Gran ballo di Samhain al Castello Oscuro

di Stria93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 31/10 - Samhain ***
Capitolo 3: *** Il Ballo ***
Capitolo 4: *** Alba ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


prologo

PROLOGO




Ottobre era ormai giunto al Castello Oscuro, con il suo bagaglio di sfumature dorate, foschia, ombre spettrali e portando con sé anche i primi freddi che preannunciavano un inverno aspro e inclemente.
Belle rabbrividì quando un'improvvisa raffica di vento proveniente da nord la investì in pieno, mettendosi a giocare maliziosamente con l'orlo della sua gonna celeste.
Quel vestito era decisamente troppo leggero per quel periodo dell'anno. Avrebbe certamente finito col prendersi un raffreddore.
Qualche giorno prima aveva tentato di affrontare l'argomento con Rumpelstiltskin e di indurlo a creare per lei un abito che fosse almeno in grado di proteggerla dalla rigidità della stagione autunnale in quell'eremo sperduto tra le montagne.
- Potete usare la magia. Cosa vi costa? -
Il folletto aveva fatto finta di pensarci su. - Sai, dearie, hai proprio ragione! Eccoti accontentata. - ma quando aveva sfoderato il suo sorrisetto maligno e aveva schioccato le dita, la ragazza si era ritrovata avvolta in un grezzo e consunto mantello con cappuccio, tutto rattoppato e che non avrebbe potuto molto contro il freddo, semmai le avrebbe provocato un gran prurito a contatto con la sua pelle di porcellana, dopotutto era pur sempre una principessa ed era stata abituata a indossare, fin da piccola, solo i tessuti più morbidi e pregiati.
Aveva fatto per protestare, ma il Signore Oscuro aveva usato la magia per spedirla nel cortile del castello a spazzare le foglie cadute prima che potesse proferire anche una sola parola di biasimo.
Belle si era così ritrovata a inveire contro il suo padrone assente e a prendersela con quel tappeto d'oro e rubino a colpi di rastrello.
Era un lavoro piuttosto faticoso. La giovane doveva radunare le foglie in piccoli mucchietti e gettarle in un secchio sgangherato che aveva visto giorni migliori. Il rastrello era pesante da sollevare e decisamente poco maneggevole per il suo fisico minuto, inoltre il vento sembrava divertirsi un mondo a sue spese, soffiando e disperdendo ovunque i cumuli di foglie che la ragazza cercava disperatamente di riunire.
- Quel folletto ghignante, figlio di un troll! Ah, ma un giorno me la pagherà! Gli farò passare la voglia di prendermi in giro! Oh, sì! Gli farò vedere io di che cosa è capace una donna che legge! -
- E che cosa avresti intenzione di farmi, dearie? Di lanciarmi addosso i tuoi amati amici di carta? O di leggere ad alta voce fino ad annoiarmi a morte? Sto già tremando di paura. -
Belle, convinta di essere sola, sobbalzò al suono della vocetta stridula del suo padrone, che si era materializzato alle sue spalle e ora se ne stava comodamente appollaiato su un masso, ridacchiando. - Smettetela! -
Lui finse un'aria innocente. - Di fare cosa? -
- Di apparire così all'improvviso. Scommetto che lo fate solo per farmi prendere un colpo. -
- In realtà lo faccio perché è molto più comodo e veloce che camminare, ma ammetto che non mi dispiace spaventarti un po'. È un gradevole effetto collaterale. -
Belle strinse le dita attorno al manico di legno del rastrello fino a farsi sbiancare le nocche. Quanto avrebbe voluto tirarlo in testa a quell'essere e cancellare quel sogghigno beffardo dalla sua faccia verdognola. Invece fece un profondo respiro per controllarsi e si limitò a porre una domanda.
- Perché siete qui? Avete qualche altro compito da affidarmi? -
Rumpelstiltskin scese dal suo trespolo di roccia con un saltello agile e aggraziato, portandosi di fronte a lei. - Be', sì. Suppongo che si possa dire così, dearie. -
La ragazza sospirò. - Di che si tratta? Devo lucidare di nuovo l'argenteria? -
Lui scoppiò in una risata. - Oh, no, dearie. È qualcosa di molto più divertente. - Poi fece una pausa a effetto, godendo della sensazione di tenere la ragazza sulle spine.
- Allora? Che cosa volete che faccia? Me lo dite o no? - Belle non sopportava quando il Signore Oscuro giocava con lei come un gatto col topo. Si sentiva impotente ma, allo stesso tempo, non voleva assolutamente dargli soddisfazione.
Il folletto sollevò un dito con fare solenne, e alla giovane ricordò vagamente il suo vecchio precettore quando le spiegava noiosissime nozioni di matematica. - Be', è molto semplice, dearie. Vedi, tra poco sarà il 31 ottobre. -
Di nuovo una lunga pausa, come se quella sentenza spiegasse ogni cosa e rispondesse in modo più che esaustivo al quesito postogli dalla sua domestica.
- E quindi? - La ragazza era sempre più spazientita da quell'atteggiamento misterioso. Se doveva dirle qualcosa, che lo facesse e basta, senza tirarla per le lunghe!
- E quindi, dearie, ho intenzione di dare un ballo. -
La giovane dovette reggersi al rastrello per impedirsi di cadere dalla sorpresa.
Un ballo? Aveva capito bene? Quel folletto maligno voleva organizzare... un ballo?
- Ehm... potreste ripetere? -
Rumpelstiltskin agitò una mano con impazienza. - Oh, suvvia! Un ballo! Hai presente? Una grande sala, ospiti, musica, vestiti ampi e ridicoli... cose del genere. -
- So che cos'è un ballo. - ribatté la giovane, piccata. - Quando ancora vivevo a palazzo, prima che voi mi portaste via, mio padre dava i più sontuosi balli che Avonlea avesse mai visto. Solo, non credevo che voi foste il tipo da organizzare feste. -
Il folletto si strinse nelle spalle con aria indifferente. - Primo: io non ti ho portata via, dearie. Sei tu che hai deciso di seguirmi di tua spontanea volontà, ricordi? Secondo: a volte devi fare dei sacrifici se vuoi mantenere intatto il potere che hai sugli altri, e comunque non è propriamente una festa. Diciamo che si tratta più di un'occasione per scambiare quattro chiacchiere con... dei vecchi amici che, per motivi che non ti serve sapere, possono essere presenti solo quella notte. -
Belle intuì, dal sogghigno enigmatico che accompagnava quelle parole, che doveva esserci qualcosa sotto. Molto più di quanto Rumpelstiltskin volesse darle a intendere.
- Ma non avete ancora risposto alla mia domanda. Quale sarà il mio ruolo in questo... ballo? -
Le sembrava così strano usare quel termine nel contesto desolato del Castello Oscuro, che di certo non vedeva visitatori e tanto meno ricevimenti tra le sue mura da chissà quanti secoli. - Dovrò servire cibo e bevande? -
Un luccichio divertito attraversò gli occhi spiritati di lui. - Hai una così bassa opinione di te stessa, dearie? No, non si tratterà di fare la cameriera, comunque non sarà nulla di troppo difficile. Vedi, avrò bisogno di una presenza femminile che si occupi di accogliere gli invitati, di fare gli onori di casa insomma. Inoltre è buon costume che ad un evento simile ci si presenti accompagnati da una dama, o sbaglio? -
Belle rimase, se possibile, ancora più interdetta. - Dunque, vorreste che io sia la vostra dama? - Un tenue rossore, che nulla aveva a che fare con le sferzate di vento freddo, le colorò le gote d'alabastro, ma Rumpelstiltskin sembrò non farci caso.
- Vedila come ti pare. Il punto è che dovrai farmi fare bella figura con gli ospiti. È molto importante che tutti si divertano e trascorrano una piacevole serata. Il ballo avrà inizio a mezzanotte e terminerà all'alba. -
Senza aggiungere parola, il Signore Oscuro scomparve in una nuvola di fumo color porpora e Belle si ritrovò di nuovo sola con i suoi cumuli di foglie secche e una miriade di domande sull'incarico che il folletto le aveva appena affidato, decisamente più bizzarro di una qualsiasi mansione domestica le fosse stata richiesta da quando viveva al castello.
Un ballo? Proprio qui? Che genere di invitati potrebbe mai prendere parte a un ballo organizzato da Rumpelstiltskin? Perché è così importante per lui? E perché deve svolgersi proprio il 31 ottobre?
La ragazza fece un paio di conti: mancava ancora una settimana esatta alla data fatidica, poi la sua curiosità sarebbe stata soddisfatta.





