Assassin's Creed:Connection

di Dioni
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** Duello e misteri. ***
Capitolo 3: *** Nuovi amici e vecchi nemici ***
Capitolo 4: *** Un nuovo membro per la squadra ***
Capitolo 5: *** Uno strano avvenimento prima parte ***
Capitolo 6: *** Uno strano avvenimento seconda parte ***
Capitolo 7: *** attacco al villaggio ***
Capitolo 8: *** Opinioni contrastanti ***
Capitolo 9: *** Il brigante ***
Capitolo 10: *** La voce della coscenza ***
Capitolo 11: *** Ricostruzione ***
Capitolo 12: *** La cosa giusta da fare ***
Capitolo 13: *** Discussione nel buio ***
Capitolo 14: *** Coloro che portano la croce ***
Capitolo 15: *** Partenza ***
Capitolo 16: *** Proposta indecente ***
Capitolo 17: *** Nelle terre di Omi ***
Capitolo 18: *** La confraternita ***
Capitolo 19: *** Festa con sorpresa,prima parte. ***
Capitolo 20: *** Festa con sorpresa,seconda parte ***
Capitolo 21: *** In soccorso di uno yokai. ***
Capitolo 22: *** Verso l'uscita ***
Capitolo 23: *** Fuori dalla montagna. ***
Capitolo 24: *** Nel buio della foresta,prima parte. ***
Capitolo 25: *** Nel buio della foresta,seconda parte. ***
Capitolo 26: *** Verità e discussioni. ***
Capitolo 27: *** Una mattina importante ***
Capitolo 28: *** Un giro al mercato ***
Capitolo 29: *** Combattendo tra i vicoli ***
Capitolo 30: *** Quel giorno alla festa ***
Capitolo 31: *** La battaglia del cortile,prima parte. ***
Capitolo 32: *** La battaglia del cortile,parte seconda. ***
Capitolo 33: *** Nota a tutti voi che mi seguite ***
Capitolo 34: *** Segreti innominabili ***
Capitolo 35: *** Provando ad andare d'accordo. ***
Capitolo 36: *** Un segreto tra le montagne ***
Capitolo 37: *** Sulle tracce di una pantera. ***
Capitolo 38: *** Falsa rivalità ***
Capitolo 39: *** Minaccia da occidente ***
Capitolo 40: *** Auguri di buon natale ***
Capitolo 41: *** Tra confusione e compagnia. ***
Capitolo 42: *** Una notte di ombre e sangue ***
Capitolo 43: *** Riunione notturna ***
Capitolo 44: *** Nella stanza di sotto ***
Capitolo 45: *** Il cane e la pantera ***
Capitolo 46: *** Pranzando con l'assassino ***
Capitolo 47: *** Nel castello del folle ***
Capitolo 48: *** L'ultima prova ***
Capitolo 49: *** La scala ***
Capitolo 50: *** Quando la croce incontrò il demonio,prima parte ***
Capitolo 51: *** Quando la croce incontrò il demonio,seconda parte. ***
Capitolo 52: *** Io te e lui. ***



Capitolo 1
*** Un incontro inaspettato ***


Neve,neve candida che scese dal cielo con eleganza indiscutibile,una mattina d'inverno col cielo grigio.

Le montagne della zona si colorarono di un bianco immacolato,uno spettacolo dalla bellezza divina.

Accanto alle montagne si trovava una foresta lussureggiante piena di alberi sempreverdi ricoperti dal quel candido ed etereo bianco.

All'interno di essa vi era un essere soprannaturale dalla lunga chioma argentata,una creatura particolare,indossava un kimono bianco dalle ampie maniche accompagnato da degli hakama del medesimo colore,stvaletti neri,una corazza nera,un obi giallo con qualche parte blu e due katane al fianco destro.

Un essere dallo sguardo spietato e da un volto che portava un espressione fredda e crudele,camminava silenzioso in mezzo agli alberi fino a raggiungere una piccola radura dove nel mezzo si trova un fiume, un luogo degno di un paradiso di ghiaccio.

Dall'altra parte delle foresta vi era un altro individuo dall'aspetto intrigante,un uomo di mezza età con un pò di barba che gli copriva il mento e la zona delle labbra,indossava dei lunghi stivali in pelle coperti da degli schinieri in metallo,pantaloni di pelle,parabraccia in metallo con delle aquile incise sopra,guanti in pelle,una corazza d'acciaio,spallaccio sinistro in acciaio,una cappa bianca che gli copriva il braccio sinistro,una cintura con una fibbia con la forma di un particolare triangolo e in più un cappuccio bianco che gli copriva la parte alta del volto senza ostacolargli la vista.

Questo abbigliamento lo faceva passare inosservato come se fosse un fantasma,la sua veste bianca si confondeva perfettamente con quella neve facendolo diventare un tutt'uno con l'ambiente circostante,un fantasma bianco in mezzo al bianco invernale.

Infine anche costui arrivò alla radura dentro il bosco,vide il fiume in lontananza e si mosse verso di esso.

- Ah Leonardo,magari fossi qui a vedere questo splendido paesaggio,avresti fatto un altro dei tuoi dipinti,forse bello quanto al gioconda.

Si mise a sorridere al pensiero del suo amico,nonchè l'uomo che oggi viene considerato il genio del rinascimento,Leonardo da Vinci.

Mentre l'umano si avvicinava al fiume,lo yokai si sedette con la schiena appoggiata ad un albero,venne raggiunto da altre due figure, il primo era un piccolo esserino verdognolo,indossava un Kimono marrone con un copricapo a punta sulla testa e un bastone che alla cima aveva due teste intagliate nel legno,una quella di un vecchio e l'altra quella di una donna.

L'altra figura invece era una bambina dai lunghi capelli neri,portava un kimono a quadri bianchi e arancioni e una piccolo ciuffo che si trovava sui capelli davanti.

- Padron Sesshomaru,finalmente l'abbiamo trovata,e da un pò che la stavamo cercando.

Al suono di quella voce non si mosse per niente,probabilmente non gli importava molto di lui.

- Signor Sesshomaru.

Ma quando parlò la bambina spostò subito il suo sguardo su di lei.

- Posso andare a giocare con la neve?

Sesshomaru raddrizzò lo sguardo dritto davanti a lui.

- Jaken.

- Si mio signore?

- Seguila e fai in modo che non gli accada niente.

- Come vuole lei.

Intervenne Rin.

- Grazie signor Sesshomaru.

La bambina si avvicinò ancor di più allo yokai e gli diede un bacio su una guancia per poi correre verso il fiume.

Rin correva in tutta fretta sotto quello spettacolo di neve,il povero jaken faceva fatica a star dietro ad una Rin così euforica,la bambina si buttò in mezzo alla neve come se si stesse tuffando in un grande mare bianco e freddo.

Rin si rialzò subito da terra pronta a ripetere quello strano gioco che piaceva a lei,si rialzò e si preparò di nuovo alla corsa,ma appena mosse i piedi per ricominciare a correre si bloccò immediatamente,c'erano due motivi per quel gesto.

Il primo e che davanti a lei si trovava il fiume e che quindi non sarebbe stato saggio attraversarlo.

Il secondo motivo invece era ben più serio di questo,le sembrò di vedere una figura che sedeva dall'altra sponda del fiume,non riusciva a vedere bene chi o cos'era, più osservava quella figura più la paura in lei cresceva.

L'uomo incappucciato si trovava dall'altra parte del fiume,mentre era intento ad abbeverarsi alle sue sponde qualcosa lo fermò, dall'altra parte del fiume vide un piccoletto verde e una bambina con una veste appartenente ad una moda a lui sconosciuta.

- Una bambina? che ci fa una bambina in posto del genere? e che diavolo e quella cosetta verdognola?

L'umano rimase li a guardare le due figure dall'altra parte del fiume,il suo viaggio doveva continuare,non poteva perdere tempo prezioso.

Si alzò da terra non più intento ad abbeverarsi,mosse la mano destra verso un sacchetto bianco, ne estrasse il contenuto ponendolo davanti a lui con il braccio teso.

Teneva in mano uno strano oggetto,assomigliava ad una sfera ed era percorsa da curiose striscie luminescenti che percorrevano tutt'attorno all'oggetto,l'umano strinse a se quello oggetto misterioso facendo sprigionare una luce che fuoriusciva dalla sfera.

Davanti a lui comparve un piccolo ponte di ghiaccio che stava poco al di sopra del fiume,l'uomo ci passò sopra con naturalezza e senza stupirsi di quello che era appena accaduto.

La bambina vedeva l'uomo avvicinarsi sempre di più all'altra sponda del fiume,cominciò a crescere dentro di lei una certa inquetudine nel vedere quell'uomo misterioso venire dalla sua parte,la piccola Rin si nascose dietro il piccolo esserino verde in cerca di riparo.

- Maledizione,devo proteggere la piccola Rin,ho il padrone mi ucciderà.

Pensò Jaken alla vista di quell'umano incappucciato.

- Fermo là.

Al sentire quella voce gracchiante l'umano si fermo,non tanto per le parole dette (apparte il fatto che non conosceva il giapponese), ma per il fatto che davati a esso si trovava un piccolo mostriciattolo verdognolo,non sembrava per niente umano e questa cosa lo aveva spiazzato.

- Io sono Jaken il servo del sommo Sesshomaru,lo seguo in ogni sua avventura e nessuno ancora oggi mi ha sconfitto.

Detto questo il piccolo essere verde fece delle risate per darsi un pò di arie,lo straniero non sembrava molto impaurito da lui.

Non capendo una sola parola di quello che gli aveva detto,l'umano gli fece un sorriso beffardo quasi volesse prenderlo in giro,anche se in realtà non era sua intenzione.

- Jaken.

Disse la bambina con il sorriso sulle labbra.

- Si Rin.

- Non sembra cattivo,forse vuole solo passare.

Jaken si voltò verso Rin.

- Non dire stupidaggini,e ovvio che lui e qui per scontrarsi con il padron Sesshomaru,forse e una specie di monaco che pensa di poterlo uccidere come niente,che illuso.

Finita la frase Jaken cominciò a muovere il suo Nintojo a destra e manca e nello stesso tempo urlare come un forsennato nel tentativo di spaventare lo straniero.

L'incappuciato però smise di sorridere e guardò negli occhi Jaken,non gli andava più di perdere tempo con quello strano essere.

- Scusa piccoletto,ma ora dovrei passare...ho...una cosa da fare.

Jaken non finiva più di muovere caoticamente la sua arma, per l'umano era troppo,non poteva più.

- Te la sei cercata.

Detto questo rimise la sfera luminosa nel sacchetto,allungò il braccio sinistro tenendolo rigido davanti a lui e facendo il pugno, con la mano destra prese la parte dell'avambracciò più vicina al polso,un tocco leggero e poi si sentì un fortissimo rumore molto simile a quello di un arma da fuoco.

Le due teste del bastone appartenente a Jaken vennero distrutte,l'unica cosa che rimaneva di quel bastone era un manico senza più nessun valore.

L'essere verdognolo rimase con la bocca aperta,(per l'esatezza sarebbe un becco),la sua arma era stata distrutta e ora era alla merce dello straniero.

L'umano si avvicinò ai due con aria seria,la mano destra aveva lasciato l'avambraccio sinitro per poi rimettere la cappa sul braccio sinistro che si era spostata al momento dell'irrigidamento del braccio.

- Per favore,fatemi passare.

All'improvviso Jaken lo attaccò con il manico di legno,mossa inutile visto che l'umano lo contrattaccò prendendo al volo quell'inutile pezzo di legno,glielo strappò di mano e poi lo colpi in testa col suo stesso pezzo di legno,un banale disarmo fatto da un professionista del corpo a corpo,con il manico ancora in mano diede un ultima botta al becco del debole Jaken che venne buttato nel fiume ghiacciato come niente.

La povera Rin era impaurita da quello che era successo al suo piccolo amico verde,l'uomo buttò via il bastone rotto si avvicinò alla bambina con passo lento e tranquillo,non aveva intenzioni di spaventarla a morte,anzi,voleva rassicurarla e  fargli capire che era una brava persona,non voleva fargli alcun male.

- Ehi piccola.

Rin indietreggiò per paura di essere presa tra le grinfie dello straniero, il cappuccio che portava in testa impediva alla bambina di vedere negli occhi l'uomo che aveva di fronte.

- Va bene,calma,mi fermo,non scappare.

L'uomo incappucciato faceva dei semplici segni con le mani per calmarla.

- Mi capisci?...Parli italiano?

Rin non mosse un muscolo a quella domanda,non capiva niente di quello che diceva lo straniero.

Era rimasta li ferma ad osservarlo,non le sembrava che quell'uomo fosse cattivo,anzi,lei sapeva che se fosse stato cattivo l'avrebbe già attaccata,ma lei non si preoccupava anche perchè sapeva che Sesshomaru avrebbe sentito anche il suo più piccolo sospiro nonostante lui fosse molto lontano da lei.

- Che stupido...si vede lontano miglia che non parli la mia lingua.

Lo straniero sorrise alla bambina incurante del fatto di non poter comunicare al meglio quello che voleva dirle,ma all'improvviso gli venne in mente un idea,aprì completamente la mano destra e se la mise sul petto.

Ezio...io...mi chiamo...Ezio.

Con la stessa mano indicò la bambina.

- Tu...nome....qual'è tuo nome.

La bambina fece fatica a comprendere quello che le diceva lo straniero,alla fine intuì quello che voleva dirgli e anche lei cominciò a parlare.

- RIN.

lo urlò dalla felicità per il solo fatto di aver detto qualcosa a quell'uomo.

Rin?...e un bel nome per una bambina così carina.

Ezio guardò ciò che c'era dietro la bambina,l'altra sponda del fiume.

- Ora devo andare piccola,ci vediamo.

L'uomo salutò la bambina con la mano e fece il primo passo per inccaminarsi sulla sua strada, poi il secondo e così via fino ad arrivare all'altra sponda,continuava a camminare in quella grande radura all'interno della foresta bianca.

Intanto la bambina vide il piccolo demone verde che tornava sulla riva  e lo andò a riprendere poichè dopo quella botta era stato fortemente stordito, lo trascinava verso il suo demoniaco signore.

Ezio si spingeva sempre più lontano dal fiume,la neve si posava su tutto il suo corpo appesantendo le sue protezioni in metallo,non era facile camminare con tutta quella neve che sendeva,per lui ormai sembrava che i problemi fossero passati,ma proprio quando il suo viaggio era tornato alla tranquillità vide qualcosa di insolito,quasi fosse un sogno.

Dinanzi a lui c'era un ragazzo dai lunghi capelli argentati e dalle vesti sopraffine appoggiato ad un albero,Ezio credeva che fosse un miraggio dovuto alla neve che passava velocemente davanti a suoi occhi.

Anche Sesshomaru notò qualcosa di anormale in mezzo alla neve,un uomo vestito di bianco con molte protezioni in acciaio e un cappuccio sopra la testa,non riusciva a vederlo negli occhi,cosa assai normale per chi non conosceva gente come Ezio.

Lo yokai si tolse dall'albero fissandò l'umano che aveva davanti a lui,non mostrava segni particolari come agitazione o paura,Ezio era una statua,impassibile e senza mostrare un movimento sbagliato o una minima intenzione di combattere.

Anche Ezio rimase all'erta,non sapeva che tipo di creatura si trovasse davanti,non aveva mai visto un essere meno umano di quello,non poteva sapere che quello che aveva di fronte non era un umano,era uno yokai.

In quel momento,da molto lontano si intravedeva la piccola Rin che trascinava Jaken con tutte le energie che aveva in corpo,si avvicinava sempre di più alle due maestose figure che si guardavano come se davanti a loro ci fosse il loro prossimo avversario.

La neve continuava a scendere coprendo i due guerrieri,ma a nessuno dei due importava realmente,ciò che contava e capire chi avessero davanti.

Sesshomaru mosse adagio la mano destra sul manico della spada,oramai aveva fatto la sua decisione e non sarebbe tornato indietro,Anche Ezio si stava preparando allo scontro,era rilassato e all'apparenza sembrava che non tenesse armi con se,ma a differenza dello Yokai lui non aveva bisogno di mostrare le sue armi personali all'essere che aveva davanti,non ne avrebbe tratto alcun vantaggio ad impugnare una spada...almeno in quel momento.

La tensione era alle stelle,la carica combattiva a mille, la concentrazione era massima,a quel punto tutto poteva essere possibile e solo la neve avrebbe potuto sapere che cosa sarebbe accaduto in quel momento,solo la neve sapeva chi dei due sarebbe stao il migliore,solo la neve poteva sapere chi avrebbe tinto il bianco di rosso...rosso sangue.

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Capitolo 2
*** Duello e misteri. ***


La neve continuava a cadere,ma per loro due era come se il tempo si fosse fermato,anzi,non esisteva nemmeno,erano entrati in un mondo che apparteneva soltanto a loro.

Il mondo che li circondava era come se fosse scomparso,nelle loro menti c'erano soltanto loro due,un Dayokai e un umano,in quel momento si stavano preparando allo scontro,non sapevano il motivo,ma dovevano combattere.

I loro sguardi erano di fuoco,i loro muscoli pronti all'azione,le loro menti elaboravano mosse e strategie di combattimento, in poche parole si stavano preparando a un grande scontro.

La piccola Rin rimase a fissare i due provando un senso di curiosità che legava alla loro immobilità,ad un certo punto Rin cominciò a sentire qualcosa nelle narici,chiuse gli occhi,aprì la bocca aspirando ossigeno,fece indietreggiare la testa e poi accadde l'inevitabile....starnutì.

Nell'esatto momento in cui la bambina emise quello starnuto i due guerrieri si erano risvegliati dal loro mondo immaginario e tornarono con la mente a quello reale,era giunto il momento,dovevano far scontrare le armi,involontariamente Rin aveva dato il segnale per iniziare a combattere.

I due guerrieri si mossero a vicenda e in meno di mezzo secondo le loro armi si erano scontrate,Sesshomaru usava la sua spada,Bakusaiga,mentre Ezio usava delle armi davvero particolari,due lunghe lame d'acciaio sottili come un foglio che passavano sotto i polsi dell'incappuciato.

Entrambi cominciarono a far forza l'uno verso l'altro,Sesshomaru non riusciva a capire come Bakusaiga fosse stata fermata da quelle che ha prima vista sembravano due semplici pezzi di metallo umano,la cosa lo stupiva e di certo non era il tipo che si impressionava facilmente.

Sesshomaru stava avendo la meglio sullo scontro fisico,essendo un dayokai il suo fisico gli permetteva di raggiungere una forza sovraumana,ma anche Ezio aveva i suoi vantaggi,a lui non serviva la forza bruta per vincere,lui usava sia la testa sia le sue...abilità nel trarre in inganno il suo avversario,a differenza di Sesshomaru non sentiva il bisogno di giocare pulito,non aveva l'obbligo di combattere lealmente.

Lo Yokai spingeva Ezio che era costretto a piegarsi con la schiena per non cedere alla spada del suo avversario,l'umano doveva pensare in fretta se voleva salvarsi la vita.

- Diamine,costui ha la forza di un toro.

Ezio si piegava sempre di più e tra poco tempo avrebbe subito il colpo di bakusaiga.

- E va bene,se non posso batterlo lealmente userò le mie abilità.

L'umano si fece forza e cercò di arrestrare il colpo dello Yokai.

- le mie abilità...di ASSASSINO.

Con sforzo immane si spostò a sinistra con la schiena ancora curva e muovendo le lame a destra facendo scivolare il filo della katana sulle lame da polso di Ezio, Sesshomaru utilizzò tanta di quella forza nel tenatativo di uccidere Ezio che quando il filo della spada scivolò sulle lame il colpo era divenuto incontrollabile e il colpo venne deviato in basso a sinistra.

Ora in vantaggio si trovava Ezio che pur non avendo la forza e la velocità di Sesshomaru possedeva agilità e astuzia,non che Sesshomaru fosse stupido,ma a differenza di Ezio Sesshomaru combatteva lealmente senza nascondere nulla al proprio avversario.

Ezio si raddrizzò con la schiena e subito dopo mise in avanti il braccio sinistro irrigidendolo,Sesshomaru era girato di spalle mentre cercava di ricomporsi e ritrovare la sua posizione di lotta,per far questo però si dovette girare verso l'umano il più in fretta possibile.

Si girò velocemente,ma non abbastanza per prevedere quello che stava per succedere,Ezio teneva il braccio dritto davanti a lui puntando verso lo Yokai,con un veloce movimento dei muscoli che si trovavano dal gomito al polso avevano similuto la stessa azione che fece Ezio quando mise la mano destra vicino al polso,un rumore simile ad uno sparo da arma da fuoco millecinquecentesca si sentì in quel momento.

Sesshomaru stava vedendo quello che stava accadendo ad un velocità superiore a quella di un comune mortale,in quel brevissimo spazio di tempo che gli era a disposizione vide qualcosa sotto la manica sinistra di Ezio,uno strano cerchio di metallo dalla quale si sprigionò un piccolissima luce bianca seguita dalla fuoriuscita di una biglia di metallo grande quanto a testa di miyoga,in quel momento capì che cosa gli stava venendo incontro,un proiettile,già una volta si era ritrovato contro delle armi da fuoco,ma quelle che affrontò lui non erano armi sofisticato come quella di Ezio,(per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse andate a vedere episodio 133 e 134).

La mortale sfera di ferro si avvicinava sempre di più allo yokai ormai preparato a deviare quel colpo,nella sua mano destra stava accadendo qualcosa di strano,gli artigli dell'idince e del medio si erano colorati di un verde chiarissimo,quasi fosforescente,le due dita rimangono ferme e rilassate in attesa del proiettile.

 Il proiettile si avvicina sempre di più,di più,di più,ancora più vicino....in quel preciso istante,iniziò il contrattacco.

- Frusta di luce.

Un lungo fascio di luce venne proiettato dalle due dita scelte per fare quella tecnica,un veloce movimento della mano e il fascio lucente distrusse il proiettile senza il più piccolo sforzo,anche stavolta un arma da fuoco aveva fallito contro il veleno dello yokai.

Ezio abbassò il braccio sbalordito non solo dalla deviazione del proiettile,ma anche dalla velocitò di esecuzione del contrattacco dello yokai,quelli che per Sesshomaru erano poco più di cinque secondi per Ezio ne era passato solo mezzò secondo dallo sparo al colpo deviato,era la prima volta che si trovava davanti ad un avversario del genere,Nella sua mente cominciavano a formarsi delle domande.

- Ma come diavolo a fatto a bloccare un proiettile ? La pistola celata e in grado di penetrare qualsiasi armatura,eppure lui ha deviato il proiettile come niente,e poi quella ambigua striscia verde che ho visto a malapena con la quale ha deviato il mio colpo...questo essere non ha nulla di umano.

con questi pensieri nella testa Ezio abbassò la testa rivolgendo lo sguardo verso il sacchetto bianco per poi tornare con lo sguardo verso Sesshomaru.

- E se anche lui fosse....no,non credo...comunque meglio stare in guardia,potrebbe avere in serbo qualche altra sorpresa.

Anche Sesshomaru stava facendo degli strani pensieri rivolti verso l'italiano.

- Non riesco a crederci,è la prima volta che mi capita un avversario simile,egli e umano eppure riesce a tenermi testa quasi come se nulla fosse,Naraku e morto da tempo e non credo che centri qualcosa con lui,che sia un monaco? No,impossibile,se fosse stato un monaco avrebbe recitato qualche formula magica oppure mi avrebbe attaccò con armi benedette e lui non ha nulla del genere,la sua aura e diversa da tutte quelle che ho già sentito in passato,c'è qualcosa che non mi convince,meglio stare in guardia contro questo straniero.

I due rimasero perfettamente fermi nello scrutarsi l'un l'altro,nessuno dei due era riuscito ad aver la meglio sull'altro,nessuno dei due era disposto ad arrendersi.

Nessuno dei due mostrava segni di stanchezza e quindi potevano ancora combattere per molto tempo,ma non si erano accorti di un piccolo e tenero esserino che guardava spaventato la lotta...la piccola Rin.

La bambina mise a terra il povero Jaken ancora stordito per la botta di prima,era completamente intontito e parlava a vanvera.

- Padron Sesshomaru...dove siete?...Jaken vede tante stelline che gli girano intorno alla testa.

Il povero Jaken era delirante e ci sarebbe voluto un pò di tempo prima che si fosse ripreso completamente,presto il suo piccolo corpo sarebbe stato sommerso dalla fredda neve che ancora scendeva velocemente dal cielo.

Rin guardava le due maestose figure con la paura negli occhi,era terrorrizata dal fatto che uno dei due potesse morire in questo duello inutile e senza senso.

- Non è giusto,perchè devono combattere?...io non voglio.

Rin cominciò a correre verso i due combattenti con tutte le forze che aveva a disposizione, le sue gambe non erano di certo quelle di una scattista,ma se si trattava di qualcuno che voleva bene avrebbe corso alla velocità del vento,o almeno avrebbe cercato di avvicinarsi a quella velocità.

- Pandron Sesshomaru...Ezio,fermatevi.

Mentre la bambina si avvicinava ai duellanti cominciò a sentire qualcosa che le veniva da dentro,una pulsazione,lenta e costante,però lei non si era fermata a controllare che cos'era e andò avanti comunque.

Ezio e Sesshomaru si stavano preparando all'attacco finale che avrebbe dovuto mettere fine alla vita del loro avversario,si misero in posizione,si guardarono un attimo...e poi...cominciarono a correre l'uno incontro all'altro,Entrambi si prepararono al colpo decisivo  che avrebbe decretato il vincitore.

Rin si avvicinava sempre di più ai due sfidanti ormai prossimi allo scontro.

- Per favore,smettetela,finitela,vi supplico.

Era arrivata in mezzo al punto in cui Ezio e Sesshomaru si sarebbero colpiti a vicenda decretando il vincitore dello scontro,all'improvviso però Rin senti una strana senzazione dentro di lei,qualcosa di profondo,qualcosa di imspiegabile...qualcosa di potente e sconosciuto,Dentro di lei sentì una pulsazione così potente che a malapena riusciva a controllare.

I due si avvicinavano sempre di più,in quei piccoli istanti prima dello scontro accaddero molte cose di irrilevante importanza,il lento scroscio del fiume,il cielo grigio scuro,la neve candida che ricopriva ogni cosa,nessuna di queste cose era rilevante in quel momento,ciò che più contava in quel momento era impedire che quei due si facessero male,era li in mezzo senza sapere che cosa fare.

Sesshomaru vide la bambina davanti a lui con occhi impauriti e sull'orlo delle lacrime.

- Togliti Rin.

Dall'altra parte invece Ezio teneva pronte le lame celate che sarebbero sbucate da sotto i polsi,anche lui notò la piccola Rin davanti a lui.

- Spostati bambina e pericoloso.

Rin rimaneva li,ferma e convinta di dover far cessare quell'inutile duello.

Sesshomaru mosse Bakusaiga portandola sopra la testa in attesa che l'umano si avvicinasse abbastanza da poter essere colpito con un fendente portato verso il basso che l'avrebbe sicuramente ucciso,Ezio invece spiccò un salto in direzione dello yokai e portando il braccio sinistro sopra la sua testa con il palmo della mano rivolto in alto estrasse una delle lame celate,la sua intenzione era quella di atterrare sul petto di Sesshomaru,farlo cadere per via della forza del salto che avrebbe subito al momento dell'impatto e infine infilargli la lama nella gola uccidendolo quando quest'ultimo fosse caduto a terra.

Per entrambi era arrivato il momento decisivo,separati dalla piccola Rin e qualche metro di distanza l'uno dall'altro,passo dopo passo,centimetro dopo centimetro,nessuno dei due poteva più tornare indietro...nessuno dei due era in grado di capire chi avesse avuto più probabilità di affondare il colpo prima del proprio avversario,ciò che era certo e che entrambi avrebbero usato tutta la loro volontà per vincere quel titanico scontro.

Ezio saltò in direzione dello Yokai e Sesshomaru abbassò velocemente la spada,ormai la disgrazia sarebbe stata inevitabile,ma in quel preciso istante accadde qualcosa di strano...e stavolta centrava con Rin,in lei si sentì un ultima pulsazione,ma questa qua era fortissima,non sarebbe riuscita controllare quella strana cosa che si era fatta strada dentro di lei.

- Cos'è questa cosa? Non mi piace,mi sento strana.

Rin non riusciva più a trattenersi,chiuse gli occhi facendo scendere due calde lacrime colme di preoccupazzione,e proprio in quel momento sentì qualcosa rompersi,un ultima pulsazione si fece sentire in tutto il corpo,era una senzazione indescrivibile e allo stesso tempo molto potente.

- basta,smettetela.

Ed ecco infine,un evento inaspettato...Rin mise tutta la forza che gli era in corpo per fermarli.

- BAAAASTAAAAAAAAA.

Dal corpo di Rin fuoriuscì una  pulsazione così potente da essere uscità dal suo piccolo corpo e provocare un onda d'urto dalla grande potenza si abbattè sia sull'umano che sullo yokai.

I due erano arrivati al punto in cui sarebbe stato deciso chi fosse il vincitore,ma in quel momento nessuno avrebbè saputo chi avesse vinto se i colpi fossero andati a segno,ma non andò così.

Ezio e Sesshomaru furono travolti da una forza immensa e lanciati via l'uno lontano dall'altro,entrambi stavano per sbattere gravosamente a terra ma accadde qualcosa di strano,entrambi si bloccarono a pochi centimetri dal terreno,qualcosa li teneva sospesi a mezz'aria senza che loro potessero fare niente per impedirlo,provarono a muoversi ma  era tutto inutile,si guardarono attorno per capire qualcosa e ciò che videro fu impressionante,sui loro corpi si trovavano delle linee che percorrevano tutto il corpo e che sprigionavano una luce dall'aspetto artificiale,le stesse luci che emetteva la sfera in possesso di Ezio,fu proprio ques'tultimo a capire che cosa stava accadendo.

- La bambina,deve essere stata lei a causare questo,ma come ci è riuscita?

All'improvviso Ezio sgranò gli occhi.

- Possibile che lei sia...appenna potrò liberarmi cercherò di comunicare con entrambi,magari riesco a calmare quello strano essere di forma umana.

Dall'altra parte invece Sesshomaru cercava di capire quello che era accaduto,non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo,era la prima volta che gli capitava una cosa simile.

- Cos'è successo? Non riesco a muovermi e non capisco cosa abbia fatto Rin,forse la presenza dell'umano potrebbe coincidere con quello che è appena successo,appena mi libererò proverò a parlarci,anche se preferirei evitare di chiedere spiegazioni ad un umano.

In quello stesso momento,a metà tra la distanza che divideva l'umano dallo yokai vi era Rin ancora in piedi e con gli occhi ancora chiusi,le due lacrime erano cadute e non altre erano scese dai suoi occhi,riaprì gli occhi molto lentamente quasi non fosse nemmeno lei ad aprire le palpebre,ho per meglio dire,non sembrava lei quando le aprì.

Quando gli occhi si aprirono completamente mostrarono qualcosa di nuovo,in quello stesso istante i due combattenti erano caduti al suolo,l'effetto dell'onda d'urto su di loro era finito e quindi recuperarono lentamente le facoltà motorie,i loro corpi erano intorpidi e facevano fatica a muoversi,ma si rialzarono e si tirarono su come veri guerrieri,si vedeva lontano miglia che entrambi avevano la pellaccia dura.

Si rimisero in piedi e osservarono la bambina che si trovava di fronte a loro,da lontano videro qualcosa di strano,nella zona degli occhi,erano lontani per capire quello che succedeva,ma ciò che videro era inspiegabile,dai loro posti videro due piccole luci dai contorni rotondi e molto potenti,sembravano due piccole luci abbaglianti che oltrepassavano la neve che scendeva velocemente e che ostacolava anche lo sguardo più potente,la bambina si girò in direzione dello Yokai,Sesshomaru si dovette riparare gli occhi con una mano poichè le luci gli abbagliavano gli occhi.

Cercò di capire che stava succedendo e all'improvviso gli venne in mette un idea per lui assurda,sgranò gli occhi a quel pensiero assurdò,le due luci che gli venivano incotro erano proiettate dagli occhi della piccola Rin,per quanto assurdo fosse una cosa simile aveva indovinato,era rin a proiettare quelle luci potentissime.

- Yokai.

La voce veniva in direzione di Rin,ma a differenza della bambina questa voce era quella di una donna adulta,non di una bambina.

- Cosa?

- Hai capito bene,Yokai,non e questo il nome della tua razza in questa parte del mondo?

- Tu non sei Rin.

- Rin? Ti riferisci a questa bambina? Esatto,io non sono lei,d'altronde come potrei essere lei se io sono venuta prima di te,o per meglio dire,sono venuta prima della tua razza,so cosa siete...e non siete ciò che voi pensate.

La bambina si girò in direzione di Ezio,puntò il suo sguardo abbagliante contro l'assassino,i suoi occhi lucenti avrebbero accecato anche gli occhi dell'umano,ma proprio come Sesshomaru anche Ezio aveva le sue capacità,e non era nulla di magico,si concentrò su i suoi occhi,passò mezzo secondo, e infine si attivò il suo potere e non ci fu bisogno di coprirsi gli occhi per contrastare quel potente bagliore.

Il mondo attorno a lui era diventato nero e tutto ciò che aveva un contorno,una forma ecc veniva difficile identificare se questa non'era di una certa importanza,le potenti luci proiettati dagli occhi di Rin erano scomparse e in lontananza si videro due cerchi bianchi e un traccia luminosa dorata sul nero corpo di Rin.

- Profeta.

Disse la voce Adulta rivolgendosi ad Ezio.

- Tu?

- Si,io,credevo di averti detto che il tuo compito era finito,eppure tu ti spingi a cercare risposte che non devono essere ,non per il momento.

- Sono alla ricerca della conoscienza,sono qui per la saggezza perduta dei nostri antenati,non so che posto sia questo.

L'umano tocca la sfera riposta nel sacchetto.

- E stata lei a condurmi fin qui,anche se non so come ci sono finito,intendo rimanere qui.

- Fa come ti pare,ma ricorda profeta,anche qui vi sono coloro che portano la croce,ma ci sono anche coloro che ti aiuteranno nella tua causa,molto presto ti troveranno,ora va.

- Aspetta.

Disse Ezio allungando il braccio in direzione della bambina.

- Per ora e tutto,arrivederci.

La voce sconosciuta scomparve e la bambina di cui aveva preso possesso perse la sua vista dalla luce abbagliante e riprese i suoi occhi naturali,poco a poco cominciò a riprendere le sue funzioni motorie e la sua attività celebrale ricominciò a funzionare come prima,lei si guardò attorno per capire cos'era successo e tutto ciò che si sentiva dentro era un gran vuoto...un vuoto accompagnato dalla paura.

- Cos'è successo?Non ricordo nulla.

All'improvviso gli sorge un dubbio.

- Dov'è il signor Sesshomaru?

Rin si girò indietro e vide in lontananza il suo signore.

- SIGNOR SESSHOMARU.

Cominciò a correre verso lo yokai con tutta la forza che aveva nelle gambe per poter riabbracciare il suo signore e sentirsi al sicuro tra le braccia del suo signore,correva a più non posso verso l'unica creatura che avrebbe potuto rassicurarla.

- Signor Sesshomaru.

- Rin.

La bambina arrivò di fronte a Sesshomaru e fu così grande la sua gioia nell'averlo davanti che gli saltò addosso a braccia aperte,da parte sua Sesshomaru abbracciò la bambina pur mantenendo una freddezza apparente ma senza nascondere il fatto che voleva farle sapere per mezzo della sua stretta che in quel momento era al sicuro da qualsiasi cosa.

- Stai bene Rin?

- Si,credo...Signor Sesshomaru.

- Dimmi

- Io...io.

La bambina scoppiò in lacrime alla vista degli occhi dello Yokai che trasmettevano forza e sicurezza che lei sentiva dentro il suo signore.

- Ho avuto paura...tanta paura.

Rin non smetteva più di piangere per il terrore provato in quegli istanti,Sesshomaru le prese la testa e gli la mise sul suo petto.

- Calmati Rin,adesso ci sono io qui.

Lo yokai gli accarezzava la testa in segno di affetto e protezione,poi la mise a terra.

- Vado a parlare con lo straniero,tu rimani qui.

- D'accordo.

Disse Rin con tono un pò triste,in quel momento non voleva stare da sola,aveva bisogno del suo signore,aveva bisogno di stare al sicuro.

Sesshomaru si incamminò verso lo straniero con passo lento ma deciso,da uando era arrivato quello straniero erano sucesso troppe stranezze,voleva delle risposte e le avrebbe avute...in un modo o nell'altro.

Ezio invece usava ancora la sua particolare vista,vide in lontananza la nera figura dello yokai con una traccia luminosa colorata di blu.

- Blu...in questo caso ci vado a parlare.

Detto questo Ezio smise di usare la sua abilità personale e tornò a utilizzare la sua normale vista da umano,anche lui si mosse in direzione dello Yokai con passo lento e calmo.

Tutto sembrò andare per il verso giusto,ma poi all'improvviso accadde qualcosa.

- Sesshomaru,dove sei dannato.

A sentire quella voce Ezio cominciò a pensare.

- Sta arrivando qualcun'altro,meglio andarsene.

Ezio cominciò a correre verso la foresta facendosi notare da Sesshomaru che lo stava seguendo con lo sguardo.

- Dove ti sei nascosto?.

La voce si fece di nuovo sentire ed era accompagnata da qualcuno che presto si fece vedere dallo Yokai.

Dagli alberi uscì fuori un ragazzo dai lunghi capelli bianchi,con due orecchie da cani sulla testa,degli abiti rossi dalle maniche larghe e gli hakama con un effetto palloncino nella parte bassa e per finire una katana dal fodero nero e il manico rovinato.

- Ah eccoti qui.

Disse il ragazzo rivolgendosi a Sesshomaru.

- Inuyasha,cosa vuoi da me?

- Ero nei paraggi e ho sentito dei rumori di battaglia,per non parlare di quell'aura spaventosa di prima...e se non mi sbaglio ho sentito qualcuno gridare.

Lo yokai rimaneva in silenzio senza dare una risposta al fratellastro minore.

- Quell'urlo era di Rin,vero?

- Non'è una faccenda che ti riguarda,e poi perchè ti interessa così tanto?

- Perchè? Come non ne sai nulla?

- Di che parli?

- Alcuni villaggi nelle vicinanze sono stati attaccati da brigati e banditi.

- E allora?

- Gira voce che negli attacchi erano coinvolti anche dei demoni di basso rango guidati da uno Yokai dalle vesti particolari.

- Non ho ancora capito cosa possa centrare con me.

- Volevo sapere se tu ne sapessi qualcosa in più di me.

- Non ne so nulla.

Sesshomaru si girò in direzione di Rin e si mise in cammino nella sua direzione.

- Rin.

- Si signor Sesshomaru.

- Prendi Jaken,c'è ne andiamo.

- Si.

La bambina corse a prendere il Kappa,lo prese,lo mi se sulle spalle come un sacco di patate e se lo portò dietro.

Inuyasha rimase ad osservare il fratello mentre quest'ultimo se ne andava con la solita freddezza degna di un iceberg,lo vide andarse nella direzione del fiume in cui l'acqua continuava il suo percorso.

- Ma tu guarda che tipo.

DEtto questo Inuyasha se ne tornò indietro diretto verso la foresta innevata,si addentrò in mezzo agli alberi e continuò per la sua strada.

- Meglio tornare al villaggio,forse gli altri hanno nuove informazioni.

Mentre pronunciava queste parole un altra figura si trovava a qualche albero di distanza da lui,l'umano incappucciato aveva sentito quelle parole e le aveva tradotta alla perfezione,una cosa per niente normale.

- Aspetto un momento,sbaglio ho quello che ho sentito era in italiano...forse l'onda d'urto di prima mi ha fatto qualcosa di particolare,in ogni caso ora capisco la lingua di queste terre,non sarà un problema orientarmi da queste parti,ora mi serve un posto dove passare la notte,meglio seguire quel ragazzo, se non sbaglio ha parlato di un villaggio.

L'italiano cominciò a seguire Inuyasha rimanendo distante da lui ma senza esagerare o se ne no avrebbe perso le sue traccie,segretezza e silenziosità erano tra le sue abilità migliori.

Ezio si faceva strada tra gli alberi senza far rumore e seguiva l'haynou senza problemi,in quello stesso momento Inuyasha aveva la sensazione che qualcuno lo seguisse,senza contare il fatto che sentiva l'odore di un umano,pensava che forse era solo una senzazione e quindi non si doveva preoccupare,continuò a camminare ignaro che Ezio lo stesse seguendo.

Dopo un pò Inuyasha arrivò dall'altra parte della foresta,in lontananza si vedeva un tipico villaggio giapponese circondato da colline e campi di riso ricoperti dalla neve,si vedeva il fumo uscire dalle capanne in lontananza chiaro segno che faceva così freddo da chiudersi in casa e godersi il focolare domestico.

Inuyasha guardava il villaggio con occhi colmi di gioia.

- Spero che Kagome abbia preparato qualcosa da mangiare,perchè ho una fame

Detto questo Inuyasha cominciò a correre come una furia raggiungendo una velocità elevata,Ezio uscì fuori dalla foresta per niente stupito da quello che aveva visto,ormai aveva capito che quelle terre di cui non sapeva niente erano piene di insidie e fatti inspiegabili.

- Ho l'impressione che questo paese nasconda molte sorprese,meglio farci l'abitudine.

Ezio si incamminò verso il villaggio in lontananza,forse qualcuno sarebbe stato così buono da ospitarlo per la notte,se non per qualche giorno.

Mentre camminava pensava a quello strano essere che vide nella radura,il cui aspetto umanoide nascondeva capacità straordinarie come la forza sovraumana che Ezio aveva provato di persona sul suo corpo,oppure quello strano fascio di luce che fuoriuscì da due artigli della mano dello yokai e respinse il proiettile come se nulla fosse.

L'onda d'urto,la bambina posseduta,la voce, il ragazzo dalle orecchie canine,Ezio era già venuto a conoscienza di oggetti,presenze e luoghi sconosciuti alla maggior parte dell'umanità,ma forse quel paese nascondeva qualcosa di più e lui voleva scoprire i segreti di quel paese di cui non sapeva nulla,pensando a questo si mosse con passo deciso e lo sguardo di un aquila fiera e coraggiosa che non temeva di librarsi in cielo,nemmeno quando il sole gli copriva gli occhi con la sua potente luce,nella sua mente riecheggiavano queste parole.

- Scoprirò il motivo sconosciuto per la quale sono arrivato qui,svelerò i misteri che troverò lungo il mio cammino,abbatterò ogni nemico che maltratta,colpisce e inganna la povera gente,andrò in cerca di coloro che mi potranno aiutare nella mia causa,sono Ezio Auditore da Firenze...io sono un assassino.

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Capitolo 3
*** Nuovi amici e vecchi nemici ***


Dopo aver camminato per una decina di minuti Ezio arrivò alle porte ai margini del villaggio,intorno a lui si vedevano le strade che portavano ai campi di riso,l'acqua dentro le risaie era completamente ghiacciata,ma in quel momento la sua attenzione andava ad altro,il fumo che usciva dalle case,lui pensava al caldo tepore che vi era dentro quelle umile casette di legno in cui i contadini si riposavano con le proprie famiglie e si rilassavano davanti al fuoco come i sovrani d'europa davanti ai camini.

Continuò ad avanzare verso il villaggio con passo deciso,mentre camminava si scrollò la neve di dosso che appesantiva la sua camminata e  rendendo più difficile il suo percorso,poco dopo arrivò alle prime capanne dove la quale provenivano suoni diversi,i bambini che schiammazavano,i genitori che parlavano,le coppie di innamorati che si scambiavano parole dolci,li sentiva tutti,riusciva a sentire ogni più piccolo bisbiglio senza il minimo sforzo,in quello stesso istante,mentre guardava le case intorno a lui si chiese dove poteva chiedere per passare la notte.

- Oh uffa vediamo un pò,potrei chiedere al capo villaggio,sempre che ne sia uno.

Mentre si avvicinava al centro del villaggio vide un anziana signora che portava sulla schiena una cesta con un piccollo carico di legno ,Ezio si avvicinò alla donna.

- Scusatemi signora.

L'anziana signora rivolse lo sguardo verso l'italiano,quest'ultimo vide l'aspetto della signora,degli stivali fatti con fili di paglia intrecciati tra di loro,molto utili per combattere il freddo, dei lunghi hakama rossi,un kosode bianco dalle maniche larghe e una benda sull'occhio destro.

- Posso aiutarla giovanotto?

- Sapete dove posso trovare il capo villaggio?

- Chi lo cerca?

- Uno straniero che viaggia in una terra sconosciuta.

- Capisco...seguitemi.

L'anziana tolse il suo sguardo dal fiorentino e cominciò camminare lungo la strada innevata,Ezio la seguiva nella speranza di incontrare il capo villaggio e trovare un posto per passare la notte,non gli andava proprio di dormire sulla bianca e fredda neve.

L'anziana si rivolse ad Ezio.

- Mi dica,da dove viene?

- Da un paese molto lontano.

- e quale sarebbe?

- Dubito che saperlo abbia qualche importanza.

- Siete un tipo misterioso,comunque, cosa volete dal capo villaggio?

- un posto dove passare la notte.

- Solo una notte?

- Se possibile mi piacerebbe rimanere per più tempo,ma una notte andrà più che bene.

- Vi accontentate di poco.

- Un uomo in viaggio non può pretendere più di tanto,si deve accontentare di quello che trova.

- Siete un uomo saggio.

- Forse,ma ho ancora molto da imparare.

A forza di parlare il tempo passava velocemente e in pochi minuti arrivarono davanti ad una collinetta con una lunga scalinata in pietra che saliva fino in cima alla collina,accanto alla scala si trovava una piccola casetta di legno completamente coperta di bianco,i due si avvicinarono all'atrio dell'abitazione.

- Entrate pure straniero,il capo villaggio e qui dentro.

Disse l'anziana all'assassino.

- Permesso.

Ezio entrò nella casa e osservò bene ciò che c'era dentro,un pavimento sopraelevato in legno coperto da un tatami e con al centro uno spazio di forma rettangolare dove mettere la legna da ardere,un futon e qualche cuscino,ma apparte questo non vide niente,non c'era nessuno dentro.

- Qui non c'è nessuno.

- Fidatevi,il capo villaggio e qui,state a guardare.

L'anziana superò Ezio,si tolse gli stivali,e si mise sulle ginocchia su un cuscino messo di fronte agli occhi di Ezio.

- Eccola qua davanti a voi.

- Voi siete il capo villaggio?

- Si,sembrate sorpreso.

- Si vede molto?

a quelle parole l'anziana fece un piccola e breve risata.

- Mi sembrate una brava persona,d'accordo,vi siete guadagnato un letto per la notte.

- La ringrazio per il suo aiuto,signora....non conosco il vostro nome.

- Mi chiamo Kaede, e voi sareste.

- Ezio Auditore da Firenze,sono grato del vostro aiuto.

- Prego.

Finalmente Ezio aveva la possibilità di dormire al caldo e un tetto sopra la testa,tutto sembrava apposto,ma all'improvviso successe qualcosa.

- VENERABILE KAEDE.

Un urlo proveniente dalla strada preoccupò non poco l'anziana miko,anche Ezio aveva sentito l'urlo e  a giudicare dalla voce sembrava una donna

- VENARIBILE KAEDE.

Dopo quest'ultimo urlo nella casa entrò una ragazza molto particolare,aveva lunghi capelli castani tenuti con una coda di cavallo,occhimarroni,indossava una tuta nera abbinata a spallacci,una protezione per il ventre tenuta ferma da fascia rossa, delle ginocchiere e  dei lunghi stivali neri,portava con se una wakizashi (una spada simile ad una katana ma con la differenza che è più piccola e più maneggievole) e un gigantesco boomerang appoggiato alla schiena della ragazza e tenuto da una fascia al corpo snello e non poco sensuale.

- Venerabile Kaede.

L'anziana spostò il suo sguardo verso la ragazza.

- Sango,che ci fai qui?

- Uno dei villaggi qui vicino e stato attaccato da una banda di briganti e quindi sono passata di qui per vedere se c'erano gli altri.

- Sono andati via qualche ora fa a perlustare i dintorni,forse li troverai nel villaggio attaccato.

- Capisco,grazie di tutto Kaede.

Detto questo la ragazza uscì di fretta e furia dall'abitazione urtando il fiorentino.

- Scusi.

Sango uscì dalla casa in modo molto frettoloso,Ezio si rivolse a Kaede.

- Vado a darle una mano.

Ezio uscì dalla casa con la stessa fretta di Sango,in quel preciso istante l'anziana cercò di fermarlo

- Aspetta straniero.

Ma le sue parole non vennero ascoltate e l'unica cosa che potè fare era mettersi l'anima in pace.

Appena uscito Ezio vide la ragazza che se ne stava con lo sguardo che puntava verso il cielo,sembrava che stesse cercando qualcosa,a quel punto Ezio si avvicinò alla ragazza.

- Mi scusi signorina.

Al suono di quella voce Sango si girò di scatto con aria sorpresa.

- Salve.

- Se non sbaglio ha detto che si sta dirigendo verso un villaggio pieno di banditi.

- E con ciò?

- Le dovrei chiedere un passaggio.

- Interessante,in cambio cosa mi può dare?

- Delle informazioni su quei banditi,forse so chi sono.

-....d'accordo ci sto.

Detto questo i due si strinsero la mano mostrando forza e sicurezza nella stretta,all'improvviso si sentì uno strano rumore proveninte dal cielo,sembrava il verso di un grosso felino,A sentire quel suono Sango alzò la testa verso il cielo.

- Oh,eccola e arrivata.    

Disse Sango con tono gioioso,Ezio non capiva a cosa si riferisse.

- Di chi parlate?

Spinto dalla curiosità Ezio spostò lo sguardo nella stessa direzione della ragazza e l'unica cosa che vide era una sagoma in lontananza che scendeva verso il terreno,purtroppo la neve,che scendeva a gran velocità,gli impediva di vedere perfettamente e capire che cosa fosse.

A quel punto decise di usare la sua "vista" e capire a chi si riferiva la ragazza,in quel preciso istante il mondo attorno a lui era diventato nero e quella sagoma indefinibile divenne comprensibile ai suoi occhi,vide una grossa creatura che si stava avvicinando verso di loro,assomigliava ad un felino di dimensioni anormali e portava sul suo corpo una traccia luminosa blu.

La creatura scendeva sempre di più verso il terreno e quindi divenne più facile vedere il suo aspetto,a quel punto tolse la sua "vista" e tornò a vedere il mondo come un semplice umano.

Dopo qualche secondo la creatura toccò il terreno con le sue enormi zampe e si mostrò ai due umani,il suo manto era bianco con poche eccezzioni per le orecchie e un segno di forma romboidale sulla fronte che erano nere mentre le zampe e le tre code mostravano la presenza di strisce del medesimo colore,due grossi occhi rosa con le pupille strette tipiche dei gatti e due grosse zanne ricurve che gli uscivano dalla fila di denti superiore,in poche parole,un gatto demoniaco due volte più grande di un leone e con la dentatura di una tigre dai denti a sciabola ma con le due zanne ricurve più piccole.

Ezio era tranquillo di fronte ad una creatura simile,si avvicinò alla bestia guidato dalla sicurezza datogli dalla sua abilità ottica,si poteva fidare di quella creatura.

Il fiorentino allungò la mano il muso dell'animale per permettergli di riconoscerlo come amico e non come nemico,questa tecnica la usava anche sui cavalli più indomabili,il felino da parte sua annusò la mano di Ezio e subito dopo gli diede una leccata,a quel punto l'uomo si avvicinò ancor di più all'animale e cominciò ad accarezzarlo sulla fronte in segno di amicizia,Sango,che stava assistendo alla scena si fece scappare un sorriso.

- Vedo che gli sei simpatico.

Disse sango mostrando un piccolo sorriso,Ezio girò la testa in direzione della ragazza.

- Se non altro non mi sbranerà.

La ragazza si mise a ridere all'idea che quell'animale potesse sbranare qualcuno solo per antipatia,smise di ridere non appena ritornò a pensare al villaggio attacato.

-Apparte gli scherzi,adesso dovremmo andare.

- Si hai ragione,andiamo.

Detto questo Ezio si mise in groppa all'animale sedendosi più indietro possibile,poco dopo anche Sango si mise sopra l'animale posandosi al centro esatto della colonna vertebrale per non dare fastidio all'animale e fargli sopportare il peso dei due senza troppi problemi.

- Ah dimenticavo,lei e Kirara.

- Kirara?Parli di questo felino?

- Si,e una femmina.

Detto questo Kirara cominciò a staccarsi dal suolo emettendo delle fiamme che fuoriuscivano dalle zampe,il felino saliva sempre più in alto,più in alto e più in alto ancora fino ad arrivare a trenta metri d'altezza.

- Senti,e molto lontano il villaggio?

- Se andassimo a piedi e cominciassimo a correre come dei forsennati ci metteremo mezz'ora,invece, in groppa a Kirara ci metteremo solo un quarto d'ora.

- Allora va veloce.

- Molto.

- E non c'è nulla alla quale mi possa aggrappare.

- Ti puoi attaccare al pelo della gatta,fidati,se hai una presa salda potrai rimanere in groppa senza cadere di sotto.

- Se lo dici tu.

Ezio mise le mani sul pelo dell'animale e cominciò a stringere forte.

- Sei pronto?

- Si.

- Bene,andiamo.

Deto questo i due partirono a tutta velocità verso il villaggio attaccato,Ezio avrebbe liberato quel villaggio dalla minaccia dei predoni,ma in quello stesso momento stava cominciando a pensare sugli attacchi ai villaggi.

- Briganti che attaccano i villaggi circostanti....comincio a pensare che ci sia sotto qualcosa,se ho ragione....so già chi c'entra con queste razzie,ed e meglio che mi prepari.

Con in mente questi pensieri Ezio si fece coraggio,non solo per la questione dei briganti,ma anche per il fatto che stava viaggiando su un enorme felino in grado di volare,aveva già volato con una delle invenzioni dell'amico Leonardo,ma volare su un gatto era una cosa alquanto incredibile.

- Più veloce Kirara.

Il grosso felino emise un potente urlo degno di una Nekomata dallo spirito guerriero e con uno scatto velocissimo scomparve in mezzo alla neve semza lasciare traccie.

Un quarto d'ora dopo,da un altra parte,c'era un villaggio occupato da briganti vestiti con pesanti pelliccie e qualcuno di loro possedeva anche una corazza,erano armati con delle katane di pessima fattura e dai manici rovinati,dal loro aspetto non si poteva dire che sembrassero intelligenti.

Tra di loro si vedevano uomini,donne e bambini messi in ginocchio e con le mani legate dietro alla schiena,gli uomini erano impauriti,le donne spaventate,i bambini erano terrorizzati e alcuni di loro piangevano.

I briganti ridevano,scherzavano,si prendevano gioco di quei poveretti che non potevano difendersi,due di loro erano intenti a parlare tra di loro.

- Che bello,anche oggi abbiamo saccheggiato una grossa fortuna.

- Già,cibo,sakè,donne e un tetto sopra la testa,che si può avere di più dalla vita?

- Ben detto,senti.

- Che c'è?

- Hai visto il capo?

- Arriverà tra poco,ha detto che arriverà con un pò di ritardo.

- Perchè dov'é andato?

- Ha detto che doveva vedersi con delle persone,apparte questo non ha aggiunto altro.

In quello stesso momento,a qualche centinaio di metri di distanza dal villaggio,si trovava Inuyasha insieme ad altre tre persone,la prima era una ragazza,portava lunghi capelli neri e indossava una veste da Miko,proprio come Kaede,con l'unica differenza che lei portava dei sandali di paglia e non degli stivali da neve sulla schiena portava una faretra piena di frecce e nella mano sinistra teneva un arco.

- Inuyasha.

Chiese la ragazza all'Hanyou.

- Cosa c'è Kagome?

- Il villaggio...sento che c'è qualcosa di strano.

- In che senso?

- Non te lo so spiegare...e una senzazione strana.

Nel discorso intervenne un altra persona,era un uomo,aveva capelli neri e portava una capigliatura corta con un codino dietro la testa,un orecchino sull'orecchio sinistro,indossava due vesti,una sotto,ampia,nera,dalle maniche larghe e che arrivava poco sopra le caviglie,la seconda invece era viola ed era messa sopra la prima,copriva il petto,il ventre e coprendo la parte di sotto della veste nera,nella sua mano destra teneva uno shakujo,un sottile bastone di metallo alto un metro e settanta con un cerchio di metallo con una circonferenza di quaranta centimetri e largo poco più di un foglio di carta,all'interno del cerchio vi erano anche dei simboli buddisti situati da un capo all'altro del cerchio interno.

- Sono d'accordo con Kagome,e una presenza inspiegabile,vorrei dire che una semplice aura,eppure trasmette qualcosa di anormale.

Interviene Inuyasha

- Ne sei sicuro?

- Temo di si,in ogni caso stiamo in guardia.

- Parla per te,un colpo di Tessaiga e ogni nostro nemico verrà annientato.

Dopo aver pronunciato queste parole sentì qualcosa di piccolo che gli aveva colpito la testa,a quel punto si girò e prese al volo cosa lo aveva colpito,vide che era un bambino,portava una folta capigliatura rossa con un piccolo codino,portava una veste azzurra coperta da un gilet in pelliccia,pantaloni blu con effetto pallone e al posto dei piedi aveva due zampe da volpe.

Inuyasha guarda il bambino con aria per niente felice.

- Shippo si può sapere che ti prende?

- Non fare lo sbruffone.

- Ma sta zitto.

Detto questo lo lasciò andare,ma prima ancora che potesse toccare terra gli diede un pugno in testa provocandogli un bernocolo in testa,appena toccò il terreno cominciò a copririrsi la testa con le braccia per via del dolore.

In quello stesso momento,sopra il gruppo,si trovava Kirara con i suoi due passeggeri.

- Adesso scendiamo.

Disse Sango al fiorentino.

- Va bene.

Kirara scese piano piano fino a toccare terra atterrando a qualche metro del gruppo,Inuyasha e gli altri si avvicinarono a Sango con aria felice.

- Ben tornata Sango.

Disse Kagome con aria gioiosa.

- Ehi Sango,credvo che arrivassi prima.

- Scusa Inuyasha,la neve e il vento mi hanno rallentato,mi di spiace.

- Non fa nulla.

Intervenne il piccolo shippo.

- Ciao Sango.

- Ciao Shippo.

Ed infine il monaco.

- Sango.

- Miroku.

I due si avvicinarono l'un l'altro e si diedero un veloce ma inteso bacio carico d'amore,quando i due si staccarono Miroku notò Ezio che si trovava ancora sulla schiena del felino,con sguardo sospetto si rivolse all'assassino.

- Scusatemi.

Ezio si girò lo sguardo in direzione del monaco.

- Dite a me?

- Si,chi siete?

Ezio scese da KIrara e si incamminò in direzione del monaco.

- Qualcuno che vi può essere utile.

- Spiegatevi meglio.

- Penso che quelli non sono comuni briganti.

- Come fate a dirlo? Ma sopratutto,voi chi siete?

All'improvviso si fermò,così,di colpo.

- Un viaggiatore,nulla di più.

- Sarà...in ogni caso mi presento.

Miroku si staccò da Sango e fece due passi in direzione di Ezio,sul suo volto si leggeva chiaramente che non si fidava molto dello straniero,appena si fermò mise a terra il bastone facendo facendo risuonare gli anelli dello shakujo.

- Io sono Miroku,posso sapere il vostro nome?

- Ezio.

- Ezio...bene Ezio,ti va di darci una mano?

- Sono qui per questo.

- Bene,Seguici.

Intervenne Inuyasha

- Avviciniamoci al villaggio senza fare rumore

Intervenne Ezio.

- Una delle mie specialità.

- Come?

Disse Inuyasha.

- Nulla di importante.

Il gruppo continuava ad avanzare cercando di fare meno rumore possibile,cosa che l'assassino riusciva a fare con maestria,però dubitava che quella tattica funzionasse perfettamente,guardava quel gruppo con aria preoccupata,se doveva penetrare nel villaggio e uccidere i predoni sarebbe andato da solo,invece loro,per quanto simpatici potessero essere non avrebbero potuto aiutarlo,non se doveva passare inosservato.

Appena si avvicinarono al villaggio videro dei bastoni immersi nella neve con l'estremità in alto coperta da alcuni stracci infiammati,delle rudimentali torce attorno alle capanne più lontane dal centro e quindi le più esterne del villaggio,a quel punto Inuyasha segnalò al gruppo di abbassarsi per non farsi vedere e anche Ezio li imitò seguito da Kirara che si era aquattata senza fare il minimo rumore.

- Adesso che facciamo?

Chiese Kagome con aria preoccupata rivolgendosi ad Inuyasha.

- Non lo so,Miroku,hai qualche idea?

- No,forse lo straniero sa qualcosa.

- Ehi straniero.

Ezio non si fece sentire.

- Straniero.

Ancora nessuna risposta,a quel punto Inuyasha si girò.

- Sto parlando con t...

A quel punto capì perchè non gli rispondeva,Ezio...non c'era più,Inuyasha si rivolse a Miroku con aria impressionata.

- Non c'è più.

- di chi parli?

- Dello straniero,ma dove diamine si sarà cacciato?

Mentre Inuyasha parlava col monaco Ezio si trovava a otto metri di distanza da loro e che poco a poco iniziò ad avanzare verso il villaggio,era vicino ad una delle torce,si avvicinò a due di esse,prese un pò di neve e poi la lanciò spegnendole entrambe,infine le oltrepassò e poi si fermò.

Poco dopo si intravide uno dei briganti che si avvicinò alle torce spente,avvicinò il viso alle torce spente per vedere cos'era successo di preciso.

In quel preciso istante,Ezio,che si trovava a qualche passo da lui,alle sue spalle e mimetizzato nella neve si avvicinò a quest'ultimo,si alzò in piedi,aprì le mani, e con un veloce gesto gli tappò la bocca con la mano destra e gli conficcò la lama nella schiena,appena estrasse la lama dal corpo del brigante ritornò sotto il polso,un omicidio,veloce e silenzioso,questa era l'arte di Ezio,questa...era l'arte di un assassino...e di certo non era l'unica.

Dopo aver ucciso il brigante si addentrò nel villaggio,camminando tra una casa e l'altra si accorse di due briganti che controllavano una strada che portava al centro del villaggio,a quel punto Ezio ebbe un idea,con un rapido scatto si avvicinò al muro di una casetta di fronte a lui,appoggiò i piedi sul muro,con un altro scatto si spinse verso l'alto correndo su per il muro di legno,si aggrappò al margine del tetto,e poi con le braccia si diede la forza necessaria per raggiungere il tetto della struttura e il tutto in una manciata di secondi.

Dopo aver raggiunto il tetto di paglia della struttura si mosse verso il tetto di un altra casa davanti a lui,le case di questo villaggio erano a stretto contatto l'una con l'altra e quindi si potevano raggiungere i tetti con facilità.

L'assassino si avvicinò al bordo e con un piccolo saltello raggiunse l'altra casa con immensa facilità e continuò a saltare di tetto in tetto fino ad arrivare dove voleva,sopra la testa dei due briganti.

Ora si trovava sul tetto di una casa alta pochi metri,quel tetto era perfetto per le sue intenzioni,saltò giù dalla casa e piombò sui briganti infilandogli le lame nei loro colli,la morte era stata veloce e indolore,un altra arte degli assassini,l'uccisione in volo,tecnica elegante che fa sembrare un assassino un aquila che scende in picchiata sulla preda inerme.

Dopo aver ucciso i briganti avanzò verso la piazza del villaggio che si trovava a decine e decine di case davanti a lui,in lontananza si sentivano le voci dei briganti che in preda all'euforia della loro riuscita in questa scorribanda avevano messo solo tre compagni di razzie a fare da guardia al villaggio,da questo Ezio aveva capito che aveva a che fare dei pessimi avversari,gente con scarse capacità.

continuò ad avanzare,intorno a lui non vedeva nessun brigante a fare da guardia o perlomeno fare finta di fare la guardia,nessun predone che controllasse le strade o che faceva il giro del villaggio a controllare che ci fossero intrusi,era convinto,erano avversari veramente pessimi.

Arrivato nelle vicinanze del centro del villaggio si nascose dietro una casa e si mise a sbirciare da dietro il muro dell'umile struttura,sentì le voci di due briganti che parlavano tra di loro.

- Cosa c'è ne facciamo di questa gente?

- Il capo ha detto che oggi dovevamo prendere degli ostaggi e che non dovevamo fargli alcun male.

- Per quale ragione?

- Da quello che ho capito vuole farci un discorso o una roba simile.

In quello stesso istante un loro compagno parlò a voce alta.

- Zitti tutti arrivà il capo.

Da una larga strada giunse un uomo vestito in modo curioso,aveva lunghi capelli neri legati con un nastro marrone,occhi marroni,un piccolo pizzetto,una pelliccia marrone che gli copriva il collo,il torso e le spalle,portava dei lunghi pantaloni in pelliccia marrone e stivali del medesimo materiale,appena entrò in quella parte del villaggio si mise subito davanti agli abitanti e mostrando un piccolo sorriso malefico iniziò a parlare.

- Salve a tutti,contadini,briganti,vi do il benvenuto,oggi vi parlerò di un argomento delicato...ma prima devo chiedervi...chi è con me?

Tutti i briganti urlarono all'unisono come fossero animali mentre la gente del villaggio rimaneva in silenzio.

- Bene,i miei uomini sono con me...e voi?Gente del villaggio?

Ancora una volta nessuno rispose.

- Capisco.

Detto questo si avvicinò ad uno degli abitanti che si trovava davanti al capo,lo prese per il colletto con una mano e lo mise in piedi.

- Ti faccio un a domanda...cosa sono io per te?

L'uomo si fece coraggio e rispose.

- Un predone.

- Un predone?

sentendo quelle parole come se fossero un insulto ebbe uno scatto d'ira e lo buttò per terra.

- Un predone? E così che mi vedete?Gente stolta e ignorante,io sono ben più di quello che vedete adesso,ascoltatemi,ciò che vi chiedo e di seguirmi nella mia causa.

I contandini,non capendo quello di cui stava parlando si chiedevano con stupore che cos'era questa storia,era la prima volta che un predone parlava in quel modo.

- La causa che perseguo e giusta ,ogni anno rischiate di suibire attacchi da gente come noi e per di più avete una vita povera e miserevole,a stento riuscite a sopravvivere con quel poco che coltivate,però,c'è una soluzione a tutto questo,unitevi a me,e insieme vedremo un mondo in cui fame e banditi non ci saranno più,cosa scegliete?

L'ultima parte della frase era rivolta sopratutto al poveretto che aveva stretto tra le sue mani.

- Tu cosa scegli?

A quel punto intervenne Ezio che uscì allo scoperto e uccise i due briganti che stavano davanti a lui che distratte e davano le spalle all'assassino si ritrovarono con una lama nel collo,quando i due briganti caddero morti per terra tutti i presenti in quel momento si girarono verso l'assassino, il capo dei briganti stava osservando Ezio con gli occhi spalancati,quasi fosse terrorizzato dalla figura di quell'uomo,con un braccio tremante indicò Ezio.

- Quel cappuccio...quel simbolo,(riferendosi alla fibbia sulla cintura di Ezio).

- Non ti dispiace se rispondo io per loro,vero?

- Tu...sei un assassino.

- E tu,con i tuoi discorsi e le tue promesse li rendi schiavi delle tue bugie,dimmi chi sono i tuoi padroni.

- Mai e comunque stai per morire.

Il capo dei briganti abbassò il braccio e rivolso lo sgaurdo ai suoi sottoposti.

- Uccidetelo.

Con questo ordine i briganti si mossero contro Ezio inpugnando le loro armi di pessima qualità,l'assassino li vedeva arrivare e sorrideva di gusto,uccidere quella massa di novellini sarebbe stato una passeggiata,mise la mano destra sotto la cappa la quale si spotò dietro la spalla sinistra mostrando ai presenti un arma tenute sul fianco sinistro.

La prima era una spada col manico  marrone e  con un pomolo d'argento simile alla testa di un aquila,la guardia invece aveva la forma di due ali e anch'essa era fatta in argento,la lama dritta e sottile indicava che era un arma leggera e veloce,la estrasse e dopo pochi secondi si ritrovò un brigante che gli veniva incontro a tutta velocità,mosse la spada contro quest'ultimo e con un solo fendente gli taglio la gola,ne arrivò un altro che che con un colpo cercò di infilzare il fiorentino ma senza successo,Ezio aveva deviato il colpo per poi infilargli la spada nel petto e poi tirarla fuori mettendo la mano sinistra sul petto del brigante e tirare fuori la spada con forza e spingendo via il corpo del suo avversario.

Ezio decise di avanzare verso il capo dei briganti attraversando i corpi di coloro che si sarebbe messi sulla sua strada,nessuno lo avrebbe fermato.

Altri due briganti andarono incontro ad Ezio, il brigante che stava arrivando alla sua sinistra impugnava la spada mettendola sopra la testa,quello alla sua destra invece sembrava volesse colpire con un attacco laterale,il primo dei due che si avvicinò era quello di sinistra,prima ancora che potesse colpire Ezio gli tirò una ginocchiata in pieno ventre facendolo piegare in due dal dolore,mentre il secondo brigante si avviciniva all'assassino Ezio prese il polso del brigante piegato in due e lo spinse verso il suo compagno trafiggendone il cuore,gettò via il brigante dolorante e continuò a camminare verso il capo.

- Se fossi in voi me ne andrei.

Disse Ezio mentre si avvicinava con passo lento e controllato.

- Io me ne vado.

Disse uno dei briganti appena prima di fuggire gettando l'arma e correndo in preda al terrore.

- Me la squaglio.

- Pensateci voi.

- Non voglio morire

questi e molti altri briganti dicevano frasi del genere e scappavano lasciando solo il loro capo,il capo li vedeva fuggire via come conigli inseguiti da un lupo famelico mentre quell'uomo incappucciato si dirigeva verso di lui.

- Ora puoi dirmi i nomi dei tuoi padroni.

- Cosa ti fa pensare che ti dirò qualcosa?

- Il fatto che non sono morto come avevi promesso,dimmeli e non ti farò del male,o perlomeno non molto.

- Io servo uno scopo più nobile del tuo,questa gente ha bisogno di me...ha bisogno delle mie idee.

- No,queste persone stanno soffrendo a causa delle tue brutalità,e per questo ne pagerai le conseguenze.

- Ne sei sicuro?

Il capo dei briganti mise la mano destra dietro la schiena toccando il retro della cintura.

- Io no.

Alla cintura vi era legata una sfera nera della grandezza di uno dei nidi di Naraku,la prese in mano e la buttò a terra rompendola,dal suo interno si sprigionò un fumo nero che offuscava la vista e bloccava le vie respiratorie,Ezio uscì immediatamente da quella cortina di fumo che sparì poco dopo,insieme alla scoparsa del fumo se ne andò via anche il capo.

Ormai Ezio non poteva farci nulla,il suo obbiettivo era scappato e ormai non  poteva farci più nulla,ma non rimase amareggiato per l'accaduto,anzi,aveva trovato conferma alla sua teoria,ora sapeva chi c'era dietro a questi attacchi...le parole pronunciate da quel brigante,l'attacco al villaggio,la paura che gli leggeva negli occhi,adesso sapeva chi c'entrava in questa storia...non semplici umani,non semplici nemici da due soldi,coloro che avrebbe incontrato portavano la croce,una croce fatta di potere,menzogne e violenza,una croce capace di corrompere gli uomini e dominarli con ogni mezzo necessario,a quel pensiero Ezio assunse un sguardo carico di durezza,avrebbe combattuto contro di loro ancora una volta...avrebbe vinto contro di loro...ancora una volta.

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Capitolo 4
*** Un nuovo membro per la squadra ***


Mentre Ezio si perdeva nei suoi pensieri sentì una voce proveniente da dietro le sue spalle.

- Ve ne prego signore.

Ezio si girò in direzione della voce,non riusciva a capire perchè qualcuno lo stesse implorando,a parlare e stato l'uomo che venne buttato a terra dal capo dei briganti.

- Non fateci del male,siamo gente povera e umile,abbiate pietà.

L'assassino si incamminò verso quel pover uomo tutto spaventato.

- Non devi aver paura,io non sono come quelle persone di prima.

- Davvero?

- No.

Ezio si trovava abbastanza vicino dal contadino da poterlo guardare sotto i suoi occhi,si inginocchiò e con la lama celata tagliò le corde che tenevano imprigionato il contadino.

- Stai bene?

- Si sto bene.

- Bene,ti lascio ad aiutare la tua gente,slegali e poi rinchiudetevi in casa,se mai dovvesserò arrivare altri briganti non fate rumore,penseranno che il villagio sia disabitato.

- Grazie.

- Di nulla.

Ezio si incamminò per la strada dalla quale era giunto,mentre camminava però gli venne da pensare,ora che sapeva chi era il fautore di quelle razzie si chiedeva il perchè di questi attacchi,per seminare paura?Per reclutare nuovi membri alla loro causa?Oppure il motivo era un altro?

A queste domande Ezio non aveva risposta,per adesso doveva tornare dal gruppo che aveva incontrato poco fa,non sembravano persone cattive,anzi,gli avevano dato una buona impressione,un gruppo di ragazzi che pur non facendo parte di quel villaggio erano andati a soccorrerlo,un gesto degno di nota.

Mentre camminava sentì in lontananza alcuni voci,erano quelle del gruppo che stava fuori dal villaggio,si avvicinavano velocemente alla sua posizione correndo come dei forsennati e poco dopo si ritrovarono davanti all'assassino.

- Cos'è successo?

Chiese Kagome con voce preoccupata,alle sue parole seguirono quelle dell'hanyou.

- Su di te si sente un fortissimo odore di sangue,confessa.

Inuyasha alzò la mano davanti a se mostrando gli artigli e facendo scrocchiare le dita,dal canto suo Ezio non sembrava spaventato.

- Hai fatto qualcosa agli abitanti del villaggio?

a Quel punto Ezio incrociò le braccia.

- No,anzi,ho ucciso i briganti che avevano attaccato questa gente,purtroppo il loro comandante e scappato.

- Quindi i tre cadavari che abbiamo visto poco fa li avevi uccisi tu.

- Esatto.

A quel punto Inuyasha abbassò la mano e assunse un atteggiamento meno duro nei confronti del fiorentino.

- Gli abitanti stanno bene,se non mi credete andate a controllare.

- D'accordo,Kagome.

- Si?

- Andiamo a controllare come stanno gli abitanti.

- D'accordo.

- Miroku,Sango,Shippo,tenetelo d'occhio,noi torniamo subito.

- Va bene.

Risposero tutti e tre all'unisono.

Inuyasha e Kagome accellerarono il passo in direzione degli abitanti,appena arrivati videro delle persone che aiutavano i propri compaesani a togliersi le corde che li tenevano prigionieri.

- Scusatemi.

Disse una contadina con un neonato avvolto in uno straccio che teneva tra le braccia.

- Si?

Rispose Kagome

- Per caso siete insieme ad un uomo che porta un cappuccio sulla testa?

- Si,via forse fatto del male?

- No,quell'uomo e stato mandato dagli dei per salvarci,e un miracolo che sia intervenuto.

- Saprebbe dirci dell'altro?

- Vediamo un pò.....ah si,uno dei briganti,il loro capo credo,sembrava spaventato da quell'uomo.

- Spaventato?

- Si...se non sbaglio l'uomo col cappuccio gli ha detto che con le sue promesse ci rendeva schiavi delle sue bugie.

Intervenne Inuyasha.

- Schiavi delle sue bugie? Forse sarebbe meglio tornare da quell'uomo,andiamo Kagome.

- Si.

Kagome si rivolge verso la contadina.

- Grazie di tutto signora.

- Di nulla,arrivederci.

Saputo quello che dovevano sapere tornarono indietro,lo straniero aveva detto la verità ma poi era sorto un altro dubbio,perchè mai un brigante doveva rendere dei contadini schiavi di una bugia,la cosa sembrava non avere un senso.

Poco dopo tornarono dagli altri membri del gruppo e Inuyasha si rivolse subito a i suoi compagni.

- Saputo qualcosa di nuovo?

Disse Sango rivolta a Inuyasha.

- Quello che diceva era vero,ha salvato gli abitanti del villaggio dai briganti.

Inuyasha si rivolse ad Ezio.

- Che volevi dire al capo dei briganti con...li rendi schiavi di una bugia.

- Te l'ha detto uno dei contadini?

- Si,che intedevi dire con quelle parole?Parla.

- Non posso dirvelo qui,se volete saperlo dobbiamo tornare al villaggio.

- Perchè mai dovremmo tornare al villaggio?

- Ve lo spiegerò quando saremo tornati al villaggio.

- D'accordo,torniamo al villaggio.

- Si.

Dissero tutti all'unisono,tranne Ezio che con il gruppo non c'entrava niente.

Detto questo il gruppo si rimise in cammino portandosi dietro Ezio,procedevano a passo lento poichè la minaccia dei briganti in questo villaggio era stata sventata dall'arrivo dell'assassino,molte erano le domande che volevano fare ad Ezio in quel momento ma dovevano rispettare la scelta del fiorentino,quando sarebbero arrivati al villaggio avrebbero avuto le loro risposte.

Tutto sembrava tornare alla tranquillità,ma proprio in quel preciso momento,una donna,la stessa che aveva parlato con Inuyasha e Kagome fece un sorrisetto malvagio nel vedere il gruppo che se ne andava,si incamminò verso una delle case,si guardò attorno per vedere se qualcuno la stava guardando,entrò dentro e chiuse la porta scorrevole,mosse i suoi occhi verso il bambino fasciato,tolse lo straccio che lo avvolgeva e rivelò al vera natura del piccolo fagotto che c'era dentro,un pezzò di legno della grandezza di un bebè,prese la sagoma di legno e la gettò via.

- Bene,tutto secondo i piani.

Con una mano prese un lembo delle vesti e stracciò gli indumenti rivelando il vero aspetto della contadina,lunghi capelli neri che gli arrivavano a metà della schiena e occhi color nocciola,indossava una veste bianca con un obi del medesimo coloro che le cingeva la vita,pantaloni bianchi e come calzature aveva due lunghe strisce di stoffa bianca legati ad ogni gamba che fasciavano un area che partiva dalla parte bassa del ginocchio alla dita dei piedi.

- Il mio padrone sarà felice nel ricevere le ultime notizie.

Detto questo la ragazza uscì silenziosamente dalla casa,si guardò attornò per controllare se qualcuno la stesse osservando e notando che nessuno la stesse guardando si incamminò per una stretta via tra alcune case per poi svoltare e scomparire nel nulla.


Un ora dopo,al villaggio di Kaede.

Il gruppo si trovava di fronte alla porta della casa della vecchia Kaede.

- Ci sei vecchia?

Disse Inuyasha per vedere se Kaede era in casa.

- Ah sei tu Inyasha,entra pure.

Detto questo Inuyasha e gli altri entrarono nella casa della vecchia Miko,appena Kaede vide Kagome entrare in casa sul suo volto apparve un piccolo sorriso.

- Kagome.

- Salve Kaede.

- Com'è andata la tua prima missione da Miko?

- Bene grazie.

Tutti si sedettero vicino al fuoco compreso Ezio che nonostante sia dentro casa non si era ancora tolto il cappuccio.

- Allora,com'è andata al villaggio?

Chiese Kaede.

- Dovresti chiederlo allo straniero e lui che ha fatto il nostro compito.

Disse Inuyasha col suo solito linguaggio poco ortodosso

Kaede si rivolse ad Ezio con aria incuriosita.

- Avete fatto tutto da solo?

- Si signora,sono stato io a uccidere i briganti e salvare la gente del villaggio.

- Incredibile,voi siete un eroe.

Sul volto di Ezio comparve un piccolo sorriso.

- Diciamo che il mio compito e fermare gente come loro.

- Parlate dei briganti?

- Dubito che fosserro semplici briganti.

- Che intendete dire?

Intervenne Inuyasha

- Già,ora che siamo al villaggio vorremmo un pò di spiegazioni,che intendevi dire con le parole che hai detto al capo dei briganti,ma sopratutto,perchè ci aiuti?

In quel preciso istante cadde un silenzio imbarazzante,tutto il gruppo e la vecchia Kaede stavano gaurdando Ezio,l'assassino dal canto suo potè solo sospirare,ormai non poteva più evitare il discorso,era giunto il tempo che sapessero la verità.

Ezio si alzò in piedi e con voce sicura cominciò a parlare.

- Mi chiamo Ezio Auditore da Firenze...e sono un Assassino.

A quel punto tutti rimasero a bocca aperta,non si sarebbero mai aspettati una rivelazione del genere.

Kagome fu la prima a parlare,anche se con un pò di titubanza.

- Voi siete...un Assassino?...Voi uccidete...le persone?

- Si,ma non perchè mi piaccia o per il denaro...in parole povere,io uccido coloro che fanno del male al loro prossimo.

Intervenne Miroku.

- Potreste spiegarvi meglio?

Per un attimo cadde un altro silenzio imbarazzante.

- Come ho già detto sono un assassino e quelli non erano semplici briganti,il loro capo non era interessato ai viveri,non voleva rapire le donne,lui si trovava li per un scopo ben diverso da quello di un semplice predone.

- Cioé quale?

- Convertirli.

- Convertirli? A una religione?

- No,ad un ideologia...costui tendeva a convertire o a sottomettere gli abitanti del villaggio al suo credo.

Intervenne Inuyasha.

- Ezio...Di che accidenti stai parlando?

- Parlo di qualcosa che presto minaccerà queste terre,fidatevi,l'attacco al villaggio era solo l'inizio di qualcosa più grande di quello che credete,ma c'è una buona notizia.

- E quale sarebbe?

- Sento che siete delle brave persone,vi va di aiutarmi?

A quel punto Inuyasha si alzò e si mise di fronte ad Ezio con sguardo orgoglioso per poi sorridergli.

- Hai salvato un villaggio dall'attacco di una banda di predoni,per me e più che sufficente.

Inuyasha tese la mano all'assassino,di conseguensa Ezio gli la strinse con la sua e anche lui gli sorrise.

- Benvenuto nella squadra Ezio.

- Grazie,ragazzo dalle orecchie da cane.

In quel momento Ezio era entrato nella squadra trovando dei nuovi e preziosi compagni di viaggio,a quel punto Ezio si mise a pensare.

- Ora o una nuova squadra che mi aiuterà a combatterli,forse sono loro coloro di cui parlava lei,colei che ha preso il corpo di una bambina per parlare con me.

Con questi pensieri in testa tornò a sedersi e a parlare col resto del gruppo,era il momento di riposarsi e conoscere i suoi nuovi compagni,presto sarebbe tornato a combattere,ma per ora,poteva tirare un sospiro di sollievo.


Alcune ore più tardi,da qualche parte nelle vicinanze di Kyoto.

Su di una collina,al di fuori della mura della capitale,uno yokai osserva da lontano la metropoli con le braccia incrociate e lo sguardo fiero,i suoi capelli erano corti ed erano colorati di nero,ognuno dei suoi occhi aveva un colore diverso dall'altro,il destro dorato e il sinistro argentato e sulla sua fronte si trovava una croce rossa,un simbolo non tipico dell'estremo oriente.

Indossava un kimono di seta pregiata bianca come la neve che gli era attorno e portava degli Hakama neri come la notte,osservava la città con lo sguardo di chi ammira un opera d'arte e allo stesso tempo la guardava come se volesse conquistarla.

Dietro di lui conparve dal nulla la ragazza del villaggio precedentemente infestato dai briganti,era inginocchiata e teneva lo sguardo basso quasi non osasse guardarlo negli occhi.

- Mio Signore.

Lo yokai continuò a guardare la città in lontananza.

- Porto notizie.

- Di che si tratta?

- Un Assassino ha salvato il villaggio attacco dai briganti umani.

Per un breve istante lo yokai rimase di sasso dal sentire quella notizia ma poi si riprese subito.

- Questo Assassino aveva qualcosa di particolare?

- Si,dall'aspetto sembrava che venisse dal continente,ma non credo fosse cinese o coreano,tuttavia non penso nemmeno che venga dall'India.

- Capisco,c'è altro che vuoi aggiungere?

- Si,dopo che l'assassino a salvato il villaggio due ragazzi sono venuti a farmi domande sul suo conto,erano una giovane miko e un hanyou,credo che l'accopagnino.

- Per caso l'hanyou era vestito di rosso?

- Si mio signore.

- Come immaginavo,hai notizie su Sesshomaru e la bambina che si porta appresso?

- Nelle terre occidentali gira voce che Sesshomaru si trovi nelle terre di Musashi,per la bambina non so nulla.

- Bene,torna nelle terre di Musashi e trova il villaggio in cui si trovano l'hanyou e la miko,di certo loro sapranno dove si trova l'assassino.

- Obbedisco.

- Ah,quasi dimenticavo,se dovessi incrontrare Sesshomaru digli che ti mando io,lui e la bambina potranno essere molto utili ai miei scopi.

- Certo...scusi,posso farle una domanda?

- Dimmi.

- Perché guardate quella città?

- Il motivo e semplice...in quella città ho visto il futuro.

- Il futuro?

Chiese lei con un tono che ha fatica nascondeva il suo stupore nel sentire quella risposta.

- Esatto,la città,una delle più importanti invenzioni dell'umanità,molti umani vivono nei villaggi,ma  altri ancora si organizzano in comunità più grandi e cominciano a costruire case sempre più numerose e quando la popolazione aumentata costruiscono ancora,ancora e ancora trasformando la piccola cittadina in una grande città che un giorno potrà rivestire un importante compito come uno dei luoghi più preziosi di un governo forte e glorioso.

- Siete magnifico mio signore.

- Ma c'è un problema.

- E quale sarebbe?

- Questo paese...questo paese e frammentato,vedi,il Giappone e un paese magnifico,ma sia tra gli umani che tra gli yokai c'è divisione,i clan umani si fanno guerra tra di loro per la successione al trono del Giappone e assicurarsi il titolo di Shogun,mentre tra gli yokai si parla di guerre tra regni,ma non sono altro che piccole regioni che pretendono di comandare su altri feudi come se fossero dei veri regni,trovo tutto ciò decisamente assurdo.

- Cosa pensate di fare?

- Per adesso dobbiamo aspettare,lasciamo che l'assassino esplori queste terre con tutta calma,non è ancora diventato una minaccia,per Sesshomaru invece o grandi progetti,egli insegue il potere ed è deciso a costruire un suo impero che forse un giorno unirà tutti gli yokai sotto un unico stendardo,ma per ora lasciamolo vagare per le terre di Musashi,ora va,che il padre delle comprensione ti guidi.

- E che guidi anche lei,mio signore.

Detto questo la ragazza corse via dal suo signore e subito dopo scomparire tra i fiocchi di neve che scendevano velocemente.

- Kyoto,la capitale che tutti i clan umani vogliono possedere,forse un giorno sarà uno Yokai a camminare tra le sue strade,forse,un giorno sarò io a conquistare la capitale e farne una mia preziosa risorsa per i miei piani,ma per ora e solo un sogno,meglio prendersela comoda.

Detto questo lo yokai si girò indietro e si incamminò lasciandosi alle spalle la capitale di un paese frammentato.

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Capitolo 5
*** Uno strano avvenimento prima parte ***



Attorno a lui vedeva Jaken e Rin che si muovevano a casaccio in cerca di ramoscelli nascosti sotto la neve,dovevano prepararsi per la notte e accendere un fuoco che li avrebbe riparati dal freddo e dagli animali notturni.

Li vedeva impegnarsi nella loro ricerca anche se non li osservava con attenzione,la sua mente era occupata da un solo pensiero,l'umano incappucciato.

Sesshomaru aveva combattuto contro moltissimi avversari,mai nessuno era mai riuscito a dargli una sfida così grande e mai nessuno gli aveva dato così tante preoccupazzioni...preoccupazzioni verso Rin,Perchè mai Rin era riuscita a sprigionare tutta quella energia,chi era quella presenza che si era impossesata di Rin,ma sopratutto...chi era quell'uomo così abile da tenere testa ad un Dayokai?

La sua mente era in una confusione totale.

- Non riesco a spiegarmelo,quell'umano,Rin,le parole di quella voce...non capisco più niente,mi sento perso,non c'è nulla di sensato in tutto questo.

Mentre il nobile dayokai cercava una risposta che spiegasse quell'assurda vicenda gli apparve nella mente un immagine particolare,la sfera di Ezio,Sesshomaru si era ricordato che mentre l'assassino parlava con quella entità estrasse da un sacchetto una strana sfera che emetteva delle luci strane,Sesshomaru non aveva mai visto nulla del genere in tutta la sua vita,nemmeno la sfera dei quattro spiriti sembrava così enigmatica.

- Ma certo,quell'oggetto...quell'umano deve sapere cos'è successo a Rin,devo trovarlo.

Dicendo a se stesso queste parole si preparò per alzarsi da terra e partire alla ricerca dell'umano preparando anima e corpo nell'eventualità nel doversi scontrare con l'assassino.

Mentre lo yokai si stava alzando gli accadde qualcosa di strano,davanti a suoi occhi passò una linea bianca che proiettava una luce di bassa intensità,alla sua vista comiciarono a bruciargli gli occhi e istintivamente li chiuse,poco dopo sentì un leggero mal di testa colpirlo all'improvviso costringendo lo yokai a sedersi e poggiare la schiena contro l'albero,l'emicrania si stava diffondendo a causa del dolore che ha forza di pulsazioni si stava diffondendo per tutto il cervello.

Sesshomaru non capiva che stava succedendo alla sua mente,non osava nemmeno aprire gli occhi a causa del fastidio che quel poco di luce in un nevoso giorno di inverno potesse dare,passarono pochi secondi e poi accadde un altro inspiegabile evento,la sua mente dolorante proiettava un immagine della sfera che possedeva Ezio,di colpo Sesshomaru riaprì gli occhi nel tentativo di cacciare via quella strana immagine dalla sua testa ma senza alcun succiesso,quella sfera gli rimaneva davanti anche ad occhi aperti.

- Ma che mi sta succedendo?Non ci capisco niente,e tutto così confuso.

Dopo essersi detto queste parole vide che la sfera davanti a lui che proietteva una luce artificiale che formava attorno all'oggetto un immagine dalle forma insolita:un oggetto alto quaranta centimetri e largo venti,aveva una forma rettangolare con i bordi rovinati e presentava sopra delle iscrizioni scritte in una lingua sconosciuta.

Mentre osservava quella strana immagine cominciò a vedere il mondo attorno a lui diventare bianco e tutto ciò che aveva una forma e un contorno lo vedeva frammetarsi e poi svanire nel nulla,tutto si stava disintegrando attorno a lui mentre il bianco diventava sempre più forte e cio che era peggio era quello che stava accadendo all'interno del suo corpo,il suo cuore pulsava violentemente facendo circolare il sangue ad una velocità elevatissima,l'adrenalina saliva,il cervello non riusciva ad elaborare le infomazioni in modo coretto,Sesshomaru aveva perso il controllo del suo corpo.

Il bianco si feceva sempre più intenso,gli elementi visivi attorno a lui si stavano spezzettando come sabbia buttate al vento,le due senzazioni si facevano sempre più forti,sempre di più,sempre più intense fino a raggiungere il limite causando un effetto sconvolgente,un lasso di tempo brevissimo,un battito di ciglia,braccia e gambe che rilassate senza nemmeno un muscolo in tensione,il cuore che si ferma all'improvviso,le vie respiratorie paralizzate,le palpebre che si chiudevano piano piano,il cervello che non trasmetteva più messaggi al resto corpo e che non elaborava più nessuna funzione a lui assegnata,in poche parole....Sesshomaru era morto....o quasi.





Salve a tutti,vorrei ringraziare tutti coloro che leggono questa storia e che la seguono con gioia,chiedo a chiunque legga,solo se ne ha voglia,di lasciare un commento per sapere se vi piace o semplicemente lasciare una vostra opinione sulla fic,grazie della vostra attenzione,auguro a tutti voi una buona lettura,a presto ciao.

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Capitolo 6
*** Uno strano avvenimento seconda parte ***


Sesshomaru era li,appoggiato all'albero e con la testa abbassata,immobile,incoscente,senza poter muovere alcun muscolo o formulare un pensiero.

Un cadavare,questo era diventato...o quasi,apparentemente sembrava morto,perfettamente immobile,ma qualcosa stava accadendo dentro di lui.

Anche se i suoi occhi erano chiusi e la sua mente fuori uso qualcosa si stava facendo spazio nella mente dello yokai,un qualcosa simile al subconscio,qualcosa che proveniva dai recessi del suo io più profondo.

In quel preciso istante accadde un altra cosa imspiegabile,il cuore,i polmoni e il cervello ritornarono a funzionare ma rimanendo comunque a livelli di attività minimi,i tre organi facevano il minimo indispensabile per mantenerlo in vita quasi avessero paura di sprecare troppe energie.

Il sangue tornava a circolare nel resto del corpo,i polmoni poterono di nuovo prendere un pò d'aria e il cervello poteva di nuovo cordinare le più basilari funzioni per continuare le sua attività,tutto sembrava andare per il meglio,tranne per un particolare.

Nonostante le palpebre fossero chiuse i suoi occhi si muovevano,come se stesse sognando,solo che quello non era un sogno,era la realtà.

In quella realtà situata nei meandri della sua coscenza Sesshomaru era disteso a terra a pancia in giù,aveva la testa girata verso destra,aveva gli occhi chiusi e la bocca semi aperta che mostrava i bianchi canini.

All'improvviso si sveglio,aveva la vista annebbiata e ciò che vide non era molto chiaro,il cielo aveva uno strano aspetto,sembrava finto,nessuna nuvola,nessun raggio di sole,era grigio,ma non scendeva nessun fiocco di neve.

Decise di rialzarsi,mentre si rimetteva in piedi si accorse che nemmeno il terreno sembrava reale,era piatto,il terreno era perfettamente piatto,appena si rimise in piedi la sua vista tornò nitida,si guardò attorno e ciò che vide lo sbalordì,linee,linee verticali e orrizzontali che si incrociavano,emettevano luce e che si trovavano a mezz'aria,si trovavano a galeggiare in uno spazio in cui cielo e terra non esistevano.

Sesshomaru non era sicuro di aver capito bene quello stava accadendo,sotto di lui si trovava la terra e sopra di lui si trovava il cielo,ma attorno a lui c'era solo il vuoto,non c'erano n'è cielo ne terra,solo delle strane linee lucenti che volteggivano nel vuoto,ai suoi occhi era un posto davvero assurdo.

Mentre cercava di capire che cosa stava succedendo accadde una cosa stranissima,la luce proiettata dalle linee in lontanzanza si era fatta più forte,lo yokai dovette coprirsi gli occhi con una mano per non rimanere acceccato.

- Dannazione,che sta succedendo?

all'improvviso Sesshomaru sentì qualcosa.

- Jin,Jin mi senti?

- Chi parla?

- Jin,svegliati.

La luce si fece più potente e stavolta lo Yokai non potè fare altro che ricevere quella luce drittà negli occhi,quasi fosse viva,riusciva a passare sia sopra che sotto la mano,non la si poteva evitare.

Appena venne abbagliato si sentì come se qualcosa dentro di lui si stesse espandendo verso tutto il corpo,si sentiva vuoto,leggero,come se non avesse più un corpo,le gambe si fecero deboli e cadde in gionocchio,le braccia persero sensibilità e caddero a peso morto vicino ai fianchi,infine,cadde a terra con la faccia rivolta verso quella griglia lucente,le palpebre si abbassarono per poi piombare poco a poco nel buio più completo.

- Dai Jin,alzati.

Sesshomaru sentì di nuovo quella voce,sembrava la voce di un ragazzo ma non riusciva a capire chi fosse,non vedeva niente,non riusciva a muoversi,non poteva sentire nessun odore e non poteva nemmeno parlare,apparte l'udito l'unica cosa che funziona ancora era il pensiero,fisicamente non riusciva più a far nulla.

All'improvviso rivide di fronte a se quelle strane linee lucenti generarsi dal nulla,però stavolta fecero qualcosa di diverso,cominciarono a muoversi,si staccavano dalla griglia e si mettervano in posizioni differenti ad altezze e lunghezze diverse e fondersi tra loro,quasi volessero formare una forma ben definita.

Si mescolavano tra di loro in un ordine ben definito,si unirono tra di loro formando un cubo luminoso alto quatto metri,all'improvviso scomparve per poi ricomparire davanti allo yokai.

- Dai Jin tirati su.

Quella voce si fece di nuovo sentire ma stavolta si riusciva a capire da dove veniva,dal cubo.

Il cubo scomparve di nuovo e tornò il buio più totale,ma l'assenza di luce venne compensata con qualcos'altro,tepore,una sensazione calda e soffice seguita da un attività fisica nella zona degli occhi,il movimento delle palpebre,come se avesse gli occhi chiusi.

Cercava di aprire le palpebre ma non ci riusciva,si sentiva come se dovesse svegliarsi,anche se in realtà lui non si era addormentato,o forse si?

La verità e che non lo sapeva nemmeno lui,tutto quello che gli stava accadendo non riusciva a descriverlo,anche se forse nessuno ci sarebbe riuscito.

Aprì gli occhi senza capire quello che stava succedendo,vedeva tutto sfocato e faceva fatica a identificare cosa gli si trovava attorno,tornò a sentire la schiena,era appoggiata a qualcosa soffice.

- Dove sono finito adesso?

Aveva la vista annebbiata,ma già qualcosa l'aveva capito,era all'interno di una costruzione di forma cubica della stessa altezza di quel cubo lucente,nel suo sguardo appanato vide la figura di una persona.

- Jin,ti vuoi svegliare?

Dalla voce sembrava una ragazza,poco a poco la sua vista tornava normale e riusciva a defenire le immagini in modo normale,la ragazza accanto a lui aveva i lunghi capelli bianchi che gli arrivavano fino alle scapole e aveva e gli occhi erano color dell'oro,il suo vestiario era formato da un gilet di seta bianco con incorporato un cappuccio del medisimo colore, un paio di pantaloni da ninja in seta bianci,una sottile fascia rossa con al centro un simbolo uguale a quello di Ezio colorato di bianco e sul fianco destro un Tanto, un coltello giapponese lungo 30 centimetri.

Sesshomaru vide questa ragazza e cercò di risponderle.

- Adesso mi alzo.

Lo yokai rispose alla ragazza,nulla di strano,se non per due particolari,la voce non era la sua e non aveva intenzioni di dirgli quelle parole,qualcun'altro aveva parlato per lui e la cosa non lo rendeva felice.

- Sbrigati,il maestro ci vuole vedere.

Sesshomaru cercò di liberarsi in qualche modo da quella posizione,provò a muoversi ma non ci riusciva,provò a parlare ma fallì nel tentativo,era intrappolato in corpo che non rispondeva più ai suoi ordini.

- Dammi un momento per vestirmi e poi ti raggiungo.

- Va bene,ma fa in fretta.

La ragazza si incammino verso l'uscita che consisteva in una semplice porta di legno a scorrimento laterale,poi si girò in direzione di Sesshomaru mostrando un piccolo sorriso.

- A dopo.

- A dopo.

Rispose l'altra voce con il tono di un ragazzo mezzo addormentato,lo sguardo dello yokai si spostò verso il soffitto di semplice fatto di paglia.

- Meglio non far aspettare il maestro.

Detto questo il corpo di Sesshomaru si alzò in piedi vedendo che quella sensazione che sentiva alla schiena era per effetto di un futon,la sua testa ruotò verso un altra porta scorrevole che si trovava dall'altra parte della stanza,il suo corpo si mosse verso la porta scorrevole e con il braccio destro fece scorrere la porta,dietro la porta si poteva vedere uno spazio lungo sessanta centimetri,largo trenta e alto due metri,al suo interno si poteva vedere un appendiabiti di legno,sopra vi erano posati un paio di hakama bianchi,un hadaji,(una veste bianca fatta di cotone che si mette sotto il kimono,ha la stessa funzione delle nostre canottierie),un kimono bianco con cappuccio incorporato e un obi rosso.

Il suo corpo allungò la mano sinistra per prendere gli hakama,in quello stesso istante lo yokai notò due cose che lo sorpresero davvero,ed entrambe riguardavano la sua mano sinistra,la prima era che sulla sua mano non c'era nessuna strisca viola,cosa molto strana visto che il suo corpo dovrebbe mostrare delle strisce viola dalle parti del volto e delle mani,la seconda invece era la cosa più strana,l'anulare sinistro era mozzato,si vedeva solo la falange.

Sesshomaru era sorpreso nel vedere cos'era successo alla sua mano ma non ne rimase scosso,era rimasto calmo e non si fece prendere dal panico,si mise gli hakama,indossò l'hadaji,ci mise sopra il kimono e infine si allacciò l'obi stringendolo bene alla vita.

Finito di vestirsi chiuse la porta dove vi era riposto l'appendiabiti per poi incamminarsi verso l'ingresso della stanza,mentre si avvicinava all'ingresso Sesshomaru cercò di capire cos'erano quelle altre due novità riguardanti la sua mano sinistra,certo la sua mano mostrava le caratteristiche principali di una qualsiasi mano da Inuyokai in forma umanoide,artigli,pelle chiara,in poche parole,quelle poche cose evidenti in un essere come lui,la cosa che lo sorprendeva non era tanto il fatto che i segni colorati sulla sua mano erano scomparsi,(cosa che poi si notava anche in quella destra),la sorpresa era che gli mancava un anulare,cosa assai strana visto che lui sapeva che possedeva tutte le dita.

- Questa non'è la mia mano,queste non sono le mie vesti,questa non'è la mia voce,eppure sono io che poco fa a parlato con quella ragazza,sono io che mi sono vestito,sono io che sono privo di un dito...e come se io non fossi più io.

In quel preciso istante Sesshomaru si bloccò di colpo,o per meglio dire,il suo corpo camminava,ma lui si era fermato a riflettere sull'ultima parte delle frase fatta poco fa,lui non era lui.

- Io...non sono...io...no,non'è possibile,non può essere,e assurdo pensare che io sia dentro un corpo che non mi appartiene,ma forse,ora come ora tutto mi questo mi sembra assurdo.

Il suo corpo era vicino alla porta,posò una mano sulla maniglia e fece scorrere la porta vedendo davanti a lui uno spettaccolo inaspettato.

- Ma cosa....

Davanti a lui si ritrovò lo stesso scenario in cui si trovava prima che vivesse questa strana esperienza,il fiume,la neve,la foresta,Jaken e Rin che raccolgono la legna,e come se non bastasse tutto ciò che vedeva lo osservava dallo stesso punto di vista di quando si stava riposando.

- Sono tornato indietro,qualunque cosa sia e finita.

- Ti sbagli,questo e solo l'inizio.

Sesshomaru sentì di nuovo la voce di quella donna,la voce di colei che per poco tempo si impadronì del corpo e della mente di Rin.

- Di nuovo tu? Che cosa vuoi da me?

- Sono qui per avvertirti.

- Avvertirmi di cosa?

- Dell'esperienza che hai appena vissuto,ormai e tardi per tornare indietro e cio che hai visto non doveva esserti rivelato così presto.

- Che vuoi dire?

- Ora che hai visto ciò che non dovevi ancora vedere te lo dirò,tu e la bambina siete in pericolo.

A sentire quelle parole Sesshomaru si sentì perplesso.

- Cosa?

- Ascolta,non ho molto tempo a mia disposizione quindi fa attenzione,devi cercare l'uomo vestito di bianco,lui sa cosa significa ciò che hai vissuto,ma fa presto,coloro che portano la croce stanno già tramando nell'ombra,costoro ti parleranno,ti inganneranno,ma tu non ascoltarli poichè essi agiscono solo per i loro fini.

- Non capisco.

- La croce farà di tutto per avere te e la piccola umana,se l'unico che puo proteggerla da loro,lei l'unica che può proteggerti da ciò che hai appena visto.

- Stai dicendo che Rin c'entra qualcosa con quello che mi sta succedendo?

- Non posso ancora darti questa risposta,n'è questa n'è altre risposte ad altrettante domande.

- Perchè no?

- Perchè non capiresti,non sei ancora in grado di comprendere la situazione nella quale ti trovi,non mi è rimasto più tempo,a presto.

- Aspetta.

- Ricordati,trova l'umano,e non fidarti della croce.

- Aspetta,Aspetta.

Sesshomaru cercò di riaprire il discorso,ma non ricevette alcuna risposta,ma in compenso rivide davanti a se quella griglia di linee lucenti,ma stavolta c'era qualcosa di diverso,sentì un formicolio pervadegli tutto il corpo,come se il suo corpo avesse ripreso sensibilità,mani,piedi,braccia gambe,schiena,ventre torace,collo,faccia,persino il cuoio capelluto aveva ripreso sensibilità.

In quello stesso istante venne abbagliato da un breve ma potente flash luminoso che venne proiettato da quella misteriosa griglia luminosa,le palpebre si chiusero,le orecchie gli fischiavano e il formicolio gli stava passando,segno che il suo corpo aveva riaquistato sensibilità.

Ricominciò a sentire il vento gelido,lo scroscio dell'acqua del fiume che pian piano passava,riusciva persino a sentire il suono della neve che si posava nell'ambiente circostante,in un certo senso si sentiva bene,come quando si era seduto accanto all'albero.

- Signor Sesshomaru.

Sesshomaru tornò a sentire una voce a lui familiare.

- Signor Sesshomaru,per favore,si svegli.

Sesshomaru riaprì gli occhi,si sentiva come se si fosse risvegliato da un lungo sonno e faceva fatica ad aprire le palpebre.

Mentre lui cercava di riprendere conoscenza da quella esperienza all'interno del suo corpo ritornava tutto alla normalità,il cuore riprese il suo normale ritmo,il sistema respiratorio riprendeva la sua giusta quantità d'ossigeno e il cervello riprese il pieno controllo del corpo.

- Signor Sesshomaru.

Lo yokai guardò chi richiedeva la sua attenzione.

- Rin.

- Signor Sesshomaru,alzatevi presto.

Sesshomaru si alzò con molta fatica dall'albero essendo ancora mezzo addormentato,dopo essersi messo in piedi alzò lo sguardo verso il cielo sentendo che c'era qualcosa di diverso.

- Quanto tempo ho dormito?

- Molto,e da ieri sera che non avete fatto altro che dormire,sembravate stanco e quindi non vi ho voluto svegliare.

- mmhh.

- Qualcosa non va Signor Sesshomaru?

- No non preoccuparti,tu piuttosto come stai?

- Come sto? non vi capisco.

- Parlo di quello che è ti successo ieri,non ricordi?

Rin cominciò a intravedere alcuni frammenti della sua memoria,per la sua mente passarono alcune parti salienti del duello tra Il suo signore e lo straniero,le armi che si scontravano,i movimenti dei due guerrieri,l'esito dello battaglia,ma nessuno di questi spezzoni l'aveva stupefatta fino all'ultima parte che ricordava prima di perdere la memoria per un breve attimo di tempo,l'urlo,il suo desiderio di porre fino allo scontro,la sua voce che usciva con potenza dalle sue corde vocali da bambina e infine quelle pulsazioni,qualcosa di profondo,qualcosa di nascosto,qualcosa che si era liberato con una forza incredibile,qualcosa....di inspiegabile.

Sul volto di Rin apparve un'espressione di puro sgomento,abbassò lo sguardo verso il terreno quasi non volesse vedere in volto lo yokai.

- Signor Sesshomaru,ecco io....

- Padron Sesshomaru.

La voce di jaken arrivò alle orecchie dello yokai e della bambina,lo videro correre a fatica nella neve poichè essendo piccolo la neve gli intralciava i movimenti,ma nonostante questo il piccolo rettile arrivò al cospetto del suo padrone.

- Padron Sesshomaru.

Lo yokai fissò Jaken con sguardo di ghiaccio.

- Che succede Jaken?

- Mi trovavo nella foresta a cercare qualcosa da mangiare,quando ho sentito un gruppo degli umani,pare che si dirigessero al villaggio qui vicino.

- E questo che avrebbe a che fare con me?

- c'è dell'altro,li ho sentiti parlare,pare che stiano cercando vostro fratello,voi mio signore e anche un umano che indossa esotiche vesti bianche e che nasconde il viso sotto un cappuccio.

Quando Sesshomaru sentì quella notizia il suo cuore sembrò fermarsi per un nano secondo,l'uomo che avrebbe potuto fornirgli qualche risposta su quello che gli era capitato,aveva bisogno di certezze,aveva bisogno di sapere stava accadendo tutto questo.

- Jaken.

- Si mio signore?

Sentite queste parole Sesshomaru prese con una sola mano sia jaken che Rin e li teneva entrambi per le vesti.

- Che state facendo Signor Sesshomaru?

Rispose Rin con aria confusa.

- Andiamo Via,questo posto non'è più sicuro.

Detto questo Sesshomaru cominciò a correre ad altissima velocità verso il villaggio di Kaede,in quel momento poche cose gli erano chiare e una una di queste e che qualsiasi cosa stesse accadendo lui e Rin erano in qualche modo coinvolti in una faccenda alla quale sembrava impossibile dare una spiegazione,l'unica cosa certa e che doveva andare al villaggio a vedere chi lo stava cercando,voleva spiegazioni,e le avrebbe ottenute.

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Capitolo 7
*** attacco al villaggio ***


Correva,senza esagerare con la velocità,si muoveva con una facilità incredibile,come yokai avrebbe potuto correre ad una velocità sorprendente,ma sarebbe stato un inutile spreco di energie e per quanto ne avesse non sarebbe stato saggio buttarle via per nulla,per non parlare del fatto che forse i corpi di Rin e Jaken non avrebbero potuto reggere una tale velocità.

Passava vicino agli alberi,correva nella neve alta,saltava le radici che si trovavano fuori dal terreno,si muoveva con naturalezza in quella fitta foresta ricoperta di neve,eppure si sentiva strano,come se correre in quel modo gli sembrasse una cosa familiare ma allo stesso tempo una nuova esperienza,in passato Sesshomaru aveva corso senza raggiungere delle sorprenditi velocità,correva in quel modo quando andava a salvare Rin da qualche creatura oppure correva incontro all'avversario per usare la velocità per potenziare la forza del colpo,ma in quell'occasione era diverso,come se corresse senza voler essere scoperto.

Intanto,nei dintorni del villaggio di Kaede,il capo dei briganti e molti altri suoi sottoposti si erano nascosti ai margini della foresta,rimanevano dietro gli alberi osservando il villaggio in lontananza.

- Capo attacchiamo?

Disse uno dei briganti che stava alla sinistra del capo,il loro capo guardava il villaggio assottigliando le palpebre e mostrando un piccolo sorriso malvagio.

- Non ancora,devo aspettare l'arrivo di una persona.

- Di chi parlate?

- Non ha importanza chi sia,cio che conta e che voi seguiate i miei ordini,non devi sapere nient'altro.

- Capisco ma....

- Niente ma,occupatevi del villaggio e non fate del male hai contadini,uccidete solo se strettamente necessario.

Il bandito guardò il suo capo con aria perpeplessa,non riusciva a capire perchè dovevano trattenersi dall'uccidere,infondo erano briganti e come tali si dovevano comportare.

- Come volete capo.

Detto questo il bandito si allontanò con aria delusa,voleva comportarsi da bandito e invece dove astenersi dal fare tutto quello che voleva,era proprio una situazione seccante.

Il capo dei briganti continuava ad osservare il villaggio,sul volto continuava a portare un ghigno maligno e nei suoi occhi si poteva vedere quanta determinazione c'era nel voler attacare il villaggio.

- Banditi,se sapessero quello che so io anche loro la penserebbero come me,non capiscono perchè sono stupidi e avari,io ambisco a qualcosa di diverso,a qualcosa di più puro,qualcosa che le loro menti con la loro stupidità non possono comprendere.

Girò lo sguardo verso i suoi uomini intornò a lui,vedeva suoi loro volti sorrisi pieni di malvagità,occhi inniettati di sangue, mani che stringevano il manico della spada,armature bucate e rovinate,gente rozza,sanguinaria e priva ogni fibra morale.

Più di tutto sentiva i loro discorsi da briganti,alcuni parlavano di cosa prendere durante il saccheggio altri su quanto sakè avrebbero bevuto per celebrare la vittoria e altri ancora parlavano di voler prendere con se le donne più belle che avrebbero trovato e poi le avrebbero portate via con se,ma a lui quei discorsi non interessavano,se doveva attacare un villaggio lo faceva per scopi non tipici di un brigante.

Mentre il capo continuava ad osservare il villaggio sentì un sibilo di breve durata sfiorargli l'orecchio destro,girò di qualche grado la testa verso destra e vide un Kunai conficcato nella corteccia di un albero vicino a lui,(in origine un attrezzo agricolo e poi si diffuse il suo utilizzo anche come arma in uso presso i ninja,la piccola e sottile lama triangolare la rende un arma agile e veloce adatta per chi combatte sfruttando tecniche rapide e dai movimenti scattanti).

Attaccato al manico dell'arma vi era legato uno strano cerchietto bianco ,l'uomo allungò la mano destra verso l'arma e con uno strattone la staccò dall'albero,con la mano sinistra toccò l'oggetto bianco e capì subito di cosa si trattava.

- ma questa e carta,dev'essere una lettera.

In quel momento venne interrotto da uno dei suoi uomini.

- Capo che state facendo?

Il capo dei briganti si girò in direzione dell'uomo mostrandogli un sorriso malefico.

- E giunto il momento.

L'uomo si girò indietro in direzione dei suoi uomini che erano sparsi tra gli alberi come se fossero un branco di animali.

- Ascoltatemi uomini.

I briganti mossero lo sguardo verso il loro capo

- Dalle informazioni che ho ricevuto da una persona fidata il villaggio e pieno di cibo sakè e belle donne,potete prendere tutto ciò che volete ma non fate del male agli abitanti se non necessario,avete capito?

- SIIIIIIIIIII

- Bene,ora analizziamo la situazione,il villaggio e un facile bersaglio quindi potete prendervela comoda,ora andate saccheggiate e distruggete.

Sentite queste parole i briganti uscirono lentamente dal margine della foresta con l'intenzione di rubare saccheggiare e radere al suolo tutto quello che potevano,alcuni di loro ridacchiavano all'idea di svolgere un lavoretto e semplice ed appagante come il loro dove potevano arricchirsi e mangiar bene con le cose degli altri.

Il loro capo invece era rimasto nella boscaglia ad osservare quella marmaglia di rifiuti umani alla vana conquista di poche monete e di qualche sacco di riso tenuto da parte per i freddi e rigidi inverni nipponici,mentre stava guardando i suoi uomini andare al villaggio si ricordò una cosa,la lettera legata attorno kunai,posò lo sguardo sull'arma e poi con una mano srotolò la lettera dall'arma che poi gettò a terra,delicatamente aprì la lettera e cominciò a leggere.

- Ho informato il maestro dell'arrivo dell'assassino nel villaggio da te precendentemente occupuato,dice di non dargli fastidio e di lasciargli esplorare queste terre,ma non'è tutto,dalle parti del villaggio si aggira uno yokai,se lo vedi dirigersi verso il villaggio in cui ti trovi trattienilo e tienilo lontano dal villaggio,che il padre della comprensione ti guidi.

Dopo aver finito di leggere la frase strappò la lettera in piccoli pezzettini e poi la buttò via,diede un ultima occhiata al villaggio e poi si incamminò verso l'interno della foresta assumendo un espressione seria.

- Uno yokai che si dirige in un villaggio di umani,che stranezza,in ogni caso devo eseguire gli ordini del maestro,non ho motivo di dubitare delle sue decisioni.


In quello stesso momento al villaggio,all'interno di una piccola casetta di legno al centro del villaggio si trovava Ezio,dormiva su un futon malridotto e si copriva con una coperta adatta ad un contadino,semplice,umile e un pò rovinata,ma a lui quello sembrava un trattamento di lusso,l'assassino dormiva con le sue vesti,in quella casupola di legno faceva troppo freddo per spogliarsi e dormire senza vesti per mantenere il calore.

All'improvviso si sentì qualcuno bussare alla porta,chiunque fosse faceva un baccano tremendo.

- Ezio,svegliati.

Con tutto quel frambusto era impossibile continuare a dormire e quindi l'assassino si vide costretto a svegliarsi quasi controvoglia,ormai non sentiva più il bisogno di dormire anche se questo non voleva dire che lo si poteva svegliare facendo tutto quel caos.

- Arrivo.

Si tolse la coperta di dosso ,si alzò dal Futon e si avviò alla porta,aprì e vide chi si trovava dietro alla porta.

- Ragazzo dalle orecchie da cane,perchè fai tutto questo fracasso?

- Sono venuto ad avvisarti,io e i miei amici stiamo andando ai villaggi qui attorno a vedere se ci sono stati altri attacchi di banditi,visto che tu sai chi sono potresti darci una mano.

- Certo,andiamo.

I due si incamminarono verso la casa di Kaede che non era molto lontano dal rifugio di Ezio,la neve scendeva forte,come il giorno precedente,il silenzio era padrone di quel borgo e c'erano solo loro due fuori di casa,al massimo si potevano sentire i piedi che penetravano la neve fresca,ma nulla di più.

Silenzio,vuoto,calma e la visione di paradiso di neve,ghiaccio e freddo pungente,il silenzio che era sceso sul villaggio aveva portato con se una tale calma che illudeva coloro che la percepivano,coloro che sentivano quella calma come se fosse unicamente loro e aggiungendo il paesaggio circostante come se il mondo si fosse fermato e che l'unica cosa che si muoveva era la neve,un tale senso di di benessere che l'assassino lo percepiva pienamente.

- Ezio.

- Si?

- Stavo pensando alle parole che dicesti ieri,avevi detto che quelli non erano comuni briganti.

- Si l'ho detto.

- Allora chi sono veramente?e che volevi dire col fatto che tu sei un assassino?

A quelle parole Ezio si sentì preso alla sprovvista,sapeva bene cosa rispondere, il problema e come dirlo,non era così facile come potrebbe sembrare.

- La faccenda e un pò più complicata di quello che immagini ragazzo,credimi se ti dico che spiegartelo così su due piedi non è una cosa facile.

- Io e i miei compagni dobbiamo sapere cosa sta accadendo,arrivi in questo villaggio chiedendo un posto per passare la notte,poi combatti dei briganti che non si comportano da briganti e infine ci dici che tu sei un assassino ma che non uccidi per denaro o perchè ti piaccia,quindi,pretendo una spiegazione.

Ezio sapeva che Inuyasha aveva ragione,ma come poteva dirglielo?come poteva rivelargli ciò che sapeva come se nulla fosse?forse aveva fatto male a coinvolgere questi ragazzi ma avevano il diritto di sapere chi erano i loro nuovi nemici.

- La tua e una domanda lecita,però non posso dirti molto.

- E perché?

- Perchè ci sono cose che non dovrebbero essere rivelate,come ad esempio quei briganti,guidati da un uomo che non'è cio che fa vedere agli altri.

- Non capisco.

- Dubito che riusciresti a comprendere.

Sentendo queste parole le prese come se fossero un offesa.

- Stai cercando di dirmi che sono stupido? Chiese Inuyasha con il suo classico tono aggressivo.

- No non stavo assolutamente dicendo questo,dico solo che per una persona qualunque sarebbe impossibile credere a quello che potrei rivelarti.

Inuyasha si calmò e abbassò il pugno.

- Bene,credevo che lo pensassi.

- Non n'è avrei motivo,comunque,se proprio ci tieni a sapere chi sono i tuoi nuovi nemici dovremmo prima riunirci con gli altri,sarà più facile spiegarlo se ci saranno più persone ad ascoltare.

- Se lo dici tu.

I due finirono di parlare e tornarono a quel silenzio di poco fa,attorno a loro la neve scendeva con una grazia paradisiaca,scendeva piano adagiandosi sul terreno e coprendo tutto di quel freddo bianco che diviena una meraviglia per gli occhi di chi la osserva.

Inuyasha camminava con passo accellerato,il suo animo focoso e i suoi modi poco ortodossi non gli facevano percepire quel senso di pace e di calma che lo circondava,per lui era comunissima neve,normale da vedere in inverno,li percepiva come pallini bianchi che portavano un grande freddo anche se lui non lo sentiva.

Ezio invece era totalmente diverso,i fiocchi bianchi e il paesaggio bianco lo rendevano calmo e sereno,la neve sopra le case,il calore all'interno delle abitazioni,gli anziani seduti attorno al fuoco,le donne che si occupavano della casa e dei bambini,gli uomini mettevano in ordine gli attrezzi del mestiere,zappe,rastrelli,vanghe,tutto ciò che serviva ad un agricoltore per far bene il suo lavoro,tutto questo era l'essenza stessa della vita familiare in inverno,pace,calma e tranquillità immersa nel bianco più puro.

Dopo un paio di minuti i due arrivarono alla casa di Kaede mantenendo inalterato il modo in cui camminava l'uno rispetto all'altro,si avvicinarono alla porta ed entrarono,(prima Inuyasha e poi Ezio),nella casa della vecchia miko.

All'interno dell'abitazione vi si poteva vedere un fuoco ardere all'interno della casa con sopra un pentolone messo a scaldare,attorno al fuoco vi erano seduti gli amici del hanyou,la prima a rivolgersi a i due arrivati fu Kagome.

- Buongiorno Signor Ezio,dormito bene?

- Abbastanza,cambiando discorso,il ragazzo dalle orecchie da cane mi ha detto che volevate dare un occhiata alle zone circostanti.

- Si esatto,voi conoscete bene questi briganti.

- E quindi sperate che io vi dica qualcosa su di loro,vero?

Intervenne Inuyasha con la sua classica aria spavalda.

- Ma certo,Prima ci dici che quelli non sono dei comuni briganti e poi ti metti a fare il misterioso,dicci chi sono senza fare troppe storie oppurre ti riempio di pugni.

Intervenne Kagome.

-Inuyasha.

Disse Kagome con espressione felice.

- Uh,che c'è?

All'inizio Inuyasha non capì bene che cosa volesse la giovane Miko da lui,lo sguardo di quella ragazza,così tranquillo e rilassato...si dimostrò un inganno.

- ACCUCCIA.

l'hanyou cadde di colpo al suolo trascinato dalla forza della collana di sfere viola che portava intorno al collo,alla vista di quello che era successo Ezio era rimasto senza parole,l'assassino girò lo sgaurdo verso il gruppo.

- E normale che si butti a terra in questo modo?

Kagome sentendo quello che aveva detto Ezio rispose alla domanda passandosi un mano dietro alla testa e ridendo nervosamente.

- Si si non ti preoccupare,succede ogni volta che si comporta male.

Detto questo il suo sguardo si spostò su Inuyasha passando dalla risata nervosa al rimprovero.

- O quando dice cose poco carine ad altre persone.

L'hanyou trovò la forza di sollevare la testa dal pavimento e guardare la ragazza in modo scontroso.

- Dannata,la vuoi finire di buttarmi a terra?

- Non si parla così con gli ospiti.

- Lui ha delle informazioni che ci potrebbero essere utili,se gli faccio sputare il rospo ci metteremo molto meno tempo a capire che sta succedendo?

- Questo non ti autorizza a fargli del male.

I due ragazzi continuavano a litigare,da una parte c'era Inuyasha,frettoloso,impaziente e sempre pronto a muoversi sul piede di guerra,deciso ad ottenere ciò che vuole il più velocemente possibile,dall'altra invece c'era kagome,nonostante la giovane età si mostrava una ragazza gentile e sempre pronta ad aiutare chi è in difficoltà,erano due faccia della stessa medaglia.

Ezio,che guardava immobile la scena non sapeva che cosa fare,avrebbe voluto lasciarli continuare nel loro bisticcio tra innamorati ma il tempo non giocava a loro favore e decise di intervenire,si mise in mezzo ai due e cominciò a parlare.

- Scusate.

L'assassino ottenne l'attenzione dei due litiganti.

- Vorrei precisare che non'è il momento di fare i bambini,quindi,o decidete di calmarvi e di starmi a sentire,oppure me ne vado e ci penso da solo,chiaro?

Sentendo quelle parole i due ragazzi smisero di urlarsi contro e scelsero di ascoltarlo,tra tutti quelli che si trovavano dentro la casa Ezio era l'unico che sapesse qualcosa su quella faccenda.

L'assassino si sedette vicino al fuoco e lo stesso fecero Kagome e Inuyasha,Tutto il gruppo osservava Ezio con grande attenzione,osservarono il cappuccio che quasi gli copriva i lati del volto e gli lasciava la faccia scoperta ma che in gran parte nascondeva gli occhi,si portò le mani ai lati del cappuccio e se lo tirò indietro mostrando la testa scoperta di fronte al gruppo.

Ezio fissava il fuoco con due occhi marroni colmi di preoccupazzione,preoccupazzione nata dal fatto che avrebbe dovuto spiegare tutto quello che sapeva su i loro nuovi nemici,ma come poteva dirglielo,certamente non in modo diretto visto che sarebbe stato troppo strano,ma di certo non poteva nemmeno fare degli immensi giri di parole,quella era una situazione complicata.

In quello stesso istante si passò una mano tra i capelli come se volesse far notare che in quel momento fosse sovrappensiero,la sua capigliatura,dai lunghi capelli castani che arrivavano fino alla base del collo dove c'era un coda tenuta con un nastro rosso.

- Vi ricordate di quando vi ho parlato del capo dei briganti?

Intervenne Inuyasha

- Si c'è lo ricordiamo,vai al dunque.

- Quanto corri ragazzo,però aspetta che finisca di parlare o non capirai niente,allora,chi di voi sa dirmi cos'è esattamente un brigante?

Intervenne Shippo alzando la mano destra ed agitarla in modo da farsi notare dal fiorentino.

- Tu piccolo,lo sai cos'è un brigante?

- Certo,un brigante e una persona cattiva che prende tutto ciò che vuole con la forza.

- Si,più o meno e così,comunque,se vi dicessi che colui che li comanda non avesse nessuna intenzione di comportarsi come un brigante.

I ragazzi si sentirono confusi a sentire quella rivelazione,perchè mai un bigante non avrebbe dovuto comportarsi da brigante?

Intervenne Sango.

- Perchè mai un brigante non dovrebbe comportarsi da brigante? Insomma,i briganti sono ciò che sono,rozzi,violenti e stupidi,perchè mai uno di loro farebbe delle cose diverse?

- Forse lo fa perchè non'è un comune brigante.

Ezio si girà in direzione di Inuyasha.

- Ti ricordi quello che sentisti dire da uno degli abitanti del villaggio?

- Si,se non sbaglio le parole che usasti furono,con le tue promesse li rendi schiavi di una bugia.

- Esatto.

- Che cosa volevi dire con quelle parole?

- Quello che ho detto,sentite,quello che dovete sapere per adesso e che un gruppo di briganti e guidato da un uomo di cui non si sa nulla e per di più possono attaccarci in qualsiasi momento,anche ora.

In quel momento,per ironia della sorte,si sentirono delle grida.

Intervenne Kaede.

- Ma che succede?

Intervenne Inuyasha.

- E quello che intendiamo scoprire.

Sentendo quelle voci terrorizzate tutto il gruppo si alzò in piedi e si diresse verso la porta,Inuyasha aprì la porta e seguito dagli altri uscì in strada,si fermarono subito dopo quando videro quello che stava accadanedo di fronte ai loro occhi,le case che prendevano fuoco,la gente che veniva trascinata in strada,i briganti che facevano razzia di quello che trovavano.

Di fronte ad uno scenario simile erano rimasti del tutto stupiti,certamente questo non era la prima volta che assistevano alla distruzione di un villaggio,ma mai si sarebbero aspettati che anche il villaggio di Kaede vennisse coinvolto in un razzia,la scena di fronte ai loro occhi aveva dell'incredibile,c'era sempre stata una Miko a sorvegliare il villaggio da qualsiasi minaccia presente nei dintorni,demoni,spettri e creature di altro genere,ma mai si sarebbero aspettati un attacco da parte di briganti.

Anche la vecchia Kaede uscì di casa e notò quello che stava accadendo con l'unico occhio che le era rimasto.

- Ma che cosa sta succedendo? Disse la vecchia miko rompendo il silenzio che aleggiava intorno al gruppo.

Intervenne Ezio

- Diamine,non immaginavo che potessero attaccare così presto.

Poco lontano dal gruppo alcuni briganti si stavano muovendo verso la casa della vecchia Miko,in lontanzanza li si poteva vedere con chiarezza mentre si avvicinavo in modo frettoloso e disordinato,non ci voleva un genio per capire che quelli erano avversari da poco.

Mentre si avvicinavo alla casa di Kaede i briganti si fermarono mentre vedevano le figure di Inuyasha e dei suoi amici che gli bloccavano la strada,nel vedere i ragazzi uno dei briganti cominciò a parlare.

- ma guarda un pò che bella combricola,dateci quello che avete e non vi faremo niente.

Inuyasha avanzò di un passo e mostrando la sua classica espressione iraconda si rivolse ai briganti allungando il braccio destro e mostrando il pugno.

- Siete voi che vi dovete togliere,idioti,se non volete lasciarci la pelle e meglio che spariate alla svelta o altrimenti vi picchio.

I briganti dal canto non erano spaventanti,anzi,ridevano,si prendevano gioco dell'hanyou e della sua minaccia.

- Non farci ridere,pensi di farci paura ragazzino? Te la faccio passare io la voglia di fare lo sbruffone,ADDOSSO.

Detto questo i briganti corsero verso il demone sfodernado le loro armi di second'ordine,vedendoli arrivare Inuyasha fece un sorrisetto a dir poco visibile,vedeva come si avvicinavo,vedeva come impugnavano le armi,quel gruppetto di furfanti non avevano la minima abilità,forse qualcuno di loro era più forte degli altri ma costoro non sarebbero mai stati in grado di battere un Hanyou,soprattutto se questo aveva molta esperienza in fatto di combattimenti corpo a corpo e scontri all'arma bianca,certo non'è un maestro d'armi,ma sapeva il fatto suo.

Arrivò il primo brigante, correva in contro a Inuyasha tenendo la spada con una mano sola,estese il braccio e poi,in un battito di ciglia,Inuyasha gli tirò un pugno dritto sui denti,la forza con la quale il brigante venne spinto era tale da farlo volare per quale centimetro e poi farlo cadere rovinosamente per terra.

arrivò il secondo,stessa tattica usata dal primo,ma stavolta con una variante,stavolta il pugno che stava per ricevere non era diretto in mezzo ai denti,con la sinistra gli tirò un pugno da sotto il mento così forte da farlo alzare in aria per poi finire anche lui al tappeto,a quel punto,vedendo che i suoi avversari lo avevano stancato si rivolsi agli ultimi rimasti che oramai erano rimasti in tre.

- Ehi voi,mi avete proprio stancato.

Detto questo si buttò sugli ultimi rimasti ad un velocità sorprendente,al terzo brigante che raggiunse gli tirò un pugno che lo colpì sulla guancia sinistra colpendo la mascella, al quarto gli tirò un pugno sulla guancia destra ma stavolta prendendogli lo zigomo e all'ultimo rimasto,(quello che aveva incitato il gruppo ad attaccarlo),gli diede un pugno allo stomaco così forte che se avesse usato ancora un pò più di forza lo avrebbe penetrato.

Dopo aver facilmente sconffitto il gruppo di briganti,li prese tutti e cinque e li gettò nel fiume ghiacciato che passava vicino alla casa della vecchia Miko,dopo aver fatto ciò si rivolse al resto del gruppo.

- Forza,scacciamo questi maledatti dal nostro villaggio.

A quella frase tutto il gruppo fece un cenno con la testa,tranne Ezio,cominciarono a correre verso il centro del villaggio e liberarlo da quegli invasori dai modi barbarici.

La neve continuava a scendere piano piano,delicatamente,ma quel giorno nessuno potè godersi il paesaggio come si deve,putroppo non vi era tempo per farlo,poichè l'arrivo di quella spietata marmaglia aveva rovinato la bellezza di un paesaggio degna di essere definata un sogno.

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Capitolo 8
*** Opinioni contrastanti ***


Inuyasha,Ezio e il resto del gruppo si stavano dirigendo al centro del villaggio facendo attenzione all'arrivo di altri briganti che forse li avrebbero attaccati più e più volte.

Le fiamme,le urla e il fumo nero,i contadini,indifesi,venivano fatti prigionieri e donne e bambini insieme a loro,i briganti entravano nella case alla ricerca di qualcosa da portare via,andave bene qualsiasi cosa,monete,cibo,vestiti,tutto quello che veniva considerato utile veniva preso,il resto invece veniva scartato e lasciato nel luogo del saccheggio.

Mentre raggiungevano il centro del villaggio,Ezio si accorse di non portare il cappuccio sopra la testa.

- Diamine.

Pensò l'assassino quando si accorse di tale mancanza,una distrazione così piccola ma che poteva causare delle conseguenze sulla sua identità,a i suoi nemici il suo volto doveva rimanere nascosto per mantenere il suo vero aspetto nell'ombra posta all'interno del cappuccio.

Continuarono ad avanzare,poco lontano dalla casa di Kaede il gruppo vide un gruppo di tre membri,un uomo,una donna e un bambino che mostrava a malapena qualche anno minacciati da un brigante che gli puntava la spada contro,il bambino per terra,la madre che lo circonda con il suo corpo usandolo come scudo,il padre che si para davanti al brigante per difendere la maoglie e il figlio.

Ezio e gli altri si accorsero di quello che stava per accadere a quei tre sventurati,il brigante stava per colpire l'uomo davanti a lui,alzò la spada verso l'alto con entrambe le mani e nello stesso istante in cui la lama stava per scontrarsi con il povero malcapitato accadde l'impensabile.

Tutto il gruppo stava per assistere all'uccisione di quel contadino che stava difendendo la propria famiglia senza che nessuno facesse nulla per salvarlo,Ezio vide in quell'uomo la determinazione di proteggere i propri cari,la decisione di morire in nome di coloro che amava, la forza di reagire non con il corpo,ma con lo spirito di sacrificio,vide ciò che stava facendo quell'uomo...e per questo sarebbe stato ripagato.

L'assassino diede un rapido sguardo ad Inuyasha e al suo gruppo,di fronte a lui c'era inuyasha con alla sua destra Kagome,alla sua sinistra invece si trovava Miroku con dietro Sango mentre Shippo invece si trovava dietro ad Ezio,il brigante invece si trovava a quindici metri di distanza a sinistra del gruppo,fatti questi calcoli Ezio fece scivolare la mano destra verso la cintura,infilò il pollice e l'indice nello spazio tra la cintura e la veste finendo a toccare qualcosa di solido,sottile e dalle piccole dimensioni.

gli occhi dell'assassino rimasero fissi sul brigante mentre dalla tasca estrasse un piccolo oggetto di metallo,aveva le fattezze di un pugnale ma decisamente più piccolo,misurava otto centimetri e pesava solo pochi grammi.

La sua mano si mosse velocemente verso l'alto fino ad arrivare all'altezza delle tempie,piegò il braccio portando il gomito verso l'alto e la mano dietro la spalla e sia col pollice che con l'indice teneva il pugnale dalla parte della punta.

Il tempo era poco e lui aveva un solo tentativo di salvare quell'uomo dalla spada che si stava per abbattere su di lui,una rapida occhiata intorno per assicurarsi che nessuno fosse d'ostacolo,poi,il momento decisivo.

Il braccio che si estende in avanti,la mano salda nell'impugnare l'arma e infine le dita che si staccano dal piccolo pugnale al momento del lancio.

L'arma passo nello spazio che si trovava tra le teste di Miroku e Sango senza che i due se ne accorgessero,il pugnale continuò a roteare fendendo l'aria senza venirne rallentato,la spada del brigante si stava abbassando verso il petto della sua vittima e nel momento in cui stava per compiersi quell'atto di crudeltà arrivò la salvezza.

L'arma raggiunse il collo del brigante squarciandogli la gola come se fosse burro,l'uomo cadde a terra sulle ginocchia col sangue che sgorgava senza sosta per poi accasciarsi definitivamente al suolo,tutte le azioni fatte dall'assassino dal momento dell'estrazione del pugnale all'uccisione erano state calcolate alla perfezione e vennero eseguite in un lasso di tempo fin troppo breve per un comune essere umano.

L'uomo che stava per essere ucciso si girò verso la moglie,la raccolse da terra e insieme al bambino scapparono di corsa scomparendo tra le abitazioni mentre Inuyasha e gli altri li videro andare via,Ezio volse lo sguardo verso la strada volendo riprendere la marcia verso il centro del villaggio,non c'era tempo per stupirsi della morte cruenta di un brigante.

- Aspetta Ezio.

Disse Inuyasha con un tono per niente tranquillo,ma all'assassino non importava,c'era ben altro a cui pensare.

- Non abbiamo tempo,andiamo.

- Era necessario uccidere quell'uomo?

A sentire quelle parole il suo intento di continuare con il salvataggio del villaggio si fermò per un instante,nel voler proseguire nel suo compito Ezio aveva fatto abbastanza passi in avanti da stare davanti al gruppo poichè salvando quella famiglia poteva continuare a contrattare l'assalto di quelle persone con un anima molto poco umana.

L'assassino davanti,l'hanyou e il resto del gruppo alle sue spalle,una situazione alquanto spiacevole.

- Si,ma solo perchè la sua morte e giustificata dall'aver salvato tre innocenti,se la cosa vi da fastidio posso capirlo...forse e meglio se lo faccio da solo.

Detto questo accellerò il passo senza preoccuparsi se quei ragazzi lo avessero seguito o no,non poteva perdere tempo con simili questioni,eppure,quella domanda lo colse alla sprovvista,perchè mai Inuyasha lo aveva criticato per aver ucciso un brigante?

Quei ragazzi sembravano quasi paralizzati dalla morte di un umano con un anima così marcia,l'assassino non sapeva più a cosa pensare.

- Il ragazzo dalle orecchie da cane sembrava irritato dalla morte di quell'uomo,come se il solo fatto di aver ucciso un altro essere umano gli dia fastidio,mi chiedo il motivo di tanto disprezzo,certo,togliere la vita a qualcuno non'è una bella cosa,però...

Ezio girò il braccio sinistro osservando la lama e il meccanismo di scatto,le molle,gli ingranaggi,i perni e la carrucola,osservando tutti i componenti che formavano l'arma nei suoi occhi prese forma una nuova fimma.

- So per certo che quando uccido lo faccio per il bene di coloro che soffrono.

con queste parole nella testa la domanda fatta da Inuyasha non aveva più lo stesso impatto di prima,per lui dare una spiegazione a quel ragazzo era importante,ma dargliela subito non avrebbe avuto senso...non ancora per lo meno.

Mentre avanzava in direzione del centro sentì un rumore di passi,si voltò e poi li vide,quei ragazzi,quei ragazzi lo stavano raggiungendo,senza correrre visto che nel momento in cui l'assassino si era dato quella risposta non si era allontanato molto visto che essendosi perso nei sui pensieri non li sentì arrivare prima che gli fossero vicino.

i ragazzi stavano intorno a lui,quasi lo avessero accerchiato,sui loro volti c'era un espressione seria,stavano muti,quasi volessero sorprenderlo.

- Cosa volete ragazzi?

Intervenne Inuyasha.

- Ti diamo una mano,fai parte della squadra...e poi non credo che tu c'è la possa fare da solo.

Ezio sorrise a quella risposta,in quelle parole percepì una leggera provocazione.

- Ne sei sicuro orecchie da cane?

- Certo,a differenza di te a noi basta prenderli a pugni.

- Chiamarli pugni e una parola grossa,da quello che ho visto io non sei tutto questo granchè,hai molta forza ma la tua tecnica e decisamente pessima.

Anche Inuyasha sorrise a quella affermazzione,si stuzzicavano a vicenda senza mostralo apertamente,tanto

- Tu sapresti fare di meglio?

- Meglio di te sicuramente.

Durante la loro discussione da dietro le case sbucarono altri briganti,ma stavolta in numero decisamente maggiore,i loro occhi erano puntati sul gruppo mostrando uno sguardo compiaciuto.

Ezio e gli altri si guardarono attorno rimanendo attenti a non fare mosse false,fermi e attenti ai movimenti dei loro avversari.

Intervenne Kagome.

- Siamo in trappola.

Intervenne Inuyasha

- Calmati Kagome,vedrai che li battiamo come niente.

L'hanyou si rivolse al fiorentino.

- Ehi,sei pronto?

- Io si,ma sono preoccupato per la tua ragazza e il bambino,non sembrano abituati ad uno scontro diretto.

- Tranquillo ci pensiamo noi,tu vedi di non farti ammazzare.

- Lo stesso vale per te.

I briganti si preparano ad assalire i ragazzi con le spade in mano e la mente offuscata da sogni di saccheggio di quella sudicia marmaglia.

- UCCIDIAMOLI,disse uno dei briganti.

La marmaglia si gettò addosso al gruppo ad una veocità quasi sorprendente,certo,erano veloci,ma era tutta apparenza,Ezio e gli altri notarono subito i numerosissimi difetti dei loro avversari,erano lenti,stupidi e goffi,gli avversari più scarsi che si potessero incontrare,bravi a malapena a spaventare un villaggio di contadini.

Tutti i membri del gruppo si erano messi attorno a Kagome e a Shippo nel tentativo di fargli evitare la lotta,arrivò il primo brigante che si diresse contro l'assassino a tutta velocità e con l'arma tenuta con una mano,Ezio rispose a quell'azione con un pugno dritto sulla guancia sinistra colpendogli in pieno i denti,n'è arrivò un altro da dietro che si prese un gomitata del braccio sinistro che gli fracassò il naso e poi cadere per terra.

Dietro di lui invece c'era Inuyasha che distribuiva colpi pure lui,se  ne  avvicinarono tre,i primi li stese con il pugno sinistro colpendo un sotto il mento che cadde sopra un altro mentre il terzo si prese un destro dritto sui denti.

Sango e Miroku invece combattevano l'uno accanto all'altro,due briganti si buttarono su di loro senza nessuna strategia e senza nessuna bravura in combattimento,il primo si buttò su Sango cercando di infilzarla,ma lei con una rapida schivata verso sinistra evitò il colpo del brigante che essendo sbilanciato in avanti era diventato vulnerabile,Sango rispose all'aggressione con una ginocchiata nello stomaco facendolo cadere per terra,Miroku invece rischiò di farsi staccare la testa con un colpo proveniente da sinistra,anche se visto la pessima qualità della spada si poteva dubitare del fatto che quelle spade potessero mozzare qualcosa,Miroku si abbassò e dopo aver evitato l'attaccoshi rialzò diede un sinistro sotto il mento del brigante che caddè subito a terra.

I ragazzi si stavano difendendo con grande abilità,i briganti li assalivano e loro li buttavano a terra doloranti,cadevano a terra come goccie di pioggia durante un temporale,chi si poteva rialzare scappava correndo via come un coniglio di fronte ad un lupo mentre,altri invece rimanevano a terra senza cercare di muoversi troppo,provavano troppo dolore per muoversi.

Ma a differenza di Inuyasha e dei suoi amici Ezio non sembrava che si stesse difendendo,anzi,semvbrava che era lui ad aggredire loro.

Altri quattro briganti si avventarono sull'assassino,il primo cercò di attaccare con un fendente proveniente dall'alto,Ezio gli prese il polso  che teneva l'arma con la sinistra e in meno di una manciata di secondi gliela abbassò,gli girò il polso facendogli aprire la mano dal dolore e di conseguenza facendogli cadere l'arma,il brigante inarcò la schiena dal dolore ed Ezio approfittò del momento per tirargli un pugno con la mano libera facendolo cadere per terra.

I tre compagni dell'uomo finito per terra si bloccarono di colpo nel vedere il brigante sconfitto,alzarono lo sguardo verso l'assassino con un aria a metà tra lo stupore e la paura,Ezio li fissò con occhi cattivi mentre batteva un pugno sul palmo dell'altra mano volendo mandare un messaggio intimidatorio,i tre accolsero il messaggio e in preda alla paura scapparono via più veloci che potevano senza accorgersi delle conseguenze della loro ultima azione.

Gli altri briganti,vedendo la rezione dei loro tre compagni li imitarono,fuggirono con la coda tra le gambe senza preoccuparsi di coloro che erano a terra feriti e doloranti,i caduti non venivano raccolti,tutt'altro,venivano lasciati alla merce di coloro che li avevano conciati in quel modo,infidi e codardi,si sentivano forti nello spaventare chi non si poteva difendere e poi scappavano quando si trovavano a che fare con chi era più avvantagiato di loro.

Relax,un momento di riposo dopo lo scontro impari,i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo,quel branco di selvaggi era stato scacciato come i topi fuggono nel vedere un gatto goloso di roditori,ne erano caduti a decine sotto i loro colpi e nessuno del gruppo venne danneggiato da mano nemica,troppa grande l'esperienza,le capacità in combattimento,il morale più alto e la coglia di vincere perchè loro potessero perdere la sfida contro quegli uomini accecati dai loro desideri personali.

- State tutti bene?

Rispose Inuyasha rivolto verso i suoi amici facendosi sfuggire un leggero tono di preoccupazione.

Intervenne Miroku

- Si,un pò affaticati,ma stiamo bene.

Inuyasha si girò in direzione di Kagome e Shippo.

- State bene.

- Si tutto a posto.non ci siamo fatti nulla.

E infine ci fu un ultima persona da controllare,Ezio,l'hanyou si girò anche verso di lui.

- Ti sei fatto male?

L'assassino la testa in direzione di Inuyasha.

- Sta tranquillo sto bene,piuttosto,ti sei fatto niente?

- Scherzi? questi tizi erano fin troppo stupidi per vincere contro di me.

- Vedo che sei sicuro di te,questo e un bene,ad ogni modo,sarebbe meglio proseguire,il villaggio e grande e non credo che tutti i briganti se ne siano andati,propongo di controllare la zona dividendoci in due squadre,una si dirigerà al centro del villaggio mentre l'altra farà il giro dei dintorni per neautralizzare i briganti rimasti,bisogna evitare che gli abitanti subiscano degli agguati e derubati di ciò che hanno controllando le strade e infine renderle più sicure,domande?

Nel sentirlo parlare i ragazzi erano rimasti senza parole,il suo piano sembrava non avesse sbavature,due squadre sarebbero riuscite a liberare il villaggio in un tempo minore di quello previsto,però rimaneva un dubbio.

Intervenne Miroku.

- In effetti non ha tutti i torti,ma rimane comunque un problema,come facciamo con Kagome e Shippo?

Intervenne Sango.

- Possiamo portarli a casa nostra,li c'è Kirara a proteggere i bambini,e un posto più che sicuro.

- D'accordo,noi prendiamo Kagome e Shippo e li portiamo a casa nostra.

Intervenne Ezio.

- Bene,noi intanto andiamo al centro del villaggio per vedere se ci sono altri brignati,appena li avete portarti al sicuro perlustrate le strade alla ricerca di altri briganti.

- D'accordo.

Miroku si girò in direzione di Kagome.

- Andiamo.

- Si.

La giovane miko rivolse un occhiata verso il suo amato Hanyou,nei suoi occhi si poteva leggere preoccupazione,ansia,timore e paura,preoccupazione nel doverlo lasciare a combattere,ansia nel doverlo aspettare,timore per la sua incolumità e paura per la sua sorte,Inuyasha ricambiò quello sguardo con il suo nella quale si leggevano forza,determinazione e sicurezza,forza  dalla quale traeva da lei,determinzione nel voler tornare da lei e sicurezza per la quale l'aveva lasciata al sicuro protetta da amici,i due si capirono in un unico semplice sguardo,non c'era bisogno di parole dolci o parole incoraggianti per esprimersi,bastavano gli occhi per parlare,per comprendere,per capirsi,i loro occhi...e nulla più.

- Andiamo ragazzo,ancora poco e potrai tornare dalla tuo amore.

Detto questo Ezio fissò lo sguardo davanti a se verso la sua destinazione,sul suo volto barbuto comparve un sorriso abbastanza evidente e difficile da nascondere,anche se l'intenzione di nasconderlo non c'era per niente.

- Cos'è quel sorriso?

La voce di Inuyasha arrivò alle orecchie del fiorentino,si notava la mancanza di quella tonalità aggresiva e scontrosa,una tonalità di voce adatta nata per pura curiosità.

- Niente,ho solo capito una cosa.

Comprensione,questo era ciò che l'assasino aveva raggiunto qualche momento prima,una breve occhiata a quei due giovani che si amavano tanto,l'hanyou e la miko,uniti da uno sguardo,lui si era accorto di quel legame così profondo e allo stesso tempo così giovane,pensando a queste cose nella sua mente riaffiorirono ricordi lontani,ricordi di quand'era più giovane e di qualche anno fa,memorie di tempi migliori,in cui lui amò molte donne e che poi da loro fu ricambiato,ma quello non era il momento migliore per lasciarsi ai ricordi.

- Capito cosa?

- Il motivo per la quale volevi che combattessi con le mani come fai tu piuttosto che passarli a fil di spada.

Inuyasha rimase spiazzato da quella risposta,sperava che Ezio si sbagliasse sulla quella intuizione,non voleva apparire debole di fronte allo straniero.

- E quale sarebbe?

- Umanità...non ho ben capito che creatura sei,ma possiedi molta umanità.

- E secondo te e sbagliato risparmiare degli umani?

- Dipende chi sono gli umani che cerchi di salvare,per esempio,hai visto quel padre di famiglia che si stava sacrificando per i suoi cari?Quanti anni poteva avere? venti-venticinque anni?

Sentendo quelle parole Inuyasha rimase di sasso,non sapeva cosa rispondere,nel suo animo si sentiva strano,come se fosse lui quello che cattivo e non l'hanyou che Kagome,i suoi amici e gli abitanti del villaggio avevano imparato ad accettare per quello che era.

- Uccidere un umano e sbagliato anche se è un brigante.

- Mentre lasciare che quel poveretto venisse ucciso era giusto.

- L'avrei salvato,ma tu sei intervenuto per primo.

- Sono più che certo che l'avresti salvato,ho visto come ti muovevi in battaglia,ma non'è questo il problema,il tuo problema sta nel fatto che ho ucciso una persona per salvarne un altra,uccidere non'è una bella cosa,ma se la morte di una persona malvagia serve a salvare le vite di alcuni innocenti allora l'omicidio diviene giustizia.

- E tu vorresti dirmi che uccidere e giusto?

- Uccidere diviene giusto quando coloro che restano impuniti per le loro colpe meritano la giusta ricompensa dei propri misfatti,sei un bravo ragazzo ma devi capire che i nemici che hanno attaccato questo villaggio sono guidati da un nemico che non conosce ne pietà ne benevolenza,credimi se ti dico di indurire il tuo cuore,perchè loro non avranno pieta ne per te ne per coloro alla quale tieni.

Finito di parlare i due si zittirono completamente,per tutto il discorso non avevano smesso di camminare,nemmeno per parlare delle parti più delicate dell'argomento,guardavano dritto davanti a loro come se si volessero evitare,non per rabbia,ma per due diversi concetti di giustizia,Inuyasha riteneva sbagliato la mentalità dell'assassino.

- Uccidere gli umani e sbagliato,predoni o no,so per certo che sono malvagi,ma essendo umani non riesco a ucciderli...però,forse ha ragione,o forse no.


Eccoci qua alla fine di un altro capitolo,colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono questa fic e in particolare:

Fenris,Fedelity_angel_92 e Adelhait,ma ringrazio anche a quelli che leggono,se la storia vi è piaciuta,volete sempliciemente dire la vostra opinione oppure avete qualche dubbio sulla storia lasciate un commento,al prossimo capitolo,ciao.

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Capitolo 9
*** Il brigante ***


In quello stesso momento,nella foresta vicino al villaggio,Il capo dei briganti camminava restando attento a ciò che aveva attorno,gli era stato ordinato di interrompere il percorso di uno yokai,compito insolito per un brigante,ma un ordine rimane comunque un ordine e lui non avrebbe disobbedito al suo maestro.

Il bosco era calmo,c'era silenzio,solo il rumore degli stivali che schicciavano la neve rovinava il mite suono dell'inverno nella fitta boscaglia,ma non si poteva dire che i suoi passi fossero rumorosi.

Tra un passo e l'altro il brigante pensava a l'ordine ricevuto,l'espressione sul suo volto era differente da qualsiasi espressione che poteva fare uno dei suoi uomini,i suoi occhi erano seri e profondi attenti a qualsiasi cosa succedesse,la sua bocca era perfettamente lineare,nessun sorriso malvagio era stampato sul suo volto dimostrando così di non essere come i suoi uomini.

- Uno yokai,non vedo nessuna creatura del genere in giro,forse questa parte della foresta non'è quella giusta in cui cercare,però devo dire che io e i miei uomini abbiamo percorso molte altre parti della foresta e questa zona e una di quelle che abbiamo attraversato a piedi,quella donna e avrebbe potuto dare informazioni più dettagliate e io da solo non credo di trovarlo,forse e meglio tornare al villaggio.

Continuava a camminare,camminava,camminava,sempre di più nel fitto della foresta,i suoi occhi erano attenti a cogliere qualsiasi movimento da parte di un uccello che spiegava le ali in direzione di un altro albero nel ripararsi dalla neve o di un coniglio che poteva saltare fuori all'improvviso,essendo in missione esplorativa non poteva permettersi distrazione,aveva uno yokai da fermare,sempre che prima riuscisse a trovarlo.

All'improvviso il brigante si fermò,si sentiva un rumore in lontananza,piegò la testa verso il basso e poi chiuse gli occhi,si concentrò sull'udito per capire da dove proveniva quel suono.

- A sinistra.

Dette queste parole aprì gli occhi e girò la testa nella direzione da cui sentì quel suono,cominciò a correre,le sue gambe scattavano furiosamente mentre la sua voglia di arrivare il prima possibile si faceva sempre più grande.


Intanto,sempre in quella foresta,Sesshomaru continuava a correre con Rin in una mano e Jaken nell'altra,correre,anche lui lo faceva ma per un altro scopo,doveva arrivare al villaggio il prima possibile poichè ora sapeva dov'era quell'umano,o per lo meno sapeva dove cercare,Jaken aveva sentito parlare alcuni umani riguardo suo fratello e l'uomo vestito di bianco,in realtà tra le persone che cercavano c'era anche lui,ma in quel momento non gli importava molto.

Correva,sapeva che strada fare e sapeva come arrivarci,eppure poteva volare,gli sarebbe bastato chiamare Ah-Un oppure poteva farlo con le sue forze,la cosa era fattibile,tuttavia,qualcosa dentro di lui gli impediva di farlo,si sentiva come se non volesse farsi notare,come un ladro nel cuore della notte.

Sentiva che dentro di lui c'era qualcosa di strano,come se tutto ciò che facesse dovvesse farlo in silenzio,nella segretezza più assoluta,non era da lui comportarsi così,forse anche quel suo strano comportamento era dovuto agli ultimi avvenimenti avvenuti di recente.

Durante la corsa sesshomaru sentì qualcosa provenire da lontano,neve schiacciata da piedi che non erano i suoi,inclinò di poco la testa verso quel rumore e poi,in un singolo ma veloce attimo,vide di sfuggita la figura del brigante uscire dagli alberi compiendo un salto con capriola a mezz'aria per poi atterrare di fronte al suo bersaglio con entrambi i piedi perfettamente ancorati al terreno.

Sesshomaru apparentemente rimase impassibile nel vedere un umano così agile,ma quella fredda espressione sul volto nascondeva ben altro che semplice indifferenza.

Stupore,sotto quella sua maschera di ghiaccio teneva nascosto il suo stupore,quello che all'aparenza era un comune mortale vestito di pelle animale era riuscito non solo a mettersi di fronte allo Yokai,ma era riusciuto persino a corregli incontro senza neanche essere sentito,una qualità che Sesshomaru non poteva di certo ignorare.

Anche Jaken e Rin rimasero stupiti dalla presenza di quell'uomo arrivato improvvisamente di fronte a loro,lo guardarono dritto negli occhi mentre lui fissava lo yokai con sguardo calmo.

- Buongiorno.

Disse il brigante perfettamente tranquillo.

- Chi sei umano?

Detto questo posò a terra i due compagni posandoli delicatemente sul terreno.

- Spiacente,ma non posso rivelartelo,ma ciò che posso dirti e che sono qui per uno scopo ben preciso.

- Non mi importa per quale motivo sei qui,fammi passare.

- E invece ti dovrebbe importare,perchè vedi,io non posso farti passare.

Sesshomaru non aveva tempo da perdere con quell'individuo dalle intenzioni poco note,posò la mano sul manico di Bakusaiga deciso a passare ad ogni costo per raggiungere il villaggio di Kaede,passare sopra il cadavere del brigante era l'opzione più plausibile.

- Fammi passare,o te ne pentirai.

Il brigante non aveva intenzione di muoversi dal cammino dello yokai,spostò la mano destra dietro alla schiena e la infilò sotto la pelliccia sentendo qualcosa di duro sotto le vesti.

- Pentirmene?Io?

Il brigante assunse un espressione dura sul volto e i suoi occhi mostravano una certa sicurezza,tolse la mano dalla pelliccia estraendovi un arma curiosa,Una Jian,(la Jian e una spada di origine cinese lunga dai quaranta ai sessanta centimetri,la lama sottile e leggera la rendono un arma dotata di attacchi veloci e armoniosi tipici delle arti marziali cinesi),il brigante ne possedeva una sua versione personale,manico in legno pregiato,guardia in giada bianca e lama sottile in acciaio duro,teneva l'arma dietro la schiena per non farla vedere allo yokai.

- Non hai idea di chi io sia veramente.

- E chi dovresti essere?

- Io sono ciò che neanche immagini,sotto questi abiti selvaggi si nasconde di ben più di un semplice umano,ma bensì qualcosa di più elevato alla semplice figura dell'uomo comune che vive aspirando a scopi semplici e rurali,ma cosa ne puoi saper tu?che vedi solo la superficie delle cose,senza neanche cercare di comprendere la loro vera essenza?

Sesshomaru era rimasto freddo,ma nonostante quella sua calma glaciale non ignorava le parole del brigante,il suo aspetto poteva ricordare quella di un comune predone da due soldi,eppure si esprimeva come un saggio filosofo che tende a più a voler scoprire i segreti del mondo che gli sta di attorno,piuttosto che accontentarsi di vedere solo ciò che ha davanti,conoscendo questo nuovo aspetto di quel bizzarro individuo strinse di più il manico di Bakusaiga,quell'uomo non gli piaceva per nulla.

- Ti stai dando troppe arie per i miei gusti.

- Tu credi?Dimostramelo.

Sentite queste parole Sesshomaru mise la mano destra sul fodero della spada.

- Jaken,Rin,allontanatevi.

Jaken eseguì subito la richiesta del suo padrone.

- Svelta Rin,muoviamoci.

Si rivolse alla bambina,ma lei non gli rispose.

- Rin,mi senti?

Il kappa si girò in direzione di Rin,la vide immobile,con lo sguardo rivolto di fronte a lei.

- Rin.

Disse Jaken mentre si avvicinava alla bambina quasi volesse rimproverarla,la prese per una delle maniche cercando di attirare la sua attenzione per poi rivolgersi a lei.

- Il padrone ha det...

Le parole vennero pronunciate dal piccola kappa nello stesso momento in cui alzò la testa per vederla in volto visto che lei era più alta,quando i suoi occhi si posarono sul viso di Rin rimase di stucco,rigida come una statua.

Rin,quella bambina,solare,vivace e piena di vita era immobile,i suoi occhi erano aperti e mostravano il restringimento delle pupille,la bocca semiaperta e dal naso si sentiva sia un inspirazione ed una espirazione veloci molto pesanti,come se facesse fatica a prendere aria,ma all'interno del suo corpo la situazione era persino peggiore,i messaggi inviati dal cervello al resto del corpo erano velocissimi ma i neuroni non riuscivano ad analizzare il contenuto degli impulsi elettrici,in parole povere la mente di Rin era andata in tilt paralizzando il resto del corpo.

Jaken era preoccupato quanto confuso per questo strano avvenimento,già in passato Rin ebbe degli attacchi di paura,come quella volta che rivide i lupi di Koga,(per chi non si ricorda guardare la puntata 99),oppure quando si svegliava nel cuore della notte e faceva qualche brutto sogno si svegliava di soprassalto in preda alla paura,ma lei dormiva accanto al suo signore,sulla sua soffice coda per poi venir rassicurata dalle poche parole dello yokai e riaddormentarsi come se non fosse successo nulla,ma questa volta era diverso,non era semplicemente paura,era terrore allo stato puro.

I suoi occhi erano fissi sulla figura del brigante,mentre lo guardava,nella la sua testa prendevano vita delle immagini,una casa in fiamme,tre corpi per terra,un uomo vestito di pelliccia e infine la cosa più strana,una croce rossa.

- Rin.

Sesshomaru pronunciò il nome della bambina con la sua tonalità profonda e decisa,lei girò lo sguardo in direzione dello Yokai mutando espressione poco alla volta,il muscoli del viso si rilassarono,il respiro tornò normale,la pupillà riprese le sue dimensioni e la sua mente rallentò di colpo quella sua caotica e intesa attività neurale,le parole dello yokai ebbero un effetto calmante su di lei.

- Allontanati.

- Ma io...

- Vai...e non aver paura.

Lo yokai girò un attimo lo sguardo verso la bambina,la vedeva tranquilla,rilassata,non sentiva più quel suo respiro nervoso di prima,la cosa lo sollevava,anche se non lo dava a vedere.

- Ci sono io qui.

In quel momento Rin sentì qualcosa crescere dentro di lei,era forza,forza di volontà derivata da persona per lei molto importante,poco alla volta sul suo viso si formò un sorriso pieno di vitalità.

- Si.

La bambina si girò in direzione del kappa,che la guardava stranito.

- Andiamo.

Disse Rin mentre si spostava lontano dal luogo dello scontro con Jaken che aveva una mano che era stata presa dalla bambina con l'intenzione di portarselo dietro,lasciato spazio al loro signore si nascosero dietro un albero a diversi metri di distanza da loro,mancavo poco allo scontro.

Lo yokai teneva lo sguardo sull'umano di fronte a lui e l'umano ricambiava questo gesto con un altro sguardo diretto allo yokai,entrambi erano pronti al confronto.

- Ultimo avvertimento,fammi passare.

Disse lo yokai con tono minaccioso,le sua mano era pronta a estrarre la spada,la sua mente era preparata allo scontro e il suo corpo attivo con i muscoli delle gambe pronte allo scatto.

- Te lo già detto,tu non passi.

La mano del brigante si strinse di più alla spada ma senza esagerare con la forza,il suo corpo era rilassato,nessun parte in tensione,anzi era rilassato e calmo e proprio come Sesshomaru anche la sua mente era pronta allo scontro,ma a differenza dello yokai era tranquillo,cosa che mostrava sul suo viso mantenendo un leggero sorriso.

Sesshomaru ne aveva abbastanza di quel bizzarro individuo,decise di agire,il tempo di un battito di ciglia che stava già estraendo la spada,la lama che usciva velocemente dal fodero,il fendete che veniva direttamente dalla fine dell'azione precendente,neanche il tempo di mettersi posizione che dall'estrazione era passato direttamente al colpo,il filo della spada stava per raggiungere di lato il collo del brigante con la chiera intenzione di decapitarlo,tutto stava per finire...o per lo meno così sembrava,il brigante sembrava spacciato,ma all'improvviso,quando ormai era finita,accadde l'inaspettato.

Il brigante fece una mossa inaspettata,nel momento in cui Bakusaiga stava per arrivare sull'umano quest'ultimo...di abbassò,quella sua azione tanto semplice fu eseguita ad una velocità tale da sembrare quasi innaturale,poi a gambe piegate saltò effettuando a mezzaria una capriola all'indietro e quando ebbe le gambe che stavano per puntare verso il cielo le allungò di colpo con piedi rivolti verso la faccia dello yokai,Sesshomaru prontamente si parò il viso con il braccio sinistro come uno scudo,prima assorbì l'urto dell'attacco e poi spinse il braccio volendo buttare a terra il brigante che ormai era staccato dal terreno e quindi in apparente svantaggio.

Per riparare all'inconveniente il brigante dovette appoggiare la mano sinistra sul terreno e spingersi indietro completando così l'acrobazia da lui eseguita,si rialzò in piedi e vide lo yokai a qualche metro di distanza,lo vide che manteneva quella aria fredda sul volto,come se l'azione di prima non lo avesse nemmeno sfiorato col pensiero.

- impressionante,devo ammettere che lo yokai non se la cava male,meglio stare in guardia.

Finito di pensare a queste parole il brigante si rivolse allo yokai.

- I miei complimenti,sono stupito,non sono molti quelli che riescono a evitare questi miei colpi così improvvisi,o per lo meno non così presto.

Sesshomaru gli dava ragione,quegli strani giochi di gambe erano inaspettati per lui,bisognava possedere un'agilità e una velocità d'attacco comune a pochi.

- Tu non sei un comune umano,vero?

- Esatto,per me tenere testa ad un dayokai e quasi un gioco da ragazzi e se pensi di essere bravo ti sbagli di grosso,devi fare di meglio se vuoi passare.

- Vuoi che faccia di meglio,bene.

Sesshomaru abbassò il braccio con in mano la spada puntando l'arma verso il terreno e cominciò ad avanzare,camminava lento,come se le sue gambe fossero di pietra,ma era solo apperenza.

- Sei bravo a schivare i colpi,perchè non mi mostri come attacchi?

- Con piacere.

Il brigante cominciò a correre verso Sesshomaru fiducioso delle sue abilità,arrivato a qualche passo dallo yokai fece un balzo,girò su se stesso verso destra e quando arrivò a centottanta gradi di circonferenza estese la gamba destra al massimo con la chiara intenzione di colpirlo al volto col tallone,ma prima che ciò accadesse Sesshomaru prese il piede  con la mano sinistra col tallone del suo avversario nel palmo,fatto ciò,lo yokai con un movimento dell'altra mano vibrò un fendete dal basso verso l'alto,prontamente il brigante vide il colpo che stava per arrivare e prima ancora che la spada si fosse alzata per colpirlo calciò il polso dello yokai,così facendo non solo gli bloccò il colpo ma usò il braccio di Sesshomaru come appoggiò per il calcio fallito.

- Da quel che vedo hai fallito il tuo attacco.

Disse Sesshomaru con tono sicuro,sentendolo dire queste parole il brigante lo fissò con sguardo calmo.

- Ne sei sicuro?

Sesshomaru lo fissò con aria stranita,una gamba dell'umano era intrappolata nel palmo della sua mano sinistra,l'altra veniva usata come supporto per rimanere in equilibrio,cos'altro rimaneva al brigante per continuare la lotta?

Per il brigante arrivò il momento in cui usare la sua arma,lo yokai,nonostante la sua visuale era coperta dal piede dell'umano notò che il suo avversario aveva una mano dietro la schiena,teneva qualcosa stretto nella mano,un'arma da taglio,una scoperta che arrivò troppo tardi per comprenderla nel momento più opportuno.

All'umano ormai bastava fare la sua mossa e poi avrebbe ribaltato la situazione a suo vantaggio,l'angolazione del corpo era giusta,il braccio dietro la schiena era nella giusta direzione del bersaglio,il suo nemico distratto dalla scoperta appena fatta,era il momento di agire.

Distese il braccio eseguendo un arco perfetto,non un oscillazzione ne un movimento sbagliato,il colpo era perfettamente lineare,da dietro con la punta che che puntava alla nuca del brigante,poi in basso verso il terreno ed infine in avanti verso si muoveva verso il corpo dello yokai.

Da parte sua Sesshomaru non si era accorto della spada,però aveva notato una mano dietro la schiena anche se poi la fece passare da una piccollezza da niente,che importanza poteva avere? Certamente la sua attenzione era attirata dai movimenti dell'umano,doveva dire che solo un altro umano era riuscito a sorprenderlo in quel modo,ma non era quello momento di pensarci visto che una spada stava per abbattersi su di lui.

Il movimento della spada lo vedeva a rallentatore,come nel duello con Ezio in cui stava per beccarsi un proiettile,ma a differenza di quel duello non aveva il tempo di usare la frusta di luce,quindi,cosa fare per evitare quel colpo?

Sembrava non ci fosse mossa abbastanza valida da poter eseguire in quella occasione così svantaggiosa per lo yokai,l'arma del brigante avrebbe potuto prendere di mira l'addome,il torace,la gola o il volto,ma non sarebbe sbagliato pensare che avrebbe potuto facilmente prendere tutte queste parti del corpo con grande facilità visto sia il movimento che la direzione della jian,ma poi...quando ormai il colpo sembrava certo arrivò un aiuto...un aiuto inaspettato.

Sesshomaru rincominciò a sentire quel particolare malditesta del giorno prima,il dolore si faceva sentire ma stavolta era meno intenso,il paesaggio attorno era rimasto sempre lo stesso,niente era cambiato,tranne per lo yokai.

Sentiva delle voci in testa,parole confuse e senza senso,gli affolavano la testa facendosi sentire come un gigantesco gong che risuonava da un timpano ad un altro con una prepotenza tutta sua,come se la testa di Sesshomaru fosse un tempio shintoista,ma in tutto questo caos riuscì a sentire qualcosa di comprensibile.

- Stai attento.

La voce che lo yokai aveva sentito era quella dell'uomo senza l'anulare,quello dell'espereienza del giorno prima.

- Come avrai notato il tuo nemico possiede un incredibile destrezza nei movimenti e questo lo rende un avversario difficile da colpire, se sfrutterai a tuo vantaggio le informazioni che già conosci e i tuoi punti di forza troverai il modo di vincere lo scontro,conto su di te.

Il ronzio di tutte quelle parole se ne era andato insieme a quella voce,perchè mai intervenire ad aiutarlo?chi era? A queste domande lui non sapeva rispondere,ma una cosa era certa...quelle parole gli avevano dato una strana carica che si diffondeva in tutto il corpo,era arrivato il momento di terminare lo scontro.

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Capitolo 10
*** La voce della coscenza ***


Sesshomaru vedeva il filo della spada avvicinarsi al ventre,doveva pensare in fretta,che cosa poteva fare in quel momento?La risposta non era semplice.

doveva analizzare la situazione,nella sua mano sinistra teneva stretto il tallone del piede destro mentre sul polso della mano destra c'era l'altro piede del brigante che gli teneva fermo la mano,ora che ci pensava bene dopo aver bloccato il calcio del brigante tentò di colpirlo con la spada eseguendo un fendente dal basso che poi venne parato quando il piede si abbassò sul suo braccio e ne tentativo trovando un vantaggioso appoggio poichè lo yokai tentava di colpirlo con la spada,in poche parole:colpo dal basso con braccio dai muscoli forti,più gamba dall'alto in cerca di appoggio sicuro,uguale forze contrastanti che si scontrano,questa azione avvantaggiò l'umano per il suo attacco con la spada.

- Ora so cosa fare.

Queste parole che pronunciò nella sua testa gli diedero la spinta per iniziare il suo contrattacco,ma doveva stare attento,un passo falso e avrebbe potuto peggiorare la situazione o peggio,morire.

Ormai la Jian si avvicinò eccessivamente al suo corpo,doveva fare in fretta o sarebbe stato ucciso,o per lo meno sarebbe stato ferito,ma non in modo lieve,era arrivato il momento di agire.

spostò verso l'esterno il braccio destro togliendolo da sotto il piedi e privarlo così dell'unico punto punto d'appoggio del brigante e facendolo girare verso sinistra mentre perdeva l'equilibrio,la spada cambiò totalmente direzione finendo contro il pettorale d'acciaio evitando di colpire punti scoperti come l'addome,la gola o la testa,ma il brigante non si diede per vinto e durante la caduta spinse il colpo più in alto nel tentativo di ferirlo,la punta della jian era pericolosamente vicina alla gola dello yokai,Sesshomaru istintivamente piegò la testa all'indietro evitando di essere toccato dall'arma del brigante.

Evitato il colpo Sesshomaru contrattaccò effettuando un attacco laterale dalla parte della lama,il brigante era inerme di fronte a quell'attacco,ormai aveva perso il suo vantaggio contro lo yokai,aveva perso il suo punto d'appoggio,aveva perso l'equilibrio e ora stava per perdere la vita.

- Muori.

Bakusaiga si stava pericolosamente avvicinando al brigante,l'umano vide la lama farsi sempre meno distante da lui,sentiva la katana che tagliava l'aria,eppure tutto ciò non lo intimorì,il fatto di aver perso l'equilibrio non significava che avrebbe perso.

- Non così presto.

Il brigante mise la jian in direzione di Bakusaiga,aspettava l'arrivo della spada che ha giudicare della posizione del suo corpo lo avrebbe preso tutta la parte frontale del tronco,la lama della katana si scontrò con la lama della spada cinese venendo quasi bloccata da quest'ultima,il colpo di Sesshomaru era forte,ma non abbastanza da spezzare la difesa improvvisata dell'umano che però non era perfetta.

Il brigante venne spinto dal piccolo ma potente impatto creato dallo scontro tra le due armi,ciò per non era uno svantaggio,anzi,poteva usare la spinta ricevuta per liberarsi dalla presa dello yokai,mentre veniva spinto a peso morto attuò un altra mossa improvvisata,inarcò la schiena fino al raggiungere il limite consentito dal suo corpo,mise il piede in giù nel tentativo di toccare il terreno e quando sentì la superfice schiacciò violentemente il terreno usando il piede come freno naturale e infine fece la sua mossa,con la gamba destra bloccata dallo yokai per il tallone la mosse come per dare un calcio e si liberò dalla stretta di quest'ultimo prendendolo alla sprovvista visto che il tentativo di attaccarlo con la spada aveva rischiesto gran parte della sua concentrazione non avrebbe fatto in tempo ad accorgersi del tentativo di liberarsi del suo avversario.

Ormai libero con un calcio sulla corazza si spinse lanciandosi indietro ed atterrando sul terreno con una capriola,il brigante si rialzò e si girò in direzione dello yokai,lo stava guardando e il suo sguardo fu ricambiato dal suo nemico,si fissavano attentamente.


Intanto,poco lontano dai due combattenti Jaken e Rin osservarono attenti la lotta,Jaken faticava a credere che qualcuno potesse contrastare il suo padrone con tanta abilità,sembrava impossibile che un umano riuscisse a tenere testa al suo padrone.

