Winter Love I

di PetroxJelsa22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Winter Love I ***
Capitolo 2: *** Cambio di piani ***
Capitolo 3: *** Salvataggio ***
Capitolo 4: *** Un grande passo e una visita inaspettata ***



Capitolo 1
*** Winter Love I ***


I
Il gladiatore dall'armatura bianca



 

In un villaggio coperto dalla neve, vive un ragazzo di nome Jackson Overland che ha l'età apparente di 18/19 anni, capelli castano chiaro, occhi marroni, non tanto alto che quella mattina, come tutte le altre, viene svegliato dalla sorella minore per andare a pattinare su un lago ghiacciato.

Dopo due ore i ragazzi devono tornare a casa per il pranzo e dopo aver finito di mangiare, dalla porta di casa entra un uomo con lo stesso colore di capelli di Jack:

- Ehi figliolo, non ti sarai mica dimenticato dell'allenamento di oggi pomeriggio? - Jack si alza dalla sedia:

- Assolutamente no padre, vado subito a prendere la spada in camera. - i due genitori si guardano e sorridono, fieri del loro figlio.

Dopo essere usciti di casa, Jack e suo padre si incamminarono verso la foresta e dopo un paio di chilometri si fermarono ai piedi di una cascata, dove la vegetazione era più bassa:

- Allora Jack mostrami che cosa ti ho insegnato. - disse estraendo la spada, Jack fece lo stesso e con un paio di fendenti disarmò il padre facendogli sfuggire la spada dalla mano, lui cercò di raccoglierla ma Jack puntò la lama della sua spada nel collo del padre.

- E come si dice... - disse fra un fiato e l'altro - ...l'allievo supera il maestro. - Jack gli sorrise raccolse la spada e prima che potesse dire mezza parola, la campana d'allarme del villaggio suonò. L'uomo si mise di fronte al figlio appoggiandogli una mano sulla spalla:

- Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato... Va a casa, prendi i due cavalli che sono nella stalla e.... - ma fu interrotto da Jack:

- No padre, io voglio venire con te! - lui gli prese le spalle, lo guardò dritto negli occhi e poi lo abbracciò, non lo aveva mai fatto da quando lo conosceva poi sciolse l'abbraccio e disse guardandolo:

- Ti devi prendere cura della tua sorellina e di tua madre... ora va! - lo spinse verso la foresta.

Jack cominciò a correre a perdi fiato e poi sentì un urlo provenire dalla sua casa, era la sua sorellina. Appena arrivato vide la porta semi aperta ed entrò con la spada in mano, vide un uomo che stava per colpire la piccola, ma lui bloccò il fendente con la spada, dopo di che lo tramortì colpendolo sulla testa.

Jack lasciò cadere a terra la spada sconvolto, l'intruso aveva ferito a morte la madre sul ventre, la sua sorellina stava al suo capezzale stringendole la mano, urlando e piangendo dal dolore. Jackson sentì una morsa al petto e delle voci di uomini che si stavano dirigendo verso di loro:

- Cloe dobbiamo andare! - la bambina scosse la testa, ma Jack la prese per un braccio, raccolse la spada da terra e guardò per l'ultima volta il corpo della madre poi entrambi si diressero verso la stalla.

Jack prese un cavallo marrone poi aiutò la sorellina a salire in groppa e insieme scapparono non sapendo dove, ma lontano dal loro villaggio ormai in fiamme.

Cavalcarono senza meta per ben due ore e all'improvviso dei soldati sbucarono dalla foresta ed iniziarono a seguirli, uno di loro lanciò una rete che avvolse Cloe, perse l'equilibrio e cadde da cavallo, Jack si fermò di botto, ma prima che potesse scendere per aiutare la sorellina, anche lui fu imprigionato da un'altra rete e colpito alla testa.

Appena si svegliò, ancora un po' stordito, sentì le urla della folla, si ritrovò steso per terra, al centro di un'arena, dopo di che si mese in piedi a fatica e toccandosi la testa indolenzita, si girò su se stesso per vedere le tribune, poi si fermò, un uomo si alzò dal suo imponente trono, sollevando una mano e la folla si zittì.

- Ti do il benvenuto ragazzo. Ma toglimi una curiosità, come ha fatto un contadino con una spada a fuggire allo sterminio di un intero villaggio?!? - tutti scoppiarono a ridere, formando un grandissimo eco in tutta l'arena poi continuò:

- Devi essere molto abile con la spada, oppure sei riuscito a scappare solamente per fortuna? - disse con un ghigno, ma Jack ignorò la sua domanda e disse diretto:

- Dov'è mia sorella?! - l'uomo fece un sorriso di sfida:

- La potrai vedere solo se sopravvivrai... LIBERATE LEO!!! - ordinò infine, puntando un dito contro un portone, da dove uscì un gigantesco leone nero.

La folla iniziò ad urlare e a fare il tifo per il leone, Jack cercò disperatamente la sua spada e poi la vide, era infilzata nel terreno, guarda caso, proprio dietro Leo che iniziò a ringhiargli furioso.

Jack era terrorizzato ma poi pensò che doveva farlo per Cloe, allora provocò l'animale a venirgli contro, per poter prendere la spada, la bestia abboccò, fece uno scatto verso di lui poi saltò, ma Jack fu più veloce e rotolò da un lato per evitare l'impatto, corse verso l'arma, la prese, poi voltandosi si ritrovò il leone di fronte che lo graffiò, così forte, sul petto, da farlo cadere a terra.

Gli girò intorno, proprio come fa un carnivoro prima di divorare la sua preda, Jackson si rialzò, mettendosi una mano sul petto, per poi riguardarla sporca di sangue, strinse i denti e si fiondò sul felino che schivò il fendente con agilità per poi saltargli addosso e atterrarlo, ma Jack teneva lontano le fauci della belva, puntando la spada in orizzontale contro la gola della bestia e con un colpo di reni capovolge la situazione ritrovandosi a carponi sopra a Leo che a pancia all'aria, goffamente, cercava di rimettersi in piedi, ma prima di riuscire a farlo Jack impugnò la spada a due mani e perforò la pancia del leone nero.

La folla si ammutolì di fronte a quella scena e anche il re che prima lo aveva sfidato rimase per un po' stupefatto poi disse:

- Signori e signore abbiamo trovato il nostro gladiatore dall'armatura bianca! - le grida di stima e tifo per Jack riempirono tutta l'arena, ma il suono della voce di Jack li fece zittire:

- Per l'ultima volta, dimmi dov'è mia sorella! - il re sogghignò:

- La tua cara e amata sorellina è stata trasferita in un altro regno molto lontano da qui chiamato Arendelle, lavora per la regina come sguattera. -

Jack strinse i denti, come poteva una regina prendere come sguattera una bambina di sei anni, che razza di arpia poteva essere. Il re continuò il suo discorso:

- Se riuscirai a superare tutte le prove che l'arena propone potrai partire per Arendelle. - Jack ci pensò un po', ma poi annuì diretto.

Alla sera Jackson fu portato in una sala poco ornata, con una decina ti tavoli quasi tutti occupati da altri gladiatori, il ragazzo prese il suo piatto con quel poco che c'era e iniziò a smangiucchiare.

Mentre addentava l'ultimo boccone vide un ragazzo gracilino e mal andato, correre fra un tavolo e l'altro per pulire, molliche e sporcizie che cadevano dai tavoli. Ad un tratto si avvicinò a un tavolo di gladiatori, dall'aspetto poco rassicurante che iniziarono a prenderlo in giro:

- Ehi, mezza cartuccia! - disse quello più grosso - C'è un po' di sporcizia anche qui. - buttando a terra il piatto di patate.

