Power Of Music

di kikka 05
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** I'm back! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Ciao mi chiamo Chanel , ho diciassette anni, sono una persona molto simpatica, ma introversa.
Purtroppo, quand’ero piccola a causa di un incidente stradale, i miei genitori sono morti e ho dovuto continuare da sola la mia vita, anzi, non proprio da sola, sono andata a vivere a casa della mia migliore amica Maddison.I nostri genitori si conoscevano da tanti anni, per questo hanno voluto che andassi a vivere con loro e io non li ringrazierò mai abbastanza per questo.
Non posso dire che ho superato completamente la perdita dei miei genitori, ma il canto mi ha aiutato moltissimo ad andare avanti.

 
 

 
ANGOLO  AUTRICE
CIAO A TUTTIII !!
Questo è il prologo,è molto corto,perché voglio iniziare direttamente con il 1 capitolo, spero che vi piaccia la mia storia e che continuerete a seguirla.
Mi piacerebbe sapere se vi piace, attraverso le recensioni, o magari anche come pensate che continui, quello che volete.
Baci a presto <3
 

 

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1
 
Ed eccomi qui, sul davanzale della finestra della mia camera, a casa della mia migliore amica, ad ascoltare musica, guardando i fiocchi di neve che si andavano a poggiare sul prato del cortile e scrivendo il mio diario.
I signori Roberts erano andati a fare compere per il Natale, mentre Med era in palestra, voleva far iscrivere anche me, ma non ho voluto, mi piace la danza, ma non ho voglia di iniziare a praticarla. Preferisco di gran lunga il canto. Però, gli avevo promesso che sarei andata a prenderla, così secondo lei uscivo un po’ e non restavo sempre chiusa dentro.
Mi piace stare a casa, specialmente quando è inverno, perché stai al caldo, vicino al fuoco, mentre fuori fa freddo e nevica.
 
Caro diario,
Oggi sono andata a scuola. Come al solito, tutti i ragazzi  mi guardano come se venissi da un altro pianeta, dico io, sono come voi: vengo a scuola, mangio, ritorno in classe e poi vado a casa.
Dimmi tu che cosa c’è che non va, bah!. Ci sono delle ragazze che stanno sempre a parlare di tutto e di tutti, le odio quelle, si credono di essere chissà chi e poi per non parlare dei ragazzi che le danno ascolto. Sembra un telefilm, è talmente così assurdo!.
Comunque, ora devo salutarti, c’è Mad che  mi aspetta in palestra.                               x Chanel x

Posai il diario nel cassetto del comodino color panna e andai a mettere le scarpe
Presi il telefono raccolsi i capelli con un elastico, misi il capotto, e uscii di casa.
 Faceva molto freddo, però era sempre così il clima, quindi mi ero abituata, anche grazie all’aiuto delle felpe pesantissime di Mad, questo è il bello di avere la sua stessa taglia!. Non potrò mai dimenticare, quando mio padre mi regalò una felpa per il mio compleanno, era molto bella e calda, ma l’unico problema è che era due volte la mia taglia, però non gliela feci cambiare, mi piaceva indossare le maglie più grandi, mi davano un senso di sicurezza, non so perché!.
Fortunatamente non c’è vento, almeno così evito di diventare un ghiacciolo.
La palestra di Mad non è molto vicina a casa nostra, e visto che faceva freddo, si era fatta dare un passaggio da Jonathan, nonché suo fidanzato.
C’era da aspettarselo, lei è una ragazza bellissima, con le curve al posto giusto, ma lei dice che è brutta e non c’è verso di farle cambiare idea. E’ da qualche anno che si è fidanzata con lui, a me non piace molto, però visto che lei lo adora, cerco di fare qualche sforzo per sopportarlo.
Ed eccomi arrivata, all’ingresso si vedevano tutte le ragazze di varie età con lo chignone, con i tutù celesti e con lo scalda cuore rosa carne, è la cosa che preferisco di più della danza, i vestiti, sono così carini!; certe volte, ho misurato il tutù di Mad, però, non mi si addiceva per niente, anche se lei diceva che mi stava benissimo.
Ed eccola li, era già pronta per uscire, così non la dovevo aspettare.
«Miss simpatiaaaa!» urlò Mad correndo verso di me.
«Pazzaaaaaaaa!» dissi aprendo le braccia per ritrovarmela addosso come un koala.
«Se vuoi che la tua migliore amica resti viva, ti consiglio di mollare la presa koala» dissi ridendo.
«Scusami» disse facendo una faccina triste con il labro inferiore.
«Com’è andata la lezione?» chiesi iniziando ad avviarci verso casa:
«Come al solito, tranne che si è inscritto un ragazzo in palestra e che ragazzo! Però, agli attrezzi» disse sorridendo.
«Maddison Roberts, ti ricordo che  hai un ragazzo, idiota, ma ce l’hai!»
«Ehii Jonathan non è un idiota e poi, sono fidanzata non in prigione» disse facendo un sorriso beffardo.
« Bah, come dici tu» dissi arrendendomi.
Stava iniziando a fare più freddo, così mi strinsi nel cappotto.
«Ah quasi dimenticavo, stasera ci hanno invitato ad una festa e ho accettato» disse euforica.
«Come scusa?» chiesi perplessa.
«Ci.hanno.invitato.ad.una.festa.e.io.ho.accettato, semplice no?» disse alzando le spalle.
«No!, non me l’hai manco chiesto prima di accettare, e potevi farlo» dissi alterandomi.
Nel frattempo eravamo arrivate a casa e Mad stava prendendo le chiavi nel suo borsone.
« Chanel dai, non te l’ho chiesto, perché ero sicura che avresti detto no» disse entrando in casa e posando il suo borsone.
I Roberts non erano ancora tornati.
« E avevi ragione, ti avrei detto no!» dissi  chiudendo la porta e togliendo il cappotto.
Faceva freddo anche in casa, visto che avevo dimenticato di chiudere le finestre e il balcone dopo aver lavato per terra. Così iniziai ad andare sopra per chiuderle.
«Ecco hai visto! Per questo ho accettato subito e poi, stai sempre chiusa in casa è un occasione per uscire» disse seguendomi.
Eravamo nella camera matrimoniale, chiusi il balcone e andai nel bagno sempre seguita da Mad.
«Mad lo sai che a me non piacciono le feste e che preferisco rimanere a casa!» dissi chiudendo la finestra in bagno, andai nella mia camera e chiusi la finestra, poi andai in quella di Mad e feci la stessa cosa, per poi scendere giù e andare ad accendere il camino.
«Lo so Chanel, però almeno per una volta. È sabato non abbiamo niente da fare, quindi è una buona occasione.» disse sedendosi sulla poltrona di fronte a me.
«Parla per te, devo imparare la nuova canzone altrimenti, Beth mi uccide» dissi prendendo il soffietto del camino.
Beth era la mia insegnante di canto, una donna stupenda sia esteticamente, sia di carattere, però quando si arrabbiava si trasformava completamente.
«Ma dai che sei bravissima , le canzoni che  ti da, le impari sempre in due giorni e non dirmi che questa è difficile» disse puntandomi il dito contro.
«Mi dispiace dirti che è lunga due pagine» dissi girandomi verso di lei.
Il fuoco non voleva proprio accendersi, così andai a prendere altra legna.
Squillò il cellulare di Mad e la sentii rispondere.
«Ehi ciao amore, sisi tutto bene, sisi certo, bene allora ci vediamo alle dieci e mezza, dove?, ah perfetto ci vieni a prendere tu, ti amo anch’io , ciao» disse poggiando il telefono sulla poltrona.
Intanto ero ritornata con altra legna sperando che fosse abbastanza.
«Era Jonathan» disse descrivendo degli otto immaginari sul braccio della poltrona.
«Speravo che fosse lui, sai, sarebbe strano dire ti amo anch’io a una tua amica» gli dissi.
Finalmente ero riuscita ad accendere il fuoco.
«Ha ha spiritosa , comunque ha detto che ci viene a prendere verso le dieci e mezza» disse parlando molto lentamente.
«Uff, Mad-» «Dai ti prego , ti scongiuro, ci divertiremo, ti prego» disse interrompendomi e alzandosi con le mani giunte.
Stava facendo i suoi occhioni dolci che usava con suo padre per avere qualcosa.
«Guarda che non sono Bob Mad, è inutile che fai gli occhi dolci e poi anche se decidessi di venire, non avrei niente di adeguato da mettere, quindi niente da fare». Dissi andando in cucina e prendendo una bottiglia d’acqua dal frigo.
«Emh ehilà! Secondo te che ci sto a fare io qui?» disse agitando la mano.
Mad era una maga dei vestiti, dovevo ammetterlo, nel suo armadio c’era di tutto e di più.
«A perseguitarmi ecco che ci stai a fare» dissi sorridendo.
«Fai poco la spiritosa» disse facendomi la linguaccia.
«Se ti dico di si , la smetti di mettermi in croce?» gli chiesi poggiando la bottiglia sul bancone.
«Evvivaaaaa, ce l’ho fattaaaa» disse saltandomi letteralmente addosso.
«Bene ora andiamo a vedere cosa ti devi mettere» disse prendendomi e trascinandomi al piano di sopra.
 
