God of war

di Ms Mary Santiago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 & Selezione OC ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

 

 

 

 

 

Arianne afferrò la valigia non appena vide il nastro trasportatore azionarsi e la tirò su con un’imprecazione che le valse l’occhiataccia di sua madre. Doveva davvero smetterla di portarsi dietro tutta quella roba ogni volta che partiva per le vacanze, perché se durante il viaggio di andata non vi dava peso al ritorno, stanca dopo giorni passati a casa della zia Piper, era di tutt’altro avviso.

Fece per aprire bocca e scusarsi quando il cellulare di suo padre prese a squillare, salvandola sul gong da qualsiasi debole scusa avesse provato a inventare e che sarebbe certo stata demolita all’istante dagli occhi grigi che la stavano fissando con serietà.

- Hazel, è bello sentirti … cosa? Quando è successo? –

Annabeth distolse lo sguardo dalla figlia e fissò il marito con apprensione.

- È successo qualcosa ad Adrian? –

Percy scosse il capo, mimando silenziosamente il nome “Frank”.

Proprio in quell’istante anche il cellulare di Annabeth squillò.

- Pronto, Chris … se sei così agitato non capisco cosa stai cercando di dirmi, parla più piano – asserì, rispondendo alla chiamata.

Arianne fece correre lo sguardo da un genitore all’altro, i denti che tormentavano nervosamente le labbra morbide.

Qualsiasi cosa stesse accadendo non prometteva nulla di buono.

Quando misero giù, domandò preoccupata: - Cosa è successo? –

- Frank e Clarisse sono svenuti di punto in bianco e quando hanno ripreso i sensi i loro poteri erano scomparsi nel nulla. Dobbiamo andare immediatamente al Campo Mezzosangue e avvisare Chirone dell’accaduto, forse è solo un caso ma quando accade che i figli di una divinità perdano i loro poteri non è mai un buon segno. –

- E Adrian come sta? –

- Si sente debole, come se avesse la metà delle sue consuete energie, e sembra che riesca ad attingere solo ai poteri che gli derivano dalla sua discendenza da Plutone. –

Imprecò nuovamente e questa volta nessuno dei suoi genitori ebbe la minima reazione, molto probabilmente perché loro stessi avevano imprecato mentalmente almeno una dozzina di volte da quando il cellulare aveva squillato per la prima volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jackson parò con il piatto della lama il colpo che Gabriel gli aveva appena indirizzato, trovando una debole resistenza, e vide la spada dell’amico schizzare verso l’alto e ricadere a terra con un tonfo sordo.

Metà dei presenti nell’arena d’addestramento si voltò verso di loro.

Gli stessi occhi castani di Gabriel fissavano prima la sua mano destra e poi l’elsa della spada come se non riuscisse a credere a quello che stava vedendo.

Era appena stato disarmato con un colpo da principiante.

Il figlio di Zeus socchiuse gli occhi, studiando l’amico dall’alto in basso come alla ricerca di qualche segno del fatto che si sentisse male.

- È tutto okay, Gabe? –

- Sì … o almeno credo – asserì, chinandosi per afferrare nuovamente l’arma.

Vide le immagini attorno a lui sfocarsi pericolosamente e la sensazione di precipitare lo avvolse.

Fece appena in tempo a realizzare di stare per svenire prima di chiudere gli occhi e cadere a terra.

Jackson scattò in avanti.

- Cazzo –, lo afferrò tirandolo su e voltandosi verso la postazione del tiro con l’arco per rivolgersi ai figli di Apollo, - Portiamolo in infermeria, c’è qualcosa che non va. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Come sta Zhang? –

- Senior o junior? – domandò pigramente Nives, voltandosi verso l’amica che era appena entrata nell’anticamera del Senato a passo di carica.

Evelyn le rivolse un’occhiata significativa, una sorta d’invito a mostrarsi un po’ più interessata alle condizioni dei figli di Marte del loro Campo.

- Entrambi. –

- Mi hanno detto che Adrian attinge solo ai poteri di Plutone mentre suo padre continua a non riuscire a fare altro che utilizzare le sue abilità di mutaforma. –

- I figli di Marte della tua Coorte? –

- Tutti ko -, asserì la figlia di Venere, - si respira una certa tranquillità senza quei bestioni scalmanati tra i piedi. Non trovi? –

- Niv … -

Sospirò, allontanando una ciocca castana dal volto. – Lo so, dovrei mostrare un pochino più d’empatia nei confronti dei più sfortunati. –

Evelyn alzò gli occhi al cielo.

Cominciava a domandarsi come fosse possibile che lei e Nives fossero migliori amiche dal loro arrivo a Nuova Roma.

La figlia di Venere non era cattiva, ma tendeva a prestare attenzione solo a ciò che la riguardava direttamente o che si ripercuoteva sulle poche persone che considerava davvero come sue amiche.

E si dava il caso che la sua antipatia per i figli di Marte fosse nota in tutta Nuova Roma.

- Pensi di riuscire a racimolare qualche informazione in più dai figli di Apollo? –

- Non credo di potermi rifiutare, no? –

- No, non puoi – confermò.

- Allora vado, ti aggiorno più tardi. –

Si alzò con grazia e rassettò il prendisole rosso che indossava.

- Ci vediamo per le tre qui, avvisa tutti i Centurioni che incontri, io provo a mettermi in contatto con il Campo Mezzosangue. –

- Agli ordini, egregia Pretore. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Come sta? –

Jackson si voltò al suono della voce di Arianne, sgranando gli occhi sorpreso.

- Pensavo fossi a Los Angeles. –

- Cambio di programma, abbiamo ricevuto delle chiamate che ci hanno avvisato di quello che stava accadendo sia qui che a Nuova Roma. Appena siamo arrivati Chirone mi ha detto che Gabriel era in infermeria insieme a tutta la Cabina di Ares. –

- Non è per niente in forma, ma ha recuperato i sensi. Al momento ci sono riusciti solo lui e un’altra manciata di suoi fratelli e sorelle. I figli di Apollo credono che dipenda dalla loro forza. –

Arianne annuì. – Ha senso, del resto anche Clarisse e Frank hanno recuperato in fretta. Riesce a usare i suoi poteri? –

Jackson scosse il capo.

Era stato frustrante vedere Gabriel che, appena tornato vigile, aveva preteso di provare a maneggiare nuovamente un’arma senza alcun risultato se si escludeva la volta in cui aveva quasi affettato la testa di un figlio di Apollo provando un fendente disastroso. E ancora peggio era stata la sua reazione dopo quell’episodio.

L’amico aveva infatti cominciato a scagliare in giro per l’infermeria ogni singolo oggetto in grado di rompersi in mille pezzi.

Arianne parve leggere nei suoi pensieri, perché gli posò una mano sulla spalla e gli rivolse un sorriso tirato.

- E psicologicamente come va? –

- A pezzi, è furioso perché nella sua vita non si è mai sentito così impotente. –

- Jax … -

- Lo so -, l’anticipò sapendo bene dove sarebbe andata a parare, - per qualsiasi cosa tu ci sei. –

Anche se le cose tra loro non erano andate, anche se si erano lasciati da un mese ormai, Arianne non era il tipo di persona che faceva pesare le cose.

Erano stati amici prima che fidanzati e certe cose non si cancellavano dal giorno alla notte.

- Bene … adesso andiamo, Chirone ha convocato tutti quanti per una riunione d’emergenza. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Ho cominciato ad appassionarmi a God of War (chi non conosce il gioco sappia che la trama avrà solo alcuni punti in comune con la storia originale perciò per partecipare non c’è assolutamente bisogno di conoscerlo preventivamente) e non potevo non creare un’interattiva su di esso. Per partecipare ci sono poche e semplici regole:

- potrete decidere di creare o figli degli eroi della precedente generazione (in questo caso i loro poteri dovrebbero essere una combinazione di quelli dei genitori) oppure semidei. Unica avvertenza: non accetterò figli di Piper e Jason per motivi che saranno ovvi per coloro che hanno letto “Le sfide di Apollo – il labirinto di fuoco” e che non spoilererò a coloro che ancora devono leggerlo. Se voleste creare figli della Frazel o della Percabeth che facciano da sorelle/fratelli ai miei contattatemi e organizzeremo la cosa;

- accetterò al massimo 3 OC a testa purchè di sesso diverso e provenienti da Campi diversi;

- accetterò al massimo 2 figli per Pezzo Grosso, ma le divinità del pantheon greco e romano sono veramente tantissime perciò sbizzarritevi pure;

- come fasce d’età accetterò personaggi che abbiano minimo 15 anni e massimo 18;

- come orientamenti sessuali accetterò i seguenti: eterosessuale, bisessuale, omosessuale/lesbica;

- non accetterò assolutamente figli di Era/Giunone né di Artemide/Diana, Ninfe, figli di Titani o Giganti, Mary Sue, Gary Stu, poteri esagerati né prestavolto comparsi nella saga cinematografica di PJ;

- come sanno tutti coloro che partecipano alle mie interattive sono solita porre domande alla fine dei vari capitoli, perciò vi chiedo di farvi sentire almeno ogni 3 capitoli (pena la  morte dolorosa del vostro OC) e di rispondere sempre alle domande che vi pongo in modo da aggiornare con celerità;

- avrete tempo per inviare le schede fino al 17 agosto con possibilità di proroga se richieste per tempo;

- non ho un limite massimo di personaggi, perciò più sarete creativi e più OC selezionerò;

- le schede andranno inviate solo ed esclusivamente tramite mp con oggetto “*Nome dell’OC* – God of War”. Schede inviate in altro modo o inserite nello spazio recensioni non saranno calcolate.

 

 

Qui sotto vi lascio la scheda e i prestavolto dei miei OC.

