuto una risposta,ma poi si riprese quando Samuel disse:"Perché ti sei incantato?"
"Mi ero distratto un attimo."disse Hunter.
"Stavo dicendo,"ripetè Samuel"che io mi occupo delle birre in cucina, mentre tu ti occupi di quelle nel garage e nella tua stanza,se le hai messe anche la."
"Come fai a sapere che tengo delle birre anche in garage?"
"Ieri,quando mi hai risposto male,l'ho capito dalla voce che avevi alzato un po' il gomito." 
Hunter scese in garage,mentre Samuel iniziava a rovesciare le birre nel lavandino della cucina.Non appena Hunter chiuse la porta,Samuel schioccò le dita e le altre casse di birra rimaste si rovesciarono da sole nello scarico del lavandino. Poi Samuel andò in bagno,schioccò di nuovo le dita e le montagne di panni sporchi entrarono tutte nella lavatrice e dopo un po',ne uscirono già puliti,asciutti e stirati.
"Come hai fatto a fare così in fretta?"chiese Hunter quando tornò dal garage dopo aver buttato via casse di birra.
"Ehm...sono molto veloce."disse Samuel dicendo la prima cosa che gli venne in mente.
Hunter alzò le spalle e disse:"In camera mia c'è solo una bottiglia, me la scolerò tutta d'un fiato."
"Non farlo."disse Samuel"Altrimenti non cambierai mai.Aspetta,ci penso io ad entrare."
"Non puoi entrare in camera mia!"sbottò Hunter sbarrandogli la strada.
"Perché?"
"Perché...perché è off-limit...come per me la tua. E poi..."
"E poi?"chiese Samuel avanzando.
"E poi non sono affari tuoi."disse Hunter sbarrando la porta della sua stanza,che era chiusa.
Samuel capì che la porta non era chiusa a chiave così avanzò ancora e la porta si aprì e mentre Hunter si teneva alle travi per mantenere l'equilibrio,Samuel entrò sgusciando dalla sua spalla e scavalcando la sua gamba.
La stanza era buia perché le persiane erano perennemente chiuse,ma si sentiva un forte puzzo di birra e alcol e la stanza doveva essere tutta in disordine.Samuel si coprì naso e bocca e,mentre Hunter si girava e lo minacciava,andò ad aprire la finestra,ma Hunter lo prese da dietro e gli disse:"Ora basta,hai superato il limite."
"Voglio solo aiutarti."disse Samuel.
"Ci penso io qui."disse Hunter.
"Scusa,forse ho un po' esagerato."disse Samuel e uscì.

 Il resto della giornata passò tranquillamente: Samuel andò al lavoro e Hunter tornò alle sue creazioni in garage. Samuel però si chiedeva costantemente perché Hunter aveva reagito in quel modo quando lui è entrato in camera sua. Forse,pensò Samuel,invadere così il suo spazio non era stata una buona idea,ma lui era riuscito a fermarsi e quindi non era tutto perduto.Ora che Hunter aveva una casa più abitabile, Samuel si chiese che cosa poteva fare per tirarlo su di morale. Certo,Hunter ora lo considerava già un amico,ma forse non lo considerava un amico stretto,non ancora almeno. Samuel,dato che non entrava nessuno in libreria,iniziò a pensare cosa poteva fare per far si che Hunter diventasse veramente suo amico. Poteva invitarlo a vedere un film,oppure ad andare allo zoo di Central Park....ma cosa piaceva veramente ad Hunter? Samuel pensò subito che l'arte era tutto per Hunter e lo aveva già capito in due giorni.Quando il turno finì,Samuel tornò a casa con l'intenzione di chiedere,prima o poi, ad Hunter di portarlo al MOMA,che è il museo d'arte più famoso.
Ma come glielo avrebbe chiesto? Samuel cercò di trovare le parole per dirglielo,ma non sapeva come fare. 
E se poi Hunter avesse detto di no? Che cosa poteva fare? Samuel si rattristò all'idea mentre entrava in casa.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo4:A volte ritornano ***