* Un’ora Dopo *
 
«Madd, con questo coso non riesco a respirareeee» dissi urlando dal bagno di camera mia.
Avevo un vestitino nero con la gonna a puah, senza bretelline.
«Eccomi eccomi, qual è il problema?» disse arrivando di corsa con la matita nera in mano, si stava truccando.
«Mad è troppo stretto sopra, non respiro, non hai un’altra cosa» dissi piagnucolando
«Ma che dici, primo abbiamo la stessa taglia quindi non puoi dire niente, secondo, è fatto proprio così deve essere stretto sopra, non una vestaglia da notte e terzo stai benissimo, quindi non vedo per la centesima volta dove sia il problema»
«Uff» mi guardai ancora una volta allo specchio, Mad mi aveva truccata e fatto i capelli, avevo i suoi trampoli verdi insieme alla borsa e infine degli orecchini abbastanza grandi bianchi.
Ero pronta si , ma non psicologicamente. Non andavo quasi mai alle feste, posso dire che ho iniziato da quando mi sono trasferita qui, da Mad, è lei che mi costringe sempre, come adesso.
Si stava finendo di truccare e anche lei era pronta, aveva un vestito con le bretelline corto avanti e lungo dietro color bianco e pesca, con i tacchi color oro intonati alla borsa.
«Ecco sono pronta, Jonathan ci sta aspettando in macchina , quindi andiamo » disse prendendomi per mano.
I signori Roberts si erano fermati a casa di amici sapendo che noi uscivamo, così non ci avevano viste conciate in questo modo.
 
*Angolo Autrice*

Salve a tuttiii!!
Finalmente ho pubblicato il capitolo, scusate se sono in ritardo ,ma si è rotto il PC, così l’abbiamo dovuto mandare in riparazione e purtroppo non ho potuto scrivere il capitolo.
Comunque, ritornando a noi, Chanel è la protagonista e da questo capitolo credo che vi siete fatti un’idea, su di lei.
Questo primo capitolo, possiamo dire che è di passaggio, per descrivere più o meno i personaggi, dovrete aspettare i prossimi per sapere cosa succederà.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, o magari come pensate che continui attraverso le recensioni ovviamente.J
Bene ora mi dileguo, un bacio a tutti e vi aspetto al prossimo capitolo.<3 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2 
 
La musica mi rimbombava nelle orecchie, mi girava la testa a causa degli alcolici che avevo bevuto.
Si , non è da me, però visto che Mad mi aveva trascinato alla festa e ora stava con Jonathan, dovevo far pur qualcosa , così quando un ragazzo, di cui non ricordo il nome, mi aveva chiesto di ballare, ho accettato.
Da sobria non avrei  mai accettato, però, come dice Mad, è sabato e ci dobbiamo divertire.
Per quanto ho capito in macchina mentre stavamo venendo, è il compleanno di un amico di Jonathan e visto che è uno che fa le cose in grande, ha invitato anche me e Mad.
Mi girava troppo la testa, così mi andai a sedere, lasciando da solo il ragazzo.
Appoggiai le spalle al divanetto e chiusi gli occhi, sperando di alleviare il dolore massaggiando le tempie, ma niente, perciò, decisi di uscire fuori.
Vedevo tutto sfocato, e la gente che saltava e si agitava ballando, non aiutava per niente, per non parlare della musica che sembrava aumentare sempre di più.
 Con i gomiti mi aiutavo a spostare la gente, rischiando più volte di cadere addosso a qualcuno, o che mi buttassero la loro bibita tra i capelli, sono bassa quindi, la prima cosa che colpiva il liquido se cadeva, erano i capelli.
Vidi in lontananza una porta nera con su scritto “exit”, tirai un sospiro di sollievo e mi precipitai, sempre barcollando, verso di essa, la spinsi e finalmente ero fuori a respirare aria fresca e non piena di fumo. Mi appoggiai al muro chiudendo gli occhi e buttando la testa all’indietro. Qui si stava decisamente meglio, si sentivano solo le auto che passavano e per essere notte fonda, notai, che ne passavano davvero parecchie.
Chissà che ora era, d’istinto portai la mano, dove si trovava la tasca dei miei jeans, ma appena la mano fu a contatto con il tessuto liscio del vestito, mi ricordai che non avevo i miei comodi jeans e solo dopo qualche minuto realizzai che avevo dimenticato la mia borsa dentro , con il cellulare.
Bene , nottata perfetta direi! Però almeno il mal di testa è quasi sparito e la vista stava tornando normale.
All’improvviso la porta da cui ero uscita si era aperta di botto, girai immediatamente la testa, verso quella direzione, causandomi il milionesimo giramento di testa, mi maledissi mentalmente e cercai di mettere a fuoco la persona che stava uscendo, era un ragazzo che aveva un ciuffo scuro tirato all’insù e aveva una borsa in mano, la guardai meglio e mi accorsi che era la mia borsa! Aspetta, che ci faceva un ragazzo , sconosciuto, con la mia borsa?!.
Si girò prima verso destra e poi nella mia direzione, appena mi vide fece un mezzo sorriso e si incamminò verso di me. Io lo guardavo perplessa mentre camminava, cercando di capire che voleva.
«Credo che questa sia tua» disse alzando il braccio con la borsa e fermandosi  un po’ più distante da me.
«Si è mia, grazie, ma perché ce l’hai tu?» gli chiesi prendendo la borsa e osservandolo meglio, aveva gli occhi castano chiaro tendenti al verde, delle sopracciglia spesse e delle ciglia lunghissime piegate all’insù.  
«Ti stavo osservando dentro e quando ho visto che stavi andando fuori senza portare la tua borsa , ho pensato che ti servisse e poi volevo vedere come stavi, mi sembravi molto disorientata» disse appoggiando la spalla contro il muro, mettendosi in modo che la luce lo illuminasse. Aveva una voce molto profonda e roca.
Portava un gubbino di pelle nero aperto, mostrando il suo corpo muscoloso al punto giusto, avvolto in una  maglia bianca con qualche disegno sopra  con dei pantaloni a vita bassa neri, non riuscivo a vedere le scarpe , era buio.
«Oh, ora che sono fuori va molto meglio, dentro mi girava la testa, colpa dell’alcol» dissi abbassando lo sguardo , il suo mi metteva in soggezione. Mi stupì la sua risposta, insomma non mi conosce nemmeno.
«Non sei una tipa che va  a molte feste, vero?» mi chiese.
 Sembrava molto interessato alla conversazione, la cosa mi incuriosì molto.
Alzai di nuovo lo sguardo ritrovandomi i suoi occhi puntati nei miei.
«Diciamo di no, mi ha trascinato la mia migliore amica qui , altrimenti me ne sarei stata  molto volentieri a casa, al caldo, con qualcosa di più comodo addosso.» dissi indicando il vestito.
Lui rise, e mi guardò divertito.
«Capisco» disse.
«E come hai capito che non sono una ragazza che frequenta spesso le feste?» chiesi incuriosita.
«Diciamo che me ne intendo, vado a molte feste e mi piace guardare le persone, da quelle che ballano ininterrottamente, a quelle che sono sempre sedute.»
«Capisco» dissi imitandolo.
Lui abbozzò un sorriso.
«Quindi tu conosci Jem?» disse cambiando argomento.
«Chi?» chiesi perplessa.
«Jem, il festeggiato» disse incrociando le braccia al petto.
«Ah, no, in pratica questo Jem è  un amico, del fidanzato, della mia amica e quindi ha invitato anche noi due» dissi spiegando.
«Ah, lui è un tipo molto espansivo, quindi ha invitato anche persone che non conosceva, per questo» disse.
«Tu invece presumo che lo conosci, giusto?» gli chiesi.
«Direi di si, è il mio migliore amico purtroppo» disse ridendo.
«Ah, come mai “purtroppo”?» gli chiesi.
Aveva davvero un sorriso bello.
«No niente...è pazzo, però gli voglio bene» disse abbassando la testa per un momento, per poi rialzarla subito dopo.
«Concordo con te, anche la mia migliore amica è una pazza, però morirei senza di lei» dissi sorridendo pensando alla sua reazione, quando gli dirò, che ho parlato di lei a un ragazzo molto bello.
«Comunque, io sono Enrico» disse allungando la mano.
«Chanel» dissi allungando anch’io la mano e stringendola.
La mia mano in confronto alla sua era la metà.
Ad un tratto sentì vibrare il mio telefono nella borsa, lascai la sua mano e aprii la borsa, presi il telefono e vidi che Mad mi stava chiamando.
“Chanel ma dove cazzo sei, ti abbiamo cercato in tutta la sala, ma non ti abbiamo trovata, stai bene?” disse urlando e parlando velocemente.
Avevo il volume al minimo, però non serviva a niente mi stava perforando un timpano.
Sentii Enrico ridere, evidentemente aveva sentito tutto.
“ Mad, calmati, sto bene sono fuori al locale, dovevo prendere una boccata d’aria fresca” dissi iniziando a camminare avanti e indietro.
“ Okay, allora non ti muovere da li arrivo” disse
“Mad, no- ”  aveva chiuso.
Imbarazzata, chiusi il telefono e lo rimisi nella borsa.
«La tua migliore amica?» chiese sorridendo.
«Si, la mia pazza» dissi sorridendo anch’io.
«Enrico non è un nome inglese, sei italiano? » gli chiesi ritornando alla conversazione interrotta da Mad.
«Emh si, il mio nonno paterno è italiano e visto che si chiama Enrico, mi hanno chiamato così» disse.
La porta dietro di noi si aprì di scatto, facendo uscire Mad e Jonathan.
«Ecco la fuggitiva» disse Jonathan.
Mad intanto veniva a passo svelto verso di me, ma credo che non aveva visto Enrico, perché eravamo al buio.
«Mad stava uscendo pazza Channel, non si fanno certe cose, no no» disse con il suo solito tono da idiota, facendo di no con il dito.
Poi dite perché mi sta antipatico Jonathan, ecco perché, è solo un cretino che fa battute insensate, se si possono chiamare battute.
Lanciai un’ occhiata ad Enrico, che se la rideva sotto i baffi.
Quello stupido di Jonathan mi fa passare per una bambina di otto anni.
«Mad, che ci fai qui da sola?, Perché non mi hai detto che uscivi fuori?! Mi hai fatto spaventare a morte, pensavo che ti avessero rapita e stuprata» disse gesticolando e urlando.
«Veramente , non è sola, ci sono io con lei» disse Enrico ritornando in piedi .
Mad lanciò un urlo stridulo e indietreggiò andando vicino a Jonathan. Okay , quei due mi stavano facendo fare la figura di merda più grande della mia vita.
Mi misi una mano sulla faccia, scuotendo la testa.
«Io non li conosco» dissi rivolgendomi a Enrico.
Lui scoppiò a ridere e si avvicinò a me.
Intanto Mad si era calmata.
«Non ti avevo visto, chi sei?» disse lei, con il suo tono squillante.
Enrico stava per iniziare a parlare, ma lo interruppi.
«Mi ha portato la borsa che avevo lasciato dentro» dissi facendola vedere.
«E mi chiamo Enrico» disse alzando le sopracciglia verso di me.
Io abbassai lo sguardo, quando lo rialzai, trovai Mad che mi guardava compiaciuta.
Intanto Enrico aveva allungato la mano verso di lei, che a sua volta strinse.
«Maddison, ma chiamami Mad» disse sorridendo.  
«Enrico!» disse Jonathan all’improvviso, con un tono abbastanza sorpreso.
Enrico rivolse il suo sguardo a Jonathan, lo mise a fuoco, e dopo qualche secondo rispose.
«Jonathan?» disse con la sua voce profonda.
«Ma non avevi detto che non saresti venuto?» disse andando vicino ad Enrico.
« E perdermi la festa del mio migliore amico?» disse sorridendo prendendo la mano di Jonathan, che intanto aveva allungato e facendo scontrare la sua spalla con quella opposta di lui.
Ah, i soliti saluti da maschio.
Andai vicino a Mad, che intanto stava osservando quei due.
«Enrico eh!» disse con un sorrisetto stampato in faccia e inclinando leggermente la testa verso di lui.
«Eh» dissi giocando con il bracciale che avevo al polso. «Che ore sono?»
Gli chiesi.
«Le tre e mezza» disse tranquillamente.
«Le tre e mezza?!» dissi sgranando gli occhi.
«Si lo so è tardi, ora dico a Jonathan di andare» disse andando verso il suo ragazzo.
 
