Fotogrammi di cicciottina (/viewuser.php?uid=53177)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** smalto ***
Capitolo 3: *** pentole e coperte ***
Capitolo 4: *** Di cavoli, api, fiori e cicogne ***
Capitolo 5: *** Quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti ***
Capitolo 6: *** Sharingan ***
Capitolo 7: *** Regali di compleanno e Mogli pericolose ***
Capitolo 8: *** Invasione ***
Capitolo 9: *** il Sensei ***
Capitolo 1 *** prologo ***
c
Prologo
Quella mattina di metà aprile mi alzai presto, prima del
solito.
In silenzio come solo un ninja può fare scivolai
fuori dal letto e mi infilai la divisa da
jonin poi lasciai la mia casa senza salutare nessuno, l'hokage mi aveva
convocato la sera prima per affidarmi una missione, e quella mattina
avrei dovuto incontrarlo presto per prendere il rotolo da consegnare.
Konoha il mattino subito dopo l'alba, era davvero
bella: le strade ancora deserte e la luce rosata del mattino la rendeva
quasi spettrale, ma a me piaceva davvero, potevo coglierne particolari
che alla luce del giorno e con il caos della folla mi sarebbero
sfuggiti sicuramente. Ad esempio due mattonelle rotte nel muro di cinta
del giardino -qualcuno quella sera avrebbe dovuto darmi delle
spiegazioni- che non avevo ancora notato.
Attraversai mezzo villaggio deviando poco prima del quartier generale
della foglia per recarmi in un piccolo negozietto che apriva sempre
prestissimo la mattina.
-'giorno signor Hasahi- mormorai entrando ancora stordito
dall'alzataccia.
L'anziano fabbro sbucò con la testa dal retro del negozio
sorridendomi con gli occhi serrati. Era buffo ma anche il migliore nel
suo lavoro.
-oh come siete mattiniero signor Uchiha!!!- gongolò
pulendosi le
mani nel grembiule verde che portava attorno alla vita, io accennai una
risposta brontolando ma non mi andava molto di parlare -come sempre-
così deviai la conversazione verso il motivo per cui ero
lì.
-è pronta?- chiesi ansioso alzando gli occhi sul negoziante.
-certamente!- esclamò sfilando un fodero di stoffa nero da
una mensola sotto il banco, poi
tutto entusiasta continuò a descrivermi il lavoro che aveva
svolto: -ho migliorato l'affilatura e rimodellato l'impugnatura come mi
aveva chiesto! ah che oggetto meraviglioso...- sospirò
estasiato
facendo scivolare l'involucro di protezione dalla mia katana. L'avevo
portata a far ripulire e riaffilare la settimana prima, non ne avevo
realmente bisogno quel lunedì mattina, ma non mi piaceva
starne separato troppo a lungo.
-posso chiederle dove l'avete trovata?- mi chiese educatamente dopo
avermi passato la spada oltre il banco. La portavo da lui spesso, ma
non si era mai azzardato a chiedermi nulla nonostante lodasse ogni
volta l'oggetto in questione. Mi presi qualche secondo per
rispondergli: esaminai tutta la lunghezza
del fodero, ora completamente ripulito, soffermandomi sugli intagli
colorati di blu sul legno nero. Il punto che maggiormente mi
interessava era una piccolissima incisione sotto l'impugnatura: "s.u."
le mie iniziali incise a mano da un famoso artigiano del paese della
nuvola. Non si era rovinata, anzi troneggiava splendente tra i ricami
sottili.
-non so di preciso...è un regalo!- risposi infine sfilando
la
lama dal fodero con un gesto veloce ma calibrato, passai a pochi
millimetri dal pizzetto brizzolato del signor Hasahi che
tremò
indietreggiando. Sorrisi notando lo splendido lavoro che aveva svolto
anche quella volta, ormai avevo completa fiducia in lui, tanto da
affidargli una delle cose per me più preziose, come ninja.
Era come nuova e mi complimentai con lui per il lavoro svolto e lasciai
sul bancone un rotolo di banconote avvolto da un elastico. A giudicare
dalla sua espressione stupita ero uno dei pochi ninja che non tardava
nei pagamenti. Non mi era mai piaciuto avere debiti.
Silenzioso com'ero entrato lasciai il negozio masticando tra i denti un
saluto per il signor Hasahi: -alla prossima..-
La luce fuori era appena più chiara e ciò mi
ricordò che avevo un appuntamento al quartier generale,
così fissai alla cintura il fodero della katana, e mi
incamminai
con le mani in tasca verso il palazzo dipinto di un rosso acceso quasi
fastidioso proprio sotto la montagna degli hokage.
La mia arma preferita dondolava al ritmo del mio passo assonnato contro
la mia anca attirando la mia attenzione sul manico lucido e sulle due
lettere che bordavano l'elsa. Facendo un rapido calcolo scoprii che
erano ormai sei anni che mi accompagnava in ogni missione, dal giorno
in cui me l'aveva regalata.
In missione...per Konoha! Ripensai a tutte le missioni svolte e a
quanto avevo fatto in dieci anni per quel villaggio che una volta
rinnegavo: sospirando mi persi nel mare dei ricordi.
Dieci anni prima
nemmeno esisteva più Konoha! Pain l'aveva distrutta
combattendo
contro Naruto che alla fine l'aveva lasciato andare -che pirla!- poi
venne il turno di Madara, lo scontro con i jonin della foglia e la mia
strage di consiglieri. Nel bel mezzo dello scontro, Kakashi mi
raccontò ogni cosa su Madara e io capii che mi aveva
ingannato
per usarmi contro il mio villaggio: da lì il mio cambio di
rotta. Per onore e orgoglio, non certo per lealtà o per
proteggere il villaggio! Madara morì per mano mia e di
Naruto,
alleati come ai vecchi tempi. Fu davvero un gran bel combattimento!!
Contro la mia volontà dovetti rimanere a Konoha per farmi
curare
poichè Karin aveva finito il chakra, ma col senno di poi fu
davvero una fortuna.
Dopo tre giorni d'incoscienza mi svegliai e accanto a me trovai
l'ultima persona che mai avrei immaginato al mio capezzale: Shikamaru
Nara.
Mi raccontò cos'era successo dopo lo scontro e l'elezione di
Kakashi alla carica di Hokage, e io in silenzio ascoltai ogni cosa che
mi ero perso negli anni di lontananza da casa, ascoltai come non avevo
mai fatto interessato ad ogni dettaglio e ogni cambiamento nella vita
della Foglia, e dei miei vecchi compagni. Il giorno dopo fu il turno
di Kakashi e con lui
bastò uno sguardo e poche parole poi ogni nodo nella mia
lingua
si sciolse involontariamente; mi chiese di raccontagli tutto e io lo
feci: da Orochimaru a Itachi, poi l'hebi e Madara con l'akatsuki. Tutto
ogni dettaglio senza risparmiarmi; se davanti a Nara mi ero messo in
ascolto attento come mai prima, con il mio vecchio sensei lasciai che
le parole fluissero libere, senza pensare alle conseguenze ne al mio
orgoglio. Il nuovo hokage mi propose di impegnarsi a riammettermi al
villaggio cancellando la mia classificazione di nukenin per riportarmi
allo stadio di genin di Konoha.
Non vidi ne Naruto ne Sakura per due settimane anche se molti miei ex
compagni di accademia erano passati a salutarmi come se nulla fosse mai
accaduto: ipocriti, non seppi mai se li aveva costretti Kakashi o
qualcun'altro. Fu una mattina come le altre, nella mia solitudine in
quella stanza anonima che presi forse davvero la mia decisione di
rimanere al
villaggio: silenziosa come una piuma Sakura entrò nella mia
stanza dicendomi che Naruto voleva vedermi ma che lui non poteva
spostarsi e avrei dovuto raggiungerlo io, poi uscì senza
dirmi
altro. Ci vollero due ore, ventisette minuti e quarantadue secondi
prima di decidermi ad alzarmi, ma alla fine capitolai. Da Naruto, steso
in un letto pieno di fasciature, scoprii che Sakura era diventata jonin
ed era un medic-ninja -ne rimasi sinceramente stupito- e mi convinse
che era tempo
di tornare a casa e smetterla di fare cazzate in giro per il mondo.
Fu un periodo davvero difficile, Sakura non parlava ne a me ne a
Naruto, la riabilitazione dei miei occhi provati dallo sharingan fu
molto dolorosa e Konoha era completamente da ricostruire -non solo a
livello architettonico- le mie imprese di vendetta avevano azzerato le
gerarchie precedenti lasciando il villaggio senza redini nelle mani di
Kakashi. Ma lentamente le cose ricominciarono a funzionare: Shikamaru
prese la guida della ricostruzione del villaggio, seppur controvoglia,
e in meno di sei mesi ognuno trovò la sua nuova
sistemazione. Ma
nulla cambiò la mia vita da ninja come l'esame di selezione
da chunin:
io e Naruto eravamo gli unici due diciottenni in un gruppo di
adolescenti incapaci -l'umiliazione era la mia vera punizione per il
tradimento- non
sfoderai lo sharingan nemmeno una volta! Ma dopo aver ricevuto il mio
nuovo coprifronte e la divisa, Kakashi ci fece chiamare insieme a
Sakura, che ancora stentava a salutarci entrambi, anche se non capivamo
il motivo delle sue ire. L'hokage quel giorno fece la cosa
più
inaspettata, idiota e azzeccata che potesse cambiare il corso delle
nostre esistenze:
rifondò il team 7 come nuovo team Haruno. Sakura, in quanto
jonin, era il nostro nuovo capitano!
Incredibilmente, fu l'anno migliore della mia vita: ritrovai l'intesa
combattiva con Naruto e lentamente ci riavvicinammo entrambi a Sakura.
Lei ci odiava apertamente non perchè avevamo rischiato la
vita
contro Madara, ma perchè ci eravamo alleati come se non
fossero
passati tanti anni e tanti screzi, rendendo vane tutte le sue lacrime
per il disperso team 7. Era davvero cambiata! Quando lo scoprimmo ci
una lunga risata di Naruto e le cose migliorarono molto.
Riuscì a tenerci
testa per più di un anno con le sue dispotiche urla, ma ci
divertimmo un sacco
ritrovando i nostri antichi legami.
Dopo l'esame per diventare jonin le nostre strade si divisero, Kakashi
mi propose di entrare nella nuova squadra anbu, ma io rifiutai: avevo
trovato una nuova missione personale! I miei ormoni sopiti si
risvegliarono tutti insieme la sera della festa per l'anniversario
della nuova ricostruzione. Quella sera successe il finimondo; eravamo
tutti più o meno ubriachi e Sai ne approfittò per
insidiare senza pudore Sakura, ma stupendo tutto il villaggio -incluso
me stesso- la
difesi rifilando un pugno diretto sul naso di quel bastardo. Quella
reazione colpì Sakura che si infilò sinuosa nel
mio letto
meno di una settimana dopo, per rimanerci poi per molti molti anni. Il
ricordo di quel pugno che ruppe il naso di Sai in una delle vie
più frequentate del villaggio mi chiuse lo stomaco, ero
davvero
fuori di me! Per anni diedi la colpa all'alcol davanti agli
amici...balle inutili!
Le cose stavano finalmente cominciando ad andare bene ma ancora il
destino non era soddisfatto delle nostre peripezie, pareva che io
Sakura e Naruto non avessimo diritto ad una vita serena: dopo sei mesi
dal pugno a Sai arrivò la guerra. Quella vera, non lo
scontro privato tra me Naruto e Madara o la guerriglia dell'akatsuki;
la guerra con la g maiuscola e nel senso più distruttivo del
termine. Roccia e nuvola contro fuoco e sabbia. Eravamo attaccati
dall'alto e dal basso e le cose non si stavano mettendo bene per
l'esercito civile, così Kakashi mandò i ninja al
fronte a combattere e il mio team partì una mattina uggiosa
di novembre.
Stavo per salire le scale del quartier generale mentre ricordavo la
guerra e le battaglie, i morti e i feriti al fronte e sovrappensiero
risposi ai saluti dei chunin a guardia dell'entrata con un
cenno meccanico del capo. Non era più così strano
sentirsi chiamare Sasuke-sensei, o signor Uchiha: negli anni il
villaggio aveva dimenticato il mio tradimento, ma credo che il merito
di ciò vada tutto a Sakura e Naruto. Erano loro a
trascinarmi in giro per il villaggio per mostrare che ero diventato un
jonin e che proteggevo valorosamente il mio paese per riabilitare il
mio nome, loro a ripopolare la mia vita sociale e costringermi a uscire
la sera a divertirmi con i miei coetanei. Passai davanti alle targhe
commemorative dei ninja caduti durante la Quarta Guerra e il flusso dei
miei ricordi riprese dove si era interrotto: il nuovo team al fronte.
Dopo l'arrivo delle compagini ninja stavamo vincendo, grazie sopratutto
all'apporto delle migliaia di copie create da Naruto che intrattenevano
l'esercito civile nemico. Ma pochi secondi prima dell'ultimo assalto
feci un altra delle malaugurate scelte che mi portarono a diventare il
Sasuke-sensei che saliva obbediente le scale del quartier generale ad
un orario indecente del mattino: eravamo pronti nei ranghi, Sakura tra
me e Naruto in seconda fila, Kakashi e Gaara davanti a noi aspettavano
il segnale di Shikamaru per il contrattacco. In quel momento le dita
fredde e sottili della kunoichi accanto a me scivolarono nella mia mano
accarezzandone lievi il palmo.
Mi ricorderò per sempre quello che mi disse in quel momento,
quella noiosissima rompiscatole: "Sas'ke...vedi di tornare intero,
perchè tra un po' saremo in due ad avere bisogno di te." Era
incinta, ed era in guerra in prima linea pronta a combattere: quella
cretina! La odiai disperatamente in quel momento perchè mi
aveva dato qualcosa da proteggere, e così feci la mia
scelta, le strinsi le dita nella mia mano e fissai la sua mano sinistra
delicatamente poggiata sul suo ventre: per tutta la durata dello
scontro non sciolsi mai lo sharingan, i sensi pronti a proteggere lei e
la nuova "possibilità" che stava mettendo le radici nel suo
ventre, per nostra fortuna intervenni solo una volta tagliando il
braccio di netto a un ninja che stava per colpirla con un jutsu alle
spalle -codardo- ma le bastò per rimanere sempre al mio
fianco. Fino ad ora.
Bussai leggermente con le nocche sul legno rossastro della porta
dell'ufficio di Naruto, l'anello al mio anulare non brillava
più, consunto e opacizzato dal tempo e dalla nostra vita
strana e travagliata.
-entra!- mi invitò la sua voce entusiasta fin dal primo
mattino, come poteva essere tanto energico non me l'ero mai spiegato.
Quattro momenti, solo quattro istanti cambiarono davvero la mia vita,
è possibile? lo scontro con Madara, diventare chunin della
Foglia, il pugno sul naso di Sai, e una frase sola detta dalla persona
giusta su un campo di battaglia polveroso e insanguinato. Possibile?
-ciao Sas'ke!- brontolò l'hokage ancora insonnolito: -questo
è il rotolo che devi portare al kage dell'Erba, non dovresti
trovare grossi impicci nel viaggio ma ho bisogno che ci vada tu
perchè sei veloce e l'esame di selezione dei chuunin inizia
tra due giorni e quei coglioni non mi hanno ancora risposto!- parla
sempre dannatamente troppo, sapevo già tutto, non importava
che mi ripetesse tutto per la terza volta.
-lo so!-afferrai il rotolo e lo infilai nella tasca del giubbotto
verde, poi per non dargli troppa corda mi voltai pronto ad andarmene
-ohi teme!- la sua voce squillante e fastidiosa mi bloccò
sulla porta: -torna per cena, altrimenti quella mi ammazza!-
ghignò Naruto stravaccato sulla sua poltrona con una vecchia
edizione della trilogia della pomiciata già in mano. Io mi
limitai a fulminarlo con lo sguardo prima di dislocarmi con un jutsu
veloce oltre le mura del villaggio. Quella missione dovevo finirla in
fretta e tornare veramente per cena: non potevo mancare al compleanno
di Seito altrimenti Sakura mi avrebbe lasciato sul divano per una
settimana.
Spazio Autrice:
Allora...con calma! Si questo è il prologo,
pensieri in libertà di un uomo che ricorda i passi che lo
hanno condotto al punto in cui si trova.
Questo prologo vuol essere più che altro una sorta di linea
guida della raccolta:
ci saranno solo one-shot (una alla settimana) che ripercorreranno
momenti di questa vita.
Non saranno tutte in ordine cronologico ne con gli stessi personaggi o
lo stesso narratore,
ma il prologo vi servirà per seguire gli eventi.
E' molto probabile che entro la fine del week-end posti la prima shot
ma non contateci troppo!
Intanto mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dell'inizio...
Volevo posso anche produrre qualcosa su richiesta: a patto che rispetti
la la trama qui esposta.
Spero che vi piaccia la mia idea e che magari qualcuno recensisca un
pochino...
Baci.
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Capitolo 2 *** smalto ***
1c
Smalto
Lo conoscevo da
una vita ormai, vent'anni anni per essere precisi, ma
non riuscivo ad abituarmi alle sue cazzate, nemmeno dopo tanto tempo -e
innumerevoli cazzate-, nonostante tutto gli volevo troppo bene, era
questa la triste verità.
Era fine
febbraio e come sempre stavo lavorando del mio ufficio, a timbrare
inutili scartoffie in quel caldo pomeriggio invernale, quando
improvvisamente sentii dei rumori fuori dalla mia porta. Passi pensanti
a ritmo di una camminata veloce accompagnati dai un brontolio continuo
e alcune imprecazioni da parte di Ebisu, il mio assistente. La porta si
spalancò all'improvviso ma io non alzai nemmeno lo sguardo
dai
moduli, sapevo chi era appena entrato nel mio studio con tanta
irruenza.
-mi scusi Hokage-sama, ma non sono riuscito a fermarlo!- si
scusò prontamente Ebisu chinando il capo e rimanendo alle
spalle
del mio ospite irriverente.
-non fa niente...lasciaci soli Ebisu!- gli ordinai con tono gentile, e
lui senza dir nulla uscì chiudendosi la porta alle spalle:
-siediti- continuai rivolto all'altra persona che era entrata spavalda
senza bussare. Non alzai il capo nemmeno un secondo,
dovevo finire assolutamente quell'enorme pila di moduli entro sera se
volevo tornare a casa dalla mia mogliettina.
L'uomo si accomodò pesantemente su una delle poltroncine
rosse
davanti alla mia scrivania, incrociò le braccia al
petto come sempre e poi sbuffando accavallò anche
le gambe.
Alzai lo sguardo un momento per vedere la sua espressione: gli occhi
neri e profondi guardavano il soffitto pensierosi, quasi scocciati,
come se i pensieri che lo affliggevano fossero irritanti per lui.
Sasuke Uchiha era davvero un uomo complicato.
Era stata per me un fratello da sempre, anche se lui se n'era reso
conto solo
all'alba dei diciott'anni, il mio migliore amico e il mio compagno di
squadra per anni; lo conoscevo come le mie tasche nonostante il suo
carattere difficile e scontroso, e quindi sapevo anche cosa volesse da
me prima che aprisse la bocca.
-dammi una missione!- ordinò senza muovere un muscolo del
corpo,
io continuai ad ascoltarlo senza mai smettere di timbrare moduli.
-lunga..- aggiunse dopo qualche secondo di silenzio aggrottando le
sopracciglia in maniera eloquente,
come sempre stava scappando dai sui problemi aspettando che si
"calmassero da soli".
Imperterrito non alzai lo sguardo, non ne avevo bisogno: ogni due mesi
quella scena si ripeteva nello stesso identico modo nel mio ufficio,
Sasuke arrivava tutto incazzato con un diavolo per capello e poi usciva
ancora più irritato
ma con una soluzione ai suoi problemi. Stessa routine da quasi nove
anni.
-e di livello A!- concluse posando lo sguardo intono a se, quell'ultimo
particolare era strano, non nuovo ma strano, preludio di una litigata
gravosa e difficile da risolvere. Voleva una missione complessa per
doversi preoccupare solo di quella e non pensare alle persone che si
era
lasciato dietro.
Timbrai l'ultimo foglio della pila e lo accatastai sugli altri, poi
presi il plico tra le mani e sistemai ordinatamente su un mobile
accanto alla scrivania in mogano senza mai guardare Sasuke. Sapevo che
quel mio
atteggiamento lo innervosiva, ma finire il lavoro burocratico veniva
prima delle sue crisi matrimoniali.
Tornai al mio posto davanti a lui e finalmente alzai gli occhi per
incontrare i suoi neri e nervosi.
-che hai combinato?- gli chiesi sorreggendomi stancamente una tempia
con il dorso della mano. Anche in quel caso conoscevo la risposta i
suoi problemi erano sempre gli stessi: non sapeva relazionarsi con gli
altri e finiva sempre per apparire stronzo e distaccato: non che non lo
fosse realmente, ma non era capace di parlare con una persona senza
offenderla con i suoi modi arroganti e inaciditi.
-si è messa lo smalto!- fu la sua risposta rapida e
misteriosa,
provai a tentennare un po' ma senza successo, sapevo cosa significasse
quel gesto per Sakura.
-magari non è come pensi..- provai a ipotizzare: -...magari
aveva solo voglia di cambiare un po'!?!- in fondo le donne sono
creature misteriose
-non dire cazzate BAKA!!- inveì Sasuke ancora prima che
terminassi la frase, aveva uno sguardo strano, normalmente era felice
quando la vedeva con lo smalto, ma non in quel caso e la cosa mi
incuriosiva parecchio così aggrottai le sopracciglia in
cerca di
spiegazioni.
-ho visto Sakura con lo smalto solo tre volte da quando la conosco!!!-
esclamò sbattendo una mano sul bracciolo della poltrona: - e
quanti figli abbiamo io e Sakura?- mi chiese allungando il collo verso
di me, voleva davvero una risposta?
-tre..- mi sentivo idiota a rispondergli, sapevamo benissimo entrambi
che
lui aveva tre figli maschi, tre piccoli Uchiha pestiferi.
Sasuke si fermò davanti alla mia risposta allibita e riprese
il suo
autocontrollo incrociando le mani sotto al mento con i gomiti ben
piantati sui braccioli, soffiò fuori tutta l'aria dai
polmoni e
poi la riprese prima di parlare: -Sakura è incinta! e non me
lo
vuole dire...- decretò solenne
Quante volte avevo visto questa scena? con altri dialoghi, ma sempre la
stessa!?! decine, forse centinaia di volte! Sasuke e Sakura erano
sposati da quasi nove anni, con tre figli di otto, sette e quattro anni
-Seito Hitochi e Keisuke- e anche se non l'avrebbe ammesso
nemmeno sotto
tortura li adorava, per lui avere tre maschi era stata una benedizione
per ricreare i vecchi fasti del suo clan. Ma nonostante i figli e la
vita coniugale quei due riuscivano a litigare di continuo per della
cavolate e Sasuke ogni volta correva da me a farsi dare una missione
urgente per star fuori di casa finchè lei non si fosse
calmata.
Li odiavo.
-tu sei pazzo!- mormorai sconsolato scrollando il capo, ma
l'espressione torva del mio migliore amico mi convinse a provare di
risolvere con lui il problema.
-quando si è data lo smalto?- chiesi alzando gli occhi al
cielo,
la risposta arrivò fulminea: -ieri sera- rispose senza
bisogno di
pensare, era addirittura preparato!?!
-e tu le hai chiesto spiegazioni?- domandai sperando che la
risposta fosse si,
non poteva essere così coglione da allarmarsi solo per una
manicure. Ma purtroppo lo stavo sopravvalutando e la sua risposta mi
fece
letteralmente uscire gli occhi dalle orbite: -no!- mormorò
accigliato come se gli avessi chiesto un'idiozia.
-ma sei scemo?- esclamai gridando e insultandolo mentalmente molto di
più: -tu pensi che tua moglie sia incinta e non voglia
dirtelo
solo per uno smalto e invece che andare da lei a chiederglielo, vieni
qui a chiedere a me una missione impegnativa!?!- gli urlai in faccia
senza
troppi giri di parole e senza riprendere fiato, ma non potevo credere
che fosse tanto stupido.
-altroché teme! qui il baka sei tu Sas'ke!- brontolai infine
riprendendo compostezza.
Sasuke mi guardò con astio, sapevo che aveva capito
perfettamente di essere nel torto ma che per lui era più
importante il fatto che lei non gliel'avesse detto.
-magari non lo sa ancora!- provai a ipotizzare giustificando Sakura, in
fondo era tipico del suo carattere preoccuparsi sempre della salute di
tutti tranne che della sua. Da quando poi aveva una famiglia andava in
missione solo in casi eccezionali e lavorava ormai solo in ospedale.
-impossibile!- mi bloccò Sasuke prima che potessi esporgli
la
mia tesi: -è un medico! e poi le altre volte prima lo diceva a
me e poi
si dava lo smalto!- la sua insistenza sugli avverbi temporali mi fece
capire qual'era secondo lui il problema: probabilmente si era convinto
che lei volesse tenergli nascosta la gravidanza: che imbecille! La
teoria di Sasuke non stava in piedi. Il segnale dello smalto era
solo una stronzata, Sakura si metteva lo smalto solo per vezzo e per
sentirsi bella nonostante la gravidanza, poteva benissimo aver deciso
di dare un tocco di colore alle sue giornate. Ma Sasuke non aveva mai
capito davvero cosa spingeva sua moglie a laccarsi le unghie, quindi in
parte poteva essere giustificato: lui vedeva quella manicure come un
segnale dato al mondo della sua condizione....non avevo più
aggettivi per descrivere la sua mancanza di cervello...
-non dire stronzate!- lo sgridai, sembrava rincretinito ma in fondo
ogni volta che si parlava di Sakura lui si rincretiniva: -e poi se
anche fosse incinta, dov'è il problema? ne avete
già tre,
uno in più che ti cambia!?!- gli chiesi, in effetti non
avevo colto a pieno se il nodo del problema fosse la gravidanza o la
questione dello smalto. Sasuke trasalì, conoscendolo non
aveva
ancora pensato alla possibilità di un nuovo Uchiha, ma solo
al
fatto che lei gli aveva nascosto qualcosa.
-non sarebbe certo un problema! ma lei mi sta mentendo, questo
è
il punto!!- lo sapevo, sapevo benissimo che era abbastanza coglione da
prendersela per una cosa cretina come quella, magari Sakura stava solo
aspettando di essere sicura o il momento giusto per dirglielo. Tutte le
mie teorie sull'ormai ex-teme erano confermate.
-sei proprio idiota allora!!?- gli domandai sinceramente stupito,
quella donna gli faceva perdere la testa giorno dopo giorno: -senti,
non fare il coglione,
torna da tua moglie e smettila di rompere le palle a me...tanto una
missione non te la do finchè non le parli!- esclamai
imperioso,
dovevo costringerlo ad affrontarla se volevo uscire da quelle questioni.
Sasuke rimase fermo qualche secondo, sembrava spaesato. Normalmente non
gli davo ordini anche se comunque ero l'hokage, lo trattavo come un mio
consigliere, come amico; ma quello era un caso a parte, solo un cretino
come lui poteva aver bisogno di un ordine diretto per parlare alla sua
donna!
Dopo quell'episodio Sasuke non si fece vedere in tutto il villaggio per
due giorni, e nemmeno Sakura in ospedale. Avevo due tesi ugualmente
plausibili per indovinare dove fossero finiti: la prima, quella che
auspicavo maggiormente ma che mi convinceva meno, prevedeva che si
fossero chiariti e chiusi insieme in camera da letto per due giorni
dopo aver spedito la prole dalla madre di Sakura. In realtà,
per
come erano passati tranquillamente quei due giorni, quella era
l'ipotesi più concreta, perchè se avessero
litigato
veramente -la mia seconda ipotesi- di sicuro avremmo sentito i boati
del combattimento fino al quartier generale e mi sarei ritrovato tre
piccoli orfani da sfamare nell'ufficio.
Ero già pronto a convocare due chunin sacrificali da spedire
a
casa Uchiha per controllare che fossero ancora vivi, quando un tonfo
sordo e alcune proteste masticate a bassa voce mi risvegliarono dalle
mie previsioni apocalittiche. Ero voltato con le spalle verso la porta
a guardare il tramonto primaverile sulle colline attorno a Konoha, ma
sapevo che dietro di me c'era Sasuke Uchiha, solo lui poteva entrare e
sedersi così silenziosamente ignorando tutte le regole
dell'etichetta e dell'educazione; perciò mi voltai
flemmatico
con tutta la calma.
-oh guarda un po' chi è risorto!?!- esclamai fingendomi
sarcasticamente stupito mentre mi rigiravo una penna tra le dita.
Sasuke mi grugnì una risposta incomprensibile che somigliava
stranamente a "baka.."
Si era accomodato sulla solita poltroncina, le gambe spalancate e la
testa reclinata con un'espressione serena che mi preoccupava alquanto.
Non era da lui essere così stravaccato e rilassato. Ma una
lampadina mi si accese all'improvviso: prima ipotesi confermata!
-stavo per mandare qualcuno a cercarti brutto coglione, dov'eri
finito?!!- chiesi con una punta di malizia nel tono della voce, la sua
espressione era un libro aperto per me. Era stato con sua moglie per
due giorni e si erano riappacificati nella maniera più
antica
del mondo, solo quello
poteva averlo reso così rilassato.
-ho avuto da fare...- brontolò senza guardarmi, gli occhi
chiusi e le mani incrociate sul diaframma
-...e hai risolto le tue turbe verso la manicure??- domandai sempre
più malizioso rilassandomi definitivamente anch'io contro lo
schienale.
-in parte...- rispose sospirando.
Sempre il solito: per sapere qualcosa da lui bisognava strappargli le
parole dalla gola con le pinze. Sasuke non era cambiato poi molto in
quegli anni a Konoha: era diventato un po' meno asociale e si faceva
vedere addirittura in giro con la famiglia ogni tanto, ma il suo
caratteraccio arrogante Sakura non era riuscita a smussarlo un
granchè. Lei sosteneva convinta che nel privato di casa sua
fosse molto più morbido, ma persino io stentavo a crederlo.
Non
me lo vedevo proprio Sas'ke a giocare coi suoi figli o coccolare Sakura
in giardino...
-quanto sei rompicoglioni....allora me lo vuoi dire? è
incinta o
no??- mi stava facendo perdere la pazienza, insomma ero o no
il
suo migliore amico, suo fratello, non poteva dirmelo senza fare troppo
il sofisticato e smetterla di trattare tutti dall'alto in basso. E poi
in fondo, dopo avermi rotto l'anima per una vita con i suoi drammi
esistenziali, aveva il dovere di aggiornarmi sulla situazione.
-fino a due giorni fa no...- un ghigno malizioso si aprì sul
suo
volto a conferma della mia teoria del sesso-riappacificatore. Sasuke
era sempre Sasuke, e lei era davvero l'unica donna della sua vita:
l'unica che avesse mai guardato, l'unica che avesse mai voluto, l'unica
capace di amarlo: -...ma la prossima settimana ripeterà le
analisi!- concluse altezzoso come per vantarsi delle sue doti di
inseminatore folle: che coglione!
-povera Sakura: oltre a dover sopportare il tuo carattere di merda e le
tue turbe esistenziali, deve anche sorbirsi le tue molestie...povera
Sakura-chan- esclamai fingendomi esasperato, anche perchè in
fondo conoscevo il legame di profondo amore che avevano costruito
insieme.
Sasuke però mi stupì, non si incazzò
come mi
aspettavo, anzi rise in un certo senso -anche se la sua risata
somigliava più a un latrato inquietante.