Da Stria93: Bentrovati dearies!
Mamma mia! Sono secoli che non scrivo più dei RumBelle, ma ottobre è sempre un mese magico per l'ispirazione e dato che adoro scrivere fanfiction “halloweeniane” eccomi di nuovo qui a cimentarmi con una nuova storia, ovviamente ambientata in FTL... ai bei tempi. Mi sono ispirata, per questa fanfic, a una saga e ad un libro che amo molto, anche se forse risulterà più evidente nei prossimi capitoli.
Spero che questo brevissimo prologo vi sia piaciuto.
Grazie infinite come sempre a chi leggerà e a chi vorrà farmi conoscere il suo parere.
Baci!

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Capitolo 2
*** 31/10 - Samhain ***


cap.2

31/10 - Samhain




La mattina del 31 ottobre Belle si presentò, come di consueto, nella sala dell'arcolaio alle 8 in punto, reggendo un vassoio con la colazione per Rumpelstiltskin.
Una fitta nebbia impediva al più piccolo raggio di sole di raggiungere la terra e di filtrare attraverso le finestre del Castello Oscuro, così la giovane fu costretta ad accendere le candele nonostante fosse giorno fatto. I profili spettrali degli alberi ormai spogli si distinguevano a malapena nella bruma compatta, dando vita a figure agghiaccianti. Gli spifferi d'aria gelida facevano tremolare le fiammelle in modo sinistro. Il paesaggio fuori dalle mura della dimora di Rumpelstiltskin sembrava avvolto da un incantesimo, come in attesa di qualcosa che sarebbe avvenuto di lì a poco. Pareva che tutta la luce si fosse rispettosamente ritirata dal mondo per cedere il passo all'oscurità.


La giornata passò alla svelta e, dopo cena, Rumpelstiltskin ordinò alla ragazza di seguirlo in una delle stanze al piano di sopra.
- La tua cella nei sotterranei non è esattamente il posto più adatto per prepararsi ad un ballo, non trovi, dearie? E chissà... se stanotte farai bene la tua parte, potrei anche decidere di ricompensarti donandoti la camera che sto per mostrarti. -
Il Signore Oscuro la guidò lungo uno stretto corridoio di pietra tenendo alta davanti a sé una luminosa sfera di fuoco che aveva fatto apparire con la magia, ma che pareva quasi incapace di scacciare le tenebre che serpeggiavano tutt'intorno come infide belve. In effetti, Belle aveva l'impressione che, da quella mattina, l'oscurità avesse preso gradualmente possesso di quel luogo, che vi si fosse insinuata come fosse stata una cosa viva. Rabbrividì e si strinse le braccia attorno alle spalle. Solo in quel momento realizzò che anche la temperatura era scesa drasticamente e rimase basita quando si accorse che il suo respiro si condensava davanti a lei in piccole nuvolette di fumo.
Fuori dalle finestre la nebbia si era in parte dissolta, ma al suo posto erano comparsi scuri nuvoloni minacciosi che, di tanto in tanto, occultavano una sottile falce di luna che, quella sera, appariva come un perfido ghigno argentato che ammiccava malignamente nel cielo senza stelle, troppo debole e lontana per gettare il suo riflesso sulla terra.
Il folletto si accorse del disagio della domestica e sorrise compiaciuto. - Un'atmosfera perfetta per questa notte. I miei ospiti trovano congeniale gli ambienti tenebrosi e freddi. Non amano la luce del giorno o il calore del sole. -
Quelle parole non rassicurarono affatto la giovane circa quale potesse essere l'identità degli invitati al ballo. Che fossero dei demoni o degli spettri? Ad ogni modo, volente o nolente, lo avrebbe scoperto tra poche ore.
Quando Rumpelstiltskin spalancò la porta della stanza, Belle si ritrovò in un'ampia camera da letto a pianta perfettamente circolare, sormontata da un soffitto a cupola splendidamente affrescato con figure aggraziate e leggiadre che ritraevano personificazioni degli astri e si stagliavano su un magnifico sfondo blu di lapislazzuli. Una grande specchiera di legno bianco finemente intarsiato ospitava profumi, esotiche essenze e cosmetici di ogni tipo in preziose boccette di vetro colorate. C'era anche una vasca da bagno in ceramica con i piedini in ottone e un grande letto a baldacchino si ergeva maestoso contro la parete, con le tende turchesi e leggere ricamante d'oro. Sulle coperte di broccato era stato adagiato un magnifico abito da ballo di tulle nero e rosso cupo, con la gonna ampia e il corpetto aderente.
- Questa stanza è stregata. - spiegò il folletto. - Basta che tu faccia una richiesta ad alta voce e questa verrà esaudita all'istante. Ora preparati e poi raggiungimi nella sala dell'arcolaio alle 23.30. -
La ragazza annuì distrattamente, ancora intenta ad ammirare la raffinata bellezza di quella camera fiabesca.
Rimasta sola, si portò una mano al mento con aria pensierosa. Dunque, da dove poteva iniziare? Lo sguardo le cadde sulla vasca e la risposta non si fece attendere.
Rumpelstiltskin aveva detto che sarebbe bastato formulare una richiesta ad alta voce. Un po' dubbiosa, la ragazza scandì: - Desidero fare un bagno caldo. -
Detto, fatto. La vasca si riempì in un attimo di acqua calda e profumata, ribollente di schiuma color lavanda.
Piacevolmente sorpresa, Belle si spogliò e vi si immerse con un sospiro di piacere.


Dopo il bagno, la giovane si avvicinò al letto e prese il vestito tra le mani. Sembrava piuttosto complicato da indossare. Di certo, da sola non ce l'avrebbe mai fatta.
- Desidero prepararmi per il ballo di stasera. -
Con sua grande sorpresa, il vestito prese vita propria e, in totale autonomia, il corpetto si avvolse intorno al busto sottile di Belle, i lacci si tirarono e si strinsero da soli, il tulle scivolò leggero sulle sue gambe e un paio di stivaletti neri con il tacco raggiunsero i suoi piedi nudi, in attesa che lei li calzasse. Dopodiché sopraggiunsero i gioielli e i cosmetici che, allo stesso modo, presero il loro posto addosso alla giovane.
Nel giro di mezz'ora, Belle fu pronta per il grande evento.
Quando osservò la sua immagine riflessa nello specchio si trovò bella ed elegante, ma anche un po' inquietante: i colori del vestito facevano risaltare il pallore del suo incarnato, inoltre sembrava che il suo invisibile truccatore avesse voluto evidenziare ancora di più il contrasto con la sua pelle di luna truccandole gli occhi con colori molto scuri e passandole sulle labbra un opaco rossetto color bordeaux.
Al collo portava un collarino di velluto nero con un prezioso cammeo in resina che raffigurava una rosa vermiglia su uno sfondo antracite racchiuso in un'elaborata cornice ovale d'argento.
Finissimi, quasi impalpabili, guanti di pizzo nero le avvolgevano le braccia fino al gomito. Un fermaglio di onice e rubini ornava i suoi capelli che, chissà per quale motivo, avevano perso i loro riflessi caldi e ramati e parevano quasi corvini. E di rubino erano anche gli orecchini: due piccole gocce di pietra rossa e scintillante che richiamavano sinistramente l'idea del sangue.
Nel complesso, Belle pensò di avere un aspetto gradevole ma un tantino lugubre.
Sicuramente era stato Rumpelstiltskin a ordinare che fosse preparata secondo quello stile a tinte fosche. Già, quei toni macabri e tetri erano proprio da lui. L'aveva trasformata in una Signora Oscura a tutti gli effetti.