 Stavamo andando in macchina e con “stavamo” intendo: io, Mad, Jonathan ed Enrico.
Gli diamo un passaggio a casa, per la felicità di Mad, che continuava a darmi gomitate sul braccio, ogni volta che Enrico si girava a guardarmi.
Mad appena vide la macchina iniziò a correre, e voglio precisare che aveva dei tacchi alti a spillo, comunque, arrivata allo sportello del passeggero si piazzò davanti e aspettò Jonathan che aprisse la machina.
Io intanto stavo andando in panico perché la strada del parcheggio era fatta tutti a quadretti separati tra di loro, a prova di tacco direi!.
Mad era andata sull’erba, però, non volevo rischiare di sporcare le sue scarpe preferite, così decisi di aspettare lì.
«Non vieni?» mi chiese Enrico.
«Emh, se vengo, rischio di slogarmi una caviglia, aspetto qui» gli risposi.
«Allora aspetto con te» disse girandosi e venendo verso di me.
«No, no , tranquillo, vai pure in macchina, almeno eviti di congelarti» gli dissi io rabbrividendo.
«Si, così ti lascio sola, alle quattro di notte, in un parcheggio buio, faciliti troppo le cose alle persone ubriache Chanel!» disse arrivando difronte a me.     
Sorrisi e abbassai la testa. Dopo pochi secondi mi ritrovai un giubbino di pelle nero sulle spalle.
«Non ce n'è biso-» ma fui interrotta da lui.
«Oh si che ce n’è bisogno, hai un misero vestito addosso, ci sono 16 gradi e stai congelando» disse aggiustando il giubbotto.
«Grazie» dissi iniziando a sentire il calore che emanava, e il suo profumo.
Amo i profumi da uomo, in qualche modo, mi piacevano tutte le attenzioni che stavo ricevendo da lui.
Jonathan era andato a fare il giro, però doveva arrivare a momenti, infatti ecco la machina.
 Come pensavo Mad era al posto del passeggero, così io dovevo stare dietro con Enrico.
Enrico si avviò alla macchina, mi aprì lo sportello da gentiluomo e lo richiuse, fece il giro ed entrò dall’altro lato.
«Possiamo andare?» chiese Jonathan, guardandoci dallo specchietto.
«Si si» rispose Enrico.
 
 

 
 

 
*Angolo Autrice*
Salve a tuttiii!!
Ecco qui il secondo capitolo :D.
Voglio precisare che ho aggiornato la storia tardi apposta, perché volevo far conoscere il primo capitolo, un po’ a tutti e che i capitoli successivi, saranno pubblicati prima.
Comunque, che ne pensate? Chanel si può fidare di Enrico? Gli interessa?. Secondo me si :D ahahah.
Fatemi sapere se vi è piaciuto, o vi è sembrato banale, cosa ve ne pare dei personaggi, quello che volete, attraverso le recensioni ovviamente.
Bene, ora mi dileguo, una bacio a tutti e vi aspetto al prossimo capitolo.
P.S. Vorrei ringraziare:
- ImLimitedEdition
- NiallDest
- Francee
Per aver recensito la storia, dandomi consigli e complimenti per il capitolo e vorrei ringraziare anche i lettori silenziosi. Grazie ancora xoxo <3.
 




                                                          

Vestito Chanel

 
 