-come si vede che non la conosci....- biascicò alludendo
probabilmente a cose che non mi era dato sapere, poi con ancora il suo
ghigno divertito stampato in faccia si alzò diretto verso la
porta per uscire. Le mani ben ficcate nelle tasche, la katana
penzolante sul fianco sinistro e il ventaglio degli Uchiha sul retro
del giubbotto. Ah Sasuke era sempre il solito, veniva da me per
raccontarmi tutto ma dovevo sempre essere io a strappargli le parole di
bocca...coglione!
-ehi teme! aspetta...- lo bloccai quando aveva già la mano
sulla maniglia della porta: -perchè non fate una femmina
stavolta!?! così magari un giorno potrebbe sposare Minato e
unirsi al grande clan degli Uzumaki....- sapevo che l'avrei fatto
incazzare a morte, ma quello era il mio scopo.
Sasuke mi fulminò con lo sguardo e il suo sharingan
scattò mosso dall'ira, provocandomi una pericolosissima
risarola, ma il mio caro Uchiha non amava essere preso in giro, ne che
il nome del suo clan fosse infangato; infatti la sua reazione non
tardò ad arrivare, afferrò un vaso pieno di fiori
che tenevo al lato della porta, lo svuotò con un gesto
fluido e veloce e me lo scagliò contro in un impeto di
violenza sbraitando cupo: -FOTTITI BAKA!!-
Spazio Autrice:
Allora che ne dite della prima shot???
spero che vi abbia fatto ridere almeno un po'... ehm almeno uno scopo
era questo.
Volevo anche mostrare un Sas'ke un po' vacillante davanti ai problemi
coniugali...
che scappa come ha sempre fatto!!!
E un'amicizia che negli anni è rimasta tale mutando i suoi
meccanismi
Ho alzato il rating per la innumerevoli parolacce....
ma scrivere dal punto di vista di Naruto necessitava un certo tipo di
linguaggio!!
Normalmente non sono così scurrile,
però pensando poi ad una discussione tra maschi mi
è venuto naturale metterle...
in fondo di solito gli uomini hanno bisogni di insultarsi a vicenda per
dimostrarsi affetto!!!!
Detto questo, ringrazio infinitamente
Liam_Jango,
fede8701 e Iander_94 per le rece
e quelli che mi hanno aggiunta ai preferiti!!
mille grazie anche a tutti coloro che hanno semplicemente letto
baci.
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Capitolo 3 *** pentole e coperte ***
2c
Pentole
e Coperte
Seduta a terra
con il sedere mezzo addormentato e ghiacciato stavo per
addormentarmi, quando una piccola e innocente goccia di pioggia cadde
sulla mia gamba nuda, poco sopra il ginocchio. Rabbrividii
ad un primo contatto, poi assottigliando le palpebre seguii
il
suo percorso sulla mia pelle. Velocemente corse lungo la coscia
rallentando e provocandomi un buffo solletico quando raggiunse
l'interno del ginocchio per poi cadere silenziosa in una pozza d'acqua
sul pavimento proprio accanto a me. Il riverbero dei cerchi mi
ipnotizzò per qualche istante, dopo essermi ripresa alzai
gli
occhi al soffitto per vedere la falla in cui la goccia dispettosa si
era infilata: il buco c'era e anche abbastanza grosso proprio sopra la
mia testa!
Odiavo la pioggia, il freddo e l'umido di quello stupido paese merdoso;
non era umanamente possibile sopportare un mese di pioggia incessante
imbucati in una stamberga diroccata tutta ammuffita. Quel vecchio
granaio
non era esattamente un luogo caldo e asciutto dove rifugiarsi da quella
stupidissima pioggia, ma era comodo, riparato da sguardi indiscreti e
utile alla missione.
Missione di merda...Hokage di merda...Paese di Merda!!!
-Sakura-chan smettila di agitarti! guarda abbiamo ancora una confezione
di ramen istantaneo...- chi poteva aver detto una cazzata simile? Solo
lui, il più sciroccato tra gli shinobi. L'unico essere
vivente in
grado di peggiorare ulteriormente il mio (già pessimo) umore.
-non.osare.aprire.quella.confezione!- lo minacciai a voce bassa
scandendo tutte le parole, il mio tono evidentemente lo
spaventò parecchio
perché si bloccò con la linguetta tra le dita e
gli occhi
sbarrati, così rincarai la dose per traumatizzarlo
definitivamente: -..o ti ammazzo!- urlai alzando
il tono della voce mandando in fumo la nostra copertura.
Da tre lunghe settimane stavamo chiusi in quelle quattro mura umide e
abbandonate, al freddo e senza poter accendere un fuoco per non
rivelare la nostra posizione. Tre settimane senza lavarmi i capelli
come si deve. Tre settimane di ramen istantaneo con Naruto e Sasuke. In
quel momento: esplosi.
-BASTA!! non ne posso più di questo posto...voglio
andarmene, al
diavolo la missione e Kakashi-sama...- i miei urli rimbombarono nel
silenzioso scrosciare della pioggia: -deve andare a farsi fottere quel
maledetto che ci ha spedito qui! Ho bisogni di lavarmi, di mangiare
decentemente e di dormire in un letto! e di calore...diamine!!- attirai
persino l'attenzione di Sasuke che se ne stava da solo a qualche metro
da Naruto, accovacciato a terra con la schiena contro una colonna.
-S...Sa...Sakura-chan!?! calmati dai...domani l'altro attaccheremo, ci
riprenderemo l'ostaggio e torneremo a casa..- Naruto era sempre troppo
ottimista e non capiva i miei nervosismi, finendo sempre per
incentivarli. Io annaspavo e avevo il fiato corto per lo sfogo gridato
a due
interlocutori inutili, ma lui mi guardava sorridendo a trentadue denti
con la solita luce ridente negli occhi azzurri (colore che negli ultimi
tempi mi mancava molto). Era irrecuperabile...
Incrociai le braccia al petto, ero davvero stizzita: -ho fame..-
mugugnai imbronciata verso Naruto e Sasuke.
-vi rendete conto che sono dimagrita cinque chili, fatico a tenere su
la gonna...potrebbe cadermi a terra mentre cammino di questo passo!!!?-
sospirai mostrando loro lo spazio vuoto tra il mio ventre e il bordo
superiore della gonna. Nessuno rispose.
Naruto arrossì subito, come sempre quel deficiente non aveva
colto il senso del gesto attirato dai miei addominali scoperti;
sconsolata cercai appoggio negli occhi di Sasuke, in fondo lui era
sempre il re delle lamentele, ma anche lui guardava di sottecchi
ciò
che il bordo della gonna nascondeva. Deficiente come l'altro.
Spazientita ricoprii di scatto il ventre, non riuscivo credere che quei
due potessero essere così infantili davanti ad un ombelico
scoperto: -vado a controllare fuori...- brontolai masticando le parole
a voce troppo bassa perché potessero sentirmi. I miei urli
potevano davvero aver attirato qualcuno, quindi mi costrinsi a mettere
un piede davanti all'altro fino alla porta (l'arco della porta in
realtà...la porta non esisteva!) e poi volevo stare lontana
almeno un po' da quei due.
Riuscivano a farmi incazzare anche stando zitti.
Li lasciai soli, liberi di sparlarmi alle spalle e lamentarsi di me
quanto
volevano, ma appena raggiunsi l'esterno mi pentii della mia decisione:
chiaramente stava piovendo, una cascata di gocce piccole, fitte a
fastidiose si infranse sui miei capelli dando loro un aspetto ancora
più orrido. Santa pazienza.
Passai quasi due ore a maledire il mondo: l'hokage, il villaggio, il
mestiere di ninja, il coprifronte, mia madre e la mia famiglia, il mio
team (specialmente Naruto), Ino e Shikamaru (perché la
missione
in origine era loro, ma lei aveva avuto la brillante idea di mandare
noi...), la pioggia e in generale tutte le manifestazioni
atmosferiche, i rapitori e il loro ostaggio ma sopratutto me stessa per
aver acconsentito alla malsana idea di un team Haruno. Controllai sei
volte ogni lato della costruzione prima di decidere che la mia rabbia
era stata sufficientemente sedata e che avrei potuto affrontare quei
due
scansafatiche senza strozzarli, la pioggia si era anche fatta
più intensa convincendomi infine a rientrare. Ignara di
quello
che avrei trovato, tornai all'angolo che avevamo occupato come
campo-base dell'ex team 7.
Un odorino delizioso cominciò a solleticarmi le narici
mentre
ancora ero lontana, quando li raggiunsi non potevo credere ai miei
occhi: Sasuke, il tenebroso e scorbutico Sasuke, era chino su un
piccolo
fornellino in un angolo un poco più asciutto e rimescolava
lentamente il contenuto fumante di un vecchio pentolino arrugginito,
mentre Naruto alle sue spalle lo controllava incuriosito e famelico con
un cucchiaio in mano.
Mi bloccai a contemplare la scena: il sacco a pelo di Naruto aperto e
steso a terra come per un pic nic, un piatto con sei onigiri di pollo e
una piccola bottiglia di koikuchi (per Sasuke) e le nostre gavette
impilate sul bordo accanto ai piedi di Naruto.
-ohi Sakura-chan si tornata finalmente! credevo che te ne fossi andata
veramente, non ti decidevi a rientrare!?!- si erano accorti del mio
rientro, il mio migliore amico sorrideva sornione; era
sempre buffo e sorridente, non riuscivo a ricordare un giorno in cui
non mi avesse fatto almeno un sorriso quel baka, lui e la sua pazza
allegria...mi fece segno di sedermi e allibita obbedii. Sciolsi
l'allacciatura al mantello pesante che indossavo e lo appesi ad un
chiodo arrugginito su una colonna perché si asciugasse, mi
strizzai i
capelli facendo scivolare a terra qualche goccia d'acqua, poi li
raggiunsi chinandomi sulla coperta accanto a Naruto.
Il contenuto della pentola aveva un odorino buonissimo, provai a
sporgermi in avanti per scoprire cosa fosse ma prima di vedere la
nostra cena
incontrai lo sguardo cupo di Sasuke. Per un paio di secondi ci
guardammo negli occhi in silenzio, mi
metteva i brividi il suo sguardo, così intenso da
attraversarmi
le viscere da parte a parte e allo stesso tempo vuoto e freddo: mi
imbarazzava. Così, prima che Naruto potesse cominciare
una serie di battutine sgradevoli, deviai la mia attenzione sul
fornellino.
-dove avete preso questa roba?- chiesi mentre uno strano sospetto si
faceva largo nella mia mente. Sasuke si concentrò sul
rimescolamento della pentola evitando il mio sguardo, l'altro invece
cominciò a ridere grattandosi la nuca: lo conoscevo troppo
bene,
sapeva che non poteva sperare di mentire a me.
-ehm..siamo andati al villaggio e...diciamo che...l'abbiamo presa in
prestito!- che bugiardo penoso, avevano sicuramente rubato a qualche
casalinga
distratta pentole fornello e vasellame, ninja infami. Gliel'avrei fatta
restituire a forza il giorno dopo.
-fingerò di crederti...- brontolai severa a Naruto, non
potevo
più sgridarlo come un bambino, insomma aveva ormai
diciannove
anni ma riusciva a farmi perdere la pazienza come nessun'altro.
Così provai a scorgere il contenuto del pentolino, di nuovo
senza
successo, Sasuke lo teneva in mano lontano da me e con un cenno della
testa
indicò al suo compagno le ciotole sul sacco a pelo.
Prontamente
quello afferrò le ciotole e insieme divisero in
parti uguali la strana poltiglia gialla che avevano preparato.
Rapidamente la mia mente analizzò quali potevano essere gli
ingredienti di quel veleno mal assortito, considerando la stagione e il
clima, ma pian piano una domanda più importante si
fece spazio nella mia mente: chi aveva cucinato?
Normalmente in missione andavamo in qualche locanda a buon mercato o
usavamo la lunga esperienza di Naruto sulle qualità del
ramen
istantaneo per rifornirci prima di partire. Non avevamo molte chances
comunque, sia io che Naruto
eravamo negati in cucina e nessuno dei due si era mai azzardato a
chiedere a Sasuke di cucinare, quindi ci arrangiavamo a seconda della
missione.
Lo fissai un momento mentre colava il contenuto della pentola
nell'ultima ciotola e leccava pensieroso i residui sul cucchiaio:
possibile che il cuoco fosse lui? Non feci nemmeno in tempo a formulare
la domanda, Naruto finalmente blaterò qualcosa di
interessante e
mi ritrovai ad ascoltare i suoi sproloqui su come avessero
silenziosamente "preso in prestito" il materiale per la nostra cena:
-....si, insomma, alla fine Sas'ke ha pensato alla cena, io al fuoco e
tutto il resto!!- stavo per intervenire: Sasuke che fa la spesa
era davvero una scena memorabile, ma decisi per precauzione di tacere.
-cioè tecnicamente anche il fuoco l'ha acceso lui..ma non
è mica colpa mia! è lui quello che spara palle di
fuoco a
tutto spiano!! però anche trovare il fornellino non
è
stato facile. All'inizio pensavamo a della legna, ma qui è
tutto
troppo umido perché prenda fuoco, così abbiamo
optato a
un fornellino, mancavano i fiammiferi certo ma avere il teme
è
un bel risparmio no? e poi ti ho preso un cuscino e un asciugamano
puliti...li ho trovati stesi in un terrazzo, sono umidi mi dispiace
Sakura-chan!
forse dovremmo asciug...- Naruto parlava a ruota libera praticamente da
solo, io ero troppo concentrata sulle mie ipotesi su Sasuke
per ascoltarlo. Poi una mano entrò nel mio campo visivo con
una
piccola ciotola piena di un donburi un po' pallido, spostai lo sguardo
sull'avambraccio pallido che la sorreggeva risalendolo fino alla manica
blu arrotolata sul gomito, Sasuke poggiò il piccolo
contenitore
sulla coperta davanti a me con indifferenza, per poi allungarsi verso
la bottiglietta
scura posata tra me e Naruto.
Lentamente anch'io presi a mangiare la mia razione come loro, prima
titubante, poi sempre
più avida, non solo aveva un odore invitante, era anche
delizioso.
-ohi teme sei un gran cuoco!- sbraitò il biondo al mio
fianco
con la bocca piena. Non pensai nemmeno, mi voltai stupefatta verso
Sasuke.
Incontrai lo sguardo indifferente
di
Sasuke, e lui il mio piacevolmente stupito e come prima un brivido mi
percorse. Ma stavolta era quello sbagliato, non era paura o imbarazzo,
dopo
tanti anni quegli occhi scuri mi fecero arrossire di nuovo e una scossa
fredda mi percorse dal collo fin allo stomaco. I nostri occhi
attanagliati gli uni negli altri non si decidevano a interrompere il
contatto, il suo sguardo mutò millimetricamente, gli angoli
degli occhi si alzarono al socchiudersi morbido delle palpebre,
piccolissimi cambiamenti che solo un'esperta come me poteva notare, un
espressione compiaciuta che non gli vedevo da molto anni. In
quei mesi di convivenza forzata nel team avevo imparato a conoscere di
nuovo Sasuke, il nuovo
Sasuke. Era diventato un uomo davvero bello ma
il suo caratteraccio era rimasto tale e quale: cupo e silenzioso,
altezzoso e snobbista solo con me e Naruto ( che trattamento
privilegiato...)
-ehi Sas'ke hai freddo? hai la pelle d'oca!?!- inopportuno come sempre
Naruto interruppe quel momento di palpabile imbarazzo, anche Sasuke
l'aveva percepito, ne ero certa ora. La risposta non arrivò
nemmeno, Sasuke si limitò a sbuffare concentrato sulla sua
razione di cibo.
-è molto buono!-
commentai educatamente per deviare l'attenzione su altro. Non mi
guardò nemmeno, continuò a mangiare indifferente
ai miei
commenti. Passarono alcuni minuti di completo silenzio eravamo tutti
concentrati ad abbuffarci il più possibile, i nostri stomaci
reclamavano cibo decente da troppo tempo per concentrarci sulla
conversazione.
La cucina dell'Uchiha mi stupì più del fatto in
se che
avesse cucinato. Era bravo, certo gli ingredienti non erano un
granchè e nemmeno il pentolino arrugginito però
il
donburi gli era riuscito davvero bene anche se un po' troppo speziato
per i miei gusti. A Sasuke piaceva il koikuchi e lo metteva sempre
dappertutto a ristorante, ma nel donburi non ci stava troppo male.
Mentre in silenzio afferravo un'onigiri dal tavolo incrociai lo sguardo
famelico di Naruto puntato sul fondo della pentola: quel ragazzo era un
pozzo senza fondo! Così con un cenno gli concessi di
raschiare i
bordi della pentola per mangiarne i residui e lui si lanciò
all'attacco senza indugio. Scollai le spalle rivolta a Sasuke che si
limitò a guardare storto Naruto.
Improvvisamente un'altra domanda si fece spazio nella mia mente: dove
aveva imparato Sasuke a cucinare? Con Orochimaru magari o mentre
seguiva Madara con l'hebi? Mi resi conto che non lo avevo mai
immaginato sotto questo punto di vista: lui aveva sempre vissuto da
solo fin dall'infanzia, era abituato ad arrangiarsi da se per tutto.
Ripensai a tutti i mesi trascorsi insieme nel team, in effetti lui non
mi aveva mai chiesto di lavargli qualcosa quando stavamo lontani dal
villaggio molto tempo, al contrario di Naruto che mi rifilava sempre
anche le sue magliette sporche quando facevo il bucato.
Andavamo in missione da mesi e non avevo mai notato queste cose: quando
avevamo tredici anni non mi ero mai soffermata su questi particolari,
troppo impegnata a venerarlo, ora che la mia cotta era cresciuta e
cambiata con me riuscivo a mettere a fuoco un Sasuke più
adulto
(bello) e umano.
Provai a stuzzicarlo un po' interrompendo il silenzio, volevo vedere la
sua reazione davanti alle mie prese in giro e cancellare in lui
l'immagine della ragazzina che arrossisce davanti a uno sguardo
intenso: -non sapevamo delle tue doti culinarie...quando hai imparato?-
domandai educata ma sottile dopo aver masticato bene il boccone. Sasuke
mi guardò un istante prima di rispondere, come per cogliere
le
mie intenzioni nell'espressione.
-quando vivi da solo da quando hai dieci anni impari ad arrangiarti.-
fu la sua laconica risposta. Freddo schivo e irritabile come sempre,
Sasuke non si smentiva mai. Alzai gli occhi al cielo e decisi di non
lasciarmi intimidire dalle sue rispostacce.
-bhè se sai arrangiarti in tutto e poi cucini
così
bene..saresti un uomo da sposare Sas'ke!!- sorrisi sorniona tra me
mentre pronunciavo quella frase, ultimamente provocarli era diventato
uno dei miei passatempi preferiti. Ma forse quella volta avevo calcato
troppo la mano con la malizia, infatti si bloccarono entrambi in
silenzio. L'unico rumore in quel vecchio granaio era quello delle mie
bacchette che raschiavano il fondo della ciotola.
Poi la risata sguaiata di Naruto risolse tutto.
-AHAHAHA....il teme, un uomo di casa da sposare!?!?! AHAHAH..non ci
credo che sa fare il bucato o stirarsi la divisa!! che scena....-
Naruto urlava sdraiato sulla schiena con le mani strette sugli
addominali tesi dalle risa.
La nostra cena si trasformò in una rissa: Naruto tentava di
sfuggire all'ira furibonda si Sasuke mentre io cercavo di mettermi in
mezzo per evitare che si ammazzassero e contemporaneamente di salvare
gli onigiri rimasti sul tavolo.
Due ore dopo gli onigiri erano finiti tutti sul pavimento e un chidori
mi aveva colpito casualmente una coscia. Odiavo quei due imbecilli
attaccabrighe che ora dormivano tutti tranquilli accanto a me.
Fissai un momento Naruto, russava come una capra ma la sua espressione
era serena e rilassata, sdraiato alla mia sinistra e nonostante il
freddo con la maglietta senza maniche. Il fornellino spento riverso a
terra, la pentola ancora sporca e un bel livido sotto il suo zigomo
destro. Dopo tutti quegli anni non avevano ancora perso l'abitudine ad
azzuffarsi per qualsiasi cosa quei due. Era frustrante la loro
necessità di accapigliarsi continuamente.
Il mio sguardo scivolò intorno a noi, gli zaini abbandonati
contro al muro e i vestiti di Naruto arrotolati in un angolo, le
fasciature per le braccia di Sasuke ripiegate in ordine vicino al suo
zaino e la katana appoggiata al suo zaino. Due cloni del biondo stavano
fuori a fare da guardia, ma lui riusciva a dormire ormai abituato a
tenere alto il livello di chakra mentre io faticavo a prendere sonno.
Ci eravamo abituati a dormire tutti e tre insieme, io al centro tra
loro due. Un po' per tenerli lontani in modo che non si azzuffassero
anche nel sonno, un po' perché mi tenevano al caldo, mi ero
abituata a sentirmi protetta tra loro due: Naruto alla mia sinistra
dormiva sempre a pancia insù mentre Sasuke alla mia destra
dormiva sul fianco rivolto con la schiena verso di me.
Era freddo quella notte e nonostante le coperte e il cuscino che mi
avevano procurato tremavo e non riuscivo ad addormentarmi. Mi rigirai
più volte, provando ad avvicinarmi a Naruto per trovare un
po'
di calore, ma quello mi respinse nel sonno con un calcio sugli stinchi.
All'improvviso la sua voce interruppe il silenzio con un mormorio basso
e irritato. Probabilmente l'avevo svegliato.
-vuoi stare ferma!- Sasuke mi spaventò quasi con la sua voce
cupa e cavernosa impastata dal sonno.
-è freddo, non riesco a dormire..- brontolai io continuando
a dargli le spalle.
Sentii un rumore dietro di me, una coperta spostata, poi un nuovo peso
sul mio corpo e un calore immediato mi avvolse. La coperta blu si
Sasuke era piombata sulle mie spalle dolcemente senza che lui dicesse
una parola, ancora piena intrisa del calore del suo corpo.
Mi voltai verso di lui e lo trovai stranamente sdraiato sul fianco
sinistro verso di me. Raramente dormiva da quel lato da quando durante
una missione l'avevano colpito con un kunai, diceva che ancora gli
faceva male starci sdraiato sopra. Aveva gli occhi socchiusi e qualche
ciocca di capelli gli ricadeva sul viso. Era obiettivamente diventato
un bellissimo ragazzo ormai uomo, tutte al villaggio lo adoravano, lo
chiamavano "Uchiha 10elode"..chissà che invidia se avessero
saputo che io dormivo più spesso con lui che a casa mia.
Peccato
che ci fosse anche Naruto con noi...
Da che era tornato (quasi un anno ormai) i miei sentimenti verso di lui
erano mutati virando verso un pacato rapporto da compagni di squadra.
Solo Ino e mio malgrado Naruto conoscevano la verità: non
l'avevo mai dimenticato davvero, avevo solo relegato i miei sentimenti
in un angolo per dar spazio al team Haruno. Ma quel bastardo non mi
stava agevolando: era diventato fin troppo bello, alto ben
più
di me e con un fisico da urlo, si stava slegando con me e Naruto
perorando con il suo degno compare la causa
"proteggiamo-Sakura-in-missione-perché-anche-se-è-il-capitano-sa-benissimo-che-siamo-più-forti-di-
lei", quei due maledetti!! Incontrai i suoi occhi ben mimetizzati
nell'oscurità di quel granaio abbandonato e vidi
un lato
molto umano che normalmente nascondeva. Anche lui era stanco di quella
situazione, voleva tornare a casa quanto me, l'espressione e le rughe
appena percettibili sulla sua fronte ne erano la prova; così
quatta quatta mi avvicinai a lui alzai le mie due coperte e le passai
sulle sue spalle in modo che ci coprissero entrambi. Eravamo molto
vicini, abbastanza per sfiorarci le gambe, troppo poco
perché ci
fosse davvero intimità.
-hai un buon odore...- mormorai colpita da quella fragranza a cui non
ero abituata, gli stavo accanto per giorni, conoscevo quell'odore, ma
non eravamo mai abbastanza vicini perché io potessi goderne
a
pieno. Sasuke era visibilmente stupito dal mio gesto e dalle mie
parole, aveva solo un occhio completamente aperto, ma con quello mi
scrutava pensieroso.
-...sai di donburi!- continuai dopo aver identificato esattamente
l'odore che sentivo. Sorrisi chiudendo gli occhi perché
l'avevo
visto: confuso, accennato e un po' mascherato sulle labbra di Sasuke
era spuntato un pallido sorriso.
Immobile sotto la sua stessa coperta stavo per addormentarmi quando la
sua mano raggiunse e miei capelli, li accarezzò appena e poi
con
una mossa delicata avvicinò la mia testa al suo petto
stringendomi le spalle. Il mio cuore si fermò in
quell'istante
quando la mia fronte toccò i pettorali di Sasuke e la mia
mente
venne invasa dal suo odore e dalla nostra vicinanza.
-..scema...- brontolò con le labbra vicino al mio orecchio e
dal tono capii che stava ancora sorridendo.
Spazio Autrice:
Bene Bene Bene
Posto oggi perchè domani e martedì
sarò impegnata
e visto che vi voglio bene e non voglio tenervi troppo sulle spine!!
(illusa...credi che tutti aspettino le tue ff [nd. tutti])
Questa One-shot è Sakura p.o.v. ed è anche
più SasuSakuosa dell'altra
spero che via piaccia comunque...
Mi sono divertita come una scema a immaginarmi Sasuke che cucina
tutto impegnato a rimescolare il suo donburi.
(per sapere cos'è il donburi andate su wikipedia)
Avevo anche scritto una parte su Naruto che lo sfotte perchè
sa fare il bucato...
ma ho preferito concentrarmi sulla coppietta!!
...anche se siamo ancora un po' lontani dal famoso pugno...
Ringrazio sentitamente Fede8701 e Finleyna 4ever che hanno recensito
"smalto"
la prossima settimana faremo un altro salto nel tempo...
ma non anticipo niente qui...se volete sapere qualcosa in
più:
contattatemi via mail!!
Mille grazie anche a tutti quelli che hanno semplicemente letto!
Baci
|
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Capitolo 4 *** Di cavoli, api, fiori e cicogne ***
3c
Di cavoli, api, fiori e cicogne...
Le costruzioni
erano il mio gioco
preferito, insieme alle macchinine. Mi piaceva poter costruire un
sacco di cose, poi smontarle e costruirne altre diverse.
Quando mamma e papà me le avevano
regalate non capivo cosa servissero e non mi piaceva il fatto che si
potessero disfare così facilmente: ma poi la mamma mi aveva
fatto
vedere che potevo fare e disfare qualsiasi cosa e che potevo
rimediare ad ogni errore solo spostando un pezzo.
Ed erano diventati il mio gioco
preferito, e quando costruivo qualcosa che mi piaceva molto la
conservavo fino a sera per mostrarla a mio padre quando rientrava.
Un pomeriggio di marzo stavo giocando
con i miei mattoncini colorati in camera mia, la mamma era
all'ospedale, papà al quartiere generale a lavorare con
Shikamaru-sama e gli ambu. Così io e i miei fratelli eravamo
in casa
soli con la nonna che cucinava al piano di sotto.
Minato, nostro cugino, era appena
arrivato e stava nell'altra camera con Seito e Hiro. Si chiudevano
sempre lì dentro se non erano fuori ad allenarsi e non mi
facevano
entrare perchè secondo loro ero troppo piccolo. Hito e
Minato hanno
la stessa età mentre Seito mio fratello maggiore ha un anno
in più
di loro, mentre io avevo solo cinque anni.
Sentivo le risate e gli urli che
facevano mentre si accapigliavano in camera di Seito ed ero geloso,
non mi andava di stare solo a giocare alle costruzioni. Così
mi
alzai e sistemai la maglietta bianca e blu, poi pian piano raggiunsi
il corridoio e la stanza di fronte alla mia, accostai un orecchio
alla porta per sentire che stavano facendo ma ascoltai qualcosa che
forse non dovevo sentire.
-sapete che ho visto Sarutobi che si
baciava con una ieri...ahahah...erano al parco sotto la montagna!-
mio fratello Hito si stava sbellicando dalle risate: -dovevate
vederli..sembravano due anguille!!- gli altri due si unirono alla sua
risata.
-bene.. tra un po' ci sarà un piccolo
Sarutobi in giro!!- Minato ridendo probabilmente era caduto
perchè
le sue parole erano state seguite da un tonfo sordo e un'altra
risatina.
-perchè un altro Sarutobi?- questa
volta era stato Hito a parlare ma sembrava serio
-come perchè? Non lo sai che quando
due si baciano dopo un po' nasce un bambino!?!- Minato aveva esposto
la sua teoria esclamando allibito, mentre io li spiavo da una fessura
nella porta.
-non credo sia così..- mormorò Seito
mentre invece Hito urlava saltando sul letto: -cOOOsA veramente!?!?!
e tu come fai a saperlo...chi te l'ha detto!?!-
-lo so e basta! Perchè ho visto mio
padre baciare mia madre un po' di tempo fa e ora mia madre aspetta un
bambino! Non ci vuole molto a capirlo...- Minato sembrava sicurissimo
delle sue parole, era uno dei migliori a scuola ma non riusciva a
superare mai gli Uchiha e ora che si presentava l'occasione di
dimostrarsi più bravo di loro probabilmente non voleva
sprecarla.
-ne sei sicuro Minato?!?- mio fratello
maggiore era scettico, non credeva del tutto alle parole dell'amico.
Lui era il maggiore dei tre e non sapere nulla dell'argomento
probabilmente lo indispettiva.
-tuo padre baciava tua madre!?!-
intervenne scandalizzato Hito con la lingua fuori come se stesse per
vomitare.
-certo! Non avete mai visto i vostri
genitori baciarsi!?!- per lui sembrava una cosa normalissima invece
per noi assurda: - mio padre bacia un sacco di volte mia madre e po
come la bacia...la stringe tutta e secondo me la bacia anche con la
lingua! guardate che se due si vogliono bene e vogliono dei figli si
baciano!!! veramente non si baciano?- anche lui stava cominciando a
dubitare che i suoi fossero normali probabilmente.
Mio padre non era certo tipo da smancerie,
non mi prendeva mai in braccio e non giocava con me. L'unica cosa che
faceva quando gli mostravo le costruzioni o un disegno oppure un
nuovo sigillo che avevo imparato era scompigliarmi i capelli con la
mano e accennare una smorfia contenta. Tantomeno con la mamma non si
piegava mai a smancerie coccole o bacini. Non li avevamo mai visti
abbracciarsi ne baciarsi, solo prima di partire per qualche missione
lunga papà le dava un bacio sulla fronte magari ma nulla di
più.
-che schifo!!! NO! Mio padre è un
ninja fortissimo lui non fa queste cose da femmine!!- Hito era
scandalizzato dalla domanda di nostro cugino e aveva una smorfia
disgustata stampata in faccia.
-i ninja non devono lasciar trasparire
i loro sentimenti- ripetè come un automa Seito mentre io
continuavo
a spiarli: -e poi non ce lo vedo mio padre: è una cosa
disgustosa!?!- continuò lui.
A quel punto capii che forse era bene
sloggiare prima che quei tre decidessero di uscire per allenarsi, se
mi avessero beccato a spiarli mi avrebbero preso in giro e
l'avrebbero detto a papà.
-beh comunque se la bacia così spesso
dovresti avere un sacco di fratelli no?- Seito era molto
intelligente, lo dicevano tutti, anche papà, e forse lui
aveva colto
il centro della questione.
Non riuscivo a vedere tutti e tre
contemporaneamente ne che facce stessero facendo a il silenzio che
era calato mi diceva che qualcosa non andava, così mi
affrettai a
tornare in camera mia in silenzio.
Feci appena in tempo a saltare al
centro del tappeto e sedermi davanti alle costruzioni quando Hito
balzò in camera mia di soppiatto.
-ci stavi spiando Keisuke??- mi chiese con
un sopracciglio alzato e una faccia sospettosa.
