生きる 理由 - Ikiru Riyu, un motivo per vivere

di Elgas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** C.1. 2 ***
Capitolo 2: *** C.2. Quiete dopo la Tempesta Rossa ***
Capitolo 3: *** C.3. Un motivo per vivere ***
Capitolo 4: *** C.4. Tra dolci, abbracci e incubi improvvisi ***
Capitolo 5: *** C.5. Le Lucciole danzano sognando l'Amore ***
Capitolo 6: *** C.6. Nell'Autunno assaporando la Libertà ***
Capitolo 7: *** C.7. Confessioni accanto a Te ***
Capitolo 8: *** C.8. Felicità nel Vento, Sangue nella Neve ***
Capitolo 9: *** C.9. Insieme per Sempre ***
Capitolo 10: *** E.1. Across The Sky, Shooting Star ***
Capitolo 11: *** E.2. Beside You ***
Capitolo 12: *** E.3. Hollow and Human Hearts ***
Capitolo 13: *** E.4. The Ephemaral Cherry Blomms ***
Capitolo 15: *** E.5. Thin Distance Between Us ***



Capitolo 1
*** C.1. 2 ***


Buongiorno a tutti ! Rieccomi sul fandom di Bleach a cimentarmi in questa storia molto molto particolare. Prima di iniziare quindi, ecco alcune piccole precisazioni :

1) Quanto segue si distacca molto dal finale originale. Di conseguenza nell'angolo autrice di alcuni Capitoli saranno presenti approfondimenti su personaggi, riferimenti a capitoli originali ecc. Consiglio comunque una rilettura dei volumi dal 49 al 54, 59 e 60, e dal 72 al 74.

2) Sul cellulare è probabile il testo venga visualizzato col ritorno a capo sballato. Questo perché utilizzo un font diverso a size 3, il Palatino Linotype, che i dispositivi mobili non riescono a formattare, sempre non l'abbiate installato in qualche modo. Se leggete sul computer vi tornerà tutto corretto. ^^"


Un finale alternativo in cui si ipotizza anche la sopravvivenza del mio Sternritten preferito (di Askin ho amato tutto, design, carattere, poteri, scontri ).
Si tratta di un progetto molto importante, in cui darò fondo a tutte le mie capacità per farvi immergere sia nella storia, sia nei personaggi ( alcuni, anzi molti, non proprio popolari ). Potremo definirlo " come sarebbe dovuto finire Bleach nelle sue molteplici parti ".
Non esitate a farmi sapere cosa ne pensate ! :)
Spero mi seguirete fino alla fine, e se decidete di recensire in questo primo capitolo gradirei sapere la vostra sullo Sternritten D. <3
Un saluto da Elgas e ora ... diamo il via alle danze !

Another End Serie

Main Stories

1) Ikiru Riyu
2) Dirty Snow ( Os )
3)Deep Anyss ( Os )



Extra Stories

1)Smoke in a spring night ( Os )
2)Dopo la fine voglio dirti ( Os )
3)Pieces of Seasons ( Raccolta di Flashfic )





Capitolo 1 : 2


Prima d'entrare si presero la briga di bendarlo.
<< Non è bene mostrare a un nemico il nostro organo più importante >> sussurrò il
Comandante Shunsui Kyoraku al suo fianco.
Si limitò ad annuire cercando di sistemare le braccia strette nella camicia di forza.
Poi la corda legata intorno alla vita lo strattonò intimandogli di proseguire. Al buio
poté orientarsi soltanto contando i propri passi. Dopo quattro svolte a sinistra, due
a destra e trecentodiciassette passi, il cigolio sordo di un'enorme portone lo annunciò
alla Camera dei 46. Appena fece il suo ingresso, intuito dal leggero cambio di temperatura, la
moltitudine di voci s'arrestò all'istante. Altri venti passi e Shunsui gli ordinò d'inginocchiarsi.
L'ordine venne prontamente ribadito dai quattro Shinigami di guardia attorno a lui, che non
persero tempo colpendolo sulla schiena col fodero delle naginata.* Infine una voce lontana
e anonima proclamò l'inizio della seduta.
<< La Camera dei 46 è oggi riunita per decretare la sentenza nei confronti di Askin Nakk
Le Vaar, unico Quincy sopravvissuto alla Guerra Millenaria. >>
In un attimo da ogni angolo si levarono urla. Inginocchiato, col capo chino e le orecchie
in parte coperte dalla stretta fascia, Askin comprese assai poco dell'accesa discussione.
Una cosa però era certa : l'aria fremeva d'odio e rabbia, un viscido serpente pronto a
mordere.
“ Mi vogliono morto … il giusto destino riservato ai nemici ” pensò abbozzando un
sorrisetto.
<< Suvvia Signori, vi prego ! Cerchiamo di discuterne civilmente ! >> intimò a un certo
punto Shunsui.
Alla richiesta del nuovo Comandante del Gotei 13, il rumore si ridusse a un lieve brusio.
<< Perdoni gli animi accesi Comandante. Spero comprenda la situazione, considerato il
soggetto. >>
A parlare era stato un giovane uomo, a una decina di metri in linea d'aria.
<< Cominci illustrandoci le abilità di questo … Quincy. >>
L'ultima parola risuonò in una vena di disgusto, come se il consigliere, seduto probabilmente
dietro un piccolo paravento, stesse osservando uno scarafaggio inerme a pochi centimetri dal
piede, indeciso se schiacciarlo o meno.
<< Purtroppo non ho avuto l'onore di combattere contro di lui >> riprese deciso Shunsui
<< tutti i dettagli mi sono stati perpetrati grazie al rapporto lasciato da Urahara Kisuke.
Il suo potere principale consisteva nella Lethal Dose, la Dose letale. Esso gli permetteva
di aumentare una determinata sostanza all'interno del corpo dell'avversario, fino a causarne
la morte. >>
<< Un potere pericoloso non v'è dubbio, ma perché avete parlato al passato ? >> esordì un
membro più anziano alla sua destra.
<< Sempre secondo il rapporto, con l'uccisione di Yhwach da parte di Kurosaki Ichigo e
Ginjou Kugo, tutte le abilità Quincy sarebbero scomparse. Di conseguenza il Signor Le
Vaar sarebbe al momento attuale una semplice “ anima ”. >>
Il brusio si fece più animato fin quando una voce roca si elevò sopra le altre.
<< Se con queste teorie di dubbia veridicità Urahara cercava d'insinuare in noi la pietà,
si è sbagliato di grosso ! Comandante ! Pure lei ha avuto modo di visionare il resoconto
di Ichibei Hyosube ! >>
<< … Certamente, l’ho letto con molta attenzione. >>
<< Le Vaar faceva parte della Schutzstaffel ! La Guardia personale di Yhwach ! Ed è
responsabile della morte di Oetsu Nimaiya, Senjumaru Shutara e Kirio Hikifune ! >>
“ Beh io mi limitai a indebolirli … ” pensò Askin ironico “ … furono Lille e Gerard a
dargli il colpo di grazia e a distruggerne i corpi … ma dubito abbia una qualche
importanza per questi idioti … ”
<< Ne sono consapevole … e lo trovo influente ai fini del suo “ stato ” attuale. Durante
queste due settimane di prigionia, il Signor Le Vaar non ha mai tentato la fuga o avuto
atteggiamenti ostili. >>
<< Costui è un nostro nemico ! Merita di essere giustiziato ! E vi dirò una cosa Shunsui !
La vostra reticenza getta fango su quanti si sono sacrificati in difesa del nostro mondo !
O meglio … dell'equilibrio dei mondi ! >>
Numerosi voci si levarono unanimi e a nulla valsero i tentativi di Shunsui di riportare
la calma. Askin non provò nemmeno a replicare, avrebbe soltanto sprecato fiato con
quella massa di ipocriti, il cui sottile interesse nei suoi confronti era dettato dalla pura
formalità. La decisione era già stata presa, il solo fatto d'essere vivo rappresentava un
motivo più che valido per giustiziarlo.
“ Finirò ucciso da squali desiderosi di giustizia … o dovrei chiamarla vendetta ? ” pensò
proprio mentre la mano di Shunsui si posava sopra la spalla.
<< Mi dispiace, ho fatto il possibile >> sussurrò rammaricato.
<< … Non vi conosco bene Comandante, ma immagino le vostre belle parole non siano
state dettate da un senso di pietà. >>
<< … A volte mi risulta difficile digerire certe tipologie di “ giustizia ”. A tutti dovrebbe
essere concessa una seconda opportunità. >>
<< Ah … come dite voi la giustizia possiede numerosi volti. Sapete, credo sia proprio essa
a frenare questi burocrati dal linciarmi come bestie qui, seduta stante. >>
<< Oh ... ! Pur bendato risulti molto attento ... >>
All'improvviso la voce anonima risuonò simile a un tuono facendo scendere il silenzio.
<< Il Consiglio ha deciso: con quarantuno voti a favore e cinque contrari, la Camera approva
la condanna a morte nei confronti di Askin Nakk Le Vaar. Il giorno è prefissa- >>
<< Oh oh ! Come siamo precipitosi Signori ! >>
Nonostante fosse bendato e col fiato delle naginata* a pochi centimetri dal collo, Askin
volse il capo, stupito e meravigliato. Fra i membri dei 46 però, l'arrivo del Capitano della
Dodicesima Compagnia destò sconcerto e irritazione.
<< Kurotsuchi ! Con quale sfrontatezza osate interromperci ?!? >>
<< Beh ... in effetti nessuno si è preoccupato d'invitarmi ! >> rispose l'uomo col solito tono
scanzonato << Almeno il regolamento per imbucarmi alle feste l'ho rispettato. Scherzi a
parte vogliate perdonare l'interruzione, ma sono qui per sottolineare il terribile errore che
commettereste giustiziando il qui presente Quincy, o meglio Ex-Quincy. >>
<< Capitano ! Riceverà una sanzione per questo oltraggio ! Comunque ... soltanto se il
Comandante Supremo le darà il permesso, le concederemo il diritto di parola. >>
<< … Comandante >> fece eco lo scienziato.
<< Adesso ci sarà da divertirsi … >> bisbiglio divertito Shunsui prima di rimettersi in piedi
<< … il Capitano della Dodicesima, Mayuri Kurotsuchi, ha il permesso di continuare ! >>
Nel buio Askin udì esclamazioni di stupore qua e là. Forse il Consiglio, fiducioso della
lealtà di Shunsui verso le regole, sperava in un divieto. Chissà se le sanzioni sarebbero
scattate anche per lui … ora però non aveva importanza, perché tutta la sua attenzione si
focalizzò sul nuovo arrivato.
“ Kurotsuchi è come Urahara, quali carte giocherà per mandare all'aria la loro decisione ? ”
<< La ringrazio per avermi concesso questo privilegio >> disse Mayuri avvicinandosi
<< molto bene Signori ! Anch'io ho letto il rapporto di Urahara, attuale Capitano dell’Ottava
Compagnia , ed esso corrisponde alla pura verità. Dopo la morte di Yhwach, Askin Nakk
Le Vaar è diventato una semplice anima. Ma chi sono io per impedirvi di giustiziarlo sulla
pubblica piazza, davanti a una folla desiderosa di sangue ? Nessuno ovviamente, ma come
ripeto la vostra sarebbe una decisione alquanto azzardata. >>
<< Risparmiaci i giri di parole Kurotsuchi ! Arriva al punto ! >>
<< La guerra è finita ! Il nemico annientato ! È tempo d'inaugurare un'era di pace ! >>
<< Nessuna frase sarebbe potuta suonare più arrogante ! Se le posizioni fossero invertite
i Quincy farebbero lo stesso con noi ?!? Credo proprio di no ! >>
<< Noi non siamo i Quincy, cari Consiglieri ! >> gridò lo scienziato << Noi dobbiamo
dimostrarci superiori ! E un atto di clemenza è la scelta più giusta ! >>
La parola superiore fu come la luce per gli insetti ; quasi tutti i 46 si fecero subito calmi e
attenti, come falene caddero nella ragnatela di Mayuri.
<< Stai suggerendo di risparmiarlo … in ogni caso rimangono pesanti accuse su di lui :
l'uccisione di molti Shinigami, tra cui tre dei cinque membri della Guardia Reale, e la
“ presunta ” pericolosità. >>
“ Le falene sono nella tela … ma si dimenano ancora. ”
<< “ Se non vedo non credo ” ! Ebbene possiedo le prove che lo scagioneranno da ogni
accusa. Contro la prima chiamo un testimone ! Vieni avanti Shihoin Yoruichi ! >>
In un moto di sorpresa Askin si voltò una seconda volta, desideroso di rivedere la Dea
Lampo, l'erede principale di una delle Quattro Nobili Famiglie del Seireitei. Non erano
state poche le volte in cui, prigioniero dentro la cella umida e buia nel Muken, aveva
sperato di ricevere una sua visita. E ora, nonostante si trovassero vicini, non gli era
concesso vederla.
Incrociandone lo sguardo forse avrebbe compreso il motivo di quell'inaspettata venuta,
perché se Mayuri stava cercando di salvarlo per qualche mera utilità, con lei il discorso
era ben diverso.
Nel totale silenzio, i passi di Yoruichi risuonarono via via più forti. Aguzzando le orecchie
capì indossava un paio di zori* … strano considerato il soggetto.
<< Oohh ohhh ! Ti stai perdendo uno spettacolo niente male ! >> disse Shunsui nuovamente
vicino.
<< … Che intendi dire ? >>
<< Non capita tutti i giorni di poter ammirare Shihoin Yoruichi in abiti “ femminili ”.
Dalla fattura si direbbe uno dei migliori kimono* del Casato. L'avrà indossato così da far
colpo sui 46. >>
Per colpa della frase la curiosità crebbe forte, così come il rammarico per essere precluso da
tale visione. Sgranò gli occhi meravigliandosi di se stesso. Possibile che in una situazione del
genere, dove per l'ennesima volta altri stavano decidendo della sua vita, si lasciasse andare
a sensazioni così futili ?
“ È proprio vero … non riesco mai a pensare a me stesso … ”
<< Shihoin Yoruichi, sei venuta a portarci un'importante testimonianza. Sentiamola dunque ! >>
La frase di un Consigliere lo riportò alla realtà. Alle sue spalle Yoruichi si schiarì la voce.
<< Signori … quelle che vi esporrò sono le parole pronunciate dallo stesso Le Vaar dopo
essere stato immobilizzato dal Bankai di Kisuke Urahara ! >>
Ci fu una pausa e gli uomini cominciarono a discutere a bassa voce. Passò circa un minuto,
poi un giovane membro riprese la discussione.
<< È certa d'aver udito bene ? >>
<< Ho appena iniziato e già diventate dubbiosi ? >>
<< Ci chiediamo soltanto perché il Comandante Generale e il Capitano Kurotsuchi non ne
abbiano fatto menzione, pur avendo letto il rapporto di Urahara … >>
<< Kisuke si è limitato ad elencare le nozioni tecniche. Dopo averlo immobilizzato e aver
ricevuto le prime cure dall'Arrancan Neliel Tu Oderschvank, si diresse al Palazzo del Reio,
lasciando me di guardia. Prima d'andare mi spiegò il motivo per cui doveva rimanere vivo :
l'uccisione avrebbe soltanto reso più forte Yhwach. Così rimasi lì, in mezzo alle macerie … >>
La donna s'interruppe come a voler riorganizzare i pensieri. In quel breve lasso di tempo
Askin ricordò le lunghe ore passate immobile dopo essere rinato grazie al potere di Hasshein
e al cuore rattoppato da Urahara tramite i fili di Benihime. Fili che poi si erano presi la briga
di tenerlo ben legato come un salame.
“ Divertente Yoruichi … il nostro secondo incontro sembra una continuazione del precedente ”
pensò divertito.
<< Controvoglia cominciai a dialogarci e a un certo punto egli pronunciò alcune frasi
significative >> riprese la Dea Lampo << Le Vaar ha sempre odiato combattere, prova
disgusto a uccidere. A modo suo quindi s'oppose a Yhwach ! >>
<< E se avesse pronunciato quelle frasi cercando d'impietosirla ?!? >>
<< Ah ! Ci vuole ben altro per incutermi pietà ! >> rispose lei decisa << si dice che la prima
impressione sia la più importante ! Le Vaar Mi è sembrato tutto, un eccentrico e irritante
chiacchierone … ma non un bugiardo ! >>
Inaspettatamente nessuno osò replicare alla determinazione della donna, come inebetiti
da tale sicurezza i Consiglieri ci misero un po' prima di tornar a discutere fra loro.
Askin dal canto suo rimase parecchio colpito, non potendo far a meno di ricordare parole
che già sembravano lontane, dimenticate, inutili.
“ Quella … è stata una delle poche volte in cui fui sincero con la mia coscienza. ”
Ricordò ... e la serenità si fece largo in lui, ma durò il tempo d'un respiro, perché subito
risentì scorrere quella sgradevole apatia.
<< Molto bene Signorina Shihoin >> disse uno dei membri più anziani << prenderemo
in considerazione la testimonianza. Ora passiamo alla seconda accusa … Capitano
Kurotsuchi quali controprove avete in merito ? >>
<< Il buonsenso non ha abbandonato questa sala … mi fa piacere. Ora … essendo
Presidente dell'Istituto di Ricerca ho bisogno d'appurare io stesso la pericolosità
dell'accusato. Propongo ch'egli venga affidato alla Dodicesima per un periodo di sei
mesi ! >>
<< S-si rende conto dell'assurdità delle sue parole, Kurotsuchi ?!? >> protestò qualcuno
nelle prime file << Il Quincy potrebbe cercar di fuggire o … peggio ancora uccidere ! >>
<< Signori !!! >> urlò Mayuri placando le proteste crescenti << Tra sei mesi riceverete un
rapporto ancora più dettagliato di quello di Urahara ! Un rapporto dove potrò confermarvi
se il Signor Le Vaar possieda ancora poteri Quincy ! Nel caso, in questo lasso di tempo,
sorgano i problemi da voi espressi, sarete liberi di giustiziarlo e secondo … >>
<< … E secondo cosa ?!? Dicci Mayuri ! >>
In una pausa ad effetto, Askin immaginò Mayuri sorridere nella solita folle maniera
puntando sprezzante il dito contro il Consiglio dei 46. Contro il massimo organo della Soul
Society.
<< Vi do il permesso di rigettarmi nella Tana del Verme ! >>
Da sotto la benda l'ex-Sternritter sorrise compiaciuto.
Il ragno aveva appena divorato tutte le falene.



Riassaporare la luce fu insieme un sollievo e un dolore. Serrò gli occhi appena in tempo
per sentire il commento sarcastico del Comandante Generale.
<< Non smetti mai di sorprendermi Mayuri … hanno abboccato subito all'amo. >>
<< Con la loro misera intelligenza è stato facile manipolarli ! >> replicò senza peli sulla
lingua il Capitano della Tredicesima.
<< Ah ! Ah ! In effetti hai ragione. >>
<< Allora … come ti senti Quincy ?!? >>
Askin guardò lo scienziato. Fortunatamente l'orribile vestito a forma di girasole indossato
durante la Guerra era stato sostituito da una normale divisa da Capitano, solo la maschera
era rimasta la stessa. Nel volto inespressivo aleggiava una curiosità morbosa, quasi stesse
osservando un esperimento in corso. L'esatto opposto dell'espressione beota di Shunsui
Kyoraku, dietro cui si nascondeva una profonda serietà.
In ogni caso aspettò un attimo prima di rispondere. Si trovava davanti a due pezzi grossi
del Gotei 13, due Shinigami che potevano ucciderlo solo schioccando le dita.
<< Abbastanza bene … >> rispose calmo << … a parte questa camicia di forza. >>
<< Toglietegliela subito ! >> ordinò Mayuri alle guardie.
<< Ma Signore … ! >>
<< Ormai il Quincy è sotto il mio controllo ! Decido io cosa farne ! >>
Il Comandante non protestò e così i quattro furono costretti a ubbidire.
Tolte le cinghie e la corda intorno al suo corpo, Askin poté sgranchirsi le braccia intorpidite
da giorni d'immobilità.
<< Ah … adesso va molto meglio. >>
<< Perfetto ! >> esultò Shunsui << Visto che è tutto apposto io vado ! Altre importanti faccende
mi attendono ! Ah ... ! Congratulazioni Askin … spero saprai sfruttare al massimo questa
grande occasione ... ! Ciao ciao ! >>
Osservò l'haori* floreale scomparire in uno dei numerosi corridoi laterali del Seijotokyorin,
la Torre Immacolata dove aveva sede la Camera dei 46. Anche gli altri Shinigami presero
congedo pur continuando a lanciargli occhiate guardinghe.
<< Pure io devo sbrigare alcune cose … >> esordì Mayuri << … ma non ho intenzione di
portarti appresso come un cagnolino, quindi … >> dalla tasca estrasse un braccialetto
metallico con al centro una specie di gemma rossa << .. indossalo, così saprò esattamente
dove ti trovi. Per un quarto d'ora sei libero di girare nei dintorni, un po' di aria fresca
ti farà bene. Attento a non allontanarti troppo però ... intesi Quincy ? >>
Lo prese in mano, era meno pesante di quanto avesse immaginato.
<< Perché se provo a fuggire si attiverà un qualche meccanismo tipo scarica elettrica,
giusto ? >> chiese indossandolo << Questo fa comunque di me un cagnolino. >>
<< … Non hai perso la battuta nonostante la prigionia, mi fa piacere ! >>
Detto questo si girò e sparì in uno dei tanti corridoi.
Rimasto solo, Askin tornò a guardare il bosco verdeggiante intorno al Seijoto Ryorin,
l'aveva attraversato all'andata senza però soffermarcisi più di tanto. Adesso il sole era alto
e splendeva nel cielo primaverile, una leggera brezza muoveva le fronde degli alberi, mentre
lontano, tra i rami, si udiva il cinguettio degli uccellini. Si sorprese di come la zona fosse
stata ricostruita in maniera perfetta dopo la recente fine del conflitto.
Trasse un profondo respiro, lasciandosi alle spalle la pesantezza accumulata nell’intensa
mattinata, e cominciò a passeggiare in mezzo al bosco, senza fretta né alcuna metà.
Pian piano la testa divenne leggera, senza pensieri o preoccupazioni.
Poi all'improvviso comparve … Yoruichi Shihoin. Askin si bloccò, gli occhi sgranati ad
ammirare la visione tanto desiderata. La donna indossava un kimono* viola della seta più
pregiata, i bordi sembravano oro puro, e d'oro erano i ricami sulle maniche e le decorazioni
raffiguranti peonie e carpe koi sul fianco destro. Per quanto l'obi* azzurro fosse rigido, l’abito
non riusciva a nasconderne le forme abbondanti. I lunghi capelli, neri come la notte, erano
raccolti in una coda adornata da un fermacapelli d'avorio.
<< Oh … una dea è apparsa davanti ai miei occhi. >>
Doveva averlo pensato ad alta voce, perché Yoruichi gli lanciò un'occhiata imbarazzata
e abbassò lo sguardo.
<< Alla fine ti hanno liberato … meno male. >>
<< Ah ! Ah ! Liberato ora … diciamo sono diventato la nuova cavia di Mayuri. >>
<< Sì … nemmeno io m'aspettavo un suo intervento, ma devo ammettere che è stato
fondamentale. >>
<< Già … come mai sei qui ? Credevo rimanessi ad assistere la fine della seduta … >>
<< Ho … accompagnato Yushiro al limitare del bosco. È comparso subito dopo la mia
testimonianza. >>
C'era un vena d'irritazione nella frase e ciò accese la curiosità dell'ex-Sternritter.
<< Beh il tuo fratellino ha ragione a volerti stare vicino, vestita così attiri facilmente
l'attenzio- >>
In una frazione di secondo la Dea Lampo fu a pochi centimetri, il secondo successivo si
ritrovò accasciato contro un albero e con un dolore lancinante alla schiena e allo stomaco.
<< Ahi ! S … Sei scema ?!? Ahi … ahi … volevo essere gentile e guarda te … >>
Mentre era intento a massaggiarsi il ventre, Yoruichi gli fu di nuovo addosso. Un altro
pugno, appena sopra la testa. Il tronco si spezzò e l'albero cadde al suolo accompagnato
da un tonfo sordo. Askin tornò a guardarla, non senza un pochino di timore : l'unica
espressione dentro i penetranti occhi gialli era rabbia.
<< Sia chiaro … fosse stato per me sarei venuta con la divisa da Capitano ! >> sbraitò
furiosa << La mia famiglia ha voluto indossassi quest'abito. All'inizio erano contrari alla
mia decisione, poi all'improvviso cambiano idea e dicono sì … questa è l'occasione giusta
per mostrare la mia fedeltà al Consiglio, oltre al peso del Casato ovviamente ! Mi sono
dovuta svegliare alle sei per venire conciata così ! >>
Capì che la volubilità doveva essere un tratto di famiglia.
“ Pure Yushiro quando lo scambiai per una ragazza, pensò bene di cuocermi come uno
spiedino. ”
Senza preavviso Yoruichi si sporse in avanti e ... l'annusò arricciando il naso proprio come
un gatto. Decise di sostituire l'aggettivo volubile con lunatico.
<< … Come mai puzzi di sudore ? >>
<< Eh … ? E fammi indovinare … a te piace il latte ? >>
<< Cosa c'entra ora ?!? Comunque sì, mi piace. >>
<< Uff … ! >> sbuffò passandosi la mano dei capelli sudici << … Di certo non posso
profumare di rose dopo aver indossato per quattro giorni questa bella camicia di forza.
Mi concedevano di toglierla soltanto quando dovevo pisciare e cag- >>
<< Okay okay ! Evita certi dettagli ! >> interruppe la donna porgendo le mani in avanti.
<< Hai cominciato tu il discorso … tornando seri, non mi aspettavo saresti venuta, un vero
colpo di scena complimenti, ma a cosa devo il nobile gesto ? >>
Pur avendo incrociato più volte il suo sguardo non era riuscito a rispondere alla tanto
ambita domanda, così non gli era rimasto che chiederglielo direttamente.
Yoruichi rimase spiazzata, lo scrutò torva e si girò allontanandosi di qualche passo. Seduto
a terra e con la donna in piedi a poca distanza, Askin abbassò lo sguardo piegando la testa
di lato.
“ Certo hai proprio un bel - ”
<< Perché t'interessa saperlo ? >>
L'ex-Sternritter scosse la testa e raccolse in fretta i pensieri.
<< … Shunsui non ha espresso al Consiglio la propria opinione sulla giustizia. Al contrario
ci è riuscito Kurotsuchi, anche se ignoro quali siano i suoi reali interessi verso di me. Solo
tu … mi sei sembrata sincera. >>
La Dea Lampo non si mosse continuando a dargli le spalle. Per un attimo temette l'arrivo
di un terzo pugno, ma poi lei tornò a parlare con la voce diretta che la contraddistingueva.
<< La guerra è finita … tu non sei più un nemico. Non meriti di morire. >>
Askin rimase in silenzio senza staccare gli occhi dalla piccola figura davanti a sé. La guardò
e provò emozioni contrastanti : conforto e odio.
<< Non merito di morire ? >> chiese alzandosi << Parli tu … tu che mi fulminasti più volte ? >>
<< Eravamo in guerra. >>
A quella frase sentì crescere un dubbio. Fu qualcosa d'inaspettato e travolgente, così pressante
da dover essere risolto all'istante. Fece un passo in avanti. Yoruichi era sempre girata, vista
dall’alto e con indosso un kimono* pareva circondata da un'aria fragile e insicura. Fu tentato
di lasciar perdere, ma il bisogno di risposte lo rodeva nel profondo.
<< Eravamo in guerra, e appunto per questo voglio sapere. Dimmi Yoruichi … se non
te l'avesse detto Urahara … mi avresti risparmiato ? >>
<< … Sì ... l'avrei fatto >> rispose dopo attimi interminabili.
<< … Dimmelo guardandomi in faccia. >>
Inaspettatamente lei si volse, negli occhi felini Askin vide la luce forte e fiera della donna
contro cui aveva avuto l’onore di combattere.
<< Tu ... potevi ucciderci tutti in qualsiasi momento, eppure non l'hai fatto. Quindi sì, ti avrei
risparmiato. >>
E così come era comparso l'odio si dissolse, sostituito da un lieve tepore.
Col cuore sereno Askin sorrise, sorrise felice come da tempo non gli capitava.
<< Ah ! Ah ! Una dea mi ha concesso la sua grazia … grazie infinite Yoruichi. >>
La dea in questione abbassò repentina il capo e insultandolo cominciò a prenderlo a pugni.
Questa volta i colpi furono molto più leggeri.



Durante il tragitto Mayuri non aveva aperto bocca. Camminando avanti Askin ne
immaginava gli occhi socchiusi in uno sguardo attento ed esaminatore. Forse stava
constatando il suo stato di salute, oppure se avesse ricevuto percosse nelle settimane
di prigionia, cosa che fortunatamente non era avvenuta. Svoltarono un angolo, ritrovandosi
in un'ampia via circondata da due file di alberi dietro cui si trovavano numerose mura e case.
Si meravigliò della velocità con la quale gli Shinigami avevano ricostruito la Soul Society
distrutta, probabilmente utilizzando dei kido adatti allo scopo.
<< Sai Askin … >> lo chiamò all'improvviso Mayuri << … non ti facevo così galante col
gentil-sesso. >>
<< Oh quindi era come immaginavo >> disse sollevando il bracciale << questo fantastico
oggetto funziona anche da cimice … ora però non la definirei galanteria, ho solo fatto due
e aggiungerei meritati complimenti. >>
<< Li hai fatti alla donna sbagliata. >>
<< … So quant'è potente il Casato Shihoin >> replicò portandosi affianco del Capitano.
<< La Famiglia Shihoin, pur mantenendo una posizione di rilievo, ha vissuto gli ultimi
110 anni nel disonore più totale ! >>
<< Da quando la Dea Lampo aiutò l'allora esiliato Urahara a fuggire ? Proprio durante la
riunione dei 46… >>
<< Non-osare-interrompermi ! >> lo minacciò l'altro puntandogli contro l'indice.
<< Okay-okay scusami … >>
<< Persino ora la sua posizione rimane precaria. Il contributo di Yoruichi durante la guerra,
ha convinto la famiglia a riaccettarla, rimettendola anche a capo dell'Onmitsukido, mentre è
solo per il rotto della cuffia se i 46 hanno accettato la proposta di Soi-fon di ridarle il comando
della Seconda Compagnia … >>
Vedendo non continuava, Askin ne approfittò per rintrodursi nel discorso.
<< In soldoni mi stai suggerendo di non ronzarle attorno. >>
<< Vista la tua attuale situazione no ! >>
Askin rifletté … non era sicuro di riuscire a trattenersi se l'avesse incontrata di nuovo,
stuzzicarla aveva un che di divertente.
<< E tra sei mesi ? >>
<< Oh beh … >> rispose Mayuri facendo spallucce << … se passerai la valutazione, sarai
libero di sbizzarrirti come meglio credi. >>
<< Detto così suona malissimo lo sai ? >>
<< Lo so, ma sono serissimo sappilo ! >>
<< Immagino … a proposito di serietà, perché ti sei impegnato così tanto per salvarmi ? >>
<< Non ci sei ancora arrivato ? >>
<< L'unica ipotesi abbastanza credibile … sarebbe farti da cavia. >>
<< Sbagli Le Vaar ! >> ribatte l'uomo << Io sono interessato alle tue conoscenze ! >>
<< Conoscenze ? >>
Era visibilmente sorpreso, s'aspettava tutto tranne una risposta del genere.
<< Una cosa che ho ammirato di voi Quincy è la capacità di conservare le memorie della
vita terrena. Tu sarai stato un chimico in vita … o qualcosa del genere. >>
Fissando lo scienziato, Askin avvertì un moto d'orgoglio. Il Capitano della Dodicesima
Compagnia era più subdolo di quanto avesse immaginato ; parlava e parlava, a volte
confondendoti, altre portandoti dove voleva. Ma lui non era come quegli idioti dei 46 …
<< Kurotsuchi … se mi stai chiedendo di sintetizzare veleni ... so farlo. Arsenico, cianuro,
assenzio … col clima giusto si possono coltivare anche piante mortali come la cicuta,
l'aconito o la belladonna. Conosco a menadito le dosi letali di ognuno di essi. Se mi chiedi
una medicina, posso isolare dalla piante giuste il principio attivo delle molecole. Se desideri
vedere una bella esplosione allora è ancora più facile, basta unire uno o più tipi di molecole
in modo da ottenere il composto desiderato. Cosa vuoi ? Tritolo, dinamite, nitroglicerina ?
… Ti basta come panoramica ? >>
<< … Eccellente ! Eccellente ! >> esultò l'altro battendo le mani << Ti ricordo che d'ora in
avanti sarai un membro della mia Compagnia, quindi vedi d'impegnarti. >>
<< Intesi … Capitano. >>
Dalla via principale svoltarono a destra, ritrovandosi davanti all'Istituto di Ricerca.
L'edificio principale in stile sengoku era quasi insignificante di fronte alle torri simili a
ciminiere che svettavano in cielo. Al loro interno si diramavano centinaia di corridoi e
sofisticati laboratori trovavano spazio in enormi sale. Un fiume frenetico di Shinigami
percorreva svelto il cortile interno, tutti erano assorbiti dalle proprie mansioni e solo
alcuni fecero caso a lui mentre salutavano Mayuri con un cenno del capo.
<< Benvenuto nella Dodicesima ! >> annunciò appena furono al centro del cortile
<< Hai qualche richiesta particolare prima d'entrare ? >>
Come richiamato dalla domanda lo stomaco brontolò.
<< Avrei un po' di fame … >>
“ Puzzi di sudore … ”
<< … poi appena possibile, vorrei farmi una doccia. >>
Così s'avvio verso la sua nuova vita. A ogni passo le parole di Yoruichi gli rimbombavano
in testa, simili a un motivetto snervante.
“ Puzzi di sudore … Puzzi di sudore … ”





Glossario

*haori : soprabito indossato coi kimono
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*naginata : una specie di alabarda, costituita da un manico lungo circa 2 metri e una lama
simile alla katana lunga tra i 60 e 90 cm.
*zori : sandali tradizionali, s'indossano insieme ai kimono essendo come essi abiti formali.


Significato

carpe koi e peonia : http://www.culturagiapponese.it/approfondimenti/43-simbologia-nella-cultura-giapponese






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Capitolo 2
*** C.2. Quiete dopo la Tempesta Rossa ***


Capitolo 2 : Quiete dopo la Tempesta Rossa



I piedi le facevano un male cane, colpa di quegli zori* duri come il cemento. Così appena
si sedette non perse tempo ; li tolse gettandoli dall'altra parte della stanza. All'esterno l'aria
era ferma e un silenzio quasi irreale permeava ogni angolo della vasta Residenza Shihoin.
Drizzò le orecchie e non avvertendo nessuno nelle vicinanze cominciò a massaggiare gli arti
dolenti.
“In fondo … qui non è cambiato nulla ” pensò amara.
All'improvviso qualcuno la chiamò con voce squillante, tanto da perforarle i timpani.
<< ONEE-SAN ! ONEE-SAN !!! * >>
Yoruichi ebbe appena il tempo di voltarsi che la porta s'aprì violentemente e Yushiro le
fu addosso. Distesa a terra sospirò mentre il fratello minore, avvinghiato intorno alla
sua vita, si strusciava contro il petto, proprio come un gatto.
<< Per certe cose non sei affatto cresciuto, eh fratellino ? >> chiese accarezzandogli i capelli.
<< Ero così preoccupato ! >> si lamentò lui in risposta << Temevo che il Quincy potesse
farti del male … ! >>
<< Non trattarmi come se fossi una povera verginella … comunque tranquillo, ormai non
gli è rimasta una sola particella di reiatsu. Dopo averti accompagnato sono tornata al Seijoto
Kyorin … l’ho incontrato eppure non sono riuscita a individuarne la presenza.>>
Yushiro sollevò il capo fissandola coi dolci occhi gialli .
<< Appunto … ! Un motivo in più per preoccuparmi ! >>
<< Tu sei sempre preoccupato … >>
Il fratello sbuffò mettendosi seduto.
<< Lo faccio solo per difendere la mia sorellona >>
incrociò le braccia e con espressione seria aggiunse << Ora di lui … se ne occupa
Kurotsuchi, giusto ? >>
<< Sì ... spero questa storia finisca bene. >>
“ Purtroppo aveva ragione Mayuri … io non potevo far altro. Almeno ... adesso è al
sicuro all'interno della Dodicesima. ”
Ma questo lo pensò soltanto, poiché non era conveniente dirlo a Yushiro. Nonostante
avesse sempre sostenuto ogni sua scelta, era rimasto alquanto turbato quando gli aveva
annunciato l'intenzione di testimoniare a favore di Askin. Pure adesso la sua espressione
sembrava chiedere : “ Perché impegnarsi tanto per salvare un nemico ? Un nemico che
ha trafitto tuo fratello ? ”

Lo guardò e mettendosi a sedere gli sorrise.
“ Devi imparare ancora molto Yushiro … quando le possibilità lo concedono è meglio tornare
sui propri passi, riflettere e decidere di conseguenza. ”
<< Va beh … almeno ci siamo tolti questa seccatura >> sentenziò il giovane desideroso di
cambiare argomento << senti Onee-san*, stasera saresti libera ? >>
<< Vediamo … se riesco a firmare tutte le scartoffie dovrei finire per le sei. >>
<< Allora ti va di cenare fuori ? Mi piacerebbe rilassarmi un pochino assieme a te … >>
chiese supplicante.
Yoruichi si grattò la testa fingendo indifferenza, non per niente le richieste di Yushiro
erano il suo tallone d'Achille.
<< Va bene … andiamo al solito ristorante ? >>
<< Perfetto ! >> esultò lui saltellando felice << Dopo potremo farci un giro per le bancarelle.
Lungo il fiume molte vendono dolci ! Potrei farti assaggiare i mochi* squisiti che ho
assaggiato l'anno scorso ! >>
Stranamente le parole giunsero in ritardo. In quel brevissimo lasso di tempo la Dea Lampo
abbassò il capo, le iridi parevano vuote, i pensieri lontani e inafferrabili.
<< Ehi Onee-san* ... tutto bene ? >>
<< Ah ! … Scusami ... stavo pensando … ci sono ancora un sacco di cose da fare per
rimettere apposto la Soul Society. Tutti i Capitani, me compresa, si stanno mobilitando
per riformare le Compagnie e dare le condoglianze alle famiglie dei caduti. Tessai e Hachi,
insieme agli altri membri del Kidoshu, sono impegnati a ricostruire case e palazzi distrutti e
le mura del Seireitei richiederanno ancora un mese per essere completate ... >>
Yushiro la fissò intensamente, come a volersi accertare della veridicità di quelle parole.
Infine sorrise con l'espressione ingenua e solare che lo contraddistingueva.
<< Tu sei forte Onee-san. Riuscirai a risolvere tutto. Ne sono sicuro. >>
Se l'era bevuta ...
<< … Grazie. >>
<< Ci vediamo alle sette qui fuori ? >>
<< Okay alle sette. >>
Si salutarono e lei rimase nuovamente sola. Intorno seguitava la stessa immobilità, soltanto
il canto degli uccelli s'era unito al suono ritmico e deciso dello sozu*, per il resto non pareva
esserci vita nell'immensa residenza di famiglia.
Dopo un po' s'alzò dirigendosi verso la parete laterale a sinistra. Aprì l'armadio e tra i diversi
kimono* trovò la divisa da Capitano. Si spogliò e in mezzo a quei semplici gesti la mente
tornò a farsi inquieta.
“ Yushiro … non sei cambiato affatto, cerchi sempre di mostrarmi la tua forza, ma la mia
approvazione non ti aiuterà a maturare. La forza … devi dimostrarla solo a te stesso. ”
Cominciò a indossare la hakama* senza riuscire a frenare il flusso di pensieri.
“ In fondo non è cambiato nulla … il nostro sogno si è realizzato ... Kisuke ... sei tornato nel
Gotei 13, Tessai … la gioia nel riavere Hachi al tuo fianco è palpabile nonostante cerchi
di nasconderla ... e anch'io ... anch'io sono tornata a essere ciò che ero. Cent'anni dopo rieccomi
qui, Capitano della Seconda Compagnia e Capo dell'Onmitsukido ... per la felicità di tutti.
Yushiro continua a cercare il mio consenso per ogni singola cosa e Soi-fon mi adula manco
fossi una divinità … gli Shihoin … mi hanno riaccettata solo per il contributo dato al conflitto.
Tsk ! Devono fare bella figura là dove conta … tanto … ormai la discendenza del Casato
è sulle spalle di Yushiro. ”
Aprì uno sportello, dentro era appeso uno specchietto circolare decorato con un elegante
bordo in giada a forma di dragone. Sciolse la coda e prese a risistemarsela.
“ Cent'anni in esilio, una guerra vinta, eppure tutto è rimasto uguale … pure tu, Kisuke ? ”
Quei timori la attanagliavano sempre più spesso e, per quanto si sforzasse non esisteva cura,
l'unica soluzione era aspettarne il lento e doloroso passaggio.
Finì di vestirsi e si diresse alla Sede della Seconda Compagnia, ma uscita dalla stanza un
ricordo sopraggiunse inaspettato.
- Oh … una dea è apparsa davanti ai miei occhi. -
Si bloccò, stupita di rammentare tali parole.
<< Ah … sei veramente irritante, però … >>
“ … forse qualcosa è cambiato. ”

_._._._._._._._._._._

La luce dell'alba filtrò dalla finestra illuminandogli il viso. Nel dormiveglia Askin aprì gli
occhi ritrovando la solita stanza spoglia, il cui unico ospite era la polvere resa visibile dai
raggi del sole. Rimase fermo, avvolto nel futon* e cullato dal tepore delle coperte, fuori un
nuovo giorno di primavera stava sorgendo sulla Soul Society, ma di notte e di prima
mattina la temperatura era ancora piuttosto bassa. Mugugnò rigirandosi su un fianco.
La schiena gli faceva male, non immaginava che abituarsi ai materassi giapponesi potesse
rivelarsi così difficile. Decise che semmai fosse salito di grado avrebbe richiesto un bel letto
in stile occidentale.
Il sole nel frattempo era salito, presto sarebbero venuti a svegliarlo. Si alzò dirigendosi
al bagno. Dentro la piccola stanzetta c'erano un water, un lavandino, due saponette, tre
asciugamani, una doccia e una confezione di shampoo mezza vuota. Meglio di niente.
Si lavò velocemente, si pettinò e, tornato in camera, indossò uno dei tre cambi di kimono*
datogli da Mayuri. Non erano quelli neri degli Shinigami ovviamente, ma semplici abiti
marrone chiaro provvisti di cinture altrettanto spente.
Lo scienziato l'aveva fatto sistemare lì, in uno dei numerosi alloggi vuoti all'interno della
Sede della Dodicesima. Alloggi che, sempre a detta dell'uomo, sarebbero rimasti vuoti
ancora per molto ; molte Compagnie infatti, visto l'elevato numero di perdite causate
dalla guerra, avevo rinfoltito le fila reclutando una marea di novizi dall'Accademia. Ciò
non era avvenuto per la Dodicesima, da sempre la più dura e selettiva dopo la Prima.
<< Beh … almeno posso dormire sonni tranquilli. >>
Appena si mise i sandali un tocco delicato bussò alla porta.
<< Vaar-san sono io … >>
La voce di Nemu Kurotsuchi giunse leggera alle sue orecchie. Askin s'inginocchiò di fronte
all'entrata facendo scorrere la parete di legno. Nemu era lì, nella medesima posizione, con
davanti un vassoio contenente la colazione : una ciotola di riso, zuppa di miso*, verdure
sottaceto e alcune fettine di pesce crudo (1). Osservando le pietanze sentì lo stomaco contrarsi …
avrebbe tanto voluto mangiare un bel piatto caldo, tipo uova con la pancetta (2), al posto di
quella robaccia fredda e insapore, ma purtroppo si trattava di pietanze tipiche.
<< Buongiorno Vaar-san. Le ho portato la colazione >> annunciò con un breve inchino.
<< Oh … grazie Nemu >> e sotto il suo sguardo immobile cominciò a mangiare.
Succedeva sempre così : ogni mattina lei arrivava portandogli la colazione, poi si metteva di
lato controllando di tanto in tanto se avesse finito. Nonostante il forte disagio, Nemu sapeva
essere loquace ... quando voleva e sempre fosse che lui a cominciare la chiacchierata. Durante
quel primo mese l'aveva incrociata più volte tra gli intricati corridoi dell'Istituto di Ricerca, non
si staccava mai da Mayuri, lo seguiva come un cagnolino e come un cagnolino ubbidiva a
ogni sua richiesta.
“ Anche 'sta storia di portarmi il cibo sarà partita da quel pazzo … ”
Con questa considerazione si ritrovò a osservare il cielo, dipinto delle calde tinte dell'alba.
<< Si prospetta una bellissima giornata Nemu … >>
<< Già … la primavera sarà più fresca quest'anno. >>
Poi ricadde il silenzio. Askin la scrutò di sbieco mentre addentava goffamente una fettina
di sashimi*. Erano passate più di tre settimane eppure non aveva ancora acquisito
dimestichezza con le bacchette.
<< Ha bisogno di una mano Vaar-san ? >>
<< Chiamami Askin ti prego … ! >> disse mentre il pezzetto di pesce crudo ricadeva sul
vassoio << Non ho mai sopportato quegli …. stupidi suffissi … ! >>
<< … Vuoi una mano Askin ? >>
Dopo vari fallimenti, l'insistenza di Nemu ebbe la meglio.

<< Come mai sei così premurosa stamattina ? >> chiese appena lei finì di guidare
l'ennesimo boccone di riso.
Ora la ragazza era seduta al suo fianco e stringendogli la mano lo aiutava a tener saldi
i due bastoncini.
<< Oggi deve essere svelto Vaar-san … >>
<< Askin … >>
<< … Askin. Mayuri-san le ha affidato un compito importante. >>
<< Oh … ! Finalmente qualcosa di meglio che consegnare fogli o pulire le scrivanie ! >>
<< Prima finisca la colazione >> disse infilandogli le bacchette quasi in gola.
Passati pochi minuti la giovane estrasse … dal décolleté una decina di fogli. Per reazione
ad Askin andò l'acqua di traverso e per poco non soffocò.
<< Cough ! ...Cough ! … Li tenevi là dentro ?!? >>
<< Altrimenti non riuscivo a portare il vassoio ... >> rispose lei con una semplicità disarmante
<< ... sono una serie di domande preparate da Mayuri-san in persona. Se passerà il test avrà
il diritto a partecipare in maniera attiva agli esperimenti presso l'Istituto di Ricerca. >>
<< … Interessante >> commentò prendendo i fogli in mano.
Erano stropicciati …. e un po' umidicci.
“ Non posso credere che li abbia veramente tenuti in mezzo alle tet … ! Oh va beh ! ”
Scosse la testa e iniziò a leggere. Si trattava di 14 fogli contenenti domande a risposta multipla.
<< Vediamo … triossido di carbonio … configurazione elettronica esterna e legame ionico
… reazione di sostituzione … sembra d'essere all'università. Hai da scrivere ? Oh grazie !
Gentilissima … >>
Ma chissà come le dita si fermarono appena furono a poca distanza dalla penna.
<< Nemu … questa dove la tenevi invece ? >>
<< … Nella tasca. >>
<< Uhm … >> mugugnò perplesso.
Poi segnò tutte le risposte alle sessanta domande. Ci mise meno di un minuto.

Quello stesso pomeriggio Mayuri corresse il test e non trovò errori. Askin era con lui,
seduto sulla sedia di fronte alla scrivania. Vicino alla finestra con le mani incrociate sopra
il grembo stava invece Nemu.
<< Non credevo dovessi controllare le risposte sul libro, dimmi l'hai rubato dal Mondo
Terreno ? >>
<< … Sei davvero un genio in questo campo >> sibilò scontroso il Capitano.
<< Devo prenderlo come un complimento o un insulto ? >>
<< Come preferisci ! >> gridò chiudendo di botto l'enorme tomo << … Da adesso lavorerai
attivamente all'interno dei laboratori e riceverai un salario mensile pari a mille kan. >>
Stranamente la lieta notizia non portò l'effetto sperato, perché passata una lieve e fugace
felicità nell'animo tornò a regnare l'indifferenza. Era come se qualcuno avesse tirato un
sasso nel mare, un mare troppo grande per essere mutato da un oggetto così piccolo.
<< Grazie Mayuri >> disse cercando d’apparire allegro.
<< Non serve ringraziami … >> fece lui con un gesto sbrigativo << … adesso t'occorre un
kimono* adatto. Nemu ti accompagnerà a sceglierne uno. >>
Seguendo la ragazza attraverso una moltitudine di corridoi, rifletté su cosa comprare con
quei futuri mille kan … di certo non sarebbero bastati per un comodo letto con materasso.
<< Come pensa di acquistare col primo stipendio, Askin-san ? >>
<< Credo prenderò una forchetta. >>
<< … Se vuole posso consigliarle un posto dove ne vendono di carine. >>
<< Oh! … Non pensavo t'interessassero certe cose >> notò leggermente meravigliato.
<< … A volte fa bene coltivare dei piccoli hobby. >>
Continuando a camminare il pensiero tornò indietro, a pochi minuti prima.
“ La felicità ... con lei almeno era durata un po' di più. Yoruichi … chissà come stai ? ”



Buongiorno a tutti ! É il Comandante Shunsui che vi scrive. Come state ? Per festeggiare il primo
mese di pace pensavo d'indire un banchetto, ma in verità non so ancora … semmai vi manderò
un ulteriore comunicazione in merito. Passando alle questioni burocratiche vi scrivo l'elenco
aggiornato dei Capitani :

1° Compagnia : Il sottoscritto ^^
2° Compagnia : Shihoin Yoruichi
3° Compagnia : Vacante
4° Compagnia: Kotetsu Isane
5° Compagnia : Hirako Shinji
6° Compagnia : Kuchiki Byakuya
7° Compagnia : Vacante
8° Compagnia : Urahara Kisuke
9° Compagnia : Abarai Renji
10° Compagnia : Hitsugaya Toshiro
11° Compagnia : Kenpachi Zaraki
12° Compagnia : Kurotsuchi Mayuri
13° Compagnia : Kuchiki Rukia

Congratulazioni a tutti ! Neopromossi e vecchi amici ritornati ! <3

Shunsui Kyoraku

Rukia trasse un profondo respiro e rilesse la lettera per la quinta volta.
Veder scritto il proprio nome la riempiva di gioia e tristezza. Era stata nominata Capitano
solo da cinque giorni e già l'haori* bianco pesava come un macigno sulle piccole spalle.
Il Comandante Shunsui l'aveva esaminata giudicando idonee le sue attuali capacità e ciò
logicamente non poteva che riempirla di felicità, ma dall'altra parte si sentiva dilaniata
da un'immessa tristezza. Il Capitano Ukitake, il suo adorato Capitano, era morto.
Soffocò un singhiozzo e rileggendo il proprio nome i ricordi riaffiorarono dolorosi.
Con il portale per il Palazzo Reale aperto e la battaglia finale alla porte, lui s'era andato …
così, improvvisamente … tra spasmi di sangue e tormenti atroci il corpo s’era rinsecchito,
abbandonato dalla forza che lo teneva in vita, Mimihagi, il braccio destro del Reio.
<< A lungo ho pensato che fosse tutto un brutto sogno … credevo che a la guerra finita
lei sarebbe tornato … mi avrebbe salutato … il pomeriggio avremo preso il tè assieme …
continuando a sostenermi … invece … >>
Invece Ukitake-san non sarebbe più stato al suo fianco. La consapevolezza era giunta poco a
poco, simile al lento trascorre dell’inverno. Molte mattine aveva sperato di trovarlo seduto
in giardino o nell’Ufficio del Capitano, troppe volte l’aveva ricercato con lo sguardo convinta
di averne udito la voce. La struggente quotidianità le aveva aperto gli occhi, lentamente, giorno
dopo giorno. D’altro canto rammentava assai poco della cerimonia funebre. La Guerra era appena
conclusa e la Seireitei appariva in tutta la sua tristezza e desolazione. Lì, sotto un plumbeo e inusuale
cielo d’Aprile, il Gotei 13 aveva dato l’ultimo saluto a Retsu Unohana, sacrificatosi per rendere più
forte Kenpachi Zaraki, a 4 dei 5 membri della Guardia Reale, morti nel tentativo di proteggere il Reio
dalla furia di Yhwach, e infine a Jushiro. Quei momenti tanto importanti ancora adesso apparivano
sfuocati, coperti da una fredda coltre di nebbia, come se la mente stesse cercando di negarli ;
il corteo … Kiyone e Sentaro stretti attorno a lei … il 78° Distretto ... le parole di Kyoraku
ai fratelli e sorelle dell’amico, riuniti intorno al monumento in sua memoria ...
Ricordò tutto questo e le guance divennero umide. Sbatté gli occhi asciugandosi il viso con
una manica.
<< Non è il momento di abbattermi … Kiyone e Sentaro mi sono vicini e contano su di me !
Devo tenere alto l'onore della Compagnia ! >>
Portò un pugno al petto guardando il cielo sereno oltre la finestra. Il gesto le restituì un po'
di coraggio.
<< Davvero delle bellissime parole, Rukia. >>
Una voce conosciuta la fece sobbalzare. Si voltò, imbarazzatissima.
<< Re-Renji ! Da quanto sei lì ?!? >>
<< Da … “ non è il momento di abbattermi ” >> rispose divertito inclinando la testa.
Renji, la schiena poggiata contro la porta, indossava anche lui la divisa da Capitano,
i capelli rossi erano raccolti in una coda e ondeggiavano simili a una fiamma sopra
l'indumento bianco. Osservandolo di sbieco, l'attenzione ricadde sui tatuaggi tribali
che ornavano il petto. S'intravvedevano appena tra le pieghe del kimono*...
Immaginò la sua mano intenta ad accarezzare quei segni neri.
“ Ah ! Che diamine mi prende ?!? ” pensò confusa mentre abbassava gli occhi.
<< Rukia … >>
<< Ah … ! Scusa, ero sovrappensiero … >>
<< ... Immagino, del resto sono cambiate molte cose. >>
Adesso il ragazzo era vicino e la scrutava dall'alto con espressione dolce.
<< Il peso dell'haori* si fa sentire, eh ? >>
A quelle parole il cuore ebbe un tonfo. Tremò, ma continuò a seguirlo con lo sguardo
finché non si poggiò sul cornicione della finestra lasciata aperta. Renji era stato nominato
Capitano due settimane prima di lei, eppure in quel breve lasso tempo aveva acquistato
una profonda maturità : era più calmo, rassicurante, sicuro delle proprie scelte.
“ A volte … vorrei essere come te ” pensò stringendo i pugni.
<< Non mi sento all'altezza … >> ammise sotto lo sguardo dell'amico << … ho
l'impressione che la nomina sia stata dettata dalla dipartita di Ukitake-san e non
dalle mie reali capacità … >>
Lui non replicò, ma si chiuse in un silenzio riflessivo, come a voler misurare l'esatto peso
d’ogni parola.
<< Perché dici così ? Sai che non è vero. >> affermò infine deciso.
<< … Come fai a esserne certo ? >>
<< Noi due … siamo cresciti insieme, siamo maturati insieme. In guerra abbiamo ottenuto
i Bankai e sconfitto nemici potenti. Ukitake si sacrificò per darci la possibilità di arrivare
sani e salvi al Reiokyu, ma ... anche fosse sopravvissuto, sono sicuro avrebbe rinunciato al
ruolo, perché si sarebbe reso conto di quanto sei diventata forte. >>
<< Lo so ! Lo so ... ma al tempo stesso … ! >>
“ La mia forza non è servita, non l'ha salvato, come all'epoca non salvò Kaien ! ”
Un dolore esplose lacerandole il petto. Il pensiero aveva risvegliato dalle tenebre la sua
paura più grande. Intrappolata in quell'oblio interiore rimase pietrificata, poi ... qualcosa
l'afferrò per la vita. L'attimo dopo le forti mani di Renji la sollevarono come fosse una piuma.
<< Ah ! Co … cosa stai facendo ?!? >> esclamò agitata.
<< Sei un pochino giù … quindi ti tiro su ! Anzi ... andiamo a farci una bella passeggiata ! >>
<< N-no ! Aspetta ! … Non posso andarmene così ! >>
Ma lui l'aveva già presa in braccio e, uscito dalla finestra, si stava dirigendo verso il bosco
intorno alla Sede della Tredicesima.
<< No ! Fermati ! >> protestò invano cercando di liberarsi.
<< Capitano Kuchiki ! >>
Renji si girò e lei poté vedere Kiyone in piedi a una decina di metri, talmente sbigottita da
aver lascito cadere un plico di fogli.
<< Kiyone ! Ah … Ah … non fraintendere ! >>
<< Tranquilla Luogotenente Kotetsu, ti riporterò il Capitano intero. >> aggiunge Renji facendo
segno d’okay.
<< Ehi ! S-sei completamente impazzito ?!? Non correre !!! Ti ordino di mettermi giù ! >>
Le sue urla si persero nel folto degli alberi. Kiyone rimase immobile fin quando non tornò
il silenzio, poi sospirando si chinò a raccogliere la miriade di fogli sparsi qua e là.
<< Il Capitano era rossa come un peperone, spero non si emozioni ancora di più. >>

Lungo il sentiero le ombre degli alberi disegnavano complessi intrecci, l'aria era fresca e
il tiepido sole primaverile stava lentamente tramontando a ovest. Lontano, Renji udì
il cinguettio degli uccelli e il bramito di un cervo. Presto il grosso mammifero s'allontanò
lasciando spazio al dolce verso dei volatili. Forse grazie ad esso Rukia si sarebbe sciolta da
quella rigidità, ma guardando in basso dovette ricredersi. L'amica era ancora rannicchiata
su se stessa, il viso talmente premuto contro il suo petto da risultare invisibile. Quanto
meno aveva smesso d'agitarsi e ora poteva sentirne il lieve respiro accarezzargli la pelle.
Era una sensazione bellissima, e in quel momento pensò sarebbe bastato cullarla ancora un
po' tra le braccia per cancellare ogni paura.
<< Renji … riesco ancora a camminare … mettimi giù adesso. >>
<< Oh ! Come desideri ... ! >>
Una volta a terra, si risistemò i capelli scompigliati senza degnarlo d'uno sguardo.
“ Deve essere ancora tutta rossa … ” pensò divertito.
<< Perché ? >> chiese lei gonfiando le guance.
<< Te l'ho detto … per tirarti su. >>
<< Uhm … beh non farlo più … almeno non quando sono in servizio. >>
<< Promesso. E tu giura di non farti più prendere da brutti pensieri. >>
<< Va bene … però … è difficile ecco … >> ammise Rukia con voce fievole.
Renji la guardò e sorrise. Aveva previsto che consolarla non sarebbe stato facile, così,
ripresa l'idea iniziale si guardò attorno notando infine una piccola raduna appena oltre
i faggi alla loro sinistra.
<< Vieni ... andiamo a rilassarci lì. >>
Senza protestare Rukia si fece guidare in mezzo al prato in fiore. Non appena Renji si voltò
per farle cenno di sedersi, l'animo venne scosso violentemente. La leggera pendenza gli dava
una visuale perfetta sul suo viso … quel viso, sempre dolce e allegro, era solcato dalla più
profonda tristezza.
<< … Sono patetica vero ? >>
<< No … non è vero. Vieni qui adesso. >>
Si sedettero uno affianco all'altra. Rukia composta, inginocchiata e le mani unite poggiate
sulle gambe.
“ Almeno esternamente vuole apparire forte … ”
<< Sai ... anche per me è stato difficile. >>
<< Davvero … ? Non … non l'avrei mai detto, sai ? >>
<< La nomina a Capitano è arrivata all'improvviso, all'inizio ero un po' confuso, ma poi mi
sono messo sotto con anima e corpo, anche se …. recentemente è sorto un problema. >>
<< Problema … ? >>
<< … Hisagi. >>
<< Oh ! Già dimenticavo … come sta a proposito ? >>
<< Non male … se togliamo che è il secondo lunedì che arriva in Sede con addosso una puzza
di sakè da far spavento. >>
<<… La morte di Kensei è stato un duro colpo … specialmente per lui … >> ammise Rukia
dopo una piccola pausa << ... ma affondare il dolore nell'alcool non lo aiuterà. >>
<< È quel che gli detto, ma vallo a capire ... >>
Hisagi era caduto in una depressione quasi cronica : non aver salvato il proprio Capitano,
l'essere stato, a suo giudizio, inutile durante la battaglia finale al Palazzo del Reio ... ne aveva
spento la normale determinazione e vitalità. Senza contare quando aveva scoperto che
Kensei era “ vivo ”, o meglio trasformato assieme a Rose in un pupazzo al servizio di Mayuri.
- Di fatto sono morti, come ti ha spiegato Kurotsuchi. - aveva sentenziato quel giorno Renji.
A quelle parole il Luogotenente aveva perso le staffe, tanto che per calmarlo era stato costretto
a rifilargli un pugno. Un bel colpo dritto sulla guancia ed era ruzzolato a terra, in mezzo
al cortile della Compagnia e davanti ai molti Shinigami accorsi nel frattempo.
- Non sarai stato troppo duro ? - gli aveva chiesto Mashiro nel pomeriggio.
- In certi casi i bei discorsi servono a poco. Hisagi non capisce, comportandosi così non aiuta se
stesso, disonora la Compagnia … e soprattutto manca di rispetto a te, Mashiro. -

- Forse … Kensei manca tantissimo anche a me, però … credo che ogni uno abbia i propri modi per
assimilare i lutti. -

- Se avesse un briciolo del tuo buonsenso, non passerebbe i week-end attaccato alla bottiglia. -
- Bisogna pazientare ... la soluzione arriverà presto … -
- Uhm … Speriamo tu abbia ragione. -
Renji scosse la testa tornando al presente. Rukia era sempre al suo fianco, gli occhi blu
simili al mare, erano bassi, persi in tristi pensieri. Trasse un profondo respiro e continuò
il discorso.
<< Dimenticare gli orrori della guerra non è facile. Una cosa è certa: ognuno deve trovare
la propria strada e andare avanti. Hisagi non lo sta facendo ... chiuso in una gabbia
d’autocommiserazione ed egoismo. Tutti abbiamo perso qualcuno di caro ... per me il dolore
arrivò in fretta, ben prima che questo orribile conflitto giungesse al termine. La morte di Kira
fu un brutto colpo ... noi e Momo eravamo legati fin dall’Accademia.“ Se né andato combattendo ... ”
continuavo a ripetermi al funerale. Questa certezza m’aiutò a superare il lutto …
Hisagi non capisce neanche questo … ma tornando a noi ... tu sarai un ottimo Capitano,
Rukia. All'inizio … è normale essere agitati, ma le difficoltà si superano, giorno dopo giorno,
con calma e pazienza. Se permetti ti darò un piccolo consiglio. >>
<< … Consiglio ? >> ripeté lei incuriosita.
<< Datti un obbiettivo >> proclamò deciso.
<< Un obbiettivo ? Ma c'è l'ho già ... essere un buon Capitano. >>
<< Intendo un obbiettivo personale. Qualcosa … di veramente tuo. >>
Rukia lo scrutò perplessa, poi abbassò lo sguardo riflettendo a fondo su quelle parole.
Lui non fece nulla, continuò a osservarne la piccola figura, graziosa e bellissima.
Circondata da fiori di mille colori, Rukia sembrava un fiore a sua volta, un candido e
prezioso fiore bianco.
“ Un fiore che proteggerò per sempre … ”
<< Un obbiettivo hai detto … al momento non mi viene in mente nulla. >>
<< Beh pensaci pure con calma. >>
<< … Qual è il tuo ? >>
<< Ah ah ! Segreto >> fece lui incrociando le braccia.
<< Come ?!? Fai tanto il saggio e poi non finisci il discorso ?!? >>
<< Appunto, i saggi non rivelano mai i loro segreti. >>
Senza preavviso Rukia gli fu addosso. In piedi cominciò a tirargli pugni, o per lo meno
cercò di farlo, perché lui si proteggeva la testa con le forti braccia. Inaspettatamente, una strana
felicità si fece largo in lui, rise e la sua allegria contagiò anche Rukia, che dopo poco smise
di “ picchiarlo ” accasciandosi sull'erba in preda un'irrefrenabile risata.
<< Aah … ! Ah … a volte sei proprio stupido, Renji … ! >>
<< Aah … ! Mentre tu … alzi un po' troppo le mani mi sa ! >>
<< Ah ... comunque grazie … ora … sto molto meglio. >>
Con un piccolo gesto, la ragazza si asciugò gli occhi, diventati umidi a causa della forte risata.
Di fronte alla graziosa visione sentì il cuore farsi leggero. Rukia era ancora più bella, le
ombre che la opprimevano erano svanite : un magnifico fiore, bianco e puro come la neve,
era appena sbocciato in mezzo a un mare verde.
“ Sai Rukia, dopo la guerra ho fatto una promessa … ho premesso di proteggerti … sempre …
ogni giorno dai pericoli grandi e piccoli … ti tirerò su ogni volta che sarai triste ... “
<< Figurati, non c'è di che. >>
“ Sono felice … oggi ci sono riuscito. Oggi ... ho fatto un passo avanti, verso il tuo cuore. ”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Mayuri era irritato. Irritato perché quella mattina s'era alzato con un torcicollo allucinante,
ma soprattutto perché da due ore Urahara gli stava appiccicato, peggio d'una cozza.
Il motivo dell'inaspettata visita da parte del rieletto Capitano l'aveva facilmente intuito :
controllare l'Istituto da lui stesso creato prima del lungo esilio, forse … anzi con assoluta
certezza, sperava presto o tardi di reinsediarsi come Direttore. Ma ormai era troppo tardi,
dopo cent'anni e passa sotto la sua guida, nessuno tra scienziati e assistenti avrebbe
ceduto al ricordo ormai lontano e sbiadito d'un fondatore rimasto in gran parte
sconosciuto, e che solo per grazia ricevuta era stato riammesso tra le file del Gotei 13.
Mayuri dal canto suo aveva i propri progetti e ricerche da portare avanti, e non avrebbe
ceduto d'un passo alla sottile determinazione dell’altro.
<< Oh … questa parte non me la ricordo … >> esordì Mr. Barbetta per la seconda volta.
<< Perché è una delle più recenti … l'ho ultimata cinque anni fa. >>
<< Oh interessante … >> commentò l’altro grattandosi la nuca.
“ Che palle … quand'è che te vai ? ”
Stavano percorrendo uno dei corridoi più a est dell'Istituto, i muri erano scuri e fredde luci
verdi illuminavano il loro cammino. Svoltarono un angolo e una porta di metallo s'aprì
rivelando un'immensa stanza. Il laboratorio B-2 si occupava della sintesi di sostanze,
medicine, veleni, indi per cui gran parte dello spazio era occupato da lunghi tavoli sopra
i quali poggiavano complicati intrecci di tubi trasparenti. Sul lato destro trovavano posto
librerie stracolme di schedari, contenenti i risultati delle ricerche e testi aggiornati di
biologia e chimica presi dal Mondo Terreno,mentre nel lato opposto, attaccati alla parete,
c'erano invece complessi macchinari dediti all'analisi degli esperimenti. Molti Shinigami
stavano chini sui tavoli, talmente concentrati nelle loro mansioni da non prestare caso
ai due superiori, dettaglio che non li urtò affatto.
Mayuri era già infastidito e vedere l'altro allungare il collo di qua e di là gli non migliorò
l’umore.
<< Devo ammetterlo ... hai fatto davvero grandi progressi Kurotsuchi >> commentò
il biondo mentre passavano in rassegna i tavoli.
<< Non credevo nutrissi una così grande ammirazione nei miei confronti. >>
<< Dovuta soltanto alla constatazione dei tuoi progressi, come ti ripeto. >>
<< Ti conosco Urahara >> replicò, stufo di quei continui giri di parole << con te nulla è
lasciato al caso, inoltre ... sai quanto detesto i falsi complimenti. >>
<< Ma sono sinceri … >>
<< Se lo fossero non sentirei questo fetore d'invidia. >>
Allora, proprio come aveva previsto, Kisuke divenne serissimo, il sorriso lasciò il posto a
un'espressione determinata e inflessibile.
<< Sono tornato a rivestire il ruolo di Capitano e l'Istituto è rimasto un organo indipendente
dal Gotei 13, quindi non sarebbe male iniziare una collaborazione ... inaugurando una nuova
era di pace. >>
<< Divertente come battuta … ma la risposta è no ! Non accetterei una proposta del genere
neanche se ti mettessi a pregare in ginocchio leccandomi i piedi ! >>
<< T'invito a riflettere Mayuri. Stai sprecando un’occasione non da poco. >>
<< Puah ! Riflettere ? >> fece agitando le mani << I nostri metodi di ricerca differiscono
troppo : al contrario di te, io adoro sporcarmi le mani …. e soprattutto non nascondo
i miei scopi dietro finti buonismi. >>
Un sorrisetto si dipinse sulle labbra dell’altro.
<< Avevo dimenticato quanto fosse difficile farti ragionare. A volte. >>
<< Io ragiono benissimo. >>
In risposta Kisuke lo ignorò allungando il capo di lato, gli accesi occhi verdi indicavano
che qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
<< Oh ! Quello laggiù è il tuo ultimo acquisto. >>
Girandosi, Mayuri porse lo sguardo nella stessa direzione.
A una decina di metri, seduto su una sedia bianca e dalle linee moderne, Askin era
immerso nella lettura di un tomo enorme. Con la gamba destra poggiata sul ginocchio
posto a mo di leggio e il capo sorretto dal dorso della mano, sfogliava concentratissimo
le pagine sottili, tanto da accorgersi di loro solo quando furono molto vicini.
<< Bene … vedo che ti stai portando avanti >> commentò Mayuri mettendo una mano
sul tavolo di fianco, dov'erano poggiati una decina di libri delle stesse dimensioni.
<< I testi finora sono abbastanza semplici >> disse lui continuando a sfogliare.
<< Stai leggendo solo le parti più importanti ? >> s'intromise Kisuke col solito irritante
sorriso stampato in faccia.
<< Veramente lo sto proprio leggendo >> replicò Askin.
A quel punto successe qualcosa d'inaspettato, l'aria si fece pesante e carica di tensione.
Mayuri l'aveva intuito appena l'ex-Quincy aveva alzato lo sguardo : per una frazione di
secondo nelle iridi viola era brillata una rabbia, una rabbia viscerale mista all'odio.
E adesso, avvertendo un'aura restia provenire da Urahara, ebbe proprio l'impressione
d'essere finito in mezzo a due bestie feroci pronte ad azzannarsi.
<< Ah … possiedi la lettura rapida. >>
<< Esattamente. >>
<< Avrai letto molti libri deduco. >>
<< Da quando ho iniziato a lavorare qui in quindici giorni sono arrivato a quarantadue,
escluso questo. >>
<< Complimenti ... mi fa piacere constatare il tuo ottimo stato di salute e vedere che … ti
stai impegnando attivamente nell'Istituto di Ricerca. >>
<< Pure tu mi sembri in forma … oh ! Non ti ho ancora ringraziato per lo splendido
rapporto su di me, molto preciso e utile. >>
<< Grazie, sei molto gentile. >>
<< Di nulla, figurati. >>
Dopo qualche secondo il Capitano dell'Ottava si rivolse nuovamente a Mayuri.
<< Bene, ti ringrazio per avermi concesso questa visita. Spero rifletterai sulla mia
offerta. >>
<< Contaci >> sibilò minaccioso.
<< … Continuo a confidare nel tuo giudizio. Buona giornata a entrambi. >>
Detto questo si girò incamminandosi verso l'uscita. Nessuno dei due rispose
all'arrivederci, rimasero nelle proprie posizioni guardando l'alta figura scomparire
pian piano tra la folla.
<< Perché l'hai fatto venire ? >> chiese Askin con una vena d'irritazione.
<< Non è stata una mia idea. L'ho beccato in un momento particolarmente insistente. >>
<< Uh … immaginavo. >>
Poggiato il libro sul tavolo s'alzò, sul viso aleggiava un senso di stanchezza.
<< Tra 10 minuti c'è la pausa pranzo, posso staccare lo stesso ? >>
<< … Non c'è problema, vai pure ! >>
Fermo, l’uomo continuò a guardare avanti. Fissò un punto indefinito davanti sé, infine
sospirò massaggiandosi le tempie.
<< La conversazione mi ha messo di malumore. Ho bisogno di un buon caffè …
a dopo Mayuri. >>
Osservandolo allontanarsi lo scienziato avvertì una strana eccitazione agitarsi dentro di
lui, un'eccitazione euforica simile a quella di un bambino che scopre un nuovo giocattolo.
Si voltò, giusto in tempo per vedere Nemu e Akon venirgli incontro.
<< Finalmente Urahara se né andato >> commentò il Vicedirettore << stava diventando
fastidio- >>
<< Akon ! >> lo richiamò perentorio.
<<... Sì Capitano ? >>
<< Come sta lavorando il nostro nuovo acquisto ? >>
Lui prese a controllare la serie di fogli che teneva in mano.
<< Egregiamente. Ha esaminato una serie di vecchi registri ricorreggendo le relazioni
degli esperimenti falliti. Rifacendoli, nel ottantacinquenne per cento dei casi abbiamo
ottenuto risultati positivi con una riduzione degli incidenti del settanta per cento. >>
<< Ottimo, ottimo ... >> e spostando l'attenzione sulla ragazza chiese << … e te, Nemu,
cosa ne pensi ? >>
Lei rimase in silenzio, lo sguardo immobile come a voler raccogliere le parole giuste.
<< Askin-san è simpatico, anche se ogni tanto mi pare … vuoto. >>
L'eccitazione si fece più palpabile e sentendo il senso d'irritazione abbandonarlo, Mayuri
congiunse le mani muovendo le dita in maniera frenetica.
<< Perfetto. Si sta rivelando una scelta migliore d'ogni mia previsione. Continua così
Askin … e vedi di non deludermi. >>





Glossario

*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*hakama : indumento tradizionale giapponese che somiglia ad una larga gonna-pantalone
a pieghe, originariamente indossato soltanto gli uomini.
*haori : soprabito indossato coi kimono.
*kinomo : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*miso : condimento derivato dai semi della soia gialla a cui spesso vengono aggiunti
cereali come orzo, riso, segale, grano saraceno o miglio.
*mochi : dolce costituito da riso glutinoso, tritato e pestato ad ottenere una pasta bianca,
morbida ed appiccicosa che viene poi foggiata in una tipica forma tondeggiante.
*onee-san : forma formale per “ sorellona ”.
*sashimi : fettine di molluschi o pesce serviti sopra una pallina di riso.
*sozu : tipico elemento ornamentale dei giardini giapponesi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Shishi_odoshi
*zoru : sandali tradizionali, s'indossano insieme ai kimono essendo come essi abiti formali.

(1)-(2) : la prima rappresenta la tipica colazione giapponese, la seconda, basata sulle uova
in ogni loro forma, quella tedesca.






Tana Oscura :

Anche qui un capitolo breve ma intenso come si dice ^^ e spero anche divertente :D.
Anche nell'opera originale Renji e Rukia sono riusciti a coronare il loro sogno d'amore (per chi segue gli spoiler sa cosa intendo), ma al contrario del finale originale, qui Rukia diventa subito Capitano e Renji la segue come Nuovo Comandante della Nona. Spero troviate la mia scelta, insieme a quella di lasciare morti Kensei, Rose, Kira e la Squadra 0 ( tranne Ichibei ), più saggia rispetto a quanto fatto da Kubo.
Era giusto far morire un po' più di Shinigami, altrimenti che razza di guerra è ?!?
Anche l'aver promosso Renji e aver ridato a Yoruichi, Tessai e Kisuke le vecchie posizioni spero sarà cosa gradita.
Per quanto riguarda Askin, la sua caratterizzazione sta diventando impegnativa e interessante allo tempo stesso (impegnativa perché purtroppo Kubo non ha fatto nulla del suo passato, interessante perchè come avrete capito si tratta del personaggio principale, ma grazie a essa (e non solo) spero d'aver catturato la vostra attenzione.
Sinceri saluti a Tammy1997 per aver inserito la storia tra le seguite e aver recensito il precedente Capitolo.

Ps. inserirò un glossario per ogni Capitolo, anche ripetendo le stesse voci :D in modo da venirvi incontro su alcuni vocaboli difficili

Pss. Come avrete intuito Kugo ha avuto un ruolo importante in questo mio finale ... non preoccupatevi ! Pian piano ogni mistero verrà risolto :D Un saluto a tutti (recensori e lettori) e al prossimo mese

Elgas

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Capitolo 3
*** C.3. Un motivo per vivere ***


Capitolo 3 : Un Motivo per Vivere



L'ufficio del Capitano della Seconda Compagnia consisteva in un'ampia stanza in stile
tradizionale illuminata a giorno dalla luce del sole. In quel pomeriggio d'inizio maggio
tutti gli shoji* erano stati come di consueto aperti, così che i raggi entrassero ora da est
ora da ovest, creando sul pavimento netti e precisi rettangoli luminosi. Una leggera
brezza spirava confusa donando all'ambiente un’atmosfera fresca e rilassata.
Nonostante ciò Yoruichi non si sentiva affatto rilassata.
Seduta sopra un zabuton* finemente ricamato, ascoltava gli ultimi aggiornamenti di
Soi-fon circa l'andamento delle nuove reclute. Persa in ben altri pensieri rispondeva con
cenni del capo o brevi frasi di consenso. Erano passati poco più di due mesi e in Kisuke
non c'era stato alcun cambiamento. Certo le occasioni d'incontrasi si contavano sulle dita
di una mano, sommersi com'erano nei propri impegni da Capitano … in ogni caso lui
pareva più concentrato nel cercar di strappare l'Istituto di Ricerca dalle mani di Mayuri
che a fare il passo in avanti. Questa consapevolezza gravava su di lei come un macigno.
<< Yoruichi-san … qualcosa vi turba ? >>
La voce della Luogotenente la riportò alla realtà.
Si volse ritrovandone il viso solcato da una lieve preoccupazione.
<< Scusami Soi-fon … ho la gola un po' secca, potresti portarmi qualcosa da bere ? >>
Era una bugia. L'ennesima.
<< Oh … Certo ! Vado subito a prenderle del latte. >>
<< … Grazie. >>
<< Prego Yoruichi-san. >>
La Vice s'alzò incamminandosi in direzione delle cucine. Yoruichi fissò a lungo il punto
dove la sottile figura era scomparsa e un vago senso di nausea l'avvolse.
“ Sei talmente fedele d'aver rinunciato alla carica di Capitano … ”pensò mentre si
stiracchiava la schiena.
Sgranchendosi le braccia si ritrovò a fissare il soffitto, una distesa scura che da quella
prospettiva pareva l'orlo d'un abisso. Passò qualche minuto e Soi-fon ritornò. Reggeva
un vassoio sul quale erano poggiate una tokkuri* e una sakazuki* di porcellana, finemente
decorate con motivi floreali blu.
<< Ecco Yoruichi-san >> disse appena si sedette ed ebbe versato la sua bevanda preferita.
<< Grazie mille … >>
Il latte fresco la fece sentire un pochino meglio, ma non impedì a pensieri oscuri di
strisciare maligni avvelenandole la mente. Nel frattempo Soi-fon aveva ricominciato
il discorso, un discorso che suonò lento, superfluo, noioso … allora quei pensieri si
trasformarono in parole e la voce divenne aspra e impaziente.
<< Soi-fon … ne discuteremo in un altro momento. >>
<< Ah ! Però la supervisione degli armamenti è fondamentale … l'abbiamo già rimandata
tre giorni fa e no- >>
<< Ho detto che ne parleremo dopo ! >>
Mentre gridava non la guardò … anche nei secondi successivi gli occhi gialli rimasero
puntati in basso, la mano a reggere il capo divenuto pesante. Al fianco la Luogotenente
trasalì. Ne immaginò l'espressione preoccupata, ma stranamente ciò non le
provocò alcun risentimento.
<< Io … ho sbagliato qualcosa Yo-Yoruichi-san ? >>
<< … No. >> rispose scuotendo nervosamente il capo << Perdonami, ma desidero restare
da sola. >>
<< Co-come desiderate. >>
Veloci i passi e la presenza di Soi-fon s'allontanarono, persi nella brezza primaverile.
Nel silenzio seguente l'attenzione ricadde sul vassoio. Scossa da un'improvviso moto di
rabbia sferrò un calcio in avanti. Il tokkuri* volò in aria, sfracellandosi a una decina di
metri con un rumore acuto.
“ Soi-fon … tu credi di conoscermi meglio di chiunque altro … eppure non mi hai mai
cercato in questi cent'anni ... ti sei accontentata della verità del Consiglio. Sei stata egoista
nella tua mancanza d'iniziativa.”
La testa le pulsava, così si raggomitolò su se stessa infossando il capo tra le ginocchia.
Immersa nella semioscurità sperò di ritrovare la calma e la ragione, ma non servì a nulla.
Il flusso continuò incessante simile a un torrente che s'ingrossa fino a diventare un fiume
impetuoso.
“ In questa mancanza hai soffocato la verità ! Nel tuo egoismo hai represso i sentimenti !
Come altri insegui l'illusione che nulla sia cambiato, che io non sia cambiata ! Pure io sono
egoista sai ? Ma nel mio egoismo ho sempre cercato di cambiare le regole, il mondo che mi
circonda e soprattutto ho sempre … seguito il mio cuore … ”
All'improvviso un dolore le trapassò il petto. Fu tremendo, più tremendo d'ogni altra volta
in cui quei deliri interiori l'avevano sopraffatta : il respiro divenne affannato, incontrollato,
la gola ritornò secca e il cuore cominciò a battere furioso. Disperata s'alzò barcollando e
camminò, il passo incerto, lo sguardo vuoto ... all'improvviso un suono … un coccio
spostato. Guardò in basso ed ecco la tokkuri* rotta, i pezzi sparsi qua e là, il latte quasi
completamente assorbito dal tatami*.
“ … E alla fine cosa ho ottenuto ? Solo frammenti … frammenti inconsistenti … ”
Guardò più attentamente. Riflessi nel pezzo più grosso vide i propri occhi, segnati da
profonde occhiaie … e dalla paura. In essi riuscì a vedere … e a capire.
<< Ah … che idiota … non posso andare avanti così … >> mormorò accasciandosi al suolo,
la voce quasi rotta dal pianto << … sto soffrendo … e ferendo chi mi sta vicino. Non …
non devo essere troppo dura ... Yushiro, Soi-fon … mi vogliono bene … e Kisuke …
Kisuke … io continuerò ad aspettarti … sempre ... >>
A quelle parole il dolore sparì. Come il vento che spira sui prati estivi avvertì l'animo farsi
leggero, la mente limpida, il cuore calmo. Le ombre erano scomparse.
Si strinse le spalle e sorrise, felice. Rimase qualche minuto immobile, infine voltandosi partì
alla ricerca di Soi-fon, doveva scusarsi immediatamente con lei.
Uscì nel cortile assaporando l'aria fresca, a metà si fermò e chiudendo gli occhi sollevò
il viso. Il tepore del sole scaldò le guance mentre la brezza si fece largo fra i capelli,
resi ancora più magnifici da lunghi riflessi violacei.
“ Uhm … mi chiedo come stia l'idiota … facciamo così, al mio prossimo giorno libero farò
un salto alla Dodicesima ! E dopo passerò da Kukaku ! Mi mancano un po' le nostre
allegre bevute. ”
Fu un pensiero strano, ma non ci prestò attenzione. In fondo si pensano le più strane bizzarrie
quando si è felici.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Askin regolò la fiamma del fornelletto. Dentro l'alambicco il liquido giallo ribollì in
centinaia di bollicine e il distillato si raccolse in breve nella serpentina di raffreddamento.
Mayuri gli aveva chiesto, o meglio ordinato, la creazione di una sostanza da inserire nella
sua nuova invenzione : mini-bombe fumogene anti-Hollow. Nel progetto finale tali oggetti
dovevano essere grandi poco più di una noce e al contempo in grado di creare un denso
fumo ad ampio raggio.
- Verranno date in dotazione agli studenti dell'Accademia durante le esercitazioni nel Mondo Terreno.
Nell'ultimo mese abbiamo già avuto dodici incidenti e il mio ufficio è stato sommerso da una marea
di richieste, quindi ... vedi di darti una mossa !
- gli aveva spiegato “ pacato ” appena messo
piede nel Laboratorio.
Osservò il nuovo fluido racchiuso nella serpentina : di colore giallo scuro, pareva oro puro.
Staccata la piccola ampolla lo versò dentro una fiala.
“ Probabilmente il fumo sarà dello stesso colore … speriamo gli vada bene ” pensò
poggiandola sopra il tavolo.
La creazione della bomba era il primo compito importante all'interno dell'Istituto, ma ciò
non gli suscitava alcun entusiasmo. Svolgeva ogni singolo passaggio con scrupolosa
precisione, senza errori, quasi meccanicamente. In mezzo a quest'inerzia aveva comprato
la famosa forchetta ( Nemu l'aveva accompagnato un pomeriggio al negozio ), e messo da
parte il restante stipendio in vista del materasso.
“ Beh almeno adesso riesco a far colazione senza problemi …” si ritrovò a pensare “ … uhm …
dopo il letto cosa potrei comprare ? ”
Ancora non aveva trovato una risposta. Forse nella completa mancanza d'interessi quei
kan sarebbero rimasti dentro quel cassetto ancora per molto. Inoltre non aveva grandi
preoccupazioni, le giornate trascorrevano tranquille, una uguale all'altra ; nel giorno
libero, la Domenica, aveva quanto meno preso l'abitudine di passeggiare nei boschi lungo
il confine nord del Seireitei ( Mayuri gli aveva dato un permesso speciale ). Ogni tanto però,
strani dubbi lo assalivano, sottili e striscianti.
All'improvviso avvertì una presenza. Si voltò di scatto ritrovando Nemu a pochi
centimetri, lo sguardo inespressivo puntato sulla fila.
<< Ehi Nemu … ! >> la chiamò dopo qualche secondo.
<< Hai finito in fretta … Askin-san >> osservò lei con la solita voce piatta.
<< Sì … è stato meno complicato del previsto. >>
<< Perfetto, vado subito a riferirlo a Mayuri-san. >>
<< Aspetta, porta anche questi … >> disse porgendo un paio di fogli pinzati assieme << …
ho scritto i vari passaggi, nel caso volesse darci un'occhiata. >>
<< … Grazie. >>
Senza preavviso un dubbio venne a galla, viscido e freddo come la pelle di un serpente.
Si rabbonì abbassando lo sguardo. Nemu, stranamente, doveva averlo notato perché
poco dopo chiese :
<< … Va tutto bene Askin-san ? >>
Finora li aveva ignorati considerandoli di poca importanza, ma adesso davanti al viso
incuriosito di Nemu, il bisogno di risposte divenne urgente.
<< Davvero nessuno di voi … prova rancore verso di me ? >> domandò con voce grave.
La ragazza ne rimase confusa poiché, pur non cambiando espressione, le ci volle un po'
prima di rispondere.
<< No >> fu l'unica sillaba a uscire dalle labbra.
<< Perché ? >>
<< … Dovremo ? >> chiese facendo spallucce.
<< Forse non hai capito … mi sto riferen- >>
<< Ho capito benissimo, e quel che dici non ha senso. Durante la guerra ... sei comparso
davanti a me, Mayuri-san e tanti altri Shinigami, hai parlato e te ne sei andato. Non hai
fatto del male a nessuno. >>
<< Però … se tu e Mayuri mi avreste seguito, sareste caduti nella mia trappola. >>
<< Chissà … ma il passato è passato Askin, dovresti cercare di guardare avanti. >>
A quella frase l'anima si tese come la corda di un violino … poi fu di nuovo il nulla.
Strinse i pugni mentre una rabbia silenziosa lo attraversava da capo a piedi. Era vero,
il passato era passato, eppure per quanto si sforzasse non riusciva a guardare oltre esso
… non riusciva a preoccuparsi o anche solo a pensare al futuro. Quel mondo inondato di
luce appariva piatto, i giorni passano inconsistenti ... l’essere vivo non portava alcuna
emozione. C’erano i ricordi dell’Impero Invisibile, ricordi di una vita solitaria, ubbidiente,
costellata da piccoli momenti di gioia, e più indietro ancora … no … lì era meglio non
guardare … lì esisteva solo una landa oscura, fatta di dolore, addii e sofferenze. Una landa
rinnegata da tempo … da quando ...
<< Hai ragione Nemu …>> disse quasi a voler scacciare il pensiero << … perdona la
domanda idiota. >>
<< Figurati, è tutto a posto >> e detto questo si girò scomparendo dietro una grossa
libreria.
Per nulla tranquillo, Askin sospirò avviandosi invece verso l'uscita.
Il pomeriggio volgeva al termine e di certo Mayuri non gli avrebbe affidato altri compiti,
inoltre con l'ultima conversazione aveva perso la voglia di fare qualsiasi cosa, perfino
l'idea di leggere uno degli innumerevoli tomi di chimica lo disgustava. Così s’incamminò,
ma passando vicino a un gruppo di Shinigami, non poté non ascoltarne l'acceso dialogo.
<< Ehi … ! Hanno aperto di nuovo le bancarelle nel Primo Distretto. >>
<< Per la nostra gioia fortunatamente ! Ehi sulla locandina c’era scritto che alle dieci
ci saranno i fuochi d'artificio degli Shiba ! >>
<< Allora abbiamo un motivo in più per andarci ! >>
“ Uhm … forse potrei farci un salto … chissà non incontri una bella gattina. ”
Al pensiero di rivedere Yoruichi si sentì immediatamente meglio. Fischiettando cominciò a
riflettere su quale kimono indossare. Alla fine la scelta ricadde su quello blu recentemente
“ regalatogli ” da Mayuri.
“ In fondo nelle occasioni importanti bisogna essere eleganti ...”

_._._._._._._._._._._

Lungo la grande via alberata attraversata dal fiume erano state allestite numerosi chioschi
e piccoli ristoranti. Le strade erano affollate e una moltitudine di lanterne colorate appese
ai negozi o legate su lunghi fili tra le due sponde, illuminavano il tutto con la loro luce
calda. Nell'aria si respiravano mille profumi conditi da un'allegria contagiosa ; famiglie,
gruppi di amici e amorevoli coppiette ridevano, scherzavano, gioivano felici, poiché
lo spettro della guerra aveva già abbandonato i loro cuori. Del resto durante il conflitto
solo il Seireitei era stato pesantemente colpito dalla furia del Wandenreich e a due mesi di distanza
i lavori di ricostruzione erano quasi ultimati : grazie all'aiuto di Hachi e Tessai rimanevano
da rimettere a posto soltanto alcuni palazzi e una parte delle mura meridionali. Il Rukongai,
o meglio i dieci quartieri più ricchi del Rukongai si stavano impegnando affinché feste e
buon cibo fossero disponibili il più spesso possibile ; si era deciso quindi d'allestire le
bancarelle una volta al mese per i sei successivi, invece che a ogni metà stagione. Le feste
facevano la felicità di molti, specie di Kukaku chiamata a deliziare una serata coi suoi
fuochi d'artificio, in cambio di una cospicua somma di kan s'intende. La postazione di lancio
si trovava in un prato a circa due chilometri in linea d'aria, a darle una mano c'erano ovviamente
Kugo e Ganju.
Lasciato Yushiro con un gruppo di amici, Yoruichi passeggiava aspettando trepidante lo
spettacolo pirotecnico e gustando ogni dolce leccornia che le capitava sotto naso.
<< Finiti i fuochi d'artificio raggiungerò Kukaku e ceneremo assieme, come ai buon vecchi
tempi >> mormorò tra sé.
Da quando aveva fatto pace con se stessa il mondo appariva più luminoso e sereno.
Aveva ripreso a sorridere e a prendere ogni momento con leggerezza e allegria.
Ora con passo altrettanto allegro e leggero, si diresse verso un chiosco dedito alla
vendita di dorayaki*. Il venditore, un uomo sulla cinquantina, stava cuocendo su di
una grossa padella alcuni dischetti color giallo uovo. Poste sopra il bancone di legno
stavano invece quattro ceste piene zeppe del famoso dolcetto.
<< Dieci dorayaki con anko* per favore. >>
<< Perfetto Signorina. Sono quaranta kan >> rispose lui mettendoli in un sacchetto di carta.
<< Ecco, tenga il resto >> e con in bocca un dorayaki s'incamminò nuovamente.
Aveva appena svoltato l'angolo che avvertì una presenza alle spalle. Si bloccò e qualcuno
fece lo stesso a pochi centimetri dalla schiena.
<< Non pensavo ti piacessero tanto i dolci, Yoruichi. >>
Alzò lo sguardo allarmata e imbarazzata, ritrovandosi il viso sorridente di Askin a una
trentina di centimetri. Un secondo dopo tra le risate risuonò un urlo dolorante e l’Ex-
Quincy si ritrovò a terra, piegato su se stesso a causa del calcio fulmineo.
<< AHI … ! Si può sapere ... perché ogni volta debba finire così ? >> si lamentò premendosi
le mani sulla pancia.
<< Colpa tua ! Evita di comparirmi alle spalle come uno stalker !!! >> tuonò imbufalita.
L'inusuale silenzio le fece notare i molti sguardi puntati su di loro, alcune persone
avevano pure iniziato a parlottare a bassa voce. Nell'ulteriore imbarazzo riacquistò
un minimo d'autocontrollo.
“ Mi ero promessa di andarlo a trovare e guarda come l'ho conciato ” ammise porgendogli
la mano.
<< Scusami … però non farlo più ! Intesi ?!? >>
Askin rivolse un'occhiata non molto convinta.
<< Prima tiri calci e poi tendi la mano … >> disse alzandosi da solo << … sei strana forte
lasciatelo dire. >>
Yoruichi sbuffò dandogli le spalle.
<< Sbagli, sei tu quello strano … sbucare in quel modo ! Guarda un po' te ! >>
Askin rise brevemente. Irritata volse il capo guardandolo di sbieco.
“ Ah … non ricordavo fosse così alto … ”
Sorpresa scosse la testa cacciando lo strano pensiero e solo allora notò che indossava un
semplice kimono* blu scuro.
<< Non è colpa mia se non ho più una goccia di reiatsu in corpo. >>
<< Questa non è una scusante …! Comunque cosa sei venuto a fare qui ?!? >>
<< Direi quel che fanno tutti gli altri … >> e fece un largo gesto con le braccia << …
mangiare, mangiare e mangiare. Oh ! Quelli cosa sono a proposito ? >> chiese indicando
il sacchetto.
<< Dorayaki* … >> sibilò in un mezzo ringhio << … e non intendo dartene manco mezzo.
Sono per una persona importante. >>
Lui la guardò divertito e guardandosi attorno individuò il venditore.
<< Volevo saperlo per prenderli anch'io. Sai non leggo bene gli ideogrammi, inoltre … >>
aggiunse dirigendosi alla bancarella << … non mi permetterei mai di rubare i dolci a una
ragazzina. >>
<< Chi sarebbe la ragazzina ?!? >>
<< Ops ! Vero … intendevo dire bambina. >>
Represse a fatica l'idea di rifilargli un secondo calcio, questa volta dritto nei denti.
Dopo una trentina di secondi Askin tornò con un sacchetto strapieno e un dorayaki* già
mezzo mangiato.
<< Ma … quanti ne hai presi ? >>
<< C'erano quelli col cioccolato. Non ho saputo resistere. >>
<< Oh … io li ho presi col ripieno di anko*. >>
Intanto senza accorgersene avevano ripreso a camminare, uno affianco all'altra.
<< Uhm … quella marmellata aspra non mi piace per niente >> disse finendo il primo
dolcetto e addentandone subito un secondo << preferisco di gran lunga una buona vecchia
cioccolata calda, oppure un cappuccino o un the verde … >>
<< E perché hai voluto sapere come si chiamavano ? C'era scritto sull'insegna. >>
<< Come ti ripeto non so leggere tutti gli ideogrammi e mi scocciava fare la figura del
fesso. In verità ho avuto tempo d'imparare il giapponese nei miei … allora vediamo …
uno, due … cento ottant'anni di permanenza nell'Impero Invisibile, la scrittura però l'ho
abbandonata in fretta, a parte per i concetti basilari s'intende. >>
<< Quindi … hai spiato la Soul Society così a lungo ?!? >>
<< Centocinquanta a essere precisi >> la corresse prontamente << non mi venne dato
subito questo privilegio. Uhm … strano ... non ricordavo d'avertene parlato. >>
<< Me l'ha spiegato Kisuke, la faccenda della dimensione parallela eccetera, eccetera. >>
L'aveva appena detto che un dubbio sorse spontaneo.
<< Aspetta … magari hai spiato pure me … >> disse rivolgendogli uno sguardo indagatore
<< … In effetti questo spiegherebbe il motivo per cui, durante il nostro combattimento
hai detto che t'aspettavi molto più dalla sottoscritta. >>
Lui le lanciò una rapida occhiata, come se temesse l'ennesima reazione violenta.
<< Oh … allora prestasti attenzione al mio noioso sproloquio >> replicò alla fine
canzonatorio.
<< Non girarci attorno, rispondi ... ! >>
<< Vedi … >> disse inghiottendo il terzo dorayaki* << … ogni stanza … ogni strada ... ogni
albero nel Wandenreich era parallelo al relativo nella Soul Society, così come la tua dimora
Yoruichi ... quindi sì, ti conoscevo già un pochino prima del nostro battagliero incontro. >>
Stranamente non ne rimase stupita, né avvertì la rabbia sopraffarla, provò anzi un
imbarazzo così forte e inaspettato che preferì lasciar cadere il discorso. Ma, quasi avesse
intuito lo stato d'animo, l'altro sorrise visibilmente divertito.
<< Tranquilla sono un gentiluomo, non ti ho mai spiato mentre facevi in bagno o esploravi
il tuo corpicino nelle ore notturne, anche se sarebbe stato uno spettacolo niente male. >>
Un pugno e Yoruichi gli piantò il viso contro un grosso albero.
<< Comincio a pensare che tu abbia manie masochiste >>
<< O forse qualcuno è troppo impulsivo … per questo trovo divertente stuzzicarti. >>
<< Accidenti … sei veramente incorreggibile >> sentenziò rassegnata lasciandolo andare.
<< Ahi-ahi … ! Dolore …! Sono indifeso e mi aggredisci brutalmente … >> protestò
tastandosi la guancia dolente.
<< Questa volta te lo sei meritato ! >>
<< Non è giusto … cattiva … ! >> disse sedendosi a limitare dell'aiuola sottostante e
poggiando il sacchetto a terra.
All'alto della piccola altezza, Yoruichi si ritrovò a osservarlo con più attenzione.
Il kimono* blu ne risaltava la pelle chiara insieme alle spalle sottili e forti, i capelli neri,
leggermente mossi, erano tirati all'indietro a esclusione del lungo ciuffo. Ma furono gli
occhi a catturarla, non ci aveva mai fatto caso, ma erano di un colore veramente particolare;
un viola chiaro che li rendeva simili ad ametiste. E in un'istante li notò ; una lieve
malinconia, una tristezza velata, un disagio profondo e inconfessabile.
Conosceva quello sguardo, l'aveva visto riflesso nei suoi stessi occhi una mattina di
pochi giorni addietro.
“ Cosa nascondi a te stesso ? ”
Sentì qualcosa crescere in lei, violento e travolgente. Così parlò, non riuscendo a reprimere
la spinta istintiva.
<< E da Mayuri come va? Ti trovi bene ? >>
Askin rimase un po' spiazzato scuotendo lievemente la testa, come a voler scacciare
un'ombra incombente.
<< Beh … non c'è male. Sono tutti gentili … in particolar modo Nemu … >>
Yoruichi non seguì molto del discorso, perché adesso avvertiva chiaramente la nota
vuota e indifferente nella voce, adesso vedeva quanto il sorriso fosse in realtà tirato.
<< Ascoltami … >> lo interruppe brusca << … se domani decidessero di giustiziarti cosa
faresti ? >>
<< Ah … sei più volubile di quanto immaginassi … cominci a chiedere cose strane. >>
<< Rispondimi. >>
<< Beh … come potrei oppormi ? >> ammise lui a capo chino.
Yoruichi strinse i pugni e la rabbia la travolse come un uragano. Non poteva sopportarlo
… non poteva sopportare che si fosse ridotto in quel misero stato d'apatia, non quando
lei s'era impegnata così tanto per salvarlo da morte certa, non quando facendo così Askin
rovinava solo se stesso. Il motivo di tale condizione era uno e uno soltanto.
<< Per quale motivo vivi allora ? >>
“ Perché non l'hai ancora trovato, vero ? ”
Lo vide sgranare gli occhi furente e improvvisamente pallido. La calma l'aveva abbandonato.
Adesso nelle iridi brillava un'amara consapevolezza mista all'odio … verso se stesso,
verso la propria inerzia e pure verso di lei, che aveva osato metterne a nudo l'oscurità
dell’animo.
<< Non vedo come possa avere importanza ... Yoruichi … >>
In uno scatto la Dea Lampo si piegò, afferrò il bordo del kimono e lo strattonò portandosi
a pochi centimetri dal viso. I suoi dorayaki* caddero senza fortunatamente rovesciarsi.
<< Che cavolo dici ?!? Ha importanza invece, brutto stupido ! >>
<< Ah … non usare questo tono da falsa buonista … cominci a irritarmi. >>
Oltre che irritante, Yoruichi Shihion era sempre stata una donna molto impulsiva con una
facile inclinazione all'ira. Sentendo una frase del genere non ebbe dubbi su come agire :
strinse Askin per il collo e usò lo Shunpo.

Era successo tutto troppo in fretta e la fretta era al quarto posto nella personale classifica
delle cose più odiate. In un nanosecondo la strada festosa era scomparsa così come l'adorato
sacchetto di dorayaki*, lasciando il posto a un ampio prato. L'aria era fresca, un leggero
vento spirava da sud e le stelle risplendevano nel cielo senza luna. Nonostante il bel
paesaggio Askin era particolarmente irritato, quasi sul punto di arrabbiarsi, cosa che gli
capitava molto di rado. L'improvvisa mancanza d'appoggio l'aveva fatto ruzzolare
all'indietro, in un punto dell'enorme distesa erbosa dove guarda caso si trovava una pietra.
Forse avrebbe dovuto gioire perché, nuca dolorante a parte, Yoruichi era finita sopra di lui.
Ma non provò che sentimenti restii e a nulla valse sentirne il respiro sul collo, o vederne
il viso contratto dall'imbarazzo non appena alzò il capo.
<< Ah … ! S-scusami … non intendevo … >>
Si bloccò, ma almeno ebbe la decenza d'alzarsi dandogli l'opportunità di mettersi a sedere.
La scrutò funereo volgendo infine lo sguardo altrove.
<< Si può sapere che diamine t'è preso ? >>
<< È colpa tua se ho reagito così ! >> protestò lei con la solita sicurezza.
<< Sì va bene … ! >>
<< Non capisci ... ti stai comportando da stupido ! >>
<< E tu non parlare come se mi conoscessi ! >> sentenziò alzandosi a sua volta.
<< … Questo è vero ... però so riconoscere un comportamento idiota quando lo vedo ! >>
<< Tsk ... ! Allora sei più ipocrita di quanto immaginassi. >>
Parlava senza riuscire a frenare l'odio e il disprezzo. Le parole di Yoruichi avevano aperto
una ferita profonda e, come un fiume in piena, i pensieri acquistavano suono uscendo
violenti e inarrestabili.
La Dea Lampo però non parve adirarsi, perché continuò a incalzarlo.
<< Davvero non hai ancora trovato … un motivo per vivere ? >>
E in mezzo a quel tono macchiato da un'impercettibile dolcezza Askin si ritrovò a guardare
dentro al suo cuore, in angoli rimasti a lungo oscuri. Vi fu un lungo silenzio rotto soltanto
dal fruscio del vento tra gli alberi lontani. Infine quei sentimenti presero
forma portando con sé tutto il loro dolore e la loro tristezza.
<< E come potrei ? L'Impero per cui combattevo è stato annientato … la mia razza quasi
estinta ... io ridotto a una semplice anima in terra “ nemica ”. A dir la verità … amavo e
odiavo il Wandenreich. Lo amavo perché mi aveva dato rifugio da una vita macchiata dal
sangue e dalla guerra … e lo odiavo perché presto o tardi sarebbe iniziato un nuovo
conflitto. Per la seconda volta mi sarei ritrovato a combattere contro un nemico che a me,
personalmente, non aveva fatto nulla. Alla fine ... per la seconda volta desiderai la
morte … ma che vuoi, il mio cuore non è stato mai sincero ... voler vedere il mondo creato
da Sua Maestà ... ah … in realtà stavo solo tentando di giustificare ... giustificare quel me
stesso e la sua follia ... in maniera abbastanza patetica aggiungerei ... >>
Fece una pausa riprendendo fiato, il respiro era diventato incerto, la mente pesante.
Aveva tirato fuori tutto, ma il fardello più grande rimaneva ancora lì, seppellito in
profondità. Con un'enorme sforzo riuscì a gettarlo fuori.
<< In questo caos Yoruichi … nonostante la guerra sia finita ... nonostante la gentilezza di
voi Shinigami … dove potrei trovarlo un motivo per vivere ? >>
Gli occhi erano diventati umidi e nell'iniziale stupore non s'accorse dell'improvvisa
vicinanza della Dea. Sobbalzò lievemente mentre lei, con sorpresa, sorrise. Finora non gli
aveva mai rivolto un espressione così gentile, ne rimase catturato dimenticando per un
attimo il proprio turbamento.
<< Questo è un lungo speciale … ci vengo per trovare un po' di pace quando ne ho bisogno
… >> spiegò indicando il prato con un ampio gesto della mano << … tu … volevi vedere
il mondo creato da Yhwach, ma Yhwach è morto. Ora … hai davanti questo, non sei curioso
di scoprirlo ? >> prese a camminare, si muoveva leggera e aggraziata simile a un gatto nella
notte, e dopo poco si voltò allargando le braccia << Vivi ! Perché questo è il dono più grande
che esita ! Vivi ! E scopri questo mondo ... ! >>
<< … Scoprire …. questo mondo ? >> ripete in un fievole sussurro.
Improvvisamente ci fu un'esplosione di luce.
Yoruichi si girò indicando in alto col braccio teso.
<< Ma guarda … hanno iniziato i fuochi d'artificio ! >>
Nel cielo lontano era cominciato lo spettacolo pirotecnico : fuochi d'artificio di mille colori
e forme scoppiavano luminosi dipingendo il manto notturno, simili a veloci pennellate di
un pittore. La radura, posta su un'alta collina, offriva una visuale sul Seireitei, trasformato
ora in centinaia di luci che brillavano sulla scura terra come pietre preziose in una grotta.
Osservò tutto questo con ritrovata meraviglia e il cuore sussultò non appena lo sguardo
ricadde su di lei. In mezzo a un mare d'erba argentea, Yoruichi stava in piedi, gli occhi
rivolti al cielo, i capelli mossi dalla soffice brezza …
<< Ah … è proprio un bellissimo panorama … >>
<< … Come ? >>
<< Tutto questo … è … veramente bello. >>
Un tremito lo scosse, inaspettato e potente. Ricadde al suolo stringendosi le testa tra le mani.
Lacrime cominciarono a scendere silenziose mentre il corpo diventava via via più leggero
e il cuore si riempiva di una nuova felicità.
“ Scoprire questo mondo. Vivere … ”
<< Sono un vero idiota … ah ... era tutto così semplice eppure … >>
<< Ehi ! Tu-tutto bene ? >>
Ritrovò Yoruichi china su di lui intenta a osservarlo con un misto d'apprensione e attesa.
Nell'inaspettata vicinanza la felicità aumentò a dismisura, tanto che avrebbe voluto
abbracciarla. Qualcosa però lo frenò, forse fu il pudore o forse il timore di ricevere
l'ennesimo pugno. S'alzo e per la prima volta si rese conto della loro differenza d'altezza :
Yoruichi gli arrivava si e no allo sterno, un distacco di venti centimetri buoni … era così
piccola che per la seconda volta fu tentato di stringerla a sé.
<< Sì ... sto bene. Grazie, Piccola Dea. >>
Doveva averlo detto con tono estremamente dolce, perché lei distolse di scatto lo sguardo.
<< A … Ah ! E per cosa ?!? >>
<< Seriamente … il tuo discorso è stato bellissimo. Mi hai aperto gli occhi. >>
<< Oh ! Per così poco ? No-non mi sembra d'aver fatto nulla di speciale ! >> replicò Yoruichi
agitando la mano con fare superfluo.
<< … Troverò il modo per sdebitarmi. Promesso. >>
<< Ora stai esagerando. >>
<< Se mi concedi un abbraccio … >> propose scherzoso allargando le braccia << … allora
siamo pari. >>
Lei tornò a guardarlo. Persino nella semioscurità e nella pelle scura Askin riuscì a
distinguerne le guance rosse e lo sguardo fin troppo confuso. Si tappò la bocca trattenendo
a stento una risata.
<< C-che hai da ridacchiare ?!? >>
<< Dovresti vedere la tua faccia … si direbbe sei poco abituata a ricevere certe avance. >>
Lei si girò incrociando le braccia al petto, non prima di avergli rifilato un leggero pugno
sullo stomaco.
<< Ah ! Ah ! Non sono abituata alle richieste idiote ! Non ti abbraccerei mai e poi mai !
E adesso andiamo ! >>
<< Oh … non … non torniamo usando lo Shunpo ? >> chiese vedendola incamminarsi.
<< Lo Shunpo purtroppo consuma molta energia, usandolo una seconda volta mi
stancherei troppo, quindi ci toccherà a farcela a piedi ! Ma tranquillo ... mezz'oretta e
ritorneremo al Primo Distretto. >>
<< O forse ti vergogni a comparire insieme a me ? >> mormorò cominciando a seguirla.
<< Hai detto qualcosa ?!? >>
<< Niente ! Stavo solo … pensando a come ringraziarti. >>
<< Uffa ! Ti ho già detto che non serve ! >>
<< Invece sì. >>
<< Invece no ! >>
<< Non posso ignorare l'aiuto datomi da una così bella donna. >>
<< Arrgh ! Piantala una buona volta ! >>
<< Ah ... avevo dimenticato fosse così divertente stuzzicarti ! >>
<< Grr ... ! Sei ... veramente irritante ... ! >>
Inutile dire che il battibecco andò avanti per un bel po'. Tra una battuta e l'altra Askin
scrutava il cielo solcato dai fuochi d'artificio. Si sentiva rinato, l'oscurità era scomparsa
e questa volta per sempre, lasciando il posto a una contagiosa allegria. Ripetendosi
mentalmente il suo nuovo obiettivo, cominciò a fischiettare.
“ Scoprire il mondo ... tu ne fai parte Yoruichi … devo trovare un modo per ringraziarti.
Uhm … forse un dolce sarebbe l'ideale … sì ! Un dolce al latte ! ”


Sotto il cielo notturno Kugo camminava in direzione della Residenza Shiba, dietro di lui
Kukaku lo seguiva con passo leggero. Intorno regnava una pace assoluta, la brezza muoveva
le fronde degli alberi ai lati del sentiero e le stelle brillavano luminose simili a piccoli
diamanti.
Era stata una serata bellissima, lo spettacolo pirotecnico aveva fruttato ben cinquemila
kan, e appena arrivati a casa aveva intenzione di concluderla in maniera particolare.
Perché a guerra finita, l'unico pensiero dell'ex-Sostituto era rendere felice la donna
amata. Adesso che ogni conto col passato era stato chiuso … l'odio verso gli Shinigami,
l'uccisione di Yhwach, il mostro che gli aveva portato via la persona più cara al mondo ...
ogni energia era rivolta a proteggere Kukaku, a costruire dopo tante sofferenze, una
vita assieme.
Finita l'allegra cena in compagnia di Yoruichi, Ganju li aveva salutati al limitare del
bosco, senza scordarsi di lanciargli un'occhiata guardinga. Il minore del Casato Shiba
alloggiava da qualche settimana in una piccola casa all'interno dei terreni di famiglia.
- Così avrete la vostra intimità … ! - s'era giustificato la mattina della partenza, ma dal tono
si evinceva un senso di protezione fraterno duro a morire.
“ Ci vorrà ancora un pochino prima che accetti completamente … la situazione. Ma in
fondo Ganju è uno in gamba … anche se spesso non lo dà a vedere. ”
Intanto il silenzio permeava, preoccupato si voltò ritrovando quei magnifici occhi verdi
persi nel vuoto.
<< Ehi … come mai siamo così pensierose ? >>
<< Ah ! Scusami Kugo … ! Stavo solo … pensando a Yoruichi. >>
<< Uhm … >> fece portandosi al suo fianco << … in effetti dopo la battaglia al Palazzo
Reale, questa è la prima volta che riuscite a vedervi … tranquillamente. >>
<< Sì … abbiamo parlato e scherzato come hai vecchi tempi però … >> disse
mordicchiandosi la punta del pollice.
<< Però ? >>
<< … Però è strano. Non è da lei ubriacarsi in giro. Fortuna Yushiro l'ha riportata a casa … >>
e dopo una breve pausa aggiunse << … qualcosa la turba. >>
Kugo rimase in silenzio raccogliendo i ricordi d'un passato lontano. Tornò a vent'anni
prima, a quando era Sostituto Shinigami e le giornate trascorrevano tranquille tra
il Mondo Terreno e Soul Society, insieme a Isshin, Kisuke, Kukaku, e naturalmente Masaki.
Della Dea Lampo aveva sempre avuto opinioni contrastanti, in generale però gli era
parso che dietro quell'irritabilità si celasse una sottile e inconfessabile tristezza.
<< Forse ci invidia … >> disse quasi senza pensarci.
<< Noi due ? E perché mai ? >>
<< Noi … abbiamo passato momenti difficili. Io … ti ho fatto soffrire quando abbandonai
la Soul Society e il ruolo di Sostituto. Sono scomparso nel nulla per 8 anni … e dopo …
ricompaio chiedendoti di fingere di non conoscermi … che idiota, alla fine me li sono
meritati tutti quei pugni … >>
Il discorso morì in gola. Ecco … come spesso gli capitava discutendo del passato, aveva
finito per dilungarsi perdendo il filo della discussione e Kukaku, come altrettanto spesso
succedeva, gli sorrise. Quel sorriso riservato soltanto a lui.
<< Era normale scomparire dopo …. quella notte … l'odio ti divorò … e io non riuscì a
far nulla per impedirlo. Tu ... tu ... fuggisti anche per proteggermi Kugo, mentre quella
richiesta apparentemente assurda, era atta a proteggere Ichigo e quel ragazzo, Tsukishima.
Hai voluto coinvolgerlo il meno possibile con un mondo che avrebbe presto abbandonato.
Anche se … forse ho esagerato coi pugni. >> ammise grattandosi la nuca.
<< … Spero lui e Giriko si stiano riadattando bene nel Mondo Terreno. >>
Kukaku abbassò lo sguardo e senza smettere di sorridere gli strinse la mano.
<< Sono sicura di sì … comunque è vero, noi due abbiamo superato innumerevoli
difficoltà, ma alla fine c'è l’abbiamo fatta ... >>
<< Sì >> confermò dandole un bacio sulla guancia.
<< Ah ... ! Tor-tornando al discorso iniziale … ! Hai detto invidia … in effetti mi è parso
pure a me di percepirla … uhm … è probabile che tra lei e Kisuke non ci sia stato ancora
nessun ... passo in avanti. >>
<< Sembri saperla lunga a riguardo. >>
Kukaku fissò un punto indefinito davanti a se, la mente rivolta a chissà quali ricordi.
<< Non glielo dirò mai, però … Yoruichi è intrappolata un limbo, è disposta ad aspettarlo
all'infinito ... come del resto ha sempre fatto. Nonostante questo ... ho la sensazione non
che c'entri solo Kisuke nella sbornia di stasera. >>
In quel momento la cima della collina comparve davanti a loro. Il vento muoveva
l'erba rendendola simile a un agitato mare color argento. In alto, al confine fra terra
e cielo, si stagliava la strana costruzione della Residenza Shiba, riconoscibile dalle enormi
braccia di pietra poste ai lati. Ma nemmeno quella vista sembrò rallegrare Kukaku.
<< Accidenti … sono la sua migliore amica e non so come aiutarla ... >> sussurrò a
malincuore.
Kugo la fissò, soffermandosi ora sulla bellezza malinconica degli occhi, ora sulla morbidezza
della pelle. In particolare sul braccio destro, tornato tra mille dolori durante la Guerra.
“ Il legame col Reiokyu è spezzato … ora sei libera … ora voglio vederti felice … ” (1)
<< Non pensarci … meglio non immischiarsi troppo nella faccende sentimentali. Adesso
… >> s'interruppe e la baciò.
Fu un bacio veloce, giusto per assaporarne le labbra carnose. Quando si scattò Kukaku
era rossa come un peperone. Non si era ancora abituata a quei contatti improvvisi.
L'espressione però lo stuzzicò parecchio e, rammentando il proposito iniziale, si sporse
in avanti, desideroso di godere del piacere che ogni volta gli donava il suo corpo,
e assaporarne la pelle morbida come la seta, il calore e il profumo simile a un fiore
delicato.
<< … adesso dovresti concentrati su altro >> concluse malizioso cominciando a
mordicchiare l'incavo del collo.
Lei sobbalzò in vano tentativo di ribellarsi. Senza interrompere l'attività, le cinse la vita
tra le forti braccia e in un attimo udì un lieve gemito.
<< Ah … ! A … aspetta … >>
<< Uhm… ? >>
<< No-non … sarebbe meglio ... il futon* ? >>
Kugo sorrise vittorioso. La sua voce era diventata affannata e le piccole mani avevano
preso ad accarezzare i pettorali sotto il kimono* nero provocandogli scosse di calore.
Erano passati due mesi da quando avevano cominciato a farlo, eppure Kukaku sapeva
ancora essere … teneramente impacciata e al tempo stesso maledettamente sensuale.
<< Fa caldo stasera e poi … non l'abbiamo mai fatto sotto le stelle. >>
<< Bugiardo … se mi viene caldo è solo colpa tua … >>
<< Potrei dirti la stessa cosa, sai ? >>
Nel frattempo aveva giocherellato con le dita dietro alla sua schiena e il provocante top
rosso cadde in breve a terra. Lei avvampò coprendosi come meglio poteva.
<< Ehi … ! Sai non mi piace … ! >>
<< … Uh ? >> chiese non sapendo bene dove posare lo sguardo.
<< … Essere spogliata all'improvviso … ! >>
Quasi la frase le avesse donato un po' di coraggio, Kukaku gli slacciò la cintura
dell'hakama*. In un piacere indescrivibile sentì le dita sottili accarezzargli gli addominali,
e lentamente risalire sul petto arrivando infine alle spalle.
<< … Dobbiamo farlo insieme >> concluse annullando la già breve distanza.
<< Ah-ah … ! Vedo ti sei messa subito in pari >> replicò ironico mentre la parte superiore
del kimono* scivolava via rivelandone il tronco possente.
<< Uh … fammi indovinare farai qualcosa di bru- >>
Le parole le morirono in gola sostituite da un grido spaventato. L'aveva sollevata in aria,
leggera come un piuma. Sotto le sue imprecazioni la fece volteggiare e senza lasciarla, si
gettò di lato atterrando sull'erba soffice in mezzo a un lieve rialzamento. Paralizzata dalla
paura, Kukaku s'era raggomitolata intorno alla testa, al canto suo Kugo si ritrovò il mento
bloccato dalle gambe, la faccia premuta contro la pancia mentre qualcosa di estremamente
morbido poggiava sopra i capelli.
<< Lo … Lo sai q-quanto patisco le a-altezze …! >> balbettò dopo qualche secondo.
<< Non riesco ancora a crederci … >> disse portandosi a livello del viso << … l’erede
degli Shiba sparava razzi fino al Palazzo Reale, eppure soffre di vertigini. Lo trovo
davvero un controsenso. >>
<< A vo-volte … sei … sei veramente cattivo. >>
<< Ah ah ! Ti adoro quando fai così … poi scusa non eravamo mica tanto in alto. >>
<< Uffi … per te è normale visto sei alto due metri … ! >>
E detto questo incrociò le braccia, forse credendo d'essere ancora vestita … perché il gesto
non fece che risaltarne l'abbondanza delle forme. Di fronte a tale visione perse l'ultimo
barlume di autocontrollo. Si chinò … quel tanto che bastava per trovarsi nell'incavo del
seno. Cominciò a succhiare la pelle, voglioso e al tempo stesso delicato. Sorpresa Kukaku
annaspò provando a divincolarsi, lui però l'anticipò serrando le mani attorno ai fianchi.
<< Uh … ! Ku-Kugo … ! >> sussurrò in un'eccitazione crescente.
Aspetta … forse prima … avrebbe dovuto aggiornarla circa alcuni imporporanti progetti ;
come l'intenzione d'iscriversi all'Accademia di Shinigami, entrare nel Gotei 13 e infine
riacquistare il titolo nobiliare della famiglia Shiba. Kugo Shiba … non suonava affatto
male. Forse … perché al suono di quel respiro affannato, il calore aumentò in maniera
esponenziale, specie nel basso ventre. Nell'irrefrenabile bisogno carnale Kugo s'abbassò
lo hakama*.
“ Aspetterò il sorgere del sole, quando stretti nel futon* ti sveglierò con un bacio. ”





1) Il braccio destro di Kukkaku era collegato alla Dimensione del Re ( lo affermò
Kubo in un'intervista ). Tale dettaglio non è mai stato approfondito.
Nella mia storia, esso ritorna nell'esatto momento in cui Yhawch uccide il Soul King
provocando un'iniziale collasso fra le dimensioni. I razzi sparati della donna sono
gli unici a poter raggiungere il Reihokyu.
Si suppone un legame antico tra il Casato Shiba e il Reiho.






Glossario

*anko : marmellata di fagioli azuki.
*dorayaki : è un tipo di dolce composto da due pancake, formati a partire dalla kasutera
(un impasto simile al pan di Spagna), e riempito al centro con l'anko, una salsa dolce
rossastra ricavata dai fagioli azuki.
*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*hakama : indumento tradizionale giapponese che somiglia ad una larga gonna-pantalone
a pieghe, originariamente indossato soltanto gli uomini.
*sakazuki : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
*shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.
*tokkuri : brocchetta in ceramica in cui viene servito il sakè.
*zabuton : cuscino per sedersi posto sopra il tatami. Originalmente fatto con stoffe
pregiate, nel seconda metà del periodo Edo s'inizio a fabbricarlo col cotone.






Tana Oscura :

Eccomi qui dopo il solito mese col terzo capitolo della storia :D intanto un cordiale ringraziamento a tutti coloro che stanno seguendo/leggendo/recensendo questa storia molto particolare e folle XD
In particolare ringrazio Tammy1997 ( scusa cara, ma non ho potuto resistere fino al 20, chiedo perdono ?.? ) Hiraki_Sengoku ( corri a recensire, voglio che tu sia la prima <3 ) per le loro recensioni <3 e più suomi25 per averla aggiunta nelle seguite <3 <3 <3 <3 <3 ( dispendio cuori )
Comunque tornando al capitolo finalmente ho presentato un'altra coppia principale di questa fic : Kugo X Kukaku ! Ma per capire come i due sono legati e per scoprire alcuni retroscena che legano il Primo Sostituto ( mio personaggio preferito di Bleach ) con la Famiglia Kurosaki/Shiba dovrete pazientare ancora un pochetto.
Ho scritto la prima parte ... semi-hottosa ! Che soddisfazione <3 beh con Kugo e Kukaku non posso fare altrimenti scusate <3 <3 <3 <3
Ps. se posso darvi un consiglio, date intanto un’occhiata al capitolo 472 BeLIEve, facendo attenzione al dialogo iniziale tra Isshin e Kisuke.
Ricordo che la mia fic è un'opera di pura fantasia e che si collega in parte con gli eventi del manga ^^

Un saluto e ci si vede ad agosto <3



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Capitolo 4
*** C.4. Tra dolci, abbracci e incubi improvvisi ***


Capitolo 4 : Tra dolci, abbracci e incubi improvvisi



Era una mattina uggiosa quando Mayuri ricevette una lettera inaspettata. In una elegante
e stretta calligrafia il testo recitava :

Salve Capitano, perdonami se ti scrivo così improvvisamente ma avrei una piccola
richiesta da farti. Ho intenzione di rendere un po' più confortevole il mio alloggio. Visti
i 2000 kan accumulati in questi mesi di duro lavoro e le invenzioni che sono riuscito a
creare per il Laboratorio di Ricerca ( la bomba per i Novizi dell'Accademia e il balsamo
curativo ), ti proporrei il seguente scambio, per 1500 kan mi occorrerebbero :

- Cucina piccola : frigo con freezer, forno, lavandino.
- Due credenze
- Un set di piatti
- Attrezzi da cucina (tra cui non devono mancare uno sbattiuova, un tagliere, teglie da forno)
- Un letto a una piazza e mezzo

Ho notato che qua intorno c'è un'abbondanza di elettricità, non ti dispiace se ne rubo un
pochino ? Spero accetterai la mia offerta.
Con affetto,

Il tuo lavoratore sottopagato, Askin


La lettera era scritta in inglese e dovette rileggerla un paio di volte per capirla.
<< Ma guarda te … che razza di richieste idiote ! >> borbottò irritato accartocciando il
foglio.
Nervoso osservò il paesaggio attraverso la finestra. Il cielo era plumbeo, spesse nuvole
grigie ricoprivano l'orizzonte, indecise se versare il loro carico di pioggia, rendendo
l'aria umida fino all'inverosimile. Il tempo ideale per un meteoropatico come lui.
Sospirò massaggiandosi le tempie. Non avrebbe mai immaginato che Askin potesse
diventare così pretenzioso … forse era meglio accontentarlo onde evitare altre richieste
assurde. Sul foglio stropicciato scrisse affianco all'elenco la relativa traduzione in kanji
aggiungendo in fondo “ per Askin ” e, drizzatosi sulla sedia, chiamò Nemu.
La ragazza comparve poco dopo dalla porta lasciata aperta.
<< Desidera qualcosa, Mayuri-san ? >> chiese appena fu vicina.
<< Vai nel Mondo Terreno e procurati 'sta roba >> ordinò sbrigativo porgendo la lettera.
Lei lesse con attenzione.
<< ... Sono molte cose >> fece notare con espressione vacua.
<< Porta alcuni Shinigami se pensi di non farcela. >>
<< Va bene … parto subito allora. >>
<< Tsk ! Vediamo di toglierci 'sta rogna in fretta. >>
La mattinata passò e alle cinque del pomeriggio Nemu non era ancora tornata. Alla fine
si spazientì e andò dritto a recuperarla nell'unico luogo in cui poteva trovarsi. Percorrendo
il lastricato di ciottoli si stupì non poco quando l'alloggio comparve alla sua destra, oltre
un boschetto di bambù ; dagli shoji* filtrava una luce elettrica e s'avvertiva un leggero
profumo di dolci.
<< Nemu vieni fuori ! >> tuonò davanti all'entrata.
Con sorpresa fu proprio la sua migliore creazione ad aprirgli.
<< Oh … ! Mi scusi Mayuri-san ! Non … mi sono accorta dell'ora ! >>
<< Ma … cosa ci fai conciata così ?!? >> chiese squadrandola dall'alto in basso.
Sopra la divisa da Shinigami la ragazza indossava un elegante grembiule rosso, ornato
con un grazioso pizzetto lungo tutto il bordo esterno. In alcuni punti l'indumento era
sporco di farina e macchie di varia natura.
<< … Askin-san ha detto che in cucina bisogna sempre indossarne un grembiule. Così
sono corsa a prenderne uno nel Mondo Terreno. Adesso stiamo finendo di cucinare. >>
<< Aspetta … cosa accidenti hai detto ?!? >>
Per un momento pensò fosse tutto una bufala o un brutto sogno. La realtà però gli
calò davanti come un macigno non appena Nemu si fece da parte. Come recitava la
lettera, nella parte destra della stanza era stata allestita una piccola cucina, sulla parete
parallela all'entrata trovavano posto due mensole sulle quali poggiavano numerosi
barattoli colorati, mentre a sinistra c'era un letto. Ma ciò che più lo stupì fu lo stesso
Askin, anche lui indossava un grembiule, questa volta marrone e dai bordi semplici, con
l'aggiunta di spessi guanti da cucina. Lo vide posare il vassoio sul tavolo e guardare la
creazione appena sfornata con espressione soddisfatta, poi sfortunatamente dal punto di
vista dello scienziato, s'accorse del nuovo arrivato e sfoggiò un sorriso quanto mai
raggiante. Mayuri l'aveva notata già da qualche tempo, l'insolita allegria che traspariva
dall'ex-Sternritter, causata in parte da una certa gatta e forse, anzi con tutta probabilità,
pure l'improvvisa richiesta di mobilio era scaturita da Yoruichi. Il Capitano dal canto
suo preferiva farsi gli affari propri e non ribadire vecchi concetti.
<< Oh buongiorno Mayuri ! O dovrei dire buonasera vista l'ora. Perdonami se ti ho rubato
Nemu così a lungo, ma come vedi ci siamo dati da fare ! >>
<< Askin-san è stato molto coinvolgente … >> fece eco lei con impercettibile gioia
<< … inoltre è bravo a cucinare … specialmente i dolci. >>
<< Si tratta di un vecchio hobby, del resto ti sei rivelata un'ottima assistente >> spiegò
l'interessato avvicinandosi col vassoio << a proposito vuoi un biscottino? Abbiamo esagerato
con le dosi e se sono usciti fuori un mucchio. >>
Mayuri Kurotsuchi rimase scioccato da una visione così irreale e sopra le righe, o meglio
non sapeva se esserne scioccato, irritato, disgustato o meravigliato. Gli occhi passarono
veloci da Nemu ad Askin e al dannato vassoio sopra cui erano posti una ventina di grossi
biscotti bianchi dall'aspetto morbido ...
<< No >> sentenziò chiudendo bruscamente lo shoji*.
<< Guarda che sono buoni ! >> protestò Askin dall'interno.
<< Non sa cosa si perde Mayuri-san. >>
<< Mangiateli voi se proprio ci tenete ! >> protestò scontroso tornando sui propri passi.
Nel frattempo aveva cominciato a piovere e il rumore delle gocce s'accompagnò al brusio
delle sue imprecazioni.