Invece Rin,nonostante stesse guardando lo scontro non stava guardando il suo padrone,ma bensì il brigante,ogni cosa di quell'uomo la spaventava,la terrorizzava,voleva scappare,uscire da quella foresta e allontanarsi il più lontano possibile da quell'uomo così minaccioso,c'era qualcosa in lui che le faceva venire in mente strani pensieri,immagini continuamente persistenti nella sua testa.

- Jaken.

La bambina si girò in direzione del piccolo servitore che era attento solo allo sviluppo della scontro,in quel momento per lui non aveva importanza.

- Jaken.

Lo chiamò un altra volta,ma ancora non si girava,decisa a farsi ascoltare poggiò le mani sopra le spalle del Kappa e cominciò a scuoterlo con tutta la forza che aveva,come sperato jaken si voltò verso di lei con aria quasi infastidita.

- Rin,che diamine vuoi da me?

- Jaken...credo di aver già visto quell'uomo.

- Cosa?

Jaken rimase stupito da quello che gli disse Rin.

- Tu hai già visto quell'uomo?

- Si.

Rispose Rin con un tono di voce leggermente tremante,Jaken sentiva che c'era qualcosa in lei che non andava.

- E quando l'avresti visto quell'umano?

- Non me lo ricordo molto bene,però,quando l'ho visto...ho avuto paura.

Jaken si calmò quando sentì le ultime tre parole pronunciate da Rin,aveva capito il perchè del comportamento di Rin quando si era bloccata di colpo nel vedere il brigante.

- Non preoccuparti,vedrai che padron Sesshomaru ucciderà quello sciocco all'istante.

- Si.

Disse la bambina mostrando un radioso sorriso,aveva trovato forza nelle parole del piccolo servitore ed ora era più tranquilla.


Mentre Jaken rassicurava Rin,Sesshomaru e il brigante si stavano ancora guardando,erano alla pari,nessuno dei due riusciva a prevalere sull'altro.

Sesshomaru stava pensando a cosa fare per vincere il duello,doveva seguire il consiglio della voce,trovare i punti deboli dell'avversario e sfruttare i propri punti di forza,doveva pensare attentamente se non voleva avere la meglio sul suo nemico.

Cosa aveva quell'umano di particolare?Quali caratteristiche possedeva per essere un combattente così capace? Ma sopratutto,Sesshomaru,quali punti di forza possedeva e quali usare nel momento più opportuno?

Queste domande necessitavano di una risposta,lo yokai guardava il brigante e il brigante guardava lui,un attimo di tregua,non per riposarsi,ma per comprendere,comprendere l'avversario,comprendere se stessi e i propri limiti,per Sesshomaru era il momento più adatto per mettere da parte l'orgoglio e accetare il fatto che forse non era così imbattibile.

- Per adesso tutto bene,adesso devo capire i punti deboli del mio avversario.

Lo yokai osservò attentamente l'aspetto del brigante approfondendo le caratteristiche più importanti.

- E più basso di me,(da quel che ho letto su internet Sesshomaru misura un metro e settantotto,il brigante misura all'incirca un metro e sessantacinque),possiede un agilità e un gioco di gambe davvero notevoli,dal punto di vista fisico vincerei io,sarà anche abile nei movimento,ma rimane comunque un essere umano.

- Esatto.

La voce di prima si fece sentire di nuovo.

- La tua forza fisica e sorprendente,ma la forza non'è tutto,capire le strategie e le tattiche dell'avversario ti permette di attaccare,di difendere e contrattaccare nella maniera migliore.

- Capire le sue strategie? tira calci e si muove di continuo,cosa c'è da capire? Io sono più forte di lui,mi basterà colpirlo al momento giusto,sono sicuro che funzionerà.

- E questo il tuo problema,agisci con troppo sicurezza,un errore che avrebbe potuto costarti la vita,avversari come lui non possono essere sconfitti dalla sola forza fisica.

- E allora cosa dovrei fare?

Disse Sesshomaru in modo sarcastico.

- Questa e una domanda che non devi fare a me,sei tu quello che sta combattendo.

La voce scomparve dalla sua testa così com'era apparsa,Sesshomaru non aveva capito come mai quella presenza aveva terminato di parlare pronunciando quelle ultime parole,sei tu quello che sta combattendo,che cosa voleva dire? Che essendo lui quello che stava combattendo era solo un problema suo e non di colui che gli parlava,oppure c'era un altro significato,più misterioso,più complesso,più arduo da comprendere?Sesshomaru non sapeva la risposta,ma nonostante ciò,decise di continuare a combattere.

Sesshomaru cominciò per primo,si buttò contro l'avversario eseguendò una scatto poderoso,il brigante lo vide arrivare,ma non era spaventato,anzi,sembrava che non aspettasse altro,aspettava lo yokai di ghiaccio,aspettava il momento giusto,senza alcuna fretta.

Sesshomaru vibrò un colpo laterale da destra verso sinistra,il brigante evitò il colpo con un piccolo saltello all'indietro,vedendo il suo avversario scoperto l'umano contrattacco saltando di fronte al suo avversario eseguendo un colpo di spada proveniente dall'alto,Sesshomaru,avendo finito di eseguire il colpo precendete spostò la spada di fronte al volto parando la lama avversaria,a quel punto la lama del brigante si scontrò con quella dello yokai.

Incrociarono le spade per un breve lasso di tempo poichè Sesshomaru spinse via il brigante con forza facendolo tornare alla stessa distanza di prima.

- Mi sono stancato di giocare yokai,ho visto come combatti,sei molto forte ma non ti sai muovere.

Pronunciate queste ultime parole,il brigante si piegò in avanti con il busto,spostò la gamba destra indietro e quella sinistra in avanti distendendola al massimo,il braccio sinistro era allungato verso il suo lato ma senza tenerlo troppo rigido,lo stesso valeva per il braccio destro che teneva la spada,aveva assunto un posizione ambigua e forse piuttosto scomoda.

Sesshomaru non capiva che stava facendo,era confuso,forse l'umano si prendeva gioco di lui.

- Preparati,ti darò un piccolo assaggio delle mie capacità.

Deto questo si lanciò contro Sesshomaru con scatto fulminio.

- Cosa pensi di fare uma...

Lo yokai non ebbe il tempo necessario di finire la frase che già il brigante eseguì un balzo diretto verso lui,l'umano era intenzionato ad usare la punta della spada e colpire il suo avversario in qualche punto vulenerabile,come il volto o la gola,quando fu abbastanza vicino a Sesshomaru spinse il braccio in avanti dando così forza al colpo,Sesshomaru prontamente si mise sulla difensiva preparandosi a parare il colpo,quando la spada dell'umano venne a contatto con Bakusaiga parò il colpo con facilità,ma quando l'offensiva fallì il brigante eseguì una mossa inaspettata,eseguì una capriola in avanti a mezz'aria e quando i suoi piedi erano direzione del volto dello yokai all'ungò le gambe con tutta la forza.

Sesshomaru sentì i piedi del suo avversario colpirlo in faccia con una forza tale da sentirli fin dentro le osse del viso,sentiva il dolore,lo sentiva sui denti,lo sentiva negli zigomi,lo sentiva sul setto nasale,il dolore si faceva sentire mentre il brigante staccò i piedi dalla faccia di Sesshomaru e li riportò a terra,mostrò un ghigno mentre tornava all'attacco.

Lo yokai si riprese quasi completamente dal colpo di prima,il dolore gli dava fastidio,ma non abbastanza da poter limitare le sua abilità in duello,strinse Bakusaiga con una presa più salda,non avrebbe ceduto agli attacchi di un umano,anche se quest'ultimo era più forte del previsto.

Il brigante si avvicinò ancora una volta a Sesshomaru mostrando quel suo sorrisetto malefico,Sesshomaru mosse un fendete laterale e quando sembrava che il brigante sarebbe stato colpito accadde una cosa inaspettata.

Bakusaiga si stava avvicinando al fianco sinistro dell'umano,la distanza si annullava sempre di più e quella che sarebbe dovuta essere la vittima sulla quale quella spada si sarebbe dovuto abbattare già dall'inizio dello scontro preparò la sua mossa,si abbassò di colpo sotto la katana e sempre mantenendo quella sua perfida smorfia sulle labbra ferì lo yokai colpendolo con un fendente orizzontale da destra sul ventre.

Sesshomaru era incredulo,ancora una volta quell'umano era riuscito a colpirlo evitando la lama di Bakusaiga con un semplice piegamento sulle gambe,la ferita che aveva ricevuto non era grave,ma non era nemmeno un colpo da prendere sottogamba,la Jian lasciò un taglio di almeno venti centimetri e colpendo abbastanza affondo da oltrepassare l'epidermide senza però danneggiare gli addominali,di per sè il taglio non era una ferita grave,ma avrebbe dovuto stare attento se non voleva ricevere una ferita abbastanza pericolosa da impedirgli di combattere alla meglio,o peggio ancora,riceve una ferita mortale.

In risposta all'attacco subito Sesshomaru abbassò la spada verso il brigante cercando di colpirlo ,ma ancora una volta l'umano schivò il colpo all'ultimo momento rotolando a sinistra,durante l'esecuzione del movimento rotatorio,il brigante,che si ritrovava con la schiena a terra colpì di taglio alcuni muscoli del quadricipite femorale,Sesshomaru sentì molto chiaramente la ferita sulla parte frontale della coscia che certamente recava molto più fastidio che dolore fisico e mentre il suo corpo percepiva il dolore i suoi occhi seguivano il brigante,che aveva finito di schivare l'ennesimo colpo con fulminia agilità.

Il brigante fissava Sesshomaru con aria quasi beffarda.

- Arrenditi finchè puoi.

Disse il brigante con tono sicuro e calmo.

- Come Ti avevo detto ti ho dato un assaggio delle mie capacità,arrenditi e torna indietro,dammi retta e la scelta migliore.

Sesshomaru aveva perso gran parte della sua freddezza,ma di certo non aveva perso la calma,si rivolse al brigante con una voce ormai non molto fredda.

- Arrendermi ad un umano?Che stupidaggine.

Il ghigno sulla faccia dell'umano scomparve,quelle parole per lui erano un misto tra un offesa e una provocazione e di certo non sarebbe rimasto in silezio a vedere come l'arroganza del suo nemico aumentava con l'avanzare del duello.

- Umano?...Umano?E questo l'unica cosa che riescono a vedere i tuoi occhi?E questa l'unica cosa che hai notato?Certo,tu stesso hai detto che non sono un normale umano,eppure continui a negare l'evidenza.

- E quale sarebbe l'evidenza?

- Oh,ma la risposta e semplice...come tu stesso hai affermato in precedenza,non sono un comune umano.

- si,l'ho detto.

Lo yokai,dolorante e con un gamba parzialmente fuori uso,si girò in direzione del brigante con non poca fatica,i muscoli recisi gli impedivano di muoverla come voleva lui,avrebbe potuto rimarginare la ferita,ma non avrebbe potuto farlo in combattimento,non'era come combattere con Magatsuhi,che lo intrappolò nel suo corpo facendo in modo che il corpo di Sesshomaru avesse tutto il tempo di creare Bakusaiga.

Col brigante era diverso,sapeva che non avrebbe aspettato ad attaccarlo,sapeva che non avrebbe atteso che la gamba guarisse e quindi perdere il vantaggio di attaccare un nemico parzialmente ippossibilitato a combattere,cosa poteva fare?come poteva attaccare se non riusciva a muoversi?,come poteva contrastare il suo avversario se la sua spada non poteva raggiungerlo?

La situazione era critica,Sesshomaru non poteva muoversi senza che quel taglio sulla gamba attirasse la sua attenzione,ma non sarebbe rimasto li senza combattere,era un cane ferito,ma questo non bastava per fermarlo,ci voleva di più per abbattere un guerriero come lui.

-  E con questo?

Disse lo yokai conclundendo la frase detta in precedenza.

- Non puoi vincere questo scontro,ti ho tirato due calci in faccia,ti ho lasciato un graffio sull'addome e uno squarcio su una gamba,eppure vuoi ancora raggiungere quel villaggio nonostante tutti i danni che ti ho procurato...arrenditi.

- Mi arrenderò,ma solo dopo che sarò morto.

Orgoglio,fierezza,testardaggine,erano queste tre cose che rendevano le sue parole così provocatorie per le orecchie dell'umano,ma quelle tre carattrische,che infondevano forza alle parole dello yokai non erano arrivate da sole...dietro di loro si fece sentire un altro malditesta.

- Hai fatto abbastanza per oggi,ora,riposati.

Disse la voce proveniente dalla sua testa con tono deciso e mentre Sesshomaru sentiva di nuovo quella presenza,che era tornata a comunicare con lui,cominciò a sentirsi strano.

Lo yokai cominciò a sentirsi strano,la mano che teneva la spada era priva di sensibilità,sembrava assente,eppure la spada riusciva ancora a tenerla in mano,accadde lo stesso con l'altra mano,provò a muovere le dita,ma non accadde nulla,smise di sentire gli avambracci,poi le braccia.

Sesshomaru era confuso,perchè gli stava accadendo questo?cosa stava facendo l'entita all'interno del suo inconscio?

- Che stai facendo al mio corpo?

- Rilassati,sto cercando di aiutarti.

- E come?

Rispose Sesshomaru con tono leggermente alterato.

- Te l'ho già detto prima,la forza non'è tutto,ma forse e colpa mia,non posso sempliciemente consigliarti su come difenderti contro un agile.

- Un cosa?

- Lascia perdere e una lunga storia,comunque,ora rilassati,lascia che ti dia una lezione di come si usa veramente una katana.

Le sue braccia si mossero da sole,il braccio destro si spostò di fronte a lui con la mano nella parte più alta del manico entrando in contatto con la guardia e la sinistra si appoggiava da sotto all'altra mano.

- Che stai facendo?

- Cambio la presa.

- Lasciami.

- Vorrei,ma se tu muori,non potrai raggiungere l'umano dal cappuccio bianco,e in questo modo non potrai avere le risposte che cerchi.

Sentendo queste parole Sesshomaru si zittì,sapeva che quella voce aveva ragione,di certo era insopportabile sentire un'entità che ti parlava durante lo scontro,per non parlare del fatto che ora si stava impossessando del suo corpo come se fosse una cosa sua,di certo la cosa era inaccettabile,eppure nonostante ciò quella voce aveva ragione,da morto non avrebbe potuto ricevere informazioni e trovare le risposte che cercava gli avrebbero chiarito la situazione.

Il brigante guardava lo yokai cambiare la presa sull'arma,guardava con aria incuriosita le mani dell'essere che aveva di fronte mettere entrambe le mani sul manico,la cosa era alquanto sospetta.

- Ha cambiato la presa sulla katana,prima la impugnava con una mano sola,e adesso con due,cosa avrà in mente?

Il brigante si rivolse allo yokai.

- Vuoi continuare a combattere?Non vuoi proprio renderti conto di aver già perso?

- Io mi rendo conto di essere ancora in piedi,se sei convinto di potermi vincere perchè non mi uccidi?

- Non posso ucciderti,ma sul fatto che ti posso vincere...be,magari....

L'umano scatto con la punta della spada dritta davanti a lui in direzione del petto di Sesshomaru.

- E UNA COSA CHE SI PUO'RIMEDIARE AL PIU' PRESTO.

La Jian si stava avvicinando al petto dello yokai ad una velocità strabiliante,forse anche questo colpo sarebbe finito sul suo corpo,stavolta con conseguenze veramente gravi.

Il corpo di Sesshomaru si mosse per conto suo,respinse con la punta della Katana il colpo del brigante spostandola a sinistra e creando così uno spazio nella sua difesa,a quel punto rimase una sola cosa da fare,contrattaccare.

Essendo penetrato nella sua difesa non restava altro da fare che colpire,con rapidità e forza,le sue mani inclinarono la spada di novanta gradi facendo in modo che l'arma fosse perfettamente in orizzontale con la punta verso sinistra,a quel punto,colpì.

La spada colpì per prima il fianco destro del brigante,poi passò sopra il ventre,poi ancora il costato sinistro ed infine il pettorale e la spalla dello stesso lato del costato,un lungo fendente obliquo,da sinistra a destra,un taglio perfetto.

Il brigante era sbigottito,non era riuscito a vedere il colpo abbastanza in fretta per riuscire a pararlo,di certo lo aveva sentito,ma non del tutto,l'unica cosa che vide era il filo della katana che passava sopra il suo tronco come il vento che passa sopra un terreno erboso,liscio,veloce e quasi impossibile da percepire,indietreggiò dallo stupore mentre i suoi occhi vedevano la ferita lasciata sul suo corpo.

- Cosa?...E...impossibile,fino ad un attimo questo yokai faceva fatica a parare i miei colpi,ora invece non solo a respito il mio affondo,ma ha anche eseguito un colpo che neanche mi aspettavo di ricevere.

Sesshomaru dal canto suo non aveva ben capito bene cosa stava succedendo,fino ad un attimo fa l'umano di fronte a lui stava cincendo il duello,e un attimo dopo si era ritrovato a infliggere una ferita abbastanza seria al brigante,c'era qualcosa che non andava.

Il brigante indietreggiò di qualche passò dal suo avversario,era stupito dalla velocità con la quale venne eseguito da quell'attacco,era stupito da come la sua difesa era stata aggirata così efficaciamente,non'è era una cosa da poco,ma non era spaventato,aveva ricevuto un colpo di non poco conto,ma comunque quella non'era una ferita mortale,non rischiava molto.

- Sei stato bravo yokai,non mi aspettavo un attacco così veloce,ma questo non ti basterà per arrivare al villaggio.

Il corpo dello yokai non si muoveva,non parlava,era immobile,intento a fissare il brigante con un sguardo particolare,duro,ma non troppo,freddo,ma non di ghiaccio,rimaneva fermo,senza mostrare alcune espressione.

Dopo un minuto di silezio,aprì bocca.

- Chi ti ha mandato a fermarmi?

Il brigante sembrava sorpreso dalla bizzarra domanda che gli aveva posto la voce che ora possedeva il corpo di Sesshomaru.

- Come?

- A sentito benissimo,chi ti manda a fermarmi?

- Non so di cosa tu stia parlando?

- davvero?Strano,perchè il simbolo che porti sul petto dice altro.

Il brigante era perplesso,abbassò la testa guardandosi il torace,il colpo che ricevette in precedenza non si era accontentato di lasciare un segno sulla veste,aveva provocato uno squarcio così grosso da poter intravedere qualcosa sul suo corpo,una croce rossa posta nel punto in cui sotto di esso si trovava il cuore.

- Dimmi la verità.

Sentite queste parole il brigante tornò a guardare lo yokai.

- Quando hai detto che non potevi farmi passare,intendevi trattenermi qui mentre i tuoi uomini sottomettono un altro villaggio per tuo volere,ma dubito che i tuoi uomini sappiano chi tu sia veramente.

- Sono briganti,non'è necessario che sappiano chi sia il loro capo,sono avidi,stupidi e rozzi,non sanno di servire qualcosa più grande di loro.

- Violenza e paura,e questo l'ideale alla quale  tuoi uomini sono al servizio?E questa la causa alla quale i contadini sono costretti a sottomettersi a te e alla croce?

- Li aiuto a comprendere qual'è il loro scopo,ma adesso basta con le parole,in guardia.

Dopo aver pronunciato queste parole l'umano avanzò di nuovo contro Sesshomaru nel tentativo di colpirlo un altra volta,lo yokai invece decise di aspettare che il brigante si avvicinasse di nuovo da poterlo colpire di nuovo,ma stavolta non si sarebbe accontentato di respingerlo,lo avrebbe ucciso,all'istante.

I due avversari si stavano per scontrare di nuovo,Il brigante in attacco,come un onda che si butta in avanti con una forza innarestabile,il corpo di Sesshomaru in difesa, pronto a parare il colpo e contrattacare per l'ennesima volta,come lo scoglio,resistente,come un oggetto inavomibile.

All'improvviso qualcosa cadde in mezzo ai due contendenti,un Kunai,il brigante si fermò a fissare l'arma.

- Devo andare.

Disse il brigante mentre osservava l'arma,alzò la testa verso lo yokai.

- La mia presenza qui non'è più necessaria.

Il brigante si girò velocemente nella direzione opposta allo yokai.

- Torna indietro.

Disse la voce contro il brigante mentre questo eseguiva un salto abbastanza alto da poter raggiungere un ramo,saltare in quello davanti a lui e scomparire in mezzo alla foresta.

Sesshomaru non poterono fare altro che vederlo andar via,non poteva muoversi,non controllava il suo corpo,per questo motivo si rivolse a colui che contrallava la parte fisica di se.

- Devo inseguirlo.

- Non puoi,hai una gamba malridotta.

- Ora non sto combattendo,ci metterà un attimo a guarire.

- Non'è così semplice,ha reciso dei muscoli importanti,ci vorrà del tempo prima che possa tu correre e anche se tu avessi la possbilità di inseguirlo non lo raggiungeresti mai.

- E perché mai?Posso raggiungerlo se voglio.

- Non ci riusciresti,il suo addestramento lo rende un combattente veloce,e nel caso dovesse scappare e in grado di seminare i suoi avversari con grande facilità,dammi retta,riposati,e mentre recuperi le forze lancia un colpo della tua spada dritto verso il cielo.

- Perchè mai dovrei farlo?

- Fidati di me.

Sesshomaru sentì un formicolio sulla punta delle dita che poi si diffuse in tutto il corpo,il suo corpo stava riaquistando sensibilità e con la sensibilità tornò anche il dolore alla gamba,guardò la ferita,non gli piaceva quel taglio,troppo profondo,troppo ingombrante.

Spostò lo sguardo sulla spada per poi impugnarla con una mano sola,gli sembrava strano,molto raramente aveva maneggiato una spada con entrambe le mani,preferiva farlo con una,una mano andava più che bene.

alzò la testa al cielo,mosse la spada e scagliò il colpo.

- Bakusaiga.

Un lungo raggio verde sprigionò dalla katana,il colpo sarebbe stato ben visibile a qualche miglio di distanza e di certo non sarebbe stati in pochi a vederlo.

Abbassò la testa,si guardò intorno e poi rinfoderò la spada,sembrava non ci fosse più nessuno,nessuno da combattere,nessuna minaccia da fronteggiare,nessuna voce nella testa.

Chi era quella voce che lo stava aiutando a difendersi da quell'insolito umano?Chi era l'umano che intralciava il suo cammino?Perchè parlava in quel modo ambiguo?Ma soprattutto,la croce sul petto dell'umano,era la stessa croce che le aveva parlato quella donna?E che riposte possedeva l'umano col cappuccio bianco.

Tutta questa faccenda non aveva più senso,non possedeva nè capo nè coda,tutto troppo caotico,non ci si capiva più niente e l'arrivo di quell'umano avevo solo complicato le cose.

Mentre si guardava attorno vide Rin e Jaken in lontananza nascosti tra gli alberi,troppo affaticato per usare i sensi,dovvete usare la vista per trovarli.

- Potete uscire.

Sentite queste parole i due si avviarono verso il loro signore,in particolare Rin che stava addirittura correndo verso Sesshomaru,lui era l'unica cosa che Rin volesse in quel momento,null'altro aveva importanza.

La bambina si buttò contro lo yokai afferrandolo per la gamba sana,stringeva più forte che poteva,l'ho aveva visto combattere,l'ho aveva visto ferirsi,ma alla fine lo vide  respingere il suo assalitore,per Rin era sufficiente che il suo signore fosse vivo,null'altro contava.

Rin alzò la testa guardando in volto lo yokai.

- Signor Sesshomaru.

- Non preoccuparti,sto bene.

A quel punto alla bambina scese qualche lacrima,si era spaventata per la presenza di quell'uomo,ma anche la salute del suo signore la preoccupava non poco.

- Rin.

- Si?

- Prima,ti era bloccata dalla paura,e sento che c'entra quell'umano...Rin....per caso lo conosci?

Rin abbassò la testa,non sapeva cosa dirgli e di certo le immagini che aveva in testa non la potevano aiutare più di tanto,non sapeva come interpretare quelle immagini,che significato avessero o quanto fossero importanti,per lei era tutto fin troppo complicato.

- Ecco...io...

faceva fatica a parlare,troppo nervosa.

- Rin

All'improssivo sentì la voce di Sesshomaru e una mano sul capo chino,delicatamente appoggiata sulla testa,la proteggeva,la manteneva al sicuro,era solo una mano,ma l'effetto che gli procurava era incredibile,riusciva a calmarla anche solo con uno sguardo,ma gli bastava anche solo una mano per sentirsi al sicuro dal mondo intero.

- Va tutto bene,se non ti senti di dirmelo non importa.

Rin strinse più forte

- Se non c'è la fai a dirmelo non ti preoccupare,non importa.

Rin strinse ancora di più le braccia intorno alla gamba dello yokai,lui capiva che lei stava male a parlare del brigante.

-Grazie.

Mentre loro due finirono di parlare arrivò Jaken,frettoloso e affaticato per via dello scatto che dovette fare per raggiungere al più presto il suo padrone rovinando così la tranquillità che c'era tra la bambina e lo yokai.

- Mio signore,siete ancora vivo.

Il servo si inginocchio di fronte al padrone mentre quest'ultimo lo guardava in modo freddo.

- Signore,per caso sapevate chi era?

- No,perchè mai dovrei conoscere un umano?

- Perdonatemi,non volevo offendervi,e solo che vi ho visto parlare e mi è sembrato che lo conoscete,comunque,cosa facciamo adesso?

- Ci fermiamo,ho una gamba ferita e non posso proseguire finchè non guarisce.

- Come desiderate.

Finito di parlare Sesshomaru si staccò da Rin dirigendosi verso un grosso albero poco distante da lui,faceva molta fatica a spostarsi,non potendo sollevare la gamba per via del dolore e per i muscoli recisi non riusciva a sollevare la gamba,per quanto fisicamente forte potesse essere non riusciva a muoverla,era costretto a trascinarla,più di questo non poteva fare.

Rin osservò il suo signore ancora una volta,lo vedeva ferito,ai suoi occhi appariva vulnerabile,ma non debole,sapeva quanto il suo signore poteva essere forte,ma di certo non avrebbe potuto combattere al meglio,non in quelle condizioni.

Mentre la bambina guardava Sesshomaru appoggiarsi al tronco dell'albero gli venne in mente qualcosa,un oggetto,conficcato nel suolo,accanto a lei,si girò in direzione di esso e lo vide.

Il kunai conficcato nel freddo suolo innevato,lei si avvicinò ad esso con aria incuriosita,lo guardò bene e vide qualcosa avvolto nel manico,un nodo bianco,incuriosita dalla cosa prese l'arma e con la poco forza che possedeva provò a tirarlo fuori.

Jaken,dopo essersi alzato si guardò un pò attorno per vedere dov'era finita Rin,alla fine la vide che stava tirando fuori l'arma dal terreno.

- Rin,ma che accidenti stai facendo?

Jaken si incamminò in direzione della bambina,tutto sembrò procedere al meglio,quando all'improvviso accaddde l'impensabile.

Dopo qualche secondo che Rin stava tentando di tirar fuori l'arma alla fine ci riuscì,ma non nel modo in cui si aspettava,essendo ben incastrato nel terreno Rin usò tanta di quella forza,che quandom l'arma si staccò da terra non era riuscito a controllare lo sforzo eccessivo e quindi il kunai gli scappò dalle mani.

- Allora Rin,si può sapere che stai...

Il povero Kappa non aveva finito di parlare che si ritrovò il kunai vicino ai piedi,per un attimo non capì bene che cosa era successo,mai poi,quando si accorse dell'accaduto,gli venne un colpo al cuore che fece cadere indietro,si portò una mano al petto sentendo così un battito cardiaco decisamente accellerato.

Intanto la bambina si guardava le mani con sguardo confuso.

- Dov'è finita quella cosa?

- RIN

La bambina si girò in direzione del kappa e quando lo vide si spaventò,lo vide a terra,con un espressione spaventata e il kunai vicino ai piedi,corse verso il piccolo essere verdognolo preoccupata per quest'ultimo.

- POTEVI UCCIDERMI LO SAI?

- SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA...

Sembrava che non la smettesse più,Rin era veramente dispiaciuta e questo lo si poteva chiaramente vedere da come chiedeva perdono a Jaken,si fermò di fronte a lui e lo guardò con aria preoccupata.

- Jaken stai bene?

Il piccoletto si rialzò con aria inveperita.

- Certo che sto bene,se no non mi sarei potuto rialzare,comunque,che stavi facendo prima?

- Stavo togliendo quell'arma dal terreno quando all'improvviso mi è scappato di mano,scusa,non volevo farti male,e solo che ho visto una cosa e mi sono incuriosita.

- Una cosa?

- Si,guarda,proprio qui.

Rin prese l'arma da terra mostrando il nodo attorno al manico,nel vederlo Jaken aveva un sospetto.

- Eh?

- Che c'è Jaken?

- Ma questa...

Il kappa toccò il nodo bianco trovando conferma a ciò ai suoi sospetti.

- Non c'è dubbio...questa è una lettera.

- Davvero?Come lo sai?

- In tanti anni di servizio sotto Padron Sesshomaru ho imparato qualcosa.

Detto questo Jaken sfilò il nodo di carta dal manico del kunai facendo attenzione a non strappare la carta per evitare che diventasse illeggibile,una volta sfilata buttò l'arma a terra senza alcuna premura,di per l'arma non serviva a niente se non per portare il messaggio senza che il mittente si faccia scoprire evitando di essere visto e riconosciuto.

- Rin.

- Si?

- Porta questa a padron Sesshomaru.

Jaken consegnò il pezzo di carta alla bambina.

- Perchè non lo fai tu?

- Perchè ora si sta riposando e tu sai che e meglio evitarlo di disturbarlo,ma sono certo che con te non se la prenderebbe mai,nemmeno in un momento del genere.

- Va bene.

Rispose lei mostrandogli subito dopo un sorriso,lei si sarebbe rivolta allo yokai consegnadogli quel pezzo di carta dal fascino intrigante,avrebbe contenuto delle parole importanti?Delle risposte alle sue domande?O forse il suo contenuto avrebbe aumentato le domande da porsi,le risposte da trovare e i dubbi da schiarire?

Solo l'apertura e la lettura di quest'ultima avrebbero potuto svelare questo mistero,tutto intorno era silenzio,bianco silenzio,la neve scendeva tranquilla,le fronde degli alberi immobili e la vita nella foresta apparentemente scomparsa.

Ma non per Sesshomaru,nella cui testa vi era un turbinio di caos e disordine,la lotta lo aveva sfiancato,la voce dentro di lui lo mosse come un burattino e quel discorso tra l'essere che dimorava dentro di lui e il brigante era fin troppo strano,ma ora l'importante era cercare di riposarsi,cosa che dall'inizio di questa storia non'era riuscito a fare.

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Capitolo 11
*** Ricostruzione ***


Nel villaggio di Kaede,Ezio e Inuyasha giunsero nella piazza del villaggio,si guardarono attorno per vedere se ci fossero rimasti altri briganti,ma non trovarono nessuno,la cosa sembrava sospetta.

Inuyasha decise di usare i suoi sensi per verificare la presenza di nemici,il suo fiuto non avvertì nulla e il suo udito non udì nulla di troppo sospetto,sentiva l'odore degli abitanti del villaggio e dei briganti sconfitti in precedenza distanti da loro,le sue orecchie captavano i suoni provenienti dalle capanne attorno con dentro le famiglie,quale posto migliore per nascondersi se non dentro casa propria?

Ezio invece usò la sua seconda vista,forse avrebbe trovato delle tracce,dei segni,qualcosa che potesse aiutarlo a trovare gli assalitori,tutto attorno a lui era dominato dal nero,nulla di rilevante,si guardò attorno,ancora nulla,si girò ancora una volta,niente,tranne la figura dell'Hanyou con addoso una traccia luminosa blu,la cosa non gli era utile,non c'era nulla di utile in quella zona del villaggio,niente di niente,forse questo era una buona notizia.

Inuyasha si rivolse ad Ezio

- Non c'è traccia di altri briganti,sicuramente saranno fuggiti.

L'assassino tornò alla sua vista normale.

- Già,lo credo anch'io,dobbiamo tornare indietro a recuperare uno dei briganti che ci hanno assalito poco fa.

- Credi che ci possa dare qualche informazione utile?

- Forse,ma per scoprirlo dobbiamo chiedere a uno di loro,dai andiamo.

Ezio si stava per incamminare verso la strada precedentemente percorsa seguito a ruota da Inuyasha,avere delle informazioni sarebbe stato utile per comprendere al meglio la situazione,ma all'improvviso,accadde l'inaspettato.

Proprio quando sembrava che le sorprese fossero finite n'è arrivò un altra,si sentì un forte rumore proveniente da molto lontano,si girarono e videro una lunga striscia verde che partiva dalla foresta per poi raggiungere il cielo grigio,inuyasha capì subito cosa stava accadendo.

- Ezio aspetta qui,tornò il prima possibile.

Inuyasha cominciò a correre verso la foresta con tutta l'energia che aveva in corpo,Se suo fratello aveva lanciato un colpo del genere significava che stava combattendo contro un avversario piuttosto pericoloso,non si usava una tecnica tanto forte contro qualcuno di debole.

- ASPETTA RAGAZZO.

L'assassino cercò di fermare l'hanyou,ma fu tutto inutile,lo vide allontanarsi a gran velocità e probabilmente non lo aveva nemmeno sentito,l'unica cosa che potè fare e tornare su i suoi passi,inseguirlo sarebbe stato inutile,ormai era partito per la foresta e prima di raggiungiungerlo ci sarebbe voluto un pò di tempo,meglio aspettarlo al villaggio.

Si incammino indietro,ripercorse la strada,rivide le case,i vicoli e le stradine laterali che aveva percorso in gran velocità insieme all'hanyou,non c'era tempo da perdere e raggiungere il centro di quel piccolo centro urbano era di massima importanza,l'ultima volta vide il capo dei briganti riunire tutti gli abitanti del villaggio vicino tenendoli in ostaggio,questi briganti usavano la stessa tecnica usata la volta scorsa.

Camminava piano,ma non troppo lento,tranquillo,sapendo di ritrovare i briganti rimasti per terra,doloranti,quasi immobili,forse qualcuno provava ad alazarsi,ma era tutto inutile,visto che i colpi ricevuti erano troppi e di certo non potevano andarsene,troppo faticoso alazarsi con tutto quel dolore in corpo.

Qualche minuto dopo giunse nel luogo in cui furono assaliti,la sua supposizione era giusta,i briganti non si erano mossi,li guardava a terra,uno per uno,a chi si sarebbe rivolto per farsi dare delle risposte?Mentre esaminava i possibili informatori ne vide uno in particolare che si copriva il naso con entrambe le mani,si avvicinò a lui,lo prese per il colletto con entrambe le mani e lo guardò con sguardo minaccioso.

- Cosa vuoi da me?

Chiese il brigante con leggera presenza di paura nella sua voce.

- Voglio sapere il motivo per la quale avete attacato il villaggio.

- Il nostro capo ci ha detto di attaccare il villaggio e ci ha dato il permesso di prendere ciò che volevamo,ma in cambio non dovevamo far del male agli abitanti.

- Per quale motivo?

- L'unica cosa che so e che dopo aver finito il saccheggio ci ordina di prendere gli abitanti, c'è li fa legare e imbavagliare,ci dice di portarli nella piazza principale del villagio e quando arriva fa una specie di discorso rivolto alla gente del luogo.

- Un discorso?Di che tipo?

- Non lo so,parla in modo strano di cose che io e miei compagni non capiamo alla perfezione.

- Spiegati meglio.

- Si rivolge ai contadini parlando dei loro problemi e infine gli chiede se stanno dalla sua parte,ma come ti ho già detto non ci capisco molto,ti prego,lasciami andare,non so altro.

- Va bene.

Ezio strinse ancor di più la stetta sul brigante.

- Prendi con te i briganti rimasti e se vi rivedo da queste parti,giuro che vi ammazzo,sono stato chiaro?

Il brigante fece un cenno con la testa chiaramente spaventato dalle parole minacciose e dal pauroso tono di voce dell'uomo che per poco non lo strangolava a forza di tirarlo per il colletto.

- Bene.

Disse Ezio con un tono di voce calmo.

Liberò la stretta che aveva su quell'uomo liberandolo da quella stretta minacciosa,senza neanche guardare il brigante decise di allontanarsi convinto che quel brigante avrebbe eseguito la richiesta di Ezio senza pensarci due volte,perchè avrebbe dovuto rischiare sapendo che sarebbe potuto morire per mano dell'assassino?

Tornò su i suoi passi,dritto per la sua strada,mentre camminava cominciò a chiedersi se gli altri stavano bene,il monaco,la sterminatrice,la giovane miko e il bambino,ma poi ci pensò bene,gli venne un altra persona in mente.

- Mi chiedo come stia il capo del villaggio,meglio dare un occhiata.

Il suo passo si fece più veloce,una donna anziana e un bersaglio facile,anche per un gruppo di briganti senza nessuna abilità,una piccola nota di preoccupazione traspariva dai suoi passi,la sua andataura si era fatta più veloce.

Dopo qualche minuto di camminata veloce vide la casa della vecchia Kaede,ad un prima impressione sembrava non fosse successo nulla,nessun atto di vandalismo di qualche tipo,non una sola parte di quella casa che fosse fuori posto o danneggiata.

All'improvviso si fece sentire una voce femminile.

- Ezio.

Si girò in direzione di colei che pronunciò il suo nome,alzò la testa verso l'apice della scalinata vicino alla casa di Kaede,vide l'anziana miko che gli faceva cenno di salire.

- Ezio.

- Signora,che ci fate lassù?

- Il raggio verde,l'ho avete visto anche voi?

- Si,impossibile non notarlo.

- Salite,devo parlarvi.

- Arrivo

Si incamminò velocemente verso Kaede salendo rapidamente la scalinata in pietra,rapido scattava sugli scalini senza contare le fatiche fatte in quella mattinata,aveva corso,aveva combattuto,ma questo per lui non era importante,non a livello fisico,arrivò in cima,senza fatica e senza fiatone,come se nulla fosse,Kaede si rivolse all'assassino con aria leggermente severa.

- Ezio,non c'era bisogno di arrivare quassù con tutta questa fretta,vi siete stancato inutilmente.

- Non si preoccupi,per me questo non'è niente,comunque che ci fate quassù?

La miko si girò dalla parte opposta alla scalinata,Ezio la guardò un attimo incuriosito.

- Sono qui per quello.

Rispose Kaede con un tono di voce più basso,quasi malinconico,ma per chi aveva buon udito poteva accorgersi anche di quello che si faceva bene a non sentire,rispetto,non tanto per quello che aveva detto,ma per come l'aveva pronunciato.

L'assassino girò la testa nella stessa direzione in cui era girata Kaede,i suoi occhi si accorsero di un aspetto di quella collina che non aveva ancora visto,un altare di pietra levigata con due strati esterni che coprono il pilone centrale alto quaranta centimetri e largo venti,sopra di esso vi era posto un tempietto abilmente intagliato nel legno con le stesse dimensioni del sostegno sottostante,la struttura in miniatura presentava un tetto,una porticina a due ante altri particolari che gli davano l'aspetto di un vero tempio shintoista,vicino ad esso c'era una capanna di grosse dimensioni,forse usata come magazzino per le scorte alimentari e gli armamenti e accessori per respingere ogni minaccia che non si umana.

Attorno a queste due costruzioni si poteva chiaramente vedere una fitta fila di alberi che circondavano tre lati della cima della collina senza interferire ne tanto meno avvicinarsi ai gradini in alto.

- Parlate di quel piedistallo la infondo?

- Si.

Kaede si incamminò lentamente verso l'altare,si sarebbe mossa più velocemente se avvese potuto,ma il peso degli anni si faceva sentire,più di così le sue gambe non potevano fare,arrivò di fronte all'altare,chiuse l'unico occhio che gli rimaneva,unì le mani in preghiera mettendole all'altezza del viso e infine piegò leggermente la testa in avanti.

- Sono venuta quassù per pregare,prego per il villaggio,per i contadini e le loro famiglie,oggi su di noi si è abbattuta una terribile disgrazia,com'è potuto accadere tutto questo?

- Non fatevene una colpa,nessuno avrebbe potuto prevedere l'attacco di oggi,voi non siete colpevole di quello che è successo.

- Lo so,eppure questa non'è la prima minaccia che affronta questo villaggio,siamo stati attaccati da spiriti,demoni,mostri,eppure non ci saremmo mai aspettati l'attacco di una banda di briganti.

- Vi ho già detto di non farvene una colpa,nessuno di noi poteva prevedere quello sarebbe accaduto oggi ed normale che siano riusciti a coglierci di sorpresa,ma li abbiamo respinti e per fortuna non ci sono state n'è vittime n'è feriti,quindi non dannatevi per le azioni di altri uomini,ma piuttosto pregate affinchè le persone di questo villaggio possano ricostruire ciò che è andato perso,poichè se si ha il coraggio di ricostuire si ha il coraggio di ricominciare.

Un gelida brezza si fece sulla collina,quasi a voler sottolineare il silenzio che era calato tra i due,Kaede guardava il tempietto di fronte a se con sguardo stupito,chi era veramente l'uomo alle sue spalle?Chi era colui che si era presentato nella sua casa definendosi un assassino ma che alla fine diceva che la colpa non era della vecchia miko?

Diceva che bisognava ricostruire per ricominciare,dopo tutta la distruzione,le fiamme che consumavano le case,l'odore del fumo che si sentiva fin dentro le narici,come se volesse entrare con violenza fin dentro i polmoni,dopo che i briganti erano quasi riusciti a saccheggiare il villaggio ormai sull'orlo della rovina,come poteva dire che bisognava ricominciare e dirlo così semplicemente?

Però,quelle parole non erano per niente leggere e il suo tono di voce era caldo e forte,ma anche duro,come un sovrano che rassicura la sua gente o un comandante che ispira fiducia nei suoi soldati,Kaede sentiva quelle parole donargli forza,fiducia,speranza.

- Molte case sono andate distrutte,gli orti sono rovinati e la gente è spaventata,so che è difficile accettare quello che è accaduto,ma è successo e questo non si può cambiare.

Mentre guardava Kaede irrigidì il braccio sinistro,lo mosse verso l'estreno e con l'indice indicò il villaggio sottostante.

- Ma tutta la gente di questo villaggio e ancora viva,voi,che siete a capo di questo piccolo borgo e delle persone che ci abitano,non dovete abbattervi e non lo dico solo per voi,ma anche per coloro che credono nelle vostre capacità,nella vostra forza d'animo,perchè solo voi ora potete andare da chi conoscete e rassicurarli,dirgli di rialzarsi e farsi coraggio,un capo deve essere un simbolo per coloro che lo seguono e credono in lui,non lasciate che queste persone se ne vadano in altri villaggi a chiedere aiuto,non fate in modo che abbandonino queste terre,perchè se fuggiranno non smetteranno mai più di scapppare.

Ezio,avendo finito il suo discorso con quella donna abbassò il braccio facendolo scendere lungo il fianco,ormai quello che doveva dire l'aveva detto,cos'altro poteva fare se non andarsene?Nulla.

- Ora vi lascio da sola,a più tardi.

Detto questo cominciò a scendere gli scalini con molta calma,non aveva fretta,il villaggio era salvo,malridotto,ma salvo,di certo le parole che erano uscite dalla sua bocca potevano sembrare un rimprovero,ma non era così.

Mentre scendeva guardava il paesaggio attorno al villaggio,tranquillo,immacolato,in pace con tutto il resto,poi tornò con lo sguardo sul villaggio,in rovina,non c'erano altre parole per descrivere quello che era stato fatto a questo borgho,era una bella giornata,le persone era tranquille,felici e spensierati nella loro quotidianetà,il calore del focolare domestico,le famiglie,al sicuro dal freddo e dalla neve,ora sembrava un lontano ricordo,l'immagine del villaggio stonava con il paesaggio circostante,gli alberi e le case distrutte,la neve e le fiamme,il cielo grigio che si mescolava in malo modo con il denso e grigio fumo provocato dalle macerie.

- Ezio.

Da Infondo alle scale si fece sentire la voce di una ragazza,Ezio vide bene chi aveva fatto il suo nome e intravide due figure,Kagome e Shippo.

Scese le scale si avvicinò alla ragazza che teneva il cucciolo di volpe in braccio.

- State bene voi due?

Intervenne Kagome.

- Si noi stiamo bene,comunque,avete visto anche voi quel raggio verde?

- Si.

A quel punto sul volto di Kagome apparve una nota di preoccupazione.

- E dimmi sai per caso dov'è Inuyasha?

- Si è diretto verso la foresta,in direzione di quel raggio.

- Cosa?Nella foresta?

- Si nella foresta,dopo la comparsa di quella luce verde ha cominciato a correre,poi è sparito.

- Capisco.

Kagome abbassò la testa al pensiero che il suo amato si fosse allontanato dal villaggio,l'attacco dei briganti,la luce verde,chiunque poteva capire che quei due avvenimenti non erano solo un caso,uno strano susseguirsi degli eventi era in atto quel giorno,apparentemente senza alcun legame tra i due,eppure c'era qualcosa che non quadrava.

- Senti Ezio.

- Si?

- Stavo pensando,se andiamo nella foresta,nel luogo dove e comparso quel raggio,così capiamo cos'è successo,che ne pensi?

Ezio rimase un attimo in silenzio a guardare la ragazza,la testa abbassata,il tono di voce,la richiesta di andare a vedere quello che era successo nel bosco,tutto di lei rivelava le sue preoccupazioni,le sue ansie,i suoi pensieri,tutto ciò che provava e pensava in quel momento era dedicato all'hanyou che tanto amava,mentre il suo sguardo si perdeva nel vuoto sentì qualcosa posarsi sulla spalla destra,alzò lo sguardo verso la parte interessata e vide una mano.

- Non temere.

Sentendo la voce dell'italiano girò la testa e vide i suoi occhi nascosti sotto al cappuccio,uno sguardo intenso,profondo,se non addirittura saggio.

- Tornerà,vedrai.

Due parole,gli erano bastate due parole per tranquillizzare quella ragazza,Kagome vedeva negli occhi dell'assassino qualcosa di indecifrabile,in passato,gli sguardi di Sango e Miroku la aiutarono,unite alle loro parole a sostenerla mentre Inuyasha era lontano dal gruppo,gli occhi verdi di Shippo la intenerivano,e infine gli occhi dorati di Inuyasha l'attraevano a se,come una falena viene attirata da una fiamma,nella sua vita aveva visto tanti occhi diversi,tanti sguardi differenti,sguardi di odio,d'amore,di gioia,di tristezza,caldi e freddi.

Eppure negli occhi di Ezio vedeva qualcosa di diverso,mai visto prima,si sentiva come se guardasse dentro di lei,nel suo animo,penetrava nel corpo e nella mente,per un istante a Kagome parve che quelle iridi marroni non appartenevano ad un uomo ma ad un aquila,ma era solo suggestione,quegli occhi erano umani tanto quanto il loro possessore.

Sul volto della ragazza comparve un piccolo sorriso.

- Si,hai ragione.

Rispose Kagome con voce sicura e positiva,nel suo animo preoccupato tornarono,vitalità,ottimismo e buon umore.

- Sono sicura che sta bene e che non gli accadrà nulla di male.

- Esatto,questo è lo spirito giusto.

Disse Ezio mentre toglieva la mano dalla spalla di lei.

Intervenne Shippo.

- Senti Ezio.

- Dimmi.

- E vero che i contadini vogliono lasciare il villaggio?

Ezio era stupito dalla domanda che gli aveva fatto la piccola volpe.

Intervenne Kagome.

- Shippo,che dici?

Disse lei con tono di rimprovero mentre guardava il cucciolo tra le sue braccia,ma Ezio entrò in difesa di quest'ultimo.

- Tranquilla va tutto bene,lui ha fatto una domanda ben precisa ed giusto che riceva una risposta onesta.

L'assassino spostò il suo sguardo verso Shippo guardando con occhi carichi di serietà e parlandogli con voce decisa.

- Vedete,nonostante oggi non ci siano state n'e vittime n'è feriti la situazione è critica,molte abitazioni sono andate in fiamme e alcune di queste sono andate distrutte,lo spettaccolo attorno a noi e un esempio della descrizione che ho fatto,in questo momento molte famiglie non hanno più un luogo dove stare ed è più che normale che vogliano andarsene di qua per poi stabilirsi nei villaggi circostanti.

- E che ci sarebbe di male?Almeno così avrebbero un posto dove stare al sicuro.

- Mi spiace deluderti ragazza,ma in questo momento la forte nevicata non permette di percorrere le strade nel modo più sicuro,senza contare che i briganti sono fuggiti nella foresta,troppo rischioso,meglio tenere queste persone al villaggio,è più sicuro.

- Ma per le case come facciamo?

Intervenne Shippo.

- Kagome ha ragione,molte case sono andate distrutte durante l'attacco e quindi sarebbe impossibile trovare dei posti dove mettere intere famiglie.

- Qui vi sbagliate,vi ricordate la casa nella quale ho dormito la notte scorsa?Ho notato che io da solo occupavo solo una piccola parte della costruzione e paragonando la grandezza della mia casa con le altre del villaggio si scopre che per occupare un intera abitanzione ci vorrebbero ben due famiglie composte da un massimo di tre o quattro membri.

Intervenne Kagome.

- Quindi stai dicendo che le famiglie del villaggio dovranno dormire ammassate tra di loro nelle case rimaste?

- Esattamente.

Kagome e Shippo si guardarono un attimo per poi tornare con lo sguardo sull'assassino.

- La tua idea non sembra cattiva,ma sei sicuro che funzionerà?

- A dire la verità non lo so,possiamo solo sperare.

Sul volto di Ezio comparve un espressione leggermete pensierosa,il fatto di dover mettere due famiglie a dormire in una casa soltanto non era la cosa più da proporre agli abitanti di una cittadina andata distrutta in una sola mattinata.

Mentre Ezio proponeva la sua idea a Kagome e Shippo si sentì qualcosa provenire dalla strada che portava al centro del villaggio,i tre girarono la testa in direzione dei suoni aguzzando la vista per capire cosa stava succedendo,in lontananza,tra le case,si fecero vedere un gruppetto di persone formato da circa quaranta individui formato da uomini,donne e bambini,ma a queste persone ne seguirono altre e a quest'ultime altre ancora,una fiumana di persone era scesa in strada,tutti loro si dirigevano lentamente in unica direzione,verso la collina.

Mentre si avvicinavano si potevano contare quasi un centinaio di contadini venire verso di loro spinti per lo più dalla disperazione che da una vera e propria forza di volontà,si attaccavano a un piccolo barlume di speranza,la vecchia Kaede,un vero e proprio simbolo del villaggio,in passato era stata in grado di aiutare gli abitanti,combattendo creatura di ogni sorta che si era avvicinata al villagio per i motivi più disparati,tra i quali vi era quello di impossessarsi della sfera dei quattro spiriti,ma ora erano stati attaccati da membri della loro stessa razza,che risposta avrebbero mai potuto aspettarsi da quella anziana Miko?

Gli abitanti giunsero ai piedi della scalinata accolti da Kagome che aveva posato a terra Shippo e che si era fatta avanti per prima a parlare con loro,la ragazza vide i loro volti tristi,con gli occhi carichi di pena e sofferenza,come avrebbe potuto aiutarli se non sapeva neanche da dove cominciare?

- Divina Kagome.

Disse uno dei contadini che si trovava nella prima fila di quella marmaglia.

- Noi vorremmo parlare con la divina Kaede,sapreste dirci dov'è?

Kagome era nervosa,non sapeva cosa dire,non sapeva quali parole usare per non peggiorare la situazione.

- E su in cima alla collina,in questo momento sta pregando i kami e l'anima di Kikyo affinchè vi possa aiutare.

- E cosa ha risposto la somma Kikyo alla venerabile Kaede?

- Ah...ecco...io...

La situazione stava diventando drastica,i contadini si stavano preoccupando per la risposta che stavano per ricevere dalla ragazza,ma lei era troppo nervosa per poter dire una cosa qualsiasi senza preoccuparsi di quello che sarebbe potuto accadere dopo,quella gente era spaventata,fragile e insicura,fino a un momento fa era felici nella loro quotidianità,ora,dubbiosi e incerti sul proprio avvenire.

Fu a Quel punto che Ezio si mise affianco alla ragazza facendosi notare dalla gente che gli stava davanti,il cappuccio calato sul viso lo rendeva una figura tenebrosa,al solo vederlo la gente smise di parlare facendo cadere in quel momento un silenzio di tomba.

- Prestatemi orecchio umile gente,siete usciti dalle vostre abitazioni,confusi,spaventati e pieni di domande,ora vi starete chiedendo,perchè ci è successo questo?Cosa abbiamo fatto per meritarcelo?...Se cercate delle risposte a queste domande,non le troverete.

Mentre Ezio improvvisava un discorso per rassicurare i contadini,sulla collina,di fronte al tempietto,l'anziana Miko pregava,pregava i Kami,pregava lo spirito della sorella,protettrice del villaggio prima che Kaede la succedesse,lei pregava,nella speranza che sentisse la voce di qualche spirito protettore del villaggio,di certo avrebbe preferito sentire la voce di Kikyo,la gentile,dolce,buona,Kikyo.

Eppure,nonostante tutte le preghiere,nonostante volesse sentire la voce di colei che fin da quando era una bambina la vedeva come la sua eroiana,c'era una sola voce che sentiva,la sola voce che riuscisse a sentire dentro di lei,quella voce che si accompagnava a parole di speranza,di forza di volonta,di incoraggimento,quella voce non era quella di un dio,o di uno spirito,ma quella di un uomo,quella di uno straniero,che si era rivolto a lei e gli aveva detto di farsi coraggio e andare a parlare a quelle persone,che aveva bisogno di qualcuno che li guidasse in un momento così critico.

- Basta così.

Si disse la vecchia miko,mentre separava le mani unite in forma di preghiera.

- Per oggi ho pregato più che a sufficienza.

Si girò lentamente in direzione delle scale,si muoveva piano,pacata,ma ad ogni passo che faceva era sempre più convinta di doversi allontanare dalla tomba della sorella,non perchè rimanere li fosse inutile,ma perchè era giunto il momento di aiutare chi soffriva davvero, per l'ennesima volta avrebbe aiutato il suo villaggio,lei era la miko,la guida e il capo materiale e spirituale di quella comunità,non si sarebbe tirata indietro dal suo dovere.

Giunse di fronte al gradino più alto della scala mostrando alle persone del villaggio la sua figura,di per se Kaede non si mostrava come una figura eroica,ma di certo la gente del villaggio credeva in lei e nelle sue scelte,scese il silenzio,lei era li,sulla collina,tutti che la fissarono con stupore,tutti,ma non Ezio,lui non la guardava con sguardo stupefatto,piuttosto la osservava,come se si aspettasse qualcosa.

L'anziana prese fiato,si concentrò per un brevissimo momento e cominciò a parlare con voce saggia.

- Abitanti del villaggio,ascoltatemi,in passato abbiamo affrontato pericoli ben diversi da questo,spiriti,demoni,yokai,senza dimenticare la minaccia di Naraku,che affrontammo molto tempo fa,ci potevamo aspettare di tutto,tranne di essere attaccati dai nostri stessi simili,già in passato il nostro villaggio e stato distrutto,ma ricordatevi una cosa,questo e il nostro villaggio,qui è dove abitiamo con i nostri cari,qui è dove ci nutriamo di quello che coltiviamo,alleviamo e che ci guadagnamo con il sudore della fronte,ed ora e giunto il momento di ricostruire le nostre case per l'ennesima volta,al lavoro gente.

Quando Kaede finì di parlare la gente del villagio era più tranquilla,sentivano che c'era ancora una speranza,che si potesse fare ancora un tentativo per salvare il villaggio dalla distruzione,sui loro volti ricomparvero i sorrisi di gioia alimentati dall'incoraggiamento datogli dalla loro anziana guida,Kaede,che da sempre aiutava il villaggio in molti modi.

Ezio fissava Kaede mostrando un piccolo sorriso,era riuscito a incoraggiare la Miko a rivolgersi alla sua gente e aiutando lei era riuscito ad aiutare anche la gente del villaggio senza esporsi troppo,le sue parole erano state in grado di risollevare il morale di coloro che erano a terra,i suoi occhi erano riusciti a convincere una ragazza a rimanere al sicuro piuttosto che andare alla ricerca del suo amato esponendosi così a rischi inutili.

Kaede scendeva le scale,lentamente,ma questa volta non andava così piano per via della veneranda età,ma per la calma che sentiva dentro di se,nell'ispirare la sua gente con quelle parole di incoraggiamento,si era liberata da un fardello davvero pesante e tutto grazie ad Ezio,mentre scendeva le scale fissava l'assassino con l'unico occhio sano colmo di gratitudine,non servivano parole,erano inutili,di certo poteva dire agli abitanti che era stato lui ad aiutarla nel momento del bisogno,che era stato lui il vero eroe e non lei che si era rifugiata su una collina per ricevere aiuto da qualche entità spirituale,allora perchè non voleva rivelarlo a tutti?

Semplice,un uomo che nasconde il proprio volto sotto un cappuccio,non'è il tipo di persona che vuol farsi riconoscere per queste banalità,persino lei,una miko,poteva comprendere qualcosa di uno straniero di cui non si sapeva nulla.

Arrivata ai piedi della collina venne raggiunta da Kagome e Shippo,che si avvicinarono a lei stupiti per il discorso fatto dalla vecchia miko.

- Siete stata bravissima,ora la gente non prenderà in considerazione l'idea di lasciare il villaggio.

Disse Kagome con tono vivace.

- Grazie kagome,ma non'è me che devi ringraziare,piuttosto,io non vi ho mai detto che la gente voleva lasciare il villaggio,dimmi Kagome...per caso..hai sentito la discussione tra me e lo straniero?

- Vede Kaede,io e Shippo stavamo venendo da voi per sapere se vi era successo qualcosa,quando siamo arrivati abbiamo sentito voi e il signor Ezio discutere sull'accaduto e vi abbiamo ascoltato.

Kagome si sentiva in imbarazzo nel cercare di giustificarsi,era rossa in viso e faceva fatica a trovare una scusa decente,ma all'improvviso l'anziana miko sorrise.

- Non preoccupatevi,non avete fatto nulla di male,però ora c'è una persona con la quale devo parlare.

Detto questo kaede si avvicinò ad Ezio che era intento ad osservare gli abitanti del villaggio che continuavano ad esultare con la speranza in corpo.

- Signor Ezio.

L'assassino sentì da dietro le spalle la voce di Kaede,girò la testa verso destra,guardandola con la coda dell'occhio.

- Vorrei ringraziarvi per l'aiuto che mi avete dato,ero andata a pregare in cerca di sostegno,di qualcuno che mi potesse dire cosa fare,ma solo ora capisco che le mie preghiere erano già state esaudite prima ancora che le facessi,voi siete un miracolo per questo villaggio...grazie.

continuava a guardarla,senza dire una parola,rimaneva li,immobile,statuario,anche la ragazza e il cucciolo guardavano l'italiano come se fosse un eroe.

Ma Ezio non pensava di se stesso come un eroe,lui era un assassino,essere questo era più complicato ma anche meno banale di essere un eroe.

- Non dovete ringraziarmi,ho solo aiutato chi era in difficoltà.

Detto questo l'assassino tornò a guardare gli abitanti di fronte a se,ora che avevano scelto di rimanere bisognava darsi da fare per rimettere in sesto tutto quello che era stato distrutto.

La speranza era tornata nell'animo degli abitanti del villaggio ed insieme ad essa anche la voglia di ricominciare,eppure,nonostante quelle persone erano pronte a ricostruire le loro case un dubbio assaliva la mente dell'italiano,se il villaggio vicino era stato semplicemente invaso,perchè quello di Kaede stava per essere distrutto?Per quale motivo appicare il fuoco e bruciare le case?

A questa domande Ezio non aveva risposte,ma di una cosa era sicuro,questo nuovo attacco a un villaggio dei briganti era stato particolarmente violento,ormai la sua presenza era nota al capo di quella marmaglia di avidi selvaggi e quindi si poteva intuire un cambio di tattica nelle manovre di conquista dei villaggi,qualunque cosa stesse accadendo non era un buon segno.

In ogni caso ora c'era altro alla quale pensare e di certo avrebbe dedicato l'intera giornata ai lavori di ricostruzione,per un lavoro ben fatto ci sarebbero voluti organizazzione e olio di gomito.

La giornata era soltato all'inizio.

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Capitolo 12
*** La cosa giusta da fare ***


Ora che il villaggio era stato liberato dai briganti e la sua gente motivata dalla voglia di ricominciare era giunto il momento di cominciare i lavori di ricostruzione.

Ezio sapeva bene che il tempo,l'organizazzione,le condizioni climatiche e il morale dei contadini sarebbe influito sui risultati del lavoro svolto nel corso dell'intera giornata,ma prima di iniziare bisognava ottenere l'attenzione degli abitanti del villaggio,per fare ciò bisognava parlarne con Kaede.

Il fiorentino si girò in direzione dell'anziana miko.

- Signora Kaede.

Nel sentire la voce di Ezio non solo Kaede,ma anche kagome e Shippo rivolsero i loro sguardi su di lui.

- Ditemi.

- Grazie alle vostre parole ora la gente del villaggio ha intenzione di ricostruire ciò che andato perduto nel corso dell'attacco dei briganti,ora però dobbiamo organizzare sia i lavori che i lavoratori affinchè svolgano i loro compiti nel modo più veloce ed efficacie possibile.

- Capisco ma...non credo di esservi d'aiuto,sono solo una miko,non so costruire una casa.

- Non sarà necessario,qui c'è bisogno di tutti e credo che ognuno di noi possa dare una mano per rimettere in sesto questo posto.

- Potreste spiegarvi meglio?

Chiese Kaede leggermente confusa sulla questione.

Nel sentire quella domanda Ezio non riuscì a trattenersi nell'inarcare le labbra in un sorriso che mostrava la piena sicurezza che aveva in se accompagnato da un sguardo leggermente seduttore.

- Lasciate fare a me.

Detto questo si girò verso quella folla caotica in preda ai festeggiamenti,lui li vedeva felici e pieni di speranza,fino a qualche momento quelle persone si erano diretti verso la casa della miko,terrorizzati,fragili e insicuri del proprio futuro,ora invece si vedeva uno scenario ben diverso da quello precedente.

Nella sua vita da assassino Ezio aveva visto molte situazioni in cui gli abitanti di un borgo o di una città potevano reagire di fronte alle difficoltà,sia in tempo di guerra che di pace,come nel caso degli abitanti di Monteriggioni,la città-fortezza situata nella campagna Senese,ricordava bene quella gente,così gentili ma al tempo stesso agguerriti con chi voleva conquistare la loro città,brava gente dal cuore d'oro,amante del vino e della vita semplice,quel piccolo borgo dove le persone avrebbero difeso le loro case con i forconi e le zappe.

Ma quella era un altra storia,da quello che aveva capito dalla miko queste persone erano per lo più abituate ad essere attaccati da mostri e creature fantastiche che di certo non esistevano da dove veniva Ezio,anche se la cosa gli sembrava strana non ci stava a pensare troppo,se si fosse preoccupato di tutte le stranezze che aveva visto finora non si sarebbe mai dato pace.

- Scusate...signori,signore...ehi...qualcuno mi sente?

L'assassino provò a farsi sentire,ma nulla,quelle persone erano troppo impegnate a sostenersi e a parlare tra di loro sul da farsi,provò a muovere le braccia nel tentativo di farsi notare,ma anche questo fallì.

- SILEEEEENZIO.

In mezzo alla folla si fece sentire la voce di un giovane uomo che con il suo grido aveva zittito tutte le persone che gli erano in torno.

Da quella marmaglia uscì un ragazzo in accompagnato da una giovane donna in età di marito che teneva tra le braccia un neonato,costoro erano ben visibili agli occhi dell'assassino che li riconobbe subito.

I due ragazzi fecero qualche passo trovandosi di fronte all'assassino che li guardava senza battere ciglio.

- Si ricorda di noi?

Chiese il ragazzo con un tono di voce leggermente tremante di emozione.

- Si certo,voi siete il ragazzo che tentava di proteggere la sua famiglia dall'attacco di quel brigante.

Finito di parlare Ezio spostò il suo sguardo verso la ragazza.

- E voi dovete essere la sua compagna.

La ragazza rispose umilmente.

- Si,grazie per averci salvato.

- Non dovete ringraziarmi,ho solo fatto ciò che era giusto,nient'altro.

Mentre la giovane coppia parlava con l'italiano,Kagome si avvicinò a Kaede.

- Mi scusi Kaede.

Kaede si girò la testa in direzione della giovane miko.

- Dimmi Kagome.

- Ora che gli abitanti del villaggio non stanno più parlando tra di loro non sarebbe meglio farli venire qui e fare in modo che ascoltano quello che Ezio ha da dire a loro?

Kaede tornò con lo sguardo alla folla che fino a poco fa dopo aver ascoltato le parole di incoraggiamento dell'anziana miko si era messa per conto proprio ora ascoltava in silenzio la discussione tra i due ragazzi ed Ezio.

- Ora che mi ci fai pensare.

Ora che l'attenzione degli abitanti era sull'assassino era giunto il momento di richiamare l'attenzione dei contadini,Kaede aveva una grande influenza sul giudizio degli abitanti,quindi perchè non aproffittare della situazione che si era venuta a creare?

Bisognava fare in fretta,il tempo passava e nessuna struttura era stata ancora riparata,Kaede aveva ridato speranza a queste persone con le sue parole,ma ora era giunto il momento di avviare la ricostruzione del villaggio e per farlo la vecchia miko sarebbe intervenuta per l'ennesima volta.

La miko chiuse l'unico occhio che le rimaneva,si concentrò,fece un respiro profondo,espirò lentamente ed infine fece la sua mossa.

- ASCOLTATEMI.

Kaede fece un urlo talemente forte e talmente improvviso che non furono poche le persone che si presero un colpo al cuore,nemmeno Kagome e Shippo si era salvati rischiando così da prendersi un mezzo infarto,Ezio invece sembrava più sorpreso dal fatto che quell'anziana avesse così tanta aria nei polmoni per tirar fuori una tale voce dalla gola piuttosto che preso di soprassalto come molti altri.

- Ora che la speranza e tornata nei vostri cuori è arrrivato il momento di prendere gli attrezzi da lavoro e rimettere in sesto tutto quello che quei briganti hanno distrutto,i lavori di costruzioni saranno diretti dallo straniero incappucciato che è di fronte a voi.

La vecchia miko puntò il suo sguardo verso l'assassino.

- Straniero,la prego di parlare delle stesse idee di cui io e lei abbiamo discusso prima in privato e da quello che mi ha detto sembra piuttosto vantaggiosa come cosa.

La miko fece un piccolo sorriso all'assassino e subito dopo gli fece anche un occhiolino,a quel punto Ezio capì subito le intenzioni di Kaede,anche lui mostrò un piccolo sorriso come a ringraziare l'anziana del suo aiuto e dopo di che si rivolse al ragazzo che gli stava di fronte con tono deciso.

- Ragazzo.

- Si?

Rispose il giovane marito leggermente impaurito dalla voce dell'assassino.

- Te la senti di ricostruire questo villaggio?

- Si.

- Bene.

Ezio spostò lo sguardo sulla moglie del contadino.

- Tu,hai intenzione di aiutarlo?

- Vorrei,ma non so come si costruisce una casa.

- Non c'è ne sarà bisogno,anche tu puoi dare una mano.

Detto questo il suo sguardo si rivolse verso il resto dei cittadini,il tempo delle belle parole era finito,ora cominciava il vero lavoro,la vera fatica.

- Statemi a sentire,chi di vuoi vuole rimettere a posto le proprie case e contribuire alla ricostruzione faccia un passo avanti.

Detto ciò non ci fu un solo uomo,donna e bambino che non si fosse spostato dalla posizione originale di almeno un passo,l'assassino fu felice di vedere di vedere che tutti volevano dare una mano,senza nessuna eccezzione.

- Bene,cominciamo con l'organizazzione dei compiti da svolgere,alzino la mano i taglialegna,falegnami,cacciatori.

Furono molti gli uomini che risposero all'appello dell'assassino ma ci furono donne che non erano di meno dei loro compagni.

- Ora alzino la mano tutti coloro che siano in grado di cucinare,preparare medicinali e distillare alcolici alzino la mano.

Anche stavolta furono in molti ad alzare la mano, furono molte le donne che decisero di aiutare come potevano e anche alcuni uomini non si tirarono indietro,probabilmente più per gli alcolici che per tutto il resto.

- Bene,ora tornate a casa o quello che ne resta,recuperate gli attrezzi da lavoro e preparatevi,perchè oggi ci sarà tanto da fare e di certo questa forte nevicata non gioca a nostro favore...è ora forza,andate,non c'è un minuto da perdere.

Sentendo queste parole la folla si disperse velocemente permettendo così l'avvio dei lavori di ricostruzione e mentre la maggior parte degli abitanti si preparava a svolgere il proprio compito i bambini salirono su per la collina a pregare presso la tomba di Kikyo insieme a Kaede.

Infondo alla scalinata rimasero soltanto Ezio,Kagome e Shippo.

- Sei stato bravo Ezio.

Disse Shippo entusiasta del successo del piano dell'assassino.

- Non ringraziarmi,ho fatto solo ciò che era più giusto fare.

Intervenne Kagome.

- No Ezio,così non ci siamo.

Kagome si rivolse a Ezio con tono accesso,quasi lo stesso rimproverando di qualcosa,senza contare il fatto che aveva allungato il braccio destro con decisione e puntando l'indice contro la figura dell'assassino con fare minaccioso,ma anche se quel dito gli sfiorava il naso di poco lui non se ne preoccupava.

- E grazie a voi se Kaede a trovato la forza di rivolgersi a queste persone ed è sempre grazie a voi che queste persone si stiano mettendo al lavoro per ricostruire il villaggio,dovreste avere più stima di voi.

Sentendo le ultime parole della ragazza Ezio non riuscì a trattenere una leggera risata.

- Che cosa c'è di così divertente?

Chiese Kagome fortemente confusa sulla questione,cosa poteva esserci di così divertente da far ridere un assassino,cosa poteva aver detto di così stupido da riuscire a strappare una risata in una giornata come quella?

- Mi fai ridere ragazzina,dici che non ho abbastanza stima di me? Allora lascia che ti dica che possiedo abbastanza stima di me da poter essere considerato arrogante,ma pensaci un attimo,secondo te quella gente preferiva essere ispirata da me,un perfetto sconosciuto,oppure dal capo spirituale di questo villaggio,che tutti conoscono e rispettano?...E rispondimi sinceramente.

Kagome si sentiva in imbarazzo nel dover rispondere a quella domanda,infondo l'assassino aveva ragione,ma visto che lei prima lo aveva rimproverato per non essersi preso il merito dei suoi successi ora avrebbe dovuto dargli la risposta più corretta a quella domanda tanto semplice da fare ma tanto ardua nel dare una risposta.

Ezio si accorse dell'imbarazzo di lei,lo si notava facilmente dal viso leggermente rosso e dal silenzio della ragazza,per tanto l'assassino tornò a parlare.

- Se c'è qualcosa chè so e che le persone dovranno sempre aggraparsi a qualcosa,o qualcuno,di conseguenza chiedono aiuto a chinque sia in grado di proteggerli,mi capisci?

- Non proprio.

- Va bene,prendi ad esempio i fatti di stamattina,i contadini,non sapendo se devono lasciare il villaggio o no,vengono chiedere aiuto al capo villaggio,cioè l'anziana signora,ma lei non sa cosa fare quindi chiede l'aiuto di chissà quale entità divina,a quel punto intervengo io che dico a quest'ultima di andare da quella gente e dirgli di calmarsi e ricostruire il villaggio,qualche minuto dopo Kaede si fa coraggio e si rivolge alla sua gente incoraggiandola a non abbandonare le proprie case e di rimanere qua,fine...ora capisci perchè non voglio prendermi il merito?

L'assassino aveva ragione e solo ora Kagome comprendeva le sue parole,fino a qualche momento fa credeva che fosse un ingiustizia dare tutto il merito a Kaede per i successi ottenuti nella motivazione e nell'organizazzione dei contadini per la ricostruzione del villaggio,ma solo ora comprendeva il vero significato di tutto ciò.

- Si,perchè loro avevano chiesto aiuto a Kaede.

Sentendo quella risposta Ezio mostrò un piccolo sorriso di soddisfazione.

- Esatto,io sono un assassino e come tale non faccio del bene per la gloria personale,ma perchè è giusto,questa è la cosa migliore da fare,aiuatare il prossimo non per il proprio torna conto,ma per il bene comune,per questo non voglio prendermi il merito di ciò che ho fatto nell'ombra.

Le parole dell'assassino echeggiavano nelle menti di Kagome e Shippo con la grazia di una poesia e la sacralità di un mantra,la forza di queste parole non derivava semplicemente da chi le pronunciava,anch'essa cosa molto importante,ma dal suo vero significato,ciò che Ezio diceva era che avvolte,per fare una buona azione,era necessario agire nell'ombra,anche se nessuno lo avrebbe saputo.

Ora che Kagome capiva come stavano veramente le cose si sentì sollevata.

- Ezio.

Chiese il piccolo Shippo mentre fissava Ezio.

- Che c'è piccolo?

- Ezio,io non ho capito niente di quello che hai detto.

L'assassino sorrise nel sentire Shippo su quanto fosse confuso sulla questione.

- Non ci pensare piccolo,la cosa è più complicata di quello che sembra.

Dopo che Ezio finì di parlare scese il silenzio su tutti e tre,in quel momento non potevano far altro che aspettare il ritorno delle persone che erano andati a prendere il legno nella zona opposta della foresta dalla quale erano arrivati i briganti,la neve scendeva tranquilla,dolcemente,come a rispecchiare l'animo che c'era in quel momento,la calma dopo la tempesta,la quiete dopo l'attacco.


In quel preciso istante,da qualche parte nella foresta,il brigante si spostava di albero in albero con sorprendente agilità,saltando da un ramo all'altro in rapida successione,come se fosse una scimmia.

Eppure,nonostante fosse impegnanto ad eseguire i movimenti giusti e a non distrarsi per non cadere giù dagli alberi facendo le mosse sbagliate,non riusciva a smettere di pensare allo yokai che aveva fronteggiato in precedenza,di tutti gli avversari che aveva affrontato Sesshomaru si era dimostrato il più imprevedibile,fino a un attimo prima lo yokai era sul punto di morire sopraffatto dall'agilità e la rapidità dei colpi del brigante,mentre subito lo yokai era riuscito non solo era riuscito a dievare il colpo dell'umano,ma era persino riuscito ad infliggere una ferita di non poca importanza,degna di un maestro di spada.

- Quello yokai è davvero imprevedibile,ammetto di non aver combattutto al meglio delle mie capacità,ma non mi aspettavo sapesse contrattaccare così velocemente,sarà una mia impressione,ma sento che c'è qualcosa che mi sfugge,in ogni caso,meglio allontanarsi da questa zona.

Era immerso nei suoi pensieri,nonostante ciò la sua abilità nello spostarsi sugli alberi non era diminuita,non faceva passi falsi o mosse sbagliate durante i suoi spostamenti.

- Quello yokai è più interessante di quello che sembra.

Disse una giovane voce femminile con fare amichevole,il brigante sapeva benissimo a chi apparteneva quella voce,di fronte a lui,a cinque metri di distanza,seduta su di un ramo,si poteva notare la figura della stessa ragazza al servizio dello yokai che si trovava vicino alle mura di Kioto,sul suo volto era presente un piccolo sorriso.

Lui,nel vedere la ragazza fermò la sua corsa e si appoggiò contro l'albero mostrando alla ragazza un espressione pensierosa.

- Già,sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio,ma tutto sommato devo dire che quel suo contrattacco finale mi ha sorpreso.

- Non te la prendere,certi rischi fanno parte dei nostri compiti verso il maestro.

- Si lo so...e a proposito di compiti,quale missione ti è stata assegnata dal maestro?

- Il mio compito in queste terre e scoprire in quale villaggio si trovano i due ragazzi che sono in compagnia dell'assassino.

Il brigante era sorpreso nel sentire le ultime parole pronunciato dalla ragazza.

- Due ragazzi? Vuoi forse dirmi che due abitanti di uno dei villaggi della zona stanno aiutando l'assassino?

- Esatto,ti ricordi l'ultimo volta che hai assalito il villaggio?

- Si me lo ricordo bene.

- Dopo che te ne sei andato,l'assassino ha liberato gli abitanti del villaggio e subito dopo sono arrivati i due ragazzi di cui ti parlavo,un hanyou e una giovane miko,in quel momento io ero travestita da contadina e quindi mi sono potuta avvicinare a loro due e così facendo ho scoperto che loro sono in compagnia dell'assassino.

- Capisco,sai per caso da quale villaggio provengono?

- No,non lo so.

L'uomo riassunse un espressione cupa sul volto,l'incontro con l'assassino,lo yokai diretto al villaggio,le coincidenze erano fin troppe e di certo non era avvenimenti da non considerare.

- D'accordo,continua a cercare informazioni su quei due ragazzi.

Disse il brigante alla ragazza.

- Va bene,tu invece cosa farai?

- Semplice,io tornerò alla mia base.

- Bene,appena scoprirò qualcosa lo riferirò subito al maestro.

Nel sentire le parole della ragazza il brigante fece un cenno con la testa,approvava le sue intenzioni e non era in alcun modo contrario al raccogliere informazioni su coloro che aiutavano lo straniero.

- A presto,Huàng Hè.

Disse la ragazza con tono rispettoso.

- A presto,Hana,che il padre della compresione ti guidi.

Disse il brigante con la stesso tono della ragazza.

- E che guidi anche te.

Detto questo i due eseguirono allo stesso tempo saltarono l'uno verso l'altro,per un breve istante i due si sfiorarono a mezz'aria,si guardarono negli occhi,uno sguardo veloce,niente di più e niente di meno,eppure,i loro sguardi erano più di una semplice occhiata,in quel momento bastò un solo sguardo perchè uno facesse capire all'altro di andare avanti,di continuare la loro opera, svolgendo i loro compiti al meglio delle loro capacità.

I due separarono frettolosamente diretti in direzioni differenti,lui  tornava alla sua base,lei andava in cerca di informazioni,lui andava a riposarsi,lei andava ad apprendere di più su Inuyasha e Kagome,questi erano i loro compiti affidategli dal loro maestro e proprio perché era stato lui a dire loro cosa fare chè l'avrebbero eseguito,al meglio delle loro possibilità.

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Capitolo 13
*** Discussione nel buio ***


In quello stesso istante,in un altra parte della foresta,Sesshomaru,che stava recuperando le forze appogiato ad un albero,teneva gli occhi chiusi,le ferite gli facevano ancora male,in particolare la gamba,ma ormai era in via di guarigione e non ci sarebbe voluto più di mezza giornata o di una notte per riprendersi completamente.

Mentre lui riposava il suo corpo metteva in atto il processo di guarigione,la ferita sull'addome era un banale graffio paragonata al danno ricevuto alla gamba,l'addome non ci avrebbe messo molto a guarire visto che era una ferita non molto profonda,il vero problema era la parte frontale della coscia,il taglio profondo aveva provocato la recisione dei muscoli del quadricipite femorale rendendo anche il semplice camminare un autentica impresa.

Appoggiato all'albero lo yokai si riprendeva dallo scontro,il suo corpo,stanco e dolorante,era stato danneggiato da un umano,questo per Sesshomaru era stato piuttosto umiliante,essere ferito da un membro di una razza che lui stesso fino a poco tempo fa disprezzava con tutto se stesso e che riteneva inferiore,ma,se il suo avversario era tanto inferiore,come era riuscito ad arrecare danno al suo corpo?come poteva un umano essere così bravo non solo nel maneggiare così bene una spada,ma anche a poter sia parare che evitare ogni colpo che lo yokai eseguiva?

A queste domande non aveva risposta,ma quello non era il momento di porsi problemi,era il tempo del riposo,era il tempo di sanare le ferite,il tempo per le domande sarebbe giunto in un altro momento,ma per ora,sarebbe stato meglio riposare.

Tutto attorno a lui sembrava emanare un senso di pace,la neve,gli alberi,il silenzio della foresta,tutto...eccetto una cosa,Rin.

In lontananza lo yokai vide la figura della piccola umana venire verso di lui,sul viso di lei vi si poteva vedere un sorriso,si avvicinò a Sesshomaru allungando un braccio verso di lui.

- Tenete.

Sesshomaru era sorpreso dal vedere la bambina di fronte a lui.

- Che cos'è?

- Jaken dice che è una lettera.

- Una lettera?

Lo yokai allungò la mano prendendo il foglietto,aprendo la lettera notò molto chiaramente una calligrafia molto accurata,gli ideogrammi erano piccoli,ma leggibili,la cura con cui la lettera era stata scritta sfiorava la perfezione,non una sbavatura n'è un segno fuori posto,quel pezzo di carta era una vera e proprio opera d'arte grammaticale.

Sesshomaru,spinto dalla necessità di trovare risposte,cominciò a leggere.


- Gentile signor Sesshomaru,spero di non recarle disturbo con questo mio modesto messaggio,in questo momento,mentre lei sta leggendo questa lettera,un mio subordinato,che sarebbe l'umano da lei affrontato e ormai lontano e quindi impossibilitato dall'essere raggiunto.

Ora vi starete chiedendo quale sia la ragione di questa mia azione,il motivo è semplice,sono interessato a fare la vostra conoscenza.

Siete una persona che vale la pena di incontrare,quindi,invito voi,la bambina e il vostro servo,ad una festa alla quale parteciperanno le più importanti casate degli yokai,se siete interessato al mio invito non dovrete far altro che tornare nelle terre che appartengono alla vostra famiglia,avete due settimane per raggiungermi.

Arrivederci e buona giornata.


Così terminava la lettera,così nascevano altre domande,chi era la misteriosa figura che gli mandava quella lettera?Per quale motivo gli ha mandato contro un umano,per poi invitarlo ad una festa?

Ancora una volta troppe domande,ancora una volta nessuna risposta,altri dubbi,altri misteri,il villaggio di Kaede era così vicino,eppure così lontano,non poteva raggiungerlo,non in quello stato.

Mentre Sesshomaru era alle prese con i suoi pensieri,qualcosa attirò la sua attenzione,girò la testa nella direzione dalla quale i suoi sensi erano più attratti,le sue orecchie udivano un suono lontano,un suono piccolo,ma continuo,come qualcosa che tocca il terreno,si alza e poi ritorna al suolo,rumore di passi,passi molto veloci.

Il suo olfatto invece aveva sentito un odore familiare,già sentito in passato e di certo non erano poche le volte che lo sentiva,sapeva chi era e di certo non aveva alcuna voglia di parlare con lui.

- Inuyasha,che cosa ci fa qui?

Pensò con Sesshomaru nel vedere la figura del fratello in lontananza,mentre Inuyasha si avvicinava all'albero dov'era appoggiato lo yokai quest'ultimo avvertì qualcosa,una strana sensazione,un altro improvviso mal di testa seguito dal suono di quella voce.

- E venuto qui per te.

- Non voglio il suo aiuto.

- Ma ne hai bisogno,nelle tue attuali condizioni non puoi muoverti e visto che il villaggio e qui vicino potresti aspettare che le tue ferite guariscano ,oppure accettare l'aiuto che ti viene offerto,se fossi in te sceglierei la seconda,almeno faresti una decisione intelligente.

- Ho detto che non voglio,non accetterò mai l'aiuto di hanyou.

Dopo aver pronunciato queste parole lo yokai vide una linea di pura luce passargli di fronte agli occhi,la stessa luce che vide prima di vivere la bizzara esperienza del giorno prima,con la luce arrivò anche una forte emicranea,proprio come il giorno prima.

Ancora una volta chiuse gli occhi per via del dolore e dal fastidio provocato da quella poca luce che c'era quel giorno,le stesse sensazioni,le stesse azioni,le stesse medesime cose che gli erano accadute il giorno prima ora si ripresentavano,nello stesso identico modo.

- No...non può essere...non di nuovo.

Queste furono le uniche parole che lo yokai riuscì a pensare,quello che vedeva,quello che sentiva,era impossibile che stesse accadendo di nuovo,non aveva il minimo senso,eppure stava accadendo.

Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata aumentando la velocità della circolazione e l'andrenalina era ancora una volta alle stelle,ancora una volta era stato privato della facoltà di controllare il suo corpo e questo su di lui aveva un effetto negativo su di lui e non era solo il suo fisico a subirne le conseguenze.

La sua mente in quel era il suo punto più vulnerabile,per l'ennesima volta il suo cervello era andato in panne,non riusciva più a cordinarsi come si deve e quindi incapace di svolgere i suoi compiti nel migliore dei modi,l'intensa attività celebrale causava pulsazioni doloranti che si espandevano per l'intera scatola cranica.

Stava incominciando a vedere il mondo intorno a se di un bianco più chiaro,la neve sembrava brillare accecando la sua vista e impedendogli di vedere chiaramente tutto il resto,gli alberi,le foglie,il cielo,persino le figure di Jaken,Rin e quella in lontananza del fratellastro erano quasi irriconoscibili,cominciò a vedere l'ambiente intorno a lui sbriciolarsi,tutto ciò che aveva attorno si frammentava,quasi a diventare polvere,per poi sparire nel nulla,la realtà cambiava sotto i suoi occhi in una maniera a dir poco irreale e lui non poteva far niente per cambiare la situazione,il suo corpo non si muoveva e la sua salute mentale era messa a dura prova,era la seconda volta che gli accadeva una cosa del genere e certamente avrebbe preferito non ripeterla.

Tutto attorno a lui sembrava scomparire,spazzato via come un sogno al momento del risveglio,irreale,finto,illusorio,ai suoi occhi il mondo era diventato così,sostituito da un forte luce bianca che facendosi sempre più grande ed intensa più il suo effetto era maggiore su Sesshomaru tanto da spingere sia il suo corpo che la sua mente al punto di collasso,il cuore smise di battere,i suoi polmoni smisero di prendere aria,il suo cervello smise di funzionare,chiuse gli occhi,poi più nulla,solo il vuoto...o almeno così era in apparenza.

- Svegliati ragazzo.

Una voce,quella voce nella sua testa,era stata quella a parlare,Sesshomaru la sentiva chiaramente,provò ad aprire gli occhi,ma tutto ciò che vedeva era una profonda oscurità,provò a parlare,ma la sua bocca non si apriva,infine provò a muoversi,ma non ci riuscì.

- E tutto inutile,a cosa ti servono gli occhi se non riesci a vedere oltre le tue convinzioni?A cosa ti serve parlare se ciò che dici è dettato dall'ignoranza?A cosa ti serve essere poterti muovere liberamente dovunque tu voglia,se la tua mente e immobile e prigioniera dei pregiudizi e dei falsi insegnamenti?

Disse la voce con molta calma,alle orecchie dello yokai le sue parole sembravano senza senso,ma la cosa non gli importava molto poichè il suo unico pensiero era liberarsi.

- Chi sei tu?

- Nessuno di particolare,solo qualcuno che vuole aiutarti.

Sesshomaru era dubbioso sulle parole della voce,certo,lo aveva aiutato ad affrontare il brigante,d'altro canto però si era preso,per breve tempo,il controllo delle facoltà psico fisiche di Sesshomaru,privandolo così della capacità di controllare le proprie azioni,fidarsi di quella voce poteva rivelarsi un arma a doppio taglio.

- E sentiamo,perchè mi dovresti aiutare?

- Ti sbagli,ho detto che voglio,non ho detto che devo.

- Non hai risposto alla mia domanda,perchè mi dovresti aiutare?

Dopo che lo yokai formulò questa domanda scese un glaciale silenzio che non durò molto,ma la presenza di quel momento privo di ogni suono si faceva sentire,sopratutto per lo yokai,che nascondeva sotto quella sua maschera di ghiaccio una briciola di impazienza,del resto come poteva sentirsi dopo che per la seconda volta si era ritrovato in un luogo in cui le uniche presenze erano una misteriosa voce che parlava da chissà dove e un spazio nero dalle dimensioni apparentemente infinite.

- La risposta alla tua domanda e piuttosto semplice,sei appena entrato a far parte di qualcosa più grande di te.

- Di cosa stai parlando?

- Se ti dicessi che la maggior parte delle cose che ti hanno detto è una menzogna,se molte cose in cui credi ti sono state insegnate da uomini e donne le cui menti erano dominate dall'ignoranza,se tutte le esperienze di una vita longeva non valgono nulla se confrontate con quello che accadrà in futuro,tu,mi crederesti?

A sentire quelle parole Sesshomaru fece un ghigno,seguito subito dopo da una piccola e breve risata.

- No.

- No?E per quale ragione?

- Perché quello che dici è assurdo.

- Davvero?Allora come spieghi il fatto che ti sei scontrato con due umani,di cui uno in grado di ferirti?Come spieghi il fatto che una bambina abbia manifestato un potere così grande?Come spieghi il fatto che nelle due ultime volte che ti sei addormentato,compresa questa,ti ritrovi in un luogo dalla natura al quanto indefinibile?Allora?Pensi ancora che quello che dico sia assurdo?

La voce aveva fatto delle domande specifiche allo yokai,ma quest'ultimo non diede risposte,non disse niente,infondo come poteva?Lui,un Dayokai,un essere superiore,era stato ferito da un umano,un membro di una razza che secondo gli yokai era inferiore,una vera umiliazione per guerriero della sua razza.

- Io non lo so,tuttavia...

- Tuttavia bisogna considerare il fatto che per quanto questa faccenda sia assurda è accaduta per davvero è quindi ti è ancora impossibile dare un senso a tutto ciò.

- Mi stai forse dicendo che non posso avere le risposte che cerco?

- E come potresti?Non puoi ottenere le risposte che vuoi se non sai fare le domande giuste.

Sesshomaru rimase spiazzato dalle ultime parole pronunciate da quella voce,le domande giuste,forse lo yokai si poneva le domande sbagliate,oppure le sue domande erano giuste,ma le formulava in modo sbagliato,in ogni caso luì non ci capì niente e quindi perse completamente il senso delle parole che aveva ascoltato.

- Le domande giuste?Non ti capisco.

- E normale,è ancora presto perchè tu possa comprendere il significato delle mie parole,quindi,l'unica cosa che puoi fare ora e trovare l'uomo col cappuccio bianco e dirgli tutto quello che ti è accaduto,lui ti capirà,lui...ti aiuterà a comprendere,comunque,è arrivato il momento che ti svegli,ormai tuo fratello ti ha portato in spalla fino al villaggio,mi sembra giusto che ora si riposi un pò,non credi anche tu?

Sul volto di Sesshomaru comparve un espressione confusa.

- Mio fratello mi ha portato in spalla fino al villaggio?

- Si...ora è meglio che vada,ci vediamo più tardi.

- Cosa?Ehi aspetta,non puoi lasciarmi qui.

- Infatti,non n'è ho nessuna intenzione.

Detto questo la voce sparì senza che lo yokai potesse far niente per fermarlo.

- Ma cosa mi sta succedendo?Fino a poco fa mi trovavo nel bosco,insieme a Jaken e Rin,gli alberi,il cielo grigio,il freddo,nulla di tutto ciò si trova qui,questo posto è molto strano,per quanto sia reale sento che c'é un non so che di falso,come se mi trovassi dentro un illusione,ma lo sarà per davvero?Oppure no?

Disse Sesshomaru pensando tra se e se,nutriva dei dubbi su quello spazio nero che lo circondava,dove si trovava?Cos'era quel posto?Perchè il suo corpo era bloccato?

Queste sarebbero delle domande importanti,se non ci fosse stato qualcosa di ben più misterioso che aveva catturato l'attenzione del giovane yokai,la voce.

Quella voce lo aveva consigliato,lo aveva guidato e quando si era ritrovato in svantaggio contro il brigante lo aveva aiutato,Di chi era quella voce?Perchè lo aiutava?Domande più che lecite,tuttavia,c'era anche un altra cosa che impensieriva lo yokai,dopo che la voce respinse l'attacco del brigante per poi ferirlo al petto,intravide un simbolo sul petto dell'umano,una croce rossa,nel vederlo la voce si rivolse al brigante come se sapesse chi fosse,le frasi che si scambiarono erano piene di misteri,un brigante che veniva accusato di seminare violenza e paura non era una cosa per nulla strana,quello che era veramente strano era un altra cosa,che intendeva dire il brigante con "qualcosa di più grande"?E chi era colui che aveva inviato quella lettera?E poi,quella croce,che fosse lo stesso simbolo che la voce di quella donna gli aveva detto di stare attento?

Mentre pensava a questo nel buio apparve qualcosa,luce,un piccolo spiraglio di luce nel bel mezzo delle tenebre,la sua luce intensa lo accecava,provò a chiudere le palpebre,ma nulla da fare,la luce si faceva sempre più potente,di più,di più,ancora e ancora più forte fino a che non si spense di colpo.

Tornò il buio,ma questa volta era diverso,sentì un forte formicolio in tutto il corpo,le gambe,le braccia,le mani,i piedi,la faccia,tutto gli pizzicava,sentì il freddo dell'inverno e la neve adagiarsi dolcemente su di lui ed infine cominciò a sentire tanti suoni diversi,il suono del legno che viene colpito dalla scure,il martello che batte sul chiodo,persone che camminano avanti e indietro e parlano a voce alta.

- Ma cosa sta succedendo?

- Ah,finalmente ti sei svegliato.

Quella voce,quella voce la conosceva bene,quella voce non apparteneva a quella mistriosa entità che parlava dentro la sua testa,apparteneva a qualcuno che conosceva bene,qualcuno che avrebbe preferito evitare.

Sesshoomaru aprì gli occhi ma la sua vista era offuscata,faceva fatica a comprendere ciò che gli era attorno,figure di persone che camminavano avanti e indietro,case distrutte e macerie in fumo,persone che portavano tavole di legno,mucchi di paglia,oggetti ferro,vasi e piccoli attrezzi,mentre guardava quello che stava succedendo la sua vista tornò limpida riuscendo così a mettere a fuoco quello che stava vedendo in quel momento,notò un fascio di lunghi capelli bianchi appoggiati su una veste rossa,la cosa gli parve alquanto strana,sentiva qualcosa premergli contro la faccia,sollevò di poco la testa e vide la testa di un ragazzo dai lunghi capelli e con due orecchie di cane sopra la testa.

- Inuyasha?

Disse Sesshomaru ancora confuso dal precedente sonno.

- Si sono io,qualche problema?Perchè se è così puoi camminare anche da solo.

- Camminare da solo?

Sentite queste parole Sesshomaru abbassò lo sguardo nel tentativo di scacciare un pensiero che gli stava assalendo la mente,si guardò attentamente per poi comprendere le parole del fratello,era attaccato alla schiena di Inuyasha,proprio come quando Kagome saliva sul dorso di quest'ultimo per percorrere lunghe distanze in breve tempo,a Sesshomaru la cosa non gli piaceva e di certo il fatto che suo fratello lo stesse trasportando sulla propria schiena non migliorava le cose.

- Lasciami andare.

- Rilassati,appena arriveremo alla casa di Kaede ti lascierò andare,fino ad allora,ti porto io e comunque siamo quasi arrivati.

Un paio di minuti dopo si trovarono nei pressi della casa di Kaede,in lontananza,sulla scalinata di pietra si potevano notare due figure,Kagome e Shippo,Inuyasha,nel vedere la figura della ragazza aumentò il passo volendo ritornare dal suo amore il prima possibile,nella frettolosa camminata la sua figura si faceva sempre più grande facendosi riconoscere dalla ragazza e dal cucciolo di volpe che lo videro avvicinarsi a gran velocità,molta fu la felicità che la giovane miko provò nel vedere l'amato tornare da lei.

- Inuyasha.

Disse lei con una voce che trapelava la sua preoccupazione per lui,quando l'hanyuo si trovò di fronte alla ragazza lei rimase stupita di quello che l'amato stava trasportando sulle spalle.

- Inuyasha,perché Sesshomaru è sulla tua schiena?

- Quando sono andato nella foresta ho trovato lui che dormiva appoggiato ad un albero,ferito e con un gamba squarciata.

Intervenne Sesshomaru.

- Fammi scendere immediatamente.

- Con piacere.

Detto questo Inuyasha lasciò andare lo yokai molto bruscamente,lo yokai sarebbe caduto se non fosse stato abbastanza veloce da stendere le gambe e poggiare i piedi per terra,ma appena toccò terra la gamba tornò a dolergli più forte di prima a causa del taglio sulla coscia che impediva all'arto inferiore di sopportare il peso della parte superiore del corpo costringendo Sesshomaru a zoppicare.

Intervenne Kagome.

- Sesshomaru,entra nella capanna così posso medicarti la ferita.

- Non n'è ho bisogno.

- Per favore entra,Jaken e Rin ti aspettano dentro.

- Come? Dentro? Impossibile,prima erano con me.

Intervenne Inuyasha.

- Quando siamo entrati nel villaggio Rin a cominciato a correre fin qui,voleva salutare la vecchia Kaede e tutti gli altri,Jaken a dovuto inseguirla per accertarsi lei non si facesse male.

Intervenne Kagome.

- Dai entra,almeno starai un pò al caldo.

La ragazza fece un piccolo sorriso a Sesshomaru nella speranza che accettase la sua offerta,lui distolse lo sguardo e girò lo sguardo in varie direzione,come se volesse evitare di dare una risposta,la ragazza del fratello che lo invitava dentro casa?Ridicolo,eppure dentro quella casetta di legno c'era anche Rin,la decisione gli sembrava critica,il suo orgoglio gli impediva di accettare quella proposta e poi riposarsi sotto la neve non gli dispiaceva.

Però,lui era in quel villaggio per uno scopo ben preciso,trovare l'uomo col cappuccio bianco e fornirgli risposte su tutto ciò che gli era accaduto,con quel freddo un umano avrebbe preferito stare al caldo,forse sarebbe stato li dentro che l'avrebbe trovato.

Alzò gli occhi al cielo,sbuffò,abbassò la testa e fissò la ragazza con sguardo di ghiaccio.

- D'accordo,andrò dentro.

Detto questo Sesshomaru zoppicò fino all'entrata della casa della vecchia Kaede,entrò e vide Jaken e Rin e la vecchia Kaede attorno al fuoco,dentro la casa non si sentiva freddo,anzi,c'era un piacevole tepore all'interno dell'abitazione,si poteva sentire il profumo del riso messo a cuocere nel pentolone,il vapore che invadeva la casa,era un pò come stare in una locanda con l'unica differenza che li dentro c'erano solo vecchie conoscenze.

- Signor Sesshomaru.

Disse la bambina felice nel rivederlo,si alzò di fretta e gli corse incontro abbracciandolo.

- Sono felice che vi siate svegliato.

Lo yokai contraccambiò le preoccupazioni di Rin accarezandogli leggermente la testa.

- Signor Sesshomaru,e da un pò di tempo che non portavate Rin al villaggio.

Disse la vecchia miko mentre prendeva una ciotola e la riempiva di riso.

- Ormai i bambini del villaggio si sono affezzionati a lei,dovreste lasciarla un pò di più insieme ai suoi simili,per non parlare del fatto che è un ottima aiutante.

Sesshomaru si staccò dalla piccola e si appoggiò contro il muro,incrociò le braccia e fissò la miko dritto negli occhi.

- Se lei vuole viaggiare insieme a me non sarò io a dirgli di no è comunque non si è mai lamentata della mia presenza,quindi,se vuole rimanere qui,non dovrà far altro che chiederlo.

- Dubito che lo farà,lei si è affezzionata molto a voi.

In effetti aveva ragione,fin da quando lo aveva trovato in quella foresta,appoggiato con un albero,ferito e sanguinante,lei si era affezzionata a lui,uno sconosciuto,uno yokai,eppure,nonostante questo provò dell'affetto per lui,freddo e distaccato,ma col passare del tempo anche Sesshomaru si era affezzionato alla bambina,non erano molte le occasioni in cui lo dimostrava al mondo.

Però,quando lei invocava il suo nome nei momenti di pericolo,quando lei si addormentava sulla sua coda,quando semplicemente raccoglieva dei fiori e glieli portava,lui si sentiva bene,perchè sapeva che l'affetto di quella ragazzina,era sincero.

Kaede allungò la mano verso la bambina porgendogli la ciotola.

- Tieni Rin.

- Grazie signora Kaede.

La bambina prese la ciotola tra le mani,prese le bacchette che stavano vicino a lei e iniziò a mangiare a tutta velocità e mentre si dava alla pazza gioia nel riempirsi lo stomaco Inuyasha,Kagome e Shippo entrarono dentro casa infreddoliti e affamati,si sedettero vicino a Kaede intenta a riempire altre tre ciotole di riso.

- Inuyasha,si può sapere dove sei stato?

Chiese Kaede porgendo una ciotola all'hanyou.

- Ero andato nel bosco a indagare sulla luce verde che abbiamo visto stamattina,mentre camminavo ho trovato Sesshomaru,addormentato e con un due ferite,una sul ventre e una sulla gamba destra,all'improvviso Rin si avvicina a me e mi dice che devo portarlo al villaggio,io gli chiesto il motivo,ma lei non mi ha voluto rispondere,continuava a dirmi di portarlo al villaggio,il resto lo sapete.

Inuyasha girò lo sguardo verso Rin.

- Rin,ora puoi dirmi cos'è successo nella foresta?

Sentendo quelle parole il volto di Rin si fece cupo,non voleva parlare dello scontro ingaggiato dal suo signore contro un umano,non voleva parlare delle ferite che lo yokai aveva subito,ma sopratutto...non voleva parlare del brigante,il suo volto oramai era incaccellabile dalla sua mente,così come le immagini che tanto le facevano star male.

- Abbiamo incontrato un umano.

Disse Sesshomaru attirando gli sguardi dei presenti su di se.

- Era di fronte a noi bloccandoci la strada,non so come ma quando era comparso non l'avevo sentito arrivare,era come se fosse sbucato dal nulla,io gli ho chiesto di togliersi,ma lui non l'ha fatto,mi ha detto che non poteva farmi passare,così abbiamo combattuto,all'inizio credevo fosse un semplice umano,ma poi...

Lo yokai fece un piccola pausa tra un parola e l'altra,nella sua mente tornarono alla memoria le parti più importanti dello scontro,i colpi ricevuti dal brigante non erano nulla se paragonati al momento in cui la voce,dopo aver preso il controllo del corpo dello yokai,aveva contrattacato l'ennesimo attacco del brigante e ripagarlo in parte delle ferite subite,per Sesshomaru tutto ciò sembrava impossibile,eppure,nemmeno lui poteva rinnengare tale verità,tutto ciò che era successo in quello scontro era reale.

- Si è rivelato un combattente migliore di quello che credessi,mi ha persino ferito ad un gamba,ma poi...è successo qualcosa.

- Qualcosa?Di che parli?

Chiese Inuyasha confuso dalle ultime parole del fratello,qualunque cosa intedesse dire non era una cosa normale,le ultime parole di Sesshomaru erano state dette con un tono di voce strano,non freddo come sarebbe tipico da parte dello yokai,ma controllato,come se dovesse stare attento a non trapelare nessuna delle sue preoccupazzioni,quello che stava per dire non era facile,nemmeno per uno calmo come lui,fece un lungo respiro,espirò e cominciò a parlare.

- Dopo aver ricevuto qualche ferita sentì una voce,lo so che è assurdo e infatti non riesco ancora a crederci,mi disse che avevo fatto abbastanza durante quello scontro,dopo aver detto quelle parole cominciai a sentirmi strano,non riuscivo più a sentire la mano che stringeva la spada,non sentivo la neve sotto i piedi,non sentivo l'aria gelida sulla pelle e poi tutto d'un tratto non  riuscivo più a sentire il mio corpo,eppure riuscivo ancora a muovermi,con l'unica eccezzione che non potevo controllare i miei movimenti,quella voce aveva preso controllo del mio corpo usandolo per contrattaccare l'umano respingendo il suo ultimo attacco,stava per attaccarmi ancora,ma poi qualcuno ha lanciato un pugnale a terra,lui l'ha visto e poi e scappato via.

Ascoltando quella storia,Inuyasha,Kagome,Shippo e Kaede rimasero stupefatti,com'era possibile,un umano era stato in grado di mettere in difficoltà Sesshomaru e riuscire persino a scappare,ma questa non era l'unica cosa che li aveva sorpresi,tutte le altre cose che aveva detto sulla voce che gli parlava e che si era impossessato del suo corpo,sembrava una cosa assurda,ma se era stato Sesshimaru a raccontare una cosa del genere allora poteva dire una cosa sola,che questa storia non era una cosa da prendere alla leggera.

Lo yokai diede una breve occhiata a coloro che erano dentro la stanza e poi chiuse le palpebre,sentiva il bisogno di riposare gli occhi...e di riflettere,aveva parlato di alcune cose che gli erano accadute durante lo scontro con il brigante,ma non aveva detto tutto,le parole del brigante,la paura che Rin ebbe nel vedere quell'uomo,la croce rossa sul petto del brigante e infine la lettera che aveva ricevuto,non sapeva il motivo ma sentiva che prima di parlare di queste cose avrebbe dovuto incontrare l'uomo col cappuccio,solo quando lo avrebbe incontrato avrebbe detto tutto.

All'improvviso Kagome cominciò a parlare.

- Scusa Sesshomaru,prima hai detto che quell'umano ti ha bloccato la strada,quindi,dov'eri diretto?

- Qui.

- Qui?Per quale motivo?

- Sto cercando un uomo...un uomo con un cappuccio bianco.

Intervenne Inuyasha.

- Che cosa?Un uomo con un cappuccio bianco?Perchè lo cerchi?

- Questo non posso dirvelo...e una cosa che riguarda me e lui,dov'è?

- Sono qui.

Tutti nella stanza puntarono il loro sguardo verso l'entrata,il fiorentino stava li,immobile,con il cappuccio che gli nascondeva gli occhi,in quel momento lo yokai avvertì una strana sensazione,nel vedere Ezio che a sua volta stava osservando Sesshomaru con calma assoluta,c'era tensione nell'aria e di certo tra loro due questa cosa si sentiva maggiormente,l'esito del loro incontro dipendeva dalle parole che si sarebbero usate e di certo le cose di cui parlare non erano poche.

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Capitolo 14
*** Coloro che portano la croce ***


Nella stanza si poteva sentire un aria gelida che faceva venire la pelle d'oca,ma non era per il freddo che veniva da fuori casa,anche se in realtà dentro la casa non si sentiva freddo,in realtà era dovuto alla tensione che c'era nell'aria che si era creata nel momento in cui Ezio e Sesshomaru hanno cominciato a fissarsi a vicenda,si scrutavano a vicenda.

- Chi ti ha fatto quelle ferite?

Chiese Ezio mentre guardava i tagli sul corpo dello yokai.

- Qualcuno che non voleva che io fossi qui.

Ezio si avvicinò al fuoco sedendosi vicino ad Inuyasha e Kagome.

- In questo caso,sono l'uomo che cerchi.

Ezio si sentiva bene vicino al fuoco,il calore che gli toglieva il gelo di dosso,la poca neve rimasta sulle vesti segno di quanto facesse freddo la fuori,stare vicino al fuoco lo rilassava,dirigere le squadre di contadini nei lavori di ricostruzione era un compito non meno arduo del ricostruire con le proprie mani le case andate distrutte,cordinare i lavori,portare i medicinali,distribuire il cibo e organizzare i turni di riposo tra un lavoro e l'altro.

Ma quello non era il momento più adatto per riposarsi al caldo senza pensieri e senza preoccupazioni,Ezio sapeva che l'arrivo dello yokai nel villaggio non era una coincidenza,non c'era tempo da perdere,doveva parlare con lui.

- raccontami tutto.

Sesshomaru raccontò per filo e per segno tutto ciò che aveva detto a gli altri prima dell'arrivo dell'assassino,la vicenda dello yokai stuzzicò la curiosità di Ezio fin dall'inizio,ad ogni parola che ascoltava raccoglieva un informazione e ad ogni informazione formulava domande che avrebbe fatto a Sesshomaru dopo che quest'ultimo avrebbe finito di parlare.

- E qui finisce la mia storia,anche se in realtà,ho tralasciato dei particolari.

Disse Sesshomaru mentre prestava attenzione al fiorentino.

- Hai tralasciato dei particolari?Per quale ragione?

- Perchè alcune delle cose che devo ancora dire potrebbero sembrare assurde.

- Solo perchè una cosa possa apparire assurda,non vuol dire che non sia vera,il fatto che tu abbia già menzionato una voce che sentivi dentro di te e che per un attimo ha preso controllo del tuo corpo non mi sembra una cosa così impossibile,quindi parla e lascia che sia io a giudicare.

Sesshomaru rimase un attimo in silezio e freddo come il ghiaccio,poi ricominciò.

- prima e durante lo scontro,io e l'umano ci siamo scambiati qualche parola,parlava in modo strano.

- Strano? Che intendi?

- Parlava in modo complesso,come un monaco,o un poeta,aveva un di parlare piuttosto raffinato,eppure i suoi erano abiti degni di chi vive come un selvaggio,per non parlare di come combatteva,le sue mosse erano aggrazziate e la sua spada era pericolosa,eppure non ho avvertito nessuna aura magica o maligna intorno ad essa,eppure e riuscita a graffiarmi come se fossi un semplice umano.

Sentendo le ultime parole pronunciate dallo yokai Ezio cominciò a riflettere,un semplice umano?Che cosa voleva dire?La curiosità prese il sopravvento sulla mente dell'assassino,forse fare altre domande avrebbe spiegato un paio di cose.

- Forse se è riuscito a ferirti non'è poi così semplice come umano.

Sesshomaru sgranò gli occhi nel sentire le parole dette da Ezio.

- Cosa?

- Ascolta ragazzo,non sto dicendo che tu non sia bravo a combattere,dico solo che la cosa mi sembra sospetta,pensaci bene,il tuo incontro con quell'individuo non può essere stato semplicemente un caso.

- Vero,Effettivamente non mi capita tutti i giorni di affrontare umani con un croce rossa sul petto.

Per Ezio sembrava che il tempo si fosse fermato,aveva capito bene?Una croce rossa?i suoi timori erano confermati,l'attacco al villaggio,l'aggressione di Sesshomaru da parte di un umano,ora i suoi sospetti erano fondati,sapeva già chi c'era dietro,ma ora ne aveva la conferma,colui che aveva attaccava i villaggi della zone con i suoi briganti e colui che aveva combatutto con lo yokai erano la stessa persona.

- Non ho più dubbi.

Disse Ezio mentre guardava tutti coloro che si trovavano in quella stanza.

- Credo di sapere che ci sia dietro a tutto questo.

Intervenne Inuyasha.

-Davvero? E chi sarebbe?

- Lo stesso uomo che stamattina ha mandato i suoi briganti a distruggere il villaggio.

- Che cosa? Parli forse del capo dei briganti?

Chiese Inuyasha alzandosi in piedi e fissando l'assassino con uno sguardo intenso.

- Si...e come vi dicevo io,quell'uomo non'è un semplice brigante...ha ordinato l'attacco contro il villaggio e poi si è allontanato,verso la foresta.

Lo sguardo di Ezio si fermò sulla figura dello yokai.

- Per poi venirmi incontro.

Disse Sesshomaru mentre guardava il fuoco,ripensava al suo incontro con il brigante,sapeva il loro incontro non era casuale,ma addirittura premeditato,questo era strano,in passato gli era già capitato di incontrare Kagura o un altro seguace di Naraku sulla sua strada,ma incontrare un umano dalle notevoli abilità e poi scoprire che non solo era giunto dallo yokai per bloccargli la strada ma addirittura che il suo incontro con il brigante facesse parte di un piano architettato in precedenza era inaspettato,soprattutto per Sesshomaru.

- Esatto,il tuo incontro con il brigante era già stato deciso prima,ma dubito che sia stata un idea del brigante.

Intervenne Inuyasha.

- E tu come fai a saperlo?

Ezio si girò in direzione dell'hanyou con sguardo pensieroso.

- Ho una certa esperienza con questo tipo di nemico,il capo dei briganti e la figura pubblica alla quale dare la colpa degli attacchi ai villaggi,lui e solo l'esecutore materiale,io dico e so per certo che il vero ideatore di queste azioni comanda nell'ombra,senza mai esporsi più del necessario.

Intervenne Sesshomaru.

- Io posso scoprire chi è,ma per farlo devo partire per le terre occidentali.

Intervenne Inuyasha

- Per quale ragione?

- Prima che tu arrivasti nella foresta avevo una lettera con me,dev'essermi caduta dopo aver perso i sensi,chiunque l'abbia scritta ha detto che era interessato a fare la mia conoscenza e che se ero interessato al suo invito non dovrò far altro che tornare a casa mia,quindi,appena la gamba sarà guarita partirò subito,senza perdere altro tempo,ero venuto qui in cerca di informazioni,ma temo di essermi sbagliato.

Detto questo lo yokai si mosse verso l'atrio zoppicando e guardando di fronte a se con sguardo gelido,fino a poco fa pensava di poter ricevere le risposte che tanto aveva sperato di ricevere e invece era stato lui a dover spiegare all'assassino tutto quello che gli era accaduto,forse il suo viaggio fin li era stato una perdita di tempo.

Però,in quel momento,quando sembrava che tutti volessero rimanere seduti,uno solo si alzò,uno solo si frappose tra la strada del glaciale essere e l'uscita.

Ezio si alzò per poi fare due passi nella direzione dello yokai,molta fu l'attenzione dovuta alle persone dentro casa la quale rimasero stupefatti dall'azione di Ezio,Era la prima volta che qualcuno si mettesse di fronte a Sesshomaru,o per lo meno si mettesse di fronte a lui senza neanche proferire parola.

- Lasciami passare.

Disse Sesshomaru con voce fredda.

- Aspetta,hai detto che volevi delle risposte.

- Infatti,ma tu non me ne hai date.

- Non ricordo che tu abbia fatto domande,quindi,tu porgi il tuo quesito e io ti dirò quello che posso.

- D'accordo...da quando sei comparso da queste parti sono accaduti fatti assai bizzarri,quindi...chi sei tu?

- Mi chiamo Ezio auditore da Firenze,sono un assassino.

Nel sentire quella risposta lo yokai sentì un strana sensazione,un brivido gli percorse lungo la schiena,eppure riuscì a nascondere molto bene quello che provava in quel momento,non doveva far capire all'umano quello che sentiva o avrebbe potuto prenderlo per un segno di debolezza.

- Un assassino? E chi dovresti uccidere?

- Tutti coloro che per un motivo o per un altro intendono sottomettere o uccidere chiunque intenda opporsi ai loro voleri,fidati,chiunque ti abbia mandato quell'invito non'è uno sprovveduto,sa quello che fa,sa quello che vuole e sa come ottenerlo,dopotutto,anche lui sicuramente a che fare con la croce rossa.

Ezio parlò allo yokai con voce calma,quasi fredda,come se volesse confrontarsi con lui sulla conversazione,nessuno dei due voleva cedere,eppure Sesshomaru continuò a sentirsi strano,era come se parlare con quell'umano lo facesse sentire a disagio,avrebbe preferito andarsene,ma non voleva,ogni parola che fuoriusciva dalla bocca dell'assassino lo bloccava sul posto e la sua curiosità riguardo all'argomento si espandeva sempre di più,le domande che si era tenuto dentro stavano ricevendo una risposta,quindi era più che normale che ascoltasse con attenzione tutto ciò che Ezio gli avrebbe detto.

- Croce rossa?Insomma,di chi diavolo stai parlando?

- Già...è arrivato il momento che tu ci dica chi sia il nostro nemico,abbiamo il diritto di sapere chi sono.

Disse Inuyasha alzando la voce come sempre,in fin dei conti l'hanyou aveva ragione ed Ezio lo sapeva,anche loro erano entrati a far parte di questa storia,questa storia che si ripete dalla notte dei tempi,una storia vecchia quanto l'umanita stessa e anche più,il rischio era alto e certe informazioni che si possono apprendere anche a costo della vita,ma forse era tardi per tirarsi indietro e impedire a quei giovani di sapere di più,dopotutto non sembravano il tipo di persone che si tiravano indietro.

- Va bene,ve lo dirò.

Un attimo di silenzio,un breve lasso di tempo dove ogni tipo di suono sembrava scomparso,sembrava che non finisse più,eppure non era passato tanto tempo da quando l'assassino aveva pronunciato l'ultima parola.

Ezio si stava preparando a raccontare la verità,o per lo meno una piccola parte,quel che bastava a far sapere ai presenti il pericolo che correvano,ma dovevano saperlo.

- Templari.

Tutti coloro che stettero a sentire questa parola sembravano confusi,non avevano mai sentito una parola simile.

- Templari? E chi dovrebbero essere?

Chiese Sesshomaru perfettamente calmo.

- Chi sono? Semplice,schiavisti,dittatori,guerrafondai,dispensatori di miseria,maestri di complotti,seminatori di ignoranza e disinformazione,uomini e donne in grado di controllare ogni forma di potere politico,religioso,economico e militare e che per perseguire i loro scopi non esitano a commettere i peggiori crimini contro chiunque,anche alle persone più vicine a loro,in poche parole,o sei con loro o contro di loro,a te la scelta.

Sesshomaru era piuttosto confuso su ciò che aveva sentito,Templari,chi erano costoro? Ma soprattutto,era mai possibile che potesse esistere un nemico del genere,in grado di controllare tutto questo potere? La cosa lo lasciò perplesso,anche se non lo dava a vedere.

- Bello storia,ma in ogni caso andrò a quella festa,che ti piaccia o no,non sono uno che si tira indietro.

- N'è uno che ascolta,vuoi andare? Vai.

Disse Ezio scansandosi a lato dello yokai lasciandolo libero di passare.

- Ma poi non venirmi a dire che non ti ho avvertito.

Lo yokai uscì dalla casa senza proferire una sola parola,l'assassino aveva fatto nascere in lui una cosa che di rado ha sentito nel suo animo,l'interesse,era raro che Sesshomaru ascoltesse i conisgli altrui,eppure c'era qualcosa in quell'umano che non riusciva a comprendere,in realtà se ne era già accorto nel loro primo incontro,quando incrociarono le armi,ma adesso gli era parso più evidente.

Consapevole di ciò si incamminò su una stradina vicino alla collina con direzione il margine della foresta,ormai era buio e quindi sarebbe stato meglio andare a dormire,la giornata era stata particolarmente straziante,per non parlare delle ferite ricevute dal brigante e dell'incontro con Ezio,una dormita gli avrebbe fatto bene,soprattutto per le ferite.

Ezio invece rimase all'interno dell'abitazione insieme a tutti gli altri,si sedette di nuovo vicino al fuoco e cominciò a pensare allo yokai,in lui aveva notato un atteggiamento freddo accompagnato da un forte orgoglio,ma nonostante ciò non gli sembrava un cattivo ragazzo,anzi,gli aveva fatto una buona impressione,forse aveva un espressione un pò dura,un pò distaccata,ma si sa,nessuno e perfetto.

All'improvviso nella piccola casa entrarono altre due figure,Miroku e Sango accompagnata dalla piccola Kirara.

- Salve a tutti.

Disse Miroku con voce allegra.

- Miroku Sango Dove siete stati?

Chiese Kagome fortemente preoccupata per loro due.

- Eravamo andati a fare un giro di perlustrazione,volevamo controllare se c'erano altri briganti nei paraggi e quindi abbiamo fatti un pò tardi,ma cosa sta succedendo al villaggio?

Intervenne Miroku.

- E perchè Rin e Jaken sono qui?

- E una lunga storia,volete sentirla?

Disse Ezio mostrando un sorriso leggermente arrogante.



In quello stesso istante....Nella provincia di Owari,lo yokai dagli occhi di due colori diversi stava osservando,in mezzo ad una prateria,una piccola cittadina fortificata con mura di pietra,con semplici case,qualche negozio e un castello.

Da uno dei portoni della città vide uscire in lontananza un esercito,era formato da molte unità di fanteria armate di lancia o arco ed indossavano un armatura molto semplice formata da pezzi di bassa qualità,erano ashigaru,(gli ashigaru sono contadini coscritti nelle esercito di un daimyo,un signore al comando di un feudo,venivano usati come fanteria di prima linea poichè erano utilizzati per bloccare le cariche di cavalieria nemica.)

Tra di essi si potevano vedere anche unità di cavalleria,arcieri e i leggendari samurai (i samurai erano l'equivalente giapponese dei cavalieri,proprio come la loro controparte europea i samurai erano una casta di guerrieri eccelsi,abili tanto nel combattimento ravvicinato quanto in quello a distanza questi guerrieri erano equipaggiati con armi e armature superiori alla fanteria semplice).

Ma tra tutti quei soldati,spiccava la figura più importante di tutte,quella di un uomo molto diverso da altri,lo si poteva vedere di fronte a tutti gli altri,alla testa dell'esercito,un uomo su un cavallo nero sul cui corpo c'erano staffe,sella e briglie di qualità superba,ma colui che lo cavalcava lo era ancora di più.

Era un uomo alto,snello,portava una capigliatura corta i cui lunghi capelli erano tenuti da una coda alta e sul suo volto portava dei baffi e un pizzetto appuntito,aveva un espressione dura sul volto e due occhi neri pieni di oscurità,portava un armatura molto particolare,ogni pezzo aderiva perfettamente ad ogni parte del corpo che copriva,quasi fosse un seconda pelle,ma in realtà quello era acciaio di ottima qualità e il nero di cui era colorato aggiungeva un aspetto spaventoso,quasi a ricordare il nero della morte.

Lo yokai da lontano lo vide passare con i suoi uomini,seguiva interessato quella figura che suscitava in lui un profondo interesse,sul suo volto non c'era alcuna espressione tipica che veniva dettata dagli Dayokai,non c'era freddezza ne disgusto,ne un espressione di superiorità ne uno sguardo beffardo,ma solo interesse per quell'uomo,il suo viso esprimeva un senso di serenità,quasi di pace e i suoi occhi esprimavano il desiderio di conoscenza rinchiuso all'interno della sua mente.

- Allora e lui il famoso Oda Nobunaga,l'ambizioso signore delle terre di Owari e capo del clan Oda,le sue abilità come generale e abile politico e superata solo dalla sua fama come essere spietato e sanguinario,mi chiedo,se non possa diventare un elemento valido per i nostri piani,non ho forse ragione,mio caro monaco?

Nel pronunciare quell'ultima parola si voltò intravedendo così la figura di un uomo vestito un lungo abito scuro dalle larghe maniche,la testa rasata e un bastone in una mano.

- Arrenditi creatura maligna,non hai più scampo.

Lo yokai mostrò un espressione confusa all'umano che aveva di fronte.

- Arrendermi? Creatura maligna? Non comprendo questo vostro atteggiamento così scontroso nei confronti della mia persona,posso saperne il motivo?

Rispose lo yokai con tutta calma.

- Di le tue ultime preghiere.

Detto ciò il monaco mise la mano libera all'interno della veste e quando la fece uscire teneva stretto tra le dite un fuda,(un fuda sarebbe un foglio di carta usato per gli esorcismi e le purificazioni,sono presenti nei rituali buddisti o shintoisti).

L'uomo lanciò il foglio verso lo yokai,anche se quest'ultimo non sembrava impressionato,anzi era come se non gli importasse niente.

- Spiacente.

Disse lo yokai subito prima di prendere il fuda con l'indice e il medio della mano destra che gli era stato lanciato all'altezza della fronte.

- Mai stato un uomo di preghiere.

Lo yokai buttò via il fuda per poi avvicinarsi al monaco,non con una scatto n'è con un balzo,ma camminando,calmo,tranquillo,come se non fosse successo niente,grande era lo stupore del monaco nel vedere che quell'essere non solo non si era purificato,ma anzi,lo aveva preso tra le dite come se nulla fosse,quasi fosse un gioco.

Il monaco non riuscì a muoversi nel veder avvicinarsi l'essere che voleva cancellare dall'esistenza,trovandosi lo yokai di fronte a lui non potè far altro che guardare la sua figura,tremando dalla paura.

L'essere gli sorrise pacificamente.

-State tranquillo,se vi uccidessi,non avrete imparato niente

Per un attimo il silenzio scese tra i due e mentre lo yokai si mostrava sorridente e pacifico l'umano restò ancora li,pietrificato dalla paura,la figura davanti a lui continuava a mantanere quell'espressione tanto inconsueta per quella situazione,poi all'improvviso ritornò a parlare.

- Chi io sia e cosa ci faccia qui non ha nessuna importanza,ciò che dovete sapere invece e una cosa,una soltanto,piccola,ma di grande importanza,ascoltate attentamente.

Finito di parlare si piegò leggermente in avanti quasi a raggiungere con la bocca l'orecchio del monaco.

- Il cambiamento ha inizio.

Disse lo yokai a bassa voce per poi tornare in posizione eretta.

- Detto questo,vi auguro buona giornata.

Lo yokai si girò dalla parte opposta a quella del monaco e si allontanò,lentamente,attorno a lui il paesaggio era completamente bianco,ampi spazi formati da una radura piatta la cui superficie veniva sommersa da soffice neve che ormai da giorni scendeva leggera da quelle nuvole grige che oscuravano il cielo,nel percorrere quelle terre non potè non osservare attentamente la natura attorno a lui,il cielo scuro e la terra bianca,il freddo inteso e il silenzio di quelle terre desolate,i suoi occhi catturavano ogni dettaglio delle immagini che gli passavano davanti e dentro di se non potè non contemplare ciò che lo circondava.

Ma il tempo a sua disposizione era breve e aveva ancora molto da fare,doveva ancora ricevere informazioni sullo scontro tra Sesshomaru e il capo dei briganti, per non parlare della ragazza,che gli doveva ancora portare informazioni dalla provincia di Musashi,nelle cui terre bisognava cercare informazioni sulla presenza di una miko e un giovane hanyou con una veste rossa,in realtà lo yokai sospettava già chi fosse il ragazzo,ma doveva trovare conferma alla sua teoria,sapeva bene che la fretta non l'avrebbe portato da nessuna parte,tutto doveva essere calcolato nei minimi dettagli.

- A questo punto mi conviene tornare nelle terre occidentali,devo ancora finire i preparativi per la festa,mandare qualche altro invito e pianificare le prossime mosse da fare,prima che i nostri eterni avversari interferiscano nei nostri piani.

La neve continuava a scendere tranquillamente a terra mentre la mente dello yokai si muoveva ed escogitava nuovi piani,ormai,il poco tempo che aveva a disposizione per osservare quella natura fredda e sileziosa era finito e il tempo per quello di rimettersi all'opera era cominciato,un passo dopo l'altro e se ne andò via così com'era venuto,nella pace più totale.



In quello stesso istante,nella foresta vicino al villaggio di Kaede,nello stesso punto in cui Sesshomaru si stava riposando dopo lo scontro col brigante,una donna,con indosso un lungo kimono di seta bianco come la neve che gli arrivava fino alle caviglie,con larghe maniche alle cui estremità si potevano vedere raffigurati lo stesso simbolo che porta Ezio sulla cintura,un obi bianco,sandali neri con,tabi bianchi e un kosode sopra il kimono,(una veste che si mette sopra il kimono,viene indossato anche dagli uomini),con un cappuccio bianco a coprirgli la zona degli occhi lasciando scoperto il resto del viso,mostrando delle sensuali labbra rosse,inclinò la testa verso il basso e cominciò a guardare per terra,si abbassò,infilò delicatamente la mano sinistra all'interno della neve,scavò un pò e afferrò,sempre con delicatezza un oggetto liscio,piatto e leggero e lo tolse dal terreno.

I suoi occhi videro l'oggetto che teneva in mano per poi muovere le labbra in un leggero sorriso,aveva torvato ciò che stava cercando,la lettera inviata a Sesshomaru,l'apri e lentamente lesse il suo contenuto,la lettera era ormai e bagnata e qualche parola era sparita dal foglio,ma a lei sembrò non importare,finito di leggere la richiuse piano e la infilò sotto le propire vesti all'altezza del petto.

Si alzò in piedi e si guardò attorno,come se avesse paura di essere seguita,ma non vide nessuno.

- Eh,temo che Sesshomaru voglia andare a quella festa,ma va bene così,infondo non'è un cattivo ragazzo,anche se dovrebbe essere più prudente e meno arrogante.

Detto questo la ragazza si girò dalla parte opposta e se ne andò via,con la grazia degna di una principessa.

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Capitolo 15
*** Partenza ***


Poco lontano dal villaggio di Kaede,lo yokai dallo sguardo di ghiaccio si era appoggiato contro un albero,che si trovava su una delle strade che portavano dal villaggio alla foresta,in lontananza vedeva il villaggio con il suo nuovo aspetto,le case distrutte e quelle in via di ricostruzione,all'interno delle case ancora intatte o quasi la gente mangiava in tranquillità insieme alla famiglia e ai vicini di casa,che sfortunatamente non avevano un posto per dormire,ma ciò non aveva importanza,erano una comunità forte e unita,avevano subito ogni genere di attacco,ma quello da parte di un gruppo di briganti era inaspettata,eppure,grazie all'aiuto della vecchia miko e di uno straniero il villaggio stava riprendendo il suo aspetto originale.

Ma Sesshomaru non provava alcun interesse per le condizioni del villaggio,quanto piuttosto all'uomo che aveva organizzato i lavori di ricostruzione,Ezio Auditore da Firenze,un umano particolare,uno straniero circondato da un alone di mistero...un assassino.

Assassino,era sembrato strano il modo in cui il fiorentino si era presentato allo yokai,nel sentire quella parola la sua mente si affolava di idee e dubbi,chi era veramente?Che cosa ci faceva li? Una sola cosa era certa,qualunque risposta stesse cercando era certo che l'avrebbe trovata nelle parole che quell'umano gli avrebbe detto,ma forse aveva trovato una risposta ad una sua domanda.

Chi era colui che gli aveva mandato quella lettera? E perchè mandargli qualcuno per combatterlo? l'unica risposta chiara che ricevette era un nome tanto bizzaro quanto l'intera vicenda,templari,questo nome non gli diceva proprio nulla,eppure,nella descrizione che Ezio gli aveva fatto di loro sembravano gente veramente potente,ma allora perchè non n'è aveva mai sentito nominare?Aveva viaggiato in lungo e in largo per l'intero paese,ma questo nome non l'aveva mai sentito prima.

Potevano esistere uomini e donne così potenti? In grado di controllare un potere così vasto? pensando a ciò gli venne in mente suo padre,grande uomo,potente yokai,temuto e rispettato da tutti,la cui fama era arrivata persino fuori dal paese raggiungendo persino la Cina,allora com'era possibile che ci fosse qualcuno di così potente e allo stesso tempo non essere famoso? No, impossibile,tutto ciò era inconcepibile,non aveva senso,perchè rimanere nell'ombra quando puoi mostrare al mondo il tuo sconfinato potere? Questo si chiedeva lo yokai.

- Non riesco a capire? Perchè mai avere un potere così grande e poi non mostrarlo?

- Perchè avvolte ci sono poteri che non possono essere mostrati.

Lo yokai risentì quella voce nella sua testa,per un intera giornata lo aveva martellato la sua mente con parole,parole e ancora parole,almeno la sera poteva anche lasciarlo in pace.

- Ancora tu?

- Te l'avevo detto che più tardi ti sarei venuto a trovare.

- Ora voglio solo dormire,la mia gamba non è ancora guarita e ho bisogno di riposare se voglio che ritorni come prima.

- L'ho notato,però,la cosa mi fa pensare,non ti sembra strano?

- Cosa?

- Che la tua gamba non sia ancora guarita,strano,un dayokai come te avrebbe dovuto già guarire da una ferita simile,eppure ora sembrerebbe quasi impossibile.

- Stai cercando di dirmi qualcosa?

- Si,non tornare nelle terre della tua famiglia,questa è una trappola e tu ti ci stai infilando dentro di tua volontà.

- Lo so,ma non posso tirarmi indietro.

- Non puoi tirarti indietro?

Chiese la voce con tono stupito.

- No.

Rispose Sesshomaru con decisione.

Dopo quella risposta calò il silenzio della sera e passato qualche minuto quella voce non si faceva ancora sentire,la cosa sembrava alquanto strana.

Si guardò attorno,girava gli occhi in tutte le direzioni,senza fretta,era come se fosse in attesa di qualcosa,in attesa che qualcuno continuasse la discussione che poco fa si era interrotta all'istante.

Passarono ancora vari minuti,ma di quella voce nessuna traccia,nessun suono,nessuna parola,nessun commento,niente di niente,per Sesshomaru questa sembrava un evidente prova del fatto che quella presenza non vollesse continuare il discorso.

- Finalmente,ha smesso di parlare,ora posso dormire.

Tornò a guardare il villaggio in lontananza,le palpebre si facevano pesanti,la stanchezza prendeva il soppravvento sul guerriero ferito,mentre il suo corpo e la sua mente scaricavano tutta la tensione accumulata nel corso della giornata.

Il sonno stava per prendere il soppravvento,l'ora del riposo era giunta e dopo che lui si sarebbe addormentato il suo corpo avrebbe cominciato la fase di guarigione,ed qui che sorgeva spontanea una domanda.

Perchè il suo corpo non era guarito nel corso della giornata? La cosa sembrava sospetta.

Ma non c'era tempo per pensare a queste cose,bisognava dormire.

Le palpebre si chiusero,il sonno prese il sopravvento,forse questa volta avrebbe dormito normalmente,senza che quella voce gli parlasse nel sonno.

- Io ti ho avvertito,però,lascia che dica una cosa,niente è reale,tutto è lecito...rifletti bene sul significato di queste parole,buona notte.

Sesshomaru rimase perplesso nel sentire quelle parole,per un attimo la sua mente aveva cessato di formulare pensieri e di conseguenza gli sembrò di avere un vuoto nella testa.

Cercava di trovare un significato a quelle parole,ma non ci riuscì,ma forse un significato non c'era,in ogni caso Sesshomaru potè dire una sola cosa riguardo a quell'enigmatica frase.

- Eh? Cosa? Rispondimi.

Aspettò un pò,ma quella presenza non gli rispose e dopo qualche minuto di attesa richiuse gli occhi,era troppo stanco per preoccuparsi di parole pronunciate da voci sconosciute,doveva riposarsi se voleva partire con le energie in corpo e la gamba guarita.

Chiuse le palpebre è si addormentò.


La mattina dopo,poco prima dell'alba.

All'interno della casa,della venerabile Kaede,dormivano:Shippo,che per ovvie ragioni dettate dalla vita matrimoniale di Kagome non poteva più dormire insieme a lei,ed Ezio.

Quest'ultimo,per il suo aiuto verso l'intera comuncità del villaggio gli era stato offerto di dormire all'interno della casa della vecchia miko,un posto decisamente migliore di quella vecchia abitazione semi distrutta.

Dormiva in un futon,al caldo e al sicuro delle intemperie dell'inverno,tutto faceva sembrare che il fiorentino stesse dormendo tranquillo,ma non'era così.

Le sue palpebre erano chiuse,ma i suoi occhi si muovevano,stava accadendo qualcosa,nel suo subconscio.

Frammenti,frammenti di immagini attraversavano la mente dell'assassino,immagini sfocate,ma dal forte impatto visivo.

Una potente luce bianca,che emanava tutta la sua potenza all'interno di un luogo chiuso,ma ampio,con strane immagini e scritte inconprensibili.

La struttura presentava una forma architettonica perfettamente liscia e geometrica,nel vederla era come se quella costruzione si trovasse in un epoca che non le apparteneva,come se lo starci dentro fosse una cosa perfetamente innaturale.

La luce al suo interno esplose all'improvviso,avvolgendo tutta la stanza,ma nell'espandersi,avvolse tre figure, la sua e quelle di altri due uomini non ben riconoscibili.

- EZIO.

Dissero le due figure,urlando il nome dell'assassino e al contempo provando a raggiungerlo,allungando le proprie braccia,prima che quest'ultimo li perse dalla sua vista.

Il sogno finì,all'improvviso,poichè colui che lo aveva fatto,si era svegliato di soprassalto.

Gli occhi erano sbarrati,il suo corpo sudato,e il suo riposo bruscamente interroto,un bel modo per svegliarsi presto la mattina.

Si riprese un attimo e si calmò,si passò un mano sul viso mentre con l'altra faceva leva per tirarsi su,rimanendo seduto sul letto.

Si guardò attorno,come se volesse confermare a se stesso di essere nel mondo reale e non dentro alla sua testa.

Nel guarduare l'interno della casa si accorse che tutto ciò che vedeva era perfettamente normale,la sua veste,la sua armatura,le sue armi e i suoi stivali erano vicini a lui,attaccati al muro,come li aveva lasciati lui.

Shippo e Kaede dormivano ancora, il fuoco era spento e il freddo pungente del mattino cominciava a entare in casa.

L'assassino era ormai sicuro di essere tornato alla realtà,ed era anche sicuro che quello che aveva vissuto,non era un sogno,ma un ricordo.

- Amici miei,cosa vi è successo?

Disse il fiorentino prima di alzarsi dal futon ed indossare tutto il suo equipaggiamento,ancora sentiva,quella luce che lo investì in quel momento,ricordava ancora,le voci di coloro che fecero il suo nome.

Senza le sue vesti si poteva ben vedere la notevole muscolatura dell'uomo,petto,braccia,addome,dorso e gambe erano ben sviluppati ed ogni muscolo del suo corpo mostrava la grande prestanza fisica di Ezio.

Già in gioventù,Ezio aveva dimostrato capacità fuori dal comune per la maggior parte dei suoi coetanei,poi,col passare degli anni e le continue lotte contro i suoi nemici giurati,lo avevano reso più veloce,più forte,più agile e più abile di un persona comune.

Finito di vestirsi Ezio si avvicinò all'entrata,diede un ultima occhiata alla vecchia Miko,al cucciolo di volpe e uscì dall'abitazione.

Il silenzio di quell'invernale mattina riecheggiava per tutto il villaggio,non un anima viva era fuori di strada,se non lui,non un suono si poteva udire,se non quello prodotto dai suoi caldi stivali in pelle.

Il silezio,era l'unico vero padrone di quella mattina.

L'assassino si avvicinò alla lunga scalinata della collina,tolse un pò di neve da uno degli scalini,ed infine vi ci sedette sopra,voleva restare li,ad osservare il paesaggio.

Com'era tranquillo quel posto,a quella quella precisa ora del giorno,senza il rumore dei lavori di ricostruzione,senza i briganti che avevano attaccato il villaggio,sembrava tutto così pacifico,oppure no?

Ad un certo punto,Ezio vide in lontananza un figura vestita di rosso,era Inuyasha.

L'hanyou arrivò di fronte all'assassino è lo saluto,mostrando espressione piena di perplessità.

- Ciao.

- Ciao ragazzo,che ci fai alzato a quest'ora?

- Niente,mi sono svegliato presto...è comunque,il mio nome non'è ragazzo,ma Inuyasha.

- Inuyasha?...lo terrò a mente,comunque,ti va di farmi compagnia?

- Mi spiace ora non posso,devo andare a parlare con quel testone di mio fratello,dubito che il tuo avvertimento di ieri lo abbia fatto desistere ad andare a quella festa.

- Tuo fratello?

Disse Ezio con un tono che mostrava un certo stupore.

- Si,perchè?

- No nulla,ti di spiace se vengo anche io da tuo fratello? Sai,vorrei convincerlo a non partire.

- Se vuoi,ma ti avverto,mio fratello è un tipo molto testardo.

- Se per questo lo sono anche io.

Disse l'assassino mentre mostrava un sorriso arrogante.

- D'accordo,seguimi.

Ezio si alzò in piedi per poi incamminarsi insieme ad Inuyasha,forse il suo tentativo di far cambiare idea allo yokai sarebbe riuscito,anche se in realtà lui stesso dubitava dell'esito che si aspettava.

Mentre i due percorrevano una stradina che portava fuori dal villaggio,notarono che alcune persone stavano uscendo di casa,erano gli uomini e le donne che andavano ai margini della foresta a tagliare gli alberi,che sarebbero serviti per i lavori di ristrutturazione.

Quando furono notati dagli abitanti,furono salutati con grande entusiasmo,sopratutto Ezio,era divenuto un eroe per quella gente che cercava di ricostruire tutto ciò che era andato distrutto.

L'assassino a sua volta salutò gli abitanti,agitando la mano,per poi continuare per la sua strada,era felice nel vedere quelle persone,che anche se avevano perso molto durante l'attacco,erano speranzose e piene di energia.

Dopo qualche minuto erano usciti dal villaggio e cominciavano a intravedere gli alberi in lontananza.

- Inuyasha.

Disse Ezio con tono serio.

- Che c'è?

- Mi sapresti dire che tipo è tuo fratello?

- Strana domanda,perchè me lo chiedi?

- L'attacco al villaggio è stato solo una copertura,il vero obbiettivo dei templari era tuo fratello,quindi,se sono interessati a lui deve esserci un valido motivo.

- Tu dici?

- Temo di si,non vedo altra spiegazione,ma rispondimi,che tipo è tuo fratello?

- Beh,se proprio vuoi saperlo...è un tipo freddo,orgoglioso è troppo sicuro di se,insomma,un vero yokai.

- Uno Yokai? E cosa sarebbe?

- Che cosa? Tu non sai che cos'è uno yokai? Ma da dove arrivi,da un altro mondo?

- Si potrebbe dire di si,però,tuo fratello,mi ha fatto una strana impressione.

- In che senso?

- Non te lo spiegare,ma credo che tuo fratello abbia ricevuto quella lettera per un ragione.

- Spiegati meglio.

- Ecco,io penso che i templari vogliano qualcosa da lui.

- Ne sei certo?

- Fidati,so quel che dico.

Dopo che la discussione era finita,i due si diedero un breve occhiata,uno negli occhi dell'altro.

I loro sguardi trasmettevano un senso di pericolo nello scrutarsi a vicenda,i loro sguardi erano tesi,i loro volti erano di pietra,troppo seri per poter sorridere,troppo pensierosi per potersi godere la mattinata.

Dopo la discussione rimasero in silenzio,fino a che,non trovarono lo yokai,appoggiatto all'albero che la sera prima.gli aveva fatto da riparo dalla nevicata.

Sesshomaru era sveglio,con la testa appaggiata all'albero e gli occhi rivolti verso il cielo,come se avesse lo sguardo perso nel vuoto.

Sembrava calmo,tranquillo,perfettamente in pace con il mondo che lo circondava.

Ma la verità era un altra,era solo calma apparente.

Lo yokai abbassò lo sguardo,sapendo già chi avrebbe visto.

- Inuyasha,che ci fai qui? Fammi indovinare,l'umano ti ha convinto a non farmi partire.

- Sesshomaru,sai bene che io sono un tipo aggressivo,ma nemmeno io mi butto in un impresa così ardua.

- Non sono cose che ti riguardano.

Detto questo Sesshomaru rivolse la sua attenzione verso i fiorentino.

- E tu,credevo che avessi capito le mie intenzioni.

Intervenne Ezio.

- Speravo di farti cambiare idea,ma non posso obbligarti a restare,se vuoi andare,vai,anche se dubito che possa camminare con una gamba ferita.

- Gamba ferita?

Disse Sesshomaru mentre sul suo viso si stampò un sorriso arrogante,si alzò tranquillamente in piedi e cio che fece vedere ad Ezio dava dell'incredibile.

Nel punto in cui la gamba era stata danneggiata non c'era più niente,niente sangue,nessuna cicatrice,niente di niente.

-Non ho idea di cosa tu stia parlando.

Ezio era rimasto stupito da quello che stava vedendo,com'era possibile tutto cio?

Una ferita del si sarebbe potuta rimarginare in così breve tempo,per non parlare delle rischio che la ferita si potesse infettare.

Tutto ciò sembrava assurdo,un taglio del genere richiedeva cure molto attente e le mani di un buon cerusico,(un cerusico era l'equivalente medievale degli odierni medici,praticavano molti campi della medicina e in particolar modo la chirurgia,anche se in modo precario,li si poteva riconoscere dalla maschera da uccello dal becco lungo,usata a fini igenici e per impedire di contrarre malattie dei pazienti che visitavano).

- D'accordo,ora sono confuso,come hai fatto?

- Tze,ma che domande fai? Sono uno yokai.

- Ancora con questa parola,yokai,che cos'è uno yokai?

- Quello che sono io.

- E cioè?

- Un essere superiore.

Nel sentire quella frase Ezio rimase in silenzio,mentre i suoi occhi assumevano un aria più dura.

- Davvero? Ma allora com'è possibile?

- Che cosa?

- Che un essere tanto superiore come te,sia stato ridotto così malamente,no perchè,c'è qualcosa che mi sfugge.

Lo yokai stentava a credere a quello che aveva sentito,Ezio non stava semplicemente facendo dell'ironia,lo stava prendendo deliberatamente in giro.

Si alzò da terra,togliendosi dall'albero alla quale era appoggiato e facendo qualche passo in direzione dell'assassino,nessuno si poteva permettere di insultarlo,soprattutto se era un umano.

- Sai chi sono io?

- Non saprei,vediamo,a giudicare dalle vesti,dalla capigliatura e dalle lunghe unghie,penso che tu sia un ragazzo molto effemminato.

A quel punto Sesshomaru alzò la mano destra e l'aprì mostrando attentamente gli artigli al suo avversario.

- Tu,insulso umano,come osi farti beffe di me? Ora ti faccio a pezzi.

Ezio dal canto suo non era preoccupato e si scrocchiò le mani,quasi a sfottere l'essere che aveva di fronte.

- Uh sicuro?Sai non vorrei che una principessa come te si rovinasse i capelli e si spezzasse un unghia,poi come lo spiegeresti alle tue dame di compagnia?

- Ora ti faccio vedere io.

Sesshomaru avanzò con la gamba sinistra,mentre nello stesso momento portava il braccio destro in alto a destra,tenendo la mano aperta con l'intenzione di usare gli artigli.

Poi abbassò il braccio mettendoci dentro tutta l'intenzione di stroncare la vita dell'umano che aveva osato sfidarlo.

Ma Ezio di certo non aveva alcuna intenzione di essere colpito.

Avea già notato il tipo di attacco che Sesshomaru gli stava portando contro,sapeva perfettamente che cosa fare.

La mano dello yokai si avvicinava sempre di più alla testa dell'assassino,gli artigli erano sempre meno distanti dalla gola dell'assassino,ma Ezio sapeva perfettamente cosa fare.

Il colpo di Sesshomaru si avvicinava,di più,di più,ancora di più.

Ed infine...Ezio fece la sua mossa.

Un colpo solo,un unico,preciso,rapido,pugno,dritto contro il naso dello yokai,all'apparenza non sembrava un colpo particolarmente forte,ne tanto meno molto spettacolare,ma si sa,le apparenze ingannano.

al momento dell'impatto col naso di Sesshomaru,il pugno di Ezio esercito una forza tale da spingere la testa dello yokai all'indietro,causando il piegamento del collo,che andando indietro fece rimbalzare il cervello all'interno della scatola cranica,causando così un leggero stordimento.

Lo yokai indietreggiò spinto com'era dal colpo ricevuto,il braccio che doveva stroncare la vita di quell'umano così impertinente indietreggiò,per poi cadere vicino al fianco senza alcun controllo del suo proprietario.

Fece qualche passo indietro,barcollando,poi si fermò,guardò di fronte a lui.

- Che cosa mi hai fatto?

Disse Sesshomaru,ancora stordito dal colpo precedente.

- Colui che si crede migliore attraverso la propria superbia,non'è diverso dagli altri stupidi,poichè perde di vista i propri difetti e non fa nulla per migliorarsi veramente.

Scese il silenzio più assoluto,le parole dell'assassino erano rivolte a Sesshomaru,ma non per deriderlo,ma piuttosto per consigliarlo,quasi volesse trasmettergli una perla di saggezza,se non addirittura fargli da maestro.

- Scusa,che hai detto?

Chiese Inuyasha mentre guardava Ezio con sguardo perplesso,quasi perso nel vuoto.

- Niente,ho solo detto tuo fratello è stato troppo arrogante.

- Questo è normale,lui è sempre arrongante.

Sesshomaru si era ripreso dal colpo che gli era stato inflitto precedentemente,guardava l'assassino con sguardo arrabbiato.

- Taci hanyou,tu non c'entri nulla con questa storia.

- C'entro e come,eravamo venuti a farti ragionare,ma vedo che è tutto inutile.

- Infatti,ora togliti,prima che ti faccia a pezzi.

Intervenne Ezio.

- Lascia stare,è troppo cocciuto per capire i suoi sbagli.

- Sbagli?Non sono di cosa tu stia parlando.

Disse Sesshomaru rivolgendosi al fiorentino.

- Te lo spiego subito,ti da fastidio il fatto che un umano sia riuscito a farti del male,ma non ti rendi conto che hai detto solo stupidaggini?

- Che cosa?

- Ascoltami attentamente,sei davvero sicuro di quello in cui credi?

- Di che cosa parli?

- Rispondimi,sei davvero sicuro di quello in cui credi?La distanzione che stai facendo tra me e te e solo un pregiudizio razziale,il tuo elevarti come essere superiore,nasce da una convinzione errata o da un insegnamento sbagliato,ciò distoglie la realtà che ti circonda e non ti permette di comprendere appieno le diversità di cui il mondo è pieno.

- Che razza di idiozie.

- Pensala come ti pare,ma allora spiegami una cosa,se io sono tanto inferiore,perchè io e il capo dei briganti siamo riusciti a ferirti?

A quel punto lo yokai si bloccò,i suoi occhi erano sbarrati,la sua bocca era impossibilitata a muoversi,il suo corpo paralizzato e le sue convinzioni erano in bilico tra l'erigersi ad assoluta verità e cadere nel baratro del dubbio.

Non sapeva cosa fare,non sapeva cosa pensare,non sapeva cosa dire,in fondo Ezio non aveva tutti i torti,il brigante era riuscito a ferirlo ed Ezio gli aveva portato un pugno dritto sul naso,tutto era inconcepibile per uno yokai,però era successo.

- Padron Sesshomaru.

All'improvviso,quasi a salvare lo yokai da quella situazione,si sentì la voce del suo piccolo servitore proveniente dalla foresta,in una delle sue zampette teneva ben stretto delle redini,che a loro volta tiravano con se una grossa bestia.

Era un drago,con due teste con entrambe un collo alto,massiccio e con un criniera nera,aveva possenti zampe con tre dita ciascuna.con ognuna un grosso artiglio e su tutto il corpo,tranne per la parte bassa del corpo,era ricoperto da squame marroni,per non parlare poi della lunga coda,in grado di tirare pesanti colpi.

Era anche munito di museruola,una per ogni bocca,un pettorale decorativo da cavallo in acciaio e una grossa sella nera,sulla quale stava seduta la piccola Rin.

- Siamo pronti per partire.

Disse il kappa con aria reverenziale,com'era di solito fare.

Lo yokai però non aveva distolto il suo sguardo da quello del fiorentino,il loro scontro ora era sul piano mentale,e anche stavolta,tra loro due,Ezio era quello in vantaggio.

- Andiamo.

Detto questo iniziò a camminare verso la foresta.

- Il nostro scontro non finisce qui,assassino.

Disse lo yokai senza neanche voltarsi.

- Ne sono certo,tuttavia,c'è una cosa che devo dirti.

Lo yokai si fermò di colpo.

- Parla.

- Se pensi che stai andando,da colui che ti ha invitato,di tua spontanea volontà,allora ti sbagli,tu non sei libero come credi.

- Ti sbagli,sono libero di scegliere ciò che voglio,e io voglio partire.

- No ti sbagli,la scelta è un illusione che pochi sanno comprendere appieno,se per te scegliere è sinonimo di libertà,allora sei caduto nella trappola che è stata preparata per te.

- Di quello che ti pare,ma in ogni caso,io me ne vado.

Sesshomaru ritornò su i suoi passi allontanandosi poco alla volta dalle uniche due persone che aveva cercato di fermarlo,si avvicinò al drago bicefolo e poi ci salì sopra,posizionadosi di fronte alla bambina.

- Rin.

- Si mi dica.

- potresti scendere un attimo? Devo controllare una cosa.

- Certo.

Disse la bambina con tono felice.

Scendendo dal bizzarro destriero i piedi nudi di Rin entrarono in contatto con la fredda neve,ma non ci fece caso,come se non gli facesse nessun effetto.

Poi all'improvviso,appena Rin toccò terra,la creatura si alzò in aria,come la gatta di Sango,nel vedere quello spettacolo Ezio era rimasto quasi di stucco,non bastava che quel drago avesse due teste,ma poteva anche volare.

- Padron Sesshomaru.

- Signor Sesshomaru.

Dissero Rin e Jaken nel vedere lo yokai librarsi in aria insieme al grosso rettile bicefalo,per poi andarsene,volando oltre il limite del normale campo visivo umano.

al piccolo kappa e alla bambina non restò altro da fare che abbassare lo sguardo,rassegnati all'idea di non poter seguire il loro capo in un altro viaggio.

- Jaken,perchè il signor Sesshomaru ci ha lasciato qui?

Chiese la piccola rivolgendosi al verde servitore dello yokai,a quella domanda anche il kappa si  rattristò,per poi abbassare la testa e guardare il terreno.

- Io...non lo so.

- Io invece si.

All'improvviso,si fece sentire una voce femminile,candida e soave.

Da dietro un albero li vicino uscì la figura di una donna,la stessa donna che stata nel luogo in cui lo yokai e il brigante si erano scontrati la mattina precedente.

- Se volete vi rispondo io.

Disse lei mostrando un sorriso,mentre il resto del volto era coperto dal suo cappuccio bianco.

- E tu chi diamine saresti?

Disse Inuyasha con il suo classico tono aggressivo,vedere quella sconosciuta fece nascere uno strano presentimento.

- E un assassina,come me.

Rispose Ezio con tono calmo,le vesti bianche,quel cappuccio così particolare,era chiaro cosa fosse,ma chi fosse,era un bel mistero.

- Voi dovete essere l'assassino venuto da lontano,il vostro nome?

- Ezio Auditore.

Nel sentire queste parole la donna camminò in direzione dell'assassino,ogni passo che faceva veniva portato con la grazia di una dea,quasi fosse una nobildonna.

Arrivata al cospetto del fiorentino,la misteriosa figura piegò la testa e la schiena in un inchino mentre la mano destra veniva poggiata con delicatezza sul petto

Inuyasha,Rin e Jaken erano rimasti sorpresi da una tale azione,era come vedere una principessa che si inchinava di fronte ad un guerriero vagabondo,come se una dea si inchinasse di fronte ad un perfetto sconosciuto.

- Era da tempo che vi aspettavamo,mentore.

Ciò che disse la misteriosa donna aveva sbalordito tutti i presenti,compreso lo stesso Ezio.

Chi era lei? E per quale motivo aspettava l'arrivo del fiorentino?

- Sesshomaru è in grave pericolo,qualunque cosa voglia quell'uomo da lui,temo che potrebbe non uscirne vivo,dobbiamo intervenire.

La mattina non era cominciata nel migliore dei modi e questa nuova rivlezione l'aveva resa peggiore.

Cosa voleva ottenere quell'uomo da Sesshomaru?Che la presenza di Sesshomaru a quell'evento fosse così importante?

Ormai Sesshomaru era partito e non si poteva fare più nulla per fermarlo.

Ma quella mattina aveva portato anche una buona notizia,la presenza di una assassina voleva dire molto per il fiorentino,perchè si sa,dove c'è un assassino,c'è ne sono altri.

E per loro fortuna,avevano il loro appoggio.

Forse quella giornata non era poi cominciata così male.


In quello stesso istante,in luogo imprecisato delle terre occidentali,in un luogo buio,illuminato da due enormi bracieri,una figura,non ben riconoscibile,dalle fattezze maschili si ritrova,con la testa inclinata e con un ginocchio poggiato a terra.

- Maestro,porto notizie.

Disse l'uomo con tono serio.

- Dimmi,ti ascolto.

Una voce si fece sentire nel buio,il suo tono era grande e profondo,ma calmo.

- Ci è giunta notizia da i nostri informatori e dai nostri fratelli di lama che la situazione nel paese sta peggiorando,Oda Nobunaga si dirige verso Kyoto con un esercito di elevata potenza,si dice anche faccia scambi commerciali con stranieri dalla pelle chiara provenienti dal lontano occidente,ottenendo in cambio armi da fuoco mai viste prima.

- Hai delle notizie buone?

- Si,per fortuna,le ambizioni del signore di Owari vengono contrastate dalle famiglie dei Takeda,degli Uesugi,per non parlare della stessa famiglia imperiale,forse c'è speranza.

- Speriamo sia così,comunque,c'è un ultima cosa che devo chiederti,ci sono notizie sullo straniero e sul figlio di Inu no Taisho?

- La nostra sorella che avete inviato nelle terre di Musashi e ancora in missione,non abbiamo ricevuto informazioni.

- Capisco,ora va,procedi pure nei tuoi compiti.

- Si maestro.

Detto questo l'uomo si ritirò nell'oscurità dalla quale era giunto,in attessa di ricevere altri ordini.

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Capitolo 16
*** Proposta indecente ***


Il giorno dopo,nelle terre dell'ovest.

Sesshomaru,in groppa al suo destriero a due teste,volava sopra le distese innevate dei territori della sua famiglia.

L'aria gelida del mattino non'è era un problema per Sesshomaru,che ben gradiva quelle gelide temperature,come se quel gelo fosse parte di lui.

Ma la verità era un altra,quella mattina il freddo che sentiva sulla pelle gli procurava benessere,un benessere che combatteva qualcosa che bruciava al suo interno,qualcosa che lo consumava dentro,il dubbio.

Ricordava bene le parole che l'assassino gli aveva detto il giorno prima.

- Il tuo elevarti come essere superiore,nasce da una convinzione errata o da un insegnamento sbagliato,ciò distoglie la realtà che ti circonda e non ti permette di comprendere appieno le diversità di cui il mondo è pieno.

all'inizio questa frase non lo preoccupava,ma poi,ora che ci ripensava,gli era sembrata una secchiata d'acqua bollente in pieno volto.

Quell'umano,chi poteva mai essere quell'Ezio,così saggio e allo stesso tempo un abile guerriero,chi era lui veramente per poter sconvolgere la mente di uno yokai con delle semplici parole?

Chi era quell'Ezio,che era nato molto tempo dopo la nascita del figlio del generale cane,arrivare da lui e capovolgere ogni cosa che Sesshomaru conosceva come unica verità,per poi sconvolgere tutto e trasformarlo nel dubbio più atroce.

Da quando era comparso lui,la vita di Sesshomaru era stata capovolta e più lui andava avanti con questa storia più lui si poneva domande.

Le terre sotto di lui erano ricoperte di neve,colline e intere distese d'erba erano sepolte sotto quel gelido manto bianco,una paesaggio ben gradito allo yokai.

- Le terre occidentali,sono esattamente come me le aspettavo,molto meno gloriose di come le avevano descritte.

Disse la voce all'interno della sua testa con tono deluso,a quelle parole Sesshomaru si irritò leggermente.

- Bada a come parli,hai la minima idea di dove ci troviamo?

- Si,in trappola,scommetto che appena sei entrato in queste terre ti hanno subito avvistato.

- Tu dici?

- Credimi,chiunque può essere un templare,anche coloro che sospetti di meno.

- Vedrò di starci attento,ma ora basta parlare,siamo arrivati.

In lontananza,su di una collina,si poteva intravedere un castello,le cui particolari caratteristiche erano ben visibili.

La struttura mostrava la presenza di una lunga cinta muraria,con un perimetro di almeno otto kilometri,due per lato,ed era provvista di enormi portoni di legno e torrette di avvistamento.

Il castello,dimora di suo padre,dimora che gli spetta di diritto,Sesshomaru ricordava molto bene gli anni di quand'era ancora un bambino.

Gli anni passati ad allenarsi in cortile con il padre,le lezioni con i maestri e gli istruttori,che gli insegnavano cose come la purezza degli yokai e la loro perfezione.

Si ricordava persino la prima volta in cui era uscito dal suo castello,grande fu la gioia che provò per la prima volta ad attraversare le proprie terre a piedi,accompagnato solo dal padre.

Le colline,l'erba,il cielo azzurro,qualche nuvola che vagava da sola,il sole caldo,ma poi,la figura del padre offuscava ogni altro ricordo,quasi a volersi conquistare un posto speciale nella mente dello yokai,già,quelli si che erano bei tempi.

Ma non era quello il momento per lasciarsi andare alle memorie del passato,c'era altro della quale preoccuparsi.

Ormai aveva raggiunto la sua destinazione,il castello era di fronte a lui.

- Ah-Un,scendi.

Il rettile bicefalo rispose al padrone con un verso simile ad un muggito,per poi scendere a terra.

Di fronte a lui,un enorme portone rosso,circondato dalle bianche mura del castello,si poneva dinanzi a coloro che volevano entrare nella residenza di questa nobile famiglia.

Nel vedere il portone di ingresso non potè non accorgersi della presenza di una persona di fronte alla porta.

- E lui chi sarebbe?

Si chiese Sesshomaru con grande sorpresa.

Appena scese a terra,lo yokai si rivolse al drago.

- Resta nei paraggi.

Disse Sesshomaru mentre si allontana dalla sua cavalcatura.

Mentre si avvicinava alla porta,Sesshomaru avvertì una strana sensazione,più si avvicinava a quell'uomo,più la sensazione si faceva forte,era come se qualcosa dentro di lui gli dicesse di stare in guardia e prepararsi a combattere.

Un passo,un altro passo,un altro passo ancora,più si avvicinava,più sentiva il bisogno di estrarre la spada e tranciare la testa di quello sconosciuto prima che se ne accorgesse.

Quello sconosciuto,coi capelli neri,il kimono bianco e gli hakama neri,metteva una grande soggezzione al figlio di Inu No Taisho.

- Vedo con piacere che siete qui.

Disse l'uomo a Sesshomaru senza staccare lo sguardo dalla porta.

-Sapete,molti umani in questo paese ci considerano dei mostri,mentre molti yokai pensano che gli umani siano solo dei deboli,forse la verità e che tutte queste differenze e pregiudizi,non siano altro che una scusa per colmare la propria ignoranza,poichè cio che ignoriamo avvolte può anche farci paura.

Finito di parlare l'uomo si voltò mostrandosi in volto di fronte a Sesshomaru rivelando chi era,lo yokai dagli occhi di colori diversi.

E sulla fronte di quell'estraneo,Sesshomaru vide un simbolo a lui ben noto da non molto tempo,un simbolo che faceva parte di una delle tante domande che gli passavano per la mente.

Una croce rossa,una croce templare.

Alla vista di quel segno,lo yokai di ghiaccio perse la sua naturale freddezza,uno strano brivido gli percorse tutta la schiena,un brivido gelido,nato dal nervosismo che si faceva strada nella sua mente.

- Ma...quella croce...allora sei tu che mi hai mandato quella lattera.

- Esatto...e noto con immenso piacere che voi siete qui,era da tanto che volevo fare la vostra conoscenza,il piacere e tutto mio.
 
Il templare mise la mano destra sul petto è poi eseguì un leggero inchino,il suo viso era calmo è nelle sue parole sembrava ci fosse solo la verità.

Tuttavia Sesshomaru era preoccupato per la situazione nella quale si trovava,aveva di fronte l'uomo che gli aveva inviato quella lettera è non sapeva che cosa fare.

 Aveva intenzione di attaccarlo,ma forse era meglio parlargli,in fondo gli aveva inviato quella lettera per una ragione,tanto valeva fare quattro chiacchiere sulla questione.

- Ehi voi,chi siete?

Disse un uomo che stava su una delle torrette di guardia sulla cinta muraria.

Indossava un kimono bianco dalle maniche larghe,un lungo hakama bianco con le pieghe e un lungo copricapo nero simile a quello di jaken,con la differenza che era nero e dotato di sottogola.

Dietro la schiena invece portava una faretra nera,in legno,con all'interno numerose frecce,tutte con le stesse caratteristiche,punta corta ma accuminata,un corpo sottile ma molto lungo ed erano ornato con piume di rapace,per dargli una maggiore aerodinamicità.

Ma la cosa più interessante era quello che teneva nella mano destra,uno yumi,(lo yumi è un caratterisco arco giapponese diverso da tutti gli altri archi,grande quanto un uomo o poco più,quest'arco in bambù e in grado di scoccare freccie su distanze che vanno ben oltre del longbow inglese,non a caso Kikyo e altre miko fanno uso di quest'arma per abbattere entità maligne).

- Sono Sesshomaru,figlio di Inu no taisho,apri la porta.

- Si,subito signore.

Disse la guardia intimorita dalle parole del giovane yokai,si girò indietro dando alle spalle a Sesshomaru.

- Il figlio della nostra signora e qui,aprite la porta.

Detto questo il gigantesco portone si aprì in due parti,permettendo ai due di entrare nel castello.

- Signor Sesshomaru,dopo di lei.

Disse il templare mentre con un braccio che si stendeva verso la porta e con la mano completamente aperta,indicava a Sesshomaru di proseguire.

Sesshomaru non se lo fece ripetere due volte e superò lo sconosciuto entrando per primo nel castello,cosa più che normale,visto che quella era casa sua.

Subito dopo gli venne dietro lo straniero che così facendo oltrepasso anche lui la soglia di quella immensa dimora.

Vicino alla porta si potevano notare diverse guardie,gli arcieri sulle mura,mentre le truppe di fanteria a terra.

Una delle guardie si avvicinò ai due ospiti,mise le braccia lungo i fianchi e poi si chinò in avanti,era vestita come l'arciere,con l'unica differenza e che al posto del lungo copriocapo aveva un pettorale,simile a quello di Sesshomaru e portava con se un'arma in asta,la yari,(la yari è un lancia tipica del giappone,usata sia dalle truppe di fanteria più semplice,come gli ashigaru e le truppe d'elite come i samurai,quest'arma era formata da un asta alla cui estremità venica posta un sottile ma resistente punta d'acciaio,in grado di passare anche tra le più piccole fessure di un armatura.)

- Bentornato signore,la stavamo aspettando,vedo che con lei c'è anche l'ospite che sua madre sta attendendo.

- Ospite?

- Si,l'uomo che è con lei e il sommo...

Intervenne il templare.

- Ve ne prego,preferirei non essere annunciato,ho intenzione di presentarmi personalmente al figlio di Inu no Taisho.

Disse il templare in modo pacato,cortese e con un piccolo sorriso.

- Certo,come volete.

- Vi ringrazio.

Il templare si rivolse a Sesshomaru.

- Andiamo?

Senza dir niente,Sesshomaru passò ancora una volta davanti allo sconosciuto facendogli strada verso l'interno del castello,la cui struttura era spettacolare.

All'interno della cinta muraria e superato il grande portone ci si ritrova all'interno di un enorme piazza,rettangolare,larga almeno quanto uno stadio di calcio,ai cui lati si trovavano edifici,ognuna con una sua specifica mansioni,caserme per le guardie,alloggi per la servitù,armerie,magazzini,cucine,bagni,persino delle locande,usate sia dalle guardie che dagli stranieri in visita nel castello,anche se era più probabile che le persone più importanti risiedessero in luoghi meno frequentati dagli yokai comuni.

Al suo interno era impossibile non imbattersi nei servi o in una comitiva di guardie,impegnate nel loro giro di ronda,grande era l'immagine che quell'ammasso di persone regalava a chi non era abituato a stare in posti così affollati.

- Signor Sesshomaru,posso farle una domanda?

- Ditemi.

- Cosa vedete in questa piazza?

- Cosa vedo in questa piazza? Che razza di domanda,servi,guardie,emissari di altre casate,cos'altro dovrei vedere in questo posto?

- Semplice,la società,la nostra società.

- Non capisco.

- Vedete,all'interno di questo castello,ci sono moltissimi yokai,ma fuori da qui?Nel resto del regno?No,solo colline e foreste quasi disabitate,certo,sono belle da vedere ed esplorare,ma io ritengo che non ci sia immagine più triste e al contempo più veritiera di ciò che questa razza è diventata.

- Di cosa state parlando?

- La maggior parte degli yokai tendono a vivere liberi e indipendenti e questo provoca la mancanza di un vero regno,forte è stabile,siamo una razza che per quanto potere possa ottenere,non riuscie a centralizzarlo,per questo,ci sono tanti regni yokai in questo paese,la mancanza di un centro nevralgico ci rende in realtà politicamente e socialmente deboli e divisi.

- Dove volete arrivare?

- Ve lo dico subito,senza troppi giri di parole,desidero che voi diventiate come me,un templare.

Sesshomaru rimase allibito a quella proposta,l'espressione sul suo volto non riusciva a nascondere il suo stupore,lui diventare un templare? Era assurdo.

- Cosa?Prima mi fa attaccare un suo sottoposto e poi mi dice di volermi come alleato?Starà scherzando spero.

- No al contrario,sono serissimo,il fatto che l'abbia fatta attaccare non vuol dire che io avvessi qualcosa contro di lei,anzi,volevo capire se eravate all'altezza delle aspettative e lo siete stato.

- Vorrebbe dirmi che mi ha messo alla prova?

- Esattamente,vede,ho dei progetti per lei.

- Per me?Che intende dire?

- Lei è lo yokai che può salvare la sua stessa razza,queste terre necessitano di un uomo ben diverso da suo padre.

- Non dica sciocchezze,mio padre era un buon generale.

- Esatto,un generale,ma non un re,con il giusto addestramento potreste diventare non solo uno yokai più forte e potente,ma anche più saggio,che ne dite?

- Dico che c'è qualcosa che non va,se mi alleo con voi è divento re,voi cosa ottenete?

- Io sono un templare,sono molte le cose che posso ottenere,ma ne voglio solo una.

- E sarebbe?

- Non posso ancora dirvi nulla,sappiate solo,che ciò che voglio,sconvolgerà ogni cosa,comunque,siamo arrivati da vostra madre?

Le parole del templare tendevano a stuzzicare la curiosità del glaciale yokai,tuttiva in quest'ultimo la voglia di fare a pezzi quello strano individuo non era passata,anzi,si era fatta più forte,sentiva che c'era qualcosa di pericoloso in quell'ospite tanto misterioso.

- Siamo quasi arrivati.

Dopo aver camminato per almeno dieci minuti all'interno della piazza,facendosi strada tra soldati e servi,arrivarono di fronte ad una struttura molto interessante.

L'edificio aveva una lunga base rettangolare della misura di ottocento metri e un altezza di trecento metri.

Ma la cosa più interessante era la sua struttura architettonica,nonostante fosse un edificio in stile giapponese,possedeva una forma triangolare,con vari strati di pietra,l'uno sopra l'altro è più in alto si andava più piccoli diventavano.

Un edificio molto particolare,diverso da tutti gli altri nella zona.

Percorsero la lunga scalinata che portava in cima alla particolare struttura,ogni scalino era bianco come la neve e ad ogni passo che si faceva si poteva ben notare la presenza di guardie anche la sopra,poichè ogni sezione era occupata da un buon numero di guardie,divise tra arcieri è unità di fanteria,come lancieri e spadaccini.

Infine arrivarono sulla sommità,dalla quale si poteva avere una buona visuale di tutto il castello e alle zone poco lontane dalle mura,come le colline e le poche foreste presenti.

- Ben arrivati,vi stavo aspettando.

La voce veniva dal centro della struttura,dove risiedeva un enorme trono con un morbido rivestimento in tessuto color porpora al centro dello schienile.

Chi ci era seduta sopra era una donna bellissima,con lunghi capelli d'argento di cui due parti erano intrappolate in quattro  code poste ai lati opposti della testa,due che scendevano fino ad arrivare al petto e due più lunghe che arrivavano fino alla base del collo.

Sulla fronte portava il segno di una mezzaluna viola,mentre su un altra parte del volto,le labbra,erano colorate con un rossetto viola,quasi a voler dare un minimo di sensualità alla sua figura.

E per finire,indossava un lungo hadaji,con sopra un kimono fuczia con mitivi artistici bianchi simili a linee curve e sopra di esso c'era un grosso soprabito blu accompagnato da una lunga e soffice pelliccia bianca,(probabilmente e la coda della stessa donna,che la usa come ornamento per la regale veste).

- Madre.

Disse Sesshomaru rivolto alla signora.

- Signora Taisho.

Disse il templare rivolto anche lui alla stessa.

- Figlio mio,vedo che hai già conosciuto il nostro ospite,ovviamente ti avrà già accennato hai dettagli della festa,vero?

- Quali dettagli?

Chiese Sesshomaru curioso,dirigendo lo sguardo verso l'ospite.

Intervenne il templare.

- Semplice signor Sesshomaru,durante la festa ho intenzione di mostrare agli ospiti la mia collezione privata,in particolare a voi.

Sesshomaru si incuriosì nel sentire quelle parole,collezione privata?Che intendeva con collezione?

- Collezione? Di cosa?

- Antichità,vorrei esporre i pezzi da me ritrovati in anni e anni di viaggi ed esplorazioni.

- Pezzi? E di cosa?

- Di tutto,vasellame,utensili,attrezzi da lavoro,armi,armature,vesti,persino antichi scheletri,vorrei che lei e la signora qui presente diventiate due dei miei ospiti d'onore nei sarei molto grato.

Intervenne la signora madre.

- Ci saremo.

- Bene,me ne rallegro,non vedo l'ora che il giorno della festa arrivi.

Il templare si rivolse a Sesshomaru.

- Così almeno potrei anche parlarle in privato,di quella faccenda di cui dobbiamo continuare il discorso che abbiamo lasciato prima.

Sesshomaru guardava l'ospite con sguardo di ghiaccio,sapeva bene dove voleva andare a parare.

- Certamente.

- Bene,detto questo,posso anche andare,ho troppe cose da fare e troppo poco tempo per farle,se mi volete scusare,vi saluto,vi auguro buona giornata.

Il templare scese giù per le scale,ma all'improvviso,qualcuno lo fermò.

- Qual'è il vostro nome?

Disse Sesshomaru con tono freddo.

Lo straniero si girò verso il figlio di Inu no taisho e mostrandogli un piccolo sorriso.

- Akira,se c'è altro che volete sapere da me,chiedete pure.

Disse Akira con tono gentile e pacato,tuttavia Sesshomaru sentiva ancora quella strana sensazione dentro di lui,sentiva il bisogno di ucciderlo,li,seduta stante,come se fosse un qualsiasi,debole,demone di infimo livello.