 
                                                                                                 Vestito Mad 
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3
 
«Madonna Mad riprenditi questi tacchi» dissi lanciandoli nella sua direzione, mentre mi lasciavo cadere sul divano.
I Roberts stavano dormendo. Quando eravamo scese dall’auto avevamo
visto la macchina, ed entrando in casa, tutte le luci erano spente.
Sapevano che avremmo fatto tardi, così come le rare volte che uscivo con Mad, non ci aspettavano, andavano a dormire direttamente.
«Ehi stai attenta!» disse andando a recuperare le sue scarpe.
«Scusami» dissi alzando le mani.
Una volta appoggiati i tacchi al muro, Mad si mise sulla poltrona difronte a me.
«I miei poveri piedii» mi lamentai, «Saranno anche belli, ma non sono il massimo della comodità!» dissi togliendo le mani dagl’occhi che precedentemente avevo messo.
«Sei tu che non sei abituata» disse incrociando le gambe.
«Mmh, anche» dissi alzandomi dal divano, ma mi buttai subito dopo sopra.
«Non riesco ad alzarmi, sono troppo stanca» dissi sbadigliando.
«A chi lo dici» disse.
«Take me to church I'll worship like a dog at the shrine of your lies
I'll tell you my sins and you can sharpen your knife» cantai.
«E’ questa la canzone che devi  portare per lunedì?» mi chiese Mad.
«Yes… bella eh? E’ uscita da poco» gli dissi.
«Carina» disse alzandosi dalla poltrona e andando in cucina
«Portami una bottiglia d’acqua» dissi urlando leggermente.
« Offer me that deathless death good God, let me give you my life» continuai a cantare.
«Chan smettila di cantare, sveglierai i miei» disse Mad ritornando dalla cucina.
Mi buttò la bottiglietta d’acqua e si risedette sul poltrona.
Aprii la bottiglia e bevvi un sorso.
«Allora, che hai fatto con Enrico?» mi chiese maliziosa.
Per poco non mi affogavo con l’acqua che stavo bevendo.
«Non abbiamo fatto niente Mad, te l’ho già detto mi ha portato la borsa che avevo lasciato dentro, tutto qui, è stato gentile.» dissi richiudendo la bottiglia e posandola sul tavolino.
«Io ti ho visto ballare con lui» disse posando la bottiglia anche lei sul tavolo.
«Non stavo ballando con lui,era un’altro» gli dissi scocciata.
«Ah, e chi era?» mi chiese.
 Gli brillavano gli occhi, sapevo che si stava divertendo a farmi queste domande.
«Mad non lo so, non me lo ricordo, avevo bevuto» dissi alzandomi.
Si, mi ero alzata, meglio alzasi che continuare a farmi fare domande sui ragazzi da Mad.
Andai sopra cerando di fare il meno rumore possibile, seguita da Mad.
«No,tu ora mi devi raccontare che vi siete detti» disse parlando a bassa voce.
«Ma ti pare normale che alle 4 e mezzo del mattino, mi chiedi di dirti che ci siamo detti» gli risposi io sempre parlando sottovoce.
«Si,è normalissimo» disse facendo un sorriso a trentadue denti.
«Ok, allora visto che mi devi tormentare, vatti a mettere il pigiama e poi vieni da me, io faccio lo stesso»dissi. Non finii manco di parlare che Mad schizzò come una molla nella sua camera, poco distante da noi, sussurrando un “ok”.
Con tutta la tranquillità del mondo, andai nella mia camera.
Appena entrai, sentii l’odore alla vaniglia delle gocce profumate che avevo messo prima di andare alla festa, amo i profumi!.
Presi il pigiama e andai nel piccolo bagnetto nella mia camera.
Mi svestii, mi cambiai e mi struccai, mi lavai i denti e mi legai i capelli, una volta fatto tutto, ritornai nella stanza.
Come immaginavo Mad era arrivata e si era messa sul letto di una piazza e mezzo, della mia camera.
«Finalmente hai fatto!» disse battendo le mani. «Sei una lumaca Chan!» disse spegnendo il cellulare e posandolo sul comodino.
«Senti chi parla! Tanto ti sei mossa perché ti diverti a torturami, altrimenti stavi ancora nella tua camera» dissi sedendomi sulla sedia vicino alla scrivania.
«Si , hai ragione , torturarti è una delle mie più grandi passioni» disse con uno sguardo maligno e facendo toccare, una alla volta, le dita di entrambi le mani, molto velocemente.«Comunque bando alle ciance, che cos’è successo con Enrico?» mi chiese.
«Allora…» feci un giro con la sedia e poi ripresi a parlare, gli raccontai tutto, da quando mi aveva portato la borsa, a quando eravamo rimasti “casualmente” da soli nel parcheggio. Per non dire che nella parte in cui ho detto che avevo parlato di lei, aveva iniziato ad urlare, però menomale che si era fermata subito.«E poi siete arrivati voi con la macchina» dissi finendo il racconto.
«Uh che carino, non ti ha voluto lasciare da sola e si è preoccupato del fatto che tu avessi freddo.»disse sorridendo «E poi in macchina prima di scendere, ti ha dato un bacio sulla guanciaa » disse sorridendo.
«Uhh» dissi agitando le mani per prenderla in giro.«Perfetto, ora che ti ho detto tutto andiamo a dormire, ho sonno » dissi alzandomi dalla sedia e andando sull’letto.
«Noo» disse lamentandosi come una bambina.
«Mad, fai quello che vuoi, vai di sotto, resta a dormire qui, ma lasciami dormire che domani devo finire di imparare la canzone, perchè volendo Beth mi può anticipare la lezione a domani pomeriggio.» dissi mettendomi sotto le coperte.
«Wao di domenica pomeriggio, come mai?» mi chiese.
«Mmm, mi sembra che deve venire una band a provare, per farci sentire come sono bravi, per migliorare la tecnica e per farci aiutare da loro.
Già me l’immagino, “No, hai sbagliato nota, Devi fare così e colà” mamma mia!» dissi affondando la testa nel cuscino.
«Come si chiama questa band?» mi chiese Mad.
«Non me lo ricordo “One” qualcosa »gli risposi.
« E per quanto staranno?» disse alzandosi per andare a spegnere la luce.
«Non lo so, Bath ne è innamorata, quindi visto che si conoscono, finchè glielo chiederà lei, suppongo» dissi sbadigliando.
«E non hanno cose da fare,se sono così famosi come dici» disse vendendosi a mettere insieme a me nel letto.
«Per quanto ne so, hanno tre mesi di pausa. Se vuoi, puoi venire con me, così almeno se inizieranno a fare i preziosi, non li manderò a fan culo, o almeno,non ad alta voce» dissi.
«Ci sto» disse sistemandosi le coperte.
«Perfetto, notte Mad» dissi girandomi dall’altro lato.
«Notte Chan» disse lei.
  
 
 *Driiin,driiin*
Dannata sveglia!.
Presi il cellulare per vedere che ore erano. 6:30
Avevo dormito due ore, tutta colpa di Mad.
Senza fare rumore, presi i miei vestiti per la corsa, le scarpe, il cellulare con le cuffiette e andai nel bagno comune per non far svegliare Mad, anche se poteva passare un carro armato e distruggere la casa, ma lei non si  sarebbe sveglia lo stesso.
Mi lavai, mi vestii e mi legai i capelli. Mi misi giusto un filo di eye liner per rendermi presentabile, presi il cellulare e scesi di sotto.
In cucina la luce era accesa, così andai a vedere chi era.
«Chan» disse Bob seduto sullo sgabello, appoggiato con i gomiti sul banco da cucina.
«Buongiorno Bob» dissi andandogli vicino e dandogli un bacio sulla guancia.
«Buongiorno, ieri siete tornate tardi?» mi chiese sorseggiando il suo caffè.
«Si,però ci ha riportato Jonathan» dissi prendendo un bicchiere e mettendo l’acqua dentro.
«Bene, vai a correre?» disse posando la tazza sul bancone.
«Si, ci vediamo dopo?» gli chiesi posando il bicchiere sulla cucina.
«Certo» disse sorridendomi.
Lo salutai con la mano e uscii dalla cucina, presi il cellulare e andai verso la porta di casa aprendola, per poi richiuderla subito dopo.
Infilai le cuffiette, misi la riproduzione casuale dal mio telefono e inizia a correre andando verso il parco vicino casa.
 
*Pov Enrico*
Stamattina mi ero svegliato presto, nonostante fossi andato a letto tardi la sera precedente.
Sbadigliando andai in cucina per fare colazione, mi preparai il caffè ,feci i pancake e mentre cuocevano, andai a svegliare Jonathan che , dopo aver accompagnato me e le ragazze, è ritornato a casa mia, ci siamo messi a giocare alla play fino a tardi e poi siamo andati a letto.
«Amico svegliati» dissi scuotendolo.
«Mmm» disse girandosi a pancia in su.
«Ti ho preparato i pancake, quindi non mi buttare la cucina sotto sopra, se vuoi il caffè è nel termos» dissi andando a prendere i vestiti per la corsa nell’armadio e le scarpe.
Mi vestii molto velocemente e andai in bagno a lavarmi i denti, dopo presi il cellulare con le cuffie e andai a spegnere la fiamma dei pancake, orami cotti.
«Jon io vado, ci vediamo dopo» dissi urlando dal piano di sotto per farmi senti.
Sicuramente si era rimesso a dormire.
Mi infilai le cuffiette scesi di casa e iniziai a corre.
Destinazione? Parco.
 