 

 

Scheda

 

Nome e Cognome (più eventuale soprannome):

Età (minimo 15 e massimo 18):

Ruolo al Campo (Opzionale. Capocabina, Pretore, Centurione):

Genitore mortale e rapporto con esso (per i figli della vecchia generazione rispondete qui sia per la madre che per il padre):

Genitore divino e rapporto con esso (vale solo per i semidei):

Campo di provenienza:

Orientamento sessuale:

Aspetto fisico:

Prestavolto (obbligatorio):

Carattere (cercate di essere dettagliati):

Difetto fatale:

Storia personale (includete anche come è arrivato al Campo):

Famiglia e rapporto con essa:

Rapporto con i propri fratelli/sorelle divini (solo per i semidei):

Poteri (ricordate che nel caso dei figli della vecchia generazione i poteri devono essere una combinazione di quelli materni e paterni. Comunque, e questo vale sia per i discendenti che per i semidei, non date loro poteri esagerati):

Abilità particolari (per es. corpo a corpo, equitazione, scherma, etc.):

Arma ed eventuale nome dell’arma:

Hobby/Passioni/Cosa ama e cosa odia:

Paure/Fobie/Debolezze:

Amicizie (con che tipo di persona andrebbe d’accordo):

Inimicizie (che tipo di persona non sopporterebbe):

Relazione sentimentale (il suo status sentimentale, che tipo di persona potrebbe catturare il suo interesse):

Altro:

 

 

 

 

 

Arianne “Annie” Jackson (PV Sara Sampaio) – 17 anni, figlia di Annabeth Chase e Percy Jackson. Eterosessuale. Libera per flirt e/o relazione.

“Sunshine mixed with a little hurricane.”

 

Evelyn “Eve” Torres (PV Eiza Gonzalez) – 17 anni, figlia di Bellona. Pretore. Eterosessuale. Libera per flirt e/o relazione.

“You are either on my side, by my side or in my fucking way. Choose wisely.”

 

Nives “Niv” Green (PV Lisa Marie Schiffner) – 17 anni, figlia di Venere. Centurione della Prima Coorte. Bisessuale. Libera per flirt e/o relazione.

“Just like the alphabet, bitch, I come before U.”

 

Adrian Yang (PV Anthony Gastelier) – 17 anni, figlio di Hazel Lavesque e Frank Yang. Centurione della Quinta Coorte. Bisessuale. Libero per flirt e/o relazione.

“If life gives you lemons, squeez them into your enemies eyes.”

 

Gabriel “Gabe” Richards (PV Nick Bateman) – 18 anni, figlio di Ares. Capocabina. Fratello di spada di Jackson Morrow. Eterosessuale. Libero per flirt e/o relazione.

“Whatever doesn’t kill me had better start running.”

 

Jackson “Jax” Morrow (PV Andrea Denver) – 18 anni, figlio di Zeus. Capocabina. Fratello di spada di Gabriel Richards. Eterosessuale. Libero per flirt e/o relazione.

“I’m an angel, I swear. The horns are only there to hold up the halo.”

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 & Selezione OC ***


Capitolo 1 & Selezione OC

 

 

 

 

 

Campo Giove

 

 

 

 

 

Sospirò, passandosi una mano tra i capelli, non appena ebbe chiuso la comunicazione con il Campo Mezzosangue.

Se aveva sperato che si trattasse di una specie di influenza semidivina passeggera e non di una nuova crisi potenzialmente mondiale si era illusa. Anche tra i greci i figli di Ares erano stati portati d’urgenza in infermeria e non davano alcun cenno di aver recuperato i propri poteri.

Quanto a idee circa il motivo dietro a quell’improvvisa sparizione di poteri, Chirone non aveva nulla da dire. Insomma erano allo stesso punto in cui si trovavano prima di quel messaggio iride.

Un rumore di passi e un cospicuo vociare le annunciò che Nives doveva aver rintracciato tutti i Centurioni e qualsiasi altro membro del Senato, Augure compreso, e li aveva condotti nel Foro proprio come le aveva chiesto.

Rassettò la toga da Pretore e si apprestò a raggiungerli.

Percorse la distanza che la separava dal Foro a passo deciso, tenendo la testa alta e gli occhi scuri puntati risolutamente davanti a sé. Doveva dare l’impressione di sapere perfettamente cosa stesse facendo, c’era fin troppa gente a Nuova Roma in attesa di un suo passo falso.

 

 

 

 

 

Seduto sul suo scranno da Centurione, Robert Jackson sondò con le iridi grigio verdi i volti dei presenti prima di rivolgere un’occhiata alla sua collega di lavoro.

- Raeken? –

Nives si strinse nelle spalle, arricciando appena le labbra carnose rese lucide e invitanti da un sottile strato di lipgloss.

- Ti risulta che io sia la sua babysitter? Sarà con Zhang e Bannington. –

- Quindi sono in ritardo, sai che novità – constatò Marcus, inarcando un sopracciglio contrariato.

Sebbene quella misteriosa epidemia di figli di Marte l’avesse messo fuori gioco per un paio d’ore, il secondo Pretore del Campo Giove si era fatto trovare lì perfettamente in orario mentre Zhang e compagnia bella non si erano ancora degnati di mostrarsi né tantomeno di avvertire.

- Finchè Evelyn sarà così tollerante con loro non cambieranno; un Pretore dovrebbe essere super partes – constatò Robert, scambiando un’occhiata eloquente con il suo migliore amico.

- Non cominciare -, lo avvisò Nives immediatamente calatasi nel ruolo di fedele amica protettiva, - perché se ricominci con la campagna “perché Jackson sarebbe un Pretore migliore” giuro che ti prendo a calci con i miei costosissimi stivali. –

Le rivolse un sorrisetto da canaglia.

- Sarei quasi tentato di vedertici provare. –

Marcus tossicchiò, indicando loro il profilo di Evelyn che entrava nel Foro seguita a ruota dagli illustri assenti, mettendo a tacere la scaramuccia verbale dei due Centurioni.

 

 

 

 

 

Adrian sedette tra Brett e Anders, consapevole di avere gli occhi di tutti puntati addosso. Silvia e Lauren erano ancora in infermeria, in attesa che i figli di Apollo dessero loro il permesso di tornare alla Camerata della propria Coorte, e al momento solo lui e Marcus avevano recuperato abbastanza da essere giudicati idonei alla dimissione.

- Come stanno gli altri? – chiese Crystal, la Senatrice figlia di Giove, dando voce alla curiosità dell’intera assemblea.

- Si stanno riprendendo -, rispose, - chi più rapidamente e chi meno. Qualsiasi cosa sia comunque sembra che non causi problemi mortali. Al Campo Mezzosangue cosa dicono? –

Questa volta fu Evelyn a sentirsi osservata per la seconda volta in quella mattinata.

Per tutti gli Dei, fare il Pretore in quei frangenti diventava la cosa più stressante a cui riuscisse a pensare.

- Sono nella nostra stessa situazione. I figli e i discendenti più forti hanno già recuperato i sensi, ma continuano a essere sprovvisti di poteri. Chirone ha accordato il permesso a un incontro tra i due Campi. –

Marcus tossicchiò, ignorando l’occhiata spazientita della figlia di Bellona.

- E i nostri cosa dicono? Perché essendo uno dei due Pretori ci terrei a dare un mio parere e non mi risulta che nessuno mi abbia chiesto nulla. Dobbiamo forse cominciare a rivolgerci a te come Dictator? –

Il mormorio che seguì la sua insinuazione si fece rapidamente più alto, mentre i presenti si guardavano attorno chi mormorando il proprio assenso e chi protestando indignato.

Insomma, nulla di nuovo su quel fronte da quando Evelyn e Marcus erano stati nominati Pretori.

 

 

 

 

 

Brett si alzò dallo scranno con un movimento deciso, fronteggiando il figlio di Marte senza alcun timore, gli occhi verdi assottigliati in un’espressione a metà tra il battagliero e lo sprezzante.

Sebbene fosse un Pretoriano la sua nomina era stata caldeggiata da Evelyn e pertanto nei suoi confronti aveva sempre mostrato una certa predilezione, cosa che non poteva certo dirsi con Marcus.

Il figlio di Marte era borioso e arrogante oltre ogni dire e faceva il paio perfettamente con Robert Jackson, inoltre non nascondeva affatto il suo desiderio di sostituire Evelyn con l’amico.

E francamente Brett non riusciva a immaginare una coppia di Pretori peggiori ad amministrare Nuova Roma.

- Fossi in te penserei a delle scuse molto convincenti per quello che hai appena detto. –

Marcus arricciò il bel volto in un’espressione di scherno mista a sarcasmo.

- Mi stai minacciando? –

- No, te lo sto suggerendo – replicò serafico il figlio di Nettuno.

Anders e Robert furono in piedi un secondo prima che i due ragazzi venissero alle mani, trattenendoli con decisione e costringendoli a rimettersi seduti.

Continuarono a fissarsi in cagnesco finchè una figura sottile e aggraziata fece capolino nel Foro.

 

 

 

 

 

Thea lasciò vagare lo sguardo dai due figli di Nettuno al Pretore e al figlio di Percy Jackson e non potè fare a meno di sorridere.

- Ve l’ho già detto una volta, ragazzi, se dovete venire alle mani aspettate che io sia arrivata … detesto perdermi tutto il divertimento. –

Poi puntò dritta verso lo scranno riservato all’Augure del Campo e si rivolse ad Evelyn, il cui volto appariva teso come se avesse dovuto frenarsi più che poteva per contenere la rabbia.

La bionda figlia di Apollo si domandò distrattamente cosa avesse potuto rischiare di farle perdere il controllo, ma dallo spettacolo a cui aveva quasi assistito non era troppo difficile intuire qualcosa.