Erano solo le undici di sera quando Belle si richiuse la porta della camera alle spalle, ma ormai era pronta e tanto valeva scendere di sotto ad aspettare Rumpelstiltskin.
Nel frattempo una sottile pioggerella aveva iniziato a cadere e a picchiettare sommessamente contro le finestre; si udì anche un tuono in lontananza e l'ululato del vento si unì a quello di qualche lupo di montagna solitario e vagabondo e al richiamo di gufi e civette.
La ragazza doveva ammettere di sentirsi emozionata per ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Era molto tempo che non prendeva parte ad un ballo, e sperava che i lunghi mesi trascorsi al Castello Oscuro come domestica non l'avessero troppo arrugginita nella danza. Forse era il caso di esercitarsi un po'.
Si fermò a metà del corridoio e provò qualche passo di valzer, constatando con soddisfazione che le sue doti di ballerina non erano state affatto intaccate dalla prigionia. Ma chi sarebbe stato il suo cavaliere? Possibile che Rumpelstiltskin avesse davvero intenzione di ballare con lei?
Quel pensiero la fece avvampare. Le era capitato spesso di danzare in coppia con Gaston ad Avonlea, ma era come avere per partner un elefante libertino; le pestava i piedi di continuo e non perdeva mai occasione per sbirciare nella sua scollatura o lasciar scivolare le mani un po' troppo oltre la sua schiena. Quei balli erano un vero incubo per lei. Ma una danza con il Signore Oscuro... non riusciva proprio a figurarsi volteggiare tra le braccia del folletto.
Stava per imboccare le scale che l'avrebbero condotta al piano inferiore quando udì un borbottio famigliare.
Si mise in ascolto e riuscì a cogliere qualche imprecazione esasperata. Non c'era dubbio sul fatto che si trattasse di Rumpelstiltskin che, evidentemente, non stava passando un buon momento.
Incuriosita, Belle tese l'orecchio e seguì la voce, fino a giungere ad una porta socchiusa.
Bastò una lieve pressione del dito per farla scorrere sui cardini quel tanto che bastò per scorgere il folletto in piedi davanti ad uno specchio alle prese con i ganci argentati di una marsina che, a quanto pareva, stavano avendo la meglio su di lui. Sul pavimento della stanza erano sparsi abiti maschili in quantità, come se egli li avesse gettati via uno dopo l'altro in preda alla frustrazione.
- Maledizione! Questi cosi infernali! Perché diavolo devono essere tanto difficili da indossare?! -
La scena era troppo comica e a Belle sfuggì una risatina, che però ebbe l'effetto di tradire la sua clandestina presenza.
Rumpelstiltskin si voltò fulmineo verso la porta, schioccò le dita e questa si spalancò con violenza, rivelando la giovane colta in flagrante a spiare.
- Be', certo che per essere stata tirata su come una principessa sei molto maleducata, dearie... -
Il Signore Oscuro stava per aggiungere altro, ma le parole gli morirono in gola quando realizzò quanto la sua domestica fosse meravigliosa. I servitori invisibili avevano svolto un lavoro eccellente.
L'aspetto di Belle era incantevole e sinistro, proprio come si era auspicato. Tuttavia, doveva ammettere a se stesso che neanche nelle sue più rosee previsioni si era immaginato un risultato simile.
La giovane aveva perso l'aria innocente e ingenua che la caratterizzava nel suo vestitino azzurro. Aveva acquistato un fascino decadente e malinconico che la rendeva molto più adulta e meno ragazzina. La sua figura era ammantata di un'aura di mistero e grazia, inoltre le trasparenze dei guanti di pizzo e la scollatura dell'abito, profonda ma non al punto da apparire volgare, le conferivano anche una certa sensualità. Una dama perfetta per la notte di Samhain, in cui il velo tra il mondo dei vivi e quello dei defunti si assottiglia tanto che gli uni non si distinguono più dagli altri e finiscono per camminare sulla terra fianco a fianco.
- State litigando con quella marsina? -
Rumpelstiltskin si riscosse. - Come dici? -
Belle gli si avvicinò lentamente con un sorriso e la gonna di tulle del vestito emise un lieve fruscio.
La ragazza allungò le mani verso il Signore Oscuro, ma questi si ritrasse istintivamente.
- Lasciatemi fare. Ci penso io. Ne sono in grado, sapete? -
A quel punto, il folletto lasciò che le piccole dita affusolate di lei armeggiassero con i ganci e i galloni della giacca.
Il suo cuore prese a un tratto a galoppare furiosamente come un destriero infernale. Belle gli era così vicina che l'aria tutt'intorno era satura del suo profumo. Rumpelstiltskin ebbe l'impressione di non riuscire più a respirare, temeva quasi che quell'aroma finisse per soffocarlo.
Ancora due secondi e avrebbe finito per stringere gli esili polsi della giovane tra le sue mani di mostro per allontanarla bruscamente da sé, invece la sua domestica si fece indietro per prima per osservare il risultato finale dell'opera.
- Fatto. Date un'occhiata. Che ve ne pare? -
Il Signore Oscuro venne travolto da un'insolita sensazione contraddittoria, a metà tra il sollievo e il desiderio di riportare le mani di Belle su di sé.
Lentamente si voltò verso lo specchio. La marsina gli stava benissimo e pensò di non essere mai stato così elegante, anche se non aveva rinunciato ai soliti pantaloni di pelle aderenti. Tuttavia colui gli restituiva lo sguardo non era un uomo e tanto meno un principe, ma solo una bestia abbigliata a festa, in più, dietro il suo riflesso, spiccava la figura splendida e perfetta della ragazza.
Non poteva esserci un contrasto più stridente. Faceva quasi male agli occhi.
Rumpelstiltskin scosse la testa per scacciare quei pensieri scomodi e si diresse verso la porta della stanza, facendo cenno a Belle di seguirlo.
- Forza, dearie. È quasi ora. -




Da Stria93: Pubblicare il seguito di una storia a tema Halloween/Samhain il giorno dopo Yule e a pochi giorni da Natale. Ottimo tempismo, Stria!
Che posso dire? I miei progetti di terminare questa fanfic entro il 31 ottobre sono stati dissolti da imprevisti, mancanza di tempo e quant'altro possa intromettersi nell'attività di un autore.
A questo punto, per coerenza, dovrei pubblicare il seguito a Pasqua, ma non ho intenzione di lasciar passare così tanto tempo stavolta. :)
Mi scuso con tutti per l'attesa e ringrazio di cuore chi, nonostante tutto, vorrà leggere questo secondo capitolo e, magari, lasciarmi due righe per farmi sapere cosa ne pensa. Ringrazio ovviamente anche chi è passato dal capitolo precedente e, in particolare, Shimba97, RosePiaf, jarmione, per avermi lasciato il loro prezioso parere.
Un ringraziamento speciale va infine a S., grazie al quale mi è tornata la voglia di riprendere in mano questa storia.
A presto, dearies, e buonissime feste a tutti voi!