-no- mormorai io fingendomi concentrato
sul castello che avevo lasciato a metà, subito Hito venne
raggiunto
da Minato e Seito che sospettosi come lui mi accerchiarono sul
tappeto della stanza mia e di Hitoshi.
-sei sicuro??- Seito mi faceva molta
più paura di Hito, lui era più severo e simile a
mio padre, mentre
l'altro urlava e scherzava sempre anche se cercava di atteggiarsi da
duro.
-nooo- brontolai di nuovo strappando il
castello dalle mani di Hitoshi che stava tentando di aggiungerne dei
pezzi.
-sarà meglio Kei..lo sai che non si
origliano le conversazioni altrui?- continuò Seito chinato
accanto a
me mentre Minato al suo fianco rimaneva in silenzio con un sorrisone
sulla faccia.
-io non origlio!- protestai io sebbene
sapessi perfettamente di essere nel torto, ma coi miei fratelli
bisognava imparare a difendersi in tutte le maniere dalle loro prese
in giro.
Qualche ora
più tardi la mamma era
rientrata stanca morta e la nonna era tornata a casa sua.
Il pavimento dell'ingresso era il posto
migliore della casa per giocare alle macchinine perchè il
parquet
aveva tante strisce verticali e così potevo usarle come
corsie per
le corse, la mamma non voleva che giocassimo nel corridoio ma io mi
mettevo sempre nell'angolo della porta e li dalla cucina non riusciva
a vedermi, così potevo stare lì fino all'ora di
cena.
Anche le macchinine mi piacevano molto,
me le aveva comprate la mamma un giorno che eravamo usciti a fare la
spesa. Mi aveva spiegato che servivano a portare le persone nei posti
lontani e che nel nostro villaggio nessuno le usava perchè i
ninja
possono correre velocissimi e non ne hanno bisogno. Avrei tanto
voluto vederne una vera ma la mamma mi ha detto che forse da grande
in missione la vedrò perchè le usano in tanti
villaggi non ninja
lontani da noi.
La mia mamma sa sempre un sacco di cose
e a me piace un sacco farmi raccontare tutte le storie delle sue
missioni di quando era piccola. Credo che quando sarò grande
anche io
vorrò fare il dottore come lei.
Facevo sgommare le macchinine intorno
al mobiletto di legno dell'ingresso e poi passare davanti alla porta
prima di finire il giro sulle mie ginocchia, ma tanto vinceva sempre
quella blu perchè la guidavo io in persona. La mamma si
affacciò
improvvisamente dalla cucina e mi beccò mentre facevo
saltare alla
rossa una scarpa di mio padre.
-Kei!!- esclamò con le mani sui
fianchi: -lo sai che non devi giocare con le macchinine qui! E poi
è
tardi tra un po' arriverà tu padre, vieni a darmi una mano
ad
apparecchiare..- a quel punto sapevo che dovevo ubbidirle
perchè se
mio padre fosse rientrato beccandomi a giocare invece che ad
apparecchiare si sarebbe infuriato. Così mi alzai e
cominciai a
raccogliere le macchinine.
-oook arrivo!- borbottai verso mia
madre che sorridendo ritornò in cucina.
Raccolsi tutto e poi le posai sul
mobile dove papà e mamma lasciavano le chiavi e il
coprifronte dopo
essere entrati, ma proprio mentre mi voltavo per raggiungerla in
cucina le porta si aprì dietro di me con uno scatto
ovattato. Mio
padre era rientrato.
Mi voltai di scatto con un mega sorriso
sul volto, mio padre era il nostro mito: silenzioso e asociale ma era
il migliore di tutti i padri, insegnava ai miei fratelli i jutsu
più
semplici e a lanciare i kunai, non giocava con me ma mi portava
spesso con se in giro per il villaggio e io mi divertivo sempre un
sacco dietro di lui.
-ciao papà!- esclamai balzando davanti
a lui, ero alto come le sue gambe
Papà posò le chiavi e si slegò il
coprifronte, poi mentre si chinava per togliersi le scarpe mi
scompigliò i capelli con una manata delicata sulla testa.
-ciao Kei- mormorò tra se liberandosi
degli stivali della divisa da jonin.
-KEI dove sei finito?? devi
apparecchiare!!- gli urli delle mamma ci raggiunsero e strapparono un
ghigno divertito a mio padre. Non l'aveva sentito rientrare e io
sapevo benissimo cosa voleva fare.
Si alzò e con uno sguardo mi impose di
seguirlo in silenzio, io obbedii camminando in punta di piedi dietro
di lui. Guardavo le sue spalle larghe e muscolose sotto la maglia blu
della divisa e il ventaglio rosso e bianco ricamato tra esse, simbolo
della nostra famiglia.
Arrivò in cucina alle spalle della
mamma agile e silenzioso superò il tavolo da pranzo e con un
cenno
della mano mi impose di fermarmi: lui era in piedi diritto come un
fuso dietro alla mamma che continuava tranquilla a occuparsi della
cena e non lo aveva sentito.
-Kei muoviti!! tuo padre tra poco
torna!!- la mamma urlò pensando che io fossi ancora in
corridoio,
non riuscivo a non ridere, così mi tappai la bocca con la
mano
mentre aspettavo la risposta di papà.
Lui si sporse leggermente in avanti
fin quasi al suo orecchio poi mormorò piano:
-guarda che sono già qua....- aveva
parlato talmente piano che solo lei forse aveva capito bene le
parole, ma bastò per spaventarla a morte.
La mamma urlò e fece un balzo indietro
finendo contro il petto di papà che salvò al pelo
la padella che
lei stava per lanciare all'indietro.
-Sas'ke!?! volevi farmi prendere un
colpo....questa volta ci sei andato vicino ad ammazzarmi!- disse la
mamma dopo qualche secondo con una mano sul cuore e l'altra chiusa a
pugno in direzione di papà, erano davvero buffi: lei tra le
braccia
di lui a minacciarlo mentre papà reggeva la padella e la
mamma
contemporaneamente.
A quel punto non potei più trattenere
le mie risate e saltellando li raggiunsi sedendomi sul piano delle
cucina, la mamma mi guardò un po' offesa, non le piaceva che
noi
dessimo man forte a papà nei suoi tentativi di omicidio, poi
si
concentrò sulle minacce verso di lui.
-molla la mia padella
screanzato...altrimenti vi lascio tutti senza cena!!- borbottava
mentre gliela strappava di mano: -e tu cosa ridi?? pidocchietto vai
subito ad apparecchiare prima che me la prenda anche con te!!- ogni
volta la mamma fingeva di arrabbiarsi e ci urlava provando di
mascherare il suo sorriso senza riuscirci un granchè, anche
perchè
sapevo bene che non appena mi fossi girato avrebbero fatto quello
sguardo.
Era un'occhiata che si lanciavano ogni
volta che battibeccavano per qualcosa di stupido, per esempio dopo
che papà si lamentava del riso insipido o degli onigiri
troppo
pressati, lei lo minacciava di non far più da mangiare si
beccavano
un po', poi lui faceva lo sguardo e lei anche. Papà
sorrideva così
solo la mamma: non proprio un sorriso in realtà, la guardava
solo
come se avesse voluto mangiarla o qualcosa del genere. Per me quello
sguardo voleva dire che si volevano bene.
Presi i piatti i tovaglioli e la
tovaglia poco per volta, non mi era permesso prendere i bicchieri
perchè ne avevo già rotti troppi così
quelli li prese la mamma e
insieme preparammo la tavola per tutti e cinque.
-chiama i tuoi fratelli- mi disse papà
con il suo solito tono privo di colore e io obbedii subito.
-onii-san onii-san onii-san!- blateravo
correndo nel corridoio cercando i miei fratelli maggiori.
Tornammo in cucina tutti e tre assieme
pochi secondi più tardi, io correvo dietro di loro,
sembravano una
mandria di mucche impazzite, corsero spintonandosi fino alla cucina
per fiondarsi ognuno al suo posto. Papà però non
amava tutto quel
rumore inutile e nemmeno la maleducazione a tavola così
lanciò loro
l'altro sguardo: alzava il sopracciglio destro e li
sgridava
senza dire una parola. Magicamente Seito e Hito si calmarono
prendendo posto silenziosamente uno accanto all'altro alla sua
sinistra.
A tavola ci
sedevamo sempre uguali:
papà capotavola, la mamma a sinistra e io di fianco a lei,
dall'altra parte i miei rumorosi fratelli. Quando tutti gli uomini
Uchiha furono radunati attorno al tavolo la mamma entrò con
la cena,
posò le pietanze sul tavolo e si accomodò anche
lei sorridendoci come sempre; nostro padre alzò le bacchette
e le spezzò con un
gesto secco e controllato per poi farsi passare la ciotola del riso
con un cenno del capo, mentre io e i miei fratelli ci fiondavamo sul
resto. La frittata di mia madre era speciale: ne faceva una grande,
poi le divideva a metà e in una parte aggiungeva il curry,
come
piaceva a me e papà, nell'altra no per gli altri due,
riusciva
sempre a fare contenti tutti, nonostante avessimo gusti
completamente diversi.
La cena era a metà e forse solo io
avevo notato lo strano silenzio e gli sguardi concitati che si
scambiavano i miei fratelli, sapevo che stavano confabulando qualcosa
ma non capivo perchè si comportassero così
davanti ai nostri
genitori. Ma le mie domande trovarono presto riposta.
-Hito che hai?- chiese la mamma con
l'aria preoccupata: -non hai mangiato neanche un po' di riso..- si
giustificò lei mentre studiava le gomitate di suo figlio al
maggiore
di noi Uchiha.
-ehm niente ma'...solo..- una gomitata
lo colpì più forte e si fecero beccare come due
pivelli
-ma che avete voi due??- continuò lei
sempre più vicina all'arrabbiatura.
Seito scroccò a Hito un occhiataccia e
poi con la coda dell'occhio cercò papà.
-ehm, noi veramente
volevamo...ehm..chiedervi, insomma, una cosa...- non l'avevo mai
visto così imbarazzato, lui che era così
espansivo ed esuberante in
ogni situazione, mi sembrava impossibile ma era molto più
interessante le mia porzione abbondante di frittata al curry e riso.
-certo...che cosa?- la mamma era
tornata sorridente, magari aveva capito che dietro al poco appetito
di Hito c'era solo quella domanda che lo imbarazzava tanto.
-ehm...- fece un'altra pausa, guardò
Seito ancora mentre io incuriosito drizzavo le orecchie.
-mammacomenasconoibambini??- sbiascicò
a denti stretti Hitoshi, aveva parlato talmente veloce e talmente
piano che nessuno aveva capito nulla. Anzi forse papà aveva
carpito
qualche parole perchè alzò gli occhi dal rapporto
che stava
leggendo e inarcò di nuovo il pericoloso sopracciglio:
quello era un
pessimo segno.
-come?? Hito parla più forte non
capisco nulla!- brontolò la mamma afferrando il piatto con
le
verdure al centro del tavolo per servirsi senza immaginare la domanda
che avrebbe sconvolto la serata.
-sei tu il più grande dillo tu!-
protestò lui rivolto al maggiore di noi che per ripicca gli
mollò
un pizzicotto sul fianco prima di decidersi a parlare: -volevamo
sapere...come nascono i bambini!!- esclamò infine scocciato
e
imbarazzato anche se voleva nasconderlo sotto una maschera di finta
indifferenza.
Quello che successe dopo quella domanda
non mi fu molto chiaro, anche perchè non capivo come una
cosa così
semplice potesse scaldare così la mia famiglia.
Hito e Seito dopo la fatidica domanda
alzarono entrambi il livello di attenzione simulando due facce da
angeli buffissime, la mamma si bloccò un secondo poi venne
invasa di
un attacco violento di risatine, ma il migliore fu mio padre. Sasuke
Uchiha, l'imperturbabile, si bloccò con le bacchette
infilate in
bocca ma il boccone gli andò gli andò di traverso
e lo tossì
violentemente fuori, poi deglutì scrutando Seito come se
volesse
fargli una radiografia nel bel mezzo della cucina.
Non avevo mai visto mio padre
imbarazzato, ne arrossire, ma quella fu la cosa più simile
all'imbarazzo che vidi mai dipinta sul suo volto.
La mamma ancora ridacchiava mentre io
mi sempre più stupito scrutavo attentamente ogni membro
della mia
famiglia: non capivo il problema? Ma non erano le cicogne a portare i
bambini alle loro mamme?
-Sas'ke credo che questa volta tocchi a
te...è una cosa da chiacchierata tra uomini...- non so come
ma
l'espressione di mio padre peggiorò ancora! Passò
dall'imbarazzo
sottile all'odio profondo per lei e si capiva benissimo dallo
sguardo, la stava fulminando letteralmente, sembrava sparare dei
chidori degli occhi: -non ci sperare...Sakura...- riuscì a
sibilare
tra i denti, faceva invidia ad un cobra.
La mamma ricominciò a ridere sottovoce
mentre papà deglutendo rivolse lo sguardo verso la parte
destra del
tavolo. Non ci capivo più niente, come facevano i miei
fratelli a
non sapere da dove venissero i bambini??
-perchè questa domanda?- chiese papà
un po' titubante
-è colpa di Minato!- intervenne subito
Hitoshi pronto a scaricarsi via la colpa, ma Seito non glielo permise
intervenendo irritato: -ha detto che i bambini arrivano quando due si
vogliono bene...- papà a quel punto fece una faccia strana e
mormorò
qualcosa che però sentì solo la mamma ma che gli
fece guadagnare un
pizzicotto sulla mano non troppo gentile.
-...e si baciano!- concluse Seito
risentito per aver perso l'attenzione di mio padre.
Quell'ultima parte sortì l'effetto
contrario, mia madre sbuffò brontolando qualcosa di
incomprensibile
mentre questa volta fu mio padre a divertirsi sfoderando un ghigno
malefico.
-ah è proprio figlio del
baka...-mormorò tra se prima di alzare il tono di voce: -non
è del
tutto falso ma Minato non ha dei gran modelli...- papà
sembrava
terribilmente divertito dalla situazione, ma tutti avevamo capito che
stava solo ridendo alle spalle dello zio.
-ma i bambini escono dalla pancia delle
femmine, che c'entrano i maschi!?!- Hito sbottò irritato,
nessuno in
effetti aveva ancora risposto alla loro domanda, così
intervenne la
mamma.
-è vero Hito ma sono i papà a
metterli lì...- la voce della mia mamma era dolce e
amorevole ma
quello che aveva detto mi fece trasalire: i bambini escono dalle
pance delle mamme?!?
Così contrariato e arrabbiato scattai
in piedi ribaltando la sedia furioso contro mio fratello che aveva
osato dire una cosa del genere.
-non è vero!!! i bambini non escono
dalle pance delle mamme!! io voglio bene alla mamma e non le farei
mai male!! SEI UN BUGIARDO HITO!!!- la mia sfuriata stupì
tutti
lasciando pochi secondi di silenzio. Papà mi
guardò stranito con le
bacchette di nuovo a mezz'aria, invece lei mi afferrò il
polso con
delicatezza e mi sorrise come faceva quando tornava a casa la sera
tardi o non mi vedeva da qualche giorno.
-stai tranquillo Kei, rimetti a posto
la sedia e stai composto...- mormorò vicino al mio orecchio
(che
arrivava alla sua spalla nonostante lei fosse seduta) e io
istintivamente obbedii calmato dal suo tono dolce e accondiscendente,
raccolsi la sedia rovesciata alle mie spalle e mi sistemai di nuovo
con le mani strette in grembo, mi sentivo in imbarazzo per i miei
urli, poi la mamma ricominciò a parlare mentre mangiava il
riso
divertita.
-tuo fratello non è un bugiardo:
quando due persone si vogliono molto bene, si baciano e si
abbracciano e possono decidere di avere un bambino...che esce dalla
pancia della mamma! Ma non è una cosa brutta..-
Il brontolio di papà lo sentirono
tutti anche se non copriva la voce della mamma -questo lo dici tu..-
mormorava a bassa voce rivolto alla mamma o forse a se stesso, ma lei
continuò
-..o che fa male alle mamme, sono i
dottori a far uscire il bambino che è cresciuto nella pancia
protetto dalla sua mamma!- rimasi shockato da quella spiegazione, era
una cosa schifosa. Riepilogando: i papà mettevano un bambino
piccolo
nella pance delle mamme che poi cresce e i dottori lo fanno uscire.
La prima cosa che pensai fu che non era la cosa più
disgustosa che
mi avessero mai detto e probabilmente la mia espressione riproduceva
esattamente il mio stao d'animo perchè la mamma si
affrettò a
precisare alcune cose.
-non è una cosa brutta! E poi anche tu
e i tuoi fratelli siete nati così!-
Rettifica: questa era la cosa più
disgustosa del mondo, non poteva essere vero. Cercai lo sguardo di
mio padre per vedere le sua reazione all'orribile rivelazione della
mamma, ma trovai solo un uomo che impassibile continuava a mangiare
il suo riso ignorando la discussione intorno a lui.
-che schifo!?!- commentai a bassa voce,
nemmeno la mamma sentì, e Seito ne approfitto per continuare
con le
sue domande incentivato dai commenti di Hito: -ma baciarsi è
da
femmine!!-
-si ma noi questo lo sappiamo
già...vogliamo sapere come fa il bambino a finire nella
pancia della
mamma!!??!!- in effetti quel punto non era chiaro nemmeno a me, ma
ero ancora troppo sconvolto per concentrarmi sulle modalità,
dovevo
prima superare il trauma della vista di me dentro la pancia della
mamma. Non riuscivo a staccare gli occhi dal suo ventre: mi sembrava
impossibile che un bambino fosse stato li dentro. Anzi, tre.
La domanda di mio fratello provocò
però un silenzio pesante che attirò la mia
attenzione: la mamma era
arrossita e fissava il piatto provando di spiegare qualcosa su delle
api a Hito.
-ehm..vedi Hito, hai presente le api?
Ecco cioè...in pratica...- prese un respiro profondo prima
di
continuare, ma papà intervenne prima che lei potesse finire:
-quando
un uomo e una donna si amano si baciano e a volte decidono di avere
dei figli! Non date ascolto alle cavolate di Uzumachi, non ci
sarà
un piccolo Sarutobi tanto presto, come mai..lo scoprirete quando
sarete più grandi!- sentenziò alzando lo sguardo
severo su di loro
chiudendo così ogni spiegazione.
Hito e Seito non osarono dire nulla ne
controbattere, ma sbuffarono sonoramente e la mamma scroccò
uno
sguardo allibito a papà che nonostante tutto continuava a
mangiare
tranquillo.
Passarono ancora pochi minuti di
silenzio e poi Hito intervenne di nuovo, compromettendo la
stabilità
dell'intera casa: -..ma voi vi baciate!?!- chiese orripilato
guardando papà.
Le reazioni dei nostri genitori furono
sconvolgenti: papà divenne prima pallidissimo, poi rosso
sulle
guance e deglutì il boccone che stava ancora masticando, a
fatica.
Ma la mamma fu davvero spassosissima, sparò una specie di
starnuto
sconvolgente contro Seito che si ritrovò in faccia qualche
chicco
di riso.
-che schifo mamma!- brontolò
afferrando il tovagliolo per pulirsi mentre lei rassettava il tavolo
scusandosi con lui.
La reazione era una risposta lampante
alla domanda, anche loro si baciavano! Ma noi non li avevamo mai
visti, ed era impensabile immaginarsi nostro padre in dolci effusioni
con la mamma.
-Hito io e papà siamo sposati, questo
vuol dire ci vogliamo bene e...- ma la voce roca e austera di nostro
padre la interruppe: -..il fatto che non ci abbiate mai visti non
vuol dire che non lo facciamo...- papà ora sembrava molto
più
rilassato, dal suo ghigno sembrava quasi che si stesse divertendo. E
poi si scambiarono di nuovo quello sguardo.
Papà la guardò
come se nella stanza ci fosse solo lei, serio come sempre ma sembrava
volerle dire qualcosa solo con gli occhi, e non come guardava noi per
sgridarci quando facevamo casino. Non riuscivo a vedere la faccia
della mamma, ma potevo immaginarla benissimo, era la stessa di
papà.
Hito e Seito brillavano rossi come due
peperoni, mentre io che ancora non avevo capito bene cosa stava
succedendo continuavo a fissare la pancia della mamma e la mia.
-ma baciarsi è da femmine!- continuò
a brontolare Hito imperterrito a voce bassissima per paura che
papà
lo sentisse.
Tutti e tre sapevamo che era
impossibile che papà e mamma non si baciassero,
però per noi lui
era un eroe, un ninja fortissimo che non temeva nessuno, e l'immagine
di un bacio con la mamma minava un po' la sua credibilità di
eroe. E
poi nessuno di noi li aveva mai visti scambiarsi qualcosa
più di un
abbraccio velato quando lui le passava la mano dietro la schiena
quando d'estate rimanevamo in giardino fino a sera a giocare.
La cena
continuò molto più
tranquilla, Seito raccontava a papà la sua giornata e le
nuove
tecniche imparate con Iruka-sensei all'accademia e io e Hito
cercavamo di nascondere alla mamma la porzione di verdure lesse che
non volevamo mangiare.
Dopo cena la
mamma aveva sparecchiato e
lavato i piatti, poi ci aveva spedito a letto con un bacio a testa
dopo averci accompagnato ognuno nella propria stanza. Ma faceva
freddo quella sera e io avevo ancora paura di quel demone di cui mi
avevano raccontato i miei fratelli, mi sembrava sempre di vederlo
sbucare da sotto la scrivania di Hito.
Così dopo neanche mezz'ora dal bacio
della mamma sgusciai fuori dalle coperte in silenzio e in punta di
piedi raggiunsi il corridoio; prima sbirciai la camera di Seito, ma
dormiva anche lui, poi provai da mamma e papà, ma anche
lì trovai
tutto buio e il letto vuoto.
Decisi di scendere al piano di sotto
per cercare mio padre, era sempre lui che veniva a controllare sotto
scrivania e sotto il letto che non ci fosse nessun demone, era
l'unico di cui mi fidassi davvero.
Pian piano raggiunsi il piano di sotto,
tutte le luci erano ancora accese, ma sentii la voce di mio padre
provenire dalla cucina anche se non distinguevo le parole. Mi
avvicinai alla porta e la risata soffocata della mamma mi raggiunse,
mi chiesi cosa stessero dicendo così prima di entrare rimasi
a
guardarli dalla porta.
Papà era ancora in divisa, scalzo e
senza le bendature che portava sempre attorno agli avambracci e stava
di fronte alla mamma, non riuscivo a vederlo in faccia però,
invece
lei era bella come sempre. Ino-san diceva sempre che la mia mamma era
la kunoichi più bella di tutta la Foglia prima di sposarsi,
ma per
me lo era ancora: ridacchiava tutta sorridente, forse perchè
papà
la stava abbracciando.
Non li avevo mai visti così, non erano
abbracciati stretti stretti perchè la mamma stava con dei
rotoli in
mano ma papà aveva le mani sulla sua schiena e rideva con
lei.
Mio padre..rideva.
Era una visione sconvolgente, però
nonostante tutto ero felice, perchè avevo dubitato spesso
che papà
volesse davvero bene alla mamma proprio perchè non la
abbracciava
mai come lei faceva con noi quando ci portava a scuola. Ora avevo la
prova che papà voleva davvero bene alla mamma anche se non
la
abbracciava mai (davanti a noi) ed ero pronto a tornare a letto
quando le loro risatine finirono e papà la strinse di
più con le
braccia e si baciarono.
Da come papà stringeva la mamma capii
subito che era il caso di levare le tende e tornare in camera, mi
aveva già sgridato una volta perchè non dovevo
origliare le persone
e non volevo che accadesse di nuovo, così lanciai loro un
ultimo
sguardo mentre si facevano di nuovo lo sguardo e mi
voltai
verso le scale.
-Kei!- la voce di papà mi bloccò
proprio dietro alla porta. Ero nei pasticci fino al collo, avevo
spiato mio padre che baciava mia madre dopo esser stato sgridato
già
una volta: in casa Uchiha rifare una cosa per cui lui ci aveva
già
rimproverato era una colpa decisamente grave.
Mi voltai piano piano a testa bassa in
attesa del suo rimprovero severo, che però non
arrivò.
-vieni qui- mi disse solo lasciando
cadere parte dell'abbraccio con la mamma, mi stava facendo segno con
la mano di raggiungerli. Mi affrettai ad obbedire, tutto in quel
momento poteva migliorare la mia posizione di origliatore e farmi
evitare una punizione.
La mamma si chinò sulle ginocchia a mi
passò una mano sotto le ginocchia prendendomi in braccio,
non
sembrava arrabbiata però, sorrideva e poi mi
scroccò un bacio sula
guancia.
-papi..non volevo spiare, ma nella mia
camera c'è il demone e...- volevo giustificarmi ma lui non
me ne
diede il tempo, mi poggiò una mano sulla testa e mi
arruffò tutti i
capelli con un espressione un po' vuota, sembrava che pensasse ad
altro.
-lo so, ora vengo a controllare sotto
la scrivania...- il mio papà rimaneva sempre il migliore,
lui sapeva
sempre tutto, non ci sgridava mai senza motivo e tutte le volte ci
ascoltava prima di prendere una decisione sulla punizione: -..dai un
bacio alla mamma anche tu e vai a letto!-
Obbedii velocemente scroccando una
bacino sulla guancia della mamma, poi corsi di sopra fino al mio
letto e mi tirai le coperte fin sotto il mento aspettando
papà. Ma
non lo vidi mai arrivare, mi addormentai subito.
Spazio Autrice:
Ehm scusate il ritardo ma problemi di Lavoro+computer+tempo
mi hanno impedito di postare prima
chiedo umilmente perdono!!
Sinceramente a me questa shot non piace un gran chè
credo che non mi sie venuta bene
ma la posto comunque perchè
una buon anima mi ha contattata via mail per sapere quale sarebbe stato
il prossimo argomento
e, visto che è stata l'unica,
(e che io sono immensamente buona)
ho lasciato scegliere a lei l'argomento tra due già
prestabiliti.
Non ho avuto tempo per rileggere e controllare gli errori
quindi mi scuso per i castroni grammaticali che sicuramente ci saranno
li correggerò quando avrò tempo.
Vorrei tanto sapere la vostra opinione
perchè è stato difficilissimo scrivere dalla
parte di un bambino che racconta un episodio del passato
Ho tentato di usare un linguaggio consono
ma forse mi è uscita solo un cosa schifosa!!!
Attendo trepidante le recensioni perchè lo scorso capitolo
non ne ho ricevute
e stavo per piangere...
Abbiate pietà dei miei nervi: recensite!
scrivetemi anche solo: -fa schifo!-
ma almeno così saprò regolarmi!
grazie mille a tutti i lettori
in particolare a Piccola992 che mi ha dato nuove ispirazioni
e la speranza che a qualcuno piaccia la raccolta
L'invito è ancora valido: se volete sapere qualcosa del
prossimo capitolo
scrivetemi: vale.mak@libero.it
oppure, vale.mak@hotmail.it
(che fantasia eeeh!!)
1bacio.Vale
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Capitolo 5 *** Quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti ***
c4
Quattro
giorni, sedici ore e quarantasette minuti
Quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti dopo il naso rotto di
Sai.
E ancora non ci parlavamo.
Il danno l'avevo fatto, ora il più era sopravvivere alle
conseguenze.
Quando gli avevo rifilato quel pugno dopo un apprezzamento un po'
troppo esplicito alla scollatura di Sakura, il sociopatico non si era
più fatto vedere in giro e tra i nostri coetanei si era
già sparsa la voce di una relazione segreta tra me e Sakura.
"ehi Sakura-chan finalmente hai scoperto le tue belle tettine...allora
non sei così piatta come sembrava.." questo le aveva detto,
questo mi aveva fatto scattare il braccio verso il suo volto.
Quella sera Sakura aveva davvero sfoderato la sua scollatura, e tutti
avevamo pensato quello che lui si era permesso di dire. Non che la
scollatura di Sakura fosse così generosa o florida come
quella
di Tsunade o di Hinata, ma avevo già notato gli sguardi
compiaciuti di Kiba e Lee sulle sue forme messe in risalto dal vestito
rosso e Sai era stata la goccia fatale. Il vestito era simile a quello
che aveva quando avevamo dodici anni, solo che a diciannove l'effetto
era completamente diverso. Era diventato corto e attillato e lasciava
ben poco all'immaginazione, forse per questo aveva smesso di portarlo
in missione, le scopriva tutte le gambe (troppo lunghe e sensuali per
essere lasciate così) ed era slacciato ad arte sul petto.
Nella mia stanza quel pomeriggio provai di ricordare il passaggio che
mi ero perso: quando Sakura era diventata una donna così
sexy e
interessante?
Forse negli anni in cui ero stato lontano dal villaggio, eppure no, era
stato dopo. Al mio reinserimento nei ranghi dei ninja di Konoha lei non
era così: carina lo era sempre stata, ma non
così...donna. Forse in quest'anno passato a stretto contatto
il
squadra insieme mi ero perso qualcosa, un istante un particolare.
L'avevo sempre vista come Sakura, la compagna di squadra, meno pallosa
e invadente di Karin, era diventata una kunoichi molto capace e un
medico al pari di Tsunade; era cambiata molto da come me la ricordavo,
ma il passaggio che cercavo ancora mi sfuggiva.
Magari ero io a vederla in modo diverso.
Forse era stato dopo che io e Naruto per sbaglio l'avevamo vista uscire
dall'acqua del fiume, nuda, avevamo corso un bel pericolo,
fortunatamente lei non si accorse che eravamo tornati indietro a
prendere il portafoglio di Naruto; lui era corso via imbarazzato mentre
io avevo indugiato qualche secondo in più su quelle forme,
morbide e appena accennate, forse l'errore era stato quello. Non avrei
dovuto guardarla.
Il problema vero e impellente che incombeva sulla mia testa era la
prossima missione: una cavolata, dovevamo solo consegnare dei documenti
e recuperarne altri, il problema era che eravamo soli. Il dobe si era
preso l'influenza. In luglio. Quindi eravamo solo io e lei.
La cosa non mi piaceva affatto ma Kakashi aveva deciso che aveva
bisogno di quei documenti subito. E così l'indomani nel
pomeriggio saremmo partiti.
Decisi seduta stante di lasciare il mio letto fresco e inoltrarmi nel
caldo pomeriggio d'estate, attraversare il villaggio per andare a far
visita al dobe, giusto per non dover pensare alla missione che mi
aspettava.
Bussai quattro volte e alla fine il dobe raggiunse la porta avvolto da
una coperta fin sopra la testa, trascinando i piedi per venire ad
aprirmi.
-yo Sas'ke...- brontolò tirando su col naso, emanava microbi
ma
la speranza di prendermi anch'io l'influenza e dover saltare la
missione mi spinse ad entrare spintonandolo leggermente.
-sei venuto a prenderti l'influenza per non dover andare in missione da
solo con lei vero?-
beccato!! il dobe ultimamente ne sapeva una più del diavolo,
da
quando era così intelligente?? Forse aveva
cominciato a
frequentare troppo gli Hyuga che avevano finito per
migliorarlo,
non poteva che essere così. In fondo era sempre il solito
dobe.
-non dire stronzate, io non ho bisogno di scappare da lei!!- lo bloccai
subito, non volevo che capisse di averci preso. Sarebbe stato troppo
umiliante.
-nooo certo, tu non scappi mai dalle cose...- mi rispose sogghignando
arrotolato in una coperta seduto sul letto. Lo guardai un momento
confuso. Mi stava prendendo per il culo!?! Io Sasuke Uchiha preso per
il culo dal dobe.
-non rompere!- fu la cosa più calma e sensata che riuscii a
dirgli, se veramente avessi dato sfogo ai miei pensieri sarebbe finita
a botte, e non era il caso nelle sue condizioni. Soprattutto se fosse
morto Sakura se la sarebbe presa con me!
