Gran ballo di Samhain al Castello Oscuro di Stria93 (/viewuser.php?uid=319287)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 31/10 - Samhain ***
Capitolo 3: *** Il Ballo ***
Capitolo 4: *** Alba ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
prologo
PROLOGO
Ottobre era ormai giunto al Castello
Oscuro, con il suo bagaglio di sfumature dorate, foschia, ombre
spettrali e portando con sé anche i primi freddi che preannunciavano
un inverno aspro e inclemente.
Belle rabbrividì quando un'improvvisa
raffica di vento proveniente da nord la investì in pieno, mettendosi
a giocare maliziosamente con l'orlo della sua gonna celeste.
Quel vestito era decisamente troppo
leggero per quel periodo dell'anno. Avrebbe certamente finito col
prendersi un raffreddore.
Qualche giorno prima aveva tentato di
affrontare l'argomento con Rumpelstiltskin e di indurlo a creare per
lei un abito che fosse almeno in grado di proteggerla dalla rigidità
della stagione autunnale in quell'eremo sperduto tra le montagne.
- Potete usare la magia. Cosa vi costa?
-
Il folletto aveva fatto finta di
pensarci su. - Sai, dearie, hai proprio ragione! Eccoti accontentata.
- ma quando aveva sfoderato il suo sorrisetto maligno e aveva
schioccato le dita, la ragazza si era ritrovata avvolta in un grezzo
e consunto mantello con cappuccio, tutto rattoppato e che non avrebbe
potuto molto contro il freddo, semmai le avrebbe provocato un gran
prurito a contatto con la sua pelle di porcellana, dopotutto era pur
sempre una principessa ed era stata abituata a indossare, fin da
piccola, solo i tessuti più morbidi e pregiati.
Aveva fatto per protestare, ma il
Signore Oscuro aveva usato la magia per spedirla nel cortile del
castello a spazzare le foglie cadute prima che potesse proferire
anche una sola parola di biasimo.
Belle si era così ritrovata a inveire
contro il suo padrone assente e a prendersela con quel tappeto d'oro
e rubino a colpi di rastrello.
Era un lavoro piuttosto faticoso. La
giovane doveva radunare le foglie in piccoli mucchietti e gettarle in
un secchio sgangherato che aveva visto giorni migliori. Il rastrello
era pesante da sollevare e decisamente poco maneggevole per il suo
fisico minuto, inoltre il vento sembrava divertirsi un mondo a sue
spese, soffiando e disperdendo ovunque i cumuli di foglie che la
ragazza cercava disperatamente di riunire.
- Quel folletto ghignante, figlio di un
troll! Ah, ma un giorno me la pagherà! Gli farò passare la voglia
di prendermi in giro! Oh, sì! Gli farò vedere io di che cosa è
capace una donna che legge! -
- E che cosa avresti intenzione di
farmi, dearie? Di lanciarmi addosso i tuoi amati amici di carta? O di
leggere ad alta voce fino ad annoiarmi a morte? Sto già tremando di
paura. -
Belle, convinta di essere sola,
sobbalzò al suono della vocetta stridula del suo padrone, che si era
materializzato alle sue spalle e ora se ne stava comodamente
appollaiato su un masso, ridacchiando. - Smettetela! -
Lui finse un'aria innocente. - Di fare
cosa? -
- Di apparire così all'improvviso.
Scommetto che lo fate solo per farmi prendere un colpo. -
- In realtà lo faccio perché è molto
più comodo e veloce che camminare, ma ammetto che non mi dispiace
spaventarti un po'. È un gradevole effetto collaterale. -
Belle strinse le dita attorno al manico
di legno del rastrello fino a farsi sbiancare le nocche. Quanto
avrebbe voluto tirarlo in testa a quell'essere e cancellare quel
sogghigno beffardo dalla sua faccia verdognola. Invece fece un
profondo respiro per controllarsi e si limitò a porre una domanda.
- Perché siete qui? Avete qualche
altro compito da affidarmi? -
Rumpelstiltskin scese dal suo trespolo di roccia
con un saltello agile e aggraziato, portandosi di fronte a lei. -
Be', sì. Suppongo che si possa dire così, dearie. -
La ragazza sospirò. - Di che si
tratta? Devo lucidare di nuovo l'argenteria? -
Lui scoppiò in una risata. - Oh, no,
dearie. È qualcosa di molto più divertente. - Poi fece una pausa a
effetto, godendo della sensazione di tenere la ragazza sulle spine.
- Allora? Che cosa volete che faccia?
Me lo dite o no? - Belle non sopportava quando il Signore Oscuro
giocava con lei come un gatto col topo. Si sentiva impotente ma, allo
stesso tempo, non voleva assolutamente dargli soddisfazione.
Il folletto sollevò un dito con fare
solenne, e alla giovane ricordò vagamente il suo vecchio precettore
quando le spiegava noiosissime nozioni di matematica. - Be', è molto
semplice, dearie. Vedi, tra poco sarà il 31 ottobre. -
Di nuovo una lunga pausa, come se
quella sentenza spiegasse ogni cosa e rispondesse in modo più che
esaustivo al quesito postogli dalla sua domestica.
- E quindi? - La ragazza era sempre più
spazientita da quell'atteggiamento misterioso. Se doveva dirle
qualcosa, che lo facesse e basta, senza tirarla per le lunghe!
- E quindi, dearie, ho intenzione di
dare un ballo. -
La giovane dovette reggersi al
rastrello per impedirsi di cadere dalla sorpresa.
Un ballo? Aveva capito bene?
Quel folletto maligno voleva organizzare... un ballo?
- Ehm... potreste ripetere? -
Rumpelstiltskin agitò una mano con
impazienza. - Oh, suvvia! Un ballo! Hai presente? Una grande sala,
ospiti, musica, vestiti ampi e ridicoli... cose del genere. -
- So che cos'è un ballo. - ribatté
la giovane, piccata. - Quando ancora vivevo a palazzo, prima che voi
mi portaste via, mio padre dava i più sontuosi balli che Avonlea
avesse mai visto. Solo, non credevo che voi foste il tipo da
organizzare feste. -
Il folletto si strinse nelle spalle con
aria indifferente. - Primo: io non ti ho portata via, dearie. Sei tu
che hai deciso di seguirmi di tua spontanea volontà, ricordi?
Secondo: a volte devi fare dei sacrifici se vuoi mantenere intatto il
potere che hai sugli altri, e comunque non è propriamente una festa.
Diciamo che si tratta più di un'occasione per scambiare quattro
chiacchiere con... dei vecchi amici che, per motivi che non ti serve
sapere, possono essere presenti solo quella notte. -
Belle intuì, dal sogghigno enigmatico
che accompagnava quelle parole, che doveva esserci qualcosa sotto.
Molto più di quanto Rumpelstiltskin volesse darle a intendere.
- Ma non avete ancora risposto alla mia
domanda. Quale sarà il mio ruolo in questo... ballo? -
Le sembrava così strano usare quel
termine nel contesto desolato del Castello Oscuro, che di certo non
vedeva visitatori e tanto meno ricevimenti tra le sue mura da chissà
quanti secoli. - Dovrò servire cibo e bevande? -
Un luccichio divertito attraversò gli
occhi spiritati di lui. - Hai una così bassa opinione di te
stessa, dearie? No, non si tratterà di fare la cameriera, comunque
non sarà nulla di troppo difficile. Vedi, avrò bisogno di una
presenza femminile che si occupi di accogliere gli invitati, di fare
gli onori di casa insomma. Inoltre è buon costume che ad un evento
simile ci si presenti accompagnati da una dama, o sbaglio? -
Belle rimase, se possibile, ancora più
interdetta. - Dunque, vorreste che io sia la vostra dama? - Un tenue
rossore, che nulla aveva a che fare con le sferzate di vento freddo,
le colorò le gote d'alabastro, ma Rumpelstiltskin sembrò non farci
caso.
- Vedila come ti pare. Il punto è che
dovrai farmi fare bella figura con gli ospiti. È molto importante
che tutti si divertano e trascorrano una piacevole serata. Il ballo
avrà inizio a mezzanotte e terminerà all'alba. -
Senza aggiungere parola, il Signore
Oscuro scomparve in una nuvola di fumo color porpora e Belle si
ritrovò di nuovo sola con i suoi cumuli di foglie secche e una
miriade di domande sull'incarico che il folletto le aveva appena
affidato, decisamente più bizzarro di una qualsiasi mansione
domestica le fosse stata richiesta da quando viveva al castello.