- Ho fatto come hai chiesto e ho interrogato gli Auguri. Se i nostri mr macho qui presenti hanno il testosterone sotto controllo posso dirvi cosa mi hanno rivelato. –

Il cenno d’assenso di Evelyn fu tutto quello che le occorreva, per cui riprese la parola: - La situazione appare confusa e alquanto nebulosa, ma sicuramente è accaduto qualcosa al divino Marte … perciò collaborare con i Graecus è l’unica soluzione possibile se vogliamo veramente risolvere questa storia. –

- Tutto qui? –

La voce di Anders era palesemente delusa, quasi si aspettasse chissà quale grande rivelazione.

- Già, per oggi i miei poteri d’Augure non concedono altro … se vuoi un bis ritorna domani. –

 

 

 

 

 

Lauren provò a mettersi in piedi non appena sentì la porta della loro Camerata aprirsi, ma ci rinunciò quando avvertì le gambe ancora deboli.

Cadere a terra non era certo tra le sue massime aspirazioni, specialmente adesso che cercava di mostrarsi più in salute di quanto non fosse realmente per non preoccupare troppo Silvia.

- Ci penso io, tu riposati – asserì la figlia di Frank e Hazel, avvicinandosi alla sagoma del fratello e a quelle possenti dei suoi due migliori amici.

- Allora? –

- Preparate le vostre cose, partiamo tra un’ora per il Campo Mezzosangue. Lauren ce la fa a venire con noi? –

Silvia fece per replicare che secondo lei non era affatto una buona idea, ma la voce dell’amica la precedette.

- Certo che ce la faccio, datemi solo il tempo di radunare le mie cose. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Qui sotto troverete gli OC selezionati per questa storia. Avrei voluto prenderli tutti perché erano veramente fantastici, ma mi sarei ritrovata con qualcosa come trenta personaggi tra le mani e già con 22 (compresi i miei) sarà una bella impresa gestirli tutti. A ogni modo, in questo capitolo ho introdotto solo i romani per permettervi di cominciare ad associare i nomi ai volti e per facilitarvi ulteriormente qui sotto vi metterò un piccolo schema (diviso per Campo d’appartenenza). Nel prossimo capitolo (che dovrebbe arrivare tra qualche giorno) presenterò i greci.

Come sempre chiedo a chi non è stato scelto di non aversene a male, ma non potevo davvero prenderli tutti.

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

 

 

Campo Mezzosangue

 

Manon “Nina” Wentz – 17 anni, figlia di Ade. Bisessuale.

 

Ruby di Angelo – Solace (nata Miller) – 15 anni, figlia di Hypnos. Eterosessuale.


 

Mirabelle Jozefien “Myra” Maes – 17 anni, figlia di Afrodite. Eterosessuale.


 

Alexíus Gael “Alex” Bryndísarson – 18 anni, figlio di Ade. Capocabina. Eterosessuale.

 

Alexander Ford – 17 anni, figlio di Ebe. Bisessuale.


 

Benedict Jackson – 18 anni, figlio di Annabeth Chase e Percy Jackson. Eterosessuale.


Spike Wellburg (PV Colin Ford) – 16 anni, figlio di Efesto. Capocabina. Omosessuale.

 

Jude Craig Sanders – 18 anni, figlio di Dioniso. Capocabina. Bisessuale.


 

Miime Styl Crowel – 16 anni, figlia di Ecate. Eterosessuale.


 

Samantha Valdez – 17 anni, figlia di Calipso e Leo Valdez. Eterosessuale.


 

 

 

Campo Giove

 

Crystal Wolff – 18 anni, figlia di Giove. Senatore. Asessuata (biromantica).


 

Marcus Mind – 18 anni, figlio di Marte. Pretore. Eterosessuale.


 

Lauren Abrams – 16 anni, figlia di Marte. Bisessuale.


 

Anders Bannington – 18 anni, figlio di Nettuno. Centurione della Quinta Coorte. Eterosessuale. 

 

Silvia Emily Zhang – 16 anni, figlia di Hazel Lavesque e Frank Zhang. Membro della Quinta Coorte. Eterosessuale.

 

Robert “Roy” Jackson – 18 anni, figlio di Annabeth Chase e Percy Jackson. Centurione della Prima Coorte. Eterosessuale.

 

Thea Lightsong – 17 anni, figlia di Apollo. Augure. Bisessuale.


 

Brett Raeken – 18 anni, figlio di Nettuno. Pretoriano. Eterosessuale.


 

 

 

Ade

Alexìus (Capocabina)

Manon

Afrodite

Mirabelle

 

Ares

Gabriel (Capocabina)

 

Dioniso

Jude (Capocabina)

 

Ebe

Alexander

 

Ecate

Miime

 

Efesto

Spike (Capocabina)

 

Efesto/Atlante

Samantha

 

Hypnos

Ruby

 

Poseidone/Atena

Benedict

Arianne

Zeus

Jackson (Capocabina)

 

 

 

 

Apollo

Thea (Augure)

 

Bellona

Evelyn (Pretore)

 

Giove

Crystal (Senatore)

 

Marte

Marcus (Pretore)

Lauren

Marte/Plutone

Adrian (Centurione V Coorte)

Silvia

Nettuno

Brett (Pretoriano)

Anders (Centurione V Coorte)

Nettuno/Minerva

Robert (Centurione I Coorte)

 

Venere

Nives (Centurione I Coorte)

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

 

 

 

 

 

Campo Mezzosangue

 

 

 

 

 

Non appena sua sorella ebbe messo piede all’interno della Cabina Tre, Benedict puntò le iridi grigio chiaro su di lei.

- Eri in infermeria? –

- Sì, volevo dare un’occhiata alle condizioni in cui si trovavano i figli di Ares. –

- Solo questo? –

Dove c’era Gabriel finiva inevitabilmente con l’esserci anche Jackson Morrow, specialmente se il suddetto figlio di Ares versava in situazioni che richiedevano un’assistenza medica.

In un primo momento parecchi lì al Campo, Ben compreso, avevano ironicamente scherzato su quel loro attaccamento morboso insinuando che potesse esserci molto più di un’amicizia ma quando era diventato evidente che tra Arianne e il figlio di Zeus stesse nascendo molto più di una semplice simpatia … beh, aveva dovuto rassegnarsi all’evidenza dei fatti.

Gabriel e Jackson erano solo migliori amici … e sua sorella aveva cominciato a uscire con quest’ultimo.

Benedict amava considerarsi una persona molto più ragionevole di suo fratello Robert, ma quando si trattava della loro sorellina sentiva di avere il dovere di assicurarsi che i maschi eterosessuali di entrambi i campi si tenessero a una distanza minima di cinque metri da lei. Ricordava chiaramente la volta in cui, in occasione del loro primo mese insieme, Arianne aveva organizzato una romantica uscita sulla spiaggia; per come l’avevano vista lui e Robert, che in quel momento si trovava al Campo Mezzosangue in visita, quella era stata l’anticamera di una catastrofe di proporzioni epocali.

Nessuno dei due aveva mai avuto relazioni durature con la maggior parte delle ragazze che avevano frequentato, ma sapevano fin troppo bene cosa un maschio adolescente potesse desiderare … e la spiaggia sembrava il luogo perfetto, appartata e riservata com’era in quel periodo dell’anno. Così si era lasciato convincere a spiarla e, insieme al fratello, a organizzare un’inondazione controllata della spiaggia mandando a rotoli i loro programmi romantici.

Inutile dire che la reazione di Arianne una volta tornata alla Cabina era stata a dir poco furibonda.

Represse un brivido al ricordo di come era apparsa sua sorella, simile a una Furia assetata di sangue e in cerca di vendetta.

Ora, dopo la sua frecciatina, aveva assunto un’espressione omicida che si avvicinava lontanamente a quella stessa di mesi prima.

- Ben, non iniziare. –

- Non sto iniziando proprio nulla, ero solo curioso se non ci fossero altri motivi circa la tua visita in infermeria. –

- Sono andata a informarmi sulla salute di un amico, questione chiusa. –

- E hai incontrato … -

Arianne gli puntò contro minacciosamente un indice dalle lunghe unghie smaltate di nero, scandendo lentamente: - Q – u – e – s – t – i – o – n – e – c – h – i – u – s – a. –

Così non gli restò che alzare le mani in segno di resa e lasciar perdere l’argomento Jackson Morrow.

- Va bene, allora preparati e andiamo alla riunione. –

 

 

 

 

 

Samantha fece capolino all’interno della Cabina Dieci, ignorando palesemente le occhiate che le rivolgevano i figli e le figlie d’Afrodite.

Sapeva benissimo che la mise che aveva per quell’occasione, una salopette di jeans sopra un semplice crop top bianco e consunte sneakers, non era ciò che a loro giudizio andava etichettato sotto “abbigliamento adeguato” ma in quel momento c’erano ben altre emergenze rispetto a quelle modaiole.

Individuò all’istante la chioma rossiccia e il fisico a clessidra dell’amica, seduta davanti allo specchio e intenta a sistemarsi il trucco attorno agli occhi.

- Myra? –

- Sono quasi pronta, Sammy – replicò vagamente, passando poi a un veloce strato di rossetto sulle labbra, - Ecco fatto, possiamo andare. –

La raggiunse, aggrottando appena la fronte quando si rese conto dello stato in cui si trovava, e storse il naso definitivamente quando notò la macchia di grasso sul ginocchio destro.

