La maledizione del ghiaccio

di lmpaoli94
(/viewuser.php?uid=975081)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un destino segnato ***
Capitolo 2: *** Lacrime di ghiaccio ***
Capitolo 3: *** L'ira della magia del ghiaccio ***
Capitolo 4: *** Un compleanno maledetto ***
Capitolo 5: *** La fine del ghiaccio ***



Capitolo 1
*** Un destino segnato ***


< Elsa! Vieni a vedere! > fece Anna richiamando l’attenzione di sua sorella.
< Anna, lasciami dormire. Sono molto stanca. >
< Sta nevicando! È davvero bellissimo! >
< E con ciò? Non hai mai visto nevicare? >
< Questo vuol dire che possiamo uscire fuori e fare un pupazzo di neve. >
< Magari domattina. Adesso lasciami dormire. >
< Ma se lo facciamo questa sera la neve è più fresca… Avanti, giù dal letto dormigliona. >
< Ahi! > fece Elsa dopo che sua sorella l’aveva presa per il piede < così mi fai male. >
< Smettila di lamentarti e vestiti. Dobbiamo cogliere questa occasione prima che sia troppo tardi. >
< Tardi per cosa? >
< I nostri genitori non vogliono che usciamo fuori… Quindi è l’occasione giusta per disubbidirgli e andare dritte al lago. >
< Anna, non credi che sarà pericoloso? >
< Che cosa vuoi che ci succeda? Ormai l’abbiamo fatto molte volte. >
< LO so, però… >
< Eccoti i vestiti, Elsa. Ti serviranno per proteggerti dal freddo. >
Dopo essersi vestita molto lentamente, Elsa non era ancora del tutto convinta delle parole di sua sorella.
Aveva la sensazione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di grave e irrimediabile.
Avendola presa per mano e scaraventata fuori dalla loro stanza, Anna ed Elsa percorsero il ponte del loro palazzo ammirando il cielo completamente oscurato dalle nuvole.
< Adesso possiamo toccare la neve! > fece Anna entusiasta.
< Oltre che a fare il pupazzo di neve, potremmo prenderci a pallate > propose Elsa.
< Bravissima, Elsa. Adesso sì che sei dello spirito giusto. >
Avendo fatto delle piccole barriere per proteggersi dagli attacchi altrui, l due bambine cominciarono a divertirsi come non mai evitando di strillare eccessivamente e svegliare tutto il Regno che era immerso in un sonno profondo.
< Ho vinto io! > fece Anna dopo aver colpito ripetutamente sua sorella < E per punizione, dovrai fare tutto quello che ti ordino per una settimana. >
< E chi l’ha deciso? >
< Io in questo momento. >
< Non è giusto!  Voglio la rivincita! >
< Ahahah magari domani > rispose Anna divertita.
< Che cos’è? Hai paura? >
< Assolutamente no… Però possiamo fare un grande pupazzo di neve. >
< Va bene, come vuoi tu. Però poi ritorniamo subito al castello, va bene? La temperatura si sta notevolmente abbassando. >
< E tu come fai a sentirlo? Io ho tanto caldo. Sarà che non sono mai stata così contenta prima d’ora. >
< A te ci vuole poco per farti contenta. >
< Su questo hai ragione. >
Dopo aver creato tre palle per la composizione del pupazzo di neve, Elsa contornò alla creazione le braccia, gli occhi e la bocca.
< Davvero un pupazzo riuscito bene. >
< Sì, sono d’accordo. >
< Elsa, mi è venuta un’idea… Che ne dici se lo portiamo in camera nostra? Così magari stanotte potrebbe farci compagnia. >
< Anna, noi non viviamo in una cella frigorifera. Il nostro pupazzo si scioglierebbe in pochi minuti. >
< Sì, hai ragione. >
< L’unica possibilità è di lasciarlo qui fuori. >
< E se domani non lo dovessimo più trovare? >
< Fidati. Il nostro amico non si muoverà. >
< Va bene. Allora lo lasciamo qui > fece Anna sbadigliando copiosamente.
< Lo vedi? Anche tu sei molto stanca. Meglio se rientriamo a palazzo. >
Completamente sfinite, le due bambine percorsero il lungo ponte del loro palazzo per tornare nelle loro rispettive camere.
Ma non si potevano immaginare che da lì a poco avrebbero fatto un incontro misterioso che li avrebbe spaventate.
< Che cosa succede, Elsa? Perché il cielo si è fatto così scuro? >
< Sono le nuvole, Anna. Magari più tardi si metterà a piovere. >
< No! Il nostro pupazzo! >
< Ne faremo un altro domani. Non ti preoccupare adesso. >
< Ma era venuto così bene… >
Ma Elsa non ebbe ragione sull’affermare che da lì a poco si sarebbe messo a piovere.
Qualcosa di più oscuro scese dal cielo, manifestandosi dinanzi alle due bambine inermi.
< Buonasera, bambine > fece la creatura misteriosa con tono pacato.
< Elsa, chi è quella creatura? >
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile… >
< Piacere d’incontrarvi. Il mio nome è Malefica e se sono qui è perché avevo un desiderio ardente di incontrarvi. >
< Il nome non è molto rassicuratorio, signora Malefica. >
< Signora? Ahahah ma io sono una fata. Una fata molto buona che può cambiare le vostre vite per sempre. >
< Cambiare le nostre vite? A quale scopo? > domandò Elsa curiosa.
< Perché voglio farvi un regalo… E’ da molto tempo che vi osservo mie care bambine, ma adesso è venuto il momento di darvi quello che vi spetta. Chiudete gli occhi. >
< Ci lasci immediatamente passare per il nostro castello. Siamo molto stanche. >
< Perché tanta fretta? >
< Siamo molto stanche e infreddolite, signora fata > rispose Elsa cercando di mantenere la calma < E poi i nostri genitori potrebbero preoccuparsi. >
< Non vi preoccupate… Questo dono renderà i vostri genitori felici come non mai. State a vedere. >
< No! Noi non vogliamo nessun dono da voi! >
Malefica fu molto irritata per come Elsa era contraria al suo desiderio.
< Sciocca di una bambina, perché vuoi farmi arrabbiare? Tu non hai idea di chi sono io. >
< Invece sì. Siete solo una creatura cattiva e oscura che ci sta solo facendo perdere tempo. >
< Oscura e cattiva? D’accordo, l’hai voluto tu. >
Spazientita dalla primogenita dei sovrani di Arendelle, Malefica scatenò contro di lei la furia della sua magia oscura.
< Lasciala! Che cosa gli sta facendo?! > gridò Anna spaventata.
< Niente paura, piccola mia. Tra poco tua sorella sarà una persona nuova. >
Non sapendo come aiutarla, Anna scappò dritta al castello cercando l’aiuto della servitù e dei suoi genitori, lasciando la povera Elsa in valiade della magia oscura.
< Ecco, abbiamo finito. >
Una volta che Elsa riaprì gli occhi, si sentì molto diversa dal solito.
< Adesso la tua vita cambierà per sempre, principessa… Qualsiasi cosa tu toccherai, verrò trasformata in ghiaccio, rendendoti un mostro agli occhi di tutti. >
< Un mostro? Ma cosa… >
< Adesso ti senti molto frastornata, ma vedrai che con il passare del tempo i tuoi poteri maledetti da me conferiti diventeranno incontrollabili e sarai destinata ad essere allontanata per sempre dal tuo regno.
< Voi… come avete dovuto… >
< E’ la giusta punizione che ti meriti per esserti messa contro di me… Appena li vedi, saluta i tuoi genitori. Io e loro abbiamo un conto in sospeso che tu ignori… Addio, principessa di Arendelle > disse infine Malefica sparendo nel buio della notte lasciando dietro di sé una scia di disperazione che colpì la povera Elsa.