Un ballo? Proprio qui? Che genere di
invitati potrebbe mai prendere parte a un ballo organizzato da
Rumpelstiltskin? Perché è così importante per lui? E perché deve
svolgersi proprio il 31 ottobre?
La ragazza fece un paio di conti:
mancava ancora una settimana esatta alla data fatidica, poi la sua
curiosità sarebbe stata soddisfatta.
Da Stria93: Bentrovati dearies!
Mamma mia! Sono secoli che non scrivo
più dei RumBelle, ma ottobre è sempre un mese magico per
l'ispirazione e dato che adoro scrivere fanfiction “halloweeniane”
eccomi di nuovo qui a cimentarmi con una nuova storia, ovviamente
ambientata in FTL... ai bei tempi. Mi sono ispirata, per questa
fanfic, a una saga e ad un libro che amo molto, anche se forse
risulterà più evidente nei prossimi capitoli.
Spero che questo brevissimo prologo vi
sia piaciuto.
Grazie infinite come sempre a chi
leggerà e a chi vorrà farmi conoscere il suo parere.
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 31/10 - Samhain ***
cap.2
31/10 - Samhain
La mattina del 31 ottobre Belle si
presentò, come di consueto, nella sala dell'arcolaio alle 8 in
punto, reggendo un vassoio con la colazione per Rumpelstiltskin.
Una fitta nebbia impediva al più
piccolo raggio di sole di raggiungere la terra e di filtrare
attraverso le finestre del Castello Oscuro, così la giovane fu
costretta ad accendere le candele nonostante fosse giorno fatto. I
profili spettrali degli alberi ormai spogli si distinguevano a
malapena nella bruma compatta, dando vita a figure agghiaccianti. Gli
spifferi d'aria gelida facevano tremolare le fiammelle in modo
sinistro. Il paesaggio fuori dalle mura della dimora di
Rumpelstiltskin sembrava avvolto da un incantesimo, come in attesa di
qualcosa che sarebbe avvenuto di lì a poco. Pareva che tutta la luce
si fosse rispettosamente ritirata dal mondo per cedere il passo
all'oscurità.
La giornata passò alla svelta e, dopo
cena, Rumpelstiltskin ordinò alla ragazza di seguirlo in una delle
stanze al piano di sopra.
- La tua cella nei sotterranei non è
esattamente il posto più adatto per prepararsi ad un ballo, non
trovi, dearie? E chissà... se stanotte farai bene la tua parte,
potrei anche decidere di ricompensarti donandoti la camera che sto
per mostrarti. -
Il Signore Oscuro la guidò lungo uno
stretto corridoio di pietra tenendo alta davanti a sé una luminosa
sfera di fuoco che aveva fatto apparire con la magia, ma che pareva
quasi incapace di scacciare le tenebre che serpeggiavano tutt'intorno
come infide belve. In effetti, Belle aveva l'impressione che, da
quella mattina, l'oscurità avesse preso gradualmente possesso di
quel luogo, che vi si fosse insinuata come fosse stata una cosa viva.
Rabbrividì e si strinse le braccia attorno alle spalle. Solo in quel
momento realizzò che anche la temperatura era scesa drasticamente e
rimase basita quando si accorse che il suo respiro si condensava
davanti a lei in piccole nuvolette di fumo.
Fuori dalle finestre la nebbia si era
in parte dissolta, ma al suo posto erano comparsi scuri nuvoloni
minacciosi che, di tanto in tanto, occultavano una sottile falce di
luna che, quella sera, appariva come un perfido ghigno argentato che
ammiccava malignamente nel cielo senza stelle, troppo debole e
lontana per gettare il suo riflesso sulla terra.
Il folletto si accorse del disagio
della domestica e sorrise compiaciuto. - Un'atmosfera perfetta per
questa notte. I miei ospiti trovano congeniale gli ambienti tenebrosi
e freddi. Non amano la luce del giorno o il calore del sole. -
Quelle parole non rassicurarono affatto
la giovane circa quale potesse essere l'identità degli invitati al
ballo. Che fossero dei demoni o degli spettri? Ad ogni modo, volente
o nolente, lo avrebbe scoperto tra poche ore.
Quando Rumpelstiltskin spalancò la
porta della stanza, Belle si ritrovò in un'ampia camera da letto a
pianta perfettamente circolare, sormontata da un soffitto a cupola
splendidamente affrescato con figure aggraziate e leggiadre che
ritraevano personificazioni degli astri e si stagliavano su un
magnifico sfondo blu di lapislazzuli. Una grande specchiera di legno
bianco finemente intarsiato ospitava profumi, esotiche essenze e
cosmetici di ogni tipo in preziose boccette di vetro colorate. C'era
anche una vasca da bagno in ceramica con i piedini in ottone e un
grande letto a baldacchino si ergeva maestoso contro la parete, con
le tende turchesi e leggere ricamante d'oro. Sulle coperte di
broccato era stato adagiato un magnifico abito da ballo di tulle nero
e rosso cupo, con la gonna ampia e il corpetto aderente.
- Questa stanza è stregata. - spiegò
il folletto. - Basta che tu faccia una richiesta ad alta voce e
questa verrà esaudita all'istante. Ora preparati e poi raggiungimi
nella sala dell'arcolaio alle 23.30. -
La ragazza annuì distrattamente,
ancora intenta ad ammirare la raffinata bellezza di quella camera
fiabesca.
Rimasta sola, si portò una mano al
mento con aria pensierosa. Dunque, da dove poteva iniziare? Lo
sguardo le cadde sulla vasca e la risposta non si fece attendere.
Rumpelstiltskin aveva detto che sarebbe
bastato formulare una richiesta ad alta voce. Un po' dubbiosa, la
ragazza scandì: - Desidero fare un bagno caldo. -
Detto, fatto. La vasca si riempì in un
attimo di acqua calda e profumata, ribollente di schiuma color
lavanda.
Piacevolmente sorpresa, Belle si
spogliò e vi si immerse con un sospiro di piacere.
Dopo il bagno, la giovane si avvicinò
al letto e prese il vestito tra le mani. Sembrava piuttosto
complicato da indossare. Di certo, da sola non ce l'avrebbe mai
fatta.
- Desidero prepararmi per il ballo di
stasera. -
Con sua grande sorpresa, il vestito
prese vita propria e, in totale autonomia, il corpetto si avvolse
intorno al busto sottile di Belle, i lacci si tirarono e si strinsero
da soli, il tulle scivolò leggero sulle sue gambe e un paio di
stivaletti neri con il tacco raggiunsero i suoi piedi nudi, in attesa
che lei li calzasse. Dopodiché sopraggiunsero i gioielli e i
cosmetici che, allo stesso modo, presero il loro posto addosso alla
giovane.
Nel giro di mezz'ora, Belle fu pronta
per il grande evento.
Quando osservò la sua immagine
riflessa nello specchio si trovò bella ed elegante, ma anche un po'
inquietante: i colori del vestito facevano risaltare il pallore del
suo incarnato, inoltre sembrava che il suo invisibile truccatore
avesse voluto evidenziare ancora di più il contrasto con la sua
pelle di luna truccandole gli occhi con colori molto scuri e
passandole sulle labbra un opaco rossetto color bordeaux.
Al collo portava un collarino di
velluto nero con un prezioso cammeo in resina che raffigurava una
rosa vermiglia su uno sfondo antracite racchiuso in un'elaborata
cornice ovale d'argento.
Finissimi, quasi impalpabili, guanti di
pizzo nero le avvolgevano le braccia fino al gomito. Un fermaglio di
onice e rubini ornava i suoi capelli che, chissà per quale motivo,
avevano perso i loro riflessi caldi e ramati e parevano quasi
corvini. E di rubino erano anche gli orecchini: due piccole gocce di
pietra rossa e scintillante che richiamavano sinistramente l'idea del
sangue.
Nel complesso, Belle pensò di avere un
aspetto gradevole ma un tantino lugubre.
Sicuramente era stato Rumpelstiltskin a
ordinare che fosse preparata secondo quello stile a tinte fosche.
Già, quei toni macabri e tetri erano proprio da lui. L'aveva
trasformata in una Signora Oscura a tutti gli effetti.
