God of war di Ms Mary Santiago (/viewuser.php?uid=976451)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 & Selezione OC ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Arianne
afferrò la valigia non appena vide il
nastro trasportatore azionarsi e la tirò su con
un’imprecazione che le valse
l’occhiataccia di sua madre. Doveva davvero smetterla di
portarsi dietro tutta
quella roba ogni volta che partiva per le vacanze, perché se
durante il viaggio
di andata non vi dava peso al ritorno, stanca dopo giorni passati a
casa della
zia Piper, era di tutt’altro avviso.
Fece
per aprire bocca e scusarsi quando il cellulare di suo
padre prese a squillare, salvandola sul gong da qualsiasi debole scusa
avesse
provato a inventare e che sarebbe certo stata demolita
all’istante dagli occhi
grigi che la stavano fissando con serietà.
-
Hazel, è bello sentirti … cosa? Quando
è successo? –
Annabeth
distolse lo sguardo dalla figlia e fissò il marito
con apprensione.
-
È successo qualcosa ad Adrian? –
Percy
scosse il capo, mimando silenziosamente il nome
“Frank”.
Proprio
in quell’istante anche il cellulare di Annabeth
squillò.
-
Pronto, Chris … se sei così agitato non capisco
cosa stai
cercando di dirmi, parla più piano –
asserì, rispondendo alla chiamata.
Arianne
fece correre lo sguardo da un genitore all’altro, i
denti che tormentavano nervosamente le labbra morbide.
Qualsiasi
cosa stesse accadendo non prometteva nulla di buono.
Quando
misero giù, domandò preoccupata: - Cosa
è successo? –
-
Frank e Clarisse sono svenuti di punto in bianco e quando
hanno ripreso i sensi i loro poteri erano scomparsi nel nulla. Dobbiamo
andare
immediatamente al Campo Mezzosangue e avvisare Chirone
dell’accaduto, forse è
solo un caso ma quando accade che i figli di una divinità
perdano i loro poteri
non è mai un buon segno. –
-
E Adrian come sta? –
-
Si sente debole, come se avesse la metà delle sue consuete
energie, e sembra che riesca ad attingere solo ai poteri che gli
derivano dalla
sua discendenza da Plutone. –
Imprecò
nuovamente e questa volta nessuno dei suoi genitori
ebbe la minima reazione, molto probabilmente perché loro
stessi avevano
imprecato mentalmente almeno una dozzina di volte da quando il
cellulare aveva
squillato per la prima volta.
Ω
Jackson
parò con il piatto della lama il colpo che Gabriel gli
aveva appena indirizzato, trovando una debole resistenza, e vide la
spada
dell’amico schizzare verso l’alto e ricadere a
terra con un tonfo sordo.
Metà
dei presenti nell’arena d’addestramento si
voltò verso di
loro.
Gli
stessi occhi castani di Gabriel fissavano prima la sua
mano destra e poi l’elsa della spada come se non riuscisse a
credere a quello
che stava vedendo.
Era
appena stato disarmato con un colpo da principiante.
Il
figlio di Zeus socchiuse gli occhi, studiando l’amico
dall’alto in basso come alla ricerca di qualche segno del
fatto che si sentisse
male.
-
È tutto okay, Gabe? –
-
Sì … o almeno credo –
asserì, chinandosi per afferrare
nuovamente l’arma.
Vide
le immagini attorno a lui sfocarsi pericolosamente e la
sensazione di precipitare lo avvolse.
Fece
appena in tempo a realizzare di stare per svenire prima
di chiudere gli occhi e cadere a terra.
Jackson
scattò in avanti.
-
Cazzo –, lo afferrò tirandolo su e voltandosi
verso la
postazione del tiro con l’arco per rivolgersi ai figli di
Apollo, - Portiamolo
in infermeria, c’è qualcosa che non va. –
Ω
-
Come sta Zhang? –
-
Senior o junior? – domandò pigramente Nives,
voltandosi
verso l’amica che era appena entrata
nell’anticamera del Senato a passo di
carica.
Evelyn
le rivolse un’occhiata significativa, una sorta
d’invito a mostrarsi un po’ più
interessata alle condizioni dei figli di Marte
del loro Campo.
-
Entrambi. –
-
Mi hanno detto che Adrian attinge solo ai poteri di Plutone
mentre suo padre continua a non riuscire a fare altro che utilizzare le
sue
abilità di mutaforma. –
-
I figli di Marte della tua Coorte? –
-
Tutti ko -, asserì la figlia di Venere, - si respira una
certa tranquillità senza quei bestioni scalmanati tra i
piedi. Non trovi? –
-
Niv … -
Sospirò,
allontanando una ciocca castana dal volto. – Lo so,
dovrei mostrare un pochino più d’empatia nei
confronti dei più sfortunati. –
Evelyn
alzò gli occhi al cielo.
Cominciava
a domandarsi come fosse possibile che lei e Nives
fossero migliori amiche dal loro arrivo a Nuova Roma.
La
figlia di Venere non era cattiva, ma tendeva a prestare
attenzione solo a ciò che la riguardava direttamente o che
si ripercuoteva sulle
poche persone che considerava davvero come sue amiche.
E
si dava il caso che la sua antipatia per i figli di Marte
fosse nota in tutta Nuova Roma.
-
Pensi di riuscire a racimolare qualche informazione in più
dai figli di Apollo? –
-
Non credo di potermi rifiutare, no? –
-
No, non puoi – confermò.
-
Allora vado, ti aggiorno più tardi. –
Si
alzò con grazia e rassettò il prendisole rosso
che
indossava.
-
Ci vediamo per le tre qui, avvisa tutti i Centurioni che
incontri, io provo a mettermi in contatto con il Campo Mezzosangue.
–
-
Agli ordini, egregia Pretore. –
Ω
-
Come sta? –
Jackson
si voltò al suono della voce di Arianne, sgranando gli
occhi sorpreso.
-
Pensavo fossi a Los Angeles. –
-
Cambio di programma, abbiamo ricevuto delle chiamate che ci
hanno avvisato di quello che stava accadendo sia qui che a Nuova Roma.
Appena
siamo arrivati Chirone mi ha detto che Gabriel era in infermeria
insieme a
tutta la Cabina di Ares. –
-
Non è per niente in forma, ma ha recuperato i sensi. Al
momento ci sono riusciti solo lui e un’altra manciata di suoi
fratelli e
sorelle. I figli di Apollo credono che dipenda dalla loro forza.
–
Arianne
annuì. – Ha senso, del resto anche Clarisse e
Frank
hanno recuperato in fretta. Riesce a usare i suoi poteri? –
Jackson
scosse il capo.
Era
stato frustrante vedere Gabriel che, appena tornato
vigile, aveva preteso di provare a maneggiare nuovamente
un’arma senza alcun
risultato se si escludeva la volta in cui aveva quasi affettato la
testa di un
figlio di Apollo provando un fendente disastroso. E ancora peggio era
stata la
sua reazione dopo quell’episodio.
L’amico
aveva infatti cominciato a scagliare in giro per
l’infermeria ogni singolo oggetto in grado di rompersi in
mille pezzi.
Arianne
parve leggere nei suoi pensieri, perché gli posò
una
mano sulla spalla e gli rivolse un sorriso tirato.
-
E psicologicamente come va? –
-
A pezzi, è furioso perché nella sua vita non si
è mai
sentito così impotente. –
-
Jax … -
-
Lo so -, l’anticipò sapendo bene dove sarebbe
andata a
parare, - per qualsiasi cosa tu ci sei. –
Anche
se le cose tra loro non erano andate, anche se si erano
lasciati da un mese ormai, Arianne non era il tipo di persona che
faceva pesare
le cose.
Erano
stati amici prima che fidanzati e certe cose non si
cancellavano dal giorno alla notte.
-
Bene … adesso andiamo, Chirone ha convocato tutti quanti per
una riunione d’emergenza. –
Spazio
autrice:
Salve!
Ho
cominciato ad appassionarmi a God of War (chi non conosce il gioco
sappia che
la trama avrà solo alcuni punti in comune con la storia
originale perciò per
partecipare non c’è assolutamente bisogno di
conoscerlo preventivamente) e non
potevo non creare un’interattiva su di esso. Per partecipare
ci sono poche e semplici
regole:
-
potrete
decidere di creare o figli degli eroi della precedente generazione (in
questo
caso i loro poteri dovrebbero essere una combinazione di quelli dei
genitori)
oppure semidei. Unica
avvertenza: non accetterò
figli di Piper e Jason
per motivi che saranno ovvi per coloro che hanno letto “Le
sfide di Apollo – il
labirinto di fuoco” e che non spoilererò a coloro
che ancora devono leggerlo.
Se voleste creare figli della Frazel
o della Percabeth
che facciano da
sorelle/fratelli ai miei contattatemi e organizzeremo la cosa;
-
accetterò al massimo 3 OC a testa purchè di sesso
diverso e provenienti da
Campi diversi;
-
accetterò al massimo 2 figli per Pezzo Grosso, ma le
divinità del pantheon
greco e romano sono veramente tantissime perciò
sbizzarritevi pure;
-
come
fasce d’età accetterò personaggi che
abbiano minimo 15 anni e massimo 18;
-
come
orientamenti sessuali accetterò i seguenti: eterosessuale,
bisessuale,
omosessuale/lesbica;
-
non
accetterò assolutamente figli di Era/Giunone né
di Artemide/Diana, Ninfe, figli
di Titani o Giganti, Mary Sue, Gary Stu, poteri esagerati né
prestavolto
comparsi nella saga cinematografica di PJ;
-
come
sanno tutti coloro che partecipano alle mie interattive sono solita
porre
domande alla fine dei vari capitoli, perciò vi chiedo di
farvi sentire almeno
ogni 3 capitoli (pena la morte
dolorosa
del vostro OC) e di rispondere sempre alle domande che vi pongo in modo
da
aggiornare con celerità;
-
avrete
tempo per inviare le schede fino al 17 agosto con
possibilità di proroga se
richieste per tempo;
-
non ho
un limite massimo di personaggi, perciò più
sarete creativi e più OC
selezionerò;
-
le
schede andranno inviate solo ed esclusivamente tramite mp con oggetto
“*Nome
dell’OC* – God of War”. Schede inviate in
altro modo o inserite nello spazio
recensioni non saranno calcolate.