< Elsa! Vieni a vedere! > fece Anna richiamando l’attenzione di sua sorella.
< Anna, lasciami dormire. Sono molto stanca. >
< Sta nevicando! È davvero bellissimo! >
< E con ciò? Non hai mai visto nevicare? >
< Questo vuol dire che possiamo uscire fuori e fare un pupazzo di neve. >
< Magari domattina. Adesso lasciami dormire. >
< Ma se lo facciamo questa sera la neve è più fresca… Avanti, giù dal letto dormigliona. >
< Ahi! > fece Elsa dopo che sua sorella l’aveva presa per il piede < così mi fai male. >
< Smettila di lamentarti e vestiti. Dobbiamo cogliere questa occasione prima che sia troppo tardi. >
< Tardi per cosa? >
< I nostri genitori non vogliono che usciamo fuori… Quindi è l’occasione giusta per disubbidirgli e andare dritte al lago. >
< Anna, non credi che sarà pericoloso? >
< Che cosa vuoi che ci succeda? Ormai l’abbiamo fatto molte volte. >
< LO so, però… >
< Eccoti i vestiti, Elsa. Ti serviranno per proteggerti dal freddo. >
Dopo essersi vestita molto lentamente, Elsa non era ancora del tutto convinta delle parole di sua sorella.
Aveva la sensazione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di grave e irrimediabile.
Avendola presa per mano e scaraventata fuori dalla loro stanza, Anna ed Elsa percorsero il ponte del loro palazzo ammirando il cielo completamente oscurato dalle nuvole.
< Adesso possiamo toccare la neve! > fece Anna entusiasta.
< Oltre che a fare il pupazzo di neve, potremmo prenderci a pallate > propose Elsa.
< Bravissima, Elsa. Adesso sì che sei dello spirito giusto. >
Avendo fatto delle piccole barriere per proteggersi dagli attacchi altrui, l due bambine cominciarono a divertirsi come non mai evitando di strillare eccessivamente e svegliare tutto il Regno che era immerso in un sonno profondo.
< Ho vinto io! > fece Anna dopo aver colpito ripetutamente sua sorella < E per punizione, dovrai fare tutto quello che ti ordino per una settimana. >
< E chi l’ha deciso? >
< Io in questo momento. >
< Non è giusto!  Voglio la rivincita! >
< Ahahah magari domani > rispose Anna divertita.
< Che cos’è? Hai paura? >
< Assolutamente no… Però possiamo fare un grande pupazzo di neve. >
< Va bene, come vuoi tu. Però poi ritorniamo subito al castello, va bene? La temperatura si sta notevolmente abbassando. >
< E tu come fai a sentirlo? Io ho tanto caldo. Sarà che non sono mai stata così contenta prima d’ora. >
< A te ci vuole poco per farti contenta. >
< Su questo hai ragione. >
Dopo aver creato tre palle per la composizione del pupazzo di neve, Elsa contornò alla creazione le braccia, gli occhi e la bocca.
< Davvero un pupazzo riuscito bene. >
< Sì, sono d’accordo. >
< Elsa, mi è venuta un’idea… Che ne dici se lo portiamo in camera nostra? Così magari stanotte potrebbe farci compagnia. >
< Anna, noi non viviamo in una cella frigorifera. Il nostro pupazzo si scioglierebbe in pochi minuti. >
< Sì, hai ragione. >
< L’unica possibilità è di lasciarlo qui fuori. >
< E se domani non lo dovessimo più trovare? >
< Fidati. Il nostro amico non si muoverà. >
< Va bene. Allora lo lasciamo qui > fece Anna sbadigliando copiosamente.
< Lo vedi? Anche tu sei molto stanca. Meglio se rientriamo a palazzo. >
Completamente sfinite, le due bambine percorsero il lungo ponte del loro palazzo per tornare nelle loro rispettive camere.
Ma non si potevano immaginare che da lì a poco avrebbero fatto un incontro misterioso che li avrebbe spaventate.
< Che cosa succede, Elsa? Perché il cielo si è fatto così scuro? >
< Sono le nuvole, Anna. Magari più tardi si metterà a piovere. >
< No! Il nostro pupazzo! >
< Ne faremo un altro domani. Non ti preoccupare adesso. >
< Ma era venuto così bene… >
Ma Elsa non ebbe ragione sull’affermare che da lì a poco si sarebbe messo a piovere.
Qualcosa di più oscuro scese dal cielo, manifestandosi dinanzi alle due bambine inermi.
< Buonasera, bambine > fece la creatura misteriosa con tono pacato.
< Elsa, chi è quella creatura? >
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile… >
< Piacere d’incontrarvi. Il mio nome è Malefica e se sono qui è perché avevo un desiderio ardente di incontrarvi. >
< Il nome non è molto rassicuratorio, signora Malefica. >
< Signora? Ahahah ma io sono una fata. Una fata molto buona che può cambiare le vostre vite per sempre. >
< Cambiare le nostre vite? A quale scopo? > domandò Elsa curiosa.
< Perché voglio farvi un regalo… E’ da molto tempo che vi osservo mie care bambine, ma adesso è venuto il momento di darvi quello che vi spetta. Chiudete gli occhi. >
< Ci lasci immediatamente passare per il nostro castello. Siamo molto stanche. >
< Perché tanta fretta? >
< Siamo molto stanche e infreddolite, signora fata > rispose Elsa cercando di mantenere la calma < E poi i nostri genitori potrebbero preoccuparsi. >
< Non vi preoccupate… Questo dono renderà i vostri genitori felici come non mai. State a vedere. >
< No! Noi non vogliamo nessun dono da voi! >
Malefica fu molto irritata per come Elsa era contraria al suo desiderio.
< Sciocca di una bambina, perché vuoi farmi arrabbiare? Tu non hai idea di chi sono io. >
< Invece sì. Siete solo una creatura cattiva e oscura che ci sta solo facendo perdere tempo. >
< Oscura e cattiva? D’accordo, l’hai voluto tu. >
Spazientita dalla primogenita dei sovrani di Arendelle, Malefica scatenò contro di lei la furia della sua magia oscura.
< Lasciala! Che cosa gli sta facendo?! > gridò Anna spaventata.
< Niente paura, piccola mia. Tra poco tua sorella sarà una persona nuova. >
Non sapendo come aiutarla, Anna scappò dritta al castello cercando l’aiuto della servitù e dei suoi genitori, lasciando la povera Elsa in valiade della magia oscura.
< Ecco, abbiamo finito. >
Una volta che Elsa riaprì gli occhi, si sentì molto diversa dal solito.
< Adesso la tua vita cambierà per sempre, principessa… Qualsiasi cosa tu toccherai, verrò trasformata in ghiaccio, rendendoti un mostro agli occhi di tutti. >
< Un mostro? Ma cosa… >
< Adesso ti senti molto frastornata, ma vedrai che con il passare del tempo i tuoi poteri maledetti da me conferiti diventeranno incontrollabili e sarai destinata ad essere allontanata per sempre dal tuo regno.
< Voi… come avete dovuto… >
< E’ la giusta punizione che ti meriti per esserti messa contro di me… Appena li vedi, saluta i tuoi genitori. Io e loro abbiamo un conto in sospeso che tu ignori… Addio, principessa di Arendelle > disse infine Malefica sparendo nel buio della notte lasciando dietro di sé una scia di disperazione che colpì la povera Elsa.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Lacrime di ghiaccio ***