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Capitolo 3
*** Il Ballo ***


ballo

Il Ballo




Belle e Rumpelstiltskin camminavano affiancati lungo un corridoio che pareva non finire mai.
Il tremolante bagliore delle torce affisse alle pareti proiettava ombre enormi e distorte al loro passaggio, cosicché la giovane ebbe la sgradevole sensazione di essere seguita da un nugolo di spettri.
Il percorso s'interrompeva bruscamente di fronte ad un pesante portone a due battenti.
Il Signore Oscuro posò una mano sulla superficie di legno massello, poi ci ripensò e si rivolse alla sua domestica con sguardo severo.
- Devo farti un paio di raccomandazioni prima che entriamo nel salone della festa. -
Belle annuì, anche se il tono insolitamente serio del folletto non prometteva nulla di buono.
- Tra gli ospiti ci saranno i personaggi più svariati. Alcuni, o meglio, molti di loro potrebbero non piacerti ma non devi assolutamente assecondare le tue impressioni o mostrare i tuoi sentimenti. Dovrai sorridere ed essere gentile con tutti, nessuno escluso. Chiaro? -
- Chiaro. - rispose Belle, domandandosi che razza di gente poco raccomandabile fosse stata invitata a quel ballo. Banditi? Assassini? Cosa doveva aspettarsi?
Rumpelstiltskin fissò la giovane con sguardo penetrante. - Dico sul serio, dearie. È molto importante che questa notte ogni cosa sia perfetta. Tutti dovranno essere a proprio agio e sentirsi i benvenuti. -
La ragazza si sentì improvvisamente messa a nudo da quegli occhi di rettile. La voce le venne meno e fu costretta ad annuire per esprimere il suo assenso.
Il folletto sembrò soddisfatto di quella tacita risposta. - Molto bene allora. Si comincia! -
Così dicendo, il Signore Oscuro spinse le porte con entrambe le mani, dopodiché si fece cavallerescamente indietro per cedere il passo ad una Belle più che mai meravigliata.
La sala da ballo era immensa, a pianta rettangolare e con i soffitti altissimi, tanto che non se ne vedeva il fondo, cosicché si aveva l'impressione che gli imponenti lampadari di cristallo e diamanti, da cui però non proveniva alcuna luce e che erano stati avvolti da ragnatele tanto fini da sembrare impalpabili fili d'argento, fossero appesi alla nera volta del cielo.
Un debole e freddo chiarore, che impediva che nella stanza calasse l'oscurità più fitta, proveniva da centinaia e centinaia di singole candele sospese a mezz'aria che fluttuavano pigramente. Le fiammelle erano di un'improbabile tonalità di verde acceso che, in certi momenti virava al blu o al viola.
Non c'era orchestra, ma una musica sommessa e lamentosa aleggiava nell'aria come se provenisse dalle pareti, dal pavimento a scacchiera bianco e nero, e dal soffitto invisibile.
Rumpelstiltskin sbirciò l'espressione incantata di Belle e ridacchiò. - Mi sono occupato personalmente dell'allestimento. I nostri ospiti apprezzeranno. È l'unica notte dell'anno in cui possono svagarsi un po' e meritano il meglio. E ora andiamo; ti mostro la tua postazione, dove accoglierai gli invitati. -
Il folletto condusse la giovane in una sala attigua, più illuminata rispetto alla prima, dove era stato allestito un palco a cui si accedeva tramite un'austera scalinata ricoperta di ricchi tappeti color porpora e viola.
Esattamente di fronte ad essa, all'altro lato della stanza, c'era un enorme camino spento che avrebbe potuto ospitare comodamente tra le sue fauci anche un'intera carrozza con tanto di cavalli.
Il Signore Oscuro guidò Belle su per la scalinata. Al centro del palco era stato sistemato un trono foderato di cuscini di lucido velluto color rosso sangue. La ragazza ebbe un fremito d'orrore quando si rese conto che la struttura dello scranno era composta da qualcosa che assomigliava terribilmente a candide ossa umane. Alle estremità dei braccioli erano stati posti due piccoli teschi lucenti che ghignavano diabolicamente.
- Ah, finalmente è arrivata la regina del ballo! -
Da dietro il trono spuntarono due figure tra le più bizzarre e grottesche che Belle avesse mai visto. Uno era un grosso e grasso gatto nero che si ergeva sulle zampe posteriori proprio come un essere umano, l'altro era un individuo di piccola statura, magro e dai modi ossequiosi. Sia l'uomo che l'animale erano abbigliati elegantemente e s'inchinarono a Rumpelstiltskin con una tale teatralità che alla giovane sembrò quasi una presa in giro.
- Belle, questi sono Behemoth e Korov'ev. Ti aiuteranno a ricevere gli ospiti e vigileranno che nulla vada storto. -
Il gattone si avvicinò alla giovane, sempre più sbalordita, e le baciò la mano con fare galante, solleticandole la pelle con i lunghi baffi. - Regina. -
- Ehm... molto piacere. -
- Bene. Sei in buone mani, dearie, o zampe... come preferisci. Io devo tornare di là a dare gli ultimi ritocchi. Verrò più tardi a vedere come te la cavi. -
La ragazza avrebbe voluto supplicarlo di restare con lei, di non lasciarla sola con quei due tizi stranissimi e poco rassicuranti, ma non aveva alcuna intenzione di sembrare una bambina impaurita o di risultare scortese, e comunque sarebbe stato del tutto inutile perché Rumpelstiltskin era già svanito nella solita nube di fumo purpureo.
Seguì qualche secondo di imbarazzato silenzio, poi Korov'ev indicò il trono e le fece un cenno solenne. - Se volete accomodarvi, regina Belle. Tra pochi minuti dovrebbero arrivare i primi ospiti. -
La giovane inghiottì la paura e si sedette con riluttanza, cercando di ignorare il pensiero della struttura fatta di ossa che ora sosteneva il suo peso. Behemoth si accucciò accanto a lei e le sorrise sornione. Korov'ev si posizionò invece accanto alla sedia regale, dritto e impettito come un maggiordomo.
Poco dopo, il suono di un possente rintocco, proveniente da chissà dove, squarciò l'aria immobile della sala; ne seguì un altro e poi un altro ancora. Belle ne contò dodici. Era mezzanotte in punto.
- Si comincia, regina. - le sussurrò l'uomo all'orecchio.
Improvvisamente ci fu uno schianto laggiù nel colossale camino e ne schizzò fuori una forca con un cadavere penzolante, mezzo disfatto e incartapecorito. Il cadavere cadde dalla corda, batté sul pavimento e ne saltò su un bellissimo uomo bruno in frac e scarpe di pelle lucida. Poi giù dal camino scivolò velocemente una piccola bara mezza marcia; cadde il coperchio e ne rotolò fuori un altro cadavere decomposto. Il bell'uomo gli fu accanto con un salto offrendogli con galanteria il braccio ripiegato a ciambella. Il secondo cadavere si ricompose trasformandosi in una donna tutta moine, con le scarpette nere e un merletto, nero anch'esso, sulla testa e la coppia si affrettò su per la scalinata.
Korov'ev si chinò verso Belle e le spiegò che i due erano il signor Jaques e la propria consorte. Le disse che egli era stato un abile falsario e alchimista, ma si era reso celebre soprattutto per aver avvelenato l'amante del re.
La ragazza non credeva ai propri occhi. Il suo sguardo esterrefatto saettava dal punto in cui erano atterrate la forca e la bara, che ora erano sparite, all'elegante coppia che stava salendo i gradini.
I due arrivarono davanti al trono, s'inchinarono e si fecero avanti per baciarle la mano.
- Regina. -
- Incantati, incantati! - rispose il gatto con entusiasmo e battendo le zampe.
- I... Incantata. - ripeté lei, ancora stordita da quella straordinaria successione di eventi.



Ben presto, Belle perse il conto di quante bare, forche e cadaveri fossero scivolati fuori dal camino e di quante labbra avessero sfiorato la sua mano guantata. Il collo le doleva a forza di fare cenni di benvenuto, si sentiva le guance indolenzite a furia di sorridere e la testa le girava perché ovunque guardasse, davanti a lei vedeva una folla infinita che percorreva la scalinata.
Uomini e donne, da soli o in coppia, le si avvicinavano, s'inchinavano, qualcuno le baciava la mano e se ne andavano per lasciare il posto a chi veniva dopo di loro.
Korov'ev le presentava gli ospiti elencandone le imprese che avevano compiuto in vita, e la giovane ebbe conferma dei suoi sospetti: erano tutti criminali, assassini, truffatori, piccoli delinquenti comuni o semplici ladri, nessuno escluso.
Tuttavia, davanti a lei, tutti si comportavano in modo impeccabile, educato, ossequioso e perfino sottomesso.
Belle rabbrividiva a sentire le parole di Korov'ev circa i trascorsi di quegli individui, uno più turpe dell'altro, ma aveva promesso a Rumpelstiltskin di essere ospitale e cortese con tutti, e così fece.
A un tratto, con la coda dell'occhio, scorse il folletto in un angolo della sala.
Se ne stava comodamente appoggiato al muro e la osservava con approvazione, sorseggiando un vino rosso scuro da un calice di cristallo tempestato di rubini.
La ragazza gli lanciò un'occhiata disperata. Non ce la faceva più e desiderava tremendamente di potersi allontanare da quella fiumana riverente di cadaveri.
Per tutta risposta, il Signore Oscuro alzò la coppa in suo onore e le sorrise in quel suo modo ironico.
Quel gesto fu più che sufficiente per far comprendere a Belle che non avrebbe potuto lasciare quel trono fino a quando l'ultimo degli invitati non fosse giunto al suo cospetto.