Erano solo le undici di sera quando
Belle si richiuse la porta della camera alle spalle, ma ormai era
pronta e tanto valeva scendere di sotto ad aspettare Rumpelstiltskin.
Nel frattempo una sottile pioggerella
aveva iniziato a cadere e a picchiettare sommessamente contro le
finestre; si udì anche un tuono in lontananza e l'ululato del vento
si unì a quello di qualche lupo di montagna solitario e vagabondo e
al richiamo di gufi e civette.
La ragazza doveva ammettere di sentirsi
emozionata per ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Era molto
tempo che non prendeva parte ad un ballo, e sperava che i lunghi mesi
trascorsi al Castello Oscuro come domestica non l'avessero troppo
arrugginita nella danza. Forse era il caso di esercitarsi un po'.
Si fermò a metà del corridoio e provò
qualche passo di valzer, constatando con soddisfazione che le sue
doti di ballerina non erano state affatto intaccate dalla prigionia.
Ma chi sarebbe stato il suo cavaliere? Possibile che Rumpelstiltskin
avesse davvero intenzione di ballare con lei?
Quel pensiero la fece avvampare. Le era
capitato spesso di danzare in coppia con Gaston ad Avonlea, ma era
come avere per partner un elefante libertino; le pestava i piedi di
continuo e non perdeva mai occasione per sbirciare nella sua
scollatura o lasciar scivolare le mani un po' troppo oltre la sua
schiena. Quei balli erano un vero incubo per lei. Ma una danza con il
Signore Oscuro... non riusciva proprio a figurarsi volteggiare tra le
braccia del folletto.
Stava per imboccare le scale che
l'avrebbero condotta al piano inferiore quando udì un borbottio
famigliare.
Si mise in ascolto e riuscì a cogliere
qualche imprecazione esasperata. Non c'era dubbio sul fatto che si
trattasse di Rumpelstiltskin che, evidentemente, non stava passando
un buon momento.
Incuriosita, Belle tese l'orecchio e
seguì la voce, fino a giungere ad una porta socchiusa.
Bastò una lieve pressione del dito per
farla scorrere sui cardini quel tanto che bastò per scorgere il
folletto in piedi davanti ad uno specchio alle prese con i ganci
argentati di una marsina che, a quanto pareva, stavano avendo la
meglio su di lui. Sul pavimento della stanza erano sparsi abiti
maschili in quantità, come se egli li avesse gettati via uno dopo
l'altro in preda alla frustrazione.
- Maledizione! Questi cosi infernali!
Perché diavolo devono essere tanto difficili da indossare?! -
La scena era troppo comica e a Belle
sfuggì una risatina, che però ebbe l'effetto di tradire la sua
clandestina presenza.
Rumpelstiltskin si voltò fulmineo
verso la porta, schioccò le dita e questa si spalancò con violenza,
rivelando la giovane colta in flagrante a spiare.
- Be', certo che per essere stata
tirata su come una principessa sei molto maleducata, dearie... -
Il Signore Oscuro stava per aggiungere
altro, ma le parole gli morirono in gola quando realizzò quanto la
sua domestica fosse meravigliosa. I servitori invisibili avevano
svolto un lavoro eccellente.
L'aspetto di Belle era incantevole e
sinistro, proprio come si era auspicato. Tuttavia, doveva ammettere a
se stesso che neanche nelle sue più rosee previsioni si era
immaginato un risultato simile.
La giovane aveva perso l'aria innocente
e ingenua che la caratterizzava nel suo vestitino azzurro. Aveva
acquistato un fascino decadente e malinconico che la rendeva molto
più adulta e meno ragazzina. La sua figura era ammantata di un'aura
di mistero e grazia, inoltre le trasparenze dei guanti di pizzo e la
scollatura dell'abito, profonda ma non al punto da apparire volgare,
le conferivano anche una certa sensualità. Una dama perfetta per la
notte di Samhain, in cui il velo tra il mondo dei vivi e quello dei
defunti si assottiglia tanto che gli uni non si distinguono più
dagli altri e finiscono per camminare sulla terra fianco a fianco.
- State litigando con quella marsina? -
Rumpelstiltskin si riscosse. - Come
dici? -
Belle gli si avvicinò lentamente con
un sorriso e la gonna di tulle del vestito emise un lieve fruscio.
La ragazza allungò le mani verso il
Signore Oscuro, ma questi si ritrasse istintivamente.
- Lasciatemi fare. Ci penso io. Ne sono
in grado, sapete? -
A quel punto, il folletto lasciò che
le piccole dita affusolate di lei armeggiassero con i ganci e i
galloni della giacca.
Il suo cuore prese a un tratto a
galoppare furiosamente come un destriero infernale. Belle gli era
così vicina che l'aria tutt'intorno era satura del suo profumo.
Rumpelstiltskin ebbe l'impressione di non riuscire più a respirare,
temeva quasi che quell'aroma finisse per soffocarlo.
Ancora due secondi e avrebbe finito per
stringere gli esili polsi della giovane tra le sue mani di mostro per
allontanarla bruscamente da sé, invece la sua domestica si fece
indietro per prima per osservare il risultato finale dell'opera.
- Fatto. Date un'occhiata. Che ve ne
pare? -
Il Signore Oscuro venne travolto da
un'insolita sensazione contraddittoria, a metà tra il sollievo e il
desiderio di riportare le mani di Belle su di sé.
Lentamente si voltò verso lo specchio.
La marsina gli stava benissimo e pensò di non essere mai stato così
elegante, anche se non aveva rinunciato ai soliti pantaloni di pelle
aderenti. Tuttavia colui gli restituiva lo sguardo non era un uomo e
tanto meno un principe, ma solo una bestia abbigliata a festa, in
più, dietro il suo riflesso, spiccava la figura splendida e perfetta
della ragazza.
Non poteva esserci un contrasto più
stridente. Faceva quasi male agli occhi.
Rumpelstiltskin scosse la testa per
scacciare quei pensieri scomodi e si diresse verso la porta della
stanza, facendo cenno a Belle di seguirlo.
- Forza, dearie. È quasi ora. -
Da Stria93: Pubblicare il
seguito di una storia a tema Halloween/Samhain il giorno dopo Yule e
a pochi giorni da Natale. Ottimo tempismo, Stria!
Che posso dire? I miei progetti di
terminare questa fanfic entro il 31 ottobre sono stati dissolti da
imprevisti, mancanza di tempo e quant'altro possa intromettersi
nell'attività di un autore.
A questo punto, per coerenza, dovrei
pubblicare il seguito a Pasqua, ma non ho intenzione di lasciar
passare così tanto tempo stavolta. :)
Mi scuso con tutti per l'attesa e
ringrazio di cuore chi, nonostante tutto, vorrà leggere questo
secondo capitolo e, magari, lasciarmi due righe per farmi sapere cosa
ne pensa. Ringrazio ovviamente anche chi è passato dal capitolo
precedente e, in particolare, Shimba97, RosePiaf,
jarmione, per avermi lasciato il loro prezioso parere.
Un ringraziamento speciale va infine a
S., grazie al quale mi è
tornata la voglia di riprendere in mano questa storia.
A presto, dearies,
e buonissime feste a tutti voi!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Il Ballo ***
ballo
Il Ballo
Belle e Rumpelstiltskin camminavano
affiancati lungo un corridoio che pareva non finire mai.
Il tremolante bagliore delle torce
affisse alle pareti proiettava ombre enormi e distorte al loro
passaggio, cosicché la giovane ebbe la sgradevole sensazione di
essere seguita da un nugolo di spettri.
Il percorso s'interrompeva bruscamente
di fronte ad un pesante portone a due battenti.
Il Signore Oscuro posò una mano sulla
superficie di legno massello, poi ci ripensò e si rivolse alla sua
domestica con sguardo severo.
- Devo farti un paio di raccomandazioni
prima che entriamo nel salone della festa. -
Belle annuì, anche se il tono
insolitamente serio del folletto non prometteva nulla di buono.
- Tra gli ospiti ci saranno i
personaggi più svariati. Alcuni, o meglio, molti di loro potrebbero
non piacerti ma non devi assolutamente assecondare le tue impressioni
o mostrare i tuoi sentimenti. Dovrai sorridere ed essere gentile con
tutti, nessuno escluso. Chiaro? -
- Chiaro. - rispose Belle, domandandosi
che razza di gente poco raccomandabile fosse stata invitata a quel
ballo. Banditi? Assassini? Cosa doveva aspettarsi?