Da quella notte, la vita della povera Elsa non fu più la stessa.
Dopo il suo incontro con Malefica, la principessina si era rifiutata di parlare con i suoi genitori e con tutta la servitù, rinchiudendosi nella sua stanza.
< Anna, che cosa sta succedendo a tua sorella? Perché s ne sta rinchiusa nella sua camera? >
Anna avrebbe volentieri confessato tutto quello che aveva visto, ma era troppo intimorita e impaurita da quello che aveva visto.
< Non lo so. Forse non sta molto bene. >
< Questo l’avevamo capito, tesoro > replicò la madre.
< Ma se fosse solo influenzata, basterebbero le cure dei nostri servitori… Ma qualcosa mi dice che non è così. >
< Anna, per caso siete state fuori da castello senza il nostro permesso? >
< Ecco, noi… >
Ma Anna non sapeva cosa rispondere.
L’unica che sapeva la verità di tutta la faccenda era sua sorella Elsa.
E non poteva tradirla in nessun caso.
< Hai paura di confessarlo, non è vero? >
< Io non devo confessare nulla, padre. >
< Allora dimmi che cosa diavolo sta succedendo! Immediatamente! >
Quando il sovrano di Arendelle voleva una cosa, era molto difficile fargli cambiare idea.
< Io non devo dire niente > replicò Anna distogliendo lo sguardo da suo padre.
< D’accordo, se è così che stanno le cose, dovrò parlare con tua sorella. >
Determinato a scoprire la verità, il sovrano di Arendelle si precipitò verso la camera di sua figlia intimandogli di farlo entrare.
< Elsa, sono tre giorni che non vediamo. Facci entrare immediatamente! >
< No, padre. Vi prego. Non insistete. >
< Tesoro, siamo molto preoccupati per la tua salute… Sei ancora una bambina piccola e hai bisogno di essere… >
< So badare a me stessa, madre. Non vi preoccupate per me… Quando verrà il momento adatto, saprete che cosa è successo quella notte. >
< Perché tu e tua sorella non vi decidete a parlare? Che sta succedendo? >
< Niente di grave, padre. Non vi preoccupate. >
Ma il sovrano di Arendelle non volva sentire ragioni.
Preso da un moto di rabbia, l’uomo riuscì a sfondare la porta della camera di sua figlia, e quello che vide dentro lo lasciò senza parole.
La stanza di sua figlia era completamente invasa dal ghiaccio.
Tutti gli oggetti e i muri della stanza erano congelati.
< Elsa, ma cos’è successo qua dentro? >
< E’ colpa mia, padre > fece la bambina singhiozzando < Sono stata io a causare tutto questo? >
< Che cosa? Ma com’è stato possibile? >
< E’ stata tutta colpa di Malefica… >
< Malefica? >
< Sì. Quella fata oscura mi ha fatto una maledizione… Adesso qualsiasi cosa tocco, si trasforma completamente in ghiaccio. >
< E’ davvero terribile > replicò la donna.
< Dovete starmi lontano se non volte trasformarvi anche voi in ghiaccio. >
Stupiti per le sorti della povera bambina, i due sovrani di Arendella cercarono ogni aiuto possibile per risolvere il problema di sua figlia.
< Non ti preoccupare, Elsa. Non ti abbandoneremo mai. >
< Padre, non c’è cura alla mia maledizione. Me l’ha detto Malefica. >
< Non ti fidare di quella creatura oscura… Vedrai che riusciremo a trovare una soluzione e tu tornerai ad essere la bambina felice e gioiosa di un tempo. >
Dopo aver smorzato un sorriso, Elsa avrebbe volentieri ricevuto delle carezze da suo padre.
Ma purtroppo non poteva toccarlo per impedire di congelarlo.
< Anna, perché non ci hai detto subito di aver incontrato qulella creatura? >
< Perché mi vergognavo troppo > si giustificò la bambina > Sapevamo che non doevvamo uscire senza il vostro permesso e avevo paura di confessare che avevamo incontrato quella fata oscura… Mi dispiace tanto. >
< I tuoi dispiaceri non faranno tornare tua sorella normale… Ti rendi conto che adesso tutto quello che tocca si congela?! Sei stata un irresponsabile! >
Ferita dalle parole del padre, Anna cominciò a piangere dalla disperazione correndo via da lui e da sua madre.
< Tesoro, sei stato troppo duro con lei. >
< Forse hai ragione… Ma non posso sopportare che nostra figlia Elsa si trasformi in un mostro in grado di congelare chiunque. >
< Vedrai che troveremo una soluzione… C’è sempre una speranza. >
< Spero che tu abbia ragione. >
< Tesoro… > fece la sovrana che a stento riusciva a trattenere le lacrime.
< Dobbiamo farci aiutare dal guaritore di Arendelle. >
< Credi che lui possa riuscire a sconfiggere la maledizione? >
< Se non lui, chi altro? >
< E’ un viaggio molto rischioso. >
< Tutto per mia figlia. Non posso continuare a vederla soffrire in questo modo… E poi potrebbe diventare un pericolo per chi gli sta accanto… >
< Lo sono già, padre > fece Elsa con le lacrime che gli stavano rigando il viso.
< Tesoro, ti prometto che ti aiuteremo. >
< No! Nessuno può aiutarmi! > rispose la bambina gridando a squarciagola < Ormai sono destinata a morire così. >
< Non devi nemmeno dirlo. Vedrai che troveremo una soluzione… ma dovremmo stare via per alcune settimane. >
< Perché? >
< Dobbiamo recarci dal guaritore di Arendelle. È l’unico che può aiutarci. >
< Allora io vengo con voi. >
< No, figliola. È un viaggio molto pericoloso > rispose sua madre.
< Tua madre ha ragione. Tu e Anna starete con la servitù. E mi raccomando: non uscite per nessun motivo dal castello. Malefica potrebbe trovarsi nelle vicinanze. >
< Ormai io e mia sorella abbiamo capitola la lezione… A proposito di Anna, dove si trova? >
Scorgendo fuori dalla finestra del salone, Elsa vide sua sorella sul ponte del palazzo mentre provava a scorgersi dal muretto.
< Oh no! Anna! >
Presa dalla paura di perdere sua sorella, Elsa si precipitò fuori dal castello.
< Elsa, dove stai andando?! >