Qui
sotto
vi lascio la scheda e i prestavolto dei miei OC.
Scheda
Nome
e
Cognome (più eventuale soprannome):
Età
(minimo 15 e massimo 18):
Ruolo
al
Campo (Opzionale. Capocabina, Pretore,
Centurione):
Genitore
mortale e rapporto con esso (per i figli
della vecchia generazione rispondete qui sia per la madre che per il
padre):
Genitore
divino e rapporto con esso (vale solo per
i semidei):
Campo
di
provenienza:
Orientamento
sessuale:
Aspetto
fisico:
Prestavolto
(obbligatorio):
Carattere
(cercate di essere dettagliati):
Difetto
fatale:
Storia
personale (includete anche come è
arrivato al Campo):
Famiglia
e rapporto con essa:
Rapporto
con i propri fratelli/sorelle divini (solo
per i semidei):
Poteri
(ricordate che nel caso dei figli della
vecchia generazione i poteri devono essere una combinazione di quelli
materni e
paterni. Comunque, e questo vale sia per i discendenti che per i
semidei, non
date loro poteri esagerati):
Abilità
particolari (per es. corpo a corpo,
equitazione, scherma, etc.):
Arma
ed
eventuale nome dell’arma:
Hobby/Passioni/Cosa
ama e cosa odia:
Paure/Fobie/Debolezze:
Amicizie
(con che tipo di persona andrebbe
d’accordo):
Inimicizie
(che tipo di persona non sopporterebbe):
Relazione
sentimentale (il suo status sentimentale,
che tipo di persona potrebbe catturare il suo interesse):
Altro:
Arianne
“Annie” Jackson
(PV Sara
Sampaio) – 17 anni, figlia di Annabeth Chase e
Percy Jackson.
Eterosessuale. Libera per flirt e/o relazione.
“Sunshine
mixed with a little hurricane.”
Evelyn
“Eve” Torres
(PV Eiza Gonzalez) – 17
anni, figlia di Bellona. Pretore.
Eterosessuale. Libera per
flirt e/o relazione.
“You
are either on my side, by my side or in my fucking way. Choose
wisely.”
Nives
“Niv” Green
(PV Lisa
Marie Schiffner) – 17 anni, figlia di Venere. Centurione della Prima
Coorte.
Bisessuale. Libera per flirt e/o relazione.
“Just
like the alphabet, bitch, I come before U.”
Adrian
Yang
(PV Anthony Gastelier) –
17 anni,
figlio di Hazel Lavesque e Frank Yang. Centurione della Quinta Coorte.
Bisessuale. Libero per flirt e/o relazione.
“If
life gives you lemons, squeez them into your enemies eyes.”
Gabriel
“Gabe” Richards
(PV Nick
Bateman) – 18 anni, figlio di Ares. Capocabina. Fratello di spada
di
Jackson Morrow. Eterosessuale. Libero per flirt e/o relazione.
“Whatever
doesn’t kill me had better start running.”
Jackson
“Jax” Morrow
(PV Andrea
Denver) – 18 anni, figlio di Zeus. Capocabina. Fratello di spada
di
Gabriel Richards. Eterosessuale. Libero per flirt e/o relazione.
“I’m
an angel, I swear. The horns are only there to hold up the
halo.”
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 & Selezione OC ***
Capitolo
1 & Selezione OC
Campo
Giove
Sospirò,
passandosi una mano tra i capelli, non appena ebbe
chiuso la comunicazione con il Campo Mezzosangue.
Se
aveva sperato che si trattasse di una specie di influenza semidivina
passeggera e non di una nuova crisi potenzialmente mondiale si era
illusa.
Anche tra i greci i figli di Ares erano stati portati
d’urgenza in infermeria e
non davano alcun cenno di aver recuperato i propri poteri.
Quanto
a idee circa il motivo dietro a quell’improvvisa
sparizione di poteri, Chirone non aveva nulla da dire. Insomma erano
allo
stesso punto in cui si trovavano prima di quel messaggio iride.
Un
rumore di passi e un cospicuo vociare le annunciò che Nives
doveva aver rintracciato tutti i Centurioni e qualsiasi altro membro
del
Senato, Augure compreso, e li aveva condotti nel Foro proprio come le
aveva
chiesto.
Rassettò
la toga da Pretore e si apprestò a raggiungerli.
Percorse
la distanza che la separava dal Foro a passo deciso,
tenendo la testa alta e gli occhi scuri puntati risolutamente davanti a
sé.
Doveva dare l’impressione di sapere perfettamente cosa stesse
facendo, c’era
fin troppa gente a Nuova Roma in attesa di un suo passo falso.
Seduto
sul suo scranno da Centurione, Robert Jackson sondò con
le iridi grigio verdi i volti dei presenti prima di rivolgere
un’occhiata alla
sua collega di lavoro.
-
Raeken? –
Nives
si strinse nelle spalle, arricciando appena le labbra
carnose rese lucide e invitanti da un sottile strato di lipgloss.
-
Ti risulta che io sia la sua babysitter? Sarà con Zhang e
Bannington. –
-
Quindi sono in ritardo, sai che novità –
constatò Marcus,
inarcando un sopracciglio contrariato.
Sebbene
quella misteriosa epidemia di figli di Marte l’avesse messo
fuori gioco per un paio d’ore, il secondo Pretore del Campo
Giove si era fatto
trovare lì perfettamente in orario mentre Zhang e compagnia
bella non si erano
ancora degnati di mostrarsi né tantomeno di avvertire.
-
Finchè Evelyn sarà così tollerante con
loro non cambieranno;
un Pretore dovrebbe essere super partes – constatò
Robert, scambiando
un’occhiata eloquente con il suo migliore amico.
-
Non cominciare -, lo avvisò Nives immediatamente calatasi
nel ruolo di fedele amica protettiva, - perché se ricominci
con la campagna
“perché Jackson sarebbe un Pretore
migliore” giuro che ti prendo a calci con i
miei costosissimi stivali. –
Le
rivolse un sorrisetto da canaglia.
-
Sarei quasi tentato di vedertici provare. –
Marcus
tossicchiò, indicando loro il profilo di Evelyn che
entrava nel Foro seguita a ruota dagli illustri assenti, mettendo a
tacere la
scaramuccia verbale dei due Centurioni.
Adrian
sedette tra Brett e Anders, consapevole di avere gli
occhi di tutti puntati addosso. Silvia e Lauren erano ancora in
infermeria, in
attesa che i figli di Apollo dessero loro il permesso di tornare alla
Camerata
della propria Coorte, e al momento solo lui e Marcus avevano recuperato
abbastanza da essere giudicati idonei alla dimissione.
-
Come stanno gli altri? – chiese Crystal, la Senatrice figlia
di Giove, dando voce alla curiosità dell’intera
assemblea.
-
Si stanno riprendendo -, rispose, - chi più rapidamente e
chi meno. Qualsiasi cosa sia comunque sembra che non causi problemi
mortali. Al
Campo Mezzosangue cosa dicono? –
Questa
volta fu Evelyn a sentirsi osservata per la seconda
volta in quella mattinata.
Per
tutti gli Dei, fare il Pretore in quei frangenti diventava
la cosa più stressante a cui riuscisse a pensare.
-
Sono nella nostra stessa situazione. I figli e i discendenti
più forti hanno già recuperato i sensi, ma
continuano a essere sprovvisti di
poteri. Chirone ha accordato il permesso a un incontro tra i due Campi.
–
Marcus
tossicchiò, ignorando l’occhiata spazientita della
figlia di Bellona.
-
E i nostri cosa
dicono? Perché essendo uno dei due Pretori ci terrei a dare
un mio parere e non
mi risulta che nessuno mi abbia chiesto nulla. Dobbiamo forse
cominciare a
rivolgerci a te come Dictator?
–
Il
mormorio che seguì la sua insinuazione si fece rapidamente
più alto, mentre i presenti si guardavano attorno chi
mormorando il proprio
assenso e chi protestando indignato.
Insomma,
nulla di nuovo su quel fronte da quando Evelyn e
Marcus erano stati nominati Pretori.
Brett
si alzò dallo scranno con un movimento deciso,
fronteggiando il figlio di Marte senza alcun timore, gli occhi verdi
assottigliati in un’espressione a metà tra il
battagliero e lo sprezzante.
Sebbene
fosse un Pretoriano la sua nomina era stata
caldeggiata da Evelyn e pertanto nei suoi confronti aveva sempre
mostrato una
certa predilezione, cosa che non poteva certo dirsi con Marcus.
Il
figlio di Marte era borioso e arrogante oltre ogni dire e
faceva il paio perfettamente con Robert Jackson, inoltre non nascondeva
affatto
il suo desiderio di sostituire Evelyn con l’amico.
E
francamente Brett non riusciva a immaginare una coppia di
Pretori peggiori ad amministrare Nuova Roma.
-
Fossi in te penserei a delle scuse molto convincenti per
quello che hai appena detto. –
Marcus
arricciò il bel volto in un’espressione di scherno
mista a sarcasmo.
-
Mi stai minacciando? –
-
No, te lo sto suggerendo
– replicò serafico il figlio di Nettuno.
Anders
e Robert furono in piedi un secondo prima che i due
ragazzi venissero alle mani, trattenendoli con decisione e
costringendoli a
rimettersi seduti.
Continuarono
a fissarsi in cagnesco finchè una figura sottile
e aggraziata fece capolino nel Foro.
Thea
lasciò vagare lo sguardo dai due figli di Nettuno al
Pretore e al figlio di Percy Jackson e non potè fare a meno
di sorridere.
-
Ve l’ho già detto una volta, ragazzi, se dovete
venire alle
mani aspettate che io sia arrivata … detesto perdermi tutto
il divertimento. –
Poi
puntò dritta verso lo scranno riservato all’Augure
del
Campo e si rivolse ad Evelyn, il cui volto appariva teso come se avesse
dovuto
frenarsi più che poteva per contenere la rabbia.
La
bionda figlia di Apollo si domandò distrattamente cosa
avesse potuto rischiare di farle perdere il controllo, ma dallo
spettacolo a cui
aveva quasi assistito non era troppo difficile intuire qualcosa.