-allora che ci fai qui eh? ti avverto che se volevi allenarti non sono
molto in forma...- continuò lanciando l'ennesimo fazzoletto
di
carta verso il cestino, ma non lo centrò e quello
andò ad
aggiungersi alla mucchietta che si era formata nell'angolo accanto alla
spazzatura.
-lo vedo...- borbottai, quel posto era un lazzareto: -ma non sono qui
per quello...- continuai spostando una massa informe e indecifrabile di
tessuto bianco da una sedia per accomodarmi, stavo per proseguire ma
lui, impaziente come sempre mi interruppe.
-quindi che vuoi??- non sopportavo quell'esuberanza, non riusciva mai a
lasciar parlare una persona, doveva sempre interrompere con domande
inutili, gli piaceva sprecare il fiato!?! Chiusi gli occhi un istante
per calmarmi e trattenermi dal pugnalarlo alla gola con un kunai.
Riflettei poi un istante: perchè ero lì in
effetti? Non
certo per chiedergli consiglio, e non potevo ammettere che volevo
distrarmi per non pensare alla missione con il nostro "capitano".
Sospirai chiedendomi cosa potevo inventarmi e una brezza leggera mi
solleticò il collo proprio in quel momento.
-niente...solo a casa tua è più fresco..- non
feci
nemmeno in tempo a finire che la sua replica arrivò tra uno
starnuto e un naso soffiato: -si ceeerto...tanto lo so cosa vuoi..-
prese un fazzoletto dalla scatola verde sul comodino si
soffiò
il naso producendo un suono disgustoso e tentò di nuovo di
lanciare il residuo nel cestino, di nuovo fuori.
-...non sai come spiegare a Sakura che hai rotto il naso a Sai
perchè lei ti piace e sei geloso dei suoi commentini!!! e
non
fare quella faccia teme, per me sei un libro aperto, non stupirti!-
cancellai dal mio volto l'espressione sbigottita che avevo assunto
involontariamente e ripresi la mia normale apatia. Certo che lo sapevo
che per lui ero un libro aperto, non sarei stato lì
altrimenti,
ma non mi aspettavo un analisi così precisa e mirata,
neppure io
avevo capito bene cosa mi desse fastidio e ora lui me lo propinava in
faccia come niente fosse. Naruto stava davvero diventando troppo
perspicace, di questo passo sarebbe potuto diventare Hokage veramente!
-non inventarti le cose- risposi mantenendo un certo contegno, non
volevo essere smascherato così alla svelta, non da lui.
-certo..come vuoi Sas'ke..però nel caso ci avessi preso il
mio
consiglio è: vai in missione e cogli l'attimo, parlale e
dille
la verità!- concluse con uno starnuto finale ad effetto.
Peccato
che avesse centrato in pieno il mio giubbotto.
-..ma quale verità?!? non dire cavolate io non devo dire
proprio
niente...- rimbrottai offeso, poi chinai leggermente il capo e in uno
sbuffo continuai tra me e me, troppo piano perchè lui tutto
preso dai suoi starnuti potesse sentirmi: -ho già fatto
abbastanza io.- e ci credevo davvero, pensavo che ora fosse il suo
turno di sistemare le cose, credevo che un naso rotto fosse abbastanza
di essermi esposto a sufficienza. Ma evidentemente sbagliavo.
Quel pomeriggio rimasi un po' ad ascoltare le lamentele del dobe tra
uno starnuto e una tazza di te bollente in pieno luglio nella vaga
speranza di prendermi qualcosa di debilitante che mi costringesse a
letto, non era propriamente in stile Uchiha, ma oramai mi ero fottuto
con quel pugno. La mattina dopo la missione incombeva su di me ma mi
presentai comunque all'appuntamento al solito posto davanti
all'Ichiraku, ci trovavamo sempre lì per facilitare le cose
al
baka: se non era lì o con Hinata c'era da preoccuparsi.
Sakura era là che mi aspettava puntuale con la solita divisa
da
missione e l'aria serena, si stava legando i capelli in una coda alta
per contrastare il caldo quando la raggiunsi. Ci salutammo senza troppe
smancerie come sempre e partimmo alla volta di Taki, io e lei ci
trovavamo spesso d'accordo in missione sulla logistica e
l'organizzazione: prima si partiva prima si tornava, niente soste
inutili ne ritardatari, ma chiaramente dovevamo sempre combattere
contro il baka.
Il viaggio fu decisamente breve, il villaggio della cascata non era
troppo lontano e alla nostra velocità in poche ore
raggiungemmo
l'obiettivo.
Parlammo poco, lo stretto indispensabile, più che altro fu
lei a
parlare come sempre, ma non ci fu una vera e propria conversazione.
Quando arrivammo ci separammo i compiti, io andai a ritirare i
documenti per l'Hokage lei a consegnare quelli in nostro possesso,
pallosissima missione di scambio, andammo anche a risquotere
pacificamente dei debiti che il Takigakage aveva con il nostro
villaggio e poi decidemmo di passare la notte presso il palazzo del
kage e ripartire la mattina dopo.
Tornati a Konoha, subito dopo aver varcato le porte del villaggio
Sakura si sciolse i capelli con un gesto che a me apparve fin troppo
sensuale e si voltò verso di me. Qualsiasi cosa mi avesse
detto
in quel momento le avrei dato ragione, decisamente poco Uchiha, ma
quella gonna corta, il giacchetto rosso aperto per non soffocare nel
sole del primo pomeriggio e i capelli sciolti e scomposti sulle spalle.
Li aveva fatti ricrescere, non erano lunghi e curati come quando era
una bambina però le stavano bene ugualmente, in
fondo a me
erano sempre piaciute le ragazze con i capelli lunghi.
-uff finalmente a casa, muoviamoci...portiamo tutto a Kakashi
perchè dopo devo passare dall'ospedale!- mi disse sorridendo
con
le mani sui fianchi e la testa inclinata da un lato. Per un secondo
rimasi impassibile a guardarla, buffa e solare tutto il contrario della
kunoichi esperta e potente che correva accanto a me fino a pochi minuti
prima, eppure era sempre lei: il medico, la ninja, la ragazzina buffa e
vivace, la donna sensuale col vestito rosso.
-dammi il rotolo, vado io da Kakashi! tu va, devo parlare con lui...-
le dissi con una mano ancora in tasca e l'altra allungata verso di lei.
Si avrei tanto voluto che lei avesse interpretato quella mano in altra
maniera ma era solo tesa per prendere il rotolo da portare all'Hokage,
forse anche lei avrebbe voluto prendere la mia mano per altri motivi ma
non accadde e rompendo il contatto visivo con me prese il rotolo dalla
sua borsa e me lo consegnò.
In quel momento un tuono ruppe l'aria, alzammo gli occhi entrambi,
stava arrivando un acquazzone notevole a giudicare dai nuvoloni grigi
che incombevano su Konoha.
-sarà meglio sbrigarsi prima di bagnarci...-
commentò
Sakura sbuffando irritata, non aveva ancora superato il suo odio per le
precipitazioni dalla missione di qualche settimana prima nel villaggio
della pioggia, ne era uscita malissimo. Quel pensiero mi
strappò
quasi un
sorriso, ma mi
riportò anche alla mente la notte che avevamo dormito
abbracciati nell'umidità che impregnava quei muri,
così
la mia reazione fu sempre la stessa incontrollata irritazione.
-mmh- fu l'unico suono di assenso che riuscii a produrre, la salutai
con un cenno del capo e mi ficcai in tasca il rotolo sigillato che mi
aveva consegnato.
Non ero rassegnato ne incazzato, non sapevo che cazzo mi stesse
succedendo, mi sentivo in quella maniera dalla sera della festa, avrei
voluto prenderla per le spalle e baciarla e trascinarla a casa mia,
solo questo e non capivo come mai i miei ormoni fossero così
incontrollabili davanti a lei. Avevo vissuto a stretto contatto anche
con Karin ma le cose non erano andate così, non l'avevo
desiderata in quel modo.
Ci separammo ognuno diretto da un capo opposto del villaggio, ma dopo
pochi passi mi bloccai sentivo che qualcosa non andava: e mi voltai,
lei era ancora lì stava frugando nella sua borsa
chissà
per quale motivo.
-Sakura...- la chiamai, ma la mia voce uscì particolarmente
bassa e roca e la cosa non mi piacque affatto anche perchè
non
sapevo bene cosa dirle.
Lei alzò gli occhi e notai subito la sua espressione, stava
sperando che io le dicessi tutto quello che aveva atteso per anni; ma
fu proprio quello a bloccarmi non sapevo che dirle ne cosa volevo
esattamente, così rinunciai, come Naruto aveva predetto
stavo
scappando!
-..niente- conclusi prima di voltarmi di nuovo con le mani ficcate in
tasca, troppo lento per non notare la sua espressione afflitta subito
mascherata da un sorriso cordiale: -oh..ok allora ci vediamo Sas'ke!-
Di nuovo ognuno per la sua strada.
Andai diretto da Kakashi e sbrigai tutte le faccende burocratiche prima
di raggiungere il suo studio. Mi chiese della missione "a due" e di
come andassero le cose a Taki, discorsi inutili e privi di consistenza,
solo poco prima di uscire mi chiese una cosa che forse col senno di poi
avrei dovuto rivalutare. Me lo aveva già domandato dopo
l'esame
da jonin e io avevo rifiutato, ma ora la mia prospettiva stava
cambiando di nuovo.
-il tuo posto negli ambu è ancora vacante, hai ancora tempo
due
giorni per ripensarci!- lui sapeva e Naruto sapeva, non che
gliel'avessi detto io, ma entrambi sostenevano di conoscermi abbastanza
da notare un cambiamento. Qualcosa in Sakura mi attirava e avevo deciso
di risolvere la faccenda (in qualsiasi modo) prima di decidere del mio
futuro. Volevo liberarmi la testa da tutto quel rosa il prima possibile.
Non risposi a Kakashi, me ne andai e basta.
Fuori pioveva a dirotto, da tempo a Konoha non si vedeva un tempesta
del genere. Dopo settimane di caldo asfissiante finalmente un
cambiamento.
Corsi a casa mia, quella nuova, senza ricordi ne macchie di sangue
indelebili sul pavimento. Quattro stanze in croce, perfette per chi
vive solo e passa la maggior parte dell'anno fuori dal villaggio: non
avevo foto ne nulla che parlasse di me lì dentro.
Appartamento
piccolo e insignificante all'ultimo piano di uno stabile vicino al
quartier generale che però avevo imparato a chiamare casa,
all'inizio Naruto mi aveva proposto una convivenza per ottimizzare
l'affitto, ma avevo rifiutato con gli occhi fuori dalle orbite, avrei
preferito non mangiare per un mese più che dividere casa mia con lui!
Solo in quell'umidissimo pomeriggio di luglio notai come quella casa
fosse spoglia, le uniche cose veramente mie erano le armi, un paio di
libri e una foto incorniciata di recente da Naruto scattata di Ino
Yamanaka il giorno degli esami per diventare Jonin: il nuovo team 7.
Nemmeno i pochi vestiti che possedevo parlavano di me o del mio
passato, niente lì dentro mi ricordava Oto o l'hebi avevo
cancellato tutto tornando a Konoha.
Lanciai il giubbotto su una sedia della cucina e mi levai tutti i
vestiti bagnati gettandoli sul pavimento del bagno, entrai nella doccia
e chiusi ogni canale con l'esterno.
Incessante e fastidioso.
Qualcuno stava bussando alla porta con insistenza. Mentre io stavo
dormendo.
Provai di ignorarlo, ma funzionò solo per i primi venti
secondi,
poi la mia ira si riversò su chiunque mi stesse rompendo le
palle.
Le opzioni non erano poi molte, non avevo molte persone che mi
venissero a trovare a casa: Naruto era ammalato, Sakura all'ospedale,
Shikamaru a Suna, c'era una remota possibilità che fosse
Neji o
Kiba (cosa che poteva portarlo a morte certa) o al massimo la vicina
rompicoglioni che mi perseguitava col suo stupido gatto che finiva nel
mio balcone.
Lasciai il letto stappando quasi il lenzuolo nel scostarlo ma non
appena fui a un metro dalla porta il bussare cessò.
Il mio primo pensiero fu: "bene posso tornare a letto", poi
però
l'ira per lo sconosciuto disturbatore prevalse, dovevo sfogarmi su
qualcosa che fosse picchiabile prima di tornare a dormire,
così
continuai il mio percorso e aprii la porta di slancio.
Lei era lì.
Bagnata da capo a piedi, con i capelli arruffati e il fiatone. Aveva
una mano sul corrimano della scala e un piede già sui
gradini,
stava per andarsene e abbandonare l'impresa, ma ero giunto in tempo per
bloccarla.
Ci fissammo un istante, io ero sorpreso: che cavolo ci faceva Sakura
sul mio pianerottolo bagnata e affannata? magari Naruto era morto di
influenza e lei era corsa a cercarmi? O magari Kakashi l'aveva mandata?
Non le chiesi niente a voce, aggrottai solo le sopracciglia, era
abbastanza sveglia per capire la mia tacita richiesta di informazioni.
-Sas'ke scusa...volevo solo...- non so come ma mi
sembrava...imbarazzata!?! Eppure era abituata ai miei modi sgarbati e
al mio sguardo fisso su di lei, non mi sembrava una situazione diversa
dal solito: -ecco.. Naruto è guarito e ci ha invitati a
cena!-
disse accennando un sorriso di circostanza, mi sembrava fasulla
però. Avevo come la sensazione che quella fosse una scusa,
un
ripiego dell'ultimo momento.
Alzai gli occhi al cielo ignorando quel presentimento, Naruto non era
ancora morto affogato nel suo catarro...ma in compenso saremmo morti
noi per la sua cucina. Bella consolazione. Aprii di più la
porta
per farla entrare ma lei si limitò ad avvicinarsi allo
zerbino
tutta grondante d'acqua.
-e ti sei inzuppata così solo per dirmi questo!?!- chiesi
più ironico che sorpreso, ma anche a questo lei era
abituata, di
solito sapeva gestire il mio sarcasmo.
-no..ehm veramente no...-balbettò ancora più in
imbarazzo: continuava a stirarsi l'orlo della giacchetta rossa che,
tutta bagnata, le aderiva al corpo come una seconda pelle. Aveva ancora
la sua tenuta da missione ma la cosa non mi stupì,
l'ospedale
era sempre la sua priorità e non c'era da meravigliarsi se
non
era ancora passata da casa a cambiarsi.
-...Sas'ke- mi chiamò poi si bloccò un istante
trattenendo il fiato senza guardarmi negli occhi: -perchè
hai
colpito Sai?-
OhOh eravamo finalmente arrivati al momento delle spiegazioni, e lei
continuava a non guardarmi negli occhi.
Un rumore sulle scale attirò la mia attenzione ricordandomi
di
tutte le pettegole che vivevano in quel condominio e del fatto che noi
fossimo sul pianerottolo, così la guardai un momento e le
afferrai l'avambraccio per trascinarla in casa, non mi andava che quella
conversazione diventasse di dominio pubblico.
La avvicinai a me prima di chiudere la porta ma quel gesto fu frainteso.
Sakura poggiò le mani sul mio petto spaesata mentre io le
stringevo il braccio e non appena i nostri sguardi si intrecciarono lei
si spinse sulle punte dei piedi e mi baciò. Decisamente
aveva
frainteso.
Fu un bacio leggero, un semplice contatto tra le nostre labbra. Le sue
morbide e fredde posate sulle mie con una dolcezza disarmante fecero
crollare ogni mio proposito ogni mia difesa, ma il maledetto orgoglio
Uchiha era una brutta gatta da pelare. Le afferrai entrambe le braccia
con forza e la allontanai di poco da me, non avrei mai dovuto farlo
perchè in quel momento lessi troppe cose nei suoi occhi.
Era confusa, dispiaciuta, imbarazzata e spaventata. E aveva quegli
occhi verdi così puliti e sinceri che non riuscivi a non
leggerle dentro.
Si riabbassò con la suola degli stivali piantata a terra e
non
riuscì più a sostenere il mio sguardo severo,
chinò il capo leggermente per nascondere lo sguardo dietro
alla
frangetta. In quel momento non riuscivo a pensare coerentemente,
l'unico particolare che raggiunse la mia mente fu la sua statura.Io
superavo il metro e ottantacinque mentre lei stretta tra le mie braccia
mi appariva piccolissima nel suo metro e settanta scarso, ed era
così carina.Con in nastro rosso del coprifronte tutto
scomposto
tra i capelli arruffati e la gonna corta che gocciolava sul mio
pavimento e sui miei piedi.
Fu un momento, un impulso una scarica che mi chiuse lo stomaco,
irrazionale, e terribilmente poco Uchiha, ma la presi stretta e questa
volta fui io a baciarla.
Un bacio vero intenso a cui non riuscì a sottrarsi.
Quella sera...quelle
mani così contraddittorie, strette prima
sullo stipite della porta poi intorno al mio polso forti e decise.
Poi in un attimo
delicate sulla mia schiena e contro la mia pelle nuda.
Mani grandi bianche e
poco curate, mani di un guerriero, dell'ex
nukenin riabilitato, mani che si erano macchiate di sangue
più volte, ora sulla pelle nuda del mio ventre a
esplorare
il mio corpo sotto la maglia. Poi
Ci fu quell'attimo, dopo
la passione che ci travolse in quel bacio ci
guardammo un secondo increduli entrambi, con il cuore a mille e le mani
fredde.
E cadde ogni esitazione
insieme a noi sul pavimento del salotto.
La mia prima volta
consumata sul parquet di un salotto spoglio e impolverato, con lui.
La contraddizione nei
suoi gesti e nei miei respiri: le mani di lui
esitanti in quel maldestro tentativo di spogliarmi, ma poi sicure sulla
mia pelle e sulle mie cosce magre.
Facevamo pena come
amanti: incerti, disattenti ai particolari, frettolosi e impacciati.
Era lampante come lui
fosse ad un livello superiore al mio, ma non ebbi
il coraggio di dirglielo. Se ne accorse da solo quando
scivolò
con la mano tra le mie gambe. In quel momento mi guardò in
maniera strana, era contento e stupito e anche sospettoso. Non riuscii
a sostenere il suo sguardo per molto arrossendo e concentrandomi su un
punto indistinto tra i suoi pettorali.
Non sapevo come avrebbe
potuto reagire ma tutto immaginava tranne quello che fece.
Si piegò sul
mio collo baciandomi dietro all'orecchio poi scese
con un scia di baci fino alla clavicola e con le labbra contro la mia
pelle mormorò:
-non ti farò
male, prometto..-
E in effetti fu
così, provai una marea di sensazioni intense, ma il dolore
non era tra queste.
Sasuke sorrideva
impercettibilmente con gli occhi con le mani affondate nei miei capelli
sulla nuca ed io ero serena.
Il pavimento era scomodo, faceva male alle ginocchia ed era bagnato di
pioggia per colpa sua.
Ma non eravamo riusciti ad andare oltre.
Non ci fu amore, ne sesso quella sera, ne passione ne dolcezza, ne
paura ne felicità, solo bruciante desiderio tra noi.
Finimmo a terra in salotto, a due metri dal divano e tre dalla camera
da letto, al quarto bacio io ero senza maglia e stavo combattendo con
la cerniera della sua giacca rossa.
Poi venne la gonna, gli stivali, i pantaloncini, la maglia a rete
protettiva e il reggiseno. E finalmente la sua pelle.
Non riuscivo a pensare il mio cervello era rimasto due metri
più indietro sul pianerottolo.
Le sue dita correvano sulla mia schiena, sul marchio soffermandosi con
le unghie su tutte le cicatrici, correvano ansiose e inesperte
accarezzando i muscoli con le gambe strette attorno alle mie.
Era fresca e sapeva di pioggia la sua pelle sulla mia lingua.
Poi scoprii la verità e il mio stomaco ebbe una contrazione
di
piacere: era vergine, mia solo e soltanto mia. Orgoglio Uchiha.
Non usammo precauzioni non ce ne fu il tempo, e il pensiero non mi
lambì nemmeno.
Aveva paura Sakura, lo sentivo da come si stringeva a me ad ogni
gemito, così le promisi che non le avrei fatto male.
Esplorai il
suo corpo con foga stringendole le cosce e le mani sul seno
piccolo e morbido, senza indugiare sulle sue cicatrici. Poi non riuscii
più a resistere, doveva essere mia, non potevo
più
aspettare.
Le mani tra i suoi capelli e l'orecchio teso verso il suo respiro
affannato. Ascoltavo le sue preghiere e i suoi gemiti, sorridendo della
sua ingenuità.
In quel momento decisi di rifiutare la proposta di Kakashi.
Sakura mormorò il mio nome e da lì in poi i miei
ricordi
si offuscano in un mare verde come i prati della terra del Fuoco.
L'odore del
mare, la sabbia. Accanto
a me Shikamaru parlava di cose insensate e in lontananza Sakura
camminava a piedi scalzi insieme a Naruto sul bagnasciuga. Gli alberi
erano blu però e il mare di un rosso chiaro, quasi rosato.
Poi un rumore eterno, intruso.
Una donna sgridava suo figlio per qualche marachella, giù in
strada. E mi resi conto che era mattina.
Aprii gli occhi e la luce bianca del sole attraverso le tende mi
colpì. Forse era mattina inoltrata.
Mi voltai verso il comodino, erano le undici passate e dalla strada
arrivava un vociare fastidioso, odiavo il rumore appena sveglio per
questo goni sera chiudevo tende e finestre, mi sembrava strano che
fossero aperte entrambe. Tornai alla sera prima con la mente per
ricordare come mai non avevo chiuso la finestra. E tutto venne a galla.
Mi voltai istintivamente verso il peso che sentivo a livello del tronco
e scoprii che non era stato un sogno ne un mio viaggio mentale, un
braccio esile e pallido ciondolava inerte attorno al mio costato.
Risalii fino alla spalla ma il resto era coperto da lenzuolo bianco
come la sua pelle. Assonnato e con un lato intorpidito poggiai le mani
sul materasso e mi issai a sedere con la schiena contro la spalliera
del letto, mi sembrava di aver dormito dieci minuti ma i miei ricordi
confermavano che eravamo lì almeno dalla sera precedente. Mi
passai una mano sul viso stropicciandomi gli occhi, poi riportai
l'attenzione sull'altro lato del letto: afferrai il lenzuolo tra due
dita e lo tirai leggermente per scoprire il resto del corpo della donna
accanto a me.
Sakura.
Dormiva con un braccio abbandonato ora sulle mie gambe e l'altro sotto
al cuscino, la luce le illuminava le gambe fino all'ombelico, il resto
rimaneva in ombra, solo i capelli rosa spiccavano contro il cuscino
bianco. Quindi era vero, eravamo stati insieme la notte precedente?
Mi sembrava impossibile però la consapevolezza di
ciò che
era successo mi strappò un ghigno, Sasuke Uchiha non falliva
nessuna missione.
Poteva essere il risveglio più rilassante e appagante della
mia
vita, se non fosse arrivata lei a rovinare tutto, con una parola.
-Naruto...- sbiascicò Sakura nel sonno.
Non potevo crederci, aveva veramente chiamato il nostro
migliore
amico nel sonno? dopo essere stata con me!?! Altrochè noiosa
e
petulante era una grandissima stronza, non riuscivo a capacitarmi del
fatto che stesse sognando lui quando parlò di nuovo con la
voce
impastata dal sonno.
-la cena da Naruto..Sas'ke ci siamo scordati...- ero allibito, la prima
cosa che mi diceva il mattino dopo che si erano avverati tutti i suoi
sogni da che era bambina era a proposito di una cena con Naruto, forse
era peggio della prospettiva che lo stesse sognando...Alzai un
sopracciglio incrociando le braccia contro il petto. Forse l'avevo
sempre sopravvalutata.
Mugugnò ancora per qualche secondo, poi si decise ad aprire
gli
occhi e a incontrare la mia espressione truce, ridacchiò
sotto i
baffi e si stiracchiò il braccio che teneva sotto al
cuscino,
poi aspettando la mia risposta recuperò il lenzuolo che le
avevo
rubato e si coprì fino al seno. Sembrava incredibilmente
serena
e tranquilla, ignara di ciò tutti gli improperi che le
stavano
arrivando dalla mia mente.
Improvvisamente la sua espressione mutò e il colorito delle
sue
guance mi fece capire che aveva messo insieme tutti i pezzi e i ricordi
della sera prima anche lei. Questa volta era il mio turno di ridere
sotto i baffi: era nuda nel mio letto e si era appena ricordata di aver
fatto sesso con me sul parquet del salotto. E in quel letto
matrimoniale tutto disfatto.
-Sakura!- la chiamai con tono deciso e sicuro, e lei lentamente si
voltò trovandomi seduto con le braccia e le gambe incrociate
coperto solo dai boxer neri, arrossì ma si riprese subito e
ancora avvolta nel lenzuolo gattono sul letto fino a sedersi sulle mie
gambe. Si accomodò scoprendosi solo i polpacci a mi
abbracciò affondando la faccia nel mio petto.
Rimasi spiazzato da quella vicinanza, alla luce del sole le cose
sembrano tutte più reali e mi trovai imbarazzato anch'io.
Lottai
un istante con l'istinto di scacciarla dicendole che non ero il suo
orsacchiotto, poi
lentamente mi decisi a posare le mie mani sui suoi fianchi con
attenzione. Mi sentivo parecchio idiota.
-oggi è sabato!?!- Sakura interruppe il silenzio per prima e
fregando la guancia sulla mia spalla mi guardava il mento: -possiamo
poltrire un altro po'...- mugugnò soddisfatta lasciando
scivolare il lenzuolo che la copriva sul materasso.
-sono d'accordo..- asserii semplicemente io annusando l'odore dei suoi
capelli.
Spazio
Autrice:
Ma io vi aaaaaamo!
Quante recensioni che bello!!
Non deludetemi però stavolta EH ?!?!
Continuate a fare i bravi, pleaseeee
Beeene bene parliamo di questa nuova shot:
è il momento fatidico
Ed è suuuper SasuSaku
Mi avevate detto che via piacciono tanto così ho esaudito i
vostri desideri!!
La parte centrale è forse un po' incasinata:
(quella in corsivo)
ma volevo mostrare tutti e due i punti di vista della cosa.
Forse una Sakura vergine non è poi così credibile
a diciannove anni
però non vedetela come un'attesa di Sasuke,
solo un non aver trovato nessuno "degno"....
Bene passiamo ai ringraziamenti:
ringrazio Kri333,
Juls18, SaphiraLearqueen e fede8701
mi fa piacere che apprezziate la fic e che la troviate dolce e tenera
o forse dovrei dire pucciosa...
Grazie a RBAA...hehehe
la scena dell'abbraccio ammetto che è stata
un colpo da maestra, troppo carini SasuSaku..
Gabrychan
volevo piangere: giuro!!
La tua recensione mi ha resa troppo felice
Hai capito tutti i miei crucci e i miei problemi... e poi
volevo che Sasuke apparisse proprio così,
quindi spero che tu abbia apprezzato questa ennesima pucciosata
Per quanto
riguarda il linguaggio Piccola992,
all'inizio l'avevo scritta
davvero come se parlasse un bambino,
ma rileggendola mi dava sui nervi,
così l'ho completamente riscritta cercando di tenere un
livello basso,
come se fosse raccontata da un bambino un po' più
grandicello!
E' stata
una faticaccia..
Ora vi congedo un bacio a tutti Vale.
Prossimo capitolo: "Sharingan!"
|
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Capitolo 6 *** Sharingan ***
4c
Sharingan
Io avevo uno zio vero una volta, il fratello maggiore di mio padre. Di
sangue intendo.
Ne ione i miei fratelli sappiamo molto di lui, la mamma ci disse
qualcosa una volta ma voleva che tenessimo la bocca chiusa,
perchè diceva che quando sarebbe stato il momento
papà ci
avrebbe raccontato tutto di lui.
Sappiamo solo che si chiamava Itachi e che era forte quasi quanto mio
padre, secondo mia mamma era stato un uomo molto coraggioso, che aveva
fatto cose indicibili per il villaggio. Però era morto molto
prima che io nascessi.
Così ora io e i miei fratelli abbiamo un solo zio, "finto"
perchè lui e mio padre non hanno veri legami di sangue, ma
Naruto
dice sempre che è come se lo fossero e che un giorno o
l'altro
avrebbe convinto Sasuke a cambiarsi il cognome in Uzumaki per farsi
adottare da lui. Impossibile.
Però mio zio Naruto è l'hokage del villaggio e
questo ha
un sacco di lati positivi, e in più è il padre di
Minato,
che ha l'età di mio fratello ed è il nostro
migliore
amico.
Un giorno avrei chiesto davvero a mio padre di Itachi, volevo sapere
com'era morto e se davvero era tanto forte come sosteneva l'hokage. Io
e Hitoshi ce l'eravamo sempre immaginato alto e muscoloso come nostro
padre, ma con i capelli più corti e dei poteri fenomenali,
ci
eravamo sognati la sua palla di fuoco gigantesca abbattere un intero
villaggio in un colpo solo.
Avevamo io nove e mio fratello otto anni e quasi tutti i pomeriggi dopo
l'accademia, ci allenavamo insieme in giardino. A volte con Minato e
suo cugino, altre volte da soli, ma combattere contro di lui a me non
era mai piaciuto, è pur sempre mio fratello; non riuscivo ad
impegnarmi con la costante paura di fargli male sul serio
inavvertitamente. Hito lo sapeva e non lo sopportava, pensava che io
non mi impegnassi solo perchè lui era più piccolo
di me,
anche se in realtà eravamo più o meno allo stesso
livello, nonostante l'anno e mezzo di differenza. Ogni volta cercava di
spronarmi a dare il massimo prendendomi in giro, solo per provocarmi e
sfoderare tutta la mia capacità combattiva.
-Seito non fare la femminuccia!!- continuava ad urlare scorrazzando per
il giardino con agilità per evitare i miei shuriken.
Io lo superavo di gran lunga in tecnica e ninjutsu, ma lui aveva
un'agilità e una velocità invidiate da tutti in
accademia. Hito era dopo di me il più lodato dai maestri,
gli uchiha, nonostante gli sguardi maligni che ci riservava
la
gente ogni tanto, erano gli studenti più promettenti
dell'accademia e a questo contribuiva non poco il nostro aspetto bello
e curato.
Ma Hito rimaneva comunque inferiore a me, così approfittando
di
una sua distrazione mentre cercava di schivare un kunai, gli piombai
sulle spalle bloccandolo a terra sotto la mia presa: -ehi alle spalle
non vale!! lo dice anche papà...- brontolò lui
con la
faccia schiacciata contro la ghiaia del giardino
-ma io non ti ho attaccato alle spalle, sei tu che ti sei distratto!-
esclamai ridendo senza però alzarmi, lasciai Hito bloccato
sotto
di me. Anche Kei il nostro fratellino più piccolo rideva di
lui
seduto con le sue macchinine sulla veranda davanti alla porta del
cortile interno. La mamma era in casa nello studio a controllare dei
documenti, era sabato, il suo giorno libero, così era
rimasta in
casa con noi mentre papà era ad una riunione con l'hokage e
Neji-san.
Kei si alzò dalla veranda in legno trotterellando e si
avvicinò a noi, chinato a terra vicino alla faccia di Hito
cominciò a fargli il solletico dietro al collo, era il suo
punto
debole. Hito rideva implorando Kei di smetterla mentre io seduto sulla
sua schiena gli bloccavo ogni movimento.
-ahahahaha...siete due vigliacchi, non vale due contro uno!!-
esclamò Hitoshi dimenandosi per tentare di liberarsi.
Improvvisamente una risata maligna interruppe la nostra rappresaglia
contro Hito.
Kei era bloccato con le labbra strette e gli occhi preoccupati, era
piccolo e aveva pochissime capacità ninja, inoltre non aveva
lo
spirito combattivo che Hito ed io avevamo ereditato da papà.