- Non preoccupatevi di me signor Sesshomaru,dopo tutto,non sono poi un uomo così pericoloso.

Lui si era accorto di come si sentiva Sesshomaru nell'averlo vicino,sentiva come quest'ultimo fremesse dalla voglia di ucciderlo,vedeva come qualche volta,nervosamente,teneva la mano sul manico di Bakusaiga,come se si stesse preparando ad uno scontro.

Ma la verità era un altra,lo scontro era già in corso,ma il loro non era un confronto fisico,anzi,peggio,era un duello sul piano psicologico e Akira era ben consapevole di come combattere questo scontro.

- Ditemi signor Sesshomaru,vi sembro forse una minaccia così grande?Una minaccia persino peggiore...di Naraku?

No,non era possibile,quel nome,era ricomparso,sulla bocca della persona che in quel momento avrebbe voluto eliminare ben volentieri.

- Voi,come fate a sapere di Naraku?

Sesshomaru aveva formulato quasta domanda con un tono ben poco calmo,che mostrava bene la presenza di una certa preoccupazzione.

- Come?Spiacente,non posso ancora rivelarvelo,non qui per lo meno,ora,se non avete nien'taltro da chiedere,io andrei,scusatemi.

Akira si girò nuovamente in direzione della piazza e cominciò a scendere gli scalini in modo calmo,pacifico,con la calma più assoluta.

- Pensate bene alla mia proposta,ah dimenticavo di dirvi,mi spiace che non abbia visto il vostro servo Jaken e la piccola Rin,mi sarebbe piaciuto conoscierli.

Pronunciate queste parole si allontanò poco alla volta,ripercorrendo gli scalini con la stessa calma di prima,un passo alla volta,senza fretta.

Ma l'apparenza inganna,e in quel momento,Sesshomaru era ben consapevole dell'inganno.

E non solo lui.

- Allora,com'è ti sei sentito a conversare con lo stesso uomo,che ti ha mandato un suo sottoposto a conciarti per le feste?

Disse la voce dentro di lui,con aria ironica.

- Sta zitto.

- Tu per lui sei come un libro aperto,sapeva che tu non ti saresti trattenuto alla sua provocazione,sapeva come avresti reagito alle sue parole.

- Zitto.

- E sa anche che tu andrai a quella festa,perchè lui sa che non potrai fare a meno di cadere nella sua trappola.

- Non intendo tirarmi indietro.

- E proprio questo quello che vuole.

- Allora lo avrà.

- Ascolatami ragazzino,tu non sei stupido,questo lo so,ma usa la testa,perchè dovresti rischiare di farti ammazzare,quando invece puoi prevenire le sue mosse e andartene fin che non sei in tempo?

- Perchè io non mi ritiro mai,chiunque sia colui che ho di fronte.

- Il fatto che tu non sia il tipo da arrendersi,non vuol dire che devi buttare via la tua vita,per cosa poi,l'arroganza?la vana gloria? Quell'uomo ha parlato di Naraku,come fa ha sapere della sua esistenza?Lo sai anche tu che questa non'è una cosa normale.

In effetti,non aveva tutti i torti,chi era quell'uomo? E perchè aveva fatto il nome di Naraku?

- Su questo hai ragione,ma ormai ho deciso,io vado.

- D'accordo,tanto so per certo,che ti renderai solo alla fine dell'errore che hai fatto.

la voce svanì proprio com'era venuta,all'improvviso,lasciando il glaciale yokai con i suoi pensieri.

Ora sapeva chi era l'uomo che gli aveva mandato contro il brigante,ma le domande più importanti erano altre.

Che intenzioni aveva quel templare?Aveva veramente intenzione di farlo diventare come lui? Ma sopratutto,Che cos'erano tutti quei discorsi sugli yokai e la società nella quale vivevano? Che cosa c'era dietro?

Chi fosse quell'uomo era un vero mistero,cosa volesse veramente da Sesshomaru era un mistero ancora più grande,lo yokai di ghiaccio avrebbe dovuto aspettare nella dimora di famiglia fino al giorno della festa.

Del resto non poteva ancora intervenire contro quel misterioso individuo,Akira,un nome,solo questo sapeva del templare.

Ma una cosa era certa.

Qualunque cosa volesse da lui,non l'avrebbe accontentato,Sesshomaru ricordava le parole di quella presenza,dalla voce femminile che gli parlò quella volta.

- La croce farà di tutto per avere te e la piccola umana,sei l'unico che puo proteggerla da loro,lei l'unica che può proteggerti da ciò che hai appena visto.

Sesshomaru non sapeva bene il significato di quelle parole,ma una cosa era certa,il fatto che Akira avesse nominato Rin era alquanto temibile,perchè mai sarebbe Rin sarebeb dovuta venira a quell'evento mondano?

Ora sapeva chi era colui che gli aveva tirato questo mancino e presto sarebbe arrivato il momento,per chiarire meglio la questione.




















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Capitolo 17
*** Nelle terre di Omi ***


In quello stesso istante,al confine tra le terre di Owari e quelle di Omi.

In quelle fredde lande,dominate da un forte colline,strade e villaggi,l'esercito di Nobunaga marciava verso la residenza di Azai Nagamasa,suo alleato e marito di Oichi,sorella del signore di Owari.

Le truppe erano ben riposate e per loro,nonostante il freddo,la marcia non era particolarmente difficile,poichè non solo si trovavano su territorio alleato,ma anche perchè camminavano su strade eccelentemente veloci,utili per gli spostamenti degli eserciti e per le rotte commerciali.  

Mentre i soldati marciavano ininterottamente,Oda Nobunaga e tre dei suoi generali a lui più fedeli,si trovavano in testa all'esercito,così che le truppe potessero farsi coraggio guardando il loro comandante sul suo terrificante cavallo nero.

- Stiamo per raggiungere il castello degli Azai,presto le mie truppe potranno riposarsi,ed io,chiedere aiuto a mio cognato.

Disse Nobunaga con un glaciale tranquillità,che faceva sembrare quella landa innevata,una verdeggiante distesa in pieno luglio.

- Certo,tuttavia signore,ritengo che gli Azai non siano così affidabili,dopo tutto hanno ancora buoni rapporti con la famiglia Asakura,di cui noi siamo ancora vassalli.

A parlare fu un giovane ragazzo,dai lunghi capelli castani e gli occhi del medesimo colore,indossava un kimono e degli hakama color dell'oro e sopra di essi un armatura da samurai completa,elmo compreso,molto appariscente,ogni parte del armatura,dall'elmo ai gambali,portava il simbolo di una mezzaluna leggermente coperta da sole due piccole e sottile nuvole.

L'espressione sul suo volto era buia,se non addirittura triste,come a voler mostrare i pensieri di costui.

- Mio caro Mistushide,vuoi forse dirmi che non dovrei fidarmi di Azai? Uomo di spiccata nobiltà d'animo e di altissimo onore? Si credo che tu abbia ragione.

- No,io...

- Dimmi la verità,tu pensi,che io sia un mostro? Non é vero?

Disse Nobunaga girando lo sguardo verso il giovane samurai,i suoi occhi,come di vetro,guardavano Mistushide con profondità,quasi a volergli scrutare l'anima.

- Ascoltami,io,so per certo che ciò che faccio non'è bello,ma va fatto,se voglio unificare un nazione tanto travagliata e divisa,devo diventare io stesso un mostro,non posso permettermi di cedere al senso di colpa,non ora almeno.

- Già,Tuttavia...

Intervenne qualcun'altro,anche costui era un ragazzo.

Portava una corta capiatura,ma questi erano neri e con una piccola coda riposta in un punto particolare,il centro della testa,una coda piccola,che puntava verso l'alto,quasi fosse la punta di una fiamma e in volto portava dei sottili baffetti,ma la cosa più interessante era un altra.

portava una veste molto particolare,indossava una corazza rossa di un armatura da samurai,che era tenuta insieme ad un spallaccio posto sulla spalla sinistra,lo spallaccio riportava sopra l'immagine di un macaco stilizzato,(un macaco e una scimmia originaria del giappone,vive principalmente in territori freddi e possiede un intelligenza molto sviluppata,nei periodi più freddi dell'anno,tende a fare il bagno in sorgenti termali naturali,tipici del suo habitat).

ma la vera unicità del ragazzo stava nella sua mano destra,di cui era provvista non di cinque dita,ma sei,possedeva un pollice in più.

Ma ciò non era dovuto ad un sortilegio o a qualche tipo di magia,era dovuto ad un sindrome,la Polidattilia,(la Polidattilia è un anomalia genetica,che consiste nell'aver un numero di dita,sia delle mani che dei piedi,ben superiore al normale,in alcuni casi,coloro che possiedono delle dita in più possono usarlo con la stessa mobilità di qualsiasi altro dito,anche se rara come cosa).

- Dovrebbe considerare l'idea di dover usare dei metodi meno drastici,ad esempio,si ricorda la distruzione del monastero dei monaci Ikko Ikki?

Chiese il ragazzo con aria tranquilla,senza preoccuparsi troppo delle parole che gli uscivano dalla bocca,quasi lo dicesse per scherzo.

- Si Hideyoshi,me lo ricordo bene,sono stato io a sterminare quella setta di monaci da strapazzo,non mi pento di aver ucciso,nè loro nè ogni uomo,donna e bambino appartenente a quella setta,quindi si,me lo ricordo bene.

- Non sarà stato un tantino esagerato?

- No,non se voglio unificare questa nazione,altre domande?

- No,speriamo solo che gli Azai non ci facciano un brutto scherzo.

Nel momento in cui Hideyoshi smise di parlare,Oda Nobunaga si mise ad osservare la meta,già visibile in lontananza,un enorme lago,tanto grande da sembrare un piccolo mare,circondato dalla terra ferma.

Era il lago Biwa,il lago più grande di tutto il Giappone e residenza della famiglia Azai,grande era la sua importanza,poichè a causa della sua immensa abbondanza di pesci e acqua potabile divenne vitale per la sopravvivenza di chi viveva in quella zona.

E Oda nobunaga lo sapeva bene,sapeva che l'attività principale di quella zona era la pesca,quindi,se suo cognato lo avesse aiutato con la sua marcia verso kyoto,allora non ci sarebbero stati problemi nello sfamare il suo esercito con l'ottimo pesce del lago,cosa che avrebbe sicuramente aiutato i soldati a combattere al meglio.

- Ieyasu,tu non hai nulla da dire?

Chiese Nobunaga senza distogliere lo sguardo sulla sua meta.

- No,nulla,se gli Azai si alleano con noi,bene,se ci contrastano invece li combatteremo,cos'altro si può dire se non questo?

Colui che aveva parlato era un ragazzo affascinante,portava una corta chioma nera,con in capelli tirati indietro,occhi marroni e sguardo deciso,indossava un kimono con sopra di esso un Haori bianco con ricami in oro,lo stesso per gli hakama e i sandali.

- Bravo Ieyasu,in guerra tutto è permesso,non importa se bisogna farsi strada abbattendo buoni o cattivi,innocenti o colpevoli,ciò che conta e l'obbiettivo finale.

Lo sguardo dell'oscuro damyo non si era distolto dal suo obbiettivo,eppure,la sua attenzione su i suoi tre generali non eram passata in secondo piano.

Mistushide Akechi,con i suoi dubbi e il codice d'onore,un vero samurai.

Hideyoshi Toyotomi, con la sua calma,la sua schiettezza e la sua scherzosità,il tipico comportamento di una scimmietta giocherellona.

E infine,Tokugawa Ieyasu,con la sua risolutezza,in grado di prendere la maggior parte delle decisioni importanti in tempo brevissimi.

Insieme a Nobunaga formavano un gruppo prezioso per il signore delle terre di Owai.

- E presto il Giappone avrà una sola bandiera...la mia.

Disse Nobunaga mentre si avvicinava alla destinazione tanto agognata e la scelta che avrebbe preso il clan Azai cambiò il destino dell'intera campagna del Clan Oda.

Ma all'infuori di quelle questioni,l'ambiente circostante rimaneva sempre lo stesso,calma piatta tra le foreste,le colline,gli alberi,gli animali selvatici,il cielo.

Ma non sempre la pace che vige in natura influenza l'animo degli uomini,soprattutto di alcuni uomini,pronti a tutto,pur di realizzare i propri desideri.





Salve a tutti,vorrei ringraziare tutti coloro che seguono questa storia,in particolare Bankotsu90,fan numero uno di questa storia,che lascia sempre un suo commento ogni volta che può.

Ringrazio anche per le recensioni ricevute,ma ovviamente ringrazio anche chi legge solatanto.

Un saluto a tutti e tutte,ciao e buona lettura.

P.S.

Questo era solo un capitolo di transizione,piccolo,ma molto importante per questa storia,ma non preoccupatevi,nel prossimo torneremo subito sul personaggio principale che tanto aspettate.

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Capitolo 18
*** La confraternita ***


In quello stesso giorno, a notte fonda,nelle terre della famiglia Taisho.

Per tutto il castello,il silenzio,faceva da padrone,servi,cortigiane,emissari ed ospiti illustri dormivano beati.

Fatta eccezzione per le guardie,che facevano i giri di ronda,stando sempre all'erta nell'eventualità di scoprire intrusi,come spie oppure ospiti fin troppo ubrichi per capire di non aver rispettato il coprifuoco.

Ma...c'era qualcun'altro che non riusciva a dormire,o per meglio dire,dormiva...ma non nel migliore dei modi.

In una stanza del castello,situata nella parte più protetta dell'intero complesso,le stanze della famiglia reale,Sesshomaru era intento a riposare le sue stanche membra,per lui era stata una giornata abbastanza dura.

Dopo il suo incontro con Akira,Sesshomaru,era stato invitato dalla sua stessa madre all'interno degli edifici riservati alla gestione delle questioni diplomatiche e lo accompagnò all'interno della sala delle visite,facendo il tutto con molto gentilezza,anche troppa.

Ma Lui sapeva che non c'era da fidarsi,ma nello stesso istante in cui stava per andarsene,si accorse di essere circondato...da diplomatici,messaggeri e principesse,era in trappola.

La madre lo lasciò,senza alcuna via di scampo,lasciando al figlio il compito di svolgere le mansioni che ci si aspettava dall'erede del generale cane.

E mentre lui si indaffarava con i suoi nuovi compiti,la madre andò via,per una volta si era liberata dei propri doveri di regina e quindi prendersi un pò di riposo.

Un intera giornata a svolgere mansioni degne di un re,che grande fatica era stata la sua.

Ma ora stava bene,stava dormendo beatamente...o quasi.

Nonostante avesse le palpebre chiuse,non dormiva beatamente,i suoi occhi si muovevano di continuo,era in piena fase rem.

Ma nella sua testa,la situazione era ben più complicata.

Nel suo inconscio,Sesshomaru era pienamente sveglio.

Proprio come l'ultima volta era immobile,nel buio più completo,non poteva vedere,non poteva parlare,non poteva muoversi,poteva solo ascoltare.

- Meglio non far attendere il maestro.

Dopo aver sentito questa voce venne subito abbagliato da una luce molto forte,provò a coprirsi gli occhi,ma non potè far nulla e quindi dovette subire quel forte bagliore in pieno,tanta era forte quella luce che sembrava gli stessero bruciando le pupille.

Ma subito dopo passò,come se non fosse mai accaduto nulla.

- Dannazione,non vedo niente.

All'inzio gli sembrò così,si sforzò di vedere,ma tutto ciò che vide,erano immagini distorte,deviate dal potente flash appena ricevuto,i colori degli oggetti gli sembravano leggermente alternati,quasi innaturali,per non parlare delle macchie colorate che comparivano in luogo e poi in un altro.

Ormai era certo,la sua vista era andata momentanemanete in pausa.

Però,nonostante la sua vista fosse momentaneamente malfunzionante,si accorse di una cosa,aveva già vissuto quell'esperienza.

Si guardò attorno in cerca di conferma,era già stato la dentro,quel posto era impossibile dimenticarlo.

Il futon,l'armadio,gli era tutto chiaro,quella,era la stanza dell'uomo senza il dito medio.

E Per rafforzare quella tesi vi era un altro particolare,lo stesso punto di vista dell'ultima volta,quello degli occhi dello sconosciuto.

In poche parole,era di nuovo all'interno del corpo di quest'ultimo.

Vide la mano destra muoversi verso il manico della porta scorrevole e aprirla,ancora una volta non poteva controllare le sue azione all'interno di quel sogno,o qualunque cosa fosse.

Fatto sta però che una sola cosa era certa,non era una cosa normale.

L'uomo uscì dalla piccola stanza ritrovandosi poi in un altro ambiente,ben più originale di quello che ci si poteva aspettare.

Una caverna,una caverna a forma di sfera,dalle dimensioni Titaniche,quasi fosse una gigantesca bolla di pietra.

Buchi e fessure di varie forme e dimensioni sbucavano da ogni parte della grotta,al cui interno si poteva notare la presenza di yokai di varie età e razza,forse erano gruppi familiari.

L'interno dello spazio vuoto invece era formato dalla presenza di strade rurali e strane costruzioni,non più grandi di una capanna,scavate nella roccia.

Al suo interno vi si poteva trovare ogni tipo di creatura,yokai,umani,hanyou,tutti insieme e senza che questi si evitassero l'un l'altro,quasi fosse una cosa normale.

Sesshomaru non poteva crederci,com'era possibile tutto ciò? Quel luogo,quella gente,era tutto reale?

No,certo che no,ma allora com'era possbile che potesse sentire l'odore del cibo cotto sul fuoco,l'odore della pietra,che veniva battuta dai martelli di alcuni scavatori più e più volte,dando vita a forme di rudimentale architettura.

- No,non ci credo,com'è possibile tutto ciò?

E mentre lui si impegnava per cercare delle risposte,il corpo di cui era prigioniero si spostò di sua volontà,camminando in mezzo alla folla,lo spazio tra una persona e l'altrà era abbastanza grande da impedire gli ingorghi,anche se le strade erano abbastanza grandi già di per se.

Sembrava di camminare all'interno di una città,cosa che Sesshomaru non conosceva bene,sapeva bene cos'era un villaggio,ma una città invece era un concetto impensabile per lui,com'era possibile vivere in un luogo così stretto è affollato?

Ma per lui una cosa era certa,solo creature come gli umani potevano vivere in un ambiente simile,ma allora perchè c'erano anche Hanyou e Yokai? La cosa per lui era inspegabile.

Dopo dieci minuti di camminata,il corpo in cui si trovava dentro,si ritrovò alla fine della strada,dov'è era collegata ad un grande spazio pieno di gente,una piazza dalla forma perfettamente quadrata,con almeno ottocento metri di perimetro,un opera di ingegneria superba.

La fiumana di persone all'interno di quel grande spazio era inconcepibile per un yokai,la scena era quasi la stessa che c'era nella piazza principale,ma con molta più gente e meno spazio in cui muoversi.

Senza che potesse tornare indietro di sua volontà,andò avanti,immergendosi in quella moltitudine di persone.

All'interno della piazza si potevano notare bancarelle di ogni genere,generi alimentari,oggetti per la casa,attrezzi da lavoro di ogni genere,persino armi,armi dalla foggia particolare.

Coltelli,spade,lance,mazze,archi,erano tutte armi presenti su alcune bancarelle,ma il loro aspetto sembrava diverso da quelle già viste dallo yokai,avevano un aspetto meno raffinato e più selvaggio,come se a farle fosse stato un uomo che non conosceva affatto la parola civiltà.

Ma a pensarci bene,tutto li dentro aveva quell'aspetto,così rozzo e primordiale,per esempio,i vestiti di quelle persone nella folla non sembravano tipiche della sua epoca,avevano un aspetto più rude,fatte di pelliccia,oppure di paglia o un tessuto ruvido,in ogni caso quelli non erano costumi tipici del periodo sengoku.

Arrivati ad un certo punto della piazza,Sesshomaru cominciò a sentirsi strano,si guardò attorno,in cerca di ciò che lo faceva sentire in quel modo,all'apparenza sembrava che non ci fosse nulla di strano.

Ma guardando bene tra la folla e le bancarelle si potevano notare degli strani individui,anche loro portavano un cappuccio bianco sopra la testa,ma le loro vesti erano piuttosto semplici,indossavano una lunga veste di stoffa bianca dalle lunghe maniche,assomigliava ad un kimono,ma no lo era,mentre nella parte basse indossavano dei pantaloni bianchi,lunghi fino alle caviglie,mentre ai piedi portavano dei semplici sandali di paglia.

Sesshomaru avrebbe voluto prepararsi al combattimento,mettendosi in posizione e sfoderando gli artigli,ma non poteva,quel corpo non era il suo e quindi non poteva controllarlo,l'unica cosa da fare era aspettare.

Dopo qualche passo si avvicinò un pò di più ad una delle bancarelle alla quale uno degli incappucciati era di fronte,come se fosse uno dei tanti clienti di passaggio.

La bancarella esponeva molti tipi di frutta e verdura del sol levante,ravanelli,pesche,lattuga,tutti prodotti freschissimi e di ottima qualità,ma quello,non era il momento più opportuno per fare la spesa.

Si avvicinò al bancone,mescolandosi tra i passanti,nel far finta di controllare la mercanzia,gli si avvicinò il proprietario della bancaerella,era un umano,piuttosto anziano,piccolo di stazza,con pochi capelli in testa,indossava gli stessi abiti degli incapucciati solo con colori differenti,la veste superiore era marrone,della stessa tonalità della terra degli orti,mentre i pantaloni erano blu,con delle onde stilizzate che percorrevano tutto attorno la parte vicino alle caviglie.

- Benvenuto signore,l'ultima volta che siete stato qui avete dimenticato questa,insieme al resto della spesa,ecco prenda.

L'anziano diede gentilmente allo yokai una arancia,grande,con una tonalità di arancione molto forte,ma sopra la buccia ci trovò qualcos'altro.

una freccia,una piccola freccia intagliata sulla superficie del frutto,che indicava verso l'esterno della bancarella.

Era curioso il fatto che il segno sopra la pesca indicava verso l'uomo con il cappuccio li vicino.

- Grazie.

Disse lo yokai al venditore mentre si allontanava dal resto della folla.

Si avvicinò all'uomo da lui indicato comn grande cautela.

- Sei Jin,giusto?

Disse l'incappucciato allo yokai

- Si sono io.

- Bene,il maestro ti attende,seguimi.

Detto questo i due si allontanarono dal resto della folla,lasciandosi dietro la piazza principale.

Camminando per i vicoli ci si accorgeva che quei spazi angusti erano pieni di vita,i bambini che giocavano,le loro madri che li tenevano d'occhio,gli uomini diretti al mercato o chissà dove,avvolte si potevano vedere persino degli animali domestici,come cani o gatti.

Quel groviglio di strade e viottole,non era meno vivo e pulsante della piazza appena superata.

- Come mai il maestro ci vuole vedere?

- Non saprei,forse vuole parlarvi degli ultimi avvenimenti in questo paese.

- Avvenimenti? Cosa è successo di così allarmante?

- Come? Non lo sai? Ah giusto,tu è la tua amica siete tornati da poco in queste terre,fidati,questo non'è più il paese che conoscevi.

Lo yokai era confuso,cosa poteva mai essere successo di così brutto da poter sconvolgere la situazione nell'intera nazione,quel che è certo,e che se il maestro l'aveva fatto chimare,allora la cosa era molto seria.

Dopo una decina di minuti si fermarono di fronte ad un vicolo cieco che era ben nascosto in quel dedalo di strettoie.

All'apparenza non c'era nulla,n'è una casa,n'è una porta,n'è una finestra,era completamente vuoto...anche fin troppo vuoto.

- Siamo arrivati,aspetta un attimo.

La guida di Jin si avvicinò al muro con tranquillità assoluta e con la mano destra cominciò a battere qualche colpo in modo enigmatico,prima batteva in un punto,poi batteva per tre volte in un altro,sembrava strano agli occhi di chi non sapeva quello che faceva,ma non'è tutt'oro ciò che luccica.

Dopo qualche secondo,si poteva sentire qualcosa provenire dal muro,era un suono particolare,si poteva sentire qualcosa che girava,qualcosa di non naturale.

Dal muro si stava formando un spazio vuoto,perfettamente in mezzo,come se si stesse aprendo,infatti,il muro aveva rivelato il suo segreto,in realtà era un passaggio nascosto.
pr
- Dai entriamo.

E detto questo i due si inoltrarono verso la loro destinazione.

- Ah dimenticavo di dirti,ben tornato a casa,fratello di lama.

Disse l'uomo rivolgendosi a Jin e mostrandogli da sotto il cappuccio un grande sorriso.

- Gia,tornato a casa,eppure anche qui,nella confraternita,mi sembra tutto cambiato,io per esempio,non mi ricordavo che avessimo delle porte segrete nei muri.

- Hai ragione,ma come ben sai,noi,gli assassini,ci teniamo informati su nuovi modi di usare le poche risorse che abbiamo,il progresso è parte della nostra forza.

Il progresso,una grande risorsa se usata in modo adeguato,Jin lo sapeva bene,prima aveva visto gli ingranaggi e le leve con la quale la porta si muoveva automaticamente,eppure,persino per lui,sarebbe stato difficile spostarla a mani nude,anche se in realtà era molto forte.

Qualche passò più avanti si poteva vedere una via d'uscita che portava fuori dal lungo corridoio oscuro che divideva la porta segreta alla zona alla quale erano diretti.

ma quando Jin e il suo accompagnatore si avvicinarò alla fine del corridoio rividerò di nuovo la luce, e insieme ad essa anche la cosa più importante che per lo yokai sembrava spettacolare.

Cio che videro i suoi era lo stesso che vide in passato,ma stavolta molto più grandioso.

Un piccolo quartiere segreto situato all'interno della città,con i suoi seicento residenti,tra cui yokai,umani e hanyou, è i loro duemila confratelli nel resto della città sotterranea,il quartier generale della setta degli assassini era il luogo perfetto per chiunque avvese voluto divenire un membro dell'ordine e divenire così,un assassino,sè non addirittura un maestro.

Al suo interno si potevano trovare vari edifici e tutti con una funzione ben specificia,dormitori,armerie,officine,biblioteche,mense,stanze adibite ad uso medico,tutto ciò che poteva essere utile ad un assassino c'era.

Era impossibile non accorgersi del fatto,che,ognuno che si trovasse al suo interno aveva con se un abito abbinato ad un cappuccio oppure delle vesti o dei tatuaggi che non portassero con se dei chiari riferimenti alla confraternita,come ad esempio il triangolo appuntito,simbolo dell'ordine per eccellenza.

Jin e il suo accompagnatore si incamminarono all'interno della piccola piazza usata per far socializzare gli assassini tra di loro,oppure come semplice luogo di svago con la quale vedersi con gli amici.

- JIN.

Una voce femminile si fece sentire in lontananza,era la sua amica,che gli corse incontro.

-Jin,finalmente,c'è ne hai messo di tempo per arrivare.

- Scusa,ma oggi le strade erano veramente piene di gente,a malapena riuscivo a muovermi,per non parlare del fatto che mi sono dovuto vestire,quindi,non puoi criticarmi se ci ho messo tanto da arrivare fin qui.

- Va bene,ma la prossima volta,arriva prima.

Disse la ragazza sorridendo a Jin.

- Va bene Tsukino,lo farò.

Disse lui,mantendo un espressione neutrale sul volto,aveva uno sguardo particolare,nè troppo freddo,n'è troppo caldo,semplicemente normale.

E mentre Jin chiaccherava con la ragazza,qualcun'altro stava in quel posto,qualcuno che avrebbe preferito non essere li.

Sesshomaru,osservava bene il luogo in cui si trovava,si sentiva disorientato,confuso,era come se per lui nulla avesse più senso.

- Che posto è questo? Chi è questa gente? E perchè portano tutti lo stesso simbolo?

Quel segno,già,lo stesso che portava Ezio,forse anche loro erano come lui.

- Lui...anche qui,in questa specie di follia che sto vivendo,anche qui mi deve venire in mente lui,ma poi,perchè mai dovrei pensare a quell'Ezio? E solo un umano.

Il glaciale yokai parlava così,dell'uomo che giunto da chissà quale luogo gli aveva riempito la testa di baggianate senza senso,ma era anche quello che pensava?

Nemmeno Sesshomaru avrebbe saputo darsi una risposta,figuriamoci convincersi delle stesse parole che diceva.

La sua convizione era che gli umani e gli hanyou fossero inferiori agli yokai...ma tutte quelle creature riunite in un solo luogo mostrava il contrario,anzi,tutti quelle persone,di varie razze,erano la testimonianza che la dentro si consideravano tutti uguali.

- La scelta è un illusione che pochi sanno comprendere appieno,se per te scegliere è sinonimo di libertà,allora sei caduto nella trappola che è stata preparata per te.

Ancora una volta gli era venuta in mente una frase che quell'Ezio gli aveva detto.

Libertà,Sesshomaru si considerava libero,poteva andare dove voleva,combattere chi coleva,poteva comportarsi come voleva è purtroppo,poteva credere in quello che voleva,nessuno poteva dirgli nulla.

Ma ancora una volta,lo spettacolo che vedeva attorno a lui gli mostrava qualcos'altro,l'uguaglianza,in quella piazza tutti erano uguali tra di loro,indossavano tutti gli stessi abiti,o per lo meno portavano lo stesso simbolo,ciò li rendeva uguali tra di loro,quindi erano liberi di sentirsi uguali.

A lui era stato insegnato che gli yokai non erano uguali agli altri,fin da bambino,molti gli avevano insegnato questo,persino sua madre,ma suo padre? No lui no,non era mai stato il tipo da dire cose come,gli umani sono inferiori,oppure,noi siamo una razza dal sangue puro,era strano,ma Inutaisho,uno degli yokai più potenti,non aveva mai imposto il suo pensiero a suo figlio.

- Mio padre,era il più potente di tutti,il più forte di tutti,era diverso da tutti gli altri,per questo lui pensava diversamente,per questo lui faceva tutto liberamente.

Gia,liberamente,diversamente,all'inzio queste due parole non lo avevano preoccupato minimamente,ma poi,pensando al padre è associando alla sua figura con le parole,diversamente e liberamente,si sentì strano.

Cominciò a rifletterci sopra,poi,dopo poco tempo,apparve a lui,una rivelazione.

Suo padre,Inutaisho era libero perchè si comportava in modo diverso,si comportava in modo diverso perchè era libero,quindi,se ciò che faceva suo padre era dettato dal fatto di essere libero,allora gli altri yokai non erano liberi.

Quindi se lui pensava come tutti gli altri della sua razza allora non era veramente libero,se non era libero allora tutto quello in cui aveva creduto fino a quel momento non era frutto delle sue esperienze personali,ma piuttosto,era stato influenzato da un fattore esterno,se non di più.

Ricordava le volte in cui sua madre gli parlava degli umani come esseri inferiori,adatti solo per essere mangiati,ricordava quando i suoi istruttori gli dicevano che gli Inuyokai erano una razza composta da esseri superiori,ma poi in realtà,lui stesso aveva infranto la forza di quelle stupidità,Rin n'è era un esempio.

Da quando quella bambina era entrata a far parte della sua vita,in lui era iniziata una crescita ben diversa da quella che ci si poteva aspettare dallo yokai dal cuore di ghiaccio,Più lui stava insieme a Rin e più il cambiamento diveniva evidente,non solo a livello emotivo,ma anche mentale.

Era Evidente che tutti i concetti che lui stesso aveva assimilato stavano pian piano svandendo,anche se non in modo così rapido,eppure,per quanto lento potesse essere lento,questo cambiamento,era immutabile e inarrestabile,forse il suo subconscio aveva già concepito l'idea di poter convivere la sua estienza insieme ad un umana,seppur fosse un bambina,ma il cambiamento era ormai evidente.

In poche parole,tutto quello che pensava fino a quel momento era stato dettato non da se stesso,ma da altri,non come semplice istruzione,ma imposizione,verso la naturale crescita del singolo individuo come essere seziente,dotato di pensiero razionele e libero arbitrio.

- No,non'è possibile,allora...tutto quello che ho imparato...è falso,io...io non...posso crederci.

Per la prima volta in tutta la sua vita,Sesshomaru si sentì perso,in un oblio pieno di dubbi e incertezze.

Ma ora c'era altro alla quale prestare attenzione,qualcos'altro aveva catturato la sua attenzione.

Di tutti gli edifici li attorno c'è n'era uno un pò particolare,in larghezza misurava ottanta metri,in lunghezza centoventi,possedeva una forma rettangolare e aveva due piani.

L'esterno era decorato con disegni e pitture rupestri,vi erano disegnati persone e animali,yokai e hanyou,scene di battaglie e momenti di vita quotidiana,ma il tutto disegnato in uno stile artistico particolare,come l'arte ai tempi del neolitico,al tempo degli uomini delle caverne.

Un enorme portone di legno,alto tre metri e largo due era situato di fronte all'edifico,da esso uscì un uomo,era alto un metro e ottanta e indossava un lunga veste nera,con dettagli bianchi,tra cui il simbolo degli assassini posto dietro la schiena,non portava un cappuccio sulla testa,è ciò gli scopriva la testa,portava una lunga barba bianca,liscia e ben sistemata,mentre la testa era priva di capelli.

- Laddove gli uomini seguono ciecamente la verità,tu,ricorda.

Disse l'uomo appena uscito dall'originale edificio.

- NULLA E REALE.

Risposero tutti i presenti nella piazza.

- Laddove gli altri seguono la morale e rispettano le leggi,tu,ricorda.

- TUTTO E LECITO.

Sesshomaru aveva già sentito quelle parole,erano le stesse che la voce gli disse al villaggio di Kaede,qualche attimo prima di addormentarsi.

- Nulla è reale,tutto è lecito? Ancora con queste parole,che cosa vorrebbero dire?

Intervenne di nuovo l'anziano.

- Assassini,mi è giunta notizia di due membri della nostra confraternita,entrambi yokai,di cui una è una vostra sorella,Tsukino,Jin,fatevi avanti.

A sentire  quell'ultimo nome,la gente in piazza,piegò leggermente la testa,in segno di rispetto e un mano sul petto,come saluto.

Dove prima c'erano baccano e chiacchiere ora non si sentiva più nulla,solo un profondo silenzio di tomba era presente in quel momento.

Solo Jin e Tsukino erano perfettamente immobili,increduli di fronte allo spettacolo che si stava svolgendo attorno a loro,tutte quelle persone stavano omaggiando lui.

- Fate spazio,a coloro che hanno portato qua un manufatto,di coloro che vennero prima.

Disse l'anziano dalla lunga barba,mentre prendeva da sotto le vesti un oggetto interessante,Sesshomaru lo vide da lontano...e rimase stupito da quello che vide.

Una tavoletta di pietra,con le stesse identiche caratteristiche della forma geometrica che aveva visto nella sua prima "esperienza",iscrizzioni comprese.

- Non è possibile,ma quella è...

Non fece in tempo a finire la frase, che una fortissima luce lo abbaggliò completamente,la sua vista soffriva visto che non poteva chiudere gli occhi,eppure,c'era qualcosa che non quadrava con la suya situazione attuale.

Si era accorto,che,nonostante il fatto che lui fosse completamente accecato,tutti gli altri attorno a lui non n'è subissero l'effetto,anzi,addirittura sembravano immobili,come statue,la cosa preoccupava lo yokai,e non poco,ma tanto.

Lui non poteva vedere quello che accadeva attorno a lui,ma percepiva quello che gli succedeva attorno,non una voce,non un sussurro si poteva udire,niente,come se non ci fosse niente.

E poi,come per incanto,la luce...scomparve,lasciando dietro di se,nulla,se non il fastidio che procurò alla vista dello yokai.

- Adesso che sta succedendo?

Al posto della luce comparve di nuovo il buio,ma insieme arrivò anche un forte formicolio in tutto il corpo,braccia e gambe avevano ripreso sensibilità,le orecchie tornarono a sentire,la bocca potè di nuovo muoversi e gli occhi poterono tornare a vedere.

Riaquistate le proprie capacità,Sesshomaru si alzò di scatto dal futon per poi guardarsi attorno.

Nulla nella stanza era cambiato,eppure,la sensazione di essersi spostato c'era,lo sentiva,sapeva che era così,ma allora perchè il suo corpo era rimasto sotto le coperte?com'era possibile che lui fosse stato da qualche altra parte,pur rimanendo immobile? Quesito assai complicato il suo,di risposte certe non c'enerano.

La luce del sole entrava delicatamente dentro la stanza,per Sesshomaru quello che sentiva all'interno del suo naso era l'odore del mattino,l'odore dell'erba bagnata era inconfondibile.

Ma altrettando inconfondibile erano le cose che aveva visto,sentito e soprattutto,compreso erano per lui autentiche sconvolgenti verità.

Assiame al sole,una altra luce era apparsa,quella della verità,una luce piccola,fragile,delicata,ma molto potente,secoli di istruzione erano stati abbattuti da una sola,indescrivibile,esperienza,vissuta nell'arco di una sola notte.

Forse questa volta,si era cacciato in guai ben più pericolosi di quelli vissuti finora,alla festa mancava ancora molto tempo,aveva tutto il tempo che voleva per assorbire ciò che aveva appena appreso,ma avrebbe avuto la forza per accettarlo? Avrebbe trovato il coraggio per dire a se stesso che forse aveva torto,su tutto quello in cui credeva.

Nessuno poteva saperlo,tanto meno lui,ma una cosa era certa,non poteva ignorare quello che ormai era divenuto un problematico dubbio,mai e poi mai.

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Capitolo 19
*** Festa con sorpresa,prima parte. ***


Due settimane dopo,da qualche parte sul confine settentrionale delle terre occidentali,il giorno della festa.

Era sera quando tutte le famiglie più importanti dei vari territori degli yokai vennero invitate per il grande evento.

Sesshomaru era in sella al suo destriero,ma questa volta non era in volo,si muoveva a terra,di fronte alla portatina in cui veniva portata sua madre.

La scorta della famiglia Taisho era formata da trecento guardie armate di Yari,altre trecento armate di katana,duecento arcieri,e quaranta giganteschi Oni armati di Testubo,(Un Testubo e un arma di origine Giapponese,consiste in una grossa mazza dal lungo manico simile ad un mazza da Baseball,con la differenza che è molto più pesante e in testa si possono trovare delle punte di metallo,che possono essere di rame o ferro).

Ma anche con tutte quelle guardie,per Sesshomaru era come se attorno a lui non ci fosse nessuno,i suoi pensieri erano la sua unica preoccupazione al momento,in due settimane non era riuscito a pensare ad altro.

L'esperienza che aveva vissuto,gli assassini,i templari,Akira,questa storia non aveva più senso,troppa confusione,troppo caos,era difficile capirci qualcosa in tutto questo.

Quel che era certo però è che tutto quello che era accaduto avveniva sempre per via del fattore scatenante,Sesshomaru,tutto quello che stava accadendo negli ultimi tempi aveva a che fare con lui,sia direttamente che indirettamente,la cosa ormai era evidente.

Forse anche quella festa aveva a che fare con lui,ma l'unico modo per saperlo era andarci,anche se fosse stata una trappola.

In cuor suo però sperava di trovare delle risposte più che soddisfacenti,tutti i dubbi che aveva in testa avevano un sorta di nebbia,le risposte che cercava avrebbero potuto disperdere quella foschia che tanto lo disorientava in quell'intricata trama che era diventata la sua ossessione.

In lontananza si poteva vedere il luogo dell'evento tanto atteso,situato in mezzo a quello che era un paesaggio di montagna,un castello appariva all'orizzonte,era situato tra due monti molto alti e l'unica via accessibile era uno stretto passaggio tra i due picchi.

La lunga catena montuosa faceva di quella reggia una postazione sicura per gli attacchi,poichè le montangne circondavano tre quarti della mura facendo si che solo un lato potesse essere quello attaccato,quello frontale.

Ma all'infuori delle caratterische strategiche di quella costruzione,ciò che stupiva veramente era la sua archietettura,un muro di appena di tre kilometri copriva la zona frontale,era fatto di finissima pietra tinta di bianco,ben lavorata da abilissimi scalpellini,mentre il portone era in ferro,decorato su modello delle campane dei templi shitoisti.

E oltre il muro,una torre,alta settantacinque metri con un tetto per ogni piano della costruzione e un punta sul tetto dell'ultimo piano alta almeno quindici metri,in parole povere,quella costruzione,era uno spettacolo di ingegneria.

Ma Sesshomaru non stava pensando alla nobile costruzione alla quale si stava dirigendo,ma al suo proprietario,Akira.

Dopo un ora di cammino,i membri delle più importanti casate degli yokai erano giunte a destinazione,un membro alla volta doveva presentarsi,dire il proprio nome per intero e dopo un controllo su una pergamena piena di nomi potevano passare.

All'ingresso vi erano molte guardie,sulle mura gli arcieri controllavano dall'alto probabili intrusi tra gli invitati,mentre le guardie più sotto controllavano che gli ospiti non facessero azioni strane,come attaccare le guardie oppure assassumere atteggiamenti strani.

Arrivato il turno della famiglia Taisho,la signora Taisho venne pregata di scendere dalla portantina.

- Buona sera signora,il vostro nome?

- Seiya Taisho e lui e mio figlio,Sesshomaru Taisho.

- Seya e Sesshomaru Taisho? Controllo subito.

Dopo una breve occhiata sulla sua lista si rivolse di nuovo ai due invitati.

- Prego entrate,il mio signore aspetta con ansia.

Detto questo la guardia fece un cenno ad altre due che stavano di fronte al portone armate di yari e protetti da armature leggere.

Dopo che madre e figlio entrarono vennero subito seguiti dalle loro guardie,anche se erano ad una festa poteva esserci bisogno di protezione,soprattutto per la signora Taisho.

Entrando nel castello non si poteva ignorare lo sfarzoso spettacolo al suo interno,un area rettangolare,larga un kilometro e mezzo,con il pavimento abilmente scavato nella roccia viva e con vari edifici sparsi qua e la per tutta l'area,mentre i lati si poteva vedere una seconda cinta muraria,più alta di quella esterna e con sei metri di larghezza,una misura notevole per una cinta muraria.

- Incredibile,hai visto figlio mio?

Chiese la signora madre con un espressione che mostrava un leggero stupore nel vedere quella meraviglia architettonica.

- Vedo,assomiglia molto alla corte di mio padre.

- Veramente no,ho preferito dare un mio tocco personale a questa mia umile dimora.

Una terza voce intervenne nel discorso,madre e figlio si girarono in direzione di essa vedendo subito la figura del padrone di casa.

- Signor Akira,come state?

- Bene signora Taisho,allora,vi piace il mio castello?

- E molto bello,allora,questa festa quando comincia?

- A momenti,tra poco farò un discorso,ovviamente sarà rivolto a tutti i presenti e visto che voi siete i miei ospiti d'onore,vorrei che occuppiate dei posti vicino a me.

- Lo faremo con piacere.

- Bene,allora e deciso,ora dovete perdonarmi,ma ho delle cose da fare,a più tardi.

Le ultime parole erano dirette a Sesshomaru,poichè gli occhi di Akira osservarono per un breve lasso di tempo la figura dello yokai,Sesshomaru si era accorto di questo scambio di sguardi e lui guardava il Templare con fare sospettoso mentre quest'ultimo si allontanava tranquillo mentre il figlio di Inutaisho non lo era.

Passò all'incirca un ora da quando Akira aveva parlato con la signora madre,in quel lasso di tempo Seya e Sesshomaru avevano parlato con membri di altre famiglie,c'è n'erano di tutti i tipi,dai yokai gatto a quelli pipistrello,dagli yokai Sakura,(ciliegi in fiore),a quelli crisantemo,persino i membri del clan delle pantere erano presenti.

Già,le pantere,quante volte si erano combattuti per reclamare un pezzo di terra oppure vendicarsi di un offesa subita,troppe,troppe volte,ma era ormai da tempo che i due clan si scontravano,anzi,c'era pace tra di loro,da quando Sesshomaru aveva riportato in vita le due sorelle e l'unico fratello di Toran,l'attuale capo clan delle pantere.

Una ragazza dai lunghi capelli verdeacqua,occhi blu,un lungo kimono viola che gli arrivava fino alle caviglie,stretto e senza la manica destra,con un obi nero e degli stivaletti del medesimo colore,questa era Toran,una ragazza forte e indipendente,che farebbe di tutto per la sua razza,ma mentre lo yokai stava osservando la ragazza,lei a sua volta si accorse di lui.

-Sesshomaru.

Disse la ragazza facendo il nome dello yokai mentre si avvicinava a quest'ultimo.

- Ehi Sesshomaru è da un pò che non ci si vede.

Disse lei sorridendo al ragazzo.

- Toran,che sorpresa,anche tu qui?

- Già,come puoi vedere anche il clan delle pantere e qui,allora,come ti sembra il padrone di casa?

- Non saprei dirtelo,sembra un tipo misterioso.

- Anche a me da questa sensazione,anche se da quello che so io non sembra nulla di strano.

- Cosa vorresti dire?

- Forse tu non lo sai,ma è da poco tempo che il nome di Akira si fa sentire tra gli yokai,nei territori delle pantere girano delle strane voci,secondo la quale uno yokai va in giro per l'intero paese a scavare.

- Scavare?

- Esatto,la cosa strana che dopo che io e il mio clan siamo venuti a sapere di questa storia abbiamo ricevuto un invito a questa festa,non pensi sia un pò strana come cosa?

- Forse,però non saprei cosa dirti,la faccenda sembra sospetta.

- Temo lo sia sempre stata,comunque,ora devo andare,ci vediamo.

Detto questo la ragazza se ne andò,lasciando a Sesshomaru un quesito che lo stuzzicava,che connessione c'era tra lo yokai degli scavi e Akira? Che fosserro la stessa persona? Probabile.

Ma prima di interrograsi di più sulla faccenda,vennè interrotto.

- Figlio mio,dobbiamo andare.

- Dove?

- Vicino al signor Akira,sta per iniziare il suo discorso,andiamo.

Disse la signora madre perfettamente tranquilla,eppure Sesshomaru non lo era molto,anzi,era così preso dai suoi pensieri che non si era nemmeno accorto del ritorno di sua,che girovagando per la piazza aveva parlato con altri nobili,per poi tornare dal figlio.

I due si incamminarono verso il palazzo principale,quello che era il più vistoso tra tutti gli altri,varcato l'ingresso si poteva vedere benissimo un grande salone largo abbastanza da ospitare tutti gli ospiti senza alcun problema,ai lati di essa,si vedevano dei tavoli di legno coperti con drappi di seta bianca di altissima qualità.

Ma la cosa più spettacolare era quello che c'era sopra,gli oggetti che vi erano esposti,armi,vasellame,vestiti,oggetti di uso quotidiano,erano tutti accuratamente posizionati l'uno poco distanti dall'altro,ma sempre abbastanza lontani da non toccarsi tra di loro,che così facendo si evitava di rovinarli.

Al centro della stanza invece,vi erano stati messi dei tipici cuscini giapponesi,solitamente usati per sedersi e non come in occidente usati per appoggiarci la testa.

In lontananza si poteva vedere Akira prendere posto su una piattaforma di legno alta circa ottanta centimetri.

Mentre tutti i nobili prendevano posto l'uno di fianco all'altro,una guardia si avvicinò ai componenti della famiglia Taisho.

- Perdonate il disturbo signori,i vostri posti sono qui,prego da questa parte.

La guardia incaricata di accompagnare i due dayokai li portò vicino alla pedana,alla quale lo stesso Akira si sarebbe rivolto a tutti i suoi ospiti.

E mentre Sesshomaru si avvicinava al padrone di casa,sentì di nuovo quella sensazione,il necessario bisogno di terminare la sua vita,li e in quell'istante,senza preoccuparsi di tutti i presenti.

-Signora Taisho,Signor Sesshomaru,prego accomodatevi.

Disse Akira con modi educati e pacati per poi rivolgere nuovamente lo sguardo verso la folla.

- Signore e signori,buonasera,vi ringrazio per essere qui nella mia reggia,oggi,festeggiamo il potere che ogni famiglia,qui presente,rappresenta nel mondo degli yokai,ma soprattutto,oggi festeggiamo il vero ospite d'onore di questa sera,la storia.

Come molti di voi sapete,il mio castello è pieno di oggetti antichi,voi giustamente vi chiederete,che cosa se ne fa un uomo di queste cianfrusaglie? In effetti non avreste tutti i torti,ma,io vi chiedo,avete mai pensato al passato?

Noi yokai possiamo vivere per moltissimo tempo,eppure e come se per noi non fosse niente,come se fosse insignificante,ebbene,io ritengo che la storia della nostra razza andrebbe ricordata,un applauso,a tutti voi e ai vostri clan,che ci sia pace,ordine e giustizia in mondo di solo caos,grazie per l'attenzione.

A discorso finito tutti i presenti cominciarono ad applaudire,grande era il suono provocato dal veloce sbattere di mani che c'erà li dentro e di certo non si poteva dire che non facesse il suo effetto sentirsi applaudire solo per aver detto qualche parola con arte oratoria.

- Vi ringrazio,infine,vorrei fare un ringraziamento speciale,alla famiglia Taisho,Ad Inutaisho in particolare,un grande yokai,un grande uomo,dalla quale tutti dovremmo prendere esempio,un applauso,alla moglie e al figlio del generale cane.

Akira indicò,con la mano aperta,i due membri della famiglia Taisho,che stava ad indicare gentilmente di rendere omaggio ad entrambi.

Un ennesimo battito di mani proveniente da tutti i presenti si fece sentire per tutta la stanza.

- Ora signore e signori,potete andare a mangiare a mie spese,no scherzo,divertitevi.

Con queste ultime parole,gli invitati si alzarono e si diressero fuori,per parlare,mangiare,bere e qualche volta dare un occhiata ai beni storici messi in esposizione.

Per un pò Sesshomaru e sua madre andarono in giro per la piazza,entrando nelle zone aperte al pubblico,dove vi erano esposti i vari oggetti storici,molti avevano un aspetto riconoscibile,più tipici dell'epoca,in cui secoli fa gli yokai presenti erano natiin quel periodo e quindi riconoscevano alcuni oggetti non più in uso da tempo,altri ncora avevano un aspetto bizzarro,rude,antico,con forme e motivi artistici particolari,insoliti per la cultura giapponese di quel periodo.

Qualche volta,si potevano notare delle strane bamboline di terracotta,con corpi tondeggianti,con una testa larga e occhi grandi e tondi,per non parlare poi delle strane incisioni presenti sui loro corpi,che di certo incutevano una certa curiosità in chi li guardava.

Dopo qualche minuto,che stava ancora camminando,Sesshomaru,che guardava quasi interessato gli altri pezzi più antichi,in lontananza,n'è vide uno particolare,che attirò la sua attenzione.

Poco alla volta si avvicinava all'oggetto interessato,vedendolo bene aveva una forma già vista,con segni già visti e dettagli indimenticabili,aveva ormai capito a cosa si stava avvicinando,eppure,contro ogni probabilità,si trovava davanti a qualcosa che mai si sarebbe aspettato di trovare.

La tavoletta di pietra che era presente nel suo sogno.

Rimase sbalordito nel vedere un oggetto come quello,sul suo volto non c'erà più quell'espressione fredda tipica del suo carattere,ma piuttosto c'erano due occhi dallo sguardo meravigliato,la bocca semi aperta e un espressione meravigliata sul volto.

Non riusciva a crederci,era li,di fronte a lui,nel vederla,lo yokai avvertiva qualcosa di strano,come se n'è fosse attratto,come una falena che si dirige verso una fiamma,ma non riusciva a capire perchè,eppure era soltanto una tavola di pietra con delle cuiose scritte sopra.

Continuando ad osservare quella pietra,notò qualcosa di veramente strano,era durato solo un attimo,eppure,gli era sembrato di vedere qualcosa di strano,una bagliore,un rapidissimo lampo di luce che gli era passato davanti agli occhi,era duratyo solo un solo istante,ma Sesshomaru aveva l'impressione,che per un attimo,le incisioni sull'oggetto si erano illuminate.

sbattè le palpebre e i un attimo accadde qualcosa,tolse lo sguardo dall'oggetto per poi notare che tutto attorno a lui era fermo,le persone,i suoni,niente era più in movimento,gli yokai sembravano statue,immobili,come se la vita stessa si fosse fermata.

Ma ad un tratto qualcuno si mosse tra i presenti,era il padrone di casa Akira,sul suo volto non c'era alcun segno di stupore per l'evento appena accaduto,anzi,era tranquillo,come se non fosse successo nulla,poi,un sorriso comparve sul volto del templare.

-Signor Sesshomaru,le piace la festa?

Sesshomaru,in preda,a un leggero nervosismo,posò la mano sul manico di Bakusaiga,quasi a volsersi preparare per uno scontro con l diretto interessato.

- Che cosa è successo? Perchè sono tutti immobili?

- Questo? Ah si,effettivamente avevo previsto una situazione simile,infondo,sentivo,che in modo o nell'altro la sua presenza avrebbe scatenato questo superba conseguenza,d'altro canto,speravo che accaddase un evento straordinario come questo?

- Che volete dire?

- Semplice,lei,Signor Sesshomaru è la persona che stavo proprio cercando,un uomo in grado di fare cose straordinarie,prego,mi segua,abbiamo molto di cui parlare.

Akira si incamminò verso l'uscita in completa tranquillità,Sesshomaru lo vedeva allontanarsi con sguardo nervoso e digrignando i denti,ma nonostante la sua preoccupazione per la cosa,decise di seguirlo

Il dayokai gli era subito dietro dirigendosi così verso l'esterno dell'edificio,anche all'esterno tutto era immobile,gli invitati,le guardie,il cielo,il vento di montagna,persino le fiamme dei focolari era bloccate,nel vedere quello spettacolo,tutto sembrava così innaturale.

- Allora Signor Sesshomaru? Le piace la festa? Cosa pensa dei miei ospiti,del cibo e della mia collezzione privata di antichità?

- Non qui per queste stupidaggini,che cosa è successo prima?

-Questo? Volevo confermare la mia ipotesi su di voi e a quanto pare avevo ragione,voi siete un uomo pieno di capacità nascoste.

- Che intendete dire?

- Vedete,nel corso della storia,Sono accaduti fatti straordinari,pochi,ma di grandissima importanza,lei signor Sesshomaru,fa parte di questi rari eventi.

- Non capisco.

- Avete presente la tavoletta di pietra che tanto vi interessava? Ecco,non'è una semplice tavoletta di pietra,mi spiego?

- No e comunque,cosa c'entro io con tutto questo?

- Ma e ovvio,voi,siete uno yokai diverso da molti altri.

- Diverso in cosa?

- in tutto,a cominciare da Rin,devo ammetterlo,il modo in cui avete salvato quella bambina dalla morte,per non parlare che l'avete trattata come se fosse figlia vostra,devo dire,che sono sbalordito,sbalordito e contento.

- Come fate a sapere di Rin?

- Oh beh,ci sono tante cose che so di voi,del vostro gruppo,di Inuyasha e dei suoi amici,della sfera dei quattro spiriti e della vostra guerra contro Naraku.

- Ci ha tenuto d'occhio per tutto questo tempo,quindi,ci stavate spiando.

- In un certo senso,come templare ho il compito di tenere d'occhio le cose più importanti,ma prego,continuamo a camminnare,c'è un posto che prima vorrei farle vedere,poi se vorrà,potrà provare ad uccidermi.

Akira sapeva bene che Sesshomaru aveva intenzione di farlo secco,lo sapeva fin dal principio,il viso contratto in una smorfia arrabbiata,lo sguardo di cane pronto ad azzannare,una mano che qualche volta si posava sul manico della spada,tipici segnali di una comunicazione non verbale,dove le parole possono dire qualche cosa,ma è il corpo a mostrare la verità.

E Akira sembrava a suo agio in quella situazione,dalla quale poteva scrutare il suo bersaglio e intuire le sue vere intezioni,anche se ciò non lo faceva sentire superiore al suo ospite e quindi era privo di ogni forma di arroganza e di presunzione.

Dopo qualche minuto arrivarono di fronte ad uno delle pareti scavate nella montagna,era vuota,senza niente di rilevante,solo un pezzo di muro liscio,tutto qui.

- Siamo arrivati.

Disse Akira,con assoluta tranquillità.

- Io non vedo niente.

- Errore,lei vede l'illusione,ma non vede la realtà,poichè è più facile intendere la realtà come percezione delle cose materiali,piuttosto che scrutare la loro vera essenza,per esempio.

Akira non ebbe il tempo di finire la frase,che il pezzo di muro che avevano di fronte a loro si aprì,dividendosi in due parti che si infilarono all'interno del muro,Sesshomaru si stupì nel vedere ciò,senza che il templare avesse mosso un dito per aprirlo.

- Il mondo in cui viviamo è pieno di segreti,inganni e illusioni,ma,se si riesce a vedere il mondo per quello che è,allora si possono superare le normali concezioni che il mondo ci istiga a imparare,per poi diventare migliori,sia nel corpo che nella mente,così da poter diventare superiori agli spregevoli inganni di un mondo ipocrita e senza morale,ma la prego,entri.

Akira entrò all'interno della cavità comparsa all'interno nella roccia per poi essere seguito da Sesshomaru,senza che questo potesse ribattere una sola parola sul discorso precedente.

- Qui non c'è niente.

commentò Sesshomaru irritato per quello che sembrava una perdita di tempo.

- Infatti,adesso scendiamo.

La mano del padrone di casa si mosse contro la parete di fronte a lui,appoggiandola,su una piccola asticella di legno,infilata nel muro in posizione obliqua,con la punta verso il soffitto.

La mano strinse il curioso oggetto,abbassandolo,facendo fare al pezzo di legno un movimento simile a quello di una leva,che fece chiudere il varco alle loro spalle.

Una strana sensazione si poteva sentire sotto i piedi di Sesshomaru,come se qualcuno lo stesse portando verso il basso,eppure lui era perfettamente immobile,ma continuava a sentirsi trascinato da questa curiosa e flebile forza che lo portava in giù.

- Cosa succede?

Chiese Sesshomaru senza capire cosa stesse succedendo.

- glie lo già detto,stiamo scendendo.

- Scendendo? Ma se non ci siamo mossi per niente.

- Vero,tuttavia non siamo noi che ci stiamo spostando,questa stanza si spostando per mio volere.

- Che magia è mai questa?

- Magia? No signor Sesshomaru,innovazione,progresso,conoscenza,questa stanza n'è è la dimostrazione.

- Di cosa state parlando?

- Le faccio un esempio,secondo quale criterio,questa cosa in cui noi ci troviamo all'interno è in grado di spostarsi?Magia?No,funi,carrucole ed ingranaggi,sono queste che permette a questa stanza di portarci su è giù,tutte le volte che vogliamo,il nome che i pochi umani sanno della sua l'esistenza è <>,mentre la conoscenza che permette a questo ascensore di muoversi porta il nome di <>.

- Meccanica? E cosa sarebbe?

- Semplice,la meccanica e quella pratica che permette ad un oggetto inanimato,di muoversi,attraverso un semplice o complicato sistema di articolzioni artificiali,come ingraggi,leve,perni e altre cose.

Un grande silenzio era sceso in quel momento,dimostrando così che Sesshomaru non ci aveva capito molto.

- Non'è più semplice usare la magia?

- Certo,eppure preferisco usare l'ingegno del progresso,piuttosto che le arcaiche conoscenze su incantesimi e stregonerie,anche se la maggiorparte degli yokai è ancora abituata a vedere il mondo da un punto di vista ormai vecchio e inefficacie,per esempio,avete notato come gli ospiti si parlavano tra di loro? Compresa vostra madre naturalemente.

- Si e con questo?

- Riflettete,dietro le loro parole gentili e la loro falsa cortesia,tramano l'uno contro l'altro,cospirando gli uni alle spalle degli altri,tutto questo lo trovo ridicolo e vergognoso,pensano unicamente loro strssi,quando in realtà potrebbero collaborare,in nome di un bene più grande di loro,sono degli egoisti,alcuni di loro non meno di Naraku.

Di nuovo quel nome,Naraku,com'era possibile che lui n'è fosse a conoscenza?che avesse avuto dei rapporti con lui? Se non addirittura un intervento diretto con la figura del oscuro mezzodemone.

- Come conoscete quel nome?

Chiese Sesshomaru con una certa preoccupazione per la cosa.

- Sono un templare,sapere certe cose per uno come me è fondamentale,ma,c'è una cosa che voglio dirle,i veri segreti non sono quelli che cerca di tenermi nascosto,ma sono quelli che ancora lei non conosce.

Con queste ultime parole,Akira creò un nuovo dubbio nell'animo del dayokai?

Se Akira sapeva già tutto sul conto di Sesshomaru,quali altre cose non aveva ancora detto al suo ospite principale?

Quel che era certo è che Akira sapesse più cose di quelle che diceva di sapere,forse era per questo che Sesshomaru stava sempre attento,pronto a sfoderare la spada è forse,non faceva male ad essere così dubbioso,di un uomo con fin troppi segreti.

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Capitolo 20
*** Festa con sorpresa,seconda parte ***


Dopo poco tempo,passato all'interno di quel piccolo spazio,l'ascensore si fermò facendo si che un altra porta divisa in due parti,si aprisse ai due lati,scomparendo all'interno della pietra montana

- Siamo arrivati.

Disse Akira,uscendo dall'ascensore seguito subito dal dayokai.

Lo spettacolo che Sesshomaru si trovava attorno a lui era incredibilmente spettacolare,un enorme e vasta area cittadina si trovava di fronte a lui,stranezze di ogni sorta era presente agli occhi del glaciale yokai.

Strane costruzioni erano li,case costruite nella pietra erano presenti in quel luogo,strade rurali percorrevono l'intera area formando percorsi ed incroci di precisione geometrica,ai lati di quest'ultime si potevano vedere degli uomini,sia umani che yokai, impegnati nel setacciare il terreno in cerca di qualcosa,mentre soldati yokai giravano in armatura completa ed erano intente ad osservare e controllare l'attivita degli uomini.

-Che luogo e questo?

- Qui ci troviamo in punto particolare di questa zona,da quello che so,questa era una zona abitata da una comunità mista,ovverò,una società formata sia da umani che da yokai,cosa che è stata confermata dalla presenza di vari corpi rinvenuti nella zona.

- E molto interessante,ma non mi avete portato qui per questo,vero?

- Esatto,a giudicare dalla presenza di alcuni interessanti ritrovamenti ho scoperto una cosa sorprendente,una cosa che potrebbe riguardarvi molto.

Akira fece segno a Sesshomaru di seguirlo ancora una volta,poichè loro si trovavano in una zona più ata rispetto a quella che dovevano raggiungere dovettero attraversare una rampa scavata nella roccia che conduceva direttamente al luogo che dovevano raggiungere.

Percorrendo quella strada in discesa,Sesshomaru si accorse,della presenza di piccoli muri spaccati,o meglio,resti di mura domestiche ormai ridotti in semplici perimetri che delimitano le case,giusto qualche muro era in piedi ed era raro vedere una casa completamente integra o per lo meno con solo qualche buco.

Da la sopra si poteva intravedere qualche scheletro,alcuni all'interno della case,altri in strada o sul ciglio di essa,è non tutti presentavano le stesse particolarità,alcuni erano con le braccia spalancate,altri accasciati contro i muri,alcuni era persino seduti contro di essi,la presenza di così tanti corpi era una cosa fin troppo strana,anche per qualcuno che non si intendeva affatto di storia.

Scendendo sempre più,ci si accorgeva che la rampa era più lunga di quella che sembrava e molto meno inclinata di quello che dava a vedere,misurava sui duecento metri e aveva un inclinazione talmente minima da sembrare nulla,cosa alquanto particolare quando tutto il resto aveva un livello architettonico primitivo e privo di grazia geometrica.

Scesi fino in fondo dalla strada inclinata,vennero subito raggiunti da una guardia.

- signore,ci sono delle novità riguardo alle scoperte.

Disse la gaurdia al padrone di casa.

- Bene,mi dica tutto.

- La struttura che ci ha chiesto di controllare ha dato segni di attività,adesso non sappiamo come intervenire.

- Non si preoccupi,ci penso io,dica a tutti i cercatori che ora possono tornare alle loro case e che riceveranno una paga in riso,carne e la paga per i loro sforzi.

- Certo.

- Ah,non dimentichi di dirgli che se hanno bisogno di qualcosa,bastarà chiedere,può andare.

- Si signore.

La guardia chinò la testa rispettosamente è se ne andò,lasciando il suo signore è Sesshomaru con una nuova domanda da porsi,se gli invitati erano immobili,perchè loro due e tutti quelli all'interno della montagna erano perfettamente in grado di muoversi?Cosa impediva loro di bloccarsi?

- Signor Sesshomaru,vedo che è rimasto stupefatto da quello che vede,ebbene si,loro non subiscono gli effetti della pietra,sa perchè?Perchè questo posto è speciale,proprio come quella pietra...e anche come voi.

Akira è Sesshomaru,ripresero di nuovo il cammino,il figlio di Inutaisho si sentiva strano a rimanere in quel posto,in quel luogo così vecchio e misterioso,antico è pieno di cose incomprensibili.

Via via che si inotravano all'interno dell'area il paesaggio diventava sempre più strano,strane statue dell'altazze di uomo emergevano dalle costruzioni in rovine,alcune crollate,altre in piedi,tutte con lo stesso aspetto,propèrio come le bamboline di terracotta che si vedevano alla festa.

Dopo un pò di tempo,passando di casa in casa,arrivarono ad un immenso spazio vuoto,dominato dalla presenza di una delle cose più strane sulla quale gli occhi dell'inuyokai si siano mai posati.

Era una specie di monumento,era alto sei metri e largo due ed formato semplicemente da due colonne che sostenevano una colonna orizzontale perfettamente combinata con in due pilastri di sotto,sembrava una sorta di torii,(un Torii e una tipica costruzione legata alla religione shintoista,consiste in due colonne che ne sostengono un altra in orizzontale posta sopra di loro,sono considerati simboli di fortuna e prosperità ed uno in particolare si trova nel santuario di Itsukushima,considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO a partire dal millenovecentonovantasei).

Le colonne avevano una forma particolare,era perfettamente dritte,rettangolari,nere come la notte,con una superficie liscia,tanto che lo yokai ci si poteva quasi specchiare

- Allora signor Sesshomaru,come le sembra?

Lo yokai aveva lo sguardo fisso su quella cosa,stupito,c'era qualcosa in essa che attirava la sua attenzione.

- Che cos'è?

Chiese Sesshomaru mentre si avvicinava alla strana costruzione di fronte a lui.

- Purtroppo non saprei dirlo,tutto ciò che so è che questa cosa era qui ben prima di tutte le altre costruzioni qua attorno,ma la sua funzione,resta per me un vero mistero.

lo yokai si avvicinava sempre di più alla struttura,con una mano rivolta verso di essa,sul palmo riusciva a sentire qualcosa di strano,come se qualcosa lo tenesse per il polso,quasi a volerlo prendere con se.

E poi,ancora un altro passo è l'avrebbe toccata,sentiva il cuore in gola,sentiva che non era sicuro entrare in contatto con quella cosa,ma non riusciva a farne a meno,un impulso irrefrenabile si faceva strada nella sua menten e di certo non poteva essere una cosa normale.

- Ma,c'è una cosa che ho scoperto.

La voce di Akira si fece udire di nuovo,riattirando l'attenzione di Sesshomaru su di lui.

- Lo stesso giorno in cui ho inviato il mio brigante a cercarvi,questa costruzione ha cominciato a dare segni di attività.

- Segni di attività? Che tipo di attività?

Akira non fece nemmeno in tempo a rispondere,che in breve,accadde qualcosa che avrebbe rimpiazzato ogni parola che sarebbe stata pronunciata dal padrone di casa.

Mentre lo sgaurdo di Sesshomaru era ancora fisso sul volto di Akira,la sua mano,quella che era rivolta verso la struttura,venne colpito da qualcosa.,come a ricevere una scossa,ma senza sentire il dolore,solo il colpo si era fatto sentire.

Giratosi all'improvviso,lo yokai si guardò la mano,sul dorso non vide nulla,la girò e vide quello che c'era sul palmo,un segno.

- Ma cosa...

Vedere quella cosa sulla sua mano lo lascio non poco sorpreso,di certo non si poteva dire che la cosa non lo avesse spaventato,almeno in piccola parte.

Guardò attentamente quello che c'era sulla sua mano,sul suo palmo era riportata un immagine particolare,due puntini uniti da una linea.

- E questa che cos'è?

Disse Sesshomaru guardando stupito l'accaduto,avrebbe voluto farsi delle domande,ma non ebbe neanche il tempo di formulare una sola parola,che accadde qualcos'altro.

Un fortissimo e grandissimo bagliore comparve nello spazio della strana costruzione,il vuoto che c'era prima era stato sostituito da una fortissima luce bianca.

Sesshomaru riuscì comunque a pararsi gli occhi con  un braccio,sostenere lo sguardo contro quella struttura era impossibile,provò a guardare da sotto il braccio che gli copriva gli occhi,ma nulla da fare,provò allora di coprirsi il volto con la mano,per poi guardare tra le fessura della dita,ma ancora niente,ogni tentativo era inutile.

All'improvviso vide qualcosa di strano,sembrava polvere e svolazzava verso la fonte di luce,Sesshomaru vide per terra,eppure non c'era nulla che si alzasse dal terreno.

Ma poi arrivò ad una sconcertante deduzione,quando vide quello che sembrava polvere,lo vide dopo che si era messo il braccio davanti al viso,quindi,c'era solo un altra spiegazione.

Si girò con le spalle rivolte verso la struttura,così da potersi riparare da quella fortissima luce,controll la parte del braccio con la quale si era coperto dalla luce,poi,una scena terrificante.

Il palmo della mano,le dita e la parte sotto dell'avambraccio erano privi della pelle e dei muscoli sottostanti,ma in compenso,al loro posto,c'era una strana sostanza luminescente,come quella prodotta dalla bizzarra costruzione.

- Che cosa mi sta succedendo?

Chiese Sesshomaru notando che era il suo braccio quello che si stava sbriciolando.

Ormai era chiaro,Sesshomaru era più tanto freddo,anzi,ormai la situazione gli era sfuggita di mano,gli occhi sbarrati,la respirazione acceerata,il battito cardiaco accellerato,l'adrenalina che si faceva sentire,lo stress ormai,aveva fatto raggiungere la pazienza di Sesshomaru al culmine.

Nemmeno uno calmo e riflessivo come lui,era in grado di sopportare tutti quegli effetti sorpresa,la pazienza non dura per sempre,nemmeno per uno yokai.

- Nulla di che,solo una cosa transitoria.

Disse Akira perfettamente calmo,anche se in realtà nemmeno lui se la passava diversamente.

Anche lui si stava polverizzando.

- Cosa?

- Vedete signor Sesshomaru,c'erà un motivo ben preciso per la quale vi ho condotto fin qui...ed era proprio questo.

- Tu...

Sesshomaru era arrivato al limite,quella era la goccia che faceva trabocare il vaso,era stanco di misteri e rovine,voleva solo ucciderlo e questa volta non si sarebbe fermato.

Se proprio doveva scomparire,avrebbe preso la vita di Akira e lo avrebbe portato con se all'altro mondo,nessuna strategia,nessuna via di fuga,solo lui,Akira e Bakusaiga.

Mise la mano sul manico della sua spada,piegò le gambe,scatto in avanti partendo in punta di piedi,slancio selvaggio,estrazione della spada,entrambe le mani sul manico portando la spada sopra la testa e poi,colpì.

Ma Akira,non era d'accordo col suo ospite.

- Spiacente signor Sesshomaru,ma temo che lei non farà in tempo a colpirmi.

Akira se ne stava immobile,rilassato e con un piccolo sorriso sul volto,per lui la cosa sembrava indifferente,come se l'attacco di Sesshomaru fosse stato un evento perfettamente normale,come qualcosa di ovvio.

Sesshomaru sentiva la lama che si stava avvicinando al suo bersaglio,ancora poco e l'avrebbe tagliato in due.

O così sarebbe dovuto accadere.

Prima ancora che Bakusaiga toccase Akira,quest'ultimo,contrattaccò,rimanendo perfettamente immobile,spostò la mano destra in direzione della spada e poi,un colpo improvviso,il dorso della mano colpì le mani di Sesshomaru,spostando il colpo verso la destra di Akira,facendo scontrare la spada contro il terreno.

Lo yokai non ebbe nemmeno il tempo di stupirsi che il padrone di casa passò all'attacco,dopo aver deviato il colpo,girò su se stesso in senso orario e poi,con la gamba destra,colpire il suo ospite nella parte destra della mascella con il tallone,provocando un danno abbastanza forte da buttare a terra Sesshomaru con notevole forza.

Tali erano stati la forza e la velocità del colpo,che Sesshomaru non fece nemmeno in tempo a parare il colpo,cadde a terra colpendo rovinosamente il duro terreno,poi si alzò con il busto facendo leva sulle mani e vide negli occhi di Akira che non c'era alcun tipo di espressione.

Vedeva bene quello che c'era nelle suo sguardo,non una nota di gioia,n'è di superiorità,non c'era disgusto,n'è tanto meno disprezzo,dove prima c'era un sorriso sul viso del padrone di casa,ora non c'era niente,solo delle labbra fin troppo inespressive,era come se avesse preso le espressioni di Sesshomaru e poi le abbia fatte sue,con l'eccezzione di aver preso oognuna di quelle manifestazioni vagamente emotive appartenenti al figlio di Inutaisho e gli abbia tolto,una ad una la freddezza.

- Che cos'hai da guardare?

- Vedo un ragazzo,molto coraggioso,sprezzante del pericolo e molto fiducioso in se stesso,ma anche impreparato,sconsiderato e totalmente inesperto in un vero scontro fisico,soprattuto se in uno scontro come questo sono incluse avanzate tecniche di lotta,sia di combattimento armato che disarmato,non siate sciocco,accettate la mia offerta,unitevi a noi.

Disse Akira allungando un braccio e porgendo la mano allo yokai per terra.

Ma Sesshomaru non voleva il suo aiuto,si rialzò da solo,mantenendo così il suo orgoglio da guerriero.

- Come immaginavo,non siete il tipo di persone che si arrende facilmente,però,se fossi in voi,accetterei l'offerta,sa e molto vantaggiosa,sia per lei,che per me.

- No.

Disse Sesshomaru rivolgendosi ad Akira con tutto il disprezzo che aveva per lui,non gli importava nulla di chi fosse o quanto potesse essere abile,addirittura,stava lasciando perdere il fatto che sia il suo corpo che quello di Akira si stavano polverizzando.

- N'è siete sicuro?Non volete sapere per quale motivo ho scelto voi?Non provate il desiderio di sapere di più da questa storia?

- L'unica cosa che voglio...

Grande era la forza che la sua mano sprigionava nello stringere il manico di Bakusaiga,un profondo desiderio di morte per il suo avversario si faceva strada attraverso la sua mente.

- E UCCIDERTI.

Dopo l'urlo,un altro scatto,ma questa volta era diverso,era più cattivo,più massiccio e più slanciato,stesso attacco di prima,scatto felino e spada sopra la testa,esattamente come prima.

Ma ancora una volta Akira non sembrava preoccupato,anzi,era di nuovo immobile,consapevole delle conseguenze che quell'attacco,eppure,il suo animo era tranquillo e placido,non vi era alcuna preoccupazione nel suo animo,ma ciò non voleva dire che non fosse attento.

Si stava preparando per il prossimo colpo,le braccia lungo i fianchi,lo sguardo vigile,i nervi saldi,la respirazione regolare,tutte cose che Akira aveva in quel momento.

La spada che si avvicinava ancora una volta,poi,la contromossa.

Poco prima che la spada si abbassasse abbastanza da aprirgli la testa come un anguria,il braccio sinistro di Akira si alzò velocemente e con la mano gli bloccò un polso,mentre con l'altra mano gli prese il colletto del kimono,girò su se stesso di centoottanta gradi,poi si piegò in avanti.

Il risultato,Sesshomaru era stato proiettato per terra,con la schiena a contatto col suolo,la forte botta ricevuta,il fiato mozzato per l'impatto subito,i polmoni schicciati contro il retro della gabbia toracica,tutti segni che stavano a significare che il suo attacco,non solo era stato inefficace,ma che gli si era ritorto contro,cosa che di certo non era molto bella.

Lo yokai faceva fatica respirare,sentiva che gli mancava il fiato,che la sua schiena si era abbattuta con troppa forza contro il terreno,tossiva,il suo corpo cercava l'aria,ma a fatica raggiungeva i polmoni.

Akira lo guardava,vedeva il suo ospite preferito disteso a terra,sporco di polvere,che annaspava in cerca dell'aria.

Mentre lui era in piedi,trionfante,con gli abiti puliti,non un graffio,non un piega,nemmeno un pò di polvere,nemmeno su i suoi tabi o i suoi sandali,lui era perfettamente integro.

Nel suo sguardo non c'era superiorità,semplicemente osservava,forse incuriositò,forse interessato,ma a cosa di preciso?

- Signor Sesshomaru,temo sia evidente la differenza che ci contraddistingue,con questo non dico di essere migliore,io ho semplicemente più esperienza,più capacità,l'unica cosa che ci accomuna e la testardaggine,guardi lei per esempio,lei insiste nel non volere accettare il dono che le sto facendo,mentre io non riesco a smettere di chiedervi di entrare nei ranghi del nostro ordine,perchè insiste così tanto?

Sesshomaru provò rialzarsi,ma la cosa gli sembrava difficile,troppo grande era il suo svantaggio su Akira.

Il chiarore naturale della sua pelle stava scomparendo facendo prendere lentamente posto al vuoto,non poteva scomparire senza essere riuscito a colpire quel maledetto,non poteva,non voleva,non lo accettava,per questo cercò di rialzarsi.

Ma prima ancora di poter mettersi in piedi,qualcosa lo prese per le vesti,era una delle mani di Akira.

Lo prese delicatamente,rimettendolo in piedi,su gambe non molto stabili.

- Allora signor Sessh...

- La mia risposta...rimane no

Disse lo yokai con respiro debole ed affannato.

- Vedo che siete un tipo tenace,ma purtroppo per voi,lo sono anch'io.

Akira strinse di più la presa sulle vesti del giovane yokai,poi,con forza bruta,lo lanciò contro la luce abbagliante,che lo assorbì completamente.

- Interessante,spero solo che la mia intuizione sia giusta.

Pensando questo,Akira,si avviò lentamente verso il bianco accecante che gli stava di fronte,non una sola emozione si percepiva sul suo volto,nessuna paura,nessuna esitazione,solo una tranquilla,serena,ma grand,sete di conoscenza.

più si avvicinava,più il suo corpo svaniva,lentamente,in miriade di frammenti dalle dimensioni notevolmente piccoli,ed infine,il nulla.

Nessun corpo,nessuna carne,nessuno scheletro,aria e polvere,solo questo era rimasto di loro due.


Due minuti dopo,in luogo imprecisato,qualcosa comparve dal nulla.

Un grosso ammasso,formato da quello che sembrava polvere o sabbia,comparve all'improvviso,che,subito dopo essere comparso da chissà dove cominciò a compattarsi.

Da quell'ammasso però,accadde una cosa ancora più strana,cominciava a prendere un forma interessante,sembrava quella di un uomo.

Gambe,braccia,tronco,testa,non mancava nulla,anzi,si stavano formando persino dei capelli e delle vesti,si stava creando una persona.

Ed infine,da quella moltitudine di granelli uscì fuorì un ragazzo.

Era Sesshomaru e questa volta tutto intero,si guardò attentamente, i piedi c'erano,le mani c'erano,kimono,corazza,spallaccio,calzature,spada,c'era tutto.

- Cosa mi è successo? E poi,dove mi trovo?

Si chiese mentalmente lo yokai con immenso stupore,mentre si guardava attorno per capire in quale altro assurdo posto si trovasse.

Attorno a lui il paesaggio era decisamente particolare,guardò in alto,si vedeva il cielo,era grigio,sembrava finto,irreale,non c'era nemmeno un alito di vento,sembrava di stare al chiuso.

Sotto di lui il terreno era bianco come la neve,era lisco è non presentava anomalie di alcun genere,era tutto un perfetto piano orrizontale.

si guardò attorno è vide una zona vuota intorno a lui,un fossato senza fondo,nero come la notte,che circondava il terreno su qualle stava Sesshomaru,un cerchio molto ampio.

Oltre il fossato si potevano vedere delle mura altissime,che circondavano l'intera zona,mura liscie,anch'esse bianche,ma non erano liscie,anzi,presentavano delle linee orizzontali e verticali,che,di tanto in tanto,ogni cinque metri,la linea orizzontale incrociava una linea verticale,formando così una croce.

Nello scorgere quel luogo bizzarro si sentì perso,disorientato,confuso,era come se quel luogo nascondesse qualcosa.

- Che posto è questo?

- Domanda interessante.

A sentire quella voce provenire dietro di lui si girò immediatamente,era Akira,con lo stessa identica calma stanpata sul volto.

- Tu,sei stato tu a scagliarmi contro quella luce,se sai qualcosa dillo subito.

- Quanta fretta signor Sesshomaru,ma temo che nemmeno io sappia cosa sia successo,vede,l'unica cosa che posso dirle per certo e che teoricamente,questo posto non'è reale,o per meglio dire,è reale fino ad un certo punto.

- Spiegati meglio.

- La forma è l'aspetto di questo luogo è stato ifluenzato dalla presenza di uno o più elementi estranei,in questo caso gli elementi saremmo io e lei,qualunque cosa sia è reale finchè noi lo percepieamo come tale,se la nostra logica lo definisce reale esso sarà reale.

- Davvero?come fai ad esserne così sicuro?

- Semplice,non'è la prima volta che vedo bizzarie simili,anzi,dei tanti manufatti che ci sono a questo mondo,la pietra con le incisioni e questa porta,sono solo due di questi,c'è ne sono molti altri,sparsi per questo nostro grande e vario mondo.

- Manufatti? vuoi dirmi che ci sono altre cose come quelle?

- Ops,temo di aver detto troppo,spiacente signor Sesshomaru,ma temo di non poter continuare oltre,almeno che lei non...

- quando dico no è no.

- Come volete,temo che per convincervi,dovrò usare le maniere forti.

detto ciò assunse una posizione interessante,la gamba sinistra leggermente piegata in avanti mentre la gamba destra veniva tenuta rigida mentre veniva posizionata dietro e le braccia venivano messe di fronte al torace,il braccio sinistro era davanti a quello destro ed in entrambe le braccia le mani venivano tenute semiaperte.

- Arrivo.

Akira fece uno scatto in avanti avvicinandosi rapidamente a Sesshomaru che a fatica si era accorto del moviemento fatto da quest'ultimo.

Il templare gli mise la mano sinistra sul volto,coprendogli gli occhi ed accecandolo temporaneamente,mentre con la mano destra,gli tirò un velocissimo schiaffo verso l'orecchio sinistro,provocando così,non un violento piegamento del collo,cosa molto pericolosa in un combattimento ravvicinato,ma anche un momentaneo stordimento provocato dallo schiaffo,che,arrivando sull'orecchio,produsse un fischio,causandogli così un leggero senso di stordimento.

staccatosì da Akira,Sesshomaru faceva fatica a comprendere quello che era successo,sapeva di essere stato colpito,ma la botta ricevuta gli impediva di ragionare lucidamente,un colpo tanto semplice quanto devastante.

ma questo per Akira non era abbastanza,sempre con la mano destra akirà gli mollò un montante che gli arrivò dritto nello stomaco,un altro colpo effettuato con molta forza bruta.

Sesshomaru si piegò in due dal dolore,il colpo che aveva ricevuto era stato devastante,dal basso verso l'alto e con una forza tale da far crollare anche il più resistente dei combattenti.

rischiò di accasciarsi per terra,se non che,riuscì a frenare la sua caduta poggiando in tempo un ginocchio,il dolore era forte,ma la volontà di resistere era rimasta illesa.

Si rialzò,dolorante e provato dai pochi colpi subiti,pochi,ma pesanti.

- Va bene,adesso sono arrabbiato.

Disse Sesshomaru ripartendo subito all'attacco,veloci fendenti colpino l'aria di fronte a lui,tentava di colpire il templare con forza ben maggiore di prima.

Ma Akira sapeva schivare i colpi con grande efficacia,inclinare la testa,piegarsi,inclinare il busto,movimenti semplici,ma di grande importanza,era evidente che per Akira la cosa era seria,anche se non si stava impegnando al meglio delle sue capacità,anzi,era come se fosse una sessione di allenamento,una fase di riscaldamento.

Colpo dopo colpo,schivata dopo schivata,arrivò il momento propizio.

Sesshomaru,utilizzando una mano sola,tirò un affondo nel tentativo di infilzare Akira,ma l'ennesimo movimento del templare lo rese vulnerabile,Akira si spostò di lato,poi,con una mano gli prese il polso girandoglilo nel senso contrario,poi,come se non bastasse,irrigidì l'altro braccio,lo portò in alto con la mano chiusa,per poi facendo cadere di peso il proprio gomito contro quello di Sesshomaru,provocando così il piegamento del braccio nel senso opposto a quello naturale.

Lo yokai di ghiaccio sentì il proprio braccio piegarsi violentemente nella parte opposta,grande fu il dolore sentito in quel movimento innaturale,ababstanza grande da fargli aprire la mano facendo cadere la spada per terra.

- Bene,ora che siete arrabbiato cosa avete risolto?

Disse Akira prima di prenderlo per il braccio con una mano e farlo cadere per terra,girandolo e facendogli fare un giro a mezz'aria.

Sesshomaru si ritrovò per l'ennesima volta sul pavimento,ma questa volta stava peggio di prima,stava cercando la spada con lo sguardo,la vide che era quasi a portata di mano,cercò di raggiungierla,ma proprio quando stava per riprenderla in mano,Akira si avvicinò alla spada,la raccolse e poi la osservò attentamente.

- Che arma interessante,Bakusaiga,trovo sorprendente il fatto che sia nata da un braccio mozzato,insomma,non'è la prima volta che si sente parlare di un arma ricavata dal corpo di un demone o di uno yokai,ma creare un arma già all'interno del proprio corpo e poi poterla usare subito in combattimento,non'è qualcosa che possono fare tutti,non solo sul piano fisico,ma anche quello mentale,straordinario.

- Lascia immediatamente quella spada.

- Non si preoccupi,la sto solo osservando,cosa che non mi avete permesso di fare visto che la stavate usando contro la mia persona,quindi,vi concedo un momento di riposo,intanto che io vi parlo.

- Preferisco i fatti alle parole.

- Comprendo,ma ditemi,che cosa sono i fatti,Se non il volere di una persona eseguita attraverso un azione fisica? E che cos'è l'azione,se non eseguire un comando dettato dalla nostra volontà? E che cos'è la volontà,senza l'idea che c'è dietro?

Per azione si definisce una serie di movimenti atti a raggiungere un fine,ma cos'è l'azione se priva dell'idea che c'è dietro? Voi mi combattete unicamente perchè avete la sensazione che io sia come Naraku,una minaccia alla tranquillità della vostra vita.

Ma a cosa è valso uccidere quel disonesto hanyou?Nulla,lui aveva rovinato le vostre vite e quella di molte altre persone,ha seminato disgrazia e distruzione solo per un mero desiderio peronale,infine lo sconfitto,ponendo fine alle sue mire sulla sfera dei quattro spiriti.

- Non c'è bisogno che me lo ricordi.

- No infatti,però,c'è una cosa che non vi siete chiesti.

- E quale sarebbe?

- Che cosa avete ottenuto dalla morte di Naraku? A parte la vendetta compiuta naturalmente,ve lo dico io,nulla,non avete ottenuto nulla dalla sua morte,il paese non'è cambiato,la guerra civile tra le casate umane non'è cessata e le mire espansionistiche dei piccoli stati degli yokai rimane un sogno ben lungi dall'essere realizzato,sono si comandate da  potenti famiglie,ma sono divise,non in grado di vedere che l'unità sarebbe la sola cosa che sia in grado di salvare questa nostra razza così legata a un passato ormai privo di significato per i molti che ancora credono di essere superiori a ben altre razze.

- Se e così che la pensi allora anch'io sarei un ottuso come dici tu.

- No signor Sesshomaru, la sua situazione e diversa,voi avete compreso che la differenza tra razze è solo un illusione,chè non esiste vera differenza se non quella che concepiamo noi stessi,sa,si capisce che voi siete come vostro padre,un uomo libero con idee proprie,non siete il tipo di persona che si piega,anzi,l'unico modo per farla inginocchiare dovrei spezzarvi le gambe i quattro punti differenti e subito dopo polverizzarvi le ginocchia a suon colpi,eppure voi rimarreste in piedi anche dopo che vi avrei fatto tagliare le gambe.

- Grazie è la prima volta che sento qualcuno che si vuole impegnare così tanto con me,mi sento lusingato.

- Ah si figuri,tra l'altro e quello che ho intenzione di fare.












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Capitolo 21
*** In soccorso di uno yokai. ***


Chi era veramente questo Akira? uomo dai modi gentili,in grado di abbattere uno dayokai come Sesshomaru con colpi precisi,potenti ed estremamente fantasiosi,forse dietro al suo bell'aspetto si nasconde molto di più di quello che non vuole mostrare.

Sesshomaru,un ragazzo di qualche centinaio d'anni,giovane promessa della sua razza,colpito più e più volte,ma senza mai perdere la determinazione a resistere al suo avversario,dimostrando così di avere una resistenza di dimensioni colossali.

Akira e Sesshomaru,due cocciuti a confronto,solo che uno stava bene,mentre l'altro era per terra,contuso,con qualche livido e colpito in modi che non si sarebbe mai aspettato di ricevere in tutta la sua vita.

- Signor Sesshomaru,credo che lei tenga molto alle sue gambe,quindi,sia ragionevole,usi i suoi arti inferiori per servire uno fine superiore.

- Non ci penso nemmeno...e poi,tu non vuoi tagliarmi le gambe,sai anche tu che da monco non ti servo a niente e poi,io posso sempre farmele ricrescere.

- E io le taglierei di nuovo,anzi,ve le taglierei tutte le volte che fosse necessario,perchè in fondo non potranno riscrescere in eterno,insomma,credo che ci voglia molta energia e molto sangue per ricreare un braccio,figuriamoci entrambe le gambe.

- Allora ti consiglio di tagliare adesso,perchè sto per rialzarmi.

Il giovane si rialzò lentamente,con il dolore e lo sforzo a ostacolarlo,ma questo non lo avrebbe fermato,n'è tanto meno desistere dal suo intento di uccidere il suo avversario.

Aprì la mano mostrando gli artigli,quei lunghi e sottili strumenti di morte.

- Avrò perso la spada,però mi rimangono sempre gli artigli.

- Vero,ma dubito che averli sia un vantaggio.

- Tu credi,scopriamolo.

Ancora una volta Sesshomaru si lanciò all'attacco,mano aperta,artigli pronti,una zampata simile a quella di un orso si stava per abbattere su Akira,ma per l'ennesima volta,quest'utimo sapeva già cosa fare.

Il veloce sguardo del padrone di casa si accorse subito del punto debole di quel colpo animalesco,lo spazio che c'era tra un dito e l'altro,all'apparenza nulla di importante,ma Akira sapeva bene come sfruttare l'occasione.

Avendo Bakusaiga in mano decise di sfruttarla,ma senza esagerare,la tenne stretta tra le mani e poi,mentre il giovane yokai si avvicinava,gli lanciò la spada contro,non in modo preciso,anzi,gliela aveva buttata contro,nulla di che,solo gettata,dritto in faccia.

Sesshomaru istintivamente chiuse gli occhi,poichè quando la spada lo colpì di piatto prese anche la parte superiore rischiando così di accecare lo yokai di ghiaccio,ma per fortuna non era successo nulla di così grave.

Ma a compensare quella fortuna accadde altro.

Avendo ostacolato l'azione di Sesshomaru,il templare fece una delle sue mosse,corse brevemente incontro al suo distratto avversario,si avvicinò,poi con il palmo della mano sinistra,colpì violentemente le dita della mano del giovane yokai,provocando così un violento piegamento all'indietro.

Il colpo era stato talmente forte da rischiare la rottura delle dita,tra il pollice,che essendo più distante dalle altre estremità della mano non fu colpita per nulla,ciò però non era di molto conforto e quindi non c'era nulla di cui stare tranquilli.

Il giovane notò subito uno sguardo più cupo provenire da Akira,con l'attacco di Sesshomaru fallitò e le dita doloranti di quest'ultimo decise partire all'attacco.

Ma questa volta sarebbe stato diverso,questa volta sarebbe stato più pesante.

Akira non aspettò neanche che il suo avversario potesse reagire che era già partito,una veloce raffica colpì il volto dell'indifeso ragazzo di ghiaccio,breve,ma intensa,due calci in pieno volto ed uno ad ascia,portando la gamba il più in alto possibile e poi facendola cadere pesantemente verso il basso,colpendo con il tallone,il craneo del malcapitato e facendolo finire direttamente per terra per la forza del colpo.

Per l'ennesima volta Sesshomaru si ritrovò per terra,più stanco,più debole e più stordito di prima.

- Signor Sesshomaru,credo che lei sia ben consapevole di non aver speranze,tuttavia,non demordo dal continuare con la mia proposta,accettate è la scelta migliore per tutti, Rin e Jaken godrebbero di vantaggi che pochi altri al mondo potrebbero permettersi,mentre lei,diverrebbe un uomo dalle infinite possibilità,potrebbe diventare qualcosa di più grande,qualcosa di migliore,qualcosa di...importante.

- No

Disse il giovane yokai con voce flebile e debole.

- Ma perchè si ostina?Perchè è così testardo?

- Lo stesso vale per te,perchè continui a farmi la stessa domanda,sei sai già quale sarà la risposta?

- Perchè io ho mie validi motivi.

- Lo stesso vale per me.

- Beh,in questo caso,continuare lo scontro non avrebbe senso,in compenso,dovrò usare altri metodi per convincervi,anche se a dirvi la verità,avrei preferito non farlo.

Akira si abbassò mettendosi su un ginocchio,prese delicatamente il volto dello yokai tra le mani attento a non fargli troppo male,poi,lo guardò dritto negli occhi,in quelle iridi gialle cariche di astio e voglia di resistere.

- Vi siete mai chiesto perchè possiedo due occhi come questi? Semplice...

L'occhio sinistro di Akira Emanava piccoli fasci di luce diretti nell'occhio sinistro di Sesshomaru,nel osservarlo dritto nell'occhio,il giocane yokai provò una strana sensazione,un brivido percorse lungo la schiena,un brivido freddo e sgradevole,un piccola presenza si era insinuata nel figlio del generale.

- Il mio occhio giallo,quello da yokai,rapressenta il passato,le mie origini,mi ricorda da dove vengo e quale strada ho percorso per divenire l'uomo che sono oggi,gli insegnamenti appresi,le tecniche che ho imparato,le idee che mi hanno tramandato.

Il mio occhio sinistro,quello speciale,rappresenta il futuro,il progresso,ciò che queste terre diverranno,dopo che i nostri piani avranno successo,noi,i templari,lo renderemo un paradiso in terra,per chiunque viva all'interno dei suoi confini e faremo di tutto per raggiungere il nostro scopo,quindi,temo che la confraternita degli assassini,non potrà fare molto per fermarci.

- Cosa?

- Intuivo il loro intervento in questa storia,sa,anche loro sembrano molto interessati a voi,visto che sia gli assassini,che i templari,erano interessati a lei,incredibile,non avete idea di quanto la vostra esistenza abbia cambiato le sorti di questo conflitto,ora,se non vi dispiace,vi farò passare dalla nostra parte.

L'occhio grigio cominciò a emettere un raggio lucente,piccolo,stretto,innaturale,ma decisamente sinistro,nel guardarlo cominciò a sentirsi strano,cominciava a sentirsi vuoto,tranquillo,senza preoccupazzione,sentiva la testa leggera,leggera,sempre più leggera,un pò come se si stesse addormentando,ma con gli occhi aperti.

- Così da bravo,lasciatevi andare,diventate uno di noi,diventate il fondatore di un nuovo mondo.

Tutto stava filando liscio per Akira...ma poi,accadde qualcosa.

Qualcosa apparso dal nulla,si abbattè su Akira,con forza devastante.

Insieme al padrone di casa cadde anche il giovane yokai,confuso e stordito faceva fatica a comprendere quello stava succedendo.

Sesshomaru provò a focalizzare la figura di Akira che era stata scaraventata un pò più in la da dove era prima.

Vide Akira trascinata a terra dalla forza dell'urto,per poi rialzarsi di colpo effettuando una capriola all'idietro e frenando la propria corsa piantando i piedi con forza contro il pavimento.

- Acciddenti,ma cosa sarà stato?

Disse Akira come se non fosse per nulla preoccupato.

 Poi si rialzò in piedi molto tranquillamente,niente sorpresa,niente collera,niente di niente,nemmeno Sesshomaru avrebbe potuto essere più impassibile,guardò di fronte a lui,incuriositò da chi o cosa potesse essere il nuovo arrivato.

A qualche metro di distanza,si poteva ben distinguere la figura di una persona,era alta,portava un kimono bianco con cappuccio e un obi rosso,un hakama del medesimo colore,tabi bianchi e sandali di paglia.

Oltre a questo però non si potè vedere anchge il volto,poichè il cappuccio copriva il volto del suo portatore.

- Ciao ragazzo,ti ricordi di me?

Sesshomaru,che era steso a terra fece fatica a riconoscere l'uomo che aveva di fronte,era fin troppo scombussolato per comprendere appieno quello stava accadendo,anche se in realtà c'era ben poco che si potesse comprendere con chiarezza.

Focalizzò lo sguardo sulla misteriosa figura con attenzione.

- Dovrei?

- Diciamo solo che una volta che ti entro in testa non n'è esco,più,non so se mi spiego.

Disse lo sconosciuto mostrando un sorrisetto da sotto il cappuccio.

Inizialmente lo yokai non diede peso alle sue parole,ma poi,pensandoci bene,quella voce,l'aveva già sentita da qualche parte,ma non ricordava dove,c'è l'aveva in testa.

Poi,la rivelazione,sguardo stupito negli occhi di quel ragazzo a terra,non c'è l'aveva in testa,ma dentro la testa,era lui.

- Tu? Qui?Ma come...

- Abbiamo poco tempo quindi stammi a sentire con attenzione,adesso uscirai da questo posto,poi,se sarai fortunato,troverai qualcuno ad aspettarti fuori di qui,ti aiuteranno ad uscire dalle rovine nella montagna.

- Io non fuggo...E poi,ammesso che potrei scappare da qui,come farei?

- Semplice,ti aiuto io.

- E come?

- Semplice,hai presente la zona vuota che circonda tutta quest'area?

- Si

- Buttati.

Per un attimo scese un silenzio abissale,nessuno dei tre presenti si mosse dopo aver sentito quell'ultima parola detta con incredibile naturalezza,lo stesso Akira sembrava perplesso,anche se non lo dava a vedere.

- Mi scusi,ma non credo che sia un idea molto saggia,insomma,dentro quegli abissi inesplorati potrebbe succedergli qualunque cosa e credo che morire sia molto probabile.

- Io non credo,insomma,sappiamo entrambi che in posti del genere possa accadere di tutto,anche le più assurde,ma comunque,tu sei templare,non dovrei nemmeno darti ascolto,n'è tanto meno darti ragione.

- In ogni caso quel ragazzo diverrà uno di noi.

- Io non credo,egli è libero di scegliere da che parte stare,può anche scegliere di non schierarsi,cosa che non riesci a comprendere.

- Compredere cosa? La libertà? Quella stessa libertà che permette agli uomini di commettere azioni orribili?Quella stessa libertà che crea l'odio,la paura per il diverso è l'incomprensione generale per qualunque cosa non vada bene alle masse? Ai popoli? Alle razze?

- Se è così che la pensi allora affrontami,sta pur certo che il figlio di Inutaisho non finirà nelle mani di un tiranno come te.

- E io non posso permettere che un ragazzo così prometettente si schieri dalla vostra parte,signor sconosciuto,le farò vedere cosa vuol dire battersi per un bene superiore.

- E io ti mostrerò quanta forza può nascere dalla libertà di un singolo individuo.

Detto questo i due si lanciarono a folle velocità l'uno contro l'altro,scatto improvviso,gambe scattanti,forza primitiva,volontà di ferro,bastava semplicemente vederli in quell'istante per capire come la convinzione di entrambi potesse scatenare una tale carica di energia,una così profonda convinzione nel proprio credoda poter dare vita a uno scontro così acceso,non si erano ancora colpiti e già davano il massimo di se stessi.

Sesshomaru intanto si alzò dal terreno con incredibile forza di volontà,visto che ormai faceva fatica a stare in piedi,anche se tutti quei colpi ricevuti non erano una motivazione sufficiente per potersi arrendere,cosa che di certo non avrebbe accettato ben volentieri.

Ormai alzato assistì al combattimento dei due avversari,un calcio volante da parte dell'assassino e una scivolata spezzagamba da parte del templare erano l'attrazzione di inizio spettacolo,ma non si erano presi minimamente.

Akira si rialzò subito,mentre l'assassino dovette aspettare di atterrare,poi i due sfidanti si girarono contemporaneamente guardandosi da lontano visto che ormai avevano ripreso le distanze l'uno dall'latro.

- Devo ammettere che questa cosa era inaspettata.

Disse l'incappucciato con voce meravigliata.

- Sono d'accordo con voi,nemmeno io mi sarei aspettato un simile risultato.

Disse Akira con un tono di voce più calmo e controllato.

Dopo un breve silenzio i due cominciarono a muovere qualche passo,poco alla volta si avvicinavano,eliminando così quell'ipotetica distanza di sicurezza che avrebbe fatto comodo ad entrambi.

Erano vicinissimi,l'uno di fronte all'altro.

E Sesshomaru era ben consapevole di quello che stava vedendo,Akira,non si stava comportando come prima,sembrava più concentrato,come a sottolineare la differenza tra l'abilità di Sesshomaru e quello del nuovo arrivato.

Questo scontro era diverso,il suo inizio era diverso,non aveva nulla a che fare col duello di prima,Akira e l'assassino si misero in posizione,il templare assunse una forma di combattimento morbida,le gambe piegate in modo flessuoso, le braccia larghe e le mani aperte verso l'interno,tenendo la mano destra più al petto in confronto a quella sinistra che era più distante.

L'assassino invece assunse uno stile più duro,la gamba sinistra in avanti e quella destra indietro,anch'esse piegate ma più rigide,mentre li braccio deestro era piegato vicino al fianco mostrando un evidentissima mano chiusa a pugno e il braccio sinistro in orizzontale,vicino al ventre e con la mano aperta.

Due persone differenti,ma con sguardi simili,determinati a combattere,anche quello scambio di occhiate era un duello in tutto per tutto.

Il primo ad attaccare fu l'assassino,col suo rigido destro diretto al ventre del templare,quest'ultimo deviò il colpo appoggiando la mano sinistra sul pugno avversario e spingendo leggermente cambiando così la traiettoria di quel pugno,in risposta a quel attacco mosse la mano destra verso il voto dell'assassino,ma poi la fermo a metà percorso,la fece tornare rapidamente indietro per poi avanzare con il gomito verso la mascella del suo rivale.

Ma prima ancora che potesse raggingerlo la sua gomitata venne parato dal palmo sinistro dell'assassino che rapidamente era riuscito a bloccare il colpo ed evitando così di farsi danneggiare la mascella.

Agli occhi di Sesshomaru sembrava impossibile che lui,nonostante la grande forza che possedeva non era riuscito a colpire Akira,nemmeno una volta,la vista di quei due combattenti che si contrastavano a vicenda gli diede un ennesima rivelazione su se stesso,In confronto a tutti i personaggi che erano entarti nella sua vita lui non era niente,Un brigante era riuscito a ferirlo con una spada sottilissima,Ezio e riuscito a tirargli un pugno sul naso,un colpo tanto semplice quanto efficace e Akira si era rivelato un autentico maestro della lotta,calci,pugni,prese ed altri colpi particolari.

Ma lui,che cosa sapeva fare? Artigli? Qualche colpo di spada? Molta forza,ma nessuna vera disciplina,nessun stile di lotta,nemmeno a mani nude,non si era mai confrontato contro qualcuno in grado di eseguire colpi particolari,nemmeno gli yokai potenti come lui avevano mai tirato un colpo spettacolare,solo artigliate e colpi d'arma,semplici da tirare,ma banali su qualcuno come Akira,il suo metodo di lotta era aldilà d quello che suo padre gli aveva insegnato.

Guardò le proprie mani notando subito i suoi artigli,quello che fino a qualche momento fa gli sembravano delle armi eccezzionali,ora invece sentiva che gli erano più di ostacolo che altro,un inutilità se confrontati con le evolute tecniche del templare e dell'assassino.

E mentre i due continuavano a lottare si guardò un attimo indietro,vide il burrone alle sue spalle,vuoto,nero e apparentemente senza fondo,ripensando a quello che gli disse l'assassino forse sarebbe stato meglio andarsene,a cosa serviva rimanere quando ormai lo scontro non gli apparteneva più? Quando era chiaro che ormai non poteva fare più nulla?

Ferito e dolorante,zoppicante e provato dalla fatica,si allontanò,zoppicante,non il maestoso passo del guerriero trionfante,ma l'andataura dello sconfitto,curvo dal dolore,dalla fatica e dallo sconforto,un giovane orgoglioso dall'animo pieno di rimpianto nel non aver trovato forza nella propria sbruffonaggine.

Era ormai vicino al baratro tenenbroso,guardò in basso,ma non vide nulla,vuoto,come il suo animo per la sconfitta ricevuta,guardò un ultima volta indietro,era ancora li,a lottare,senza esclusione di colpi,poi,nel continuare a muoversi,i due guerrieri videro il giovane yokai sul limite del precipizio,Akira osservava stupito,quasi preoccupato,mentre l'altro mostrava solo un piccolo ed enigmatico sorriso.

- Non fatelo,rischiate seriamente di farvi male,non'è sicuro,su,torni indietro.

Ma l'avversario del templare non era del suo stesso parere.

- La decisione e tua ragazzo,lanciati o rimani,in ogni caso,scegli tu.

Non aspettò oltre,guardò di fronte a lui,guardò le mure,il cielo,poi in basso,ed infine,un ultimo respiro.

Poi.

Giù.

Nel vuoto,nel buio,nell'incertezza più assoluta,sopra di lui,la sconfitta,sotto di lui,la speranza di poter uscire da quel luogo senza senso,ma nel mezzo,quando ormai era in preda della caduta,si fermò subito,bloccato a mezz'aria.

- Ehi,quassù.

Sesshomaru alzò la testa senza badare troppo a quello stava accadendo,ormai era abituato alle starnezze,vide la testa dell'assassino esporsi dal ciglio del burrone.

- Che succede?Perchè sono fermo?

- Tranquillo,ho solo fatto in modo di bloccare il tempo in questo posto,anche se a dire la verità non'è veramente il tempo visto che questo luogo è parzialmente finto e qundi il concetto di tempo qui è irreale.

- Dove vuoi arrivare con tutte queste parole?

- Quello che cerco di dirti e che devi fare presto,se la mia teoria è esatta,in questo momento si sta svolgendo un scontro tra gli assassini e le truppe templari all'interno del castello.

- E quindi che devo fare?

- Affìdati a loro,sono qui per te.

Detto questo,la caduta riprese normalmente è prima ancora che potesse dire altro venne ingoiato dal baratro nella quale era saltato.

Era saltato giù è per l'assassino questo era un bene,Sapeva che Sesshomaru non avrebbe potuto farcela contro Akira,troppa differenza tra loro due,troppa per fare di Sesshomaru una vera minaccia al padrone di casa.

- Allora signor assassino,ora che il signor Sesshomaru si è ritirato,possiamo continuare questo scontro senza alcuna distrazione.

L'incappucciato si girò,togliendo gli occhi dal buio fossato e girandosi indietro e vedere la figura del templare.

- No,infondo sono venuto per salvare il ragazzo dalle tue grinfie,quindi,ora vado,ciao.

Detto questo l'incappucciato scomparve,con il suo corpo ridotto in polvere e spazzato via,come neve in una folata di vento.

Il templare,lasciato li da solo,si guardò attorno,spaesato,non riuscendo a ben capire cosa fosse successo esattamente.

- Mi sa,che rimanere qui non sia più necessario,meglio andarmene.

Anche lui,come l'assassino,se ne andò via,ma in modo differente,un varco lucente,sospeso sopra il terreno si era formato si era formato vicino a lui e senza esitare ci entrò dentro,pensando a Sesshomaru e al suo fallimento nel convincerlo a passare dalla sua parte,anche se ciò nonostante ancora non demordeva nel farlo divenire uno di loro e senza provare alcun risentimento verso di lui.

Qualche momento dopo,nelle rovine sotto il castello.

Dalla struttura comparve nuovamente quella luce accecante e da essa ne uscì qualcuno.

Era Sesshomaru,ma questa volta non era divenuto polvere ed era tornato indietro tutto intero.

Era accasciato a terra,ormai privo di forze,ma non privo di dolore,di risentimento,di umiliazione.

Provò a rialzarsi,ci riuscì,ma a fatica.

- Trovato.

Una voce,di donna,era vicina,abbastanza da poter spuntare da un momento all'altro.

Apparve dalla sua sinistra una figura incantevole,una donna,indossava un lungo kimonoda donna,bianco come la neve e con larghe maniche dove alla loro estremità vi era il simbolo della confraternita,tabi bianchi,obi bianco,sandali neri e un kosode bianco con cappuccio a coprire il volto della bella signora.

- Anche tu sei un assassino?

Disse Sesshomaru cercando di mostrarsi il meno affaticato possibile.

- Si,ma adesso vieni,non c'è tempo da perdere,ti scortiamo noi.

All'improvviso comparvero degli strani individui,tutti con vesti simili,una lunga veste di stoffa bianca dalle maniche larghe,pantaloni bianchi e sandali di paglia.

Ma se il loro abbigliamento era uguale,non si poteva dire lo stesse delle differenze che c'era tra un individuo e l'altro,uomini e donne,umani,yokai e hanyou,tutti diversi,eppure,tutti nello stesso posto.

- Come sapevate che ero qui?

- La confraternità ti osserva da molto tempo,dai,andiamocene.

Il gruppo di assassini circondò Sesshomaru ormai impossibilitato a combattere,standogli attorno i fratelli e le sorelle di lama gli facevano da scudo da eventuali attacchi delle guardie del castello.

- Muoviamoci.

Disse la donna ai suoi sottoposti.

- Aspetta.

Disse Sesshomaru rivolgendosi all'assassina.

- Cosa c'è?

- La mia spada e rimasta dentro a quella cosa.

- La tua spada? intendi questa?

La donna si avvicinò al ragazzo allungando il braccio destro verso uno dei suoi fratelli,che gli consegnò subito un arma molto simile.

- Bakusaiga? Non'è possibile,sono più che sicuro di averla lasciata li dentro.

- Davvero? Eppure e qui,davanti a te,prendila.

Lo yokai riprese la sua arma dalla donna rimettenola al suo giusto posto,al suo fianco.

- Ora,muoviamoci e sta volta senza interruzioni.

Detto questo tutti si incamminarono nella direzione opposta,compreso Sesshomaru,anche se era riluttante a fuggire dallo scontro.

Superarono le case distrutte,i muri rotti,le statue spezzate e gli scheletri,inquietanti testimoni di un luogo sconosciuto a più.

Sesshomaru li vedeva li,nelle posizioni più differenti,per terra,contro i muri,prima non si era per nulla interessato a loro,ma poi,guardandoli bene,notò qualcosa in quegli scheletri,tra quelli per terra,alcuni di loro,erano girati verso la porta.

Non sembrava nulla di che,eppure,quegli scheletri erano in posizioni strane,avevano la mano di fronte al viso,come a volersi proteggere da qualcosa.

Ma non era il momento per farsi domanda in ambito storico,doveva uscire di li e di corsa.

Continuando ad avanzare attraversarono le rovine,il gruppo fece attenzione a non farsi notare,camminava velocemente,senza mai correre,dovevano spostarsi in silenzio,affinchè gli uomini di Akira non li scoprissero,se mai fossero scesi a controllare.

Infatti,mentre stavano continuando ad avanzare,si sentirono dei passi provenire dalla lunga strada in discesa,erano guardie,armate di lance e spade,due piccoli squadroni stavano scendendo diretti alle rovine sottostanti.

- Nascondiamoci.

Disse l'assassina,al resto del gruppo mentre si riparavano dietro una casa.

- Il piano e questo,secondo le nostre fonti ci dovrebbe essere una cavità all'interno della montagna,che dovrebbe portarci fuori di qui,quindi, il piano é questo,mentre le guardie avanzeranno in questa direzione,noi ci allontaneremo da loro,in modo da non farci vedere e nel frattempo,trovare l'uscita,tutto chiaro?

- Si.

Risposero tutti alla donna tranne Sesshomaru.

- D'accordo,allontaniamoci da qui,senza farci notare,muoviamoci.

Il gruppo si allontanarono dalla casa che li aveva nascosti,ora però avrebbero dovuto muoversi per antiche strade sconosciute in una città in rovina,piena di ossa di gente dimenticata.

Di passo in passo,di secondo in secondo,il tempismo era fondamentale,muoversi di nascosto,camminare nelle ombre,controllare gli angoli da percorre e quando necessario,uccidere.

Nel corso di quell'azione furtiva Sesshomaru aveva visto adoperare le tecniche di omicidio di questi incappucciati,la lama degli assassini,la stessa arma che usava Ezio,anche se lui ne aveva due.

Collo,colonna vertebrale,craneo,ai lati della gola,quando si colpiva di dietro.

Trachea,cuore,fronte,occhi,quando si colpiva davanti.

Alcuni assassini ucccidevano da dietro i muri,agli angoli delle case,altri ancora salivano sulle piccole abitazioni ancora integre,per poi saltare sul malcapitato di turno.

Ogni guardia uccisa era una preoccupazione in meno,ogni passo fatto in avanti era una possibilità in più di andar via di li.

Poco alla volta,con velocità e precisione, arrivarono al luogo desiderato.

Ai confini della città,dove un grande spazio divideva le case dalla parete della cavità nella montagna,era una lunga linea,che si perdeva fin dove l'occhio potesse arrivare,se non oltre,uno spazio brullo a metà tra la città e la roccia naturale.

Sesshomaru era incredulo,per quanto si sforzasse,non riusciva a vedere la fine della linea,l'interno di quella montagna era più grande di quello che sembrava.

- Bene siamo arrivati,entriamo.

Disse l'assassina con un basso tono di voce.

la cavità,o almeno quella che sembrava una cavità naturale,aveva un forma quadrata e un perimetro di trentadue metri,otto per ogni lato.

Ai lati aveva delle strane incisioni,tre fila di linee spezzate che percorrevano l'intera forma divisa l'una dall'altra di solo dieci centimetri.

Sesshomaru entrò insieme agli altri,si guardò attorno e vide altri segni sul muro,ma questi erano diversi,non erano incisioni,ma disegni,pitture antiche,raffigurazzioni di uomini,magri,arti snelli e teste piccole,raffigurati in scene di caccia e di vita quotidiana.

Poi però,vide degli altri disegni,il disegno di una persona diversa dalle altre.

Era colorata unicamente di bianco,alta e slanciata,con braccia lunghe e una testa leggermente più lunga e in una delle mani teneva una specie di oggetto,una sfera gialla.

Attorno alla figura si potevano vedere delle persone,in ginocchio e con le mani verso l'alto,come in preghiera.

E dietro la figura c'era un immagine a lui conosciuta,la porta,l'imponente struttura dalle origini ingnote,cosa stava a significare quell'immagine? Forse non'era un caso che la dimora di Akira si trovasse sopra un luogo così strano,ma di certo,non era un caso che gli assassini erano giunti in tempo a portarlo via da quella trappola.

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Capitolo 22
*** Verso l'uscita ***


Ciao a tutti,ringrazio per l'ennessima volta tutti quelli che seguono la mia storia,ringrazio per l'ennessima volta Bankotsu90 per le recensioni che lascia ad ogni capitolo.

Ma bando alle ciance,vi lascio al mio nuovo capitolo.

P.S,questa e la sigla onoraria della mia fic,spero vi piaccia.

Questo e il link della canzone,(https://www.youtube.com/watch?v=VDLqUR1Hxhk).



Il giovane yokai,nonostante il fatto,che sarebbe stato meglio andarsene al più presto,riuscì a fatica ad allontanarsi dal quel muro.

Le immagini che vi erano sopra facevano scaturire in lui qualcosa che raramente provava,la curiosità.

Non erano state molte le volte in cui si imbatteva qualcosa che riusciva a catturare veramente il suo interesse,ma questa volta,era diverso,c'èra lui in mezzo a questa storia,ma perchè?Quale significato aveva la sua esistenza all'interno di una trama così oscura?

Trovare risposte a questi quisiti non era facile,ma sapeva per certo che tutto quello che era successo c'entrava con lui,solo,qual'era la connessione che c'era tra lui e queste due fazioni,gli assassini e i templari? Un altra domanda alla quale non aveva risposta.

- Ti senti bene?

Una voce di donna arrivò alle orecchie di Sesshomaru,era così distratto da non accorgersi che gli si era avvicinata.

- Si,sto bene.

Disse lui volgendo lo sguardo sul volto dell'assassina,anche se in realtà c'era ben poco da vedere,eppure,le uniche cosa che riusciva a vedere erano le labbra di lei,rosse,come una rosa,dolce,delicata,queste erano gli unici aggettivi con la quale descriverla.

Ma sentiva anche una profonda calma provenire da lei,gli ricordava Ezio,anche lui calmo,risoluto e con più forza di quello che ci si aspettava un umano come tanti altri.

- Sicuro?

- Certo,mi hai forse preso per un debole?

- No affatto e solo che adesso,dovremmo andare più veloci,quindi,ti conviene essere trasportato.

- Faccio da solo,non voglio essere un peso per nessuno.

- Se è così allora lasciati aiutare,per favore.

La donna si era rivolta a lui con voce gentile,senza troppe pretese,delicata nei modi quanto nel parlare.

Sesshomaru era contrario a quella proposta,non voleva essere una palla al piede,ma aveva il suo orgoglio da amntenere,dopotutto era considerato un giovane forte ed ostinato,non poteva di certo essere così debole davanti a loro.

Ma non poteva resistere a quella richiesta,non detta in quel modo così aggrazziato,così materno.

- E va bene.

- Ti ringrazio,così almeno ci rendi il compito più facile,Hiro aiutalo.

Nel sentire il proprio nome uno degli assassini si avvicinò a Sesshomaru e senza troppe scuse gli prese un braccio e se lo mise intorno al collo.

Sesshomaru lo sentiva benissimo,odorava di umano,eppure si era avvicinato a Sesshomaru senza alcun problema,come se fosse una cosa normalissima.

- Andiamo.

Tutti si rimisero in marcia,stavolta senza rallentamenti.

Ora che Sesshomaru veniva aiutato nel camminare un pò più svelto si poteva continuare con la missione,certo,era un pò imbarazzante per il grande yokai,ma di certo non poteva dire che la cosa non gli facesse comodo.

E facendo così potè inoltrarsi nell'oscurità insieme ai suoi soccorritori.

Camminavano,camminavano,ancora ancora e ancora,per lo yokai sembrava che la strada non finisse più,ferito e pieno di lividi,era difficile camminare per lui.

ma ancora più difficile era farsi aiutare nel tragitto da qualcun'altro,non per il fatto che fosse umano,visto che a quanto pare assassini e templari andavano d'accordo con chiunque,ma la cosa che ma sopportava era essere aiutato,lui,il potente Sesshomaru,ridotto a un moribondo,umiliato e sconfitto.

Ma parte dei suoi pensieri era ostacolata dal paesaggio sotteraneo che stava osservando in quel momento.

Stalattiti e stalagmiti spuntavano fuori da tutti gli angoli abbellendo quel mondo semibuoio ed umido,mentre fiaccole attaccate ai muri risplendevano in tutto il percorso facendo notare che le ricerche di Akira si erano spinte ben aldilà delle rovine più indietro.

Ma osservando bene,anche li si vedeva la presenza di resti del passato,vasi rotti,strani incisioni sui muri,persino quelle strane bamboline di terracotta che si trovavano alla festa erano la dentro.

- Che strano.

Disse Sesshomaru osservando dritto di fronte a lui

- Cosa?

Chiese l'umano che lo stava trasportando.

- Non mi sarei mai aspettato di dover essere aiutato da un umano.

- Si lo so,fa strano,sai,una volta ero diffidente verso gli yokai,ma poi,venni salvato dagli assassini.

- Salvato da cosa?

- Da briganti,ero un contadino una volta,un intero squadrone di briganti aveva preso possesso del mio villaggio,e indovina un pò,quegli stessi briganti erano stati mandati dal loro capo,quello che tu hai affrontato nella foresta.

Sesshomaru rivide all'improvviso l'immagine di Huàng Hè,il capo dei briganti al servizio di Akira,ricordava bene un frase detta da quest'ultimo,una frase per niente tipica di un predone.

- Sono briganti,non'è necessario che sappiano chi sia il loro capo,sono avidi,stupidi e rozzi,non sanno di servire qualcosa più grande di loro.

Qualcosa più grande di loro,com'era possibile che un uomo del genere potesse esprimersi in quel modo? Come può un rozzo,analfabeta saccheggiatore pronunciare così soavi parole?

- Cosa ci facevano nel tuo villaggio?

- I suoi uomini erano venuti a derubarci delle poche cose che avevamo,ma lui,il loro capo,era venuto per un motivo ancora più perfido,la sottomissione.

- Sottomissione?Un brigante voleva sottomettervi? Non capisco,ma i briganti rubano e saccheggiano,non sono conquistatori.

Intervenne l'assassina.

- Vero,peccato che quell'uomo non'è il semplice capo di una banda di briganti,è un templare,non ragiona come un comune delinquente,ma piuttosto il suo pensiero va ben oltre i comuni problemi che gli uomini si pongono.

- Continuo a non capire.

- Te lo spiego in un altro modo,tu nella tua vita hai combattuto per tanti motivi:potere,gloria,avere più forza,difendere Rin,questi sono motivi che riguardano solo te,tu hai sfoderato la spada solo per te stesso.

- Ma hai detto che l'ho fatto anche per Rin,come può essere per me stesso?

- Perchè tu la conosci e le vuoi bene,ma è una cosa che riguarda sempre e comunque te,altre persone invece combattono per qualcosa di più complesso,qualcosa che va ben aldilà delle questioni personali.

- Per esempio?

- Pensa ad Akira,come ti è sembrato?

- strano,mi parlava di cose sue,come se avessi potuto capire tutto quello che mi diceva,mi diceva cose del tipo,che potevo essere un re,che la nostra società e sbagliata,mi ha detto persino che i templari vorrebbero un paradiso in terra per tutte le razze.

- B'è,in questo caso ti ha rivelato il motivo per la quale combatte.

- Quello che ho capito di questa faccenda e che lui mi vuole come suo alleato.

- Lui non ti vuole come alleato,vuole che tu sia come lui,sa che sei un ragazzo speciale,con capacità speciali.

- Io gli ho resistito.

- Ci credo,visto i lividi che hai addosso credo che abbia cercato di piegarti al suo volere,resistendogli gli hai fatto capire che sei prezioso.

- Cosa?

- Nel ribellarti a lui e al suo volere,hai tirato fuori la forza,la tenacia e la resistenza che porti dentro di te,è non parlo solo di quella fisica,ma anche di quella morale,quella che hai dentro.

- Sarà,ma io di questa storia non ci ho capito ancora nulla.

- Non ti preoccupare,capirai.


cinque minuti dopo.


Stavano ancora camminando,sembrava che quella strada scavata nella roccia non finisse più,il gruppo degli assassini ormai stava avanzando da un pò e che trovare un uscita sembrava una cosa impossibile.

- Ma queste caverne non finiscono più?

- Ah quante pare no,di questo passo potremmo anche perderci, e dire che siamo solo alla nostra prima missione.

Dissero due assassini parlando tra di loro.

Per quanta strada facessero sembrava che non finisse più,sempre più avanti,sempre più in profondità,le cuore della montagna.

Ma all'improvviso,in quell'oscurità,avvenne un miracolo e il primo ad accorgersene fu Sesshomaru,o per meglio dire,fu il suo udito ad accorgersene.

In lontananza,aldilà del terreno scvoloso,delle pareti umide e delle gocce d'acqua che calavano in alcuni punti della galleria naturale,si sentiva un flebile suono,come qualcosa che cadeva e si scontrova contro le rocce.

Ma era un suono che si ripeteva di continuo,come se non avesse fine.

Andando ancora avanti,il suono si fece più forte.

- Una cascata.

Disse Sesshomaru al resto del gruppo.

- Cosa?

Disse l'assassina.

- Mi sembra di sentire dell'acqua che scorre velocemente.

- Ne sei certo?

- Si.

- Aumentate il passo,forse l'uscita e vicina.

Sentite queste parole gli assassini si fecero forza e andarono più veloci,in cuor loro speravano di essere arrivati ad un uscita,o per lo meno di vederla in lontananza.

Ad ogni passo lo scroscio dell'acqua si faceva più forte,ad ogni passo l'uscita sembrava più vicina,ed infine,la videro.

Un fiume,un lungo fiume sotterraneo che si gettava in un enorme cavità dove in basso si intravedeva una piccola luce.

- Caspita,non mi aspettavo ci fosse un fiume così grosso,accidenti,dev'essere veramente grande questo posto.

Disse l'umano che aiutava Sesshomaru nella camminata.

Mentre tutti gli altri si erano fissati a guardare lo spiraglio di luce più sotto,Sesshomaru guardò nella direzione opposta,il percorso da cui il fiume proveniva.

due lunghe fiaccolate illuminavano le rive del fiume,da entrambi le parti si potevano vedere due strade che portavano direttamente alla parte opposta della cascata.

Erano lunghissime,anche qua Sesshomaru provò ad allungare lo sguardo,cercando di scrutare cosa ci fosse più avanti,vide qualcosa,ma non riuscì a definirla bene.

Sembrava un muro,con un enorme varco all'interno di esso di forma rettangolare.

Sesshomaru provò a sforzarsi di guardare un pò più lontano,ma non ci riuscì,mentre tutti gli altri continuavano a fissare il fondo della cascata,nel tentativo di trovare un uscita,lui continuava a fissare la strada che aveva davanti,non sapeva perchè,ma qualcosa dentro di lui gli diceva di incamminarsi,di proseguire in quella direzione.

Ma proprio mentre la sua attenzione ricadeva su quella starda,una mano si posò sulla spalla libera.

Lui si voltò e vide l'assassina vicino a lui,la vide in volto,capelli neri,occhi neri e un viso da dea,ma la sua bellezza non aveva per nulla persuaso lo yokai di ghiaccio giacchè ora come ora erano altri i suoi pensieri.

- Che cosa c'è Sesshomaru? Hai visto qualcosa?

- Si,più avanti c'è un varco scavato nella roccia,mi chiedevo dove potesse portare.

- Vedo che se curioso,questo è un bene,la curiosità verso certe cose è sinonimo di scoperta intellettuale,questo fa di te una persona intelligente,però ascoltà,non essere troppo frettoloso.

- Che intendi dire?

- Hai coraggio da vendere ragazzo,ma sta attento,non inoltrarti troppo in cose che ancora non conosci.

- E dubito che lo conoscerò subito,da quando è iniziata questa storia sono accadute molte cose,a partire dall'incotro con quell'Ezio.

- Ezio?

- Si,quell'Ezio Auditore da Firenze,e poi che cosa sarebbe questa Firenze?Comunque,da quando è arrivato lui me ne sono successe di tutti i colori,il mio duello con lui,quella donna che si è impossessata di Rin,gli assassini,i templari,ho persino la voce di un uomo dentro la mia testa,che all'improvviso si è materalizzato all'interno di quello strano mondo è mi ha salvato da Akira.

- Vedo che hai fatto molte esperienze forti.

- Si,senza dimenticare il fatto che tutti gli invitati di sopra,compresa mia madre,sono immobili come statue,solo perchè io mi sono avvicinato a quella strana pietra.

- Strana pietra?

- Si,aveva delle incisioni sopra,strane immagini,mi ero avvicnato un attimo per vederla e poi...si sono bloccati tutti.

L'assassina rimase in silenzio,rilassata,Sesshomaru la stava osservando,la guardava,ma nulla,non una risposta n'è un battito di ciglia,sembrava tranquilla,ma chissà quali erano i pensieri che risidevano nella sua mente.

- Ascolta Sesshomaru,Te la senti di camminare?

- Si,posso fare una prova.

Sesshomaru provò ad appogiare la pianta del piede delicatamente,non che la gamba gli facesse male,ma il suo breve incontro con Akira lo aveva delibitato parecchio e quindi era privo di forze...o aleno così sembrava.

Appena posò il piede a terra sentì parte del proprio peso corporeo sull'arto inferiore,sembrava che potesse stare in piedi.

- A quanto pare il guerriero che in te non'è ancora morto,lascialo andare.

Hiro lasciò la prese su Sesshomaru rendendolo libero di potersi muovere autonomamente.

- E di certo non morirà oggi.

- Eh già Sesshomaru,sei figlio di tuo padre,c'è la fai a combattere?

- Quando vuoi.

- Bene,senti Sesshomaru,c'è una cosa che vorrei chiederti.

- Dimmi.

L'assassina e i suoi sottoposti si fecero silenziosi,lo guardarono tutti,si sentiva circondato,umani,yokai,hanyou,uomini e donne,lo stavano fissando.

- Sesshomaru,figlio di Inutaisho,Erede della tua casata,ti offro la possibilità di divenire un fratello di lama,un guardiano della liberta individuale di ogni singolo individuo,a partire dalla tua,Sesshomaru,Vuoi tu unirti alla confraternita?

In quel momento,per lui,il tempo si era fermato,l'acqua del fiume aveva smesso di avanzare è il suo stupore come unica reazione a quella proposta,lo sguardo incerto,i pensieri bloccati,e quel grande senso di sicurezza in se stesso,annientato.

Cosa Rispondere?Accettare o no?Questa storia di assassini e templari aveva a che fare con lui,Akira lo voleva tra le sue fila,ma anche questi nuovi arrivati,sembravano sospetti e di certo,il cappuccio e la lama nascosta sotto il braccio non li aiutava ad essere più rassicuranti.

- Qualunque cosa tu scelga,noi,rispetteremo la tua decisione.

Ma prima ancora che potesse ripsondere,venne interrotto.

- Eccoli,laggiù,gli assassini sono qui.

In lontananza,dove si trovava l'emorme varco,un grosso manipolo di guardie,armate di lance e spade si stava dirigendo verso di loro.

- Spero tu ti sia riposato abbastanza perchè adesso,io e te,combattiamo,ma questa volta,per davvero.

Disse La voce nella testa di Sesshomaru,con voce incoraggiante,visto che ora,il coraggio,era una di quelle cose,che di certo non avrebbe dovuto mancare.

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Capitolo 23
*** Fuori dalla montagna. ***


- Assassini,mantenere la posizione.

Disse la donna con fare autorevole.

Sesshomaru estrasse la spada,come se avesse risposto al richiamo della maestra,forse era solo una sensazione.

intanto anche gli altri assassini attorno a lui estrassero le loro armi,c'è chi aveva una katana,un tanto,oppure una Wakizashi,come quella di Sango,fatto sta però e che loro erano in pochi,mentre i loro avversari in molti.

Si sarebbero scontrati con guardie armate di yari e katana,mentre sull'altra sponda del fiume,altre guardie incurvavano gli yumi,e gli arcieri non erano nemmeno pochi.

Le guardie si avvicinavano sempre di più,ma non con passo caotico e frettoloso,anzi,erano in formazione,divisi in file orizzontali,per un massimo di sei lancieri alla volta,visto che la riva sui cui si trovava Sesshomaru permetteva una larghezza sufficiente da poter essere occupata da sei soldati messi in orizzontale,formando così un muro di lance.

Infine le guardie si fermarono davanti agli assassini,era evidente il vantaggio delle guardie sugli incappucciati,lo spazio stretto e la formazione delle truppe rendevano vano un assalto frontale,per non parlare dei numeri e dell'equipaggiamento,gli assassini erano in pochi e combattevano leggeri,quella missione di recupero non era stata studiata per ingaggiare un pesante corpo a corpo.

Le guardie erano armate sia di lance che di spade,e di certo il supporto degli arcieri faceva ben comodo alle truppe di casa,di protenzioni invece non c'e n'erano,dopo tutto erano guardie per una festa,non soldati su un campo di battaglia,erano semplici guardie,buone per tenere sotto controllo un castello,dinfendendolo da spie e altri intrusi,non per affrontare un esercito.

- Rompere la formazione,passa il comandante.

I soldati si divisero in due parti creando un piccolo spazio nel mezzo,poco più avanti comparve la figura di un soldato che stava avanzando verso gli intrusi.

Portava un armatura completa da samurai molto particolare,dai calzari ai guanti,dalla corazza all'elmo,tutto era riconducibile all'aspetto di una bestia umanoide,a metà tra l'uomo e il cane,come un dayokai a metà trasformazione,come un licantropo.

I gambali e i bracciali erano gli arti,corazza ed elmo erano il tronco e la testa,una corazza a forma di uomo cane,per così dire.

Zampe d'acciaio,petto,ventre,schiena,collo e testa d'acciaio,con occhi gialli,come un cane di metallo,in piedi su due zampe,come un uomo eretto con un schiena dritta.

Arrivato di fronte agli assassini,la formazione si ricompatto nuovamente con immediata meccanica marzialità.

- Murai,che sorpresa vederti qui,fai ancora il cane di guardia per i possedimenti dei templari?

Disse la maestra rivolta al comandante delle guardie.

- Yuki onna,noto con dispiacere che stai ancora con quei topi,bravi soltanto a nascondersi nell'ombra,per poi rubare i meriti della vittoria,non come tigri che abbattono un cervo,ma come vermi che si nutrono di un cadavere in decomposizione.

Disse Murai con tono provocatorio,come a ridicolizzare gli intrusi.

- Vedo che con voi,portate un ragazzo prezioso,il figlio di Inutaisho,ciao Sesshomaru.

Sesshomaru lo guardò perplesso,aveva una strana sensazione verso quell'uomo.

- Ti ho già visto da qualche parte,però non mi ricordo dove.

- Ma certo giovanotto,tu eri un pò troppo piccolo,eri giovanissimo,conoscevo tuo padre,ero un suo fedele generale.

- Davvero? Allora perchè stai con Akira?

- Forse un giorno tè lo dirò,comunque,tornando a noi,siete circondati,consegnate il ragazzo è vi permetterò di andarvene.

- E se non lo facessimo?

Chiese la maestra con sarcasmo.

- Devo risponderti davvero?La mia sarebbe una risposta abbastanza banale,e poi,non mi sono portato tutto un reggimento di fanteria solo per accoglierti ad un festa alla quale non eravate i benvenuti.

- Davvero,b'è in questo caso...LANCIARE.

Detto questo,due assassini tirarono fuori dalle vesti quattro sfere nere,due per ognuno,uno di loro le gettò a terra l'altro invece le lanciò verso Murai e i suoi soldati.

Quando le sfere colpirono i bersagli scelti,si ruppero,rilasciando immediatamente un denso fumo nero,propagandosi,non solo pemetteva agli assassini di nascondere la loro posizione all'interno di esso,ma anche di distrarre l'aggressore.

- Prendetili.

Disse il generale mentre tossiva per via del fumo irrespirabile.

Alcuni fanti si erano lanciati contro gli assassini,con le lance ben strette,ma con la vista offuscata e l'aria assente era difficile combattere.

Uno di loro si era lanciato contro l'assassina,ma abilmente lei si spostò di lato verso destra,con la mano destra prese la yari bloccandola ed infine,con il braccio sinitro uccise la guardia,facendo scattare la lama situata sotto il polso e poi tagliargli la gola con un movimento veloce.

Anche gli altri non se la cavavano male,alcuni dei sottoposti della maestra,giusto due o tre di loro sapeva eseguire un disarmo,anche se la maggior parte di loro usava semplicemente l'arma che aveva in mano,poichè non erano ancora esperti del combattiemnto ravvicinato,con tutto quel fumo era impossibile per le guardie vincere uno scontro diretto,per non parlare poi degli arcieri sull'altra sponda,che non potendo vedere gli intrusi non potevano colpirli e senza dimenticare che avrebero potuto prendere involontariamente i propri compagni,rischiando così il fuoco amico.

- N'è sta arrivando uno,questo riusciresti a ucciderlo anche se non fosse intossicato dal fumo.

Disse la voce dentro la sua testa.

Sesshomaru lo vide arrivare,nonostante un leggero fastidio agli occhi è al naso,non c'era alcun svantaggio nel combattere li dentro,anche se era interessante vedere anche gli assassini combattere con quel fumo attorno è non sentirne quasi gli effetti.

Lo yokai di ghiaccio estrasse Bakusaiga e con la sola velocità dell'estrazione tagliò in due la yari colpendo così anche la guardia in pieno petto.

- Non male,ma ci dobbiamo lavorare sopra,adesso ti do un consiglio,salta giù dalla cascata.

- Cosa?

- Hai sentito benissimo,salta giù dalla cascata,una volta che la nebbia si sarà diradata non potrai più combattere,ti attaccherrano tutti insieme.

- Posso sempre lanciare un colpo con bakusaiga.

- Non ci provare,non hai abbastanza energia per tirare un colpo simile,senza tralasciare il fatto,che il loro generale,appena comincia a vedere l'aura verde della tua spada,ti ucciderebbe prima ancora che tu possa lanciarlo.

Anche prima Sesshomaru si era fidato di qulla voce,quando aveva preso una forma simile a quella di un uomo e gli aveva detto di gettarsi in quel baratro oscuro,senza alcuna certezza su quello che sarebbe successo.

Si sarebbe dovuto fidare una seconda volta.

- Sesshomaru,non possiamo trattenerli ancora a lungo,lanciamoci giù dalla cascata.

Disse l'assassina rivolgendosi al ragazzo.

Lui rimase colpito dalle parole fatta dall'assassina,era lo stesso suggerimento fatto dalla voce,forse il fatto che anche quella voce era un assassino potesse avere le stesse idee di quella donna,se non lo stesso ragionamento.

Non c'era tempo per porsi domande,ormai la nebbia si stava dirando,mostrando sia a fanti che agli arcieri le figure degli assassini.

- ARCIERI,SCOCCARE AL MIO ORDINE,TENETEVI PRONTI.

Disse il generale alzando un braccio.

- indietro uomini,stavolta tocca a me.

Il generale avanzò da solo verso gli assassini di fronte a lui,raccolse una yari da terra e poi si fermò,fissandoli tutti con uno sguardo deciso.

- Pensate di essere forti,solo per aver ucciso qualche soldato fresco di reclutamento?Provate con uno come me.

Detto questo tre di loro gli andarono incontro,uno di fronte a lui,gli altri due ai suoi lati,lui rimase fermo,con lancia in pugno,ben inchiodata a terra e con la punta verso l'alto,sembrava tranquillo in quella situazione,infatti,si era preso la libertà di rivolgere lo sguardo verso Sesshomaru.

- Fidatevi,sono tutt'altra storia.

Murai cominciò a far roteare la lancia con incredibile maestria,il tempismo dei movimenti di braccia e la velocità di rotazione creavano un incredibile effeto,quasi ipnotico.

- Non ingaggiate il combattimento,vi sta provocando.

Disse l'assassina con tono preoccupato.

- Non si preoccupi maestra,ora ci pensiamo noi.

Uno dei tre assassini,quello di fronte a lui provò ad attaccare con un fendente di Katana diretto verso il fianco destro,ma mentre il filo della spada si avvicinò abbastanza da poterlo colpire,iniziò il contrattacco.

Il lungo manico della yari venne messo sul lato scelto per l'attacco,parando il colpo di spada.

- Ci hai provato.

Non aveva ancora finito queste poche parole,che aveva girato la lancia un ultima volta per poi infilzarlo dritto al cuore,sollevarlo da terra e poi gettare il cadavere,strattonandolo con forza per buttarlo nel fiume senza dover perdere la presa sull'arma.

Presi dalla rabbia, i due assassini rimasti attaccarono il suo punto cieco,la schiena,entrambi con la lama posta sotto il polso.

Ma lui fu più veloce di loro,si abbassò piegando le ginocchia,mentre nello stesso momento,girò di centottanta gradi,facendo cadere uno,tirando un calcio rotante bassissimo,rasoterra,mentre l'altro fu infilzato ad un ginocchio,che perse subito l'equilibrio e cadde rovinosamente a terra.

Murai si rialzò velocemente,infilzando immediatamente a quello che aveva perso l'equilibrio con il calcio,conficcandolo a terra per poi avventarsi subito dopo su quello rimasto,tirandogli un piedata sulla gola,il colpo risultò così potente da spezzargli il collo.

- Che mi dici ora,Yuki?Presto questa nebbia sparirà,voglio proprio vedere come farai a rimanere in vita,dopo che miei arcieri vi avranno colpito,ma non temere,per il figlio di Inutaisho qualche freccia in corpo non lo ucciderà.

Disse Murai con tono aggressivo è provocatorio.

- Te lo dico io come...salto della fede.

Detto questo l'assassina si girò verso la cascata per poi rivolgersi a Sesshomaru.

- Seguimi,senza esitare.

La donna cominciò a correre verso il bordo della cascata,raggiunse il bordo,piegò le gambe,e poi,saltò in avanti,aprì le braccia il più possibile per poi lascarsì trasportare verso il basso con incredibile velocità.

 Un tonfo fu l'unica cosa si riuscì a sentire dal fondo della grotta,anche se piccolo poichè il rumore del tuffo era coperto dal rumore della cascata.

- Visto che l'abbiamo fatto solo durante l'addestramento,conteremo fino a tre.

Disse uno degli assassini ai suoi compagni.

- Sesshomaru,hai presente quelle volte in cui fai qualcosa all'improvviso?

Chiese la voce al giovane yokai.

- All'improvviso?

- Si,come D'IMPULSO.

All'improvviso Sesshomaru perse la completa sensibilità del suo corpo,le sue gambe si muovevano da sole,cominciò a correre verso il bordo.

- Uno,due...

Ma i ragazzi non riuscirono ad arrivare al tre che si ritrovarono davanti un Sesshomaru che correva all'impazzata verso il fondo della caverna.

E quando arrivò fece una cosa incredibile,eseguì lo stesso identico salto che aveva fatto la maestra assassina,completamente uguale,identico stile,perfetto sotto ogni punto di vista.

E mentre cadeva faticava a capire quello che stava succedendo,ruotava tutto troppo in fretta,troppo veloce per lui,troppa improvvisazzione,non era nel suo stile fare dei tentativi,se doveva fare una cosa doveva pensarci attentamente.

Poco prima di toccare la superficie il suo corpo allungò le braccia sopra la testa,lè uni formando un punta con la quale perforò il limpido liquido senza subire un pesante impatto con esso.

Si guardò attorno e comprese di trovarsi in acqua,risalì istintivamente verso l'alto,incerca dell'aria,uscì e riprese fiato tirando un bella boccata d'aria dentro i polmoni.

- Come ci sei riuscito?

Chiese la maestra stupefatta.

Sesshomaru si passò un mano sugli occhi chiusi,togliendo via le poche goccie d'acqua che erano rimaste sulle sue palpebre.

- Cosa?

- Hai eseguito un perfetto salto della fede,come ci sei riuscito? Solo chi fa parte della confraternità è pochi altri possono eseguirla senza spezzarsi l'osso del collo,dove l'hai appresa?

- Salto della fede? Non so nemmeno che cos'è?

- Ma allora come...per caso hai sentito di nuovo quella voce?

- Si,ma non vedo cosa possa cetrare.

- Non posso spiegartelo adesso,prima dobbiamo andarcene,ormai l'effetto dei fumogeni dev'essere finito,spero solo che saltino in tempo.



- SCOCCARE.

Un grande sibilo si sentì nella caverna,la maestra e lo yokai guardarono in alto,numerose frecce passavano sopra le loro teste ad un ritmo velocissimo.

Uno degli assassini cadde giù dal dirupo,non con un salto particolare,ma come se si fosse buttato con fatica,come a peso morto.

PLONF

Un tonfo sordo colpì l'acqua,non come aveva Sesshomaru,ma come un macigno,un suono per nulla dolce.

Risalì in frettà e videro chi era,era Hiro e aveva una freccia nella spalla.

- Hiro.

Chiese la maestra preoccupata,mentre lo prendeva per un braccio  e se lo faceva passare sulle spalle e con l'altro si manteneva a galla.

- Maestra Yuki.

- Cos'è successo? Perchè non siete saltati tutti quanti?

- Stavamo per lanciarci,quando all'improvviso quel generale ha ordinato agli arcieri di colpirci,io sono riuscito a saltare,ma gli altri...

Sesshomaru intervenne.

- Non possiamo restare qui,dev'esserci un uscita,se no come fa questo posto a non riempirsi d'acqua?

Sesshomaru si guardò attorno nella speranza di trovare un uscita,guardò in avanti,ma non c'era niente,guardò ai lati,ma non c'era niente,guardo anche in alto,ma c'era solo il soffitto.

Tornando con lo sguardo di fronte a lui,notò qualcosa con la coda dell'occhio,l'acqua aveva una tonalità luminescente,il fondo era chiaro ed era ben poco profondo.

- Forse ho trovato l'uscita,credo sia sotto di noi.

- Va bene,Hiro,trattieni il fiato.

- Va bene maestra,sono pronto.

I tre si immersero sott'acqua nella speranza che quella luce li portasse da qualche parte,Sesshomaru non se la cavava poi male a spostarsi in apnea,anche se non era il tipo da nuotate,giusto in estate,quando qualche volta si dirigeva verso qualche lago,o quando si trovava in riva al mare,non che gli dispiacesse l'estate,ma era più abituato all'inverno e ai suoi lenti e freddi ritmi.

Potenti bracciate e slanci di gamba gli permettevano di spostarsi con forza la sotto,mentre la vista non faceva alcuna fatica a distinguere forme e dimensione,era nitida al punto giusto,forse il fatto che era un dayokai gli dava vantaggi fisici superiori rispetto alla maggior parte degli umani e agli yokai di più basso livello.

Anche la donna non se la cavava male,anzi,riusciva a tenere il passo di Sesshomaru senza alcun problema,anche se trasportava un ferito,forse,non sarebbe stato strano che quella donna avesse potuto essere più forte di Sesshomaru,o se non'altro,possedere capacità maggiori.

Arrivarono sul fondale in cerca dell'uscita,videro un passaggio tra la roccia della montagna e il fondale,in mezzo si poteva ben distinguere una tenue luce,Sesshomaru la riconobbe subito,era la luna.

Attraversarono il passaggio per poi riemergere dall'altra parte,finalmente potevano uscire fuori.

L'aria gelida che girava all'interno delle narici,la dolce sensazione di fuga da quella folle situazione,ormai le sentiva e si sentiva beato in questa nuova situazione di fronte a lui.

La luna,mai il giovane yokai era stato felice di rivedere la sua vecchia compagna di avventure,le notti passate all'aperto,tra un duello e l'altro,una passeggiata,o quando intraprendeva un nuovo viaggio verso chissà quale regione,tante volte l'aveva vista,ma quella sera,quando cercò di allontanarsì di più dalle grinfie di Akira,era più bella di tutte le altre volte.

Uscì dall'acqua con la tipica naturalezza di Sesshomaru,anche se era sera,in montagna e in pieno inverno,per lui era come se fosse primavera,sentiva il freddo ma non lo pativa,anzi,sembrava starci abbastanza bene.

Lo stesso valeva per Yuki,anche lei stava abbastanza bene,ma per Hiro,che era un appredista della confraternita,non era abituato a sopportare quelle temperature,anche se battere i denti dal freddo era l'unica cosa che non potesse evitare di fare,dimostrò comunque un grande autocontrollo,anche in una situazione critica come quella.

- Andiamocene,prima di essere scoperti.

- Aspetta Sesshomaru,Hiro rischia un malanno se si allontana da qui.

- E allora cosa proponi di fare?

- Per prima cosa ci serve assistenza,Hiro è umano,e tu sai che la maggiorparte degli umani non sono abituati ad affrontare temperature troppo alte o troppo basse,ascolta,apparte me è la mia squadra c'è n'è un altra a farci da rinforzo,si dovrebbero aggirare nelle foreste attorno alla montagna,appena incontri un assassino,fermalo e digli che Yuki necessita di assitenza,ma si cauto,anche le guardie di Akira sono in giro,se necessario uccidile,ma senza combattere,se puoi evitarlo naturalmente.

- D'accordo.

Sesshomaru stava per incamminarsi,quando all'improvviso venne subito richiamato.

- Aspetta.

- Cosa c'è Assassina?

- Per uccidere con discrezione ti servirà un arma.

- Ho la spada e gli artigli,posso farcela.

- La Katana è troppo lunga e si nota facilmente,mentre gli artigli rischiano di far schizzare il sangue da qualsiasi parte,ecco,prendi.

Yuki allungò le mani verso il braccio sinistro del giovane assassino,gli sfilò la lama e la lanciò verso Sesshomaru che la prese istintivamente.

La guardò con fare sospetto,la lama sottile,gli ingranaggi,i perni,i lacci per legarla all'avambraccio,prima del suo scontro con Ezio non l'aveva mai vista.

- Tranquillo ragazzo,te la lego io.

Disse la voce quasi a volergli fare da maestro.

Con il braccio destro sotto controllo della voce si adoperò ad usare la lama,le dita fuori dal suo controllo si muovevano con grande abilità,i lacci vennero stretti con grandi abilità e la lama sembrava pronta a scattare.

Intervenne Yuki.

- Avanti Sesshomaru,mostra come sai usare quella lama.

Sentite quelle parole,il suo braccio sinistro si mosse da solo,spingendo velocemente la mano sinistra,chiusa a pugno,verso il basso,facendo scattare la lama con velocità fulminea.

Mai prima di quella sera aveva indossato un oggetto tanto insolito,eppure non la sentiva una cosa così strana,quasi fosse familiare,anche se era strano visto che quel tipo di arma lo conosceva da così poco tempo.

- Vado,ah Yuki,la mia risposta e si.

La donna guardò Sesshomaru con aria confusa.

- Si cosa?

- La tua proposta,si,accetto di diventare un assassino.

E senza nemmeno dare a Yuki il tempo di dire qualcosa,uscì rapidamente dalla grotta,e riparato dalle tenebre cominciò ad inoltrarsi nella foresta la vicino.

Intervenne la voce.

- Sesshomaru,è arrivato il momento che ti insegni qualcosa su come agiscono i fratelli di lama.

- Si,comunque,prima non avevi detto questa volta si combatteva per davvero?

- Si,ma prima devi fare in modo che tuoi nemici non siano in vantaggio su di te.

- Forse hai ragione,posso farti un ultima domanda?

- Certo.

- Posso chiamarti Jin? No perchè,tu sei il Jin di quegli strani sogni che ho fatto,giusto? La tua voce è uguale alla sua,i tuoi vestiti erano uguali ai suoi,tu sei lui,non'è così?

Silenzio,era sceso all'improvviso,interropendo i pensieri di Sesshomaru è aspettando una risposta da quella voce,sapeva di aver fatto centro,di aver indovinato,di aver scoperto una verità in quella fitta trama di misteri e vicende senza senso.

- Si,sono io.

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Capitolo 24
*** Nel buio della foresta,prima parte. ***


La luna,bianca,tonda e luminosa.

La sua luce indicava il cammino a tutti coloro che necessitavano di vedere nelle tenebre,ma a Sesshomaru,sembrava che di luce c'è ne fosse fin troppa.

Non gli faceva affatto comodo tutta quella luce,non in quel momento almeno,c'è n'era troppa per quello che doveva fare,c'è n'era troppa per nascondersi nel buio della foresta.

Corse nella stretta radura che separava la montagna dal margine della foresta,dovette essere lesto a non farsi vedere,le guardie erano tra gli alberi,lo sentiva,l'olfatto non lo ingannava e l'udito di certo non gli faceva scherzi.

Arrivato al margine del bosco,si nascose dietro il primo albero,si sentiva strano ad agire in quel modo,quello non era il suo modo di agire,lui doveva camminare fiero,orgoglioso della sua abilità con la spada,ma quella sera aveva cambiato qualcosa in lui.

Ora si sarebbe dovuto aggirare tra gli alberi,come un serpente nascosto nell'erba alta,come un ladro nel cuore della notte e uccidere i suoi nuovi nemici,non con l'onorevole spada,ma con un arma diabolica,inventata da chissà quale mente.

Non era usanza da yokai quella di usare aggeggi tecnologici,erano forti,la natura li aveva resi così,quindi perchè doversi affidare a simili oggetti? Era quello che gli avevano insegnato,ma chi erano loro per giudicare senza possedere sapienza,chi erano loro per dire che gli umani erano inferiori?

Ma nemmeno la maggiorparte degli umani era tanto tollerante,chiusi com'erano nelle loro paure,indottrinati da antiche credenze e uomini di fede che vedevano gli yokai come essere maligni,era più che normale che anche la società umana,già piena di difetti,avesse anche il vizio di giudicare prima ancora di conoscere.

Mentre Sesshomaru era preso dai suoi pensieri su quell'insolita arma,si avvicinarono due figure,era più che probabile che l'intero corpo di guardia del castello fosse stato informato della fuga del giovane yokai.

Si fermarono di fronte all'albero dove Sesshomaru era nascosto e iniziarono a parlare.

- Hai sentito quello che è successo?

- Si,pare che il signor Akira abbia portato con se un nobile delle terre occidentali per fargli vedere le rovine.

- Già,ma sai cosa è successo durante la festa?

- No.

- Pare che sia accaduta una cosa strana,gli invitati erano tutti immobili.

- Immobili?

- Si,come se fossero statue,fidati,qualunque cosa sia successo deve riguardare con le ricerche di Akira.

- Dici?Tu come fai a saperlo?

- Io facevo il giro di ronda dentro il castello,comunque,tu sei nuovo giusto?

- Si,tu da quanto sei qui?

- Un anno,ma ti avverto,qualunque cosa accada,non farne parola con nessuno quando torni a casa,non mi stupirei se fossimo controllati dallo stesso uomo che ci paga per fargli da guardia la casa.

- Se lo dici tu,comunque,tu va pure avanti,io ti raggiungo,do un'annafiata alle piante poi arrivo.

- Cosa? Ti scappa proprio adesso?

- Faccio giusto un goccio poi arrivo.

- mmh,va bene,ma se ci metti più del previsto,mi trovi un pò più avanti,pare che ci siano movimenti sospetti,quindi,io sono più avanti insieme alle altre guardie,chiaro?

- Si ho capito,ma adesso vai,non c'è la faccio più.

- Va bene,a dopo.

Dopo essersi separate le due guardie si mossero in due direzione diverse,una si allontanò dirigendosi ancora più dentro la foresta,mentre l'altra stava per andare vicno ad uno degli alberi che erano coperti dalle ombre della sera e quindi improbabile che potesse accorgersi della presenza del giovane yokai.

La guardia superò l'albero,tutta di fretta,impaziente di liberarsi di quel fastidio.

Dopo che la guardià superò l'albero,Sesshomaru fece la sua mossa, da prima appoggiato contro l'albero si staccò da esso e assumendo un posizione eretta e senza fare alcun rumore.

- Ora che alle tue spalle,mira ad un parte importante,collo,schiena,gola,scegli tu.

Disse Jin.

Rimase un attimo ad aspettare,poi,colpì.

Si mosse velocemente,abbastanza per non far reagire in tempo la guardia,ma anche fin troppo frettoloso,poichè i suoi passi avevano tradito la sua copertura.

Lo scatto improvviso,si era fatto sentire,facendo girare la guardia,giusto in tempo per vedere a malapena una sagoma spuntare dall'ombra.

Il braccio sinistro scatto velocemente,mentre il braccio destro passava sopra la spalla destra della vittima,la mano destra gli tappò la bocca con forza,mentre la sinistra diede il colpo fatale.

La lama colpì,entrando con forza nella gola e recidendo un arteria,la morte fu rapida,ma non proprio indolore,poichè la guardia ebbe qualche spasmo,prova del suo istinto di soppravivenza,anche se quest'ultimo stava per morire insieme al suo possessore.

Ed infine morì,quello era stato il suo primo assassinio e la scena che aveva di fronte lo disgustava non poco,non per il fatto di averlo ucciso,poichè il compito di quella guardia era quello di trovarlo e forse anche di ucciderlo,ma per come lo aveva fatto.

Lo aveva preso di spalle,senza dargli neanche la possibilità di difendersi,lui era un guerriero,non un tagliagole,non era il tipo di che uccideva i suoi avversari alle spalle,o attaccava chi non poteva difendersi,per non parlar del fatto che non aveva mai arrecato danno a chi passava per la sua strada.

Non era il tipo di yokai che assaltava i villaggi umani,gli era capitato di uccidere degli umani,ma mai di sua inizativa,lui era un duellante,uno che si scontrava solo con chi riteneva degno o con chiunque lo sfidasse e sembrava abbastanza forte da poterlo sfidare.

Ma questo uccidere nell'ombra,era tutt'altra faccenda,ma questa volta l'onore non lo avrebbe salvato e la sua compagna più utile non sarebbe stata la forza,ma il silenzio,sapeva che non c'è l'avrebbe fatta,non questa volta,non con i soliti metodi.

- Bravo,vedo che afferri al volo,ora ascolta,l'altra guardia si sta dirigendo verso i suoi compagni,seguila,ma non ucciderla,seguila senza farti vedere.

Sesshomaru si girò indietro e controllando la situazione,l'altra guardia si stava allontanando e sembrava che non si fosse accorta di nulla.

Vedendo ciò Sesshomaru uscì da dietro l'albero,sicuro che il corpo non sarebbe stato trovato facilemente,visto che era stato lasciato nell'ombra in mezzo alla fitta vegetazione.

Il giovane yokai stava seguendo la guardia,piano piano,con passo cauto e attento,gli stava dietro,coperto dalla foresta,dalle tenebre e dagli animali notturni presenti in quell'ambiente.

Gufi,conigli,scogliattoli,qualche cerbiatto in lontananza,forse anche dei lupi,la tipica fauna locale dell'ambiente montano,animali attivi anche nell'ore più tarde della notte,anche se per i gufi era più che naturale cacciare di notte e dormire di giorno.

I versi degli animali coprivano i passi di Sesshomaru,per quanto stesse attento,non poteva evitare di non far rumore quando calpestava la neve,anche se la guardia davanti a lui non sembrava poi così tanto pericolosa,continuava a guardare a destra e a manca,tanto per fare un occhiata in giro,nel caso avvistasse qualcosa.

Poco dopo,mentre lo yokai continuava a pedinare la guardia,se n'è avvicinò un altra,era ben lontana da dove si trovasse Sesshomaru,ma subito accorciò la distanza accellerando il passo,stava correndo nella stessa direzione della guardia pedinata.

Arrivò di fronte al compagno d'armi,sembrava nervoso e frettoloso di parlare.

- Che ti prende?

Disse la guardia pedinata.

- Presto,ci servono più uomini possibili.

- che è successo?

- Abbiamo avvistato un donna in mezzo alla foresta,era una degli invitati alla festa e ci è sembrato strano che si trovasse qui,così l'abbiamo accerchiata,sta opponendo resistenza.

- Va bene arrivo.

Detto questo le due guardie attacarono a correre il più velocemente possibile,Sesshomaru era incuriosito dalla quella faccenda,una donna in mezzo alla foresta,chissà chi poteva essere.

Senza aspettare che Jin gli parlasse di nuovo si mosse anche lui nella direzione delle guardie,si mosse veloce ma rimanendo sempre attento a chi potesse passare da quelle parti.

Andando sempre più avanti aveva l'impressione di andare in discesa,non più una zona lineare ma a dislivelli,con tratti di foresta che cadevano in alti fossi, e qualche zolla di terra rialzata permetteva di raggiungere parti più basse dell'area circostante.

Osservando bene il luogo in cui era arrivato notò che non tutte le guardie erano andate verso l'intrusa,anzi,stavano in guardia,ben vigili a chiunque passasse,nel caso potesse arrivare qualcuno a dare man forte a quella donna.

Vide molte guardie attorno al posto in cui lo yokai si era nascosto,era in mezzo a dei cespuci,abbastanza alti e folti da coprire la sua stazza da accovacciato,visto che per statura non era di certo piccolo.

- Adesso come faccio a passare?

- Semplice.

Disse Jin

- Osserva attentamente la zona,hai notato il forte dislivello del terreno? La presenza di zone alte o zone basse può favorire un approccio furtivo differente,a seconda della situazione e delle tattiche di infiltrazione.

- Cosa?

Disse Sesshomaru confuso,non ci aveva capito nulla.

- Lo vedi quell'albero dietro di te? su quella zona rialzata?

Sesshomaru girò il capo nella direzione indicata dalla voce,dietro di lui,nella parte più alta della foresta,che era quella precedentemente stata percorsa dal giovane yokai si trovava un albero dai lunghi rami.

- Si e allora?

- Torna indietro e avvicinati all'albero.

Detto questo Sesshomaru ripercorse la zona,salì di nuovo sull'altura e si aquattò vicino all'albero.

- Adesso salta sui rami.

- Cosa?

- Salta sui rami,ti spiego dopo.

Sesshomaru saltò con nessuna difficoltà sopra l'albero,visto che la sua muscolatura da yokai glielo faceva passare per una cosa da nulla.

- Ora che sei qui,non dovresti avere problemi nel superare le guardie.

- Che devo fare?

- Cammina sopra i rami e passa di albero in albero,passa sopra le guardie senza fare troppo rumore,poi,appena le avrai superate,scendi giù e continua per la tua strada.

- Aspetta un attimo,la neve rende i rami scivolosi.

- Non preoccuparti,tu sali,a cordinare i movimenti ci penso io,fidati di me.

- Va bene,ma spero che tu sappia quello che fai.

Appena Sesshomaru cercò di mettersi in equilibrio sul ramo,intervenne Jin che fece perdere di nuovo sensibilità al corpò dello yokai.

- Un giorno lo saprai fare,ma per ora,guarda e impara.

Jin fece in modo che il corpo di Sesshomaru mise entrambe le gambe una dietro l'altra,un pò come un equilibrista,piegò le gambe,piegò la schiena in avanti,le bracci aperte con le mani in basso verso l'esterno.

E poi...scattò.

Quella sembrava una posizione ambigua e scomoda,si era rivelata essere un autentica sorpresa, si muoveva con una cordinazione incredibile,un piede alla volta,un passo dopo l'altro,sembrava quasi dovesse cadere.

E invece il suo equilibrio era perfetto,ma poi,arrivato alla fine del ramo,saltò giù, atterrando su un ramo sottile appartenente ad uno degli alberi più in basso,ci era saltato sopra come se fosse la cosa più semplce del mondo.

Lo yokai non poteva non essere stupito da queste movenze,la cordinazione di ogni movimento sembrava ben gestita dall'individuo all'interno della sua coscienza.

Salti,scatti e passi veloci facevano di Jin anche un individuo molto agile,anche se stava possedendo il corpo di un altro,nello spostarsi la in alto sembrava scimmiottare tra gli alberi,eppure,anche Sesshomaru aveva notato un qualche tipo di tecnica eseguita durante quella bizzarra corsa.

Ma non era quello il momento di porsi certi quesiti,doveva rimanere concentrato sulla sua missione.

Continuando ad avanzare notò subito la lunga linea formata da guardie,ma questa volta potevano passare quasi senza pericolo,i vantaggi dati dallo spostarsi sopra gli alberi erano i seguenti,una buona visuale che da sul terreno sottostante,un ottimo nascondiglio e in caso di necessità,utile per agguati e assalti improvvisi,tattiche utili per chi preferisce la guerriglia alla battaglia campale.

Dopo qualche salto si era posato sull'ennesimo albero,anche se non era un albero qualunque,era quello che si trovava sopra il perimetro armato,adesso avrebbe dovuto stare attento,bastava un singolo errore e la fuga dalle grinfe di Akira si sarebbe potuta definire fallita.

Un altro salto,un altro albero raggiunto,poco alla volta stava superando le guardie,con calma e precisione,un ramo,poi un altro è un altro ancora,tutto stava filando liscio.

Qualche albero più avanti,il corpo di Sesshomaru si fermò di colpo,controllò che nei dintorni non ci fossero guardie.

- Adesso scendi e continua a piedi,spostarsi su gli alberi può far comodo,ma si rischia anche di attirare l'attenzione,quando un ramo si rompe dopo che ci hai poggiato piedi sopra o quando spaventi un gufo che trova riparo su un albero,troppi rischi,meglio tenere i piedi per terra,tieni,riprendi pure il controllo del tuo corpo.

Sesshomaru riprese sensibilità e con essa tutti i dolori provocati dallo scontro con il padrone di casa.

Però,c'era qualcosa,una sensazione forse,ma percepibile,come la voce dell'assassino,lo sentiva nella carne,nelle ossa,in ogni parte del suo corpo,i movimenti eseguiti da Jin per spostarsi da un albero all'altro,non era qualcosa che aveva semplicemente visto,li percepiva come se li avesse eseguiti lui.

- Che hai Sesshomaru? Ti sento turbato.

- No nulla,te ne parlo dopo.

- Come vuoi,ma ora non c'è tempo da perdere,prosegui a terra e trova quella donna.

Sentite queste parole Il ragazzo di ghiaccio stava per lanciarsi quando qualcosa passò sotto di lui.

Era una guardia,sembrava essersi allontanata dai suoi compagni,guardò indietro nella speranza di capire quello che stava succedendo,ad un tratto vide quello che stava succedendo.

C'era trambusto,il perimetro armato era stato spezzato,le guardie a lui visibili impugnavano le proprie armi come se stessero combattendo,mentre altre sembravano fuggire,ma in modo ordinato,come se la cosa fosse stata prevista.

Ad ogni modo,non c'era tempo per le ipotesi,la guardia sotto di lui si era fermata un attimo,attirata com'era dalle urla dei suoi compagni feriti.

In ogni caso,Sesshomaru doveva muoversi...e sapeva benissimo come fare.

Saltò giù dall'albero senza fare alcun rumore,preaparò il braccio sinistro per far scattare la lama e poi,come uno dei gufi di quella foresta,che si lancia su un coniglio,si avventò sulla sua vittima,piombandogli addosso con una rapidità inaudita.

Per prima cosa atterrò su di lui,poi durante la caduta,gli aveva appoggiato rapidamente la mano destra sulla spalla destra,facendolo schiantare al suo per via dell'urto subito dal corpo di Sesshomaru durante l'atterraggio,poi col suo corpo lo bloccò a terra,ed infine,gli infilò la lama,dritta nel cervelletto,per poi trapassarlo e raggiungere il cervello,una morte veloce e indolore.

Intervenne Jin.

- Impressionante,sei andato a colpo sicuro e senza che ti dicessi nulla.

- Forse,anche se a dirla tutta,non'è stato proprio un caso,ho imitato i movimenti che facevano quei tipi col cappuccio,tutto qui.

- Dici? Però è strano.

- Cosa?

- I movimenti che hai fatto,quando ti sei lanciato sulla guardia sei stato particolarmente preciso,quasi sapessi che cosa fare,commettere un assassinio in volo non'è qualcosa che si impara dall'oggi al domani.

- Allora vuol dire che sono un assassino nato.

- già,ed questo la cosa che mi preoccupa.

- Che vuoi dire?

Disse Sesshomaru mentre si stava mettendo in posizione eretta.

- Hai presente quando ti ho fatto eseguire quel salto dalla cascata?

- Si

- Ecco,quella era un azione che io ho fatto eseguire al tuo corpo,quello che hai fatto adesso sì è sviluppato da quello che hai visto fare da altri,oppure,lo hai preso da me.

- Forse,ma in ogni caso io vado avanti,devo andarmene da qui.

Detto questo,si inoltrò ancor di più nella foresta,nella speranza di poter raggiungere in tempo la donna,senza alcuna grazanzia che trovarla avrebbe potuto migliorare le cose.

Fatto sta però che fosse strano,che una persona,si aggirasse in un luogo simile,nel cuore della notte,proprio quando l'intero corpo di guardia al castello sta cercando lui,qualcosa non quadrava.

Ritornò su i suoi passi inoltrandosi ancor di più nella foresta,si muoveva rapido e silenzioso,ancora meglio di prima,però non vedeva guardie sul suo percorso,strana cosa.

Continuava a muoversi,ma ancora niente,qualche altro minuto a spostarsi,ma ancora niente.

Poi all'improvviso,un suono,quasi il verso di un animale,qualunque cosa fosse doveva controllare,forse n'è valeva la pena.

Accelerò il passo,aveva paura che potesse succedere qualcosa di brutto,non sapeva cosa,ma lo sentiva,doveva arrivare in tempo,qualunque cosa stesse succedendo.

E poi,arrivò nel luogo in cui voleva arrivare,raggiunse un altissimo strpiombo di almeno venti metri d'altezza,davanti a lui,le montagne innevate,dietro di lui la foresta,con le sue ombre e i suoi nascondigli improvvisati,sotto di lui,un grande ammasso di guardie,tutte intorno ad un figura.

Guardò in basso e con la sua potente vista vide subito chi era la donna.

Non riusciva a crederci,proprio lei,in quella foresta? Perchè? Che motivo aveva per trovarsi li?

Il volto di Sesshomaru tradì per l'ennesima volta la sua calma apparente,un solo nome gli sfuggì di bocca,il suo,quello di una sua antica conoscente.

- Toran.

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Capitolo 25
*** Nel buio della foresta,seconda parte. ***


Non poteva crederci,Toran,era li,com'era possibile che fosse li? Durante la festa erano tutti bloccati,non poteva sbagliarsi,visto che era stato lui ad attivare il potere di quella pietra,anche se non sapeva come.

Ma non era quello il momento di pensare a pietre magiche,doveva trovare un modo per raggiungerla,ma come? avrebbe dovuto nuovamente muoversi nell'ombra,se l'avvesero scoperto,non solo gli sarebbero andati addosso,ma avrebbero intensificato gli attacchi su Toran.

La soluzione migliore era trovare il percorso più veloce per arrivare giù,ma senza attirare l'attenzione.

- Toran sta respingendo gli assalti,ma per quanto ancora potrà resistere? Devo raggiungerla il prima possibile.

Ma proprio quando stava per incamminarsi,avvertì una presenza dietro di lui,una presenza familiare.

- Vedo che stai apprendendo le nostre tecniche di sopperfugio,ma tendi ancora a lasciare traccie e agli occhi di un osservatore attento saresti stato già scoperto.

Si voltò e con stupore vide chi era,riconosceva quelle lunghe calzature,quegli abiti strani,le protezioni luccicanti e la cappa sulla spalla.

- Ezio,ma cosa...

- Vieni,ti spiegerò tutto,ma adesso vieni.

Disse l'umano con quel sorrisetto da italiano illuminato dalla luna.

Ezio fece marcia indietro muovendosi verso le ombre del bosco,subito seguito da Sesshomaru che non perse tempo a farsi troppe domande.

- Ezio che ci fai qui?

- Siamo venuti per te,allora, a giudicare dai lividi sembra che tu abbia incontrato il padrone di casa.

- Abbiamo combattuto.

- Ma non credo che sia finita bene,dico bene?

Sesshomaru odiava ammetterlo,ma nasconderlo sarebbe stato peggio,visto che l'umiliazione più grande non era stata la sconfitta,quanto piuttosto il fatto di aver accettato l'invito,pur avendo ascoltato i consigli sia di Ezio e di Jin di non andare.

Ma lui? Ninte,preso com'era dall'arroganza e dall'orgoglio era andato,per poi finire per terra,suonato come un tamburo e trattato come un pivello,era normale che si vergognasse di se stesso.

- Si,era più forte,veloce e ben più abile di quello che mi aspettassi.

- E comprensibile,Akira è un uomo dalle capacità straordinarie.

- Akira? Come fai a sapere di Akira?

- Semplice,tre settimane fa,quando hai lasciato il villaggio,una donna,un assassina,è venuta da me.

- Una donna?

- Si,sono più che sicuro che l'hai incontrata dentro la montagna,dov'è ora?

Nella mente di Sesshomaru c'era una sola persona che a quella descrizione gli venisse in mente,Yuki.

Un assassina,che ha incontrato dentro la dimora templare,chi altro poteva essere se non lei? Ma,c'era uan cosa che Sesshomaru si chiedeva?

- Stai parlando di Yuki,e nascosta in una grotta che fa da uscita per il monte,con lei c'è un assassino,ma è ferito e i suoi vestiti sono bagnati,necessita di aiuto.

- Ho capito,ma prima ho bisogno di incontrare gli altri,devo riferire quello che mi hai detto è mandare una squadra  di soccorso.

- Vai pure sei vuoi,ma io devo salvare Toran.

- Se per Toran intendi quella ragazza allora non c'è da preoccuparsi,l'ho vista combattere,non sembra malaccio,comunque,ritroviamoci con gli altri e poi penseremo a quella ragazza.

- Sai dove sono?

- Si,una parte di loro...e hai miei comandi.

Finito di parlare Ezio alzò un braccio,strinse la mano a pugno,e in men che non si dica arrivarono gli incappucciati.

Erano in molti e tutti loro si erano nascosti molto bene,umani,hanyou,yokai,tutti riuniti in un solo luogo.

Nei Cespugli,tra gli alberi,sopra gli alberi,persino a terra,che con le loro vesti bianche si confondevano benissimo con la neve.

Lo Yokai li osservò tutti,era incredibile,non aveva percepito nessun'aura,nessuna presenza,nessun odore,come se non esistessero,doveva ammetterlo,qualunque cosa stessero facendo,erano molti bravi nel farlo.

Ezio abbassò il braccio e si rivolse ai fratelli e le sorelle di lama.

- Assassini,come avete sentito,una vostra maestra e un suo apprendista sono in pericolo,rischiano di essere scoperti e catturati,se non addirittura uccisi,venti di voi vadano a prestare soccorso,dividevi in quattro squadre da cinqueb e non fatevi scoprire,seguite i comandi dei vostri compagni con più esprienza e abilità,ora andate.

Poche parole e quattro squadre da dieci lame si mossero nella stessa direzione ma percorrendo strade differenti,due squadre a terra e due sugli alberi.