Subito il ragazzino andò a raccogliere il piatto, ma nel farlo sempre lo stesso gladiatore dagli enormi muscoli gli fece lo sgambetto, facendolo trovare con la faccia per terra. Tutti scoppiarono a ridere, tranne Jack che strinse i pugni per cercare di non spaccare la faccia a quel tutto muscoli e niente cervello.

Il povero ragazzo fece per rialzarsi, ma ancora una volta gli arrivò un calcio dritto nel sedere così forte che mentre cercava di rialzarsi, le braccia cedettero facendo sbattere, ancora una volta, la faccia a terra.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Jackson si alzo di scatto dalla sedia e si diresse verso i burloni, dicendo ad alta voce che dovevano lasciare in pace ma i gladiatori scoppiarono a ridere e Bado, il gladiatore più grosso si avvicinò a Jack:

- Hai qualche problema amico? - nel frattempo tre gladiatori presero il povero ragazzo tutt'ossa, due lo tenevano per le braccia e l'altro stava per colpirlo, ma Jack scattò alle sue spalle, estrasse la spada e gli punse la testa:

- Lascialo. O ti apro la testa in due! - il gladiatore alzò le mani in segno di arresa e gli altri due lo lasciarono facendolo cadere a terra, di nuovo.

Jack si avvicinò a lui e gli tese una mano per aiutarlo a rialzarsi, il ragazzo lo ringraziò e nel frattempo la campana del coprifuoco suonò.

Per sdebitarsi, il ragazzo gli mostrò la sua camera:

- Questa è la tua stanza. - non era tanto lussuosa, aveva un paio di mobili con un letto singolo con delle coperte leggere - Se vuoi ti porto una coperta più pesante. - Jack gli sorrise:

- Non preoccuparti sono un tipo immune al freddo. Grazie comunque. - il ragazzo gracilino fece per andarsene quando:

- Io mi chiamo Chétif comunque. - Jack sorrise:

- Jackson, ma puoi chiamarmi Jack. - dopo di che Chétif chiuse la porta della camera e Jack cadde in un sonno profondo.

Fece un sogno sulla sorella, ma più che un sogno era un incubo, dove Cloe veniva torturata da una regina vecchia e brutta, e li, nascosta nell'oscurità c'era una voce che rideva maligna. Si svegliò di colpo, tutto sudato, mettendosi seduto sul bordo del letto, il suo respiro era irregolare e il cuore batteva veloce come non mai, cercò di fare dei respiri profondi per rallentare il battito, ma non funzionò, allora si alzò dal letto e spalancò l'unica finestra presente nella stanza, una brezza fredda ma piacevole scompigliò appena i corti capelli, castani del ragazzo che chiuse gli occhi e respirò l'aria a pieni polmoni.

Non appena li riaprì il suo sguardo fu catturato dalla bellissima luna piena, la sua luce bianca si riflesse sulle pupille del ragazzo. Poi i suoi occhi si spostarono verso la foresta buia e sulle abitazioni distanti, alla fine riandò a dormire, però ci mise un po' prima di riaddormentarsi.

Il mattino seguente, Jack fu svegliato da Chétif che bussò alla porta con in mano l'armatura bianca lucente che Jackson doveva indossare:

- Buongiorno Jack. - lui si alzò dal letto stiracchiandosi e facendo scricchiolare le ossa della schiena - Vuoi che ti aiuti a metterla? E' piuttosto pesante. - Jack annuì ancora un po' assonnato.

Messa l'armatura, Chétif accompagnò Jack all'entrata dell'arena poi gli consegnò l'elmo e la spada:

- Sta attento amico, l'avversario che stai per affrontare è un tipo tosto! - Jack si sistemò la cinta poi infilò la spada nel fodero:

- Non preoccuparti, ce la farò. - cercando di rassicurare più se stesso che il gracile amico.

La grande porta che conduceva all'arena si aprì e non appena sentì chiamare il suo nome Jack si mise l'elmo e camminò con passo deciso verso il centro dello spiazzale.

Il re alzò la mano e zittì la folla, sul suo volto si dipinse un sorriso di sfida e infine a gran voce chiamò:

- Fate entrare..... IL DISTRUTTORE! - e dal portone opposto entrò un uomo grasso e pelato, armato di una mazza con aculei di ferro e sul fianco portava una frusta rossa, indossava una gonna d'acciaio con dei riflessi d'oro, mentre il petto nudo era cosparso di peli neri, così come le braccia e le gambe.

Il Distruttore emise un grido di battaglia e cominciò a correre verso Jack che estrasse la spada, l'omone fece per colpirlo ma il ragazzo più agile schivò il colpo rotolando da un lato per poi contrattaccarlo, mazza e spada scintillarono a contatto, ma nessuno dei gladiatori voleva saperne di lasciare la spinta, ma ad un tratto il Distruttore avendo una mano libera colpì, con un pugno Jack, allo stomaco, dove l'armatura era più debole.

Il gladiatore dall'armatura bianca cadde a terra dolorante, ma quando vide che la mazza stava per arrivargli in testa, rotolò verso sinistra e l'arma si frantumò contro il suolo.

Il distruttore lanciò quello che rimaneva della mazza e afferrò la frusta, Jack si rialzò di scatto, ma prima di poterlo attaccare la frusta del nemico gli legò una caviglia, il distruttore tirò con tutta la sua forza e Jackson fu di nuovo a terra, l'omone lanciò la frusta contro il ragazzo che però stavolta riuscì ad afferrarla al volo, tirò verso di se e il distruttore si andò a conficcare contro la spada di Jack che gli diede un calcio e cadde a terra stecchito. La folla era in delirio e con il fiatone Jackson ripose la spada sporca di sangue, guardò il re aggrottando la fronte e in fine si diresse vero il portone.

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Capitolo 2
*** Cambio di piani ***