-
Ho fatto come hai chiesto e ho interrogato gli Auguri. Se i
nostri mr macho qui presenti hanno il testosterone sotto controllo
posso dirvi
cosa mi hanno rivelato. –
Il
cenno d’assenso di Evelyn fu tutto quello che le occorreva,
per cui riprese la parola: - La situazione appare confusa e alquanto
nebulosa,
ma sicuramente è accaduto qualcosa al divino Marte
… perciò collaborare con i Graecus
è l’unica soluzione possibile se
vogliamo veramente risolvere questa storia. –
-
Tutto qui? –
La
voce di Anders era palesemente delusa, quasi si aspettasse
chissà quale grande rivelazione.
-
Già, per oggi i miei poteri d’Augure non concedono
altro …
se vuoi un bis ritorna domani. –
Lauren
provò a mettersi in piedi non appena sentì la
porta
della loro Camerata aprirsi, ma ci rinunciò quando
avvertì le gambe ancora
deboli.
Cadere
a terra non era certo tra le sue massime aspirazioni,
specialmente adesso che cercava di mostrarsi più in salute
di quanto non fosse
realmente per non preoccupare troppo Silvia.
-
Ci penso io, tu riposati – asserì la figlia di
Frank e
Hazel, avvicinandosi alla sagoma del fratello e a quelle possenti dei
suoi due
migliori amici.
-
Allora? –
-
Preparate le vostre cose, partiamo tra un’ora per il Campo
Mezzosangue. Lauren ce la fa a venire con noi? –
Silvia
fece per replicare che secondo lei non era affatto una
buona idea, ma la voce dell’amica la precedette.
-
Certo che ce la faccio, datemi solo il tempo di radunare le
mie cose. –
Spazio
autrice:
Salve!
Qui
sotto
troverete gli OC selezionati per questa storia. Avrei voluto prenderli
tutti
perché erano veramente fantastici, ma mi sarei ritrovata con
qualcosa come
trenta personaggi tra le mani e già con 22 (compresi i miei)
sarà una bella
impresa gestirli tutti. A ogni modo, in questo capitolo ho introdotto
solo i
romani per permettervi di cominciare ad associare i nomi ai volti e per
facilitarvi ulteriormente qui sotto vi metterò un piccolo
schema (diviso per
Campo d’appartenenza). Nel prossimo capitolo (che dovrebbe
arrivare tra qualche
giorno) presenterò i greci.
Come
sempre chiedo a chi non è stato scelto di non aversene a
male, ma non potevo
davvero prenderli tutti.
A
presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
Campo
Mezzosangue
Manon
“Nina” Wentz
– 17 anni, figlia di
Ade. Bisessuale.
Ruby
di Angelo – Solace
(nata
Miller) – 15 anni, figlia di Hypnos. Eterosessuale.
Mirabelle
Jozefien “Myra” Maes
– 17 anni,
figlia di Afrodite. Eterosessuale.
Alexíus
Gael “Alex” Bryndísarson
– 18 anni, figlio di
Ade. Capocabina.
Eterosessuale.
Alexander
Ford
– 17 anni, figlio di Ebe.
Bisessuale.
Benedict
Jackson
– 18 anni, figlio di
Annabeth Chase e Percy Jackson. Eterosessuale.
Spike
Wellburg
(PV Colin Ford)
– 16 anni, figlio di Efesto. Capocabina. Omosessuale.
Jude
Craig Sanders
– 18 anni, figlio di Dioniso. Capocabina.
Bisessuale.
Miime
Styl Crowel
– 16 anni, figlia di
Ecate. Eterosessuale.
Samantha
Valdez
– 17 anni, figlia di
Calipso e Leo Valdez. Eterosessuale.
Campo
Giove
Crystal
Wolff
– 18 anni, figlia di Giove. Senatore. Asessuata
(biromantica).
Marcus
Mind
– 18 anni, figlio di Marte. Pretore.
Eterosessuale.
Lauren
Abrams
– 16 anni, figlia di Marte. Bisessuale.
Anders
Bannington
– 18 anni, figlio di Nettuno. Centurione
della Quinta Coorte. Eterosessuale.
Silvia
Emily Zhang
– 16 anni, figlia di
Hazel Lavesque e Frank Zhang. Membro della Quinta Coorte. Eterosessuale.
Robert
“Roy” Jackson
– 18 anni, figlio
di Annabeth Chase e Percy Jackson. Centurione della Prima Coorte.
Eterosessuale.
Thea
Lightsong
– 17 anni, figlia di Apollo. Augure.
Bisessuale.
Brett
Raeken
– 18 anni, figlio di Nettuno. Pretoriano.
Eterosessuale.
Ade
|
Alexìus
(Capocabina)
|
Manon
|
Afrodite
|
Mirabelle
|
|
Ares
|
Gabriel
(Capocabina)
|
|
Dioniso
|
Jude (Capocabina)
|
|
Ebe
|
Alexander
|
|
Ecate
|
Miime
|
|
Efesto
|
Spike
(Capocabina)
|
|
Efesto/Atlante
|
Samantha
|
|
Hypnos
|
Ruby
|
|
Poseidone/Atena
|
Benedict
|
Arianne
|
Zeus
|
Jackson
(Capocabina)
|
|
Apollo
|
Thea (Augure)
|
|
Bellona
|
Evelyn
(Pretore)
|
|
Giove
|
Crystal
(Senatore)
|
|
Marte
|
Marcus
(Pretore)
|
Lauren
|
Marte/Plutone
|
Adrian
(Centurione V Coorte)
|
Silvia
|
Nettuno
|
Brett
(Pretoriano)
|
Anders
(Centurione V Coorte)
|
Nettuno/Minerva
|
Robert
(Centurione I Coorte)
|
|
Venere
|
Nives
(Centurione I Coorte)
|
|
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Campo
Mezzosangue
Non
appena sua sorella ebbe messo piede all’interno della
Cabina Tre, Benedict puntò le iridi grigio chiaro su di lei.
-
Eri in infermeria? –
-
Sì, volevo dare un’occhiata alle condizioni in cui
si
trovavano i figli di Ares. –
-
Solo questo? –
Dove
c’era Gabriel finiva inevitabilmente con l’esserci
anche
Jackson Morrow, specialmente se il suddetto figlio di Ares versava in
situazioni che richiedevano un’assistenza medica.
In
un primo momento parecchi lì al Campo, Ben compreso,
avevano ironicamente scherzato su quel loro attaccamento morboso
insinuando che
potesse esserci molto più di un’amicizia ma quando
era diventato evidente che
tra Arianne e il figlio di Zeus stesse nascendo molto più di
una semplice
simpatia … beh, aveva dovuto rassegnarsi
all’evidenza dei fatti.
Gabriel
e Jackson erano solo migliori amici … e sua sorella
aveva cominciato a uscire con quest’ultimo.
Benedict
amava considerarsi una persona molto più ragionevole
di suo fratello Robert, ma quando si trattava della loro sorellina
sentiva di
avere il dovere di assicurarsi che i maschi eterosessuali di entrambi i
campi
si tenessero a una distanza minima di cinque metri da lei. Ricordava
chiaramente la volta in cui, in occasione del loro primo mese insieme,
Arianne
aveva organizzato una romantica uscita sulla spiaggia; per come
l’avevano vista
lui e Robert, che in quel momento si trovava al Campo Mezzosangue in
visita,
quella era stata l’anticamera di una catastrofe di
proporzioni epocali.
Nessuno
dei due aveva mai avuto relazioni durature con la
maggior parte delle ragazze che avevano frequentato, ma sapevano fin
troppo
bene cosa un maschio adolescente potesse desiderare … e la
spiaggia sembrava il
luogo perfetto, appartata e riservata com’era in quel periodo
dell’anno. Così
si era lasciato convincere a spiarla e, insieme al fratello, a
organizzare
un’inondazione controllata della spiaggia mandando a rotoli i
loro programmi
romantici.
Inutile
dire che la reazione di Arianne una volta tornata alla
Cabina era stata a dir poco furibonda.
Represse
un brivido al ricordo di come era apparsa sua
sorella, simile a una Furia assetata di sangue e in cerca di vendetta.
Ora,
dopo la sua frecciatina, aveva assunto un’espressione
omicida che si avvicinava lontanamente a quella stessa di mesi prima.
-
Ben, non iniziare. –
-
Non sto iniziando proprio nulla, ero solo curioso se non ci
fossero altri motivi circa la tua visita in infermeria. –
-
Sono andata a informarmi sulla salute di un amico, questione
chiusa. –
-
E hai incontrato … -
Arianne
gli puntò contro minacciosamente un indice dalle
lunghe unghie smaltate di nero, scandendo lentamente: - Q – u
– e – s – t – i –
o – n – e – c – h – i
– u – s – a. –
Così
non gli restò che alzare le mani in segno di resa e
lasciar perdere l’argomento Jackson Morrow.
-
Va bene, allora preparati e andiamo alla riunione. –
Samantha
fece capolino all’interno della Cabina Dieci,
ignorando palesemente le occhiate che le rivolgevano i figli e le
figlie
d’Afrodite.
Sapeva
benissimo che la mise che aveva per quell’occasione,
una salopette di jeans sopra un semplice crop top bianco e consunte
sneakers,
non era ciò che a loro giudizio andava etichettato sotto
“abbigliamento
adeguato” ma in quel momento c’erano ben altre
emergenze rispetto a quelle
modaiole.
Individuò
all’istante la chioma rossiccia e il fisico a
clessidra dell’amica, seduta davanti allo specchio e intenta
a sistemarsi il
trucco attorno agli occhi.
-
Myra? –
-
Sono quasi pronta, Sammy – replicò vagamente,
passando poi a
un veloce strato di rossetto sulle labbra, - Ecco fatto, possiamo
andare. –
La
raggiunse, aggrottando appena la fronte quando si rese
conto dello stato in cui si trovava, e storse il naso definitivamente
quando
notò la macchia di grasso sul ginocchio destro.
-
Capisco lo stato d’emergenza, ma sono certa che Chirone non
ti avrebbe linciata se ti fossi messa addosso qualcosa di pulito.