Kisuke le aveva fatto visita tre giorni addietro e lei ovviamente ne era stata felicissima.
Seduti appena fuori uno dei numerosi giardini della Residenza Shihoin, avevano
conversato a lungo come da tempo non capitava, gustandosi un buon the nero e del
fresco latte. Gli argomenti erano stati dei più disparati, dai più seri ai più superflui,
finché a un certo punto lui non aveva esordito con una bizzarra domanda :
- Yoruichi cara … ricordi il Raiju Senkei, Shunryū Kokubyō Senkei ? -
E per poco non le era andato il latte di traverso.
- Uhhff ! ... Ce-certo ! Come potrei dimenticarmi … quella roba ? -
- Bene ... ho fatto un po' di ricerche e non dovresti disdegnare una tecnica così potente ...
sfruttarla al massimo ti gioverebbe soltanto, soprattutto se esiste un modo … per non
farti perdere il senno. -

- Sai quanto la detesti … - aveva sottolineato non proprio entusiasta.
- Ma sei adorabile quando ti trasformi. - aveva replicò lui sorridente. Quel sorriso …
quel dannato sorriso a cui per l'ennesima volta non era riuscita a resistere.
- Sembro un personaggio hentai … ma avanti spara! Quale sarebbe questo metodo ? -
- Niente di più semplice ; più tempo passerai trasformata, più riuscirai a riprendere il
controllo di te stessa. Non sarà un processo immediato, ma sono sicuro ci riuscirai. -


- Ci riuscirai. -
Yoruichi rammentò con forza quelle ultime parole.
In vista dell'allenamento speciale aveva deciso d'andare nel Sokyoku, in modo che il suo
reiatsu non venisse percepito a chilometri di distanza. Inoltre il fatto di trovarsi in quel
luogo, dove molte volte in gioventù s'era allenata insieme a Kisuke e di star portando
avanti una sua richiesta, non poteva che riempirla di gioia.
Al centro di una spianata non vedeva l'ora di cominciare, trepidante d'eccitazione.
<< Stai tranquilla Yoruichi … andrà tutto bene ! >> esultò una voce.
<< Facciamo il tifo per te ! >> aggiunse una seconda.
Si girò impettita, ritrovando Kukaku e Kugo seminascosti da una roccia a una decina di
metri. La migliore amica e l'ex-Sostituto avevano insistito tanto per essere presenti, dato
che nessuno dei due aveva mai visto la famosa trasformazione. Aveva provato a
dissuaderli, ma la sua tenacia aveva ceduto in fretta all'insistenza di Kukaku.
<< E voi vedete di non coccolarvi nel frattempo ! >>
<< Beh … se mi annoio devo pur impegnare il tempo >> commentò l'uomo ricevendo
una gomitata di risposta. Per fortuna l’ira dell’amata durò poco e in breve i due
tornarono a ridere scherzosamente.
“ Sono davvero felice per te, amica mia. ”
Richiuse gli occhi e serrati i pugni si concentrò. Il reiatsu fluì con forza in ogni centimetro
del corpo, piccoli fulmini cominciarono a fendere l'aria, infine un rombo scosse il silenzio,
la veste si squarciò, pura elettricità percorse la spina dorsale, arrivò al cervello poi
… il mondo divenne buio.
L’attimo dopo una voce la chiamò insistente e gli occhi tornarono a vedere. Si ritrovò a
quattro zampe, mezza nuda, le parti intime coperte da scattanti fulmini azzurri. Sotto
Kugo la fissava in un misto di stupore e divertimento.
<< Ah … finalmente sei tornata tra noi. >>
Imbarazzata scattò di lato mettendosi a sedere proprio come un gatto.
<< Scu-scusami ! N-non … ero in me ! Purtroppo è il difetto di questa forma ! >>
<< Uh … ! L'ho notato. >>
<< Ah cosa … cosa è successo ? Non ricordo nulla …. >>
<< Oh nulla ... ti sei soltanto messa a sfrecciare di qua e di là come una scheggia … non
sapevamo come fermarti … a un certo punto mi sei venuta addosso e mentre ti tenevo
bloccata, ho detto a Kukaku di correre a prendere un secchio d'acqua alle terme. >>
<< Un … secchio d'acqua ? >>
<< Magari una bella “ rinfrescata ” ti avrebbe fatto rinsavire. Fortuna non è servita … >> disse
sedendosi a sua volta.
Solo allora notò i molti graffi sul petto.
<< Ah … ! Perdonami ! Davvero … non mi rendevo conto di … >>
<< Tranquilla … ho subito ferite ben peggiori, arrivati a casa provvederò a fasciarle. >>
Stranamente una stanchezza la colse improvvisa, scivolò con passo felpato dietro una
roccia raggomitolandosi con tanto di coda attaccata al fianco. Provò a riordinare i ricordi,
ma nonostante il racconto di Kugo nella testa aleggiava il buio completo. Trasse un
profondo respiro ; pian piano i fulmini la abbandonarono e l'arto in più scomparve.
<< Quanto tempo è passato ? >>
<< Uhm ? Dieci minuti più o meno >> rispose lui dal lato opposto.
<< Oh … è un grande risultato ! >> esultò per quando le forze lo consentissero << In così
poco tempo ho riacquistato il senno ! Aveva ragione Kisuke ! Devo continuare così ! >>
<< Sono contento per te … ma la prossima volta allenati con lui. >>
<< Uh ? E perché ? >>
Proprio in quel momento la vista si oscurò. Tolta quella che si rivelò la tuta di ricambio,
ritrovò Kukaku a pochi centimetri. L'amica la sovrastava, le braccia conserte, gli occhi
verdi percorsi da una luce tagliente … persino lei provò timore, in fondo l'erede degli
Shiba incuteva paura a chiunque quando s'arrabbiava, tranne forse a Kugo ... forse.
<< Ehi … ! Come mai … quella faccia ? >> chiese, la voce ridotta a un mormorio.
<< Ho capito il motivo della seconda tuta >> ringhiò lei irrita.
<< Ecco il perché … >> disse Kugo sporgendosi con la testa oltre il bordo della roccia.
<< Tu rimani lì ! >> ringhiò di risposta raggiungendolo.
<< Oh … un'altra cosa inconsueta : Kukaku Shiba gelosa. Ma tanto lo sai che mi eccito
solo alla vista del tuo corpicino ! >>
<< Non m'interessa ! >>
Li udì battibeccare, ma dopo meno di venti secondi già ridevano come se nulla fosse.
Sorrise e prese a vestirsi.
“ Kugo … solo tu riesci a renderla felice. Dopo tante sofferenze e abbandoni a Kukaku
occorre la tua forza … e il motivo per cui ti iscriverai all'Accademia è veramente lodevole.
Per quanto riguarda me, non vedo l'ora di raccontarti tutto Kisuke … sarai fiero di me ! ”
pensò infilandosi gli stivali “ Inoltre … credo che non cambierò compagni d'allenamento. ”

Salutata l'amorevole coppia si diresse felice alla Dimora Shihoin. Era anche il tempo a
metterla di buonumore ; dopo quasi una settimana di nuvole e pioggia, il sole era tornato
a splendere nel cielo d'inizio giugno e l'aria, mossa da un leggero venticello, rendeva
il tutto una perfetta giornata di tarda primavera.
Col sole alto percorse la scalinata antecedente la Villa, un tempo abbellita da ciliegi in fiore
e ora dall'ombra di fronde verdi e fresche. Mancavano una ventina di scalini alla cima
quando udì un forte brusio. Insospettita accelerò il passo. Una decina di servitori insieme
a Yushiro erano raccolti intorno al lato destro dell'entrata.
<< Ah ... ! Onee-san sei arrivata ! Com'è andato l'allenamento ? >> chiese il ragazzo quando
fu vicino.
<< Meglio d'ogni aspettativa Yushiro … ! Ma dimmi, cosa succede ? >>
Il giovane parve restio a rispondere, poi indicò con l'indice l'oggetto di tanta agitazione.
<< Se ne sono accorti alcuni servitori circa un quarto d'ora fa. Pare un pacchetto … per te. >>
<< Per me ? >>
<< Così c'è scritto sopra. >>
Gli rivolse un occhiata stupita e con passo veloce si portò di fronte a esso. Si trattava
di una confezione di carta, bianca e rettangolare, sul lato superiore c'era un buco dal quale
fuoriusciva l'inizio di un sacchetto di fine plastica trasparente. L'unica decorazione era
costituita da una scritta nera che in ideogrammi incerti recitava :

Per Yoruichi. Vietato toccare.

Chi mai poteva fare una cosa del genere ? Di certo non Kisuke, anche perché la scrittura
non era la sua. Decise di analizzarlo con calma e senza troppi occhi curiosi. Lo prese in
mano e qualcosa di leggero si mosse all'interno.
<< Bene … voi tornate alle vostre faccende ! >> ordinò rivolta ai servitori << Yushiro …
andiamo in camera mia. >>
Una volta arrivati aprì delicatamente la confezione mentre il fratello inginocchiato
osservava nervoso ogni suo movimento. Il contenuto si rilevò un pacchetto di biscotti,
guardandoli meglio oltre la plastica trasparente parevano molto morbidi e gustosi.
<< Biscotti ? Chi mai potrebbe mandarteli sorellona ? >>
Riflettendoci lo sguardo cadde dentro la confezione vuota. Sul fondo, ben mimetizzato
dal bianco della carta c'era un biglietto.

Il dono di un'irritante mortale a una dea bisbetica.

“ Ah … l'aveva detto … avrebbe ripagato il mio aiuto … ah ... che idiota … come diamine
ho fatto a dimenticarlo ? ”
<< Ehi Onee-san* … come mai sei tutta rossa ? >>
<< Ah ! Ah ! Ho capito … ! Sono da parte di Kisuke ! L'ultima volta mi ha detto sarebbe
andato nel Mondo Terreno a prendermi qualche buon dolce occidentale ! >>
<< Davvero ? Inusuale da parte sua … >> commentò Yushiro scrutando i biscotti.
<< Beh ... nell'ultimo periodo ci stiamo avvicinando … ! >>
<< Oh ! Quale notizia ! Sono felicissimo per te ! >> esclamò lui con un battito di mani.
<< Grazie fratellino >> disse cercando d'apparire il più convincente possibile.
Così Yoruichi lo aggiornò circa gli strabilianti progressi dell'allenamento e “ quelli ”
riguardo Kisuke, infine con grande sollievo il giovane si congedò.
<< Oggi pomeriggio devo presenziare a una cerimonia. Ci vediamo stasera Onee-san* >>
Yushiro le diede un bacio sulla guancia e avviandosi aggiunse << Ancora congratulazioni !
Aggiornami se ci sono altre novità … ! >>
<< Certamente … >> lo ringraziò mentre il collo diventava freddo.
Nel silenzio tentò quindi di ordinare la confusione che turbinava dentro di lei.
“ Perché hai raccontato tutte quelle bugie a Yushiro ? ” domandò la voce della coscienza.
<< Perché si sarebbe preoccupato inutilmente … facendosi centomila castelli in aria … >>
“ E lo dirai a Kisuke ? ”
<< … Non lo so. >>
Prese il foglio che si rilevò una lettera minuziosamente piegata. La scrittura di Askin era
veloce e anche piuttosto elegante, in molti punti le parole erano state scritte con caratteri
occidentali per poi essere e sostituite dai relativi ideogrammi. Provò a leggerne una.
<< Gesk … geschenk* ? Uhm … di certo non è inglese … >>
Lasciata perdere la piccola curiosità cominciò a leggere da capo.

Buongiorno Yoruichi ! Già mi immagino la tua sorpresa non appena scoprirai il pacchetto. Lo so,
ci ho messo un pochino, ma eccolo qui finalmente : il regalo di ringraziamento ! I biscotti li ha cucinati
il sottoscritto con le sue manine, quindi apprezzali doppiamente mi raccomando. Si tratta di biscotti
al latte, ottimi da inzuppare nel cappuccino, nel the, nelle tisane, o nel tuo ben preferito latte caldo ^^.
Ma pensandoci bene forse non sono abbastanza …
Uffa detto così suona strano, ma davvero ci terrei a conoscerti meglio.
In sintesi se hai un momento libero nella tua ripetitiva vita da Capitano, ti andrebbe d'uscire
insieme ? Ehi ! Non fraintendere ! Non c'è alcun secondo fine nelle intenzioni di questo povero
gentiluomo.
Fammi sapere appena possibile.

Saluti,

Askin.


Sentì il cuore accelerare. Non si era mai trovata in una situazione del genere ; era confusa e
al tempo stesso incuriosita. Forse per la prima volta si ritrovò a riflettere sull'ex-Quincy : in
tre mesi si erano visti “ casualmente ” solo due volte, eppure quegli incontri erano stati
intesi e … dolorosi, dal punto di vista di Askin. Del resto lui l'aveva fatta arrabbiare e
imbarazzare a una frequenza esasperante. Sulle prime quindi pensò di lasciar perdere ...
avrebbe scritto una lettera di ringraziamento e fine della storia.
Poi però qualcosa la fermò.
<< Pure io ho pensato a lui e mi sono … preoccupata … >>
E mentre questa frase le ronzava in testa, Yoruichi s'alzo, andò alla parete sinistra della
stanza e, fatta scorrere lo shoji*, rivelò una piccola scrivania con tanto di fogli, pennellini e
boccettina d'inchiostro. A lungo rimase inginocchiata raccogliendo i pensieri, cercando le
parole più appropriate. Infine prese lentamente a scrivere.

Ti ringrazio per i biscotti. Mi hai sorpreso, non pensavo sapessi cucinare. Per quanto riguarda la
proposta sono felice d'accettarla. Io sono libera il mercoledì pomeriggio dalle 2.30 o la Domenica.
Fammi sapere,

Yoruichi


Rileggendola un pensiero sorse spontaneo.
“ Askin è una brava persona …. conoscerlo meglio … potrebbe rivelarsi interessante ... ”
Senza accorgersene s'era portata dietro il sacchetto coi biscotti, istintivamente le venne
voglia d'assaggiarne uno. Delicata sciolse il nastro blu posto a chiusura.
<< Cavolo … ha pensato proprio a ogni dettaglio … >>
Esternamente i biscotti erano bianchi, ricoperti sul dorso da un fitto strato di zucchero a
velo, al tatto erano l'esatto equilibrio tra morbidezza e croccantezza. Ne morse uno … e
un'esplosione di dolcezza invase la bocca. Poche volte aveva assaggiato dei dolci
occidentali così buoni. E mentre le briciole cadevano sulla scrivania aggiunse una
postilla al breve messaggio.

Ps. I biscotti sono buonissimi ! Complimenti ! Se hai tempo puoi preparmene altri ?
Pss. Nel frattempo cercherò qualcosa per sdebitarmi a mia volta. Promesso !


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Kisuke aveva imparato ad applicare la calma e l'astuzia a ogni aspetto dell'esistenza. Se
ogni giorno veniva vissuto in questo modo allora si potevano ottenere grandi risultati ed
evitare spiacevoli sorprese. Nella lunga esistenza c'era stata effettivamente una sola
spiacevole sorpresa : Sosuke Aizen. Ma ormai era acqua passata e Aizen sarebbe rimasto
imprigionato ancora per quattordicimila anni (pena ridotta grazie al fondamentale aiuto
nella Guerra Millenaria). Dopo il fallimento con Mayuri, il rieletto Capitano stava tessendo
un abile piano : istituire un secondo Istituto di Ricerca. Accumulare kan, scegliere la locazione,
il futuro personale, attendere l'approvazione della Camera dei 46 … ci sarebbe voluto qualche
anno, ma poco importava, per certe cose occorrevano tempo e pazienza.
E poi c'era Yoruichi, la sua dolce e tenera Yoruichi. La Dea Lampo aveva riacquistato le
posizioni antecedenti all'esilio. Kisuke ne era entusiasta, anche per i recenti progressi
nell'Raiju Senkei. Lei nella Seconda Compagnia e nell'Onmitsukido, Tessai nel Kidoshu ...
tutto era tornato come un tempo, mentre nel Mondo Terreno Jinta e Ururu gestivano
l'Urahara Shop. Ricordò con un misto di nostalgia il momento dell'addio, le loro lacrime
quando lui, Yoruichi e Tessai avevano attraversato il Senkaimon diretti alla Soul Society.
" Quel momento sarebbe arrivato ... lo sapevamo tutti ... " si ritrovò a pensare dolcemente
" ... Jinta ... Ururu ... ho fiducia in voi ... appena posso verrò a trovarvi ... "
Adesso, seduto sulla cima di una brulla collinetta, il Capitano dell'Ottava Compagnia si
gustava il paesaggio davanti a sé. In fondo al rilievo uno specchio d'acqua luccicava sotto
le spesse fronde dei salici, il cielo era terso tranne per qualche paffuta nuvola che non
osava toccare il sole del primo pomeriggio. Tutto procedeva al meglio, se non che Yushiro
gli aveva chiesto un incontro per discutere di una questione a suo giudizio urgentissima.
<< Finalmente sei arrivato … >>
Dietro, i lievi passi si fermarono.
<< Quando te ne sei accordo ? >> chiese la voce quasi matura del giovane erede Shihoin.
<< Nah … più o meno un centinaio di metri fa. >>
<< Non smetti di sorprendermi … >> constatò Yushiro sedendosi al suo fianco.
Per un po' non dissero nulla. Yushiro era chino, i gomiti poggiati sulle ginocchia incrociate,
gli occhi felini preoccupati come rare volte gli era capitato di vedere. L'animo del ragazzo
era teso, attanagliato da un profondo tormento, ma Kisuke non intendeva mettergli fretta,
in fondo si trattava pur sempre del fratellino della sua cara Yoruichi.
<< … Sono preoccupato per la Onee-san*. >>
<< Oh ! >> esclamò inclinando leggermente il capo << … E come mai piccolo Yushiro ? >>
<< Lei … lei mi ha mentito. >>
<< Raccontare bugie ? Non è da lei … uhm … non ho notato alcun cambiamento
ultimamene. Beh … se l'ha fatto ci sarà un buon motivo. >>
Senza preavviso Yushiro alzò lo sguardo, le iridi gialle come l'ambra lo fissavano solcate
da una viva rabbia. Mezzo secondo e si porse in avanti afferrandogli con forza l'haori*
all'altezza del petto.
<< Il … il Mercoledì pomeriggio è libera, ma chissà come sono già tre volte che torna tardi …
“ Ne approfitto per allenarmi al Sokyoku ” ha detto una sera … io però … avevo uno strano
sentore … così ieri l'ho seguita e … >>
<< E ? >>
<< Ha … ha cominciato a vedersi … con quel lurido Quincy ! Ti rendi conto ?!? >>
Subito Kisuke non disse nulla, come se quella frase non l'avesse minimamente sfiorato,
dentro però una rabbia si mosse violenta, come un incendio che in pochi attimi divora
un bosco secco.
" Askin ... lo salvai poiché vitale per l'uccisione di Yhwach, ma la sua sopravvivenza mi è
indifferente ... una della tante variabili. Di certo non sarebbe qui se non fosse stato per
la pietà di Kyoraku, la morbosa curiosità di Mayuri, la compassione di Yoruichi ... ma ... "
... ripensandoci la sola vista l'aveva sempre irritato e ora l'irritazione si trasformò in
un'emozione indecifrabile : una mistura d'odio, gelosia, possesso.
“ Accidenti … mi sono fatto sfuggire alcuni dettagli … e guarda che brutta sorpresa. Ah …
che fottuto bastardo … come ha osato avvicinarsi a lei ? ”
Quel pensiero ribollì attraversandogli violento la spina dorsale. Nonostante ciò si rivolse a
Yushiro con voce perfettamente calma.
<< Ah … davvero ? A me non ha detto nulla … >>
<< Oh … ! Cr-credevo lo sapessi già … insomma la Onee-san* a te dovr- >>
<< La tua preoccupazione è comprensibile, ma la cara Yoruichi non ha colpa … conosco
la sua volubilità. Vedi ... purtroppo alcune persone non hanno ben chiaro quale sia il loro
posto nel mondo. Troverò un rimedio, stanne certo. In ogni caso … >> concluse alzandosi
<< … per attuarlo ho bisogno del tuo silenzio circa questa nostra piccola conversazione. >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Finalmente, dopo tre mesi, il Comandante Shunsui era riuscito a organizzare il famoso banchetto.
Odiando le formalità nell'ultima lettera aveva sottolineato di presentarsi in abiti formali,
pena la cacciata. Naturalmente il tono era scherzoso, ma la scelta dell'abito stava agitando
Rukia in maniera snervante. Davanti all'armadio continuava a provare sopra di sé i circa
trenta kimono* regalatele da Byakuya nel corso degli anni. Ci teneva a fare bella figura, senza
risultare troppo appariscente, senza essere al contempo banale, in maniera che Renji la
notasse. In effetti c'erano tanti elementi da tenere in considerazione e intanto il tempo passava
senza che riuscisse a decidersi.
<< Accidenti … ! >> mormorò gettando l'ennesimo abito a terra. << L'appuntamento è tra
due ore e sono ancora qui … chissà se il Nii-san* ha già finito. >>
Appena il tempo di contare fino a tre e lo shoji* alla sue spalle s'aprì portando con sé la voce
calma di Byakuya.
<< Oh … sei ancora indietro. >>
Rukia sobbalzò rivolgendogli un'occhiata imbarazzata. Pure il Nobile Nii-san* avrebbe
partecipato al banchetto, ma abituato com'era a quel genere di eventi aveva già trovato
il vestito giusto : uno yukata* viola decorato con motivi più chiari lungo il lato destro.
Inoltre, come a voler essere più fedele dalla richiesta del Comandante aveva messo da parte
il fermacapelli lasciando liberi i lunghi capelli corvini, che ora ricadevano fluenti sopra
le spalle.
<< Purtroppo no … non credevo fosse così complicato >> ammise con un pizzico di vergogna.
Senza aggiungere altro lui si portò al suo fianco, lo sguardo puntato sui vistosi kimono*
che sbucavano dai cassettoni. Ciò la imbarazzò ulteriormente, ma dopo una decina di
secondi una luce dolce apparve nelle iridi blu.
<< Al posto di questi potresti metterti uno yukata* >> disse aprendo l'ultimo cassetto
<< Ormai è cominciata l'estate e con essa il caldo. >>
Tessuti di mille colori comparvero come pietre scintillanti dentro un forziere. Una lieve
agitazione la scosse, ma il fatto che il Nobile Fratello fosse lì a darle consigli le infuse una
gran sicurezza. Stava per parlare quando Byakuya estrasse un magnifico abito rosso scuro;
motivi lineari color oro ne abbellivano le larghe maniche.
<< Forse … non sarà troppo vistoso ? >> chiese esitante.
<< … Un colore eccessivamente chiaro accentuerebbe la tua pelle pallida, mentre un colore
scuro sarebbe troppo in linea coi tuoi capelli. Questo rosso si trova esattamente al centro,
se poi lo abbini … >> estrasse un obi* azzurro i cui bordi parevano due fili d'argento << …
con questa sarai un incanto >> concluse porgendole il tutto.
Rukia arrossì e inchinandosi prese tra le braccia il prezioso dono.
<< Grazie mille. Ora mi sbrigo promesso … ! >>
<< Fai pure con calma … >> la rassicurò allontanandosi << … Shunsui non è mai puntuale,
anche quando è lui stesso a organizzare. >>
Lo seguì con lo sguardo finché non uscì. Da quando la guerra era finita Byakuya era
diventato più comprensivo, spesso percepiva i suoi stati d'animo e aveva sempre una buona
parola per ogni situazione. Grazie a lui Rukia era riuscita a superare le ansie da Capitano.
Mentre grazie alla vicinanza di tutti il dolore per la perdita di Ukitake era pian piano scomparso,
specie da quel giorno; quando Kyoraku, di ritorno dal 78° Distretto ove sorgeva il monumento
in memoria del migliore amico, era venuto a farle visita , consegnandole niente meno che il suo haori*.

- Sono passato a salutare la famiglia ... persone molto gentili come sempre ... -
- N-ne sono sicura ... proprio come il Capitano. Ma Comandante ... io ... non posso accettarlo ... -
- ... Fidati, tu più di tutti hai il diritto di conservarlo. Jushiro ne sarebbe orgoglioso. -


Ora il prezioso indumento era lì, sapientemente custodito in un piccolo cassetto.
In generale però, il consiglio più grande l'aveva ricevuto da Renji.
“ Anch'io ho trovato un obiettivo personale. Ma come i saggi non lo rivelerò a nessuno ! ”
Arrivarono alcune servitrici e le diedero una mano a vestirsi. Il tessuto era un cotone
leggerissimo, incredibilmente morbido, mentre lo indossava una piacevole freschezza
pervase la pelle. Quando, infine, abbellita con un tocco di rossetto e un paio di orecchini di
perla, si vide riflessa nello specchio, si meravigliò di quanto la semplicità potesse donare
tanta bellezza. Sorrise e con passo leggero si diresse verso l'entrata della Residenza
Kuchiki. Tra vestizione e trucco era passata un'oretta e arrivata trovò Byakuya in piedi,
la schiena poggiata su una delle travi in legno.
<< Eccomi Nii-san* >> disse affrettando il passo.
<< Visto ? Sei bellissima … proprio come immaginavo. >>
<< Oh ... grazie … ! >>
<< Con quest'abito Renji ti noterà ancora di più … >> sottolineò non appena si furono
incamminati.
Rukia sobbalzò distogliendo lo sguardo, le guance calde da far spavento.
<< Ah … n-non l'ho fatto per questo ! >>
<< Rukia … >>
<< Va bene, va bene … ! Come hai fatto a capirlo ? >>
<< Semplice, non sei mai stata così agitata nel vestirti. >>
<< Quindi … approvi ? >> chiese speranzosa tornando a guardarlo.
<< Lui … è molto maturato in questi due anni >> rispose sincero dopo una breve pausa
<< si è meritato la promozione a Capitano. Mi sono pure complimentato con lui il giorno
della nomina. >>
<< Da-davvero ?!? Perché mi avete nascosto una cosa simile ?!? >>
<< Eravamo sicuri che la tua reazione sarebbe stata … di totale incredulità. >>
<< Beh sì, sono sorpresa ... e felice. Il rispetto tra voi due sta aumentando, e di questo non posso
che gioirne …
soprattutto ora ... >>
<< … Che cominci a vederlo diversamente. >> concluse lui sorridendo comprensivo.
<< Renji è diverso … >> continuò Rukia alzando lo sguardo al cielo << ... il suo viso
mi dona serenità e mi basta vederlo sorridere per provare una gioia indescrivibile. Sì …
le cose tra noi potrebbero cambiare … anzi … sono sicura che cambieranno … >>
<< … Su questo non ho dubbi. >>
Sgranò gli occhi stupita di tanta sicurezza. Poi come se il pensiero fosse giunto in ritardo
il Nobile Fratello aggiunse :
<< Vi conoscete da quando eravate bambini, se posso darti un consiglio non correte,
fate con calma e imparate a conoscervi … diversamente. >>
Meditò a fondo su quelle parole, non sapeva cosa le avrebbe riservato il futuro, ma insieme
a Renji sarebbe stato più luminoso. Chiuse gli occhi per poi rivolgere a Byakuya un
sorriso sereno.
<< Grazie, Nii-san*. Grazie di cuore. >>

Il sole aveva superato il mezzodì quando raggiunsero il luogo dell'incontro. Kyoraku
aveva prenotato in un elegante ristorante nel Terzo Distretto. Dalla strada principale
svoltarono a destra superando un lungo pergolato circondato dall'edera. Un cameriere
li attendeva all'entrata. Accompagnati costeggiarono il lato ovest dell'edificio in stile
tradizionale, oltre gli eleganti shoji*, sui quali spiccavano una moltitudine di foglie blu su
sfondo bianco, si udivano le voci dei numerosi clienti unite al rumore di piatti e scodelle
portati via. L' Aoi Ha* era un locale lussuoso, specializzato in sushi e carni, circondato
come suggeriva il nome da un enorme giardino dove crescevano rigogliose piante dai fiori blu
e viola. Giunsero infine sotto un pergolato. Un glicine ne aveva preso possesso e i lunghi
grappoli di fiorellini scendevano abbondanti donando all'ambiente un piacevole profumo.
Una parte di essi era stata potata in corrispondenza del tavolo ove alcuni degli invitati
aveva già preso posto.
<< Ecco qui i fratelli Kuchiki >> annunciò Kyoraku sollevando il boccale di saké*.
<< Sei arrivato in orario … complimenti >> disse Byakuya non troppo stupito.
<< Veramente siamo arrivati giusto cinque minuti fa >> precisò Nanao al fianco del
Comandante << S'era nascosto bene questa volta. >>
<< Ah ! Accidenti Nanao-chan … ! Ci tenevo proprio a fare una bella figura ! >> protestò
l'interessato << Ma non rimanete lì in piedi, accomodatevi pure dove volete. >>
A parte il Comandante e Nanao, gli altri presenti erano Yoruichi, Soi-fon, Shinji, Momo,
Isane, Kiyone, Kenpachi, Ikkaku e Yumichika. Tutti indossavano abiti più o meno
eleganti, tranne Zaraki e i suoi vice che vestivano semplici kimono* scuri. Rukia salutò
tutti con un inchino, soffermandosi sulla propria Luogotenente seduta affianco alla
sorella, e prese posto vicino a Momo, mentre Byakuya andò a sistemarsi tra Kyoraku a
capotavola e Shinji. Momo era inginocchiata sul lato destro del tavolo, quello più vuoto,
indossava un fine yakuta* verde chiaro, l'obi* e i ricami a forma di foglie di ginkgo erano
invece arancioni. Una piccola molletta reggeva infine alcune ciocche di capelli.
Persa nei propri pensieri s'accorse di Rukia solo quando fu al suo fianco.
<< Ah … ! Ru-Rukia-chan … ! Scusa se non ti ho salutata … >>
<< Di nulla Momo tranquilla. >>
<< Uffi … ultimamente ho la testa fra le nuvole … scusami ancora … >>
<< A volte capita anche a me … comunque siamo quasi vestite uguali >> disse notando
i piccoli orecchini sferici.
L'altra arrossì vistosamente abbassando lo sguardo.
<< Ah ! Ho scelto questi abiti … per via di Toshi-chan … >>
Rukia la osservò stupita. Lei e il Capitano Hitsugaya si conoscevano fin da piccoli, il
ragazzo l'aveva protetta più volte e sorretta nei momenti più bui. Dopo il tradimento
di Aizen e nei mesi prima della Guerra, il Capitano della Decima s'era allenato duramente
per migliorare il proprio Bankai ; esso s'era manifestato nello scontro finale contro Gerard
elevandolo fisicamente e mentalmente. Persino adesso ricordava lo stupore provato
quando l'aveva riconosciuto … per Momo doveva essere stato ancora più scioccante.
<< Ti sei fatta bella … ne sarà felice. >>
<< S-sì … veramente me l'ha detto lui “ Vestiti bene, così mi verrà più voglia … ” >> s'interruppe,
il viso rosso come un peperone.
<< Uhm … cosa ? >> chiese avvicinandosi.
Momo esitò guardandosi attorno e accertatasi che nessuno ascoltasse, si porse vicino al suo
orecchio.
<< “ … di coccolarti. ” >>
Rukia arrossì cercando a fatica di non immaginarsi nulla di compromettente. Un goccio di
curiosità la spinse però a continuare il discorso.
<< Ah … quindi … avete fatto già il grande passo ? >> chiese in un sussurro impacciato.
<< N-no … ! No ! >> balbettò Momo al limite dello svenimento << C-certo … crescendo
Toshiro è diventato più intraprendente … ci siamo fidanzati … ma … come dire … né io
né lui vogliamo … accelerare troppo i tempi ecco ! >>
“ Uhm … più meno la stessa cosa che mi ha detto il Nii-san* ” si ritrovò a pensare.
<< M-mi pare giusto … in ogni caso congratulazioni Momo ... ! Sono felicissima per te. >>
<< Grazie mille. Oh … ecco Toshi-chan e Matsumoto ! >>
Si voltò. A pochi metri il Capitano della Decima Compagnia giungeva affiancato dalla
Luogotenente. Il “ Piccolo Genio ” adesso era alto sì e no quanto Ichigo, pure il viso e
il fisico lo ricordavano leggermente, a esclusione degli incomparabili capelli bianchi come
la neve e delle iridi verdi che splendevano taglienti e sicure. Indossava un semplice
kimono* blu, ma di ottima fattura, Matsumoto uno yukata* rosa ornato di obi* giallo
acceso, la cui l'ampia scollatura lasciava intravvedere il seno prosperoso.
<< Aveva detto “ al bando le formalità ” Comandante, e ora vi ritrovo a capo tavola. Dovrei
scrivere una lettera di protesta … ! >> disse Toshiro allargando le braccia.
Ci fu una risata generale che Shunsui bloccò schiarendosi la voce.
<< Allora mi metterò al centro, così eviterò di vedere le vostre facce antipatiche. Oh … !
Ci sono pure Abarai e Kuna. >>
Rukia sgranò gli occhi appena udì i nomi e la sorpresa si fece ancora più forte quando
lui e Mashiro comparirono a fianco agli altri due. Renji vestiva uno yukata* a metà tra il
marrone e il rosso dal quale s'intravedeva il petto tatuato, ma la sua attenzione, come
quella di molti altri, ricadde sui capelli sciolti. La probabilità di vedere l'ex-Luogotenente
con la chioma al vento era la stessa di sentire Kurotsuchi complimentarsi con Urahara.
I capelli, simili a fiamme, ricadevano dietro le ampie spalle e in parte ai lati del viso.
“ Accidenti com'è bello … ”
<< Non siamo troppo in ritardo spero >> disse il ragazzo rivolto a Kyoraku.
<< No assolutamente … ora ci siamo tutti. Urahara e Kurotsuchi hanno dato forfait quindi
come ogni banchetto che si rispetti possiamo cominciare ad abbuffarci ! >>
Il pranzo durò all'incirca tre ore, vennero serviti squisiti piatti d'ogni forma e colore, tra
cui spiccarono uramaki* farciti con gambero in tempura, osomaki* con ventresca di tonno,
ramen con manzo e zaru soba* con alghe nori. L'ottimo cibo donò serenità e allegria, Rukia
aveva un motivo in più per rallegrarsi, visto che stava mangiando accanto all’amato Renji.
La lunga abbuffata si concluse con un dolce offerto dalla casa ( lei scelse mochi con ripieno
di anko* ) e un brindisi a base di sakè, dopo di che la tavolata si divise in piccoli gruppi
andando verso i tavolini allestiti ai lati del pergolato, divisi da siepi alte circa un metro e
mezzo. Rukia si sedette insieme a Momo, Kiyone e Isane. Poco dopo s’accorse che Renji
era rimasto indietro. Lo trovò in piedi vicino al grande tavolo intento a parlare con Mashiro
e Matsumoto. Discutevano a bassa voce e il viso di Rangiku diventava via via più grave,
ma passati circa cinque minuti le due lo salutarono e Rukia ne approfittò per andargli
incontro.
<< Tutto okay ? >> chiese notandone l'espressione pensierosa.
<< Sì … scusa se mi sono attardato. >>
<< Di nulla figurati. Piuttosto … Matsumoto mi sembrava preoccupata. >>
<< … Venendo in qua ci siamo incontrati … >> cominciò Renji non proprio entusiasta << …
tra una cosa e l'altra è venuto fuori il discorso di quello scemo d'Hisagi. Visto che l'argomento
si stava dilungando le ho promesso di riprenderlo con calma dopo pranzo. >>
<< … La situazione non è migliorata ? >> chiese Rukia sfiorandogli un braccio.
<< Stabile da due mesi a questa parte … quanto meno Rangiku è stata gentilissima : andrà
a trovarlo uno di questi giorni. Speriamo in bene. >>
<< … Forse un tocco femminile è quel che gli serve. >>
<< Tocco femminile non è esattamente l'aggettivo più adatto, quando si tratta di smuovere
gli altri Rangiku è piuttosto manesca ... me l'ha confessato una volta Toshiro … >> precisò
a bassa voce << … ma ora cosa dici se ci isoliamo un po' anche noi ? >>
<< Oh … ! Beh ecco … >>
<< TOSHI-CHAN ! >>
Entrambi si voltarono. La scena che si presentò era piuttosto divertente : la povera Momo,
le guance rossissime, si premeva la mano sul collo mentre con l'altra cercava d'allontanare
Hitsugaya che incombeva su di lei. Al loro fianco Kiyone e Isane assistevano allibite al
piccolo spettacolo.
<< Ed dai … ! Ti ho solo dato un bacino … >> protestò lui.
<< Toshi-chan … non sono cose da fare in pubblico … ! >> replicò la ragazza debolmente.
<< A voi ha dato fastidio ? >> chiese rivolto alle sorelle Isane che risposero con un
sbrigativo cenno di no << E a te Renji ? >>
<< Per così poco ? >> gli fece eco lui.
<< No-non sono agitata per voi … ma per … >> cominciò Momo a capo chino.
Una siepe si mosse e Shinji s'elevò in tutta la sua altezza.
<< L'hai fatto di nuovo dannato Hitsugaya ! >> sbraitò agitando lo sakazuki*.
<< Quanto rompi Hirako … >> disse l'interessato senza degnarlo di uno sguardo << …
manco avessi fatto chissà cosa. E come ti ho già detto, smettila d'impicciarti. >>
<< Smetterò d'impicciarmi quando tu smetterai d'importunare la mia Luogotenente ! >>
<< Che è la mia fidanzata se non l'avessi ancora capito … ah puzzi d'alcol sai ? >>
<< Io ho tutto diritto di … di difenderla ...! Essendo il suo Capitano ! >>
<< Ah … ora non la finiranno più … >> sospirò Momo come se quelle scene le fossero fin
troppo famigliari.
“ In effetti aveva ragione, Toshiro è diventato molto intraprendente. ”
Assorbita com'era dalla scena non s'accorse dell'improvvisa vicinanza di Renji.
<< Direi di lasciarli alle loro questioni … vieni … >> sussurrò prendendola per mano.
L'inaspettato contatto fu come il più potente degli incantesimi : Rukia non reagì
ritrovandosi a camminare dietro di lui. Passeggiando nel magnifico giardino si rese conto
di quanto la sua mano fosse grande, calda … incredibilmente protettiva. La strinse e
un piacevole tepore l'avvolse. Guardò in alto, lui era lì, coi suoi passi decisi e la schiena
pronta a proteggerla da ogni pericolo. All'improvviso Renji si voltò e sorridendo le chiese :
<< Va bene se ci sediamo qui ? >>
La voce giunse melodiosa, leggera.
<< Sì … va benissimo >> rispose ricambiando il sorriso.
Seduti sull'erba soffice parlarono un poco, ma non ci volle molto prima che, quasi
senza accorgersene, si ritrovassero distesi sull'erba abbracciati l'uno all'altra.
“ Sta succedendo così in fretta ... forse sono stata rapita … ” pensò nel silenzio mentre
s'infossava nel petto tatuato “ … forse mi trovo in un sogno … in un bellissimo sogno. ”
Invece era lì, tra a quelle braccia a lungo desiderate. Nella vicinanza e nella pace poté
percepirne l'odore della pelle, il calore del corpo, la potenza e la sensualità dei muscoli
sotto il kimono*, alzando lo sguardo vide i capelli ricadere sui fili d'erba, simili a lingue
di fuoco. Lui la guardava dolcemente, gli occhi semichiusi.
“ Questo non è un sogno … ma la più meravigliosa delle realtà. Ora … ora … ”
<< … sono felice Renji. >>
Di risposta lui la strinse ancora più forte. Rukia chiuse gli occhi lasciandosi cullare … pian
piano ogni pensiero scomparve e rimasero solo loro due dentro un piccolo mondo verde
e azzurro. Fu la loro dichiarazione, non occorreva altro ; ogni parola, ogni motivazione
erano racchiuse in quel bellissimo abbraccio.
“ Solo quando si è in pace con se stessi ... si riescono a vedere i sentimenti celati nel
profondo del cuore. ”
Stava per dirlo quando s'accorse che Renji s'era addormentato. Ne osservò il viso e un senso
di felicità la invase. In breve cadde in un sonno sereno, stretta stretta all'uomo che amava.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Se avesse dovuto fare un paragone si sentiva come un eroe delle antiche leggende;
un comune mortale che oppresso dalle fatiche del mondo si smarrisce nel bosco
trovando conforto nell'apparizione di una dea. Camminava tra gli alberi vestito d'un
semplice kimono* blu, e un po' più avanti stava Yoruichi, elegante e bellissima, il corpo
racchiuso in un attillato e provocante abito nero.
L'inizio dell'estate era stato più tiepido del solito e intorno a loro si stagliava un bosco
fitto e lussureggiante, non dissimile da quelli di fiabe o leggende ; faggi, querce e qualche
più raro acero donavano al sentiero una fresca ombra, oltre le fronde i raggi del sole
filtravano simili a sciabole luminose nell'oscurità, creando un bellissimo gioco di luci,
lontano s'udiva il canto degli uccelli. Askin osservava il paesaggio con serenità e lieto
stupore, ma troppo spesso lo sguardo si posava sulla Dea, che proprio in quel momento
stava concludendo il suo discorso.
<< … per riassumere … quando scrivi devi immaginarti fisicamente la parola. >>
Era la quarta volta che si vedevano e Askin stava iniziando ad apprezzarne aspetti più
nascosti e sottili ; Yoruichi sapeva essere divertente, curiosa come un gatto, acuta nelle
osservazioni, veloce nelle risposte.
<< Questo l'ho capito, ma vedi l'alfabeto occidentale è completamente diverso, si basa sulla
fonetica della parole. Nella maggioranza dei casi i suoni corrispondono a una determinata
lettera e in altri cambiano un pochino ; ad esempio in geschenk, regalo, la k è muta. >>
<< Uhm … in ogni caso te la cavi già bene, alcune parole ti posso assicurare, sono difficili
da scrivere anche per un madrelingua. Quindi per aiutarti … >> annunciò Yoruichi
rovistando dentro la sacca che portava a tracolla << … ti ho preso questo ! >>
Si ritrovò sotto il naso un libro spesso e dalla copertina bianca.
<< Parole difficili come scriverle ... >> lesse prendendolo in mano << … vediamo … c'è
la traduzione occidentale, in kanji … con le relative varianti in base al contesto … >>
<< Il … ringraziamento per i biscotti … ! >> precisò lei distogliendo lo sguardo.
<< Grazie mille ! Mi sarà davvero utile … ! Appena riesco compro una libreria e questo
sarà il suo primo libro ! Però meglio se lo rimetti in borsa, fuori rischiamo di rovinarlo. >>
<< … Sono felice ti piaccia ! >>
<< D'ora in avanti riceverai lettere più ordinate. Ma dimmi … sei andata a “ prenderlo ”
nel Mondo Terreno ? >>
<< Beh ovviamente sì. >>
<< Uhm … non l'avrai per caso rubato ? >> chiese ironico incrociando le braccia << È
molto comune tra voi Shinigami, “ prendere in prestito ” le cose utili. >>
<< Invece no ... ! L'ho comprato in una libreria a Tokyo >> ribatté quasi soddisfatta.
<< Whaoh ... complimenti allora ! E … cos'altro tieni in questa borsa bella piena ? >> chiese
facendo un passo in avanti.
Yoruichi strinse le maniglie e indietreggiò, un lieve imbarazzo solcava gli occhi ambrati.
Una reazione che trovò incredibilmente dolce.
<< Ho portato qualcosa da mangiare ... panini, qualche dolcetto e … del the freddo … >>
<< Oh … hai fatto benissimo. Ci voleva proprio uno spuntino. >>
La Dea Lampo si volse e prese a guardare avanti studiando il terreno.
<< S-se risaliamo quel ruscello arriveremo a una spiaggetta. Potremmo fermarci lì … >>
Al tono impacciato Askin non poté non provare un senso di tenerezza.
<< Mi pare un'ottima idea ... >>
Seguirono il corso d'acqua per un centinaio di metri arrivando infine alla meta. In mezzo a
una rientranza del terreno, sotto i rami di un'enorme acero, trovava posto una spiaggetta
tipica delle acque dolci, formata da sabbia spessa e grigia. Alla base dell'albero alcune
grosse pietre ricoperte di muschio e ciuffetti d'erba creavano un perfetto tavolo da pic-nic.
Seduto tra le spesse e nodose radici Askin ebbe modo d'assaggiare i panini preparati da
Yoruichi. Pur non sapendo come se la cavasse in cucina, gli spuntini si rivelarono
particolarmente gustosi e il the verde dissetante.
<< Tu invece cosa bevi ? >> chiese notando il suo thermos da cui spuntava una cannuccia.
<< Latte fresco … ! >> rispose la Dea dopo aver mandato giù l'ennesimo sorso.
<< In effetti era fin troppo … scon … tato … >>
L'attenzione era stata catturata da un baffo di latte. Un baffo di latte poco sopra la bocca.
Le labbra di Yoruichi … non avrebbe pensato di poterle trovare così invitanti.
<< Uhm ? Cosa c'è ? >> chiese lei scrutandolo confusa.
<< T-ti rimasto un po' di latte … sul labbro. >>
<< Oh … ! Qui ? >>
<< N-no … dall'altro lato. >>
<< Qui ? >>
<< In alto. >>
<< Uffa … ci vorrebbe uno specchio in questi casi. >>
<< Aspetta … >>
Il tempo parve fermarsi mentre accarezzava quella pelle morbida. Piano, forse troppo
piano, tolse col pollice l'intrusa macchia.
<< … ecco … a posto ora. >>
Yoruichi s'era fatta più vicina, non capì se fosse stato lui o lei ad avvicinarsi. Dall'alto
osservò il rossore farsi largo nel viso, una sottile agitazione solcava gli occhi, sentì la pelle
diventar calda ...
<< A-Askin ! >>
Quella nota agitata lo fece rinsanire e abbassando il capo ritirò le dita.
<< Scu … scusami … ! >>
“ Forse ho esagerato … ma cosa posso farci ? È così carina … ”
Senza preavviso un'immagine riaffiorò nella mente, sfumata e violenta al tempo stesso ;
il viso di una ragazza, i cui capelli mossi dal vento si stagliavano nell'azzurro del cielo.
Fu come se una spina gli si fosse conficcata nel petto. Quello … era il frammento di un
passato sepolto che tale sarebbe dovuto rimanere.
<< Ah … ! Ho bisogno di rinfrescarmi un pochino … ! >>
La voce della Dea lo catturò. La seguì con lo sguardo mentre s'alzava e con passo veloce
camminava verso il ruscello. I piedi, lasciati liberi dagli alti stivali, non producevano alcun
rumore sopra la ghiaia e solo l'incresparsi dell'acqua provocò un leggero e piacevole suono.
- Askin … ! Non vieni a bagnarti ? -
Allora la udì chiaramente, una voce risuonare limpida e melodiosa come il miele. Così
tutto riapparve, nella più bella e dolorosa delle magie ; una spiaggia di sottile sabbia bianca,
il vento dall'odore di sale, l'eco dei gabbiani sopra il mare calmo e piatto. Poi c'era lei,
nel suo abito celeste, il capello di paglia tenuto stretto sulla testa, i capelli color grano
scivolavano lungo la schiena perdendosi nell'azzurro come fili d'oro, il viso incantevole,
gli occhi blu come zaffiri.
- Non vieni ? Oh … ma così mi sento sola sola … Ah ! No aspetta ! Mettimi giù ! … Ohh … ! Il
capello … è volato via ! -

<< Askin … ! Askin ! >>
Qualcosa lo scosse e in un lampo, così com'era apparsa, la magia scomparve.
Si ritrovò seduto contro l'albero, il respiro leggermente affannato. Sgranò gli occhi mentre
il mondo riacquistava nitidezza. Yoruichi era inginocchiata davanti a lui, le mani strette
intorno alle sue spalle.
<< Ehi … tutto bene ?!? >> chiese, visibilmente preoccupata.
<< Ah … Yoruichi … >>
<< Sì sono io, per tutti gli Hollow ! Per poco non mi facevi prendere un colpo ! >>
<< … Perché ? >>
<< Come perché ?!? Ti stavo parlando e poi ti ritrovo a fissare il vuoto come un pesce
lesso ! Si può sapere cos'hai oggi ? Sei … strano. >>
A nulla valse la dolce nota finale ; un'irrefrenabile stanchezza lo invase da capo a piedi,
una stanchezza fin troppo conosciuta e a lungo creduta dimenticata.
<< Ah … perdonami … non mi sto comportando affatto bene … ora se vuoi scusarmi
ancora, ho bisogno di riposare. >>
Si girò sdraiandosi sopra l'enorme telo. Poi chiuse gli occhi.
Alle sue spalle Yoruichi non disse più nulla e in breve cadde in un sonno profondo.
Ben presto esso si trasformò in un incubo. Ricordi a lungo sopiti riaffiorarono ; momenti
appartenenti a una vita terrena vennero a galla, come voci nell'oscurità.

<< É davvero una vergogna … una linea di sangue puro spezzata in questo modo ! >>
<< Colpa di una comune borghesotta ho sentito dire. Askin è un'eccellente tiratore,
il migliore che abbia visto da venticinque anni a questa parte. Peccato averlo perso ... >>
<< Ah ! Per le questioni serie gli è sempre mancata la voglia, suo padre avrà un motivo in
più per essere infuriato questa volta ! >>

<< Ho sentito che tra poco tu e ****** vi sposerete, congratulazioni Askin ! >>

<< Dicono che ormai la guerra sia inevitabile … >>

<< Lei dunque è il Signor Nakk Le Vaar, il noto genio della chimica. >>
<< … A cosa devo questa convocazione … Signor Generale ? >>
<< Odia i convenevoli ... mi fa piacere, anch'io li ho sempre trovati insopportabili. Come
saprà le notizie dal fronte non sono delle migliori : l'esercito della ******* sta riconquistando
territori, dove molti dei nostri valorosi soldati hanno versato il proprio sangue. E qui
veniamo al motivo della mia visita … io e le alte cariche crediamo che le vostre conoscenze
si riveleranno cruciali per dare finalmente una svolta al conflitto. >>
<< … Cosa volete ? >>
<< Una nuova arma … il più letale possibile. >>

<< Ehi …! Non fare quella faccina triste. >>
<< Domani parti … come posso gioirne ? >>
<< Ti ricordi la nostra promessa ? … Sorridere sempre … qualsiasi cosa accada ? >>
<< Lo so … però ora ... abbracciami … ! Abbracciami ti prego … ! >>
<< … Ti amo ******. >>
<< … Ti amo Askin. >>

Poi il buio prese forma : nell'oscurità lampi di luce scoppiarono accompagnati da tremendi boati.
All'improvviso tutto cessò e le voci tornarono.

<< Askin ! Sei tornato ! >>
<< La lettera ! Non hai letto la lettera ?!? La casa … la casa è bruciata due giorni fa !!! ******…
****** è … ! >>

<< Non ci sono dubbi … sono stati gli Dei della Morte. >>
<< … Come fai ad esserne certo ? >>
<< Sono azioni rare, ma se necessario non si fanno scrupoli a uccidere i vivi. >>
<< … Lei non era una Quincy. >>
<< L'azione era diretta a te, figlio mio. Dobbiamo vendicarci il prima possibile. >>
<< Avevo messo sigilli ovunque, nessun Hollow o Dio della Morte si sarebbe potuto avvicinare. >>
<< Ma l'hanno trovata …! É giunto il momento d'impugnare nuovamente l'arco ! >>
<< … Ti ringrazio, ma la vendetta non fa per me ... >>
<< Persino adesso rifiuti le tue origini ?!? La tua mancanza di rispetto mi disgusta !
La tua inerzia non ha fatto altro che gettare fango sul Casato ! Invece di salvarti avrei
dovuto lasciarti a marcire in quella latrina … ! >>
<< Hai ragione … è davvero curioso ... l'amorevole padre salva il figliol prodigo nel
momento più disperato … un po' troppo curioso … >>
<< Askin … cosa diamine stai insinuando ?>>
<< Soltanto … che non bisogna credere troppo alle coincidenze. Padre. >>
<< Cosa stai facendo ?!? Posa l'arco ... TI ORDINO DI POSARLO ! >>

Poi l'oscurità cedette il posto alla luce. Tutto divenne bianco e puro come la neve.

<< Ehi ! Quello non è il novellino appena promosso ? >>
<< Già ! Askin Nakk Le Vaar, The Deathdealing, Dose Letale. >>
<< Come mai questo nome ? >>
<< Ho sentito Jugram l'altra volta … quando Sua Maestà l'ha trovato morente, aveva ingerito
una ventina di veleni ... >>
<< Oh … beh almeno sappiamo da cosa deriva il suo potere ! >>

<< Se non sbaglio tu sei Askin … ! >>
<< E tu signorina devi essere una delle nuove arrivate … Bambietta Basterbine se non erro. >>
<< Esattamente, ma chiami Bambi, odio il mio nome completo, suona così da mocciosa ! >>
<< Va bene … Bambi. Cosa ti porta qui da me ? >>
<< Semplice curiosità … è un po' che ti osservo … te ne stai sempre in disparte. >>
<< Non amo le folle mettiamola così. Comunque mi fa piacere sentire che una così bella
signorina mi abbia studiato a lungo. Motivo di tale interesse, se posso essere indiscreto ? >>
<< Oh ... ! Preferirei ... parlarne nei miei alloggi se non ti dispiace. >>
<< Ehi … so cosa fate alle povere reclute ... tu, Candice e Meninas. Da questo punto di
vista siete delle donne orribili … però non è che, divorata dalla curiosità, stai puntato a
una preda troppo grossa ? Perché vedi … io non sono come quegli aitanti e innocenti
ragazzini che adori far esplodere, Dolce Bambi. >>
<< L-lo so ! Per questo ho aspettato prima di … di farmi avanti … ! >>
<< Allora andremo “ d'amore e d'accordo ”. Sai esistono molte “ dosi letali ” … e di me
fidati non riuscirai a farne a meno. >>

<< Senti … posso chiederti una cosa ? >>
<< Dimmi Bazz … >>
<< È una semplice curiosità … continui ancora a farti Bambi ? >>
<< … A volte. >>
<< … Quindi … insomma non provi nulla ? >>
<< Uhm … una donna che ricerca il puro piacere carnale non può aspettarsi di ricevere altro.
Inoltre dalla lussuria difficilmente nasce qualcosa. Ma perché me lo chiedi ? Non mi dirai che … >>
<< No figurati ! Ripeto era semplice curiosità. Non ci terrei proprio a finire tra le sue grinfie, ne tra
quelle delle altre quattro scatenate ! >>
<< Ah ! Ah ! In effetti non hai tutti i torti !>>
<< Soprattutto Lilotto … dicono sia la più terribile. >>
<< … Sai Bazz … nella mia vita ho conosciuto molte persone … e molte di queste si sono rivelate
ipocrite fino alla nausea. Sono contento d'aver incontrato uno come te. >>
<< Ah ! Ora ricominci a fare il filosofo … ! Comunque ... lo stesso vale per me. >>

<< Sei in ritardo. >>
<< Perdonami Jugram … il giro d'esplorazione è stato più lungo del solito. >>
<< Sei andato di nuovo lì vero ? >>
<< … Ci sono problemi forse ? >>
<< Il compito d'ogni Sternritten è studiare tutti gli Shinigami. Ho notato che … nell'ultimo
periodo ti stai concentrando troppo su Yoruichi Shihoin. >>
<< … Si tratta di un elemento pericoloso, ci sarà sicuramente d'intralcio durante l'invasione. >>
<< Di questo non dubito … almeno hai notato qualcosa d'interessante ? >>
<< È una donna forte … e preferisce le tecniche corpo a corpo alla zanpakuto. >>
<< Bene, voglio un rapporto dettagliato domani mattina. >>
<< Ai suoi ordini, Futuro Imperatore. >>

<< Sternritter D, Askin Nakk Le Vaar, d'ora in avanti entrerai a far parte della Schutzstaffel. >>
<< Vi ringrazio. Sarà un onore per me servirvi ancora più fedelmente ... Vostra Maestà. >>
<< Mi raccomando … non scordare il potere finale della Vollstandig Hasshein. Anche
se considerata la tua particolarità, dubito che ritornare in vita da semplice anima possa
essere considerato un dono. >>
<< … Un dono di Sua Maestà, rimane tale fino alla fine. >>

<< Oh … ma guarda un po' … respira ancora … Grimmjow gli ha strappato il cuore eppure è
ancora vivo. Meglio ricucirglielo… sarebbe un vero problema se morisse Yoruichi cara …
devo fargli alcune domande … così avremo una possibilità di vincere questa guerra … >>

Dopo un tempo indefinito riuscì a vedere il proprio corpo, ma le tenebre erano tornate e
nessun rumore osò penetrarle. Nello stupore un dolore lo colpì, trapassandolo da parte a parte.
Guardò in basso. A terra il cuore pulsava mentre il sangue usciva a frotte dal buco nel petto.
Immagini cominciarono a turbinargli davanti agli occhi, confuse e terribili. Cercò di resistere, di
cacciarle via, ma fu inutile. Sconfitto s'accasciò. Una melma nera cominciò a ricoprirlo,
strisciando viscida sopra il suo corpo. Poi urlò.

<< Askin … >>


<< Askin svegliati ! >>
In un sussulto il mondo riacquistò luce. Non seppe per quanto rimase immobile senza che
alcun pensiero attraversasse la mente, udendo soltanto il cuore martellargli nel petto.
I secondi sembrarono dilatarsi e dopo quella che parve un'eternità una voce lo richiamò,
dolce e inquieta. Abbassò il capo. Yoruichi era lì, sdraiata poco più in basso. Ora ne
avvertiva il respiro irregolare sfiorargli la pelle in mezzo alle pieghe del kimono, e vedendo
le iridi specchiarsi dentro le sue dimenticò ogni turbamento.
<< Ah … ancora una volta mi hai salvato … Piccola Dea. >>
Ma fu un attimo fugace. Il dolore lo stritolò e a quel punto non riuscì a trattenersi.
L’abbracciò, in una disperata ricerca di calore e pace.

Non appena si ritrovò in quell'assurda posizione non ebbe dubbi : quello sarebbe stato
uno dei giorni più imbarazzanti della sua vita. Le braccia di Askin premevano lungo la
schiena bloccandola contro il petto dell’uomo. Provò a liberarsi, solo per rendersi conto
di quanto l'imbarazzo le impedisse la ben che minima reazione.
Come si dice “la curiosità uccide il gatto”. Tutto era cominciato una decina di minuti prima,
quando ancora un po' scossa aveva continuato a riflettere sull'inusuale comportamento
dell'altro. L'aveva osservato a lungo addormentato al suo fianco, notando pian piano
alcuni piccoli dettagli : i capelli, specie quelli alla base del collo, erano cresciuti ancora,
il tronco era stretto, le spalle larghe e solide. Nel silenzio più assoluto s'era sporta di lato e
sì ... aveva dovuto ammetterlo ; a esclusione degli zigomi leggermente pronunciati Askin
non era affatto male.
Era arrossita ma, scossa la testa, la curiosità l'aveva sopraffatta. Silenziosa come un'ombra
si era sdraiata a circa un metro di distanza. I minuti erano passati, lenti e quieti, scanditi
dal respiro regolare dell'uomo, dal torace che s'alzava e abbassava. Poi senza preavviso
Askin aveva iniziato a muoversi nel sonno, scatti nervosi in preda a un incubo, e lei colta
dall'agitazione l'aveva svegliato.
Ma nemmeno nelle peggiori previsioni avrebbe immaginato di ritrovarsi fra le sue braccia.
“ Accidenti … questo non-non va bene … non va affatto bene ! ” pensò nervosa ”Aspetta
… anch'io che mi vado a mettere proprio lì … me la sono cercata !... Ah …! Ah …! ”
<< Yoruichi … >>
La chiamò e mai la sua voce fu più delicata, calda, bisognosa d'aiuto, macchiata da un
pizzico di sensualità. Sentì le guance avvampare e per un nanosecondo ringraziò d'esser
infossata nel petto, invisibile alla sua vista. L'attimo successivo un brivido la scosse, perché
Askin s'era spostato seppellendo la testa nell'incavo della spalla sinistra ; poteva percepirne
il respiro irregolare sopra la pelle e le labbra vicinissime dallo sfiorarle il collo nudo.
Nel breve silenzio riuscì soltanto a socchiudere gli occhi, cercando d'ignorare lo strano
tepore che pian piano le invadeva il corpo.
<< Ehi Piccola Dea … non mi riempi di pugni ? >>
Sì, forse avrebbe dovuto farlo e liberarsi da un contatto indesiderato e sbagliato. Finora
aveva permesso a un solo uomo di abbracciarla ... Kisuke però non aveva mai avuto
bisogno di consolazioni. Bastò questa piccola riflessione per accantonare tutto, ogni
buonsenso, ogni razionalità, ogni coscienza che suggeriva di ribellarsi. Fantasmi dal
passato erano venuti alla luce e se Askin voleva sconfiggerli allora gli occorreva quella
vicinanza e soprattutto doveva parlare, in modo da rasserenare l'animo turbato.
<< … Cos'hai sognato ? >>
Lui rimase zitto tanto che pensò non avesse sentito. Stava per riformulare la domanda
quando un sussurro giunse, macchiato tristezza.
<< Parecchie volte io … ho invidiato le anime che giungevano nella Soul Society. >>
<< Da-davvero ? Come mai ? >>
<< Perché … >>
S'interruppe scostandosi un poco e la Dea rimase incantata ; gli occhi viola avevano
assunto una tonalità più scura, macchie di luce filtravano dall'alto illuminando la pelle
chiara in alcuni punti del viso e del collo, ciocche di capelli ricadevano scomposte sulla
fronte. Confusa, si ricompose in fretta. Fortunatamente Askin non se ne accorse perché
continuò il discorso, lo sguardo puntato sul terreno.
<< … perché una volta giunti qui … ogni memoria della vita terrena scompare. >>
<< Cu-curioso … avrei detto il contrario. Insomma se fossi nata nel Mondo Terreno sarei
stata felice di ricordare le persone care e i bei momenti passati con loro. >>
<< … Dipende da come finisce … perché io … >>
Ricordò il discorso avvenuto quella sera poco prima dei fuochi d'artificio.
Un'esistenza macchiata dal sangue e dalla guerra , queste erano state le esatte parole.
“ Forse ho sbagliato … devo star più attenta … dev-”
<< … morì suicida. >>
La conclusione arrivò, potente e improvvisa.
Il cuore mancò d'un battito. Turbata e incapace di replicare, distolse lo sguardo.
<< “ Morì ” la prima volta a trentadue anni, avvelenando il mio corpo >> continuò Askin,
e dopo un'interminabile pausa riprese a raccontare << … l'inizio nell'Impero Invisibile
fu difficile. Sognavo spesso … ricordi belli, felici e spensierati, fallimenti e dolori. Ma
quasi due secoli sono passati e ancora ne passeranno qui. In un tempo così dilatato
i ricordi si affievoliscono. Ho dimenticato molte cose, persino il nome di colei che amavo.
Quando essi riappaiono, come vedi spesso si tramutano in incubi. Per rilassarmi nel
Wandenreich andavo da Bambi e … >>
<< Ah ricordo ! La donna che nominasti quando combattemmo, giusto ? >> chiese riacquistando
un po' di sicurezza.
<< Esatto … ma lascia stare ... >> fece lui scuotendo il capo << … non è importante. >>
Stranamente, il sesto senso le suggerì di non approfondire il discorso.
<< Senti … io sono sicura … >>
Ma la frase morì in gola. Alla vista di quegli occhi lucidi, Yoruichi smarrì il pensiero o
forse ebbe paura, paura d'offenderlo o peggiorare una situazione già molto delicata.
<< Uhm … ? Di cosa sei sicura ? >> domandò sfiorandole la guancia.
Al contatto, proprio come il precedente, le guance divennero bollenti e un brivido
indescrivibile attraversò il suo corpo. Trattenne il respiro mentre il confuso vortice di
pensieri prese forma costringendo le parole a uscire di getto una dietro l'altra.
<< So-sono sicura c-che questa nuova vita ti riserverà momenti ancora più felici … e …
pian piano gli incubi scompariranno … per sempre … ! Devi solo aver fiducia ... ! >>
Nel silenzio che seguì temette d'aver sbagliato, che frasi dettate dall'imbarazzo suonassero
troppo scontate e superficiali. Miracolosamente un'espressione serena riapparve nel viso
di Askin : ogni ombra era sparita, il fardello che l'opprimeva dissolto.
<< E questo … lo potrei già aggiungere all'elenco ? >> chiese avvicinandosi ancora.
Deglutì e non osò alzare il capo. Il suo respiro era vicino, troppo vicino, appena sopra la
fronte. Imbarazzata guardò in basso, ma la situazione non migliorò, soprattutto se ti
ritrovi sdraiata e a mezzo centimetro dal petto di un uomo.
<< Cre … credo di sì ! >>
<< … Quando vuoi sai essere molto tenera. >> la canzonò allegro.
<< A -Ascolta io … ti ho aiutato … però non … no- >>
<< Non voglio sentire storie … questa volta ti meriti un forte abbraccio. >>
Senza aver tempo di reagire si ritrovò immobilizzata per la seconda volta.
<< …. Grazie Yoruichi. Prometto ... ti preparerò tanti … tanti biscotti. >>
Di nuovo un piacevole tepore la avvolse, lento.
“ Non gli stai concedendo troppo ? ” sussurrò la coscienza.
“ Lo so … però … ”
E mentre il pensiero prendeva forma, le dita presero a scorrere sul corpo di Askin. In un
misto d'incoscienza e curiosità risalì i fianchi, passò dietro alla schiena cingendo infine le
spalle. Percepì i muscoli sottili, ben delineati sotto il kimono*, infine chiuse gli occhi
lasciando che quella sensazione l'avvolgesse calma e soffice.
<< Ah … non vedo l'ora d'assaggiarli. >>
“ … non è male … una piccola fuga … solo una piccola fuga … ”
“ O forse … vorresti fosse Kisuke a stringerti così ? ”
Poi la coscienza tacque lasciando dietro di se un'immensa vergogna.

Tornando alla sua abitazione Askin si sentiva leggero come una piuma ; una vorticosa
felicità lo permeava da capo a piedi, la mente era serena, libera da qualsivoglia
preoccupazione o ansia. Il turbamento dovuto all'incubo s'era dissolto come la nebbia
spazzata via dal vento del mattino … merito di Yoruichi, che per la seconda volta aveva
scacciato l'oscurità dal suo cuore. Se all'inizio l'abbraccio era stato dettato dalla pura
necessità, un bisogno istintivo di calore e conforto, tutto era cambiato quando la Dea
l'aveva stretto a sua volta ; un tepore l'aveva avvolto, inaspettato e incredibilmente
piacevole. Se la immaginò ancora, raggomitolata contro al suo petto, il rossore del volto,
le reazioni impacciate ...
“ Non pensavo un semplice abbraccio potesse essere così miracoloso … spero solo non
abbia frainteso … anche se … era così carina … ! Ah … è proprio vero … le donne piccole
sono le più comode da abbracciare ! ”
Il sole s'avviava al tramonto, tinte arancioni e rosse solcavano il cielo simili a pastelli
quando giunse davanti alla porta d'ingresso. Il finale perfetto per una giornata perfetta.
Stava per entrare quando qualcosa lo bloccò. Durò un battito di ciglia ma l' avvertì ...
forte e chiaro : un'aura restia, carica di odio. Esitò, per dopo far scorrere lo shoji*.
Dritto davanti a lui, seduto su di una delle sedie attorno al tavolo, stava Kisuke,
pacato e sorridente, le mani poggiate sul manico della zanpakuto a forma di bastone.
<< Oh … finalmente sei tornato. Scusa se mi sono permesso d'entrare, ma vedendo non
arrivavi … >>
Rammentando la sgradevole sensazione di poco prima, Askin lo scrutò interrogativo e
guardingo.
<< Non preoccuparti … piuttosto, a cosa devo l'inaspettata visita ? >> chiese entrando
e chiudendo la porta.
<< Ero solo curioso di vedere come stavi, in fondo è da tanto che non ci vediamo … >>
<< Come se fossi preoccupato per me … >>
<< Perché dovrei mentire ? >> chiese il Capitano spalancando gli occhi << Intanto
complimenti, hai trasformato un semplice alloggio in una casetta confortevole. >>
“ Complimenti a te, sei riuscito a sviare la mia domanda in men che non dica … va bene
starò al gioco … per un po'. ”
<< Ci sono riuscito coi soldi risparmiati ... >> disse rivolgendogli un sorriso cordiale << … in
una casetta così confortevole risulterei maleducato a non offriti nulla ... >> continuò
andando ad accendere la luce dall'interruttore posto sul muro a destra << … dimmi …
gradisci qualcosa da bere ? >>
<< Volentieri … ! >>
<< Acqua ? Aranciata ? Coca-Cola ? Ho anche una bottiglia di vino bianco. >>
<< Nahh … il vino non mi ha mai entusiasmato più di tanto, vada per l'aranciata. >>
Nonostante l'apparente cordialità Askin continuò a rimanere vigile ; quando posò il regalo
di Yoruichi sopra una delle mensole, quando chiuse il frigo, quando verso il succo in due
bicchieri, quando si sedette porgendo la bevanda ...
<< Grazie ancora … >> disse Kisuke dopo il primo sorso << … sai ho parlato con Mayuri
mentre venivo qua. Stai progredendo in maniera eccelsa all'Istituto di Ricerca. Raggiungere
una tale posizione in così poco tempo … complimenti ancora. >>
<< … In un modo o nell'altro bisogna tirare avanti. Tu invece ? >>
<< Nulla di eccitante purtroppo : ho ripreso a fare il Capitano come ai vecchi tempi,
inoltre stavo pensando di … >>
Askin seguì poco o nulla del discorso, troppo concentrato sull'irritazione che irrefrenabile
cresceva in lui. Odiava le persone così, false, che usano costantemente giri di parole ... e
forse, a giudicare dalla perenne faccia da volpe, pure il biondo covava un sentimento del
genere nei suoi confronti.
“ Accidenti, perché non te ne vai ? ” si ritrovò a pensare “ Non intento rovinare una
giornata così bella ... ”
Quasi avesse fiutato il pensiero l'altro lo scrutò beffardo e con voce ironica chiese :
<< Ma tornando a te … cosa fai nel tempo libero ? >>
<< Passeggio. Ci sono boschi meravigliosi intorno al Seireitei. >>
<< Oh li conosco bene … oggi ci sei andato ? >>
<< Certo. Passeggiare fa bene al corpo. >>
<< Oh … non ho dubbi a riguardo. >>
In un breve e teso silenzio, l'espressione di Kisuke cambiò, un mutamento quasi
impercettibile ; negli occhi verdi balenò un lampo di rabbia, celato con abilità sotto
lo sguardo quieto. Askin avvertì un brivido gelido attraversargli la schiena e una paura,
istintiva e primordiale, lo scosse. Ma non volle arrendersi, prese coraggio, anche se questo
significava giocare col fuoco.
<< Hai qualche problema con le passeggiate ? Non vedo come ci sia qualcosa di ma- >>
Proprio in quel momento il Capitano mosse le dita. Allora il fuoco si manifestò tramutato
in sottili e invisibili fili che lo bloccarono in una morsa tremenda. Erano ovunque, intorno
al collo, al petto, al bacino, alle braccia, alle gambe … stranamente però la paura scomparve
cedendo il posto alla rabbia e all'ironia. Lo guardò e si lasciò sfuggire una risatina.
<< Sei davvero un fottuto bastardo lasciatelo dire. Prendersela coi più deboli … è da
stronzi aggiungerei. >>
<< … Alcune tecniche le posso mantenere anche dopo il Bankai, come questi fili … te li
ricordi vero ? >> domandò Kisuke muovendo l'indice.
La morse intorno alla gola si strinse leggermente.
<< C-certo … ! Come potrei dimenticarli … ! >>
<< Per attivarli come ben saprai mi sono ferito >> disse mostrando il leggero taglio sul
braccio sinistro << ho usato un coltello ma tranquillo, l'ho lavato e rimesso a posto. Uffi
… tornando a noi, mi stavi chiedendo se ci fosse qualcosa di male nel passeggiare … nulla
in effetti, l'aria pura fa bene ai polmoni, camminare tonifica le gambe ... il problema, mio
caro Askin, è con chi si va a passeggiare e tu sfortunatamente ... hai scelto un'affascinante
compagnia. >>
<< Interessante …e da cosa l'avresti intuito, Mr. So-Tutto-Io ? >>
Kisuke rimase in silenzio, poi s'alzo portandosi alla sua destra. Nonostante sorridesse Askin
ne percepì la totale assenza di bontà. Tale percezione trovò conferma non appena le dita
affusolate gli strinsero i capelli all'altezza della nuca e tirarono. Con un violento strattone le
vertebre si piegarono all'indietro. Nel dolore socchiuse gli occhi e quando li riaprì Kisuke
torreggiava su di lui, vicinissimo all'orecchio.
<< Prima mi hai definito uno stronzo bastardo … non è vero, semmai avresti dovuto
usare l'aggettivo previdente. Prima d'agire, infatti, ho voluto accertarmi di quanto era
giunto alle mie orecchie … e poi l'ho sentito … appena ti sei avvicinato … lo sento
chiaramente anche ora ... il profumo di Yoruichi. >>
A quelle parole ogni pensiero razionale abbandonò Askin. Cominciò a ridere osservando
l’altro uomo con un misto di frenesia e disprezzo. Tutta la situazione era … semplicemente
ai limiti del ridicolo ! Era assolutamente divertente !
<< Ah … Ah … Aaaah ! Gelosia ?!? Ma dai, non pensavo un sentimento simile potesse
toccarti. Urahara Kisuke, uno dei cinque potenziali bellici della Seireitei, geloso ?!? Ah !
Sembra una barzelletta ! >>
Qualcosa si mosse, veloce e improvviso. L'attimo dopo era a terra, contorto su un fianco,
la guancia segnata da un profondo livido, la bocca impastata di sangue. Contorse il collo
mentre un rivolo di scarlatto scendeva sul mento, in tempo per vedere il Capitano
inginocchiarsi dietro di lui, le mani conserte intorno al manico delle spada.
<< Non la definirei gelosia … >> continuò Kisuke con irritante calma << ... più previdenza come
ti ripeto. Io e Yoruichi ci conosciamo da quando eravamo bambini. L'ho vista crescere,
maturare in tutti i sensi ... l'ho vista elevarsi sopra ogni-altra-singola-donna della Soul
Society, al punto da essere soprannominata Dea. E ora per ironia della sorte … dopo mille
patimenti e sofferenze è comparso un verme … e un verme non può essere paragonato a
una divinità … capisci cosa voglio dire ? >>
Nonostante la minaccia, nonostante la tortura, Askin rise … rise di gusto e la risata
riecheggiò nell'aria, nervosa, macchiata da un pizzico di follia.
<< Ah … ah ! Ma quanto sei ridicolo ! Talmente ridicolo che potrei vomitare ! Di cosa hai
paura … che la baci ?!? Accarezzi il suo bel corpicino ?!? Che me la scopi ?!? Avanti
dimmelo !!! >>
Di risposta fili si mossero frenetici inchiodandolo completamente contro il pavimento.
Alcuni però continuarono il loro percorso, come lame calarono sulla schiena, penetrando
i vesti e la carne. Sgranò gli occhi … ma nell'ultimo briciolo di lucidità e orgoglio, strinse
i denti.
“ Non voglio darti … la soddisfazione di vedermi urlare … ”
I fili affondavano, il sangue cominciò a uscire iniziando a imbrattare il kimono. Kisuke lo
fissava in un'espressione indifferente, quasi annoiata. A un certo punto, quasi a voler
rendere il macabro gioco più interessante, iniziò a muovere i fili avanti e indietro su e giù.
La carne parve prendere fuoco, sangue s'aggiunse ad altro sangue e dopo un minuto di
quella sadica danza, Askin cedette. Stava per urlare quando Kisuke gli tappò la bocca e
senza smettere la torturarlo, s'avvicinò portandosi a pochi centimetri dal suo viso.
<< Yoruichi non ha colpe, è sempre stata volubile, curiosa come un gatto ... >> disse in
un sussurro che a stento calava la rabbia << … tu caro Askin, sei un lurido verme, e cosa
fanno i vermi ? Strisciano e vengono fatti a pezzi, proprio come te in questo momento.
Un verme non dovrebbe neanche posare lo sguardo su di lei. Sono stato chiaro ? >>
I fili interruppero l'orrendo lavoro e Kisuke tolse la mano in attesa di risposta. In un
silenzio sospeso, Askin fissò il suo carnefice e l'odio a lungo trattenuto esplose come un
mare in tempesta.
<< Fottiti … ti basta ... come risposta stronzo ? >>
Un pugno lo centrò dritto in faccia. Nel nuovo dolore, il sapore metallico del sangue si fece
più intenso. Annaspò in mezzo a una pozza scarlatta e melmosa, sputando resti di sangue
e saliva, gli occhi semichiusi, la vista annebbiata. Kisuke ormai era invisibile, lontano, a
mala pena ne percepì i passi allontanarsi.
<< Lascia che mi congratuli … pur perdendo i poteri ti è rimasta una sorprendente
resistenza fisica. In ogni caso, spero rifletterai sulle mie parole. >>
I fili si dissolsero mentre la presenza di Kisuke scomparve oltre la sagoma dell'ingresso.
L'improvvisa liberazione fu un sollievo indescrivibile, ma ridotto com'era poté soltanto
rimanere immobile. Pian piano la tensione lasciò posto alla stanchezza, una stanchezza
così densa da impedirgli di pensare. A lungo rimase accasciato su un fianco e lentamente,
cullata da respiri via via più lunghi, la mente riacquistò lucidità.
<< Yoruichi … come cazzo fa a piacerti un mostro simile ? >> ringhiò in un sussurrò
carico d'odio.
<< Oh ! Guarda guarda che bel laghetto rosso … ! Quasi quasi potrei farci un tuffo ! >>
Con uno sforzo immenso volse il capo in alto. Al limitare della porta Mayuri e Nemu lo
scrutavano con espressioni contrastanti : gli occhi gialli dello scienziato erano serrati in
uno sguardo divertito, quelli di lei solcati da un misto di preoccupazione e sgomento.
<< Mi sembrava d'averti avvertito … >> continuò lui entrando a grandi passi, le braccia
incrociate dietro alla schiena << … dovevi stare lontano da lei e questo è il triste epilogo
dovuto alla tua negligenza. Nahh … ! Urahara ci è andato giù pesante ! Nemu vieni a
curarlo per favore. >>
Come liberata da pesanti catene, la ragazza si precipitò su di lui. Lo trascinò via dalla
pozza di sangue e con estrema delicatezza sfilò la parte superiore del kimono ponendo
le dita appena sopra la schiena.
<< Tranquillo Askin-san, tra poco si sentirà meglio ... “ Fiorisci in mezzo alle acque
pure. Nel bianco dei tuoi petali troverò la pace.“
Incantesimo numero 32 … Iyashino hasu ! >>
Una luce comparve alle sue spalle. Intravide una ninfea luminosa all'altezza delle scapole,
dove i tagli erano più profondi, seguito da un piacevole senso di sollievo.
La guarigione avrebbe richiesto tempo, così ne approfittò per riportare l'attenzione su
Mayuri che nel mentre si era seduto.
<< Veramente … mi avevi messo in guardia dal Casato Shihoin. >>
<< Beh a quel tempo non avevo ben chiara la situazione … >> replicò lui bevendo l'aranciata
rimasta nel bicchiere di Kisuke << … ora dopo attente ricerche ho capito : a loro non
importa nulla di Yoruichi, cinquant'anni or sono designarono Yushiro a primo erede.
La considerazione della loro primogenita è pari a quella di bell'abito da esibire. Pure la
decisione di rimetterla a comando delle Unità Mobili Segrete è stata dettata più dal
desiderio di far bella figura, non so se comprendi. E poi sì, ho dimenticato Urahara,
ma in quel momento non potevo certo screditare un “ collega ” appena rieletto. In
fondo però ... tu conoscevi già i rischi, sbaglio ? E nonostante ciò sei andato avanti ... >>
<< Sì … >> rispose Askin dopo un silenzio riflessivo << … per anni ho osservato la Soul Society …
so quanto siano legati … e quante speranze ripone Yoruichi in lui. Ora che sono qui …ho
compreso quanto soffra a causa sua. >>
Mayuri sgranò gli occhi e una risata soffocata per poco non lo fece cadere dalla sedia.
<< Ah ! Ah ! … Dal tono con cui parli sembri quasi innamorato ! >>
Udendo tali parole un ricordo riaffiorò. Un ricordo piacevole, tranquillo, che nulla aveva a
che spartire con l'incubo del pomeriggio ; un viale alberato, alti palazzi i cui contorni ormai
erano sbiaditi nelle nebbie della memoria, un profumo di rose, una piccola figura che
passava al suo fianco … un libro a terra ...

- Ah … ! Mi scusi signorina … ! Le è caduto questo. -
- Oh ! Mi perdoni …! Come sono sbadata ! -


Una mano delicata, bianca come la neve, il viso più bello che avesse mai visto. Insieme a
lei avrebbe condiviso gioie e dolori di una breve vita terrena.
In un sospiro tornò al presente. Le ferite erano state quasi del tutto rimarginate
permettendogli di recuperare un po' di forze. Si mise a sedere, dietro Nemu non osò
interrompere l'incantesimo, e rivolse all'altro uno sguardo serio.
<< Innamorato non è un aggettivo da usare con leggerezza. Al momento … posso solo
ammettere di starci bene e … credo valga lo stesso per lei … >>
<< Interessante … quindi non intendi arrenderti ? >>
Conosceva già la risposta, la sapeva fin da quando Kisuke aveva stretto quei dannati fili
intorno a lui. In un sorriso deciso alzò un braccio puntandosi il pollice contro il petto.
<< Lo stronzo potrà ridurmi così altre mille volte, ma sta pur certo non mi fermerò ! >>
<< Oh … parole molto ardite … >> ammise lo scienziato alzandosi << … sarà affascinante
osservare l'evolversi della situazione. Buona fortuna. Scusami, ma adesso devo continuare
alcuni esperimenti. Nemu … appena hai finito raggiungimi. >>
<< Sì, Mayuri-san. >>
Non appena superò l'entrata il Capitano si fermò e senza voltarsi aggiunse.
<< Askin, mi aspetto grandi cose da te. Non smettere di sorprendermi ! >>
E detto questo s'avviò scomparendo alla vista.
Askin fissò la porta lasciata aperta chiedendosi quale fosse il significato dietro l'ultima
frase ; conoscendo Mayuri c'era da aspettarsi di tutto, ma in quel momento non era il primo
dei suoi pensieri. Nel frattempo Nemu aveva finito la cura, la schiena era completamente
a posto : le ferite cicatrizzate, le ossa riformate, nonostante questo, uno sporco e una
puzza nauseante permeavano il corpo.
All'improvviso qualcosa venne gettato sul pavimento. Si girò. Nemu si stava proprio
dando da fare, silenziosa, aveva preso un secchio e alcuni stracci da sotto il lavandino e
ora s'accingeva a lavare il pavimento.
<< Aspetta ti aiuto >> disse allungando un braccio.
<< Tranquillo Askin … ora pensa a riposarti >>
<< Sicura ? >>
<< Certamente … non c'è alcun problema. >>
<< Allora vado a lavarmi … >> s'alzò e continuando a fissarla aggiunse << … grazie. >>
In bagno fece una lunga e intensa doccia calda. L'acqua lavò via il sangue, ma anche l'odio
e la rabbia, adesso voleva solo ricordare le magnifiche emozioni di quella strana giornata.
Uscito si vestì e tornò nell'altra stanza. Il pavimento intorno al tavolo pareva luccicare,
nell'aria aleggiava una fragranza di pulito. La ragazza, china sul lavandino, era intenta a
risciacquare gli stracci sporchi.
<< Che profumino ! Sei stata veramente brava ! >> si complimentò avvicinandosi.
<< … Quand'ero piccola la maggior parte del tempo lo passavo pulendo i corridoi e le
attrezzature dell'Istituto. >>
<< Oh … non l'avrei mai detto, sai ? >>
<< Mayuri-san dice spesso che pure le attività banali possono rivelarsi utili in futuro. Lui ...
ha sempre cercato di farmi vivere più esperienze possibili. >>
<< … All'inizio non capivo bene quale rapporto vi legasse, ma … evidentemente tiene
molto a te, nonostante abbia un strano modo di manifestarlo. >>
<< Sì … io sono il più grande capolavoro di Mayuri-san. >> mormorò lei un pochino rossa.
<< Se è stato lui a dirtelo, di certo è il migliore dei complimenti. >>
<< No-non me l'ha detto direttamente … co-comunque come stai adesso ? >>
La domanda risvegliò in lui un'innaturale stanchezza, il ristoro trovato durante la doccia si
affievolì, le membra divennero pesanti e non desiderò altro che dormire. Volse lo sguardo
sul letto in fondo alla stanza, sul morbido materasso e sui cuscini vaporosi.
<< Abbastanza … ho solo bisogno di riposare una mezz'oretta … poi semmai … cucinerò
qualcosina per cena ... >>
Si sdraiò assaporando il fresco di quel piccolo rifugio. Stava per addormentarsi quando gli
tornò in mente una frase.
- Ma quanto sei ridicolo, talmente ridicolo che potrei vomitare ! Dimmi di cosa hai paura …
che la baci ? Accarezzi il suo bel corpicino ? Che me la scopi ?!? -

Rimase interdetto. Davvero … aveva detto una cosa simile ?
“ SÌ !!! ” urlò la coscienza sdegnata.
La vergogna gli invase il cuore. Poche volte s'era sentito così … così stupido, così idiota,
così incosciente … così egoista. Si raggomitolò rivolto verso il muro, come se fissare la
parete di legno potesse proteggerlo dal giudizio del mondo.
“ Perdonami Yoruichi … non lo pensavo veramente ... ero accecato dall'ira … perdonami
… perdonami … ”
Strinse uno dei due cuscini immaginandosi la piccola Dea infossata nel petto. Ripeté
quell'ultimo pensiero più e più volte, finché l'animo non si rasserenò e finalmente, cullato
da un dolce tepore, s'addormentò. Passata una mezz'ora Nemu lo chiamò. Non ottenendo
risposta, la giovane s'avvicinò e vide che dormiva profondamente.
Lo coprì col lenzuolo e silenziosa tornò da Mayuri.





Incantesimo 32 : *kido inventato da me, letteralmente significa Loto Guaritore.






Glossario

*anko : marmellata di fagioli azuki.
*Aoi ha : lett. Foglie blu.
*geschenk : regalo in tedesco.
*haori : soprabito indossato coi kimono
* kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*Nii-san : fratellone
*Onee-san : sorellona
*osomaki : sushi piccolini arrotolati con alga Nori sulla parte esterna.
*sakayuki : ciotola in cui viene servito il sake.
*shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.
*uramaki : roll con alga interna.
* yukata : kimono informale indossato nei periodi primaverili o estivi.
* zaru soba : piatto tipico estivo. Spaghetti di grano saraceno serviti con alghe nori arrostite
su fiamma, di solito si accompagna con un piatto di tempura o altri condimenti altrettanto
ricchi.






Tana oscura :

Finisce l'estate ed ecco a voi il nuovo capitolo :D questo si molto intenso e ricco ricco di novità e colpi di scena ! <3
Ma intanto un cordiale saluto alle mie adepte che mi seguono ( la Tana Oscura in effetti fa molto setta ) : Tammy1997, Hiraki_Sengoku e soumi25.
Ringrazio poi d4rkr4198 per aver aggiunto la storia tra le preferite.
E un saluto infine a tutti i miei silenziosi lettori <3

Finalmente Rukia e Renji si sono dichiarati ! Che bello ! E piccola confessione ; per delineare la parte finale mi sono ispirata a una vicenda personale. Col mio fidanzato ci siamo confessati proprio nel modo descritto ; un tenero abbraccio silenzioso. <3 <3 <3 <3

E finalmente ho presentato a spizzichi e bocconi, ma spero ugualmente potente, il passato del protagonista principale, di cui purtroppo Kubo non ha mostrato nulla …. quindi si, è tutta farina del mio sacco, sviluppata grazie ad alcune frasi dello stesso Askin ; in particolare mi sono ispirata ai Capitoli 656, 657, 662 e 666 ( a cui si riallaccia l'astio verso Kisuke e il discorso fatto con Yoruichi nel Capitolo 3 ).

Quando Nel avverte 4 reaitsu all'interno della Gift Ball (capitolo 666), io li ho attribuiti ad Kisuke, Grimmjow, Yoruichi e appunto Askin. Anche il modo in cui Askin ritorna in vita ( esplicato nel sogno ) è farina del mio sacco, ma comunque credibile e in linea col potere del personaggio.

Infine ... ecco un piccolo regalo ai miei lettori/recensori e seguaci silenziosi <3 ; ho creato la scheda basandomi sull'aspetto di Askin e aggiungendo dettagli come quelle dei personaggi nei primi volumi di Bleach.

ASKIN NAKK LE VAAR

1, 80 M
69 KG
Gruppo Sanguigno AB
Nato l'11 Dicembre ( Sagittario )

Gli piacciono il cioccolato fondente,
la marmellata di albicocche e
i romanzi di fantascienza.
Afferma che la Bellezza Femminile
non debba basarsi solo sull'aspetto
fisico.
Appena può schiaccia un pisolino.
Odia i posti rumorosi e i cibi troppo
amari.

Theme music : “ Beautiful Lie “ 30 Seconds To Mars


Insieme a questo piccolo dono debbo darvi una “ brutta ” notizia ; vista la lunghezza e intensità di questo capitolo, il prossimo aggiornamento sarà fra due mesi, così avrete tempo per leggere questo primo blocco.

Un saluto e ci vede a fine ottobre <3

Elgas

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Capitolo 5
*** C.5. Le Lucciole danzano sognando l'Amore ***


Capitolo 5 : Le Lucciole danzano sognando l'Amore



Nell'oscurità, sdraiata sul soffice futon*, avvertì qualcosa accarezzarle la schiena. Non si girò,
continuando ad assaporare quel calore che lentamente solleticava la pelle, un calore mai provato
prima, elettrizzante e sensuale. Mani sconosciute la stavano toccando … eppure non fu il panico
a sopraffarla, ma il desiderio di gustarlo maggiormente. Il tocco scese raggiungendo il fondo-schiena
e il calore divenne forte, erotico, irrefrenabile. Ansimò sollevando il bacino allorché le mani ne
approfittarono ; vogliose scivolarono in mezzo alle gambe provocandole una scossa di piacere.
Persa in un calore lascivo incurvò la schiena all'indietro, nello stesso momento una voce sussurrò
eccitata al suo orecchio.
<< Allora ti piace, Piccola Dea ? >>
Yoruichi sgranò gli occhi e …

… si svegliò.

Ansimante e sudata, avvertiva il cuore martellarle nel petto in preda alla confusione,
le tempie pulsare mentre, agitata, cercava di cancellare quel sogno. A lungo fissò il soffitto,
appena visibile nella prima luce del mattino, ma fu inutile. Completamente inutile.
Tutto era cominciato una quindicina di giorni prima ; l'idiota l'aveva abbracciata e da
allora erano cominciati i problemi. Lui si comportava bene, anzi benissimo, come se nulla
fosse successo. La colpa era solo sua … a volte guardandolo veniva colta dall'imbarazzo,
ma perché darci peso ? Era normale, in pochi l'avevano stretta così … bastava pazientare e
nel giro di … qualche settimana ogni cosa sarebbe tornata a posto.
O almeno così aveva sperato fino a due minuti prima.
Nella vergogna si raggomitolò , la testa infossata nel cuscino.
<< Non posso … crederci … >> bisbigliò nel buio << … non … posso aver sognato … ah …
è più grave di quanto pensassi … >>
Rimettendo in ordine i pezzi, i problemi erano i seguenti :
1) Sogno a evidente sfondo erotico
2) Askin
Che uniti facevano un gran bel casino. Fortunatamente in casi così gravi aveva sempre
una soluzione, o per meglio dire LA soluzione.



Era una mattina come tante nella Residenza Shiba e Kukaku stava riparando alcune tegole cadute
a causa del temporale avvenuto la sera prima.
<< Quello scemo di Ganju … sempre in giro con quel branco di idioti ! Manco una volta che si
rendesse utile ! >> borbottò tra sé finendo di sistemare l'ultimo chiodo.
Il sole brillava e il cielo era limpido come solo l'estate sa donare, a ovest però si stava rabbuiando,
cupi nubi minacciavano un'altra tempesta trasportate da un vento umido.
<< Speriamo di finire in tempo … ah … se solo lo zio fosse qui … >>
Lo zio Isshin ... le era stato vicino dopo la morte di Kaien, consolata nei momenti difficili, dato la
forza per andare avanti, poi ... improvvisamente era sparito. Nessuna avvisaglia, nessun messaggio
lasciato sul comodino, nulla di nulla. Erano passati più di sei anni e da parte del Gotei 13 ancora
nessuna notizia. Da allora tutte le giornate trascorrevano uguali, in una continua e irritante
routine.
<< Tsk ! Sono circondata da stupidi ! Un giorno lo zio si alza e decide di farsi una bella
vacanza ! Mio fratello continua a essere uno scansafatiche di prima categoria ! Ah ! Che
vadano tutti al dia- >>
<< Onee-san* ! Onee-san* ! >> la chiamò Ganju dall'altra parte della casa.
<< Accidenti a lui … >> borbottò grattandosi la fronte << … cosa vuoi ?!? Sei di nuovo caduto dal
cinghiale ?!? >>
<< Potresti … venire qui ? >>
<< Sto finendo un lavoro ! È urgente ?!? >>
<< Ecco … ci … ci sarebbe un uomo. Desidera parlare con te. >>
Alzò un sopracciglio dubbiosa. Chi mai poteva presentarsi così all'improvviso ? Probabilmente
un committente per i fuochi d'artificio … ora però non era esattamente dell'umore giusto per
accogliere clienti.
<< Non riceviamo senza appuntamento, digli di tornare domani ! >>
<< Kukaku … lui … dice di sapere dove si trova lo zio … e anche Yoruichi. >>
Il cuore ebbe un tonfo e il martello si fermò a mezz'aria. Passarono alcuni secondi prima che il
cervello ricominciasse a pensare.
“ Chi diavolo è 'sto qui ? Come si permette d'insinuare certe cazzate ?!? ”
Stringendo il pugno scattò in piedi e prese la rincorsa, balzando infine oltre il tetto.
Dall'alto vide Ganju, il viso scioccato fisso su di lei, e lo sconosciuto poco distante girato di spalle.
<< NOOO … ! Ti prego Kukaku ! >> gridò mettendosi le mani nei capelli.
<< Sta zitto !!! >> e piombò come un meteorite sul malcapitato.
Lo bloccò a terra premendo le gambe contro l'ampio petto.
<< Ecco vedi ! >> gridò infuriata rivolta al fratello << Come al solito ti sei fatto infinocchiare dal
primo imbecille che passava ! Idiota ! >>
<< Sorellona, perché sei sempre così violenta ? >> piagnucolò lui, troppo spaventato per avvicinarsi.
<< In quanto erede di questa famiglia, sono liberissima di agire come mi pare e piace ! >>
<< Ahi … ! Ahi … ! Che male … in effetti Isshin mi aveva avvertito … ora posso confermarlo …
sei piuttosto manesca, cara prima erede del Casato Shiba. >>
Una voce calda e rilassata giunse alle sue orecchie. Un attimo d'esitazione e la rabbia prese di
nuovo il sopravento.
<< Grrr ! E tu chi saresti sentiamo un po' ?!? >> sbraitò portando l'attenzione sull'intruso
<< Secondo me sei solo … !!! … >>
La frase morì in gola e l'imbarazzo la travolse inaspettato. Una tempesta dentro il cuore.
Tra le sue gambe si trovava un giovane uomo, a occhio e croce sui vent’anni anni, il cui viso era …
quanto di più bello avesse mai visto. Mascella pronunciata, occhi marroni profondi e al tempo stesso
sicuri, capelli neri e mossi. Ma il dettaglio che più la catturò furono le labbra, labbra carnose e
perfette dischiuse in un sorriso altrettanto perfetto … come se l'essere stato brutalmente atterrato
gli fosse del tutto indifferente.
“ Cos-cosa diamine mi prende … !? ”
Scosse la testa riprendendo a fatica il filo del discorso.
<< … solo … un lurido … bugiardo. >>
<< Imbecille, lurido e bugiardo … >> ripete quello senza smettere di sorridere << … aggettivi molto
coloriti devo ammetterlo, ma lascia che mi presenti. Mi chiamo Ginjo Kugo, Sostituto Shinigami.
Piacere di conoscerti Kukaku. >>
Lo fissò e in un vortice confuso d'emozioni cedette all'ira iniziando a prenderlo a pugni
in testa.
<< Visto Ganju ?!? Questo qui è un bugiardo bello e buono ! Sostituto Shinigami … che diamine
sarebbe ?!? >>
<< Beh vedi … ahi … >> rispose lui proteggendosi con le braccia << … è una nuova carica …
istituita circa tre anni anni fa … ahi … se vuoi ti mostro il distintivo … l'ha costruito Kurotsuchi
Mayuri in persona … ahi ! >>
<< Non mi interessa !!! Sarà sicuramente un abile trucchetto costruito per ingannarmi ! Ma dimmi
brutto impostore … perché affermi di conoscere Yoruichi e sopratutto lo zio ?!? >>
<< Se la smetti di menarmi e di offrimi i panorami del tuo seno barra interno-coscia,
magari potrò spiegarti meglio. >>
Dopo un attimo di blackout riprese a pestarlo, questa volta mettendoci il doppio della forza.
<< Sei pure maniaco oltre che bugiardo !!! >>
<< Ahi !!! Parla quella che mi è saltata addosso … ! >>
<< E-ehi ! Non fraintendere idiota ! La mia era … una scelta dettata dalle necessità ! E ciò non
ti dà il permesso di guardarmi le tette e sopratut- >>
<< Sorellona adesso smettila. >>
Si ritrovò bloccata tra le braccia di Ganju e l'impostore ne approfittò per sgattaiolare via.
<< Maniaco ! Maniaco ! >> ringhiò provando a rifilargli un calcio.
<< Hai proprio un bel caratterino lasciatelo dire … >> mormorò lui cercando qualcosa all'interno
del kimono* << … ora ... calmati e apri questa. >>
Sotto il naso si ritrovò una busta di carta bianca.
“ Guarda quanto è abile il bugiardo-maniaco ! Beh almeno porrò fine a questa ridicola pagliacciata ! ”
Gliela strappò di mano aprendola velocemente. Dietro Ganju osservava ogni movimento in religioso
silenzio. La prima cosa a comparire fu una lettera. Sgranò gli occhi non appena riconobbe la
calligrafica. Non poteva sbagliarsi … era quella di Yoruichi.

- Carissima Kukaku, già m'immagino la tua faccia quando riceverai la busta.
Lo so, è da un po' che non mi faccio sentire, più o meno cent'anni ? Conoscendoti avrai pestato il
tizio irritante a cui ho consegnato la lettera ... ma devi essergli grata, perché è grazie a lui se si sono
create le condizioni favorevoli a un mio, seppur lieve, riavvicinamento. Tornando a noi ; ti informo
che sto bene e godo di ottima salute, Kisuke è sempre il solito e ha aperto un emporio, l'Urahara
Shop ( che fantasia ! ) mentre i Capitani colpiti dall'hollowficazione si sono uniti sotto il nome di
Vizard ( colpa di Hirako e delle sue manie di protagonismo ! ). Al momento alloggiamo a Tokyo nel
quartiere di Karakura. Al più presto ti scriverò ancora, desidero spiegarti meglio i motivi
dietro il nostro esilio. Un abbraccio.
Con affetto Yoruichi.
P.s. Il tizio irritante si chiama Ginjo.
P.s.s. Gli piace il ramen, specie quello shirakawa.(0) -

Quando finì s'accorse che gli occhi erano diventati umidi.
<< Sorellona … c'è ancora qualcosa dentro >> fece notare Ganju.
Il cuore batté incontrollato mentre le dita tremanti estraevano il secondo oggetto. Una foto.
Nell'immagine riconobbe lo zio Isshin, sorridente e felice, vicino a lui, una ragazza il cui viso
traspariva pura gioia, e in mezzo, stretto tra le loro braccia, un neonato.
<< Dietro c'è un piccolo messaggio … >>
Non seppe dire se a parlare fosse stato il Sostituto oppure il fratello, perché quasi meccanicamente
girò la piccola foto. Una breve scritta recitava :

- Ciao miei adorati nipoti ! Vi presento la mia famiglia ! Masaki, la ragazza più solare del mondo e
Ichigo, il nostro figlioletto ! Non è un amore di tenerezza ? ”
Un forte bacio,
Zio Isshin. -

Tornò a guardare la foto e in un singhiozzo le lacrime cominciarono a scendere calde.
Pianse a lungo e a ogni lacrima la tristezza e le preoccupazioni svanirono, come portati via da una
brezza estiva, a ogni lacrima la felicità a lungo desiderata rinacque, forte e travolgente.
<< Ah … ! Allora era per questo … stupido di uno zio … perché non hai detto nulla ? >>
<< Lo ha fatto per proteggere, per proteggere tutti. >>
La voce di Ginjo giunse inaspettata, carica di conforto. Alzando il viso, lo vide seduto sulla ghiaia
poco distante. L'espressione allegra aveva lasciato il posto alla serietà e le iridi marroni fissavano
un punto indefinito davanti a sé.
<< Proteggere ? Come ? Non capisco ... >>
<< Ah … è un discorso lungo ... >> rispose tornando a sorridere << … ma si dà il caso abbia tutto il
tempo per spiegarti ogni cosa. >>
Per la seconda volta le guance divennero bollenti. Travolta dalla vergogna fece un profondo inchino.
<< Ah ! P-perdonami ! Mi sono ... comportata malissimo … avrei … dovuto crederti subito … >>
<< Uhm … scuse accettate ! Ma come extra pretendo una buona ciotola di ramen ! >>

Lentamente l'immagine si affievolì fino a comparire e Kukaku
riemerse dal mondo dei sogni.
Sdraiata sul futon* si stiracchiò godendosi il fresco del lenzuolo sopra la pelle nuda.
Intorno l'aria notturna sembrava in attesa dell'alba, i contorni della camera erano accennati,
immersi nella semioscurità. Passò qualche minuto e i raggi del sole filtrarono attraverso
gli shoji* creando uno stupendo effetto di luci. Davanti al piccolo spettacolo sentì l’animo
rilassarsi mentre forti braccia le cinsero la vita. Ancora addormentato Kugo si raggomitolò su
di lei infossando il viso nell'incavo della spalla. Kukaku socchiuse gli occhi, lasciandosi
cullare dal ritmo del suo respiro e dal tepore del corpo.
<< Sai … >> sussurrò, sicura di non svegliarlo << … ho sognato il nostro primo incontro,
non è buffo ? Tu … >> con la coda dell'occhio lo osservò, bellissimo e rilassato << … sei
cambiato da allora … ti sei fatto uomo e ora … mi stai rendendo la donna più felice del
mondo. Kugo … supera gli esami all'Accademia, entra nel Gotei 13 … fallo … prima di
tutto per te … e dopo … vorrei che mi chiedessi di sposarti. >>
Quasi l'avesse udita, lui la strinse ancora di più, mugugnando nel sonno.
<< Ma non devo sperare … so che lo farai ... >>
<< Kukaku … ! >>
Una voce improvvisa la fece sobbalzare. La riconobbe all'istante, in tempo per vedere uno
dei tanti shoji* venir aperto da una zampa nera.
<< Yo-Yoruichi ?!? Cosa diamine ci fai qui ?!? >>
<< Perdona l'intrusione … >> rispose lei con l''inconfondibile voce da uomo << … ma devo
assolutamente parlarti ! È urgente ! >>
<< Ma … sono le sei del mattino … ! >>
<< Appunto, questo dovrebbe farti comprendere la mia disperazione ! >>
In una nuvola di fumo la migliore amica riassunse sembianze umane. La leggera coltre si
dissipò rivelando le forme sinuose della Dea Lampo. Temette fosse nuda come spesso
capitava in quei frangenti … per “ fortuna ” indossava un hiyoku* che a malapena copriva
il sedere e l'incavo del seno, i capelli erano sciolti e ricadevano fluenti sopra la schiena.
<< Perché devi sempre essere mezza nuda ? >> borbottò sfregandosi gli occhi.
<< Avanti ora ! Esci da lì … ! >>
Sbuffò irritata, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non uscire da quel caldo abbraccio.
Purtroppo conosceva bene Yoruichi, sapeva quanto poteva essere insistente, testarda, ma
anche bisognosa di conforto, un conforto che solo lei poteva darle. I migliori amici in fondo
si vedono nel momento del bisogno, così un po' a malincuore scivolò via dalla stretta dell’amato,
attenta a non svegliarlo.
<< Amore … >> mormorò aprendo leggermente gli occhi << … non metterti a novanta …
così mi viene voglia di … uhm ? Yoruichi ? Sei tu ? >>
<< To-torna a dormire ! >> disse mollandogli un colpetto in testa.
Kugo sbuffò girandosi sul fianco opposto e riprendendo a respirare profondamente.
<< Kukaku … in basso … >> mormorò l'amica a sguardo basso.
Solo allora ne notò il fondo-schiena scoperto.
“ P-poteva andare peggio ! ” pensò coprendolo col lenzuolo.

Assaporando un the verde sotto l’azzurra luce del mattino, ascoltò con pazienza il racconto
di Yoruichi, ma vuoi la sonnolenza, vuoi la piccante fantasia messa in testa da Kugo, dovette
farsi ripetere alcuni pezzi più volte. Alla fine una cosa fu chiara : un altro uomo era entrato
nella sua vita, il che era sorprendente considerato il soggetto. Questo spiegava lo strano
comportamento durante la sera dei fuochi d'artificio ... in ogni caso non aveva ancora
abbastanza elementi per consigliarla.
<< Avanti … dimmi chi è >> la stuzzicò.
<< P-Perché dovrei ?!? >>
<< Yoruichi … >>
<< … Uh ! Va bene … però avvicinati ... >> e quando fu a portata d'orecchio sussurrò << …
si … si tratta del Quincy. >>
<< Eh ?!? Come scusa ?!? >>
<< P-per farla breve … si tratta del Quincy sopravvissuto alla Guerra Millenaria, anche se
ora ha perso i poteri … comunque ! Coincidenza vuole che combattemmo uno contro l’altra …
e per una serie di ragioni, io e Mayuri siamo riusciti a salvarlo dalla sentenza di morte dei
46 ! Dopo qualche mese abbiamo cominciato a vederci e … una volta mi ha pure abbracciata
… ah ! N-non fraintendere ! Aveva bisogno di conforto tutto qui ! Recentemente però … la
faccenda ha preso una brutta piega … l'ho sognato … e … e … >>
<< Per caso era un sogno erotico ? >> chiese ironica.
Nella pausa seguente il volto dell'amica si contrasse, rosso come un peperone. Allora non
riuscì più a trattenersi ; scoppiò a ridere, rise talmente forte che in breve cadde all'indietro
tenendosi la pancia fra le mani.
<< Ku-Kukaku accidenti a te ! Smettila ! Il problema è molto serio … ! >>
<< Lo so … ! Lo so ! Aahh … solo non avrei mai pensato di sentire una cosa del genere …
per te non esisteva solo Kisuke ? >>
Sentendolo nominare la Dea divenne pensierosa e infossato il mento fra le ginocchia si
chiuse in un confuso silenzio. Era sempre stata così, quando si trattava di questioni
sentimentali Yoruichi si rivelava la persona più impacciata del mondo. Consapevole di
questo Kukaku si rimise a sedere e attese.
<< Kisuke non sa che ci vediamo >> confessò in un mormorio appena percettibile.
<< Oh ... >> fece stupita << … come mai ? >>
<< Non so … ho come l'impressione che si arrabbierebbe se glielo dicessi … o forse volevo
un momento esclusivamente mio, volevo ... solo conoscere meglio questa persona … >>
Tante volte Kukaku si era ritrovata in situazioni simili, in questo caso però il problema
pareva più complicato del previsto. Aspirò dalla kiseru* e, gettando fuori il fumo in piccoli
anelli, disse :
<< Descrivimelo. >>
<< Eh ?!? P-perché dovrei farlo ?!? >>
<< Mi hai messo curiosità ecco tutto. >>
<< Uhm… vediamo … sarà alto … più o meno uno e ottanta, magro, capelli corti e neri, occhi …
occhi lilla cre-credo … t-ti basta come descrizione ?!? >>
<< Non accuratissima, ma dai non è male. >>
<< T-ti prego evita certi commenti ! >>
Fu tentata di dirle la verità.
“ Sei sempre stata innamorata di Kisuke e trovi inconcepibile l'attrazione verso un altro
uomo. Adesso più che mai devi guardare dentro te stessa e far chiarezza nel tuo cuore. ”
Ma Yoruichi non era ancora pronta, una frase del genere per quanto sincera, rischiava solo
di peggiorare la situazione.
Posò la kiseru* e bevve un sorso del the ormai tiepido. Intanto il sole era sorto oltre le
colline poco distanti, i suoi raggi inondarono il mondo di colore e tinsero il cielo di
arancione e giallo. Osservando l'alba riuscì a trovare le giuste parole di conforto.
<< É normale trovarsi in imbarazzo quando accadono certe cose >> disse tornando a guardarla
<< come è normale che la mente giochi brutti scherzi. Tu … comportati come sempre e se lui
ha degli atteggiamenti che reputi sbagliati, faglielo notare. >>
Il viso della Dea si rilassò e in un lieve sorriso bevve un sorso di latte direttamente dalla
tokkuri*.
<< Sì … sì ! Mi pare una buona soluzione. Grazie ... >>
<< Di nulla ! Ricordati … io sono sempre qui ! Sai, un pochino mi mancavano queste nostre
chiacchierate notturne ! >>
<< … Già. Kukkaku … posso chiederti una cosa ? >>
<< Certamente. >>
<< Quando hai capito di … di essere innamorata di Kugo ? >>
In mezzo allo stupore comprese la necessità della domanda. Socchiuse gli occhi e pian
piano il paesaggio divenne la prosecuzione del sogno ; dopo un intenso pomeriggio di
chiarimenti, sorprese e gioie, Kugo era andato via salutandoli felice. Guardando avanti
le parve di vederlo, scendere il fianco della collina sotto la luce del tramonto. Avvolta da
un dolce tepore udì la voce risuonar leggera e carica d'amore.
<< L'ho capito fin da subito, complice anche una frase di Ganju. “ Quel tipo è incredibile,
ti ha fatto arrabbiare, piangere e ridere in un solo giorno ”
e in effetti quello … è stato uno
dei giorni più belli della mia vita, ricevere tue notizie dopo tanto tempo, scoprire la verità
dietro la scomparsa dello zio … innamorarmi ... >>
<< Deve essere stato bellissimo >> commentò lei dopo qualche secondo.
<< Sì … bellissimo. >>
Nel silenzio continuarono a godersi l’alba. Yoruichi pareva più serena, ma una vocina
le suggerì che una strana avventura era appena cominciata.
“ Qualsiasi strada sceglierai di percorre, ti auguro porti alla felicità. ”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Come tante altre mattine da un mese a quella parte Askin si svegliò straordinariamente
riposato. Era felice, una felicità dovuta solo in parte al lungo riposo ; una Dea infatti aveva
iniziato a fargli visita nei sogni. Sognava Yoruichi, sognava di camminare al suo fianco
in mezzo a boschi lussureggianti, di regalarle dolci leccornie … sognava il suo sorriso.
<< A volte non mi dispiacerebbe immaginare qualcosa di leggermente più piccante ... >> si
lamentò incrociando le mani dietro alla nuca << … ma forse è meglio così. >>
Stiracchiandosi, godette ancora un po' del fresco materasso, infine s'alzò e, essendo già
nudo, ne approfittò per farsi una bella doccia mattutina.
Sotto l'acqua fredda e ristoratrice, rifletté su come impegnare la giornata. Era Domenica,
il suo giorno libero e Mayuri, stranamente, non gli aveva affidato alcun compito. Avrebbe
potuto vedersi con Yoruichi ... peccato che la Piccola Dea avesse tutti i fine settimana
impegnati in un allenamento speciale, tenuto in una zona segretissima.
“ Quasi quasi potrei andare a cercare ingredienti per un dolce estivo ” pensò asciugandosi
i capelli davanti allo specchio “ i biscotti al latte l'avranno stufata … sì, farò così ! E oggi
pomeriggio si invita Nemu a cucinare, a patto che Mayuri non faccia storie … ”
Indossò lo yukata* celeste, acquistato qualche giorno prima alla cifra di 1535 kan, si pettinò,
prese una sacca di stoffa e uscì, non prima d'aver dato un occhiata alla libreria accanto al
letto. Nel mobile sbucava il dorso del libro Parole difficili come scriverle.
“ Non vedo l'ora di riceverne altri. “

Una mezz'oretta dopo raggiunse il Quinto Distretto. Aveva girato molti mercati nell'ultimo
periodo e lì c'era qualche possibilità in più di reperire prodotti occidentali.
Subito andò a visitare la bancarella dedita alla vendita di farina.
“ Uhm … queste però non sono molto adatte per i dolci. Va beh, se preparo una
kasekuchen* dovrei farcela. Vediamo a casa ho tutto … mi manca solo il limone ... ”
Durante la ricognizione alla ricerca del giallo agrume un dettaglio lo stupì, un dettaglio
che nulla aveva a che vedere col cibo : i venditori rivolgevano parole cordiali e non poche
ragazze e signore si voltavano al suo passaggio … nessuno sembrava ricordarsi del suo
passato da Sternritten.
“ In effetti è normale … non ho quasi combattuto durante le due invasioni e non sono mai
entrato nel Rukongai. Ora sono un semplice cliente e … una piccola goduria per gli occhi
delle fanciulle. Non male… davvero non male … ”
Nessuno sapeva nulla e lui era libero di godersi il trascorrere dei giorni, in una quieta e calma
quotidianità. Come nella vita terrena, quando s'era trasferito in un piccolo villaggio sul mare
assieme alla donna che amava, come adesso ... rammentando le parole di una piccola Dea ;
scoprire il mondo, vivere, ritrovare se stessi ...
“ E chissà, magari un giorno finirò con l'innamorarmi di nuovo ” pensò mettendo il limone
appena comprato nella sacca.
Improvvisamente qualcosa, o meglio qualcuno, attirò la sua attenzione : l'uomo che stava
comprando dei fagioli azuki nel banco accanto. Gli bastò un rapido sguardo ... alto, corpo
massiccio, capelli neri, sguardo intenso … sì, non c'erano dubbi, quello era …
<< ... il Demone che ha ucciso Yhwach. >>
L'interessato si voltò di scatto. Negli occhi brillava una luce confusa e interrogativa, ma
dentro le iridi taglienti una rabbia ardeva feroce, rendendo lo sguardo non dissimile da
quello di un demone.
<< E tu chi diavolo saresti ? >>
<< P-Perdonami devo averlo detto ad alta voce >> si scusò intimorito << non era mia
intenzione offen- >>
<< Vedi di rispondere. >>
<< Ehm … come posso spigartelo in mezzo a tutta ‘sta gente … ? Oh ecco ! Sono un certo
sopravvissuto a una certa guerra ! >>
L'uomo lo squadrò da capo a piedi alzando le sopracciglia dalla forma curiosa. Poi, come
ricordando qualcosa d'importantissimo, il volto si rasserenò.
<< Forse ho capito … ti chiami Askin ? E lavori da Mayuri giusto ? >>
<< Esatto ! Accidenti … non pensavo di essere diventato così famoso … ! >>
<< Diciamo ho le mie fonti … >>
Osservandolo Askin si sentì divorare dalla curiosità. Era come trovarsi di fronte a un immenso
puzzle a cui manca un solo pezzo. In quel preciso istante si trovava davanti al secondo puzzle
della sua esistenza, quella nell'Impero Invisibile, e l'uomo davanti a lui rappresentava il pezzo
mancante.
<< Perdona la considerazione ma ... mi aspettavo di vederti ai vertici di chissà cosa, qui alla
Soul Society, e invece eccoti qui … a fare la spesa come i comuni mortali ! >>
<< Beh … la fama non fa per me >> rispose mettendo i fagioli dentro un pesante zaino e
caricandoselo in spalla << in ogni caso non mi pare il luogo per discutere certi argomenti.
Io sto tornando a casa, se vuoi accompagnarmi sarò lieto di rispondere alle tue domande. >>
<< Oh … in effetti hai ragione ... grazie mille ! >>
Usciti dal mercato superarono una fila di case giungendo a un sentiero battuto. L'uomo
camminava avanti e pareva non risentire affatto dell'enorme carico, dietro in trepidante
attesa, Askin non vedeva l'ora di ottenere le tanto ambite risposte, ma l'altro non proferì
parola fin quando non costeggiarono un ruscello sul fianco di una collinetta.
<< Demone eh ? >> ripete calmo << Mi chiamavate così nel Wandenreich. Ripensandoci …
pure quel mostro mi chiamò Demone durante lo scontro finale nella Seireitei. >>
<< Mostro ? Intendi Yhwach ? >>
<< … Non ho altri modi per definirlo >> sentenziò lui duro.
Askin non riuscì a trattenersi e decise di spingersi oltre : se voleva risposte doveva osare,
anche a costo di risultare sfrontato.
<< Sai … nel corso di mille anni l’Imperatore del Wandenreich, Yhwach, stilò una lista.
La lista dei 5 Potenziali Bellici >> esordì determinato << si trattava di cinque elementi che
avrebbero decretato l’esito della Guerra, ovviamente a sfavore dei Quincy. Il primo era
Ichigo Kurosaki, l’Abilità Latente, il secondo Kenpachi Zaraki, la Forza Combattiva,
poi venivano Ichibei Hyosube, la Saggezza, Sosuke Aizen a causa dell’enorme quantità
di reiatsu e infine Kisuke Urahara, coi suoi Mezzi Sconosciuti. Tutti gli Sternritten erano
stati messi in guardia su di loro … e poi c’eri tu, Ginjo Kugo. Non rientravi in questa categoria,
nonostante le tua forza ti mettesse al pari di Ichigo Kurosaki. Solo la Schutzstaffel conosceva
la tua reale pericolosità. Sei stato il Primo Sostituto Shinigami, l'unico a ferire Sua Maestà dopo
Genryūsai Shigekuni Yamamoto. La prima volta fu durante l'Auswahlen ... ma a questo
punto si può dire che tu, Ichigo Kurosaki e … quella persona abbiate superato uno dei più grandi
Shinigami della storia. Ora sono curioso … quale desiderio ha permesso al Demone di sconfiggere
il Dio ? >>
Senza fermasi Ginjo rimase in silenzio. Askin lo riconobbe fin troppo bene ; un silenzio
che raccoglieva ricordi lontani, frammenti di una vita dolorosa.
<< Sarà una storia molto lunga. Sei pronto ad ascoltarla ? >>
<< Mi piacciano i racconti epici ! Almeno eviterò di farti domande a raffica. >>
<< Io nacqui trentotto anni fa .... >> cominciò con voce intensa << ... nel quartiere di Naruki-shi
a Tokyo, da padre Shinigami e madre umana. Un'unione proibita che non piacque a
qualcuno nella Soul Society … così quando avevo quattro anni mio padre sparì … >>
<< … Ucciso ? >>
<< A parte la natura, mia madre non ne parlò mai molto … neanche in punto di morte.
Non so se fosse un rampollo di qualche nobile famiglia o un semplice contadino … a lungo
il suo pensiero mi tormentò, ma alla fine giunsi una conclusione ; mio padre si sacrificò
per proteggerci. Da quel momento cominciai a vedere gli spiriti e a sette anni incontrai la
persona più importante della mia vita. Masaki … Masaki Kurosaki. >>
Askin sgranò gli occhi sorpreso. Masaki Kurosaki … la madre di Ichigo.
<< … Indubbiamente … ciò chiarisce molti punti. >>
<< Quel giorno pioveva a dirotto, ma lei splendeva ... come il sole d’estate … >> riprese
Ginjo dopo una breve pausa << … cominciammo a frequentarci e fu proprio lei a spiegarmi
la costruzione del mondo spirituale : gli Hollow, l'equilibrio fra il mondo dei vivi e l'aldilà,
la Soul Society, gli Shinigami … i Quincy. Tutto cambiò durante la nostra adolescenza.
A quindici anni perse i genitori in un'incidente e si trasferì a casa degli Ishida. I due capofamiglia
avevano concordato da tempo il matrimonio dei rispettivi figli, nel desiderio di preservare
il sangue puro … >> sottolineò disgustato << ... ma non fu quello l’evento più sconvolgente.
Una notte Masaki salvò Isshin Shiba, all'epoca Capitano della Decima Compagnia, dall’attacco
di un terribile Hollow, mai visto prima. Quel mostro la infettò, rischiando di tramutarla in
un essere vuoto. A questo punto entra in gioco Urahara. Tramite un complesso procedimento
riuscì a sigillarlo all'interno del corpo di Masaki. A tener unito il sigillo c'era il reiatsu di
Isshin che di lì a poco “ perse ” i poteri … >>
<< Fammi indovinare … >> l'interruppe Askin stufo di rimanere in silenzio << … adesso
viene quella parte tipica da manga shonen, dove il protagonista, innamorato della migliore
amica, si sente inferiore perché non riesce a proteggerla ? >>
Lui si fermò lanciandogli un'occhiata stupito.
<< Oh … ci hai azzeccato. >>
<< Comunque complimenti ! Una storia molto avvincente … ! Vai avanti ... ! >>
Ginjo abbassò lo sguardo e incamminandosi ricominciò a raccontare.
<< All'epoca ero un ragazzetto, basso e magro … eppure sentivo un grande potere ribollire
in me, un potere che non si decideva a venir fuori. Dovetti aspettare due anni prima che
la soluzione bussasse direttamente alla mia porta sotto le fattezze di Urahara. “ Tu
sei Ginjo Kugo, l'amico di Masaki e … figlio di uno Shinigami “
mi disse con
quell'irritante tono finto ebete “ Sai … i casi come te sono più unici che rari ! Non ho mai
avuto modo di osservare una rarità simile. Nella maggioranza dei casi la Soul Society ha
provveduto a eliminare questi particolari “ essere umani ” … se non l'ha fatto è perché i loro
poteri erano così latenti da non risultare una minaccia. Ma tu sei un caso interessantissimo.
Un grande reiatsu freme silenzioso in te, come grande è il tuo desiderio di proteggere. Gioisci
allora ! Perché ho la soluzione al problema ! Ti avverto però … in lista abbiamo una serie
di effetti collaterali tra cui la morte. Accetti lo stesso ? ”
>>
<< Non si smentisce mai … lo stronzo ... >> commentò Askin a bassa voce.
<< Non ebbi esitazioni e accettai. Qualche giorno dopo all’Urahara Shop, lui mi trapassò
con la Zanpakuto trasferendomi una parte di reiatsu. Inutile dire che il metodo funzionò
alla grande. >>
<< Quindi ora … arriviamo alla parte in cui diventi Sostituto. >>
<< Successe circa due mesi più tardi >> confermò l'altro << venni portato, o meglio scortato
da guardie armate alla Soul Society e il caso venne esaminato sia dal Gotei 13 che dai 46.
Ovviamente dissi di conoscere solo Kisuke e spiegai il metodo tramite cui avevo ricevuto
i poteri. Alla fine si decise per la creazione della carica di Sostituto Shinigami e mi venne
consegnato il Distintivo. I successivi dodici anni furono i più meravigliosi della mia vita
nonostante la lontananza da Masaki. Del resto non potevo fare altrimenti … lei aveva
una famiglia e la mia presenza sarebbe stata solo un pericolo … ma almeno l'avrei protetta. >>
<< Quindi alla fine … hai rinunciato alla donna che amavi ? >>
L'aveva intuito dal modo in cui l'uomo pronunciava il suo nome.
<< Sì … per un periodo l'amai … ma giunti a quell'età … per me era come un libro aperto.
L'amore deve essere anche scoperta ... una continua scoperta … come Kukaku ... >>
<< Beh … su questo mi trovi d'accordo. >>
<< E infine si giunge … >> riprese l'ex-Sostituto dopo una lunghissima pausa << … alla notte
dell'Auswahlen. La notte in cui Masaki morì. >>
A sentirla nominare Askin ricordò quella sera con un misto di nausea e disgusto.
Tutti gli Sternritten e i plotoni più influenti del Wandenreich si erano riuniti nell'immenso
salone del Silbern per assistere all'ascesa purificatrice dell'Imperatore. Nel Mondo Terreno
egli avrebbe attuato l'Auswahlen e recuperato parte dei suoi poteri sottraendoli agli
“ immeritevoli ”. La cerimonia, tanto recitata nella Kaiser Gesang, si era conclusa nel
migliore dei modi ; affiancato da Hashwalth, Yhwach era tornato trionfante salutando
la folla in delirio. Ma Askin, insieme alla Schtzstaffel, aveva notato un dettaglio allarmante :
la divisa sporca di sangue. Qualche ora più tardi Jugram aveva convocato lui e quanti
avevano visto a una riunione segreta. Il volto del Grande Maestro, così gelido e inespressivo,
quella volta era solcato dall'ansia. Egli aveva rivolto ai presenti parole cariche di preoccupazione.

- Subito dopo la Purificazione, Sua Maestà ha percepito la morte di una Quincy non molto distante
dal luogo in cui eravamo, la causa è stata attribuita all'Hollow Grand Fisher. L'avvenimento l'ha
incuriosito, desiderava osservare quella Gemisht mentre veniva divorata. L'anima della giovane
si è dimostrata molto resistente ; dopo lo spezzamento delle catene è fuggita via, rifugiandosi
in un boschetto a circa un chilometro dal luogo del decesso. Arrivati non avvertiamo più la
presenza di Grand Fisher, una volta inoltrati fra gli alberi abbiamo trovato niente meno che
il Sostituto Shinigami. Egli teneva tra le braccia l'anima quasi dissolta della Gemisht. Ho
suggerito a Sua Maestà di ritirarci, ma di risposta … lui ha fatto qualche passo avanti e si è
rivolto all'uomo :
- Quale scena commovente … se posso darti un piccolo consiglio risparmiati la caccia all'Hollow,
perché ... IO SONO LA CAUSA DELLA SUA MORTE ! -
Senza proferire parola lui lo ha attaccato, il suo sguardo … pareva quello di un demone. Fiamme
si sono elevate tutt'attorno e in mezzo a quell'inferno Yhwach ha iniziato a combattere … pure
lui era cambiato ... era felice … godeva dell'improvvisa e feroce lotta … tanto da non accorgersi
della ferita. Alla vista del sangue sono intervenuto infilzando il bastardo al petto. Stavo per
dargli il colpo di grazia, ma Sua Maestà mi ha fermato dicendo che “ potrebbe diventare
interessante in futuro ”
. Francamente ... spero ci pensino tutti quegli Hollow a divorarlo ...
se dovesse sopravvivere sarebbe un problema. -

Improvvisamente ogni cosa fu chiara. Nel mentre Ginjou era rimasto in silenzio, come
se Askin rammentando quei momenti gli stesse risparmiando un'enorme sofferenza.
Per questo sentì la necessità di modulare le parole.
<< Ora ho capito… fu lei, Masaki Kurosaki, a morire quella notte tra le tue braccia ...
la pura vendetta ti ha donato la determinazione per affrontare e uccidere Yhwach. Una
vendetta scaturita da un legame forte e importante. Giunti qui, solo una cosa mi sfugge ...
perché abbandonasti il ruolo di Sostituto ? >>
Dall'Auswahlen infatti, Jugram non ne aveva più fatto parola, se non quando ne aveva
annunciato la cacciata dalla Soul Society.