Dopo quella che parve un'eternità, anche l'ultima ospite, un'avvenente signorina che, a detta di Korov'ev, aveva l'abitudine di uccidere nel sonno i suoi facoltosi amanti per mettere le mani sulle loro ricchezze, si allontanò verso il salone adiacente da dove provenivano un allegro chiacchiericcio e stridenti note di violini.
Belle sospirò. Si sentiva esausta e in tutto il corpo non c'era un solo muscolo che non le dolesse; aveva perfino perso la sensibilità del braccio destro a forza di offrirlo.
Si abbandonò contro lo schienale del trono e socchiuse gli occhi, ma Behemoth balzò su uno dei braccioli e le porse un calice fumante che conteneva un liquido color pervinca dall'odore pungente.
- Bevi questo, regina. Ti rimetterà in forze e poi dovrai raggiungere gli ospiti e il Signore Oscuro nella sala da ballo. -
Belle gemette. In quel momento avrebbe solo voluto tornare in camera e gettarsi sul letto; arrivò perfino a rimpiangere il suo misero pagliericcio nella cella sotterranea.
Tuttavia, quando le sue labbra sfiorarono la bevanda misteriosa, la ragazza si sentì rinvigorire e la stanchezza si dileguò all'istante, come per magia.
Korov'ev le offrì il braccio e l'accompagnò giù dalla scalinata, con Behemoth che li precedeva dondolandosi sulle tozze zampe posteriori.



Il salone era gremito. Decine e decine di coppie volteggiavano al ritmo della musica e quasi tutti reggevano coppe di vino, chiacchieravano e ridevano.
Belle fece vagare lo sguardo sulla folla e intercettò Rumpelstiltskin che stava conversando con un uomo in redingote. Si diresse verso di lui, accompagnata da Korov'ev e Behemoth.
Gli ospiti si facevano da parte al suo passaggio e le indirizzavano riverenze, inchini e sorrisi.
- Vedi, regina, come ti ammirano? Li hai conquistati. - fece il gatto strizzandole l'occhio.
Lo strano trio raggiunse il folletto, che li accolse con un sorriso. - Ben fatto, signori. - disse, rivolgendosi all'uomo e al gatto. - Ottimo lavoro, davvero. Non ho più bisogno dei vostri servigi; direi che potete andare a godervi la festa. -
I due s'inchinarono nuovamente, dopodiché sgattaiolarono verso il tavolo dei vini.
L'interlocutore di Rumpelstiltskin si toccò la tesa del cappello a cilindro in segno di saluto e se ne andò, lasciando il Signore Oscuro solo con la sua domestica.
- Be', congratulazioni, dearie. Te la sei cavata egregiamente, devo proprio ammetterlo. -
Lei gli lanciò un'occhiata torva. - Assassini e furfanti della peggior specie. Sarebbero questi i vostri preziosi ospiti? -
Lui rise. - Delle adorabili canaglie, non trovi anche tu? Ma non farti un'idea sbagliata. Loro sono solo un mezzo per mantenere il mio potere. Vedi, dearie, io li faccio divertire per una notte all'anno, questa notte in effetti; la notte di Samhain, l'unico momento in cui i morti possono oltrepassare il velo e tornare per qualche ora nel mondo dei vivi, e loro, in cambio mi concedono la facoltà compiere magie oscure di cui non c'è necessità che tu conosca i dettagli. Ma ora serviti da bere. Più tardi temo proprio che ci toccherà esibirci in una danza e forse sarà meglio essere un po' brilli. -
Belle trasalì, sentì le gote infiammarsi e sperò con tutto il cuore che lo spesso strato di cipria mascherasse il rossore.
- Ehm... danzare? Io con voi? -
Rumpelstilskin annuì distrattamente. - Già, è tradizione che i padroni di casa aprano la Danse Macabre e questa simpatica gentaglia è molto attaccata alle tradizioni del ballo di Samhain. -



Passò qualche tempo. Minuti o forse ore, Belle non avrebbe saputo dirlo. Era come se la stessa dimensione temporale si fosse appiattita in quella sala immensa. A un tratto, la musica cessò e un ritmico e acuto tintinnio sovrastò il vociare festante degli invitati.
Scese il silenzio e tutti si voltarono verso Korov'ev che percuoteva delicatamente una posata d'argento contro un calice di cristallo.
Quando fu certo di aver ottenuto la piena attenzione dei presenti si schiarì la voce con fare pomposo. - Mesdames et messieurs, vogliate prego accogliere con un applauso il vostro anfitrione e benefattore, colui che ogni anno, in questa notte propizia, rende possibile tutto questo. Il Signore Oscuro! -
Uno scrosciare di fragorosi applausi e acclamazioni si levò dalla folla quando Korov'ev si fece da parte per lasciare Rumpelstiltskin al centro dell'attenzione.
Il folletto si esibì in un'irriverente parodia di inchino con un ghigno e tutti scoppiarono a ridere, qualcuno si mise ad applaudire ancora più forte.
Il padrone di casa si godette per un po' il momento, dopodiché alzò le mani per placare gli animi e chiedere silenzio. - Signore e signori. - cominciò con voce chiara e squillante. - Per me è un piacere accogliervi nella mia umile dimora. Sono terribilmente spiacente che l'arrivo sia sempre un po' brusco. - fece una pausa, fingendo un'aria contrita. - Ma credo che nessuno di voi sia preoccupato di rompersi l'osso del collo, vero? -
Di nuovo, si levarono risate sguaiate e fischi d'approvazione e di nuovo Rumpelstiltskin fece un cenno con la mano per metterli a tacere.
- Bene! E ora è giunto il momento che tutti voi, vecchie carogne, stavate aspettando. La Danse Macabre! -
Questa volta l'ovazione fu, se possibile, ancora più feroce. Alcune donne fecero un risolino malizioso e avanzarono di qualche passo verso il Signore Oscuro, ma questi rivolse loro un contrito sorriso di scuse, non del tutto sincero. - Vogliate scusarmi, mademoiselles, ma quest'anno temo di avere già una dama per la danza. - Così dicendo, tese una mano verso il punto in cui Belle era rimasta in piedi in disparte ad osservare la scena, invitandola a farsi avanti.
Le aspiranti partner di Rumpelstiltskin le piantarono addosso uno sguardo ostile, chiaramente offese. La giovane si sentì in trappola e capì di non avere scelta, così mosse qualche passo in direzione del folletto, cercando di non badare alle centinaia di occhi puntati su di lei, tuttavia non poté fare a meno di intercettare alcuni mormorii tra i quali distinse chiaramente le parole
amante e concubina.
Avrebbe voluto sprofondare nel pavimento a scacchi, invece cercò di mantenere un portamento fiero e sereno e, quando incrociò lo sguardo del Signore Oscuro, sentì una forza improvvisa scorrerle nelle vene e l'insicurezza sciogliersi come neve al sole.
Nel salone era calata la quiete più completa, carica di fervente attesa, come i secondi che separano il fulmine dal tuono.
Rumpelstilskin e Belle si ritrovarono uno di fronte all'altra al centro della sala, in un ampio spazio vuoto che gli invitati avevano riservato loro per la danza.
Il folletto s'inchinò, questa volta in modo elegante e raffinato, senza alcun accenno di ironia; Belle rispose con una riverenza, poi i due si avvicinarono, Rumpelstiltskin le cinse la vita con una mano e prese quella di lei nell'altra.
Uno stridore di violini squarciò il silenzio, dopodiché attaccò una musica dal ritmo veloce e frenetico.
Belle si stupì di come Rumpelstiltskin si muovesse con una sicurezza e una grazia che, unite ad una consapevole e anche un po' sfacciata disinvoltura, facevano di lui un impeccabile danzatore e un partner decisamente apprezzabile.
D'altra parte, lei stessa non incontrò alcuna difficoltà nel seguire i suoi passi leggeri e presto si trovò perfettamente a suo agio in quella danza dai toni sinistramente altalenanti.
I due si muovevano con leggiadria, tanto che pareva i loro piedi non toccassero mai terra. La ragazza aveva la piacevole sensazione di volteggiare a mezz'aria, come in assenza di gravità.
La stretta di Rumpelstiltskin era forte ma delicata e Belle notò con piacere come il suo sguardo rimanesse saldamente ancorato all'altezza dei suoi occhi, senza mai distaccarsene. Avrebbe potuto perdersi in quei pozzi screziati d''oro.
Quando la fece piroettare, la gonna dell'abito si aprì in una ruota di tulle nero e dagli ospiti si levò un “Oooh” di meraviglia.
L'andamento della melodia prendeva velocità per poi acquietarsi nuovamente in un perpetuo e sconcertante gioco di alternanze, ma dama e cavaliere non si facevano mai sorprendere da quelle repentine variazioni e riuscivano a sincronizzare perfettamente i loro movimenti, come se fossero stati incisi nei loro stessi corpi così come le note lo erano sul pentagramma dello spartito. Sembravano nati per danzare insieme, come se non avessero mai fatto altro in tutta la loro vita.
Quando la musica cessò e le ultime note stridule degli archi si dissolsero nell'aria, la folla lanciò grida estasiate e si proferì in un galvanizzato applauso generale.
I due ballerini s'inchinarono, tenendosi per mano e Rumpelstiltskin lanciò un sorrisetto di sottecchi alla sua domestica. - Allora? Ti sei divertita, dearie? -
Belle, ancora frastornata dalla miriade di sensazioni che l'avevano travolta in quei pochi minuti, si limitò ad inclinare le labbra in un sorriso timido e incerto.
Gli applausi e le grida di giubilo non si arrestavano e qualcuno gettò una rosa nera ai piedi di Rumpelstiltskin, che la raccolse e la porse a una Belle piacevolmente sorpresa da quel gesto galante così in contrasto con i modi asciutti e bruschi che egli le riservava solitamente.
Ma nel momento in cui le sue dita esili si strinsero intorno allo stelo, il fiore si trasformò in un piccolo pipistrello nero che prese il volo e andò a sistemarsi a testa in giù appeso a uno dei lampadari.
- Scherzetto, dearie! - cantilenò il folletto, ridacchiando dell'espressione basita della ragazza.