–
-
Stavo lavorando in officina. –
-
Lo vedo -, sospirò rassegnata, - ma immagino sia inutile
continuare a discutere con te, sei un caso perso, perciò
tanto vale recarci
alla riunione. –
-
Per l’ennesima volta, riesco benissimo a camminare da solo,
non ho bisogno di una maledetta scorta. –
-
Sei paranoico. Non ti stiamo facendo da scorta, ma visto che
andiamo tutti dalla stessa parte è ovvio che percorriamo
questa strada – lo
rimbeccò Jackson, notando con la coda dell’occhio
che Jude sembrava sforzarsi
di non scoppiare a ridere davanti alla sua replica salace.
Era
ovvio che stessero facendo da scorta a Gabriel, dopotutto
era svenuto solo due ore prima, ma il figlio d’Ares non
avrebbe mai accettato
l’idea che i suoi due migliori amici indossassero i panni
degli infermieri e si
prendessero cura di lui; era troppo indipendente e per permetterlo,
perciò
aggirare la sua affermazione era l’unica soluzione che era
rimasta per fare ciò
che volevano.
-
Ti senti particolarmente furbo quest’oggi, Jax? –
-
Sono sempre furbo, ma effettivamente credo che oggi potrei
dare il meglio di me. –
-
Oppure potrei finire con l’appendere sia te che Jude
all’albero più alto del bosco di Didona.
–
Questa
volta fu il figlio di Dioniso a ribattere. – Sai, se
non ci minacciassi di farlo un giorno sì e l’altro
pure prenderemmo molto più
sul serio le tue minacce. –
-
Non è escluso che prima o poi lo faccia davvero. –
Il
sogghigno da lupo di Gabriel avrebbe fatto fuggire a gambe
levate praticamente chiunque all’interno del Campo, ma
sfortunatamente aveva
due fottuti masochisti come amici perciò non batterono
ciglio davanti alla sua
espressione.
Jude
annuì come se avesse previsto quella replica. –
Già,
mandaci un messaggio iride quando hai intenzione di farlo. –
-
Noi nel frattempo non tratterremo il fiato nell’attesa
–
concluse Jax.
Alexìus
corrugò la fronte davanti all’affermazione appena
pronunciata dalla ragazza che camminava al suo fianco.
-
Sei assolutamente sicura di quello che dici? –
Manon
annuì all’indirizzo del suo fratellastro
semidivino.
-
Certo, le mie fonti sono sempre molto accurate. –
-
Che vale a dire che ha spiato Nico e Will con estrema cura
per scoprire qualcosa riguardo quest’emergenza –
chiarì Ruby.
La
più piccola del gruppo non era una figlia di Ade, ma aveva
finito con il passare moltissimo tempo in loro compagnia. Dopotutto
quando
venivi adottata dalla famiglia di Angelo – Solace finivi in
un modo o nell’altro
con l’ereditare i loro legami anche con tutti gli altri figli
di Ade del Campo.
Anche
perché, Ruby lo sapeva bene, il loro genitore divino non
era mai stato particolarmente presente perciò tutti i
ragazzi e le ragazze
della Cabina Tredici avevano eletto Nico come “padre/fratello
maggiore” perciò
venendo adottata aveva automaticamente avuto non solo due
papà ma anche un
fratello e una sorella acquisiti.
Manon
sventolò la mano a mezz’aria.
-
Questo è un modo come un altro per vedere le cose. Diciamo
solo che sono piuttosto attenta alle conversazioni altrui e loro non
hanno
fatto poi molto per essere discreti. –
Ruby
e Alexìus si scambiarono un’occhiata eloquente
prima di
ridacchiare.
Certo,
come diceva lei.
-
Spike, se non ti dai una mossa arriveremo in ritardo e
Chirone ci assegnerà il turno di pulizie della cucina per
l’ennesima volta –
gli fece notare Alexander, sospirando e roteando gli occhi al cielo
davanti all’amico
che continuava imperterrito ad aggirarsi tra le sue invenzioni
all’interno
della Cabina d’Efesto.
-
Un’ultima avvitata qui e possiamo andare. E poi non
preoccuparti per la punizione, male che vada creerò qualche
automa che provveda
al posto nostro. –
Il
figlio d’Ebe rabbrividì ripensando a quegli affari
inumani
che di tanto in tanto si aggiravano attorno alla Cabina degli inventori
del
Campo.
-
Lo sai che quei cosi non li sopporto. –
-
Un giorno ci salveranno sul serio … Guarda Festus.
–
-
Certo, ma di Leo Valdez non ne nascono in ogni generazione …
muoviti, inventore dei miei stivali. –
Spazzolandosi
la polvere di dosso, Spike abbandonò la sua
tenuta e uscì dalla Cabina coprendosi il volto per
proteggersi dai raggi
solari.
Restare
chiuso lì dentro a lungo gli procurava sempre un
bruciore fastidioso quando si trovava ad uscire all’aria
aperta.
-
Va bene, non sia mai che ti assumi nuovamente la colpa del
ritardo, andiamo mr puntualità. –
Miime
prese la parola non appena Chirone ebbe finito di
illustrare il problema che stava divampando all’interno dei
due Campi. Era una
cosa strana sentirla sbilanciarsi in pubblico, visto che difficilmente
si
esponeva e preferiva di gran lunga starsene sulle sue,
perciò l’attenzione dei
suoi compagni fu inevitabile.
-
Siamo sicuri che non ci sia un qualche incantesimo all’opera?
–
-
L’unica maga degna di questo nome è Medea, ma
Piper l’ha
rispedita nel Tartaro durante la guerra contro il Triumvirato
– la rimbeccò una
figlia d’Atena nell’angolo.
-
Già, ma esistono comunque dei manufatti che possono
contenere l’energia di un Dio … mi domando solo
chi possa essere riuscito a
intrappolare il divino Ares -, tamburellò sulle labbra
meditabonda, - Dopotutto
in quanto a forza è uno degli Olimpici maggiori. –
-
È possibile -, convenne Chirone, - e proprio per questo io e
il Senato di Nuova Roma siamo giunti alla conclusione che una stretta
collaborazione sia l’unico modo per fronteggiare la
situazione. I semidei
romani arriveranno al Campo domani in giornata, confido che tutti voi
li
accogliate nel migliore dei modi possibili – concluse.
La
figlia di Ecate vide che Manon dava di gomito al fratello e
a Ruby con l’espressione da “ve l’avevo
detto” prima che tutti i rappresentanti
delle Cabine cominciassero a parlare alla velocità della
luce.
Romani
e greci nuovamente insieme … non prometteva nulla di
buono.
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
anche con la seconda parte dell’introduzione ovvero quella
riservata ai greci.
Ovviamente non ho approfondito molto i vari pezzi poiché si
tratta di un’introduzione
e non volevo mettere troppa carne al fuoco svelandovi subito tutti i
retroscena
di ognuno … tuttavia mi sono dimenticata di aggiungere una
domanda nella scheda
a cui vorrei che rispondeste (preferibilmente per messaggio privato)
ovvero:
-
il
vostro OC cosa ne pensa dell’idea di collaborare con i
semidei dell’altro
Campo?
Per
ora è
tutto.
Come
sempre prima risponderete alla domanda e prima avrò modo di
aggiornare poiché le
informazioni mi occorrono per la stesura del nuovo capitolo.
A
presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
Anders
si guardò attorno non appena ebbero messo
piede all’interno del Campo Mezzosangue. Era incredibilmente
diverso da Nuova
Roma, così rustico e incontaminato, l’aria che si
respirava malgrado la crisi
in vista era a dir poco rilassata. Rivolse un’occhiata
all’indirizzo di Brett
che stava studiando anch’esso i greci che si erano radunati
nella Sala
principale per dare loro il benvenuto.
Teneva
la mano nervosamente nei pressi dell’elsa della daga
d’oro
imperiale e spostava lo sguardo dai greci a Evelyn, quasi si aspettasse
di
veder spuntare qualcuno pronto ad attentare alla vita del Pretore.
Gli
diede di gomito con un sorriso ironico.
-
Rilassati, non siamo ancora in guerra. –
-
Per il momento -, replicò con espressione seria, - ma non mi
fido dei Graecus e sono certo che molti di loro provino lo stesso per
noi. –
Anders
fece per replicare, ma davanti allo sguardo del fratellastro
c’era poco da aggiungere. Brett prendeva molto sul serio il
suo compito da
Pretoriano e quando si metteva in testa una cosa finiva con il non
cambiare
idea finchè non era palese che avesse torto.
Perciò lasciò cadere la
discussione e si voltò verso Adrian, indicandogli con un
cenno del capo i
ragazzi greci.
-
Quali sono i tuoi amici, i figli di Jackson e Valdez? –
Adrian
si fece avanti, scrutando la folla fino a individuarli
in prima linea.
-
Il ragazzo e la ragazza sulla destra sono Benedict e Arianne
Jackson, quella vicino ad Arianne invece è Samantha Valdez.
–
Gli
occhi chiari di Anders seguirono il profilo di quest’ultima,
soffermandosi sulla chioma castano chiara illuminata da ciocche biondo
scuro e
sui tratti delicati ed esotici. Appariva poco a suo agio in mezzo a
tutto quel
caos e quell’attenzione, ma fissava dritto davanti a
sé con determinazione.
La
vide incontrare il suo sguardo corrugando la fronte,
perplessa, e non potè fare a meno di sorridere e ammiccare
leggermente al suo
indirizzo.
Samantha
roteò gli occhi al cielo e parve sbuffare,
distogliendo lo sguardo e puntandolo su Chirone e sui loro Pretori che
parlavano fittamente.
La
risatina divertita di Adrian lo spinse a voltarsi verso
l’amico.
– Sammy è una tipa particolare, se vuoi attirare
positivamente la sua
attenzione dovrai fare molto più di così.
–
-
Non incoraggiarlo Rian -, intervenne Brett, - perché poi
toccherà a me sistemare i vostri disastri. –
-
Sì, papà.