Rumpelstiltskin fissò la giovane con
sguardo penetrante. - Dico sul serio, dearie. È molto importante che
questa notte ogni cosa sia perfetta. Tutti dovranno essere a proprio
agio e sentirsi i benvenuti. -
La ragazza si sentì improvvisamente
messa a nudo da quegli occhi di rettile. La voce le venne meno e fu
costretta ad annuire per esprimere il suo assenso.
Il folletto sembrò soddisfatto di
quella tacita risposta. - Molto bene allora. Si comincia! -
Così dicendo, il Signore Oscuro spinse
le porte con entrambe le mani, dopodiché si fece cavallerescamente
indietro per cedere il passo ad una Belle più che mai meravigliata.
La sala da ballo era immensa, a pianta
rettangolare e con i soffitti altissimi, tanto che non se ne vedeva
il fondo, cosicché si aveva l'impressione che gli imponenti
lampadari di cristallo e diamanti, da cui però non proveniva alcuna
luce e che erano stati avvolti da ragnatele tanto fini da sembrare
impalpabili fili d'argento, fossero appesi alla nera volta del cielo.
Un debole e freddo chiarore, che
impediva che nella stanza calasse l'oscurità più fitta, proveniva
da centinaia e centinaia di singole candele sospese a mezz'aria che
fluttuavano pigramente. Le fiammelle erano di un'improbabile tonalità
di verde acceso che, in certi momenti virava al blu o al viola.
Non c'era orchestra, ma una musica
sommessa e lamentosa aleggiava nell'aria come se provenisse dalle
pareti, dal pavimento a scacchiera bianco e nero, e dal soffitto
invisibile.
Rumpelstiltskin sbirciò l'espressione
incantata di Belle e ridacchiò. - Mi sono occupato personalmente
dell'allestimento. I nostri ospiti apprezzeranno. È l'unica notte
dell'anno in cui possono svagarsi un po' e meritano il meglio. E ora
andiamo; ti mostro la tua postazione, dove accoglierai gli invitati.
-
Il folletto condusse la giovane in una
sala attigua, più illuminata rispetto alla prima, dove era stato
allestito un palco a cui si accedeva tramite un'austera scalinata
ricoperta di ricchi tappeti color porpora e viola.
Esattamente di fronte ad essa,
all'altro lato della stanza, c'era un enorme camino spento che
avrebbe potuto ospitare comodamente tra le sue fauci anche un'intera
carrozza con tanto di cavalli.
Il Signore Oscuro guidò Belle su per
la scalinata. Al centro del palco era stato sistemato un trono
foderato di cuscini di lucido velluto color rosso sangue. La ragazza
ebbe un fremito d'orrore quando si rese conto che la struttura dello
scranno era composta da qualcosa che assomigliava terribilmente a
candide ossa umane. Alle estremità dei braccioli erano stati posti
due piccoli teschi lucenti che ghignavano diabolicamente.
- Ah, finalmente è arrivata la regina
del ballo! -
Da dietro il trono spuntarono due
figure tra le più bizzarre e grottesche che Belle avesse mai visto.
Uno era un grosso e grasso gatto nero che si ergeva sulle zampe
posteriori proprio come un essere umano, l'altro era un individuo di
piccola statura, magro e dai modi ossequiosi. Sia l'uomo che
l'animale erano abbigliati elegantemente e s'inchinarono a
Rumpelstiltskin con una tale teatralità che alla giovane sembrò
quasi una presa in giro.
- Belle, questi sono Behemoth e
Korov'ev. Ti aiuteranno a ricevere gli ospiti e vigileranno che nulla
vada storto. -
Il gattone si avvicinò alla giovane,
sempre più sbalordita, e le baciò la mano con fare galante,
solleticandole la pelle con i lunghi baffi. - Regina. -
- Ehm... molto piacere. -
- Bene. Sei in buone mani, dearie, o
zampe... come preferisci. Io devo tornare di là a dare gli ultimi
ritocchi. Verrò più tardi a vedere come te la cavi. -
La ragazza avrebbe voluto supplicarlo
di restare con lei, di non lasciarla sola con quei due tizi
stranissimi e poco rassicuranti, ma non aveva alcuna intenzione di
sembrare una bambina impaurita o di risultare scortese, e comunque
sarebbe stato del tutto inutile perché Rumpelstiltskin era già
svanito nella solita nube di fumo purpureo.
Seguì qualche secondo di imbarazzato
silenzio, poi Korov'ev indicò il trono e le fece un cenno solenne. -
Se volete accomodarvi, regina Belle. Tra pochi minuti dovrebbero
arrivare i primi ospiti. -
La giovane inghiottì la paura e si
sedette con riluttanza, cercando di ignorare il pensiero della
struttura fatta di ossa che ora sosteneva il suo peso. Behemoth si
accucciò accanto a lei e le sorrise sornione. Korov'ev si posizionò
invece accanto alla sedia regale, dritto e impettito come un
maggiordomo.
Poco dopo, il suono di un possente
rintocco, proveniente da chissà dove, squarciò l'aria immobile
della sala; ne seguì un altro e poi un altro ancora. Belle ne contò
dodici. Era mezzanotte in punto.
- Si comincia, regina. - le sussurrò
l'uomo all'orecchio.
Improvvisamente ci fu uno schianto
laggiù nel colossale camino e ne schizzò fuori una forca con un
cadavere penzolante, mezzo disfatto e incartapecorito. Il cadavere
cadde dalla corda, batté sul pavimento e ne saltò su un bellissimo
uomo bruno in frac e scarpe di pelle lucida. Poi giù dal camino
scivolò velocemente una piccola bara mezza marcia; cadde il
coperchio e ne rotolò fuori un altro cadavere decomposto. Il
bell'uomo gli fu accanto con un salto offrendogli con galanteria il
braccio ripiegato a ciambella. Il secondo cadavere si ricompose
trasformandosi in una donna tutta moine, con le scarpette nere e un
merletto, nero anch'esso, sulla testa e la coppia si affrettò su per
la scalinata. *
Korov'ev si chinò verso Belle e le
spiegò che i due erano il signor Jaques e la propria consorte. Le
disse che egli era stato un abile falsario e alchimista, ma si era
reso celebre soprattutto per aver avvelenato l'amante del re.
La ragazza non credeva ai propri occhi.
Il suo sguardo esterrefatto saettava dal punto in cui erano atterrate
la forca e la bara, che ora erano sparite, all'elegante coppia che
stava salendo i gradini.
I due arrivarono davanti al trono,
s'inchinarono e si fecero avanti per baciarle la mano.
- Regina. -
- Incantati, incantati! - rispose il
gatto con entusiasmo e battendo le zampe.
- I... Incantata. - ripeté lei, ancora
stordita da quella straordinaria successione di eventi.
Ben presto, Belle perse il conto di
quante bare, forche e cadaveri fossero scivolati fuori dal camino e
di quante labbra avessero sfiorato la sua mano guantata. Il collo le
doleva a forza di fare cenni di benvenuto, si sentiva le guance
indolenzite a furia di sorridere e la testa le girava perché ovunque
guardasse, davanti a lei vedeva una folla infinita che percorreva la
scalinata.
Uomini e donne, da soli o in coppia, le
si avvicinavano, s'inchinavano, qualcuno le baciava la mano e se ne
andavano per lasciare il posto a chi veniva dopo di loro.
Korov'ev le presentava gli ospiti
elencandone le imprese che avevano compiuto in vita, e la giovane
ebbe conferma dei suoi sospetti: erano tutti criminali, assassini,
truffatori, piccoli delinquenti comuni o semplici ladri, nessuno
escluso.
Tuttavia, davanti a lei, tutti si
comportavano in modo impeccabile, educato, ossequioso e perfino
sottomesso.
Belle rabbrividiva a sentire le parole
di Korov'ev circa i trascorsi di quegli individui, uno più turpe
dell'altro, ma aveva promesso a Rumpelstiltskin di essere ospitale e
cortese con tutti, e così fece.
A un tratto, con la coda dell'occhio,
scorse il folletto in un angolo della sala.
Se ne stava comodamente appoggiato al
muro e la osservava con approvazione, sorseggiando un vino rosso
scuro da un calice di cristallo tempestato di rubini.
La ragazza gli lanciò un'occhiata
disperata. Non ce la faceva più e desiderava tremendamente di
potersi allontanare da quella fiumana riverente di cadaveri.