II
Cambio di piani


 
Verso sera Jack si levò l’armatura con un po’ di fatica, si toccò la testa ancora indolenzita poi si sfilò la maglia di cotone e andò di fronte allo specchio, si toccò la cicatrice del graffio lasciato dal leone nero, sfiorandola con l’indice. A Jackson non piaceva uccidere, ma per sua sorella si sarebbe anche sacrificato, cercò di premere più a fondo nella cicatrice per vedere fin dove arrivasse il dolore poi strinse i denti, il suo corpo aveva degli addominali scolpiti, nonostante fosse minuto, il petto era liscio senza neanche un pelo, senza imperfezioni.
Arrivato di fronte al letto, si tolse le scarpe e si buttò a peso morto sul materasso per poi addormentarsi, l’indomani avrebbe combattuto contro un ultimo avversario, dopo di che si sarebbe diretto ad Arendelle per salvare la sorella.
Come il giorno precedente Jack fu svegliato da Chétif che aveva una faccia poco rassicurante così lui chiese:
- Ehi, che succede? - Chétif si chiude la porta alle spalle per poi fare un lungo respiro:
- Ho sentito che vuoi andare ad Arendelle. - Jack annuì con un sopracciglio alzato - Non voglio sapere il motivo, ma il re non ti lascerà mai andare via! O decidi di restare, oppure ti ucciderà! - Jackson rimase sbalordito, sapeva di non potersi fidare di quel verme, si chiese come potesse arrivare dalla sorella:
- Che cosa? - Chétif prese l’armatura e gliela diede in mano:
- Devi trovare un modo per andartene via da qui, ormai sei diventata l’attrazione principale, non permetterà mai che tu lasci l’arena. Ora vestiti e andiamo, ci penseremo dopo il combattimento. - oramai Chétif era sicuro che niente lo avrebbe più fermato….
Appena entrato nell’arena, la porta del suo avversario si aprì e la terra iniziò a tremare al ritmo di passi, dall’oscurità uscì un gigantesco drago bianco.
Aveva le fauci chiuse da una catena, il drago, o meglio, dragonessa, si alzò su due zampe. Jack era pietrificato, ma ad un tratto successe una cosa stranissima, non appena la dragonessa si rimise a quattro zampe e avvicinò il muso al ragazzo, Jack si perse in quei giganteschi occhi blu come l’oceano e fece cadere la spada poi il gigantesco animale smise di ringhiare.
Jack ebbe un flashback, ma non suo, della dragonessa, come se d’un tratto entrassero l’uno nell’altra, paura, rabbia e voglia di andare via da quella prigione entrambi si lessero quelle sensazioni solo guardandosi dritti negli occhi.
Tutti si stupirono e cercarono di capire per quale motivo il drago non lo avesse ancora schiacciato, ma una cosa era certa, tra Jack e quella creatura dal manto bianco come la luna era nato un legame indissolubile. All’improvviso Jack scattò verso la sua spada e con un colpo secco ruppe la catena che imprigionava la bocca della dragonessa, tutti si ammutolirono quando videro che il gigantesco animale arrivò a toccare con il muso la mano di Jack che aveva trovato un modo per scappare.
Come se la dragonessa gli avesse letto nella mente, prese Jack con la coda e se lo mise in groppa:
- FERMATELI! GUARDIEEEE!! - gridò Elias ancora scioccato da quella scena, il drago spiccò il volo, prima di partire, delle frecce volarono verso di loro, ma la dragonessa spalancò la bocca e con un ruggito congelò le frecce con il suo alito di ghiaccio poi con uno scatto di ali volò al di sopra delle nuvole. Erano riusciti a scappare.
Jack non poteva ancora crederci stava volando a cavallo di un drago e ancora non riusciva a comprendere come potesse essere nato quel forte ed improvviso legame fra lui e la dragonessa.
Volarono per circa tre ore, il sole stava per tramontare, ad un certo punto Jack avvistò uno spiazzale al centro della foresta e pensò che potevano atterrare lì per la notte, prima che potesse dirlo alla sua nuova amica, il drago stava già rallentando e si stava dirigendo proprio in quello spiazzale.
Atterrarono e la prima cosa che notò Jack appena sceso, era che in quello strano piazzale erboso stavano delle rocce perfettamente rotonde sparse, ma in ordine. Ognuna di loro aveva la sua grandezza:
- Tu hai mai visto delle rocce così rotonde? - il drago emise uno strano suono che Jack stranamente capì:
- Già…. Neanche io. - Jack ritornò dalla sua amica e allungò la mano per accarezzarla:
- Allora, visto che ci siamo conosciuti e tu, non so come, sai già il mio nome, mi dici qual è il tuo? - la dragonessa emise un suono baritonale e Jack sussurrò:
- Starlait….. Questo spiega tutto. - Starlait emise un altro suono, ma prima che Jackson potesse risponderle, le strane pietre iniziano a vibrare e a rotolare verso di loro, il ragazzo toccò l’elsa della spada poi guardò Starlait che stranamente era tranquilla e ad un tratto i massi presero le forme di: 
- Troll? - quegli esserini sbatterono le palpebre in sincronia e Jack alzò un sopracciglio e ad un tratto una di loro urlò:
- Il cavaliere è arrivato! -
Tutti i troll saltarono di gioia ed alcuni di loro si avvicinarono a lui e cominciarono a studiarlo:
- Io me lo sarei immaginato più in carne. - la stessa troll che aveva urlato il suo arrivo, sbirciò all’interno dell’armatura di Jack:
- Si ma il fisico ce l’ha! - saltò giù dalla sua spalla e Jackson si mise entrambe le mani sull’addome imbarazzato, sempre lei gli saltò sull’altra spalla, gli tirò un orecchio per guardarci dentro, gli aprì la bocca per vedere i denti e scese un’altra volta, un altro troll gli arrivò vicino al braccio lo alzò e annusò l’ascella:
- Però ha bisogno di una bella lavata! - dopo di che svenne, Jackson sgranò gli occhi si annusò, è sì puzzava veramente. Mentre Starlait se la rideva e i troll non smettevano di ispezionare l’ospite, tra loro avanzò il più anziano che arrivò di fronte a Jack, gli altri troll si staccarono dal corpo del ragazzo e Granpapà iniziò a parlare:
- Sir. Jackson Overland ti do il ben venuto nella valle dei troll, il tuo viaggio sarà lungo e pieno di pericoli, ma anche di posti e sensazioni nuove. - Jack non capiva:
- Viaggio? Arendelle è a due giorni da qui. Ansi, volando ci metterò meno di due ore. - Granpapà rise seguito dagli altri troll:
- Ma non questo viaggio, il viaggio che intraprenderai con una donna dal potere di controllare il ghiaccio e la neve. - lo portò vicino al fuoco e quello iniziò a modellarsi in strane figure partendo da una bella ragazza con una treccia da un lato che creava dei meravigliosi fiocchi di neve  - Il tuo scopo è di proteggerla anche a costo della tua stessa vita per difendere il suo regno e questo mondo dalle tenebre. Ma attento cavaliere, - in quel momento comparve la figura di un ragazzo che combatteva contro delle strane sagome - se la paura ti conquisterà, tu stesso potrai far del male alle persone a cui tieni di più. - la figura del ragazzo perse la spada e quelle strane sagome lo inghiottirono, al suo posto comparve sempre lui che riprese la spada e colpì quella ragazza con la treccia da un lato che urlò. Jack sobbalzò e il fuoco ritornò normale:
- Ma come faccio a proteggere una persona che neanche conosco? - Gran Papà si voltò verso di lui:
- Lei si chiama Elsa, ed è la regina di Arendelle. - Jack spalanca gli occhi poi scoppia a ridere tenendosi la pancia, stringendo ancora di più l’elmo tra le mani:
- E io dovrei proteggere la persona che ha reso schiava mia sorella? - poi il suo tono sarcastico divenne più duro - Me ne infischio del destino! Non proteggerò mai una persona così maligna e spregevole! - L’anziano troll strabuzzò gli occhi:
- Non credo che stiamo parlando della stessa persona….. - ma fu interrotto da lui:
- Io credo di sì invece. E’ lei che sta tenendo prigioniera mia sorella nel suo castello! - Granpapà scosse la testa ma prima che potesse rispondergli, un piccolo troll si fece avanti:
- La regina Elsa non è cattiva, nonostante abbia mandato un inverno perenne nel suo regno e congelato il cuore alla sorella…. - Jackson quasi si spaventò:
- Le ha congelato il cuore?!?! - il piccolo troll con tutta naturalezza rispose:
- Sì, ma poi grazie all’amore e all’affetto che provavano le due sorelle è riuscita a sciogliere tutto e a controllare i suoi poteri. - Jack si grattava nervosamente la testa per cercare di capirci qualcosa poi Granpapà gli prese una mano:
- Non preoccuparti Jackson, Elsa non è molto aperta alle persone e apparentemente dimostra un carattere serio e regale, ma quando la conoscerai più affondo…… sono sicuro che c’è un traditore ad Arendelle e che la regina non ne sappia niente. - Jack sospirò e si lasciò cadere la mano, prima sulla testa, lungo il fianco - Si è fatta sera, meglio che tu rimanga qui per la notte e…….. Bulda ti mostrerà il laghetto dove farti un bel bagno. - disse indicando una troll che lo prese per mano e lo tirò con forza verso il laghetto, prima che potesse ringraziare Gran Papà.
Starlait li seguì e dopo che Bulda aiutò Jack a togliersi l’armatura se ne andò, lasciando, giustamente, un po’ di intimità al ragazzo. Jack si tolse i vestiti rimanenti e si buttò in acqua, Starlait lo guardò piegando il muso stranita e quando Jack tornò in superficie si accorse che il laghetto non era tanto alto, infatti l’acqua gli arrivava al disotto dell’ombelico:
- Che c’è? Vuoi farti un bagno anche tu? - Jack si mette a ridere e comincia a schizzare Starlait che dopo un paio di secondi sbuffa e si butta nel laghetto.
Dopo un po’ Jack uscì dal laghetto e prima che riuscisse ad arrivare ai vestiti, di colpo arrivò Bulda che si coprì gli occhi, lui sobbalzò poi arrivò Starlait che lo coprì con un ala, Bulda si levò le mani dagli occhi e sospirò poi Jackson disse imbarazzato:
- Avresti, un asciugamano? - Bulda si volta:
- Te lo vado subito a prendere. -
Il giorno dopo Jack si svegliò all’interno di una grotta su un letto fatto di foglie, una giovane troll si avvicina e lo aiuta a mettere l’armatura, Jackson saluta i troll e si dirige verso il castello a cavallo di Starlait.
Arrivato ad Arendelle preferì atterrare in un boschetto non tanto distante dal villaggio, per non spaventare le persone con la presenza della sua gigantesca amica, infatti scendendo dalla groppa disse:
- Ci vorrà un po’…. Ma tu è meglio se rimani qui. - Starlait acconsentì con uno strano verso gutturale, avvicinandosi di più al ragazzo così che potesse allungare una mano per accarezzarla.
Alla fine si decise, si mise l’elmo e arrivò all’entrata del villaggio, si incamminò verso il portone del castello e tutti i cittadini fermarono quello che stavano facendo, rimanendo a guardare quella strana persona dall’armatura bianca come la luna e da lì iniziarono i primi bisbigli su chi poteva essere lo straniero che all’apparenza sembrava un cavaliere.
Jackson si accorse di non passare inosservato e prima di accelerare il passo, gli arrivò una pallina dritta in testa, si girò e la raccolse poi una vocina alle sue spalle disse:
- Dovete scusarmi…. - Jackson si voltò e vide un ragazzino con gli occhi color del prato che abbassava la testa in segno di colpevolezza, allora Jack si abbassò su un ginocchio, prese la mano del bambino e gli ridiede la pallina:
- Non preoccuparti. Ma la prossima volta sta più attento, ok? - gli scompigliò i capelli neri come l’ebano e si rialzò in piedi, mentre il bambino lo ringraziò con un bel sorriso.
Dopo quella scena il popolo si incuriosì ancora di più ma Jack non ci diede troppo peso poi riprese a camminare verso il portone del castello.
Appena arrivato due guardie si piazzarono di fronte a lui e uno di loro disse:
- Rivelare identità. - Jack sbuffò:
- Devo parlare urgentemente con la regina. - ma le guardie insistettero:
- Avete un mandato? - Jackson pensò: “E adesso che faccio se li minaccio chiameranno altre guardie” allora decise di rivelare la propria identità, si tolse l’elmo e disse:
- Sir. Overland, gladiatore dall’armatura bianca. - e infine gli diede un foglietto che faceva da carta di identità:
- Perdonatemi Sir. Overland. - così dicendo gli aprirono le porte per poi inchinarsi. Appena varcata la soglia Jack si rimise l’elmo ritrovandosi al centro di una piazza, di fronte ad una fontana e vide un gruppo di guardie che marciava su e giù per la piazza:
- Chiedo scusa. - la fila si fermò e si girò verso il ragazzo. - Dove posso trovare la regina? - la guardia capo fila si mise sull’attenti:
- La regina al momento è occupata, ma se si tratta di una questione importante, la potete trovare nella piazza sul retro del castello. Arnold vi accompagnerà da lei. - e da dietro le spalle di Jack arrivò un servo:
- Seguitemi. - Jackson quasi si spaventò della sua improvvisa comparsa poi lo seguì all’interno del castello. 
Dopo dieci minuti arrivarono all’ingresso sul retro e appena la porta si aprì Jack rimase sbalordito: il terreno della piazza era completamente ricoperto di ghiaccio, così l’acqua delle fontane che formavano un bellissimo ghirigoro di cristallo, dalla bocca di Jackson uscì solo un “Wow” poi la voce del servitore lo fece tornare alla realtà:
- Aspettate qui. - e mentre l’uomo si allontanava Jack riprese a guardare le stupende decorazioni di ghiaccio:
- In che cosa posso esservi d’aiuto? - lui si voltò di scatto e vide una bellissima ragazza bionda con due occhi color del ghiaccio e delle labbra rosse ma sottili, il suo corpo era perfetto, indossava un lungo abito fatto di….. ghiaccio, la gonna anche essa lunga aveva uno spacco, non era tanto alta per essere una norvegese, ma forse era quello che la rendeva più bella.
Jack pensò ammaliato: “Alla faccia della regina brutta e cattiva…..” Poi si sbloccò, fece un inchino non troppo profondo che la regina contraccambiò con un lieve cenno del capo:
- Vorrei parlarvi in privato, se è possibile. - disse Jackson serio, la regina gli fece cenno di seguirlo e lo portò nella sala del trono e aspettò che parlasse:
- Ho sentito che mia sorella è stata portata qui in ostaggio per lavorare per voi. - La regina strabuzzò gli occhi:
- Non so da chi lo abbiate sentito ma, io non terrei mai in ostaggio nessuno. - si fece rigida ma il ragazzo insistette:
- Allora non vi dispiace se do un’occhiata in giro, per esempio nelle cucine. - Elsa strinse i pugni. Ma chi si credeva di essere?! Piombare lì nel suo castello e setacciarlo! Ma cercò di calmarsi, acconsentì e lo guidò alle cucine.
Jackson guardò ogni singolo cuoco, erano tesi ma uno in particolare era agitato e stava di fronte alla porta di uno stanzino, gli leggeva la paura negli occhi:
- Potrei vedere cosa c’è all’interno di quel ripostiglio? - ma prima che potesse rispondere:
- JACK!! - il ragazzo strabuzzò gli occhi e con uno scatto estrasse la spada e la puntò alla gola del cuoco:
- Spostati! - ma non lo fece - SPOSTATI!!!! - disse premendo più forte la lama contro il collo del cuoco che subito dopo si spostò. La regina chiamò subito le guardie e arrestarono quel farabutto, Jack aprì la porta e la sorella gli buttò le braccia al collo piangendo, Elsa gli si strinse il cuore vedendo quella scena:
- Io credo di dovervi delle scuse… - Jack la guardò - Da questo giorno in poi passerò più volte nelle cucine. - si alzò con Cloe in braccio fece per rispondere ma la sorellina lo precedette:
- Jack lei non è una regna cattiva, l’ho vista giocare con dei bambini ieri e creava dei scivoli di ghiaccio e, li faceva giocare con la neve. -
Jackson si girò verso di la regina:
- Non preoccupatevi, non potevate saperlo. -
Tutti e tre tornarono nella sala del trono:
- Se c’è qualcosa che posso fare per voi per scusarmi, per esempio darvi un alloggio all’interno del castello, se volete rimanere o…. - ma Jackson la fermò ricordandosi delle parole dell’anziano troll:
- Beh, una cosa ci sarebbe. Mi farebbe un grande onore se per voi potessi diventare il primo cavaliere. - Elsa si sorprese. Si, lei non si era accorta che la sorella era tenuta in ostaggio da uno dei suoi cuochi, ma si poteva fidare di lui? Sapeva maneggiare bene una spada? Così decise di metterlo alla prova:
- Per diventare primo cavaliere, vi dovrete fronteggiare con i migliori spadaccini di Arendelle. - Jackson non si fece scoraggiare, era ovvio che lo voleva mettere alla prova:
- Accetto. E spero di essere all’altezza dei vostri cavalieri. - ma prima che Elsa potesse dare la conferma si intromise Cloe:
- Jack è un ottimo spadaccino, altrimenti come avrebbe fatto ad arrivare qui dall’arena. - Elsa si stupì di quelle parole, a giudicare dal colore dell’armatura, quel ragazzo doveva essere il nuovo cavaliere dall’armatura bianca dell’arena del Re Elias Di Dotemberg:
- Così voi sareste….. - lui si tolse l’elmo e si pettinò i cappelli all’indietro con una mano:
- Sir. Jackson Overland, cavaliere dall’armatura bianca. - a quanto pare Elsa aveva ragione:
- Vi andrebbe bene iniziare domani? - Jackson annuì e prima che potesse aggiungere qualcosa dalle porte della sala entrò correndo, una ragazzina intorno ai 17 anni che chiamò la regina per nome:
- Vogliate scusarmi un momento. - Jack annuì con un cenno del capo:
- Certamente. - vide parlare le due ragazze non tanto distanti da lui e nonostante una fosse bionda e l’altra rossa c’era una certa somiglianza tra le due.
Dopo un po’ gli si avvicinarono e la regina parlò:
- Sir. Overland lasciate che vi presenti la principessa Anna. - Jackson fece un lieve inchino che Anna contraccambiò un po’ goffamente e ad un tratto Cloe tirò un braccio a Jack che lo costrinse ad abbassarsi con la schiena:
- Daiiiii glie lo chiediiii?? - la principessa sogghignò mentre Elsa sorrise, quando Jack si rialzò disse:
- Perdonatemi mi lady, ma mia sorella vorrebbe sapere quando ritornerete a giocare insieme ai bambini. - Elsa sorrise di nuovo e si abbassò all’altezza della piccola e con un semplice gesto della mano creò un fiore di ghiaccio che poi mise dietro all’orecchio della bambina:
- Pensi di esserci tra dieci minuti nel parco di fronte a castello? - la bambina sorrise e annuì divertita poi iniziò a tirare per la mano Jack per andare al parco. Jackson sorrise alla regina per poi inchinarsi e seguire la sorella che lo tirava insistentemente.
Elsa doveva ammetterlo quel ragazzo non era per niente male e come se Anna le avesse letto nel pensiero le diede una leggera gomitata su un fianco:
- Beh non è per niente male vero? - Elsa si voltò e si incamminò verso il parco:
- Si la bambina è adorabile. - finse di non capire:
- Sai che non stavo parlando della bambina. - la regina sospirò:
- Anna… - la principessa continuò a insistere fino a quando non arrivarono al parco.
La regina chiamò tutti i bambini compresa Cloe e da lì creò una pallina di neve che lanciò in ara e subito dopo scoppiò in tanti fiocchi di neve:
- Jack? Ehi ragazzi quello è Jack, ed è diventato un cavaliere! - un bambino richiamò gli altri e solo allora Jackson li riconobbe, erano i bambini con cui giocava al suo villaggio insieme a sua sorella.
Gli saltarono addosso e Jackson cadde goffamente, provocando una piccola risata alla regina:
- Allora vogliamo insegnare il nostro gioco alla regina? - tutti i bambini annuirono felici e dopo aver accennato un paio di regole iniziò una vera e propri battaglia di palle di neve.
Si divisero in due squadre i maschi andarono con Jackson e le femmine con la regina. Pronti…. Via! Cominciarono a volare delle palle di neve e ad un tratto una colpì la regina dietro alla testa, tutti i bambini si fermarono, nessun era mai riuscito a prenderla.
Elsa si girò dalla parte da cui era arrivata la pallina, i bambini guardarono con la coda dell’occhio Jack, lei se ne accorse e quando spostò lo sguardo su di lui:
- Ups! - tutti i bambini scoppiarono a ridere ed Elsa fece un sorriso di sfida che subito Jackson contraccambiò e ad un tratto lei creò una palla di neve quattro volte più grande del normale.
Tutti i bambini scapparono mentre Jack cominciò a correre subito dopo, ma ad un trattola bionda ricoprì il pavimento di ghiaccio facendolo scivolare e prima di lanciargli la gigantesca palla, un’altra la colpì alla schiena facendola scivolare sul suo mantello di ghiaccio, cadde sopra al cavaliere e prima che qualcuno potesse fare qualcosa, la gigantesca palla di neve li sovrastò entrambi, provocando le risate divertite dei bambini.
Jackson tossì uscendo dal monticchio di neve e aiutando la regina a rialzarsi:
- Direi che siamo pari. - Elsa gli sorrise  afferrandogli la mano, al contatto entrambi avvertirono una lieve scossa, stupiti da quella strana sensazione, si guardarono:
- Si, direi di sì. - lasciò la mano del cavaliere - Bene bambini, spero vi siate divertiti. Ci vediamo domani alla stessa ora, va bene? - Tutti i bambini urlarono un grande “Si” e tornarono a casa.
La regina si rivolse a Jack:
- Spero che questa sera sarete presente alla festa di fidanzamento della principessa. - Jackson prese per mano Cloe:
- Ci sarò senz’altro, my lady. - fece un inchino e insieme alla sorellina tornò all’interno del castello.
La principessa Anna che fino a quel momento era rimasta a guardare, si avvicinò alla sorella e le sorrise maliziosa, Elsa alzò gli occhi al cielo e Anna continuò a punzecchiarla finché ognuna di loro non rientrò nella propria stanza.