- Una preoccupazione in meno … inoltre siamo riusciti a rintracciare Grand Fisher. È stato
facile persuaderlo a passare dalla parte giusta. Grazie a lui infetteremo l’Hueco Mundo e sono
già molti gli Adjuchas disposti a unirsi alla nostra causa. Per quanto riguarda il Sostituto
Shinigami mi raccomando … la sua pericolosità non deve trapelare oltre le vostre fila. -


<< Io … mi sentivo un fallito, non ero riuscito a salvarla … io ... che avevo il potere di
proteggere … >> rispose l'uomo, la voce solcata da una lieve tristezza << ... nei mesi
successivi il dubbio e l'ansia cominciarono a divorami, finché non scoprì alcuni segreti
riguardanti la Soul Society e il mio " destino ". Tale scoperta … decretò la mia morte.
Nella fuga uccisi molti Shinigami. Salvato dalla donna che amavo tornai nel Mondo
Terreno e implorai Kisuke di sigillarmi i poteri, non volevo … più saperne niente.
I sette anni successivi furono una discesa nell'Oscurità, la mia anima si distrusse,
consumata dall'odio verso gli Shinigami e dal disprezzo verso me stesso. All'improvviso
un anno fa ricomparve Isshin ... mi spiegò della Guerra imminente, dell'Impero Invisibile,
mi rivelò ... chi avrebbe guidato l'avanzata contro la Soul Society … >> trasse un profondo
respiro e riprese il discorso << … organizzammo un piano. Ichigo non sapeva nulla di
me e, ironia della sorte, rappresentavo l'unica “ minaccia ” prima dello scoppio del conflitto.
Se mi fossi rivelato un pericolo il Gotei 13 sarebbe intervenuto in suo aiuto … mentre io,
morendo, avrei purificato l'anima, cancellato l'odio e riottenuto i poteri. Infine … eccomi
qui ... senza spettri o paure, a rendere felice colei che amo. >>
Nell'ennesimo silenzio Askin comprese che il racconto era finito. Ora il puzzle era completo e
Richiuse quella parte dell'esistenza dentro di sé, questa volta per sempre. Una strana quiete
lo avvolse. Inspirò assaporando l'aria pura di campagna.
<< Waoh … adesso mi è tutto chiaro. Hai avuto una vita intensa non c'è che dire … non
credevo potessi raccontarla a un perfetto sconosciuto. >>
<< … Forse certe cose vengono più facili con gli sconosciuti ... >> disse Ginjo come si fosse
tolto un peso << … oh guarda ! Mi sono dilungato troppo e siamo arrivati a casa ! >>
Concentrato com'era sul discorso, si accorse solo in quel momento di quanta strada
avevano percorso. Si trovavano alla base di una collina, molto distante rispetto alle mura
del Seireitei , il terreno era coperto per la maggior parte da erba alta, spighe e fiori di mille
colori puntellavano il mare verde. Sulla cima sorgeva una casa i cui lati erano abbelliti da
due enormi braccia di pietra, che reggevano uno striscione con su scritto “ Benvenuti al
Palazzo
di Kukaku Shiba ! ”

<< Abiti lì ?!? Molto … ehm … bizzarra come costruzione. >>
<< Un consiglio, non usare certi termini con la padrona di casa, potresti ricevere un bel
pugno in testa … o peggio ... >> lo mise in guardia l'altro e alzò un dito in direzione delle
braccia << … per quanto facciano schifo, loda quegli obbrobri come se fossero le più belle
sculture al mondo. >>
<< Sembri … saperla lunga a riguardo. >>
<< Dillo ai miei bernoccoli >> ribatté Ginjo indicandosi la testa.
<< Ah ! Ah … ! A quanto pare ti piacciono le donne aggressive … >> commentò scherzoso
<< … aspetta … Kukaku Shiba … non sarà parente di Isshin per caso ? >>
<< Sei sveglio, infatti Isshin è suo zio. Ma adesso vieni … sei arrivato fin qui, mi sentirei
maleducato a non offriti nulla. >>
Askin rimase un momento spiazzato. Oltre a essere incredibile quell'uomo era anche
parecchio strano, ma sorprendentemente sentì di potersi fidare, dopo tutto gli aveva
appena raccontato tutta la sua vita.
<< Molto gentile, accetto volentieri. >>
Lo seguì attraverso il sentiero appena visibile tra gli alti fili d'erba. Avvicinandosi la casa
si rivelò più grande del previsto. Era costruita alla tipica maniera giapponese, in legno
col tetto formato da tegole. Dall'interno provenivano due voci, indistinte a causa della
porta chiusa. Come da galateo aspettò fosse il padrone di casa a presentarlo. Intanto che
questi s'avvicinava all'entrata ne approfittò per studiare meglio le insolite statue.
“ In effetti sono proprio orribili. Questa Kukaku ha davvero un pessimo gusto estetico. ”
<< Eccomi tornato Signore ! >> annunciò Ginjo facendo scorrere lo shoji*.
Askin sgranò gli occhi. Davanti a lui si presentava una scena piuttosto … compromettente.
Al centro dell'ingresso-salotto sedeva una donna, l'abbondante seno racchiuso in top rosso
e scollato, le gambe e i fianchi sinuosi coperti da una lunga gonna bianca. Una parte dei
capelli neri arriva quasi al fondo-schiena mentre in cima essi erano corti e ciuffi ribelli
sbucavano qua e là, stretti da una fascia.
<< Ehi ! Potevi almeno bussare prima di entra- >> la donna s'interruppe appena notò il
nuovo ospite insieme … a un paio di occhi gialli.
Sì, perché accanto a Kukaku c'era la Piccola Dea, il corpo leggermente piegato, intenta a
indossare una delle inconfondibili tutine attillate. Intenta appunto : il completo arrivava
giusto all'altezza delle ginocchia. Dalla sua posizione Askin ne ammirò la schiena sensuale,
le gambe sinuose e soprattutto il punto B …
“ Ah … senza quegli odiosi fulmini è ancora più invitante … ”
Per qualche secondo regnò il silenzio totale, infine Yoruichi parlò, la voce agitatissima
mentre finiva di vestirsi in fretta e furia.
<< C-che … cazzo ci fai TU qui ?!? >>
<< Ah … io … >> rispose Askin distogliendo a fatica lo sguardo << … ho solo seguito lui ! >>
<< Quindi ci ho azzeccato ! >> esclamò felice Ginjo posando lo zaino << Sai, è da qualche
giorno che la qui presente Dea Lampo non parla che di un certo ex-Quincy , quindi appena
mi hai detto “ Sono un certo sopravvissuto a una certa guerra ” ho pensato “ Sta a vedere che è
lui ”.
Inoltre come ha detto Yoruichi … quegli occhi viola sono inconfondibili. >>
<< M-mai detta stupidaggine simile !!! >> protestò l'interessata infilandosi gli stivali.
<< Aspetta un attimo … >> disse Askin leggermente confuso << … hai accettato la mia richiesta
solo per trascinarmi fin qui ?!? >>
<< In parte sì ! >> confermò lui << Comunque gli amici di Yoruichi sono anche nostri amici,
vero tesoro ? Oh ! Non vi ho ancora presentato ! Kukaku, lui è Askin, Askin, Kukaku.
Bene ! Già che siamo in tema, tra due Domeniche organizziamo una cena e … >>
Una figura minacciosa comparve dietro il Primo Sostituto. Askin avvertì qualcosa simile a
una folata di vento seguito da un boato. Una nuvola di fumo era comparsa a metà collina.
Diradandosi scoprì il povero Kugo steso a terra e una a dir poco furibonda Kukaku intenta
a prenderlo a calci.
<< COME DIAVOLO TI VENGONO IN MENTE CERTE CRETINATE ?!?!? >>
<< Non preoccuparti … ahi … ! Sto bene … AHI ! >>
<< SCEMO ! DEFICIENTE ! GUARDA CHE FIGURE MI HAI FARE !!! >>
“ Quella è peggio di Yourichi … accidenti … guarda in che razza di situa- ”
<< Attento Askin … ! >> lo avvertì l'uomo sotto la raffica di colpi.
<< Eh ? Cos- ? >>
Una seconda aura ostile gli fece gelare la schiena. Deglutì e voltandosi vide due occhi gialli
saettare verso di lui. L'attimo successivo si ritrovò spiaccicato al suolo, la guancia dolente,
ma non fu quella la prima preoccupazione. Yoruichi l'aveva immobilizzato, le gambe premute
contro le costole, le mani a bloccargli i polsi. Pareva molto arrabbiata, anche se Askin non
seppe bene su cosa concentrasi, se sul viso infuriato o sulle forme particolarmente vicine.
<< Ah … ciao micetta … >>
<< TU-non-hai-visto-nulla … ci siamo capiti ? >>
<< C-come ti ripeto non avevo alcuna intenzione di offen- >>
<< Tu non hai visto niente ! Ah ! E non provare a chiamarmi di nuovo micetta ! >>
Osservandola ne vide l'imbarazzo nascosto dietro la furia implacabile. Allora il timore
sparì sostituito da una tenera ironia.
“ Che divertente … sembra di essere tornato a quando mi prendevi a calci appena mi
avvicinavo … ah ... cos'è questo solletico ? ”
Yoruichi … aveva i capelli sciolti. Lunghi fili dai riflessi blu ricadevano fluenti, bellissimi
ai lati del viso, finendo per accarezzargli l'incavo del collo. Rimase incantato, come se fosse
finito nel più meraviglioso degli incantesimi. Poi senza preavviso un'immagine riaffiorò,
potente. Un'immagine di un'esistenza ormai finita ; lui inerme, in mezzo alle macerie del
Wahrwelt. Nel buio della morte era rimasto immobile tossendo sangue a causa del cuore
riattaccato da Kisuke. All'improvviso aveva avvertito un lieve tepore all'altezza del labbro
e aprendo gli occhi … aveva trovato lei ... nuda, avvolta da una coperta, intenta ad levargli
il sangue con un lembo di stoffa.
E adesso, proprio come allora, un pensiero si fece largo nel suo cuore.
<< Sei bellissima ... >>
<< Cos … co-cosa ti metti a blaterare ora ?!? >> esclamò lei arrossendo.
<< Ops ! Perdonami, devo averlo detto ad alta voce ... >> sussurrò delicato << … comunque
tranquilla Piccola Dea, io non ho visto nulla. >>
In risposta la donna divenne ancora più rossa e involontariamente allentò la presa.
<< A-Askin n-non … >>
<< Bene bene ! Anche voi avete fatto pace ! >>
Alzando lo sguardo trovarono Ginjo in piedi, il volto solcato da lividi. Subito dietro c'era
Kukaku, le braccia conserte, gli occhi abbassati a nascondere un profondo imbarazzo.
<< Gioisci Askin ! Ho convinto la padrona di casa ! >> continuò l'uomo entusiasta << Puoi
venire al nostro splendido banchetto ... sempre se sei libero. >>
Dal silenzio dell'altra, intuì che il metodo doveva essere stato molto “ persuasivo ”. In ogni
caso una domanda sorse spontanea.
<< Ci sarai anche tu, Yoruichi ? >>
La richiesta parve ricordare alla Dea l'equivoca posizione in cui si trovava. S'alzò frettolosa
incrociando le braccia con fare nervoso.
<< Ah ! S-sì ! Ve-verranno pure Ichigo, Isshin, Ganju e … non so bene chi altro ! >>
<< E … ti farebbe piacere se ci fossi anch'io ? >>
Yoruichi parve in difficoltà. Quegli occhi felini, persi nella confusione più totale, erano
incredibilmente teneri.
<< Pe-per me non ci sono problemi ! È Kugo ad averti invitato, mica io ! >>
Felice desiderò abbracciarla ... un semplice abbraccio giusto per ringraziarla.
Ma vuoi la paura di ricevere altri pugni, si limitò a sorridere.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

La sera tanto attesa finalmente arrivò. Kugo con l'aiuto di Ganju allestì un'enorme tavolata
fuori dalla Residenza. Zabuton* finemente decorati vennero posizionati per ogni invitato
mentre una ventina di lanterne rosse furono appese tramite pali ben piantati nel terreno.
Al contrario di loro due, Kukaku era stranamente agitata e qualche ora prima dell'arrivo
degli ospiti si mise in testa di cucinare.
<< Cosa stai facendo ? >> chiese l’ex-Sostituto entrando in cucina.
<< S-sto preparando la tempura ! >> rispose agitandosi dietro ai fornelli.
<< Ecco cos'era questo odore di bruciato … >>
Avvicinandosi trovò una padella in cui verdure annerite navigavano in un mare d'olio.
<< Kukaku la tempura deve friggere pochissimo, inoltre visto che non abbiamo la friggitrice,
devi prendere una pentola bella alta >> precisò aprendo l'alta del mobile affianco.
<< Ooops ! Hai ragione ! Che razza di pasticcio ho combinato … ! >>
<< Tranquilla amore. Ora aggiustiamo tutto. >>
Per quanto l'abitazione fosse tradizionale, la zona della cucina rispecchiava una qualsiasi
casa moderna nel Mondo Terreno, con un lato lungo provvisto di forno, sei fuochi e
lavandino, un grosso tavolo centrale e mobili colmi d'ogni attrezzatura possibile. Cucinare
quindi gli risultava molto più comodo e facile. Era infatti lui a preparare colazioni, cene e
all'occorrenza i pranzi quando non era occupato con l'Accademia. Non per vantarsene,
ma sapeva cucinare piuttosto bene e i suoi piatti facevano la gioia di Kukaku e Ganju.
Riempì la pentola d'olio fino a metà e la mise sul fornello a fuoco basso. Sopra al tavolo lei
aveva già tagliato ( abbastanza rozzamente ) il resto delle verdure, quanto meno la pastella
risultò buona. Intanto che l'olio si scaldava, cominciò a tagliare a striscioline le rimanenti
carote, zucchine e melanzane. L'amata osservava attenta ogni gesto, nonostante ciò una
tensione s’agitava negli occhi verdi.
<< Ehi … come mai siamo così preoccupate ? >>
<< P-perché 'sta domanda improvvisa ? >>
<< Perché ti conosco ... e quando sei turbata cominci a far cose per cui sei … un pochino
negata ecco … >>
<< Verranno più persone del previsto ... >> disse gesticolando nervosa << … inoltre sono
la padrona di casa … è giusto che cucini ... >>
Sorrise comprensivo e la baciò. Colta alla sprovvista Kukaku s'irrigidì e lui ne approfittò
traendola a sé. Fu un bacio lungo e intenso. Quando staccatosi vide le guance velate da un
rossore peccaminoso, per un attimo pensò di mandare all'aria tutto e usare il tavolo in
maniera più intelligente.
<< Non preoccuparti … >> sussurrò dolcemente << … ognuno porterà qualcosa. Ora lascia
fare a me e osserva attentamente. Osservando s'impara come dice il proverbio. >>
<< Ah … ! Sì Kugo ! >>

Un'oretta dopo avevano finito. C'erano le undici porzioni raffreddate di zaru soba* condite
con tempura, gli ayu* infilzati nello spiedo pronti per essere cotti intorno al fuoco, i tre
vassoi pieni di tori dango* e le quattro angurie tagliate a spicchi messi in frigo.
Tra gli invitati la prima ad arrivare fu Yoruichi. Indossava uno yakuta* nero decorato con
fiori di ciliegio e aveva avuto la “ brillante ” idea di portare sei bottiglie di saké*.
<< Mangiando voi uomini reclamate spesso alcol … oh ! E attento a non ferirti ! >> (1) si
giustificò mollandogli di peso i due sacchetti.
<< Di cui due minorenni. Piuttosto vedi tu di non ubriacarti >> replicò lui.
Alle otto giunsero puntuali Rukia e Renji. Lei vestiva un semplice yukata* celeste con obi*
blu marino, mentre il ragazzo un abito sobrio color marrone. Come contributo al banchetto
avevano comprato degli squisiti yakitori* da grigliare.
<< Almeno loro sono coscienziosi … >> mormorò tra se sistemando gli spiedini nel frigo.
Una decina di minuti dopo arrivò il gruppo più folto, composto da Isshin, Ichigo, Orihime
e Chad. Il capofamiglia Kurosaki indossava un'orribile camicia hawaiana tendente al verde
e i pantaloni di lino bianchi uniti a un paio di sandali non miglioravano il quadro. Il figlio
aveva avuto più gusto optando per camicia bianca e jeans chiari. Chad invece sfoggiava il
solito look sportivo ; scarpe da ginnastica, pantaloni larghi grigi, t-shirt bianca e felpa con
cappuccio blu. L'unica a indossare abiti tradizionali era Orhime con uno yukata* rosso
arricchito da obi* color oro e i capelli raccolti, tenuti insieme da mollette floreali.
Li accolse fuori chiamando nel frattempo i due giovani Capitani. Era dalla fine del conflitto
che i tre ragazzi non incontravano gli amici Shinigami, questo era stato uno dei motivi
per cui lui, Kukaku e Isshin avevano organizzato la serata. I saluti tra loro furono quindi
lunghi, calorosi e pieni d'affetto.
<< Ah … complimenti per la camicia >> disse nel mentre canzonando Isshin.
<< Almeno io sono elegante >> si difese lui tirando il collo dell'indumento.
<< Sarebbe stato meglio il completo da Shinigami … così sembri tornato dalle Fiji. >>
<< Uffa … riesci sempre a smontarmi eh ? >>
<< Non sempre Isshin ... >>
S’apprestavano verso l’entrata, se non che una voce li fece voltare.
<< Scu … scusate … spero … di non essere arrivato in ritardo. Accidenti che caldo … ! >>
All'inizio della discesa Askin era piegato in due, le mani poggiate sulle ginocchia in un
leggero fiatone. Se Kugo si meravigliò dell'abbigliamento ( camicia bianca a maniche corte,
pantaloni neri e scarpe di tela semplici davano l'idea d'essere costati non poco ), lo stupore
degli altri fu grande, specie da parte di Ichigo. Il ragazzo ebbe una reazione fin troppo esagerata
e, mentre i due Capitani tentavano di spiegargli il retroscena relativo all'ex-Quincy, con
sorpresa fu Orihime a rompere il ghiaccio.
<< Che bello ! Hai portato qualcosa anche tu ! >> disse indicando le borse ai piedi di Askin.
<< Hime ! Cosa stai facendo ?!? Non ti avvicinare ! >> gridò il giovane nel tentativo di fermarla.
<< Tranquillo Ichigo ... >> rispose raggiungendo l'ultimo arrivato << … allora, cosa hai
portato di buono ? >>
<< Oh ! So-sono dolci … >> rispose Askin, stupito dall'improvviso cambio di scena
<< … ho esagerato come al mio solito, ma visto siamo tanti credo non avanzerà nulla. >>
La ragazza fece una piccola pausa e quando parlò la voce risuonò, chiara e solare come
il suono delle campane.
<< Sei cambiato dal nostro primo incontro. >>
<< EH ?!? >> esclamò l'uomo seguito da quasi tutti i presenti.
<< È vero … ci siamo visti sono una volta e di sfuggita però … il tuo sguardo è diverso …
sei felice e quei dolci saranno sicuramente deliziosi. >>
Kugo vide la tensione abbandonare l'ex-Sternritter e non solo ; grazie alle coraggiose
parole di Orihime tutti si rasserenarono, nonostante Ichigo continuasse a essere un po'
diffidente, salutando l'ultimo arrivato e interrogandolo circa le sue leccornie.
<< Ho preparato biscotti con la marmellata di ciliegie e due tipici dolci tedeschi : le strauben,
delle specie di frittelle e Sachertorte al cioccolato fondente. Si va dal leggero al pesante … ! >>
<< Ehi Askin ! Se continui così va a finire che li divoriamo qui sul posto ... >> disse Kugo
avvicinandosi << … dammi pure, porto tutto in cucina. La torta va in frigo per caso ? >>
<< Ah sì grazie Kugo … però no, la Sacher lasciala fuori. >>
Tornato guidò tutti al tavolo dove Kukaku e Yoruichi avevano già preso posto, la prima a
capotavola la seconda alla sua sinistra, insieme a Ganju seduto qualche posto più in là.
La Dea Lampo s'agitò vedendo Askin, agitazione che divenne più palpabile appena questi
le chiese se poteva sedersi vicino a lei.
<< Avanti Yoruichi … >> fece eco prendendo posto affianco a Kukaku << … in fondo sei
l'unica che conosce bene. >>
L'amata lanciò un'occhiata funerea, ma lui la ignorò gustandosi l'espressione impacciata
dell'amica.
<< Va bene ... puoi sederti. >>
<< Ah … ! Grazie mille Piccola Dea, davvero gentile ! >> disse lui con un piccolo inchino.
“ Come si dice … una piccola spinta non fa mai male ” pensò versando il sakè nel sakazuki*.
Si focalizzò su Isshin che, nel frattempo, aveva preso posto come il resto degli invitati, e
sui piatti che Koganehiko e Shiroganehiko stavano cominciando a servire.
La cena fu di quanto più festoso e rilassante si potesse immaginare. Ogni piatto dal primo
all'ultimo scaldò i cuori diffondendo serenità e allegria. In tutto quel rimescolarsi di dolci
emozioni, non gli sfuggì l'intesa tra Rukia e Renji e quella più lieve tra Ichigo e Orihime.
" Si stanno avvicinando ... sono contento … però … cosa ti turba, Ichigo ? ”
Una strana aura circondava infatti il giovane Kurosaki, un'aura che il Secondo Sostituto
faceva ben attenzione a non far trapelare. L'aveva notata fin da subito, soprattutto dopo la
disputa riguardo Askin ... ostile, scura, carica di dubbi e ansie. Osservandolo rammentò
la battaglia contro Yhwach, l'iniziale freddezza con cui l'aveva trattato, la consegna della
croce di Masaki, l'atto finale in cui insieme l’aveva ucciso il mostro trapassandolo da parte
a parte, logori di sangue e allo stremo delle forze.
“ Lo immaginavo … hai ancora bisogno di risposte … e solo io posso dartele. ”
Così quando le prime stelle comparvero nel cielo e le lanterne furono accese, lo prese da
parte insieme a Isshin. Le portate principali erano state servite e ora tutti si stavano
rilassando in attesa dei dolci. Ganju, Renji e Chad discutevano su quale fosse il modo più
veloce e salutare per allenare i muscoli delle braccia, a tratti Rukia li ascoltava, ma per la
maggior parte rivolgeva l'attenzione su Orihime, intenta a farsi spiegare da Askin quale
fosse il metodo migliore per cucinare una torta.
<< Lavoro in una panetteria e a volte cucino dolci, ma sempre quelli tradizionali come ad
esempio i dango*. Il quindici Ichigo compie gli anni e vorrei preparagli una bella torta … >>
spiegò appena lo vide allontanarsi << … a lui servirebbe tanto ... >>
A meno d'un metro Kukaku e Yoruichi parlavano a bassa voce per cui non riuscì a capire
quale fosse l'argomento della discussione, di certo non gli sfuggirono alcuni sguardi fugaci
lanciati dalla Dea al vicino.
Dopo la rapida panoramica raggiunse padre e figlio conducendoli sul lato nord-ovest della
collina, al limitare del bosco. Arrivato, si sedette poggiando la schiena su di un tronco, la cui
grande infossatura creava una rientranza simile a una conca. Il fusto apparteneva a un albero
molto speciale …
“ All'epoca in cui ero Sostituto … quanti pomeriggi abbiamo passato sotto queste fronde a
baciarci ? Eh Kukaku ? … “
<< Ginjo … >>
<< Oh … ! Scusami Ichigo, ero sovrappensiero. >>
Seduto sull’erba, il ragazzo parve incerto su come continuare ; i gomiti poggiati sulle
ginocchia ebbero un fremito mentre le iridi non osavano incrociare il suo sguardo.
<< Potresti cominciare dandogli del tu >> suggerì Isshin in piedi poco distante, la sigaretta
accesa a illuminare debolmente il volto.
<< … Immagino tuo padre ti abbia raccontato tutto. >>
<< Si … qualche settimana dopo la fine della guerra ... >> e con un enorme sforzo aggiunse
<< … Kugo tu … eri amico di mia madre ... >>
<< Ci incontrammo la prima volta da bambini … si la conoscevo ... meglio di chiunque
altro >> rispose senza esitazioni.
Nel silenzio che seguì osservò alcune lucciole danzare tra l'erba alba ai margini del bosco.
Riportò lo sguardo su Ichigo. La tristezza e la frustrazione avevano preso il sopravento in
un'espressione che tanto gli ricordò Masaki. Stava per parlare quando lui fece qualcosa di
assolutamente inaspettato. S'inchinò, la testa premuta contro le mani a terra, la voce rotta
da un singhiozzo crescente.
<< E dire l'avevi pure detto al nostro primo incontro … di conoscere i segreti della famiglia
Kurosaki. Sono stato un' idiota … dopo la tua morte non ho chiesto nulla ... nè al Gotei 13
nè al vecchio … avevo paura …. paura di sapere le mie origini … ho sempre rimandato ...
sempre ... finché la verità non è diventata inevitabile … allora … quando ho riforgiato
Zangestu … allora … quando mi hai consegnato la croce di mia madre … ogni cosa è stata
chiara … e … e … >>
<< Non fartene una colpa >> lo interruppe calmo << per il piano che avevano congegnato,
quelli erano gli unici momenti in cui potevi sapere … a seguito dalla rottura di Zangetsu e
dopo la morte di Yhwach. >>
<< Ah … sono stato ... molto irrispettoso nei tuoi confronti … >> mormorò il ragazzo
indifferente all’ultima frase.
<< Non dire così, hai seppellito il mio corpo nel Mondo Terreno … e poi tutti noi abbiamo
delle colpe grandi e piccole. La mia fu credere che tutti gli Shinigami fossero uguali.
Grazie a te ho liberato il cuore dell'odio, ho visto la Soul Society … la Soul Society che tu
sei riuscito a cambiare e soprattutto … ho potuto riconciliarmi con Kukaku. Senza di te e
Isshin non avrei ottenuto il potere in grado di sconfiggere quel mostro. >>
<< Io … ti ho … >> ripeté Ichigo sull'orlo del pianto.
<< Ero disposto a morire pur di salvare il figlio di Masaki, anche se ciò significava
ingannare, raccontare bugie su bugie, mentire a tutti fino all'ultimo istante. Se non ci fosse
stato il potere di Tsukishima avrei avuto più difficoltà ... dopo anni senza vederti troppe
volte ho desiderato raccontarti la verità. Questo compito però spettava a tuo padre. E come
ti ripeto non mi hai ucciso, mi hai salvato Ichigo ... e io, a mia volta, ho fatto lo stesso. >>
Senza cambiar posizione il giovane si chiuse in una profonda riflessione e pian piano
i singhiozzi cessarono. In ogni caso non aveva intenzione di mettergli fretta.
<< Ultimamente … mi sento così confuso … >> mormorò a certo punto quasi rivolto a se
stesso << … adesso che ogni pericolo è passato … non so se vale la pena continuare a
essere Sostituto … io sono vivo … nella mia vita ci sono altre preoccupazioni, altri pensieri
… l'ultimo anno di superiori, il diploma … l'università … Hime … portare avanti questa
doppia esistenza … io davvero … non lo so … >>
Kugo trasse un profondo sospiro riportando l'attenzione verso il banchetto, verso
quell'insieme di voci gioiose … e per un attimo la risata di Orihime riecheggiò nell'aria.

- È strano Ku-chan … -

Una frase lontana si fece largo nella mente. Socchiudendo gli occhi rivide tutto ; il parco in
una fresca giornata di metà primavera, loro due seduti su una panchina, Masaki … le mani
poggiate sul pancione.

- Cosa è strano ? -
- … Sentire un'altra vita vita crescere dentro di te … è bello ... ma anche stranissimo … -
- Deve essere … una sensazione unica … -
- Sì … lo è. -
- Con Isshin avete già deciso il nome ? -
- Lo chiameremo … Ichigo. -
- Fra-fragola ?!? Curioso … beh in effetti a te piacciono molto, anche se -
- Ah ! Aahh … ! No ! Non “ fragola ” … ! Lo scriveremo come “ Colui che protegge. ”-
- Oh ! P-perdonami ! I-in questo caso il discorso cambia …! -
- … Se avremo altri figli, lui dovrà impegnarsi a proteggerli. Proteggerli in un mondo normale ... -


<< Sai ... >> sussurrò tornando a guardare Ichigo << … pochi mesi prima della tua nascita,
Masaki mi confessò che non avrebbe più cacciato Hollow. Lei ... rinunciò alla sua esistenza
spirituale, al suo essere Quincy … lo fece per proteggerti. Tu puoi fare lo stesso per Orihime
e i tuoi amici. La scelta spetta solo a te. >>
Qualche minuto e Ichigo si mise in ginocchio, nelle iridi brillava una ritrovata serenità.
<< Ah … te ne sei accorto ? >>
<< È una ragazza in gamba. Sarai felice con lei. >>
<< Sì … lo so. Grazie ... >>
<< Uh ? E di cosa ? >> chiese facendo spallucce.
<< Per tutto. Ora … ho capito. >>
<< Naah … ! I miei sono semplici consigli. Sta a te decidere se seguirli o meno. >>
<< … Ne farò tesoro. Kugo io … ti auguro tanta felicità, a te e a Kukaku. >>
<< Anche a te … qualsiasi strada deciderai di percorrere. Appena sarà possibile verremo a
trovarvi, lei e Ganju sono ansiosi di conoscere le loro cuginette. >>
<< Non vedo l'ora ... sarà una bellissima ... giornata ...ne sono sicuro. >>
Il ragazzo s'alzò asciugandosi gli occhi col dorso della mano, lanciò uno sguardo al padre
e salutò entrambi con un breve inchino avviandosi poi in direzione della tavolata.
<< Oh ! Quasi mi dimenticavo ! Ho incontrato Tsukishima qualche giorno fa, adesso
lavora part-time in un ristorante e frequenta l'Università di Lettere. Ti saluta tanto. >>
<< Ah … grazie per avermelo detto ! Andrò a trovarlo il prima possibile. >>
Osservandolo risalire la collina, un pensiero lo colse dolce e affettuoso.
“ Cresci Ichigo … vivi, sii felice, innamorati. Masaki desiderava solo questo. Tsukishima …
sono fiero di te … alla fine ... sei riuscito a percorre la tua strada insieme agli altri … ”
Non appena il giovane si riunì agli altri, Isshin si fece avanti offrendogli una sigaretta dal
pacchetto mezzo vuoto.
<< Complimenti … sei stato più sintetico del solito >> commentò sedendosi.
<< Ho smesso anni fa, dovresti ricordartelo. >>
<< Perché l'hai presa allora ? >>
<< Mai rifiutare un regalo. Accendino ? >>
Accese la sigaretta e un sottile fumo prese a danzare sulla punta infuocata. Inspirò
profondamente ed essa si fece più rossa mentre il fumo defluiva nei polmoni lasciando
una lieve sensazione di leggerezza. Lo espirò in una botta sola, come da vecchia abitudine.
<< Così la finisci subito ... ! >> fece notare l'altro.
<< Colpa tua ... fumi sempre marche del cavolo >> disse in una smorfia.
<< Ehi ! Sono Malboro ! >>
<< Naah … ! La prossima volta porta le Chesterfield … >>
<< Parla l'intenditore che aveva smesso ... ! >>
Per un po' nessuno disse nulla. Immersi nell'aria estiva si godettero le rispettive sigarette,
come ai vecchi tempi quando s'incontravano in un bar, lui portando notizie di Kukaku e
Ganju, Isshin raccontando gli ultimi aneddoti di famiglia. Proprio come allora una lieve
tensione aleggiava tra loro ; a distanza di anni l’Ex-Capitano non aveva ancora compreso
il suo rapporto con Masaki e probabilmente non ci sarebbe mai riuscito.
<< Grazie per Ichigo >> esordì a metà sigaretta.
<< Di nulla … tu come va coi poteri ? Li stai recuperando ? >>
<< Più o meno … ci vorrà ancora qualche mesetto … >>
<< Uhm … >> fece gettando via il fumo e osservandolo mentre si dissolveva << … e dimmi
… la tiene sempre con se ? >>
<< Sì … è grazie alla croce di Masaki se ora la Zangetsu è veramente completa … croce che tu hai
custodito per otto anni ... >>
In quelle ultime parole Kugo percepì invidia. Ma resistette alla frecciatina … se avesse
ceduto quell'immagine sarebbe riemersa dalle nebbie del passato, portando con sè un
dolore e una tristezza senza nome. L'immagine di lei ... in un’ultima lontana notte d’estate.
<< Già … e un giorno dovrò menarti. Sappilo. >>
<< Oh ! Pensavo l'avessi dimenticato ! >> ammise l'uomo grattandosi la nuca.
Kugo socchiuse gli occhi e un ricordo riaffiorò rabbioso : la tomba di Masaki, il temporale,
la lite, i pugni di Isshin, lacrime confuse nella pioggia ...
<< No, non l'ho dimenticato … >> replicò duro spegnendo la sigaretta nel terreno << …
solo che al momento non è fra le mie priorità. >>
L'altro lo fissò intensamente, infine, quasi fosse conscio di non poter sfuggire a quel destino,
sorrise amaro.
<< Mi farò trovare pronto >> promise dandogli una pacca sulla spalla.
Senza aggiungere altro tornarono alla tavolata. Giunti in cima rimasero a bocca aperta ; gli
altri erano già intenti a gustarsi i dolci leccandosi i baffi come gatti golosi.
<< Ehi cos'è questa storia ?!? >> protestò scherzoso.
<< Ginjo-san ! Signor Kurosaki ! Venite presto ! Questa Sacher … è la fine del mondo ! >>
disse Orihime con la bocca tutta sporca di cioccolato.
<< Non l'avevo mai assaggiata ... veramente ottima … >> aggiunse Ichigo vicino a lei << …
complimenti Askin. >>
<< Forse un pochino pesante>> intervenne Ganju che già aveva spazzolato il piatto.
<< Vi avevo avvertito, non era un dolce leggero ... >> precisò allegro il cuoco << … e tu cosa
ne pensi, Yoruichi ? >>
<< … Non è male >> rispose la Dea a sguardo basso.
“ Sbaglio o è leggermente ubriaca ? ” pensò sedendosi e addentando la propria fetta.
Un'esplosione di morbidezza al gusto di cioccolato invase la bocca.
<< Accidenti quanto è buona … ! Complimenti, davvero ! >>
<< Ehi ! Se dite ancora qualcosa giuro che aprirò una pasticceria … ! >>
Così in una risata contagiosa la serata s'avvio alla fine ; verso mezzanotte il quartetto del
Mondo Terreno sparì dietro al Senkaimon salutandoli affettuosamente, poco dopo anche
Ganju, Rukia e Renji tornarono verso casa. Infine, più o meno all'una, Askin e una
leggermente brilla Dea Tuono scomparvero nella notte illuminata dalle stelle.
<< Speriamo non succeda nulla … >> mormorò Kukaku mentre sparecchiavano.
<< Non credo ci sia da preoccuparsi, amore mio. >>
<< … Nonostante le mie parole Yoruichi continua a essere … parecchio turbata. >>
Kugo sospirò. Dopo giorni passati ad ascoltare le solfe della gatta, la questione gli era fin
troppo chiara, ma per ora aveva preferito non intromettersi, onde preservare il proprio
equilibrio mentale.
<< Voi donne vi fate troppi castelli in aria. Ogni volta vi sfugge la soluzione più semplice. >>
<< Davvero ? Illuminami allora … ! >> chiese la compagna provocatoria.
Alzò lo sguardo. Lei era lì, le spalle rivolte al tavolo … lo spacco della gonna lasciava
intravvedere la gamba e il fianco sensuali. Erano però il seno raccolto in un top scollatissimo
e le guance macchiate da un lieve rossore a renderla provocante all'inverosimile. La cena
era stata bellissima e stancante allo stesso tempo, sopratutto a causa della parentesi con
Ichigo e Isshin. Adesso un solo pensiero gli frullava nella testa e il mobile dietro Kukaku
capitò a fagiolo facendo riecheggiare la fantasia del pomeriggio.
Si mise in ginocchio avvicinandosi al collo.
<< Diciamo che … non mi dispiacerebbe se concludessero la serata in maniera più …
piccante. >>
<< Co-come ti vengono in mente cert- >>
La zittì con un bacio impetuoso, per dopo spingerla indietro fino a sdraiarla sopra l'asse.
Ne cercò la lingua frenetico, ma il bacio fu breve. Sciolto l'iniziale contatto prese ad
accarezzare le gambe finite intorno al suo bacino, calmo e paziente ... perché più lento
arrivava più il piacere sarebbe stato intenso.
<< Non vedo il problema ... >> disse in un sussurro caldo << … per tutta la sera non ha fatto
che mangiarselo con gli occhi. Askin è un bell'uomo, simpatico, bravo a cucinare …
scommetto che sotto-sotto non vede l'ora di sbottonargli i pantaloni. >>
Kukaku lo guardò male, ma la rabbia durò un secondo. Sentendo i seni contro il suo
petto inclinò il capo scrutandolo in un'espressione teneramente lasciva. Lui sorrise
cominciando a massaggiarla e non ci volle molto prima che cominciasse ad ansimare ;
gemiti sommessi a celare un crescente e peccaminoso desiderio.
<< Credi … non l'abbia vista ?!? Però l-le questioni di cuore non ... si risolvano con quello
… ah ... come fate voi uomini. Lei … dovrà prendere una decisione prima o poi ... ah … in
ogni caso … trovo ingiusto intromettersi … in questo modo … aah ! ... >>
<< Non mi sto intromettendo ... do solo una piccola spinta quando serve. >>
<< Ahh … compreso il non invitare Kisuke ? >>
<< Anche l'avessi fatto avrebbe rifiutato, sai com'è fatto … mia Piccola Kukaku. >>
<< Ah … Kugo … ho la sensazione che tu lo stia evitando … >>
Un'osservazione all'apparenza innocua si tramutò in una spina nel fianco. In un attimo
tutta l'eccitazione sparì. Tolse le mani dai seni e la fissò serio, come non mai.
<< … Lo evito perché lo trovo irritante, tutto qui. >>
Kukaku sgranò gli occhi e in essi intravvedeva già un profondo rammarico.
<< Ma ... devi molto a lui … dopo la sconfitta di Aizen, è rimasto nel Mondo Terreno solo
per te … >>
<< Gli devo molto … questo non posso negarlo ; mi donò i poteri, m'insegnò a legarmi
alla zanpakuto … fu un buon mentore … però ... >>
Forse era meglio lasciar cadere il discorso, ma ormai il dado era tratto. La mente vagò
persa in ricordi lontani, ma dove Kisuke compariva costantemente, fastidioso e snervante
come una mosca.
<< Il suo è un falso aiuto, un aiuto che ti obbligherà prima o poi a fare il lavoro sporco ... >>
continuò a pugni stretti << … l'aver nascosto Hogyoku dentro Rukia, mandato Ichigo a
salvarla … gli esempi sono fin troppi … vuoi metterla sul personale ? Quando arrivai al
Rukongai da semplice “ anima”, lui venne ad accertarsi che nessuno del Gotei 13 fosse
sulle mie tracce e mi spiegò un paio di cosette … bisognava considerare un'eventuale morte
del Soul King e ... se tale scenario si fosse avverato … io sarei stato fondamentale per non
far crollare il mondo su stesso … io … il suo primo allievo. Tsk ! Il giochetto dei mille
scenari … l'ha fatto pure con te … >>
<< … D-di cosa parli ? >> domandò Kukaku in un fil di voce.
<< Lo rivelò in quell'occasione … così, tra una battuta e l'altra, manco fosse una stupida
barzelletta ! >> ringhiò stringendo i pugni << La prima volta che Ichigo ottenne i poteri ...
una sera venne qui e ti raccontò ogni cosa … di me e di come mi ero ridotto ! >>
Lei tremò distogliendo lo sguardo, un tremito appena percettibile che non sfuggì al suo
occhio attento.
<< Sì … e ne fui felice. Finalmente dopo anni di silenzio avevo tue notizie … e al tempo
stesso provai un dolore immenso … di nuovo … non potevo far nulla per salvarti … e quelle
notizie divennero il debito nei suoi confronti ... >>
<< … Lui è così, ti tende la mano, quando in realtà non fa che legarti al guinzaglio pronto
a sfruttarti alla prima occasione utile. Peccato ci abbia messo anni per capirlo … >>
In quelle ultime parole la rabbia scomparve. Ma se da un lato si sentiva più calmo,
dall'altro avvertiva di aver commesso un terribile errore ; esprimendo il proprio giudizio
su Kisuke aveva scavato in profondità, facendo rivivere a Kukaku momenti dolorosi.
La strinse ... nella speranza di farle dimenticare tutto.
<< … Perdonami. Non … non dovevo dire certe cose … non ora ... >>
<< No ... sono stata io a cominciare il discorso, scusami tu amore ... >> ammise ricambiando
l'abbracciò << … sai neanch'io lo sopporto per lo stesso motivo. Ma Yoruichi lo ama …
quindi mi sono sempre frenata dall'esprimere certi giudizi. >>
<< Uhm … ora non pensiamoci. >>
<< Sì … giusto … >>
Senza preavviso lo baciò aggrappandosi con forza alle sue spalle. Trascinato in una danza
bollente avvertì l'eccitazione annebbiargli il cervello. Felice, dimenticò ogni cosa e liberò
i seni dalla prigione del top facendoli rimbalzare sopra lo stretto tessuto. Alzò il busto
in modo da gustarsi la visione di quel corpo perfetto, i cui contorni risplendevano sotto
la debole luce rossa delle lanterne, come il più prezioso dei tesori.
<< Ah … ! Ku-Kugo aspetta … ! Davvero vuoi … farlo sul tavolo ? >>
<< Adoro coccolarti in posti nuovi, dovresti saperlo ormai. Uhm … si dà il caso abbia
ancora fame ... >>
Così dicendo iniziò a leccare i capezzoli. Immergendosi in un piacere via via più intenso,
la testa divenne leggera, il calore aumentò e l'erezione crebbe. Continuò, finché le dita di
Kukaku s'insinuarono fra i capelli.
<< Ah … mettiti in ginocchio … voglio … coccolarti un po' io adesso ... >>
Non se lo fece ripetere due volte.
La giornata poteva dirsi felicemente conclusa.


Renji era nervoso, anche se cercava di non darlo a vedere. Tale agitazione aveva un nome :
Ichigo. Non che l'amico avesse fatto chissà cosa, anzi era felice d'averlo rivisto, l'averne
constatato l'ottimo stato di salute e soprattutto l'intesa con Orihime. A irritarlo erano stati
i discorsi con Rukia, il modo in cui lei gli aveva sorriso. Gelosia ?
Sì, un'inutile gelosia che a ogni passo cresceva incontrollata rodendo il cervello come un
tarlo col legno. Alla fine un dubbio prese forma.
“ A lei … è mai piaciuto Ichigo ? ”
Quel pensiero risuonò pesante e sgranando gli occhi riportò l'attenzione sull'amata.
Rukia camminava poco più avanti. Le gambe immerse nell'alta erba argentea, i capelli
mossi dalla brezza e l'abito risplendente nel buio della notte, la rendevano simile a un raro
fiore notturno. La voce risuonava felice mentre commentava la splendida serata. Era così
rilassata … forse non era il caso di rovinare tutto per una sciocchezza simile, ma il bisogno
di risposte fu troppo forte e appena sentì pronunciare quel nome, le parole uscirono,
cariche d'astio.
<< Rukia tu … tu hai mai provato qualcosa per Ichigo ? >>
Lei si bloccò interrompendo il discorso e dopo attimi che parvero interminabili si voltò.
Nei magnifici occhi blu brillava la confusione insieme a una strana consapevolezza, come se
in fondo si fosse aspettata proprio quella domanda.
<< Perché me lo chiedi ? >> domandò calma e senza timore.
<< Non lo so … però ecco … voglio saperlo. >>
Inaspettatamente la vide sospirare e alzar lo sguardo al cielo.
<< Sai Ichigo … mi ha sempre ricordato Kaien … >> cominciò con voce tinta di malinconia
<< … forse se non ci fosse stata questa somiglianza ... quella notte avrei esitato a salvarlo ...
e anche salvandolo non mi sarei affezionata a lui come lo sono ora. Kaien era una persona
speciale … e ripensando adesso nel mio rapporto con lui c’era anche quella stupida
infatuazione da adolescente, un'adolescente innamorata di un uomo sposato. Ichigo … è
e rimarrà il mio migliore amico. È grazie a lui se noi ci siamo pian piano riavvicinati.
Tu sei diverso Renji … un sentimento del genere non potrei riservarlo a nessun altro uomo. >>
Le ultime parole furono come una dolce brezza, una dolce brezza che rasserenò il suo
animo. L'iniziale felicità però lasciò presto spazio alla frustrazione e alla vergogna.
Quell'assurda richiesta … non aveva messo in discussione la loro relazione ?
" Sì ... è grazie a lui se ci siamo riavvicinati ... lo dissi io stesso in quel tunnel oscuro ...
prima dello scontro contro Yhwach ... accidenti ! Come ho fatto a dimenticarlo ?!? "
Strinse i pugni distogliendo lo sguardo da quel viso sincero e maturo.
<< Perdonami … non avrei dovuto chiederti una sciocchezza simile. >>
Nel silenzio rotto soltanto dal canto dei grilli, la udì avvicinarsi e i suoi piedi, così piccoli e
teneri, fecero la loro comparsa a meno di un metro da lui. Nonostante questo, la vergogna
era ancora troppo forte e gli impediva la benchè minima reazione.
<< Sono contenta invece. >>
<< Co-come ?!? >> esclamò stupito tornando a guardarla.
<< Dentro di me ... >> disse Rukia, una mano poggiata sul petto << … c'era un cassetto, un
cassetto che volevo assolutamente chiudere, ma per quando mi sforzassi non ci riuscivo.
Tu mi ha dato forza. Ora mi sento più matura, più sicura … e voglio continuare a esserlo …
insieme a te. >>
Rimase senza parole, mai si sarebbe immaginato un risvolto del genere.
La guardò perdendosi nel blu dei suoi occhi. In quel mare bellissimo la pace arrivò, potente
e inaspettata, portando con sé un solo desiderio. L'abbracciò, stringendola forte come mai
prima d'allora.
<< R … Renji ! Così mi stritoli … ! >>
<< Ti amo Rukia >> e mentre lo diceva il cuore esplose di gioia, o forse era una sensazione
più intensa, sconosciuta e ancora senza nome.
<< Renji … anch’io … anch’io ti amo ... >> sussurrò lei abbracciandolo a sua volta.
A lungo stettero immobili, coccolati dalla brezza notturna e dal tepore dei loro corpi, infine
quasi all'unisono si baciarono. Renji non desiderò che fermare quel momento continuando
a sfiorare all'infinito le sue piccole, calde e soffici labbra. In fondo, si trattava del loro
primo bacio.


Poche volte era stata così ubriaca. Quando capitava di solito era a causa del latte, ma il latte
era riservato ai momenti personali, non certo se si doveva portare un pensiero a una cena.
A parte ciò l'essersi scolata quasi una bottiglia di saké* non era stata, come si dice, una
buona idea. Camminava nella notte, il passo pesante e barcollante, le guance bollenti.
In questo stato precario ogni tanto provava a pensare, ma le parole sfuggivano veloci,
era come cercar di prendere dei pesci a mani nude, pesci che nuotavano nel suo cervello
divenuto un mare soffice e inconsistente.
<< Yoruichi … >>
Una voce la chiamò alle sue spalle, preoccupata e dolce al tempo stesso. Controvoglia e a
fatica riuscì ad articolare una frase, indirizzandola verso la causa principale della sbornia.
<< Che vuoi ?!? >>
<< Stai barcollando lo sai ? >>
<< Che rabbia ! Saarò libera di bar … collare coome mi pare e piace ! >> sbraitò voltandosi.
Il brusco movimento le fece perdere l'equilibrio. Il mondo vorticò su se stesso fermandosi
all'improvviso. Si ritrovò a pochi centimetri dal suolo e l'attimo dopo avvertì qualcosa
stretto intorno alla vita.
<< Non lo metto in dubbio, ma se continui così rischi di farti male. >>
La sua voce … era così vicina. Scosse la testa nella speranza di riacquistare un minimo di
lucidità. In un goffo tentativo di ribellione si sentì afferrare, questa volta attorno alle spalle
e sotto le ginocchia. Subito dopo il mondo vorticò, ma in senso opposto.
<< Ecco fatto, ora sei al sicuro. Oh … sei leggera come una piuma ! >>
<< Ah ! M-ma cosa… ?!? >>
Fu come essere catapultata in un incubo … Askin … la stava tenendo in braccio.
L'imbarazzo fu così forte da coprire per qualche attimo l'effetto dell'alcol. Allarmata alzò
lo sguardo. Lui era lì, sorridente con quei ... dannati occhi viola e quel maledetto profumo
al muschio bianco. Il cuore accelerò incontrollato costringendola ad abbassare il capo.
Inconsciamente desiderò trovarsi in un altro posto, lontano da tutti, specie da lui.
<< Me-mettimi giù !!! >>
<< Sta tranquilla, mica ti mangio ! >> ribatté lui ironico stringendola ancora << Il galateo
impone d'aiutare sempre una donna, specie se è molto bella, mi permetto d'aggiungere.
Finché la sbornia non sarà passata rimarrai qui … dopo ti lascio andare. >>
Rimase interdetta, ma in un barlume di coscienza si rese conto di non poter continuare,
a meno di non voler concludere la serata raggomitolata in mezzo all'erba.
<< O-okay … giu-giuri ? >>
<< Certo, non sono il tipo d’uomo da rimangiarsi le promesse >> le disse lui incamminandosi.
Seguì un silenzio imbarazzante, almeno per lei. Dopo un po', non seppe dire quanto,
Askin iniziò a canticchiare uno strano motivetto.
<< Jâ enwil ich niemer des eralten,
swenne ichi si sihe, mir sî von herzen vol …
>>(2)
“ La voce … è completamente diversa … è più bassa e calda ... ”pensò infossandosi su se
stessa “... e … pure irritante ! ”
<< Co … cosa vuol dire ? >> domandò nella speranza di farlo smettere.
<< … Si tratta di una poesia … >> rispose lui con una goccia di malinconia << … una poesia
antica, scritta molto tempo fa nel mio paese, purtroppo ricordo solo questo pezzetto. >>
<< E … cosa ssignifica ? >>
<< Se-gre-to ! >>
Subito dopo la testa divenne pesante, un turbinio alcolico l'attraversò facendole perdere
ogni interesse per l'argomento, quanto meno Askin non riprese a cantare. Assaporando
un po' di tranquillità socchiuse gli occhi e poggiò il capo intorpidito contro il suo petto.
Lentamente un tepore la avvolse e per poco non s'addormentò. A impedirle di cadere tra le
braccia di Morfeo fu un suono profondo e ritmico.
Thum-Thum ! ...Thum-Thum !
“ Ah … ! Questo … è il suo cuore … ah … che strano … è … rilassante … ”
Sollevò le palpebre e prese a osservarlo con la coda dell'occhio.
Askin era persino più bello sotto la luce delle stelle. I contorni del viso risplendevano
avvolti da una debole luce argentea, le iridi viola brillavano intense e serene, i capelli neri
erano resi più affascinati da sottili riflessi blu. Ogni singolo dettaglio era reso ancora più
incantevole, ancora più sensuale. Sensuale …. non avrebbe mai creduto di poterlo pensare
nei confronti di un altro uomo ...
<< È … strano … >>
<< Uh ? Cosa Piccola Dea ? >>
<< Ah ! No ! Sta-stavo riflettendo … so-sono passati solo 4 mesi … da quando abbiamo
combattuto … e … >>
<< È strano che adesso ti stia portando in braccio come una principessa ? >>
<< S-sì … ! Volevo dire … questo … >>
<< Ah ! Ah ! In effetti è vero ! >> confermò rivolgendole il più luminoso dei sorrisi << E al
tempo stesso … lo trovo molto bello >> concluse tornando a guardare avanti.
Per qualche ragione continuò a fissarlo e a nulla valsero i tentativi della coscienza di farla
smettere. Era come caduta dentro un incantesimo, un incantesimo dal sapore alcolico e
maledettamente attraente.
“ Lui … è sempre gentile, io invece … mi sono comportata da stupida … specie ‘sta sera
… manco fossi una ragazzina alla prima cotta … ”
“ Ci stai pensando troppo ! ” gridò la coscienza.
“ Forse … ma non m'importa … ”
“ Dovresti pensare a Kisuke …! Pensare all'onore del Casato ! ”
“ Ora voglio solo … solo … ”
Mosse la mano sinistra … fino a sfiorargli la guancia. A quell'improvviso contatto Askin
sgranò gli occhi bloccandosi di botto, ma lei, attirata com’era dalla pelle, non ci badò.
“ Ah … è calda e … morbida … chissà se pure le labbra lo sono … ”
<< Yo-Yoruichi ... ? Cosa stai … ? >>
Successe in pochi secondi. Una violenta scossa elettrica percorse la spina dorsale, l'aria si
frantumò sotto piccole scintille e il mondo ... diventò buio.


- I progressi cominciano a vedersi Yoruichi ! -
- Già ! Ora riesco a rimanere cosciente per quasi dieci minuti … ! Anche se … -
- Cosa ? -
- Nah ! Niente, una sciocchezza, Kisuke mi ha avvertito qualche giorno fa, ha detto potrebbero
esserci effetti collaterali ... come trasformazioni improvvise e incontrollate. -
- Davvero ?!? E quando dovrebbero manifestarsi questi … effetti collaterali ? -
- Beh sai com'è fatto, certi dettagli adora tenerli per sé ! -


Kukaku ricordò il discorso all’improvviso e nel momento meno opportuno. Kugo era
dentro di lei e a ogni spinta le regalava intense scosse di piacere.
Quasi avesse percepito la piccola distrazione, lui le premette le mani sulla schiena facendola
incarnare ancora di più. La penetrò di nuovo, più profondamente, più intensamente,
piegandosi su di lei e facendole sentire il proprio respiro perso nell'estasi. Kukaku gemette
allargando le gambe in modo da offrirgli più spazio. Così, in una successione di spinte,
dimenticò la piccola preoccupazione. Gettò la testa all'indietro e, perdendosi nel viso
sudato di Kugo,
lo incitò a continuare.


Askin non capiva e per quanto si sforzasse ogni tentativo risultava inutile : in una posizione
del genere persino pensare risultava al limite del possibile. Era successo in pochi secondi
e ora eccolo lì, incollato al suolo e con una Yoruichi ubriaca intenta a baciarlo.
Nonostante l'alettante prospettiva avvertiva qualcosa di sbagliato, motivo per cui aveva
serrato la bocca appena ne aveva sentito il respiro pericolosamente vicino.
Provò a divincolarsi e per la terza volta la donna aumentò la pressione.
“ Ahi … ! Sbaglio o è diventata più pesante ?!? Sarà il reiatsu ?!? ”
Irritata Yoruichi si staccò scrutandolo come una gatta infastidita … in quel momento li
vide … scintille dentro le iridi gialle, una lunga coda ricoperta da fulmini azzurri …
allora fu tutto chiaro, maledettamente e spaventosamente chiaro.
<< Yo-Yoruichi … mi capisci vero ? >> balbettò in un fil di voce.
Lei rispose con un secondo bacio accompagnato da un verso non dissimile da un miagolio.
Rammentando attimi dolorosi, sentì un brivido gelido attraversargli la spina dorsale e una
sgradevole sensazione invadere la testa.
Yoruichi aveva assunto quella forma ( forse senza volerlo e a causa dello stato brillo )
tramutandosi in una gatta famelica bisognosa di coccole. Troppo bisognosa. Alla ricerca
di un contatto più appagante la sentì premere con insistenza, in lui però sopravviveva
un barlume di razionalità, una razionalità che pulsava logorante nel cervello, in netto
contrasto con l'eccitazione crescente nel resto del corpo.
“ È sbagliato … è tutto sbagliato … ”
Senza preavviso lei spostò l'attenzione sul collo. Piccoli morsi s'alternarono a succhiotti.
Strinse i denti nel tentativo di trattenere il calore via via più intenso.
<< Pi-Piccola Dea … ti prego … ah … ti prego torna in te … >>
<< Mao … ! >>
<< … Ah … aiuto ... qualcuno mi salvi … >>
La sentì scendere lentamente, attenta a non lasciarsi sfuggire un centimetro di pelle.
<< Uhm … ! Dai … dai Yoruichi … sme … smettila … ! >>
<< Fffssh ! >>
Mani elettriche si posarono sopra il petto. Se ne accorse appena, perché l'attimo successivo
artigli fulminei squarciarono il tessuto della camicia. Passato l''iniziale spavento tirò
un sospiro di sollievo, a parte leggeri segni rossi sul petto era integro. Ma la consolazione
durò un battito di ciglia … i propositi dell'altra infatti erano fin troppo chiari.
Disperato annaspò cercando di spingerla via. Si sa però, i gatti son testardi, e in risposta
Yoruichi gli graffiò le braccia, giusto per precisare le proprie intenzioni : non avrebbe
smesso, non fin quando non avesse soddisfatto il suo bisogno carnale.
<< Aahi ! … Aah … co-cosa vuoi fare ? Mangiarmi ? >>
Lei, seduta sinuosamente sopra il suo bacino, l’osservò vogliosa e sensuale cominciando ad
accarezzargli il petto e gli addominali. Se ne accorse allora ; in mezzo ai pantaloni la
situazione stava precipitando in maniera preoccupante. Nell'allarme un calore arrivò
intenso inebriandolo da capo a piedi.
“ Ah … questa sensazione … da quanto non la provo ? ”
Era un pensiero sbagliato, un pensiero sbagliato in una situazione altrettanto sbagliata …
ma lo pensò ancora e ancora non appena lei prese a muovere i fianchi.
La guardò e di fronte a quella visione così potentemente erotica non riuscì a trattenere un
gemito eccitato. Yoruchi ... il cui corpo perfetto danzava alzandosi e abbassandosi,
Yoruichi ... che lo fissava bellissima e terribile, gli occhi solcati da una luce peccaminosa.
Quello sguardo … sembrava desiderare lui e solo lui. Di sicuro sarebbe stata più
provocante con indosso una tutina attillata, o meglio ancora nuda, bagnata di sudore, col
bacino proprio sopra ...
Ricordati ! Ricordati … è sbagliato ! ” urlò l'ormai debole razionalità.
“ Ah ... già … è vero … ”
La coscienza lo salvò. La coscienza gli permise di vedere un sasso al limitare del sentiero.
<< Non sei lucida Piccola Dea … ah …e pure io rischio di … perdere il controllo … l'ultima
cosa che desidero ... è approfittar di te … >>
<< Maao ? >>
<< Ora devo … aahh … distarti un pochino … >>
Afferrò la vita sottile sollevandosi a sua volta. Yoruichi sobbalzò, in risposta a un contatto
di cui non era padrona. Dal canto suo, Askin si perse nelle sue labbra assaporandone il
calore e la morbidezza. Chiuse gli occhi cercandone la lingua, trovandola e gustando
appieno il sapore elettrico e maledettamente sensuale.
“ Ah … ancora … ne voglio ancora … ”
Stretta fra le sue braccia, lei si calmò e cominciò a corrispondere al bacio accoccolandosi
nel petto. Solo quando il respiro divenne corto e il calore nei pantaloni insopportabile
Askin si decise a staccarsi.
<< Ah … sei veramente tenera … ora si vede che ti sto simpatico ... >>
<< Roor … roor … >> fece strusciandosi.
<< In futuro potrei riprovarci … ma ora devo assolutamente fermarti … perdonami … >>
Afferrò la pietra e la colpì dritta in testa. Yoruichi s'accasciò al suolo. Un paio di secondi e
fulmini e coda scomparvero accompagnati da un lieve scoppiettio. L'iniziale sollievo
venne sostituito dall'agitazione. Si sporse in avanti controllando accuratamente di non
averla colpita troppo forte. Non trovò alcuna traccia di sangue e anzi … la gatta dormiva
tranquilla emettendo soffici respiri.
<< Meno male … adesso ti porto a casa … anzi fino in camera, non oso immaginare come
reagirebbe la tua famiglia vedendoti in questo stato insieme a me … >>
L'aveva presa in bracciò che avvertì l'erezione premere nei pantaloni.
<< … Questo potrebbe essere un problema … scusami un secondo. >>
S'allontanò e per cinque minuti, oltre a calmare le acque, continuò a tirare testate contro
un albero nella speranza di cancellare il triste episodio.
“ Nel caso chiederò a Mayu … a Nemu uno di quei trasformatori di memoria … ” pensò
mentre un rivolo di sangue gli scendeva sulla fronte.


Passando rasente alle mura e fermandosi tra le folte piante appena avvertiva passi o voci,
riuscì a non farsi beccare da nessuna guardia o servitore della Residenza Shihoin giungendo
alla tanto ambita metà.
“ Uno dei vantaggi di non possedere la ben che minima traccia di reiatsu ” pensò facendo
scorre lo shoji*.
La stanza era silenziosa, l'aria ferma e al centro del pavimento trovava posto un futon*.
Facendo attenzione sdraiò Yoruichi e la coprì col lenzuolo. Lei si raggomitolò come una
gattina coprendosi il viso con una mano chiusa a mo di zampa. A quel punto … sarebbe
dovuto andare, eppure rimase immobile a osservarne il viso dormiente.
<< Sei così calma ora … >> sussurrò avvicinandosi << … quasi quasi potrei darti il bacino
della buonanotte. >>
Ma parole dette per scherzo si trasformarono in un desiderio pressante : voleva baciarla ...
ancora una volta. S'avvicinò, perdendosi nel tepore della pelle ambrata e nel profumo
leggermente alcolico del respiro.
<< Ah … continua a dormire … Yoruichi … >>
<< Uhm … Askin … ? >>
Mai prima d'allora aveva pronunciato il suo nome con così tanta tenerezza. Non pote far
a meno che fermarsi, lì a pochi centimetri, catturato da occhi assonati e socchiusi che lo
fissavano in cerca di risposte.
<< Askin … do … dove siamo ? >>
<< A casa … a casa tua … >>
<< A casa ? >> ripetè lei in un lieve sbadiglio << Stavo … stavo camminando e mi hai preso
in braccio … poi … uhm … non ricordo … devo essermi addormentata … >>
<< No-non ricordi ?!? >> esclamò senza riuscire a nascondere la gioia.
“ In effetti pure l'altra volta non rammentava nulla, probabilmente anche la memoria viene
sostituita da quella … da quella del gatto se si può dire … ”
<< No … scusami … sono stata maleducata … >>
<< Fi-Figurati ! È facile addormentarsi quando si è brilli. >>
<< Ahi … mi fa male la testa … >> mugugnò tastandosi il capo, all'incirca sopra il punto in
cui l'aveva colpita.
<< Oh … ! Bevi tanta acqua e vedrai passerà tutto … ora scusami … ma devo andare … >>
<< No … rimani qui … ! >> protestò lei cingendogli il collo e traendolo a sé.
Volente o meno oppose una debole resistenza ritrovandosi sdraiato sul morbido futon*
e con Yoruichi infossata nel petto. Per un secondo temette seriamente che fosse rimasta
qualche traccia di gatta famelica, ma posando lo sguardo sul suo viso, ogni agitazione
scomparve. Passarono i minuti, minuti intesi in cui la osservò addormentarsi mentre un
senso di leggerezza lo avvolse, non dissimile dalla prima volta in cui l'aveva abbracciata
nel bosco. Questa però era più intensa … molto più intensa ... gli parve d'averla già
provata, da qualche parte … lontano. Cullato dal tepore dei loro corpi rischiò di finire anche
lui tra le braccia di Morfeo, se non che Yoruichi si mosse nel sonno mugugnando contro
il suo collo.
<< Vorrei tanto rimanere … ma non voglio incappare nell'ira del tuo adorato fratellino
domani mattina … e in quella di Urahara … >>
<< Uh … ! Uh … ! >>
<< Aspetta ti sciolgo la coda … dormire coi capelli legati deve essere fastidioso… >>
Delicatamente tolse il nastro liberando i fili di seta viola dalla loro prigione.
<< Ecco fatto … ora va meglio … >> disse accarezzandoli un poco.
Di risposta sentì il respiro lambirgli la pelle. La guardò e il senso di leggerezza divenne
più forte, così come il desiderio di baciarla, riflettendoci però … forse sulla bocca sarebbe
stato eccessivo.
<< Guten nact, Yoruichi, träum schön. >> (3) sussurrò dandole un bacio sulla fronte.
A malincuore s'alzò facendo attenzione a ogni minimo movimento, e uscì, non senza
lanciarle un ultimo e intenso sguardo.
Abbandonata la Residenza Shihoin camminò sotto il cielo luminoso, gli occhi puntati sul
mare di stelle.
Bisognava andare a letto, domani sarebbe cominciata un'altra settimana e Mayuri mal
digeriva i ritardi al Lunedì ( rispetto a tutti gli altri giorni della settimana ). Questi brevi
e alquanto insignificanti pensieri lo occuparono per qualche minuto, poi la mente tornò
a lei ... a quando l'aveva baciata e su quella sensazione che non accennava a lasciarlo andare,
intensificandosi a ogni passo, impregnandogli il corpo e il cuore.
In uno stato d'assoluta beatitudine riuscì a ricordare …
<< Quella poesia … se non sbaglio faceva così ...
Der ichi leben sol
unde an der ist mîn wunne behalten
Jâ enwil ich niemer des eralten,
swenne ichi si sihe, mir sî von herzen vol.
>> (5)
Appena finì di recitarla un'immagine riaffiorò dalle nebbie del passato ; la villetta azzurra
sul mare, il grande tasso nel giardino, loro due mano nella mano … lei …sorridente e
luminosa come sempre.

- Una poesia dolcissima. -
- L'ho letta da piccolo nella biblioteca di mio padre … purtroppo ricordo solo questa strofa. -
- Non importa Askin ... è perfetta per noi due. -
- … Perfetta come te. -
- Uffi … ! Mi fai sempre troppi complimenti ! -
- E non smetterò mai di farteli. -
- Come i tuoi dolci ... ne stai cucinando tantissimi ultimamente ! Diventerò una balena
così ! -
- Beh ... allora ce ne saranno di più per me, Annett … ! -


In un violento turbine d'emozioni urlò quel nome dentro di sé. Era riuscito a ricordarlo …
il nome della donna amata quand'era in vita. La sua dolce e meravigliosa Annett.
Piccole lacrime cominciarono a scendere sulle guance e in quel misto incontrollato di gioia
e tristezza riuscì a dar un nome a quella sensazione.
<< Sai Yoruichi … mi basta vederti per essere felice, ti penso spesso, insieme a te ... ogni
preoccupazione scompare. Piccola Dea, che mi hai donato un motivo per vivere, che
riempi i miei giorni di gioia … tu … >> e puntando gli occhi al cielo concluse << … mi
piaci. Mi piaci tanto. Gli eventi di stasera, per quanto irrazionali, penso abbiano aperto una
piccola breccia nel tuo cuore. Non sarà facile … ma scalerò quella montagna, fino a farti
provare i miei stessi sentimenti. >>



Extra 0 : Strani risvegli in un giorno “ qualunque ”

Hisagi riemerse lentamente dal buio del sonno. Davanti a lui si stagliava il solito e
monocromatico soffitto di legno scuro. Una vista monotona che contribuì ad appiattirgli
l'animo fino all'inverosimile, un'anima piatta … come piatta era ormai la sua esistenza.
Kensei, il suo idolo, colui che l’aveva salvato da piccolo, era morto, morto senza che lui,
il suo Luogotenente, potesse impedirlo. Quello stupido Luogotenente non era riuscito a
dargli una degna sepoltura, perché egli era stato ridotto a un fantoccio dalla pazzia di Mayuri,
quello stupido Luogotenente ... completamente inutile nelle Battaglie contro il Wandenreich.
E così giorno dopo giorno aveva perduto ogni ragion d’essere, ogni obiettivo, ogni emozione.
Una volta aveva pensato di andare a salvarlo, il suo adorato Kensei, ma alla fine aveva
rinunciato. L'idea di vederlo ridotto in quell’orribile stato avrebbe solo aggiunto sofferenza
al già precario stato d'animo. L'unica consolazione in una vita divenuta apatica e inconsistente
era l'alcool … e poco importava fosse sake*, vino o birra, l'importante era dimenticare.
<< Hisagi ! >>
Una voce arrivò, inaspettata, destandolo dalla cupa riflessione.
A fatica volse lo sguardo in direzione della porta.
<< Rangiku … sei tu ? >>
<< Si sono io ! Ora apri 'sta dannata porta ! >>
Era già la terza volta che la Luogotenente della Decima veniva a fargli visita e ogni incontro
era sempre più stancante, sempre più irritante. Lei come gli altri, lo guardava dall'alto in basso
con occhi pieni di pietà e lui della pietà non sapeva proprio cosa farsene, voleva solo essere
lasciato in pace.
<< No … vai via … >>
<< Scordatelo ! Alzati da quel letto puzzolente e vieni ad aprimi ! >>
Puzzolente ? … Il futon* in effetti non profumava di rose e anche lui non era da meno ...
a quando risaliva l’ultimo bagno ? Cinque giorni prima ? Non avrebbe saputo dirlo …
<< Lasciami in pace … >> borbottò girandosi sul lato opposto all'entrata.
Un fragoroso boato squarciò l'aria. Un brivido gelò la spina dorsale mentre pezzi di
legno volavano qua e là mezzi bruciacchiati. Deglutì voltandosi con molta cautela.
Attraverso l'enorme buco della porta distrutta, Rangiku Matsumoto lo scrutava furente,
le braccia conserte sotto il seno prosperoso, messo in risalto dall'ampia scollatura.
<< Hisagi ! Alzati … SU-BI-TO ! >>
Avrebbe tanto voluto farlo … peccato in quel momento fosse senza vestiti. L'idea di farsi
vedere così, nudo e sporco dalla Signorina Rangiku … al solo immaginarselo provò un’immensa
vergogna e ancora una volta desiderò che ogni cosa scomparisse, lei, la porta distrutta,
tutto. Invece la donna continuava a fissarlo imperterrita coi penetranti occhi azzurri, in attesa
di una reazione. Hisagi però non aveva alcuna intenzione di muoversi e si coprì col lenzuolo
fin sopra la testa, sperando di dissuaderla dal suo intento. Speranza che andò in frantumi
appena la udì avvicinarsi a passi decisi.
“ Avevo dimenticato quanto fosse determinata ” pensò tristemente.
<< Rangiku … non avvicinarti … ho la febbre … non vorrei attaccartela … >> biascicò in un
ultimo disperato tentativo.
<< Si si ! Smettila di poltrire e vieni fuori ! >> tuonò strappargli via il lenzuolo.
L'imbarazzo lo invase da capo a piedi mentre la donna, per nulla inebetita dalla sua
nudità, lo afferrò per i capelli tirandolo violentemente a se e, vuoi per la debolezza dovuta
dall'alcool, vuoi per la forza bruta della Luogotenente, fu costretto ad alzarsi.
Rangiku non parve soddisfatta, gli diede giusto il tempo per un secondo ahi! e lo trascinò
verso il bagno.
<< Ma-Matsumoto ! Aspetta ! Che vuoi fare ?!? >>
<< Puzzi come una capra ! Anzi … peggio di una capra ! >> sbraitò lei senza peli sulla lingua
<< Adesso ti lavi bene bene … ! >>
<< Un secondo non … >>
Uno strattone più forte lo lanciò direttamente dentro la doccia e fu quasi per miracolo se
non sbatté contro la parete. In preda al panico si voltò solo per vedere la mano dell’altra
chiudere la porta scorrevole con un tonfo.
“ Sono in trappola … “ constatò disperato nel silenzio che seguì.
<< Signorina Rangiku … è ancora lì ? >>
<< … Scusami … >> rispose la sua voce rammaricata << … sono stata troppo brusca … >>
Hisagi vide la sagoma allontanarsi e per un attimo sperò di sentirla uscire, invece il suo
reiatsu rimase ben piantato nella stanza. Sì … era proprio in trappola. Non aveva il
coraggio d'uscire, forse l'avrebbe fatto con un asciugamano addosso se solo non fosse
rimasto all'esterno, così come saponette e shampoo.
All'improvviso eccola ricomparire … la figura della Signorina Rangiku, eccone la mano
aprire la doccia, eccola … completamente nuda ?!? Si girò fulmineo incollandosi alla
parete, immerso nella confusione e nell'imbarazzo più totale. La udì chiudere la porta
scorrevole … rimanendo a pochi centimetri dalla sua schiena ...
“ Che … che razza di situazione! Possibile sia tut-”
<< AAHI ! >> urlò sentendo il getto bollente della doccia sulla pelle << Matsumoto non- >>
Senza accorgersene si girò, senza accorgersene la ritrovò stretta a sé. Il cervello andò in
tilt e il corpo si pietrificò non appena quelle braccia sottili risalirono la schiena fino a
cingergli le spalle, con una delicatezza che mai avrebbe pensato di ricevere da lei.
<< Hisagi … >> lo chiamò dolce << … io … ho capito … >>
<< Co-cosa … ?!? >>
<< Vedendoti … stando con te … ho capito … >> mormorò lei nell'orecchio << … tu finora
… non hai pianto per Kensei. Vero ? >>
Sgranò gli occhi e un dolore immenso si fece largo nel petto. Quel dolore celato, quel dolore
che solo l'alcool era riuscito a tenere a bada … perché lui aveva deciso di non piangere.
Piangere era inutile, piangere non avrebbe risolto nulla, non gli avrebbe ridato indietro
il suo Capitano. Le lacrime erano per i deboli, per gli uomini deboli … eppure …
<< Ah … ! Come … come hai fatto … a indovinare ? >>
… in una tristezza via via più crescente desiderò soltanto piangere.
<< Anch'io ho perso una persona cara … >> rispose lei accarezzandogli il collo << ...
quando Gin morì piansi a lungo, da sola. E poi … poi sono andata avanti a testa alta,
facendo tesoro di ogni momento passato con lui. Gin ... sarebbe fiero di me vedendomi
adesso. Tu adesso devi fare lo stesso. Rendi orgoglioso Kensei, ma prima … piangi. >>
In quell'ultima parola Hisagi la strinse a sua volta. La strinse cercandone il calore del
corpo, un corpo caldo, morbido, dove finalmente rifugiarsi e … piangere, lontano da tutti,
lontano dallo sguardo del mondo.
<< Grazie Rangiku … grazie … >>
Le lacrime cominciarono a scendere, confondendosi con l'acqua.


<< Sento uno strano sapore … >>
Udendo la sua voce Yushiro alzò gli occhi verso la splendida sorellona.
Stranamente ci aveva messo di più del solito a svegliarla ; raggomitolata com'era nel
lenzuolo aveva dovuto scuoterla più volte per destarla dal sonno. Adesso Yoruichi era di
fronte a lui, ancora assonnata e coi capelli tutti scombinati.
“ Proprio come prima dell'esilio One-san* … ”
<< Sarà la zuppa di miso* … è troppo salata ? >>
Yoruichi guardò confusa il brodo dentro la ciotola.
<< No, non è la zuppa … >> rispose confusa << ... è un sapore diverso … strano … non
saprei come spiegartelo. >>
<< Ieri sera hai cenato a casa di Kukaku, forse è qualcosa che hai mangiato lì … >>
Lei ci riflette un attimo e facendo spallucce riprese a mangiare.
<< Uhm … probabilmente sì. >>
“ Io ... voglio rimanga tutto così ... per sempre. ”


<< Il trasformatore di memoria cancella i ricordi più recenti, se gli eventi risalgono alla
scorsa notte ormai non c'è più nulla da fare. Mi dispiace. >>
<< Ah … grazie mille Nemu. Sei stata … davvero gentile ... >>
Nemu inclinò il capo senza smettere d'osservare il suo interlocutore.
Quella mattina Askin-san era davvero strano ; la voce bassa e roca, la schiena piegata un poco
in avanti, il viso ispido e segnato da profonde occhiaie, uno strano livido al centro della fronte.
Non l'aveva mai visto in un simile stato … s'era pure dimenticato di farsi la barba.
Lo vide fare qualche passo e sbattere contro il muro.
<< … Sicuro di star bene, Askin-san ? >>
<< Alla perfezione Nemu adorata … >> rispose barcollando con un cenno della mano << …
non preoccuparti … ora torno al lavoro … >>
Osservandolo allontanarsi sospirò lievemente.
<< Mayuri-san si arrabbierà parecchio appena lo vedrà … >>





Glossario

*ayu : piatto tipico dei festival estivi, si tratta di piccoli pesci cotti allo spiedo per ottenere
una forma che ricordi l'animale mentre nuoti.
*dango : tre palline fatte di farina di riso e riso glutinoso, spesso servite con tè verde.
*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*hiyoku : sotto-kimono, oggi caduto in disuso.
*kasekuchen : dolce tedesco simile alla cheesecake.
*kiseru : sottile pipa tradizionale giapponese.
*obi : fascia tipica di kimono e yukata.
*miso : condimento derivato dai semi della soia gialla a cui spesso vengono aggiunti
cereali come orzo, riso, segale, grano saraceno o miglio.
*ramen shirakawa : tipologia di ramen i cui ingredienti sono arrosto di maiale, scalogno,
germogli di bambù, torta di pesce, alghe nori, cipolle, spinaci.
*saké : liquore giapponese ottenuto dalla fermentazione del riso.
*sakazuki : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
*shoji : tipico pannello delle porte scorrevoli giapponesi.
*tori dango : simili alle nostre polpette di pollo.
*tokkuri : brocchetta in ceramica in cui viene servito il sakè
*yakitori : spiedini di pollo, esistono le relative sotto-categorie ( momo, coscia di pollo,
negima, cipolla e pollo, tebasaki ala di pollo, ecc. )
*yakuta : kimono informale indossato nei periodi primaverili o estivi.
*zabuton : cuscino per sedersi posto sopra il tatami. Originalmente fatto con stoffe
pregiate, nella seconda metà del periodo Edo s'inizio a fabbricarlo col cotone.
*zaru soba : tipico piatto estivo delle torride estati giapponesi, spaghetti di grano saraceno
consumati freddi intinti in un brodo saporito.


(0) Qualità di ramen caratterizzata da spaghetti molto gommosi conditi con carne di maiale,
scalogno, germogli di bambù, naruto, wanton, spinaci.

(1) Ginjo, scritto con ideogrammi diversi, indica una qualità molto pregiata di sake.

(2) Il pezzo è estratto da una poesia del genere Minnesang, un tipo di componimento
lirico sviluppato in Germania tra il XII e XIV secolo, spesso sotto forma di canzoni,
il cui tema principale è l'amore.
Letteralmente la traduzione significa :

Finché vivrò riceverò sempre tanta gioia
ogni volta che riesco a vederla.

(3) Guten nact, lett. Buonanotte. Träum schö, Sogni d'oro.

(4) Altro pezzo della poesia :

Perché lei è la mia vita
e la fonte di ogni mia gioia
Finché vivrò riceverò sempre tanta gioia
ogni volta che riesco a vederla.

La poesia e la relativa traduzione sono tratte dal libro “ Traduzione e Scrittura ” di Johann
Drumbl, edito dalle LED Edizioni Universitarie di Letteratura Economia Diritto.





Tana Oscura :

Questo capitolo è stato molto Kugocentrico ^^. Ho dato molte risposte a dilemmi rimasti irrisolti nel manga. Per l'ennesima volta si tratta di farina del mio sacco, una mia personale interpretazione dei pochi indizi trapelati all'interno del manga, da come Kugo abbia ottenuto i poteri a come abbia abbandonato il ruolo di sostituto ( e chissà magari non è andata tanto diversamente da quanto me descritto ). Versione molto molto fancontorta riguarda l'aver affrontato direttamente Yhwach per ben due volte ( a fine storia dedicherò un extra alla mia versione della battaglia finale e dell'immediato seguito antecedente la sconfitta del Baffo ) e il fatto che conoscesse Masaki, Isshin, Kukaku ecc.

Ma non sono cose tutte campate in aria ! Ecco di seguito i punti del manga a cui mi sono ispirata :

1) La sede dell'Xcution si trova nel quartiere di Naruki-ki, lo stesso dove si svolgono
gli eventi di EBTR.

2) All'inizio della Saga del Sostituto Shinigami Scomparso, Kugo afferma di conoscere
alcuni segreti della famiglia Kurosaki … segreti che non verranno mai svelati.
Nel Capitolo 474, Isshin è preoccupato ch'egli possa rivelare una shockccante verità
al figlio, verità di cui pure Kisuke sembra a conoscenza … io l'ho letta come il rivelare
la natura Quincy di Masaki.
Inoltre Kugo dimostra in più di un'occasione di possedere parecchie informazioni su Ichigo.
( vedere parte allenamento nel game di Yukio ).

3) La saga si svolge a poca distanza dall'inizio della Guerra e comunque ben 17 mesi
dopo la fine di quella di Aizen. Quindi, sempre secondo me, Isshin, Kisuke e Kugo
erano d'accordo per far sì che il Gotei 13 intervenisse a ridare i poteri a Ichigo, oltre a
liberare Kugo dal suo odio verso gli Shinigami, vendicare Masaki e ricongiungersi con Kukaku.

4) Nel breve flashback tra Kugo e Tsukishima, il primo ci viene presentato come già
adulto ( 25-32 anni ), mentre Tsukishima come un ragazzino ( 12-14 anni ). Tenendo
contro che entrambi sono umani, possiamo stimare che Kugo sia stato Sostituto tra i 8 e
i 15 anni prima di Ichigo, difatti non pare cambiato molto rispetto al passato mentre
Shukuro sembra avere tra i 18 e i 25 anni.

5) La croce viene definita un oggetto a cui Kugo è molto affezionato, lo afferma
Riruka quando Ichigo si allena nella Doll House. Nella mia versione apparteneva
a Masaki ( anche perché durante ETBR per qualche X ragione non la vediamo ).

Altri chiarimenti :

6) Quando Ichigo riacquista per la seconda volta i poteri, Hitsugaya spiega che Rukia
conosceva già il metodo per passare i poteri da umano a Shinigami, perchè Kugo
tempo addietro ( non viene specificato quando ) aveva ricevuto i poteri nello stesso
modo. Ho attribuito tale scoperta a quella volpe di Kisuke.

7) Nella mia storia Kugo scopre altre verità oltre a quella sul Distintivo. Una volta
tornato nel Mondo Terreno chiede a Kisuke di farsi sigillare i poteri. Il sigillo è un
espediente che usato per spiegare come mai il Gotei 13 non sia riuscito a localizzarlo
in tutti gli anni successivi. Il Distintivo funge anche da localizzatore, ma senza una
fonte di r0u0affianco perde la sua funzione. Allo stesso modo Ichigo nell'allenamento
con Kugo colpisce più volte la claymore senza riuscire a percepirne nulla. Inoltre il Gotei 13
non conosce la reale potenza del Primo Sostituto dopo 8 anni di assenza e decide
di donare il reiatsu di tutti i Capitani nella spada di Urahara, così da rendere Ichigo
abbastanza potente per batterlo. Essendo il sigillo rotto a metà, il Gotei 13 non riesce
comunque a individuarlo una volta giunto nella Soul Society.

8) Nel combattimento finale con Ichigo, egli ha usato il proprio Fullbring fondendolo
con quello del ragazzo e successivamente con la parte Hollow.

9) Nel capitolo 477 The Lost 2 Riruka afferma : " Noi non siamo riusciti a salvare Ginjou.
È lui che ha salvato noi. A salvare lui è stato Ichigo. " la parte finale della frase conferma
quanto detto in questo capitolo 5. La centrale verrà approfondita successivamente. Inoltre
se prendiamo in considerazione anche i pensieri di Shukuro a fine capitolo 478 e la cover
del 479, s’intuisce, almeno per me, che Kugo sapeva di dover morire contro Ichigo.

10) Soi-fon afferma che egli uccise molti shinigami. Tale evento l'ho collocato nella notte
in cui Kugo scoprì alcuni segreti riguardanti la Soul Society e il suo " destino "( Tite lo affermò
in un'intervista ) quindi uccise si … ma per autodifesa.

11) << Quelle notizie … divennero il debito nei suoi confronti ... >>
La frase di Kukaku si riferisce al Capitolo 78 del manga, quando la donna sottintende di
aver un debito nei confronti di Kisuke.

Partendo da questo insieme bello corposo, secondo me Kubo aveva in mente un destino diverso per Kugo, come per altri personaggi vedi Grimmjow, Nel, Isshin, ecc, ma per tutta una serie di questioni è andata come è andata … accidentaccio …

Tornando a noi, in questo Capitolo si sono dette moltissime cose circa il Primo Sostituto, e quindi … ! Per aiutarvi ecco un riassunto delle tappe della sua vita, a cui ho aggiunto altri piccoli dettagli.

0 anni
Nasce da madre umana e padre Shinigami, la donna incinta viene attaccata da un
Hollow e salvata dal marito
4 anni
Il padre scompare nel nulla, ucciso dal Gotei 13 su ordine speciale del Consiglio dei 46.
7 anni
Primo incontro con Masaki ( 9 anni )
7-14 anni
L'amicizia con la ragazza si fortifica
Viene a conoscenza della costruzione del mondo spirituale
A 15 anni Masaki perde i genitori e si trasferisce a casa degli Ishida.
15 anni
Mini-arc EBTR, Masaki ha 17 anni
17 anni
Kisuke risveglia i poteri da Shinigami trafiggendolo con la Zanpakuto
18 anni
Isshin perde completamente i poteri.
Il Gotei 13 e i 46 esaminano il suo caso
Creazione carica Sostituto Shinigami
Ukitake gli consegna Distintivo creato da Mayuri
19 anni
Allenamento da parte di Kisuke
Risveglio spirito Zanpakuto
Morte della madre a causa di un cancro
20 anni
Matrimonio tra Masaki e Isshin
21 anni
Nascita Ichigo
Incontro con Kukaku
25 anni
Nascita Yuzu e Karin
30 anni
Morte Masaki 32 anni , consegna croce, scontro con Yhwach ( Giugno )
Incontro con Shukuro ( Agosto )
La scoperta della funzione del Distintivo e altri segreti ne decretano la condanna a
morte. Nella fuga uccide molti Shinigami. Viene salvato da Kukaku che ne cura
le numerose ferite. 2 giorni dopo Kugo le dà un freddo addio, con l'aiuto di
Kisuke riesce a tornare nel Mondo Terreno e farsi sigillare i poteri da Shinigami
con l'aiuto di lui e Tessai ( Novembre )
37-38 anni
Saga Soul Society ( metà Luglio )
Saga Arracan/Aizen ( Agosto-Ottobre )
1 mese dopo ( Novembre ) Isshin rivela la verità sulla morte di Masaki e sulla
Guerra imminente, si elabora un piano insieme a Kisuke per ridare i poteri a
Ichigo e al contempo togliere il sigillo. Kugo promette di non rivelare al ragazzo
la verità circa il rapporto con Masaki e il reale motivo per cui lasciò il ruolo
di Sostituto. Ancora oggi questo secondo punto rimane un mistero per il
giovane protagonista.
10 mesi dopo ( Settembre ) viene creata Xcution
17 mesi dopo ( Aprile ) Saga Fullbringer
38 anni
Saga Fullbringer ( Inizio Aprile) durata 3 giorni
Saga Guerra Millenaria ( Metà Aprile ) durata 5 giorni → 2 settimane dopo inizio “ Ikiru Riyu ".


N.B.
A differenza di quanto viso nel Mini-Arc EBTR, Isshin perde gradualmente i poteri.
Dopo aver sigillato White, rimane nel Mondo Terreno e grazie a un Gigai speciale creato
da Urahara, non viene più localizzato dal Gotei 13.
I poteri scompaiono, come confermato da lui stesso, 20 anni prima dello scoppio della
Guerra Millenaria.

N.B.B.
Rispetto al manga, l’ultima Saga si svolge ad Aprile e non a Giugno.


Spero di essere stata utile XD

Curiosità : il kanji iniziale di Kugo e Kukaku è lo stesso e significa cielo. <3
Se vi interessa leggere altro Fic su di loro leggete “ Smoke in a Spring Night “ e “ Dopo la Fine Voglio Dirti “.

Rukia e Renji si sono baciati e … ci sono state scene piccanti !!! Vi aspettavate questo risvolto tra Askin e Yoruichi ? XD
Il piccolo extra spero sia riuscito ad appassionarvi XD Almeno il povero Hisagi non è stato brutalmente friendzonato e Rangiku si è decisa a donare il suo cuore a un altro uomo XD

Bene, anche il capitolo 5 è stato lungo e bello pieno, anzi il più pieno dell'intera storia (ma dovevo condensare tutta questa mole di roba in una botta sola ), qui aggiornerò fra due mesi XD In fondo … a Natale dovrò pur farvi un regalo no ?

Piccola anticipazione !

Nel commento a Capitolo 6 saranno elencate le principali differenze tra il mio finale e l'originale.

Un saluto e a dicembre ( perdonatemi … ^^” )

Elgas


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Capitolo 6
*** C.6. Nell'Autunno assaporando la Libertà ***


Capitolo 6 : Nell'Autunno assaporando la Libertà



<< In merito al comportamento esemplare e dopo aver esaminato il rapporto del Capitano
Kurotsuchi Mayuri, insieme alle creazioni dell'imputato fornite dall'Istituto di Ricerca,
la Camera dei 46 assolve l'ex-Quincy Askin Nakk Le Vaar da ogni accusa a suo carico. >>
Le ultime sillabe del Consigliere vennero accompagnate da un breve e non troppo sentito
applauso. Askin, vestito con un pesante kimono* nero, osservò distratto le molteplici
sagome agitare le mani dietro i piccoli paravento.
Finalmente la tanto bramata sentenza era stata emessa. Ancora non se ne capacitava e
continuò a osservare il pavimento con aria assonnata, del resto se Nemu non l’avesse
svegliato alle prime luci dell'alba avrebbe continuato a ronfare beato nel letto.
Mancanza di serietà ? Al contrario, nell'ultimo periodo aveva provato un'ansia tremenda
nei confronti dell'imminente giudizio … ma con l'avvicinarsi della data aveva compreso
che preoccuparsi era inutile. Vivere alla giornata, scoprire il mondo, come qualcuno di caro
gli aveva consigliato, si sarebbero rivelate anch'esse carte vincenti per convincere il Consiglio
della sua non-pericolosità.
Ora tutto era finito, e bastarono pochi secondi allorché una sensazione d'infinita serenità
lo pervase da capo a piedi. Si sentiva leggero, come se un'ombra fosse tornata strisciante
nell'Oscurità.
“ Ora sono libero … ora potrò concentrarmi su … ”
<< Askin … hai qualcosa da dire ? >>
Una voce pacata lo riportò alla realtà. Lanciò una breve occhiata al Comandante Shunsui in
piedi poco più avanti, il kasa* tenuto ben saldo in testa, per dopo vagare con lo sguardo
sull'ampia sala e i suoi numerosi abitanti.
<< Ringrazio i Consiglieri … per la loro magnanimità e clemenza. Prometto che farò tesoro
di quanto mi è stato concesso. >>
Dopo una decina di noiose frasi convenzionali la seduta ebbe finalmente termine.

<< Aahh … ! Sono contento si sia risolto tutto senza intoppi ! >> esclamò Kyoraku appena
uscirono dal Seijoto Kyorin.
<< E di non aver fatto l'ennesima figuraccia arrivando in ritardo >> aggiunse tagliente
la Luogotenente Ise sistemandosi gli occhiali.
<< Ouh ! Stamattina si stava così al calduccio nel futon* … >> si giustificò lui piagnucolante
scrutando il cielo << … quest'inizio autunno è stato più freddo del solito. >>
Senza accorgersene Askin si ritrovò a fissare il bosco attraversato solo sei mesi prima. Le
Le foglie verdi avevano lasciato il posto ai caldi colori autunnali :pennellate rosse e gialle
tingevano qua e là le chiome degli alberi.
“ Accidenti … quante cose sono cambiate da allora … ”
<< Comunque, lascia che mi congratuli di nuovo con te … >> continuò il Comandante
porgendogli la mano <<… com'è stata l'attesa ? Purtroppo i rapporti di Mayuri non lasciano
mai spazio ai sentimentalismi … ! >>
<< … Molto belli ... >> disse rispondendo al saluto << … il lavoro presso l'Istituto di Ricerca
è gratificante. Inoltre sono riuscito a rendere il mio alloggio molto più confortevole.
Continuerò su questa strada ... per migliorare ancora. >>
<< Oh … devo ammetterlo … sei completamente diverso da allora ... >> ammise l'uomo
dopo averlo fissato a lungo << … migliorare dici ? Ci riuscirai, ne sono sicuro. >>
Diverso ? Sì, era così. Si poteva tranquillamente affermare che quei mesi erano stati a dir
poco forvianti. Svegliarsi la mattina, lavorare ogni giorno, stringere legami via via più
intensi in un mondo luminoso e pacifico, perdersi in piccoli piaceri come cucinare e
leggere, godere di dettagli apparentemente insignificanti come il cielo terso o un usignolo
sopra un ramo. Assaporare ogni istante della vita lo riempiva di emozioni che credeva
d'aver dimenticato. Era felice, spensierato, aperto agli altri … come lo era stato durante
l'esistenza terrena. E di quella vita lontana, di quei ricordi felici e dolorosi, ora non temeva
più nulla, ora riusciva a viverli con lieta serenità.
<< Le vostre parole mi riempiono di speranza, Comandante. >>
<< Ho detto solo la verità … ! A piccoli passi si raggiungono vette impossibili ! >>
<< Sì … in effetti è così. >>
<< Beh … ora scusami ma il dovere mi chiama, come al solito, uffi ... >> concluse
incamminandosi e salutandolo con un cenno del capo << … adesso goditi un po’ di riposo. >>
<< Lo farò sicuramente … ! >>
<< Buona giornata Askin ! E a presto ! >>
<< Grazie, anche a voi … ! >>
E mentre i rimproveri della Luogotenente si abbattevano su Kyoraku, Askin s’inoltrò
nel bosco. Ripercorse lo stesso sentiero di sei mesi addietro, quando il futuro era incerto e
l'esistenza vuota. Superò gli stessi alberi, dove alcune foglie giallognole avevano iniziato
a cadere, li superò … immaginandosi che da un momento all'altro una Dea in vesti autunnali
sarebbe comparsa davanti ai suoi occhi. Ma non accadde. Yoruichi non era venuta alla
seduta e la speranza di vederla era pressoché nulla ; una serie di ricevimenti tra nobili
famiglie la tenevano ormai occupata da 3tre giorni.
<< Non temere … ci incontreremo un altro giorno, Piccola Dea. >>
Nominandola non poté impedire a un pensiero di venire a galla.
“ Questo sentimento diventa ogni giorno più forte … si sta trasformando, ma non
intendo mostrartelo … non ancora … ”


Yoruichi si stava terribilmente annoiando ; immersa nel Salone Principale della Residenza
Shihoin da più di quattro ore, dispensava parole compiacenti a nobili pieni di sé sorridendo
come un ebete e mangiando cibi dall'aspetto sfizioso, ma senza sapore. Non vedeva l'ora
d'andarsene, soprattutto da quando Nemu le aveva portato la lieta notizia : Askin era
libero, la Camera dei 46 gli avevano concesso la grazia. Da più o meno un quarto d'ora
quindi, batteva il piede sul pavimento imperterrita e nervosa, tanto da costringere molte
persone ad allontanarsi infastidite.
“ Mi è dispiaciuto tanto non essere presente … Uffi ! Se solo non fossi obbligata a
partecipare a ‘ste assurde perdite di tempo ! ”
Ma in fondo era questo che facevano gli aristocratici ; discutere di argomenti superflui,
stringere alleanze, spesso tramite matrimoni combinati tra i figli, in un'atmosfera ovattata
e oltremodo melliflua.
Aveva sempre odiato quella vita, così piatta, costruita su un unico binario, preferendo
di gran lunga uscire, assaporare la natura e le persone reali, arricchendo lo spirito con
nuove esperienze. Per questo, pur essendo la primogenita, non era mai stata la favorita
alla successione.
“ L'esilio è capitato a fagiolo permettendogli di nominare Yushiro primo erede … e poi
tra questi giovani pomposi chi mai vorrebbe sposare una rinnegata come me ? Chi se ne
frega…! Io ho Kisuke … ! ”pensò addentando l'ultima pallina del dango* “ Uhm ... ad
Askin ho comprato un libro, speriamo gli piaccia … non vorrei sembrare ripetitiva …
va beh che si tratta di … ”
<< Onee-san* … ! >>
Interrompendo il flusso di pensieri si voltò, in tempo per vedere il fratello venirle incontro.
Yushiro indossava un elegante kimono* blu tinto di una sfumatura turchese nella parte
inferiore. Yushiro … l'unica ragione per cui presenziava a quegli inutili banchetti.
<< Come al solito sei in trepidante attesa … non vedi l'ora di sgattaiolare via ! >> la salutò
ironico portandosi al suo fianco.
<< Ahh … ! Si nota così tanto ? >>
<< Molto direi ! >> esclamò lui volgendo l'attenzione ai numerosi presenti, li osservò e
lo sguardo divenne improvvisamente grave, infine aggiunse << Ed dire mi stavo abituando
a queste... sottili manifestazioni di potenza, ma ora … ora è diverso. >>
<< Diverso ? >> domandò senza staccargli gli occhi di dosso, preoccupata dall'ultima nota
amareggiata.
<< Negli ultimi tempi … >> rispose il ragazzo con un lungo sospiro << … da quando sei
tornata, a dir la verità, hanno iniziato a parlarmi del mio futuro fidanzamento ... ah …
lo saprai meglio di me come funzionano certe cose … bisogna “ assicurare una futura
discendenza … evitare i disonori come è successo ai Kuchiki e con … tua sorella. ”
>>
Yoruichi lo fissò intensamente. In quei mesi aveva percepito la pressione che la famiglia
stava esercitando su Yushiro, pressione finalizzata a tramutarlo in un perfetto esponente
del Casato Shihoin. Tempo addietro avevano tentato lo stesso con lei, senza ottenere grandi
risultati. Sotto l'irrefrenabile allegria, il fratello celava un profondo conflitto interiore ;
se da una parte la bontà gli impediva di deludere tali aspettative, dall'altra avrebbe desiderato
seguire le sue stesse orme e prendere in mano la propria vita. Solo il tempo gli avrebbe
permesso di decidere, motivo per cui lei non aveva mai toccato troppo l’argomento.
Adesso però quegli occhi erano alla disperata ricerca di un consiglio, e Yoruichi accolse
comprensiva la muta richiesta.
<< Fidanzamento, uh ? E cosa pensi a riguardo ? >>
<< Dovrei scegliere tra una di queste bellissime ragazze … bellissime e vuote >> rispose lui
commesso chinando il capo chino.
<< Ma tu hai già una persona che ti piace … >>
<< Sì … >>
Intuì chi potesse essere, ma non disse nulla, non era sicuro nominare quel nome vicino
a orecchie indesiderate. Rimase un attimo in silenzio, senza staccare lo sguardo dal suo
Nii-chan*.
“ Quand'eri piccolo non facevi che piangere nascondendoti dietro di me … e ora eccoti qui
… da ragazzo stai per diventare un giovane uomo. Sai già quale sentiero intraprendere …
ti serve solo una spinta. ”
<< Yushiro ... >>
<< Dimmi Onee-san* … >> mormorò speranzoso tornando a guardarla.
<< Ricorda … non sono gli altri a decidere la nostra felicità. Solo il nostro cuore può
mostrarci la via. Seguilo … e giungi alla vera felicità. >>
<< Ah … che meravigliose parole Onee-san*. Grazie >> sussurrò lui, la voce solcata da
una pace a lungo desiderata.
Osservandolo pensò fosse giunto il momento d'informarlo circa la “ nuova “ frequentazione,
soprattutto considerando la recente sentenza del Consiglio. Dopo quella discussione però,
una notizia del genere sarebbe stata fuori luogo.
“ Rimanderò a stasera e … appena lo vedo, informerò pure Kisuke. ”
<< Di nulla, un consiglio non ha mai ucciso nessuno >> disse lanciando un'occhiata al corridoio
alle sue spalle.
<< Sorellona … se vuoi andare vai pure. Non ci sono problemi. M'inventerò qualcosa. >>
<< Si ritorna ai vecchi tempi, eh fratellino ? >>
<< ... Già. >>
<< Senti ... al mio ritorno desidero parlarti. >>
<< Se … se si tratta di quello lo so già da tempo. >>
<< Eh ? Aspetta … a cosa ti riferisci ? >> domandò stupita.
<< Ti ho seguita ... un pomeriggio d'inizio estate e … ti ho visto con Askin … >> ammise
lui dopo un attimo d'esitazione << … all'inizio mi sono arrabbiato ... non capivo … non
volevo capire. Ma il tuo silenzio è stato dettato da una serie di circostanze e se continui
a vederlo … allora si è rivelato una brava persona, al di là di quanto valga il verdetto dei
46 o … la mia esperienza personale. Perdona la mia stupidità e … soprattutto il mio
pregiudizio. Se non fossi stato così duro ti avrei evitato questa spiacevole attesa … >>
Yoruichi sentì il cuore rasserenarsi e un peso abbandonarle l'animo. Fissò quegli occhi
felini così simili ai suoi, occhi lucidi ma solcati da una luce nuova e intensa. Li fissò
rammentando pensieri lontani.

“ Quando le possibilità lo concedono è meglio tornare sui propri passi, riflettere e decidere di
conseguenza. ”
“ La forza … devi solo dimostrarla a te stesso. ”


<< Tranquillo, te ne avrei parlato stasera … >> sussurrò dolcemente stringendolo a sé
<< … ma ti ringrazio. Grazie per aver compreso. Oggi hai dato prova di grande maturità,
fratellino mio. Sono molto orgogliosa di te. >>
<< Grazie Onee-san*. >>
Mentre usciva dalla sala lo guardò un'ultima volta.
<< Riguardo l' argomento di prima … sta tranquillo, non potevi fare scelta migliore. >>
La tensione che avvolgeva il fratello scomparve, sostituita da un delicato sollievo.
<< Ah … lo so Yoruichi … grazie >> disse salutandola affettuosamente.
“ In fondo due spinte sono meglio di una … ! ” pensò felice chiudendo la porta “ Insegui
il tuo cuore Yushiro ! Con lei sarai felice ! ”
Con passo spensierato recuperò il libro lasciato in camera e si diresse alla Sede della
Dodicesima. Lungo il tragitto un trepidante desiderio crebbe, scuotendola da capo a
a piedi. Non vedeva l'ora di gustarsi l'espressione di Askin all'apertura del regalo.
“ Come gli dissi non c'era alcun motivo per preoccuparsi ! Infatti è filato tutto liscio come
l'olio ! Forse … è stata questa assoluta certezza a farmi prendere il regalo in anticipo ”
pensò stringendo il pacchetto.

Il sole era già basso quando le alte ciminiere dell'Istituto di Ricerca svettarono davanti a
lei, contornate da un terso cielo d'inizio autunno. Nel cortile principale chiese d'incontrare
Mayuri e alcuni ricercatori l'accompagnarono fino al laboratorio dove lo scienziato stava
conducendo l'ultimo esperimento. Superati una serie di interminabili corridoi, giunse infine
al limitare di una grande stanza. Numerosi macchinari circondavano le pareti, centinaia
di lucine brillavano a intermittenza nella semioscurità, al centro il Capitano, affiancato da
Nemu, Akon e Hiyosu, osservava un'enorme capsula di vetro dentro cui ribolliva un
liquido verde fosforescente che irradiava l'ambiente di una luce opaca e spettrale.
Appena entrò la prima a salutarla fu Nemu. La ragazza le rivolse un breve sorriso per poi
tornare a fissare lo strano contenuto, ma conoscendo l'irritabilità di Mayuri preferì attendere
paziente la conclusione dell'esperimento.
Il liquido ribollì agitandosi più volte senza ci fosse alcun cambiamento evidente, ma da
come Akon e Hiyosu prendevano appunti intuì che qualche invisibile trasformazione fosse
in realtà avvenuta. Passarono cinque minuti prima che Mayuri volgesse lo sguardo su di lei.
In brevi falcate la raggiunge rivolgendo un'occhiata indagatrice.
<< Oh ! Buon pomeriggio Yoruichi … è piuttosto insolito vederti da queste parti ! Cosa ti
porta qui al mio Istituto di Ricerca ? >>
<< Salve Kurotsuchi, Nemu mi ha informata riguardo la sentenza. Adesso Askin è libero e …
desideravo congratularmi con lui. >>
<< Ah già è vero ! Avevo mandato Nemu ad avvisarti ! >> esclamò lui premendosi una
mano sulla fronte << Scusa … quando mi faccio prendere dalle ricerche dimentico certi
dettagli. Sei qui per l'idiota dunque … e per chi altri se no ? Data l'eccezionalità degli
eventi mi sono permesso di concedergli un giorno di riposo. Lo troverai in casa. Per
raggiungerla torna nel cortile principale e costeggia le mura a ovest, superati gli
alloggi ne noterai uno particolarmente luminoso. Quella è la sua “ adorabile casetta “ ! >>
<< Grazie … pure tu sembri felice. >>
<< Idiozie ! Certo mi fa piacere, ma se il Consiglio l'avesse mandato alla forca … beh, l’avrei
considerato un esperimento fallito. Tutto qui.>>
“ Chissà come mi aspettavo una risposta del genere … Mayuri è sempre Mayuri. ”
<< … ma questo era impossibile ! Come previsto quella massa di idioti non ha saputo
resistere al mio dettagliato e stupendo rapporto ! Alla faccia di Urahara ! >> concluse con
un pizzico di vanteria.
<< Capitano la prego … >> fece eco Hiyosu a cui si aggiunse un sospiro di Akon.
<< Uh ? Che accidenti avete da lamentarvi ?!? >>
<< Se continua a insul … a giudicare i 46 … >> rispose il Vice Presidente senza smettere di
scrivere << … va a finire ci tagliano i fondi. >>
<< Naah ! Sciocchezze ! >> tagliò corto l'uomo riportando l'attenzione su di lei.
<< Mi ero dimenticata il rapporto … non so cosa ci fosse scritto, ma immagino abbia avuto
un peso preponderante nella decisione del Consiglio. Perdonami, avrei dovuto ringraziati
subito. >>
<< Uffa ! Basta dirmi grazie ! >> ribatte il Capitano con una smorfia << Va Yoruichi ! Ho
ancora un sacco di faccende da sbrigare e non intendo perdere altro tempo ! Fila ! >>
<< Okay … buon pomeriggio a tutti allora ! >> salutò allegra.
Appena qualche passo e l'uomo la richiamò.
<< Aspetta ! Quello … cos'è ? >>
<< Questo ? >> disse sollevando il piccolo pacchetto << È un libro … un regalo per lui …
per festeggiare ... >>
Mayuri socchiuse gli occhi senza staccare lo sguardo inespressivo dall'oggetto... o forse
… stava fissando lei ? Non ne era sicura, ma la reazione la mise un po' a disagio. Proprio
quando stava per chiedere spiegazioni Mayuri si girò avviandosi verso la capsula, le mani
dietro alla schiena.
<< Capisco … mooolto interessante. Ora vattene ! >>
Veloce tornò sui propri passi, interdetta dallo strambo comportamento.
“ Mayuri è Mayuri … sarà stata semplice curiosità … spero ... ”

Intorno all'abitazione regnava il silenzio, dagli shoji* che costituivano la parete d'ingresso
filtrava una luce artificiale e calda al tempo stesso. Ne aveva viste a bizzeffe durante
l'esilio, quando in forma di gatto aveva camminato tra i tetti delle varie città e metropoli
sparse in Giappone : alcune, specie quelli dei grattacieli e delle grosse fabbriche, erano
fredde e disturbanti, così come le file di lampioni che costeggiavano le strade, le uniche
accoglienti si trovavano in piccole case o negli appartamenti dove le famiglie si riunivano
per cenare e stare assieme. Persa in quel piccolo e intimo ricordo bussò, il regalo tenuto
ben saldo dietro la schiena. Una leggera afa proveniva dall'interno, ma non ci prestò
attenzione. Qualche secondo e la voce di Askin giunse allegra.
<< Chi é ? >>
<< Sono io, Yoruichi … ! >>
<< Oh ! Piccola Dea … ! Ma che bella sorpresa ! >>
Il pannello scorse rivelando una stanza finemente arredata e … un Askin con indosso
soltanto accappatoio e un asciugamano intorno al collo. Nonostante l'indumento ricordasse
un kimono* Yoruichi provò un imbarazzo incalcolabile dopo che lo sguardo finì prima sul
petto bagnato e poi sul viso, dove le ciocche umide risultavano fin troppo sensuali sotto il
cappuccio, dove gocce ricadevano calde lungo le guance e la fronte … dove quelle dannate
iridi viola la fissavano, felici come non mai.
<< Ah … ! Pe-perdonami ! Ti ho disturbato in un momen- >>
<< Nessun disturbo ... >> l'interruppe lui sfregandosi l'asciugamano sui capelli << … semmai
è colpa mia, finito di mangiare ho schiacciato un pisolino … che tra una cosa e l'altra si
è trasformato in una lunga dormita … ora stavo finendo di lavarmi. >>
<< Lo-lo vedo … >> balbettò abbassando repentina gli occhi.
“ Accidenti … ! Cosa diamine mi prende ora ?!? ”
Forse passò qualche secondo allorché lui le cinse il polso trascinandola dentro.
<< Ma non startene impalata ! Entra … ! Mica ti vergogni ? >>
<< Fi-figurati ! >> ribatté decisa, ma senza riuscire a guadarlo.
<< Coraggio allora ! Siediti e tranquillizzati. ...>> la invitò indicando le quattro sedie
intorno al tavolo << … sarò subito da te >> e sorridente scomparì nella stanza affianco.
Veloce, Yoruichi si sedette nel posto più lontano e, poggiato il regalo sulle ginocchia, prese
a guardarsi attorno dimenticando in breve la sgradevole sensazione.
L' “ adorabile casetta ”, come l'aveva definita Mayuri, era effettivamente arredata molto
bene. Sulla parte destra trovava spazio una piccola cucina, in quella parallela all'entrata,
due mensole su cui poggiavano barattoli colorati contenenti forse spezie, a sinistra un letto
in stile occidentale era affiancato da un comodino e una lampada di vetro colorato, infine,
continuando su quel lato, in una libreria a muro intravvide il dorso del libro Parole difficili
come scriverle.

“ Oh … mi fa piacere l'abbia messo in un posto così visibile … tra poco potrà aggiungerci
questo … ! ” pensò riportando l'attenzione sul nuovo acquisto.
Un rumore la fece sobbalzare. Il rombo del fon invase l'aria, reso ancora più forte dalla
mancanza di porte tra il bagno e la sala/cucina/camera da letto. Irritata si tappò le orecchie,
il suo udito felino mal digeriva i suoni troppo forti e continui. Fortuna la tortura durò
pochi minuti e in breve Askin ricomparve. Rimase stupita nel vederlo per la seconda
volta in abiti occidentali. Al posto del kimono* indossava jeans scuri e una maglia bianca
a risaltarne il fisico tonico e snello. I capelli pettinati all'indietro luccicavano ancora
umidicci.
<< Non volevo farti aspettare troppo … spero non mi venga il torcicollo. >>
<< Di nulla … co-come mai quei vestiti ? >>
<< Ah ! Semplice … >> rispose sedendosi << … vista l'avanzata tecnologica nel Mondo
Terreno trovo un pochino antiquato vestirmi come all'epoca Sengoku. Sono riuscito a convincere
Mayuri … ora posso indossarli in casa e in eventuali gite fuori della Soul Society. >>
<< N-non hai tutti i torti ! Piacerebbe anche a me … purtroppo ho la pelle sensibile e molti
di quei tessuti mi fanno venire un prurito della miseria. Tanto da costringermi a ripiegare
sugli stessi abiti … >>
<< Non avevo dubbi … >> aggiunse lui malizioso << … del resto preferisci tutine molto
attillate. >>
<< B-Beh sì ! Ma come ti ripeto, è una scelta dettata dall’uso pratico ! E poi … ti sembrano
cose da dire ?!? >>
<< La mia era … una semplice e piccola precisazione, tutto qui. >> rispose lento ma evasivo.
<< Cri-critichi i kimono*, ma se non sbaglio pure tu avevi una divisa nel Wandenreich ! >>
<< Sì, ma quella era personalizzata e … comoda soprattutto. Comunque al Capitano non
crea alcun problema … forse perché non devo più essere giudicato, chissà ... >>
Yoruichi ne approfittò per cambiar discorso, non voleva che la conversazione si spostasse
nuovamente sulle “ tutine attillate ”o argomenti altrettanto strambi.
<< A proposito, com'è stata la seduta ? >>
<< Noiosa, parecchio noiosa … >> rispose lui con una vena di disgusto << … avranno
ripetuto le stesse cose ... boh ... una ventina di volte ? A un certo punto stavo per
addormentarmi in piedi, fai te. Comunque Mayuri è stato bravissimo dimostrando il
contributo che ho dato … e continuerò a dare all'Istituto di Ricerca. I 46 hanno visionato
alcune “ mie ” invenzioni come il Nuovo Gas Anti-Hollow e le Pillole Rigenerative, e ne
sono rimasti parecchio sorpresi ... >> poi socchiuse gli occhi come a voler raccogliere un
pensiero più profondo << … essere liberi … è davvero una sensazione magnifica … >>
La Dea colse la frase al volo ; dopo una piccola pausa a effetto si schiarì la voce
richiamando l'attenzione dell'altro.
<< Di conseguenza … bisogna festeggiare ! Ta-tan ! >> esclamò estraendo il pacchetto da
sotto il tavolo << Congratulazioni Askin ! A un nuovo e ancora più meraviglioso inizio ! >>
Alla vista del regalo finemente impacchettato, il viso dell'uomo si riempì di sorpresa e
felicità. Ne rimase così colpito da fissarlo per qualche secondo senza battere ciglio.
<< Oh ! Ma che tenera. Non ... non me l'aspettavo … >> mormorò prendendolo in mano
<< ... uhm … vediamo se indovino cos'è … >> continuò tastandolo << … un
libro per caso ? >>
<< Aprilo se vuoi scoprirlo … ! >>
<< Giusto … ! >> e cominciò ad aggredire carta e nastro.
In breve la confezione ricadde a terra mentre il contenuto veniva girato nel verso giusto.
<< Un … ricettario ? Dolci giapponesi facili e veloci … >> sussurrò meravigliato.
<< Ho pensato che cucinare di nuovi sarebbe stato interessante oltre ... >> cominciò a
spiegargli << … ti verranno sicuramente buonis- >>
La frase morì in gola spegnendosi in un inaspettato calore. Sgranò gli occhi mentre sentì
il cuore accelerare. Askin … la stava abbracciando … per la seconda volta. Braccia forti e
sottili circondavano la sua schiena, il viso infossato nell'incavo del collo premeva contro la
pelle. Confusa abbassò lo sguardo notando la posizione di lui, in ginocchio, giusto giusto
per arrivare alla sua altezza, respirando poi avvertì il petto avvolgerla pian piano come
una coperta.
<< … simi … ah … ! Cosa stai … ? >>
<< Danke sehr* Piccola Dea. Sei stata tenera. È un bellissimo regalo. Grazie infinite. >>
La sua voce … era sempre stata così ? Bella, allegra … ammaliante ? L'aveva sentita altre
volte ... durante quella passeggiata al fiume … e forse alla cena estiva a casa di Kukaku.
L'avrebbe udita più spesso d'ora in avanti ?
Scosse la testa mettendo a tacere quelle stupide domande.
<< Di-di nulla … mi fa piacere ti sia … piaciuto …! >>
Allora e per fortuna, Askin si staccò. Senza smettere di sorridere prese il ricettario e lo andò
a sistemare nella libreria accanto all'altro. Lei lo seguì con lo sguardo ignorando il pressante
sibilo della coscienza.
<< Ecco fatto! … Uhm … o forse è meglio sistemarlo più avanti? >>
<< Po-potresti creare un reparto manuali e uno di cucina …! >>
<< Ottima idea! >> esclamò seguendo il suggerimento << Ora è perfetto … ! >>
Inaspettatamente cadde il silenzio. Nell'assenza di parole Yoruichi s'alzò, desiderosa di liberarsi
da quella sedia divenuta una prigione soffocante e stretta. Oppure a spingerla fu il timore di
venir abbracciata di nuovo senza poter fuggire ? Non ebbe modo di rispondere, perché
l'attenzione ricadde su di lui, sulle ampie spalle, sulla vita sottile, sulle braccia che fino a
meno a pochi secondi prima la stringevano delicate. Continuò a fissarlo avvicinandosi
di qualche passo, senza accorgersi del tempo che trascorreva lento e inesorabile.
<< Yoruichi … io ti devo molto >> confessò all'improvviso con voce sincera e profonda.
<< Ah … ! Co-cosa stai dicendo adesso ?!? >>
<< … Senza di te tutto sarebbe stato più difficile e chi lo sa … magari avrei finito per
combinare qualche sciocchezza. Senza di te ... non avrei ritrovato un motivo per vivere,
non sarei tornato a essere l'uomo che ero nella vita terrena, il mio vero me stesso. È per
questo ... anzi … >> concluse deciso tornando a guardarla << … soprattutto per questo che
devo ringraziati. Grazie di cuore, Piccola Dea. >>
Quegli occhi, quel sorriso … erano davvero irritanti. Decisamente irritanti.
<< No-non c'è di che … ! >> balbettò abbassando il capo.
“ Ah … cos … cosa accidenti mi sta succedendo ? Perché non riesco a guardarlo in faccia ?
Okay pure all'inizio non c'è l'ho fatta, comprensibile vista la situazione … ma adesso ?!?
Pensieri che la gettarono nella confusione più totale ; perché se da un lato quelle parole la
rendevano felice, dall'altro avrebbe preferito non udirle mai e poi mai. Così intrappolata in
un precario stato d'animo, non lo udì nemmeno avvicinarsi.
<< Sono proprio maleducato … qui ci vuole un secondo abbraccio ! >>
Per la seconda volta si ritrovò fra le sue braccia. Per la seconda volta sgranò gli occhi
ritrovandosi il viso premuto contro l'incavo della spalla, le iridi pietrificate sul muro
sopra di sé. Non capì più nulla, avvertiva soltanto una strana agitazione farsi largo in lei.
Un'agitazione trainata dalla coscienza che, forsennata, scavava nel cervello desiderosa
d'uscire. Ma al contempo qualcos'altro crebbe … misterioso e velato, qualcosa che la portò
a desiderare un maggior calore. Askin era lì … poteva sentirne la mano destra poggiata
sulla nuca, il braccio sinistro intorno alla vita …. le ci volle quindi poco per approfondire
l'abbraccio. Pian piano fece scorrere le dita lungo la schiena assaporandone i muscoli, più
percepibili sotto il sottile tessuto della maglia, e risalì cingendogli a sua volta le spalle,
perdendosi nel profumo dei capelli. I suoi capelli ... non immaginava fossero così morbidi,
né che profumassero di limone, o forse era a causa dello shampoo ? Quel calore poi … era
maledettamente piacevole ...
“ Che strano … … ah … non riesco a pensare a nulla … io … io … sto be- ”
“ SI PUÒ SAPERE COSA STAI FACENDO ?!? ”
In un urlo la coscienza l'aggredì trasformando la realtà in incubo. L'abbraccio divenne
improvvisamente sbagliato, un errore da cui fuggire. E mentre questa consapevolezza
la invadeva vorace, Askin aumentò la stretta facendo aderire maggiormente i loro corpi.
In quel istante la via di fuga giunse come un fulmine a ciel sereno :
- Se lui ha degli atteggiamenti … sbagliati faglielo notare - così aveva detto Kukaku
una mattina d'estate.
“ Ecco brava ! Diglielo subito ! ”
<< A … Askin … ! >>
<< … Si ? >> sussurrò lui senza muoversi d'un millimetro.
<< Senti … io … >> cominciò dopo aver deglutito più volte << … capisco vuoi ringraziarmi
… però non … non pensi vada bene così ?!? >>
<< Uhm … in effetti hai ragione … sta durando troppo per un semplice abbraccio ... >> disse
ironico allontanandosi << … ne approfitto per dare un'occhiata al tuo regalo. Magari trovo
qualcosa di buono da cucinarti. >>
Lo osservò di sbieco prendere il libro e sedersi come se nulla fosse sopra il lato corto del
letto, la schiena contro la parete, le gambe distese leggermente accavallate.
“ È finita ? Forse a questo punto ... posso lasciar perdere ? ”
“ NO ! DEVI METTERE LE COSE IN CHIARO ! ”
<< A-ascolta … >>
<< Uhm ? Sì ? >>
<< I-io … io … >>
“ AVANTI ! ”
<< Pe-perdonami se lo dico così all'improvviso, m-ma è meglio se non mi abbracci più ! >>
<< … Ti ha dato fastidio ? >> chiese senza interrompere la lettura.
<< No-non importa se mi ha dato fastidio ! Non farlo più capito ?!? >>
<< Okay. >>
<< S-sto parlando seriamente Askin ! >>
Lui tornò a guardarla, ma dall'espressione non capì se fosse arrabbiato oppure divertito.
<< … Visto che lo stai chiedendo con così tanta insistenza, non lo farò più. >>
Il suo sguardo … per la seconda volta non riuscì a reggerlo e così, accompagnata dall'aria
pesante che sembrava aver preso possesso della stanza, s'avviò nervosa verso l'uscita.
Era conscia di andarsene in malo modo, eppure si trattava dell'unica maniera per ribadire
quel concetto così vitale.
<< Bene ! Ora … ora scusami ma devo salutarti … devo ... presenziare a una cena
importante … ! >>
<< … Posso darti un consiglio ? >> chiese Askin appena lei fu sulla soglia.
<< … D-Dimmi ! >> acconsentì esitante.
<< Tagliati i capelli... staresti molto meglio con un taglio corto. >>
“ Ma guarda te ! ” pensò arrossendo e ringraziando di dargli le spalle “ Prima si fa trovare
mezzo nudo, dice frasi ambigue, mi abbraccia … e ora se esce con una roba del genere !
Sarà impazzito ?!? ”
<< Gr-grazie … ! C-ci penserò su ! Buona serata Askin ! >>
<< Anche a te … Piccola Dea. >>
Sgattaiolò fuori dimenticandosi persino di chiudere la porta. Veloce percorse il sentiero
perdendo ben presto la cognizione del tempo. Troppi pensieri affollavano la mente,
innumerevoli dubbi e altrettante ansie. Cercò più volte di cancellare gli strani momenti
che si erano susseguiti uno dietro l'altro, ma più ci provava, più le sensazioni provocate
dall’abbraccio di Askin riaffioravano potenti.
“ Perché ?!? Perché accidenti ?!? ” pensò rabbiosa tirando un calcio a un sassolino “ Eppure
stava andando tutto bene ! In questi mesi la situazione era parecchio migliorata ! Niente
sogni strani, imbarazzi improvvisi, nulla e nulla ! E ora cosa diavolo si mette a fare quel
cretino ?!? No aspetta, forse sto ingigantendo il problema … era evidente, voleva solo
ringraziarmi del regalo e … di quell'altra cosa ! Per questo mi ha abbracciata ! Ah … ah ...
ah … è così ! Deve essere così ! ”
“ Ci stavi fin troppo bene fra le sue braccia … è stato questo a metterti paura, sbaglio ? ”
Il cuore cominciò a battere furioso tanto da costringerla a fermarsi. Disperata puntò lo
sguardo al cielo, nella speranza di placare il crescente tormento. Fu un tentativo vano.
Adesso il cielo era oscurato da pesanti nubi e l'aria umida tutt'intorno faceva presagire
pioggia.

- Ti devo molto. - -

In un lieve singhiozzo abbassò la testa.
<< Ah … mi sarebbe piaciuto vedere il tuo viso, continuare ad abbracciarti … forse stavi
sorridendo … forse … >>
“ … stai iniziando a piacermi ... però non … NON DEVO … ! NON POSSO … ! Io ... ho
premesso … ho premesso di aspetta- ”
<< Ehilà Yoruichi ! Che sorpresa vederti qui ! >>
Sgranò gli occhi voltandosi di scatto.
Kisuke era lì, a pochi metri, il viso sorridente a salutarla gentile.
Kisuke era al suo fianco, ma per la prima volta non seppe se gioirne o meno.


Da qualche minuto Soi-fon non faceva che guardarsi attorno. Un'apprensione l’agitava silenziosa,
mentre gli occhi si spostavano da una parte all'altra dell'enorme Sala Ricevimenti.
Era stata lì molte volte in quanto erede della famiglia Fon, il Casato Minore che da ben nove
generazioni prestava servizio presso gli Shihoin. Da piccola aveva frequentato sovente la dimora
principale, su invito di Yoruichi-san. Lì, fra maestosi e floridi giardini, aveva appreso kido
potenti, affinato la zanjutsu, diventando esperta nell'hakuda.
Lì l’aveva incontrato per la prima volta. Ricordava perfettamente quel giorno ; un pomeriggio
d'estate, uno Shunpo calcolato male, una caduta, una piccola mano tesa verso di lei …
- Scu … scusa ! Non ti sei fatta male ?!? - aveva esclamato una voce impacciata.
… e Yushiro s'era manifestato in tutta la sua tenerezza. A colpirla non erano stati però
gli abiti eleganti, quanto i suoi occhi, allegri e preoccupati, gialli e felini come quelli
di Yoruichi, incastonati in un visino paffutello.
- No, s-sto bene ! - aveva esclamato imbarazzata afferrando la mano e tirandosi su.
- Ah meno male ! Tu … tu devi essere Soi-fon ... ! La sorellona mi parla spesso di te ! Sei
fortissima ! Una futura promessa dell'hokuda ! -

- Da-davvero ?!? Mi fa piacere ! In-invece lei … presumo sia Yushiro, il fra-fratello minore
della Nobile Yoruichi-san … ! È-è un onore conoscerla di persona !
- aveva balbettato tra un inchino
e altro - Per-perdoni la mancanza di rispetto ! Non sarei dovuta cadere in quel modo goffo ! -
- Sono io a dovermi scusare, vieni spesso qui ad allenarti con la Onee-san* … eppure non mi sono
mai presentato finora. È difficile sfuggire dalle grinfie dei miei genitori purtroppo … tornando
a noi ... ero davvero curioso di conoscerti ! Sei forte e anche carina Soi-fon ! -

- Gra … grazie … ! - aveva sussurrato distogliendo lo sguardo, confusa da tanta franchezza.
- YUSHIRO ! TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI PARLARE ?!? -
Entrambi s'erano voltati spaventati e intimoriti. Qualche metro più in là, Yoruichi li aveva
fissati, implacabile e terribile, le mani piantate sui fianchi, la tuta messa in risalto dalle foglie
che turbinavano a causa dello Shunpo.
- Allora ?!? Non hai niente da dire ?!? -
- Pe-perdonami Onee-san* ! Non volevo offendere nessuno ! Lo giuro ! - aveva piagnucolato
lui correndole incontro.
Soi-fon aveva continuato a osservarlo, tanto da non udire quasi più le urla di Yoruichi-san.
Dopo quel primo incontro ne erano seguiti altri, sporadici ma ugualmente intensi e
divertenti, così … pian piano ... uno strano sentimento s'era fatto largo nel suo cuore. Tutto
era cambiato con la fuga di Yoruichi ; Soi-fon divenuta Capitano e Capo dell'Onmitsukido
era stata sommersa da impegni e responsabilità, e non aveva avuto più occasioni di fargli
visita. Poi … in mezzo alla Guerra Millenaria, tra dolori e perdite, finalmente si erano
rincontrati. Yushiro era comparso, simile a un raggio di sole, facendole dimenticare per
qualche minuto tutta la morte e la distruzione nella Soul Society.
Era diventato un bel ragazzo. Il viso aveva ancora dei tratti infantili, ma che si stavano
avviando verso la maturità, i capelli erano raccolti in una piccola coda , lo sguardo
possedeva la stessa allegria e luminosità di quand'era piccolo. La Guerra era finita e lei,
rispettosa del rapporto fra lui e Yoruichi-san, aveva lasciato passare qualche mese affinché
i due colmassero la lunga separazione. Scelta ricompensata quando, sul finire dell’estate,
Yushiro s'era presentato di punto in bianco davanti alla Sede della Seconda Compagnia
chiedendole un appuntamento !
Rammentava il giorno con intensa gioia e, dimenticando per un attimo la propria
inquietudine, portò una mano al petto. Era arrivata in ritardo, la scelta dell'abito aveva
richiesto più del previsto, e tra la moltitudine di persone aveva intravisto i due fratelli
intenti a parlare. L'era parsa una discussione importate, così nell'attesa aveva ammazzato
il tempo assaggiando qualche stuzzichino al tavolo centrale. Una volta tornata però,
entrambi erano scomparsi.
“ Finora ci siamo visti poco, ma ogni volta che sono con voi Nobile Yushiro, ogni timore
svanisce, con voi riesco a ridere come nessun altro. Insieme a voi … sono felice. Adesso
… cosa mai può turbare il vostro animo ? ”
Per quanto volgesse lo sguardo di qua e di là non riusciva a individuare il suo kimono*
turchese. In fondo lui faceva sempre così ; quando un problema lo affliggeva
preferiva rifugiarsi in posti elevati, lontano da occhi giudicanti e regole severe.
Così, accertatasi dell'assenza, uscì superando un trentina di persone dai volti sconosciuti
e ignorando i bisbigli velenosi provenienti da un gruppetto di ragazze. Uscì, assaporando
l'aria fresca dell'inoltrato pomeriggio e, percorso il breve corridoio, giunse all'esterno del
giardino principale. Centinaia e centinaia di ettari di verde contornati da magnifiche
cascate naturali e paesaggi incantevoli. Osservando l'inizio di quella meraviglia trasse un
profondo respiro, fletté le gambe e chiuse gli occhi. Quando lì riaprì, un turbine di foglie
gialle e rossicce vorticava intorno a lei mentre, a una trentina di metri, una quercia
s'elevava maestosa e solitaria sulla cima di una collina. Lì, tra le chiome più alte d'un rosso
intenso, una macchia turchese sembrava desiderosa di riunirsi con l'ultimo azzurro del
tramonto.
“ Qualunque sia il problema …. giuro lo scaccerò ! ”
S'avvicinò decisa, i passi risuonavano gracchianti sopra le foglie secche. Yushiro continuava
a fissare il cielo rannicchiato su di un ramo, il capo infossato tra le ginocchia.
Soi-fon sentì la sicurezza vacillare, tanto che quando s'inoltrò sotto l' ampia fronda ramata
l'agitazione l'avvolse simile alle spire di un serpente. Si fece coraggio e raggiunto il
maestoso tronco aguzzò la vista ; lassù, tra rami intricati e migliaia di foglie, poteva
scorgere il ragazzo, troppo immerso nei propri pensieri per accorgersi della sua presenza.
Avvertì l'esitazione pungerla maligna ... in effetti non aveva mai consolato un uomo prima
d'allora, tutti quelli della sua famiglia erano morti quand'era piccola e inoltre … Yushiro
era speciale. Di certo, più il silenzio durava più la situazione sarebbe stata difficile da
risolvere.
<< Nobile Yushiro … >> lo chiamò sfiorando la dura corteccia.
Poi, col cuore in mano, si precipitò con agili balzi fin quasi sulla cima dell'albero.
Lì, sopra un ramo robusto era inginocchiato Yushiro, in perfetto equilibrio sulle punte
dei piedi. Lo fissò, perdendosi nel viso perfetto e negli occhi, simili a pietre preziose.
“ Forse … è meglio aspettare … ” pensò sedendosi poco distante “ … non intendo metterle
alcuna fretta Nobile Yushiro. ”
<< Soi-fon … >> la chiamò all'improvviso.
Nelle proprio nome, percepì tutta la gravità e il dolore che ne stavano divorando
l'animo. Prese coraggio e si porse in avanti fino ad arrivare una ventina di centimetri
dalla spalla. Yushiro infossò il viso tra le ginocchia e parlò nuovamente.
<< Ho commesso una grave errore … >> mormorò, la voce rotta da lacrime invisibili << …
volevo proteggere l'Onee-san* … pensavo che dicendolo a Kisuke tutto sarebbe rimasto
immutato e perfetto ... ma come ha detto Yoruichi, non sono gli altri a decidere la nostra
felicità … ah ! Dovevi vedere il suo viso appena è andata via … era … era felice. Davvero
felice e io … io sono soltanto un'idiota … >>
Soi-fon continuò a osservarlo, carica d'apprensione. Pian piano, in quell'assenza di parole,
comprese appieno il fardello che lo affliggeva e in lei nacque una nuova sicurezza.
Ricordi d'un passato doloroso riaffiorarono, ricordi che pure a distanza di tempo le
procuravano una gran tristezza, ma era disposta a supportarla pur di cancellare
quell'ombra.
<< Allora siamo idioti entrambi >> disse spostando l'attenzione al cielo.
<< Ah ! >> esclamò lui preoccupato << P-perdonami Soi-fon ! Non intendevo offenderti … ! >>
Scosse il capo mentre un sorriso si dipingeva sulle labbra.
<< Tranquillo nessuna offesa … la mia era una semplice constatazione … >>
<< … Che … intendi dire ? >>
<< Pure io feci il medesimo errore … >> rispose calma e rassicurante << … quando seppi
del “ tradimento ” di Yoruichi-san la sofferenza che provai fu immensa … piansi per giorni
interi, nel dolore continuai a difenderla dalle malelingue. Eppure … una volta divenuta
Capitano non mi precipitai nel Mondo Terreno … mai una volta in centodieci anni ho aperto
il Senkaimon per andarla a cercare … l'unica cosa che riuscii a fare fu riversare la colpa su
Urahara. Se agii in quel modo fu solo a causa della mia debolezza. Avevo paura … paura
che la verità rovinasse l'immagine idilliaca e perfetta della Nobile Yoruichi. Poi ... l'ho
rivista … ho combattuto contro di lei e nel tempo … ho compreso quanto fossi stata
stupida e avventata … >>
Il discorso ebbe un effetto dirompente e negli occhi del giovane tornò lentamente la pace.
Senza darle il tempo d'assaporare il proprio successo, si porse di lato poggiando il capo
sopra la spalla. Soi-fon sgranò gli occhi mentre un brivido percorreva frenetico la spina
dorsale. All'inizio si sentì imbarazzata, non s'aspettava un simile gesto da parte sua, ma
appena alcune ciocche le sfiorano il collo ogni agitazione sparì. Posò la guancia, assaporando
la morbidezza di quei soffici capelli neri.
<< Sì … >> ammise Yushiro in un misto di gioia e tristezza << … pure io … non accettavo che
la sorellona potesse cambiare, nel mio egoismo pensavo di renderla felice, invece … >>
<< Le persone sono più complicate di quanto crediamo ... >> sussurrò perdendosi nel suo
delicato profumo << ... quando pensiamo di conoscerle riescono sempre a sorprenderci. >>
<< … Hai ragione Soi-fon … grazie … grazie infinite ... >>
A quelle parole il cuore mancò di un battito … o forse non fu tanto la frase in sé quanto
il tono con cui l'aveva pronunciata ; la voce di Yushiro le parve diversa, più profonda e
matura. Non ebbe tempo di metabolizzare la scoperta, perché l'attimo dopo lui l'abbracciò
infossandosi nel suo collo.
<< No-Nobile Yu-Yushiro … ! C-che sta facendo … ?!? >> balbettò cercando di divincolarsi.
<< Ti ringrazio con un fortissimo abbraccio ! >> rispose lui allegro aumentando la stretta.
Nel panico Soi-fon si ritrasse indietro, speranzosa di guadagnare abbastanza spazio per
liberarsi. Sfortuna il piccolo movimento non fece che peggiorare la situazione ; Yushiro
non le diede tregua e la povera ragazza si ritrovò messa di traverso e con la schiena
appiccicata al grosso ramo, completamente bloccata. Provò a spingerlo via facendo leva
sulle braccia, ma nulla … Yushiro pareva diventato di pietra.
Poi la sua voce arrivò, rassicurante e profonda come quella di un uomo.
<< Oggi ho capito molte cose … d'ora in avanti, desidero vederti più spesso Soi-fon. >>
L'agitazione scomparve, come portata via da una brezza estiva. Adesso ne avvertiva
chiaramente il tepore del corpo e il tocco delle mani attorno alla schiena. Rammentò
le volte in cui s'erano abbracciati da piccoli su quello stesso albero, i pomeriggi passati
a contemplare il cielo dimenticando i problemi del mondo. Ora erano di nuovo lì,
abbracciati l'uno all'altra, come un uomo e una donna.
Felice come non mai, col le lacrime agli occhi, Soi-fon lo strinse a sua volta.
<< Anch'io Nobile Yushiro … anch'io ... >>


Una pioggerellina scendeva invisibile da spesse nuvole grigie.
Kisuke odiava la pioggia, in tutte le sue forme. Non c'era un motivo particolare, l'odiava
e basta, allo stesso modo di come non digeriva i cibi piccanti o troppi dolci. Per ovviare a
questo fastidio aveva costruito anni addietro una copertura da inserire all'occorrenza nel
fodero di Benihime.
Ora, costretto da una serie di fastidiosi eventi, camminava sotto la pioggia accompagnato
dal cozzare dei geta* sopra le piatte pietre che formavano il sentiero. Come detto, non era
solo il tempo a irritarlo : il verdetto dei 46 nei confronti di Askin stava facendo il giro del
Gotei 13 e lui, a malincuore coinvolto nella faccenda, aveva deciso di essere uno dei primi
a congratularsi per il lieto evento. Fin lì tutto bene … fin quando aveva incontrato Yoruichi.
La sua dolce Yoruichi. Poche volte l'aveva vista così confusa e turbata. Quell’immagine gli
rodeva il cervello passo dopo passo, alimentando una rabbia silenziosa.
“ Ho avvertito una preoccupazione in te Yoruichi cara … e tu …non hai detto nulla, per
non farmi preoccupare. Comunque sta tranquilla … conosco la causa di tale inquietudine.
Accidenti … il verme si sta rivelando una spina difficile da estirpare. ”
Non bisognava perdere tempo, serviva al più presto un piano veloce ed efficace. Pensò e
pensò, ma stranamente non arrivò a nulla di consistente. Solo un'idea abbozzata navigava
nella testa, senza riuscire a prendere forma. Così giunse davanti all'alloggio e superato
il lato corto ritrovò il bastardo seduto comodamente sull'enwa*, con le gambe distese e
una tazza fumante in mano. Notò pure un termos insieme allo strano abbigliamento
occidentale, a cui all'inizio non aveva fatto caso.
<< Sai Kisuke, nel mio paese d'origine piove spesso … >> esordì senza staccare lo sguardo
dal cielo grigio << … le vecchie abitudini sono dure a morire … quando cade la pioggia
non posso far a meno d'osservarla per ore ascoltandone il suono. >>
<< Oh … davvero ? >> chiese ignorando la frecciatina << Invece io non riesco proprio a
sopportarla. >>
<< Si vede, hai aperto l' “ ombrello ” solo per due goccioline >> ribatté Askin tagliente.
<< … Non mi offri da bere ? >> chiese indicando il thermos.
<< Non saprei … gradirei non ritrovarmi di nuovo la schiena maciullata e sanguinante. >>
<< Non essere così cattivo … >> chiuse l'ombrello andandosi a sedere poco distante << …
sono venuto con intenzioni pacifiche. >>
<< Non mi dire … >> lo canzonò dopo aver bevuto un sorso dalla tazza.
<< Mi è giunta la notizia del verdetto dei 46. Complimenti … ! D'ora in avanti lavorerai
all'Istituto di Ricerca, spero il futuro possa essere roseo, sempre che tu riesca a sopportare
Mayuri e … >>
<< Nah ! Perché non la pianti ? >> inveì Askin.
<< Come ? >>
Non s'aspettava d'essere interrotto, né tanto meno di ritrovarne una luce così decisa
in quegli irritanti occhi viola. La rabbia silenziosa si mosse, come un serpente tra l'erba,
facendogli stringere l'impugnatura di Benihime. L'altro, quasi di risposta, lanciò un breve
sorriso e con un gesto molto lento cominciò a riempire la tazza.
<< Ascoltami … non intendo perdere altro tempo. Noi non ci sopportiamo e sappiamo
entrambi il perché. Tu mi consideri un bastardo verme opportunista … come del resto
anch'io, quindi ti prego … non sprecare fiato con falsi complimenti. Gradisci un sorso
di caffellatte ? >> concluse porgendogli la tazza.
<< Perché sarei qui allora ? >>
<< Per difendere la “ tua ” gattina ovvio ! >>
In un impulso la rabbia scattò violenta e irrefrenabile. Kisuke si mosse, veloce come la
testa d'un cobra, colpendolo dritto in faccia col fodero di Benihime. Il verme oppose
resistenza frenando la caduta col braccio sinistro. L'attimo dopo gli fu addosso, premette
la zanpakuto contro il petto e lo spinse brutalmente all'indietro. L’altro, frastornato dalla
botta iniziale, riuscì a far ben poco.
Il thermos cadde finendo vicino alla tazza rovesciata mentre Kisuke s'ergeva sopra di lui
ormai disteso a terra, la katana premuta contro la gola. Nonostante la palese minaccia,
l'uomo l'osservava divertito e provocatorio, la guancia destra solcata da un livido violaceo,
le mani strette senza molta convinzione attorno a Benihime. Una strana luce scintillava
nelle iridi, rese più scure a causa del cielo cupo. Lo scrutò a sua volta piegandosi in basso.
<< Ti piace provocarmi, eh Askin ? >>
<< E tu godi nel farmi male evidentemente ... >> rispose lui con un sorrisetto insanguinato.
Rimase qualche secondo in silenzio, ascoltando la pioggia via via più fitta.
“ Irritante … decisamente irritante come situazione … vediamo di finire in fretta … ”
<< L'ho incontrata poco fa … era sconvolta … quando ho detto che stavo venendo qui si è
rifiutata d'accompagnarmi. Cosa le hai fatto ? >>
<< … Nulla. Mi sono comportato come sempre. Posso assicurartelo. >>
<< Non dirmi cazzate >> sibilò aumentando la pressione.
Askin deglutì e il fodero si mosse leggermente, lo sguardo però non accennava il minimo
timore, anzi … quella che riuscì a identificare come determinazione, non fece che
aumentare insieme al nauseante ghigno provocatorio.
<< Non capisco ... >> ribatté scandendo bene le parole << … io e lei ci vediamo da tempo, se
la cosa ti dà così fastidio potevi farglielo notare, quattro mesi fa come adesso. Invece no …
preferisci minacciare me. Chissà, magari dopo la tua prima visita hai passato l'estate
sperando in un mio passo falso. Attaccando un Capitano la mia condanna sarebbe stata
inevitabile e tu avresti preso ben tre piccioni con una fava : Yoruichi finalmente libera ... un
esperimento di Mayuri andato in fumo … con lui rinchiuso nella Tana del Verme, chi altri
avrebbero messo a capo dell'Istituto di Ricerca se non te ? >>
Sgranò gli occhi stupito, cercando di ricomporsi in fretta. Il bastardo aveva azzeccato tutto,
smascherando il suo piano, piano che in ogni caso ormai era andato in fumo.
<< Complementi per l'analisi ... >> sussurrò a denti stretti << … purtroppo sei meno …
impulsivo di quanto avessi immaginato. >>
<< Purtroppo … >> sottolineò l'altro sprezzante.
Comprese d'essere giunto al capolinea. Alla luce degli ultimi fatti era inutile perseguire
quella strada ; ormai il verme era libero e al 100% sotto le dipendenze di Mayuri. Serviva
qualcos'altro … qualcosa che impedisse a Yoruichi di soffrire. Pensò e non ci volle molto
prima che l'idea abbozzata si concretizzasse nella mente. Elaborò un piano, semplice ed
efficace riportando infine l'attenzione su Askin. L'uomo lo scrutava guardingo in un misto
di noia e attesa, tanto che per ammazzare il tempo aveva preso a tamburellare sul fodero.
<< Io sono sempre stato magnanimo con lei … >>
<< Davvero ? Non l'avrei mai detto sai ? >> esordì lui smettendo di giocare.
<< Il più grande sogno di Yoruichi è essere libera. Io non le ho mai impedito di agire
secondo i suoi desideri. Se intende frequentare un lurido verme come te ... ormai non
posso più farci nulla. >>
<< Sai come sono i vermi ... per quanto li tagli continuano a muoversi >> precisò
trattenendo a stento l'odio.
<< Puoi continuare a vederla, ma al minimo errore ne pagherai le conseguenze. Sappilo. >>
Era rischioso, ma in fondo solo soffrendo Yoruichi avrebbe compreso la sua mediocrità, a
quel punto il Casato Shihoin non avrebbe esitato a dargli carta bianca per punire un tale
bieco individuo, causa della sofferenza dell'ex-prima erede.
Sì, era un piano assolutamente perfetto.
Poi… Askin lo guardò, e Kisuke vide la determinazione agitarsi simile a una fiamma.
“ Che stronzo … come si permette di beffarmi così spudoratamente ?
<< Oh ! Ti aspetti un ringraziamento per questo ? >>
Senza preavviso la rabbia silenziosa si trasformò in furia, scuotendolo nel profondo.
Accecato dall'ira sollevò il busto e lo colpì di nuovo con l'elsa di Benhime. Un colpo sulla
guancia destra, poi sulla sinistra … una, due, tre volte … fin quando non lo vide sputare
sangue rigirandosi su un fianco. A quel punto avvertì l'animo rasserenarsi. Nonostante ciò
non si sentiva del tutto soddisfatto.
“ Devo umiliarlo … cancellargli quel sorrisetto una volta per tutte ! ”
Si chinò arrivando a pochi centimetri dal viso ormai pieno di lividi bluastri. Non appena
lui, ripresosi dallo stordimento, se ne accorse, lo bloccò schiacciandogli la testa contro
il freddo legno e mettendo Benihime di traverso lungo la schiena. Da quella posizione gli
bastò pochissimo per raggiungere l'orecchio.
<< La mia è solo una raccomandazione ... voglio soltanto assicurarmi che non farai soffrire
la mia Yoruichi >> disse con tutto l'odio che aveva in corpo.
<< Cough … ! Non preoccuparti … ! >> sibilò il verme tra uno sputo vermiglio e l'altro
<< … Cough … ! Perché … t'assicuro non sarò io a farla soffrire … ! >>
Senza aggiungere altro serrò la presa intorno ai capelli, sollevò la testa per poi sbatterla
contro il pavimento. Askin sussultò lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.
Ecco .. ora poteva dirsi soddisfatto, mancava soltanto il gran finale.
<< Tutta questa sicurezza ti fa onore … >> sussurrò riportandosi vicino all'orecchio
<< ... ma se provi a toccarla o farla piangere, giuro ti pentirai di non essere morto in
mezzo alla macerie del Wahrwelt ! >>
S'alzo passandosi una mano sulla fronte, come a voler scacciar un'invisibile tensione, e
volse l'attenzione alle sue spalle. Ritrovò la tazza rovesciata circondata da una pozza
marroncino chiaro, insieme al thermos. Un passo e li afferrò scuotendoli leggermente per
pulirli. Il contenitore era mezzo pieno, versò il caffellatte ancora fumante nella tazza
tornando a osservarlo con espressione compiaciuta. Askin aveva smesso di tossire, ma
continuava a rimanere disteso su di un lato, quasi immobile, contornato da macchie di
sangue.
“ Le parole feriscono più della spada … vediamo di dargli il colpo di grazia ” pensò
bevendo qualche sorso.
<< … Delizioso il caffellatte. >>
Lo vide sollevare il capo ... e improvvisamente avvertì qualcosa. Qualcosa di strano e
inquietante. Durò appena un battito di ciglia eppure quando gli occhi viola, divenuti simili
a quelli di una bestia, si posarono su di lui, un brivido lo scosse.
<< Mi fa piacere stronzo … però adesso ti consiglio d'andartene … ! >>
“ Co-cosa è successo ?!? Possibile sia … ?!? ”
Turbato gli rivolse un'ultima occhiata sprezzante e lasciò cadere la tazza, che si schiantò
finendo in pezzi. Posato il thermos, aprì Benihime e s'incamminò verso la sua Dea.
Camminò, sperando di dimenticare lo strano evento, ma bastarono pochi minuti
allorché l'incessante rumore della pioggia fece riemergere quel fastidioso timore.
“ Reiatsu … non smette di stupirmi il bastardo … ” pensò stringendo più forte l'elsa con
la copertura a forma di manico “ … ma poco importa … ci vorranno anni prima che riesca
a ricavarne qualcosa … ! Tranquilla Yoruichi … non smetterò di difenderti ... ti proteggerò
… costi quel che costi ! ”
La ritrovò sotto un grosso ginkgo, separato dal sentiero da una distesa d'erba giallo opaco.
Poco più in là, dalle finestre di alcuni alloggi proveniva la tenue luce prodotta delle
lampade ad olio, a nord invece il cielo si stava oscurando, presto cupe e minacciose nubi
avrebbero divorato le altre e portato un violento temporale.
Yoruichi, poggiata contro il tronco, le mani dietro la schiena, pareva profondamente assorta.
Fissava un punto indefinito davanti a sé coi bellissimi occhi felini, dentro i quali navigava
ancora lo strano turbamento.
“ Non m'importa cosa sia successo. Voglio solo cancellare quel musino triste. ”
S'avvicinò a piccoli bassi e solo quando fu abbastanza vicino lei si destò voltandosi.
Nello sguardo s'agitava un disperato bisogno di conforto.
<< Oh … sei tornato … >> disse in fil di voce interrompendo la frase non appena lui, chiusa
Benihime, si precipitò ad abbracciarla.
Fra le sue braccia la Dea s'irrigidì, come sempre capitava in quei momenti, e Kisuke
come ogni volta, la cullò per poi abbassare il capo e sussurrare parole dolci.
<< Sì, eccomi qui Yoruichi cara … ! Perdona se ti ho fatto aspettare … Askin è stato
gentilissimo e mi ha offerto del delizioso caffellatte. Ne abbiamo approfittato per
chiacchierare ancora un pochino. >>
<< Oh … mi fa piacere … davvero tanto piacere … >> sussurrò lei meravigliata infossando
la testa nel petto.
<< Askin è una brava persona. Sono felice che il Consiglio abbia deciso di risparmiarlo. >>
<< Già … anch’io … anch’io. >>
A lungo stettero così. Immerso in quel piacevole tepore dimenticò l'odiosa pioggia, al
contrario dentro Yoruichi persisteva una certa pesantezza. Delicato, prese ad accarezzarle
i capelli scuri, simili alla seta più preziosa.
Pian piano la sentì rilassarsi e poco dopo la sua voce arrivò, bassa e condita da una punta
d'imbarazzo.
<< Kisuke ci … ci sarebbe una cosa che dovrei dirti. >>
<< Certo … dimmi pure. >>
Sapeva benissimo di cosa si trattava e approfittò della pausa per riordinare i pensieri.
<< I-io è da circa quattro mesi che mi vedo con lui … una volta a settimana … e … ecco …
perdonami … perdonami se finora non ti ho detto nulla ! >>
<< Tranquilla piccola … >> disse comprensivo dopo una pausa a effetto << … Askin è un
avversario contro cui hai combattuto valorosamente, e al quale hai dimostrato clemenza
davanti alla Camera dei 46. Comprendo benissimo il motivo quale ti abbia spinto a
volerlo conoscere meglio. Non per niente sei una gattina curiosa ! >>
<< Ah … grazie. Grazie Kisuke >> sussurrò piena di sollievo.
<< Di nulla Piccola Yoruichi. >>
Era un'abitudine consolidata da tempo immemore, da quando erano bambini ; ripetere
spesso il suo nome nei momenti difficili. Quante volte nella loro lunga amicizia, l’aveva
stretta a sé per cancellare paure inconfessabili ? Quante volte aveva sussurrato parole
tenere dissipando dubbi profondi e oscuri ? Ormai aveva perso il conto … come lo perse
adesso dei minuti che passavano lenti, scanditi dal rumore della pioggia via via più fitta.
Forse … avrebbe dovuto sciogliere il contatto e avviarsi insieme a lei, in modo da evitare
l'imminente temporale, forse …
“ … posso aspettare ancora un po' … devo consolare la mia gattina … ”
<< Kisuke … >> lo chiamò distogliendolo dal pensiero.
<< Sì ? >>
<< Secondo te … sto meglio coi capelli corti ? >>
All'improvvisa richiesta avvertì una fitta alla testa ; conosceva fin troppo bene la sua
volubilità, il suo passare di punto in bianco a un altro argomento spesso confondeva gli
sconosciuti, eppure la domanda gli parve strana, carica d'urgenza e al tempo stesso
annoiata. Confuso sentì la necessità di maggiori informazioni.
<< Tipo … come li portavi prima dell'esilio ? >>
<< … Anche … >>
In fondo era un richiesta semplice … ma per la prima volta in vita sua ebbe paura. Paura
di sbagliare. Di sbagliare con lei. Fu una sensazione sgradevolissima, come se qualcosa di
freddo e viscido gli stesse percorrendo la schiena. Così rispose senza pensarci troppo, in
modo da troncare sul nascere l'iniziale e imbarazzante silenzio.
<< Ah ! Ma tu stai bene in tutti i modi Yoruichi cara … ! >>
<< … Davvero ? >> chiese scostandosi e guardandolo interrogativa.
<< C-certo … >>
<< Uhm … >> mugugnò incamminandosi incurante sotto la pioggia.
“ Eppure non mi pare d'aver detto niente di male … ” pensò stupito osservandone la
figura sinuosa inoltrarsi lungo il sentiero.