Trascorsero altre ore (o forse solo pochi minuti?) e Belle non faceva che ricevere i complimenti degli invitati per la sua performance insieme a Rumpelstiltskin. A un tratto le si avvicinò un uomo in nero elegantemente abbigliato che sfoggiava un paio di favoriti; le prese una mano tra le proprie gelide e si profuse in un fiume di lodi. La giovane ringraziò e tentò di schermirsi: - Sono solo la governante. Non sono una regina, come pensate voi. -
Ma lo sconosciuto scosse la testa: - No, no, ma cherie! Sono cento anni che partecipo a questa deliziosa rimpatriata tra canaglie e vi posso garantire che non ho mai visto il Signore Oscuro tanto rapito da qualcuno. Si è esibito nella Danse Macabre con molte donne diverse, per onorare la tradizione della notte di Samhain, ma questa è la prima volta che ha danzato con... passione. E quello sguardo, il modo in cui vi osserva... credetemi, non siete solo la sua domestica. Rappresentate molto di più per lui. Date retta a un vecchio Don Giovanni... -
Belle non sapeva proprio come rispondere davanti ad affermazioni sostenute da tanta sicurezza ma fortunatamente venne tratta d'impaccio dall'arrivo provvidenziale di una donnetta piccola e tarchiata che trascinò il mal capitato al centro della sala per unirsi alle altre coppie che stavano volteggiando sulle note di un foxtrot dai toni non meno sinistri di quelli della Danse Macabre.
- Ah! Eccoti qui, dearie! Ti stai godendo la nostra piccola festicciola di Samhain? -
Belle si voltò e trovò Rumpelstiltskin in piedi dietro di lei. Teneva tra le mani due calici colmi di vino, tanto rosso e denso da assomigliare tremendamente a sangue vivo.
- Definirla “festicciola” mi pare un eufemismo bello e buono. - commentò.
- Ma è proprio questo il bello dei nostri ospiti. Amano gli eccessi e non hanno esattamente quel che si dice un buon gusto in fatto di celebrazioni. D'altra parte, come biasimarli? Questi poveracci hanno solo una notte di baldoria all'anno mentre trascorrono tutto il resto del loro tempo... be', da morti! Io gli do semplicemente quello che si aspettano e che desiderano. È quello che faccio con tutti, no? -
Belle aggrottò le sopracciglia con fare severo. - Ma chiedete sempre un prezzo molto alto. -
- Suvvia, dearie! Non vorrai farmi una lezione di morale proprio stanotte! Siamo circondati da anime non propriamente immacolate, ricordi? Non vorrai turbare gli invitati, spero. -
Il tono di Rumpelstiltskin era calmo e pacato, ma Belle si accorse del velato avvertimento insito in quelle parole all'apparenza innocue, così mandò giù la replica che le era già salita alle labbra e fece un lieve cenno di diniego.
Il folletto parve rilassarsi e le porse uno dei due calici. Belle accettò con riluttanza e studiò, decisamente poco entusiasta, il contenuto al suo interno.
- Rilassati, dearie. Non è che un innocentissimo calice del miglior vino del reame. -
- D'accordo. - rispose la giovane. - Ma, conoscendovi, non escluderei che possa trasformarsi in un ragno da un momento all'altro e fuggire via sulle zampette, come è successo prima con quella rosa. -
- Ti assicuro che non accadrà. Fidati di me. -
E, chissà come, Belle si fidò e prese un sorso della vermiglia bevanda. Il sapore dolciastro e piacevolmente acidulo le riempì la bocca e le scaldò la gola. Era davvero squisita e la ragazza constatò con enorme sollievo che il calice che teneva tra le mani era ancora un calice e non si era trasformato in un ragno o in altre bestioline poco piacevoli.

* M. Bulgakov, Il Maestro e Margherita, p. 297





Da Stria93 (che sì, è ancora al mondo): Dearies, è un piacere tornare tra voi, anche se non so chi abbia ancora voglia di seguire queste storielle considerando il tempo che latito sul sito.
Anyway, ho finalmente concluso OUAT (sofferenza! Immane sofferenza!) e mi è venuta una gran nostalgia dei bei vecchi tempi di Skin Deep, di cui onestamente avrei gradito vedere di più.
Quale modo migliore di sfogare la mia rumbellite se non quello di rimettermi a scrivere? E per prima cosa non potevo certo non rimettermi a lavorare a questa storia in sospeso dalla notte dei tempi!
Chi ha letto il libro di Bulgakov avrà sicuramente colto l'opera da cui ho preso ispirazione per il cuore della storia, nonché “in prestito” i personaggi di Behemot e Korov'ev e addirittura un passaggio riportato pari pari della stessa opera.
La Danse Macabre ovviamente è quella spettacolare quanto sinistra composizione di Camille Saint-Saens, perfetta per le atmosfere di Samhain.
Be', mi fermerei qui con gli sproloqui ma tengo molto a ringraziare quei/lle rumbellers disperati/e che ancora vorranno soffermarsi a leggere questi miei lavori (altrettanto disperati) e magari perfino lasciarmi il loro parere.