- Ehi Sesshomaru,visto che organizzazione? Ora,il piano è questo,io e te andiamo giù e raggiungiamo la tua amica,mentre tutti gli altri assassini rimasti ci aiuteranno ad oltrepassare le guardie e fidati,qui c'è ne sono molte di più in confronto a prima.

Disse Ezio mentre si incamminava verso il terreno sottostante.

- Coraggio gente,muoversi.

E detto questo tutti si mossero in direzioni diverse usando lo spostamento normale,oppure i rami,mentre Sesshomaru seguì Ezio senza pensarci due volte.

Sesshomaru non ebbe nemmeno il tempo di rivolgersi ancora al fiorentino che già si potevano vedere delle altre guardie,questa volta però sembravano diverse.

Erano più numerose e alcune di loro si spostavano in squadre da tre/cinque membri e al loro passaggio,mentre pattugliavano la zona,c'era un guardia ogni quindici metri,complicando così le operazioni di infiltrazione di ogni intruso che volesse entrare nella zona controllata.

Ma gli assassini non erano nuovi a questo genere di tattiche e anche loro sapevano come aggirare o abbattere certe difese.

- Nascondiamoci.

Disse Ezio a bassa voce mentre si nascondeva dietro un albero.

Sesshomaru e tutti gli altri assassini si nascosero immediatamente,quasi fosse un passaparola fatto in completo silenzio.

Lo yokai si era infilato in un cespuglio vicino ad Ezio e che dava sul percorso dove le guardie passavano per la ronda.

Le guardie controllavano la strada,gli assassini,il territorio attorno ad essa,quindi,come sarebbe stato agire nel modo più efficacie possibile?

Alberi e Cespugli erano ottimi nascondigli,mentre alcuni potevano uccidere dal basso,quelli sui rami potevano attaccare dall'alto,senza che le loro vittime sospettassero un attacco.

Sesshomaru non aveva dubbi sull'efficacia del piano,ma c'erano dei dubbi sulla prerazione di quell'attacco.

Primo,se la linea difensiva circondava l'intero crepaccio,come sarebbe stato possibile attaccare senza attirare l'attenzione delle altre guardie presenti la intorno?

Secondo,Se Toran era la,in mezzo a tutti quei soldati,cos'avrebbe impedito un attacco di massa sulla pantera,senza che lei potesse ucciderli tutti?

Terzo, Anche se l'attacco sarebe riuscito e Toran sarebbe stata liberata,come sarebbe stato possibile fuggire dalla zona,visto che nessuno poteva confermare l'assenza di rinforzi da parte nemica?

Il ragazzo sapeva bene che sarebbe stato un azzardo fare un assalto così alla cieca,eppure,c'era un non so che,nella figura di Ezio,che lo rassicurava,come se potesse fidarsi di lui.

- Sesshomaru.

Disse Ezio rivolgendosi allo yokai.

- Quando,darò il segnale per l'attacco,seguimi,dovremmo salire sugli alberi,e raggiungere l'entrata del crepaccio senza farci scoprire.

- Sei sicuro di quello che fai?

- Fidati,abbiamo pensato a tutto,pronto a scattare al mio segnale.

Ezio sporse di poco la testa,aspettò un attimo,alzò il braccio sinistro verso il cielo e poi,con una leggera pressione del posto,sparò un colpo in aria.

- ORA

Le guardie non ebbero nemmeno il tempo di comprendere quello che stava succedendo che gli assassini,attaccarono con velocità inaspettata.

I primi ad andare all'assalto furono quelli sopra gli alberi,che si lanciarono addosso ai soldati fermi sulla strada,mentre quelli rimasti a terra attaccarono le squadriglie sparse per la strada.

- Andiamo.

Disse Ezio mentre si arrappicava sull'albero con la sola forza delle gambe.

Fu subito seguito a ruota dallo yokai che non attese un solo istante e con un salto,raggiunse un ramo.

Ezio Partì subito,con uno scatto forzuto e passo veloce era subito finito per superare Sesshomaru e lasciarlo qualche metro indietro.

- Non preoccuparti ragazzo,ora ci penso io.

Disse Jin che era comparso all'improvviso nei suoi pensieri.

Non fece nemmeno in tempo a sentire la mancanza del tatto che Jin aveva già preso controllo del suo corpo ed era subito avanzato con moviemnti agili e preisi.

- Jin.

Disse Sesshomaru stupito di quel rapido intervento.

- Sesshomaru,mentre io seguo questo assassino straniero,tu osserva attentamente,il piano di quell'umano e stato geniale.

Sesshomaru,pur non potendo distogliere lo sguardo da quella corsa,riuscì' comunque a captare quello che stava succedendo.

Il suo udito gli permise di percepire cose nuove,il rumore delle urla del campo di battaglia gli permise di riconoscere,nuove voci prodotte da nuove figure in combattimento,per non parlare di un ennesimo sibilo di freccie,ma questa volta era molto più grande.

Mentre l'odore gli fece sentire,una grande presenza di umani,yoaki e hanyou giunti in quel luogo,mentre sudore e sangue di coloro che combattevano si infilarono con forza nelle sue narici.

Qualunque cosa stesse succedendo,era opera della confraternità,eppure,com'era possibile che potessero essere così tanti da formare un esercito?

Quante cose non sapeva e di certo non sarebbe stato quello il girono in cui avrebbe ricevuto delle risposte,ma sapeva,che questa volta,nella sua lunga vita,era lui a seguire un umano, e no il contrario come accadeva con Rin.

Di albero in albero,di ramo in ramo,sentiva sotto di lui un scontro scontro frenetico e selvaggio,dettato si da un attenta strategia ma perpretato da una forza improvvisa e selvaggia,un vero assalto improvviso.

Spade e lance erano le protaniste dello scontro,anche se però non era raro vedere asce a due mani e Testubo impugnati grossi energumeni in armatura pesante,delle autentiche fortezze semoventi.


Otto minuti dopo

Dopo aver superato l'ennesimo albero saltarono a terra con davanti unicamente il confine che divideva L'ingresso del burrone dagli alberi circostanti.

Ezio e Sesshomaru erano circondati da un caotico ammasso di guardie ed assassini,ma non sarebbe stato quel caos di corpi e sangue a fermare la loro avanzata.

- per entrare nel burrone dovremmo passare per quella gola,stiamo attenti a chi ci potrebbe arrivare contro.

Disse Sesshomaru mentre i due comiciarono a correre verso l'entrata del crepaccio.

Una stretta gola,larga cinque metri e alta sessanta,un autentica trappola naturale,visto che le strette dimensioni non permettevano grandi assalti da parte di numerosi assalitori.

I due entrarono nella piccola strada dai lati rocciosi senza alcun ripensamento e vedendo varie unita di soldati che venivano contro di loro.

E proprio mentre l'umano e lo yokai stavano per estrarre le loro rispettive spade entrarono in gioco tre adepti della confraternita,ognuno appartenente ad una razza diversa.

il primo era di magro di corporatura e portava delle semplici vesti bianche col cappuccio e nella mano destra un tanto.

Il secondo era il più alto dei tre e portava una yari al suo fianco e indossava un armatura simile a quella degli ashigaru,ma con sotto le vesti da assassino.

Il terzo invece aveva una corporatura larga e muscolosa e portava una pesante armatura da samurai bianca,compreso un elmo con maschera da battaglia un obi rosso e il simbolo della confraternita sulla corazza

- Bene,un agile,un capitano,un bruto a farci da supporto,non male direi.

Disse Ezio mostrando un piccolo sorriso sbruffone mentre puntava la sua spada verso i soldati che stavano per venirgli incontro.

I soldati che avevano di fronte non erano molto forti,ma giocavano sul numero,dieci contro cinque,due guardie per ognuno di loro,quindi,avendo più compagni di squadra decisero  di attaccare tutti e dieci,insieme.

Ma i cinque in tutta risposta contrattaccarono immediatamente.

- Ehi Sesshomaru?

- Che c'è Jin?

- Ti ricordi quando ti ho accennato la parola agile? B'è,adesso capirai cosa intendevo.

Sesshomaru avrebbe voluto rispondere alla voce nella sua testa,ma non n'è ebbe il tempo,visto che adesso avrebbe dovuto combattere per parlare.

Il primo a dover menare fendenti fu proprio lo yokai,la prima guardia si buttò subito su di lui,che morì,colpito da un rapido fendente al torace del nemico,mentre il secondo lo attaccò portava un fendente dall'alto,ma rapidamente lo yokai gli aprì la gola con altro colpo,secco e rapido.

Li uccise con immane rapidità,ma la cosa strana,era che dopo l'ennesima uccisione diede una rapida occhiata ad Ezio e a gli altri assassini vicino a lui.

Vide l'agile,con le sue schivate e la sua rapidità,sia con il corpo,che con il coltello,rapido e preciso,il tanto era un'arma adatta a un combattente leggero come l'agile.

Il bruto,con la sua pesante armatura e l'enorme ascia,colpi potenti,ma non grossolani,pochi fendenti,ma dalla selvaggia forza ineguagliabile.

Il capitano,con la sua armatura fatta su misura per lui e la yari,un'arma tanto semplice quanto letale,equilibrata e maneggievole,il capitano gioca con i suoi avversari tenendoli sulla distanza e mantendo una posizione che gli permette un ampio raggio d'azione.

E infine Ezio...Ezio...come combatteva Ezio?

Sesshomaru non lo capiva,vedeva destreggiarsi con la spada,eppure non sembrava semplice capirlo,all'inizio gli sembrava di stare sulla difensiva,poi subito attaccava con rapidi fendenti e affondi potenti,poi tornava tranquillo a respingere i colpi dell'ultima guardia rimasta,per poi deviare l'ultimo colpo e tagliare la gola dell'ennesimo avversario.

Ezio,un misto di difesa e di attacco,veloce ma forte,un miscuglio di contraddizioni,ma forse era prorpio questo il suo punto di forza,essere buono in tutto,senza trascurare nessuno dei suoi talenti.

Il combattimento era ormai finito,un gruppetto di guardie morte,una piccola perdita di tempo,nulla di più.

- Proseguiamo.

Disse Sesshomaru mentre si inoltrava di corsa all'interno della voragine,mentre gli altri quattro lo seguivano.

muovendosi all'interno di quella stretta gola si poteva scorgere la presenza di molti corpi,molte erano le guardie del castello morte al suo interno,e molte di esse avevano delle freccie conficcate in corpo.

Incredibile,sembrava impossibile che il piccolo esercito privato del castello di Akira aveva inseguito Toran all'interno di quel buco nella terra solo per essere intrappolati al suo interno e infine massacrati come carne da macello.

Non poteva essere una coincidenza,Toran si nascondeva nel crepaccio,gli uomini dello yokai templare la inseguivano al suo interno,solo per fare la fine dei topi in trappola? E tutto per una caccia all'uomo? O per meglio dire,una caccia alla donna?

Sesshomaru non era uno stratega,n'è un tattico,ma di certo non insegui un obiettivo parzialmente facile da prendere per cadere in un imboscata di così tanti uomini da poter emulare il numero di alberi intorno a quel burrone.

Ma le risposte ai dubbi di quel ragazzo,non avrebbero tardato ad arrivare.

Sesshomaru,Ezio e gli altri tre assassini dello scontro precedente era giunti ai margini di quel cratere.

Guardie,a centinaia,per terra,con una freccia o poco più in corpo,un immenso tappeto di corpi,per la prima volta in vita sua,Sesshomaru,non aveva mai assistito a così tanta precisione nello sterminio di un intero esercito,seppure improvvisato e mal organizzato.

Ma poi,in quel groviglio di sangue e carne,vide lei.

Era Toran,la vedeva in lontananza,che si stava muovendo verso di lui,sembrava che corresse,forse da lui,forse l'unica faccia amica che c'era nei dintorni,l'unica che non era in grado di fare cose così strabilianti come quegli incappucciati.

Lui la vedeva,la vedeva li,la cui immagine si faceva sempre più grande e nitida ad ogni passo che faceva,ed infine,eccola li,a diversi metri da lui.

- Sesshomaru.

Disse lei quasi fosse felice di vederlo.

- Toran,stai bene?

Disse lui mantendo un tono freddo.

- Si sto bene.

Ma appena ebbe finito di parlare,la ragazza si accorse di alcuni segni sul volto dello yokai e di certo non intendeva le striscie violacee.

- Ma tu? Cos'hai fatto in faccia? Sei ferito?

- Sto bene tranquilla,ho avuto una discussione col padrone di casa,tutto qui.

Una discussione,era l'unica scusa che era riuscito a inventarsi sul momento,come poteva dire a quella che una volta era una sua nemica giurata,che Akira,l'uomo dall'aspetto gentile e dai modi cortesi,era anche un valente combattente,in grado di colpire Sesshomaru come se nulla fosse?

Non poteva,il suo orgoglio gli impediva di ammettere certe cose,ma dopo quello scontro,una parte di lui ametteva in pieno,la stragrande superiorità di tutti coloro che dall'inizio di quella storia si era scontrati con lui e uscirne vittoriosi,o comunque uscire da un conflitto contro di lui e andarsene come se nulla fosse successo,come se un adulto vincesse contro un bambino,troppo facile per loro,troppo umiliante per lui.

- In ogni caso,Toran,che ci fai tu qui?

- Io? Beh ecco...io...sono con loro.

- Con loro?

- Si loro...questi tizi qua col cappuccio.

- Sei diventata un assassina?

- Una cosa? Non so di cosa tu stia parlando ma sono stati loro che si sono avvicinati a me.

- Avvicinati?

Sesshomaru spostò il suo sguardo su Ezio.

- Che cosa sta succedendo qui?

- E un storia un pò lunga.

Disse Ezio con voce calma.

Intervenne Toran.

- Ma che sarò io a raccontargli,ma non ora,sappi solo...

Mentre stava parlando la ragazza estrasse qualcosa dall'interno del kimono,qualcosa che Sesshomaru aveva già visto,ma che di certo non avrebbe voluto rivedere.

- Che riguarda questa.

Era lei,la pietra con le incisioni.

Era lei,Impossibile non riconoscerla,stessa forma,stessa grandezza,stessi segni,stessa...attrazzione.

Sesshomaru sentì di nuovo quel magnetismo tra lui e quell'insolito oggetto,la voglia di riprenderlo era forte,però,aveva già visto cos'era successo appena l'aveva sfiorata,quindi,rinunciò a toccarla.

- Qualunque cosa sia,questa cosa,non ha un aura magica,n'è yokai,quindi...

- Cosa diavolo è?

Fu Toran a parlare,ma fu Sesshoamru a completare la frase.

Che cosa diavolo era? Non possedeva una natura magica,n'è un natura demoniaca,eppure,non aveva nulla di umano,quindi,cosa poteva mai essere?

Lo yokai non aveva più idee,sapeva solo una cosa,qualunque cosa fosse,era meglio non sottovalutarlo.

Intervenne Ezio.

- Qualcosa con la quale e meglio non scherzare,ma ora,dobbiamo andarcene di qui è al più presto,quelli che abbiamo combattuto adesso erano semplici guardie,non mi stupirei se qui attorno ci fossero dei rinforzi,rischiamo di cadere in trappola,muoviamoci da qui.

Detto questo Ezio e gli altri tre assassini tornarono indietro e poco dopo seguiti dai due yokai.

- Sesshomaru,ci conviene seguirli.

- Già,però,appena c'è ne siamo andati di qui,dovrai spiegarmi un pò di cose.

- Se per questo anche tu mi devi delle risposte.

- Se vuoi delle risposte,lo stai chiedendo alla persona sbagliata.

- Qualunque cosa sia c'entra con te.

- E tuttavia sono quello con meno risposte di tutti in questa assurdità,Toran,vorrei saperne tanto quanto te del mio coinvolgimento in tutto questo,forse anche di più,dato il fatto che qualunque cosa succeda,accade per una ragione che riguarda me.

I due finirono di parlare,anche se tra loro due aleggiava un aria carica di tensione.

La stretta gola sarebbe stata priogioniera di una cupa oscurità,se non fosse per qualche raggio di luna che che scendeva nella rocciosa fenditura.

Tutti quei corpi,tutte le morti commesse quella sera,questa volta non era stato un silenzioso omicidio,ma una cruenta battaglia dove tattica e forza avevano prevalso su un buon numero di nemici.

Seppur inferiorità numerica,gli assassini avevano dimostrato agli occhi di Sesshomaru non solo di essere abili nell'uccidere nell'ombra,ma anche di essere valenti guerrieri e di certo Ezio non aveva ancora mostrato il meglio di se,visto che la maggior parte del combattimento e stato vinto dagli alti membri della setta.

Ezio e Toran,che legame c'era tra loro due? Quali circostanze aveva portato il capo clan delle pantere ad avere a che fare con quel misterioso umano,proveniente da Firenze,un luogo mai sentito,un nome dal sapore esotico e straniero,situato in chissà quale parte del mondo.

Ma non era quello il momento di pensare a certe cose,ora doveva preoccuparsi del presente e di quello che sarebbe potuto accadere da li a poco,la luce della luna non dava sicurezza e riparsi nelle tenebre non lo avrebbe aiutato,in quel momento nessuna luce avrebbe disperso le tenebre dell'ignoranza e nessun'ombra lo avrebbe tenuto al riparo dalle accecanti rivelazioni che lo avrebbero reso soulo più confuso,storidito ormai com'era da una storia con una trama che a quanto pare non sembrava stare n'è in cielo n'è in terra.

Ed infine, eccola la,l'entrata del crepaccio e subito dopo si poteva vedere lo spettaccolo che c'erà di fronte a loro,La luna,il cielo notturno,il limite della foresta,il bianco confine che divideva il bosco dal burrone.

Un insieme di immagini che stava a significare una cosa sola,c'è l'aveva fatta,era sfuggito alle grinfie di Akira e scegliere da quale parte schierarsi,gli assassini.

Dopo quell'avventura durata tutta una notte,era arrivato il momento di andarsene,di riprendere le forze e di capire una volta per tutte cosa diamine ci facesse Toran insieme ad Ezio.

Mentre pensava per l'ennesima volta sui i suoi dubbi e sul da farsi,sentì uno strano formicolio alla mano destra,preoccupato controllò subito la mano,la alzò abbastanza da poter osservare quello che stava sucedendo è poi...lo vide.

Il segno sul palmo della mano,i due puntini uniti da un linea,si illuminarono,emanando una qualche pulsazione a lui sconosciuta.

- Ma cosa...

 Disse lo yokai,quasi piano.

- Che succede...

Toran non aveva fatto in tempo a parlare che la tavoletta di pietra,sfuggì alla presa della ragazza e finì nella mano di Sesshomaru in men che non si dica.

E mentre succedeva ciò,anche Ezio assistiva alle scena,tenendo un mano sul sacchetto che conteneva la strana sfera che in suo possesso.

- Ho la sensazione che non accadrà nulla di buono.

Disse Sesshomaru osservando i segni sulla tavoletta di pietra,che si illuminarono,proprio come il segno sulla mano,stessa luce,stesso mistero.

Il mondo attorno a lui riscomparve per l'ennesima,volta,gli alberi,le montagne,la neve,ancora una volta tutto quello che vedeva si polverizzava e poi scompariva,in una luce accecante,ormai ci era abituato alle cose strane,anche se questo,non giustificava quello che gli succedeva.

E mentre lui si perdeva all'interno della nuova stranezza,gli altri,quelli che lo circondavano,lo videro cadere per terra,senza alcun segno di vita apparente.

Ma Ezio,seppur sopreso,non rimase in silenzio.

- va bene,questo era inaspettato.

- Oh no,Sesshomaru.

Disse Toran preoccupata mentre si getteva sul corpo del giovane yokai.

- Diamine,E collassato.

- Umano,Cos'è successo?

- Temo che il tuo amico,abbia qualcosa a che fare con questi oggetti,richiamiamo le nostre squadre e leviamoci di qui il prima possibile,muoviamoci.

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Capitolo 26
*** Verità e discussioni. ***


Nel silenzio più assoluto,in un luogo non ben definito,in un arco di tempo sconosciuto.

Sesshomaru,si risvegliò.

Aprì gli occhi e vide...grigio,un soffitto grigio,si alzò di busto,si guardò attorno e vide ben poco:lui,disteso a terra,su un pavimento del medesimo colore del soffitto,stessa cosa per i muri ai suoi lati e quello dietro di lui.

Si alzò in piedi,ancora confuso per quello che vedeva,sembrava un corridoio.

Mosse qualche passo,spinto dall'incertezza,anche se a dir la verità,chiunque avrebbe avuto dei dubbi su un posto simile,che strana forma aveva quel corridoio,perfettamente lineare,niente scritte sui muri,nessun segno evidente,se non delle linee verticali larghe dieci centimetri,che andavano sia in orizzontale che in verticale e che ogni cinque metri formavano una croce.

Proprio come quell'altro luogo,quello con Akira,ma questa volta le croci non erano solo sui muri,erano anche sul soffitto.

Sesshomaru guardò all'interno di queste croci,e notò una strana luce bianca provenire dal loro interno,non erano molto luminose,eppure,si poteva vedere,che dentro di essa,si muovevano delle strane forme,linee intrecciate tra di loro,una griglia.

Già una volta ebbe a che fare con quella strana forma,ma c'erano anche delle altre forme,piramidi,cubi,sfere,galleggiavano nel vuoto,un bianco vuoto,sospesi in chissà quale spazio etereo color latte.

Era confuso su quello che stava osservando,ma non si lasciò soggiogare dal dubbio,quindi proseguì.

Camminando ancora per un pò,vide in lontananza un uscita,non sembrava particolarmente luminoso,n'è altrettanto buia,tuttavia,presentava un colore strano,quasi finto.

Si avvicinò all'uscita,sempre di più,sempre di più,fino a che,non raggiunse l'uscio e quel vide era questo.


(Tema musicale consigliato da questo punto del capitolo,https://www.youtube.com/watch?v=REhPqlYgCzM).

Una lunga spiaggia e un mare dall'aspetto inquietanti,erano grigi,persino il cielo in alto,era grigio,nessun uccello,nessun suono,nemmeno l'odore del sale provenire dal mare,niente,solo il grigio,nulla più di questo.

- Sembri confuso.

Sesshomaru si girò di lato,in direzione del mare,vide una figura,seduta,con una lunga veste bianca,con un cappuccio in testa e un obi rosso.

- Jin?

- Si,sono io.

- Dove mi trovo?

- Difficile a dirsi,vedila così,sei ovunque e allo stesso tempo in nessun posto,ti trovi in luogo irreale,ma tangile e con la quale puoi interagire a seconda di come meglio credi.

- Irreale ma tangibile? Questa cosa non ha senso,dev'essere per forza un illusione.

- Forse,ma non puoi saperlo con certezza sempre scoprire la verità.

- E qual'è la verità?

- Questo sta a te scoprirlo,io posso solo indicarti la via,ma è una tua scelta se percorrerla oppure cambiare strada,l'importante e che lo fai secondo coscienza.

- Un altro dei tuoi insegnamenti?

- Se sei disposto a imparare io sono disposto a insegnare,non importa il tempo di apprendimento,l'importante e capire la lezione,con pazienza e volontà,ma intanto...

Jin non ebbe nememno finito di parlare,che si era alzato in piedi e ora era girato verso lo yokai.

- Vieni,camminiamo un pò.

Jin si spostò in avanti,subito seguito da Sesshomaru.

- Sesshomaru,riesci a immaginare perchè sei qui?

- No,so solo che mi sono risvegliato di nuovo in un altro posto strano,insomma,è tutto grigio qui,dimmi,che posto è questo?

- E difficile da spiegare,non saprei come dirtelo.

- Dillo è basta.

- D'accordo,tu sei qui,perchè e questo luogo è parte di te.

- Cosa? E parte di me?

- Già e quando dico parte di te,vuol dire che è parte di te...fisicamente...dentro di te.

- Aspetta un attimo...

Sesshomaru si fermò un attimo ad osservare il mare,cominciò a pensare,pensare e pensare ancora,attentamente,analizzando bene la situazione.

Una voce nella testa,un luogo dall'aspetto bizzarro e dalla natura irreale,che cosa avevano in comune? Il primo lo sentiva sia da sveglio che mentre dormiva,l'altro era un ambiente marino,con cielo e mare che hanno un aspetto bizzarro,per non parlare della figura di Jin,che se ne stava li a parlare per indovinelli e strani giri di parole.

Però c'èra una cosa che aveva notato,nonostante tutte le volte che Jin gli aveva parlato,erano state poche le occasioni in cui lo aveva visto con le sue vesti da assassino,in quelle strane visioni e poi nel portale situato nelle rovine dentro la montagna e adesso,se ne stava su quella spiaggia.

Era troppo strano,tutte le volte che lo aveva visto o era perchè stava dormendo,o perchè aveva perso conoscienza,o perchè era entrato in possesso ho aveva a che fare con questi strani oggetti incomprensibili,come quella pietra.

- La prima volta che ti ho sentito ero nel mondo reale,mentre la prima volta che ti ho visto e stata qualche ora fa,quando sei intervenuto contro Akira dentro quello strano posto,quindi,se adesso sono qui,allora vuol dire che...

Lo yokai non ebbe finito di parlare che subito si era girato verso l'incappucciato,guardandolo con occhi sgranati.

- Che io non sono in un sogno...questa è...

- Esatto,ci sei arrivato,questa,mio caro ragazzo...é la tua mente,o meglio,il suo interno...sei dentro la tua testa,stai camminando in un angolo remoto del tuo cervello.

Sesshomaru aveva indovinato,ma a stento avrebbe dato una risposta a quel dubbio assurdo,eppure,tanto reale,da essere una verità assoluta.

- Non riesco a crederci...è assurdo,non è possibile,un conto è sognare,un altro è trovarsi qui...non capisco il perchè.

- Il confine che c'è tra realtà e immaginazzione é più sottile di quello che sembra,tuttavia,anche a questa tua meraviglia c'è una spiegazione.

- Davvero? Allora spiegami,perchè mi trovo nella mia stessa mente?

- Il portale nelle rovine...in qualche modo la mia comparsa nel tuo scontro con Akira e dovuto a una qualche connessione tra te e il portale,forse per via del segno sulla mano.

- Il segno sulla mano?

Ora che ci pensava bene,Sesshomaru aveva cercato di toccare la strana porta nelle rovine,per poi vedere quel segno,anche se non gli aveva dato grande peso,non subito per lo meno.

- Ma certo...è nelle rovine che contratto questo segno,poi,quando all'improvviso ho avuto in mano quella pietra,mi sono risvegliato qui,quindi se sono qui,e quella pietra che mi ci ha mandato,perchè proprio una spiaggia?

- Questo é quello che devi scoprire,io posso aiutarti,guidarti,ma non posso darti le risposte,però,ti consiglio di andare avanti,di esplorare te stesso,anche se penso che sia tua intenzione di non tornare indietro,come hai sempre fatto del resto.

- E continuerò ad andare avanti,finchè non otterrò ciò che voglio.

- E che cos'è che vuoi se non risolvere i tuoi dubbi? La conoscienza è un grande dono,ma avvolte è anche un pesante fardello da portare,attento a ciò che chiedi,rischi di ottenerlo.

Detto questo Jin continuò a camminare superando Sesshomaru ancora incredulo per aver scoperto dove si trovava.

- Se io sono dentro la mia testa,dev'esserci una ragione,o per lo meno una spiegazione,quella tavola di pietra,c'entra sicuramente qualcosa,ma come?

E mentre lui pensava,guardò dritto davanti a lui,oltre la figura di Jin e vide che c'era ancora moltissima spiggia deserta,ma in ogni caso,fece un passo,poi un altro e un altro ancora.

- Dove vai ragazzo?

Chiese Jin con tono tranquillo.

- Avanti.

- Perchè?

- Perchè non'è qui che devo rimanere,devo andarmene.

E così dicendo,continuò ad avanzare,con cuore saldo è incrollabile volontà,non sapeva dov'era diretto,n'è quale fosse stato lo scopo di tutto quello,ma una cosa la sapeva,rimanere fermo ad aspettare,non era di certo nel suo stile.

- Esatto ragazzo,non'è qui che devi rimanere.

Lo yokai sentì la voce di Jin come se stesse parlando in un orecchio,guardò di lato,ma non lo vide,si guardò attorno,ma non lo vide lo stesso,poi,tornò con lo sguardo sulla sua strada...è tutto cambiò.

I colori,i suoni,la luce,era tutto normale,il cielo era azzurro,il mare era colorato di un intenso blu zaffirro,la sabbia era bianca è il sole era ben luminoso.

Era incredibile,gli era bastato voltarsi un attimo,che quel luogo era cambiato,così,di punto in bianco.

Continuò a camminare,mentre i piedi affondavano di poco nella sabbia e dal mare proveniva un leggera brezza estiva,ancora una volta,sentiva cose che in sogno non avrebbero dovuto esserci.

In un sogno non pensi,vivi l'attimo e ogni azioni che compi e dettata dall'angolo più profondo della coscenza,non hai tempo per prendere scelte o per riflettere su quello che fai,come un burattino nelle mani di un burattinanio.

Non senti odori,non percepisci il tempo,non tieni conto di quanto possa essere normale o bizzaro quello che accade,non sul momento.

Invece,per Sesshomaru la cosa era differente,odori,sensazioni,colori,persino le azioni e le conversazioni erano ben calcolate,come se fosse sveglio,ma in modo diverso,come se ci fosse qualcosa che non va,oltre al fatto di dove si trovava.

Continuando a camminare vide più in là,una figura,un rettangolo,incuriosito,si avvicinò sempre di più alla curiosa forma sulla spiaggia.

Più si avvicinava è più sentiva di fare attenzione,non sapeva descriverlo,forse era solo una senzazione,ma sapeva benissimo cosa gli diceva,di stare allerta,non n'è sapeva il motivo,ma di certo non lo avrebbe ignorato.

Passo dopo passo era giunto li,davanti a lui,il rettangolo,una struttura strana,era molto simile alla porta nelle rovine,ma era più piccola,poco più grande di Sesshomaru,sia per altezza che per larghezza.

Nel vedere di nuovo una cosa simile,il segno sulla sua mano cominciò a illuminarsi è in quello stesso istante,l'interno della porta si illuminò,un rapido colpo di luce ed infine,eccolo li,un evento inaspettato.

Subito fu inghiottito dalla strana struttura,senza lasciare alcun segno sulla sabbia,come se non fosse mai stato li.

Arrivò dall'altra parte,prima in forma di granelli,come la stessa sabbia di cui era ricoperta la spiaggia,per poi ritornare al suo stato originale,proprio com'era successo nelle rovine.

Controllò per l'ennessima volta se c'era tutto é per fortuna non mancò nulla,poi,con aria confusa,cominciò a guardarsi attorno.

Era di nuovo in corridoio,ma questa volta vide che era molto più corto dell'altro poichè l'uscita si vedeva subito,distava si e no qualche passo,nulla di che.

Si avvicinò all'uscio,curioso e allo stesso tempo attento,nel caso avesse dovuto a che fare con chissà quale sorpresa.

guardò all'interno sporgendo di poco la testa fuori dalla porta è quello che vide fu molto strano,c'era uno stanza,con un tatami raffinato e i muri e le porte scorrevoli erano decorate con motivi e immagini di ciliegi in fiore e paesaggi collinari,con qualche montagna sullo sfondo.

Sul pavimento vi era posato un futon viola mentre li vicino vi erano posati rotoli di carta e antiche stampe,più alcuni fogli di carta con alcuni disegni sopra.

Si guardò attorno,notando che quel posto non sembrava poi così strano,o meglio,era strano trovarlo li,perchè lui,aveva già visto quella stanza,gli era molto familiare,infondo,era la sua.

Riconosceva bene i muri,il tatami,persino la finestra di legno abilmente intaglianta,ma quei fogli di carte,gli erano si familiari,ma appartenevano ad un tempo ben lontano,in un arco della vita in cui lui non era il temuto e rispettato yokai conosciuto dalle masse,ma solo il bambino destinato un giorno a diventare il signore delle terre occidentali.

Guardò in basso e osservo con attenzione uno dei fogli,era una figura alquanto bizzarra,sembrava una specie di roccia,formata da diversi rialzi e zone sconesse,di cui tre,sui lati,sembravano delle lunghe e strette scalinate,ma gli scalini...avevano qualcosa che non andava,erano troppo lunghi,troppo sottili...ed erano solo tre.

Sopra di essa invece si poteva intravederem,senza troppi problemi,un insime di quadrati,linee rette e altre forme geometriche perfettamente disegnate,con precisione assoluta,c'era persino un cerchio perfettamente tondo.

E nellea parte sopra del foglio c'erano scrtti dei kanji che portavano sopra una parola...Yonaguni.

-Yonaguni? Chissà che vuol dire.

Un altro foglio li vicino mostrava invece tutt'altro disegno,sembrava un paesaggio,ma era ben diverso da qualunque altro paesaggio riconoscibile,un ambiente grigio,con palazzi molto alti,quasi fossero in grado di tocare il cielo e su di loro c'erano delle finestre,ma molto diverse da quelle che conoscieva lui.

Ai piedi di questi giganti architettonici vi erano presenti delle lunghissime strade e molte di queste passavano l'una sopra l'altra sostenute da alte colonne,molte colonne.

E sempre in una parte del disegno vi era scritto qualcosa,ma stavolta non era una parola,ma tutta una frase.

- Oltre il confine,al di là della grande distesa di pietra,cerca il luogo dove tutto ha avuto inizio.

Disse Sesshomaru leggendo le parole scritte sul foglio.

- Un altro quesito,chissà che vorrà dire.

- Sesshomaru,che stai facendo?

Una voce a lui molto familiare,uno scattò inprovviso,si guardò indietro,ma non c'era nessuno,eppure l'aveva sentito,non nella testa,ma negli orecchie,come se qualcuno gli stesse parlando.

- Disegno.

La voce di un bambino,piccolo,tenero,non la voce dell'uomo,ma il timbro vocale dell'infanzia.

- Disegni? E cosa disegni?

- Non lo so.

- Non lo sai?

- No padre,non lo so,l'ho visto nei sogni.

- Nei sogni? Quali sogni.

Disse Inutaisho,o meglio,la sua voce,con tono preoccupato.

- Quando dormo,vedo delle cose,che non ho mai visto prima.

Dopo che il giovane yokai parl&ògrave; si sent&ìgrave; il suono della porta scorrevole che si muove.

- Mio signore è giunto l'uomo da voi richiesto.

- Oh capito,lo raggiungo subito,Sesshomaru,n'è parliamo un altra volta,tra poco dovrebbe arrivare il maestro,fa il bravo e segui gli studi,ci vediamo più tardi.

A quel punto le voci si fermarono.

Sembrava impossibile,se non addirittura inimmaginabile,eppure era successo,aveva sentito suo padre che parlava,ma com'era possibile? Era morto.

Solo in un occasione rivide il padre dopo la sua dipartita,quando lui e Inuyasha avevano sconfitto Songa,la terza spada di Inutaisho,però li si era manifetato in forma evanescente,(per chi non lo sapesse guardare il terzo film di inuyasha).

Ma qui,parlava con un Sesshomaru bambino,com'era possibile? Eppure lui era li,adulto,divenuto già uomo,ma infondo,quel luogo era così strano è per quanto stupito potesse essere sapeva bene che doveva aspettarsi di tutto,ma di certo non si sarebbe mai aspettato questo.

- Che cosa è successo? Quella era la voce di mio padre,ma com'è possibile? E poi,perchè mai questi disegni dovrei averli disegnati io? Non ha alcun senso,un bambino non può disegnare nulla di così complicato,ci sono troppi dettagli e poi non sembra per nulla il disegno di un bambino.

Un altro suono fece eco nella stanza un suono di passi,verso la porta scorrevole,si voltò in quella direzione e vide che era aperta,eppure ricordava benissimo che era chiusa,ma in ogni caso non si sarebbe sorpreso,non più tanto,ormai ci aveva fatto il callo.

Curioso,oltrepassò la porta,lascianado nella stanza i disegni,che secondo quella strana conversazione,priva di persone materiali,erano stati fatti da lui,insomma,se era la voce di suo padre a dirlo chi era lui per dubitare.

Alla sua destra la strada continuava per un corridoio molto simile a quelli nel castello della sua famiglia,anche se non ricordava che ci fosse un corridoio così lungo per raggiungere le sue stanza,nonostante ciò proseguì,sapendo che sarebbe potuto accadere qualunque cosa.

Camminava,passo dopo passo,facendo attenzione a quello sarebbe potuto succedere.

- Inutaisho,amico mio,da quanto tempo.

- Akira,ti ringrazio per essere venuto.

Sesshomaru aveva sentito,bene,non voleva crederci,ma sapeva benissimo che era la sua,anche se la cosa più inquietante,era che stava parlando con suo padre.

- Figurati era il minimo che potessi fare,allora,di nuovo tuo figlio?

- Si,questa volta ha cominciato a disegnare.

- Disegnare?

. Ha cominciato a disegnare cose strane,sui dei fogli e su uno di quelli c'era scritto Yonaguni.

- Yonaguni? Sei sicuro di quello che hai letto?

Chiese Akira con tono preoccupato.

- Si,perchè me lo chiedi?

- Yonaguni...non mi aspettavo che tuo figlio fosse arrivato a questo punto.

- Di cosa stai parlando? Per la miseria è solo un bambino.

- Un bambino che non'è nato in modo naturale,ti avevo avverito che non sarebbe stato semplice.

- Lo so,ma sono preoccupato.

- E normale,ti preoccupi della sua salute,sei suo padre.

- Non'è solo questo,si comporta in modo strano.

- Strano in che senso? Mi avevi già accennato a dei comportamenti particolari.

- Dall'ultima volta che sei venuto e cambiato,ci sono volte,in cui cammina nel sonno é mentre lo fa parla,dice cose senza senso.

- Capisco,hai bisogno di aiuto,quindi,te ne darò.

- Ti ringrazio Akira,fai ciò che devi fare per guarirlo da questo male.

- Lo far&ògrave;,ma ho bisogno di tempo è necessito di un luogo dove tenere i miei strumenti,i miei appunti e dove poter visitare il bambino,ovviamente con la tua partecipazione si intende.

- Ho una camara per ospiti illustri,posso sempre farla preparare per le tue necessità.

- Bene,in questo caso,non perdiamo tempo,andiamo da tuo figlio.

Dopo queste parole,più nulla,nessuna voce,nessun dialogo,era finito li,ma forse sarebbe stato meglio dire che era iniziato li.

L'ennesimo dubbio,l'ennesimo dramma mentale,illusione...o ricordo? L'unica cosa che sapeva e che quelle parole avevano suscitato la sua curiosit&àgrave;,doveva,verificare,se quell'esperienza fosse frutto di una fervida immaginazione,o nel peggiore dei casi,che fosse la pura realt&àgrave;.

E mentre pensava si sentì cadere sulle ginocchia,mentre si guardava attorno e poi...di fronte a lui,sul pavimento,la tavoletta di pietra,con le scritte tutte illuminate e tra tutte quelle una sola era riuscito a leggere.

Yonaguni.

Poi un bagliore improvviso è nulla più.

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Capitolo 27
*** Una mattina importante ***



Confuso,dolorante,ma soprattutto stanco,molto stanco.

Così si svegliò Sesshomaru,ancora un pò assonnato e con le palpebre pesanti.

Il suo sguardo era rivolto verso l'alto, e ancora una volta fu un soffito la prima cosa che vide,ma questa volta era diverso,un soffitto di legno con qualche pagliuzza di paglia tra i diversi pannelli del più basilare dei materiali da costruzione.

La pallida luce del mattina che entrava da una finestrella di legno si faceva strada,timidamente,all'interno dell'area.

Lo yokai alzò la testa di poco e vide attorno a lui il riconoscibile aspetto di una casetta di un agricoltore,gli attrezzi da contadino e il focolare al centro della della umile abitazione.

- Buongiorno ragazzo,dormito bene?

Sesshomaru girò subito lo sguardo,in direzione della voce da lui udita.

Era Ezio,appoggiato ad un parete,con le braccia incrociate e la testa scoperta,lo stava guardando,con quegli occhi d'aquila,la barba curata e i suoi modi all'italiana,rilassato,spavaldo e con un sorrisetto sbruffone sul viso.

- Ezio,dove sono?

- In un luogo sicuro,lontano dai templari e ogni altro pericolo alla tua vita,eh già da due giorni che dormi,dai alzati,vestiti e poi raggiungimi,non ho voglia di vederti nudo,troverai dei vestiti puliti sul tavolo,ti aspetto fuori.

Ezio uscì lasciando un Sesshomaru ancora provato dalla fuga dal castello di Akira,anche se di certo non si sentiva meno motivato a confrontarsi di nuovo col templare e cercando di capire cosa volesse Akira da lui,apparte la collaborazione del figlio di Inutaisho ovvio,ma perchè proprio lui? E quai erano queste capacità speciali che aveva visto nel giovane yokai?

Domande Inutili,almeno in quel momento,sarebbe stato meglio alzarsi e riaffacciarsi ancora una volta con un mondo che ormai gli riservava più misteri di quanti ne avesse ma dovuto affrontare in vita sua.

Si alzò lentamente,poichè provava ancora dolore per alcuni dei colpi che aveva subito,stranamente il suo corpo non guariva più tanto come prima,forse gli oggetti strani e le varie circostanze da lui affronate avevano in qualche modo modificato il suo corpo,di sicuro la mente era stata intaccata in qualche modo,anche se di certo non si sentiva più stupido o più lento a comprendere le cose.

Si avvicinò ad un tavolino posto vicino a lui e sopra vide le sue nuove vesti,un kimono bianco con cappuccio incorporato,un hakama bianco, un hadaji,un obi rosso,dei tabi e dei sandali.

- Devo davvero indossare questa roba?

- Si,sono gli abiti degli iniziati alla confraternita,indossali,magari potrebbero anche piacerti.

Rispose Jin con rapidità inaudita.

- Se proprio devo.

Disse Sesshomaru con un tono di rassegnazione,per poi vestirsi per niente entusiasta dei nuovi capi d'abito ricevuti.

Poco dopo uscì dalla casa abbagliato com'era dal sole che puntava la sua luce sugli occhi del giovane yokai.

- Allora,che ne pensi dei tuoi nuovi abiti?

 Chiese Ezio con fare semi serio.

- Che non mi stanno bene,non sono nel mio stile.

- Ti ci devi solo abituare,comunque,seguimi.

E così facendo Ezio si incamminò subito seguito da Sesshomaru.

Mentre seguiva l'umano lo yokai diede un occhiata all'ambiente attorno a lui,sembrava un villaggio di montagna,con yokai,hanyou e umani come abitanti.

Non c'era bisogno di vederlo,lo sentiva nell'odore proveniente dalle case,dove la maggiorparte delle gente ancora dormiva,proteggendosi dal freddo e dalle altre ostilita dell'inverno.

Ma nonostante ciò,si aggiravano diversi gruppi di persone,formati dai tre membri delle razze locali,I taglialegna andavano in giro con grosse ascie e seghe dai denti affilattissimi e sulla schiena portavano degli zaini molto capienti in grado di portare gran parte del materiale raccolto.

Ma neanche i cacciatori erano di meno,armati di arco,un tanto ed una yari.

- Dove stiamo andando Ezio?

- Dal maestro assassino alla quale è affidato il comando di questa zona.

- E per quale ragione?

- Per iniziare il tuo addestramento,ora hai una lama celata,questo però non fa di te un assassino,quindi,dobbiamo fare in modo che tu lo diventi.

- Se lo dici tu.

- Non lo dico solo io,ma migliaia e migliaia di anni di tradizioni,fidati,questa confraternità è più vecchia di quello che pensi,comunque,siamo quasi arrivati.

Nel camminare tra poca folla che c'era e la conversazione attualmente in corso,si poteva vedere ben più del villaggio,un cielo violacio,nato dall'incrocio colorato del sole appena sorto e il colore naturale di una giornata limpida,sovrastava l'incredibile paesaggio intorno a lui.

Alte montagne circondavano il villaggio,una lunga catena montuosa faceva faceva da sfondo e una vallata,lunga chilometri veniva percorsa da un fiume molto largo,la cui origine si poteva vedere molto bene dalla parte opposta della vallata,una cascata,appena visibile per l'occhio,ma per lui,era un pò più percettibile.

Ma non aveva tempo per distrarsi,aveva altro da fare.

- Eccoci,siamo arrivati.

Disse Ezio dirigendosi verso un edificio diverso da tutti gli altri.

Davanti a loro si ergeva un edificio di medie dimensioni,cinque volte più grande di una casa comune,esteticamente invece non sembrava particolarmente appariscente,la struttura di legno,le finestre vecchiotte,tutto nella norma,tranne per una curiosa insegna di legno attaccata al ciglio della porta.

-La casa del libro?

Si chiese Sesshomaru guardando l'insegna,che strano nome.

- Entriamo.

Disse Ezio facendo scorrere la porta di carta entrando all'interno del piccolo edificio,al suo interno si potevano notare degli scaffali di legno scuri,che ospitavano sulle mensole molti libri,alcuni piccoli,alcuni grandi,molti della quale erano vecchi,anche se alcuni sembravano nuovi,come appena scritti e vicino ad essi, più in là dall'entrata c'erano dei piccoli tavoli di legno,con sopra fogli di carta,pennelli,un contenitore per l'inchiostro e li vicino dei cuscini sottili.

- Permesso,c'è nessuno?

Fu sempre Ezio a parlare per primo.

- Un attimo,arrivo subito.

Fu una voce femminile a parlare,una voce che Sesshomaru aveva già sentito negli ultimi tempi,poi da dietro uno scaffale,apparve lei.

- Ciao Sesshomaru.

Era Yuki,con due libri in mano e senza il cappuccio sul capo,mostrando ai due il volto candido,i lunghi capelli neri e le labbra carnose.

- Tu,sei tu il capo di questo villaggio?

Chiese Sesshomaru incuriosito.

- Si,comunque ti ringrazio per l'aiuto dimostrato,senza di te,Hiro sarebbe morto dal freddo,comunque,vi ho convocato qui,per un buon motivo,sono venuta a sapere che c'è una spia all'interno di questo villaggio,ma non sappiamo chi sia e quindi potrebbe essere chiunque.

Intervenne Sesshomaru.

- E scommetto che dobbiamo trovarlo noi.

- Si,o per meglio dire,tu dovrai trovarlo,Ezio ti insegnerà alcune delle nostre tecniche di spionaggio.

- D'accordo,andiamo.

Intervenne Ezio.

- Aspetta.

- cosa c'è?

- non'è il momento giusto,aspettiamo che il sole sia un pò più in alto,quando il mercato sarà pieno di gente,a quel punto potremmo intervenire.

- E intanto che facciamo?

- Non so,io faccio colazione,ho una fame...

Intervenne Yuki.

- Conosco un posticino che apre proprio a quest'ora del mattino e di strada per il mercato del paese,ci possiamo andare anche adesso,tanto chi lo gestisce è un confratello.

- Andiamo.

Disse Ezio con tono allegro,seguito subito da Sesshomaru,che però non sembrava avesse tutta questa fame,forse si sarebbe preso solo un tè,mentre Ezio forse avrebbe preso del pesce affumicato accompagnato con un pò di riso e salsa di miso.

La giornata era appena cominciata,quindi,sarebbe stato meglio godersi quei pochi attimi prima che la missione abbia avuto inizio.



In quello stesso istante,nelle terre di Owari,tra le colline innevate.

Oda Nobunaga,in sella al suo tenebroso destriero,si lancia alla carica in mezzo alla neve,con il sole di lato a illuminargli la via.

Il cavallo correva,senza meta,senza destinazione,solo l'ebrezza della corsa e il piacere provato nel sentire la terra sotto gli zoccoli e il gelido vento d'inverno ad accarezzargli il manto,nero come un ombra.

Ma se il cuore del cavallo correva all'impazzata,quello del suo padrone,andava persino più veloce,dato tutto quello che gli frullava nella testa.

La sua alleanza con Nagamasa Azai,la visita alla sorella Oichi,gli stranieri bianchi pronti a commerciare armi da fuoco,i clan Takeda,Uesugi e l'imperatore a fargli guerra.

Troppi avvenimenti,avvenuti in così poco tempo,una persona normale non sarebbe riuscita a gestire il tutto.

Ma Nobunaga...non era un uomo normale,la sua ambizione andava ben aldilà della sua vista,la sua visione era troppo grande affinchè i comuni concetti di bene e male potessero minimamente giudicarlo,la sua crudelta...necessaria.

- Non si può creare qualcosa di grande,senza prima distruggere tutto quello che si sbarra sul suo cammino,non si può creare una nuova unione,senza prima dstruggere quelle più vecchie,ed io,porterò questo mio oracolo a tutti,coloro che ascolteranno,coloro che capiranno,vivranno nel mio nuovo Giappone,e chi non ascolterà,morira insieme a ciò che resta di questa marcia nazione.

Questo pensava il signore di Owari,la gente avrebbe saputo chi avrebbe marciato per tutto il paese,avrebbe portato l'inferno prima di costruire il paradiso.

Ma più in la,in lontananza,c'era una figura che lo seguiva,lo stava raggiungiendo a gran velocità,un uomo,su un cavallo pezzato.

Incuriosito,anche Nobunaga si mosse verso l'altro cavaliere e avvicinandosi l'un l'altro vide bene chi era, Huang He.

Il brigante e il folle signore di Owari,l'uno di fronte all'altro.

- Curioso,mi chiedo chi tu sia,brigante,per stare di fronte a me e non avere alcun timore.

Disse Nobunaga con tono neutrale.

- So chi siete,non siete il tipo da uccidere senza un valido motivo,sarete anche un uomo crudele,ma non uccidete per il piacere di farlo,non siete un depravato.

Disse il brigante con altrettanta neutralità.

- Un brigante istruito,non so chi tu sia,ma devo ammettere che non sembri un brigante.

- Ho avuto un ottimo maestro.

- E chi è il tuo maestro?

- Un uomo che si interessa a voi in modo particolare,egli è curioso di fare la vostra conoscenza,offre supporto economico,bellico e altri tipi di vantaggi a favore della vostra campagna di conquista.

- Interessante,ma chi mi dice che non sia una trappola? potresti essere un agente dei Takeda,dei Uesugi,della famiglia imperiale.

-  Se per questo potrei essere anche una spia degli Azai,dei Date,dei Mori,dei Chosokabe e di questo passo anche della Cina o delle isole Ryukyu,potrei essere uan spia,ma non lo sono.

- Dimostramelo.

- Il mio maestro verrà a farvi visita nel vostro castello,sarà accompagnato da una piccola scorta e non ci sarà bisogno di essere annunciati dai vostri servitori,sarà lui a presentarsi e lo farà a tempo debito,sempre che voi vogliate incontrarlo.

La proposta di quello sconosciuto sembrava allettante e carica di opportunità,ma quale sicurezza gli portava questa offerta,se un qualche sconosciuto volesse incontrarlo e proporgli un affare in casa sua? Chi poteva mai essere questo mercante di sogni e speranze?

Una cosa era certa,doveva prendere una decisione.

- Va bene,sono disposto a incontrare il tuo maestro.

- Bene,riceverà presto nostre notizie,le auguro buona giornata.

Huang fece girare il cavallo,ma nell'esatto momento in cui stava per andarsene si fermò e girò il capo in direzione del signore di Owari.

- Ah,un ultima cosa,abbiamo saputo che avete avuto a che fare con degli uomini incappucciati.

- Già,volevano una cosa che ho trovato,ma li ho respinti.

- Posso solo intuire che cosa sia,dato che forse abbiamo un nemico in comune.

Detto questo se nè andò lasciando Oda ai suoi pensieri,ma si sa,quando un uomo come lui rimane a pensare da solo,non'è mai un bene,specie quando si parla di piani che riguardano il futuro.

Intravide ancora una volta il sole,poi,preso com'era da questa nuova opportunità,girò il proprio cavallo e lo fece correre a tutta forza verso il proprio castello.

Nuove idee stavano nascendo nell'oscura mente del folle di Owari,l'aria fredda avrebbe calmato i suoi bollenti spiriti,ma non la sua ambizione,i suoi tre fedelissimi lo avrebbero seguito per l'ennesima volta e questa volta sarrebe stato più violento,più audace e più malvagio,nessuno avrebbe fermato la sua avanzata verso il nuovo regno che avrebbe dato fuoco e fiamme il governo imperiale degli Ashikaga.

Una nuova nazione sarebbe sorta,più forte,più unita e soprattutto pura,il più grande sogno che uno aspirante Shogun potesse mai desiderare,un Giappone perfetto e interi fiumi di sangue sarebbero divenuti un sacrificio perfetto sull'altare della storia.


Da qualche altra parte,nelle terre occidentali,nel castello di Akira.

Lo yokai templare,Era uscito dalle sue stanze personali,intento a raggiungere un area in particolare del suo castello,intento ad andarci con solo gli hakama addosso e girando a piedi scalzi e petto nudo,mostrando così l'mpressionante massa muscolare che possedeva.

Scese le scale,passò per il salone principale fino ad arrivare alla sala da pranzo.

Un lungo tavolo di legno,molto basso,fatto di un legno molto scuro e ben levigato,con dei cuscini di seta purissima sulla quale sedersi.

Ad accoglierlo nella grande sala c'era il generale Murai,con indosso l'armatura ma senza l'elmo,aveva i capelli cortie leggermente appuntiti,neri e portava uno sfregio che partiva vicino all'occhio sinistro fino ad arrivare alla mascella,un taglio netto,perfettamente regolare,ma tuttavvia,aveva comunque un bell'aspetto.

- Buongiorno Murai,come va?

- Tutto bene,tu Akira? Hai portato l'ennesima principessa nel tuo letto?

- Veramente è una regina,e comunque lo sai che non vado più a letto con le principesse o qualsiasi altra donna troppo giovane,non sono più un ragazzo...è nemmeno tu.

- Io sono un soldato,non ho tempo da perdere con questi futili divertimenti.

- Veramente non'è un futile divertimento,e anche un abile mossa politica.

- Io non faccio politica.

- Per questo ti apprezzo,almeno tu non devi mentire di fronte a un mucchio di emissari, diplomatici,uomini di potere e tutti coloro che cercano di forviarti e ingannarti con belle parole,personalmente,ora voglio solo mangiare,ma soprattutto,sedermi.

Detto questo il padrone di casa si sedette, i due aspettarono un pò e poco dopo giunse una ragazza umana seguita subito da un uomo dall'aspetto buffo.

- Le vostre colazioni signori.

La ragazza posò due vassoi di legno sul tavolo consegnado due portate diverse.

Quella del generale era una colazione semplice,una ciotola di riso in bianco e un bicchiere d'acqua,mentre quella di Akira era più abbondante,una ciotola di riso,zuppa di miso e del pesce affumicato.

- Grazie,non ti ho mai vista,sei nuova?

- Si,oggi è il mio primo giorno qui al castello.

- Ah bene,ti trovi bene qui?

- Si signore.

- Mi fa piacere,sei hai bisogno di qualcosa,non esitare a chiedere,qualunque cosa tu abbia bisogno.

- La ringrazio signore,vi auguro buon appetito.

E dicendo questo,la ragazza se ne andò,con un sorriso in volto e un certo rossore in viso nel vedere Akira con tutti quei muscoli in bella vista.

- Sei troppo tenero Akira,mostra più carattere,sei il signore di un castello non un contadino.

- Perchè dovrei? io li tratto come giusto che siano trattati,il fatto che siano alle mie dipendenze non li rende inferiori  a me.

E mentre Murai stava per rispondere intervenne l'uomo che in precedenza stava aspettando dietro la servitrice.

- Signor Akira.

E Akira si trovò di fronte un essere davvero bizzarro,era uno yokai di basso rango,era un capricorno del Giappone,(Il capricorno del Giappone è un erbivoro appartenente alla stessa famiglia degli stambecchi,delle capre e di altri ruminanti dello stesso genere,animali diurni,vivono nelle fitte foreste di montagna,nutrondosi di ghiande e foglie,per lo più solitari,anche se non'è raro vederli in coppia e con i piccoli dietro).

Era alto un metro ottanta,una testa piccola,con un muso non molto lungo,gli occhi da capra e due piccole cornine nere,aveva un pelo grigio con qualche striatura nera e portava un kimono grezzo,molto simili a quelli di un agricoltore.

- Signor Akira.

Disse il curioso essere con tono belante.

- Moji,hai notizie per me?

- Si,I vostri alleati ci portano notizie da i vari luoghi da lei osservati in precedenza.

- Racconta.

- Certo, A nord del Giappone,nelle terre dei Date,le nostre spie ci riferiscono di strane apparizzioni oltre i confini settentrionali,c'è chi dice che siano gli Ainu,ma non'è stato confermato ancora nulla.

Nella capitale invece,abbiamo ricevuto informazioni sull'attuale stato politico,la famiglia imperiale e ormai sull'orlo del disfacimento,molti nobili pensano che sia meglio allearsi con il signore di Owari e pregare che non compia un massacro appena entra in città.

A sud,nelle terre degli Shimazu,sono state avvistate imbarcazioni di dimensioni colossali,che battono bandiera portoghese e che possiedono tanta potenza di fuoco da polverizzare un intera flotta delle nostre imbarcazioni,costruite secondo la tradizione classica.

- E tutto?

- Si signore,c'è qualcosa che devo riferire per conto vostro.

- rifesci ai nostri alleati e ai nostri confratelli,di rimanere allerta e di non agire senza un mio ordine o di chi fa le mie veci,confido nella loro lealtà e nella loro discrezione.

- Ricevuto.

- Moji.

- Si?

- Hai fatto tanto nel tenerti in contatto con noi Templari,prenditi qualche giorno libero,riposati,torna dalla tua famiglia e dirigiti dal mio tesoriere,ti darà la giusta ricompensa per i tuoi sforzi.

- Mille grazie sommo Akira,le auguro buona giornata.

- Altrettanto.

E così facendo,se n'è andò,lasciando il suo signore alla sua colazione.

Ma ora che aveva ricevuto quelle notizie,lo yokai dagli occhi differenti,era incentrato sulla questione,sapeva che queste tre notizie avrebbero potuto recare enormi vantaggi all'ordine dei Templari,bastava solo saperli sfruttare nella maniera più opportuna.

- Gli Ainu,le antiche tribù del nord,armati di osso,legno e barbarie,armati come i loro antenati delle caverne,aspettano di riprendersi le terre che erano loro e che un tempo comandavano con saggezza,ora,carichi di rabbia e umiliazione,potrebbero cercare di invadere le terre più a sud e non dubito che potrebbero usare anche la forza dei loro antichi rituali,oscuri e misteriosi,nati ancora prima dello Shintoismo,un opolo da non sottovalutare.

A Kyoto la situazione e ormai chiara,l'imperatore e diventato ormai una figura inutile,i signori della guerra ormai sono in pieno conflitto e parlare di pace sarebbe inutile,meglio passare il potere ad un uomo come Nobunaga,almeno lui sapreppe mantenere il potere conquistato.

E per quanto riguarda gli europei,sono di certo mercanti,esploratori,gesuiti,non ho alcun dubbio che tra di loro ci possano essere dei nostri confratelli d'occidente venuti a controllare la situazione,anche se mi chiedo,cosa ci possono fare qui.


E quella mattina,era stata importante per tre persone,tre individui differenti,in tre punti differenti del Sol Levante.

Le decisioni e le azioni svolte in quel giorno avrebbero avuto conseguenze importanti,per loro e tutti coloro che c'erano di mezzo.

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Capitolo 28
*** Un giro al mercato ***


La colazione,il pasto più importante della giornata.

Era questo questo Yuki ed Ezio stavano facendo,la prima stava mangiando del riso con dell'uovo,mentre il fiorentino stava mangiando dei dango,(polpettine che si ottengono mischiando acqua e farina di riso,vengono serviti dai tre a quattro su degli spiedini di legno).

Sesshomaru invece stava sorseggiando un thè verde,che lui non aveva chiesto,ma che gli era stato portato dall'oste appena lui si era seduto al bancone.

- Tranquillo Sesshomaru,l'oste è un nostro informatore,bevi tranquillo.

E fu per questo che stava bevendo un thè che nemmeno voleva,ma questo non lo rendeva meno buono n'è meno invitante,con una giornata così fredda quel caldo liquido era un toccasana contro l'inverno,anche se a lui il freddo non dispiaceva.

L'atmosfera dentro il locale non era affatto male,un leggero tepore,le persone che parlavano del più e del meno,l'atmosfera che si respirava aveva un non so che di rilassante,quasi ristoratore.

- Allora,da quello che sappiamo la spia e stata vista l'ultima volta al mercato,quindi,Ezio,cosa n'è pensi?

Chiese Yuki con tono controllato.

- Forse è un templare o qualcuno che lavoro,un traditore nel peggiori dei casi,comunque,abbiamo informazioni su chi possa essere?

- Si,sappiamo che è uno yokai,una donna a quanto pare,ma a parte questo non sappiamo nulla,ma come vi ho già detto potete cercare al mercato,tra una bancarella e l'altra le voci girano come niente,ora devo andare,ho una faccenda da sbrigare,buona fortuna.

Detto questo Yuki si alzò,pagò per tutti e tre e se n'è andò.

- Andiamo ragazzo.

Qualche minuto dopo anche gli altri due si alzarono ed uscirono dalla taverna.

Appena fuori sentirono subito l'aria gelata delle montagne piombargli addosso senza alcuna pietà,pungente e fastidiosa,per Sesshomaru non era un problema,ma per Ezio era un altra cosa.

Si sistemò il cappuccio quasi a voler coprire un pò più di volto con il lembi della veste,ma niente,il venticello freddo soffiava sulla barba ben rasata del fiorentino,curata nei minimi dettagli.

- Aspetta un attimo.

Disse lo yokai.

- Cosa c'è?

- Quando mi sono cambiato le vesti,non pensavo dovessimo andare in missione.

- Quindi?

- Non ho armi,non ho n'è la mia spada,n'è quella strana lama.

- Tranquillo,non n'è hai bisogno,insomma.

Detto questo Ezio cominciò a muovere i primi passi verso la sua meta,subito seguito da Sesshomaru.

- Che vuoi dire?

- Il nostro compito è trovare una spia,non ucciderla,dovrai evitare il combattimento se possibile.

La strada da loro percorsa si stava animando sempre di più,con il sole sempre più alto,la gente cominciava ad uscire,sempre più persone erano presenti per le rurali vie di quel villaggio di montagna.

Gente che andava e gente veniva,un via vai di individui,tutti appartenenti a quella piccola comunità rurale.

Le persone sembravano allegre,felici nella loro semoplicità,c'era chi andava a tagliare la legna,portandosi l'ascia e un zaino per raccogliere la legna tagliata,chi andava a caccia,con la yari un arco ricurvo e un piccolo coltello.

Poi c'erano i mercanti,con i loro negozi e i loro carretti trainati da un qualche animale da soma,come una vacca,un bue oppure un cavallo da traino,con le loro merci,le lore bilancie e i loro pallottolieri,antichi strumenti per aiutare a far scorrere bene il denaro,dalla mano del cliente alle tasche del venditore.

Vasellame e ceramiche,pelli e tessuti,carne ed ortaggi,oggetti di uso quotidiano e poco altro,mercanti viaggiatori e venditori locali,c'era anche qualcuno che vendeva armi,ma erano di scarso valore e per giunta alcune potevano essere false,ma poco importava,non erano li per fare compere.

Coloro che avevano da vendere aprivano i negozi,o mettevano su le bancarelle e cominciando ad esporre la merce,chi era venuto a comprare faceva un giro,addocchiando di tanto in tanto e avvicinandosi alla mercanzia,c'era chi comprava e chi invece stava a guardare,nulla di speciale in questo.

Col passare dei minuti e con l'avanzare per la loro strada si poteva vedere,ai lati delle strade e nascosti tra la poca folla che cerà,alcuni incappucciati,armati di wakizashi e tanto,a seconda di chi portava l'uno o l'altro e tutti con al polso la lama celata,l'arma d'ordinanza che ogni adepto della setta degli assassini porta con se.

- Vedo che i tuoi amici sono qui.

Disse Sesshomaru ad Ezio con il suo classico tono glaciale.

Il fiorentino si girò nella direzione in cui Sesshomaru stava guardando,ma sapeva bene di cosa stava parlando e scuro in volto tornò a guardare dritto,verso il lor obiettivo.

- No ti sbagli,i miei amici...non so dove sono.

Pensieroso,quasi distante,così gli sembrava allo yokai l'umano accanto a lui,non triste,solo...lontano da quel luogo,fisicamente li,ma con la mente da tutt'altra parte.

- Cosa?

- Prima di ritrovarmi qui,in questa terra di cui non so nemmeno il nome,ero in compagnia di due amici,poi...accadde qualcosa.

Ezio ricordava solo delle immagini confuse,un luogo dall'aspetto ambiguo,due figure,una luce molto forte e il suo nome che veniva urlato,ricordi sfocati di evento di cui si faceva fatica a ricordare i dettagli.

- Poi mi risveglia in quella foresta, è li...incontrai te,te e quella curiosa combricola che era con te.

A sentire quelle parole lo yokai si ricordò dei suoi compagni di viaggio,l'ubbidiente Jaken,il fedele Ah Un ed infine Rin,la piccola bambina sgarciante e piena di vita.

- Già e dopo averti incontrato sulla mia strada ci siamo battuti,eri un umano in mezzo ad una radura,un pò strano per uno della tua razza,poi,quello che è successo dopo...

Ricordsva ancora quando Rin,quella creatura innocente,era riuscita ad interrompere un duello,con la sola voce,ma con una voce che di suo non aveva nulla.

Una donna,era quella a parlare,chi fosse non lo sapeva,ma si era rivolto a lui,sapeva parlare la sua lingua,ma quell'accento,il modo in cui pronunciava le parole,non era giapponese,ma allora chi era?

Che venisse dalla stessa terra di Ezio?

- La voce di donna che si era manifestata quel giorno,chi era?

- Non posso dirtelo.

- Perchè no?

- Perchè non capiresti,non sei ancora pronto.

Sentendo queste parole Sesshoamru gli mise una mano sul petto e con forza bloccarlo,per poi girarsi e avvicinarsi abbastanza da porterlo guardare negli occhi senza che il cappuccio potesse corprirlo.

L'atmosfera tra i due si stava facendo pesante.

- Non sono pronto? Da quando questa storia e cominciata non ho fatto altro che trovarmi in situazioni in cui non ero pronto,però le ho sempre affrontate,senza mai tirarmi indietro,quindi,non pensi che abbia il diritto di sapere un pò di più su questa storia.

Ezio lo guardò dritto negli occhi,quegli occhi gialli simili a quelli di un serpente,e Sesshomaru che ben vedeva gli occhi di Ezio,simili a quelli un acquila,un fiero rapace.

- Credimi,ammiro il tuo coraggio,davvero,ma se ti dco che non sei pronto é perchè ti voglio tenere al sicuro,hai appena cominciato a fare i tuoi primi passi in un mondo a te sconosciuto e vuoi già venire a conoscienza di segreti che oltrepassano il concetto stesso di follia,fidati,se non te lo dico io,o quella fantomatica voce nella tua testa,e perchè ci teniamo alla tua salute mentale.

A fine conversazione negli occhi di Ezio si poteva vedere una scintilla,uno sguardo che poteva penetrargli l'anima e guardarlo dentro,occhi come quelli,lo yokai,non li aveva mai visti.

- Fidati ragazzo,ci sono cose a queste mondo che non dovrebbero mai essere raccontate,mentre altre non dovrebbero nemmeno esistere,ascoltami,so che vuoi entrare nella confraternita degli assassini,ma ti avverto,una volta entrati a far parte del nostro mondo,non n'è esci più,quindi,torniamo a pensare sulla nostra missione,insomma,vuoi o no diventare un assassino?

Disse l'umano terminando la frase con un sorrisetto sbruffone.

Sesshomaru non sapeva cosa rispondere,avrebbe voluto dirgliene quattro,ma quello sguardo,quella voce,persino il modo di fare,rendevano Ezio un persona misteriosa e con molte sfaciettature,forse saggio,ma di certo era una persona impossibile da ignorare.

Allontanò la mano dal petto del fiorentino facendola scendere vicino al fianco liberando così la strada a quest'ultimo.

- Andiamo ragazzo,hai un lavoro da svolgere e molte lezioni da imparare.

Ezio riprese a camminare con un pensieroso Sesshomaru che lo guardava andar via.

- E giunto il momento che tu divenga uno di noi,ma per farlo dovrai seguirmi,e ascoltare con molta attenzione.

Ma prima ancora che Ezio si potesse allontanare ancora un pò fu subito raggiunto dallo yokai,che con aria fredda e impassabile rimaneva in silenzio di fianco all'umano.

- Prima ancora che tu divenga un assassino devi capire chi siamo e cosa facciamo,gli assassini sono una società segreta che opera in segreto per proteggere l'umanità,da tiranni,signori della guerra e da tutti coloro che vogliono privare l'umanità del suo bene più prezioso...la libertà,il concetto del libero arbitrio e il bene più prezioso per la quale si può combattere,poichè nulla è reale e tutto è lecito.

- Nulla è reale e tutto è lecito?

- Comprendere queste parole significa comprendere se stessi,comprendere se stessi sgnifica guardare e giudicare il mondo con nuova coscienza e nuova conoscienza,un giorno,se diverrai saggio,comprenderai il loro significato.

- N'è dubito,visto che parli in modo così strano.

- Forse sei tu che non mi capisci,comunque,dopo aver appreso le basi ti veranno insegnate le tre regole principali della nostra confraternita,tre regole che non sono semplici leggi,ma un autentico stile di vita,la prima...che è anche la più importante.

Trattieni la lama dalla carne degli innocenti,Il nostro scopo e difendere coloro che non possono farlo da soli,aiutarli a rialzarsi e insegnargli che una lotta giusta non'è mai inutile,ricorda,combattiamo per il libero arbitrio,non per la tirannia.

La seconda regola...

Si una lama tra la folla,la nostra confraternita si basa sull'agire indisturbato e senza essere visti,n'è sentiti,n'è percepiti,combattiamo solo se necessario e dobbiamo saperci nascondere,anche sotto la luce del sole,ricorda,agiamo nell'ombra per servire la luce,siamo assassini.

La terza ed ultima regola.

Non compromettere la confraternita,durante l'addestramento gli assassini diventono parte di te,diventano gli amici che non hai mai conosciuto,diventano i fratelli che non hai mai avuto,diventano la famiglia che non hai mai sognato di far parte,loro diventano e tu diventi una parte di loro,non esistono più razze o sessi,siamo tutti parte di un unico grande organo,la confraternita,ricorda,anche sei fai parte di un gruppo,non dimenticare chi sei,perchè è ciò che ti rende importante,sia come persona,che come individuo.

Altri sofismi,altri giri di parole,ma alcune di queste cose per lo meno non sembravano del tutto incomprensibili,era l'insieme che creava qualche difficoltà di comprensione.

Ezio parlava di non uccidere gli innocenti,di nascondersi alla luce del sole,di far parte di una famiglia che non hai mai conosciuto,per Sesshomaru sembravano un mucchio di parole sensa senso logico.

- Queste sono le nostre regole,il nostro modo di pensare,di essere...questo è il credo dell'assassino.

- Beh io credo che a forza di starti ad ascoltare mi verrà mal di testa,siamo qui a fare della poesia o a cercare un ospite indesiderato?

- Hai ragione,quindi non perdiamo altro tempo,è arrivato il momento che ti insegni qualche trucco del nostro lavoro,perchè sai,siamo arrivati.

Tra parole e camminate,frasi incomprensibili e passi attenti,erano arrivati ad una piazzetta,un piccolo luogo di incontro tra i paesani e le persone di passaggio,vi erano presenti qualche bancarella dove poter mangiare un pasto caldo e qualche panca di legno di poter sedersi,un luogo semplicissimo,con semplicissima gente.

- Che ci facciamo qui?

Si chiese Sesshomaru confuso da quello che vide.

- prendiamo informazioni.

- Informazioni?

- Esatto,ma prima sediamoci,ti spiego meglio.

Ezio e Sesshomaru fecero qualche passo verso una panchina di legno,nulla di che,una vecchia panca di legno ormai rovinata dal tempo e dalle intemperie,nulla di che.

Si sedettero e per due minuti scese un silenzio di tomba,non una parola era uscita dalla bocca di Ezio,lo yokai si stava innervosendo,vedeva l'umano accanto,con i gomiti appoggiati alle ginocchia e le dite delle mani intrecciate tra di loro,formando con le mani una coppa.

- Che diavolo stai facendo?

Chiese Sesshomaru spazientito.

- Ascolto.

- cosa?

- Ascolto la gente che parla.

- E perchè ascolti la gente che parla?

Chiese Sesshomaru ancora più spazientito di prima.

- Perchè alla gente piace chiacchierare,ascolta attentamente quello che dicono,anche le persone comuni possono dirti cose preziose,anche se non n'è sono consapevoli,usa le orecchie ragazzo,forse tu hai un udito migliore del mio.

Sesshomaru non aveva ben capito cosa dovesse fare,ascoltare la gente? E di cosa avrebbero mai potuto parlare? Del freddo? Della giornata? Del lavoro nei campi che non poteva ancora essere avviato?

Ma se voleva svolgere il suo compito avrebbe dovuto farlo,infondo non gli sarebbe stato difficile.

Chiuse gli occhi e sì concentrò,all'inizio sentiva solo ronzii,come quando si sente una zanzara volare vicino all'orecchio,fastidioso e ripetitivo,poi poco alla volta,riuscì a scandire bene ogni singola parola,sentiva donne che parlavano delle faccende di casa e pettegolezzi vari,i ragazzi che parlavano di infatuazioni giovanili e ragazzate varie.

Poi,ad un certo punto,sentì parlare due uomini,un leggero sussurro passava per le sue orecchie,ma era più che sufficente per capire la conversazione.

- Hai portato quello che ti ho chiesto?

- Si c'è lo qui,tieni.

- Eccolo qua,come mi avevi promesso.

- Bene,con questo potrò riferire al mio cliente la posizione degli assassini nella zona.

- Il tuo cliente? Per caso è quella donna?

- Non ti impicciare,non sono cose che ti riguardano,comunque,io ho i documenti sulla posizione degli assassini in zona,tu i soldi,posso dire che abbiamo concluso,ora va e non farti vedere,quei maledetti hanno orecchie dappertutto.

Sesshomaru aveva sentito la conversazione per intero,era chiaro ora cosa intendesse Ezio per recuperare informazioni,ed ora che lo sapeva,sarebbe stato meglio riferirlo all'assassino.

- Ezio...

- Lo so,ho sentito tutto,ascolta,ora che sappiamo come trovare la spia dobbiamo seguirlo,forse si starà dirigendo da lui,andiamo.

E detto questo Ezio partì subito in mezzo alla folla,senza aspettare Sesshomaru che in realtà gli era alle calcagna.

Com'era riuscito quell'umano ha sentire una singola voce in mezzo a tante altre? Uno yokai poteva farlo,ma lui? Come? Quale magia c'era dietro a quell'abilità?

La verità e che Sesshomaru non sapeva spiegarsi come,l'udito umano di Ezio era stato più potente di quello di Sesshomaru? Oppure la spiegazione era un altra?

Ad ogni modo,Ezio si era infiltrato nella folla,avvicinandosi all'uomo che aveva ricevuto la cosa,con discrezione e silenziosità.

Sesshomaru era un pochino più indietro rispetto ad Ezio,ma nonostante tutte quelle persone lo yokai vedeva bene quello che succedeva,una delle mani di Ezio era vicina alla schiena di un uomo,un umano,un contadino che non sembrava avesse nulla di particolare,tranne per una bisaccia,una cosa semplice.

Una mano,paziente e silenziosa si muoveva avvolta da una miriade di persone,lesta e leggera frugava all'interno della borsa,senza attirare l'attenzione.

Poi,all'improvviso,tirò fuori qualcosa dalla borsa dell'uomo,qualcosa di arrotolato su se stesso,forse un foglio, e come si era avvicinato alla vittima del furto,così aveva fatto quando si era allontanato,nel silenzio più totale,protetto dalla folla attorno.

Ma all'improvviso accadde altro.

Sesshomaru non vedeva più Ezio,era scomparso.

Cominciò a guardarsi attorno,ma nulla,si concentrò sugli occhi e quindi sforzò la vista,ma ancora nulla,ai suoi occhi l'assassino era divenuto ladro,per poi scomparire come un fantasma.

Nessuna traccia di Ezio,dove fosse finito lo sapeva solo lui,la gente che andava e la gente che veniva,una moltitudine di suoni,rumori e quant'altro.

Ma poi,una presenza,qualcosa che striciava di soppiatto tra la gente,che si spostava tra umani e yokai era giunta alle spalle di Sesshoamaru,preparando così la sua mossa.

- Sesshomaru.

Il ragazzo fece scattare lo sguardo dietro di lui e li lo vide,Ezio,col suo sorrisetto sbruffone e in una mano l'oggetto recuperato.

- Ezio,ma come...

- Anni e anni di pratica,questo è una delle tante cose che è in grado di fare un assassino di alto livello.

- Davvero? E tu quanto sei alto?

- Altissimo,vieni,torniamo a lavoro,devo farti vedere una cosa.

Disse Ezio sotto voce.

I due si allontanarono dalla piazzetta,tornando sulla strada principale,che si era riempita con ancora più persone di prima.

Un autentico fiume di persone,una marea di razze e individui diversi riuniti in una sola ed unica via,Sesshomaru faceva quasi fatica a spostarsi in quella fiumana,non era abituato a stare a contatto con tutta quella gente in uno spazio così ristretto,in quel momento gli dispiaque non poter usare la sua forza per potersi fare largo nel caos attorno a lui.

l'umano gli stava accanto mentre i due continuavano al loro avanzata verso una meta che forse solo il fiorentino sapeva.

E mentre Sesshomaru si faceva strada tra la folla Ezio gli mise una mano quasi di fronte al volto e con in mano un foglio accartocciato su se stesso.

- Leggi,ti aiuterà a comprendere.

Sesshomaru non se lo fece ripetere e prese in mano il foglio,lo srotolò e vide quello che c'era sopra.

Un disegno.

Il disegno composto da linee,quadrati,rettangoli e diversi puntini neri su vari punti del foglio,sembrava disegnata in modo grossolano,brutto,come se fosse stato fatto da qualcuno che non sapesse disegnare.

- Ma questa che cosa è?

Chiese Sesshomaru con aria confusa.

- E una mappa,rappresenta il villaggio visto dall'alto,le linee sono le strede mentre i quadrati e rettangoli sono le case e i vari edifici circostanti,mentre i puntini neri rappresentano i nostri fratelli di lama sparsi per il villaggio è evidente che qualcuno ci stia tenendo sott'occhio,un traditore.

- Un traditore?

- Si,pensaci bene,durante la conversazione,uno di loro ha parlato di riferire al cliente degli assassini in zona,questo vuol dire che quell'uomo era in contatto con uno dei nostri,ora la cosa da fare è seguire le indicazioni,sul retro della mappa.

- Indicazioni? Ma se quello che gli ha consegnato il foglio non sapeva nemmeno chi era cliente di quell'uomo.

- Quello era solo un messaggero,il vero mandate e un altro,un pò come la storia del brigante che ti ha attaccato.

Il brigante,come dimenticarsi di quella figura? un uomo,un umano non molto alto,con un abilità nel combattere che non aveva nulla di già visto,le sue movenze,i suoi colpi di spada e i suoi calci,mai visto nessuno combattere in quel modo.

Ma la cosa che ricordava ancora di più di quell'uomo,era la sua ritirata,un kunai lanciato tra loro due,l'umano che scappa e poi,quel messaggio,quell'invito,che preannunciava il suo incontro con un nuovo nemico,Akira.

- Quindi,il mandante chi è?

- Uno dei nostri,anche se non so chi sia,in ogni caso,leggi,dietro ci sono delle indicazioni.

E mentre Sesshomaru si faceva strada tra a folla,diede una breve occhiata al retro della mappa,sulla quale c'erano scritte delle parole.

- Per il nostro incontro ho pensato di venire io stesso all'appuntamento,incontriamoci nei vicoli dietro il mercato,vi aspetto la.

Quella frase rivelava la presenza di un traditore all'interno della confraternita locale,e per sfortuna di quel traditore sarebbe stato Sesshomaru ad andare a prendere,avrebbe dovuto dirgli tutto se non voleva farsi ammazzare.

- Ora so dove dobbiamo andare.

- Lo so ragazzo,andiamo,e ora che ti insegni come si fa cantare un uccellino che parla troppo.

Disse Ezio mentre si scrocchiava le mani.

Il sole si stava alzando,la gente stava aumentando,ma loro due avanzavano, tanto di tempo per imparare c'era tutta la giornata.

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Capitolo 29
*** Combattendo tra i vicoli ***


Mezz'ora dopo,in un altra parte del villaggio.

Il mercato del pesce era ricolmo di persone,i pescatori,uomini che vivevano la maggior parte del tempo più sul fiume che sulla terraferma,compivano il loro lavoro con assouluta naturalezza.

Alcuni vendevano il pesce già morto,ma ancora fresco e conservato sotto sale,mentre altri si portavano dietro dei carri ricolmi di giare di terracotta ripiene d'acqua,con il pescato ancora vivo e vegeto,allestivano il banco e tiravano fuori il necessario.

I coltelli.

Utensili da cucina forgiati da fabbri locali,usati per tagliare ogni tipo di carne,in grado di durare anni se tenuti affilati e puliti costantemente.

I clienti arrivavano,chiedevano quale animale volevano e quale quantità,e poi...ZAC.

Un colpo secco e l'animale perdeva la testa,ma il cliente poteva sempre chiedere la testa come pietanza a parte,quindi non era detto che la testa andava per forza buttata via.

E tra tutta quella gente,tra tutta quella clientela,non c'erano loro due.

No,loro erano dietro,tra le stradine strette e l'odore di pesce fresco.

Per Sesshomaru restare li a sentire tutti quegli aromi gli dava la nausea,l'odore di morte che ormai permeava le creature ittiche si faceva sentire con prepotenza nelle narici dello yokai.

Ma era fin troppo concentrato per potesse dargli un fastidio vero e proprio,forse però sarebbe stato meglio non sentirlo.

- Bene,ora che siamo lontani dalla via principale dovremmo cercare tra queste stradine,ora dovremmo agire in modo diverso,quindi in guardia è probabile che il nostro doppiogiochista abbia preso le sue precauzioni,andiamo.
 
Disse Ezio con un tono serio.

E detto questo i due si inoltrarono tra i vicoli del villaggio,facendo attenzione a non essere notati.

Camminare piano,controllare ogni dettaglio,parlare sottovoce,stare attenti ad ogni angolo,nascondersi in una strada deserta e nascondersi in mezzo ad una folla non erano la stessa cosa,una vicolo buio e spoglio di ogni cosa pè un ottimo nascondiglio nel caso ci siano zone d'ombra o in orari notturni,ma offre pochi ripari se non in muri e gli angoli delle case,ma nulla di più.

Per Ezio ogni passo era ben misurato e pesato al modo giusto,camminata lenta e passo leggero,ma occhi e orecchie sempre attenti,senza dar nulla per scontato,per Sesshomaru invece sembrava diversa la cosa.

Il suo passo era simile a quello di Ezio,ma più pesante e meno attento di quello dell'assassino,era abituato agli scontri e ai duelli,al vedere in volto l'avversario,non a muoversi come un topo nell'erba alta,lui era un guerriero,certe cose gli erano sconosciute.

Ricordava ancora le sensazioni provate in quella foresta,vicino al castello di Akira,l'aria fredda e pungente della montagna,il buio,l'adrenalina,l'uccidere di soppiatto,questo non era lui,non era quello che era stato addestrato a diventare.

Allora perchè quella sera,sentiva che ogni cosa che facesse gli sembrasse naturale?Quale parte nascosta del suo io interiore sapeva fare quelle cose?

Quella sera aveva scoperto una parte di se che nemmeno conoscieva...ma infondo,quella avventura che stava vivendo,stava svelando molte cose di cui lui non sapeva niente.

In ogni caso ora era li,incappucciato e nascosto,sempre che nessuno lo scoprisse ovvio.

All'improvviso,tra quelle stradine,si potevano sentire delle voci,voci di uomini,voci per nulla rassicuranti.

- Contro il muro.

Disse Ezio a bassa voce.

L'umano si piegò dietro l'ennesimo angolo di strada e origliando quello che le voci stavano dicendo.

- Ehi li hai visti?

- No nulla,tu?

- Niente,ma tu ci credi?

- Da quello che mi ci ha detto si,insomma,se ci ha pagato così bene per poterlo proteggere,allora si,gli credo.

- Sarà, ma io no,insomma,assassini? Ma dai,secondo me è un brigante che preso una buona parte di un malloppo tutto per se.

- Piuttosto che inventarti storielle perchè non controlli le strade,se ci fosse veramente uno di quegli incappucciati è ci prendono alla sprovvista allora si che saremmo nei guai.

- Va bene va bene,non ti arrabbiare,ora controllo.

E mentre parlavano,stavano avanzando verso l'angolo dietro cui Ezio e Sesshomaru erano nascosti,dovevano fare qualcosa...e in fretta.

- Si stanno avvicinando,Sesshomaru,dal nostro duello ho capito che hai una sovraumana forza muscolare,ma,come te la cavi a pugni?

- Eh?

- Come te la cavi a pugni? Fare a botte,ti sarà capitato di mettere le mani addosso a qualcuno,vero?

Sesshomaru era rimasto interdetto per un attimo,se gli avesse chiesto di utilizzare gli artigli allora sarebbe stato facile,ma un pugno,non è che li tirasse tanto spesso.

- Si,qualche volta.

Disse lo yokai dubbioso su quella proposta.

- Va bene,ascoltami attentamente,a quanto sembra ci sono due tizi che ci stanno cercando,ora,appena passano l'angolo,io ne prendo uno è tu l'altro,non dovresti avere problemi nell'atterare uno di quelli,chiaro?

- Si ho capito.

- D'accordo tieniti pronto.

Entrambi rimasero attenti all'arrivo dei due individui che li stavano cercando,Ezio si era leggermente allontanato dal muro tenendo le mani pronte all'ingaggio,mentre Sesshomaru stava semplicemnte aspettando che uno di loro si facesse avanti.

Rumori di passi,discorsi sul più e il meno,distrarsi durante la ricerca,come scagnozzi di un assassino traditore sembravano particolarmente inetti.

Mancava poco ormai.

I nervi erano tesi,l'attenzione era al massimo,i corpi pronti a scattare.

Ed infine,eccoli,due nekoyokai,quelli che una volta Sesshomaru combatteva ai tempi della guerra contro le pantere.

Felici e spensierati,così sembravano...prima di vedere loro due.

- MA CO...

Uno dei gatti non aveva fatto in tempo a parlare che il fiorentino era già partito all'attacco,lo scatto di gambe era partito al momento giusto,la mano destra vicino al mento,quella sinistra un pò più in avanti,entrambe strette a pugno,era il momento di colpire.

Il sinistro era partito come diretto sul volto del gatto,mentre con il destro come montante sotto il mento,due soli colpi in rapida sucessione,preciso e potente,colpi da vero maestro.

Sesshomaru invece era si partito rapido,proprio come Ezio,ma come pugno aveva deciso di caricare il destro fin dietro la spalla,molto potente,ma molto poco tecnico,un colpo da rissa.

Ma non meno efficacie.

Che finì dritto sul volto del gatto e facendolo alzare da terra per qualche secondo,fino a farlo finire un pò più la con un muro adiacente.

Con la spada Sesshomaru era bravo,ma quando si trattava di combattimento senz'armi,beh...meglio se combatteva con gli artigli,era più bravo con quelli.

- Bel colpo,un pò rude,ma efficace,ora che li abbiamo stesi,sarà meglio farli parlare.

Ezio prese d forza uno dei due,quello che sembrava meno stordito,lo prese di forza per il colletto del kimono e lo guardò dritto in quegli occhi felini con aria rilassata.

- Ciao micio,andiamo di fretta quindi te lo chiederò solo una volta,dove sta l'uomo che vi ha ingaggiati?

- Vai all'inferno.

Ezio gli sorrise,lo osservò attetamente e poi...lo scaraventò contro li muro li vicino facendogli battere la testa contro la solida costruzione.

Il gatto emise un lamento simile ad un miagolio nervoso,poi un altra botta contro il muro,ma questa volta più forte e gli teneva la testa cotro quest'ultimo bloccandogliela con il gomito che faceva presa su una tempia.

- Scusa mi è scivolata la presa,oggi sono proprio maldestro,eh che sbadataggine,preferirei che non accadesse ancora,ma si sa,gli incidenti capitano...anche due volte di fila.

Disse Ezio ironicamente per poi terminare la frase in modo sottile e tagliente.

- Aspetta,aspetta...parlerò.

Disse il gatto seriamente preoccupato.

- Ma che bravo micio,dai su,parla.

- Qualche giorno fa uno yokai si è presentato a noi dicendo che dava soldi in cambio di protezione.

- Di che parli?

- Noi siamo gatti di strada,non apparteniamo a nessun clan e quindi raccattiamo quello che troviamo in cambio di cibo e indumenti,insomma,andiamo avanti come possiamo,comunque,questo tizio arriva e ci dice che dobbiamo proteggerlo,noi accettiamo e lui ci paga,semplice no?

- Bella storia,in ogni caso,lui dove si trova?

- qui vicino,tra i vicoli,c'è un tempietto abbandonato,lui si nasconde li.

- Ti ringrazio.

Ezio liberò il gatto per poi gettarlo a terra,insieme al compare.

- Andiamo.

E finito con loro due l'umano e lo yokai si incamminarono ancor più all'interno del villaggio.

- Comunque,Sesshomaru,devo ammettere che hai un buon destro,ma non lo sai controllare.

- Il mio destro?

- Si il pugno,molto forte,ma lo spingi troppo indietro e quando mandi in avanti il colpo lo lasci li,senza farlo tornare subito indietro.

- Di che stai parlando?

- Tranquillo,dopo questa storia ti insegnerò qualche colpo,ora però torniamo a questioni più serie,dobbiamo raggiungere quel tempietto entro brevissimo tempo,potrebbero esserci altri di quei gatti nelle vicinanze,quindi,la migliore cosa da fare e restare uniti e andare avanti.

- Non ho paura di qualche gatto spelacchiato.

- Non'è questo il punto,dobbiamo mantenere un profilo basso,o la nostra missione andrà in fumo,non tutto si può basare solo sulla forza,questo dovestri saperlo.

Già,avrebbe dovuto saperlo,era evidente che la sua immensa forza fisica non lo avrebbe portato lontano,non se si affidava sempre a quella,il suo scontro con Akira era un esempio.

Sesshomaru era forte,fortissimo,ma era stato sufficiente a fermare lo yokai eterocromatico?(l'eterocromia e quella pecularità,in una persona o in un animale,dove undividuo possiede le iridi due colori diversi,la cosa è dovuta a scarsa distribuzione di melanina su un bulbo oculare,oppure a traumi o sidromi).

Che fosse la forza? No,Akira era forte ma c'era ben altro a renderlo superiore come combattente.

Akira era la dimostrazione che la forza fisica è importante in un combattimento,ma non era tutto.

Forse avrebbe dovuto fare lezione della bruciante sconfitta,se mai avesse voluto affrontarlo al suo stesso livello,è ora che stava compiendo una missione per una setta di cui non sapeva nulla,aiutato da un uomo lontano dalla sua terra,con aspetto e vestiti completamente diversi da qualsiasi altra persona che aveva visto nel suo paese,ora poteva dire che doveva correggersi,migliorare,potenziarsi.

E la sua attuale missione,era la dimostrazione che doveva fare di più,se voleva saperne di più su tutta la faccenda.

Passavano i minuti,e le stradine si facevano sempre più oscure.

Giravano a destra,Giravano a sinistra,ancora dritto,ancora una svolta,e qualche volta,ci scappava una imboscata ai danni di altri gatti,altri pugni,altri colpi,c'è stato persino un momento,in cui dei gatti avevano formato un gruppo molto numeroso,e quindi a vederlo Ezio aveva già girato subito strada e fatto un altro giro,combattere era utile,non necessario.

Il tempietto sembrava introvabile,quanto ci voleva per trovare un piccolo edificio di legno diroccato?

Ma poi,si sentì qualcosa,e quel qualcosa giunse alle narici dello yokai di ghiaccio.

Incenso,un forte odore di incenso,appena accesso,che entrava prepotentemente nelle narici,fumo e odori forse non erano qualcosa che Ezio potesse sentire con così tanta bravura,nemmeno per un umano come lui.

- Ezio,so dove andare.

Disse Sesshomaru così piano che persino Ezio fece fatica a sentirlo.

- Cosa?

- Sono un dayokai,i miei sensi sono molto più sviluppati di quelli di un comune umano...anche per un umano come te.

Disse Sesshomaru con una certa superbia,anche se leggermente celata e facendo non poca fatica a nasconderla,anche se non ci riusciva,anche se forse...non aveva cercato di nasconderlo.

Ezio si era accorto di quest'atto di arroganza,ma non gli importava molto,dopo tutto anche lui era stato ragazzo,ebbe la sensazione di risentire quella giovinezza,tornare ancora una volta,solo per poco,nei suoi ricordi.

L'atteggiamento dello yokai e le stradine del villaggio,gli ricordavano Firenze,la sua bella Firenze,le giornate passate tra il bighellonare e lo studiare poco,tra le risse per strade con i figliocci pomposi dei nobili locali e il saltare e l'arrampicarsi sui i palazzi e i tetti della sua città,ricordava anche le giornate a sedurre regali fanciulle sul ponte Vecchio e l'osservare tutto il panorama cittadino sulla cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore,insieme al fratello maggiore.

Eh già,la giovinezza,tanto ricordi belli...è poi...quel giorno...lui lo ricordava bene.

Piazza della signoria,la folla,le guardie,quell'uomo,tre figure,tre corde...tre botole.

- Ehi,Ezio.

La voce del ragazzo lo riportò all'attuale realtà riportandolo per i vicoli bui e le strade innevate.

- Dai andiamo.

Sul volto dell'assassino comparve un sorrisetto.

- Certo sbruffone,fai strada.

Sentite queste parole Sesshomaru si avviò verso un vicolo più diroccato e più buio degli altri,Ezio lo seguì immediatamente.

Si muovevano lesti e silenziosi,controllando che non ci fossero felini in giro,strada dopo strada,abitazione dopo abitazione,erano giunti al luogo desiderato.

Girando qualche angolo e assaltando i pochi nekoyokai nei dintorni,giunsero di fronte ad un edificio diverso da tutti gli altri.

Tra le case e gli angoli chiusi,vi era presente un edificio alto si e no poco più di quattro metri con un cinta ornamentale alta due metri,aveva un aspetto trasandato e fatiscente,muri crepati,la porta di ingresso rovinata e la neve non rendeva di certo più bello quel posto.

- Mi sa che ci conviene entrare.

Disse Ezio con tono scherzoso.

E Sesshomaru senza perdere tempo sfondò la porta d'ingresso con una potente manata,facendo volare via la porta e mostrando al suo interno un giardino,forse un tempo sarà stato bello e curato,ma ora l'erba era diventata alta e tascurata,i piccoli laghetti artificiali aveva un acqua stagnante e sporca e i pochi alberelli al suo interno erano cresciuti senza che nessuno se ne prendesse cura.

L'edificio situato all'interno era tutto rotto,il tetto era bucato,il legno marcio e probabilmente l'interno sarà stato inguardabile.

Ma non era li per controllare l'estetica del posto,il loro obiettivo era li è di certo non si sarebbe fatto aspettare.

- Sta arrivando.

Disse Sesshomaru avvertendo un aura un pò più potente delle altre.

Di fronte a loro si aprì una porta scorrevole che faceva di ingresso all'edificio interno mostando l'essere che si stava avvicinando ai suoi due inseguitori.

Era un nekoyokai,ed era molto più grosso di tutti gli altri gatti già visti fin'ora,in confronto a Sesshomaru era un autentico armadio,alto,con il pelo grigio e gli occhi verde acqua.

- Bene bene bene,guarda un pò chi c'è,due assassini,perchè la cosa non mi sorprende?

- Sei tu il traditore che passa l'informazione a quella donna?

Disse Sesshomaru avanzando leggermente verso l'enorme felino e fissandolo con sguardo di ghiaccio.

- E tu chi sei?

Gli chiese il gatto con aria strafottente,ma poi,ad uno sguardo più attento,osservando sotto il cappuccio,cambiò espressione,divendo serio.

- Sono quello che ti farà del male se non mi dirai ciò che voglio.

- Parole grosse per una pulce come te,vieni,fatti sotto,ma sappi che non sarà facile è comunque...non ti di spiace se assistono anche loro,vero?

All'improvviso,da dietro le mura del tempio comparvero una moltitudine di gatti che si posizionarono sopra la cinta e osservano la scena con fare divertito.

Quello che era divenuto un improbabile interrogatorio si stava per trasformare in un scontro uno contro uno,l'atmosfera si stava scaldando,i due yokai stavano già stringendo le mani,i pugni erano carichi,la violenza di strada stava per sforciare in un edificio abbandonato.

Questo non era un nobile duello,questo era uno scontro vero,nessuna regola,nessuna arma,solo quella che tutti possiedono e che si usa fin dai tempi più antichi,il proprio corpo,l'arma primordiale.

L'inuyokai si stava già preparando allo scontro,strinse la mano destra,quasi incompensapevole di averlo fatto,facendo si che la mano aperta divenne pugno,estensione primitiva della personale forza fisica che una persona può manifestare su un altro essere vivente,sia per difesa che per agressione.

- Va bene,comincio io.

Disse il gatto avanzando verso lo yokai mentre quest'ultimo aveva preparato gli artigli,Sesshomaru vedeva bene quest'ultimo,teneva le braccia vicino ai fianchi e con le mani aperte mostrando così le affilate estremità.

Quell'andatura,quella posizione,quel gatto sembrava forte e minaccioso,ma Sesshomaru lo sapeva bene,non lo temeva,lui aveva affrontato Akira,uno yokai tanto pacato nei modi,quando efficiente e brutale nell'eseguire tecniche di combattimento ben al di sopra di qualche colpo da rissa.

- Ehi Sesshomaru.

Lo yokai riconobbe la voce.

- Jin?

- Vedo che stai per combattere,ascolta,durante lo scontro ti darò dei consigli,ma non prenderò,in alcun modo il controllo sul tuo corpo,devi farcela da solo,ora però,fai quello che ti dico,intesi?

Sesshomaru era fin troppo impegnato a guardare il suo avversario,scrutava con attenzione il gatto dio fronte a lui,era grosso,ma apparte questo nulla di che,forse sarebbe stato facile affrontarlo.

- non sottovalutarlo troppo,non sarà Akira,ma ha comunque ricevuto un minimo addestramento,attacca solo quando ti sembra scoperto e quando difendi alza le braccia e schiva i colpi,non sempre la forza e un vantaggio sicuro,quindi ricordati,tutti sono bravi ad attaccare,ma è nella difesa che si vede se sai combattere,ora vai e fatti dire quello che vuoi,buona fortuna.

E detto ciò Jin smise di parlare,era sconcertante come quella presenza potesse stare zitta per un lasso di tempo quasi infinito e poi spuntava all'improvviso,dando consigli e fornire aiuto quando serviva,tutto sommato era un entità interessante con la quale avere a che fare.

Le mani si chiudevano a pugno,i bicipiti si ingrossavano,i muscoli dell'avambraccio si allargavano,il petto si gonfiava,le gambe si irrigidivano,tutto in lui si stava caricando di adrenalina,mentre la dopamina agiva sul sistema circolatorio aumentando il battito cardiaco e accellerando la circolazione sanguigna.

- Adesso mi diverto.

Fu il gatto ad iniziare lo scontro,cominciò a correre verso Sesshomaru mettendo il mostra il braccio destro,nel tentativo di mollargli una botta pesante.

Ma Sesshomaru non sembrava troppo preoccupato,un essere così sgraziato poteva essere solo un fastidio,almeno così la pensava lui.

Poco prima che il colpo arrivasse sul volto dello yokai,quest'ultimo si era già abbassato aspettando il momento esatto in cui colpire.

E infatti era giunto,aprofittando dell'opportunità concessa da quel pugno da ubriacone,il ragazzo sferrò un pugno in pieno volto al gatto facendogli sentire una buona dose di forza su una guancia.

Ma il gatto incassò bene il colpo e n'è aproffitò per prendere per il bavero del kimono di Sesshomaru con una mano e tirargli una zampata sul naso,la cosa fece abbastanza male a Sesshomaru,ma nulla in confronto ai colpi del maestro templare,il gatto gli aveva fatto male,Akira invece lo aveva fatto soffrire...e non poco,colpi che stordivano,colpi che facevano perdere fiato,colpi inibitori,un conto era combattere,un altro era fare a botte,e questi appartenevano alla seconda categoria.

Lo yokai fu spinto indietro mentre la mano sul colletto veniva aperta rilansciando la forza dell'urto sul suo muso,vacillò e in un attimo si ritrovò a terra con gli abiti imbrattati dalla neve.

- Sei andato bene, ma devi renderti conto che anche lui come te sta giocando di forza,prova piuttosto ad essere più veloce,fallo stancare,fai in modo che la sua stazza gli sia d'intralcio,lui e lento,tu sei più veloce.

Sentire quelle parole dette da quella voce lo fecero riflettere,infondo non aveva tutti i torti.

Il suo avversario era grosso e forte,ma anche lento e con una muscolatura pesante,doveva essere il più svelto o non c'è l'avrebbe mai fatta.

Sesshomaru si rialzò subito e si rimise in posizione,anche se come posizione era piuttosto sciatta,visto che non stava nemmeno sulla difensiva scoprendo completamente la guardia.

- Vieni,fatti sotto gattaccio.

Il gatto non se lo fece ripetere due volte che si era già lanciato all'attacco,un verso selvaggio usciva dalla bocca piena di zanna,quasi volesse tappare la bocca al giovane sbruffone che aveva davanti.

- Aspetta che sia vicino abbastanza da poter evitare il colpo all'utimo momento,una buona schivata si esegue nel momento in cui l'avversario crede di averti già preso.

Ancora Jin,ancora un consiglio,sembrava quasi che gli facesse da maestro.

Il felino si era di nuovo lanciato a grande velocità,nel tentativo di squarciarlo con gli artigli,che erano ormai in bella vista,si era stancato di giocare con lui,voleva farla finita con lui,poi sarebbe toccato al suo compagno umano.

La mano si alza,gli artigli sono pronti,la frustazione al limite e poi...il colpo stava scendendo sull'inu yokai con decisa violenza.

E in quel preciso istante,Sesshomaru fece la sua mossa.

Nel vedere il colpo arrivare ebbe una sensazione che aveva già sentito in precedenza,lento,il mondo attorno a lui sembrava più lento,riusciva a vedere gli artigli del gatto arrivargli talmente vicino da poterlo toccare,ma lui non n'è aveva alcuna intenzione.

Si abbassò velocemente,quasi prima di essere preso,si spostò sul lato del braccio che stava per sqartargli il volto,passò sotto il braccio,si alzò velocemente e con una velocità fulminia,portò un altro colpo verso il gatto e questa volta il colpo era finito su una tempia e finendo in quel punto con molta forza bruta.

Il colpo questa volta era stato incassato nel peggiore dei modi,gli occhi socchiusi,il cervello che ballava da ua parte all'altra,un pugno decisamente pericoloso,poco ortodosso,ma decisamente efficace,seppur tirato male e senza il benchè minimo di tecnica.

Il Nekoyokai sembrava stordito in modo pesante,faceva fatica a vedere,la vista era offuscata,ben lontano dall'essere nitida,ci vedeva dobbio e sembrava stanco,forse era sul punto di cedere.

- Adesso parli maledetto? O devo dartene altre?

- Tu razza di...

Quest'ultimo stava per colpire di nuovo Sesshomaru,un altro colpo,ma questa volta andò diversamente.

Proprio quando le nocche del gatto stavano di nuovo per scontrarsi sul suo volto,Sesshomaru schivò all'ultimo momento il colpo,si spostò di lato e anche stavoltà tirò un colpo,ma questa volta alla mascella.

Il gatto cadde a terra,dolorante e stordito,ora faceva persino fatica a pensare.

- Parla o ti uccido a suon di pugni,posso farlo e tu lo sai.

- CHIUDI QUELLA BOCCA.

Il nekoyokai si alzò per l'ennesima volta con molta fatica,stava a malapena in piedi,ma in ogni caso ci provava.

Ezio invece stava semplicemente guardando la scena,restava calmo,attento a che nessuno degli spettatori intervenisse,ma a quanto pare gli altri nekomata non avevano intenzione di farsi pestare da quell'incappuciato.

Osservava attentamente quella baruffa,quella rissa spacciata a malapena per un combattimento,eppure notava qualcosa di strano nel movenze dell'inuyokai,prima menava colpi a caso,come si fa in una zuffa,ma ora era diverso,stava sulla difensiva,provocava l'avversario,schivava i colpi e poi rispondeva,quelle che vedeva erano delle capacità da picchiatore,non erano eccelse,non erano le più belle che aveva visto,ma il principio del combattimento corpo a corpo c'era.

Cos'era succeso in quell'arco di tempo tra l'inizio dello scontro e l'improvviso miglioramento di Sesshomaru? Che evesse imparato a combattere senza armi? No non era questo,ci vogliono anni e anni di pratica per imparare a combattere usando delle buone movenze da combattiemnto ravvicinato,figurarsi farlo da solo,da perfetto autodidatta,no,la soluzione era un altra.

Che fosse quella voce di cui parlava l'inuyokai? Poteva anche essere,infondo non sarebbe stata una cosa troppo strana,Ezio aveva una certa esperienza con fatti surreali avvenuti in Italia,quando lui operava ancora nell'intera penisola,anche se gli era capitato avvolte di andare oltre i confini del bel paese.

Qualunque cosa fosse era certo che lo stava aiutando,ma rimaneva una domanda,quali sarebbero state le ripercussioni su l'uso di quell'aiuto? A certe domande non poteva avere delle risposte immediate,per ora,era meglio stare a vedere.

Il combattimento ormai sembrava al termine,con l'abilità di Sesshomaru nel tenere a testa il gatto ormai la vittoria sembrava vicina.

Il nekoyokai ormai sembrava allo stremo delle forze,aveva subito ormai diversi colpi,era sul punto di crollare,mentre Sesshomaru sembrava averci preso la mano con i pugni,cosa che tirava molto raramente,anche a Jaken,non era un tipo da rissa,ma bisognava dire che stava imparando quella forma di lotta che mai aveva praticato prima d'ora.

Per l'ennesima volta il gatto cadde,questa volta sulle ginocchia,stremato,finito e con molti lividi in faccia.

- Ora mi dici dove si trova lo yokai alla quale passi le informazioni,non vorrai mica passare un altro quarto d'ora insieme a me,vero?

Il gatto mise le mani aperte di fronte al volto,con i palmi rivolti verso Sesshomaru.

- Va bene parlerò,però basta.

Disse lui con tono implorante.

- Allora dimmi chi è  e dove si nasconde,parla.

- Chi sia non lo so,lo incontrata una volta sola,ma non lo mai vista.

- Che vuoi dire?

Chiese Sesshomaru confuso.

- Quando mi ha contattato la prima volta ci siamo incontrati tra questi vicoli,un giorno si presenta a me e dice che mi vuole proporre un affare,io le dico che cosa ci guadagno e lei risponde che mi darà una buona ricompensa se d'ora in poi lavorassi per i templari,come spia, e io le dico che mi va bene é così lo giuro.

Sesshomaru era sopra il traditore,mentre con sguardo di ghiaccio scrutava il suo avversario,prima spavaldo e forte della sua sicurezza in se stesso,adesso invece era a terra e implorava pietà da un uomo che di solito non la concedeva.

- Dove si trova ora quella donna?

- Poco fuori dal villaggio,c'è una strada che porta alla valle sottostante,percorrila finchè non ti troverai di fronte ad un bivio,arrivato li percorri la strada che porta alla cascata,non puoi sbagliarti,lei si nasconde li.

- Ti ringrazio.

E detto questo lasciò il gatto li a terra e si mosse nella direzione di Ezio,l'umano si era portato una mano al mento mentre un broncio appena accennato gli comparve in volto e con lo sguardo fissava attentamente il ragazzo.

Sesshomaru sembrava confuso da quella visione,che cosa aveva Ezio da sembrare così pensieroso,le informazioni le aveva ottenute,non c'era nulla di cui preoccuparsi.

- Allora? Che te ne pare?

Fece Sesshomaru con fare da gallo,anche se quasi non lo dava a vedere,sotto sotto era un pò uno spaccone.

- Non male,poteva andare meglio,ma non male davvero,che ti ha detto?

- Dice che quella donna si trova vicino alla cascata.

- Quella che si vede da questo villaggio?

- Si.

- Allora non c'è tempo da perdere,troviamo due cavalli,così potremmo spostarci velocemente e senza destare sospetti.

- Non male come idea,ma con gli altri gatti come facciamo?

- tranquillo.

Non aveva ancora finito di parlare che già Ezio aveva estratto la spada in un modo tale che tutti i presenti potessero vedere l'arma.

- SONO SICURO CHE AVRANNO ALTRO DA FARE ADESSO,DICO BENE?

I gatti sentedo quelle parole e osservando l'attuale situazione cominciarono ad andarsene il più in fretta possibile,lasciando la zona in brevissimo tempo,era ovvio che vedendo il loro momentaneo capo a terra che implorava pietà, una cosa del genere aveva di certo abbassato il morale dei nekoyokai che erano stati pagati per difenderlo.

- Visto? Basta un pò di diplomazia,qualche parola giusta,ed ecco che la gente ti sta ad ascoltare.

Disse Ezio mentre rinfoderava la spada.

- Si certo,ora però non c'è tempo per queste stupidaggini,dobbiamo andare.

- Aspetta,dobbiamo prendere due cavalli,la mappa che abbiamo raccolto prima dovrebbe indicare la presenza di alcuni assassini in zona,proviamo a chiedere aiuto,sono fratelli di lama,ci aiuteranno di sicuro.

I due uscirono subito dal tempio ripercorrendo le vie buie e semi illuminate,sapendo per certo che ormai che quell'energumeno di gatto non costituiva più un problema,il problema ora stava nel trovare il loro vero obbiettivo,la yokai,avrebbero dovuto far presto,o avrebbero rischiato di perderla,se non addirittura averla già persa.

Era giunto il tempo di tornare sulla via principale,era tempo di chiedere aiuto alla confraternita,aiuto sulla quale si poteva sempre contare.

Era tempo di abbandonare il buio,era giunto il tempo di uscire allo scoperto.

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Capitolo 30
*** Quel giorno alla festa ***


Qualche ora prima,confine settentrionale delle terre occidentali.

All'interno del suo castello,Akira,dopo aver fatto colazione,decise di dirigersi verso le sue stanze,nell'intento di andare a svegliare la donna con la quale aveva passato la notte.

Percorse i corridoi del suo castello mantenendo un aria felice,quasi distratta,come se con la mente fosse da tutt'altra parte,e mentre camminava anche i servi che passavano da quelle parti si accorsero della cosa,ma a lui non importava.

Era sempre così coi servi,lui poteva essere anche il padrone del castello,poteva essere un uomo dalla potenza straordinaria,eppure,trattava i suoi servitori come persone alla pari con lui,uomini e donne,umani,yokai,hanyou e chissà quali altri esseri di altrettante razze,e nonostante ciò poter dimostrarsi un uomo cordiale e allo stesso tempo far capire a tutti chi era il padrone di quella proprietà.

Tutti gli portavano rispetto,qualche volta capitava anche che avesse delle conversazioni con gli uomini e le donne che lavoravano per lui,che fosse un servitore che gli consegnasse lettere,inviti e scartoffie varie,oppure le ragazze che gli lavavano i panni,per non parlare di quella yokai,la vecchia donna rospo che gli faceva da cuoca e che qualche volta lo aveva rispettosamente rimproverato di non cercare nulla in cucina poco prima di pranzo,visto che qualche volta lo aveva visto mettere le mani nella dispensa.

Non c'era nulla da fare,lui era così,non gli piaceva dimostrare di essere un apatico e altezzoso Dayokai,era un uomo più semplice di quello che dimostrava agli altri.

Camminando ancora un poco si ritrovò nella sala principale,quella che aveva attraversato prima,quell'enorme salone,larghissimo,almeno cento metri,lungo almeno il doppio e un altezza di trentacinque metri,al suo interno c'erano sedie di legno della miglior qualità,autentici troni fatti intagliare da abili artigiani che viveno all'interno dei suoi domini,erano posizionate su due fila,che a sua volte erano poste ai lati opposti dell'immensa stanza.

Ma fra tutte quelle c'è n'era una in particolare posta di fronte a tutte e dalla quale si poteva vedere l'entrata del suo palazzo,standosene comodamente dall'altra parte del corridoio,il trono del padrone,un unico blocco di pietra scolpito in modo innaturale,era grigio chiaro e con uno schienale perfettamente lineare,lo stesso valeva per i braccioli,perfettamente lineari,una pietra liscia e senza imperfezioni,bello, ma allo stesso tempo...inquietante.

Venne trovato in una zona delle rovine dentro la montagna,circondato da meraviglie perdute...e un incalcolabile numero di scheletri,quando venne trovato alcuni tra i lavoratori più forti decisero di portarlo direttamente di fronte al loro signore come segno di ringraziamento per il lavoro offerto che pagava di tasca sua gli operai e anche per il fatto che aveva sempre prestato aiuto a chiunque gliel'avesse chiesto.

Ma questo faceva di lui un uomo buono? No,di certo non'era il peggoiore dei mostri,ma sicuramente non si poteva dire fosse un santo,anche lui come molti altri aveva i suoi scheletri nell'armadio,l'unico problema e che i suoi scheletri era meglio lasciarli li dov'erano,lui lo sapeva bene,certe cose era meglio tenerle all'oscuro.

E mentre lui osservava il suo trono vide lei,la donna della sera prima,alta,snella,con corti capelli verdi e diverse ciocche marrone scuro,occhi verde smeraldo e con indosso un semplice kimono da uomo,senza nulla sotto,a malapena la vesta riusciva ad andare oltre il bacino.

- Akira,vedo che ti sei alzato presto,nonostante il movimento che abbiamo fatto sta notte,devo dire che sei...energico...in tutti i sensi.

Disse lei mentre gli lanciava uno sguardo carico di eccitazzione.

- La ringrazio Otsune,regina delle terre di Oi.

- Come sei formale,non preferiresti darmi del tu? Infondo nelle ultime ore siamo stati molto intimi.

- Hai ragione mia cara,saprò farmi perdonare,nel modo che preferisci.

- Ne sono certa.

Disse lei mentre accavvalava le gambe pensando maliziosamente alle lusinge del padrone di casa.

- Allora Otsune,cosa ti piacerebbe fare?

- Tu che pensi?

- Apparte il sesso naturalmente.

Disse Akira leggermente divertito.

- Sai Akira,sono lontana da casa e mi piacerebbe vedere i giardini,quelli che contengono le piante della mia terra,il lontano e freddo nord.

- Ma certo,ma prima credo che dovresti cambiarti,infondo,indossare solamente un mio kimono non nasconderà le tue forme,per non parlare che o devo finire di vestirmi.

- Dici? Va bene,andrò a cambiarmi,anche se credo che infondo non ti dispiace che mi sia vestita così,andiamo.

E detto questo I due si allontanarono dalla sala principale,tornarono nelle stanze di Akira,si rimisero le loro vesti formali e ritornarono a percorrere i corridoi del castello.

Lui era vestito alla sua solita maniera,kimono bianco,hakama neri e tabi bianchi,un vestiaro elegante,ma sobrio,nessun ornamento e nessuna decorazione,biaco e nero,opposti simbolici.

Lei,lunga veste verde con il disegno di una fiammella bianca sulla schiena,senza maniche,con due bracciali d'osso bianchi e una gonna verde lunga fino al ginocchio con segni indiscivibili lungo tutto il bordo,camminava a piedi nudi.

Dopo aver camminato per lunghi corridoi e sale mozzafiato,giunsero alle porte dei giardini,una grossa porta scorrevole in legno divedeva l'interno del castello,con un immensa balconata che deva sulle montagne,li venivano fatte crescere fiori e cespugli tipici di territori come la regione dell'Hokkaido,( regione situata a nord del Giappone,un tempo conosciuta col nome di Ezo,questo territorio possiede una natura molto simile a quelle della taiga russa e un clima simile a quello artico nei periodi più freddi,questa terra e ancora oggi abitata dai rimanenti del popolo Ainu.).

Quel luogo suscitava nella donna un qualcosa di confortevole,mentre tra le diverse piante lavoravano degli yokai,che andavano da tipi di yokai di tipo vegetale a quelli animali,erbivori per la precisione che si occupavano della gestione e della salute di ogni arbusto,ogni siepe ed ogni fiore non ancora sbocciato.

- Ti piace?

Chiesa Akira con tono pacato.

- Si, è stupendo.

Sul viso di Otsune comparve un sorriso pieno,non un sorrisetto perverso,ma una vera è propria espressione colma di stupore e gioia,quello spazio,per quanto limitato poteva essere gli ricordava veramente casa sua.

- Vieni,ti faccio vedere i giardini.

Ci vollero una decina di minuti per esplorare tutta la zona botanica,la cura con la quale erano state potate le piante,l'armonia della disposizione,l'attenzione con la quale gli addetti controllavano ogni alberello,ogni arbusto,ogni singola foglia,per non parlare dell'attenzione che lo stesso Akira dava ogni volta che faceva un commento su tutto quello che c'era di verde la dentro,quando piantare il seme,come cresceva la pianta,quanto beveva,come prendersene cura,eccettera,poteva andare avanti per ore a parlare di un singolo argomento.

Il suo interesse per una cosa era determinata non solo dell'argomento chiesto,ma anche dai dettagli,dalla cura di ogni singola parola,dal tempo che ci metteva a terminare un singolo monologo,insomma,parlava tanto,ci piaceva tanto parlare,i suoi continui tentativi di convincere Sesshomaru ad entrare tra i templari e tutte le volte che parlò a quest'ultimo nel loro ultimo incontro n'è era un chiaro esempio.

- Akira,c'è una cosa che vorrei chiederti.

Disse lei con fare curioso.

- Dimmi?

Disse lui mentre continua a osservare le piante.

Otsune si avvicinò delicatamente all'orecchio di Akira,quasi non volesse attirare l'attenzione dei servi.

- Cos'è accaduto durante la festa?

E in quel momento un lieve cambiamento dell'umore si vide sul volto di Akira,se prima sembrava allegro e interessato al giardinaggio,ora invece mostrava un atteggiamento molto più serio,quasi statuario e con un sguardo che dire impassabile sarebbe poco,sopratutto l'occhio argentato,che tra i due era quello che sembrava più freddo.

- Vieni con me.

Disse lui continuando a guardare di fronte e avanzare verso l'interno del castello,li in montagna il cielo era ancora nuvoloso,un pò come se stesse per nevicare,ottimo colore per interpretare l'umore del templare,grigio.

- Signori,vi auguro un buon lavoro, e se dovesse nevicare entrate dnetro,non voglio che prendiate freddo.

Disse il padrone di casa senza aspettare i ringraziamenti dei servitori e dirigendosi immediatamente verso il caldo interno del castello.

Gli intricati angoli della casa sembravano un percorso senza fine per chi non era abituato a percorrere le sue misteriose vie artificiali.

- Dove stiamo andando?

- Ho bisogno che tu veda qualcosa,altro per ora non posso dirti.

Parole strane,dette da un uomo misterioso quanto i segreti che nasconde,che non potevano essere rivelati alla luce del sole,alcuni non andavano nemmeno nominati,verità pesanti,appartenenti ad un mondo parallelo al nostro,dove la verità era un fardello pesante da portare sulle spalle,dove una singola verità andava protetta ad ogni costo...anche il peggiore.

Dopo una decina di minuti e dopo aver camminato per quasi mezzo castello si fermarono di fronte ad una stanza,dove due guardie,simili a dei samurai vigilavano di fronte ad una porta scorrevole a due ante.

Dissero entrambi nel medesimo momento

- Bentornato gran maestro.

Dissero entrambi nel medesimo momento,con una perfetta cadenza militare.

Le guardie aprirono la porta da entrambe le parti senza lasciare che Akira muovesse un dito facendo in modo che Akira e Otsune entrassero dentro nel minor tempo possibile.

L'interno della stanza era composto da un piccolo tavolo di legno,abbastanza alto da alzarsi dal terreno di pochi centimetri e con sopra di esso fogli di carta,inchiostro e un piccolo pennello da scrittura.

Accanto ad uno dei muri si poteva trovare una piccola libreria,piena zeppa di libri e libroni,tutti sistemarti in un preciso ordine,mentre accanto un altro muro si poteva notare una parete perfettamente bianca.

Nella piccola stanza non erano presenti colori vividi e accesi,ma colori scuri e decadenti,come il grigio,di cui erano colorati i muri e il soffitto,tranne per la parete bianca,posta proprio di fronte al tavolino.

- Che posto è questo?

- Otsune,ti do il benvenuto nel mio piccolo angolo personale,il mio studio privato,qui ci vengo per lavorare,per studiare le ultime scoperte,e per riflettere sui quesiti che ogni tanto mi tormentano.

- Capisco,ma non vedo come possa centrare con la domanda che ti ho fatto.

- Davvero lo vuoi sapere?

- Si,non ti fidi di me?

- Al contrario mia cara,ma preferisco farti restare fuori da certe questioni,lo dico per il tuo bene,sei una preziosa alleata è una donna con la quale mi trovo bene.

- Una preziosa alleata per te o per quei templari che mi hai già presentato? Te ne prego...dimmi cos'è successo...perchè quel giorno mi hai intimato di non uscire dal castello? Perchè è avvenuto quel che ho visto?

Tra i due scese un profondo silenzio,se prima lei sembrava allegra e lasciva e lui un uomo dalla parlantina facile,ora sembravano due muti,seri e per nulla in vena di risate,non c'era nulla di felice in quella faccenda.

- Va bene,siediti,come ti avevo già detto,ho bisogno che tu veda qualcosa,prima siediti,ci vorrà un pò.

Il tono di voce di Akira era impassibile,privo di emozione,ma lei lo ascolto lo stesso e si sedette su uno dei cuscini appogiandosi sulle ginocchia,mentre lui si mosse verso la piccola biblioteca di fronte a lui,prese un libro e lo passò alla yokai,si sedette sul suo posto dietro il tavolino e restò,con volto di pietra e sguardo di ghiaccio.

Il libro che lei teneva in mano era abbastanza spesso,quasi quanto un mattone,era rilegato con un copertina nera e con sopra una mezzaluna viola.

- Ma questo simbolo,appartiene alla famiglia dei Taisho.

- Si,ora lascia che ti spieghi cosa accadde quel giorno,durante la festa.

E fu così che cominciò il racconto di quella giornata,quella insolita giornata in cui accaddero diverse cose fuori dall'ordinario,considerate strane,anche per uno yokai.


Due giorni fa,Nelle rovine sotto il castello,subito dopo la fuga di Sesshomaru.


Il portale,antico e misterioso accesso per chissà dove,aveva ricominciato a dar segni di attività,la precedente luce che aveva trasportato Sesshomaru e Akira in quel luogo surreale stava tornando.

Si riaprì e da quella luce uscì Akira,prima polvere e poi corpo completo,si ritrovò in piedi di fronte all'enigmatico monolito,davanti a lui le rovine,le case abbandonate e i corpi inquietanti erano ancora li,le statue e le immagini sulle case erano ancora,un intera città dentro una montagna,chissà quanto realmente grande potesse essere,visto che molte erano le scoperte fatte ed ogni giorno che passava altro si scopriva,quel luogo aveva così tante cose da vedere...e da tenere nascoste.

- Akira.

Una voce a lui conosciuta si fece sentire tra i ruderi,era Murai,con un massiccio numero di guardie ai suoi comandi,la figura del generale si stava avvicinando a lui a gran velocità.

- Akira,tutto bene?

Chiese il generale realmente preoccupato.

- Si,ma non c'è tempo per le preoccupazioni.

All'improvviso una fitta all'occhio sinistro distrasse Akira dalla conversazione,appogiando una mano sul punto dolente e tenendo aperto l'altro occhio.

- Akira,il tuo occhio...

- Il signor Sesshomaru e sfuggito al mio controllo,ma non credo che sia lontano,raduna alcune squadre e va alla sua ricerca,se fossi uno dei suoi soccorritori mi dirigerei verso le gallerie, in questo caso e la via di fuga migliore,ora vai.

- D'accordo,ma sta atttento quando torni su,gli ospiti sono tornati a muoversi e squadre di assassini stanno assaltando il castello.

- Questo non ci voleva...va bene,ci penso io,ma ora va,sbrigati.

Murai si girò in direzione dei suoi uomini,mostrando per l'ennesima volta il maestoso fronte dell'armatura.

- FANTERIA,CORRERE.

L'urlo si alzò per le rovine con una tale potenza e una tale marzialità da far sentire delle guardie un plotone di veterani,tale era la forza in quella voce che lo stesso Akira si sentì ispirato,il suo castello era sotto attaccato,era ora di cacciare via gli intrusi.

Akira compì un balzo abbastanza alto da superare il gran numero di guardie messe in file parallele,per poi scattare in una rapida corsa,le sue gambe si muovevano in rapida successione,correndo a più non posso,come se animate da volontà propria,e nonostante ciò i suoi occhi erano in grado di visualizzare la maggiorparte delle cose che oltrepassava,la sua mente era vigile e attenta,e la sua volontà era salda.

Lui era un templare,il segno sulla fronte lo ricordava,una croce,di origine ben più antica di quella che si possa immaginare,effige che lui porta con fierezza sulla pelle,nel cuore e nella mente.

Con grande rapidità percorse le antiche vie,doveva prendere un altra entrata,prendere l'ascensore non sarebbe stato sicuro,forse gli assassini l'avevano sabotato,anche se era difficile come ipotesi,visto che l'ascensore era dotato di un meccanismo di chiusura automatico,ma per sicurezza sarebbe stato meglio prendere una via secondaria.

Dopo un pò di tempo giunse ad una scalinata scavata anch'essa nella roccia,era situata in una delle pareti che facevano da limite della città,quest'ultima era così larga da poter far passare una fila orizzontale di venti uomini,probabilmente era usata come strada principale per raggiungere il sito sottostante e facendo aggiungere l'ipotesi di una zona larga quanto la scalinata,se non più grande o addirittura di un altro sito.

Il templare fece altri balzi come quello precedente,non c'erà tempo di percorrere gli scalini uno per uno,mentre saliva attorno a lui si ripresentarono altri segni di civiltà,decorazioni e pitture circodavano i muri che circondavano la scalinata,figure di uomini stilizzati,scene di vita ed altre immaggini irriconoscibili,a lungo aveva studiato quel luogo,e anche se alcune cose le capiva,molte altre gli erano ignote,che luogo era quello?Cos'era realmente il portale nella città? cosa stavano a significare tutte le opere artistiche di quel luogo,ma sopratutto,perchè mai c'erano così tanti corpi dentro la montagna? E perchè molti di essi erano in posizioni ambigue?

Un mistero,tanti misteri in uno,quel luogo,ma altro occupava la sua testa,doveva tornare in superfice e respingere l'attacco della confraternita,forse c'era ancora speranza da poter essere aiutato dalle truppe dei suoi invitati,infondo ognuno di essi aveva portato con se un buon numero di guardie,nel caso di Seya,l'attuale reggente al trono del clan Taisho,si era portata dietro una piccola armata,non male per una donna che si era portata una modesta scorta,se così si può dire.

Tredici minuti dopo.

Dopo aver superato diversi percorsi e fatto giri incredibili,si era ritrovato di fronte ad un vicolo cieco,le pareti attorno a lui bastavano a malapena per contenere una persona sola,sapeva di essere arrivato nel punto giusto.

Posò una mano in un punto sulla roccia davanti a lui,spinse,e un riquadro poco più grande della mano andò dentro la roccia,un pannello meccanico,un altro dei marchingegni di Akira,tanti erano i misteri del castello quanti i modi per occultarli.

Un rumore improvviso si fece sentire,come se qualcosa di pesante si spostasse e infatti era quello che stava accadendo,la parete davanti a lui si aprì e quello che vide lo rassenerò,i suoi soldati erano li,davanti alla porta segreta,ad attenderlo.

- Siamo ai suoi ordini signore.

Disse uno dei soldati più vicini a lui.

Akira uscì dall'antro buio e umido,per poi mettere piede di nuovo in casa sua,ma stavolta in un luogo un pò più riservato alle sue forze combattenti,la dimora di Murai,la sala principale.

Attorno a lui si poteva vedere un enorme salone quadrato,venti metri per ogni lato,attorno a lui si potevano notare un enorme esposizioni di armi,su ogni muro si potevano notare diverse tipologie di armi,armi da taglio,di punta,contudenti,a distanza,compresi alcuni esemplari di Tanegashima,(modello giapponese di fucili ispirati agli archibugi europei,nonostante la nota esistenza della polvere da sparo da parte della Cina,verrà usata ufficialmente in Giappone dopo solo dopo l'arrivo dei portoghesi dopo essere arrivati nel paese sbarcando sull'ominima isola che da il nome alla stessa arma,Nobunaga Oda fece grandi uso di queste armi,cambiando per sempre tattiche,formazioni e strategie della guerra conosciuta allora in Giappone).

Lo sguardo di Akira era di pietra,nessuna emozione,nessun dubbio,un araldo di sicurezza.

- Rapporto sulla situazione attuale.

- Il nemico deve aver sottratto la pietra dalla sua posizione,liberando così gli invitati sotto l'effetto dell'artefatto degli antichi,molti dei nostri stanno già combattendo e come ben sapete il generale Murai e sceso nelle rovine.

- Si lo so,i servi?

- I vostri servi sono stati evacuati nelle zone sicure,sopratutto hanyou e umani,evitando così che la loro presenza venga scoperta e facendo in modo che voi non veniate compromesso.

- Nint'altro?

- B'èh,effitivamente c'è una cosa che dovreste sapere.

- Ebbene?

- Sembra che Toran,l'attuale capo clan delle pantere,non ci fosse alla festa,sembra che alcune guardie l'abbiano vista allontanarsi prima che Sesshomaru si avvicinasse alla pietra.

Un momento,un singolo momento di esitazione,eppura era li,era presente,un silenzio di tomba,mentre il rumore della battaglia perpetrava all'interno dell'edificio,chiunque altro forse si sarebbe arrabbiato o semplicemente si sarebbe fatto prendere dalla confusione,ma non lui,lui che cercava sempre di essere il più logico,il più acuto,quello con la mente sgombra da preoccupazioni,ma nonostante ciò si era lasciato sfuggita una testimone,errore madornale anche per la mente più geniale.

- Oh,inaspettato a dire il vero,pazienza,non'è questa la cosa più grave,ora torniamo a noi,quante forze ci rimangono a difendere il castello?

- circa duemila unità di fanteria all'interno delle mura,cinquimila in tutto contando le truppe esterne impiegate a difendere i villaggi circostanti sotto il vostro controllo.

- più le truppe delle altre famiglie dentro e fuori le mure contano come qualche altro migliaio di unità corpo a corpo,tiratori e truppe speciali come yokai volanti,maghi e tanti altri tipi di improvvisati alleati,va bene,ho un piano,quanti siamo in questa stanza?

- settanta uomini signore,tutti appartenenti alla forze d'assalto composte da veterani.

- Bene,voi sarete la mia scorta,ascoltate attentamente,ci dirigeremo verso i miei ospiti nel tentativo di formare un unico,compatto esercito messo alla meglio,mentre ci faremo strada a forza di colpi,verremo supportati dagli arcieri sulle mura,per questo ho bisogno che qualcuno mandi un segnale per offrirci fuoco di copertura.

- Abbiamo dei corni da guerra e delle bandiere di segnalazione,possiamo usare quelle.

- Eccellente,dopo esserci rinuiti ai nostri ospiti dovremo respingere gli assassini con ogni mezzo necessario,impeghiamo i maghi e tutti coloro che usano la magia nelle fila dietro,i capitani e le loro truppe armate di yari in prima fila,i bruti,gli oni e tutte quelle creature armate pesantemente andranno ai lati per sfondare i fianchi,mentre voi e le altre truppe di spadaccini,rimarranno al centro dietro i lancieri ed io sarò davanti a tutti,solo dopo che ci butteremo nel cuore della mischia,faremo della piazza del castello un campo di battaglia improvvisato,facciamogli ricordare agli assassini perchè non sono ancora riusciti a distruggerci,prepararsi per la battaglia.

I soldati,già con l'armatura indosso,misero in testa gli elmi,alcuni di loro erano persino dotati di una maschera protettiva,in legno e rappresentate con facce dall'espressione arrabbiata,quasi a voler spaventare il nemico,strinsero bene le katane intorno all'obi,controllarono di nuovo l'equipaggiamento ed infine decisero di mettersi in posizione.

- Come ti chiami soldato?

Chiese Akira rivolgendosi all'uomo con aveva parlato per tutto il tempo,nonostante l'armatura spelendente e la katana al fianco,sotto le vesti si celava un uomo ormai prossimo alla vecchiaia,seppur uno yokai anche lui doveva sopportare la prova del tempo che scorre,seppur possedeva anche lui un corpo e una mente adatte al campo di battglia.

- Mi chiamo Kano signore.

- Sarai il mio secondo in comando fino all'arrivo del generale Murai,quando inizierà la vera battaglia,tu sarai il portavoce della mia volontà,tu dovrai dire ai tuoi compagni e alle truppe del nostro castello il mio volere,prendi un corno,delle bandietre e seguimi,oggi ti affido me stesso,che il padre della comprensione ci guidi.

- Per il padre della comprensione.

Negli occhi del soldato,del vecchio combattente di fronte a lui si accese una scintilla,piccola,ma molto forte,una frase,cinque parole.

Per il padre della comprensione.

Il più profondo credo templare,la base stessa della loro ideologia,solo coloro che erano a conoscenza dell'esistenza dell'ordine dei cavalieri poteva comprendere tali parole,e lui le conosceva,credeva in esse,nel loro significato,nella loro forza.

In cuor suo Kan posò la mano destra sopra l'arma,pronto per usarla contro i nemici del suo più giovane maestro,ma a quelle parole anche gli altri si fecero più duri.

- Signore,per sicurezza dovreste indossare anche voi un armatura e portavi un arma.

- Se sei uno dei miei veterani dovresti sapere che io non sono tipo da indossare un armatura,per quanto riguarda l'arma me ne procurerò una durante il tragitto,sei pronto?

- Quando vuole.

Il padrone di casa rivolse lo sguardo verso tutti coloro che erano all'interno della stanza,anche loro erano rivolti verso il loro signore,il loro comandante momentaneo,gli sguardi di tutti i presenti era rivolto verso la porta,la porta,quel pezzo dell'infrastruttura che divideva loro dal caos che c'era fuori,che divideva il padrone di casa dagli ospiti indesiderati.

- Tutti pronti?

Chiese rapidamente Akira,l'unica risposta che ricevette fu il suono delle spade sguainate,il sibilo delle lame pronte a difendere la loro casa,i loro compagni e tutto ciò che ritenevano sacro difendere,anche a costo della vita,senza paura,sensa esitazione,ci sarebbe stato un solo vincitore,assassini o templari,non esistevano soluzioni alternative.

La squadra era pronta,l'equipaggiamento era quello giusto,gli uomini pochi,i soccorsi circondati,sarebbe stata una mossa impulsiva,pensata sul momento,ma se tutto fosse andato come da programma,avrebbero vinto,questa non era la prima battaglia di Akira,di certo avrebbe fatto di tutto perchè non fosse l'utima.

- Andiamo.

Così facendo Il templare è il suo corpo di guardia improvvisata partirono all'attacco.

Appena le porte si aprirono ebbe inizio l'operazione di soccorso e difesa del suo castello,era iniziata la vera battaglia.

era iniziata quella che in seguito avrebbero chiamato,la battaglia del cortile.



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Capitolo 31
*** La battaglia del cortile,prima parte. ***


Il castello di Akira,sfarzosa dimora,luogo di pace circondato da un natura montana splendida,ma anche rifugio templare nelle terre occidentali e struttura di copertura per la città in rovina dentro la montagna.

Il cortile era stracolmo di incappucciati,solo duemila unità a difesa del luogo,contro un armata tre volte più larga,un assedio del genere era studiato fin nei minimi dettagli.

E Akira sapeva bene il motivo di un tale numero di assassini,conquistare il castello e scacciare la presenza templare nella zona,perdere la fortezza avrebbe dato ai loro nemici una vittoria con vantaggi esorbitanti,tra questi c'erano:l'accesso alle rovine,conquista del tesoro personale del maestro templare e quindi larga disponibilità economica e l'impossessamento di un punto strategico nel nord delle terre occidentali,la posta in gioco era veramente alta e di perdere il proprio castello Akira non aveva voglia.

La porta si aprì e lo spettacolo che avevano di fronte agli occhi era incredibili,in tutta la zona del cortile erano presenti combattimenti ovunque,assassini contro truppe locali e quelle degli invitati,scontri individuali a perdita d'occhio,era evidente come si stava svolgendo l'esito del combattimento,gli assassini stavano per assicurarsi la vittoria,con le truppe di Akira prese alla sprovvista e il caos generale solo un uomo avrebbe potuto salvare la situazione.

E quell'uomo stava per scendere in campo,o per meglio dire in cortile.

Le porte della dimora di Murai si stavano aprendo,attirando l'attenzione dei combattenti in zona,lui,Akira,era il bersaglio di innumerevoli sguardi,molti,ma non tutti stavano guardando,l'interno del castello era enorme,pochi lo videro arrivare,ma non ci avrebbe messo molto per farsi notare da tutti quanti.

La dimora del generale consisteva in un piccola fortezza all'interno del castello,di forma quadrata e attaccata alla montagna,misurava seicento metri di pura roccia covertita a edificio fortemente militarizzato,per non parlare della cinta muraria posta attorno alla fortezza,con tanto di torri per gli arcieri,la reggia di Murai poteva autenticamente definirsi una gigantesca caserma all'interno di un castello,due opere architettoniche l'una dentro l'altra.

Gli enormi portoni delle mura esterne erano ormai completamente spalancate e Akira fu il primo ad uscire,seguito dai suoi veterani,davanti a lui vide i diversi scontri che si stavano volgendo all'interno di casa sua,guardie personali degli ospiti intenti a fronteggiare diversi incappucciati,tutti in grado di dar difficoltà anche ai combattenti più forti di ogni casata presente,non importava chi era l'avversario,erano assassini,erano forti,veloci e con un obbiettivo,un nemico non da poco.

Ma anche i templari avevano i loro vantaggi,Akira questo lo sapeva benissimo,infondo era un loro maestro,ricoprire una tale carica voleva dire anche prendersi delle gigantesche responsabilità,sia verso i propri uomini che verso i propri confratelli,in particolar modo a quelli dello stesso rango all'interno dell'ordine.

Uno dei tanti vantaggi era quello di disporre di molte ricchezze e grandi proprietà,peccatto che in quel momento le sue richezze erano inutili in una battglia e la sua proprità era stretta sotto assedio,una situazione che di certo non agevolava le cose.

- Signore,che facciamo?

Chiese Kano mentre osservava l'espressione impassibile del suo signore,era come se Akira stesse osservando la situazione in modo differente,le figure attorno erano lente se paragonate al numero di idee,tattiche e stratagemmi che immaginava nella sua mente in quei brevi attimi,osservare il mondo attorno a lui senza esserne distratto,essere li e guardare la battaglia da tutt'altra parte,come se stesse guardando una mappa,valutazione,somme,profitti e perdite di una determinata azione,cosa passasse per la mente di Akira lo sapeva solo lui... è forse questo era un bene.

Tra gli scontri a casaccio all'interno del suo raggio visivo notò qualcosa che attirò la sua attenzione,il suo palazzo,la sua torre personale,riprendere il possesso delle proprie stanze lo avrebbe agevolato a prendere posizione e guadagnare così un centro di comando dalla quale cordinare le truppe al momento della formazione di una armata momentaneo,quale strategia migliore se non quella?

- Ci facciamo strada verso il mio palazzo e lo liberiamo dalla presenza degli assassini al suo interno ,speriamo solo che la Signora Otsune mantenga impegnate le truppe nemiche,Kano suona il corno e con le bandiere fai segnali agli arcieri di coprirci il passaggio,ANDIAMO.

Disse Akira con tono forte ed energico.

Akira e la sua guardia cominciarono ad avanzare verso il palazzo principale del castello e mentre si muovevano Kano prese il corno,lo portò alle labbra e soffiò più forte che poteva,intanto un altro veterano prese una delle bandiere legate alla schiena di Kano,una gialla e cominciò a sventolare frettolosamente,il segnale era stato lanciato,offrire copertura al comandante,che in questo caso Akira ne faceva le veci.

- Proteggere il signore.

kano parlò e tutti estrassero le spade,la più fedele e famosa compagna di un samurai,la katana,massima espressione e parte integrante del guerriero simbolo del giappone,simbolo di onore,leggera ma affilata,quale arma migliore per difendere il proprio signore?

Attorno ad Akira gli uomini si disposero in cerchio facendo in modo di fare da scudo al maestro templare,non avrebbero permesso a nessuno di passare,anche a costo della vita,e mentre avanzavano Akira guardò i suoi uomini.

Si stupì della cosa,eppure sapeva che era strategicamente giusto proteggere il comandante,ma era proprio necessario circondarlo? Lui non aveva bisogno di una scorta,ma sarebbe stato più onesto dire che lui non la voleva,nessuno doveva morire per lui,lui era un maestro templare,sapeva bene che era inevitabile sacrificare delle vite,nel bene e nel male aveva sempre creduto nella causa che perseguiva,ogni battaglia aveva il suo numero di morti,questa non sarebe stata diversa,qualcuno sarebbe morto,questa era una verità assoluta,nulla di più nulla di meno.

Akira avrebbe provato dispiacere per la morta di qualche suo soldato? certo,ma che poteva farci? Era la guerra,il conflitto tra templari e assassini che durava da quando se n'è ha memoria,nulla di nuovo,cambiavano le epoche,cambiavano i metodi,ma quella guerra sarebbe rimasta la stessa,lui lo sapeva,la combatteva da molto tempo.

Ad ogni passo che facevano,ad ogni metro che percorrevano,c'erà sempre il problema di un attacco da parte di un assassino o più è in risposta un membro della scorta colpiva un nemico,per non parlare degli interventi di Akira nel contrastare la minaccia,pugni,calci,mosse particolare,il tutto usando solo il proprio corpo come arma,era incredibile come potesse combattere a mani nude e non preoccuparsi della cosa,anche se gli incappuciati lo attaccavano di spada o provavano ad assassinarlo con la loro lama celata in assalti improvvisati,addirittura provando a saltargli direttamente addosso superando di tanto in tanto i samurai.

- Signore,dovrebbe procurarsi un arma,ne va della sua sicurezza.

Ma loro li respingevano,i suoi fedelissimi lo difendevano ad ogni costo,anche se erano preoccupati per il fatto che il loro signore non aveva armi e non indossava alcun tipo di protezione,aveva solo il suo Kimono,i suoi Hakama e le calzature,tutto qui,il rischio che potesse essere colpito mortalmente era elevato,ma fortunatamente per loro e per lo stesso Akira non era ancora successo.

- Forse hai ragione Kano,ti ringrazio per l'interessamento.

- Dovere.

Loro sarebbero andati avanti,lui sarebbe andato avanti,non importava quanti assassini gli fossero venuti incontro,umani o yokai,uomini o donne,non faceva alcuna differenza,non faceva distinzioni di razza o sesso,non aveva pregiudizi n'è per i vivi,n'è per coloro che sarebbero morti nel provare a fermarlo.

Più avanti andavano e più la situazione tendeva a cambiare,i nemici attorno ad Akira tendevano a diminuire,se prima erano interi squadroni ora si riducevano a singole unità di assassini,una pioggia di freccie scendeva sul cortile,tirate da esperti tiratori posizionati sulle mura,il piano di Akira si stava facendo valere,ma era solo una parte di ciò che doveva fare,doveva riprendersi la sua reggia,il palazzo principale.

Da li sarebbe riuscito a lanciare un messaggio a tutte le unità alleate presenti nella zona e dall'alto dell'edificio avrebbe controllato la situazione sul piano strategico, ma doveva fare presto,n'è andava del destino dei suoi territori.

- Signore siamo in prossimità dell'edifico,l'entrata per il palazzo sembra libera.

- Non diamolo per scontato,Kano, io e te entreremo nell'edificio,cercheremo la signora Otsune e arriveremo sul piano più alto,dopo di chè daremo un occhiata al campo di battaglia e vedremo la posizione degli ospiti,infine userò le mie conoscenze per avvertire i nostri ospiti e formare un armata improvvisata,tutto chiaro?

- Si signore.

Kano si rivolse ai suoi compagni.

- Voi restate di fronte all'ingresso e impedite a chiunche porti un cappuccio bianco di entrare,sono stato chiaro?

- SI.

risposero gli altri samurai.

presto arrivarono di fronte alle porte,l'edificio era circondato di un grandissimo numero di corpi,come per tutto in tutto il resto del cortile,ma era li che si erano concentrati gli attacchi degli assassini,i corpi degli assassini intorno all'edifico indossavano un equipaggiamento troppo leggero per un assalto frontale,probabilmente appartenevano a gruppi di fanteria leggera,tipici assassini privi di armatura o con poche protezioni,usati principalmente per assalti veloci,imboscate o come singole unità o piccole squadre per operazioni di omicidio,ma allora perchè erano li?

Akira aveva dato una breve occhiata ai cadaveri e gli venne un dubbio,il palazzo principale,la piccola fortezza di Murai e altri edifici importanti erano ben difesi in caso di assalto,messi sotto stretta sorveglianza da guardie ben armate ed equipaggiate di tutto punto e quindi difficile sopravvivere contro soldati ben armati e ben addestarti,ma allora perchè? Perchè quegli assalti?

Poi una rivelazione,un idea folle,ma forse non improbabile,Akira fissò la porta d'ingresso e si lanciò verso l'interno,se la sua intuizione era buona allora forse le cose erano peggio di quello che si aspettava,doveva intervenire in fretta,prima che fosse troppo tardi.

- Signor Akira.

Kano,appena vide lo scatto del padrone di casa si alnciò al suo inseguimento,sarà stato anche uno dei soladati più anziani dell'esercito, ma di certo non era debole,anzi,come veterano aveva disposizione molta esperienza come soldato e un fisico scattante,i vecchi nell'esercito di Akira erano ben più di una manica di vecchi bacucchi,sopratutto se facevanoa ncora parte delle squadre d'assalto dei templari.

- No,no è possibile,come ho fatto ad essere così cieco? Eppure pensavo di sapere cosa stava succedendo,ma adesso...mi devo sbrigare ad arrivare da Otsune o non farò in tempo.

Davanti a lui i corpi delle guardie e degli assassini occuppavano tutta la sala principale,la stessa sala nella quale qualche ora fa aveva dato il benvenuto alle famiglie più importanti del paese,le più alte di lignaggio e più altolocate...ma per lui quelle cose erano solo un effimero messaggio di ignoranza generale,il lignaggio o la posizione sociale non volevano dire nulla per lui,inutili etichette valide solo per pomposi signorini e principesse viziate,ma anche lui era il signore di un castello e per ciò doveva giocare anche a lui a quel gioco di complotti,pettegolezzi e vili azioni,ma lo faceva con le sue regole e non quelle dettate da un gruppo di personaggi debosciatio e privi di ogni obbiettivo.

Passando per la sala si spinse più avanti,dove risideva il suo trono,il maestoso e regale posto di Akira,sporco di sangue,altri corpi attorno a lui,altri corpi in casa sua,altri corpi di persone che conoscieva,guardie,soldati,novellini reclutati da poco ed esperti combattenti,la battaglia si stava facendo sempre più lunga,sempre più perdite ci sarebbero state in quella giornata,ma questa fortezza non sarebbe mai caduta.

Superò il salone principale arrivando al primo corridoio che conduceva ai piani superiori,dove si potevano trovare le stanze degli ospiti,i salotti,i giardini pensili e le stanze di Akira,mentre al piano terra nelle varie stanze più grandi si trovavano una biblioteca,la sala da pranzo ,le cucine,le stanze dei servi,un Dojo e un area dedicata unicamente alle donne al servizio di Akira,dove potevano rilassarsi,chiacchierare e spettegolare di tanto in tanto sugli ultimi avvenimenti.

Ma sotto di essi,ben aldilà delle aree accessibili a tutti,vi erano altri piani,tenuti sotto strettissima sorveglianza ed accessibili ai membri di spicco dell'ordine templare,ai fedellissimi di Akira o a pochi invitati molto illustri,per tutti gli altri l'accesso era proibito,pena la morte sul posto,nessuno doveva accedere a tali luoghi,se non era Akira a volerlo.

-OTSUNE,DOVE SIETE?

Niente,nessuna risposta.

- Mio signore.

Kano raggiunse di nuovo il suo signore ignorando completamente quello che passasse per la testa di Akira.

- Presto Kano,dobbiamo andare più in alto.

Detto questo corse immediatamente su per le scale,seguito a mala pena da Kano che faceva fatica a stargli vicino,ma Akira non aveva tempo da perdere,doveva agire in fretta se voleva salvare la situazione...è il suo castello.

Mentre saliva a perdi fiato l'intera scalinata due ombre si avventarono su di lui,due assassini,saltati giù dal piano di sopra,stavano per assalire il templare,che sembrava completamente indifeso.

La schiena scoperta,nessuna armatura,nessun arma,nessuna speranza di salvezza,o almeno così sembrava.

Appena Akira si accorse dell'assalto,girò su se stesso fino ad avvicinarsi al corrimano di legno,a tratti laccato in oro, e mettersi di schiena contro quest'ultimo.

I due assassini fallirono il colpo,eppure,nonostante la loro perfetta esecuzione dell'assassinio,erano atterrati sulla scala senza essere riusciti ad affondare la lama nella carne del templare.

- ATTENTO.

Disse Kano laciandosi a più non posso salendo i gradini alla massima velocità.

Ma Akira rispose immediatamente all'attacco nemico,essendo entrambi gli assassini non ancora essersi ripresi dall'atterraggio,uno di essi,il più vicino allo yokai,venno preso di forza e lanciato giù di forza per la scala.

- Ci penso io.

Il vecchio Samurai preparò la Katana,la portò sopra la testa e all'arrivo dell'assassino abbassò l'arma,separando la testa dell'assalitore dal resto del corpo.

Il compagno rimasto si riprese dall'atterraggio,ma non fece in tempo a rispondere che Akira gli aveva tirato una gomitata sotto il mento,gli prese il polso sinistro e gli conficco la lama a lato della gola.

- Forse e meglio se mi armo anche io.

Così facendo Akira prese l'arma dalla cintura dell'assassino che stava soffocando nel suo stesso sangue,era un Wakizashi,proprio come quello di Sango,ma col manico nero.

- La ringrazio signor assasino.

E detto questo spinse leggermente l'assassino facendo cadere dalle scale e lasciandolo a morire nella sua agonia.

Presa l'arma continuò a salire i pochi gradini rimasti mentre Kano lo seguiva a ruota.

- SIGNORA OTSUNE,MI SENTE?

Urlò più forte che potè,ma della vogliosa regina non c'era traccia,le porte aperte e il sangue sui muri mostrava la violenza della lotta negli stretti corridoi,l'aria era piena dell'odore della rossa linfa vitale e la disposizione dei corpi era segno di brutali scontri ravvicinati,ma apparte questo aveva intraviso anche i resti di alcuni ospiti molto importanti,alcuni di essi persino alleati con l'ordine o perlomeno erano in contatto con la società segreta,se poi si erano avvicinati a loro per profitto o altro era uan questione secondaria,la cosa al momento non aveva alcuna importanza.

- AKIRA QUASSU',FAI PRESTO.

Il templare non se lo fece ripetere due volte che subito aveva ricominciato a correre,ora la sua teoria era confermata,gli assassini incaricati di combattere le truppe ordinarie erano fuori a combattere,ma gli specialisti dell'omicidio erano stati inviati nel palazzo per uccidere gli ospiti più illustri che si nascondevano nel castello in cerca di coloro che appoggiavano le operazioni templari,ma non avevano fatto i conti con le truppe all'interno e quindi c'era stato uno scontro improvvisato per la quale non erano preparati.

Alcuni erano sopravissuti e si nascondevano ancora nel palazzo,purtroppo per lui e i suoi piani era probabile che altri assassini come questi giravano per il cortile alla ricerca di altri bersagli,questa volta la confraternita aveva messo Akira con le spalle al muro,ma al contempo rischiavano una sonora sconfitta,una strategia ardita,forse efficacie,ma per lo più basata sulla fortuna e pianificazione improvvisata,chiunque fosse stato a fare un piano del genere sperava in una qualche assenza di Akira,probabilmente avevano visto da lontano la situazione e si erano lanciati all'attacco,aproffitando così di lui e della sua attenzione per Sesshomaru,prendere la pietra e scappare,ma l'effetto dev'essere scomparso subito o poco dopo aver preso la pietra.

E se fosse stata la stessa Toran? La sua scompara coinciderebbe con la scomparsa della pietra,ma che collegamento c'erà tra Toran e la comparsa degli assassini? Che l'avessero contattata in precedenza? Che abbia saputo della cosa all'infuori della confraternita e che lei abbia preso la pietra senza sapere dell'esistenza degli assassini? Molte potevano essere le teorie,ma non era quello il momento della grandi domande sulla questione,doveva raggiungere Otsune ad ogni costo.

Percorse una serie di gradini con tutta l'energia che aveva in corpo e mentre avanzava altri fratelli di lama intralciarono il suo cammino,poi un cozzare di armi si fece sentire ai piani superiori,allora non tutte le guardie erano morte,ma come fossero sopravvisute insieme agli assassini era un mistero.

Ad ogni modo non avrebbe esitato ad usare la Wakizashi che stringeva saldamente nella mano,questa volta i suoi nemici erano in tre.

- Spiacente signori,ma temo non siate i benvenuti nella mia umile dimora.

Akira avanzò con scatto improvviso lanciandosi sull'assassino di mezzo,vedendolo arrivare,uno dei tre incappucciati,quello di destra,scese qualche scalino di fretta e si lanciò contro il templare nella speranza di infilare la lama nel corpo di Akira,ma quest'ultimo schivò bene il colpo,piegandosi appenna per evitare l'arma che l'assassino teneva nascosta nel polso,facendolo scivolare giù per i gradini dove Murai lo accolse ben volentieri infilzandolo al suolo.

Ma nel momento esatto che il precedente assassino saltò sullo yokai,gli altri due erano scesi rapidamente nell'intento di fronteggiare Akira,si divisero e cominciarono con l'attacco,uno davanti e su un lato,nel tentativo di rendere le cose più difficili per il padrone di casa.

Estrassero le armi,uno aveva una katana e l'altro un kunai,il primo ad attaccare fu quello con la spada che si avventò su Akira con un fendente obliquo,ma Akira parò prontamente il colpo senza subire alcun danno,e fu qui che intervenne l'altro,che a fianco del compagno attaccò puntando su un fianco apparentemente scoperto,ma lo yokai rispose prontamente facendo abbassare facendo scivolare la katana sul dorso della wakizashi,facendo in modo che l'assassino non solo finisse col colpo deviato,ma aveva anche ferito il compagno,mozzandogli la mano che reggeva l'arma.

con un colpo veloce infilzò la wakizashi nella schiena del primo assalitore,che si era piegato fin troppo per l'eccessiva forza usata per colpire il templare,la lama raggiunse il cuore passando per la spina dorsale,morendo così in poco tempo,un urlo proveniente dall'assassino rimasto riecheggiò tra i rumori della battaglia attirando l'attenzione di Akira che gli spezzò immediatamente l'osso del collo e subito dopo prendere la katana dell'assassino con la mano destra ed estrarre la wakizashi con l'altra e far cadere il cadavere del primo assalitore.

- Signore aspetti,non è saggio avanzare così in fretta,lasci che l'affianchi.

Disse il fedele soldato mentre si riconciliava con il suo rapido signore ed avanzare così in coppia,con l'avanzare dei piani le rampe di scale si fecero più sporche,il sangue rendeva scivoloso il legno e mischiato al sudore e al grasso delle diverse vittime rendeva la cosa sia nauseabonda che difficoltosa,si combatteva in un ambiente privo di qualsivoglia scurezza,ma salire quelle scale era necessario per la riuscita del piano,salvare Otsune era fondamentale,sia dal punto di vista politico,che personale,era una preziosa alleata e anche una buona conoscenza con cui scambiare due chiacchiere,impedire che morisse era il minimo che potesse fare.

Altre scale,altri piani,un gradino dopo l'altro,un altro,quello dopo e quello dopo ancora,di assassini ormai sembrava non c'è ne fosse traccia,si guardava attorno nella speranza di addocchiarne uno,forse erano finiti,anche Kano dava delle svelti occhiate in giro,ma anche lui non notava niente,anche se ciò non voleva dire che la cosa li rassicurava,dovevano continuare e di certo non avevano il tempo di controllare ogni singola stanza,il tempo era poco e troppo doveva essere ancora fatto.

- Akira.

Una voce di donna veniva dall'alto,una voce vicina,poi si affaccio verso la tromba delle scale,era lei,Otsune,Akira guardò in alto e in cuor suo un peso scomparve,era salva e stava bene.

- Otsune,tutto bene?

- No,presto vieni.

Una nota di negazione,Akira era preoccupato,ora un dubbio gli passò per la testa,salì l'ennesima rampa e giunse di fronte a lei,era ferita ed affaticata,le sue vesti erano lacere,le sue energie erano poche,più che una regina sembrava un stracciona.

- Signora Otsune...

Disse lui stupito per lo spettacolo aveva di fronte.

- Ero nelle mie stanze mentre questo attacco avveniva,vi stavo aspettando per parlarvi riguardo al nostro incontro di stasera,quando ho udito dei rumori,sono uscita dalla mia stanza e poi...è iniziato questo.

La voce della regina mostrava la confusione che ella mostrava,girava con lo sguardo alla ricerca di una spiegazione,ma non c'era,non per lei.

- Io mi sono difesa grazie ai miei poteri,ma i soldati e gli altri...Akira,cosa sta succedendo?

Chiese lei preoccupata.

- Ora non posso dirvi nulla,sappiate solo che dovete fidarvi di me,ora,per prima cosa rifugiatevi nelle vostre stranze e attendete il mio ritorno,Kano,scorta la regina ed assicurati stia bene,quando avrò bisogno di te tornerò da voi,tutto chiaro.

- Ma mio signore,è troppo pericoloso,l'ultimo piano potrebbe essere pieno zeppo di quei dannati assassini,per la vostra incolumità dovreste rimanere anche voi con la regina.

- Ti ringrazio per la preoccupazione,ma questo è il mio castello è come gran maestro del ramo giapponese dell'ordine ho il compito e il dovere di difendere una delle nostre basi più importanti,andrò da solo.

- Akira.

- Mi di...

Akira non fece in tempo a finire la frase che lei si era lanciata su di lui,baciandolo di scatto,lui sbarra gli occhi,colpo inaspettato in un momento inopportuno.

- Torna presto.

Disse lei con sguardo carico di preoccupazione.

E detto questo la regina si allontana verso la sua stanza,seguita subito dopo da Kano.

- Stia attento.

Disse Kano mentre si incamminava verso Otsune.

Akira guardò verso i prossimi gradini con l'intento di andare a verificare di persona la situazione nell'intera area che lui chiamava casa,doveva controllare di persona se il palazzo era ancora un luogo pericoloso,avrebbe controllato ogni piano,fino a raggiungere la cima,sua ultima destinazione nell'edificio,ma doveva correre,non c'era tempo da sprecare e così facendo cominciò a correre.

I piedi scattavano veloci ma anche la mente correva,quel bacio,non pianificato,non aspettato,possibile che le preoccupazione per Akira arrivasse a tal punto da poter provare qualcosa per il templare? Certamente lo aveva colto alla sprovvista,ma di certo non gli era dispiaciuto,infondo era una bella donna,una persona la cui compagnia era per lui appagante e piena di sorprese,ma che lui provasse qualcosa per lei? Nemmeno lui lo sapeva,anche se gradiva ben volentieri quel gesto privo di logica,almeno lui pensava così a quel bacio.

Le scale erano lunghe,i piani tanti,ma quella giornata non era ancora finita,molto c'era da fare e tante erano le cose che si sbarravano di fronte ai suoi piani,ma lui avrebbe tenuto il castello,ne andava dell'onore dei templari,n'è andava per la salvaguardia dei suoi sudditi,ma sopratutto,n'è andava dei suoi ideali.

La battaglia non era finita.

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Capitolo 32
*** La battaglia del cortile,parte seconda. ***


L'ultimo piano,una grossa terrazza composta unicamente da un pavimento e un corrimano che circondava l'intera area,entrambi in pietra lavorata da abilissimi scalpellini,la cui maestria aveva scolpito quell'area basandosi sull'arte cinese,eleganza e forma,fusi in un solo luogo.

Poco sopra un soffitto,che stava alla base dell'appuntito tetto del palazzo di Akira,sostenuto da quattro enormi colonne,anch'esse di pietra,ognuna con il compito di sostenere il pesante soffito sopra la testa di Akira,visto che lui stesso era arrivato li.

Le armi in mano,il sangue sulle vesti,la dedizione alla propria causa...il sapore delle labbra di una regina,tutte cose che facevano di Akira 'uomo che era,del resto cosa ci si poteva aspettare da lui? Le armi in mano rappresentavano il guerriero,il sangue sulle vesti rappresentavano il valore,la dedizione alla causa rappresentava il pensatore e il bacio dio Otsune rappresentava il politico,ma forse in questo caso era l'amante,visto che nemmeno lui si aspettava tale azione da una regina di tale nomea,quel bacio sapeva di ragazza innamorata,una cosa più simile ad una cotta che un amore vero e profondo.

Il terrazzo sembrava sgombro,niente sangue,nessun segno di lotta,niente era fuoriposto,Akira avanzò lentamente verso il centro del piano,con le armi pronte all'uso,si guardò attorno,nulla di sospetto,guardò dietro le colonne,niente di niente,diede una rapida occhiata sotto il tetto,ma anche li non c'era nessuno,forse durante gli scontri gli assassini era troppo impegnati a combattere ed eliminare più bersagli possibili che occupare il palazzo,la loro strategia era stata una cosa alla mordi e fuggi,ma i pochi che erano rimasti a palazzo avevano preferito gli assalti veloci alla ritirata,forse nell'attesa di uccidere qualcuno di importante,Akira compreso,ma non era chiaro se sapevano della sua intezione di liberare l'edificio oppure no.

Non vedendo pericoli imminenti Akira si spostò verso il margine ed osservare la situazione,qualche passo in più e si avvicinò alla ringhiera di pietra,guardò sotto e la situazione che apparve ai suoi occhi era peggio di quello che pensava,Oni armati Testubo giravano nervosamente per il campo distruggendo quello che trovavano,arcieri scagliavano freccie alla rinfusa e maghi non abituati a stare in prima linena lanciavano magie senza il minimo senso della strategia,i guerrieri che combattevano a terra sfidavano direttamente gli assassini a viso aperto dimenticando le formazioni e cercando lo scontro individuale,mentre yokai volanti assaltavano gli incappucciati a terra per poi finire circondati e uccisi,oppure morivano in aria colpiti dalla tempesta di freccie che gli arcieri di Akira cercavano di tirare il più precisamente possibile,ma era dura con tutto quel disordine,bisognava fare qualcosa è in fretta.

Ma per farlo c'era bisogno di kano,lui possedeva le bandiere per comunicare con le proprie truppe,doveva tornare indietro e informare Kano della situazione,Akira corse verso la porta,l'aprì e subito dopo si avvicinò al corrimano in legno pregiato.

- KANO,MI SENTI?

Urlò Akira verso la tromba delle scale,ma nulla,scese un paio di piani e po provò di nuovo.

- KANO,KANO...

a questo punto decise di andare verso la stanza riservata ad Otsune,passò ancora una volta per gli scalini,sporchi di sangue e deturpati dai segni degli scontri da poco avvenuti,scendeva rapidamente,mentre la sua preoccupazione cresceva sempre più,sapeva per certo che Kano era un veterano tutt'altro che infiacchito dagli anni,ma era comunque in probabile pericolo,già il fatto che non rispondesse ai suoi richiami era preoccupante.

Arrivato al piano desiderato,guardò il corridoio percorrendolo verso destra,superò tutte le porte e tutti i cadaveri che incontrava,non c'era di preoccuparsi per i morti,doveva fare in fretta,quelle bandiere erano di estrema importanza,trovare Kano sano e salvo n'è andava del corso della battaglia,le vite e i piani dell'ordine in quella parte del Giappone dipendevano dall'intervento del vecchio soldato.

- Kano,Otsune...dove siete?

Parlò normalmente nella speranza che lo avessero sentito,essendo nelle vicinanze della stanza,intravide la porta,si avvicinò e la aprì,con gran sollievo di Akira,Kano e Otsune erano la dentro,il samurai era in piedi con una mano sul manico della spada,pronta ad essere estratta al primo segno di pericolo,mentre la regina di Oi era per seduta sulle ginocchia e intonava una strana nenia,teneva gli occhi chiusi e le mani congiunte in segno di preghiera.

- Mio signore.

- La sitazione e questa,ai piani superiori non ho ricostrato la presenza di alcun assassino,quindi ora dovremmo andare all'ultimo piano e indicare alle nostre truppe la disposizione delle forze in battaglia,prendi le bandiere e il corno,stiamo attenti a non fare passi falsi.

Finito di parlare con il vecchio guerriero,il padrone di casa volse lo sguardo verso Otsune che stava continuando con quella sua monotona cantilena,lui la guardava affascinato mentre lei continuava a cantare,i versi che recitava,la tonalità gutturale e costante,lui aveva già sentito qualcosa di simile,nel lontano nord,terra ricca ancestrali magie e rituali dimenticati,parole di popoli umani e yokai ormai dimenticati da molti di cui Otsune era certamente un esponte,portavoce di un Giappone primitivo e ancestrale.

- Otsune,mia cara,mi spiace interrompere i tuoi rituali ma dobbiamo spostarci,n'è va della vostra sicurezza.

Disse Akira mentre si inginocchiava di fronte a lei e gli porgeva la mano,in segno di cortesia per aiutarla a rialzarsi.

Quando lei riaprì gli occhi,smise di cantare,un sguardo freddo,un volto dall'espressione vuota,questa era l'aspetto della regina.

- Dobbiamo proprio? Agli spiriti non piace essere disturbati durante la preghiera,così manchi a loro di rispetto.

Disse lei con un tono così neutro che un cimitero sembrava un posto più allegro,tale era la vitalità di quella voce,nessuna preoccupazione,nessuna ansia,solo un distaccato senso di estranietà accompagna quella conversazione da parte di lei.

- Lo so ed e per questo che devo insistere a spostarci altrove,finchè rimarrete qui,non sarete al sicuro e dubito che i vostri onorevoli spiriti vogliano rischiare di perdere una così rispettabile sacerdotessa,ve ne prego,alzatevi.

Lei lo guardò ancora in quel modo estraneo,senza provare nulla,senza sentire la ben che minima emozione passargli per il cuore,il benchè minimo pensiero passargli per la testa,la lasciva regina aveva ceduto il posto ad un altra donna.

- Sei un uomo saggio,che parla bene ma le cui azioni sono ignote persino a coloro che seguo e venero,accetto di seguirti,uomo dall'occhio d'argento.

Lei si alzò con un grazia che aveva del sacro,sembrava posseduta,ma nonostante questo sebrava perfettamente accondiscente alla richiesta di Akira,da parte sua il padrone di casa la aiutò a rialzarsi,ma nonostante ciò aveva qualche problema ad accettare che lei fosse in quello stato,non per chissà quale motivo personale,visto che lui stesso tendeva a non farsi problemi ad accettare tutte le diversità che c'erano al mondo,ma per un motivo logistico,ora che Otsune sembrava un altra persona non sarebbe era chiaro se lei si sarebbe dimostrata un problema o un impiccio di qualche tipo.

- Signore dobbiamo andare.

Disse Kano mentre prendeva tutto il necessario.

- D'accordo,non c'è più tempo,andiamo.

E detto questo Akira oltrepassò la porta senguito subito dal samurai e dalla regina,si mossero velocemente verso le scale,tutto sembrava tranquillo,quando ad un certo punto delle urla si sentirono provenire dai piani più bassi del palazzo,subito dopo,suoni di passi frettolosi venire dai dalla scala sottostante.

- SIGNORE.

Una guardia,un soldato di Akira,ferito e con qualche graffio sul volto,la lancia in mano tenuta con stanca determinazione.

- Parla,cos'è successo?

Chiesa Akira in tono grave.

- Gli assassini stanno sfondando le nostre difese,il palazzo rischia di essere preso.

- Dannazione...dobbiamo rifugiarci all'ultimo piano,accompagna la regina Otsune fino all'ultimo piano,massima allerta,mi raccomando.

- E voi?

- Io raggiungerò la tua squadra e la difenderò al meglio delle mie possibilità,farò da scudo per i miei uomini.

- Ma signore...

- Niente ma,esegui gli ordini soldato.

Il soldato preso alla sprovvista dal tono autoritario di Akira oltrepassò la figura del templare e raggiunse Kano e Otsune.

- Mio signore Akira,c'è bisogno di voi per il piano.

Akira girò lo sguardo verso l'anziano veterano.

- Kano,tu sei il mio portavoce,la mia volontà,ho bisogno che tu vada a informare le nostre truppe di muoversi in formazione,se l'unico che lo puo fare,questo castello crede in te,ora vai.

Il vecchio soldato rimase stupito di fronte a quelle parole,era la prima volta che parlava direttamente con il suo signore,di solito era Murai che faceva da tramite agli ordini di Akira e il generale Murai era qualcuno che tutti i soldati,dalle reclute ai veterani,dai fanti ai medici di campo,rispettavano,ma sentire quelle parole direttamente dal suo signore,lo riempiva d'orgoglio,era quello il signore che serviva? Akira era così? Quello che per molto tempo era stato quasi uno sconosciuto per l'esercito,ora,agli occhi di quel veterano sembrava un eroe,un uomo che sembrava aver piena fiducia in quello che faceva,la cui forza non era solo nel corpo,ma anche nella mente e nell'animo,un uomo che valeva la pena servire.

- Lo farò signore,le auguro buona fortuna,mi segua Onorevole Otsune.

Kano e Otsune si allontanarono verso i piani superiori mentre Akira restò fermo ancora un pò,ma prima di vederli scomparire,lo yokai mostrò un sorriso diretto verso la regina,lei se ne accorse e ricambiò.

- PREGHERO AFFINCHE GLI SPIRITI TI PROTEGGANO.

Disse lei quasi a squarciagola,mentre la sua figura spariva in quella lunghissima scalinata che divideva lei da lui,la regina che prima aveva baciato quell'uomo e subito dopo era diventata serissima.

- Vi ringrazio.

Disse Akira a bassa voce mentre i suoi occhi guardavano verso la tromba delle scale.

La situazione sembrava complicarsi,come se non fosse già difficile prima.

La squadra d'assalto stava arretrando sempre più in alto,salendo gli scalini,uno alla volta,mentre a stento tentavano di resistere ai colpi degli incappucciati,che riuscivano sempre più a penetrare dentro il cuore del castello.

Akira non poteva permettere che ciò accaddesse,doveva intervenire e sapeva bene come fare,doveva soltanto aspettare il momento giusto,ancora qualche passo indietro,ancora uno e poi via.

Nel vedere che le sue guardie avevano indietreggiato abbastanza lo yokai preparò la propria mossa,con entrambe le armi in mano guardò un ultima volta sotto di lui e nell'esatto momento in cui gli assassini gli erano sotto,indietreggiò di una decina di passi e poi,scattò.

Una rapida corsa verso il corrimano del corridoio e poi saltò,lanciandosi nel vuoto,diretto verso gli assalitori e prima ancora che assassini si accorsero della cosa uno di loro,posto proprio al centro del gruppo di cappucci bianchi venne colpito da qualcosa,i compagni di quest'ultimo fecero giusto a vedere cos'era l'oggetto caduto dall'alto,un wakizashi.

Poi,un assalto violento,un individuo muscoloso,uno yokai sporco di sangue apparve dall'alto,portando scompiglio agli assassini con il suo pesante precipitare in mezzo a loro,un assassino sotto i piedi,i suoi compagni sbigottiti,la guardia di di Akira impressionata,possibile che un tale intervento sia avvenuto in modo tanto improvvisato? Si,ma fu quello che accadde dopo,che sorprese tutti quanti.

Akira,con spada alla mano,non esitò a colpire con elegante violenza omicida verso gli assassini,gli assalitori erano stati assaltati,neanche il tempo di rispondere che il templare stava già colpendo con fendenti rapidi e precisi, la precisione dei movimenti,la velocità dei colpi,i pochi che riuscirono a difendersi ritardarono di poco la loro morte,Akira stava uccidendo assassini di basso rango,se fossero stati di qualche grado più alto la situazione sarebbe stata peggiore,ma in quel caso se l'era cavata piuttosto bene.

Poco alla volta tutti gli assassini che aveva attorno morirono per mano sua,gole tagliate,squarci nei toraci,ormai non sapeva nemmeno come li aveva uccisi,aveva agito e nella ferocia della battaglia sapeva dove colpire,come colpire,quale mossa fare e quale azione evitare,la cosa fu istintiva,reazione veloce in un momento di caos,aveva smesso di pensare,non c'era tempo di pensare,l'esperienza e la bravura divenivano parte integrante di un combattente esperto,lui n'è era un esempio.

- Signor Akira...

- Non c'è tempo da perdere,all'ultimo piano,presto.

E fu così che il padrone di casa si lanciò in una corsa folle verso l'ultimo piano del palazzo,la dove la sua strategia avrebbe salvato il castello,la dove le sue capacità da attento stratega sarebbero state messe alla prova.