Ma appena la primogenita raggiunse sua sorella, vide un bambino della loro stessa età intento a salvarla.
< Tieniti stretta a me! >
< Ti prego… ho paura… >
Rischiando di farsi del male, il bambino che era accompagnato da una renna, riuscì a salvare Anna da una morte annunciata.
< Anna! Che cosa volevi fare? >
< Io… volevo raggiungere quella strega… >
< E pensavi di farlo buttandoti giù dal ponte?! Ma cosa ti dice il cervello?! >
< Dovevi aiutarti in qualche maniera… >
< Facendomi rimanere senza una sorella? A volte non ti capisco proprio, Anna. >
< Era la voce della strega che è entrata dentro di me. >
< Se è davvero così, la situazione è più seria del previsto > fece suo padre accorrendo verso le sue figlie.
< Per fortuna questo ragazzo è venuto in tuo soccorso > replicò la sovrana.
< Già. Gli dobbiamo la vita di nostra figlia. Come ti chiami? >
< Kristoff. E questa è la mia renna Sven. Per servirvi, vostre maestà. >
< Kristoff, hai salvato la vita di nostra figlia. Chiedici qualsiasi cosa e noi la esaudiremo. >
< Con questo freddo vorrei scaldarmi con un ottima cioccolata calda. Potrei averne un po’? >
< Puoi avere tutta quella che vuoi. >
< Anch’io padre! Posso averla, per favore? > domandò Anna che non riusciva a resistere al cioccolato.
< Ma Certo! Scorterai tu il tuo amico in cucina? >
< Certo che sì. Avanti, vieni con me > fece Anna trascinando il suo nuovo amico nel castello.
< Elsa? >
< Ditemi, padre. >
< Promettici che avrai cura di tua sorella. >
< Ma padre, fatemi venire con voi… >
< Te l’abbiamo già spiegato, Elsa. Tu e tua sorella avete il compito arduo di mandare avanti il Regno durante la nostra assenza… Credi di farcela? >
< Io… non so… >
< Hai una forza di volontà incredibile per essere così piccola. Vedrai che andrà tutto bene > fece la sovrana abbracciandola.
< Cercheremo di scriverti almeno una volta ogni tre giorni per tenerci in contatto. >
S’ eppur contrariata, alla fine Elsa accettò a malincuore l’ordine dei suoi genitori.
< Quando partirete? >
< Immediatamente… parla tu con Anna. Non vorrei che la prendesse male. >
< Come volete che ci sentiremo durante la vostra assenza? >
< Elsa, ti prego… >
< Se è così che volete andarvene, fate pure. Ma Anna non l’accetterà mai. >
Presa dalla disperazione, Elsa congedò così malamente i suoi genitori che cominciò a produrre lacrime di ghiaccio.
“Quella maledetta strega. Un giorno me la pagherà.”