–
Gabriel
e Jude avevano cominciato a sogghignare
come due maledetti Stregatti fin dal momento in cui Robert
“sono un odioso
arrogante con manie di protagonismo” Jackson aveva messo
piede al Campo
Mezzosangue. E adesso che il gemello di Benedict stava puntando dritto
verso di
lui non c’era ombra di dubbio sul fatto che stessero
faticando seriamente per
mantenere la serietà. Dopotutto gli scontri tra lui e i
gemelli Jackson erano
diventati leggendari al Campo Mezzosangue da quando lui e Arianne
avevano
cominciato a frequentarsi.
Sapendo
fin troppo bene dove sarebbe andato a parare Robert,
decise di precederlo.
Si
dipinse sul bel volto un sorrisetto indolente e ironico che
sapeva avrebbe inacidito entrambi i fratelli e decretò a
voce abbastanza alta
da essere sentito da chi si trovava nelle vicinanze.
-
Dammi tregua, Jackson, tanto non ho comunque intenzione di
passare il mio tempo con te … perciò smettila di
ronzarmi attorno. Non sei il
mio tipo, fattene una ragione. –
-
Volevo solo essere certo che le cose siano come le ho
lasciate un mese fa – replicò, guardandolo
dall’alto in basso con ben poca
simpatia.
-
Fantastico, lo aggiungerò nella mia personale lista alla
voce “cose di cui non me ne può fregare un
cazzo”. –
Il
ragazzo s’irrigidì, quasi fosse pronto a scattare
in
avanti, ma la mano che calò sulla sua spalla e strinse piano
gli impedì di
passare all’azione.
-
Roy … -
L’ammonimento
implicito di Benedict rimase inascoltato.
Come
sempre del resto, quando mai suo fratello o sua sorella
gli davano retta su qualcosa?
-
Ascolta bene, Morrow, giuro che se … -
La
voce di Arianne li interruppe.
La
ragazza li raggiunse ad ampie falcate, evidentemente resasi
conto di quello che stava per accadere, sistemandosi tra il suo ex
ragazzo e i
suoi fratelli. Aveva le mani sui fianchi e un’espressione
battagliera nello
sguardo che non ammetteva repliche.
-
Ancora con questa storia? Io e Jax non stiamo più insieme,
perché
per voi due è tanto difficile capire che non dovete
più fare gli
iperprotettivi? Per gli Dei, siamo amici.
–
-
Immagino sia troppo testosterone che gli manda in crisi i
pochi neuroni rimasti. –
-
Jax, per favore. –
Le
rivolse un sorriso di scuse. – Colpa mia, perdonami, ma
prendere in giro Roy è troppo facile. –
Le
labbra di Arianne tremarono appena nello sforzo di
reprimere il sorriso divertito che quell’esternazione aveva
suscitato. Poi
tornò a rivolgersi ai fratelli.
-
Potete promettermi che non assisterò più a scene
del genere?
Abbiamo cose molto più urgenti di cui preoccuparci che non
queste sciocchezze. –
Ben
annuì. – Promesso. –
Poi
visto che Roy non rispondeva, gli diede una gomitata.
Alzò
gli occhi al cielo e annuì, visibilmente scontento, - Va
bene, lo prometto anche io. –
Sorridendo
soddisfatta, prese sottobraccio ciascuno dei
fratelli e li dirottò dall’altro lato della Sala.
Rimasti
ormai soli, Jude asserì con tono palesemente ironico.
–
Beh, non è andata poi così
male. –
-
Già -, gli diede man forte Gabriel, - siete stati
incredibilmente maturi e civili.
–
Poi
i due si scambiarono un’occhiata e scoppiarono a ridere,
tenendosi la pancia per le troppe risa, sotto lo sguardo di un Jackson
per metà
esasperato e per metà tremendamente divertito.
Samantha
fu la prima a scorgere la ragazza di Nuova
Roma che si dirigeva verso di loro. Aveva lunghe onde castano chiaro
che
sembravano essere tremendamente morbide persino da dove si trovava lei,
occhi
di un azzurro limpidissimo e un taglio leggermente a mandorla che le
conferiva
uno sguardo da gatta, shorts di jeans vertiginosi e la maglietta del
Campo
Giove annodata poco sopra l’ombelico.
-
Ho come l’impressione che quella sia una delle tue sorelle
romane – annunciò a Mirabelle.
Quando
non ottenne risposta si voltò verso la sua migliore
amica e inarcò un sopracciglio, sorpresa da
quell’indifferenza totale che così
poco le si addiceva.
La
trovò intenta a fissare un punto a una decina di metri da
loro, lì Silvia Zhang e Lauren Abrams, stavano
chiacchierando con Jude e
Gabriel.
-
Quella è la figlia più giovane dei Frazel
… ma l’altra chi è? –
Rinunciare
al tentativo di convincere Myra a smetterla di dare
nomi di quel genere alle coppie che si formavano era una di quelle cose
con cui
Samantha era venuta a patti molti anni prima.
Dopotutto
se quello era il massimo della sua “Afroditosità”
allora poteva sopportarlo.
-
Lauren, la ragazza che Piper e mio padre hanno portato al
Campo Giove qualche anno fa. –
-
Ah, quindi una figlia di Marte. –
Non
era una domanda, ma lei annuì comunque e
l’espressione sul
volto di Myra parve rasserenarsi decisamente.
-
Meraviglioso. Di quale ipotetica sorella romana stavi
parlando? –
Personalmente
non ci vedeva nulla di fantastico, ma aveva come
l’impressione che l’amica avesse un motivo molto
più valido del suo per
giudicare la cosa tale. Nella speranza ovviamente che le cose non
finissero con
il prendere una piega strana o imbarazzante.
-
Credo che stesse parlando di me -, asserì una voce
dall’intonazione
pigra ma al contempo suadente, - Nives Green. –
Mirabelle
accettò la mano che le tendeva, stringendola con un
sorriso.
-
Ci hanno detto di sistemarci nelle Cabine delle
corrispondenze greche dei nostri genitori divini -, spiegò,
- perciò immagino
che dovrai mostrarmi dove si trova la Cabina di Afrodite … e
ti prego, dimmi
che non sei il tipo che passa ore davanti allo specchio da toletta o
con
giornaletti scandalistici in mano. –
-
Faccio mea culpa sul trucco -, ammise con un vago sorriso, -
ma oltre a quello ho anche altri interessi. –
-
È la mia migliore amica -, aggiunse Sammy in suo soccorso, -
non sarebbe tale se fosse una bambolina fissata con cose futili.
–
Nives
la soppesò per un secondo prima di annuire visibilmente
soddisfatta.
-
Fantastico, qualcosa mi dice che la permanenza nella Cabina
d’Afrodite è improvvisamente migliorata
… andremo d’accordo, ne sono certa. –
Manon
assorbì come una spugna tutte le informazioni
che stava recependo quella mattina dai nuovi arrivati. Sembrava che
quello
fosse finalmente pane per i suoi denti. La faida in corso tra i
fratelli
Jackson e Morrow era risaputa, ma per i romani era una
novità per cui aggiornò
in fretta Crystal e Thea, ma non sapeva assolutamente nulla dei
problemi che c’erano
tra Robert e il Pretore.
-
Quindi vivete una specie di guerra civile –
considerò Alexìus.
Crystal
annuì.
-
Immagino che si possa definire una cosa del genere, sembra
quasi di essere tornati agli anni di Ottaviano. –
Thea
emise uno sbuffo al sentir menzionare uno dei suoi
predecessori.
-
Per una volta tanto vorrei far presente che non è
l’Augure a
dare problemi, ma i due Pretori. Anzi a voler essere precisa un Pretore e un
Centurione. –
La
figlia di Giove annuì alle parole dell’amica.
– Ha ragione,
questa storia l’hanno iniziata Marcus e Robert. Il che
è ridicolo se pensate
che Evelyn è Pretore da più tempo di Marcus.
–
-
Quindi immagino che abbiano pareri discordanti anche per
quanto riguarda questa missione nello specifico. –
Le
due ragazze si scambiarono un’occhiata significativa, poi
fu Crystal a prendere la parola in quanto più diplomatica.
– Potremmo dire che
Marcus voleva essere molto sicuro del fatto che dovessimo proprio avere
a che
fare con i greci … senza offesa, ma non ha una grande
opinione di voi – ammise.
Manon
accennò all’espressione cupa del figlio di Marte
mentre
continuava a parlare con Chirone.
-
Lo vedo, non mi sembra esattamente mr simpatia. –
-
Diciamo pure che è mr boria – convenne Thea.
I
due figli di Ade alzarono gli occhi al cielo
contemporaneamente.
Proprio
quello di cui avevano bisogno durante una crisi del
genere, ostilità repressa senza motivo.
Spike
sgranò gli occhi quando Lauren ebbe finito di
raccontare la sua storia, emettendo un fischio sommesso. –
Porca puttana,
quindi tu di fatto avresti gli anni della mia bisnonna? –
Alexander
si battè una mano sulla fronte davanti al commento
del tutto inadeguato del suo migliore amico.
Lauren
si era confidata, raccontando loro di come Piper l’avesse
salvata dal sonno incantato in cui era precipitata quando anni prima
era
entrata nella caverna di Endimione, e tutto quello che passava per la
sua testa
era un commento del genere.
-
Scusalo, spesso apre bocca senza connettere prima il
cervello, non voleva essere offensivo. –
Il
figlio d’Efesto sgranò gli occhi, incredulo.
-
Ma certo che non volevo esserlo, era solo una semplice
constatazione. È che ha le sembianze di una di sedicenne e
invece ha … quanti
anni? –
Il
figlio di Ebe scosse il capo incredulo.
Non
c’era nulla da fare, Spike continuava a parlare senza
rendersi conto che quello che diceva in buona fede poteva essere
interpretato
male. Nessuna sorpresa che si trovasse molto più in sintonia
con gli automi che
con le persone in carne e ossa, almeno lì non
c’era la possibilità di ferire
inavvertitamente qualcuno.
Silvia
ridacchiò e Lauren sorrise di rimando.
-
Nessun problema, è normale che sia curioso, anche a Nuova
Roma mi hanno riempita di domande. –
-
Io per prima –, ammise la figlia di Frank e Hazel, - anche
se in modo molto più discreto. –
-
A ogni modo non mi offendo tanto facilmente … e avrei
centoquindici anni. –
-
Centoquindici? Oh
per gli Dei, ma questa è una figata. –
Personalmente
Alexander non aveva idea se fosse o meno una
“figata”,
ma aveva imparato per esperienza che certe volte Spike andava
semplicemente
assecondato.