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Capitolo 3
*** Salvataggio ***


 
 
III
Salvataggio
 

Elsa era in subbuglio, non sapeva cosa indossare, le vesti che le venivano proposte erano troppo classiche, ma ad un tratto le venne un’idea e con i suoi poteri creò uno stupendo abito a sirena blu, senza spalline e uno spacco sulla gonna, si sciolse i capelli ed era pronta.
Jackson nel frattempo si levava l’ultimo pezzo dell’armatura nelle sue stanze e indossò il completo da cavaliere, ma sembrava più da principe, che gli era stato dato da una delle serve più strette della regina, si mise una giacca bianca con una striscia rossa che partiva dalla spalla e arrivava sul fianco, le spalline, anch’esse rosse, come il colletto, erano contornate da un filo di colore oro come i bottoni della giacca, si legò la cintura della spada sopra ad un paio di pantaloni color rame, guardò la sorellina che dormiva serena e le diede un lieve bacio sulla testa poi si sistemò i capelli come meglio poteva e si avviò alla sala da ballo.

Erano già arrivate un sacco di persone nonostante il ballo iniziasse tra venti minuti. Jackson gironzolava nella sala guardandola da cima a fondo, non era mai stato in un castello e quello era decisamente stupendo.
Ad un tratto però il suo sguardo si spostò al portone, sgranò gli occhi. Nel castello entrarono i gladiatori dell’arena del re Elias, gli stessi che avevano maltrattato il suo povero amico Chétif. Uno di loro si girò verso di lui e gli fece un sorriso di sfida, mentre lui rispose aggrottando la fronte, fece per andare da loro ma delle donzelle li affiancarono e preferì lasciar stare, per il momento; sicuramente erano venuti lì per ordine di Elias che voleva vendicarsi su di lui.
I venti minuti passarono velocemente, un suono di trombe e il presentatore iniziò a parlare:
- La principessa Anna di Arendelle, con il suo futuro consorte il principe Kristoff. - Jack pensò che era un po’ troppo bizzarro quel ragazzo per essere di una famiglia reale, sembrava più un montanaro che un principe a giudicare dalle spalle enormi - La regina Elsa di Arendelle. - Con passo regale Elsa si diresse di fronte al trono, affiancando Anna e Kristoff, tutti si inchinarono e Jackson pensò “Però….. niente male, davvero niente male…..” infine scosse la testa dandosi dello stupido. Poi ad un tratto vide uno dei gladiatori avvicinarsi alla regina, Jackson strinse i denti, dopo aver visto quell’animale baciare la mano di Elsa. Le disse qualcosa ma Jack era troppo distante per sentire e subito dopo entrambi si recarono all’uscita sul retro, lui lì seguì senza essere visto e si nascose dietro alla fontana per sentire che cosa si dicessero:
- Allora, che cosa volevate dirmi Aramis? - lui fece un gesto teatrale con la mano:
- Perdonatemi vostra maestà ma…. Dovete venire con noi! - e all’improvviso dai cespugli del parco uscirono degli uomini armati di spade e asce, due di loro avevano una rete, Elsa fece un passo indietro:
- Ma cosa….? - ma subito dopo si mise in posizione d’attacco e colpì un gladiatore con un getto di ghiaccio, Aramis sgranò gli occhi e altri gladiatori le andarono a dosso, ma alcuni scivolarono nel suo ghiaccio ed altri furono disarmati e feriti da dei spuntoni di cristallo, arrivarono le guardie e il comandante urlò:
- Regina Elsa!! - Elsa si voltò di scatto stava per essere colpita dalla spada di Aramis, ma Jackson sbucò fuori dal suo nascondiglio e diede un calcio al gladiatore che nell’impatto con il terreno perse l’arma, Jack si parò di fronte alla regina ed estrasse la spada contro Aramis:
- Dimmi perché Elias ti ha mandato qui! - il gladiatore sogghignò:
- Pensi davvero che te lo dica? - sogghignò ancora e Jack gli puntò la lama della spada contro il collo alzandogli il mento:
- Se preferisci ritornare all’arena senza testa, no. - Elsa non poteva crederci come avevano fatto gli scagnozzi di Elias ad entrare nel suo castello.
Subito dopo arrivarono Anna e Kristoff che rimasero di sasso di fronte a quella scena:
- Al re gli è stato incaricato di catturare la regina di Arendelle, in cambio del pieno dominio sulla terra…. - Elsa e Jackson sgranarono gli occhi. Il pieno dominio sulla terra? Ma come può essere possibile?
- Ma che stupidaggini stai dicendo?! -
- Oh quanto sei ingenuo cavaliere, il capo del re mi ha mandato qui per dirti che non riuscirai a proteggerla per sempre…. La paura Jack, vince sempre! - e di colpo il corpo del gladiatore si smaterializzò diventando sabbia nera che subito dopo fu portata via da una leggera brezza. Jackson si voltò verso la regina:
- State bene? - Elsa annui, ma prima che potesse ringraziarlo il comandante si avvicinò a loro:
- Voi avete salvato la nostra regina. - si inchinò e subito tutti i presenti lo seguirono compresa la regina.
La cerimonia andò avanti normalmente e dopo aver tranquillizzato tutte le persone, Elsa si mise di fronte al trono, allungò una mano, su cui si posarono quella di Anna e Kristoff che si inginocchiarono uno di fronte all’altra poi la regina iniziò a parlare:
- Io unisco questo uomo e questa donna affinché loro possano restare insieme, nella buona e nella cattiva sorte e che l’amore li guidi nella strada che loro e solo loro possano seguire, con i sentimenti che provano l’uno per l’altra. - I due innamorati si alzarono, si strinsero le mani e si diedero un breve bacio che fu seguito dagli applausi di tutti:
- E in quanto a voi, - Elsa si voltò verso Jackson colto alla sprovvista
- vorrei donarvi questa spada, per ringraziarvi di avermi salvato la vita. - il moro si inginocchiò di fronde a lei, prese la spada, si rimise in piedi e la sfoderò, ammirando la lama:
- Era del re di Arendelle, mio padre….. - Jack la guardò dritta negli occhi sorprendendosi dell’importanza di quella spada - Vi servirà se vorrete diventare il primo cavaliere di Arendelle. - Jackson le sorrise e lei ricambiò. Doveva ammetterlo, aveva un sorriso stupendo. Dopo di che si voltò verso la platea che iniziò ad applaudire per lui.

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Capitolo 4
*** Un grande passo e una visita inaspettata ***