- Capisco lo stato d’emergenza, ma sono certa che Chirone non ti avrebbe linciata se ti fossi messa addosso qualcosa di pulito. –

- Stavo lavorando in officina. –

- Lo vedo -, sospirò rassegnata, - ma immagino sia inutile continuare a discutere con te, sei un caso perso, perciò tanto vale recarci alla riunione. –

 

 

 

 

 

- Per l’ennesima volta, riesco benissimo a camminare da solo, non ho bisogno di una maledetta scorta. –

- Sei paranoico. Non ti stiamo facendo da scorta, ma visto che andiamo tutti dalla stessa parte è ovvio che percorriamo questa strada – lo rimbeccò Jackson, notando con la coda dell’occhio che Jude sembrava sforzarsi di non scoppiare a ridere davanti alla sua replica salace.

Era ovvio che stessero facendo da scorta a Gabriel, dopotutto era svenuto solo due ore prima, ma il figlio d’Ares non avrebbe mai accettato l’idea che i suoi due migliori amici indossassero i panni degli infermieri e si prendessero cura di lui; era troppo indipendente e per permetterlo, perciò aggirare la sua affermazione era l’unica soluzione che era rimasta per fare ciò che volevano.

- Ti senti particolarmente furbo quest’oggi, Jax? –

- Sono sempre furbo, ma effettivamente credo che oggi potrei dare il meglio di me. –

- Oppure potrei finire con l’appendere sia te che Jude all’albero più alto del bosco di Didona. –

Questa volta fu il figlio di Dioniso a ribattere. – Sai, se non ci minacciassi di farlo un giorno sì e l’altro pure prenderemmo molto più sul serio le tue minacce. –

- Non è escluso che prima o poi lo faccia davvero. –

Il sogghigno da lupo di Gabriel avrebbe fatto fuggire a gambe levate praticamente chiunque all’interno del Campo, ma sfortunatamente aveva due fottuti masochisti come amici perciò non batterono ciglio davanti alla sua espressione.

Jude annuì come se avesse previsto quella replica. – Già, mandaci un messaggio iride quando hai intenzione di farlo. –

- Noi nel frattempo non tratterremo il fiato nell’attesa – concluse Jax.

 

 

 

 

 

 

Alexìus corrugò la fronte davanti all’affermazione appena pronunciata dalla ragazza che camminava al suo fianco.

- Sei assolutamente sicura di quello che dici? –

Manon annuì all’indirizzo del suo fratellastro semidivino.

- Certo, le mie fonti sono sempre molto accurate. –

- Che vale a dire che ha spiato Nico e Will con estrema cura per scoprire qualcosa riguardo quest’emergenza – chiarì Ruby.

La più piccola del gruppo non era una figlia di Ade, ma aveva finito con il passare moltissimo tempo in loro compagnia. Dopotutto quando venivi adottata dalla famiglia di Angelo – Solace finivi in un modo o nell’altro con l’ereditare i loro legami anche con tutti gli altri figli di Ade del Campo.

Anche perché, Ruby lo sapeva bene, il loro genitore divino non era mai stato particolarmente presente perciò tutti i ragazzi e le ragazze della Cabina Tredici avevano eletto Nico come “padre/fratello maggiore” perciò venendo adottata aveva automaticamente avuto non solo due papà ma anche un fratello e una sorella acquisiti.

Manon sventolò la mano a mezz’aria.

- Questo è un modo come un altro per vedere le cose. Diciamo solo che sono piuttosto attenta alle conversazioni altrui e loro non hanno fatto poi molto per essere discreti. –

Ruby e Alexìus si scambiarono un’occhiata eloquente prima di ridacchiare.

Certo, come diceva lei.

 

 

 

 

 

- Spike, se non ti dai una mossa arriveremo in ritardo e Chirone ci assegnerà il turno di pulizie della cucina per l’ennesima volta – gli fece notare Alexander, sospirando e roteando gli occhi al cielo davanti all’amico che continuava imperterrito ad aggirarsi tra le sue invenzioni all’interno della Cabina d’Efesto.

- Un’ultima avvitata qui e possiamo andare. E poi non preoccuparti per la punizione, male che vada creerò qualche automa che provveda al posto nostro. –

Il figlio d’Ebe rabbrividì ripensando a quegli affari inumani che di tanto in tanto si aggiravano attorno alla Cabina degli inventori del Campo.

- Lo sai che quei cosi non li sopporto. –

- Un giorno ci salveranno sul serio … Guarda Festus. –

- Certo, ma di Leo Valdez non ne nascono in ogni generazione … muoviti, inventore dei miei stivali. –

Spazzolandosi la polvere di dosso, Spike abbandonò la sua tenuta e uscì dalla Cabina coprendosi il volto per proteggersi dai raggi solari.

Restare chiuso lì dentro a lungo gli procurava sempre un bruciore fastidioso quando si trovava ad uscire all’aria aperta.

- Va bene, non sia mai che ti assumi nuovamente la colpa del ritardo, andiamo mr puntualità. –

 

 

 

 

 

Miime prese la parola non appena Chirone ebbe finito di illustrare il problema che stava divampando all’interno dei due Campi. Era una cosa strana sentirla sbilanciarsi in pubblico, visto che difficilmente si esponeva e preferiva di gran lunga starsene sulle sue, perciò l’attenzione dei suoi compagni fu inevitabile.

- Siamo sicuri che non ci sia un qualche incantesimo all’opera? –

- L’unica maga degna di questo nome è Medea, ma Piper l’ha rispedita nel Tartaro durante la guerra contro il Triumvirato – la rimbeccò una figlia d’Atena nell’angolo.

- Già, ma esistono comunque dei manufatti che possono contenere l’energia di un Dio … mi domando solo chi possa essere riuscito a intrappolare il divino Ares -, tamburellò sulle labbra meditabonda, - Dopotutto in quanto a forza è uno degli Olimpici maggiori. –

- È possibile -, convenne Chirone, - e proprio per questo io e il Senato di Nuova Roma siamo giunti alla conclusione che una stretta collaborazione sia l’unico modo per fronteggiare la situazione. I semidei romani arriveranno al Campo domani in giornata, confido che tutti voi li accogliate nel migliore dei modi possibili – concluse.

La figlia di Ecate vide che Manon dava di gomito al fratello e a Ruby con l’espressione da “ve l’avevo detto” prima che tutti i rappresentanti delle Cabine cominciassero a parlare alla velocità della luce.

Romani e greci nuovamente insieme … non prometteva nulla di buono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci anche con la seconda parte dell’introduzione ovvero quella riservata ai greci. Ovviamente non ho approfondito molto i vari pezzi poiché si tratta di un’introduzione e non volevo mettere troppa carne al fuoco svelandovi subito tutti i retroscena di ognuno … tuttavia mi sono dimenticata di aggiungere una domanda nella scheda a cui vorrei che rispondeste (preferibilmente per messaggio privato) ovvero:

- il vostro OC cosa ne pensa dell’idea di collaborare con i semidei dell’altro Campo?

Per ora è tutto.

Come sempre prima risponderete alla domanda e prima avrò modo di aggiornare poiché le informazioni mi occorrono per la stesura del nuovo capitolo.

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

 

 

 

 

Anders si guardò attorno non appena ebbero messo piede all’interno del Campo Mezzosangue. Era incredibilmente diverso da Nuova Roma, così rustico e incontaminato, l’aria che si respirava malgrado la crisi in vista era a dir poco rilassata. Rivolse un’occhiata all’indirizzo di Brett che stava studiando anch’esso i greci che si erano radunati nella Sala principale per dare loro il benvenuto.

Teneva la mano nervosamente nei pressi dell’elsa della daga d’oro imperiale e spostava lo sguardo dai greci a Evelyn, quasi si aspettasse di veder spuntare qualcuno pronto ad attentare alla vita del Pretore.

Gli diede di gomito con un sorriso ironico.

- Rilassati, non siamo ancora in guerra. –

- Per il momento -, replicò con espressione seria, - ma non mi fido dei Graecus e sono certo che molti di loro provino lo stesso per noi. –

Anders fece per replicare, ma davanti allo sguardo del fratellastro c’era poco da aggiungere. Brett prendeva molto sul serio il suo compito da Pretoriano e quando si metteva in testa una cosa finiva con il non cambiare idea finchè non era palese che avesse torto. Perciò lasciò cadere la discussione e si voltò verso Adrian, indicandogli con un cenno del capo i ragazzi greci.

- Quali sono i tuoi amici, i figli di Jackson e Valdez? –

Adrian si fece avanti, scrutando la folla fino a individuarli in prima linea.

- Il ragazzo e la ragazza sulla destra sono Benedict e Arianne Jackson, quella vicino ad Arianne invece è Samantha Valdez. –

Gli occhi chiari di Anders seguirono il profilo di quest’ultima, soffermandosi sulla chioma castano chiara illuminata da ciocche biondo scuro e sui tratti delicati ed esotici. Appariva poco a suo agio in mezzo a tutto quel caos e quell’attenzione, ma fissava dritto davanti a sé con determinazione.

La vide incontrare il suo sguardo corrugando la fronte, perplessa, e non potè fare a meno di sorridere e ammiccare leggermente al suo indirizzo.

Samantha roteò gli occhi al cielo e parve sbuffare, distogliendo lo sguardo e puntandolo su Chirone e sui loro Pretori che parlavano fittamente.

La risatina divertita di Adrian lo spinse a voltarsi verso l’amico. – Sammy è una tipa particolare, se vuoi attirare positivamente la sua attenzione dovrai fare molto più di così. –

- Non incoraggiarlo Rian -, intervenne Brett, - perché poi toccherà a me sistemare i vostri disastri. –

- Sì, papà. –

 

 

 

 

 

Gabriel e Jude avevano cominciato a sogghignare come due maledetti Stregatti fin dal momento in cui Robert “sono un odioso arrogante con manie di protagonismo” Jackson aveva messo piede al Campo Mezzosangue. E adesso che il gemello di Benedict stava puntando dritto verso di lui non c’era ombra di dubbio sul fatto che stessero faticando seriamente per mantenere la serietà. Dopotutto gli scontri tra lui e i gemelli Jackson erano diventati leggendari al Campo Mezzosangue da quando lui e Arianne avevano cominciato a frequentarsi.