*Pov Chanel*
Ormai ero arrivata già da dieci minuti al parco, così, dopo aver fatto 5 giri, come mio solito, mi fermai a fare stretching.
Trasportata dalla canzone, inizia a cantare.
«Cause all of me loves all of you love your curves and all your edges
all your perfect imperfections, give your all to me, I’ll give my all to you
you’re my end and my beginning even when I lose, I’m winning».
Madonna oggi devo finire di imparare la canzone!, Se questa band del cavolo, per non dire un'altra parola, non fosse venuta, avrei avuto fino a lunedì di tempo, per impararla! Uff.
Iniziai di nuovo a correre, dovevo calmarmi, altrimenti appena li vedrò, li prenderò a brutte parole, con, o senza Mad.
Sesto giro!
Ero vicino al cancello d’entrata quando mi ritrovai per terra con un dolore alla spalla.
Cercai di orientarmi e mi trovai un ragazzo poco distante da me, evidentemente ci eravamo scontrati.
«Scusami, colpa mia, non ti avevo visto!» disse alzando la testa.
«Enrico?!» dissi io sorpresa.
«Chanel!» disse lui aggiustandosi i capelli.
«Anche tu vieni a correre la mattina?» mi chiese porgendomi una mano per aiutarmi ad alzare.
«Si» dissi  prendendo la sua mano.
Mi tirò su e mi toccò la spalla.
«Ti fa male?» mi chiese massaggiandola.
«Non molto, ma non è niente tranquillo» dissi sorridendo.
«Scusami ancora, non stavo guardando» disse togliendo la mano dalla spalla.
«No, non c’è problema, non mi sono fatta niente» dissi togliendomi la terra dal pantalone.
«Però, andiamo lo stesso al bar a mettere un po’ di ghiaccio» disse prendendomi la mano e trascinandomi verso il bar.
Arrossi leggermente.
«Ma non c’è problema, davvero non serve» dissi cercando di fermarmi.
«No dai, mi fai stare più tranquillo se metti il ghiaccio» disse girandosi verso di me e implorandomi con lo sguardo.
«Va bene» dissi.
Eravamo arrivati al bar poco distante da noi.
«Buongiorno, mi può dare un po’ di ghiaccio per piacere?» disse girandosi giusto un attimo,verso di me.
Il signore passò lo sguardo su entrambi per poi prendere, da un congelatore, una busta di ghiaccio.
«Grazie» disse Enrico sorridendo.
Era molto gentile, non me lo sarei aspettata, credevo che fosse uno dei quei ragazzi cupi e misteriosi.
Il signore si limitò ad alzare la testa.
Enrico invece si girò verso di me. Eravamo ancora per mano.
«Vieni ti aiuto a sederti» disse mettendomi una mano sul fianco.
«Guarda che ce la faccio a sedermi» dissi lasciando la sua mano e andando verso lo sgabello.
Appena appoggiai il braccio per aiutarmi ad alzare, sentii una fitta alla spalla.
«Ahi!» dissi toccandomi la spalla.
Nel togliere la mano dallo sgabello, persi l’equilibro e stavo per cadere, però, Enrico fu più veloce e mi prese per i fianchi.
Alzai lo sguardo, trovandomi i suoi occhi puntati nei miei.
Arrossii e abbassai lo sguardo.
«Non ce la fai a sederti» disse replicando le mie parole.
«Direi di no» dissi sorridendo.
Mi appoggiò sullo sgabello e mi posò il giaccio sulla spalla.
«Jonathan mi aveva detto che eri testarda» disse ridendo.
«A si?» gli chiesi guardandolo.
«Non ti offendere, anche io sono testardo alcune volte» disse togliendomi delle ciocche dagl’occhi, che mi erano cadute.
«No, non mi offendo, però, in mia difesa, posso dire che io e Jonathan, non abbiamo un buon rapporto» dissi facendo un veloce sorrisetto.
«Mi ha detto anche questo» disse togliendo il ghiaccio dalla spalla, notando la mia faccia contraria.
Ero sullo sgabello ma lui era ancora più alto di me, mi superava di qualche centimetro.
«C’è qualcosa che non ti ha detto?» gli chiesi alzando un sopracciglio.
«Che sei bella quando arrossisci» disse guardandomi dritto negl’occhi.
Per la terza volta arrossii e distolsi lo sguardo dai suoi occhi.
«Ah, ha detto anche, che non stai mai zitta, ma a quanto pare ci sono riuscito» disse sorridendo.
«Spiritoso» dissi.
Non sapevo ne che dire, ne cosa fare.
Si trovava vicinissimo a me e stava parlando di me, che dovrei fare?.
Mad avrebbe saputo cosa fare, lei è abituata ai ragazzi che gli fanno i complimenti, io no!.
Guardai l’orologio e vidi che erano le otto, di solito a quell’ora avevo fatto i miei dieci giri di corsa e stavo andando a prendere i coretti per la colazione.
«Grazie per il ghiaccio, ma credo che non serve più, mi è passato il dolore» dissi toccandomi la spalla.
«Aspetta ti aiuto a scendere» disse poggiando il ghiaccio sul tavolino lungo e rotondo e aiutandomi a scendere.
«Grazie» dissi.
Portò il ghiaccio al bar e ritorno da me.
«Scusami ancora per la spalla» disse dispiaciuto.
«Non fa niente, tranquillo» dissi sorridendo. «Io devo andare ora, è tardi, grazie per avermi aiutato con la spalla» dissi sorridendogli.
«E’ il minimo, non lo devi dire proprio» disse mettendosi le mani in tasca.
«Ci vediamo» dissi salutandolo con la mano.
Mi girai e andai verso il bar, quasi tutte le mattine vengo a prendere i cornetti qui, è il bar di famiglia, è del fratello di Bob, così non ci fa pagare mai nulla.
«Giorno Will » dissi entrando nel bar.
«Giorno Chan» disse sorridendo.
Era sempre di buono umore.
«Ecco i tuoi cornetti» disse porgendomeli.
«Grazie mille, buona giornata» dissi prendendo la busta.
«Anche a te» disse salutandomi con la mano.
Uscii da bar e ritornai a casa.
«Sono a casa!» dissi urlando.
Mad si precipitò dalle scale con la vestaglia rosa che sventolava.
«Coretti, cornetti, cornettii» disse strappandomi la busta da mano e correndo in cucina.
«Giorno anche a te stronza» dissi urlando togliendomi le cuffie.
Mad ritornò in salotto e si attaccò a mo’ di coala dietro la mia schiena.
«Giorno e grazie per i cornetti» disse dandomi un bacio sulla schiena, per poi riscappare in cucina.
Andai anch’io in cucina.
«Il resto della famiglia?» chiesi andando verso il frigo per prendere l’acqua.
«Sono andati da nonna per decidere il menù di Natale e hanno fatto già colazione» disse frugando nella busta.
«Io non ho fame, appropriati pure del mio cornetto vortice» dissi bevendo l’acqua.
«Sii tutti mieii» disse con lo stesso tono della frase “Il mio tesssoro”.
Risi e posai il bicchiere sul lavandino.
«Ah, ha chiamato Bath, ha detto che devi andare oggi pomeriggio alle cinque» disse con la bocca piena.
«Come pensavo» dissi sbuffando.«Io vado a finire di imparare la canzone» dissi andando in salotto. «Ah,ho incontrato Enrico al parco» dissi scappando nella mia camera.
Con Mad avevamo stabilito che, quando dovevo imparare una canzone,non mi doveva disturbare per niente al mondo.
Soddisfatta di questa “regola” chiusi la porta e mi spogliai.
Andai a fare la doccia, sentendo Mad che urlava qualcosa su Enrico, ignorandola e ridendo, mi feci la doccia e tutto il resto.
Inizia a cantare,non scesi neanche a pranzare, quando ero in ritardo con una canzone, facevo così, mi rinchiudevo in camera finchè non finivo.
Ormai erano le tre del pomeriggio, ero stata sei ore a cantare, conosco la canzone benissimo, posso cantarla anche in un'altra lingua, così, quegli idioti non potranno dire niente.
Mi stiracchiai e chiusi gli occhi per rilassarmi un po’.
Dovevo mangiare qualcosa, altrimenti non mi sarei retta in piedi.
Scesi giù trovando Charlotte che lavava i piatti.
«Hei, sei scesa» disse girandosi verso di me.
«Si» dissi sorridendo.
Con Charlotte mi era trovata benissimo già da quando conobbi Mad, è sta sempre come una seconda mamma e non me lo sarei mai aspettata che lo sarebbe diventata per davvero.
«Hai fame tesoro?Vuoi che ti cucini qualcosa» disse togliendosi i guanti e venendo verso di me.
«Va benissimo quello che avete pranzato voi» dissi sedendomi per bene sullo sgabello.
Il dolore alla spalla era sparito, grazie ad Enrico.
Arrossi leggermente pensando a lui, però cercai di ritornare in me.
«La nonna ci ha fatto trovare le lasagne e ci teneva che, anche tu e Mad le mangiaste» disse impattando la lasagna e porgendomela.
«Mmm buone » dissi sentendo il mio stomaco brontolare.
«Mad mi ha detto che devi andare alla lezione di canto oggi» disse sedendosi sull’altro sgabello.
«Si, Bath ha chiamato una band per farci aiutare, così dobbiamo andare oggi» dissi mangiando le lasagne.
La nonna di Mad era italiana, così, molto spesso, cucinava piatti italiani.
«Capisco» disse sorridendo.
Parlammo per una buona mezz’oretta, fino a quando non andai da Mad.
«Posso?» dissi bussando ed entrando.
Appena aprii la porta mi trovai Mad, stesa a pancia in giù, sul letto, con un libro aperto.
E Jonathan seduto sulla sedia della scrivania. Appena mi vide, si girò completamente verso la mia direzione, mentre Mad  alzò la testa.
«Chan» disse lei chiudendo il libro.
«Ti volevo parlare di quella cosa» dissi facendo segno a Jonathan.
«Oh, non fa niente, me l’ha già detto Jonathan» disse alzandosi dal letto.
«Come?» gli chiesi io perplessa.
Ora mi spia anche?
«Enrico mi ha raccontato tutto» disse intromettendosi nella conversazione e sorridendo.
«Okay, senti Mad vestiti, che non voglio fare tardi» dissi sbuffando e cercando di trattenermi dal prendere Jonathan a brutte parole.
«Dove andate?» chiese lui.
«Fatti nostri?!» risposi io.«Già sai quello che faccio la mattina, adesso vuoi sapere cosa faccio il pomeriggio? Mettimi un GPS nella borsa, fai prima» dissi io perdendo le staffe.
«Okay, calmiamoci, Jonathan vado con Chan alla lezione di canto e Chan, faccio in un attimo, andiamo con la macchina di papà, gliel’ho già chiesto» disse lei intervenendo.
«Va bene» dissi io uscendo dalla stanza.
«Ciao zuccherino» disse Jonathan.
«Vaffanculo » dissi urlando dalla mia camera e sbattendo la porta.
Oddio, come si fa a stare con lui più di un minuto?.
Mi vestii molto velocemente, mi truccai e pettinai.
Misi il deodorante, il profumo e presi gli spartiti, per poi metterli nella borsa insieme al cellulare, una bottiglia d’acqua e le cuffiette.
«Mad vado in macchina, ti aspetto lì» dissi urlando e uscendo dalla stanza.
Scesi di corsa le scale, salutai Charlotte e Bob, che stavano in salotto, a guardare la TV e uscii di casa,andando in macchina sul sedile del passeggero, dopo due minuti vidi uscire Mad con Jonathan dalla porta. Lui diede un bacio a lei , si girò e andò nella sua auto, mentre Mad venne in macchina.
Erano le  cinque meno venti, eravamo in anticipo, però Bath ci teneva che arrivassimo prima.
Dopo dieci minuti arrivammo.
Appena Mad parcheggiò scesi immediatamente e mi diressi verso lo studio.
«Chan aspetta» disse chiudendo la macchina e correndo verso di me.
Sentivo il rumore dei tacchi sull’asfalto.
«Chan, dai aspettami» disse urlando.
Sbuffai , mi fermai e mi girai.
«Grazie» disse iniziando a camminare meno veloce.«Senti mi dispiace per quello che ha detto Jonathan» disse gesticolando.
Iniziai a camminare di nuovo,però, all’indietro, così potevo vedere Mad.
«Chan, stai attenta»disse lei urlando.
Non capii che stava dicendo, così mi girai, ma nel girarmi andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Era un ragazzo, con i capelli neri che erano legati con un codino dietro alla nuca. Occhi castano chiaro e labbra carnose.
Era più alto di me, però diciamocelo, chiunque è più alto di me.
Abbassai lo sguardo e vidi che le sue cose, erano a terra.
Mi abbassai per raccogliere i fogli.
«Scusami, colpa mia, no stavo guardando la strada» dissi porgendogli i fogli.
Nel frattempo, si era abbassato anche lui, a prendere le cose che avevo fatto cadere.
«No fa niente» disse prendendo i suoi fogli.
«Io sono Chanel Edwards » dissi allungando la mano.
«Zayn Malik» disse stringendola.