Mi
voltai di scatto liberano Hitoshi dalla mia presa, dietro di noi, sul
cancello che conduceva alla strada due ragazzi più grandi,
nostri compagni di accademia, ridevano con arroganza guardandosi
dall'alto in basso. Erano due sbruffoni che non facevano altro che
vantarsi e ciarlare tutto il giorno ma che come ninja facevano davvero
pena.
-ehi Iraku hai visto chi c'è!??! i due Uchiha-perfettini e
quel
pidocchio del loro fratellino che giocano in cortile!!-
esclamò
il più alto dei due conzonandoci con un tono smielato
-ahahahaha! che scenetta carina no?- sghignazzò l'altro al
suo seguito prendendo posizione al suo fianco.
Hitoshi fece la stessa accanto a me nascondendo Kei dietro alla sua
schiena, il nostro fratellino aveva gli sbarrati ma si fidava di noi e
così si era attaccato con una mano al retro della maglietta
di
Hito con l'espressione più controllata che riusciva a fare.
-che cavolo fate qui?- chiese Hito indignato e io continuai cercando di
rimanere calmo e diplomatico: -questa è casa nostra e
nessuno vi
ha invitato ad entrare!- ero sempre io quello controllato e calmo, lui
si infervorava troppo in questi casi.
-e chi dovrebbe impedircelo!?! voi due?- risero in coro mentre quello
con i capelli color carota si avvicinava a noi con le mani sui fianchi
pavoneggiandosi tutto: -siete dei pivelli cosa credete di fare, eh?- io
e Hito avevamo preso istintivamente la posizione di difesa mentre i due
si avvicinavano.
-Kei torna in casa!- ordinai al mio fratellino, aveva solo quattro anni
a malapena si ricordava due sigilli, rimanendo in cortile rischiava di
farsi male.
Kei tentennò un attimo indugiando sulla mia espressione, poi
obbediente si voltò e cominciò a correre verso la
cucina,
ma il rosso fu più veloce di lui.
-ahah dove credi di andare pidocchio??- lo bloccò
afferrandogli
il colletto della maglia e sollevandolo di parecchi centimetri da terra.
-..vigliacco...- mormorò Hito accanto a me tra i denti, ci
lanciammo un occhiata furtiva ma quella bastò.
Eravamo
perfettamente sincronizzati, allenandoci sempre insieme ci bastava uno
sguardo per capirci.
Tutto successe molto in fretta: Kei per liberarsi morse l'avambraccio
del rosso che lo bloccava guadagnandosi da lui un ceffone violento che
lo spedì a terra a qualche metro da noi. Quel gesto mi fece
infuriare, non sopportava gli sbruffoni come quel tizio che facevano i
grossi solo con i più piccoli, e se poi quei piccoli erano
il
mio fratellino: non si doveva permettere. Mio padre ce l'aveva ripetuto
centinaia di volte: non c'è gloria ne onore a battersi con
un
nemico più debole di te, un vero ninja trova onore solo
nelle
sfide con avversari del suo calibro"
Era il modo di mio padre per dirci che non dovevamo prendercela con i
più piccoli, contorto si, ma mio padre era fatto
così.
Balzai subito addosso al rosso armato di kunai, ma quello
sfuggì
mentre Hitoshi si occupava dell'altro. Raggiunsi il mio avversario in
un baleno, non sapevo come, ma mi sembrava di poter prevedere le sue
mosse, come se si muovesse a velocità ridotta; avevo
previsto
che si sarebbe spostato a destra verso il ciliegio che troneggiava nel
nostro giardino, così si prese il mio calcio diretto nello
stomaco e cadde a terra piegato in due dal dolore, bersaglio facile per
la mia gomitata sulla schiena. Dopo averlo atterrato mi voltai verso
Hito, anche lui aveva bloccato il suo avversario e, seduto sul suo
torace, gli stava riempendo la faccia di pugni.
-Hito non sfigurarlo!- sghignazzai urlando verso mio fratello, mollai
la presa sul rosso per dare man forte a Hito credendolo svenuto.
-noonoo, lasciami brutto scemo! Seito...Seito!!!!- la vocina stridula
di Kei mi raggiunse alle spalle..Quell'infame stava tentando di
svignarsela dal cancello principale di casa trascinando Kei per un
braccio dietro di se. Cosa credeva di fare? rapirlo? Per un
istante fui tentato di lasciarlo fare solo per vedere cosa gli avrebbe
fatto mio padre se avesse scoperto che aveva tentato di rapire il suo
ultimo marmocchio, ma poi mi lanciai subito all'inseguimento. Sputai
una palla di fuoco concentrandomi al massimo per bloccare il cancello e
impedirgli la fuga. A quel punto era in trappola.
Gli balzai davanti e lo presi alla sprovvista con il mio sgambetto, lui
cadde e Kei finì a terra rotolando fino ai miei piedi.
-dietro di me Kei!- urlai al piccoletto della famiglia dopo aver
appurato che era tutto intero. Kei si raddrizzò a sedere e
mi
guardò in faccia sorridente, ma appena i nostri sguardi si
incrociarono cambiò completamente espressione. Aveva gli
occhi
sbarrati pietrificato dalla paura, mio fratello aveva paura
di me?
-Seito...- mi chiamò tremante accovacciandosi a terra, in
quel
momento tutta la mia concentrazione scomparve e la palla di fuoco alla
mie spalle si dissolse permettendo così la fuga al bulletto
con
i capelli rossi, lo lasciai fare, ero troppo preoccupato per mio
fratello per star dietro a quello. E poi ero sicuro che l'avrei
ritrovato in giro per Konoha per fargliela pagare.
-ehi...pidocchio che succede??- gli domandai perplesso e spaventato
portandomi con la faccia verso di lui. Kei scattò in piedi
allontanandosi di qualche passo da me, gli occhi sbarrati e spaventati
pieni di lacrime. Mi guardava impaurito come se avesse appena visto un
demone nel cortile di casa, provai ad avvicinarmi a lui ma
indietreggiò ancora mettendo un paio di metri di distanza
tra
noi, poi prese fiato e urlò con tutta l'aria che aveva nei
polmoni:
-mammmaaaaaaaaaaaaaa!- quando l'urlo finì
indietreggiò
fino al muretto del giardino e ci si accovacciò contro tutto
tremante.
Io mi guardai intorno spaesato, forse c'era davvero qualcosa di strano
dietro di me!?! Hito si era bloccato dopo l'urlo di Kei e anche
Anamichi, l'altro scemo che ci aveva attaccati, ne aveva approfittato
per scappare dal cancello principale. Per il resto il cortile era vuoto
e perfettamente normale: l'albero di ciliegio grosso e rigoglioso ma
ormai sfiorito al centro, la porta della cucina aperta ma nessuna
traccia di mia madre, le macchinine di Kei abbandonate sul patio e
alcuni kunai sparsi a terra in tutto il giardino.
Tornai a guardare Keisuke che piangeva tenendosi abbracciate le
ginocchia con la testa nascosta tra le braccia e alternava lo sguardo
da me alle sue scarpe chiamando Hito a gran voce.
-ma che c'è??- ci interruppe l'interessato piazzandosi tra
noi.
Kei balbettò il mio nome e mio fratello si girò
verso di
me in cerca di spiegazioni, io non feci in tempo ad aprir bocca che di
nuovo quello sguardo, uguale a quello di Kei, mi colpì.
-oh cavolo!- urlò mio fratello minore appena mi vide, anche
lui
era spaventatissimo. I miei fratelli, entrambi, avevano paura di me!
Passi Kei che vedeva mostri dappertutto e si inciampava anche nelle sue
scarpe, ma Hito era un ninja abbastanza bravo eravamo allo stesso
livello, come poteva aver paura di me. E poi che cavolo avevo fatto di
speciale per far loro paura, quella palla di fuoco non era poi un
granchè!
-ehi ma che avete?- domandai tutto stizzito mentre una strana
sensazione mi colpì lo stomaco, Kei era solo spaventato,
mentre
l'altro mi guardava come se mi fosse spuntato un corno in mezzo alla
fronte. Hito non mi rispose, si limitò a mettersi davanti al
marmocchio chiamando nostra madre a gran voce.
-Hito rispondi che cavolo succede? perchè mi guardi
così??- anche io stavo cominciando a spaventarmi, mi guardai
le
mani le gambe la pancia il petto e mi toccai la schiena, non avevo
tagli ne ferite, e nemmeno corni che spuntavano in mezzo alla fronte.
Ma loro non smettevano di guardarmi allucinati e anch'io avevo paura di
quello che avevano visto.
Poi la mamma spuntò sulla porta esterna della cucina con il
suo solito sorrisino il vestito rosso un po' spiegazzato.
-ragazzi che avete da urlare?- chiese guardandoci perplessa mentre
abbandonava il patio camminando con grazia verso di noi, era la
kuniochi più bella del villaggio secondo noi. Nemmeno
Ino-san
era bella come nostra madre.
-mamma corri!!!- esclamò Hito facendole segno di
raggiungerci,
senza spostare lo sguardo spaventato dal mio volto: -gu..guarda Seito!-
Mia madre si avvicinò a noi accigliata, notò
subito Kei
che mugugnava dietro a Hito e aggrottò le sopracciglia, poi
alzò lo sguardo su di me. Ero letteralmente terrorizzato,
nessuno mi diceva nulla non capivo che avesse Hito da urlare tanto, ne
perchè Kei tremasse nel guardarmi, mi sentivo un mostro e la
strana sensazione di avere un corno sulla fronte aveva cominciato a
farmi formicolare mezza faccia. Inoltre aspettavo la reazione di mia
madre spasmodicamente con il cuore che batteva a mille, lei
è un
dottore, se mi fosse successo qualcosa di grave -come un corno in
fronte- l'avrei letto subito nel suo sguardo.
Ma tutti sanno che mia madre non è una kunoichi normale, era
stata nel leggendario gruppo sette, ex-allieva della fortissima quinta
Hokage e, anche se non l'avevo mai vista combattere, Naruto aveva
sempre detto che poteva smuovere la terra con un solo dito, infatti mi
stupì ancora una volta con la sua espressione. Mi
guardò
seria per un istante come preoccupata per qualcosa che io non riuscivo
nemmeno a intuire, poi alzò le sopracciglia ammirata e si
aprì in un sorriso compiaciuto grattandosi un gomito.
-oh...non credevo già così presto...-
mormorò tra
se evidentemente rivolta a se stessa, che cavolo stava farfugliando?
per cosa era presto?
-mamma che cavolo succede? perchè mi guardate
così!?!?-
chiesi a lei che mi sembrava più tranquilla dei miei
fratelli
che ora guardavano lei con gli occhi fuori dalle orbite.
-va tutto bene non preoccuparti!- esclamò mutando il suo
sorriso
in un'espressione dolce e comprensiva mentre con le mani componeva un
justu alla velocità della luce: con uno sbuffo sommesso una
sua
copia esatta apparve accanto a noi.
-come va tutto bene!?!!! mamma Seito ha gli occhi rossi!!!-
urlò
mio fratello Hito senza mai perdermi d'occhio, mi trattava come fossi
un nemico che non aspettava altro che attaccarli.
cooooooooosa? fu l'unico pensiero che riuscii a formulare. Mia madre,
nella sua versione dolce e pacata, disse alla sua copia di correre al
campo numero sei a chiamare papà, quella partì di
corsa
balzando sul tetto di casa e scomparendo in pochi attimi. Intanto la
mamma superò me e Hito che ancora ci guardavamo in cagnesco,
e
si chinò su Kei che ancora piangeva in silenzio
abbracciandosi
le ginocchia, si avvicinò al suo orecchio e
mormorò
qualcosa di incomprensibile ma lui si fiondò tra le sue
braccia
avvolgendole il collo con la faccia sprofondata nella sua spalla.
-Seito stai tranquillo, non c'è nulla di strano nei tuoi
occhi...solo, non sono io quella che deve spigarti questa cosa!- era
calma tranquillissima, tanto che cominciai a dubitare degli sguardi
spaventati dei miei fratelli e delle loro parole.
Rientrammo tutti in casa in fila, la mamma teneva Kei in braccio e gli
accarezzava la testa per rilassarlo, Hito camminava dietro di lei in
silenzio e ogni tanto mi scrutava con la coda dell'occhio. Ci fece
sedere tutti in salotto a forza, avevo provato a deviare verso il bagno
per vedermi allo specchio, ma lei mi aveva fermato senza nemmeno
voltarsi: "non ci pensare neanche" brontolò mentre
oltrepassava
il corridoio dandomi le spalle, mia madre era formidabile, sapevo che
mio padre non si sarebbe mai innamorato di una qualsiasi.
Provai inutilmente a specchiarmi in ogni superficie lucente del salotto
per capire cosa intendesse Hito con "occhi rossi", ma non riuscivo a
mettere a fuoco il colore degli occhi, così spazientito mi
rassegnai ad aspettare mio padre con il broncio e le braccia
incrociate. Ma l'attesa fu davvero breve. Mio padre arrivò
in
pochissimi minuti, entrò dal cortile come sempre e si
precipitò in cucina dove la mamma nell'attesa stava
preparando
il tè, dal salotto potevamo vedere e sentire tutto
poichè
ci divideva solo il corridoio.
-che succede?- chiese papà serio e preoccupato, era
rarissimo
che la mamma lo disturbasse mentre era impegnato in qualche allenamento
o al palazzo dell'hokage. Mia madre sorride e gli sussurrò
qualcosa nell'orecchio sghignazzando, papà si
illuminò
immediatamente, non l'avevo mai visto con quell'espressione, era
contento sembrava quasi
che
sorridesse. La mamma prese in mano il vassoio con il tè e i
bicchieri e con un cenno della testa indicò a
papà la
porta del salotto da cui io e Hito stavamo spiando la scena e si
incamminò verso di noi. Papà si voltò
di scatto e
incontrai il suo sguardo per la prima volta da quando era entrato, non
mi scorderò mai quello sguardo: era orgoglioso di me, solo e
soltanto questo, non mi aveva mai guardato così intensamente
in
nessuno dei nostri allenamenti, sembrava che mi vedesse sputare una
palla di fuoco gigantesca al primo tentativo.
Lasciò la cucina e appena raggiunse il salotto con un cenno
mi
disse di seguirlo ed io ipnotizzato da quello sguardo obbedii senza
dire niente sentendo solo in lontananza le proteste di mio fratello e
lo sbuffo delle mamma. Papà ed io salimmo al piano di sopra
e
lui mi guidò nella loro camera. Ero stato lì
dentro
pochissime volte, la porta era sempre chiusa e noi la sentivamo come un
area off-limits della casa: era l'unica stanza rivolta ad ovest ed
aveva una grande finestra da cui si vedeva l'alba, mamma e
papà
avevano un bagno collegato alla camera e un letto gigante davanti alla
finestra. Non c'erano foto ed era tutta in ordine, comprese le armi
custodite su una mensola bassa accanto all'armadio.
Papà entrò prima di me, attraversò la
stanza e si
fermò davanti all'ingresso del bagno ad
aspettarmi:
-entra- mi disse con un tono meno severo del solito. Come sempre in
silenzio obbedii, lui mi mise le mani sulle spalle e mi
guidò
davanti allo specchio sopra al lavandino, là dentro l'odore
di
mia madre era ovunque la cosa mi metteva a mio agio. Davanti allo
specchio scoprii per quale motivo Hito e Kei mi guardavano in quel
modo: i miei occhi erano davvero rossi, un rosso orribile scuro e
inquietante con strane sfumature nere intorno e una strana goccia nera
su un lato, sembrava un demone, i miei fratelli avevano ragione di
essere spaventati da me, mi sentii crollare il mondo addosso...che
cavolo era successo ai miei occhi??
Evidentemente mio padre capì subito cosa mi stava passando
per
la testa e si chinò al mio fianco mantenendo una mano sulla
mia
spalla, non era da lui tutto quel contatto fisico e quelle attenzioni:
-Seito! non aver paura!- mi disse con un tono che assomigliava
più ad un ordine che a un tentativo di tranquillizzarmi.
Però aveva sempre quell'aria contenta e orgogliosa che non
riuscivo a spiegarmi.
-che cos'è successo ai miei occhi?- chiesi
titubante e
impaurito, sarebbero mai tornati normali? cosa avrebbero detto i miei
compagni di questi occhi da demone? Ma nella mia testa qualcosa si
stava muovendo, avevo già visto dei simboli simili a quelli
nei
miei occhi, ma più complessi e articolati.
-guarda..- mi spronò papà con un colpo sulla
spalla a guardare lo specchio davanti a me.
Io e mio padre, a sua testa poco sopra la mia, i suoi capelli
più scuri quasi bluastri e più lunghi dei miei,
si
mischiavano con le punte dei miei più corti e di un nero
più morbido, frutto della miscela con il rosa di mia madre;
poi
improvvisamente anche i suoi occhi divennero come i miei, rossi e
inquietanti.
-vedi, sono come i miei..- era chiaro anche a me che il suo tono,
nonostante tutto, era incrinato sapientemente per tranquillizzarmi e in
effetti a qualcosa servì, almeno ero certo di non essere
malato.
-non ti ho mai detto nulla del clan per non mettervi pressioni...-
cominciò così quello che aveva l'aria di voler
essere un
discorso serio: -non volevo essere come Fugaku- mormorò tra
se,
ed io finsi di non sentire l'allusione a mio nonno che comunque non
compresi. Non capivo cosa intendesse per metterci pressioni e cosa
centrassero i miei occhi con il clan, ma lui sembrava tranquillo: non
sbuffava non ghignava ne alzava gli occhi al cielo come faceva di
solito se qualcosa lo irritava. Si rialzò in piedi e mi
voltò le spalle per andare piazzarsi davanti alla finestra
della
camera.
-siediti!- mi disse piano e con uno strano tono...fiacco, forse non
aveva voglia di raccontarmi ciò che stava per dirmi.
-cosa ti hanno detto all'accademia delle abilità oculari?-
mi
chiese voltandosi verso di me mentre mi andavo a sedere sul bordo della
coperta blu di mamma e papà. Rimasi spiazzato dalla domanda
che
però mi riportò alla mente dove avessi visto dei
simboli
simili a quelli suoi miei occhi.
-non molto..è un argomento del prossimo anno,
però so che
sono abilità innate di certe famiglie e che si ereditano con
il
corredo genetico- e li compresi da chi avevo ereditato quel simbolo. La
cosa mi riempì di orgoglio, se anche mio padre l'aveva
doveva
essere una cosa fighissima! Papà forse notò il io
entusiasmo e sorrise leggermente con le braccia incrociate appoggiato
al bordo della finestra.
-quei segni nei tuoi occhi sono l'abilità innata del clan
Uchiha, si chiama sharingan! e come hai visto ce l'ho anch'io...- mi
spiegò papà ritirando il suo sharingan riportando
gli
occhi al suo nero naturale.
-a che serve?!!- chiesi ancora prima che finisse di parlare,
l'entusiasmo mi stava invadendo volevo sapere assolutamente cosa fosse
la mia abilità innata degli Uchiha. Ero gasatissimo faticavo
a
rimanere seduto e mi torcevo le mani in grembo.
-è un'arma che si tramanda nel clan di generazione in
generazione, ti insegnerò ad usarla come il mio maestro fece
con
me!- concluse studiando attentamente la mia reazione con la testa
inclinata da un lato esattamente come faceva mia madre
Mentre nella mia mente solo una parola rimbombava come un urlo: wow!!!!
Mio padre mi avrebbe allenato, e mi avrebbe insegnato a usare questa
cosa degli Uchiha. Quello era definitivamente il giorno più
bello della mia vita, scattai in piedi raggiungendo mio padre, lo
guardavo implorante dal basso mentre lui non si mosse di un millimetro:
-e cosa posso fare con questo sharingan?- domandai incapace di
trattenermi.
-lo scoprirai...- rispose lui alzando un angolo della bocca nella sua
massima concezione di sorriso, era entusiasta anche lui, lo vedevo e
avere su di me quello sguardo orgoglioso e esuberante mi emozionava
come nient'altro. Nemmeno i biscotti di mia nonna avevano
così
tanto potere.
-quando cominceremo? e poi perchè il tuo è
diverso dal
mio?- improvvisamente ricordai chiaramente i suoi tre simboli
nell'occhio.
-perchè il mio è completo, mentre il tuo invece
deve
ancora crescere..ci sono vari livelli e quello che ti ho mostrato non
è nemmeno il più alto!- rispose papà
sospirando,
le mie domande a mitraglietta lo stavano irritando lo sapevo ma non
riuscivo a fermarmi, e in testa ne avevo ancora una marea. Non vedevo
l'ora di cominciare i miei allenamenti con lui, volevo sapere sapere
sapere!
Ma lui bloccò subito il mio entusiasmo scostandosi dalla
finestra e sciogliendo la morsa delle sue braccia, poi con un sospiro
più pesante degli altri mi posò una mano sulla
testa e mi
scompigliò ancora di più la chioma simile alla
sua: -poi
ti spiegherò meglio, ora andiamo dai tuoi fratelli prima che
si
ammazzino qui fuori- disse guardando la porta e spingendomi verso
l'uscita con un buffetto sulla nuca.
Lentamente posai una mano sul legno e lo feci scorrere in modo da
aprire la porta: Hitoshi e Keisuke erano li appostati dietro al muro
per origliare insieme alla mamma che li teneva entrambi per il colletto
della maglia. Come aveva fatto papà a vederli? Io non avevo
sentito nulla, invece lui già sapeva che erano
lì,
immaginai che il suo sharingan completo potesse vedere attraverso i
muri e la mia eccitazione crebbe ancor di più.
-ehi papà ma perchè io non ce l'ho!?!?- chiese
Hito tutto
imbronciato a mio padre che stava dietro di me con le mani ficcate
nelle tasche e una spalla appoggiata contro lo stipite della porta. Non
rispose subito a Hito, prima guardò la mamma in maniera
strana,
sembrava che le volesse dire qualcosa come "te l'avevo detto". La mamma
lasciò andare i miei fratelli concentrata sullo sguardo di
papà e pronta a rispondergli, ma lui fu più
svelto e
prese la parola.
-un giorno forse l'avrai anche tu..- rispose misterioso e evasivo come
faceva sempre per non creare disparità tra noi due.
Scavalcò Hito, che era a terra in ginocchio ai suoi piedi,
per
raggiungere la mamma e contemporaneamente afferrò Kei per la
maglia mentre stava per cadere dopo essersi inciampato nei miei piedi:
-...e tu vedi di stare in piedi marmocchietto!- lo
rimproverò
papà ghignando era troppo contento per il mio sharingan per
sgridarlo davvero.
Quel corridoio sembrava improvvisamente troppo stretto per tutti e
cinque.
Papà passò accanto alla mamma e le disse qualcosa
che
somigliava molto a "pettegola" continuando a ghignare mentre imboccava
le scale che portavano al piano di sotto.
-ehi Sas'ke aspetta..- il richiamo della mamma lo bloccò sul
primo gradino e lui voltò solo la testa in maniera
innaturale,
forse come diceva Naruto quando si arrabbiava, mia madre era davvero
l'unica persona a cui lui dava ascolto.
-...perchè rimani a casa e andiamo a cena tutti insieme?
eh!?!-
mia madre non era proprio sempre così, c'era chi diceva che
avesse una doppia personalità, mia nonna invece diceva solo
che
era pazza: normalmente era dolce e solare, ma quando si arrabbiava
faceva paura davvero e Hito ne aveva la prova tangibile sulla chiappa
sinistra. Lei e papà non andavano d'accordo su nulla, tranne
che
su di noi, ci sgridavano sempre insieme e anche se erano separati
dicevano le stesse cose, una vera sfiga per noi ma in tre avevamo
imparato a gestire le ire implacabili di nostra madre e le occhiatacce
fulminati di papà.
-che ne dite ragazzi di un bel sukiyaki tutti insieme??-
esclamò
trotterellando fino a raggiungere mio padre e gli passò con
una
mano attorno alla vita con gli occhi imploranti. Lui non fece in tempo
a rispondere perchè tutti e tre gridammo il nostro assenso
saltando all'unisono.
Era davvero il giorno più bello della mia vita.
Spazio autrice:
chiedo immensamente perdono per il ritardo
scusate ma facendo i turni non sempre sono libera il martedì
Comunque...
spero che il giorno più bello della vita di Seito sia
piaciuto anche a voi.
Mi è sembrato che la scorsa puntata non sia piaciuta a tutti
Forse era un po' scontata?!?
Non so io la loro prima volta me la sono sempre immaginata
così
casuale irruenta e trascinante
Vabbò devo comunque ringraziare:
Gabrychan
per la rece bellissssima, sono orgogliosa dei tuoi commenti
perchè mi spronano a dare sempre qualcosa in più
e poi il catarro era un tocco geniale non è vero!?!
piccola992
grazie fedelissima, credo che in settimana ti
manderò una mail
per sottoporti una questione
RBAA
il sesso sul parquet è stata la scena centrale che mi ha
folgorata
in un momento di abiocco sul 14 (autobus affollatissimo a bo)
e invece farle nominare Naruto è stato solo per dar fastidio
a Sasuke
..perchè un po' se lo meritava
(sto aspettando di veder riappacificati Sasusaku presto in
Vengeance...si: è una minaccia!!)
Kry333 mi fa piacerissimo sentiemi dire che i personaggi sono IC,
perchè è il mio tormento ogni volta
Non so ma se mi sono sciolta troppo con Sasuke o se ho reso Sakura
troppo "cerbiattina-indifesa-con-gli-occhi-dolci"
e poi...chiaro che scriverò altre Sasusaku, io li adoro!!!!!
Bien Bien
Fatti i ringraziamenti passerei a commentare le vicende del piccolo
Seito
Secondo me è un grande, il più Uchiha di tutti
che si erge a protettore dei fratelli
che buffo
Hito lo vedo più simile a Sakura e Naruto, mentre Kei il
piccoletto
è solo pucciosissimo
Ho trovato un immagine su deviant che mi ha fatto sciogliere
se capisco come fare vi lascerò il link...
Spero che piaccia anche questa piccola vicenda familiare
Ringrazio sentitamente tutti coloro che recensiscono
che mi hanno messa nei preferiti-seguiti
e anche coloro che leggono soltanto.
Imploro pietà per me e il mio ego martoriato:
recensite recensite recensite
PLEASE
Prossimo capitolo: ancora non lo so....
Piccolo spazio spoilerone:
se non leggete le scan il venerdì: assolutamente non
continuate a leggere!!!!!
sono o non sono una veggente!?!?! Kakashi hokage l'avevo predetto,
l'arrivo di Sasuke a Konoha dopo Pain l'avevo predetto, e anche la
"sconfitta" di Pain ad opera di Naruto.....
Ora non per dire ma: Danzooooo!!?!?!?! no dai non scherziamo....
vabbò faccio una previsioncina come kabalah (non ho la
più pallida idea di come si scriva) sperando di prenderci
ancora una volta: Sasuke arriva trova tutto distrutto e si incazza
perchè voleva farlo lui, così si concentra sui
consiglieri e accoppa Danzo e gli altri tre (risparmio Shikaku che mi
sta troppo simpatico!!) liberandoci di una marea di problemi. Kakashi
diventa hokage e poi arriva quel disgraziato di Madara a rovinare il
quadretto idilliaco reclamando il novecode.
Altra opzione è che Danzo e Madara siano la stessa persona
come ho già sentito dire in qualche forum....e allora
lì son cazzi!!!
Proposta: riguardatevi il
prologo...
avete proposte per le
prossime shot?
Magari momenti che
vorreste vedere raccontati?
fatemi sapere...
|
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Capitolo 7 *** Regali di compleanno e Mogli pericolose ***
c
Regali di compleanno e Mogli
pericolose
-Sakura-chan
che fai qui?- esclamai sorridendo verso la donna che aveva
appena varcato la soglia del mio ufficio.
La mia Sakura-chan , somigliava sempre più alla vecchia
Tsunade,
con quei capelli lunghi e il chakra concentrato al centro della fronte;
ultimamente passava a trovarmi di rado era sempre molto impegnata tra
l'ospedale e due figli piccoli che le risucchiavano ogni energia, ma
rimaneva sempre la mia Sakura-chan adorata.
-sono venuta a mostrarti una cosa...- sembrava una bambina curiosa e
impaziente con le mani nascoste dietro alla schiena mentre avanzava al
centro del''ufficio fino alla scrivania, si dondolò
sulle punte dei piedi qualche secondo esitante poi con un sorriso
entusiasta mostrò ciò che nascondeva dietro alla
schiena
posandolo sul mio tavolo.
-...ecco qua! dimmi che ne pensi?- domandò spaparanzandosi
su una delle due poltrone rosse davanti alla scrivania.
Curioso come Sasuke si sedesse sempre su quella di destra e lei su
quella di sinistra.
Il regalo segreto era finalmente arrivato, sapevo da più di
un
mese che lei mi stava nascondendo qualcosa a proposito del compleanno
di Sasuke ma immaginavo qualcosa di diverso, di...privato! Invece sulla
mia scrivania troneggiava un fodero di velluto nero lungo
più di
un metro e sapevo benissimo cosa conteneva.
Slacciai una delle stringhe che chiudevano il tessuto scuro e sfilai la
spada con gesti prudenti e calibrati sotto lo sguardo esitante di Sakura
Era meravigliosa, una katana leggera e maneggevole, proprio come
piaceva a lui.
-Sakura ma è bellissima!- esclamai esaminando accuratamente
l'oggetto che avevo tra le mani. Brillava riflettendo la luce fioca dei
neon
dell'ufficio: -dove l'hai presa?- chiesi curioso senza mai staccare gli
occhi dall'arma che stavo esaminando.
-l'ho ordinata un paio di settimane fa! ti ricordi quella spedizione di
medici a Kumo!?! l'ho ordinata mentre ero là a quel famoso
artigiano di cui mi aveva parlato lui e poi me la sono fatta spedire da
un medico della Nuvola che mi doveva un favore!- mormorò
Sakura
giocherellando con i laccetti del fodero di velluto. Fingeva di
rimanere tranquilla e distaccata ma, conoscendola, sapevo che stava
fremendo in attesa del mio giudizio.
-è davvero un bel regalo! vedrai che gli piacerà
un sacco!- le dissi per rassicurarla.
Sasuke aveva perso la sua vecchia katana qualche mese prima durante una
missione, era caduta in un crepaccio durante un combattimento e nessuno
era più riuscito a recuperarla; nell'ultimo periodo
si era aggirato come un'anima in pena per le armerie di Konoha e
dintorni per trovare una sostituta, ma diceva sempre che erano tutte
troppo pesanti o ingombranti, così sbuffando come un bimbo
piagnucoloso aveva ripiegato sui kunai non trovando nessun'arma che
potesse
sostituire quella vecchia.
Ma questa era diversa.
L'elsa e il fodero erano completamente color ebano adornati con sottili
intarsi blu che percorrevano tutta la lunghezza dell'arma, la lama era
sublime perfetta e leggera ed elastica al punto giusto,
adatta a Sasuke e al suo
stile di combattimento: -è una lega particolare?- domandai a
Sakura notando lo strano colorito bluastro e lucente della lama,
somigliava molto alle armi che usava Asuma-sensei molto tempo prima.
Sakura drizzò le spalle con una punta d'orgoglio prima di
rispondere, come per dirmi che lei non era certo diventata una
sprovveduta ma che rimaneva sempre un kunoichi: -si, l'ho fatta fare
apposta...è studiata per legarsi al
chakra di tipo fulmine!- poi sorrise dolcemente inclinando la testa da
un
lato e il suo viso pallido si illuminò.
Conoscevo bene quel sorriso.
Entrambi dal ritorno di Sasuke e Konoha erano cambiati tantissimo. Dal
ritorno del team 7 Sasuke ghignava in maniera ambigua ogni volta che si
parlava di lei e viceversa lei si illuminava con quel sorriso languido
al solo
sentir il suo nome.