Sapendo fin troppo bene dove sarebbe andato a parare Robert, decise di precederlo.

Si dipinse sul bel volto un sorrisetto indolente e ironico che sapeva avrebbe inacidito entrambi i fratelli e decretò a voce abbastanza alta da essere sentito da chi si trovava nelle vicinanze.

- Dammi tregua, Jackson, tanto non ho comunque intenzione di passare il mio tempo con te … perciò smettila di ronzarmi attorno. Non sei il mio tipo, fattene una ragione. –

- Volevo solo essere certo che le cose siano come le ho lasciate un mese fa – replicò, guardandolo dall’alto in basso con ben poca simpatia.

- Fantastico, lo aggiungerò nella mia personale lista alla voce “cose di cui non me ne può fregare un cazzo”. –

Il ragazzo s’irrigidì, quasi fosse pronto a scattare in avanti, ma la mano che calò sulla sua spalla e strinse piano gli impedì di passare all’azione.

- Roy … -

L’ammonimento implicito di Benedict rimase inascoltato.

Come sempre del resto, quando mai suo fratello o sua sorella gli davano retta su qualcosa?

- Ascolta bene, Morrow, giuro che se … -

La voce di Arianne li interruppe.

La ragazza li raggiunse ad ampie falcate, evidentemente resasi conto di quello che stava per accadere, sistemandosi tra il suo ex ragazzo e i suoi fratelli. Aveva le mani sui fianchi e un’espressione battagliera nello sguardo che non ammetteva repliche.

- Ancora con questa storia? Io e Jax non stiamo più insieme, perché per voi due è tanto difficile capire che non dovete più fare gli iperprotettivi? Per gli Dei, siamo amici. –

- Immagino sia troppo testosterone che gli manda in crisi i pochi neuroni rimasti. –

- Jax, per favore. –

Le rivolse un sorriso di scuse. – Colpa mia, perdonami, ma prendere in giro Roy è troppo facile. –

Le labbra di Arianne tremarono appena nello sforzo di reprimere il sorriso divertito che quell’esternazione aveva suscitato. Poi tornò a rivolgersi ai fratelli.

- Potete promettermi che non assisterò più a scene del genere? Abbiamo cose molto più urgenti di cui preoccuparci che non queste sciocchezze. –

Ben annuì. – Promesso. –

Poi visto che Roy non rispondeva, gli diede una gomitata.

Alzò gli occhi al cielo e annuì, visibilmente scontento, - Va bene, lo prometto anche io. –

Sorridendo soddisfatta, prese sottobraccio ciascuno dei fratelli e li dirottò dall’altro lato della Sala.

Rimasti ormai soli, Jude asserì con tono palesemente ironico. – Beh, non è andata poi così male. –

- Già -, gli diede man forte Gabriel, - siete stati incredibilmente maturi e civili. –

Poi i due si scambiarono un’occhiata e scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia per le troppe risa, sotto lo sguardo di un Jackson per metà esasperato e per metà tremendamente divertito.

 

 

 

 

 

Samantha fu la prima a scorgere la ragazza di Nuova Roma che si dirigeva verso di loro. Aveva lunghe onde castano chiaro che sembravano essere tremendamente morbide persino da dove si trovava lei, occhi di un azzurro limpidissimo e un taglio leggermente a mandorla che le conferiva uno sguardo da gatta, shorts di jeans vertiginosi e la maglietta del Campo Giove annodata poco sopra l’ombelico.

- Ho come l’impressione che quella sia una delle tue sorelle romane – annunciò a Mirabelle.

Quando non ottenne risposta si voltò verso la sua migliore amica e inarcò un sopracciglio, sorpresa da quell’indifferenza totale che così poco le si addiceva.

La trovò intenta a fissare un punto a una decina di metri da loro, lì Silvia Zhang e Lauren Abrams, stavano chiacchierando con Jude e Gabriel.

- Quella è la figlia più giovane dei Frazel … ma l’altra chi è? –

Rinunciare al tentativo di convincere Myra a smetterla di dare nomi di quel genere alle coppie che si formavano era una di quelle cose con cui Samantha era venuta a patti molti anni prima.

Dopotutto se quello era il massimo della sua “Afroditosità” allora poteva sopportarlo.

- Lauren, la ragazza che Piper e mio padre hanno portato al Campo Giove qualche anno fa. –

- Ah, quindi una figlia di Marte. –

Non era una domanda, ma lei annuì comunque e l’espressione sul volto di Myra parve rasserenarsi decisamente.

- Meraviglioso. Di quale ipotetica sorella romana stavi parlando? –

Personalmente non ci vedeva nulla di fantastico, ma aveva come l’impressione che l’amica avesse un motivo molto più valido del suo per giudicare la cosa tale. Nella speranza ovviamente che le cose non finissero con il prendere una piega strana o imbarazzante.

- Credo che stesse parlando di me -, asserì una voce dall’intonazione pigra ma al contempo suadente, - Nives Green. –

Mirabelle accettò la mano che le tendeva, stringendola con un sorriso.

- Ci hanno detto di sistemarci nelle Cabine delle corrispondenze greche dei nostri genitori divini -, spiegò, - perciò immagino che dovrai mostrarmi dove si trova la Cabina di Afrodite … e ti prego, dimmi che non sei il tipo che passa ore davanti allo specchio da toletta o con giornaletti scandalistici in mano. –

- Faccio mea culpa sul trucco -, ammise con un vago sorriso, - ma oltre a quello ho anche altri interessi. –

- È la mia migliore amica -, aggiunse Sammy in suo soccorso, - non sarebbe tale se fosse una bambolina fissata con cose futili. –

Nives la soppesò per un secondo prima di annuire visibilmente soddisfatta.

- Fantastico, qualcosa mi dice che la permanenza nella Cabina d’Afrodite è improvvisamente migliorata … andremo d’accordo, ne sono certa. –

 

 

 

 

 

Manon assorbì come una spugna tutte le informazioni che stava recependo quella mattina dai nuovi arrivati. Sembrava che quello fosse finalmente pane per i suoi denti. La faida in corso tra i fratelli Jackson e Morrow era risaputa, ma per i romani era una novità per cui aggiornò in fretta Crystal e Thea, ma non sapeva assolutamente nulla dei problemi che c’erano tra Robert e il Pretore.

- Quindi vivete una specie di guerra civile – considerò Alexìus.

Crystal annuì.

- Immagino che si possa definire una cosa del genere, sembra quasi di essere tornati agli anni di Ottaviano. –

Thea emise uno sbuffo al sentir menzionare uno dei suoi predecessori.

- Per una volta tanto vorrei far presente che non è l’Augure a dare problemi, ma i due Pretori. Anzi a voler essere precisa un Pretore e un Centurione. –

La figlia di Giove annuì alle parole dell’amica. – Ha ragione, questa storia l’hanno iniziata Marcus e Robert. Il che è ridicolo se pensate che Evelyn è Pretore da più tempo di Marcus. –

- Quindi immagino che abbiano pareri discordanti anche per quanto riguarda questa missione nello specifico. –

Le due ragazze si scambiarono un’occhiata significativa, poi fu Crystal a prendere la parola in quanto più diplomatica. – Potremmo dire che Marcus voleva essere molto sicuro del fatto che dovessimo proprio avere a che fare con i greci … senza offesa, ma non ha una grande opinione di voi – ammise.

Manon accennò all’espressione cupa del figlio di Marte mentre continuava a parlare con Chirone.

- Lo vedo, non mi sembra esattamente mr simpatia. –

- Diciamo pure che è mr boria – convenne Thea.

I due figli di Ade alzarono gli occhi al cielo contemporaneamente.

Proprio quello di cui avevano bisogno durante una crisi del genere, ostilità repressa senza motivo.

 

 

 

 

 

Spike sgranò gli occhi quando Lauren ebbe finito di raccontare la sua storia, emettendo un fischio sommesso. – Porca puttana, quindi tu di fatto avresti gli anni della mia bisnonna? –

Alexander si battè una mano sulla fronte davanti al commento del tutto inadeguato del suo migliore amico.

Lauren si era confidata, raccontando loro di come Piper l’avesse salvata dal sonno incantato in cui era precipitata quando anni prima era entrata nella caverna di Endimione, e tutto quello che passava per la sua testa era un commento del genere.

- Scusalo, spesso apre bocca senza connettere prima il cervello, non voleva essere offensivo. –

Il figlio d’Efesto sgranò gli occhi, incredulo.

- Ma certo che non volevo esserlo, era solo una semplice constatazione. È che ha le sembianze di una di sedicenne e invece ha … quanti anni? –

Il figlio di Ebe scosse il capo incredulo.

Non c’era nulla da fare, Spike continuava a parlare senza rendersi conto che quello che diceva in buona fede poteva essere interpretato male. Nessuna sorpresa che si trovasse molto più in sintonia con gli automi che con le persone in carne e ossa, almeno lì non c’era la possibilità di ferire inavvertitamente qualcuno.

Silvia ridacchiò e Lauren sorrise di rimando.

- Nessun problema, è normale che sia curioso, anche a Nuova Roma mi hanno riempita di domande. –

- Io per prima –, ammise la figlia di Frank e Hazel, - anche se in modo molto più discreto. –

- A ogni modo non mi offendo tanto facilmente … e avrei centoquindici anni. –

- Centoquindici? Oh per gli Dei, ma questa è una figata. –

Personalmente Alexander non aveva idea se fosse o meno una “figata”, ma aveva imparato per esperienza che certe volte Spike andava semplicemente assecondato.