 

I giorni passarono e nessuno di Arendelle seppe più nulla dei reali che si diressero verso sud alla ricerca del guaritore per Elsa.
Intanto, la primogenita dei sovrani se ne stava tutto il giorno rinchiusa nella sua stanza intenta a controllare i suoi poteri.
< Elsa > fece Anna bussando ripetutamente alla sua porta.
Ma la ragazza fece finta di non sentire, troppo occupata a sforzarsi di controllare il ghiaccio.
< Elsa, sei lì dentro? >
< Vattene via, Anna. >
< Sei sempre arrabbiata con me? >
< Non sono mai stata arrabbiata con te… E’ solo che non voglio farmi vedere da nessuno. Ho bisogno di stare da sola. >
< Elsa, ti scongiuro. Ho bisogno che tu mi stia vicino. I nostri genitori mi mancano molto e mi sento sola. >
Ma Elsa non disse nulla, buttandosi nel letto e mettendosi a piangere.
Spazientita per la troppa insistenza, Anna decise di non controbattere ulteriormente, tornandosene nella sua stanza infelice come non mai.
“Anna. Ti prego di perdonarmi.”
Nel mentre la secondogenita si stava recando nella sua stanza, fu fermata da un servitore che l’aveva cercata per tutto il castello.
< Maestà, mi duole darvi una simile notizia… >
< Che cosa succede? >
< Riguarda i vostri genitori… Sono morti in un naufragio. >
Non riuscendo a credere a quelle parole piene di dolore, Anna ritornò da sua sorella per confessargli tutto.
Ma la povera ragazza, distrutta dal dolore, non riusciva a trovare le parole adatte.
< Principessa, che cosa succede? > gli domandò la domestica trovando la povera Anna rannicchiata accanto la porta della stanza di Elsa.
< I miei genitori… non ci sono più… >
< Che cosa? >
< Ho ricevuto questa lettera. Io non riesco a leggerla… >
Distrutta dal dolore come la bambina, la domestica la prese co

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'ira della magia del ghiaccio ***


Sulla catena montuosa posta all’estremo nord di Arendelle, Malefica e il suo corvo se ne stavano rinchiusi nel loro castello senza mai perdere ogni attimo delle due figlie rimaste orfane.
< E’ una vera sciagura per quelle povere ragazze, non credi anche tu mio prediletto? >
Con ghigno malefico, il corvo girò sopra la testa della sua padrona come segno di approvazione.
< Sapevo che eri del mio stesso parere… Quelle sciocche ragazzine di Arendelle credevano di riuscire a scappare dalla mia magia oscura… Ma quando Elsa compirà diciotto anni, i suoi poteri diverranno incontrollabili e sarà isolata per sempre. Ormai è solo questione di tempo… Mio prediletto, potresti rimanergli accanto negli anni che mancheranno a questo traguardo… Che cosa ne dici? >
Acconsentendo alla richiesta della sua padrona, il corvo nero fu trasformato in un essere umano in carne ed ossa.
< Adesso vai. E conquista l’amore della principessa. >
 