- T'assicuro non sarò io a farla soffrire … -

“ Ah … ! Sei ... un povero illuso Askin. Non succederà … mai e poi mai ! ”
E mentre il pensiero ribolliva agitato, raggiunse Yoruichi premurandosi di coprirla con
l'ombrello.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

La vista che si godeva della cima del Quartier Generale era qualcosa da togliere il fiato,
e ogni volta Kyoraku ne rimaneva piacevolmente colpito. Alcune sere, quando i doveri
lo permettevano e le stelle erano visibili, aveva preso l'abitudine di contemplare quella
meraviglia in compagnia di un buon saké* o shochu*. Si sedeva vicino alla balaustra in
legno fissando la marea di diamanti e lasciandosi andare ai ricordi. Rivedeva se stesso,
quando da ragazzino aveva percorso corridoi ed esplorato stanze proibite facendo
imbufalire il Vecchio Yama, oppure i pomeriggi passati a studiare con Jushiro all’ombra
dei glicini in vista degli esami accademici, durante i quali l'amico aveva tentato invano
di sottrarlo dalla consueta folla di ragazze. In ogni caso non era il tipo da lasciarsi andare
ai sentimentalismi, certo la perdita del suo mentore e del migliore amico l'aveva ferito nel
profondo e i primi tempi, per quanto non lo desse a vedere, aveva sofferto come un cane.
Ma la vita è così ; ti porta via le persone care quando meno te lo aspetti e lui questo lo
sapeva fin troppo bene.
“ L'unica cosa da fare è andare avanti e affrontare le sfide che il futuro ci impone … ”
pensò fissando il cielo notturno e sollevando il sakazuki* “ Vecchio Yama ... mi sono
abituato alla carica di Comandante Generale … anche se all'inizio l'ho definita una
scocciatura devo ammetterlo, poi beh … per vincere la guerra sono ricorso a metodi non
proprio convenzionali … a cui saresti stato sicuramente contrario. Jushiro … il tuo
sacrificio non è stato vano … inoltre Rukia si sta dimostrando un ottimo Capitano, sii
orgoglioso di lei amico mio … ”
<< Comandante … >>
Una voce sottile lo distolse da quei pensieri. Si volse, in direzione del portone posto a una
decina di metri. In mezzo alle enormi ante scorse Nanao, contornata dalla luce opaca delle
lanterne esterne. La vista della nipotina non poté che strappargli un sorriso.
<< Qui c'è il Capitano Kurotsuchi … >> continuò indicando il corridoio << … è tardi, lo
faccio entrare comunque ? >>
<< Certo cara Nanao … avevo fissato un appuntamento proprio questa sera. >>
<< Oh … non mi avevate informato di nulla … >> mormorò con venia aggiustandosi gli
occhiali << … in questo caso lo faccio entrare >> concluse scomparendo dietro la portone.
“ Uff … potrebbe anche chiamarmi zio ogni tanto … ! ” pensò gonfiando le guance “ …
Tutte 'ste formalità tra parenti mi paiono eccessive … ! Uffi ! ”
Pochi istanti e Mayuri fece il suo ingresso non premurandosi ovviamente di accompagnare
il portone. Avanzava col solito passo frettoloso e nervoso, il che non era dovuto a una reale
agitazione, ma ai troppi pensieri, teorie e piani che costanti frullavano nella mente, forse
anche quando dormiva, sempre uno come lui ne avesse bisogno. La luce delle poche torce
poste a metà salone, proiettò la sua ombra sul pavimento, il che, unita alla maschera nero
pece, contribuì a donargli un'aura spettrale. Nonostante la compagnia poco rilassante,
Kyoraku rivolse un affabile cenno di saluto.
<< Shunsui … per certe cose non sei affatto cambiato … >> fece notare velenoso indicando il
vassoio col sakè.
<< Certe abitudini sono dure a morire … desideri un goccetto ? >> chiese pur conoscendo
l'avversione dell'uomo verso gli alcolici.
<< No … ! Sai bene quanto detesti quella robaccia ! >> rispose infatti Mayuri infastidito,
come se gli avesse chiesto di bere piscio.
<< Come preferisci … >>
Dopo avergli lanciato un'occhiata schifata Mayuri prese a osservarlo. Dall'espressione intuì
avesse ancora una curiosità da risolvere e trattandosi del Capitano della Dodicesima era
meglio assecondarne tale inclinazione.
<< Prima di passare all'argomento del nostro incontro, desidero sapere se sei conscio dei
pericoli che stai prendendo … >> esordì l'uomo passandosi una mano sul mento.
<< Io amo rischiare, dovresti saperlo >> puntualizzò riempiendo nuovamente il sakizuki*.
<< In effetti da quando sei diventato Comandante hai sempre agito in maniera ... ardita, per
essere educati. Non sto giudicando il tuo operato sia chiaro, ma far imparare il Bankai a
quella bestia di Zaraki portando alla morte il Capitano Unohana … liberare Aizen … e in
ultimo falsificare il rapporto consegnato ai 46 sull'uccisione di Yhwach … così come quello
di Urahara ... si tratta di scelte rischiose. >>
<< Sono state decisioni difficili e al tempo stesso necessarie. E poi ... cosa saranno mai delle
piccole modifiche ? >> rispose Kyoraku tra il divertito e il serio << Askin aveva perso i
poteri prima dell'uccisione di Yhwach, essendo “ morto ” per un'istante … mi stupisco
ancor oggi che Kisuke sia riuscito a tenerlo in vita semplicemente rattoppatogli il cuore.
Del resto fu sotto tuo consiglio se Yoruichi occultò questi dettagli nella sua deposizione.
Ma soprattutto ... a che pro menzionare Ishida Uryu ? La natura mezza Quincy di Ichigo ?
Sai come sono i 46 … non avrebbero esitato ad aprire una caccia all'ultimo vero Quincy
rimasto sulla Terra e a giustiziare Ichigo senza pensarci due volte. Quei ragazzi non si
meritano d'essere braccati per il resto della vita, non dopo aver salvato il mondo. >>
Socchiuse gli occhi rammentando lo scenario che s'era presentato davanti ai suoi occhi
appena sceso dal Palazzo Reale. Un silenzio irreale e in mezzo a una Seireitei distrutta
Kurosaki Ichigo, Ishida Uryu, Ginjou Kugo e Abarai accasciati al suolo, stremati e
sanguinanti, poco più in là, Aizen col braccio sinistro mozzato ...
<< Quel giovane Quincy è stato molto previdente… insieme al padre ha fatto sparire ogni
traccia da Karakura >> sottolineò Mayuri distogliendolo dalla macabra immagine << Uryu
... uno dei motivi per cui hai lasciato in vita Askin. Così facendo hai convinto il Consiglio
che fosse lui l'ultimo Quincy, e da buon Comandante non hai voluto rinunciare a una
risorsa del genere. Ed è a questo punto che entra in scena il sottoscritto … >>
<< Del resto sei il più obiettivo tra tutti i Capitani. Il solo in grado di curare Askin dopo
la Battaglia al Wahrwelt e sopratutto di salvarlo dal Consiglio >> aggiunse Kyoraku in
modo da far leva sul suo ego e portare il discorso nella giusta direzione.
<< Uno scienziato non rinuncia mai alla propria curiosità … ! >> disse l'uomo euforico
prendendo a camminare avanti e indietro << … E posso dirmi ampiamente soddisfatto !
Si è rivelato una piacevole sorpresa ,devo ammetterlo. >>
<< … Quindi deduco la risposta sia affermativa. >>
Lui si fermò di botto rimanendo immobile, come a voler raccogliere le parole giuste o forse
per fargli sudare la risposta. Infine si girò e prese finalmente a spiegare.
<< Come ogni anima Askin possiede un grande potenziale, come tutti deve solo trovare
il canale giusto per farlo uscire. Il suo reaitsu cresce lentamente, giorno dopo giorno,
dimorando latente e nascosto. Dovremo aspettarci una manifestazione molto particolare ...
dovuta al retaggio Quincy. >>
<< … Il canale potrebbe essere instradarlo verso le tecniche Shinigami ? >>
<< Opzione bocciata ! >> sbraitò l'altro con un ampio gesto della mano << Iscriverlo
all'Accademia significherebbe omologarlo al resto della massa ! In questi mesi si è
delineato un scenario parecchio interessante … certo ci vorrà più tempo per vederne
il risultato, ma posso assicurartelo … sarà sorprendente ! >>
<< … Perfetto ! Non mi resta che continuare ad affidarmi a te. >>
<< Se tutto andrà come previsto potrò farmi quattro risate in santa pace. >>
<< Oh … Spero non sia nulla di distruttivo … >> obbiettò guardingo alzando un sopracciglio.
<< Uhm … su quello devo ancora rifletterci ... >> ammise Mayuri puntando lo sguardo in
alto << … al momento la probabilità è stimata intorno all'otto per cento, non per niente …
i sentimenti sono potenti e l'amore è il più potente fra essi. >>
Kyoraku rimase profondamente colpito dalla conclusione, di certo non se l'aspettava da un
egocentrico come Mayuri, ma ne comprese fin troppo bene il significato.
“ Il più grande fra i sentimenti … ” si ritrovò a pensare “... è vero … l'amore ti fa far
sciocchezze … ti permette di superare montagne ... abbattere demoni che paiono invincibili
... ti dona la forza di vivere … sempre. Io sono andato avanti per proteggere Nanao … e
solo alla fine ... mi sono reso conto di quanto fosse diventata forte, la mia dolce nipotina … ”
Poi ricordò l'espressione di Askin appena usciti dal Seijoto Kyorin, la determinazione negli
occhi viola.
“ In effetti potremmo avere … una sorpresa molto interessante. ”
<< Perfetto … ! Il piano sta proseguendo meglio d'ogni previsione ! Bene bene ! >> esclamò
soddisfatto poggiando le mani sulle ginocchia incrociate << Bisogna festeggiare ! Sicuro di
non voler un sorso di saké* ? >>
Ma il Capitano della Dodicesima gli aveva già voltato le spalle e, senza manco salutarlo,
si stava dirigendo a grandi passi verso l'uscita.
<< Un'ultima cosa Kyoraku … ! >> lo richiamò sollevando un dito.
<< ... Sì ? >>
<< Riguardo Ginjo Kugo … intendi prendere provvedimenti ? >>
Kyoraku lo fissò severo mentre dalle nebbie dei ricordi riaffiorava l'ultimo dialogo col
Primo Sostituto. Parole pronunciate tra la distruzione d'un passato ormai lontano.
- Non voglio nulla … Comandante Shunsui … - aveva detto deciso.
- Oh … ! Sei troppo modesto ! Senza il tuo aiuto quei tre ragazzi sarebbero morti ... - aveva
sottolineato lui lanciando una rapida occhiata alle sue spalle, dove Orihime e alcuni membri
della Quarta Compagnia stavano curando Ichigo e Ishida, mentre poco più in là, Rukia china
su Renji ne osservava preoccupata la medicazione - Quel rituale poi … hai riportato in vita
il Soul King ! Ti sembra poco !?! -

- … Secondo Kisuke era l'unico metodo per evitare il collasso dei mondi dopo … la morte di
Yhwach. Il Soul King … tornato al Palazzo Reale e richiamato gli arti mancanti avrebbe cominciato
a rigenerarsi … bastava solo … estirparne l'essenza da quel mostro … -

- Per questo insisto ! Inoltre … abbiamo molto da farci perdonare, diventando Capitano ... -
- Vi mettereste la coscienza a posto ? -
- … In parte. -
Ginjou era rimasto in silenzio scrutando distrattamente la Luogotenente Kotetsu intenta a
fasciargli la ferita al fianco.
- Il passato è passato Comandante … dimentichiamo entrambi. Ci sono altre cose … su cui desidero
concentrami …
- aveva concluso, lo sguardo puntato in avanti.
Dopo poco Kukaku era comparsa all'orizzonte. Correndo con le lacrime al viso la donna
l'aveva raggiunto gettandosi infine fra le sue braccia. Solo allora Kyoraku aveva notato
l'arto destro intero. Con la “ morte ” del Reiho il legame con la barriera a protezione del
Reihokyu s'era spezzato, ed esso era tornato alla sua proprietaria. Kukaku Shiba,
finalmente libera da ogni vincolo, avrebbe vissuto una vita felice affianco all'uomo tanto
amato.
<< È iscritto all'Accademia da quattro mesi … >> rispose tornando al presente << ... ottimi voti
come c'era da aspettarsi. Una volta diplomato deciderò il da farsi. >>
<< Ricordati Shunsui, i lupi non si tengono al guinzaglio come i cani >> sentenziò Mayuri
riprendendo a camminare << Ginjou possiede un reiatsu anomalo. Non ho scordato
quando, dodici anni fa, tu e Ukitake mi commissionaste la costruzione del Distintivo … tenerlo
sotto controllo, limitarne l'assurda potenza … >>
<< Lui non è più il Sostituto e noi … noi siamo cambiati. Gli Dei della Morte hanno
imparato a non temere i sentimenti. Sono stati dei “ semplici umani ”a insegnarcelo …
quindi perché preoccuparsi ? Non sei stato tu stesso, poco fa, a parlarmi d'amore ? >>
<< Tsk … ! Poi non dire che non ti avevo avvertito ! E comunque il mio era un discorso
prettamente scientifico ! >>
<< Non mi pare d'aver mai rifiutato i tuoi consigli ... >>
<< Dipende Kyoraku ... dipende ... >> digrignò l'altro fra i denti << … divergenze a parte
grazie per la conversazione. Sono riuscito a concludere un'importatissima analisi ! >>
<< Oh ! Su di me ?!? Quale onore ! >> chiese senza riuscire a nascondere lo stupore.
<< In fondo ... non sei malaccio come Comandante Generale. Col Vecchio, l'atmosfera stava
diventando un pochino noiosa >> e senza aggiungere altro scomparve oltre il portone.
Per un po' Kyoraku continuò a fissare sbigottito l'enorme entrata. Era raro, anzi quasi
impossibile ricevere un complimento dall'egocentrico Mayuri ; il fatto di averne appena
ricevuto uno, seppur abilmente camuffato, non poté che strappargli un mezzo sorriso.
Felice, riprese la sua attività e contemplando il cielo s'immerse di nuovo nei ricordi.
“ Ci attende un futuro davvero radioso ! ” pensò brindando al mare di stelle “ Dico
bene Vecchio Yama … Jushiro ? ”





Glossario :

*dango : gnocco giapponese fatto di farina di riso e riso glutinoso. Viene spesso servito con
tè verde.
*danke sehr : grazie mille in tedesco.
*enwa : una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come
corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*geta : sandali giapponesi a metà fra infradito e zoccoli
*kasa : tipo di cappello tradizionale giapponese, quello di Kyoraku è simile a quello
indossato dai monaci buddisti, a forma di ciotola e composto da paglia di riso intrecciata.
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*Nii-chan : fratellino.
*obi : fascia tipica di kimono e yukata
*Onee-san : sorellona.
*sakazuki : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
*saké : liquore giapponese ottenuto dalla fermentazione del riso.
*shochu : alcool che si ricava dall'orzo, dalle patate dolci o dal riso, è più forte del saké ed è
originario dell’isola di Kuyshu.
*shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.





Tana Oscura :

Ecco qui dopo tanto tempo ! Come state ?
Ne approfittò subito per dare il bentornato vecchi lettori e recensori fidati :D e un caloroso benvenuto a tutti coloro che si sono appena immensi in questa strana storia !
Come promesso partiamo con ( l'attesissimo ??? ) Elenco delle Differenze dal Finale Originale.





1) Yhwach è morto. Morto. Morto. Non comparirà nel Timeskip di 10 anni, né il figlio di Ichigo farà quella roba strana nel capitolo finale.

2) Il Soul King è stato rigenerato tramite un rituale di purificazione, fatto accennato in questo capitolo e che approfondirò nella mia rivisitazione della battaglia finale.

3) Ichigo continua a essere Sostituto. I poteri Quincy continuano a sopravvivere in lui, Uryu e Ryuken, e in isolati gruppi nel mondo terreno, che non hanno subito la perdita di poteri dovuta alla morte dell’Imperatore.

4) Della Squadra 0 è sopravvissuto solo Ichibei.

5) Kugo ha avuto un ruolo importante nella battaglia finale ( molto diverso delle due frasette dette nel manga. ) Era il migliore amico di Masaki, insieme a Kisuke e Isshin ha ideato il piano per ridare i poteri a Ichigo ( per approfondire vedere Capitolo precedente ).

6) Nel è riuscita a portar fuori i 4 reiatsu dalla Gift Ball ; Kisuke, Yoruichi, Grimmjow e Askin. Yushiro ne era rimasto fuori.

7) Aizen è stato rimprigionato con uno sconto di pena.

8) Nemu è rinata inserendo il cervello in un corpo già adulto.

9) Toshiro è rimasto adulto dopo il Bankai.

10) Rukia è stata eletta Capitano subito, insieme a Renji.
Kisuke e Yoruichi sono tornati alle vecchie posizioni, lei anche in veste di Capo delle Unità Mobili Segrete.
Tessai è Gran Maestro dei Corpi del Kido, Hachi è suo Vice.
Rose e Kensei sono rimasti zombie … quindi morti.
Kira è morto durante la prima invasione della Soul Society, per contro Lillie è stato ucciso da Aizen.
Hiyori, Love e Lisa vivono nel Mondo Terreno.
Kiba e Komamura non sono ancora tornati … da qualsiasi luogo siano andati dopo la fine della guerra.

Elenco Capitani ( vedere Capitolo 2 ) :

1° Compagnia : Shunsui Kyoraku
2° Compagnia : Shihoin Yoruichi
3° Compagnia : Vacante
4° Compagnia: Kotetsu Isane
5° Compagnia : Hirako Shinji
6° Compagnia : Kuchiki Byakuya
7° Compagnia : Vacante
8° Compagnia : Urahara Kisuke
9° Compagnia : Abarai Renji
10° Compagnia : Hitsugaya Toshiro
11° Compagnia : Kenpachi Zaraki
12° Compagnia : Kurotsuchi Mayuri
13° Compagnia : Kuchiki Rukia


11) Tsukishima e Giriko vivono nella dimensione terrena dentro gigai speciali dati da Kisuke ( simili a quello di Isshin ).

12) Il braccio destro di Kukaku era collegato alla Dimensione del Re ( lo affermò Kubo in un'intervista ). Tale dettaglio non è mai stato approfondito. Nella mia storia, esso ritorna nell'esatto momento in cui Yhawch uccide il Soul King provocando un'iniziale collasso fra le dimensioni. I razzi sparati della donna sono gli unici a poter raggiungere il Reihokyu. Si suppone un legame antico tra il Casato Shiba e il Reiho.





Come avete visto, si formano nuove coppie prima del timeskip di 10 anni ( e ce sono ancora 2 o 3 da svelare XD ) Tante coppie … com'era giusto vedere in un finale, dopo aver dato risposte buchi di trama, backround e personaggi ecc. Quindi si … la mia storia sta diventando una specie di tassello mancante molto alternativo a parte di queste domande, alle coppie che avremo voluto vedere ( escludendo quelle Crack partorite dalla mia mente XD ) e uno sviluppo per le ufficiali RenRuki e IchiHime ( anche se quest'ultima è appena accennata nella mia storia ). Purtroppo alcune questioni ho preferito lasciarle irrisolte ; scoppio della Guerra tra Shinigami e Quincy mille anni prima, come sia nato il Soul King, perchè Yama credeva di aver ucciso Yhwach, ecc ecc … tali domande avrebbero richiesto troppi sforzi e i pochi indirizzi trapelati nel manga non mi hanno permesso di costruirci nulla …vuoi perché in questa mia storia non sono fondamentali e poi è giusto lasciare un alone di mistero … ! XD Risposte, rivelazioni di destini ignoti, cambiamenti che spero siano ben accetti. ^^ … beh … loro non sono ancora comparsi … quindi per il momento rimane tutto segreto. ( coff... ! Coof … ! Li vedrete nei Capitoli Extra tranquilli … ! Coff Coff ! )

Tornando al Capitolo finalmente si sono scoperti alcuni retroscena riguardo Kyoraku e Mayuri ^^ ve l'aspettavate ? Ecco perché Uryu non è stato menzionato nel Capitolo 1 all'Assemblea dei 46, ecco perché Mayuri si augurava un miglioramento di Askin nel Capitolo 4 ecc, ecc.
Tranquilli Fans di Uryu … ! Come vedete non mi sono dimenticata di lui, ma come da detto il nostro buon scienziato pazzo, per un po' si è allontanato insieme al paparino XD
Inoltre grande notizia, tornerò ad aggiornare mensilmente ! Consideratolo un regalo di fine anno ^^ Visto non ci vedremo per festività ne approfitto per farvi gli auguri di Buon Natale e Buon Anno ! Un forte bacio a tutti !

Grazie a Hiraki_Sengoku e Alice Space per le loro recensioni <3 <3 <3

Grazie a tutti coloro che inseriranno questa storia tra le seguite o le preferite, o che semplicemente la leggeranno. <3



Elgas

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Capitolo 7
*** C.7. Confessioni accanto a Te ***


Capitolo 7 : Confessioni accanto a Te


Un raggio di sole filtrò dallo shoji* cadendo delicato sul viso di Rukia. La ragazza aprì
gli occhi e osservò la camera venir pian piano illuminata dalla luce estiva.
L'estate … già. Era passato quasi un anno dall’inizio della sua storia d’amore. Quei mesi
erano passati veloci, pieni di momenti indimenticabili, al fianco di un uomo meraviglioso,
Renji Abarai.
<< Tra poco sarà il nostro primo anniversario … ! Non vedo l'ora di festeggiarlo ! >>
mormorò infossandosi nel fresco lenzuolo.
Una felicità straordinaria la invase frenetica, come del resto capitava ogni volta che
pensava a lui. Mai avrebbe immaginato che l'amore potesse essere così appagante,
forviante, travolgente. Ogni giorno era magnifico nonostante le difficoltà e i piccoli problemi.
Essi diventavano splendidi quando li trascorrevano assieme, mano nella mano, uniti in
teneri abbracci, parlando delle proprie ansie, ridendo e baciandosi. Aveva perso il conto
di quante volte le loro labbra s'erano sfiorate, prima timidamente e poi con sempre maggior
passione, così come delle ore passate a baciarsi sotto un albero, immersi in uno dei
meravigliosi giardini della Residenza Kuchiki o in luoghi appartati, lontano da occhi
indiscreti. Indiscreti mica tanto ; in pochi giorni la relazione era diventata di dominio
pubblico e nel giro di una settimana erano stati sommersi da una marea di congratulazioni,
strette di mano e in alcuni casi pure regali.
- Tutto bene col Capitano Abarai ? - aveva esordito Kiyone una mattina facendola rizzare
come un istrice.
- So-sono felicissima per te Rukia-chan ! - aveva esultato Momo coi pugni stretti al petto.
- Una donna deve sempre essere perfetta davanti al proprio uomo ! Quindi ho pensato di
regalarti questo ... ! -
era stato invece il commento di Rangiku con tanto di consegna di
pacchetto.
" Perfetta ... in effetti lei è attenta a ogni dettaglio quando si vede con Hisagi ... " pensò
stiracchiandosi " ... uhm … ora che ci penso, nel giro di un anno si sono formate molte
coppie ... Momo e Toshiro, la signorina Kukaku e Ginjo-san. Soi-fon e il fratello di
Yoruichi-san, Orihime e Ichigo ... chissà come stanno ? Tra poco inizieranno le vacanze
estive, potrei andarli a trovare assieme a Renji ... sì ! È un'idea perfetta ! " concluse alzandosi.
Si lavò, indossò pazientemente uno yakuta* azzurro e, dopo essersi spruzzata un po' del
profumo Chanel Mademoiselle regalatole da Matsumoto, uscì. Trovò il corridoio deserto,
la normalità a quell'ora della Domenica, e con passo leggero percorse il breve tratto che
la separava dal cortile principale. Una sorpresa l'attendeva all'uscita : Kiyone e Sentaro
erano in piedi ai lati del porticato, appena la videro spuntare le andarono subito incontro
sfoggiando sorrisi affabili.
<< Buongiorno Capitano ! >> esultarono contenti.
<< Buon-buongiorno a voi ... >> rispose con un timido cenno della mano << ... Come mai
così mattinieri ? >> aggiunse rammentando il lato dormiglione dei due sottoposti.
<< Beh ... oggi ci sarà un appuntamento importante con un certo Capitano dell'Ottava ... >>
disse Kiyone lanciando un'occhiata complice all'uomo.
<< In vista di un evento di tal portata ... >> continuò infatti Sentaro << ... abbiamo deciso
di farle un regalo ! >>
Senza darle tempo di reagire, la Luogotenente e il Terzo Seggio s'inchinarono, ma ciò che
più la colpì fu la scatolina tenuta fra le mani prostrate della ragazza ; una confezione
rettangolare color perla, chiusa da un sottile nastro rosso.
<< Kiyone ... Sentaro … io non so cosa dire ... grazie ... grazie mille >> mormorò col cuore
colmo di gioia.
Lo aprì, curiosa come un gatto, rivelando un'elegante molletta verde, l’angolo destro a forma
di giglio bianco. Sgranò gli occhi, meravigliata di trovarsi davanti a un oggetto dalla fattura
tanto raffinata.
<< Ah ! È ... è bellissima ... >> sussurrò tornando a guardarli << ... però non dovevate ...
deve esservi costata una fortuna ! >>
<< Ah ! Ah ! Poco importa ! Se la merita pienamente Capitano ! >> interruppe l'uomo.
<< Ma ... >>
<< Capitano Kuchiki ... >> cominciarono i due all'unisono << ... la consideri un segno della
nostra riconoscenza ! Siamo orgogliosi di lei ! Da parte di tutta la Tredicesima … grazie per
aver tenuto alto l'onore della Compagnia ! Non potevano desiderare Capitano migliore
di lei ! >>
Con gli occhi improvvisamente umidi, Rukia poggiò la scatolina a terra e si gettò in avanti
cingendo i colli dei vice con infinita dolcezza.
" Non so cosa mi renda più felice ... " pensò mentre una lacrima scendeva sulla guancia " ...
grazie Kiyone ... per l'allegria con cui riempi le mie giornate ... grazie Sentaro ... per
i tuoi preziosi consigli … e grazie a lei, Ukitak-san … ora ... può essere fiero di me."
<< Grazie a voi, per essere al mio fianco … ogni giorno. Grazie. >>
" ... non scorderò mai questo momento … mai ... "


Rukia era arrivata più bella e radiosa che mai, con tanto di molletta nuova di zecca a ornarle
i capelli. “ Un regalo di Kiyone e Sentaro ! ” ed entusiasta aveva raccontato le splendide parole
con cui i due Vice ne avevano coronato la consegna. Renji aveva sorriso a quelle notizie,
fiero e orgoglioso della sua bellezza. Insieme avevano passato un lieto pomeriggio,
passeggiando tra boschi lussureggianti, facendo un pic-nic all'ombra degli alberi
e riposandosi abbracciati l'uno all'altra. Al ritorno, posati i cestini alla Dimora Kuchiki,
avevano cenato in un ristorantino intimo ed elegante nel Settimo Distretto e lui ovviamente
aveva offerto la cena. Ma nonostante tutte le premure, l'animo del Capitano dell'Ottava era
dilaniato dalla confusione. Nell'ultimo periodo aveva cominciato a pensare all'amata … in
maniera diversa. Voleva Rukia ... voleva fare l'amore con lei. Problema : non sapeva da che
parte cominciare e ogni volta che ci pensava, un'ansia tremenda lo colpiva.
Così, disperato, aveva passato l'intero mese a chiedere consigli ; la prima scelta era caduta
su Toshiro ...
- Per aprire le danze non esiste niente di meglio che un bacio sul collo ... ! - aveva consigliato
l'albino con tanto di gomitatina complice – Poi risali ... concentrati sull'orecchio ... -
- N-Non ti sembra di esagerare ! -
- Tu sei l'uomo. Tu devi guidare i giochi. - aveva ribadito il Capitano della Decima serissimo.
- E ... e se lei si spaventa ?!? -
- Insisti ... -
- ... Accidenti Toshiro … mi sento più confuso di prima .... -
… poi su Hisagi ...
- Non credevo potessi farmi una simile richiesta ... - aveva commentato secco il Luogotenente
nel suo ufficio qualche giorno prima.
- In-invece lo sto facendo ... - era stato costretto ad ammettere con un pizzico di vergogna - ...
Tu e Matsumoto lo fate da tempo ... quindi mi chiedevo se ... -

- Mi dispiace, ma non posso esserti d'aiuto. Tra noi è Rangiku a " dominare " ... capisci ? -
- Oh ... no-non l'avrei mai detto ... -
- Invece sì ... - aveva confermato il Vice leggermente rosso.
- Uhm ... in effetti Rukia non mi pare il tipo ... -
- Pensavo lo stesso di Rangiku ... quindi attento Capitano, le donne sanno sempre come
sorprendenti. -

… e infine sull'ultima persona a cui avrebbe pensato.
- Fammi indovinare, sono la tua ultima spiaggia ? - aveva chiesto l'Ex-Sostituto Shinigami dopo
l'intensa chiacchierata fuori dalla Residenza Shiba.
- Sì Kugo ... perdonami se ti disturbo a quest'ora e per una cosa del genere ... ! -
- Rilassati, abbiamo tempo … come ti ho detto ceniamo tardi. Comunque .... a mio avviso non
dovrebbero sorgere chissà quali problemi. -

- Da-davvero ?!? Cioè ... come fai ad esserne così sicuro ?!? -
- La vostra relazione è solida .... vi fidate l'uno dell'altro ... troverete la sicurezza anche in quello.
Certo all'inizio sarete impacciati, ma fidati lo è per quasi tutti le prime volte ... non ti dispiace se ti
do due dritte ... pratiche ? -

- Fi-figurati ! Sono tutto orecchi ! -
<< Renji ... Renji ! Tutto okay ?!? >>
Tornato bruscamente al presente scosse il capo e riportò l'attenzione sulla piccola figura
seduta al suo fianco. Rukia lo fissava preoccupata, la mano a sfiorargli il braccio.
<< Eh ? S-scusami, stavo pensando ... ! >>
<< … E a cosa ? >>
<< Oh ! Nulla d'importante tranquilla … ! >> rispose evasivo mettendo la mani avanti.
<< Sicuro ? Ultimamente ti vedo spesso con la testa fra le nuvole ... >>
<< Te-te lo assicuro ! Sciocchezze a cui pensiamo noi uomini ... ! >>
<< Uhm ... se lo dici tu ... >> commentò l'amata scrutandolo interrogativa.
Per fortuna non insistette oltre ; s'alzò e fatto qualche passo s'immerse nel giardino appena
fuori camera sua. Un giardino a dir poco stupendo. In poco spazio era racchiusa una
bellezza sconfinata, come del resto ci si aspettava di trovare nella Residenza Kuchiki ;
un grande ciliegio si stagliava nel blu della notte, sotto le fronde trovava posto un
laghetto nel quale s'intravvedeva il riflesso della luna, piante dai nomi sconosciuti
ornavano il resto, tranne per una porzione di terreno tra la zona verde e l'enwa*.
Rukia si trovava esattamente al centro, illuminata dai raggi lunari. Un fiore baciato dall’argentea
luce della luna. Di fronte a tale visione, Renji dimenticò ogni turbamento e sentì sorgere
una nuova sicurezza. Voleva baciarla ... lentamente e con passione, come qualcuno gli
aveva consigliato ... in questo modo lei avrebbe compreso le sue intenzioni e al tempo
stesso si sarebbe sentita protetta e rassicurata.
La raggiunse e stava per stringerla quando Rukia parlò.
<< Pensavo ... a inizio Luglio potremo andare a trovare Ichigo e Orihime. Che ne dici ? >>
<< Mi pare un'ottima idea … >> sussurrò volgendo lo sguardo sul collo pallido.
<< Perfetto ! Adesso nel Mondo Terreno ci sono le vacanze estive ! Potremo approfittarne e
chiedere la settimana di ferie ... non sarebbe male ... fare una piccola vacanza ... >>
<< Questo mi piace ancora di più ... >>
<< Uh ? Renji perché mi rispondi a monosilla- >> protestò nell'atto di girarsi.
In quel preciso istante la circondò tra le forti braccia e unì le labbra alle sue, per poi
sollevarla e approfondire il bacio, così da cancellarne l'iniziale rigidità. Bastò una lieve
pressione e Rukia schiuse la bocca. Forse era stato un po' troppo frettoloso, in ogni caso
non se preoccupò. Perdersi nella sua bocca il più a lungo possibile … ormai pensava solo a
questo. Nel frattempo lei sciolse la coda immergendo le dita nei suoi capelli. In mezzo a quel
piacere via via più intenso, un calore indescrivibile gli invase ogni centimetro del corpo,
frenetico e inarrestabile. Fu allora che s'accorse dei loro respiri affannati, respiri sotto cui
si celava un desiderio peccaminoso, assieme ai corpi caldi, inebriati da un'eccitazione mai
provata.
<< Ah ... io ... io ... >> sussurrò cominciando a mordicchiarle il collo.
<< Ah ... ti ... ti prego ... ! >> lo incitò lei, le mani premute contro la sua testa.
Ansimante di piacere, Renji succhiò la pelle saziandosi di un sapore delicato. Scese e in
breve l'aria si riempì di gemiti sommessi. Voleva sentirli ancora ... voleva continuare …
continuare ... far perdere Rukia in quel magico calore ...
<< Renji ! Ah … ti prego ... non smettere ... ! >>
… così fece scorrere le mani sotto lo yukata* e cominciò ad accarezzarle gambe.


Cullata da un lieve calore Rukia riemerse dalle nebbie del sonno e subito una stretta
protettiva l'avvolse : braccia tatuate le circondarono i fianchi, un petto caldo si posò sulla
schiena e un respiro assonnato fece capolinea sopra i capelli. Sollevò il capo e il viso
addormentato di Renji si manifestò in tutta la sua bellezza, i contorni appena accennati
dalla luce del mattino. A lungo ne osservò la bocca sottile, i tatuaggi sulla fronte e
le sopracciglia, i lunghi capelli scompigliati, simili a un mare di fiamme. Conosceva
alla perfezione quel viso, eppure solo ora esso le regalò una felicità sconfinata, più grande
dell'universo stesso. Avevano fatto l'amore ed era stato … semplicemente meraviglioso.
Il modo in cui Renji l'aveva baciata, quegli attimi infiniti in cui avevano esplorato l’una il corpo
dell'altro regalandosi sensazioni intense, il dolore quando era entrato dentro di lei ... un
dolore sostituito in breve da un piacere indescrivibile. Ricordò tutto questo girandosi sul
fianco e infossandosi nel petto dell’amato.
“ Ah … non vedo l'ora di rifarlo … tesoro mio … ”
In quel momento però desiderava solo godersi il tepore dei loro corpi. Era come essere sopra
una nuvola, una soffice e candida nuvola, solitaria nell'immensità del cielo azzurro.
<< … Uhm … Rukia … >> mormorò lui a un certo punto, aprendo gli occhi.
<< Sì … sono qui … >> sussurrò mentre con un gesto delicato ne accarezzava la pelle.
Renji la strinse più forte infossando il capo nella sua spalla.
<< Buongiorno amore … come stai ? >>
<< Sono felice … ! Felicissima … ! E tu ? >>
<< Mi sento … come in paradiso … anche se detta così … suona strano … >>
Rukia rise cingendo l'ampia schiena.
<< No perché ? ... È una metafora perfetta … ! >>
<< Perfetta … come te ... >>
<< Renji … fare l'amore ... unirci … è stato bellissimo … ma ecco … >>
<< Uhm … cosa ? >>
<< Ecco … era da un po' che ci pensavo … >> sussurrò impacciata << … su come farlo
… però mi vergognavo troppo … non sapevo minimamente da dove cominciare …
ho chiesto pure consiglio alla Signorina Rangiku e a Momo … mi sentivo tanto, tanto
confusa ! >>
La vergogna la punse impedendole di continuare … Accidenti ! Perché diamine aveva
cominciato quel discorso ?!? Erano parole da dire dopo la prima notte d'amore ?
Ma Renji arrivò in suo soccorso ; scostandosi racchiuse le mani fra le sue, e lei, catturata da
un tepore improvviso, poté solo fissarlo, incantata e speranzosa.
<< Ora siamo qui … nudi, abbracciati e felici d'aver fatto l'amore … non dobbiamo
preoccuparci di nulla >>
<< Sì … hai ragione ! >> esclamò dopo un attimo baciandolo sulla guancia << … Ti amo
Renji ! Ti amo … ! Ti amo ! >>
L'avrebbe ripetuto ancora e ancora, ma venne interrotta da un bacio provocante.
Corrispose, desiderosa di farlo durare il più a lungo possibile, senonché qualcuno bussò
facendoli sobbalzare come molle. Quasi fossero sincronizzati, Renji si coprì fino a scomparire
sotto il futon* mentre lei cercò in fretta la vestaglia dentro l'armadio.
<< C-chi è ?!? >>
<< Perdoni se la disturbo così presto Signorina Kuchiki, ma è arrivata una lettera per lei >>
rispose la voce di una giovane servitrice.
<< Lettera ?!? >> chiese facendo scorrere lo shoji* << Da parte di chi ?!? >>
<< Shiba Kukaku … ho pensato fosse importante … >> disse la ragazza porgendole una
piccola busta << ... spero il Nobile Kuchiki non s'arrabbi … mi aveva ordinato di non
avvicinarmi alla vostra camera fin quando non si foste svegliata. >>
“ Il Nii-san* ? Possibile che … ”
<< Tranquilla … ! Ci parlerò io … ! Grazie mille per la consegna ! >> tagliò corto con
breve inchino.
<< Oh … ! Non so come ringraziarla ! Buona giornata Signorina ! >> salutò la giovane
visibilmente sollevata.
<< Anche a te … ! >>
Chiusa la porta rimase un po' interdetta. Possibile Byakuya avesse dato quell'ordine
intuendo cosa sarebbe successo ? Conoscendolo non era un'ipotesi da escludere.
Aprì la busta e lesse il breve messaggio scritto sul foglio di carta accuratamente piegato.
Una contentezza l'avvolse a ogni parola e tutta saltellante tornò verso il futon*.
<< Una lettera ? >> chiese Renji riemergendo dalla tana provvisoria.
<< Sì ! Da parte della Signorina Kukaku ! >> rispose sedendosi al suo fianco << Lei e
Ginjo-san organizzano una vacanza di quattro giorni alle terme di Kinosaki (1) !
Chiedono se vogliamo unirci … ! Ci saranno pure Ichigo, Orihime, Chad, Yuzu e Karin,
Yoruichi-san e forse anche Yushiro e Soi-fon … ! >>
<< Waoh ! >> esultò traendola delicatamente a se << Giusto ieri sera parlavi di andare a
trovarli … di goderci una piccola vacanza … questa proposta capita a fagiolo ! >>
<< Già ! La data è il primo week-end di Settembre … dicono di fargli sapere il prima
possibile ... così da organizzarsi per la prenotazione … >>
Senza preavviso Renji la fece volteggiare all'indietro. La lettera volò via e Rukia si ritrovò
distesa e col viso divertito dell'altro a pochi centimetri, i lunghi capelli a solleticarle il collo.
<< Beh … è deciso, andremo alle terme di Kinosaki … però risponderai tra poco … >>
sussurrò malizioso.
<< Tr-tra poco ?!? >> balbettò colta alla sprovvista.
<< Esatto … dove eravamo rimasti ? >>
Senza darle il tempo di rispondere tornò a baciarla, più voglioso e intenso di prima.
Rukia chiuse gli occhi e iniziò ad accarezzargli il petto, desiderosa di non lasciarne la
bocca perfetta. In effetti … la lettera poteva tranquillamente aspettare.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Se avesse dovuto scegliere uno dei difetti di Kukaku avrebbe scelto l'imprevedibilità.
La migliore amica era sempre stata così, per quanto burbera e ai limiti del trattabile in
talune circostanze, adorava far sorprese a cui volente o meno non riuscivi a sottrarti.
Era accaduto pure quella volta ; un bel mattino Yoruichi aveva ricevuto una lettera che
annunciava l'imminente vacanza alle terme di Kinosaki e lei era stata, ovviamente, già
inserita nella lista dei partecipanti.
- Una piccola pausa ti farà bene ! - recitava il messaggio in fondo.
Così, trascinata dagli eventi, aveva raggiunto la stazione di Osaka con tanto di gigai
( abbigliato con un'attillata canottiera bianca, shorts di jeans scuri e sandali color crema )
e trolley, dove aveva cacciato abbastanza alla rinfusa ricambi, un paio di asciugami, quattro
saponette e una confezione di shampoo. Fu la prima ad arrivare e si posizionò nel punto
d'incontro, davanti all'entrata del moderno edificio che componeva la parte centrale della
stazione.
“ Guarda te … informarmi due giorni prima ! Ho dovuto sbrigare tutte le pratiche in fretta
e furia ! Stamane non ho fatto manco colazione … ! ”, a quella parola lo stomaco borbottò,
“ Uhm … l'appuntamento è alle nove … manca ancora un quarto d’ora ... ne approfitto per
mangiare qualcosa, altrimenti svengo ! ”
Attraversata la strada raggiunse un piccolo chiostro specializzato in bevande e cibi
occidentali. Principalmente rivolti ai turisti, se ne trovano molti intorno a stazioni ed
aeroporti. Pagati cento yen, tornò indietro con una paffuta brioche ripiena di cioccolato e
latte tiepido servito in un bicchiere di plastica chiuso con tanto di cannuccia. Divorò la
brioche e, sorseggiando il latte, prese a osservare il cielo oltre i grattacieli tingersi d'azzurro.
“ Peccato non siano venuti pure Yushiro e Soi-fon … ” pensò finendo di bere dalla
cannuccia con un sonoro gorgoglio “ ... beh … avevano già prenotato una settimana al
mare … Soi-fon era agitatissima in questi giorni mentre Yushiro non faceva che saltellare
di qua e di là … la loro prima vacanza da soli … magari venisse in mente a Kisuke …
Kisuke … tu … sei sempre indaffarato con ricerche e studi … non intendo disturbarti … so
quanto siano importanti per te, però … quando stai insieme a noi … quei momenti …
per te paiono contare poco o nulla … ogni giorno che passa mi sembri sempre più lontano ...
lontano da tutti … lontano da me … ”
No … cosa andava a pensare in un momento del genere ? Scosse la testa e nervosa poggiò
il bicchiere vuoto sopra il muretto.
“ Sto per visitare una delle località termali più rinomate del Giappone ! Questa sarà una
vacanza bellissima ... ! Indimenticabile ... ! E poi … Kukaku e Kugo sono stati così gentili
a pagarmi il biglietto del treno … potrei offrirgli una cena per sdebitarmi ... sì, farò così ! ”
<< Yoruichi ! Siamo qui ! >> chiamò una voce facendola voltare.
All'inizio della scalinata Kukaku la salutò, un sorriso raggiante stampato in viso e,
sollevato il trolley, s'apprestò a raggiungerla. Non aveva grande esperienza coi gigai, li
aveva utilizzati solo un paio di volte nell'ultimo anno per andare a trovare lo zio Isshin e
i tre cugini, ma si era abituata in fretta e infatti superò senza difficoltà la decina di gradini
che le separavano. Come abbigliamento aveva optato per una felpa, rigorosamente rossa,
pantaloncini bianchi e scarpe simil Converse.
<< Ciao Kukaku ! >> esclamò dopo un intenso abbraccio << … come stai ? >>
<< Benissimo ! Super pronta per le super rilassanti terme ! E tu, carissima ? >>
<< A parte la fretta di stamattina tutto apposto … ! >>
<< Oh ! Scusaci ... in effetti siamo in leggero ritardo. È da tanto che aspetti ? >>
<< Non molto. Piuttosto vedo solo te … dove hai lasciato Kugo ? >>
<< Oh … ! Ma dove cavolo sono finiti quei due ?!? >> protestò l'amica scrutando in basso,
le mani premute sui fianchi.
<< Ehi ! Ehi siamo qui ! >> e tra i suoni della città Kugo e Askin comparvero a loro volta ai
piedi della scalinata raggiungendole a passo svelto. La presenza di quest'ultimo era stata
confermata nella lettera di Kukaku, ma nella confusione della partenza l'aveva completamente
scordato. Adesso era lì … indossava una t-shirt nera, jeans scuri, scarpe da ginnastica,
sportivo ed elegante nella sua semplicità, a tracolla portava un borsone blu e, sollevati sul
capo, un paio di occhiali da sole. Avvertì il cuore battere più forte e per un attimo distolse
lo sguardo senza, per fortuna, esser notata da nessuno. Intanto un Kugo parecchio assonnato
poggiò distrattamente lo zaino e il secondo trolley a terra … la migliore amica, memore
dai troppi traslochi, non aveva ancora perso l'abitudine di portarsi dietro più valigie del
necessario, oltre che a riempirle in maniera spropositata.
<< Siamo andati a comprare qualcosina da mangiare ... non mi hai sentito ? >> chiese
rivolto all'amata.
<< Uffi ! Prova a sentire in mezzo a tutto ‘sto rumore ! >> protestò lei alzando il capo.
<< … Veramente sei partita come un razzo appena hai visto Yoruichi … >> spiegò lui in
un sospiro paziente << … comunque abbiamo preso una … >> ma la frase finì inghiottita
da uno sbadiglio.
<< Colazione leggera ! Quattro porzioni di riso ... ! >> esordì a quel punto Askin aprendo
il sacchetto e iniziando a distribuire ciotole sigillate con annesse bacchette << “ Con salsa di
miso e sesamo ! Come da tradizione ”
... ! Ecco prendete ! >>
<< Grazie Askin. Scusate, ma non ho dormito nulla stanotte … waahh … accidenti … >>
disse assonnato l'ex-Sostituto coprendo il secondo sbadiglio con un pugno.
<< Grazie mille. Beh tesoro ti stai dando molto da fare …>> lo consolò Kukaku << ... gli
esami d'inizio semestre ormai sono alle porte … vedrai … li supererai alla grande ! >>
Infine tutto allegro l'ex-Sternritten le porse l'ultima confezione.
<< Ah … ! T-ti ringrazio Askin, ma ho già mangiato … ! >>
<< Oh … davvero ? >> fece dispiaciuto.
<< S-sì ! Prima ho preso una brioche e del latte. Sono a posto davvero … ! >>
<< Owhn … peccato … l'avevo preso per te … >>
Non era la prima volta che le rivolgeva frasi simili, frasi così imprevedibili da spiazzarla
completamente. Spesso si trattava d’innocui commenti o di miglioramenti estetici come li
definiva lui ( proprio seguendone uno aveva deciso di tagliarsi i capelli ; corti, sbarazzini,
ora arrivavano all'altezza del collo ). Niente di preoccupante insomma … se non che uno
strano dubbio turbinava da tempo in lei. Finora era riuscita a metterlo da parte, a nasconderlo
al mondo intero, a se stessa, al suo cuore. Quando udiva certe parole poi, non poteva far a
meno di balbettare e arrossire come una cretina ; un imbarazzo simile a quello dell'estate
precedente e al tempo stesso così diverso. Non sapeva se odiarlo, se fosse giusto provarlo,
se doveva nuovamente mettere in chiaro le cose. Ma in fondo cosa c'era da mettere in chiaro ?
Nulla. Inoltre Askin aveva intrapreso buoni rapporti con Kugo e Kukaku. Pure con Kisuke,
le poche volte che si erano incontrati, parlava cordialmente, e perfino Tessai, taciturno e netto
nei giudizi, aveva ammesso di trovarlo simpatico. L'unica che sembrava avere dei problemi
era lei, lei ... Yoruichi Shihoin, la donna meno pudica sulla faccia della terra, si trovava a
disagio di fronte a un uomo …
“ Che situazione assurda … accidenti a me ! ”
<< Tienila lo stesso … >> le ricordò facendo volteggiare il sacchetto sotto al naso << ... almeno
hai qualcosa con cui rimpinzarti se ti viene fame in treno. >>
Una proposta fin troppo innocente … come poteva rifiutare ?
<< Hai ragione … grazie. >>
Prese il sacchetto facendo attenzione a non sfiorarne la mano. Askin rivolse un sorriso
affabile e si posizionò al suo fianco. Ora tutti e quattro erano poggiati contro il muretto a
gustarsi la propria colazione, a parte lei ovviamente.
<< A proposito … come mai siete arrivati assieme ? >>
<< Mayuri si è rifiutato di aprirmi il Senkaimon …>> rispose piagnucolante Askin dopo
aver mandato giù l'ennesimo boccone.
<< Il solito bisbetico ? >>
<< S'è svegliato con la luna storta, che vuoi farci ? Così mi sono messo d'accordo con loro e
li ho raggiunti alle otto al Palazzo Shiba. >>
<< All'Accademia lo insegnano l'ultimo anno … l'apertura del passaggio ... >> aggiunse
Kugo, sbadigliò e riprese il discorso << … e solo quando vieni assegnato a una Compagnia
hai il permesso di usarlo. A portarci è stata la mia dolce Kukaku … e meno male non
siamo finiti in cima a una montagna … ! >>
L'interessata avvampò vistosamente mollando un pugno sul possente braccio dell'uomo.
<< Mi serve ancora un po' di pratica tutto qui … ! E poi è successo solo la prima volta !
Quanto andammo a trovare lo zio ! >>
<< E infatti finimmo sul Fuji. >>
<< A proposito Kugo, come stanno proseguendo gli studi ? >> chiese Yoruichi interrompendo
il “ pestaggio ” della migliore amica.
<< Oh molto bene grazie ... ! Il secondo anno è incentrato sull'apprendimento del Kido …
wuuahh … ma gli incantesimi non sono il mio forte. Inoltre devo cominciare a riflettere
sulle varie Compagnie … per far domanda e tentare d'entrarci l'ultimo anno. >>
<< Hai già ... qualche preferenza ? >> domandò Askin con la bocca mezza piena.
<< … Essendo bravo nello zanjutsu e sicuramente nell'hakuda, la scelta ricadrebbe sulla
Prima, la Sesta o l'Undicesima …. anche se non vorrei passare le mie giornate con quella
bestia di Zaraki. >>
<< La Prima è molto selettiva, ma Kyoraku si sta rivelando un ottimo Comandante … >>
suggerì lei << ... sono sicura gli piacerebbe averti tra le sue file … >>
“ ... dopo tutto ciò che hai fatto per la Soul Society … ”
Accuratamente tenne quel pensiero per sè. Conosceva bene l'avversione dell'uomo verso
il passato, passato che sovente risvegliava in lui un'istintiva tristezza.
<< Uhm … potrebbe essere una scelta … >> ammise Kugo riflettendoci brevemente << …
e tu Askin, hai intenzione d'iscriverti ? >>
<< All'Accademia ? >> chiese lui buttando la ciotola dentro il cestino affianco.
<< Col nuovo anno hanno introdotto le lezioni serali … volendo potresti approfittarne …
insomma, secondo me ti sarebbe utile. >>
<< Non saprei …il lavoro presso l'Istituto di Ricerca è più che gratificante … e poi non ho
dimostrato nessuna abilità particolare … >>
Purtroppo aveva ragione ; nonostante fosse passato un anno e mezzo dalla sconfitta di
Yhwach, in lui non s'era manifestata alcuna traccia di reiatsu. Mayuri non aveva mostrato
alcun interesse verso lo strano fenomeno, dettaglio in parte rassicurante, e del resto Askin
stesso pareva non preoccuparsene affatto.
<< Magari verranno fuori con l'allenamento e la pratica … succede a molti aspiranti Shinigami
fidati >> incitò l'altro sporgendosi in avanti.
<< Potresti rivelare un talento nascosto, chissà … ! >> fece eco Kukaku.
<< In ogni caso non c'è alcuna fretta, l'Accademia è sempre lì ! >> aggiunse lei con un rapido
gesto della mano.
<< Uhm … ci penserò. >>
Dopo circa dieci minuti arrivò Ichigo, accompagnato dagli insostituibili Orihime e Chad.
Insieme c'erano pure le sorelline Yuzu e Karin. Il Sostituto Shinigami salutò tutti con
entusiasmo, anche se chiamarlo così ormai non aveva più senso. Era di qualche mese
prima infatti, la rinuncia al ruolo. La notizia era giunta come un terremoto distruggendo
la quiete di un soleggiato giorno primaverile. Il giovane s'era presentato direttamente al
Comandante Generale e alla fine del lungo colloquio Kyoraku aveva chiesto :

- Ichigo ... immagino sei conscio del peso di questa decisione. -
- Sì ... Kugo ne ha parlato. Una " rarità " come me non può essere lasciata libera.
Comandante ... portatemi dai corpi del Kido ... sono pronto a farmi sigillare i poteri. -


Così egli era stato condotto nella sala più profonda del Palazzo del Kidoshu. Lì, all'interno di
una sobria stanza a mezza-cupola circondata da candele, incensi e potenti talismani, Tessai,
assieme a Hachi, Kisuke e ai sei migliori apprendisti del Corpo dei Kido, aveva tracciato
gli intricati cerchi e recitato le lunghe forme che andavano a comporre il Shiro no Bijju (0),
il secondo sigillo più potente dopo quello posto su Sosuke Aizen. Proprio come Kugo nove anni prima,
Ichigo, legato al centro, aveva urlato e trattenuto il dolore mentre un complesso tatuaggio, nero
come l'oscurità, andava a crearsi sulla schiena. Ma al contrario del primo Sostituto, era stata
la serenità e non l'odio a dipingersi sul suo volto. Dopo il rito e la consegna del Distintivo,
distrutto poi da Mayuri, s'era premurato di girare le Compagnie ringraziando per quanto
fatto in quegli intensi tre anni. Ovviamente C'erano state reazioni contrastanti ; la comprensione
di Kyoraku e Kisuke, lo stupore di Toshiro e Isane, il menefreghismo di Mayuri, le imprecazioni
di Zaraki ( che non s'era fatto problemi ad attaccarlo ), la dolcezza e le pacche sulle spalle di Rukia,
Renji e Ikkaku, il soffocante abbraccio di Matsumoto.
Ichigo non poteva più andare nella Soul Society, né tanto meno trasformarsi in Shinigami
e uccidere Hollow. All'inizio la decisione l'era parsa senza senso, ma adesso, osservando
il modo in cui lui e Orihime si tenevano per mano, ne comprese appieno il significato.
Dopo poco giunsero i due giovani Capitani e la folta compagnia si diresse verso il binario
di partenza. Il treno arrivò e partì puntuale alle 9 e 45, un treno lucente e dalle linee moderne,
con file a tre posti, ampi finestrini e due bar. Veloci i contorni di Osaka lasciarono posto
alla campagna e il vagone già mezzo pieno si svuotò ; chi lavorava era già tornato a casa
mentre la maggior parte degli studenti approfittava degli ultimi giorni per ripassare in
vista dei test d'inizio semestre. Passata un'ora e mezza erano rimasti solo loro undici. Si
sedettero più vicini, tranne Askin che rimase al suo posto immerso nella lettura di un libro.
Seduta affianco a Kukaku, Yoruichi non riuscì a trattenersi nel lanciargli qualche occhiata curiosa,
soprattutto quando lo stomaco gorgogliante la spinse a mangiare il riso messo da parte.
Fortunatamente ciò non distolse l'interessato dalla quieta attività.
Immersi in un'atmosfera rilassata giunsero infine a Kinosaki.


Il ryokan* si dimostrò molto tranquillo e confortevole. Le camere, le più grandi dell'intera
struttura poste al secondo piano, vennero divise tra maschi e femmine ; luminose, con una
bella vista sulle montagne circostanti, possedevano futon* freschi e morbidi. Le uniche
modifiche all'arredamento tradizionale consistevano in condizionatori, piccoli ventilatori,
TV e un distributore di bibite e snack al piano terra.
Disfatte le valige e pranzato, si diressero verso una delle sette onsen* presenti nella cittadina
e che rendevano Kinosaki una delle mete più ambite dagli appassionati di terme.
Secondo la leggenda infatti, secoli addietro un monaco buddista aveva scoperto e
benedetto la località. Ciò rendeva Kinosaki un luogo semi-sacro le cui acque avevano la
miracolosa capacità di rasserenare lo spirito e temprare il corpo. Ma forse si trattava di
semplice auto-convinzione, perché a Yoruichi parvero delle acque termali come molte altre.
In compenso il calore la rilassò facendole scordare il fastidioso turbamento che la assillava
dalla mattina, ma non ci volle molto che la conversazione delle altre ricadde sui rispettivi
uomini ; Kukaku elencò tutti i pregi del suo adorato Kugo, Orihime arrossì raccontando gli
splendidi momenti passati insieme a Ichigo e Rukia non perse tempo a descrivere a bassa
voce la prima volta con Renji, il tutto sotto lo sguardo interessato di Yuzu e Karin. Senza
proferir parola, Yoruichi s'immerse fino al mento e attese fin quando l'argomento non
cambiò nuovamente.
Verso le sette tornarono al ryokan*, si cambiarono e raggiunsero un ristorante nel centro.
La cena fu abbondante e ottima, vennero serviti piatti di sushi, carne e dolci da leccarsi
i baffi. Si trovarono così bene che decisero di fermarsi fino a tardi a bere e chiacchierare nel
giardino interno, allestito con tavoli e sedie occidentali posti sotto piacevoli verande.
Tra un birra e l'altra si parlò dei vari progetti per il futuro ; Ichigo aveva da poco passato
il test d'ammissione all'Università Imperiale di Tokyo a indirizzo medicina, Orihime stava
frequentando un corso di cucina per riuscire un giorno ad aprire una pasticceria tutta sua,
mentre Chad di lì a poco sarebbe partito alla volta degli Stati Uniti, dove avrebbe intrapreso
la carriera di pugile professionista.
Yoruichi si complimentò a lungo con loro, felice di vedere come quei ragazzi, silenziosi
salvatori del mondo, stessero portando avanti con determinazione i propri sogni.
“ Che strano … Kukaku, Kugo … Rukia, Renji … Orihime e Ichigo … tutti loro ... sono
così spensierati ... ” si ritrovò a pensare osservandoli con attenzione.
Un senso di nausea la pervase. Trovarsi lì in mezzo divenne improvvisamente irritante.
Sentì il bisogno di uscire e respirare un po' d'aria fresca in solitudine. Con la scusa del
bagno uscì e poggiatasi al parapetto prese a contemplare il fiume che scorreva placido
sotto di lei, illuminato da numerose lanterne.
“ Che stupida … sono arrivata a questo punto ? Non devo pensarci … quei momenti ...
arriveranno anche per me … ”
Dopo un po' si sentì leggermente meglio, anche se in quel momento aveva difficoltà a
definirne tale concetto, e decise di rientrare. Sovrappensiero sbatté contro qualcosa
o meglio qualcuno. Manco a farlo apposta si ritrovò a mezzo centimetro da Askin.
L'uomo la osservava dall'alto in un misto di gioia e apprensione.
<< Ecco dov'eri finita … ! Cominciavamo a preoccuparci … ! >>
E manco a farlo apposta il suo cuore accelerò.
<< Ah … ! Come vedi sono qui ! >> ribatté il più spavalda possibile.
<< Sola soletta ? >>
<< A-avevo bisogno di una boccata d'aria ... ! Tutto qui ! >>
Sbrigativa lo superò, gli occhi puntati in basso. Non aveva fatto nemmeno due passi che la
mano di lui si posò sopra la spalla. Un brivido la scosse frenetico immobilizzandola sul
posto.
<< Yoruichi … stai bene ? >>
Deglutì colpita da parole così semplici e sincere. Sincerità a cui, purtroppo, era costretta
a mentire.
<< C-certo … ! Perché ?!? >> chiese senza riuscire a voltarsi.
<< Oggi … mi sei parsa pensierosa … volevo sapere se … se qualcosa ti turbava >>
<< S-sono solo un pochino stanca ... ! Una bella dormita e mi riprendo ! >>
In attimi che parvero infiniti Askin strinse quel piccolo lembo di pelle. Fu un movimento
lieve e impercettibile. Poi arrivò ... leggero come la brezza, violento come la tempesta …
il suo respiro … appena a lato del viso.
<< Meno male … ora sono più tranquillo. Andiamo ! O gli altri cominceranno a farsi strane
idee ! >>


A causa di una frase apparentemente insignificante, la notte non riuscì a chiedere occhio.
Per quanto si sforzasse quel calore e quelle parole erano sempre lì, a martellarle cervello,
guancia e spalla. Conseguenza ? “ Risveglio ” con faccia da zombie e fronte bollente.
Fortuna volle che le sorelle di Ichigo avessero portato un kit medico con tanto di
termometro. La febbre non si rilevò altissima, 37 e 3, ma il tempo era umido, un manto
nebbioso scivolava serpentino dalle cime montuose e il gruppo aveva programmato
un'escursione al tempio di Onsenji (2). Fu ben felice di rimanere in albergo a riposare e
liquidò in fretta Kukaku quando si propose di restare a farle compagnia. Verso l'una
ordinò il pranzo in camera e un'oretta dopo, spenta la TV, prese miracolosamente sonno.
La tenera voce di Yuzu la svegliò a pomeriggio inoltrato. La febbre era scesa e, mentre
le altre si lavano, Orihime, avvolta nell'accappatoio, prese a mostrarle le foto scattate durante
la passeggiata.
<< … questo invece è l'inizio del sentiero … ! Non pensavo potessero esserci dei boschi
così fitti qua attorno … ! Oh ! Qui io m'appoggio a Ichigo ! Eccoci invece seduti all’ombra
di un albero mentre pranziamo ! ... Ah ! Ecco il tuo regalo Yoruichi-san ! >>
L'immagine mostrava la visuale di un prato, tutti erano in piedi, sorridenti intorno a
un enorme cartello bianco, alias uno dei tanti fogli da disegno che Yuzu non scordava di
portare con sé ( da quando aveva scoperto un'inusuale vena artistica ). Guardò con più
attenzione. I kanji scritti sopra recitavano :

Guarisci presto Yoruichi !

<< Siete stati … veramente dolcissimi … mi avete portato fortuna ! Infatti sono tornata in
formissima ! >> esultò colma di felicità.
<< Ero tentata di prenderti un omamori*, ma la foto ha sortito un effetto migliore ! >>
<< Stiamo parlando della Dea Tuono ! Una semplice febbre non può mica scalfirmi ! >>
<< Senti Yoruichi-san … posso chiederti una cosa ? >> chiese la ragazza dopo una piccola
pausa fissandola coi grandi occhi nocciola.
<< C-certo, dimmi. >>
<< Ecco … tu cosa pensi di Askin-san ? >>
Una innocua domanda … che però ebbe un effetto a dir poco tremendo sull'intera
camerata ; Yuzu e Karin interruppero bruscamente il loro discorso, Rukia, vicino alla
finestra, si volse verso di loro mentre dal bagno, un tonfo accompagnò la zuccata di Kukaku
contro il mobiletto del lavandino. In mezzo a una situazione a dir poco bizzarra, Yoruichi
rimase immobile, lo sguardo puntato su Orihime.
<< P-perché 'sta domanda ?!? E poi i-in che senso scusa ?!? >>
<< Beh … >> riflette lei premendosi l'indice sul mento << … in generale ecco. >>
<< Oh … e-ecco … ecco … lo trovo molto simpatico e … gentile ! >>
<< E premuroso … ! >> esultò congiungendo le mani << Sai, è stata sua l'idea dell'augurio.
Un pensiero molto carino, non trovi ? Vuoi ti faccia stampare la foto ? >>
<< S-sì ! Grazie mille … ! >>
“ Quindi appena lo vedo dovrò ringraziarlo … ! Accidentaccio ! Altro che rilassante … la
vacanza si sta rivelando la più stressante della mia vita ! ”


Yoruichi-san era uscita di tutto punto, zaino in spalla con dentro accappatoio e asciugamani.
- Un bel bagno termale preverrà ulteriori malanni ! Vi raggiungo per cena … ! -
<< Beh speriamo si rimetta del tutto ! >> esclamò Orihime voltandosi verso le altre.
Rukia, Yuzu e Karin la scrutavano rassegnate, scuotendo la testa in segno di dissenso.
<< Uhm ? Che c'è ? >>
<< Hime devi stare più attenta … >> rispose Rukia con una pacca sulla spalla.
<< Decisamente >> sentenziò Karin riprendendo a giocare col 3DS.
<< Sono sicura che Inoue-san non l'ha fatto opposta … >> aggiunse Yuku comprensiva.
<< Si può sapere cosa vi prende ?!? >>
<< Niente ! >> dissero sbrigative le tre amiche lasciando la povera ragazza nel dubbio più
totale.


<< Ectiì ! >>
Uno starnuto. L'ennesimo.
<< … Ectiì ! >>
O qualcuno stava parlando alle sue spalle, il che era probabile, o si trattava di un semplice
sintomo post-febbre, altrettanto probabile.
<< Ectiì … ! Accidenti a loro ! Cosa diamine avevano da fissare tutte ?!? Come se questa
vacanza non fosse già abbastanza strana ! >> protestò sfregandosi le gambe con la spugna.
Uscita dal ryokan* s'era diretta alla piccola onsen* in fondo alla strada. Uno spazio termale
intimo ; tre vasche separate da una palizzata in legno, non molto ma abbastanza per rilassarsi,
o quanto meno cercare di farlo. La domanda di Orihime l'aveva messa in agitazione e un
bagno ristoratore avrebbe sicuramente giovato, in fondo le acque di Kinosaki erano state
benedette da un bonzo più di mille anni fa … un effetto miracoloso dovevano pur avercelo !
Ma prima d'immergersi le regole prevedevano un'attenta pulizia del corpo. Seduta su uno
sgabello, Yoruichi si sfregava con forza ogni centimetro di pelle, come a voler cancellare
uno sporco invisibile e persistente. Fortuna era sola, dato che la maggior parte dei turisti
preferivano le più famose terme nella zona centrale.
“ Relax in santa pace … non mi sembra vero ... ”
<< Ehilà Piccola Dea ! Che sorpresa rivederti qui ! >>
La speranza andò in frantumi. Col cuore a mille, si voltò ritrovando la causa di tanto stress
appena oltre le tende svolazzanti dell’entrata. La causa in questione era ovviamente nuda,
a eccezione dell'asciugamano avvolto attorno alla vita.
<< Ma … che … diamine ... ? >>
<< Non picchiarmi … non ho alcun intento perverso … >> si difese lui alzando le mani
<< … questa è una konyoku* >>
<< Una vasca comune ... oh … allora credo … di aver sbagliato ... ! Scusami ! >>
E già si stava precipitando verso l'uscita, lo sguardo puntato in basso. Una reazione
avventata e idiota forse sì, ma in quel momento troppi eventi gravavano su di lei e la
presenza dell'altro, unita alla prospettiva d'un bagno insieme, di certo non l'avrebbero
aiutata a calmarsi. Se non che Askin l'afferrò prontamente all'altezza della vita e in un
nanosecondo la caricò sopra la spalla come un sacco di patate.
<< E di cosa ? Non hai fatto niente di male, anzi … vederti senza veli è una gioia per gli
occhi ! >>
<< A-Askin … ! Me-mettimi giù ! Mettimi giù ! Ti prego ! >> protestò iniziando a tirargli
pugni sulla schiena.
<< Per farti sgattaiolare via come una gattina furbetta ? Nossignore ! >> chiese ironico
incamminandosi verso la vasca << Se sei qui vuole dire sei guarita ! Recuperiamo il tempo
perduto con un bel bagno caldo ... ! >>
<< Ehi … ! Ehi ! Non t'azzardare a >>
<< Pronta a tuffarti ? >>
<< A-ASKIN … ! Ti ho detto di mollarmi … SUBITO ! >>
<< … Come desideri >>
Appena sentì il corpo precipitare verso il basso Yoruichi urlò finché l'impattò contro
l'acqua bollente ne inghiottì la voce. In un ultimo e disperato tentativo di difesa si trasformò
riemergendo sotto le sembianze di gatto nero.
<< Che tenera ! Sei diventata una gattina ! Queste acque sono davvero miracolose ! >>
Stava per girarsi quando il suono dell'acqua la fece rinsavire. Ricordò la situazione in cui
erano ... nudi ... il luogo in cui erano … una onsen* … così, nonostante l'atteggiamento
potesse somigliare quello di una ragazzina da manga shojo, rimase ferma muovendo
agilmente le zampe per rimanere a galla, in attesa l'immersione dell'uomo. Il fine udito
felino non la tradì. Voltandosi ritrovò Askin a circa un metro e mezzo, coperto fino alle
spalle dall'acqua termale. Una bracciata e l'avrebbe raggiunta … cosa che fece mezzo
secondo dopo.
<< S-sei completamente pazzo ! >> lo ammonì nella speranza d'allontanarlo.
<< Ehi ! Cosa ti è successo alla voce ?!? >> esclamò lui, gli occhi spalancati dallo stupore.
<< Quando assumo questa forma diventa così … da uomo ! Questo è quanto ! >> e alzato
il muso nuotò verso il bordo della vasca.
Non aveva intenzione d'uscire, ormai era inutile e di certo lui non glielo avrebbe permesso,
voleva solo reggersi su una base solida. Arrivata tirò un sospiro di sollievo, solo per accorgersi
delle mani poggiate ai lati della roccia.
<< Ma è orribile … torna come prima … per favore >> mormorò Askin come se stesse
parlando a un cucciolo.
Nonostante fosse circondata da acqua termale, un brivido gelido attraversò la spina dorsale,
coda compresa. Senza rendersene conto tornò normale e, forse a causa di un secondo miracolo,
lo avvertì allontanarsi.
<< Ecco … ora va molto meglio. >>
“ Que-questo dovrei dirlo io … ! ”
Pian piano si girò ritrovando lo stress comodamente seduto poco distante, le braccia lasciate
morbide sopra una bassa formazione rocciosa.
<< Non t'azzardare a rifarlo ! >>
<< Parli del tuffo ? >> chiese beffardo inclinando il capo.
<< E-esattamente ! >>
<< Dai ... è stato divertente … ! >>
<< … Per me no ! >>
Di sbieco l'osservò trattenere a stento una risata.
<< Adesso sembri proprio un gatto ! Una piccola gattina offesa … ! >> disse sorridendo.
E in quel sorriso sentì l'animo rasserenarsi, ogni tensione e imbarazzo scivolarono
via in un istante. Lo guardò meravigliandosi di quella piccola magia, eppure dovette
abbassare lo sguardo non appena le iridi viola tornarono a fissarla.
Un gesto impacciato, ma che le diede l'opportunità di cambiare discorso.
<< Co-come mai sei venuto da solo ? >>
<< Semplice … >> rispose Askin alzando le spalle << ... Kugo è uscito a fare una lunga e
sottolineo luunga passeggiata con Kukaku … gli altri stanno giocando a un videogioco
su … come si chiama quella strana scatola … ah ! Sull'Xbox portato da Ichigo. Giocavano
a un picchia-qualcosa … non so … sullo schermo c'erano dei tizi muscolosi che si tiravano
cazzotti urlando come forsennati … non il massimo se desideri leggere in santa pace ...
così eccomi qui, a rilassarmi in modo da riprenderlo stasera con calma >>
<< Libro ? Lo stesso che leggevi sul treno ? >>
<< Sì, quello. Non è lungo, ma si tratta comunque di una lettura impegnativa. >>
Lo ricordava vagamente, un libro sottile dalla copertina rossa e col titolo giallo in caratteri
occidentali.
<< Come s'intitola ? >>
<< A Duty-Dance With Death (4). Narra di un uomo che, rapito da degli alieni, viene
catapultato tra il passato in cui era un giovane soldato e il presente segnato dai problemi
con la famiglia ... >>
<< Quindi ... ha combattuto una guerra ... >> mormorò quasi tra sé.
<< ... Sembri sorpresa. >>
<< N-No ! Sol-soltanto non mi aspettavo potessero piacerti certi generi ... ecco ! >>
Gli occhi divennero improvvisamente malinconici, spostandosi sulle acque calme e fumanti.
In una calma quasi irreale l'uomo parve raccoglie ricordi lontani. Lei attese, incapace di
porre rimedio alla propria mancanza di tatto. Poi lui parlò … e mai la voce fu più dolce e
comprensiva, in grado di dissipare l'ansia che nel frattempo l'aveva contagiata.
<< Ho vissuto due guerre Yoruichi … ciò mi permette di comprenderne meglio certe parti.
Ogni guerra è diversa dall'altra... e si combatte per motivi differenti. Il libro narra di un
conflitto terribile, combattuto molto tempo dopo la mia morte, con armi in grado di
distruggere intere città seminando morte e distruzione ... eppure esiste una cosa ... una
cosa che sopravvive a ogni guerra ... >>
<< Una cosa in grado di sopravvivere ... >> ripeté affascinata << ... e sarebbe ? >>
<< Ah ! Non posso dirtelo ! È una parte importante della storia ... ti farei spoiler ! >>
<< Allora ... appena l'hai finito imprestamelo ... lo leggerò volentieri >>
<< Ohh ... ti ho incuriosita ! Bene, al ritorno lo avrai sicuramente, mi mancano una ventina
di pagine alla fine >>
<< ... Grazie >> sussurrò abbassando lo sguardo.
<< Figurati ... non c'è di che.>>
Un silenzio calò inaspettato, sorprendentemente però non lo trovò pesante, anzi ...
un'altrettanta inattesa serenità l'avvolse facendo dimenticare ogni ansia relativa ad Askin,
perfino in una situazione dove sarebbe stata d'obbligo. Forse era merito del modo in cui le
aveva parlato, o della miccia di coraggio che l'aveva spinta a chiedere in prestito il libro, o
forse di entrambe. Rilassata, cullata dal tepore delle acque termali inevitabilmente
s'addormentò. Si svegliò, forse un minuto dopo forse dieci, e con gli occhi ancora impastati
portò l'attenzione verso il vicino. Pure Askin si era addormentato, la testa china in avanti,
il busto rialzato e un rivolo di bavetta a lato della bocca. Non se la sentì di svegliarlo, tanto
dormiva beato. Fu allora che notò qualcosa ... qualcosa che fece gelare il sangue.
Una cicatrice ... nell'esatto punto dove si trovava il cuore.
" ... Come ho fatto a non notarla ? " pensò amareggiata " Che stupida ... ero talmente
sopraffatta dall'imbarazzo da non ... riuscire a vedere. Lui ... avrà sofferto ? O forse è stato
un bene non dir nulla ... ? Io ... io … "
E senza accorgersene era lì, a pochi centimetri, a sfiorare quel lembo di pelle rovinata.
Era calda, leggermente più dura e scura rispetto al resto, sotto avvertì distintamente il
ritmo calmo del cuore ...
" ... Perdonami ... sono proprio una sciocca ... " pensò posando la mano sopra la cicatrice.
<< ... Uhm ... Piccola Dea... ? >>
Una voce assonnata la raggiunse, un sussurro appena percettibile. Yoruichi lo ignorò,
perché una seconda miccia di coraggio divampò in lei simile a un incendio. Determinata
a ovviare all'imperdonabile mancanza, trasse un breve respiro e alzò il capo ritrovando
quelle iridi a fissarla, stupide e confuse.
<< Askin ... questa ... >> cominciò senza riuscire a terminare la frase.
Lui sgranò gli occhi come se in quel momento si fosse reso conto della loro reale vicinanza.
Dopo attimi interminabili sorrise porgendosi in avanti. In una strana e inaspettata
vicinanza, l'imbarazzo la punse fastidioso come una zanzara, e proprio come una puntura
bastò ignorarlo per evitarne l'effetto.
<< Il ricordino lasciato da Grimmjow ... >> sussurrò caldo nell'orecchio << … Le cure di
Mayuri sono riuscite a rigenerare tutti i tessuti ... tranne la parte più esterna … almeno
così disse al mio risveglio nel Muken. C'è pure la gemella dietro … ! >>
<< Po-potevi chiedere aiuto a Orihime ... col suo Sōten Kisshun in grado di negare gli
eventi l'avrebbe cancellata ... completamente >>
<< Fui tentato di farlo dopo la sentenza dei 46, ma alla fine ho preferito lasciarla. >>
Fissò la cicatrice accarezzandola delicata, quasi avesse paura di riaprila da un momento
all'altro. Sotto quel tocco, il respiro di Askin parve accelerare ...
<< Perché ... ? >> chiese in un fil di voce.
<< ... Per non dimenticare il mio io dell'Impero Invisibile ... >> rispose avvicinandosi
<< ... per ricordarmi l'uomo che sono ora, o meglio che sono tornato a essere. >>
In mezzo alla frase, la mente di Yoruichi tornò al passato, a un ricordo duro e doloroso.
L'aveva tenuto a bada fino a quel momento, racchiuso in labirinti bui e segreti. Adesso lo
sentì liberarsi, furioso come una bestia che frantuma le catene di una lunga prigionia …
rivide lei e Kisuke in mezzo alle macerie del Wahrwelt, Grimmjow mentre s'allontanava
imprecando… poi rivide lui disteso a terra, sanguinante e col cuore riattaccato.
La visione trafisse il petto, in un dolore che mai avrebbe creduto di poter provare.
Eppure in esso rammentò una cosa importante ...
<< Askin io ... quel giorno ... ti avrei risparmiato >>
<< Co-come ?!? >> esclamò lui senza riuscire a trattenere lo stupore.
<< Quel giorno ... anche senza le parole di Kisuke ... anche senza il tuo pentimento ... ti avrei
risparmiato. Quando hai aperto gli occhi ... quando mi hai guardata ... ho capito quanto
fossi cambiato ... che valeva la pena salvarti … a qualunque costo >>
Appena pronunciò l'ultima sillaba l'animo si rasserenò avvolto da una dolce quiete.
Aveva parlato col cuore e soprattutto posto rimedio al suo errore. Askin, nel più semplice
dei ringraziamenti, poggiò la mano sulla sua facendola aderire maggiormente al petto.
L'imbarazzo punse una seconda volta, più forte. Lo ignorò, anche se non riuscì a impedire
al cuore di accelerare.
<< Me l'avevi già detto Piccola Dea … al nostro secondo incontro fuori dal Seijoto Ryorin.
Ma devo ammetterlo... sei stata molto più intensa questa volta ! Dopo tanto sei tornata a
mostrarmi il tuo lato tenero ... ! >>
<< No-non si tratta di lato tenero ! M-ma di pura verità ... ! >> balbettò quasi mangiandosi
le parole << Ah ... una verità appurata in effetti … ah ... che stupida ... ! >>
In una frase a dir poco confusa sperò s'allontanasse, o meglio sperò fosse lui a farlo, poiché
in mezzo secondo s'era trovata col corpo immobilizzato, la mente intorpidita da un tepore
sconosciuto. A complicare ulteriormente la situazione si aggiunse la causa diretta che, abbassatosi,
la fissò con infinita dolcezza.
<< Beh ... questa " stupida " mi ha appena sorriso >>
<< Ah ... da-davvero ? >> chiese inconsciamente, incapace di reagire.
<< ... Sì. >>
Yoruichi lo percepì forte e chiaro ... quel respiro accarezzarle il viso, soffice e calmo ... vide
... quelle labbra all'altezza della fronte. Sommersa da un'emozione indescrivibile abbassò
lo sguardo. Il cuore martellava incontrollato nel petto. Avrebbe dovuto spingerlo via ... o
quanto meno protestare per la posizione poco consona ... eppure non fece nulla. Troppo
grande era diventata la magia, tanto da impedirle di pensare. Secondi passarono, finché
Askin non s'avvicinò ancora … ora era lì ... a pochi centimetri della bocca ...
" Ah ... io ... io non posso ... ! "
Il pensiero risuonò con forza, come il più potente dei contro-incantesimi. Allora le mani
premettero sulle larghe spalle, gli occhi si serrarono, le parole fuoruscirono, brevi e agitate.
<< Ah ... A-Askin ! Aspetta …! >>
Lui si fermò trattenendo un respiro affannato, e dopo quella che parve un'eternità, la sua
voce risuonò, calma e sensuale.
<< Piccola Dea ... prometti di sorridermi più spesso ... >>
Un brivido caldo attraversò la spina dorsale costringendola ad aprire gli occhi. In
contemporanea al terremoto interiore alcune voci irruppero nell'aria, voci sconosciute
a cui Askin prestò orecchio sporgendosi di lato. Ma neanche allora ebbe la forza di reagire.
Rimase immobile, a fissarne il volto bellissimo …
<< Oh … ! Guarda com'è volato il tempo ! >> esclamò allegro allontanandosi come se
niente fosse << Sono già le sette ! Ci conviene avviarci, altrimenti gli altri moriranno
di fame ! >>
“ Ah già … meglio andare … tra poco è ora di cena … ”
Con gesti meccanici s'avviò verso il bordo della vasca, ma appena le spalle riemersero
un'improvvisa stanchezza s'impadronì di lei. Si sedette fissando i fumi che emergevano
come una nebbia sulla superficie trasparente. No … non poteva continuare … la mente
non avrebbe retto … non accanto a lui …
<< … Vai pure … rimango ancora cinque minuti … >> disse con voce fievole.
Lo sentì uscire e fermarsi dopo qualche passo. Chissà se la stava guardando …
<< Va bene … ti aspetto fuori ? >>
<< Okay … ah Askin ! >>
<< … Sì ? >>
<< N-non ti ho ancora ringraziato … per la foto insomma … >>
<< … Un piccolo pensiero Yoruichi >> rispose lui avviandosi.
Non si mosse fin quando non fu sicura che fosse uscito. Sola si rannicchiò contro una
roccia. Voci di donne e bambini risuonavano felici senza però giungere alla sue orecchie.
Chiuse gli occhi. Ironico … non si sentiva agitata, né imbarazzata o arrabbiata. Una strana
e innaturale quiete l'avvolgeva soffocando ogni emozione. Immersa in uno stato d'inerzia ,
ogni cosa fu improvvisamente chiara ; Askin aveva tentato di baciarla …
“ … ma io farò finta di niente ... ”
… di mostrale qualcosa in più … di superare il muro invalicabile eretto dal suo cuore …
“ … e ti ho fermato … perché è giusto così … tu mi chiedi di sorridere più spesso … ma
così facendo non finirei … per accorciare la distanza fra di noi ? Non finirei per ... dare un
nome al mio dubbio ? ”
… e lei, ancora una volta, era fuggita.
Strinse le palpebre infossando la testa fra le ginocchia.

<< Kukaku … posso chiederti una cosa ? >>
<< … Certo, dimmi. >>
<< Quando … quando hai capito di essere innamorata di Kugo ? >>
<< Forse ti suonerà strano, ma l'ho capito il primo giorno … >>


“ Ti prego Kisuke, fa che arrivino presto quelle parole. Io … non voglio innamorarmi
di nessun altro … “

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Askin camminava in mezzo a un’elegante strada di Tokyo, lo sguardo pensieroso, il passo
lento. Intorno una folla si muoveva agitata, piccoli gruppi di amici e famigliari andavano
a un capo all'altro della via in cerca del regalo perfetto in vista dell'imminente Natale.
Non avrebbe mai immaginato che una festività occidentale avesse una simile risonanza
in un paese a maggioranza politeista, ma come gli aveva spiegato Kugo i giapponesi
la consideravano una festa commerciale, un secondo San Valentino.
L'aria era fredda, qualche giorno prima aveva nevicato, fatto che avveniva abbastanza
spesso nella Capitale, e un soffice strato bianco ricopriva ogni cosa.
Passando vicino a un giardinetto notò alcuni ragazzi intenti a giocare a palle di neve.
Aveva bisogno di sedersi, evitando al contempo di beccarsi un colpo freddo e nevoso.
Quasi al limitare trovò una panchina miracolosamente vuota.
Seduto, stette a lungo a fissare il cielo senza stelle della metropoli stringendo il piccolo
pacchetto nella tasca destra del cappotto. Dentro c'era il suo regalo. Il regalo per Yoruichi.
Il regalo che avrebbe preceduto la sua confessione.
Ci aveva riflettuto a lungo … su come dichiararsi, specie dopo gli eventi di Kinosaki,
finché non gli era venuto in mente il Natale. Creare un momento speciale, intenso … e in
esso concentrare tutto il proprio cuore.

- Kukaku … intendo andare nel Mondo Terreno … -
- … È per lei, non è così ? - aveva chiesto lei seduta sul tatami* dopo averlo fissato a lungo.
- Tra poco sarà Natale. Desidero farle un regalo e ... -
- Oh ! Era ora finalmente Guarda caso Kugo sta andando a trovare lo zio. Potete andare
assieme ! Vero tesoro ? -

- Eeehh ? - e dalla stanza affianco l'ex-Sostituto era comparso squadrandoli confuso.

Guardò in basso. L'elegante scatolina blu emerse dal buio di quel piccolo rifugio.
Era leggera … eppure su di essa su di essa gravava un peso e un'aspettativa senza pari.
La osservò e sentendo il cuore accelerare la rificcò dentro con un gesto nervoso. Non era
estraneo all'amore … eppure in alcuni momenti si sentiva come un ragazzino alla prima
cotta. Nonostante ciò, spesso immaginava i gesti e le parole che avrebbero accompagnato
la dichiarazione, perché tutto doveva essere perfetto, assolutamente perfetto.

- Ci ho pensato molte volte Askin ... se fosse giusto darle una mano … se fosse giusto spingerla
verso di te. Nel tempo però … ho compreso che un atteggiamento del genere l'avrebbe solo chiusa di
più in se stessa. Yoruichi deve far luce nel suo cuore. Tu sei l'unico che può riuscirci -

- Kukaku, io voglio solo renderla felice, ed essere felice a mia volta -
- Lo so … come so che lei ne soffrirà … -
- Sì … è una possibilità … -
- … Ma in fondo si soffre … anche per amore … ora vai Askin … e buona fortuna -

“ Pure tu, Piccola Dea, provi un sentimento nei miei confronti … ” pensò tornando a
guardare il cielo “ … però … esso è imprigionato, soffocato da una parte di te … io lo
libererò … qualsiasi cosa accada dopo, sono pronto a subirne le conseguenze … ! ”
Carico e determinato s'alzò e raggiunse il luogo dell'incontro. Kugo l'aveva chiamato una
ventina di minuti prima sul cellulare ( lo stesso in dotazione agli Shinigami “ generosamente ”
offertogli da Mayuri ) dicendo che si sarebbero fermati ancora un po' e di farsi trovare
davanti all'uscita metropolitana di Ginza (5). Arrivato, tempo cinque minuti e l'ex-Sostituto
emerse dalla folla. Indossava un eskimo verde scuro, il cappuccio tirato su. Solo quando
fu vicino, ne notò il livido sulla guancia sinistra.
<< Ehi ! Che ti è successo ? Hai fatto a botte o cosa ?!? >> esclamò preoccupato.
<< Più o meno … >> rispose evasivo portandosi una mano dietro la nuca << … comunque
… ho incontrato un vecchio amico e abbiamo deciso di prenderci qualcosa da bere.
Lui è andato un attimo a prendere la sua ragazza. Tu sei dei nostri, vero ? >>
<< Oh certo ! Mi fa piacere conoscere persone nuove ... piuttosto sicuro di star bene ? >>
<< Tranquillo … è solo un colpetto. Ora … andiamo a sederci nel bar laggiù … >> disse
indicando un locale dall'altro lato della strada << … ci raggiungeranno lì >>
Senza porre ulteriori domande lo seguì all'interno del Sweet Cream, un locale
dall'arredamento occidentale come se ne vedevano a bizzeffe nel quartiere più lussuoso
della capitale. L'aria era calda e confortevole, tanto da costringerli dopo pochi passi a
togliersi le giacche. Sedettero al banco, Kugo ordinò un whisky con ghiaccio, lui dopo
un'iniziale indecisione scelse un Jägermaister rubi (6). Una giovane e avvenente cameriera
servì loro i bicchieri, per poi concentrarsi sul resto dei clienti con espressione imbarazzata.
<< Non sapeva bene chi guardare, eh ? >>
Purtroppo l'altro non era in vena di battute, poiché rimase immobile, lo sguardo puntato
in basso mentre la mano faceva ondeggiare il whishy in una danza quasi ipnotica.
<< Oggi ho incontrato Isshin … >> rispose infine.
<< … È stato lui a tirarti un pugno ?!? >> chiese stupito << Strano … avevo capito che tra
voi due i rapporti fossero … un pochino tesi ecco, ma iniziare una lite ! >>
<< Sono stato io a cominciare … >> replicò Kugo con una punta di amarezza fissando il
liquido ambrato << … in memoria di una promessa >>
Allora comprese quanto grande fosse il suo bisogno di sfogarsi, poiché in quei momenti
la voce diventava bassa e le parole uscivano mezze impastate. Kugo doveva togliersi un peso,
qualunque esso fosse, prima dell'arrivo dell'amico ...
<< Pestarvi ? Cosa siete ? I capi di una gang di teppistelli ? >>
Del resto era tipico di Askin prendere i momenti più cupi con assoluta ironia e questo suo
lato aveva sempre giovato all'altro ...
<< Lui fece lo stesso con me tempo fa … in una situazione ben peggiore ... >> rispose infatti
di lì a poco << … era fine Giugno e ancora non ero riuscito a far visita a Masaki. Non avevo
partecipato al funerale a causa delle ferite riportate contro Yhwach … ma anche fossi stato
in forze, probabilmente non avrei retto ... Isshin s'offrì di accompagnarmi e al ritorno
cominciò a insultarmi … a rinfacciarmi il mio fallimento. Io reagii e in breve la situazione
degenerò. >>
Una rivelazione che lo lasciò visibilmente scioccato. Un comportamento inusuale da parte
del padre di Ichigo, ma non era quello il nocciolo della questione.
<< Quindi adesso ... siete fifty-fify ? >>
<< … Credo di sì >>
<< Kukaku lo sa ? >>
<< Tsk ! Figurati ! >> rispose Kugo e buttò giù un lungo sorso di whisky << Conoscendola
non si farebbe scrupoli a pestare entrambi dandoci dei cretini. >>
Askin si trattenne dall'immaginarsi la scena. Comicità a parte, aveva centrato il punto, bastava
scavare ancora un pochino.
<< Non hai tutti torti ... >> disse con un mezzo sorriso << … comunque non mi pare una
motivazione valida per non dirglielo. >>
Kugo rimase in silenzio, la fronte poggiata sul dorso della mano che reggeva il bicchiere.
Askin, dal canto suo, attese paziente, finché l’uomo, inspirando profondamente, cominciò
a raccontare.
<< La mia vecchia conoscenza si chiama Tsukishima Shukuro, un ragazzo coi poteri da
Fullbringer. Lo salvai all'età di dodici anni, sottraendolo da una madre violenta. Successe circa
due mesi dopo la morte di Masaki. Mi presi cura di lui per sette anni, in sette anni gli tenni
nascosto il mio passato e i miei legami. Eppure … lui conobbe fin troppo bene il mio lato
oscuro ... la mia discesa nelle tenebre ... come Kukaku, anche se in maniera diversa ... con
lei semplicemente sparii ... sparii nonostante le sue lacrime ... >> socchiuse gli occhi e in
sguardo rammaricato tirò fuori il pesante fardello << ... mi è difficile parlare del passato ...
lo trovo inutile e doloroso ... con loro desidero solo guardare avanti. Ho sempre pensato
fosse giusto ... tenermi tutto dentro insomma. Ma oggi ... osservando il volto di Isshin, lo zio
di Kukaku ... quest'atteggiamento è sembrato terribilmente egoista ... >>
Askin si chiuse in una breve riflessione. Pure lui aveva avuto un passato oscuro ; quando
nell'Impero Invisibile aveva rinnegato se stesso, i propri ideali ed emozioni. Ne aveva
discusso, specie con Yoruichi, senza provare imbarazzo o timore. Forse ... gli veniva più
facile per il semplice fatto che lei, come Mayuri o Nemu, erano stati appena sfiorati da
quel suo vecchio io. Per Kugo era diverso … e proprio per questo …
<< ... non dovresti preoccuparti ... >> cominciò quasi senza accorgersene << ... loro due,
Kukaku e questo ragazzo ... ti conoscono meglio di chiunque altro. Conoscono il buio che
hai vissuto, sanno come ne sei uscito. Sta a te decidere se parlarne o meno, ma al contempo
non devi avere paura ... >>
Il discorso ebbe un effetto sorprendente, in breve il volto cupo lasciò il posto a un'espressione
serena.
<< Sì … hai ragione … grazie Askin >>
<< Oh … ! Per così poco ? Non ho fatto nulla di particolare. >>
<< Invece bisogna festeggiare ! Brindisi ? >>
<< Beh come rifiutare … che brindisi sia ! >>
<< A noi allora ... ! E a un futuro radioso ... ! >> disse alzando il bicchiere.
Sorrise accostando il bicchiere al suo. Un futuro radioso … sì … Askin stava percorrendo
proprio quella strada, e tra giorni luminosi e persone fantastiche poteva già vedere la meta ;
una dolce Dea bisognosa di felicità e amore.
Una voce stridula irruppe nel locale interrompendo la riflessione e facendo girare una
buona metà degli avventori.
<< NON È POSSIBILE !!! TU ... ! >>
Askin si voltò. Una scia di mossi capelli viola fece capolinea sotto di lui. Una ragazza s'era
precipitata su Kugo e ora lo stringeva con forza, il capo infossato nel ventre. L'uomo la
fissò stupito poggiando infine una mano sopra la lunga chioma.
<< Riruka ... ! Che sorpresa ... ! Come stai ? >>
<< BRUTTO ! STUPIDO ! IDIOTA ! >> urlò cominciando a prenderlo a pugni << Non ti fai
vedere per due anni e te ne esci con un semplice come stai !?! Stupido ! >>
Pugni che ovviamente, non sortirono alcun affetto, infatti Kugo continuò pacato ad
accarezzandole i capelli.
<< Perdonami ... ho dovuto sistemare alcune faccende importanti >>
<< Non m'interessa ! Non ti perdonerò così facilmente ! >> s'impuntò lei voltandosi verso
l'uscita << Pure tu Shukuro ! Un regalino ... per poco non mi fai prendere un colpo ! >>
<< Calmati Riruka. Altrimenti ci farai cacciare dal locale >>
A parlare era stato un ragazzo incredibilmente alto, era impossibile non notarlo in mezzo
a tanta gente “ normale ”. Indossava un'elegante cappotto grigio, jeans scuri e scarpe di
velluto nero. Di risposta Riruka gonfiò lo guance e lasciato il povero Kugo, si precipitò
dal nuovo arrivato abbracciandolo allo stesso modo d'un peluche.
La prima cosa che saltò all'occhio ad Askin non fu tanto l'abbigliamento diametralmente
opposto, elegante e scuro uno, casual e fin troppo colorata l'altra, quanto la spropositata
differenza d'altezza. Nonostante Riruka indossasse degli alti stivali dal tacco largo, gli sfiorava
a malapena il petto.
<< Va bene mi calmo … però un pochino ho ragione uffi ! >>
<< Così va meglio. Devi imparare a rilassarti di più >> sussurrò accarezzandole i capelli.
<< Aspetta … >> mormorò Kugo confuso mentre s'avvicinavano << … sarebbe lei la
tua ragazza ? >>
<< Sì perché ? Sei sorpreso ?!? >> ribatté lei aggrottando le sopracciglia.
<< Siamo fidanzati da quattro mesi … >> rispose pacato Shukuro << ... ci sei arrivato ora ? >>
<< Beh … che Riruka provasse simpatia nei tuoi confronti l'avevo capito ... fidanzarsi però
è un discorso bello serio … >> li osservò e rivolse un caloroso sorriso << … ma dal resto sei
cambiata parecchio. Hai messo da parte i cappellini buffi e i codini … un segno di maturità ... >>
precisò mimando due code sulla testa e prima di subire nuovamente l'ira della giovane
si rivolse a lui con un pacca sulla spalla << … comunque lasciate vi presenti Askin, uno
shinigami che lavora presso l'Istituto di Ricerca alla Soul Society. >>
<< Oh … ! Askin Nakk Le Vaar. Piacere di conoscervi >> disse lui con un breve inchino.
<< Il piacere è mio. Tsukishima Shukuro. Kugo mi ha accennato di te prima >>
<< Nakk Le Cosa ? Hai un nome strano, proprio come Yukio … ! Comunque io sono
Dokugagime Riruka ! Piacere ! >> precisò la giovane stringendogli la mano.
Askin rimase senza parole. Certo Riruka sembrava una persona parecchio estroversa, ma il
soverchiare ogni buona regola di presentazione lo lasciò stupefatto. (7)
<< D-da quando sei diventata così diretta ? >> chiese Kugo perplesso.
<< Da quando abbiamo iniziato a coccolarci >> rispose Shukuro, un sorrisetto beffardo
stampato in viso.
<< Oh … ecco spiegate molte cose >> disse l'ex-Sostituto con una vena di complicità.
<< Grr … ! Cosa c'entra quello ?!? Dovrò pur emergere in mezzo a tre uomini ! >> sbraitò
la poveretta incrociando le braccia al petto << E ora, vi prego, andiamo a sederci ! Le mie
povere gambe sono stanchissime ! >>
Seguendo la “ capricciosa ” Riruka scelsero un tavolo a sei posti vicino all'enorme vetrata
che dava sulla strada principale. La ragazza ordinò una cioccolata calda con tanta panna
e smarties, Shuruko un the caldo al limone, Kugo un caffè macchiato e lui un Irish coffee.
I tre amici chiacchierano a lungo, anche se non furono poche le volte in cui la giovane gli
porse qualche domanda incuriosita. Askin non ne fu affatto infastidito, gli faceva piacere
osservare quei volti sereni scambiarsi liete notizie. Scoprì così che Shukuro era iscritto al
secondo anno della facoltà di lettere e portava avanti studi col massimo dei voti lavorando
part-time in un ristorante, mentre Riruka frequentava l'ultimo anno di liceo e in primavera
avrebbe sostenuto i fatidici esami di maturità.
<< Non pensò m'iscriverò all'università … studiare non fa per me ! >> precisò raccogliendo
le ultime gocce di cioccolato col cucchiaino.
<< Studiare è importante … >> le ricordò Kugo << … ma se non ti piace fai bene a non
continuare. Potresti iscriverti a un corso professionale >>
<< No ! No ! Devo realizzare il mio sogno ! Un sogno fantastico e delizioso ! >> replicò
alzandosi di scatto e mimando un gesto d'abbraccio << Desidero aprire una boutique !
Dove oltre a vestiti elegantissimi e coloratissimi, venderò peluche carini, pasticcini carini
dolcissimi e ogni cosa carina ! Sarà tutta tappezzata di rosa e ... >>
<< Oh … eccola che ricomincia … >> sospirò Shukuro interrompendo bruscamente la
fantasia della fidanzata.
<< Ed dai non essere così severo, magari avrà fortuna, chi lo sa … >>
<< Di certo sarà la prima nel suo genere >> aggiunse Askin.
<< I veri uomini sanno sostenere i sogni di una graziosa fanciulla ! Impara da loro Shukuro ! >>
<< Riruka … >> la richiamò comprensivo il ragazzo << … Yukio fa molto per tutti noi.
Mi paga gran parte dell'iscrizione universitaria, aiuta Jackie col negozio di
ferramenta, Giriko con l'affitta del bar e quest'anno ha comprato nuovamente i libri
scolastici a Moe. Senza offesa, ma continuare a sperperarli in borsette firmate e peluche
enormi mi pare uno spreco. Dovresti metterli da parte e investirli in qualcosa di concreto
… e poi sai com'è fatto, un progetto simile lo boccerebbe senza pensarci due volte >>
<< Uffi ! >> piagnucolò lei fiondandosi su Kugo e afferrandolo per il collo << Digli qualcosa
ti prego ! Oggi Shukuro è cattivo ! >>
<< Il suo è un semplice consiglio. Lo dice perché tiene a te >> sussurrò l'uomo quasi stesse
consolando una bambina.
<< Davvero ?!? >>
<< Sì … non devi essere arrabbiata … >>
<< Uhm … >>
Non sembrava convintissima, ma tornò quasi zampettando accanto al fidanzato. Un
broncio ne solcava le guance gonfie, ma venne prontamente cancellato da un repentino
bacio di lui e sostituito da un vivido rossore.
<< In ogni caso confermo ! Un progetto quanto mai insensato Riruka ... ! >> esordì l'attimo
dopo una voce sicura.
Voltandosi, Askin ritrovò un ragazzino alto circa 1 e 60, vestiva un elegante cappotto ornato
di bottoni che parevano d'oro, pantaloni scuri e pesanti stivali di cuoio.
<< Yukio !!! Da quanto sei lì ?!? >> chiese l'interessata a metà tra l'imbarazzo e lo stupore.
<< Da quando hai iniziato a parlare della boutique. Mi sono voluto gustare la scena ... >> e
ignorando le imprecazioni dell'amica s'avvicinò con un largo sorriso << … appena letto
il messaggio di Tsukishima ho subito annullato tutte le riunioni. È una gioia rivederti
Kugo, come stai ? Oh … un tuo amico ? Piacere di conoscerti, Yukio Hans Vorarlberna. >>
<< Askin Nakk le Varr. Il piacere è mio >> disse stringendogli la mano.
<< Accidenti Yukio, come sei cresciuto … >> si complimentò l'ex-Sostituto osservandolo con
attenzione << … questo portamento poi ... sembri in tutto e per tutto un uomo d'affari ! >>
<< Cosa vuoi farci ? Difetto professionale … ! >>
Nonostante l'abbigliamento elegante Yukio Hans Vorarlberna era la tipica persona che
un giapponese avrebbe etichettato senza mezzi termini come gaijin*, a causa dei capelli
biondo chiaro e degli occhi verde acqua. Ma come scoprì in seguito, il giovane era
nientemeno che il direttore dell'HV Production, industria fondata dal padre specializzata
in software e componenti hardware destinati ad essere impiegati dai più famosi produttori
di computer e cellulari; l’azienda, quotata in borsa, era leader del suo settore. Coi milioni
di yen guadagnati, Yukio riusciva ad alleggerire la vita agli amici più cari, oltre a donare
un quinto dei proventi in beneficenza.
L'oretta seguente fu molto piacevole e verso le otto la piccola compagnia si divise.
Dopo saluti calorosi, in cui Kugo giurò solennemente di tornare insieme a Kukaku
( complice l'insistenza di Riruka ), i due entrarono nel parco e raggiunsero la collina
dalla quale erano sbucati col Senkaimon.
<< Sono felice per loro … >> commentò a un certo punto l'uomo di spalle.
<< Intendi Shukuro e Riruka ? Sì, stanno proprio bene insieme … ! >>
<< In generale intendevo … >>
<< Oh ... in che senso ? >>
<< Naah … è un discorso lungo >> fece Kugo con un gesto della mano.
<< Ho sempre ascoltato i tuoi discorsi lunghi >> replicò lui con leggerezza.
<< Beh io … tempo fa creai l'X-cution ... >> cominciò incerto sulle quelle prime parole
<< … riunì sei persone, persone accumulate da un potere che li aveva isolati dalla società. Lì
riunì donandogli un rifugio e facendo leva su sentimenti di rivalsa e vendetta. Non rivelai
mai il vero obiettivo dell'organizzazione … loro avrebbero condiviso con me parte del
Fullbring e io, un “ pericoloso criminale ”, sarei morto liberandoli da quel fardello. Sarei
morto e avrei combattuto uno guerra da solo. Purtroppo le mie previsioni si rivelarono
sbagliate : l'unica a cui scomparve fu Jackie ... alcuni Shinigami non si fecero scrupoli a
uccidere dei semplici umani … e per quanto piccolo, alcuni di loro diedero un contributo
fondamentale alla Guerra. Incontrandoli dopo tanto, ne ho avuto la conferma … tra loro
sono nati sentimenti importanti … amicizia e amore. Qualsiasi strada sceglieranno di
percorrere, andranno avanti … insieme. >>(7)
<< Beh … hai un motivo per aprirti >> commentò mettendo le mani in tasca.
<< Co-come ? >>
<< Sono cambiati grazie a te. Con loro … ora puoi parlare di tutto >>
<< … Sì … adesso sì … >>
Annuì mentre Kugo estrasse il cellulare e chiamò Kukaku affinché aprisse il Senkaimon.
Ne approfittò per ammirare il paesaggio. La città di Tokyo scintillava tutt'intorno, luci di
mille colori svettavano sopra uno sfondo nero opaco. Guardò in alto e pure se le stelle non
erano invisibili, la vista del cielo gli rasserenò il cuore. Era stata una giornata bellissima, di
cui avrebbe fatto tesoro ricordando con gioia quei ragazzi particolari ; Riruka, estroversa,
irriverente e simpatica, Shukuro serio e premuroso e Yukio, che sotto la severità e l'umorismo
tagliente nascondeva un animo generoso. Tutti loro ... non li avrebbe mai conosciuti senza
Kugo. In effetti senza di lui non avrebbe vissuto un sacco di esperienze. Quante volte, vedendosi,
avevano condiviso felicità e problemi di tutti i giorni ? Quante volte a incontri occasionali
erano seguite lunghe e intense chiacchierate ?
<< … okay allora ci vediamo tra poco. Un bacio amore e grazie ancora >> concluse tenero
l'ex-Sostituto chiudendo la chiamata.
<< Kugo … io devo ringraziarti >>
<< Uh ? E di cosa ? >>
<< Beh … senza di te … >> cominciò incerto abbassando lo sguardo << … senza di te non ci
sarebbero stati momenti allegri e spensierati … e forse ci avrei messo più tempo a farmi
avanti con Yoruichi … quindi … >>
Una pacca sulla spalla lo interruppe. Alzò il capo ritrovando il viso sorridente dell'altro.
<< Non per nulla siamo amici >> concluse Kugo sicuro.
Un amico … un amico fidato a cui confidare le proprie ansie, con cui permettersi di dire
sciocchezze e poter ridere senza freni. Ecco cos'era diventato Kugo in poco più di un anno
e mezzo, al pari di come lo era stato Bazz-B.
<< Già … ! >> disse di rimando ricambiando il sorriso.
All'improvviso l'aria ebbe un fremito e il passaggio verso la Soul Society s'aprì davanti a
loro, sibilando e risucchiando l'aria circostante. Poco più in là, Kukaku li attendeva, avvolta
in un pesante kimono*. Una volta entrati Kugo si girò scrutandolo attentamente.
<< Sei arrivato fin qui Askin. Tu, come me, sei rinato dall'oscurità. Adesso … ti manca solo
una cosa per essere felice … al cento per cento ! >>
<< … Lo so … >> mormorò a pugni stretti lanciando un'occhiata alla scatolina, appena
visibile in fondo alla tasca del cappotto.
<< Hai l'equipaggiamento giusto … ! Non ti resta che sconfiggere il drago ! Vai … e
conquistala ! >> esultò e allargando le braccia lo invitò ad andare avanti.
<< Ah ! Non l'avrei mai ottenuto senza di te amico mio ! >>
E con passo deciso lo superò.
“ Ormai nulla può fermarmi … aspettami, Yoruichi ! ”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

I cinque giorni che lo separavano dalla Vigilia passarono in un lampo, trepidanti e carichi d'attesa.
Nonostante gli sforzi, non riuscì a mascherare l'agitazione e l’essere in continuo sovrappensiero;
troppi furono gli esperimenti falliti e i conseguenti richiami di Mayuri, ma lo scienziato
pareva meno irritabile e severo del solito, e Nemu più loquace perfino sul lavoro.
“ Sarà la magia del Natale ? ” si ritrovò a pensare più volte seduto alla propria postazione.
Il Gotei 13, pur non riconoscendo la festività come ufficiale, concedeva dieci giorni di vacanza
dal 24 Dicembre fino al 2 Gennaio, Accademia compresa. Ciò valeva pure per l'Istituto di
Ricerca, a riprova del contagio natalizio sul bisbetico Capitano Kurotsuchi.
La sera andò a letto presto, teso come una corda di violino. Aveva scritto un breve messaggio
a Yoruichi, pregando Nemu di andare a consegnarglielo con la massima urgenza. La risposta
della Piccola Dea era stata altrettanto concisa.

Vediamoci alle tre vicino al ponte all'uscita del Quarto Distretto.

Morale della favola: non riuscì a chiudere occhio dormendo sì e no quattro ore, quattro ore
intervallate da continui e fastidiosi risvegli, e quando finalmente il tardo sole invernale
illuminò la stanza, s'alzò più stanco di prima. Colazione calda, cappuccino e tre caffè
affievolirono l'iniziale aspetto da zombie. Almeno aveva avuto l'accortezza di preparare
già gli abiti, il che contribuì a migliorare quell’inizio non proprio promettente.
Dopo un pranzo a base di bistecca di maiale e purè di patate, si rese presentabile e uscì
un'ora e mezza prima dell'orario prestabilito. Lo spazio chiuso della casa era diventato
soffocante e nel freddo esterno camminò in mezzo a un paesaggio innevato, riacquistando
a ogni passo lucidità e tempra.
Giunse che il sole era alto, nascosto sotto una coltre biancastra di fitte nubi, simile a un
occhio maligno e osservatore. Il ponte era piccolo, s'innalzava su di un torrente ghiacciato,
uno strato di neve ne ricopriva i bordi spessi. Poggiato contro il lato destro, attese paziente
l'arrivo di Yoruichi. La via era deserta e solo passata una mezz'oretta coppiette e famiglie
cominciarono a mettere il naso fuori.
Mentre la strada si animava di risate, felicità e palle di neve, tre o quattro coppie lo
superarono, dirette verso le brulle colline poco distanti.
Ogni volta una strana tensione lo attraversava facendogli ribollire il cervello. Solo la stretta
intorno al prezioso regalo, divenuto una sorta di amuleto, riusciva a farlo tornare calmo.
In quei frangenti ripeté le parole che avrebbe pronunciato di lì a poco, s'immaginò
l'espressione della Piccola Dea all'apertura del regalo e tante altre cose … infine li udì ...
passi nella neve, soffici e appena percettibili nel manto nevoso. Li percepì, ma non alzò il
capo finché quella voce non lo chiamò, dolce e affannata al stesso tempo.
<< Askin … sei già arrivato ! Spero di non averti fatto aspettare troppo … ! Brrr ! Accidenti
che freddo … ! >>
Allora la guardò. La guardò intensamente, soffermandosi su ogni dettaglio ; sul kimono*
bianco dai fini ricami lungo le ampie maniche, sugli alti zori*, e fissò quasi estasiato la
pelle scura contornata da una sciarpa blu, divenuta un gioiello circondata com'era dal
bianco quasi abbagliante dell'abito, del paesaggio, del cielo ... gli occhi gialli simili a
topazi che troppo in fretta si distolsero dai suoi ... e la bocca, la cui perfezione si
frantumò un istante quando si morse il labbro.
Ormai quelle reazioni erano diventate la normalità fra di loro e in un reciproco scambio,
la tensione lo abbandonò aggredendo invece la Piccola Dea. Allora parlò con voce calma,
accompagnando il tutto con un sorriso.
<< Tranquilla … sono arrivato da poco. Vorrei esplorare un pochino le colline qui intorno
… ma se hai freddo possiamo bere qualcosa di caldo. Come preferisci.>>
Lei incrociò le mani in avanti in un gesto nervoso.
<< Naah … Voto per la passeggiata ! Avanti su ! Altrimenti diventiamo ghiaccioli ! >>
rispose sbrigativa superandolo a passo svelto.
La seguì con lo sguardo e s'incamminò anch'egli lungo il sentiero innevato.


S'inoltrarono a lungo nelle brulle e candide colline, seguendo il sentiero costeggiarono
più volte le rive dei brevi ruscelli che andavano a congiungersi nel fiume poco distante.
Nel bianco paesaggio ogni cosa era immobile, non si udiva alcun verso d'uccello, né
il brusio delle coppiette ( le cui impronte finivano in luoghi ben più appartati ).
In mezzo alla fredda inerzia la voce di Yoruichi rompeva il silenzio, squillante e macchiata
da una perenne punta d'imbarazzo. Raccontava della Compagnia, dell'allenamento quasi
ultimato col Raiju Senkei, delle novità sul fratello e Soi-fon, la sua vice. Askin l'ascoltava
limitandosi a brevi commenti, deliziato nell'osservare la piccola figura davanti a lui ; i passi
corti a causa del kimono* ben stretto in vita, il collo scoperto e i capelli corti. Il collo una
microscopica macchia scura in mezzo al bianco … non furono pochi gli attimi in cui
desiderò baciarlo e gustarne il sapore …
“ E appena ti sarai voltata consegnarti il regalo e baciarti ancora e ancora … ”
… ma ogni volta ripudiava il pensiero. Non doveva agire, non così, a suggerirlo era
il tono stesso di Yoruichi. La sua voce inondava l'aria e in essa notò un senso d'evasione,
un voler girargli attorno senza osare avvicinarsi … perché accorciando le distanze, la fragile
prigione del suo cuore sarebbe crollata come un castello di carte. Decise allora d'entrare,
quatto e abile come il re dei ladri. Guardandosi attorno notò un gruppetto di alberi spogli
in fondo alla collinetta, i rami coperti da uno spesso strato di neve. Sotto essi, due rocce
leggermente inclinate, mezze coperte dalla coltre bianca.
<< Yoruichi … andiamoci a riposare laggiù … >> disse indicando il punto col dito << ... 5 minuti,
giusto il tempo di riprendere fiato >>
La vide fermarsi di colpo. Un lieve fremito le percorse la schiena, quasi impercettibile.
Timore. Un timore maligno era improvvisamente venuto a galla, ma lei lo ricacciò in fondo
all'animo e voltandosi rivolse un sorriso mezzo tirato.
<< Hai ragione, scusami … sono partita in quinta … >>
Si limitò a corrispondere al gesto e discese il fianco del rilievo, attento a dove metteva i piedi,
così da capire i punti dove la neve fosse più fragile. Yoruichi lo seguiva silenziosa, Askin
preferì rispettare quella pausa e continuò la discesa finché non toccò uno dei tronchi scuri.
Si voltò. Lei era rimasta indietro, il passo incerto, il viso perso in pensieri lontani.
Pochi metri e smarrì il sentiero tracciato da suoi passi. Inciampò sprofondando nella neve.
Fulmineo la raggiunse chinandosi al suo fianco.
<< Ehi … ! Tutto apposto ? >>
Yoruichi esitò, lo sguardo puntato sulle proprie gambe.
<< … No … credo di essermi slogata una caviglia >> ammise infine.
<< Ce la fai ad alzarti ? >>
<< … Ci provo … Ahi ! ... No … mi fa male >>
<< Aspetta … non sforzarti >> sussurrò e già le braccia erano attorno a lei, pronte a
sollevarla.
Appena fu in alto, la Dea s'aggrappò con forza al kimono*, il viso rivolto verso l'esterno a
evitare il suo sguardo.
<< Adesso controlliamo se è grave … >> disse dolcemente << … ma non credo, un pochino
di riposo e tornerà a posto. >>
Le dita si strinsero ancora e un fil di voce uscì dalla bocca perfetta, ora invisibile.
<< Grazie Askin … >>
La fece sedere e, tolto zori* e calzino, esaminò la caviglia.
<< Nulla di rotto ... >> concluse infilandole il sandalo << … tieni il piede fermo per un po'
e vedrai passerà. >>
<< Va … va bene ... >>
La sua voce … era diventata squisitamente confusa. Inginocchiato, Askin sollevò il capo.
Vide quel volto abbassato, inclinato di lato, ne vide gli occhi socchiusi e le guance contornate
da un lieve rossore.
“ Ecco … adesso o mai più ! ”
<< Yoruichi io … io ho un regalo per te. >>
<< U-un regalo … ? Per me ? >> chiese lei rivolgendo un'occhiata sorpresa.
E in fondo a quegli occhi, Askin intravide una profonda agitazione. In ogni caso, non
indugiò oltre ; era appena entrato nel labirinto , si sarebbe fatto strada con le unghie e con
i denti dentro il dedalo intricato che era l'animo di Yoruichi, infine l'avrebbe raggiunto ...
il suo cuore.
<< Oggi è la Vigilia di Natale e … ho pensato di farti un regalo >> rispose poggiandosi su
di un tronco.
L'attimo dopo il piccolo pacchetto era fuori, davanti al suo nasino, pronto per essere
aperto. Lei lo prese lentamente, senza proferir parola, lo sguardo incantato fermo su di
esso. A lungo stette così, finché lui si sporse in avanti.
<< Puoi aprirlo ora se vuoi … >>
<< … Sì … lo apro … >> sussurrò quasi rivolta a se stessa mentre le dita rimuovevano il nastro
attorno alla scatolina azzurra.
Al rossore s'aggiunse improvvisa la meraviglia appena rimosse il coperchio.
Un paio di orecchini. Due sfere tempestate di piccoli diamanti luccicavano sotto la debole
luce del sole, splendenti in mezzo alla neve e al cielo bianco, come a voler dimostrare
la propria superiorità, riflettendosi nelle iridi della Dea.
<< … A-Askin io … io non so cosa dire … ! Non me l'aspettavo … >>
<< Coraggio … provali. Voglio vedere come ti stanno >>
Un lieve tremore e prese a indossare i gioielli. Due puntini di luce s'incastonarono
sulla pelle scura, delicati e splendidi. Askin la guardò, la guardò come nessun altro uomo
aveva fatto.
<< Sei bellissima >> sussurrò piano, desideroso di proteggere quelle parole dal mondo.
Parole che giunsero fin troppo forti alle orecchie dell’altra. La vide alzarsi e, incurante
della scatolina a terra, muoversi in modo da rivolgergli le spalle … ancora una volta …
<< Non dovevi >> sentenziò, le braccia strette nervosamente al petto.
<< … Perché ? >> chiese senza il minimo astio.
<< Questi orecchini … sono troppo … ! Non posso accettarli ! >> e già s'apprestava a levare
il prezioso dono.
<< Perché ? >> domandò più forte e lei si fermò.
<< Lo sai perché. Non insistere >>
Dalla voce sembrava fosse sull'orlo di piangere. Askin si mosse. Gli bastò poco per toccarla,
sfiorarle le mani e impedire il terribile gesto.
<< Invece non lo so. Quindi ti prego … dimmelo >>
Silenziosa e veloce come la notte, Yoruichi si girò gettandosi fra le sue braccia, il corpo
scosso da fremiti e lacrime. Il cuore gli manco d'un battito mentre la osservava tremare
contro il petto, il viso nascosto fra le pieghe del kimono*. Voleva stringerla … consolarne
l'animo tormentato …baciarla ... ma non fece nulla. Rimase immobile, immerso in un
silenzio irreale, le braccia tese lungo i fianchi ad aspettare una risposta. Yoruichi pianse
e nei singhiozzi la voce arrivò, carica di dolore e sofferenza.
<< Se li tenessi io … io diventerei la persona più egoista del mondo >>
<< Egoista ? Ehi … cosa ti metti a dire adesso ? >>
<< Io … sono egoista Askin … tu non immagini neanche quanto … sono egoista perché
non ti sopporto ... eppure non riesco a starti lontano. Sapevo che oggi era Natale … era
ovvio ricevere un regalo … un regalo importante da te. Potevo dirti di no, inventarmi
qualsiasi scusa … eppure non l'ho fatto. Sei ... veramente insopportabile … >>
<< Oh … quindi non mi sopporti ? >>
<< Sì, accidenti ! >> gridò aggrappandosi con forza il kimono* << Il modo in cui mi parli,
i tuoi sguardi … le tue gentilezze … sono insopportabili … quindi ti prego … smettila … >>
Askin era fin troppo consapevole del significato celato dietro quelle parole ; dopo il
risvolto turbolento Yoruichi stava tentando d'allontanarlo … allontanarlo per l'ennesima
volta da un cuore sofferente, in lotta contro ombre e paure.
<< Tu non sei egoista … >> le sussurrò comprensivo << … chiedermi una cosa del genere
tra le mie braccia … questo si è egoista … oltre che impossibile >>
<< No Askin … >> mormorò stringendolo più forte quasi a intimargli il silenzio.
Ma lui non aveva intenzione di smettere, sarebbe andato avanti … a qualunque costo.
<< Ormai non riuscirei a parlarti senza rivolgerti un complimento … non riuscirei a
guardarti senza provar meraviglia … >>
<< Ah … A-Askin no … aspetta … >>
<< … e sono pronto a subire la tua ira mille volte, perché anche sforzandomi ... non potrei
fare diversamente >>
Il cuore batteva all'impazzata quando la Piccola Dea si staccò incamminandosi verso il
sentiero. Non emise alcun suono, fin quando non fu a una decina di passi sopra di lui.
<< Io ti ho avvertito Askin … dopo la sentenza dei 46... e anche quella volta alle terme … >>
trasse un profondo respiro e con voce rotta dalla sofferenza continuò << … se la pensi in
questo modo, meglio non vederci per un po' ! Così potrai riflettere sul tuo comportamento ! >>
Il tempo parve rallentare. La piccola figura era vicina e al tempo stesso lontana, ma Askin
doveva raggiungerla. Capì di dover agire ... anche a costo di farla soffrire.