Un scalino,due scalini,tre scalini,una alla volta vennero ripercorsi per l'ennesima volta,la stessa corsa di prima,con il doppio della fatica precedente,ma stavolta con il doppio dell'entusiasmo in corpo,l'intera squadra d'assalto lo stava seguendo e sta volta lo avrebbero accompagnato alla prova finale prima della battaglia,ora tutto dipendeva da Akira,Kano e dai messaggi che avrebbero mandato più in basso,li dove uomini e donne stavano morendo come mosche,un bagno di sangue in cui tutti i presenti erano coincolti,nessuno escluso,quasi tutti combattevano,i soldati combattevano,gli assassini combattevano,gli invitati alla festa...oh gran parte di loro,visto che alcuni erano troppo codardi o impossibilitati a combattere,chi troppo anziano e per nulla bravo a combattere,e le donne,tranne la madre di Sesshomaru e poche altre,loro si che avevano carattere da vendere,o perlomeno lo mostravano a chi tentava di ucciderle.

Akira finalmente arrivò all'ultimo piano,li,di fronte a Kano,di fronte a Otsune, di fronte ai suoi uomini e ai suoi alleati avrebbe dimostrato a chiunque fosse li che il castello era inespugnabile,nessuno lo avrebbe occupato all'infuori di lui,nessuno all'infuori,di chi segretamente serviva la croce scarlatta avrebbe dominato quel castello,quelle terre,quegli abitanti alla quale erano tanto fedeli a lui.

Il terrazzo di pietra era pronto per essere difeso,il corpo di guardie dietro,a sorvegliare l'ingresso, Otsune che ricominciò a pregare e infine loro due,il templare e il veterano,pronti alla prossima fase della difesa del castello.

- Tutto pronto Kano?

Chiese lui con tono secco mentre osservava il cortile ormai rosso.

- Si,bandiere e corno pronti all'utilizzo.

- Procediamo.

Akira si tolse il kimono ormai imbratatto di sangue,quella sensazione vischiosa e visceralmente fradicia gli dava fastidio e non gli permetteva di concentrarsi appieno,mostrando i muscoli,scolpiti e compatti,lasciati al gelo dell'inverno e al vento della montagna.

Si appoggiò al corrimano di pietra e vide,con sguardo attento la posizione e la situazione delle proprie truppe,la situazione era esattamente come quella precedente, fu così che cominciarono una serie di ordini,fiati di trombe e bandiere sventolate nei modi più diversi.

- Comunica alla nostra fanteria armata di lance di posizionarsi di fronte al nostro palazzo e di formare una linea il più lunga possibile,che vada da un lato all'altro del cortile.

Kano prese una bandiera gialla rappresentante le truppe ordinarie armate di lancia e cominciò a sventolarla con una mano sola e con l'altra mano teneva il corno da battaglia,che fece suonare due volte con una pausa nel mezzo,a quel punto si videro un massiccio numero di soldati,spostarsi all'unisono che aiutati dagli arcieri riuscirono a passare quasi indenni parte del campo e formando un muro di lance molto ampio e compatto,la prima parte della formazione era fatta.

- I nostri samurai vanno subito dietro i lanceri,quando il muro di lance si scontrerà di nuovo con gli assassini,sarà compito degli spadaccini intervenire nel cuore della battaglia.

Un altra bandiera,questa volta rossa rappresentante i samurai armati di spada dell'esercito di Akira e che venne fatta roteare sopra la testa, e come per i lanceri anche gli spadaccini furono supportati dai tiratori sulle mura ed anche stavolta furono in molti a disporsi dietro la prima fila,anche se inferiori di numero alle truppe con lancia,visto che i soldati armati di yari costituavano una fanteria più economica e più numerosa di chi invece portava un armatura da samurai e combatteva con una katana di qualità superiore,costi economici permettevano di costruire vasti eserciti,anche se il rapporto tra qualità e quantità non sempre era vantaggioso per chi doveva condurre le truppe e chi organizzava l'esercito in tutti i suoi aspetti,ma in quell'occasione le truppe di Akira erano più che perfette,l'unico problema era l'oganizazzione,ma questo sarebbe stato un problema che avrebbe risolto presto.

La tromba squillò un altrà volta,diverso fu il modo di comporre i suoni proveniente dallo strumento musicale,un soffio,una pausa,una serie di soffi veloci e poi un lungo soffio,ecco come si era conclusa la seconda manovra di spostamento per le truppe.

Ora Akira era pronto per l'ultima fase del piano,avvertire gli ospiti delle sue intenzioni,sapeva farlo,unico problema,ci sarebbe riuscito? Si,anche se la cosa avesse potuto costargli la vita.

Il suo sguardo si spostò per l'ennesima volta,questa volta era diretto verso gli invitati,nonostante il caos della battaglia,la furia degli scontri e l'immenso delirio che si stava svolgendo più in basso,li vide tutti,nessuno escluso,tutti i presenti erano nel suo raggio visivo,per quanto piccoli potessero essere da lassù,lui li vide tutti,come fece? Il suo occhio sinistro.

E sarebbe stato quello la chiave dell'ultima fase dello schieramento,ma lo yokai si sarebbe dovuto preparare,sapeva a cosa andava incontro,sapeva cosa sarebbe successo,avrebbe fatto male,lo avrebbe fatto soffrire,ma era pronto,su questo non c'erano dubbi.

La Mascella serrata,lo sguardo concentrato,l'espressione dura.

- Kano,Otsune.

Sentendo i loro nomi i due diretti interessati si rivolsero verso il templare mentre quest'ultimo osservava il il bagno di sangue sotto di loro.

- Qualunque cosa accada,non fermatemi in alcun modo.

Disse lui svelto con le parole,quasi non volesse sentire obiezioni.

Cominciò ad osservare l'intero campo di battaglia,ma questa volta riguardava l'intero cortile,tutti gli individui,amici e nemici,difensori e aggrssori,i suoi occhi non perdevano nessun andamento della battaglia,poi arrivò il peggio.

Il suo corpo si irrigidiva,i suoi muscoli divennero come pietra,le vene su tutto il corpo pulsavano come impazzite mentre il suo cuore pompava ad una tale velocità che rischiava di esplodere e non era un modo di dire,stava letteralmente rischiando di aprirsi violentemente all'interno della cassa toracica e la respirazione ridotta al minimo.

Digrignava i denti in una smorfia feroce è mentre il suo corpo era in preda all'isteria più completa la sua mente era persino peggio,impulsi elettro magnetici schizzavano in un tutto il sistema nervoso mentre i neuroni si caricavano di elettricità tanto quanto una scarica di fulmini,tuoni e saette in mezzo ad una tempesta.

- Akira.

Disse Otsune mentre quest'ultima era ancora nella posa di preghiera e senza alcuna emozione apparente,lei rimaneva li,seduta,eppure qualcosa era cambiato,mentre richiamava a se gli spiriti da lei citati,sentì una presenza,o per meglio dire una forza,non sapeva come descriverla,veniva da Akira ma non aveva aura,nessuna magia e nessuna energia yokai sentiva provenire dal templare,di sicuro era potente,qualunque cosa fosse era diverso,unico...sconosciuto,continuò a fissare la figura del padrone di casa e ciò che vide in lui fu una visione differente dell'uomo che già conosceva...e che mai aveva sentito urlare in vita sua,non come sulle scale quando strillava il suo nome,ma un suono selvaggio,un grido animalesco e liberatorio,in quel momento chiunque avesse sentito Akira n'è avrebbe avuto paura.

Lui era li,era carico,era pronto,chiuse gli occhi per un solo istante e poì li riaprì,facendo esplodere tutta l'energia che scorreva in lui in quel momento e fu li che le cose cominciarono a diventare veramente strane.

Un grande bagliore lucente si manifestò si manifestò,durò solo una manciata di secondi,ma fu in quel momento che l'occhio grigio mostrò la sua potenza,peccato che Otsune e Kano e il corpo di samurai dietro di loro non potevano saperlo,loro potevano vedere l'effetto visivo di quel singolare bulbo oculare,ma erano gli effetti veri e propri che facevano più impressione e questo Akira lo sapeva meglio di ogni altro.

E mentre il suo corpo compì quella manifestazione pubblica di spettacolarità,la sua mente e la sua percezione di se stesso erano da tutt'altra parte,era tutto bianco,ma non un bianco accecante,inteso,ma non gli dava fastidio,poco alla volta le cose attorno a lui cambiarono,sentiva che qualcosa cambiava,ed infatti era cambiato tutto quanto.

Attorno a lui cominciarono a comparire dei granelli di sabbia,moltissimi granelli di sabbia,soffiati da chissà quale vento impercettibile,ma forse era solo un illusione,un illusione molte utile ai suoi scopi.

Poco alla volta,i granelli si riunivano in moltissime manciate di sabbia,tutte molto grandi e ognuna con una sua quantita specifica di quella strana polvere,per poi inalzarsi sempre più,fino a raggiungere altezze a misura d'uomo,in alcuni casi persino più alte.

Dopo ciò le diverse figure cominciarono ad assumere tratti e sfumature talmente particolari da sembrare inquietanti nella loro perfezione,ogni mucchio di sabbia aveva preso la forma di un invitato che lo stesso Akira aveva visto di persona e casualmente vicino a lui si formò al figura di Seiya,la madre di Sesshomaru in tutta la sua perfezione,vestiti e tonalità dei diversi colori,dagli abiti alla colorazione degli occhi,dei capelli e delle diverse tonalità del suo corpo erano comprese nell'immagine,esattamente come la ricordava lui.

Si avvicinò a lei,avvicinando la sua bocca all'orecchio della signora madre.

- Richiami le truppe e le disponga dietro le mie truppe nel seguente ordine...

Akira diede i dettagli alla copia di Seiya al fine di poter almagamare tutte le unità schirabili in una singola armata,piccola,ma ben strutturata,stava dando suggerimenti e disposizioni sullo schieramento delle diverse unità che la signora Taisho si era portata dietro,dalle più piccole alle più grandi,dalle truppe d'ordinanza del suo castello a gli oni,grossi e goffi,ma in grado di causare ingenti danni a chi si prendeva una delle loro mazzate.

Parole semplici e ben concise,ma sempre dette con quel tono educato che Akira ormai adoperava sempre,con chiunque e in ogni luogo,che fossero parole veramente gentili oppure ordini pronuncianti in modo più cortese questo lo sapeva solo lui,fatto sta che continuò a parlare fino a che non ebbe finito di aver detto tutte le disposizioni che lui desiderava.

- La ringrazio per la sua attenzione,ci vediamo più tardi,a presto.

E con lei aveva finito,ora toccava a tutti gli altri ospiti rimasti ancora in vita,sapendo ciò,si distaccò dall'orecchio della copia di Seiya e diresse lo sguardo verso tutti gli altri,la cosa si faceva snervante.

- Accidenti,devo ancora parlare a tutte questa gente,beh,cerchiamo di velocizzare la situazione.

Ed ecco che all'improvviso dal suo corpo uscirono due figure,due esseri perfettamente uguali al templare,in tutto e per tutto,dalle vesti alla fisionomia,dalla camminata al modo di fare,due copie perfette di Akira.

- Giusto in tempo,per un attimo ho avuto paura di dover fare tutto da solo,sapete già cosa fare,andate.

Detto questo le due copie si allontanarono,avvicinandosi alle prime copie di due invitati e prima ancora di parlare come se fossero Akira in persona si divisero in altre due copie che a loro volta si divisero in quattro,che a loro volta si divesero in otto e così via,fino a raggiungere il numero esatto di invitati rimasti e ognuno di loro si avvicinò ad uno degli ospiti,dando voce e trasmettendo la volontà di Akira,come se fosse lui stesso a parlare.

Vedendo ciò Akira si incamminò nella direzione opposta e scomparve in un altro varco di luce.

Quel luogo si stava dissolvendo assieme a tutto ciò che gli riguardava,tornava al mondo reale,quello vero e autentico,il suo corpo,tornava a sentirlo in ogni sua sensanzione,in ogni sua sensibilità,in ogni suo dolore,ed era proprio il dolore la cosa più forte,la cosa che gli ricordava la consistenza della realtà.

Tornò indietro e rivide la luce della luna,il campo sotto di lui,il suo corpo sottoposto allo strazio ferale,mentre lui cacciava fuori dalla gola quell'urlo animale,parte selvaggia di se,angolo remoto del proprio io,per quanta razionalità potesse usare in ogni singola azione,in ogni singolo momento della giornata,ci sarabbe stata sempre una parte di lui che lo avrebbe ricollegato alla sua natura da dayokai,infondo anche lui era di carne,anche lui era parte di quel mondo che voleva cambiare.

La sua voce si fece sempre più fioca,la sua furia diminuiva,il suo occhio sinistro smetteva di brillare ed infine,si sentì cadere,crollare sotto il peso del dolore e della fatica,sentiva di non farcerla,di non poter continuare,il suo corpo gli diceva di fermarsi.

Ma la sua volontà no.

Fece in tempo a posizionare un piede contro il pavimento e far leva sul ginocchio,si bloccò sul posto come a voler mostrare a se stesso e a tutti i presenti che Akira non era il tipo da cadere,non importa quale sarebbe stato lo sforzo subito,lui non sarebbe mai caduto,avrebbe sofferto,avrebbe provato dolore,ma non si sarebbe mai arreso,non quando poteva ancora farcela,non quando c'era ancora bisogno di lui.

Appoggiò anche l'altro piede,si fece forza sulle ginocchia e con grandissimo sforzo tirò in avanti con la schiena tornando così in posizione eretta,respirava a fatica,il suo corpo era provato,ma lui era ancora li,in piedi,che respirava a fatica,affannato e stanco per l'ultima azione compiuta,n'è mancava ancora una da fare,poi si sarebbe potuto accasciare a terra quanto voleva,mancava poco ormai,doveva fare ancora un ultimo sforzo,un ultimo atto di forza interiore.

- Mio Signore...

- Akira...

le due figure a lui più care in quel momento stavano guardando Akira con sguardo incredulo,cos'era quella cosa che aveva fatto? Loro non sapevano trovare una risposta a tutto ciò,ma quello che era chiaro,era il dolore che si percepiva nel templare,una sensazione così brutta da non volerla augurare a nessuno,Otsune si alzò frettolosamente e si lanciò nella direzione di Akira portando sul volto la preoccupazione che aveva per lui,sapeva per certo che doveva pregare ancora,ma sentiva in cuor suo che loro l'avrebbero perdonata,infondo era una grande sacerdotessa,molto devota al suo culto,infondo potevano chiudere un occhio per una volta,no?

Lei era li,le sue braccia cingevano il massiccio corpo del templare in un abbraccio colmo di emozione e ansia per la salute di lui,sentiva i suoi muscoli tesi,sentiva la pressione che il corpo dello yokai stava per crollare su se stesso,come poteva quell'uomo andare avanti? In quello stato? No,non così.

- Akira,fermati,non so cosa tu abbia fatto,ma di certo non ti ha fatto bene,fermati qui,adesso,la tua battaglia e finita,lascia che siano i tuoi uomini a combattere per te.

Intervenne Kano.

- L'onorevole Otsune ha ragione,il generale Murai tornerà presto,abbiate fiducia.

Akira spostò il suo sguardo sul samurai,i suoi occhi mostravano i segni della stanchezza che lui provava in quel momento.

- Mi spiace smentirti,ma non credo che tornerà tanto presto,se gli assassini hanno attaccato il castello e probabile che abbiano pensato di coprirsi le spalle,l'attacco ai villaggi nella zona avrà di certo attirato la sua attenzione,se conosco abbastanza bene il generale,in questo momento ci starà supportando,divendo i suoi uomini in diverse squadre e mantenendo una posizione di difesa in ogni villaggio nella zona,no Kano,dobbiamo intervenire al più presto e scacciare gli intrusi da queste mura,dobbiamo fargli ricordare cosa vuol dire mettere sotto assedio questo castello,lascia qui le bandiere e porta il corno in battaglia,un soldato che sa far tenere il ritmo alle truppe ci sarà molto utile.

Intervenne Otsune.

Akira,ti supplico...non andare.

Lei lo guardò dritto negli occhi,con sguardo umido,pronte a versare lacrime,l'emozione era forte in lei,non c'erano spiriti,non c'era nessun culto,non c'era niente che attirasse la sua attenzione se non il templare dolorante,i loro volti erano vicini,molto vicini,ancora un attimo e un altro bacio sarebbe stato rubato a lui,uomo forte e sicuro delle sue azioni.

Ma così non fu.

Akira prese le mani di lei,le appoggiò delicatamente sui suoi polsi e si libero dalla sua presa,guardandola ancora una volta in quelle iridi,che tanto dolci gli sembravano.

- Devo mia cara,io vado perchè è giusto,vado perchè c'è bisogno di me...ma tu,resta qui e non uscire per nessuna ragione da queste mura,aspettami qui e quando tornerò,dovremo parlare di alcune cose,adesso vado.

Akira diede un ultima occhiata verso il cortile e vide ciò chedesiderava,tutti coloro che dovevano cambiare posizione andarono al loro posto,tutti si stavano disponendo nel modo in cui Akira voleva,ogni pezzo stava andando al suo posto,persino gli yokai e le altre creature volanti si stavano spostando dalla linea di tiro degli arcieri,tutto come Akira aveva dispsosto.

- Kano andiamo.

Disse Akira mentre si stava allontanando da lei,da quell'unica persona che in quel momento gli dava un pò di pace,un piccolo benessere in una vastita di caos.

Il vecchio samurai seguì il suo signore per l'ennesima volta,quello che sarebbe successo a breve sarebbe stata la conclusione della battaglia,da una parte o dall'altra sarebbe conclusa.

Akira si allontanava sempre di più verso la porta che lo avrebbe riportato al suo cortile,il suo cortile ormai diventato rosso sangue.

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Capitolo 33
*** Nota a tutti voi che mi seguite ***


Ehi gente,natale e ormai vicino e dubito che finirò il prossimo capitolo in tempi previsti,( ma questo succede sempre,quindi non cambia nulla XD).

Scherzi apparte,vorrei ringraziare tutti coloro che seguono questa fic,in particolare Bankotsu 90,anche se a dir la verità non mi aspettavo che questa storia fosse letta da così tanta gente,no seriamente,non mi aspettavo che la leggesse così tanat gente.

Quindi,per questo,vi dico...grazie,grazie di cuore,grazie tante e continuate a leggere,ancora ancora e ancora e recensite,voglio sentire le opinioni di tutti,a gran voce ditemi quello che pensate di questa storia,esprimetevi le vostre emozioni su quello che leggete,su quello che vi fa provare,su quello che vorreste elogiare e su quello che vorreste criticare,quindi,commentate,perchè questa storia non andrebbe avanti senza di voi,che leggete e vi intrattenete,quindi per l'ennesima volta...grazie.

Un saluto dal vostro Dioni,buon natale e buona lettura,a voi e tutta la comunità di EFP,grazie per l'attenzione e buone feste,ciao =).

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Capitolo 34
*** Segreti innominabili ***


Akira era li,poco oltre le porte del suo palazzo,tutto attorno a lui era come desiderava che fosse,tutti gli yokai armati di lancia di fronte a tutti gli altri,gli spadaccini,formati da molte meno unità si era ritrovate indietro ai lancieri,al centro dello schieramento rischiesto da Akira,le unità più pesanti ai lati,formati da tutte quelle creature che possedevano armi degne della loro enorme mole come Tetsubo e altre grosse armi contundenti,di solito tenute con una mano sola,come banali clave.

Per gli arcieri e i maghi le disposioni erano state abbastanza particolari,mentre i magi rimanevano nella parte dello schieramento meno esposto,che sarebbero le fila posteriori,gli arcieri venivano si messe anche loro dietro alle unità di lancieri e spadaccini,ma da tutt'altra parte rispetto alle altre truppe,erano stati fatti spostare sulle mura e coprivano il versante dietro i maghi e alle mura ai lati delle truppe pesanti,circondando così tre quarti delle mura,potendo così offrire alle nuove forze organizzate un maggior supporto a distanza e un eccellente copertura in vista della vera battaglia vhr da li a poco si sarebbe tenuta.

Ed infine rimanevano le truppe volanti,il loro impiego in campo sarebbe avvenuto a breve,ma non subito,Akira aveva in serbo per loro un compito assai più complicato delle solite tattiche che riguardavano il lanciarsi in picchiata e poi vedere cosa succede,lui li avrebbe usati in modo più sottile.

Tutto era pronto,bastava semplicemente dare il via all'ultimo scontro,infatti,per quanto sembrava strano,la riorganizazzione delle truppe era stata così precisa e inaspettata,che tutti gli assassini presenti sul campo,si erano allontanati verso il versante più lontano del cortile e si erano riorganizzati anche loro,ma essendo vestiti alla leggera e non protetti da armature di alcun tipo restavano tutte loro delle unità di combattenti leggerissimi in confronto alle guardie e ai soldati ben armati e corazzati a dovere,il templare aveva visto le loro tattiche di assalto e combattimento,guerrieri come gli assassini di solito erano assaltatori provetti,abili in imboscate fulminie e attacchi veloci,ma la maggiorparte di loro non erano soldati,proprie come le guardie più semplici di quel castello erano forniti di un equipaggiamento quasi scarno o almeno così sembravano quelli che c'erano li in casa sua.

Akira sapeva però che nemmeno gli assassini erano così sprovveduti,in passato vi erano state delle battaglie segrete,all'ombra della storia che si leggeva sui libri,raccontate nelle cronanche degli sorici oppure cantate da intrattenitori viaggiatori nelle locande,no quella che c'era li poteva essere vinta,ma le vere battaglie erano state combattute in maniera tanto spettacolare,quanto segreta e non sempre i conflitti si combattevano in campo aperto,potevano essere scontri isolati,rappresaglie,guerriglie organizzate,operazioni segrete,spionaggio,missioni di omicidio e tutto ciò che di solito non si va a scrivere negli annali pubblici,no,quelle erano cose che pochi dovevano sapere,sia da parte di una fazione che di un altra,entrambi le parti erano piene di vittorie e sconfitte,successi e fallimenti,obbiettivi compiuti e sogni infranti.

era certo,la vittoria era a portata di mano,bastava solo che tutti loro facessero la loro parte,proprio tutti,anche i nobili,quelli che non combattevano si rintanassero in qualche angolo del castello,tremanti di paura,ma c'erano anche coloro che decisero di restare,coloro che decisero di guidare le proprie truppe,personalmente,questi pochi erano per lo più generali e signori della guerra,ma in mezzo a loro c'era un eccezione,una donna,di alto rango e decisamente arrabbiata.

- Akira.

- Seiya.

Disse lui,mentre la signora madre dei Taisho si avvicinava a lui con fare indagatorio.

- Successo qualcosa mia cara?

Chiese lui perfettamente calmo.

- Akira avete per caso mio figlio? E da un pò che non lo vedo.

- Non saprei,abbiamo discusso per un ora buona e poi l'ho perso di vista,infatti mi chiedo anch'io dove sia andato.

- Strano,eppure non'è da lui non essere presente ad un battaglia,sono un pò preoccupata.

- Mi chiedevo la stessa cosa,anch'io sono in pensiero per vostro figlio.

Continuavano a fissarsi con occhi inespressivi,quasi a voler nascondere ogni tipo di emozione e ogni forma di tensione,sembravano due attori,che sopra un palco recitavano una scena,loro due gli attori protagnoisti del discorso,intorno a loro un pubblico inconsapevole di una scenetta improvvisata sul momento.

- Ora devo chiedervi di scusarmi,devo andare a scacciare degli ospiti indesiderati.

E nel momento in cui lui decise di allontanarsi un ultima frase giunse alle sue orecchie,pronunciata con tono sottile

- Dopo questo scontro,verrò da voi...mi aspetto delle risposte.

- Ma certo.

Disse lui secco,per poi allontanarsi verso la prima fila,completamente da solo,Kano stava ritardando la sua presenza per via dei controlli da fare,una rapida occhiata alle formazioni rischieste,al numero dei soldati e delle armi che portavano,persino il tipo di yokai che c'erano e le loro armature erano cose che lui stesso doveva osservare e poi riferire ad Akira.

- Signore.

Era Kano,che era appena arrivato dietro la figura del maestro templare,ma quest'ultimo non sembrava nemmeno degnarlo di uno sguardo,attento com'era ad osservare l'atro schieramento.

- Quante forze a dispozione abbiamo in tutto?

- Dando una rapida occhiata alle nostre guarnigioni,ho contato almeno trecento lancieri in meno e quaranta spadaccini mentre gli arcieri non sono stati attaccati per nulla,essendo gli assassini privi di unità di tiro,o almeno quelli che stanno assediando il castello.

- Forze alleate a nostre disposizione?

- Ho contato almeno settecentocinquanta lancieri in meno,trecento spadaccini,circa quattrocento arcieri alleati persi nel caos della battaglia,molto probabilmente uccisi in confronto diretto,almeno dieci unità pesanti,una decina di maghi e non so bene quanti nobili caduti,mi spiace non essere stato più preciso coi dettagli,il mio calcolo attuale e puramente approsimativo.

- Va tutto bene Kano,non puoi pretendere di sapere a memoria tutto quello che vedi,ma bando alle ciancie,sarai al mio fianco?

- Sempre con lei signore.

Akira girò lo sguardo verso il veccho soldato,lo guardò e gli mostrò un piccolo sorriso,poi tornò con gli occhi di fronte a lui,sempre preoccupato per la presenza di tutti gli altri assassini rimasti ancora in vita,ancora pronti a lottare,ma anche loro provati dalle lotte e dagli scontri con le guardie di Akira e con quelle degli ospiti,ormai bastava poco per scacciare la loro presenza dalla casa del templare,bastava solo che tutto andasse sencondo i suoi piani,poi ci sarebbe stata pace,almeno per un pò.

Lo yokai giunse nella prima fila,dove risideva la lunga fila di yari che avrebbe riaperto gli scontri con gli incappucciati,si guardò attorno e nei soldati vide le tante cose che li accomunavano,le lance puntate in avanti,i corpi tesi e gli sguardi,che preoccupati,si prolungavano avanti,verso il nemico da colpire,da uccidere,eppure quelle guardie erano andate ad una festa sperando in una serata tranquilla,com'era possibile che una cosa del genere fosse accaduta?

Akira era li, insieme a loro,percepiva la loro paura,percepiva la tensione,i corpi morti dei compagni caduti,anche questo lo sentiva,poteva capire cosa passava per la testa di quelle persone,eppure,nonostante ciò,non mostrò alcun segno di cedimento,no,no si diceva lui,lui doveva essere d'esempio,lui era la figura da seguire,l'uomo alla quale avrebbero dovuto guardare con ammirazzione e orgoglio,lui sarebbe stato tra i primi a macchiarsi di sangue,a sporcarsi le mani come un qualunque fante di linea,ma l'avrebbe fatto con l'onore di comandare l'intera forza in campo,aveva fatto in modo che fosse così.

- Al mio segnale,ordina a tutte le truppe di terra di avanzare e mentre noi guadagnamo terreno,gli arcieri in alto scoccheranno tutti insieme ad intervalli che andranno dai dieci a venti secondi massimo mentre i maghi dietro supporteranno i nostri soldati,seguendoci e curando i soldati già feriti oppure potenziando le loro capacità,ma che non eseguino nessuna magia d'offesa di nessun tipo,non intendo in alcun modo vedere nessuno di noi di prendere dani per colpa di alleati,tutto chiaro?

- Tutto chiaro signore,ma per le truppe volanti,quali sono gli ordini?

- Non'è ancora il tempo di adoperarle,finchè restano nascoste in cielo va bene,poi,quando il momento sarà più favorevole,interverranno al momento opportuno,preparati,stiamo per avanzare.

Diede un ultima occhiata ai soldati vicino a lui,alcuni di loro facevano parte dell'esercito del castello,li aveva già visti,avvolte durante i loro giri di ronda,altre volte mentre si riposavano nei locali adibiti a mensa,nei vari villaggi attorno al castello,oppure durante le esercitazioni,le parate e i consigli di guerra,ricordava i loro volti,con la maggiorparte di loro non ci aveva neanche parlato,colpa di Murai e delle sue severe imposizioni,severe ma giuste,ma con pochi di loro era riuscito a tirar fuori qualche parola,addirittura anche delle conversazioni,erano uomini con mogli e figli,persone esemplari con la quale avere a che fare,triste ironia sapere di condurre a quasi morte certa quei pochi che conosceva.

E riguardo agli altri soldati? Quelli che avevano seguito i loro signori a quella festa? lui non li conoscieva,li aveva visti in faccia,aveva visto le vesti che indossavano,le armi che impugnavano,le espressioni e i comportamenti di chi quella sera,avrebbe combattuto per la seconda volta.

Alcuni erano preoccupati,altri spaventati,altri ancora strafottenti,c'è n'erano di grossi e di piccoli,di alti e bassi,stretti o larghi,c'erano molti tipi di yokai a quella festa e la maggiorparte di essi avrebbe combattuto,non si conoscievano,ma erano li,certamente Akira aveva messo il suo zampino,ma in quella sera,non c'erano più casate e famiglie,c'erano solo loro,li,uniti sotto  una sola volontà,quella del maestro templare.

Seppur nata da una menzogna,quell'illusione di unione,mostrava qualcosa di bello.

Ma bastò una sola parola,per rompere quella quiete momentanea.

- AVANZARE.

La voce di Akira riecheggiò per tutta l'armata,che aiutata dalle montagne circostanti aveva fatto eco per gran parte del castello e subito dopo il suono improvviso del corno seguì a capofitto il ruggito del padrone.

Un muro di vivente armato di lance,la prima fila,si stagliava in tutta la sua linearità,un unica fila perfetta,seguita da tutti coloro che avrebbero dato man forte alla prima linea e scambiandosi di posto quando il tutto sarebbe tornata ad essere una grande marmaglia violenta,ma questa volta,la tattica di ingaggio sarebbe stata diversa.

I lanceri camminavano l'uno di fianco all'altro con precisione impressionante,nessuno n'è superava un altro in quanto velocità e numero di passi,passo dopo passo,metro dopo metro l'avanzata procedeva come da programma.

- ARCIERI.

Un altro suono di tromba,Poi,intervennero loro,le freccie.

Gli arcieri,fatti tutti posizionare sulle mura era stata fatta mettere li,un punto di vista migliore,un raggio d'azione più ampio e la totale sicurezza che gli assassini non li avrebbero mai raggiunti,con questi vantaggi dalla loro parte e la sicurezza nel cuore,incoccarono le freccie,tesero gli archi ed infine,scoccarono.

Tirarono tutti insieme facendo volare le freccie le lunghe freccie degli yumi,legno e metallo che fendevano l'aria,avanzando verso un unica destinazione,i capucci bianchi,gli assassini erano diventati un tiro al bersaglio gratuiti,non avevano protezione dagli arcieri,non avevano protezione dalle loro schiere di punte,che con forza si conficcavano nei corpi dei fratelli di lama.

I bersagli erano molti e molti erano i punti che quella tempesta appuntita prendeva,chi veniva preso alle gambe non poteva più camminare e crollava a terra oppure rimaneva in piedi,ma molta era la fatica per poterlo fare,chi veniva preso alle braccia era quasi impossibilitato a combattere, non furono pochi tra di loro ad essere stati presi al braccio buono e lasciavano cadere le armi,divenute pesanti per un braccio ferito,ma anche in questo caso,alcuni di loro,reggievano con fierezza le loro armi,non le avrebero mai lasciate cadere,mai e poi mai.

Ma ovviamente in molto furono presi in testa o colpiti negli organi vitali,c'è chi moriva subito sul colpo e crollava al suolo silenziosamente,oppure veniva colpito in punti letali ma aveva la sfortuna di rimanere ancora in vita solo per potersi contorcere nel dolore,un fine orribile attendeva coloro annaspavano in cerca dell'aria dopo essere stati presi al petto,e che dire invece di quelli presi alla gola o ai lati del collo,che sputavano sangue,riusciendo a vedere a malapena di che colore era il cielo,la morte era arrivata dal cielo,ma era da terra che la beffa stava arrivando.

- PREPARARSI ALLA LOTTA.

Akira urlò ancora una volta e ancora una volta il corno risuonò,ma questa volta il suo suono fu pìù lungo e violento,un suono sordo e senza grazia,era il momento della lotta,presto Akira avrebbe svelato la sua mossa,ma non era quello il momento,non ancora per lo meno.

Le yari venivano tenute rigide,mentre i soldati camminavano a passo di marcia,ed ogni loro passo scandiva il passaggio del tempo,dieci passi,un scarica di freccie,altri dieci passi,un altra scarica,poi un altra ancora e poi la volta successiva,ma gli assassini erano ancora li,pronti a dar battaglia,certo,ora molti di meno,ma non si arresero,ne chiesero pietà,retti solo dalla forza d'animo e dalla speranza di poter vincere quella battaglia.

Ma era un utopia ben lontana dalla realtà,Akira glielo avrebbe ricordato,ma per ora,avrebbero dovuto combattere e lui sapeva che se quelli che affrontava ora erano veri seguaci del credo degli assassini,allora avrebbero venduto cara la pelle,molti di loro sarebbero morti,ma in compenso per ognuno di loro che moriva se ne sarebbero portati via il triplo,per ogni fratello e ogni sorella di lama n'è avrebbero uccisi tre volte tanti.

Lo scontro era ormai imminente,l'ennesimo ordine e un altro bagno di sangue sarebbe iniziato,la morte aleggiava nell'aria,la violenza era radicata nella loro natura,le montagne erano fredde,la notte buia,nessuna fiamma avrebbe scaldato coloro che combattevano,non c'è ne sarebbe stato bisogno,la furia della battaglia li avrebbe tenuti caldi,chi sarebbe sopravvisuto avrebbe patito il gelo dell'inverno,per tutti gli altri invece non se ne sarebero più preoccupati,perchè infondo da morti,non sono molte le cose di cui ci si preoccupa.

- CARICA.

Il maestro templare diede un nuovo ordine e questa volta non ci fu bisogno del corno affinchè l'ordine si facesse sentire,i lancieri sopprimevano il suono dello strumento con la loro voce furiosa.

Strinsero le mani ancora più forte sui manici di legno,ispirarono a pieni polmoni e poi,scattarono,piedi lesti e corsa frenetica,ecco qual'era lo spettacolo che la prima fila mostrava al resto dell'esercito.

Ma nemmeno gli assassini furono di meno,la prima fila,pur essendo armata con quel poco che aveva e chiaramente in svantaggio tattico,decise comunque di di avanzare come gli assediati,gambe in spalla e scatto pronto,anche dall'altra parte un ondata di cappucci bianchi stava per scatenarsi sulla selva di yari che si mostrava di fronte a loro,lo scontro era ormai prossimo al caos più frenetico.

Ma Akira,seppur più avanti di tutti e alla guida della baraonda che aveva alle spalle,sapeva bene che buttarsi per primo di fronte a tutti quegli assassini non sarebbe stata una mossa intelligente,srà stato anche forte,sarà stato anche resistente,avrebbe potuto essere l'uomo col corpo più resistente di tutti gli esseri che da li a poco avrebbe dato il suo gran da fare per vincere lo scontro,ma tuttavia sapeva a cosa stava andando incontro e lanciarsi a capofitto nella mischia,come un barbaro sanguinario,senza protezioni e con solo una katana a difenderlo e per di più da solo,non era una cosa da fare senza pensarci almeno due volte,infondo c'erano le lance a fermare l'avanzata assassina,appena si sarebbero fermati avrebbe dato anche lui la sua dose di violenza sui corpi degli avversari,ma l'avrebbe fatto con giudizio e coscienza e non i muscoli e la sola forza bruta.

Akira rallentò di poco la propria corsa e si mise poco più avanti della prima fila,infondo era lui che doveva dare l'esempio per tutti gli altri,ma di certo non l'avrebbe fatto senza una buona copertura,per questo aveva rallentato la sua corsa,almeno avrebbe avuto qualcuno che gli guardava le spalle.

Lo scontro era ormai prossimo,i due schieramenti stavano per sbattere l'uno contro l'altro,la prima schermaglia del secondo atto della battaglia del cortile era iniziata.

Gli assassini stavano per lanciarsi contro le truppe templari e i loro alleati provvisori,le gambe correvano all'impazzata,i polmoni prendevano e buttavano aria ad ogni passo e ogni logica di azione era stata buttata alle ortiche,ormai il tempo delle strategie era finito,ho si prendeva il castello o sarebbero stati sconfitti.

Gli uomini erano pronti,le lance erano pronte,Akira era pronto,un ultimo momento per pensare,un ultimo momento per accorgersi che molti degli uomini che aveva affianco sarebbero morti,che molti dietro di lui sarebbero morti,forse lo stesso Kano sarebbe morto,un ultimo istante per rammentare e riflettere,ma troppo poco era il tempo e troppo c'era da fare per sopravvivere,un ultimo momento ancora e poi...

- MURO.

L'ennesimo urlo,ma con un nuovo ordine e del tutto improvviso.

Akira si fermò immediatamente mentre l'intera linea di lancieri si posizionò poco più avanti di lui e poi,da un capo all'altro dello schieramento,da sinistra a destra,si fermarono tutti puntando le lance in avanti e tenendo i piedi fermi al suolo,come se dagli assassini si aspettasserò qualcosa ed infatti,il templare diede l'ordine giusto.

Gli assassini della prima linea d'assalto,decisero di lanciarsi a capofitto contro i lancieri in corsa,raccolsero le energie e poi saltarono,brandendo l'arma in mano,che fosse una katana o un altra arma da taglio,nel tentativo di oltrepassare le lance e colpire direttamente gli avversari,ma Akira si era guardato bene dalla probabile esecuzione di una mossa tanto improvvisa.

Ed infatti,la sua idea ebbe successo,un sanguinolento successo,gli sfortunati assassini della prima linea,vennere distrutti dalla loro stessa idea,si erano lanciati con forza e ardore nel tentativo di aprire un varco al centro dello schieramento templare,invece,si ritrovarono li, in aria,accorgendosi solo all'tultimo che che le punte delle aste accuminate erano ormai sotto di loro,pochi attimi dopo,la tragedia,le lance li stavano aspettando e per quasto non dovettero attendere oltre.

Caddero,cadderro tutti,trafitti dalle lunghe armi in prima fila,infilzati,squartati,trapassati,bucati e passati da parte a parte,cuore,fegato,stomaco,gli intestini,ognuno era stato preso nelle parti più svariate parti del tronco,urlavano,strillavano,spiravano sul colpo,ognuno di loro era morto o lo sarebbe stato a breve,il sangue bagnava il terreno per l'ennesima volta,un altro bagno color vermiglio si stava facendo li,dove le yari avevano incontrato la carne,dove il metallo perforava le speranze degli assassini che speravano di assestare un duro colpo ad Akira e i suoi uomini,invece era accaduto il contrario.

- SPADE,A ME.

Akira,che si era riparato dietro al muro di lance,ora impugnava fiero la katana,la sollevò in alto,carico di un energia che lo faceva sentire forte e sicuro di se,si guardò indietro,poi in avanti e corse,verso il centro della formazione assassina,nel vederlo,tutti i samurai presenti,compreso Kano seguirono Akira senza alcuna esitazione.

La forza con la quale scattò in avanti e l'energia messa nella corsa era così forte che ispirò tutte le truppe armata di spada a seguirlo,come un dio che chiede ai suoi fedeli di combattere nel suo nome,ma forse sarebbe stato emglio dire che era un pastore che conduceva il suo gregge verso pascoli più verdi,una formazione nata grazie alle capacità di un occhio,ma la figura che in quel momento si erano fatti di lui era di uomo con una volontà così grande da buttarsi nel sangue e nel dolore della lotta,non sarebbe stato esagerato dire che lo avrebbero seguito fino alla morte...e lo avrebbero fatto con gioia.

- MIO SIGNORE.

Kano gli fu subito dietro ancora una volta,estratta la spada si tuffò anche lui in quel tripudio di violenza,gli arcieri avevano smesso di scagliare freccie,i lancieri tenevano i lati,era giunto il momento della fanteria pesante a tenere le redini dello scontro.

Il templare fu il primo a colpire le stupefatte forze della seconda e terza linea,fu lui la punta di diamante a penetrare il centro,ormai facilmente divisibile e soggiogabile,un fendente dritto,un fendente di rovescio,altri fendenti,altri colpi mortali,altri colpi che amputavano,tagliavano,dividevano,aprivano e tranciavano i corpi di chi veniva coinvolto e la sicurezza di chi osservava,mai furia fu tanto precisa,veloce ed efficacie entro le mura di quel castello,un euforia di sangue e grasso,interiora e carne,tutto che finiva per terra,tutto che restava sulla lama.

Nemmeno il corpo di Akira rimase pulito,zuppo fin da subito dei primi schizzi di sangue,petto scultorio color della linfa vitale,volto angelico dipinto di vita,che scorreva a più non posso e sempre di più penentrava all'interno,dividendo corpi e reggimenti,il sangue sulla fronte ormai copriva la croce,ma la sua presenza restava immutata,la sua forza era con Akira e lui era con il suo castello.

La formazione degli spadaccini era penetrata in massa formando un triangolo,come la punta di una freccia che fa un buco in un bersaglio,creando un solco ed entrando all'interno senza alcun ribrezzo per quello che stava succedendo,come anche per Kano.

Ma Akira? Cosa pensava? Il suo volto era l'immagine di un condottiero spietato e magnifico,freddo,ma non apatico,bellissimo e irraggiungibile,ma la sua mente...era tutta un altra storia.

Ogni assassino che colpiva era un cadavere a terra,un avversario mutilato,un uomo o un donna gravemente feriti,quel giorno non aveva intenzione di sbagliare alcun colpo,ma ognuno di loro era prima di tutto una persona,non tutti yokai a quanto pare,molti degli aggressori erano umani e anche hanyou,compresi quelli che lo avevano assaltato dentro il suo palazzo.

Sotto alcuni cappucci era riuscito a scorgiere dei volti,alcuni erano ragazzi,altri ancora erano uomini un pò più maturi,altre ancora erano donne,quanti di loro sarebbero morti quel giorno,sperando di vincere una battaglia che si sarebbe chiusa in una sconfitta totale,molti di loro erano giovanissimi,giovani uomini mandati al macello e Akira era il macellaio più abile,di sicuro era il più intelligente,le manovre e le tattiche di quel momento n'è erano una chiara dimostrazione.

Giovani vite andavano perdute,lui lo sapeva,lui n'è era consapevole,ma la cosa lo avrebbe fermato? Lo avrebbe intenerito? Non provava piacere nel distruggere i suoi avversari,ma lo faceva,era suo dovere,era suo compito,era ciò per la quale aveva dedicato la vita.

Akira e il resto degli spadaccini penetravano sempre più a fondo tra le fila dei capucci bianchi,lastricando il loro percorso delle carcasse dei caduti,a quel punto lo yokai eterocromatico decise di cambiare di nuovo la sua strategia d'attacco,ora sarebbero stati i lati alleati a sfogare tutta la loro violenza sui fratelli di lama.

- LIBERATI GLI ONI E TUTTE LE ALTRE UNITA PESANTI,VIA.

Un altra fiatata di corno e ai lati dello esercito improvvisato,i lancieri,impegnati sui lati a contenere gli attacchi degli assassini aprirono di punto in bianco la loro formazione lineare aprendo la strada alle vere truppe di sfondamento,Gli oni,i giganteschi e selvaggi orchi,armi di tetsubo o altre armi contundenti,che per la loro stazza i manici di legno di alcune armi sembravano degli autentici tronchi,la loro presenza non era facilmente trascurabile.

E mentre loro aspettavano il loro turno per gettarsi nella mischia,i maghi nelle retrovie li rafforzavano e facevano aumentare in loro rabbia e furia,aumentando così la loro sete di sangue e la loro follia omicida,cosa pericolosa da fare visto che già per loro natura non si poteva dire che fossero tra le creature più saggie e calme che umani e yokai conosciessero,ma tra quest'ultimi era in voga da secoli prendere i più intelligenti tra loro e usarli come guardie oppure come assaltatori e devastatori,saggio era colui che li sapeva sfruttare a proprio vantaggio.

Lasciati aperti i fianchi,Gli oni,posti nelle retrovie,cominciarono a correre come forsennati che impugnando saldamente le loro rudimentali armi avanzarono selvaggiamente contro lo schieramento avversario,gli assassini posti sui lati contrapposti della propria armata sgranarono gli occhi nel vedere quello che stava per succedere.

Una manciata di secondi,giusto un attimo ed ecco che i primi giganteschi orchi,cominciarono a mietere vittime,più che mietere schiacciavano,senza alcun distinzione tra un assassino e l'altro.

Frantumavano,spaccavano,spezzavano,schiacciavano e spappolavano tutto quello che attaccavano,gli assassini di fronte ad una cosa del genere non sapevano più come reagire,neanche il tempo di cordinarsi che tra una botta e l'altra,tra una mazzata di qui e una martellata di la i fratelli di lama morivano con una facilità disarmante,carne e ossa schiacciate e pestate da quelli che sembravano degli enormi batticarne primitivi,non era raro vedere un assassino che veniva pesato anche coi piedi,tanto distratti com'erano da quella marmaglia da rendere in poltiglia.

Tra lance che infilazavano,spade che tagliavano e mazze che schiacciavano era ormai solo una questione di tempo che l'enorme numero di assassini invasori si riducesse a qualche individuo sopravvissuto,era solo questione di tempo,tempo tiranno,tempo oppressore,passavano i secondi,ma nessuno ci badava,passavano i minuti,ma a nessuno importava,solo Akira si rendeva conto della cosa,l'importante e che tutto andasse secondo il piano,ogni dettaglio doveva entrare al momento opportuno,nulla andava lasciato al caso.

Gli assassini ormai era sul punto di cedere,alla paura,al fallimento,alla mancata riuscita della loro missione,ancora poco,pazienza,questo ci voleva,infatti...panzientare diede i suoi frutti.

Gli assassini ormai in preda alla sconfitta e al naturale timore della morte fecero l'unica cosa che restava da fare per salvarsi la pelle,scappare.

Dopo tutti i morti,il sangue e le atrocità di quella notte tutti gli assassini si lasciarono dominare dal più puro e naturale degli istinti,sopravvivere,i primi che iniziarono a scappare erano quelli nelle retrovie che,vedendo la situazione degenerare decisero di scappare,i compagni stavano cominciando a morire uno dopo l'altro,cadevano a terra appena colpiti poichè ogni colpo risultava mortale,nessuna protezione,nessuna difesa,solo le loro armi potevano parare i colpi,ma di quest'ultimi c'enerano troppi da parare.

I primi assassini cominciarono a scappare,subito dopo furono seguiti da quelli nelle due file successive,per poi vedere l'intera armata dei cappucci bianchi cercare di scappare dalla proprietà del templare,Akira stava ancora uccidendo mentre quello spettacolo si stava svolgendo di fronte ai suoi occhi.

C'è l'aveva fatta,era riuscito a scacciare gli assassini dal suo castello,li vedeva allontanarsi,li vedeva correre,scappare,per salvare ciò che rimaneva di quelle forze enormemente superiori a loro di numero ora decimate dall'intervento di Akira e delle sue tattiche,sapeva bene che solo l'impegno,la resistenza e la pazienza avrebbero dati i loro frutti,Nel vederli scappare,lui e tutti gli altri combattenti decisero di non inseguire gli avversari,troppo fatica nel respingere l'assalto,ora spettava il momento del riposo,la notte apparteneva a loro,la vittoria era sua,della croce vermiglia,che ancora una volta mostrava di che pasta era fatta,le trame dei cavalieri del tempio non sarebbero morte li,non in quella notte,non sotto il comando di Akira,che forte delle sue idee e dei suoi ideali aveva resistito fino all'ultimo,pur di regalare un altra fetta di gloria alla sua fazione.

I soldati esultarono mentre il nemico scappava provando vergogna per la sconfitta appena subita,chi era ancora pieno di energie alzava l'arma in mano verso il cielo esultando e pronunciando solo una parola.

Akira.

Gli yokai più evoluti elogiavano il templare con il massimo del vigore,mentre quelli con i comportamenti più selvaggi urlavano e schiamazzavano con versi primordiali e senza alcun ritegno per non essere definiti animali.

Lui era li,che lo guardavano,che lo elogiavano,lo idolatravano,era il comandante delle truppe unificate in una sola armata,era il dio della guerra che gli altri vedevano in lui,il condottiero da seguire,l'eroe della serata...ma attorno lui c'era uan cosa che altri in quel moemnto non notavano.

Ma lui si,li poteva vedere,i morti,il sangue e il grasso che si mescolavano a terra,frammenti di corpi e pezzi di carne che presto sarebbero potuti diventare il pasto di chissà quale animale spazzino,come corvi e altri animali dalla natura ladresca e approfittatrice,presto avrebbe ordinato di pulire quello scempio,gli altri esultavano,lui no,gli altri lo omaggiavano,ma lui non si sentiva degno,era un uomo di cultura,non amava la violenza,preferiva i libri alle carneficine,i testi alle mattanze brutali come quella.

Ma lui decise di rimanere,di accogliere i gesti di ammirazione che avevano per lui,di accettare le loro voci,che lo invocavano,che lo chiamavano in tripudio di euforia collettiva,la notte era rossa di sangue,ma solo a lui importava,solo lui si era accorto delle perdite,i morti sarebbe stati pianti più tardi,semplicemente nessuno all'infuori di lui se n'era accorto.

- Signore.

Era Kano ad aver rotto,con la sua voce,l'illusione che Akira aveva creato attorno a lui.

- Signore,gli assassini ora sono in fuga,non dovremmo inseguirli ed evitare che possano riferire riguardo la conclusione della battaglia? C'è anche il rischio che possano riferire sulle nostre condizioni e su quelle del castello.

Akira girò lo sguardo incontrando gli occhi del veterano,gli fece un leggero sorriso e gli disse con voce perfettamente calma.

- Kano, ricordi quando mi hai chiesto quando avremmo adoperato le truppe volanti? Bene,credo sia giunto il momento di far uso della loro travolgente entrata aerea.

- Subito.

Kano riprese il corno,per quella sera sarebbe stata l'ultima,un altro soffio,codificato con un altro ritmo,differente da tutti gli altri,poco dopo,un nuovo suono si fece sentire tra le montagne,in lontananza sembrava quello di stormo di uccelli,ma via via si faceva sempre più forte,sempre più grande,finchè poi al suono si aggiunsero le ombre che coprivano al luce della luna,Akira alzò lo sguardo e finalmente vide il loro intervento,gli yokai volanti erano arrivati,chiamati dopo la battaglia per un unico scopo,distruggere ciò che rimaneva delle forze nemiche in fuga.

Passarono sopra il castello con velocità disarmante,Akira non aveva bisogno di pensare cosa sarebbe accaduto dopo,la vittoria era loro,gli esseri alati avrebbero semplicemente finito ciò che era iniziato.


Castello di Akira,presente.

- Poi,cosa accadde?

Chiese Otsune curiosa di sapere cosa successe,lo aveva ascoltato tutto quel tempo,scoprendo dettagli che in quel giorno nemmeno lei era veuta a sapere.

- Nulla,Quella sera vincemmo la battaglia,contammo i morti,le perdite subite,poi il generale Murai tornò al castello,parlammo delle solite cose,sui rapporti della battaglia e dei ditorni del castello,per il resto non c'è molto da dire a riguardo.

- Si questo lo so già,ma io mi chiedevo,poi,ci hai parlato con Seiya? Insomma,riguardo a suo figlio,cosa vi siete detti?

Akira la guardò con aria tranquilla,quasi pensierosa,distolse lo sguardo dal suo,si appogiò al muro e guardò il soffitto quasi volesse perdersi nei suoi pensieri.

- Vuoi davvero sapere cosa ci siamo detti? Prima di dirtelo c'è una domanda che devo farti.

- Quale?

- Sei disposta ad accettare ciò che c'è in quel libro?

- Cosa?

- Sei disposta ad accettare ciò che c'è in quel libro? Perchè prima di leggere la prima pagina,c'è una cosa che devo dirti,che riguarda me e la precedente moglie del generale cane.

Akira continuò a guardare in alto,mentre rivelava un ultimo segreto riguardante quella notte,poichè all'interno di quelle mura,ancora una vicenda doveva giungere al termine.


Due giorni fa,poco dopo la conclusione della battaglia.


Akira era tornato li,all'ultimo piano del suo palazzo,era giunto di nuovo,per la terza volta,appogianto alla ringhiera di pietra,esattamente nello stesso punto in cui si era strappato via il kimono,guardava dall'alto il suo cortile,i cadaveri degli alleati e dei nemici erano sparsi a terra ed erano così tanti che da quell'altezza sembravano tessere di un orrendo mosaico.

Ma lu sapeva bene che un altro massacro era accaduto proprio li,uno di cui tutti tranne lui si erano diemnticati,la sua collezione personale di ritrovamenti,antiche terracotte e altri oggetti di molte ere fa erano ormai polvere o spezzati,pochissimi probabilmente erano resti che si erano salvati da quell'assalto inaspettato,ma certamente ipotizzato,molto tempo era stato speso nel prendersi cura personalmente di quegli oggetti di epoche ormai lontane,molti di quelli li aveva puliti lui stesso,lui stesso aveva participato alle spedizioni che lui stesso organizzava,era sempre il primo a partire e l'ultimo a tornare e se c'era una statua,una costruzione o una qualsiasi cosa che sembrava pericolosa o che potesse avere una struttura pericolante era il primo a intervenire,se qualcuno si faceva male o si sentisse poco bene,per via della fatica dovuta ai lavori o per la poca aria all'interno della montagna era il primo a prendere provvedimenti e fare in modo che lo sfortunato individuo potesse rimettersi sempre al più presto.

Tanta fatica,ridotta a un cumulo di polvere,così muore la storia,calpestata dalla violenza di antichi nemici la cui aggressività e stata repressa nel sangue.

Ma c'era altro alla quale pensare,un altro problema si faceva spazio tra le tutte le altre preoccupazioni che quella giornata gli aveva dato,quel problema aveva le fattezze di una madre fuoriosa il cui lignaggio era molto alto.

- Signor Akira.

La sua voce,leggera,sottile,ma carica di una rabbia repressa,lui si guardò indietro senza staccarsi dalla costruzione che divideva lui dal vuoto sottostante.

- Signora Taisho,vedo con gioia che sta bene,nonostante il sangue che avete addosso posso constatare con questo mio sguardo stanco,che state bene,me ne rallegro.

- Non fingete con me Akira,sapete per quale motivo sono qui,dov'è? Mio figlio,dov'è? Cosa gli avete fatto?

- Suvvia calma,quante domande,ma infondo siete una madre,comprendo la vostra preoccupazione,io è il signor Sesshomaru abbiamo avuto un conflitto e devo dire che il vostro ragazzo e cresciuto proprio bene,coraggioso,tenace,un pò aggressivo,non'è molto bravo a reggere la tensione,dicevano che era un tipo freddo,invece assomiglia più a suo padre,un tipo che prende subito fuoco,comunque,l'ultima volta che l'ho visto,era contuso,dolorante,sofferente e in agonia,in effetti forse ho esagerato con la mano pesante.

- Voi,razza di...

Disse lei a denti stretti.

- Ma stia tranquilla,prima che riuscissi a convertilo alla mia causa,un assassino e intervenuto e lo ha aiutato a scappare,ahh...che sfortuna,non si preoccupi,e un giovane forte e sicuro di se,sono più che certo che i suoi nuovi amici col cappuccio lo abbiano già portato via.

- Avevamo un accordo,avevi promesso che non gli avresti fatto del male.

- Non c'era garanzia che il signor Sesshomaru non mi avrebbe attaccato per primo,la situazione e degenerata,come può ben vedere dal massacro di poco fa.

- Il loro intervento era una vostra responsabilità e comunque...posso solo immaginare il motivo dell'attacco.

- Erano qui per lui e per uccidere tutti i nostri alleati,compresa voi,normale amministrazione di una guerra segretà iniziata agli albori delle prime civiltà.

- Forse,ma io credo che ci sia un altro motivo, un motivo che voi tenete ben custodito da qualche parte,mi chiedo, se non vi abbia attaccato per il motivo che penso.

A sentire quelle parole Akira si girò completamente verso la signora madre,che davanti a lei si mostrava in tutta la sua calma e staticità emozionale,non sembrava preoccupato,anzi,per lui era come se quella discussione fosse un argomento come un altro,lei si era accorta di quella sua apatia,la cosa gli dava decisamente fastidio.

- Signora Taisho,lei crede davvero che abbia parlato con suo figlio di quelle cose? Suvvia,libro interessante quello che tengo,ma,lettura inappropiata per il diretto interessato,no,salvo forse un piccolo accenno alla questione,forse ho voluto lasciargli un indizio velato riguardo all'argomento.

- Come avete potuto? Vi rendete conto della gravità della cosa? Se mai dovesse venire a conoscienza di quelle cose,come pensate che reagirà?

- E questa la domanda interessante,come reagirà mi dite? Si arrabbierà?O forse cercarà di rifiutare la verità e nel fare ciò cadrà nel baratro della follia più totale,stiamo a vedere.

- Non può fare questo.

- Troppo tardi,da quando è al mondo vostro figlio e diventato un soggetto di interesse sia per i templari che gli assassini,ma io e lei sappiamo bene i veri segreti che si celano nel corpo,nella mente e nelle origini del signor Sesshomaru,sappiamo entrambi quali sono le cose che lui non dovrà mai venire a sapere,ma chissà,forse un giorno scoprirà la verità e quando quel giorno arriverà,le auguro di prepararsi al meglio,poichè mi chiedo se si possa amare una madre che ha mentito così tanto al proprio figlio,anche se a fin di bene,io sono pronto a pagare le conseguenze e lei?

Seiya se ne restava li,immobile e impotente,di fronte a quell'uomo che la guardava quasi con indifferenza,come se stesse parlando con uno dei tanti nobili pomposi e viziati che lui stesso schifava fino alla nausea,esseri la cui esistenza per lui poteva essere anche ignorata,individui privi della ben che minima attenzione,se fosse per lui sarebbero già stati uccisi,fatti sparire e sostituiti per motivi che solo un idealista come lui comprendeva appieno.

- Temo che la nostra conversazione finisca qui,e nonostante gli ultimi drammatici eventi,le auguro buona notte.

Disse lui perfettamente calmo mentre chinava la testa in avanti in segno di buona educazione,lei se n'è andò con sguardo iracondo e pieno di rabbia,allontanandosi velocemente quasi volesse allontanarsi dalla presenza di quell'uomo subdolo e pieno di segreti,un uomo che con la sua sola presenza poteva piegare anche una donna determinata come lei,sempre se sapeva prendere il punto giusto e lui ci era riuscito benissimo.

E mentre lei si allontanava,lui tornò a guardare la scena presente nel cortile,i morti erano ancora li e nel constatare quanti fossero i morti,lui si chiese se n'è era valso la pena,così tante vite,sacrificate per proteggere un castello,un antica città in rovina e un segreto,la cui scoperta avrebbe stravolto completamente la vita della giovane promessa dei coniugi Taisho.


Castello di Akira,presente


N'è era valsa davvero la pena? Si,per lui quella era la risposta esatta,nessun prezzo era troppo alto per quello che stava nascondendo,nessun sacrificio era vano,tutto doveva procedere sulla via più giusta per quella scelta,l'anonimato non'era qualcosa da sottovalutare,certi argomenti era meglio che rimanessero nella più totale oscurità.

Otsune,che teneva ancora il libro in mano,guardava Akira con aria inquietata,aveva sentito la storia,aveva sentito ogni parola che Akira aveva pronunciato riguardo alla cosa,lo osservava,con occhi preoccuapti e un senso di nausea e vuoto allo stomaco la presero alla sprovvista,nel constatare che ora quel libro,grosso e consunto,ora ai suoi occhi gli sembrava di tenere in mano macigno,il cui peso si rifletteva nell'animo di chi semplicemente lo teneva in mano.

- Ora che ti ho detto tutto,aprilo e leggi la prima pagina,poi vai alla seconda e trattieniti a fissare attentamente l'immagine che vedrai,se dopo averla vista non riuscirai ad andare alla terza pagina,io comprenderò,mi chiedo se però tu riuscirai a fare lo stesso con me,ma questa decisione spetta a te,ora apri.

Lo yokai guardava ancora il soffito mentre lei tornò a fissare la copertina,un senso di inquietudine si staav facendo vivo in lei,ma si fece coraggio e aprì con non poco forza d'animo ad aprire il libro,guardò la prima pagina,al cui centro c'era solo una piccola frase.

- Questo e la prova che certe cose,seppur fatte in nome di un bene superiore,non dovrebbero mai essere fatte,alcuni limiti,imposti dalla natura,non andrebbero mai superati.

Leggendo quella frase,la regina,sentì il braccio irrigidirsi immediatamente,fermo nell'atto di voltare pagina,ma poi intervenne la curiosità.

Ed infine,quasi non lo avesse mai fatto,spinta forse da chissà quale folle spirito...girò la pagina.

E ciò che vide,era incredibilemente mostruoso,un incocepibile follia artistica aveva riprodotto qualcosa di terrificante,qualcosa che nessun essere vivente avrebbe mai dovuto riprodurre.

Lei non riuscì a indentificare la cosa che stava occupando tutta una pagina,un disegno la cui distorta concettualizazzione era oltre ogni logica e razionalità.

All'inquietudine si fece spazio una sensazione l'orrore e presa da quest'ultima,fece scappare un urlo,un grido stridulo e agghiacciante,fece cadere il libro e senza accorgersene sentì qualcosa che le si stringeva attorno,un stretta forte,ma alcontempo dolce,era Akira che la stringeva contro il suo corpo perfetto,le avvicinò la bocca ad un orecchio e con voce soave le disse.

- Perdonami,ma adesso sai per quale motivo quel giorno ti ho tenuta al sicuro tra le mura del mio castello,per questo ho preferito che tu non sapessi,io comprendo ciò che provi,perdonami se ti ho fatto aprire quel libro,perdonami,se adesso mi odi.

E dopo averle detto queste parole,poco ala volta,lei si calmò,sentiva Akira su di lei,quasi coprirla,come una coperta può coprire dal freddo,l'avvolgeva con le sue grosse braccia,forti ma gentili,lei si sentì di nuovo bene,quell'immagine indescrivibile era stata di forte impatto,ma avere lui premuto contro di lei la faceva sentire l'essere più al sicuro del mondo intero.

lei si distaccò il volto dal perfetto petto del templare,lo fissò dritto negli occhi,in quei duo occhi l'uno simile all'altro,ma allo stesso tempo differenti,poi lo baciò,con intensa passione, venne subito ricambiata con un bacio tanto forte quanto il suo,smisero subito come a voler cercare l'aria.

- Akira,prendimi.

I due ripresero subito facendosi travolgere da quell'eros furioso che si alimentava delle emozione di lei e dalla carismatica avvenenza di lui,la regina del nord e il gran maestro dell'ordine templare,una coppia particolare la loro,ma poco importava,poichè ormai si spogliarono delle vesti,si gettarono a terra e fecero l'amore come giovani spasimanti.

ma quel libro rimase ancora a terra,aperto,con le pagine verso il basso e la copertina,che verso l'alto mostrava fiero la mezzulana viola,fortuna che il pavimento non fosse vivo,perchè se avvese potuto vedere anche lui,sarebbe crollato in men che non si dica,facendo sprofondare con se quel libro maledetto nel luogo dove forse meritava più di stare,nell'oscurità della montagna,seppellendolo,senza che potesse mai più vedere la luce del sole,forse,sarebbe stato meglio,forse,sarebbe stato meglio che non fosse mai esistito.

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Capitolo 35
*** Provando ad andare d'accordo. ***


In quello stesso istante, da qualche parte in Giappone.

Dopo essere usciti dai vicoli bui di un villaggio rurale,Sesshomaru ed Ezio si stavano diregendo verso la grande vallata li vicina,probabile nascondiglio del loro obbiettivo.

Si muovevano verso quel luogo a dorso di cavalli,che erano stati presi nella stalla di una stamberga situata a limite del villaggio,il cui proprietario era in contatto con i membri della confraternita,ovviamente fu Ezio a parlare all'oste,se fosse stato per Sesshomaru sarebbero andati a piedi,che se ne faceva lui di un ronzino?Lui era di gran lunga più veloce,avrebbe voluto usare il suo fedele Ah-Un,almeno lui volava ed era utile in caso di aggressione,era un ottimo compagno di viaggio,invece doveva accontentarsi di un equino,lui non era felice della cosa.

- Cavalli,ci servivano per forza?

Chiese lo yokai evidentemente scocciato dalla cosa,da parte dell'umano si sentì una fragorosa risata,Ezio invece se n'è stava benissimo sopra il suo cavallo,un magnifico destriero,alto,magro e ben allenato,probabilmente era un animale tipico della zona,la cui calma n'è faceva un animale docile e ben gestibile,considerata la zona che avevano attorno,una ampia foresta verde la cui unica parte priva di vegetazione era la strada che stavano percorrendo,rurale e lavorata alla buona,senza troppa attenzione per la viabilità del tracciato che avvolte si mostrava sconnesso.

- Dai Sesshomaru rilassati,non avevi detto che non era una brutta idea?

- Si,poi mi sono ricordato di essere salito in groppa a creature decisamente più veloci.

- E poi te lo avevo già detto,prendiamo due cavalli e con calma e discrezione ci dirigiamo al luogo indicato dal gattone a velocità sostenuta,fidati,abbiamo fatto una buona scelta,pensaci bene,due tizi incappucciati,che si muovono a piedi in una foresta disabitata? La cosa sarebbe sospetta,mentre con dei cavalli potremmo essere dei viaggiatori qualsiasi,per non parlare che con dei cavalli possiamo spostarci velocemente,pur mantenendo un basso profilo e senza che la gente si faccia troppe domande.

- Davvero?

- Davvero,fidati di me,infondo siamo compagni di squadra no?

Nel sentire quelle parole lo yokai si stupì non poco,compagni? Un umano e uno yokai? Ezio e Sesshomaru? Compagni? E da quando? Ma sopratutto,da quando un umano all'infuori di Rin poteva avere così tanta confidenza con lui?

Era da quando si erano rincontrati nel villagio di Kaede,nella casa della vecchia miko,che lui e quello straniero misterioso entrarono in confindenza l'uno con l'altro,per il fiorentino era stato semplice integrarsi con Inuyasha e il suo gruppo,ma che ci riuscisse anche con il fratello maggiore,non ci avrebbe creduto nessuno,nemmeno lo stesso Sesshomaru.

Per Sesshomaru invece le cose erano diverse,non sapeva nulla di lui,sapeva solo che si chiamava Ezio Auditore e veniva da Firenze,come se per lui queste cose gli fossero d'aiuto,certo come no,l'unica cosa certa e che da quando questo Ezio era arrivato la sua vita era diventata un avventura che ruotava intorno alla sua stessa esistenza,era entrato nella sua vita come se nulla fosse,con quell'aria da sbruffone di chi la sa lunga,di chi ne sapeva più di lui,lui,che era vissuto per secoli affrontando e interagendo con molti personaggi di gran lunga più longevi del fiorentino,mentre quest'ultimo era per lui un mistero,gli parlava con chissà quale confindenza mentre lo guardava con occhi di rapace,da sapiente predatore.

Lui era un fiero inuyokai,sicuro delle sue origini e del suo sangue da essere secolare,lui,un forte cane delle terre occidentali cominciava a sentirsi un cucciolo,in quella che ormai era diventata una trama oscura e senza logica apparente,il compagno più fidato che aveva accanto in quel momento era un umano di mezz'età di cui non sapeva nulla,la cosa lo irritava molto.

- Ascolta Ezio,se pensi che parlare con te mi renderà più simpatico e socievole nei tuoi confronti,beh,allora stai sbagliando,come guerriero ti confesso che hai giusto un minimo del mio rispetto,per un umano e già tanto,ma se pensi che tu possa avere la mia simpatia,allora sappi che ti stai illudendo.

Disse il giovane yokai con il massimo della freddezza.

L'assassino dal canto suo non aveva battuto ciglio,era rimasto ad ascoltarlo completamente.

- Che c'è,ci sei rimasto male?

Disse Sesshomaru,curvando le labbra in un sorriso spavaldo accompagnato da uno sguardo divertito.

Ezio lo fissò ancora,i cavalli continuavano a galoppare,la strada era ancora lunga,ma lui non si preoccupava,infatti,poco dopo,da sotto quel cappuccio,una fragorosa risata uscì allegramente dalla bocca del fiorentino,Sesshomaru era confuso riguardo a quell'espressione inaspettata.

- Che cos...che hai da ridere?

Sesshomaru cercò di sembrare più serio di prima,ma la sua espressione spazientita sembrava divertire il fiorentino.

- Allora? Cosa c'è di così divertente?

- Tu,ecco cosa c'è di divertente.

- Io?Stammi a sentire...

- E cosa dovrei sentire? Tu parli,ma non comprendi,tu ascolti,ma non ti interessi,tu critichi,ma senza conoscenza,quindi,rispondi a una mia domanda,perchè di fronte al mondo vuoi apparire ingnorante,quando so per certo che sei ben più di quello mostri?

Lo aveva sentito bene,ma lo yokai non aveva capito un accidenti di quello che Ezio gli aveva detto,si era perso di nuovo in un altro di quei giochi di parole,la sue orecchie potevano udire molte delle cose attorno a lui,lo svolazzare di un uccellino in lontananza,una volpe che si nutriva dell'ennesima preda catturata,perfino il vento tra i rami degli alberi attorno a lui era udibile,ma il significato di quelle parole era un suono così impercettibile che nemmeno il suo udito da Inuyokai lo poteva aiutare.

Ezio girò il capo in direzione della strada,ormai la loro prima tappa doveva essere vicina,avevano percorso ormai una notevole distanza a cavallo,quasi mezza mattinata,tra una cosa e l'altra il tempo era volato come se nulla fosse,mezza mattinata insieme a quel ragazzo,testardo e determinato,ma anche impaziente e succube della propria arroganza,proprio come quell'Akira anche lui aveva visto qualcosa in quel ragazzo,non sapeva definirlo,era indescrivibile,ma era forte,intenso,come se sotto quella superbia ci fosse qualcosa di raro,qualcosa di più unico che raro,ma qualunque cosa fosse era ancora immaturo e troppo debole per poter essere espressa.

- Ignorante? Mi stai dicendo che non capisco niente? Mi stai forse dando dello stupido?

- Calma non ti agitare,certo che hai un caratteraccio tu...aspetta,fermo.

Ezio frenò il suo cavallo seguito subito dopo da Sesshomaru che fermò il suo,erano giunti di fronte ad un crocevia che si divincolava in due direzioni,una portava verso una strada larga e ben percorribile,che da li scendeva e andava a valle,mentre l'altra era un pò più stretta e si apriva la via verso una boscaglia più fitta e molto densa,Ezio guardò in entrambe le direzioni indeciso su dove andare.

- Da quello che ci aveva detto l'oste bisogna girare qui a sinistra,verso valle e fare il giro lungo,però,c'è qualcosa che non quadra.

- Di che parli Ezio?

Chiese Sesshomaru con una nota di incertezza.

- Sesshomaru,tu hai detto di essere uno yokai giusto?

- Si e con questo?

- Io non n'è so molto sulla tua razza,ma potresti usare i tuoi sensi?

- Sospetti di quello che ha detto quell'umano alla locanda?

- No,ma guarda attentamente la strada a destra.

- La strada a destra?

Sesshomaru incuriositò seguì le indicazioni del fiorentino,guardò in basso e dall'alto del suo cavallo,vide qualcosa di enorme importanza,traccie,impronte di piedi lasciate nel terreno umido,ma all'infuori degli zoccoli non c'erano altre traccie sulla strada già percorsa,possibile che qualcuno avesse percorso l'intero tragitto al confine con la foresta per poi intraprendere il percorso più stretto e rude? Ma perchè avrebbe dovuto fare una cosa simile.

Guardò ancora meglio lo scorcio sulla destra e vide bene che le impronte di piedi avevano delle forme particolari,tutte le impronte di piedi presentavano una forma quadrata nel punto situato dove c'era il tallone,poteva esserci solo un motivo per la quale c'erano delle impronte del genere e che potessero centrare con Ezio e Sesshomaru,la forma delle impronte erano dovute a delle calzature particolari,forse degli stivaletti.

- Toran...Ora mi e tutto chiaro.

- Di cosa parli?

- Ti ricordi di quella ragazza che era stata accerchiata dalle truppe di Akira?Quella che abbiamo salvato nella foresta?

- Come fai a dire che sia lei?

- Yuki aveva detto che la donna che cerchiamo e una yokai,forse una traditrice,dalle impronte deduco che sia lei,mi ricordo che indossa sempre degli stivaletti.

- Non saprei,delle impronte nel fango non sono una prova sufficiente per accusare una persona,ache se...

- Cosa?

- Ti ricordi quando la pietra comparve nella tua mano? Beh,dopo il tuo svenimento ci preoccupammo di portarti via il più presto possibile,dopo diverse ore di fuga riuscimmo a uscire dai territori di Akira e ad arrivare fin qua usando una via sicura,ma dopo averti curato e messo al sicuro,la tua amica scomparve,non avevamo più traccia di lei e dopo si è presentata questa storia della spia,ora che ci penso potrebbe esserci lei dietro tutto questo,anche se mi chiedo perchè?

- Poco importa,sappiamo dove si trova.

- Sono d'accordo,ma facciamo attenzione durante il tragitto,andiamo,prenderemo la stessa strada che ha preso lei.

E così facendo,i due presero la strada più tortuosa e meno praticabile,addentrandosi sempre più nel fitto della foresta,era scontato ormai che la strada scelta poteva essere una delle meno sicure,la fitta vegetazione e la presenza di innumerevoli felci faceva si che la probabilità di un imboscata fossero alte,per non parlare della presenza di neve che tra un albero e l'altro se calpestata piano poteva attutire i passi dei probabili assalitori.

Ma il fatto che fosse ancora giorno e con il sole fosse bello luminoso giocava a loro favore,se non altro sarebbe stato più difficile essere colti alla sprovvista,la strada per la cascata era ancora lontana,quindi,entrambi spronarono i cavalli a fare del loro meglio e si lanciarono a capofitto verso la loro meta e facendo attenzione al primo segnale di pericolo,dal bivio alla cascata di occasione per un assalto a loro due poteva essercene veramente tanti.

Il tragitto,seppur percorso a piena potenza e al massimo della velocità,sembrò più lungo del previsto,il loro fu un percorso decisamente fastidioso,strada rurale dai tratti disconnessi e a tratti inesistente con curve sinuose e alle volte a gomito stretto,cambi repentini di percorso e di cambi di velocità continui facevano di quella strada un sentiero impraticabile per una corsa a dorso di cavallo,probabilmente era una di quelle vie ausiliare usate dai cacciatori per raggiungere luoghi dove la selvaggina era migliore e più numerosa poichè animali come cervi e cinghiali tendono a non avvicinarsi mai troppo ai centri abitati.

Dopo quaranta minuti buoni si potè vedere l'altro margine di quella boscaglia fitta e impraticabile,uscirono di poco da quel reame verde per raggiungere un paesaggio quasi inaspettato,i monti,la catena montuosa che si vedeva dal villaggio,una stradina di fronte a loro segnava il percorso da seguire,era un tracciato ancora innevato,largo abbastanza da poter far passare un carretto e sotto quella stradina impervia uno strapiombo alto un migliaio di metri circa che andava a finire dritto dritto nella vallata sottostante dove risideva il largo fiume che alimentava i raccolti e che faceva da importante fonte di acqua potabile e probabilmente anche un importante via di comunicazione tra centri abitati distanti e come via per i commerci.

- Mi sa che dovremmo andare a piedi,la strada non sembra sicura,sopratutto con i cavalli appresso,troppo stretta e probabilmente il terreno e troppo impervio per i loro zoccoli.

Disse Sesshomaru mentre scendeva dalla sua montatura,come se volesse liberarsene.

- Si è vero,probabilmente è più sicuro andare a piedi,saremo più lenti ma se non altro non ci spezzeremo l'osso del collo e poi,da qui alla cascata avremmo tutto il tempo per parlare.

Anche Ezio scese da cavallo,anche se gli dispiaceva lasciare li suo animale,se non altro gli avrebbe fatto comodo tornare in città da Yuki evitando di fare tutta quella starda a piedi,ma l'esigenza veniva prima del piacere,il terreno poteva essere insicuro,accidentato,addirittura ghiacciato,a quella quota e in quella stagione era molto probabile,lui lo sapeva bene,non'era la prima volta che affrontava una missione in territorio montano.

- Bene,quindi,immagino che lasceremo qui i ronzini.

- Eh già ragazzone,credo che avremo un pò di strada da fare,ti va di fare due passi con me?

- Con piacere,umano.

Disse Sesshomaru in modo canzonatorio,anche se a Ezio la cosa non pesava molto,o forse si? Poco gli importava,quell'umano era una delle tante creature che aveva incontrato nella sua longeva vita,eppure non poteva ignorare l'importanza della comparsa di quell'uomo nella sua vita,Ezio Auditore Da Firenze,da Firenze? Il nome dell'assassino diceva che veniva da li,ma questa Firenze dov'era? Che aspetto aveva?Quant'era lontana dalle terre occidentali? C'erano molti umani li? E quanti altri yokai e haynou c'erano li? Oppure c'erano altre creature che abitavano quei luoghi?

Sesshomaru si riprese dalle sue domande e l'attimo dopo si chiese...

- Ma cosa...perchè mi sto a preoccupare di queste cose?

Lui stesso si stupì di quella assurdità,riprese controllo su quelle preoccupazioni e si incamminò per primo su quella impervia strada di montagna.

- Ti vedo desideroso di finire questa missione prima del previsto,ma si dai,diamoci una mossa.

E raggiungendo quel suo bizzarro conoscente umanoide si incamminò anche lui verso la loro destinazione,anche se il tragitto sembrava meno divertente del previsto.

Il percorso,lungo e fastidioso era caratterizzato da un terreno duro,prevalentemente roccioso,completamente innevato e avvolte reso scivoloso per colpa del ghiaccio nascosto sotto la coltre bianca,procedevano a passo normale,non troppo veloci,ma costanti nel proseguimento del loro compito,se già a piedi era rischioso,a dorso di cavallo poteva essere addirittura rischio sicuro,le loro zampe erano fatti per poter percorrere sentieri morbidi e più lineari,come le praterie e le colline,i sentieri di alta montagna non erano fatti per loro,non erano fatti per animali che preferivano correre per abbondanti pascoli,piuttosto che le scarpinate sulla roccia nuda e sterile.

Poco importava,sarebbe stato un viaggio più lungo del previsto,ma c'era da dubitare che ci sarebbe stato da divertirsi,Sesshomaru era un taciturno,quindi non si poteva definire il compagno di missione più simpatico con la quale l'italiano abbia mai lavorato insieme,Ezio dal canto suo sembrava un tipo enigmatico e pieno di segreti,forse un pò troppo socievole per i gusti dell'inuyoaki,lui era un tipo solitario,distaccato non gli piaceva avere gente attorno,lui era il tipo da fare tutto da solo,senza chiedere nulla a nessuno,lui pensava a se stesso e pochissimi altri,come Rin,Jaken e Ah-Un,forse anche Inuyasha,ma solo negli ultimi tempi,da quando aveva rinunciato alla spada che stermina cento demoni,Tessaiga,il rapporto tra ì due fratelli era decisamente migliorato,non aveva più bisogno di una spada immeritata,rinunciando ad essa ne trovò una tutta sua,Bakusaiga,un arma che dimostrava che ormai aveva fatto il primo passo per divenire l'uomo che un giorno avrebbe superato suo padre.

Eppure si comportava ancora in modo regale e altezzoso,aveva fatto il primo passo,ma non era ancora diventato l'uomo che forse un giorno avrebbe meritato di essere,la strada era ben lontana e forse, anche quella missione con Ezio,era una tappa obbligatoria nel suo percorso di crescita,ma probabilmente lui non lo sapeva ancora,un conto era scoprire una verità su se stesso,un altra era accettarla,un conto era comportarsi da ragazzo,un altro era comportarsi da uomo.

Ad un certo punto,mentre continuavano a camminare Ezio,spinto da chissà cosa,rivolse per l'ennesima volta la parola al suo accompagnatore.

- Sesshomaru,c'è una cosa che vorrei chiederti.

- Parla,ti ascolto.

Disse lui senza nemmeno voltarsi.

- Sai,pensavo che tra noi due le simpatie non sono state proprio la parte principale del nostro rapporto di conoscenza,quindi,che ne dici se ricominciamo da capo?

- Cos'è che vuoi fare?

- Ascolta,io non ho problemi con te,quindi non vedo perchè io e te dovremmo stare in questa scomoda antipatia,allora? Che ne dici di andare d'accordo?

- Non vedo perchè dovrei.

- Perchè e così che batterai Akira,tu pensi che un uomo del genere possa essere sconfitto solo con la forza? Sai anche tu che non'è così,sai benissimo che non potresti mai sopraffarlo,n'è tanto meno costituire un problema per lui.

Un problema? Sesshomaru rappresentava questo per Akira? Un problema? Eppure ricordava bene il suo scontro con il templare,ricordava bene tutti i colpi che aveva subito,lui le aveva prese,ma sembrava che Akira non si fosse minimamente sforzato per abbattere il giovane yokai,un pò come un adulto che riesce a tener testa ad un bambino.

- Quel dannato Akira,appena potrò sistemare i conti con lui,potrai star certo che voi assassini avrete un nemico in meno,ed io un problema risolto.

- E perchè pensi ci hanno detto di svolgere questa missione,pensi davvero che ci abbiano mandato a trovare una probabile traditrice solo perchè tu vuoi entrare a far parte degli assassini? Dammi retta,se ora tu sei qui insieme a me e perchè vogliono vedere cosa sai fare.

- Davvero? Allora perchè tu sei qui?

- Perchè probabilmente non essendo di queste parti vorranno sapere quanto sono bravo,ecco perchè ci sono anche io in missione,ci stanno mettendo alla prova,credimi,non sono io il tuo nemico,aiutami a portare a termine questa missione,ti assicuro che non sei l'unico che si chiede cosa stia succedendo,tu vuoi risolvere i tuoi problemi e io voglio risovere i miei,allora? Ci stai?

Sul volto dello yokai si leggeva un indifferenza ormai classica del suo repertorio emotivo,però quello che pensava sulla questione non assomigliava per nulla a ciò che stava mostrando all'assassino,sapeva che aveva bisogno del suo aiuto,aveva bisogno di Ezio se voleva raggiungere i suo scopi,odiava ammetterlo,ma quella era una proposta invitante ed era stato un uomo che lui considerava un avversario ad avergli proposto questo affare,forse per una volta avrebbe dovuto ingoiare l'orgoglio e accettare una mano amica.

Già,un amico,un compagno fidato,lui questo non lo aveva mai chiesto,non aveva bisogno di nessuno,ma stavolta sarebbe stato diverso,lui non sapeva nulla dei templari,degli assassini,di quella maledetta guerra segreta e di Akira,lui e la sua ossessione verso Sesshomaru erano un autentico enigma,cosa aveva il figlio di Inutaisho di così speciale,che c'entrassero quella tavoletta di pietra?Oppure le rovine dentro la montagna? Che connessione c'era tra lui e Akira e perchè anche gli assassini erano così interessati a quella faccenda.

Non ci capiva più nulla,tutto gli sembrava così assurdo e illogico,l'unica certezza e che ora doveva fare una scelta,accettare l'offerta di Ezio oppure no? la questione sembrava più difficile del previsto.

Qualche passo dopo,Sesshomaru,più deciso che mai, fece la sua decisione,guardò il fiorentino dritto negli occhi,per poi pronunciare una sola,singola,ma importante parola.

- Accetto.

- Benissimo,sapevo che eri un tipo ragionevole.

- Solo una domanda,perchè ti impegni così tanto ad aiutarmi? Non sai chi sono e di te non mi interessa niente,ma nonostante ciò cerchi di aiutarmi,dimmi perchè.

- Ascolta,hai delle doti eccezzionali,sei bravo te lo concedo,ma sei anche uno spaccone e una testa calda,lascia che ti alleni per un pò di tempo e poi dirai se ho torto.

Sesshomaru non sapeva cosa pensare,lui,allenato da Ezio? Uno yokai allenato da un umano? Per lo più suo avversario? Con la quale aveva ancora un duello da finire? Prima di quella storia ci avrebbe riso sopra,da quanto sembrasse stupida la cosa.

Ma ora,con così tante insensatezze,forse quella era l'unica che avrebbe potuto accettare,controvoglia certo,se non altro avrebbe compreso come combatteva e ragionava quell'umano così diverso dai molti altri,persino più diverso da quella combricola che suo fratello Inuyasha si portava dietro.

- Finiamo questa missione e andiamocene.

- Concordo in pieno.

E con questo i due si rimisero in silenzioso movimento,l'uno nel reciproco rispetto per l'altro.

Sesshomaru scrutò l'orizzonte nella speranza di rivedere quella cascata,si sforzò un attimo e poi,molto più in la,decisamente molto lontano da dove si trovavano ora,la vide,appena percettibile,ma la vedeva,la cascata,una linea d'acqua appena visibile solo ai suoi occhi da inuyokai,un passo alla volta e sarebbe arrivato,un passo alla volta e avrebbe concluso quella missione.


Un ora dopo.

Dopo una lunga camminata,su una strada montana a milletrecento metri d'altezza,raggiunsero un punto del loro percorso dove il potente suono della cascata ormai era perfettamente percettibile,attorno a loro la strada si chiudeva su di uno stretto passaggio,due pareti,l'uno di fronte all'altra formavano quello spazio angusto dove la fredda e nuda roccia copriva chi si addentrava al suo interno,una leggera penombra rabbuiava di poco il passaggio.

E proprio nello stesso momento in cui ci si stavano per infilare dentro si sentì qualcosa provenire dal suo interno.

- Svelto,dietro il muro.

Disse Ezio mentre faceva segno a Sesshomaru nascondersi dietro il margine dell'altra parete,così che entrambi potessero nascondersi dietro gli angoli del passaggio.

Poco alla volta,dal fondo dell'ombrosa via,si fecero udire poco alla volta,due voci distinte,dal modo di parlare sembravano due nekoyokai,come quelli che avevano già incontrato nelle vie secondaria del villaggio più sotto.

- Che sfortuna,perchè mai ci hanno mandato qua sopra a fare la guardia a questo schifo di strada? Tanto di qui non passa nessuno.

- Vero,oltretutto quella pantera ci ha detto che sarebbero arrivati dalla strada principale,immagina,un lavoro pulito pulito,facile facile,appena arrivano da la,i nostri compagni li uccideranno entrambi e tutti noi intascheremo una bella somma e per lo più senza aver rischiato la vita.

- Non vedo l'ora,da quello che so ha intenzione di ripagarci del lavoro svolto con armi e viveri,così stasera potremmo festeggiare alla grande.

- Ben detto amico,ben detto.

I due gatti,distratti e impegnati a parlare dei piani futuri,superarono con non curanza l'entrata a quel corridoio naturale,ma per loro sfortuna non si erano accorti dei due intrusi che li aggredirono,che senza alcuna esitazione li colpirono alle spalle.

Sesshomaru prese di sorpresa il gatto più vicino al suo lato di strada e che lo tramortì subito tirandogli un rude pugno sulla nuca,Ezio invece fece un uso più articolato delle braccia,arrivandogli da dietro l'assassino strinse il braccio sinistro attorno al collo del felino mentre con il destro spingeva l'altro braccio verso di se provocando così una maggiore forza sulla gola,lo nekoyokai a sua volta si dimenò ma senza fare grandi risultati,a quel punto Ezio avvicinò la bocca all'orecchio della sua vittima.

- Ascoltami bene gatto,te lo chiederò una volta sola e mi aspetto che tu sia collaborativo,dimmi tutto ciò che sai sulla donna che vi ha ingaggiato e il modo per raggiungerla all'interno della base.

- Va bene,come vuoi,so che è una donna dalla carnagione pallida,occhi blu,una lunga chioma azzurra,forse una di nobile lignaggio,non so la sua posizione precisa,ma penso che sia più sotto,al nascondiglio attorno alla cascata.

- Ti ringrazio per l'informazione.

E quando il gatto non ebbe più nulla da rivelare,Ezio strinse ancora di più la presa sulla gola del gatto nel tentativo di soffocarlo,quest'ultimo provò a liberarsi,scalciava,si dimenava,ma non c'erà nulla da fare ed infine crollò,chiuse gli occhi e smise di combattere.

Eziò lo adagiò a terra liberandosi così del nekoyokai che ormai non gli serviva più a nulla.

- Se volevi ucciderlo avresti dovuto usare la lama.

L'umano girò lo sguardo verso l'inuyokai.

- Infatti,non'è mia intenzione porre fine alla sua vita.

- E perchè lo hai risparmiato?

- La sua morte non'è necessaria,non vedo alcuna ragione per ucciderlo.

- E nostro nemico.

Ciò che disse Sesshomaru raggiunse le orecchie di Ezio e percepite come un suono sgradevole,si rialzò da terra e si incamminò verso lo stretto di pietra,ma nell'esatto momento in cui sfiorò l'inuyokai,la sua voce risuonò piano,invocando ancora una volta parole criptiche e senza facile comprensione.

- Nemico? Lui? Ti manca la giusta capacità di giudizio,saper scegliere quando porre fine una vita non'è una qualita da poco.

E detto questo,l'incappucciato si allontanò dalla figura del giovane yokai,che guardandolo di spalle si chiese a quale gioco Ezio stesse giocando,lo stava prendendo in giro? Oppure gli stava impartendo una lezione?

Da quando avevano lasciato il villaggio Sesshomaru aveva provato a fare il saccente,il galletto sicuro di se,ma tutte le volte che provava a mettersi in competizione con quell'umano n'è usciva sempre sconfitto,possibile che una creatura con una vita più corta e giovane della sua,potesse batterlo in qualunque discussione? Che la sua fosse reale,autentica,inferiorità?

Non sapeva spiegarselo,era sicuro solo di una cosa,su quel sentiero di montagna aveva stretto un patto,un patto con un umano,un patto con un individuo che per quanto provava a comprendere si rtrovava solo più confuso.

Quello uomo aveva riso di lui nella foresta,ma forse la verità che Sesshomaru non accettava e che quando rise,era il saggio che divertito provocava l'ignorante,il maestro che ridendo,senza malizia,dell'ingeniutà dell'allievo.

E per l'ennesima volta lo seguì,stavolta entrando nella base di quei ladruncoli da poco,entrando li,seguendo i passi di un uomo che un tempo avrebbe ritenuto veramente inferiore a lui.

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Capitolo 36
*** Un segreto tra le montagne ***


Ci volle un solo minuto per raggiungere l'altro alto della piccola galleria,giungendo li guardingi e con passo felpato,di fronte a loro videro una cavità naturale con una spaccatura a fare da uscita,il posto non superava gli otto metri di lunghezza e i tre di larghezza.

Al suo interno erano presenti un falò improvvisato,con il fuoco ancora acceso e due stecchini con due pesci messi ad arrostire,un pranzo leggero,probabilmente preparato alla svelta,poichè un pasto veloce bastava e avanzava per un giro di ronda.

Questo era lo spettacolo che Sesshomaru si era immaginato,forse anche quei due gatti era stati mandati sul versante opposto della cascata,tanto per stare più e sicuri e nel caso li avessero visti dare l'allarme.

- Ehi ragazzo.

Lo yokai si girò in direzione dell'umano guardandolo con sguardo di ghiaccio.

- Credo che quei due di prima siano stati mandati qua per un semplice controllo,devono essere arrivati qui da poco,il fuoco e ancora caldo e quei pesci non sono ancora cotti,temo che poi sarebbe rimasti per un pò,avrebbero mangiato e sarebbero tornati a fare rapporto sulla situazione.

- E visto che dovevano stare di guardia,penso anch'io la stessa cosa,probabilmente sarebbero rimasti qui per almeno un ora,forse due.

Ezio,sentendo ciò che aveva detto lo yokai si stupì di quelle parole,era riuscito ad analizzare una situazione ipotetica in una manciata di secondi,un ragionamento piuttosto semplice ma per nulla scontato.

- Quindi abbiamo ancora un pò di tempo prima che si accorgano della mancanza di due guardie.

- Muoviamoci dunque.

Sesshomaru fu il primo ad avanzare verso la fenditura nella piccola camera rocciosa,dando un occhiata furtiva e rimanendo a lato della larga crepa,poco fuori da quella cavità si estendeva un altra strada,andava verso il basso,era lunga e a tratti era illuminta,la luce del sole riusciva ad entrare dal soffitto.

- Via libera.

E detto ciò i due iniziarono ad incamminarsi verso l'interno della base dei gatti,rimanendo però sempre attenti ad ogni minimo presentimento,prestare la giusta attenzione non'era mai una pessima idea,sopratutto quando bisogna saper agire lesti come il vento e silenziosi come l'ombra.

Percorrendo quella galleria entrambi notarono che quella galleria aveva delle particolari differenze che erano in netto contrasto con la zona precendete,il precedente antro roccioso che avevano attraversato presentava i segni di una natura primordiale e grezza,mentre la galleria presentava uno stato interessante,le pareti erano liscie,senza alcun segno di irregolarità,mentre l'illuminazione della stessa era dovuta alla presenza di fori perfettamente tondi posti su una delle pareti,la loro circonferenza presentava segni di levigatura,era ormai intuibile che quella galleria era un opera del passato.

Fecero ancora molti passi prima di arrivare alla fine di quella galleria ed infondo,dopo aver girato un piccolo angolo,uscirono da li,per ritrovarsi di fronte ad un spettacolo sbalorditivo,un opera di cui solo madre natura poteva esserne l'arteficie,la cascata sopra la montagna.

L'ambiente attorno a loro si presentava in un modo del tutto sbalorditivo,pochi passi più avanti si poteva notare l'immensa presenza di una voragine,un antro profondo la cui circonferenza occupava una area abbastanza grande che l'altra estremità di terra era un margine appena percettibile,ma il vero spettacolo non era l'ampiezza di quel buco,ma il suo contenuto.

Dal sottile bordo roccioso si poteva intravedere con facilità la presenza di diverse particolarità all'interno di quel mastodontico pozzo naturale,prima fra tutte dei solchi,numerosi spazi vuoti in diversi punti della nuda roccia,troppi per essere una casualità naturale,poi,più in basso,a malapena riconoscibile,delle forme irregolari,linee spezzate,rare forme come quadrati e rettangoli che visti dall'alto e da quella altezza potevano essere qualunque cosa,ma la cascata,era l'unica cosa che di naturale c'era al suo interno.

Quest'ultima,nata probabilmente da una corrente sotterranea,sgorgava fuori in due direzioni,una fuori,che era quella che si vedeva sulla parte esterna del monte,mentre l'altra,che usciva nel versante interno,precipitava a capofitto nella fessura,creando così un immagine di complessa bellezza,il cui effetto su i rari spettatori si faceva strada nel profondo,il fascino del luogo era inimmaginabile.

- Bene,adesso dove si va?

Disse Ezio mentre dava un occhiata tutt'attorno,poi sforzando la vista,il mondo gli apparve più cupo,stava usando di nuovo il potere insito nei suoi occhi.

Guardò a terra e quello che vide gli rivelò la strada da percorrere,una serie di impronte blu percorreva tutto il lato destro di quella sottile striscia di terra che circondava quel fosso tanto profondo che a fatica si capiva cosa ci fosse la infondo.

- Per di qua.

L'assassino si mosse con passo lento e meticoloso,controllava attentamente ogni passo fatto da chi li aveva preceduti,il modo di camminare,persino il peso dell'impronta sembrava chiara a un solo sguardo dato per ogni passo fatto,i suoi bulbi oculari erano come in un altro piano dell'esitenza,il mondo era lo stesso,ma la percezione di esso cambiava,come se alcuni misteri sulla realtà divenissero più chiari per lui,lui era li con Sesshomaru e allo stesso tempo non era con lui.

- Che stai facendo?

Chiese lo yokai curioso,osservava il curioso comportamento di Ezio con una certa curiosità,vedere il fiorentino con il capo chino alla ricerca di qualcosa che non c'era lo faceva sentire spaesato,non capiva assolutamente nulla di quello che il suo compagno stava facendo.

- Seguo le tracce.

Ezio diede un occhiata a terra,ma non vedeva niente,non un impronta,un indizio,niente di niente,ammesso che l'odore di felino fosse una pista più che sufficente,ma seguire l'olfatto era una cosa un pò generica e non molto efficacie considerando che quel posto a quanto pare n'è era pieno,quindi sapeva già che c'era la presenza di molti nekoyokai,ma questo non lo aiutava a seguire una direzione precisa.

- Io non vedo niente e come Inuyokai la mia vista e più potente della tua.

- Per questo non vedi niente,tu hai gli occhi aperti,ma non vedi nel modo giusto,avere una buona vista non basta,avvolte devi sapere vedere il mondo con gli occhi giusti.

Un altro indovinello,Sesshomaru si chiedeva quando avrebbe smesso di parlare a quel modo,lo seguì ancora,in attesa di scoprire se quei fantomatici passi li avrebbero portati da qualche parte visto che lui si affidava ancora ai suoi sensi da yokai come aveva sempre fatto...e che fino ad allora non avevano mai deluso le aspettative del suo possessore,salvo rare eccezzioni.

E mentre Sesshomaru seguiva l'umano quest'ultimo si fermò di colpo e continuando a fissare il terreno.

- Le tracce finiscono qui,però forse...

Il fiorentino girò lo sguardo verso il bordo e ciò che vide svelò il mistero che lui stesso voleva scoprire.

- Come immaginavo.

- Cosa c'è?

Rispose l'inuyokai incuriosito,ciò che vide era una scala fatta di corda,sembrava abbastanza robusta da poter reggere il peso di un uomo adulto,poichè la preoccupazione nasceva dal fatto che da quello che Ezio aveva visto la fisicità della maggiorparte degli nekoyokai era piuttosto esile e quindi davano l'impressione di essere leggeri di peso.

- Scendiamo,laggiù forse troveremo quella Toran,anche se scendere da questa scaletta improvvisata mi sembra rischioso,però mi chiedo fin dove possa arrivare.

Ezio era deciso a scendere per di li,ma non era molto sicuro di quello che faceva,prima di tutto la scala non sembrava che fosse nuova di zecca,sembrava essere li da un pò di tempo e anche se poteva reggere il peso di uno di quei gatti,non era detto che potesse reggere il peso di un uomo adulto,per di più se il suddetto uomo con portava delle protezioni in metallo.

Secondo,la fine di quella scala si faceva fatica a vedere,probabilmente per  poter salire su quella corda erano messi a disposizioni diversi punti da cui poterla raggiungere,come conche naturali o all'ingresso di gallerie poste più sotto,forse la scaletta di corda poteva raggiungere il punto più basso di quella voragine,ma non era detto che l'accampamento dei gatti fosse posto nella parte più profonda di quel buco,magari era all'interno d qualche galleria,non poteva essere certo di niente.

- Però se scendessimo insieme si potrebbe rompere la corda,facciamo così,io scendo per primo,aspetta dieci minuti e poi scendi anche tu,così almeno non rischiamo di precipitare la sotto.

- Bella idea,ma io n'è una migliore.

E dopo queste parole dette con una punta di vanto e senza alcun preavviso Sesshomaru balzò in avanti,mostrando ad Ezio una sua capacità personale.

A rigor di logica,quello che l'assassino si immaginava e che in quella follia di azione il ragazzo sarebbe caduto,prigioniero di quella legge che faceva in modo che ogni cosa attaccata a terra,se lanciata in aria,doveva tornare a terra,non importava come.

Sarebbe dovuto andare in basso,cadere di sotto e sfracellarsi la,infondo a quel buoco...e invece no,lui era li,sospeso in aria,Ezio rimase stupito dall'incredibilità della cosa.

- Allora,che ne pensi?

L'umano non sapeva cosa rispondere,ora tra le stranezze che aveva visto se n'è era aggiunta una nuova,il repertorio delle cose inspegabili era diventato una cosa costante nel suo arrivo in quella terra a lui del tutto estraea,sia per le assurde novità,che per le leggi che governavano la natura di quel luogo.

- Penso che più rimarrò in questo mondo più rischio di impazzire,perchè diavolo stai volando?

- Veramente mi sto solo librando in aria,e poi come ti ho già detto io sono uno yokai e come tale possiedo capacità che voi umani non potete comprendere.

- Ah...b'è se non altro se avrò bisogno di un passaggio saprò a chi chiedere.

- Cosa?

- Niente niente scherzavo,ora però andiamo avanti,probabilmente avremo ancora molta starda da fare.

- Vado avanti io.

Senza aspetatre oltre l'inuyokai superò il fiorentino con notevole distacco,avventurandosi all'interno dell'immensa voragine,mentre da sopra Ezio lo vedeva allontanarsi senza apparente sforzo per poi tornare coi pensieri sulla scala consapevole con ci avrebbe messo poco a scendere.

- Ma certo,prima volano i gatti giganti e poi i ragazzi dai lunghi capelli,mi mancano solo da vedere draghi,unicorni,elfi,nani,grifoni,minotauri,angeli,demoni,certo,cose che vedovo tutti i giorni quand'ero ancora in Italia,mai vista una sirena per i canali di Venezia,o un centauro al palio di Siena,eh diavolo,voglio tornare a casa.

Disse Ezio con tono malinconico ormai preda dell'incomprensione,da quando era finito in quel paese le assurdità scorrevano come acqua in fiume,una cosa più strana dell'altra,è già di cose strane n'è aveva viste parecchie.

E mentre Ezio percorreva la lunga scalinata di corda,Sesshomaru scedeva lentamente e andando sempre più giù,cominciò a notare dettagli maggiori di quel luogo dall'aspetto curioso.

Più in basso,dove c'erano quelle curiose linee dalla forma innaturale,per quanto strane potessero essere,ora,il cui punto di vista era differente,potè verificare con certezza che quelle forme era ben più di semplici immagini,sotto di esse altre linee formavano altre immagini,dando ad esse la giusta forma che i suoi occhi dovevano osservare,erano costruzioni,case,palazzi,strade e altre forme di natura urbanistica,quadrati,rettangoli e linee rette presentavano tutte una forma tridimensionale e la acscata sopra di esse buttava acqua ormai da chissà quanto tempo.

Nel vedere questa meraviglia si stupì della propria ingenuità,come mai non era riuscito a capirlo prima? Certamente aveva compreso che la sul fondo qualcosa non quadrava,poi chissà perchè gli venne in mente una cosa,un luogo molto simile a quello,una città abbandonata all'interno di una montagna,dove uno yokai,i cuoi occhi avevano colori opposti,provava una certa ossesione per cose del genere,ruderi e cocci di luoghi che un tempo vivi,ora giaciano nell'a abbraccio del sottosuolo.

Un luogo così sconosciuto a lui,eppure,chissà perchè qualcosa lo faceva sentre a disagio,come se qualcosa non quadrasse, e se i suoi occhi lo avevano ingannato sul reale aspetto di quell'abisso roccioso,le sue orecchie cominciarono a tirargli un brutto scherzo.

All'inizio fu un semplice brusio,come il vociare ovattato di una grande massa,che viene udito in lontananza,poi,all'improvviso,un flash,violento e rapido,di fronte a se non aveva più quel titanico orlo nella terra,anzi,l'aspetto era totalmente cambiato e ciò che vide lo prese alla sprovvista.

Sotto di lui vide una città,non distrutta e in preda al disfacimento,al contrario,era viva e piena di voci e di grida,di musica e rumori,il sole non era più padrone di quel luogo,ma interi eserciti di fiaccole facevano da guida nelle tenebre della terra,mentre attorno a lui una bolla d'aria si faceva spazio nella dura roccia formando così il naturale confine di quell'insediamento dall'aspetto sconosciuto.

- Sesshomaru...Sesshomaru...riprendi il controllo.

Lo yokai strabuzzò un attimo gli occhi e riprese contatto con la realtà,non sapeva cosa fosse successo,ma sapeva quello che stava accadendo...stava precipitando.

Gli era bastato solo un attimo di disattenzione e la sua capacità di levitare era scomparsa,all'improvviso,come una sorta di blocco,cadeva sempre più giu e sempre più velocemente,come era potuto accadere una cosa del genere?

Non c'era tempo per pensare a cose del genere,doveva trovare il modo di salvarsi e alla svelta,vide la parete passargli e allo stesso tempo lui andava sempre più giù,ma proprio quando tutto sembrava perduto...ecco che lo stesso muro e un brillante idea nata sul momento gli vennero incontro.

Grazie alla sua ottima vista vide un anfratto abbastanza grande da poter farci entrare lui nella sua vera forma da cane,tirò fuori la sua frusta dalle due dita sulla mano destra,che si arrotolò attorno ad una roccia e con un potente strattone si tirò verso la parete con tutto se stesso.

Il risultato fu sorprendente,usando la roccia come perno e la frusta come leva era risciuto a improvvisare una corda riusciendo così a darsi lo slancio necessario per potersi infilare in quel buco nella viva e così salvarsi la vita.

La sua entrata non fu per nulla delicata,la forza con la quale si era tirato era talmente grande che lo stesso slancio lo aveva sbalzato a tal punto dal portarsi dietro la katana e facendo fare un capitombolo allo stesso Sesshomaru,che prima di fermarsi dovette rotolare un paio di volte prima di rimettersi in piedi.

Cos'era successo prima? Un allucinazione,lui che perdeva il controllo sui i suoi poteri,ma sopratutto...la voce di Jin,dopo che la voce nella sua testa lo aveva esortato a riprendere coscesenza della realtà aveva cominciato a setire di cadere nel vuoto,ovviamente c'era qualcosa che non quadrava,qualcosa che era andato storto,eppure,aveva l'impressione di averlo già visto quel luogo,ma dove?

L'intervento di Jin,aveva salvato Sesshomaru da morte certa,il perchè del suo intervento era comprensibile,ma quella visione? perchè era spuntata così,di punto in bianco?

- Ehi Jin,mi senti? Cos'era quella cosa che ho visto?

- Sesshomaru...non so cosa sia successo,le rovine,sono già stato in questo posto...e anche tu.

- Di che parli? Non ho mai messo piede qua dentro.

- I piedi no,ma gli occhi si.

- Jin,Jin,Dannato non parlami per indovinelli.

- Non capisco,c'è disordine qua dentro e meglio che vada.

- Andare dove? sei nella mia testa,dove pensi di andare,nel fegato? Jin...

Una altra conversazione con quello strana presenza,un altra domanda senza risposta,non aveva voglia di fare discussione senza senso,soprattutto in quel momento che non sapeva più cosa fare,non sapeva nemmeno dov'era finito,altro che enigmi e giri di parole.

Sapeva bene qual'era il suo obbiettivo,ma ora Toran avrebbe potuto essere dovunque,anche Ezio se per questo era ormai irrintracciabile,doveva fare mente locale e capire cosa fare,prima di tutto,sarebbe stato meglio capire dove si trovava.

Si diede un occhiata attorno e ciò che vide fu una grossa area dall'aspetto artificiale,apparte il varco dalla quale era entrato sembrava una specie di piazzetta fatiscente,con palazzine tutto attorno e una rudimentale conca levigata sul pavimento,con un grosso foro al centro,non capiva bene cosa potesse essere,anche se la cosa non gli interessava molto.

Vedendo tra le altre cose una vietta si faceva strada tra quegli edifici dall'archiettura a lui sconosciuta,raccolse bakusaiga e si incamminò,lasciando dietro di se una sola domanda,cosa stava succedendo all'interno della sua testa?

Superato quel vicolo n'è raggiunse un altro,lo stesso accadde per tutte le stradine che attraversò dopo,era come se fosse tornato nel villaggio dove insieme ad Ezio aveva debellato la presenza dei gatti,ma questa volta era diverso,si sentiva strano nel percorrere quelle vie nascoste,così antiche e così vuote,nessuna voce di donna,che riordinando casa si affacciava ad una di quelle finestre scavate nella roccia,controllando che il proprio bambino non si facesse male giocando con gli altri bambini,poi,nei momenti di pausa scendesse per strada a rilassarsi e fare due chiacchiere con le amiche di vicinato.

Chi avrebbe potuto più udire gli uomini che diretti chissà dove,poi tornavano a casa,riscaldandosi così vicino al fuoco,insieme alla persone che più amava e qualche volta invitando le famiglie del circondario a mangiare tutti insieme ed intrattenendosi,raccontando storie di vario genere e parlando di situazioni di vita quotidiana.

No,nessuno avrebbe più potuto udire il tremendo frastuono provocato dal traffico cittadino o dai mercanti che urlavano nel tentativo di vendere la propria merce,già,forse così doveva apparire un tempo,ma a lui non interessava,lui aveva altre cose per la testa,il suo obbiettivo era lei,Toran,una pantera,un essere più che vivo,nascosta da qualche parte,in mezzo ad un luogo che di vivo ormai,non aveva più nulla,ma la cosa più strana e che per quanto potesse assomigliare alle rovine sotto il castello di Akira,queste non davano una sgradevole sensazione di morte,ma piuttosto di trascurato,come dimenticato,abbandonato,perduto.

Lui non sapeva spiegarsela quella sensazione.

Si spostò ancora,più e più volte dovette cambiare strada per colpa di un vicolo cieco,oppure di una palazzina crollata o di un buoco nel terreno comparso li per chissà quale motivo,le strade li gl sembravano tutte uguali,certamente c'erano delle differenze da un punto all'altro,ma li dentro non era come una delle foreste che Sesshomaru percorreva di solito,in mezzo al bosco ogni ogni odore e differente,così grazie all'olfatto poteva anche orientarsi meglio,mentre li c'era odore di stantio,la poca aria non areava quell'immenso complesso urbano e per ciò muoversi gli riusciva difficile,tutto li sapeva di morte e scomparso,perciò l'unica cosa che gli restava da fare era esplorare e mettersi d'impegno per andare avanti nella sua missione.

Girò un angolo,n'è girò un altro, un altra piazzetta,un altro vicolo stretto e finalmente,dopo diverso tempo perso a camminare,uscì da li,ritrovandosi così in luogo del tutto differente,una lunga strada deserta,si guardò attorno notando subito i vicoli che si lasciava dietro per avventurarsi verso una nuova via,di cui non sapeva nemmeno la direzione da seguire.

Il suo istinto,chissà per quale motivo,lo spronava ad andare avanti,nella direzione nella quale era girato e di incamminarsi finchè non avrebbe cambiato direzione,proseguì senza alcun indugio mentre la via di fronte a lui si presentava per lo più spoglia,capita avvolte di vedere valessame distrutto,diversi oggetti di legno,persino una specie di bambolina di paglia era li,ma erano per lo più oggetti piccoli,per la quale lui non provava alcun interesse.

Poco dopo,nel suo avanzare,si accorse che la strada gli appariva più corta del previsto,si girò indietro,accorgendosi che in realtà era lunghissima,eppure lui aveva questa strana sensazione,come se ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto ciò,ma proprio essere gunto li,alla fine della lunga arteria architettonica,eccola li di fronte a lui,un altra antica meraviglia,una gigantesca piazza...o forse ciò che ne restava.

Dal canto suo a lui non interessava nemmeno quell'immenso spiazo immerso tra strade e viuzze,antiche costruzioni di legno erano sparse dappertutto,accasciate a terra e ormai consumate dal tempo e dall'umidità del sottosuolo,sopra di esse o attorno a legno marcio,nel caso fossero completamente distrutte,si potevano vedere diversi oggetti come:ceramiche,oggetti in legno,tessuti,attrezzi da lavoro,gioielli e altra cianfrusaglia di questo genere,ma pochi di essi si erano salvati dal non restar colpiti dalle intemperie del tempo e perciò non erano più utili o più belli di come lo erano un tempo.

Fece giusto qualche passo in avanti e all'improvviso lo sentì,un altra fitta alla testa,questa volta durò ancor meno di un attimo,ma fu tanto intenso da farlo cadere su un ginocchio,un bagliore è nulla più,ma quello che sentì fu veramente intenso.

Presenza e voci di una marea di gente,tutta ammassata li,lo aveva visto,proprio com'era un tempo,le bancarella piena di merce esposta,i mercanti che urlavano,persino l'odore della frutta fresca era li,già nelle viscere della terra.

Ma com'è era possibile una cosa del genere?

- Ma si certo...forse la cosa non ha molto senso,ma altra spiegazione non può esserci.

Di nuovo Jin,lui e le sue farneticazioni senza senso.

- Ancora tu,Finiscila con le stupidaggini e spiegami cosa mi sta succedendo.

- Non sono stupidaggini le mie,ascolta,c'è qualcosa che interferisce con la nostra comunicazione,questo luogo,questo posto influisce sulla tua mente.

- Cosa?

- Sei già stato qui,ricorda,sei già stato qui,eri con me...eri in me.

- Dannazione spiegati...Jin....Jin...

E anche stavolta l'assassino nella sua testa era sparito,di cosa diavolo stava parlando?

Era già stato li? Con lui? Era assurdo,non l'aveva mai visto quel posto,eppure aveva sensazione particolare,come qualcosa di familiare,ci pensò un attimo nel tentativo di comprendere quel delirio che gli passava per la testa.

Con gli occhi,insieme a lui,tutte parole confuse che lo confondenvano sempre di più.

- Qui hai scoperto una grande verità è oggi quella verità ti ha accompagnato fin qui.

Un altra frase,Jin,possibile che doveva fare sempre così? E adesso cosa stava a significare quell'ennesima frase?

Verità? Quale verità? Era stato un umano ad accompagnarlo fin li,li dove la sua mente si stava contorcendo nel tentativo di capire cosa stesse accadendo,era un umano,era solo un umano.

La verità era quella,pura e semplice,nulla di più,era stato umano,un uomo che un tempo avrebbe disprezzato con tutto se stesso,ma ora,non discriminava più,o almeno non quanto prima.

Ezio era stato rispettoso per il tutto che era stato con lui,lo aveva guidato,consigliato,supportato,era stato paziente con lui,ma Sesshomaru invece no,adesso se ne rendeva conto,il Fiorentino era stato giusto con lui e lui per ricambiarlo lo aveva sfidato a chi dei due apparteneva alla razza migliore.

Era stato stupido da parte sua,Ezio si era dimostrato migliore di lui,e lui questo non lo accettava,era quello il motivo per cui lo aveva trattato così,persino il suo destreggiarsi in aria come fosse un uccello,il suo librarsi come una piuma al vento,era solo una vanteria.

- Avrei dovuto trattarlo come mio pari,sono io che mi sono dimostrato inferiore,però devo dire,che con queste vesti non sembriamo poi così diversi.

Si,lo aveva proprio detto a se stesso,lui ed Ezio,uguali nello svolgimento di quella missione,proprio come gi umani e gli yokai di poco fa...

- Cosa?

Ora che ci pensava bene,nella visione di prima,c'erano diversi umani che camminavano li,fianco a fianco con degli yokai,tutti che passavano l'uno accanto all'altro,quale sorpresa per lui,eppure,aveva già avuto una visione del genere.

Un ricordo sbiadito,immagini di un altro tempo,visto con gli occhi di un altra persona.

- No...non posso crederci,questa è...

Lo stupore aveva preso il sopravvento sul suo volto,ora quel luogo gli appariva con un aspetto del tutto differente.

- Si ragazzo,benvenuto nel luogo in cui hai camminato nei miei ricordi,benvenuto,nelle rovine della setta degli assassini.

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Capitolo 37
*** Sulle tracce di una pantera. ***


No,non poteva crederci,quel luogo,quello che un tempo era stata la città che sotterranea che aveva visto in sogno,quella bolla primordiale dove al suo interno vivevano migliaia di persone,era ora abbandonata,danneggiata dallo scorrere del tempo,che comportandosi da tiranno passa inesorabile senza aspettare nessuno.

Ora comprendeva,ora sapeva,il dolore alla testa e il peso delle emozioni per gli ultimi avvenimenti erano stati calmati,non allontanati,pronti a colpire quando meno se lo sarebbe aspettato.

- Le rovine della confraternita...non riesco a credere di essere qui,la guardavo con i tuoi occhi,camminavo per mezzo delle tue gambe,inoltrandomi nella folla,ma ero solo un ospite,in un ricordo che non mi appartiene.

- Ora puoi rilassarti,la tua mente non ti darà problemi,almeno per il momento.

- Che intendi dire?

- C'è qualcosa in questo luogo che interferisce tra me e te,forse i miei ricordi legati a questo posto influiscono in qualche modo con le tue capacità,per ora evita di usare i tuoi poteri,può essere pericoloso.

- Fosse solo questo il problema,non so dove mi trovo e non so come andarmene,ma restare qui non mi sembra la cosa più conveniente,mi conviene spostarmi.

Sesshomaru diede un ultimo sguardo dietro di se,a quella parte delle rovine che aveva già attraversato e che a lui ora sembravano familiari,ma allo stesso tempo distanti e sconosciute,tornò con gli occhi di fronte al suo percorso e si incamminò,verso una direzione che la sotto a lui sembravano tutte uguali.

Decise di attraversare la piazza del mercato,quell'antico luogo di scambi e baratto,o forse ai quei tempi battevano già moneta,ma per lui erano altre le preoccupazioni,dove stesse andando non lo sapeva nemmeno lui,ma la sua missione era raggiungiere Toran e per la miseria ci sarebbe riuscito,prima però doveva almeno capire dove si trovava lui e dove si trovava la pantera,per Ezio invece ci avrebbe pensato dopo.

Di sicuro stava bene,quello strano umano era fin troppo seccante per poterlo eliminare così facilmente,dopotutto lui era rimasto di sopra,chissà dove si trovava ora.

- Sicuramente sta meglio di me,infondo non'è lui che ha rischiato di morire sotto una cascata.

Pensò lo yokai ripensando alla precedente disavventura.

Passò una decina di minuti ed era già arrivato dall'altra parte della piazza mercantile,senza nessuno a sbarrargli la strada,senza nessuno che lo chiudeva in una stradina tanto stretta da far fatica persino a muovere qualche passo,dove un tempo l'abbondanza prosperava,ora i resti,di un tempo ormai passato erano divenuta storia,dimenticata e sepolta.

giunto ormai in prossimità del confine opposto della piazza giunse alle sue orecchie una voce,una voce che conosceva abbastanza bene.

-Ehi voi,controllate dovunque,hanno detto di averlo visto entrare qua dentro,cercatelo.

Toran,era li,ne era certo,l'aveva sentita chiaramente visto che la sua voce aveva fatto eco per l'intera città e il rimbombo la dentro non era di certo stato debole,ora sapeva che poteva raggiungerla,ma prima di trovarla avrebbe dovuto nascondersi,se c'era qualcosa che stava imparando da Ezio e da Jin e che in certe situazioni e meglio non mostrarsi così apertamente,se c'è l'aveva fatta una volta,poteva farcela anche adesso,con o senza lama.

- Perlustrate la città,ogni via,ogni vicolo,ogni buco polveroso di questo posto,non deve uscire vivo da qui,io mi dirigerò nel vecchio nascondiglio della confraternita,forse è li quello che stiamo cercando.

Quella notizia ora gli suona nuova,cosa doveva cercare Toran? Era mai possibile che lei li avesse tradito gli assassini solo per un tornaconto personale? No,lui non ci credeva,non poteva,dopo il suo ultimo scontro con i clan delle pantere,Sesshomaru si era guadagnato il rispetto del clan rivale,che dopo secoli di conflitto erano giunti ad una pace duratura,dopo tutto Sesshomaru aveva riportato in vita karan,shuran e shunran,le rispettive sorelle e l'unico fratello di Toran,ultimi membri d'elite del clan delle pantere.

Ma quella ormai era storia passata,a lui non importava più della rivalità,ma allora perchè Toran,che era sembrata così disponibile nei suoi confronti ora si comportava come la più subdola delle ladre,perchè mai quella pantera aveva subito un cambiamento così repentino?



Avrebbe pensato dopo a trovare una ragione,ora però sarebbe stato meglio nascondersi e così facendo scattò verso un vicolo tra le case che aveva di fronte nella speranza di non essere stato avvistato da nessuno.

Ma il rischio di essere scoperto rimaneva è più tempo restava li,maggiori erano le possibilità di essere trovato,perdere tempo non faceva era qualcosa che faceva per lui,quindi la prima cosa da fare era trovare Toran,poi,avrebbe deciso il da farsi.

Si spostò ancora,verso la probabile direzione della pantera,il suo udito avrebbe potuto aiutarlo meglio,se fosse stato in un ambiente aperto,ma li,dove il soffitto era tondo e il luogo chiuso,si creava un acustica particolare,le onde sonore prodotte da un qualsiasi rumore o suono rimbalzava a tal punto da creare un eco che si propagava per buona parte della caverna,ammesso che il suono emesso fosse abbastanza forte da essere trasmesso con forza,per lo yokai sarebbe stata dura non potersi affidare più di tanto ai suoi sensi da yokai.

Ma non sarebbe bastato questo a fermarlo.

Si rintanò in un piccolo angolo,nascosto tra gli edifici ormai cadenti,il buio lo avrebbe aiutato a nascondersi meglio,ma sapeva che i nekoyokai aveva una naturale predisposizione per vedere anche con la minima presenza di luce,la fessura dalla quale era passato permetteva alla luce esterna di entrare in piccola parte permettendo così una buona visione a tutti coloro che potevano far uso di una buona vista anche in un luogo scuro come quello,è anche Sesshomaru,essendo un Inuyokai,poteva far uso di questa abilità.

Ma anche l'olfatto lo stava aiutando,nonostante l'aria viziata che si respirava li dentro,non gli era precluso sentire odori che non appartenevano a quel luogo,e i felini che lo stavano cercando era in possessori di quell'odore,Jin gli aveva consigliato di non far uso dei suoi poteri,ma non gli aveva detto che non avrebbe dovuto usare i suoi sensi,Sesshomaru avrà avuto l'aspetto di un uomo,ma restava pur sempre un cane,la cosa avrebbe potuto giocare a suo favore,doveva solo usarle nel modo giusto.

un leggero rumore di passi si stava facendo sempre più forte,qualcuno si stava avvicinando alla sua posizione,avrebbe dovuto reagire di conseguenza a quella situazione,ma combattere apertamente non sarebbe stata una buona idea,se lo avesse fatto Toran avrebbe avuto un vantaggio su Sesshomaru e probabilemnte dileguarsi tra le sconosciute vie di quel luogo,non poteva permettersi un risultato simile,avrebbe fatto le stesse cose che in quel giorno aveva fatto con Ezio,ma lo avrebbe fatto da solo,era giunto il momento di mettersi alla prova.

Avanzò tra le strette viuzze della città in rovina,lesto e senza essere visto,quel lato della grotta era completamente pieno zeppo di gatti,poteva sentire la loro presenza ovunque,sentendo i passi di uno di loro si allontanò da lì prendendo un altra stradina li vicino.

Il pericolo di essere scoperto rendeva la situazione decisamente stressante,avrebbe preferito combattere che scivolare nell'ombra come un fuggiasco,ma se voleva avvicinarsi a Toran senza alcun sospetto allora avrebbe dovuto muoversi nelle tenebre,veloce come il vento e silenzioso come un pensiero,evitare lo scontro sarebbe stato più difficile del previsto.

Superato un gatto,poi un altro,un altro ancora,ognuno di loro veniva aggirato con destrezza,avvolte tra uno spostamente e l'altro aveva rischiato di essere scoperto,ma la sua naturale velcoità lo rendeva una preda più difficile del previsto,provarono a cercare in giro,ma nulla,persino cercarlo in gruppo non servì a niente,ad alcuni era persino capito di vedere un ombra tra quelle strade abbandonate,per poi accorgersi che erano sono quelle di altri gatti,ingannati sia da i loro occhi che dalle poche torce che alcuni di loro tenevano in mano,la cui fioca luce deformava non poco la forma delle loro ombre.

Di angolo in angolo,di casa in casa,con passo leggero e svelto di gambe,Sesshomaru faticò non poco per non essere individuato,ma sapeva che poteva farcela,sapeva che si sarebbe dovuto abituare a quel tipo di manovre evasive,perchè se non ci fosse riuscito con Toran come avrebbe potuto farcela con Akira? Quella missione si stava rivelando il suo primo vero addestramento nell'arte della furtività,lo avrebbe superato...o così sperava.

Sentiva l'odore della pantera farsi sempre più vicino,sempre più intenso,il lui c'era una voglia matta di trovarsi di fronte a lei,chiedergli il motivo di quella sua fuga,il motivo di tutto questo trambusto,erano pochi gli individui alla quale prestava particolare attenzione,e per quante poche volte avesse avuto a che fare con Toran,nutriva verso di lei un certo rispetto,se non altro la sua presenza,probabilmente questa cosa di Toran che faceva uno sgarro del genere era di certo una di quelle cose che irritava Sesshomaru.

Ma sarebbe rimasto calmo,sarebbe rimasto obbiettivo,distaccato dalle sue emozioni,avrebbe agito solo al momento più opportuno,quando lei non se ne sarebbe accorta.

Avanzò con passo rapido,ancora attento a non farsi scoprire,evitando i suoi inseguitori più che poteva,passare vicino ai quei gatti senza dover alzare un dito per superarli era per lui già un passo avanti verso quell'arte che per tutta la sua vita era la nemesi del suo essere guerriero,anche se ora gli tornava comodo più che mai.

- Non lo avete ancora trovato?

Era la voce di Toran che si propagava tra le strade.

- No signora,non lo abbiamo ancora visto,sembra essersi volatilizzato nel nulla.

- Non essere ridicolo,so bene chi e,lo conosco abbastanza bene da poter dire che non è il tipo che fugge per così poco,continuate le ricerche.

Aveva sentito più che chiaramente la sua voce,lei era più vicino di quello che lui credeva,ora il problema era solo trovarla,se solo avesse potuto osservare la situazione da un punto di vista migliore,avrebbe trovato la posizione di Toran.

Poi all'ìmprovviso,chissà perchè,gli venne una strana idea,alzò lo sguardo sopra di lui e cominciò a dare un occhiata in giro,i suoi occhi si posarono su uno dei tanti palazzi attorno a lui,con l'unica differenza che l'edificio che interessava a lui era più alto di molti altri nella zona e spinto da chissà quale forza,si avviò verso il punto che più attirava la sua attenzione.

Tangliando ancora per poche strettoie era giunto a destinazione,la porta al piano terreno della costruzione era aperta e senza dare nell'occhio si introfulò in quella proprietà ormai disabitata da millenni,trovate le scale per andare ai piani superiori decise di percorrerle tutte disinteressandosi completamente dei pochi interni ormai in rovina.

Ma nonostante il disinteresse non potè non notare come alcune cose erano ancora rimaste dentro all'edificio,i muri ricoperti da pitture ormai sbiadite dal tempo,alcuni mobili ancora in piedi,riuscì a intravedere persino una rudimentale culla di legno,simbolo che anche li delle famiglie vivevano l'una sopra le altre,non in diverse case ognuna occupata da una sola famiglia,ma piuttosto come camere comunicanti di un unica grande casa,come se il concetto di collettività quasi rispecchiasse una quasi mancanza di vita privata,forse le famiglie mangiavano insieme,oppure si spostavano da un abitazione all'altra per andare a trovare i vicini,scambiandosi chiacchierate e battute,ma anche doni per i giorni di festa o più semplicemente le pietanze che venivano preparate durante la cena e in parte donate ai vicini,ma a lui cosa interessava,erano altre le sue preoccupazioni.

Dopo una furiosa corsa su un intera rampa di scale arrivò in cima senza che lo sforzo di quella improvvisa accelerazione lo fermasse per la fatica o per lo sforzo in se,non un acciacco ho una fitta si faceva sentire.

Nel vedere da lassù il paesaggio cittadino attorno a lui,osservò con attenzione ogni costruzione,ogni strada,ogni gatto sotto di lui,ogni cosa sulla quale il suo sgaurdo si posava,memorizzò con attenzione ogni cosa e il luogo in cui si trovava,quasi stesse facendo una mappa di tutta la zona che riusciva a vedere,una mappa che risideva ben al sicuro nella sua memoria.

Però era strano,perchè mai gli era passata per la testa un idea del genere? Cosa l'aveva spinto a salire fin lassù? Il voler trovare la posizione di Toran non era l'unica spiegazione,eppure ora la vedeva più che chiaramente,ora sapeva dove si trovava e riusciva a notare in modo ottimale la sua direzione,certamente l'aveva sentita chiaramente quando aveva detto alle guardie dove voleva andare,ma adesso sapeva esattamente quale percorso faceva la pantera,ora doveva solo pedinarla.

Rifarsi tutte le scale non era certamente un problema per lui,però sentiva che poteva trovare una strada migliore da poter percorrere è di certo non includeva una strada a livello del suolo,ma quale?

E poi,nel suo cercare un percorso alternativo,osservò i tetti dei palazzi adiacenti e lo faceva con rinnovata astuzia,prendendo così un altra bizzarra decisione,prese una piccola rinconrsa verso il bordo del palazzo e poi saltò,verso un palazzo adiacente e più basso atterrando senza problemi dall'altra parte della strada.

Una nuova energia sembrava essersi impossessata del giovane yokai che sentiva ormai suo quel modo di fare,cosa lo avesse spinto a fare tutte quelle azioni in singolo giorno non lo sapeva nemmeno lui,ma,la cosa lo faceva sentire così bene,con se stesso,con ciò che lo circondava,come una sorta di armonia i cui effetti influivano sul suo modo di inseguire Toran,la cosa non gl dispiaceva affatto.

Guardò verso Toran e sempre preso da quella forza interiore continuò a seguirla dall'alto,un altro balzo e finì su un altro palazzo,poi un altro,poi un altro ancora,svoltando quasi in continuazione,senza essere visto e in netto vantaggio su tutti loro,adesso doveva solo aspettare il momento giusto e poi...

- Ecco dev'essere questa.

Disse Toran parlando tra se e se,si era inoltrata in una delle tante stradine fino a raggiungere un vicolo cieco,sembrava sospetta come cosa,perchè mai era andata proprio li? Si chiese Sesshomaru mentre da lontano,osservava la situazione dall'ennesima palazzina semi distrutta,vide lei battere con una nocca sul muro,quasi stesse bussando,mai poi rifece la stessa cosa in un altro punto per ben tre volte,a Sesshomaru parve strano il comportamento della ragazza,eppure sentiva che c'era qualcosa di insolito,come se avesse già vissuto una situazione simile.

Poi,da quello che vide con i suoi occhi,fu una specie di trucco,il muro...si apriva,una fessura innaturale si stava formando alla fine del vicolo nella quale Toran si infilò al suo interno senza alcuna esitazione,lasciando nulla dietro di se,se non il suo inseguitore.

Sesshomaru non poteva crederci,come aveva fatto a scomparire in quel modo? Preso dalla curiosità si calò giù con un balzo e appena atterato attutì la propria caduta evitando così di attirare attenzioni indesiderate,la parte facile era ormai passata,ora iniziava quella più complicata.

Inoltrandosi fino alla fine del vicolo,l'inuyokai osservò il muro con attenzione,sembrava essere tornato come prima,solido,inavomibile,privo di ogni mobilità,ma lui sapeva bene che quello che aveva visto non era stata un illusione,era entrata da li,ma come passare? Abbattere il muro sarebbe stata un idea degna di suo fratello,era un idea fin troppo semplice,per non parlare che il rumore del muro infrato avrebbe riecheggiato per l'intera area,saprva benissimo che non poteva fare così.

Quindi,passò ad un altra tattica,l'odorato,si concentrò,ispirò intensamente e...niente,nessun odore,la sua idea consisteva nel sentire l'odore delle mani della pantera e capire dove le avesse posate,ma nulla,era come se li non ci fosse mai stata,persino il muro sembrava non avesse un proprio odore,questo non aveva senso.

- Non'è possibile,lei è passata di qui,n'è sono certo,l'ho visto,non può essere stata un illusione.

- Ti sei già dimenticato?Eppure ci sei già stato qua.

Fu di nuovo Jin a portare consiglio al giovane yokai.

- Ricorda attentamente che cosa vedesti con i miei.

Sesshomaru non rispose alla voce e cominciò a concentrarsi,nello sforzo di rievocare memorie altrui ricordò giusto qualche dettaglio,ricordava bene il rumore delle persone che passavano per le strade,dei mercanti che urlavano nella piazza,anche la camminata di Jin verso la vecchia confraternita gli era quasi completamente chiara,ma il metodo per aprire quella porta gli sfuggiva completamente.

- Non riesco a rammentare,è tutto inutile.

Nel finire quella frase appoggiò una mano contro il muro,come se il peso di quel fallimento fosse inaccettabile,poi,una strana sensazione si insinuò in lui,fissò la mano poggiata sulla pietrosa parete,per poi muoverla tastando con le nocche il puto in cui la yokai aveva fatto precedentemente,anche lui lo fece uan volta sola,subito dopo spostò la mano nel secondo punto,battè tre volte,risultato?

La parete si mosse.

Lentamente si apriva di fronte a lui lo stesso varco segreto che tempo addietro aveva già osservato nei ricordi di quella voce che sembrava aveva fin troppi segreti da nascondere,era riuscito ad aprire un passaggio segreto vecchio di millenni,ma senza perdere altro tempo,entrò anche lui nel passaggio dietro il muro che senza indugi proseguì senza porsi altre domande,almeno per il momento.

L'interno di quel corridoio era buio pesto,persino Sesshomaru aveva fatto fatica a capire dove stava andando,anche nei ricordi di Jin quel posto era scuro,senza luce,persino i meccanismi di legno che si trovavano all'inizio dello stretto passaggio erano appena visibili,consunti,quasi marci,ma ancora funzionanti,il sentore di morto e sepolto si sentiva in tutta la città in rovina.

E in quel umido passaggio,la desolazione del luogo era persino più persistente,quale assassino avrebbe più usato quei passaggi?Chi avrebbe usufruito ancora di quella comoda scorciatoia,se non una pantera e un cane? Triste pensiero su un corridoio segreto ora in disuso e senza più valore.

qualche passo più avanti,quando ormai muoversi al buio era divenuto quasi un abitudine e l'aria stantia l'unica aria respirtabile,lo yokai intravide una luce uscire da un cavità perfettamente lineare ai lati,segno che l'apertura era artificiale,appena uscito da li,ecco li,lo stesso magnifico spettacolo architettonico,il quartiere segreto dentro la città.

L'antico quartier generale della confraternita degli assassini era li,tutt'attorno a lui,ma questa volta non c'era lo svago della prima volta che l'aveva vista nella sua mente,era un luogo morto,dove prima c'era vita,ora regnava un inquietante silenzio,dove li aveva scoperto una verità,ora l'unica verità li rimasta era che il tempo aveva consumato quel luogo,ricordava bene l'immensa folla di incappuciati attorno a lui e i pochi che non portavano un cappuccio portavano l'altro segno della fratellanza,il tringolo.

Ma in quel momento,quando lui aveva rimesso piede in luogo,era l'unico ad avere il capo coperto,anche se di certo non era un assassino,in un qualche modo gli procurava dispiacere vedere un luogo un tempo tanto glorioso,ora ridotto ad un ammasso di vecchi edifici senza più alcuna funzionalità.

- Jin,questa è...

- Si,e lei,eppure sento che qui è successo qualcosa.

- Di che parli?

- E successo qualcosa,si..dev'essere così,ma non ricordo,mi sfugge qualcosa.

E mentre Sesshomaru prestava attenzione alle parole della voce nella sua testa,un altra presenza si fece sentire molto forte,forse per istinto o per abilità Sesshomaru fece un balzo in avanti evitando così un colpo inaspettato,nel punto in cui si trovava prima,ora si celava un elegante quanto insolito oggetto,sembrava un corto bastone attorcigliato su se stesso,con due vistose punte su entambi i lati,era di un azzurro trasparente ed emanava un aura gelida,alla vista sembrava fatto di ghiaccio,ma lui non aveva bisogno di ragionare sulla natura di quella strana opera,era un arma...è sapeva bene chi l'aveva scagliata.

- I miei complimenti Sesshomaru,bravo.

L'inuyokai si girò in direzioni di quella che alle sue orecchie sembrava la voce di lei,la donna che stava inseguendo e dalla quale voleva sapere tutto quello che aveva intenzione di chiedergli,infine,comparve lei,Toran,la cui elegante figura uscì all'improvviso da chissà dove per poi comparire a una ventina di metri da lui,lei lo guardava con aria strafottente e superba,quasi a voler sfottere quello che per lei sembrava un vano tentativo di volerla prendere di sorpresa,la cosa ovviamente lo irritava parecchio.

- Devo dire che i tuoi tentativi di assomigliare a quei cappucci bianchi a di per se un lato davvero buffo:dimmi cane,come ti sono sembrati i miei uomini?

- Lenti,deboli e stupidi,esattamente come te felino,perchè sei fuggita dal villaggio?

Chiese lui con tono duro e quasi inespressivo.

- Ma come,non ci arrivi? Guardati,sei vestito esattamente come loro,quei cappucci bianchi ti stanno cambiando in qualche modo....tu stai cambiando.

- Che vuoi dire?

- Come? Davvero non te ne rendi conto? Questa storia non ha alcun senso,Akira,gli assassini,chi sono veramente? Cosa vogliono da te?

- Cosa vogliono non mi interessa,io voglio Akira e loro possono aiutarmi a combatterlo,non ho bisogno di sapere altro.

- Quell'uomo ti ossessiona tanto? Ascoltami, ti propongo un patto,prima c'è ne andiamo e poi ti prometto che ti aiuterò a vendicarti di quel damerino che desideri tanto uccidere,allora che ne dici?

- Dico che ti riporterò indietro,costi quel costi.

A sentire quelle parole,sul volto di Toran si mostrò una nota di tristezza,quasi fosse rimasta delusa dalla decisione dell'inuyokai,che quest'ultimo continuava a guardarla con sguardo minaccioso.

- Speravo tu potessi esserre più accondiscendente,mi sbagliavo,in guardia.

La prima attaccare fu proprio lei,che finendo di parlare scattò in avanti,irrigidì un braccio ponendolo di fronte a lei dal cui palmo emise un raggio di un pallido azzurro,essendo però uno dei classici attacchi di Toran Sesshomaru sapeva già come evitarlo,gli bastò spostarsi velocemente di lato che quel glaciale attacco non lo prese,ma se l'attacco di Toran aveva fallito,il recupero della sua arma non fu dello stesso risultato.

Notando lo spostamentò laterale dell'inuyokai,la pantera balzò in avanti recuperando così la sua arma e acquisendo così un vantaggio su di un Sesshomaru disarmato,per loro due non furono poche le volte che si scontrarono l'uno contro l'altro,la guerra tra i Taisho e le pantere era durata molto,quindi i loro duelli non furono di certo pochi,ma questa volta lui combatteva senza una spada al fianco.

- Sesshomaru, ultimamente sei diventato prevedibile,sicuro di potercela fare questa volta?

- Come sempre Toran e adesso te lo dimostrerò.

Sapeva bene di essere disarmato,sapeva bene il peso lasciato da una Bakusaiga mancante alla cintura di un abito che non gli apparteneva,quindi,fece una sola cosa che gli passò di mente,mise la gamba sinsitra più avanti di quella destra,alzò la guardia ponendosi di fronte a lei in quella basilare posizione di combattimento.

Per un attimo sul viso di Toran si poteva notare un espressione piena di perplessità,ma subito dopo cambiò totalmnente espressione passando dalla confusione all'ilarità,sembrava che la cosa la divertisse molto.

- Sesshomaru,cosa diavolo stai facendo?

- Non lo vedi? mi preparo a sconfiggerti,ecco cosa sto facendo.

- No sul serio,a cosa serve quella posizione? Pensi che i tuoi artigli basteranno a farmi qualcosa?

- Se vuoi scoprirlo,perchè non ti fai sotto,infondo,un cane saprà sempre come tenere a bada un gatto.

E mentre sul volto di Sesshomaru si formava un sorriso da perfetto presuntuoso,su quello di Toran invece si vedeva un espressione carica di rabbia.

- Basta così,adesso ti sistemo,insulso damerino borioso.

E proprio come volevasi dimostrare,Toran attaccò senza alcuna esitazione,presa dal risentimento e probabilmente dalla loro precedente rivalità,la yokai si accontentò di incanalare tutta la sua forza in un unico colpo di punta,lo scatto che fece gli diede così tanta forza che il solo infilzarlo lo avrebbe ucciso all'istante,un colpo di punta a dir poco fatale.

- Muori.

La lancia di ghiaccio si avvicinava sempre di più,annulando poco alla volta la distanza che c'era tra la carne di lui e l'arma di lei,ma non era ancora detta l'ultima parola.

I muscoli erano tesi,la mente era scattante,la volontà era indomita,non sarebbe morto li,non sarebbe perito per mano della sua antica rivale,aveva ancora un conto in sospeso con Akira,doveva sapere perchè,il perchè di tutto quello che gli stava succedendo,il perchè di tutta quella storia,templari,assassini,lui c'entrava qualcosa,ma perchè?

Non poteva permettersi di morire li,per cui avrebbe reagito a quell'attacco,il metodo lo aveva già sperimentato,doveva solo metterlo di nuovo in pratica e anche alla svelta.

Non appena la punta si avvicinò al suo ventrè l'inuyokai,si piegò con tutto il busto verso la sua destra,evitando così un infilzata sicura ai suoi organi interni,in rapida risposta a quella rapida aggressione,scattò con un pigamento verso sinistra,strinse il pugno destro più forte che potè,per poi rilasciare il colpo su volto della pantera,che l'accuso non poco,dato che fu sbalzata via con una tale forza dallo strisciare per mezzo metro sul terreno roccioso della caverna.

- Non oggi Toran.

Appena si fermò fu evidente come lei avvese accusato quel destro micidiale,nonostante la rozezza del colpo,la forza sovraumana insita in quel braccio era decisamente enorme,la cosa si poteva evidenziare anche da come la pantera stesse cercando di riprendersi dalla botta subita,sembrava stordita,faceva persino fatica a rimettersi in piedi,poichè le ci volle poco più di un attimo a dover far forza contro il terreno.

Si rialzò malamente,poichè nel provare a rimettersi in posizione eretta il suo corpò fu scosso da pochi brividi,ma erano più che sufficenti a dimostrare a gli occhi di Sesshomaru che quello non fu di certo un pugno leggero.

- Dannato di un cane,questa me la paghi.

- Parla pure quanto ti pare,la tua fuga finisce qui,arrenditi.

- Mai.

- Allora ti riporterò indietro con la forza.

Sesshomaru si mosse in direzione della ragazza,con fare cupo e minaccioso,camminando velocemente verso di lei e preparando già una mano nel caso avesse dovuto colpirla un altra volta.

- Ho un ultima carta da giocare.

Disse lei con tono sicuro e audace,seppure indebolita Toran sembrò pronta per ricominciare il loro scontro,aprì completamente le mani per poi richiamare ancora quelle riserve di energia che le erano rimaste,Sesshomaru notò che l'aria attorno alla ragazza si stava facendo gelida,cosa che lui aveva intuito come un brutto segno.

Così facendo,saltò via lontano da lei,aumentando notevolmente la distanza che c'era tra loro due,di almeno venti metri...e il suo istinto gli diede ragione,Toran era riuscita a cambiare lo stato del terreno,che adesso pareva congelato,un leggero strato di ghiaccio copriva di almeno cinquanta metri un area tutta attorno a lei,a gli occhi di Sesshomaru sembrò un blando tentativo gongelarlo.

- Ci hai provato Toran.

Ma era ancora presto per cantare vittoria,appena lo yokai tornò a terra ebbe la sensazione di scivolare anche se subito ritrovò l'equilibrio che poco prima andò perso.

- E sono riuscita nel mio intento,vedi Sesshomaru,adesso sei veramente nei guai,sai,dal nostro ultimo incontro anche io ho potenziato le mie capacità,tu sei ruscito a ricomporre il tuo braccio mancante,dalla quale hai ricevuto la tua bakusaiga,ma anche io ho migliorato i miei poteri.

- Che vuoi dire?

- Hai presente il ghiaccio che hai sotto i piedi? Bene,ti faccio vedere.

Sesshomaru non ebbe nemmeno il tempo di comprendere appieno le parole di Toran,che qualcosa sotto di lui uscì,colpendolo violentemente all'addome e subito dopo sbalzato in aria,all'inizio il colpo ricevuto sembrava solo doloroso,ma poi,apparve altro,sangue.

Non si era subito reso conto di essere stato trafitto da qualcosa,ma la sua veste che si stava tingendo di rosso e il buco appena comparso sul suo ventre,suggeriva che il colpo della pantera,qualunque cosa fosse stata,ebbe successo.

Tornò a contatto col suolo,che appena venne colpito si ruppe a contatto con la fronte di Sesshomaru,che urtò violentemente contro il ghiaccio sottostante.

- Piaciuta la dimostrazione?

- Che stregoneria e mai questa?

Disse Sesshomaru mentre provava a rialzarsi,cosa che quel ghiaccio gli rendeva difficile l'impresa.

- Oh parla di questo? Dal nostro ultimo scontro anch'io ho potenziato le mie capacità,vedi,da un pò di tempo ho scoperto come controllare al meglio il mio ghiaccio,tutto il ghiaccio che vedi a terra e sotto il mio pieno controllo,sono in totale sintonia con il mio elemento,posso controllarlo come più mi pare e piace,in parole povere,sei in trappola.

- Che cosa?

- Esatto Sesshomaru,io posso farti tutto quello che voglio,senza che tu possa farmi nulla.

- Lo vedremo.

L'inuyokai riuscì a rimettersi,ma anche con tutta la spavalderia che ostentava in quel momento,non si sarebbe salvato solo a parole,la sua ferita non sembrava particolarmente pericolosa,ma non stava neanche migliorando,non voleva ricucirsi,la sentiva fredda oltre che fastidiosamente dolorosa,istintivamente portò una mano a coprire la parte danneggiata,scoprendo così la causa di quel curioso sintomo.

La ferita era parzialmente ghiacciata,tastò con un dito per averne la certezza,quella pantera gli aveva ghiacciato parte della ferita,bloccando così la completa rigenerazione dell'addome bucato.

Lentamente il sangue colava,mentre sentiva il freddo farsi strada negli addominali,ma Toran si era certamente accorta della preoccupazione del suo avversario.

- Dici? In questo momento la tua ferita si sta ghiacciando e anche se ci vorrà un pò prima di darti il colpo di grazia,sappi che ti indebolirai poco alla volta,mi basterà star qui e attendere che tu muoia assiderato,quindi preparati,perchè la tua non sarà una sconfitta rapida.

Sesshomaru era in serio pericolo,lui,disarmato e in pericolo di vita,mentre lei si stava dimostrando un avversario più pericoloso di quello che lo yokai ricordava,doveva trovare una soluzione.

E nel vedere la figura della donna di fronte a lui,diversi sentimenti si scontravano nell'animo dello yokai,sapeva bene chi era lei,ma allora come faceva a sapere delle rovine della vecchia confraternita,di come aprire quella porta segreta,c'era qualcosa che non quadrava in quella storia.

Ma il tempo delle domande non era ancora giunto,ora doveva concentrarsi su quello scontro,poichè per la prima volta,quella pantera,dimostrava certamente di essere una rivale ben più agguerrita di quello che era un tempo.

Ora lo scontro si faceva serio.

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Capitolo 38
*** Falsa rivalità ***


Sesshomaru e Toran,due yokai la cuì rivalità sembrava cessata,ora riprendeva con sviluppi inaspettati,era Toran quella in vantaggio,il suo ghiaccio,che ora si posava a terra per una ventina di metri,sembrava vivo,un tutt'uno con la sua manipolatrice.

Per lui invece le cose si complicavano,mai si sarebbe immaginato una capacità simile proprio da Toran,proprio da lei,contro la quale aveva combattuto da tutta una vita,le aveva visto fare molte cose col ghiaccio,una volta gli era persino capitato di vederla ghiacciare il letto di un fiume,ma questa nuova capacità era una storia completamente diversa.

Sapere da dove aveva appreso una tecnica del genere sarebbe stato superfluo,un pò come se si fosse domandato perchè il suo braccio mancante fosse tornato com'era prima della sua privazione,il motivo lo sapeva,ma saperlo non lo avrebbe reso più forte o più abile nell'usare il nuovo braccio,se non altro il saperlo lo rendeva consapevole della motivazione di quella conseguenza,la vera domanda da porsi era un altra.

Come uscire vivo da quella situazione? Questa si che era una domanda più intelligente da porsi.

Prima di tutto doveva analizzare la situazione,cosa che aveva già fatto,dato che i suoi muscoli ventrali e anche le sue viscere rischiassero il congelamento per colpo di un colpo tirato con inaspettata sorpresa di colui che aveva subito quella fastidiosa freddezza che ora lo prendeva li in basso.

Tuttavia sapeva bene che doveva restare calmo,di ghiaccio,cosa alquanto ironica visto che rischiava veramente di congelarsi,la gelida ferita glie lo ricordava benissimo,apparte il dolore naturalmente.

Quindi,si sarebbe dovuto dare una mossa.

- Allora stupido cane,come ci si sente ad essere intrappolati nel ghiaccio?Eppure ricordo molto bene che non eri tipo da cadere in simili tranelli.

- Non prendermi in giro Toran,si capisce benissimo che questo non'è il solito ghiaccio che usavi contro di me,certo,mi avrai anche rivelato che hai aquisito una nuova tecnica,ma questo non spiega perchè tu abbia tutto questo vantaggio su di me.

- Vedo che non sei uno sprovveduto,ti basti sapere che questo ghiaccio è una cosa unicamente mia.

- E probabilmente anche l'unica.

Toran fece un espressione che esprimava una nota di confusione sul suo volto.

- Che vuoi dire?

- Quando hai aperto quel passaggio nel muro,quello che conduceva in questo angolo della città,sapevi come aprirla,eppure questo luogo sembra abbandonato da tempo,come facevi a sapere tutto questo?

- B'è ecco...me l'hanno detto i miei subordinati,sai quei gatti conoscono molto questa zona.

- Davvero? Allora perchè non sono qui? Ma la fuori? Per essere il covo di una banda e piuttosto spoglio,anche troppo.

A quel punto della conversazione Toran sembrò nervosa,come se le domande di Sesshomaru la mettessero in qualche modo sottopressione,e lui si era accorto di questo.

- Dimmi Toran,perchè ti sei rifugiata proprio qui?

- Se vuoi davvero saperlo,prima dovrai battermi.

E detto ciò Toran mosse,con un rapido movimento,la mano destra che indicava l'inuyokai di fronte a se,quel gesto venne seguito subito dopo dalla comparsa di un crepa nel terreno ghiacciato,che sembrò avanzare verso Sesshomaru con rapidità inaudita.

Ad ogni centimetro superato da quella riga spuntava una sottile punta trasparente che usciva dal terreno per poi tornare urgentemente sottoterra,era come se qualcuno si nascondesse nel suolo roccioso e infilzasse di continuo l'aria poco sopra il nuovo pezzetto di terra appena percorso,uno spuntone che andava su e giù di continuo.

E mentre quella cosa si avvicinava sempre di più a Sesshomaru quest'ultimo non potè far altro che attendere l'arrivo di quel colpo,avrebbe voluto muoversi ma quel sottile strato di ghiaccio era troppo scivoloso,un passo falso e sarebbe finito a terra e subito dopo sarebbe finito infilzato come uno spiedino,doveva fare qualcosa se voleva uscire vivo da quello scontro.

Ma ormai quella cosa era fin troppo vicina a lui e l'unica cosa che gli venne in mente fu di mettere le braccia di fronte a se volendo così tentare una difesa improvvisata,anche se sapeva che la cosa non lo avrebbe protetto più di tanto,anche se di certo era meglio di prendere il colpo in pieno corpo.

Non dovette attendere molto che quella diabolica punta lo prese in pieno,colpendolo alle braccia anzichè il ventre,già dannegiato dal colpo precedente,provò a difendersi ma i suoi avambracci rischiarono grosso nel venire trafitti da un unico colpo diretto,con le braccia difese i suoi organi interni,ma s capito dei suoi arti superiori che rischiarono entrambi di essere presi al radio,ossa dicisamente sottili situate negli avambracci,solitamente non adatti a parare un colpo di punta,soprattutto se di quel calibro.

Dopo essersi difeso Sesshomaru notò che quella punta,dopo aver assestato il colpo si ruppe tornando così da dove era venuta,sottoterra.

-I miei complimenti Sesshomaru,hai sacrificato le braccia nel vano tentativo di poterti difendere dal mio ghiaccio,bravo,peccato che adesso devi pagare le conseguenze del tuo gesto.

Lo yokai sapeva bene di cosa stava parlando la pantera,tornò a sentire quella sensazione di gelo farsi più forte,ma questa volta non solo sul ventre,ma anche alle braccia,nel punto in cui era stato ferito,anche quelle due ferite cominciarono a ghiacciarsi.

- Se continuerai di questo passo ti ritroverai ad essere completamente alla mia merce,sai,ho sempre pensato che tu fossi un tipo freddo,beh,tra poco lo sarai,nel vero senso della parola.

Le parole di Toran furono accompagnate da uno sguardo di superiorità e una voce accattivante,stava già assaporando il gusto della vittoria e lo mostrava con divertimento al suo antico nemico,ma ancora un volta Sesshomaru non aveva intenzione di dargliela vinta,avrebbe combattuto,come il suo essere guerriero gli imponeva.

Si,lui era un guerriero,vedeva la difficoltà dello scontro,il vantaggio della pantera su di lui,l'espressione di quest'ultima con un ghigno arrogante stampato sul volto,ma sarebbe bastato questo a fermarlo? A farlo arrendere?

Certo che no,non ci era riuscito Akira,i cui colpi risultavano devastanti,veloci e dolorosamente efficaci,ogni colpo di quel templare toglieva a Sesshomaru una parte della sua resistenza,lei invece gli faceva solo male,certo,le sue attuali ferite si stavano ghiacciando,bloccando sempre più i punti colpiti,ma se Toran risultava fastidiosa,Akira era su un piano di difficoltà di gran lunga più alto di molti altri avversari incontrati in precedenza,forse nemmeno Naraku si era dimostrato tanto pericoloso.

Ma anche la pantera si stava dimostrando un avversario ostico,da quello che aveva visto lui si era dimostrata una pessima combattente,i suoi colpi con la lancia e le sue movenze in combattimento non sembravano particolarmente elaborate,ma quella nuova tecnica col ghiaccio,risultava pericolosa poichè faceva del controllo del campo di battaglia una peculiarità di questo modo di combattere,uno stile basato sul strategia del controllo anzichè un duello di tecnica o di forza,quello che stava facendo Toran era indebolire Sesshomaru il più possibile senza entrarci in contatto...e sembrava che la cosa stesse funzionando.

Doveva inventare qualcosa per riequilibrare le sorti dello scontro,ma come?Il tempo a sua disposizione era poco e il sapere che lei poteva attaccarlo quando voleva e lui no,gli complicava di gran lunga le cose.

- Ancora resisti?Non hai scampo,perchè non ti inginocchi e mi chiedi pietà? Sai,potrei anche essere magnanima e lasciarti vivere...forse.

- Io arrendermi a te? Non lo fatto con quel dannato di Akira e pensi che mi arrenderei a te? Una così debole gattina,la cui unica tattica e quella di combattermi da lontano?Tipico di te Toran,ti senti tanto forte,tanto invulnerabile da li,ma la verità e che non potrai battermi,te lo già dimostrato in passato,te lo dimostrerò anche adesso.

Sesshomaru sapeva bene come stuzzicare l'antica nemica di tante battaglie,si erano combattuti per tanto tempo,dopo tutto qualcosa doveva averla pur imparata sull'atteggiamento della glaciale ragazza,proprio come lui era orgogliosa,tenacie e facile da provocare,si,in certo qual modo i due era più simili di quello che sembrava.

L'inuyokai mostra uno sguardo fiero contro la nemica secolare,cosa che a quanto pare la fece rosicare,nonostante tutti i colpi presi lui restava in piedi,a combattere,non era nella sua natura dichiarare la resa,meglio morto che in ginocchio.

- Sesshomaru,devo riconoscerlo,sei sempre stato un avversario divertente,ma sei anche uno sbruffone,un esaltato,pensi sempre di poter vincere,o comunque di poter uscire vivo da ogni scontro,proprio per questo,oggi,io Toran,nuovo capo del clan delle pantere,potrò ucciderti definitivamente,non hai voluto ascoltarmi,peccato,saresti stato un ottimo alleato.

La pantera fece di nuovo la stessa mossa di prima,indicò di nuovo l'inuyokai con l'indice destro e ancora una volta un altra lama tornò ad avanzare verso il suo precedente bersaglio.

- Toran,devo riconoscerlo,sei stata veramente brava,però adesso mi sono stancato di te.

- E cosa avresti intenzione di fare?

- Questo.

Disse lui con tutta la sicurezza che aveva in corpo,aprì entrambe le mani mostrando in pieno gli artigli,si abbassò mettendosi su un solo ginocchio e infine conficcò con forza entrambe le mani nel ghiaccio.

- Ma cosa...

Questo si chiese Toran nel vedere l'inuyokai compiere quel gesto senza alcun senso apparente,però,sentì che l'aura del suo rivale si stava facendo più forte,un energia aggressiva e piena di furore si stava manifestando dal suo corpo,lui sapeva che la glaciale punta di Toran stava avanzando di nuovo nella sua direzione,eppure le vedeva con chiarezza che Sesshomaru non si stava muovendo,semplicemente se ne restava li,immobile,nell'assistere a quello spettacolo la pantera fu presa dalla confusione più totale.

Sesshomaru restava ancora li,in quella posizione singolare,come a volersi preparare per qualcosa,lei non riusciva a capre cosa volesse fare,eppure sentiva che sotto c'era qualcosa di strano,poteva sentire la sua voglia di combattere,già immaginava come sotto la veste d'assassino,i muscoli del glaciale ragazzo si contraevano per un chissà quale movimento avesse intenzione di fare,la cuspide di Toran si faceva sempre più vicina,sempre più pericolosa e sempre più affilata,ma anche stavolta,Sesshomaru non accennava ad un singolo movimento.

Poi,di scatto improvvisò,strinse la presa che lo teneva stretto a terra,si tirò più indietro che potè e infine,fece più forza,chiudendo ancor pìù le mani e gonfiando i bicipiti al massimo della loro potenza,così facendo Sesshomaru fece l'unica cosa che Toran si aspettò da lui.

Un assalto frontale.

- Toran...

Disse lui con aria perfettamente calma,poi alzò la testa,lentamente,smuovendo così la chioma bianca,pura,candida,come la neve,mostrandole poi il volto,che portava lineamenti duri accompagnato però da un tratto distintivo,uno sguardo di fuoco,non di rabbia,ma di decisione,che la fissavano trasmettendo un energia del tutto nuova.

- ARRIVO.

Un sola parola,cacciata fuori dalla bocca con determinazione,neanche il tempo di riprendere fiato che il dayokai fece la sua mossa.

Con le mani nel terreno il cane incassò le spalle nella schiena,strinse più forte che potè la presa sul freddo pavimento e poi,in un gesto a dir poco inaspettato,rilascò tutta la forza che aveva accumolato in quel breve momento e poi,fece una cosa che solitamente non apparteneva al suo metodo di combattimento personale.

Si lanciò in avanti.

L'inuyokai,disteso su sul ventre si era dato una spinta così forte,da sbalzarsi in avanti dritto verso la posizione della pantera,la voglia di mollargli un altro cazzotto era più forte che mai in lui è più si avvicinava più gli tornava alla mente quel loro incontro alla castello di Akira,lei non era cambiata di una virgola,stessi abiti,stessi modi,eppure nel rivederla aveva percepito una strana sensazione,come se il fatto rincontrarla li non solo lo avesse stupito,ma che gli facesse anche piacere,e quando scoprì che la donna nella foresta vicino al castello del templare era sempre lei,si gettò nella mischia pu di andarla a salvare.

Ma ora quel rispetto che nutriva per lei sembrava ormai svanito,consumato dalla rabbia e dalla indignazione,proprio adesso che i loro clan erano ormai in pace,Toran fece qualcosa che non avrebbe dovuto fare,tradire la sua fiducia,lasciandolo tra gli assassini e volersene andare,senza avergli spiegato nulla,sul perchè fosse a quella festa,sul perchè aveva lei la tavola con le iscrizioni,sul perchè lei teneva tanto al fatto che lui lasciasse la confraternita insieme a lei.

Ma mentre lui si avvicinava anche la punta di ghiaccio faceva altrettanto,sapeva bene che se fosse stato colpito un altra volta un altra parte del suo corpo si sarebbe ghiacciata,sapeva il rischio che correva,ma sapeva anche che srestare fermo non avrebbe risolto nulla,così aveva deciso di provare il tutto per tutto,Sesshomaru contro Toran,cane contro pantera,o avrebbe vinto o sarebbe morto,pochi secondi e l'esito tra lui e quella stalagmite di ghiaccio si sarebbe conclusa una volta per tutte.

Sesshomaru si preparò allo scontro con quella diavoleria che gli stava venendo addoso,aprì la mano sinistra,la alzò più che potè dal terreno in attesa di fare la sua mossa,mentre dall'altra parte quel letale pezzo di ghiaccio usciva e rientrava in continuazione dal terreno rendendo la sua avanzata più difficile da ostacolare,colpire al momento giusto sarebbe stato indispensabile.

Erano sempre più vicini,fino a che,per Sesshomaru giunse il momento di attaccare,li,nell'esatto momento in cui la punta stava ritornando verso l'alto,proprio sotto la testa dello yokai,quest'ultimo mosse raidamente la mano alzato,colpendo con un rapidissima artigliata quella cuspide al momento giusto,che subito dopo si divise in due così che la punta cambiò direzione per poi cadere lentamente a terra.

- COSA?

Urlò Toran incredula,aveva assistito alla scena con assoluta attenzione,solo per rendersi infine conto del avanzata dell'inuyokai che andava dritto verso di lei.

Sesshomaru aveva vinto il confronto con la nuova tecnica della pantera,i suoi artigli si erano dimostrati ancora una volta delle armi più che utili,ma adesso pagava le conseguenze di un piano tanto azzardato,la sua mano sinistra si stava congelando,ormai non sentiva più le dite che erano in totale ipotermia,poichè a differenza del ventre e delle braccia,che erano coperte comunque dal tessuto di cui era fatta la veste,le mani invece erano totalmente scoperte e quindi,l'effetto congelante dei poteri di Toran era stato pieno.

Ma poco importava,aveva ancora una mano libera,gli sarebbe bastata quella per sconfiggerla una volta per tutte,un colpo solo,ancora uno,è sarebbe tutto finito.

Pochi secondi è sarebbe giunta da lei,ora che la sua punta era stata distrutta avrebbe dovuto ricrearne un altra,ancora una volta provò a incanalare altra energia nelle mani,ma oramai era inutile poichè l'inuyoaki era giunto a gran velocità senza che lei potesse far nulla per impedirglielo.

Arrivò contro di lei,prendendola sulle gambe,prendendola con entrambe le mani e in un lampo trascinarla verso di se,facendola cadere a terra e portandosela dietro nel suo fulmineo tragitto,il quale li portò entrambi ad uscire dalla parte di terreno che la pantera aveva ghiacciato,portandola così in territorio neutrale.

Fuori dal ghiaccio,la nudità della pietra si fece di nuovo sentire,era lei la vera materia di cui il luogo era fatto,roccia dove un tempo diverse centinaia di persone muovevano i loro passi,ora solo due nemici di vecchia data si impegnavano per concludere l'ennesimo scontro,ma questa volta tra i due c'era una distanza la cui misura,l'una dall'altra era pari a nulla.

Lui sopra,lei sotto,lui la trascinava e lei si faceva trasportare,poco dopo si fermarono,aiutati anche dall'atrito tra i loro corpi contro il terreno,il cane appena presa consapevolezza della sua posizione di vantaggio alzò un braccio indietreggiando più che potè con la spalla e strinse il pungno più forte che potè,il colpo fatale sarebbe arrivato in quel momento.

La rabbia,la frustrazione,il dolore e la sofferenza,non solo quella fisica ma anche quella del suo animo,lui non lo mostrava,ma fare del male a lei non era nei suoi piani,non avrebbe voluto,avrebbe preferito riportarla indietro,chiederle il perchè del suo gesto,chiederle perchè affidarsi a dei gatti da poco per aiutarla nei sei suoi intenti,c'erano troppe cose che non quadravano in tutto quello.

Lei invece era poggiata contro il terreno,stupita da quella forza che l'aveva presa con tanta energia,era stupita,vedeva Sesshomaru,forte bello e sicuro delle sue intenzioni,la mano alzata e il gesto pronto,dolore e morte,ecco cosa si immaginava,lo vedeva negli occhi di lui,in quegli occhi dorati che più e più volte l'avevano fissata,negli innumerevoli scontri e nelle sfide al limite delle loro abilità.

Poi,quella che a lei sembrò una stupidaggine le passò per la testa,lui,era sopra il suo corpo,in un altra occasione si sarebbe potuto dire che quella era una posizione piuttosto,intima,ma in quel moemento sembrò passare tutto in secondo piano,poichè qualcosa sopra la sua testa scese improvvisamente dirette verso il suo volto,chiuse di istinto gli occhi e poi...

Un forte rumore,qualcosa era sceso duramente contro il terreno,vicino al suo orecchio sinistro,aprì gli occhi e vide il pugno del glaciale ragazzo vicino al suo orecchio,tornò con lo sguardo verso di lui,il suo inseguitore,che la fissava intensamente nei suoi occhi,il cui colore era quello del suo freddo elemento,non uno sguardo di rabbia,ma piu cupo e tuttavia più attento e scattante di uno sguardo triste.

- Perchè?

Chiese Sesshomaru con una voce pacata e flebile.

E lei che lo guardava incredula,come se non si aspettasse quella reazione.

- Perchè hai fatto tutto questo?

Non ci credeva,davvero gli e lo stava chiedendo?quando poco prima sembrava che volesse strappargli via la testa dal collo,lei,inebitita da quella domanda a sorpresa non sapeva cosa rispondergli.

- Io...ho...

- Se tu avessi voluto convincermi non avresti messo in piedi tutta questa storia solo per venire via con te,sarebbe stato più logico aspettare che mi riprendessi dalle mie ferite e poi chiedermelo,ma sappi che avrei rifiutato comunque,quindi,dimmi,cosa mi stai nascondendo veramente?

Lei sembrò calmarsi,eppure ora evitava il suo sguardo,guardando da tutt'altra parte,lui non capiva perchè,ma la cosa sembrava renderlo ancora più curioso,quasi preocupato,voleva sapere tutto da Toran,ogni cosa,eppure,ora,nel vederla li,a terra,come sottomessa non sono dalla sua presenza fisica,ma anche dalla sua voglia di sapere,così penetrante,come il suo sguardo,che la pantera sentiva su di se con sommo imbarazzo e vergogna,cosa che lui poteva solo intuire molto alla lontana.

- Sesshomaru...

- Si?

- Sarà che hai la mano ghiacciata,ma...temo che tu non ti sia accorto che mi stia toccando...

Disse lei mentre in volto si stava facendo rossa.

- Perchè cosa starei toccando?

Disse lui mentre distrattamente cercò con lo sguardo la sua mano sinistra,che al momento non sentiva per via della mancanza di sensibilità alle dita,quando la trovò,vedeva che era appoggiata a qualcosa di tondo e vagamente morbido,quando realizzò cosa stava stringendo fece uno sguardo decisamente perplesso.

Quella sua mano insensibile stava palpando un seno della sua antica avversaria.

Ma prima che potesse staccare la mano dal petto di Toran si accorse di un altra cosa,diede una rapida occhiata in quale posizione fossero messi loro due e quello che vide lo sorprese ancora di più,lui era messo sopra di lei,nulla di strano qua,infondo la sua intenzione principale era quella di bloccarla a terra,ma il problema non stava tanto nell'azione in se,era la posa che sembrava un pochino indecente.

Lui stava sopra di lei,con la differenza che lei aveva le gambe divaricate...e lui aveva il bacino molto vicino alla parte più intima di lei.

Un impulso improvviso lo fece alzare di scatto dal corpo della ragazza,che al suo sguardo ora aveva tutto un altro aspetto,la veste mossa e spiegazzata male,con l'obi sgualcito,un piccolo spazio scoperto tra gli stivali e la gonna mostrava parte delle gambe,mentre sopra lo spacco sul petto,prima completamente chiuso,ora mostrava di poco i lati dei seni,la capigliatura smossa,con qualche capello che aderiva al collo in maniera quasi sensuale,ma la cosa che creava più imbarazzo tra i due e che lei aveva era completamente zuppa d'acqua,i vestiti si aderivano al corpo di lei,mostrando così un accenno alle forme della pantera,che a dirla tutta,dal punto di vista del ragazzo aveva per un attimo attirato la sua attenzione.

Per un attimo gli passò per la testa,l'immagine di lei,non come avversaria,non come probabile alleata,ma come donna,con il proprio pudore che quasi veniva messo a nudo di fronte a lui,cosa che lo rendeva assai nervoso,non erano quelli i suoi piani con lei.

Ma questo sembrava solo un pensiero suo,ma in ogni caso anche lui distolse lo sguardo dalla figura di lei,anche lui sembrava imbarazzato,anche se la cosa riusciva a nasconderla abbastanza bene,facendo di tutto per mostrarsi il più freddo che mai,cosa che per fortuna gli riusciva benissimo.

- Allora Toran,vuoi spiegarmi perchè hai messo in piedi tutta questa baraonda? Hai fatto in modo che gli assassini ti dessero la caccia,mandando me e quello strano umano a catturarti,hai assunto i servigi di deboli nekoyokai e per cosa alla fine? E non dire che lo facevi per me,o almeno non dire che questo era l'unico motivo per quale ti sei diretta fin qui.

E mentre lui parlava Toran si rimise in piedi e si sistemò meglio le vesti che ormai erano completamente stropicciati.

- Non'è stata una mia idea.

- Che vuoi dire?

Disse lui tornando a puntare gli occhi sulla pantera.

- C'è un motivo se oggi ti è successo tutto questo,loro ti ha osservato tutto il tempo,loro hanno fatto in modo che tu venissi fin qui,loro dicevano questo,dicevano che per il tuo bene dovevi essere messo alla prova.

- Non capisco,spiegati meglio.

- I gatti che hai affrontato oggi non li hai incontrati per caso,erano stati messi li apposta,mi avevano informato fin dove ti saresti spinto,così mi hanno chiesto se potevo essere il tuo bersaglio,dicevano che saresti stato comprensivo nei miei confronti,che avresti compreso.

- Chi sono loro?

- Mi spiace averti ingannato,ma loro credono tu non stia bene...

- Dimmelo.

- So anche della voce.

A quel punto Sesshomaru sbiancò,cosa aveva appena detto Toran?

- So che qualche volta ti parla,che ti consiglia,che ti guida,me l'hanno detto,Sesshomaru,credimi,vorrei aiutarti.

- Aiutarmi? E questo tu lo chiami aiutarmi? cercare di uccidermi portandomi tra questi vecchi ruderi,tu pensi davvero che questo possa aiutarmi? E in che modo? avanti dimmelo,dimmello,DIMMELO.

- IO NON LO SO...non lo so.

Una frase urlata,poi ripetuta con più calma,tra Sesshomaru,la cui incredulità nel voler credere alle parole della pantera,in quel fantomatico aiuto che lui non riusciva a scrutare nelle azioni di lei e Toran,i cui sforzi,come dice lei,tutti svolti nel volerlo fermare,fino addirittura a ucciderlo,o quasi,si faceva spazio una forte carica negativa,non come uno scontro di due aure,ma emotiva.

L'accusatore e l'accusata,era questa la situazione che si era creata,lo scontro fisico era in secondo piano,il vero nocciolo della questione era divenuto un altro,dalle parole della pantera era comparsa una verità,qualcuno le aveva detto del mistero che viveva nella testa dello yokai,Jin era stato rivelato da Toran,non ci voleva chissà quale intuizione per capire da chi avesse avuto l'informazione.

E lui sapeva bene chi era il responsabile di ciò.

- Toran,dimmi la verità,sono stati gli assassini a dirti di questa cosa,vero?

- Sesshomaru io....

- Rispondi.

Lei abbassò lo sguardo,in preda all'imbarazzo e alla vergogna più totale,il capo abbassato,come poteva guardarlo negli occhi,l'uomo che per molto tempo era stato suo nemico di clan,l'uomo che con tenacia aveva combattuto in nome del suo clan,l'uomo che aveva riportato indietro le due sorelle e l'unico fratello,da morte certa.

E mentre lei fissava il terreno,sentì qualcosa che si appoggiò ad una guancia,una mano,sollevò lo sguardo e vide lui,vicinissimo a lei,ma stavolta con un espressione diversa,occhi più teneri la stavano osservando,occhi più dolci la stavano scrutando in tutta la loro fragilità...e lei si sentì rapire da questo uomo che la guardava in modo che lei non aveva mai sentito prima.

Era persa,era la prima volta che si trovava in una situazione simile,non sapeva come reagire,non sapeva cosa fare,si sentiva leggera,nessun pensiero,nessuna preoccupazione,solo lui,che guardava lei dall'alto del suo fascino celestiale e la sua aria da duro,ma allo stesso tempo anche comprensivo,guardandolo si poteva dire che ormai ogni emozione precedente a quel palmo che le sfiorava il viso sembrava persa chissà dove,il cui posto venne preso da altre emozioni,più quiete di quelle precedenti.

- Toran,posso solo immaginare il motivo di tutta questa assurdità,ma so per certo che non'è colpa tua.

Sesshomaru distolse lo sguardo da lei,per poi allontanarsi di colpo facendo vagare lo sguardo tra i vecchi edifici intorno a loro due.

- Non'è forse così?Venite fuori,forse non so dove vi nascondete,ma so per certo che siete qui,venite fuori.

E dopo aver parlato,dopo aver sputato fuori la sua accusa su chi credeva colpevole,un suono,dei passi,forse fatti sentire apposta da chi si stava muovendo nella sua direzione era apparire poco alla volta una figura inaspettata,dal lungo abito bianco e lunghi capelli neri che uscivano da un cappuccio bianco.

- Complimenti Sesshomaru,le tue capacità sono veramente sbalorditive,capacità di combattimento,strategia del campo di battaglia,ottimo lavoro,poco ortodosso,ma comunque un ottimo lavoro.

- Yuki?perchè tutto questo?

- Una prova,ti ho affidato questa missione per un solo ed unico scopo,valutare le tue potenzialità,dovevamo farti credere che questo fosse un compito reale,così che tu sfruttassi al meglio le tue qualità,sia quelle innate che quelle apprese col tempo.