IV
Un grande passo e una visita inaspettata



 
Jackson fu svegliato dalla sua sorellina che gli saltò addosso, lui la prese in braccio e le fece il solletico.
Quello era un grande giorno, finalmente avrebbe convinto la regina a fidarsi di lui e a vedere come se la cavava con la spada, forse poteva anche avere l’occasione di conoscerla più a fondo, si alzò dal letto e si accorse che era presto, così si mise l’armatura e decise di portare la sorellina a conoscere Starlait.
Uscirono dal castello, prendendo un cavallo in prestito, arrivarono poco distanti dalla foresta e Jack decise di lasciare lì l’animale per non farlo spaventare e per non agitare Starlait:
- Jack….!!! - Il ragazzo sogghignò vedendo Cloe nascondersi dietro di lui, mentre Starlait piegò la testa da un lato:
- Ehi non devi avare paura. - disse riportandola di fianco a lui, il ragazzo si avvicinò di più alla dragonessa lasciando indietro la bambina poi accarezzò l’animale - Lei è Starlait. - Cloe si avvicinò un po’ diffidente, ma poi vide che la dragonessa fece lo stesso e quando la sua mano arrivò a toccare il suo muso peloso, rise felice.
Tornarono a palazzo e Jackson portò la sorellina a giocare con gli altri bambini poi si recò alla piazza d’armi, situata sul lato destro del castello, la regina era già lì che indossava un vestito verde chiaro con dei piccoli fiori.
Lui la salutò con un lieve cenno del capo e lei fece lo stesso, un cavaliere arrivò alle sue spalle:
- Ehi novellino, - Jack si voltò verso di lui - che ne dici di iniziare subito. - disse tirandosi giù la visiera dell’elmo, mentre il ragazzo si mise il suo annuendo. Iniziarono i primi fendenti e le spade cozzarono creando delle scintille, ad un tratto il cavaliere colpì di sbaffo Jack per poi colpirlo con l’elsa in faccia facendolo cadere, scoppiò a ridere:
- Ah, ah, ah, ah, ah. E tu saresti il gladiatore dell’armatura bianca? Non diventerai mai il primo cavaliere se combatti così. - Jackson sogghignò:
- Beh, allora vi chiedo scusa cavaliere. Ma una cosa è certa… -  con una spazzata mandò a gambe all’aria l’avversario poi si rialzò con agilità, lo disarmò e gli puntò la lama della spada contro il petto - ……io non mi distraggo mai quando combatto. - il cavaliere rimase di sasso, alzò le mani in segno di resa e Jack ritirò la spada. Il comandante dell’esercito di Arendelle iniziò ad applaudire poi fu seguito dai consiglieri e dai nobili.
il moro vide il comandante avvicinarsi alla regina:
- Mia signora, sarebbe una perdita di tempo far combattere questo ragazzo con altri cavalieri. Io proporrei di farlo arrivare subito all’ultimo livello. Che ne pensate? - Elsa guardò i consiglieri di corte che annuirono poi il suo sguardo si posò su Jack:
- Così sia. - Allora il comandante si infilò l’elmo, estrasse la spada e buttò via il fodero avvicinandosi a Jackson, solo ora Elsa si accorse che il ragazzo era ferito:
- Aspettate! - Elsa guardò prima il taglio sulla sua spalla poi Jack che si toccò la ferita, allora intervenne il comandante:
- Siete in grado di combattere? - Jackson tornò a guardare il suo avversario:
- Certamente signore, non morirò solo per un graffio. -
- Bene! - Elsa lo guardò con un sopracciglio alzato e si pentì subito di aver interrotto il combattimento, preoccupandosi per quel ragazzo che stava diventando un burlone.
Il combattimento iniziò ed entrambi i cavalieri sembravano essere alla pari, ma all’improvviso il comandante schivò un fendente del ragazzo, subito dopo gli diede una ginocchiata nell’addome e nonostante l’armatura Jackson cadde a terra:
- Quel fendente era troppo lento ragazzo. Forza, rialzatevi! - Jack strinse i denti, rialzandosi e rimettendosi in posizione. Entrambi girarono in tondo aspettando che qualcuno facesse la prima mossa e partirono insieme scontrandosi in un breiseck, il comandante spinse più forte e vedendo che il ragazzo stava mollando disse:
- Con questa poca forza non riuscirete mai a proteggere la regina. Se è questo che volete fare veramente. - sentendo le ultime parole Jackson spinse con più forza allontanando il capitano, lo fece indietreggiare dando dei forti fendenti contro la spada dell’avversario che perse l’equilibrio e in quell’istante Jack lo disarmò puntandogli la spada contro:
- Stupefacente, davvero stupefacente! - poi tutti applaudirono di nuovo.
Jackson raccolse la spada del capitano di media età, ridandogliela:
- Mi lusingate signore. - il capitano gli mise una mano sulla spalla:
- No, dico solo la verità. Voi siete degno di quella spada. - Poi si rivolse alla regina - Mia signora, credo che abbiamo trovato il vostro primo cavaliere. - Elsa lo guardò e Jack le fece un sorriso beffardo che lei ricambiò con uno sguardo incerto.
Dopo di che tutti si recarono alla sala del trono dove Jackson si inginocchiò porgendo la spada alla regina, Elsa la afferrò posandogli la lama prima su una spalla poi sull’altra:
- Io ti nomino, primo cavaliere di Arendelle. - non appena le regina ebbe pronunciato quelle parole, Jack si rialzò e riprese la spada, appena si voltò tutti si inchinarono al suo cospetto.
Subito dopo iniziò una festa, Jackson si vestì con gli abiti da primo cavaliere, mentre Elsa si mise un vestito uguale a quello di sua sorella solo celeste, con le spalline e una lunga gonna a sirena.
Nella sala Jack incontrò il comandante che gli disse:
- Lo sapete perché guardano tutti voi? - Jack si grattò la testa:
- A dir la verità non lo so…. - il comandante si avvicinò di più al suo orecchio:
- Perché si aspettano che il primo cavaliere inviti la regina per aprire le danze. - Jackson divenne teso ma poi si decise, andò di fronte alla regina e si schiarì la voce per interrompere la discussione con la principessa:
- Perdonate l’interruzione vostra maestà. Ma mi chiedevo se, mi concedereste l’onore di ballare con voi. - Elsa non adorava ballare, ma doveva farlo per tradizione, i suoi occhi si spostarono su Anna che rise maliziosa poi mise la sua mano sopra a quella di Jack e fece un gesto all’orchestra che partì. Un semplice valzer, dopo un paio di minuti nella sala iniziarono a ballare altri nobili tra cui Anna e Kristoff.
Elsa ad un tratto pestò il piede del cavaliere che strinse i denti, era normale che sbagliasse, non aveva mai accettato un ballo con nessuno fino a quel giorno:
- Vi chiedo scusa…. - Jackson le sorrise:
- Credo che il mio piede possa sopportarlo. - Elsa rise mettendosi una mano sulla bocca poi i loro sguardi si incrociarono ed entrambi si sorrisero.
Finita la canzone Elsa ringraziò Jack che le fece un inchino poi tornò a parlare con sua sorella Anna.
Ad interrompere tutti fu il comandante che prese una forchetta e la picchiettò su un bicchiere pieno di champagne:
- Vorrei fare un brindisi, - tutti andarono a prendere un bicchiere di champagne - Alla nostra regina e al suo cavaliere! - tutti gli ospiti ripeterono quella frese, ma prima che qualcuno potesse fare qualcosa la terra iniziò a tremare. Tutti persero l’equilibrio e dal centro della sala comparve un buco nero accompagnato da una folata di vento gelido, dal vortice iniziarono a lievitare degli strani esseri oscuri, cavalieri, indossavano una tunica nera, che nonostante fossero molto più alti degli umani, strisciava per terra, con un cappuccio che gli infossava il viso impedendo di vederli ed erano armati ciascuno di una spada.