Per tutta risposta, il Signore Oscuro
alzò la coppa in suo onore e le sorrise in quel suo modo ironico.
Quel gesto fu più che sufficiente per
far comprendere a Belle che non avrebbe potuto lasciare quel trono
fino a quando l'ultimo degli invitati non fosse giunto al suo
cospetto.
Dopo quella che parve un'eternità,
anche l'ultima ospite, un'avvenente signorina che, a detta di
Korov'ev, aveva l'abitudine di uccidere nel sonno i suoi facoltosi
amanti per mettere le mani sulle loro ricchezze, si allontanò verso
il salone adiacente da dove provenivano un allegro chiacchiericcio e
stridenti note di violini.
Belle sospirò. Si sentiva esausta e in
tutto il corpo non c'era un solo muscolo che non le dolesse; aveva
perfino perso la sensibilità del braccio destro a forza di offrirlo.
Si abbandonò contro lo schienale del
trono e socchiuse gli occhi, ma Behemoth balzò su uno dei braccioli
e le porse un calice fumante che conteneva un liquido color pervinca
dall'odore pungente.
- Bevi questo, regina. Ti rimetterà in
forze e poi dovrai raggiungere gli ospiti e il Signore Oscuro nella
sala da ballo. -
Belle gemette. In quel momento avrebbe
solo voluto tornare in camera e gettarsi sul letto; arrivò perfino a
rimpiangere il suo misero pagliericcio nella cella sotterranea.
Tuttavia, quando le sue labbra
sfiorarono la bevanda misteriosa, la ragazza si sentì rinvigorire e
la stanchezza si dileguò all'istante, come per magia.
Korov'ev le offrì il braccio e
l'accompagnò giù dalla scalinata, con Behemoth che li precedeva
dondolandosi sulle tozze zampe posteriori.
Il salone era gremito. Decine e decine
di coppie volteggiavano al ritmo della musica e quasi tutti reggevano
coppe di vino, chiacchieravano e ridevano.
Belle fece vagare lo sguardo sulla
folla e intercettò Rumpelstiltskin che stava conversando con un uomo
in redingote. Si diresse verso di lui, accompagnata da Korov'ev e
Behemoth.
Gli ospiti si facevano da parte al suo
passaggio e le indirizzavano riverenze, inchini e sorrisi.
- Vedi, regina, come ti ammirano? Li
hai conquistati. - fece il gatto strizzandole l'occhio.
Lo strano trio raggiunse il folletto,
che li accolse con un sorriso. - Ben fatto, signori. - disse,
rivolgendosi all'uomo e al gatto. - Ottimo lavoro, davvero. Non ho
più bisogno dei vostri servigi; direi che potete andare a godervi la
festa. -
I due s'inchinarono nuovamente,
dopodiché sgattaiolarono verso il tavolo dei vini.
L'interlocutore di Rumpelstiltskin si
toccò la tesa del cappello a cilindro in segno di saluto e se ne
andò, lasciando il Signore Oscuro solo con la sua domestica.
- Be', congratulazioni, dearie. Te la
sei cavata egregiamente, devo proprio ammetterlo. -
Lei gli lanciò un'occhiata torva. -
Assassini e furfanti della peggior specie. Sarebbero questi i vostri
preziosi ospiti? -
Lui rise. - Delle adorabili canaglie,
non trovi anche tu? Ma non farti un'idea sbagliata. Loro sono solo un
mezzo per mantenere il mio potere. Vedi, dearie, io li faccio
divertire per una notte all'anno, questa notte in effetti; la
notte di Samhain, l'unico momento in cui i morti possono oltrepassare
il velo e tornare per qualche ora nel mondo dei vivi, e loro, in
cambio mi concedono la facoltà compiere magie oscure di cui non c'è
necessità che tu conosca i dettagli. Ma ora serviti da bere. Più
tardi temo proprio che ci toccherà esibirci in una danza e forse
sarà meglio essere un po' brilli. -
Belle trasalì, sentì le gote
infiammarsi e sperò con tutto il cuore che lo spesso strato di
cipria mascherasse il rossore.
- Ehm... danzare? Io con voi? -
Rumpelstilskin annuì distrattamente. -
Già, è tradizione che i padroni di casa aprano la Danse Macabre e
questa simpatica gentaglia è molto attaccata alle tradizioni del
ballo di Samhain. -
Passò qualche tempo. Minuti o forse
ore, Belle non avrebbe saputo dirlo. Era come se la stessa dimensione
temporale si fosse appiattita in quella sala immensa. A un tratto, la
musica cessò e un ritmico e acuto tintinnio sovrastò il vociare
festante degli invitati.
Scese il silenzio e tutti si voltarono
verso Korov'ev che percuoteva delicatamente una posata d'argento
contro un calice di cristallo.
Quando fu certo di aver ottenuto la
piena attenzione dei presenti si schiarì la voce con fare pomposo. -
Mesdames et messieurs, vogliate prego accogliere con un
applauso il vostro anfitrione e benefattore, colui che ogni anno, in
questa notte propizia, rende possibile tutto questo. Il Signore
Oscuro! -
Uno scrosciare di fragorosi applausi e
acclamazioni si levò dalla folla quando Korov'ev si fece da parte
per lasciare Rumpelstiltskin al centro dell'attenzione.
Il folletto si esibì in un'irriverente
parodia di inchino con un ghigno e tutti scoppiarono a ridere,
qualcuno si mise ad applaudire ancora più forte.
Il padrone di casa si godette per un
po' il momento, dopodiché alzò le mani per placare gli animi e
chiedere silenzio. - Signore e signori. - cominciò con voce chiara e
squillante. - Per me è un piacere accogliervi nella mia umile
dimora. Sono terribilmente spiacente che l'arrivo sia sempre un po'
brusco. - fece una pausa, fingendo un'aria contrita. - Ma credo che
nessuno di voi sia preoccupato di rompersi l'osso del collo, vero? -
Di nuovo, si levarono risate sguaiate e
fischi d'approvazione e di nuovo Rumpelstiltskin fece un cenno con la
mano per metterli a tacere.
- Bene! E ora è giunto il momento che
tutti voi, vecchie carogne, stavate aspettando. La Danse Macabre! -
Questa volta l'ovazione fu, se
possibile, ancora più feroce. Alcune donne fecero un risolino
malizioso e avanzarono di qualche passo verso il Signore Oscuro, ma
questi rivolse loro un contrito sorriso di scuse, non del tutto
sincero. - Vogliate scusarmi, mademoiselles, ma
quest'anno temo di avere già una dama per la danza. - Così dicendo,
tese una mano verso il punto in cui Belle era rimasta in piedi in
disparte ad osservare la scena, invitandola a farsi avanti.
Le
aspiranti partner di Rumpelstiltskin le piantarono addosso uno
sguardo ostile, chiaramente offese. La giovane si sentì in trappola
e capì di non avere scelta, così mosse qualche passo in direzione
del folletto, cercando di non badare alle centinaia di occhi puntati
su di lei, tuttavia non poté fare a meno di intercettare alcuni
mormorii tra i quali distinse chiaramente le parole amante
e concubina.
Avrebbe voluto
sprofondare nel pavimento a scacchi, invece cercò di mantenere un
portamento fiero e sereno e, quando incrociò lo sguardo del Signore
Oscuro, sentì una forza improvvisa scorrerle nelle vene e
l'insicurezza sciogliersi come neve al sole.
Nel salone era
calata la quiete più completa, carica di fervente attesa, come i
secondi che separano il fulmine dal tuono.
Rumpelstilskin e
Belle si ritrovarono uno di fronte all'altra al centro della sala, in
un ampio spazio vuoto che gli invitati avevano riservato loro per la
danza.
Il folletto
s'inchinò, questa volta in modo elegante e raffinato, senza alcun
accenno di ironia; Belle rispose con una riverenza, poi i due si
avvicinarono, Rumpelstiltskin le cinse la vita con una mano e prese
quella di lei nell'altra.
Uno stridore di
violini squarciò il silenzio, dopodiché attaccò una musica dal
ritmo veloce e frenetico.
Belle si stupì di
come Rumpelstiltskin si muovesse con una sicurezza e una grazia che,
unite ad una consapevole e anche un po' sfacciata disinvoltura,
facevano di lui un impeccabile danzatore e un partner decisamente
apprezzabile.