 
Dopo alcuni giorni dalla notizia della morte dei sovrani, Elsa non ne volle sapere di uscire dalla sua stanza, evitando di presentarsi anche ai funerali dei suoi genitori e scatenando la rabbia di sua sorella.
< Elsa, quando ti deciderai ad uscire da là dentro? Non puoi rimanere rinchiusa a vita! >
< Anna, purtroppo non sto molto bene… >
< Questo non è vero! Mi stai mentendo! >
Spazientita dalle parole di sua sorella, Anna sfondò la porta della sua camera lasciando posto al suo stupore.
< Anna, che cos’hai fatto? >
Vedendo che la stanza di sua sorella era completamente ricoperta di ghiaccio, Anna si spaventò molto.
< Ti avevo ordinato di non entrare qua dentro ma tu non mi hai dato retta! Vattene subito da qui! >
Inorridita da come sua sorella aveva scoperto i suoi poteri oscuri, Elsa glieli scagliò contro, ferendola lievemente.
< Elsa, come hai potuto? >
< Anna, io… >
Mentre la ragazza bionda cercò di aiutarla, Anna si ritirò indietro.
< Lasciami andare. Non mi toccare. >
< Anna, io non volevo… >
< Volevi uccidermi congelandomi all’istante… Di la verità! >
< Mi dispiace… non riesco a controllare i miei poteri… >
< No, tu volevi uccidermi di tua spontanea volontà. Non mentirmi! >
< Come puoi credere che io ti ucciderei senza pietà?! >
< Perché da molto tempo a questa parte non riesco a riconoscerti più! >
< Anna, esci immediatamente da qui. È il mio ultimo avvertimento. >
< Sì, me ne vado… E non saprai di me mai più. >
Correndo lontano da sua sorella con le lacrime agli occhi, la giovane Anna corse fuori dal castello con il timore di poterci rientrare.
< Anna, che cosa succede? > domandò Kristoff che era impegnato a vendere il ghiaccio.
< Mia sorella… ha tentato di uccidermi > rispose la ragazza singhiozzando.
< Che cosa?! >
< Malefica l’ha trasformata per sempre in un mostro assetato di sangue. Ti avrei voluto far vedere come mi guardava… E’ stato davvero terribile. >
Cercando di calmarla come poteva, Kristoff la prese con sé per trasportarla nella sua umile casa, facendogli spiegare tutto quello che aveva visto.
< Adesso però cerca di calmarti… Piangere non farà altro che farti stare male. >
< Ma non ci riesco! È più forte di me. >
< Sono convinto che tua sorella non ti voleva fare del male. >
< Invece ti sbagli… E come se non bastasse, non è nemmeno venuta al funerale dei nostri genitori. E per cosa? per nascondere il suo maleficio. >
< Anna, tu non riesci a capirla… >
< Sono io che non vengo capita! Sono passate settimane dalla morte dei nostri genitori ma per lei è come se non fosse successo niente! Tutto questo mi fa imbestialire. >
< Nel cuore di Elsa scorre la tua stessa disperazione… Solo che lei non lo da a vedere… >
< Ne sei davvero convinto? >
< Certo… Parla al più presto con tua sorella. Vedrà che saprà risponderti e vi perdonerete a vicenda. >
< Non lo so… Non me la sento di tornare al castello. Ho paura di lei. >
< Sono convinto che non ti farà del male… Vuoi forse che ti accompagni? >
< Mi farebbe molto piacere > rispose Anna ritrovando il sorriso.
< Allora andiamo. Non c’è tempo da perdere. >
 
 
Mentre Elsa era impegnata a rimediare alla distruzione di una parte del castello, un uomo completamente vestito di nero si avvicinò a lei spaventandola.
< Scusatemi, principessa. Non volevo spaventarvi. >
< Chi siete voi? >
< Il mio nome Hans e sono qui per aiutarvi. >
< Andatevene, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno. Riesco a ricostruire la mia stanza con le sole mie forze. >
Ma l’uomo non ne voleva sapere, aiutando lo stesso la ragazza.
< Vi ho detto di fermarvi! >
< Sapete? Non sono uno che ascolta gli ordini. Preferisco agire e basta. >
< LO sa come la chiamo io? Insolenza. >
< Magari sarà pure come dite voi, ma nei vostri occhi vedo quella solitudine che sta corrodendo il vostro cuore. >
Sentendo quelle parole, Elsa si bloccò di colpo.
< La mia vita è rovinata per sempre… E tutto per colpa di una strega che ha distrutto la mia infanzia. >
< Mi dispiace tantissimo, ma non potete avvelenarvi il sangue in questo modo… Avete bisogno d’aiuto. E io sono l’unico che può darvelo. >
< Ah sì? E come? >
< Inizialmente aiutandovi a ricostruire la vostra stanza… Poi si vedrà. >
< Voi non mollate mai, vero? >
< Chiamatemi Hans. >
< Hans, il mio nome è Elsa. >