- … Yoruichi deve far luce dentro se stessa. Tu sei l'unico che può riuscirci. -
- … Io voglio solo renderla felice Kukaku, ed essere felice a mia volta. -
- Lo so … come so che lei ne soffrirà … -
- Sì … è una possibilità … -

Strinse i pugni mentre un senso di amarezza gli trafiggeva il petto ; era arrivato all'ultima
spiaggia, all'ultima violenta spiaggia, solo. Su essa pronunciò nuove parole, arroganti e
cariche di rabbia.
<< Ah ! Mi sono sbagliato ! Sei proprio un'egoista bella e buona ! Egoista verso te stessa !
Egoista perché non riesci a vedere ! Perché non vuoi vedere ! >>
Inveire, tirare addosso la verità, per quanto doloroso era l'unico modo per farle aprire
gli occhi.
Yoruichi si girò, gli occhi solcati dalla sofferenza, schiacciati da un peso troppo grande per
essere nascosto.
<< Askin … no … smettila … smettila … sta zitto … sta zitto … >> mormorò distogliendo
lo sguardo e portandosi le mani alle tempie.
<< Ti sei sacrificata tanto per lui ! >> continuò sprezzante avvicinandosi << Oh sì … davvero
tanto Yoruichi ! Dopo un esilio e una guerra sarebbe dovuto correre da te a braccia aperte !
Invece eccoti qui dopo quasi due anni … ancora in attesa ! I miei abbracci … le mie
gentilezze … avresti voluto riceverli da lui, non è così ?!? Non è così ?!? Ma ormai
dovresti averlo capito … Kisuke non te lo dirà mai ! Mai ! Hai capito ?!? >>
Un suono frantumò l'aria simile al schiocco di una frusta. La guancia sinistra avvampò …
come se un ferro rovente l'avesse appena toccata. La sua mano … l'aveva appena intravista
… saettare con violenza contro di lui. Paralizzato dallo stupore rimase così, il respiro
trattenuto, lo sguardo puntato sul candido manto bianco. Udiva l'affanno di Yoruichi e
per un attimo immaginò il suo viso, l'odio negli occhi colmi di lacrime.
<< Tu … TU COSA NE SAI ?!? PARLI PARLI … MA IN REALTÀ NON SAI NIENTE !
NIENTE DI NIENTE ! ... >> poi quasi le forze s'avessero abbandonata crollò a terra, la voce
si ridusse a un sussurro << … Askin … tu … non sai nulla … nulla ... sei irritante ...
veramente irritante … >>
<< … Conosco te Yoruichi. Non mi occorre altro >>
E a quelle parole un turbine di emozioni investì corpo e mente ; orgoglio, rabbia,
risentimento, amore ? Ad Askin non importò, lo seguì lasciando svanire ogni pensiero,
ogni razionalità, ogni come e perché. Voleva baciarla … semplicemente baciarla.
La trasse a sé, incurante della debole resistenza, chiuse gli occhi e la baciò. Fu un bacio
breve, un secondo che parve eterno, in cui si perse in un sapore a lungo bramato, in una
morbidezza troppe volte sognata. Poi si staccò e Yoruichi lo stava già spingendo via.
Lui la seguì e gli bastarono pochi movimenti per bloccarla a terra. Distesa nella neve, i polsi
incollati sopra la testa, la Piccola Dea gridò … o meglio provò a gridare. Perso nel calore
della sua bocca dimenticò tutto ; il freddo pungente fra le dita, lei che annaspava cercando
di liberarsi, il respiro contratto sulle sue labbra. Dimenticò … perché l'unica cosa che
contava era lei ; la sua Piccola e Dolce Dea. La baciò più intensamente giocando con la
lingua, perdendosi in un crescente calore. Yoruichi cercava disperata una via di fuga, in
reazioni divenute ormai deboli. Eppure gli pareva di sentirli ; le lacrime, i lievi singhiozzi,
la confusione rimbombarle nel petto. A malincuore sciolse il contatto, ritrovando quegli
occhi sempre fieri solcati da panico e stanchezza. D'istinto allentò la presa sui polsi … e
lei continuò a fissarlo, il corpo perfetto e ansimante a meno di un metro dal suo.
<< … Askin non puoi … tu non puoi già … >>
<< Essermi innamorato di te ? >> continuò guardandola dritta negli occhi << Perché …
esiste un tempo per innamorarsi ? Io sono qui e ancora … ti ostini a non vedere ?!? >>
Non aspettò risposta, abbassò la sciarpa rossa e si fiondò sul collo cominciando a
mordicchiarlo. La pelle di Yoruichi ... aveva un sapore dolce e accattivante, che ti
invogliava ad assaporarla fino in fondo e di cui non eri mai sazio. La percorse meticoloso,
mentre scosse di calore gli attraversavano il corpo, violente e irrefrenabili. Non voleva,
non poteva smettere … non col suo respiro sempre più affannato a solleticargli l'orecchio,
non avvertendone il corpo sensuale riempirsi pian piano di un piacere proibito, non sentendo
quelle mani sottili immergersi con forza nei capelli ...
“ Aspetta … prima … prima voglio dirglielo … ! ”
In una scintilla di ragione la abbracciò, concentrando in quel semplice gesto tutti i sentimenti,
i desideri e le speranze.
<< Ti amo >>
Parole che risuonarono cristalline e dolci in una fredda giornata d'inverno.
Una nuova felicità lo invase. Poi … Yoruichi si mosse, si mosse cercando di spingerlo via e
la sua voce fuoriuscì, spezzata, rotta da un dolore senza nome.
<< Askin vai via …! >>
<< … No … >> sussurrò stringendola più forte.
<< Stammi lontano ! Vattene ! Vattene … ti ho detto ! Vattene … ti ho detto ! >>
<< NO ! IO … >>


- … sono pronto a subire la tua ira mille volte, perché anche sforzandomi … non potrei fare
diversamente -


<< … Non ti lascio andare stupida ! >>
In un secondo ricadde pesantemente sulla neve.
Yoruichi era sparita usando lo Shunpo.
S'alzò incespicando, si guardò attorno, la chiamò più e più volte disperato, i passi frettolosi
affondavano nella neve, il cuore batteva a mille, incontrollato e ferito. Ma la Dea non rispose.
Ormai era lontano. Lentamente risalì la collina e giunto in cima trasse un profondo respiro.
Che strano … in quel momento avrebbe dovuto essere addolorato, distrutto all'idea di
averla ferita, esiliata tra le lacrime in un luogo irraggiungibile. … invece era
calmo, un'inusuale quiete permeava ogni centimetro del corpo.
“ Ho fatto la cosa giusta … ho seguito il mio cuore … ora tocca a te Yoruichi … ”
Alzò lo sguardo al cielo. Da nord, fitte nubi si stavano avvicinando minacciose.
<< Ti aspetterò e intanto … affronterò la tempesta >>
Si incamminò mentre all'orizzonte un tuono rimbombò sinistro.


Mai la neve era stata più gelida. Mai s'era sentita così debole, inerme, dolorante.
Un turbine senza fine, un vortice oscuro e opprimente da cui era impossibile fuggire.
Accasciata Yoruichi piangeva, piangeva come mai aveva fatto in tutta la vita. Non poteva
far altro, fitte profonde massacravano il cervello ormai incapace di pensare, opprimevano
il corpo … un corpo sporco in confronto alla purezza che la circondava.
C'era qualcosa … qualcosa di pesante e lurido ai lati del viso.
“ Gli orecchini … ! Ah ... ! Devo toglierli … ! Subito ! ”
Quasi se li strappò dalle orecchie. Sì … presto quel fardello sarebbe scomparso,
inghiottito da un bianco accecante .. scomparso per sempre !
Poi … poi li rivide ... dall'alto di quella raduna innevata … i fuochi d'artificio, il cielo
stellato, le luci del Seireitei scintillare davanti a lei ...

<< Questo è un lungo speciale … ci vengo per trovare un po' di pace quando ne ho bisogno >>

… rivide il suo viso ... quella sera lontana ... quando i loro destini si erano legati … quando
lui le aveva sorriso la prima volta. Un sorriso sereno e autentico.
Si raggomitolò e in un singhiozzo crescente continuò a piangere.
Gli orecchini erano ancora lì, stretti nelle mani tremanti.





Glossario

*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*gaijin : termine dispregiativo per indicare gli stranieri.
*enwa : una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come
corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile
*konyoku : vasce comuni tipiche delle onsen di campagna o dei piccoli centri. Meno
diffuse nelle città dove, specie per i turisti, esistono spazi separati per uomini e donne.
*Nii-san : fratellone.
*omamori : amuleti protettivi che si acquistano presso i templi giapponesi.
*onsen : termine giapponese per indicare gli stabilimenti termali.
*ryokan : albergo tradizionale, nel tempo ha mantenuto l'architettura tipica del periodo
*shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.
*tatami : stuoia rettangolare, di paglia di riso, usata a copertura del pavimento-
*yukata : kimono informale infdossato nei periodi primaverili o estivi.
*zori : sandali tradizionali, s'indossano insieme ai kimono essendo come essi abiti formali.




(0) Shiro No Bijuu : lett. Sigillo dei 9 Cercoteri. Sì ... si tratta dei 9 demoni diventati
tanto famosi con Naruto. Vi rimando a un Link dove potete leggere la leggenda originale :
http://tsukinojapan.blogfree.net/?t=1488837
(1) Kinosaki : località termale nella provincia di Hyogo, regione del Kansai.
(2) Onsenji : lett “ Tempio delle Terme ”.
(3) A Duty-Dance With Death titolo inglese del libro Mattatoio n° 5 di Kurt Vonnegut.
(4) Ginza è il quartiere “di classe” di Tokyo, si trovano principalmente negozi di alta
moda, ottimi e costosi ristoranti, centri commerciali ecc.
(5) jägermaister rubi : cocktail con jägermaister e aggiunta di birra.
(6) In Giappone l'inchino è la forma più formale e comune di presentazione. La stretta di
mano così normale in occidente, è considerata un saluto tra amici intimi o persone in cui si
è molto in confidenza.
(7) Nel capotolo 477 The Lost 2 Riruka afferma : " Noi non siamo riusciti a salvare Ginjou.
È lui che ha salvato noi. A salvare lui è stato Ichigo. "






Tana Oscura :

Rieccomi nel freddo Gennaio a descrive mesi altrettanto freddi. Mi dispiace non essere riuscita ad aggiornare questa parte dove è Natale proprio nel periodo di Natale XD Partiamo subito coi ringraziamenti. Alle mie tre seguaci : Alice Spades ( per l'entusiasmo e la simpatia che sa darmi con le sue recensioni ), suomi25, e Hikari_Sengoku ( per aver recensito ogni capitolo dagli albori della pubblicazione ^^ ), e poi d4rkr4198 per averla inserita nelle preferite.

Questo è in assoluto il capitolo dove ho fatto più cambiamenti ; alcune parti sono state spostate nel successivo, inizialmente era prevista solo la comparsa di Shukuro e Riruka e i due dovevano comparire alle terme di Kinosaki, ma in quella parte c'erano già troppi personaggi e ho preferito concentrami su Yoruichi, successivamente ho voluto inserire anche Yukio, quando la Dea cade nella neve facendosi male, Askin doveva avere un flash di una scena simile accaduta nella sua vita terrena con Annett, ma alla fine ho deciso di non metterla perchè avrebbe rotto la narrazione e la tensione di quel momento.

Ah … e ho pure tolto il genere Commedia sostituendolo con Introspettivo. In effetti ci sono alcune parti divertenti, ma non così tante da giustificare il genere Commedia. E poi Introspettivo è più congeniale anche in vista dell'epilogo.

A mano a mano che il finale si avvicina mi sto rendendo conto di quanto questa storia stia diventando importante. La sto curando nei minimi dettagli e insieme agli futuri extra diventerà una sorta di testamento di Bleach. Quando scrissi il Capitolo 5 concentrandomi sul passato di Kugo … beh forse quello è stato uno dei momenti più importanti. Erano da anni che il suo “ passato ” mi frullava in testa e vederlo finalmente condensato in un capitolo è stato un grande traguardo.
Ovviamente mi sto affezionando anche ad Askin, e anche il suo passato ha subito numerosi cambiamenti. All'inizio doveva esserci una famiglia molto più estesa, una madre malata e robe simili … ma alla fine optai per qualcosa di più semplice ; conflitto col padre, menefreghismo di fronte all'alta società Quincy, una donna amata e poi morta misteriosamente, il suicidio finale e l'entrata nel Wandenreich. Spero con questo settimo capitolo di averlo reso ancora più completo ( anche se la vera sorpresa ci sarà col prossimo eh eh XD )

Passando a questioni più tecniche ... per aiutarvi a capire quanto detto da Kugo circa Shukuro e l'Xcution, ho fatto un breve riassunto degli eventi principali riguardo al possessore del Book Of The End, a cui seguiranno dati più o meno conosciuti degli altri membri e i cambiamenti avvennuti dalla Saga del Sostituto Shinigami Scomparso.

Shukuro Tsukishima ( nato il 4 Febbraio )

12 anni
Ritrovamento da parte di Kugo un mese e mezzo dopo la morte di Masaki
Kugo lascia il ruolo di Sostituto
13- 21 anni
I servizi sociali, ritenuto l’uomo idoneo per l'adozione, lo affidano a lui.
Creazione Xcution 6 mesi prima dell'inizio della Saga dei Fullbringer ( Yukio, nel Capitolo
478 parlando con Jackie, afferma che il gruppo non si conosceva da molto )
21 anni
Saga dei Fullbringer ( inizio aprile )
Saga Guerra Millenaria ( metà aprile )
22 anni
Comparsa attuale un anno e mezzo dopo.

198 cm → 198 cm, 73 kg → 78 kg

Riruka Dokugahime ( nata il 14 Aprile ) : 16 anni → 18 anni, 156 cm → 158 cm, 43 kg → 45 kg

Yukio Vans Vorarlberna ( nato il 23 Dicembre ) : 14 anni → 15 anni, 154 cm → 160 cm, 40 kg → 48 kg

Schede inventate, poiché di questi personaggi Kubo non ha rivelato i dati.

Jackie Tristan ( nata l'11 Giugno ) : 25 anni → 27 anni, 172 cm, 61 kg → 62 kg

Giriko Kutsuzawa ( nato il 18 ottobre ) : 57 anni → 59 anni, 175 cm, 68 kg → 65 kg

Moe Shishigawara ( nato il 20 Agosto ) : 17 anni → 19 anni, 170 cm → 177 cm, 63 kg → 67 kg



Ricordo che questa storia non si ricollega alla Light Novel We Knot Always Love You. Ambientata 3 anni dopo la fine della Guerra, l’ho un po’ letta su tumbrl tradotta in inglese … e sinceramente non mi è parsa nulla di che … molto povera nel delineare rapporti vecchi e nuovi coi personaggi. In ogni caso la mia storia non si ricollega e ricollegherà a essa/e, i personaggi morti continueranno a rimanere morti, le relazioni e le coppie saranno quelle ecc.
Ma … ! Almeno Kisuke e Yoruichi sono vivi ! Retrocessi ma vivi !
Yoruichi ; insegna all'Accademia Shinigami … poveretta …
Per quanto riguarda Kisuke è rimasto all'Urahara Shop …
Cosa ne pensate ? Alla luce di ciò spero che la mia scelta di farli tornare alle vecchie posizioni sia ancora più gradita ...

Ne tanto meno a You Can't Fear Own World. Qui si vengono a scoprire robe sul Primo Sostituto ( e altre robe, robe brutte ), ma penso che la mia costruzione sia riuscita a dare giustizia al personaggio, oltre a essere coerente con quanto visto nella Saga dei Fullbringers.
Detto questo ... un forte abbraccio e saluto a tutti i lettori !

Ci vediamo a Febbraio col penultimo scoppiettante Capitolo !

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Capitolo 8
*** C.8. Felicità nel Vento, Sangue nella Neve ***


Capitolo 8 : Felicità nel Vento, Sangue nella Neve


<< Tu e Orihime dovete rimanere qui ! È più sicuro ! >> ripeté Renji scuotendole le fragili spalle.
Lei lo guardò e non riuscì a trattenere un brivido. Davvero ? Davvero stava per attraversare quel
portale insieme a Ichigo ? Davvero avrebbe combattuto contro Yhwach, un Dio … anzi un Demone
in grado di manipolare il futuro a suo piacimento ? Certo, il Book of The End di Tsukishima aveva
permesso a Orihime di riparare Zangetsu … ma sarebbe bastato ? Sarebbe bastata la ritrovata
determinazione del Sostituto Shinigami a fermarlo ?
Rukia non ne era sicura, la visione dei due amici stesi a terra tremanti con gli occhi spenti e senza
speranza, le balenava in mente. Di fronte a essa ogni certezza l'aveva ben presto abbandonata,
frantumandosi come bicchieri di cristallo. Non voleva lasciarli andare … non così ...
<< No … ti prego ! >> lo implorò aggrappandosi al suo kimono* << Ti prego aspettiamo ! Tra poco …
tra poco arriveranno Urahara-san, il Nii-san*, Yoruichi, il fratello maggiore di Hitsugaya … insieme
saremo più forti ! >>
<< Non c'è tempo ! Se indugiamo, Yhwach ci distruggerà … ! >>
In quella nota rabbiosa e macchiata di tristezza, Renji l'abbracciò. Desiderò stringerlo a sua volta …
lui non sarebbe andato via, doveva rimanere lì, con tutti loro … con lei ... ma già le possenti braccia
l'avevano abbandonata e tutto ciò che rimase fu il lieve tepore del suo corpo. Porse lo sguardo
in avanti, verso quel buco simile alla bocca dell'Inferno, verso le sagome dei due ragazzi che
si apprestavano a superarlo armati delle rispettive zanpakuto, luccicanti sotto l'indifferente
cielo azzurro.
<< Orihime … >>
<< Rukia … >>
<< Torneremo ! È una promessa ! >> conclusero all'unisono per dopo scomparire.
A lungo fissò l’oscuro passaggio finché un brivido non la costrinse a distogliere lo sguardo.
In mezzo alla macerie del Palazzo Reale, Orihime sedeva sul pavimento qualche metro più in là, la
testa infossata tra le ginocchia. La lunga chioma ricadeva in avanti come a volerla proteggere dalla
tensione del momento. Ichigo … le aveva rivolto le medesime parole di Renji ? Possibile … in ogni
caso non aveva la forza di chiederglielo, non ora almeno … quando persino pensare risultava difficile.
Si sedette poco distante e rimase in silenzio. In fondo non c'era nulla da dire, l'unica cosa da fare
era darsi un muto, costante sostegno e sperare … sperare con tutto il cuore.
Volse brevemente l'attenzione al resto dei presenti. Intorno alla piccola scalinata Tsukishima, Giriko
e Yukio chiacchieravano come se nulla fosse. Per qualche inspiegabile ragione, l'unico conscio della
gravità della situazione sembrava essere Ginjo. Staccato rispetto ai compagni, il Primo Sostituto
sedeva silenzioso, le mani in tasca e gli occhi puntati sul cerchio nero e melmoso.
“ … Che strano cambiamento … ” si ritrovò a pensare.
Un'insignificante distrazione … e subito paura e dolore tornarono a divorarle l'anima. Si fecero
strada in lei, prepotenti e viscidi, spiriti maligni che cominciarono a tormentarla con voci sinistre.
“ Ricordi lo sguardo di Ichigo ? Era vuoto e … senza speranza ! ”
“ Yhwach è un Demone … li divorerà ! ”

Rukia strinse i denti premendosi le mani sulle tempie.
“ No … no smettetela … ”
Ma essi continuarono, imperterriti e velenosi, in un canto macabro che parve durare all'infinito,
finché una frase sovrastò le altre.
“ Li ucciderà … ucciderà tutti ! ”
<< … lascia stare le cure Inoue ! Non c'è tempo ... ! >> una voce giunse ovattata alle sue orecchie
<< Mi raccomando ! Tu e Kuchiki rimanete qui ! >>
Riemersa dal limbo interiore, sollevò il capo, in tempo per scorgere una sagoma bianca salire
la scalinata e scomparire oltre il passaggio, diretta verso una Seireitei distrutta, dove di lì a poco
si sarebbe combattuta la battaglia per il destino del mondo.
<< Rukia-chan ! Rukia-chan ! Era Ishida-kun ! Combatterà insieme a loro ! >> esclamò Orihime
entusiasta << Lui … lui li salverà ! >>
Salvarli ? Cosa mai poteva fare Ishida ? Yhwach ormai era un Demone, un Demone invincibile e
il mondo … il mondo ormai era sull’orlo della fine.
“ Esatto e Renji morirà ! ”
<< No … non è vero … >> mormorò sentendosi mancare l'aria.
<< Co … cosa stai dicendo ? >> chiese l'amica con voce mozzata.
“ Verrà ammazzato e tu non potrai far nulla per impedirlo ! ”
<< Basta … ! Sparite ! >>
<< Rukia calmati adesso … ! >>
Si sentì afferrare le spalle.
“ Ops ! Morirà anche lei! Ah ! Come sei inutile Rukia ! inutile e
DEBOLE … ! ”

<< NOOO ! >>
S'alzò, agitata e ansimante, ma le gambe la trascinarono a terra come avvolte da pesanti catene. Cadde,
frenando l'impatto con le mani. I palmi si sbucciarono, ma ignorò l'improvviso bruciore. Ora le uniche
emozioni che avvertiva erano sconforto e tristezza. Le voci avevano vinto, erano riuscite a imprigionare
il cuore dentro una gabbia di spine. In ginocchio, un fremito la scosse e le lacrime cominciarono a
scendere copiose.
<< Tr-tranquilla … >> la mano di Orihime sfiorò la sua schiena, delicata e sicura << … Renji, Ichigo,
Ishida … torneranno sani e salvi … lo hanno promesso … >>
<< … C-come fai a esserne certa ? >> domandò stringendo i pugni.
<< Beh ecco … io … >> ma la frase morì lì.
Pure l'amica stava perdendo le speranze ? Pure lei avrebbe voluto continuare a difendere l'uomo che
amava ? Pure Orihime si sentiva debole e inutile ?
E mentre il confuso flusso di pensieri turbinava in Rukia, accadde l'imprevedibile. Una folata di
vento seguita da un boato, talmente potente da farla ruzzolare a terra. Ancora scossa sgranò gli occhi.
Nell'aria, divenuta secca come quella di un deserto, avvertiva un reitsu incredibilmente alto, dello stesso
livello di Ichigo.
Pian piano, quasi con timore, si voltò.
Un'enorme massa di fumo ricopriva il limitare sud del Palazzo del Reiho. Diradandosi rivelò …
l'incredibile. Isshin Kurosaki, in abiti da Shinigami, poggiava contro un muro visibilmente spossato.
Alla sua destra, in piedi con le braccia conserte, stava invece un uomo vestito di bianco, una fotocopia di
Ishida da grande se si escludevano i capelli grigi. Poi c'era Urahara-san, si reggeva sul manico di
Benihime, il corpo affaticato, sul punto di crollare da un momento all'altro, ed infine ... Ginjou Kugo.
Il reiatsu proveniva proprio a lui ! Da quell'uomo che ora si ergeva sicuro in una veste non dissimile
da quella di Ichigo. Un grande motivo a X ne ornava il petto congiungendo due spallacci simili a ossa
di Hollow, contornati lungo i bordi da una specie di pelliccia. L'uomo reggeva una spada, non una katana*,
ma una vera e propria spada occidentale ; l'elsa era intarsiata d'argento, mentre sulla lama, spessa una
trentina di centimetri e lunga quasi un metro e mezzo, erano incisi strani simboli. Rossi come lava,
s'illuminavano come fiamme mosse dal vento.
<< … richiama gli arti in quell'ordine. Appena Yhwach muore non perdere un secondo ...
sennò ciao ciao Soul King e addio mondi ! >> concluse Urahara sforzandosi di mantenere la solita
allegria.
<< E perché non l'hai detto subito ? Tipo al mio arrivo alla Soul Society ? >> chiese bruscamente
l'altro senza degnarlo di uno sguardo.
<< Beh … all'epoca non possedevo ancora tutte le informazioni necessarie … ! >>
<< Strano … ! >>
<< Ehi ! Sono attendibili al cento per cento ! >> ribatté l'ex-Capitano puntando l'indice in alto << Ritorno
giusto giusto da una chiacchierata con un certo Sternritten. Quell’Askin la sapeva lunga riguardo Soul
King e arti mancanti ! Deve essere uno dei fedelissimi di Yhwach ... ! >>
<< Tsk ! Un'immancabile colpo di fortuna ! E io che mi sono scervellato giorni per capirci qualcosa ! >>
sbraitò scontroso il Sostituto avviandosi in direzione del passaggio << Ora rispetta i patti e riporta
subito Shukuro e gli altri nel Mondo Terreno ! Il loro coinvolgimento finisce qui ! >>
<< Ehi ! Dammi il tempo di riprendermi ! C'è una quantità non indifferente di veleno nel mio povero
corpo … Nel è riuscita a ritardarne l'effetto ... a quanto pare però il potere della Gift Ball è più potente
del previsto … >> si lamentò il biondo, ma Ginjou era già lontano e non prestò più attenzione alle
lamentele dell’ex-Capitano.
Mentre s'avvicinava l'aria divenne via via più calda. In un tepore crescente Rukia avvertì l'animo
rasserenarsi ; ogni ansia, preoccupazione, paura scomparvero costituite da una sensazione di leggerezza.
Gli spiriti maligni erano distrutti, il cuore finalmente libero dalla prigione di spine.
Insieme a Orihime fissava l'uomo venirle incontro e di fronte a quello spettacolo così impressionante,
un dubbio sorse spontaneo.
“ Lui, il padre di Ichigo, l'uomo dai capelli bianchi, Kisuke … possibile si conoscano ? In effetti … fu
proprio quest'ultimo a scoprire il metodo per trasferire i poteri da uno Shinigami a un essere umano.
Kurosaki-san … quella stanchezza la conoscono fin troppo bene, ma possibile sia bastato il suo reitsu per
sbloccare una potenza simile ?!? No ... è sempre stata dentro di lui … Ginjou, Primo Sostituto Shinigami …
e nella sua spada ...”
<< La seconda zanpakuto di fuoco della Soul Society ! Kildare … ! La Sacra Fiamma Purificatrice … ! >>
(1) disse quasi senza accorgersene.
<< Rukia-chan … mi sento … come rinata … >> sussurrò Orihime premendosi una mano sul petto.
<< Si tratta del suo potere … ! >> rispose con ritrovata energia << Dissipare i fardelli dell'animo >>
<< Ehi … mi ricordo di te … >>
La profonda voce dell'uomo le fece voltare. Ginjou si era fermato davanti a loro e le fissava con sguardo
fermo e rassicurante. Solo allora notò i capelli mossi, liberi dal gel, e le rune infuocate lungo la scanalatura
della lama. (2)
<< Rukia Kuchiki ... >> continuò rivolto a lei << … se non ricordo male all'epoca eri Quinto Seggio … >>
Il cuore ebbe un sobbalzo costringendola ad abbassare lo sguardo imbarazzata. Possibile ? Quella era
davvero la stessa persona che aveva affrontato Ichigo ? Il pericoloso criminale ricercato dall’intera
Soul Society ? Colui che aveva tradito e ucciso molti Shinigami scomparendo nel nulla ?
<< S-sì … ! >>
<< Uhm … sei cresciuta da allora … >> commentò dopo una piccola pausa.
“ È vero, io … vent’anni fa ero Quinto Seggio … ” si ritrovò a pensare confusa “… Ginjou … fu
Sostituto per ben dodici anni … lo incontrai poche volte e di sfuggita, però … ricordo il suo
sorriso quando il Capitano Ukitake lo presentò alla Compagnia. Sì, lui era felice … lui è uguale
a Ichigo.
Se … se Aizen si fosse rivelato prima … sarebbe stato lui a cambiare la Soul Society ? Se noi …
se tutti noi avessimo parlato al posto di combattere allora nessun- ”
<< Non rivangare il passato … >> disse lui come se le avesse letto la mente << … quel che è stato è stato ...
nel bene e nel male. >>
Rukia sgranò gli occhi e tornò a guadarlo. Ginjou fissava un punto indefinito davanti se, le iridi
marrone intenso contemplavano l'orizzonte, verso qualcosa che né lei né Orihime potevano vedere.
<< È davvero bella … la Soul Society creata da Ichigo >>
E in quelle semplici parole la speranza rinacque.
“ Sì … lui è tornato … lui li salverà !”
<< Rukia, Orihime … non temete. Li riporterò indietro. Tutti quanti … ! >>
Piena di gioia, la giovane Shinigami sorrise, sennonché … le tenebre l'avvolsero. Circondata da un
buio gelido, si guardò attorno, tremante.
“ Che succede ? Dove … dove sono finita ?!? ”
Non udiva nulla. Nessun suono, nessuna voce, tutto era scomparso ; Orihime, Ginjou, il Palazzo
del Reiho. C'era solo il suo corpo, circondato da una luce innaturale. Agitata s'alzò, chiamò il Nii-san*,
Renji, Ichigo, Urahara, chiunque le venisse in mente, ma i nomi si persero in un'eco lontano e sinistro.
Un passo e il piede toccò qualcosa di viscido … viscido e rosso vermiglio …
Sangue, c'era sangue ovunque, talmente tanto da s'impregnarle le narici di un odore acre e metallico.
Allora lo vide ... Renji ... accasciato su un fianco, dilaniato da profonde ferite, ferite da cui continuava
a uscire sangue …
Rukia cadde.
E urlò.
Il grido si perse, soffocato dal liquido rosso che ormai l'aveva sommersa.


Fu uno strano suono a destare Renji dal sonno. Sollevò le palpebre appiccicose assaporando
l'aria pungente dell'inverno.
Era l'inizio di Gennaio, l'inizio di un nuovo e felice anno, ma la tranquillità del Gotei 13 era
stata rotta da un evento inusuale ; Yoruichi si era congedata dal ruolo di Capitano. O forse
congedata non era l'aggettivo giusto.
- Brutti eventi hanno scosso Yoruichi-san e … ora più che mai ha bisogno di riposare - era stata la
sofferta risposta di Soi-fon agli innumerevoli perché seguiti alla notizia. Renji immaginava
il motivo di tale comportamento, ma non era il tipo da impicciarsi negli affari degli altri,
specie se si trattava di una persona riservata come la Dea Lampo. Pensiero condiviso pure
dagli altri Capitani. Semmai l'unico a doversene interessare era Urahara … insieme ad Askin.
Poi quel suono catturò nuovamente l'attenzione, appena percettibile nella quiete della tarda
notte. A volte sembrava sul punto di scomparire, ma poco dopo riprendeva costante a piccoli
singhiozzi. Singhiozzi ? Possibile fosse … ?!? Col cuore in gola si girò nel futon*. Rukia era di
spalle, distante, raggomitolata al limite del materasso, la schiena incurvata, la luce del primo
sole a illuminarne la piccola figura. Là, rannicchiata in un rifugio segreto, l’amata stava
piangendo. Senza esitare si sporse in avanti, la chiamò dolce e protettivo, circondandola
con le braccia.
<< Amore mio … >>
<< Renji … ! Oh Renji perdonami … ti ho svegliato … >> mormorò accarezzandogli le mani.
<< Tranquilla … cosa è successo ? Perché piangi ? >>
<< … Ho … ho avuto un incubo … >>
<< … Incubo ? >>
<< Io … non avrei mai pensato … di rivivere quei momenti … >>
<< … A cosa ti riferisci ? >> domandò senza riuscire a nascondere la preoccupazione.
Trattenendo un singhiozzo Rukia si girò infossandosi nel petto. Lui rimase in silenzio,
cullandola dolcemente. Pian piano il tremore cessò sostituito un pianto sommesso.
<< Tesoro … era solo un brutto sogno. Ora è tutto finito. Sei qui, con me. >>
<< Oh Renji … ! Eppure era così reale ! Tu … che partivi per affrontare Yhwach ! Ho rivissuto
ogni attimo ... ogni dolore e ogni speranza ... poi … poi tutto è diventato buio … c'era sangue
… sangue dappertutto ! E tu eri lì … morto ! Oh Renji … è stato terribile ! >>
Sognare quei frangenti ? A distanza di così tanto tempo ? Non sapeva cosa dire. Quali parole
usare per consolarla ? Per scacciare la paura dal cuore ? No … parlare non era necessario …
non ancora. Non ancora. Solo nel silenzio, solo nella dolcezza di quell'abbraccio avrebbe
rotto l'oscuro incantesimo. Cominciò ad accarezzarle i capelli, la schiena, a baciarne la fronte.
In breve Rukia si rilassò, i singhiozzi scomparvero, anche se continuava a sentire il viso umido
bagnargli l’incavo del collo.
“ Se si addormenta … accadrà di nuovo ? ” si ritrovò a pensare “ No … non voglio … Rukia
io … io … ”
<< … ti proteggerò ... >> sussurrò sollevandole il viso << … non temere. Ogni giorno … qualsiasi
cosa accada … io sarò con te … sempre ... >>
S’avvicinò. Ne avvertì il respiro sulla labbra e il cuore accelerò …
Arrivato a quel punto non aveva più dubbi ; in un gesto delicato racchiuse le sue mani
fra le proprie e specchiandosi nei magnifici occhi blu disse :
<< Ti amo Rukia e … è da un po' che ci penso … ecco … tu … tu vuoi sposarmi ? >>
Ne avevano parlato tante volte ridendo e scherzando, senza darci troppo peso … su come
sarebbero stati i loro possibili figli, su quali nome dargli. Nell'ultimo periodo lui aveva
cominciato a rifletterci seriamente, da uomo maturo qual’era diventato. Sposarla, iniziare
un nuovo percorso di vita insieme, creare una famiglia … non desiderava nient’altro.
E a quelle parole Rukia sgranò gli occhi mentre sulle labbra si dipingeva il più felice dei
sorrisi. L’attimo dopo era già lì, aggrappata al suo collo, a versare lacrime di pura gioia.
<< Oh Renji ! Ti amo … ! Ti amo! E sì ! Sì, voglio sposarti ! >>
Renji chiuse gli occhi e la strinse a sua volta.
Tante volte aveva immaginato quel momento ; la proposta di matrimonio fatta in un luogo
speciale, durante una ricorrenza, accompagnando il tutto con la consegna dell'anello mentre
il sole tramontava, come accade nei manga o nei film romantici. Ma in fondo … detta così,
senza troppi preparativi, a ridare speranza e sollievo alla persona amata, l'aveva resa più
meravigliosa e speciale.
“ Ti amo Rukia … ”
<< Ti amo … ! Ti amo ! E non smetterò mai di ripetertelo … ! >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Soi-fon scrutava preoccupata l'orizzonte. Dalla cima della Residenza Shiba, con indosso un
pesante kimono*, la giovane Luogotenente osservava il bianco paesaggio, puntellato di alberi
ridotti a striscioline nere, in attesa. Al suo fianco, imbottito in un caldo abito, Yushiro faceva
lo stesso. Entrambi speravano di vedere comparire Kukaku seguita finalmente dall'amata
Yoruichi-san. Ma tre giorni erano passati e la speranze si stavano pian piano affievolendo ;
ogni volta l'erede del Casato Shiba tornava dal Sokyoku senza alcun seguito.
Era lì infatti, nella Sala d'Allenamento Speciale sotto il grande patibolo, che il Capitano aveva
trovato rifugio da un dolore senza nome, lì, invisibile a tutto e tutti.
- Non possiamo che aspettare ... - diceva sovente Kukaku a testa bassa.
Purtroppo era vero ... loro non potevano fare nulla. Soi-fon l'aveva capito dal primo istante,
da quando aveva incontrato Yoruichi nell'ufficio quel maledetto Lunedì mattina di ritorno
dalla vacanze. Come sempre la Dea Lampo le aveva rivolto un placido sorriso, ma a lei non
erano sfuggiti le dita tremanti e gli occhi lucidi. In breve era giunta la notizia del ritiro, una pausa
per riflettere. Riflettere su cosa ? Perché aveva pianto ? Tre domande e la donna aveva sorriso
nuovamente per poi usare lo Shunpo. Allarmata, Soi-fon era corsa da Yushiro. Amareggiato,
lui l’aveva informata del triste periodo vissuto alla Residenza Shihoin.
- Perdona se non ti ho detto nulla, ma non volevo farti preoccupare … vedi purtroppo … in questi
giorni la Onee-san* era strana, parlava a stento .. se le chiedevo spiegazioni dava risposte sbrigative
… quindi dopo un po’ non insistetti più … quando stamane l'ho vista sorridente in Divisa da
Capitano, ho sperato si fosse ripresa … invece ... -

Invece la situazione era precipitata in maniera inesorabile.
" Accidenti … ! Urahara sarebbe dovuto essere il primo ad accorrere in suo soccorso ... ! " si
ritrovò a pensare mentre una brezza gelida le accarezzava il viso " ... Invece in tre giorni non
si è fatto vedere ! Né qui né alla Sede della Compagnia ! "
In una scintilla di rabbia si voltò verso Yushiro incontrandone lo sguardo abbassato. In esso
si stava riflettendo lo stesso identico pensiero, ma c'era pure qualcos'altro, qualcosa che aveva
portato la rassegnazione negli occhi sempre vivi del giovane. Di fronte a tal visione la rabbia
si spense. Soi-fon s’avvicinò, stringendogli dolcemente la mano.
<< Tranquillo ... tutto si aggiusterà … ne sono certa >>
<< Questa volta è diverso ... >> sussurrò Yushiro, le parole uscivano a fatica e ognuna
sembrava richiedere uno sforzo immenso << ... io ... credo di aver capito ... lei ... è divisa >>
<< Divisa ? In … in che senso ? >> domandò col cuore in gola.
<< La Onee-san* ... ogni tanto mi parla ... di Kisuke e Askin … da tempo … si porta dentro
un fardello … l'ha tenuto nascosto finché ha potuto ... ma adesso quel peso le è caduto
addosso ... il peso dell'indecisione … >>
<< Il peso dell'indecisione ... >> ripeté in un fil di voce tornando a fissare l'orizzonte,
un orizzonte che nonostante la neve ora appariva nero e tenebroso << ... sì ... Yoruichi-san
ha sempre provato un sentimento per Urahara-san e ... alcune volte mi ha accennato di Askin,
il Quincy graziato dai 46. Capisco ... il suo cuore è ... >>
<< ... diviso dall'amore. Purtroppo non possiamo far nulla ... >> concluse Yushiro come
immerso in un monologo interiore << ... e ciò mi rende ancora più triste ... >>
Soi-fon continuò a guardare avanti, verso la strada invisibile che conduceva al Sokyoku.
All'improvviso essa divenne invalicabile, un percorso nefasto che avrebbe logorato corpo e
spirito a ogni passo, al termine del quale si trovava una barriera impossibile da penetrare.
Perché se davvero il cuore di Yoruichi era logorato da un fardello così grande, allora nessuno,
nemmeno Kukaku che andava a trovarla ogni giorno, poteva porre rimedio. E più il tempo
passava, più tale mancanza alimentava una catena d'ansia e preoccupazione, tutti erano in
pensiero per la Dea Lampo, Soi-fon pure verso Yushiro, Ganju Shiba e l'ex- Sostituto Kugo
Ginjo lo erano nei confronti di Kukaku. Però ... forse esisteva un modo … un modo per
alleviare la sofferenza. Tornando a guardare l’amato poggiò entrambe le mani sopra il suo
ginocchio destro.
<< C'è una cosa che possiamo fare ... >> sussurrò baciandolo sulla guancia << ... credere in lei.
Yoruichi è forte, il suo cuore è forte ... alla fine deciderà quale strada percorrere ... >>
Il viso di Yushiro riacquistò luminosità.
<< Sì ... hai ragione Soi-fon ! Dobbiamo credere nell’Onee-san* ! >> confermò pieno di speranza.
Un rumore li fece voltare. Da uno degli shojo*comparve Ganju, i capelli sapientemente tirati
all'indietro da una bandana scura. Reggeva un vassoio contenente una teiera fumante con
tazze annesse.
<< Perdonate l'attesa, con ‘sto gelo l'acqua non si decideva a bollire >>
<< Oh di nulla Ganju ... >> lo ringraziò mentre poneva il servizio davanti a loro.
<< Qualcosa di caldo per riscaldarvi ... ! Oggi ho preparato del the nero. Spero vi piaccia
più di quello di ieri >> spiegò preparando a ognuno la propria tazza.
Conosceva di vista il fratello minore di Kukaku, ma dopo due giorni di visita ne aveva
potuto constatarne la gentilezza e l'ospitalità, unite a un inusuale talento nel preparare il the.
" Chissà se pure Yoruichi-san è al caldo ... " pensò bevendo il primo sorso " ... giorno e notte
lì dentro ... non sono mai stata nella Sala d'Allenamento Speciale ... ma a quanto mi ha riferito
lei stessa dovrebbero esserci delle terme curative ... speriamo in bene ... "
<< Mi spiace non sia il padrone di casa ad accogliervi ... >> disse Ganju distogliendola dalla
riflessione << ... ma ahimè le lezioni all'Accademia si protraggono fino a tardi >>
<< Il Signor Ginjo sta per finire il secondo anno, giusto ? >> ricordò la ragazza cercando di
assumere un tono leggero << Ha avuto difficoltà nell'apprendere i Kido ? >>
Parlare d'altro avrebbe sicuramente giovato a tutti.
<< Con mia sorpresa non se la sta cavando niente male ! >> rispose ponendo le mani sulle
ginocchia incrociate << Inoltre non mi sarei aspettato un talento per i Kido curativi ! Lui …
che appena estrae Kildare mena fendenti a destra e manca ! >>
<< Mi fa piacere. Gli incantesimi sono sempre una tragedia per molti studenti >>
<< ... Forse dipenderà dalla peculiarità della sua zanpakuto >> esordì Yushiro.
<< Dici ? >>
<< Beh … una volta la sorellona mi descrisse lo spirito. Una donna d'encomiabile bellezza,
la pelle bianca e lucente come la luna, i capelli rossi simili a lingue di fuoco. Indossa una lunga
veste celeste, in mano porta uno specchio rotondo e gli occhi sono coperti da una maschera
argentea. Kildare vanta più tecniche in assoluto, o sarebbe meglio definirli rituali … >>
<< Può darsi … in ogni caso deve assolutamente scusarsi col sottoscritto ! >> precisò l'uomo a
braccia conserte.
<< Oh … avete litigato ? >> chiese Soi-fon incuriosita.
<< Magari ! L’avrei risolta alla classica maniera degli uomini ! Quell'idiota ha passato metà
delle vacanze imboscato chissà dove ... un allenamento speciale diceva. Oh ! La mia amata
Onee-san* ! Lasciata sola in questo modo ! >>
<< Sei molto legato a lei ... >> commentò dolcemente Yushiro.
<< Beh credo che sia così per tutti i fratelli ! >> ribatté allegro Ganju.
Fratelli ... pure Soi-fon ne aveva avuti, cinque maschi per la precisione, tutti morti durante
alcune missioni per conto dell''Onmuitsukido quand’era molto piccola. Se da un lato tale
mancanza non le aveva provocato troppa tristezza, dall’altro rappresentava il motivo per cui
era tanto legata a Yoruichi.
" Voi siete la mia mentore, la mia guida … una sorella. Mi spiace ... non sono riuscita a
comprendere la vostra sofferenza ... e ora … ora posso solo pregare ... "
<< Ma che bello trovarvi tutti qui riuniti ! >>
Ganju e Yushiro si zittirono all'istante e i tre si voltarono in direzione della voce. Alla destra
dell'abitazione c’era Kisuke, il solito, irritante sorriso stampato in viso. L'evento che avrebbe
dovuto ridar sollievo e speranza, fece invece serpeggiare un'aria carica di tensione.
<< Urahara ... cosa ci fai qui ?!? >>
<< Che domande Soi-fon, sono qui per salvare la dolce Yoruichi-san. State tranquilli ... ora
andrò a farle visita e poi … porrò fine a questa triste vicenda >>
Kisuke sarebbe andato da lei …. eppure qualcosa non tornava. In un malessere crescente
la giovane s'alzò, procedendo nella neve coi pugni serrati.
<< Che intendi dire ?!? >>
<< Semplice ... è colpa di Askin se Yoruichi è distrutta … >> rispose il Capitano facendo
spallucce << … e come ti ripeto non c'è nulla di cui preoccuparsi. Gli farò capire una volta
per tutte qual è il suo posto ; lontano da lei. Quindi gioite ! Gioite come hanno fatto i tuoi
genitori Piccolo Yushiro … così felici da concedermi il loro benestare >>
La ragazza si bloccò visibilmente turbata. Cosa mai aveva fatto Askin ? Combattere poi ... era
la soluzione migliore ? No, lottare non avrebbe risolto nulla, era sbagliato e di certo non avrebbe
aiutato Yoruichi … eppure per qualche contorta ragione Kisuke pensava lo fosse.
<< Bene ... se non avete altro da aggiungere io mi avvio ... >>
Si voltò cercando lo sguardo di Yushiro. Lui era l'erede del Casato, lui poteva fermarlo,
doveva fermarlo. Lo ritrovò in piedi, a fissare l’uomo scendere la collina con occhi spenti e
colmi d’impotenza.
<< Perdonami ... i miei non cambierebbero idea, neanche se mi mettessi a leccargli i piedi ... >>
Soi-fon abbassò lo sguardo mentre un silenzio irreale scendeva su di loro.
Come inermi spettatori di fronte a una tragedia, potevano solo attendere l'inizio dell’atto finale.
“ Vi prego Nobile Yoruichi ... siate forte ...”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

L'aria prima della battaglia aveva un odore particolare, poco importava se si trattava di
una scaramuccia tra banditi o di un grande scontro fra eserciti ; in quei frangenti essa
diventava elettrica e fremeva a ogni minimo movimento. Kisuke l'aveva avvertita spesso,
per quanto fosse una persona pacata e poco incline al combattimento ; nel Mondo Terreno,
dove in centodieci anni di esilio si erano susseguite due guerre che avevo coinvolto l’intero globo,
durante lo scontro contro Aizen e infine all'epilogo della Sanguinosa Guerra Millenaria.
Tante volte si era trovato davanti a sfide che parevano impossibili ... solo grazie all'attesa,
all'osservazione e soprattutto all'elaborazione di decine e decine di piani si giungeva alla
tattica vincente. Lo schema aveva sempre funzionato : prevedendo la ribellione dell'Hogyoku
aveva impedito ad Aizen di diventare un Dio, intuendo la drammatica situazione all'interno
della Gift Ball era riuscito a sopravvivere grazie all'intervento di Nel, mentre sfruttando
le peculiari capacità di Kugo aveva fermato il collasso fra le quattro dimensioni.
Anche questa volta non avrebbe fallito.
“ Yoruichi sta soffrendo a causa sua … col benestare dell'intero Casato Shihoin
nessuno può fermarmi … uh … per certi versi è un bene che la Soul Society non sia
cambiata. Le questioni d'onore sopravvivono ancora, specie tra le Nobili Famiglie.
Tranquilla mia gattina … sto per dargli una bella lezione, vincerò e appena saprai come
ti ho difesa, correrai da me ... allontanandoti da lui … per sempre … ”
L'epilogo sarebbe stato uno soltanto : la sua vittoria. Da perfetto stratega s’era premurato
di trovare il luogo più adatto allo scontro e d’inviare un messaggio all'interessato.
“ Una lettera scritta ieri … è passato solo un giorno da quando sono andato a trovarla … ”
pensò fissando il cielo terso di grigio.
Per un attimo, un ricordo fece violentamene capolino. Dopo una lunga camminata e
una non proprio tranquilla discussione con Kukaku, s'era diretto alla Sala d'Allenamento
Speciale e lì, in quel luogo così particolare e carico di significato, l'aveva trovata in mezzo a
un anfratto fra le rocce, il viso sciupato, lo sguardo assente. Yoruichi non aveva fatto caso a lui,
né quando le aveva parlato, nè quando pochi minuti dopo era andato via accarezzandole il capo.
Nessuna reazione, nulla di nulla.
“ La pagherai cara Askin … molto cara … ”
A quel pensiero l'aria fremette più forte. Scattò simile a un serpente invisibile. Pochi secondi
e laggiù, in fondo alla collina, Askin emerse dalla fitta nebbia. I passi affondavano di tanto
in tanto nello strato nevoso, ma lui pareva non farci troppo caso. Lentamente risalì il lato
ovest del rilievo e solo allora, quando fu a una decina di metri, Kisuke ne notò la katana*
portata al fianco.
“ Una zanpakuto ?!? No … non è la sua … ” pensò facendo qualche passo verso la spianata
interna, ove la poca neve avrebbe consentito maggior libertà di movimento “ … uhm …
un regalo di Mayuri con tutta probabilità … ”
<< Finalmente sei arrivato, non ci speravo più, sai ? >>
Qualche passo e Askin si fermò. Dritto al margine della spinata lo fissava deciso, le braccia
distese lungo i fianchi. Determinazione … se l'aspettava ... in ogni caso ciò non avrebbe
influito in alcun modo sull'esito del combattimento.
L’ex-Quincy parlò e la voce risuonò ferma nella gelida aria invernale.
<< Desidero uno scontro ad armi pari. Niente kido o shinkai. Un puro combattimento fisico >>
<< Oh … perfetto ! Immaginavo avresti detto così … >> esclamò allargando le braccia << … e poi ...
non è mia intenzione essere troppo brutale >>
“ Questa è una conferma rassicurante, almeno non devo aspettarmi sorprese dal tuo reitsu sopito ”
<< … Vorrei dirti una cosa prima di cominciare … >>
<< Sono tutto orecchie. >>
In un'inusuale silenzio Askin estrasse la zanpakuto. La lama non subì trasformazioni,
rimase una sottile lama di acciaio grezzo che con un movimento fluido egli mise di traverso
all'altezza del viso, flettendo contemporaneamente le ginocchia.
<< Non volevo passare per codardo, per questo ho accettato. Ma qualunque sarà l'esito del duello …
tu hai già perso >>
Kisuke sguainò a sua volta Benihime.
<< Ah ! Avevo dimenticato quanto fossi irritante … ! >>
E senza aggiungere altro scattò in avanti.

Le katane* cozzarono una contro l'altra. Un primo fendente. Un primo rimbombo metallico.
Askin piegò la gambe frenando l'attacco frontale. Intorno, schizzi di neve saettarono qua e
là come schegge impazzite.
- Ormai è quasi buio … sicuro di voler continuare ? -
- Che razza di domande … ah … certo che sì … ! -

Era successo tante volte nelle ultime due settimane ; schizzi di neve in mezzo a fitti boschi,
intensi allenamenti con Kugo e la sua Kildare, seguite da lunghe chiacchierate sotto le fronde
nevose dei pini.
- Quando si farà vivo mi chiederà di combattere … -
- Tsk ! Non mi stupisco più di tanto, conoscendo come ragiona la sua mente contorta … ! Piuttosto
… pensiamo alla cosa più importante ... che intendi fare dopo ? -
- Le ho confessato i miei sentimenti … ora posso solo aspettare. -
- Uhm … peccato. Andare da lei sarebbe la soluzione più semplice ma ... -
-… l’amore non è sempre facile -
- Sì. Purtroppo sì … beh in bocca al lupo, amico mio. -
- … Grazie Kugo … grazie di tutto -

Ma ora … ora era diverso. Aveva temprato anima e corpo in previsione di questo
momento e adesso era lì, a combattere per amore, a difendere i propri sentimenti,
la felicità di Yoruichi, contro quell'uomo che lei non meritava.
Kisuke scivolò di lato menando un colpo trasversale. Indietreggiò in tempo per parare
il secondo colpo.
- Ehi ! Dove stai andando ?!? -
- Mayuri … cosa ci fai qui ? -
- Mi pare ovvio … ! Mi premuro che tu sia adeguatamente equipaggiato … ! -
- … Hai sbirciato la lettera di Urahara, vero ? -
- Tu invece sei il solito idiota accidenti ! Intendi davvero affrontarlo con una spada d'allenamento ?!?
Tiè … ! Prendi questa ! -
- Ah ! … Una zanpakuto ? -
- Apparteneva a uno Shinigami morto in guerra. Una delle tante rimaste senza spirito.
Non so quanto ti servirà, ma sempre meglio di un’arma in legno, no ? -

“ Kugo … Mayuri … grazie … i vostri sforzi non saranno vani ! Lo prometto ! ”
Un colpo, una parata, un colpo e una parata. In un crescente tintinnio le spade si
incrociavano e allontanavano, immerse in una danza quasi ipnotica. I movimenti erano
serrati, nessuno dei due si distanziava troppo dall'altro, le lame si muovevano veloci
abbattendosi con fendenti e affondi via via più forti. All'improvviso … un colpo più
potente e i duellanti s’allontanarono lasciando solchi nel terreno coi piedi.
<< Agile come sempre, eh ?!? >> domandò provocatorio l'avversario.
Askin lo fissò e scrutando la propria spada provò un senso di disgusto.
Era venuto per non fare la figura del codardo, ma un altro motivo l'aveva spinto ad
accettare la sfida. Solo combattendo si sarebbe potuto immergere nella mente di Kisuke e
in quel piano assurdo destinato a crollare su se stesso. Doveva farlo ragione, aprirgli gli occhi,
gettargli addosso la verità, come aveva fatto con Yoruichi.
Si drizzò, la lama tenuta bassa nella mano destra.
<< Tutto questo è inutile … e in fondo lo sai anche tu >>
<< Non credo proprio ! Sapevi bene cosa sarebbe successo ! >> ribatté lui sfrontato
scattando in avanti << L'hai fatta soffrire e questo è ciò che meriti ! >>
L'aveva dimenticato ; far ragionare uno scienziato non era esattamente la cosa più
semplice del mondo. Si preparò a parare. Benihime si mosse veloce e … scomparve.
Lo intravvide appena ... uno scintillio trapassargli il petto da parte a parte. Poi la lama
scivolò via facendolo cadere in ginocchio. Shunpo … il bastardo aveva usato lo Shunpo.
“ Ah … che idiota … come ho fatto a dimenticarlo ? ”
Sangue cominciò a bagnargli gli abiti mentre Kisuke prese a girargli attorno, simile a un gatto
che gioca col topo ; mostrare la propria superiorità, logorarlo psicologicamente …
“ Ma io non cederò … non adesso … ” pensò lasciando cadere la zanpakuto “ … bene …
è giunto il momento di un bel discorsetto… ”
In esso avrebbe racchiuso ogni sentimento, ogni emozione, tutto il suo amore per
Yoruichi ... le parole avrebbero prevalso sulla spada e tutto sarebbe finito.
Chinò la testa e ignorando il bruciore crescente al petto trasse un profondo respiro.
<< Sai Urahara … durante la vita terrena … mi sentivo spesso vuoto. Gli eventi, le persone, mi
passavano davanti inconsistenti e superficiali. Ero bravissimo a cacciare Hollow, ad apparire
raffinato nei salotti dell'alta società, ma di quel mondo … dell’essere Quincy, non me ne
fregava nulla. Un raggio di sole illuminò all’improvviso la mia esistenza … e allora il mio
unico desiderio fu vivere una vita tranquilla assieme ad Annette, la donna di cui m’innamorai >>
<< Cos'hai ? Ti sei già arreso ? >> domandò il Capitano sfrontato.
Che avesse letto quei gesti come il testamento d'uno sconfitto ? Poco importava, doveva
andare avanti, passare sotto ogni umiliazione … questa era l'unica miniera per vincere.
<< Per un po' la felicità durò. Poi … poi arrivò la guerra, io m’allontanai e Annette morì,
uccisa da sicari inviati da mio padre. Quando scoprì l’identità degli assassini li ammazzai
uno dopo l’altro, insieme a tanti altri Quincy innocenti, ferì mio padre … e infine, braccato
come un cane, posi fine a quell’esistenza ormai inutile. Suicidandomi, rinacqui sotto l’effige
del Wandenreich. Lì ... capì che il vecchio Askin non poteva esistere. L’unica cosa
da fare era adattarsi e aspettare. La sola preoccupazione divenne sopravvivere,
sfruttare gli altri per non dare nell'occhio ... Jugram e la sua fedeltà verso Yhwach,
l'amicizia con Bazz per rammentare quel poco di umanità che m'era rimasta, il corpo di
Bambi. In tutto questo … feci attenzione a non innamorarmi … l'amore … sarebbe stato
inutile … in un mondo pronto alla guerra, dove eravamo destinati presto o tardi a
ricongiungerci con Yhwach. Il tempo passò … dimenticai molte cose … alla fine non
desiderai altro che morire … morire e cancellarmi per sempre. Cancellare l’oscurità e
la follia di Askin Nakk le Vaar. >>
<< Ehi … riprendi in mano la zanpakuto … ! >>
<< Infine accadde … una sera durante un giro d'esplorazione … il primo incontro con
Yoruichi, anche se definirlo incontro non è esattamente corretto, visto che solo io potevo
vederla … >> a quelle parole una scossa di euforia lo percorse da capo a piedi.
“ Io vincerò … vincerò e la renderò felice ! ” pensò stringendo i pugni.
<< Ti ho detto di raccogliere quella spada, Askin ! >> gridò Kisuke impaziente.
<< … continuai a osservarla, perché era un “ nemico ” e bisognava monitorarne potenza
e capacità … >> proseguì col medesimo tono pacato << … ma lo confesso … sovente
pensai che non sarebbe stato male … morire, dimenticare ... vivere nella Soul Society ...
innamorami di nuovo … >>
Solo a quel punto, quando l'ultima sillaba fuoriuscì delle labbra, tornò a guardarlo.
Ironico… Kisuke era in piedi, lo fissava implacabile dall'alto, la zanpakuto tenuta
saldamente nella mano destra. Eppure ora sembrava insignificante ... assolutamente
insignificante. Li vedeva fin troppo chiari: la confusione aleggiare in fondo alle iridi
verdi, la stretta nervosa intorno all'elsa di Benihime. La sua distintiva sicurezza stava
svanendo, ancora poco e avrebbe perso il controllo.
<< Uh … proprio un vero peccato ... >> sussurrò con una punta di malizia << … dopo tanto
continua a star dietro a te ... un uomo che sfrutta tutti senza distinzioni … >>
Il Capitano ebbe un sussulto, gli occhi fremettero di rabbia e in un attimo gli fu addosso.
Si ritrovò a terra, la schiena premuta contro il terreno mentre le mani dell'altro gli afferravano
con forza il collo del kimono*. Non reagì, rimase immobile, limitandosi a lanciare un'occhiata
distratta a Benihime, lasciata cadere poco distante, e al suo avversario, un uomo le cui
motivazioni stavano crollando su se stesse, lente e inesorabili ...
<< Come siamo sfrontati ! Ma in questo commovente racconto hai dimenticato un paio di
cosette ! Se sei qui ... a giudicarmi con tanta arroganza, lo devi a me ! Io ti ho riportato in
vita ! Perché possedevi informazioni essenziali per sconfiggere Yhwach ! Sei vivo soltanto
per una coincidenza Askin ! Una fottuta coincidenza, hai capito ?!? >>
Persino la voce era cambiata. Suonava agitata, inconsistente, indifferente. Frasi portatrici di
odio non sortirono alcun effetto. Non provò nulla, se non vago senso d'irritazione e nausea.
“ Continui a negare la verità … non ti rendi conto di essere arrivato al capolinea ? ”
<< Prima di abbandonare il mio corpo per ricongiungersi con l'Imperatore, il frammento
della sua anima m’infuse nuovamente la vita, una particolarità dovuta alla mia Vollständig,
Hassein ... >> rispose calmo, ma a ogni parola avvertì una scossa d'adrenalina attraversagli
il corpo << … e sì ... se non mi avessi riattaccato il cuoricino sarei morto di nuovo … quindi
... in parte è come dici tu, ma qui ... qui non siamo in guerra ! >> uno scatto e le posizioni
s'invertirono, appena l'uomo fu saldamente incollato al terreno Askin afferrò il lembo del
kimono* e lo strattonò portandolo a pochi centimetri dal viso << Sono sopravvissuto e non
m'importa nulla del come e del perché ! Ho ricominciato a vivere ! Circondato da persone
magnifiche in grado di perdonare i propri nemici ! In questo mondo … ho riscoperto me
stesso e mi sono innamorato ! Mentre tu … tu continui a pensare e non ti rendi conto della
cosa più semplice ! Vai ! Vai da Yoruichi e sii chiaro una volta per tutte ! >>
Kisuke impallidì, ma rimase immobile, non provò nemmeno a liberarsi. Per un momento
pensò di rifilargli un bel pugno dritto in faccia, ma rigettò in fretta l'idea. Se avesse infierito
avrebbe mandato all'aria l'iniziale proposito di non usare la violenza. Così attese e dopo
una dir poco snervante pausa, lo vide poggiare la mano destra sul viso e ... ridere. Una risata
quasi isterica mentre le dita s'aggrappavano nervose ai ciuffi biondi.
<< Stai parlando a sproposito … veramente a sproposito. Cosa ne sai ?!? Cosa ne sai del
rapporto che ci lega ?!? Niente ! Assolutamente niente ! >>
Askin continuò a osservarlo e dopo un tempo indefinito, scandito da quella risata al limite
dell'irritante, le parole fuoruscirono dure e implacabili.
<< Tu … non la ami Kisuke. Non la ami e non riesci a dirglielo, non vuoi dirglielo … ma
Yoruichi merita d'essere felice, non credi ? >>
Due fessure, due scintillii carichi di rabbia, a ciò si ridussero le iridi del Capitano divenuto
improvvisamente taciturno. Per un attimo si dispiacque del proprio comportamento, forse
era stato troppo brusco, forse doveva modulare meglio le parole. Non ebbe tempo di
risolvere quei dubbi, perché una violenta spinta lo catapultò all'indietro e un altrettanto
inaspettata frenata lo arrestò a mezz'aria. Provò a muoversi, ma la situazione non fece che
peggiorare. Ogni muscolo si contorse su stesso, come intrappolato tra i fili viscosi di una
ragnatela. Abbandonato l'intento, si guardò attorno, notando infine un numero imprecisato
di bende che, partendo dal terreno, lo avvolgevano simili a spire di un serpente diabolico.
Kanji di un verde fosforescente scorrevano senza sosta al centro di esse. Solo allora si rese
conto di un suono ; una strana melodia permeava l'aria trapassandogli le tempie.
Non udiva altro se non quelle parole bisbigliate, sovrapposte l'una all'altra in un mormorio
spettrale e senza senso. Puntò lo sguardo in avanti, in direzione di colui che aveva appena
lanciato un probabile Kido d'Immobilizzazione mandando all'aria i suoi buoni propositi.
Lo ritrovò in piedi, la zanpakuto in mano, il capo chino a rendere l'espressione indecifrabile.
L'aria … perché non c'era più aria ? Annaspò disperato …. nulla … era come se un alunno
dispettoso avesse cancellato l'ossigeno dalla tavola degli elementi. La gola divenne secca e
i polmoni simili a fornaci. Kisuke … lo stava soffocando ? Perché adesso incombeva sopra
di lui ? O forse era lui a essersi abbassato ? Un battito di ciglia e i dubbi scomparvero,
divorati da un calore che penetrò le ossa. Urlò … un urlo trasformato nell'ennesimo suono
muto. Kisuke non lo stava soffocando … lo stava torturando … di nuovo … e questa volta
aveva tutta l'intenzione di fargli male … il più male possibile.
“ Non posso lasciarti continuare … io devo difendere … Yoruichi, i miei sentimenti …
questa volta … dovrò combattere ! ”
Un fremito lo scosse e una forza misteriosa prese a scorrere frenetica in lui, simile a un
fiume in piena. Le bende scomparvero, i sibili cessarono. La neve … la sentiva di nuovo
fra le dita e la zanpakuto … era di nuovo nelle sue mani.
La spada … perché aveva cambiato forma ? La osservò in un misto di meraviglia e stupore :
l'elsa era simile a quella di una spada occidentale, mentre intorno a un lato della lama, corta,
piatta e la cui punta ricordava un taglierino, trovava spazio una strana protezione metallica.
Possibile che … ?!?
<< Accidenti … questa non ci voleva … >>
Repentino, riportò l'attenzione sull'avversario. Kisuke era inginocchiato poco distante, il volto
contratto in una maschera di timore e malata ironia. Teneva Benihime in alto, una luce
azzurra ne avvolgeva la lama.
<< Mi dispiace Askin ... ma non voglio rischiare. Incantesimo di Distruzione numero 50 !
Suterakobaruto no minami ! Stella Cobalto del Sud ! >> (3)
Lo intravvide appena ... un lampo blu. Qualcosa lo colpì, esattamente al centro della prima
ferita, catapultandolo all'indietro. A mezz'aria li vide … la saetta conficcata nella carne ...
il copioso schizzo di sangue … poi all'improvviso ... il tempo rallentò. Non avvertiva più
nulla, né il sangue fuoriuscire, né il dolore lacerare il corpo. Sentiva solo quella misteriosa
energia scuoterlo dalle fondamenta ... insieme una risata … sconosciuta, squillante e allegra …
sembrava appartenere a un ragazzino.
- Ehi ! Finalmente sei riuscito a darmi forma ! Complimenti Askin ! -
“ … Chi sei ? ”
- Non c'è tempo per le spiegazioni ! Dobbiamo vincere un duello mi pare ! -
“ Io sto combattendo … ” pensò stringendo più forte la spada “ … combattendo per amore ! ”
- Perfetto ! Per prima cosa frena questa caduta e … segui il cuore. Io sarò con te. Il mio nome
è … ! -

Sgranò gli occhi mentre quel mondo ovattato si dissolveva. Con un rapido movimento
drizzò la schiena e atterrò sul terreno nevoso. Ma certo, adesso tutto tornava : lo scioglimento
del kido, il cambiamento della spada, la voce misteriosa … era merito del suo reiatsu che,
sbloccato dalla forza dei sentimenti, aveva finalmente assunto una forma.
Ora la spada era diventata una zanpakuto a tutti gli effetti. La sua zanpakuto.
<< Grazie … Urobos. >> (4)
Parole sconosciute attraversarono la mente, parole a cui solo lui poteva donare il suono.
<< Striscia nell'ombra … silenzioso come la notte … velenoso come le tenebre ... >> caricò
un fendente dietro di se mentre l'arma veniva circondata da un bagliore verde << TRAFIGGI !
FANG KÖNIG SCHLANGE ! Zanna del Re Serpente ! >>
Calò il fendente, la protezione metallica scattò in avanti e raggiunta la fine della lama, la luce
si staccò, trapassando Kisuke all’altezza del fianco destro. Sangue si mischiò ad altro sangue
e il colpo lucente si solidificò. Un brillante smeraldo macchiato di rosso. L'uomo arrancò,
gli occhi spalancati dallo stupore … e Askin, quasi senza accorgersene, s'accasciò a terra.
La bocca si riempì di neve, le forze vennero meno, il bruciore delle ferite tornò violento e
la vista si affievolì. Aveva perso troppo sangue ? Vero, il terreno intorno ne era imbrattato
… o era il kimono* ? Forse il rilascio avesse richiesto troppe energie ? Beh … in effetti Urobos
era tornata una normale katana*. Ma sopratutto … Kisuke … dov'era finito ? Ah … eccolo
incombere su di lui … ma al contrario di prima era sconvolto … letteralmente sconvolto,
non aveva mai visto un'espressione del genere sul suo viso.
Benihime … Benihime si stava avvicinando veloce … troppo veloce …
Un suono metallico. Un guizzo di fiamme e la corsa della lama s'arrestò. Una massiccia
ombra lo ricoprì mentre due figure gli oscurano la visuale.
<< Non ti sembra d'esagerare, dannato Urahara ?!? >>
<< Fai un passo falso e ti taglio un braccio … ! >>
“ Queste voci … ah ... siete i soliti rumorosi … grazie per essere venuti ... ”
<< Oh ... ! Mayuri … Kugo … qual buon vento ! È da un po' che non ci vede … ! >>
Askin sorrise, un sorriso accompagnato da un'inaspettata leggerezza ...
“ Ora … Yoruichi potrà essere felice e … anche tu Kisuke … anche tu riuscirai a … ” pensò
prima di perdere conoscenza.

Nero.
Un nero in cui regnava un silenzio tombale.
Da quando il mondo era diventato così ?
Stava combattendo e poi … ah già era svenuto … e ora era lì, immerso in un abisso piatto e
all'apparenza infinito. Nonostante il nulla totale in certi momenti avvertiva alcuni piccoli
cambiamenti ; secondi in cui aveva la sensazione di cadere, o di essere disteso su un fresco
e morbido materasso, o in cui un tepore gli avvolgeva la mano …
<< Ohilà Askin ! Finalmente hai ripreso conoscenza ! >>
Si girò, o almeno gli parve di farlo.
<< Urobos … >> sussurrò scrutando la figura poco distante.
Pronunciò quel nome senza esitazione, come se esso fosse stato sempre lì, racchiuso nel
profondo del cuore.
Lo spirito sorrise, luminoso in mezzo al buio, avvicinandosi. Le sembianze erano quelle di
un giovane uomo dal viso allungato e la pelle pallida. I capelli viola scuro, raccolti in ciuffi
lisci sulla fronte, erano invece racchiusi in una lunga e sottile coda che ricadeva in avanti
passando dalla spalla destra. Vestiva un abito non dissimile dalla sua divisa da Sternritten ;
ampi pantaloni bianchi e una maglia nera contornata da un'ampia scollatura a V. Ma a stupirlo
furono le squame argentee disposte a piccoli gruppi sul volto, e le iridi giallo acceso che
rendevano lo sguardo simile a quello di un serpente. Nonostante i dettagli poco
rassicuranti, Askin provò un forte senso di conforto.
<< Ti ringrazio … non ce l'avrei mai fatta senza di te >>
<< Nahh ! Non ho fatto niente di che ! >> ribatté il giovane con un gesto della mano
<< La Zanna del Re Serpente è solo un piccolo assaggio del mio repertorio, aspetta di vedere
il resto ! >>

<< Oh … ! Di cosa si tratta ? Sono curioso ... >>
<< Ehi ! Sono pur sempre una zanpakuto … ! Una rarità di tipo veleno ! Come ogni spada
che si rispetti, possiedo un'ampia varietà di tecniche oltre a un Bankai invidiabile … ma
di questo di parlerà tra un paio di anni … ! >>

E come ogni zanpakuto rispecchiava l'animo del possessore. Urobos era prolisso, proprio
come lui, estroverso, dall'umorismo tagliente e al tempo stesso dall'animo generoso.
“ Una spada scaturita dei miei sentimenti … “ pensò sorridendo.
<< Non vedo l'ora … >>
<< Senza fretta ripeto ! Oh accidenti … ! Questa discussione è durata fin troppo ! Mi spiace
ma dobbiamo salutarci … ! >>

<< Eh ?!? Perché scusa ?!? Avevano appena iniziato a conoscerci ! >>
<< Sei rimasto incosciente per cinque giorni ! E nel frattempo … beh non voglio farti spoiler ma si
sono susseguiti parecchi colpi di scena ! Coraggio … svegliati adesso ! >>

L'immagine di Urobos si affievolì fino a scomparire, i rumori del mondo strisciarono nelle
sue orecchie e a quel punto, non senza fatica, Askin aprì gli occhi. Vuoi a causa delle palpebre
appiccicose e dei polmoni stranamente appesantiti, gli ci volle un po' prima di mettere
a fuoco i contorni della stanza. Uno spazio ristretto, una decina di letti disposti in due file
contro le pareti, lui disteso su uno di essi, vicino a una finestra sotto cui s’intravvedeva
un cielo nuvoloso.
Una piccola stanza … tanti letti … un semplice kimono* bianco indosso … si trovava in
uno dei tanti reparti della Quarta Compagnia.
“ Kugo e Mayuri si sono premurati di portarmi qui … appena li vedo lì ringrazierò … ”
Si issò a fatica sulla schiena, trascinando un corpo incredibilmente mollo. Al suo fianco, sul
comodino trovò Urobos, rinfoderata e luccicante grazie all’opaca luce che filtrava dal
lampadario al centro del soffitto.
“ Sono passati cinque giorni … quante cose saranno successe ? Yoruichi … dove sei ? ”
<< Oh ! Finalmente ti sei svegliato Askin ! Come ti senti ? >>
Sulla soglia della camera Kotetsu Isane gli sorrideva, allegra e saltellante.
<< Buongiorno Capitano ... >> rispose con breve cenno del capo << … molto bene, a parte un po'
di stanchezza. Grazie per esservi presi cura di me ... >>
<< Figurati ! Avevi solo bisogno di un posto caldo e tranquillo dove riposare ... ! E di qualche
Kido curativo ovviamente ! >> disse lei avviandosi nel corridoio << Vado subito a chiamare
gli altri ! Erano così in ansia … ! >>
<< Cos ?!? Gli altri ?!? >>
Tempo tre secondi e una moltitudine di persone irruppero nella stanza, prendendo quasi
d'assedio il piccolo spazio. C'erano davvero tutti ; Kyoraku, Rukia con l'inseparabile Renji,
Kukaku, Ganju, lo scontroso Mayuri insieme Nemu, perfino Akon era presente.
Tutti cominciarono a tempestarlo di domande. Una marea di voci si sovrapposero l'una
all'altra mentre lui rispondeva a un non meglio precisato interlocutore. A ogni frase
un pacchetto veniva prontamente poggiato sul materasso o sul comodino.
<< Ecco cinque confezioni di dango* ! Niente di meglio che un po' di dolci per rimettersi in
forze ! >> esultarono all'unisono i due fidanzati.
<< Da parte nostra invece tanti dorayaki* ripieni di cioccolato ! Non divorarli subito mi
raccomando ... ! >> raccomandò Kukaku.
<< Visto dovrai rimanere qui ... ti ho portato qualcosa da leggere Askin-san >> fece Nemu
mollandogli tre grossi tomi sopra le gambe.
Sennonché a un certo punto Kyoraku alzò le braccia, elevandosi sui presenti.
<< Va bene ! Va bene ! Adesso lasciamolo respirare un pochino, cosa dite ?!? >>
E in breve tutti si avviarono fuori rivolgendo felici auguri di pronta guarigione.
Osservandoli sentì il cuore riempirsi di gioia, vedere in quanti si erano preoccupati per lui
non poteva che commuoverlo. Nella stanza erano rimasti Kyoraku, Mayuri e …
<< Ah ! Kugo non ti avevo visto … sei arrivato ora ? >> chiese posando i libri di Nemu sul
materasso.
<< Sono qui da prima ! Volevo evitarmi tutta quella calca … ! >> protestò l'amico rimanendo
poggiato contro la parete.
Seguendo quel muto avviso, Askin porse l'attenzione sul proprio Capitano e il Comandante
Generale del Gotei 13. Dati i recenti eventi, la loro presenza lasciava intuire una qualche
notizia o rivelazione di vitale importanza. Kyoraku si tolse la kasa* e fece qualche passo in
avanti, un sorriso sincero e genuino stampato in faccia.
<< Congratulazioni Askin ! Alla fine hai ottenuto la tua zanpakuto ! Proprio come avevi
predetto Mayuri >> si complimentò sincero.
<< Già ! Il mio intuito non sbaglia mai ! >> precisò lo scienziato tirandosi il collo dell'haori*
<< Certo, l'improvviso risveglio di reiatsu ha richiesto uno sforzo non indifferente
consumando buona parte delle tue energie. Nonostante ciò, stai guarendo più in fretta di
quanto immaginassi. Allora … stupito della mia previsione, idiota ? >>
<< Ehm ... veramente l'avevo capito da tempo >> rispose superfluo.
<< Co-come hai detto scusa ?!? >> esclamò il Capitano visibilmente irritato.
<< Mi tenevate sotto osservazione fin da subito e non solo per “ dovere ”verso i 46 ... >> disse
facendo spallucce << … però non avevo motivo di preoccuparmene. Insomma, vi eravate
impegnati così tanto per salvarmi ... di certo non volevate usarmi per qualche perverso
esperimento. Tu stesso Mayuri, non ti sei interessato troppo riguardo la mia “mancanza”,
premurandoti di farmi qualche analisi ogni tanto, e io ... ho sempre avuto altre priorità.
Vista la conclusione, forse è stato meglio così. Dimmi se sbaglio. >>
<< Come diavo- >>
<< Inoltre … ti sarai fatto delle gran risate vedendo lo stato in cui era ridotto Kisuke. >>
<< Oh …! Incredibile. T'ha spento o sbaglio ? >> commentò il Comandante dopo una breve
pausa tirando una gomitatina al collega.
<< Grr … ! Fai tanto il saputello, ma chi ti ha tirato fuori da quel casino ?!? >> domandò il
suo superiore incrociando le braccia.
<< Tu … e Kugo ... vi ringrazio dal profondo del cuore. Senza il vostro intervento me la
sarei vista brutta. >>
<< Ecco bravo, d’ora in avanti vedi di portarmi più rispetto, intesi ? >>
<< Ah … e come mai ? >> chiese perplesso.
<< Semplice, su richiesta del qui presente Shunsui ho accettato d’istruirti alle tecniche
zanjutsu ! Quindi vedi di riprenderti in fretta ! >>
<< Ohh … non ti facevo così premuroso nei miei confronti, grazie ! >>
<< Ehi ! Ringraziami ancora una volta e potrei ritirare l'offerta ! Bene … torno alle mie
faccende ! Ho perso già abbastanza tempo qua dentro ! Buona guarigione idiota ! >>
protestò lo scienziato e senza salutare si precipitò fuori.
Approfondire le tecniche della propria zanpakuto … sì ... presto sarebbe iniziato un nuovo
capitolo della sua vita, ma prima un altro, ben più importante, attendeva di essere chiuso.
“ Il capitolo del mio cuore … “ pensò rivolgendo l'attenzione a Kyoraku.
<< Non preoccuparti ... >> lo rassicurò l'uomo quasi fosse in attesa del gesto << … abbiamo
preso tutte le precauzioni nei confronti del Casato Shihoin >> concluse portandosi ai piedi
del letto.
<< Oh ! Adesso non ci pensavo ... >> ammise facendosi più attento << … come ci siete riusciti
Comandante ? >>
<< Nessuno poteva interrompere il duello, ma è bastato rigirare la questione sul piano
medico e non hanno fatto storie ... >> l'uomo abbassò il capo continuando con voce rammaricata
<< … purtroppo alcune tradizioni continuano a sopravvivere, in particolare presso le
Nobili Famiglie. A volte ... mi sembra di tornare a mille anni fa, a quando il Gotei 13 era
solo un covo di Demoni pronti ad ammazzarsi l’un l’altro. Kisuke ha sfruttato abilmente
questa debolezza ... come amo definirla ... >> si sedette sul letto affianco, i gomiti poggiati
sulle gambe << … ma al di là di questo, dubito che agli Shihoin importasse granché
dell'esito … >>
<< Una vile scommessa … >> sottolineò duro stringendo i pugni, quasi a dare voce al vero
pensiero di Shunsui.
<< Beh … scommettere provoca sempre un certo brivido, no ? >> e traendo un profondo
respiro aggiunse << Io desideravo vedere quali fossero le tue reali capacità e … avrei
preferito evitare situazioni estreme. Purtroppo Kisuke è stato più astuto. Il benestare degli
Shihoin ha impedito un tempestivo intervento. Spero potrai perdonare la mia inerzia ... >>
Askin lo scrutò intensamente ripensando a tutte le volte in cui aveva spiato quel mondo da
lontano, dietro la barriera invisibile creata dal Wandenreich. Attraverso eventi, grandi e
piccoli, gioiosi e tragici, attraverso le risate e le lacrime di molti, quel mondo era pian
piano mutato e sarebbe andato avanti, verso un futuro libero da ogni vincolo e ipocrisia.
<< Non sono adirato Comandante. Il duello era necessario … non solo per me >>
Un'espressione serena si dipinse sul volto di Kyoraku che, dopo una leggera risata, si
rinfilò la kasa*.
<< Vero. Solo il tempo ci permetterà di comprendere la portata di quest'ultimi eventi >>
Stava per alzarsi, ma qualcosa lo bloccò, incatenandolo al materasso. Un fremito nell’aria ...
Askin lo percepì fin troppo chiaramente. Sì ... non c’erano dubbi, qualcosa stava opprimendo
Shunsui … forse da troppo tempo … qualcosa di oscuro … voraci demoni interiori …
<< Perdoni la domanda Comandante ma … desidera dirimi ancora qualcosa ? >>
<< … Askin ricordi … ricordi l’Assemblea dei 46 ? Quando ti dissi che ognuno merita
una seconda possibilità ? >>
<< Certo … come potrei ? >> rispose accennando un sorriso.
Non aggiunse altro.
Kyoraku stette a lungo in silenzio, ma più che una pausa di riflessione, parve più
accertarsi dell’assenza di spie, pronte a origliare da pareti o soffitti. Infine trasse un
profondo respiro e iniziò a raccontare, la voce sommessa e carica di tristezza.
<< Successe tre giorni dopo la sconfitta di Yhwach. Da buon Comandante ordinai alle
Compagnie di mobilitarsi e prestare soccorso ai Distretti danneggiati intorno al Seireitei.
Il Gotei 13, i Corpi del Kido, le Unità Mobili Segrete … tutti erano in attesa dell’ultimo
e disperato attacco del Wandenreich. Ma il tempo passava e nulla accadde. Poi … all’alba
del terzo giorno vidi fumi neri elevarsi dalle montagne a sud. Turbato invai una spia a
investigare, ma una volta tornata non ebbe il coraggio di raccontarmi ciò che aveva visto.
Col cuore in gola mi diressi sul posto … accompagnato solo da Mayuri. Fu una saggia
scelta perché … >> e nel dirlo le labbra si contrassero in una smorfia sofferente, l’uomo
indugiò un poco e infine proseguì << … perché lo spettacolo che si presentò ai nostri occhi fu
di quando più aberrante avessi mai visto. L’odore del sangue, il fetore della morte aveva
pervaso ogni cosa. In quelle montagne spettrali solo i nostri passi risuonavano … tra
migliaia e migliaia di Quincy morti … trucidati, fatti a pezzi o dati alle fiamme. Attraversai
sentieri decorati con file interminabili di teste mozzate, vidi fosse colme di cadaveri bruciati
mentre su altri, appesi agli alberi o abbandonati tra il fogliame, erano state compiute le peggiori
sevizie. Qualche ora dopo ero già lì, a interrogare alcuni abitanti dei Distretti limitrofi …
ladri, assassini, stupratori del peggior specie, che non ci fecero troppi problemi a narrarmi
i fatti, più intimoriti dalla mia figura che per un reale pentimento. A seguito … a seguito
dell’uccisione di Yhwach orde di Quincy in fuga si riversarono nel Rukungai, trovando infine
rifugio fra le montagne … ma gli Shinigami li trovarono in fretta uccidendone la maggior parte …
persone inermi e senza più alcun potere. Il resto fu incatenato e fatto scendere in fila lungo
quei ripidi pendii. Non appena la macabra processione mise piede nei Distretti, i vermi
presero coraggio … cominciarono a tirare sassi, insultando e sputando … e non ci volle molto
che urla d’incitamento si elevassero fragorose … volevano i Quincy … volevano finire il lavoro … >>
<< … Giunti a quel punto perché non accontentarli ? >> aggiunse Askin amaramente.
Kyoraku s’interruppe puntando lo sguardo su di lui, indeciso se continuare o meno. Askin
dal canto suo si chiuse in una breve riflessione, deciso a cancellare quel fardello dall’animo
del Comandante. Conosceva fin troppo bene le leggi della guerra ; gli aggressori sconfitti
ricevono sempre una punizione ben più grande da parte delle loro vittime, troppo spesso
aveva visto pecore smarrite tramutarsi in lupi voraci. I Quincy dovevano aver subito le peggiori
efferatezze prima d’essere uccisi ; gli uomini torturati e le donne stuprate, o viceversa a seconda
del gusto dei carnefici. Destino peggiore era toccato a coloro di stanza nell’Hueco Mundo;
succulente anime fatte a pezzi ... divorate da branchi inferociti di Hollow.
Immagini orribili gli attraversarono la mente, ma non provò ne odio ne risentimento.
Durante quei due anni non si era mai posto troppe domande sulla sorte del Wandenreich,
intuita fin dal primo momento, quando risvegliandosi in una fredda grotta nel Muken
non aveva avvertito altre presenze se non quella lontana di Sosuke Aizen e di Mayuri.
<< Purtroppo … quando odio e vendetta annebbiano la mente, in poco tempo si possono
consumare gli orrori peggiori … >> cominciò ponderando con cura le parole << … posso
capire quali dubbi vi abbiano afflitto. Quanti Shinigami avevano partecipato a quegli scempi ?
E chi, nell'indifferenza, aveva abbandonato i prigionieri ? Era giusto punirli al pari di quella
feccia ? Quante famiglie sarebbero state distrutte in cambio della giustizia ? Così ... avete
lasciato perdere, raccontando al resto del Gotei 13 che il nemico era morto con onore fra
quelle montagne lontane. Avete deciso di preservare la pace, ma non vi biasimo ... anch’io
avrei fatto lo stesso >>
<< Ah … potevo salvarne altri ? Me lo chiedo spesso … >>
<< ... Io sono qui >> ribatté Askin senza la minima esitazione.
Una frase, tre parole e ogni ombra si dissipò, cancellata dalla più semplice delle verità.
Con ritrovata serenità Kyoraku sistemò meglio la kasa*.
<< Sì … tu sei qui >>
<< Non lo dimentichi mi raccomando … ! >> aggiunse scherzoso.
<< Come potrei ? >> replicò lui col medesimo tono << < … Grazie per la chiacchierata.
Adesso pure io devo scappare ! Mi sa … >> disse lanciando un’occhiata all’orologio appeso
al muro << … Oh ! Accidenti ! Sono le quattro e mezza … ! Meglio se mi sbrigo altrimenti
incapperò nell’ira della mia dolce nipotina ! Buona guarigione Askin. Appena ti sarai
ripreso parleremo con calma del tuo allenamento >>
<< Certamente Shunsui >>
<< Bene … ! Buona serata a tutti e due ... ! >>
<< Grazie altrettanto … ! >> salutò Askin, felice di avergli risollevato l’animo.
Glielo doveva. In fondo era anche grazie a Kyoraku se era vivo …. un uomo dall’apparenza
frivola, che silenziosamente stava lottando contro una società retrograda e ipocrita,
annebbiata da regole e tradizioni ormai in decadenza, una società che avrebbe
ceduto presto o tardi alla forza di giovani cuori, liberi di scegliere, amare, vivere.
“ Pure io ... ho portato avanti questa battaglia … in vita come adesso … per la donna amata …
per la nostra felicità … ” si ritrovò a pensare riportando l’attenzione sul migliore amico.
Di risposta Kugo fece qualche passo verso l'uscita rivolgendo un sorriso complice.
<< Finalmente soli … ordino qualcosa da bere, cosa dici ? >>
<< Ce lo meritiamo appieno direi … >>
<< Hanno la cioccolata calda ... >> bisbigliò lui mettendosi una mano a lato della guancia.
<< Ordinala … subito … >> confermò con già l'acquolina in bocca.
Un gesto semplice sotto cui si celava un profondo significato. Era diventata una consuetudine
tra loro ; quando si trattava di questioni sentimentali, meglio discuterne davanti a una buona
bevanda, calda o alcolica che fosse.

Una decina di minuti passarono, scanditi dai recenti progressi all'Accademia e dei ( falliti )
esperimenti culinari di Kukaku, infine una Shinigami arrivò portando un ampio vassoio con
sopra due belle tazze fumanti, comprese di piattino, cucchiaino e tovagliolo. Sorseggiando
la cioccolata, Askin ascoltò il resoconto circa quei cinque giorni di convalescenza.
<< Urahara guarì lo stesso pomeriggio in cui ti portammo qui … >> cominciò Kugo con una
punta di sdegno << … non mi sto a dilungare su inutili dettagli, ma una cosa mi colpì …
era silenzioso ... rimase muto tutto il tempo, indifferente alle riprese di Mayuri e Kyoraku.
Devi averlo folgorato col tuo discorso, ma adesso … bando alla ciance e apri il cassetto ! >>
<< Co-come ?!? Cosa c'entra il cassetto ? >> domandò confuso.
<< Il cassetto del comodino … aprilo >> ripeté serissimo.
Seguendo l'ordine posò la tazza e tirò l'unico scomparto del mobilio. Risaltato dal legno
scuro c’era un biglietto di carta. In una elegante calligrafia, un breve messaggio
recitava :

- Rendila felice. -

Due parole. Parole che era certo di sentire in un modo e nell'altro. Lo fissò a lungo, mentre
gli attimi prima dello svenimento si facevano prepotentemente largo in lui.
Kisuke Urahara, il suo “ rivale in amore ” era stato sconfitto, ma la vittoria non risiedeva
solo lì. Finalmente Yoruichi era libera, libera di amarlo, e Askin avrebbe ricambiato il
sentimento con passione. Al contempo pure Kisuke s'era tolto un peso non indifferente.
<< Non ho idea di quando l'abbia messo lì dentro ... >> lo informò Kugo rompendo il
silenzio << … l'ho scoperto l'altro giorno aprendo il cassetto per sbaglio >>
<< … Lei dov'è adesso ? >> mormorò speranzoso tornando a guadarlo.
<< … Ti è stata vicino due giorni interi, senza lasciarti la mano … neanche per un secondo >>
Alla strepitosa notizia avvertì la mano destra diventar più calda. L'immagine della Piccola
Dea seduta al suo fianco fece capolino e una sensazione d'infinita leggerezza invase gli
il petto, tanto che per un attimo desiderò piangere. Ecco cos'era stato … il calore provato
durante l'incoscienza …
<< L'altro ieri è venuta a casa nostra … >> proseguì l'altro leggermente impacciato << …
abbiamo chiacchierato ... io, Kukaku e lei, come da tempo non capitava. “ Spero si rimetta
in fretta ...”
ha detto salutandoci. Un'espressione così serena … non credo di avergliela mai vista …
infine mi ha dato questo … per te … >> rovistò nella tasca destra e gli porse un piccolo
oggetto.
Askin sgranò gli occhi, meravigliato e commosso. Lo prese delicato … il suo regalo di Natale,
o meglio una parte di esso. Una felicità senza nome fremette in lui, un turbine di
sentimenti travolse ogni fibra del corpo, confuse la mente, rapì il cuore ...
<< Ah… proprio un bellissimo sì … >> sussurrò senza riuscire a trattenere una lacrima.
<< … Appena ti rimetterai corri a unire le due metà ! >>
Riunire gli orecchini, vederli abbellire nuovamente il viso della sua Piccola Dea e baciarla,
dirle ti amo ancora e ancora. Sì ... sarebbe stato bellissimo, eppure qualcosa lo fermò.
<< Invece non lo farò … non ora almeno … >>
Per poco Kugo non si sovesciò lo cioccolata addosso.
<< A-aspetta ! Sei impazzito o cosa ?!? >> esclamò allarmato << È fatta ! Yoruichi ti ama !
Cosa ti trattiene si può sapere ?!? >>
<< Nulla. In verità l'avevo deciso da tempo, subito dopo la mia dichiarazione ... >> rispose
nella più assoluta calma << ... l'ultimo periodo è stato turbolento, doloroso e al tempo stesso
felice per entrambi. Noi ci amiamo e … lo dimostriamo in modi particolari. Quest'orecchino
ne è l'esempio lampante. Indica l'amore, ma anche il bisogno di riposare, di trovare ristoro
dalla tempesta appena passata, tornare alla quotidianità, in mezzo agli affetti più cari …
ne abbiamo entrambi bisogno >> socchiuse gli occhi e prese a guardare fuori dalla finestra,
verso un cielo invernale via via più scuro.
<< In effetti mi chiedevo perché non fosse già qui. Un periodo di pausa dici ? Bah ! Fate
come volete … >> precisò l'uomo sollevando le mani all'altezza della testa << … per me
rimane una roba senza senso, lasciatelo dire … ! >>
<< Ne approfitterò per ricominciare. Del resto ... pure io non sono esente da errori. >>
<< Oh… questa mi giunge nuova >> fece notare l'amico alzando un sopracciglio.
<< In quest'anno e mezzo ho capito molte cose, cose che finora non riuscivo a vedere …
ho capito quanto il mio giudizio fosse offuscato da decenni nel Wandenreich >>
<< Uhm … capisco ... e a quale conclusione saresti giunto ? >>
<< Kisuke le vuole bene … un bene sincero e buono. Per questo accettai il combattimento
… era l'unico modo per sbloccarlo. Ora lui e Yoruichi possono ricominciare ... e continuare
a godere della preziosa amicizia ... inoltre ... è cambiato … sono sicuro che potremo
diventare buoni amici. >>
In una pausa quasi interminabile, il migliore amico lo fissò visibilmente scioccato,
la tazza ferma a pochi centimetri dalla bocca. A un certo punto scosse la testa, quasi si
fosse svegliato da un sogno sgradevole.
<< Avrei qualche critica a riguardo, ma se l'hai perdonato ... sono l'ultimo a poter parlare >>
<< Nel progetto sei compreso pure tu. >>
<< Ma che caz- ?!? No ! No ! No, assolutamente no ! Non intendo partecipare a nessuna
delle vostre uscite ! Scordatelo ! E non … non t'azzardare a insistere, capito ?!? >>
<< Ti farebbe bene … e in fondo lo sai >>
L'ex-Sostituto rivolse un'occhiata torva e sbuffando distolse repentino lo sguardo.
<< Dì la verità … hai preso una botta in testa durante il duello ? >>
<< Ti ho convinto … ne sono felice >>
<< Tsk ! Muoviti a bere la cioccolata accidenti … ! Fredda è imbevibile ! >>
Ripresa la tazza dal comodino, Askin chiuse gli occhi godendosi appieno la cioccolata,
un'esplosione al gusto fondente deliziò il palato riscaldandogli il petto in maniera a dir
poco afrodisiaca. Una sensazione di pace lo avvolse e il pensiero andò al futuro. Un futuro
che sarebbe stato pieno di amore, gioia, piccoli e preziosi momenti, scoperte e amicizie :
l'allenamento con Urobos, il legame con Kisuke, il lavoro all'Istituto di Ricerca, le cene, le
feste, le vacanze, gli scatti d'ira di Mayuri, i dolci, i momenti spensierati col migliore amico
… e poi amare, amare una donna bellissima e straordinaria per cui aveva combattuto e
sofferto. Una donna finalmente libera da ogni fardello, con cui avrebbe condiviso gioie e
dolori di quella nuova e meravigliosa esistenza.
“ Questo significa vivere. A presto … mia Piccola Dea ... ”

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Quattro giorni prima ...

Mai avrebbe creduto di potersi ridurre in un simile stato, uno stato d'inerzia e incredibile
spossatezza. Era terribile... per quanto si sforzasse non riusciva a pensare, i rumori
giungevano flebili e distanti come risucchiati dalla furia di un tornado, le voci arrivavano
come provenienti dalle profondità di un abisso, vedere e provare la più totale indifferenza
verso il mondo. Aveva solo due certezze ; la prima era la causa scatenante quell'assurda
condizione, il discorso di Askin, la seconda il fatto di stare camminando … per andare
dove ? Ah … ! Da Yoruichi naturalmente ! La sua piccola gattina sarebbe stata felicissima
una volta ricevuta la lieta notizia. E allora perché ? Perché si sentiva vuoto ? Perché ogni
passo sembrava risucchiargli lentamente le energie ? Sarebbe dovuto essere al settimo
cielo, eppure non riusciva a provare nulla. Forse … aveva sbagliato ? Un’errore non
calcolato ? Uno scenario non previsto ? Non aveva ne la forza di rispondere a quegli
strani interrogativi.
L'attenzione si concentrò sui propri passi diventati improvvisamente più secchi e
rumorosi. Guardò in basso. La neve aveva lasciato il posto a un terreno roccioso.
Era già arrivato ? Sollevando lo sguardo osservò l'ampia volta della grotta, le rocce ergersi
imponenti e, lontano, i fumi delle acque termali. Eccolo lì, nella Sala d'Allenamento sotto
il Sokyoku, dove innumerevoli volte s'era addestrato insieme a lei, la sua piccola e dolce
gattina, lì, in quel luogo speciale dove avevano condiviso momenti felici e spensierati.
Yoruichi ... poteva percepirla in mezzo a uno degli anfratti rocciosi vicino alle terme.
Pian piano la raggiunse, il passo lento e barcollante. Ah ... che modo era di presentarsi ?
Il viso ... perché il viso era così tirato e mollo ? Beh come poteva essere dopo un feroce
combattimento ? Dopo il sangue versato ? Ma che importava ? Yoruichi sarebbe stata
felice. Ancora qualche passo ed eccola comparire ... la sua dolce gattina ... eccola venirgli
incontro ...
Cos'era quell'aria preoccupata ? Ah doveva essere a causa della divisa rovinata e delle bende
strette attorno alla coscia. La sua voce ... perché non riusciva a sentire la sua voce ?

- Tu … non la ami Kisuke. Non la ami e non riesci a dirglielo, non vuoi dirglielo … -

“ Ah … sono … proprio un'idiota ... ”
Un pensiero, il primo dopo tanto tempo. Lentamente abbassò lo sguardo. Yoruichi era lì,
stretta a lui, le mani aggrappate al suo haori*, il viso contratto dall'ansia. Lo stava chiamando …
allora perché ? Perché dalla bocca perfetta uscivano parole mute ?
A quel punto tutto s'infranse. Ogni certezza crollò su se stessa come un castello di carte.
Kisuke la percepì … venir a galla ... accompagnata da un suono simile a mille bicchieri
di cristallo rotti … la verità. Ormai non poteva più nasconderla.
“ Ah … noi siamo stati sempre insieme …. nei momenti difficili tu eri al mio fianco …
pronta a sostenermi in ogni progetto e idea. Alla fine … il nostro rapporto mi sembrò
la cosa più normale del mondo. Non riuscivo a immaginare una vita senza di te … ”
Le dita si mossero, andando a sfiorare quella pelle morbida e bellissima all'altezza del
collo. Yoruichi s'immobilizzò mentre un leggero rossore si andava a dipingere sulle guance.

- Perché … t'assicuro non sarò io a farla soffrire … ! -

“ Già … avevi proprio ragione Askin. Ho sempre saputo cosa provavi per me, Yoruichi.
Sono stato davvero un vile … ho sfruttato la tua attesa, i tuoi sentimenti per legarti di più
a me. Mi spaventava l'idea che potessi allontanarti … cambiare … ”
<< Kisuke ti prego rispondimi … ! Cos'è successo ?!? >>
In un incontrollato turbine d‘emozioni chiuse gli occhi stringendola a sé.
La Dea tremò, meravigliata e confusa. A lungo stettero immobili, immersi in un silenzio
teso. Poi Kisuke parlò, la voce spenta e triste al tempo stesso.
<< Su mia richiesta ... oggi Askin ha combattuto contro di me >>
<< Co-come ? Di cosa stai parlando … ?!? >> mormorò lei sbigottita.
“ … ma sopratutto non sopportavo ci fosse un altro uomo a renderti felice …”
<< Abbiamo combattuto e ora … ora Askin è guarito, ma si trova ancora in convalescenza
presso la Quarta Compagnia. Ci vorrà ancora tempo prima che riprenda conoscenza … >>

- … Yoruichi merita d'essere felice, non credi ? -

“ … una felicità che non potrò mai donarti … ”
<< Perdonami. Volevo difenderti, ma ho sbagliato … ho sbagliato tutto. Sono stato un'idiota.
Solo un povero idiota. Vai … vai da lui … Yoruichi ... >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

<< Non capisco perché siete così agitati … >>
Byakuya pronunciò la frase con leggerezza. Di risposta Rukia e Renji, inginocchiati l’una
affianco all’altro, si scambiarono un'occhiata preoccupata. Evidentemente le sue parole
dovevano essere arrivate fredde, perché nella stanza calò un altrettanto gelida pausa.
In mezzo alla strana atmosfera, forse neanche troppo considerati i presenti, Rukia si fece
avanti accompagnando il gesto con un rispettoso inchino.
<< Nii-san*… non ci aspettavano una risposta del genere ecco … >>
<< Sì ! Insomma … >> le fece eco il suo ex-Luogotenente nonché futuro cognato << …hai
indovinato il motivo per cui siamo venuti … e soprattutto … ci hai dato subito la tua
benedizione … ! >>
Il Nobile Kuchiki sospirò scuotendo leggermente il capo. Per quale motivo doveva sempre
suscitare certe reazioni da parte loro ? Forse era colpa della voce ? Dilemmi vocali a parte,
meglio chiarire al più presto la sua posizione, onde evitare ulteriori fraintendimenti.
<< Avete balbettato per un mezzo minuto buono … quindi è ovvio che abbia “ indovinato ”.
Perché non dovrei concedervela poi ? >> sottolineò dopo aver bevuto un sorso di the << Vi
conoscete da una vita, siete fidanzati da più di un anno e mezzo ... cosa c'è di male se avete
deciso di sposarvi ? >>
<< N-no nessuno ! Ma … >> cominciò Rukia timida.
<< … la tua risposta è stata … come dire … secca >> concluse l'altro in una vena di timore.
“ Va bene … avete la mia benedizione ” aveva detto ponendo fine a una lunga serie di
frasi impacciate. Ripensandoci forse era stata un po' striminzita e fredda, ma in realtà
Byakuya era felice, seriamente felice. Che non lo stesse esprimendo nella giusta maniera ?
“ Uhm … occorrerà lavorarci su. Desidero essere uno zio affettuoso per i miei nipotini … ! ”
<< Lasciando da parte queste superficialità … a quando la data ? >>
<< Oh ! Pensavamo in primavera … ad Aprile ... >> rispose Rukia arrossendo << … sarebbe
meglio organizzarlo nel Mondo Terreno, così da invitare anche Ichigo e gli altri … magari
in un bel tempio immerso nel verde >>
<< Mi pare un buon punto di partenza … perfetto … >> rispose deciso alzandosi in piedi
<< … mi occuperò io di tutto ... trovare il luogo adatto … dopo le nozze l’ideale sarebbe
fare un rinfresco … >> continuò mettendosi a girare avanti e indietro, ignorando le facce
sbalordite dei due giovani << … voi pensate alla lista degli invitati e a far sì che ognuno si
procuri i documenti per muoversi agilmente nel Mondo Terreno >>
<< Ni … Nii-san* … ! Non ti facevo così entusiasta … >>
Si fermò e lanciò a entrambi un'occhiata severa.
<< Abbiamo solo tre mesi di tempo ! E un matrimonio non si organizza in due giorni ! Forza
dunque ... sbrigatevi ! >>
Bastarono due parole a far filare i futuri sposini fuori dalla stanza, non senza che questi
si fossero inchinati più volte per ringraziarlo. Finalmente solo e libero di pensare, Byakuya
prese la tazza colma di the e aprì lo shojo* che dava sul grande giardino esterno, il principale
della Residenza Kuchiki. Le nevicate di metà Gennaio avevano inondato il paesaggio
con uno spesso strato di neve, ma tra poco la neve avrebbe lasciato il posto a fiori di mille
colori e profumi. Una nuova primavera ... in cui sarebbero sbocciati gioie e amori.

Contemplando il candido paesaggio il pensiero andò alla sua dolce Hisana.
“ Amore mio, tua sorella è diventata forte … una donna rispettosa e gentile, amata da
un uomo coraggioso. Ogni giorno ... la guarderesti con orgoglio … e adesso … proprio in
questo momento non la smetteresti di correre da una stanza all’altra, dolcemente in
ansia per il matrimonio e i futuri nipotini … ”
Le sembrò di rivederla, seduta lì fuori sull'enwa* in una soleggiata estate a regalargli
il più meraviglioso dei sorrisi. Byakuya chiuse gli occhi e tornò al presente. C'erano
un sacco di preparativi in vista del grande evento e lui avrebbe dato anima e corpo
per renderlo indimenticabile.
“ Finalmente diventerò zio … non vedo l’ora … ”
Un pensiero leggero. In fondo tutti avevano pensieri leggeri, perfino le persone all'apparenza
fredde e riservate come Byakuya Kuchiki. Esprimere la propria leggerezza … forse era quello
il primo passo verso la “ calorosità ” ?
“ Uhm … forse dovrei prendere esempio dal mio ex-Luogotenente …. ”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Era una Domenica d'inizio Febbraio, Yoruichi si era alzata di buon ora, aveva fatto
un'abbondante colazione condita con un buon latte caldo, pranzato insieme a Yushiro e
infine s'era preparata in vista dell'appuntamento con Kukaku. Aveva scelto un kimono*
tinto dei caldi colori del rosso e dell'arancione. Una veste vivace, più adatta a una
cerimonia che a un'uscita tra amiche, ma nell'ultimo periodo tutti avevano potuto notare
uno strabiliante cambiamento in lei. La Dea era più spensierata, avvolta da serenità senza
fine, aggettivi che descrivevano solo in parte la sua enorme trasformazione. Dopo un
periodo di oscurità e dolore era arrivata finalmente la luce, adesso tutto appariva più
luminoso, più vivace, i colori del mondo erano sempre gli stessi eppure sembravano
immersi di nuova vita, le persone più solari, affabili e gentili. Sì … era cambiata ... nel suo
cuore regnava la pace e ciò faceva risplendere ogni cosa sotto una nuova luce.
Incontrò Kukaku al limitare del Quinto Distretto. L’erede degli Shiba indossava un’elegante
kimono* giallo in perfetto abbinamento col verde acqua degli occhi.
Camminarono un po', chiacchierando allegramente del più e del meno lungo la strada
principale, piena di negozi d'ogni tipo e piccoli ristoranti, ma visto il freddo via via più
intenso e mal digerito della Dea, decisero di fermarsi in un bar a bere qualcosa di caldo.
Ne scelsero uno piccolo e una volta sedute al tavolo ordinarono un the nero aromatizzato
al miele e cannella.
<< Yoruichi, oggi mi è arrivato questo … >> esordì Kukaku appena le tazze furono
servite.
Estrasse un biglietto azzurro finemente decorato. L'invito alle nozze di Rukia e Renji,
l'aveva ricevuto pure lei, il giorno prima.
<< La data è fissata il ventisette Aprile, “ Tempio di Muryokoin, Prefettura di Wakayama,
Distretto di Ito. Vi aspettiamo !
” … >> continuò leggendo il breve messaggio << Ah …
finalmente si sposano … sono davvero felice per loro ... ! >>
<< Già ! Tutti noi non vediamo l'ora … ! Inoltre la stagione è perfetta >>
<< Pensavo … dovremo comprarci un abito adatto, insieme a due bei regali di nozze >>
<< Mi pare un’ottima idea ! La prossima volta che ci vediamo, potremo andare nel Mondo
Terreno e adocchiare qualcosa lì, che dici ? >>
<< Perfetto ! Kimono* super-eleganti stiamo arrivando ! >> esultò la donna coi pugni alzati.
<< Kimono* ? Non è da te … sul biglietto non viene specificato l'abbigliamento … >> fece
notare stupita << … è raro vederti in abiti tradizionali, anche se sono già due tre volte che
te li vedo indossare ! >>
<< Yuh ! Potrei dirti lo stesso … ! >> protestò l'amica fingendosi offesa.
<< Io non digerisco il freddo, lo sai perfettamente ! Quindi mia cara non puoi sfuggirmi ! >>
Kukaku abbassò repentina lo sguardo mentre un leggero imbarazzo di dipingeva sulle
guance. Una reazione inusuale che stuzzicò la felina curiosità di Yoruichi.
<< Di-diciamo ci faccio più attenzione ! Ecco tutto … >> rispose in un fil di voce.
<<… È colpa di Kugo ? Non lo facevo così geloso >>
<< N-no ! Lui non c'entra nulla ! Sono io a essermelo imposto … >>
<< Imposto ? Davvero ? >> chiese visibilmente sorpresa.
<< Succede Yoruichi … >> rispose la Shiba poggiando sbrigativa la tazza sul tavolo
<< … quando stai con una persona … quando fai l'amore … per tanto tempo …. ti ritrovi
a desiderare tutto di lei … persino gli occhi … solo il suo sguardo ha il diritto di posarsi
su di te … pure io mi sono meravigliata di questo cambiamento … ma … credo non ci sia
nulla di strano in fondo … >>
La migliore amica parlò con leggerezza e squisita confusione, ma qualcos'altro si mosse in
lei. Una sgradevole sensazione, la stessa di un piede formicolante, del ticchettio incessante
di un orologio, del gesso premuto sulla lavagna. Yoruichi era felice ; il lavoro, i rapporti
con la Compagnia, l'amicizia di nuovo serena e distesa con Kisuke, le uscite e le cene con
gli amici. Tutto era perfetto, eppure mancava lui … la persona più importante di tutte …
Un silenziò calò e una profonda amarezza s'impossesò di lei.
<< Perdonami … non avrei dovuto dirlo … >> si scusò la migliore amica a un certo punto.
<< No … non è colpa tua … >>
Un'altra pausa, all'archè Kukaku la guardò negli occhi liberando una domanda a lungo
trattenuta.
<< Yoruichi … perché non vai da lui ? Ormai l'hanno dimesso da un mese … che motivo
c'è di prolungare quest'attesa ? >>
La Dea tremò e rimase in silenzio. Dopo attimi lunghissimi volse lo sguardo fuori, oltre la
piccola finestra lasciata aperta appena sopra di loro, verso un cielo bianco da cui scendeva
un leggero nevischio. Kukaku aveva ragione … eppure a distanza di tempo non era
ancora riuscita a incontrarlo.
<< Una volta dissi a Yushiro … “ Solo il nostro cuore può mostraci la giusta via ” … >>
rispose sentendo gli occhi diventare lucidi << … stare insieme a Kisuke, come uomo e
donna … questo desideravo ... ed ero disposta a sacrificarmi, a continuare ad attendere
all'infinito. Quello era amore ? Una parte di me continuava testardamente a crederlo,
mentre l'altra cominciò a dubitarne e ... a innamorarsi >> bevve un sorso di the e con gli
occhi abbassati continuò << Askin mi confondeva … mi faceva ridere e arrabbiare come
nessun altro … eppure ... fino all'ultimo continua a nascondermi dietro mediocri scuse e
false speranze ... e quando lui confessò di amarmi, l’unica cosa che riuscì a fare fu fuggire.
Se avessi seguito subito il mio cuore avrei evitato tante sofferenze … a me stessa, a tutti
voi e soprattutto ad Askin. Però … da un lato … devo ringraziare entrambi ... >>
Sì … Kisuke le aveva detto la verità, e l’aveva fatto in maniera gentile e sottile, così da
evitarle possibili sofferenze. Col cuore in pace, entrambi erano riusciti a voltar pagina, a
vivere il loro rapporto sotto una nuova luce ; da amici, continuando a sostenersi nelle gioie
e nei dolori, come in fondo avevano sempre fatto. Inoltre l’uomo era più comprensivo,
disteso, aveva pure iniziato a frequentare Askin e questo non poteva che renderla felice …
Askin … accidenti quando le mancava … il sorriso, gli abbracci, la voce …
Quante volte ne aveva sognato le labbra ? Quante volte la sensazione di quel bacio lontano,
violento e desiderato, le aveva pervaso il corpo ?
Perfino ora avrebbe voluto gettare tutto al vento, salutare Kukaku e precipitarsi da lui,
stringerlo a sé, baciarlo e pronunciare quelle parole meravigliose … eppure ogni volta
qualcosa la fermava …
<< Lo amo ! Lo amo accidenti ... ! >> sussurrò in un singhiozzo crescente << … Ma … dopo
il combattimento ... dopo averlo visto disteso su quel letto non riesco … non riesco a ... >>
<< Gli orecchini … >> la interruppe Kukaku.
Sgranò gli occhi sollevando di scatto lo sguardo.
Gli orecchini, il simbolo dell'amore e dell'attesa, con questa intenzione ne aveva consegnato
uno a Kugo un mese or sono. L’altro era custodito dentro un cassetto in camera. Un piccolo
tesoro che brillava, magnifico e prezioso, quando veniva sfiorato da un raggio di luce.
<< Occorre un evento speciale per riunirli ! >> continuò decisa facendo spallucce << Un
matrimonio sarebbe l'ideale, pure gli invitati devono essere belli ed eleganti, giusto ? >> e
poggiata una mano sulla sua aggiunse << Mi pare l'occasione giusta ... >>
Il matrimonio di Rukia e Renji … sì … sì era perfetto. Lì, in mezzo a un'atmosfera di gioia,
lì l’avrebbe rincontrato, bellissimo e allegro come sempre, già se lo immaginava … venirle
incontro sfoggiando il più sensuale dei sorrisi.
Col cuore pieno di ritrovata speranza s'asciugò una lacrima.
<< Sarà un giorno bellissimo …grazie Kukaku >> disse sorridendo.
<< Uhm … sei cambiata, sai ? >> commentò l'amica dopo qualche secondo.
<< Ah ... non sei la prima a dirmelo ! >>
<< La vecchia Yoruichi non avrebbe parlato così apertamente dei propri problemi di cuore.
Sono felice per te. Veramente felice, amica mia. Ma coraggio ora ! Basta rimuginare…
brindiamo ! >>
<< V-vuoi farlo col the ?!? >> fece lei sollevando a sua volta la tazza.
<< Certo ! A noi ! Alla nostra amicizia ! E sopratutto ai nostri uomini ! >>
<< Sì … ! >>
Finito il brindisi, alcune voci le chiamarono allegre. Voltandosi ritrovò Soi-fon e Yushiro
sulla soglia del locale. E mentre i giovani fidanzati le raggiungevano, Yoruichi gioì
dell'inaspettato incontro …
“ La vita … è davvero piena di piccole meraviglie … Askin … noi ci rincontreremo … in
una splendida giornata di primavera … proprio come due anni fa … aspettami … ”



Extra 0.5 : Una stella su di te.

Esistono piccoli momenti nella vita di una coppia, momenti destinati a trasformarsi in
ricordi preziosi e indimenticabili. Kukaku ne stava scoprendo molti nell’ultimo periodo ;
quando sul finire della notte, nella pungente aria di un mattino invernale, si svegliava e non
poteva far a meno di osservare il bel volto dell’amato accarezzandone dolcemente i capelli ;
oppure altri, in cui passeggiando mano nella mano a ricordare il passato, un passato di cui
ora Kugo parlava senza più alcun timore, e a immaginare il futuro, veniva catturata dalla
sua voce perdendo sovente il filo del discorso. Ora l’Erede degli Shiba era immersa in
quello più intimo e particolare ; quando nel tardo pomeriggio si distendevano sul futon*
e, abbracciati, chiacchieravano delle rispettive giornate.
<< Oggi vi siete divertite ? >> chiese l’uomo dandole un bacio sulla fronte.
<< Sì … ! Abbiamo anche incontrato Soi-fon e Yushiro e insieme abbiamo preso un the in
quel locale aperto da poco. Appena riusciamo, dobbiamo andarci ... è carino come posto >>
<< Vediamo … mercoledì non ho lezione ... ne approfitteremo per rilassarci come si deve >>
<< Perfetto ! Oh ! Prima che mi dimentichi … ! >> disse afferrando il pacchetto poco
distante << Ti ho preso questo … ! >>
Kugo lo osservò sorpreso e delicatamente lo aprì, estraendone una morbida sciarpa di seta
rossa. Con la meraviglia dipinta in viso, si mise seduto e prese a indossarla. Kukaku lo
guardò ammirata, felice della propria scelta. Il colore s’intonava perfettamente coi suoi
occhi color granato e la fattura faceva risaltare le ampie spalle e il petto.
<< Ma è bellissima … grazie mille amore mio … sei stata dolcissima … >>
<< Oh ! F-figurati ! Appena l’ho vista non ho resistito … lo so … tra poco sarà primavera,
ma è bene avere degli indumenti più caldi in vista del prossimo inverno, giusto ? >>
Stranamente Kugo non rispose, ma prese a fissarla con un’intensità mai vista. Lo vide
estrarre un piccolo oggetto dalla tasca, per dopo tornare a guardarla.
Quegli occhi … quante volte si era persa in essi ? Troppe per rammentarlo … eppure
ora essi sembravano comunicare qualcosa di più importante e intenso.
<< Pensavo di farlo in primavera … in concomitanza con la fine della guerra … ma ora …
questo regalo mi ha fatto cambiare idea >> mentre le parole uscivano della sue labbra
aprì la mano, e una scatoletta di velluto si materializzò davanti a lei.
Kukaku non riuscì a far nulla, se non trattenere il respiro, allorché il piccolo forziere rilevò
il prezioso tesoro. Un luccichio e poi … un anello, un magnifico anello d’oro intarsiato
di diamanti. Era … tutto vero ? Oppure stava sognando ? Si sfregò gli occhi, ma niente
… Kugo era sempre lì, chino su di lei, a offrirle il più splendido dei doni.
Si mise a sedere mentre un singhiozzo crescente la costrinse a portarsi le mani alla bocca.
<< Amore, questi due anni insieme sono stati quanto di più bello potessi desiderare. Ti amo
e non smetterò mai di ripeterlo. Fra quattro anni, una volta entrato nel Gotei 13 chiederò
ufficialmente di sposarti e m’impegnerò con tutto me stesso per ridare onore e prosperità
al Casato Shiba. Nel frattempo ti prego di accettare quest’anello di fidanzamento >>
Non poteva credere ai propri occhi … e neanche alle proprie orecchie a dir la verità.
Kugo aveva appena trasformato un momento normale nel più meraviglioso dei ricordi.
Con questa consapevolezza Kukaku pianse, lei che troppo spesso aveva pianto per addii,
ora versava lacrime di gioia.
<< Oh … tesoro mio … >> sussurrò gettandosi a capofitto tra le sue braccia << … non sai …
non sai quanto questo mi renda felice … ! >>
Lui sorrise stringendola così forte da farle quasi male, ma in quell’abbraccio Kukaku si sentì
leggera come non mai.
<< Ti amo Kugo … ! Ti amo ! >>
<< Anch’io amore mio … ! Ti amo … ti amo … >>
<< Ah … dai ... vediamo … vediamo come mi sta … ! >>
Al suo dito l’anello risplendeva delicato nella lieve luce della stanza.
<< Somiglia proprio a una stella … >>
<< Una stella su di noi … >> mormorò lui traendola a se.
<< Sì … una stella su di noi … >> ripeté beata.
Infine chiuse gli occhi, perdendosi nel tepore del suo corpo.





Glossario

*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*enwa : una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come
corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
*katana : tipica spada utilizzata dai samurai. La lama misura dai 60 agli 75 cm.
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*Nii-san : fratellone.
*Onee-san : sorellona.
*shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.





(1) Kildare, nel mio caso la pronuncia è all’inglese, senza la e.

Mi piaceva molto il suono, trovo si abbina bene alla zanpakuto “ occidentale ”di Kugo.
Si … perché nel flashback alla fine della Saga dei FB si vede chiaramente Kugo vestito da
Shinigami con relativa zanpakuto.

Il nome è tratto dall'omonimo paesino nella Repubblica d' Irlanda. In questa cittadina è
custodito il Fuoco di Santa Brigida, l’ultimo esempio di fiamma perenne sopravvissuto
dall'antichità pagana in Europa. Nei pressi della grande quercia vicino alla Chiesa, si narra
che anticamente sorgesse un centro di culto druidico e che un “ Fuoco di Brigid ” vi bruciasse
da migliaia di anni in onore della dea celtica.
Lo stesso spirito è ispirato appunto a Brigid, una delle principali divinità del pantheon
celtico, il cui uno dei simboli è lo specchio. E si … somiglia anche alla Guardiana del Fuoco
di Dark Soul III ! XD

Per ulteriori informazioni :
www.ilcalderonemagico.it/dee_Brigid.html
www.oroboro.eu/blog/2013/02/04/La-D...di-Kildare.aspx


2) Eh si ! Ci messo pure delle rune fighe fighe sulla lama ! In fondo stiamo parlando della
( mia ) seconda zanpakuto di fuoco della Soul Society. Ora … non riesco a caricare le
immagini, quindi vi faccio un breve elenco coi nomi e relativi significati :

Partendo dall'elsa verso la punta abbiamo :

Kano - Fuoco
Algiz - Protezione
Gebo - Dono
Nauthiz - Necessità
Inguz - Fertilità
Dagaz - Trasformazione
Berkana - Rinascita

Per ulteriori informazioni :
www.figlieluna.altervista.org/significatorune.htm


(3) Kido di mia invenzione. Avendo famigliarità con questo incantesimo, Kisuke riesce a
lanciarlo senza recitarne la formula d'attivazione.


(4) Urobos, si pronuncia Urobo.

Nome preso da Uroboros, il serpente che si mangia la coda presente in quasi tutte le
culture del mondo. Per lo spirito della zanpakuto di Askin mi sono riferita al suo
significato alchemico come simbolo palingenetico (dal greco “ palin ", di nuovo, e “ génesis
”, creazione, nascita, ovvero "che nasce di nuovo").

Per ulteriori informazioni :
www.fuocosacro.com/pagine/1/Uroboros.htm

All'inizio anche per lui avevo pensato a qualcosa di più nordico/occidentale. Askin
contiene la radice Ask, che si ritrova in molti nomi nordici attuali e antichi.. Ma purtroppo
il serpente per i buoni vichinghi non era visto benissimo, basti pensare a serpenti o draghi
come Jörmungandr, Fafnir e Niddhog. Quindi ho scartato l'idea rifacendomi al significato
sopra citato e tenendo conto delle caratteristiche di Askin, non è stata poi una brutta idea XD.



Tana Oscura :

Partiamo subito coi super ringraziamenti !
Suomi una volta finita la storia, spero di ricevere al più presto le tue belle recensioni <3
Alice come sono andati gli esami ? Spero al top !
Hikari grazie per la recensione dello scorso capitolo <3 è stata una delle più emozionanti che abbia mai letto ^^.
d4rkr4198 questo è il penultimo capitolo ! Non esitare a recensire :D mi farebbe piacere sentire la tua opinione :D


Nella parte iniziale si intuisce un preludio della Battaglia Finale ( Alternativa ) che vi ricordo verrà narrata negli Extra. Piccolo chiarimento riguardo questa parte ; essa è antecedente il Capitolo 681, quando appunto Tsukishima riesce a far riparare Zangetsu a Orihime.
Nel Capitolo 5 Kugo accennava alla perdita dei poteri di Isshin, perché è proprio grazie a lui se la seconda parte del sigillo venne rotta liberando così la vera potenza del Primo Sostituto. Così ho dato una giustificazione più forte alla presenza di Kurosaki Padre, senza rilegarlo a semplice accompagnatore di Ryuken.
E visto siamo quasi alla fine urgono alcune domande, curiosità personali a cui sarete liberi di rispondere o meno :

1) Cosa ne pensate di Askin ? Vi è piaciuta la sua crescita psicologica, o per meglio dire la sua riscoperta di se stesso ?

2) Stesse domande per Kugo. Se Kubo avesse azzardato di più con questo personaggio sarebbe venuta fuori una figata. I presupposti c’era tutti … ma nessuno è stato fruttato. Un vero peccato.

3) Le coppie vi sono piaciute ? Quale vi ha appassionato di più ?

4) Momento preferito dell’intera storia ?

Grazie a tutti coloro che hanno letto la mia storia fin qui.
Spero questo finale alternativo sia più apprezzato di quello originale.
Visto che questo è il penultimo capitolo vorrei sapere cosa ne pensate, o voi lettori silenziosi :D

Un saluto! Ci vediamo a marzo/inizio aprile.



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Capitolo 9
*** C.9. Insieme per Sempre ***


Epilogo : Insieme per sempre


Yushiro la conosceva fin troppo bene, la grande stanza dall’acre odor d’incenso e dalle luci
soffuse. Negli anni ne aveva memorizzato ogni singolo dettaglio : le increspature sul
pavimento in legno, le alte colonne tinte di rosso disposte in due file centrali, il numero
di torce, i complessi disegni a decorazione dei paraventi. Lì, in quella stanza posta al centro
della Dimora Principale, i membri del Casato si riunivano per discutere le questioni più
importanti e sovente interrogarlo circa le ultime novità. Lo facevano sempre da dietro
quelle sontuose e fragili barriere. Li ricordava appena … i loro volti, i volti dei suoi genitori,
da cinquant'anni ormai c’era soltanto una moltitudine di sagome nere, simili ad abitanti
di un mondo lontano … lontano da tutto … lontano da lui e Yoruichi. Erano passati
quasi due anni dall’ultima convocazione dell’Onee-san* ; un veloce ringraziamento
per il contributo dato alla Guerra, insieme agli auguri di un sereno ritorno nel Gotei 13 e
nell’Onmuitsukido … poi erano tornati a ignorarla come avevano sempre fatto.
Adesso Yushiro era lì, come tante altre volte, inginocchiato con riverenza in mezzo a
un oscuro passaggio oltre cui non esisteva luce. Il suo giudizio … com’era cambiato …
lui … così accondiscendente e rispettoso fino a pochi mesi prima.
Soi-fon … era soprattutto merito di Soi-fon. Da quando aveva incrociato le sue magnifiche
iridi nere in mezzo alla distruzione della Guerra, qualcosa si era insinuato in lui.
Ora, dopo tante battaglie, gioie, sofferenze ed errori, il seme era sbocciato e ardeva simile al
cuore di un vulcano.
Ora era lì, deciso a prendere in mano il proprio destino, la propria vita.