-ah che uomo fortunato il teme!!!- scherzai ridacchiando mentre
riponevo la
lama nel fodero con attenzione, anche Sakura rise passandomi la
custodia in tessuto, li prendevo sempre in giro per la loro improbabile
unione matrimoniale.
Erano davvero una coppia assurda quei due, però erano
felici. E se lo meritavano.
Ma le cose non erano sempre state così, e in quel momento,
osservando Sakura che guardava la katana speranzosa, mi
ritrovai a ricordare tutti gli anni passati nel team: i litigi
forsennati con Sakura quando la imploravo di perdonarci dopo il ritorno
di Sasuke e ancora più belli erano quelli con lui, a senso
unico chiaramente,
quando fingeva che lei gli fosse indifferente...povero fesso!
Di periodi bui ne avevamo passati tanti, l'intera adolescenza passata a
rincorrerlo e ad allenarsi come bestie per realizzare i propri sogni:
che fossero diventare hokage o medico, per proteggere le persone a noi
care,
o magari vendicare una famiglia sterminata. Ognuno di noi, nel bene o
nel
male, li aveva realizzati!
Il mio sguardo vagò disperato alle pile di fogli accatastati
in
ordine sulla scrivania, il mio predecessore Kakashi era molto molto
più ordinato di me e Sakura me lo ricordava ad ogni
occasione
buona.
I ricordi erano molto più interessanti dei fogli, sopratutto
se contemplavano le cazzate di Sasuke.
Sopratutto il periodo dei sotterfugi: il più divertente e
assurdo in assoluto.
-a che pensi Naruto?- la domanda di Sakura mi risvegliò dai
ricordi della loro travagliata storia d'amore.
-oh nulla...mi è solo venuta in mente una cosa che devo dire
a
Ebisu!- mentii spudoratamente trattenendo le risate dietro ad una fila
di cartacce che stavo fingendo di riordinare.
Dopo la missione che avevano svolto da soli a Taki, sapevo benissimo
che qualcosa era successo dal momento che avevano saltato la mia cena
arroccando scuse assurde il giorno dopo. E Sasuke era il più
buffo dei due. Se Sakura sapeva costruirsi alibi intelligenti e a prova
di anbu, lui aveva la pessima abitudine di improvvisare.
"ero stanco dobe! sono andato in missione io,
non a crogiolarmi in un
letto!" mi aveva risposto lui la mattina dopo, acido come sempre, ma
guardava lontano verso destra e le sue orecchie avevano preso uno
strano colorito, mentre Sakura fissava ostentatamente un sassolino
accanto alla sua scarpa sinistra.
Sul momento avevo lasciato correre ma mi ero appuntato mentalmente di
interrogare il teme alla prima occasione.
Occasione che si presentò qualche sera dopo. Eravamo andati
a
cena
all'Ichiraku Shikamaru, Sasuke ed io dopo una missione particolarmente
impegnativa, eravamo stanchi e avevamo già fatto fuori una
bottiglia di vino, così attesi pazientemente che il Nara
ci lasciasse per vedere la sua fidanzata poi cominciai il mio piano.
Sapevo bene che per far capitolare il "principe della segretezza" era
necessaria almeno un'altra bottiglia di sakè.
"allora con Sakura?" chiesi al teme dopo il suo secondo bicchierino.
"con Sakura cosa?" mi rispose ringhiando e lì capii che due
erano troppo pochi e riprovai dopo cinque: "non ti ha chiesto del
pugno?" domandai con più convinzione quando era
già un
po' brillo, lui inizialmente mi guardò male, poi socchiuse
gli
occhi
e si resse la testa con la mano.
"si anche.."
"come anche!?!" mi stupii, avevano parlato e le mura di Konoha erano
ancora tutte intatte? Incredibile.
"dobe sei una piattola! non ti dirò niente!!"
inveì
Sasuke; quando beveva diventava più loquace si, ma anche
più stronzo -se possibile-.
"avanti Uchiha! non fare il bastardo...tanto poi vado da lei e mi
faccio raccontare tutto..." brontolai io.
"non ti dirà nulla!" ma il tono con cui l'aveva detto era
inequivocabile, c'era effettivamente qualcosa da dire e quando
afferrò il sesto cicchetto gongolai di felicità.
Avevo la vittoria in pugno.
"e perchè non siete venuti a cena da me la scorsa
settimana?"
tentai di sondare il terreno sperando di smascherarlo, ma solo dopo che
aveva posato il bicchiere, avevo paura che fosse ancora abbastanza
lucido da rompermelo in testa.
"te l'ho detto no? ero a letto..." continuò imperterrito a
sostenere la sua menzogna, ma biascicava ormai visibilmente e quando la
sua fronte scivolò dalla mano capii che era il momento per
affondare l'attacco decisivo: "con Sakura?" azzardai trattenendo il
respiro.
Mi aspettavo un pugno, uno scappellotto o al massimo un insulto viste
le sue condizioni, invece mi rispose borbottando.
"si"
Esplosi a ridere e urlare, e per tutta la sera bevemmo
ridemmo e
scherzammo (io! lui si limitava a bere e sghignazzare più
del
solito), ero troppo contento per lui si meritava davvero un po' di pace
e poi stavo cominciando a rompermi della sua falsa indifferenza, anche
Kakashi ormai aveva capito che Sasuke ne voleva a pacchi da Sakura. E
dal momento che io stavo ormai
ufficialmente con Hinata la cosa non poteva che rendermi felice.
Guardando la Sakura che era seduta davanti a me non potei che
constatare che tutta la faccenda l'avesse resa più adulta e
forte.
Una donna con due figli, capace di distruggere un intero villaggio con
un dito, sempre con quel vestitino rosso succinto con le maniche larghe
e i
capelli rosa lunghi liberi sulle spalle, seduta nel mio ufficio a
mostrarmi il regalo per il suo maritino. Ah..Sasuke davvero non la
meritava.
I mesi successivi alla mia scoperta furono davvero una burla: solo io
sapevo di loro due e mi divertivo alle loro spalle.
Ne lui, e incredibilmente nemmeno lei, volevano rivelarsi al villaggio,
così erano in continua fuga. Mi fecero giurare che non
l'avrei
detto ad anima viva, altrimenti Sasuke mi aveva promesso che mi avrebbe
spezzato gambe e braccia (ed ero sicuro che non vedeva l'ora di farlo).
In quei cinque mesi, per i genitori di lei, Sakura era sempre da Ino o
in ospedale, per Ino
era sempre in missione, per l'hokage invece aveva sempre troppi
pazienti gravi
da salvare. Mentre Sasuke sbrigava tutte le missioni in fretta e furia
e fuggiva da Shikamaru e l'hokage, fingendo di martoriarsi in continui
allenamenti
solitari, pur di non dare una mano al quartier generale.
Erano uno spasso.
Si incontravano a casa di Sasuke ma entravano ognuno con le proprie
chiavi in tempi separati e se ne stavano rinchiusi anche per delle
giornate intere.
In missione poi davano il meglio di loro: facevano gli indifferenti,
come se nulla fosse cambiato soprattutto se c'erano componenti esterni
al team7 coinvolti, ma ogni tanto -casualmente- sbucava una maglietta
un po' troppo larga dallo zaino di Sakura e -sempre casualmente- spesso
la mattina il sacco a pelo
di Sakura era ancora intatto e legato allo zaino.
Ino poi era scalmanata aveva fiutato qualcosa, come del resto tutte le
kunoichi di Konoha amiche di Sakura, ma non aveva prove e
così
si era decisa a doverli beccare a tutti i costi. Così ogni
festa
o cena tutti insieme diventava una comica, si sedevano distanti e
cercavano di non guardarsi e di non dire cose a sproposito (problema
esclusivamente di Sakura), ma Ino aveva l'occhio lungo e lei e Ten si
sgomitavano all'insaputa di Sakura dopo che quei due scomparivano
misteriosamente uno dopo l'altro con scuse improponibili.
E io ridevo ogni volta di più.
Con Kakashi si tradirono dopo neanche tre mesi, ma con tutti gli altri
riuscirono a mantenere il segreto fino quasi alla guerra.
-devi mandarlo in missione!- mi ordinò Sakura all'improvviso
interrompendo il flusso dei miei ricordi sul più bello:
-cosa?- domandai subito
incredulo, mi pregava sempre di tenerlo vicino a casa e ai loro
bambini e voleva che fosse sempre con qualche medic-ninja, ma
chiaramente non la accontentavo quasi mai.
-una cosa da due o tre giorni al massimo, devo averlo fuori dai piedi
per organizzarmi!!- continuò senza contemplarmi assorta nei
suoi
piani diabolici, la guardai perplesso.
-hai intenzione di farti trovare nuda legata al letto...e magari con la
katana tra
i denti!?!- chiesi divertito appoggiando la testa sul palmo di una mano.
-sei un perverso!!-
mi urlò in faccia tutta indispettita:
-dovresti smetterla con quei libri di Jiraya, fanno schifo e non
onorano la sua memoria!-
Non aveva torto, ma i libri erano spassosissimi e mi ricordavano tanto
lui.
-e smettila di fare la bacchettona!-
la ripresi scherzosamente, poi decisi di darle ascolto: -vediamo un po'
dove posso spedirti Sas'ke...- srotolai contemporaneamente tutte e tre
le liste che avevo sul tavolo; A,B,C.
Scartammo subito quelle di alto livello erano tutte troppo lunghe o
troppo lontane perchè tornasse per il 23 di luglio, quelle
di
livello C non erano credibili per lui, avrebbe capito subito che in
tutta probabilità c'era
qualche sotterfugio di sua moglie. Infine trovammo quella perfetta dopo
pochi minuti di ricerca: una consulenza per una serie di furti nella
capitale dei
nostri vicini del paese del tè.
Secondo Sakura si sarebbe divertito a giocare per un po' al piccolo
detective, a me invece la prospettiva non sembrava rosea. Ma tanto a
che cosa importava? ero io a dovergli comunicare la missione e sorbirmi
le sue lamentele, lei lo avrebbe solo aspettato a casa con la sua spada
nuova di trinca tra le mani pronta a prendersi la ricompensa!!! Dannata
Sakura...
-bene! allora vedi di tenerti libero per venerdì e non
mandare
in missione nessuno degli amici!- mi ordinò lei alzandosi in
piedi dopo essersi ripresa la sua katana, quella donna mi faceva sempre
più paura.
-non credo che la tua idea di festa gli piacerà...- provai a
dissuaderla ma ormai era tardi, era partita con i suoi viaggi mentali
assurdi e l'unico a poterla fermare in certi casi era Sasuke, che era
impossibile da coinvolgere...ero ormai rassegnato all'idea del loro
divorzio post-festa-finita-in-tragedia!
-sta zitto! e vedi di non farti scoprire tu!- mi aveva liquidato
così, con un urlo e un bacio sulla guancia ed era sparita
alla
velocità della luce col regalo per il teme sottobraccio.
Guardai l'ultimo sprazzo del vestito rosso sparire oltre la porta e
sconsolato mi grattai la nuca: -Ebisu!- chiamai a gran voce il mio
segretario che corse al mio cospetto tutto trafelato: -manda qualcuno a
cercarmi Sas'ke prima che sua moglie mi uccida!-
Un po' accigliato quello sparì lasciandomi solo in balia dei
ricordi.
Avevo detto che Sasuke era un uomo fortunato? Naah mi sbagliavo! Sakura
era una donna da temere davvero, forse abbassava la guardia solo con
lui ma non ci avrei giurato. Con tutti gli altri rimaneva comunque
Sakura-sama, forte e autoritaria, la ragazzina dolce e piagnuccolosa
(genin del team 7) era ormai solo un pallido ricordo. Eppure c'era
stato un tempo in cui era scorrazzava con noi per il villaggio tutta
spensierata senza manie omicide e crisi isteriche...
Però negli anni ne avevano passate di cotte e di crude, e
nonostante tutto erano ancora lì: insieme.
Quando il resto del gruppo li aveva scoperti eravamo ormai prossimi
alla guerra. C'era stata una riunione dei jonin convocata da Kakashi
per aggiornarci sulle ultime notizie dalla Roccia che ormai ci aveva
dichiarato battaglia, ed eravamo usciti tutti entusiasti per le buone
nuove.
Probabilmente il villaggio dell'Acqua avrebbe mandato qualche squadra
di supporto al Fuoco pur di non inimicarsi una delle nazioni
più
forti del continente (..noi!), ma un aiuto era sempre comodo con una
guerra alle porte.
Gli uomini erano usciti per primi perchè Sakura e altre
kunoichi
erano tutte assiepate attorno al piccolo Sarutobi che la mamma aveva
portato con se.
"Uchiha tu ti unisci a noi per un bicchierino?" Kiba aveva dato il via
alla sequenza di sfortunati eventi.
"mmh..no devo vedere Kakashi.." aveva brontolato tutto rigido, non era
per niente naturale quando mentiva, ma solo io potevo notarlo. Si era
ficcato le mani in tasca e aveva deviato lo sguardo verso i tetti delle
case più vicine.
"che fine hai fatto poi ieri sera, avevi detto che ci avresti
raggiunti!" era intervenuto pure Shikamaru tutto contento
perchè
grazie all'alleanza con Suna, la sua Temari faceva da ambasciatrice
presso il nostro kage e poteva vederla senza dover fare tre giorni di
viaggio.
"ero con Naruto" rispose lui dissimulando tranquillità
mentre
veniva affiancato da una Sakura tutta sorridente. Si era fregato da
solo.
" ma lui era con noi!" saltò su Kiba perplesso guardandosi
con gli altri ragazzi.
E a quel punto quei due fessi si guardarono spaesati, Sakura aveva
perso il sorriso smagliate e Sasuke sudava freddo, lì fu
chiaro
a tutti dove fosse Sasuke la sera prima. Ma nel caso qualcuno, come
Kiba, non avesse ancora avuto il tempo di capire, ci pensò
Ino a mettere i puntini
sulle i: "ah finalmente vi siete traditi!!" esclamò
saltellando davanti a una Sakura imbarazzatissima.
La faccia di Sasuke era indescrivibile, entrò in volata
nella
top-ten delle sue facce migliori arrivando subito al primo posto,
mentre io e Hinata ci sbellicavamo dalle risate. Aveva le orecchie
scarlatte sulla punta e tratteneva la smorfia più scocciata
che
glia avessi mai visto.
Quelli erano i momenti in cui rimpiangevo davvero una macchina
fotografica: quelle erano le cose da lasciare ai posteri!!
Ma nel suo smisurato orgoglio Sasuke evitò accuratamente di
dare
una mano a Sakura a negare tutto, si limitò a sbuffare e
afferrare il polso di Sakura per trascinarla via borbottando a tutti:
"ora che lo sapete, non scocciateci!"
Sasuke era portato per il teatro, io l'avevo sempre sostenuto.
-Hokage-sama mi scusi!- ancora una volta Ebisu entrò
bussando,
ma la furia dietro di lui, non gli diede il tempo di annunciare il
nuovo ospite.
Il capoclan degli Uchiha piombò nel mio ufficio con
un'espressione che non prometteva nulla di buono, ma almeno non mi
aveva ancora coperto di insulti!
-baka! che cavolo vuoi? mi hai disturbato!- invei il mio migliore amico
prima ancora di sedersi.
Sbuffai, sapevo che le grane sarebbero toccate a me e non a lei!
-ciao Sas'ke!- cominciai sarcastico giusto per fargli capire che poteva
anche essere un po' meno scazzato perchè ancora non gli
avevo
fatto nulla: -lo so che ti ho disturbato mi dispiace, ma ho una
missione per te!- provai di apparire tranquillo sperando che non si
accorgesse che potevo benissimo affidare quella missione a una
qualsiasi squadra di chunin.
Sasuke mi squadrò per qualche secondo attentamente, e
lanciò solo una vaga occhiata al foglio che gli avevo messo
davanti. Inizialmente pensai di averlo fregato ma poi il brillio
diabolico che si accese nel suo sguardo mi tolse ogni speranza.
-l'hai scelta tu o l'ha scelta lei?- domandò con il suo
solito ghigno arrogante e insopportabile.
Deglutii, come aveva fatto, non poteva avermi beccato così
malamente: -che cavolo dici? chi avrebbe dovuto sceglierla se non io?-
tentati almeno di fingere di non aver capito ma il suo sopracciglio
alzato era eloquente.
-quella strega mi vuole fuori dai piedi! vorrà organizzare
qualcosa per il mio compleanno giusto!?!- Sasuke sapeva, sapeva sempre
tutto! E lei poverina ancora si illudeva di poterlo fregare, quell'uomo
era mistico, non potevi fregarlo..sopratutto quando giocava in casa!
In casa Uchiha non si muove foglia che la signora non voglia, ma il
signor Uchiha le vedeva tutte quelle foglie, non ne perdeva una: non lo
faceva notare a Sakura, ma si accorgeva sempre di tutto, e fingeva
spesso di non vedere per lasciarle l'illusione di stupirlo.
-Sas'ke non dirle niente..dalle la soddisfazione di farti una sorpresa
no?- lo pregai più per la mia incolumità che per
la sua.
Lui borbottò un po' tra se e mi guardò malissimo
per un
paio di volte, ma tanto l'amava troppo per non lasciar correre anche
stavolta, la chiave per convincerlo era illuderlo che fosse ancora lui
a comandare il quella casa.
-che missione è?- mi domandò alla fine delle sue
lamentele brontolate e mezza voce, e con un gesto brusco mi
strappò il foglio del dossier dalla mano, lo lesse
lentamente
sempre più accigliato.
-prendila come una vacanza!- esclamai infine con un colpo di genio
Ma lui non apprezzò e quegli occhi nero pece cominciarono a
inquietarmi. Non invidiai affatto Sakura in quel momento, le avrebbe
tenuto il muso per un mese per la festa, ma forse il regalo le avrebbe
attenuato la condanna magari a una settimana.
-..nel paese del Tè!?!- mi chiese sarcastico ripassandomi il
foglio con tutta a stizza che aveva.
Si alzò con la solita grazia che lo rendeva uno degli uomini
più corteggiati di Konoha, nemmeno il matrimonio aveva fatto
desistere le più infervorate, si sistemò la
camicia blu
che portava al posto della maglia a collo alto della divisa e mi
guardò con scherno: -se scopre che ti sei fatto scoprire
subito
ti ammazza!-
Trasalii un istante la prospettiva non era affatto rosea per me, se le
avesse detto qualcosa quella donna isterica mi avrebbe preso a pugni
per tutto il villaggio, così lo guardai con il mio sguardo
più compassionevole appellandomi alla nostra amicizia
fraterna.
-..credo che tu mi debba un bel po' di favori dobe!- mi
ricordò
assottigliando gli occhi, probabilmente non avrei rivisto Sasuke nel
mio ufficio per molto tempo a giudicare da quello sguardo, ma perlomeno
non sarei morto sotto i colpi di sua moglie!
Con una mano sulla maniglia e l'altra alzata in segno di saluto
lasciò la stanza senza dire nient'altro.
Quella famiglia sarebbe stata la mia rovina...sperai solo per i posteri
che ne Seito ne Hitoshi ereditassero troppo dai genitori,
perchè
qualunque fosse la combinazione, sarebbe stato sicuramente una bomba a
orologeria!!!
Al teme la "festa" piacque, nonostante tutti gli sbuffi, non si
lamentò per tutta la sera.
Era stata una festa a misura di Uchiha, una cena tra amici, senza
regali ne torte, solo auguri rispettosi e un po' di cameratismo.
Sakura aveva preparato una cena deliziosa e allestito tutto in modo che
fosse sopportabile per lui ritrovarsi in casa una decina di amici per
festeggiare lui: e gli era piaciuto pure il regalo, anche se non lo
avrebbe mai ammesso.
Nessuno aveva assistito alla scena perchè Sakura non voleva
imbarazzare gli ospiti -e Sasuke- così gliel'aveva dato solo
dopo cena prima di andare a dormire: mi avevano raccontato la scena
entrambi e miscelando le due versioni tralasciando le aggiunte di
ognuno, Sasuke doveva aver gradito moooolto il suo regalo, tanto che
aveva preso a portarselo sempre appresso.
"lo sapevi dobe?" mi aveva chiesto Sasuke qualche giorno dopo, ma io
avevo negato ogni complicità con Sakura e lui se n'era
andato con un sorrisetto stampato in volto. Quel bastardo...
Meno di un mese dopo Sakura aveva di nuovo quello smalto colorato sulle
unghie....e io un Sasuke tutto raggiante
da gestire!
Che dannata famiglia!
Spazio
Autrice
Chiedo immensamente perdono!
Ho avuto una crisi davvero pesa, ho riscitto questo capitolo 16
(e non sto scherzando sono davvero 16!!!) volte...
domenica sera non sapevo più che pesci pigliare
e mi sono decisa a scrivere una versione che sarebbe stata in ogni caso
definitiva!
solo per salvaguardare la mi salute mentale.
In effetti non era questo che volevo fare,
il capitolo non mi soddisfa, ho fatto un casino di tagli e ora mi
sembra in concludente
come se avessi scritto centinaia di pagine senza dire nulla!
lo so...mi dispiace ma sono una logorroica per natura!
La scena fondamentale che avrei voluto descrivere era
la proposta di matrimonio di Sasuke a Sakura
Ma come avrete notato non c'è....
la scena c'è!
E' li nella mia mente, ci sono i dialoghi e anche lo sfondo
ma ogni volta che la scrivo qualcosa non mi convince...
mi sembra sempre ooc, oppure mielosa o surreale o apocalittica!
e' sempre...troppo!
Sono frustrata
dico sul serio
ma odio non mantenere i miei impegni e così per non saltare
le scadenze
tenterò di postare qualcos'altro entro il week-end
Parliamo del capitolo, anche se non vorrei perchè lo odio,
volevo far vedere la coppia da fuori
perchè ogni punto di vista cambia secondo me radicalmente
una storia.
Se ad esempio l'avessi narrata dal punto di vista di Ino
o, non so, di Hinata, le cose sarebbero apparse assolutamente meno
comiche.
Ma mi piace questo pov perchè trascina un po' Sasuke
giù dal suo maledetto piedistallo!!
Non può essere sempre freddo e atono in tutto
e visto dalla parte di suo fratello appare comicamente ridicolo.
Magari non ho ottenuto quel che volevo...ma lo scopo era questo!
Ringrazio tutti in ogni caso per aver pazientato e per aver letto
questo, e gli altri episodi della raccolta.
ringraziamenti:
Panda_chan: siiiiiiiiiiiiiiiiiiii ci tengo davvero che mi diciate che
sono ic perchè il mio cruccio più grande! temo
l'ooc come la varicella!!! Arriveranno altri momenti superSasusakuosi,
ma credo che per un po' vedremo anche...altro!
Kry333: chi l'avrebbe mai detto che avresti votato solo per una
Sasusaku....mah! mi dispiace dirtelo ma sei prevedibile!!!
Naturalmente scherzo! ti ringrazio per la rece, a me piace molto
Mikoto, mi affascina, il resto dei "vecchi" uchiha invece mi
infastidisce, sono troppo boriosi!!
Rbaa: scusa per la minaccia! ma ci contavo proprio....e mi ha fatto
ridere un casino la tua velata frecciatina alla fine dell'ultimo
capitolo hihihi..povero Sasuke, attratto nelle grinfie di Sakura con la
complicità del fratello..eh un po' se l'è merito
diciamolo!!
Atteno il prossimo aggiornamento...una bimba?!?! mmmh
chissà...
Piccola 992: grazie per il sostegno!
tutto qui..
Finleyina 4 ever: innanzitutto non ho capito perchè
democratico? sono contenta che ti sia apparso così, ma non
è l'aggettivo principale che speravo di suscitare,
spiegami..please! Lo so che Madara è tobi, ma molti dicono
che sia anche Danzo...io personalmente non so più che
pensare! spero solo che Kishimoto-sensei si muova a far tornare le cose
a posto altrimenti mi prenoto un volo per Tokyo e vado a sventrarlo!!!
Fede8701: sono felice che ti siamo piaciuto gli ultimi due cap...lo so
che i tre Uchiha sono carini...consiglio: se hai un po' di tempo vatti
a vedere la fanart su Deviant che propongono le generazioni future,
alcune sono molto interessanti..
Gabrychan: Sasusaku power!!
...always..
Non ci spero, ma se mai avessi l'onore di avere la grande suni tra i miei lettori ho un messaggio per lei: sei grande! ti adoro..adoro tutte le tue storie e il tuo modo perfettemente ic di caratterizzarli! Sei il mio modello!!
ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto "fotogrammi" nei
preferiti/seguiti
e tutti coloro che semplicemente leggono...
...spero prima o poi di strapparvi almeno una recensioncina!
baci Vale.
Spazio spoiler: Che fico il sigillo sulla lingua di Sai...lo vorrei
mettere a un casino di gente!
Odio Kishimoto per questi numeri inutili....
Rivoglio il team7!!!
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Capitolo 8 *** Invasione ***
c
Invasione
Il venerdì mattina era un momento davvero atroce per me.
Non ero mai stato un gran dormiglione, mi alzavo presto la mattina
anche se non avevo nulla da fare, ma il giovedì era l'unico
giorno della settimana che mi sfiancava, mi toccava spesso la guardia
al cancello ovest, ed era uno dei compiti che odiavo di più.
Otto ore di guardia per me equivalevano a dieci giorni di allenamento
intensivo, e necessitavo di almeno altre otto ore di sonno per
riprendermi, ma per un motivo o per l'altro ogni maledetto
venerdì ero costretto ad alzarmi presto per qualche
cazzutissima
missione!
Così quello era l'ennesimo venerdì mattina di
merda in cui mi ero alzato all'alba.
Non era stata la sveglia però a tirarmi fuori dalle
lenzuola, ne
la luce del sole, ne tantomeno il canto fastidioso degli uccellini. No,
era stata l'abitudine.
Il sole era sorto da poco, avevo dormito solo ed ero consapevole che
di lì a dieci minuti al massimo lei sarebbe rientrata da un
turno di almeno venti ore filate in ospedale di pessimo umore,
così mi ero alzato trascinandomi fino al bagno.
Una mano tra i capelli, due occhiaie da cadavere, lo spazzolino a
penzoloni sul labbro inferiore e l'altra mano avventurata nel retro
delle mutande: così si presentava uno shinobi distrutto,
questo
era Sasuke Uchiha, l'unico superstite della nobile casata degli Uchiha,
il venerdì mattina.
Solo quando incontrai l'immagine riflessa sullo specchio sopra il
lavandino mi decisi a riafferrare lo spazzolino e cominciare a darmi un
tono, non potevo rimanere in quello stato: finii di lavarmi i denti,
poi passai alla faccia e infine agguantai schiuma e rasoio dalla
mensola e mi feci la barba.
A lavoro concluso l'immagine riflessa era tornata decente, quasi
soddisfacente. E il mio umore stava cominciando a diradarsi dalle nubi.
Tornai in camera per cambiarmi i boxer e infilarmi la divisa e
lì adocchiai distrattamente l'orologio, le 6:45. Lei era in
ritardo.
Il suo turno finiva alle 6 del mattino, il tragitto dall'ospedale a
casa mia era breve e le occupava dieci minuti al massimo, di solito
arrivava pochi minuti dopo le sei e si lanciava sul letto ancora
vestita -esattamente dove la ritrovavo al mio ritorno-.
Ignorai la cosa, in fondo non doveva importarmene, non aveva nessun
obbligo verso di me. Stavamo insieme da meno di tre mesi, non viveva
con me poteva benissimo essere
tornata a casa sua o essersi trattenuta con Ino per colazione. Non mi
turbava granchè la sua assenza.
E poi aveva le chiavi.
Tornai in bagno a mettere i boxer nel cesto della biancheria e mi
accorsi di aver lasciato il rasoio nel lavandino, così per
inerzia più che per questioni di ordine lo afferrai e lo
rimisi
al suo posto nel vano dietro allo specchio.
Qualcosa lì dentro però attirò la mia
attenzione, un colore che stonava sul resto: il fucsia
Ripercorsi all'indietro con lo sguardo il tratto dal lavandino
all'armadietto e trovai l'intruso nel caos
dell'armadietto del mio bagno, là dentro c'era di tutto
senza
nemmeno un accenno di ordine o organizzazione: dalla schiuma da barba
ai cerotti
passando per l'aspirina e il balsamo per i capelli, ma quello era un
deodorante con una confezione
fiorata e il tappo smaccatamente fucsia, da donna.
Lo guardai per sette secondi esatti con la mente completamente vuota.
Era chiaro a chi appartenesse, quell'oggetto urlava il suo nome, e
anche come ci fosse finito, Sakura
dormiva a casa mia ormai quasi ogni sera, ma mi fece comunque un
effetto strano.
Viveva ancora con i suoi ufficialmente, ma la sua presenza cominciava a
farsi notare a casa mia. Non in maniera prepotente, anzì
forse era invisibile proprio
perchè ingenua.
Usava le mie cose di solito: ma da qualche giorno una busta di plastica
azzurra aveva fatto la sua comparsa sulla mensola nell'angolo del bagno
accanto alla doccia, non mi
aveva detto nulla ma sapevamo entrambi che non avrebbe potuto
continuare ad usare il mio spazzolino per sempre. Ma quel deodorante,
probabilmente finito là dentro per caso, mi
allarmò e
cominciai a guardami attorno con occhi diversi.
Richiusi lo sportello con poca accortezza e mi voltai spaesato e mi
resi conto improvvisamente che non avevo mai pensato al futuro con
Sakura, anzi non avevamo mai pensato e basta! Le cose, tutte, erano
venute da se come la prima volta. Sakura aveva cominciato da subito a
dormire da me con mille scuse, e poi passavamo intere giornate sdraiati
nel letto e dopo due settimane di posticipi e rinvii sull'argomento
avevamo deciso senza troppi giri di parole che nessuno avrebbe dovuto
saperlo.
E poi quel deodorante nel mio bagno.
Il suo passaggio aveva lasciato delle tracce che non avevo mai messo a
fuoco così bene ma pian piano un ghigno divertito si fece
largo
sul mio volto.
Io e Sakura stavamo insieme ed era decisamente evidente.
A terra accanto al letto, dal lato meno disfatto, c'era
un pacchetto di fazzoletti aperto che certamente non avevo lasciato io,
e un libro sull'uso del chakra nella chirurgia toracica, sul tavolino
accanto al divano giaceva abbandonata una tazza blu e gialla che io
non usavo mai e odorava di cioccolato, la raccolsi per depositarla in
cucina, ma là la presenza di Sakura si notava più
che in
ogni altra stanza.
Un post-it giallo sulla credenza mi avvertiva che era finita la
marmellata, troppo colorato per i miei gusti. Piccoli segni sul
calendario appeso accanto alla porta, i suoi turni incastrati con i
miei, mi rompeva l'anima tutte le settimane arrovellandosi il cervello
per combinare i nostri orari. Poi una forcina sul tavolo, sicuramente
non mia. Un pacco di quella merendine burrosissime che piacevano solo a
lei, ma finivo sempre per mangiare pure io.
Dannata Sakura.
Si stava insinuando in casa mia.
Tornai in camera deciso a mettermi i pantaloni e far colazione fuori,
non mi andava di restare ad aspettarla. Per quel che mi importava in
quel momento poteva anche starsene a casa sua.
Poi il rumore delle chiavi nella porta si unì a quello della
mia cerniera.
Mi bloccai ad ascoltare quei passi che conoscevo a memoria: primo
tonfo, metallico, la porta chiusa senza premura, secondo tonfo,
più sordo e distante, la borsa marrone lasciata a terra
vicino
al mobile, poi le chiusure degli stivali abbandonati pigramente nel
corridoio sulla strada verso la camera da letto.
E infine lei comparve sulla porta.
-buongiorno- mormorò bloccandosi davanti a me, mi
guardò
solo un istante mentre le rispondevo solo con lo sguardo poi mi
sorpassò a testa bassa per sedersi sul letto. In silenzio e
con
il viso affondato tra le mani. Niente abbracci smielosi ne baci a fior
di labbra, niente "no Sas'ke...dai fai fuga e rimani con me...".