 
 
*Angolo Autrice*
Sale a tuttiiii!!!
Ecco il terzo capitolo.
Come potete vedere è più lungo degl’altri, questo perché, potevate chiedervi quando sarebbero entrati i One Direction, essendo una ff su di loro, così anche se li volevo far entrare nel quarto capitolo, alla fine ho deciso di scriverlo nel terzo.
Spero che la mia piccola “decisione” sia stata apprezzata, visto che sono stata tutto il giorno a scrivere la continuazione del terzo capitolo e perdonatemi se non ho aggiornato prima, ma come ho detto, dovevo scrivere la continuazione.
Anyway, che ne pensate del capitolo?
Che ne dite dell’incontro tra Enrico e Chanel?E lo scontro tra Chan e il nostro Zayn?.
Fatemi sapere se vi è piaciuto attraverso le recensioni,vi aspetto al prossimo capitolo.
P.S. Vorrei ringraziare:
-
ImLimitedEdition
Per aver recensito la storia e
-
lallala99
Per aver inserito la storia nelle “seguite”. E grazie soprattutto alle tante visite.
<3
 
 

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4
 

«Carino Zayn eh!» disse Mad camminandomi accanto, lungo il corridoio dello studio.
Ero convinta di averlo già visto da qualche parte, aveva un’ aria familiare.
«Carino è poco, molto carino!» dissi sorridendo.
«Mmm, a qualcuno piace Zayn» disse con un tono vago.
«Ho detto solo che è molto carino, non ho detto che lo voglio sposare Mad!» dissi io gesticolando.
Però Mad non aveva tutti i torti, era molto bello, poi aveva dei modi di fare alquanto gentili e allo stesso tempo misteriosi.
«Ho capito, però conoscendo i tuoi gusti, è il tuo tipo» disse alzando la voce.
«Wao, non sapevo io di avere un tipo, e poi tu mi dici queste cose, molto strano» dissi girando l’angolo per poi entrare in una delle tante aule di canto.
Eravamo in anticipo di cinque minuti, così ci sedemmo sui divanetti accanto al piano e continuammo a parlare.
«Chan, basta pensare a Enrico, è identico a Zayn,  anche Enrico ti piace, ed ecco qui il tuo tipo» disse facendo tremare le mani a mo’ di farfalla.
«Mmm non ci avevo pensato» dissi. «Comunque, ritornando a noi, devi sentire la canzone e mi devi dire se sbaglio qualcosa» dissi andando al piano.
Inizia a cantare e allo stesso tempo a suonare, ma a metà canzone fui interrotta dalla porta, che si aprì di botto.
«Ecco prego entrate raga-» disse Bath interrompendosi appena vide me e Mad.
Dietro di lei c’erano cinque ragazzi, uno biondo, un con i capelli lunghi ricci, uno con i capelli corti castani, un altro con i capelli scalati sempre castani e poi un altro ragazzo con i capelli neri legati con un codino, aspetta … era Zayn!.
«Ah Chanel, come sempre sei puntuale! Lascia che ti presenti i tuoi nuovi insegnanti» disse girandosi verso di loro.
Aspetta, allora quelli erano i ragazzi della band, quindi vuol dire che Zayn è famoso , per questo lo conoscevo di vista.
«Allora loro sono Niall, Harry, Liam, Louis e Zayn» disse indicandoli uno a uno.
Zayn mi fece un sorriso.
Ricambiai imbarazzata abbassando lo sguardo.
Mi girai verso Mad che intanto anche lei si era alzata e li stava guardando.
«Loro invece sono Chanel e la sua migliore amica Mad» disse indicandoci,
Io li salutai con la mano e Mad fece un mezzo sorriso, era strana.
«Allora Chanel, sei una delle prime delle lezioni, quindi, avevi un brano da portare giusto?» mi chiese sorridendo
 «Si, Take Me To Church» dissi sentendo gli sguardi dei ragazzi su di me.
«Adoro quella canzone!» disse quello biondo.
Mi sembra che si chiamava Braian, no Draian no no Niall.
«Bene, allora, mi dispiace Niall, ma l’insegnante di Chan non sei tu, ma…» disse facendo scorrere il dito su un foglio.
Avevo ragione si chiamava Niall!
«Sei tu Zayn» disse girandosi verso di lui.
Cosa?! Zayn? Oddio!. Okay , mi devo calmare.
Guardai Mad che se la rideva sotto i baffi.
Cercai di non far trasparire nessuna emozione dal mio viso, sorridendo solo.
«Perfetto!» disse lui facendomi l’occhiolino.
Okay calma, è solo un bel ragazzo che ti ha fatto l’occhiolino.
E hai detto niente.
«Bene ragazzi, andiamo nelle altre aule» disse Bath.
«Ragazze è stato un piacere conoscervi» disse quello riccio.
«Anche per noi Harry» disse Mad per entrambe.
Si chiamava Harry, bene, mi ci vorrà una vita per imparare i nomi.
Intanto Zayn posò la sua borsa nera a tracolla, sul divanetto e prese una cartellina con dei fogli dentro.
Bath e gli altri uscirono e Zayn si venne a sedere sullo sgabello vicino a me.
In quel momento ringraziai mentalmente Mad che era venuta anche lei.
Zayn aveva ancora la cartellina in mano, e ora che ero vicina, vidi che conteneva degli spartiti.
«Dovevi portare la canzone Take Me To Church, giusto?» mi chiese lui.
Aveva delle ciglia particolarmente lunghe piegate all’insù, cosa molto rara nei ragazzi.
«Giusto» risposi io.
«Bene…eccola qui» disse cacciando uno spartito dalla cartella. «Allora, che ne dici di cantarmi la canzone, così valuto la tua voce?» disse lui girandosi verso di me.
«Si» dissi alzandomi per andare a prendere gli spartiti nella borsa.
Mad intanto stava armeggiando con il cellulare.
«Guarda qui» disse sussurrando e girando il telefono verso di me.
Era un articolo.
“One Direction, la band più famosa in questi ultimi anni.
I cinque componenti Niall, Louis, Zayn, Liam e Harry, hanno conquistato i cuori di molte ragazze e ragazzi con le loro canzoni…”
«Oddio» dissi sussurrando.
Mad fece scendere la pagina, ritrovandomi una loro foto davanti agl’occhi.
«Mi ricordavo che li avevo visti da qualche parte, così pensandoci mi è venuta in mente Tessa, la sorella più piccola di Jonathan, ha la stanza tappezzata dei loro poster» dissi indicando Zayn.
«Quindi i One Direction, sono loro?!» dissi io, alzando leggermente la voce.
«Sii» disse lei sorridendo.
Presi gli spartiti e ritornai sullo sgabello.
«Sono curioso di sentire come canti» dissi sussurrando.
«Oh,emh» dissi io non sapendo che dire.
Lui sorrise, e mi incitò a cantare.
Iniziai a cantare e a suonare il piano, finendo così la canzone.
«Hai una bella voce e sei molto intonata» disse lui.
«Grazie» dissi io sorridendo.
«Vedo che lavori bene da sola, quindi, posso darti una nuova canzone?» mi chiese lui.
«Si, certo» dissi io.
Di solito con Bath, quando portavo una canzone, la studiavo in vari pezzi per tutta la settimana. Però mi piace avere più canzoni nella settimana.
«Perfetto, allora per la prossima volta mi porti…» disse lui cercando altri fogli nella cartella. «Questa» disse dandomi uno spartito.
All Of Me, mi piaceva tanto quella canzone, e avevo cercato di suonarla.
«Però, te la rendo più difficile» disse lui girandosi verso di me.
«Mmm, che ti ho fatto di male?» gli chiesi implorandolo.
«Ahahah, no niente davvero» disse accarezzandomi la spalla. «Sei brava, quindi ritengo che sia troppo facile darti solamente il brano, così mi fai tu l’arrangiamento» disse sorridendo.
«Mmm, va bene» dissi sfregandomi le mani fredde.
«Facciamo così, io martedì sono qui tutta la giornata, tu cerchi di provare la canzone in questi due giorni e poi vieni martedì e mi fai sentire come sta venendo e se ti serve una mano, okay?» disse lui incrociano le braccia.
«Okay, però io ho la scuola la mattina, quindi credo di venire il pomeriggio» dissi io.
«Sisi, va bene, aspetta» prese una penna dentro la cartella, strappò un po’ di carta e ci scrisse sopra qualcosa.
«Tieni, questo è il mio numero, chiamami per dirmi quando vieni» disse dandomi il bigliettino.
«Grazie» dissi io prendendolo e sorridendo.
«Lezione finita» disse lui sorridendo.
Presi gli spartiti sul piano, mi alzai e andai verso i divanetti.
«Hai il suo numerooo» disse Mad sbarrando gli occhi e urlando leggermente.
«Ahahah, scema» dissi io ridendo.
Presi il cappotto, la sciapa i guanti e il capello e me li misi.
Misi dentro la borsa gli spartiti per poi mettermela sulla spalla.
Ci incamminammo verso la porta.
«Noi andiamo» dissi io.
«Ciao Zayn» disse Mad e andò fuori la porta.
«Ciao» disse lui sorridendo.
«Arrivederci prof.» dissi io salutando con la mano.
«Ciao Chanel» disse lui ridendo e facendo l’occhiolino.
Uscii fuori dalla stanza.
«Mad voglio salutare Bath, mi aspetti in macchina?» gli chiesi.
«Si ti aspetto in macchina, ma sbrigati che nevica, non voglio rimanere bloccata » mi rispose.
«Come, non vuoi rimanere bloccata con i One Direction?!» gli chiesi io con fare scioccato.
«Si come ,no!» mi rispose lei con tutto l’entusiasmo del mondo.
Mi misi a ridere e andai verso l’aula dove sentivo la voce di Bath.
«Pensa a quante loro fan vorrebbero essere qui, bloccate con loro» dissi io girandomi verso di lei, ma continuando a camminare lungo il corridoio.
«Poveri loro» disse lei.
«Infatti, però io mi preoccuperei più per lo studio che per noi, siamo abituati» disse una voce maschile all’improvviso.
Girai di scatto la testa, però non riuscii a fermarmi in tempo.
Come al mio solito non guardavo dove andavo, però pure la gente , sbuca così all’improvviso!.
«Okay, quanti siete cinque? Oggi già mi sono scontrata con Zayn ora tu. Due in meno di un’ora, nuovo record. Me ne mancano tre dai, la prossima volta avvertili, così non si troveranno impreparati» dissi io a quello biondo.
Sentii Mad ridere e anche il biondo con la sua risata contagiosa.
«Consideralo fatto» disse lui alzando la mano destra.
«Perfetto» dissi io imitandolo e battendo il cinque.
 Troppi cinque, pensai.
Lo oltrepassai andando verso la porta dell’aula.
Bussai e dopo aver sentito un “avanti” entrai.
C’era Bath insieme a quello riccio, aspetta Mad come l’aveva chiamato? Hanry o Harry, non mi ricordo.
«Chanel» disse Bath accanto al piano.
«Bath, ti volevo salutare, ho finito la lezione» dissi andando verso di lei.
«Oh, che carina!» disse il riccio.
Non sapendo che dire, gli feci un mezzo sorriso
«E’ andata bene la lezione?» mi chiese posando il foglio che aveva in mano.
«Sisi , torno martedì» dissi io.
Mi avvicinai a lei e gli diedi due baci sulle guance.
«Salutami i Roberts» disse lei.
«Certo» dissi io. «Bene, io vado che Mad mi sta aspettando » dissi
sistemandomi la borsa sulla spalla.
«Ciao Chanel» disse il riccio.
«Arrivederci» dissi salutando con la mano e uscendo dalla porta.
 