- Ricorda … non sono gli altri a decidere la nostra felicità. Solo il nostro cuore può
mostrarci la via. Seguilo … e giungi alla vera felicità -


<< Ci è stato riferito che hai rifiutato un’altra pretendente, Yushiro >>
La voce del padre giunse severa, pizzicata da una nota annoiata, come se i pensieri fossero
rivolti altrove.
<< Sì, padre … >>
<< Peccato … era un buon partito oltre che ragazza d’encomiabile bellezza. Visto questo
ennesimo rifiuto, gradirei una motivazione. Magari potremo … che so … ricercare una
giovane coi giusti canoni estetici >>
<< Il motivo lo sai bene ... tutti voi lo sapete >> rispose troncando la risata generale.
Nel silenzio che seguì gli parve di sentirlo. Il timore farsi largo nei cuori dei presenti.
Era bastata una semplice frase a farli ritrarre tutti, come serpi dentro le loro sucide tane.
Nell'assenza di parole tutto divenne più chiaro, ora riusciva a percepirla. L’ipocrisia che
infettava l’aria come il più maleodorante dei tanfi.
<< Oh … ! Non dirmi si tratta di Soi-fon ! >>
A parlare era stata la madre. Mai la sua voce fu più dolce e al tempo stesso sprezzante.
<< Ormai ci frequentiamo da quasi due anni e … >>
Un attimo d’esitazione e la donna ne approfittò per contrattaccare.
<< Pensavo si trattasse di un mero passatempo … giusto per imparare la pratica ... >>
Perché fra tutte le serpi ella era la più pericolosa. Dalla bocca potevano uscire parole dolci
come miele, oppure taglienti come rasoi. Nessuno del Casato, nemmeno il marito, osava
contraddirne le decisioni. Quante volte lui stesso aveva ceduto alle sue lusinghe, abilmente
camuffate da amore materno ? Troppe … ma adesso … adesso era diverso …
“ Per voi sono solo una pedina … una pedina dentro un gioco perverso di alleanze e
potere. Qui la mia felicità … non ha mai contato … ”
… bisognava solo attendere. Presto la serpe avrebbe esaurito il veleno.
<< Noi riconosciamo il valore di Soi-fon. Si è dimostrata una ragazza forte grazie alla …
perseveranza di tua sorella. Una valida sostituta finché Yoruichi non è tornata. Però vedi
... il Casato Feng decadde anni or sono ... capisci cosa intendo ? >>
<< Perfettamente. Intendo comunque ufficializzare il fidanzamento fra tre giorni >>
<< … S-stai scherzando spero ! >>
Ma lui si era già alzato dirigendosi a grandi passi verso l’uscita. Grida giungevano ora
agitate ora perentorie, intimandogli di ragionare, ma Yushiro continuò. A ogni passo esse
si riducevano sempre di più, finché, giunto dinanzi al grande portone, non udì più nulla.
Ora quel mondo era alle sue spalle.
<< YUSHIRO ! TI ORDINO DI TORNARE INDIETRO ! >>
Ora non contava più nulla.
<< Se non vi sta bene ripudiatemi, ma in tal caso madre … dovrete dar alla luce un nuovo
erede >>
Uno scricchiolio e le ante si richiusero con un sonoro tonfo.
Non esitò e nell’impellente bisogno di camminare, di andare avanti, scese dall’enwa*
immergendosi nel giardino. Nella stanza, le voci continuavano ad agitarsi in preda alla
disperazione ... intorno, nel prato macchiato di neve, s’intravedevano già i primi fili d’erba.
Inspirò e l’aria frizzante dell’ultimo inverno solleticò il naso. Nel silenzio quasi magico,
una sensazione d’infinita leggerezza lo avvolse dolcemente. Poi chiuse gli occhi.
Quando lì riaprì, la quercia si stagliava maestosa nel cielo azzurro.
Sotto la fronda spoglia Soi-fon lo attendeva.
<< C’è l’ho fatta … >>
Tre parole e la preoccupazione nel viso dell’amata scomparve.
Soi-fon corse mentre lacrime di gioia scendevano calde sulle guance.
Corse, gettandosi infine fra le sue braccia.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- Un tatuaggio davvero strano. -
- Non mi sembravi il tipo da certe cose. -
- Ehi ! Da me il sessantanove vuol dire ben altro … ! Dì la verità … l’hai fatto per far colpo sulle
ragazze, furbacchione ! -


Commenti del genere erano stati la norma durante la vita da studente. Battute più o meno
leggere da parte di compagni o senpai*. La verità sul misterioso numero era venuta fuori
un giorno del quarto anno, quando, stufo di tali angherie, ne aveva rivelato il profondo
significato, narrando con enfasi ogni dettaglio dell’eroico salvataggio di Kensei tanti anni
addietro. Era sceso un silenzio glaciale, allorché alcune ragazze avevano abbandonato in fretta
l’aula evitando d’incrociare il suo sguardo, mentre il resto della classe aveva ripreso a
chiacchierare, ignorandolo come fosse un perfetto estraneo.
- Ehi ! Si può sapere che vi prende all’improvviso ?!? -
- Ma come non lo sai ?!? -
aveva chiesto qualcuno con voce aspra.
- Cosa ?!? Cosa dovrei sapere ?!? -
- Muruguma ordì un complotto contro la Soul Society ! -
- No ... aspetta … non può essere vero ! -
- Lui … insieme a molti altri Capitani e Luogotenenti … non è che un lurido traditore ! Soggiogato
dalla mente diabolica di Urahara Kisuke ! -

Un fremito di rabbia e l’attimo dopo il malcapitato era finito a terra, un rivolo di sangue a
decorargli il mento.
- Ripetilo ! Avanti … ripetilo se ne hai il coraggio ! -
- Tsk ! Sei proprio uno sciocco Shuhei ! Muraguma è solo un codardo scappato con la coda
fra le gambe, sottraendosi al Consiglio ! -

Una figura gentile si era contrapposta e, rivolta a lui, aveva posto una mano sopra il suo
braccio.
- Shuhei, ormai sono passati cinquant’anni ... ma nessuno ne parla mai volentieri. Non insistere … e
se posso darti un consiglio … meglio non farlo sapere in giro … il motivo del tatuaggio … -

Il resto degli anni era passato così, tra isolamento e la nascita di leggende riguardo il 69
impresso sulla sua guancia sinistra. Poi col tradimento di Aizen, le innumerevoli battaglie
e il ritorno del Capitano, in molti, ricredendosi, erano andati a porgergli le loro scuse.
- Un’ulteriore prova … - aveva ammesso Kensei una volta.
Lo ricordava perfettamente. Per un giorno il mondo aveva dimenticato il dolore e la
distruzione portati della Guerra Millenaria ; il cielo terso, l’aria fresca, il bosco muoveva
agitato le proprie fronde, Kensei poggiato contro un albero, a sfoggiare la solita espressione
fiera e determinata.
- Di cosa Capitano ? -
- Tu … hai sempre creduto in me -

Aveva sorriso … uno degli ultimi sorrisi prima di morire ...
- Non ho mai dubitato di lei, neanche per un istante -
Eventi, parole ormai lontani, persi dentro ricordi di una vita passata.
Hisagi riaprì gli occhi. Davanti a lui una roccia in granito nero finemente levigata a formare
un rettangolo, luccicava baciata dalla luce della prima alba. Incisi su essa, kanji riportavano
il nome del Capitano con la stessa precisione di un pennello sopra fine pergamena.
Lo fissò intensamente e una lacrima scese solitaria sulla guancia segnata dal 69.
Dopo due anni Mayuri aveva perso ogni interesse verso gli ormai morti Kensei Muruguma e
Rose Aikawa, consegnandoli come giocattoli rotti direttamente al Comandante Generale.
Il funerale era avvenuto il giorno stesso. Sotto un plumbeo cielo di Marzo, il corteo aveva
camminato dalle mura del Seireitei fino alla cima di una collina. Là, sopra due pile di
legno, i corpi di Kensei e Rose erano bruciati in mezzo a calde fiamme purificatrici.
Una cerimonia composta, sentita, a cui avevano presenziato le alte cariche del Gotei 13. E
lui era lì, in prima fila, al fianco di Rangiku.
Non era la prima volta che visitava la tomba. Se non venivano lasciate disposizioni in
merito al luogo di sepoltura, veniva eretto un monumento all’interno di quello che, nel
tempo, era stato rinominato il Cimitero dei Valorosi. Lì trovano pace pure Yamamoto,
Chojiro Sasakibe, Retsu Unohana, Kira e molti altri Shinigami morti durante la Guerra .
Inginocchiato, Hisagi congiunse le mani in segno di preghiera contemplando la roccia
ancora per qualche minuto, infine s'alzò e con voce solenne disse :
<< Oggi Abarai si sposa ... sarà un giorno fantastico .... >> volse brevemente lo sguardo
verso Rangiku che, poco più in là, scrutava il piatto mare di lapidi << ... ora devo andare ...
tornerò a trovarla presto Capitano >> e con un breve inchino si congedò.
L'amata lo attendeva vicino a una betulla, i cui timidi boccioli smeraldini si stavano
lentamente affacciando alla primavera. Di alberi c'erano pochi in mezzo alle colline
costellate di tombe e, oltre a fornire ombra durante le afose giornate estive, fungevano
da punti d'orientamento.
Rangiku sussultò un poco appena fu vicino, ma si ricompose rimettendosi a posto una
ciocca ribelle dietro un orecchio. Faceva sempre così quand’era turbata, un gesto che in quel
luogo capitava sovente. Nonostante ciò non si era mai rifiutata d’accompagnarlo,
nascondendo il disagio sotto sorrisi e frasi gentili.
<< Andiamo tesoro mio … ci aspetta una stupenda giornata >> disse infatti, poi lo prese
per mano e insieme s’incamminarono lungo il sentiero dal quale erano arrivati.
Rangiku era estroversa, simpatica, di una bellezza pari a una Dea, eppure sotto quella
corazza di felicità e irruenza, si nascondeva un animo insicuro, pieno di ricordi dolorosi.
La paura di ferirla finora aveva avuto il sopravento, ma ora, osservando la sua figura
stagliarsi maestosa e pur fragile nella dorata luce dell’alba, Hisagi sentì crescere
il bisogno di confortarla, di cancellare la sottile ombra che ne attanagliava il cuore.
“ Oggi … voglio vederti sorridere … ”
<< Rangiku … tutto bene ? >>
<< Sì, perché ? >>
Una risposta allegra, tradita da una nota frettolosa.
<< Ecco, ho notato una cosa … quando veniamo qua ... non guardi mai verso … di me >>
Stava per dire tomba, ma stranamente tale parola gli parve inopportuna.
<< Uhm … alla fine te ne sei accorto >> commentò accennando un sorriso triste.
Raggi dorati le baciavano il viso tingendo i capelli di riflessi d’oro puro ... poi, senza
preavviso, lacrime scesero dagli occhi color ghiaccio.
<< Rangiku … ! P-Perdonami … non volevo … >> ma l’amata era già tra le sue braccia, ad
avvolgerlo nel più disperato degli abbracci.
<< Sai … in questi momenti t’invidio Hisagi … t’invidio ... tantissimo … >>
<< In-Invidiarmi ... ?!? Come ... ?!? Non capisco … >>
<< Tu … tu almeno hai un bel posto dover ricordare le persone care … per me non è mai
stato così … e mai lo sarà … >>
La voce risuonava debole, un pianto sommesso contro il suo petto. Strinse i denti,
abbracciandola con tutta la forza che aveva in corpo.
<< Per lui … per lui purtroppo non fu così. La mia testimonianza non servì a nulla ...
il Consiglio non fece una piega. Per loro Gin è solo un traditore ... i traditori non meritano
un funerale, né di essere sepolti. Dopo la morte … non lo rividi più. Fu Kyoraku a
raccontarmi tutto … Gin venne rinchiuso in uno dei livelli più bassi del Muken e …
lentamente si ricongiunse al flusso di reishi … >> e in un singhiozzo strozzato concluse
<< …almeno a Tosen è toccato un destino migliore. >>
Purtroppo era vero. Nonostante il tradimento, Kaname Tosen aveva ricevuto tutti gli
onori riservati a un nobile. Alcuni membri del Casato facevano ancora parte del
Consiglio, quindi era stato facile, all’epoca, ottenerne il corpo. Al funerale rigorosamente
privato, era seguita la sepoltura nel cimitero di famiglia. Insieme al Capitano Komamura
aveva provato più volte a fargli visita, solo per essere respinto senza troppi complimenti.
In breve s’era rassegnato e all'occorrenza recitava una preghiera in suo onore … ma per
Rangiku … era tutto diverso …
Un singhiozzo lo scosse dalla riflessione. Abbassò lo sguardo, quel tanto che bastava a
scorgere la chioma bionda. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma la gola era diventata secca
e qualsiasi parola moriva senza riuscire ad acquistare suono. In silenzio prese quindi
a cullarla. Pian piano il pianto si affievolì e l’amata riprese a raccontare.
<< Così … così ho creato un piccolo monumento … una cosa semplice … una piccola
montagna di pietre … lì … nel povero Distretto dove siamo cresciuti … lì, tra quelle
capanne in rovina dove c’incontrammo per la prima volta. Quando posso vado a trovarlo
… compatendo me stessa per non aver fatto abbastanza … vado lì ... e non posso che
odiare il mondo ... quando morirò nessuno ricorderà Gin ... ! Né il suo eroico
sacrificio contro Aizen … ! >>
Per un’istante la immaginò … sola, a percorrere sentieri abbandonati in luoghi dove dolore
e felicità erano in continua lotta … lì, a visitare la tomba dell’uomo tanto amato e odiato.
Ichimaru Gin … aveva il sentore centrasse lui. Al pari del proprio passato, Rangiku
preferiva tacere circa i suoi trascorsi con l’ex-Capitano della Terza. Del resto lui non
toccava mai l’argomento, nella speranza di proteggerla, di guardare avanti, di cancellare
quell’uomo che, simile a una dispettosa kitsune*, continuava a tormentarla. Ma adesso
il racconto aveva minato le fondamenta di questa convinzione. Ora ... tutto gli apparve
sciocco e infantile. Rangiku stava affrontando una sofferenza immensa ... da sola …
La strinse ancora mentre parole di conforto prendevano forma, potenti e cariche d’amore.
<< La prossima volta ci andremo insieme Rangiku ! Come tu mi accompagni qui da Kensei
… io sarò con te ! Con te e Gin ! >>
Lei tremò e trattenendo il fiato lo guardò dritto negli occhi. Iridi azzurre s’incastonarono
nelle sue, commosse, risorte tra lacrime di una nuova gioia.
<< Grazie Hisagi ! Grazie di cuore ! >> esultò baciandolo teneramente sulle labbra.
Un bacio breve e s’avviarono, mano nella mano, illuminati dalla luce dell’ultima alba.
Dopo una decina di minuti giunsero al limitare del Cimitero dei Valorosi, segnato da
basse mura bianche, il tetto formato da tegole rosse, brillanti sotto i raggi del sole.
Proseguendo vicino all’uscita incrociarono Momo e Toshiro.
<< Oh ! Buongiorno Shuhei ! Buongiorno Signorina Rangiku ... ! >> salutò la Luogotenente
con un timido cenno della mano.
<< Yo ! A quanto pare abbiamo avuto la stessa idea >> commentò il Capitano.
Pure loro sfoggiavano abiti eleganti in vista dell’evento. Momo indossava un lungo vestito
celeste, largo nella parte inferiore e contornato da un bordo di fine pizzo, mentre piccoli
orecchini di perla andavano a decorarle il viso. Toshiro aveva optato per colori più vicini
a quello dei capelli ; camicia bianca ( i primi bottoni rigorosamente sbottonati ), insieme
a un paio di pantaloni grigio chiaro.
<< Che coincidenza ! Pure voi qua ? >> chiese Hisagi col tono lieto di quando s'incontrano
amici per caso.
<< Sì … siamo andati a trovare Kira. Gli ho portato un bel mazzo di fiori >> confermò
la ragazza con un velo di malinconia.
Rangiku le andò subito incontrò, desiderosa di rincuorarla.
<< Un pensiero davvero dolce, come sempre sai essere molto premurosa Momo. L’incenso
invece è da parte tua, Capitano ? >>
<< N-no … ! Questo è da parte di Renji ! >> s’affrettò a rispondere Momo stringendo la
scatoletta piena di bastoncini scuri << … purtroppo il matrimonio l’ha tenuto occupato fino
all’ultimo ... e neanche stamattina è riuscito a venire, però … desiderava portargli un regalo
… prima del grande giorno ecco … >>
<< Voi tre eravate molto uniti … se non sbaglio avete frequentato l’Accademia assieme >>
<< Esatto … ci separammo alla fine ... quando venimmo assegnati alle varie Compagnie … >>
ricordò commossa quasi con le lacrime agli occhi.
<< Momo … non ti rimettere a piangere >> disse prontamente Toshiro abbracciandola da
dietro.
<< Per … Perdonami Toshi-chan … ! È più forte di me … ! >>
<< Lo so, ma ricordati ... oggi è un giorno importante, quindi sorridi … devi farlo ... anche
per Kira >>
<< Gi-giusto … ! Hai … hai ragione … basta lacrime … ! >> ripeté decisa la fidanzata.
<< A proposito di grandi notizie ... avete sentito l’ultima ? Iba è tornato … ! >>
Il tono scanzonato del Capitano portò una ventata di leggerezza. Hisagi ne approfittò e
fece cenno d’incamminarsi. Insieme proseguirono verso l’uscita, lungo il viale alberato.
<< Un atteso ritorno dopo due anni d’assenza ! Il suo racconto è già diventato leggenda.
È stato il primo Shinigami, dopo Yamamoto, ad aver accesso al villaggio segreto del Clan
dei Licantropi. Lo hanno accettato, permettendogli di vivere al loro fianco. >>
<< Questo grazie alla presenza di Komamura, che ne ha garantito l’incolumità >> precisò
Toshiro.
<< Quindi è vero ? Komamura-san rimarrà sempre … in forma animale ? >> chiese Momo
avvilita.
<< Purtroppo sì … >> rispose Rangiku << … ma non temere. Sajin conserva ancora tutti i
suoi ricordi e, nonostante non abbia più il dono della parola, ha insegnato a Kiba un sacco
di tecniche >>
<< Ah ! Sono proprio curioso di vederle ! >> esclamò Hisagi portandosi le braccia dietro
la schiena << Un vero peccato non riesca a venire. Eppure il Comandante gli aveva dato
il permesso >>
<< Beh … è sempre stato un uomo molto ligio al dovere ... >> rispose Toshiro << … inoltre
la Sesta è senza guida da troppo tempo … in quanto nuovo Capitano dovrà eleggere i nuovi
Seggi, firmare montagne di documenti arretrati e visionare i nuovi armamenti, ma al di là
di questo desidera essere un capo rispettato e onorevole, al pari di Komamura >>
<< Oh ! Tranquilli ! Non si perderà neanche un’istante del matrimonio ! >> esultò
all’improvviso Rangiku.
Una fotocamera digitale di un’abbagliante rosa shocking fece capolinea dalla borsetta.
<< E quella dove diamine l’hai presa ? >> domandò Toshiro visibilmente irritato, quasi
la Luogotenente gli avesse proposto una gita al mare.
Canticchiando Rangiku accese l’apparecchio e lo afferrò per il collo trascinandolo in basso
nonostante l’altezza non indifferente.
<< Avanti Capitano non faccia il timido ! >>
<< Che bello ! Dai Toshi-chan ! Facciamo una foto tutti assieme ! >> incitò Momo
stringendosi alla sua vita.
Preso da entrambi i lati, l’albino sbuffò rassegnato.
<< Va bene … ! Ma vediamo di non perdere troppo tempo … ! >>
<< Coraggio amore ! Manchi solo tu ! >>
Hisagi fissò intensamente la candida mano di Rangiku.
Quella mano … quante volte gli aveva accarezzato il viso dopo una lunga notte d’amore ?
Quante volte era stata stretta alla sua ? Tante ... troppe per ricordarlo. La prese, felice come
non mai. Sfiorò la pelle una seconda volta e ne ebbe la certezza ; quelle ombre non l'avrebbero
più tormentata, d’ora in avanti Rangiku avrebbe parlato di tutto, senza più alcun timore.
“ Sarà un giorno bellissimo … e tu, amore mio, sorriderai ...”
Con questo pensiero la baciò sulla guancia.
<< Coraggio ora ! Dite tutti cheesse ! >>


Ancora poco e tutto sarebbe stato perfetto ...
Toc !
… due pennellate d’ombretto, quattro di mascara e il viso avrebbe brillato come la più
luminosa delle stelle.
Toc ! Toc !
In fondo bisogna essere perfette in vista delle occasioni speciali, a maggior ragione se si
tratta di un matrimonio. Pragmatica com’era, Riruka aveva riflettuto a lungo su quale look
sfoggiare ; trucco, abito, acconciatura, scarpe, accessori … ogni cosa doveva essere abbinata
con la massima cura e il minimo errore poteva rivelarsi fatale. E ora, dopo tanta preparazione,
la sua elegante figura luccicava davanti allo specchio. L’abito viola, in perfetta sintonia coi
capelli finemente raccolti, l’avvolgeva donandole quel leggero tocco di sensualità che mal
non guastava.
Toc ! Toc ! Toc !
Purtroppo alcune persone non riuscivano a comprendere gli sforzi altrui.
<< Si può sapere cosa vuoi ?!? >> in una frazione di secondo era già lì, ad aprire la porta
con la solita irruenza.
A pochi passi, circondato da uno dei tanti austeri corridoi dell’HV Prodution, Shukuro la
scrutava, le braccia conserte, lo sguardo amareggiato.
<< Allora siamo pronte ? >> chiese battendo un paio di volte il piede.
<< Uffa … ! Voi uomini non avete la minima pazienza ! Devo essere bellissima … Orihime
e Tatsuki dovranno impallidire di fronte al mio fantastico look ! >>
<< Riruka … sei chiusa lì dentro da più di mezz'ora. Gli altri ci stanno aspettando >>
<< Beh dovranno aspettare ancora un po’ ! >> protestò mettendo le mani sui fianchi
<< Tanto … andiamo col super coso di Yukio, saremo a destinazione in un batter d’occhio ! >>
<< Sì … ma persino un jet privato non viaggia alla velocità della luce >> e svelto l'afferrò
per il polso.
<< Ehi ! Non hai sentito cosa ho detto ?!? Ancora cinque minuti ! >>
<< No >>
Il tono perentorio del fidanzato arrivò fulmineo, seguito dalle labbra che le mozzarono
il fiato in un bacio sensuale. Baci del genere capitavano sempre più spesso e per quanto
provasse a resistergli, ogni volta era costretta a cedere a quei movimenti lenti e caldi,
movimenti che uno sconosciuto mal avrebbe accostato a una persona all’apparenza rigida
come Shukuro. Quanto durò a non seppe dirlo, perché senza rendersene conto era già lì,
trascinata lungo il corridoio.
<< T-ti odio quando fai così ! >> urlò cercando invano di liberarsi.
<< Così come ? >>
<< Sto parlando del bacio cretino ! L’hai usato per distrarmi ! >>
<< Forse … >> disse lui facendo spallucce.
<< Dannato ! Lasciami ! La borsa e i trucchi ! Non posso lasciarli lì ! >>
<< Ho parlato con la segretaria di Yukio … si occuperà di metterli via >>
<< Ma … ! >>
<< Non dobbiamo comprare nulla, e in caso di emergenza ho la carta di credito >>
<< Il cellulare ! >>
<< L’hai dato a me prima d’entrare … >>
<< Ma il trucco potrebbe andar via ! Devo avere dietro l’occorrente per risistemarmi ! >>
Lui non disse nulla e solo allora Riruka notò il triangolo luminoso davanti a loro. Pochi
secondi e un sonoro tin ! annunciò l’apertura dell’ascensore, non un comune ascensore,
ma quello dell’attico privato di Yukio. Un ascensore dalle linee moderne, la cui ampia
vetrata regalava una visuale quasi a 360° sugli alti grattacieli di Tokyo.
Entrando il giovane si decise a parlare.
<< Riruka ... noi uomini non badiamo troppo a certi dettagli. Trovo che il tuo viso
al naturale sia di gran lunga ... più bello >>
Per poco non svenne dall'imbarazzo. Ma in fondo Shukuro era così, sapeva essere calmo e
riflessivo e al tempo stesso sorprenderti quando meno te l’aspettavi. E poi si preoccupava
per lei come nessuno, nemmeno i suoi famigliari, avevano mai fatto. Ricordò il periodo
precedente il fidanzamento, un periodo intenso in cui pian piano si erano avvicinati ;
una parola, un commento, un complimento in più, le avevano fatto vedere il ragazzo sotto
una nuova luce. Ma in fondo Shukuro Tsukishima era sempre stato diverso, perché
neanche nei mesi dell’Xcution, neanche allora aveva pensato fosse carino, sexy, come
invece era successo con Ichigo. Un’anomalia che l’aveva incuriosita fin dal primo istante.
Shukuro si era rivelato una continua scoperta, scoperta macchiata dal dolore della morte.
Infine, dopo il ritorno nel Mondo Terreno e l’addio a Kugo, il giovane aveva compreso
di non essere solo, di poter andare avanti e costruire il proprio cammino.
Un cammino di cui ora faceva parte anche lei ...
<< Shukuro … grazie ... >> sussurrò stringendogli la mano più forte.
Un leggero movimento e il suo respiro era lì, a pochi centimetri dalla bocca. L’imbarazzo
crebbe, costringendola ad abbassare lo sguardo.
<< Io … sono felice … di … di averti al mio fianco … >>
“ Perché sto cambiando … vicino a te mi sento più matura … più sicura … consapevole dei
miei errori … ”
Ecco, così la frase sarebbe stata più completa, peccato che Shukuro la baciò e il pensiero
si smarrì, come trascinato da una violenta tempesta. Portata via, Riruka gli cinse il collo
perdendosi nel calore delle sue labbra.
Tin !
<< Oh ! Spero non abbiate intenzione di sbaciucchiarvi pure in viaggio >>
La voce di Yukio risuonò simile a una secchiata d’acqua gelida. Impettita si girò.
Dall'ascensore aperto, un breve corridoio sbucava sul tetto dell’HV Tower, ovviamente
allestito da pista d’atterraggio con tanto di luccicante jet-privato.
In mezzo stavano tutti i membri dell’ex X-cution ; Jackie, nell'attillato abito blu, Giriko, in
un completo non troppo diverso da quello da barman, Moe, fin troppo a disagio in giacca
e cravatta, e Yukio, in un’elegante e alquanto tetro cappotto nero.
Yukio … era stato lui a lanciarle l’irritante frecciatina. Fulminea gli si precipitò addosso,
strattonandolo per l’ampio collo del soprabito.
<< Quando cavolo imparerai a farti gli affari tuoi ?!? >>
<< Volevo solo farti accelerare il passo, perché abbiamo solo … >> e sollevato il polso diede
un’occhiata al Rolex << … cinquantotto minuti e venti secondi per arrivare alla succursale a
Wakayama, prendere la limousine e raggiungere il Tempio di Muryokoin. >>
<< Tsk ! Una ragazza deve farsi desiderare ! >>
<< Non lo metto in dubbio, ma così rischiamo di fare una figuraccia. >>
<< Grr … ! Jackie ... aiutami ! Qui nessuno capisce le esigenze di una povera fanciulla ! >>
piagnucolò fiondandosi sull'amica.
<< Tranquilla … se ti servino dei trucchi li ho qui con me >> rincuorò la donna indicando
la propria borsetta.
<< Davvero ?!? Ooohhww …. grazie mille ! Sei la mia salvatrice … ! >>
<< Questi tuoi repentini cambi d’umore non smetteranno di stupirmi >> commentò Moe a
sguardo basso.
<< A chi lo dici >> s’affrettò ad aggiungere Yukio.
<< Stupidi ! Dovrò essere perfetta ! Orihime e Tatsuki impallidiranno di fronte alla mia
bellezza ! >>
<< Riruka … ti sei già scordata le mie parole ? >> domandò alle sue spalle Shukuro.
Ma lei s’era già avviata verso il jet e coperta dal rumore del vento non sentì, o meglio finse
di non sentire.
<< Forza lumache ! Sbaglio o siamo in ritardo ?!? >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

I raggi del sole scendevano fitti dalle ampie finestre laterali, simili a una cascata dorata.
L’aria primaverile filtrava attraverso le piccole aperture, rompendo il silenzio insieme alla
voce del sacerdote.
Ricordava con viva gioia la prima visita a Muryokoin. Era stato sul finire di Gennaio,
insieme al Nii-san*. Ricordava lui, alto e maestoso nel completo scuro, discutere col
kannushi* circa le disposizioni del matrimonio, mentre lei, correndo quasi a perdifiato,
era partita ad esplorare il complesso. I luminosi corridoi, i giardini curati, l’ampia spianata
interna, la lucentezza dei legni, la complessità dell'architettura … l’avevano rapita. A ogni
passo il silenzio aveva lasciato il posto a mille voci e volti sorridenti, tra essi spiccava
quello dell’amato e futuro sposo. Infine, giunta in una piccola saletta, ne era rimasta
letteralmente incantata, un’aura speciale permeava ogni angolo nonostante il freddo e
la neve l’avessero presa d’assedio.
- Qui si terrà la cerimonia ... - aveva esordito alle sue spalle la voce del Nii-san* - … ti piace ? -
Aveva sorriso, frizzante di felicità, per dopo andargli incontro e stringerlo forte.
- Sì ! Tantissimo ! -
Passata l’iniziale rigidità Byakuya l’aveva stretta … nel loro primo abbraccio.
Cullata dal dolce ricordo Rukia riaprì gli occhi e il presente si manifestò in tutta la sua
magnificenza. Eccola lì, nel bianco shiromuko* insieme a Renji, l’amore della sua vita,
imponente nel kimono* nero. Ancora poco e la loro unione sarebbe stata sancita, presto
sarebbero diventati marito e moglie. Al pensiero un brivido di felicità la pervase da capo a
piedi. Trepidante, prese a fissare l’amato rimanendone incantata dal viso raggiante, dai
capelli finemente raccolti in una treccia, dagli occhi colmi d’amore. Avrebbe voluto urlare,
dar voce all’infinita gioia che fremeva in lei come un uragano … ma non poteva, non ora,
non in quella piccola stanza e con tanti sguardi puntati addosso. C’erano Orihime e Ichigo,
scelti come testimoni, il Nii-san* insieme a Ginrei Kuchiki, Tatsuki, Yuzu, Karin e Chad.
In pochi infatti potevano presenziare alla cerimonia, dopo essersi purificati presso le fontane
all'ingresso del tempio, come richiesto dalla tradizione shinto. Fuori attendeva il resto
degli invitati. Erano venuti proprio tutti ; buona parte dei membri della Tredicesima e
della Settima, Capitani e Vice di ogni Compagnia ( a parte Iba ), Kukaku, Kugo e Ganju,
Hiyori, Lisa e Love, Riruka insieme a Shukuro e l’ex X-cution, più alcuni rappresentanti
delle altre Nobili Famiglie, fra cui spiccavano Yushiro accompagnato da Soi-fon.
All'improvviso l’aria si mosse accarezzandole il viso. Davanti il kannushi*, affiancato da
due giovani miko* recitò le ultime benedizioni, poi con un gesto benevolo indicò la coppia
di fedi, incastonate nel cuscinetto ricamato posto sull'altare.
<< Io, Renji Abarai, giuro eterna fedeltà e amore a te, Rukia Kuchiki. >>
Soave giunse la voce dell’amato.
Leggero estrasse il più piccolo degli anelli.
Delicato prese la sua candida mano.
Protettivo infilò l’anello al suo dito.
Coi medesimi gesti, lei fece lo stesso.
Le fedi brillarono, baciate dalla luce del sole.
Le grandi mani di Renji erano lì, sopra le sue, ma una piccola apertura lasciava intravvedere
le fedi.
Rukia li osservò perdendosi in essi.
<< Ti amo Renji. >>
Mai tali parole risuonarono con tanta dolcezza, mai le fecero battere il cuore così forte,
mai lasciarono cadere lacrime più calde. Lui sorrise, si chinò e la baciò.
Un bacio leggero, ma carico di tutto l’amore, le speranze e le promesse.
<< Ti amo Rukia e ti amerò … sempre. >>
Ora erano marito e moglie.
Uniti nel più bel giorno della loro vita.


Era sempre stata una persona paziente …
<< Ehi aspetta … ! >>
… ma a tutto c’era un limite e la sua pazienza finiva dove cominciava l’idiozia e la
stupidità altrui. Nel caso attuale si trovava di fronte a una serie di sfortunati e alquanto
irritanti eventi. Kugo era sparito chissà dove e Ganju si era subito fiondato sul cibo senza
neanche chiedere grazie. Insomma una situazione che avrebbe fatto infuriare pure il più
santo dei bonzi.
<< Così mi rompi il polso … ! >>
Ah senza dimenticare Yoruichi …
<< Kukaku ti prego ! >>
La ignorò per la quinta volta superando l’ennesimo gruppo d’invitati intenti a rimpinzarsi
di sushi*. Nell’ampia spianata laterale del tempio, al confine col bosco, era stato allestito
un sontuoso banchetto ; trenta grandi tavoli finemente apparecchiati e ricolmi d’ogni
leccornia esistente. Si andava dagli antipasti, ai fritti, a piatti di pasta tenuti al caldo sopra
piastre fumanti, a ogni tipologia di sushi*. Più tardi sarebbero arrivati pure i dolci, così
avevano promesso i cuochi del Casato Kuchiki prima di rinchiudersi nelle cucine del
tempio, concetto ribadito a più riprese anche dai numerosi camerieri.
Ma non era certo la marea di pietanze ad averla spinta ( e a star trascinando Yoruichi ) in
mezzo alla folla d’invitati.
<< Kukaku … mi stai ascoltando ?!? >> protestò la Dea cercando di liberarsi.
<< Certo che sì ! >>
<< Beh senti … prima non sarebbe meglio congratularci con Rukia e Renji ? >>
Dietro di loro un brindisi si elevò fragoroso in direzione dei novelli sposi appena usciti dal
tempio.
<< No ! Abbiamo … hai altro a cui pensare adesso ! >>
Veloce fece saettare lo sguardo in tutte le direzioni. Destra, sinistra, avanti, indietro. Una,
due, tre volte … e finalmente lo vide ; Askin, in piedi qualche tavolo più in là, intendo a
chiacchierare con Mayuri, Nemu e Akon. Ma al contrario degli altri, non aveva ancora
toccato un chicco di riso ... ciò fu una conferma inequivocabile …
<< Eccolo ! Ora vai Yoruichi ! Non vedi … ti sta aspettando ! >> esclamò precipitandosi
dietro di lei e cominciando a spingerla.
L’amica oppose una strenua resistenza, le gambe premute in basso da fare da contrappeso.
<< Kukaku ! Aspetta ! Non essere avventata … >>
<< Avventata ? Vi siete ignorati finora ! Lo sto facendo per te ! >>
<< Okay ! Okay ! Vado ! Solo ... non spingermi ! >>
Parole accompagnate da un fremito che la fecero desistere dal proposito iniziale.
Sospirò, poggiando le mani sopra le scure spalle dell’altra. Con quel gesto Yoruichi prese
coraggio e guardò avanti, verso l’uomo a lungo desiderato. Pur non vedendola in viso,
Kukaku ne immaginò le guance solcate da un vivido rossore e le parve quasi di sentirlo,
il cuore rimbombarle nel petto. Per un attimo la mente tornò indietro, a un tempo passato,
quando le medesime sensazioni l’avevano travolta alla vista di Kugo, all'epoca giovane
Sostituto. Ripensò alle lunghe notti insonni passate a fantasticare su di lui, alle sensazioni
che, maturando dentro di lei giorno dopo giorno, avevano dato un nome al quel sentimento :
amore.
“ Per certi versi siamo proprio uguali … ” pensò circondandole il collo con un braccio.
<< Queste occhiaie non sono proprio il massimo … >> fece notare scherzosa << ... è da una
settimana che non dormi decentemente … ma non preoccuparti ! Sei bellissima ! >>
<< Du-due settimane … ! >> ammise lei abbassando lo sguardo.
Nella voce s’avvertiva palpabile tutta l’agitazione e il nervosismo.
<< Un’ulteriore conferma ... >>
<< Uh ? D-di cosa ?!? >> chiese stringendo le mani al petto.
<< Che sei innamorata ovvio ! Quando pensi a lui giorno e notte … quanto ti senti felice
solo camminando fianco a fianco … coraggio Yoruichi … è giunto il momento. Tranquilla,
andrà tutto bene. >>
Le iridi feline ebbero un sussultò, dopo di che la Dea tornò a guardare avanti e s'avviò
a piccoli passi. Kukaku rimase indietro, a osservare trepidante la scena. Ecco Yoruichi,
nel magnifico e attillato abito nero … ecco Askin congedarsi dai propri superiori per
andarle incontro … eccoli salutarsi, un saluto breve, velato dall’imbarazzo. Poi lui,
scosso da un’improvvisa scintilla di sicurezza, la prese per mano trascinandola nel
folto del bosco. Poco prima di sparire l’orecchino di Yoruichi brillò, simile a un magico
e muto ringraziamento.
<< Sii felice … amica mia. >>


Il vento risuonò selvatico tra le fronde della pineta, giungendo come una musica lontana sul
tempio. Al limitare della spianata, Kugo sorseggiava del sake* lanciando qualche occhiata
distratta alla folla, intenta a brindare ai novelli sposi appena usciti dal complesso di Muryokoin.
Non si aspettava di trovare un liquore così forte, persino per lui che lo reggeva bene.
Evidentemente Rukia e Renji avevano voluto aggiungere una carica alla cerimonia, e cosa
c’era di meglio per i più temerari se non festeggiare con una gara alcolica ? In ogni caso,
non era una curiosità culinaria ad averlo portato fin lì.
<< Allora … di cosa voleva parlarmi Comandante ? >>
Al suo fianco Kyoraku buttò giù l’ennesimo sakazuki* colmo di saké*.
<< Hai aspettavo il clamore del brindisi per non destare sospetti .., non ti smentisci mai,
Primo Sostituto >> annunciò poggiando il bicchierino sull’ampio tavolo.
Era già al terzo giro, non gli fu difficile immaginarselo a fine giornata, sbronzo e trascinato
da un’irritata Nanao Ise.
<< Nemmeno lei. Qualche occhiata nel cortile e appena m’allontano eccola qui … ma
voglio togliermi il sassolino dalla scarpa e godermi il matrimonio in santa pace >>
<< Oh … desideri arrivare subito al punto, molto bene ... >> e nel dirlo aveva ripreso il
sakazuki* insieme alla piccola brocca << … i tuoi progressi all’Accademia sono ben noti
e molti insegnanti scommettono che entrai nella classifica dei migliori dieci studenti.
Elogi a parte, desidero offrirti un posto nella mia Compagnia, mi mancherebbe giusto
un Quarto Seggio. >>
Che tali notizie giungessero alle orecchie del Comandante l’aveva intuito da tempo, in ogni
caso Kugo non era uno sprovveduto, stare in guardia era il primo passo per comprenderne
appieno le intenzioni.
<< … Da qui a 4 anni può sempre trovare una persona altrettanto valida. >>
<< Non mi dire che stai rifiutando ?!? >>
<< Mi sembra di averglielo già detto una volta … odio i favoritismi. >>
<< In effetti quella volta fui un po’ affrettato. Offrirti la carica di Capitano subito dopo la morte
di Yhwach non fu esattamente una mossa giusta … >> commentò bonario, poi con sguardo serio
continuò << … ma se avessi voluto favorirti mi sarebbe bastato irrompere durante una lezione.
No Ginjo, io credo nelle tue capacità, anche senza vedere un diploma stampato su bella carta. >>
Kugo gli lanciò un’occhiata di traverso.

- Si sta rivelando un ottimo Comandante ... sono sicura gli piacerebbe averti tra le sue file. -

Così aveva detto Yoruichi una volta. Inoltre Kyoraku sembrava sincero, ma aveva preso un
abbaglio se pensava di ottenere la sua fiducia così facilmente. No … occorreva qualcosa
… un patto a vantaggio di entrambi.
<< Quarto Seggio eh ? Beh … non v’è dubbio che, entrando nella Prima, lei si adopererebbe
di uno scudo non indifferente >>
<< Non ti sfugge proprio nulla >> commentò Kyoraku sollevando il bicchiere.
<< … Di quanti kan si parla ? >>
<< Oh … ! Nel caso del Quarto Seggio cinquemila al mese. >>
<< Uhm … allora è deciso. Farò domanda per la Prima. >>
<< Quindi … è bastato il mero lato economico per convincerti ? >>
<< Non fraintenda Comandante. Lo faccio solo per Kukaku. >>
Una velata sorpresa si fece largo nelle iridi dell’altro. Si zittì, agitando il sakazuki* e
fissando l’ultimo sorso di saké.
<< Dunque è vero … >> riprese a un certo punto << … intendi davvero sposarla e
riacquistare il titolo nobiliare. Il denaro non ti mancherà, l’Accademia Shinigami elargisce
un’ottima somma di kan agli studenti meritevoli ... ma permettermi di metterti in guardia >>
<< … Sono tutto orecchie. >>
<< Alla caduta degli Shiba in molti s'accaparrarono il monopolio sulle loro attività. Lupi
famelici che non molleranno la presa sul collo del povero agnello. Ti ostacoleranno in ogni
modo … corrompere i notai e il Consiglio sarà il primo passo … >>
Su certi ostacoli Kugo rifletteva da tempo, del resto è normale pensarle tutte quando di
mezzo c’è la felicità della persona amata. Adesso però gli stessi problemi erano appena
usciti dalla bocca di Kyoraku Shunsui. La soluzione era lì, servita direttamente su un piatto
d’argento. Deciso posò il sakazuki*, fece qualche passo e voltandosi infilò le mani in tasca.
<< E nel rispetto della sua posizione, come Comandante Generale e Capo di una Nobile
Casata, lei si premurerà che ciò non avvenga. Entrerò nella Prima ... in cambio dovrà
farmi questo piccolo favore … cacciare via i lupi voraci >>
Una proposta che nessun Comandante poteva rifiutare, sopratutto se lo stesso si rende
conto di essersi scavato la fossa con le proprie mani. Colpito in pieno, Shunsui cercò di
mantenere l’impeccabile compostezza, tradita però da un sorriso tirato.
<< Mi hai … letteralmente tolto le parole di bocca >>
<< Allora siamo d’accordo ? >>
<< … Certamente >>
<< La ringrazio dal profondo del cuore ... ! >> precisò giusto per rincarare la dose << Ora …
se non le dispiace torno da Kukaku. Buona giornata Shunsui ! >>
<< Grazie, anche a te. >>
Così, fischiettando, Kugo s’immerse nella folla. Tra i tavoli scorse Rukia e Renji, felici e
sorridenti. Tutti gli andavano incontro, chi congratulandosi, chi a consegnare il regalo di
nozze. Ancora qualche passo ed eccola, Kukaku, l’amore della sua vita, meravigliosa e
raggiante nel morbidissimo kimono* rosso, appositamente comprato per l’occasione.
I capelli finemente raccolti in una lunga e sottile treccia, il viso messo in risalto da preziosi
orecchini, sottili dischi di giada finemente decorati.
La raggiunse abbracciandola da dietro. L’amata sussultò e alzò il capo.
<< Ah ! Eccoti ! Si può sapere dov’eri finito ?!? >>
<< Piccola chiacchierata con Kyoraku … ma te ne parlerò più tardi >> rispose dandole un
baciò in fronte.
<< Uhm … beh ti sei appena perso il secondo evento della giornata ! >>
<< Oh … non mi dire ... >>
Vagò con lo sguardo e infine li scorse ; Askin e Yoruichi, mano nella mano, scomparire
nel fitto bosco.
<< Stamane era tutto teso e guarda ora come cammina spedito. Yoruichi non mi pare da
meno … uhm … quella camminata impacciata … mi ricorda qualcuno … >>
<< T-ti sbagli ! Ora non sono più così ! >> rispose Kukaku sentendosi chiamata in causa.
Nel dirlo incrociò le braccia. Un gesto innocuo e la voglia di baciarla crebbe all’istante.
<< In questo caso … urge un test ! >>
Veloce la girò stringendola fra le braccia e la baciò di nuovo, questa volta sulla bocca.
Fu un bacio impetuoso, lungo, caldo. Kukaku tremò annaspando contro le sue labbra, ma
in breve corrispose, passionale e dolce. A bacio finito la tesi si confermò ; guance tinte di
rosso uniti a un’espressione squisitamente confusa. Sì … da quel lato Kukaku era rimasta
la solita ; dolce e impacciata.
<< Quindi … soltanto quando siamo soli … ti trasformi in una tigrotta. >>
<< Co-cosa diamine fai ?!? Ci stanno guardando tutti ... ! >>
<< … E tu lascia che guardino. >>
In un secondo abbraccio quasi la inglobò nel petto. Da lontano pareva un gattone nero
raggomitolato intorno a un gomitolo di lama. Felice si scostò un poco accarezzandole
i capelli e … all’improvviso lo vide … la seta arancione aveva lasciato il posto a un candido
bianco ... un abito nuziale, simile a quello di Rukia ...
“ Sarai bellissima … ”
<< Eh ? Tutto bene Kugo ? Ti sei incantato o cosa ? >> chiese Kukaku scrutandolo coi curiosi
occhi verdi.
Deliziato dalla visione sciolse l’abbracciò.
<< Si, tutto bene. Vieni … se non sbaglio dobbiamo ancora congratularci con gli sposi >>
<< Giusto ! Speriamo Ganju non sia rimasto ad abbuffarsi ! >> sbuffò irritata.
<< Conoscendolo la vedo dura … ! >> aggiunse lui allegro.
Così s’avviarono mano nella mano. Intorno, voci e risate risuonavano gioiose, l’aria
piacevolmente fresca inondava i loro visi … poi, in un movimento leggero, quasi
impercettibile, le sottili dita di Kukaku si strinsero un poco attorno alle sue, a cui seguì
la sua voce, melodiosa e pizzicata dall’imbarazzo.
<< Kugo … ti voglio vestito così … al nostro matrimonio >>
<< Oooh … ! Non ci posso credere. Kukaku Shiba ha ceduto al fascino dell’uomo in
giacca e cravatta … ! >>
<< Beh … devo ammetterlo … stai bene vestito così … >>
<< Uhm … sono sexy ? >>
<< Molto … soprattutto … beh insomma hai capito ! >>
Kugo sorrise e lo sguardo ricadde sul prezioso anello di fidanzamento, su quella stella
preziosa che avrebbe continuato a illuminare il loro cammino.
<< Sì … te lo prometto, amore mio >>


Orihime era confusa. O forse confusa non era il termine adatto a descriverne il precario
stato d’amino. Camminava lentamente, al suo fianco Tatsuki e Riruka chiacchieravano
allegre, ma sia le loro voci sia le risate tutt’attorno giungevano ovattate. In quel continuo
sovrappensiero, lo sguardo ricadde su Ichigo, intento a parlare con Toshiro, Ikkaku e
Yumachika qualche tavolo più in là. In una frazione di secondo avvampò, esattamente
com’era successo poche ore prima, quando tutti si erano incontrati davanti alla Stazione
Centrale di Tokyo. Loro due, insieme a Tatsuki, Chad, tornato dagli Stati Uniti appositamente
per l’occasione, Keigo, Mizuiro, Yuzu e Karin. Tutti vestiti eleganti, come ogni matrimonio
esigeva. Quello di Rukia era in assoluto il primo a cui partecipava, al contrario di
Mizuiro, troppe volte invitato ai matrimoni delle numerose ex. La scelta dell’abito aveva
richiesto parecchio tempo, alla fine aveva optato per una lunga veste color crema. Però mai
… mai si sarebbe aspettata una simile eleganza da parte di Ichigo. Ora … l’amato si mostrò
nuovamente in tutta la propria sensualità, i muscoli esaltati dall’elegante completo scuro.
All’improvviso un’immagine s’impossessò della sua mente, veloce e violenta come una
tempesta. Lei, in un candido abito bianco, e oltre un lungo tappetto rosso, Ichigo l’attendeva
davanti all’altare. Divorata dalla vergogna la ragazza cercò riparo … sotto un tavolo.
Nell’ambrata luce del rifugio si sentì al sicuro, ma non ci volle molto che la tovaglia si
sollevò, rivelando i volti sbigottiti delle due amiche.
<< Hime … stai bene ? >> chiese Tatsuki.
<< Già ! È da prima che sei strana ! >> aggiunse tagliente Riruka.
Nell’ulteriore vergogna arretrò, infossandosi su se stessa come un cerbiatto impaurito.
Dopo una rapida occhiata, Tatsuki si fece avanti poggiandole dolcemente una mano sulla
spalla mentre in piedi una più nervosa Riruka cominciò a ricercare la causa dell’inusuale
comportamento.
<< È per via di Ichigo ? >> chiese la karateka.
<< Sì … >> rispose quasi per miracolo.
<< Ho capito ! È per colpa di Ichigo ! >> urlò Riruka fiondandosi al suo fianco.
<< Uffa ! Cerca di avere più tatto per una volta ! >> la rimproverò Tatsuki sedendosi.
<< Sono stata delicatissima invece ! E poi … per cosa dovrebbe imbarazzarsi Hime ? Avrà
immaginato Ichigo in abito da sposo, un lucente principe azzurro pronto ad accompagnare
la principessa all’altare. Sbaglio ? >>
Orihime rispose biascicando un debole sì, gli occhi fissi sul terreno erboso.
<< Ecco ! Ci ho azzeccato ! >>
<< Accidenti … così peggiori la situazione … ! Dai Hime, non agitarti … non c’è nulla di
male nell’immaginare certe cose >>
<< Di-Dici ? >> balbettò impacciata.
<< Beh … io non ho ancora trovato l’anima gemella …quindi posso solo supporlo ... >>
rispose, quasi ammettendo un limite << … ma tu sei fidanzata e ora sei qui ... al matrimonio
di Rukia. È normale fantasticare sul proprio futuro >>
<< Ehi ! Io non ho mai immaginato cose del genere con Shukuro ! >> intervenne Riruka
disgustata.
<< Chissà perché non avevo dubbi … >> commentò la migliore amica con tutta la pazienza
di cui era capace.
<< In compenso ho già in mente l’abito da sposa. Sarà bellissimo … >> cominciò a
descrivere l’altra con sguardo rapito << … lungo, con un’ampia spaccatura sul fianco,
pieno di rose viola e nere. E il tuo ?!? Il tuo come sarà Hime ?!? >>
Già … come sarebbe stato ?
Quell’immagine era apparsa fugace senza che avesse il tempo di concentrarsi sui dettagli,
ma adesso l’irruenza di Riruka e la premura di Tatsuki riuscirono a donarle un’inaspettata
sicurezza. Col cuore palpitante s’immerse nel buio. Lentamente l’abito prese forma
trascinato da una luce argentea ; sottili guanti di pizzo, una veste, bianca e liscia, ed infine
un velo a coprile il viso. In un attimo … ogni ansia sparì.
<< Il mio sarà lungo … e bianco >>
<< E basta ?!? Avanti mettici più fantasia ! >>
<< Ho sempre preferito le cose semplici … >> rispose sorridendo timidamente << …
Grazie ragazze. Ora mi sento meglio >>
<< Beh siamo qui per questo … >> disse Tatsuki cingendole le spalle.
<< Io … ecco … mi sono fatta prendere dal panico … pensavo fosse di cattivo gusto …
pensare a certe cose durante il matrimonio di un’amica … ma in fondo è come hai detto tu
Tatsuki, non c’è nulla di male nel fantasticare. E grazie a te Riruka, ora so come sarà il mio
futuro abito da … >>
<< Abito ? Di cosa stata parlando qua sotto ? >>
Il viso incuriosito di Ichigo fece capolinea oltre la tovaglia sollevata.
<< Nulla ! Affari tra donne ! >> gli rispose prontamente Riruka e sgattaiolò fuori, seguita
a ruota da Tatsuki e lei che, a sguardo basso, tentava in ogni modo d’evitarlo.
<< Lo stavate facendo ... lì ? >>
<< Esatto ! Si tratta di un club segreto ! “ Le ragazze sotto il tavolo ” ! Vietato l’ingresso agli
uomini, capito ?!? >> ribatté scherzosa Tatsuki mollandogli un leggero pugno sul braccio.
<< Accidenti ! Avete un’ottima body guard, dovrò stare più attendo la prossima volta ! >>
L’amato parlava ... eppure Orihime ne avvertiva lo sguardo addosso, come se i suoi occhi la
stessero letteralmente mangiando. Del resto Ichigo era diventato piuttosto intraprendente
negli ultimi mesi. Un coraggio acquistato nel tempo, con grandi scelte e rinunce. Grazie
alle parole di Ginjou-san ogni conto col passato era stato chiuso ; grazie alla propria
determinazione aveva rinunciato al ruolo di Sostituto e detto addio al Mondo Spirituale,
non prima di concedere a Grimmjow, nuovo Re degli Hollow, un’ultima sfida tra le pallide
dune dell’Hueco Mundo. Infine era arrivata ... la dichiarazione d’amore, il quattordici
Aprile dell’anno prima, passeggiando lungo la riva del fiume di ritorno da scuola.

- Io … desidero concentrarmi su questa vita … su me stesso … su noi due … -

Parole meravigliose, eternamente impresse nella sua memoria.
<< Beh spero non vi dispiacerà se vi rubo la Vice Preside >> esordì Ichigo.
<< Assolutamente no ! >> risposero complici Tatsuki e Riruka.
Rapita com’era da quel magico ricordo non s’accorse di nulla. La realtà tornò
prepotente appena l’erba lasciò il posto all’irregolarità e allo scuro del bosco.
Lui la teneva per mano, la festosità del banchetto risuonava lontana alla sue spalle,
come proveniente da un altro mondo.
<< Ichigo … dove stiamo andando ? >> chiese stupita.
Con un rapido movimento lui la catturò in un bacio impetuoso. Orihime sgranò gli occhi e
senza poter far nulla, si ritrovò incollata contro un albero, le labbra di Ichigo sulle proprie,
le mani ad accarezzarle le gambe, vogliose d'assaporare il calore della pelle.
Baci del genere erano diventati quasi la norma, baci a cui si stava pian piano abituando,
perché finora un imbarazzo le impediva d’immergersi subito in essi.
Poi arrivò come sempre … quella lieve pressione … e la lingua si fece strada nella sua
bocca. Orihime si lasciò trasportare, aggrappandosi con forza alla sua schiena.
Attimi eterni passarono, poi il bacio finì e nulla rimase se non un senso di leggerezza,
un lieve formicolio all’altezza della nuca, simile a un’ebbrezza alcolica.
<< Ah … Ichigo … >>
<< Avevo voglia di baciarti … >> sussurrò sensuale << … ora vieni … c’è una sorpresa … >>
Divorata dalla curiosità lo seguì senza porre domande. Risalirono il fianco dalla collina,
accompagnati dai raggi del sole che filtravano simili a lame oltre le rigide fronde dei pini.
Nulla s’udiva se non il rumore dei loro passi. Pochi minuti e il bosco lasciò il posto a una
piccola raduna. In mezzo a essa si stagliava una figura vestita di bianco.
La riconobbe all’istante e per poco non scoppiò a piangere.
<< Uryu … >> mormorò soffocando un singhiozzo.
Senza rendersene conto già correva tra gli alti fili d’erba, correva, il cuore traboccante di
gioia, le guance bagnate da calde lacrime. Corse e si aggrappò al suo collo, così forte che
per poco l’amico non perse l’equilibrio.
Uryu … Uryu era lì ! I severi abiti bianchi tipici dei Quincy, i lisci capelli neri, gli occhiali,
l’espressione confusa negli occhi blu … Sì ! Uryu era tornato … finalmente era tornato !
<< Non posso crederci ! Sei qui … ! Sei qui ! >>
<< … Inoue … mi stai soffocando … >> mormorò lui in un fil di voce.
<< Ah … che gioia ! Dove sei stato ?!? Dove sei stato ?!? Dimmelo ti prego … ! >>
<< B-beh ecco … la mia famiglia possiede una villa nell’Hokkaido … in questi anni ho
continuato gli studi da privatista mentre mio padre mi ha sottoposto a duri allenamenti …
in attesa che le acque si calmassero ... >>
Uryu mancava da Karakura da ormai più di due anni. Nessuno l’aveva più visto dopo la
sconfitta di Yhwach. Solo a Ichigo il giovane Quincy aveva confessato l’intenzione di
partire, il quale, comprendendo la necessità della scelta, non aveva protestato. Pochi giorni
dopo, a scuola era arrivata una lettera di trasferimento firmata dal padre, e ciò aveva messo
a tacere molte domande da parte di professori e compagni, tranne per Tatsuki, Keigo e
Mizuiro. Da allora nessuna notizia, messaggio o email, Ichigo e Chad avevano provato a
chiamarlo un paio di volte, ma il cellulare risultava sempre spento. Un silenzio colmato
dalla certezza di rivederlo, perché come le aveva confessato l'amato ;

- L’ha fatto per noi … l’ha fatto per proteggerci … -

Tutti lo sapevano … sapevano che prima o poi Uryu sarebbe tornato.
E ora eccolo lì, stretto a lei, nella più meravigliosa delle sorprese.
<< Ah … come sono felice di rivederti … ! Ci sei mancato tantissimo … ! >>
<< Mi ha chiamato ieri notte per annunciarmi il suo ritorno … >> disse Ichigo che nel frattempo
si era avvicinato << … insieme a Chad siamo andati a berci qualcosa, ma vista l’ora ho preferito
non disturbarti Hime. Tra una birra e l’altra è saltato fuori il matrimonio. Uryu ha deciso di
partecipare … anche se arrivando per vie traverse come vedi >>
<< Ehi ! Se non erro eri d’accordo anche tu ! >> protestò Uryu facendosi rigido.
<< Uh ? Su cosa ? >>
<< Tu e Chad dovete accertarvi dell’assenza di spie Shinigami ! >>
<< Sì … te l’ho scritto prima per messaggio, a parte i soliti noti, tutto a posto. Ora per favore,
rilassati … >>
<< Oh ! Scusa tanto se mi preoccupo per voi ! >>
<< Anche con Hime … cosa diamine era quella risposta così formale ? >>
<< Tsk ! Non sei cambiato affatto … stupido Kurosaki … >>
<< E tu sei sempre il solito perfettino, Quattrocchi … ! >>
In mezzo all’innocente battibecco Orihime si sentì al settimo cielo ; nonostante fosse passato
tanto tempo, tra loro non era cambiato nulla. Assolutamente nulla. In un moto di gioia li
strinse entrambi mentre calde lacrime continuavano a scendere sulle guance ormai rosse.
<< Siamo insieme ! Insieme ! Ancora non riesco a crederci ! >>
<< … Sì Hime … >> sussurrò felice Uryu scostandosi un poco << … abbiamo un sacco di
cose da raccontarci. Prima però … vado a congratularmi con gli sposi ! >>
Così i tre amici l’avviarono, mano nella mano.
Ora erano insieme, insieme come un tempo.
Sarebbero andati avanti … ad affrontare uniti le sfide della vita.


Facendo un paragone il banchetto nuziale ricordava una classica commedia romantica
americana ; tavolate lunghissime addobbate di mille delizie e sedie posizionate a piccoli
gruppi qua e là. Durante l’esilio gli era capitato d’incappare in film del genere, trovandoli
per la maggior parte noiosi e banali.
Anche quel matrimonio, nonostante il caloroso invito di Rukia e Renji, si stava rivelando
una noia mortale. Dopo tutte le formalità del caso ( presentarsi vestito bene, nel suo caso
un prezioso kimono* di seta blu, ed essersi congratulato coi novelli sposi ), il Capitano
dell’Ottava desiderava solo congedarsi e tornare nel Seireitei. Il Consiglio aveva da poco
formalizzato l’apertura di un secondo Istituto di Ricerca e stanziato i fondi per la costruzione.
Il sito era stato individuato nel Terzo Distretto, vicino a un palazzo circondato da un’ampia pineta,
nuova Sede della Compagnia, e lui, da bravo e futuro Direttore Scientifico, aveva tenuto una
serie di conferenze nell’Aula Magna dell’Accademia, esponendo gli argomenti che avrebbero
formato il primo corpus di ricerche. Complici il successo in Guerra e l’inaspettato ritorno
in scena, era stati tanti gli studenti accorsi a vederlo, chi spinto da vivo interesse, chi da
semplice curiosità. L’ottima impressione generale faceva sperare in un buon numero
d’iscritti già a Settembre, data prevista per l’inaugurazione del complesso.
Ma tra le rosee prospettive si celavano alcuni buchi neri : postille atte a migliorare processi
di formazione di alcune sostanze, processi chimici da correggere, la selezione delle attrezzature
ecc ecc …
“ Tante soddisfazioni e altrettante preoccupazioni ...”
Con questo pensiero Kisuke sedeva osservando distrattamente la folla, e rubacchiando di tanto
in tanto un pezzo di sushi* dalla barca posta sul tavolo.
Nella tiepida aria primaverile, sotto uno stupendo cielo azzurro, grida gioiose giungevano
ora più vicino, ora più lontane al passaggio degli sposi. Intravvide Rukia, nel candido abito
bianco, affiancata dall’amato Renji, reso ancora più imponente nel rigido kimono* nuziale.
Vicino stavano Ichigo, Orihime, Uryu e Chad, felici come non mai. Vagando con lo sguardo
scorse Hiyori, irruenta e selvatica, tormentare il povero Shinji, Hisagi, teso come una corda
di violino vicino alla provocante Rangiku, e Isane, intenta a chiacchierare con Zaraki,
mentre gli sguardi di sorella e Vice sembravano commentare il recente avvicinamento.
Isane e Zaraki … insieme al matrimonio ultimamente non si parlava d’altro nel Gotei 13, e
già in molti scommettevano sulla cessata ostilità fra le storiche Compagnia entro fine anno.
Come si dice, l’amore fa miracoli.
Eppure, nonostante l’allegria che traspariva da ogni angolo, quella sensazione d’isolamento
non accennava a diminuire. Chiuso nei propri pensieri, Kisuke rifletteva sul futuro, su
dilemmi scientifici e altre cose poco concerni un matrimonio di amici. Accantonarli e
immergersi nell’atmosfera festosa sarebbe stata la cosa più normale … tuttavia …
“ … quando mai è stato diverso ? ”
<< Kisuke … Kisuke mi stai ascoltando ?!? >>
Solo allora si ricordò di Tessai. Volse l’attenzione a sinistra.
Tessai Tsukabishi stava dritto sulla piccola sedia ( là dove ogni sedia risultava comunque
microscopica di fronte alla sua mole ), le gambe allargate, le braccia conserte, gli occhiali
a coprirne l’imperscrutabile sguardo. Da lontano pareva un oni* o un’altra creatura
mitologica a guardia di luoghi sacri. Una severità apparente, perché sotto sotto si stava
divertendo un sacco, a farglielo intuire fu una lieve nota acuta nella voce.
<< Oh … ! Scusami mi sono distratto … di cosa stavamo parlando ? >>
<< Uff ! Sei sempre il solito ... >> lo rimproverò scherzosamente l’altro scuotendo il capo
<< … riassumendo, se ti servono fondi per l’Istituto, il sessanta per certo posso metterli
senza problemi >>
<< Oh … grazie mille Tessai. Una preoccupazione in meno >>
Il Capo del Kidoshu scrollò le ampie spalle, com’era solito fare nei discorsi corposi.
<< Inoltre alcuni miei giovani apprendisti sono rimasti particolarmente colpiti dalle tue
conferenze. Faranno domanda per entrare nel Corpo di Ricerca appena sarà possibile.
Alcuni provengono da famiglie abbienti … allevatori di bachi da seta, tessitori, maestri
di bonsai, produttori di ceramiche … se riusciranno a convincere i capofamiglia avrai
ulteriori finanziamenti. Non male vero ? >>
<< Sì … non male davvero >> commentò senza troppo trasporto.
Abituato a risposte del genere, Tessai attese un paio di secondi prima di continuare.
<< Kisuke … stai pensando a lei ? >>
<< Ah … forse … >> e già aveva volto gli occhi lontano, fra gli alberi, là dove pochi minuti
prima Yoruichi era scomparsa insieme ad Askin.
Era stato quello a ridurlo in uno stato di apatia e fargli desiderare la fuga ? Non seppe
dirlo con certezza …
<< Beh … era giusto così. Era giusto lasciarla andare >> aggiunse accennando un sorriso.
> commentò l’amico con una vena d’ironia.
<< Oh … cioè ? >>
Tessai inclinò leggermente il capo, segno che s’apprestava a dire qualcosa d’importante.
<< Ti conosco da una vita e ... l’amore proprio non fa per te. Le tue scelte, i tuoi interessi,
sono mossi da altri fattori. Curiosità, interessi scientifici, sete di conoscenza, osare dove
nessun altro ha mai fatto. Fondare l’Istituto di Ricerca, ricreare invenzioni prendendo
spunto dagli studi di Tenjiro Kirunji e Kirio Hikifune, venire in possesso di informazioni
proibite sulla natura del Soul King e il Primo Conflitto contro i Quincy, creare l’Hogyoku,
risvegliare i poteri in un Figlio della Proibizione … di esempi ne avrei fino a domani
mattina. Come ti ripeto … l’amore non fa per te, perché anche sforzandoti non riusciresti
a comprenderlo. Del resto … tutti abbiamo i nostri limiti >>
Stranamente il discorso lo fece sentire meglio, là dove una persona normale si sarebbe
offesa senza troppi problemi. In fondo lui stesso si definiva strano e forse, come le parole
di Tessai lasciavano intendere, era proprio la sua intelligenza superiore a impedirgli di
comprendere il più meraviglioso dei sentimenti.
<< Quindi … eri a conoscenza di cosa provasse per me … >> commentò più mosso dalla
curiosità che da un reale interesse.
<< Come sapevo che tu non avresti mai detto le due fantomatiche parole. Ma ho preferito
tacere … anche quando la situazione stava prendendo un’altra piega. In fondo … tra noi
non c’è mai stato questo genere di confidenze >>
Nel silenzio che seguì Kisuke contemplò le spigolose sagome dei pini. Scure sotto il sole
del tardo mattino, parevano picchi di alte montagne scagliati contro l’azzurro del cielo.
Poi arrivò … l’immagine sorridente di Yoruichi … un sorriso magnifico che negli ultimi
mesi vedeva sempre più spesso. Dopo un agguato felino andato a segno, quando lui
andava a trovarla nella Sede della Compagnia o uscivano assieme. La Dea era raggiante,
solare, spensierata come non lo era mai stata in tutta la vita. La piccola visione lo fece
sentire meglio. Col cuore leggero, la mente sgombra, riportò l’attenzione su Tessai.
<< Hai fatto bene amico mio, del resto … tra noi sei sempre stato il più maturo ... >> ammise
allegro << … io e Yoruichi … beh … per certi versi non eravamo ancora cresciuti. Io …
continuavo a tenerla vicino ben conscio di suoi sentimenti … mentre lei … non riusciva a
vedere al di là di me ... >> si girò, versò un po’ di saké* nel sakazuki* e lo bevve tutto d’un
fiato e riprese il discorso << … ora ... che ci siamo liberati e per certi versi allontanati …
Yoruichi mi appare diversa. Riesco a vederne lati nascosti ... sfumature impercettibili del
carattere… la apprezzo … le voglio bene … mai … mai prima d’ora questo sentimento è
stato così forte. Ma tutto ciò … tutto ciò non è amore … e mai lo sarà. Lei è cambiata … e
anch’io lo sono ... >>
<< … Ti stai facendo nuovi amici >> suggerì l’altro quasi gli avesse letto nel pensiero.
Kisuke lo guardò mentre un’espressione serena si dipingeva sul viso.
<< Si … Askin e Kugo sono … davvero dei buoni amici >> e detto questo s’alzo, immergendosi
nella folla.
Tessai lo seguì. Sotto gli spessi baffi anche lui stava sorridendo.


“ La sua mano … è sempre stata così grande ? Così calda ? ”
Il pensiero la pizzicò per l’ennesima volta. Arrossì e porse lo sguardo in avanti.
Ormai aveva perso il conto … non sapeva quanto si fossero inoltrati nel bosco, ma Askin
era sempre lì, la schiena messa in risalto da un elegante completo nero, a guidarla attraverso
sentieri sconosciuti … verso un mondo tutto loro.
Gli occhi si persero in lui …
La mente si smarrì nel tepore di quel tocco innocente …
Eppure Yoruichi avrebbe voluto dirgli tante cose ; quanto le era mancato ... quanto lunga,
dolorosa e al tempo stesso bellissima era stata l’attesa ... quante volte l’aveva pensato in
grigie giornate d’inverno e sognato ogni singola notte, desiderosa del suo calore. Ma per
quanto si sforzasse le parole rimanevano intrappolate, incapaci di liberarsi da un tepore
che, passo dopo passo, l’avvolgeva sempre di più …
Guardò le loro mani, unite da un legame ora indissolubile.
Le guardò … e un’infinita commozione si fece largo in lei.
Le guardò … e capì non occorreva altro.
<< Yoruichi … >>
La sua voce arrivò, meravigliosa e suadente proprio come la ricordava …
Arrivò seguita dalle labbra, morbide e calde. Askin le regalò un bacio, un bacio breve,
dolce e al tempo stesso carico di tutto l’amore, l’attesa e il desiderio. Baciarlo … baciarlo e
perdersi in lui … ora voleva soltanto questo. Ma lui s’era già allontanato rimanendo a pochi
centimetri dal suo viso.
Il respiro … leggermente affannato contro la bocca … gli occhi, quegli occhi bellissimi d’un
viola intenso, si riflettevano nei suoi, preziose ametiste incastonate in luminosi topazi.
Si … Askin era bellissimo … bellissimo come sempre ...
<< Ecco … ora sei perfetta ... >>
Istintivamente portò la mano all’orecchio …
Al sinistro, prima vuoto, c’era l’orecchino … orecchino mancante …
Un singhiozzo e lacrime di pura gioia cominciarono a bagnarle le guance.
Ora era felice, felice di amare e di essere amata da un uomo meraviglioso.
L’imbarazzo era sparito …
Ora poteva dirlo …
<< Ti amo Askin. >>
Veloce lui la baciò di nuovo, e l’iniziale tenerezza lasciò presto posto alla passione. Fu lei
a ricercarla. Aprì la bocca aggrappandosi alla sua schiena, nel bisogno di un calore troppo
a lungo bramato. Askin la sollevò e prese ad accarezzarle la schiena, poi scese, paziente, sul
fondo-schiena e le gambe, regalandole scosse di piacere. Si baciarono a lungo finché i respiri
non divennero affannati. Sarebbe stato meraviglioso continuare … assaporare appieno
quell’intenso e peccaminoso piacere … eppure sapevano … sapevano non era il momento
né il luogo adatto. Ora bisognava assaporare altre parole, altri gesti. Sciolto il bacio, Askin
si sedette, le gambe incrociate. Lei era sempre lì, stretta a lui.
<< Ti amo Yoruichi … mi sei mancata … tantissimo ... >> disse accarezzandole i capelli.
In un moto di gioia s’infossò nel suo petto. Pochi istanti e le braccia di Askin la circondarono,
forti e protettive. Il cielo brillava azzurro oltre le verdi fronde degli alberi, in lontananza
alcuni passeri cinguettavano allegri … e in mezzo loro due, immersi n un mondo solo loro.
Yoruichi chiuse gli occhi immergendosi completamente in lui. Rimase stupita di quanto
grande fosse quella nuova e travolgente beatitudine, di quanto si sentisse felice al solo
baciarlo, all’udirne la voce e il battito del cuore …
“ Questa è la forza dell’amore … ora lo so … ”
<< Yoruichi … >> la chiamò lui leggiadro.
<< … Sì ? >>
<< Io … giuro di amarti e proteggerti. Ogni giorno. Con tutto me stesso >>
Frasi dolcissime, che tanto suonavano come una promessa di matrimonio.
Yoruichi lo baciò. Un bacio breve e carico d’amore.
<< Lo so Askin … lo so … >>
Così si unirono in un secondo e intenso abbraccio.
Ora erano felici. La vita gli avrebbe regalato gioie e dolori, dove momenti d’intensa felicità
si sarebbero trasformati in bellissimi ricordi, dove le notti di passione sarebbero diventate
eterne.
Perché ora erano insieme.
Insieme per sempre.





Glossario

*enwa :una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come
corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
*kannushi : capo sacerdote nei tempi shinto.
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*kitsune : spiriti a forma di volpe della mitologia giapponese. Possono essere benevoli, come
le volpi bianche messaggere di Inari, oppure maligne divoratrici di uomini, che seducono
assumendo le sembianze di una bella donna. Più una kitsune è vecchia e saggia più code
possiede, fino a un massimo di nove.
*miko : sacerdotesse nei tempi shinto, spesso figlie del kannushi.
*Nii-san : fratellone.
*Onee-san : sorellona.
*oni : creature del folklore giapponese simili ai demoni e agli orchi occidentali. Sono divisi
in oni rossi e blu. I primi più aggressivi e violenti, i secondi più riflessivi e subdoli.
sakazuki* : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
*sake : liquore giapponese ottenuto dalla fermentazione del riso.
*senpai : compagno di lavoro o di classe più anziano
*shiromuko : abito da sposa indossato nei matrimoni shintoisti.
*sushi* : piatto tipico giapponese a base di riso insieme ad altri ingredienti come pesce,
alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato e può essere servito
appoggiato sul riso, arrotolato in una striscia di alga, disposto in rotoli di riso o inserito in
una piccola tasca di tofu.






Tana Oscura :

Si ! Finalmente sono riuscita a pubblicarlo ! Perdonate il ritardo … ma ecco a voi l’ultimo Capitolo, non sapete quanto ciò mi renda felice !
Ho già detto cosa questa fic abbia significato per me ( vedere scorso commento ), quindi non dilungherò oltre e parto in fretta coi ringraziamenti !
Sinceri, immensi ringraziamenti a Hikari e Kosoala per il loro sostegno e Soumi25 per le sue future recensioni. Senza di loro sarebbe stato molto difficile andare avanti ! Quindi grazie ancora ragazze ! :D
Grazie a tutti coloro che hanno solo letto questa storia molto particolare, che la leggeranno, la apprezzeranno o la recensiranno :D

Dunque dunque … cosa ne pensate dell’epilogo ? E della storia in generale ? Vi sembra migliore del finale originale ? La domanda è rivolta a tutti, quindi non esitate a farmi sapere :D

Qui si chiudono molte questioni lasciate aperte.
Yushiro è finalmente riuscito a ribellarsi alle dure regole del Casato, Hisagi ha superato un’importante scoglio e la relazione con Matsumoto prosegue al meglio, Renji e Rukia si sono sposati, Kugo è riuscito a creare un terreno favorevole per il futuro matrimonio, Uryu è tornato, Kisuke aprirà ad aprire un suo Istituto di Ricerca e la sua empatia col mondo sembra essere aumentata, mentre Yoruichi e Askin si sono dolcemente riuniti.

Ah ! Scusate se la parte di Rukia e Yoruichi sono state corte, ma ho preferito condensare le loro emozioni in pezzi brevi piuttosto che dilungarmi con inutili descrizioni. Comunque nel matrimonio sono presenti alcune particolarità delle cerimonie shinto.

In molti si saranno stupiti di quante morti abbia messo tra gli Shinigami. Nel mio finale oltre a Yamamoto, Sasakibe, Unohana e Ukitake, se sono andati :

Kira, Rose, Kensei, Kirio Hikifune, Senjumaru Shutara, Tenjiro Kirinji, Oetsu Nimaiya,

Della Guardia Reale è sopravvissuto solo Ichibei. Un cambiamento che spero farà sembrare Yhwach meno stupido e l'élite Quincy con un minimo di senso.

Inoltre cosa ben più importante queste morti, in particolare di Kensei, Ukitake, Yama e Kira, hanno permesso la maturazione di nuovi personaggi, l’evolversi di nuovi rapporti, sia d’amicizia che d’amore … robe che nel finale e ...tanto meno nella Light Novel non sono così presenti ……. anzi in alcuni casi sono proprio nulle, o degenerano come i ruoli dati a Yoruichi ( insegnate all'Accademia Shinigami ) e Kisuke ( rimasto per random motivo nel Mondo Terreno ) ….. almeno a mio avviso.

Morti sensate ( anche per quanto riguarda Kira, Rose e Kensei ) là dove nel manga sono presenti parti dove s’intuisce la morte di tali personaggi. Ma poi nei mitici Capitoli 685 686 Kubo ha detto no ... facciamoli tornare in vita ! Oltre a non dare risposte su troppe questioni, bruciarsi personaggi, tecniche, colpi di scena … ha fatto un macello con le coppie ! Nel senso … far passere 10 anni e far vedere solo le IchiHime e RenRuki per me è stato veramente straziante. Bleach aveva tutte le potenzialità per finire col botto … ma invece il finale è stato quanto mai indecente.

Alla fine ho mantenuto un solo collegamento con We Do Knot Always Love You. Si tratta del trattamento riservato a Iba. Per quanto riguarda Can't Fear Own World ci sarà un altro piccolo collegamento ... ma niente di che, gli eventi principali della mia storia non si ricollegato a nessuna di esse ( come detto dell'intro. )

Finita questa piccola lamentela andiamo avanti ... !
Vi annuncio i miei progetti futuri … !

Nel seguente ordine ci saranno :

1) A partire da Giugno e per tutta l’estate : revisione della Storia Principale sia a livello stilistico, sia con l’aggiunta di alcune parti atte a renderla più completa, ma che non andranno a modificare l’insieme generale.

2) 2018 : scrittura e seguente pubblicazione degli Extra che comprenderanno tra le altre cose ; Battaglia Finale Alternativa, quindi il come Kugo, Ichigo e Uryu abbiano sconfitto Yhwach, più altre parti ... Extra dedicati alle coppie non approfondite nella Storia Principale ( Tranquilla Kosoala … vedrai finalmente il Re Panteroso <3 ).
In totale saranno 5.

Purtroppo dovrete attendere mi spiace ho bisogno di ricaricare le energie, così da renderli al meglio, ma tranquilli … ho già messo a scaletta gli eventi principali.

E detto questo … grazie, grazie ancora di cuore per avermi seguito fino alla fine. <3
Non esitate a recensire mi raccomando. <3

Un forte abbraccio a Hikari, Kosoala e Suomi25 :D

Buona fortuna per tutto, sia nella scrittura che nei vostri progetti :D

Elgas

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Capitolo 10
*** E.1. Across The Sky, Shooting Star ***


Salve a tutti !
Negli ultimi mesi di questo 2017, ho deciso di cambiare programma e aggiornare in anticipo. Perché vi chiederete ? Beh come avevo già detto nel Commento al nono Capitolo, il primo Extra sarebbe stato dedicato alla mia versione della Battaglia Finale. Bleach è finito pure in Italia e sia per questo, sia per chiudere ( per il 98%) il discorso intrapreso con la Storia Principale, ho deciso di pubblicare. Gli altri Extra verranno comunque pubblicati nel 2018 . Prima di cominciare però alcuni chiarimenti.

A seguito della revisione ho aggiunto alcune parti atte a rende la Storia più completa :

Cap 1-2 : Nell'assemblea dei 46 vengono menzionati i membri della Zero morti, mentre nel secondo Rukia ricorda il funerale di Ukitake e Renji menziona la morte di Kira. In generale ho voluto sottolineare maggiormente le ( mie ) numerose dipartire avvenute tra gli Shinigami, insieme alle ( mie ) attuali posizioni all’interno del Gotei 13, ecc.

Cap 5 : Spiegazioni e Time Line nel Commento rivedute e corrette ( di poco ).

Cap 7 : quando Yoruichi riflette su Ichigo all’arrivo in stazione, ho aggiunto che i poteri del ragazzo sono stati sigillati da Urahara e Tessai tramite il Shiro no Bijju, durante l'ultima visita alla Soul Society. Il potente sigillo gli permette comunque di vedere gli spiriti ed è lo stesso usato 8 anni prima su Kugo, la cui vita è narrata nel Cap. 5.


Gli eventi narrati NON SI COLLEGANO alle Light Novels We Do Knot Always Love You e Can’t Fear Your Own World, tranne per :

a) Iba. Egli ha effettivamente accompagnato Komamura al suo villaggio natale, dove è rimasto un paio d’anni ( fatto menzionato nel Cap 9 ).
b) Il collegamento con Can’t Fear Your Own World lo scoprirete nell’ultimo Extra.


Per COMPRENDERE quanto di seguito narrato è NECESSARIO in ogni caso aver letto la STORIA PRINCIPALE. Chi non si fossa ancora immerso nel mondo di Ikiru Riyu corra a rimediare ! Ricordo la vostra opinione è sempre gradita. :3

A chi invece fosse più esperto consiglio alcune parti da RILEGGERE IN ORDINE, così da avere un quadro più completo di quanto si verrà a narrare :

Capitolo 1 : Tutto, tranne la parte finale con Mayuri e Askin
Capitolo 3 : Parte Finale Kugo/Kukaku
Capitolo 4 : Sogno Kukaku, Sogno Askin
Capitolo 5 : Incontro Askin/Kugo fino al post-cena con Kugo/Kukaku, Angolo Autrice
Capitolo 6 : Parte Finale Kyoraku/Mayuri, Angolo Autrice.
Capitolo 7 : Quando Kugo e Askin chiacchierano prima dell’arrivo di Shukuro e Riruka e quando aspettano Kukaku per rientrare alla Soul Society
Capitolo 8 : Incubo di Rukia, Dialogo tra Askin e Kyoraku. Significato Rune. Consideratele come prologo al primo Extra.
Volumi dal 72 al 74.

In fondo sarà presente una CRONOLOGIA DI EVENTI e CONOSCENZE.



Spero che a manga finito saprete apprezzare maggiormente il mio Alternative Ending. Ho riletto il testo molte volte quindi non dovrebbero esserci errori di battitura, perdono se ne ho mancato qualcuno. Ultima cosa, questo è assoluto il capitolo più lungo mai scritto ! Per comodità l’ho diviso in due atti. ^^
Ora … ridiamo il via alle danze !





Across The Sky, Shooting Star


Act. I : Demons against the God


L’Oscurità della Morte.
L’aveva bramata a lungo e ora eccolo lì, inghiottito dal nero dell’Unica Vera Fine.
“ Finalmente ci siamo. “
Adesso era solo.
Solo con la sua coscienza.
“ Già … ”
“ Ah ! Sei stato uno spasso comunque ! Voler vedere il Mondo creato
da Yhwach ! Ah ! Non potevi inventarti scusa più divertente ! ”
“ Beh … pure la follia deve trovare una giustificazione ... ”
“ Oh ,,, e da quando saresti diventato pazzo, Askin ? “
“ Non prendermi in giro, lo sai perfettamente … ”
“ Il giorno in cui, giunto nel Wandenreich, decidesti di rinnegare
te stesso ? Sì ,,, anche quello fu un momento esilarante ! Ah !
Bisognava sopravvivere ! Giusto ! Giusto ! Perseguendo questo
desiderio sei affogato nel Nulla! L’Oscurità ti ha divorato,
giorno dopo giorno ! Per cosa poi ? Per desiderare la Morte ?!?
Quante volte l’hai avvertita avvicinarsi ! Quante ! Risparmiare
i nemici bramando di essere ammazzato ! CHE DEBOLE ! ”
“ Al mondo doveva pur esserci qualcuno in grado di uccidermi … alla fine il desiderio
si è avverato. Poi … perché ucciderli ? Qualcuno di loro mi aveva forse recato torto ?
No. Dovevo solo agitare un po’ le acque, convincere Sua Maestà circa le mie fedeli
intenzioni
… e dare ai miei nemici una via di fuga. ”
“ Ah ! Patetico ,,, sei veramente patetico ! ”
“ … Non ha importanza … sono libero … ora posso andare … ”
Ora poteva estinguere l’insulsa esistenza di Askin Nakk Le Vaar, Sternritten D e recente
membro della Schutzstaffe.

<< Oh … ma guarda un po' … respira ancora … Grimmjow gli ha strappato il cuore eppure è
ancora vivo. Meglio ricucirglielo… >>


Una voce lontana, improvvisa.

<< ... sarebbe un vero problema se morisse, Yoruichi cara … devo fargli alcune domande
… così avremo una possibilità di vincere questa guerra … >>


La voce di Urahara Kisuke gli rammentò l'amara verità ; lui non era morto, non ancora.
Prima di ricongiungersi con Yhwach, Hasshein gli aveva infuso nuova vita. Alla triste
constatazione un dolore lo trapassò, una, due, tre volte. Sensazioni confuse lo invasero ;
un bruciore lacerante al petto, i muscoli tesi fin quasi a spezzarsi, il sapore metallico del
sangue … uno strano tepore ...

Tuum ! Tuum !

“ Ah ! Ah ! A quanto pare dovrai vivere ancora un po’!…”

Askin aprì gli occhi e il mondo, dapprima offuscato, si delineò in tutta la sua apatia.
Si ritrovò sdraiato sul fianco, sopra il pavimento di uno dei tanti palazzi del Wahrwelt.
Ad eccezione del tetto l’edificio era intatto. Al di là delle austere pareti il cielo brillava,
magnifico eppur indifferente al tanto sangue versato sulla terra.
Un colpo di tosse e il sangue invase la bocca. Tra uno spasmo e l’altro, lo vide ; il buco
nel petto contornato da disgustosi filamenti di muscoli e arterie, e all’interno il cuore
pulsante legato da fili invisibili.
<< Tsk ! Tanta fatica per farlo secco e ora ti metti a curarlo da bravo dottore ?!? Sei
impazzito ?!? >>
Ripresosi, volse lo sguardo in avanti. A pochi passi, in piedi, Grimmjow Jaegerjaquez
lo scrutava furente coi glaciali occhi azzurri, i pugni serrati lungo i fianchi. Sebbene
non fosse più in Resurreciòn, l’aura che emanava somigliava a quella di una pantera
pronta a ghermirti.
Jeagerjaques … era stato lui a entrare indenne nella Gift Ball e a strappargli il cuore, il
tutto grazie al Bankai di Urahara. Benché si trovasse di fronte al proprio carnefice, Askin
non provò nulla, anzi se in quel preciso istante l'Arrancan avesse estratto la spada gli
avrebbe solo fatto un favore. Invece non accadde nulla, a frenare ogni mossa della Sesta
fu niente meno che Urahara Kisuke.
<< Come le ripeto, Grimmjow, dal racconto di Yoruichi è altamente probabile il Signor
Le Vaar possieda informazioni fondamentali per la nostra vittoria. Ancora una volta …
non faccia mosse di cui potremo pentirci. >>
La voce proveniva da dietro, ma debole com’era Askin non riuscì neanche a voltarsi.
La Sesta emise un ringhio sommesso e sputò in sua direzione.
<< Ti ho aiutato perché questi erano i patti ! L’accordo finisce qui ! Di ‘sto verme fanne
quel che ti pare ! >>
<< La ringrazio per la comprensione. >>
<< Tsk ! Non intendo perdere altro tempo coi tuoi piani del cazzo ! Devo sbrigarmi a
raggiungere Kurosaki ! >>
Grimmjow sparì dalla visuale rivelando un’ulteriore sorpresa. Poco più in là, appena
sotto una finestra, una giovane donna dalle ampie forme e dalla mossa chioma verde,
era china su Yushiro Shihoin, fratello minore di Yoruichi. Un teschio d’ariete ornava
il capo mentre le mani, tese verso il petto del giovane, emanavano un’opaca luce
giallognola, probabilmente un incantesimo di cura.
“ Capisco … è stata quest'Arrancar a farli uscire dalla Gift Ball. Yushiro Shihoin … l’ho
ferito … ma per fortuna non così gravemente da causarne la morte … ”
<< Lascia stare Grimm … >> disse rivolta al proprio simile << … il veleno è ancora in
circolo, non ti conviene muoverti troppo. >>
<< Piantala di darmi ordini ! >> inveì l’altro facendo risuonare i propri passi << Non
sono venuto fin qui per niente ! Dimostrerò a Kurosaki quanto … >>
Un tonfo … la povera Sesta doveva essere finita a terra, mezza esanime.
Senza interrompere l’incantesimo la donna scosse il capo.
<< Arrivo tra poco gattino ferito … ! >>
<< Ahh … fottiti Nel ! >>
“ Scusami Grimmjow, purtroppo la mia … ex-Dose Letale non si dissolve così
facilmente. Aspetta Urahara, Grimmjow, Yushiro … manca ancora … ”
Il pensiero giunse inaspettato, così come, senza preavviso, qualcosa si posò sulla guancia.
In una scintilla di sorpresa Askin velò lo sguardo. Yoruichi era lì ... sopra di lui, avvolta
in una coperta bianca, le spalle leggermente scoperte. Era lì, intenta a lavargli il sangue
dalla bocca. Gli occhi salirono percorrendo il corpo, sinuoso e sensuale nonostante il rozzo
indumento, fino a incrociarne lo sguardo. Per un attimo le iridi, gialle come topazi,
fremettero solcate da un misto di stupore, rabbia e confusione.
“ Sei bellissima … ”
Furono queste le uniche parole ad attraversargli la mente.
- Yoruichi, ventiduesima erede del Casato degli Shihoin, Capitano della Seconda Compagnia e
Capo dell’Onmitsukidō. Uno degli elementi più pericolosi per la futura invasione della Soul
Society. -
così gli era stata descritta da Jugram oltre un secolo prima.
Eppure non aveva potuto che constatarne l’encomiabile fascino quando, durante il
seguente giro d’esplorazione, l’aveva scorta in mezzo a ciliegi in fiore, vestita con un
prezioso kimono* dorato.
Contro quella donna aveva combattuto … eppure adesso Yoruichi era lì, a rivolgergli
un gesto incredibilmente dolce.
Ma così com’erano comparsi il pensiero e la lieve sensazione di felicità volarono via.
Nell’animo non rimase nulla. Nessuna emozione, preoccupazione o paura.
Immerso in quella nuova e indesiderata esistenza Askin si sentì sollevare. All’inizio non
seppe identificarne la causa e solo quando si ritrovò in piedi, mezzo sollevato da terra e
impossibilitato nei movimenti, capì d’essere stato immobilizzato dai fili di Kannonbiraki
Benihime Aratame, il Bankai di Urahara.
Ed eccolo lì infatti l'ex-Capitano del Gotei 13, uno dei cinque Potenziali Bellici coi suoi
Mezzi Sconosciuti, comodamente seduto alla sua sinistra. Osservandolo provò un senso
di nausea, come se un odore sgradevole avesse infettato l’aria.
Senza cambiar posizione Urahara parlò, la mano ben premuta sulla visiera del capello.
<< Bene ! Ora che sei più presentabile possiamo finalmente chiacchierare con calma.
Intanto complimenti ! Non mi aspettavo un simile colpo di scena. Ero un po’ disperato
appena ti ho visto stramazzare al suolo, ma per qualche strana e aggiungerei fortunata
coincidenza, eccoti di nuovo fra noi Sternritten Nakk Le Vaar. Come hai avuto modo di
osservare mi sono premurato di ricucirti il cuore … almeno un grazie me lo merito ! >>
<< … Ex-Sterntitten >> precisò senza il minimo trasporto.
<< Oh ! Hai ragione ! Non si avverte proprio nulla. Adesso sei una semplice anima, ma
in ogni caso visto i tuoi precedenti, qualche precauzione in più non fa male. >>
<< … Cosa vuoi sapere ? >>
<< Yoruichi mi ha accennato del tuo bel discorso con Ichigo >> rispose lui con irritante
allegria << La leggenda sull’Élitè ... il loro collegamento col Reio … voi Quincy possedete
una mitologia parecchio interessante ! >>
<< Certe dicerie … non vedo come possano servirti. >>
Dopo un attimo di silenzio lo Shinigami si decise ad alzare il capo. Nelle iridi brillava,
tagliente, una serietà senza pari.
<< Yhwach è stato molto previdente ordinando alla Schutzstaffe di annientare la Guardia
Reale. La distruzione dei corpi impedisce a Ichibei di riportarli in vita … e lui da solo non
può resuscitare il Reio. Si dia il caso però che io conosca una persona molto forte, in grado
di attuare un rituale con la medesima funzione. Mi occorre solo un quadro più completo,
quindi … sarebbe così gentile da ripetimi tutto da capo ? >>
Rivelare quelle informazioni avrebbe messo in pericolo l’Imperatore …
Ma del resto …
“ Non sono più un Quincy … ”
… ora non aveva più nulla da perdere.
Assolutamente nulla.



Se l’Oscurità avesse avuto una consistenza allora sarebbe stata esattamente così ; una
melma, viscida e strisciante da ogni angolo, intrisa del fetore di carne putrefatta.
Ignorando tutto ciò, Kugo fece qualche passo in avanti. Sotto, il pavimento ribollì come
se avesse appena calpestato la flaccida pelle di un wurm (1), mentre le pareti
continuavano imperterrite a rigettare melma. Era dentro, nel varco diretto alla Seireitei.
Lì, in mezzo alla distruzione della guerra, si trovava Yhwach, l’assassino di Masaki,
colui che le aveva tolto la vita al fine di perfezionare la stirpe Quincy. Otto anni erano
passati da quella notte di Giugno, una notte d’estate bagnata dalla pioggia, la notte in
cui Masaki, la sua migliore amica, il suo sole, se n’era andata. Otto anni da quando aveva
affrontato per la prima volta l’Imperatore Quincy.
Adesso Yhwach, uscito dall’irraggiungibile tana del Wandenreich e fuso col Soul King,
era nella Corte delle Anime Pure, intenzionato a riunire le dimensioni e creare un unico
mondo ; il perfetto Wahrwelt di cui sarebbe stato il solo e indiscusso Dio.
Kugo fremette, la mano stretta sull’elsa della claymore. L’aria si mosse, come agitata
dall’invisibile aura di un Demone. Il Demone che di lì a poco avrebbe ucciso il Dio.
Nonostante il Shiro No Bijuu avesse imprigionato e celato il suo reiatsu per quasi un
decennio, esso aveva continuato a crescere. Con la purificazione dell’anima avvenuta
grazie a Ichigo e il reiatsu donatogli da Isshin, il sigillo si era spezzato liberando una
potenza pari a quella di pochi Shinigami. Una potenza in grado di ammazzare quel
mostro una volta per tutte.
Ucciderlo … farlo in mille pezzi … non riusciva a pensare ad altro …
Questa sensazione, questo arcaico e brutale desiderio di vendetta ardeva in lui divorando
ogni altra emozione. L’amore per Kukaku, l’affetto verso Shukuro e i membri dell’Xcution,
la voglia di riconciliarsi con Ichigo ... quei sentimenti andavano liberati dopo, al termine
quell’oscuro capitolo della sua vita.
Con questa ferrea determinazione strinse il pendaglio che portava al collo; la croce di
Masaki, ricordo del loro legame e al tempo stesso simbolo di vendetta.
“ Quando tutto sarà finito potrò ridarla a te Ichigo … è giusto sia tu a custodirla … ora …
prima di proseguire c’è un’ultima faccenda da sbrigare. “
Trasse un profondo respiro e inginocchiandosi posò la spada a terra. Pochi secondi e la
lama brillò; un guizzo di fiamme ne pervase l’acciaio proprio al centro, ove erano incise
antiche rune nordiche.
“ Kugo … “
Una voce giunse, calda, melodiosa, solcata da una profonda commozione. La spada
l’aveva chiamato e l’attimo dopo si ritrovò catapultato nel proprio mondo interiore; una
scura e limacciosa distesa d’acqua si estendeva a perdita d’occhio, in contrapposizione
con un altrettanto sconfinato e abbagliante cielo azzurro. (2)
Rimase seduto, in attesa, infine, dopo anni di silenzio, pronunciò quel nome. Il nome
della sua zanpakuto.
<< Kildare … sono qui. >>
Poco distante l’acqua s’agitò, un movimento lieve, appena percettibile.
Un puntino luminoso comparve al dì sotto della superficie, emerse e da esso ne scaturì,
avvolto da un turbinio dorato, lo spirito. Kugo sorrise, deliziato. Era esattamente come la
ricordava ; una donna magnifica, la pelle di un bianco candido, i lunghi capelli rossi simili
a fiamme in contrasto con la veste cobalto. Pure il resto era rimasto immutato, la maschera
d’argento finemente intarsiata a coprirne gli occhi e lo specchio di giada tenuto fra le mani.
<< Kildare … >>
<< È un piacere rivederti >> disse lei con un tenero sorriso.
<< Anche per me … ecco io ... >>
<< Uh ? Cosa c’è ? >>
<< … Prima di tutto … volevo porgerti le mie scuse. >>
<< Scusarti ? >>
Sentì un nodo avvolgergli la gola. Scusarsi con lei … soprattutto per questo aveva
deciso di giungere lì, nel mondo interiore che collega ogni Shinigami allo spirito della
zanpakuto. Dopo una lieve esitazione la voce fuoriuscì, solcata dal dispiacere.
<< La notte … la notte in cui abbandonai la Soul Society … non ti ascoltai. Fui sordo alle
tue parole, alle tue suppliche quando Kisuke e Tessai mi sigillarono i poteri. Perdonami.
Davvero … perdonami … >>
Per un po’ la donna non disse nulla. Rammaricato Kugo abbassò il capo. Kildare …
stava nascondendo la rabbia ? Il risentimento verso un padrone così scellerato, un padrone
che aveva recato l’offesa più grave alla propria spada, imprigionandola dentro di sé ?
E mentre i dubbi affollavano la mente, una scia di fiamme gli fece alzare lo sguardo.
Allora la vide. La serenità nel volto perfetto.
<< Non ti biasimo. Chiunque sarebbe fuggito dopo aver scoperto segreti così proibiti. Chiunque
si sarebbe lasciato tutto alle spalle. Loro volevano usarti e nel farlo avrebbero annientato il tuo
io. Sì … all’inizio mi arrabbiai e nel tempo la rabbia si mescolò alla tristezza. Ma nel tempo capii.
Nell’odio e nell’Oscurità che ti stava divorando risplendeva, seppur debole, la volontà di proteggere.
Proteggere Kukaku, Shukuro e in seguito anche Ichigo. Risplendeva, insieme al desiderio di
riconciliarti con il Mondo Spirituale, a cui nel bene e nel male devi molto. Sapevo che saresti
tornato, una certezza che è stata la mia luce in questi anni bui. >> (3)
No … tra loro non era cambiato nulla. Assolutamente nulla.
Kugo si asciugò gli occhi, divenuti leggermente umidi.
<< Grazie Kildare … ! Grazie ! >>
<< Io … sono sempre stata al tuo fianco. >>
<< Sì … sempre >> e sorridendo indicò l’abito << Oh ! Grazie anche per il nuovo look ! >>
<< Ah … ! T-ti piace ? >>
<< Ottimo design, complimenti ! Deduco … sia a causa alla mia particolarità. >>
Una frase apparentemente semplice fece serpeggiare una tensione senza pari. Pure
Kildare cambiò atteggiamento. Sotto la maschera le iridi ambrate brillarono come
avvolte da un fuoco sacro.
<< Esatto … malgrado lo Shiro No Bijuu, il tuo reiatsu ha continuato a crescere. Ora sei pronto.
Ora… posso concederti tutto il mio potere. >>
(4)

Lentamente, l’uomo che era stato il Primo Sostituto Shinigami aprì gli occhi. Sotto di lui
stava la Sacra Fiamma Purificatrice, seconda zanpakuto di fuoco dopo quella di Genryusai
Shigekuni Yamamoto.
“ ... Grazie mille Kildare … ”
L’afferrò e veloce scattò in avanti. Benché nel mondo reale fossero passati pochi secondi,
non c’era più tempo da perdere. Doveva raggiungere Uryu il più in fretta possibile.



- È finita. -

Quel pensiero era arrivato per la seconda volta e come un fulmine a ciel sereno l’aveva
svuotato d’ogni speranza. Nel cuore ora rimanevano sconforto e tristezza.
Lui, Ichigo Kurosaki, nonostante tutti gli aiuti ricevuti, anche i più inaspettati, alla fine
era stato sconfitto. Presto la morte l’avrebbe raggiunto e divorato ; l’Abisso senza fine,
l’essenza stessa nel nuovo e immortale Yhwach, in grado persino di negare la morte.
Anche se per miracolo fosse riuscito a liberarsi, a cosa sarebbe servito ?
Prima d’imprigionarlo l’Imperatore aveva rotto Zangetsu per la seconda volta. Ancora
gli sembrava di udirlo, lontano, il suono stridente della lama spezzata. Renji e Aizen erano
stati abbattuti ... anche fosse arrivato qualcun altro, come avrebbe potuto contrastare un
mostro simile, in grado di cambiare il futuro a piacimento ?
Era finita. Il Mondo stava per scomparire e lui, l’eroe in cui tutti riponevano la salvezza,
aveva fallito. La consapevolezza della sconfitta si mescolò alla cupezza della morte, e il
suo pensiero, forse l’ultimo, andò a Inoue, all’amica compagna di tante avventure, alla
ragazza a cui aveva iniziato a guardare con occhi diversi.
Poi … l’Oscurità si mosse, vorace attanagliò la carne, viscida strisciò nelle ossa, maligna
bruciò l’aria.
“ È finita … ora … morirò … ”

<< ATTRAVERSO ME … >>

“ … ! Questa voce … non può essere … ! ”

<< PURIFICA LE TENEBRE ! KANO ! TEMPESTA DI FIAMME ! >>

L’Oscurità tremò.
Poi fu Luce.
Fiamme bianche, immacolate, comparvero alle sue spalle, veloci lo circondarono
dissipando l’Abisso. Avvolto da un dolce tepore, Ichigo tornò a vedere.
Il mondo non era mutato. Tutt’attorno si estendeva, simile a un regno in rovina, la Seireitei
distrutta. Il cielo continuava a risplendere, indifferente alla sofferenza e al sangue versato.
No … qualcosa era cambiato invece; un uomo dal reiatsu immenso e dall’abito non troppo
diverso dal suo, si stagliava davanti a lui, i neri capelli mossi dal vento. Tra le mani
reggeva una claymore, sulla cui lama erano incisi strani simboli.
Non riusciva a crederci … quell’uomo …
<< Ginjo … sei tu ? >>
Solo allora li percepì. Odio viscerale, vendetta, desiderio di uccidere, diretti verso
Yhwach, il cui corpo ricoperto d’Oscurità tanto da renderlo simile a una Divinità degli
Inferi, si contorceva in preda a una risata isterica. Senza alcun preavviso Ginjo si voltò.
Le iridi ribollirono e per attimo pensò di trovarsi faccia a faccia con un Demone. Poi ...
tutto tacque e in esse si stagliò, nitida, una profonda sicurezza.
<< Alzati … abbiamo una battaglia da vincere. >>
Lo fissò, sbigottito e confuso. Domande, troppe domande affollavano la mente, eppure
di quell’uomo misterioso e inafferrabile sentiva adesso di potersi fidare. Era il cuore
stesso a sussurrarglielo, ancora avvolto dal calore delle fiamme bianche.
“ Tu … sei tornato ! Sì … noi … noi possiamo vincere ! ”
La speranza svanì di fronte a Zangestu, spezzata tra le macerie qualche metro più in là.
<< Ah … come ho fatto a dimenticarlo ? >> mormorò accasciandosi al suolo << Zangetsu !
Mi dispiace … io … ormai io non … ! >>
La frase morì mentre la disperazione tornava a divorarlo. Era vivo, ma impossibilitato a
combattere. Proteggere le persone care, vendicare la madre … ormai si trattava di parole
… nient’altro che parole …
Un luccichio illuminò il viso. La croce di Ginjo, l’oggetto a cui egli era più affezionato, si
trovava a pochi centimetri dal viso.
<< Avrei voluto dartela dopo, ma vista la situazione non posso fare altrimenti >> spiegò
il Sostituto con tono fermo, quasi temesse di far trapelare i propri sentimenti << Qui
sopravvive un frammento del suo potere. Yhwach ti avrà anche rubato la parte Quincy,
ma in te scorre sangue puro! Sei il figlio di Masaki, non dimenticarlo! Ora sbrigati!
Avvolgila attorno all’elsa e concentrati …! >>
Sgranò gli occhi e senza esitazioni l’afferrò. Scattò raggiungendo l’amata spada, avvolse
la catena attorno all’elsa, poi la posò a terra e con le mani premute sulla lama trasse un
profondo respiro.
“ Un frammento … questa croce … mamma … sei qui ? ”
Un tenue bagliore scaturì dal piccolo oggetto. In mezzo al miracolo un tepore si diffuse
in tutto il corpo e scie luminose presero a vorticare intorno a Zangetsu. Osservandola
incantato Ichigo chiuse occhi. Per un attimo il tepore si trasformò in un abbraccio, un
tenero abbraccio materno. Per un attimo lo rivide, dopo tanto tempo ... il viso di sua
madre. Immerso in una sensazione indescrivibile il ragazzo riaprì gli occhi.
Zangetsu era lì, riforgiata e splendida come non mai. L’aspetto ricordava una spada
occidentale : la lama, dritta e affilata da entrambi i lati, misurava circa un metro e venti,
la guardia, lunga e ampia, era di puro acciaio, mentre sul pomo era incisa una croce
molto simile a quella Quincy.
Nella ritrovata speranza impugnò la zanpakuto.
Nella nuova determinazione andò incontro all’uomo.
Ginjo l’aveva salvato. Del perché la collana fosse in realtà la croce di Masaki non aveva
importanza, adesso l’unica cosa da fare era uccidere, distruggere colui che aveva osato
portagli via sua madre.

- … è morta come doveva. Ti ha partorito ed è vissuta per essere mio nutrimento. -

Si mise di traverso, schiena contro schiena col Primo Sostituto, rammentando le perfide
parole di Yhwach.
Sollevò Zangetsu e tutto divenne improvvisamente, maledettamente chiaro.
Odio. Vendetta. Morte. Non poteva esistere altro di fronte a un mostro del genere.
Il Dio Folle s’ergeva ancora più imponente tra fiamme nero pece, incarnazione stessa
dell’Oscurità, continuando a ridere in un circolo apparentemente senza fine. Smise di
botto, voltandosi verso di loro con un nervoso movimento della testa.
<< Oh … cosa ti è successo Ichigo ? >>
Una frase crebbe nel cuore, nata dall’oscuro vortice d’odio e vendetta.
<< Ti ucciderò Yhwach ! Ti ucciderò ! >>
Di fronte all’assassino di sua madre esistevano soltanto quelle parole.
<< AH ! Finalmente sei riuscito a dirlo ! Complimenti ! >> si rivolse allora a Ginjo, un
sorriso folle stampato in viso << Ma tu … sei arrivato ! Proprio come avevo predetto !
Un ultimo epico scontro prima dell’inizio del Nuovo Mondo ! IL DEMONE CONTRO
IL DIO ! Ah … ah … ho incrociato tanti sguardi durante questa guerra ! Eppure nessuno,
nè Yamamoto, nè Hyosube sono riusciti a guadarmi così ! Come otto anni fa … NEI TUOI
OCCHI BRILLA ODIO ! VENDETTA ! IL PURO E MAGNIFICO DESIDERIO DI
UCCIDERMI ! L’EBBREZZA DEL SANGUE, LA SUA VIOLENTA FOLLIA … ! Solo tu,
Ginjo Kugo, riesci a farmi rivivere queste sensazioni ! Mi divertirò e una volta saziato …
VI DIVORERÒ ENTRAMBI ! >>
I due Shinigami rimasero immobili, perfettamente immobili. Dovevano attaccare insieme,
solo così sarebbero riusciti ad abbatterlo.
“ Inoltre … deve accadere qualcosa … solo allora potremo ammazzarlo ! “
La voce di Ginjo risuonò, simile al ringhiò di un lupo ferale.
<< No … sarai tu a morire! >>
Un dardo di luce sbucò tra le macerie andandosi a conficcare dritto nel cuore di Yhwach.
Il Dio finì a terrà, urla stridule riecheggiarono mentre si contorceva in preda a un tormento
senza nome. Ichigo e Ginjo scattarono in avanti, le zanpakuto pronte a calare il fendente
mortale. Ecco … gli pareva già di vederlo … distrutto … fatto in mille pezzi, ma all’improvviso
qualcosa lo strascinò a terra. Fu un attimo, appena una frazione di secondo. S’irrigidì,
immobilizzato da una morsa simile a una ragnatela.

Fili.
Fili neri erano sbucati nel terreno e loro, troppo concentrati nello sferrare il colpo di grazia,
non si erano accorti di nulla. Sì … pure Ginjo era finito nella stessa situazione, così come
Uryu probabilmente. In una scia di rabbia strinse la mano… Zangetsu … dov’era finita ?!?
Disperato alzò lo sguardo intravvedendone l’elsa, anch’essa imprigionata dai maledetti
fili. Digrignò i denti, tese i muscoli in un immane sforzo di liberarsi… ma ogni tentativo
fu vano.
“ DANNAZIONE ! ORA CHE ERAVAMO A TANTO COSÌ ! ”
All’improvviso le urla di Yhwach si tramutarono.
Divennero l’incarnazione stessa della rabbia ...
<< L’ALMIGHTY ! L’AVETE IMPRIGIONATO ! DANNATI VISCIDI INSETTI ! >>
… e da essa prese vita una potenza mai vista.
La terra iniziò a tremare, il cielo a oscurarsi.
Il Dio aveva iniziato a trasformarsi.



Nel bene e nel male Uryu Ishida aveva sempre ascoltato il padre. Fin da piccolo aveva
sempre dato retta a quell’uomo freddo e distaccato, senza porre troppe obiezioni alle
sue decisioni. Così era stato dopo la sconfitta di Aizen con la promessa di non aiutare
più gli Shinigami, e il triste epilogo successivo alla comparsa del Primo Sostituto.
- Meglio non impicciarsi nel passato di un così bieco individuo. - aveva sentenziato sulla
via di casa.
Del resto Uryu non era mai stato una persona curiosa, almeno mai più di quanto fosse
necessario, nonostante in entrambe le circostanze fosse chiaro che Ryuken sapeva più
di quanto lasciasse intendere. Quei continui segreti erano solo uno dei tanti lati odiati.
Sì… odio. Uryu provava solo questo nei confronti del padre ; un uomo che dopo la
morte della moglie non gli aveva più riservato un sorriso, un abbraccio, una frase dolce.
Sul finire del secondo anno delle medie aveva deciso di non chiamarlo più papà ;
Ryuken, Ryuken bastava e avanzava. Col passare degli anni pure lui era diventato
freddo e distaccato, l’esatta copia dell’uomo tanto detestato.
Non chiedere troppo perché, come solvente amava ripetere Ryuken, a volte le risposte
arrivano da sole. Così, senza porre troppe domande, Uryu aveva ubbidito pure alla
richiesta apparentemente assurda di unirsi al Vandenreich, a passare tra le fila di colui
che era stato l’artefice della morte di sua madre, Kanae Katagiri. Fare il doppiogiochista,
“ tradire ” gli amici più cari arrivando persino a ferirli … ma, ironia della sorte, era stato
proprio nel cuore dell’Impero Invisibile che il filo dell’enorme matassa aveva iniziato a
sbrogliarsi. Ryuken aveva deciso di sacrificare tutto, di mettere da parte ogni affetto per
prepararlo a quell’esatto momento. Il momento in cui la vendetta si sarebbe compiuta.

- Uryu... tu sei sopravvissuto all’Auswählen nonostante in te scorra sangue misto. Ciò può
significare solo una cosa … -
- … Che tu, Uryu Ishida. Possiedi un potere più grande del mio. -


Grazie a esso la Freccia d’Argento era riuscita a imprigionare l’Almighty. Tutto era
andato come previsto, non senza qualche sorpresa; nel tunnel diretto alla Seireitei
Ginjo Kugo l’aveva raggiunto, trascinando con sé una potenza senza pari.

- Yhwach non riesce a prevedere il tuo futuro … così mi ha accennato Ryuken. Inoltre la
possibilità di annullare l’Almighty ci pone in una posizione di estremo vantaggio. In ogni caso
esistono molti altri pericoli … -


Così, giunti nella Corte delle Anime Pure, il Primo Sostituto aveva attivato uno dei sette
rituali di Kildare, dissipando l’Oscurità che altrimenti gli avrebbe impedito di
raggiungere l’Imperatore e in caso di scocco di freccia avrebbe rivelato la sua posizione.
Nonostante il piano perfetto qualcosa era andato storto. Terribilmente storto.
Incollato al suolo, imprigionato in una ragnatela di sottili e viscidi fili neri, Uryu
assisteva impotente all'ennesima trasformazione dell’Imperatore, scrutando l’Oscurità
ribollire attorno a lui. Il Buio sembrava mescolarsi, simile a una melma dentro un
calderone bollente, girava e girava sopra nel cielo, girava e girava acquistando una
forma mentre l’aria s’infettò di un fetore simile a carne putrefatta. Quell’aura … non
era reiatsu, né reishi, no … si trattava di qualcosa primordiale, antico e terribile ; la
vera essenza del Soul King, la forza creatrice del Mondo Spirituale.
Il Buio scivolò via, trascinato da un urlo inferocito. In esso non avvertì più nulla di
umano, Yhwach era diventato una bestia, una bestia assettata di sangue.
L’aria fremette ed egli comparve, sovrastandolo con l’immensa ombra.
Il volto, se così si poteva ancora definire, era ridotto a una maschera deformata, un
groviglio di carne e Oscurità ove vorticavano occhi di varie dimensioni. Il corpo mutato
in una massa indistinta con arti ed estremità allungati a dismisura. Dalla schiena si
diramavano una decina di “code”, aberranti e spessi prolungamenti colmi di bolle simili
a pustole, al cui interno si agitava un liquido magmatico.
Di fronte a un visione così orribile Uryu sentì crescere una determinazione senza pari.
Ucciderlo e vendicare la madre. Quel desiderio finora era rimasto lì, intorpidito dentro
il cuore. Farlo trapelare prima avrebbe compromesso il piano ordito insieme a Ryuken,
adesso però non aveva più nulla da perdere, fissava Yhwach desiderandone la morte.
<< Tu … sei stato tu … piccolo lurido insetto >> Yhwach parlò, la voce sembrava
giungere dalle profondità di un abisso << Ishida Uryu, designato a mio successore …
HAI OSATO TRADIRMI ?!? TRADIRMI PER VENDICARE TUA MADRE ?!? UNA
POVERA E INSULSA GEMISHT ?!?
Patetico ! Veramente patetico ! >>
<< … Era il mio piano fin dall’inizio bastardo ! >>
<< Ah ! Ah ! QUALE SFRONTATEZZA ! Sei più sciocco di quanto immaginassi ! HAI
OSATO IMPRIGIONARE IL MIO POTERE !!! Ah … ah … forse … forse se ti riduco in
poltiglia l’effetto di questa dannata freccia svanirà … sì … non mi resta che provare ! >>
I fili neri scomparvero. Era libero. D’istinto balzò via atterrando sopra un muro crollato,
l’Heilig Bogen estratto e pronto al tiro.
<< … Non volevi ridurmi in poltiglia ? >>
<< Sarà divertente … vedere quanto sia palese la tua debolezza ! >>
<< Sbagli a sottovalutarmi ! >>
<< SOTTOVALUTARTI ?!? Tu sei un giocattolo ! Nient’altro che un giocattolo ! >>
<< Lo vedremo ! >>
La freccia partì, veloce, quasi invisibile ... infrangendosi contro una delle code. Quel
dannato prolungamento … si era mosso ? Quando ? Perché … le mani tremavano ?
L’arco … non riusciva più a reggerlo … la gola era piena di sangue … il fianco destro
bruciava come trapassato da un ferro rovente. Allora la vide … la carne divorata, il nero
dell’Oscurità e il rosso del magma che si mescolavano dentro di lui. Vi fu un altro
movimento. Un secondo colpo stava per giungere, dritto alla testa.
“ È la fine … ? Io … sto per morire … così facilmente ? ”
<< BANKAI ! DYNN ! CLEDDYF Y DE ! >> (5)
Un sussulto di fiamme. L’attimo dopo ricadde a terra e la vista annebbiata mise a fuoco
l’imponente figura sopra di lui.
<< Oh … ! Sei riuscito a liberarti >> sibilò Yhwach << E questo ? Un nuovo stadio del Bankai.
Complimenti … non smetti di sorprendermi, Ginjo Kugo. >>
<< Chiudi … quella lurida bocca ... >>
Uryu lo scrutò, stupito e meravigliato. Il Sostituto si era contrapposto tra lui e il colpo
mortale riuscendo al contempo a recidere il filamento conficcato nel fianco. Intravide
la claymore che, al comando del padrone, aveva assunto una nuova forma; le rune si
erano staccate e ruotavano, infuocate, attorno alla lama. Il salvataggio però aveva avuto
il suo prezzo; una ferita al braccio sinistro.
<< Ginjo … perché ? >> mormorò osservando il liquido vermiglio imbrattare il kimono*.
<< … Sarai pure il figlio di quell’altezzoso di Ryuken, ma non intendo lasciarti morire.
Non voglio avere altri pesi sulla coscienza. Inoltre sarebbe un po’ casino se te ne andassi
… non credi ? >>
Uryu sgranò gli occhi. Come aveva potuto agire in maniera così avventata ?!? Era
bastato così poco per fargli perdere il senno ?!? Per fargli desiderare la morte pur di
uccidere l’acerrimo nemico ?!?
“ Kurosaki … Inoue … Chad … mio padre … no … non posso morire. Io .. ho giurato
di combattere per i miei amici … purtroppo in queste condizioni non posso far nulla.
L’Antitesi non funziona contro quel mostro ... ah … a quanto pare dovrò affidare la mia
vendetta a lui, a quella testa calda di Kurosaki … ”
<< Grazie … >> sussurrò mentre il ragazzo compariva al suo fianco.
<< Risparmia il fiato ! >> replicò l’uomo e rivolto a Ichigo aggiunse << Portalo lontano
da qui … ! >>
Sorretto dal migliore amico, il Quincy volse un ultimo sguardo a Yhwach.
<< Kurosaki … ho bloccato l’Almighty. Il resto lo affido a te. >>



<< Sei diventato premuroso … >> sussurrò il Dio.
Kugo non rispose. L’unico impercettibile cambiamento furono le mani strette con
maggior forza attorno all’elsa di Kildare.
<< Mi piace ! Ah … ! Tutti gli altri non facevano che riempirsi la bocca di bei discorsi ...
giustizia, l’equilibrio … TU INVECE SEI SOLO UNA BELVA ! Sì … feci davvero bene a
risparmiarti otto anni fa ! >>
Yhwach tese il braccio destro. Trascinata da un sussurro sinistro l’Oscurità si mosse
formando una lama ricurva direttamente nella carne. Con l’Almighty imprigionato, la
vera essenza del Soul King era venuta alla luce e lui non si era fatto scrupoli a fonderla
col Bankai di Yamamoto. Kugo riusciva a percepirlo, oltre che per l’immane potenza,
dal fetore di carne putrefatta e dalle grosse pustole dentro cui ribolliva un liquido simile
a magma. Se tale fusione avesse annullato le quattro tecniche di Zanka no Tachi, al
momento non gli era dato saperlo.
“ Poco importa, perché io … ”
<< … sono qui per ucciderti ! >>
<< AH ! IN QUESTA FORMA NON MI OCCORRE L’ALMIGHTY ! TI ANNIENTERÒ
GRAZIE AL POTERE DEL REIO ! CORAGGIO ! FATTI SOTTO ! >>
Il Demone e il Dio scattarono l’uno contro l’altro. Le spade vibrarono, le lame collisero e
dal nulla si spigionarono, terribili e magnifiche, fiamme nere e rosse. A ogni colpo esse
aumentavano finché da lontano un ignaro spettatore poté ammirare una vera e propria
tempesta infuocata. Tra la furia delle lame, Kugo vibrò un fendente dal basso. Yhwach
lo parò e una massa oscura calò dall’alto. Le code … finalmente si era deciso a usarle.
<< RIVELATI ! ALGIZ ! SCUDO BIANCO ! >>
La runa Algiz s’illuminò sprigionando una barriera ; una sfera perfetta contro cui i
prolungamenti s’infransero senza scalfirla.
<< Uh ? Cosa sarebbe ‘sta roba ? >> domandò irritato Yhwach.
Ancora una volta Kugo non rispose. Le uniche parole da pronunciare in sua presenza
erano minacce di morte. Yhwach doveva morire ed era lì, tra le macerie di una Seireitei
martellata dalla guerra, che la fine sarebbe giunta, inevitabile ed assoluta.
Le code ripresero a sciamare, una due, tre volte, senza riuscire a superare la protezione
quasi invisibile. In basso lo scontro infuriava, persino a una distanza considerevole si
udiva il fragore delle lame unito al sempre più maestoso vortice di fiamme.
L’Inferno. Ecco cos’era diventata la Seireitei. Un girone infernale dove due bestie
s’affrontavano in uno scontro all’ultimo sangue.
In mezzo al caos, Shinigami e Quincy avevano messo da parte le armi occultando le loro
presenze, terrorizzati all’idea di finire coinvolti in un combattimento così feroce. Kugo
non avvertiva più nessuno all’interno della Corte delle Anime Pure, a parte Ichigo che,
dopo aver deposto Uryu, si stava premurando di portare al sicuro Renji e Aizen al
confine ovest col Rokungai.
Tric !
Repentino alzò lo sguardo.
Una grossa crepa si era aperta nella barriera.
“ Reggerà meno del previsto … tsk ! Tanto vale … ”
Balzò all’indietro, in tempo per evitare un tentacolo. Gli altri lo inseguirono a catena,
conficcandosi nel terreno. Sciolse la barriera, ma l’ultimo lo colpì a mezz’aria lacerando
il petto e bruciando la pelle. Fu doloroso, più di quanto si aspettasse. Sangue imbrattò
nuovamente il kimono* mentre una propaggine, ripresa la giusta traiettoria, si fiondò
verso di lui.
“ Adesso ! ”
Sollevò Kildare e la puntò in avanti.
<< ANNIENTA ! GEDO ! STELLA DEL NORD ! >>
La runa brillò e dalla punta scaturì un’enorme raggio. Un boato risuonò in tutta la Soul
Society, così potente che sembrò squarciare la terra stessa. L’attimo dopo, la luce si spense
rivelando un macabro spettacolo. Brandelli di carne putrescente si contorcevano sparsi qua
e là, mentre all’interno il liquido magmatico andava lentamente spegnendosi.
A una ventina di metri il Dio annaspava, ferito e mutilato. Le propaggini si muovevano
in preda a una lenta agonia, vomitando una sostanza simile a petrolio, il corpo ondeggiava
immerso in una danza vuota. Adesso, con l’intero fianco destro spazzato via dalla furia di
Gedo, riusciva a vederle; la carne marcia, le costole fuse con un’Oscurità senza nome, o
meglio ... con la vera essenza del Soul King.
<< AH … AH ! Divertente Ginjo … molto divertente … >>
Kugo lo fissò e la mente tornò indietro ... alla notte in cui Masaki se ne era andata. In
mezzo al bosco vicino al fiume l’aveva abbracciata, colmo di lacrime e disperazione.
Immerso in un silenzio irreale ne aveva stretto l’anima nella speranza di salvarla, di
proteggerla. Masaki aveva sorriso sfiorando la sua guancia; un’ultima carezza in cui
era stato racchiuso tutto il loro legame.

- Sono felice di averti rivisto. Grazie … grazie di tutto … Ku-chan … -

Lei era morta a causa di quel mostro, un orrore diventato l'abominio di se stesso.
<< PROTEGGI DAGLI SPETTRI ! NAUTHIZ ! CERCHIO ARGENTEO ! >>
Fiammelle comparvero attorno a Yhwach e all’unisono saettarono verso l’interno.
Il Dio si contorse su se stesso. Fumo iniziò a fuoriuscire dai numerosi buchi che ora
affliggevano le membra. La testa era stata la parte più bersagliata ; una porzione del
cranio e l’intera guancia sinistra non esistevano più. Muscoli e ossa ben visibili
rendevano il volto una maschera orribile, eppure il bastardo continuò a sorridere, la
bocca contratta in un ghigno deformato.
<< Pensi davvero di riuscire ad ammazzarmi così facilmente ? Sbaglio, o le tue rune si
stanno esaurendo ? >>
Kugo lanciò una rapida occhiata a Kildare. Quattro dei sette simboli giacevano spenti,
incastonati nella scanalatura. “ Manca poco … ! ”
<< Dai sono curioso, vediamo … QUALI ALTRE SORPRESE MI RISERVI ! >>
Un suono irruppe all’aria, acuto, sinistro, pareva l’urlo di una donna in preda alla follia.
Per quanto insopportabile Kugo resistette; tapparsi le orecchie avrebbe significato
abbassare la guardia. Pochi secondi e il grido venne sostituito da un suono altrettanto
inquietante, come se qualcosa stesse strisciando nelle viscere del sottosuolo. Ma il
rumore, allo stesso modo del precedente, proveniva da Yhwach stesso e nuove,
terrificanti estremità sgusciarono fuori dei tentacoli mozzati. Al contrario delle prime
queste terminavano in una specie di bocca suddivisa in tre parti, tanto da farle somigliare
a primordiali teste d’idra. Pure il resto si rigenerò e il Dio tornò a fissarlo con decine
di occhi.
<< Vediamo se questa volta riuscirò a farti arrabbiare … Primo Sostituto. >>
<< … Ti ricordo non sono l’unico a volerti morto. >>
<< GETSUGA TENGAI ! >> (5)
Un fendente squarciò l’aria, bianco e puro come la luce. Passò a circa tre metri da Kugo
tranciando di netto una delle teste che cadde emettendo un verso sofferente.
<< Ci hai messo più del previsto... >>
Ichigo fece capolino, la nuova e luccicante Zangetsu poggiata sopra la spalla.
<< Perdonami, non ricordavo Renji fosse così pesante. Allora … la situazione ? >>
<< Come vedi ha subito un’ulteriore trasformazione e … >> mentre spiegava una nuova
testa sbucò al posto di quella appena recisa << … sarà più dura del previsto. >>
<< Beh … nessuno ha detto che sarebbe stata una passeggiata. >>
Kugo lo osservò. Il giovane era subito entrato in sintonia col proprio Blut riuscendo a
sfruttare al meglio la nuova Zangetsu. Negli occhi brillavano ancora vivide
determinazione e desiderio di vendetta.
<< … Saremo un po’ stupidi a pensarlo >> ribatté con un mezzo sorriso.
<< Giusto un po’ ! >> e puntando lo sguardo su Yhwach aggiunse << Andiamo ? >>
<< Dopo di te, Kugo. >>
Per la seconda volta i Sostituti partirono all’attacco, uno affianco all’altro, uniti dalla
cieca eppur chiara risolutezza omicida, perché a volte per sconfiggere l’Oscurità bisogna
tramutarsi in un’ Oscurità ancora più potente.
Lo scontro infuriò come non mai; i Demoni attaccavano feroci scagliando fendenti di
fiamme e luce, il Dio rispondeva mandando in avanti le proprie teste e cercando di
colpirli con la spada quando erano a tiro. Si trattava, come dissero in seguito, della più
cruenta battaglia dai tempi del primo conflitto tra Shinigami e Quincy mille anni or
sono. Turbinii di colpi, fragore di lame e sangue si mescolavano incessanti. La danza
mortale si protrasse a lungo senza che nessuna delle parti prevalesse sull’altra; le teste
tagliate continuavo a rigenerarsi e, nonostante le ferite, nessuno degli Shinigami cedeva
terreno. Una cosa però era cambiata, Kugo l’aveva notato già da qualche minuto; una
certa imprecisione nei colpi di Ichigo. La stanchezza si fece sentire nella maniera
peggiore; una testa saettò comparendo alla sua destra, proprio nel momento in cui
stava sferrando un fendente diretto a Yhwach. L’attimo dopo Kugo era lì, a frapporsi tra
lui e le fauci magmatiche. Il morso si serrò attorno alle braccia. Bruciava, risucchiando
ogni energia. Sentì il giovane urlare il suo nome e in una scia d'acciaio e nero pece la testa
d’idra schizzò via. Ormai però il danno era fatto. Mosso dalla collera finora era riuscito
a ignorare l’ingente perdita di sangue … adesso invece il dolore lo pervase da capo a
piedi; i muscoli divennero rigidi, il respiro affannato, gli abiti imbrattati del putrescente
odore di sangue, gli avambracci ridotti a una massa di carne bruciata. Cadde, rimanendo
in ginocchio grazie a Kildare saldamente conficcata nel terreno. Ichigo cercò di sorreggerlo …
poteva avvertirne il braccio intorno alle spalle, le grida giungere confuse, ma furono altre
parole a risuonare chiare e terribili.
<< IL GIOCO È FINITO ! ORA VI GETTERÒ NELLA DISPERAZIONE ! >>
Il tempo di alzare il capo e le Tenebre lo circondarono.
L’Oscurità più totale.
Nessun suono, colore o odore, tranne un freddo che pian piano attanagliava le ossa.
Ichigo era sparito. Lo cercò, ma l’unica cosa visibile era il Buio. Il Buio del Regno di
Yhwach. Kildare … pure lei era scomparsa ?!? Il silenzio teso venne rotto dalla voce
maligna del Dio.
<< Stai cercando la tua amata spada ? Bene vediamo se riesci a raggiungerla … assieme
a Ichigo. >>
Le zanpakuto comparvero a una cinquantina di metri, avvolte da una luce innaturale.
Udì un respiro trattenuto e voltandosi ritrovò il giovane Sostituto al suo fianco. Nelle
iridi aleggiavano, seppur nascenti, il timore e la paura.
<< Ichigo … l’unico modo per uscire è recuperare Zangetsu e Kildare. Dobbiamo andare
avanti, costi quel che costi ! Yhwach gioca con le sue regole, ma noi siamo più forti. Più
forti di qualsiasi cosa ! >>
Il ragazzo portò lo sguardo su di lui e, rigettate le oscure sensazioni, annuì.
Senza aggiungere altro s’incamminarono seguendo il bagliore delle armi che, come un
faro, li guidava all’interno del tetro Regno. Avevano percorso pochi metri quando i
piedi affondarono in una sostanza fangosa; una distesa di melma i cui riflessi opachi
delineavano l’ampio spazio che li separava dalle spade. Senza esitare proseguirono.
A ogni passo la profondità aumentava, ma loro andarono avanti, risoluti, decisi, allo
stremo delle forze, indifferenti alle ferite e al sangue. Erano già a metà, il fango
all’altezza dello sterno, poi ... qualcosa si mosse. Una trentina di scheletri emersero,
la melma li ricopriva interamente risaltando le orbite irradiate da una lugubre luce
violacea.
<< Ichigo ! Occupiamoci solo di questi davanti ! >>
I nuovi nemici si rivelarono piuttosto fragili, bastò infatti qualche pugno a farli crollare,
e al contempo veloci. Troppo veloci. Dopo averne uccisi cinque, i rimanenti gli si gettarono
addosso, avvinghiandosi in una stretta atta a rallentarli. Mentre il mucchio d’ossa diventava
via via più grande Kugo lì udì; sussurri spettrali irrompere nella testa.

- MASAKI … DOVEVI SALVARLA … -
- ERA LA VOSTRA PROMESSA … -
- TU AVEVI IL POTERE DI PROTEGGERE EPPURE HAI FALLITO ! -

- SEI DEBOLE ! -

- KUKAKU … TI SALVÒ … EPPURE L’HAI ABBANDONATA … -
- SEI SENZA CUORE … SENZA CUORE ! -

- LA TUA ANIMA È COLMA DI OSCURITÀ ! -


Un bagliore irruppe alle spalle. Due scheletri avevano assunto le fattezze di Masaki e
Kukaku, ma quei volti, quei corpi, erano solo una visione distorta della realtà; la pelle
ridotta a un insieme scoperto di carne e tendini, i visi tramutati in maschere vuote.

- Loro volevano usarti … uno strumento … ecco cos’eri … -
- Gli amici si rivelarono vili traditori … -
- Era tutta una bugia …. ! -

- Il tuo cuore AFFOGA NEL BUIO ! -


Altri scheletri si trasformarono nei Capitani del Gotei 13, tra essi riconobbe all’istante
Ukitake e Kyoraku.

- SEI VISSUTO NELLA MENZOGNA ! ORA MORIRAI QUI ! -

Crack !

Il cranio di uno scheletro si sfracellò in mille pezzi. Una seconda gomitata colpì invece
quello stretto attorno alle costole. Le false Masaki e Kukaku erano morte.
Kugo tornò a guardare avanti. Nella iridi non brillava più nulla di umano, tramutate in
tutto e per tutto in quelle di un Demone.
La voce risuonò all’unisono con Ichigo, fondendosi in un unico grido.
<< Tutto qui ? Rinfacciarmi i miei fallimenti … i miei errori ?!? SE PENSI QUESTA
DISPERAZIONE POSSA FERMARMI TI SBAGLI DI GROSSO ! >>
Onde s’elevarono tutt’attorno. Li sommersero intrecciandosi nel mucchio di scheletri.
L’aria divenne soffocante, irrespirabile, ma loro continuarono ad avanzare, piegati da
un peso quasi insostenibile. Avanzarono, tesero il braccio finché non le sentirono …
impastate nella melma ... le loro zanpakuto.
Kugo strinse Kildare e digrignando i denti puntò lo sguardo in l’alto.
<< SE AVESSI GUARDATO AL PASSATO ORA NON SAREI QUI ! TI AMMAZZERÒ !
VENDICHERÒ MASAKI ! SOLO CON LA TUA MORTE … POTRÒ CANCELLARE LE
TENEBRE DAL MIO CUORE ! >>
Fiamme tornarono a brillare dentro le rune.
<< RIDAI SPERANZA ! INGUZ ! LUCE NELL’ABISSO ! >>
Un bagliore si sprigionò dalla claymore. Il fango, gli scheletri, l’intero reame oscuro
vennero spazzati via e la Seireitei tornò visibile. Adesso Yhwach torreggiava nel cielo,
alcuni tentacoli avevano assunto la forma di terrificanti ali mentre il resto s’agitava
attorno a una gigantesca sfera. L’oggetto misurava una ventina di metri, il colore e la
consistenza parevano un concentrato di pura Distruzione.
<< TROPPO TARDI ! ANNIENTERÒ LA SOUL SOCIETY ! INCENERIRÒ OGNI
DIMENSIONE ESISTENTE ! DAL NULLA NASCERÀ IL PERFETTO WAHRWELT ! >>
e con un unico movimento lanciò la sfera.
Contemporaneamente i due uomini si misero schiena contro schiena, le zanpakuto
pronte a sferrare il colpo mortale. Inguz aveva donato nuova energia, grazie a essa
avrebbero posto fine all’esistenza del folle Dio.
<< TU MORIRAI YHWACH ! MORIRAI ORA ! >>
<< STOLTI ! SARETE VOI A CREPARE ! >>
<< IN QUESTO COLPO … RIVERSEREMO TUTTO IL NOSTRO ODIO ! >>
L’istante successivo Kildare e Zangetsu si mossero.
<< DISTRUGGI ! DAGAZ ... ! CASTIGO DEL SOLE NASCENTE ! >>
<< JOUTEN NO KIBA ! >> (5)
Fendenti di luce dorata e argentea presero forma saettando verso l’alto. In un rombo
tonante la sfera si spaccò, disintegrandosi. Vi fu un lampo, seguito da un grido. Il Dio
cadde al suolo, sconfitto. Precipitò poco distante, una massa informe, un pallido miraggio
di ciò che era stato fino all’attimo prima. Si riconoscevano a fatica gli arti, ridotti a brandelli
di carne attaccata alle ossa, la testa era diventata un teschio, dove capelli e muscoli appena
visibili si mischiavano alle decine di occhi liquefatti. Strisciava come un verme, incapace
di qualsiasi reazione. Di fronte a tale spettacolo Kugo non provò nulla. Yhwach stava
morendo ... l’odio si era estinto in quell’assoluta certezza. La vendetta era compiuta, il
mondo salvo, presto per lui, per tutti, sarebbe iniziata una nuova vita.
L’Imperatore però era ancora davanti ai loro occhi e ogni emozione risultava ferma,
intrappolata sotto un impenetrabile strato di apatia. Soltanto una fredda indifferenza
riusciva a superarlo.
<< ... Cosa avete fatto ? >> mormorò Yhwach in un rantolo sofferente << … non riesco a
rigenerami … bastardi … ora vado … ad ammazzare Ishida … e poi cambierò il vostro
futuro … ! Morirete ! Sì morirete ! >>
Senza smettere di fissarlo, Kugo calò Kildare. Trapassata la debole carne, la claymore si
conficcò nel terreno. Il Dio urlò, urlò tante volte finché l’amara verità non bussò alla sua
porta ; la fine era giunta. Allora si girò, sputando tutta la rabbia e il disprezzo verso i
Demoni che avevo osato ucciderlo.
<< Luridi insetti … non capite ! La Soul Society … il Mondo Terreno … l’Hueco Mundo
sarebbero diventati una cosa sola ! Vita e morte … fusi insieme ! Per colpa vostra gli
esseri viventi continueranno a vivere nella paura della morte ! Per l’eternità ! >>
<< Oh … quindi era questo il tuo desiderio. >> constatò con glaciale distacco.
<< Ginjo … Ichigo … voi non … >>
<< No. Non capiamo e mai potremo comprendere una cazzata del genere. In un mondo
senza morte … gli uomini non avrebbero il coraggio di affrontare le proprie paure, di
sopravvivere e migliorare se stessi. In un mondo del genere … non esisterebbe possibilità
di redimersi. Tsk ! Alla fine eri solo questo ... un Dio egoista spaventato dalla Morte. >>
<< Voi non capite … siete soltanto degli … >>
<< Taci. Ora morirai ... ma lei non scomparirà assieme a te. >>
Così dicendo chiuse gli occhi. Tutt’intorno prese forma una distesa bianca e luminosa.
L’anima di Yhwach, composta dai milioni di frammenti donati durante la sua lunga
esistenza alla stirpe Quincy. I lumi andavano spegnendosi e tra essi riconobbe, ancora
luccicante, quello giusto; macchiato da un puntino nero emanava un calore fin troppo
famigliare. Lì dentro erano racchiusi i poteri Quincy e Hollow di Ichigo. Si chinò,
delicato lo raccolse. Altrettanto dolcemente lì avvertì ... il suo abbraccio, la sua voce ...