D'altra parte, lei
stessa non incontrò alcuna difficoltà nel seguire i suoi passi
leggeri e presto si trovò perfettamente a suo agio in quella danza
dai toni sinistramente altalenanti.
I due si muovevano
con leggiadria, tanto che pareva i loro piedi non toccassero mai
terra. La ragazza aveva la piacevole sensazione di volteggiare a
mezz'aria, come in assenza di gravità.
La stretta di
Rumpelstiltskin era forte ma delicata e Belle notò con piacere come
il suo sguardo rimanesse saldamente ancorato all'altezza dei suoi
occhi, senza mai distaccarsene. Avrebbe potuto perdersi in quei pozzi
screziati d''oro.
Quando la fece
piroettare, la gonna dell'abito si aprì in una ruota di tulle nero e
dagli ospiti si levò un “Oooh” di meraviglia.
L'andamento della
melodia prendeva velocità per poi acquietarsi nuovamente in un
perpetuo e sconcertante gioco di alternanze, ma dama e cavaliere non
si facevano mai sorprendere da quelle repentine variazioni e
riuscivano a sincronizzare perfettamente i loro movimenti, come se
fossero stati incisi nei loro stessi corpi così come le note lo
erano sul pentagramma dello spartito. Sembravano nati per danzare
insieme, come se non avessero mai fatto altro in tutta la loro vita.
Quando la musica
cessò e le ultime note stridule degli archi si dissolsero nell'aria,
la folla lanciò grida estasiate e si proferì in un galvanizzato
applauso generale.
I due ballerini
s'inchinarono, tenendosi per mano e Rumpelstiltskin lanciò un
sorrisetto di sottecchi alla sua domestica. - Allora? Ti sei
divertita, dearie? -
Belle, ancora
frastornata dalla miriade di sensazioni che l'avevano travolta in
quei pochi minuti, si limitò ad inclinare le labbra in un sorriso
timido e incerto.
Gli applausi e le
grida di giubilo non si arrestavano e qualcuno gettò una rosa nera
ai piedi di Rumpelstiltskin, che la raccolse e la porse a una Belle
piacevolmente sorpresa da quel gesto galante così in contrasto con i
modi asciutti e bruschi che egli le riservava solitamente.
Ma nel momento in
cui le sue dita esili si strinsero intorno allo stelo, il fiore si
trasformò in un piccolo pipistrello nero che prese il volo e andò a
sistemarsi a testa in giù appeso a uno dei lampadari.
- Scherzetto,
dearie! - cantilenò il folletto, ridacchiando dell'espressione
basita della ragazza.
Trascorsero altre
ore (o forse solo pochi minuti?) e Belle non faceva che ricevere i
complimenti degli invitati per la sua performance insieme a
Rumpelstiltskin. A un tratto le si avvicinò un uomo in nero
elegantemente abbigliato che sfoggiava un paio di favoriti; le prese
una mano tra le proprie gelide e si profuse in un fiume di lodi. La
giovane ringraziò e tentò di schermirsi: - Sono solo la governante.
Non sono una regina, come pensate voi. -
Ma lo sconosciuto
scosse la testa: - No, no, ma cherie! Sono cento anni che
partecipo a questa deliziosa rimpatriata tra canaglie e vi posso
garantire che non ho mai visto il Signore Oscuro tanto rapito da
qualcuno. Si è esibito nella Danse Macabre con molte donne diverse,
per onorare la tradizione della notte di Samhain, ma questa è la
prima volta che ha danzato con... passione. E quello sguardo, il modo
in cui vi osserva... credetemi, non siete solo la sua
domestica. Rappresentate molto di più per lui. Date retta a un
vecchio Don Giovanni... -
Belle non sapeva
proprio come rispondere davanti ad affermazioni sostenute da tanta
sicurezza ma fortunatamente venne tratta d'impaccio dall'arrivo
provvidenziale di una donnetta piccola e tarchiata che trascinò il
mal capitato al centro della sala per unirsi alle altre coppie che
stavano volteggiando sulle note di un foxtrot dai toni non meno
sinistri di quelli della Danse Macabre.
- Ah! Eccoti qui,
dearie! Ti stai godendo la nostra piccola festicciola di Samhain? -
Belle si voltò e
trovò Rumpelstiltskin in piedi dietro di lei. Teneva tra le mani due
calici colmi di vino, tanto rosso e denso da assomigliare
tremendamente a sangue vivo.
- Definirla
“festicciola” mi pare un eufemismo bello e buono. - commentò.
- Ma è proprio
questo il bello dei nostri ospiti. Amano gli eccessi e non hanno
esattamente quel che si dice un buon gusto in fatto di celebrazioni.
D'altra parte, come biasimarli? Questi poveracci hanno solo una notte
di baldoria all'anno mentre trascorrono tutto il resto del loro
tempo... be', da morti! Io gli do semplicemente quello che si
aspettano e che desiderano. È quello che faccio con tutti, no? -
Belle aggrottò le
sopracciglia con fare severo. - Ma chiedete sempre un prezzo molto
alto. -
- Suvvia, dearie!
Non vorrai farmi una lezione di morale proprio stanotte! Siamo
circondati da anime non propriamente immacolate, ricordi? Non vorrai
turbare gli invitati, spero. -
Il tono di
Rumpelstiltskin era calmo e pacato, ma Belle si accorse del velato
avvertimento insito in quelle parole all'apparenza innocue, così
mandò giù la replica che le era già salita alle labbra e fece un
lieve cenno di diniego.
Il folletto parve
rilassarsi e le porse uno dei due calici. Belle accettò con
riluttanza e studiò, decisamente poco entusiasta, il contenuto al
suo interno.
- Rilassati,
dearie. Non è che un innocentissimo calice del miglior vino del
reame. -
- D'accordo. -
rispose la giovane. - Ma, conoscendovi, non escluderei che possa
trasformarsi in un ragno da un momento all'altro e fuggire via sulle
zampette, come è successo prima con quella rosa. -
- Ti assicuro che
non accadrà. Fidati di me. -
E, chissà come,
Belle si fidò e prese un sorso della vermiglia bevanda. Il sapore
dolciastro e piacevolmente acidulo le riempì la bocca e le scaldò
la gola. Era davvero squisita e la ragazza constatò con enorme
sollievo che il calice che teneva tra le mani era ancora un calice e
non si era trasformato in un ragno o in altre bestioline poco
piacevoli.
* M. Bulgakov, Il
Maestro e Margherita, p. 297
Da Stria93 (che sì, è ancora al
mondo): Dearies, è un piacere
tornare tra voi, anche se non so chi abbia ancora voglia di seguire
queste storielle considerando il tempo che latito sul sito.
Anyway, ho
finalmente concluso OUAT (sofferenza! Immane sofferenza!) e mi è
venuta una gran nostalgia dei bei vecchi tempi di Skin Deep, di cui
onestamente avrei gradito vedere di più.
Quale modo
migliore di sfogare la mia rumbellite se non quello di rimettermi a
scrivere? E per prima cosa non potevo certo non rimettermi a lavorare
a questa storia in sospeso dalla notte dei tempi!
Chi ha letto il
libro di Bulgakov avrà sicuramente colto l'opera da cui ho preso
ispirazione per il cuore della storia, nonché “in prestito” i
personaggi di Behemot e Korov'ev e addirittura un passaggio riportato
pari pari della stessa opera.
La Danse Macabre
ovviamente è quella spettacolare quanto sinistra composizione di
Camille Saint-Saens, perfetta per le atmosfere di Samhain.
Be', mi fermerei
qui con gli sproloqui ma tengo molto a ringraziare quei/lle
rumbellers disperati/e che ancora vorranno soffermarsi a leggere
questi miei lavori (altrettanto disperati) e magari perfino lasciarmi
il loro parere.
P.S. Conto di
pubblicare il capitolo conclusivo entro Samhain (di quest'anno) xD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Alba ***
alba
Alba
I
festeggiamenti proseguirono per un tempo che Belle non avrebbe
assolutamente saputo calcolare. Le danze si succedevano senza tregua
così come i calici di vino che quella notte scorreva a fiumi senza
che mai le bottiglie si svuotassero. La ragazza aveva il sospetto che
quella bevanda fosse stata incantata poiché possedeva lo strano
potere di rinvigorire all'istante chi ne sorbiva anche solo un sorso.