Jackson ordinò alle guardie di proteggere la regina e insieme al comandante si pararono di fronte a lei estraendo le armi. I cavalieri oscuri si incamminarono verso di loro ed estrassero le spade, la regina era sconvolta da quello strano fenomeno ma non si fece prendere dal panico poi ad un tratto dei cavalieri gli andarono incontro cercando di fermali, ma quegli esseri erano troppo potenti e con le loro lame li spazzarono via come se fossero foglie al vento. Jack corse verso uno di loro per attaccarlo seguito dal comandante, riuscì ad ucciderne uno che scoppiò in sabbia nera, ma subito dopo un altro lo attaccò alle spalle ma prima che potesse colpirlo Elsa gli lanciò un getto di ghiaccio stordendolo poi lui lo finì infilzandolo. Entrambi si guardarono e annuirono, i cavalieri oscuri li accerchiarono ed Elsa e Jackson si misero spalla contro spalla coprendosi a vicenda, ma più ne sconfiggevano più ne arrivavano.
Ad un tratto uno di loro colpì Kristoff che si accasciò a terra, Anna corse da lui:
- Anna, attenta!! - Non fece in tempo a voltarsi che delle mani la presero e la trascinarono nell’oscurità, prima che il suolo la inghiottisse:
- Anna! - Elsa distrusse l’essere oscuro che teneva prigioniera la sorella con i suoi poteri, ma una mano fuoriuscì dal suolo riafferrandola e trascinandola con se:
- NOOOOOOO! - la regina fece per ritornare da lei ma un cavaliere oscuro la spinse da dietro facendola cadere, Elsa cercò di rialzarsi ma si accorse di avare fatto una storta, puntò la mano contro di lui, ma da quella non uscì nulla:
- Che cosa….?! - l’oscuro essere alzò la spada pronto per colpirla Elsa si parò il viso, ma non successe nulla. Rialzò la testa e vide che Jackson l’aveva salvata, di nuovo poi il suo sguardo si posò sull’ombra che aveva inghiottito Anna, ormai solo la sua mano emergeva dal suolo. Elsa non potendo camminare, strisciò per cercare di raggiungerla, ma prima di riuscire ad afferrarla quella fu inghiottita dal suolo poi l’ombra sparì e ritornò la luce nel castello.
La regina si mise il palmo della mano sulla testa, afflitta, ma fu richiamata dal comandante:
- Mia regina, venite presto! - appena avvicinatasi Elsa vide Kristoff steso a terra con una brutta ferita al braccio:
- Kristoff…. - ma fu interrotta da lui:
- Elsa… dov’è Anna? L’anno….. l’anno presa? - Elsa abbassò lo sguardo e una lacrima scese, ma nessuno se ne accorse:
- La troverò Kristoff, te lo prometto. - gli accarezzò i capelli e lui le strinse una mano, la regina cercò di sorridere - Chiamatemi il medico di corte, subito! - un servo annuì poi Jackson le arrivò di fianco:
- Mi lady, io so chi può dirci dov’è la principessa. - nel frattempo arrivarono i consiglieri e uno, il più fidato della regina Edward Kent che la considerava come una figlia, essendole stato sempre vicino dopo la morte dei suoi genitori:
- Regina Elsa! Che cosa è successo? State bene? - disse preoccupandosi subito e aiutandola a rialzarsi:
- Io sto bene ma… mia sorella, la principessa Anna è stata rapita da quegli oscuri esseri. - tutti i consiglieri rimasero sbalorditi - Ma Sir. Overland conosce qualcuno che sa dove potrebbe trovarsi. - Edward parve capire le intensioni della sua regina:
- Ma regina Elsa non potete andarvene, Arendelle ha bisogno di voi! E_e se vi dovesse succedere qualcosa…. Io non credo che…. - ma lei lo interruppe appoggiandogli una mano sulla spalla:
- Edward, tu sei come un secondo padre per me e comprenderai che non posso lasciare che accada qualcosa a mia sorella. E per questo ora ti chiedo di badare ad Arendelle fino al mio ritorno. - fece per rispondere ma fu interrotto da Jackson:
- Signore, la proteggerò anche a costa della mia vita……. potete starne certo. - Elsa lo guardò stupefatta mentre il comandante sorrise:
- D’accordo, ma fate attenzione mi raccomando. - Elsa annuì e insieme a Jack uscì dal castello.
Si fecero portare delle provviste e una scatola medica, il comandante diede a Jackson un mantello rosso con lo stemma di Arendelle che mise sulle spalle, quel colore spiccava con quello della sua armatura poi arrivò la sua sorellina:
- Jack devi andare per forza? - il cavaliere dall’armatura bianca si abbassò su un ginocchio accarezzando la guancia di Cloe:
- Tornerò presto te lo prometto, prima che tu dica “battaglia di palle di neve!” - Cloe lo abbracciò poi Jackson si diresse dal comandante:
- Comandante. - lui si voltò - Vi vorrei chiedere un favore, se è possibile. -
- Certamente, ditemi pure. -
- Vi prendereste cura della mia sorellina, Cloe? - il saggio sogghignò dandogli una pacca sulla schiena:
- Lo farò senz’altro! - Jackson lo ringraziò e insieme alla regina partirono verso la foresta per andare da Starlait.
Si fermarono e la regina chiese:
- Ma siamo già arrivati? - ma prima che Jack potesse risponderle Elsa urlò spaventata poi Starlait ruggì nervosa:
- Non urlate in quel modo, l’avete spaventata! - La regina vide che Jackson accarezzò il collo del drago per tranquillizzarlo:
- Io ho spaventato lei?! - Starlait sbuffo arrabbiata spostando la treccia di Elsa dietro alla schiena. Jack scosse la testa e alzò gli occhi al cielo provocando la faccia offesa della regina che incrociò le braccia. Con il suo aiuto il cavaliere, mise le bisacce delle provviste sopra al drago:
- Bene credo che prenderò il cavallo…. - Jack sbuffò:
- Ci metterete un’eternità, mentre se salite qui, meno di due ore. -
- No grazie. - Jackson diventò impaziente:
- La volete salvare vostra sorella o no!? -  Elsa cercò di mantenere la calma per non trasformarlo in un ghiacciolo, afferrò la sua mano ed entrambi finsero di non sentire quello strano calore attraversare i corpi e salì in groppa a Starlait. Jackson titubante lasciò la sua portandola sulla criniera dell’animale e si diressero alla valle dei troll.
Arrivati Elsa rimase di sasso di fronte a quelle creature, le aveva viste da piccola ma non se le ricordava, inoltre aveva tanto sentito parlare di loro, specialmente da Kristoff. Li accolsero con molto entusiasmo, addirittura troppo, ma quando in mezzo a loro si fece spazio Granpapà, tutti si ammutolirono. Raccontarono quanto successo al castello e l’anziano troll annuì tristemente, sapeva che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi:
- Regina Elsa, vostra sorella è stata catturata da una delle leggende che si tramandano da generazioni. Essa non è come le altre, la sua anima è corrotta e piena di odio. Il suo nome è…. Pitch Black. - Jackson sgranò gli occhi:
- L’uomo nero…… - Granpapà annuì:
- Ha dei poteri inimmaginabili, conosce la paura di ogni singola persona e la usa contro di essa. - Elsa trasalì, pensando a che cosa potesse fare ad Anna e da lì iniziò a nevicare, si strinse nelle spalle per cercare di calmarsi, ma senza riuscirci poi fu distratta da Jack che le mise una mano sulla spalla, la nevicata divenne più lenta, ma non si fermò così Granpapà continuò:
- Ma c’è una speranza, se andrete dai guardiani, le altre leggende, vi aiuteranno a sconfiggere l’uomo nero, inoltre…. - il troll guardò che Elsa aveva fatto smettere di nevicare - …. Anche Manny, l’uomo della luna vi ha dato un indizio. - Elsa sospirò:
- Quale indizio? -
- Mi ha citato queste esatte parole:  
“La regina e il cavaliere entrambi contrastanti ma senza rimpianti,
pericoli e battibecchi dovranno affrontare,
nella loro avventura nulla li potrà fermare.
Ma quando la strada di uno di loro si fermerà,
l’altro credere in lui dovrà.
La paura li ingannerà. Ma se l’amore vincerà essa sparirà.”

Elsa e Jack ripeterono l’enigma nella loro mente, cercando di capirci qualcosa poi Bulda si avvicinò diede loro una mappa, la regina la aprì come una pergamena e si stupì di non trovarci nulla, guardò Jackson che alzò le spalle poi Bulda che le sorrise. Ad un tratto nella mappa si disegnò un bosco con scritto sopra “Valle Dei Troll” da quel luogo partì un sentiero che collegò un’altra figura: “Arena” Jack si allarmò, non solo perché la mappa si disegnava da sola, ma anche perché l’idea di tornare in quel posto lo terrorizzava:
- Ma perché l’arena….? -  Bulda gli mise una mano sulla spalla:
- La mappa non sbaglia mai. E mano a mano che sarete andati nei posti assegnati dalla mappa, ne compariranno altri fino a che non sarete arrivati dai guardiani. Prima annienterete l’oscurità e prima arriverete da loro. -
Jackson guardò Elsa che annuì e subito si avviarono da Starlait, e mentre si allontanavano in volo Gran Papà sussurrò:
- Buona fortuna. -

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