Passò un mese da quando Samuel era entrato in casa di Hunter e i due iniziavano ad andare daccordo anche se con qualche difficoltà perché Hunter stava sempre sulle sue e Samuel lo vedeva solo a cena.
"Che cosa crei in garage?"chiese Samuel una sera rompendo il silenzio che c'era di solito.
"Perché me lo chiedi?"
"Un po' per parlare,un po' per curiosità,un po' perché siamo coinquilini."
"Si tratta di una scultura."si limitò a dire Hunter.
"E l'hai finita?"chiese Samuel.
"No."rispose seccamente Hunter.
"Vorrei tanto poterla vedere quando la finirai."
"Certamente."
In quel momento squillò il cellulare di Hunter e lui disse:"Scusami Samuel."e rispose allontanandosi verso il corridoio per non essere sentito,ma Samuel schioccò le dita dietro la testa e potè ascoltare la telefonata:si trattava degli amici di Hunter,Joe Poison e Spike Smith,che lo invitavano ad uscire. Hunter cercò di dire di no,ma Spike insistette seguito da Joe e Hunter chiuse la chiamata accettando a malincuore. 
"Devo uscire."disse poi Hunter quando tornò da Samuel.
"Posso venire anch'io?"chiese Samuel.
"Meglio di no."
"Perché?Ti vergogni di me per caso?"
"No,semmai vorrei proteggerti."
"Perché?"
"I miei amici sono un pochino...come si può dire?...Diversi da te."
"Non mi importa."
"Ho detto di no."
"Va bene,"disse Samuel alzando le spalle"fai quel cavolo che ti pare e piace,ma a tuo rischio e pericolo."
Samuel lasciò andare Hunter,ma volle seguirlo ugualmente ed entrò anche lui nel pub dove entrò Hunter senza che questi se ne accorgesse,prese un tavolo vicino all'uscita ordinò una gazzosa , si nascose dietro il giornale sul tavolo e schioccò le dita per ascoltare quello che si dicevano Hunter e i suoi amici,che erano seduti al bancone.
"Allora come butta?"chiese Spike"E' da un po' che non ci si becca in giro."
"Già,da quando lei ti ha scaricato,non sei uscito più dalla tua casa." disse Joe"Pensavamo che tu fossi finito in qualche guaio,amico."
"Un angioletto ha pensato di venire a vivere da me."
"Una nuova fiamma?"chiese Spike.
"Attento a non ricascarci,amico."fece Joe.
"E' un lui...ma a volte si comporta come una mammina molto apprensiva."
"Ma non mi dire."disse Joe.
Spike disse facendo una vocina isterica"Hunteruccio non fare tardi mi raccomando,altrimenti a letto senza cena!"
i tre si misero a ridere.
Samuel si arrabbiò molto e pensò"Ah! È così che la pensate? Siccome che vi sentite molto maturi,ma siete solo dei bambocci,ve la faccio vedere io."e arricciando il naso traformò i vestiti di Spike e Joe in vestiti da neonato con tanto di ciuccio e cuffietta,poi vide che erano abbastanza spaventati e arricciando di nuovo il naso li fece tornare alla normalità.

Il resto della serata andò avanti senza intoppi e quando i tre uscirono dal bar,Samuel schioccò le dita e si ritrovò a casa,con addosso il pigiama e davanti alla televisione accesa.
Hunter arrivò qualche minuto dopo ed esclamò:"Non c'era bisogno che tu mi aspettassi alzato come faceva mia madre quando uscivo e vedeva che non tornavo."
"Volevo solo vedere la televisione."disse Samuel mentendo"I film migliori si possono vedere solo a mezzanotte e poi...il canale di cucina fa le repliche solo dall'una di notte in poi."
Poi Hunter guardò il televisore e disse"Certo che sei proprio strano tu...quel film è vecchissimo e non lo guarda più nessuno."
"I gusti sono gusti."disse Samuel"Perché non andiamo assieme al cinema,allora?Così vedrò un po' di modernità."
"Ehm...forse è meglio di no."disse Hunter.
"Perché?"
"Al cinema ci vanno le coppiette."rispose Hunter frettolosamente.
"Allora andiamo allo stadio o a Central Park...o al MOMA.Non li ho ancora visitati e non conosco Manhattan."
"Vacci da solo."disse Hunter"Lavori in una libreria?Prenditi una guida della città!"
"MA IO NON VOGLIO ANDARE IN GIRO DA SOLO!"sbottò Samuel perdendo la pazienza"IO VOGLIO ESSERE TUO AMICO!"
"Ehi Ehi,"disse Hunter sedendosi"Non ti scaldare...possiamo diventare buoni amici anche standocene qui."e poi aggiunse"Questo film l'avrò visto un sacco di volte,così tante volte che dimenticavo quanto fosse avvincente."

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