Era grazie ad essa se non era ancora crollata a terra preda del sonno
e della stanchezza, lascito di quella nottata così carica di
emozioni.
Molti
altri invitati si fecero avanti per complimentarsi con lei per
l'eccellente ricevimento, per la sua bellezza e per la grazia
dimostrata sulla pista da ballo. Nel complesso, Belle si trovò ad
ammettere con riluttanza che si erano dimostrati tutti (o quasi)
molto gradevoli per essere stati criminali della peggior risma in
vita.
A un
certo punto della notte, la giovane vide avanzare verso di lei tre
donne dall'aria minacciosa e riconobbe alcune delle aspiranti
ballerine che poco prima (o forse molto prima?) si erano fatte avanti
per danzare con Rumpelstiltskin e le avevano indirizzato occhiate al
vetriolo quando egli le aveva respinte, seppure con garbo e
galanteria, in suo favore.
Non
aveva nessuna voglia di interagire con loro, anche perché immaginava
che non si sarebbe trattato di una conversazione amichevole, ma in
quel frangente rivestiva il ruolo della padrona di casa e non poteva
esimersi. Sarebbe stato di pessimo gusto ignorarle dopo aver
intrattenuto discorsi con almeno tre quarti degli ospiti. E poi non
era certo stata lei a gettarsi tra le braccia del Signore Oscuro e a
pretendere di ballare con lui davanti a tutti, anche se alla fine non
le era affatto dispiaciuto, anzi...
Cosa
mai poteva temere da quelle donne? Erano morte da un pezzo e inoltre
quella sera lei era la Regina, padrona del Castello Oscuro al pari di
Rumpelstiltskin nonché investita di un potere che non aveva mai
avuto modo di sperimentare nemmeno quando ancora si trovava ad
Avonlea, relegata da suo padre nella parte di eterna
principessa-bambina. Quella notte era tutto diverso: Belle si sentiva
una donna, si sentiva forte, sicura di sé e in grado di tenere testa
anche a un drago, figuriamoci a dei cadaveri ammuffiti!
Spronata
da questa sensazione stimolante, Belle sollevò la testa con orgoglio
e andò incontro al trio con un sorriso radioso. - Buonasera,
signore. Spero che vi stiate godendo la festa e che il vino sia di
vostro gusto. -
Se le
tre donne erano rimaste impressionate dal portamento fiero e
tranquillo di Belle non lo diedero a vedere, invece la soppesarono
con lo sguardo, scrutandola con sufficienza.
- Non
c'è male. - rispose la più alta ed evidentemente la più audace
delle tre, che sfoggiava una vistosa chioma rosso fuoco e una
scollatura indecentemente profonda. - Ma il vino era molto meglio
l'anno scorso, così come l'atmosfera... -
Le due
compari annuirono con convinzione e, davanti al silenzio di Belle, la
leader del gruppetto si sentì incoraggiata a proseguire le sue
lamentele: - In verità, trovo che Rumpelstiltskin abbia perso lo
smalto. Quest'anno la festa è sottotono e noiosa. Temo che gli
standard del Signore Oscuro si siano abbassati parecchio... -
Pronunciò
quelle ultime parole scoccando a Belle un'occhiata sprezzante e la
giovane capì che non si stava riferendo solo alla capacità di
Rumpelstiltskin di organizzare ricevimenti; ad ogni modo non vacillò
e continuò a sorridere affabile. - Se i festeggiamenti non vi
soddisfano, potete sempre andarvene. In quanto padrona di casa
non mi permetterei mai di trattenere degli ospiti contro la loro
volontà. E sono sicura che anche Rumpelstiltskin la pensi così. -
Un
lampo d'odio attraversò le iridi scure della rossa, che abbandonò
in fretta ogni pallido tentativo di mantenere un atteggiamento
cortese e parlò in un sibilo. - Allora tu sei la sua sgualdrina?
Credevo che l'Oscuro avesse gusti più raffinati, a meno che tu non
possegga qualche qualità nascosta che non ci è dato sapere, ma a
vederti ne dubito fortemente. Rumpelstiltskin potrebbe avere molto di
meglio, ma se gli piace trastullarsi con sciacquette da quattro soldi
non sono certo affari miei... -
Belle
sentì montare la rabbia e stava per dare voce ad una replica
tagliente quando Rumpelstiltskin si materializzò al suo fianco.
-
Perdonate l'interruzione, signore. Voglio solo assicurarmi che vi
stiate divertendo e che Belle non vi annoi troppo con le sue
chiacchiere sui libri. Temo sia il suo argomento di conversazione
preferito, ma ovviamente a voi non interessa, dico bene? -
Le tre
donne, rossa compresa, rimasero interdette e la loro espressione
bellicosa si stemperò all'istante, cedendo il passo all'incertezza e
al timore.
Alla
fine fu di nuovo la rossa a prendere la parola. - Noi... stavamo
facendo conoscenza. -
- Ah,
molto bene. - disse Rumpelstiltskin, che non si era lasciato
ingannare neanche per un istante. - Allora immagino che vi siate
fatte un'opinione della nuova padrona di casa. Che ne pensate? -
Capelli-In-Fiamme
si fece avanti di nuovo: - In tutta onestà, la troviamo un
tantino... insulsa. Insomma, credevo che il Signore Oscuro cercasse
una compagnia un po' più... piacente. -
Sull'ultima
parola, la rossa spinse in fuori il petto e usò un tono suadente e
vellutato; ebbe perfino l'ardire di muovere un passo verso il
folletto, ancheggiando vistosamente.
A quel
punto, Rumpelstiltskin cinse il fianco di Belle e l'attirò più
vicina a sé. La rossa si arrestò immediatamente, lo sguardo gelido
fisso sulla mano di lui intorno alla vita della ragazza.
- Temo
che non siano affari tuoi, che tipo di compagnia gradisco, dearie.
- la voce del Signore Oscuro suonava pacata e calma ma tanto glaciale
da sembrare un sommesso ringhio d'avvertimento e la donna si ritrasse
lievemente, pur non demordendo.
-
Eppure ricordo che gli anni scorsi voi e io ci siamo divertiti
parecchio, Rumpelstiltskin. Dite, questa ragazzina vale davvero la
rinuncia a quel divertimento? -
La
stretta di Rumpelstiltskin sul fianco di Belle si fece più salda e
la sua mano ebbe un fremito che trasmise al corpo della giovane tutta
la collera che il folletto provava in quel momento.
- Sta'
attenta, Mary Bateman*. Modera il linguaggio o rischi di non trovare
il tuo nome nella lista degli invitati del prossimo anno. -
La
rossa impallidì, sempre che i cadaveri potessero farlo.
- E ti
dirò di più... prova ancora a insultare la mia dama e tu e queste
due graziose damigelle tornerete alle vostre bare putrescenti molto
prima che giunga l'alba. -
Così
dicendo, Rumpelstiltskin si voltò e condusse Belle lontana dal trio.
-
Vipere! - sibilò il Signore Oscuro a denti stretti. - Spero proprio
che abbiano imparato la lezione. - poi si rivolse a Belle: - Stai
bene? -
Lei si
finse offesa, anche se, in effetti, un po' lo era sul serio. - Ma
certo! So gestire perfettamente una serpe invidiosa come quella. Se
l'aveste lasciata a me, l'avrei rimessa al suo posto in un baleno. -
Rumpelstiltskin
ridacchiò. - Non ho dubbi, dearie. Ma non sta bene che la Regina del
Ballo si accapigli con un'invitata. Cosa avrebbero pensato gli altri
ospiti? -
- Di
che divertimenti stava parlando? - domandò Belle a bruciapelo.
Rumpelstiltskin
sbatté le palpebre, interdetto. - Come? -
-
Quella donna ha detto che gli anni passati vi siete divertito
parecchio con lei. Cosa intendeva? - ora la voce di Belle si era
fatta fredda e scostante, il suo sguardo attento e sospettoso mentre
frugava negli occhi del folletto in attesa della sua risposta.
-
Niente di che, dearie! Potrei aver ballato due o tre giri di valzer
con lei, ma nulla di più! E comunque, perché t'interessa? Non è
che, per caso, Mary Bateman non è la sola ad essere gelosa? -
Quell'insinuazione
maliziosa fece avvampare la ragazza. - Non siate sciocco! Non mi
abbasserei mai al suo livello! - e così dicendo voltò le spalle al
Signore Oscuro e se ne andò, lasciando un Rumpelstiltskin molto
divertito.