P.S. Conto di pubblicare il capitolo conclusivo entro Samhain (di quest'anno) xD






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Capitolo 4
*** Alba ***


alba

Alba




I festeggiamenti proseguirono per un tempo che Belle non avrebbe assolutamente saputo calcolare. Le danze si succedevano senza tregua così come i calici di vino che quella notte scorreva a fiumi senza che mai le bottiglie si svuotassero. La ragazza aveva il sospetto che quella bevanda fosse stata incantata poiché possedeva lo strano potere di rinvigorire all'istante chi ne sorbiva anche solo un sorso. Era grazie ad essa se non era ancora crollata a terra preda del sonno e della stanchezza, lascito di quella nottata così carica di emozioni.
Molti altri invitati si fecero avanti per complimentarsi con lei per l'eccellente ricevimento, per la sua bellezza e per la grazia dimostrata sulla pista da ballo. Nel complesso, Belle si trovò ad ammettere con riluttanza che si erano dimostrati tutti (o quasi) molto gradevoli per essere stati criminali della peggior risma in vita.
A un certo punto della notte, la giovane vide avanzare verso di lei tre donne dall'aria minacciosa e riconobbe alcune delle aspiranti ballerine che poco prima (o forse molto prima?) si erano fatte avanti per danzare con Rumpelstiltskin e le avevano indirizzato occhiate al vetriolo quando egli le aveva respinte, seppure con garbo e galanteria, in suo favore.
Non aveva nessuna voglia di interagire con loro, anche perché immaginava che non si sarebbe trattato di una conversazione amichevole, ma in quel frangente rivestiva il ruolo della padrona di casa e non poteva esimersi. Sarebbe stato di pessimo gusto ignorarle dopo aver intrattenuto discorsi con almeno tre quarti degli ospiti. E poi non era certo stata lei a gettarsi tra le braccia del Signore Oscuro e a pretendere di ballare con lui davanti a tutti, anche se alla fine non le era affatto dispiaciuto, anzi...
Cosa mai poteva temere da quelle donne? Erano morte da un pezzo e inoltre quella sera lei era la Regina, padrona del Castello Oscuro al pari di Rumpelstiltskin nonché investita di un potere che non aveva mai avuto modo di sperimentare nemmeno quando ancora si trovava ad Avonlea, relegata da suo padre nella parte di eterna principessa-bambina. Quella notte era tutto diverso: Belle si sentiva una donna, si sentiva forte, sicura di sé e in grado di tenere testa anche a un drago, figuriamoci a dei cadaveri ammuffiti!
Spronata da questa sensazione stimolante, Belle sollevò la testa con orgoglio e andò incontro al trio con un sorriso radioso. - Buonasera, signore. Spero che vi stiate godendo la festa e che il vino sia di vostro gusto. -
Se le tre donne erano rimaste impressionate dal portamento fiero e tranquillo di Belle non lo diedero a vedere, invece la soppesarono con lo sguardo, scrutandola con sufficienza.
- Non c'è male. - rispose la più alta ed evidentemente la più audace delle tre, che sfoggiava una vistosa chioma rosso fuoco e una scollatura indecentemente profonda. - Ma il vino era molto meglio l'anno scorso, così come l'atmosfera... -
Le due compari annuirono con convinzione e, davanti al silenzio di Belle, la leader del gruppetto si sentì incoraggiata a proseguire le sue lamentele: - In verità, trovo che Rumpelstiltskin abbia perso lo smalto. Quest'anno la festa è sottotono e noiosa. Temo che gli standard del Signore Oscuro si siano abbassati parecchio... -
Pronunciò quelle ultime parole scoccando a Belle un'occhiata sprezzante e la giovane capì che non si stava riferendo solo alla capacità di Rumpelstiltskin di organizzare ricevimenti; ad ogni modo non vacillò e continuò a sorridere affabile. - Se i festeggiamenti non vi soddisfano, potete sempre andarvene. In quanto padrona di casa non mi permetterei mai di trattenere degli ospiti contro la loro volontà. E sono sicura che anche Rumpelstiltskin la pensi così. -
Un lampo d'odio attraversò le iridi scure della rossa, che abbandonò in fretta ogni pallido tentativo di mantenere un atteggiamento cortese e parlò in un sibilo. - Allora tu sei la sua sgualdrina? Credevo che l'Oscuro avesse gusti più raffinati, a meno che tu non possegga qualche qualità nascosta che non ci è dato sapere, ma a vederti ne dubito fortemente. Rumpelstiltskin potrebbe avere molto di meglio, ma se gli piace trastullarsi con sciacquette da quattro soldi non sono certo affari miei... -
Belle sentì montare la rabbia e stava per dare voce ad una replica tagliente quando Rumpelstiltskin si materializzò al suo fianco.
- Perdonate l'interruzione, signore. Voglio solo assicurarmi che vi stiate divertendo e che Belle non vi annoi troppo con le sue chiacchiere sui libri. Temo sia il suo argomento di conversazione preferito, ma ovviamente a voi non interessa, dico bene? -
Le tre donne, rossa compresa, rimasero interdette e la loro espressione bellicosa si stemperò all'istante, cedendo il passo all'incertezza e al timore.
Alla fine fu di nuovo la rossa a prendere la parola. - Noi... stavamo facendo conoscenza. -
- Ah, molto bene. - disse Rumpelstiltskin, che non si era lasciato ingannare neanche per un istante. - Allora immagino che vi siate fatte un'opinione della nuova padrona di casa. Che ne pensate? -
Capelli-In-Fiamme si fece avanti di nuovo: - In tutta onestà, la troviamo un tantino... insulsa. Insomma, credevo che il Signore Oscuro cercasse una compagnia un po' più... piacente. -
Sull'ultima parola, la rossa spinse in fuori il petto e usò un tono suadente e vellutato; ebbe perfino l'ardire di muovere un passo verso il folletto, ancheggiando vistosamente.
A quel punto, Rumpelstiltskin cinse il fianco di Belle e l'attirò più vicina a sé. La rossa si arrestò immediatamente, lo sguardo gelido fisso sulla mano di lui intorno alla vita della ragazza.
- Temo che non siano affari tuoi, che tipo di compagnia gradisco, dearie. - la voce del Signore Oscuro suonava pacata e calma ma tanto glaciale da sembrare un sommesso ringhio d'avvertimento e la donna si ritrasse lievemente, pur non demordendo.
- Eppure ricordo che gli anni scorsi voi e io ci siamo divertiti parecchio, Rumpelstiltskin. Dite, questa ragazzina vale davvero la rinuncia a quel divertimento? -
La stretta di Rumpelstiltskin sul fianco di Belle si fece più salda e la sua mano ebbe un fremito che trasmise al corpo della giovane tutta la collera che il folletto provava in quel momento.
- Sta' attenta, Mary Bateman*. Modera il linguaggio o rischi di non trovare il tuo nome nella lista degli invitati del prossimo anno. -
La rossa impallidì, sempre che i cadaveri potessero farlo.
- E ti dirò di più... prova ancora a insultare la mia dama e tu e queste due graziose damigelle tornerete alle vostre bare putrescenti molto prima che giunga l'alba. -
Così dicendo, Rumpelstiltskin si voltò e condusse Belle lontana dal trio.
- Vipere! - sibilò il Signore Oscuro a denti stretti. - Spero proprio che abbiano imparato la lezione. - poi si rivolse a Belle: - Stai bene? -
Lei si finse offesa, anche se, in effetti, un po' lo era sul serio. - Ma certo! So gestire perfettamente una serpe invidiosa come quella. Se l'aveste lasciata a me, l'avrei rimessa al suo posto in un baleno. -
Rumpelstiltskin ridacchiò. - Non ho dubbi, dearie. Ma non sta bene che la Regina del Ballo si accapigli con un'invitata. Cosa avrebbero pensato gli altri ospiti? -
- Di che divertimenti stava parlando? - domandò Belle a bruciapelo.
Rumpelstiltskin sbatté le palpebre, interdetto. - Come? -
- Quella donna ha detto che gli anni passati vi siete divertito parecchio con lei. Cosa intendeva? - ora la voce di Belle si era fatta fredda e scostante, il suo sguardo attento e sospettoso mentre frugava negli occhi del folletto in attesa della sua risposta.
- Niente di che, dearie! Potrei aver ballato due o tre giri di valzer con lei, ma nulla di più! E comunque, perché t'interessa? Non è che, per caso, Mary Bateman non è la sola ad essere gelosa? -
Quell'insinuazione maliziosa fece avvampare la ragazza. - Non siate sciocco! Non mi abbasserei mai al suo livello! - e così dicendo voltò le spalle al Signore Oscuro e se ne andò, lasciando un Rumpelstiltskin molto divertito.