E
la stessa cosa dovevano aver capito Silvia e Lauren perché
entrambe
annuirono con un sorriso cortese senza aggiungere altro.
Evelyn
roteò gli occhi e s’impose per la decima
volta nell’arco dell’ultima mezz’ora di
non prendere a pugni Marcus e quella
sua irritante espressione di supponenza che non aveva smesso di
sfoggiare
neppure per un secondo da quando avevano messo piede al Campo
Mezzosangue.
Tuttavia ora che avevano finito di parlare con Chirone e che il
centauro li
aveva lasciati da soli l’impulso diventava sempre
più difficile da sconfiggere.
-
Puoi almeno fare finta di non essere totalmente disgustato
dall’idea di trovarti qui? –
-
Potrei fingere, ma non mi importa cosa pensa questa gente di
me. –
-
Bene, ma a me importa la buona riuscita della missione …
vuoi forse continuare a vivere come un normale essere umano per il
resto della
tua vita? Il Senato potrebbe decidere di nominare un nuovo Pretore
… magari
Crystal. –
Marcus
storse il naso.
-
A lei non interessa quel ruolo, le basta essere una
senatrice. –
-
Certo, ma accetterebbe se fosse costretta. E chi prenderebbe
sul serio un figlio di Marte che non può combattere?
–
A
questo non seppe come obiettare.
Sapeva
che Evelyn lo stava manipolando assestandogli sottili
frecciatine che contenevano spiragli di verità solo per
convincerlo a starsene
buono e non creare problemi, ma quello che diceva era vero.
Se
non risolvevano quella storia lui avrebbe perso tutto ciò
per cui aveva faticosamente lottato.
-
È incredibile come una cosetta attraente come te sappia
essere così fastidiosamente manipolatrice. –
-
Tutti i regimi politici offrono
molte possibilità a coloro che posseggono il talento di
manipolare parole e
idee. Sale al potere non più il capo militare, forte del suo
coraggio o della
sua fortuna, ma l'oratore, colui che ha saputo convincere le folle, gli
elettori e i congressi, il dottrinario che ha elaborato un sistema di
pensiero.
–
-
In altre parole stai dicendo che tu sei quella intelligente
e io sono solo il braccio armato? –
Gli
rivolse un sorriso indecifrabile.
-
Non sono parole mie, ma solo un estratto da “L’oppio
degli intellettuali” di Raymond
Aron … però puoi interpretarle come vuoi.
–
Poi
gli voltò le spalle e si diresse verso Brett e Anders,
lasciandolo solo a rimuginare su quella breve e ambigua conversazione.
Ruby
aveva sufficiente esperienza in materia di
sogni e incubi da saper distinguere alla perfezione la sensazione che
provocavano gli uni e gli altri. E in quel momento
all’interno del Campo
Mezzosangue, da qualche parte nella Cabina di Ecate, c’era
qualcuno che dormiva
di un sonno agitato.
Per
questo sgattaiolò fuori dalla sua Cabina e
s’intrufolò in
quella accanto, sondando i pochi letti occupati finchè non
individuò quello che
cercava.
Miime
si rigirava da un lato e dall’altro in preda al nervoso,
forse addirittura impaurita, bofonchiando qualcosa a mezza bocca che
non le era
minimamente chiaro.
Attese
pazientemente che aprisse gli occhi, mettendosi a
sedere di scatto, il fiato corto e l’espressione preoccupata
nelle iridi
chiare.
-
Ruby? Che cosa ci fai qui? –
-
Ho sentito che c’era qualcosa che non andava nei sogni di
uno dei figli di Ecate, perciò sono venuta a controllare.
Cosa hai visto? –
-
Le Graie … avevano un filo della vita tra le mani, uno di
quelli dorati che simboleggia l’immortalità, ma il
filo diventava sempre più
rapidamente grigio come quello di tutti i mortali. Lo guardavano in
attesa che
ogni centimetro diventasse di quel colore … e non mancava
molto. –
C’era
solo un filo divino che poteva essere prossimo a quella
sorte e che spiegava tutto.
Ares
stava perdendo la sua immortalità un centimetro alla
volta e nessuno sapeva con sicurezza cosa accadeva a un semidio quando
il suo
genitore divino moriva.
-
È stata tua madre a mostrarti questa visione? –
Annuì.
-
Gli Olimpici sono in pieno allarme, hanno paura di essere i
prossimi, perciò non attenderemo molto prima che una qualche
profezia venga
pronunciata dall’Oracolo. Sembra che siamo prossimi a una
nuova grande impresa.
–
Spazio
autrice:
Salve!
Chiedo
scusa per l’attesa dell’aggiornamento, ma sono in
piena sessione autunnale
quindi in questi giorni sarò poco presente sul sito. Spero
che il capitolo vi
sia piaciuto e cercherò di aggiornare entro la fine della
prossima settimana
visto che mancano un paio di capitoli all’azione vera e
propria.
A
presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Chirone
osservò le due ragazze davanti a lui con
espressione seria mentre rifletteva sulle implicazioni di quello che
erano
venute a riferirgli. Miime e Ruby lo osservavano a loro volta,
religiosamente
in silenzio, mentre l’una si tormentava nervosamente le mani
e l’altra
trascinava la suola delle scarpe contro il pavimento.
-
L’avete detto a qualcun altro? –
Ruby
scosse il capo. – No, a nessuno, siamo venute qui non
appena Miime si è svegliata. –
-
Bene, allora continuate a tenerlo per voi finchè non
sarò io
stesso a comunicarlo agli altri semidei … o
l’Oracolo non pronuncerà una delle
sue profezie. –
Non
era ancora il caso di far precipitare tutto il mondo
semidivino nel più completo dei caos.
-
Va bene, Chirone, faremo come ci hai detto –
asserì Miime,
mentre Ruby sembrava sul punto di aprire bocca, - Entrambe obbediremo.
–
-
Potete andare, immagino che qualche altra ora di sonno
faccia bene a tutti e tre. –
Si
congedarono e non appena ebbero messo piede fuori dallo
studio del centauro la figlia di Hypnos sbottò.
-
Perché gli hai detto che avremmo tenuto la bocca chiusa?
–
-
Chirone sa quello che fa -, replicò ambigua, - e quando
verrà il momento di un’impresa tutti noi lo
sapremo in modo altrettanto chiaro.
–
-
Ma … -
-
Niente ma, Ruby,
manteniamo il silenzio e basta. E ora seguiamo il suo suggerimento e
torniamo
nelle nostre Cabine, i sogni profetici lasciano molto spossati e ho
bisogno di
dormire un po’. –
Jude
rivolse un’occhiata sorpresa all’indirizzo di
Benedict. Non erano esattamente amici, ma gli piaceva considerare il
figlio di
Percy Jackson come una persona ragionevole perciò non
riusciva proprio a capire
come gli fosse balenata per la mente un’idea come quella in
pieno stato d’emergenza.
-
Una caccia alla bandiera coinvolgendo anche i romani? –
-
Già, la facciamo sempre al ritorno dalle vacanze quindi non
vedo perché annullarla solo perché abbiamo
ospiti. –
-
Mi sembra un’idea ... –
-
Ottima – concluse Gabriel, le iridi castane che luccicavano
eccitate, - veramente ottima. –
Non
era decisamente quello che il figlio di Dioniso aveva in
mente, ma davanti all’entusiasmo di Ben e dei suoi amici non
sapeva come
obiettare senza rischiare di passare per il guastafeste di turno.
-
Spero solo che questa non sia una scusa per saltarsi alla
gola a vicenda. –
-
Beh, se non lo facessimo il divertimento sarebbe
praticamente nullo – lo rimbeccò Jax sorridendo
sghembo.
Così
non gli rimase che alzare gli occhi al cielo e allargare
le braccia.
-
Va bene, mi avete convinto, appoggerò questa vostra folle
idea. –
-
Bisognerà organizzare una terza squadra visto che siamo
troppi per farne solo due -, osservò Gabriel, - la blu hai
intenzione di
guidarla tu come al solito? –
Ben
annuì. – Già, Jax tu prendi la rossa?
–
-
Puoi scommetterci. –
Evelyn
ascoltò la proposta dei ragazzi greci mentre
un sorriso si dipingeva sempre più rapidamente sulle sue
labbra carnose tinte
di rosso vermiglio. Volse le iridi scure a incrociare quelle di Marcus,
che
sembrava a sua volta favorevole alla cosa. Del resto il suo collega era
fortemente competitivo e aveva una voglia pazzesca di dimostrare che i
romani
erano migliori dei greci, per cui convincerlo era facile come rubare le
caramelle a un bambino.
-
Anche per noi va bene, ma c’è una condizione.
–
Vide
con la coda dell’occhio che Marcus aveva steso le labbra
in un sorrisetto divertito. Probabilmente era lieto di non essere il
solo a
essere sottoposto ai suoi giochetti mentali.
-
Che tipo di condizione? – sondò cautamente Ben.
-
Le tre squadre saranno composte sia da romani che da greci,
niente strane guerre improvvisate. –
- Così lo spirito
di
collaborazione tra i due Campi ne beneficerà e i ragazzi
impareranno a lavorare
fianco a fianco. –
-
Precisamente -, sorrise compiaciuta dal fatto che Benedict
avesse afferrato il punto del suo discorso, - devo dire che sei molto
più
sveglio di Roy … fammi indovinare, i geni buoni dalla parte
Chase li avete
presi tutti tu e tua sorella. –
Il
moro ridacchiò.
-
Non sei esattamente una fan di mio fratello, eh? –
-
Diciamo pure che ci detestiamo cordialmente. –
-
Lo adoro, ma non posso dire di biasimarti – ammise.
Dopotutto
Robert sapeva rendersi abbastanza insopportabile
quando ci si metteva d’impegno.
Mirabelle
accolse la notizia della partita di
Caccia alla Bandiera con un sorriso soddisfatto e potè
constatare che anche sua
sorella Nives appariva compiaciuta e al contempo particolarmente
agguerrita.
