Angeli senza ricordi

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Redimersi dagli errori ***
Capitolo 3: *** Perdono ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


Harry aprì gli occhi di scatto.
Era disteso a terra su un giardino.
Si alzò di scatto e quello che vide lo lasciò sbalordito.
“Sono vivo. Sono vivo… Non riesco a crederci.”
Non riusciva a capire che cosa sta succedendo.
Qualche minuto prima era in un posto che sembrava avvicinarsi al Paradiso, ed ora era in mezzo ad un parco pieno di gente che svolgevano la loro giornata.
Da chi faceva jogging a chi portava a spasso il cane.
Spaesato, Harry chiese alcuni informazioni a chiunque gli capitava intorno.
Ma il fatto più strano, è che non riusciva a vederlo nessuno.
“Sono un fantasma…”
Nessuno l’avrebbe potuto aiutare.
“Perché allora sono tornato sulla Terra? Che cosa ci faccio qua?”
Vagava come un’anima solitaria senza sapere dove andare.
Senza una meta precisa.
< Nessuno mi può aiutare… > disse tra sé e sé.
< Questo non è vero, figliolo. >
Una voce alle spalle di Harry lo fece trasalire.
< Chi sei tu? >
< Sono Dio. >
Harry fissava l’uomo con la barbetta colta e uno sguardo pieno di felicità.
< Non è possibile… >
< So che può sembrare molto strano vedermi sulla Terra, ma se sono qui è solo per te e per i tuoi compagni. >
< I miei compagni? >
< Sì. Il tuo compito è trovare i tuoi compagni della band. >
< Per fare cosa? Per organizzare un concerto di fantasmi? >
< Vi do una seconda possibilità, ragazzi. Non potete morire in questo modo. È troppo crudele. >
Harry fissava l’uomo con sguardo spaesato.
< Ho deciso di darvi un’altra possibilità… E non solo. Dovrete scoprire chi vi ha ucciso. >
< Cosa? Vuoi forse dirmi che non è stato un incidente la nostra morte? >
< Qualcuno è molto geloso di voi. Tenete gli occhi aperti, mi raccomando. Ci vediamo tra qualche giorno. >
< Aspetta un attimo. >
< Cosa c’è? >
< Non puoi lasciarmi in questa maniera. Dove posso trovare i miei compagni? E soprattutto, se sei davvero Dio, saprai bene chi ci ha uccisi, no? >
< Si dice il peccato ma non il peccatore, Harry… Ma la verità verrà a galla. Non preoccuparti. >
< Non so perché, ma preferirei che il tempo faccia il suo corso e che l’assassino paghi senza che noi dobbiamo cercarlo. >
< Perché? Non vuoi più vivere? >
< So di dare molti dispiaceri ai miei fan… Ma se rimango un fantasma, non c’è gusto a rimanere sulla Terra. Mi spiego? >
< Perfettamente. Ma se tu e i tuoi amici completerete questa missione, vedrete che tornerete ad essere in carne ed ossa. >
Harry non riusciva a crederci a questa eventualità.
Sembrava tutto così surreale.
< Mi devo fidare? >
< Sono o non sono Dio? >
< Dimostramelo. >
< Va bene. >
Con un colpo di braccio, l’uomo misterioso scatenò una tempesta di pioggia che si abbatté sulle loro teste.
< Allora? Adesso mi credi? >
< Forse mi hai convinto. >
< Ahahah forse? Ma adesso basta perdere tempo. I tuoi amici ti stanno cercando. >
< Dove posso rintracciarli? >
< Non ti preoccupare. Si faranno vedere quando meno te l’aspetterai > disse infine l’uomo scomparendo improvvisamente.
 