E la stessa cosa dovevano aver capito Silvia e Lauren perché entrambe annuirono con un sorriso cortese senza aggiungere altro.

 

 

 

 

 

Evelyn roteò gli occhi e s’impose per la decima volta nell’arco dell’ultima mezz’ora di non prendere a pugni Marcus e quella sua irritante espressione di supponenza che non aveva smesso di sfoggiare neppure per un secondo da quando avevano messo piede al Campo Mezzosangue. Tuttavia ora che avevano finito di parlare con Chirone e che il centauro li aveva lasciati da soli l’impulso diventava sempre più difficile da sconfiggere.

- Puoi almeno fare finta di non essere totalmente disgustato dall’idea di trovarti qui? –

- Potrei fingere, ma non mi importa cosa pensa questa gente di me. –

- Bene, ma a me importa la buona riuscita della missione … vuoi forse continuare a vivere come un normale essere umano per il resto della tua vita? Il Senato potrebbe decidere di nominare un nuovo Pretore … magari Crystal. –

Marcus storse il naso.

- A lei non interessa quel ruolo, le basta essere una senatrice. –

- Certo, ma accetterebbe se fosse costretta. E chi prenderebbe sul serio un figlio di Marte che non può combattere? –

A questo non seppe come obiettare.

Sapeva che Evelyn lo stava manipolando assestandogli sottili frecciatine che contenevano spiragli di verità solo per convincerlo a starsene buono e non creare problemi, ma quello che diceva era vero.

Se non risolvevano quella storia lui avrebbe perso tutto ciò per cui aveva faticosamente lottato.

- È incredibile come una cosetta attraente come te sappia essere così fastidiosamente manipolatrice. –

- Tutti i regimi politici offrono molte possibilità a coloro che posseggono il talento di manipolare parole e idee. Sale al potere non più il capo militare, forte del suo coraggio o della sua fortuna, ma l'oratore, colui che ha saputo convincere le folle, gli elettori e i congressi, il dottrinario che ha elaborato un sistema di pensiero.

- In altre parole stai dicendo che tu sei quella intelligente e io sono solo il braccio armato? –

Gli rivolse un sorriso indecifrabile.

- Non sono parole mie, ma solo un estratto da “L’oppio degli intellettuali” di Raymond Aron … però puoi interpretarle come vuoi. –

Poi gli voltò le spalle e si diresse verso Brett e Anders, lasciandolo solo a rimuginare su quella breve e ambigua conversazione.

 

 

 

 

 

Ruby aveva sufficiente esperienza in materia di sogni e incubi da saper distinguere alla perfezione la sensazione che provocavano gli uni e gli altri. E in quel momento all’interno del Campo Mezzosangue, da qualche parte nella Cabina di Ecate, c’era qualcuno che dormiva di un sonno agitato.

Per questo sgattaiolò fuori dalla sua Cabina e s’intrufolò in quella accanto, sondando i pochi letti occupati finchè non individuò quello che cercava.

Miime si rigirava da un lato e dall’altro in preda al nervoso, forse addirittura impaurita, bofonchiando qualcosa a mezza bocca che non le era minimamente chiaro.

Attese pazientemente che aprisse gli occhi, mettendosi a sedere di scatto, il fiato corto e l’espressione preoccupata nelle iridi chiare.

- Ruby? Che cosa ci fai qui? –

- Ho sentito che c’era qualcosa che non andava nei sogni di uno dei figli di Ecate, perciò sono venuta a controllare. Cosa hai visto? –

- Le Graie … avevano un filo della vita tra le mani, uno di quelli dorati che simboleggia l’immortalità, ma il filo diventava sempre più rapidamente grigio come quello di tutti i mortali. Lo guardavano in attesa che ogni centimetro diventasse di quel colore … e non mancava molto. –

C’era solo un filo divino che poteva essere prossimo a quella sorte e che spiegava tutto.

Ares stava perdendo la sua immortalità un centimetro alla volta e nessuno sapeva con sicurezza cosa accadeva a un semidio quando il suo genitore divino moriva.

- È stata tua madre a mostrarti questa visione? –

Annuì.

- Gli Olimpici sono in pieno allarme, hanno paura di essere i prossimi, perciò non attenderemo molto prima che una qualche profezia venga pronunciata dall’Oracolo. Sembra che siamo prossimi a una nuova grande impresa. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Chiedo scusa per l’attesa dell’aggiornamento, ma sono in piena sessione autunnale quindi in questi giorni sarò poco presente sul sito. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e cercherò di aggiornare entro la fine della prossima settimana visto che mancano un paio di capitoli all’azione vera e propria.

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

 

 

 

 

Chirone osservò le due ragazze davanti a lui con espressione seria mentre rifletteva sulle implicazioni di quello che erano venute a riferirgli. Miime e Ruby lo osservavano a loro volta, religiosamente in silenzio, mentre l’una si tormentava nervosamente le mani e l’altra trascinava la suola delle scarpe contro il pavimento.

- L’avete detto a qualcun altro? –

Ruby scosse il capo. – No, a nessuno, siamo venute qui non appena Miime si è svegliata. –

- Bene, allora continuate a tenerlo per voi finchè non sarò io stesso a comunicarlo agli altri semidei … o l’Oracolo non pronuncerà una delle sue profezie. –

Non era ancora il caso di far precipitare tutto il mondo semidivino nel più completo dei caos.

- Va bene, Chirone, faremo come ci hai detto – asserì Miime, mentre Ruby sembrava sul punto di aprire bocca, - Entrambe obbediremo. –

- Potete andare, immagino che qualche altra ora di sonno faccia bene a tutti e tre. –

Si congedarono e non appena ebbero messo piede fuori dallo studio del centauro la figlia di Hypnos sbottò.

- Perché gli hai detto che avremmo tenuto la bocca chiusa? –

- Chirone sa quello che fa -, replicò ambigua, - e quando verrà il momento di un’impresa tutti noi lo sapremo in modo altrettanto chiaro. –

- Ma … -

- Niente ma, Ruby, manteniamo il silenzio e basta. E ora seguiamo il suo suggerimento e torniamo nelle nostre Cabine, i sogni profetici lasciano molto spossati e ho bisogno di dormire un po’. –

 

 

 

 

 

Jude rivolse un’occhiata sorpresa all’indirizzo di Benedict. Non erano esattamente amici, ma gli piaceva considerare il figlio di Percy Jackson come una persona ragionevole perciò non riusciva proprio a capire come gli fosse balenata per la mente un’idea come quella in pieno stato d’emergenza.

- Una caccia alla bandiera coinvolgendo anche i romani? –

- Già, la facciamo sempre al ritorno dalle vacanze quindi non vedo perché annullarla solo perché abbiamo ospiti. –

- Mi sembra un’idea ... –

- Ottima – concluse Gabriel, le iridi castane che luccicavano eccitate, - veramente ottima. –

Non era decisamente quello che il figlio di Dioniso aveva in mente, ma davanti all’entusiasmo di Ben e dei suoi amici non sapeva come obiettare senza rischiare di passare per il guastafeste di turno.

- Spero solo che questa non sia una scusa per saltarsi alla gola a vicenda. –

- Beh, se non lo facessimo il divertimento sarebbe praticamente nullo – lo rimbeccò Jax sorridendo sghembo.

Così non gli rimase che alzare gli occhi al cielo e allargare le braccia.

- Va bene, mi avete convinto, appoggerò questa vostra folle idea. –

- Bisognerà organizzare una terza squadra visto che siamo troppi per farne solo due -, osservò Gabriel, - la blu hai intenzione di guidarla tu come al solito? –

Ben annuì. – Già, Jax tu prendi la rossa? –

- Puoi scommetterci. –

 

 

 

 

 

Evelyn ascoltò la proposta dei ragazzi greci mentre un sorriso si dipingeva sempre più rapidamente sulle sue labbra carnose tinte di rosso vermiglio. Volse le iridi scure a incrociare quelle di Marcus, che sembrava a sua volta favorevole alla cosa. Del resto il suo collega era fortemente competitivo e aveva una voglia pazzesca di dimostrare che i romani erano migliori dei greci, per cui convincerlo era facile come rubare le caramelle a un bambino.

- Anche per noi va bene, ma c’è una condizione. –

Vide con la coda dell’occhio che Marcus aveva steso le labbra in un sorrisetto divertito. Probabilmente era lieto di non essere il solo a essere sottoposto ai suoi giochetti mentali.

- Che tipo di condizione? – sondò cautamente Ben.

- Le tre squadre saranno composte sia da romani che da greci, niente strane guerre improvvisate. –

 - Così lo spirito di collaborazione tra i due Campi ne beneficerà e i ragazzi impareranno a lavorare fianco a fianco. –

- Precisamente -, sorrise compiaciuta dal fatto che Benedict avesse afferrato il punto del suo discorso, - devo dire che sei molto più sveglio di Roy … fammi indovinare, i geni buoni dalla parte Chase li avete presi tutti tu e tua sorella. –

Il moro ridacchiò.

- Non sei esattamente una fan di mio fratello, eh? –

- Diciamo pure che ci detestiamo cordialmente. –

- Lo adoro, ma non posso dire di biasimarti – ammise.

Dopotutto Robert sapeva rendersi abbastanza insopportabile quando ci si metteva d’impegno.

 

 

 

 

 

Mirabelle accolse la notizia della partita di Caccia alla Bandiera con un sorriso soddisfatto e potè constatare che anche sua sorella Nives appariva compiaciuta e al contempo particolarmente agguerrita.