Aprii lo sportello della macchina e mi catapultai dentro, si gelava fuori.
«Possiamo andare?» mi chiese sarcastica Mad.
«Certo» dissi io sorridendo.
«Hai parlato con Niall?» gli chiesi io mettendo il riscaldamento al massimo.
«Per poco, quando sei entrata ha continuato a ridere, e ha detto che eri simatica» disse lei.
«Okay» dissi io.
«Martedì non posso venire» disse lei lamentandosi a mo’ di bambina.
«Ahah, come mai?» gli chiesi io ridendo.
«Devo andare con Jonathan ad una festa, per quanto ne so è il compleanno di sua cugina» mi rispose lei.
«Capisco, guarda, per me non ci sono problemi» dissi io ridendo sotto i baffi.
«Ci credo che non ci sono problemi, stai per un’ora con uno strafigo della madonna» disse lei girandosi verso di me.
Eravamo a un semaforo appena diventato rosso.
«Ehh, che ci vuoi fare, c’est la vie e poi tu non ti puoi proprio lamentare, sei fidanzata, con una scimmia, ma sei  fidanzata, prima dello scimmione tutti i ragazzi ti venivano dietro, vita perfetta!» dissi io guardandola.
Era scattato il verde, così ripartimmo.
«Ah certo senti chi parla, la ragazza che, una volta che va a una festa incontra un ragazzo sexy, molto sexy che le va dietro e che fa? Non lo calcola minimamente» disse lei.
«Se ti riferisci ad Enrico, primo, non ci ha provato, secondo è un amico della scimmia, terzo chi ti dice che non ci ho provato?» gli chiesi io.
«Chan, ti conosco e non sei la tipa che ci prova con i ragazzi» disse lei.
Vedevo la nostra casa in lontananza. Però sulla porta c’erano due sagome.
«Non è vero» protestai io.
In effetti Mad aveva ragione, però non volevo ammetterlo.
«Come vuoi, però non ci credo» disse lei con un sorriso malizioso stampato in faccia.
Eravamo arrivate a casa, Mad parcheggiò la macchina nel vialetto e, dopo qualche secondo, realizzai che davanti alla porta di casa c’erano la scimmia ed Enrico che parlavano allegramente.
Un lampo di genio attraversò la mia mente.
«Ah, si?!» dissi io con aria di sfida.
Scesi e corsi verso Enrico che, precedentemente si era alzato vedendoci arrivare.
«Enricoo!» urlai io allacciando le mie braccia intorno al suo collo, per abbracciarlo. Ovviamente ero sulle punte, perché lui era più alto di me.
Lo sentii irrigidirsi per la sorpresa, ma poi si rilassò ricambiando l’abbraccio.
Sentii il rumore dello sportello che si chiudeva dietro di me.
Così sciolsi l’abbraccio e dissi.
«Sono felice di vederti!» e gli diedi un bacio sulla guancia.
Rimase sorpreso ancora una volta.
Mi girai e sorrisi a Mad che se la rideva sotto i baffi.
«Dai entriamo in casa» dissi prendendolo per mano e trascinandolo dentro.

 
*Angolo Autrice*
 Salveeeee a tuttiiiiiiiiiii.
Innanzi tutto perdonatemi il ritardo, solo che tra Natale, capodanno e la befana , ho scritto pochissimo, solo quando ero sola (massimo un’ora).
Poi ritornata a scuola credevo di liberarmi, ma i prof hanno programmato compiti e interrogazioni per tutta la settimana, Proprio oggi ho fatto la versione di latino :o.
Anyway, ritornando a noi.
Finalmente sono arrivati i nostri amati One Direction , o meglio i prof One Direction, spero che l’idea vi piaccia a me molto, perché è una cosa molto insolita ma stupenda allo stesso tempo.
Bene , spero che vi sia piaciuto il capitolo, se volete lasciarmi un recensione ne sarei felicissima, anche solo di tre parole ahahaha.
Baci e vi aspetto al prossimo capitolo.
P.S. vorrei ringraziare:
- ImLimitedEdition
- Dream_1D05
Per aver recensito la storia
- Dream_1D05
- Giulsa
Per aver messo la storia nelle preferite e grazie anche ai lettori silenziosi. Grazie ancora xoxo <3.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 ***


 
 