 
Erano passate alcune ore dal suo risveglio, ma Harry non era riuscito a rintracciare nessuno dei suoi compagni.
A dirla tutta, non riusciva ancora a capire dove potesse trovarsi.
“Non percepisco la sete e la fame… Nemmeno il freddo… Ma ho una gran voglia di rifugiarmi in un posto tranquillo.”
Harry entrò in un localino appartato molto vicino al parco.
Era un locale piccolo e molto intimo.
“Questo è il posto adatto per rimanere soli e riflettere.”
Chiuse gli occhi pensando sul da farsi.
“Ma chi voglio prendere in giro… Senza i miei compagni, non vale la pena vivere.”
< Finalmente sei arrivato. Ti ho cercato dappertutto. >
Harry alzò gli occhi per vedere chi stava parlando.
< Louis? Sei davvero tu? >
< Sotto forma di fantasma, ma sono io. >
< Sono molto contento di vederti > fece Harry cercando di abbracciarlo.
< Cosa? non posso toccarti? >
< Come ti ho appena detto, sono un fantasma. >
“E che cavolo!”
< Almeno riesco a vederti… Sai dove si trovano gli altri? >
< Purtroppo no. Li sto cercando. >
< Per caso anche tu hai parlato… >
Ma Harry si bloccò di colpo.
Credeva che quello che gli stava per confessare, fosse troppo imbarazzante.
< Sì. Ho parlato con Dio poco fa’. Mi ha detto di cercare te e tutto il resto del gruppo. >
“Allora non ho sognato…”
< Sai almeno dove ci troviamo? >
< Ma come? Non la riconosci? Siamo a Londra! > rispose Louis come se avessi le traveggole.
< Ti giuro che non l’avevo riconosciuta… >
< Forse sei ancora scosso dal tuo risveglio. Anch’io inizialmente non riuscivo a capire dove mi trovavo. >
< Bene. Almeno so dove mi trovo. >
< E adesso dobbiamo cercare gli altri… Hai un’idea, Louis? >
< Forse sì. Vieni con me. >
 
 
Louis trascinò Harry in un pub non molto lontano da dove si erano ritrovati.
< Ti ricordi questo posto? >
< Sì. Ci siamo venuti spesso quando suonavamo a Londra. >
< Non so perché, ma ho la sensazione che li troveremo qui. >
< Lo spero tanto.  >
E difatti, Louis non si sbagliò.
Niall, Liam e Zayn si guardarono attorno come due anime perse.
< Ragazzi! Finalmente! >
< Louis? Sei davvero tu? > gli domandò Niall sorpreso.
< In carne ed ossa > scherzò Louis.

< E’ bello rivedervi > fece Harry abbracciando i suoi compagni.
< Credevo di non rivedervi mai più > fece Zayn.
< Eppure quel signore che si fa chiamare Dio aveva predetto tutto questo… >
< Quindi anche voi l’avete visto? >
< Certo. Era l’unico che riusciva a vederci. >
< Ed ora che ci siamo rincontrati, cosa facciamo? >
< Bella domanda, Harry. >
< Quell’uomo misterioso ci ha detto che dovevamo scoprire chi ci ha fatto del male e… >
< Bravi ragazzi. Avete fatto molto in fretta> fece Dio comparendo all’improvviso.
< Accidenti! Ci hai spaventati! >
< Ora che siete tutti riuniti, dovete recarvi in questo posto. >
Dio mostrò ai ragazzi un poster con disegnato il Tower Bridge.
< Perché dobbiamo andare in quel posto? >
< E’ il luogo che in questo momento è più vicino al paradiso. >
< Cosa? Ma non dovevamo trovare il nostro assassino? >
< Certo. È lì che vi attende. >

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Capitolo 2
*** Redimersi dagli errori ***


Confusi, i ragazzi si recarono nel posto dove Dio gli aveva detto.
Prima di salire sul Tower Bridge, incontrarono un uomo che stava giocando con sua figlia.
< Ma quello è Simon Cowell > esclamò Zayn.
< Più in alto, papà! > esclamò una giovane bambina.
< Quella sembra essere sua figlia. È davvero graziosa > esclamò Niall.
< Credete che sia lui che… >
< Chi? Simon? Può essere una cattiva persona, ma addirittura toglierci di mezzo…  >
< Papà? Chi sono quelle persone che ci stanno fissando? >
< Quali persone? >
Appena l’uomo alzò lo sguardo, il suo viso si inondò di sorpresa.
Sembrava che gli si fossero gelate le vene.
< Cosa? Riescono a vederci? >
< Ma allora voi… >
Spaventato, Simon portò via sua figlia dalla presenza dei cinque ragazzi.
< Simon! Aspetta! >
< Papà, perché stiamo correndo? >
< E’ una lunga storia. Tuo padre ha fatto una cattiveria molto più grande di lui. >
I cinque ragazzi evitarono di inseguirlo.
La situazione era già fin troppo problematica.
< Ragazzi, pensate anche voi a quello che penso io? > domandò Harry.
< Sì. Abbiamo trovato il nostro uomo. >
 