Probabilmente la notte era stata movimentata, decisi quindi che era
stanca e la lasciai sola per recuperare le mie bende dal bagno.
Avevo già ricoperto l'avambraccio sinistro e stavo per
dedicarmi all'altro, quando un suono strano
mi arrivò alle orecchie, mi affacciai dal bagno guardando
verso
di lei. Non si era mossa di un millimetro ma singhiozzava con il viso
ancora coperto, non era da lei piangere in quel modo convulso e
disperato ne non far nulla per tentare di nascondermelo.
Tornai sui miei passi incuriosito -e ammetto vagamente preoccupato- e
mi fermai davanti a lei, abbastanza vicino perchè vedesse i
miei
piedi nudi senza bisogno di alzare lo sguardo, troppo poco
perchè potesse sembrare un tentativo di consolarla. Ma non
accennò a calmarsi.
-che hai?- domandai perplesso senza muovere un muscolo, i suoi
singhiozzi sembravano convulsioni la prendevano dall'interno facendole
irrigidire tutte le spalle ossute e scuotere la schiena a scatti.
Non si mosse ne accennò a tranquillizzarsi, ma
mugugnò qualcosa di tra i denti che compresi immediatamente:
"Fumi"
Fumi era il nomignolo di una bambina, Fumiko, di cui mi aveva parlato
Sakura. Era ricoverata all'ospedale di Konoha da quasi un mese ormai e
tutti si erano affezionati a lei purtroppo; orfana di padre, era
affetta da una grave malformazione genetica che a poco a poco la stava
uccidendo. L'avevo anche vista trotterellare dietro al camice di Sakura
qualche volta ma mi aveva raccontato che ultimamente non riusciva
nemmeno più a camminare.
-Sakura...- tentai di chiamarla a bassa voce senza troppa convinzione
era più un modo rassegnato per farle capire che ero
lì.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, e lei lo sapeva meglio di me,
ma si era affezionata troppo e quel pianto aveva tutta l'aria di essere
uno sfogo che tratteneva da un po'. Fumi era morta, oppure ci era
andata molto vicino.
Sospirai guardando le sue dita sottili stringersi attorno alla
frangetta e tirarla con convinzione: Sakura si era scelta un mestiere
difficile forse più del mio, essere uno shinobi ti imponeva
di
non mostrare nessuna emozione al nemico per salvarti la pelle, ma fare
il medico voleva dire non provarle nemmeno quelle emozioni per riuscire
a salvare la vita d'altri.
L'avevo vista al lavoro più volte, su me e Naruto in primis,
e
sapevo quant'era brava e quanto adorava quel lavoro. C'era uno sguardo
soddisfatto che io non ero mai riuscito a strapparle, solo con i suoi
pazienti lo sfoderava e nessun altro poteva goderne, ma in quel momento
il medico freddo e competente l'aveva lasciato fuori dalla porta,
quella che piangeva logorata del senso di colpa sul mio letto era solo
Sakura.
Non la kunoichi, ne la Haruno-sannin che conoscevano i ragazzi
dell'accademia e nemmeno la ragazzina piagnona che era entrata in
squadra con me.
Spazientito la chiamai di nuovo con più decisione, ma lei
non
accennò a calmarsi, alzò solo una mano e con un
dito mi
chiese di darle un minuto per calmarsi e che poi mi avrebbe ascoltato.
Così rimasi lì in piedi ad aspettarla con la sua
testa a
dieci centimetri dai miei addominali. Non ci volle molto ma prima
lentamente poi con sempre più convinzione si
tranquillizzò, si singhiozzi divennero muti spasmi muscolari
e
smise di guaire come un cane.
-ok..- mormorò tirando su col naso e scoprendosi finalmente
il
viso senza però mostrarmelo, in maniera molto poco femminile
si
alzò il bordo della maglia e lo passò sul viso
per
asciugarsi le lacrime ma quel gesto mi strappò l'ennesimo
sorriso, che bambinetta malcresciuta.
-cosa è successo?- le domandai infine chinandomi alla sua
altezza.
Quando incontrai il suo sguardo mi pentii davvero di averglielo
chiesto: i suoi occhi erano rossi e ancora pieni di lacrime le guance
arrossate e il labbro inferiore tremava incessantemente stretto tra i
denti. Non l'avevo mai vista così e compresi subito che Fumi
doveva essere morta davvero.
Mi si strinse qualcosa a livello dello stomaco quando Sakura richiuse
gli occhi e si lanciò verso il mio petto in cerca di
consolazione.
Rimasi fermo immobile chinato sulle punte dei piedi, la lasciai fare
senza abbracciarla mentre bagnava la mia maglia di lacrime, e passarono
altri minuti prima che si calmasse veramente.
-non è giusto!- brontolò contro la mia spalla in
un
momento particolarmente struggente, era persino difficile capire cosa
dicesse ma mi faceva tenerezza così non la scostai ma mi
sitemai
meglio con le mani poggiate sul materasso davanti a me per sostenerci
entrambi.
-non lo è mai...- sussurrai guardando fisso il muro azzurro
della mia stanza.
Altri singhiozzi soffocati percorsero il suo corpo e la presa sul mio
collo non diminuì, anzi continuò le sue
recriminazioni
urlate contro la stoffa della mia divisa: -lo so che non dovrei
piangere e che non dovevo affezionarmi, ma stavolta non ce l'ho fatta e
mi sento una fallita perchè non sono riuscita a curarla
nonostante tutto...Dio quanto mi odio!- stava esagerando e lo sapeva
senza che fossi io a dirglielo ma se voleva sfogarsi non l'avrei
fermata.
Continuò a inveire contro il mondo per una ventina di minuti
e
io stavo cominciando a stancarmi, poi lentamente si scollò
da me
e mi guardò seria, come se si fosse resa conto solo in quel
momento che io ero lì chinato di fronte a lei come un
bambino.
-rimani...per favore- e a quel tono io non sapevo dire no, per colpa di
quei due maledetti occhi verdi e di quell'espressione supplichevole che
inconsciamente assumeva, ma il senso del dovere verso un villaggio che
avevo già tradito in vari modi ebbe il sopravvento.
-non posso, devo vedere Shikamaru..le cose non si stanno mettendo
bene...- le risposi come si aspettava, Sakura sapeva bene cosa stava
accadendo fuori dai confini della Terra del Fuoco e così
abbassò lo sguardo dissimulando un'accondiscendenza che le
faceva male.
Mi alzai dopo qualche secondo di silenzio e lei mi seguì con
lo
sguardo finchè non lasciai la stanza. Quando vi feci ritorno
cinque minuti dopo, con entrambe le braccia fasciate, i kunai
allacciati alla cintura e la maglia rincalzata dentro ai pantaloni,
Sakura si era sdraiata dal mio lato del letto e sonnecchiava
accoccolata su un lato.
-quando torni?- mi chiese bofonchiando contro il cuscino, non dormiva
evidentemente così rallentai il passo per guardarla un
momento,
si era tolta i vestiti e li aveva lasciati arrotolati a terra, era
rimasta solo con la canotta e gli slip e le si chiudevano gli occhi.
-stasera credo- non avevo idea di quando sarei tornato lo sapevamo
tutti e due che certi incontri finiscono sempre per durare giornate
intere, le mentii per lasciarle qualche vaga speranza, in ogni caso
sarei passato per cena se avessimo fatto una pausa: -ciao- le dissi
prima di uscire, senza nemmeno baciarla. Ci era abituata tanto.
Rientrai molto più tardi del previsto ma alcuni contrattempi
avevano trattenuto me Naruto e Neji nell'ufficio di Kakashi ben oltre
l'orario di cena.
Per abitudini da shinobi ormai consolidate mi accorsi dello scoscio
dell'acqua di una doccia già dal pianterreno mentre
giocherellavo con le chiavi di casa, e al secondo mi resi conto che
proveniva dal mio appartamento.
Dopo aver aperto la porta scoprii che stava anche cantando: era stonata
e non sapeva neppure tutte le parole ma riconobbi comunque la canzone,
era un successo recente che parlava di un uomo disperato per
amore...Scrollai la testa quando sentii la sua voce chiamarmi e il
getto dell'acqua fermarsi improvvisamente. Non risposi, ma le feci
capire che ero io sbattendo sul tavolo della cucina alcuni fascicoli
con poca premura.
Lasciai il giubbotto e il coprifronte appesi all'ingresso e mi avviai
in camera per disfarmi delle bende e dei kunai che tintinnavano
fastidiosamente contro la mia gamba, ma quando raggiunsi la camera
anche lei uscì dal bagno, coperta solo dal mio asciugamano.
Sakura non chiudeva mai la porta del bagno quando faceva la doccia
perchè soffriva di pressione bassa ed era capitato
più di
una volta che svenisse sotto l'acqua ed io mi ero bagnato da capo a
piedi per tirarla fuori..il peso-piuma!!
-ciao!- esclamò sorridente, era evidente che il sonno e una
giornata di svago l'avevano rimessa in sesto, non aveva più
gli
occhi arrossati e sembrava molto più tranquilla.
Sgambettò lasciando dietro se una scia di gocce sul
pavimento
solo per posare un bacio rumoroso e non richiesto sulla mia guancia,
poi notò che qualcosa non andava e la sua espressione si
fece
molto più cupa.
-che c'è Sas'ke?-
Non le risposi subito, la guardai negli occhi e dopo pochi istanti
sapevo che aveva capito che non portavo buone notizie. Avevo passato
tutta la giornata ad esaminare trattati con Neji Hyuuga, non ci
convincevano affatto tutte quelle clausole e quei cavilli meticolosi,
erano troppo facili da arginare; probabilmente Kakashi aveva visto
giusto, stavano cercando di far apparire lecito e giustificato un
attacco improvviso all'alleanza del Sud.
-..scartoffie, montagne di scartoffie da leggere e analizzare-
giustificai il mio malumore con una scusa banale e plausibile, ma non
mi andava di parlarne anche a casa, sopratutto davanti ad una certa
ragazza coperta solo da un'asciugamano.
-Sas'ke non fare quello sguardo...ho preparato la cena!- blando
blandissimo tentativo di dissuadermi.
La stavo guardando si, ma non sapevo a quale sguardo si riferisse,
forse aveva capito le mie intenzioni bellicose ma da come squadrava lei
me non le dispiacevano affatto. Le gambette sottili e toniche di Sakura
spuntavano dall'orlo dell'asciugamano blu tutte bagnate e il braccio
con cui si teneva il bordo superiore le schiacciava il seno rendendolo
ben visibile dalla mia statura.
C'erano i fascicoli, si quelli che avevo lasciato sul tavolo della
cucina, quelli che avrei dovuto leggere per il resoconto a Kakashi
dell'indomani, ma ero davvero troppo sfibrato per passare anche solo un
altro minuto a leggere informazioni pallose su uomini altrettanto
pallosi che avrei potuto uccidere in pochi secondi.
E poi c'erano quelle gambette sottili...
Mi chinai su di lei senza mollare i suoi occhi terribilmente verdi per
depositarle un piccolo bacio dietro l'orecchio, sapevo che quello
l'avrebbe sciolta.
Pochi attimi dopo infatti l'asciugamano era già volato
dall'altra parte
della stanza insieme alla mia maglia e Sakura era nuda sdraiata sotto
di me imprigionata tra la mie braccia e rideva
perchè le avevo detto che oggi
Naruto si era inciampato in un tappeto ed era finito in braccio al
signor Hyuuga, il padre di Hinata, e la sua faccia era stata impagabile.
-Sas'ke, avevo preparato la cena...- provò a protestare
mentre
le mordevo il lobo di un orecchio, ma non le diedi ascolto e continuai
a scorrere le dita sulle sue cosce.
In quel momento scomparve tutto ciò era fuori da quel letto,
come ogni volta...scordavo il resto del mondo e finivo per rilassarmi
come mai prima d'allora.
Dimenticai il turno di guardia che mi aveva sfiancato, l'alzataccia e
le sue lacrime di quella mattina, scordai i rapporti le missioni le
scartoffie e l'espressione minacciosa del capo dell'ufficio missioni
quando tardavo a consegnare i rapporti. Nulla, solo lei.
Niente Naruto Neji o Shikamaru, niente team A, niente controspionaggio
o fascicoli su ambasciatori corrotti e sapevo che anche lei stava
facendo lo stesso, glielo potevo leggere nella risata leggera e
sospirata a cui si stava abbandonando. Anche i suoi casini con
pazienti, malattie e ospedale stavano lasciando il posto a qualcosa di
molto più leggero.
Aprì gli occhi improvvisamente nel buio, mentre mi
accarezzava un
bicipite languidamente, e mi guardò con una strana
intensità che presagiva qualcosa mi molto molto grave. Per
un momento temetti di vederla scoppiare a piangere di nuovo o che fosse
successo qualcosa di grave di cui non ero al corrente, invece
lentamente si aprì in un sorriso accennato e poco convinto.
-ti amo-
AhiAhi! la piccola e innocua Sakura l'aveva detto, aveva resistito due
mesi ma poi era crollata mi aveva detto che mi amava
sospirando -in tutta sincerita credevo che me l'avrebbe detto molto
prima-. Ed io sapevo che era sbagliato, scortese e per niente romantico
ma non riuscii a trattenermi dal ghignare sotto i baffi nascosto dietro
al suo orecchio. Probabilmente lei avrebbe voluto sentirsi dire
"anch'io" magari o almeno qualcosa del genere, ma non riuscii a farlo e
l'unica cosa che in pochi istanti il mio cervello elaborò
non
era ciò che normalmente si risponde a quell'affermazione.
-lo so!-
Dopo quella frase sogghignai, mi aspettavo un pugno oppure un pianto
seguito da una scenata, invece Sakura trattenne il fiato in maniera
strana così mi scollai dal suo collo per vederla in faccia.
Stava trattenendo una risata con un mano serrata sulla bocca e gli
occhi spalancati, ma passarono pochi istanti e il suo tentativo
fallì
miseramente e lacrimando scoppiò a ridere come una pazza
davanti
a me.
Mi stringeva le ginocchia attorno alle anche e rideva in maniera
convulsa confondendo qualche scusa tra i singhiozzi strozzati;
vedendola così felice, nonostante la situazione, per una
cazzata come
quella non potei trattenermi, inizialmente sorrisi quasi inconsciamente
poi anch'io cominciai a ridere con lei come non facevo da molto molto
tempo.
E dopo essersi alzata sui gomiti per invertire le posizioni,
mi
baciò di nuovo sorridendo e sussurrando al mio orecchio
disse: -guarda
che ti amo davvero Sasuke...-
"anch'io Sakura...anch'io..."
Spazio autrice:
ebbene si non sono morta...
non ho avuto una caghetta destabilizzante
ne una strana malattia caraibica
Non ho scuse..lo so!
Ma consolatevi Signore e Signori (se ce ne sono)
il mio terribile
tirocinio in pediatria è finalmente finito
e avrò molto molto più tempo da dedicare allo
studi..ehm alla scrittura!!!!
(avete notato: grassetto corsivo sottolineato...eh!?!?)
So di essere imperdonabile
sopratutto perchè non l'ho riscritto nemmeno una volta.
Ma Sasuke è così borioso ed egoista e ancora
borioso...
ho fatto una fatica bestia a metter su questa shot!!
Però a me piacciono i particolari, perchè mi
mostrano le cose più della veduta d'insieme a volte
per questo ci sono tanti riferimenti alla casa e agli oggetti intorno a
lui.
Magari a voi non piace..che ne so, fatemi sapere!
Almeno questa volta sono
riuscita a non riscriverlo 16 volte, però sono certa
al 100% di essere scivolata inavvertitamente nel OOC più
profondo!!!
Oh Dea dell'IC perchè mi hai abbandonata....
Blasfemie a parte...
mi dispiace perchè so che con questa shot
deluderò molti voi
però gli impegni e la mia vita privata hanno sfibrato anche
la mia fantasia.
Dolore incommensurabile!!
Il mio delirio di scuse è finito!
Non rispondo alle rece perchè è quasi l'una e
domani ho un esame..
...maledetta chirurgia...
...e non dovrei nemmeno essere sveglia!
(e i moscerini stanno cominciando ad attaccare lo schermo del pc...)
Baci a tutti e grazie
a tutti quelli che recensiranno o leggeranno e basta
Vale.
Spazio spoiler:
sono troppo demoralizzata per commentare l'operato di Kishimoto
solo una cosa...dov'è finita Hinata dopo la splendida
dichiarazione!?!?!?
Ah uomini...
sono proprio dei fessi!
Il prossimo
capitolo sarà o "rotondo Baka...come vuoi che sia!?!?"
oppure Desperate Housewife.
Se volete esprimere una preferenza fate pure, però non vi
assicuro che sarete ascoltati....
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Capitolo 9 *** il Sensei ***
d
Il
Sensei
Naruto era pronto.
Seduto composto, la scrivania in ordine, la tonaca d'ordinanza sulle
spalle e un discorso pronto ben stampato in testa. Non era mai stato
così teso, nemmeno durante la votazione degli shinobi per
confermarlo hokage, nemmeno al suo primo giorno di lavoro in
quell'ufficio, perchè la missione che si apprestava a
compiere
era una delle più difficili della sua vita.
Aspettava con le mani incrociate sul piano di legno pregiato e
sospirava ogni tanto guardando la porta, nell'attesa aveva stirato
tutte le pieghe
della lunga palandrana bianca e si era ripassato ogni punto del suo
intervento meticolosamente.
Poi un tonfo leggero appena percettibile attirò la sua
attenzione
sulla porta, doveva stare calmo e lo sapeva, così si dipinse
un
bel sorriso, più naturale possibile sulla faccia e attese.
-il venerabile Hokage vi sta aspettando Uchiha-sama...-
Sasuke fece il
suo ingresso e richiuse la porta con un colpo di tacco ancora prima che
il segretario avesse finito la frase. Solito maleducato, ma in quel
momento doveva perdonargli ogni cosa.
-yo Sas'ke, siediti!- esclamò Naruto sperando di instaurare
un
clima disteso. Era scuro in volto, perciò tutto nella norma,
e
silenzioso come sempre, si accomodò sulla sua poltrona e
incrociò finalmente il mio sguardo. A quel punto le speranze
sul clima disteso crollarono all'istante.
Sasuke si era seduto ringhiando tra i denti una piccola protesta, ma
aveva obbedito perchè in fondo, molto in fondo, era curioso.
-hai interr...- cominciò la sua lamentela che sarebbe stata
seguita da una serie cospicua di insulti, ma l'hokage lo
bloccò
conoscendo bene i suoi impegni.
-si. lo so, ti stavi allenando! però avevo urgente bisogno
di
parlarti!- uni le mani in preghiera con i gomiti poggiati sulla
scrivania: -ho bisogno di un favore personale!-
Nonostante la posa, non lo stava pregando, anzi il suo tono era una
sorta di ordine velato, in maniera che l'orgoglio Uchiha non ne
risentisse.
Sasuke inizialmente si accigliò chiedendosi cosa volesse
quello
scansafatiche da lui, ma ben presto una possibilità si fece
largo nella sua mente e le sue sopracciglia si unirono pericolosamente
al centro del volto.
-tu sei al corrente dell'incidente di Sai no?- Naruto si
maledì
per la domanda idiota: certo che lo era, era stata Sakura a occuparsi
di lui, impossibile che non gliel'avesse riferito. Infatti la reazione
non tardò ad arrivare, l'Uchiha distese leggermente la
fronte
aggrottata per concedersi un cenno affermativo del capo,
però il
suo umore non sembrava mutato.
-bene..la
scorsa estate gli
allievi di Sai sono diventati tutti jonin,
perciò teoricamente quest'anno avremmo dovuto affidargli una
nuova squadra di genin!- trattenne il fiato un secondo dopo aver finito
la frase studiando attentamente il volto dell'amico, nessuna reazione
apparente nonostante fosse certo che avesse cominciato a capire:
-però Sakura dice che la riabilitazione durerà
parecchi
mesi e
quindi ho una squadra senza sensei!-
Non l'aveva detto proprio chiaro e tondo, però non ci voleva
un
genio per capire quale fosse il favore di cui Naruto aveva bisogno.
-arriva al punto, dobe!- Sasuke invece voleva proprio sentirglielo
dire, voleva vedere se il baka avrebbe avuto il coraggio di chiedergli
una cosa del genere.
Si fissarono per pochi istanti, in silenzio, immobili come le statue
accanto alla cascata della valle della Fine, nessuno dei due voleva
retrocedere di un passo e non avrebbe mollato le sue argomentazioni per
nulla al mondo.
Ma uno dei due aveva un'arma segreta, un piccolo punto su cui riusciva
a far leva e aveva tutte le intenzioni di sfoderarlo.
-ho bisogno di un sensei, Sas'ke!- l'aveva detto senza mollare il
contatto visivo e senza esitazioni. Ora la sfida era tutta
lì,
tra azzurro e nero, il primo che avesse abbassato lo sguardo avrebbe
vinto tra Uchiha e Uzumaki.
-non se ne parla- schietto freddo e irremovibile, solo lui riusciva a
contraddire il settimo hokage così. Era l'unico ad avere un
ascendente così forte sul "pazzo in arancione" della Foglia.
Naruto decise che era il momento del contrattacco, conosceva i
punti deboli di quel temibile avversario, sapeva dove colpire con
precisione.
-teme ascolta!-
cominciò alzando un po' il tono, aveva intenzione di vincere
a
tutti i costi: -tu sei un jonin, tra i migliori del villaggio, e so che
hai degli impegni e una famiglia di cui occuparti...ma pensaci per
favore:
tu conosci tecniche e jutsu che alcuni tra i migliori sensei si sognano
soltanto, hai lo sharingan! non credi di dover condividere queste cose
con le nuove generazioni!!! dopo che tu Sakura ed io ce ne saremo
andati, non ci saranno più Sannin a proteggere la Foglia se
non
alleniamo bene le nuove leve!- aveva un enfasi travolgente e le
argomentazioni avrebbero convinto chiunque, però non era di
chiunque che stavamo parlando ma di Sasuke Uchiha.
-non devi rispondermi subito, parlane con Sakura se credi,
però
Sas'ke....- Naruto fece una pausa studiata a puntino e si sporse in
avanti verso il suo compagno: -pensaci! tu hai un casino di cose da
insegnare a dei ragazzini, so che pensi di non essere adatto ma non te
l'avrei
chiesto se non fossi nella merda!-
Sasuke aveva ascoltato in silenzio tutta l'opera di convincimento
dell'amico, con i gomiti sui braccioli e l'espressione truce migliore
del suo repertorio, però non aveva perso una parola e stava
elaborando la sua risposta.
-ho detto che non se ne parla! non ho tempo di occuparmi di tre stupidi
genin buoni a nulla, ho già i miei figli da allenare...-
Naruto
alzò un sopracciglio sogghignando, Seito il maggiore dei
piccoli
Uchiha, non aveva nemmeno nove anni, le scuse di Sasuke non stavano un
granché in piedi.
-...e poi forse tu
avrai scordato il mio passato, ma il villaggio no!
nessun genitore vorrebbe un mukenin come sensei per suo figlio. Non
credi baka!?!- non era alterato e la voce non aveva inclinazioni di
nessun tipo, se non un velato sarcasmo, però oltre a questo
non
tradiva nessuna emozione con grande maestria: -per la questione delle
tecniche, non credo che ti farebbe piacere se insegnassi loro qualche
tecnica proibita di Orochimaru o mostrassi loro la potenza del
mangekyou
sharingan...non è vero?- ora il sarcasmo non era
più
velato, anzi era stato sostituito da una nota di marcato sadismo.
Aveva smontato ogni sua motivazione, con una tranquillità
invidiabile e chiunque altro al posto di Naruto si sarebbe arreso, ma
lui ci teneva, e ci credeva davvero che Sasuke sarebbe stato un ottimo
sensei perciò tentò anche lui l'arma del sarcasmo.
-non ti facevo così vigliacco Sas'ke!!!- esclamò
sogghignando anche lui, attese qualche secondo prima di continuare,
giusto il tempo di vedere l'effetto del suo tremendo insulto sul volto
di Sasuke, poi riprese: -anche Rock Lee, Kiba e Shikamaru hanno avuto
dei genin e sono sopravvissuti egregiamente, anzi i ragazzi di Kiba
sono spesso a casa sua per cena tanto si sono affezionati, non
è che stai scappando? non
avrai paura di fallire eh?-
Sfoderata l'arma segreta Naruto si ritrasse un po' sulla sua poltrona
per godersi le espressioni sul volto dell'amico: inizialmente si
sorprese per l'audacia del baka, poi lentamente la sorpresa
lasciò lo spazio all'ira furente dell'ultimo Uchiha -della
vecchia guardia...-, il volto storpiato emetteva fulmini dagli occhi e
la bocca era contratta per trattenere tutti gli insulti che stava
lanciando mentalmente al baka.
Poi improvvisamente tutto scomparve, in un solo istante
riprese la sua solita espressione indifferente e arrogante.
-non mi fregherai così, dobe....- si conoscevano troppo in
effetti, Naruto aveva già usato quel trucco in varie
occasioni
con discreti risultati e l'Uchiha non era affatto così scemo.
Ghignò in faccia all'hokage per qualche istante, poi facendo
leva sulle mani abbandonò la poltroncina scarlatta
dirigendosi
lesto verso la porta.
Naruto però era ancora deciso a non mollare e non si
lasciò
sfuggire un ultima occasione per convincerlo: -se l'ho chiesto a te
è perchè mi fido!-
Ma la porta era già chiusa.
Non sapeva se
le sue parole l'avessero raggiunto però ci
sperava, ci sperava davvero, perchè lui sarebbe stato il
miglior
sensei per quei ragazzi. Probabilmente loro l'avrebbero odiato, e a
lungo andare sarebbe diventato il sensei più temuto
dell'accademia ma Naruto si fidava davvero perchè sapeva che
nessuno poteva insegnare a dei giovani genin come quelli come diventare
grandi
shinobi, se non Sasuke.
Per questo non tentò di raggiungerlo ne di convincerlo in
altri
modi, era quasi certo che quell'ultima frase e una bella strigliata di
Sakura l'avrebbero convinto.
Villa Uchiha non si trovava fuori città, immersa nel verde
come la residenza della famiglia dell'hokage, anzi era molto vicina al
centro del villaggio e spiccava su tutte le altre case attorno. Era
abbastanza grande, di quelle case su due piani con una struttura
tradizionale esterna che contrastava con l'interno luminoso e molto
moderno. Al centro della costruzione di apriva un giardino di pietra
ben curato e martoriato negli anni dagli allenamenti dei vari
componenti della famiglia, capoclan in testa a tutti.
Nella parte centrale della casa, nell'angolo più isolato
rispetto ai punti nevralgici e più frequentati della villa,
si
trovava lo studio privato di Sasuke, il suo rifugio, il luogo nel
quale poteva scappare dai suoi rumorosi figli, dalla dolce mogliettina e
da tutti i casini che avevano per casa per concentrarsi sul suo lavoro.
Dopo aver lasciato lo studio dell'hokage non era tornato al campo di
allenamento, non aveva più nessuna voglia di faticare sotto
il
sole per cercare di padroneggiare alcuni jutsu che aveva trovato su un
antico manuale di Kakashi;
così si era rintanato là, nello studio che
inaspettatamente era il logo più fresco della casa, aveva
alleggerito la cintura lasciando kunai e katana sul tavolo, tolto il
giubbotto e
sfasciato la coscia destra, poi si era placidamente svaccato sulla
poltrona dietro alla scrivania.
Il dobe di merda voleva fregarlo di nuovo, però Sasuke
questa
volta non aveva nessuna voglia di piegarsi: fare il sensei...lui!!!?
Cosa
aveva da insegnare a dei ragazzini: il rispetto, l'onestà,
il
lavoro di squadra, i valori di uno shinobi! Puttanate, lui stesso non
era ancora certo di aver appreso certe nozioni, come poteva andare a
spiegare loro che alcuni sentimenti come l'odio il rancore.. la
vendetta erano da sotterrare, con che faccia gliel'avrebbe detto?
-fermati Hito...quello è mio! ridammelo!!!-
Dal corridoio arrivarono degli urli e il rumore dello scalpiccio
scoordinato della corsa di Kei e Hito, ma
scemarono subito verso il giardino. Sasuke scrollò
leggermente
il capo, probabilmente Hitoshi aveva di nuovo rubato qualche giocattolo
a Kei, gli bastavano quelli di ragazzini da sopportare. Creavano
già abbastanza grane quei tre: Seito aveva da poco sfoderato
il
suo sharingan e aveva cominciato ad allenarlo di persona sebbene
già frequentasse l'accademia e fosse il migliore del suo
corso,
passava due pomeriggi a settimana con suo padre in uno dei campi
dell'accademia, Hitoshi era un monello esuberante e pieno di energia
che faceva impazzire Sakura, mentre il più piccolo Keisuke
preoccupava parecchio Sasuke. Era silenzioso con sconsolanti problemi
di
equilibrio e coordinazione, non faceva che tornare a casa con le
ginocchia sbucciate o qualche livido sul sedere, i suoi fratelli non
erano stati un problema da quel punto di vista, si erano distinti
subito tra i loro coetanei
per le spiccate doti ninja, ma lui, la pulce della famiglia, era quello
che faceva dannare maggiormente il padre.
-posso?- uno spiraglio si era aperto nella porta e una buffa ciocca di
capelli rosa ciondolava nel mezzo accanto al viso sorridente di Sakura.
Non si era accorto Sasuke del suo arrivo e questo lo turbò
alquanto, doveva essere davvero sovrappensiero per non accorgersene
perchè normalmente riconosceva la cadenza del suo passo sul
legno del pavimento già dall'entrata. Gli bastò
alzare gli
occhi dal tavolo per farle capire che forse lei era l'unica persona
gradita in quella stanza oltre a se stesso. Entrò e richiuse
a
chiave la porta dietro di se, ciò che sarebbe accaduto di
lì a poco era privato, qualunque cosa fosse.
-ero a fare la spesa e ho incontrato Hinata...- lasciò la
frase
in sospeso, ora entrambi sapevano che l'altro aveva capito tutto.
Ma
ciò non migliorò l'umore di Sasuke.
L'aveva letto nel suo sguardo, lo conosceva fin troppo bene, sapeva
addirittura cosa lo bloccasse, si immaginava tutti i suoi cavilli
mentali: il fatto di essere stato un mukenin e aver tradito il
villaggio, inoltre riteneva di non essere un buon maestro
perchè non
aveva nulla da insegnare, invece lei lo aveva osservato attentamente
mentre allenava Seito in giardino. E somigliava a Kakashi.
Una presenza discreta che sapeva quando fermarli e quando spronarli;
spingeva Seito a ragionare e a raggiungere l'obiettivo con le sue forze
senza mettergli pressioni inutili. Poteva essere un bravo sensei... se
solo avesse accettato.
-Sas'ke, cosa pensi di fare?- domandò avvicinandosi alla sua
sedia mentre lui riabbassava lo sguardo, e si accomodò
accanto a
lui con sedere poggiato al bordo della scrivania.
Non rispondeva
perchè non aveva una risposta da darle.
Sakura sorrise e si lisciò le pieghe del vestito rosso e
bianco
prima di scivolare con le dita tra i capelli di suo marito, lo amava
ancora come a dodici anni , si malediceva per questo, però
certe
cose non si potevano cambiare.
-non sono adatto- dichiarò l'uomo sgusciando fuori dalla
presa
della moglie infastidito per poi evitarne lo sguardo fissando un quadro
appeso alla parete di fronte a sè.
-ah non è vero! sei uno dei jonin migliori del Paese! e ti
ho
visto insegnare il katon a Seito....- lo guardò sorridendo
come
una bambina che aveva beccato il vaso delle caramelle abbandonato sul
tavolo, lui evitò ancora di incontrare i suoi occhi
poggiando la
guancia sulle nocche della mano sorreggendosi col gomito sul bracciolo.