- Fa quasi strano vedere delle figlie della dea della bellezza e dell’amore gioire all’idea di menare le mani -, considerò Samantha, - ma devo dire che apprezzo molto più il vostro carattere di quello del resto del gruppo. –

- Questo perché noi due siamo assolutamente fantastiche -, decretò Nives ravviando una ciocca castana, - perciò è del tutto naturale il fatto che primeggiamo tra i nostri mezzi consanguinei. –

- Già e anche tremendamente modeste. –

- La modestia non fa esattamente per me. –

- Chissà perché ma non avevo dubbi in proposito – scherzò la ragazza.

Tutte e tre ridacchiarono piano, prendendosi sottobraccio e dirigendosi verso il centro delle lizze dove stavano cominciando ad allestire l’organizzazione delle varie squadre.

- Preferenze particolari? –

Samantha scrollò le spalle. – Non direi, l’importante è non trovarmi circondata da tizi che ci provano spudoratamente … ma forse Mira ha idee diverse in proposito. –

Il volto di Nives si illuminò per la curiosità e si voltò verso la sorellastra con fare inquisitorio.

- Devi assolutamente dirmi di chi si tratta, sarebbe imbarazzante se ci provassimo con lo stesso ragazzo. –

Già, non poteva essere più vero di così specialmente per il fatto che sembrava che molti dei figli di Afrodite, o Venere che fosse, finivano con l’interessarsi quasi di riflesso ai figli di Ares, o Marte, proprio come i rispettivi genitori divini.

- Gabriel Richards, il Capocabina dei figli di Ares – ammise, le gote che assumevano una sfumatura particolarmente delicata e graziosa di rosa.

Nives l’osservò per qualche secondo, soffermandosi sul fisico muscoloso e sui tratti del viso virile e affascinante, prima di annuire con approvazione.

- A quanto pare il buon gusto in fatto di ragazzi è genetico. –

 

 

 

 

 

Thea osservò Crystal ed Evelyn con espressione decisamente sorpresa.

- Volete che sia io a fare il Capitano? –

- Già, sei l’Augure del Campo, la neutralità per definizione … almeno eviterò di strozzare Robert e le sue pretese da despota – confermò il Pretore.

- Perché non Crys? –

La figlia di Giove scosse il capo, incrociando le braccia sotto al seno con risolutezza. – Non ci penso proprio, mediare tra greci e romani sarà un incubo. –

- Quindi avete affibbiato il compito a me, troppo gentili. –

- Vedila così -, insistè la mora, - avrai l’occasione di urlare contro tutti i tuoi sottoposti e costringerli a marce forzate. –

Un sorriso balenò sul volto dell’Augure.

Quella sì che era una prospettiva molto divertente, specialmente se si fosse ritrovata in squadra con qualcuno di assolutamente insopportabile.

- D’accordo -, cedette, - raggiungo i due Capitani delle altre squadre e diamo il via alla selezione. –

S’incamminò a passi decisi e si fermò di fronte a Benedict e Jackson, che stavano assicurando alle rispettive braccia delle insegne colorate.

Il figlio di Zeus l’accolse con un sorriso tiepido e le porse una fascetta nera.

- Per identificare le varie squadre. –

L’accettò, armeggiando qualche istante prima di riuscire a fissarla con precisione, poi tolse l’elastico che teneva al polso sinistro e l’usò per legarsi le lunghe ciocche color miele.

- Va bene, chi comincia con il sorteggio? –

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata.

- Prima le signore. –

In condizioni normali avrebbe affibbiato loro una risposta pungente, magari suggerendo che le signorine erano loro due e che pertanto avrebbero dovuto essere loro a precederla, ma sapeva riconoscere un vantaggio e accaparrarsi dei validi contendenti era troppo importante per la vittoria per sfoggiare la sua indole indipendente e femminista.

- Benissimo, allora scelgo Brett. –

Chi meglio di un Pretoriano per affrontare un gruppo di greci?

- Io prendo Gabriel – asserì Jackson.

- E io Robert – concluse Ben, mettendo fine alla prima selezione.

 

 

 

 

 

Spike vide l’Augure farsi nuovamente avanti per aggiudicarsi il secondo contendente e lanciò un’occhiata all’indirizzo di Alexander. Di solito finivano nella stessa squadra visto che ormai al Campo Mezzosangue tutti conoscevano i rispettivi modi di combattere e sapevano fin troppo bene quali erano le accoppiate che funzionavano meglio, ma in quella particolare circostanza non sapeva dire chi sarebbe stato scelto.

- Prendo Nives. –

Le repliche di Jackson e Benedict giunsero in modo quasi scontato.

- Jude. –

- Samantha. –

- Adrian. –

- Evelyn. –

- Anders. –

Le ultime scelte dei suoi compagni di Campo erano dettate dall’istinto, non sapendo bene come combattessero, ma erano perfettamente logiche dopotutto non si diventava Pretori se non si aveva una certa attitudine al comando né tantomeno era facile vedere un figlio di Nettuno inabile al combattimento.

Le cose si stavano facendo sempre più competitive c’era poco da dire.

- Il figlio di Efesto … Spike, giusto? – chiese Thea.

Annuì, raggiungendola e lanciando un’occhiata ad Alexander.

Forse un piccolo suggerimento gli avrebbe permesso di portarlo lì con loro.

 

 

 

 

 

Arianne raggiunse il gruppo di Jax non appena venne chiamata. Del resto loro lavoravano bene in squadra e avevano un’ottima intesa per cui era stata certa fin dal principio che avrebbe finito con il reclamarla per sé.

Suo fratello rispose chiamando Crystal e poi Thea rilanciò con Marcus.

- A chi punti come altro membro? –

Jackson osservò i semidei rimasti con fare pensieroso, evidentemente impegnato a fare il punto della situazione e delle rispettive capacità. Voleva bilanciare la squadra e impedire agli altri due Capitani di fare lo stesso perciò ogni scelta aveva il suo motivo.

- Mirabelle – decretò alla fine.

La figlia di Afrodite si avvicinò loro con aria visibilmente compiaciuta e si sistemò tra lei e Gabriel.

Arianne inarcò un sopracciglio con fare complice e l’amica rispose con un accenno di risata prontamente soffocata da un colpo di tosse.

La sua cotta per Gabriel non era certo un mistero per coloro che la conoscevano bene e sapevano vedere oltre il suo apparire.

Lauren raggiunse la squadra blu e Alexander quella nera; venne poi il turno di Manon di unirsi a loro, seguita da Ruby tra i membri della squadra di Benedict e da Alexìus in quella nera.

Restavano solo Silvia e Miime.

- Prendi Silvia, è abbastanza minuta e agile da correre con la bandiera se necessario. –

Jackson soppesò il suo suggerimento per una manciata di secondi prima di annuire.

- D’accordo, Silvia unisciti a noi. –

 

 

 

 

 

Robert osservò le squadre avversarie radunarsi e parlare fittamente mentre recuperavano le armi prescelte e si aiutavano a vicenda a indossare elmi e armature.

Rivolse un’occhiata al gemello.

- Sei pronto a fargli mangiare un bel po’ di polvere? –

- Decisamente, tocca a noi vincere. –

Poi il fischio di Chirone, improvvisatosi arbitro e giudice in quell’occasione, annunciò loro che era giunto il momento di iniziare la partita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:
 

Salve!

Era un po’ che non aggiornavo, ma come ho già detto in altre storie settembre è stato un mese movimentato per cui eccomi qui alle prese con un ottobre molto più calmo (almeno fino ad adesso). Nel prossimo capitolo vedrete la partita a Caccia alla Bandiera perciò per determinare i vincitori vi chiederei di votare per una delle tre squadre (tramite mp) e ovviamente non potete votare per la squadra di cui fa parte il vostro OC. Qui sotto vi lascio la lista della divisione in squadre visto che nel capitolo potrebbe essere stata un po' dispersiva.

Aggiungo inoltre, per chi seguisse anche il fandom di Harry Potter, che ho pubblicato una nuova interattiva e che se la cosa può interessarvi vi lascio qui il link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3797913&i=1

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

Squadra Blu

Benedict (Capitano)

Robert

Samantha 

Crystal

Anders

Ruby

Miime

Lauren

Squadra Rossa

Jackson (Capitano)

Gabriel

Jude

Evelyn

Arianne 

Manon

Mirabelle

Silvia

Squadra Nera

Thea (Capitano)

Nives

Spike

Alexander

Alexìus

Brett

Marcus

Adrian

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

 

 

 

 

Un piccolo avviso prima di lasciarvi alla lettura. In questo capitolo non vedrete Ruby e temo che non la vedrete più per tutto il resto della storia dal momento che la sua autrice non si è più fatta sentire. Vorrei pertanto chiedervi di non sparire nel nulla, perché se da un lato è vero che gli OC sono molti dall’altro mi spiacerebbe eliminarli e dover ribaltare parti cruciali della storia (come per l’appunto nel caso di Ruby che nella mia testa aveva un ruolo abbastanza importante). Faccio questo discorso perché ci sono altri tre autori a rischio esclusione (non faccio i nomi perché i diretti interessati capiranno da loro a chi mi sto riferendo) e non vorrei essere costretta a ritrovarmi ad arrampicarmi sugli specchi per cercare di giustificare cambi massicci nella trama. Detto ciò non vi annoio ulteriormente e vi lascio al capitolo. A presto.

 

 

 

 

 

Silvia si tormentò le mani mentre osservava la sua squadra radunarsi rapidamente attorno al loro capitano. Incrociò lo sguardo di Lauren, nella squadra blu, e poi quello di suo fratello, in quella nera, ed entrambi le rivolsero un sorriso rassicurante. A parte Evelyn e Arianne non conosceva nessun altro nella squadra e con la sua indole tendenzialmente timida e riservata stringere amicizie o attaccare bottone non le risultava affatto semplice.