- Ma perchè coinvolgere Toran? Perchè non usare un altra persona per tutta questa storia?

- Dovevamo vedere come ti saresti comportato se il traditore fosse stato una persona che conosci,che rispetti,ti osserviamo da molto tempo,sappiamo qual'è il tuo carattere,lei ha partecipato volontariamente a questa farsa,dovresti essergliene grato,senza di lei,non avresti mai potuto superare la prova,tuttavia,c'è chi disapprova questo metodo.

- Infatti.

E mentre Yuki finì di parlare comparve un altro ospite,la cui voce attirò su di se lo sguardo dell'inuyokai con fare glaciale,Sesshomaru aveva sentito attentamente a chi apperteneva quella voce,proveniva dal grande edificio posto all'interno dell'antica confraternita.

Riconobbe la forma dell'uomo che lo aveva accompagnato per tutta la giornata,l'uomo con gli occhi d'aquila che aiutò Sesshomaru nello svolgimento della sua missione,se ne stava li,di fronte all'entrata di quella grande costruzione,con fare cupo e minaccioso.

- Ezio.

- Ciao ragazzo,vedo che te le sei cavata bene,tu piuttosto Yuki,non pensi di aver esagerato,non meritava tutto questo.

Intervenne l'assassina.

- Ezio Auditore,sono certa che come mentore della confraternita possiate comprendere il motivo delle mie decisione,voi sapete il perchè del mio gesto.

- Ezio.

Fu lo yokai a chiamare il fiorentino,ritrovarlo li era stato per il glaciale ragazzo un autentica sorpresa,come un fantasma era giunto in quel luogo,così legato alla storia di quegli incappuciati,segreta e dimenticata,si stava facendo viva più che mai.

- Sono felice tu c'è l'abbia fatta e comunque no,non sapevo nulla delle intenzioni di yuki,anche se ammetto che avevo i miei sospetti.

- Se lo sospettavi allora perchè non mi hai detto nulla?

- Non avevo prove per convalidare la mia intuizione,ma oltre a questo non potevo accusare un altra assassina senza una giusta motivazione,sarò anche un assassino di alto rango,ma resto sempre e comunque un ospite in un ramo della confraternita a me sconosciuto,per tanto non posso giudicare gli insegnamenti di una maestra assassina,poichè nessuna delle sue azioni viola i principi del nostro credo.

- Quindi se mi fosse successo qualcosa,lei non mi avrebbe aiutata in alcun modo giusto?

- Eri osservato in continuazione,per tanto avevamo sotto controllo l'intera situazione.

- Anche quando sono precipitato nel burrone,anche li era tutto sotto controllo?

Silenzio di tomba,nessuno rispose a quella domanda,n'è l'italiano n'è la donna seppero rispondere a questa domanda,si guardarono interdetti,come se facessero a capire di cosa stesse farneticando.

- Precipitato? Pensavo che stessi fluttuando nell'aria,quando sono sceso per la scala ti ho visto andare giù con una lentezza che aveva dell'impossibile.

- Infatti e così,ma poi...

Sesshomaru raccontò l'intera vicenda per filo per segno,disse della visione e di come aveva perso i poteri,di come si era salvato e di come nell'esplorare la città scoprì che quella era la città che aveva visto in sogno,di come aveva seguito Toran fino a li,ovviamente la maggiorparte delle cose che aveva detto a i due assassini si sapeva già,ma il fatto sconcertante era il modo in cui interagiva con quell'ambiente,non era mai stato la sotto,ma allora come si spiegava il suo modo di destreggiarsi per le vie in rovina? O come era riuscito ad aprire una porta segreta chiusa da chissà quanti anni senza che nessuno gli rivelasse la combinazione?

Nel caso della porta si sarebbe potuto dire lo stesso di Toran,ma era evidente che fosse stata Yuki a suggerirgli come aprirla,ciò spiegava che quel luogo,seppur abbandonato e dimenticato ai più non voleva dire che non fosse stato già esplorato,ed era proprio questo il punto,se Toran era stata aiutata,chi aveva aiutato Sesshomaru?

La soluzione era una sola.

- Ezio,pensi anche tu quello che penso io?

- Si e temo che il problema sia più grande di quello che crediamo.

Sesshomaru rimase fermo ad ascoltare,ingnorando completamente il significato di quello che stavano dicendo,si sentiva escluso da quella discussione,eppure era lui l'argomento di interesse,non ci stava più capendo niente,ma intuiva che di qualunque cosa stessero parlando non era nulla di buono.

Era ferito,dolorante e aveva il ventre,entrambi gli avambracci e la mano sinistra assiderati,ma questo non lo avrebbe fermato dal sapere di cosa stessero discutendo quei due.

- Vi dispiacerebbe spiegarmi di cosa state parlando?

Chiese l'inuyokai evidentemente stanco per quel loro chiacchierare a lui tanto fastidioso.

- Di te...e di quella voce di cui ci hai parlato,forse è meglio se ci segui,vieni,c'è una cosa che devi vedere.

Disse Ezio mentre entrava nel grande edificio posto alle sue spalle.

- Andiamo Sesshomaru.

Disse Yuki avvicinandosi alla figura del ragazzo,che con tutta onestà non nascose l'espressione confusa che aveva in volto,seppur scettico e un pò titubante,decise comunque di seguire la donna che con grazia innaturale continuava a camminare davanti a lui.

- Toran,resta qui.

Sesshomaru non aspettò nemmeno che la ragazza parlasse che subito lui si mosse in direzione del grande construzione,quella grande struttura che aveva già visto,eppure ora che lo vedeva meglio aveva un aspetto strano,forme arcaiche disegnate sui muri,omini bizzarri e forme curiose,yokai hanyou e umani,tutti insieme in quello che sembra un caotico tentativo di interpretare la vita che un tempo regnava in quel luogo,ora chi sarebbe rimasto ad ammirare quei segni del passato,se non gli occhi di un ragazzo curiosom,che più si inoltrava in quel mondo e più gli riusciva difficile comprendere.

Tuttavia stava imparando una lezione,appresa in fretta e forse non completamente,ma un principio basilare lo aveva imparato,se qualcosa di quel mondo segreto,fatto di cappucci e croci,di lame e inganni,lo stupiva grandemente,allora era meglio se si fosse preparato per un altro stupore ancora più grande.

Avvicinandosi sempre più a quell'atrio si accorse di come un tempo,proprio come in quell'antica visione,altra gente aveva posato i piedi in quella piazza di pietra,umida e silente,ora camminava lui,sorpassando,di passo in passo le orme ormai scomparse di chi un tempo percorreva percorsi che solo loro conoscievano,che solo loro attraversavano.

Ancora più vicino vide come il grande atrio,un tempo maestoso,ora era spoglio delle sue grandi porte di legno,cadute a terra,in parte spezzate e in parte marcite,bagnate,dove una muffa scura consumava lo spesso legno che da tempo sembrava farsi sempre più vuoto della sua possente grandezza,pochi passi più avanti e si ritrovò la,nello stesso punto dove quell'antico uomo,reggeva la tavoletta di pietra,li dove tutti potessero vederla tra le sue mani,la tavoletta,la stessa pietra che trovò tra i tesori di Akira,messa in bella vista come un qualunque reperto,un oggetto del passato da far vedere agli ospiti,eppure,se il potere di quella cosa era era così forte,perchè mai sprigionare il suo potere solo in presenza di Sesshomaru?Perchè Akira l'aveva esposta insieme agli pezzi della sua collezzione? Cosa voleva mostrare all'inuyokai di così importante?

Che ci fosse un collegamento tra la pietra con le incisioni e Sesshomaru era ormai evidente,ma la città sotto il castello di Akira? Le rovine nella cascata? Ma sopratutto i sogni e le memorie del suo passato? Perchè suo padre,il grande Inutaisho era amico di un templare? La parola Yonaguni e la distesa di pietra qual'era il loro significato?Per non parlare di quello strano disegno,quelle strane costruzioni,quei palazzi così e alti e quelle strade sostenute da immense colonne,come si collegavano a lui?

E mentre lui continuava a riflettere,a pensare fino alla paranoia ecco che senza accorgersene,si ritrovò all'interno,quasi distrattamente aveva continuato a cammianre fino ad aver superato il portone di ingresso.

- Sesshomaru,prima di continuare c'è bisogno che tu veda una cosa.

Disse yuki mentre indicava con un dito un punto imprecisato molto distante da loro,aguzzò un attimo e ciò che vide lo lasciò senza parole.

Per la prima volta dall'inizio di quella storia cominciò a sentire un brivido lungo la schiena,poichè quello che vide,non trovava spazio nella sua logica.

Fu così che iniziò ad avere le sue prime vere risposte,ciò che avrebbe appreso era solo l'inizio,il resto...avrebbe messo a dura prova ciò che sarebbe riuscito ad accettare e ciò che avrebbe rischiato di farlo impazzire,ciò che sapeva della realtà sarebbe stato messo a dura prova.

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Capitolo 39
*** Minaccia da occidente ***


In quello stesso istante, A largo della costa del Kyushu,nel sud del Giappone.

Tra le onde del mare,li,soffiava un vento favorevole,un amico per loro,già,loro,ma loro chi? Alcune persone delle isole vicine si erano già accorti della loro presenza,che con la loro grande nave, molto più grande delle imbarcazioni dei locali,persino più grande di una nave ammiraglia di qualsiasi flotta giapponese.

Aveva un lungo scafo dalla base curva lungo quaranta metri e largo la metà,possedeva tre alberi ognuna con una vela propria,ma era l'labero più alto,l'albero maestro ad avere la vela più grande di tutte che con orgoglio dell'intera nave sfoggiava un solo ed unico simbolo,effigie lontana di un paese altrettanto lontano,che si stava facendo conoscere nel mondo allora conosciuto come nazione di abili mariani,astuti commercianti e colonizzatori avventurosi.

Quella nazione,era l'impero portoghese.

Il suo simbolo,lo scudo bianco,dal contorno rosso con sopra il disegno di sette castelli,sparsi ordinatamente per tutto il bordo e al centro bianco,con cinque scudi blu a pallini bianchi sparsi a croce,simbolo delle cinque ferite del cristo ai cui Alfonso primo,primo re del Portogallo fece mettere sulla bandiara come ringraziamento all'onnipotente per la sua vittoria contro i mori.

Re della quale i portoghesi andavano più che fieri,ma ora,in quell'epoca gli eroi della nazione Iberica erano altri,Enrico il navigatore,Magellano e Vasco da Gama,era il tempo delle esplorazioni e loro erano più che pronti a prendersi la loro fetta di mondo,dalle Azzorre al Mozambico,da Zanzibar a Goa,ed ora erano giunti li,in Giappone.

I marinai trafficavano con le corde,controllavano la rotta e si occupavano dei cannoni di bronzo,bestie di metallo in grado di sparare palle di ferro da distanze mostruose e in grado di abbattere un nave da guerra giapponese come un uomo era in grado di spezzare un ramoscello,nemmeno i pirati locai osavano depredare una nave così fortemente armata per scendere in guerra,per non parlare degli uomini sulle navi,soldati professionisti,veterani iberici armati al meglio,con pettorali ed elmi d'acciaio,lance,spade da lato,(spade dalla lama lunga e sottile,usate per lo più nei paesi iberici e negli stati italiani in pieno rinascimento),alabarde,picche,pugnali e archibugi,armi introdotte da poco nel sol levante.

E tra tutti loro c'era un uomo,che vicino alla prua della nave scrutava l'orizzonte,portava un largo cappello con una lunga piuma bianca,un elegante soprabito verdeacqua con bottoni d'oro accompagnato da un pantalone bianco e lunghi stivali in pelle di camoscio,fin qui tutto normale per la moda della sua terra,se non fosse per un indumento particolare che lo differenziava da tutti i suoi compagni portoghesi era un soprabito particolare,era legato intorno alle spalle e avvolgeva buona parte del torace per poi scendere dietro la schiena,era di stoffa leggera,gialla e con sopra degli strani disegni,molto diversi da qualsiasi cosa si disegnasse normalmente in Europa,due leoni neri,l'uno alle spalle dell'altro e sopra le loro teste un viso snello,lungo e nero,dai tratti innaturali,sembrava più una maschera che un volto reale.

- Il Signor Paulo presumo.

Una voce proveniente alle spalle del portoghese attirò la sua attenzione,costringendolo a voltarsi per capire da chi fosse stato chiamato.

- Capitano,buone nuove da riferirmi?

Chiese l'iberico all'uomo che ora aveva di fronte alla sua visuale,era un uomo anziano e vestiva dei rustici abiti da capitano inveterato,con un barba appenna accennata e mal fatta,segno dei pochi riguardi alla cura dell'aspetto personale,dato che probabilmente era il tipo d'uomo che preferiva stare in mare aperto,insomma,un lupo di mare.

Il vecchio marinaio si rivolse al suo ospite con garbo,apparte quello strano mantello sapeva bene che quelli erano abiti da nobile,eppure non era per il suo abbigliamento che si riferiva a lui in quel modo,sapeva bene chi era.

- Si,ma prima di tutto volevo porgervi i miei più sentiti ringraziamenti,per me è un onore ricevere un inviato del nostro re,che grazie alla sua benedizione o avuto l'onore di poter navigare con questo galeone nuovo di zecca.

- Certamente,tuttavia,avete qualcosa da riferire riguardo alla nostra destinazione? Cosa mi sapete dire di questo Giappone?

- Si ecco,per quel poco che sappiamo e un nazione insulare formata da piccoli staterelli in pieno conflitto,ci dovrebbe essere un imperatore al comando,ma sembra che non esista un vero è proprio capo politico,quindi la situazione è quello di guerra civile perenne.

- E per quanto riguarda i nostri commerci con esso? Chi commercia col Portogallo e quali sono i prodotti che esportiamo e importiamo?

- I nostri clienti più fedeli per ora sono gli abitanti dell'isola di Tanegashima con la quale commerciamo armi da fuoco e in cambio ci facciamo dare porcellane,riso,seta e altri preziosi provenienti dalle regioni interne del paese,i nostri rapporti commerciali sono vantaggiosi con queste terre.

- Dunque qual'è la nostra attuale destinazione?

- L'isola di Tanegashima che vi ho precedentemente nominato,attualmente la loro isola e sotto il controllo del clan Shimazu.

- Voglio parlare con un emissario di questi Shimazu per concordare se è possibile fare ulteriori scambi,se possibile non solo commerciali.

- Si,farò chiamare l'inteprete,ah,un ultima cosa,c'è una questione che vi riguarda eccellenza.

- E sarebbe,capitano?

- Ecco non riguarda direttemente voi,ma i vostri...leoni.

- Cosa? Io non ho...

Un pensiero passò rapidamente per la mente di Paulo,comprendeva perfettamente conto di cosa parlasse il capitano,quasi fosse intimorito dalla cosa.

In risposta a ciò,il portoghese si tolse il cappello rivelando così altri dettagli della sua persona,era castano coi capelli portati all'indietro,due corte basette che si fermavano vicino agli zigomi e due occhi marroni che mostravano uno sguardo vigile e attento,stesso guardo con la quale stava osservando il vecchio lupo di mare con fare calmo,ma deciso.

- Comprendo la vostra preoccupazione,dato che la loro fama sembra essersi spinta più in la della loro presenza,ebbene capitano,torno nelle mia cabina,fatemi sapere quando attraccheremo.

- Ma certo.

- Con permesso.

E con queste parole si congedò dal capitano direndosi così sotto coperta,il continuo via vai di uomini dimostrava come il lavoro,su un imbarcazione di quella misura non smetteva mai,dal più semplice dei mozzi al marinaio più esperto tutti facevano la loro parte,lo vedeva attorno a se e di come il passaggio continuo di gente che andava di qua e andava di là,andava su e andava giù,chi si curava dei cannoni,chi controllava la rotta e chi invece si rilassava con alcuni compagni in un momento di riposo,sorseggiando un bicchiere di vino che spesso e ben volentieri veniva accompagnato con del pane e un tocco di formaggio.

Scendendo per le scale l'iberico raggiunse la parte dedita ai posti letto,le cabine,che spesso e mal volentieri erano per lo più dei letti a castello a tre e quattro posti ammassati tra di loro e neanche tanto comodi,ma per l'inviato del re questo non era un problema,visto che il suo alloggio era differente da tutti gli altri,non gli ci volle molto per raggiungerlo poichè in pochi minuti si ritrovò di fronte ad un enorme portone a due ante molto largo,resistente e decorato con bottoni di ferro che percorrevano su tutta l'entrata,quelli erano gli alloggi del capitano,ma non era era quella porta che gli interessava.

Li accanto risiedeva una porta più piccola,alla parvenza liscia,ben levigata e con sopra uno stemma speciale recante lo scudo bianco,simbolo della bandiera portoghese percorso da due nastri blu,segno di nobiltà e regalità.

L'emissario aprì la porta trovando così la sua camera esattamente come l'aveva lasciata l'ultima volta,in penombra e a malapena illuminata da una candela ormai consumata,l'aria al suo interno odorava di cera bruciata e a stento si poteva notare la presenza di un letto,un semplice ma comodo letto di mogano,piccola rarità aristocratica su una nave abituata alla guerra in alto mare.

Vicino a quest'ultimo vi era posizionato un altro mobile,una scrittoio,piccolo e nemmeno tanto regale,ma poco importava,visto quello che ci doveva fare,si avvicinò a quest'ultima spostando la sedia,altrettanto semplice e dello stesso stile dello scrittoio,giusto con una leggera imbottitura sullo schienale per dare conforto a chi di solito sriveva molto,come segretari,ministri,notai,insomma tutta gente la cui mansione consisteva anche nello scrivere per molto tempo,restando pigato anche per ore solo per scrivere carte o firmare documenti.

Appena si sedette passò una mano sopra il tavolino,prese una penna,la intinse leggermente nel calamaio già aperto in precedenza e osservando il foglio che aveva già sotto il naso cominciò a scrivere,nella stanza si sentiva solo il rumore delle penna d'oca trascinata sulla carta e la ripetiva immersione del suo strumento per scrivere nel contenitore per l'inchiostro e tuttavia poteva dire di non essere solo la dentro.

- Il capitano sembrava preoccupato per qualcosa,voi n'è sapete qualcosa?

Disse Paulo continuando a fissare il foglio che aveva davanti a se,ma sembrava che non ricevesse alcuna risposta.

- Cosa avete combinato?

- Noi non abbiamo colpa.

Due voci,due voci perfettamente uguali risposero nel buio,erano timbri di voci maschili e parlarono all'unisono.

- No? Da quello che so io,l'ultima volta che una flottiglia di pirati hanno provato ad abbordarci non hanno fatto una buona fine...è non parlo del colpi di moschetto,dei segni di spada o dei cannoni che spezzavano in due le loro navi,c'è il vostro zampino in quello che è stato fatto a molti di quei briganti di mare.

- Non potevamo permettere che salissero sulla nave,abbiamo solo eseguito le vostre indicazioni.

- Già,anche troppo bene mi sembra.

L'inviato del re girò la testa,cercando con lo sguardo qualcuno o qualcosa,ma l'unica cosa che vide era la parte più buia della sua camera,piccola zona dove la piccola fiamma faceva fatica a dissipare le tenebre di quell'angolo della nave che era la sua stanza,ma lui sapeva bene a chi si stava rivolgendo.

Paulo,non vedendo nulla tornò a puntare il tavolo e continuò a scrivere,come se non fosse successo nulla.

- Ascoltate,io non disapprovo i vostri intenti,n'è tanto meno li voglio sminuire,ma temo che i vostri metodi siano eccessivi,questa non'è casa vostra,questa non'è la savana,qui non potete squartare uomini come se fossero antilopi e zebre,quei pirati saranno state anche delle bestie,ma voi li non li avete uccisi come se fossero uomini,li avete aperti come se fossero carne da macello,tu cosa ne pensi,Niyembe?

Pronunciata l'ultima insolita parola,si sentì un suono di passi,leggeri,eppure il portoghese sapeva bene chi c'era dietro di lui,non aveva bisogno di girarsi per vedere chi era,era un uomo alto,dalla pelle scura e dalla massiccia corporatura,aveva due occhi marroni,scuri quanto la sua carnagione e sul capo non aveva un solo capello,mentre per l'abbigliamento consisteva solo un semplice gonnellino di stoffa verde con pochi motivi triangolari neri lungo abbastanza da arrivare poco sopra il ginocchio.

L'omone dietro di lui non dava a Paulo nessun motivo di preoccupazione,nonostante lo sguardo vitreo e un espressione dura,inflessibile,sembrava calmo e dai modi misurati,osservava l'iberico mentre scriveva chssà cosa sui quei fogli che da lindi diventavano subito marchiati col passaggio dell'inchiostro,prima uno e poi un altro e un altro ancora,imbrattava carte con un calligrafia che aveva dell'aggrazziato e con una velocità che aveva dell'inumano.

- Un buon pastore difende le sue capre,proprio come un leone difende il suo branco.

- Giusto,ma non'è anche vero che basta una scintilla per bruciare tutta una foresta?Rifletti attentamente su queste parole e la prossima volta non esagerate,non sempre una grande fama e accompagnata da grandi elogi.

- Si.

E detto questo l'uomo fece ritorno da dove era venuto,nell'ombra di quella stanza,ad aspettare insieme a quel suo fantomatico compagno,l'altro leone,in attesa di nuovi ordini,immobile come una statua,avrebbero aspettato entrambi,poichè Paulo sapeva bene cos'era in grado di fare uno solo di loro,ma insieme,erano una coppia terrificante.

Rimasto da solo,se così si poteva dire,finì di scrivere,completando così i suoi compiti riguardo a quelle carte,appoggiò il pennino sul tavolo,richiuse il calamaio e infine riordinò i fogli formando una piccola pila,ormai non gli restava altro che aspettare,aspettare di mettere piede a terra,aspettare di continuare gli scambi commerciali tra la sua nazione e le nuove terre ad oriente.

Almeno così sembrava,ma la verità era un altra,una verità che nascondeva sotto le vesti,che nell'intimità del suo alloggio tirò fuori con una sbottonata dei bottoni del colletto,una verità che prese subito in mano e alla quale non potè che dare una occhiata rispettosa e piena di ammirazione,un ciondolo la cui forma rappresentava imposizione,sottomissione e privazione del libero arbitrio.

Un pendente in oro recante un rubino a forma di croce,era lei.

La croce vermiglia.

- Che il padre della comprensione mi guidi.

Questo era il suo vero obbiettivo,un obbiettivo che avrebbe svolto al più presto appena sceso a terra.

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Capitolo 40
*** Auguri di buon natale ***


Buona sera,vedo che dallo scorso natale molti di voi non hanno smesso di leggere questa fan fic,la cosa mi fa molto piacere.

Siamo giunti ad un altro natale,e come in quello passato so già che non posterò il capitolo per tempo,quindi anche per quest'anno vi auguro buon natale e felici festività.

Come sempre non dimenticatevi che se volete lasciare un commento di qualsiasi tipo,una recensione,anche qualche consiglio se volete,non esitate a scrivermi mi raccomando,un saluto a tutti/e coloro che continuano a leggere le mie storie assurde,ciao e a presto.

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Capitolo 41
*** Tra confusione e compagnia. ***


In quello stesso istante,tra le rovine della antica sede della confraternita degli assassini.

Inquietudine,solo e soltanto questa si poteva percepire nell'aria,eppure solo Sesshomaru sentiva quest'ultima come parte integrante di quel luogo,mentre per Ezio per yuki sembrava non essere accaduto nulla di particolare.

Eppure lui l'aveva visto,li,in quel luogo in cui ora si trovava,era un salone immenso,talemente grande da occupare tutto il primo piano,con sei fle di colonne,tre per ogni lato lunghi rettangoli di pietra che si stagliavano verso l'alto,ma non con grazia e delicatezza,avevano un aspetto rude,dagli angoli spigolosi e con segni e figure il cui significato era antico quanto quelle rovine.

Ma non fu l'architettura ad attirare l'attenzione dell'inuyokai.

- Vieni,ti aiuteremo a capire.

Disse yuki mentre proseguiva in avanti verso quella che agli occhi di Sesshomaru era un immagine paradossale.

- Fatti forza ragazzo,ora,l'unico scontro che ti resta da fare è quello con la realtà.

Già,la realtà,ma la si poteva chiamare così?Era davvero possibile definire quel paradosso che stava osservando? Visione di ciò che non avrebbe mai osato immagginare di trovare laggù,la dove il silenzio n'è faceva ormai da padrone,la dove un antica fratellanza aveva custodito un segreto tanto grande da doverlo nascondere la sotto,la cui conoscenza sembrava essere riservata solo a coloro che entravano in contatto con quella enigmatica visione.

E in quel momento fece il suo primo passo,il primo passo incerto che faceva dentro quella construzione,apparentemente il glaciale ragazzo sembrava semplicemente stupito della cosa,ma la verità e che dentro nascondeva un ansia che man mano si faceva sempre più grande,ogni passo lo avvicinava a quella consapevolezza mista ad incertezza e mentre il dubbio si faceva strada in lui un altro brivido gli percorse la schiena.

Il pensiero di quel posto che lo circondava con tutto il suo mistero,l'aria che sapeva di occulto,una sensazione di mistero gli percorsero la colonna vertebrale come una folata di vento gelido che gli entrava nelle ossa,non era una paura folle quella che si stava facendo spazio nel suo animo,ma un sentore di pericolo,come un allarme,come se un istinto primordiale gli dicesse di stare attento,allarmandolo su ciò che potrebbe vedere...e che forse sarebbe stato meglio non vedesse.

Le iscrizioni,i segni dal dubbio significato,disegni dal messaggio criptico e contorto,enfatizzavano una sensazione sgradevole che nasceva alla bocca dello stomaco,il suo corpo reagiva prima ancora che lui potesse comprendere da cosa dovesse difendersi e da cosa ignorare,tutto li emanava un inquietante senso dell'ignoto.

- Sesshomaru.

Disse Yuki tutto ad un tratto.

- In questi ultimi tempi ti sarai ovviamente chiesto perchè stia succedendo tutto questo,perchè a te,perchè ora,ebbene c'è una storia che è giusto che tu conosca.

- Muoio dalla curiosità.

Rispose glacialmente il giovane yokai,con un nota di sarcasmo che non era stata per nulla nascosta in quella frase.

Si atteggiava da duro,ma entrambi gli assassini avevano già compreso quali erano le emozioni che Sesshomaru,in quella tracotanza che era solito indossare non come maschera,ma come un vero e proprio abito,se non addirittura una parte integrate del suo io,un arroganza dedita ad un solo ed unico scopo,preservare quel senso di sicurezza che lo caratterizzava.

L'arroganza era il suo scudo,la sua armatura contro quelle cose che per lui erano sempre stata solo debolezze,affetto,generosità,altruismo,amicizia,amore,lui si era creato una barriera per difendersi da ciò che avrebbe potuto fargli del male,ma allora cos'era quella cosa che gli impediva di fare a pezzi l'umano che da tempo ormai sembrava perseguitarlo? E quell'altra sensazione che aveva provato nel vedere Toran così sofferente e sottomessa di fronte a lui?

Ma queste cose passavano in secondo piano se messe in confronto con un evidenza di gran lunga peggiore,ma come poteva proteggersi se il vero problema di quella storia situava in una sola persona? Come poteva proteggersi da se stesso?

- Molto tempo fa,in un mondo differente dal nostro,quando l'umanità era ancora una razza con poche civiltà,scoppiò una guerra diverse da tutte le altre,un guerra segreta,combattuta da due fazioni differenti.

- Fammi indovinare,assassini e templari,giusto?

- Esatto,entrambe volevano raggiungere un solo ed unico scopo,creare un modo ideale per tutti,ma purtroppo avevano due punti di vista differenti su come compiere tale impresa,da una parte c'erano gli assassini,formato all'inizio da un manipolo di uomini e donne,il cui scopo era quello di difendere il bene che ritenevano più prezioso di tutti,la libertà.

Credevano che la libertà di ogni individuo fosse un bene è che tale doveva rimanere,puro e incotaminato affinchè le persone potessero cresciere sia come persone che come membri di una società giusta ed equa,ma ovviamente ciò impediva la costruzione di un mondo perfettamente in pace e in armonia.

Così intervenne un altra società segreta,i templari,un gruppo dedito all'unificazione totale di ogni nazione e la sottomissione di ogni essere seziente,un mondo unito sotto un unica bandiera,sottommesso ad una sola scuola di pensiero,la loro.

E così nacque la guerra alla quale ormai hai preso parte anche tu,omicidi,scontri,combattimenti e battaglie sono solo un assaggio di un conflitto che si combatte da ormai da troppo tempo,anche l'economia,l'educazione,la religione,persino la politica mondiale e la maggior parte delle guerre fanno parte di questa storia segreta,sono poche le cose che questo conflitto segreto non inglobato al suo interno.

- Aspetta,prima hai detto che questa guerra ha avuto origine in un altro mondo,com'è possibile allora che sia arrivata fin qui? E qual'è questo mondo che ha dato origine a questa cosa?

- Ci stavo giusto arrivando,durante gli inizi del conflitto c'era un altro obbiettivo che entrambi gli schieramenti volevano raggiungere,il recupero degli oggetti lasciati da coloro che vennero prima.

- Aspetta un attimo,ho già sentito questa frase.

- Nei ricordi di Jin?

- Si,ma chi sono,questi...venuti prima?

- Nemmeno noi sappiamo molto,tutto ciò che abbiamo imparato su di loro e che un tempo erano una civiltà di incredibile potenza,le cui conoscenze del mondo erano talmente sconfinate da aver raggiunto un progresso di civilizazzione a dir poco stupefacente,i pochi che sanno della loro esistenza sostengono che fossero in grado di costruire palazzi talmente alti da toccare il cielo,di essere in possesso di armi così potenti da emulare la potenza di mille soli e addirittura dicono che sapessero postarsi fin sopra il cielo fino a raggiungere le stelle.

Sesshomaru era incredulo nel sentire certe cose,gli sembrava di ascoltare una di quelle fiabe che si raccontano ai bambini per intrattenerli quasi si stava tutti insieme in famiglia oppure prima di andare a dormire,come faceva suo padre quando era piccolo,storie di battaglie,di eroici yokai del passato,di armi potenti e di regni perduti,la situazione che stava vivendo in quel momento gli sembrava la medesima.

Ma c'era qualcosa di diverso nella sua situazione,la favola che stava vivendo lui aveva delle parti tanto misteriose quanto inquietanti,i misteri erano troppi e le domande ancor di più,ogni nuova scoperta portava solo ad un altro angolo di storia nascosta da scoprire,ma più andava avanti e più sentiva che la sua pazienza veniva sempre meno,che il suo equilbrio interiore vacillava nel dubbio e nell'incertezza.

Certe battaglie non si potevano vincere di sola spada,lui che aveva un anima da guerriero non poteva accettare ciò,affrontare di petto i problemi e risolverli il prima possibile,questo era il suo stile,ma tutti quei tranelli e inganni per la mente,questa la si poteva considerare una via onorevole?

No,ovviamente non poteva accettare.

- E quindi,cos'hanno a che fare con tutto ciò?

- Ezio,potresti spiegarglielo tu?

Intervenne Ezio.

- Certo,ragazzo ti ricordi il nostro primo incontro?

- Purtroppo si.

- Bene,ma forse questa ti aiuterà a ricordare meglio.

Il fiorentino con un espressione seria in volto,continuò a fissare il giovane yokai,mentre con un mano andava a raccogiere nel piccolo sacchetto appessa alla cinta,il suo misterioso contenuto.

Ed ecco infine che l'ha estrasse,era lei,Sesshomaru non aveva dimenticato quel giorno,quello scontro e le sinistre sorprese di quella giornata di neve.

La sfera,quel misterioso oggetto che ad un urlo della piccola Rin aveva manifestato uno strano potere,ricordava le sensazioni provate e le cose che aveva visto,un innaturale luce più accecante di un tempesta,la totale incapacità di muovere il proprio corpo ed infine lei,quella voce,una donna,una cosa del genere non si scordava così facilmente,soprattutto se quell'evento fu l'origine delle sue attuali disgrazie.

- Ma quella è...

- Si è proprio lei,vedi,quest'oggetto,insieme a molti altri del suo genere viene chiamato frutto dell'Eden o almeno e così che lo chiamiamo dalle mie parti,anche se Yuki mi ha detto che in questo paese vengono chiamati frammetti del paradiso.

- Non ci capisco più nulla,cosa diavolo è quella roba?

- Nello specifico non lo sappiamo nemmeno noi,ma probabilmente nemmeno i templari sanno che cosa siano e quale sia la loro natura,quello che è certo e che questi oggetti possiedono capacità straordinarie,nel mio mondo hanno influenzato gran parte degli avvenimenti storici e religiosi,sono passati per le mani di grandi figure del passato.

- Ad esempio?

- Ad Esempio? Vediamo un pò,conosci Ramses secondo?

- No.

- Annibale?

- Nemmeno.

- Alessandro Magno?

- Mai sentito.

- Giulio Cesare?

- Chi?

- Attila?

- Esattamente come quelli che hai nominato prima,no è puoi anche fermarti,probabilmente sono tutti umani quelli che hai citato,quindi non mi interessano.

- Ragazzo,mi sa tanto che devi farti una cultura,fidati ti farebbe solo bene.

Intervenne Yuki.

- Mi scusi signor Ezio,ma i personaggi da lei elencati non sono molto famosi da queste parti,visto che sono molto più famosi in occidente.

Intervenne Sesshomaru.

- Le terre occidentali sono le terre della mia famiglia e non li ho mai sentiti questi nomi.

- Veramente intendevo più a occidente,oltre il continente.

- Perchè cosa c'è oltre al continente?

- Molte altre nazioni,comunque stiamo divagando,tornando all'argomento principale,signor Ezio continui la prego.

- Tornando a noi,(Disse Ezio riprendendo da dove si era interrotto),questi oggetti sono passati anche per le mani di importanti personaggi storici,ognuno dei quali,nel bene o nel male a usato ed abusato dei loro poteri per raggiungere i loro scopi,molti frutti dell'Eden possiedono forme e capacità differenti.

- Quindi immagino che nei vostri scontri con i templari il recupero di queste cose,abbia una certa priorità.

- Esattamente.

- Però c'è una cosa che non si spiega,quel giorno,quando ci siamo scontrati,c'era anche una donna,che aveva preso il controllo di Rin,chi era? Sembrava conoscerti?

- E una lunga storia,che riguarda sempre questa sfera,mi spiace,ma oggi il tempo a nostra disposizione e poco e quindi,abbiamo altro a cui pensare,c'è una cosa che devi vedere,anche se penso che tu l'abbia già intravista da lontano,vero?

E mentre continuavano a camminare una strana sensazione si fece largo nell'animo dell'Inuyokai,la visione della sfera attirava la sua attenzione,quella palla lucente,dall'aspetto metallico,con strane linee incise sulla superfice mentre frazioni di luce percorrevano le incisioni dando l'impressione che quella cosa fosse viva,come un altra sfera di sua conoscenza,la shikon no tama,la sfera dei quattro spiriti.

Già,la sfera,era tempo che non gli tornava alla memoria quel ninnolo maledetto,un cristallo viola abbastanza piccolo stare nel pugno di uomo,tanto piccola eppure tanto pericolosa poichè in molti,tra umani yokai e chissà quale altra creatura aveva tentato di entrarne in possesso.

Molti erano i privilegi che offriva,forza,potere tutto quello che il suo possessore desiderava,ma c'era un prezzo da pagare,la corruzzione del proprio io,chiunque ne entrasse in possesso avrebbe dovuto sopportare sfortune e miserie continue,tante promesse di un oggetto così ricercato solo per cedere alla sue false lusinghe,più un parassita che un gioiello.

Lui però non era mai ceduto a quelle false promesse,anche se in primo luogo non l'aveva mai cercata,lui era già molto forte di suo,non n'è aveva bisogno,poteva dire la stessa cosa di quella strana palla di metallo,eppure c'era un qualcosa che lo incuriosiva,la natura estranea di quell'oggetto,quel frutto dell'Eden come l'aveva chiamato Ezio,suscitava in lui una curiosità impossibile da estinguere,non fortissima ma comunque presente.

Era conscio della potenza di quella palla,di tutte quelle bizzarie con la quale era entrato in contatto: la mela,la tavola con le incisioni,il grande torii e...Akira.

Per un attimo gli venne in mente il maestro templare,nulla però riguardasse il loro scontro,oppure i segreti che nascondeva riguardo alla sua infanzia o alla misteriosa amicizia con suo padre,no,gli tornavano in mente la passione preferita del suo nuovo nemico,la storia.

Quella strana ossessione che Akira sembrava ostentare come un pregio,ricordava bene come alla festa tenuta nel suo feudo in montagna,aveva collocato con cura maniacale pezzi di antiquariato antichissimi,la maggiorparte degli ospiti non sembrava curarsene più di tanto,lui compreso,solo pochi interessati,qualche nobile,nulla di che.

E poi c'erà quella città,quell'insediamento abbandonato,li nel cuore della montagna,dove antiche costruzioni si mescolavano all'incredibile numero di ossa e scheletri presenti in quel luogo,sicuramente Sesshomaru non'è era di certo il massimo esperto del settore,ma in quella passione di Akira per il passato era fin troppo precisa,curata in ogni minimo dettaglio.

Che quel passatempo dello scavo riguardasse solo una semplice curiosità da parte dello yokai eterocromatico,oppure anche lui era alla disperata ricerca di quei quei frammenti del paradiso? Forse la risposta era più semplice di quello che sembrava.

Ma allora perchè mettere in mostra la tavola di pietra? Perchè permettere che Sesshomaru gli si potesse avvicinare a tal punto da entrarne in contatto,solo per farsela portare via da Toran,valeva così tanto la perdeti di un simile manufatto?

E mentre il suo cervello si impegnava nel frugare la risposta notò quasi in ritardo che il fiorentino e la sua sorella di lama si erano fermati.

- Eccoci qua,preparati a restare di sasso.

Disse Yuki rivolgendosi allo yokai.

Nel sentirla tornò alla realtà e lo spettacolo che vide davanti fu lo stesso che vide a metri e metri di distanza,ora solo più vicino a lui e purtroppo più sconvolgente di quello che credesse.

Di fronte a loro,li dove l'enorme salone finiva vi era collocata una grande statua,una figura d'uomo scolpita in una pietra bianchissima,scopito con una tecnica molto,ma molto differente dallo stile che rispecchiava quel luogo,persino gli abiti che vestiva sembravano davvero estranei a quel luogo.

A partire dagli strane calzature,erano dei sandali,formati da numerose strisce mentre poco sopra lunghi pantaloni lischi dove alla cintola vi era legata un fascia che finiva in un striscia che scendeva dietro le gambe,la veste superiore invece consisteva in sopravveste stretta,aperta in mezzo ma tenuta insieme da un sorta di anello e in testa una capigliatura corta con ciuffi di capelli che andavano verso l'alto,quasi sembravano appuntiti.

E nel vedere quell'insieme di dettagli si concentrò infine sul volto di quell'opera scultorea,un viso liscio,da giovane uomo,con occhi dallo sguardo rilassato pur tuttavia attenti ed espressivi,la bocca contratta in un sorriso appena percettibile e infine le orecchie,semplicemente appuntite.

Sesshomaru lo aveva riconosciuto,era un yokai...un dayokai,purtroppo,aveva riconosciuto la forma del viso,quello che ha distanza di decine di metri sembrava un scherzo dettato dalla stranezza del luogo,era in realtà una verità agghiacciante.

- Non...può essere vero.

Disse lui incredulo sullo spettacolo che gli si figurava davanti agli occhi.

- No? Guarda attentamente,come fai a non vedere l'ovvio? Come fai a non riconoscere il volto di quell'uomo?

L'inuyokai si girò verso di lei con occhi dallo sguardo iracondo.

- E impossibile,chi mi dice invece che questa non sia un altra prova come quella di poco fa?Chi mi dice che non sia un altra menzogna?

- Ti sbagli e la verità,oltretutto questa scultura e talmente vecchia che si trovava già qui prima ancora della fondazione della confraternita,no figlio di Inutaisho,quello che stai osservando adesso e la realtà,per quanto incredibile possa sembrare.

- No,quella statua non può avere quell'aspetto.

Diede un ultima occhiata alla statua,per poi osservarla ancora una volta,con sguardo incredulo e sconcertato.

- Perchè quel volto...e il mio.

Ecco qual'era la verità che non poteva accettare,i lineamenti che aveva riconosciuto in quell'uomo,gli occhi,la forma del naso e della bocca,tutto ciò che c'era da vedere in quella figura,era lui,per filo e per segno.

La somiglianza tra i due era pressochè inconfondibile,ma a questa nuova inquietante scoperta,sorgeva un dubbio quanto mai inquietante,perchè mai c'erà una statua del genere in luogo come quello? E se la statua era così antica come aveva detto Yuki,com'era possibile che c'erà la sua faccia si trovava su quella scultura.

Non poteva credere a una cosa simile,Sesshomaru sentiva che quella cosa era al di fuori non solo da ogni concezione logica,ma anche fuori luogo,come se non dovesse essere li,un pò come quegli oggetti,i frutti dell'Eden o frammenti del paradiso,o come diavolo si chiamassero a lui non gli importava.

Il volto sarà stato anche il suo,questa era più che certo,ma quell'abbigliamento? E sopratutto quel taglio di capelli,era come vedere la propria immagine riflessa,eppure sentiva che c'era qualcosa non tornava.

- Quel volto e il mio,ma quell'uomo non sono io,non posso essere io...non è vero...non ci credo.

- Ora devi cercare di stare calmo.

- Calmo?...Calmo? Dopo tutto quello che ho passato oggi,sono stato ingannato,ho rischiato di perdere la vita giù per un precipizio,mi sono scontrato con un antica rivale,solo per farmi raccontare una favola su una guerra segreta nata tra due parti in lotta e per cosa? Per degli oggetti creati da una chissà quale mitica civiltà scomparsa? E proprio una bella storia,ma dopo quello che ho visto oggi penso proprio che prenderò una pausa da tutto questo,ci vediamo al villaggio.

Li fissò per un attimo,poi alzò un ultimo sguardo verso la grande figura di pietra davanti a lui e infine si girò,intenzionato ad allontanarsi dal quel posto,da quella stanza,ma sopratutto da quella cosa,quella figura che assomigliava a lui in modo pazzesco,gli occhi,il naso,la bocca,tutto di quel volto,persino l'altezza degli zigomi e i minimi particolari erano totalmente somiglianti a ogni parte del suo volto.

Eppure,c'era qualcosa che non quadrava,il viso della statua e il suo erano identici,ma per quanto riguardava il taglio dei capelli e delle vesti? E sopratutto,se era vera la storia che quella scultura era li prima ancora della fondazione della vecchia base degli assassini,allora chi c'è l'aveva messa li? Perchè aveva quell'aspetto? Che anche quello fosse un lascito di quella civiltà perduta?

Ora come ora la cosa non gli poteva importare meno,aveva solo voglia di prendere un pò d'aria,di prendersi un pò di monotona tranquillità,come piaceva fare a lui di solito,isolarsi dal resto del mondo e dedicare un pò di tempo a se stesso,cosa che ultimamente non gli riusciva molto bene.

Uscì dal grande salone e appena attraversata la grande porta la rivide ancora li,Toran,era seduta per terra,poco lontano dall'entrata dell'edificio principale,la vide li,con aria pensierosa e subito dopo vederla che girava lo sguardo verso di lui.

La ragazza si alzò facendo qualche passo verso di lui.

- Allora che ti han...

Chiese lei con tono serio e lievemente preoccupato,preoccupazione probabilmente dovuta al combattimento di prima.

Ma lui si ricominciò ad avanzare per fatti suoi,senza lasciarle il tempo di finire la frase che già l'aveva superata senza degnarla nemmeno di uno sguardo.

- Sesshomaru,che ti succede?

- PERCHE NON LO CHIEDI A LORO?

Disse lui girandosi iracondo verso la pantera,rivolgendosi a lei con tono brusco e uno sguardo carico di rabbia.

Lui vide l'espressione di Toran,stupore misto ad una leggera paura,un silenzio di tomba scese tra i due e poco dopo lo sguardo dell'Inuyokai si calmò,resosi conto di ciò che aveva detto,o meglio,come l'ho aveva detto.

Sesshomaru era nervoso e la cosa era certamente evidente,brevi respiri rapidi,seguiti poi da una respirazione più regolare,il cuore riprendeva il suo ritmo normale e un espressione più rilassata si fece largo sul suo viso,la guardava e in una parte di lui la cosa gli di spiaceva,non avrebbe voluto risponderle così,lei con quelle rivelazioni non c'entrava niente.

Eppure,la cosa che lo ferì di più in quel momento era come lei aveva ricevuto quella sua reazione furiosa,dallo sguardo di Toran si capiva molto bene che la cosa l'aveva lasciata spiazzata,presa di sorpresa.

Lui la guardò un attimo per poi distorgliere lo sguardo da quello di lei,come se provasse vergogna per quello che aveva fatto.

- Ho bisogno di restare da solo.

E detto questo si allontanò,sapendo bene che lei lo stava ancora guardando,la cosa non potè far altro se non aumentare la distanza che c'era tra lui e quel posto la cui vista in quel moemnto non potè dargli altro che fastidio e inquietudine.


Diverse ore più tardi,nel villaggio tra le montagne.


Buio,la sera ormai aveva ricoperto il cielo del sua scura tinta il cielo,che da li si potevano vedere le stelle quasi potessero toccare con un dito.

Sesshomaru le guardava da li,in quella casetta nella quale si era svegliato,da quando era tornato non aveva fatto che mettersi a sedere accanto ad un muro vicino al futon,i suoi occhi osservavano gli astri del cielo,ma la sua mente era altrove.

Da quando quella sua nuova avventura era cominciata aveva visto e affrontato cose e verità con la quale non avrebbe mai pensato di confrontarsi e più il tempo passava più aveva la sensazione che il filo logico di tutta quella storia ormai si stava perdendo.

Una guerra nata per cause che lui nemmeno riusciva a comprendere,che andavano alla ricerca di antichi manufatti realizzati da un popolo dimenticato? Più ci pensava e più gli sembrava di trovarsi dentro una storia per bambini,ma la cosa che gli dava più fastidio era quella statua,quella dannata forma di pietra con le sue sembianze anatomiche,così uguale a lui e pur tuttavia così diversa.

E proprio mentre la sua testa si riaffollava di idee e domande senza capo ne coda,sentì qualcuno entrare dalla porta scorrevole di legno,era Toran.

- Va tutto bene?

- No.

Rispose lui,secco e glaciale com'era nella sua natura,non l'aveva nemmeno guardata quando si rivolse a lei.

- Forse ho fatto male a disturbati,me ne vado.

Disse lei in tono sconsolato e intenta a ritornare su i suoi passi.

- Resta...se vuoi.

Il cane la fermò subito sul ciglio della porta,anche se forse non sarebbe bastato molto a trattenerla li dentro,lei scrutò ancora una volta la sua sagoma e lei lo vide li,illuminato dalla luce delle stelle dandogli un immagine di se come un anima in pena,bella e dannata.

Lei si avvicinò sedendosi dall'altro lato parallelo a quello di Sesshomaru,poichè non osava avvicinarsi troppo, non dopo lo scontro di quella mattina,non dopo essere stata toccata nella sua intimità.

- Vedo che le tue ferite non sono completamente guarite,se non altro il ghiaccio sembra non aver compromesso ulteriormente i danni,comprese le mani,ho avuto paura che le tue mani non riprendessero sensibilità.

- Da quando questa storia e cominciata ho perso buona parte delle mie capacità rigenerative,non riesco più a guarire alla stessa velocità che avevo fino a poco settimane fa,anchè se non credo che tu sia venuta solo per le mie condizioni fisiche,o meglio,non penso sia l'unico motivo per la quale mi hai raggiunto.

- Sono solo preoccupata per te.

- Non n'è vedo la ragione,anche se in effetti ora che ci penso,perchè stai facendo tutto questo?

- B'è visto che oggi il nostro e stato un duello finto...

- Non intendevo quello,perchè sei qui? Cosa ti spinge a collaborare con questi cappucci bianchi?

Abbassò lo sguardo,quasi non volesse guardarlo negli occhi,fece un profondo respiro e gli rispose.

- Ricordi la sera della festa? Due mesi prima ricevetti un invito per una festa che si sarebbe tenuta nelle terre occidentali,la stessa festa in cui io e te ci siamo rincontrati,ma dopo che ricevetti quell'invito ricevetti un visita,una sera,mentre ero nelle mie stanze,comparve una donna che tu già conosci.

- Parli di Yuki?

- Si lei,non ebbi nemmeno il tempo di usare i miei poteri che lei mi gettò ai piedi una lettera che dimostrava che uno dei miei consiglieri era in combutta con un certo feudatario per il controllo delle terre del mio clan.

- E scommetto che quel feudatario era Akira.

- Esatto,giusto il tempo di leggere per intero il messaggio che lei era già svanita,subito dopo avvertì le guardie per arrestare il traditore e farlo processare con la pena capitale,ma quando raggiunsi io suoi alloggi era già morto e vicino al cadavere era stato lasciato un messaggio.

- E cosa diceva il messaggio?

- Attenta,alcuni gatti sono fedeli ad un altro padrone.

Calò di nuovo il silenzio tra i due e per Toran la cosa si faceva imbarazzante,ma per Sesshomaru le cose erano differenti,si era perso di nuovo nei suoi pensieri,lui fissava la pantera dritta negli occhi e lei si sentì in qualche modo colpevole,non sapeva di cosa ma percepiva che qualcosa la collegava ad una dei tanti pensieri alla quale l'inuyokai cercava risposta.

- Devo dedurre che tu stia dalla parte di questi inccappuciati solo per interesse verso il tuo clan,se non altro il tuo e un motivo comprensibile,il mio invece è sapere perchè Akira e così interessato a me.

- Che intendi dire?

- Mentre combattevo con lui ho constatato di persona la sua forza e la sua abilità come combattente,la sua bravurà nel combattere e incredibile.

- E uno avversario così forte?

A quella domanda Sesshomaru non potè rispondere immediatamente,gli tornava alla mente quello scontro,quel suo scompenso di abilità e tecniche fu così evidente che Akira in confronto si dimostrò un autentico maestro della lotta,le sue movenze,le sue schivate e i suoi colpi erano qualcosa con la quale non si era mai confrontato prima,tali furono la destrezza e la forza del templare che ricordava ancora bene il peso di quei pugni,la stretta delle prese e le curiosi posizioni di combattimento,tra i due lui era il pivello e come tale era stato trattato.

Non fu mai messo veramente in pericolo dall'armamento della squadra dei sette,non furono gli imbrogli e gli inganni di Naraku a schiacciarlo è tanto meno Tessaiga,dalla cui potenza era stato sconfitto solo perchè il suo fratellastro imparò ad usarla in modo casuale,ma braccia e gambe e strategia di un uomo della quale non sapeva niente e che al contrario quest'ultimo sapeva tutto di lui.

Il solo pensiero di quell'uomo lo infastidiva dal più profondo della mente,quell'angolo della mente in cui ricordi riaffioravano gli facevano tornare a galla sensazioni di tremenda sconfitta,debolezza e vergogna,vergogna di aver sottovalutato l'avversario,vergogna di essere stato trattato come un bambino di fronte ad un adulto,vergogna della sconfitta subita così facilmente,era un guerriero e come tale si sarebbe rialzato,ma le cicatrici restano e non tutte sono quelle che si posano sulla pelle,il suo animo era marchiato da quella sconfitta.

- Si...ma la prossima volta non mi troverà impreparato.

Rispose così,con tono distaccato,ma ad un orecchio sensibile avrebbe udito una nota di nascosto malessere.

Lei lo fissò attentamente ancora una volta è qualcosa in lei la istigava a non volergli togliere gli occhi di dosso,se solo lui si fosse accorto che lei lo stesse osservando,ma era troppo impegnato a guardare quei puntini luminosi nel cielo,così lontani da loro e dai loro problemi.

Toran aveva sentito tutto di quel loro discorso senza perdere una sola parola,eppure c'era un qualcosa di forte dentro quel ragazzo dalla lunga chioma argentea,così simile nello sguardo,ma così diversi nello spirito,solitamente lei si ricordava di come nei loro più vecchi scontri aveva sempre quegli occhi freddi e lontani,un viso di pietra con un espressione per niente viva.

Ma quella sera si accorse di un altra energia che scaturiva dall'inuyokai,aveva sempre pensato che come lei avesse del ghiaccio che gli scorreva nelle vene,ma ora non poteva non notare un fuoco che gli bruciava dentro,una fiamma che partiva come una scintilla ma che poco alla volta poteva trasformarsi in un incendio,se non peggio,era un altra la fonte di energia che lo alimentava ad andare avanti.

Era la volontà? Era la determinazione? Era la forza? Cosa alimentava così tanto quella sua forza d'animo,che anche nella sconfitta più amara trovava la forza di rialzarsi? Lei non lo sapeva,ma forse nemmeno lui era pienamente conscio di quella sua caratteristica.

Forse era questo ciò che attirava la sua attenzione,forse era questo ciò che l'attraeva di più,lei era una combattente e anche lei poteva capire come lui si sentiva.

Ma forse non lo avrebbe mai capito,non completamente.

- Forse è meglio andare a dormire,chissà cosa accadrà domani.

Disse lei in tono rilassato,come a voler cambiare immediatamente discorso,volendo così allontanare i brutti pensieri,che aleggiavano in quella piccola casupola e detto questo si alzò in piedi avvicinandosi ad una porticina nascosta nel muro che Sesshomaru non aveva degnato neache di uno sguardo,l'aprì e tirò fuori quello sembrava un altro futon.

Lui accorgendosi della cosa osservò la pantera con fare stupito.

- Che stai facendo?

Chiese lui mentre la osservava prepare quel fagotto poco lontano dal futon nella quale aveva dormito lui.

- Mi preparo per la notte.

- Cosa?

- Quando gli assassini non venivano a contrallare le tue condizioni ero io quella ti teneva d'occhio,nel caso fosse accaduto qualcosa di strano,il fatto che stamattina non ci fosse riguardava la tua prova,dovevano farti credere che per questi tre giorni nessuno ti tenesse d'occhio durante la notte.

A quel punto non sapeva più cosa dire e per ciò si alzò in piedi e si diresse verso la porta.

- Dove vai?

Chiese lei incuriosità.

- Non lo so,ma non posso restare qui nel caso ti volessi spogliare per cambiarti d'abito.

E a quel punto,chiudendo il discorso su lei che si toglieva i vestita usci diretto chissà dove.

E lei rimasta completamente sola,divenne rossa dalla vergogna,quasi rischiando di andare a fuoco da come aveva cominciato a scottare,il sole pensiero di lui che avesse immaginato che lei si togliesse il kimono e gli stivaletti la faceva scaldare come una zuppa messa sul fuoco.

E in quel momento si ricordò di una peculiarità che caratterizzava Sesshomaru come l'individuo distaccato che dimostrava di essere.

La delicatezza per lui era un concetto totalmente estraneo.

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Capitolo 42
*** Una notte di ombre e sangue ***


Quella stessa notte,al villaggio di Kaede.

Inuyasha,non riuscendo a prendere sonno quella notte era uscito a fare una passeggiata,aveva litigato per l'ennesima volta con Kagome,questa volta il motivo riguardava l'aver maltrattato il piccolo Shippo per l'ennesima volta.

A quante pare il cucciolo di Kitsune,impegnato com'era nei suoi allenamenti per diventare un esperto nell'arti delle volpi,aveva giocato un brutto scherzo ai danni dell'hanyou,si era finto in pericolo ai margini della foresta e Inuaysha essendo di buon cuore,ma anche credulone,ci era cascato come un povero fesso e quindi era stato intrappolato.

Era sato bloccato da una statua,una di quelle che Shippo aveva nel suo grande repertorio di giocattoli e oggetti vari che tra i kitsune erano tipici per scherzi,burle e occasionalmente come strumenti di difesa.

E l'hanyou si ricordava bene le grasse risate che la volpe si stava facendo e per tanto in quel momento si liberò dell'intralcio,dando un sonoro cazzotto dritto su quel bimbo dispettoso.

E come sempre Shippo disse dell'accaduto a Kagome,che Kagome litigò con il marito e che subito dopo lo mandò a cuccia,sbattendolo direttamente al suolo come un tappeto.

E dopo la solita quotidianità la serata contnuò senza altri battibecchi.

La notte illuminava lievemente il villaggio dando la sensazione di essere circondati da una luce pallida,vivida,presente,ma da laggiù sulla terra parevano all'hanyou fredde e distanti.

Un pò come Sesshomaru.

Già Sesshomaru,chissà che fine aveva fatto,da quando quel simpaticone,per modo dire,di suo fratello,era scomparso,diretto verso le terre della sua famiglia per via di un invito di qualche genere,Inuyasha non ci aveva capito molto,ma infondo quel blocco di ghiaccio di suo fratello era un tipo che se ne stava abbastanza per le sue,senza spiegare niente a nessuno.

L'hanyou aveva ormai rinunciato a capire cosa passasse per la testa dell'inuyoaki,però era comunque strano com'era accaduto il tutto,prima quell'attacco da parte dei briganti al villaggio vicino e subito dopo l'attacco al loro villaggio,come se il tutto fosse stato programmato fin dal principio.

Per non parlare di quella donna,quella donna i cui abiti avevano molto in comune con quello strano umano giunto da chissà dove,com'era apparso era svanito,giunse da solo nel villaggio e se n'è andò via insieme ad una donna,anche se aveva promesso di far ritorno...un giorno.

Ezio,che tipo strano.

E mentre l'hanyou si perdeva nei suoi pensieri,un odore a lui sconosciuto si fece sentire molto chiaramente,era odore di umano,di un umano che non conoscieva.

- Tu devi essere il giovane hanyou di nome Inuyasha giusto?

Una voce,una voce maschile venne udita dalle orecchie del ragazzo,alzò la testa verso uno dei tetti di una casetta sopra la sua testa e poi lo vide,una figura alta,snella,vestita con pantaloni,giacca,tabi e sandali bianchi e attorno alla testa un velo del medisimo colore che gli copriva il volto e il capo,ma la cosa che più saltava all'occhio erano le protezione metalliche poste sugli stinchi e sopra gli avambracci che risplendevano alla luce dell'astro notturno.

Inuyasha era rimasto senza parole nel vedere quell'uomo dall'aria tenebrosa e con la luna alle spalle,la sua immagine era quella di un essere misterioso,come quella di uno spettro,che comparso all'improvviso non si era fatto notare,se non per sua volontà.

Senza andare troppo per il sottile,il ragazzo estrasse la sua spada,Tessaiga,la leggendaria spada appertenuta ad Inutiasho e forgiata da una zanna del precedente proprietario,all'apparenza sembrava una vecchia spada arruginita in un fodero altrettanto rovinato dal tempo e dalle intemperie,ma quando la estrasse un enorme spadone dalla lama curva e dal peso decisamente maggiore per essere sollevata da una persona normale.

estratta l'arma la puntò senza troppe remore verso lo sconosciuto.

- E tu chi saresti dannato?

l'uomo non rispose,teneva le braccia incrociate poco sotto il petto e il suo sguardo,seppur presente e penetrante,era coperta da un ombra dando un aria ancora più sinistra alla sua immagine.

- Un ombra non ha nome,n'è volto,n'è identità...da tempo ormai il vostro villaggio e tenuto d'occhio da nemici a voi sconosciuti,mentre Sesshomaru veniva attaccato da un falso brigante,occhi nascosti e orecchie malintenzionate si nascondevano nell'ombra,ancora adesso ci sta osservando.

- Di che diavolo stai parlando?

- Seguimi.

Inuyasha non ebbe nemmeno il tempo di replicare che quello strano tipo gli era già sfuggito,lo aveva visto fare un singolo balzo per perderlo di vista,poi una brezza leggera,fredda e rapida gli passò vicino al collo e preso dall'istinto si girò di spalle per poi vedere quell'uomo dirigersi verso al foresta.

- Ma come diavolo ha fatto?

E nel vederlo andar via rimise la spada nel fodero e cominciò ad inseguirlo ,quel tipo si era intrufolato nel villaggio come se nulla fosse,per andarsene nella speranza di essere seguito? Inuyasha non capiva bene di cosa stesse parlando quel tipo,ma aveva la strana sensazione che quello sconosciuto avesse un che di sospetto...e non era per il fatto che era comparso di punto in bianco come se nulla fosse.

Il ragazzo dai bianchi capelli cominciò a correre,intenzionato com'era ad interrogare l'intruso non avrebbe permesso nulla al mondo di farselo sfuggire,eppure per quanto evitasse gli ostacoli come le poche casupole tra lui e il suo obbiettivo,o il melmoso terreno degli orti che la neve rendeva ancora umidi e fangosi che lui supereva con gran facilità,non riusciva a raggiungere quell'umano,che come il vento scattava in avanti senza sosta alcuna,a giudicare dalla velocità con cui si muoveva avrebbe osato dire che quasi si muoveva come uno yokai.

Ma l'odore che si lasciava dietro era chiaramente quello di un umano,chi fosse quello strano individuo non lo sapeva,ma l'avrebbe scoperto molto presto,lo vide raggiungere il limitare della foresta,per poi inoltrarsi sempre più tra gli alberi e la vegetazione a margine del bosco.

Inuyasha aumentò il passo più veloce che potè,ma faceva comunque fatica a stargli dietro e ora che anche lui aveva superato il limitare di quella grande area verde doveva vedersela con la vegetazione circostante,gli alberi di per se non costituivano un problema molto grande e nemmeno lo scarsa presenza di luce che ha malapena passava in mezzo alla vegetazione,le sue naturali capacità come hanyou gli permettevano di muoversi più che adeguatamente in spazi angusti o con una forte presenza di ostacoli,seppur non potendo usare la sua velocità al massimo e nemmeno la semi oscurità rappresentava un impiccio dato che poteva vedere perfettamente anche con la poca luminosità presente.

Il vero guaio era rappresentato dalla scomparsa di quell'uomo,sentiva benissimo il suo odore,ma non riusciva più a capire dove si trovasse,un attimo fa c'è l'aveva di fronte,mentre l'attimo dopo,appena lo sconosciuto era entrato in una chiazza d'ombra era letteralmente scomparso,Inuyasha seniva benissimo di aver superato il punto in cui l'intruso era scomparso,si guardò un attimo indietro e preso dalla frustrazione estrasse Tessaiga.

- Maledetto dove ti sei nascosto?

Imprecò l'hanyou mentre si guardava attorno,nella speranza di scorgere quello strano tipo prima che potesse scappare dalle sue grinfie.

E mentre Inuyasha dava in escandescenza l'uomo alla quale dava la caccia stava osservando la scena da tutt'altro punto di vista,nascosto su un albero e coperto dai rami scrutava attentamente l'ambiente attorno a lui.

E non era Inuyasha che stava cercando,dato il fatto che con tutto il rumore che faceva avrebbe potuto risvegliare l'intera foresta,persino il villaggio li vicino avrebbe potuto sentirlo urlare,ora che lo guardava in quel moemnto,si stava chiedendo come gli era venuto in mente di farsi inseguire da un tipo come quello.

Era un altro il suo obbiettivo...è l'aveva trovato più che chiaramente.

- Eccotti.

Disse tra se e se l'uomo in bianco e rapido come un fulmine cominciò a saltare di albero in albero,mettendosi all'inseguimento della sua vera preda.

Coperto dall'ombra,aiutato dalle tenebre,lui che la conosceva più di molti altri,lui che sapeva come sfruttarla a suo vantaggio,il suo mondo era il buio,il buio che per lui era casa,ma per la sua preda,ma per lei,lei che l'ombra la conosceva assai poco,molto meno di lui.

La vide inginocchiata su un robusto ramo,coperta dalle fronde degli alberi,mentre l'attenzione di quest'ultima era orientata verso al voce dell'hanyou che strillava a più non posso,che si distrasse pure,lui avrebbe fatto la sua mossa.

E l'avrebbe fatta nel modo più rapido possibile.

Saltò nuovamente verso il prossimo albero ma questa volta non avanzò,non in avanti,ma verso l'alto,sapeva di essere arrivato verso il punto più giusto per lui,più giusto per la sua occasione,non aveva bisogno di guardare in alto,quell'albero era dell'altezza giusta.

L'alto abete misurava almeno trenta metri ed era il più adatto per quello che avrebbe fatto presto,si mosse verso la punta del grande albero balzando rapidamente di ramo in ramo come un grillo che scappa dal gelo dell'inverno,saltava in punta di piedi,lesto nell'eseguire i suoi scatti ed infine raggiunse la cima da lui desiderata.

Si reggeva senza alcuno sforzo su quella spazio più che misero anche per una formica,ma per lui era come se avesse la larghezza di un cinta muraria,la sua figura si inalzava in alto,illuminata dalle stelle e dalla luna che aveva alle spalle,guardò in passo,in punto che lui seppe definire con assoluta chiarezza,unì i palmi delle mani e subito dopo con le dita cominciò a fare delle strane movenze,quasi esoteriche.

E appena ebbe finito con quella bizzarria fece la sua mossa.

Saltò,lanciandosi nel vuoto sotto di lui,con il corpo perfettamente in verticale,con la testa verso la terra e le gambe verso il cielo,nei suoi occhi osservava con attenzione il suo obbiettivo,nella folta vegetazione lui sapeva dove lei si nascondeva.

La sua velocità in caduta divenne sempre più forte,sempre più forte,fino a che non arrivò nel punto giusto dove poter iniziare il suo ingresso all'ospite indesiderato.

- Passaggio evanescente.

Queste parole furono pronunciate poco prima di incontrare i rami con la quale si stava andando a scontrare,ma invece di farsi male e fracassarsi le ossa,ci passò in mezzo come se nulla fosse,evitando il doversi spaccare tutte le osse che aveva in corpo.

Ma prima che potesse giungere nel punto da lui desiderato un sibilò improvviso giunse alle sue orecchie,istintivamente mosse una delle braccia a coprirsi il volto e ciò gli fu indispensabile per salvarsi la vita.

Uno dei parabracci aveva parato qualcosa provocando un suono metallico,era un kunai e lui vide chiaramente chi lo teneva in mano.

- Hana.

Già,era lei,la giovane ragazza al servizio di Akira,gli occhi e le orecchie del maestro templare,colei che scrutava l'orizzonte per ordine della croce vermiglia.

- E tu chi saresti?

Chiese con tono scontroso.

- Arrenditi immediatamente e non ti sarà fatto alcun male,perchè spiavi gli abitanti di questo villaggio?

- Se pensi che tradirò la fiducia del mio signore allora sappi che ti sbagli grosso,credi davvero che potrei fargli questo?

- Non'è tradimento se si volta le spalle a un mostro del genere.

- Sta zitto.

Hana decise di contrattaccare,facendo scivolare la lama della sua piccola arma contro la difesa del suo avversario,il colpo sembrava riuscito con successo e per tanto in men che non si dica puntò direttamente verso la gola dell'uomo.

Lui in tutta risposta reagì immediatamente e con l'altrò braccio bloccò il polso della mano armata e subito dopo proiettandola fuori dal ramo e facendola cadere verso il basso,ma anche lei non era da sottovalutare,si riprese velocemente e atterrò su un altro ramo per poi sfruttarre quest'ultimo per spostarsi verso un altro albero di fronte a quello precedente.

L'uomo guardò più in basso in direzione della ragazza e con sguardo freddo e risoluto si rivolse verso Hana.

- La tua via delle ombre e ancora agli esordi,vattene,prima di farti del male.

- E se non volessi farlo?

- Ingenua ragazzina,tu nell'ombra ti nascondi,io nell'ombra ci vivo.

Appena finì di parlare mosse una mano verso il basso per poi aprirla completamente e in un istante quella piccola area arborea che avevano attorno si riempì di una luce accecante,tanto forte quanto rapida nello sparire,la ragazza rimase accecata giusto un attimo,ma fu più che sufficente per perdere le traccia di quell'uomo.

Si guardò attorno,sopra,sotto,in tutte le direzioni possibile,riusciva solo a sentire il freddo che in quella notte d'inverno sembrava più gelida del solito,un vento leggero le spostò i capelli e lei istintivamente cercò di rimetterli a loro posto,ma a suo discapito un gelida sorpresa la prese contropiede,tra la sua mano e la sua capigliatura sentì con il palmo un oggetto sottile posato a lato del collo,di qualche centimetro sotto l'orecchio sinistro,aveva paura di quello che potesse essere in realtà.

- Fai un movimento sbagliato e ti reciderai l'arteria da sola.

- Come hai fatto?

- Ho molta più esperienza di te,ora stammi a sentire,non ho alcuna intenzione di ucciderti,ma ho bisogno che tu riferisca una cosa ad Akira.

- Quale cosa?

- Il diavolo di Iga...lui capirà...e adesso va.

In men che non si dica la presa sulla ragazza si annullò completamente,lasciandola libera di agire,occasione più che giotta per lei,si girò immediatamente dalla parte del straniero,armata anche lei di Kunai che aveva estratto da chissà dove.

Ma proprio quando era intenzionata a continuare il confronto non lo vide più,come se si fosse volatilizzato nel nulla,com'era possibile che fosse stata individuata? Lei che conosceva bene le arti dei ninja era stata scoperta con così tanta facilità?

Non era quello il momento per porsi certe domande,doveva far saper ad Akira ciò che gli era successo li,in quella foresta dove il suo maestro l'aveva mandata per spiare il villaggio li vicino,doveva muoversi e in fretta.

Una gelida ventata si mosse tra gli alberi e all'infuori di quello solo le urla di Inuyasha,che non era troppo distante da lei,ma una delle cose che le erano state insegnate era come dare l'illusione di far scomparire il proprio odore o come nascondere se stessa anche nelle zone più pericolose,nel caso dell'hanyou sapeva bene che sostanze come oli ed essenze naturali tipiche dell'ambiente circostante confondevano creature come Inuyasha oppure nel caso di quelle persone che facevano di cani come guardia personali,la sua lista di trucchi e imbrogli era ampia.

Ma lui era riuscito a scoprirla,lui era riuscito a stanarla e addirittura prenderla alla sprovvista,chi era quell'individuo? Di certo le sue abilità avevano dell'incredibile.

Ci avrebbe pensato in un altro momento.

Prese di nuovo a muoversi,questa volta diretta verso il castello di Akira,di ramo in ramo,di albero in albero,si stava lasciando dietro la sua missione e questo la fece sentire a disagio con se stessa,ma che altro poteva farci,infondo la sua copertura era saltata,il maestro doeveva essere avvisato.

Com'era arrivata così se ne andò,in silenzio.


Inuyasha non smetteva di inveire contro quel tipo,lo cercava con gli occhi,ma non lo vedeva,lo cercava col fiuto,ma non sentiva il suo odore,dovunque si girasse vedeva soltanto alberi e foglie,si girava da una parte e ancora niente,si girava dall'altra e anche li nulla.

- Ehi tizio strano,dove ti sei nascosto? Fatti vedere.

Urlava al vento nella speranza che quel tipo rispondesse,ma ancora nulla e perciò la sua pazienza si esaurì e senza troppi complimenti cominciò a tener pronti gli artigli,si era già stancato di dargli la caccia,anche se a dir la verità lui era sempre stato un tipo impaziente,pronto a menar le mani fin da subito e totalmente incapace di pensare a mente fredda,non pianificava,non studiava alcun tattica,semplicemnte avanzava a testa bassa.

Peccato che questo fosse un grandissimo difetto,non si accorgeva che la sua era una posizione di svantaggio,i suoi sensi da Hanyou gli potevano dare un vantaggio sul piano fisico,ma la scarsa pazienza,l'incapacità di aspettare e la sua arrabbiatura facile non gli consentivano di guardare il quadro generale della situazione.

- Esci allo scoperto e vedrò di non farti troppo male.

- Tranquillo,non me ne farai.

Al sentire una voce provenire dalle sue spalle non ci pensò due volte e si girò nell'atto di colpire il suo bersaglio,la mano era aperta,gli artigli pronti a squarciare la carne,l'attacco fu veloce.

Ma inutile.

Prese solo l'aria che gli stava dietro e quello straniero vestito di bianco non lo vide per niente,eppure lui sapeva benissimo di averlo sentito parlare,si guardò attorno e lo vide a qualche metro di distanza di fronte a lui,con le gambe unite e le braccia incrociate.

- Maledetto,affrontami se ne hai il coraggio.

- Tranquillo figlio di Inutaisho,non sono tuo nemico.

- E allora cosa sei?

- Chi io sia non ha importanza,ciò che n'è ha e ciò che ho da dirti,come ben sai tuo fratello e dovuto partire per le sue terre per un invito da lui ricevuto,quello che non sai e che tuo fratello in seguito a determinate circostanze si è confrontato con quest'ultimo,ma la sconfitta di Sesshomaru e stata più che netta.

Inuyasha sembrava sorpreso dalla cosa,Sesshomaru sconfitto? Certamente sapeva che quell'antipatico del suo fratellastro non era invincibile e che lui stesso lo aveva sconfitto un paio di volte usando Tessaiga,eppure gli sembrava strano che un altro yokai fosse riuscito a sconfiggerlo.

E se Sesshomaru era stato sconfitto,voleva dire una sola cosa,guai in vista e questo Inuyasha lo sentiva fin dentro le ossa.

- Sesshomaru ha perso? Contro chi?

- Contro l'uomo che vi ha fatto tenere sott'occhio per tutto questo tempo,la sua spia si fingeva un abitante del villaggio che tempo fa fu attaccato dai briganti,ma adesso l'ho fatta scappare e perciò adesso posso parlarti liberamente senza che altre orecchie ci sentano.

- Quindi mi hai fatto arrivare qui solo per parlarmi? Non potevi farlo al villaggio?

- Non saprei dire se ci sono altre spie ed era meglio che anche i tuoi amici fossero tenuti all'oscuro di tutto,almeno fino a domani così che tu possa riferglielo.

- Non potevi dircelo a tutti noi?

- Un gruppo di persone che si dirigono verso una foresta nel cuore della notte può far suscitare molti dubbi,una persona sola attira molta meno attenzione,ascoltami,presto o tardi Sesshomaru avrà bisogno del vostro aiuto,nuovi nemici si stagliano al di là di tenebre che nemmeno io posso penetrare senza correre troppi pericoli.

- Di che stai parlando?

- C'è qualcuno di gran lunga più pericoloso di Naraku e non oso immaginare quali piani stiano passando per la sua mente,lo yokai che ha sconfitto Sesshomaru possiede capacità fisiche e mentali che fanno sembrare Naraku un comune ladro di galline.

- Come fai a sapere di Naraku? E come fai a dire che Naraku era più debole di questo tizio.

- Credimi,so quel che dico,ora devo andare,ci rincontreremo.

- Aspet...

Inuyasha provò ad allungare una mano verso quello sconosciuto,ma nel tentativo di afferrarlo quest'ultimo compì un rapidissimo scatto verso una direzione non ben definita e l'hanyou si ritrovo da solo a stringere la gelida aria che quella notte soffiò senza alcuna pietà sotto le stelle lucenti.

Si guardò attorno ancora una volta,ma ora come ora anche lui capì quando era giunto il tempo di smetterla,era testardo e cocciuto,ma ormai si era accorto di come quell'uomo potè andarsene come era venuto.

Per tanto così decise di tornare a casa,dalla sua Kagome e alla relativa pace che da tempo vigeva sovrana in quel villaggio,ma chi era quello e come faceva a sapere di Naraku?

Che anche lui fosse come Ezio? Un assassino? Non n'è era sicuro,ma forse sarebbe stato meglio dormirci sopra,l'ora era tarda e il freddo non dava tregua a chi stava fuori casa,non che per lui fosse un problema,ma di certo lui preferiva ambienti più caldi e accoglienti di una gelida foresta coperta di neve e illuminata da luci fredde e distanti.


In quello stesso istante,nell'Hokkaido,ai confini con le terre dei Date.

Sotto il cielo stellato,un grande fuoco si accese nella notte,ma non era un fuoco amichevole e n'è tanto meglio accogliente.

Erano un feudo in preda alle fiamme.

Un devastante incendio si stava spargendo per le strade,mentre le case facevano da combustile per questo empio massacro,mentre gli uomini le donne e i bambini fuggivano in preda al terrore...e non era il fuoco la cosa che li spaventava di più.

E tra i ruderi in fiamme,le fondamenta consumate e il fumo denso e nero apparvero loro.

Loro,che da tempo immemore abitavano quelle terre prima ancora che la civiltà toccasse i luoro suoli sacri.

Loro,che si vestivano con le pelli animali e le antiche vesti riccamente decorate,che si armavano con il legno,la pietra e l'osso,materiali comuni,ma che se usati nel modo giusto sapevano essere letali.

Loro,che pregavano gli spiriti della natura,degli animali e degli antichi dei ormai dimenticati dalla religione comune,le cui preghiere erano portate con solenni offerte e sacrifici di carne e sangue...non sempre di origine animali.

Loro erano il popolo delle antiche tradizioni,delle vecchie usanze,del Giappone primordiale e selvaggio,orgoglioso e libero.

Loro,gli Ainu.

Un popolo primitivo,che ancora si batteva del proprio diritto di esistere,del diritto di essere ricordato e rispettato,ma nonostante queste richieste fossero così semplici,non vennero mai prese in considerazione.

Così dopo secoli di isolamento erano scesi dal nord,freddo e inospitale,per riprendersi ciò che gli apparteneva di diritto e con la rabbia più profonda nel cuore lo avrebbero fatto col sangue e la violenza.

Troppo a lungo avevano sopportato,troppo a lungo erano stati rintanati in un angolo del mondo gelido e scarso di prede.

Quella notte i guerrieri avrebbero fatto razzia,avrebbero ucciso e dissacrato i templi, i pochi sopravvissuti avrebbero ricordato quella notte con dolore indescrivibile.

Gli invasori assaltarono chiunque si trovassero sulla loro strada,uomini,donne,bambini,avrebbero pagato tutti il caro prezzo dell'invasione delle loro terre.

Ma ciò non doveva essere considerata come un aggressione violenta e disorganizzata,oh no,gli ainu sapevano bene come attaccare un insediamento ben difeso,le loro tradizioni avevano a che fare anche con l'arte del combattimento.

Lancie,randelli,ascie di pietra,coltelli in osso,giavellotti e piccoli archi da caccia erano le armi principali di cui facevano uso più spesso,armi semplici e facili da utilizzare,usati principalmente per la caccia o la difesa personale ora venivabo usati per compiere il massacro di un interà comunità.

I soldati a difesa del luogo combattereno come meglio potevano,ma gli attacanti sapevano bene il fatto loro,colpivano con velocità e ferocia tali da farli sembrare delle belve.

Ad ogni gola recisa,ad ogni vittima infilzata,ad ogni testa spaccata era un invasore in meno nelle loro terre,ogni uomo ucciso era un soldato in meno,ogni donna uccisa era un assicurazione in più di non procreare altri invasori,ma quel che era peggio era che nemmeno i bambini venivano risparmiati.

Poco importava l'eta,la maggiorparte di loro fuggiva e tentava di salvarsi da quella che hai loro occhi era un incubo ad occhi aperti,molti furono trafitti dalle freccie che volavano per mano degli arcieri posizionati fuori dal villaggio,altri venivano colpiti da uno dei tanti combattenti del popolo del nord,che nella furia dello scontro colpivano senza remore chiunque non appartenesse alla loro fazione.

Le case bruciavano,le persone morivano e persino il castello veniva distrutto senza alcuna pietà.

Quello che avrebbe dovuto essere l'edificio più resistente nei dintorni si ridusse alla fine ad un cumulo di macerie senza più alcun valore,dei grandi edifici del signorotto locale non soppravvise nulla,tutto prese fuoco,dal ninnolo più insignificante alle stanze personali del feudatario venne dato tutto alle fiamme e se ciò non bastava veniva distrutto con la forza.

Le opere d'arte,le sete più pregiate,la porcellana più raffinata e persino l'oro e gli oggetti più preziosi non vennero mai considerati come un bottino degno di quel massacro,per loro erano solo stupide cianfrusaglie e nullità senza valore,non avevano importanza,non li,non per loro,non importava quanto una persona potesse disporre,se eri debole la natura te lo avrebbe portato via.

Questo era il pensiero degli Ainu,una natura avversa farà di tutto per ucciderti,ma imparare a sopravvivere,temendo e rispettando questa verità ti avrebbe reso forte,resistenze e meritevole di vivere in mezzo a quel mondo così pericoloso,quel mondo dove gli spiriti della foresta,della terra e del gelo era rispettati e venerati come protettori di quella gente.

Quello era il loro mondo è nessuno glielo avrebbe portato via.

Le loro zone di caccia erano li,i loro suoli sacri erano li,le loro foreste,i loro fiumi,le loro praterie erano li.

Ed era giunto il tempo di riprenderseli.

Dopo diverse ore,alla fine,tutto cessò.

Non vi era più urla da sentire nel cuore della cupa tenebra,niente uomini che imbracciavano le spade per difendere le loro case,niente madri,che stringendo al petto i figli fuggivano,nella speranza di una qualche salvezza che non arrivò mai.

Ma nonostante la vittoria,non vi furono grida di gioia,non vi furono euforiche risate di raccapricciante divertimento,loro non erano briganti,erano guerrieri e come tali avevano compiuto il loro dovere verso il loro popolo,verso la loro gente,verso i loro dei e i loro antenati.

Il bottino di quella notte sarebbero stati le abbondanti risorse alimentari e l'abbattimento di tutte le riproduzioni,statue o dipinti che fossero,di tutte le divinità,le reliquie e i simboli religiosi di natura shintoista o buddista che fossero sopravvissute,solo gli spiriti e gli antichi dei sarebbero stati venerati,non c'era posto per altre religioni all'infuori della loro.

E tra le abitazioni che bruciavano e il fumo che saliva un solo suono si fece sentire,lassù,proveniente dal cielo.

Il gracchiare di un corvo,seguito subito da un grosso tonfo contro il terreno.

Qualcosa era sceso da lassù e sembrava più che vivo.

Aveva l'aspetto di un figura quasi umanoide,era alta e magra,tutta coperta da un piumaggio nero,aveva le gambe strette con vistose zampe di uccello al posto dei piedi,due lunghe braccia con mani simili a quelle umane con lunghi artigli neri e grandi ali posizionate dietro le scapole che scendevano dietro il corpo come a formare un lungo mantello.

Ma la cosa più appariscente era la grande testa dell'essere,uguale a quella di un corvo,un lungo becco nero e due occhi bianchi con piccole pupille nere.

Ad accompagnare il suo sorprendente aspetto vi era presente anche un vestiario tutt'altro che semplice,indossava una veste stretta,fatta con pelli animali che andava dalle spalle al bacino,con una larga ed inquietante collana fatta con ossa e ossicine di dubbia provenienza e nella mano destra un bastone,lungo,dall'aspetto marcio e con dei viticci tutti attorno che in arrivando in cima teneva ferma una macabra decorazione,un teschio umano consumato ormai dal tempo.

A vedere quell'essere tutti gli umani che gli stavano attorno fecero cadere le armi e sommessamente si inginocchiarono allungando le mani al gelido terreno e con la fronte rivolta verso il basso,quasi nessuno osasse guardarlo negli occhi.

- Alzatevi.

Disse l'oscura creatura alzando la mano libera come in segno di preghiera.

I guerrieri udirono attentamente quella timbro di voce quasi umano e si alzarono,pur mantenendo lo sguardo basso e tenendo le armi al suolo,non uno di loro osava parlare,emettere un sospsiro ho anche emettere un soffio involontario in presenza del bizzarro corvo.

Lo strano essere cominciò a camminare di fronte a lui con passo lento e ben cadenzato mentre ad ogni passo poggiava il bastone,come un sacerdote che trascina il suo bastone,si guardava attorno e tutto ciò che vedeva era la distruzione che gli si parava attorno.

Il fuoco,i corpi e il sangue era li a circondarlo con la loro presenza,ma lui avanzava tranquillo,in silenzio e senza alcuna emozione,il becco chiuso e gli occhi quasi trasparenti che vagavano tutto attorno ad osservare il violento spettacolo che quegli uomini avevano provocato.

Guardò poi loro,nei loro occhi,occhi pieni di timore e paura,lui lo sapeva perchè tenevano lo sguardo verso il terreno e sempre per questo motivo si rivolse a loro con tono misurato.

- E giusto avere timore,timore per lo scempio compiuto,timore della violenza che voi stessi avete scatenato,timore per le vostre anime,ma io vi dico che non dovete aver paura,no,voi che seguite l'antica via,voi,seguaci di Otsune e del suo nuovo regno,poichè il sangue e parte integrante della vita e della morte,parte integrante della natura stessa,accettate questa verità,poichè il sacrificio che avete compiuto stanotte è sacro è fidatevi quando vi dico,che il loro sangue non è stato versato invano.

Finito di parlare il corvo cambiò la posizione della mano libera portandola da un segno di benidizione ad una con il palmo rivolto verso l'alto,come a tener in mano qualcosa e subito dopo fece comprendere il motivo di tale gesto.

All'inizio non sembrò succedere nulla,poi tutto ad un tratto da uno dei corpi li vicino,quello di una donna,una strana strisca rossa uscì pian piano dal suolo,esattamente da dove si era depositato il sangue di quella vittima si alzò una sottile linea vermiglia che poi facendosi sempre più lunga si avviò lentamente verso la mano della creatura.

E dopo quella altre ne comparvero,uscirono tutte da pozze di quella linfa vitale ormai caduta all'esterno dei loro proprietari e tutte si diressero verso di lui,che nel giro di poco tempo da un piccolo grumo si formò una grossa sfera vermiglia che fluttuava poco sopra il nero palmo senza mai sfiorarlo,senza sporcarlo,nemmeno come una goccia.

Sembrava una palla,una macabra palla fatta con ciò che fino a poco fa scaldava e teneva in vita i corpi di quegli innocenti,donne,uomini e bambini,non solo erano stati uccisi senza alcuna pietà,ma nemmeno dopo la loro violenta dipartita erano stati risparmiati,non c'era alcun rispetto in quella cosa che stava facendo ai loro corpi,quasi non avesse alcuna considerazione della lororecente scomparsa.

- Ammirate,sapete cos'è questa? Questa è la vita,la stessa vita che vi hanno strappato,questa è la vita che vi hanno rubato,questa è la vita dei vostri padri,madri,fratelli,sorelle e di tutti coloro che vi hanno portato via,questa è la loro vita,ora...la dono voi.

All'improvviso la sfera esplose con una potenza tale da imbrattare tutti coloro che si trovavano attorno alla creatura,vennero macchiati come se in quel sangue ci avessero fatto un bagno e il corvo era quello più bagnato di tutti.

Le sue piume da nere vennero investite dall'esplosione,sporcandolo completamente da capo ai piedi,nemmeno il bastone venne risparmiato dando al teschio in cima un aspetto decisamente più macabro di quello precedente.

- RICORDATE QUESTA NOTTE,SIETE AINU,SIETE IL PRIMO POPOLO DI QUESTE TERRE E FARETE RICORDARE A TUTTI COLORO CHE OSANO INVADERCI,CHE SIANO UMANI,YOKAI E CHIUNQUE ALTRO OSI ATTACCARVI,CHE VOI RESISTERE,COMBATTERETE E FARETE RICORDARE A LORO COSA VUOL DIRE A VERE A CHE FARE CON LA NOSTRA MAGIA,PRESTO TORNERANNO A TEMERE GLI ANTICHI RITUALI CHE ABBIAMO PROMESSO DI NON USARE MAI PIU, VOI LO SAPETE BENE, ESISTONO COSE BEN PEGGIORI DELLA MORTE.

Gli antichi rituali,le pratiche sciamaniche che un tempo facevano parte della religione degli Ainu e che in seguito vennero bandite perchè ritenute troppo cruente,troppo brutali,troppo maligne.

C'erà un buon motivo se erano state bandite.

Quella notte fu la più importante da secoli di reclusione nelle fredde lande dell'Hokkaido e consapevoli di questa cosa,Un urlo generale invase tutti coloro che presero d'assalto quel luogo,fino a qualche ora fa prospero e fiorente,mentre ora distrutto dalla rabbia e da una sete di vendetta ben radicata in un popolo le cui radici affondavano in quel paese dalla notte dei tempi.


Ma mentre loro gli assaltatori festeggiarono l'evento,in lontananza,in mezzo agli alberi,un ragazzo dalla chioma nera e dagli occhi blu osservò inorridito lo spettacolo che si era appena concluso.

Indossava un pettorale nero accompagnato da spalline,parabraccia,una fascia attorno alla vita e parastinchi,tutto rigorosamente in pelliccia di lupo marrone.

Non era la prima volta che vedeva un villaggio umano devastato da una rapida incursione,lui stesso in passato aveva mandato i lupi del suo clan all'attacco di qualche centro abitativo,ma questa volta era stato diverso,il modo in cui quel saccheggio era stato eseguito con una brutalità quasi animalesca,con una rabbia così grande che alcune delle vittime,all'inizio dell'attacco era morte all'interno degli edifici in fiamme,nemmeno le donne in cinta furono risparmiate.

Il ragazzo pensò tra se e se.

- Dannato corvaccio,hai spinto gli umani ad attaccare i loro stessi simili più a sud,la mia Ayame aveva ragione,quella dannata Otsune intende riunire gli ainu e le tribù degli yokai del nord in un unico popolo,se ciò fosse vero nemmeno gli yoro si salveranno da questa persecuzione,devo fare qualcosa,ma per ora,non posso far nulla.

E fu così che lui,Koga,il nuovo capoclan delle due tribù degli yoro dell'est e del nord,tornò a combattere contro un nuovo nemico e questa volta a differenza di Naraku,ora doveva combattere contro un intera civiltà.

Per il momento non poté far altro che ritirarsi,ma presto o tardi sarebbe dovuto scendere in guerra,questa volta per la salvezza di tutti i lupi sotto la sua guida e quella della sua giovane moglie.

Quella notte,fu l'inizio di una serie di eventi che portò vecchi alleati a riunirsi ancora una volta contro un nemico comune.

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Capitolo 43
*** Riunione notturna ***


Quella stessa notte,nelle terre occidentali,al castello di Akira.

In montagna le stelle sembravano brillare ancor di più da lassù,tante quante erano i problemi che passavano per la testa del maestro della croce vermiglia,era sul futon,nudo,con le lenzuola che lo coprivano dal pube in giù e disteso accanto alla cara Otsune,la cui schiena scoperta e parte del curve poco sotto erano illuminate dalla luce di una luna raggiante.

Era intento a fissare il soffitto dopo che per l'ennesima volta avevano fatto l'amore,il loro non era solo e semplice sesso,il loro rapporto sembrava andare oltre il semplice amplesso,istintivo e carnale,era qualcosa di più profondo,anche se nemmeno Akira sapeva bene come definirlo.

Quel che era certo e che sicuramente lui si trovava bene con lei,seppur l'uno era l'opposto dell'altra,lui era razionale,calmo,mai irrequieto ma allo stesso tempo forte,sia fisicamente che mentalmente e sicuro di se,come una montagna che si erge imponente sulle sue stesse fondamenta o come un grande albero millenario,che affonda le sue radici nel terreno e che resiste alla tempesta,anche se rischia di spezzarsi.

Lei invece era passionale,vivace e dall'animo libero,era la tempesta che scuota la foresta,la tormenta che soffia violenta sulla cima più alta,era il mare in tempesta che si abbatteva sugli scogli.

Erano due facce della stessa medaglia.

E mentre lui vagava nei meandri della sua mente,l'incantevole compagnia che aveva al suo fianco si girò; in direzione del suo amante e aprendo le palpebre,fu subito colta dai raggi dell'astro notturno che colpirono dritto negli occhi.

Ma lui si accorse subito della cosa e per tanto rimediò girandosi verso la regina mentre con il suo ampio torace e le sue spalle larghe le coprivano gli occhi da quella luce così penetrante.

- Ben svegliata mia cara,difficoltà a prendere sonno?

- mmh...no anzi,anche se devo ammettere che con tutta questa attività fisica ci si stanca parecchio,con te non ci si annoia mai.

Disse lei mugugnando e appena finì di parlare le scappò uno sbadiglio con la quale si dovette coprire con una mano,lui d'altro canto sembrava divertito dalla cosa,fece un leggero sorriso mentre lei lo guardò negli occhi,in quegli occhi così; differenti l'uno dall'altro,uno d'oro,l'altro d'argento,simili,ma non uguali.

- Ti hanno mai detto che hai degli occhi così strani?

- Strani? Strani come?

Chiese lui incuriosito dalla domanda di lei.

- Non saprei,tu me lo sapresti spiegare?

- Certamente,ora,ascoltami con attenzione,il mio giallo,quello da yokai rappresenta il passato,mi ricorda chi sono e cosa ho dovuto imparare e sopportare per arrivare dove sono adesso,gli allenamenti,gli insegnamenti e gli incontri che mi hanno segnato,i lunghi viaggi che mi hanno portato in terre e nazioni di cui non immagineresti mai i loro nomi,ma soprattutto il loro aspetto e il loro passato,ma anche le idee e gli ideali in cui credo fermamente.

- E l'altro occhio?

- L'occhio grigio,il mio occhio speciale,rappresenta il futuro,il progresso,i miei progetti per queste terre e presto,muoverò i primi ingranaggi in quella che è in realtà la grande macchina che muove da sempre il mondo.

- Ingranaggi,macchina,usi delle parole veramente strane lo sai?

- Il potere mia cara,il potere è ciò che muove il mondo,ma ciò non'è sufficiente,perchè il potere in sè non dev'essere il fine ultimo,poichè chi ricerca il potere fine a se stesso ne viene corrotto.

- E tu non vuoi il potere?

A quella domanda non seppe risponderle subito,distolse lo sguardo da lei,tornando con la nuca appogiata al cuscino e lo sguardo verso il soffitto.

- Non per me stesso,ciò che tu definisci come potere non è altro che semplice avarizia e ciò è un pensiero comune della nostra razza,più; si è forti più cose vogliamo tenerci per noi stessi,anche se in verità questo è un ragionamento basilare per tutte quelle creature che sentono il bisogno di accumulare,anche senza una ragione apparente...anche gli umani sono schiavi di questo desiderio,

- Quindi se nemmeno tu ed io possiamo sfuggire a questa sete...

Lei non finì di parlare che pose un mano sul petto di Akira,quel tocco per lui portava il brivido di una nuova ondata di eccitazione,sentiva chiaramente che lei si stava scaldando come un animale in calore e ciò che sentì era le dite di lei,che eccitata cominciò a far vagare per uno dei gonfi pettorali di lui,passando anche sopra il capezzolo.

- Cosa possiamo fare per salvarci,mio sapiente signore?

Chiese in tono quasi scherzoso,come a voler provocare apposta il grande uomo di fianco a lei.

Il templare dal canto suo non poté non notare come gli occhi di lei lo stavano osservando,maliziosi e pieni di eccitazione,lui la guardava a sua volta con sguardo impassibile e si chiedeva cosa provocasse in lei tutta quella carica sessuale che emanava da tutti i pori,che fosse il suo fisico? La sua voce suadente? Certo,lui emanava un certo carisma per nulla trascurabile,questo era sicuro.

E per quanto l'idea lo stuzzicasse,sentìil bisogno di rifiutare,non gli dispiaceva stare con lei,anzi,gradiva la sua presenza,ma forse ciò; che lo legava ad Otsune non era solo un attrazione carnale,Akira era attratto da lei,dalla sua cultura,dalle sue origini e le sue tradizioni,la storia degli Ainu era tutta racchiusa nelle movenze e nei gesti di Otsune,tutte le volte che l'aveva vista pregare,tutte le volte che l'aveva ufficiare un rito,quella era la regina che lo attraeva veramente.

Mentre lei sembrava spinta verso di lui da una forza puramente naturale,come un impulso,un istinto primordiale che la portava a comportarsi come una predatrice,come una lupa che necessita del suo compagno,un dominatore,un maschio superiore in grado di tenerle testa,addirittura sovrastarla e lui ci riusciva perfettamente,forse ciò era dovuto anche al contatto che lei,come gran sacerdotessa,avesse con la natura,il modo in cui percepiva,non con semplice e pio misticismo,ma come forza viva e pulsante che governa ogni cosa,cose come scienza,tecnologia e progresso,che Akira decantava tanto,erano per lei delle nozioni totalmente estranee al suo modo di vivere e pensare.

- Non saprei,ma per stanotte vorrei solo riposare.

- Oh...

Disse lei con un pò di delusione.

- Posso almeno poggiarmi a te?

- Ma certo.

Otsune non se lo fece ripetere due volte che subito annullò la quasi nulla distanza tra loro due e lentamente poggiò la testa sul petto di lui,il templare rispose a quel gesto poggiandole una mano sopra la testa,passando le dita tra i suoi capelli,quasi stesse coccolando un gatto,la sua regina,se poteva definirla così.

- Akira,posso farti una domanda?

- Certo.

- Io ti piaccio ancora?

- Ma certo,perché me lo chiedi?

- Ti vedo distratto,come se la tua attenzione fosse rivolta da tutt'altra parte,come se ci fossero più; importanti di me e la cosa mi rende gelosa,anche se non dovrei.

- In tal caso ti chiedo scusa,non vorrei trascurarti,ma devi comprendere che ho dei compiti da svolgere in quanto signore di questo castello e gran maestro del mio ordine,ciò che faccio lo faccio per il bene di tutti noi.

- Si certo,i tuoi grandi ideali,ma dimmi,i tuoi ideali possono darti l'amore che ti dono io?Ti tengono caldo nelle freddi notti d'inverno? Ti riempiono lo stomaco quando hai fame o ti dissetano quando hai sete?

- No, certo che no,ma soddisfano un bisogno che nessuna di queste cose potranno mai saziare.

- E sarebbe?

Akira stava per riaprir bocca quando all'improvviso qualcuno si fece sentire fuori dalle stanze del feudatario.

- Signor Akira,venga presto.

Senza nemmeno preoccuparsi di vestirsi si alzò velocemente dal letto,staccandosi dal piacevole contatto con la regina e rivolgendo le sue attenzioni verso quella persona inaspettata.

Aprì la porta scorrevole giusto appena per far vedere che era sveglio e senza mostrare eccessivamente la sua nudità,fu incuriosito di trovare sveglio proprio lui.

- Moji? Ti avevo detto di tornare dalla tua famiglia e di prenderti del tempo libero,che ci fai ancora qui?

Chiese Akira al fedele ovino che aveva di fronte alla porta,certamente era stupito nel vederlo li,a quell'ora tarda e per di più in un giorno di riposo,visto che lui stesso gli aveva concesso quel momento di pausa dalle sue mansioni.

Il capricorno dal canto suo sembrava affaticato,molto probabilmente si era fatto tutta una scalinata senza nemmeno fermarsi per riprendere fiato,aveva la lingua di fuori e sembrava sul punto di crollare a terra.

- Huang...e appena tornato...al castello.

- Va bene ma adesso respira lentamente e...Huang e tornato?

- Si...vi aspetta...nel solito posto...insieme al generale Murai.

Il templare non aspettò un secondo di più e appena chiuse la porta,si mosse a recuperare le proprie vesti,sapeva bene che se il suo falso brigante,era tornato a quell'ora della notte voleva dire una sola cosa,notizie urgenti.

Doveva conoscere l'esito della missione che Huang aveva svolto per volere suo e quindi,aspettare ulteriormente sarebbe stata una perdita di tempo,aveva tutta la notte per mettersi a dormire,i suoi progetti per il futuro del Giappone non lo avevano.

- Akira che succede?

Chiese Otsune preoccupata per l'improvvisa reazione del suo amante.

- Notizie urgenti richiedono la mia attenzione,devo andare.

E così; facendo uscì subito dalle sue stanze senza nemmeno voltarsi verso Otsune,verso di lei che lo teneva sereno,tranquillo,in mondo tutto loro.

Non le diede nemmeno il tempo di chiedergli ulteriori spiegazioni,lei,la regina degli Ainu,gran sacerdotessa degli antichi culti e delle forze naturali,era rimasta incantata da quella camminata tipica di quell'uomo,come se dovesse scendere in guerra da un momento all'altro,lui gli aveva dato le spalle quando se ne era andato e lei soffermò il suo sguardo su quelle spalle possenti,sui quei muscoli pulsanti e sodi.

Akira il maestro,Akira il guerriero,Akira l'amante,chi lui fosse in realtà non lo sapeva,ma forse era proprio questo cio che la aveva attirato a lui,se lei era falena e lui la fiamma,allora sarebbe bruciata in quel fuoco,in quel fuoco la cui reale potenza non conosceva nemmeno lei.


Gli ci vollero una decina di minuti per giungere di fronte al luogo a lui indicato,era il suo studio.

Altre due guardie vestite da samurai facevano la guardia alla porta d'ingresso,ferme,rigide con lo sguardo fisso verso il muro di fronte a loro,quasi fossero due statue,Akira sapeva bene che quell'espressione era tipica degli uomini che il suo stesso generale imponeva ai suoi soldati dei ranghi più; alti.

Appena il templare si avvicino alla porta una delle guardie l'aprì subito permettendo così; il rapido ingresso del loro signore é appena entrò vide subito gli altri interessati alla questione,Murai e Huang,il generale e il brigante,il compagno d'armi e il rispettoso allievo,erano in piedi vicino al muro bianco e nel parlare si accorsero quasi all'ultimo dell'ingresso di Akira nella piccola stanza del feudatario.

- Spero di non aver interrotto niente di importante.

Il cinese si girò immediatamente verso il padrone del castello e in segno di rispetto abbassò la testa e porse in avanti il pugno destro appoggiato al palmo della mano sinistra,in volto aveva un espressione rigida e uno sguardo serio,comportamento ben lungi da quello che usava con i suoi uomini,che essendo comuni predoni non avrebbero mai potuto comprende quel suo comportamento che ora mostrava in tutt'altra sede che non fosse un rifugio improvvisato,per quella gentaglia che era solita portarsi dietro.

- Shifu, è un piacere poterla rivedere.

(Shifu e una parola originaria della lingua cinese,solitamente usata come titolo per i maestri di qualche tipo,viene usato anche per i maestri di arti marziali).

Disse Huang usando un tono fluido e ben calibrato,molto differente dalla sua solita parlata da capo di una banda di lestofanti buoni a nulla come lui li definiva solitamente,il suo atteggiamento era pacato e sottomesso,proprio come quello di uno allievo verso il maestro,se solitamente il suo comportamento verso il mondo era violento e autoritario,li,in quella stanza e poche altre occasioni,mostrava invece un indole più; docile e malleabile,segno che dimostrava una certa forma di comportamento ben imposta verso un suo superiore.

E Akira sapeva che l'individuo di fronte a lui era molto più di un comune tagliagole.

- Huang,ragazzo mio,ti trovo bene,com'è; stato il viaggio?

Disse Akira mentre si mise al suo posto dietro il piccolo tavolino.

- E andato tutto bene,per sicurezza sono per i territori dei nostri alleati è per tanto nessun umano o yokai non abbia contatti con il nostro ordine sa della mia presenza in questo castello.

- Bravo,vedo che gli insegnamenti stanno dando buoni frutti,ma ora dimmi,quali notizie ci porti dalle terre di Owari?

- Oda Nobunaga e disposto a fare la vostra conoscenza,ma temo che non sapendo della vostra natura di yokai possa essere contrario ad una alleanza con voi.

Akira fece un piccolo sorriso e osservo il brigante con aria quasi divertita.

- Interessante,così; almeno potrò; valutare se egli sia un folle...o un re demone,come lo chiamano alcuni,tu cosa ne pensi Murai?

Il generale,nel mentre, era appoggiato alla parete bianca,teneva le braccia incrociate e con aria pensierosa cercava di inquadrare attentamente la situazione.

- Se ho capito bene cosa vuoi fare,penso che sia una pessima idea,infondo cosa sappiamo di questo signorotto di Owari? Abbiamo pochissime informazioni e prima del suo arrivo non ci siamo mai occupati della famiglia Oda,certo non nego che abbia del potenziale,ma potrebbe essere uno sbruffone molto ambizioso,nulla di più;.

- Su questo devo darti torto amico mio,devo constatare di persona le sue reali capacità,forse un uomo del genere potrebbe accelerare le nostre mire verso l'intera nazione,non abbiamo bisogno di un altro burattino sotto il nostro controllo,abbiamo bisogno di un autentico diavolo.

- Pensavo che quello fossi tu.

- Io? No,sono solo uno studioso,per questo ho bisogno di confrontarmi con Nobunaga e confutare la mia teoria,saremo io,tu,Huang e Hana a presentarci direttamente da lui,fidati di me,costui non'è; un uomo da poco.

- Come vuoi e per quanto riguardo l'altro problema?

- Quale altro problema?

- Sesshomaru.

A quel punto sul volto di Akira il sorriso scomparve lasciando il posto ad un espressione di gran lunga più seria.

- Il signor Sesshomaru come ben sappiamo è fuggito con l'aiuto degli assassini,ma sta pur certo che lo rincontreremo.

- Non'è questo a cio che mi riferisco.

- Lo so...

Akira girò lo sguardo verso Huang,che per tutto il tempo era rimasto nella stessa medesima posizione.

- Huang,io e il generale dovremmo parlare di alcune cose che ci riguardano,potresti uscire un momento? E già che ci sei,vedi se sta arrivando Moji,l'ultima volta che lo lasciato stava cercando di riprendere fiato,non vorrei che stesse morendo sulle scale.

- Certamente maestro...con permesso.

E immediatamente il ragazzo uscì dalla stanza,lasciando il suo maestro e il generale a discutere delle loro cose,sapeva bene che quando il suo maestro lo allontanava era perchè c'erano cose alla quale nemmeno lui,così vicino ad Akira,poteva sentire,Huang era come Hana,entrambi appartenevano a ranghi troppo bassi per poter accedere ai primi grandi segreti dell'ordine templare e per tanto potevano soltanto svolgere mansioni come spie,messaggeri e altri compiti solitamente assegnati ai novizi.

In verità si poteva dire che Huang era di qualche gradino più in alto rispetto ad Hana,ma solo perchè conosceva Akira da più; tempo di lei,anche se di poco,di una manciata di anni ma nulla di più

passò dall'uscio e una delle guardia richiuse la porta alle sue spalle,da fuori si sarebbe capito a fatica di cosa avrebbero parlato nello specifico,tuttavia quel nome,Sesshomaru,uno yokai come tanti altri,altezzosi,sbruffoni e arroganti,si credevano chissà chi ma alla fine si erano rivelati degli avversari di scarsa abilità,alcuni molto forti,altri molto veloci e altri in grado trasformarsi in strane bestie,ma nessuno di quelli che aveva affrontato possedeva una tecnica di combattimento sofisticata come la sua.

Ormai era li a palazzo,pensare a certe cose non aveva più importanza,per tanto se ne sarebbe stato li,in attesa di nuove istruzioni.

Intanto dentro lo studio,Akira e Murai si osservavano in assoluto silenzio,quasi si stessero studiando,come durante i loro allenamenti nel combattimento ravvicinato,due stili e due animi differenti,uno più calmo e tendente al dialogo,l'altro più rigido e incline alla schiettezza,il loro mustismo stava per trasformarsi in un duello di intenzioni,senza esclusioni di colpi.

A dare via allo scontro verbale fu il generale.

- Che intenzioni hai con il ragazzo?

- Che intendi con esattezza?

- L'ultima volta hai cercato di convertire Sesshomaru usando il potere dell'occhio vero?

- Non avevo altra scelta,ho dovuto tentare il tutto per tutto,la suà volontà e molto più dura di quanto avessi immaginato,tuttavia,per quanto forte possa essere ha mostrato i suoi punti deboli,impaziente,sconsiderato,aggressivo e facilmente irritabile.

- Però e scappato e quindi adesso si troverà nelle mani degli assassini,che intendi fare a riguardo?

- Nulla.

Il generale rimase di stucco a quell'affermazione,la bocca semi aperta e lo sguardo incredulo erano un chiaro segnale di stupore.

- Nulla?

- Nulla,i tempi non sono ancora maturi e ora come ora abbiamo problemi più urgenti,gli assassini sono entrati in possesso della tavoletta e ciò è dovuto ad uno dei nostri invitati meno influenti.

- E chi sarebbe?

- La signorina Toran,l'attuale capo clan delle pantere.

- Toran? La stessa Toran che combattè nella guerra contro i Taisho? Da quel che so Toran,insieme ai suoi fratelli hanno cercato di riportare in vita il loro precedente capo.

- Già,ma se la memoria non mi inganna appena riportarono in vita il loro precedente signore,quest'ultimo non esitò ad uccidere tre di loro,per prendere forza ed energia,solo la signorina Toran riuscì a salvarsi poichè si accorse dell'attacco all'ultimo momento,ma proprio quando le cose stavano volgendo per il peggio,intervenne il signor Sesshomaru,sconfisse il precedente capo delle pantere e riportò in vita i fratelli di Toran.

- Bella storia,ma non capisco dove vuoi arrivare.

- Vedi,il punto è che il signor Sesshomaru possiede capacità e talenti unici nel loro genere,per quanti difetti abbia riscontrato in lui,devo riconoscere che possiede una buona resistenza fisica,una forza piùche considerevole e una certa attitudine al comando e al combattimento,per tanto,ritengo di aspettare tempi migliori per valutare maggiori sviluppi.

- Sviluppi che i nostri nemici non gli faranno mancare,già immagino cosa gli insegneranno per prima...a nascondersi,imparerà a colpire dall'ombra mentre i nostri uomini andranno a morire solo per un tuo capriccio,perchè so che tu faresti di tutto per averlo qui,vivo e ai tuoi comandi,ma se fosse per me sarebbe già morto,altro che sviluppi e ricerche...tu sai bene cos'è in grado di fare,tu eri presente quel giorno.

Akira sapeva bene di cosa parlava il suo generale e mentre ripensava a quei momenti il suo sguardo cadde sul libro dalla copertina nera,recante la mezzaluna dei Taisho,stupore,urla e orrore oltre ogni misura,momenti di tensione e sensazioni di paura,ricordi di chi provò terrore,angoscia e disturbo nel vedere la terrificante opera di quel giorno maledetto,che mai fu realizzata prima e mai venne realizzata dopo,ciò che accadde li era un mistero che in pochi conoscievano e che in pochi avrebbero dovuto conosciere.

Ripresosi dai ricordi Akirà osservò Murai con sguardo più risoluto che mai.

- Si,ricordo bene amico mio,quel giorno fummo testimoni di un evento unico nel suo genere,ma temo che questa storia prima o poi salterà fuori e quando accadrà spero solo che le cose non peggiorino più di quello che penso.

- Credi che Sesshomaru sappia qualcosa?

- Potrei avergli dato qualche indizio,ma questo non'è nulla se paragonato ai miei peggiori timori,ho paura che il Signor Sesshomaru stia ritrovando la sua connessione con cose ormai sepolte dentro di lui.

- Ne sei sicuro?

- Per ora è solo un sospetto,ma l'ultima volta ha dimostrato di avere una certa familiarità con la tavoletta,persino la sua prima volta nel portale e stata un successo,il suo corpo si è ricostruito quasi immediatamente e poi...

- E poi?

Akira si portò una mano di fronte alla bocca mentre i suoi occhi fissarono un punto nel vuoto,la sua testa stava tornando a formulare idee,pensieri e ipotesi di ogni sorta,come faceva buona parte nel corso delle sue giornate.

Tuttavia in quel momento si insinuò un dubbio,qualcosa che la sua logica non riusciva a valutare con assoluta precisione,gli tornò alla mente un momento particolare,il suo tentativo di conversione.

Ricordava con esattezza il momento in cui aveva Sesshomaru sotto il suo controllo,lo aveva li,stretto nella sua forte presa,mentre con il suo occhio sinistro si inoltrava nella mente del giovane yokai,ma proprio quando stava per riuscire a piegarlo alla sua volontà sbalzato via da un nuovo arrivato,un assassino,eppure era più che sicuro che solo lui e il glaciale yokai potessero entrare la dentro,ma allora come fu possibile l'arrivo di un terzo in comodo?

Il maestro templare necessitava di una conferma.

- Ricordi quando sono uscito dal portale? Per caso ti è capitato di vedere qualcuno uscire da li prima del mio arrivo?

- No non mi risulta.

- Capisco.

- Io no,comunque,domani devo svegliarmi presto,ho delle reclute da addestrare e per tanto chiedo il permesso di andare.

Lo yokai etero cromatico glielo leggeva dritto sul volto che non aveva più voglia di star li,ormai quello che il suo braccio destro aveva da dirgli lo aveva detto,chiaro,conciso e diretto,era tipico del suo carattere da soldato che diceva sempre quello che pensava,di certo non era uno stupido,semplicemente prendeva di petto le cose che per lui erano quelle che richiedevano una maggior attenzione,tutto qua.

Per contro Akira era un tipo più incline al dialogo,alla diplomazia e avvolte al compromesso,ma non esitava a tirar fuori gli artigli,o meglio i pugni,quando l'occasione lo richiedeva e anche lui sapeva essere autoritario e diretto,dando dimostrazione di essere un capo ben all'altezza delle aspettative del suo ruolo.

Loro due erano come il fuoco e l'acqua,il cielo e la terra,ma per quanto diversi potessero essere,sapevano bene che avevano bisogno l'uno dell'altro,un legame come il loro durava da più tempo di quello che la maggiorparte degli yokai tendeva a disfare in qualche decennio quella che poteva essere definita come una collabborazione reciproca,ma quella tra Murai e akira era amicizia autentica.

- Certamente,quando esci potresti dire a Huang di entrare,avrei delle cose da chiedergli.

- Si,buona notte Akira.

- Notte anche a te.

E fu così che si salutarono e subito dopo il cinese tornò dentro la stanza,ma questa volta da solo,lui e il maestro,l'allievo sembrava ansioso,in attesa di chissà quale altro ordine Akira gli avrebbe dato,tuttavia Akira sembra tranquillo,rilassato,come se stesse prendendo il te di prima mattina.

- Avete chiamato shifu?

Disse Huang mentre riprese la posizione di saluto precedentemente eseguita in presenza del generale.

- Si,vorrei conoscere le tue opinioni riguardo gli ultimi incarichi che hai compiuto,cominciamo dal tuo scontro con Sesshomaru,che impressione ti ha dato?

- Da quello che ho constato di persona devo ammettere che è un guerriero veloce,forte e possiede una certa abilità con la Katana,anche se non ho ben capito perchè la tenga con una mano sola,però....

- Hai fatto uso dello stile della gru imperiale vero?

- Si,ma ho usato sola la posizione di combattimento e poche techniche basilari nell'uso della jian,altro non ho osato fare.

- Bene,se non altro hai rispettato il mio volere e non hai cercato di ucciderlo,e per quanto riguarda il suo comportamento?

- Sembra molto sicuro di se,di fronte ad una sfida non si tira indietro,questo Sesshomaru e un guerriero coraggioso,ma sembra continuamente sul piede di guerra e quindi e facile da irritare,anche se devo ammettere una certa imprevidibilità da parte sua.

- E per quanto riguarda Nobunaga? Cosa sai di lui?

- Prima di trovarmi a faccia a faccia con lui ho raccolte diverse voci sul suo conto,si dice sia un tipo stravagante è un abile combattente,per non parlare delle grandi doti strategiche in suo possesso,non'è un uomo buono ma se non altro ci si può ragionare e buona parte delle volte si sposta per il paese insieme ai suoi tre fedelissimi.

- Parlami di loro.

- Il primo è Mitshuhide Akechi e un nobile della provincia di Mino e cugino di Nohime,moglie di Nobunaga, e un uomo d'onore con una fama da esperto spadaccino,da più peso ai precetti del bushido che alla sua stessa vita,(per bushido si parla di un codice di condotta formato da regole e principi morali che ogni samurai deve rispettare per mantenere integro il proprio onore,può essere considerato come un versione orientale del codice della cavalleria).

- Un vero samurai,questo Nobunaga dev'essere fortunato ad avere un uomo simile tra le sue fila.

- Il secondo e Toyotomi Hideyoshi, e un burlone dalla battuta pronta e lo scherzo a portata di mano,di umili origini i suoi genitori erano contadini mentre lui venne coscritto come fante di prima linea,si distense per la sua forza inumana e l'astuzia nel aver saputo prendere un castello di montagna con un manipolo di uomini,pare che lo stesso Oda lo abbia nominato generale riconoscendo in lui un tipo di persona quasi impossibile da comprendere fino in fondo.

- Da umili origini ha grandi traguardi,oltre che malvagio Nobunaga sa dare il giusto valore alle cose...e anche alle persone.

- L'ultimo invece e Tokugawa Ieyasu,ma il suo vero nome è Matsudaira Takechiyo,quand'era giovane finì come ostaggio del clan Oda e fu in quel periodo che conobbe Nobunaga e divennero compagni di giochi,pare che all'infuori del signore di Owari non giocasse nessuno,passarono gli anni e Ieyasu fu liberato per poi tornare al suo clan come legittimo sucessore,venne ritrovato casualmente nella battaglia di Okehazama,(una delle più famose della storia giapponese,fu una vittoria schiacciante per il clan oda contro gli Imagawa,che da li in avanti avrebbe segnato il nome di Oda nobunaga negli annali storici),essendo tra i superstiti venne riconosciuto dal suo amico di infanzia e da allora non si sono più; separati,tra loro tre e il più; reattivo a prendere le decisioni più drastiche e ciò gli ha dato fama di essere una delle menti più veloci al servizio del signore di Owari.

- Gli amici di infanzia sono una cosa preziosa,specie se questi sanno essere fedeli ai vecchi legami,tre uomini,tre fondamenta sulla quale Nobunaga può fare affidamento,come deciso andrò ad Owari a proporra la mia alleanza con questo promettente umano,domani prepareremo il necessario per un viaggio sicuro e ci presenteremo con i nostri abiti migliori ed infine dobbiamo contattare Hana e riferirgli che ci troveremo nelle terre di Owari,ma non prima di aver deciso il giorno della partenza,puoi andare.

- Si,prendo congedo.

Huang si mosse verso la porta senza più nulla da riferire al suo maestro,tutto ciò che ora lo aspettavano era una bella dormita in un futorn caldo e soffice,ma all'improvviso qualcosa lo interruppe,un immagine gli ritornò alla mente,una bambina,dai lunghi capelli neri e lo sguardo impaurito,la sua mano si era fermata poco prima di muove la porta,bloccandosi sul posto.

- Shifu.

- Cosa c'è?

- L'ho rivista.

Akira smise per un attimo di pensare ai suoi piani e per un attimo si fermò a riflettere,temendo di aver compreso il significato delle parole del suo allievo.

- Era insieme a Sesshomaru vero?

- Si,forse sono i miei incubi che mi perseguitano a tal punto da averla ricondotta da me.

- Il passato e passato,non puoi incolparti perciò che dovevi fare,hai fatto ciò che dovevi.

- E per questo non me lo perdonerò mai,vi auguro una buona notte Shifu.

- Notte anche a te.

E con queste ultime parole i due si separarono per quella notte,con l'allievo che si allontanava portando con se la tristezza nel cuore e il peso delle azioni passate nell'anima.

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Capitolo 44
*** Nella stanza di sotto ***


Il giorno dopo, al villaggio degli assassini.

Il sole sorgeva mentre il cielo,che ancora portava i toni scuri del cielo notturno,si colorava pian piano di una rosea sfumatura,solo i pochi a guardia del piccolo abitato o coloro che dovevano svegliarsi presto per le mansioni mattutine furono testimoni di quello spettacolo.

E Sesshomaru tra di loro non c'era,era ancora a letto a dormire,aveva girovagato un pò per la foresta li vicino prima di tornare a dormire,lo faceva star bene,li dove gli alberi crescevano l'uno vicino all'altro,mentre i rami con le numerose foglie si muovevano al fruscio del vento di montagna,una fredda brezza che si insinuava nel piccolo e calmo regno dello yokai,nessuno da vedere,nessuno da cui essere disturbato,era tutto perfetto,c'era solo lui e basta.

Poteva allontanarsi da chiunque,ma non dai suoi pensieri,non dopo quello che aveva visto li,l'immagine di quel luogo ancora lo perseguitava,li,dove sotto terra giacieva una città dimenticata,li,dove era presente l'antica sede degli assassini,lo vide,un immagine la cui presenza era priva di ogni fondamento e logica,quella statua,così bella e così simile a lui,simile e tuttavia differente,nelle vesti,nel taglio dei capelli,nello sguardo,sentiva di confrantarsi con se stesso e allo stesso tempo di avere a che fare con qualcun'altro.

E quella guerra,quella guerra che imperversava da ere,un conflitto segreto tra due fazioni nate nell'ombra,gli assassini e i templari,eterni avversari per due punti di vista diffrenti sul mondo e su come sarebbe stato meglio guidarlo.

Poi c'era anche quella storia di quella civiltà perduta,così potente da aver creato quegli oggetti,i frammenti del paradiso,reliquie di un passato ormai perduto dalla notte dei tempi e tuttavia così potenti da cambiare il corso della storia mondiale,Sesshomaru si sentiva,ora più che mai nel mezzo di una storia così assurda che a stento poteva dire se credere realmente a tutto quello che stava vivendo.

I primi suoni della mattina cominciavano già a farsi sentire,il cinguettio degli uccelli,le prime persone già sveglie di prima mattina,cosa che fece svegliare il giovane yokai,anche se lui era sempre stato un tipo mattiniero.

Si guardò attorno notando subito Toran che dormiva ancora,si soffermò un attimo a vederla in volto,quasi fosse catturato dalla sua immagine,sembrava così tranquilla,la maggior parte delle volte che ebbe a che fare con lei tentava di ucciderlo,ma quella era storia passata,tuttavia non poté non notare un nuovo aspetto che da lei non si sarebbe mai aspettato,quello femminile.

Puro,semplice e anche delicato,dall'ultima volta che l'aveva incontrata sembrava che gli antichi rancori fossero ormai svaniti,come le acque di un fiume,che placido,scorre in tutta tranquillità,si soffermò ad osservarla ancora un volta,soprattutto le labbra,così sottili e al contempo così piene.

Subito dopo si riscosse chiedendosi cosa diamine stesse facendo,ed effettivamente non sapeva nemmeno lui perché lo fece e per giunta stava solo perdendo tempo,si alzò facendo meno rumore possibile e visto che era andato a dormire con addosso solo l'intimo,aprì l'armadio e prese le sue nuove vesti da assassino e appena fu pronto lasciò la piccola casetta.

Ma non ebbe nemmeno il tempo di godersi quell'alba spettacolare che subito dovette fare i conti con una conoscenza a lui quasi sgradita.

- Ben sveglio ragazzo.

Sesshomaru si girò immediatamente verso la sua sinistra,era Ezio.

- Ma come fai...

- Dopo anni e anni di pratica ti viene naturale sorprendere gli altri senza farti scoprire,comunque,come sta il mio simpaticone preferito?

- Prima di incontrarti stavo più che bene.

Disse Sesshomaru nella maniera più piatta possibile.

- Questo è lo spirito giusto,dai andiamo,abbiamo una giornata piena oggi.

- Un'altra prova?

- No,oggi cominci il tuo addestramento,con me e Yuki,andiamo.

E detto questo i due si incamminarono verso la loro prossima destinazione,Sesshomaru dal canto suo sapeva che prima o poi si sarebbe allenato con la confraternita,visto che lui stesso aveva aderito alla richiesta di Yuki di entrare nei ranghi degli incappucciati,per cui si aspettava una sorta di preavviso e non così di punto in bianco.

Ma per lui andava bene così,infondo non era mai stato un tipo da lunghe attese,se doveva fare una cosa la faceva,dritto al sodo e senza contrattempi.

- Allora cosa dobbiamo fare oggi? Tirare di spada? Mi insegnate ad usare quella piccola lama da polso? Oppure mi insegnerete qualcosa come....

- Abbi pazienza,prima di tutto in questo preciso momento non sono più semplicemente un tuo compagno di missione,d'ora in avanti sono anche il tuo maestro,ciò non vuol dire che adesso il rapporto tra me e te cambierà troppo,ti chiedo solo di restare attento,concentrarti e impegnarti e vedrai che i risultati si vedranno fin da subito.

- Farò tutto ciò che serve per distruggere Akira.

- Non credo che questo sia la motivazione più adatta per diventare un assassino.

- Ma e l'unica motivazione che ho,mi hai detto che la libertà e il bene per la quale gli assassini combattono i templari,perciò non sono forse libero di scegliere le mie motivazioni?

Ezio girò il suo sguardo verso Sesshomaru e mostrando in volto una certo stupore,era evidente che non si aspettasse una risposta simile.

- Su questo non ci sono dubbi,ma ora dimmi è una motivazione sufficiente? Voglio dire,hai intenzione di uccidere Akira,per quale ragione?

- Perchè è mio nemico.

- E da quando lo è diventato?

- Da quando mi sono scontrato con lui.

- E perché ti sei scontrato con lui?

- Perché mi ha attirato in trappola.

- Veramente sei stato tu ad accettare l'invito,per tanto se sei caduto nel suo tranello e solo colpa tua.

- Non potevo ritirarmi,n'è andava del mio onore.

- Non scambiare l'onore con la sconsideratezza,hai preferito caricare a testa bassa,accogliendo la sua provocazione,piuttosto che farti furbo e rinunciare.

- Quell'invito era un chiaro segno di sfida.

- No,l'invito era solo un invito,la vera trappola consisteva nello stuzzicare il tuo orgoglio e fidati,ci è riuscito più che bene.

A quell'ultima frase Sesshomaru si ammutolì di colpo,come poteva ribattere su una cosa del genere? Come poteva difendersi di fronte ad una tale verità?

Una verità limpida come l'aria che si respirava lassù e abbagliante come i raggi di quell'alba radiosa,ricordava ancora quando dopo lo scontro con quello strano brigante,lesse quell'invito e appena finì pensò subito ad incontrare l'uomo che da quel fatidico giorno divenne la sua nuova ossessione.

Akira.

Non c'era nulla che Sesshomaru potesse dire in sua difesa,per quante scuse potesse usare,non c'è ne sarebbe stata una che lo avrebbe salvato dall'accusa di essere colpevole,colpevole di aver sottovalutato il suo nuovo e misterioso nemico,colpevole di aver preso sottogamba da chi si sarebbe dovuto guardare con occhio attento.

Era colpevole e nessuno lo avrebbe difeso.

- Sia quel che sia,la prossima volta non mi farò prendere alla sprovvista.

- Non affrettare l'inizio di scontri che non puoi gestire,non tutte le vittorie conistono in uno scontro diretto.

Mentre loro discutevano il sole si alzava sempre di più e il numero di persone in giro per le strade si faceva sempre più alto,c'era chi montava le bancarelle,chi apriva i negozi,chi andava nei campi e così via.

E nel vedere tutto ciò si poteva scorgere,una sensazione di quotidiana e continua tranquillità,buona parte degli abitanti di quel luogo era gente semplice,in buona parte umani,mentre i pochi Hanyou e i rarissimi yokai li attorno probabilmente erano parte della confraternita,ma nonostante ciò sembrava che li nessuno si preoccupasse.

Non c'era nessuno pregiudizio per chi era diverso,no,li non c'era niente del genere,non in quel villaggio,non con la gente che sapeva dell'esistenza degli assassini e ne condivideva il credo di uguaglianza ed accettazione per ciò che era differente.

Ma Sesshomaru non sembrava interessato alla cosa,non era il tipo che si preoccupava per quelle cose che lui riteneva delle stupidaggini,fin da quando aveva memoria aveva sempre usato la forza per conquistarsi un posto nel mondo,con gli artigli,con la spada,le zanne,perfino la sua vera forma era un ostentazione della sua potenza,un estensione della sua voglia di imporsi,in un mondo che per lui era sleale,violento e che faceva emergere solo coloro che dimostravano di essere i migliori.

Si,questo era ciò in cui lui credeva,questo era il suo credo,il suo codice,molte furono le occasioni in cui poté attaccare almeno un villaggio umano senza un motivo apparente,oppure inseguire un ignaro passante ed ucciderlo solo perché possedeva le capacità per farlo,ma lo aveva mai fatto? No

Molti erano stati gli sbagli che aveva commesso in passato,la cui maggior parte si rifiutava di ammetterli,sopra tutto a se stesso,ma anche lui,seppur raro a vedersi,aveva una sua moralità,che di certo era migliore di molti altri individui con la quale ebbe a che fare.

Continuarono a camminare fino ad arrivare alla casa del libro,dove yuki svolgeva il suo compito di capo villaggio e maestra assassina,Sesshomaru da parte sua alzò; la testa,tornando ad osservare l'insegna della piccola libreria,nel vederla un dubbio si insinuò nella sua testa,ma non volle dare troppa attenzione a quel pensiero che subito venne distratto da una voce gioviale.

- Buongiorno.

- Buongiorno anche a te Yuki,allora,che ne dici di cominciare subito con l'allenamento di oggi?

Disse Ezio con un certo entusiasmo,quasi volesse vedere fin da subito le capacità,che quello strano ragazzo dai lunghi capelli d'argento possedeva,ricordava bene come nello scontro del giorno prima era riuscito a tenere testa a quella ragazza dalle glaciali capacità,un discreta capacità di combattimento a mani nude,una buona resistenza e un intiutiva capacità di adattarsi alle capacità dell'avversario.

Certo,lo scontro tra Sesshomaru e Toran era stato orchestrato alla perfezione,apparte quella parte in cui Sesshomaru rischiò di appiattirsi contro il fondo del fossato,ma nel complesso era andato tutto bene e il combattimento,seppur sotto controllo,non era stato privo di colpi di scena,per non parlare della parte in cui Sesshomaru si lanciò contro Toran,l'aver sfruttato il ghiaccio come perno del suo scatto,gli ricordava lo stesso momento che fa un dardo quando scatta da una balestra,ciò era dimostrazione di una certa furbizia.

- Certamente,ma prima dobbiamo spostarci in un altra stanza,prego,seguitemi.

Yuki si girò subito seguita dai due ospiti,il dayokai da parte sua non sembrava molto interessato a tutto quello che lo circondava,piccoli scaffali all'ingresso con piccoli tavoli di legno,fogli e contenitori di bambù per l'inchiostro,accompagnati da pennelli di varie grandezze,mentre subito dietro,grandi scaffali in legno scuro ospitavano vecchi libri quasi tutti consunti,ad una occhiata veloce si poteva distinguere che si dividevano per argomenti differenti,come grammatica,matematica,filosofia,storia,natura e per finire scienza.

Un leggero odore di carta vecchia,mescolata a legno consumato si diramava per il piccolo edificio,la carta ingiallita,le copertine usurate e il passare del tempo donavano al ristretto locale un aria di conoscenze ormai passate da un paio di mani ad un altra,regalando sapere a chi fosse stato disposto a leggere parola per parola,lettera per lettera.

Ma anche queste cose non erano oggetto di interesse per lo yokai di ghiaccio,tuttavia si accorse,dando di sfuggita,diverse occhiate indagatrici intorno a lui,molti dei libri erano rilegati in fibra di bambù e presentavano titoli in caratteri giapponesi e mentre lui dava sporadiche occhiate di qua e di la,Yuki si fermò di colpo si girò verso lo scaffale alla sua sinistra e prese un libro.

Tale movimento venne poi seguito da un suono,simile a quello di un meccanismo in movimento ed infine un parte del pavimento si spostò di lato mostrando una serie di scale che portavano verso il basso.

Doveva ammettere che una cosa del genere era inaspettata,ma non si poteva negare che la cosa aveva una certa teatralità,un passaggio segreto dentro un umile libreria era certamente una bella sorpresa,per quanto pensasse di aver compreso quei cappucci bianchi ecco che spuntava un nuovo colpo di scena.

- Da questa parte,più avanti troveremo la giusta intimità di cui abbiamo bisogno.

Ad Ezio sfuggì una piccola smorfia,un sorrisetto malevolo con una piccola mancanza di pudore.

- Beh,se volevi un più di intimità,bastava chiamare solo me,in due si sta molto meglio.

In quel momento Ezio si sentì osservato dagli altri due accompagnatori,da un parte c'era Yuki,che se fosse stata lusingata della cosa,sentiva per certo che quello non era ne il momento,n'è il luogo per quel genere di umorismo,mentre per Sesshomaru la cosa era irrilevante,per quanto gli riguardava Ezio poteva fare tutte le battute idiote che voleva,bastava solo che non le facesse in sua presenza,lui era sempre stato un tipo serio,per tanto certe scemenze non lo sopportava per niente.

- B'eh è vero,guarda lui come sembra simpatico di prima mattina.

Disse il fiorentino rivolgendo uno sguardo ammiccante verso la maestra assassina.

A sua volta lei non potè resistere a quella specie di provocazione e fece un sorrisetto,mostrando che a quanto pare la cosa sembrava averla divertita.

- Certo che siete proprio un tipo audace,solitamente siete sempre così?

- Solo nel tempo libero....e anche quando la compagnia e ben gradita.

Yuki chiuse gli occhi pensando un attimo all'assurdità della cosa,ma non potè negare una certa simpatia verso quello straniero un più stravagante,per tanto si girò verso le scale e proseguì nel suo cammino.

- Andiamo,da questa parte,questa per lo meno cercate di essere serio.

- Non prometto niente,ma ci proverò.

Tutti e tre si incamminarono verso la scalinata,per quanto gli riguardava in quel momento Sesshomaru non era minimamente interessato alla spiritosaggine di prima mattina,aveva solo un obiettivo in mente e di certo non era quello di imparare a fare il simpatico,era li per allenarsi e per trovare il metodo per sconfiggere Akira,fare amicizia non era tra i suoi pensieri.

Più si scendeva e più si poteva sentire com'era l'ambiente li sotto,era umido,freddo e l'aria sembrava quasi assente da quel posto,al loro passaggio alcune piccole candele si accedevano e la cosa certamente dava al luogo un aura di mistero,dovunque si stesse inoltrando Sesshomaru cominciò a sentire le stesse sensazioni che provò quando varco la soglia dell'antica sede degli assassini.

Cercò di restare calmo,era ancora li,sotto pelle,quelle sensazioni che si erano instaurate in lui come un parassita,un ospite sgradito all'interno delle sue emozioni,ma lui non era un codardo,non sarebbe fuggito,non lui,non Sesshomaru,non il figlio di Inutaisho.

Lui era un dayokai,era forte,potente e senza alcun timore,avrebbe avanzato,sempre dritto,sempre in avanti e niente si sarebbe frapposto fra lui e le sue ambizioni di potenza,non importa quanto tempo ci sarebbe voluto,non importa quanta fatica avrebbe richiesto,lui nella vita avrebbe visto solo davanti,fino alle vette del successo,fino a vette più alte di quelle che aveva raggiunto suo padre.

Questa non era una minaccia contro il mondo,non era una promessa che faceva a se stesso,questa...era una certezza.

Giunsero alla fine della scalinata e subito dopo si ritrovarono in un luogo completamente diverso da quello che c'era più in alto,era una piccola stanza costruita nella terra,con roccia e legno,al centro di questo spazio interrato vi era posato un cerchio di pietra con una circonferenza di dieci metri e con inciso sopra il triangolo,simbolo della confraternita.

Poco dopo di esso c'era inciso nel muro di fronte ad esso una stele di pietra nera,sembrava ci fosse inciso qualcosa ma la scarsa visibilità rendeva il leggere quelle parole una cosa difficile,solo qualche candela incastonata in piccole fessure nei muri illuminava l'intera zona,eppure,nonostante la sua potente vista,Sesshomaru non riuscì a leggere cosa ci fosse scritto,che fosse una semplice casualità,oppure quel gioco di luci ed ombre era colpevole di quel particolare effetto? Che la cosa fosse stata studiata anche per uno yokai come lui.

- Cos'ì questo luogo?

Chiese Sesshomaru con una certa curiosità.

- La verità,qui misuriamo con metodo ed efficacia la dimensione di chi siamo davvero,entra nel cerchio e capirai perché sei qui.

Disse Yuki poco prima che lei stessa salisse sulla strana piattaforma.

A parer suo Sesshomaru si sentì quella proposta non come suggerimento e nemmeno come un ordine,ma come una sfida,per tanto non aspettò ulteriormente e subito si mosse per raggiungere l'assassino.

Salì sul cerchio con la sicurezza che aveva sempre mostrato agli altri,tanto quanto a se stesso,non temeva il confronto e di certo non si sarebbe ritirato di fronte Yuki.

L'assassina era distante dall'Inuyokai,come se si stesse preparando per qualcosa,ora c'era qualcosa di strano nel modo in cui Yuki lo stava guardando,non riusciva a vederla negli occhi per via del cappuccio,eppure poteva sentire i suoi occhi su di lui,come un maestro che giudica l'allievo,come un falco tiene d'occhio un coniglio,che intenzioni avesse non erano per nulla chiare.

- Dimmi Sesshomaru,sai perché ti trovi qui?

- Non lo so, dimmelo tu.

- Come desideri...attaccami.

Sesshomaru rimase sorpreso dalla strana richiesta.

- Come?

- hai sentito benissimo e posso capire per quale motivo hai accettato di entrare nei ranghi della confraternita,pensi che diventare un assassino voglia dire questo? Che sia una cosa che si possa scegliere con una tale banalità? Pensi a te stesso come un grande guerriero,ma la verità e che sei un ragazzino nel corpo di un uomo,prendi decisioni in base ad un tuo capriccio personale e non a seguito di scelte concrete.

Sesshomaru sentì in lui crescere un moto di rabbia,onde tempestose che si caricavano di collera,alimentate da un forte vento di burrasca chiamato orgoglio,già,l'orgoglio,quella cosa che gli aveva sempre permesso di camminare a testa alta e che aveva sviluppato fin da giovanissimo,ricordava ancora come suo padre,lo incoraggiasse durante i loro allenamenti,ovviamente ai quei tempi la differenza tra loro due era più che netta,suo padre veniva riconosciuto come un abile guerriero e che anche con un arma di legno,fosse esso un bastone o una spada da allenamento,sapeva dimostrarsi pericoloso,tutto ciò che sapeva del combattimento lo aveva appreso da lui.

E Adesso invece veniva deliberatamente preso in giro da un assassina?Anzi,da una donna,una perfetta sconosciuta della quale non sapeva assolutamente niente,cosa che purtroppo per lui stava diventando un abitudine,chi si credeva di essere per giudicarlo in base alle sue scelte,Sesshomaru sapeva benissimo cosa voleva e Yuki non avrebbe potuto far nulla per fargli cambiare idea.

- Le mie decisioni sono una cosa unicamente mia,quindi,se hai qualcosa da ridire in proposito allora dimmelo in faccia.

- Quanta sicurezza,facciamo una cosa,se riuscirai a colpirmi,anche una volta sola,ti prometto che appena c'è ne si presenterà l'occasione ti dirò personalmente dove e quando Akira sarà di nuovo vulnerabile per ricevere un altro attacco,ma se vinco io,ti dovrai sottoporre ad un addestramento della quale io e ed Ezio saremo gli unici maestri e non potrai sottrarti a nessuna delle nostre decisioni,accetti?

Non riusciva a credere alle proprie orecchie,in sostanza gli avrebbe dato ciò; che voleva,semplicemente toccandola una sola volta,se ci pensava bene quella che si presentava davanti era un occasione più unica che rara.

La sua voglia di rincontrare Akira era così forte da non voler desiderare altro,sentì le mani che gli prudevano dalla voglia di confrontarsi con lei,mentre le gambe erano già pronte allo scatto,anche senza le sue spade avrebbe vinto quella strana scommessa.

- Accetto la sfida.

- allora cominciamo.

Sesshomaru non ci pensò due volte che subito si lanciò verso di lei,sapeva bene quale sarebbe stata la posta in palio,ma doveva rischiare il tutto per tutto,infondo la sua voglia di unirsi ai ranghi dell'ordine era solo per poter riaffrontare Akira,non gli importava niente del credo o di quella guerra secolare,non era un principio morale o la sete di giustizia che spingeva Sesshomaru a rincontrare Akira,lui lo faceva per una sua rivincita personale,solo questo lo guidava.

le mani erano chiusi a pugno,mentre le gambe compirono lo slancio decisivo,ora gli avrebbe dimostrato di che pasta era veramente fatto,era sempre più vicino,sempre di più,fino a che non gli arrivo di fronte.

Ma era presto per cantar vittoria,nemmeno il tempo di sferrare il primo colpo che yuki fece la sua mossa,lei da parte sua aveva notato l'iniziale posa da picchiatore novello che Sesshomaru stava usando in quel momento,per lei era chiaro come il sole gli sbagli che il figlio di Inutaisho stava compiendo.

La guardia troppo larga,la fretta con la quale aveva dato inizio lo scontro e la voglia di finire quel duello in un colpo solo,tutti segni di uno stile pieno di forza,ma povero di tecnica,ma d'altro canto non poteva stupirsi di vedere una cosa simile,il duello con Toran era stato un esempio lampante,però c'era qualcosa che gli sfuggiva,qualcosa che non capiva bene.

Quando lui fronteggiò la pantera in uno scontro diretto,sapeva che senza le sue armi Sesshomaru sarebbe stato in svantaggio,eppure Yuki aveva osservato con attenzione quella situazione,i pochi copi che aveva usato erano andati a segno,per non parlare poi di quella furbata della scivolata di pancia sul ghiaccio,era stata una vera e propria strategia,poco ortodossa,ma decisamente ingegnosa.

Ma il ragazzo che aveva di fronte non era il solito Sesshomaru,non era calmo e distaccato,certo,non era mai stato un tipo incline alla pazienza,ma in quel caso non era la grinta a spingerlo,era qualcosa di diverso,qualcosa che teneva nascosto nel suo io più profondo.

In tutta risposta il contrattacco della maestra fu particolarmente semplice,una volta che Sesshomaru entrò nel raggio d'azione della maestra,lei senza nemmeno mettersi in posizione,sferrò,con la punta della falange dell'indice destro,un piccolo ma violento colpo al pomo d'adamo dell'inuyokai.

Il dolore era intenso,mentre la trachea si appiattiva facendo mancare l'aria al ragazzo,che subito cadde sulle ginocchia,annaspando in cerca dell'aria,che in quel momento non riusciva a inalare.

- Prima consiglio di oggi:valuta attentamente rischi e possibilità,quando ti ho proposto la sfida hai subito pensato al metodo per vincere più in fretta,sapevi che non avresti vinto in uno scontro diretto contro di me,così hai pensato bene di vincere sulla velocità e di conseguenza se avessi parato un tuo colpo la vittoria sarebbe andata a te,peccato che non hai considerato un mio attacco sulla difensiva.

Sesshomaru avrebbe voluto continuare a combattere,ma stava tossendo,piegato in due sia dal dolore che dal rischio di soffocamento,mentre lei stava li,ad osservarlo,mentre lui riprendeva aria con un tale bisogno che a fatica riusciva a pensare a Yuki,la prima cosa da fare era riprendersi,poi avrebbe reagito.

- Ma la cosa peggiore e che ti lasci prendere dalle emozioni,dalla rabbia,dallo sconforto,il tuo stile generale di combattimento si basa su colpi precisi e rapidi,ma privi di armonia,la tua vera potenza si basa su fondamenta instabili.

Mentre l'ascoltava l'inuyokai cominciò a riflettere su ciò che Yuki cercò di dirgli,fondamenta instabili? Quali fondamenta instabili? Non c'erano fondamenta instabili,ma solo forza e volontà di andare avanti per la sua strada,era sempre stato così e lui sapeva benissimo cosa doveva fare.

Appena finì di riprendere tutta l'aria di cui aveva bisogno,alzò leggermente la testa,quel tanto che bastava a guardarla dritto negli occhi,cosa che dalla sua posizione era fattibile,la osservò con sguardo carico d'astio,quasi volesse sputargli addosso tutta la sua rabbia,tutto il mal'umore che in quel momento riservava dentro di se.

- Non sei...nessuno.

Disse lui ancora provato dal colpo precedente,da parte sua Yuki sembrava totalmente indifferente a quella sentenza detta con totale ostilità.

- Puoi ripetere?

- Non sei nessuno,credi di sapere quello che ho passato?Quello che ho vissuto?Tu non sai niente di me,dici che la mia potenza si basa su fondamenta instabili?Non mi conosci,non credere di sapere come mi sento o cosa penso,se mi sono unito a questa confraternita e perché l'ho voluto io e nessuno può criticare le mie scelte,sopratutto una donna che mi giudica nemmeno fosse la mia levatrice,quindi tieni le tue opinioni per te,io voglio solo essere più forte,nulla di più.

- E una volta che sarai diventato più forte? tornerai ad essere un vagabondo,senza obbiettivi,senza mete,sono delusa da questo tuo modo di ragionare,peccato,credevo che tu potessi comprendere il significato della mia provocazione.

- E quale sarebbe?

- La rabbia e il desiderio di rivalsa sono pessime consigliere,non lasciarti guidare dall'emozione,il combattimento non'è solo potenza,ma anche controllo,disciplina,equilibrio.

- questo lo so benissimo.

- Allora perchè quando ho nominato Akira ti sei innervosito?

A sentire quel nome all'inuyokai gli si strabuzzarono gli occhi,il solo sentirlo o pronunciarlo gli dava una sensazione di oppressione,di rabbia e sconforto,anche se stava parlando con Yuki subito gli ritornò in mente la figura del gran maestro,un uomo forte,dai capelli neri e lo sguardo di color dell'oro e dell'argento,ricordava come in ogni mossa di quello strano yokai ci fosse sempre qualcosa di pacato e ben misurato,il suo muoversi,il suo parlare,persino il suo modo di combattere aveva un che di equilibrato.

Sesshomaru sentiva ancora il peso dei colpi di Akira,eppure non poteva semplicemente definirli potenti e distruttivi,ogni pugno,ogni calcio,ogni presa e le altre strane tecniche era tutte andate a segno ed ognuna era stato in grado di piegarlo,stordirlo,bloccarlo o limitarlo,ogni colpo era stato efficacie,ogni presa era stata effettuata con successo.

Invece lui per quanto ci avesse provato,per quanto si fosse impegnato,anche usando tutte le movenze che conoscenza nell'arte della spada,quell'uomo era risultato come autentico ed incontrastato vincitore,in quell'occasione Sesshomaru sentì come secoli di esperienza erano stati schiacciati in meno di mezz'ora.

La più cocente sconfitta che lo yokai avesse mai subito in tutta la sua esistenza.

Eppure c'era qualcosa di peggiore dentro Akira,dietro quegli occhi,dietro quegli sguardi così carichi di curiosità,si nascondeva qualcosa,qualcosa di ben radicato in profondità,non sapeva descriverlo,cosa che lo metteva ancora più a disagio se pensava a lui.

- Non so di cosa tu stia parlando.

- Davvero? In questo caso,possiamo finire anche qui con l'addestramento,non hai più nulla da imparare.

La maestra osservò un ultima volta il ragazzo ai suoi piedi e si incamminò verso le scale,passo dopo passo la distanza tra i due si allungava sempre di più e mentre lei si allontanava lui strinse i pugni in preda alla rabbia,sentiva la bocca impastata,mentre dal naso buttava fuori l'aria come un toro inferocito,stringeva gli occhi mentre scopriva le nude zanne in un ringhio feroce,preso dal tumulto che aveva dentro sferrò un pugno contro il pavimento.

- Lui sa...

Tutto d'un tratto Sesshomaru rivelò un suo pensiero e a quelle due parole Yuki si fermò dando le spalle all'Inuyokai.

- Lui sa...cosa?

- Akira...lui sa tutto di me,sa chi sono,sa chi sono stati i miei precedenti nemici,sa del mio seguito...MENTRE IO NON SO NULLA DI LUI.

Un altro pugno,questa volta molto più forte,tanto da lasciare una crepa nel pavimento,era furente,con Akira,con Yuki,con Ezio,ma in particolar modo anche con se stesso.

Si sentì stupido,lui non era mai stato un tipo emotivo,ma in quel momento si sentì libero,libero da un peso che si portava dietro da quando aveva lasciato il castello dell'yokai etero cromatico,ricordava ancora la prima volta che lo aveva incontrato,ricordava bene come quest'ultimo si era presentato a casa sua e che quando se ne andò gli disse che lui non era come Naraku.

Come sapeva tutte quelle cose? Possibile che lo tenesse d'occhio da così tanto tempo? E soprattutto,perché lui? Cosa aveva lui di così speciale da prendersi tutte quelle attenzioni?

Domande che ormai si poneva da qualche giorno,eppure mai nella sua vita qualcuno era stato in grado di fargli venire così tanti dubbi,così tanti dilemmi,così tante preoccupazioni,eppure per una volta aveva dato libero sfogo ai suoi pensieri,si sentì libero,leggero,svuotato di un peso che non voleva caricarsi.

- Se vuoi sapere chi è Akira,allora ti dirò quello che so.

Disse Yuki mentre si girava verso Sesshomaru e subito si incamminò verso di lui.

- Tutti gli avversari che hai affrontato,tutti i nemici che hai incontrato,tutti coloro che per un motivo o per un altro si sono messi sulla tua strada,non sono nulla in confronto a lui,Akira,un nome che è garanzia di pericolo,nessuno sa chi sia veramente,nessuno conosce il suo passato n'è tanto meno le sue origini,probabilmente Akira non'è nemmeno il suo vero nome e per quanto ne sappiamo non'è nemmeno un vero nobile,non mi stupirebbe nemmeno che non sia nato in queste terre.

Tutto ciò che sappiamo sono queste:maestro nel combattimento ravvicinato,sia a mani nude che all'arma bianca,possiede forza,velocità ed agilità persino superiori ad un dayoaki,per non parlare delle sue capacità strategiche e della sua vasta conoscenza a livello culturale,credimi se ti dico che individui più abili di te hanno cercato di ucciderlo,purtroppo fallendo miseramente.

Ma la cosa che lo rende più; pericoloso è la sua volontà,lo avrai certamente sentito anche tu,all'inizio lo percepisci solo per istinto,una scossa che ti percorre lungo tutta la schiena,come se qualcosa dentro di te ti stesse avvertendo di un pericolo incombente,poi,più tempo ci passi insieme più; ti rendi conto di come la sua personalità tende a sostenere o schiacciare tutti quelli che gli stanno attorno,io stessa non saprei dire se ciò sia dovuto ad una cosa che fa volontariamente oppure gli riesce per natura,ma è chiaro che quando fa qualcosa di importante è perché lui ci crede fermamente.

Fidati,uno come lui non l'ho hai mai affrontato.

Alla fine di tutto quel monologo l'assassina si ritrovò di nuovo accanto al giovane yokai che con sprezzo del pericolo si era lanciato all'attacco,solo per potersi confrontare di nuovo con lui,sapeva bene che non poteva farcela,ma non gli importava,voleva rivederlo,doveva rivederlo,quell'uomo sapeva molto cose su di lui,ma lui di Akira non sapeva assolutamente nulla....è questo lo gettava nello sconforto.

- C'è un solo modo per sconfiggere una persona simile...

Questa volta ha parlare fu Ezio che nel farsi sentire attirò l'attenzione degli altri due,che nel fissarlo si aspettarono una risposta veloce e pratica.

Ma così non fu.

Il fiorentino salì sul cerchio e con passo lento e controllato si diresse verso gli altri due e con disinvoltura si tolse il cappuccio,suo suo volto si poteva leggere un espressione seria,quasi statuaria,ben lontana dall'immagine del simpatico toscano che tanto lo rendeva unico sia per carattere,che per modi di fare.

- Io non so chi sia questo Akira,n'è tanto meno credo che lo incontrerà tanto presto,ma se c'è qualcosa che l'esperienza mi ha insegnato e che esistono tre regole d'oro per avere successo nel raggiungere un obbiettivo,ci vogliono studio,allenamento e volontà se manca una,le altre due non servono a niente,quindi,ritengo che la cosa più importante in questo caso sia concentrarsi sulle cose fondamentali,che apprenda le basi e che quando sarà giunto il tempo affronterà questo Akira faccia a faccia,ma per ora è giusto che impari le nozioni più semplici.

E proprio quando giunse di fronte a Yuki la guardò ancora una volta con l'espressività di un rapace che osserva un agnello indifeso,non che lei si sentì; soggiogata da quegli occhi da aquila,ma doveva ammettere che quella serietà era un lato di Ezio che faceva una certa impressione,se solitamente sembrava un tipo di persona dedita all'allegria e alla risata facile,in quel momento aveva la sensazione che presto l'avrebbe aggredita.

o almeno così le sembrava.

l'aria tra i due si fece sempre più calda e se da un lato lei sembrava pronta per lo scontro,lui invece restava impassibile,come se nulla dovesse distrarlo dalla sue attuali intenzioni,una carica negativa si stava scatenando la sotto,come una scarica di fulmini che divampa in un temporale.

- So bene che il ragazzo è testardo,sfrontato,bellicoso,arrogante ed anche una testa calda,ma trattarlo in questo modo non servirà a renderlo migliore,mi rendo conto quale sia il motivo per la quale ci hai fatto chiamare qui,prima hai detto che in questo luogo si misura la dimensione di chi siamo davvero,ora,sbaglio o stai forzando i tempi di apprendimento?

- Spiegatevi meglio Ezio.

- Il ragazzo non'è pronto per i riti iniziatici alla confraternita,gli mancano le conoscenze necessarie per proseguire un addestramento avanzato,esattamente quello che ho visto qui.

- Ma certamente non potete ignorare quello che è in grado di fare,voi stesso lo avete visto come si comportava dopo la fuga dal castello di Akira,i suoi movimenti tra i rami,il suo utilizzo della lama celata,per non parlare della sua connessione con i frammenti del paradiso,questa non'è; una semplice coincidenza.

Breve attimo di silenzio,sguardi intensi si incrociavano tra di loro,mentre verità più; profonde stavano venendo in superficie,mentre i due assassini si confrontavano su cose che solo loro due sapevano,il diretto interessato di quella storia si rialzò ancora dolorante,si massaggiò la gola,poichè la botta gli premeva ancora sulla trachea,il suo sguardo cambiò passando dalla rabbia alla confusione,si stava parlando,ma non capiva quale fosse il punto in questione.

- Dannati,non parlate come se non ci fossi,spiegatevi meglio,cosa di così straordinario quello che ho fatto fin'ora?

Aspettava una risposta,rapida e senza troppi fronzoli,senza giri di parole,eppure sia Ezio che Yuki si fecero titubanti,come se volessero nascondergli qualcosa,lo percepiva nei loro sguardi vacui,lo sentiva dal loro odore,un ipotetico odore di segreti trattenuti e mezze verità,la cosa lo faceva imbestialire.

Eppure poteva intuire perché non volessero dirgli niente,era qualcosa che scottava,una verità che bruciava più del fuoco,ma il suo istintivo gli diceva anche di andare avanti,doveva sapere,lui non era mai stato il tipo da nascondere niente,era sempre sincero e diceva quello che pensava,era parte della sua natura e non poteva farci niente,ma questo era lui.

E loro no.

- Sesshomaru,c'è una cosa che devi sapere,riguarda quella...voce.

Fu yuki a rivolgersi all'inuyokai,la sua voce nel parlare mal celava un senso di preoccupazione,mentre il suo sguardo restava nascosto sotto il cappuccio e tuttavia poteva di nuovo percepire lo sguardo di lei,questa volta più morbido,ma non meno autorevole.

Per l'ennesima volta Sesshomaru era stato preso dalla curiosità,ma forse sarebbe stato meglio definirla ostinazione,ostinazione nell'andare avanti,ostinazione nel voler sapere,ostinazione nel conoscere cose che sicuramente gli avrebbero fatto male,mai appena sentì parlare della voce,di Jin,la sua rabbia si tramutò in preoccupazione,cos'altro c'era da sapere su quella presenza che occupava parte dei suoi pensieri.

- Di cosa stai parlando?

- Ecco,c'è un altro motivo per la quale ti ho portato qui,negli ultimi tempi hai dimostrato di saper fare cose che solitamente non avresti saputo fare normalmente,nemmeno per un inuyokai.

- Spiegati meglio.

- Io stessa ed anche Ezio siamo stati testimoni della capacità di imitare i movimenti e le tecniche di omicidio con la lama celata che solo i membri della confraternita più abili riescono a imparare con tale abilità,quello che è successo quella sera al castello di Akira non'è; avvenuto per una mera casualità,la tua capacità di interagire con i frammenti del paradiso non è una cosa che possiede chiunque....tu possiedi la connessione

Di nuovo silenzio,assoluta quiete che maschera un tumulto di dubbi,domande e cose che non vengono comprese,Sesshomaru rimase a riflettere un attimo,nulla tornava,nulla fioriva alla mente in quello che per lui era diventato l'ennesimo dilemma senza senso,senza logica.

Parole che volevano dire tutto,ma per quanto ne sapeva lui,non voleva dire niente.

Guardava la figura di lei come se fosse alla ricerca di una risposta,di una qualche comprensione,ma lui sentiva che ancora una volta gli nascondevano qualcosa,la cosa lo irritava parecchio.

- Non ho la ben che minima idea di cosa tu stia parlando.

l'assassina si tolse il cappuccio mostrando ciò che Sesshomaru immaginava,il viso di una donna preoccupata,con lo sguardo triste che guardava in un punto vuoto,come in cerca di un coraggio che non trovava.

Fece un lungo sospiro,riprese fiato e senza cambiare atteggiamento incrociò lo sguardo con lo yokai.

- Per caso,ti è mai capitato di fare dei sogni particolarmente vividi? O di vivere delle esperienze particolarmente strane? Dormi bene la notte?

- Mi è; capitato,perché?

- Allora è peggio di quello che credevamo.

Intervenne Ezio.

- Temo di si.

Sesshomaru guardò entrambi con sguardo indagatore,di cosa stavano parlando.

- Mi vorreste dire di che diamine state parlando?

- D'accordo.

Disse Ezio mentre guardava l'inuyokai.

- Vedi,nel corso di questa guerra,ci sono stati dei rari casi in cui alcuni individui hanno vissuto situazioni analoghe alle tue,ricordi sbiaditi di un passato che non gli appartenevano,persone comuni che in poco tempo erano in grado abbattere interi gruppi di guerrieri ben addestrati,individui che hanno avuto accesso a conoscenze perdute...sono molti i prodigi che quelli come te riescono ad apprendere in un breve lasso di tempo,proprio come ti sta accadendo in questi ultimi giorni,ragazzo,tu possiedi qualcosa che solo in pochissimi possono avere,ti inviterei ad essere felice della cosa,se non fosse...

- Se non fosse per cosa?

- Se non fosse per alcuni effetti collaterali...io non n'è so molto,ma col passare del tempo,alcuni di questi individui hanno subito conseguenze disastrose,allucinazioni,brevi visioni di eventi passati,momenti di delirio,perdita del senno,disturbi della personalità ed infine...la morte.

Sesshomaru sgranò gli occhi,non poteva credere ad una cosa simile,sentì che il mondo intero gli crollava addosso,non gli piaceva quello che stava accadendo,ma era chiaro che qualunque cosa fosse quella connessione,era lampante come il sole che molte delle cose che era stato in grado di fare nel corso della sua entrata in quel conflitto era stato in grado di farlo solo per merito di una cosa simile,anche se ancora non si spiegava come.

La presenza di Jin nella sua testa,la pietra con le incisioni,lo strano torii sotto il castello di Akira,le esperienze durante il sonno,ho quando riuscì ad aprire la porta segreta nelle rovine della confraternita,tutto le imprese inspiegabili che era riuscito a compiere o le cose che gli sono accadute,erano dovute a questo,eppure c'era una domanda che gli balenava nella testa.

- Perché io?

- Non lo sappiamo,ma sta sicuro di una cosa,qualunque cosa accada ti sarò vicino,non sperare di liberarti di me tanto facilmente.

E da quell'espressione dura che fin da prima aveva caratterizzato il suo volto,per l'intera durata della sua discussione con Yuki,Ezio alzò un lato della bocca,il suo volto sembrava più; rilassato,quasi tranquillo,forse nel tentativo di tranquillizzare Sesshomaru.

- Sono un tipo ben più ostico di quello che sembra.

Peccato che non conoscesse il ragazzo,come lo chiamava lui,così bene come sembrava,il fiorentino sarà stato anche bravo a comprendere alcuni meccanismi del comportamento dell'Inuyokai,ma se sperava in un ricambio emotivo oppure una qualche forma di ringraziamento così facilmente,si sbagliava di grosso.

Sesshomaru ricambiò lo sguardo con espressione seccata,addirittura nervosa,per tanto ricambiò la simpatia di Ezio con un grande classico del suo impeccabile stile di sempre,diretto e scontroso.

- Che tenero,peccato che secondo quello che mi hai raccontato sono destinato a morire nella follia più assoluta,quindi,nel caso non te ne fossi accorto,ho un serio problema,puoi sostenermi finché vuoi,ammesso che per me la cosa abbia importanza,cosa ti fa credere che la cosa possa aiutarmi in qualche modo?

- Ah non lo so,ma è sempre meglio che stare a preoccuparsi della proprio futuro,riflettendo solo sulla probabile morte che ti attende,senza cercare una soluzione,quindi,credi che il mio sia solo un tentativo di rincuorarti? Ascoltami,lasciati aiutare,basta con queste prove assurde,più tardi nel pomeriggio,inizierai il tuo vero allenamento,ora va nella tua casetta,ci vediamo dopo,va bene?

Sesshomaru lo fissò per un attimo,con sguardo duro e inflessibile,mentre sbuffò con le narici,tirando fuori tutta l'aria che c'era in quel movimento d'aria,gli si poteva leggere in volto che dentro si stava portando un tempesta di emozioni,rabbia,orgoglio,angoscia,dolore,tutte cose che era abituato a portarsi dentro,ma alla fine guardò; verso la scala per poi incamminarsi,senza rivolgere alcuna parola verso l'assassino.

- Ah tranquillo,non c'è bisogno di ringraziare e sempre un piacere cercare di comunicare con te.

E dopo un pò; che l'inuyokai aveva risalito la scalinata il fiorentino si rivolse di nuovo verso Yuki,con espressione seria,ma questa volta molto più rilassata,la guardava con i suoi occhi da rapace,curiosi ed indagatori,profondi e dalla vista acuta,in grado di scorgere dettagli che a molti sfuggirebbero.

Dettagli che la stessa maestra tendeva a nascondere.

- Ezio,voi siete un mentore della confraternità e come tale dovreste comprendere per quale motivo ho fatto questo,quel ragazzo,come lo chiamate voi possiede capacità sopite che potrebbero esserci molto utili al fine di avvantaggiarci sui nostri nemici,credetemi,i templari avrebbero fatto molto di peggio.

- Ma non è così che risolverai la situazione,quel ragazzo ne sta già passando tante,prima la statua nelle rovine della confraternita e adesso questo,gli abbiamo rivelato più; di quanto una persona normale possa sopportare,a bisogno del nostro aiuto più che mai ed io intendo darglielo in qualche modo.

- Voi non lo conoscete come lo conosciamo noi,da tempo lo teniamo d'occhio,fin dalla più tenera età e stato oggetto di interesse,non'è un caso se il gran maestro a cercato di reclutarlo con la forza.

- Lui cosa avrebbe di così speciale?

- Apparte il fatto che il figlio di uno dei più potenti dayokai di sempre? Non lo sappiamo,quasi tutti i documenti ufficiali che lo riguardano sono per lo più le classiche annotazioni su titoli,terre,eredità e così via.

- Quindi il ragazzo e un nobile? Interessante.

- Questo però non spiega una cosa,di tutta la documentazione esistente su Sesshomaru,libri,annotazioni,scartoffie di vario genere,non abbiamo trovato nulla sulla sua nascita.

Ezio sgranò gli occhi a quella notizia,fissò l'assassina dritta negli occhi,com'era possibile che Sesshomaru,nobile di nascita,non avesse nemmeno un documento,un foglio,un straccio che attestasse la sua nascita? Era da non credersi,eppure poteva esserci una sola spiegazione a tutto ciò.

- Che sia un occultamento di prove?

- Lo penso anch'io,e penso di sapere chi sia stato a nascondere tutto.

- Akira.

- Esatto.

- Ma perchè prendersi la briga di far scomparire una cosa così importante? Cosa sta cercando di nascondere?

- Non lo sappiamo,per questo ho voluto portare qui Sesshomaru,per metterlo alla prova,dobbiamo sapere perché Akira e così ossessionato da lui,per questo non possiamo esitare,se nasconde un talento segreto allora e meglio che lo tiri fuori il prima possibile,perché non credo che Akira resterà fermo con le mani in mano,non'è nel suo stile.

- Forse hai ragione,ma credo che in questi due giorni non hai fatto altro che tartassarlo,mi spiace Yuki non posso essere d'accordo,oggi gli faremo fare un allenamento base,anche se è chiaro che non si addestrerà insieme agli altri iniziati,apprende in fretta...forse anche troppo.

E con queste ultime parole,l'assassino si allontanò dalla figura di lei in direzione degli scalini,era certo ormai che in quel breve lasso di tempo di due giorni,stava spremendo Sesshomaru come un frutto maturo,ma un trattamento del genere lo avrebbe ridotto in poltiglia,no,qualunque cosa avesse da offrire,quel ragazzo era stato tartassato anche fin troppo,il giorno prima l'aveva spinto ad inseguire quella ragazza col potere del ghiaccio e adesso questo.

No,c'è un limite al saper mettere alla prova una persona,per quanto forte fosse e per quanto talento avesse,era chiaro che così non sarebbe mai migliorato,ma era anche vero che non bisognava trattarlo con in guanti di velluto,Sesshomaru era un duro, glielo si leggeva negli occhi,non era il tipo che andava tanto per il sottile.

Con questi pensieri in testa salì il primo gradino,mentre con calma si distanziava sempre più da quella camera sotterranea la cui aria si era fatta veramente pesante.

E non era per il luogo in se,i malumori di quella mattina resero l'ambiente soffocante più di quanto non lo fosse stato in precedenza.

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Capitolo 45
*** Il cane e la pantera ***



Quella mattinata per Sesshomaru era stata costellata solo da insuccessi e pessime notizie,prima era stato colpito,per l'ennesima volta,da un maestro assassino,poi gli era stato detto che in realtà Akira probabilmente non era chi sembrava e per di più gli era stato rivelato che possedeva la connessione,qualunque cosa fosse lui la possedeva...e che un giorno avrebbe potuto ucciderlo.

Se il buongiorno si vedeva dal mattino,il suo era stato decisemente brutto e come se non bastasse doveva vedersi con Ezio nel pomeriggio,cosa aveva fatto di così brutto per meritarsi tutto questo?

Era giunto alla soglia della casa del libro che poco prima di superare luscio gli tornarono alla mente le precedenti parole di Yuki,calme come un ruscello,profonde come gli abissi del mare,il cui segno era marchiato più in profondità di una cicatrice,certamente non avrebbe mai ammesso che lei potesse aver ragione,ma non poteva nascondere che tutto ciò che gli aveva detto quella donna non lo avesse preso alla sprovvista,cosa che da un pò gli capitava frequentemente.

E quel suo sfogo di rabbia,ora si pentiva di essersi comportato in quel modo,lui non voleva mostrarsi così,non in quel modo,non in quella maniera,ma era da giorni che aveva accumolato solo rabbia e frustrazione,poi altra rabbia e altra frustrazione e ancora e ancora e ancora,fino a che quelle emozione,quei sentimenti,si erano accumolati a tal punto da far uscire tutto e con forza massiccia,come un vulcano dormiente che all'improvviso esplode in tutta la sua potenza,pura,caotica ed improvvisa.

Non poteva negare a se stesso che quello sfogo non gli avesse fatto bene,alla fine era esploso,ma forse sarebbe stata solo questione di tempo,già il giorno prima con Toran aveva dato segni di cedimento,ma più tardi verso sera si era calmato,forse il parlare con lei lo faceva star bene,in fin dei conti lui l'aveva sempre vista come una donna combattiva,energica,insomma si sentiva a suo agio,in fondo era stata l'unica persona all'infuori di lui ad essere rimasta invischiata in questa storia,forse era una delle poche creature al mondo che non riteneva un totale spreco di tempo,non sapeva dire se la sua fosse una simpatia per la pantera,ma se non altro condividevano un interazione sociale,per di più sotto lo stesso tetto,non male per un cane solitario come lui.

Con questi pensieri nella testa uscì dal locale diretto verso la sua casupola,ora la gente del posto sembrava essere aumentata tutta d'un tratto,gente che andava e gente che veniva,subito ci si gettò dentro,di mala voglia,ma la tentazione di andarsene da li era veramente forte e quindi,col cappuccio in testa e lo sguardo basso,si mescolò anche lui al resto della folla.

Negozi,negozietti e bancarelle avevano aperto da poco che già cominciavano a chiamare,o urlare a seconda del tipo di venditore,i probabili clienti della giornata,voci,suoni e rumori che si mescolavano,in modo confuso e disorganizzato,caos variegato,vario e difficile da sopportare.

Si destreggiava come poteva in quel fiume di persone che andavano da una parte e si dirigevano in un altra,corpi su corpi che si scontravano frettolosamente,come formiche che avanzano con vorace fretta,a lui tutto questo dava solo fastidio,per tanto pensava solo a come agevolare il suo percorso,senza dare troppo nell'occhio.

Il suo corpo magro ed allenato lo aiutava a spostarsi nei punti in cui le persone lasciavano uno spazio,un singolo spiraglio che lui subito ci si spostava dentro,per poi andare avanti sempre nello stesso modo,con agilità e tempismo.

Ma dopo qualche minuto cominciò ad abituarsi a quel via vai di gente cambiando di conseguenza i suoi movimenti,anzi chè cercare un punto vuoto nella folla gli venne in mente,chissà per quale motivo,il moto di un fiume,i cui pesci all'interno si muovevano in modo disorganizzato,ma in tutto ciò; non potè non notare un ordine ben preciso nelle similitudini di tutta quella marmaglia,tutti si comportavano allo stesso modo, con piccole differenze,ma tutto li acquistòun senso nel nuovo pensiero che l'inuyokai si era fatto.

Questa volta non si sarebbe fatto strada con la sola agilità,avrebbe seguito la corrente.

Invece di farsi strada attraverso le persone che venivano nella sua stessa direzione,optò per la situazione opposta,sfruttare il passaggio che le persone di fronte a lui gli avrebbero agevolato il percorso,certamente avrebbe potuto saltar via dalla folla come nulla fosse,ma a lui non piaceva attirare l'attenzione,non gli piaceva avere gli occhi di qualcuno puntati sulla sua schiena,tanto valeva stare calmi,di emozioni quella mattina ne aveva più che a sufficienza.

Dopo un pò i suoi movimenti in quegli spazi angusti erano migliorati,in quel momento però,gli venne in mente un episodio avvenuto il giorno prima,i movimenti di Ezio all'interno della folla,sembravano così precisi,rapidi,una lama nella folla,come gli aveva detto il maestro assassino.

E nel ripensare a quell'episodio cominciò a nutrire un sospetto riguardo a quello che stava facendo lui adesso,diede una breve occhiata al suo modo di spostarsi in mezzo a tutte quella gente,e la cosa lo preoccupò.

Se i suoi sospetti erano veri e quella storia sulla connessione fosse altrettanto reale,allora voleva dire che quello che stava facendo non era stata un intuizione nata sul momento,ma più semplicemente un blanda imitazione di Ezio,era solo un sospetto,un piccolo dubbio,eppure non poteva non accorgersi di quello che stava facendo nella folla,stava imitando gli stessi movimenti di Ezio,la cosa preoccupante e ci stava riuscendo veramente bene.

Dopo una decina di minuti riuscì a tornare al suo alloggio,aprì la porta e ci si buttò dentro nel minor tempo possibile,per poi richiuderla e isolarsi dal mondo,era successo così,senza il che ben che minimo preavviso,certo preoccuparsi di una simile cosa sembreva certamente una stupidaggine.

Ma se da una parte sentiva di preoccuparsi troppo,dall'altra credeva che la connessione fosse la vera causa di alcuni movimenti,azioni involontarie della quale lui no aveva il ben che minimo controllo,ma come si poteva spiegare il tutto? E perché mai si manifestavano solo in determinati momenti?

Più ci pensava e più gli si contorceva la mente,se era vero che ogni azione,ogni mossa,ogni movimento legato con quegli incappucciati,era dovuto ad un qualche collegamento tra lui e la setta degli assassini.

E se la sua supposizione era esatta c'era un solo elemento in comune tra lui e la manifestazione di quei comportamenti.

Ora che era giunto alla soluzione del suo nuovo dubbio,potè rilassarsi notando solo un attimo dopo che la pantera non era nella piccola casetta,tanto meglio,almeno non avrebbe dovuto spiegare quello che avrebbe fatto dopo.

Si poggiò contro il muro,posizionandosi sotto la finestra così che la luce del sole non potesse dargli fastidio,appena si mise comodo cercò subito di contattare il probabile responsabile del suo nuovo problema.

- Tu lo sapevi,vero?

Disse Sesshomaru tutto d'un tratto,con nessuno che lo stesse ascoltando...apparentemente.

- Si,mi stupisco che tu ci sia arrivato tanto in fretta.

- Non'è stato difficile,la tua comparsa coincide esattamente con i cambiamenti che sto subendo,compresa la guarigione rallentata e le strane cose che mi succedono quando dormo,per tanto voglio entrare nella mia testa e parlare direttamente con te.

- Non posso farlo.

- Perchè no? infondo sei tu che vivi dentro di me.

- Tu non capisci,non posso farlo perchè non'è una cosa che decido io.

- Spiegati meglio.

- Io sono un ospite all'interno della tua mente,sono solo un osservatore degli eventi e solo quando realmente necessario posso intervenire in tuo aiuto,posso farti da guida,ma per tutto il resto,sei da solo.

Lo yokai appoggiò la nuca contro il muro,chiuse gli occhi ed infine sbuffò dalle narici,era stanco,per la prima volta in tutta la sua vita sentì il bisogno di aggrapparsi a qualcosa,qualcosa che lo salvasse da tutto quello,un arpiglio,un appoggio,un ancora che lo aiutasse a non andare alla deriva.

Sentiva che il mondo intero si stava scagliando contro di lui,troppo cose da sopportare tutte d'un colpo,troppa tensione da dover trattenere,doveva trovare un pò di pace,doveva trovare un angolo di mondo che fosso solo il suo,quel qualcosa che forse cercava già da lungo tempo,da prima anche ancora che questa storia ebbe inizio.