-
Fa quasi strano vedere delle figlie della dea della bellezza
e dell’amore gioire all’idea di menare le mani -,
considerò Samantha, - ma devo
dire che apprezzo molto più il vostro carattere di quello
del resto del gruppo.
–
-
Questo perché noi due siamo assolutamente fantastiche -,
decretò Nives ravviando una ciocca castana, -
perciò è del tutto naturale il
fatto che primeggiamo tra i nostri mezzi consanguinei. –
-
Già e anche tremendamente modeste. –
-
La modestia non fa esattamente per me. –
-
Chissà perché ma non avevo dubbi in proposito
– scherzò la
ragazza.
Tutte
e tre ridacchiarono piano, prendendosi sottobraccio e
dirigendosi verso il centro delle lizze dove stavano cominciando ad
allestire l’organizzazione
delle varie squadre.
-
Preferenze particolari? –
Samantha
scrollò le spalle. – Non direi,
l’importante è non
trovarmi circondata da tizi che ci provano spudoratamente …
ma forse Mira ha idee
diverse in proposito. –
Il
volto di Nives si illuminò per la curiosità e si
voltò
verso la sorellastra con fare inquisitorio.
-
Devi assolutamente dirmi di chi si tratta, sarebbe
imbarazzante se ci provassimo con lo stesso ragazzo. –
Già,
non poteva essere più vero di così specialmente
per il
fatto che sembrava che molti dei figli di Afrodite, o Venere che fosse,
finivano con l’interessarsi quasi di riflesso ai figli di
Ares, o Marte,
proprio come i rispettivi genitori divini.
-
Gabriel Richards, il Capocabina dei figli di Ares – ammise,
le gote che assumevano una sfumatura particolarmente delicata e
graziosa di
rosa.
Nives
l’osservò per qualche secondo, soffermandosi sul
fisico
muscoloso e sui tratti del viso virile e affascinante, prima di annuire
con
approvazione.
-
A quanto pare il buon gusto in fatto di ragazzi è genetico.
–
Thea
osservò Crystal ed Evelyn con espressione
decisamente sorpresa.
-
Volete che sia io a fare il Capitano? –
-
Già, sei l’Augure del Campo, la
neutralità per definizione …
almeno eviterò di strozzare Robert e le sue pretese da
despota – confermò il
Pretore.
-
Perché non Crys? –
La
figlia di Giove scosse il capo, incrociando le braccia
sotto al seno con risolutezza. – Non ci penso proprio,
mediare tra greci e
romani sarà un incubo. –
-
Quindi avete affibbiato il compito a me, troppo gentili. –
-
Vedila così -, insistè la mora, - avrai
l’occasione di
urlare contro tutti i tuoi sottoposti e costringerli a marce forzate.
–
Un
sorriso balenò sul volto dell’Augure.
Quella
sì che era una prospettiva molto divertente,
specialmente se si fosse ritrovata in squadra con qualcuno di
assolutamente
insopportabile.
-
D’accordo -, cedette, - raggiungo i due Capitani delle altre
squadre e diamo il via alla selezione. –
S’incamminò
a passi decisi e si fermò di fronte a Benedict e
Jackson, che stavano assicurando alle rispettive braccia delle insegne
colorate.
Il
figlio di Zeus l’accolse con un sorriso tiepido e le porse
una fascetta nera.
-
Per identificare le varie squadre. –
L’accettò,
armeggiando qualche istante prima di riuscire a
fissarla con precisione, poi tolse l’elastico che teneva al
polso sinistro e l’usò
per legarsi le lunghe ciocche color miele.
-
Va bene, chi comincia con il sorteggio? –
I
due ragazzi si scambiarono un’occhiata.
-
Prima le signore. –
In
condizioni normali avrebbe affibbiato loro una risposta
pungente, magari suggerendo che le signorine
erano loro due e che pertanto avrebbero dovuto essere loro a
precederla, ma
sapeva riconoscere un vantaggio e accaparrarsi dei validi contendenti
era
troppo importante per la vittoria per sfoggiare la sua indole
indipendente e
femminista.
-
Benissimo, allora scelgo Brett. –
Chi
meglio di un Pretoriano per affrontare un gruppo di greci?
-
Io prendo Gabriel – asserì Jackson.
-
E io Robert – concluse Ben, mettendo fine alla prima
selezione.
Spike
vide l’Augure farsi nuovamente avanti per
aggiudicarsi il secondo contendente e lanciò
un’occhiata all’indirizzo di Alexander.
Di solito finivano nella stessa squadra visto che ormai al Campo
Mezzosangue
tutti conoscevano i rispettivi modi di combattere e sapevano fin troppo
bene
quali erano le accoppiate che funzionavano meglio, ma in quella
particolare
circostanza non sapeva dire chi sarebbe stato scelto.
-
Prendo Nives. –
Le
repliche di Jackson e Benedict giunsero in modo quasi
scontato.
-
Jude. –
-
Samantha. –
-
Adrian. –
-
Evelyn. –
-
Anders. –
Le
ultime scelte dei suoi compagni di Campo erano dettate
dall’istinto,
non sapendo bene come combattessero, ma erano perfettamente logiche
dopotutto
non si diventava Pretori se non si aveva una certa attitudine al
comando né tantomeno
era facile vedere un figlio di Nettuno inabile al combattimento.
Le
cose si stavano facendo sempre più competitive
c’era poco
da dire.
-
Il figlio di Efesto … Spike, giusto? – chiese Thea.
Annuì,
raggiungendola e lanciando un’occhiata ad Alexander.
Forse
un piccolo suggerimento gli avrebbe permesso di portarlo
lì con loro.
Arianne
raggiunse il gruppo di Jax non appena venne
chiamata. Del resto loro lavoravano bene in squadra e avevano
un’ottima intesa
per cui era stata certa fin dal principio che avrebbe finito con il
reclamarla
per sé.
Suo
fratello rispose chiamando Crystal e poi Thea rilanciò con
Marcus.
-
A chi punti come altro membro? –
Jackson
osservò i semidei rimasti con fare pensieroso, evidentemente
impegnato a fare il punto della situazione e delle rispettive
capacità. Voleva
bilanciare la squadra e impedire agli altri due Capitani di fare lo
stesso
perciò ogni scelta aveva il suo motivo.
-
Mirabelle – decretò alla fine.
La
figlia di Afrodite si avvicinò loro con aria visibilmente
compiaciuta e si sistemò tra lei e Gabriel.
Arianne
inarcò un sopracciglio con fare complice e l’amica
rispose con un accenno di risata prontamente soffocata da un colpo di
tosse.
La
sua cotta per Gabriel non era certo un mistero per coloro
che la conoscevano bene e sapevano vedere oltre il suo apparire.
Lauren
raggiunse la squadra blu e Alexander quella nera; venne
poi il turno di Manon di unirsi a loro, seguita da Ruby tra i membri
della
squadra di Benedict e da Alexìus in quella nera.
Restavano
solo Silvia e Miime.
-
Prendi Silvia, è abbastanza minuta e agile da correre con la
bandiera se necessario. –
Jackson
soppesò il suo suggerimento per una manciata di
secondi prima di annuire.
-
D’accordo, Silvia unisciti a noi. –
Robert
osservò le squadre avversarie radunarsi e
parlare fittamente mentre recuperavano le armi prescelte e si aiutavano
a
vicenda a indossare elmi e armature.
Rivolse
un’occhiata al gemello.
-
Sei pronto a fargli mangiare un bel po’ di polvere?
–
-
Decisamente, tocca a noi vincere. –
Poi
il fischio di Chirone, improvvisatosi arbitro e giudice in
quell’occasione, annunciò loro che era giunto il
momento di iniziare la
partita.
Spazio
autrice:
Salve!
Era
un po’
che non aggiornavo, ma come ho già detto in altre storie
settembre è stato un
mese movimentato per cui eccomi qui alle prese con un ottobre molto
più calmo
(almeno fino ad adesso). Nel prossimo capitolo vedrete la partita a
Caccia alla
Bandiera perciò per determinare i vincitori vi chiederei di
votare per una
delle tre squadre (tramite mp) e ovviamente non potete
votare
per la squadra di cui fa parte il vostro OC. Qui sotto vi lascio la
lista della divisione in squadre visto che nel capitolo potrebbe essere
stata un po' dispersiva.
Aggiungo
inoltre, per chi seguisse anche il fandom di Harry Potter, che ho
pubblicato
una nuova interattiva e che se la cosa può interessarvi vi
lascio qui il link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3797913&i=1
A
presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
Squadra
Blu
Benedict
(Capitano)
Robert
Samantha
Crystal
Anders
Ruby
Miime
Lauren
Squadra
Rossa
Jackson
(Capitano)
Gabriel
Jude
Evelyn
Arianne
Manon
Mirabelle
Silvia
Squadra
Nera
Thea
(Capitano)
Nives
Spike
Alexander
Alexìus
Brett
Marcus
Adrian
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
Un
piccolo avviso prima di lasciarvi alla lettura. In questo capitolo non
vedrete
Ruby e temo che non la vedrete più per tutto il resto della
storia dal momento
che la sua autrice non si è più fatta sentire.
Vorrei pertanto chiedervi di non
sparire nel nulla, perché se da un lato è vero
che gli OC sono molti dall’altro
mi spiacerebbe eliminarli e dover ribaltare parti cruciali della storia
(come
per l’appunto nel caso di Ruby che nella mia testa aveva un
ruolo abbastanza
importante). Faccio questo discorso perché ci sono altri tre
autori a rischio
esclusione (non faccio i nomi perché i diretti interessati
capiranno da loro a
chi mi sto riferendo) e non vorrei essere costretta a ritrovarmi ad
arrampicarmi sugli specchi per cercare di giustificare cambi massicci
nella
trama. Detto ciò non vi annoio ulteriormente e vi lascio al
capitolo. A presto.
Silvia
si tormentò le mani mentre osservava la sua
squadra radunarsi rapidamente attorno al loro capitano.