 
Simon si rifugiò insieme a sua figlia Caroline in un bar lì vicino.
< Papà, perché siamo scappati? Chi erano quei ragazzi? >
La bambina di cinque anni continuava a fare molte domande.
< E’ una lunga storia, Caroline… Magari un giorno te ne racconterò. >
Simon era sbalordito.
Credeva che gli One Direction non esistessero più.
Ma a volte il destino è davvero beffardo.
< Vuoi qualcosa da bere o da mangiare, Caroline? >
< No. Voglio solo tornare a casa. >
< Un attimo, piccola mia. Consumo qualcosa e poi ce ne andiamo. >
Non poteva lasciare sua figlia sola.
Non dopo che le anime degli One Direction continuavano a tormentarlo.
Prese sua figlia per mano e la condusse al bancone del bar.
< Cosa posso servirle, signore? > domandò il barista.
< Uno scotch liscio, per favore. >
< Subito. >
< Papà, se la mamma sa che stai bevendo… >
< Ma tu non gli dirai niente, va bene? >
< Non so se posso mantenere questa promessa > replicò la bambina con tono imbronciato.
< Ascolta, papà in questo momento ha bisogno di sfogarsi e di riflettere… Appena tutto si sarà sistemato, smetterò di bere, va bene? >
< E quando potrebbe accadere tutto ciò? >
< Non lo so, Caroline. Ma ti assicuro molto presto. >
< Ecco il suo scotch > fece il barista porgendogli il bicchiere.
< Grazie. >
Ma mentre l’uomo stava consumando la sua bevuta, con la coda dell’occhio vide che gli One Direction lo stavano fissando.
“Oh, no.”
< Vieni, tesoro. Dobbiamo andarcene da qui. >
Pagò il conto al barista e prese la mano di sua figlia tirandola con irruenza.
< Fermati, papà. Così mi fai male > protestò la bambina.
< Allora sbrigati. Dobbiamo andare. >
Simon e sua figlia corsero fuori dal locale.
Presero un taxi e in pochi minuti si ritrovarono a casa.
< Adesso cambiati e vai a dormire. Tuo padre deve fare una cosa importante. >
< E cioè? >
< Non c’è tempo per le spiegazioni. Fai quello che ti ho detto. >
Con lo sguardo triste, la bambina corse al piano di sopra.
Inorridito, Simon si guardò attorno.
Il suo cuore batteva all’impazzata.
Era nervosissimo.
< Venite fuori se avete il coraggio! > gridò l’uomo facendosi coraggio.
Ma nessuno rispose.
Nella sua casa regnava un silenzio tranquillo.
< Allora? Venite fuori! >
< Non c’è bisogno che tu urli > fece Zayn alle sue spalle.
Vedendo il volto del ragazzo, Simon sobbalzò dallo spavento.
< Siamo qui, Simon… Purtroppo in veste di fantasmi > fece Louis.
< Perché tu ci hai uccisi > disse invece Liam.
< E noi vogliamo scoprire il perché > rincarò la dose Niall.
Ma Simon non rispose.
Era profondamente turbato.
< E la cosa ancora più frustrante, è che non riusciamo a ricordare niente della nostra vita passata > mormorò Harry.
< Lasciatemi in pace! Io non ho fatto nulla! > gridò per difendersi.
< Sul serio? Peccato che qualcuno ci abbia detto che tu hai la coscienza sporca… >
< Chi?! Questo non ha importanza… >
< Allora? Come credi di pagare i tuoi errori? >
< Ci hai rubato la nostra vita… Che tu sia maledetto, Simon Coldwell! >
Anche se i ragazzi erano degli spiriti, Simon si sentiva impotente dinanzi a lui.
Stava piangendo dalla disperazione.
Non sapeva cosa fare e Come reagire.
< Perdonatemi, ragazzi. Io non volevo… >
< Perché l’hai fatto, Simon? >
< Perché ero geloso di voi… Della vostra carriera… Una carriera che io non ho mai avuto… >
< E hai deciso bene di ucciderci? >
< Non so cosa mi sia preso. Sono impazzito completamente… Vi prego di perdonarmi. >
< Come possiamo perdonarti?! > tuonò Harry < Ci hai uccisi! >
< Non potremmo mai tornare ad essere umani. >
< Questo non è del tutto vero, ragazzi. >