Ma proprio mentre il suo quotidiano distacco dal mondo era iniziato,sentì qualcuno che aprì la porta,era Toran.

Per un brevissimo istante lei entrò con sguardo distratto,come se la sua attenzione fosse da un altra parte,quasi avesse la testa fra le nuvole,subito dopo si accorse della presenza del suo compagno di stanza,sempre se così si potesse definire.

- Sesshomaru,pensavo fossi andato ad allenarti con l'umano,è successo qualcosa?

- Ho finito prima,più tardi ricomincio.

- Ah capisco,senti,stavo giusto andando ad allenarmi,so che c'è un fiume più a valle dove sembra non ci vada nessuno,mi farebbe comodo un compagno di allenamento,quindi se vuoi venire....

- Va bene.

Toran si sentì presa alla sprovvista,sicuramente si sarebbe aspettata un rifiuto,conoscendolo bene avrebbe potuto prenderla di forza e cacciarla via come un gatto randagio,eppure aveva acconsetito alla sua richiesta,una piccola,semplice,insignificante richiesta.

- Davvero?

- Ovunque e meglio di questo posto,se non altro da come l'hai descritto sembrava un luogo tranquillo.

- Beh veramente non ci sono mai stata,ma penso di si.

- Allora fai strada.

E detto ciò lo yokai si alzò,nella speranza che allontanarsi da quel villaggio di matti,dove alcune persone portavano un cappuccio in testa mentre tutto ciò che avevano di cui parlare riguardavano storie su fantasiose connessioni,civiltà dimenticate e tutte le altre fesserie che gli avrebbero rifilato d'ora in avanti.

Ma in cuor suo sapeva che allontanarsi da li,anche se per breve tempo,gli avrebbe fatto bene,poichè si stava per distanziare da cose che in quel momento non capiva e che forse,aveva timore di capire.

Dopo un oretta buona di cammino i due continuarono per la loro strada,buona parte del loro percorso passava per la foresta,cosa che che a lui non dispiaceva poi molto,l'assenza di persone che vanno e che vengono,i suoni del bosco e i versi degli animali in sottofondo,la quiete che si percepiva tutt'attorno,cos'altro si poteva desiderare?

Li,lontano dal caos del villaggio,lontano dai problemi che da tempo lo affliggevano,lontano da tutto e da tutti,tutti tranne lei,era curioso come già da subito avesse dovuto rifiutare la proposta di accompagnarla fin li.

Ma nel pronfondo della sua coscenza sentiva che seguirla era la cosa giusta da fare,non sapeva perché;,l'averla vicino a se,non lo infastidiva,di certo la cosa non lo divertiva,ma non poteva dire di star male con lei accanto,passeggiavano,l'uno accanto all'altra,nessuno dei due parlava,si scambiavano qualche sguardo di sfuggita,lei con i suoi occhi azzurri che ogni tanto sbirciava il dorato e rigido sguardo di lui.

Non che lui ogni tanto non ricambiasse la cosa,poche volte,seppur di sfuggita,le aveva dato qualche rapida occhiata,per poi tornare con lo sguardo verso la sua direzione,il loro sembrava quasi un gioco,ma se da una parte lei controllava che la seguisse,dall'altra lui sembrava solo voler capire dove diavolo lo stesse portando,ma tutto sommato era meglio trovarsi a girovagare in mezzo al verde,piuttosto che star chiuso in quella casa a rimuginare su problemi che lo tormentavano,come uno sciame di zanzare che si accanisce su un vittima di passaggio.

- Posso farti una domanda?

Chiese Toran di punto in bianco.

- Se proprio devi.

- Non ti sembra strano? cioè,me e te,insomma,c'è stato un tempo in cui abbiamo cercato di ucciderci a vicenda,mentre adesso dormiamo sotto lo stesso,sai,ogni tanto ripenso a quella notte,in cui vendicasti i miei fratelli,uccidendo il nostro signore e subito dopo riportandoli alla vita.

- Uccisi il tuo signore solo per concludere quella storia assurda sulla vendetta delle pantere,per quanto riguarda i tuoi fratelli non accettavo il modo in cui erano morti,la mia non'è stata pietà,semplicemente non accettavo l'idea che fossero morti in un modo così vile e senza ritegno,un comandante in capo non dovrebbe uccidere i suoi seguaci,sopratutto se questi lo servono lealmente.

- Non ti facevo così premuroso.

- E io non ti facevo così chiacchierona.

Toran osservò il suo accompagnatore con sguardo cagnesco,quasi fosse offesa da quella risposta,ma tutto sommato sapeva che quello era il suo carattere,il suo modo di esprimersi,diretto e senza troppi giri di parole,ma poteva biasimarlo? Infondo i loro clan si erano combattuti per secoli e adesso pretendeva di averci un contatto diretto come se nulla fosse?

A pensarci bene era stata un pò precipitosa con lui,ma d'altro canto lui non era la creatura più sociale di questo mondo,Sesshomaru aveva l'emotività di un sasso,e le rare volete che cambiava espressione era solitamente per rabbia,cosa che ultimamente gli veniva abbastanza spesso.

Per tanto,data la situazione e rancori ormai passati,la ragazza cercò ancora una volta di parlargli.

- Quello che sto cercando di dirti,beh...ecco io....grazie,per quello che hai fatto.

Lui girò la testa da tutt'altra parte,quasi sembrasse disinteressato alla questione,lei in risposta abbassò lo sguardo,si sentì così stupida nell'aver rivelato quel suo pensiero ad uomo così insensibile,solitario e scontroso,proprio non sapeva spiegarsi perchè glielo voleva dire.

- Prego.

Non riusciva a credere alle sue orecchie,alzò la testa posando il suo sguardo sulla sua chioma argentata,non riuscì a vederlo in volto,ma in quel momento seppe per certo,che non era disiteressato a quello che lei che gli aveva detto,quella di Sesshomaru fu una risposta breve,eppure le aveva risposto,piccole soddisfazioni,piccole,ma intense.

A quel pensiero,sulle labbra di Toran comparve un sorriso,ma fu subito dopo che arrivò la notizia più bella,all'inizio si sentì leggermente,poi via via che si avvicinavano il rumore si fece più forte,era lui,l'avevano trovato.

Ci misero poco a superare gli ultimi alberi e gli arbusti che crescevano selvatici in quella zona,ed infine lo videro,il fiume,ampio,lungo e circondato da una natura incontaminata,mentre le montagne facievano da sfondo,completando quello che sembrava ai loro occhi uno spettacolo degno di nota.

- Guarda,che meraviglia,allora che ne pensi?

- Non'è male,almeno siamo lontano da tutti quegli umani,sanno fare solo chiasso,se non altro qui c'è un pò di quiete.

- Hai ragione,ci voleva un pò di pace.

- Concordo,quindi,iniziamo con l'allenamento?

- No,o meglio,non subito,primo ho bisogno di provare alcune cose,tu intanto dovresti riposarti,visto che ti sei già allenato con gli assassini ed oggi ti allenerai ancora,penso che per ora dovresti riposare,quando ho bisogno di chiamo.

Sesshomaru era rimasto quasi di stucco nel sentire Toran fare certe insinuazioni,lui stanco? Di certo dove ammettere che la sua precedente visita alla casa del libro lo aveva leggermente distrutto,ma tutto sommato si era ripreso dal colpo ricevuto da Yuki,ma tutto sommato gli ci voleva un momento di pigrizia.

Senza dir nulla si appoggiò ad uno dei tanti alberi presenti alla riva e ci si appoggiò,finalmente un momento di completo ristoro,allungò le gambe e poggiò la nuca al tronco,ora si che poteva dirsi in pace col mondo,ma sopratutto con se stesso.

Era questo ciò che cercava da un pò di tempo,quiete,pace e quiete,pace del corpo,pace dei sensi,riposare lontano da tutto il resto,ma proprio quando sentì il bisogno di chiudere gli occhi,si fermò sull'immagine di lei.

La pantera si era tolta gli stivalli e aveva legato la parte inferiore della veste usando i due lembi come nodo provvisorio,scoprendo la parte che andava da i piedi al ginocchio,le sue gambe sembravano lisce come seta,eppura era impossibile non notare una parvenza di muscoli,polpacci abituati a correre per miglia e miglia se necessario.

Poi Toran cominciò a chiudere gli occhi e subito dopo le sue mani cominciarono ad eseguire movimenti lenti,in senso circolatorio,mentre al contempo le dita si muovevano delicatamente,quasi stessero suonando uno strumento a corda,ma era ciò che scaturiva da i suoi movimenti era la cosa più impressionante.

Dall'acqua vennero fuori dei sottili fili d'acqua,ognuno corrisponndente a un dito alla quale si andò ad unire su ogni polpastrello,subito dopo ogni filo si ghiacciò restando così attaccati ad ogni estremità,poi,all'improvviso,tirò con forza verso di se allungando ulteriormente i fili e mentre tutto ciò accadeva,le pietre che sporgevano fuori dall'acqua si scontrarono coi fili,venendo così tagliate come se fossero erba.

Sesshomaru non lo diede a vedere,eppure era rimasto impressionato dall'abilità di lei di poter manipolare in quel modo un elemento tanto sfuggente instabile come l'acqua,la cui struttura era indefinibile,strana cosa l'acqua,pur non avendo una forma propria,nelle giuste mani poteva rivelarsi uno strumento più che pericoloso.

Subito dopo Toran fece cadere i fili passando così al prossimo trucco da mostrare a Sesshomaru,del tutto differente dallo spettacolo precedente.

Prima portò le mani verso l'alto,le chiuse a pugno ed infine li battè entrambi contrò l'acqua più forte che potè,ne scaturì uno spesso muro di ghiaccio che bloccava lo scorrere del fiume,ma appena tolse i pugni dall'acqua il muro cedette,tornando a far scorrere l'acqua normalmente.

- Allora Sesshomaru,che ne pensi?

Il cane da parte sua non si emozionò più di tanto,ma dal suo sguardo si poteva intuire che la cosa lo aveva soddisfatto,eppure aveva anche quell'espressione in volto di chi sta a pensare qualcosa.

- Interessante non c'è che dire,però adesso mi sorge un dubbio,durante il nostro scontro...

- So cosa mi stai per chiedere...è la risposta e no,quello che hai visto adesso è il massimo delle mie capacità,in questo stesso momento sto cominciando a perdere le energie,finchè posso fare qualcosa di semplice come una punta o un sottile strato di ghiaccio su un terreno solido o sul letto di un fiume non ho problemi,ma è quando devo modellare il ghiaccio a seconda dei miei desideri non'è così facile,devo tenere a mente la forma che voglio,il modo in cui intendo usarlo,quanto tempo riesco a tenerlo in quello stato,non'è facile,te lo garantisco.

Sesshomaru rimase interdettò per un pò,per quanto la cosa gli desse da pensare,ora n'è aveva la conferma,aveva usato tutte le sue energie per combatterlo al meglio,certo,alla fine era risultato lui come vincitore,eppure non poteva ignorare il modo in cui aveva cercato di tenergli testa,il modo in cui aveva sfruttato il suo vanataggio e il suo elemento naturale al massimo delle sue capacità.

Ora poteva confermarlo a se stesso,quella donna meritava il suo rispetto,un rispetto che forse non gli aveva mai fatto notare,era stata una dei suoi pochi avversari ad avergli tenuto testa.

- Non n'è dubito,però adesso riposati,lo noterebbe anche un cieco che sei stremata.

Toran uscì dal fiume e slacciò la veste,facendola tornare com'era in origine,tutta via non si rimise gli stivaletti,camminando sulla riva del fiume a piedi nudi,per poi raggiungiere Sesshomaru e poggiandosi al suo stesso albero.

L'inuyokai rimase immobile,però il fatto che la pantera gli stesse così vicino lo faceva sentire strano,non era sua abitudine condividere i suoi spazi personali con qualcuno,apparte Rin o in rare occasioni anche Jaken,ma apparte loro due nessun'altro,lui era un tipo piuttosto riservato,amava i suoi spazi e non tollerava che qualcuno potesse oltrepassare i confini che lui stabiliva.

L'espressione sul volto di lui cambiò da inespressivo a leggermente infastidito,la guardò con sguardo tagliente,ma apparte quello nulla di più,Toran invece si sentiva a suo agio con lui,infondo era l'unica persona che conosceva tra tutti quei tipi strani,non che Sesshomaru fosse un campione di cordialità,ma almeno era qualcuno di cui si poteva fidare,era lontana dal suo clan,dalla sua famiglia e da tutto ciò che la riguardava,l'unica cosa che si collegasse a lei era lui.

Che ironia,tanto tempo sprecato per uccidersi l'un l'altro,solo per poi ritrovarsi li,vicino a quel fiume a un oretta buona da quel villaggio di matti coi cappucci bianchi.

- Con tutto lo spazio che avevi a disposizione,ti dovevi mettere proprio qui?

- Vedo che qualcuno e geloso dei propri spazi e poi lo sai che non mi fai alcuna impressione,dico bene?

Disse lei in tono quasi scherzoso,ma lui da parte sua non sembrò gradire molto la sua spiritosaggine,in effetti non era tipo da risate,a pensarci bene non ricordava di aver mai riso molto nella sua vita,forse in gioventù,quando era ancora un cucciolo,in quei rari momenti di svago,in cui suo padre si occupava di lui,una delle poche creature con la quale aveva vissuto un contatto reale.

- Sesshomaru,mi senti?

Lui tornò con lo sguardo su di lei, dopo che si era lasciato trasportare dai ricordi di un passato ormai lontano.

- Tutto bene?

- Si...sto bene.

- Non si direbbe,avevi una aria strana,cosa ti è successo.

- Niente,nulla di rilevante.

Toran staccò un attimo il suo sguardo dal volto dell'Inuyokai,si fece pensosa,poi tornò a guardarlo,con uno sguardo più dolce.

- Da quando ti conosco sei sempre così serio,sempre arrabbiato,come se dovessi combattere col mondo intero.

- E questo improvviso interesse per il mio stato d'animo da dove esce? Non'è un problema tuo.

- Dormiamo sotto lo stesso tetto,controllo che la notte non ti succeda qualcosa di strano,tutto quello che voglio e che tu stia bene,sopra tutto con te stesso,lascia che ti aiuti.

- Non ho bisogno di supporto morale.

- Quello di cui hai bisogno e riposarti,rilassarti,trovare un pò di pace.

- Pace,come posso trovare pace con tutto quello che mi sta succedendo? Ho troppe domande che non hanno una risposta...tu non capisci come mi sento.

- Hai ragione,non posso capirlo...

La pantera,spinta da chissà quale impulso,appoggiò una sua mano su quella più vicina di Sesshomaru,il suo tocco sembrava così leggero,morbido,come neve appena caduta dal cielo,ma allo stesso tempo bruciante,quasi fosse fuoco,sapeva che era solo una sensazione,un gioco dei sensi,ma allora perchè gli sembrava così reale.

Lo sguardo della pantera era più penetrante di un cristallo di ghiaccio,più potente di una bufera,qualunque cosa muovesse le parole e le azioni della ragazza era certamente forte e per nulla facile da abbattare,la cosa certamente lo lasciò stupefatto.

- Ma puoi aiutarmi a comprendere,non sei da solo in questa battaglia,non finchè ci sarò io.

Lo sguardo di lui si addolcì,quasi fosse divenuto più tenero,sentì il contatto con la sua pelle come un incendio,come se quel contatto fosse più potente del veleno che si celava nei suoi artigli,avrebbe potuto staccarsi da lei e andarsene come se nulla fosse successo,eppure non ci riusciva,se ne restava li,con un peso che non gli permetteva di alzarsi.

- E da tutta la vita che sono da solo, per non parlare che ci conosciamo appena,apparte gli scontri a malapena ci siamo incontrati,tu non sai nulla di me e io non so nulla di te,ma allora perchè stai facendo questo?

Lei non seppe cosa rispondere,ma i suoi occhi non si staccavano da quelli dell'Inuyokai,due sguardi tanto carichi di volontà,quanto di enrgia,difficile dire chi dei due era il più motivato a voler ragione.

- C'è stato un tempo,in cui io e te ci siamo combattuti fino allo stremo,ricordo ancora come abbiamo provato a ucciderci a vicenda,eppure io non avevo nulla contro di te,per molto tempo tutto ciò che mi bastava sapere e che i cani e le pantere  erano in guerra,questo per me era una motivazione sufficiente.

- Non capisco dove vuoi arrivare.

- Una volta eri soltanto un ragazzo arrogante,borioso e sicuro di se,ma da quando ti ho rivisto,sembri diverso,ieri sera me ne hai dato una prova.

- Che vuoi dire?

- Sesshomaru...non ti rendi conto di quanto male tu ti stia facendo,il peso che porti nel cuore rischierà di ucciderti se non te ne liberi...e tu sai qual'è il nome di quel peso.

Nel sentirla pronunciare quell'ultima parte di frase capì immediatamente a chi si stava riferendo e subito gli venne in mente lui,quell'oscura figura che ormai si era trasformato nel suo tormento,la sua nuova ragione di odio,il nuovo mostro da abbattere.

Akira.

Sesshomaru si alzò staccando brutalmente il suo contatto fisico con lei,se prima nel suo sguardo c'era confusione per ciò che vedeva negli occhi della pantera,ora la guardava con astio,fissava lei,ma pensava a un altro.

- Aspet....

- Cosa? Cosa dovrei aspettare? Che ti ascolti? Che anche tu mi dica cosa devo fare?

- No non'è questo e solo....

- Mi hai portato fin qui,solo per rammentarmi questo? Allora lascia che ti dica una cosa,sono sempre stato solo,fin da quando ne ho memoria non avuto altro che me stesso a sostenermi,sono nato solo e morirò solo,riuscirò nel mio intento di diventare lo yokai più forte di tutti e quando accadrà state pur certi che ci riuscirò da solo.

La fissò un ultima,poi si girò di spalle e fece i primi passi per andarsene,ma prima che la sua lontananza divenisse tale,un mano lo prese per una manica e parole sussurrate con tristezza giunsero alle sue orecchie.

- Tu sei come una katana senza fodero,puoi colpire tutti i nemici che vuoi,ma quando avrai perso il tuo filo,quando sarai divenuto solo ruggine,non potrai più essere riparato,resterai a terra,finchè non sarai divenuto polvere e verrai spazzato via per questo vasto mondo.

Sesshomaru si fermò per un attimo,restarono in silenzio,nell'attesa che l'inuyokai le dicesse qualcosa,una leggera brezza soffiò attorno a loro,come a indicare che il loro silenzio era come un linea sottile da non oltrepassare,come se il pronunciare un altra parola fosse un peccato mortale,una dolorosa conseguenza di poche parole dette di troppo.

E tra loro,fu proprio lui a infrangere quel frammento di pausa beata e al contempo maledetta.

- Allora arruginirò,perchè non conosco altro all'infuori del combattere.

Infine lo disse,ciò che pensava davvero,lei inconsapevolmente lasciò la presa su di lui e non potendo far altro per trattenerlo lo vide andar via,in direzione della foresta,dove lui tanto amava perdersi.

Lei abbassò lo sguardo e tristemente abbassò la testa,potendo confidare solo a se stessa pensieri che non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelare a nessuno.

- Perchè non vuoi essere salvato?Perchè ti ostini a restare nella tua solitudine....perchè....non mi vuoi al tuo fianco?

Nel mentre lei pensava a quelle parole,una singola goccia d'acqua cadde da uno dei suoi occhi,che gli scese su una guancia,per poi finire a terra,segnando la fine di un amara conversazione.

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Capitolo 46
*** Pranzando con l'assassino ***


Era ancora preso nei suoi pensieri,quando lasciò Toran vicino al fiume,si sentiva arrabbiato,amareggiato,lei credeva davvero di poter capire come si sentiva? Di comprendere quello che provava?

Una cosa del genere potè solo farlo arrabbiare ancor di più,sentiva ancora la mano di Toran che sfiorava la sua veste,che lo tratteneva per una manica,lo voleva trattenere,lui odiava essere trattenuto,lo faceva sentire come se qualcuno cercasse di schiacciarlo,di stritolarlo,di prendere possesso di lui.

Ma la verità era un altra,quel tocco,quella mano che ancora prima si era appoggiata sulla sua,lo fece sentire impreparato,non abituato ad un contatto così diretto,cosa che lo lasciava molto impreparato,avrebbe preferito combattere contro mille avversari senza la sua Bakusaiga,piuttosto che avere a che fare di nuovo con una cosa del genere.

La pantera aveva cercato di superare un limite che lui aveva marcato intorno al suo cuore,nessuno sarebbe penetrato così affondo da comprenderlo seriamente,così che nessuno potesse conoscere i suoi punti deboli,così che nessuno avrebbe potuto colpirlo dove gli faceva più male.

Ma allora perché aveva accosentito di stare con lei,seppur per poco tempo e per la scusa di un allenamento che alla fine non si svolse mai? La sua figura gli tornava in mente con un tale potenza che non riusciva a togliersela dalla testa,avrebbe voluto scacciarla,mandarla via dalle sue preoccupazioni,renderla estranea ai suoi problemi.

Ma allora perché non sentiva il bisogno di staccarsi da lei,addormentarsi nella stessa abitazione avrebbe dovuto dargli fastidio,eppure aveva la sensazione di stare bene con lei,lei che mostrava dei lati che lui non aveva mai visto,la guerriera,la vecchia rivale,forse questi lati che aveva già osservato,non era nulla se messi a confronto di quello nuovo.

Quello della donna,ricordava ancora come nella grotta la sinuosità di quelle curve aderivano in tutto e per tutto con i suoi abiti zuppi d'acqua,i capelli attacchi alla pelle,mentre ancor bagnata da quel scivolare sul ghiaccio per colpa dello yokai,la rotondità di quel suo seno si scontrava con la mano sinistra,in quel momento ghiacciata,di lui.

La stava tastando il petto,involontariamente certo,ma quella posizione un pò ambigua in cui si ritrovarono,lui sopra,lei sotto,lui dominante,lei sottomessa,lui vincitore,lei perdente,mai come in quel momento sentì di aver violato lo spazio di lei,mentre il suo organo,molto ironicamente,rischiò di sfiorare l'entrata di quella femminilità,che lui non si era mai immaginato di voler penetrare.

- Ma cosa vado a pensare?

Si chiese mentalmente,scosse la testa,mostrando un espressione tra lo stranito e l'imbarazzato,sentiva che c'era qualcosa di sbagliato nei suoi pensieri precedenti,ma restava sempre quel qualcosa che lo riportava col pensiero a lei,anche li,che stava camminando in mezzo al verde,dove per lui sembrava il luogo più pacifico dell'esistenza,tornava col pensiero a pochi istanti fa.

Ancora quella mano che sfiorava la sua,al cui tatto gli sembrava scottare più di un fuoco,la vicinanza a lei sembrava di stare vicino ad un vulcano,era una ragazza in grado di usare il potere del ghiaccio,allora perché starle accanto,in quel momento,attaccati a quell'albero,gli sembrava di dover fronteggiare un mare di fiamme,così che lo ustionava tanto nello stare con Toran?

Forse il suo girovagare in mezzo a quel verde era solo una scusa per stargli lontano,stare lontano da tutto e tutti,lontano,dove nessuno poteva minimamente infastidirlo,dove nessuno poteva urtare la sua pace personale,stare lontano e basta,infondo era l'unico modo che conosceva per vivere,isolarsi dal mondo,anche se da qualche tempo le eccezzioni a questo suo stile di vita si erano fatte comuni.

Rin era un chiaro esempio,una bambina piccola,tenera,che cercava sempre di vedere il buono in chiunque la circondasse,ricordava ancora quando dopo la sua ultima sconfitta per mano di inuyasha lo aveva reso dolorante e ferito,lei lo trovò li,sotto quell'albero,mentre lui gli ringhiava contro,aggrappandosi al loto più animale e primitivo di lui,istinto di difesa scaturito da una situazione di apparente necessità
Da allora non aveva permesso a nessun altro di avvicinarsi così tanto a lui,evento più unico che raro,che non si sarebbe ripetuto mai più;...o almeno così pensava.

Stava succedendo di nuovo,con Toran e ciò rendeva la cosa ancora più difficile da accettare,prima di tutto perchè Rin era una bambina,per quanto gli potesse stare accanto,Sesshomaru non aveva il timore che potesse comprendere cose che più in là nell'età adulta avrebbe potuto capire.

Ma non era solo questo il punto.

La cosa piùpreoccupante per lui era che lei aveva un modo di fare molto diretto,lui voleva tenere i suoi problemi per se,mentre lei cercava di entrare con forza negli argomenti che a lui davano più fastidio parlare,se voleva trovare il modo per sembrare ancora più; fastidiosa di come lo sembrava prima c'era riuscita.

Mentre continuava il suo cammino senza meta,una voce si fece sentire per la seconda volta in quella giornata.

- Vedo che qualcuno oggi e stato più socievole del solito.

- Lasciami in pace Jin,non'é il momento.

- Con te non'é mai il momento,adesso però spiegami una cosa,perché l'hai trattata in quel modo?

- Di che stai parlando?

- Di Toran,non credi di essere stato un pò brusco? Infondo voleva solo aiutarti.

- Dovrebbe preoccuparsi più per se stessa e il suo clan che per me,infondo lei e qui per questo.

- Vero,ma non'é; una giustificazione sufficiente,per quale motivo secondo te sta facendo di tutto per conquistarsi la tua attenzione?

- Forse sta cercando un alleato in mezzo a questa storia assurda,non mi stupirei della cosa,dato il fatto che il suo clan ha perso gran parte del suo potere ora sta cercando alleati per la sua casata,quindi spera in un alleanza conquistandosi la mia fiducia.

- Sicuro di non volare troppo con l'immaginazione?

- La sua è una soluzione logica ad un problema in cui c'entrano anche gli assassini e i templari,è chiaro come il sole che stia facendo di tutto guadagnarsi lei mie simpatie.

- Vero,ma non credo che lo faccia per le ragioni che tu credi,penso che ci sia altro sotto.

Sesshomaru stava per rispondere a sua volta,quando all'improvviso gli balenò una strana idea nella mente,l'atteggiamento della pantera,il modo in cui gli stava accanto,quella mano sopra la sua,no,non poteva essere,era troppo assurdo.

- Visto che ci sei arrivato? Non'era così difficile.

No non era vero,non ci poteva credere,era davvero possibile che il suo rapporto con lei fosse arrivato ad un punto simile? La cosa aveva dell'incredibile.

- No,non è vero.

- Fidati,insomma,davvero non ti sei accorto di come ti gira attorno?

- No,non lei,lei è una guerriera,una combattente,la conosco,ci ho combattuto,non una donnicciola frivola che pensa a queste scemenze.

- Vuoi negare che lei stia cominciando a provare qualcosa per te? Va bene, ma non puoi negare i pensieri che stai facendo su di lei.

Sesshomaru si arrestò; di colpo,non riusciva a credere a quello che aveva sentito,si sentiva vulnerabile a quella risposta così personale,cominciò a pensare che quella voce fosse un pò troppo inopportuna.

- Io non nego niente,il fatto che qualche volta penso a lei non vuol dire niente,penso che possa essere una buona alleata,ma nulla di più.

- Eppure quando pensi ha lei ti soffermi su punti che non riguardano in alcun modo un valore politico verso il suo clan,la tua attenzione si focalizza su punti più...interessanti,vuoi forse negare che il tuo interesse verso di lei sia di tutt'altra natura?

Lo yokai si ammutolì,non sapeva cosa rispondere,poteva forse negare a se stesso cosa gli interessava veramente? Poteva smentire le parole di quell'entita che viveva tra i suoi pensieri? No,non poteva,la cosa gli dava certamente sui nervi.

- Queste non sono cose che ti riguardano.

- Come se avessi scelta,la testa e tua,se non sai gestire i tuoi pensieri puoi dare la colpa solo a te stesso,comunque non c'é; nulla di male nel fare certi pensieri,voglio dire,tu sei un ragazzo,lei è una ragazza,dormite sotto lo stesso tetto,andate quasi d'accordo,poi da cosa nasce cosa.

Nell'esatto istante in cui stava per rispondere vide in mezzo agli alberi,una figura a lui conosciuta,era Ezio,era sopra il ramo di un albero,era appoggiato al tronco,con lei mani appoggiate alla nuca e una gamba a penzolare nel vuoto,sembrava si stesse rilassando.

Sesshomaru fu tentato di andarse prima che si accorgesse della sua presenza,Ezio sembrava abbastanza lontano da non accorgersi della presenza dello yokai.

- Che pace,non trovi?

All'improvviso la voce di Ezio giunse alle orecchie di Sesshomaru con una certa tranquillità,l'assassino scese dall'albero atterrando sul suolo con una certa grazia,poi si girò verso il ragazzo,che come sempre lo guardò con aria seria e inflessibile.

Ma nonostante la solita glaciale accoglienza di Sesshomaru lui si avvicinò; a quest'ultimo con aria sorniona,rilassata e al contempo attenta.

- Che ci fai qui? Pensavo che il nostro allenamento fosse nel pomeriggio.

- Ero venuto a cercarti in casa,ma tu e la ragazza non c'eravate,quindi ho pensato di venirti a cercare qui,personalmente ero preoccupato per quello che è successo sta mattina e quindi....

- Sto bene.

Rispose secco l'inuyokai,mentre incrociava le braccia al petto

- Me ne compiaccio,comunque,c'è una cosa di cui voglio parlarti,vieni con me.

- Dove?

- Nel luogo dove riceverai il tuo primo vero addestramento come assassino,andiamo.

E fu così che Sesshomaru si mise a seguire Ezio,cosa che ormai gli accadeva molto spesso,non che la cosa lo rendesse felice,ma tutto sommato si poteva dire che proprio come con Toran,anche i suoi rapporti con lui erano migliorati,per quanto poco lo conoscesse.

E per quanto poco volesse conoscerlo.

L'inuyokai si era ormai abituato all'idea di vedere tutte le volte quei cappucci sopra la testa,ormai ne aveva la nausea,eppure era una pratica che stava usando anche lui,nonostante i lunghi capelli che doveva nascondere tra la schiena e l'abito,cosa della quale non'era abituato,una chioma argentea come la sua non meritava un simile trattamento,almeno era quello che pensava lui.

La camminata del fiorentino sembrava tranquilla,cadenzata,quasi fosse una passeggiata,mentre per Sesshomaru il suo passo era simile a quello dell'umano solo all'apparenza,camminava contro voglia verso un luogo che nemmeno sapeva quale fosse,sballotato qua e la tra camere nascoste sotto biblioteche,fiumi incantevoli e adesso questo,era stanco di vedere così tante persone che non aveva intenzione di uccidere.

- Sesshomaru,c'é; una cosa che mi chiedevo.

- Se ti riferisci a quello che é successo prima con Yuki...

- No non sto parlando di quello.

- E allora cosa?

- Qual'è; l'idea che hai di te stesso nel mondo?

Sesshomaru era confuso,non riuscì a comprendere bene cosa intendesse l'umano,aveva sempre delle difficoltà a intendere cosa volesse dirgli.

- Come scusa?

- Qual'é l'idea che hai di te stesso nel mondo? Come pensi di apparire agli occhi di chi ti circonda?

- Perchè mi fai questa domanda?

- C'è una cosa che voglio capire,dai,so che hai una risposta.

- Non ricordo di essermi mai posto il problema,tutto ciò che ho sempre voluto nella vita era essere il più forte,il più potente,un vero dominatore.

- Capisco.

- Ora voglio fare io una domanda a te.

- Certo,chiedi pure.

- Da quando sono giunto in questo luogo,non ho fatto altro che essere messo alla prova,prima Toran e adesso Yuki,eppure c'è una cosa che non mi convince,mi hai detto che anche se messo alla prova,ma nonostante ciò sembra che lei ti conosca già,forse solo di fama,ma penso che ci sia dell'altro.

- Teoria interessante,ma non vedo dove sia il problema,dato il mio rango all'interno della confraternita....

- No,penso che la spiegazione sia un altra,la mia è solo un ipotesi,ma io credo che se ciò che dici é vero,posso intuire che non mi hai detto tutta la verità....tu e lei sapete più cose su questa faccenda di Akira molto più di quello che mi avete detto.

- Forse,ma prima di preoccuparti di queste cose,devi preoccuparti di migliorare le tue capacità,non puoi pretendere di correre se prima non impari a camminare.

- Io cammino più che bene,non sono un bambino.

Disse Sesshomaru con un pò di fastidio,quelle ultime parole che gli erano state rivolte come se fosse infante,un ragazzino,lui? Da quando ci aveva parlato per la prima volta aveva la sensazione che lo stesso trattando come un lattante,uno di quello che ha appena cominciato ha imparare le prime nozioni della vita.

- Si,tu cammini,ma nella direzione sbagliata,non puoi pretendere di conoscere la meta se non hai una destinazione,ti sposti senza un obbiettivo chiaro,pretendi di conoscere un strada che non hai mai percorso,preferisci farti guidare dalla rabbia e dal capriccio che dal buon senso,pensi di sapere tutto,ma hai ancora molto da imparare,dimmi,pensi che questo sia il comportamento di un uomo adulto?

- Non sono un moccioso,per tanto non trattarmi come tale.

A quel punto Ezio si fermò,si girò verso lo yokai e lo fissò nella maniera più impassibile.

- Allora perchè ti comporti come se lo fossi?

Sesshomaru non si aspettò una mossa del genere,stava per ribattere per l'ennesima volta,quando Ezio gli puntò contro un dito.

- Vuoi dimostrarmi che sai essere migliore di così? Va bene,voglio darti fiducia,voglio assegnarti la tua prima vera lezione da assassino,vieni,andiamo al villaggio.

E senza dargli nemmeno il tempo di parlare Ezio si rimise in cammino seguito da uno sconcertato Sesshomaru,che se prima poteva solo immaginare cosa volesse fargli fare,adesso non faceva nemmeno quello.

Senza indugiò lo segui,in balia della volontà dell'assassino.

Dopo un pò giunsero alla soglia del villaggio,i suoni tipici del centro abitato,il vociare della gente,le strade rese strette dai passanti,il solito e monotono caos che Sesshomaru non ha mai sopportato,eppure quello era l'unico luogo che ormai riconosceva come suo rifugio.

Per niente ben voluto,per nulla affezzionato,ma in tutto quel trambusto si sarebbe svolto la sua prova,era li che avrebbe dimostrato che l'umano si sbagliava.

Sesshomaru girò il suo sguardo verso Ezio con fare duro e deciso,di conseguenza l'altro fissava di fronte a se il via vai di gente,sembrava assorto in quello che stava osservando.

- Che cosa siamo venuti a che fare qui?

- Ad apprendere la tua prima lezione,c'è una donna in questo villaggio che porta al collo un ciondolo,nulla di speciale è una semplice cordicella di paglia con una pietruzza verde senza alcun valore,rubala e saprò che hai completato la tua prima lezione.

Sesshomaru sembrava contrariato all'idea della cosa,rubare?Lui?Il figlio del generale cane ridotto ad un comune ladro di strada?Forse un tempo gli sarebbe stato facile giudicare una cosa del genre come deprorevole,mostrare le proprie capacità come un qualunque arraffatore di strada.

Ma sapeva bene che quella non era n'è il momento n'è il luogo per fare simili giudizi,la risposta era una sola,anche se il suo orgoglio avrebbe dovuto desistere da quella richiesta.

- Così sia.

E senza dire una parola in più si avviò dentro la folla,la marmaglia rumorosa e caotica,era divenuta ormai parte delle sue giornate,chiassosa e detestabile,ma comunque meno fastidiosa del giorno prima e comunque meno affollata del mattino,ma comunque troppa per lui.

Si muoveva meglio e gli era più facile camminare in mezzo agli altri,forse era per via del lavoro dei taglialegna che dovevano spostarsi fuori dal villaggio per andare a prendere le materia prima,oppure per via delle numerose bancarelle dei mercanti,chiudevano momentaneamente,giusto il tempo di pranzare,riposarsi un pò e poi ricominciare l'attività.

In un caso ho nell'altro non gli interessava,non voleva chiedersi il perché della cosa,sapeva solo che adesso poteva muoversi meglio,agire più in fretta e andarsene il più in fretta possibile,però restava sempre e comunque un problema,dove poteva trovare questa donna?

In effetti avrebbe potuto chiedere ad Ezio che aspetto aveva,che abiti indossava,se aveva segno che la diversificava dalle altre persone,a che razza apparteneva e altre cose del genere,solo allora si era reso conto del grande errore che aveva fatto,quello di non essersi informato,ora però non poteva tornare dall'assassino e fare la figura dello stupido,doveva essere certo chi fosse il suo bersaglio.

Tuttavia,aveva un informazione,piccola,ma comunque era sempre meglio di niente,era una donna,immaginava che fosse una contadina,come molte li del resto,quindi,che poteva fare per trovarla?

E mentre pensava,gli venne in mente una cosa,infondo,quante contadine avrebbero mai potuto portare al collo una cosa del genere senza essere notate? Di sicuro il chiacchiericcio delle donne di fatica era una delle cose più comuni da trovare,infondo sono cose che si sanno,dove ci sono donne ci sono pettegolezzi.

Fu così che si diresse al mercato nella speranza di trovare qualche voce utile per la sua ricerca,col cappuccio abbassato sugli occhi e con la sua sveltezza nell'agire si incamminò immediatamente nel luogo da lui scelto.

Ci mise poco ad arrivare,quindici minuti circa,a quell'ora era molto meno affollato,se messo in confronto alla mattina di sicuro la via del mercato risultava certamente più scorrevole e la visibilità era nettamente migliorata.

C'erano diverse bancarelle e negozi aperti,così tanta scelte nel dover cercare e così poca voglia di volerlo fare,eppure,non sarebbe entrato da nessuna parte per capire dove recuperare l'oggetto desiderato,ho almeno così sperava.

Passati altri cinque minuti di camminare si fermò nella stessa piazzeta dove lui ed Ezio erano andati il giorno prima,quando stava cercando Toran,solo per capire che alla fine era una prova ideata esclusivamente per lui,ma quella ormai era storia passata,o quasi.

Ma qual'era la cosa che gli bruciava di più in tutta quella faccenda? L'essere stato usato? Aver coinvolto una sua vecchia rivale? L'aver visto quella statua così assomigliante a lui? Forse la verità e che non lo sapeva nemmeno lui,c'era caos dentro di lui,cominciava a far fatica a comprendere tutto quell'insieme di cospirazioni e fantamotiche guerre segrete.

Tutta quella storia,lo infastidiva in una maniera che non aveva mai provato in tutto la sua vita.

Si sedette su una panca di legno,si mise comodo e ascoltò ogni voce che gli capitava a tiro,uomini e donne,giovani e vecchi,umani e non,tutti avevano qualcosa di cui parlare,che fosse il lavoro ho il tempo, gente che parlava nelle locande,mentre tra una parola e l'altra inguritava un boccone caldo,mercanti che urlavano e che a stento sembravano voler riprendere fiato,nella speranza di attirare qualche probabile cliente.

Gente che parlava....e parlava....e parlava....e parlava ancora.

Lui si chiedeva,cosa avesse tanto la gente di cui parlare? Perchè buona parte delle volte tendeva a sprecare il fiato in modo così fastidioso e continuo? Lui proprio non se ne capacitava,certi spettacoli,secondo il suo pensiero,erano la dimostrazione che il mondo che gli stava attorno e lui erano su due piani differenti,in certo senso avvolte sentiva di venire da un mondo differente.

Tra le tante conversazioni n'è senti una che forse poteva aiutarlo,erano due donne a parlare,le notò vicino ad una bancarella,intente a discutere mentre compravano delle erbe di qualche genere.

- Che ne dici se più tardi passiamo alla locanda della signora Mineko?Pare che faccia un Ramen che è la fine del mondo,forse e per merito di quella pietra che porta al collo.

- Ma no non credo che sia per merito della pietra,anche se devo ammettere che è veramente bella,guarda,io con tutto quello che avevo da fare oggi non ho mangiato niente,che ne dici se ci passiamo adesso?

- E un ottima idea,compro le erbe per la minestra è andiamo.

Ecco il chiacchiericcio di donne di cui aveva bisogno,ora doveva soltanto seguirle fino al punto desiderato,le vide finire di fare compere e allontanarsi dal mercante,si alzò dalla panca diretto dove avrebbe trovato il suo obbiettivo.

Seguirle non fu per nulla difficile,prese com'erano dal loro parlare,anche se a dire il vero non c'era molto da essere sospettosi,Sesshomaru le pedinava da una distanza considerevole e oltretutto si mescolava alla folla con una certa facilità,ogni tanto faceva finta di osservare da tutt'altra parte,ma come da come sembrava andare la cosa era piuttosto facile.

Non ci mise molto arrivare,alla fine si ritrovò in una locanda,l'edificio non era molto appariscente,sembrava una casetta schiacciata da due negozi più grandi di lei,aveva un aspetto umile,classica costruzione di città di campagna,mentre osservava la struttura un aroma di brodo e ingredienti vari stuzzicò il suo olfatto,come se la casa stessa volesse invitarlo ad entrare,invito che lui certamente non rifiutò...e non era solo per il cibo.

Appena entrato vide che l'interno aveva un aspetto piuttosto accogliente,caldo,un pò rustico,ma socievole,con panche e tavoli tipiche di una stamberga,vide che dentro c'erano umani,yokai e hanyou condividere gli stessi posti e mangiare le stesse cose,cosa alla quale lui non si era ancora abituato.

Si sedette ad un tavolo nella speranza di trovare la donna che stava cercando,da quello che aveva sentito sembrava che lavorasse la dentro,una leggera nube di vapore proveniente dalle cucine si disperdeva leggermente per tutta l'area,sentiva ancora meglio gli odori dei diversi ingredienti almagamati tra di loro,le tagliatelle di frumento fresche,il brodo,miso,forse anche carne di maiale,doeveva riconoscere che infondo infondo non era una cucina così male.

E dopo l'ennesimo nuvola di vapore la vide,era li,la sua preda...se così la si poteva chiamare,era una donna anziana dai capelli grigi e dall'aspetto semplice,vestiva un semplice kimono scuro e portava i capelli grigi ben curati che gli arrivavano fino alle spalle.

Ma sopratutto quella,la collana,fili di paglia intrecciati tra di loro con una piccola pietra verde in bella vista,l'aveva trovata ora doveva solo prenderla.

La signora si avvicinò nella direzione del tavolo dov'era seduto l'inuyokai e mentre lei si avvicinava lui non riuscì a distogliere gli occhi su un particolare che gli capitò di notare di sfuggita,gli occhi della donna erano grigi e la cosa più strana e che nonostante stesse camminando nella sua direzione sembrava che avesse lo sguardo perso nel vuoto.

Una volta giunta al tavolo si fermò,fece un breve inchino e senza distogliere lo sguardo assente si rivolse all'ennesima clientela.

- Buongiorno signori,cosa desiderate?

Sesshomaru rimase sconcertato da quella bizzarra affermazione era ovvio che era da solo.

- Due porzioni di Ramen,io lo prendo con l'uovo e per lui una porzione semplice.

Si girò in tempo e ciò che vide era la stessa identica persona che gli aveva affidato quello stramaledetto incarico,Ezio,se ne stava li,seduto dall'altra parte del tavolo come se nulla fosse,per l'ennesima volta non lo aveva sentito arrivare,a furia di farsi soprendere in questo modo avrebbe pensato che in realtà quel bizzarro umano fosse un fanatasma.

- Arrivano subito.

E la signora se ne andò,tornando tra i fornelli,non sarebbe stato poi così inverosimile se fosse lei stessa a cucinare parte delle pietanze che si preparavano li,nel mentre L'inuyokai posava gli occhi sul volto di Ezio che,nonostante la sua entrata ad effetto non sembrava curarsi tanto della sorpresa dello scontroso ragazzo che aveva di fronte.

- Tu,si può sapere che ci fai qui?

- Io?Ordino il pranzo,penso che ha quest'ora la gente mangi dopo aver finito di lavorare,almeno il tempo di prendersi una pausa....

- Non'è a quello che mi stavo riferendo e comunque,perchè non me l'hai detto prima?

L'assassino da parte sua sembrava tranquillo,come se le parole di Sesshomaru non lo toccassero minimamente,continuava a fissarlo,come se nulla fosse.

- Non capisco a cosa tu ti riferisca.

- Alla donna,hai visto i suoi occhi?Tu vuoi davvero che io derubi una cieca?

Ecco dove voleva andare a parare,l'impossibilità dell'anziana di poter vedere era un ostacolo per le intenzioni di Sesshomaru,il ragazzo che aveva davanti a se mostravo uno sguardo rancoroso verso il fiorentino,poteva sentire per certo che quella richiesta che gli aveva chiesto di compiere si era tramutato da semplice fastidio a disprezzo per la persona che glie lo aveva chiesto ad una velocità strabiliante.

- La cosa ti crea problemi?Eppure sembra una cosa così facile.

- Tu sapevi che non può vederci,e nonostante ciò mi hai chiesto di rubare una collana ad un anziana cieca? Già prima mi stavi antipatico,adesso invece mi fai schifo con tutto me stesso.

- Davvero?Allora dimmi? Perchè adesso ti blocchi,quando stamattina non avresti esitato a far del male a Yuki pur combattere contro Akira ancora una volta?

- Con Yuki era diverso.

- Certo che era diverso,Yuki può combattere,questa donna no,Yuki e perfettamente in grado di reagire,questa donna no,la verità e che tu sei disposto ad agire in un determinato modo solo con coloro che possono combattere contro di te,ma tendi ad evitare il confronto con tutti coloro che non possono difendersi.

- Tu parli tanto,ma di me non sai niente.

- Cosa so io di te è una domanda secondaria al momento,quello che è importante sapere adesso è,quanto sai tu di te stesso?

- Che vuoi dire?

- Pensaci,perchè hai accettato l'incarico?Per orgoglio?Per dimostrare che lo sapevi fare?No,tu hai accettato solo in virtù del fatto che tu hai accettato questa mia richiesta come se fosse una sfida,tu non ti tiri mai indietro,questa e una cosa che ti fa onore.

- Che gentile,ma non credo che tu abbia finito di parlare,vero?

- No infatti,ma è proprio il fatto di non tirarti indietro che non riesci a vedere le cose per quello che sono nel loro intero,orgoglio e impazienza sono pessimi compagni di squadra,se fossi stato più paziente ti avrei che il furto della collana riguardava una persona priva della vista.

- Non me l'avevi detto.

- Non mi hai dato il tempo,lezione numero uno,quando ti prepari per una missione cerca di ottenere il maggior numero di informazioni possibili,la conoscenza e parte del successo.

E mentre loro parlavano,un corposo odorino più forte di prima e carico di sapori stava uscendo delle cucine,la donna era tornata con due piatti belli pieni.

- Ecco a voi

Disse la donna con un piccolo sorriso sulle labbra.

- La ringrazio.

Rispose Ezio lusingato da quella vista,appena l'anziana signora posò i piatti sulla tavola subito i due mosserò lo sguardo verso la loro pietanza,sottili tagliolini immersi in un brodo dall'aspetto invitante,Ezio vide subito l'ingrediente aggiunto del suo piatto,un mezzo uovo che galleggiava in quella vasca di sapori,per un attimo ebbe la sensazione che lo stesso uovo si stesse facendo una nuotata nel ramen per quanto fosse voglioso di mangiarlo.

Subito il fiorentino prese le bacchette che poste sopra il piatto,le sistemò nel modo corretto tra il pollice e l'indice e poi cominciò a mangiare,gustando la prima imboccata di tagliolini,che andarono giù per la gola in un batter d'occhio talmente che erano buoni,seppur caldi al punto giusto da bruciargli un pò la gola.

Era incredibile come era da poco in quel paese e si già adattato a mangiare con le bacchette,cosa che anche in quel momento gli sembrava strana,chiedendosi perchè in quel paese non mangiavano semplicemente con le posate.

- Sono ottimi.

La signora allorgò il sorriso di sincera gioia nel sentire quelle parole e subito tornò indietro a svolgere chissà quali mansioni.

Tuttavia Sesshomaru non sembrava aver intenzione di mangiare,non toccò minimante la pietanza,continuò a fissare ininterrottamente l'umano che aveva di fronte a se,di conseguenza Ezio smise per un attimo di gustarsi il pranzo e incrociò nuovamente lo sguardo con l'inuyokai.

- Dai mangia,se nò si raffredda.

- Non ho fame e poi io non mangio il cibo degli umani.

- Il cibo e cibo,che importa chi l'ha fatto? Finchè e buono e ti riempe lo stomaco,non hai di che lamentarti,poi che ti importa,la pago io.

- Non sono venuto fin qui per pranzare,ero venuto qui per altro,cos'altro c'è sotto? Perchè raccontarmi questa storia della collana?

- Vuoi sapere perché?

- Si.

- Va bene,se è questo quello che vuoi.

Appena finì di parlare Eziò spostò di poco il piatto,quel tanto da poter poggiare le mani sul tavolo e infine fissarlo negli occhi con uno sguardo così serio che a steto si poteva dire che un attimo fa sorrideva alla vecchia signora.

Da parte sua Sesshomaru non distolse lo sguardo,anche quegli occhi,il modo in cui l'assassino lo stava guardando era una sfida dalla quale non si sarebbe tirato indietro.

Entrambi sembravano statuari,fissi,immobili,uno più rigido dell'altro,entrambi pronti ad uno scontro di botte e risposte che sarebbe iniziato presto.

- Se proprio vuoi sapere la verità allora te la dirò,la donna che possiede quella collana ha perso il figlio in un incursione da parte di alcuni malviventi,capitanati dallo stesso uomo che hai combattuto nella foresta,quello che hai tuoi occhi sarebbe sembrato un brigante.

Sesshomaru non smise di fissare l'umano,non riuscì a capire il nesso tra la morte del figlio e il furto della collana,dov'era il collegamento?

- Brutta faccenda,ma non trovo il collegamento con tutta questa storia.

Disse lui con aria seccata.

- Ci sto arrivando,pare che suo figlio qualche giorno prima dell'attacco,fece una collana,con una pietra che aveva trovato in precedenza,adesso non mi ricordo bene dove,ora,molto probabilmente avrai intuito che quella che porta al collo non'è un semplice ninnolo,ma piuttosto,un ricordo del figliolo defunto,quindi,ora,capisci cosa voglio dire?

Lo yokai continuò a guardarlo dritto negli occhi,ma questa volta il suo sguardo era cambiato,cominciò a sentirsi indignato,quasi offeso,solo in quel momento si accorse di quello che stava per fare e per quale motivo lo stesse facendo,all'inizio credeva che la storia della collana fosse una specie di prova,un qualcosa di sgangerato nella quale sarebbe accaduto qualcosa,come l'intervento di Yuki o qualcosa del genere.

Ezio non lo aveva detto chiaramente,ma Sesshomaru era stato in grado di leggere tra le righe,quello che aveva cercato di fargli fare e una richiesta infima e miserevole.

- Ho accettato questa tua sfida,solo per accorgermi che mi hai chiesto di portar via a una donna l'unico ricordo di un figlio che non c'è più,credevo volessi fare di me un ladro,invece mi rendo conto solo adesso che mi hai chiesto di compiere un atto così in fame,prima credevo che mi stessi antipatico,ora so per certo che non ti sopporto,se lo avessi saputo prima non avrei mai accettato questo incarico.

- Eppure l'hai fatto,ma ora dimmi,credi davvero che sei arrivato fin qui,in questa locanda,solo per una collana,no,tu oggi hai dato prova di saper fare qualcosa,che vale molto di più delle tue capacità ladresche,qualcosa che non ha prezzo,prova a indovinare cos'è?

Sesshomaru restò in silenzio,a riflettere su ciò che aveva fatto,eppure non aveva nulla di così impressionante,si era mosso nella folla,aveva ascoltato una conversazione che avveniva a diversi metri da lui ed era riuscito a sentirla chiaramente in mezzo a quel discreto casino,ed infine era giunto li per completare l'opera,ma dopo quello che aveva sentito non lo avrebbe portato a termine.

Ma allora perchè l'uomo che stava davant a lui lo fissava in quel modo? Non mostrava nessuna espressione particolare,sembrava statico,ma allora perchè i suoi occhi mostravano quella strana luce che gli era già capitato di vedere,come quella stessa mattina,che gli aveva sorriso,quando lo aveva rassicurato che nonostate quella cosa della connessione,lui gli sarebbe stato vicino,lui,un umano,solo Rin era l'unica umana che aveva il permesso di potergli stare accanto.

Più si sforzava e meno capiva quale potesse essere la risposta,per sua fortuna l'assassino intervenne per scacciare ogni suo dubbio.

- E l'onore ragazzo,una qualità che tu di certo possiedi.

- Tutto qui? Se questa è la tua risposta migliore penso che...

- Ma sei anche testardo,arrogante,spregiudicato e facile all'ira,permetti ad orgoglio e rabbia di accecare il tuo giudizio,di conseguenza fai in modo di renderti vulnerabile e passi anche per stupido.

A quel punto Sesshomaru gli puntò un dito contro e lo guardò con sguardo minaccioso,sembrava sul punto di saltare addosso l'assassino da un momento all'altro.

- Non ti permetto di insultarmi umano,la mia pazienza ha un limite.

- E io ho visto quanto sia corto quel limite,perché non ti rendi conto dei continui sbagli che fai? Sei aggressivo,ti comporti come se tutto ti desse fastidio,cerco di aiutarti ma tu non fai nulla per rendere le cose più facili,ora dimmi,perché fai così?

- Parli come se tu mi conoscessi,ma tu di me non sai assolutamente niente.

- Ho visto più cose in te di quelle che tu vedi in te stesso ragazzo,si orgoglioso di chi sei,oggi hai mostrato un lato nobile di te,ti do un consiglio,un buon assassino deve sapere essere paziente,la maggiorparte delle azioni fatte di fretta portano solo a pessimi risultati,tu ad esempio,tendi ad essere troppo sbrigativo,sia in combattimento che fuori,cerchi una soluzione rapida a problemi che necessitano di tempo per essere risolti,si può dire che hai tutto ciò che ti serve per divenire un assassino,ma non sai come applicarti al tuo massimo potenziale.

- E cosa vorresti che facessi eh? Indossare un cappuccio per il resto della vita,obbedendo ciecamente agli ordini di un qualche vecchio,con l'intenzione di inculcarmi qualche strana filosofia? No grazie,non ci tengo.

- Tutto quello che ti chiediamo ed essere attento e responsabile di quello che fai,nel bene e nel male tutti gli individui ricevono il compenso delle loro azioni,siano esse buone o meno e a proposito di azioni,comincia a mangiare,o la zuppa si raffredderà.

E fu così che nonostante quell'uomo fosse davanti a lui,nonostante il fatto che provasse un senso di rabbia per essere stato usato in quel modo,il ragazzo si decise a mangiare.

Prese le bacchette e iniziò anche lui il pasto,avrebbe potuto dire quello che voleva sul cibo degli umani,ma sapeva anche lui che fare lo schizzinoso non avrebbe portato a nulla,anche se mangiare un piatto offerto da una delle persone più seccanti che avesse mai conosciuto non lo rendeva di certo più gradevole.

Ma non poteva negare che quei tagliolini in brodo avessero un buon odore,probabilmente avevano anche un buon sapore,tutto sommato mangiare un piatto cucinato da un umana anziana non gli avrebbe fatto male in alcun modo.

Durante il pasto tra loro due ci fu solo silenzio,non freddo silenzio di tomba,ma piuttosto quel silenzio generato dai momenti di calma,Ezio mangiava,Sesshomaru mangiava,mangiavano tutti,silenzio relativo con un atmosfera rilassata,suoni di piatti e tazzè per il tè,suoni di vita quotidiana,suoni alla quale lui non era abituato.

Mentre mangiava rimase in silenzio con i suoi pensieri,si chiedeva perchè Ezio e Yuki lo sottoponevano a prove continue,certamente lui non si sarebbe tirato indietro,ma questa storia dell'allenamento stava diventanto veramente strana,doveva ancora imparare tutto di quel mondo segreto che era la confraternita degli assassini,ma sentiva che nel suo addestramento ci fosse qualcosa di diverso,come se venisse trattato in modo differente,non sapeva spiegarserlo bene,ma sentiva che c'era qualcosa che non gli tornava.

Più ci pensava e più sentiva che qualcosa non quadrava,come se un istinto primordiale lo stesse avvertendo di un qualcosa,ma non sapeva effettivamente cosa,poi,nel suo riflettere si accorse che effettivamente c'era stato solo un altro yokai che lo stava accompagnando in quella sua nuova quotidianità nel villaggio.

Era Toran,era Toran che al ritorno del villaggio si era preoccupata di tenerlo sotto controllo nel cuore della notte nel caso succedesse qualcosa,era stata lei ad affrontarlo nella sua prima prova,era stata lei a portarlo in riva a quel fiume solo per potergli parlare.

Forse la presenza di Yuki,Ezio era comprensibile,ma Toran? C'entrava anche lei in tutto questo? E come? Forse quella di lei era veramente gratitudine nei suoi confronti,oppure la sua era una mossa politicamente scorretta,ma accettabile?

O forse,per quanto improbabile potesse essere,si era veramente invaghita di lui e semplicemente non se ne era reso conto?Tutte quelle attenzioni,tutte quelle premure,solo per un sentimento che andava oltre la semplice complicità?

- Ora che ci penso,com'è va con quella ragazza?

Sesshomaru spostò di nuovo la sua attenzione verso il fiorentino con sguardo stranito.

- Ha importanza?

- Si,insomma,non vorrei che il tuo rapporto con lei compromettesse il tuo allenamento,vedi...

- Che vorresti dire?

Chiese lui sempre più nervoso.

- Guarda che non c'è nulla di strano se provi qualcosa nei suoi confronti,pensaci bene,tu sei giovane,lei e giovane per di più andate d'accordo...so cosa vuol dire,anch'io da giovane ero un rubacuori,pensa che a Firenze ero conosciuto da tutte le ragazze dell'alta società.

- Non mi interessa la storia delle tue conquiste amorose,sappi che io non l'è ho mai recato offesa alla sua dignità e tanto meno,se te lo stai chiedendo,non l'ho defraudata del suo onore,non sono un vile n'è tanto meno una bestia,perciò attento a ciò che dici umano.

Sesshomaru sembrò prendersela eccessivamente sul personale,come se la cosa lo avesse toccato nel profondo,Ezio dal canto suo sembrava quasi divertito,fece un sorrisetto arrogante,pensò tra se e se è cominciò a supporre che forse Sesshomaru non'era il tipo glaciale e senza interessi che dava a vedere.

Il suo piano stava riuscendo,lo yokai hai suoi occhi era come un libro aperto,reagiva a determinate cose in modo annoiato,distaccato e sempre pronto a rispondere in modo seccato,ma quando si andava a parare su cose e persone che lo riguardavano personalmente cominciava a scaldarsi.

- Scusa,non sapevo che ci tenessi così tanto,però non puoi negare,che sia una bella ragazza,coraggiosa,leale,accetta un consiglio,donne come quelle sono più uniche che rare,valgono più di tutto l'oro del mondo,credimi.

Lo yokai sembrava aver preso con attenzione quel consiglio,era rimasto in silenzio,con sguardo attento e orecchie aperte,non lo dava a vedere,ma dentro di se ripensò a ciò che accadde al fiume,se n'era andato lasciandola li,dando ascolto alla sua rabbia,quando forse avrebbe dovuto essere più composto e misurato,forse il suo comportamento non'era poi così giustificato.

- Va bene,ora,hai intenzione di sprecare altro fiato,oppure,hai intenzione di farmi fare un allenamento vero?

Ezio ricominciò a mangiare non rispondendo alle sue domande,l'assassino non poteva negare che il ragazzo avesse una certa determinazione,oltre che delle capacità più che buone,ma in quanto a pazienza era un disastro,gli sembrava di avere a che fare con un cane rabbioso,sempre pronto ad andare addosso a chiunque.

Eppure non poteva non notare un certo potenziale inespresso,forse con il giusto addestramento e una buona motivazione avrebbe potuto tirar fuori un assassino da quel ragazzo,poteva già immaginarlo,furtivo,letale,un ombra sotto il sole,una lama tra la folla.

- Allora?Rispondimi.

Il fiorentino spostò di nuovo lo sguardo verso Sesshomaru e gli fece un sorriso sinistro,per contro quest'ultimo fece uno sguardo stranito dalla cosa.

- Va bene,ho una prova veramente seria,ma prima dobbiamo spostarci da un altra parte,vieni con me.

Ezio si alzò e subito dopo tiro fuori dalla scasserla un mucchietto di monete con un buco al centro e le lasciò sul tavolo.

- Arrivederci.

E detto questo uscì dal locale,imitato subito da Sesshomaru.

Lo yokai non seppe più cosa pensare,se un attimo prima era convito che quella giornata era stata una totale perdita di tempo,ora invece si sentiva confuso,aveva notato un espressione divertita sul volto dell'umano e la cosa lo lasciò perplesso,cos'altro avrebbe dovuto fare ora?


Nel frattempo,alla casa del libro.

Yuki era seduta al suo posto intente a leggere un foglio,era stata consegnata da un mebro della setta e portata di fretta e furia al suo cospetto.

Lesse con attenzione ogni parola che vi era scritta sopra,sapeva certamente che il momento sarebbe arrivato,ma non immaginava così presto,posò il foglio sul tavolo e chiuse gli occhi appogiando su una palpebra il pollice e sull'altra l'indice,mentre sul suo volto apparve uno espressione irritata.

- Dannazione,vogliono già metterlo alla prova,non ha ancora iniziato l'addestramento che vogliono già mandarlo in missione,mi auguro solo che Sesshomaru sia pronto per tempo...o non so proprio come farà a sopravvivere nelle terre degli ainu.

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Capitolo 47
*** Nel castello del folle ***


In quel stesso istante,nella provincia di Owari.

Il sole splendeva sulle colline,sui campi dei contadini e sul castello dell'uomo conosciuto come il folle di Owari,i servi di gran fretta andavano avanti e indietro,sembrava un formicaio,persone che andavano e venivano,su e giù,destra e sinistra.

C'era chi portava le lenzuola pulite,chi spostava l'attrezzatura per la cerimonia del tè,chi spostava i mobili,insomma,un vero putiferio,ma tra tutti loro vi era Mitsuhide,che con fare composto e ordinato si spostava tra i servi senza troppi problemi,la sua figura e quella di un gentiluomo,durante il suo tragitto c'era persino stata una serva che stava inciampando mentre reggieva un vaso di inestimabile valore.

Lui prontamente non solo impedì alla ragazza di battere contro il suolo,ma al contempo prese il fragile oggetto con una tale velocità che a stento si poteva dire che l'evento fosse accaduto,lei ringraziò prontamente e lui in cambio fece un inchino e in tutta fretta se ne andò,era un autentico signore di galanteria.

Era bello,buono e un samurai di tutto rispetto,il bushido era la sua vita,tutto ciò che faceva rispecchiava ogni suo pensiero,ogni sua azione era portata al raggiungimento di uno stato di purezza interiore,dall'animo limpido,cristallino,come la rugiada al sorgiere del sole,come uno specchio d'acqua perfettamente piatto,privo di increspature,privo di ogni dubbio,sul suo ruolo in quel castello,ed era proprio nel luogo a lui indicato che si stava dirigendo.

Nel suo destreggiarsi per i corridoi ecco che gli comparve nel suo divincolarsi alla sua maniera,era Hideyoshi,era inconfondibile,la sua stazza,dovuta alla muscolatura gli impediva di muoversi come più gli gli conveniva,erano i servi che dovevano spostarsi al suo passaggio,per non parlare della grossa arma che si portava dietro,un enorme testubo di legno,con borchie di bronzo lunghe cinque centimetri sulla testa contundente e sulla parte più in basso dell'arma c'era il nome che aveva dato alla sua tremenda mazza.

Il mattacchione,così aveva chiamato quel grosso strumento di morte,che lui riusciva a tenere in una mano sola come un ramoscello tenuto in mano da un bambino,era in perfetta contradizzione con l'arma del suo conoscente più aggrazziato,infatti Mitsuhide portava al fianco una katana dall'aspetto elegante,il manico,come il fodero era color dell'oro,medesimo tonalità della sua armatura.

- Buongiorno Hideyoshi.

Disse Mitsuhide all'amico che lo stava raggiungendo.

- Ehilà Mitsu, è da tutto il giorno che non ci si vede.

- Ero impegnato nel sorvegliare le stanze del nostro signore Nobunaga,comunque,sai bene che non mi chiamo Mitsu.

- Come vuoi Mitsu,allora,vogliamo andare?

- Certamente.

E i due si diressero verso la medesima direzione.

- Hideyoshi,tu sai del perchè di tutto questo trambusto?

Chiese il samurai in tono serio.

- Come,davvero non lo sai?

- Ieyasu mi ha solo informato che dovevo presentarmi al cospetto del signor Nobunaga nel cortile principale,apparte questo non so nulla.

- Se le cose stanno così allora te lo dirò io,la sorella di Nobu sta tornando a casa,insieme ad Azai.

- Cosa? Il signor Nagamasa e la signora Oichi stanno venendo qui? E come mai?

- Immagino che siano in viaggio per l'alleanza tra i nostri clan,quindi,credo che quel procione di Yasu avrà un bel pò di scartoffie della quale occuparsi,ma adesso muoviamoci,prima che Nobu trovi una scusa per farci decapitare.

Mitsuhide sapeva bene che Hideyoshi scherzava,come del suo solito del resto,molti erano i tratti che distinguevano i due,prima di tutti i natali,Mitsuhide era un samurai cresciuto come successere della famiglia Akechi e fin da bambino era stato addestrato al combattimento senz'armi,nell'arte della spada,dell'arco,della lancia,ma anche nella cerimonia del tè e nella poesia.

Hideyoshi invece totalmente il contrario,era di umile estrazione,i genitori erano contadini e ricordava bene cosa volesse dire fare la fame,cosa peggiore era nato polidattilo,aveva un pollice in più sulla mano destra,fortuna però che anche il dito di troppo fosse perfettamente funzionante,fin da piccolo imparò a fare a botte e si dimostrò abbastanza intelligente da sfruttare le sue caratteristiche fisiche.

Una volta cresciuto venne reclutato come coscritto forzato,ricevendo così un addestramento base come Ashigaru,da li in avanti le sue imprese militari andarono di pari passo con le sue capacità di combattimento.

E quando fu notato da Nobunaga in persona lo rese uno dei suoi generali più fidati e membro ristretto dei suoi fedelissimi,da allora per lui la sua strada fu solo in salita.

Passaro pochi minuti quando giunsero nel cortile principale del castello,le guardie,gli ufficiali,i capitani,gli agili e i bruti all'interno della guardia reale del castello erano tutte riunite,disposte diametralmente in modo uguale.

I soldati venivano schierati,gli ordini impartiti,tutto doveva essere perfetto,non una sola cosa sarebbe stata fuori posto,non una,sopratutto le figure di spicco che erano nel suo castello.

Infatti,Mitsuhide e Hideyoshi si sarebbero messi a capo,ma soprattutto sarebbero stata in prima fila di fronte alle loro rispettive squadre,Mitsuhide si sarebbe diretto di fronte ai samurai di prim'ordine dell'esercito di Nobunaga,erano il meglio del meglio che fosse stato assegnato al giovane samurai,erano in grado di sorvegliare le zone più interne e private dei possedimenti del folle di Owari tanto quanto assaltare le fila nemiche,erano guerrieri più che eccellenti e Mitsuhide spiccava tra di loro,che fossero giovani esperti che anziani veterani.

A Hideyoshi era stato imposto di mettersi di fronte alla sua squadra personali di bruti,erano conosciuti dalle truppe come la brigata dei simpatici ubrachioni,ma i loro nemici li chiamavano con un nome ben peggiore,I macigni del demonio,chiamati così per la fama che si erano meritati,erano una squadra di pesanti assaltatori esperti nel fare il maggior danno subendo il minimo delle perdite,erano abituati agli scontri frenetici e proprio come macigni sopportavano sforzi mastodontici,le loro armature erano più pesanti delle armature comuni e la loro resistenza li aveva resi famosi come persone incrollabili e dalla potenza formidabili,per tanto Hideyoshi era stato messo come loro capo,tanto era adatto a quel tipo di combattimento.

- Siete in ritardo,dov'eravate finiti?

Era ieyasu a parlare con i due compagni d'armi vicino a lui ,anche lui comandava un corpo speciale delle truppe degli Oda,non avevano un nome vero e proprio,la maggiorparte li chiamava semplicemente il reparto addetto alla documentazione,erano abili spie,informatori e porta lettere abituati a correre e spostarsi col minimo delle protezioni necessarie,pochi però sapevano che di tanto in tanto erano anche abili genieri ed esperti nell'uso di trappole,non se la cavavano neanche tanto male con armi di modeste dimensioni,come pugnali e wakizashi,Ieyasu era il più adatto a quel tipo di operazioni.

- Ti chiediamo scusa procione è solo che c'era traffico dentro il castello,dovevi vedere quanta gente andava avanti è indietro,sembrava di stare ad una festa,solo che mancava la musica,il sake,le gheishe e tante altre cose divertenti,a te invece com'è andata?

- Prima di tutto non chiamarmi procione,dannata scimmia che non sei altro,secondo,oggi mi sono dovuto occupare di tutta la documentazione arretrata,mandare gli inviti,dare il permesso ai soldati che oggi staranno a riposo per via dell'evento,comunicare la notizia dell'evento alle nostre casate alleate e ovviamente allestire la sicurezza per tutte le guardie,comprese quelle sotto copertura di controllare la situazione nel caso qualcuno attentasse alla vita di Nobunaga,senza contare che oggi ho dovuto organizzare le attivate di Nobunaga e sua moglie,quindi si,oggi sono stato occupato.

- Fortuna che ci sei tu Yasu se no saremmo nei guai fino al collo,piuttosto,parlando di guai,qulcuno ha visto quel simpaticone di Nobu? Tu Mitsu ne sai qualcosa?

Intervenne il samurai.

- L'ho visto stamattina che si allontanava in tutta fretta fuori città,ma non so dove fosse diretto,vi chiedo scusa se non ho saputo rispondervi meglio.

- Stai tranquillo Mitsuhide,sappiammo tutti quanto Nobunaga sappia essere....bizzarro,nelle sue decisioni.

Gli altri non potevano che confermare quell'aggettivo,era noto non solo ai subordinati e agli alleati quanto fossero particolari le decisioni prese da capo della famiglia Oda,infatti il nome folle gli era stato affidato fin dalla giovinezza,prendeva decisioni in base ha cose che solo lui comprendeva,quei 3 sapevano bene che era tanto bravo a ordire strategie brillanti,quanto nel compiere le azioni più atroci.

Dopo la battaglia di Okehazama era dienuto in breve tempo uno dei signori della guerra più temuto dell'intera nazione,uccideva,massacrava,si raccontava addirittura che bruciasse i villaggi,i templi,persino donne e bambini non scappavano ai suoi immensi roghi,uomini duri come l'acciaio si erano sentiti come bambini inermi di fronte a lui,alcuni lo consideravano peggio di uno yokai,anzi,dove passava c'era solo l'inferno.

In parole povere,era il male all'ennesima potenza.

Mentre i tre compagni d'armi pensavano al loro signore,in lontananza si sentì un suono di trombe e subito dopo,le urla dei cittadini nel resto della città.

- RESTATE IN POSIZIONE E CHE NESSUNO ESCA DAI RANGHI

Urlò un generale minore addetto all'accoglienza,tutti i soldati si prepararono ad accogliere gli esponenti del clan Azai,la tensione era al massimo è per lo più nessuno sapeva dove fosse Nobunaga,tutto ciò era sconcertante.

Dopo un pò fu il turno delle porte del cortile interno di aprirsi e con sommo stupore di tutti lo videro,era li,senza che nessuno se lo aspettasse.

Nobunaga Oda era tornato al suo castello,era di fronte alla scorta alleata,in sella al suo stallone nero,mentre lui dall'alto della sua cavalcatura osservava la disposizione delle sue truppe.

Forte,autoritario,con l'espressione statuaria e con l'armatura nera,quella strana protezione che gli ricopriva il corpo,più nera dell'oblio,con le diverse sezioni che aderivano perfettamente al corpo tonico ed allenato,le diverse decorazioni e parti dell'armatura ricordava un incrocio tra una classica armatura da samurai e un armatura completa da cavaliere occidentale.

Ma la cosa più inquietante erano gli occhi,due pozze scure,profonde e cupe come una notte senza luna e senza stelle,uno sguardo che avrebbe gelato persino l'inverno,occhi che guardavano lontano,verso un mondo che conosceva solo lui,oltre quegli occhi pensieri crudeli e privi di ogni pietà,ma carichi di potenza ed efficacia,il demonio era sempre in preda al pensiero.

Si portò a lato della piazza dove risiedevano i suoi collaboratori più stretti,fermò il cavallo di fronte a Mitsuhide,scese e gli si avvicinò con un espressione neutra,come se avesse la testa da tutt'altra parte.

- Mio signore,eravamo in pena per la vostra scomparsa.

A quella affermazione il signore di Owari fece una smorfia divertita.

- Me ne compiaccio,vuol dire che vi preoccupate per me...ad ogni modo,successo qualcosa in mia assenza?

- No,le guardie non hanno segnalato nulla.

- Bene,Mitsuhide,Hideyoshi,Ieyasu,con me,andiamo a dare il benvenuto ufficiale.

E così i tre fedelissimi seguirono il loro signore,tutto il castello stava osservando l'ingresso a corte degli Azai,l'intera scorta portava i colori del Clan,arancione chiaro con dettagli azzurri,davano l'impressione di essere una foresta in pieno autunno da quanto era chiaro quella particolare tinta.

Nobunaga camminava in testa ai suoi tre uomini più fidati con un modo tutto suo di camminare,era un portamento fiero,audace,ma tendeva a ondeggiare le spalle,quasi stesse facendo una passeggiata,aveva una cadenza tronfia,eppure non era tipo da darsi delle arie,molto probabilmente era un altro dei suoi strani comportamenti.

All'infuori delle decisioni riguardo alla guerra e alla politica era famoso anche per i suoi strani atteggiamenti,sia pubblico che in provato,uno degli episodi più famosi avvenne quando aveva tredici anni,alla morte di suo padre entrò nella sala dove si teneva la messa funebre,urlando come un ossesso e lanciando le ceneri del padre,dando completamente di matto,cosa che lo alienò dalle simpatie della corte reale,facendo che suo fratello minore,Nobukatsu prendesse buona parte degli appoggi politici.

Ma questa ormai era storia passata.

Superata buona parte dei soldati degli Azai,Nobunaga e il suo piccolo seguito giunsero di fronte ad una portantina,sollevata da quattro uomini di grande forza,la portantina sembrava una piccola casa due finestrelle e un drappo di seta davanti agli occupanti,permettendo così a chi era dentro di osservare il mondo esterno senza essere visti.

- Onorevole Nagamasa,a nome del mio signore Nobunaga vi diamo il benvenuto nelle terre di Owari,ve ne prego,accettate la nostra umile ospitalità.

Fu Mitsuhide a parlare per il suo signore,essendo tra tutti loro il più abile diplomatico ed anche il più cortese,i suoi modi raffinati e gentili lo rendevano il più adatto a quel tipo di compiti.

- Fateci scendere.

Disse una voce maschile da dentro la portantina,subito i quattro energumeni posarono delicatamente i loro nobili passeggeri,il primo a uscire fu un uomo,era alto,bello,capelli neri crescievano rigogliosi sul suo capo,tenuti fermi da un nastro,fermandoli a coda di cavallo,vestiva con sopra un vita un Kosode a manica larga,mentre sotto un Hakama,entrambi con i colori della casata,mentre hai piedi portava degli Obi neri,con stivalletti del medesimo colore.

Il volto era liscio,segno di una fresca gioventù,mentre i suoi occhi mostravano una felicità,mista ad orgoglio.

- Siete il benvenuto,nobile Nagamasa.

Parlò ancora una volta il samurai,accompagnando le parole in un inchino,imitato così anche Da Hideyoshi e Ieyasu.

- Ve ne prego,alzatevi.

Disse l'uomo con fare gentile e subito tutti e tre si rimisero in posizione eretta.

- Allora quello che dicevi era vero,sei riuscito a organizzare un benvenuto coi fiocchi,nonostate il mio poco preavviso.

Disse Nagamasa rivolto verso suo genero.

- Dovresti saperlo,sono un uomo dalle mille risorse,ma credo che a questa conversazione manchi qualcuno,non ho forse ragione...sorella?

Al sentire quella parola un altra persona uscì dalla portantina,era una ragazza,dai capelli neri,acconciati in un crocchia tenuta da due spilloni,sul corpo diversi strati di kimono,almeno una decina e ognuno di un colore differente,coprivano l'intera figura di lei dal collo all'in giù,le vesti erano così tante che era impossibile vedere le calzature che portava.

Lei osservò la figura del demonio,i suoi occhi si posavano sull'armatura dal cupo colore,poi sul viso,osservandando attentamente la sua barba,i suoi capelli e infine i suoi occhi,in quel momento così intensi e vivi,lei lo conosceva,non aveva nulla da temere da lui.

- Nobile fratello,ti ringrazio per la tua generosa offerta,accetteremo la tua ospitalità.

Detto ciò lei fece un piccolo inchino in segno di rispetto.

- Nobile Oichi è per noi un onore rivedervi qui,nel castello dove un tempo era la vostra casa.

disse Mitsuhide esprimendo i suoi più sentiti saluti.

- Grazie Mitsuhide,ma non vedo la vostra signora fratello,dove si trova la nobile Nohime?

- Pensavo di trovarla già qui,tu lo sai,mio buon Mitsuhide?

Intervenne Mitsuhide.

- L'ultima volta che ho visto la signora era intenta a dare compiti alle serve,sono spiacente di non sapere altro.

- In questo caso,penso che entreremo a cercarla,vogliamo entrare signori?

- Certamente,fai strada.

Disse Nagamasa entusiasta nel visitare il castello di suo cognato.

Si allontanarono dalla portantina e proseguirono verso l'interno della struttura,superarono l'atrio e subito si ritrovarono tra i corridoi,i servi,nel vedere il loro signore passare tra di loro si gettavano a terra e piegandosi subito in avanti,tale era il rispetto e il timore che quell'uomo incuteva che al suo passaggio si sentiva un silenzio di tomba,ma la cosa più strana non'è era l'improvviso mutismo della servitù.

Nel silenzio li presente si poteva percepire una paura innata che scaturiva da quelle pose,non osavano nemmeno guardarlo,la coppia ebbe come la sensazione che tra quelle persone non stesse passando un uomo,ma un kami,oscuro e tremendo,dall'animo infernale,ma che ambiva al cielo,nella servitù erano note le storie del capoclan degli Oda,un uomo che bruciava tutto ciò che lasciava al suo passaggio,un essere diabolico che non aveva rispetto per uomini e dei,che non facesse distinzioni tra santi e paccatori,uccideva tutto e tutti,la vita per lui non aveva alcun significato.

Ma lui lo sapeva bene,molte voci giravano sul suo conto,ma se altre persone del suo stesso ceto sociale tentassero di zittire,in un modo o nell'altro,lui invece non faceva nulla per smentirle,al contrario,lasciava che si spargessero per il paese,come un epidemia che miete tutto ciò con la quale entra in contatto o come una carestia che consuma i raccolti,no,lui era ben conscio di quello che dicessero gli altri,lui alimentava la paura,quasi se ne nutrisse,come se parte di lui,volevano dipingerlo come un essere infernale? Così sia,almeno avrebbe minato la sicurezza dei suoi avversari,dandogli così notevoli vantaggi,sia politici che bellici.

Dopo poco tempo,giunsero alla sala delle cerimonie,era grande stanza,dal tatami verde e piccoli tavoli di legno laccato erano suddivisi in due file ai lati della sala,il soffitto non era tanto alto,misurava appena sette metri,mentre più in là era possibile vedere un piano rialzato dove sette tavolini,con lo stemma degli Oda erano già stati posizionati.

Allo stesso tempo serve di tutte le età erano impegnate con la preparazione e la disposizione di tutto il necessario,cuscini,candele,tutto il necessario che serviva per la cena che avrebbe dovuto organizzare.

Tra tutte le donne li presenti c'è ne fu una sola che stava ferma,corti capelli a caschetto,neri,occhi scuri come la penombra,con un accenno di violacelo,proprio come Oichi indossava anche lei una serie di kimono l'una sopra l'altro,ma con la differenza che dall'esterno all'interno i vari strati erano colorati nella seguente serie,nero,poi grigio ed infine bianco.

Era intenta a dare disposizione alle lavoratrici,sembrava dedicarsi anima e corpo nel gestire la situazione,mentre con movimenti delicati gesticolava,indicando dove cosa andasse al suo posto.

- Moglie mia,luce dei miei occhi.

La donna si girò a sentire quella voce,era lui,suo marito,sorrise nel vederlo e poco dopo si avvicinò al piccolo gruppo,mentre teneva gli occhi su Nobunaga.

- Marito mio,sei tornato...e con gli ospiti al seguito per giunta,mi spiace solo non essere stata presente prima.

Intervenne Nagamasa.

- Non c'è bisogno di scusarsi,al contrario,siamo grati di tutto quello che state facendo per noi,vi sono riconoscente.

Intervenne Oichi.

- Vero,apprezziamo molto la vostra ospitalità,vi ringraziamo ancora,ciò vuol dire molto per noi.

- immagino,tuttavia penso che siate stanchi,le vostre stanze sono pronte,Ieyasu,accompagna i nostri ospiti ai loro alloggi.

Disse Nobunaga rivolto al suo sottoposto.

- Certamente,prego signori seguitemi.

Ma proprio quando Ieyasu si stava preparando ad accompagnare i due novelli sposi,Oichi interruppe il generale di Nobunaga.

- Apprezzo la vostra premura fratello,però è da molto che non vi vedo,posso stare in vostra compagnia.

Subito sul volto di Nobunaga prese forma un espressione sorpresa,ma felice.

- Ma certo,che splendida idea,anzi,ritengo che dovremmo stare soli,io e te,sempre se a tuo marito non di spiace.

Intervenne Nagamasa.

- No certo,la famiglia è importante,ti aspetto nei nostri alloggi a dopo mia cara.

- A più tardi marito mio.

E da qui la coppia si separò,lei con Nobunaga,lui diretto verso la loro stanza,nei loro sguardi si poteva leggere una sincera dichiarazione d'amore reciproco.

Nel mentre osservava Nagamasa allontanarsi,Oichi sentì qual cosa sfiorargli la mano,era suo fratello che ricercava il contatto con la sua sorella minore.

- Noi ci allontaniamo per un attimo,nel frattempo lasciateci soli,abbiamo molto di cui parlare.

E dicendo ciò Hideyoshi,Mitsuhide e sua moglie Nohime si allontanarono,ognuno diretto verso una destinazione e ad una mansione differente,lasciando soli fratello e sorella,lasciando una farfalla nelle mani del folle di Owari.

Una decina di minuti,Nobunaga ed Oichi arrivarono in un giardino all'interno al castello,dopo tutto il trambusto che c'era nel resto del castello li invece sembrava che vi regnasse una pace ultraterrena,al suo interno vi era presente un piccolo laghetto,un piccola area verde,con fiori di vario genere,come i crisantemi o le camelie,vi era anche presente una piccola zona dove cresceva un bambù di una tonalità particolarmente verde.

I due camminarono con un braccio incrociato all'altro,si accompagnavano l'un l'altro,mentre un pallido sole d'inverno illuminava il cielo sopra le loro teste.

- Allora Oichi,ti ricordi di questo posto?

- Si,venivamo a giocare quando eravamo più piccoli,ricordo ancora quella volta in cui cadesti nel laghetto nel tentativo di prendermi,in quel momento ci stavamo rincorrendo,quella sera ti prendesti una febbre da cavallo.

- E io vorrei ricordarti quella volta in cui stavamo giocando a nascondino e ti venne la brillante idea di nasconderti vicino ad un cespuglio dove c'era un ape,la puntura ti fu così dannosa che eri gonfia come una rana.

Entrambi sorrisero l'uno verso l'altro,mentre i ricordivi più felici di una vita insieme si facevano vivi,li,in quel piccolo spazio solo per loro.

Ma subito il sorriso svanì dal volto di lei e lui si accorse subito della cosa.

- Oichi,c'è qualcosa che devi dirmi?

Anche lui tornò subito serio,l'espressione sul suo volto si fece,ma il suo sguardo era diverso,era caldo e gentile,almeno con lei.

Lei provò a resistere,ma come poteva dirgli di no? Era suo fratello,il suo fratello diavoletto come lo chiamava quand'era piccola,ma ora quell'appelattivo suonava nella sua mente come un segno di malvagità precocie.

- Nobunaga io....è vero quello che dicono su di te?

- Dipende da quello che dicono sul mio conto.

- Tu sai di cosa sto parlando.

Lei si fece seria più che mai e lui,in virtù di ciò non riuscì a guardarla negli occhi,sentiva del rimorso,rimorso di averla resa triste,rimorso di quello che stava per dirgli,fissava un punto indefinito verso il giardino e poi le rispose.

- Si.

E subito lei si fermò,facendo fermare così anche suo fratello,lei guardava in basso,presa dal colpo della notizia ricevuta.

- Dimmi perché fratello mio.

- Anche se te lo dicessi non capiresti,pochi possono,perché solo coloro che hanno sorpassato i limiti del loro comune bigottismo potranno comprendere,Oichi,io ho rinunciato alla salvezza dell'anima già da molto tempo.

- Ma dimmi almeno perché,distruggi castelli,dai fuoco alle città,uccidi contadini e briganti alla stregua di bestie,perché fratello,perché?

- Perché ho fatto una promessa a me stesso,per unificare questa nazione avrei portato il paradiso,ma non può esserci paradiso senza inferno,ho visto con i miei stessi occhi il marciume che dilaga in queste terre.

Nobunaga sapeva bene di cosa stava parlando,era stato testimone dei lati oscuri dell'animo umano,che in quel periodo di guerra in cui viveva era comune notare come il banditismo e l'inettitudine della maggior parte dei clan era l'origine dei mali che tempestavano l'intera nazione.

Per non parlare della famiglia imperiale,ritenuta un simbolo per l'intera nazione era presto divenuto un clan senza più alcun reale controllo politico,burattini di signorotti corrotti e deboli,stessa debolezza che aveva condotto molti altri mebri della prestigiosa casata degli Ashikaga sulla strada dell'inutilità,ormai la famiglia imperiale era solo un retaggio del passato,nulla di più.

Ora erano i clan a dominare il Giappone,era l'epoca dei cambiamenti e lui di certo non avrebbe mancato di lasciare il suo segno,cosa che stava già facendo,con il sangue e la paura,questa era la sua ferma convinzione.

- Ma fratello mio,così facendo non apparirai come un salvatore,ma come un demonio,un malvagio yokai il cui unico interesse è quello di macchiarsi del sangue altrui,quello che stai facendo non ha nulla di eroico.

La voce di Oichi si fece sempre più alta,quasi a sfociare nell'urlo,ma lui invece non sembrava interessargli,restava calmo,marcando ancor di più con l'espressione i suoi duri lineamenti.

- Esatto sorella mia,questo paese non ha bisogno di un eroe dall'armatura scintillante,col cavallo bianco e il sorriso sulle labbra,no Oichi,ciò che ho intenzione di mostrare al mondo è un mostro,un essere malvagio,il cui unico scopo e schiacciare e distruggere tutto ciò che si sbarra sulla sua strada,farò vedere a questo paese,al mondo intero e agli stessi kami la vera natura dell'inferno.

- Perchè?....Perchè Nobunaga? Perchè ti accingi a compierà un simile nefandezza? Cosa ti spinge a spargere così tanta morte?

Lui rimase in silenzio,non sapeva come gli rispondergli,lui era la sua sorellina,la sua Oichi,era una delle poche persone che gli abbiamo mai mostrato un affetto autentico e sincero,come poteva dirgli ciò che pensava,ma senza spezzargli il cuore? Come poteva.

Non poteva,semplicemente lo avrebbe detto,così,niente fronzoli,nessuna bella parola,solo la verità,nuda,cruda e orrenda.

- Oichi...

E nel mentre pronunciava il suo nome la strinse a se e le avvicinò la bocca ad un orecchio.

- Sappi questo,mia dolce e tenera sorella,lastricherò le strade di questa nazione con le osse dei miei nemici,bagnerò i fiumi e i mari di sangue,farò seppellire i deboli e gli stolti sotto montagne di carcasse,trasformerò gli uomini pii in bestie,massacrerò e truciderò tutti coloro che mi si oppongono,darò fuoco ai templi,ai sacrari,darò fuoco al cielo se sarà necessario,darò prova di una disamunaità tale che nemmeno gli yokai e perfino gli dei oseranno mettersi sulla mia strada,il mio nome sarà proibite,le mie gesta condannate è alla fine,le prossime generazioni,dopo che avrò fatto ciò che necessario,dopo aver compiuto così tanti sacrifici,mi diranno una sola cosa....grazie.

Lei sollevò la testa e lo guardò dritto negli occhi con sguardo inorridito,ora negli occhi di lui si poteva vedere un barlume di malvagità,il suo sguardo era così penetrante che se in quel momento fosse stata infilzata da lancia avrebbe sentito meno dolore.

- Non cercare di salvarmi Oichi,la mia anima è già dannata...ho pagato il prezzo per raggiungiere i miei obbiettivi.

E mentre lei lo guardava,lui cominciò a dargli le spalle ed andarsene senza di lei,come poteva guardarla ancora negli occhi dopo avergli detto quelle cose? Il suo volto restava cupo e freddo,ma dentro di se soffriva,le aveva detto la verità ed ora si sentiva più solo che mai.

- Nobunaga...

Oichi lo chiamò ancora una volta,ma lui non si girò.

- Lo stai ancora cercando?...Quell'essere che incontrammo quella notte?

Il signore di Owari sapeva bene di chi stava parlando,erano solo un bambino,ma ricorda bene quella creatura,ricordava quella notte di forte pioggia,in quella foresta,quando loro due lo videro.

Ai suoi occhi appariva alto,forte e con un atteggiamento che mostrava tutta la sua forza e la sua libertà...come poteva dimenticare?

- Si,se egli è realmente forte allora ci rincontreremo,dovessi affrontarlo con la spada in mano o solo con la potenza del mio pugno,ebbene avrà uno scontro che non dimenticherà mai,infondo nemmeno lui è invincibile.

E detto questo si allontanò,lasciando sua sorella più indietro.

Se mai fosse arrivato il giorno del confronto solo il cielo lo sapeva,del resto era da lui che aveva tratto l'ispirazione per divenire l'uomo che adesso era,la sua forza era adeguata alla prova,la sua tecnica eccezzionale,si sarebbe trovato pronto,in attesa del giorno del loro scontro.

Non gli importava se egli fosse stato un uomo o uno yokai,uno spirito infernale o un inviato del cielo,lo avrebbe trovato,anche a costo di girare il mondo intero,avrebbe mantenuto la promessa che si era fatto quella notte.

Lei lo vide incamminarsi,allontanandosi sempre più da lei,sapeva bene quanto potesse essere forte suo fratello,tuttavia era preoccupata,perchè l'uomo che da tempo desiderava rivedere non era più solo lo stravagante fratello che tanto amava,quello di prima era essere diabolico,dall'ambizione smisurata,senza più alcuno scrupolo,senza più alcuna moralità.

Eppure nelle sue parole,nella sua malvagità,era ancora presente un briciolo di umanità,ma temeva che quel puntino di luce nella sua anima sarebbe stata assorbita dal resto di quella oscurità.

- Che cosa sei diventato?

Disse lei tra se e se.

Quel castello che un tempo ricordava come il luogo più felice del mondo,ora gli sembrava la tana di un mostro,il ragazzo che un tempo la amava e la proteggeva,era divenuto un demonio,una bestia sanguinaria dall'anima nera come la notte.

Ma lei non lo avrebbe abbandonato,no,lei gli avrebbe voluto bene,sempre e per sempre,perché in fondo lui era il suo fratello diavoletto,lo sarebbe sempre stato e sempre lo sarà.


Più tardi,verso sera,nella sala delle cerimonie.

Era giunta l'ora del ricevimento ufficiale é la serata era stata organizzata fin nei minimi dettagli,Azai e Oichi sedevano accanto a Nobunaga,che si era cambiato d'abito ed aveva indossato un semplice kimono per stare più comodo,e Nohime,insieme a Mitsuhide,Hideyoshi e Ieyasu,in tutti gli altri posti sedevano da un lato i nobile della famiglia Oda e dall'altra i membri di spicco delle guardie che avevano accompagnato il corteo del clan Azai.

Al centro della sala,era stato allestito un palco e sopra si stava svolgendo un opera teatrale,in particolare una scena riguardante un litigio tra la dea Amaterasu e suo fratello Susanoo,il tutto rappresentato da movimenti limitati e pochissime batutte,a malapena si poteva dire che gli attori parlassero.

Nobunaga era sempre dedito a mostrare ai suoi ospiti i suoi interessi personali,pochi avrebbero potuto dire che era un appassionato di teatro,di incontri di sumo,un esperto nella cerimonia del tè e possedeva anche un eccellente calligrafia.

Meno ancora erano le persone che sapevano che Nobunaga era anche un mecenate,finanziava artisti locali e comprava oggetti e altre curiosità provenienti dall'europa:armature,statue,quadri,vestiti,libri e sopratutto armi,specialmente quelle da fuoco e andava matto per le Kompeito,piccole stelle colorate fatte di zucchero originarie del portogallo,Nobunaga era solito portarsi un sacchetto nascosto nell'obi dove ogni tanto poteva prenderne uno ogni tanto,i tre fedelissimi di Nobunaga e sua moglie sospettavano che nascondeva un sacchetto anche sotto l'armatura.

Cosa che stava facendo anche in quel momento,stava per prenderne uno,quando all'improvviso sua moglie lo chiamò a se.

- Lo sai che ti fanno male.

- Lo sai che non riesco a farne a meno.

Quindi terminò l'opera,ne preso uno e se lo mise in bocca,guastandosi la sua piccola gioia personale.

Lo spettacolo stava rubando lo sguardo di tutti,tutti tranne una,Oichi aveva lo sguardo perso nel vuoto,ripensava alle parole che suo fratello gli aveva detto,girò la testa verso di lui,ma non si aspettava che un altro sguardo incrociasse il suo.

Era Mitsuhide,era seduto a fianco del suo signore e negli occhi di lei vide ciò che più temeva.

- Siamo addolorati.

Disse il nobile samurai a bassa voce.

Lei comprese il significato di quelle parole,allora anche lui sapeva e se lo sapeva lui,potevano saperlo anche sua moglie e gli altri due fedelissimi,la cosa la sorpresa non poco,questo voleva dire che Nobunaga si confidava con loro? Che le trattava come suoi pari?

Un pensiero la fece di nuovo sorridere,allora forse Nobunaga aveva ancora dei sentimenti,da quello che ricordava della sua gioventù,suo fratello era sempre stato un ragazzo un pò particolare,avvolte tendeva a isolarsi,altre volte invece dava spettacolo di se,ma in un caso o nell'altro,lui gli era sempre stato vicino,qualunque cosa succedesse.

Sopratutto quella notte,dove all'infuori della pioggia,ricordava che suo fratello le si parava davanti e che un fulmine squarciò il cielo,rivelando una lunga chioma argentea e una mano dotata di artigli,chiunque fosse saepva solo che Nobunaga gli era davanti,proteggendola al meglio delle sue capacità,forse lui aveva detto qualcosa all'essere,ma il temporale incalzava e difficilmente riuscì a capire cosa disse.

Ora che ci pensava,a quei tempi suo fratello era ancora un ragazzino di buon cuore,certamente era sempre stato un tipo strano,ma non ricordava alcun momento in cui lui si comportò come faceva ora,cos'era cambiato in suo fratello? Cosa lo aveva spinto a diventare così?

Dopo un pò di tempo lo spettacolo finì e tutti gli ospiti si ritirarono per la notte,ormai l'ora era tarda e il sonno reclamava che i più stanchi andassero a dormire,la sala si liberò velocemente dando così il segnale ai servi di riordinare il tutto e mettere apposto per il giorno seguente.

Nel mentre Nobunaga e il suo seguito accompagnarono Oichi ed Azai nei loro appartamenti.

- Vi auguro una buona notte,nel caso abbiate bisogno di qualcosa ci sarà una guardia che provvederà a tutto.

Disse Nobunaga cercando di risultare il più ospitale possibile.

- Vi ringraziamo di tutto,buona notte.

E tra tutti i presenti ci si scambiarono inchini rispettosi per poi allontanarsi,un ultimo sguardo tra fratello e sorella,nessuna parola,solo sguardi indagatori,verità svelate,che fanno male a chi il male non era pronto ad accoglierlo.

Il signore di Owari,con accanto Nohime e i suoi fedelissimi tornò ad essere l'oscuro signore della guerra che loro conoscevano bene.

- Ascoltatemi,come già detto in precedenza nei prossimi giorni avremo una visita da parte di sconosciuti,ora,assicuriamoci che nessuno dei nostri ospiti si faccia male,sopratutto la mia sorellina,ci siamo spiegati?

E tutti annuirono alla sua richiesta.

- Parlate liberamente,siate il più naturali possibile.

Intervenne Hideyoshi.

- Io ho una domanda,ascolta mio caro pazzerellone,sei sicuro che ci possiamo fidare di questi simpaticissimi sconosciuti?

- Oh mia cara scimmietta,certo che no,dopo tutto non sappiamo nemmeno chi siano,però di certo sanno di cosa ho bisogno,per questo li accoglieremo con le armi in mano,tieniti pronto a spaccare delle teste.

- Siiiiiiii,festa matta gente.

Intervenne Ieyasu.

- Signore,con tutto il rispetto...

- Ieyasu,perchè mi parli in questo modo? Dopo tutto siamo amici da molto tempo,non'è più così,procione?

- No certo,Nobunaga,comunque,ritengo opportuno mettere a disposizione delle contromisure in caso volessero attentare alla tua vita.

- Certamente ed è per questo che voi sarete con me nel momento in cui arriveranno,non risparmiare sui tutti i tranelli e trabocchetti che hai disposizione.

- Sarà fatto.

Intervenne Mitsuhide.

- Mio signore,ho un pessimo presentimento riguardo a questo incontro,non sappiamo chi siano,n'è tanto meno quali siano le intenzioni di questo maestro,come la chiamato quell'uomo,per non parlare che sapevano dell'oggetto e dell'attacco che abbiamo ricevuto da parte di quegli...assalitori dai cappucci bianchi.

- Mitsuhide,non posso che essere d'accordo con le tue preoccupazioni,ma sta di fatto che non posso permettermi di lasciarmi sfuggire un occasione così ghiotta e poi,se mai volesse vedere quella cosa che ho trovato,sarei più che disposto a fargliela vedere,a patto che possa usarla come arma certo,non temere per la mia incolumità,finchè ci sarai anche tu,io mi sentirò al sicuro.

- Vi ringrazio per la fiducia,anche se credo che voi mi stiate sopravalutando,faccio solo ciò che mi riesce meglio,comunque,c'è un altra domanda che vorrei farvi nobile Nobunaga,riguardo ad oggi,era necessario...

Nobunaga si fermò all'improvviso,quasi fosse stato colto di sorpresa,sul volto manteneva la stessa indentica espressione dura,ma quel suo blocco improvviso fece capire a tutti i presenti che era stato colpito nel prfondo,quasi a tradimento.

- Mitsuhide...non  fare domande di cui sai già la risposta.

Per contro il samurai si inginocchio e abbassò la testa in segno di sottomissione.

- Perdonatemi,io non avevo alcuna intenzione di recarvi offesa n'è di disonorarvi,se lo richiedete io compirò seppuku e...

(Il seppuku,traducibile in suicidio rituale è considerato nel bushido come il più grande atto di coraggio che un samurai possa mai compiere,in pratica,colui che viene sottoposto o si sottopone a tale pratica e costretto a praticarsi un taglio nel ventre con un tanto avvolto nella carta,per poi risalire verso il ventre,era usato in Giappone come estremo atto per recuperare l'onore perduto o per infliggirsi una morte onorevole in caso di cattura).

- Sei perdonato,non ho alcuna intenzione di vedere le tue viscere finire per terra,potete ritirarvi.

E fu così che Nobunaga e sua moglie lasciarano li i tre fedelissimi.

Era stata una giornata carica di emozioni e quel finale di serata era l'ultima cosa che sarebbe dovuta capitare.

Forse la verità e che la cosa più fastidiosa era stata che fosse proprio lui,il samurai a formulare quella domanda,tra loro tre lui era quello che mostrava quel lato umano che Nobunaga ha dovuto lasciarsi alle spalle,non c'è l'aveva con lui,poichè sapeva per certo che non era intenzione di Mitsuhide recargli offesa di alcun genere.

Sarebbero tutti andati a dormire,infondo,anche il demonio,di tanto in tanto,necessita di riposo.



Ciao a tutti,sono io,il solito Dioni,vorrei ringraziare tutti coloro che fino ad ora hanno continuato a leggere questa storia,soprattutto Bankotsu,lui che recensisce tutte le volte che può e che tutte le volte che lo fa mi da una grande gioia.

Ma bando alle ciancie,tra poco sarà natale e dubito che riuscirò far uscire il prossimo capitolo entro natale,(ma questo ovviamente si sapeva),vi faccio gli auguri in anticipo.

BUON NATELE E FELICE ANNO NUOVO,CIAO =).

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Capitolo 48
*** L'ultima prova ***


Quello stesso giorno,nel pomeriggio,al villaggio degli assassini.

Sesshomaru,dopo aver passato una piccola parte della giornata a seguire le indicazioni di Ezio,decise per l'ennesima volta di seguirlo,sperando,per chissà quale motivo,che gli facesse fare un allenamento decente.

Il fiorentino gli stava davanti,camminando tranquillo e sereno,quasi stesse facendo una passeggiata,sorrideva,quasi volesse godersi quel momento,come se non avesse pensieri.

- Dove stiamo andando?

- Rilassati,per ora goditi la passeggiata.

- Non voglio godermi la passeggiata,mi hai promesso un allenamento serio.

- E lo avrai,abbi pazienza e ti darò ciò che di cui hai più bisogno,prima però dobbiamo tornare alla casa del libro,Yuki ci aspetta.

Dopo poco tempo giunsero di nuovo nello stesso luogo che in quella stessa mattina era stato mandato a terra con un solo colpo,la,dove la sua rabbia si era manifestata ed era uscita in tutto il suo impeto.

Poteva ancora sentire il flusso dell'ira che ancora si faceva strada nelle vene,sentiva il fuoco di quell'emozione bruciargli dentro,ma rimase calmo,senza voler dar spettacolo di se e subito dopo entrarono.

Ritrovarono la maestra assassina intenta a mettere a posto alcuni libri su di uno scaffale,appena ebbe finito diede attenzione ai suoi due ospiti.

- Bentornati,qual buon vento vi riporta qui?

- Nessun vento abbastanza buono mi farebbe tornare qui di mia iniziativa.

Disse Sesshomaru seccato.

- Felice come al tuo solito figlio di Inutaisho,in ogni caso possiamo andare,sempre se il signor Ezio e pronto.

Disse lei ammiccando un sorriso verso il fiorentino.

 Lui dal canto suo la guardò con uno sguardo rilassato,privo di qual si voglia preoccupazione.

- Certamente,andiamo.

Ezio fece per uscire dal piccolo edificio.

- Ehi,dove stai andando?

Chiese lo yokai al fiorentino.

- Fuori dal villaggio,dimmi la verità,credevi di ritornare la sotto vero?

finito di parlare Ezio uscì dalla porta emettendo una piccola risata,quasi volesse prendere in giro Sesshomaru,dal canto suo l'inuyokai restò basito,non riusciva a capire quale fosse l'obbiettivo di quel dannato umano,se stava cercando di irritarlo,ci stava riuscendo benissimo.

Yuki si avvicinò al ragazzo con un espressione tranquilla sul viso.

- Se ti stai chiedendo cosa ha in mente sappi che io non so niente,ora come ora sta facendo tutto di testa sua.

E dopo che anche lei ebbe detto la sua,si mise su il cappuccio ed uscì dalla libreria lasciando indietro Sesshomaru,a suo avviso c'era qualcosa che non lo convinceva,c'era qualcosa di strano,ma non riusciva a spiegarsi cosa.

Tuttavia non poteva ignorare la proposta di Ezio,infondo gli aveva promesso un allenamento serio,se era un uomo della quale aver rispetto,lo avrebbe scoperto quel pomeriggio.

- Ho uno strano presentimento,meglio stare in guardia.

Anche lui infine lasciò quel posto,con la speranza che l'assassino gli avrebbe finalmente dato ciò che voleva.


Una decina di minuti dopo,da qualche parte nella foresta.


Il trio si stava incamminando attraverso la grande area verde,il ritornare li lo faceva sentire meglio,era sempre meglio essere li,anche se in quel caso ci era dovuto tornare per colpa di quell'umano,in un caso o nell'altro non si sarebbe tirato indietro.

Eppure questa volta sentiva che c'era qualcosa che non quadrava,perché mai portarlo nella foresta? Cosa doveva fare tra tutti quegli alberi? Ma proprio quando era in preda ai suoi pensieri cominciò a sentire qualcosa.

Gli arrivò fin su nelle narici,era un odore strano,anzi,sembravano tanti odori,all'inizio sentì quello tipico degli umani,ma anche quello degli hanyou,quello dei nekoyokai,odori di ogni razza a lui conosciuta,molti erano di yokai,ma anche quello delle razze a lui meno simpatiche era ben percettibile,lo percepiva attorno a lui.

Cominciò a guardarsi attorno ed istintivamente ad aprire le mani mostrando gli artigli affilati,poi dei suoni arrivarono alle sue orecchie,veniva dagli alberi in lontananza,si sentiva lo scuotere delle fronde come se qualcosa ci passasse in mezzo,ma anche a livello del suolo si poteva percepire qualcosa.

Un forte rumore di passi,dieci,cento,non riusciva a contarli,ma sicuramente erano molti,cosa diavolo stava succedendo?Perché mai la foresta,che gli era sembrata calma,ora si riempiva di quel improvviso caos?

Ed infine,furono gli occhi a mostrargli un indizio fondamentale,cominciò a cercare immagini che potessero aiutarlo a capire cosa stesse succedendo,ed infine le trovò,gli era capitato di vedere,con la coda dell'occhio,diverse figure misteriose tutte attorno a lui,le vedeva che correvano,che saltavano di albero in albero,figure grandi,figure piccole,ma tutte con una cosa in comune.

Indossavano le vesti della confraternita.

- Ma che cosa....

Era in preda al dubbio,perché mai si stavano radunando in quel luogo? Poi all'improvviso un illuminazione,una risposta lampante,girò il suo sguardo verso Ezio e lo osservò con sguardo tagliente.

- Che cosa stai combinando adesso?

Ezio si girò in direzione dello yokai,lo guardò con uno sguardo serio,occhi di rapace che lo scrutavano fin dentro l'anima,nessuna buona intenzione,nessun buon sentimento si leggeva nelle sue iridi,occhi secchi,inariditi da un emozione che non comprendeva bene.

- Non ho più; alcuna intenzione di scherzare con te,niente più giochi,niente più ripensamenti,e una prova pensata esclusivamente per noi due,andiamo,presto capirai cosa intendo.

E detto questo non aspettò alcun risposta da parte del suo pupillo,se così lo si poteva definire.

Yuki osservò la figura del fiorentino dare le spalle a tutti e due e continuare da solo il percorso,d'altro canto c'era Sesshomaru che era confuso quanto lei,di cosa diavolo stava parlando Ezio? E perché mai aveva un espressione così dura in volto?

Ormai non ci capiva più niente di lui,se fino ad un attimo prima sembrava rilassato,quello dopo dava l'impressione di essere il più combattivo degli avversari,il suo carattere era un vero mistero.

L'unica cosa che poté fare,fu avanzare,infondo se c'era qualcosa in cui era bravo era quello,non sapeva cosa stesse per andare incontro, ma qualunque cosa avesse dovuto affrontare l'avrebbe combattuta,non importa quanto fosse ardua.

Così,più deciso di prima avanzò con passo pesante verso la stessa direzione dell'assassino,Ezio da parte sua si girò un attimo,nel suo camminare vide come quel ragazzo ora mostrava uno sguardo carico di ardore e un espressione da guerriero più autentico,nessuna paura,nessuna esitazione,solo il brivido del combattimento.

Tornò con gli occhi sulla strada che aveva di fronte.

- Bene ragazzo,ti vedo determinato,ma dubito che soltanto un buon atteggiamento alla battaglia ti possa favorire,oggi dovrai dimostrarmi che sei degno di portare quel cappuccio.

Disse Ezio parlando tra se e se,già da un pò che lo frequentava aveva ben compreso quali fossero i punti di forza del dayokai,possedeva delle notevoli capacità fisiche,aveva dimostrato una buona abilità con la lama ed era un discreto picchiatore ed ogni tanto aveva dimostrato una certa furbizia,ma soprattutto aveva una fiducia in se stesso degna di un combattente,non si arrendeva di fronte a nessuna situazione,nemmeno se l'avversario si dimostrava più forte di lui o in netto vantaggio.

Detto così; sul momento suonavano tutte come buone qualità,se non fosse che queste buone caratteristiche erano compensate da difetti piuttosto pesanti,prima di tutto la forza fisica,o per meglio dire l'attitudine di Sesshomaru di esagerare con le tattiche basate sul combattimento ravvicinato,non aveva tattiche specifiche né aveva dato dimostrazione di far uso di uno stile di combattimento particolare,semplicemente avanzava,faceva troppo affidamento sulla forza fisica.

Ma sicuramente il suo difetto peggiore era l'arroganza,quella continua aria di sfida verso il mondo intero,per Ezio in qualche modo,chissà per quale motivo,gli era venuto in mente di paragonarlo ad Achille,bello,forte,ma arrogante fino al midollo,sempre il primo a buttarsi nella mischia,sempre l'ultimo ad uscire dal combattimento,Ezio sorrise all'idea che anche quel ragazzo dai lunghi capelli d'argento potesse avere il suo punto debole in un tallone,di certo la cosa sarebbe stata al quanto ironica.

Avanzando sempre più nella foresta,Sesshomaru cominciò a notare qualcosa di differente,più continuavano ad inoltrarsi nell'area verde più gli capitava di notare diverse figure in bella mostra,alcune sedevano sui rami,altre erano sedute per terra ed altre ancora era appoggiata agli alberi,ma la cosa più strana era che stavano ferme a fissarlo,lo seguivano con lo sguardo,a stento riusciva a capire a quale razza appartenevano,i cappucci sulla testa gli impedivano di scrutare attentamente chi ci fosse sotto,non che gli importasse qualcosa,ma doveva ammettere che se volevano mettergli addosso un minimo di ansia,ci erano riusciti.

Lo sguardo dell'Inuyokai era guardingo,attento a strane mosse o movimenti sospetti,eppure quelle figure restavano li,senza fare nient'altro che fissarlo,nulla di più ,nulla di meno,erano come fantasmi,rigidi in un muto silenzio senza senso apparente,la cosa cominciava a dargli sui nervi.

Sesshomaru stava aprendo bocca per rivolgersi la persona che in quel momento era diventata la persona che meno sopportava al mondo,persino più di Inuyasha,cosa al quanto sensazionale.

- Siamo arrivati.

Disse l'assassino con tono freddo e distaccato.

Si fermò di colpo quando si accorse di essere arrivato dove voleva,lo spettacolo che si mostrava davanti allo yokai aveva dell'incredibile,in mezzo agli alberi e al fango si presentava loro la presenza di strane pietre,lunghe,dritte,piantate nel suolo,come se qualcuno le avesse messe li,erano sparse in modo casuale e molte portavano segni e incisioni dal significato incomprensibile.

- Che posto è questo?

Chiese Sesshomaru al diretto interessato,mentre quest'ultimo avanzò verso gli strani monoliti di fronte a lui,istintivamente lo yokai lo seguì

- Ricordi le rovine dentro la montagna?Quegli stessi ruderi che hai visto la sotto mentre seguivi le tracce di Toran? Ecco c'é una cosa che devi sapere riguardo a questo luogo,vedi,quello che vedi è un cimitero,qui vi sono sepolti i primi abitanti che abbiano mai abitato in questa zona.

- Non vedo cosa c'entra con me.

- Aspetta,adesso arriva la parte interessante,vedi,alcuni di loro appartenevano alla tua razza,erano dei cani,proprio come te,erano giunti qui da nord,dalle fredde distese di ghiaccio erano giunti più a sud alla ricerca di terra fertile,dove poter cacciare,stabilirsi e costruire un insediamento,ed ora anche tu sei giunto qui,ma la vera domanda è cosa sei venuto a cercare in queste terre?

- Parla più chiaramente.

Sentendo quelle parole,Ezio sfoderò la spada e da lontano la puntò verso Sesshomaru.

- Ti sto chiedendo perché sei giunto fin qui,nonostante il tuo disprezzo nei miei confronti,nonostante tu non riesca a rispettare anche uno solo dei concetti della confraternita,sei giunto fin qui,nel punto in cui sei ora,dopo tutto quello che hai visto,dopo tutto quello che stai passando,persino quando Akira ti ha sconfitto non hai mollato la presa,dimmi perché.

- Vedo che non hai ancora capito con chi hai a che fare,vero? E bene allora lascia che ti spieghi fin dal principio con chi hai a che fare.

Lo yokai cominciò a camminare in direzione di Ezio,tra un passo e l'altro cominciò ad atteggiarsi nel suo tipico stile,sguardo di ghiaccio,schiena dritta,petto in fuori e una buona dose di vanagloriosa virilità che da sempre lo caratterizzava.

Ma quella che stava facendo però non era tutta scena,anzi,si stava incamminando verso l'assassino con autentica sete di combattimento,sapeva che quella spada puntata contro di lui voleva dire una sola cosa:uno scontro,cosa che lui avrebbe certamente accettato.

Sentiva il sangue che gli pulsava nelle vene,sentiva l'adrenalina scorrergli in corpo,il confronto lo chiamava e di sicuro lui avrebbe risposto.

- Io sono Sesshomaru Taisho,figlio del generale Inutaisho ed erede al trono delle terre occidentali,se è una sfida quella che mi proponi avanti,fatti sotto,abbiamo una faccenda in sospeso noi due.

E mentre si avvicinava ancor di più cominciò a sgranchirsi le mani,segno che avrebbe usato gli artigli,ma ad un certo punto,proprio quando sentiva che niente avrebbe potuto distrarlo,qualcosa attirò la sua attenzione.

Era un impulso di energie Yokai,gli era molto familiare ed era da giorni che non le sentiva,si portò istintivamente una mano alla cintola,la poggiò,ma non trovò niente,il giorno prima aveva passato quasi un intera giornata a fare a pugni,ad usare le mani come armi.

Ma non avrebbe mai dimenticato le armi che a lui erano sempre state fedeli,due spade che lui considerava come parte di se,ma che ora non erano li con lui.

- Lo senti vero? Yuki mi ha detto che rapporto c'è tra te e le tue spade,personalmente non ci ho capito molto,ma se sono così importanti ecco,te le restituisco.

Il fiorentino alzò una mano verso il cielo,uno schicco di dita,ed ecco che due oggetti dalla forma allungata caddero molto velocemente dall'alto,in direzione della testa dello yokai,come se qualcuno li avesse lanciati.

Per istinto mosse una mano a stringere al volo entrambi gli oggetti,appena li toccò capì subito che l'energia che sentiva veniva da loro,sentiva certamente,cosa fossero,quando vi posò gli occhi sopra,non poté che confermare ciò che sapeva già.

Erano loro....erano le sue spade.

Bakusaiga e Tenseiga,se ne era rimasto un intero giorno senza di loro,eppure non poteva non ammettere che il non averle con se lo facesse sentire come nudo,ora le aveva di nuovo con se,ora le avrebbe usate di nuovo per quello che sapeva fare meglio.

Combattere.

Le rimise subito al suo fianco riempiendo quello spazio che nel suo vecchio obi giallo e blu

- Ora possiamo dare inizio a ciò che tu,loro ed io aspettavamo con ansia.

- Loro chi?

- Guardati attorno,ti sei già dimenticato?

Sesshomaru si guardò attorno ed effettivamente aveva perso la sua attenzione su chi che li stesse circondando,li aveva visto poco fa,eppure,pur sapendo che probabilmente centrasse quel bizzarro umano non aveva dato tanto peso alla cosa,o almeno non gli interessava più di tanto.

Però,ora che li stava osservando capiva che c'era qualcosa di veramente strano,perché mai c'erano così tanti assassini in uno spazio che,seppur abbastanza esteso,aveva messo in conto che con tutte quelle pietre sparse per l'area come a formare percorsi lineari sia in orizzontale che in verticale,mentalmente la cosa gli ricordava una griglia.

- Riesci a capire perché ti ho portato fin qui? Pensaci attentamente.

L'inuyokai cominciò a guardarsi attorno come se stesse cercando qualcosa,forse un indizio,un intuizione fulminea,sapeva che c'era qualcosa che non quadrava,ma cosa? infondo tutto ciò che aveva era solo quello stupido sistema a griglia...

Tornò col pensiero all'ultima parola pensata,griglia,la conformazione del terreno di scontro,la disposizione delle pietre,ora gli era tutto chiaro.

Tornò alla mente al suo primo scontro con Ezio,i primi colpi che si erano intercettati erano stati tirati in linea retta,l'uno aveva scattato verso l'altro,il giorno in cui era partito per le terre occidentali dal villaggio di Inuyasha,anche li aveva scattato in avanti e per tutta risposta aveva ricevuto un pugno tanto forte da stordirlo,contro Akira? Stessa medesima tattica,contro Toran? Pure con lei,Con Yuki,la medesima stessa storia.

Ezio aveva allestito la trappola e lui ci era caduto dentro come un povero pollo,pensandoci bene cominciò a sentirsi stupido.

- Tu....

- Eh già,per tutto questo tempo non hai fatto altro che pensare ad una sola cosa,Akira,eri così impegnato a macerare nella rabbia che non ti sei reso conto che per tutto questo tempo ti ho studiato,ho visto come combatti,come ti comporti,ho osservato i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli,anche se devo ammettere che possiedi una personalità complessa.

- Parli troppo per essere un uomo che tiene in mano una spada,se vuoi sprecare aria fa pure,io preferisco passare ai fatti.

- Come ti pare,ma prima lascia che faccia un ultima cosa.

Ezio allargò entrambe le braccia,alzò; il volto verso l'alto e a gran voce disse.

- SIGNORE E SIGNORI,UMANI E NON,PER LA GIOIA DEI VOSTRI OCCHI,VI RINGRAZIO PER AVER RISPOSTO AL MIO APPELLO E PER AVER FATTO PASSAPAROLA,QUEST'OGGI ASSISTERETE AD UNA PROVA DIVERSA DALLE ALTRE,QUEST'OGGI ASSISTERETE ALL'ACCETTAZIONE DI UN INIZIATO ALLA CONFRATERNITA PER COMBATTIMENTO,ED E QUI CHE ENTRATE IN SCENA VOI,COME MENTORE VI AUTORIZZO AD USARE DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLO SCONTRO QUALUNQUE COSA A VOSTRA DISPOSIOZIONE NEL TENTATIVO DI OSTACOLARE ME O IL MIO AVVERSARIO,LA MAESTRA YUKI VI FORNIRA' PIU' INFORMAZIONI A RIGUARDO.

E dalla folla che si era creata attorno a tutta l'area una sciame di parole di sgomento,sembravano sorpresi,addirittura increduli nel aver sentito una cosa simile,apprendisti all'arte dell'omicidio che potevano intervenire in un evento simile? La cosa aveva dell'impossibile.

Subito dopo una figura comparve al fianco dell'assassino,era Yuki,che nel frattempo era rimasta in disparte,ma appena cominciò a sentire la richiesta del fiorentino si era mossa verso di lui.

- Mi spieghi cosa vi è saltato in mente?

Disse lei inviperita.

- E la prova finale che ho ideato personalmente per lui,voglio vedere come se la cava in una situazione imprevista,fino ad ora le prove alla quale lo hai sottoposto erano organizzate anticipatamente,questa invece sarà una novità per lui,voglio vedere di che pasta è veramente fatto.

- Con tutto il rispetto Ezio,non pensate che tutto questo sia assurdo?

- E da quando sono fin qui che vedo assurdità di ogni sorta,come se l'esistenza dei frutti dell'Eden e dei resti della prima civilizzazione non lo fossero già; di loro,a questo punto non si torna più indietro,fa come ti ho detto e vedrai che n'è varrà la pena.

L'assassino lo fissò sbigottita,lei stessa non riusciva a credere a quello che aveva sentito,ma infondo cosa poteva fare? Niente,ormai era solo questione di tempo prima che i due si fossero scontrati.

- State attento,Sesshomaru sa essere molto più ostico di quello che avete visto.

E detto questo lei si allontanò dal campo,lasciando che loro due se la sbrigassero da soli.

La folla tutt'attorno era trepidazione per lo scontro che sarebbe avvenuto li,infondo non pochi sapevano che sotto uno dei cappucci ci fosse Sesshomaru Taisho,Inu yokai conosciuto in lungo e in largo per tutto il paese,li,davanti ai loro occhi,che avrebbe affrontato un mentore straniero,si preannunciava uno scontro non da poco.

Ezio cominciò a fare qualche passo in direzione di Sesshomaru,sembrava sicuro di se e per nulla intimorito da chi aveva davanti,la presa sull'arma era forte,il suo corpo pronto a scattare,breve attimo prima del cozzare di spade.

- Io sono Ezio Auditore da Firenze,erede della famiglia Auditore e mentore del ramo italiano della setta degli assassini,vinci e ti prometto che potrai continuare la tua ricerca di Akira,perdi...e ti prometto che te non vedrai il sole tramontare.

- Adesso vengo li e ti taglio la testa,cosi vediamo se sarai ancora in grado di parlare.

- Vieni a prenderla ragazzo.

E fu così che cominciò,senza che Sesshomaru se l'aspettasse Ezio gli corse in contro e lo stesso fece il suo avversario,urla dalla folla tutt'attorno riempivano l'aria di eccitazione e meraviglia,scaturite da una partenza immediata e sorprendente.

Appena si ritrovò l'assassino davanti non esitò a colpire con un fendente che andava dal alto verso il basso.

- Sei prevedibile.

Ma con una veloce piroetta su se stesso,Ezio si spostò alla sua sinistra permettendogli così di cambiare percorso per tempo,facendo il giro del monolito al suo lato e con un rapido fendente orizzontale cercare di colpire alla nuca l'inuyokai.

Sesshomaru riuscì a girarsi immediatamente e parare il colpo al momento giusto così da far incrociare le spade l'una contro l'altra.

- Vedo che non sei così lento come pensavo,piaciuta la mia finta?

- Pensavi male,riguardo alla tua finta non mi ha stupito per niente,tendi sempre a fare così oppure ogni tanto di va di combattere come si deve,smettila con questi stupidi giochetti e affrontami di petto,da vero uomo.

- Da vero uomo? E me lo dici proprio tu? Con la pettinatura che ti ritrovi e difficile crederti principessa.

A quel punto Sesshomaru lo sbalzò via,mandandolo indietro,Ezio da parte sua doveva ammettere che Sesshomaru mostrava molta più forza di quanto ne dava a vedere,lo aveva mandando di un paio di metri indietro come se nulla fosse,nonostante il peso delle protezioni d'acciaio che proteggevano il suo corpo,faceva ancora fatica a capire cosa fosse quella storia degli yokai.

Non poté troppo tempo a pensare alla cosa che subito Sesshomaru gli si lanciò contro a sua volta,un rapido scatto dovuta alla potenza dei polpacci lo spedì in avanti ad una velocità che pareva essere divenuto leggero come l'aria,ma l'assassino aveva occhio ed esperienza con avversari aggressivi,per cui gli bastò semplicemente deviare di poco il colpo e spostarsi in una posizione di vantaggio.

Si mosse in avanti e facendo un giro di centottanta gradi tornò in attacco e rispondo all'offesa con un attacco di punta,tipico della scherma del suo paese.

Lo yokai reagì in tempo e si vide arrivare questa rapida stoccata,i suoi occhi osservarono come quella spada dritta veniva mossa con una sola mano mentre la punta perforava l'aria alla ricerca di un punto carnoso da trapassare,molto probabilmente puntava al petto,la sua intuzione fu esatta.

Sesshomaru si parò il punto in cui risiedeva il cuore,parando con la parte piatta di Bakusaiga la punta della spada di Ezio,fortuna che conosceva bene le basi del Kenjutsu che suo padre gli aveva insegnato alla perfezione.

- Ti vedo arrabbiato ragazzo,non dirmi che ti sei offeso per prima.

- Quello che mi offende e la tua presenza dannato,perchè non muori e mi lasci in pace?

- E lasciarti qui a cavartela da solo? Non dureresti dieci minuti senza di me.

- Quanta superbia per un uomo così lontano da casa.

E mentre i due si stavano stuzzicando a vicenda,qualcosa fece ombra sopra di loro,alzarono un attimo la testa e videro subito cosa gli stava per venire addosso.

Sfere nere,a centinaia stavano cadendo sopra di loro,per istinto entrambi i combattenti si staccarono l'uno dall'altro,distanziandosi di almeno due metri e poi caddero,forti esplosioni,seguite da una grande coltre di fumo grigio,denso,si allargava a livello del suolo di almeno una trentina di metri e si stava innalzando di almeno tre,quasi quattro metri.

Normalmente una sola di quelle avrebbe generato solo una nuvola di fumo adatta per coprire la visuale di un solo uomo,utile per le fughe rapide e per i combattimenti in svantaggio numerico,ma ne caddero così tante attorno a loro che l'aria sembrava essere scomparsa.

Sesshomaru cercò la figura di Ezio,ma lo perse di vista,nemmeno i suoi occhi potevano penetrare quella cortina fumogena,così,decise di balzare fuori dal fumo e di salire in cima ad uno dei pilastri li vicino,atterrò su una pietra abbastanza alta da poter tornare e riprendere ossigeno ed approfittando della situazione da li cercò il fiorentino.

- Maledetto,dove ti sei nascosto?

Disse tra se e se lo yokai,ma neanche da li lo vedeva,probabilmente era ancora dentro il fumo,prima o poi sarebbe dovuto uscire per riprendere aria,doveva solo essere paziente,infondo era lui il cane,chi meglio di un cane può trovare la sua preda?

Ezio era rimasto dentro la coltre,cominciò; a correre nella direzione opposta,doveva trattenere il fiato poiché in caso di inalazione del fumo avrebbe cominciato a tossire e a rivelare la sua posizione,doveva farsi furbo,fortuna che era una cosa che gli riusciva bene,avrebbe deciso di nascondersi in un punto a lui favorevole,se aveva calcolato bene la sua tattica,allora il sole era nella posizione a lui più favorevole.

Allontanatosi poco oltre la cortina,decise di fermarsi,mettersi al riparo dietro uno dei ruderi,ed aspettare che uscisse fuori,posizionato com'era avrebbe potuto capire la posizione di Sesshomaru dall'ombra proiettata dalla luce del sole,sempre che si avvicinasse naturalmente.

E mentre quell'insolito duello continuava qualcun altro si stava interessando allo scontro,era Yuki,si era su un albero,in un punto abbastanza alto da poter essere osservata da tutti e dalla quale potevano sentirla mandare gli ordini,come l'intervento dei fumogeni,idea che gli era passata dalla mente basandosi sulle istruzione del mentore fiorentino.

Non riusciva ancora a comprendere cosa stesse cercando di fare Ezio,sfidare Sesshomaru in duello all'arma bianca non era di certo un modo per far avanzare un iniziato della confraternita al rango di assassino,sentiva che c'era qualcosa che non quadrava,come se lo scopo di tutto quell'intrattenimento fosse un altro.

Ad ogni modo doveva ammettere che lo scontro si stava svolgendo in maniera piuttosto interessante,la sotto si stava svolgendo un confronto diretto tra metodi di combattimento molto differenti,Sesshomaru contro Ezio,Katana contro spada lunga,forza contro astuzia.

Pensandola in questo modo si poteva ipotizzare che i due stili fossero l'uno in contrasto con l'altro,ma la verità era un altra,Sesshomaru era forte,ma buona parte delle volte si limitava ad avanzare ed attaccare,stringendo la propria mentalità su un aspetto veramente semplice del combattimento,il confronto ravvicinato,che solitamente lui portava in maniera piuttosto aggressiva.

Non c'erano secondi fini per Sesshomaru,lui andava avanti e basta,il resto lo avrebbe affidato alla forza del suo braccio.

Intanto laggiù,dove il fumo copriva il terreno di scontro,lo yokai e l'umano aspettavano che l'uno facesse la prossima mossa,uno si nascondeva,l'altro no,era evidente che ormai non era più divenuto ben più di un semplice duello.

Sesshomaru si stava giàstancando di aspettare,per tanto,impaziente com'era,decise di fare la propria mossa,unì indice e medio della mano destra e subito dopo fece comparire la sua frusta energetica,scese dalla pietra e appena atterrò cominciò a fare qualcosa di inaspettato.

Cominciò a girare su se stesso.

L'aria attorno a lui divenne cominciò a girare,prima piano,poi veloce,poi più veloce e più veloce ancora,così facendo si credevo un vento improvviso che,spargendosi in tutte le direzioni fece lentamente diradare la cortina grigiastra,l'aria fece di nuovo da padrone del campo di battaglia,riportando entrambi i contendenti alla situazione precedente.

E questa volta Sesshomaru sapeva bene cosa fare.

Fece subito uso del suo olfatto,ci mise meno di manciata di secondi per capire dove fosse,non dovette pensarci due volte prima di lanciarsi all'inseguimento.

Percorse la strada in rettilineo,divincolandosi tra le numerose pietre che lo separavano tra lui e la sua spada,probabilmente si stava nascondendo nel tentativo di non farsi scoprire,lo avrebbe trovato e poi lo avrebbe ucciso,così sarebbero andate le cose.

Ma durante la corsa cominciò sentire un cambiamento,sentiva che l'odore di Ezio si stava spostando e anche a gran velocità,ed ecco che subito divenne testimone di una scena che dire inaspettato sarebbe stata una riduzione.

Aveva trovato Ezio...che stava correndo nell'altra strada....in direzione opposta.

Sesshomaru non riusciva a credere a quello che stava vedendo,per un attimo si bloccò restando a bocca aperta,non riusciva più a capire cosa stesse succedendo,era di sasso,totalmente incredulo.

L'assassino non stava facendo nulla dal canto per nascondersi,anzi,si era messo in bella mostra di fronte a tutti gli spettatori.

- OH,GUARDA UN PO' CHI SI RIVEDE.

Dopo aver sentito quella frase,comprese quello che stava facendo il suo avversario,lo stava pubblicamente prendendo in giro,cominciò a sentire un moto di rabbia diffondersi per tutto il corpo,una fiamma di indignazione girargli nel sangue,lui era un guerriero,un combattente nato,e li,in quel momento,stava subendo le buffonate di un umano,arrogante oltre ogni immaginazione,mai in tutta la sua vita aveva subito una cosa simile.

Basta con le mezze misure,basta con le maniere rispettabile,ora non si sarebbe più trattenuto,decise di fare un balzo di diversi metri nel tentativo di atterrare sopra il fiorentino.

- MUORI.

gli stava urlando contro,tutta la sua rabbia,tutta la sua indignazione,lui stava facendo sul serio,voleva ucciderlo completamente è cosa faceva quell'umano? Se la prendeva comoda,giocava,correva,faceva il bambino,mostrava un carattere immaturo,quello non era più un duello,era una presa in giro.

E mentre stava cadendo al suolo Ezio si fermò all'improvviso,guardò nella sua direzione e subito dopo con un veloce movimento del braccio sinistro,lo alzò verso di lui e subito dopo,sparò.

Un piccola esplosione,proveniente in direzione del mentore fece eco nella zona,un piccolo scoppio e una leggera zaffata di polvere da sparo arrivò alle narici di Sesshomaru,istintivamente Sesshomaru posizionò la spada di fronte a lui nel tentativo di difendersi,ma la velocità della caduta è l'accelerazione del proiettile verso il bersaglio rendeva difficile individuare l'esatta traiettoria del piccolo pallino di ferro.

Infatti; non andò come desiderato,un momento prima che il colpo raggiungesse il volto lo yokai cambiò all'ultimo la posizione del filo della spada,ma con il movimento improvviso della lama e l'angolazione della stessa,riuscì a deviare di poco il colpo,il proiettile passò vicino ad una tempia,lasciando così un graffio sulla pelle,era stato fortunato,avrebbe potuto compromettere un occhio,se non addirittura perderlo.

Atterrò in piedi e subito dopo si inginocchiò;,facendo ciò per attutire l'impatto col suolo,ma non si era ancora ripreso dal colpo che subito vide qualcosa andargli incontro,era Ezio è questa volta sembrava aver cambiato strategia.

Gli si avventò contro con una rapidità allarmante,ancora una volta Ezio teneva la spada con fare leggero,menando fendenti con la sola punta,ma prontamente Sesshomaru si rimise in piedi rispondendo alle stoccate indietreggiando,facendo uso di un approccio più difensivo,cosa strana dato che non era abituato ad indietreggiare.

Tuttavia se la cavava veramente bene,brevi spostamenti con Bakusaiga gli permettevano un risultato eccellente con il minimo sforzo,gli bastava deviare i colpi per impedire di essere colpito,cosa che in quel momento gli risultava veramente facile.

- A quanto sembra hai finito di scappare e hai iniziato a combattere sul serio,posso solo sperare che hai finito con le tue solite scemenze.

Disse Sesshomaru nel tentativo di irretire l'assassino.

- Disse quello che si sentiva una spanna sopra gli altri,così impegnato a combattere contro il mondo intero da non rendersi conto che l'avversario più ostico era la sua ignoranza,gli veniva troppo facile arrabbiarsi e gli era troppo arduo comprendere di essere più umile con se stesso.

Entrambi colpivano alla medesima velocità con cui paravano i colpi,entrambi erano in posizione di stallo e nessuno sembrava riuscire a prevalere sull'altro,l'intensità dello scontro era tale che nessun sembrava voler intervenire di nuovo nel loro duello,i colpi che si susseguivano,le parate e le schivate,i piccoli movimenti che cambiavano l'andamento del combattimento.

Due forme differenti di combattere,due modi diversi di pensare,due punti di vista in perfetto contrasto tra di loro,ma c'era una cosa che avevano in comune,entrambi non si tiravano indietro.

Infondo,quello scontro tra loro due,non era forse la continuazione del loro primo incontro? Era naturale pensarlo,infondo,erano stati interrotti da una bambina,proprio nell'esatto momento del colpo finale.

Quello stavano facendo li,tra quei ruderi,era la conclusione dei fatti,la vittoria non sarebbe stata un impresa semplice da realizzare.

Sesshomaru,deciso ormai di cambiare la situazione passò ad un contrattacco piuttosto originale per lui,parato l'ennesimo colpo di spada dell'assassino,Sesshomaru vide bene come difendersi da quei colpi di punta così; poco consoni ai classici colpi della sua terra natia.

Vedendo arrivare l'ultimo affondo di spada,si scansò all'ultimo minuto dietro il braccio dell'assassino,così da non poterlo raggiungere e in un rapido scatto prenderlo per la collottola della lunga giacca bianca e con l'aiuto della sua forza naturale,lo lanciò contro la pietra più vicina.

Lo slancio fu così forte da muovere le gambe dell'assassino per giocoforza,spinto da una potenza che non gli permetteva di cambiare strada,ma se lo yokai si aspetta un umano messo all'angolo,si sbagliò di grosso,visto che cambiò la situazione in suo vantaggio.

La forza con la quale il fiorentino era stato lanciato fu tale che l'unico modo per evitare lo scontro fu un espediente nato sul momento ma realizzabile solo grazie al suo allenamento,prima ancora che il suo volto si scontrasse con la nuda roccia,appoggiò per tempo un piede su una roccia,poi un altro e subito dopo effettuare una piccola rincorsa sulla parete,il risultato fu sensazionale,aveva corso sulla roccia e adesso si ritrovava sulla sua cima.

Ezio si girò in direzione dello yokai sfoggiando un sorriso tipico del suo stile.

- Vedo che ogni tanto la testa la usi anche tu,sono sorpreso,dico davvero.

- Finiscila di fare lo scemo e scendi,così vediamo se ti senti ancora così spiritoso.

- Beh,sono spiacente amico mio,ma prima dovrai prendermi.

A quel punto Ezio saltò su un altro roccia,ed un altra ed un altra ancora e così via,Sesshomaru non se lo fece ripetere due volte e con un balzo decise di inseguirlo,atterrando anche lui su una roccia per poi imitare il maestro assassino,deciso ad infilzarlo come mai prima d'ora.

Ezio dal canto sua voleva inseguire ed infatti fu ciò che accadde,Sesshomaru lo stava seguendo ma percorrendo una serie di roccie accanto alla sua,tentando così; di fiancheggiarlo,doveva ammettere che era molto veloce,certo a differenza sua il ragazzo non indossava protezione di alcun tipo,per contro Ezio aveva deciso di combattere indossando le protezioni metalliche che ovviamente lo rendevano più pesante,tuttavia,nonostante fosse sulla quarantina era un uomo forte,temprato da anni ed anni di allenamento intenso,di corse sui tetti,di rincorse rocambolesche e fughe che avrebbero stancato buona parte degli inseguitori più tenaci.

Si poteva dire che in quanto ad energia e forza fisica non lo si poteva di certo considerare un umano comune,forse nemmeno per quello strano mondo in cui si trovava ora era da considerarsi un uomo nella norma,poter tenere testa ad uno yokai non era qualcosa che poteva fare tutti,ma a lui,per quello che ne sapeva era un ragazzo dalla lunga chioma argentata,con due occhi color dell'oro,due orecchie da elfo,come le avrebbe chiamate lui e per finire,il suo pessimo caratteraccio.

L'assassino sapeva perfettamente che per quanto avrebbe corso quel ragazzo lo avrebbe raggiunto prima,ma lui lo sapeva bene,ecco perché era in vantaggio su Sesshomaru,lui cercava di anticipare le mosse del ragazzo e lo yokai non faceva nulla a riguardo,anche se lui dubitava che se ne fosse reso conto,avrebbe aspettato il momento giusto e poi avrebbe contrattaccato,ormai era solo questione di secondi prima che se lo ritrovasse addosso.

Sesshomaru si stava avvicinando ad Ezio nella maniera e nel tempismo che quest'ultimo si aspettava,era li,al suo fianco,sull'altra pila di monoliti,lo avrebbe affiancato e poi lo avrebbe colpito il più velocemente possibile,un classico approccio di Sesshomaru,molta forza,ma poca fantasia.

Stava preparando l'attacco,lo slancio era pronto,Bakusaiga era pronta e Sesshomaru era intenzionato a finire il tutto,per contro Ezio era pronto a scattare sulla difensiva,avrebbe usato la lama celata di sinistra per poter contrattaccare,parando di spada e colpendo a sorpresa con l'altra mano,idea semplice,ma efficacie e rapida da eseguire.

Ma proprio quando entrambi erano convinti di poter fare la loro mossa,intervenne per la seconda volta un altro imprevisto e questa volta molto affilato.

All'inizio fu uno solo,un oggetto sottile,piatto,indirizzato contro il fiorentino,lui se ne accorse all'ultimo e lo schivò in tempo,nè arrivò un altro questa volta diretto a Sesshomaru,lui lo deviò subito,una seconda sorpresa non prevista.

Ma non ci volle molto per capire cosa fossero,era pugnali,Ezio li riconobbe,dato che ne aveva una decina con se,nascosti sotto la veste,anche se avevano una forma differente dai suoi,si capiva benissimo che fossero concepiti per lo stesso scopo,uccidere sulla distanza.

Subito dopo ne cadderro altri,a centinaia,per istinto entrambi saltarono di sotto in cerca di un riparo,ma stare fermi non li avrebbe aiutati di certo,visto che quelle piccole armi da lancio venivano lanciate da tutte le parti,dovevano spostarsi e alla svelta.

Ebbero l'idea di correre dritti destreggiandosi tra le grandi pietre attorno a loro,correvano in modo quasi casuale,le lame ogni tanto passavano vicino al volto,oppure rischiavano di colpire punti importanti,come il petto oppure le gambe,buona parte dei colpi veniva schivata,mentre gli altri ho finivano contro le rocce,colpivano terra o ancora venivano deviati dalle lame di entrambi gli sfidanti.

Correvano,erano abbastanza veloci dal potersi spostare senza eccedere con le energie rimanenti,ma non smettevano di perdersi di vista,entrambi non vedevano l'ora di finirla una volta per tutte.

I pugnali smisero di cadere,tutto ad un tratto,senza alcun preavviso,proprio come lo fu il l'iniziativa di Ezio,che pensò bene di fare la sua mossa,estrasse dalla giacca uno dei suoi pugnali personali e lo lanciò verso Sesshomaru,ovviamente lo yokai parò; il colpo,che a suo avviso era stato tirato in una maniera fin troppo ovvia,cosa che gli rese facile capire la traittoria dell'attacco.

E fu qui che si lasciò trarre in inganno,improvvisamente Ezio scattò in avanti,tale fu la velocità dell'azione che quando Sesshomaru distolse l'attenzione dal pugnale si accorse solo dopo che il fiorentino era arrivato a metà della sua corsa,lo vide balzare verso di lui,come un rapace,che libra verso il cielo,per por atterrare in picchiata sulla preda,le gambe sollevate,il braccio sinistro verso l'alto,mentre la lama,spinta dal meccanismo a scatto posta sotto il braccio,usciva,mostrandosi in tutta la sua lunghezza,l'intenzione era seria,il colpo sarebbe stato accurato.

E questa volta Sesshomaru,non era pronto per reagire,il movimento fatto con Bakusaiga per deviare il pugnale fu ampio,cosa che lo rese momentaneamente vulnerabile,il petto era scoperto,le braccia aperte,la difesa inesistente.

Stava per scendere su di lui e per la prima volta dall'inizio del combattimento si sentì vulnerabile,non un pensiero,non un idea,nulla passava per la testa,non c'era niente che potesse fare per impedirlo.

Un ginocchio si scontrò poco sotto il pomo di adamo dello yokai,che non aspettandosi quella mossa,non riuscì a trattenere la forza dell'impatto,novanta chili d'umano,divisibili in carne e armatura,lo fecero sbilanciare,cadendo a terra senza poter fare più nulla.

Il momento passò troppo velocemente,la testa era vuota,non sapeva cosa pensare,vedeva solo quella lama che si stava avvicinando alla sua trachea,tutto sarebbe finito in un attimo.

Ma all'improvviso accadde qualcosa,un ultimo intervento,dall'ultima persona che allo yokai potesse mai venire in mente.

Un urlo improvviso,una donna,riconobbe la lunga chioma dai colori freddi e una asta trasparente tra le mani,era Toran.

Ovviamente anche Ezio si accorse in tempo della cosa,guardò in alto e la riconobbe subito,istintivamente fece forza sulle gambe e si gettò di lato.

Nel tentativo di colpire il fiorentino,la ragazza colpì un punto vicino al costato di Sesshomaru,ma subito il colpo andò a vuoto.

Ezio si alzò per tempo mantenendo comunque la lama estratta e la spada in mano,pronto ad aspettare che la ragazza si facesse avanti,non si aspettava di certo il suo intervento in quella faccenda,ma poteva sospettare perché fosse arrivata in suo soccorso.

Toran si rialzò immediatamente,pronta a combattere contro Ezio,ma appena si rimise in piedi sentì qualcosa prenderla per la caviglia,lei si girò e vide chi era.

Era Sesshomaru,che la stava trattenendo.

- Sesshomaru...

Lui alzò lo sguardo verso di lei.

- Toran,allontanati.

- Ma io...

- Se provi del rispetto per me,allontanati...

Lo sguardo di lui non sembrava duro,minaccioso o tagliente,sembravano più simili al giorno prima,nella grotta,quando lui le stava sopra e lei non poteva togliersi,ora e lui quello a terra e lei quella in piedi,eppure quella richiesta le sembrò quasi una supplica,a quel punto non poté fare altro che acconsentire.

Le si allontanò di poco dalla traiettoria di Sesshomaru,lasciando spazio al suo campo visivo e potendo tornare ad osservare la figura dell'assassino.

Si rimise in piedi e puntando la spada contro Ezio disse...

- Tu sai come questa storia andrà a finire,io o te,non è così Ezio?

Il fiorentino se ne restò in silenzio,la spada in una mano,la lama nell'altra,il cappuccio copriva la visuale sugli occhi,ma gli si poteva leggere in volto che anche la sua era una calma apparente,non era più il tempo degli scherzi e delle prese in giro,erano giunti al momento cruciale dello scontro,l'ultimo attimo prima della fine.

- Esattamente.

- Com'era ovvio che fosse,eppure,sarò io a decidere come andrà a finire.

Detto questo cominciòa portare la spada verso l'alto,il suo sguardo ora si era fatto di ghiaccio,occhi pieno di orgoglio e di sicurezza in se stesso,Ezio dal canto suo rimase fermo,pronto ad un altro scatto improvviso,pronto a rispondere al colpo,ciò che sarebbe accaduto avrebbe posto fine allo scontro.

Sesshomaru fece un veloce movimento di mano,abbassò la spada il più rapidamente possibile e poi...sorpresa.

La lama si conficcò al suolo,nessun attacco,nessun raggio sprigionato da Bakusaiga,solo quello è nulla più poi si tolse il cappuccio dalla testa mostrando a tutti un espressione fiera e spavalda.

Silenzio di tomba,nessun fiato,nessun rumore,nemmeno la foresta si fecero sentire,le mani dello yokai erano vuote,ora era scoperto,eppure sapeva esattamente quello che stava facendo è mai decisione gli fu più chiara di quella.

- Sesshomaru,cosa stai facendo?

Chiese Toran impallidita dal gesto inaspettato.

- Dichiaro la mia sconfitta,qui ed ora.

- Ma così ti ucciderà.

- Se e la morte quella che vuole darmi,faccia pure,infondo me ne sono reso conto quando mi ha buttato a terra,fin dall'inizio di questo scontro il vantaggio e stato suo,sapeva come mi sarei comportato,sapeva come avrei combattuto,sapeva persino come avrei reagito e in quale punto mi sarei reso più vulnerabile,no Toran,avevo perso,lui ha solamente prolungato lo scontro.

- Come fai a dirlo con certezza? E anche se fosse non è una buona ragione per arrenderti,tu sei un abile guerriero,lo so,ti ho visto combattere.

- Eppure non c'è stato un solo momento in cui ho avuto un vantaggio su di lui,se non fossi intervenuta mi avrebbe finito,non sono un combattete così abile come credevo,quindi se sono così debole e chiaro che non ha più alcuna ragione continuare in questo modo.

A quel punto lo yokai si rivolse ad Ezio.

- Hai vinto,te lo concedo,ora finisce pure la tua opera,almeno andrò all'altro mondo con dignità.

Alla fine di quelle parole Ezio si mosse verso lo yokai,aveva ritratto la lama e col cappuccio ancora calato sugli occhi,la sua intenzione era ovvia,la sua calma sembrava gelare l'aria stessa,come se già non facesse freddo e quando giunse di fronte a Sesshomaru,Toran non volle sentir ragioni e si frappose tra loro due.

- Prima di prendere lui,dovrai passare su di me.

Ezio rimase perfettamente calmo,silenzioso,la grande figura del maestro assassino che stava facendo era a dir poco impeccabile.

Poi se ne uscìcon una frase che nessun si aspettava.

- Ragazza del ghiaccio,ho un favore da chiederti,potresti consegnarli questa da parte mia?

Ezio mise una mano dentro la veste e n'è estrasse un oggetto lungo,sembrava un pezzo di metallo appuntito,avvolto in un sostegno di legno e con piccoli mezzi metallo dentellati,sotto vi erano anche dei laccetti.

- E un regalo da parte mia,per me vuol dire molto,per lui vorrebbe dire ancor di più.

Lei istintivamente lo prese e prima che potesse dire qualcosa lui ricominciò a parlare.

- Un ultima cosa,stagli vicino,lui ha bisogno di te più di quanto tu possa credere,solo che ancora non lo sa.

E con queste parole si girò e si allontanò ,diretto verso chissà dove.

- Ezio.

Sentì di nuovo quella voce,era Sesshomaru,che lo aveva chiamato,non con tono di sfida,sembrava una voce più tranquilla,più rilassata,per tanto si girò ancora una volta verso il ragazzo.

- Perché lo fai? Ho perso.

- Ricordi cosa avevo detto prima? perdi e ti prometto che non vedrai il sole tramontare,infatti siamo in una foresta,con tutti questi alberi dove diavolo lo vedi il tramonto?

Sesshomaru non riusciva a crederci,quell'umano gli stava veramente dando una risposta così letterale? Era una chiara minaccia di morte quello che aveva sentito e cosa aveva fatto Ezio? Stava giustificando quella scelta di parole in una maniera così stupida.

E proprio quando Sesshomaru stava per replicare,Ezio lo anticipò
- Non gettare la tua vita invano,essa e preziosa,unica,si rispettoso verso di essa,perché e grazie a lei che sei giunto fin qui,per noi assassini questa e la lezione più importante che impariamo quando riceviamo la lama.

E detto questo semplicemente se ne andò,lasciando indietro i due yokai.

Ora che tutto aveva avuto termine,Sesshomaru sentì qualcosa,nel petto,un grande peso che si teneva dentro da molto tempo era sparito,si sentì più leggero,quel combattimento lo aveva aiutato a scaricare tutta la rabbia,la frustrazione e l'ansia che quelle settimane gli avevano messe addosso.

Certamente Akira restava l'obiettivo primario della sua attenzione,ma adesso si sentiva molto meglio,era da tempo che non si sentiva più così.

- Toran...

Fu lui a fare il suo nome,mentre lei,presa dai suoi pensieri,si girò nella direzione dell'inuyokai.

- Io torno al villaggio...vuoi venire con me?

La ragazza rimase un po' titubante per poi far comparire un piccolo sorriso sul suo volto.

- Certo.

E fu così,che una volta recuperata la spada da terra,il cane e la pantera tornarono al villaggio,mentre gli assassini tutt'attorno accogliano in coro l'arrivo di un nuovo confratello nelle loro fila.

Grande fu il boato di voci che scosse il bosco,tanto forte da far scappare tutti gli animali nelle vicinanze ed intanto il cielo,si stava già riempiendo dei colori del tardo pomeriggio,segnando ormai la fine di una giornata piuttosto intensa.


Poco più ardi,al villaggio degli assassini.


Tutti si ritiravano per la sera quando ormai i due yokai stavano tornando a casa,dato anche il fatto che nella stagione fredda il sole,ovviamente,scendeva prima,era incredibile come per quanto tempo avesse combattuto lui e l'assassino sentiva che fossero stati a malapena una mezz'ora.

Era la seconda volta che incrociavano le lame e doveva ammettere che rifarlo era stato una bella sensazione,certo,lui non provava chissà quale simpatia per quell'umano,ma doveva ammettere che era un guerriero unico nel suo genere,si era accorto troppo tardi di come per tutto il tempo Ezio aveva sfruttato,non solo la forza fisica e l'abilità nel combattimento,ma anche una certa dose di furbizia e una sfrontataggine senza pari avevano fatto la loro parte.

Ezio era un combattente eccezionale,ma era troppo orgoglioso per ammetterlo e certamente non aveva alcuna voglia di farlo,che cosa ci avrebbe guadagnato? Nulla,tutto qui.

Era questo il suo pensiero,quindi,anche se adesso faceva ufficialmente parte della setta degli assassini,il suo atteggiamento con Ezio non sarebbe cambiato,non gliela avrebbe data vinta,mai e poi mai.

Ma ora basta pensare a lui,doveva smettere,era chiaro ormai che c'era una persona più importante alla quale pensare,caso volle che quella persona in quel momento era al suo fianco.

Era lei,che fino a quel momento gli era stata vicino,lei che aveva cercato di aiutarlo,lei che era saltata da chissà dove per salvarlo all'ultimo,anche se probabilmente Ezio non aveva mai avuto nessuna intenzione di ucciderlo,ma era intervenuta e lui,l'aveva trattata male.

L'aveva respinta,aveva offeso i suoi buoni propositi e l'aveva lasciata li,c'era una sola parola per descrivere il suo comportamento: Disonorevole,ecco cos'era stato nei suoi confronti.

Entrarono nella loro piccola dimora e appena la porta si chiuse Sesshomaru si rivolse alla pantera.

- Toran,riguardo a questa mattina io....

- Sesshomaru...

- Aspetta,lasciami parlare...

Disse lui facendo segno con la mano di fermarsi.

- Io...non mi sono comportato nel migliore dei modi,sono stato scortese nei tuoi confronti,tu volevi aiutarmi e col mio comportamento ho insultato la tua dignità nonostante ciò sei intervenuta in mio soccorso,io...quello che sto cercando di dire è....

- Tranquillo,la colpa è mia,sono stata troppo invasiva,avrei dovuto lasciarti i tuoi spazi,mi spiace non averli rispettati e solo che tu sei sempre così distante,non ti lasci mai avvicinare da nessuno,volevo capire come aiutarti nello stesso modo in cui hai aiutato me,comunque,penso che la parola che tu stessi cercando era grazie.

- Si...io non ho più niente da dire a riguardo,quindi,penso che sia tutto.

- Bene,più tardi ti va di tornare al fiume?

Disse lei tutto in colpo,per poi coprirsi la bocca con una mano,come se volesse voluto trattenere un pensiero,che per sbaglio gli era sfuggito.

- Volentieri.

Disse lui prontamente e lei subito si lasciò sfuggire uno sguardo felice.

Finalmente il loro rapporto sembrò essere tornato saldo,se non essere addirittura migliore di com'era fino a quella mattina,qualcosa era certamente cambiato nella loro complicità.

Chissà.

Forse,la spada aveva trovato il suo fodero.

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Capitolo 49
*** La scala ***


Quella stessa sera, al villaggio degli assassini.

Dopo la sconfitta per mano del maestro assassino Ezio Auditore,Sesshomaru e Toran tornarono al fiume,una pallida luna illuminava il fiume  riempiendo la zona di una flebile luce,ma che comunque dava la giusta atmosfera che entrambi cercavano.

Erano entrambi appoggiati al medesimo albero di quella mattina,l'uno accanto all'altra,nessuna parola,nessun argomento,solo il lento fluire della corrente,c'era solo pace,non c'era stato bisogno di inventarsi chissà quale scusa per andare li,no,per Sesshomaru era stata sicuramente una lunga giornata e quindi un momento per rilassarsi gli serviva proprio,invece per Toran era stato differente.

Era stata in giro a rimuginare sugli avvenimenti accaduti,mentre per caso si era imbattuta in alcune pantere,si misero a parlare del più e del meno e di come ci si sentisse a far parte della confraternita,cosa che lei ancora non comprendeva,anche per lei era un mondo fuori dalla sua comprensione,poi,proprio mentre si stava confrontando con alcuni suoi simili,qualcuno aveva fatto passare la voce di un combattimento in mezzo ai vecchi ruderi nella foresta,quando capì chi potesse essere uno dei duellanti corse subito a nella direzione in cui si stavano muovendo tutti.

Il resto era storia.

- Posso farti una domanda?

Chiese all'improvviso l'inuyokai.

-Certo.

-Perché hai cercato di salvarmi?

Un espressione di angoscia cominciò a posarsi sul suo viso,ma lui subito se n'è accorse e subito intervenì.

- Sia chiaro,non c'è lo con te e solo che mi è sembrato strano che intervenissi in mia difesa,non ho meritato il tuo aiuto,avrei dovuto capire fin da subito come ragionava quell'umano e invece mi sono lasciato imbrogliare così facilmente...sono un debole.

- TI SBAGLI.

Disse lei di getto,come in preda ad una forte emozione.

- Toran... 

Lui non si aspettò una reazione simile,perché mai quello scatto d'ira improvviso? Non riusciva a comprenderlo,per cui rimase interdetto.

- Tu sei un grande combattente,ti ho visto oggi,il modo in cui ti sei impegnato,non ti ho mai visto impegnarti così tanto con un avversario,tu hai combattuto lealmente e al massimo delle tue capacità,se Ezio ha voluto imbrogliare allora e lui il vero sconfitto e quindi tu risulti come vero vincitore,hai usato solo la tua spada e il tuo coraggio,questo vuol dire molto per me.

Sesshomaru,non poté certo ignorare quelle parole,era stato omaggiato per il suo senso della correttezza,per aver giocato secondo le regole e per aver perso con onore,in ogni altra occasione,se fosse stata un altra persona a dirlo,gli avrebbe risposto a modo.

Eppure,sapendo che era stata lei a dirlo non lo irritò,anzi,in una piccola parte del suo animo si sentì grato per questa prospettiva su di lui,quelle parole fecero sembrare la sua sconfitta come un qualcosa di più glorioso ed eroico di come non fosse in realtà,tuttavia,sentirlo dire gli alleggerì il senso di vergogna che provava verso se stesso.

Guardò Toran con sguardo sereno e quella sera,sotto quella luna,lui fece qualcosa che solo in rare occasioni,per non dire uniche,fece ad un altro essere vivente.

Le sorrise.

I suoi occhi color dell'oro si accompagnarono ad un sorriso,piccolo,fragile,in grado di tramutarsi in una delle sue classiche espressioni imbronciate,ma c'era.

E per lei,quell'espressione felice valeva più di tutti i territori e le ricchezze che il mondo potesse mai offrire.

- Vogliamo tornare al villaggio?

Disse lui alzandosi dalla sua posizione.

- Certamente.       

Anche lei si alzò pronta a tornare indietro,insieme al suo nuovo alleato.  

Tornati alla loro dimora,Sesshomaru come la sera prima,aspettò fuori dall'uscio,il tempo necessario per Toran di spogliarsi e mettersi sotto le coperte.

- Sesshomaru,puoi entrare se vuoi.

Lo yokai entrò come se nulla fosse,quando si accorse della magnifica visione che aveva davanti.

Lei era vestita di una lunga vestaglia di seta azzurra,la veste sembrava così sottile che il ragazzo ebbe l'impressione di poter vedere con chiarezza le forme della ragazza,non sapeva quasi che cosa dire,tuttavia non si sbilanciò troppo e rimase perfettamente statuario,almeno in apparenza.

- Adesso tocca a te.

Ma lei non fece nemmeno in tempo ad uscire dalla casa che lui iniziò subito a slacciarsi l'obi e a togliersi le calzature,Toran dal canto si imbarazzò come non mai,anche se certamente poteva già pregustare lo spettacolo che stava iniziando di fronte ai suoi occhi.

- Sesshomaru,che stai facendo?

Lui non rispose che già si era tolto il kimono e gli hakama mostrando il suo corpo in tutto il suo splendore,il petto gonfio e le braccia allenate,il ventre tonico e le gambe muscolose erano diventate gioie dei suoi occhi,prontamente lei si era girata imbarazzata,anche perché vederlo solo con l'intimo,sarebbe stata un emozione troppo forte.

- Mi sto cambiando per la notte,ecco cosa sto facendo,personalmente non capisco perché dovremmo aspettare l'uno il turno dell'altro,ormai siamo adulti,non  ragazzini.

- Capisco,però...potevi almeno avvertire.

Lui non sembrò allarmarsi più di tanto della cosa,anche se infondo forse era stato un po' indelicato,aveva compiuto quell'azione senza alcun preavviso e di certo lei non aveva retto alla cosa nel migliore dei modi.

Vederlo li,senza vestiti era una cosa che solo in qualche momentanea fantasia si era solo immaginata di vederlo così,in quel modo così glorioso e con delle maniere così rudi,cominciò a sentirsi accaldata,vampate di calore dilagavano lungo il corpo,facendola arrossire fino a farla sembrare un tizzone ardente,altro che bagno freddo,per tornare del suo colorito originario avrebbe dovuto buttarsi nel fiume di poco fa e poi far congelare l'acqua tutt'attorno.

Lei si mise immediatamente sotto le coperte del futon,restando girata a fissare il muro,con quale coraggio poteva vederlo in faccia mentre i suoi occhi avrebbe rischiato di esaminare con attenzione ogni particolare di quel corpo statuario?

Decise di non pensarci e di chiudere gli occhi,prima si sarebbe addormentata meglio era.

- Toran...

Lei si girò immediatamente in direzione dell'inuyokai,lo vide li,sotto le coperte a fissare il soffitto.

- Dimmi.

- Ho una proposta da farti,ti va di ascoltarla?

- Ti ascolto.

- Vorrei che tu fossi la mia compagna di viaggio.

- Cosa?

Chiese lei incredula a quelle parole.

Lui in riposta a quella reazione ruotò la testa verso di lei fissandola intensamente,lei dal canto si sentì sciogliere da occhi così rigidi e fermi,quasi comandassero di avere la sua attenzione.

E lei l'avrebbe data volentieri.

- Non posso fidarmi di nessuno qui,da un pò di tempo mi sono reso conto che stanno accadendo cose troppo strane:Akira,gli assassini,la voce dentro la mia testa,le rovine dentro la montagna e...

- E cosa?

- Quella statua.

- Ah si...quella.

Sesshomaru rimase in silenzio,si aspettava un espressione stupita,addirittura stupefatta,invece lei accolse la notizia come se fosse una cosa già saputa,come se stesse rivelando un segreto a qualcuno che lo conosceva già.

- Dopo che te ne sei andato dalla città in rovina,avevo intenzione di chiedere a quei cosa fosse successo,poi l'ho vista anch'io,Ezio e Yuki mi hanno solo detto che c'era stata un discussione,ma non hanno voluto dirmi altro,Sesshomaru,cos'è successo veramente.

- Fosse così facile spiegarlo e comunque,adesso sono stanco,ho avuto una giornata piuttosto impegnativa.

- Si certo,buona notte.

Lei si girò verso l'altro lato,ma non fece in tempo a chiudere gli occhi che subito un altra parola la richiamò a se.

- Toran.

- Cosa c'è?

- Non mi hai ancora risposto,vuoi diventare la mia compagna di viaggio?

Lei si fece un attimo titubante,chiederglielò così,di tutta fretta,senza alcuna gentilezza,senza alcuna smanceria,solo il freddo e diretto approccio che solo lui era in grado di usare,ma a lei certo la cosa non dispiaceva,non troppo almeno.

- Si.

- Bene,almeno adesso so che potrò dormire notti più sicure,con te che mi guardi le spalle.

E detto questo si girò dall'altra parte,ignorando totalmente la reazione della pantera,chiuse gli occhi e si preparò a dormire sonni tranquilli.

Anche si girò dall'altra parte,nel tentativo di coprire il rossore delle sue guancie,davvero riponeva in lei così tanta fiducia? Cosa doveva pensare di questa rivelazione?

L'unica cosa che sapeva e che quella notte rischiava di divenire insonne,poichè per brevi tratti la sua immaginazione cominciò a viaggiare per desideri lontani,situati nei meandri dei suoi istinti primari,cominciò a pensare di come se i loro futon fossero stati più vicini,di lui si fosse rivolta a lei con parole più dolci,mentre alzava le coperte e si infilava nel suo letto,senza che lei potesse far nulla per impedirlo.

Senza che lei volesse impedirlo.

E Sesshomaru,una volta sopra di lei,gli tenesse ferme i polsi con le sue mani da guerriero e improvvisamente avvicinasse le sue labbra alle sue ed infine....

No,non voleva pensarci,non aveva il coraggio di immaginare oltre e subito cercò di distrarsi cominciando a pensare ad altre,preferendo non approfondire ancora su tematiche a lei così delicate,non volendo sfiorare la superficie di pensieri così romantici,che rischiavano di sfociare in immagini più selvaggie.

Lui,più brutale,animalesco ed istintivo,che le strappava le vesti in un sol colpo e poi...

- Basta,smettila....

Si disse lei,preferendo interrompere li un susseguirsi di immagini che a stento riusciva a tenere a freno,stato meglio fermarsi li.

E la notte passava tranquillamente....o almeno così sembrava.

Sesshomaru,si sentì riposato e così facendo aprì gli occhi.

Peccato che non fosse più nella casupola di legno,era tornato li,su quella spiaggia.

E sempre li vide quell'uomo seduto in riva al mare,sentì di nuovo il suono delle onde infrangersi sulla battigia,mentre un leggero vento gli scompigliava i lunghi capelli.

- Vedo che ti sei dato da fare contro quell'Ezio,peccato che tu non abbia vinto,sono dispiaciuto,dico sul serio.

- Perchè sono di nuovo qui?

- Probabilmente la tua coscenza riteneva giusto farti tornare qui,ma se mi chiedi il motivo esatto non saprei dirlo,ma dubito che sia qualcosa di banale,gli ultimi eventi nè sono una conferma.

- Spiegati meglio.

- La tua visione della città nella montagna,il tuo confronto con Toran nella antica sede degli assassini,la statua che tanto ti assomiglia,le verità apprese da Yuki ed Ezio sotto la casa del libro ed infine,il tuo scontro nella foresta per entrare nei ranghi della confraternita,gli eventi si sono messi in moto e la tua connessione con questa storia.

- Perché questa connessione dovrebbe essere così importante? Cosa c'entro io in tutto questo?

- Te l'ho già detto Sesshomaru,posso indicarti la via...

- Ma spetta a me scegliere se percorrerla o meno,peccato che io non vedo nessuna strada,vedo solo misteri ed inganni,si frappongono sul mio cammino come fili d'erba in un campo.

- Eppure lei è l'unica realtà nella quale hai deciso di credere fermamente.

Il ragazzo non riuscì a ribattere a quella parole,sapeva bene dove stava andando a parare,parlava di Toran e di come il loro rapporto si era solidificato,reso più saldo da una fiducia reciproca.

- Hai già compiuto il primo passo verso la strada che ti sei prefisso di percorrere,ma l'obiettivo finale e ben lungi dall'essere intravisto,lei ti è stata più di aiuto di quanto tu possa credere,in futuro lei ti potrebbe essere più utile di quello che pensi.

- Ha dato prova della sua onestà,ha la mia stima,questo dovrebbe dire molto su cosa penso di lei.

- Dice molto,ma non dice tutto,comunque,penso che tu debba proseguire,restare qui troppo a lungo,non ti fa bene,anzi,restare in questo luogo e più nocivo di quello che pensi.

- Come se avessi scelta,tranquillo,me ne vado il prima possibile.

E detto ciò si incamminò di nuovo per la spiaggia,si girò un ultima volta verso Jin e vide che era ancora li,a fissare il nulla,restando seduto li,con lo sguardo che guardava chissà dove,ma non poteva dirlo con certezza,visto che sotto il cappuccio non lo aveva mai visto.

Ora che ci pensava era strano,o meglio,era strano in modo particolare,era la seconda volta che lo trovava in quella posizione,la cosa di certo lo incuriosiva.

- Posso farti una domanda?

- Certo.

Disse Jin senza nemmeno voltarsi.

- Cosa stai facendo?

- Aspetto.

- E cosa di preciso?

L'assassino girò di poco la testa.

- Qualcosa di brutto.

Sesshomaru rimase stranito da quella risposta,che cosa intendeva dire con un imprevisto?

Ad ogni modo si era stancato di star li senza fare niente,decise di allontanarsi,incamminandosi verso l'uscita di quello strano mondo che era dentro di lui.

Era da un paio di minuti che camminava,ogni tanto guardava verso l'orizzonte in cerca di qualcosa,forse di una risposta,di una spiegazione,di una logica dietro quel mondo senza senso che gli era attorno.

Il mare,la spiaggia,il cielo azzurro e basta,nulla di più,perché mai quell'ambiente avrebbe dovuto trovarsi li,nella sua testa? Che ci fosse realmente un mondo nascosto nella sua testa,vivido e tangibile? Oppure era il frutto della follia di quella trama che stava diventando la sua vita,è lui stava perdendo il lume della ragione? Forse nemmeno Jin era reale e si stava sognando tutto.

Ma come poteva essere un sogno così vivido,non aveva senso,a quale scopo una fantasia bella e buona poteva creare un ambiente così dettagliato?Il mare sembrava realistico,poteva persino sentire l'odore del sale salire su per le narici,la sabbia sembrava vera,tanto che i suoi piedi affondavano di pochissimo ad ogni passo compiuto.

No,non poteva spiegarselo,ma allora perché accadeva? A quale scopo? A quale fine tutta questa cosa?

Non poteva spiegarsi nemmeno questo e la cosa lo faceva impazzire.

Eppure,ora che il suo rapporto con Toran era migliorato poteva notare,come ora lui fosse più calmo,più controllato,meno irrequieto,forse era stato un bene che fosse lei a sorvegliare il suo sonno.

Certamente non l'avrebbe costretta a stare sveglia per lui,non era certo la sua schiava e tanto meno avrebbe mai voluto che fosse così,ma almeno ora sapeva di non essere completamente solo,in balia di se stesso,ora sapeva che aveva almeno un alleato in quella tempesta di assurdità.

E la cosa lo faceva sentire bene.

Mentre era incentrato su i suoi pensieri si presentò davanti ai suoi occhi un altra bizzarria,diversi monoliti,molto simili a quelli nella foresta erano disposti su due file paralelle nel mezzo invece vi era un altro rettangolo,un altro ingresso per chissà dove,un altro varco per un luogo che di certo non avrebbe voluto vedere.

Ormai sapeva come funzionava,era tanto semplice quanto inquietante,sapeva cosa sarebbe successo,lui sarebbe entrato,il suo corpo si sarebbe ridotto in polvere e poi si sarebbe ricomposto da qualche altra parte,stesso schema,stessa incredulità,stesso senso di oppressione.

si incamminò verso l'ingresso e nel farlo finì in mezzo alle grandi pietre a suoi lati,su di ognuna erano rappresentati segni,incisioni,strane figure umanoidi e disegni dalla forma arcaica alla quale non sapeva dare spiegazione,forme stilizzate e primitive dai significati complessi,ammesso che ne avessero uno.

E mentre si avvicinava allo strano ingresso si accorse di una luce provenire dalla sua mano destra,era il segno,quello comparso nelle rovine sotto il castello di Akira,in quei due giorni se n'era quasi scordato,cosa normale,dato che in due giorni la sua attenzione era stata incentrata su altre cose.

Ormai era qualche passo dalla porta rettangolare,avanzò,sarebbe andato avanti,cosa che aveva sempre fatto e che da sempre gli sarebbe riuscito bene,ma qualcosa lo bloccò di colpo,attirando la sua attenzione.

Con la coda dell'occhio,più in la nella sabbia,gli parve di vedere qualcosa che prima non c'era,come se fosse comparsa all'improvviso.

Si girò e poi lo vide,alto,bello e innaturale come il giorno prima.

La statua nelle rovine,era li,in lontananza,come se stesse osservando lo yokai.

Un brivido si fece sentire lungo la schiena è una strana ansia si fece presente ai confini del suo autocontrollo,distolse lo sguardo dalla strana scultura ed entrò nella porta,lasciando che il suo corpo si sbriciolasse di nuovo,fino ad annullarsi completamente dal comune stato della materia.

Il suo corpo si ricompose in un nuovo luogo altrettanto bizzarro,si trovava in uno stretto corridoio,dai muri lasci,mentre una strana luce bianca scorreva attraverso tutto il soffitto.

Avanzò incerto,sapendo che era l'unica cosa sensata da fare,i suoi occhi si posarono su quella pietra naturale,non riconosceva lo stile architettonico,non che la cosa gli importasse molto,ma doveva ammettere che non era normale,come qualunque cosa che fosse li.

Arrivato in fondo vide una porta scorrevole,l'aprì e subito si ritrovò in un altro ambiente,anch'esso gli era familiare.

Era una piazzola,il terreno era verde,erba tagliata con cura si estendeva per decine e decine di metri,mentre  tutt'attorno basse mura difensive circondavano la piccola area.

- Non ci credo,questa era l'area degli allenamenti,era qui che mio padre mi ha insegnato a tirare di spada,sono secoli che non pensavo più a questo posto.

Si,se lo ricordava bene,quel posto era pieno di molti ricordi,ricordi di apprendimento,di lividi,di rabbia e di lacrime represse,ma anche di bei momenti,quei pochi momenti condivisi col padre,alto,forte,sicuro di se,il modello di uomo che lui ha sempre voluto essere.

Fu li che prese in mano la sua prima arma,una spada di legno,certo,ora che ci pensava non'era nemmeno un granchè come arma d'offesa,ma alla sua prima lezione gli piaque fin da subito,era sua,questo bastava a renderla qualcosa di speciale,infondo era stato sua padre a donargliela.

- Allora Sesshomaru,fammi vedere quello che sai fare.

L'aveva sentita ancora,era la voce di suo padre,cercò con lo sguardo la presenza del padre,controllò dappertutto,persino in alto,accorgendosi così di un cielo completamente sgombro dalle nuvole,ma che tuttavia sembrava possedere un non so che di artificiale,di falso,emulazione di una parte importante della sua infanzia.

Subito quella frase cominciarono a farsi sentire anche altri suoni,colpi di spada,legno che picchiava su altro legno,anche stavolta c'ercò qualcosa,ma non vide niente,nessun scontro,nessun allenamento,solo suoni,nulla più.

Dopo poco smisero,subito sostituiti da una voce meno autoritaria e di gran lunga più giovane.

- Dannazione,ho perso.

- Sei amareggiato?

- Si

- E normale che tu abbia perso,questa e la tua prima volta e poi pensaci,io combatto da molto più tempo di te,ma non ti preoccupare,un giorno potremmo scontrarci alla pari,adesso Sesshomaru,c'è una cosa che vorrei chiederti.

- Cosa volete sapere?

- So che hai fatto altri sogni ultimamente,perché non me l'hai detto?

- Io....avevo paura.

- Di cosa?

- Di sembrare pazzo,padre....io non sono pazzo....vero?

E li la discussione finì,si interruppe su quella domanda,aveva ascoltato ogni singola parola,era più che sicuro che la voce di quel bambino fosse la sua,ma allora perché,non si ricordava nulla?

Non aveva memoria alcuna di quella conversazione,proprio come per la storia dei fogli,nemmeno quello si ricordava,adesso sapeva per certo che c'era un altra cosa che non quadrava,perché non ricordava nulla di tutto ciò? Perchè non corservava momori alcuna di quegli eventi in particolare?