Incrociò lo sguardo di
Lauren, nella squadra blu, e poi quello di suo fratello, in quella
nera, ed
entrambi le rivolsero un sorriso rassicurante. A parte Evelyn e Arianne
non
conosceva nessun altro nella squadra e con la sua indole
tendenzialmente timida
e riservata stringere amicizie o attaccare bottone non le risultava
affatto
semplice.
Si
unì al gruppo, rimanendo in disparte finchè non
fu proprio
Arianne a raggiungerla e prenderla sottobraccio per condurla verso
l’epicentro.
Era
una delle semidee più giovani lì al Campo e
ascoltare i
ragazzi più grandi, tutti con molta più
esperienza di lei in materia dato che
non aveva mai partecipato prima a una Caccia alla bandiera, la metteva
in
soggezione.
-
Silvia è agile e scattante -, esordì Arianne con
un tono
orgoglioso, - ci sarà utile nel nascondere la bandiera ed
essere certa di
seminare eventuali spie rivali. –
-
Ed è abbastanza minuta -, aggiunse Manon pensierosa, -
perciò immagino che sia in grado di infilarsi negli anfratti
più nascosti. –
Resasi
conto che tutti la stavano osservando con curiosità,
probabilmente aspettando una sua replica, annuì rigidamente:
- Sì, credo di
potermela cavare senza problemi. –
Jackson
la osservò in silenzio per una manciata di secondi
prima di decretare: - Allora è deciso, Silvia si
occuperà di nascondere la bandiera.
Jude e Mirabelle andranno con lei per proteggere la bandiera, Manon si
occuperà
di usare i suoi poteri per individuare la posizione delle altre squadre
e delle
loro bandiere, io e gli altri tre andiamo in prima linea –
concluse, accennando
con il capo a Gabriel, Arianne ed Evelyn.
-
Fammi indovinare -, intervenne Gabriel sorridendo divertito,
- il nostro primo bersaglio è la squadra blu. –
-
Ovviamente. –
Alexìus
rivolse un’occhiata ad Adrian, che teneva
gli occhi chiusi e appariva tremendamente concentrato. Quando ci
rinunciò e
aprì gli occhi, puntando le iridi scure nelle sue, il figlio
di Ade lo
interpellò.
-
L’hai sentito anche tu? –
-
Già. Manon è brava a schermare i suoi poteri, non
riesco a
percepire dove si trova. –
Thea
assimilò l’informazione e trascinò il
piede contro il
terreno per cancellare lo schema che avevano rappresentato per gestire
la
suddivisione delle loro mansioni durante quella partita.
-
Bene, voi potete fare lo stesso no? –
-
Certo, ma se dobbiamo tenere su lo scudo non possiamo
concentrarci troppo sulla battaglia – confermò
Alexìus.
-
Non sarà un problema. Nives andrà a nascondere la
bandiera,
ma Alexander e Spike resteranno qui a proteggervi. –
La
figlia di Venere corrugò la fronte, poco soddisfatta
dall’idea di non essere in prima linea al fianco
dell’amica.
-
Quindi vuoi andare solo con Marcus e Brett? –
-
Solo? -, le fece
eco il Pretore con sdegno, - direi che noi tre siamo più che
abbastanza per
affrontare i membri delle altre squadre. –
Sventolò
una mano a mezz’aria, liquidando le sue proteste con
aria annoiata.
-
Sì, certo, come ti pare -, poi battè sulle spalle
dei due
ragazzi accanto a lei, - Coraggio voi due, mettetevi a lavoro.
–
Lauren
osservò Crystal afferrare la bandiera blu e
spiccare il volo, sparendo alla loro vista e puntando dritta verso
nord. Al suo
fianco rimasero Miime e Samantha mentre il resto del gruppo
marciò compatto
verso il fiume, lì dove erano certi che avrebbero finito con
l’incontrare
almeno una delle altre squadre.
La
figlia di Ecate stava tessendo una fitta rete di foschia
mano a mano che Samantha realizzava trappole elaborate e le posizionava
nei più
impensabili dei punti. Sembrava che avessero fatto
quell’identico procedimento
decine di volte e forse era proprio così.
-
Di solito chi vince queste sfide? –
-
Dipende -, replicò Sammy sistemando l’ultima
trappola, -
sono squadre abbastanza equilibrate, ma credo che al momento sia
Jackson quello
che detiene il maggior numero di vittorie. –
Miime
annuì.
-
Sì, se non sbaglio siamo a cinque vittorie per Jax contro le
quattro di Ben … Hai fatto con quella roba, Sammy?
–
-
Fatto -, confermò, - possiamo spostarci un po’
più a est e
posizionarne qualcuna lì prima di passare
all’altro lato del campo da gioco. –
-
Gareggiate spesso insieme, vero? –
Miime
abbozzò un sorriso, colpita dalla perspicacia della
figlia di Marte. – Sì, io e Sammy abbiamo una
strategia ben collaudata ormai. –
-
Perciò quante possibilità abbiamo di vincere?
–
Lo
scintillio nelle iridi di Samantha avvampò lasciando
trasparire la sua competitività. – Parecchie.
–
Jackson
individuò l’elmo di Robert all’istante,
a
pochi metri dalla riva, lì dove i figli di Poseidone e i
loro discendenti erano
più forti poiché avevano la
possibilità di attingere all’acqua del lago.
Peccato solo che fosse anche il posto migliore per assestare una bella
scarica
di fulmini.
-
Pessima scelta, Roy … veramente pessima –
mormorò, un
sorriso sghembo sul bel volto, mentre indicava il figlio di Nettuno al
suo
compagno di spada.
-
Del romano mi occupo io -, confermò Gabriel quasi gli avesse
letto nel pensiero, - Annie il tuo fratellone tocca a te. –
La
ragazza allontanò una ciocca sfuggita alla coda di cavallo
in cui aveva raccolto le lunghe ciocche castane e annuì.
Dopotutto Benedict era
facilmente aggirabile quando si trattava di combattere contro di lei.
-
Nessun problema. –
Fece
per partire all’attacco, ma si fermò per
rivolgersi al
figlio di Zeus.
-
Jax … -
-
Lo so -, l’anticipò, - non userò una
scarica troppo forte.
Lo elettrizzo solo un po’. –
Avrebbe
dovuto essere rassicurata da quelle parole, forse, ma
conoscendo il risentimento che li legava dubitava che il po’
di Jax rispecchiasse in pieno la definizione di poco
universalmente riconosciuta.
Male
che fosse andata ci avrebbero pensato i figli di Apollo a
rimetterlo in sesto, stabilì alla fine, e forse Roy avrebbe
imparato ad
attaccare meno lite con chi lo circondava.
Nives
lanciò un’occhiata capace di folgorare su due
piedi, fissando i componenti della sua squadra con espressione funerea.
-
Si può sapere come accidenti avete fatto a farvi appendere a
mezz’aria come dei salami? –
Spike
e Alexander abbassarono lo sguardo con aria colpevole e
vagamente imbarazzata.
-
Stavamo parlando e non abbiamo minimamente visto quella
trappola, immagino che si tratti di Foschia. –
-
Ovviamente si tratta di Foschia -, sbuffò truce, - hanno una
stramaledetta figlia di Ecate nella loro squadra …
è ovvio che usi il suo
potere per celarle. –
-
Già e poi sono delle trappole veramente ben fatte; immagino
che siano opera di Sammy, ha un certo stile quella ragazza. –
La
faccia della figlia di Venere diceva chiaramente che
avrebbe anche potuto ucciderlo su due piedi, così Alexander
diede un pugno
sulla spalla all’amico e gli intimò di chiudere il
becco.
-
Ci tiri giù? –
-
Vi lascerei appesi lì fino a domani, ma immagino di non
poterlo fare – sospirò, recidendo repentinamente i
lacci e facendoli piombare a
terra con un tonfo sonoro.
Robert
lanciò un’occhiata furente ai suoi abiti
mezzi abbrustoliti. Aveva un aspetto tremendo e non osava nemmeno
immaginare
come fossero ridotti i suoi capelli. Maledetto Jackson e maledetti i
suoi
fulmini.
Come
se ciò non fosse bastato quegli idioti dei membri della
sua squadra erano riusciti a farsi fregare la bandiera proprio dalla
squadra
rossa.
-
Si può sapere come hanno fatto a prendervela e
perché non
avete fatto nulla per impedirlo? –
-
L’ha chiesto. –
-
Chi l’ha chiesto, razza
d’incompetenti? –
Benedict
lo tacitò con un’occhiataccia invitandolo a tenere
calmi i toni.
-
È stata Myra? –
-
Già -, ammise Crystal continuando a fissare male il suo
compagno di Campo, - immagino abbia usato i suoi poteri per persuaderci a consegnargliela.
–
Robert
alzò gli occhi al cielo, sbottando: - Battuti da una
figlia di Afrodite, ah che umiliazione! –
Thea
aveva appena fatto ritorno al centro del Campo
Mezzosangue quando la consueta sensazione prima di una visione
l’assalì
costringendola a portare entrambe le mani al capo e a serrarle tra le
ciocche
bionde.
Evelyn
fu immediatamente al suo fianco, sorreggendola e
passandole un braccio attorno ai fianchi per dirottarla verso uno dei
massi
nelle vicinanze in modo che potesse sedersi. Aveva assistito a molti
dei suoi
attacchi profetici e ormai sapeva bene cosa aspettarsi.
Gli
occhi dell’Augure si girarono all’indietro,
mettendo in
mostra la sclera bianca e null’altro, mentre il corpo veniva
scosso da violente
convulsioni.
La
strinse a sé, tenendola ferma e impedendole di mordersi la
lingua o ferirsi in altro modo.
La
crisi durò una manciata di secondi, poi Thea si
accasciò
priva di sensi.
L’adagiò
a terra con delicatezza per poi rivolgersi ai figli
di Apollo dall’altro lato del falò e urlare: -
Aiuto, qualcuno ci dia una mano!
–
Spazio
autrice:
Salve
di
nuovo!
Come
vi
avevo accennato ho ribaltato un pochino le cose per cui il ruolo che
avevo in
mente per Ruby verrà dirottato su Thea (autrice di Thea ti
prego non sparire
xD) e spero che il capitolo vi sia piaciuto. A proposito,
congratulazioni ai
creatori degli OC che hanno formato la squadra rossa per la vittoria. A
presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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