 
CAPITOLO 5
 
«Ahh!» urlò Mad nascondendosi dietro Jonathan.
Stiamo vedendo un film da più di un’ora e Mad non ha fatto altro che urlare.
Okay, anche io tra un minuto e l’altro credo di imitarla, ma sto cercando di trattenermi.
«Lo so che anche tu stai morendo di paura» mi sussurra Enrico all’orecchio.
«Cosa? No!» mentii.
«Chan» disse.
«Okay, forse po’» confessai.
«Vieni qui» disse aprendo le braccia seguite dalla coperta.
Ci pensai tre secondi ma poi mi arresi, appoggiandomi alla sua spalla.
Proprio in quel momento spuntò  uno zombie dal nulla.
Immediatamente affondai il viso sulla spalla di Enrico coprendomi con la coperta.
Lo sentii ridacchiare ma non disse nulla.
Provai a guardare, ritrovandomi sangue e pezzi di zombie davanti agl’occhi.
Mi coprii un ‘ altra volta con la coperta.
«Come fai a guardare » sussurrai.
«Ho i miei segreti» mi rispose abbassando lo sguardo su di me.
Devo ammettere che è molto bello.
«Vado a preparare i pop corn ,tanto nemmeno sto guardando» gli dissi ritornando in me.
«Dove vai scimmia?» mi chiese Jonathan.
«Ah sarei io la scimmia, ma ti sei visto?» gli risposi.
Non lo sopporto, non lo sopporto.
«Certo, e mi innamoro ogni volta che mi vedo» disse sorridendo.
«Ah pensavo che vomitavi ogni volta che ti vedevi» dissi io. «Almeno io lo faccio» continuai.
«Vallo a chieder-» disse , ma fu interrotto da Enrico.
«Va bene andiamo a fare i pop corn» disse prendendomi da dietro e portandomi in cucina.
«Lo ami proprio eh?!» scherzò lui entrando dietro di me e poggiando i gomiti sul bancone.
«Si, credo di sposarlo un giorno, e di fare dei figli, così avremo uno zoo di piccole scimmie in casa» dissi io mettendo l’olio nella padella.
Sentii Enrico ridere.
«Nonostante la mia bellezza predominerà il gene della scimmia, essendo il più forte » spiegai io.
Rise più forte facendo ridere anche me.
Presi la scatola dei pop corn e ne versai due cucchiai dentro la padella, misi il coperchio e aspettai il famoso scoppiettio seguito dall’odore buonissimo.
«Come li preferisci dolci o salati?» gli chiesi andando a prendere sia il sale che lo zucchero.
«Tu?» mi chiese a sua volta.
Cosa?
«Emh…salati» risposi balbettando.
«Allora li preferisco salati anche io» disse sorridendo.
«Ookay» risposi non sapendo che dire.«Hai detto a Jonathan che stamattina ci siamo scontrati» dissi ricordando oggi pomeriggio.
«Ah si » disse grattandosi la nuca.«Non dovevo?» mi chiese lui preoccupato.
«Si,no,però diciamo che preferirei che non gli raccontassi di noi,perché lui usa qualunque cosa contro di me ,per questo mi da fastidio.»gli risposi un po’ indecisa.
Intanto stavo scuotendo la padella con i primi chicchi di pop corn che erano usciti.
«Capisco,però non è così male come pensi» disse lui difendendolo.
«Beh per me lo è , non c’è una volta che non fa una battuta su di me quelle poche volte che ci parlo,quindi non vorrei mettere altra carne a cuocere tutto qui» gli risposi alterandomi.
«Va bene allora stai tranquilla non gli parlerò di noi. Non voglio che ti prenda in giro, ne che rovini qualcosa tra di noi,quindi consideralo fatto» mi assicurò.
Trovai il coraggio di girarmi e di rispondergli.
«Grazie,lo apprezzo molto» dissi sorridendo.
Lui contraccambio il sorriso ma non disse nulla, così mi girai e cacciai i pop corn ormai cotti.
Li sistemai in due ciotole. In una misi il sale per me ed Enrico e nell’altra lo zucchero per Med e Jonathan.
«Pronti» dissi prendendoli e andando in salotto.
«Questi sono per voi» li porsi a Mad e mi andai a sedere sull’altro divano.
«Grazie Chan» disse sorridendo e prendendo una manciata di pop corn.
Dopo poco entrò  Enrico con il cellulare in mano.
Stava inviando un messaggio credo,così quando ebbe finito, bloccò lo schermo e se lo mise nella tasca posteriore dei pantaloni.
Si inclinò in avanti per prendere dei pop corn in una mano e mentre si stava sedendo mi diede una bacio sulla guancia.
«Grazie» disse.
«P-prego» risposi balbettando.
Pregai di non arrossire sotto gli occhi di Mad e Jonathan.
Abbassai lo sguardo sulla ciotola facendomi rotolare il chicco che avevo preso, tra le dita.
Dopo un po’ mi girai verso Enrico e vidi che stava sorridendo soddisfatto.
L’ha fatto apposta! Voleva mettermi in imbarazzo di fronte a loro!
Disgraziato!.
Mi alterai agitandomi sul divano.
Non poteva averlo fatto apposta, non dopo quello che ci eravamo detti in cucina!
Però quel sorrisetto sulle labbra diceva proprio quello.
Uff, non è giusto.
L’idea di buttargli i pop corn in testa mi attraversò la mente,quando bussarono alla porta.
Salvato dal campanello.
Pensai.
Visto che Mad non sembrava avere intenzione di alzarsi andai io posando la ciotola sul divano.
«Chi è?» chiesi iniziando a girare la chiave.
«Siamo noi» risposero dall’altra parte.
Roberts.
Aprii la porta ritrovandomi i piedi invasi da buste.
«Avete comprato altri regali?» chiesi perplessa abbassandomi per prendere qualche busta.
«Si , ci eravamo dimenticati dei cugini, così mentre passeggiavamo, ci siamo fermati in un negozio molto carino» rispose Charlotte.
«Ah capisco, qualcosa mi dice che li avete trovati per tutti» dissi io cercando di non far muovere tanto le buste, visto che sentivo il rumore del vetro che si toccava.
«Maddd vieni a dare una mano per piacere» urlai per farmi sentire.
Misi le buste vicino alle altre che avevano comprato precedentemente e ritornai nell’ingresso per prenderne altre.
Sentii dei passi che venivano verso di me.
«Mad tieni prendi queste» dissi allungando il braccio dietro con due buste in mano.
Le prese, così io ne presi altre due,girandomi.
Invece di Mad c’era Enrico.
Ma dai neanche ad alzare il culo dal divano.
Mi sorrise come se niente fosse girandosi e portando le buste dove c’erano le altre.
«Chan quelle dovete portarle nelle vostre stanze» disse Bob.
Cosa?.
Guardando la mia faccia perplessa Bob cercò di dire altro.
«Sono i vostri abiti e scarpe per la cena della vigilia, Charlotte è voluta passare in lavanderia» disse sorridendo.
«Va bene» dissi rassegnata.
Enrico si fermò per farmi passare e per farmi fare strada.
Questa cosa che devono passare prima le donne è assurda,permette solo agl’uomini di avere una splendida vista da dietro.
Salii le scale il più velocemente possibile, una volta arrivata davanti alla porta della mia stanza, usai il piede per aprirla.
Entrai e posai le buste vicino al letto.
«Dammi, queste vanno nella camera di Mad» dissi andando verso Enrico e abbassandomi per prendere le buste dalle sue mani.
Lui ritrasse subito le mani, si girò, posò le buste dietro di lui e con la mano e la spalla chiuse la porta della mia camera senza togliere gli occhi da me.
Che diavolo stava facendo?!.
Cercai di schiarirmi la voce il più possibile.
«Qualcosa non va?» gli chiesi cercando di restare il più calma possibile.
Non mi rispose. Si avvicinò.
«C-che c’è?» richiesi balbettando.
Arrivò a pochi centimetri da me e mi prese il viso tra le mani.
Ora che era così vicino potevo vedere com’era bello, con gli occhi nocciola, le ciglia lunghe e piegate all’insù e i lineamenti perfetti.
Si avvicinò ancora di più e poso le sue labbra sulle mie.
 

 
 
*Angolo Autrice*
Saaalve a tutti.
Sarò super breve così non vi annoierò.
Voglio solo dire che mi dispiace per non aver aggiornato prima , ma sto studiando molto in questo periodo , così non ho potuto più continuare a scrivere, perdonatemi.
Ritornando a noi , spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Chan ed Enrico si sono baciati, Aww *-*.
Anyway, se avete qualche commento, qualche appunto, qualche frase o qualche momento che vi è piaciuto di più o di meno potete dirmelo senza problemi tramite le recensioni.
Detto questo vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo , baci a tuttii <3
 

P.S. vorrei ringraziare:
- Dream_1D05
Per aver recensito la storia e grazie anche ai lettori silenziosi. 

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Capitolo 7
*** I'm back! ***


Buonasera readersss sono di nuovo quiii !!! Da quanto tempooo!

Avevo pensato altre volte, in questi anni, di riprendere la storia dopo questa lunga assenza e soprattutto dopo aver riletto la storia, me ne sono di nuovo innamorata!

Il motivo della mia assenza è dovuto da diversi fattori, uno dei quali l’abbandono di Zayn ( mio componente preferito,infatti è possibile capirlo dalla storia stessa) dal gruppo e di conseguenza, un ‘allontanamento quasi completo dai ragazzi….non solo per questa ragione.
Inutile dire che ci sono rimasta malissimo , infatti questo ha contribuito al "distacco".

Non saprei se continuare la storia… ovviamente per hobby visto che quest’anno avrò l’essame di stato e non prometto di essere costante, però voi che ne dite?

Quasi sicuramente saranno diversi i lettori rispetto a quelli degli scorsi anni…in verità, non so nemmeno se EF continua a essere “attivo “ o meno, però, ci tengo.
Approfittando di questo ponte, potrei dedicarmi alla stesura del sesto capitolo se siete d'accordo.
Continuerei senz’altro a raccontarla con tutti e cinque i One Direction ,per me sono stati i primi idoli e così resteranno, TUTTI e cinque insieme.
Fatemi sapere!
A voi invece il rapporto con i ragazzi è rimasto costante ? O al contrario, abbandonato definitavamente? Racontatemi sono curiosa!

Altre novità ? Io ho compito 18 anni da poco e sono molto contenta, devo ancora realizzare la cosa però xD

Come al solito mi dilungo sempre!

Spero che siate felici di questo ritorno e spero che vogliate un continuo della storia.
A presto e buona serata readers! <3

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