< Già… i miei genitori… >
< Scusate. Non volevo farvici ripensare. >
< Invece avete fatto bene. Non sono neanche andata al loro funerale… Mi sento davvero uno schifo. >
< Adesso non ci pensate. Il funerale è un giorno molto triste… Vedrete che con il tempo passerà tutto. >
< Vi conosco da poco e siete troppo ottimista per i miei gusti. >
< Io sono fatto così, Elsa… Ritornando alla vostra stanza, direi che ci vorrà molto tempo per risistemarla e ormai è quasi buio. >
< Sapete che vi dico? Che ne dite di rimanere a cena questa sera nel mio castello? Mi farebbe molto piacere la vostra compagnia. >
< Accetto volentieri! E poi sto cominciando ad avere un certo languorino. >
< Allora andiamo in cucina. Li potete scegliere tutto quello che volete. >
< Perché non lo decidiamo insieme? > domandò il giovane uomo toccando la mano della ragazza senza venire congelato.
< Ed io che credevo… è incredibile… Non vi siete congelato. >
< Sì, è molto strano… Forse perché su di voi faccio uno strano effetto… >
< Che intendete dire? >
< Niente in particolare… Andiamo? >
< Sì > disse infine Elsa ripensando alle parole di Hans.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Un compleanno maledetto ***


Cinque anni dopo
Il momento tanto atteso era arrivato.
Per Arendelle sarebbe stato un giorno molto speciale: il compleanno di Elsa.
< Elsa, svegliati! > fece Hans piombando sul suo letto < Sai che giorno è oggi? >
< Un giorno triste come tutti gli altri. >
< Adesso smettila di fare la persona infelice. È il tuo compleanno. >
< Compleanno? Quale compleanno? Per me questo giorno non significa nulla. >
Ma Hans non ne voleva sapere di vedere Elsa in quello stato.
L’avrebbe fatta felice in tutte le maniere.
< Quest’oggi avrai la possibilità di rivedere Anna dopo tanti anni… >
Ma nel ricordargli ciò, Elsa lo fissò con sguardo accigliato.
< No. Io non voglio vedere nessuno! > tuonò inviperita < Soprattutto colei che mi ha voltato le spalle dopo tutti questi anni. >
< Ma Elsa… >
< Ti prego di uscire da camera mia. Ho bisogno di rivestirmi. >
Con tono sconsolato, Hans abbandonò la camera della ragazza, incrociando una cameriera che stava passando nelle vicinanze.
< Allora? Com’è la situazione? >
< Malefica… Siete davvero voi? >
< Sì, ma con altre sembianze… Non posso mostrare il mio vero aspetto. >
< Tutto secondo i piani. La ragazza non vuole vedere nessuno, soprattutto non vuole sentir parlare di sua sorella. Dopo tutto quello che è accaduto tra di loro, non si possono più vedere. >
< Benissimo. La solitudine distruggerà per sempre quella ragazza, e i suoi poteri avranno il sopravvento. >
< Hans? >
< Sì, Elsa. Che cosa c’è? >
< Comunica a tutta la popolazione di Arendelle che quest’oggi non ci sarà nessuna incoronazione. Non ho intenzione di guidar questo popolo per niente al mondo. >
< D’accordo. Come vuoi tu. >
Mentre Elsa stava per dirigersi verso il salone grande, la ragazza incrociò lo sguardo con quello della cameriera, manifestando dentro di sé un senso d’inquietudine.
< Hans, evita di perdere tempo. La gente deve sapere. >
< Sì, vado subito. >
Appena l’uomo e la fata rimasero da soli, Malefica non poté trattenere la sua felicità.
< Dopo la sua morte, sarò io che regnerò incontrastata su Arendelle, gettando tutto il Regno in una maledizione che li condannerà tutti. >
< Cosa volete fare, maestà? >
< Questi non sono affari tuoi, mio prediletto… Fai immediatamente quello che ti ha ordinato la principessa. >
A malincuore, Hans comunicò a tutti che la principessa Elsa non avrebbe tenuto nessun ricevimento, scatenando l’ira di tutto il popolo.
Sembrava che nel corso degli anni fosse molto cambiato…
< Allora? Hai fatto come ti ho ordinato? >
< Sì. Ma il popolo non l’ha presa bene. >
< Se ne faranno una ragione… Ah! >
Nel mentre Elsa era occupata a parlare con Hans, la povera ragazza sentì una forte fitta al cuore.
< Hans, che cosa mi sta succedendo? >
< Non lo so, principessa. Magari sei solo molto stanca… >
< Questa non è stanchezza… I miei poteri del ghiaccio stanno arrivando dritto al mio cuore e… >
Elsa non riusciva a stare in piedi.
I suoi poteri la stavano mettendo in ginocchio.
< Vieni con me. Ti riporto nella tua stanza. >
< No, fermati! Non mi toccare! >
< Ma Elsa… >
< Non voglio che anche tu rischi di diventare un cubetto di ghiaccio… Non dopo tutti questi anni che mi sei rimasto accanto… >
Mentre Elsa cercava in tutti i modi di rialzarsi, vide una figura conosciuta avvicinarsi a lei.
< Anna? >
< Sei sorpresa di vedermi, vero sorella? >
< Che cosa ci fai tu qui? >
< Questa qui è ancora casa mia. >
< Casa tua? Ma se te ne sei andata senza darmi una valida spiegazione. >
< Qui l’unica spiegazione che devi darmi sei tu: perché non vuoi farti incoronare Regina di Arendelle? Perché non vuoi incontrare il nostro popolo? >
< Perché non me la sento, Anna. >
< Sciocchezze! Tu ti vergogni soltanto! Di la verità! >
< Anna, non peggiorare una situazione già gravosa. Sto molto male e non voglio vedere nessuno. Soprattutto tu. >
Sentendosi ancora rinnegata dall’indifferenza di sua sorella, questa volta Anna non voleva darsi per vinta.
< No! Questa volta non ti lascerò sola… So di avere molte colpe, ma non farò in modo che tu rimanga a deprimerti come hai fatto fino ad ora… Lasciati aiutare. >
Nel mentre Anna stava per prendere il braccio di sua sorella, Elsa si ritrasse e gli scaraventò il suo potere glaciale, rischiando di congelarla.
< Anna! Stai bene? > domandò Kristoff correndo in suo aiuto.
< Sì… credo di sì… >
< Anna, mi dispiace… >
< Fermatevi. State lontana da lei. >
< Io non volevo fargli del male… >
< I vostri malefici vi stanno annebbiando la mente, maestà. Siete un pericolo per tutti coloro che vi stanno intorno. >
< Questo non è vero! > tuono Hans < La principessa si sente così perché non viene capita. >
< Io e Anna lasceremo per sempre questo posto non tornando mai più. >
< No > fece Elsa con le lacrime agli occhi < Sarò io che me ne andrò. >
Con le lacrime di ghiaccio che gli sgorgavano in viso, Elsa uscì dal castello imbattendosi in tutta la popolazione che voleva assistere alla sua mancata incoronazione.
< Principessa Elsa, perché non volete diventare Regina? >
< Principessa, salutate il mio bambino. Non vi ha mai visto. >
Ma Elsa non ne voleva sapere del suo popolo, ancora intimorita per i suoi poteri incontrollabili.
< Mi dispiace per tutti voi, ma me ne devo andare… >
< Elsa, aspetta! >
< Non seguirmi Hans! Ti prego ! >
< Non posso permettere di lasciarti da sola. >
< Invece lo farai! È un ordine! > gridò la donna lanciandogli contro il suo potere destando lo stupore di tutti i presenti.
Spaventati per quello che Elsa era diventata, la popolazione di Arendelle si sparse per tutto il Regno, mentre il cielo diveniva sempre più scuro.
< Ma cosa sta succedendo? >
< Sta nevicando… In piena estate… >
gli gridò Hans cercando di fermarla.
Ma ormai era troppo tardi.
La Principessa aveva lasciato il castello tralasciando dietro di sé una scia di ghiaccio e di freddo che avrebbe congelato l’intero regno.
 