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Capitolo 3
*** Perdono ***


Una voce conosciuta alle loro spalle attirò la loro attenzione.
< Dio… >
< L’unico modo per tornare in vita è che Simon Coldwell rinunci alla propria vita per salvarvi. >
< Ma con chi state parlando? > domandò l’uomo confuso.
I cinque ragazzi si fissarono a vicenda.
< Delle vite per un’altra… non so… >
< Mi sembra doveroso. Simon deve ancora pagare per il male che ci ha fatto > tuonò Zayn.
< Zayn, ma ha una bambina… > fece Louis.
< E quindi? Ognuno di noi aveva una famiglia… Ma Simon però non ci ha pensato… >
< Dovremmo parlarne con lui… >
< Ragazzi, mi dite cosa sta succedendo? >
< Simon, abbiamo trovato una maniera per tornare ad essere quello che eravamo. >
< E’ magnifico. E ditemi, cosa dovreste fare? >
< In poche parole dovresti darti in sacrificio per redimerti totalmente dai tuoi errori > spiegò Liam-
< Cosa? Sacrificarmi? >
Simon rimase in silenzio alcuni secondi.
< Non c’è un’altra maniera? >
< Purtroppo no. Ce l’ha detto Dio. >
In un’altra occasione, Simon li avrebbe presi per pazzi.
Ma non in quel momento.
L’uomo non sapeva cosa fare.
Era profondamente pentito per aver fatto precipitare l’aereo dove si trovavano i cinque ragazzi.
Ma aveva una famiglia a cui pensare.
Doveva crescere sua figlia.
< Se è questo che volete… >
< Non è che noi lo vogliamo… Devi decidere tu di tua spontanea volontà > fece Harry.
< Cosa? dobbiamo dargli anche una scelta? >
< Sì, Zayn. La vita di un essere umano è troppo importante. >
< Peccato che lui non la pensasse come te quando ci ha uccisi, Liam. >
< Sì è pentito. E a me questo basta. >
< Anche a me. >
< E a me. >
< Concordo anch’io. >
Harry, Louis, Niall e Liam erano sulla stessa lunghezza d’onda.
Tranne per Zayn.
Lui non sopportava vivere il resto del tempo come un’anima in pena.
Voleva tornare a vivere ad ogni costo.
< No! Io non voglio! >
< Mi dispiace Zayn, ma siamo quattro contro uno. Vivremo per sempre come anime. Che ti piaccia o no. >
Zayn piangeva dalla disperazione.
< Perché?! Perché questo doveva essere il mio destino?! >
< Ragazzi, io non so cosa dire… >
< Cerca di vivere dignitosamente come un uomo che si rispetti > fece Liam toccandogli la spalla.
< Cresci tua figlia come se fossimo noi. Solo così sarai in pace con te stesso. >
< Cercherò di farlo. >
I cinque ragazzi guardarono il Santo Protettore.
< Siamo pronti per venire via > fece Harry a nome di tutti.
< Bene. >
Dopo un primo momento che non ne voleva sapere di partire, anche Zayn seguì i suoi amici.
< Ci rincontreremo in un’altra vita, Simon. Abbi cura di te. >
< Anche di voi > fece Simon dando un ultimo saluto ai suoi ragazzi.
 
 
Alcuni giorni dopo, la vita di Simon era tornata alla normalità.
Cresceva sua figlia amorevolmente senza dimenticare i cinque ragazzi.
< Papà, cosa mi dici di quella sera che abbiamo visto quei ragazzi? >
Il padre della piccola la fissava sorridente.
< Ricordati una cosa, Caroline: Vivi e lascia vivere. >
< Che cosa vuol dire? >
< Lo scoprirai quando sarai grande. >

 

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