La
festa proseguì e il trio delle “vipere”, come le aveva definite
Rumpelstiltskin, si guardò bene dall'avvicinarsi nuovamente a Belle,
memore dell'avvertimento minaccioso del folletto.
A un
tratto la musica si interruppe e nella sala calò un silenzio che
venne presto squarciato dall'inconfondibile canto di un gallo. Dalla
folla si levò un coro di proteste ed esclamazioni di disappunto e
delusione.
Era
l'alba del primo giorno di novembre, il che significava che la loro
unica notte di libertà era terminata e per un altro anno gli
invitati avrebbero dovuto tornare... be', morti.
E
infatti, uno dopo l'altro presero a trasformarsi in ammassi di
polvere e cenere che si dissolvevano appena toccavano terra.
Quando
la sala si fu svuotata del tutto calò il buio più completo e Belle
non vide più nulla. Durò qualche secondo, poi Rumpelstiltskin
accese una torcia affissa al muro e davanti agli occhi della giovane
non ci fu più traccia della sontuosa sala da ballo, né dei
lampadari, degli addobbi, dei tavoli o del pavimento a scacchiera.
Lei e il folletto si trovavano in uno stanzino angusto dalle pareti
di pietra e dal pavimento in legno tutto impolverato; non c'era
mobilio fatta eccezione per una vecchia cassapanca sgangherata, un
mastello di legno che aveva visto giorni migliori e una scopa
spelacchiata con il manico spezzato.
- Ma...
ma cosa... - Belle, che ora indossava nuovamente il suo abito da
lavoro celeste e il cui viso era di nuovo libero dal trucco pesante
della sera prima, guardò il Signore Oscuro con aria interrogativa.
Lui, il
cui abito da cerimonia era scomparso per lasciare il posto ai soliti
pantaloni di pelle nera e ad una semplice camicia di seta dorata a
maniche larghe, alzò le spalle. - Magia. - disse semplicemente a mo'
di spiegazione. - Ora andiamo, dearie. Abbiamo fatto un gran lavoro
stanotte e direi che ci meritiamo una bella colazione. -
Belle
scese nelle cucine e tagliò due generose fette di torta alle
castagne che aveva cucinato il giorno prima, aggiunse un piattino
colmo di biscotti all'uvetta e cannella e trasferì il tutto su un
vassoio che già ospitava una teiera fumante e due tazze da tè con
decori blu, una delle quali era la famosa tazza che quel primo giorno
al Castello Oscuro di Belle le era caduta dalle mani e si era
sbeccata. Inspiegabilmente, Rumpelstiltskin non l'aveva mai né
riparata né gettata via, al contrario, era diventata la sua
preferita.
La
ragazza salì al piano di sopra reggendo il vassoio e raggiunse il
folletto già seduto capotavola al lungo tavolo di legno laccato al
centro della stanza dell'arcolaio.
Posò
il tutto e prese posto accanto a lui.
Consumarono
la colazione in silenzio e Belle si stupì di quanto appetito avesse.
Divorò la torta in men che non si dica e subito dopo passò ai
biscotti.
A
Rumpelstiltskin non sfuggì la formidabile voracità della sua
domestica e non perse l'occasione di punzecchiarla. - Fare le ore
piccole non ti fa bene, dearie. A questo ritmo, potresti fare piazza
pulita dell'intera casetta di marzapane della Strega Cieca in meno di
un secondo. -
Lei non
alzò nemmeno gli occhi dal suo piatto, continuando ad addentare i
biscotti. - Non so cosa mi sia successo, ma sono affamata! -
- Temo
sia colpa del vino, dearie. -
- Che
cosa intendete dire? -
- Be',
vedi, quello era un vino incantato, appositamente creato dai nani per
non far sentire la stanchezza o il sonno a chi lo beve, altrimenti
come saresti riuscita a reggere per tutta la notte che, tra
parentesi, è durata molto più a lungo di una notte normale? Il
problema è che, una volta svanito l'effetto, lascia lo stomaco
sgradevolmente vuoto e non solo... non ti senti un po' assonnata, per
caso? -
Solo in
quel momento, come se la domanda di Rumpelstiltskin avesse avuto un
effetto profetico, Belle avvertì una stanchezza incontrastabile
impadronirsi del suo corpo e le sue palpebre si fecero pesanti come
macigni.
- E
perché a voi non succede nulla? - domandò, soffocando uno
sbadiglio.
- Io
sono il Signore Oscuro, dearie. Sono immune a questi fastidiosi
effetti collaterali. -
Rumpelstiltskin
osservò la sua domestica che lottava con tutte le sue forze per
tenere gli occhi aperti e dalle labbra gli sfuggì un mezzo sorriso.
- Credo che faresti bene ad andare a letto, Belle. Altrimenti rischi
di addormentarti con la faccia nel piatto dei biscotti. -
Lei
annuì e fece per alzarsi ma vacillò pericolosamente e dovette
appoggiarsi al tavolo per rimanere in piedi.
Rumpelstiltskin
sospirò e si alzò a sua volta, raggiungendo la ragazza e
sollevandola senza sforzo tra le braccia.
Lei
avanzò qualche debole protesta ma ormai la sua voce era talmente
impastata di sonno che il Signore Oscuro distinse solo alcune parole
sconnesse.
- Per
tutti gli déi, Belle! Si può sapere quanti calici di vino nanico ti
sei scolata la notte scorsa per essere ridotta così? Forse dovrei
iniziare a chiudere con un lucchetto magico il mobile dove conservo i
liquori. -
Sghignazzò
e, in risposta, la giovane gli diede una pacca sulla spalla talmente
leggera che a Rumpelstiltskin sembrò più che altro una sorta di
carezza.
Se non
fosse stata già mezza addormentata, Belle si sarebbe accorta che il
folletto non la stava portando nei sotterranei, verso la sua cella,
ma aveva invece imboccato una rampa di scale per raggiungere il piano
superiore del castello.
Quando
si fermò, Rumpelstiltskin si trovava di fronte all'entrata della
camera nella quale la sera prima la sua domestica si era preparata
per il ballo. La porta si spalancò con un cigolio e il Signore
Oscuro si diresse verso il letto, dove adagiò la ragazza, ormai con
tutti e due i piedi già nel mondo dei sogni.
Prima
di andarsene, Rumpelstiltskin la coprì con un morbido plaid azzurro
e si concesse un istante per constatare come, nonostante la
“mascherata” della notte appena trascorsa, Belle non avrebbe
potuto essere più bella che in quel momento: senza gioielli, senza
trucco, senza lo sfarzoso vestito del ballo; con il viso di
porcellana stanco ma sereno e rilassato nel sonno, le gote come
petali di rosa e le labbra schiuse lievemente e incurvate in un
sorriso appena accennato.
Le
aveva chiesto uno sforzo non da poco la notte prima, o meglio,
l'aveva preteso. Eppure Belle aveva svolto il suo compito in modo
impeccabile, superando di gran lunga le sue aspettative e
conquistando i cuori fermi e rattrappiti di tutti gli invitati.
Perfino quelle vecchie canaglie putrefatte e senza un minimo di
morale avevano dovuto cedere al suo sorriso dolce e alla bellezza
pura e innocente che la sua domestica emanava ovunque andasse.
Che
razza di ipocrita! fece una vocina insolente nei recessi della
mente di Rumpelstiltskin. Non fingere che le qualità di Belle ti
lascino indifferente. In fondo, non sei forse anche tu una vecchia
canaglia senza un minimo di morale?
*Mary
Bateman: famosa avvelenatrice vissuta nell'800
Da
Stria93: Sembrava impossibile... ma ce l'abbiamo fatta! (e pure
qualche giorno in anticipo rispetto al previsto)
Eccoci
qui, dearies! Non finirò mai di scusarmi per tutto il tempo che vi
ho fatto attendere, ma finalmente siamo giunti al capitolo conclusivo
di questa storia, che spero non vi abbia deluso.
Non vi
tedierò ulteriormente, voglio solo ringraziare di cuore chi,
nonostante tutto, ha continuato a sperare in un finale per questa ff
che, come vedete, a distanza di anni è arrivato (alla buon'ora!).
Vi
anticipo che ho già pronti altri lavori a tema RumBelle (e non solo)
che vedrò di pubblicare al più presto.
Bacioni
e un felice Samhain/Halloween!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3549393
|