Si unì al gruppo, rimanendo in disparte finchè non fu proprio Arianne a raggiungerla e prenderla sottobraccio per condurla verso l’epicentro.

Era una delle semidee più giovani lì al Campo e ascoltare i ragazzi più grandi, tutti con molta più esperienza di lei in materia dato che non aveva mai partecipato prima a una Caccia alla bandiera, la metteva in soggezione.

- Silvia è agile e scattante -, esordì Arianne con un tono orgoglioso, - ci sarà utile nel nascondere la bandiera ed essere certa di seminare eventuali spie rivali. –

- Ed è abbastanza minuta -, aggiunse Manon pensierosa, - perciò immagino che sia in grado di infilarsi negli anfratti più nascosti. –

Resasi conto che tutti la stavano osservando con curiosità, probabilmente aspettando una sua replica, annuì rigidamente: - Sì, credo di potermela cavare senza problemi. –

Jackson la osservò in silenzio per una manciata di secondi prima di decretare: - Allora è deciso, Silvia si occuperà di nascondere la bandiera. Jude e Mirabelle andranno con lei per proteggere la bandiera, Manon si occuperà di usare i suoi poteri per individuare la posizione delle altre squadre e delle loro bandiere, io e gli altri tre andiamo in prima linea – concluse, accennando con il capo a Gabriel, Arianne ed Evelyn.

- Fammi indovinare -, intervenne Gabriel sorridendo divertito, - il nostro primo bersaglio è la squadra blu. –

- Ovviamente. –

 

 

 

 

 

Alexìus rivolse un’occhiata ad Adrian, che teneva gli occhi chiusi e appariva tremendamente concentrato. Quando ci rinunciò e aprì gli occhi, puntando le iridi scure nelle sue, il figlio di Ade lo interpellò.

- L’hai sentito anche tu? –

- Già. Manon è brava a schermare i suoi poteri, non riesco a percepire dove si trova. –

Thea assimilò l’informazione e trascinò il piede contro il terreno per cancellare lo schema che avevano rappresentato per gestire la suddivisione delle loro mansioni durante quella partita.

- Bene, voi potete fare lo stesso no? –

- Certo, ma se dobbiamo tenere su lo scudo non possiamo concentrarci troppo sulla battaglia – confermò Alexìus.

- Non sarà un problema. Nives andrà a nascondere la bandiera, ma Alexander e Spike resteranno qui a proteggervi. –

La figlia di Venere corrugò la fronte, poco soddisfatta dall’idea di non essere in prima linea al fianco dell’amica.

- Quindi vuoi andare solo con Marcus e Brett? –

- Solo? -, le fece eco il Pretore con sdegno, - direi che noi tre siamo più che abbastanza per affrontare i membri delle altre squadre. –

Sventolò una mano a mezz’aria, liquidando le sue proteste con aria annoiata.

- Sì, certo, come ti pare -, poi battè sulle spalle dei due ragazzi accanto a lei, - Coraggio voi due, mettetevi a lavoro. –

 

 

 

 

 

Lauren osservò Crystal afferrare la bandiera blu e spiccare il volo, sparendo alla loro vista e puntando dritta verso nord. Al suo fianco rimasero Miime e Samantha mentre il resto del gruppo marciò compatto verso il fiume, lì dove erano certi che avrebbero finito con l’incontrare almeno una delle altre squadre.

La figlia di Ecate stava tessendo una fitta rete di foschia mano a mano che Samantha realizzava trappole elaborate e le posizionava nei più impensabili dei punti. Sembrava che avessero fatto quell’identico procedimento decine di volte e forse era proprio così.

- Di solito chi vince queste sfide? –

- Dipende -, replicò Sammy sistemando l’ultima trappola, - sono squadre abbastanza equilibrate, ma credo che al momento sia Jackson quello che detiene il maggior numero di vittorie. –

Miime annuì.

- Sì, se non sbaglio siamo a cinque vittorie per Jax contro le quattro di Ben … Hai fatto con quella roba, Sammy? –

- Fatto -, confermò, - possiamo spostarci un po’ più a est e posizionarne qualcuna lì prima di passare all’altro lato del campo da gioco. –

- Gareggiate spesso insieme, vero? –

Miime abbozzò un sorriso, colpita dalla perspicacia della figlia di Marte. – Sì, io e Sammy abbiamo una strategia ben collaudata ormai. –

- Perciò quante possibilità abbiamo di vincere? –

Lo scintillio nelle iridi di Samantha avvampò lasciando trasparire la sua competitività. – Parecchie. –

 

 

 

 

 

Jackson individuò l’elmo di Robert all’istante, a pochi metri dalla riva, lì dove i figli di Poseidone e i loro discendenti erano più forti poiché avevano la possibilità di attingere all’acqua del lago. Peccato solo che fosse anche il posto migliore per assestare una bella scarica di fulmini.

- Pessima scelta, Roy … veramente pessima – mormorò, un sorriso sghembo sul bel volto, mentre indicava il figlio di Nettuno al suo compagno di spada.

- Del romano mi occupo io -, confermò Gabriel quasi gli avesse letto nel pensiero, - Annie il tuo fratellone tocca a te. –

La ragazza allontanò una ciocca sfuggita alla coda di cavallo in cui aveva raccolto le lunghe ciocche castane e annuì. Dopotutto Benedict era facilmente aggirabile quando si trattava di combattere contro di lei.

- Nessun problema. –

Fece per partire all’attacco, ma si fermò per rivolgersi al figlio di Zeus.

- Jax … -

- Lo so -, l’anticipò, - non userò una scarica troppo forte. Lo elettrizzo solo un po’. –

Avrebbe dovuto essere rassicurata da quelle parole, forse, ma conoscendo il risentimento che li legava dubitava che il po’ di Jax rispecchiasse in pieno la definizione di poco universalmente riconosciuta.

Male che fosse andata ci avrebbero pensato i figli di Apollo a rimetterlo in sesto, stabilì alla fine, e forse Roy avrebbe imparato ad attaccare meno lite con chi lo circondava.

 

 

 

 

 

Nives lanciò un’occhiata capace di folgorare su due piedi, fissando i componenti della sua squadra con espressione funerea.

- Si può sapere come accidenti avete fatto a farvi appendere a mezz’aria come dei salami? –

Spike e Alexander abbassarono lo sguardo con aria colpevole e vagamente imbarazzata.

- Stavamo parlando e non abbiamo minimamente visto quella trappola, immagino che si tratti di Foschia. –

- Ovviamente si tratta di Foschia -, sbuffò truce, - hanno una stramaledetta figlia di Ecate nella loro squadra … è ovvio che usi il suo potere per celarle. –

- Già e poi sono delle trappole veramente ben fatte; immagino che siano opera di Sammy, ha un certo stile quella ragazza. –

La faccia della figlia di Venere diceva chiaramente che avrebbe anche potuto ucciderlo su due piedi, così Alexander diede un pugno sulla spalla all’amico e gli intimò di chiudere il becco.

- Ci tiri giù? –

- Vi lascerei appesi lì fino a domani, ma immagino di non poterlo fare – sospirò, recidendo repentinamente i lacci e facendoli piombare a terra con un tonfo sonoro.

 

 

 

 

 

Robert lanciò un’occhiata furente ai suoi abiti mezzi abbrustoliti. Aveva un aspetto tremendo e non osava nemmeno immaginare come fossero ridotti i suoi capelli. Maledetto Jackson e maledetti i suoi fulmini.

Come se ciò non fosse bastato quegli idioti dei membri della sua squadra erano riusciti a farsi fregare la bandiera proprio dalla squadra rossa.

- Si può sapere come hanno fatto a prendervela e perché non avete fatto nulla per impedirlo? –

- L’ha chiesto. –

- Chi l’ha chiesto, razza d’incompetenti? –

Benedict lo tacitò con un’occhiataccia invitandolo a tenere calmi i toni.

- È stata Myra? –

- Già -, ammise Crystal continuando a fissare male il suo compagno di Campo, - immagino abbia usato i suoi poteri per persuaderci a consegnargliela. –

Robert alzò gli occhi al cielo, sbottando: - Battuti da una figlia di Afrodite, ah che umiliazione! –

 

 

 

 

 

Thea aveva appena fatto ritorno al centro del Campo Mezzosangue quando la consueta sensazione prima di una visione l’assalì costringendola a portare entrambe le mani al capo e a serrarle tra le ciocche bionde.

Evelyn fu immediatamente al suo fianco, sorreggendola e passandole un braccio attorno ai fianchi per dirottarla verso uno dei massi nelle vicinanze in modo che potesse sedersi. Aveva assistito a molti dei suoi attacchi profetici e ormai sapeva bene cosa aspettarsi.

Gli occhi dell’Augure si girarono all’indietro, mettendo in mostra la sclera bianca e null’altro, mentre il corpo veniva scosso da violente convulsioni.

La strinse a sé, tenendola ferma e impedendole di mordersi la lingua o ferirsi in altro modo.

La crisi durò una manciata di secondi, poi Thea si accasciò priva di sensi.

L’adagiò a terra con delicatezza per poi rivolgersi ai figli di Apollo dall’altro lato del falò e urlare: - Aiuto, qualcuno ci dia una mano! –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve di nuovo!

Come vi avevo accennato ho ribaltato un pochino le cose per cui il ruolo che avevo in mente per Ruby verrà dirottato su Thea (autrice di Thea ti prego non sparire xD) e spero che il capitolo vi sia piaciuto. A proposito, congratulazioni ai creatori degli OC che hanno formato la squadra rossa per la vittoria. A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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