E proprio mentre cominciava a chiedersi sulla cosa notò che c'era un altra porta attaccata ad uno dei muri,prima non l'aveva visto,ed era certo che prima non c'era.

Si diresse verso di esso ed entrò,ma prima di oltrepassare la soglia sentì un ultima frase.

- No,Sesshomaru....non lo sei.

E immediatamente sentì il bisogno di girarsi,ma ancora una volta non vide nessuno e semplicemente proseguì per la sua strada.

Si ritrovo in un altra strettoria simile a quella di prima, ma questa volta,c'erà una stretta scala di fronte a lui che portava verso l'alto,aveva un aspetto innaturale e gli scalini stessi sembrano scavati nella pietra stessa.

salì sul primo gradino e subito accadde qualcosa di decisamente inaspettato,accanto ai muri cominciarono ad apparire altri disegni,altre forme senza senso,immagini e figure che per lui non volevano dire niente.

Riprese la salita e nel mentre,altre parole arrivarono alle sue orecchie e questa volta sentì la voce dell'uomo che da poco nella sua vita odiava più di tutti.

- Inutaisho,sei venuto a farmi visita e non da solo a quanto vedo,c'é anche il mio paziente preferito.

Era Akira,e stava parlando proprio con lui,insieme a suo padre,perché mai non aveva memoria della cosa? Come faceva a non ricordarsi di un uomo simile?

- Akira,di spiace se rimango anch'io? Sai,oggi non ho molti impegni e quindi ti volevo chiedere se posso restare durante la visita.

- Ma certo,ovvio é tuo figlio,mi sembra più che giusto,prego accomodati,vorrei dirti di fare come se fossi a casa tua,ma visto che questa é una stanza del tuo castello,mi sembrerrebe paradossale dirtelo,comunque,mettiti comodo,ci vorrà un pò.

- Va bene.

- Allora signorino Sesshomaru,come si sente oggi?

Ora la discussione si era spostata su di lui,stava seriamente cominciando a preoccuparsi di cos'altro sarebbe riuscito a scoprire,tuttavia,non smise si salire quella strana scalinata.

- Come al solito,nulla di nuovo.

- Capisco,cominciamo con un serie di associazioni di parole,io dico una parola e lei risponde con un altra di sua scelta,per esempio,io dico cielo e lei dice...

- Azzurro.

- Perfetto,lei un bambino molto perspicacie,cominciamo....foglia.

- albero.

- Spada.

- Amica.

- Castello.

- Casa.

- Padre.

- Maestro.

- Madre.

- Distante.

- Sogno.

- Strano.

- Yonaguni.

Dopo quella parola Sesshomaru non sentì alcuna risposta,ancora quella parola,Yonaguni,l'aveva già sentita,l'aveva già vista,,possibile che quella parola,fosse così importante?

- Proviamo con un altra parola,precursori.

Nemmeno li ci fu risposta,cosa successe tanto da farlo ammutolire? Perché a quelle parole non dava una risposta,l'unica cosa che sapeva e che più saliva quelle scale e più si rendeva conto che in quel ricordo perduto stava per rammentare qualcosa che forse non gli sarebbe piaciuto.

Aveva questa sensazione,come se qualcosa di sopito dentro di lui,stesse per venire fuori,le sentiva nelle vene,nelle ossa,nella testa,lo sentiva dentro il petto,un istinto sconosciuto che pulsava a pari passo coi battiti del cuore.

- Ultima parola,tavoletta.

Il battito stava accellerando,la respirazione aveva raggiunta la velocità massima,ispirava ed espirava a ritmo sostenuto,come se avesse il fiato mozzo,cominciò a sentirsi affatticato,stanco,nauseato,sentiva i conati di vomito farsi più forti e mentre ciò accadeva,il mondo attorno a lui cambiava.

I muri si stringevano,il soffitto si abbassava,le immagini attorno a lui cambiavano,tramutandosi così in una sola ed unica parola.

Mostro.

Era scritto dappertutto,sui muri,sul soffitto,sui gradini,si guardava attorno e non riusciva più a respirare,si sentiva soffoccare e nel frattempo da sopra la scala apparve qualcosa di inquietante.

Sembrava un altra porta,ma non sembrava condurre da nessuna parte,solo un nero,oscuro,spazio vuoto.

- No,no io...non voglio.

Era di nuovo il Sesshomaru bambino a parlare.

- Che succede a mio figlio?

Era la voce di suo padre,sembrava preoccupata,preoccupata per lui,per suo figlio.

- Sta avendo un altra manifestazione,aiutami a tenerlo fermo,giusto il tempo di usare l'occhio....non permetterò che abbia un altra crisi.

Sesshomaru non riusciva più a capire cosa stesse succedendo,sapeva solo che era impotente,dolorante e immobile,come se il suo corpo non rispondesse più ai suoi ordini ed intanto la porta cominciò a fare qualcosa di strano.

Cominciò a scendere.

I gradini più in alto sembrano annullarsi al suo passaggio,come se si stesse postando autonomamente e consumasse tutto quello che aveva attorno.

Ogni gradino veniva consumato,ogni frammento nel muro si sbriciolava nel nulla,restava solo la porta,che si avvicinava lentamente,sempre di più,sempre di più,inesorabilmente sempre di più.

Lo yokai cercò ancora di allontanarsi,ma ancora non'è era tornato ad essere padrone del suo corpo,a quel punto percipì quella che pian piano era un sentimento che provava molto difficilmente.

La paura.

La paura si stava impossessando di lui,nulla aveva più senso,nulla era più sano li dentro.

Ormai era vicina,si stava avvicinando,poteva già sentire la parte nera di quell'entrata sfiorargli il volto,qualunque cosa ci fosse dentro,sentiva solo che lo inquietava,non sapeva perché,non sapeva come,sapeva solo che non voleva entrarci,che non doevva entrarci,mai e poi mai.

Ormai era la fine....è non poteva fare nulla per impedirlo.

Ma all'improvviso,accadde qualcosa.

Sentì qualcosa prenderlo per il collo e trascinarlo di peso all'indietro.

- VATTENE,NON SEI ANCORA PRONTO PER AFFRONTARLO.

Era la voce di Jin,era la sua,n'è era certo,non lo vide chiaramente poichè una luce improvvisa cominciò ad abbagliare tutto quello che lo circondava.

Riprese subito il pieno controllo del suo corpo e il suo unico istinto fu quello che lanciarsi in avanti,ora aveva pieno controllo.

Fu uno slancio fortissimo e subito si gettò in avanti,in quel momento riprese la sua vista,ma la scena che aveva davanti era un altra.

Un volto di donna,una mano stretta intorno ad una gola ed un altra con gli artigli lunghi fino all'inverosimile.

- Sessho...maru.

Era Toran è subito si accorse di quello che stava succedendo,la sua mano sinistra le stava stringendo la trachea mentre la destra era pronta a colpire.

Lasciò la presa e lei si mise sulle ginocchia e guardò lo yokai con l'intensità di chi era stata presa alla sprovvista.

La situazione di lui al momento era la peggiore immaginabile,i suoi muscoli era tesi al massimo,mentre i suoi occhi era rosso sangue e gli artigli pronti a colpire ad accenno di aggressione.

- Toran...

I suoi occhi cercavano la pantera e la trovarono,lei era,spaventata ed incredula per quello che era successo,lui invece sembrava in preda ad uno stato di delirio,come se avesse subito sulla sua pelle ogni pena dell'inferno.

- Toran,io...io non...

La vide subito andargli incontro e senza alcun preavviso le braccia di lei gli cinsero il collo,con fare affettuoso e delicato,lui era stato brutale e violento,stava cercando di reagire contro qualcosa non sapeva definire,eppure si era lanciato,era scattato con l'intenzione di uccidere sul colpo.

E invece le aveva fatto del male e la cosa più strana e che lei sembrava preoccuparsi più per lui,che per se stessa,la cosa lo confondeva parecchio.

- Va tutto bene,non'è colpa tua....non'è colpa tua.

Le disse Toran sussurrandogli in un orecchio,tale era la loro vicinanza che il naso di Sesshomaru poteva sentire l'odore della pantera senza il ben che minimo sforzo,poichè era a pieno contatto col collo.

La loro pelle era finito in un contatto intimo,tale era la vicinanza che avrebbe potuto appoggiare le sue labbra nell'incavo della spalla di lei,in quel momento non sapeva più se quello che c'era all'infuori della casa fosse il mondo reale o un altra fantasia,l'unica cosa che sapeva e che lei era reale e una parte di lui...una grande parte di lui desiderava non staccarsi quell'abbraccio.

- Tu non volevi farmi del male,io lo so,non sei un mostro,so che dentro di c'é un problema che io no riesco a comprendere,ma so che supererai questa sfida,non importa quanto sarà difficile,sarai tu il vincitore,n'è sono sicura.

A quel punto la pantera sentì qualcosa stringera sul costato,guardò un attimo e subito le vide.

Erano due braccia,le braccia dell'uomo che un tempo era suo rivale,ora la stringevano con la stessa morbidezza e la stessa dolciezza con la quale stava facendo lei,a pensarci bene sembrava strano come braccia così forti potessero essere anche così delicate.

Rimasero stretti così per un pò,in quel momento non c'erano problemi proveniente dal mondo esterno,non c'erano problemi dentro la testa dell'inuyokai,c'erano solo un cane e una pantera,un uomo ed una donna.

Lei era bisognoso di lui e lui bisognoso di lei,tutto ciò che volevano era state stretti in quel legame.

Un legame così forte che avrebbe superato ogni male,ogni problema,ogni avversità.

C'erano solo loro due,null'altro contava.

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Capitolo 50
*** Quando la croce incontrò il demonio,prima parte ***


Quella stessa notte,nella provincia di Owari.

Era notte calma,le stelle splendevano nel cielo e una gelida brezza invernale,segnava l'inizio di una nottata uguale a quella precedente nei territori del castello di Nobunaga,la gente comune dormiva in vista delle fatiche del giorno dopo.

Le guardie del feudo facevano la ronda,mentre i servi si erano ormai diretti agli alloggi per la servitù e nel frattempo,il corpo della guardia scelta sorvegliava ogni angolo del castello con accurata attenzione.

E nel frattempo,in un stanza appartata all'interno delle mura,un uomo,danzava al lento ritmo di un tamburo,mentre dentro alla sala si stendeva la luce della luna in tutto il suo splendore.

Quell'uomo non'era altro che Nobunaga,mentre il suono del tamburo era dovuto a sua moglie,Nohime.

La donna,seduta sulla ginocchia al limitare del muro e di un paravento,teneva su una spalla un piccolo tamburo molto particolare detto Tsutsumi,possedeva una forma a clessidra e veniva solitamente usato in una delle attività preferite del marito,il teatro Noh.

(Il Noh e una forma di arte teatrale Giapponese molto particolare,si basa principalmente su opere di natura storico o mitologico e le movenze degli attori sono ridotte al minimo limitando al minimo i movimenti di ogni singola scena,pare che lo stesso Nobunaga avesse una particolare passione per questo tipo di teatro).

Una mano batteva lentamente sul sottile strato di pelle dello strumento,un tocco,pausa,un tocco,pausa,sempre così,ritmicamente,continuamente,come in un rito cerimoniale,una sequenza sacra,sublime rintocco alla luce della luna.

Lui invece indossava una leggera veste di cotone bianca legata ad un obi rosso,nulla di troppo regale,parte del petto e il braccio destro erano scoperti,con la manica e parte del kimono che pendevano verso il basso,mentre nella mano teneva un ventaglio giallo con inciso il sigillo di famiglia.

Un passo,poi un altro ed un altro ancora,piccoli movimenti rigidi mentre il braccio teso,con in mano il ventaglio in senso verticale che di fronte al suo sguardo sembrava tagliare la luna in due parti perfette.

Avanzava lentamente,ad ogni passo un rintocco di tamburo,poi un giro di lato e subito dopo esegui diversi movimenti col ventaglio,in orizzontale e in verticale,abbassandolo e alzandolo,con movimenti precisi e dettati da una quasi assenza di mobilità,quasi imposti con disciplina.

Poi ad un certo punto,Nobunaga recitò uno dei suoi monologhi preferiti,dal significato al quanto particolare.

- Un uomo può vivere per cinquant'anni sotto il cielo,un tempo assai misero se confrontato all'età di questo mondo,la vita è un sogno è il sogno è un illusione,tutto a questo mondo e destinato a svanire,ad annullarsi ed infine a divenire parte del creato,vi è forse qualcosa a questo mondo che sia degno di essere eterno?

Questo era il senso intrinseco della sua danza,i suoi movimenti,il suono del tamburo,la luce della luna e persino la mancanza di ornamenti superflui nella stanza,tutto stava a indicare come nell'immaginazione del folle di Owari quello che si stava svolgendo li dentro era opera teatrale.

La sua opera.

Ricordava bene le sfide del suo passato per giungere dove arrivato,la morte di suo padre e il casino che combinò al funerale del genitore,cosa che lo alienò da gran parte della nobiltà del clan,gli anni trascorsi a decimare i ribelli all'interno della sua famiglia,la ribellione di Nobukatsu,suo fratello minore,per poi ricordare anche Okehazama.

Non si poteva dimenticare un evento simile,infondo era ciò che lo aveva reso uno dei personaggi più discussi del momento.

Ricordava ancora una notte senza stelle,senza luna,al loro posto c'erano nuvole cariche di pioggia,Yoshimoto Imagawa era entrato nelle sue terre con una forza militare di ben venticinquemila uomini,mentre lui contava appena tremila soldati,ma a lui stava bene anche così,infondo,non aspettava condizioni migliori di quella sera.

Quella notte gli uomini di Yoshimoto era ancora impegnati con i festeggiamenti e i fumi dell'alcool quando un più,giovane Nobunaga,grazie alla presenza della foresta che impediva al nemico di vederlo e la pioggia di sentirlo riuscì ad attaccare l'esercito nemico,totalmente impreparato per quell'evenienza.

Nulla poterono le guardie,che vennero investite da un cospiquo numero di cavalleggieri guidato dal nuovo signore di Owari,mentre le restanti truppe di fanteria uccidevano gli avversari inermi,che non poterono far nulla per difendersi.

L'acqua si mescolava col sangue e diveniva rossa,la terra divenne una putrida fanghiglia scivolosa,mentre le urla,i gridi di terrore e le suppliche venivano coperte dal fragore della tempesta,dal rombo dei fulmini e dalla crudeltà dei loro simili.

Poi lo vide,Yoshimoto,che era uscito dalla tenda accorgendosi troppo tardi che la situazione era ormai sfuggita al suo controllo,al solo vederlo Nobunaga si lanciò insieme al suo cavallo,nel caos del massacro il suo avversario non si accorse subito di lui e quando lo notò fu troppo tardi.

Ricordava ancora lo sguardo confuso dell'arrogante Yoshimoto,che con boria pensava di spazzare via il clan Oda come se nulla fosse,si dovette ricredere quando Nobunaga al di sopra di lui,alzò la sua spada e con ferocia inaudita abbassò la lama,aprendogli il cranio,la forza del colpo fu tale da far sprizzare il sangue e parte della materia grigia sia su di lui che sulla cavalcatura.

Il resto era storia,storia che mise il suo casato sulla bocca di tutti,prima sottovalutato, ed ora temuto.

Tornò con la mente al presente,come se la sua attenzione fosse stata attirata da qualcosa,il suo sguardo si fissò verso la luna e subito dopo arrestò la sua danza.

- Spero che lo spettacolo sia stato di tuo gradimento,non sono molte le persone che hanno avuto il privilegio di vedermi praticare l'atsumori.

(Danza tipica del teatro Noh).

- Siete un uomo arguto,non c'è che dire.

E dall'ombra uscì la figura di Hana,era vestita con un kimono un hakama e dei tabi neri,utili per mescolarsi con l'oscurità,mentre attorno alla bocca portava un fazzolletto di cotone del medesimo colore,per non farsi riconoscere in volto e per tenere caldo il volto nelle freddi notti invernali.

- Il momento è giunto,il mio maestro e pronto a fare la vostra conoscenza,lo troverete nei giardini,egli aspetta con trepidazione.

Nobunaga dal canto non sembrava per nulla preoccupato della cosa,nonostante il fatto di essersi ritrovato una perfetta sconosciuta in una delle sue sale private e aver ricevuto la notizia di qualcuno che lo aspettava al pian terreno bisognava riconoscere che fosse un uomo decisamente tranquillo,bizzarra reazione da bizzarro uomo qual'era.

- Visto che hai avuto l'ardire di entrare qui,rischiando morte certa,sappi questo,intrusa,incontrerò il tuo maestro,ma sappi che se non troverò; la cosa di mio gradimento,vi ucciderò senza troppe esitazioni,adesso vai.

Hana ricevette quelle parole come una chiara dichiarazione di intenti,nessuna delicatezza,nessuna subdola cortesia,solo una chiara minaccia di morte,eppure poteva percepire che nella voce del diabolico damyo non c'era alcuna frustrazione o nervosismo,solo una calma apparente,gli sembrava addirittura che una parte della bocca di lui stesse abbozzando un sorriso.

Si mosse verso la finestra che dava sul cortile interno uscendo dalla vista del signore di Owari,mentre gli passava vicino ebbe come una sensazione,come se ci fosse qualcosa di sinistro provenire da quello strano individuo,non sapeva spiegarsi bene cosa fossa,ma aveva il sentore che non fosse nulla di bello,di certo avrebbe informato Akira anche di questo.

Nobunaga vide la ragazza allontanarsi con velocità straordinaria,doveva riconoscere che i suoi ospiti abusivi erano certamente delle persone per nulla noiose,un falso brigante e una kunoichi,quella serata rischiava di rivelarsi interessante,al solo pensiero della cosa quasi poteva dire essere estasiato dalla cosa.

- Amore mio.

Disse Nohime attirando così le attenzione del tenebroso marito,lei in tutta risposta non sembrava turbata dalla cosa,anzi,sembrava divertita dalla cosa,un sorriso malevolo era comparso sul volto,mentre con occhi da cerbiatta mascherava con fatica una certa malizia.

- Ti consiglio di stare attento,infondo,questa può essere la volta buona che ti uccidono.

Nobunaga si avvicinò alla compagna con fare fiero e sicuro di se,la prese per un polso e con forza la tirò a se portandola all'altezza del suo sguardo,il tamburo cadde a terra ma a nessuno dei due sembrava importare qualcosa.

I loro volti erano così vicini che a stento si poteva delineare il confine che separava le loro labbra e persino la linea di demarcazione tra i loro occhi sembrava carico di sentimenti unici nel loro genere.

Nobunaga,con lo sguardo carico di potere e di tenebrosa ambizione,Nohime,con gli occhi pieni di lussuria e di ardore,così simili e così diversi,così attratti e allo stesso tempo si respingevano l'un l'altro.

E proprio quando sembrava che lui cercasse di riaprire bocca,lei subito lo interruppe,tirando fuori dall'interno dei suoi numerosi kimono un tanto che subito gli puntò sulla giugolare.

- Ricordi la promessa che ho fatto a mio padre...vero?

Disse lei mantendo il sorriso come se nulla fosse.

Nobunaga dal canto suo non sembrava minimamente intimorito dalla cosa,anzi,sembrava trovare un qualcosa di esilarante nel suo comportamento.

- Si.

- E la cosa non ti preoccupa nemmeno un pò?

Disse lei forzando un pò di più la lama contro la gola,in tutta risposta lui rispose con un sorriso da lupo.

- Se avessi voluto una consorte più docile e affabile sarei stato un uomo banale,debole e patetico,ma invece tu sei pericolosa,enigmatica e sorprendente,per questo ti ho preferito a molte altre.

Sguardi oscuri che si intrecciavano in una spirale di sinistra attrazione e subito Nobunaga posò le sue labbra su quelle di Nohime,delicatamente e allo stesso possessivo,come un conquistatore che si impossessa di una territorio e subito impone la sua volontà agli sconfitti.

Lei d'altro canto non sembrava opporsi a quella imposizione,quasi ne traeva piacere.

Ma il loro momento di inquietante intimità fu interrotto da una voce a loro nota.

- Mio signore Nobunaga.

Era Mitsuhide,stava parlando dall'altra parte della porta,Nobunaga dal canto suo si staccòdal bacio che lui aveva iniziato e subito la sua attenzione si rivolse verso il suo sottoposto.

- Cosa c'è Mitsuhide?

- Temo che gli ospiti siano qui.

- Si,lo so.

E detto questo si allontanò; dalla moglie,rivolgendogli un ultimo sguardo.

- Vado a prepare il comitato di benvenuto,penso che non ci metterò molto.

- Fa con comodo,mi aspetto che tu riserva loro la giusta ospitalità.

- Senz'altro,mia tenebrosa consorte.

Detto ciò il signore di Owari uscì dalla stanza e subito si trovò vicino al samurai,che già in quel momento aveva indosso l'armatura dorata,era rispettosamente inginocchiato e sul volto un espressione di chi sembra ansioso di ricevere nuove direttive,posa e forma di Mitsuhide che Nobunaga ormai conosceva alla perfezione.

Doveva ammetterlo,di tutti i suoi seguaci,quel samurai era l'unico che non si smentiva,sempre leale,sempre cortese,sempre se stesso,avvolte lo era anche fin troppo,probabilmente era una delle persone meno divertenti che avesse mai conosciuto,ma non per questo meno interessanti.

- Mio signore,ho già fatto chiamare Hideyoshi e Ieyasu con l'ordine di raggiurvi con la massima udienza,ho avvistato la presenza di strani individui dirigersi verso la zona più interna del castello,sarebbe meglio chiamare l'intero corpo di guardia e.....

- Fai ritirare le guardie,poi ricongiungiti con la scimmia e il tanuki,di loro che mi dirigo nei giardini.

- Ma mio signore,c'è il rischio che gli intrusi siano troppo pericolosi,ho il timore che non siano semplici spie.

- Fa come ti ho detto...e appena possibile,vai a recuperare quella strana arma che si trova nelle mie stanze,ora va,non ammetterò un altra replica.

- Obbedisco.

E fu così che il samurai tornò su i suoi passi,obbedendo così alla volontà del suo signore,Nobunaga lo vide allontanarsi,per poi distogliere lo sguardo e tornare a suoi intenti andando incontro ai suoi misteriosi ospiti senza armatura e senza un arma,aveva solo le sue vesti e il suo ventaglio,nulla di più.

Ma perché preoccuparsi? Infondo lui era Nobunaga,questo per il momento era sufficiente.  


Una ventina di minuti dopo.

Il signore del castello nei pressi del giardino,prima ancora di entrare nell'area verde avvistò un gran numero di guardie all'entrata di essa,erano molte,armarte di lance e protette con delle protezioni piuttosto semplici,cosa ovvia,dopo tutto questi erano le guardie dei piani inferiori,facili da reclutare,facili da armare,facili da spaventare,erano buoni a fermare un ladruncolo oppure una spia inesperta,nulla di sorprendente.

Quando le guardie lo videro si rivolsero al loro signore con voce tremante e spaventata,uno di loro gli disse che un gran numero dei loro compagni erano stati aggrediti con forza non letale,come se gli intrusi si fossero premuniti di non uccidere nemmeno un soldato,per tanto molti supplicarono a Nobunaga di non avanzare oltre,per non rischiare la sua sicurezza.

Ma lui sembrava sordo alle loro richieste,non rivolse a loro nemmeno la parola,non li guardò e non li udì con interesse,erano spaventati,avevano paura,dal loro punto di vista era più che normale,questo lo comprendeva benissimo,semplicemente non si interessava delle loro preoccupazioni,li guardava preoccuparsi e tremare,altro che guardie,probabilmente facevano i duri in locanda,quando il bere e le donne davano loro la carica giusta per fare i gradassi con chi era forte quanto loro,se non meno,ma quando si trattava di fronteggiare un vero problema,si comportavano come polli.

Decise semplicemente di avanzare,ignorando tutti e tutti,infondo lui era fatto così,per tanto agiva come più gli pareva e piaceva,era sempre stato strano,per cui non c'era molto da stupirsi se si fiondava verso il pericolo.

Non passò molto tempo che già si accorse della presenza dei primi feriti,molti erano a terra,svenuti,incapaci di muoversi e privi di sensi,altri invece erano agonizzanti,ma nemmeno di questo gli importava,passò oltre,senza curarsi di loro,continuò ancora a camminare fino a che raggiunse il punto in cui lui ed Oichi ebbero quella discussione.

Un improvviso e gelida brezza smosse i fiori e l'erba attorno a lui e inoltrandosi tra i tanti fusti di bambù,come a voler passare sopra un pericolo incombente,sorrise all'idea che il cielo volesse avvertirlo del rischio che stava correndo,ma infondo non aveva mai creduto alla divina provvidenza,perciò decise di inoltrarsi oltre scacciando dalla testa quel pensiero così poco credibile,no,se il cielo avesse voluto fare qualcosa con lui,aiutarlo sarebbe stata l'ultima delle cose da fare.
 
Si spinse ancora di più nell'interno,attorno a lui un piccola foresta di bambù si diradava per almeno ottocento metri in tutte le direzioni,alti fusti di bambù a perdita d'occhio,divisi tra loro da un larga strada principale in terra battuta e ricoperta da sottili foglioline verdi,in loro si poteva vedere l'avvicinarsi della primavera.

Gli piaceva camminare li,di tanto in tanto,a perdersi nei pensieri,ogni tanto allestiva al suo interno una piccola festa privata con la sua cerchia ristretta di persone fidate,tra cui i suoi sottoposti più intimi e sua moglie,altre volte invece preferiva organizzare degli spettacoli teatrali utilizzando la zona come sfondo per le opere,altre volte ancora se ne stava da solo,in disparte,senza dire una parola contemplando la natura che lo circondava,un angolo di pace in un mondo che a suo dire non aveva molta calma da offrire.

Era un pensiero più che naturale da formulare,almeno per lui,aveva passato gran parte della sua vita ad essere definito un folle,avvolte lo chiamavano persino in modi peggiori,per non parlare dei tradimenti subiti da i membri della sua stessa casata e persino dai membri della sua stessa famiglia,i complotti,i tentati omicidi e poi l'orrore.

l'orrore della sua politica personale riguardo la guerra,nessuna pietà,nessun conforto,nessun onore,codici di comportamento e tradizioni che puzzavano di vecchio,mentalità arretrata di una nazione altrettanto arretrata,no,le cose dovevano cambiare e anche in fretta e lui non poteva permettersi di aspettare che il tempo giocasse a suo favore,avrebbe unificato il Giappone con la forza di un vero dominatore,l'acume del più feroce degli innovatori e il fuoco,fuoco di cui lui ormai era diventato un vero esperto,trovava curioso come molte delle cose di questo mondo potessero bruciare così facilmente.

Infondo lo si sapeva,non era un uomo che andava tanto per il sottile.

Dopo una buona camminata di almeno venti minuti,arrivò in un punto particolare della piccola foresta di bambù,qui era presente un giardino composto solo da erba,niente fiori,niente piante particolarmente appariscente,solo erba,attentamente tagliata per farla rimanere bassa e più infondo vi era stato installato,anche grazie ha un sistema di irrigazzione un laghetto artificiale circondato da una piccola barriera di sassi,con all'interno delle carpe dai colori accesi,alcune rosse,altre gialle,antre ancora arancioni e bianche.

Ma proprio su quel prato vide chi stava cercando,erano in tre,due li aveva già visti,una era la ragazza di poco fa mentre l'altro era il brigante,ma questa volta indossava abiti di gran lunga più eleganti,tipici della sua terra.

Indossava una camicia di seta verde chiaro e calzoni di cotone blu cobalto e ai piedi portava dei calzini bianchi accompagnati da scarpe lisce a suola piatta e una lunga jian sul fianco sinistro.

Aveva la stessa impressione dell'ultima volta che lo aveva visto,ma questa volta sembrava diverso,poteva leggere nel suo sguardo un senso di autorità,eppure non sembrava darsi arie di alcun tipo e nemmeno la ragazza vicino a lui,sembrava in qualche modo seria,come in attesa di qualcosa.

Il ragazzo fece un passo in avanti e unì il pugno destro sulla mano sinistra.

- Nobile Nobunaga,ci scusiamo per questa irruzzione forzata nella vostra casa,ma dovete comprendere...

- Tu sei il ragazzo della volta scorsa,o forse mi sbaglio,brigante?

- No,non vi sbagliate,come stavo cercando di dirvi,il mio maestro e disposto a darvi tutto l'aiuto necessario per la vostra campagna di unificazione,truppe,armamenti,persino appoggi all'interno della politica nazionale,tutto ciò sarebbe a vostra disposizione se accettaste una alleanza con la nostra fazione.

- Una proposta alla quale e difficile dire di no,però,prima di dare una risposta posso farvi una domanda?

In quel momento la kunoichi e il cinese si sentirono presi in contro piede,non sapevano come reagire a quella domanda,per tanto sentirono il bisogno di non essere così formali.

- Si.

Risposero entrambi alla domanda del signore di Owari.

- Bene prima comincierò da te ragazzo,qual'è il tuo più grande desiderio?

Huang venne preso alla sprovvista,cosa avrebbe dovuto rispondergli? Era una domanda fin troppo personale quella,perchè mai avrebbe dovuto rivelarglielo? Chi si credeva di essere?

Il cinese restò calmo e mantenne il sangue freddo,era meglio non farsi prendere dai sentimenti,di certo Akira avrebbe disapprovato un comportamento illogico.

- Che voi vi alleaste col mio signore e....

- Bugiardo.

Disse Nobunaga nel modo più secco possibile.

- Non'è questo ciò che ti ho chiesto,ti ho chiesto,qual'è il tuo più grande desiderio? O forse sei un tale inetto che non sai nemmeno cosa vuoi dalla vita?

Lo sguardo del Daimyo si spostò sulla ragazza.

- E tu invece? Hai intenzione di fare scena muta come il tuo amico?Anche il tuo silenzio e foriero di indecisione,nemmeno tu sei in grado di rispondere a questa domanda.

Detto questo Nobunaga si girò nella direzione dalla quale proveniva,in volto portava un espressione di feroce superiorità,il suo era il volto di un tiranno,dalla volontà e il pugno di ferro,nessuna gentilezza,nessuna delicatezza,ma solo la crudele rapidità di rispondere in un modo così autoritario,tipico del suo stile quando si trattava di mettere alla prova qualcuno.

- Per stavolta vi perdono,andatevene,prima che cambi idea.

Gli altri due non sapevano più come reagire,lei era rimasta basita da un tale andamento degli eventi,ma per il cinese fu diverso,si sentì preso in giro da quel modo di fare,offeso,sottovalutato.

Non riuscì a trattenersi,la rabbia era troppa e la saggezza era troppa poca.

- Tu non sei nessuno per parlami in questo modo,dovresti sentirti onorato per questa opportunità che ti è stata concessa,uomini appartenenti a famiglie più importanti della tua si sono piegati al mio maestro,che speranze avresti tu?I tuoi alleati ti temono e i tuoi nemici ti odiano,senza il nostro aiuto non arriveresti molto lontano.

Nobunaga si fermò,aveva sentito tutta quella frase senza battere ciglio,era ancora girato di schiena e non dava segni di alcun genere,restando immobile,come in attesa di qualcosa.

Anche Huang era rimasto immobile,preda della rabbia e dell'orgoglio di templare che gli scorrreva nelle vene,mentre Hana,dal canto suo,aspettava una reazione violenta a quel gesto.

Ed infine accadde qualcosa,ma non era esattamente quella che i due servitori della croce vermiglia si aspettavano.

All'inizio videro la schiena del folle di Owari abbassarsi e alzarsi convulsamente e poi pian piano si sentì un filo di voce,all'inizio era piccolo e non ben distinguibile,ma in brevissimo tempo si fece sempre più forte,un verso alto e fragoroso si fece spazio in quell'angolo di verde.

Era una risata,grande e fatta con gusto,ma senza cattiveria,ma solo di divertimento,poi smise e si girò verso i due ragazzi,mostrando sul volto un espressione tremenda.

Le labbra distanti e i denti stretti a mostrare nell'insieme un sorriso da lupo,occhi dallo sguardo aguzzo e sinistro puntato sui i due ospiti.

- Finalmente,vedo che ti sei mostrato per chi sei realmente,ora sei un tipo decisamente interessante,mostrami di più e magari prenderò in considerazione la richiesta del tuo stupido maestro.

Disse Nobunaga con fare arrogante e superbo,cosa che decisamente mandò su tutte le furie Haung.

- Dannato insolente,ti farò capire qual'è il tuo vero posto nel mondo,e per suo volere che sono qui,ed per suo volere che ti piegerò.

Il brigante si piegò in avanti,piegò le gambe e allargò entrambe le braccia,in una posizione molto simile a quella di un uccello con le ali spiegate.

Hana e confusa e scioccata da quello che Huang aveva intenzione di fare,era contrario ad ogni logica e ordine ricevuto quello che stava per accaddere,sapeva che doveva intervenire.

- Huang fermo,non siamo qui per questo...

Lei provò ad afferrare il ragazzo,ma lui era già scattato in avanti,fu rapido e leggero,come un soffio di vento impetuoso che passa sopra ad una distesa erbosa,velocissimo e intangibile.

Lui si avvicinava sempre di più alla figura di Nobunaga con fare minaccioso e violento,riusciva a vedere l'espressione sul volto del signore del castello.

Non'è era cambiata di una virgola,era ancora li,a sorridere,a schernire e a prendere in giro,che stesse trattando la cosa come se fosse uno scherzo?

Allora n'è avrebbe pagato le conseguenze.

- FOLATA DEL VENTO AFFILATO.

Disse Huang con tutta la rabbia che aveva in corpo,per poi darsi una spinta maggiora con tutto il corpo attraversando così Nobunaga come se fosse carta.

L'attacco era riuscito...O almeno così credeva.

Il brigante si riprese dalla strana manovra che aveva eseguito,sentendo una confusione unita allo sbigottimento.

Si guardò le mani ancora distese ai lati,avrebbero dovuto essere sporche di sangue,eppure erano ancora pulite,come se non avessero tagliato niente.

- Allora uccellino,hai finito di cinguettare le tue minaccie? Ho visto come attacchi,vediamo come te la cavi in difesa.

Disse Nobunaga con fare tra il canzonatorio e il serio.

Aprì il ventaglio che aveva in mano e con un semplice movimento di polso,lo lanciò in direzione del brigante,a sua volta Huang non riuscì a vedere in tempo l'oggetto arrivargli contro,che gli sfiorò una spalla.

Sentì qualcosa colpirlo di striscio,come se una lama lo avesse toccato e per reazione si portò una mano sul punto colpito,cercò di vedere la ferita e notò una striscia di sangue sulla mano e vide anche un sottile taglio sulla camicia di seta,tuttavia non fu quello la cosa che lo stupì di più.

La cosa più impressione fu un altra,controllò meglio e vide che sulla pelle non c'era niente,non era possibile,eppure aveva sentito il colpo,n'è era certo,poi come se nulla fosse,lo vide.

un taglio si stava si stava formando sulla spalla,che subitò dopo si allargò e fece sgorgare un piccolo fiotto di sangue.

Com'era stato possibile? Possibile che quell'uomo,quel folle presuntuoso,fosse riuscito a scalfirlo? Forse allora non era solo forte,oppure un grande stratega,no,forse anche lui era un.....

Non fece in tempo a ragionare sulla cosa che sentì qualcosa,come se qualcuno dietro di lui stesse fedendo l'aria e per istinto rotolò di lato,schivando il colpo,per poi girarsi e vedere un giovane armato di tutto punto con una Katana in mano.

- Mio signore Nobunaga,state bene?

Il suo signore fece un leggero cenno del capo in segno di assenso.

- Vi ho portato quello che mi avete chiesto.

- Consegnamela.

Il samurai,prese un oggetto con la mano libera e lo lanciò velocemente verso il suo signore,prese al volo ciò da lui richiesto ed infine posò di nuovo gli occhi su quello oggetto a lui molto caro.

Sembrava in tutto e per tutto in una spada,ma con delle caratteristiche decisamente esotica,aveva una lama dritta e con entrambi i fili taglienti,spessa due centimetri e lunga ottanta,a primo impatto assomigliava ad una di quelle spade dei tempi antichi,quelle che si usavano prima ancora dell'invenzione della Katana,ma il suo aspetto era la cosa spiù sconvolgente.

Da entrambe le parti erano incisi una lunghissima serie di segni composta da trattini,cerchi e altre forme dal significato sconosciuto che percorrevano tutto il corpo dell'arma e un piccola luce percorreva l'interno della stessa che illuminava dall'interno i segni in maniera perfettamente casuale,la guardia era fatta di uno strano metallo bianco,mentre il manico era composto da un blocchetto di metallo cilindrico color rame e percorso da una serie di strisce incise sulla superficie.

Era un arma veramente strana,ma Nobunaga era veramente attratto da essa,così bella,così estranea a quello che conosceva,eppure sapeva così poco di essa,la osservava con intensità e mentre i suoi occhi si posavano su di essa,gli vennero in mente frammenti di ricordi passati.

Lui,da solo,sotto terra,una tomba,uno scheletro,una spada.

Jinmu.

Non gli venne in mente nient'altro,poichè fu distratto dalla un suono,una voce,la ragazza,gli si stava venendo in contro,correva con un paio di piccoli Kunai,due per ogni mano per poi lanciarli verso Nobunaga.

- Se proprio ci vuoi provare.

Disse il daimyo prima di prepararsi a parare i colpi,ma non n'è ebbe bisogno,poichè qualcos'altro entrò nel suo raggio visivo.

Un pallone,un piccolo pallone bianco,fatto in pelle di daino,colpi i quattro piccoli oggetti in direzione del signore di Owari.

- Ieyasu,ti sembra il momento di giocare a kemari?

(il kemari è un sport non competitivo originario dell'antico giappone,praticato fin dal periodo Heian,il gioco consiste nel sollevare un piccolo pallone per aria con il solo utilizzo dei piedi senza mai farla cadere per terra,ancora oggi e possibile vedere questa pratica in occasione delle cerimonie shintoiste).

Disse Nobunaga divertito da quel curioso intervento.

- Ho ritenuto opportuno offrire un passatempo ai nostri ospiti,prima di preparare le carte per gli accordi che si dovranno stipulare a breve,sempre se non mi sbaglio ovviamente.

Disse quest'ultimo mentre stava uscendo allo scoperto da alcune canne di bambù,sembrava calmo e controllato,mentre sul palmo di una mano,faceva roteare una trottola rossa.

Nobunaga dal canto non aveva bisogno di intervenire per nessuna ragione,ormai aveva tutta la difesa di cui necessitava,il samurai contro il brigante,il segretario contro la kunoichi.

Però ora che ci pensava ne mancava solo uno,il pensiero passò subito alla Hideyoshi,che sarebbe dovuto intervenire subito,per non parlare poi che se lo avesse raggiunto si sarebbe certamente fatto sentire,conosceva bene il suo comandante della fanteria pesante.

E in quel preciso istante,lo sentì,o meglio sentì il suono in lontananza un suono strano,come se si stesse spezzando qualcosa,era altrò bambù,ma questa volta era distante.

Non ci pensò due volte,si lanciò in mezzo,correndo in direzione del suo sottoposto,forse era in difficoltà.

- Teneteli occupati.

Lo disse velocemente,ma era più che sicuro che il suo ordine era stato ricevuto forte e chiaro e mentre si allontanava,sentì il suono del combattimento,duelli che si svolgevano singolarmente,l'uno vicino all'altro,chi avrebbe vinto,chi avrebbe perso.

Nemmeno lui sapeva dirlo,l'unica cosa che sapeva e che quella notte si stava rivelando tremendamente interessante,ma anche terribilmente incerta.


Una Katana fendeva velocemente l'aria,una katana fedele,la cui lama serviva un signore ambizioso guidato da un sogno ambizioso.

Ed ora un uomo,un forestiero,un miserabile intruso,con losche intenzioni si era avvicinato al suo signore,probabilmente sputando solo menzogne e false certezze,lui lo avrebbe affrontato,nel nome del suo signore Nobunaga Oda.

Quella lama non era la katana,la katana era solo l'arma,Mitsuhide,lui era vera lama,il cui spirito,era pervaso dall'onore e senso del dovere,cose ben più affilate di una spada,cose che in uomo come lui era ben più letali di un arma.

- Rivela le tue intenzioni,miserabile,perché hai attentato alla vita del mio signore?

Haung che si era gettato di lato si rialzò velocemente e nel medesimo istante estrasse la sua arma predilatta,la jiang,la spada dritta che teneva al fianco e si mise in posizione d'attacco.

- Non ti riguarda e se proprio vuoi saperlo,non ho fatto nulla di così sbagliato,quel povero pazzo ha osato offendere il mio maestro e non permetto a nessuno di farlo,non mi stupisco che lo chiamino il folle di Owari,se non peggio.

I due si spinsero a vicenda,staccandosi reciprocamente,sguardi intensi si cambiavano occhiataccie intimidatorie,mentre le spade,tenute da mani forti,seguiivano i movimenti dettati da due abili spadaccini.

Due forme diverse di due paesi diversi,Giappone contro Cina,katana contro Jian,rigida determinazione,contro scattanti acrobazie.

Mitsuhide piegò entrambe le gambe,mentre con fare preciso rinfoderò lama,ma mantenedo una strana posizione d'attacco, con una mano teneva il fodero,mentre con l'altra premeva ancora sul manico.

Huang per contro piegò si piegò in avanti con una gamba veniva tenuta dietro,in una posizione rigida,mentre con un braccio tenuto dritto davanti a lui e l'altro,con la spada in mano,la teneva altrettanto rigida,ma puntata la direzione opposta.

Si studiarono un attimo,controllavano la propria posizione di combattimento,mentre la paragonavano a quella dell'avversario.

Postura della schiena,delle gambe,delle braccia,persino il nervosismo che si percepiva nell'aria,nulla sembrava dare una sensazione di squilibrio da parte di entrambi,nulla sembrava disturbare quello rituale che solo tra combattenti dello stesso livello si può celebrare.

Un rituale condiviso,ma non per questo meno letale.

- BALZO DELLA RONDINE.

- RFLESSO DELLA LUNA.

Fu un attimo e i due sfidanti si lanciarono l'uno verso l'altro,si superarono a vicenda ed entrambi si mostravano alquanto affataicati.

Huang con la spada ormai davanti a se,sicuro di aver portato un attacco laterale e Mitsuhide,più che certo di aver portato un affondo,tenendo netrambe le mani sul manico.

- Non te la cavi male,samurai.

- Nemmeno tu sei da sottovalutare,intruso.

Ed entrambi si ritrovarono con un taglio sulla veste superiore,sapendo per certo che lo scontro,non sarebbe terminato li.


Nello stesso istante,all'ombra della piccola foresta di bambù,altri due combattenti,si misuravano in uno altro scontro.

La,tra le alte piante e picoli cespugli di felci,dove l'ombra e più viva ed essere rischiarati dalla luce della luna,può fare la differenza tra la vita e la morte.

Hana,saltava vistosamente di bambù in bambù,sfruttando la resistenza della resistenza dei fusti verdi e gialli che variavano da pianta a pianta.

Durante le manovre a mezz'aria,lanciava in mezzo all'ombre piccoli oggetti di metallo,avevano una forma a croce ed ognuna di essi possedeva delle estremetà affilate ed una punta accuminata,le scagliava con sorprendente abilità,mentre con forza cercava di rendere i colpi i più dannosi possibili.

Ma ogni volta sentiva che rimbalzavano contro qualcosa,come se avesse sbagliato la mira,ma lo sentiva chiaramente,non poteva essere il terreno o il fusto delle piante,si sarebbe sentito chiaramente,invece era come se qualcosa si frapponese tra le sue armi da lancio e il suo bersaglio.

Poì,un altro suono,non capì bene cosa fosse,sembrava un suono strano,come di qualcosa che fendeva l'aria molto velocemente,poi,lo vide all'ultimo.

Istintivamente riuscì a schivarlo,saltò in tempo in direzione del suolo e alla fine lo vide con chiarezza,fu giusto un attimo,ma era certa,quanto incredula,non riusciva a crederci seriamente.

Era una trottola,piccola,della stessa grandezza di un pugno,nulla di speciale a prima vista,ma si accorse di una anormalità,un riflesso della luce della luna rimbalzò verso uno dei suoi occhi,facendo scoprire il perchè della presenza di quel giocattolo.

il corpo della trottola era ricoperta da piccolissime puntine di metallo,persino la base della stessa era un grossa punta accuminata.

Un altro suono si fece presente all'udito della ragazza,era un suono di passi,lo aveva capito anche per le foglie presenti sul terreno,poi vide chi era.

Il ragazzo di prima l'aveva individuata,era li poco lontano da lei e la luna illuminava a stento il volto e parte del petto.

- Ti va di giocare con me? Ladra?

Disse Ieyasu in modo piatto e diretto.

Lei in riposta alla provocazione estrasse dalla veste un Kunai e si mise subito in posizione d'attacco,sul suo volto si poteva leggere una forte determinazione.

- Non sei un pò troppo grandicello per queste bambinate?

- Sei una bambina se pensavi di entrare in questo castello senza pagarne le conseguenze,dai retta a me,stai facendo un gioco pericoloso e Nobunaga e un gioco fuori dalla tua portata.

- Allora sappi che il mio maestro e un giocatore molto più abile del tuo signore.

- Vedremo,la partita e ancora aperta.

E subito i due cominciarono a correre in mezzo alla foresta,l'uno parallelo all'altra,due avversari che stavano facendo un gioco della quale nessuno dei due sapeva come sarebbe andata,di certo però conoscevano le regole.

Nessuna regola,era concesso di tutto pur di vincere e di certo loro due non si sarebbero lamentati della cosa.

Entrarono nella ombre,rendendosi conto della presenza altrui solo dai veloci passi che compivano durante la corsa,altri suoni nell'ombra,altri attacchi portati nelle tenebre,nulla da vedere,nulla di cui essere certi.

Solo l'ombra era concreta,e loro due la conoscevano più che bene,c'erano ombre d'appertutto,nella notte,nel cuori delle persone,persino sotto la luce.

E nell'oscurità scomparvero,continuado così quello scontro fatto di giochi di luci e di ombre.


Rumori sordi,pesanti,come di qualcosa di decisamente grande si scontrasse con la foresta.

Una grossa mazza di legno,ricoperta da punte di bronzo,colpì altrì bambù con forza straordinaria,tale fu la potenza da spezzarne a decine,anche semplicemente sfiorandoli,colpi adatti a chi affronta la vita con semplicità e forza d'animo,proprio com'era nello stile di Hideyoshi,sempre allegro,solare,in vena di risate,ma non li,non in quell'istante.

Nello stesso tempo,un lancia fendeva l'aria con rapidità e precisione,movimenti esperti dettatti da una lunga carriera militare,l'esperienza era sua compagna,il dovere la vocazione,solitamente burbero e diretto,ma non stupido e arrogante,faceva il suo lavoro al massimo delle sue capacità,Akira lo sapeva bene,per questo si fidava di lui,Murai aveva guadagnato questa fiducia combattendo scontri del tipo che stava affrontando adesso.

Era giunto in quel castello vestito della solita armatura,con le solite protezioni,i soliti ornamenti e il solito elmo a forma di testa di cane che portava sulla testa,mentre il suo avversario portava un armatura da samurai dotato solo della parte sotto e del pettorale,le braccia scoperte dell'umano era grossi come tronchi,braccia più che adatte a maneggiare un arma come quella.

- Certo che non te la cavi male con quel bastone spuntato,che ne dici se adesso mi impegno seriamente e ti faccio una caverna in mezzo al petto?

- Devi soltanto provarci scimmione,quella clava ti rende così lento e goffo che ci metterò un attimo a bucarti la testa da parte a parte,fidati ho allenato reclute più pericolose di te.

- Ne ho sentiti tanti parlare come te,e anche loro pensavano che una lancia li tenesse abbastanza lontano da un energumeno come me,ti posso dire che si sono sbagliati tutti.

- Sei solo grosso,nulla di più.

Murai cambiò posizione,portando la lancia sopra la testa e tenendola con entrambe le mani e con la punta che puntava verso il basso,una mossa falsa del suo avversario e lo avrebbe colto di sorpresa.

- Vieni a dirmelo più da vicino.

A quel punto anche Hideyoshi cambiò posizione,strinse entrambe le mani sul lungo manico del suo Tetsubo,lo portò sul fianco destro,in attesa di caricare il suo colpo col doppio della forza.

- AFFONDO DEL SERPENTE.

Un velocissimo attacco lineare partì dallo yokai,che in meno di un secondo si era spostato leggermente in avanti e alzato la punta in direzione del petto di Hideyoshi,sapendo che il colpo sarebbe stato così forte da penetrare la corazza.

Ma l'umano non si fece trovare in preparato.

- RISPOSTA DELL'ONI.

Hideyoshi portò il colpo con tutta la forza che possedeva,tale era la carica impressa nell'arma che se avesse sbagliato il colpo lo avrebbe esposto e quindi lo avrebbe portato a morte certa.

La punta si stava avvicinando al cuore del bruto di Nobunaga,ma all'improvviso il colpo fu sbalzato via dall'arma di Hideyoshi e Murai vide la propra arma puntare da tutt'altra direzione.

Preso ormai dallo slancio l'umano si diede una spinta coi fianchi e iniziò a compiere un giro su se stesso,portandosi nella rotazione anche il Tetsubo,ma il generale si accorse della cosa e subito recuperò l'arma,la puntò a terra e con tutta la forza che aveva nelle braccia e nelle gambe,fece l'unica cosa che gli venne in mente per non ritrovarsi la testa ridotta in briciole.

Hideyoshi compì il suo attacco e subito mosse la grande mazza di legno in direzione del craneo del suo rivale,fu li che l'intuiziano di Murai gli salvò la vita.

Dopo aver accumolato tutta la forza nei piedi e nelle braccia fece appena in tempo la sua mossa,compì un balzo all'indietro,cosa che gli risparmiò tutte le ossa della testa,poi,a mezz'aria puntò la lancia contro il terreno e appena lo toccò si fece forza con le braccia,spingendosi unteriormente indietro,tornando così a distanza di lancia da quel grande umano pieno di muscoli.

Entrambi erano visibilmente affaticati,era raro per entrambi essersi ritrovati in una situazione di stallo così faticosa,entrambi si erano mostrati a vicenda per quelli che erano realmente,due esperti combattenti.

Murai,con la sua specialità nelle armi in asta e le sue tattiche da fante e Hideyoshi,con la sua bravura nell'armi pesanti e nel combattimento,offensivo aggressivo,pesante,ma non privo di fantasia.

- Non te le cavi male.

Disse Murai leggermente stupito dalla cosa.

- anch'io ti faccio i miei complimenti...accidenti che fatica.

Rispose Hideyoshi con fare scherzoso.

Restarono fermi per un qualche attimo,come a volersi riprendere dalle spettacolari manovre eseguite un attimo fa,non si poteva negare che entrambi fossero combattenti di prim'ordine,lo si poteva capire dallo sguardo,dalla tecnica,dall'ardore del combattimento,avevano molto in comune.

Così diversi,ma allo stesso tempo così simili.

- Era da tempo che non ti vedevo così soddisfatto Murai,hai trovato un avversario degno?

Una voce proveniente dalle spalle di Hideyoshi costrinse quest'ultimo a girarsi e quello che vide lo prese non poco di sorpresa,era la figura di un uomo,alto,dagli hakama neri e un kimono bianco,aveva un espressione rilassata in volto e lo sguardo di chi sembra sapere tutto.

- Akira.

Disse Murai stupito.

Non si aspettava un suo intervento in quel duello,avrebbe dovuto essere da Nobunaga,perchè non si era diretto dal l'umano che tanto voleva conoscere?

- Immagino,che anche Hana e Huang siano impegnati con gli altri due sottoposti del feudatario,di certo non devono essere avversari da poco,visto che li stanno impegnando così a lungo,del resto,non sarei venuto qui,se non fosse per trovare...

Lo sguardo di Akira si posò su quella dell'umano.

- Degli alleati così interessanti.

Finì la frase facendo un leggero inchino con la testa verso Hideyoshi,in segno di saluto,come se nulla fosse.

Il bruto si sentì smarrito,quello era uno yokai,non riusciva a crederci,c'era uno yokai nel castello di Nobunaga,c'era un dannattissimo yokai,nel dannatissimo castello di Nobunaga.

Era l'unica cosa alla quale riuscesse a pensare,per istinto cominciò a stringere le mani sull'arma,era l'istinto ad aver preso il sopravvento sull'auto controllo,era pronto a spaccare la faccia a quell'intruso tutt'altro che umano,forse era vero quello che si diveva in giro.

Non ci pensò due volte e mosse immediatamente l'arma verso il volto di Akira,lo sguardo di Hideyoshi era carico di furia omicida,le sua forza era pronta a far uso di tutto il peso del tetsubo,un colpo alla testa e presto dell'intruso sarebbe rimasta una pozza di sangue,nulla più di traccia,facile da lavar via.

- FAI CIAO ALLA TUA FACCIA DA IMBECILLE.

Ma non fece in tempo a colpirlo che lo yokai si abbassò di poco con un veloce colpo di mano annullò l'attacco del bruto,colpì Hideyoshi sul petto,con la mano aperta,usando il palmo della mano per distanziarlo da lui,l'impatto fu tale che non solo il colpo dell'umano andò a vuoto,ma perse anche l'arma e fu sbalzato all'indietro con un tale forza da sollevarlo dal suolo e facendolo cadere di faccia verso il terreno.

Hideyoshi rimase pochi secondi a riprendere fiato,nel tentativo di rialzarsi dovette poggiarsi sulle ginocchia e sulle mani,ma dovette toglierne una dal suolo per portarsela al petto.

Sentì una forte fitta,come se qualcosa gli avesse stretto il cuore,possibile che la corazza non avesse parato il colpo? Possibile che quell'essere fosse davvero così forte?

- Vedo che lei prende molto sul serio la difesa di questo castello,ora,posso chiderle dove si trova il suo daimyo?

Hideyoshi di risposta fece un sorriso e con sguardo tracotante di arroganza si rivolse ancora verso il dayokai.

- Certo,al momento si trova a metà strada tra non lo so e lascia perdere,però attento a dove giri,protesti prendere per sbaglio la via per andare fuori dai piedi,se vuoi ti do le indicazioni.

Akira stava di nuovo per aprire bocca,ma si dovette bloccare subito,si rese conto che quella dell'umano era una battuta,non riusciva a credere alle sue orecchie,non tanto perché la cosa non lo divertisse,semplicemente non se l'aspettava.

- Oh,non sapevo di avere a che fare con un comico,accidenti,oltre a soldato siete anche un intrattenitore,divertente.

- Avvicinati ancora un pò e vedrai come ti faccio ridere,simpaticone.

- Vorrei tanto,ma anche se la notte e giovane,il tempo e un lusso che non mi posso permettere,quindi,per l'ultima volta,posso sapere dove si trova il suo signore?

Hideyoshi fece per rispondere,ma all'improvviso qualcosa si fece sentire nell'aria,sembrava una risata,una risata di puro divertimento.

E fu li che apparve,dall'ombra dei bambù,sembrava tranquillo,nessun segno di nervosismo,nessuna rabbia,solo divertimento,nulla più di quello.

Era Nobunaga,era comparso come uno spirito maligno,dal folto di quella parte della sua foresta personale,camminava in modo elegante,fiero,forte ma facendo comunque sfoggio delle sue stranezze.

- E così Hideyoshi ti sei messo a giocare con i tuoi nuovi amici? Li vuoi presentare anche a me?

Vide il suo attendente alzarsi in piedi,dolorante,affaticato e leggermente provato dal colpo precendete.

- Mi dia...un attimo...che adesso,glie li faccio conoscere...a dovere.

Si rialzò,raccongliendo l'arma con una sola mano e sollevando da terra solo il manico,stava riprendendo aria,il respiro si era fatto pesante,il petto gli faceva male,ma rialzarsi sarebbe stata la prima cosa che avrebbe certamente fatto.

Se quei due pensavano di poter abbattare il comandante dei macigni,allora non sapevano con chi aveva a che fare.

Hideoshi si girò in direzione di Murai e lo indicò.

- Allora,vi presento lo scemo con la faccia da cane.

E poi puntò il dito su Akira.

- E lui é il suo amico con dei pessimi gusti in fatto di moda,guarda come si veste.

Murai stava per tornare all'attacco,ma un gesto di Akira lo fece desistere dalle sue intezione,sapeva bene come il generale di lunga data fosse un uomo intelligente,ma aveva il vizio di arrabbiarsi per il minimo insulto ricevuto.

Al contrario suo,che restava sempre calmo,infatti,Akira non fece il minimo cenno di cedimento,mosse la sua attenzione al signore del castello,immergendosi nei suoi pensieri e valutando l'uiomo che aveva davanti.

Era la prima volta che vedeva Nobunaga così da vicino,sembrava un umano particolarmente interessante,alto,di bell'aspetto,con un aura di carismatica regalità,a giudicare dalla parte non coperta dal kimono era un uomo dedito all'allenamento e alla pratica del combattimento,se era riuscito ad oltrepassare Huang e Hina voleva dire che non era mera apparenza quella sua forza fisica.

Poi la vide,l'arma che Nobunaga stringeva con perfetta tranquillità,gli era bastato un solo sguardo per capire cosa fosse realmente,in quel momento trovo conferma alle voci che erano giunte alla sue orecchie.

- Vedo che portate con voi un oggetto assai importante.

Disse Akira con una nota di autentico interesse.

Nobunaga abbassò un attimo lo sguardo verso la strana spada che si portava appresso,la guardò per un attimo,non serviva un secondo di più per capire dove lo yokai voleva andare a parare.

- E io noto che possiedi un certo interesse per questa...meraviglia,yokai,ora,vuoi continuare con le false lusinghe,oppure ti riveli a me per chi sei davvero?

Akira abbozzò un piccolo sorriso,un leggero inchino con il capo e poi diede la sua risposta.

- Con piacere.

Nemmeno un attimo di preavviso che il maestro templare e il folle di Owari si scambiarono un colpo.

Due calci,due gambe sollevate,l'una contro l'altra,una di Akira,l'altra di Nobunaga.

Entrambi in perfetto equilibrio,forze contrapposte,ma stessa volontà di prevalere.

- Vedo che non ve la cavate così male,devo supporre che non siate sconosciuto al combattere contro un dayokai.

- Pensavi forse che Nobunaga fosse un semplice folle?

I due combattenti si separarono,tornando ad una posizione neutrale,si guardarono negli occhi e li si confrontarono per davvero,nessuna esitazione,nessun limite,nessuna ipocrisia.

Solo due combattenti che si confrontavano,le intenzioni erano superflue,le parole erano vuote di significato,solo la forza era importante in quel momento.

Il vero scontro,stava per iniziare.

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Capitolo 51
*** Quando la croce incontrò il demonio,seconda parte. ***


La luna era testimone silenziosa,pallida amica della notte,la cui fioca luce,illumina i segreti,che l'oscurità cela attorno a lei.

Ed uno di quei segreti,si stava mostrando proprio sotto di essa.

Due volontà distinte,due grandi volontà che si scontravano,il sangue che si faceva caldo,le intenzioni si facevano violente,non c'era spazio per il dialogo,per la diplomazia e per le false lusinghe.

Non per loro due,Non per chi inseguiva i proprio scopi.

Solo la forza,avrebbe parlato per loro.

E così fu.

Nobunaga mosse un fendente con la spada,poi,un altro e un altro ancora,ma prontamente Akira schivava i colpi con calma inavomibile,leggeri spostamenti del tronco,spostamenti di testa,come se ogni movimento fosse calcolato per eseguire il minimo indispensabile.

Poco dopo anche Akira partì all'attacco,pugni,calci bassi,anche una gomitata,ma anche i suoi colpi vennero parati,di piatto con la spada o con la mano libera,per i colpi sotto la vita Nobunaga si era prontamente difeso interccetando i colpi con le ginocchia,oppure rispondendo ai calci dello yokai con i suoi,anche lui sembrava calmo,come se non volesse mettere troppa enfasi nei colpi.

Ad un occhio inesperto sembrava che i due si stessero semplicemente prendendo in giro,quasi si colpissero per gioco,era colpi deboli,se paragonati a quello scontro di gambe che aveva dato via a quel duello,ma la verità era un altra.

I colpi insignificanti,una difesa semplice,era chiaro solo a loro due.

Si stavano studiando.

Occhi attenti e mente svelta,le possedevano entrambi,giungiendo alla stessa conclusione...non sarebbe stato uno scontro facile.

All'improvviso entrambi scattarono verso la foresta,inoltrandosi nella vegetazione,come a voler portare il loro scontro su un altro livello di abilità.

Fendenti di spada si mescolavano ad attacchi a mani nude,il tutto portato in corsa e nel loro sfrecciare tra le piantè di bambù,la desolazione li seguiva con voracità,piante di bambù,felci,camelie e crisantemi,venivano recisi,tagliati,fatti a pezzi e se erano fortunati venivano graffiati oppure urtati a tal punto da lasciare il segno,una tale cura per il giardinaggio,buttata via dalle violenza di due uomini.

Ma la flora era l'ultimo dei pensieri,per entrambi ormai lo scontro era entrato nel vivo,avanzarono ancor di più in profondità,dove nemmeno la luce dell'astro notturno riusciva a entrare a pieno nella vegetazione.

Ad un certo punto si fermarono,nonostante la semi oscurità dovuta al punto in cui si trovarono Akira poteva benissimo vedere come se fosse giorno,infondo era uno yokai,cosa che lo avvantaggiava,ma che tuttavia non lo faceva sentire completamente al sicuro,lui lo sapeva bene,non'è la razza a rendere l'individuo un avversario pericoloso,ma le capacità personali dell'individuo stesso,qualcosa che sapeva di persona.

- I miei complimenti,siete un uomo eccezionale,di certo non pensavo di avere a che fare con un combattente così esperto,la vostra non'è certo una forza naturale,mi chiedo quali fatiche avete sopportato per arrivare a un tale livello.

Un fruscio improvviso,uno scatto di lato,un colpo parato col solo palmo della mano,poi lo vide,il feroce Daimyo,spuntato da un angolo di tenebra,come un pipistrello che esce dal proprio nascondiglio,lo vide in volto,illuminato dalla strana luce che girava per la spada.

Aveva un espressione seria,fiera,con lo sguardo di un vero combattente,Akira lo sapeva,l'umano che aveva attirato la sua attenzione,non'era un uomo comune.

- Non scherzare con me,pensi che non mi sia accorto delle tue movenze? Del tuo trattenerti? Avanti,mostrami la potenza del tuo vero stile,mostrami la vera forza del tuo pugno.

Akira agì immediatamente,con forza scaraventò via Nobunaga,gli era bastato solo spingere con la mano con la quale contrastava il filo della spada,un moviemnto semplice,ma la cui potenza era stato a dir poco impressionante.

Il Daimyo per contro atterrò un paio di metri più in la,tale era stata la potenza da dover fare leva sulla spada per frenare la corsa,fortunatamente per lui non si era fatto niente,anche perché si era parato con la spada,anche se aveva intuito che il colpo era diretto all'arma stessa.

Dal punto in cui si trovava vide qualcosa di inaspettato,lo yokai aveva assunto una strana posizione,aveva gli occhi chiusi e il corpo era rigidamente dritto,con la mano destra aperta,vicino al volto,mentre la sinistra più in basso vicino al femore,il volto inespressivo emanava una sensazione di calma innaturale,artificiosa,ma in qualche modo potente.

Lo vide più attentamente,il corpo,le mani,la calma,tutto di lui ricordava in qualche modo una figura lontana dalla quotidianità del signore di Owari,non aveva dubbi su cosa stava vedendo.

Era un Buddha,un Buddha in piena meditazione.

Questo era decisamente inaspettato,era la prima volta che vedeva una cosa simile,era una cosa stupefacente,ma ciò non gli avrebbe impedito di continuare a combattere quell'essere,anche perché non'era la posa assunta a preoccuparlo.

Nobunaga avvertiva una strana energia nell'aria,non sapeva bene come definirla,ma era qualcosa di potente,ne era certo,i palmi delle mani di Akira cominciarono ad illuminarsi,come se dentro di esse si fossero accese delle fiaccole,poi aprì gli occhi e si rivolse al suo avversario.

- Come desidera.

Dai palmi,la luce si diffuse in entrambe le mani,tale era la radiosità di quella luce che sembrava avere vita propria.

- MANIFESTAZIONE DELLA LUCE INTERIORE.

Akira si lanciò all'attacco mantenendo le mani aperte,per risposta Nobunaga si mise sulla difensiva aspettando di parare il primo colpo,che arrivò con un colpo di mano,che l'umano parò col filo della spada.

Ma quando pensò di aver ferito lo yokai,vide che dalla mano non uscì sangue,anzi,non comparve nemmeno il taglio,in un qualche modo era come se la luce influisse sul quel punto specifico del corpo e mentre cercava di capire cosa fosse esattamente successo ecco che vide arrivare un secondo colpo,che lui prontamente schivo in tempo.

Fece un passo indietro e anche se aveva schivato il colpo sentì qualcosa sul petto,come se un urto improvviso avesse provocato un taglio e poi lo vide,la parte di kimono che gli copriva il petto si era disintegrata,quasi fosse divenuta cenere,poi,una scottatura,sentiva qualcosa bruciare lungo il muscoloso torace,poi lo vide chiaramente.

Una striscia,una striscia di pelle bruciata gli percorreva il petto da parte a parte,normalmente una persona normale si sarebbe spaventata per una cosa del genere,ma lui invece no,anzi,sembrava incuriosito dalla cosa,fece un sorriso diretto allo yokai eterocromatico.

- Si,ora ci siamo,ora lo so per certo...anche tu,sei un praticante di un arte arcana,non'è forse così?

Akira di rimando sorrise anche lui.

- Ovvio,d'altronde,immagino che anche voi abbiate un segreto da nascondere,o mi sbaglio?Ditemi la verità...a quale scuola appartenete?

Nobunaga sorrise,un sorriso maligno ricomparve sul suo volto,i suoi occhi mostravano l'interesse autentico di chi sapeva dell'argomento di cui stavano parlando,ora n'è era assolurtamente certo.

Quello yokai,non'era una creatura banale con la quale confrontarsi.

Da quanto tempo era che non mostrava la sua verà abilità nel combattimento?Erano stati pochi i momenti in cui aveva dato tutto se stesso per vincere un incontro,ricordava ancora il tempo dell'apprendimento,degli sforzi fisici e mentali per apprendere la sua arte in modo così efficacie,di come aveva compreso che il male,non'era solo una presenza morale all'interno dell'anima,ma qualcosa di ben più complicato.

Quanti ne erano caduti per mano del signore di Owari?Quanti avevano combattuto,sofferto e poi erano morti per aumentare la sua potenza?Quanti ancora avrebbero sofferto per le sue mire di conquista?

Sapeva bene quale fosse il prezzo da pagare e quel prezzo lo aveva pagato per intero.

- Lo vuoi sapere veramente?Allora attaccami di nuovo e vediamo se sarai ancora così sicuro di te stesso.

Disse Nobunaga,allargando le braccia,come a voler sottolineare il suo senso di sfida verso il templare.

Akira fissò per un attimo la figura dell'umano,lo vedeva spavaldo,orgoglioso,quasi stesse scherzando col fato,stava mettendo in gioco la sua stessa vita....e nel farlo si stava gustando ogni momento di quel combattimento.

E poi lo fissò negli occhi,come a cercare qualcosa dentro il suo avversario,un anima,un emozione,un qualcosa che mostrasse un segno di esitazione,ma non trovò niente di ciò che cercava,gli occhi di Nobunaga trasmettevano qualcosa di ben più sinistro.

C'era qualcosa di oscuro dentro quell'uomo,come una qualche potenza che non riusciva a ben definire,l'unica cosa che sapeva con certezza e che non era debole,questo era l'unica certezza che aveva.

E guidato da quell'unica sicurezza,ripartì all'attacco.

Fece un solo scatto,il balzo fu svelto,tanto che a stento si potè vedere il calcio volante diretto alla cassa toracica del folle di Owari,l'impatto sarebbe stato molto più che doloroso.

Lui era li,stava fermo,immobile,come se stesse aspettando il momento preciso per fare la sua mossa,la luna era testimone,il giardino era testimone,le ombre della notte erano testimoni,presto lo sarebbe stato anche lo yokai.

E quando sarebbe giunto il momento,anche quell'uomo,dalla lunga chioma argentea,sarebbe stato testimone del suo vero potere.

Tutto stava per procedere come da programma per Akira,quando all'improvviso,fu buio,non riuscì più a vedere niente,come se una strana tenebra fosse scesa all'improvviso.

Non vedeva più niente,il giardino,il cielo,persino Nobunaga sembrava sparito,poi tutto ricomparve,come se non fosse mai successo niente,tranne per una cosa.

Nobunaga era scomparso.

Un istante fa era davanti a lui,l'istante dopo era sparito,neanche il tempo di toccare terra,possibile che fosse scomparso così velocemente? Chi era davvero quell'umano?

- LE OMBRE DI YOMI.

Akira non ebbe nemmeno il tempo di posare il primo piede a terra che la sua veste si squarciò in un sol colpo,lasciando la parte del corpo del maestro templare completamente scoperto.

Avrebbe voluto girarsi in direzione della voce,ma quando ci provò,sentì un forte dolore alla schiena,che gli provocò un forte brivido in tutto il corpo,tale fu la sua intesità da fargli stringere i denti.

Durò un inezia,ma preoccupato della cosa si toccò il punto colpito,guardò le dita e poi lo vide chiaramente.

Nero.

Il sangue sulla sua schiena era diventato nero.

Percepì una forte aura malvagia provenire da quelle poche traccie del danno sulla sua schiena,a giudicare da quello che aveva subito,dall'intesità e dall'estensione del dolore che sentiva,molto probabilmente era un taglio.

- Allora yokai,come ti sembrava come colpo?

Akira riuscì a girarsi,e poi lo vide,Nobunaga,era girato di schiena,ma la luce dell'astro notturno fece ben vedere cosa aveva provocato il danno,un filo della spada e le dita della mano sinistra del daimyo erano sporche di sangue e li lo vide chgiaramente.

Una malvagia energia oscura pervadeva le mani di Nobunaga,ed insieme ad essa un aura del tutto uguale circondava il suo corpo.

- Non spendere energie per sanare le tue ferite,non ci riusciresti.

- Lo stesso devo dire del mio colpo su di voi,anche se dubito che abbiate capacità curative,le nostre discipline marziali si contrastano a vicenda.

- Suppongo di si.

Nobunaga si girò verso Akira con un espressione più seria che potesse fare,nessun battuta,nessuna frase eccentrica,solo un espressione dura in viso.

- la mia forma di combattimento è originaria di quella terra,alla quale i vivi non è permesso di entrare,un luogo dove il male scorre come se fosse un fiume in piena.

Akira comprese chiaramente di quale luogo stesse parlando,l'espressione di Akira si fece meno accomodante,divenendo neutra,perfettamente piatta,ora comprendeva bene con che uomo aveva a che fare.

- Il dominio del re demone del sesto cielo...avevo sentito parlare di una cosa simile,un arte marziale basata sul male interiore dell'individuo,non conosco molto di questa pratica,ma so che è uno stile maledetto e che pochi ne apprendono i segreti,volete forse farmi credere,che voi conoscete tale stile?

- Come di certo saprai,la pratica di un arte marziale maledetta e considerata proibita,perché essa infrange le regole imposte dal volere divino e dagli equilibri naturali,quello che forse non sai e che la pratica di tale arte comporta un prezzo veramente alto da pagare...e io l'ho pagato in pieno,tu piuttosto,ho visto il colpo che hai usato su di me,la tua forse è un pratica di combattimento buddista?Sarebbe

- Uno yokai buddista?No,la mia scuola è ormai dimenticata da tempo immemore,persino nei tempi antichi erano ben pochi a conoscerla,io sono forse il suo ultimo esponente,poichè la terra della quale è originaria é scomparsa,molto tempo fa.

- Due potenti scuole.

- Due forme di combattimento.

- Ma chi vincerà?

- La luce?

- O le tenebre?

Ed ognuno dei due sfidanti cominciò a manifestare il proprio potere personale in modo più aggressivo,Akira cominciò a rilasciare una potente luce che illuminava il petto,mentre Nobunaga era pervaso da una tenebra lattiginosa,che gli fuorìuscì dal corpo.

Entrambi erano pronti per percorrere l'ultima parte di questo scontro,ormai prossima alla fine,entrambi avrebbero fatto sul serio e questa volta avrebbero fatto sul serio,i muscoli erano pronti,i corpi erano pronti allo scatto,le menti pronte ad elaborare la miglior tattica di approccio,tutto in entrambi stava a significare che lo scontro non sarebbe stata una passeggiata.

Ma tutto ad un tratto,accadde qualcosa di inaspettato.

La tenebra attorno al signore di Owari cessò letamente di esistere,mentre al contempo ritornò in una posizione normale,non più pronto al combattimento,fece girare la spada per una volta e poi la conficcò a terra portando infine le mani a i fianchi.

Akira da parte sua non riusciva a comprendere cosa stesse facendo Nobunaga,era come se tutto ad un tratto non volesse più combattere,tutta via non sembrava essersi calmato,ma anzi,stava guardando aKira come un cane da guardia si accorge di un ladro nel bel mezzo della notte.

- Cosa stai facendo?

Anche Akira assunse una posa neutrale,la luce che emanava dal corpo si affievolì lentamente,fino a scomparire del tutto,fino a quel momento si aspettava di combattere uno scontro violento,com'era nei suoi piani,ma l'eccentricità di quell'inidividuo aveva sconvolto le sue aspettative,per tanto decise di provare con quell'improvviso repentino cambio di programma.

- Non capisco.

Disse Akira portandosi le mani dietro l'osso sacro,in una posizione che metteva in risalto il torace scultoreo.

- Lo sai benissimo,il tuo ingresso improvviso,questo combattimento,questo nostro scambio di colpi,dove vuoi andare a parare?Cosa c'è realmente dietro?

- Il mio scopo e quello di instaurare un rapporto segreto tra voi e me,immagino sappiate già quali beni posso offrirvi,avrete sentito parlare di patti segreti tra umani e yokai.

- Lo so anch'io,so bene dell'esistenza di simili patti infruttuoisi,spesso l'umano che sceglie di aderire a queste strane alleanze e la perdita di qualcosa,solitamente dell'anima,o qualcos'altro che la vittima ritiene prezioso,ma sappiamo entrambi che questo non'è il nostro caso,giusto?

- Esattamente,se è la verità e quella che volete ve la dirò,qui ed ora...Oda Nobunaga,vi chiedo di unirvi a noi e alla nostra causa.

Nobunaga rimase sorpreso da quella risposta.

- Che intendi dire con,"noi"?

Akira fece un piccolo sorriso.

- La nostra esistenza é celata al resto della società,siamo presenti in ogni punto del mondo civilizzato e siamo in circolo da quando esiste il concetto di civiltà stessa,controlliamo ogni aspetto di una nazione,dall'economia alla politica,dai conflitti tra nazioni al controllo delle masse,eravamo presenti quando Himiko comandava sul regno di yamatai,eravamo presenti quando Jimmu divenne il primo imperatore del Giappone,eravamo presenti quando Minamoto Yoritomo sconfisse il clan Taira nella guerra di Gempei e diede inizio allo Shogunato è desideriamo esserci ancora,quando Oda Nobunaga prenderà controllo dell'intero paese.

Un sorriso comparve sul volto di Nobunaga,seguito subito dopo dalle sue mani che si posavano sui fianchi.

- Ah,è una bella storia non c'è che dire,ma,pensi che questo giustifichi la tua intrusione in casa mia?E per cosa?Per venire fin qui a parlarmi di come tu e questa tua magica combriccola segreta della amicizia siate chissà quali grandi cospiratori del mondo,solo per tentaivo di impressionarmi? Andiamo,puoi fare di meglio.

- Mi creda,la sua collaborazione con noi potrà solo giovare ad entrambe le nostre fazioni,mi creda se le dico che io tengo molto a questa nostra alleanza.

Nobunaga staccò una mano da un fianco e se lò portò al mento,non perse la sua aria da autentico eccentrico,ma tuttavia considerò seriamente la proposta,poteva davvero contare sull'aiuto di gente così veramente potente,ammesso che esistessero certo.

Era ovvio che se un dayokai veniva a fare una proposta simile a lui voleva dire solo una cosa,che lo yokai in questione non faceva distinzioni tra razze,certamente questa era una nobile virtù,ma non riusciva a non chiedersi se la cosa sarebbe stata davvero a beneficio della sua campagna di conquista.

Doveva rifletterci ancora prima di prendere una decisione.

- La vera domanda non'è se io decidessi di accettare o di riufitare tale proposta,ma piuttosto,perché mai proporre a me un offerta così vantaggiosa per gli Oda,quando ci sono clan maggiori come i Takeda,gli Uesugi O l'imperatore stesso,perché proprio io?

Akira distolse lo sguardo da quello del daimyo e lo puntò in alto,verso un la luna,che da quella foresta di bambù sembrava aver un aspetto così poetico,quasi sembrasse un atmosfera da favola.

Peccato che della favola li,c'erà solo il suo lato più oscuro,il maestro templare e il folle di Owari,Lo yokai dai mille è più misteri e l'umano che voleva rivoluzionare un intera nazione.

Poche volte nel corso della storia,tanta malignità si era concentrata in un singolo punto del mondo.

- Perché tra tutti i signori della guerra che ci sono in questo paese,voi siete l'unico che sta cercando di aprire nuovi orizzonti,c'è bisogno di uomo come voi per cambiare la stagnante situazione dalla quale il Giappone non riesce più a sbloccarsi,ci sono così tanto guerrieri in questo paese,ma c'è bisogno di un vero demonio per unificare un intera nazione,ho deciso di avere fiducia in voi.

Nobunaga rimase fermo ad ascoltare,era rimasto incuriosito da quelle esatte parole,non sapeva dire se quello dello yokai fosse un falso elogio ho un frase detta con sincerità,doveva ammettere a se stesso che era rimasto colpito dalla cosa.

- Devo riconoscerlo,tu sei una delle poche creature che sanno trattare le parole come se fossero fatte d'oro,ma anche parole così belle necessitano di essere sostenute con forza,se credi davvero in ciò che dici,allora finiamo ciò che abbiamo iniziato e vediamo se Nobunaga avrà intenzione di credere alle tue parole.

Il Templare ormai n'è era certo,identificare Nobunaga come un uomo normale era da cosiderarsi impossibile,a fatica riusciva a capire se quell'umano fosse realmente insano,o stesse recitando,sopratutto quando Nobunaga parlava di se stesso in terza persona,come se fosse un attore che inscena una parte in un opera di teatro,ma era ovvio che non fosse qualcuno da prendere sotto gamba.

Entrambi gli sfidanti tornarono a esercitare il loro potere intrinseco,chi avrebbe vinto? Akira e la sua luce,oppure Nobunaga con le tenebre che dimoravano nella sua anima?

Questa sarebbe stata una risposta che avrebbero scoperto solo combattendo.

E ricominciarono,per l'ultima volta.

Questa volta fu Nobunaga a fare la prima mossa,il suo fu uno scatto rapido,ai limiti dell'innaturale,un veloce pugno con la mano libera,al volto dello yokai fu la sua mossa d'apertura,ma Akira lo schivò velocemente,scartando di lato solo con la testa e in risposta provò a colpire con una testata,ma non diretta al volto,bensì poco sotto la gabbia toracica.

Il daimyo vide il colpo andare verso il basso e come contrattacco parò con il gomito del braccio che teneva la spada,ma proprio quando pensava di attaccare con la lama Akira impresse una forza improvvisa sulla fronte cominciando a spingere come un toro inferocito,Nobunaga si ritrovò con il braccio bloccato,poichè era schiacciato contro il suo torace.

Ma non era uno sprovveduto,nonostante si stesse facendo trascinare,gli venne ovvio pensare im modo contrario,fece un giro su stesso facendo in modo di sbilanciare Akira che andò a finire più avanti e lasciando la schiena scoperta,Nobunaga n'è approfittò per tentare un semplice colpo in verticale,dal basso verso l'alto,contro la spina dorsale dello yokai.

Akira contrattaccò girandosi di centottanta gradi su se stesso,facendo si che il colpo dell'umano andò a vuotò,per poi intrappolargli il braccio armato con la sua morsa di ferro,prendendolo con l'incavo tra il braccio e l'avambraccio che si chiusero sul suo polso.

Nobunaga rispose con un pestone sul piede di Akira,che appena scese dissuase lo yokai da continuare la mossa,ma in compenso Akira colpì il suo avversario nel basso ventre,con un veloce montante a sorpresa,liberandosi così dal piede del signore di Owari.

Restarono fermi per un attimo,in attesa di un azione dell'avversario,a riprendere fu Nobunaga,ma non nel modo in cui Akira si aspettava.

- Rendiamo le cose più interessanti.

Disse l'umano mentre scatto di lato,per poi incominciare a correre,verso tutt'altra direzione.

A quel punto Akira dovette inseguirlo,cosa che per lui non risultò troppo difficile,si muovevano lesti tra il bambù e le felci,nemmeno le radici sporgenti erano un problema così grande.

Akira si trovava dietro a Nobunaga,notando che il signore del castello sembrava più agile di quello che aveva dato a vedere,al contrario Akira risultava essere un buon inseguitore,nonostante l'ampia massa muscolare che al primo sguardo lo faceva sembrare impacciato per quel tipo di attività.

Nobunaga girò la testa un attimo e sorrise verso il templare,sembrava si stesse divertendo,come un bambino che aveva scoperto un nuovo gioco,peccato che il gioco si svolgeva secondo le sue regole.

Improvvisamente decise di usare la sua spada in modo inaspettato,compì un improvviso arco orizzontale,tagliando così le alte piante di bambù attorno a lui che subito dopo il suo passaggio,caddero dietro le sue spalle.

Akira vide le piante cadergli addosso,mossa azzardata,ma astuta,ciò non di meno sarebbe stato facile liberarsi del problema,con forza e velocità,sia di mano che di pensiero,prese la prima delle piante a cadegli addosso,la prese,e la usò per colpire tutte le piante che gli stavano venendo incontro,liberando così il passaggio da evenutuali ostacoli improvvisi.

Il daimyo si accorse di cosa fosse successo e rimase sbalordito da quell'inventiva fulminea,che sembrava così pari alla sua e tuttavia così differente,doveva ammeterlo,quel dayokai era bella gatta da pelare,a quel punto cambiò di nuovo tattica.

Si fermò,senza preavviso,l'ombra sotto i suoi piedi si intensificò ancor di più dando ad una specie di fumo nero,che poco a poco circondò l'area per almeno tre metri in tutte le direzioni.

Akira dovette fermarsi per non penetrare quella fitta ombra che copriva l'uomo al suo interno,tuttavia lo yokai volle fare una prova,caricò di energia una delle sue mani e con un rapido movimento tagliò una porzione della strana tenebra.

Vide che si era dissolta,o per meglio dire,si era divisa,il punto in cui aveva colpito non sembrava essersene andata,semplicemente si era aperta,come se in un qualche modo quella bizzarra oscurità non solo fosse reale,ma anche coscente,come se posseddese una sua intelligenza,o forse era un effetto dovuto ad una rezione con la sua luce,non n'è era certo.

- Che cosa c'è? Hai paura del buio?

Disse Nobunaga con fare provocatorio

- Non'è l'ombra che mi preoccupa,siete voi che quello che mi da preoccupazioni.

Detto questo Akira caricò energia anche nell'altra mano,per poi compiere un unico giro su se stesso e agitare le braccia come se fossero lame.

La nebbià scomparve e al suo posto ricomparve Nobunaga,questa volta a mezz'aria,con l'intento di colpire il templare in momento di svantaggio,la lama era pronta,il colpo non avrebbe mancato il bersaglio.

E infatti non lo mancò,ma non per questo andò a segno,l'affondo della lama venne interrotto prima ancora di colpire la carne,Akira appoggiò le mani al tronco di Nobunaga che subito lo lanciò via,ma quest'ultimo fu lesto a rimediare all'attacco fallito e con una giravolta toccò il suo con i piedi,invece che con la faccia.

- E questa improvvisa voglia di giocare da dove viene? Andiamo,fino a un attimo sembravate pronto ad uccidermi.

Disse Akira nel suo modo cortese ed educato.

- Sto solo cercando di comprendere che genere di combattente sei,ma infondo penso che tu lo abbia già capito.

- Si,l'ultima parte di questo scontro....

- E giunta a compimento.

E nobunaga a questo punto si lanciò contro Akira,puntando entrambe le gambe al volto di Akira,lo yokai rispose subito con una salda posizione di difesa,con le braccia incrociate di fronte al volto e le gambe larghe,tenute bel salde al suolo.

Akira sentì l'impatto con il daimyo,che pesantemente si era gettato contro di lui,fortuna che le braccia dello yokai pararono il colpo,che a giudicare dal peso del colpo si sarebbe certamente fatto del male.

E qui si vide la vera efficacia del posa di Akira.

- POSIZIONE DELLA MONTAGNA.

La forza del colpo di Nobunaga venne rilasciata dalle braccia del maestro,rilasciando una luce ancora più forte che si abbattè sul suo avversario e spingendolo in aria con forza raddoppiata,rilanciato indietro a gran velocità sembrava che stesse per impattare scontrarsi col suolo.

O almeno così sembrava.

Il corpo di Nobunaga sembrò rimettersi in posizione eretta prima ancora di toccare terra,ma appena la toccò sentì che stava scivolando sul suolo,come se la forza di quella manovra difensiva si facesse ancora sentire,ma subito dopo venne bloccato a terra,come se qualcosa lo stesse trattenendo.

Erano due frammenti di quella oscurità che emanava,si era addessata attorno alle sue caviglie,come a volergli fare da appoggio sicuro.

Entrambi ormai era giunti alla resa dei conti,alla parte finale di quello scontro,mancava solo una parte fondamentale.

Si guardarono un attimo e decisero di andare verso la stessa direzione,entrambi sapevano che c'era un solo modo per concludere quella serata in modo esaustivo.

Si girarono entrambi,guardarono un punto ben preciso sulla loro traittoria e si lanciarono,correndo verso il luogo che loro sapevano,per sugellare quella notte,in cui due combattenti di grande valore potessero dare il meglio di se.

Correvano,entrambi alla stessa grande velocità,parallelamente,poi lo videro e saltarono fuori dalla fitta vegetazione,per poi trovarsi li,dove tutto era cominciato.

Il giardino in mezzo alla foresta,l'erba tagliata non poteva nascondere niente agli occhi di entrambi,mentre la luna,la cui luce non veniva filtrata dagli alti corpi verdi delle piante,entrambi ora si mostravano in tutto e per tutto nella loro forza.

Luce e ombra si fecero più forti,entrambi cercavano di manifestare la maggior quantità di potere personale,si misero in posizione,entrambi pronti per la mossa finale.

La faccenda adesso si era fatta veramente seria,a tal punto che Nobunaga lanciò la spada dietro la schiena e infilzandola con un semplice gesto nel soffice terreno,ora avrebbero finito la questione ad armi pari.

L'energia era al massimo.

- LE MILLE CONSAPEVOLEZZE.

- IMPERIOSO ASSALTO DEL RE DEMONE.

E qui giunse l'apice dello scontro,il suo punto più alto,la sua gloriosa fine.

Pugni,una pioggia di pugni che si riversava su entrambi i contendenti,da parte di Akira erano a centinaia i colpi che partivano dalle sue mani,miriadi di piccole luci grandi quanto una delle sue mani circondavano ogni pugno che tirava verso Nobunaga.

Nobunaga stava facendo una cosa molto simile,anche lui era intento a colpire altrettante volte lo yokai,scie oscure seguivano i molti percorsi delle sue braccia,che con forza si gettavano addosso al templare.

Tale era la scarica di colpi che si stava scatenando tra loro due che era impossibile stabilire quanti pugni erano stati scaricati l'uno addosso all'altro e ad ogni colpo seguiva una ferita.

Il corpo dello yokai si stava riempiendo di seri tagli neri,da dove il suo sangue prendeva lo stesso colore,Nobunaga invece veniva sepolto sotto un cumulo di ferite calde come l'inferno,strisce incandescenti bruciavano in più punti il suo corpo,entrambi si stavano riducendo al limite della sopportazione del dolore.

Eppure continuavano,tale era il furore del combattimento che nessuno dei due sapeva più tirarsi indietro,muscoli lacerati,ossa doloranti,i segni di quello scontro erano ormai segnati,non solo sulla pelle,ma anche nell'anima.

In qualunque modo sarebbe finita,sarebbe stata certamente un incontro memorabile.

Ormai erano entrambi a limite delle loro forze,un colpo,l'ultimo per entrambi,l'esito in quel confronto tra giganti.

Ultimo rimasuglio di energia per entrambi,un ultima luce,un ultimo frammento d'ombra.

Entrambi colpirono ancora una volta,mani si stavano avvicinando,corpi stavano per essere urtati per l'ennesima volta,ne sarebbe spuntato vincitore solo uno.

I pugni vennero rilasciati,le nocche scricchiolarono,il dolore fu lancinante,ma nessun dei due trovò ciò che cercava.

Una vittoria concreta.

Invece quello che videro fu ben altro,entrambi i colpi si erano scontrati a metà del percorso,causando così unteriori danni ai lori arti già provati.

Era finita...non come se l'aspettavano,ma era finita.

Entrambui in piedi,doloranti,sanguinanti,ma adesso era finita.

- I miei complimenti,era da molto che non mi confrontavo con un avversario degno di nota,siete un combattente eccezzionale.

Disse Akira con sincerità e tentando un sorriso,cosa che gli riuscì solo per metà.

- Neanche tu sei tanto male,in ogni caso avevo già preso la mia decisione,ho deciso che...

Ma non ebbe modo di finire la frase che qualcosa si frappose tra loro due,per istinto entrambi fece un leggero balzo indietro e videro cos'era.

Due Kunai conficcati nel terreno,entrambi erano stati l'obbiettivo di un attacco simultaneo.

Girarono la testa in direzione dell'aggressore,in alto,verso il cielo scuro.

E li lo videro,una figura vestita completamente di bianco,con protezioni metalliche su braccia e gambe e sulla fronte,con le braccia intrecciate e la luna alle spalle.

- Due mostri si riuniscono sotto la luna, testimone di questa immonda alleanza.

Akira fu il primo a rispondere a tali parole.

- Il diavolo di Iga,so che avete avuto a che fare con Hana,sono felice che non le abbiate fatto del male,era da molto che non ci si vede...Hattori Hanzo,maestro assassino e capo clan dei ninja di Iga.

Disse Akira cercando di mantenere un aspetto altero e forte,seppur ferito e provato dallo scontro.

- Mi ricordo di te,ladro,diverso tempo fa tu e alcuni tuoi compari avete cercato di portarmi via quella...

Nobunaga indicò l'arma che aveva recuperato molto tempo fa,al contrario di Akira non mascherava il suo attuale stato fisico,era affaticato,stanco e segnato dalla lotta,ma nonostante ciò anche lui non dava segno di voler cedere.

- Peccato che non ci siate riusciti...peccato per voi,naturalmente.

Concluse la frase con un sorriso da lupo.

- Nobunaga Oda,il folle di Owari,massacratore,distruttore,empio tiranno dall'anima corrotta dalle tenebre,sappi questo,una nazione costruita con la forza e destinata a cadere con la forza.

- Ma una nazione priva di forza non potrà mai sottomettere il caos e la follia di cui quest'epoca e lorda,fatti da parte e divieni parti del mio nuovo Giappone,oppure resisti e muori,così che io possa sacrificarti sull'altare della storia, a te la scelta.

Seguì un attimo di silenzio,poi,la risposta dell'uomo arrivò.

- Io sono un ombra tra le ombre,così è...e così sara sempre.

E detto questo,intrecciò le mani,fece dei segni con le dita e si lanciò indietro,scomparendo così alla vista di tutti,rifugiandosi nel cuore delle ombre.

Nobunaga fissò per un attimo il punto un cui era precedentemente posato,per poi lasciarsi andare un commento.

- E così sia,uomo nell'ombra.

- Signor Oda...

Il daimyo venne attirato dalla voce di Akira.

- Immagino che la sua decisione riguardo a questa alleanza sia un si.

- Precisamente,anche se adesso non aspettarti che mi fidi te,o della tua organizazzione,so per certo che sai più cose di me,riguardo a tutta questa faccenda.

- Naturalmente,ora se mi vuole scusare,io e il mio seguito ci allontaneremo dalla vostra proprietà,le auguro buona notte.

E così dicendo Akira si allontanò verso la foresta di Bambù,lentamente,senza fretta,come se la situazione fosse stata delle più tranquille,come se le cose fossero andate esattamente come voleva.

Un passo,poi un altro,ogni cosa era stata misurata,ogni cosa era andata a vanrtaggio suo e dei templari,presto avrebbe colto i frutti di quell'unione tanto vantaggiosa,il gran maestro aveva rischiato la vita per rendere reale quella possibilità,aveva giocato il tutto per tutto.

E aveva vinto,tecnicamente era stato un pareggio,ma lui sapeva bene che non tutte le vittorie si possono misurare con la sola forza dei muscoli,o con piani tempestivi,le vittorie migliori sono quelle durano nel tempo e col passare di esso.

La pazienza era certamente una dote che ha lui non mancava.

- Posso farti una domanda?

Disse Nobunaga dal nulla.

Akira si girò in direzione del suo interlocutore.

- Certo,cosa volete sapere?

Chiese Akira in modo interrogativo,come se fosse realmente interessato alla cosa.

- Per caso conosci uno yokai dalla lunga chioma argentea,con occhi di chi non sopporta il mondo intero e il segno di una mezzaluna sulla fronte?

Chiese Nobunaga con incredibile naturalezza,come se fosse la domanda più normale del mondo.

Akira rimase un attimo sulle sue,come se la sua mente dovesse analizzare attentamente quale risposta dare in proposito.

Aveva sentito bene la domanda,sapeva bene che quella descrizione poteva essere associata solo ad una persona sola,ma per curiosità cercò di comprendere appieno quella richiesta.

- Forse,ma posso sapere il motivo di tale richiesta?

- Posso solo dire che lo sto cercando da molto tempo,sai,questa è una domanda che ho fatto ad ogni yokai che ho sconfitto,immagino che un tipo come lui non passa inosservato,dico bene?

- Dice benissimo,tuttavia al momento non é raggiungibile,il nostro nemico in comune lo ha portato via chissà dove.

- Capisco,immagino che tu lo conosca meglio di me.

- Lo conosco da tutta una vita e si fidi,non'è semplicemente un modo di dire.

- Interessante,ma immagino che per ora non mi direte di più,non'è vero?

- Non siamo ancora così intimi da darvi maggiori informazioni,col tempo,se non ci saranno disguidi tra di noi,le garantisco che avrà le informazioni che cerca.

E Akira si decise ad incamminarsi verso la sua uscita con impeccabile stile,ma prima di scomparire completamente disse le sue ultime parole,prima di uscire di scena.

- Sesshomaru...la prossima volta che chiederete di lui in giro,fate questo nome,questa è l'unica informazione che posso darvi per il momento.

E si dileguò,com'era apparso,se nè andò.

Nobunaga innalzò lo sguardo verso la luna,chiuse gli occhi,rilassò il volto e poi tirò un sospiro di sollievo.

- Sesshomaru...ora so quale nome scrivere sulla tua lapide,ora so,il nome della vittima sacrificale più importante.

E con questo ultimo commento si allontanò,pregustando il momento in cui si sarebbero incontrati,il folle di Owari ora poteva contemplare il nome dell'uomo che sarebbe stata la pietra miliare del suo dominio.

E si allontanò,per tornare da coloro che gli erano leali,che lo avrebbero seguito in quella scia di morte,distruzione...e rivoluzione,il progresso sarebbe arrivato sulla punta della spada.

Due uomini si erano scontrati quella notte,due combattenti si erano sfidati per vedere la vera potenza che entrambi possedevano,due sinistri individui avevano stretto un accordo segreto per decidere il destino del sol levante.

Il re demone del sesto cielo e il gran maestro dell'ordine dei templari.

Un concentrato di male all'ennesima potenza.

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Capitolo 52
*** Io te e lui. ***


Diverse ore più tardi,poco prima dell'alba,villaggio degli assassini.

Stava iniziando come una giornata qualsiasi,il cielo era un pò cupo li in montagna,mentre il sole a fatica riusciva ad illuminare il cielo,ma apparte questo,tutto sembrava nella norma.

Ma non per loro due,non per il cane e la pantera che dormivano sotto lo stesso tetto.

Era successo qualcosa a Sesshomaru,qualcosa che lei non sapeva spiegarsi,si era destata dal sonno quando cominciò a sentire il suo antico rivale emettere dei piccoli versi,come se stesse avendo un incubo.

Lei si alzò,si avvicinò all'inuyokai,con una leggera ansia verso lo stato in cui lui si ritrovava,si muoveva nel sonno,compiendo piccoli movimenti spezzati,come se facesse fatica a fare qualcosa,ma non capiva bene cosa potesse essere.

Provò a strattonarlo un poco e a chiamarlo allo stesso tempo,ma non sembrava reagire,ciò aumentò la paura che in Toran era già forte di suo,ma il peggio sarebbe arrivato a breve.

Decisa a non arrendersi provò ad aprirgli le palpebre,forse questo lo avrebbe riportato alla realtà,provò con un occhio,ma quando lo aprì constatò con inquietudine che la pupilla era biana,bordata di rosso,come se l'occhio si fosse girato su se stesso.

A quel punto provò il tutto per tutto,cominciò ad agitarlo con forza,a chiamarlo sempre più forte e nel timore che potesse peggiorare gli si inumidirono gli occhi.

- SVEGLIATI,TI PREGO,APRI GLI OCCHI.

Urlò,come se facendolo potesse richiamarlo a se e a quel punto,accadde.

Uno scatto inaspettato la prese alla sprovvista ed una mano,incoscente di quello che stesse accadendo le si strinse alla gola,per poi essere buttata a terra.

La pressione intorno al collo era tale che rischiava la rotturà delle vertebre cervicali,cercò di liberarsi,facendo forza ma senza ricorrere agli artigli o al ghiaccio,ma la sua forza in confronto a quella del cane era paragonabile a quella di un pollo che cerca di liberarsi dalla morsa di una volpe,la differenza era abissale.

I muscoli della mano sembravano fatte di pietra,non aveva mai avvertito una tale forza in lui,nemmeno quando combatterono tra le rovine nella montagna,lo sentiva ringhiare,come se fosse nella forma animale,mentre gli occhi rossi,fissavano un punto indefinito,era certa che sarebbe morta di li a poco.

Ma tutto ad un tratto,la situazione cambiò.

Lo sguardo di lui tornò normale,la presa si fece meno forte,ed un espressione di sgomemento si manifestò su quel volto solitamente corrucciato.

E dopo un tenero abbraccio e parole di conforto i due erano ancora li,l'uno stretta all'altra,l'orrore era sparito,ora c'erano solo loro,li,insieme,a stretto contatto,quanto avrebbe voluto che quel contatto fosse durato abbastanza a lungo da divenire qualcosa di più che solo un abbraccio.

E magari senza i vestiti addosso,almeno per lei,lui indossava solo l'intimo.

Ma a quel desiderio lussurioso,si sostituì un affetto meno libidinoso,quasi materno,vederlo in quello stato,non osando immaginare cosa possa aver passato per avere una reazione simile.

- Sesshomaru,vuoi dirmi cosa ti è successo?

Disse lei sussurandogli dolcemente in un orecchio.

Lui si staccò da lei,il movimento era stato eseguito con fare calmo,quasi temesse di poter farle ancora del male,anche soltanto con un semplice gesto come quello.

Si mise in posizione più eretta,seduto sul futon e coprendosi con la coperta fino alla vita,comprendo così la sua parziale nudità.

La testa era china verso il petto mentre chiudeva le palpebre,impedendo così alla vista di posarsi su di lei,si vergognava,lui,che voleva solo ribellarsi,che voleva combattere...che voleva fuggire.

Da quella cosa.

Era ancora li,a malapena ricordava nel dettaglio cosa fosse successo,ma ancora aveva ben in mente la parte peggiore di tutto quello.

La scritta mostro ripetuta più e più volte su tutta la scalinata,lui bloccato,inerme,debole,rassegnato,impotente di fronte a quell'orrore,a prima vista era una sagoma rettangolare con un strato nero che circondava l'interno della forma artificiale.

Ricordava di come scendeva le scale,pur non muovendosi,come se l'ambiente e l'oscurità fossero la stessa cosa,eppure non sapeva definirlo con esattezza,la natura stessa della vicenda rasenta la follia.

- Non riusciresti a comprendere,nemmeno io ci riesco,fai un favore a te stessa,lasciami qui,allontanati e continua questa tua alleanza con gli assassini senza di me,ti ho già ferita abbastanza.

- Non dire così,non'é colpa tua,so che non volevi farmi del male,io mi fido ciecamente di te.

Lei gli posò una mano sopra una delle sue,la mano di lei si era posata in un gesto delicato,come a volerlo consolare,sostenere,a fargli capire che lei era con lui,sempre.

- Infondo,sono o non sono la tua compagna di viaggio?

Disse lei sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.

Lui la vide in volto,si sentì indifeso di fronte a quel modo di fare,così gentile e caritatevole,lei era una guerriera,una combattente,una vera dura,eppure aveva la sensazione che da quando si erano rivisti dopo tanto tempo,lei sembrò più tenere,dolce,affabile,almeno con lui.

E lui non seppe cosa dirle,quel volto così sereno,quelle labbra così vicine al suo volto e quello sguardo,quegli occhi così azzurri,che avrebbero dovuto congelare chiunque con una sola occhiata,invece sembravano scaldarlo,reazione ironica,dato il potere di lei.

lui in risposta,capovolse la mano coperta da lei e gliela strinse leggermente,segno di complicità,non sapeva nemmeno lui perché facesse così,era la prima volta che si sentiva in quel modo di fronte a qualcuno.

Probabilmente Jin aveva ragione,forse lei provava dei sentimenti più pronfondi,di quelli che lui voleva ammettere.

E forse,anche lui,aveva lei sentiva una certa attrazzione verso di lei,solo che non n'è era ancora convinto.

O che non aveva il coraggio di ammetterlo a se stesso,lui sapeva essere così orogoglioso da negare l'evidenza persino a se stesso.

Ma non poteva negare che il tocco della sua mano era un balsamo miracoloso più forte di qualunque capacità di rigenerazione,leniva ferite che il suo corpo non poteva guarire e che la sua mente e il suo spirito pativano ormai da diverso tempo.

- Come ci riesci?

Chiese lui con fare perplesso.

- A fare cosa?

- A non aver paura,ti ho aggredita,ti ho fatto del male,ho rischiato di ucciderti,come puoi starmi vicino dopotutto quello che ti ho fatto passare?Il combattimento nella montagna,il litigio al fiume e adesso questo,in ogni cosa che fai tendi a comportarti bene nei miei confronti,dimmi perché.

Lei non seppe cosa rispondere,distolse lo sguardo dal suo,non avrebbe potuto reggere a quella pressione,subito si rialzò dirigendosi subito verso il punto della stanza dove aveva lasciato le sue solite vesti.

- Perché sono incaricata della tua salvaguardia,Ezio e Yuki mi hanno espressamente chiesto di controllare il tuo stato di salute...é poi sono ancora in debito con te,hai resuscitato la mia famiglia e salvato il mio clan dal mio precedente signore,sono estremamente in debito con te,senza dimenticare che sei intervenuto quando ero circondata dalle guardie di Akira.

- Ti ho già detto come la penso sulla questione,non hai alcun debito verso di me e se anche ci fosse ti scioglierei da un simile vincolo,non mi sei debitrice di nulla.

- Lo so...ma io sento il bisogno di sdebitarmi,se non fosse stato per te io non sarei mai stata alla guida del mio clan,le mie sorelle e mio fratello ora gestiscono gli affari del clan anche grazie al fatto di essere vivi,questo lo devono a te,posso dire con certezza che le pantere esistono ancora anche grazie a te,come posso non sentirmi in debito?

Sesshomaru non seppe cosa rispondere,dal punto di vista dell'inuyokai lei sembrava in qualche modo diversa da come la ricordava,questo ormai era evidente,ma più in particolare le sembrava simile ad un altra persona alla quale ormai non pensava più.

Rin.

Quella bambina così gentile,riconoscente,gioiosa della vita che adesso si stava godendo appieno,in qualche modo le assomigliava,o almeno con lui,un tempo sarebbe stata più diretta,arrogante e strafottente,esattamente come lui,un blocco di ghiaccio,ma ora sembrava avere un carattere più affabile,era diventata soffice come la neve appena caduta.

Ovviamente Toran non era altrettanto infantile come quella fanciulla umana,ma se non altro mostrava quel lato che lui apprezzava tanto e che solo in quella bambina credeva che potesse esistere.

E invece ora quella morbidezza d'animo,quel lato tenero del cuore lo ritrovava li,ma stavolta più maturo,in Toran,la faceva sembrare quella donna che molto tempo fa non avrebbe potuto suscitare in lui nessun autentico interesse,pur tuttavia senza cancellare quel lato guerriero,combattivo e decisamente maschiaccio che lui rispettava in lei,forse era questo strano miscuglio di attributi che in un modo o nell'altro attirava le sue attenzioni su di lei.

Lei non era sofisticata,viziata o altezzosa,lei era diversa,un pò come lui.

E a lui questa cosa piaceva.

Mentre lui rifletteva su queste cose,vide qualcosa che lo prese in contropiede,la ragazza sciolse il nodo dell'obi che teneva la veste,lo fece cadere e subito dopo,si scoprì le spalle,facendo scivolare la veste sulla propria pelle,delicatamente,quasi con malizia.

Difficile a dirsi se l'aveva fatto apposta o pure no,l'unica cosa certa era quello che stava osservando,ormai senza vestiti Sesshoamru potè vedere,con un certo interesse,che la pantera non era poi così nuda,una fascia bianca ripetutamente fatta girare intorno al petto copriva i seni,mentre sotto portava un semplice perizoma di cotone bianco.

- Toran...che stai facendo?

Disse lui incredulo a quello che stava vedendo.

- Mi sto cambiando.

Disse lei mentre era girata,intenta a indossare il suo solito abito,lei spostò lo sguardo su di lui e lui prontamente girò il suo in un altra direzione.

- Tranquilla,non ho visto niente.

- Avevi ragione ieri sera,non siamo più dei ragazzini,possiamo cambiarci pur rimanendo nella stessa stanza,non abbiamo nulla di cui vergognarci.

- Non c'è bisogno che tu lo faccia solo perché ho detto così,ho solo espresso un mio pensiero personale.

- A me non sembrava,sembravi piuttosto deciso quando l'avevi detto.

- Vestiti,invece di perdere tempo in chiacchiere.

- Come vuoi.

Finito di vestirsi la ragazza si mosse verso la porta.

- Ti aspetto di fuori.

- Guarda che non c'è ne bisogno...

Ma lei subito uscì,senza dare la possibilità a Sesshomaru di poter finire la frase.

Chiuse la porta e subito dopo si rivolse verso una delle pareti della casa,ci si appoggiò e si coprì il volto.

Ripensò alla scena di poco fa,facendola sentire la ragazza più stupida del mondo intero.

Non sapeva nemmeno lei spiegare come fosse accaduto il tutto,l'unica cosa che aveva intenzione di fare era alleviare la tensione che si stava respirando la dentro,per non parlare di quello scambio di parole,lui che le chiedeva come potesse stargli vicino e lei che gli aveva risposto con il volersi sdebitare.

A quel punto qualcosa era scattato nella sua testa,lui,ai suoi occhi così fragile,così bisognoso di lei,solo allora seguì ciò che le diceva il cuore.

Si spogliò davanti a lui.

Si diresse verso il punto in cui teneva le sue vesti e cominciò a vestirsi,ma dentro di lei sapeva cosa volesse fare veramente.

Un misto di compassionevole pietà e un ardente desiderio delle carne di lui,l'aveva spinta a quel gesto,dandogli le spalle sperava che lui si alzasse,alla ricerca del suo corpo,che la prendesse,che la baciasse,per poi portarla con se sul pavimento e....

Non osava immaginare oltre,la cosa la imbarazzava troppo.

Lo bramava,lo desiderava..lo amava.

Ma lui non lo sapeva,i suoi problemi occupavano tutto il suo tempo e lui,per quanto gli stesse vicino era come se fosse a miglia di distanza.

Avrebbe voluto dirgli cosa provava nei suoi confronti,ma non né aveva il coraggio,come poteva? Sesshomaru era bello,forte,con un coraggio che pochi possono vantare di possedere,qualità di cui si era accorta solo dopo che lui aveva riportato in vita Shuran,Karan e Shunran.

Nei giorni successivi la figura di quel avversario di sempre,era cambiata,prima di allora non si era resa conto di come fossero profondi quegli occhi dorati,di come fossero lisci i lineamenti del viso,di come quella lunga,ma ordinata massa di capelli argentei gli dessero quell'aspetto così regale.

Le ci volle ancora molto per comprendere che ormai era divenuto il suo eroe,un glorioso guerriero solitario contro tutto e tutti,un uomo,solo contro il mondo intero.

E lei gli sarebbe rimasto accanto....era un promessa,verso se stessa e verso ciò che provava per lui.

All'improvviso sentì la porta scorrevole aprirsi e subito si staccò dal muro e levò le mani dal viso,cercando di simulare un atteggiamento calmo e tranquillo,cosa che lei in quel momento non era per niente.

Sesshomaru se n'è uscì già vestito e col cappuccio posato sulle spalle,ormai non c'era più bisogno di nascondersi,buona parte degli yokai presenti al villaggio ormai sapevano chi si nascondeva sotto quelle vesti da iniziato.

Il volto e lo sguardo fisso davanti a lui preannuciava l'ovvio,una giornata cominciata male,destinata a peggiorare.

- Andiamo.

Ordinò lui senza troppe premure.

Lei non disse niente e lo seguì,temendo per lui le conseguenze di quella situazione.

Le strade erano deserte e i rumori delle prime ore del giorno erano ancora lontane per l'ora in cui si stavano diregendo da Yuki,il cielo era a malapena illuminato da un sole ancora distante,una tinta unica di un blu denso e scuro stava lentamente diventando chiaro,annunciando così il sorgere del sole che ancora una volta avrebbe illuminato quella giornata.

Un leggero vento soffiava in quel momento,gelido,che sembrava passare di li,tra loro due,come un brezza giocosa che si intromette e col suo freddo pungente ricordava ad entrambi il gelo che era sceso su i due giovani yokai.

Si inoltrarono nel centro abitato,il silenzio era presente,quanta calma,mentre loro due,con la loro presenza passavano,anche loro altrettanto silenziosi,che con i loro passi infrangevano il silenzio,come un sassolino infrange la superficie di un specchio d'acqua.

Gli edifici erano testimoni della loro presenza in città,mute presenze,semplici nella loro funzione,era così strano passare per quelle strade senza il solito chiacchiericcio dei passanti e lo sbraitare dei mercanti,non un qualcosa di bello in quel paesaggio urbano,un cambio di prospettiva sulla classica caoticità che solitamente era li presente.

Ma sotto tutta quella calma si nascondeva un ansia e una tensione tali da pesare sulle coscenze di entrambi gli yokai.

Toran cercava star vicino a Sesshoamru,ma quest'ultimo istintivamente si distanziava da lei,come poteva starle accanto,dopo quello che gli aveva fatto? Come poteva affiancarla dopo quello che aveva visto?

La schiena nuda di lei,il desiderabile seno che in parte aveva intravisto nel suo profilo e più sotto,i suoi glutei,quelle curve,così sensuali nella loro naturalezza,piccoli al punto giusto,tonici,desiderabili.

Per non parlare di quello che si nascodeva sotto quel perizoma,al solo pensarci sarebbe impazzito,era come ritrovarsi di fronte ad un bel fiore e non poterlo cogliere per paura di fargli male.

Temava di farle male,temeva di aggredirla ancora,non avrebbe osato toccarla,non dopo aver rischiato di spezzarle l'osso del collo.

Ma se avesse potuto toccarla....

Se fosse stato possibile,se ciò che sospettava fosse reale,se era vero che lei provasse qualcosa per lui,allora si sarebbe fatto avanti.

Si sarebbe alzato senza indugiare,si sarebbe mosso piano,l'avrebbe guardata come un cane da caccia che insegue la sua preda,sguardo da predatore,occhi fissi di chi è pronto a fare la propria mossa,l'avrebbe stretta attorno alle sue braccia,l'avrebbe baciata,mentre le sue mani avrebbero vagato sul suo corpo,su quella pelle bianca come la neve,più preziosa della porcellana,posandosi sul suo collo,sul suo petto,sul ventre,sui fianchi ed infine scendendo più in basso,dove non osava immaginare.

Si dovette riprendere da quella fantasia,la loro meta era in vista.

La casa del libro,Sesshomaru tornò di nuovo in quel posto,per la terza volta,ormai ricordava la strada a memoria,cosa che non lo faceva sentire particolarmente orgoglioso.

Bussò,neanche con gentilezza,due colpi forti per farsi riconoscere,quasi rischiò di abbatere la porta.

Non arrivò nessuno,aspettarono ancora un pò,ma nessuna traccia di chi cercavano,forse non si era fatto sentire abbastanza bene,per tanto volle riprovare,ma questa volta più forte.

- Spero che tu sia qui per una buona ragione,o forse tutto ad un tratto ti da fastidio il mio locale?

Toran e Sesshomaru si girarono verso una delle finestre delle case adiacenti,videro una donna dai lunghi capelli neri,pelle diafana e lo sguardo di chi si è svegliata da poco.

- Devo parlarti.

L'espressione del volto del ragazzo era serissima,come sempre del resto,ma questa volta nella sua voce non c'era segno di noia o di fastidio.

E la cosa la metteva a disagio.

- Entrate.

Disse lei chiaramente preoccupata.

L'interno dell'abitazione rispecchiava per dimensioni la maggiorparte delle case del posto,piccola e accogliente,ma a differenza delle altre case,era arredata con un basso tavolino in legno laccato nero,con diversi fogli appogiati sopra e con un cuscino di seta li accanto e altre due porte scorrevoli presenti nella stanza.

Ma la cosa più sorprendente era un piccolo dettaglio che entrambi gli yokai non si accorsero in precedenza,ora che la vedevano senza cappuccio si accorsero di due orecchie appuntite ai lati della testa,anche lei era uno yokai.

Come mai non se n'erano accorti prima? In particolar modo dell'aura,non la sentivano,possibile che non n'é possedesse una?

Quella donna di certo nascondeva molte cose,è non solo l'aura.

- Prima accomodatevi.

- Non ho tempo per queste scemenze.

Disse Sesshomaru spazientito,Toran prontamente gli portò una mano al braccio e lo guardò con fare rassicurante.

- Ci parlo io.

La voce della panterà lo calmò leggermente,in un qualche modo la sua presenza lo rilassava,non riusciva a capire come,però ci riusciva,era dalla sera prima che sentiva chiaramente che con pochi gesti lei riusciva a raffreddare alcuni punti cocenti del suo carattere...e a riscaldarne altri.

- Nobile Yuki,siamo qui per alcuni aggiornamenti riguardo alle condizioni di Sesshomaru...

Toran cominciò a spiegare la situazione avvenuta poco fa,i lamenti nel sonno,lei che cercava di svegliarlo e poi l'aggressione,spiegò come lui continuasse a stringerle il collo nonostante cercasse di farlo rinsanire e di come alla fine si riprese.

Yuki ascoltò meticolosamente ogni dettaglio,la preoccupazione si leggeva sul suo viso,esattamente come i tanti manuali e manoscritti che teneva nella sua piccola biblioteca,non aveva battuto ciglio,statuaria,magnifica,concentrata,paziente.

Infondo erano li per questo.

Ma la pantera non gli disse dei dettagli più intimi,non gli disse di come lei chiamò disperatamente l'inuyokai o di come lo abbracciò,quando lo vide sconvolto e in preda alla confusione,quando poi subito dopo lui l'abbraccio a sua volta e di come lei poco dopo si sentì avvampare e di come quell'abbraccio facesse nascere in lei intimi pensieri.

- Come immaginavo,speravo che non cominciasse così presto.

Disse Yuki in tono rammaricato,chiuse gli occhi e cominciò a respirare letamente,tramutando il suo volto in una maschera di tristezza.

- Potete fare qualcosa?

Chiese Toran con sincera preoccupazione

- Se siete venuti qui,con la speranza di una sorta di cura o una soluzione di qualche tipo,la mia risposta è no,sono spieacente,davvero.

- Ma ci sarà qualcosa che si può fare,non potete lasciarlo così.

- Capisco quello che provate,ma io non ho quello che cercate,ma ho qualcosa da consegnare a lui.

La maestra si diresse verso il tavolino,prese un foglio di carta spiegazzato e lo passò a Sesshomaru,l'inuyokai se n'è era stato in disparte durante la spiegazione che Toran aveva fatto all'assassina,per tutto il tempo era rimasto attaccato ad un muro,con le braccia attorno al petto e gli occhi chiusi,come se in qualche modo volesse estranarsi da tutto e tutti.

Cosa che solitamente faceva,ma mai prima di quella mattina,aveva sentito il bisogno di fuggire anche dalla realtà,che a suo avviso era diventata anche fin troppo brutta.

- Leggi.

Sesshomaru si riprese dal suo tentativo di isolamento,prese il foglio con non curanza e cominciò a leggere.

- Ordine diretto del mentore del ramo Giapponese della confraternita,a seguito dei recenti fatti che sono avvenuti a danni dell'intera confraternita,ritengo opportuno che il figlio di Inutaisho venga mobilitato il più presto possibile verso la zona settentrionale del paese,nell'Hokkaido.

Ci risulta dalle nostre ultime infomazioni che la gran sacerdotessa Otsune stia organizzando le forze a sua disposizione per ottenere il controllo sull'intera zona nord del paese,aspetto ulteriori aggiornamenti riguardo alla situazione attuale.

Finito di leggere Sesshomaru passò la lettera a Toran e poi si rivolse all'altra donna presente nella stanza.

- E perché mai dovrei andarci proprio io?

- Aspetta,c'é dell'altro,Otsune è un alleata di Akira,anche se lei non é un membro dei templari il suo sostegno politico assicura i templari un vataggioso territorio a loro disposizione,per non parlare dei problemi che gli Ainu e gli yokai che potrebbero causare,sempre se riescono a rivendicare i territori persi.

- Ainu? Mai sentiti prima.

Rispose lui incuriosito.

- Gli Ainu sono un antico popolo umano del nord,nei tempi antichi il loro territorio si estendeva per l'intero paese,ma con le invasioni di coloni provenienti da Corea e Cina costrinsero questo popolo a raggiungiere le zone glaciali dell'Hokkaido,dopo secoli di isolamento sono tornati a farsi sentire e temo che Akira voglia aproffittare della situazione,non oso immaginare cosa succederebbe se riuscisse nei suoi intenti.

- Se dovessi partire,troverei anche Akira?

- Forse,ma preferirei che non ti scontrassi con lui,sai benissimo com'é andata a finire l'ultima volta,piuttosto,se vuoi veramente fare del male al gran maestro,ti suggerisco di colpire Otsune,solo così potrai arreccargli un serio danno ai suoi piani.

Sesshomaru rimase in silenzio,ripensò ad Akira,ripensò a lui e a come potesse avere occasioni di poterla fare finita con tutta questa storia,non gli interessava niente della situazione nel nord,ma sapere che Akira era a portata di mano gli dava la sensazione di poter regolare i conti con quel dannato e poter così tornare alla sua vita precedente.

Yuki guardò gli occhi del cane,brillavano di una luce furiosa,luce che caratterizzava il suo sguardo quando un nemico particolarmente forte gli dava filo da torcere e lui sentiva la carica che la sola idea del combattimento potesse dargli,ma purtroppo la maestra sapeva bene che la vera motivazione di Sesshomaru era un rancore profondo,il senso di sfida questa volta,non c'entrava assoluatamente niente.

- Va bene,volete farmi l'assassino? Per me sta bene,ma ad una condizione.

- Apparte il fatto che come novizio ti è stato dato un ordine diretto, e che non potresti rifiutare,quale sarebbe questa condizione?

- Voglio che Toran venga con me.

La richiesta del dayokai suonò come una cosa bizzarra,personalmente l'assassina si aspettò una cosa come il poter uccidere Akira,oppure,andarse fuori dalla confraternita a missione finita,ma di certo non il fatto di portarsi la pantera con se,questo era stato certamente un evento inaspettato.

- Benissimo,infondo vi conoscete,siete stati avversari per così tanto tempo,che ormai vi conoscete anche fin troppo bene,per non parlare degli ultimi svolgimenti,che sono più che sicura vi hanno avvicinato ancor di più,oltre a ciò,lei potrà continuare a verificare il tuo stato di salute,ritengo che questa sia un ottima idea,partirete domani,tuttavia...

- Tuttavia?

- Non potete partire senza la guida di qualcuno più esperto di voi,poi avrai bisogno di allenarti nelle arti della confraternita,quali la furtività,il ladrocinio,l'omicidio e tutto ciò che ti potrà essere utile,per questa ragione,vi affido la guida di Ezio per ciò che dovrete fare.

Sesshomaru sospettava che Yuki avrebbe detto qualcosa del genere,poi quel sospetto divenne reale e per ciò non si stupì più di tanto,ormai era scontato che quell'umano facesse parte della sua quotidianità,era stato presente fin dall'inizio di quella storia,perché mai non avrebbe dovuto averlo vicino anche in questa faccenda?

- E ti pareva che non ci fosse anche lui,va bene,se serve anche lui ad ammazzare Akira,me ne farò una ragione,c'è altro?

- Veramente si,pare che da quelle parte si siano avvistati diversi membri  di diverse tribù di lupi,soprattutto gli Yoro,in un qualche modo devono essere collegati a quello che sta succedendo da quelle parti,non ho altro da dirvi riguardo la questione.

- Bene.

E detto ciò Sesshomaru uscì dall'abitazione,con passo fiero e composto.

Toran fece per alzarsi,ma subito la maestra si fece risentire.

- Toran,c'è una cosa con cui vorrei parlare con te,in privato.

La pantera si rimise al suo posto e subito le due si guardarono per un attimo,poi ricominciarono a parlare.

- Come va il tuo rapporto con Sesshomaru?

- Bene,apparte questo incidente,procede tutto liscio,non'è certamente un tipo facile con la quale averci a che fare,però non'è così male,perché me lo chiedi?

- Ultimamente io è il maestro Ezio abbiamo notato che voi due state sviluppando degli atteggiamenti un pò atipici per il vostro carattere,come quando ti sei offerta volontaria per intempretare la parte della finta traditrice,oppure quando sei intervenuta durante il combattimento di ieri,c'è forse qualcosa che senti il dovere di riferire?

La ragazza si sentì schiacciata da tutta quella pressione,mentre la yuki la osservava tranquilla,composta,ma facendo capire bene tra quello che si stava svolgendo in quella casa non era una semplice discussione,era un interrogatorio in piena regola.

Meno diretto,ma pur sempre un interrogatorio.

- No,nulla di particolare,adesso se vuoi scusarmi,io andrei.

Toran si rialzò per l'ennesima volta e questa volta era più che decisa ad uscire da quella casa,la cui aria sembrava la stesse facendo soffocare,le mura sembravano schiacciarla e quella donna la stessa guardando dentro,tutto la dentro sembrava volerle fare sputare fuori una verità che lei stessa non voleva rivelare nessuno,nemmeno a quella persona che ormai occupava i suoi pensieri.

- Come assassina ti dico che il tuo eccessivo coinvolgimento col tuo vecchio rivale e assai pericoloso,noi sappiamo cosa pensi realmente di lui e ciò potrebbe risultare dannoso per lo svolgimento del tuo compito.

La voce di Yuki arrivò alle orecchie della pantera,che la fece fermare sull'uscio,ma Toran non aveva intenzione di risponderle,parlare di quelle cose le avrebbe fatto troppo male.

- Ma come donna ti dico di stare attenta,i tuoi sentimenti per Sesshomaru sono puri,ma lui é molto più del guerriero che tu conosci,temo che sotto la superficie della sua anima si nascondono cose ben peggiori di quello che vuole ammettere....e la cosa più triste e che lui non ha colpa di tutto questo,una vittima inconsapevole,di un destino crudele dettato da un antico conflitto.

Non una parola,non un singolo suono era uscito dalla bocca della ragazza,rimase li,con lo sguardo che andava all'entrata,persa in pensieri che duravano meno di un istante,per fortuna di lei,dato che nessuno di quei pensieri era buono e tutti rivolti a lui.

Uscì dalla casa,lasciando così da sola la maestra,sola,in compagnia dei suoi pensieri,dei suoi timori.

E del suo ospite.

Yuki si avvicinò ad una delle porte scorrevoli dentro la casa,l'aprì e dentro vi trovò l'uomo che si celava al suo interno.

- I sintomi hanno cominciato a peggiorare,temo che presto o tardi possa manifestare comportamenti più violenti di sta mattina,confido che possiate prenderne cura voi,Ezio.

Il fiorentino si trovava ai suoi,spoglio dei suoi indumenti e sdraiato su un futon,guardava il soffitto mentre sul suo volto si faceva spazio un espressione pensierosa,poi li richiuse,cercando di godersi la calma di quel risveglio,interrotto dall'arrivo dei due yokai.

- Immagino,dato che il ragazzo e alla sua prima missione dovrò guidarlo attentamente nelle basi degli insegnamenti,il vero problema sono le sue condizioni,temo che la prossima volta che accadrà dovrò usare...metodi poco ortodossi,per farlo tornare sano.

- Vi riferite alla mela? Ma così c'è il rischio di ucciderlo.

- Spero solo di non dover arrivare a tanto,adesso se mi vuoi scusare,voglio sfruttare le poche ore di sonno che mi restano,non mi va a genio l'idea di affrontare la giornata col sonno che mi perseguita.

Yuki fu in procinto di lasciare la stanza,ma all'ultimo istante si fermo girandosi ancora una volta verso il fiorentino.

- Niente battute maliziose oggi?

Ezio dal canto suo mostrò un sorriso di genuina allegria tenendo tuttavia ancora gli occhi chiusi.

- E ancora presto per fare certe cose,ma se vuoi più tardi,possiamo fare cose ben più impegnative di qualche semplice battuta...ci sono modi più interessanti di usare la bocca,mia cara.

La ragazza fece una breve risata,segno che aveva apprezzato la frase,un simile umorismo era un autentico toccasana per lo spirito,si sentiva fortunata a collaborare con un uomo simile,per quanto fosse poco ortodosso il metodo di quello straniero doveva riconoscere che aveva un certo stile in fatto di approcci con il sesso opposto.

- Riposate Ezio Auditore,domani vi aspetta la missione più difficile che abbiate mai affrontato.

- Visto che dovrò stare dietro a Sesshomaru per tutto il tempo della missione,si,penso che sarà un autentica impresa,comunque,c'è ancora una questione della quale dobbiamo parlare.

- Quale?

- Riguarda il motivo per la quale sono qui,ancora non mi spiego cosa possa essere successo è sopratutto non so se sono l'unico ad essere arrivato in questo mondo,oppure ci sono i miei altri due compagni,faccio fatica a trovare un senso a tutto questo.

L'assassino ricordava ancora il momento in cui il suo senso della realtà era ancora quello di sempre,ricordava ancora la fine della sua ultima missione,del suo ritorno dalla Spagna,e di quel luogo,sotto la città di Roma,antico,dimenticato,perduto,la cui struttura era fuori da ogni contesto conosciuto,l'architettura irriconoscibile,bella e sconosciuta.

Solo loro avrebbero potuto costruirla,solo loro avrebbero potuto concepire una tale costruzione,loro che nel suo mondo era stati definiti dei,loro che un tempo vennero chiamati Giove,Giunone e Minerva,insieme ad altri esseri a loro simili.

Loro,coloro che vennero prima.

Poi quella luce,quello scoppio improvviso di energia,un bagliore accecante,forte quanto la luce del sole in piena estate,poi,li vide,gli altri due,colleghi,amici,compagni fidati,da anni persone che lo aveva aiutato a capire che genere di uomo voleva essere.

Li vide spinti,travolti,sopraffatti,proprio come lui,provò a chiamarli,ma la sua voce venne soffocata,resa esile,dal boato tremendo che si manifestò li dentro.

Poi il nulla,non ricordava bene quanto tempo passò,forse una decina di minuti o forse un ora,poi,la foresta,la neve e quel mondo pieno di magia,mostri altre cose incredibili.

Se mai fosse tornato a casa,nessuno avrebbe creduto a quella storia,lui stesso faticava a crederci.

- Ho inviato la vostra richiesta al mentore del nostro ramo,non siamo ancora certi di cosa possa essersi trattato,sono spiacente per la vostra situazione.

- Non quanto dispiaccia a me.

- Riposate,il giorno non'è ancora giunto,approfittatene.

E detto ciò Yuki chiuse la porta,lasciando Ezio con i suoi pensieri,lui a sua volta pensava a casa e a come stavano andando le cose senza di lui,a come stava procedendo il suo lavoro a Roma senza la sua presenza.

E poi,nel pensare alle persone che aveva bisogno del suo aiuto,gli venne in mente lui,quel ragazzo,dalla lunga chioma argentata,gli occhi color dell'oro e di quante gatte gli stava facendo pelare,era arrogante,presentuoso,pieno di se e sbruffone fino all'ultimo.

In parole povere,gli ricordava se stesso,quando era ancora un giovane della nobiltà fiorentina,l'unica cosa che li differenziava era il carattere.

Forse era per questo,che si era affezionato a Sesshomaru.


Toran uscì dalla casa trovando Sesshomaru fuori dalla porta,con lo sguardo diretto chissà dove,fissava il cielo che si stava schiarendo,segno che l'alba era ormai vicina,gli occhi dell'inuyokai vagavano verso il cielo,quel immenso lenzuolo sopra le loro teste che mosso da chissà quali regole naturali cambiava da giorno a notte e viceversa.

Il sole e la luna,l'alba e il tramonto,due faccie di una sola ed unica entità,il cielo,forse anche lui era così,forse c'erano un altro lato di lui che non aveva mai esplorato prima,qualcosa di più profondo ed oscuro di quanto volesse ammettere,ma connessa in qualche modo con Akira e quei frammenti di passato di cui nemmeno si ricordava.

- Sesshomaru,tutto bene?

Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri,ma ancora non riusciva a togliere gli occhi da quello spettacolo del mattino.

- Dimmi Toran,ti sei mai sentita fuori posto? Come se nessuna delle creature che hai attorno potesse capire come ti senti?Comprendere chi sei,o cosa vuoi veramente?

- Da che ho memoria ho sempre avuto la mia famiglia,Shuran,Shunran e Koran,mi sono sempre stati vicini,i miei genitori quasi non me li ricordo,hanno lasciato questo mondo due secoli fa,da allora sono dovuta crescere sia come donna che come guerriera,adesso però mi tocca anche crescere come capo clan adesso che so che c'è uno yokai che minaccia l'esistenza della mia gente.

- Quando ero più piccolo,mio padre mi era sempre sembrato un eroe,era forte,fiero,audace,ma era anche un uomo gentile,leale con gli alleati e spietato verso i suoi nemici.

- So chi era di fama,ma non avevo mai saputo queste cose di lui,da come ne parli sembrava un grande uomo.

- Lo era,è stato l'unico essere che ho mai ammirato,volevo essere come lui,emulare le sue gesta,superarlo,ma ora,non sento di essere degno di lui,mi sento schiacciato,calpestato,sconfitto e umiliato da un destino più grande di me.

Toran era li che lo fissava,in quel momento gli parve di vederlo sotto una nuova luce,forse perché era la prima volta che lo sentiva parlare così,in quella maniera molto distante dal cane che solitamente rispondeva a monosillabi,lo vide che guardava il cielo,come a voler cercare una risposta da chissà quale entità,lo sentì parlare,non come il solito Sesshomaru,il ragazzo continuamente sul piede di guerra,non sapeva descriverlo con esattezza,ma lo sentiva diverso,non sapeva come,ma diverso.

- Sesshomaru tu...

- Fino a qualche tempo fa mi sentivo perfettamente bene con me stesso,credevo di essere il più forte,il più agguerrito,il più abile yokai di tutti i tempi,invece adesso mi ritrovo qui,in momento della mia vita che non riesco a comprendere,percorro un sentiero pericoloso Toran,ogni ostacolo ora mi sembra insormontabile,ogni avversario mi sembra più forte o più abile di me e adesso mi ritrovo a dover risolvere un problema della quale non vedo la soluzione e che presto o tardi,perderò di nuovo il controllo.

- E anche se fosse?Se non altro adesso sappiamo cosa aspettarci e quindi possiamo reagire di conseguenza,io non ho alcuna intenzione di lasciarti da solo,mi conosci da troppo tempo,se mi metto una cosa in testa non me la toglie più nessuno,quindi,non credere di liberarti di me tanto facilmente.

Sesshomaru la fissò con sguardo furente e il suo volto divenne una maschera di rabbia.

- Tu la fai tanto facile,pensi semplicemente che le cose possono andare per il meglio,ma non ti rendi conto di come mi sento davvero,no,tu non puoi capire,come potresti?

Toran ascoltò quelle parole con sdegno e indignazione,anche lei cominciò ad irritarsi.

- Davvero? Non ci riuscirebbe nessuno a capirti,visto che sei tanto bravo a chiuderti in te stesso,avvolte mi chiedo sei un cane o una chiocciola,visto che ti riesce tanto bene a chiuderti nel tuo guscio,forse se mi dicessi qualcosa in più riguardo alla tua reazione potrei anche capirti.

Il ragazzo fu preso da un improvviso scatto d'ira,prontamente le puntò un dito addosso

- E TU INVECE SEMBRI UNA....

Sesshomaru si fermò,non riuscì a continuare la frase che subito la sentì di nuovo,quella rabbia,quella paura,quella mancanza di autocontrollo,poi,lo rivide,fu giusto un attimo,ma gli era apparso di nuovo,durò solo un battito di ciglia.

La porta,quel varco nero,quell'oscurità,durò un solo istante,ma lo rivide,sentiva ancora quell'ansia,quel profondo terrore che nel profondo della sua anima era ancora riemerso,solo per poterlo sottomettere ancora una volta,per farlo soffrire di nuovo.

Si portò la mano con la quale puntava la pantera e istintivamente se la portò sul viso,come a volersi coprire da quell'orrore,profondo e incomprensibile,lo rivide,vivido,come se c'è l'avesse di nuovo davanti.

La rabbia che stava manifestando verso di lei,gli aveva fatto sentire quello che provò li,nella casupola,quando la sua mano,forte delle fatiche e del suo nobile lignaggio stringeva selvaggiamente il collo di lei,in un impeto di ira profonda verso qualcosa che nemmeno lui sapeva riconoscere.

Toran lo vide li,curvo su se stesso,mentre lo vide coprirsi gli occhi,come un bambino che distoglie lo sguardo,per timore che dal buio possa uscire un mostro.

E lei sospettava che qualcosa non quadrava.

- Sesshomaru che succede?

Disse la pantera preoccupata,lei provò ad avvicinarsi a lui,mentre con una mano sfiorò quella del cane che si posava sul volto,nel tentativo di calmarlo,di tranquillizzarlo,di riportarlo da lei.

Ma appena ne sfiorò la pelle,subito lui,diede un ciaffone alla mano,come a volerla tenere lontano da se,il viso,ora scoperto mostrava un espressione spaventata,allo stesso tempo boccheggiava,cercando aria con difficoltà,mentre nello stesso istante il petto si alzava e abbassava in maniera preoccupante,quasi stesse soffocando.

- NON MI TOCCARE.

Lo sguardo di Sesshomaru dava i brividi,vi si poteva leggere una rabbia profonda,ma insieme ad essa si poteva scorgere un moto di paura,basso,viscerale,che si insinua nella mente come un serpente che si nasconde sotto terra,in attesa di scattare da un momento all'altro.

Toran per istinto si massaggiò il palmo,non perché provava dolore,il colpo in se non era stato forte,quanto piuttosto il gesto che aveva subito le aveva fatto male più di ogni altra cosa,persino più della mani dell'inuyokai strette al suo collo.

Assurdo,ma vero,quando lui,qualche momento prima,il suo tentativo di soffocarla non era dettato da una volontà sicura e ferma nel suo essere rigida,com'era solitamente Sesshomaru,in quell'atto violento,sentì la sua forza,la sua rabbia,il suo odio.

Ma non lui,lui non lo sentiva,era presente in quella stanza,ma era come se non ci fosse,come se il suo corpo facesse qualcosa contrario alla volontà di Sesshomaru,fu per quello che lei riuscì riuscì ad essere comprensiva,sapeva che negli ultimi tempi la mente di Sesshomaru faceva strani scherzi.

Ma quel gesto,quella mano urtata,quella mano che voleva solo aiutare,era stata respinta,con violenza,come se l'averla vicino le desse fastidio,ed era conscio di quello che aveva fatto,qualcosa in lei si era scheggiato,incrinato e per quanto non fosse visibile,faceva male,per quanto piccolo e insignificante potesse essere,faceva veramente male.

Essere tenuta a distanza come un animale randagio,da quell'uomo alla quale stava dando tante attenzioni,era la cosa peggiore che poteva immaginare in quel momento.

- Sesshomaru...

- Non ti faresti che male.

Toran era titubante su quello che voleva fare,non sapeva come reagire a quella frase,le avrebbe fatto ancora del male?L'avrebbe aggredita?Magari con esiti persino peggiori di prima?

Non poteva saperlo con certezza,era divisa,da una parte avrebbe voluto avvicinarsi,sostenerlo,dirgli sarebbe andato tutto bene,ma dall'altra l'istinto gli diceva di non tirare troppo la corda,tutto di Sesshomaru diceva che non sarebbe stato saggio provocargli un altra reazione.

Sesshomaru chiuse gli occhi mentre nello stesso momento si portò una mano sulla fronte,come se stesse male,sembrava in preda ad un forte stato confusionale,sentiva che la testa gli pulsava terribilmente,come se avesse un forte malditesta,eppure,nonostante il dolore,che a dire il vero era poco,sentiva che tutto attorno li stesse facendo più confuso,annebbiato,quasi irriconoscibile.

Tutto era sfocato,la sua vista percepiva le cose come se stesse osservando il mondo attraverso un specchio d'acqua,sporco e torbido,le immagini erano confuse,appannate e quasi indefinite,non riusciva a trovare una risposta a quello che gli stava succedendo,sapeva solo che qualcosa non quadrava.

Sentiva la mente annebbiata,faticava a pensare,a reagire a quello strano stato della mente,non sapeva cosa fare,non si era mai sentito così,come sarebbe stato bello che qualcuno avesse potuto rispondergli.

Rispondergli,rispondere,risposta.

Ci pensò un attimo,un fugace momento di lucidità,non sapeva come gli fosse venuto in mente,ma era comparsa così,all'improvviso,un ispirazione improvvisa,una fugace speranza velata dal caos della sua mente.

- Risposte...mi servono risposte.....é forse so dove cercarle.

Disse lui mentre guardava un punto indefinito di fronte a lui,come se fosse perso in un pensiero.

- Di che stai parlando?

- Devo andare.

E con queste parole si girò dall'altra parte è cominciò a correre,lasciando indietro la ragazza che inultimente lo chiamava a se,lui però non le diede ascolto,troppo immerso nei suoi pensieri per ascoltare la sua voce,per farsi convincere a restare.

In gran fretta sfruttò al sua naturale velocità per uscire dal villaggio,le strade erano ancora vuote, presto si sarebbero riempite di persone,ma lui ormai era già lontano,lontano da quella creatura che tanto lo faceva star bene e che lui aveva rischiato di uccidere.

Solo un piccolo angolo della sua mente riconosceva ancora quell'azione vergognosa precedentemente compiuta,se solo avesse avuto la prontezza di accorgersi di quello che stava facendo,se solo la sua mente non stesse crollando su se stessa.....

Ma ormai era tardi per pensarci é preso com'era da quella confusione improvvisa,da quel senso di smarrimento,si inoltrò sempre più nella foresta,dove stesse andando,lo sapeva solo lui.

O quasi.


un ora e mezza dopo.


Era tornato li,li dove tutte le sue sicurezze erano state rovesciate,li,dove due giorni aveva affrontato la sua antica rivale,li,dove ormai c'erano solo rovine,resti di un passato alla quale non prestava troppa attenzione.

Era di nuovo li,di fronte all'entrata dell'antica sede degli assassini,il luogo stavolta era realmente deserto,nessun assassino,nessun ostacolo di alcun genere,solo il silenzio,il cupo silenzio,così grande da sembrare assordante.

Ancora una volta li,nell'oscuro ventre della terra,dove forse nemmeno lui sapeva bene cosa cercare.

Entrò nell'edificio abbandonato,appena fece il suo primo passo all'interno risentì di nuovo quella strana sensazione,quell'impressione che ci fosse qualcosa di estraneo e inconsueto,antico e misterioso,si ricordava ancora i disegni e le incisioni all'interno dell'area.

Figure stilizzate,grandi esseri umanoidi più grandi di altri,incisioni,scritture e segni indecifrabili,sulle colonne,sui muri,sul soffitto,lui non ci capiva nulla e quel nulla lo rendeva incerto sul da farsi.

Come reagire,come avanzare nella sua ricerca della verità? Non lo sapeva,ma qualcosa in lui gli diceva che quello era il posto giusto,che li,da qualche parte si potesse nascondere la giusta direzione per scoprire cosa gli stava succedendo.

E seppe subito dove cercare.

Andò spedito in direzione della statua che tanto lo intimoriva,dentro di lui sapeva che quella grande figura di pietra nascondeva dei segreti,molte domande alla quale avrebbe voluto subito una risposta,l'uomo raffigurato aveva il suo viso,il suo corpo,la sua bellezza.

Ma quello yokai non poteva essere lui,come poteva?Eppure era uguale identico a Sesshomaru,tranne che per le ovvie differenze,come l'acconciatura o le vesti,ma sembrava lui,in tutto e per tutto.

Chi era?Perché si trovava li?Era un personaggio importante?Da dove veniva? Ma sopratutto,cosa diavolo aveva a che fare con lui?

La cosa peggiore e che sentiva qualcosa,lo percepiva sotto pelle,era sensazione strana,ma allo stesso tempo familiare,eppure non sapeva dargli un nome,non sapeva descriverla,in effetti a quel punto non sapeva più niente.

- Chi sei tu?

Disse Sesshomaru rivolto alla statua mentre estraeva la spada e puntandola verso il diretto interessato,forse nella speranza che potesse parlare,per dargli informazioni,per dargli risposte,o forse per vedere se in qualche modo potesse interagire con lui,come quella grossa sfera di metallo che aveva Ezio,oppure la tavoletta con le incisioni recuperata da Toran.

Fissò intesamente la scultura,ma non dava cenno di muoversi,di parlare,di essere viva,sperava in cuor suo che potesse reagire a quella domanda,alla sua provocazione,ma nulla,se ne restava li,ferma,immobile,nella sua straordinaria bellezza artistica,che stonava con tutto il resto.

A quel punto Sesshomaru abbassò la spada e deluso,chiuse gli occhi é abbassò la testa,come in segno di sconfitta,infondo cosa sperava di trovare?Un luogo morto,con segni e simboli senza senso,anche quella statua,maestosa ed imponente,risulatava alla fine solo un pezzo di pietra.

Grande,bello,ma pur sempre pietra,senza vita,senza volontà,solo pietra,nuda roccia ben scolpita,ma apparte questo nulla di più.

- Nessuno sa chi sia,nemmeno gli assassini n'é sanno più di tanto.

- Jin.

Sesshomaru si riprese immediatamente dalla sua delusione,concentrando tutte le sue attenzione su quell'essere che ormai da tempo infestava i suoi pensieri.

- MISERABILE,CHE DIAVOLO ERA QUELLA...COSA?DIMMELO.

Disse Sesshomaru con tutta la rabbia che aveva in corpo,questa volta però non si era limitato a pensarlo,lo aveva espresso a voce,urlandolo,tanto la sotto,chi lo avrebbe sentito?

- Mi rendo conto di quello che stai passando adesso,ma,la situazione é più complicata di quello che credi.

- DIMMELO.

- E una volta che l'avrò detto,che cosa farai?Ti addormenterai nel tentativo di tornare dentro te stesso,solo per poter avere di nuovo a che fare con quell'incubo?Dammi retta,come piano fa pena,anche se fosse fattibile,poi cosa farai?

- E UNA MIA DECISIONE,NON TUA.

- Ti metterai ad affrontarlo? E con cosa? Con la tua spocchia e le tua tracotanza?No Sesshomaru,sarai anche forte,ma le verità che si celano dentro di te sono talmente grandi,che non ti rendi conto di come stiano pesando sul tuo animo.

- TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE STO PASSANDO.

- Si invece,io sono dentro di te,comprendo il tuo dolore,le tue preoccupazioni,io lo so,non volevi farle del male.

L'inuyokai smise di urlare,lo aveva sentito bene,lui non voleva farle del male,ma ciò non cambiava cosa aveva fatto,perciò rimase fisso su quel pensiero,sapeva che lei non gli dava nessuna colpa,ma allora perché continuava a tormentarsi?

Continava a pensarci,a tormentarsi,era arrabbiato,furioso,si odiava per quello che aveva fatto,se avesse esagerato con la forza,se non si fosse ripreso per tempo dallo strangolamento...

Non voleva immaginare cosa sarebbe successo,non osava farlo,poteva comprendere quale sarebbe stata l'orrenda alternativa,ma avrebbe preferito non immaginarla,lei,esamine,per terra,senza più aria nei polmoni.

Senza più vita...per colpa sua.

Sesshomaru non dava più segni di rabbia,quelle sfuriate di prima sembravano ormai una cosa del giorno precedente,ma era ancora nervoso,in preda a quello stato confusionario che si era manifestato al villaggio.

- Jin....che mi sta succedendo?

- Temo che la tua ultima esperienza notturna abbia in un qualche modo avuto ripercussioni sul tuo spirito,il tuo equilibrio interiore è sconbussolato,ora,devi solo calmarti é...

Sesshomaru ascoltò con attenzione ogni parola detta da Jin,poi,all'improvviso,cominciò a sentirsi strano,sentì la testa farsi sempre più leggera,i suoni sembravano ovattati,la vista si offuscò,se prima stava male,ora si sentiva peggio.

- Che succede?

Non riuscì a dirlo,ma lo pensò molto chiaramente,sentì il cuore accellerare di colpo,gli mancò l'ossigeno,si sentì mancare e cadde al suolo,come privo di conoscenza.

suoni in lontananza,versi di uccelli,forse gabbiani.

Acqua,acqua che si scontra con la terra,forse il mare.

Terra,granulosa,pizzica,calda e fastidiosa,forse sabbia.

Riaprì gli occhi,era disteso su un fianco,si guardò attorno,spaesato,confuso,disorientato.

Si fece forza con le mani e sentì sui palmi la sabbia,si rialzò tutto d'un colpo ancora intontito,ma era abbastanza lucido da comprendere dove si trovasse.

Era di nuovo nella spiaggia,era tornato nel mondo dentro di lui.

Si guardò attorno e questa volta non trovò porte,statue o qual si voglia stranezza immaginabile.

Poi,controllando meglio verso il mare,vide qualcosa in lontananza,forse era uno scherzo della sua mente,sperava che lo fosse,perchè quello che vide era una barca,che si stava avvicinando a riva.

Aveva una struttura abbastanza semplice,lo scafo era rovinato,scheggiato e raschiato nei punti più disparati,era scolorita,probabilmente era molto più vecchia di quello che sembrava ed era priva di un remo,cosa che avrebbe reso la navigazione piuttosto difficile.

Ma non era quella la cosa che lo sorprese di più,sulla piccola imbarcazione sedeva un uomo e li gli venne in mente un altra figura a lui conosciuta,una corta chioma argentea,una veste marrone con degli anelli nel mezzo,lunghi pantaloni bianchi,con una fascia che scendeva in mezzo alla gambe.

Non ci credeva,non poteva,non lo concepiva in alcun modo,era lui,quel misterioso yokai che portava lo stesso volto di Sesshomaru,uguale in tutto e per tutto,tranne per la capigliatura e la mancanza di segni sul viso.

Per istinto Sesshomaru si porto la mano al fianco,alla ricerca di Bakusaiga,ma non la trovo,nemmeno Tenseiga era con lui,aveva solo se stesso con cui poterlo minacciare,tanto bastava a confrontarsi con lui,c'erano troppo domande che aveva da fargli,gliela avrebbe fatte tutte è avrebbe avuto le rispsote che cercava,anche a costo di ucciderlo.

Spinta dolcemente dalle ultime onde,la barca toccò terra,incastrandosi sulla battigia, e poco dopo il misterioso yokai scese dalla barca,ora si trovava a pochi metri da lui,lo vide attentamente,pronto a una qualunque reazione dello sconosciuto.

- Chi sei tu?

Disse Sesshomaru con tono minaccioso,ma l'altro non sembrava interessato a quelle parole,anzi,sembrava non averlo sentito,si guardava attorno con aria indagatoria,confusa,come se si fosse perso,come se fosse uno straniero.

Dava l'impressione di essere confuso e disorientato,guardava in tutte le direzione,alla ricerca di qualcosa che sapeva soltanto lui.

- Ti ho fatto una domanda,rispondi.

L'estraneo continuò a ignorarlo,non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo,come se l'inuyokai non ci fosse nemmeno su quella spiaggia.

A quel punto Sesshomaru perse le staffe e si diresse a passo deciso verso l'uomo,le sue mani erano pronte per prenderlo e alzarlo dal terreno,forse con un pò di forza lo avrebbe convinto a non fare tanto il furbo con lui.

Appena gli fu vicino mosse una mano verso la giugolare dell'altro yokai,ma appena lo toccò sentì solo l'aria,lo aveva attraversato,come se fosse aria.

- Ma cosa....

- Lui non'é qui veramente.

Sesshomaru si girò di scatto verso la voce e a lato lo trovò di nuovo,Jin,se ne stava in piedi,a guardare il mare,con il volto sempre coperto dal cappuccio,se ne stava fermo,con le mani congiunte sul ventre,dandogli così un aspetto da saggio.

- Jin...

- In questo preciso istante la tua mente sta assimilando e decifrando le informazioni che hai raccolto nella stanza,la tua comparsa in questo luogo é dovuta al tuo precedente scatto d'ira,non ti sei ripreso totalmente dalla brutta esperienza di questa notte.

- Non parlare come se questa faccenda non ti riguardasse,che cos'era quella cosa?

- Accontenti che io ti abbia salvato dal suo influsso,è molto più forte e distruttivo di quello che credi,quello che hai visto è ciò che si trova sotto la superficie dei tuoi pensieri,dimmi Sesshomaru,cos'hai sentito in quel momento?

L'inuyokai si irrigidì di fronte a quella domanda,una richiesta così facile da comprendere,ma così difficile alla quale rispondere,ricordava in tutto e per tutto cosa aveva provato in quel momento,ogni sentimento nefasto,ogni paura più profonda,ogni cosa che la sua mente tendeva a scacciare o a seppellire nella coscienza si era manifestate di fronte a lui,in tutta la loro potenza.

E lui n'è ebbe terrore.

Abbassò la testa,inizialmente cominciò a guardare la sabbia poi,si perse nei suoi pensieri,lasciando che lo sguardo vagasse in cerca di un punto cieco,fuori dalla sua attenzione.

- Orrore...quello che ho sentito in quel momento era l'orrore,puro,contorto,ricordo ancora la sua immagine,un grosso ammasso scuro,nero,come una notte senza stelle,faceva orrore,in tutto il suo essere,c'era qualcosa di sinistro,di orrendo,era innaturale.

Poi rialzò la testa,ormai ripresosi dai ricordi di quel mostruoso incontro,in quel momento divenne lucido e calmo,si era tolto un peso dalla coscienza,non era abituato a parlare dei suoi pensieri personali e quegli ultimi eventi che stavano sconvolgendo la sua vita lo stavano rendendo fin troppo estroverso.

E lui odiava questa cosa.

Tornò a fissare la figura di Jin,quest'ultimo,era ancora concentrato a guardare il mare,in cerca di chissà cosa,tra i flutti delle onde e il blu del mare,Sesshomaru però non gli diede importanza,aveva altro per la testa.

- Tu sai cosa sta succedendo dentro di me,vero?E sopratutto,quello yokai,non'è veramente qui,vero?scommetto che tu lo sapevi già.

Ci fu un attimo di silenzio,poi,Jin si voltò verso Sesshomaru,il volto era coperto,per tanto non riusciva a capire quale fosse l'aspetto che si celava sotto il cappuccio,eppure sentiva che ci fosse qualcosa di stranamente familiare in quello strano individuo,di cui non sapeva niente.

- Quello yokai e legato a questa vicenda,molto più di quello che pensi,perché credi che il vostro aspetto si assomigliano così tanto,perchè pensi che ci sia qualcosa di innaturale nelle vostre somiglianze?Ti sei posto queste domande,ma senza trovare nessuna risposta,ora però,c'è un altra cosa che devi osservare attentamente,guarda.

Disse infine Jin,mentre con una mano indicava la figura dello straniero,Sesshomaru si girò e quello che vide lo lasciò stupito.

L'altro yokai aprì gli anelli in mezzo alla veste e ne estrasse un oggetto già noto all'inuyokai,la rivide li,dentro la sua coscienza,in quel luogo,dove logica e follia si mescolavano l'uno con l'altro e ricordi perduti di un infanzia lontana si sovrapponevano alla presenza di oggetti dagli strani poteri,mentre oscure e indistinte minacce lo attaccavano dove lui non poteva difendersi.

Quanto ancora si sarebbe meravigliato e avrebbe sofferto per cose che sfuggivano alla sua conoscenza?Mentre nemici e alleati giocavano la sua vita in una guerra portata avanti da tempo immemore,personaggi di cui non sapeva nulla e persone che,seppur poche,che poteva contare sul palmo della mano,erano le uniche alla quale tenesse veramente.

E ora la rivedeva li,in mano a lui,con la sua forma rurale e le sue incisioni misteriose.

La tavoletta.

Nelle mani di quell'uomo però risplendeva di una luce tutta sua,come quella strana sfera che aveva Ezio oppure come l'occhio di Akira,o ancora,come lo strano segno che aveva sulla mano,ma tutte e tre avevano una cosa in comune,la loro potenza,era grandemente pericolosa. 

Lo yokai proveneinte dal mare pronunciò qualcosa,non capì nessuna parola,come se fosse un altra lingua,forse era un particolare dialetto,ma non ricordava di averlo mai sentito nelle terre in cui aveva vagato,possibile che venisse da un altro paese?

Che venisse dal continete?Forse era cinese,ma non gli sembrava che l'idioma fosse quello,o forse veniva da un paese più lontano? In quel caso non sapeva cosa pensare.

In ogni caso ora sapeva che non era Giapponese,il mistero su quell'uomo si faceva ancora più fitto,per non parlare poi che portava con se la tavoletta,quel maledetto pezzo di roccia senza alcun particolare significato per lui.

Lo straniero sembrava muovere le dita sulla tavoletta,come se stesse tenendo traccia di qualcosa,quasi stesse leggendo un foglio,e questo rese curioso Sesshomaru,che si avvicinò ancora di più a quell'estraneo.

Gli giunse infine ad un palmo dal naso,a quanto pare aveva ragione,non era realmente sulla spiaggia,non si era nemmeno dato la pena di guardarlo,ad ogni modo,era più interessato cosa stesse facendo con quel diabolico oggetto che sfuggiva alla sua comprensione,come molte cose negli ultimi tempi.

Guardò l'oggetto e ciò che vide lo confuse ancor di più,le iscrizioni sulla pietra sembravano aver preso vita propria,l'aveva vista solo due volte,quindi non sapeva nemmeno lui cosa fosse in grado di fare quell'oggetto.

Tutto quello che vedeva erano solo luci e immagini che si mescolavano tra di loro,cambiavano posto e si muovevano da tutte le parti,un pò a casaccio,ma poi,più attentamente,si accorse che il tutto stava seguendo uno schema preciso.

Le incisioni,non più soggette ad una posizione fissa cominciarono a formare tutta un altra immagine,immagini di fiumi,montagne,foreste e sentieri si stavano formando di fronte ai suoi occhi,non sapeva spiegarsi quella cosa,ma doveva ammattere che aveva del sorprendente.

Poi come se non bastesse,in un punto specifico della mappa si formò un immagine a lui molto familiare,il simbolo di una mezzaluna,comparve su quella che sembrava una montagna stilizzata,insieme ad essa comparve una sola è singola parola,l'unica cosa che riuscì a capire con esattezza.

Taisho.

- Ma che cosa...

Non fece in tempo a finire la frase che una luce ancora più intensa si manifestò di fronte agli occhi dell'inuyokai,abbagliandolo a tal punto da fargli distogliere lo sguardo,si girò nel tentativo di coprirsi,ma poi vide che tutto intorno a lui cominciò ad illuminarsi,tutto divenne accecante,la sabbia,il cielo,il mare,tutto stava diventando luce,per poi sbiciolarsi e svanire via,come se fosse polvere.

Il mondo che lo circondava,stava svanendo di fronte ai suoi occhi.

- Non temere ragazzo...

Disse Jin rivolgendosi al giovane yokai,per poi muovere le mani verso l'orlo del cappuccio.

- Prima che tu vada,c'è una cosa che voglio farti vedere.

E si tirò giù il cappuccio,ma tutta quella luce ormai rendeva inutile il tentativo di vedere in volto l'uomo che viveva nella sua testa.

Tutto si fece bianco,di un bianco da bucare gli occhi,Sesshomaru non vedeva più niente,se non quel candido,puro,immenso bianco che non sembrava aver più fine.

Poi,poco alla volta,il bianco si attenuò,fino a distinguere masse indefinite di immagini e suoni distorti tutto attorno a lui,la vista era annebiata,l'udito confuso,ancora una volta era preda di una situazione che non comprendeva.

Ma di una cosa era sicuro,questa volta,non era sdraiato per terra.

Si accorse di essere in piedi,dentro un luogo chiuso,non riusciva a capire per l'esattezza dove si trovava,poichè,una leggera presenza di fumo,rendeva la visuale ancora peggiore,proprio nel momento in cui si stava riprendendo.

L'udito tornò a posto,sentì bene che c'era una voce cavernosa e autorevole parlare li dentro.

- Jin,sei riuscito nel compito a te assegnato,siamo fieri di te.

- Non merito alcun elogio maestro,ho fatto solo ciò che mi é stato chiesto.

- E per questo te ne siamo grati.

Mentre i due parlavano,la vista di Sesshomaru tornò a posto,ma ancora una volta,non sentì niente,non sentiva le braccia,le gambe,ogni parte del suo corpo sembrava sparita,era confuso su ciò che stava accadendo,poì,tutto ad un tratto capì,stava succedendo di nuovo.

Era di nuovo nel corpo di Jin.

Ma questa volta l'ambiente era cambiato,non era più nella piazza della confraternita,dove un tempo tutte quelle persone,di razze differenti,condividevano idee e comunicavano nello stesso luogo,riconobbe subito il posto.

Era l'interno della sede degli assassini,ma l'interno era differente,vi risiedevano alcune persone,di taglia e misure differenti,tutte incappucciate e irriconoscibili,mentre al centro della stanza un enorme braciere di bronzo nella quale ardeva una grande fiamma.

- Jin,sappiamo che sei tornato da soli pochi giorni qui in città,ma abbiamo un altra missione urgente.

- Sono un assassino é come tale agisco,la mia fedeltà alla confraternità e assoluta,ditemi dove andare e io ci andrò.

- Il tuo prossimo compito é giungiere in un piccolo regno chiamato Yamato,già da qualche tempo una giovane sovrana di nome Himiko ha preso il potere di quella nazione,pare che sia una sacerdotessa umana dotata di capacità straordinarie,il suo popolo la chiama la figlia del sole.

- Sembra una persona al quanto potente,costituisce un pericolo per questa confraternita?

- E quello che devi scoprire,non sappiamo quali siano i suoi obbiettivi e quale sia la sua politica personale,appena sei pronto parti,contiamo sulla tua discrezione é sulle tue abilità.

- Sarò una lama tra la folla...maestro,possa farvi una domanda?

- Riguarda ancora quella richiesta?

- Si.

- Sono spiacente Jin,ma non ti è ancora permesso andare a nord.

- Perché no?Qual'é connesione c'é tra lo straniero,i primi Inuyokai e gli Ainu? E perché io e lui...

- Basta...non puoi ancora conoscere la verità,per il momento,accontentati di quello che sai,ricordati,niente è reale...

- Tutto é lecito,come volete,maestro.

- Bene,ora va.

- Si,maestro.

Sesshomaru aveva osservato l'intera scena dal punto di vista di Jin,altri ricordi,altre traccie di un passato che non gli apparteneva,era questo quello che l'assassino voleva fargli vedere?Una riunione di incappucciati che parlano di una missione,in chissà quale regno del passato,era questo che voleva fargli vedere?

Aveva accennato anche allo yokai venuto dal mare,alla tavoletta e al nord,luogo nella quale anche a lui era stata affidata una missione,che le sue vicende e quelle di Jin potessero essere collegate?La risposta era ovvia,eppure,sentiva che mancava un pezzo importante di quella storia,qualcosa non quadrava.

- Io è lui,che anche Jin abbia a che fare con l'uomo raffigurato in quella statua?In quale modo può essere collegato a lui?C'è qualcosa che mi sta nascondendo riguardo a questa faccenda.

E proprio mentre Sesshomaru rifletteva su quanto stava accadendo,la sua attenzione fu attirata da un altro evento inaspettato.

La fiamma,che era ben visibile di fronte a lui cominciò a farsi strana,sembrò rallentare,il suo movimento serpetino sembrò fermarsi,poco alla volta,fino a che,non si fermò del tutto.

Alzò lo sguardo e notò che persino il fumo ed anche le persone di fronte a lui fossero bloccate,tutto era immobile e lui sembrava l'unico ad essere conscio della cosa.

Non poteva muoversi,il corpo non era il suo,prigioniero di una carne che non era realmente li,soggetta ad eventi che lui non conprendeva.

- Ma cosa....

Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Sesshomaru si sentì di nuovo il corpo,ogni parte era tornata sensibile,nulla di preoccupante,solo un leggero formicolio,si guardò attorno e vide che al suo fianco c'era la figura di Jin,ancora retto,calmo,controllato.

- Era questo quello che volevi farmi vedere?Era davvero così importante?

- Tu non credi che lo fosse?

- Mi stai nascondendo qualcosa?Perché volevi andare nelle terre settrionali?Cosa cercavi li?

- La verità,su quello che siamo veramente.

- Di che stai parlando?

- Di noi,me,te...

Jin alzò un braccio e puntare un dito verso la statua.

- E lui.

Sesshomaru sembrò stranito dalla cosa,osservava Jin con fare confuso e disorientato.

- Mi odierai per questo.

Jin mise sui bordi del cappuccio e se lo abbassò,rivelando qualcosa di inaspettato,Sesshomaru era confuso su quello che stava guardando,come se all'inizio facesse fatica a capire,poi,prendendo consapevolezza si accorse di quello che i suoi occhi non osavano credere.

Un capo rasato,che mostrava una corta capigliatura argentea,occhi color dell'oro e un volto che lui,purtroppo,per la seconda volta,riconobbe fin troppo bene.

- Che diavolo....non'è possibile,anche tu....

- Si,anche io,proprio come lui,proprio come te....e temo che non siamo gli unici ad avere lo stesso aspetto.

Seshomaru non poteva crederci,anche Jin,l'uomo che viveva dentro di lui,nella sua coscenza,nella sua mente,portava anche lui,il volto di Sesshomaru.

- Com'è possibile?Perché anche tu hai il mio volto?Esigo una spiegazione.

- Io sono venuto ben prima di te é lui prima di me,comunque,non esiste una risposta facile da dare,però c'è una cosa che ti consiglio caldamente di fare.

- Smettila con questi giochi e dimmi la verità.

- La verità?Pensi di sapere cosa sia realmente la verità?Credi di poterla reggere,di poterti far carico del suo peso,senza pagarne le conseguenze?No Sesshomaru,tu della vera natura della verità,non sai niente,già adesso sei incredulo di fronte al mio vero aspetto,di quando ero ancora carne e sangue,un passo alla volta Sesshomaru,correre alla rinfusa,non ti porta da nessuna parte.

- Parla chiaramente maledetto.

Jin si girò di spalle e si incamminò,inoltrandosi nel fumo.

- Vai a nord,altro non posso dirti.

Sesshomaru era desideroso di sapere,di comprendere il perché di quell'assurdità,si aspettava delle risposte vere e concrete,invece aveva ricevuto solo un indizio su quello che voleva apprendere.

Era rancoroso,rabbioso,gli bruciava un fuoco dentro,questa volta non se lo sarebbe fatto scappare.

- Ehi,aspetta,non abbiamo ancora finito.

Sesshomaru scattò in avanti,tendendo la mano nel voler riportare le attenzioni dell'assassino su di se,avrebbe avuto le risposte che cercava,costi quel che costi.

Ma proprio quando sentì di poterlo acciuffare il fumo attorno a lui cominciò a luccicare di una luce abbagliante,che subito lo accecò,perdendo il suo obbietivo,perdendo la stanza,persino il suo corpo lo sentì svanire.

- Sesshomaru,svegliati.

Una voce di donna riecheggiò in quella luce,ma non capì bene chi potesse essere,di nuovo l'udito coperto,di nuovo quella sensazione di vuoto,nessuna carne,nessuno scheletro,solo soscienza del proprio io.

Poi,la luce scomparve,insieme a quel mondo che esisteva dentro di lui,al suo posto,la stanza,di nuovo cupa e piena di misteri,poi la vide.

Lei,ancora una volta al suo fianco,ancora una volta pronta a sostenerlo,lei,guerriera e compagna di quella strana avventura che ormai era diventata la sua vita,antica rivale e nuova alleata,ancora lei.

- Toran?

Disse lui con fare confuso e poco cosciente,come di chi si sia svegliato da poco.

lei gli teneva una mano dietro la nuca,sollevandogli la testa dal granitico terreno,quasi sentisse il bisogno di trattarlo come un malato,che troppo indebolito dalla scarsa salute,necessita di aiuto,anche solo per sollevarsi.

- Si può sapere cosa ti è preso?Sei scappato in preda a chissà quale altra mania del momento,ti rendi conto di quanto mi sia preoccupata per te?Per non parlare poi di Yuki ed Ezio,che appena saputa la notizia hanno fatto muovere tutti gli assassini del villaggio solo per venirti a cercare,ma la cosa peggiore e che ti saresti potuto far male,ti rendi conto della scemenza che hai fatto?

Sesshomaru restò fermo ad osservarla,si accorse della preoccupazione che aveva fatto vivere a lei e ai due maestri assassini che da qualche tempo ormai lo caricavano di attenzioni,o lo sorvegliavano,a seconda del suo punto di vista.

Di Yuki e di Ezio non gli importava granché,ma sapere che la pantera lo avesse cercato,spinta dal timore e dalla preoccupazione che gli fosse successo qualcosa,lo faceva star male,eppure,non ricordava molto di come ci fosse arrivato,sapeva solo di sentire una grande euforia in corpo é un istinto inspiegabile lo aveva portato li,però ricordava tutto il resto.

L'uomo sulla spiaggia,la tavoletta,quell'ennesimo ricordo di Jin ed infine,quella rivelazione,quel volto,quel suo volto così simile al suo,così simile a quello dello yokai venuto dal mare,cosa stava succedendo realmente?

E poi il nord,perché il nord? Cosa c'erà a nord? Che c'entrasse qualcosa la sua missione nelle terre degli Ainu?E quella mezzaluna?E il nome della sua famiglia?Cosa diavolo c'entrava tutto questo con lui?

Ormai non sapeva più dove sbattere la testa,più il mistero si infittiva,più lui aveva meno risposte da poter dare ai suoi dubbi,ma nonostante ciò,lei era li,per l'ennesima volta.

Istintivamente mosse una mano verso una guancia di lei,appoggiò il palmo delicatamente,mentre le dita si posizionarono a lato del collo e lo sguardo di lui si fece più intenso,ma al contempo più dolce.

- Toran,io...

Disse lui,mentre il suo volto si mosse letamente vicino a quello di lei.

- Si?....

E lei a sua volta mosse il suo viso vicino a quello di lui.

Nel contempo entrambi aprirono leggermente le labbra,mentre le loro lingue sentirono un forte desiderio di danzare insieme,all'unisono.

Un attimo di intensa emozione,lungo tutta un eternità.

Le bocche si avvicinarono,gli animi si scaldavano,mentre istinti più bassi e focosi stavano prendendo forma nelle loro menti.

Un attimo ancora è....

- Eccovi qua.

Una voce di donna interruppe quel momento,si ripresero entrambi dal loro sogno ad occhi aperti e tornarono alla realtà,quella realtà che sapeva essere così vigile e brutale,in grado di strappare anche i più brevi momenti di felicità.

La cosa più stupida in quel moemento,fu che quando Toran si sentì scoperta per quello che stava per accadere,lasciò subito la testa dell'inuyoaki,facendoglila sbattere sul pavimento,cosa che lui non gradì molto,anche se Sesshomaru non diede gran peso alla cosa.

Entrambi si girarono in direzione della voce è poi la videro,era Yuki,che velocemente si mosse verso i due ragazzi.

- Come sta?

Chiese l'assassina alla pantera.

- l'ho trovato per terra,come se si fosse addormentato,ma non saprei dire cosa sia successo.

- Yuki,Toran,c'è una cosa che dovete sapere.

Dopo queste parole,Sesshomaru rivelò tutto quello aveva vissuto poco prima,li,in quel luogo,sotto la montagna,dove antiche verità si scontravano con le preoccupazioni del presente,con la speranza che,forse,un futuro più sereno,potesse giungiere al più presto.

Una sola cosa era certa,prossima destinazione...Hokkaido.


In quello stesso momento,vicino alla costa della prefettura di Kyushu,nei pressi di Tanegashima


Il galeone portoghese si avvicinava alla costa di quel paese di cui Marco polo aveva solo accennato nei suoi racconti di viaggio è che i missionari gesuiti erano già pronti a portare a quegli abitanti,così tanto diversi da loro,la parole del signore.

Nel mentre,Paulo,dalla sua nave,vide la spiaggia,qualche pescatore in riva al mare,nulla di che,se non un umile spettacolo.

Ma la sua mente era altrove,c'era altro che passava per la sua testa,altre preoccupazioni,altri obbiettivi scalpitavano nella sua mente,obbiettivi così importanti che era stato incaricato segretamente di raggiungiere l'altro capo del mondo conosciuto e che la scusa di una relazione diplomatica imposta dal suo re sembrava la scusa perfetta per intervenire.

Nel mentre,due grossi energumeni dalla pelle color dell'ebano,perfettamente identici,entrambi vestiti solo di un corto gonnellino,uno verde e l'altro giallo si mossero verso la direzione dell'uomo.

Gli altri marinai evitarono il contatto diretto con quei due colossi,alti,muscolosi,feroci combattenti,le cui gesta riecheggiavano in tutte le conosciute portoghesi situate sulla costa occidentale dell'africa.

I due leoni,così li chiamavano,nessuno su quella nave sapeva con esattezza chi fossero realemente,alcuni dicevano che fossero due umani,che rimasti orfani dei genitori furono allevati da strane bestie mangia uomini,altri dicevano che fossero due spiriti evocati da uno stregone ormai morto da tempo,queste è altre mille voci giravano tra gli iberici sul loro conto,l'unica cosa certa e che stavano sempre a fianco dell'inviato del re.

Tutto il resto su di loro,era un mistero.

Arrivarono alle spalle di Paulo senza emettere una parola,silenziosi,come guardiani silenti,in attesa di una parola,di un ordine,di una qualunque cosa che dasse loro un motivo per essere li.

- Sapete bene ora cosa ci resta da fare,io inizierò le trattative con questa gente,darò loro l'impressione di interessarmi al commercio con questo clan,tuttavia,la nostra presenza qui è un altra,dobbiamo conttattare il gran maestro dell'ordine di questo paese,un certo Akira se non mi sbaglio,il consiglio vuole parlare con lui,per adesso restate sulla nave,quando giungierà il tempo,vi mobiliterete,ora andate.

E ricevute queste parole,i due uomini si congedarono e diressero sotto coperta,in attesa di ricevere nuovi ordini.

Paulo continuò a guardare la costa in lontananza,il suo volto manifestava un animo pensieroso è,mentro uno sguardo freddo e piatto si inpuntava sul paesaggio che aveva davanti.

Poi abbassò lo sguardo verso una delle delle tasche della sua casacca,vi mise la mano dentro e n'è estrasse un piccolo oggetto,una pietra rotonda,un onice,presentava delle incisioni finemente lavorate da mani esperte,vi era rappresentato il volto di un giovane uomo,dal volto statuario,con occhi seri e col capo coperto da un elmo crestato.

E sotto il viso presentava una scritta in latino.

CANIS MAIOR.

- Non importa quante epoche passano,quante civiltà possano passare,quante identità possano cambiare,il tuo aspetto non cambia...non troppo almeno.

Parlò da solo,sovrapensiero,chissà se le voci erano vere.

Chissà,forse,certi segreti,era meglio che restassero tali.




ALLORA,SIAMO GIUNTI ALLA FINE DI QUESTA FANFIC,MA LA STORIA NON FINISCE QUI,VORREI RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO SEGUITO QUESTA STORIA COMINCIATA UN PAIO DI ANNI FA,CHI HA RECENSITO,CHI HA LETTO E CHI HA VOLUTO DARE SOLO UN OCCHIATA.

SO DI NON ESSERE ANCORA MOLTO BRAVO,CHE FACCIO ANCORA ERRORI GROSSOLANI CON LA GRAMMATICA,MA NON HO INTENZIONE DI ARRENDERMI E SONO ANCORA DESIDEROSO DI CONTINUARE.

DESIDERO RINGRAZIARE SOPRATUTTO BANKOTSU,CHE FINO ADESSO HA RECENSITO,MI HA CORRETTO E CHE SOPRATTUTTO HA PROVATO PIACERE NEL LEGGERE QUESTA STORIA.

CIAO E A PRESTO.

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