Rimasero un po' in silenzio concentrati ognuno a sostenere con lo
sguardo due pareti opposte, un gioco ridicolo di orgoglio che perdeva
sempre Sakura, fu lei a cedere infatti anche quella volta;
sbuffò un po' prima di lasciarsi andare e insinuarsi senza
chiedere il permesso per sedersi sulle gambe di Sasuke.
-so che non vuoi nessuna interferenza, ma credo che dovresti farlo
davvero..hai tanto da insegnare a dei piccoli shinobi in erba! potresti
evitare che altri commettano i tuoi stessi errori...- la sua pausa era
studiata a dovere per lasciare che la frase colpisse un punto preciso
del suo cuore, poi
riprese sapientemente: -promettimi che ci
penserai Sas'ke-kun!-
tutto era sensuale in Sakura per lui, persino lo stupido nomignolo
pronunciato da lei, in quella maniera, diventava
una lingua provocante nell'orecchio. Tentennò un po' poi
cedette alla sua richiesta annuendo una sola volta con la testa che gli
pesava, per quanto gli era costato quel gesto arrendevole nei suoi
confronti:
tanto ci era abituato, in un modo o nell'altro Sakura vinceva
sempre...sempre!!
Per tre giorni Naruto aveva sperato nel miracolo, ma l'Uchiha non si
era fatto vivo. Credeva davvero di averlo convinto quando era uscito
dal suo ufficio, evidentemente si era sbagliato, e così
aveva
trovato un sostituto dell'ultimo momento; un jonin del clan Aburame che
gli aveva caldamente consigliato Shino.
Il giorno prima si era premurato di leggere la sua scheda ed in effetti
preparato lo era davvero, ma non conoscendolo personalmente era stato
costretto a dirottare su di lui uno dei gruppi meno problematici per
lasciare a Kiba il team che sarebbe dovuto essere di Sasuke.
La mattina del fatidico giorno si alzò presto Naruto,
indossò la sua bella tenuta arancione e la tunica bianca e
si
concesse di scorrazzare un po' per il villaggio, giusto per vedere come
procedevano le cose in giro. Andava molto orgoglioso del suo lavoro,
era un
hokage presente e attento ai bisogni di tutti i cittadini, si impegnava
perchè avessero il meglio in tutti gli ambiti.
Raggiunse l'Accademia in perfetto orario e sul cancello d'ingresso
trovò il maestro Iruka e Rock Lee che lo aspettavano a
braccia
conserte in silenzio.
-oh sei in orario! un miracolo...- scherzò Lee urlando con i
pugni ben piantati sui fianchi: -su muoviamoci che ogni minuto perso
è un minuto sottratto agli allenamenti!- e si
allontanò
tutto entusiasta correndo verso l'edificio principale.
Iruka e Naruto si guardarono un momento spaesati prima di ricordarsi
chi stavano guardano: Lee non era certo un brillante esempio di
normalità, così il più giovane si
concesse un alzata di spalle
indifferente.
-sei solo! quindi non l'hai convinto, eh Naruto!?!- constatò
Iruka sorridendo con un velo di delusione sul volto, aveva scommesso
con
Sai che sarebbe riuscito a convincerlo, aveva perso 50 ryo.
-eh! io ci ho sperato fino all'ultimo, ma era irremovibile il teme!!-
era avvilito e incassò la testa tra le spalle mentre
arricciava
il naso in direzione del suo vecchio sensei, da tempo non gli capitava
di fallire una missione e non si ricordava più quanto fosse
seccante.
-e vabbè! vorrà dire che ci accontenteremo del
sostituto..- Iruka scherzò cercando di metter un po' di buon
umore nel suo allievo prediletto, e con una pacca sulla spalla spinse
quello che ormai era
il consolidato capo del villaggio verso l'aula dove li attendevano i
giovani
diplomati.
Ventiquattro volti in trepidazione seguirono attentamente il suo
ingresso in religioso silenzio. Tutti conoscevano l'hokage, il suo
volto scolpito nella roccia li osservava dall'alto tutti i giorni e la
sua figura carismatica era famosa in tutto il villaggio, ma in quel
momento i giovani allievi non riuscivano a concentrarsi su di lui, il
rotolo che stringeva nella mano destra catalizzava tutte le loro
attenzioni: quel rotolo conteneva due, anzi tre, nomi che associati al
loro avrebbero formato un nuovo team, quello che per qualche anno
sarebbe stato la loro seconda famiglia, con cui avrebbero
condiviso legami importanti e alcuni dei momenti più intensi
delle loro giovani vite.
Ventiquattro paia di occhi che luccicavano al pensiero di
ciò
che li aspettava: missioni esaltanti, tecniche potentissime da imparare
e nuovi luoghi da esplorare e altri ninja famosi da incontrare.
Passarono alcuni minuti in cui Iruka Lee e Naruto sistemarono la
burocrazia, poi finalmente in settimo hokage del Villaggio della
Foglia,
prese la parola sorridendo davanti a tutte quelle piccole promesse per
il futuro.
Sapeva che almeno quattro tra loro non avrebbero passato la prima prova
con il loro sensei, e che sicuramente una decina non sarebbero mai
diventati
jonin, però sul fondo in terza fila ce n'erano quattro o
cinque
che avevano qualcosa di interessante, un nonsoché nello
sguardo che aveva già visto molti anni prima.
-bene ragazzi, complimenti a tutti quelli che sono qui per aver
superato gli esami! Ricordo che ai miei tempi avevo faticato parecchio
per essere promosso eheheh!- ridacchiò guardando con la coda
dell'occhio Iruka-sensei che con le braccia incrociate rideva sotto i
baffi: -...quindi sarete sicuramente meritevoli! Ma non siete ancora
genin di Konoha, ricordatevi che dovrete passare il test a cui vi
sottoporranno i vostri sensei prima di poter indossare il coprifronte..-
Naruto fece una pausa molto teatrale scorrendo lo sguardo su tutti
loro, alcuni cercavano di apparire sereni altri invece si
mordicchiavano le unghie furiosamente strappando un risolino al
compagno più sbruffone, poi proseguì socchiudendo
gli occhi.
-Saprete sicuramente come funziona, vi divideremo in gruppi equilibrati
di tre e poi ci sposteremo in giardino dove vi affideremo ad un jonin,
tutto chiaro?- domanda chiaramente retorica, certo che sapevano come
funzionavano le cose, aspettavano quel momento da un anno intero, come
potevano non saperlo: -ora il maestro Iruka vi chiamerà
assegnandovi il numero del team, quando sentirete il vostro nome tenete
a mente il numero e uscite dall'aula.-
Dopo aver concluso il suo intervento Naruto si sedette accanto a Lee
lasciando a Iruka il compito di annunciare i team.
Li guardò scendere l'uno dopo l'altro, chi entusiasta e chi
meno, e uscire ancora ansiosi di scoprire chi li avrebbe guidati da
quel momento in poi, fuori li attendevano otto tra i migliori jonin del
villaggio tra cui addirittura alcuni amici di vecchia data dell'hokage.
Quando l'aula fu definitivamente svuotata Iruka si rivolse a Naruto che
assorto nei suoi pensieri guardava fuori dalla finestra un platano
vecchio molto più di loro: -allora? hai deciso di affidare
il
team 4 a Kiba, sei sicuro della tua scelta?-
-no affatto, la mia scelta era un'altra, ma quell'idiota del teme mi ha
scombinato tutti i piani...- rispose prontamente come se si fosse
aspettato quella domanda da un momento all'altro sin dal suo arrivo, e
sospirando si alzò piantando le mani sulla scrivania del suo
maestro di accademia: -...quindi andiamo e speriamo che quello scemo
dell'Inuzuka sappia quel che fa!-
Nel giardino dell'accademia, a pochi passi dall'albero che Naruto stava
guardando, cinque uomini e tre donne attendevano all'ombra l'arrivo dei
loro nuovi allievi, chiacchieravano del più e del meno,
tutti
tranne i due Aburame che osservavano il resto del gruppo appoggiati
all'albero con la schiena.
Kiba Inuzuka in mezzo alle uniche tre donne del gruppo rideva e
scherzava mentre raccontava le sue avventure durante l'ultima missione
che aveva svolto con un gruppo di giovani genin.
Iruka e i ragazzi non avrebbero tardato molto ad arrivare e finalmente
quell'attesa sarebbe finita anche per loro, poi qualcosa
turbò
la loro quiete.
-puoi andare a casa Tomochi- Shino aveva aperto bocca in quel momento
per la prima volta da quando era arrivato e Kiba, suo compagno dalla
notte dei tempi non si era lasciato scappare l'ordine che aveva dato al
jonin del suo stesso clan fermo in piedi accanto a lui.
-che succede Shino? perchè deve andare?- l'atmosfera si tese
improvvisamente, tutti gli altri tacquero concentrati su ciò
che
stava accadendo tra quei due.
Tomochi senza dare ne chiedere spiegazioni chinò la testa
verso
il suo superiore e con un "hai" sommesso scomparve in un battito di
ciglia, lasciando al lontano cugino l'onere di chiarire al resto del
gruppo l'accaduto.
Shino si sistemò gli immancabili occhiali da sole e
ricacciò immediatamente le mani nelle tasche, infine si
premurò di rispondere a Kiba che stava già
richiamando
Akamaru appisolato all'ombra sotto un altro albero.
-colui che doveva sostituire è appena arrivato-
spiegò
l'Aburame atono rilassandosi di nuovo con la schiena contro l'albero.
Solo due persone del gruppo compresero a pieno le sue parole, le uniche
che si accigliarono e presero a guardarsi intorno incuriositi, infatti
solo
Kiba e Choji oltre Shino sapevano che il giovane Tomochi era stato
chiamato a sostituire Sasuke Uchiha.
In quel momento la porta rossa si aprì annunciando
l'arrivo della classe di diplomati seguiti dal loro sensei e
dall'hokage e catalizzando l'attenzione del gruppo. Tutti i jonin
drizzarono la schiena e ripresero un certo
contegno alla presenza dell'hokage, chi era seduto a terra si
alzò pulendosi la divisa dalla polvere, chi stava
sull'altalena
raggiunse il gruppo e chi aveva abbracciato ad una kunoichi bruna con
gli
occhi azzurri si scollò dalla ragazza per salutare
rispettosamente il capo degli shinobi.
Solo uno non mosse un muscolo: Sasuke Uchiha era appena sbucato dal
nulla, stava
appoggiato al muro di recinzione con le braccia incrociate, un piede
accavallato con l'altro e lo sguardo basso e, ignorando le
più
elementari regole della gerarchia militare, rimase immobile nella sua
postazione lontano dal gruppo principale senza degnare di alcun
rispetto l'hokage.
-Iruka-sensei ma sono solo sette?- domandò una ragazzina con
i
capelli rossi legati in due trecce ordinate ai lati della testa.
Naruto li guardò uno per uno, poi incontrò Shino
ancora
appoggiato con la schiena al tronco che con un cenno del capo gli
indicò la postazione di Sasuke, e infine lo vide e
ridendo rispose piano alla ragazzina prima che potesse farlo Iruka:
-no, sono otto, ci sono tutti!-
-...e infine il gruppo 4 sarà affidato a lui!-
esclamò
Naruto davanti agli unici tre ragazzi rimasti nello spiazzo indicando
loro l'uomo moro in piedi contro al muro pochi metri dietro
di
lui.
Li vide assottigliare gli occhi per vedere bene il loro nuovo
maestro e per cogliere ogni minimo particolare nonostante la
distanza, il primo
alzò un sopracciglio alquanto preoccupato, il secondo
incrociò le braccia al petto e storse il naso per niente
entusiasta, non gli
sembrava un granchè come shinobi, non lo riconosceva
nemmeno,
mentre l'ultimo, l'unica femmina del gruppo, inclinò la
testa da
un lato grattandosi una guancia che l'aria un po' più
incuriosita degli altri due.
Naruto rise sotto i baffi seguendo i loro sguardi, Sasuke era immobile
sotto il sole
-poteva sembrare fatto di marmo visto da quella distanza- con la divisa
in perfetto ordine, la katana, arma che probabilmente non avevano mai
visto, infilata in cintura e le braccia serrate
come fossero scolpite contro il petto: -non preoccupatevi, sembra
stronzo solo
la metà di quello che è in realtà!- si
era
abbassato un po' e aveva mormorato per non farsi sentire dal'amico.
I tre non reagirono molto bene alla sua battuta, la ragazzina
sbiancò improvvisamente mentre il primo cominciò
a
balbettare domande incomprensibili.
-ora vi lasciamo, credo che andrò da Teuchi a farmi un bel
ramen! tu sensei che fai, ti unisci a me?- Naruto davanti a quelle
espressioni non poteva che sghignazzare e scappare a lunghi balzi
lasciando al teme
una bella patata bollente.
-molto volentieri!!- si unì Iruka lanciando occhiate
incoraggianti ai tre malcapitati, sparendo poi dietro all'hokage verso
un lauto banchetto.
-divertiti teme!- urlò Naruto dalla strada, pochi secondi
dopo aver lasciato il cortile dell'Accademia.
In quel momento i ragazzini che stavano fissando quell'uomo misterioso
e lo
videro imprecare una bestemmia irripetibile contro l'hokage sottovoce
prima di scollarsi finalmente dal
muro per raggiungerli.
Notarono subito la camminata silenziosa e la
grazia con cui si muoveva nonostante l'altezza e la corporatura
muscolosa, portava una katana sul fianco sinistro e il coprifronte
nascosto tra i capelli neri ribelli, l'unica ragazza non
potè
fare a meno di pensare che fosse davvero un gran bell'uomo e si
stupì molto di non riuscire ad associare un nome a quel
volto
pallido ed elegante.
-seguitemi- disse a bassa voce passando tra loro tre, ma quel tono li
fece rabbrividire, non sembrava affatto simpatico come Kiba-san o
l'hokage, faceva davvero paura il loro sensei per questo gli corsero
dietro appena scomparì oltre la porta dell'accademia.
Salirono le scale di corsa per stare al suo passo e quando sbucarono
sul tetto della loro scuola non si stupirono affatto di trovarlo
già appoggiato alla ringhiera del terrazzo così
si
affrettarono a raggiungerlo, ignari che lui prima di loro si era seduto
su quegli stessi gradini per presentarsi al suo sensei.
-io mi chiamo Sasuke Uchiha e come ha detto il baka, sarò il
vostro sensei, se supererete l'esame...- in quel momento per la prima
volta alzò gli occhi su di loro scoprendoli
più
grandi di quanto si fosse aspettato.
La ragazza aveva i capelli castani e gli occhi verde scuro che gli
ricordavano purtroppo quelli di sua moglie, non sorrideva come lei
però, aveva una strana smorfia un po' intimorita, ma allo
stesso
tempo molto curiosa dipinta sul volto magro. Uno dei due ragazzi invece
aveva i capelli rossi quasi quanto quelli del kazekage e gli occhi
scuri molto intelligenti, ma la cosa che colpì Sasuke era
l'aria
smarrita con cui guardava i compagni, sembrava capitato lì
per
caso e non aveva assolutamente la postura da shinobi, tutto curvo e
rannicchiato su se stesso. Il terzo era uno Hyuuga, i lineamenti erano
inequivocabili e anche il modo altezzoso col quale si era seduto a
qualche metro dagli altri due la diceva lunga sulle sue origini,
probabilmente apparteneva alla casata principale ed era figlio di
qualcuno di influente. Non sembravano i migliori del corso come li
aveva descritti Naruto.
Con un cenno svogliato della mano li invitò a presentarsi
come
aveva fatto lui e attese che uno dei tre si decidesse ad
alzarsi,
la più coraggiosa fu la ragazzina.
-mi chiamo Ran Saitou, ho ottenuto il terzo miglior punteggio
all'esame e voglio entrare nella squadra Ambu!- quella ragazzina gli
ricordava Karin, una so-tutto-io rompipalle che non faceva altro che
infastidire il resto del gruppo.
Cominciava già a stargli sulle palle.
-io sono..ehm..Koichiro, però può chiamarmi
Chiro, mi
chiamano tutti così...e poi non so...non ho niente da dire!-
quello era decisamente il più timido dei tre, e non sembrava
nemmeno molto sveglio nonostante lo sguardo attento che aveva
intravisto.
L'ultimo evitò di alzarsi come invece avevano fatto gli
altri
due, alzò lo sguardo fiero fissando direttamente il suo
sensei
negli occhi, cosa che gli altri non avevano osato: -io sono Heiji e
sono arrivato secondo in graduatoria e sono il futuro capoclan degli
Hyuuga!-
Il ragazzo era alquanto ambizioso e fin troppo sicuro di se per Sasuke,
non vedeva l'ora di fargli perdere la sua aria superiore con un bel
katon sul suo bel faccino, però suo malgrado doveva
ammettere se
sembrava piuttosto preparato.
-lei è quel
Sasuke
Uchiha?- domandò Heiji rompendo il momento di silenzio
statico
che si era formato, Sasuke lo squadrò da capo a piedi
attentamente, poi si convinse a rispondergli accennando un ghigno
supponente: -non credo ce ne siano altri..-
Ran si accese come una lampadina ed non riuscì a trattenere
la
sua esclamazione assolutamente fuori luogo: -il mukenin!?!?!?!-
Gli altri due la fulminarono con lo sguardo immediatamente, ma prima
che l'Uchiha potesse risponderle a tono e cacciarla giù dal
terrazzo il piccoletto con i capelli rossi intervenne indicando la
fronte del sensei con un sopracciglio alzato: -non credo sia un
mukenin, ha il coprifronte e poi conosce l'hokage! se fosse un mukenin
lo avrebbero già arrestato no?-
Il primo pensiero di Sasuke fu che doveva rivalutare il piccoletto, era
davvero sveglio e incredibilmente aveva parlato senza balbettare
nemmeno una volta, dopodichè si dedicò a
fulminare la
ragazzina con il suo sguardo più truce, la quale si ritrasse
incastonando la testa tra le spalle.
-ciò che sono o che ero non sono affari vostri! A voi deve
importare solo che io sia la persona contro la quale vi scontrerete
domattina!- e detto questo si alzò dalla ringhiera
sciogliendo
la morsa delle sue braccia: -ci vediamo domani al campo numero 3,
puntuali! alle 8!-
E saltò giù dal palazzo come se nulla fosse,
lasciando i
suoi allievi a bocca aperta che corsero alla ringhiera per controllare
che non si fosse spiaccicato sulla strada. Ci misero qualche manciata
di secondi per riprendersi, non
credevano che si potesse sopravvivere ad un salto del genere, invece
lui si stava allontanando rapidissimo tra i vicoli di Konoha.
Li aveva decisamente impressionati, ma la questione del mukenin non era
piaciuta per niente a Ran che era decisa a vederci più
chiaro:
-non voglio essere allenata da un traditore!- inveì
scattando
indietro rivolta a Chiro. Ma fu Heiji a risponderle stupito.
-davvero non sapete chi sia Sasuke Uchiha?- passava con lo sguardo da
lei a lui dubbioso e molto stupito allo stesso tempo.
Ran lo guardò in tralice offesa, lei sapeva tutto di tutti
normalmente, e
le infastidiva parecchio scoprire di avere delle lacune, l'altro invece
si
grattò un po' la sommità del capo per poi
intervenire mormorando un
po' titubante: -è il padre di Seito e Hitoshi Uchiha, e
dicono che sia
fratello dell'hokage ma non so se è vero...-
-ma è un mukenin o no!?!?- lo interruppe la giovane kunoichi
impaziente.
-in...in effetti si, è stato lontano dal villaggio per
alcuni
anni poi è tornato, non so
perchè..però
è stato lui a sconfiggere Madara Uchiha con Naruto-sama e
credo che sia uno dei sannin!- continuò il rosso
un po'
titubante, voleva difenderlo perchè a lui il sensei era
piaciuto subito
e nonostante mettesse un po' paura e sembrasse piuttosto incazzato col
mondo.
-...un sa-sa-sannin!?!?- balbettò Ran con gli occhi fuori
dalle
orbite, poi dopo aver visto Heiji e Chiro annuire esplose saltellando
per il terrazzo: -ma allora è un figo!! è il
tipico bello
e dannato...o-mamma-o-mamma-o-mamma devo dirlo a...mia mamma, ad
Ayane-chan
e...a tutti!!!!-
I due ragazzi la guardavano impauriti, non sembrava del tutto sana di
mente in quel momento e incuteva anche abbastanza timore.
Quando rientrò in casa Sasuke trovò Kei che
giocava con le
costruzioni in salotto da solo e nessun altro rumore in tutta la casa.
-Kei!- esclamò severo ad alta voce per avere la sua
attenzione perchè
sembrava che non lo avesse sentito entrare.
Il piccolino infatti si
voltò spaesato cercando il proprietario della voce che
conosceva bene, e quando
incontrò la figura del padre gli regalò un bel
sorriso
sdentato salutandolo con un mattoncino giallo in mano: -ciao papi!!-
-dov'è la mamma?- chiese il padre avvicinandosi per vedere
cosa
suo figlio stesse producendo, sembrava una costruzione rossa di
forma tondeggiante: era chiaramente una riproduzione abbozzata del
palazzo
dell'hokage.
-non lo so! prima cercava un libro con delle fotomagie..-
borbottò Kei tornando a concentrarsi sulla sua complicata
opera
di architettura.
Sasuke inarcò un sopracciglio inclinando un lato della bocca
mentre suo figlio cercava di incastrare un mattoncino grande dentro ad
un più piccolo con pessimi risultati: -si dice fotografie,
pidocchio! fotografie...-
lo corresse anche se sapeva in realtà quanto fosse
perfettamente inutile e si allontanò per cercare Sakura.
Non aveva voglia di strillare per trovarla, così fece
un'ispezione
rapida al piano terra ma non trovandola si convinse a salire al piano
di sopra dove in effetti teneva i suoi libri di medicina in un armadio
del corridoio.
Però non era nemmeno nel corridoio, ne nelle stanze dei
ragazzi o nel
bagno; rimaneva solo camera loro anche se l'ipotesi di trovarci qualche
volume di medicina era abbastanza remota.
Lentamente raggiunse la fine del corridoio dove si trovava la loro
camera da letto, la porta era spalancata e dall'interno provenivano dei
rumori insoliti, come se qualcuno stesse trascinando qualcosa.
Allungò il passo fino a raggiungere la soglia della stanza e
lì la vide: il loro armadio era completamente spalancato,
alcune
scatole posate sul letto e Sakura era in punta di piedi come una
bambina mentre cercava di raggiungere una scatola blu posta sulla
mensola
più alta. Indossava un vestito lilla che le aveva regalato
Ino
mesi prima e che secondo Sasuke non rendeva affatto giustizia al suo
lato b.
L'impresa si prospettava impossibile senza una
sedia; se ne accorse anche lei perciò rinunciò
sbuffando e imprecando
contro l'armadio troppo alto con le mani ben piantate sui fianchi.
-che stai facendo?- chiese Sasuke ad alta voce cogliendola di sorpresa.
Sakura su voltò di scatto trovandolo appoggiato alla cornice
della porta con il solito ghignetto arrogante e malizioso che l'aveva
fatta tanto sospirare, lo seguì con lo sguardo attraversare
la stanza finchè non
la raggiunse davanti all'armadio.
-oh per fortuna sei qui Sas'ke!- si stava pettinando i
capelli con le dita di una mano e gli sorrideva speranzosa: -prendimi
giù quella scatola per favore..io non ci arrivo...-
mormorò sbattendo le ciglia più volte con lo
sguardo
più angelico del suo repertorio, per chiedere un favore a
Sasuke
doveva sfoderare sempre la sua vena seduttiva o quella angelica a
seconda dell'istinto.
Lui inarcò le sopracciglia mentre sua moglie gli indicava la
scatola per poi guardarla di sbieco.
-eddai! per favore...-
sussurrò sempre più vicina al suo petto e
triplicando i
battiti di ciglia. Decise di accontentarla un po' perchè era
troppo stanco per discutere, un po' perchè la presenza Kei
al
piano di sotto non gli permetteva di sfruttare a suo favore i tentativi
di seduzione di Sakura; a lui bastò allungare una mano per
afferrare l'obiettivo con facilità e depositarlo poi nelle
mani
di Sakura che ora lo guardava tutta gongolante, prima di lasciarsi
cadere mollemente sul letto.
Quella scatola non era finita lassù per caso, e Sasuke
sapeva
bene cosa contenesse, per questo seguì incuriosito la figura
di
sua moglie mentre trotterellava allegra per la stanza con la scatola in
una mano e un grosso volume con la copertina blu nell'altra.
-che te ne fai di quella roba?- chiese mentre lei si lanciava sul letto
dall'altro lato in modo d'avere la testa vicino alle gambe di lui.
Sakura ridacchiò notando la leggera nota di paura nella sua
voce: -tranquillo..non le farò vedere a nessuno! volevo
metterle
in ordine e farci un album!?!-
Perplesso e contrariato Sasuke continuò ad osservarla senza
muovere un muscolo, lui non vedeva l'utilità del progetto,
ma se
non intaccava lui o il suo tempo libero la cosa non lo disturbava
granché! Quella scatola non veniva aperta quasi mai per un
motivo più che legittimo secondo il capoclan degli Uchiha:
conteneva tutte le foto che possedevano, da quell'unica che colorava il
salotto del vecchio appartamento di Sasuke e quelle della nascita dei
loro figli e della famiglia. Raramente lui appariva in quelle foto e
Sakura conservava gelosamente le poche che li ritraevano
assieme, per questo voleva raccoglierle in un album, non
poteva
assolutamente permettersi che si rovinassero perchè
trascinare
Sasuke davanti ad una macchina fotografica era missione molto, molto
superiore al livello S.
-ahaha, guarda questa!- ne pescò una dal gruppo voltandola
per
mostrarla al marito seduto accanto a lei, strappando un sorrisetto
persino all'algido principe del terrore di Villa Uchiha.
Risaliva a uno, forse due anni prima: Seito e Hitoshi erano ancora
molto piccoli e sedevano in giardino armati di paletta e secchiello con
Sasuke che li sorvegliava a vista mentre rovinavano il suo bel campo da
allenamento. Li guardava storto chinato sulle ginocchia, mentre loro
due ridevano allegri tutti sporchi di terra in faccia e sui vestiti,
era riuscita ad immortalarli a tradimento tutti e tre insieme e andava
molto fiera di quell'impresa.
-allora! su raccontami...come sono i tuoi genin?- si ricordò
improvvisamente del motivo per cui quella mattina Sasuke si era
infilato la divisa blu, aveva preso tutti i kunai e la katana ed era
sparito senza fare colazione lasciandole solo un bacio sui
capelli frettoloso mentre lei ancora dormiva.
Ci vollero alcuni secondi perchè l'uomo scostasse a forza lo
sguardo da una fotografia di Sakura abbastanza recente dove faceva la
linguaccia come una ragazzina, con il camice gli stivali e la gonna
corta, ma poi rispose ribaltando la testa all'indietro senza pensare
troppo a ciò che stava dicendo: -bah...la ragazzina
è
insopportabile, uno sembra tonto ma credo alla fine sia il migliore dei
tre e l'altro è uno Hyuuga molto arrogante!-
Non impiegò che due secondi per realizzare ciò
che era
successo alle sue spalle: Naruto gli aveva affidato il gruppo perfetto
per lui aveva detto Kiba mentre smistavano gli altri team, e sul
momento non ci aveva nemmeno pensato, ma ora lo malediva in tutte le
lingue del mondo augurandogli la caghetta perenne e di vomitare tutto
il ramen che aveva trangugiato nella sua inutile vita.
Si diede del cretino, dello scemo rincoglionito e del fesso mentalmente
una decina di volte mentre Sakura rideva senza ritegno, e poi
pensò a quello stronzo di Naruto che era
certo avesse fatto
tutto con la sua collaborazione, perchè quel gruppo era il team 7!!
E lei rideva, con la fronte poggiata sul materasso e le foto sparse
sotto di lei, facendosi beffe del suo orgoglio e di tutto
ciò
che aveva imparato di lui dopo nove anni di matrimonio, però
non
riusciva a trattenersi perchè la descrizione era proprio
quella
giusta.
E lui ci era cascato in pieno.
-...e non ti sembra vagamente familiare!!-
Quei due l'avevano fregato di nuovo, ma prima o poi si sarebbe
vendicato...
O no?
Spazio Autrice:
[Rullo di tamburi....]
eeeeee....
ho aggiornato in perfetto orario!!!
gioite, gioite gente!!
Sono o non sono la vostra autrice preferita!?!?!
*piange perchè nessuno ha risposto:
siiiiiiiiiiiiiiiiiii*
EHEHEH qui mi sono divertita un mondo:
1- ho sperimentato la scrittura in terza persona con un bel narratore
onnisciente..che piace sempre a tutti
2- ho fottuto Sasuke alla grande
3- grande rivincita della coppia d'oro Naruto e Sakura che tramano alle
spalle dell'"amico"
4- adoOoro Chiro, non è cucciolosissimo e poi pure
intelligente!?!?!
Lo scopo era creare un team 7 che non fosse il tem 7...
...no, non sono pazza...
Mi spiego: se si guardano le singole descrizioni, non somigliano ai tre
protagonisti,
però la descrizione di Sasuke calza a pennello ugualmente no?
ecco, l'idea era quella di fregarlo ma metterlo nella condizione di
rendersene conto da solo!!
lo so...è un po' contorto come ragionamento
ma nella mia testa filava!!!
Bene, ora è giunto il momento di sgridarvi:
solo due recensioni!?!?!?!
perchè...perchè..peeerchè mi fate
questo...
io ci soffro..
please, vogliatemi bene...(si dice!?!)
Investite un
minuto del vostro tempo per una recensione alla piccola Cicci
siamo pure in
vacanza...
Ringraziamenti:
Kry 333:
alla fine
come al solito ho cambiato i miei programmi, ma ho avuto una
folgorazione mentre ero dal parrucchiere e non ho potuto non scrivere
un bel capitoletto su Sasuke-sensei...in realtà io ce lo
vedo
proprio a insegnare ai piccoli genin!
E' uno dai cui possono imparare un bel po di cose...spero di vederlo
così anche nel manga in un prossimo futuro:
chissà..
Grazie per il commento costruttivo all'ultima shot e per favore se
esagero avvertimi perchè spesso io parto con i miei viaggi
mentali fotografici e perdo di vista ciò che stavo dicendo!!
adoro chi mi corregge in maniera costruttiva! grazie davvero
fede8701:
Eeeh brava:
lento ma inesorabile sono gli aggettivi giusti! anche perchè
non
credo che il caro Uchiha avrebbe mai accettato un'invasione in piena
regola stile "discesa dei longobardi in Italia"!!! non credi anche tu?
Grazie mille per aver investito un po' del tuo tempo per recensire, lo
apprezzo molto!
Spazio SUPER spoiler:
ahahahahaha
sono o no la dea della preveggenza!?!?!
l'avevo detto che quell'omuncolo aveva lo sharingan!!!
Comunque lo odio ancora di più perchè
è un bastardo approfittatore che deve solo MORIRE
Danzo al patibolo!!!!
Continuo a chiedermi dove sia finita Hinata, ma per ora la cosa che mi
preme è il summit dei Kage, credo proprio che ne vedremo
delle
belle..
spero tanto che Naruto e Sasuke si incontrino là
anche perchè ormai saranno sei o sette capitoli che si
girano attorno e non si beccano mai!?!!
Che carino Sai...
Che carini Kakashi e Yamato...
Che carino il tipo della nuvola di cui mi sfugge il nome ma che ha gli
occhi a mandorla nonostante sia nero (?!? perplessità)
Vabbò attenderemo venerdì per sapere!
Ciao a tutti.
Ringrazio i lettori calorosamente
e
Buone vacanze a chi le farà!
Vale.
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