La festa proseguì e il trio delle “vipere”, come le aveva definite Rumpelstiltskin, si guardò bene dall'avvicinarsi nuovamente a Belle, memore dell'avvertimento minaccioso del folletto.
A un tratto la musica si interruppe e nella sala calò un silenzio che venne presto squarciato dall'inconfondibile canto di un gallo. Dalla folla si levò un coro di proteste ed esclamazioni di disappunto e delusione.
Era l'alba del primo giorno di novembre, il che significava che la loro unica notte di libertà era terminata e per un altro anno gli invitati avrebbero dovuto tornare... be', morti.
E infatti, uno dopo l'altro presero a trasformarsi in ammassi di polvere e cenere che si dissolvevano appena toccavano terra.
Quando la sala si fu svuotata del tutto calò il buio più completo e Belle non vide più nulla. Durò qualche secondo, poi Rumpelstiltskin accese una torcia affissa al muro e davanti agli occhi della giovane non ci fu più traccia della sontuosa sala da ballo, né dei lampadari, degli addobbi, dei tavoli o del pavimento a scacchiera. Lei e il folletto si trovavano in uno stanzino angusto dalle pareti di pietra e dal pavimento in legno tutto impolverato; non c'era mobilio fatta eccezione per una vecchia cassapanca sgangherata, un mastello di legno che aveva visto giorni migliori e una scopa spelacchiata con il manico spezzato.
- Ma... ma cosa... - Belle, che ora indossava nuovamente il suo abito da lavoro celeste e il cui viso era di nuovo libero dal trucco pesante della sera prima, guardò il Signore Oscuro con aria interrogativa.
Lui, il cui abito da cerimonia era scomparso per lasciare il posto ai soliti pantaloni di pelle nera e ad una semplice camicia di seta dorata a maniche larghe, alzò le spalle. - Magia. - disse semplicemente a mo' di spiegazione. - Ora andiamo, dearie. Abbiamo fatto un gran lavoro stanotte e direi che ci meritiamo una bella colazione. -



Belle scese nelle cucine e tagliò due generose fette di torta alle castagne che aveva cucinato il giorno prima, aggiunse un piattino colmo di biscotti all'uvetta e cannella e trasferì il tutto su un vassoio che già ospitava una teiera fumante e due tazze da tè con decori blu, una delle quali era la famosa tazza che quel primo giorno al Castello Oscuro di Belle le era caduta dalle mani e si era sbeccata. Inspiegabilmente, Rumpelstiltskin non l'aveva mai né riparata né gettata via, al contrario, era diventata la sua preferita.
La ragazza salì al piano di sopra reggendo il vassoio e raggiunse il folletto già seduto capotavola al lungo tavolo di legno laccato al centro della stanza dell'arcolaio.
Posò il tutto e prese posto accanto a lui.
Consumarono la colazione in silenzio e Belle si stupì di quanto appetito avesse. Divorò la torta in men che non si dica e subito dopo passò ai biscotti.
A Rumpelstiltskin non sfuggì la formidabile voracità della sua domestica e non perse l'occasione di punzecchiarla. - Fare le ore piccole non ti fa bene, dearie. A questo ritmo, potresti fare piazza pulita dell'intera casetta di marzapane della Strega Cieca in meno di un secondo. -
Lei non alzò nemmeno gli occhi dal suo piatto, continuando ad addentare i biscotti. - Non so cosa mi sia successo, ma sono affamata! -
- Temo sia colpa del vino, dearie. -
- Che cosa intendete dire? -
- Be', vedi, quello era un vino incantato, appositamente creato dai nani per non far sentire la stanchezza o il sonno a chi lo beve, altrimenti come saresti riuscita a reggere per tutta la notte che, tra parentesi, è durata molto più a lungo di una notte normale? Il problema è che, una volta svanito l'effetto, lascia lo stomaco sgradevolmente vuoto e non solo... non ti senti un po' assonnata, per caso? -
Solo in quel momento, come se la domanda di Rumpelstiltskin avesse avuto un effetto profetico, Belle avvertì una stanchezza incontrastabile impadronirsi del suo corpo e le sue palpebre si fecero pesanti come macigni.
- E perché a voi non succede nulla? - domandò, soffocando uno sbadiglio.
- Io sono il Signore Oscuro, dearie. Sono immune a questi fastidiosi effetti collaterali. -
Rumpelstiltskin osservò la sua domestica che lottava con tutte le sue forze per tenere gli occhi aperti e dalle labbra gli sfuggì un mezzo sorriso. - Credo che faresti bene ad andare a letto, Belle. Altrimenti rischi di addormentarti con la faccia nel piatto dei biscotti. -
Lei annuì e fece per alzarsi ma vacillò pericolosamente e dovette appoggiarsi al tavolo per rimanere in piedi.
Rumpelstiltskin sospirò e si alzò a sua volta, raggiungendo la ragazza e sollevandola senza sforzo tra le braccia.
Lei avanzò qualche debole protesta ma ormai la sua voce era talmente impastata di sonno che il Signore Oscuro distinse solo alcune parole sconnesse.
- Per tutti gli déi, Belle! Si può sapere quanti calici di vino nanico ti sei scolata la notte scorsa per essere ridotta così? Forse dovrei iniziare a chiudere con un lucchetto magico il mobile dove conservo i liquori. -
Sghignazzò e, in risposta, la giovane gli diede una pacca sulla spalla talmente leggera che a Rumpelstiltskin sembrò più che altro una sorta di carezza.
Se non fosse stata già mezza addormentata, Belle si sarebbe accorta che il folletto non la stava portando nei sotterranei, verso la sua cella, ma aveva invece imboccato una rampa di scale per raggiungere il piano superiore del castello.
Quando si fermò, Rumpelstiltskin si trovava di fronte all'entrata della camera nella quale la sera prima la sua domestica si era preparata per il ballo. La porta si spalancò con un cigolio e il Signore Oscuro si diresse verso il letto, dove adagiò la ragazza, ormai con tutti e due i piedi già nel mondo dei sogni.
Prima di andarsene, Rumpelstiltskin la coprì con un morbido plaid azzurro e si concesse un istante per constatare come, nonostante la “mascherata” della notte appena trascorsa, Belle non avrebbe potuto essere più bella che in quel momento: senza gioielli, senza trucco, senza lo sfarzoso vestito del ballo; con il viso di porcellana stanco ma sereno e rilassato nel sonno, le gote come petali di rosa e le labbra schiuse lievemente e incurvate in un sorriso appena accennato.
Le aveva chiesto uno sforzo non da poco la notte prima, o meglio, l'aveva preteso. Eppure Belle aveva svolto il suo compito in modo impeccabile, superando di gran lunga le sue aspettative e conquistando i cuori fermi e rattrappiti di tutti gli invitati. Perfino quelle vecchie canaglie putrefatte e senza un minimo di morale avevano dovuto cedere al suo sorriso dolce e alla bellezza pura e innocente che la sua domestica emanava ovunque andasse.
Che razza di ipocrita! fece una vocina insolente nei recessi della mente di Rumpelstiltskin. Non fingere che le qualità di Belle ti lascino indifferente. In fondo, non sei forse anche tu una vecchia canaglia senza un minimo di morale?



*Mary Bateman: famosa avvelenatrice vissuta nell'800





Da Stria93: Sembrava impossibile... ma ce l'abbiamo fatta! (e pure qualche giorno in anticipo rispetto al previsto)
Eccoci qui, dearies! Non finirò mai di scusarmi per tutto il tempo che vi ho fatto attendere, ma finalmente siamo giunti al capitolo conclusivo di questa storia, che spero non vi abbia deluso.
Non vi tedierò ulteriormente, voglio solo ringraziare di cuore chi, nonostante tutto, ha continuato a sperare in un finale per questa ff che, come vedete, a distanza di anni è arrivato (alla buon'ora!).
Vi anticipo che ho già pronti altri lavori a tema RumBelle (e non solo) che vedrò di pubblicare al più presto.
Bacioni e un felice Samhain/Halloween!

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