- Grazie infinite, Kugo -

Una figura eterea prese forma, stretta stretta a lui ...

- Hai mantenuto la promessa. Hai protetto Ichigo. -
- Sì … alla fine ce l’ho fatta … in ogni caso .. in ogni caso ti devo delle scuse. -
- Ehi ! Di cosa stai parlando ? -
- … Per anni ho voltato le spalle a tutto e tutti … perdonami se ho percorso sentieri bui …
macchiando il mio cuore d’odio … la rabbia che mi ha reso cieco. Ti saresti vergognata nel … -
- Ehi ! Ehi ! Hai la febbre forse o cosa ?-


… mani sfiorarono il viso. Immerso in un magico tepore finalmente la vide, allegra e felice
proprio come la ricordava. Un sole.

- Avanti Kugo ! Sorridi ! Sei tornato ! -
- Sì … sono tornato. Grazie … grazie di cuore Masaki. -


<< Ginjo … ehi … ! >>
La voce del figlio lo riportò alla realtà, dissipando come il vento nel deserto l’infinita
distesa di luce. Ichigo era al suo fianco, nelle iridi luccicava una squisita confusione che
tanto gli ricordò Masaki.
<< Yhwach è … morto ? >> domandò teso indicando Kildare.
In basso, la zanpakuto aveva assorbito l’essenza del Soul King; la lama tinta di nero,
dove l’unica nota di luce era composta dalla runa Berkana posta a fine scanalatura.
Kugo tornò sul ragazzo, sul giovane a cui finora aveva celato troppi segreti e legami.
“ Erano in gioco forze più grandi di noi, ma ora che l’Oscurità è sparita … non ho più
nulla da nasconderti …tranne ... ”
<< Sì, è morto ... >> confermò rivolgendogli per la prima volta un sorriso rilassato
<< … va pure a riposarti … io comincerò il rituale per riportare in vita il Soul King …
appena ultimato ti raggiungerò. >>
Il giovane lo fissò intensamente avviandosi infine verso uno spiazzo poco distante.
Le ferite continuavano a sanguinare e una piccola scia rossa ne segnò il passaggio
sulle macerie della Seireitei. Anche lui non era messo meglio; il sangue aveva imbrattato
completamente il kimono* e in più punti piccole pozzanghere già macchiavano il terreno.
Persino gli spallacci e la pelliccia avevano assunto una colorazione vermiglia.
Le ferite dolevano, specie una profonda al fianco destro, ma non era il momento di fermarsi.
Un ultimo, importantissimo compito lo attendeva.
Camminò attorno alla claymore tracciando un cerchio rosso col proprio sangue, si sedette
e congiunse le mani in segno di preghiera.
<< … Come aveva detto Urahara ? Nominare gli arti nell’ordine in cui vennero strappati …
gamba sinistra, destra, poi braccio destro e sinistro. Sei pronta Kildare ? >>
- Certo … ! -
<< Allora possiamo cominciare ! >>



Leggero.
Tra tanti aggettivi probabilmente avrebbe scelto quello per descrivere l’attuale stato
d’animo. Ma pensandoci bene leggero era troppo riduttivo. Si sentiva, effettivamente,
pervaso da una sensazione di gran lunga più appagante e sublime; da quando aveva
posato il corpo dolorante e ammirato la vastità del cielo azzurro, la tensione era sparita,
come se un fresco vento d’autunno avesse spirato attraversando ogni fibra del suo
essere. Un senso di pace così infinito da annullare ogni dolore.
Ichigo sedeva, nella posizione più comoda che era riuscito a trovare, godendosi la
nuova sensazione di beatitudine.
Poco distante Ginjo completò il rituale. Vi fu un suono, debole eppur nitido nella vastità
della Seireitei, simile a un cristallo dissolto all’improvviso in polvere argentea.
Nell’azzurro infinito scorse la sagoma del Soul King; una massa bianca che pian pian
saliva verso il Reiokyu, ove risiedeva fin dall’origine dei tempi.
“ Senza Ginjo probabilmente sarebbero stati Ichibei e la Guardia Reale a occuparsene. ”
Si stupì nel pensare a una questione così tecnica in un momento simile, sorpresa troncata
non appena udì l’altro avvicinarsi. Con un tonfo Kugo si accasciò affianco a lui, il
respiro affannato, la spada lasciata cadere nel breve spazio che li separava. Lasciò fosse
il silenzio a regnare permettendo all’uomo di immergersi a sua volta nella pace, pace
che sentiva essere immensamente più grande rispetto alla propria.
“ Ginjo … qualunque fosse il motivo del tuo odio verso Yhwach … ora sei libero da
molti fardelli … ”
Quasi avesse letto nel pensiero l’Ex Sostituto parlò. Mai la voce fu più calda e beata.
<< Ichigo … tocca la spada … >>
<< … Eh ? Come ? >> domandò confuso.
<< La mia spada … toccala … qui … >> precisò indicando un punto vicino all’elsa.
Ancora più perplesso ubbidì.
Da un semplice gesto, un secondo miracolo scaturì.
Il potere Quincy e quello Hollow fuso con esso … lì sentì fluire nelle dita, nel braccio e
infine in ogni centimetro del corpo. La mamma, White … erano di nuovo con lui.
Travolto da un’infinita gioia portò lo sguardo su Zangestu. La zanpakuto era rimasta
in gran parte immutata, tranne per la spessa linea posta sul filo della lama, bianca
in mezzo al nero acciaio spirituale. Adesso tutti i poteri erano fusi in un’unica spada.
Davanti a lui brillava la vera Zangestu, prodigio che neanche Oetsu Nimaiya, il Fabbro
della Zanpakuto, era riuscito a compiere.
A quella visione un dubbio lo colse, impellente, forte ...
<< Kugo … tu … >>
… ma davanti al suo viso addormentato la voce perse consistenza …
“ … conoscevi mia madre ? ”
… e rimase un pensiero intrappolato nella mente.
Ginjo Kugo. Su di lui aleggiava ancora un fitto alone di mistero. Chi era veramente ?
Cosa l’aveva legato al Gotei 13 ? Perché aveva abbandonato la carica di Sostituto ?
Tra lui, il vecchio e Urahara esisteva forse un sottile filo invisibile ? Quali fossero le
risposte a tali domande, non era il momento di scoperchiare il vaso di Pandora.
Assoluta fiducia, profondo ringraziamento … erano le uniche cose importanti.
Sorridendo Ichigo levò nuovamente lo sguardo al cielo.
“ Ci sarà tempo per tutto. Adesso … voglio solo perdermi nell’azzurro del cielo …
pensando a te Orihime … ah … appena mi vedrai ridotto così comincerai a piangere a
dirotto, ne sono sicuro … ! ”





Act. II : Rest In Peace


<< Perdonate le poche energie Yukio, ma attualmente la vostra creazione ci permetterà
di raggiungere il Mondo Terreno senza problemi. >>
<< Non devi scusarti di nulla. Allora ... le coordinate per il negozio ? >>
Shukuro osservò distrattamente Yukio e Urahara attorno alla console di comando. Lo
Shinigami indicò un punto sullo schermo e il ragazzo, digitando con una serie di tasti,
impostò la rotta d’arrivo. Ai lati invece stavano Riruka e Giriko.
Sospirando, volse l’attenzione al resto della stanza, o meglio della curiosa costruzione
nata dall’unione di Dollhouse e Invaders Must Die. Ancora una volta il suo giudizio a
riguardo rimase invariato; soffocante e ai limiti del claustrofobico.
Al senso d’oppressione andavano aggiunti una serie di altri stati d’animo; tristezza
condita da rabbia, odio misto a uno sconfinato senso di vuoto.
Ginjo non era più con lui. L’aveva abbandonato per lottare al fianco degli Shinigami.
Shukuro si sentiva ingannato e umiliato. Per anni l’uomo aveva professato vendetta contro
i vili traditori, poi all’ultimo, poco prima di giungere al Palazzo Reale, se n’era uscito con:

- Andrò ad affrontare Yhwach, l’Imperatore Quincy, mentre voi ritornerete nel Mondo Terreno. -

Lui era stato l’unico ad arrabbiarsi e a pretendere spiegazioni, sennonché Ginjo l’aveva
guardato e nei suoi occhi si era riflessa la stessa dolcezza e determinazione di quel
giorno lontano, nell’estate del loro primo incontro.

- Andrete scortati da Urahara. Giunti al suo negozio vi consegnerà dei Gigai speciali. Adesso mi
raccomando … attenetevi al piano. -
- Perché non posso rimanere ?!? È … per via di quella donna, vero ?!? -
- … Ti aspetta un destino diverso, ma non qui. Nel Mondo Terreno … è lì che devi continuare a
vivere. Sei forte e …e ricordati, non sei solo. -


Rammentando quelle ultime parole Shukuro strinse i pugni. Era giunto alla medesima
conclusione la notte della “ morte ” di Ginjo, quando Moe trasportandolo sulle spalle
aveva urlato a gran voce; - Il Signor Tsukishima è forte ! Il più forte di tutti ! -
Peccato le ferite causate da Byakuya si fossero rivelate fatali e quando, risvegliatosi nella
Soul Society, aveva incontrato il Primo Sostituto, tale convinzione era stata accantonata.
Il desiderio di vivere al suo fianco, anche nel Mondo Spirituale, aveva preso il sopravvento
su tutto. Poi … ogni convinzione era crollata come un fragile castello di carte. Colui a cui
doveva la vita, l’uomo che l’aveva cresciuto dopo il suicidio della madre, l’aveva abbandonato
allo stesso modo di come si fa con un giocattolo rotto.
<< Perché … perché l’hai fatto ? >>
<< Tsukishima … >>
Si voltò, ritrovando Riruka accovacciata vicino a lui.
<< … s-stai pensando a lui ? >>
<< Tsk ! Se anche fosse non sono affari tuoi … ! >>
<< Ascoltami … >> lo richiamò lei dopo un attimo d’esitazione << … io … credo che pure
in questa occasione Ginjo ci abbia protetti. >>
<< No … ti sbagli. Lui … è un bugiardo … soltanto un bugiardo ! >>
<< … E allora noi siamo degli egoisti belli e buoni ! >> protestò la ragazza aggrottando le
sopracciglia.
<< Eh ? Come ti permetti ?!? >>
<< Rifletti ! Nessuno conosce il suo passato e ai tempi dell’Xcution, persino tu hai
ammesso di saperne poco a riguardo. Quindi non saltare a conclusioni affrettate ! >>
Shukuro ebbe l’impulso di rifilare uno schiaffo, ma dovette fermarsi di fronte al suo
sguardo risoluto.
<< Lui ha deciso di vivere nel Mondo Spirituale … eppure non ci ha detto addio. Sono
sicura lo rincontreremo un giorno. Forse … quel giorno si aprirà ... >>
Rimase sbigottito, non sapendo minimamente cosa ribattere a una frase così matura per
la capricciosa Riruka. Poco dopo Urahara ruppe il silenzio.
<< Siamo arrivati Signori ! >>
Il portellone esterno si aprì rivelando un’ampia grotta circolare. Al margine erano poste
due porte, vicino un uomo enorme attendeva l'ex-Capitano assieme a due ragazzi di
circa quattordici-quindici anni. Mentre scendevano dalla claustrofobica scatola lo Shinigami
si precipitò verso di loro. I giovani scoppiarono in lacrime, subito confortati dal forte
abbraccio dell’altro.
<< Sapevamo che sarebbe giunto questo momento. Il momento di separarci. Non
preoccupatevi, torneremo assieme alla Signorina Yoruichi, così potrete salutarci tutti
insieme. Jinta … Ururu … fate tesoro dei miei insegnamenti. D’ora in poi sarete voi a
prendevi cura del negozio. >>
<< Non … non ti deluderemo Urahara-san ! >> piagnucolò la piccola Ururu.
<< Appena possibile verrò a trovarvi. >>
<< Sì … >> mormorò Jinta trattenendo la crescente tristezza.
“ … il momento di separarci … ” si ritrovò a ripetere Shukuro.
E bastò quel pensiero a rendere ogni cosa chiara.
Maledettamente chiara.
Strinse i pugni fin quasi a farsi male. La verità … era sempre stata lì. Ora riusciva
a vederla, libera dal velo fatto d’egoismo e immaturità che lui stesso aveva creato.
“ Io … mi sono sempre accontentato di semplici verità. Ginjo ... fin da piccolo ho
accettato il tuo odio verso gli Shinigami come una cosa naturale, del resto se mi fossi
spinto oltre, tu non avresti detto più di quanto fosse necessario … perché quei segreti
avrebbero rischiato di farmi precipitare nell’Oscurità. Il mio errore è stato
proprio non comprendere ... dietro al tuo silenzio c’erano una vita, sofferenze, gioie …
amore. E quando la maschera è caduta … l’ho negata, ma dentro di me sapevo … che
era giunto il momento di separarci. Tu ... mi hai protetto fino all’ultimo, anche se ciò ha
significato nascondermi il tuo passato, i tuoi legami. L’unico modo per andare avanti ...
era la tua morte. Finalmente l’ho capito. ” (6)
Sentì il cuore farsi leggero mentre l’attenzione si posò su Yukio, Giriko, soffermandosi
infine su Riruka.
“ Posso solo augurarti tanta felicità ... a te e Kukaku. Io ... continuerò a percorre il sentiero
dinanzi a me, qui nel Mondo Terreno. Un giorno ci rincontreremo. Quel giorno se vorrai
sarò pronto ad ascoltarti. ”
Un grido irruppe nella sala e da una delle porte un piagnucolante Moe si precipitò verso
di loro esultante di gioia, mentre Jackie li salutò procedendo a passo sicuro.
“ Sì … posso farcela … sono forte. Ora … ho amici su cui poter contare. ”

-.-.-.-.-.-.-

Avvolta in una coperta, Yoruichi scrutava l’Espada Nelliel Tu Odelschwanck intenta a
curare Yushiro. La ferita al petto era risultata profonda, ma non così grave come aveva
creduto in un primo momento. Inoltre l’incantesimo si stava rivelando parecchio
efficace, forse dovuto al fatto che gli Arracar stessi erano il risultato di una, seppur
incompleta, Shinigamificazione.
Doveva molto a Nel, non solo per la salvezza del fratello; era stata infatti l’Espada a
trasportare lei e Kisuke fuori dalla Gift Ball, l’ultima tecnica sfoderata da Nakk Le Vaar.
<< Grazie … senza di te non ce l’avremo mai fatta … >> disse senza staccare gli occhi
dal fratello.
<< Di nulla Signorina Yoruichi, però … forse dovrebbe ringraziare anche lui. >> rispose
indicando con un cenno il Quincy.
<< Eh ? E perché mai ?!? >> esclamò stupita.
<< La Gift Ball risultava letale al tocco. È stato grazie a un foro se sono riuscita ad
entrare senza subirne gli effetti. Tutto ciò … credo sia avvenuto per volontà del Signor
Le Vaar. >>
Yoruichi non riusciva a credere alle proprie orecchie. Quell’uomo, un nemico, aveva
riservato pietà verso di loro ? Nei suoi confronti riusciva a provare solamente diffidenza
e dubbi, ma ripensandoci forse una stranezza del genere non era così improbabile.
“ Quando ti sei risvegliato … per un attimo il tuo sguardo si è illuminato … in quel
momento ... cosa stavi cercando di dirmi ? ”
Turbata, rigettò lo strano pensiero, così come l’idea di voltarsi verso lo Sternritten,
legato dai fili di Benihime nell’altro lato della stanza.
<< … mi dispiace di non essere riuscita ad aiutare Ichigo >> aggiunse Nel riuscendo a
richiamare la sua attenzione.
<< … Forse da un lato è stato meglio così. >>
<< Da un lato … >> sottolineò con voce sommessa << … sa … l’Hueco Mundo è stato il
primo a essere martoriato dalla furia dell’Impero Invisibile. In molti hanno combattuto
valorosamente, ma a seguito della sconfitta di Harribel e alla presa di Las Noches, si è
creato il caos. Una grossa fetta di Hollow, tra Fraccion e giovani Arrancar, sono passati
dalla parte del nemico, accecati dalla promessa di un nuovo potere. >>
Rimase in silenzio e il bagliore tra le dita si spense. Sotto, Yushiro versava ancora in uno
stato d’incoscienza.
<< Se sono riuscita ad arrivare qui, lo devo soprattutto al Signor Urahara … >> concluse
con un sorriso di ringraziamento << … grazie a lui sono guarita dalla maledizione di
Syzel Aporro e ho potuto rivedere Ichigo … più avanti avrò sicuramente altre occasioni
per incontrarlo. Ora mi perdoni se la lascio, ma devo curare Grimmjow. >>
<< Tranquilla, nessun problema … cosa farete dopo ? >>
<< Torneremo a casa, non c’è più nulla per noi qui --- e la Regina Tia avrà bisogno del
nostro aiuto. >>
A quelle parole Yoruichi volse gli occhi al cielo. Il Soul King, rinato grazie al potere di
Kildare, la zanpakuto di Kugo, fluttuava in direzione del Palazzo Reale. Yhwach era
morto, ucciso dai due Sostituti e Uryu Ishida. La Guerra era finita e il contributo dato
da lei, Kisuke e Tessai sarebbe riconosciuto da ogni organo della Soul Society, Casato
Shihoin compreso.
“ Kisuke … adesso non c’è più niente a trattenerti nel Mondo Terreno … hai fatto tutto
il possibile per Kugo e Ichigo. Presto ritorneremo alle nostre cariche … ” pensò mentre
riportava lo sguardo su Yushiro “ … presto sarò di nuovo al tuo fianco, fratellino. ”
Un senso di serenità la pervase, ma a causa della vicinanza di Le Vaar però, non riuscì
a goderne appieno. Eppure non poteva fare altro ; Kisuke le aveva chiesto di tenerlo
sott’occhio fino a quando non fosse tornato.

- ... è stato un’ottima fonte di informazioni, in ogni caso è opportuno non farlo morire.
Nonostante l’attuale natura, la sua morte potrebbe rendere più forte Yhwach. -


Eccola lì quindi, bloccata da un scherzo del destino in mezzo a un edificio distrutto.
Certo, con la morte dell’Imperatore il Quincy non era più un pericolo, in ogni caso non
se la sentiva di decidere in merito al suo destino.
<< Signorina Yoruichi … >> riprese Nel distogliendola da quei pensieri << … la ringrazio
a nome mio e di Grimmjow. È anche merito suo se siamo arrivati fin qui. >>
L’Arrancar si alzò e rivolgendo un ultimo saluto s’avvio all’uscita.
<< Di nulla ... >>
<< Mi raccomando … non ringrazi solo me ! >> concluse scomparendo oltre la porta.
Yoruichi rimase da sola, sola col fratello e un nemico legato alle sue spalle. Senza indugi
raggiunse Yushiro e delicata ne poggiò il capo sulle ginocchia. Il suo respiro era regolare,
la ferita scomparsa, soltanto le vesti lacerate ricordavo le frecce che, nemmeno un’ora
prima, ne avevano perforato la carne.
“ Sei salvo … il colpo poteva essere mortale … poteva … ”
Un pensiero innocente. Un pensiero che la scosse, trascinando confusione e dubbi.
Repentina si voltò verso l’uomo fonte di tanto turbamento.
“ Tu … potevi ucciderci in qualsiasi momento … e come ha detto Nel, in qualche modo
sei l’artefice della nostra salvezza … io ... cosa mai dovrei pensare di te ? Non lo so …
davvero non lo so … “
Le Vaar era lì, immobilizzato dai fili di Benihime. Somigliava a un povero insetto
intrappolato in una ragnatela. L’unica parte libera consisteva nel collo, eppure finora
non si era mosso, la testa china, lo sguardo perso nel vuoto. All’improvviso, in un
movimento appena percettibile, l’uomo parlò.
<< Come sta … il tuo fratellino ? >>
<< Ehi … ! P-Perché ti interessa ? >> chiese sulla difensiva.
“ Un nemico … in fondo rimani un nemico ! ”
<< L’Arrancar è andata via … mi chiedevo … se le cure fossero andate a buon fine … >>
<< … Ora sta bene. >>
<< E tu ? Ti sei ripresa dalla Dose Letale ? >>
<< … Ci è voluto un po’, ma alla fine sì ! Sono guarita ! >>
<< … Mi fa piacere. >>
“ Accidenti ! Non potevi startene zitto ? E io ... perché diamine ti sto rispondendo ?!? ”
Per un tempo indefinito il silenzio regnò sovrano, ma speranza si spezzò appena lui
rispese a parlare, la voce sommessa, rotta da un dolore senza nome.
<< Sai Yoruichi … io … ho sempre detestato uccidere … >>
“ Eh ?!? Cosa ti metti a blaterare adesso ?!? ” pensò senza riuscire distogliere lo sguardo.
<< Tanto tempo fa tolsi la vita a molte persone … fui obbligato a farlo … per salvaguardare
la mia esistenza … il mio piccolo angolo di pace ... purtroppo questa è la legge della guerra.
Giunto nell’Impero Invisibile … giurai a me stesso che non avrei più ucciso … >>
“ Non mi interessa … ! Non mi interessa ! Piantala ! ”
Quell’uomo era veramente irritante. Stava a pochi a metri, immobile, annientato, ma in
grado di rompere qualsiasi logica.
<< … ah … ! Almeno questo desiderio si è avverato … >>
<< Smettila ! Sta zitto accidenti ! >>
Nel più naturale dei gesti Askin si voltò, le labbra serrate in un sorriso spento.
<< T-ti ho fatto arrabbiare ? Scusa, non era mia intenzione … davvero … >>
La frase gli morì in gola, sostituita da … sangue. Un rigetto ? Oppure uno dei fili di
Benihime aveva ceduto ? Non ebbe tempo di rispondere, perché qualcosa calò dall’alto
conficcandosi nel collo dell’uomo. L’attimo dopo la testa ciondolava e un divertito
Kurotsuchi Mayuri comparve appollaiato sul bordo della parete.
<< Kurotsuchi ! Cosa ... ?!? >>
<< Non agitarti Shihoin ... >> rispose secco il Capitano agitando una siringa vuota << …
a sto’ idiota la lingua non manca, peccato le troppe chiacchiere ne abbiano affaticato il
corpo. Grazie all'anestetico dormirà una decina di ore, ma per sicurezza vorrei trasferirlo
in una delle mie capsule. Ho il tuo permesso ? >>
Yoruichi sgranò gli occhi. La situazione aveva preso una piega completamente
inaspettata ! E dove ogni ragione aveva perso di significato rimaneva solo l’istinto !
<< Sì … ! >>
L’uomo sorrise divertito e, tirato fuori un coltellino, cominciò a liberare la nuova cavia.
La Dea osservò la procedura, senza impedire a strani pensieri di invaderle la mente.
“ Forse in quell’istante, lavandoti il viso sporco di sangue ... pure io ho rotto ogni logica ?
E ora mi ritrovo a salvarti … perché? Perché ?!? ”



Qualcuno l’aveva ferito. Da dove fosse arrivato un colpo così potente era l’ultima delle
preoccupazioni. Un proiettile, o quel che riconobbe come qualcosa di molto simile,
trapassò la carne come fosse carta, concludendo la traiettoria nel terreno sottostante.
Un cecchino ? Possibile l’Élitè Quincy avesse in dotazione armi da fuoco ? Un fucile di
precisione o chissà quale altra diavoleria ? Non ebbe tempo di metabolizzare alcuna
risposta ; cadde a terra, sangue andò a impastarsi con le bende strette intorno al busto,
le grida di Sentaro e Kiyone si confusero dietro di lui. Poi … Hisagi perse conoscenza.
Si svegliò poco dopo, o almeno così gli sembrò. Una fitta lo costrinse a tastarsi il fianco.
Gesto fermato da un tocco gentile. Mani femminili si erano posate sulle sue. Confuso
alzò lo sguardo, ritrovandosi specchiato nei bellissimi occhi della Signorina Rangiku.
<< Rangi … vo-volevo dire Matsumoto … ! >> balbettò a denti stretti << … Co … come
sei arrivata qui ? >>
La donna sorrise scostandosi una ciocca di capelli dalla fronte.
<< Beh in maniera piuttosto insolita, Hisagi. Vedi, alla Soul Society le cose non si sono
messe bene per me e il Capitano. Stavo combattendo contro uno Sternritten e … credo
di essere svenuta ! >> e nel dirlo fece una piccola linguaccia << Poi puff ! Eccomi qui nel
Reiokyu ! Merito di Kurotsuchi ! È riuscito a guarirci grazie a strane capsule, avendo la
premura di portarle con se in vista di un nostro intervento, come del resto è avvenuto !
Ho finito di curarti al posto di Kiyone mentre Hitsugaya ha aiutato il Capitano Kuchiki
e Kenpachi a sconfiggere un vero e proprio gigante ! >>
Hisagi socchiuse gli occhi e, ancora un po’ frastornato, si guardò attorno. Sdraiato sul
duro lastricato poté osservare il vicolo nel quale si trovavano. Lo spazio risultava stretto,
quasi soffocante, i tetti degli edifici parevano toccarsi tanto da ridurre il cielo a una
sottile striscia azzurra. In basso, poco distante, Kiyone medicava Sentaro tramite un
kido curativo. La gamba dell’uomo era stata perforata da parte a parte, probabilmente
colpita da un secondo di quei dannati proiettili.
“ Ah … la mia corsa verso il Palazzo Reale è finita ancor prima di cominciare … ”
Provò a percepire reiatsu anomalo, ma senza risultati. Tutto taceva e presenze fin troppo
conosciute erano sparse qua e là, immerse nella vastità della Corte Reale.
<< Hisagi ! Non preoccuparti ! >> esultò Matsumoto al settimo cielo << Abbiamo vinto !
Yhwach è morto ! La Guerra … la Guerra è finita ! >>
<< Da … davvero ? >>
“ Quindi … non è rimasto nessuno contro cui combattere ... ”
<< Già ! Mentre riposavi si sono susseguite battaglie zeppe di colpi di scena ! La
zanpakuto di Nanao-chan ! Il Bankai di Kenpachi, di Urahara e quello glaciale del mio
adorato Capitano ! Pure la Signorina Yoruichi ha fatto qualcosa d’incredibile ! Anche se
non ho capito se si trattasse del Bankai o meno. Infine ascoltami bene, perché qui viene
il bello ! Il reiatsu di Ichigo si è avvertito fin qui e … poco dopo è successa la stessa cosa
con Ginjo Kugo ! >>
<< Eh … ?!? Proprio lui ?!? Il Sostituto traditore ?!? >>
<< Esatto ! È apparso dal nulla e dalla nostra parte per fortuna ! Assieme a lui, Ichigo è
riuscito a sconfiggere Yhwach ! >>
<< Ah … fantastico … >>
<< Quei due … sono riusciti a compire un miracolo … >>
<< … Già … un vero miracolo … >> sottolineò cercando di apparire entusiasta.
Apparire … già …
Da quando aveva ripreso conoscenza un dolore lo affliggeva. Non si trattava di un male
fisico, dovuto alla ferita o alla debolezza che gli impediva di alzarsi. Era diverso, più
maligno e logorante ; sofferenza dell’anima, apatia. Era stato indifferente alla vista di
Kiyone e Sentaro, senza ringraziare coloro che avevano messo a rischio la vita pur di
salvarlo. Nulla l’aveva toccato ; nessun conforto nel vedere Rangiku al suo fianco, nessuna
gioia nell’udire la notizia della fine di quell’orribile conflitto.
Fallimento … inutilità … erano le uniche parole a rimbombare dentro di lui .
“ Il compito dei Luogotenenti è proteggere i propri Capitani … invece io non sono riuscito
a far nulla per voi. Kensei … come state ? Non vedo l’ora di rivedervi … ah … vi siete
impegnato tanto per insegnarmi il Bankai ... ma alla fine … vi ho deluso ... “
Puntò lo sguardo in alto, verso il cielo appena visibile.
“ Tutti hanno combattuto fino allo stremo … invece io … io sono rimasto qui, sconfitto
da un misero colpo … patetico … ah … quanto sono patetico ! ”
Mentre la riflessione strisciava maligna in lui, la voce di Matsumoto sopraggiunse una
seconda volta, senza riuscire a scalfirlo ...
<< Adesso Hachi, Tessai, Isane, Hanataro e Kuchiki si stanno premurando di curare gli
altri feriti. Uhm … mi chiedo dove sia andato il Capitano, non riesco a percepire il suo
reiatsu … >>
… perché di fronte al Fallimento e all’Inutilità si poteva solo ergere un muro.
Un muro impenetrabile.



Era sempre stato un tipo poco paziente, oltre che irritabile e facilmente incline all’ira.
Esisteva quindi un ampio repertorio di situazioni o persone in grado di fargli perdere le
staffe, e in pochi giorni entrambi i fattori si erano susseguiti a una velocità disarmante.
Salvato Mr. Cappello ( il cui gruppo comprendeva anche la donna di Kurosaki, Mr.
Muscolo, la Terza e il suo gruppo di buffoni ) dalla furia di un Quincy esaltato, i due
avevano stipulato un accordo. In cambio di protezione egli l’aveva condotto dal suo
eterno avversario. Arrivato alla Corte Reale, dopo qualche scaramuccia con Kurosaki,
aveva combattuto contro uno Sternritten davvero fastidioso. Era riuscito ad ammazzarlo
strappandogli il cuore e ... da quel momento aveva avuto inizio l’incazzatura.
Al centro di una piazzetta, ridotta a un’insieme confuso di macerie, Grimmjow ringhiò
rifilando l’ennesimo calcio a un sasso.
Era incazzato. Tanto incazzato.
“ Il dannato Stecchino ! Sono uscito dalla Gift Ball o come diavolo si chiama solo grazie
a Nel ! Aiutato da una donna ! Tsk ! E ho pure subito le cure di quell’irritante femmina !
E ora … ora … ”
Ogni proposito era andato in fumo. Avrebbe voluto scatenarsi contro il Capo dei
Quincy facendo impallidire Kurosaki … peccato il desiderio risultasse irrealizzabile.
Yhwach era stato sconfitto proprio da Testa d’Arancia e a lui rimaneva solo un pugno di
mosche. Grimmjow Jeagerjaques, unitosi al conflitto solo per salvaguardare l’Hueco
Mundo e poter un giorno affrontare Kurosaki sulle dune sabbiose che li avevano visti
protagonisti, a parte rimaner disteso a terra non aveva fatto granché. Sì, c’era stata la
battaglia contro Stecchino, ma una vittoria del genere non poteva certo definirsi
appagante, senza contare la resurrezione da parte di Mr. Cappello.
Drizzò i sensi e l’amara verità ebbe nuovamente conferma : tutti i nemici erano morti e
Kurosaki pareva scomparso chissà dove.
“ Accidenti ... ! Che rabbia ! ”
<< Grimm … >>
Ah … senza contare Nel.
<< Grimm … ! >>
Da quando aveva finito di curarlo non faceva che scorrazzargli intorno come un
cagnolino.
<< Grimm ascoltami ti prego. >>
<< Si può sapere che vuoi ?!? >> sbottò girandosi di colpo.
Nonostante le avesse letteralmente urlato in faccia, l’Ex-Terza non indietreggiò di
un millimetro. Rimase in piedi, un sorriso finto ebete stampato in viso.
<< Vedo ti sei ripreso alla grande ! Sono felice ! >>
<< Tsk ! Sai quanto me ne frega ! >>
<< Ho salutato la Signorina Yoruichi anche da parte tua … ! >> continuò inflessibile.
<< Ehi ! Nessuno ti ha dato il permesso ! >>
<< Grimm… il nostro compito è terminato. Torniamo a casa. Le barriere tra le
dimensioni sono ancora deboli, il Descorrer basterà per raggiungere l’Hueco Mundo. >>
Stranamente prese a valutare l’opzione. La femmina non aveva tutti i torti, piuttosto che
perdere tempo tanto valeva divertirsi a massacrare un po’ di mezze seghe Quincy e
Hollow traditori.
“ E per quanto riguarda te Kurosaki, non dimenticare la nostra sfida ! Ah ! Non vedo
l’ora di vedere la sconfitta dipinta sul tuo volto ! “



Toshiro Hitsugaya non avrebbe creduto di rivivere certe sensazioni.
Tutto era cominciato circa mezz’ora prima, quando per un frazione l’aveva percepito ...
il reiatsu di Isshin, fugace, quasi impercettibile, divorato l’istante dopo dall’immensa
potenza di Ginjo Kugo. Non poteva essersi sbagliato; Isshin, il suo Capitano, era lì.
Così, appena la sagoma del Reio era apparsa nel cielo, si era rivolto a Byakuya, intento
come lui, a osservare lo spettacolo dalla cima di un edificio.
- Vado a controllare non siano rimasti altri nemici … -
Il Nobile Kuchiki aveva annuito, aggiungendo di occuparsi dei feriti appena tornato.
Veloce, Toshiro usò ancora lo shunpo giungendo finalmente alla base del Palazzo Reale.
Nonostante l’imponente costruzione cilindrica fosse rovinata o crollata in più punti,
l’insieme dava comunque la sensazione di solidità. Dal portone semiaperto filtrava
un’aria gelida, all’interno l’unica cosa visibile era una striscia scura. Senza indugi entrò.
Superato l’immenso atrio percorse corridoi deserti e stanze vuote, a intervallare la
monotonia cadaveri sparsi ovunque; centinaia di uomini e donne un tempo servitori del
Reio, uccisi dalla furia di Yhwach. Risalì fino a raggiungere l’ampia scalinata antecedente
la Sala del Trono. Lì, seduto su uno dei gradini, lo attendeva proprio lui, Shiba Isshin.
Il Capitano era invecchiato, allo stesso modo di come poteva fare un’anima all’interno di
uno dei gigai speciali inventatati da Urahara; il corpo più massiccio, il viso ricoperto da
una barba ispida. Dimostrava sì e no quarantanni, del resto ne erano passati più di venti
dalla sua misteriosa scomparsa.
L’uomo sorrise affettuosamente. Il modo di salutarlo… era rimasto identico ad allora.
Col cuore gonfio di gioia Toshiro gli andò incontro. Ogni passo diventò un improvviso
tuffo nel passato, quando Isshin affidava a lui, un talentuoso e piccolo genio fresco
d’Accademia, pile e pile di documenti da firmare solo per approfittarne e sgattaiolare
sotto un albero a poltrire. Poi arrivava Rangiku e prendeva a cercarlo a destra e a
manca, urlando come una forsennata. Un periodo bellissimo interrotto dall’inaspettata
sparizione. Dove fosse finito, e quale motivo l’avesse spinto a lasciare il Mondo Spirituale
era stato il suo più grande dilemma, suo e di Rangiku ovviamente, dissipato infine con
la venuta di Ichigo.
Sorridendo, il giovane si sedette al fianco dell’uomo un tempo suo Capitano.
Parlarono a lungo, come se tutti quegli anni di distacco non fossero mai esistiti. Discussero
di frivolezze, episodi divertenti, ma anche di questioni serie, come la guerra contro Aizen
e il malefico piano perpetrato ai danni di Isshin e Masaki, la sua defunta moglie.
Infine ... l'inevitabile domanda arrivò.
<< Da quando ? >>
Toshiro intuì fin troppo bene a cosa si riferisse. Trasse un profondo respiro e, poggiati i
gomiti sulle ginocchia, fissò gli occhi nello sguardo dell’altro.
<< Da quando giunsi nel Mondo Terreno dopo il tradimento di Aizen. Insomma …
avevo avuto un sentore notando la somiglianza tra Ichigo e Kaien. >>
<< Lo sapevi … eppure non sei mai venuto a trovarmi ! >> ribatté Isshin in un misto di
serietà ed ironia.
<< … Tuo figlio avrà pure cambiato la Soul Society ... >> rispose, la voce macchiata da
una punta d’amarezza << … ma lo sai meglio di me, certe cose non cambiano tanto
facilmente. Tu eri felice. Sei felice. Se io o Rangiku ci fossimo avvicinati … le alte sfere
ti avrebbero individuato e l’ordine di esecuzione sarebbe stato inevitabile. “ Un Capitano
disertore ha osato mischiarsi con una vivente, facendo nascere un Figlio della Proibizione ”

non avresti avuto scampo, del resto … abbiamo già vissuto una storia simile. >> (7)
Isshin lo fissò per poi rifilargli una pacca sulla spalla. Nonostante il corpo cresciuto
grazie al Bankai, resistette a malapena al poderoso colpo.
<< Ah ! Ah ! Complimenti ! Sei maturato ! Non solo fisicamente ! >>
<< ... ! G-grazie Capitano ! >> balbettò trattenendo a stento il dolore.
Senza preavviso l’uomo si fece malinconico.
<< È buffo non trovi ? Per assaporare la luce ho scelto di vivere nell’ombra. La vita è
piena di contraddizioni … e di meravigliose sorprese. >>
Comprese appieno il significato di quelle parole, sebbene non avesse sperimentato
l’amore in prima persona. Provava un profondo affetto per Momo, ma nulla di
paragonabile al più grande dei sentimenti. Il Capitano invece l’aveva vissuto nel
profondo. L’amore l’aveva sommerso, travolto, facendogli abbandonare ogni cosa:
la famiglia, la posizione nel Gotei 13, la Soul Society. Isshin Shiba, o meglio Isshin
Kurosaki, non aveva esitato a seguire il suo cuore e ad amare con tutto se stesso.
<< Lei … doveva essere una donna fantastica. >>
<< Sì ... lo era. Peccato non fossi l’unico a pensarlo. Ancora oggi mi chiedo … può
l’amicizia essere paragonata all’amore ? >>
<< Non saprei … è una domanda un po’ difficile. >>
<< Ah ! Perdonami, non volevo appesantire l’atmosfera ! >> si scusò tornando allegro.
<< Si figuri, nessuna offesa. >>
<< Beh … a questo punto non posso che auguranti buon proseguimento ! >>
<< Oh … deve andare ? Di già ? >> domandò stupito.
<< Perdonami però … meglio non farsi notare ! E poi devo presenziare a una dolce
riunione famigliare ! Ciao ciao ! Manda un grosso bacio a Rangiku mi raccomando ! >>
Lo fissò e pieno di commozione giurò di conservare quel futuro ricordo per sempre.
Lui e Isshin, insieme come un tempo, uniti da un legame mai spezzatosi nonostante
la distanza, i dolori e le avversità.
<< Mi ha fatto piacere … parlare di nuovo con lei, Capitano. >>
<< Anche a me Toshiro … anche a me. >>
D’ora in avanti ci sarebbero state altre occasioni per vedersi.
“ Quando la Soul Society cambierà del tutto ... verremo a trovarti, io e Rangiku ” pensò
osservandolo allontanarsi.
Poco più in là, un shunpo mosse l’aria seguito dal reiatsu di Urahara Kisuke.



Orihime si sentiva felice come mai in vita sua.
Il conflitto tra Shinigami e Quincy era giunto al termine. Yhwach, il temibile Imperatore
a comando del Wandenreich, responsabile di una guerra temibile e della morte di Masaki,
la madre di Kurosaki-kun, era stato sconfitto.
Erano state queste le notizie portate dal nuovo Comandante del Gotei 13, Shunsui
Kyoraku, e Hyosube Ichibei, membro della Guardia Reale. In seguito, il Soul King era
apparso nel cielo andandosi infine a posare al centro dell’enorme sala distrutta. Pian
piano il mondo creato dalla folle visione di Yhwach aveva lasciato il posto al Reiokyu
originale.
Ichibei poi era stato gentilissimo, offrendo alla piccola comitiva, formata da lei, Rukia,
Hanataro, Isane, Nanao e Kyoraku, un passaggio per raggiungere in un batter d’occhio
la Seireitei, in modo da curare i valorosi combattenti a cui tutti dovevano la vita. Adesso
si trovavano all’interno di una strana e allungata costruzione cilindrica, letteralmente
sparati verso il basso. Orihime sedeva accanto all’amica, in un silenzio permeato da pace
e serenità. Ogni tanto si lanciavano brevi sguardi, mano nella mano, consapevoli di star
trattenendo le lacrime.
“ Kurosaki-kun … … quando sei sparito oltre quell’oscuro passaggio io … ho provato
un profondo senso d’angoscia. Nonostante le tue parole, temevo per te … temevo di
perderti … ma ora … tutto è finito. Io … sono fiera di me stessa. Ti ho protetto da Yhwach
e i miei poteri, grazie all’aiuto Tsukishima-kun, hanno riparato Zangetsu. Sono felice …
tra poco potrò riabbracciarti ... “
Ma allo stesso tempo sentiva una preoccupazione attanagliare il cuore. La battaglia
doveva essere stata tremenda … quante ferite avrebbe visto su Kurosaki, il suo adorato
e unico Kurosaki-kun, l’uomo che amava ? Avvertiva la stessa sensazione scorrere in
Rukia, ma grazie al sottile contatto entrambe riuscivano a tenerla a bada.
All’improvviso vi fu uno scossone, l’intera struttura traballò per poi arrestarsi, dritta sul
proprio asse. In pochi attimi il portellone si aprì rivelando l’aria carica di distruzione
della Seireitei. Appena i fumi dell’atterraggio si dissiparono, lo vide. Ichigo, e al suo
fianco Ginjo-san, Renji e Uryu. Vide l’amato sporco di sangue, sporco come mai lo era
stato in tanti, innumerevoli scontri. E lui … semplicemente le sorrise.
Orihime sgranò gli occhi e senza accorgersene corse fuori, seguita da Rukia. Corse a
perdifiato, gli occhi colmi di lacrime, gettandosi fra le sue braccia. Lo abbracciò,
dimenticando ogni freno o imbarazzo. Lo strinse e la voce fuoriuscì rotta dal pianto.
<< Kurosaki-kun … non preoccuparti … sono qui … sono qui! >>
Lui era già lì, le braccia strette attorno alla sua vita.



<< I confini tra le dimensioni sono ancora sottili. Torneremo nel Mondo Terreno tramite
la Porta del Sole. >>
Ignorando la frase, Uryu continuò a guardarsi attorno. Ancora una volta scorse in
lontananza, tra le macerie della Seireitei, una decina di persone vestite di bianco. Un
bianco inconfondibile ; soldati del Wandenreich senza più alcun potere, impossibilitati
alla fuga e destinati alla morte.
“ Il prezzo da pagare per la morte di Yhwach … ” penso mentre il gruppo spariva dietro
un gruppo di case nel Rukongai.
<< È inutile preoccuparsi >> sentenziò il padre.
Poco più in là, in piedi sopra un pezzo di mura crollate, Ryuken estrasse il lasciapassare
appartenuto a Soken Ishida e, severo, riportò lo sguardo su di lui.
<< Tra poco si scatenerà un massacro, sia qui che nell’Hueco Munco. Tutti i membri del
Wandenreich sono condannati. In quanto “ successore ” dell’Imperatore, dovrai occuparti
dei Quincy sopravvissuti nel Mondo Terreno. >>
<< Si … lo so. >>
D’ora in avanti sarebbe stato quello il suo compito. Il padre l’aveva messo al corrente fin
dall’entrata tra file dell’Impero Invisibile. In cosa comportasse esattamente non gli era
dato saperlo, nei fatti la prima dolorosa conseguenza era stata allontanarsi dai suoi
amici. Abbandonarli dissipandosi come un fantasma. Appena finite le cure di Inoue,
aveva approfittato di un momento di distrazione generale per sparire e raggiungere il
padre sceso dal Reiokyu. Dire addio alla scuola, a Karakura e trasferirsi nell’Hokkaido
per chissà quanto tempo … nonostante tale prospettiva non aveva intenzione di lasciarsi
andare ai sentimentalismi.
“ Ora come ora, la mia presenza è solo un pericolo per voi … ” voltandosi scorse una
figura venirgli incontro “ Uh ? Ma quello … ! Non è possibile ! ”
<< ACCIDENTI A TE, ISHIDA ! >> sbraitò Kurosaki raggiungendolo a lunghe falciate.
Uryu lo fissò sbigottito. L’amico camminava imperterrito, indifferente alle ferite appena
guarite e alla massa di bende strette intorno al busto.
<< Ku-Kurosaki ?!? Cosa diamine ci fai >>
<< IDIOTA ! >> lo interruppe rifilandogli un pugno in testa.
<< AHI … ! Perché mi hai colpito ?!? >>
<< Me lo chiedi pure ?!? Sei andato via senza dirmi nulla, stupido quattrocchi ! >>
<< E cosa diamine dovevo fare, spiegamelo ! >>
Il Sostituto sbuffò incrociando le braccia al petto.
<< Mica chissà cosa ovvio ! Mi sarebbe bastato un cenno del capo, un saluto … roba
semplice insomma ! >>
<< Tu non … >>
<< So perché te ne vai ! >> precisò serissimo << … tranquillo lo dirò io a Orihime e Chad. >>
Alle inaspettate parole non poté far a meno di fissarlo, scorgendo negli occhi una nuova
luce. Una luce matura, comprensiva, che riscaldò il cuore. Uryu sorrise. Da quel momento
in poi la separazione sarebbe stata più facile da superare.
<< Sarà una lunga assenza … >>
<< Lo so cosa credi ?!? Puoi stare via quanto ti pare ... uno, due, dieci anni ! Ma vedi di
tornare, altrimenti verrò a cercarti pure in capo al mondo e ti rispedirò a Karakura a
calci nel sedere ! >>
<< Promesso … sbaglio o hai chiamato Inoue per nome ? >> chiese punzecchiandolo.
<< N-no ! Devi esserti sbagliato ... ! >> si difese lui irritato.
<< Uhm … sarà … >>
<< Ti sei confuso accidenti ! >>
<< Uryu ... dobbiamo andare. >> lo richiamò il padre.
Così, il Quincy e lo Shinigami si rivolsero un ultimo saluto.
Li attendeva una lunga separazione, ma assieme a Inoue e Chad l’avrebbero superata,
forti dell’indissolubile amicizia.
<< Stammi bene Kurosaki … grazie di tutto e buon proseguimento. >>
<< Anche a te Ishida … anche a te. >>



Fin da piccola la parola felicità era sempre stata distante, simile a un pesciolino dentro
uno stagno, visibile eppure inafferrabile. E le acque dentro cui nuotava altro non erano
che la sua vita, costellata da dolori e addii; l’assassinio dei genitori, la conseguente
decadenza del Casato, la morte di Kaien, la scomparsa dello zio Isshin ...
A muovere quella fredda immobilità era stato l’amore; l’amore per Kugo, per un uomo
che fin dal primo istante aveva catturato il suo cuore. Insieme a lui aveva vissuto momenti
indimenticabili liberandosi da fardelli e paure. Ma anche allora la felicità si era dissolta come
la nebbia in inverno. A seguito della scoperta di oscuri segreti legati alla Seireitei, Kugo era
stato condannato alla pena capitale dagli stessi Shinigami in cui aveva riposto cieca fiducia.
Così era fuggito, lasciandosi alle spalle una scia di morti, era scomparso dopo averle dato
un triste addio.
Dalla terribile notte erano passati otto anni. Otto anni prima di poterlo riabbracciare.
Kukaku volse lo sguardo verso l’amato e per la seconda volta non riuscì a trattenere le
lacrime. Kugo era riuscito a sconfiggere le proprie tenebre, cresciute in quasi un decennio
di sofferenza e odio. Adesso era lì, affaticato e stremato dalla lunga battaglia, ma libero
dall’astio verso gli Shinigami ... sereno nell’aver ottenuto la vendetta contro Yhwach,
responsabile della morte di Masaki, moglie dello zio Isshin ... felice nel sapere che d’ora
in avanti avrebbero vissuto insieme.
Dopo aver salutato Ichigo e il resto del gruppo, avevano percorso il primo tratto di
strada senza problemi, sennonché lui era stato sopraffatto da una profonda stanchezza.
Incespicava cercando al contempo di rimanere cosciente. Kukaku lo sorreggeva come
meglio poteva; nonostante il braccio destro rinato, reggere da sola un uomo così
massiccio rimaneva un’impresa non facile. Da un lato avrebbe preferito fermarsi e
permettergli di riposare, dall’altro sapeva che ciò le era impossibile.
<< Kukaku … andiamo a casa … a casa … >> ripeteva a intervalli regolari, quasi fosse
la frase stessa, sussurrata e carica d’amore, a impedirgli di svenire.
Lei camminava, passo dopo passo, rispondendo;
<< Tra poco arriviamo … >>
<< Forza Kugo ! Siamo appena usciti dalla Seireitei … >>
<< Ehi … ricordi questo ruscello ? Qui ... ci siamo baciati la prima volta ... >>
Al contempo sentiva quella parola crescere dentro di se. Casa. Ecco cosa sarebbe
diventata d’ora in avanti la Residenza Shiba: un dolce nido in cui vivere al fianco
dell’uomo tanto amato.
<< Presto … presto saremo a casa ! >>
Ma di lì a poco, lui perse conoscenza. Il peso rischiò di trascinarla a terra, senonché
qualcuno arrivò in soccorso.
<< Ehi … ! Hai bisogno d’aiuto ? >>
Travolta da un’assoluta meraviglia, vide Isshin far capolinea a lato di Kugo
sorreggendolo a sua volta. Ancora un volta la felicità la invase, condita da una gioia
unica e insostituibile. Dopo più di vent’anni anni lo zio era tornato … finalmente era tornato.
Trattenendo un singhiozzo tornò indietro, a un passato lontano e sbiadito, quando un
giovane Isshin Shiba faceva visita nella Grande Dimora di famiglia, salutandola con
quel sorriso in grado di cancellare i litigi col fratello, suo padre.
Si asciugò gli occhi mentre lui finì di caricarsi Kugo sulle spalle.
<< Accidenti non immaginavo fosse così pesante … ! >>
<< Zio … sei qui … sei qui … >>
<< Sì Kukaku … >> rispose dolcemente, ma quasi subito il viso si levò di tristezza << ...
perdonami, una visita ai miei nipoti era d’obbligo dopo la prima avventura di Ichigo.
Purtroppo … forze maggiori lo hanno impedito … finora … >>
<< Non devi scusarti … >> rispose ancora commossa << … all’epoca tornare era ancora
pericoloso. Quella telefonata bastò. Scoprire chi fosse veramente Ichigo … avere notizie
delle mie cugine … fu stupendo. Veramente stupendo. >> (8)
Lui non disse nulla e dopo una lunga pausa rivolse una occhiata all’Ex-Sostituto.
<< Kugo … si è fatto carico della mia vendetta. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza.
Mi dispiace … per molto tempo tra noi ci sono state solo incomprensioni … non abbiamo
fatto altro che rinfacciarci le colpe a vicenda ... >>
Kukaku si chiuse in un rispettoso silenzio ben conscia del triste retroscena che legava i
due uomini; Kugo era diventato Sostituto per proteggere Masaki, la sua migliore amica,
la donna a cui era legato fin dall’infanzia. Purtroppo la promessa si era infranta nel
modo più orribile e straziante. Non aveva idea di come si fosse evoluto il rapporto tra
lui e Isshin in quegli otto anni, ma l’ultima frase lasciava intendere una rottura risanata
solo in parte.
<< Zio … le cose cambieranno tra di voi, ne sono sicura. >>
Un’ombra fuggì dai suoi occhi caldi sostituita da un’espressione serena. In fondo anche
lo zio non era perfetto, anche lui sentiva di aver commesso degli errori, errori che
volenti o meno ne avevo segnato l’esistenza.
<< Ah … sentirlo fa davvero un altro effetto … grazie infinite Kukaku. Sì … potrò
recuperare il tempo perso con voi … e Kugo. >>
<< Ehi ! A che serve la famiglia se no ?!? >>
<< Hai perfettamente ragione … ! >>
<< Uh ! Adesso basta indugi ! Andiamo a casa, lì potremo chiacchierare con calma ! >>
Così, sotto la luce del tardo mattino, percorsero sentieri tranquilli e lussureggianti, per
nulla toccati dalla furia della Guerra. Camminarono immersi nella pace e nel silenzio,
desiderosi di riposare fra le calde mura domestiche. Fu quindi quasi all’improvviso che
la Residenza Shiba comparse davanti a loro. Rimasero a osservarla mentre ricordi dolci
e dolorosi si susseguivano uno dietro l’altro, infine Isshin iniziò a scendere il fianco della
collina. Lei però rimase immobile, bloccata da un improvviso senso di colpa.
<< Zio … >>
<< Sì … ? >> chiese lui voltandosi.
<< Perdonami … purtroppo ho dovuto mandare Ichigo nel Reiokyo. Zangetsu era
spezzata e ... Nimaiya era l’unico in grado di ripararla … >> (8)
<< Non devi scusarti di nulla … avevo già considerato quest’ipotesi. >>
Kukaku udì solo in parte la frase. Un ricordo, imprigionato nei recessi della memoria,
riemerse con prepotenza. Il ricordo che per anni era stato il suo peggior tormento ; la
convocazione del padre, la visita di Ichibei Hyosube e Oetsu Mimaiya, Capo e Membro
della Guardia Reale. Dall’aspetto un normale ricevimento riservato agli ospiti importanti …
poi le urla e il sangue …
D’istinto strinse il braccio destro mentre una rabbia primordiale la travolgeva.
<< Il compito affidato a noi Shiba. Zio ... ricordo perfettamente il tuo astio verso il
destino che fin dalle origini, affligge la discendenza femminile del Casato. Un destino
voluto dall’alto, dal Reiho e dalla Guardia Reale. Era questo … il motivo dei tanti litigi
con mio padre, ma lui non fece nulla ... se non nascondermi la verità fino all’ultimo.
Quel giorno … Mimaiya si portò dietro di me … ed estrasse la zanpakuto … l’attimo
dopo io ero lì, agonizzante sul pavimento, le vesti imbrattate di sangue. Urlavo ... urlavo ...
eppure davanti alla figlia appena mutilata lui non batté ciglio. I suoi occhi furono
inespressivi ... totalmente inespressivi. >>
<< Poi … arrivai io. Fui l’unico a soccorrerti … >> concluse Isshin con voce sommessa.
<< Sì … >>
Per un po’ nessuno disse nulla.
All’improvviso una brezza spirò da nord, al suo tocco Kukaku tornò a guardarlo e negli
occhi scorse un profondo rammarico.
Una volta, poco dopo la morte di Kaien, lo zio le aveva rivelato il significato dietro il
Narciso, Simbolo della Decima Compagnia ; Egoismo. All’epoca era rimasta stranita da
una frase detta così, senza un motivo apparente … ma adesso tutto apparve
dolorosamente chiaro. Quasi avesse rivissuto il medesimo ricordo lui parlò e mai
la voce risuonò più delicata e carica di dispiacere.
<< Io volevo cambiare il Casato … eppure non ce l’ho fatta. Dopo l’assassinio di Ryunosuke
e Miyu, assieme a Kaien decisi di entrare nel Gotei 13, nel desiderio di donarvi un futuro.
Poi ... lui morì cercando di vendicare Miyako mentre io vi abbandonai inseguendo la mia
felicità. Sposai Masaki … ma alla fine non riuscì a proteggerla. Lei morì e … l’unica cosa che
feci fu accusare Kugo … lui … che fino all’ultimo le era stato accanto. Era arrabbiato … e
quando poco dopo Ryuken mi rivelò la verità sull’Auswählen, non dissi nulla. Dentro di me …
decisi farlo affondare nell’Oscurità. Sì … nel bene e nel male … sono stato egoista, tanto egoista >>
e a quell’ultima parola gli occhi tornarono sereni << Kukaku … con l’iniziale morte del Reio,
il patto tra noi e la Casta Reale si è spezzato, ma presto o tardi Ichibei tornerà a reclamare ciò
che gli appartiene. Un pezzo del tuo corpo per collegare la Soul Society al Reiokyu. Quel
giorno non sarai sola. Assieme a Kugo ... cambierai il destino del Casato. >>
Rimase a osservarlo, cogliendo appieno ogni sfumatura della lunga confessione.
Lo osservò conscia della felicità ma anche dell’ultimo scontro che l'atteneva. Raggiunse
Isshin e poggiò il capo contro il suo petto.
<< Non mai sono mai stata arrabbiata con te zio … mai. Né io, né Ganju, né tanto meno Kugo.
Grazie … grazie infinite per le tue parole. Io posso farcela … ora posso farcela. >>
concluse stringendo la mano dell’amato.

-.-.-.-.-.-.-

Quando aprì gli occhi fu come svegliarsi su un letto di nuvole. Kugo sentì scorrere una
leggerezza mai provata fino ad allora; incommensurabile, talmente infinita da non poter
essere descritta. Al lieve tepore dell’aria si unì la morbidezza del futon* e la stanza,
immersa nella calda luce di mezzogiorno, prese forma intorno a lui.
Era nella Residenza Shiba.
Insieme a Kukaku.
Era a casa.
Il corpo guarito, l’animo rinato, libero da ogni fardello … ora poteva vivere felice
al fianco della donna amata. Al pensiero l’immagine di Kukaku si materializzò nella
mente. Voleva vederla, stringerla a sè, cancellare per sempre quei otto anni di separazione,
insieme agli ultimi sedici giorni che seppur passati vicini li avevano obbligati a vivere
da perfetti sconosciuti.
Si guardò attorno, nella speranza di trovare un segno della sua presenza. Fu la voce a
giungere, profonda eppur melodiosa, accompagnata da un insieme di risate. Riconobbe
Isshin, Ichigo, Ganju, Orihime e Chad, tutti riuniti nella stanza a fianco.
Gli Shiba … finalmente erano di nuovo assieme. Sorrise pensando alla gioia che Kukaku
e il fratello stavano provando nel riabbracciare, dopo mille ostacoli, lo zio e il cugino.
Mancavano solo Yuzu e Karin all’appello.
“ Un giorno andremo a trovarle amore mio … te lo prometto. ”
In quell’istante una figura fece capolinea dall’entrata e lo shoji* si aprì.
<< Ti sei svegliato pigrone ! Hai dormito per ben cinque giorni, sai ?!? >>
Kukaku Shiba si manifestò in tutta la propria bellezza, con le sue iridi verde acqua, i
lunghi capelli neri e le forme perfette. Una Dea dal carattere forte e deciso, che fin dal
primo istante lo aveva catturato in una lontana primavera di diciassette anni prima.
Insieme a lei aveva vissuto momenti indimenticabili, tanto da voler trasferirsi nella Soul
Society ...

- Voglio entrare nel Gotei 13 … vivremo assieme ... io e te ... inoltre lavorando a Karakura
potrò continuare a proteggere Masaki ... -


… ma all’improvviso … quell’esistenza si era infranta. Masaki uccisa per mano di
Yhwach, la scoperta di segreti riguardanti la Soul Society e il suo destino, ne avevano
decretato la discesa verso l’Oscurità. Tra i tanti dolori patiti la separazione da Kukaku
era stato uno dei più logoranti, una sofferenza reciproca, aggravata da un freddo addio
e da un altrettanto glaciale riconciliazione.
Fece vagare lo sguardo su di lei e la sorpresa lo colpì appena vide il braccio destro
rinato. Come fosse avvenuto tale miracolo non gli era dato saperlo, di certo collegato a
qualche evento accaduto durante la Guerra.
Senza preavviso la donna si precipitò verso di lui e … lo picchiò. Una raffica di pugni
prese a investirlo, ma Kugo non fece nulla, non protestò nè si protesse in alcun modo.
Era la giusta punizione per il suo “ errore ”.
<< Kukaku, chiederti di trattarmi da perfetto sconosciuto … so bene quanto sia stato
duro da sopportare … piangevi ogni notte e non sai >>
<< Sta zitto … sta zitto e abbracciami accidenti ! >>
Travolto da quelle parole, l’abbracciò con tutte le sue forze. Lei corrispose con impeto,
infossando il viso nel petto. Stettero a lungo così, nella pace e nell’amore tanto sognati,
e quando si mossero lo fecero piano, come a voler conservare ogni istante di quel futuro
ricordo. Si sdraiarono abbracciandosi di nuovo, avvolti nelle calde coperte del futon*.
Minuti meravigliosi passarono, ma nel corpo di Kukaku, percorso da commozione e
infinita gioia, percepì qualcos’altro. Una spina, una piccola spina conficcata nel cuore.
Con dolcezza le sollevò il mento specchiandosi in riflessi verde acqua.
<< Ehi … tutto bene tesoro ? >>
Kukaku sgranò gli occhi abbassando repentina lo sguardo.
Un brivido la scosse, come se quella domanda l’avesse violata scoperchiando il grande
vaso di Pandora. Un fardello da troppo sopito si era appena liberato. Di certo avrebbe
preferito tenerlo nascosto ancora per un po’, nel timore di rovinare la magia del
momento. Ma, dal canto suo, Kugo non era riuscito a ignorarlo; le doveva ancora delle
risposte, risposte atte a cancellare quella traccia di buio.
Le accarezzò il viso con la stessa delicatezza di tanti anni prima, assaporandone la
morbidezza e il calore della pelle. Una lacrima scese, ma al tempo stesso Kukaku prese
coraggio fissando lo sguardo nel suo.
<< Kugo … nessuna parola riuscirebbe a descrivere la gioia che provo in questo
momento ... però un dubbio continua ad affliggermi. Per quasi otto anni non ho avuto
tue notizie … è stato straziante vivere ogni giorno nel dolore di non poterti rivedere.
Sofferenza altrettanto grande fu la consapevolezza di non aver fatto abbastanza.
Fuggisti per salvarmi, per allontanarmi dalla tua anima divorata dalla rabbia … io
potevo fare altrettanto ? Potevo impedire al tuo cuore di sprofondare nell’Oscurità ?
No … in alcun modo. Sono giunta a questa conclusione appena ci siamo incontrati nel
Rokungai. Qualunque fosse il buio che ti aveva attanagliato, tu e solo tu potevi uscirne.
Fingere di non conoscerti era l’unica cosa da fare. In gioco c’erano forze più grandi di
noi, fingere serviva a proteggere Ichigo, quel ragazzo, Tsukishima … e me … ora … il
mio cuore è sereno … ma … ecco … >>
<< Non temere tesoro … sono qui … >>
Per un momento la vide esitare mordendosi nervosa il labbro.
<< Isshin … mi ha parlato del piano che, insieme a Urahara, avete attuato per ridare i
poteri a Ichigo. Piano che conducendoti alla morte ha permesso alla tua anima di
purificarsi e spazzar via l’odio verso gli Shinigami. Grazie al reiatsu dello zio sei riuscito
a rompere l’altra metà del sigillo, a ottenere la tua vendetta e … a ricongiungerti con me.
Ma ci sono segreti di cui Ichigo non è a conoscenza ; riguardano il tuo passato ... e il
reale motivo per cui abbandonasti il ruolo di Sostituto >> dopo una lunga pausa riprese
il discorso, la voce rotta da un dolore liberato << Quella notte ... andasti via senza dirmi
nulla … fu un grande, immenso gesto d’amore. In tutto questo tempo nessuno ha più
parlato di te, etichettandoti come un pazzo traditore … io però … non ho mai messo in
dubbio la tua innocenza. Quindi ti prego, dimmi … dimmi cosa ti spinse a una scelta
così tragica … ! >>
Kugo rimase in silenzio mentre ricordi lontani fluivano in lui. Rivisse ogni attimo, ogni
sensazione, alla ricerca d’immagini da cui far nascere le parole giuste ; parole per consolare
Kukaku e guardare finalmente al futuro. Tra tutti i ricordi ne scelse uno ed esse arrivarono,
una dietro l’altro, trasformandosi in un discorso macchiato da dolore, consolazione e speranza.
<< Quella notte, dopo che Urahara e Tessai finirono il rituale del Shiro no Bijuu, mi
diressi al fiume. Giunsi lì deciso a liberarmi del Distintivo. Giunsi lì con l’intento di
tranciare ogni legame con la Soul Society, con quel mondo che improvvisamente si era
tramutato nel peggiore degli Inferni. Ero accecato dalla rabbia, poi all’ultimo ... ricordai
ogni momento passato assieme a te. Fu questo l’unico motivo per cui lo tenni. Gli anni
passarono e nonostante l’Oscurità via via più grande, sapevo che si sarebbe presentata
l’occasione per dissipare l’odio ... e tornare da te. Ora ... desideri sapere perché mi
lasciai ogni cosa alle spalle … perché mi ribellai a quel Gotei 13 … e non solo. Si …
è arrivato il momento, è giusto tu sappia, come all’epoca lo rivelai a Isshin e Urahara.
Ma, come hai ricordato, tale segreto riguarda pure tuo cugino … >>
Lanciò un’occhiata allo shoji* aperto e la voce del giovane risuonò più forte delle altre.
“ Ichigo … se deciderai di lasciare il Ruolo di Sostituto spero lo farai nel desiderio di una
vita normale … una vita normale … proprio come desiderava tua madre ... ”
Tornò su Kukaku, sulla donna magnifica con cui avrebbe condiviso il resto della vita.
<< … meglio parlarne appena i nostri ospiti saranno andati via. >>
Lei sorrise e nuove lacrime andarono a bagnarle le guance.
<< Ti amo Kugo … ti amo … ! >>
<< Anch’io … ti amo Kukaku. >>
Così si unirono, in un intenso bacio.
Dopo tante sofferenze e addii finalmente erano di nuovo insieme. Da quel momento
gli anni avrebbero regalato gioie e dolori, dove momenti d’intensa felicità si sarebbero
trasformati in bellissimi ricordi, dove le notti piene di passione sarebbero diventate
eterne …
Ora erano insieme.
Insieme per sempre.

-.-.-.-.-.-.-

Tener conto dello scorrere del tempo non è semplice, specie se ti trovi rinchiuso in una
cella fredda e buia simile a una grotta. Secondo i calcoli, basati sul conteggio dei pasti,
dovevano essere passati cinque o sei giorni dal suo risveglio. Giorni passati nel Muken,
l’ottavo e ultimo livello della Grande Prigione Sotterranea. Era stato il folle scienziato
Kurotsuchi Mayuri a condurlo lì, su ordine del Comandante Generale.
Giorni di Nulla, dove gli unici stimoli si erano ridotti a mangiare, bere ed espletare i
bisogni fisiologici. L’unica sorpresa era stata ritrovare il petto perfettamente integro.
Grazie alle mirabolanti cure di Kurotsuchi i tessuti si erano rigenerati e adesso soltanto
la pelle cicatrizzata gli rammentava il regalino ricevuto da un certo Arrancar.
A parte questo, Askin era entrato in un limbo. Un limbo dove i concetti di vita o morte
avevano perso ogni significato. Vivere per cosa ? Morire per cosa ? Non esisteva
risposta. Del resto non aveva la minima intenzione di cercarla una risposta, ovunque
essa fosse. Stava lì, trascinando una vita senza desideri, in attesa che il mondo venisse
a bussare alla sua porta. L’attesa finì all’improvviso, con lo spioncino della cella aperto
accompagnato dalle grida irritate di Mayuri.
<< EHI QUINCY … ! Il Consiglio dei 46 ha fissato la data della tua sentenza. Il processo
si terrà tra quattro giorni. VEDI DI RENDERTI PRESENTABILE ! >>
Il pezzo di metallo si richiuse con violenza e il Capitano sparì con la stessa velocità con
cui era comparso.
Un sentenza tra quattro giorni … in cosa si sarebbe trasformata ? Una condanna a morte
o un atto di pietà ? Ma perché interrogarsi ? Interrogarsi non aveva senso. Nulla
aveva senso in un Mondo ormai Vuoto.
“ Già … chi se ne frega … però … non mi sarebbe dispiaciuto vederti ancora una volta
Yoruichi … forse avrei assaporato di nuovo quella strana felicità …”

-.-.-.-.-.-.-

La determinazione era sempre stato un suo tratto distintivo.
La determinazione l’aveva spinta fin dove nessuno aveva osato: rompere con le rigide
regole del Casato fino a diventarne la pecora nera, salvare Urahara e Tessai irrompendo
nel Seijoto Kyorin, vivere in esilio per più di cent’anni. Insomma non certo cosette da
poco. Era stato proprio questo lato a far prendere a Yoruichi Shihoin una decisione di tal
portata ; testimoniare a favore di Askin Nakk Le Varr, il cui processo sarebbe iniziato di
lì a poco. Una sentenza già scritta, come aveva rivelato Kyoraku qualche giorno prima.
Senza fermarsi, percorse gli intricati corridoi del Seijoto Kyorin, il primo edificio,
assieme alle strutture e le vie principali della Seireitei, a essere stato ricostruito dal
Kidoshu dopo la fine del conflitto. Niente, nella postura o nell’espressione, lasciava
trapelare la minima esitazione.
“ Kukaku è riuscita a ricongiungersi con Kugo … ! “ si ritrovò a pensare girando un
angolo ” Io, Kisuke e Tessai abbiamo riottenuto le vecchie posizioni … sono felice …
eppure mi sentirei ignobile a non intervenire in tuo aiuto ! ”
Ancora le pareva di sentirle, le ultime frasi che l’uomo le aveva rivolto dopo la sconfitta
di Yhwach. Parole che, contro ogni previsione, si erano depositate dentro di lei,
pizzicando il cuore in più di un'occasione.
“ Askin … tu non meriti di morire ! ”
<< Ehi ! Ehi ! Allora non sono l’unico imbucato alla festa ! >>
L’inaspettata voce di Kurotsuchi Mayuri la fece voltare di scatto.
Ritrovò il Capitano della Dodicesima poco distante, un ghigno divertito stampato sul
viso coperto come sempre da un’inquietante maschera. A margine del corridoio dietro
di lui, Nemu le rivolse un pacato saluto.
<< Kurotsuchi … pure tu qui ? >>
<< Esatto ! A quanto pare siamo qui per lo stesso motivo … salvare il Quincy. >>
<< Parole curiose da parte tua. Dai avanti ! Sputa il rospo e dimmi cos’hai mente ! >> si
pose guardinga, ben conoscendo le manie del Direttore dell’Istituto di Ricerca.
<< Askin Nakk Le Varr. Soggetto davvero interessante e, come ti dissi durante il
prelievo al Reiokyu, il sottoscritto ha tutta l’intenzione di farlo rimanere in vita. Inoltre
l’ordine di salvarlo viene direttamente dal Comandante Generale. >>
<< Shunsui ? Beh ... in questo caso mi sento più tranquilla ... >> e con sguardo tagliente
aggiunse << ... c’è altro che devo sapere ? >>
<< Giusto ... la relazione di Urahara visionata dal Consiglio è stata leggermente
modificata. Sai bene quanto posso essere ligi i 46. Quindi … al fine della riuscita del
piano dovrai attenerti a tali modifiche. >>
Yoruichi strinse i pugni e con tono risoluto si rivolse allo scienziato.
<< Avanti Kurotsuchi ! Dimmi tutto ! Il tempo stringe ! Devo salvarlo ! A qualunque
costo ! >>





(1) Wurm : tipologia di draghi appartenente al folkore anglosassone e scandinavo.
Spesso dipinti come lunghissimi esseri serpentiformi, da cui deriva il loro accostamento
con appunto i Vermi ( Wurm o Wyrm ). Fafnir, Niðhöggr e Miðgarðsorm o il Verme di
Lambton appartengono a questa famiglia draconica.

(2) Il mondo interiore si collega alla frase d’apertura del volume 50.

Il tempo sopraggiunge sempre da dietro le spalle
e scorre via ruggendo davanti ai tuoi occhi
Resta dove sei,
per quanto esso ti mostri le zanne tentando di spingerti nel fiume dell'incantevole passato

Non guardare avanti
le tue speranze esistono solo tra le oscure acque
limacciose
che incombono dietro di te


(3) Loro volevano usarti e nel farlo avrebbero annientato il tuo io.
Il vero motivo per cui Kugo abbandonò il ruolo di Sostituto verrà svelato … ma non ora.
Questa prima frase di Kildare rappresenta un secondo indizio e si ricollega a quando
detto da Kugo ad Askin nel Cap 5 :
Finché non scoprì alcuni segreti riguardanti la Soul Society e il mio " destino ". Tale scoperta …
decretò la mia morte.


(4) Quando Kugo affrontò Yhwach la prima volta, il suo Bankai non era completo, ma
appunto al primo stadio. Nel Capitolo 5 Askin ricorda gli eventi della notte della
Purificazione e le parole di Jugram ;
Fiamme si sono elevate tutt'attorno e in mezzo a quell'inferno Yhwach ha iniziato a combattere.

(5) Traduzione Bankai Kugo: ESTINGUI ! SPADA DEL SUD !
Nella croce celtica il sud era associato, tra i vari simboli, alla spada e al fuoco.
La frase attiva il secondo stadio del Bankai.
Prima Tecnica Ichigo : ZANNA DI LUNA CHE ESTINGUE I CIELI !
Seconda Tecnica Ichigo : ZANNA DELLA CELESTE PURIFICAZIONE !

(6) Il pensiero si collega al capitolo 478 del manga e alla riflessione finale di Shukuro.
Da quei pensieri s’intende che Kugo sapeva di dover morire contro Ichigo, morire nella
speranza di liberare il giovane e gli altri membri dell’Xcution dai propri poteri ( per
approfondire vedere Cap. 7 ).

(7) La frase di Toshiro è riferita al destino toccato al padre di Kugo, anch’egli Shinigami.
Muore 11 anni prima degli eventi di EBTR, quando Kugo aveva 4 anni. Questo fatto
spiega anche perché Isshin sia rimasto sempre “ nascosto ” dopo il ritorno dei poteri.

(8) In riferimento al capitolo 518, quando Kukaku nomina lo zio Isshin. Si suppone un
contatto dopo la prima avventura di Ichigo alla Soul Society, nel mio caso avvenuta
grazie a Urahara. Nello stesso capitolo Kukaku afferma che lo zio si rattristerà sapendo
che è stata costretta a mandare Ichigo nel Reiokyu. Come vedete il retroscena da me
creato è piuttosto credibile.





Glossario

*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*shoji : tipico pannello delle porte scorrevoli giapponesi.






CHIARIMENTI SULL’ORDINE DI EVENTI E CONOSCENZE

ANNI PRIMA CALCOLATI IN PRIMA TIMESKIP DI 10 ANNI.
LA SEGUENTE CRONOLOGIA MISCHIA EVENTI UFFICIALI E INVENTATI. NEL CASO IN UN ANNO FOSSERO PRESENTI PIÙ EVENTI, SOLO IL PRIMO È APPURATO DA OFFICIAL DATABOOK O NELL’INTERNO DEL MANGA STESSO.

INOLTRE la maggior parte delle date relative al Casato Shiba sono state inventate e alcuni eventi sono stati modificati, così da renderli compatibili con la Storia. Mi riferisco a ;

A) La famiglia Shiba visse a lungo nella Sereitei prima di cadere in decadenza. Kaien, Ganju e Kukaku vissero la loro adolescenza e lì, al contrario di quanto affermato da Ganju nel capitolo 83.

B) Nel manga si sottintende che la scomparsa di Isshin e successivamente la morte di Kaien ( anche se non si ancora se questa sia avvenuta prima o dopo gli eventi di EBTR ) portarono alla decadenza del Casato. Un motivo abbastanza “ banale ” tenendo conto che c’erano altri due discendenti, Kukaku e Ganju. Nel mio caso c’è un motivo ben più grave sotto, come accennato in questo Extra.

C) A differenza di quanto visto nel Mini-Arc EBTR, Isshin perde gradualmente i poteri. Dopo aver sigillato White, rimane nel Mondo Terreno e grazie a un Gigai speciale creato da Urahara, non viene più localizzato dal Gotei 13. I poteri scompaiono, come confermato da lui stesso, 20 anni prima dello scoppio della Guerra Millenaria.

D) La Guerra scoppia a Aprile e non a Giugno.

La seguente Cronologia si lega a quella presente nel Cap. 5.

219.

- Kukaku viene privata del braccio destro per mano di Ichibei e Oetsu.
212.
- Assassinio di Ryunosuke e Miyu, genitori di Kaien , Kukaku e Ganju. Nei mesi successivi una serie di congiure portano alla morte della maggior parte dei membri del Casato e la Nobile Famiglia cade in decadenza. I superstiti ( i tre fratelli e lo zio ) si trasferiscono insieme alla poca servitù rimasta in una modesta villa nel Rokungai ( alias Residenza di Kukaku Shiba )
200.
- Sterminio Quincy
182.
- Isshin entra nella Decima Compagnia
134.
- Isshin è eletto Capitano
111.
- Kaien entra nella Tredicesima Compagnia
110.
- Mini-arc Turn Back Pendulum
96.
- Kaien è eletto Luogotenente
88.
- Kaien sposa Miyako, Terzo Seggio della Tredicesima
40.
- Nascita di Masaki
- Nascita di Ryuken
38.
- Nascita di Kugo
34.
- Il padre di Kugo viene arrestato e in seguito giustiziato su sentenza dei 46, colpevole di aver disertato, essersi unito con una vivente e aver dato origine a un Figlio della Proibizione. Il perché Kugo e la madre vengano risparmiati, è spiegato all’interno del Cap 5
31.
- Primo incontro tra Masaki e Kugo
24.
- Kaien muore cercando di vendicare la morte di Miyako
23.
- Mini-arc Everthing but The Rain. Isshin rimane nel Mondo Terreno e grazie a un Gigai speciale creato da Urahara, non viene più localizzato dal Gotei 13
21.
- Kisuke risveglia i poteri di Kugo trafiggendolo con Benhime
20.
- Isshin “ perde ” completamente i poteri.
- Il caso di Kugo viene esaminato sia dal Gotei 13 che di 46. Si decide per la creazione della carica di Sostituto Shinigami ( vedere Cap. 5 e 6 )
19.
- Morte della madre di Kugo a causa di un cancro
18.
- Matrimonio tra Isshin e Masaki
17.
- Nascita di Ichigo
- Kugo incontra per la prima volta Kukaku e gli rivela la verità circa la scomparsa dello zio. Fino al suo “ tradimento ”, la donna verrà sempre informata circa le notizie sulla Famiglia Kurosaki
13.
- Nascita di Yuzu e Karin
8.
- Masaki muore a causa dell’Auswahlen. Kugo si scontra per la prima volta con Yhwach ( per ulteriori dettagli vedere Cap. 5 )
- Qualche mese dopo incontra Shukuro, a cui non rivelerà mai i suoi legami col Mondo Spirituale, se non dopo la fine della Guerra Millenaria
- Scopre segreti che sarebbero dovuti rimanere tali, su lui scatta la pena capitale ed è costretto ad abbandonare la Soul Society. Nella fuga ferisce Ukitake e uccide molti Shingami, viene infine salvato da Kukaku. L’abbandona senza dirle nulla, come invece farà con Isshin e Urahara dopo il blocco dei poteri tramite lo Shiro no Bijuu
- Quell’anno muore anche Katagari, madre di Uryu. Ryuken rivela a Isshin la verità sull’Auswahlen e l’Impero Invisibile. L’Ex-Capitano decide di tacere col Sostituto, ritenendolo in gran parte responsabile della morte della moglie
7.
- Shukuro viene affidato dai servizi sociali a Kugo
2/1.5.
- Nello stesso periodo in cui Rukia dona i poteri a Ichigo ( Saga di Karakura ), in segreto Kisuke fa visita a Kukaku portandole notizie sull’amato ( debito nei confronti dell’Ex-Capitano, Cap. 78 del manga, dettaglio menzionato nel Cap. 5 )
- Ne Kukaku ne Ganju riconoscono Ichigo durante la prima visita nel Mondo Spirituale, questo perché sono passati molti anni da quando Kugo portò sue notizie e il ragazzo non fa menzione circa le sue origini. Solo alla fine della Saga della Soul Society, grazie a Urahara, la donna riceve una telefonata dallo zio dove le viene spiegata ogni cosa.
- Dopo la Saga di Aizen, Isshin si presenta da Kugo rivelandogli la verità sulla morte di Masaki, sull’identità di Yhwach e l’esistenza del Wandenreich. I due, assieme a Kisuke elaborano un piano per ridare i poteri a Ichigo e al contempo salvare l’anima del Primo Sostituto, dilaniata da troppi anni di odio. Per la sua completa riuscita l’uomo svelerà al ragazzo soltanto la funzione del Distintivo.
7 mesi prima.
- Creazione dell’X-cution. ( per ulteriori dettagli vedere Cap. 7 )
16. giorni prima.
- Saga del Sostituto Shinigami Scomparso. Il Gotei 13, per essere sicuro che Ichigo riesca a sconfiggere Kugo, infonde nella spada di Urahara parte del reaiatsu di tutti i Capitani.
- Il corpo di Kugo viene portato alla Seireitei e Mayuri, creatore del Distintivo ( Cap. 6 ), distruggere quello in possesso del Primo Sostituto. Dettaglio trapelato dalla Ending 30 versione 2.
Prima e durante la Guerra Millenaria.
- Kugo sperava di rimanere nascosto e raggiungere Kukaku dopo il concludersi del Conflitto. Purtroppo le notizie portate da Kisuke non sono buone ( Cap. 5 ) ; alcuni Shinigami, che agiscono in segreto su ordine della Corte Reale, sono sulle sue tracce. Si rifugia quindi nella Residenza Shiba assieme a Shukuro e Giriko chiedendo a Kukaku e Ganju di fingere di non conoscerlo. Questo per proteggere sia l’amata che Ichigo e il giovane Fullbringer.
- Kukaku ( Cap. manga 518 ) non menziona la parentela con Ichigo, questo perché Isshin non aveva ancora raccontato al figlio le sue vere origini.
- Ichigo conosce la verità sulla morte della madre, Isshin omette la presenza di Kugo negli eventi.
Dopo la Guerra Millenaria.
- Kugo rivela a Kukaku il motivo per cui abbandonò il Ruolo di Sostituto. Pochi giorni dopo lei spiega il compito che lega gli Shiba alla Famiglia Reale.
- Passata qualche settimana, Ichigo chiede al padre di raccontargli la verità sul Primo Sostituto e i legami con le Famiglie Shiba e Kurosaki. Per sua volontà decide di non venir a conoscenza del motivo per cui abbandonò il Ruolo.
- Circa un anno e mezzo dopo Shukuro incontra Kugo nel Mondo Terreno. L’uomo racconta tutti i suoi segreti. L’incontro è successivo a quello narrato nel Cap. 8





Tana Oscura

Devo ammetterlo … questo è stato in assoluto il capitolo più impegnativo da scrivere. Sia per la marea di personaggi coinvolti, sia per il lungo combattimento presente nel primo atto. Riguardo la Battaglia Finale, era mio desiderio renderla più lunga e cruda rispetto a quanto visto nel Manga, sia modificando alcune cose ( ad esempio la faccenda riguardo Uryu e la Freccia d’Argento, oppure le varie trasformazioni di Yhwach ) , sia aggiungendo l’entrata in scena di Kugo e Kildare, sia rendendo Ichigo più cazzuto ( una cosa che mal ho digerito nel manga è il fatto che lui non pronunci MAI la parola uccidere di fronte all’assassino di sua madre ).

Spero quindi di aver migliorato, a modo mio, la Battaglia Finale e Post Guerra mai visto ( … è presente in minima parte in Can’t You Fear Own World, ma in quella Novel sono presenti cose molte brutte e con poco senso fidatevi ). La seconda parte si va a collegare coi vari Capitoli della Storia Principale, in particolare il primo. Quindi si ! Si sono dette davvero tante, tantissime cose, quindi mi aspetto delle recensioni altrettanto lunghe XD
Spero di avervi mostrato, ancora con maggior forza, i legami che uniscono ( e uniranno ) i vari personaggi ! Inoltre fatemi sapere cosa ne pensate di Kildare !

Chiudo ringraziando :

Anukis, per le recensioni ( future se non hai ancora avuto modo di recensire ) e le preziose traduzioni dal giapponese che sei riuscita a fornirmi. Grazie di Cuore. <3
Kosoala e Hikari_Sengoku per aver seguito fin dall’inizio questo folle progetto. Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate ! Kosoala ... il Re è comparso finalmente !
Fandoms_Are_Life , per aver iniziato la sua avventura e aver apprezzato i personaggi
KurogamiSuzumebachi27 , spero di ricevere presto una tua opinione cara <3
Soumi25 , che pur non essendo espertissima di Bleach continua a seguire la mia storia <3
d4rkr4198 , per aver apprezzato fino in fondo questo mio progetto, anche se in maniera silenziosa.

E ovviamente a tutti coloro leggeranno e apprezzeranno Ikiru Riyu !

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Capitolo 11
*** E.2. Beside You ***


Dopo tre mesi esatti ritorno nella selezione Bleach con un piccolo e tenero aggiornamento. Come promesso questo secondo Extra presenterà piccoli momenti tra le coppie Shinigami poco approfondite durante la Storia Principale. Per ognuna ho cercato di mantenermi sulle 4/6 pagine di un quaderno A5. Si tratta di uno scritto volutamente breve e meno complesso rispetto al resto di Ikiru Riyu, ma spero possa rivelarsi ugualmente intenso.

Prima d'iniziare ricordo che ;

- Gli eventi narrati sono tutti successivi al Capitolo 9 ( Fine Storia Principale ).
- Nel mio Alternative Ending Hitsugaya è rimasto a adulto dopo il Bankai.
Parti della Momo X Toshiro si trovano nei Capitoli 4 e 9.
- Spunto per la relazione tra Soi-fon e Yushiro si trova nel Capitolo 612 del manga, qui viene sviluppata nei Capitoli 6, 8 e 9.
- I momenti della Rangiku X Hisagi sono contenuti nei Capitoli 5 e 9.
Ricordo che in Ikiru Riyu sia Rose che Kensei sono morti, come affermato da Mayuri dopo lo scontro con Giselle.
- Si fa accenno alla Isane X Kenpachi nel Capitolo 9, durante la parte di Kisuke al matrimonio tra Rukia e Renji.



Beside You


Abitudinaria. Fra tanti aggettivi sceglieva sempre quello per descrivere se stessa,
nonostante in molti, come la schietta Signorina Matsumoto, lo rafforzassero con un bel
“ estremamente ”. Momo Hinamori lo era sempre stata, nelle piccole e nelle grandi cose.
I cambiamenti, se proprio dovevano esserci, preferiva avvenissero lentamente, immersi in
una placida quotidianità, ma ahimè, ciò non era mai avvenuto. Uno degli ultimi era stato
la trasformazione di Toshiro. Certo, ormai erano passati quasi due anni e mezzo dall’inizio
del fidanzamento, eppure la ragazza non riusciva a cancellare la sorpresa, l’irrefrenabile e
piccolo imbarazzo ogni volta che veniva presa in braccio ; non si era abituata del tutto alla
loro differenza d’altezza. Si sentiva al sicuro solo a letto, specie quando si svegliava per
prima ritrovandosi allo stesso livello del ragazzo. Anche adesso, immersa nella quiete
della camera, osservava l’amato disteso al suo fianco, gli occhi chiusi in un sonno che,
almeno per il momento, non aveva intenzione di disturbare. Attese alcuni minuti, infine
s’alzò e, quatta quatta, indossò lo hiyoku* per dopo dirigersi alle cucine.
In pochi nella Decima usufruivano della mensa per la colazione, specie la Domenica, così
quando varcò l'entrata trovò ad attenderla Matsumoto, già armata di grembiule. Dopo i
consueti saluti iniziarono a preparare la sontuosa colazione. Una volta a settimana Momo
preparava il primo pasto per lei e Toshi-chan, ovviamente l’amica ci aveva messo poco a
scoprire la nuova abitudine, autoproclamandosi aiuto cuoco senza troppi indugi.
In breve comparvero uno yogurt condito con gocce di cioccolato, miele e uvetta, due
palline di gelato ai gusti pistacchio e cannella, e una crêpe ripiena di marmellata ai frutti
di bosco. Il tutto venne adagiato in coppe e piatti sopra un vassoio, ed affiancato da
bicchieri colmi di succo di frutta.
Felice, Momo lanciò un’ultima occhiata a quel tripudio di colori e, scambiate le ultime
parole con la sua assistente, si avviò verso la camera trasportando delizie da leccarsi i baffi.
Ritrovò Toshiro seduto sul futon*, poco più in là, lo shoji* aperto lasciava passare un lieve
profumo di lavanda assieme alla luce di metà Giugno.
<< Buongiorno Momo … sei stata più veloce del solito questa volta … >>
<< Sì Toshiro ! Ecco la colazione ! >>
<< Oh ! Vedo non ti sei fatta problemi ad abbondare. >>
<< Tanto lo so ! Sicuramente mi ruberai un pezzo di crêpe ! >> precisò poggiando il vassoio
di fronte al futon*.
<< Uhm … sembra gustosa, quindi credo proprio di sì ! >>
Tempo una frazione di secondo e un angolo sparì.
Stava per protestare, sennonché Toshiro la zittì con un sonoro bacio sulla guancia.
Il bacio fu una novità inaspettata, un potente terremoto che disintegrò la quotidianità del
momento. Momo arrossì, ma riportando lo sguardo su di lui, intento a soddisfare la sua
voglia di gelato, stranamente sentì l’animo rasserenarsi.
Sorrise, affondando la forchetta nella morbida pasta della crêpe.
<< Tu mangeresti il gelato pure d’inverno, Toshi-chan. >>
<< Ogni tanto lo faccio. È buono, specie se fritto. >>
Tutto sommato i cambiamenti, anche i più repentini, non erano così male.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Soi-fon era sempre stata una persona ligia alle regole, in ogni loro sfaccettatura ; regole
di comportamento, di presentazione, di rispetto verso i propri superiori, nel lavoro come
nella vita privata. Le regole si trovavano ovunque e trasgredirle voleva dire rinunciare a
una parte di sè.
- Soi-fon, ormai stiamo insieme da tanto, potresti mettere da parte il Nobile - ripeteva sovente
Yushiro.
Aveva provato numerose volte, ma senza grandi risultati. Il titolo le usciva quasi sempre
e se non era Nobile, si trattava di un’insieme balbettato di Nobil, Nobi, Nob. Insomma non
proprio il massimo …
“ Per la miseria ! Devo togliermi dalla mente questi inutili preconcetti ! “ ribadiva spesso
se stessa, proprio come in quel momento.
<< Soi-fon ! Dai sbrigati ! >>
La voce di Yushiro la riportò alla realtà. Di scatto volse lo sguardo in avanti, tradendo per
un attimo la propria compostezza.
Una piccola scalinata la separava da uno dei rifugi da caccia del Casato Shihoin, all’interno
dei vasti terreni di famiglia. La caccia era una tradizione, allo stesso modo dell’ikebana*
per le donne Kuchiki e fin dalla tenera età Yushiro aveva dimostrato una predisposizione
naturale, mai finalizzata al vanto, ma alla gioia nel condividere un buon pasto assieme alle
persone care. Soi-fon però dubitava l’avesse portata fin lì per un motivo così ovvio. Lo
raggiunse costeggiando l’ampia pineta ai lati dei gradini.
<< Molto bene, adesso chiudi gli occhi ! >> esortò ancora una volta il ragazzo.
Fece quanto detto, senza impedire alla curiosità di crescere incontrollata. Una sorpresa ?
Un regalo ? Lo shoji* si aprì e davanti a lei si materializzò un pouf, non uno qualunque,
ma un’enorme cuscino a forma di gatto in versione chibi. Soi-fon perse all’istante ogni
barlume di autocontrollo e si fiondò sulla soffice poltrona. Esistevano poche cose a cui
proprio non sapeva resistere ; una erano i gatti, memore della metamorfosi di Yoruichi,
l’altra raggruppava tutti gli oggetti definiti in gergo terreno come kawaii. Un segreto
quest’ultimo, di cui persino Omaeda era all’oscuro. Strinse il pouf, assaporandone la
morbidezza e immaginandoselo già nella camera da letto.
<< Vedo ti è piaciuto ! Il consiglio dell’Onee-san* è servito ! >> esultò Yushiro, ora
inginocchiato al suo fianco.
<< C-Certamente Yushiro ! È bellissimo ! Pe-però … >>
<< Uhm ? Però cosa ? >> chiese con finito dispiacere.
<< Oggi non festeggiamo alcuna ricorrenza, quindi ecco ... mi chiedevo il perché … >>
<< Farli senza aspettarsi nulla in cambio. A volte è bello ricevere questo genere di regali,
non trovi ? >>
<< S-sì ! Hai ragione Yushiro, in-in ogni caso devo contraccambiare … ! >>
<< Ah ! Ah ! Ma l’hai appena fatto ! >>
<< Da-Davvero ? >> balbettò lei drizzando schiena, un vivido rossore a decorarne il viso.
<< Mi hai chiamato per nome ! Ora sono l’uomo più felice dell’universo ! >>
Solo a quel punto Soi-fon si rese conto del piccolo e strabiliante cambiamento. Un muro
all’apparenza invalicabile era stato appena abbattuto, il tutto grazie a Yushiro, alla sua
infinita gentilezza, alla sorpresa del gesto. Abbassò lo sguardo ripetendo il nome dentro
sè una, due, tre volte …
“ Yushiro … Yushiro .. Yushiro … ”
<< Ti amo Yushiro … >> sussurrò tornando a specchiarsi nei suoi occhi ambrati.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Rangiku aveva programmato ogni cosa nei minimi dettagli ; un piccolo soggiorno nella
località balneare di Marukihama (1) nell’isola di Kyushu (2), per festeggiare l’anniversario
con Hisagi. Era stata talmente meticolosa da coglierlo di sorpresa pochi giorni prima della
partenza.
- Ca-cavolo ! È fantastico ! Potremmo usare la mia motocicletta, che dici ? -
- Oh … ! Mi pare un’ottima idea ! -
- Perfetto Rangiku ! Vado subito modificarla ! -

Era corso al deposito personale, abbandonando all’istante il lavoro ( ciò aveva provocato
non poco stupore da parte di Renji e Mashiro ) e impegnando i successivi cinque giorni a
migliorare il mezzo, in modo da renderlo guidabile al 100% pure nel Mondo Terreno.
Purtroppo, complice lo sfrenato entusiasmo, la notizia gli era sfuggita di bocca arrivando
alle persone più indesiderate di tutte.
Eccoli lì quindi, Rangiku stretta a lui in sella alla motocicletta, bloccati ai margini di una
stradina poco fuori Akune (3) da …
<< Okay siete nei gigai, però insomma … il rischio c’è sempre. >>
<< Non mi fido di ‘sto affare … sicuro sia affidabile ? >>
<< Ragazzi ... l’ho revisionata decine di volte. Non c’è alcun pericolo, davvero. >>
… da una coppia di cozze di nome Ikkaku e Yumichika.
<< Ho capito, ma sei certo basti il tuo reiatsu ? Si tratta pur sempre di cento chilometri. >>
<< Ecco perché ho installato un motore gpl, inoltre qualcuno potrebbe insospettirsi non
vedendo fumo uscire dalla marmitta >> spiegò ancora una volta Hisagi.
<< Ma forse … >>
<< Direi che è ora di andare ! >> s’intromise lei lanciando un’occhiata gelida ai due amici.
Va bene essere premurosi, ma l’inutile discussione si stava trascinando da più di un quarto
d’ora.
<< Grazie per essere venuti, ma abbiamo il check-in alle due ! E non intendo sprecare una
bella giornata come questa ! Mare e spiagge ci attendono ! >>
Ikkaku e Yumachika si scambiarono uno sguardo complice, quasi aspettassero proprio
una sua reazione.
<< Non solo Matsumoto ! >> commentarono all’unisono << News di corridoio ci hanno
informato di un Hisagi … molto più intraprendente. >>
Dieci secondi dopo la moto partì lasciandosi dietro i due poveretti stesi a terra.
L’ira della Luogotenente aveva colpito ancora una volta.

Aveva sempre desiderato provare l’emozione di un viaggio ; perdersi nei paesaggi,
osservarne i contorni confondersi in decine e decine di scie colorate, in attesa di giungere
in un luogo. Rangiku inspirò, assaporando la magnifica sensazione mentre il vento le
scompigliava i lunghi capelli biondi. Fu qualcosa di semplice, eppure straordinario al
tempo stesso.
“ Inoltre ... il fatto di condividerla con Hisagi la rende ancora più meravigliosa ! ”
In sella alla motocicletta, caschi ben saldi e bagagli ai lati, superarono Akane e percorsero
la parte di costa a sud-ovest di Kyushu. L’estate era alle porte, il sole illuminava con forza
la rigogliosa vegetazione, composta da querce, camelie e magnolie, e il mare lambito da
spiagge di fine sabbia bianca. Poco prima di Makurazaki (4) decisero di fare una sosta e
approfittarne per pranzare. Nella piccola area di servizio li accolse un supermarket 24 ore
e un’anziana commessa dalla spiccata e altrettanto lenta parlantina. Dopo dieci minuti
finalmente uscirono, accompagnati da un sacchetto pieno di bibite fresche, due confezioni
di Sanshoku bento* e altrettante porzioni di warabimochi*. Si sedettero sul marciapiede
vicino alla motocicletta, coperti dall’ombra di alcuni pini marittimi.
<< Ah … ci voleva proprio una pausa Rangiku, cominciavano a farmi male le braccia >>
commentò Hisagi mentre levava la protezione di plastica dal bento*.
<< Non sei abituato a guidare così tanto ? >> chiese infilando la cannuccia nella soda.
<< Guidare è una della mie passioni, sarà il gigai a essere difettoso. Kurotsuchi era in vena
di scherzi stamattina, non si è fatto problemi a includere pure me, accidenti a lui ... >>
addentò un primo hosomaki* e riprese il discorso << … comunque mi sono informato sul
Kyushu. >>
<< Sei andato alla Biblioteca dell’Accademia ? >>
<< Esatto … ! Non mi aspettavo di trovare così tante guide turistiche ! >>
<< Evidentemente non siamo gli unici a cercare posti carini per le vacanze ! Hai trovato
qualcosa d’interessante ? >>
<< In questo periodo ci sono un sacco di luoghi aperti e attività affascinanti, come ad
esempio le terme di Ibusuki (5), il castello di Kumamoto (6) o il Sengan-an (7) ... >>
Contro ogni previsione Rangiku si perse nella sua voce. Hisagi era lì, a descrivere luoghi
bellissimi, posti lontani, templi, musei, castelli, giardini. Meraviglie che presto avrebbero
visitato, tenendosi per mano, stupendosi e ridendo assieme. E così ... la seconda emozione
del viaggio si manifestò, potente l’avvolse. In quell’euforia non poté non pensare a quanto
fosse fortunata.
“ Grazie Hisagi … grazie per avermi insegnato la vera spensieratezza. Grazie a te conosco
la gioia, unica, nell’avere qualcuno al mio fianco, qualcuno di speciale … un uomo con cui
condividere il resto della vita … ”
<< Grazie … >>
<< Uh ? Di cosa ? >>
<< Oh ! Scusa ! Ero sovrappensiero … >> sorrise e dolcemente gli accarezzò la mano << …
sì … ci sono un sacco di cose da vedere. Potremmo sempre tornare l’anno prossimo. >>
<< Certo ! Anzi è deciso! Una volta all’anno faremo un viaggetto … solo io e te. >>
<< Uno ? >>
<< Beh … uno è il numero minimo ovvio ! >> precisò Hisagi trionfale.
Rangiku si porse in avanti e delicata lo baciò in fronte.
<< Proposta approvata ! Al cento per cento ! >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Non ricordava come fosse iniziato. Casualmente ? Forse era così. Per caso e lentamente
Kenpachi Zaraki era entrato nella sua vita, a partire da una mattina d’inverno dell’anno
precedente. Quel giorno lo ricordava bene; si era svegliata presto per far visita a Retsu
e l’aveva trovato lì, sotto il prugno in fiore (8) affianco alla tomba; l’uomo diventato con
la morte di Unohana il nuovo Kenpachi. Dopo un saluto formale, erano rimasti in silenzio a
contemplare la lapide mentre un nevischio scendeva leggero dal cielo velato di grigio.
La situazione era mutata col sopraggiungere della primavera, assieme al matrimonio di
Rukia-chan e un nuovo incontro tra le vie della Seireitei.
“ Kenpi, Ikkaku, Yumichika ! Stessa strada a quanto vedo ! ” aveva esultato Kiyone in
direzione dei tre uomini.
“ Tsk ! Mi trovavo a passare di qui, mocciosa ! Nulla di più ! ”
In quell’istante il piacere aveva sostituito la casualità ( nonostante Kenpachi non l’avesse
mai confessato apertamente ), perché da allora si erano susseguiti altri incontri, fugaci e
nascosti sotto frasi come ;
- Dove stai andando donna ?! -
- Ti accompagno un pezzetto ! Ma solo un pezzetto intesi ?! -

Dal canto suo Isane Kotetsu era sempre stata una donna riservata, al contrario della
sorella. Riservata e altrettanto impacciata. Fu quasi un miracolo se quella sera trovò
il coraggio di porgli una domanda, una domanda che da tempo le ronzava in testa.
<< Kenpachi … perché lo fai ? >>
A una decina di metri l’uomo si fermò, la sorpresa balenò fugace nell’occhio sinistro.
<< Serve un motivo ? Lo faccio perché mi va ! >>
<< No-non lo metto in dubbio …. però … però lo trovo s-strano, ecco … >>
<< Tsk ! Tanto sei insistente Kotetsu ! >> sbraitò lui dandole le spalle.
Isane non insistette oltre, un po’ intimorita da quei modi burberi, e vagò con lo sguardo
sugli orti tutt’intorno, baciati dalla pallida luce lunare. Distese di erbe e piante mediche
divise in piccoli lotti, uno dei maggiori vanti della Quarta Compagnia; aglio, artiglio del
diavolo, biancospino, bardana, camomilla, finocchio, iperico, melissa, miglio, passiflora,
tarassaco, valeriana, e poco più in là, oltre il torrente artificiale, gruppi di ashibata, shiso
hatogumi, tipiche del Giappone.
Anni addietro si sarebbe svegliata presto, prima del sorgere del sole, raccogliendo insieme
al Capitano quelle mature. Le aveva insegnato molto Unohana, pure in campo erboristico;
il ciclo di ogni pianta, come curarla, quali parti andavano recise, quali fossero più utili per
trattare sintomi e malattie. Aveva condiviso tutta la sua conoscenza Retsu … prima di
tornare Yachiru e morire contro Zaraki, rendendolo a tutti gli effetti il nuovo Kenpachi.
Retsu se n’era andata e …
… ora lui era lì, con lei.
Al pensiero, una strana sensazione la avvolse ; un tepore inaspettato e senza nome.
<< Kotetsu … >>
L’uomo era rimasto fermo, eppure la voce scosse con furia la quiete notturna. Tornò ad
osservarlo ; si era voltato, quel tanto che bastava a scrutare la camomilla ai suoi piedi.
<< Tu la conoscevi … >> riprese dopo una lunga pausa << … conoscevi una Unohana
diversa, diversa da quella che affrontai prima come moccioso, in un marcio Distretto del
Rukongai, e infine come uomo, come Capitano del Gotei 13. Desideravo capire ... capire se
mai fosse stata felice dentro la gabbia dorata in cui scelse di vivere. Osservandoti giorno
dopo giorno ho capito … visse una bella esistenza, pure nelle vesti di Retsu Unohana. >>
Nel silenzio che seguì, Isane avvertì il tepore diventar più intenso. Commozione ? Sì, a
giudicare dal battito incontrollato e dagli occhi improvvisamente umidi. Zaraki aveva
compreso l’adorato Capitano in ogni sua sfaccettatura, quell’uomo … che aveva donato a
Retsu la morte più gloriosa di tutte.
<< Queste parole … non sai quanto mi rendano felice. Grazie … davvero, grazie ... >>
<< Ehm … Isane ? >>
La voce giunse vicina, troppo vicina. Lo ritrovò inginocchiato di fronte a lei, a sovrastarla
con l’altezza non indifferente. In un secondo il panico la invase simile a un fiume in piena.
<< Ah ! Accidenti ! Sp-spero di non aver parlato a sproposito ! >>
Le labbra di Zaraki si contrassero nervose e, forse per la prima volta, il bellicoso Capitano
dell’Undicesima parve indeciso su cosa dire.
<< No … ehm … ti serve aiuto ? >> borbottò infine indicando le grosse ceste piene di foglie
di bardana.
<< Beh … s-se non è un disturbo ecco ! >>
<< Tsk ! Smettila di agitarti una buona volta ! >>
Caricate entrambe le ceste sulle spalle Zaraki s’avviò in direzione della Sede. Isane lo
scrutò, i contorni illuminati dalle calde luci dell’edificio principale, infine lo raggiunse
inciampando più volte nell’haori* e beccandosi altrettanti rimproveri.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Agitazione e commozione.
Terrore e gioia.
Avanti e indietro, in una continua altalena. Mai avrebbe pensato di poter provare emozioni
così contrastanti, talmente violente da impedire ogni reazione. Ancora una volta Rukia
provò a muoversi, nel disperato tentativo di compire quel semplice gesto, cioè bussare,
ma nulla. Così pure il quinto minuto passò e lo shoji* rimase chiuso. Eppure solo un’ora
prima si era sentita euforica come mai in vita sua. La nausea mattutina, il ritardo del ciclo ...
alla notizia Rangiku era scattata come una molla, trascinando lei e Momo nel Mondo
Terreno.
- È un’emergenza ! Mi servono subito tre gigai ! -
- O-Okay Luogotenente Matsumoto, però prima do-dovrebbe firmare questi documenti … è la
prassi … -
aveva tentato di spiegare l’addetto dell’Istituto di Ricerca prima di venir
scaraventato brutalmente oltre la scrivania.
- Non hai capito idiota ! Questa è un’emergenza ! Un’emergenza ! Non possiamo perdere tempo con
‘ste scartoffie ! -

La corsa fino a Tokyo, l’entrata in farmacia e dieci minuti dopo eccole chiuse nel bagno di
una caffetteria. Ancora le pareva di sentirli; il cuore a mille, Rangiku e Momo strette attorno
a lei, gli occhi puntati sul test …
- Renji … devo dirlo a Renji … -
Era stato quello il suo primo pensiero ; condividere la meravigliosa notizia col marito.
“ Allora perché ? Perché diamine non riesco a muovermi ? ”
Avanti indietro, agitazione, commozione, terrore, gioia, avanti e dietro, simile al continuo
ticchettio di un orologio. Scosse la testa, riacquistando abbastanza coraggio da riuscire ad
aprire lo shoji*. Renji era lì, seduto alla scrivania, intento a visionare la mole giornaliera di
documenti. Per lui sembrava un giorno qualunque, invece …
<< Rukia ? Oh … non mi aspettavo una tua visita >> disse alzando lo sguardo.
<< Re-Renji ! Devo palarti ! >>
Sorprendentemente la voce fuoriuscì, forse un po’ troppo nervosa. Non appena finì, lo
vide aggrottare le sopracciglia e raggiungerla preoccupato.
<< Sei tutta rossa … sicura di stare bene ? >>
<< Si-Sicurissima … ! >> biascicò immobile come una statua.
<< Non avrai per caso la febbre ? >>
<< No … >>
<< Uhm … magari sarà un'indigestione … negli ultimi giorni hai un appetito insolito, ieri
sera ti sei strafogata di sushi. >>
Accidenti ! Perché si metteva a sparare frasi a caso ? Come se la situazione non fosse già
abbastanza complicata !
<< No ! Non è colpa del cibo … ! >>
<< Quindi hai qualcosa ! Tranquilla, sono qui ! >> rassicurò Renji portandosi alla sua
altezza.
Rukia sgranò gli occhi. La sua mano era proprio lì, sopra la pancia … e finalmente le
agogniate parole arrivarono, impastate, lente, fievoli.
<< Amore … io … io aspetto un figlio. >>
Nell’improvviso silenzio le emozioni di Renji mutarono veloci; stupore, agitazione,
meraviglia, felicità, infine esplosero in un grido di gioia. L’attimo dopo si ritrovò stretta a
lui, immersa nell’abbracciò più caloroso che avesse mai ricevuto.
<< Ah ! Aah ! Diventerai mamma ! E io papà ! >>
Rukia tremò, una lacrima scese delicata sulla guancia. Strinse Renji con tutte le forze
mentre una nuova felicità la invadeva, travolgente e unica.





Glossario

*haori : soprabito indossato coi kimono.
*ikebana : termine giapponese che si riferisce all'arte della disposizione dei fiori recisi,
anticamente conosciuta come kadō.
*futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
*hiyoku : sotto-kimono, oggi caduto in disuso.
*hosomaki : rotolino di riso con all'interno un unico ingrediente (pesce crudo o verdura),
il tutto avvolto da un foglio di alga nori.
*Onee-san : Sorellona.
*Sanshoku bento : bento tipico della prefettura di Fukuoka nel Kyushu, composto da tre
sezioni separate contenenti pollo e riso, sushi su riso e vari ingredienti come gamberi,
polpette di pesce, ecc.
*shoji : tipico pannello delle porte scorrevoli giapponesi.
*warabimochi : consumato soprattutto d’estate, è una sorta di mochi in cui il riso è
sostituito da amido e pasta di soia tostata. Può assumere le forme di grossi cubotti o
polpettine morbide e si guarnisce secondo i gusti, con matcha, sesamo e sciroppi.


(1) Spiaggia posta a sud-ovest dell’isola di Kyushu.

(2) Terza isola in ordine di grandezza dell’arcipelago giapponese, posta nella parte sud-
occidentale, vicino a Shikoku e Honshu.

(3) Cittadina sulla costa a nord-ovest nella prefettura di Kagoshima.

(4) Città sulla costa sud-ovest nella prefettura di Kagoshima.

(5) Le terme di Ibusuki, caratterizzate da sorgenti di acqua calda sulla riva del mare, si
trovano a 45 km a sud della città di Kagoshima.

(6) Castello giapponese posto sulla sommità di una collina, situato nel quartiere di
Chūō-ku nella prefettura di Kumamoto.

(7) Attrazione principale di Kagoshima, l’immenso giardino è posto ai ai bordi della baia
di Kinko.

(8) In Giappone il prugno rappresenta la speranza, e la resistenza alle difficoltà della vita.
Simbolo di elevatezza dei sentimenti, nobiltà d’animo e forza, per questo suo superare le
avversità dell’inverno.





Tana Oscura

Iniziamo il nuovo anno ( più o meno ), con questo piccolo extra. Spero sia stato di vostro gradimento. Anche qui ho avuto modo di mostrare piccole ( e grandi ) evoluzioni nei rapporti tra i vari personaggi, o per meglio dire le varie coppie. Come è mio modo fare, anche qui ho descritto momenti quotidiani e spesso è proprio attraverso essi che avvengono le nostre trasformazioni e facciamo piccole e grandi scoperte. Quindi perché non deve essere così anche per i nostri cari protagonisti di Bleach ?

Discutendo del capitolo, rileggendolo in fase di revisione ( se notate errori di battitura rimasti, vi prego non esitate a segnalarmeli ), ho notato alcuni pezzi sono e venuti meglio rispetto ad altri. Sia chiaro hanno tutti il loro peso all’interno dell’Extra, ma la parti tra Ragiku e Hisagi, assieme a quella tra Isane e Kenpachi, possiede una marcia in più. E qui vi starete chiedendo come mi è nata la fissa per questi ultimi due personaggi. Beh sono sempre rimasta colpita dal modo in cui Kenpachi dà la notizia a Isane riguardo la morte di Retsu, inoltre lei lo ringrazia pure … quindi insomma, per me era fatta XD

Per concludere il commento ecco un giochino stupido. Nel lontano Commento al Capitolo 4 e 7 elencai i dati anagrafici ( inventati ) di alcuni personaggi ; altezza, peso ecc. Quindi ho pensato … perché non fare una comparazione tra le coppie sottolineandone le differenze ? Diamoci da fare quindi <3

- Askin ( 180 cm ) ( 69 kg ) / Yoruichi ( 156 cm ) ( 42 kg ) → 24 cm / 28 kg !
- Kugo ( 187 cm ) ( 90 kg ) / Kukaku ( 168 cm ) ( 58 kg ) → 19 cm / 36 kg !
- Renji ( 188 cm ) ( 78 kg ) / Rukia ( 144 cm ) ( 33 kg ) → 44 cm / 45 kg !
- Ichigo ( 181 cm ) ( 66 kg ) / Orihime ( 157 cm ) ( 49 kg ) → 27 cm / 17 kg !
- Hisagi ( 181 cm ) ( 67 kg ) / Rangiku ( 172 cm ) ( 57 kg ) → 9 cm / 10 kg !
- Yushiro ( 169 cm ) ( 56 kg ) / Soi-fon ( 150 cm ) ( 38 kg ) → 19 cm / 18 kg !
- Toshiro ( 182 cm ) ( 68 kg ) / Momo ( 151 cm ) ( 39 kg ) → 31 cm / 29 kg !
- Zaraki ( 202 cm ) ( 90 kg ) / Isane ( 187 cm ) ( 70 kg ) → 17 cm / 20 kg !
- Shukuro ( 198 cm ) ( 78 kg ) / Riruka ( 158 cm ) ( 45 kg ) → 40 cm / 33 kg !

I dati di Yushiro e Toshiro sono stati inventati, mentre ho leggermente modificato quelli di Riruka e Shuruko rispetto agli originali. Mi sono stupita di certe differenze, ma anche di certe similitudini XD

Ovviamente farò la stessa cosa anche col prossimo capitolo, perché … pure tra i nostri cari Arracan è nato qualcosa, inoltre … ci sarà un inaspettato ritorno !

Ah no aspettate ! Prima di concludere devo ringraziare tutti i lettori che con le loro recensioni e affetto fanno vivere Ikiru Riyu, dandomi tanto, davvero tanto sostegno ;

Kosoala e Hikari_Sengoku per aver seguito fin dall’inizio questo folle progetto. Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate ! … I’M ALIVE !
Anukis, per le recensioni ( future se non hai ancora avuto modo di recensire ) e le preziose traduzioni dal giapponese che sei riuscita a fornirmi. Grazie di Cuore. <3
Fandoms_Are_Life , per aver iniziato la tua avventura e aver apprezzato i personaggi
Soumi25 , che pur non essendo espertissima di Bleach continui a seguire la mia storia <3
d4rkr4198, per aver apprezzato il mio progetto, anche se in maniera silenziosa.

E i nuovi arrivati ;

KurogamiSuzumebachi27, per essersi imbarcata in una nave di crack. Io spaccio crack het e tu yuri, quindi va benissimo XD
Rei Ryugo, anche qui mi spetto tanti complimenti mi raccomando XD
Trix_, andando avanti spero riuscirai a rivivere altri tuffi nei ricordi !
Uptran, per aver recensito in un lampo questa storia bella lunga.

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Capitolo 12
*** E.3. Hollow and Human Hearts ***


Hollow and Human Hearts


Tra le cose più odiate rientravano sicuramente i deboli e le femmine; i primi meritavano di
esser divorati e le femmine le odiava a prescindere, forti o no rimanevano irritanti. Negli
ultimi minuti, l’unione delle due cose aveva fatto nascere un miscuglio irritante, roba che
Grimmjow Jeagerjaques, attuale Re dell’Hueco Mundo, non avrebbe immaginato neanche
nei suoi peggiori incubi. La nomina a sovrano era stata l’unica cosa positiva; conclusa la
Guerra e massacrato tutti i Quincy e gli Hollow traditori, Harribel gli aveva ceduto il posto
senza manco combattere, sparendo assieme alle Fraccion nei recessi di Las Noches. Il suo
sogno si era realizzato, anche se un po’ di budella e sangue in più non sarebbero guastate.
Nei mesi successivi aveva atteso trepidante la venuta dell’acerrimo rivale, e così era stato;
una mattina d’inizio primavera, quasi un anno dopo la fine del conflitto, Kurosaki si era
presentato al suo cospetto. Tra le dune bianche il combattimento era infuriato per ore, ma
Grimmjow, stremato e grondante di sangue, era già proiettato in avanti, alla prossima di
tante sfide. Poi dal nulla lo Shinigami aveva sorriso, un’espressione identica a quando
l’aveva bloccato in difesa dell’umana, durante l’invasione dell’Hueco Mundo.

- Mi dispiace, questo è il nostro ultimo scontro. Domani andrò alla Soul Society e rinuncerò al
ruolo di Sostituto. -
- Eh ?! Che cazzo stai dicendo ? -
- Addio Grimmjow. È stato un piacere sfidarti ancora una volta. -
aveva risposto lui prima di
scomparire assieme a Mr. Cappello.

L’amara verità si palesò qualche giorno dopo. Finite le cure, il Re raggiunse il Mondo
Terreno e dopo averlo cercato in lungo e in largo lo trovò, guarda caso in compagnia di
Orihime. Dall’alto, li osservò percorrere le strade notturne di Karakura, mano nella mano.
Dal rivale non proveniva alcuna traccia di reiatsu, ecco dunque … quello scemo si era fatto
sigillare i poteri per vivere al fianco della femmina. Nulla di più cretino. In un misto di
rabbia e frustrazione fece dunque ritorno nelle sale di Las Noches; luoghi famigliari che
adesso si emergevano vuoti, avvolti in un silenzio pressante.
Kurosaki, l’unico in grado di tenergli testa e fargli provare l’ebbrezza della battaglia, aveva
rinunciato a tutto per vivere una vita normale. Chi altro rimaneva? Nel non era mai stata
sfiorata dall’idea di affrontarlo; certo, di tanto in tanto qualche neo Arrancar bussava alla
porte del castello, voglioso di spodestarlo, peccato finora si fossero rivelati nemici deboli.
Come trascorrere le giornate d’ora in avanti ? E quanto tempo sarebbe passato prima
d’incontrate un avversario pari a Kurosaki ?
Con queste domande attraversò l’enorme sala e prese posto sul trono. Non avvertiva
alcuna presenza ostile, solo quella ormai consueta della Terza si fece largo nella penombra
fendendo infine la luce attorno al basamento principale. Neliel si presentò come al solito
sfoggiando un sorriso affabile. Solo qualche tempo prima le avrebbe urlato contro per un
gesto del genere, ma adesso, dopo le numerose cure ricevute e il rispetto dovuto in quanto
sovrano, riusciva a tollerare gli strani atteggiamenti.
<< L’hai trovato ? >>
<< Tsk ! A quanto pare sì ! >>
<< … E? >>
<< E cosa?! >>
<< Ne hai avuto la conferma, immagino. >>
<< Ovvio! Ma continuo a non capire! Come ha potuto mandare tutto a puttane per una
femmina?! >>
Neliel parve riflettere. Inclinò la testa, la lunga chioma oscillò mentre si sedeva sopra il
bracciolo alla sua destra. Grimmjow non si scompose; l’inconsueta vicinanza rientrava nei
comportamenti che aveva imparato a sopportare.
<< È strano … >> rispose dopo un po’ << … ma credo sia una scelta normale fra gli umani;
quel che a noi appare senza senso, loro lo fanno per amore, così ho sentito dire. >>
Amore era una parola strana; tra gli Hollow circolavano numerose leggende a riguardo, ma
lui, l’Espada incarnazione dell’ira, non aveva mai approfondito la faccenda, né intendeva
farlo in futuro.
<< Tsk! Ora basta parlare di quell’idiota! Mi rende solo nervoso, accidenti a lui! >>
<< Ah! Ah! Va bene mio Re, come desideri >> rispose Nell con squisita genuinità.
Inspiegabilmente Grimmjow si ritrovò a fissarla. Era capitato tante altre volte, ma ora lo
fece in maniera diversa, soffermandosi sulle linee del corpo, sul viso e sul seno, forse un
po’ grosso rispetto al resto. Nelliel stava giocando con una ciocca di capelli, gli occhi fissi
sul pavimento. Era sorprendente come riuscisse ad alternare momenti seri a gesti quasi
infantili. Dal nulla un brivido caldo lo scosse andandosi a concentrare nel basso ventre.
Grimmjow s’irrigidì e distolse lo sguardo. Cosa gli stava succedendo? Cosa diamine era
quella sensazione? Qualcosa di nuovo, caotico e al tempo stesso ... piacevole. Sì,
dannatamente piacevole.
<< Ehi! Tutto bene ? >> chiese lei a un certo punto, preoccupata dallo strano silenzio.
<< Sì … credo di sì … >> ma senza accorgersene l’aveva già attirata a sé.
Tra le sue braccia Nell s’irrigidì, proprio come lui pochi attimi prima, ma continuò a
rimanere lì; le gambe incastrate tra le sue e i duri braccioli del trono, il bacino sopra le
ginocchia. Incuriosito Grimmjow l’avvicinò ancora, senza metterci troppa forza,
annullando ogni distanza. Un secondo brivido arrivò, più violento del precedente. Avvolto
in un nuovo calore avvertì il respiro accelerare e notò qualcosa nel viso di Neliel, come se
pure lei stesse assaporando le medesime sensazioni. Si trattava in effetti di un piacere
diverso da qualsiasi altro; un piacere in grado di confondere e al tempo stesso inebriare
mente e corpo; come un duello all’ultimo sangue, solo che questo non feriva, non
sanguinava, anzi sembrava essere fatto apposta per venir gustato assieme a qualcun altro.
Famelico, il Re si mosse; strinse le schiena di Nel mentre la bocca cercò il suo collo.
La morse. La pelle aveva un sapore strano, tuttavia ne desiderò ancora.
<< Grimm … ah … che stai facendo ? >>
La voce arrivò in un sussurro, pervasa dal medesimo desiderio, mentre le dita sottili
sfioravano il suo petto. Quante volte la Terza aveva appoggiato le mani su di lui? Per
sorreggerlo dopo un combattimento, per curarlo, per bendargli le ferite … adesso quelle
stesse mani gli stavano provocando un piacere indescrivibile.
<< Non lo so … ma … ti piace Nel ? >> chiese risalendo fino all’orecchio.
<< … Ah … è strano … però sì, mi piace … >>
<< Anche a me … ah ... piace un casino … >>
L’attimo dopo le gambe di Nel gli circondarono la vita. Così, perso in un calore senza
nome, Grimmjow si fiondò sulla sua bocca, il respiro sempre più affannato, il cuore a
rimbombargli nel petto.
Una cosa era certa; aveva trovato un ottimo modo per riempire le giornate.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Pesce grande mangia pesce piccolo.
Così si poteva riassumere la natura degli Hollow.
Divorare per non essere divorati, crescere, crescere e crescere. Tale destino era toccato pure
a Tia Harribel; sbranare ogni simile, ancora e ancora, fin quando il corpo era passato allo
stadio finale di Arrancar. Una donna bellissima, dalle forme armoniose e la pelle scura,
risaltata da capelli dorati e occhi verdi come l’acqua dei fiumi in estate. Il Vasto Lorde che
dentro di sé celava la natura vorace di uno squalo. Tia però aveva sempre rinnegato il
proprio lato bestiale e in mezzo a quel vortice fatto di morte, carne e sangue, aveva
desiderato cambiare l’Hueco Mundo, dare ordine al caos.
Condividendo lo stesso ideale, Apacci, Mila e Sun-Sun, erano diventate sue Fraccion, e
nel perseguirlo, Tia aveva giurato fedeltà ad Aizen, colui che come lei voleva soverchiare
le regole costituite. A volte il destino però prende strade curiose; Aizen aveva solo
sfruttato gli Espada trovando infine la sconfitta per mano di Ichigo Kurosaki; senza più
Stark e Barrigan, Tia si era trovata fra le mani il titolo di Regina.
Nel periodo successivo, pur rivestendo un ruolo classico, era riuscita a ottenere alcuni
cambiamenti significativi, poi ... tutto si era frantumato; l’ascesa del Wandenreich, la
caduta di Las Noches, la prigionia, le sevizie. Anche se l’Impero era stato distrutto, la sua
credibilità come reggente non esisteva più. Sconfitta nel corpo e nello spirito, Tia aveva
percorso le vie più segrete di Las Noches, giù, sempre più in profondità.

- Quindi sei sopravvissuto … chi l’avrebbe immaginato. -
- Per questo devi ringraziare Lilynette, senza di lei non sarei qui. -
- Inoltre … arrivare fino a Las Noches celando la vostra presenza ... avete la mia ammirazione. Però
in quanto reggente devo sapere se -
- Se ambisco al trono ? Tranquilla, non ho mai avuto aspirazioni così alte. Sinceramente vorrei
restare, ma nelle attuali condizioni se la mia esistenza venisse scoperta, nuovi Vasto Lorde
verrebbero qui bramando le mie carni. Intendo scomparire … per farlo devo dirigermi lì. -


Fino a giungere in luoghi proibiti, luoghi divenuti la sua nuova casa. I meandri di Las
Noches erano costituiti da un labirinto pressoché infinito di sale buie, corridoi ed immensi
ambienti naturali, dove nessun Hollow aveva mai osato avvicinarsi.

- Capisco. Vai pure, io non ti fermerò. E per inciso, quest’incontro non è mai avvenuto. -
- … Grazie infinite, Tia. -


Poiché lì si trovava il cuore dell’Hueco Mundo; il Nucleo si estendeva come le radici di un
albero per centinaia e centinaia di chilometri. Esso reggeva ogni cosa e al tempo stesso
necessitava di nutrimento; spesso i Menos finivano assorbiti dalle protuberanze che
emergevano dal terreno o scomparendo inghiottiti dalle sabbie mobili. In quel mondo
sotterraneo inoltre l’aria era malsana, a causa dei fiori bianchi che sbocciavano sulle radici.
Immersa in quell’atmosfera, Tia si destò dal torpore del sonno.
Le ultime braci scoppiettavano nel falò illuminando il piccolo accampamento. Attorno
ritrovò oggetti ormai comuni; coperte, giacigli, provviste, zaini, utensili, trappole per
animali. Nonostante il clima avverso, esisteva infatti un ecosistema all’interno di quel
labirintico sottosuolo; giganteschi funghi fosforescenti, piante delle forme insolite e piccoli
animali vivevano in simbiosi con le radici del Nucleo. Vi era dunque di che sopravvivere e
per Vasto Lorde come loro non era complicato resistere al miasma.
Aguzzò i sensi, ma non avvertì nessuno nelle vicinanze; conoscendo le nuovi abitudini
delle sue Fraccion, Apacci, Mila Rose e Sun-Sun dovevano essere in giro a esplorare quel
nuovo settore e a raccogliere cimeli dimenticati dal tempo. Tia si mise a sedere osservando
la voragine appena oltre la spianata dove erano accampati.
Poi, come sempre, lui arrivò, silenzioso e celando la propria presenza. I passi risuonarono
soltanto quando fu vicino alla luce del falò. Coyote Stark non era cambiato molto dal loro
incontro a Las Noches, avvenuto circa un mese dopo la sconfitta di Aizen. Sopra la divisa
indossava una pesante cappa, ormai lacerata in più punti, mentre da un lato spuntava il
fodero di Los Lobos. L’uomo le lanciò un’occhiata e, posata la carcassa di un animale,
simile a un piccolo cinghiale, cominciò a scuoiarlo con un coltello affilato.
<< Ben svegliata Tia, dormito bene? >> chiese dopo qualche istante.
<< Abbastanza … oh! Lilynette non è con te? >>
<< È sgattaiolata via come al solito. Spero non si cacci nei guai, sarebbe una rottura
andarla a recuperare chissà dove di prima mattina. Ah! Tornando ho incontrato Sun-Sun.
Ha raccolto delle bacche per te. Sono dentro la sacca se hai fame >> concluse indicando il
contenitore di stoffa sopra il giaciglio della Fraccion.
<< Volentieri … ne gradisci qualcuna ? >>
<< Grazie, ma ho già sgranocchiato qualcosa prima. >>
Rimasero in silenzio, il fuoco rinvigorito a separarli, lei intenta a consumare la colazione,
lui a dividere il cinghiale che avrebbe sostenuto il gruppo per la giornata. A Tia non dava
affatto fastidio, anzi, l’assenza di parole faceva parte di quella strana convivenza che si era
creata tra loro due. All’inizio era cominciata in onore di vecchi favori, poi il rapporto era
drasticamente mutato, diventando alla stregua di una necessità. Collaborare, sostenersi,
visitare luoghi sconosciuti, gli provocava un lieve tepore, anche in quel mondo dove non
splendeva la luce del sole, riempiva i loro spiriti, un tempo vuoti, di parole, concetti,
visioni, sensazioni assolutamente nuovi.
Tale mutamento si rifletteva nell’aspetto e in un incessante bisogno di cibo organico. Le
parti ossee, gli ultimi frammenti della loro maschere, si stavano pian piano sgretolando,
in maniera meno evidente pure nelle Fraccion. Sarebbero stati i primi Vasto Lorde a
completare il processo di Shinigamificazione, ma non avevano idea di cosa questo
comportasse esattamente. Una cosa però era certa …
<< Un giorno dovremo andarcene >> esordì Stark quasi le avesse letto nel pensiero.
Tia si destò rendendosi conto dell'inaspettata vicinanza dell’altro, seduto a meno di una
spalla da lei. Un brivido la scosse solleticando il collo all’altezza della nuca.
<< Sì … ma dove ? >>
<< Non lo so … >> rispose l’Ex-Primera guardando avanti << … di certo non ai limiti del
labirinto, né nell’Hueco Mundo. Troveremo una nuova casa, da qualche parte. >>
Tia lo fissò e non riuscì a trattenere un sorriso.
<< Che strano … >>
<< Uh? Cosa? >>
<< Parlare al plurale. Andremo, troveremo … è buffo. Non riesco ancora a capacitarmene
del tutto, sai ? >>
<< Beh … non è male. >>
Così dicendo Stark poggiò la mano sopra la sua e forse per la prima volta, Tia arrossì.
Fu qualcosa di strano, eppure anche quel gesto divenne all’istante una dolce necessità.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

In una notte come tante potevano accadere le cose più impreviste. Fu così che Riruka,
mossa dalla sete, svegliandosi non trovò Shukuro disteso sull’altro lato del letto. Davvero
strano, considerata la brutta abitudine del fidanzato a rimanere immobile come un sasso,
tanto che le prime volte si era presa un accidenti temendo il peggio. Al momento quindi
non si trovava lì, né in bagno, fatto doppiamente strano.
La luce dei fanali di un treno passò fulminea attraverso le persiane, seguita dal fischio e il
rompo delle rotaie. Controllò la sveglia sul comodino; le 3.12 a.m., tra quattro ore entrambi
sarebbero usciti per iniziare una nuova settimana; lei al corso di sartoria e lui all’Università
Meji, primo anno di specialistica in letteratura occidentale.
Grazie ai soldi di Yukio, subito dopo la fine della Guerra Millenaria Shukuro era riuscito
ad acquistare quel piccolo alloggio nella zona centrale di Naruki-shi, vicino alla stazione,
in modo da facilitare gli spostamenti verso l’università e il ristorante, dove ormai era stato
assunto come cuoco a tempo indeterminato. Da qualche mese Riruka era solita passare da
lui i fine-settimana, perché, anche se stavano insieme da quattro anni, prima di convivere
preferivano aver una buona solidità economica, così da trasferirsi in un appartamento più
grande. La casa attuale misurava cinquanta metri-quadri e nel tempo Shukuro l’aveva resa
accogliente grazie a una riverniciata alle pareti, quadri e librerie sparse qua e là.
Date le modeste dimensioni non le fu difficile trovarlo, del resto lo strano avvenimento
andava risolto. La luce della cucina la accolse assieme all’aria fresca proveniente
dall’esterno. Seduto sopra il cornicione della finestra, Shukuro osservava i segnali luminosi
della ferrovia, i lampioni, il bagliore delle insegne e della strada sottostante. Teneva in
mano una tazza trasparente piena di thè freddo al limone. Il liquido costituiva l’unica nota
di colore, il ragazzo pallido indossava infatti una canottiera bianca e un paio di boxer neri.
Tutto il contrario rispetto a lei; capelli viola e camicia da notte rosa decorata con disegni a
forma di donuts. Ma quella visione all’apparenza così innocua, le provocò una profonda
inquietudine. C’era qualcosa di diverso nello sguardo dell’amato. Rabbia? Frustrazione?
Riruka non sapeva dirlo.
<< Se vuoi c’è ancora del the >> esordì Shukuro senza voltarsi.
Un invito. Un invito celato a sedersi, ad ascoltarlo. Riruka prese la caraffa dal frigo e,
versato il liquido in un bicchiere, si appoggiò al bordo tavolo rivolta verso di lui. Bevve
alcuni sorsi, così da placare la sete, e rimase in attesa. Per alcuni minuti gli unici suoni
furono quelli della città, poi il giovane parlò, quasi donando una voce alla piccola casa.
<< Ho sognato mia madre … >>
All’inquietudine si unì funesta la confusione. In effetti Shukuro non le aveva mai parlato
della sua vita prima d’incontrare Kugo, quei primi dodici anni erano per lei un completo
mistero ... finora. Del resto Riruka non aveva mai toccato l’argomento, farlo sarebbe stato
come sprofondare in un pantano e di certo avrebbe ferito l’amato. Ma adesso lui era lì,
pronto a liberarsi di un fardello sinora celato, e per riuscirci aveva bisogno del suo aiuto.
<< Era da tempo … veramente tanto tempo che mi capitava … >> riprese con amara ironia
<< … fu mia madre a farmi questa >> concluse indicando la cicatrice a lato della fronte.
Riruka deglutì, la gola improvvisamente secca. Con un gesto nervoso, bevve un altro sorso
di the. Violenza ... da parte della persona che più di ogni altra dovrebbe amarti. Provò a
dir qualcosa, ma persino il respiro sembrò mozzarsi in gola. Ascoltare, poteva soltanto
ascoltare. Dopo una pausa carica di riflessione, Shukuro continuò.
<< Tutto iniziò con la scomparsa di mio padre, morì in un’incidente sul lavoro quando
avevo sei anni. Fino ad allora la mia era stata una vita normale, come poteva essere quella
di un bambino solitario amante dei libri, ma a seguito del lutto lei cambiò. Mai più un
bacio o un carezza, ogni errore era una scusa per alzare la voce o le mani ... >> vi fu una
terza pausa, lunga e pesante, quasi Shukuro stesse impedendo a quel passato di emergere
più del necessario << … un pomeriggio d’estate del mio dodicesimo compleanno, mi rivelò
la verità dopo … avermi ferito con un coltellino. Lei ... aveva finto, aveva finto di amarmi
ogni singolo giorno della sua vita. In suo “ figlio ” vedeva il viso del marito e gli occhi di
una sconosciuta, colei che mio padre amò in segreto per anni, prima che una malattia la
portasse via poco dopo la mia nascita. Terrorizzato scappai nella foresta e lì incontrai per
la prima volta Kugo. Verso sera però mia madre riuscì a trovarmi, aiutata dal comitato di
quartiere … ah … anche con gli altri era brava a fingere. Ma passate due settimane i servizi
sociali, allertati in forma anonima da Kugo, bussarono alla nostra porta e dopo vari
accertamenti venni accolto in una casa famiglia. >>
In un secondo silenzio, Riruka trovò la forza di muoversi, si avvicinò, strinse la canottiera
trattenendo il tremito della mano. Cosa dire a fronte di un racconto così tragico? Come
rincuorarlo? No … non c’era nulla da fare, se non porre l’unica domanda che avrebbe
chiuso la dolorosa parentesi per sempre.
<< E tua madre … ? >>
Shukuro rimase immerso nella notte, solo la mano si mosse poggiandosi sopra la sua.
<< Di lì a poco si suicidò... >> rispose con estremo distacco << …quando lo venni a sapere
non provai nulla. Assolutamente nulla. >>
A quelle ultime parole Riruka avvertì il fardello frantumarsi. Si scattò con un rumore
basso, quel fardello di marciume e fango, abbandonando l’animo di Shukuro per scivolare
via piano piano, circondarla, sommergerla, e infine sparire nel nulla. L’attimo dopo sentì
gli occhi tingersi di lacrime. Lo trasse a sé, lo abbracciò forte, fortissimo, come nelle notti
dopo aver fatto l’amore, se non di più. Dall’alto, lui sorrise ricambiando il gesto con
altrettanta dolcezza. Nel nuovo silenzio si respiravano una rinnovata leggerezza e
tranquillità. Ma come già detto, in una notte come tante potevano accadere le cose più
impreviste, e all’improvviso il cellulare di Riruka squillò.
<< Vai, potrebbe essere importante … >> sussurrò Shukuro al quarto squillo.
A malincuore andò in ingresso a prendere la borsetta. Il display visualizzava il numero di
Tatsuki. Tatsuki ?!? Perché diamine la chiamava alle tre e mezza del mattino ?!? A meno
che...! Velocissima rispose. Dall’altro lato si udiva un casino infernale; sirene, voci, rumori
confusi e in mezzo la voce dell’amica.
<< Finalmente ! Dove cavolo eri? >>
<< Tatsuki! Dove siete?! >>
<< All’ospedale di Karakura! Muovetevi accidenti! >>
<< Arriviamo! >> Riruka chiuse la chiamata precipitandosi come un fulmine in cucina, il
respiro affannato, il cuore a mille.
<< Shukuro! Quando passa il prossimo treno per Karakura?! >>
<< Il prossimo treno? >> domandò vagamente stupito.
<< Sì, il prossimo! >>
<< Ehm … alle tre e quarantotto, perché? >>
<< Come perché, brutto stupido?!? Sbrigati! Abbiamo solo venti minuti per prenderlo!
Hime! Hime sta …! >>



Ichigo Kurosaki, ventiquattro anni, laureato in medicina alla Todai ed Ex-Sostituto
Shinigami. Ichigo aveva affrontato innumerevoli battaglie, alcune per il destino del
mondo. Erano passati sei anni dalla fine della Guerra Millenaria, cinque da quando aveva
lasciato il ruolo di Sostituto (il Gotei 13 poteva comunque contare su di lui in caso di gravi
minacce), eppure nulla l’aveva preparato a un evento simile. Era felice, una felicità che
andava oltre l’umana comprensione, e al tempo stesso ogni fibra celebrale e muscolare era
scossa da un nervosismo altrettanto potente.
Incollato a una sedia nel corridoio dell’ospedale, fissava un punto vuoto, i gomiti poggiati
sulle ginocchia, i piedi a tamburellare incessantemente il pavimento. Da quanto andava
avanti quel ticchettio? Dieci? Venti minuti? Due ore?!
<< … portandola da me ci saremo risparmiati tutto ‘sto casino! >> sottolineò per l’ennesima
volta il Vecchio, seduto alla sua destra.
<< Accidenti Isshin! La tua clinica non è un reparto ostetrico! >> ribadì Kugo a sinistra << E
poi non hai nessuna qualifica, se ci fossero state complicanze cosa avresti fatto?! >>
<< Sono un medico! Me la sarei cavata egregiamente! Giusto Karin? >>
<< Con te non ci parlo ... >> rispose schietta la figlia in un punto imprecisato del corridoio
<< …riesci a imbarazzarmi anche in questi momenti. >>
<< Argh! Quanta cattiveria in un momento così meraviglioso! Sto per diventare nonno!
Nessuno lo capisce?! Tranne tu Masaki, mia dolce Masaki… tu si che mi comprendi. >>
<< Mai visto tanto egocentrismo in una persona sola ... e metti via quel poster, ti prego >>
continuò a incalzare Kugo.
<< Non si tratta di egocentrismo! Sono entusiasta, non si vede?! >>
<< Tutti lo siamo, ma datti una calmata! Ti sente mezzo ospedale! >>
<< Si potrebbe dire lo stesso di te… >> sospirò Kukaku a fianco all’amato.
<< Dai papà, adesso rilassati >> s’affretto ad aggiungere Yuzu.
<< Ehi! Ha cominciato lui! >> si difesero gli uomini all’unisono.
<< ADESSO PIANTATELA BRUTTI STUPIDI! >> Riruka comparve quasi dal nulla,
colpendoli sulla zucca con due riviste arrotolate << Rukia e Renji sono tranquillissimi!
Potreste seguire il loro esempio, per favore?! >>
<< Oh! Vedi Riruka, per noi è normale… >> cominciò l’amica nel tentativo di calmare le
acque << … insomma …ci siamo già passati ecco. >>
<< Adesso Ichika ha due anni … >> aggiunse fiero il marito << … dovreste vederla adesso,
sta imparando a parlare, è davvero un’amore. >>
<< Renji… non mi diventare egocentrico pure tu… >>
<< Ops! Hai ragione, scusa. >>
<< Piuttosto, Ichigo … ehi Ichigo! >>
La voce dell’amica lo trascinò via dal precario stato d’isolamento; tutte quelle voci, quei
gesti avevano continuato a ronzargli attorno e lui, come intrappolato in un altra dimensione,
aveva continuato a fissare la porta del reparto, oltre la quale Hime era sparita tra mille
dolori. Ancora nessuna notizia, quell’attesa si stava rivelando la più logorante della sua
intera esistenza. Osservando il resto dei presenti, notò che ognuno aveva adottato un
proprio metodo per tranquillizzarsi, o quanto meno tentare di farlo; il Vecchio e Kugo coi
loro battibecchi, Kukaku avvinghiata al braccio di quest’ultimo, Karin a mangiucchiare
l’ennesimo pacchetto di patatine prese al distributore, Yuzu canticchiava un motivetto, le
dita di Riruka smanettavano veloci sul cellulare mentre Shukuro la teneva sulle
ginocchia, mentre dal lato opposto del corridoio Ganju, assieme a Keigo e Mizuiro,
percorreva avanti e indietro l’incrocio a T.
<< Sì? Dimmi Rukia? >>
L’amica si fece avanti, un sorriso genuino dipinto sulle labbra, e inginocchiandosi davanti
a lui, posò le mani sopra le sue, gli occhi blu messi in risalto dai lungi capelli e una delicata
canottiera celeste.
<< So bene cosa stai provando. Quando è nata Ichika, Renji aveva i nervi a fior di pelle e
pure il Nii-san* era parecchio preoccupato. >>
<< Davvero? >> per un attimo l’idea di un Byakuya agitato gli parve molto inverosimile.
<< Credo sia naturale. Noi donne riusciamo a mantenere la calma perché… insomma
siamo consapevoli che questo momento arriverà più o meno per tutte. In ogni caso sta
tranquillo, sono sicura che il dottore arriverà presto. >>
<< Grazie Rukia >> mormorò senza nascondere una vena di preoccupazione.
Il gesto dell’amica lo calmò per qualche minuto riuscendo a franare quel groviglio di
emozioni. Nervoso, preoccupato, felice… esisteva un modo giusto di sentirsi? Non ne
aveva idea, ma quel ritmo rischiava seriamente di farlo esplodere.
All’improvviso la porta si aprì, facendo uscire il caporeparto. Un uomo sulla quarantina,
abbastanza alto e dalla corporatura secca, dal cui sguardo traspariva una profonda calma.
I presenti mossero alcuni passi verso di lui, Ichigo in testa, teso come una corda di
violino.
<< È stato un parto lungo, ma senza complicazioni. Il neonato è sano. Congratulazioni
Signor Kurosaki! >> annunciò stringendogli la mano << Ora potete entrare, ricordo che per
ragioni sanitarie l’accesso è consentito solo ai famigliari. Gli altri potranno vederlo una
volta portati nel reparto di neonatologia. >>
<< Oh sì! >> s’affrettò a rispondere << Assieme a me ci sono mio padre, le mie sorelle e
due nostri cugini, assieme al marito di lei. >>
Ufficialmente Kugo e Kukaku non erano ancora sposati, le nozze sarebbero state a
Settembre, però ci teneva a rendere l’uomo partecipe fino in fondo di quell’evento.
<< Perfetto, passate pure. Quarta stanza a destra. Non più di dieci minuti. >>
<< Certamente Dottor Ishiguro. Grazie ancora di tutto >> disse Ichigo accompagnando le
parole con un profondo inchino.
Superata la soglia, ogni sensazione negativa lo abbandonò. Mentre si avvicinava alla
camera, solo una felicità senza pari pulsava in lui con una forza mai vista, quasi fosse
diventato il suo stesso sangue. Immerso in essa, Orihime gli si mostrò in tutta la propria
bellezza; magnifica come non mai, gli occhi profondamente segnati eppure colmi di una
gioia infinita. Seduta sul letto, la schiena leggermente rialzata da un paio di cuscini, lei
sorrise, un sorriso dolce come il miele.
<< Ichigo, ecco … >>
Lui si avvicinò e … lo vide …
<< … nostro figlio. >>
Kazui, pensò intensamente mentre gli occhi si riempivano di calde lacrime. Baciò Hime
in fronte e prese la coperta nella quale era stato avvolto il piccolo. Kazui era lì, tra le sue
braccia, e non poteva esistere gioia più grande; stringere il proprio figlio ed essere lì,
assieme a tua moglie e alla tua famiglia. Una gioia che scuoteva dolcemente ogni fibra
dell’anima.
<< Ciao Kazui … >> sussurrò non appena gli occhietti marroni incrociarono i suoi << … io
sono papà. Non ne volevi sapere di uscire, ci hai fatto preoccupare un po’, sai ? >>
<< Ichigo! Orihime! Voglio vederlo anch’io! >> implorò il Vecchio impaziente.
<< Papà! Non essere così invasivo! >> lo riprese Karin.
<< Non cambi proprio mai … >> aggiunse Kugo.
Il resto della famiglia era rimasta sulla soglia, indecisa sul da farsi.
<< Entrate pure … >>
Hime accompagnò l’invito con un lieve cenno del capo, così...
<< Oh! Il mio nipotino! Che carino! >>
… in una frazione di secondo, forse superando la velocità della luce, Isshin si portò a
mezzo centimetro dal viso di Kazui, il quale colto di sorpresa spalancò gli occhi e …
piagnucolò spaventato!
<< Oh no! Posso prenderlo? >>
Ichigo sospirò non troppo convinto e infatti una volta in braccio al nonno, Kazui si mise
letteralmente a piangere. Isshin sbiancò e, messo il nipotino nelle mani di Yuzu, si
posizionò in un angolo, sconsolatissimo.
<< Dai papà! Devi rifarci l’abitudine! In fondo hai cresciuto noi tre >> lo rincuorò la figlia
cullando il piccolo.
<< Però Yuzu, ci sai fare! >> commentò Ichigo osservando l’immediata calma di Kazui.
<< Beh … quando facevo la baby-sitter ogni tanto mi capitava di badare anche a bimbi
piccoli. Karin, vuoi tenerlo un po’ tu? >>
La maggiore mise le mani avanti, un lieve imbarazzo nello sguardo.
<< Ah! No-no! Preferisco di no! Grazie! >>
<< In un momento del genere la nostra cuginetta continua a pensare al suo Chad! >>
commentò Ganju malizioso.
<< Co-? Cosa ti metti a blaterare adesso?! >>
<< Tra poco se non sbaglio finisce la WBA … >> fece eco Kukaku << … Chad tornerà
sicuramente e …sarà l’occasione buona, non deludermi questa volta. >>
<< Tsk! Ogni volta che quello viene a trovarci diventate un branco di pettegole! >>
<< Ci preoccupiamo per voi … a quando le nozze? >> la punzecchiò infine Kugo.
I due provano un certo interesse già da qualche anno. Ichigo ne aveva avuto un’ulteriore
conferma strappando frasi come;

- Chad sta meglio coi capelli all’indietro. -
- Tua sorella esce con qualcuno? -


Peccato entrambi fossero davvero troppo timidi da quel punto di vista; finora c’erano stati
risate, spinte o saluti impacciati all'aeroporto quando Yasutora, ormai pugile
professionista con numerosi titoli alle spalle, tornava negli Stati Uniti. Tutti attendevano il
fatidico momento, chi in maniera più blanda come Keigo e Mizuiro, chi scommettendo
come Kugo e Ganju. La situazione si era ribaltata violentemente qualche giorno prima,
quando l’amico l’aveva chiamato annunciando l’intenzione di confessarsi a una cena, solo
soletto con la sorella. Sulle prime Ichigo era rimasto perplesso, ma sotto sotto, parecchio sotto,
quelle scene classiche da film romantico piacevano ad entrambi. La serata, fissata a fine mese,
sarebbe andata liscia come l’olio, per la felicità di tutti.
In ogni caso, dopo una breve risata seguita alla battuta di Kugo, Yuzu si rivolse a Kukaku.
<< Vuoi tenerlo un po’ tu? >>
<< Oh! Posso Hime? >>
<< Certamente. >>
Stretto al suo petto, Kazui esultò felice aggrappandosi con una manina al seno prosperoso.
Di reazione la cugina divenne più rossa di un peperone e balbettò confusa in direzione del
compagno.
<< Amore … vuoi provare? >>
Kugo ebbe una reazione alquanto singolare; sgranò gli occhi biascicando un sì.
Probabilmente si stava immaginando loro tra qualche anno. Ma contro ogni previsione
pure lui arrossì vistosamente, mentre Kazui allungava le ditina verso le ciocche di capelli.
Sia Ichigo che Ganju non riuscirono a trattenere una risata. Finora l’imbarazzo era stato
un’espressione completamente assente dal viso di Kugo, e vederlo manifestarsi in un gesto
così semplice fu più appagante dalla miglior barzellette.
<< Accidenti … è una sensazione stupenda, ma ehi! Cosa avete da ridere voi due?! >>
<< No niente! Dai Kugo ora tocca a me! >> rispose spavaldo Ganju.
Ma quasi fosse un copione già scritto, Kazui si mise a protestare con lievi ma strazianti
piagnucolii.
<< Ah! Okay! Okay! Forse vuoi tornare dalla mamma! Tieni Hime! >>
<< Bene! Kazui ha conosciuto tutta la famiglia! >> annunciò Kukaku << Ora è meglio
lasciarvi soli prima che arrivi il Dottore. >>
Tutti i parenti furono d’accordo, anche se per Ichigo e Orihime non faceva alcuna differenza.
Soltanto Isshin protestò, ma venne prontamente trascinato via da Kugo e Ganju.
Rimasti soli, i genitori rimasero in silenzio cullando dolcemente il loro bambino. Ancora
una volta Ichigo si soffermò su Kazui; quel ciuffo di capelli arancioni appena sopra la
nuca, così simili ai suoi, e gli occhi dello stesso colore di quelli d Orihime. Era così bello tra
le braccia di sua madre che Ichigo non poté che sorridere, rammentando quanto fosse
fortunato ad amare ed essere amato da una donna meravigliosa come Hime.
Si erano sposati circa un anno prima; all’epoca lei aveva aperto da poco una pasticceria
tutta sua, grazie agli yen vinti col primo premio di un importante concorso culinario,
mentre lui, iniziando l’apprendistato nei vari ospedali, era riuscito ad acquistare un
piccolo appartamento vicino alla clinica Kurosaki. Così era iniziata la loro vita assieme; le
stagioni si erano susseguite, fino a giungere alla nascita di Kazui.
- Mai una volta … mai una volta mi sono pentito di aver rinunciato al ruolo di Sostituto – le
aveva confessato una volta osservando il cielo azzurro fuori dal bancone.
- Lo so amore mio … - aveva risposto lei accarezzandogli la guancia.
- Ricorderò per sempre ogni singolo istante vissuto portando il Distintivo. Li ricorderò, perché tra
gioie e sofferenze, essi hanno forgiato una parte fondamentale del mio essere. Un sentiero
importatissimo che terrò custodito nel mio cuore per sempre. Ora … voglio solo continuare questa
nuova strada assieme te. -
- Ah Ichigo … ogni volta mi emoziono quando ti sento parlare così! -
- Da-Davvero? -
- Parli col cuore e … questo mi aiuta a dissipare i dubbi. -
- … Dubbi? -
- Sai … da quando è finita la Guerra non ho più usato il Shun Shun Rikka. -
aveva ammesso in
un lieve imbarazzo
-“ Se qualche Shinigami venisse ferito? Se qualche anima o vivente venissero
aggrediti da un Hollow? ”, ogni tanto mi pongo queste domande, ma quando sento le tue parole tutto
questo svanisce. Noi … non dobbiamo immergerci nel mondo spirituale più del necessario, ma se la
Soul Society avrà bisogno, ci saremo. Io … ti amo … non mi occorre altro per essere felice. -
Quella notte avevano fatto l’amore, intensamente come mai prima d’allora.
Così, lasciandosi trasportare da quel dolce ricordo, Ichigo la baciò sul collo.
<< Ti amo … >>





Glossario

*Nii-san: Fratellone.





Tana Oscura

Le parti ambientate nell’Hueco Mundo si svolgono tra i Capitoli 7 e 8. Le rimanenti, 4 anni
dopo la fine della Storia Principale. Alla fine di tutti gli Extra ci sarà una piccola cronologia
aggiornata, tranquilli.
Ricordo che in Ikiru Riyu Ichigo ha abbandonato il ruolo di Sostituto Shinigami ( fatto
accennato nel Capitolo 5 e confermato nel 7), mentre nel Capitolo 9 si accenna allo scontro
tra lui e Grimmjow, dopo il quale il ragazzo è andato alla Soul Society per farsi sigillare i
poteri.
La vita di Shukuro ritrova nel Capitolo 7 e nell’ E.1.
Queste premesse non potevo farle a inizio Extra onde evitare possibili Spoiler.

Ammetto che è scrivere le parti sui nostri amati Arrancar è stato parecchio intrigante e sì … ho fatto tornare in vita Stark, perché mi piace immaginare che Lylinette sia riuscita salvarlo quando è precipitato dopo lo scontro con Kyoraku ( se Tite mi ha fatto sopravvivere Tia ferita a morte da Aizen volete non vi trovi un motivo più coerente per la nostra adorata Primera?). Tutta la questione del Nucleo è farina del mio sacco, ma mi è sembrata una cosa carina creare un essere relativo al Soul King, anche se ovviamente molto inferiore come potenza e scopo portante.

Passando alla parte con Shukuro e Riruka, la parte si collega al flashback avuto dal ragazzo alla fine della Saga dei Fullbringer, dove la ferita alla fronte è visibilmente fresca. Spero anche questo retroscena vi abbia convinto.

La parte finale è stata leggermente più complessa visto il grande numero di personaggi coinvolti ^^”, ma anche qua confido di averla resa toccante e divertente. <3

Vorrei porvi solo una domanda prima di chiudere; il motivo per cui Ichigo lascia il ruolo di Sostituto vi pare sensato? Così come le sue scelte di vita, al dispetto di quanto visto nel vero finale, dove continua a fare il Sostituto e a gestire la clinica di famiglia?

Un saluto immenso a tutti i miei lettori recensori <3 <3 <3

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Capitolo 13
*** E.4. The Ephemaral Cherry Blomms ***


The Ephemaral Cherryblomms

Sommersi dal piacere.
Askin non riusciva ancora a capacitarsene e spesso si stupiva di come esso potesse inebriargli mente
e corpo. Era come esser rinchiuso in una confortevole cella da cui era impossibile fuggire, poiché
ogni volta una dea sensuale entrava e chiudeva la porta, gettando via la chiave. Yoruichi era così,
impacciata in talune occasioni, dannatamente sensuale in altre. Gli piaceva in entrambi i casi e
l’eccitazione cresceva a dismisura non appena l’amata si abbandonava alle sue attenzioni. Facevano
l’amore da qualche mese, ormai conosceva a memoria ogni centimetro di quel corpo perfetto, ogni
sfumatura della pelle ambrata, sapeva come stimolare i punti giusti, così da farla perdere in un
piacere senza fine. Nell’ultimo periodo, la Dea aveva sviluppato delle preferenze e le dita si
rivelavano molto utili, proprio come in quel momento. Sudata e ansimante sotto di lui, colma di
quel piacere che lui stesso le stava donando, recondito e lascivo.
Dopo aver consumato il picnic, si erano spogliati, assaporando ogni minimo bacio e carezza,
pregustando il godimento che di lì a poco sarebbe arrivato. Ed eccola Yoruichi, totalmente in balia
del suo tocco. Un gemito più forte, la schiena incarnata con violenza e l’intimità divenne umida per
la terza volta.
<< Askin … ah ... ti prego … >>
<< Ne vuoi ancora, Piccola Dea? >> chiese malizioso torturandole il collo.
<< Ah … Voglio … voglio sentirti dentro di me … >>

<< Askin …! Askin!
Ehi, brutto imbecille! >>
Un colpo ben assestato alla schiena lo fece tornare alla realtà. Uscito di prepotenza da quel
ricordo erotico, si ritrovò accartocciato al suolo, la guancia premuta contro il terreno
mentre un irritato Mayuri lo fissava dall’alto. A malincuore rammentò dove fosse e perché
lo scienziato l’avesse condotto lì. In memoria della promessa fatta a Kyoraku, il Capitano
lo stava sottoponendo a un duro allenamento per migliorare il suo zanjutsu. Peccato
fossero entrati in gioco fattori che lo rendevano un processo lento e stancante; il luogo
( una foresta collocata in una stretta valle a nord del Ventiduesimo Distretto, umida e
piena d’ogni sorta d’insetti, la cui vista però metteva sempre di buon umore Mayuri ),
le fantasie erotiche ( a cui cedeva non appena lo scienziato si allontanava per raccogliere
ingredienti utili alle ricerche ), e lo stesso Urobos ( restio o semplicemente pigro a rivelare
il nome dei propri poteri ). Esclusa questa piccola parentesi, vi erano state alcune gradite
novità; la promozione a Vicedirettore e ufficializzazione del fidanzamento, quando
Yoruichi l’aveva presentato al resto del Casato Shihoin.
Askin pregustava già il ritorno dall’allenamento; la sera infatti si sarebbe festeggiato il
Tanabana e assieme a lei aveva programmato una cena romantica con tanto di spettacolo
pirotecnico offerto dagli Shiba. Peccato Mayuri non fosse intenzionato a lasciarlo andare,
almeno fin quando …
<< Non ti deciderai a mostrarmi qualcosa di meglio di stupidi dardi avvelenati! >>
<< Facile a dirsi! >> replicò alzandosi << Urobos mi aveva avvertito che ci sarebbero voluti
mesi, o addirittura anni. >>
Rivolse un’occhiata alla propria zanpakuto, tenuta ben salda tra le mani. Qual Des
Vollmonds, Supplizio del Plenilunio, così si chiamava il Bankai. La spada aveva lasciato
il posto a una balestra di medie dimensioni, lunga circa un metro e larga una sessantina
di centimetri. L’acciaio, impreziosito da complessi fregi e decorazioni lineari, la rendeva
un’arma unica e di rara bellezza. Purtroppo, come l’altro gli aveva appena ricordato, le
novità si erano fermate a dardi di reiatsu, scoccati singolarmente o in rapida successione.
<< Tsk! Ancora con ‘sta scusa?! >> sottolineò furente Mayuri << Sei tu a dominare la
zanpakuto, non il contrario! >>
<< E Kenpachi allora? Per secoli non è riuscito a sentirne la voce, quindi non vedo cos’hai
da rimproverami. Per di più rappresento una rarità, assieme a Ichigo e Kugo. >>
<< Non me ne frega un fico secco degli altri! Io sto parlando di te! >>
Askin sbuffò, riportando l’attenzione sullo spirito comodamente appollaiato sopra un
ramo d’acero. Fischiettava, gli occhi persi nella coltre di foglie, come se fosse estraneo alla
situazione.
<< Hai i tappi nelle orecchie per caso?! >>
<< Assolutamente … >> rispose lui senza degnarlo di uno sguardo << … ma come ti
ripeto, non è ancora giunto il momento. Il mio repertorio ti è precluso, sblocca più
Activements e forse potremo riparlarne. >>

<< Tiro dardi da mattina a sera, senza mai mancare il bersaglio! Cos’altro dovrei fare? >>
Alla domanda, Urobos gli rivolse un sorriso beffardo.
<< Ah! Fosse così facile, tutti avrebbero un Bankai servito su un piatto d’argento. Mi
spiace, niente da fare. Ora, se permetti, desidero schiacciare un pisolino. >>

Detto questo, sparì rifugiandosi nella balestra.
Askin alzò gli occhi al cielo e sciolse il Bankai. Conosceva lo spirito abbastanza bene da
sapere che in quei casi era inutile insistere. Rimessa Urobos nel fodero, si rivolse
all’interlocutore in carne e ossa.
<< Anche ‘sta volta nulla da fare. >>
Mayuri mise avanti le braccia, l’irritazione dipinta in viso.
<< Tsk! Sparisci della mia vista se non vuoi una siringa piantata nel collo! >>
“ Adorabile come sempre, eh ? ”
Non osò esternare il pensiero, onde evitare di venir narcotizzato all’istante.

Lasciato lo scienziato a raccogliere erbe, si avviò sulla strada del ritorno. Con niente più
umidità e insetti strani a ronzargli attorno, assaporò con gioia il cielo estivo e le campagne
che s’estendevano a perdita d’occhio, colme di terrazzamenti di riso e frutteti.
Attraverso i vari Distretti giunse al Nono, dove si concentravano numerosi mercati, dediti
alla vendita di beni alimentari. Osservando la moltitudine di prodotti, decise di comprare
il necessario per cucinare i dorayaki*; erano dolci facili da preparare e conservare, ne
avrebbe portati un po’ al Tanabata, così da fare una sorpresa a Yoruichi. Reperire la
maggior parte degli ingredienti fu facile, dopo circa mezz’ora all’appello mancava soltanto
la cannella; non era necessaria ai dorayaki*, ma gli piaceva aggiungerla perché donava un
tocco dolce alla pastella. La ricerca di uno speziale lo portò infine a una piccola bottega
all’angolo di una stradina laterale.
Si stupì nel ritrovare spezie di ogni tipo, solitamente estranee alla cucina giapponese.
Vi erano curry, curcuma, anice stellato, ginepro, noce moscata, cardamomo, chiodi di
garofano, origano, cumino, pepi di ogni qualità, radice di liquirizia, vaniglia, zafferano,
zenzero. In polvere o intera ognuna era contenuta in ceste e in scaffali trasparenti su alti
mobili, componendo un mosaico di colori da far invidia a un quadro. Il profumo poi, era
qualcosa d’inebriante. Contagiato da un’euforia senza pari, Askin prese a compare a più
non posso, facendo scorta dei preziosi ingredienti. La proprietaria, un’anziana e minuta
signora, era una persona a modo; da dietro lo stretto bancone dispensava suggerimenti di
tanto in tanto, ben conscia di avere davanti un intenditore.
<< Ecco! Credo possa bastare >> concluse entusiasta posando l’ultimo pacchetto di una
lunga serie vicino alla cassa.
<< Direi proprio di sì giovanotto, magari ci fossero più clienti come lei, e non mi riferisco
alla quantità di acquisti, ma al modo in cui tratta le spezie. Ne ha un profondo rispetto, a
una persona della mia età, questo riempie il cuore di gioia. >>
<< Si figuri signora, ne farò buon uso! >>
<< Ne sono sicura. Allora... sono trecentocinquantasette, ma le farò un sconto di sette kan. >>
Askin prese il borsello dall’interno del kimono*. Ma in quel gesto, così innocuo e semplice,
accadde un evento inaspettato; dietro di lui, la porta si aprì e …
<< Buongiorno Kaede! >>
… il tempo si fermò.
<< Oh! Buongiorno cara! Sei qui per le radici di wasabi*, giusto? >>
<< Sì, grazie per averle tenute da parte. Volevo passare stamattina, ma alla fine non ce l’ho
fatta mi dispiace. >>
Un brivido lo percorse, sottile come le lama di un coltello, potente come un terremoto
. Incapace di pensare, Askin rimase immobile, nella speranza che la voce cambiasse
tonalità, perché quella … quella voce l’avrebbe riconosciuta tra un milione di altre.
No, non poteva essere vero …
<< Tranquilla, nessun problema. Il wasabi si conserva più a lungo intero! Ecco qui! >>
<< Grazie mille Kaede. Oh! Adesso è meglio se ti lascio, vedo che hai nuovi clienti! Buona
giornata! >>
… la voce di Annette.
Senza rendersene conto si voltò, quel tanto da poter scorgere una scia di capelli color
grano e iridi azzurre come il mare d’estate. Allora nulla ebbe più importanza, il passato
aveva bussato alla sua porta, violento e impetuoso come uno tsunami*, era lì, pronto per
essere accolto e compreso.

Era strano ripercorre il fiume del passato; bisognava star attenti, misurare ogni minima
frase, impedire ai ricordi di riaffiorare. Rifacendosi a tali precetti, Askin aveva annullato se
stesso, facendo trasparire gentilezza e cordialità. Chi era lui? Uno Shinigami, membro
dell’Istituto di Ricerca e nuovo cliente del negozio di spezie che, sulla via del ritorno, era
stato colpito alla nuca dal sasso tirato da un teppistello del quartiere. Ecco chi doveva
essere per Annette, niente di più e niente di meno; uno sconosciuto venuto segretamente e
scrutarne la nuova esistenza, una vita felice, spensierata, accanto alla famiglia.
<< Oh! È raro incontrare membri dell’Istituto di Ricerca. Deve essere una fortuna lavorare
lì >> commentò finendo di fasciargli la testa.
La voce risuonò melodiosa tra le pareti dello chashitsu*. Si erano sistemati fuori, sopra
l’enwa* davanti al giardino.
In quel semplice gesto, gli tornò in mente un’immagine lontana, persa nelle nebbie del
tempo; la villetta sul mare bruciata dalle fiamme. A parte il nome, Annette non conservava
alcuna memoria dell’esistenza terrena, fatta di gioia, amore, una vita passata al suo fianco
e conclusasi nel peggiore di modi. La sorte dell’anima però non era stata cadere
nuovamente sotto le frecce dei sicari inviati da suo padre, né finir trasformata in Hollow;
gli Dei della Morte l’avevano salvata e condotta alla Soul Society, dove, specie in quei casi,
la memoria veniva cancellata. Annette aveva continuato a vivere; si era sposata, adottando
il cognome del marito, Sugimizu Hiriko (1), giardiniere presso i Tokinada (2), una delle
Nobili Famiglie. Viveva lì, in una casetta accogliente, assieme ai figli e alla servitù.
<< Mi dispiace … >> disse lei a un certo punto, distogliendolo dal flusso di pensieri.
<< E di cosa ? >>
<< Per il danno recatogli da quelle piccole pesti. Si divertono a prendere di mira gli animali
o gli stranieri di passaggio. L’ho fatto notare più volte ai genitori, ma cosa vuole farci?
Finora non è cambiato nulla. >>
Sebbene non avesse memoria della vita terrena, Annette era rimasta una donna sincera e
gentile, proprio come la ricordava.
<< Non deve scusarsi, semmai è colpa del mio pessimo senso dell’orientamento. Mi
permetta di sdebitarmi per le cure. >>
<< Oh! Per così poco? Non deve, sul serio. >>
<< Insisto … sul serio. >>
Di risposta, lei si portò un indice al mento alzando gli occhi al cielo.
<< Ci sono! >> esclamò battendo un pugno sul palmo dell’altra mano << Se vuole può
preparare il wasabi* assieme ai ragazzi. >>
<< Certo, molto volentieri. >>
Annette richiamò i figli intenti a giocare in giardino. Finora nessun di loro aveva
degnato Askin di particolare attenzione, ma alla notizia dell’imminente preparazione del
wasabi* tutti esultarono e corsero a prendere il necessario per la preparazione del famoso
ingrediente. Hohaku, il maggiore di dodici anni, Keiko, la sorella di tre anni più giovane, e
Ume (3), la più piccola, tornarono in un lampo con tanto di coltello, tagliere, grattugia e
piattini. A turno ognuno levò le foglie e ripulì le radici; le prime vennero fatte essiccare
mentre le seconde asciugate sotto un panno. Fatti questi passaggi arrivò la parte più
divertente; lui, Hohaku e Keiko grattugiarono le radici e Ume compattò la pasta così da
creare una serie di sferette. Askin si meravigliò della sicurezza con cui i bambini
eseguivano ogni gesto, i suoi complimenti furono accolti con lieta gioia, e i tre non persero
occasione per mostrare alla madre i propri progressi.
Conclusa l’avventura culinaria, ringraziò tutti e s’avvio sulla strada del ritorno. Annette si
premurò di accompagnarlo all’ingresso. Si muoveva con passo elegante, felice di averlo
aiutato e aver regalato un momento spensierato ai figli. In quei frangenti, Askin finì per
osservarla con maggior attenzione; ne ammirò la bellezza, rimasta immutata in quasi due
secoli, i capelli simili a fili di grano, le iridi color del mare, il viso grazioso e la figura,
racchiusa in uno splendido yukata* di seta azzurra. La osservò, volgendo lo sguardo sulla
casa e il giardino tutt’attorno. Ma all’improvviso qualcosa cambiò; era come se specchiandosi
nei suoi occhi, Annette stesse cercando di riportare alla luce qualcosa. La vide esitare,
prima di abbassare il capo, le guance velate da un lieve imbarazzo.
<< Mi perdoni, potrà sembrarle una frase sciocca … però …. da quando vi ho visto, ecco io
... ho la sensazione di avervi già incontrato da qualche parte … >>
Askin avvertì una fitta, come se il cuore avesse prodotto un rumore metallico. Per un istante
tutto parve cambiare …
<< Mi dispiace, deve essersi confusa con qualcun altro. >>
…ma il passato era passato e pure quei momenti, effimeri come fiori di ciliegio, stavano
per essere sepolti.
<< Oh …non so proprio cosa mi è preso. Chiedo perdono se vi ho offeso. >>
<< Non si preoccupi, può capitare. >>
<< …È stato davvero gentile coi ragazzi. Grazie di tutto, Signor Le Vaar. >>
<< Grazie a lei. Le auguro una buona serata, Signora Sugimizu. >>
Annette lo salutò fin quando non ebbe svoltato l’angolo, seguita a ruota dai bambini,
sgattaiolati in un lampo attorno a lei.
Askin continuò a camminare senza mai voltarsi. Il cielo si stava tingendo dei colori del
tramonto quando giunse sulla soglia di casa. Entrò, bloccandosi dopo qualche passo.
Lasciati cadere i sacchetti, si tolse la fasciatura. Brividi lo scossero, fin quando non lo udì di
nuovo … quel rumore metallico rimbombargli nel petto.
Era libero.
Si inginocchiò e pianse a lungo.



Fin da quando era stata istituito nel Mondo Terreno, il Tanabata aveva ottenuto una forte
risonanza pure in quello spirituale. La festività, chiamata anche Festa delle Stelle
Innamorate, celebrava la riunione tra Orihimesui e Hikoboshi; secondo a leggenda, i due
innamorati divisi dal destino potevano incontrasi solo una volta all’anno, durante la
settima notte del settimo mese. Tutta la Soul Society si era preparata al meglio per
accogliere il lieto evento; le strade vennero abbellite con zen-washi* di ogni forma e colore,
giardini e parchi arricchiti con vasi colmi di bambù, su cui si sarebbero appesi i tanzaku*
a fine serata.
Yoruichi era in trepidante attesa; si trattava infatti del secondo Tanabata che festeggiava
assieme ad Askin. Aveva passato il pomeriggio assieme al fratello, riflettendo su cosa
scrivere nei rispettivi tanzaku*. Un’abitudine che li accompagnava fin dalla tenera età di
Yushiro.

- Onee-san*! Credo di aver trovato quello giusto! Ascolta;

Come due farfalle
da un fiore all’altro
La vita è un susseguirsi di colori

Cosa ne pensi?-
- Davvero un bel componimento, perfetto per te e Soi-fon.-
- E tu? Avanti fammi sentire! -
- Se-gre-to! Lo saprai a fine serata, -
- Uffi! Tutti gli anni la stessa storia! -

Per l’occasione avevano optato per abiti leggeri, complice un inizio Luglio particolarmente
afoso. Per lei inoltre, un elaborato intreccio di fermacapelli sollevava i ciuffi ribelli da collo
e nuca. Finito di prepararsi, lo salutò all’inizio del Secondo Distretto e attese l’amato
davanti al loro ristorante preferito, il Tengoku (4), famoso per il basashi*, di cui Askin
andava matto, e il fugu*, uno dei suoi cibi più amati.
Dopo circa dieci minuti lo vide sbucare dalla folla. Indossava un kimono* scuro, decorato
con motivi geometrici lungo le maniche. Legata all’obi*, Urobos scintillava sotto la luce
delle zen-washi*.
Entrando, vennero fatti accomodare in una veranda appartata e circondata da un glicine.
La cena fu deliziosa, ogni piatto allietò il palato in maniera afrodisiaca, il tutto condito da
chiacchiere leggere e commenti sulle varie pietanze. Eppure a Yoruichi non sfuggì
l’insolito cambiamento di Askin, più volte assorto nei propri pensieri; qualcosa aleggiava
su di lui, un’ombra indefinita e grave. Qualunque fosse la causa non era quello il luogo
dove parlarne, meglio un posto appartato, lontano da folle e orecchie indiscrete.
Conclusa la cena, rimaneva ancora un’oretta prima dell’inizio dello spettacolo pirotecnico,
così, con discrezione e senza darlo a vedere, Yoruichi lo guidò fino a un sentiero posto sul
crinale di una collinetta. L’aria era fresca, mitigata dal bosco di bambù a destra, e
l’atmosfera calma, grazie allo spazio libero arricchito da panchine e toro* in pietra sul lato
opposto. Non vi era anima viva, tutti si erano riversati nelle piazze e nelle strade vicino al
fiume per ammirare meglio i fuochi d’artificio.
<< … quindi non capisco cosa abbia da lamentarsi ogni vol- >>
<< Askin … cos’hai? >>
Lo chiese così, perentoria e senza preavviso. Del resto non era mai stata una donna di
mezze misure, specie quando doveva scuotere Askin. Lui non si girò, rimase immobile, ma
nella reazione lei non percepì risentimento o irritazione.
Passò forse un minuto prima che l’aria si muovesse, improvvisa e carica di dolore.
Askin … stava tremando … e quel suono sommesso … erano singhiozzi? Nonostante la
sorpresa, la Dea non esitò; si precipitò da lui, abbracciandolo con forza da dietro.
Nell’improvvisa quiete e vicinanza il cuore dell’amato si aprì.
<< Oggi ho rivisto Annette. >>
Yoruichi sgranò gli occhi.
Intuiva perfettamente cosa avesse significato quell’incontro; Annette, la donna amata nella
vita terrena e creduta morta fino a quel giorno. Un’anima gentile, ma senza alcun ricordo
della precedente esistenza. Appunto per questo motivo, preferì non scendere nei dettagli,
era giusto che quei ricordi, vicini e lontani, restassero di Askin.
<< Lei … è felice? >> si limitò a chiedere.
<< Sì … lo è. Felice … veramente tanto felice. No …. l’errore è stato mio … >>
<< Errore? Quale errore? >>
<< Quando ci siamo salutati ... mi ha chiesto se per caso ci fossimo già incontrati e io ... per
un’istante, per un singolo fottuto istante, ho desiderato raccontarle la verità ... >> un
tremito lo scosse e la voce tornò a macchiarsi di sofferenza << … ah … il solo averlo
pensato ancora adesso mi rode l’anima … ah … perdonami, doveva essere una bella serata,
invece ... >>
<< Ehi, guardami …! >>
Dopo una lieve esitazione, lui si girò. Aveva visto pochi uomini piangere, ma la vista di
Askin fu straziante oltre ogni immaginazione. Colme di lacrime, le iridi violette avevano
assunto un’inusuale lucentezza, rendendole simili a pietre preziose. In ogni caso non
poteva indugiare, né di fronte al cuore afflitto, né davanti tale visione. Lo cinse per il collo,
accorciando la già breve distanza.
<< Non devi vergognarti, hai capito? Non devi. >>
<< Ah … perché? Perché non … >>
<< Annette fu il tuo primo amore … è normale tu l’abbia pensato. Non hai nulla da
rimproverarti, sul serio, quindi adesso basta con queste lacrime, okay? >>
Umide erano le guance, umide erano le labbra quando si sporse a baciarlo. Lo sentì
sussultare, forse sorpreso, forse confuso, ma nel gesto successivo, ebbe la certezza di aver
dissipato ogni dubbio; lui ricambiò il bacio e in esso percepì la dolcezza del
ringraziamento unita al desiderio. La voleva, Askin, voleva il suo corpo, voleva perdersi
nel piacere e Yoruichi non poté sottrarsi al calore sempre più crescente.
In breve si ritrovò a cavalcioni sopra di lui, semi-sdraiato sull’erba, la schiena poggiata su
una roccia in mezzo alle spesse canne di bambù.
<< Ah … grazie Yoruichi … ti prego … ora … >>
Accidenti … Askin sapeva essere dannatamente provocante anche da passivo; il respiro
affannato era inebriante, il corpo reclamava attenzioni diventando bollente appena le sue
dita si fecero strada sotto il kimono*. Tra lievi gemiti non ci volle molto affinché lì sotto
diventasse duro. Lui si vergognava un po’ di questa peculiarità, ma a Yoruichi non era mai
dispiaciuto.
“ Ah … lo voglio … lo voglio dentro di me … ”
Era strano come il sesso potesse inebriarti fino a quel punto; cinque minuti prima lo stava
consolando, ed era eccoli lì, a saziare le proprie carni. Sollevò lo yukata scoprendo
l’intimità, già umida sotto il tessuto delle mutandine. Ma prima d’immergersi nel sesso più
sfrenato, unì indice e medio e, sfiorandosi sotto l’ombelico, applicò l’Hogo Shiru (5). Si
trattava del metodo contraccettivo usato nel mondo spirituale, un Kido semplice da eseguire
anche per i non Shinigami; esso creava una barriera dentro l’utero in modo da rendere
sterile il liquido seminale. Era stato introdotto dalla defunta Kirio Hikifune (6), e più volte
si era rivelato provvidenziale per mantenere l’equilibrio tra il mondo terreno e spirituale,
specie a fronte di guerre e carestie. Yoruichi avvertì un piccolo calore invaderle il basso
ventre mentre un elaborato tatuaggio andava a formarsi sulla pelle. Poi … la lucidità svanì
in un battito di ciglia; tornò su Askin, desiderosa di godere e soddisfare al meglio
l'appetito di entrambi.

Fare l’amore aveva due volti; quello riservato all’interno delle mura domestiche, e quello
sporco dove era impossibile ignorare l’istinto. L’avevano fatto lì, senza spogliarsi, senza freno
alcuno ed era stato … indimenticabile. Già … il sesso era qualcosa d'impagabile, l'estasi
dei sensi, dei sentimenti, di una vita passata insieme. Unico come abbracciarsi, un gesto
semplice ma ugualmente intenso. Eccoli lì dunque, distesi sul prato poco fuori il bosco di
bambù, stretti in un tenero abbraccio.
<< Siamo stati due volte fortunati, da qui i fuochi d'artificio si vedranno benissimo … >>
commentò Askin osservando il cielo ormai scuro.
<< Già. Ormai tutta la Soul Society è stata risanata dai danni dalla Guerra (7) e il Tanabata
sta riacquistando popolarità, grazie anche agli spettacoli di Kukaku. >>
<< Quindi la serata le frutterà molti kan … >> ricordò Askin con un nodo alla gola.
<< Oh … già … e questo significa … >>
<< Che domani non potremo rifiutare il gentile invito alla cena offerto dai “ consorti ”
Shiba, altrimenti ... ricordi cosa è successo l'anno scorso? >>
<< Sì … Kugo ti trascinò via mentre eri nel bel mezzo di un esperimento e la tua
momentanea disattenzione provocò un esplosione che … distrusse l'intera stanza … >>
<< Mayuri mi detrasse lo stipendio per sei mesi e rischiai pure di perdere il posto come
Vice Direttore … >> ricordò lui sconsolatissimo << … è proprio vero, quei due sono peggio
di un uragano, se si mettono in testa di coinvolgerti, spesso all'ultimo minuto, nulla riesce
a fermarli. >>
<< Beh, Kukaku è sempre stata così, però non avrei mai immaginato che pure Kugo lo
diventasse >> precisò Yoruichi con una punta di paura.
<< Uhm … credo sia normale finire col contagiarsi, ad esempio tu, Piccola Dea, sei
diventata molto più intraprendente nelle coccole. >>
Yoruichi si sentì avvampare. Era sempre così quando Askin si complimentava riguardo le
prodezze sessuali, ma questa volta non voleva essere da meno. Certo, da un lato si
vergognava un po’ per aver preso l’iniziativa in quel modo, ma dall’altro lui sembrava
averlo apprezzato in maniera fin troppo evidente ...
<< Da-Davvero? Beh … anche tu mi piaci quando … >>
<< Quando? >> incalzò lui con un sorriso compiaciuto.
<< Quando vieni … più volte … >>
<< Oh …! Per questo devi anche ringraziare l’Hogo Shiru se posso riem- >>
<< Okay! Okay! Ho ca-capito! >> ripensandoci forse non era pronta << Tornando seri …
tra poco comincia lo spettacolo! Tira fuori il tanzaku*! >>
<< Tan! Tan! >> esclamò Askin estraendo il biglietto ripiegato dalla tasca << Facciamo come
l’anno scorso? >>
<< Ovviamente …! >>
Secondo la tradizione, a fine serata le preghiere e i desideri si legavano ai rami di bambù,
ma loro preferivano recitarli ad alta voce, in modo da renderli più vivi e dolci. Si sedettero,
poggiati l’uno all’altra, i rispettivi tanzaku in mano* e quando i fuochi arrivarono,
scintillanti a illuminare il cielo estivo, le voci risuonarono all’unisono;

<< Trovare un rifugio
ammirare i fuochi d’artificio
proprio come la notte
in cui tutto ebbe inizio >> (8)

Il cuore le mancò di un battito. Incredibile … avevano espresso lo stesso desiderio in
ricordo di quel giorno lontano e con le medesime parole. Il corpo traboccò di felicità, il
cuore si riempì di gioia mentre incrociava il suo sguardo. Askin chiuse gli occhi,
baciandole delicato la fronte.
<< Ti amo Yoruichi. >>
<< Ti amo anch’io Askin … >> sussurrò quasi sul punto di piangere.
<< Complimenti ! Ci sei riuscito ! >>
Senza preavviso la voce di Urobos irruppe dal basso.
<< Tu … si può sapere cosa vuoi adesso? >> protestò il padrone con un lungo sospiro.
<< Solo darti una bella notizia! Buonasera Yoruichi … sei davvero in forma stasera! >>
<< Oh …! Grazie mille Urobos. >>
Raramente una zanpakuto esternava la presenza ad altre persone, ma Urobos aveva
stravisto per lei fin da subito e non perdeva occasione per sfoggiare una certa galanteria,
spesso con grande irritazione da parte del proprietario.
<< Non avrai sbirciato come al tuo solito? >>
<< Solo un occhiatina o due …! >>
Askin estrasse la spada con aria piuttosto seccata.
<< Quindi? Cosa sarebbe questa bella notizia? Sputa il rospo. >>
<< Hai chiuso ogni dubbio col passato! Ora potrò insegnarti tutte le tecniche del mio
repertorio! Certo, possiamo considerarci fortunati, c’era una possibilità su duemila di
incontrare Annette, il fato però è stato dalla nostra oggi! >>
<< Oh! Complimenti Askin! Il tuo zanjutsu farà salti da gigante adesso! >>
<< Già! Proprio una bella notizia … >> esultò lui, ma passato qualche secondo un’aura
ostile prese forma, diretta alla spada << … aspetta un attimo, cosa sarebbe quella
percentuale? >>
<< Ah! Quella?! No … niente! Perché?! >>
<< Urobos … non costringermi a lanciarti. >>
<< Va bene! Va bene! >> squittì terrorizzato << Io so-sono nato dai tuoi sentimenti,
ricordi?! Conosco il tuo passato e cosa ti abbia legato ad Annette. In questi mesi ho
cercato di guidarti verso di lei, per quando possibile; come suggeriti quale strada prendere
al ritorno dagli allenamenti e robe del genere. >>
<< Tu … piccolo! Da quanto lo sapevi?! >>
<< In-in un certo senso da sempre! Ve-vedi noi zanpakuto abbiano accesso … come posso
spiegarti … a un’ulteriore dimensione spirituale! È uguale alla Soul Society, ma avvolta da
una notte perenne e soltanto gli oggetti e persone importanti per il nostro proprietario
sono illuminati, a voler essere sintetici. Ehm … cos’è quella faccia?! Ri-ricordi?! I Bankai non
vanno serviti su piatti d’argento …! >>

<< … Vengo a recuperarti tra un po’. >>
Urobos soffriva di vertigini ed essere lanciato a grandi altezze costituiva la sua maggior
paura. Assistere alla scena fu qualcosa di così buffo da strapparle una risata. Certo, l’aver
nascosto un dettaglio così importante poteva sembrare deplorevole, ma normale se
analizzato nella criptica ottica delle zanpakuto. Lo spirito urlò e il luccichio della lama si
estinse tra i rami degli alberi, una ventina di metri più in basso.
Sbuffando Askin tornò a sedersi, le braccia e le gambe conserte.
<< Tsk! Così impara …! >>
Yoruichi sorrise e lo baciò sull’angolo della bocca. Sciolta ogni tensione come burro al sole,
lui s’infossò nell’incavo del suo collo.
<< Come farei senza di te? >>
<< Potrei dirti la stessa cosa, sai? >>
Tornarono a baciarsi, i fuochi d’artificio a illuminare il cielo, come in una lontana notte di
primavera.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Durante gli ultimi anni del Periodo Muramachi (9) un gruppo di Quincy si era ribellato
all’ideologia di Yhwach. L’Imperatore, forte della sua “ magnanimità ”, li aveva esiliati
distruggendo ogni Porta del Sole in loro possesso (10) e maledicendone la stirpe fino alla
fine dei tempi. Nel secolo successivo essi avevano migrato in lungo e in largo per tutto il
Giappone stabilendosi infine nell’Hokkaido, sopra le montagne dell’odierna prefettura di
Hakodate. I villaggi erano diventati pian piano pacifiche e colorate cittadine. I Quincy
traditori avevano prosperato, lontano dallo spettro della Guerra Millenaria e collaborando
sovente con gli Shinigami.
Uryu non scordava mai lo stupore provato la prima volta che era giunto lì assieme al
padre, poco dopo il diploma alla scuola superiore di Chubu;

- Dovrai guardarli Uryu, in quanto nuovo Imperatore, ma come farlo …. spetta solo a te deciderlo. -

La prima decisione era stata iscriversi alla facoltà di medicina presso la Hokudai dove, a
parte i corsi obbligatori, aveva studiato da privatista. La laurea in infettivologia era
arrivata dopo quattro anni e adesso il Dottor Ishida passava sei mesi tra le montagne
attorno a Hakodate e i restanti nel quartiere d’origine a Tokyo.
Come ogni mattina, si svegliò di buon ora e finito il turno nello studio privato, salì sulla
sua BMW X2 alla volta dei vari villaggi. In breve la vegetazione costiera lasciò il posto a
pini e abeti secolari, e alla neve d’inizio novembre, lassù tra le cime montuose. Durante il
tragitto ricevette una telefonata da Kurosaki e tra una cosa e l’altra il discorso ricadde su
Kazui; il piccolo aveva compiuto da poco due anni e l'idolatria del padre si era espansa a
livelli immaginabili. Anche se non l’avrebbe ammesso per nulla al mondo, Kurasaki era
diventato identico al suo Vecchio.
Uryu sorrise tra sé e, liquidato l’amico, posteggiò l’auto nel parcheggio all’entrata di
Tsushima (11). Sceso, recuperò la ventiquattrore dai sedili posteriori; dentro vi erano una
serie di fiale e siringhe per la somministrazione dell’Antidoto. Il farmaco scioglieva la
maledizione del precedente Imperatore; un simbolo nero a forma di croce marchiava ogni
nascituro fin dai tempi antichi, in modo che, una volta morti e giunti nel Wandenreich, essi
venivano riconosciuti e rilegati ai lavori più umili, senza possibilità di accedere ai ranghi
dell’esercito. Ma adesso l’Impero Invisibile non esisteva più e Uryu, assieme al padre e ai
membri più importanti delle varie famiglie, aveva stretto un patto col Gotei 13 affinché le
anime dei Quincy venissero trattate come le altre e condotte alla Soul Society.
Queste erano state le piccole grandi rivoluzioni portate dal nuovo Imperatore. Al di là del
titolo, per loro Uryu rappresentava soprattutto un dottore, una guida, una persona in cui
trovar conforto in caso di bisogno. La sua esistenza trascorreva calma, come mai prima
d’allora, seguendo i ritmi delle stagioni.
Vi erano ancora alcuni pazienti da curare a Tsushima, osservando i registri sul palmare
notò che mancavano ventisette residenti all’appello, esclusi ritardi o dimenticanze l’Antidoto
sarebbe stato somministrato a tutti. Raggiunse la piazza principale e pranzò nell’unico
ristorante presente, dove ormai era cliente abituale. Il pomeriggio trascorse sereno, nel
piccolo ambulatorio Uryu ricevette una lunga serie d’inchini e oltre a numerose
prelibatezze culinarie quali granchi, salmoni, carne di pecora, birra e pure qualche
bottiglia di vino. Meno male si era premunito di borse e un’auto dal bagagliaio capiente.
Una giornata come tante, ma Ishida Uryu ormai conosceva la cittadina come le sue tasche;
sapeva cosa, o meglio chi, l’avrebbe atteso al ritorno.
<< Fa attenzione a non rigarmi la macchina, Mari. >>
Eccola … una giovane donna poggiata sopra il muso dell’auto, ad accompagnarla una scia
di lunghi e scompigliati capelli rossi e il fumo danzante della sigaretta accesa. Mari
Yamakawa (12) era diventata una costante in quei due anni e mezzo, nonostante fosse il
suo esatto opposto; rumorosa, diretta, spesso irritante. Come avesse fatto a tollerarla fino a
quel momento rimaneva un mistero.
<< Eccoti finalmente! Stavo cominciando a preoccuparmi Dottore. >>
<< Non mi dire … >> ribatté sistemando i doni nel bagagliaio << … Oggi non ti sei fatta
vedere all’ambulatorio. Ho controllato i registri, manchi solo tu. >>
<< Lo so … le voci girano in fretta in un paesino piccolo. >>
Aveva parlato con una punta di amarezza, come spesso accadeva si quando toccava
quell’argomento.

- Appena il marchio sarà scomparso, io partirò. Voglio andarmene da ‘sto buco dimenticato! -

Che si stesse rimangiando la promessa? In ogni caso non erano affari suoi.
<< Se preferisci possiamo fare la settimana prossima, non è un problema. >>
<< No …! No … ormai non ha senso rimandare. >>
Uryu la scrutò e, senza aggiungere altro, la fece sedere sul sedile anteriore, poi prese la
valigetta e le somministrò l’Antidoto. Nel giro di pochi minuti il marchio di Yhwach
scomparve e il braccio tornò libero e immacolato.
<< Se avverti dei malesseri prendi una di queste al mattino … >> le raccomandò estraendo
dalla giacca una scatola di pillole e un biglietto da visita << … nel caso ti sentissi male per
altri motivi non esitare a chiamarmi, intesi? >>
Mari fissò il biglietto e con smorfia lo afferrò, riducendolo poi in piccoli coriandoli.
<< Come siamo formali Ishida, quando ti deciderai a darmi il tuo numero di cellulare,
quello privato intendo? >>
<< E tu quando la smetterai con queste richieste idiote?! >>
Irritato come non mai, Uryu si precipitò al posto di guida e attese l’uscita della “ paziente”.
Ogni speranza si frantumò appena l’altra portiera si richiuse con un tonfo. Mari … si
era letteralmente stravaccata; sedile reclinato al massimo, braccia dietro la nuca, gambe
accavallate e piedi sopra il cruscotto.
<< Accidenti! Vuoi andartene?! >>
<< Niente da fare, una promessa è una promessa. >>
<< Aspetta … in-in che senso scusa? >>
<< “Appena il marchio sarà scomparso, io partirò ” e guarda caso … tan-tan! Adesso non c’è
più! >>
<< No … non vorrai per caso … >>
<< Coraggio Dottore! Partiamo insieme! L’avventura ci aspetta! >>
Si era fatto fregare come un fesso. Ma per quale assurdo motivo, la presenza di Mari
divenne improvvisamente meno irritante.





(1) Sugi – cedro, Mizu – acqua / Hiriko – la tua venuta è benedetta

(2) In Can’t Fear Your Own World, Tokinada Tsunayashiro è una specie di Aizen alla
seconda per intenderci, un tipo mai nominato di una famiglia altrettanto ignota nel manga.
Ma tanto a noi non interessano tutti i cavilli contenuti nella Light Novel, quindi chi se ne!

Ps. L’ho inserita perché ero stufa di mettere Kuchiki e Shihoin.
Pss. Le Quattro nobili famiglie sono state nominate tutte; Kuchiki, Shihoin, Shiba e Tokinada.

(3) Lett. Hohaku – ambra, Keiko – fiore di prugno, Ume – bambina dell’acero.

(4) Lett. Paradiso

(5) Lett. Sigillo Protettivo

(6) Kirio in questa versione è morta assieme agli altri membri della Zero ( di cui solo
Ichibei è sopravvissuto ). Entrò nella Guardia Reale in seguito alle sue invenzioni che
contribuirono a un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita nella Soul Society; i
Gikon e la Gabbia della Vita ( anche se nel manga sembra che solo gli Shinigami
usufruiscano delle invenzioni della Zero, comunque ... ). Mi sembrava carino aggiungere
anche qualcosa di mio e il Sigillo Protettivo si adattava bene alla sua personalità.

(7) Riferimento ad alcuni quartieri del Rokungai. Per inciso il capitolo corrente è
ambientato tre anni e quattro mesi dopo la fine della Guerra Millenaria, che nel mio caso si
è combattuta ad Aprile e non a Giugno ( vedi Commento al Capitolo 5 e all’Extra 1 ), e un
anno e quattro mesi dopo la conclusione della Storia Principale.

(8) Riferimento alla scena simile presente nel Capitolo 3.

(9) Periodo della storia giapponese che va dal 1338 al 1573, di cui fanno le famose guerre
tra gli stati combattenti, o Sengoku, iniziate nel 1467 con la feroce disputa tra i clan Hosokawa
e Yamana per la successione alla carica di shogun.

(10) Nel capitolo 674, Ryuken si stupisce notando che la Porta del Sole del suo
predecessore funzioni ancora. Da qui … teoria! Yhwach in passato attuò numerose
distruzioni e forgiature delle stesse, magari contro coloro che nel Mondo Terreno erano
contrari alla sua ideologia.

(11) Al dispetto del resto dei nomi questo è inventato, doveva essere un luogo fittizio un
po’ come Karakura.

(12) Lett. Mari; Ostinazione o ribellione, Yamakawa; Montagna + Fiume



Glossario:

*basashi: carne di cavallo cruda servita su riso o a fettine.
*chashitsu: locale o stanza all’interno di un’abitazione adibiti alla cerimonia del té.
*dorayaki:è un tipo di dolce composto da due pancake, formati a partire dalla kasutera
(un impasto simile al pan di Spagna), e riempito al centro con l'anko, una salsa dolce
rossastra ricavata dai fagioli azuki.
*enwa: una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come
corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
*fugu: pesce palla servito crudo.
*kimono: abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile
*obi: fascia tipica di kimono e yukata.
*toro: lanterne di grandi dimensioni in pietra, ferro, bronzo o legno. Si trovano nei templi
o in generale per strada o nei giardini che ancora mantengono l’architettura tradizionale.
*tsunami: parola giapponese per indicare i maremoti.
*yukata: kimono estivo.
*tanzaku: foglietti di carta simboleggianti i fili intrecciati da Orihimesui, sui quali vengono
scritte preghiere e desideri.
*wasabi: pasta piccante di colore verde derivante dall’omonima radice.
*zen-washi: lanterne di carta.



Tana Oscura:

Extra piccante per il nostro Ex-Quincy e la miciona. Piccola nota di servizio per andare a rivedere il capitolo 663 per ammirare il fisico di Askin. Ah! Parto subito con lo special thanks per  KyumiKuroAkushi e il suo Ottavo capitolo di The Betrayal Covered in Ash. Perchè è da questo capitolo che è venuto l'ispirazione per il Tanabana e l' Extra ha potuto cambiare letteralmente forma e tono di narrazione. Le prime idee sulle varie scene erano completamente diverse e a dirla tutta non ne ero convinta, anche perchè sarai andata a ricalcare delle situazioni già viste; ad esempio doveva comparire anche Kisuke, ma alla fine ho deciso di concentrarmi solo su Askin e Yorucihi approfondendo alcune questioni lasciate in sospeso. Oppure uno dei figli di Annette doveva somigliare ad Askin, ma ... capite bene che le cose sarebbero diventate un tantino complicate da gestire.

E sì … cono comparsi un casino di OC! Questa è la prima volta in assoluto! Un Extra fresco e ricco di nuove parole e luoghi direttamente dal nostro amato Giappone. Ma voglio sapere cosa ne pensate di Annette e Mari? Sono due giovani donne molto diverse e sì … lo sono volutamente. Mari è stata creata all’ultimo, perché … beh un pochino mi sono affezionata a Uryu e ci tenevo a non farlo rimanere solo. <3

Per il passato di Askin potete rispolverarlo nei Capitoli 4 e 8.

Il prossimo Extra sarà l’ultimo e un po’ mi dispiace che questa mia avventura sia giunta al termine. Ma più avanti credo continuerò ad ampliare l’universo di Another End. <3

Grazie di cuore a tutti per avermi seguito fin qui,
Ci si vede a Natale con l’ultimo Extra;
Scopriremo il matrimonio tra Kugo e Kukaku, Ichibei torna in scena, alcuni destini saranno cambiati mentre nuove famiglie nasceranno <3

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Capitolo 15
*** E.5. Thin Distance Between Us ***


Per questo ultimo Extra ricordo che il rapporto tra Kugo e Masaki viene descritto nei seguenti punti;
- Capitolo 3
- Capitolo 5 e Commento
- Capitolo 7
- Extra 1 e Commento

Consiglio di rileggere la parte di Kukaku e il dialogo successivo tra lei e Kugo presenti nel primo Extra. Avevo accennato nel commento al Capitolo 9 e sottolineato nelle parti dell’Extra 1 sopraelencate, che avrei mantenuto un solo collegamento con la light novel Can’t Fear Your Own World.
Ogni mistero rimasto sarà dunque svelato.
Come sempre passate dall’angolo autrice dove, oltre ai saluti, saranno contenute ulteriori spiegazioni. <3



Thin Distance Between Us


La costruzione, come il resto del quartiere, non aveva nulla di eccezionale; esternamente era uguale
alle tante palazzine costruite nel decennio precedente (1), materiali a risparmio per una decina di
appartamenti posti sull'unico piano raggiungile da una scalinata. Locali spesso affittati da studenti
universitari ma, dalla descrizione di Masaki, la casa somigliava a una magnifica reggia a cui
bisognava dare nuovo lustro.
Finito di dissetarsi gettò via la bottiglietta e, riafferrati i grossi borsoni, attraversò lo spiazzo in
direzione dell’appartamento numero quattro.
<< Kugo! Sei in ritardo! >>
Come un piccolo uragano, Masaki si materializzò oltre l’ingresso. Un uragano in perfetta tenuta da
lavoro; grembiule, pantaloni pesanti, scarponi e t-shirt bianca; i capelli tenuti all’indietro da una
fascia; in mano reggeva un rullo intinto di vernice bianca.
<< E come al solito tu non perdi tempo…>> la canzonò entrando.
Ogni angolo infatti, genkan* compreso, era già stato preparato per la tinteggiatura; uno strato di
cartoni a ricoprire ogni centimetro del pavimento mentre teli plastificati proteggevano le prese
elettrice, lampadari e il poco mobilio originale presente in cucina.
<< Nonostante le dimensioni è luminoso… >> notò riportando l’attenzione sull’amica << …però,
oltre a ridare il bianco, dobbiamo anche togliere le crepe lassù. Tsk! Meno male ho convinto quella
vecchia bacucca ad abbassarti l’affitto. Non mi merito un altro grazie, Dottoressa? >>
Lei gonfiò le guance incrociando le braccia.
<< Gr-Grazie! Ma ho appena iniziato l’università, è ancora presto per chiamarmi Dottoressa!
Piuttosto sbrigati a tirar fuori il resto, così cominciamo. >>
<< Non riesci a star ferma, eh? >> domandò aprendo i borsoni ed estraendone una canottiera bianca.
<< E quella?! >>
<< Cambio da lavoro. La maglietta… sì... ormai sa un po’ di sudore… >>
Nonostante fosse Settembre il caldo non accennava a diminuire, non proprio il massimo quando eri
un diciottenne in piena fase di sviluppo. Si tolse l’indumento e s’apprestava a indossare la
canottiera quando un leggero pugno lo colpì al fianco. Masaki era sotto di lui, le guance
nuovamente gonfie, ma contornate da un lieve rossore.
<< Uffi! Quando la smetterai di crescere? Vuoi farmi venire il torcicollo? >>
<< Ah! Fino all’estate scorsa ti lamentavi del contrario “Kugo, quando ti deciderai a crescere?! Sei
ancora più basso di me! ” Beh, indovina? Ho toccato il metro e ottantadue! >>
Pronunciò le frasi con leggerezza, sperando al contempo che la mano si allontanasse il prima
possibile. Erano cresciuti assieme; Kugo l’aveva vista diventar una donna e lei osservato un corpo
da ragazzo trasformarsi in quello di un uomo. A cambiamenti fisici, molti altri si erano susseguiti
negli ultimi cinque anni, travolgendo nel bene e nel male le loro esistenze; la morte dei genitori di
Masaki, il trasferimento dagli Ishida, il pericolo causato da White e la comparsa di Isshin. Solo di
recente, Kugo era riuscito a risvegliare i poteri sopiti grazie all’intervento di uno Shinigami in
esilio, un certo Urahara Kisuke; diventare un Dio della Morte, nel desiderio di proteggerla, là dove ci
era riuscito un Capitano del Gotei 13 comparso dal nulla. Shiba Isshin… quell’uomo era diventato
un’insolita costante, specie per Masaki. Kugo l’aveva compreso fin dal primo istante, quando nel
cuore di una notte lontana si era precipitato fino a uno strano emporio nel quartiere di Karakura.
- Sarà felice con lui… - continuava a ripetersi, ma per qualche inspiegabile ragione in certi momenti
una strana tensione aleggiava tra loro, proprio come adesso.
La vide ritrarsi e mollargli un colpetto sulla spalla nuda.
<< Vedi di non esagerare! Adesso forza, Ku-chan! Iniziamo! >>
Sorrise Masaki... e la tensione scomparve, come se il sole si fosse fatto largo oltre una coltre di nubi.
Rispose al gesto e, indossati canottiera e grembiule, si mise al lavoro.
La casa avrebbe segnato un nuovo inizio; nuova vita, nuove giornate e abitudini. Masaki parlava di
questo, unendo a frasi di speranza dettagli più delicati; come arredare le stanze, dove disporre la
carta da parati, la grandezza del letto, il colore dei mobili o la forma delle posate. Inoltre il piccolo
appartamento rappresentava la chiusura di un capitolo; la dipartita dei genitori, la permanenza a
casa Ishida e gli obblighi nei confronti di adulti egoisti, il cui unico pensiero era preservare la
purezza del sangue Quincy. Forse per questo la voce risuonava gioiosa e il sorriso era genuino come
da tempo non gli capitava di vedere. (2)
La tinteggiatura proseguì spedita e il sole aveva già toccato le cime dei grattacieli quando decisero di
fare una pausa. Masaki aveva comprato alcuni anpan*; i dolcetti, uniti al tè freddo preparato da lui,
andarono a creare una gustosa merenda. Distesa una tovaglia, si misero seduti al centro del salotto.
<< A proposito, come sta tua madre? >> chiese Masaki a un certo punto << L’ultima volta che
ti chiamai a Motobu le notizie erano buone. Le cure stanno proseguendo bene? >> (3)
<< Certo! Aria pura e medicine... se continua così, i dottori hanno confermato che nel giro di uno
due anni guarirà. >> (4)
<< Meno male! Bisogna festeggiare! È deciso! La prossima volta che verrò a casa tua, le porterò un
regalo e tu preparerai i sata andagi*! Così faremo merenda tutti assieme! >> esultò lei con occhi
luccicanti.
<< Un pensiero al cibo devi sempre farlo, eh mangiona? >>
<< Cosa posso farci?! Colpa tua! Cucini troppo bene! E poi... non penso solo a quello, anzi…
ultimamente ho molti pensieri per la testa. >>
La frase finì spezzandosi in una nota di tristezza. Dopo attimi macchiati di silenzio, Kugo si fece
avanti, posizionandosi al suo fianco.
<< Tipo? >> chiese semplicemente.
Quante volte si erano ritrovati così? Seduti da qualche parte a confessarsi ansie e paure? Quante
volte una frase era riuscita a gettar fuori ogni fardello? Eppure questa volta non bastò, Masaki
infossò il capo tra le ginocchia senza proferir parola. Fu allora, osservandola con più attenzione, che
la tensione ritornò; strisciò sottile, come un serpente nel profondo della giungla e, come un serpente,
ogni volta non sapevi se esserne attratto o meno.
Questa volta decise d’ignorarla e s’avvicinò ancora…
Ecco… adesso avvertiva l’imbarazzo di Masaki e il tentativo di camuffarlo nascondendo il viso,
tentativo tradito da mugugni appena percettibili.
<< Io… credo di provare qualcosa per Isshin... >> cominciò, forse smossa dall’improvvisa vicinanza
<< … non capisco se… si possa definire amore, non ho mai provato una sensazione del genere.
Inoltre negli ultimi mesi ho riflettuto anche su di noi… >> vi fu una lunga pausa, dove nessuno
azzardò il minimo movimento e, quando lei riprese, la voce si velò di sincera commozione << …tu…
eri lì la sera in cui i miei genitori morirono, io ero con te quando diagnosticarono il cancro a tua
madre. In ogni momento, triste e felice, siamo sempre stati vicini, ci siamo sorretti a vicenda, non
abbiamo avuto paura di criticarci. Ora, nella confusione che mi attanaglia, una certezza si è fatta
largo nel mio cuore… >> tornò a guadarlo Masaki, e mai negli occhi vi fu luce più decisa << … io…
vorrei fossi tu, Kugo, il primo uomo a baciarmi. >>
Il cuore si tense come una corda di violino, ma esclusa questa sensazione passeggera, Kugo non si
scompose. Continuò a guardarla e, per un attimo, si sorprese dell’effettiva differenza d’altezza, di
quanto il suo respiro fosse vicino. Attorno ogni cosa taceva, persino la tensione era scomparsa: al
posto vi era il desiderio, un desiderio finora celato divenne impellente.
Baciarla e amarla… solo pochi istanti.
Una piccola follia lontano dal mondo.
Baciarsi e amarsi… solo pochi istanti.
Un gesto sbagliato, una piccola follia, per andare avanti, per non pentirsi in futuro.
<< Ah… in-in realtà volevo chiedertelo prima che partissi per Okinawa… pe-però... >>
<< Masaki… >>
La chiamò, senza riuscire a trattenere l’urgenza che premeva corpo e anima.
Sussurrò il suo nome e la baciò.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Rimanere soli, immergersi nel passato, da pezzi della propria esistenza impossibili da
condividere, se non in minima parte: così per lui era l’amicizia con Masaki, così lo erano
per Kukaku i ricordi dei genitori, il cui assassinio aveva portato alla caduta del Casato
Shiba due secoli addietro.
Quell’intimo passato era riaffiorato senza preavviso, durante una notte di Giugno; un
sogno, un frammento di ricordo, l’avevano spinto ad anticipare la consueta visita. Una
ricorrenza che non era mai mancata, persino nei momenti più bui; tutti gli anni Kugo
onorava la tomba di Masaki, non il 17 Giugno, non il giorno del funerale, ma il 24 dello
stesso mese, il primo in cui, quindici anni prima, era riuscito a farle visita dopo essersi
ripreso dal cruento duello contro Yhwach.
I sentieri, le scalinate, gli alberi, l’erba e i fiori mossi dalla brezza estiva… nulla era
cambiato, come lui, vestito elegante mentre disponeva le offerte sopra il piccolo altare.
<< Anpan* e sata andagi*! I tuoi dolci preferiti! Non lamentarti, intesi mangiona? >>
La pietra era lì, splendente nella forma perfetta e negli ideogrammi incisi nel marmo
bianco. Disposte le offerte, Kugo ne tenne una parte e, aperta una lattina, rimase a lungo in
silenzio mentre il sapore dei dolcetti e l’amaro della birra si mescolavano in bocca.
<< Che strano... si onorano i morti immaginandoli in un aldilà idilliaco, ma… in quanto
anima, in quanto Shinigami so che l’aldilà non è così meraviglioso e che tu, Masaki, non
vivi da nessuna parte, tu… morta tra le mie braccia. È nel cuore dei tuoi figli, di Isshin, di
Ryuken… è nel mio cuore… che tu vivrai in eterno. >>
Lo stesso discorso, simile a un mantra ripetuto da un bonzo, per non dimenticare,
soprattutto ora che la sua esistenza si sarebbe protratta nei secoli.
<< Ho sognato il nostro primo bacio, sai? Proprio a ridosso del matrimonio… che strana
coincidenza... >>
Se fino ad allora si era soffermato sui ricordi, adesso venne il tempo parlare del futuro; un
avvenire ancora più radioso, portatore di una nuova felicità.
<< Sì… io e Kukaku ci sposeremo fra due settimane e andremo a vivere insieme a Ganju
nella Dimora di famiglia. Certo, ci sono un po’ di lavori da fare, ma la notizia del ritorno
degli Shiba ha fatto il giro della Seireitei e non. I corpi del Kido si occuperanno della
ricostruzione e abbiamo una lista di più di cento persone da selezionare per la servitù!
Non male come inizio! Saremo felici, ancora più felici, ma... un’ultima battaglia ci attende.
Hyosube Ichibei si è rivelato un nemico comune e se, come prevedo, si rifarà vivo a
breve... lo rispedirò al Palazzo Reale, non gli permetterò di toccare Kukaku... >>
Fu lieto di condividere quei pensieri lì; solo in un momento di pace, di assoluta
contemplazione. Col cuore leggero, la mente calma, finì di mangiare e ripulì la tomba.
<< Ci vediamo l’anno prossimo >> sussurrò volgendole un ultimo sguardo.
Dopo Masaki restava un’ultima visita. Sulla via del ritorno, poco prima dell’uscita, girò a
destra percorrendo il sentiero dove sepolture si alternavano a boschetti di bambù.
Superata la ventesima, si fermò.

- Mi dispiace Kugo, ma non posso aiutarti. Nonostante tuo padre fosse uno Shinigami, io…
conosco poco o nulla del Mondo Spirituale. -
- Quella bambina… Masaki… assieme a lei troverai le risposte che cerchi. -


Una voce dal passato e quel nome impresso nella pietra; Okumura Kazue recitavano gli
ideogrammi su una stele piccola ed essenziale, quasi invisibile circondata da altre ben più
imponenti. (5)

- Qualunque strada sceglierai… io sarò fiera di te. -

<< Ho portato l’incenso… >>

- Quando… quando raggiungerò la Soul Society, la memoria… i ricordi dalla vita terrena…
verranno cancellati. Non provare rancore per questo Kugo… non venire a cercarmi. Io…
continuerò a vivere nel tuo cuore. Non dimenticarlo… non dimenticarlo, figlio mio. -


<< … come stai, mamma? >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Uffici e ville, negli ultimi mesi erano stati la costante; firmare documenti, contrattare coi
notai, riallacciare legami con la classe nobiliare. Nonostante odiassero certe dinamiche,
esse erano fondamentali per ristabilire il prestigio perduto e preparare il terreno
all’imminente restaurazione del Casato Shiba. Al contrario delle previsioni di Shunsui, gli
ostacoli si erano rilevati più leggeri del previsto, anzi… le famiglie che all’epoca,
approfittando della caduta degli Shiba, avevano messo le mani sulle attività di famiglia, si
dimostrarono fin troppo accondiscendenti, a tratti stucchevoli, nel riavvicinarsi ai futuri
capo-clan. Ma come aveva detto Kugo, le pecore adorano saltare sul carro del vincitore; era
stato lui a sconfiggere Yhwach e a ottenere, dopo sei anni di Accademia, il posto di Quarto
Seggio a fianco del Comandante Generale. Allearsi col futuro consorte dell’erede, si era
rivelato un motivo sufficiente per mettere da parte ogni pregiudizio o rancore. L’ultima
tappa di quel percorso si sarebbe conclusa oggi stesso; con la firma dell’atto di vendita
Kukaku, assieme a Ganju, s’apprestava a giungere all’antica Dimora.
Nei secoli la struttura, costruita nella parte est della Seireitei, era caduta in decadenza ;
nessuno aveva osato acquistarla, poiché tanto sangue era stato versato tra le sue mura e
false leggende narravano di spiriti rancorosi in cerca di vendetta.
Ma per lei e Ganju era semplicemente casa , il luogo dove avevano trascorso l’infanzia e
parte della giovinezza; dove il padre Ryunosuke, fratello dello zio Isshin, li aveva cresciuti
severo e inflessibile, dove la madre Miyu (6), discendente da un ramo minore della
famiglia, aveva donato dolcezza e affetto. Attraverso corridoi, sale e giardini in rovina, i
ricordi si susseguivano ora dolci, ora tragici.
Proseguirono senza esitazioni, nemmeno nell’istante in cui incrociarono quella stanza. Più
di duecento anni erano passati da quando lo zio li aveva svegliati nel cuore della notte, lei,
Kaien e Ganju; insieme erano scappati ai confini col Rukongai, lasciandosi alle spalle caos
e morte, infine Isshin era tornato indietro, raccomandando a Kaien di proseguire e di non
seguirlo per nessun motivo. I tre fratelli avevano trattenuto le lacrime fin quando, superata
l’entrata della Residenza, l’odore del sangue e i volti deturpati dei genitori si erano fatti
largo nelle loro menti.
Raggiunsero il cortile interno e lì si fermarono. Al centro il pino giapponese,
miracolosamente sopravvissuto alla Guerra di sei anni prima, s’ergeva imponente
inondando il terreno con un’ombra fresca. Kukaku si portò sotto l’albero e in silenzio si
lasciò trasportare dal fiume del passato, come se in quel modo potesse colmare la lunga
assenza.
<< Sai Ganju… per tanto tempo ebbi sentimenti contrastanti verso di lui. In certi momenti
venivo pervasa dall’odio, odio per avermi taciuto fino all’ultimo i doveri degli Shiba verso
il Reio, per essere rimasto impassibile quando Nimaiya mi tagliò il braccio destro. In altri
ero triste, triste per averli persi entrambi. Noi, Kaien, lo zio… tutti eravamo tristi. >>
<< Nostro padre era fatto così. Per anni neanch’io non seppi cosa fosse giusto provare... >>
ammise il fratello portandosi al limitare dell’entrata ovest.
Della pittura rossa rimanevano ormai poche tracce, sotto, il legno marcio aveva iniziato a
prezzarsi in più punti. Ganju accarezzò lo stipite e inspirò profondamente.
<< Kukaku… per più di due secoli il nostro unico pensiero è stato sopravvivere,
sopravvivere e non alzare lo sguardo, ma quando sei anni fa Kugo ci rivelò il suo legame
col Reio... il motivo per cui abbandonò il ruolo di Sostituto, tutto cambiò. Ora… stiamo per
riconquistare ciò che abbiamo perduto, ora cambieremo il legame tra il Casato e la
Famiglia Reale. Sarà la nostra vendetta e la nostra vittoria. >>
Parole che risuonarono ancora più potenti fra sale prive di vita.
Kukaku lo fissò, fiera della sua maturazione e dei progressi dimostrati in quegli anni.
<< Come sei cambiato, fino a ieri dovevo spingerti a calci in mezzo alla battaglia e adesso
guardati… >> riprese a camminare facendo vagare lo sguardo << … riprenderci ciò che
abbiamo perduto… uhm! Dopo la Guerra per un po’ continuai a pensare il contrario.
Avevo rivisto lo zio e da lì in poi Kugo sarebbe rimasto al mio fianco, eppure, quando lui
espresse la volontà di entrare nel Gotei 13 e riacquistare il titolo nobiliare, qualcosa si
mosse dentro di me. Era orgoglio, l’orgoglio che quei biechi assassini erano riusciti a
seppellire… >>
Si fermò al fianco del fratello e mai nelle iridi brillò luce più determinata.
<< Risorgeremo dalle nostre ceneri, Ganju. Sale macchiate di sangue e odio, rivivranno
della gioia e dei sorrisi dei miei futuri figli. Io, Kukaku, trentesima erede del Casato Shiba,
giuro questo sul mio onore. >> (7)

-.-.-.-.-.-.-.-.-

Nelle grandi occasioni Yoruichi sapeva essere estremamente puntuale; se non fosse stato
per il suo dolce risveglio, Askin sarebbe arrivato in ritardo persino alle nozze del migliore
amico. Entrambi erano stati designati come testimoni e rispetto al resto degli invitati
quindi dovevano presentarsi in anticipo. Dopo una lunga preparazione, indossati kimono*
adatti all’occasione, la coppia giunse alla Dimora Shiba.
Il sole splendeva oltre i tetti della Seireitei quando varcarono l’entrata principale del
complesso, ricostruito grazie all’intervento del Kidoshu guidato da Tessai. Il rosso
dominava su tutto; rosse erano le tegole dei tetti, rossi erano le travi portanti e i tori che
delimitavano il confine col santuario interno. In mezzo a imponenza e sfarzosità, gruppi di
servitori correvano su e giù, intenti a preparare il sontuoso banchetto che avrebbe seguito
la cerimonia. Una giovane lì guidò fino all’ala ovest, dove Kugo li attendeva nella stanza
adibita per accogliere gli ospiti. Indossava, come da tradizione, un kuromontsuki*
decorato con due piccoli ricami ritraenti lo stemma degli Shiba; i capelli erano raccolti in
una coda selvaggia e Kildare luccicava dentro il fodero legato all’obi*.
<< Ah! Somigli a un samurai conciato così! >> commentò allegro Askin stringendogli la
mano.
<< Più che samurai direi un ronin! >>
<< E la sposa dov’è? Ancora a poltrire?! >> aggiunse Yoruichi.
<< Arrivo! Arrivo! Uffa! Dovete mettermi fretta pure oggi?! >>
La voce roca di Kukaku si contrapponeva spesso con l'aggettivo elegante, ma non appena
comparve sulla soglia dell’enwa*, Askin dovette ricredersi. Ella Vestiva un magnifico
uchikake* fatto confezionare da Yoruichi come regalo di nozze; i capelli formano ora una
treccia, decorata da numerosi fermacapelli in avorio, regalo invece del Casato Kuchiki.
Kukaku risplendeva come non mai e, forse a causa dell’emozione, forse a causa di un
sincero imbarazzo, lo sposo abbassò lo sguardo. Lei, accortasi della reazione, lo raggiunse
baciandolo sulla guancia.
<< Stasera dateci dentro mi raccomando… >> commentò maliziosa Yoruichi.
<< Ovviamente… >> rispose prontamente Kugo << … anche voi coccolatevi tanto. >>
<< Puoi scommetterci, Signor Shiba! >> confermò Askin e senza dar all’amata il tempo di
replicare, l’abbracciò.
Dopo l’intima parentesi, i quattro raggiunsero il tempio costruito nella parte più esterna
del complesso e accolsero il resto degli invitati. C’erano proprio tutti; dai membri più
importanti dei Shihoin, Kuchiki e Tokinada, a rappresentanti di altre nobili famiglie, dai
Capitani ai Luogotenenti del Gotei 13 a Ichigo, Inoue e Chad, il cui divieto d’entrata nella
Soul Society era stato revocato da Shunsui in vista dell'occasione.
La cerimonia e il successivo banchetto furono sfarzosi e sentiti oltre ogni immaginazione;
vi era la gioia degli sposi, la commozione di famigliari, amici e conoscenti nel vederli
finalmente uniti. Tutti si emozionarono, risero, mangiando e bevendo fino a tarda notte. Fu
per tutti una giornata indimenticabile. Felici e brilli, Askin e Yoruichi tornarono alla
piccola casetta e fecero l’amore fino all’alba, così da renderla davvero indimenticabile.
Ma l’aria festosa pian piano svanì, un vento sinistro s’insinuò nella mente, ricordandogli il
pericolo che ancora gravava sui neo-sposi. Circa un mese prima, Kugo gli aveva raccontato
tutto; della Guardia Reale, del Reio, e dei legami oscuri che essi avevano tessuto col Casato
Shiba e… con lui.

- Abominevole… - era stato il suo unico commento - … come pensi di affrontare Hyosube?
Ricordo all’epoca del Wandenreich, Yhwach lo inserì nella lista dei Cinque Potenziali Bellici per la
sua Saggezza, ma più che sapiente mi diede l’impressione di una bestia. Tu e Kukaku avete
escogitato qualcosa?-
- In questi sei anni, Hyosube ci ha osservato senza agire, forse la rinascita degli Shiba giocherà a
suo vantaggio… in ogni caso no, nessun piano. Quando verrà lo affronteremo a viso aperto. È
l’unica cosa da fare. -


Nonostante la sicurezza dell’Ex-Sostituto, Askin non riusciva a scollarsi di dosso l’ansia
che il Capitano della defunta Guardia Reale potesse comparire all’improvviso, memore del
brutale scontro fra lui e Yhwach. Al contrario Yoruichi era fin troppo tranquilla, non certo
per negligenza nei confronti di Kukaku.
<< È la loro battaglia, se intervenissi lei non me lo perdonerebbe mai. È orgogliosa, fin
troppo orgogliosa… come tutti gli Shiba. Capisci? >>
Avevano fatto l’amore, la mattina appena svegliati, adesso erano lì, ancora nudi e stretti nel
futon mentre il sole volgeva a mezzogiorno. Askin la fissò e grazie alle parole e al suo
sguardo riuscì a cancellare ogni affanno.
<< Immagino anche per Kugo sia così... >>
In un attimo Yoruichi fu sopra di lui, a unire le loro labbra in un bacio passionale, poi…
arrivò. Un rombo e il reiatsu di Hyosube Ichibei si manifestò in tutta la sua potenza. Lì,
vicino al Cannone all’interno della Dimora Shiba.
Askin sudò freddo e avvertì l’amata irrigidirsi fra le sue braccia. Passarono alcuni minuti
poi... l’aria divenne calda.
La Cleddyf y De, la Spada del Sud, era stata attivata.
<< Il bonzo ti ha fatto incazzare, eh Kugo? >> sussurrò Askin tra sé << Anche tu in quando
a bestialità non scherzi… >>
Di certo non era stato l’unico a pensarlo; nessuno, nemmeno Shunsui o il bellicoso
Kenpachi, si sarebbe intromesso nel combattimento.
<< Amico mio… Kukaku… >>
<< Vincete questa battaglia! Buona fortuna! >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-

Si definiva una persona pragmatica e ligia al dovere Ichibei Hyosube. Dovere verso il Reio,
verso il mantenimento dell’equilibrio, verso le leggi inviolabili e sacre che governavano il
mondo spirituale. Leggi che, in più di mille anni a guida della Guardia Reale, egli aveva
sempre fatto rispettare, a qualsiasi prezzo. Si trattava di regole semplici, basilari, perfette;
inutile provare a cambiarle, futile tentare di ribellarsi.
Sei anni dopo la fine della Guerra, era giunto alla Soul Society per riprendersi quel che gli
spettava, ovvero il braccio destro di Kukaku, in modo da ricollegare il cannone del Casato
al Reiokyu. Questo era il compito degli Shiba fin dalle origini, lui si stava solo prodigando
a farlo osservare. Qualcuno però si era intromesso, complicando inutilmente la questione.
Ginjo Kugo, consorte di Kukaku, non si era fatto problemi a rilasciare il Bankai e a
trascinarlo con lo Shunpo in una radura nel Rukongai.
Si limitò a sfoderare Ichimonji e fissare l’uomo, incuriosito e confuso.
L’Ex-Primo Sostituto pareva una bestia in tutto e per tutto, un grosso lupo nero in mezzo a
un’arida steppa, pronto ad azzannarlo. Kugo Ginjo… come dimenticarlo; da risorsa si era
trasformato in una spina nel fianco, spina che in quattordici anni aveva punto più di una
volta e pure adesso l’irritante propensione non dava segno di volersi accentuare.
Rifletté Ichibei, facendo dondolare la punta della zanpakuto davanti a sé. Doveva superare
un ostacolo non indifferente; forse, considerata l’emotività dell’avversario, ripercorrere
il passato l’avrebbe fatto vacillare quella frazione di secondo da permettergli di aprire
un varco nella guardia.
<< Sempre a drizzare il pelo, Ginjo… >> esordì in tutta tranquillità << … No! Adesso sei
uno Shiba! O preferisci... Primo Candidato alla successione del Reio, in memoria dei vecchi
tempi? >>
Per poco un fendente di fiamme non lo investì. Asciugandosi la fronte, il Capo
dell’Ozokutokumu tirò un sospiro di sollievo mentre la voce dell'altro fuoriuscì, simile a
un ringhio.
<< Fottiti Hyosube! >>
<< Perché tanta rabbia? >> chiese accarezzandosi la barba << Quando ci incontrammo la
prima volta, sedici anni fa, eri così calmo e simpatico. Fu davvero una magnifica
giornata… ti osservai e non ebbi dubbi a riguardo, pure Shutara e Oetsu furono dello
stesso parere. Purtroppo nessuno poteva prevedere la tua curiosità e il segreto, conosciuto
nel Gotei 13 solo da Yamamoto, Shunsui e Ukitake, venne alla luce. Era una fredda notte di
Novembre quando, dopo aver ferito il Capitano della Tredicesima, fuggisti come un cane,
braccato dalle Compagnie di Kenpachi, Soi-fon e Ichimaru. Miracolosamente riuscisti a
salvarti, facendo perdere ogni traccia. Peccato. Un vero peccato. Le tue vedute sono
sempre state così limitate... pure ora non riesci a comprendere l'importanza e l’onore di
tale nomina? >>
<< " Onore "?! >> ripeté l’uomo con disprezzo << Dimmi dove sta l'onore, bastardo?! Uno
strumento, una batteria da sostituire… ecco cos’ero! E Ichigo dopo di me! >>
<< Oh! Non essere così frettoloso... >> protestò calmo mettendo le mani avanti << Prima ci
premurammo di esaminare il tuo cadavere, le analisi di Kurotsuchi però diedero esito
negativo. Successivamente, consegnato il corpo a Ichigo, provammo a cercati, senza
risultati... del resto lo Shiro No Bijuu è uno dei sigilli più potenti. Oh! Perdona la
divagazione! Come stavo dicendo, solo allora Ichigo da secondo passò ad essere il primo
candidato, candidato che la Guardia Reale si premurò di perfezionare in vista del più
peggiore degli scenari. >>
<< Tsk! Anche supponendo tale scenario... pensi davvero che avrebbe accettato?! Senza
ribellarsi?! Senza venir difeso?! >>
Il monaco sorrise a tali domande. Ginjo Kugo era il suo opposto; lo trovava divertente,
squisitamente ingenuo, immerso in una ignoranza brutale, quasi primitiva.
Sorrise osservandone le mani stringere con maggior forza l’elsa di Kildare.
Sorrise deliziato Hyosube Ichibei, cominciando a spiegare.
<< In confronto a un bene superiore le vite di qualche shinigami o vivente sono poca cosa.
Sul finire del conflitto, lo scenario peggiore si stava avverando. Coi miei compagni morti,
anche se Yhwach fosse stato ucciso, non avrei potuto attuare il rituale di resurrezione… e
mi sarebbe rimasta solo quell’opzione. Oh! Oh! Possiamo ringraziare il fato per averti
donato una zanpakuto così particolare! Kildare! In grado di sconfiggere l’Imperatore del
Wandenreich e riportare in vita il Soul King! Sai… fu davvero curioso, vederti combattere
al fianco degli Shinigami… >>
<< … Per fortuna ormai sono pochi quelli come te >> sottolineò Ginjo, improvvisamente
calmo.
<< Lo credi davvero? Uhm… si dice che la Soul Society sia cambiata grazie a Ichigo. Ah!
Soltanto le menti semplici possono credere a una simile sciocchezza! Le radici del Mondo
Spirituale sono oscure e tali rimarranno! Pensaci... anche tu feci nascere un seme del
cambiamento, cupo e marcio. Dopo la tua fuga fu vietato a qualunque Shinigami di
trasferire i propri poteri a un vivente, pena la morte. La legge decretò la successiva
condanna di Kuchiki Rukia, condanna fermata in extremis da un gruppo di ryoka e
soprattutto grazie all’intervento di Shunsui e Ukitake. Durante la Guerra inoltre, Kyoraku
si premurò di consegnare ad alcuni viventi dei biglietti speciali, così che, se avessero
voluto, avrebbero rivisto Ichigo un’ultima volta. Chissà... potremo considerare tali azioni
come una sorta di espiazione nei tuoi confronti? >>
<< Sei venuto a rivangare il passato, Hyosube?! Non mi faccio ingannare da giochetti del
genere! Ho ucciso il mio unico nemico! Perdonato chi lo meritava! Yamamoto, Shunsui e
Jushiro, di cui visitai la tomba una volta entrato nel Gotei 13. Ma tu! TU non meriti di
essere ucciso né di essere perdonato! >>
L’Ex-Sostituto non indietreggiò, ne vacillò. Il piano era fallito. Un errore di valutazione?
Inutile rimuginarci sopra, inutile perdere altro tempo.
<< Uff! Sei davvero cocciuto. Ora… tornando al presente, sono venuto a riprendere quel che
mi spetta e non inten- >>
<< Prova a sfiorare Kukaku e ti mozzo le braccia! >>
<< … Un cocciuto lupo feroce. Accidenti! Non mi lasci altra scelta… >>
Stava per rilasciare il Bankai quando un rombo di tuono s’infranse a una decina di metri.
Da esso scaturì una nube di fumo che, diradandosi, rivelò Kukaku e Ganju Shiba. In
mezzo ai fratelli un dettagliò lo colpì non poco; la spada impugnata dalla donna, una
tsurugi* in acciaio. Sopra la spessa lama dai riflessi azzurri vi era inciso Mizuchi (8), il cui
collo e testa andavano a formare la tsuka*.
Non si trattava di una zanpakuto qualsiasi, ma del Tesoro del Casato; Tenno Ryu, il Drago
Celeste tramandato di generazione in generazione, l’unica arma in grado di perforare le
settantadue barriere a protezione del Reiokyu se maneggiata da un membro del ramo
principale degli Shiba (9). Tenno Ryu… l’ultima volta l’aveva vista nelle mani di
Ryunosuke Shiba. Ryunosuke, l’uomo che al dispetto della devozione mostrata aveva
ordito in segreto, lontano persino dagli occhi del fratello Isshin, una ribellione contro la
Famiglia Reale. Cambiare il destino degli Shiba? Vendicare la defunta sorella Suzume (10),
colei che prima di Kukaku si era fatta carico del peso del Casato? I motivi non avevano
avuto importanza, non per Ichibei, non per la Guardia Reale, né per i sicari che
duecentodiciotto anni prima erano piombati nella Dimora Shiba. Prima Ryunosuke e
Miyu, a poco a poco gli aderenti alla rivolta e famiglie, infine i sicari erano stati uccisi a
loro volta. Nel giro di sei mesi del prosperoso Clan erano rimasti in quattro, decaduti,
senza più potere e onore.
Ichibei abbassò l’arma, senza distogliere l’attenzione da Kukaku.
“ Somiglia al suo vecchio più di quanto immaginassi, almeno nel modo di agire. Uhm…
vediamo come evolve la situazione, potrei trarne vantaggio senza versare troppo sangue. ”
La vide farsi avanti, raggiungere lo sposo e come una dama dei boschi placarne lo spirito
irrequieto. Ginjo conficcò Kildare nel terreno e, senza dir nulla, tornò a fissarlo, attento a
ogni minima mossa.
<< Hyosube! >> esordì a quel punto perentoria << So bene di non potermi sottrarre ai
doveri che noi Shiba dobbiamo e dovremo in eterno alla Famiglia Reale. D’ora in avanti
però, il prezzo sarà misurato in questi! >> con un gesto deciso tagliò la lunga treccia << Ti
donerò i miei capelli ogni volta che cresceranno, così faranno le mie figlie e le figlie delle
mie figlie. Io, Kukaku, trentesima erede del Casato Shiba, giuro questo sul mio onore! >>
Ichibei rimase a lungo in silenzio, fissando la matassa di capelli neri e la lama con cui
erano stati recisi.
Dalla morte di Ryunosuke, Tennu Ryu era stata sigillata nei sotterranei della Dimora,
inaccessibili senza un rituale e un tributo di sangue da parte di uno Shiba appartenete al
ramo principale. Tributo che, a giudicare dalla mano fasciata, Ganju si era adoperato a
versare. La spada non era stata mostrata come minaccia, semmai quale monito al ritrovato
potere del Casato.
“ Interessante… le azioni di Ginjo erano in parte un diversivo, inoltre non mi aspettavo
che Kukaku fosse così accondiscendente. Tanto meglio. Il peccato di cui si macchiarono le
Nobili Famiglie, costituisce una delle leggi perfette, inviolabili e oscure che governano
questo mondo. Posso ritenermi soddisfatto… ”
Posata Ichimonji a terra si portò davanti a lei e, inchinatosi, prese la treccia fra le mani.
<< Accetto l’offerta, Shiba Kukaku. Io, Hyosube Ichibei, capo dell’Ōzokutokumu, stipulo il
nuovo patto tra il Casato e la Famiglia Reale. Ora… posso procedere al secondo compito.
Offrire a Urahara Kisuke un posto nella nuova Guardia Reale. Si tratta di una mente
brillante… che si è sempre prodigata a difendere il Reiho. >> (11)

-.-.-.-.-.-.-.-.-

Conoscere i segreti più reconditi del Mondo Spirituale, accedere ai luoghi più segreti e ai
testi proibiti custoditi nel Palazzo Reale; questi erano alcuni dei privilegi concessi ai
membri della Guardia Reale, ma a Kisuke erano parsi un motivo sufficiente per accettare.
Hyosube non aveva posto remore alla richiesta di trasferimento dell’Istituto di Sviluppo
nel Reiokyo, membri dell'equipe e famiglie annesse.
- Perché no? Ci farebbe comodo un centro del genere… avrai tutto lo spazio che ti serve, oltre a un
Palazzo tutto tuo! -
aveva commentato il monaco prima di dirigersi alla Sede del Gotei 13,
dove lo attendeva un incontro col Comandante Shunsui.
L’attesa e il desiderio andavano mischiandosi secondo dopo secondo. Quante nuove idee,
scoperte e conoscenze attendevano Kisuke. Quanti progetti solo per pianificare il futuro
Palazzo e il trasferimento dell’Istituto. Da tempo non provava una tale euforia, eppure nel
traboccante mare di positività vi era uno scoglio; s’ergeva possente e solitario, incurante
della forza dirompente delle onde. Il distacco da Yoruichi, da Tessai e da tutte quelle
persone che nel tempo erano diventate importanti. Per la prima volta Kisuke provò un
senso di tristezza nei confronti dell'imminente partenza. Bisognava partire subito infatti,
tempo due massimo tre ore, così aveva annunciato Hyosube.
Mise da parte lo stretto indispensabile in vista della prima permanenza; scorte di cibo e
acqua, strumenti di misurazione, giaciglio, lanterna ad olio, acciarino e pietre focaie
( Ichibei avrebbe insistito nell’ospitarlo, ma gli sembrava scortese approfittare
ulteriormente della sua gentilezza ). Ripose tutto dentro uno zaino e, superati i numerosi
corridoi dell’Istituto, si ritrovò all’esterno.
Incrociò pochi Shinigami e quei pochi lo salutarono con un affabile sorriso; per loro la
partenza era l'ennesimo viaggio del Presidente nel Mondo Terreno, alla ricerca di
ingredienti particolari. Non dovevano sapere, nessuno doveva sapere la reale
destinazione, non ancora, almeno fin quando le cose non fossero state più concrete.
Il viaggio l’aveva sempre accompagnato, specie durante l’esilio; viaggi silenziosi, dove
esisteva sempre la possibilità d'incontrarsi, d’incontrare Yoruichi… sopratutto Yoruichi.
<< Il Reiokyu e la Soul Society vivono esistenze separate… forse potrò tornare, ma chissà
fra quanto… >>
Lo Shunpo successivo lo fece arrivare all’entrata della Dimora Shiba. Sostò qualche
secondo sulla soglia, ammirando il perfetto gioco di contrasto tra l’azzurro del cielo e il
rosso degli elementi architettonici. Furono prima guardie e poi servitori a guidarlo fino a
una stanza, dove Kugo lo ricevette dì lì a poco. Non vi furono saluti, se non un cenno del
capo. L’uomo si sedette e con tono scostante annunciò;
<< Kukaku e Ganju stanno caricando il Cannone. L’originale è rimasto fuori uso per secoli,
quindi ci vorrà un po’. Così mi hanno spiegato… >>
<< Oh! Lo sapete già?! Meno male! >> esclamò lui con proverbiale allegria.
<< Tsk! Lo stronzo non si è fatto problemi a sbatterci la notizia in faccia! E tu… a quanto
vedo hai accettato di buon grado! >>
<< … Da come parli sembra un pochino ti dispiaccia. >>
Kugo lo fissò e, forse nell’intenzione di bloccare un’emozione sconosciuta, accese una
sigaretta, aspirò profondamente gettando poi il fumo in una sola boccata.
<< Non avevi smesso? >>
<< Colpa di Kukaku… >> rispose secco << … tornando al tema principale... tu sei libero di
fare quel che ti pare. Non sarò certo io a fermarti. >>
<< Ah! Ah! Questo risuona come un’ulteriore conferma! >>
Vi fu un lungo silenzio, scandito dal suono crepitante della sigaretta. Infine, quando la
stecca estinse il fuoco nel posacenere, Kugo parlò;
<< Ti ho giudicato male… ed è stato un peccato rendermene conto in questi ultimi anni.
Kisuke… hai un modo strano di dimostrare l’affetto, forse dipende dal tuo modo di
ragionare prettamente scientifico? Quindi... sì, un po’ mi dispiace, sensei. >>
Se l’intero discorso l’aveva commosso, l’ultima parola gli strappò una sonora risata.
<< E questa da dove salta fuori? L’ultima volta che mi hai chiamato così è stato… uhm...
più di vent’anni anni fa? Effetto nostalgia per caso? >>
<< Tsk! Quale nostalgia e nostalgia! >> sbraitò leggermente imbarazzato << Solo… non
intendo lasciar nulla indietro. Non più. >>
Improvvisamente lo rivide; un ragazzino di quindici anni irrompere nell’Urahara Shop e,
come una furia, frapporsi senza esitazioni tra due Shinigami e una vivente di nome Masaki.
Tante cose erano cambiate da allora, anzi, poteva affermare di averlo visto crescere Kugo,
nel bene e nel male. Ora eccolo lì, quale membro del Gotei 13 e Capo degli Shiba; uno
sviluppo in parte inaspettato, a cui non poté non sorridere.
<< Sì… hai ragione, mai lasciare nulla indietro. >>
- Anch’io dovrò mettere da parte il distacco verso di te, verso Yoruichi, verso tutti voi… ma come? -
<< Cambiando discorso… hai mangiato? Gradisci qualcosa? >> chiese l’altro distogliendolo
dalla riflessione.
<< Certo! Un pranzetto ci starebbe prima di partire! >>
Senza alcun preavviso, una decina di reiatsu si manifestarono nella stanza accanto Lo
shoji* si aprì con violenza. C’erano tutti; Yoruichi, Tessai, Askin, Shinji, Hachi, Mashiro,
Soi-fon, Yushiro, Renji e infine Rukia. Nell’istante successivo un brivido gli percorse la
schiena; ogni proposito era andato in frantumi, come vetro tagliato dal diamante.
<< Sapevo non avresti detto nulla a nessuno, così mi sono premurato di avvisare chi di
dovere… nulla in contrario, sensei? >> lo canzonò Kugo.
Di nuovo sudò freddo, consapevole dell’ira divina che presto si sarebbe abbattuta su di lui.
Neanche a farlo apposta, la Dea Lampo scattò in avanti. Il pugno lo piantò a terra e solo
l’intervento di Askin placò, in parte, la sua furia.
<< Accidenti, Kisuke! Partire senza dirci nulla?! Stupido-idiota-incosciente! >> sbraitò
tentando di rifilare una serie di calci.
<< Chiedo perdono! >> implorò raggomitolato su se stesso << Ahi...! Complimenti Kugo,
davvero un ottimo piano. A proposito… sapevate che il qui presente Quarto Seggio, fino a
sedici anni era alto appena uno e cinquantotto?! >>
La notizia fece calare il silenzio, persino Yoruichi smise d’infierire.
<< Davvero? >> chiese Askin trattenendo a stento una risata << In effetti… una volta mi
accennasti che eri basso da giovane. Però... non pensavo fossi così nane- >>
<< ABBIAMO CAPITO! >> lo zittì l'interessato per dopo portarsi sopra di lui << Brutto
stronzo… come hai osato spifferarlo ai quattro venti? >>
<< Considerala una piccola vendetta. Uno dei tuoi segreti più reconditi... fammi indovinare
persino Kukaku ne è all’oscuro? >>
<< … Mi chiedo come farai a proteggerti da due lati. Askin... molla Yoruichi. >>
A pestaggio finito, Koganehiko e Shiroganehiko disposero una tavolata riccamente
apparecchiata nel giardino adiacente e poco dopo arrivarono anche Kukaku e Ganju. Fu
un pranzo sontuoso dove, faccia gonfia a parte, Kisuke riuscì a goderne appieno.

<< Sei proprio uno stupido! >>
<< Yoruichi… sarà la decima che lo ripeti… >>
<< E continuerò fin quando non ti entrerà in quella zucca! >>
Era leggermente brilla, la Dea Lampo, e in certi casi, specie quando aveva un motivo
valido per arrabbiarsi, si trasformava in una piccola furia. A lato del giardino, leggermente
spostato dal resto della comitiva, Kisuke era con le spalle al muro, anche se sarebbe stato
più corretto dire contro un albero. Yoruichi lo incalzava, senza concedergli un attimo di
tregua, infine, quasi l’effetto dell’alcool fosse diminuito, abbassò il capo, senza però
togliere il braccio teso verso il tronco, atto a dissuadere qualsiasi tentativo di fuga.
Ogni domanda venne troncata appena i suoi occhi gialli tornarono a fissarlo. Quello
sguardo non ammetteva repliche, né scusanti, e quando l’amica parlò nuovamente, mai
voce fu più decisa.
<< Come al solito sulle cazzate ti fai mille problemi, eh? Senti… a volte è inevitabile
prendere strade diverse… io… so perfettamente che non potremo più vederci… non come
come prima. Forse passeranno anni, forse decenni, però ecco… ah! Non devi giustificarti!
La mia felicità, la felicità di tutti noi, supera di gran lunga la tristezza! Hai ottenuto un
risultato incredibile! Quindi vai avanti! Fai tesoro di ogni momento passato insieme e vai
avanti! >>
Kisuke sgranò gli occhi e ogni cosa divenne improvvisamente chiara.
Quanto era stato avventato nei loro confronti.
Quanto era stato stupido a temere il distacco.
Lo scoglio si trasformò; in mezzo al mare del suo animo, sorse un’isola florida e bellissima,
un’isola che avrebbe coltivato, lassù nel Reiokyu.
Sorrise e dolcemente abbracciò Yoruichi.
<< Grazie. Grazie di cuore. Sai sempre come spronarmi, eh? >>
<< Ah! Ah! Ogni tanto devo scrollarti no, tontolone? >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

<< Hyosube non poteva scalfirmi... invece una crepa è riuscito ad aprirla, quel bastardo.
Quel dubbio che pensavo d’aver seppellito… il dubbio che mi colse negli ultimi istanti
dell’esistenza terrena… è tornato a tormentarmi. Se fosse stato Ichigo il Primo Sostituto,
avrebbe seguito la mia stessa strada? Scoprendo il segreto legato al Reio avrebbe ferito,
ucciso? Si sarebbe nascosto nell’ombra divorato dall’odio? E io… sarei giunto infine a
porre fine alla sua vita? Ah… perdonami Kukaku… non volevo assillarti, non ora… non è
passata neanche una settimana dal matrimonio. Davvero, scusami. >>
Aveva parlato, Kugo, gettando fuori ogni fardello, ogni pensiero. Aveva parlato, il suo
amato, il suo sposo, il fievole bagliore della sigaretta a illuminargli il viso mentre, seduto
sull’enwa*, osservava la notte stagliarsi nel cielo ed invadere il mondo coi suoi colori scuri.
Aveva parlato senza guardarla, forse per timore, forse per vergogna.
Ma Kukaku non si risentì, né pose domande inutili. Nel silenzio successivo inspirò dal
kiseru*; il tabacco bruciò nel gankubi* e un microscopio falò danzò sotto i suoi occhi.
La visita di Hyosube era stata necessaria, dolorosa e inevitabile, come predetto dallo zio
anni or sono. In quella battaglia da cui erano usciti vincitori, una ferita si era aperta
nell’anima di Kugo. Ma lei era lì, pronta a ricucirla con parole decise e sincere.
<< Le vostre posizioni si sarebbero invertite. Niente di più e niente di meno. In questi sei
anni Ichigo non ti ha mai chiesto spiegazioni in merito. Come hai sempre sostenuto, se
doveva lasciare il ruolo di Sostituto, allora la motivazione doveva ricercarla in altro…
come del resto ha fatto. Ora è felice, assieme a Orihime e al piccolo Kazui. Forse... in certi
momenti ha intuito qualcosa, ma ha sempre rinnegato ogni domanda, nel rispetto del tuo
dolore, di eventi che non l’hanno toccato, almeno non direttamente, di eventi… che giunti
a quel punto, alla fine della Guerra, non avevano più importanza. Ricordi l’ultima volta?
Quando siamo andati a trovarli? “ Kazui crescerà nella conoscenza del mondo spirituale, quando
sarà maturo e se lo vorrà, potrà diventare un Sostituto a sua volta. ”
Ah! È proprio cresciuto il
mio cuginetto! Ah… scusa… sto divagando... >> (12)
<< No, affatto. Grazie mille, tesoro. >>
Parole dolci, cariche di ritrovato sollievo.
Un respiro a sfiorarle il collo, pizzicato da una punta di sensualità.
Alla sorpresa iniziale si mischiò quella del bacio.
Erano calde, terribilmente calde le labbra di Kugo.
Calda era la lingua mentre s’intrecciava con la sua.
Infinite volte aveva assaporato baci del genere, eppure una forza dirompente la invase,
annullando ogni pensiero razionale; voleva far l’amore, voleva sentire Kugo dentro di sé,
voleva accarezzagli la schiena immersa in attimi di pura passione. Lo desiderò, più
intensamente di qualsiasi altra volta. In un atmosfera sospesa sì ritrovò in camera,
circondata dal futon*, a sfilargli il kimono*. Ne avvertì la pelle bollente, i muscoli tesi e il
membro pulsare sotto la hakawa* e il desiderio fremette in lei.
Quella sera avrebbero fatto l’amore.
Quella sera Kukaku avrebbe lasciato da parte l’Hogo Shiru (13), in modo che il seme
dell’amato scorresse puro in lei.
Avrebbero fatto l’amore, per ore e ore, e da quella notte magica ed indimenticabile
sarebbero nati i loro figli.





(1) Bleach cominciò la pubblicazione del 2001. Prendendo l’anno come data d’inizio della
storia ufficiale e le mie Timeline presenti nel Capitolo 5 e nel Primo Extra possiamo
calcolare che; se all’epoca Kugo aveva 36, nacque nel 1965 e diventò Sostituto Shinigami
nel 1983 ( anno in cui si svolge questa prima scena ). Tre anni prima si svolsero l’arco EBTR
( vedere cronologia modificata Extra 1, Commento ).

(2) In EBTR, Capitolo 536, fu Ryuken a decidere affinché Masaki lasciasse casa Ishida. Nel
mio caso fu lei a maturare tal decisione. Inoltre a causa dell’anima unita a quella di White,
fu la stessa madre di Ryuken a decidere per lo scioglimento del futuro matrimonio tra lei e
il figlio.

(3) Motobu; cittadina nella prefettura di Okinawa.

(4) Purtroppo le condizioni di salute della madre di Kugo peggiorarono, portandola alla
morte un anno dopo ( vedi Capitolo 5 )

(5) Okumura Kazue; Okumura → Nascosto + Villaggio, Kazue → Ramo, Prima
Benedizione, Armoniosa ( oltre al significato vuole essere un piccolo omaggio a Blue
Exorcist )

(6) Ryunosuke → Ryu, Nobile + No, Di + Suke, Araldo

Miyu → Mi, Bellissimo + Yu, Sogno

(7) Al contrario di altre Nobili Famiglie, anche questo dettaglio rimane sconosciuto,
quindi ho messo trentesima per completezza.

(8) Dragone del fiume e divinità dell’acqua.

(9) Per creare la spada mi sono ispirata alla Shinken Hakkyōken di Nanao Ise. Aizen
sapeva della sua esistenza, ma essendo che il potere si attiva solo fra le mani di uno Shiba,
tentò per questo e mille altri motivi di forgiare una copia dell'Oken tramite Hōgyoku.

(10) Suzume → Passero

(11) Si vedano battute finali tra Aizen e Kisuke nel volume 48 e in generale l'intero operato
di Mr. Zoccoli.

(12) Alla nascita tutti i poteri di Kazui sono sopiti ( come Kugo e Ichigo prima di lui ).

(13) Sigillo prottetivo con scopo di contraccetivo inventato da Kirio Hikifune ( lo usa anche
Yoruichi nell'Extra 4 ).

*anpan: dolce giapponese. Consistente in un panino dolce arrotolato pieno di anko
(marmellata di fagioli rossi). Può essere preparato anche con altre farciture, come i fagioli
bianchi, il sesamo, e le castagne.
*gankubi: fornelletto in metallo tipico del kiseru.
*genkan: anticamera d’ingresso dove si tolgono e ripongono le scarpe.
*enwa: una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come
corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
* hakama: gonna pantalone tipica dei kimono.
*kiseru : sottile pipa tradizionale giapponese.
*kuromontsuki: kimono indossato dallo sposo. I primi due kanji significano scuro ( kuro )
e mon ( stemma ).
*obi: fascia tipica di kimono e yukata.
*sata andagi: dolci di pastella fritti tipici di Okinawa.
*shoji: tipico pannello delle porte scorrevoli giapponesi.
*tsuka: l’insieme degli innumerevoli elementi che formano l’elsa delle spade giapponesi.
*tsurugi: spada giapponese in ferro costruita sul modello della jian cinese ( tra il I e II
secolo d.c ). Si tratta di un’arma incredibilmente pesante, in Giappone è associata a figure
leggendarie.
*uchikake: soprabito indossato dalle sposa, spesso di colore rosso accesso e decorato con
motivi a gru, simbolo di buon auspicio per la coppia. Tra l’altro il secondo kanji di
Kukaku, kaku, significa appunto gru.





Tana Oscura;

E… sì, siamo giunti alla fine. Dopo più di due anni, Ikiru Riyu finisce.
Ma prima di passare a ringraziamenti e commenti leggeri, ecco come le Spiegazioni!

1) Il motivo per cui Kugo lasciò il ruolo di Sostituto è stato finalmente svelato. Ho creato collegamenti quanti più logici con la Saga del Sostituto Shinigami Scomparso. Quando Kisuke e Isshin caricano la spada che ridà i poteri a Ichigo, Kisuke fa notare al secondo come con tale azione metterà in pericolo il futuro del figlio. Entrambi sapevano che il risveglio dei poteri avrebbe attirato definitamente l’attenzione del Reio e della Guardia Reale, in quanto candidato alla successione, come successe a Kugo anni or sono.
In Ikiru Riyu, quando Kugo combatté contro Ichigo, gli rivelò solo la questione del Distintivo ovviamente per non metterlo in pericolo, sia perché la notizia avrebbe decreto la rottura del ragazzo con la Soul Socety. Decise che se anch’egli doveva lasciare il ruolo, avrebbe dovuto ricercare un’altra motivazione, come la vita terrena e l’amore di Orihime fecero in seguito ( si veda Capitolo 5,7, Extra 1,3 ).
Nero/ Rosso
A sapere dei Candidati alla successione del Reio erano Yamamoto ( in quanto Comandante Generale ), Kyoraku ( per via della stretta amicizia con Yama e in seguito Comandante del Gotei 13), Ukitake (in quanto possessore di Mimigahi, il braccio destro del Reio).

2) APPROFONDIMENTO DI CAN’T FEAR YOUR OWN WORLD
(informazioni derivanti della versione inglese disponibile su reddit):

All’inizio della Light Novel, Ichibei rivela questo orribile dettaglio; in caso di scenario peggiore non avrebbe esitato a trasformare Ichigo nel nuovo Reio e, quanto pare, pure Kugo è, come abbiamo già detto, un candidato alla successione. Il Primo Sostituto, rispetto a quello mostrato in Ikiru Riyu, è all’oscuro del piano ordito alle sue spalle. Infatti lasciò la posizione perché un gruppo Shinigami uccise dei suoi amici e lui… si è fatto uccidere da Ichigo così finire nella Soul Society, raggiungere Ukitake e chiedergli spiegazioni in merito (???????). Peccato il Capitano sia morto e ora si ritrovi con un pugno di mosche (oltre ad aver fatto morire Shukuro e Giriko).

Passiamo ad altre cose randomiche e tristi;

- Kugo, Shukuro e Giriko continuano a vivere nella Residenza Shiba senza un motivo apparente, visto che qui il Primo Sostituto considera ancora gli Shinigami nemici. Non si capisce perché Kukaku continui a tenerseli in casa.
- All’uscita di due dei tre romanzi che compongono la trilogia, non si sa e credo non si saprà mai quali fossero i legami di Kugo con Isshin, Kisuke, gli Shiba e Masaki. Non viene mostrato un singolo flashback del periodo in cui egli fu Sostituto, quindi domande importanti rimangono senza risposta ( si veda punto 3 ).

- A una riunione dei Capi della Quattro Nobili Famiglie, Yoruichi (rimasta alla Soul Society perché Kyoraku le ha chiesto d’insegnare all’Accademia) afferma che Kukaku non è mai stata interessata a riacquistare il prestigio perduto. Stesso discorso vale per Ganju.
La caduta degli Shiba è avvenuta a causa della morte di Kaien e dalla sparizione di Isshin, il che stona col fatto che fin da quando li vediamo nel manga, essi vivano nel Rokungai in una villa modesta.
In Ikiru Riyu, essa è dovuta all'assassinio dei genitori di Kukaku, Ganju e Kaien. In breve tutti i membri del Casato morirono misteriosamente, gli unici a sopravvivere furono i tre fratelli e Isshin. Come specificato in questo capitolo, per molto tempo la loro unica preoccupazione fu sopravvivere (dopo uno sterminio del genere penso sia normale), ma poi tutto cambiò a seguito delle rivelazioni di Kugo dopo la conclusione della Guerra. Kukaku e Ganju… sono persone orgogliose, come tutti gli Shiba.
- Kisuke è tornato a gestire l’emporio assieme a Tessai.
Hanno riacquistato le vecchie posizioni e alla fine Kisuke anche qualcosa in più.
- Grimmjow invade la Soul Society, Tia continua a essere Regina.
Grimmjow diventa Re, per Tia si veda Extra 3.
- Sternritten ( Liltotto, Gremmy, Giselle, Bambietta, Candice, NaNaNa ) sono al “servizio” di Mayuri e scorrazzano liberamente per la Soul Society.
Il Wandenreich è stato sterminato dagli Shingami nella Soul Society e dagli Hollow nell’Hueco Mundo ( racconto Kyoraku Capitolo 8 e Extra 1 Parte 2 Uryu ). Nessun membro è sopravvissuto a parte Askin, ma esistono ancora Quincy che vivono in alcune comunità in Giappone ( si veda Extra 1 Parte 2 e Extra 4, parti con Uryu ).
- Gli Arrancan portati in vita da Mayuri scorrazzano per la Soul Society.
Non li ho fatti comparire perché, al pari degli Sternritten sopravvissuti, non li reputo personaggi interessanti ( nel senso che se fossero rimasti morti sarebbe stato meglio ).

- Kugo continua a vagare nella Soul Society, nonostante sia un criminale ricercato dal Gotei 13 e non abbia alcun motivo per rimanere... se non ubriacarsi con Ganju.
- R.I.P Askin, Bazz-B e... anche Jugram, a suo modo era un bel personaggio.
- I Fullbringer esistono da sempre, ma sono stati nascosti nei secoli grazie al capo attuale dei Tokinada. I Fullbringer di tutto il mondo, dopo i terremoti nel Mondo Terreno in seguito la morte del Soul King a causa di Ichigo, si sono riuniti in una società segreta chiama X-Cution ( sempre coperta da Tokinada ). Complimenti alla Soul Society per la falla nell’intelligence! Credeva di aver sconfitto Yhwach mille anni prima, non ha percepito un Impero a due centimetri di distanza; si è fatta trollare da Aizen, non è riuscita a catturare Kugo in anni e anni.
In Ikiru Riyu, l’X-Cution è gruppo di Fullbringer (comprendente solo i membri visti nel manga) creato da Kugo sei mesi prima rispetto alla Saga del Sostituto Shinigami Scomparso. La Soul Society sapeva dell’esistenza dei Fullbringer, ma essendo umani, quindi molto più deboli rispetto agli Shinigami e non minando l’equilibrio delle anime come i Quincy , se ne curò relativamente.
- Hisagi indaga sulla morte di Kakyo Tsunayashiro, la migliore amica di Kaname Tosen che morì uccisa dal marito, alias Tokinada Tsunayashiro, il tizio cattivo di CFYOW , e la cui morte portò Tosen ad entrare nel Gotei 13 ecc, ecc.
L’unico discorso che a mio avviso era chiuso, ma proprio chiuso-chiuso. Inoltre nel manga non vien detto il rango del marito di Kakyo, specificando che si tratta di uno Shinigami. Se alla fine si è rivelato un tizio così importante, perché non dirlo subito?

3) DOMANDE SU KUGO RISOLTE/MODIFICATE RISPETTO ALLA NOVEL E RIFACENDOMI AI QUESITI LASCIATI IRRISOLTI NEL MANGA ( per risposte più specifiche si veda Capitolo 5,7, Extra 1 )

a) Conosceva davvero i segreti della famiglia Kurosaki?
Certo, essendo il migliore amico di Masaki. Le parole dette all’inizio a Ichigo servivano in parte per farlo entrare nell’X-cution.
b) Come e perché divenne Sostituto?
Essendo figlio di uno Shinigami e un’umana ( Fullbringer ), possedeva poteri latenti molto forti. Venne notato da Kisuke che lo trapassò con Benihime. In seguito Rukia fece la medesima cosa con Ichigo. Lo scopo era proteggere Masaki.
c) Perché e quando tradì la Soul Society?
A seguito della scoperta circa la funzione del Distintivo e in quando designato alla successione del Soul King. Il motivo venne camuffato da Yama, Kyoraku e Ukitake come follia e desiderio di potere, inoltre l’esistenza di un Primo Sostituto venne nascosta ai successivi Shinigami ( per questo Afro-san non ne aveva mai sentito parlare ).
Tali eventi avvennero a Novembre dello stesso anno in cui Masaki morì, quindi 6 anni prima dell’inizio del manga ( 8 rispetto a quando incontra Ichigo nella Saga del SSS ).
d) Perché il Gotei non riuscì a rintracciarlo?
A causa dello Shiro No Bijuu, potente sigillo applicato da Kisuke e Tessai su richiesta di Kugo subito appena dopo il “ tradimento ”. In seguito, raggiunta la Soul Society una volta conclusa la Saga del SSS, riuscì a celare la presenza agli Shinigami al servizio della Guardia Reale, poiché soltanto metà di esso era spezzata.
In ogni caso Kisuke gli suggerì di raggiungere la Residenza Shiba e nascondersi lì. La prima parte del sigillo si ruppe per mano di Ichigo, poiché Kugo si liberò dell'odio verso gli Shinigami, la seconda per mano di Isshin quando gli donò tutto il reiatsu ( si vedano Cap 5, inizio 8, ed Extra 1 ),.
e) Perché venne creata X-cution?
Kugo condivise parte dei poteri dei membri ( Tsukishima, Riruka ecc ), perché sperava che morendo il Fullbring scomparisse da ognuno di loro. Cosa che non avvenne, tranne per Jackie. Inoltre si mise d’accordo con Kisuke affinché riportasse Shukuro e Giriko nel mondo terreno dopo la fine della Guerra ( si veda inizio Cap 8 e Extra 1 parte 2, Shukuro ).
f) Perché decise di morire?
Per liberarsi dall’odio verso di Shinigami, uccidere Yhwach e ricongiungersi con Kukaku, Ichigo, Isshin ecc ecc. Assieme a Kisuke, Isshin e in misura minore Ryuken escogitò il piano per ridare i poteri a Ichigo.
e) Possiede una zanpakuto?
Sì. Kildare, la seconda zanpakuto di fuoco della Soul Society.

Questo voleva essere un recap di tutte le informazione sviscerate durante la Storia Principale e gli Extra. Forse sì… sono stata molto prolissa, ma ci tengo al completismo di Ikiru Riyu, il mio lascito a Bleach e a come avrei voluto vederlo finire.
Per questo ultimo Extra ci sono state molte modifiche in fase di stesura;
- nella scena al cimitero doveva esserci anche Isshin, ma alla fine ho optato per far comparire, seppur velatamente, la madre di Kugo.
- nella scena di Kukaku e Ganju in visita alla vecchia Dimora, inizialmente era prevista la prevista la presenza di un vecchio giardiniere, rimasto a curare le piante dopo la caduta degli Shiba.
- la rivelazione di Kugo in quanto Candidato alla successione del Reio, doveva essere narrata dal punto di vista di quest’ultimo con l’inserimento di vari flashback.
- la scena finale doveva avvenire tra Kugo e Ichigo nel Mondo Terreno un paio di anni dopo. Kukaku in quel caso aspettava già Tsuyu e Kiri ( si veda Pieces of Season Capitolo 4 ) ed erano presenti Rukia e Renji con Ichika. L’argomento centrale era li medesimo, con alcune modifiche… ma ci tenevo a mostrare una scena piccante anche dal punto di vista di Kukaku.

Ora vi starete chiedendo; “ Masaki fece una simile richiesta a Kugo?! Li hai fatti baciare?!“ Certo, visto il loro rapporto! Inoltre ci tenevo a mostrare una Masaki… sfaccettata, perché da come ne parla Isshin durante tutto Bleach, mi è sempre parsa troppo perfetta... da quel punto di vista. Ricordo a tal proposito che lessi un manhwa anni e anni fa, dove una ragazza baciava il protagonista motivandosi nello stesso modo. Ammetto che la scena doveva più... approfondita ecco… ma alla fine mi sono trattenuta limitandomi al bacio.

Ci tenevo a dare un “ volto ” e un nome alla madre di Kugo. Anche qui ho utilizzato la tecnica dialogo dal passato; frasi significative per rappresentare al meglio il loro rapporto.

Per Ichibei spero di aver fatto uscire al meglio la sua mentalità e modo di agire ( e in generale dei membri della Zero deceduti ). Aizen quindi aveva ragione a ribellarsi? In parte sì, visto le rivelazioni di questo ultimo Extra. Ichibei e la Zero sono inoltre responsabili della caduta degli Shiba e ovviamente si sono premurati affinché la verità venisse insabbiata a dovere.

Fatemi sapere nelle recensioni cosa ne pensate di questi ultimi tre punti.

Precisazione finale;
Ikiru Riyu, Storia Principale e Extra compresi, ricopre un arco di sei anni, due anni la prima, quattro anni i secondi ( tranne le parti ambientate nell'Hueco Mundo presenti nel terzo Extra ); dalla fine della Guerra Millenaria a quando Kugo diventa Quarto Seggio, dopo gli Studi all’Accademia Shinigami della durata appunto di sei anni.

Domanda Finale. Continuerai a scrivere su Bleach? Dopo la conclusione della Raccolta Pieces of Season, amplierò l’universo della mia Serie Another End con qualche Os. E poi credo basta… ho dato il mio massimo contributo al Fandom e sono felice così.

Ringrazio di cuore tutti i miei lettori che mi hanno seguito in questo lungo viaggio.
Ringrazio coloro che mi hanno sostenuto, sia recensendo, sia inserendo la storia in una della categorie.
Ringrazio coloro che leggeranno la storia in futuro, a cui piacerà, e perché no… che mi faranno sapere cosa ne pensano.

Special Thanks; (in ordine sparso)

Kosoala
Hikari_Sengoku
Anukis
Fandoms_Are_Life
suomi25
Rei Ryugo
d4rkr4198
Trix_
Uptran
Miryel
Atlantislux
Bankotsu90
EffyLou
KyumiKuroAkushi
Manto
Elgul1
shilyss
Victoria Buchanan
Mikan94chan
Rose Du Rembrandt
_aivy_demi_
LatazzadiTea
Atlantislux

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