 
Mentre Kristoff era impegnato insieme alla servitù del castello a curare le ferite di Anna, il giovane uomo ripensava alle parole pronunciate contro Elsa.
“Non dovevo trattarla così. Adesso si sentirà distrutta come non mai.”
< Ehi, ragazzo > fece una cameriera attirando la sua attenzione < Ditemi, come sta Anna? >
< Adesso sta riposando nella sua stanza. Ci abbiamo messo molto per calmarla. >
< Vedere sua sorella in quello stato la faceva stare più male del solito… Spero che un giorno di questi si possa riprendere. >
< Non so se sarà possibile… La povera principessa continua a pensare a sua sorella, pentendosi ogni volta per non essergli stata vicino. >
< Che cosa gli potrò dire quando si risveglierà? >
< La verità: che Elsa è scappata da questo castello. >
< Sicuramente vorrà andarla a cercare… e non so se è una buona idea. >
< Ascoltatemi buon uomo: o la ritrovate voi, o prima o poi la popolazione riuscirà a scovarla, facendogli del male. >
< E’ una missione impossibile… >
< Elsa ha bisogno di ritrovare se stessa prima che i suoi poteri la possano consumare definitivamente dentro. >
< Sì, avete ragione. >
< Quando Anna avrà recuperato abbastanza energie, potrete partire. >
< Va bene. Sarà fatto. >
< Adesso però lasciamola riposare. >
< D’accordo. >
Mentre la domestica e Kristoff uscirono dalla stanza, videro una signora completamente vestita di nero e incappucciata aggirarsi nei corridoi.
< Voi andate pure avanti. Io vi raggiungo presto. >
Senza farsi vedere, Kristoff osservò la donna che era impegnata a fissare la giovane principessa.
“Che cosa starà facendo?”
Appena l’individuo misterioso si tolse il mantello, vide che la signora si era trasformata in una creatura orribile.
Intenta a far del male ad Anna, Kristoff irruppe nella sua camera per fermarla.
< Che cosa volete fare?! > tuonò il ragazzo
< Come hai osato spiarmi? >
< Lasciatela stare. >
Inorridita dalla presenza dell’uomo, Malefica scaraventò contro il muro Kristoff, facendogli perdere i sensi.
“Anna... non mollare…”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La fine del ghiaccio ***


Quando Kristoff si risvegliò, non poté mai immaginare che Anna era scomparsa nel nulla.
< E’ stata quella donna a rapirla > fece la domestica accorrendo in aiuto dell’uomo.
< Quella non era una donna… Era Malefica. >
< Colei che ha lanciato la maledizione contro Elsa? >
< Sì, proprio lei… >
< Dobbiamo sapere assolutamente dove diavolo si è cacciata. >
< Purtroppo è sparita nel nulla e non sappiamo niente di lei. >
< Non è possibile! Ci deve essere una pista che ci permetterà di raggiungerla! >
< Forse io so dove si sono nascoste. >
Girando lo sguardo, Kristoff vide che a parlare fu Hans.
Ma non era l’uomo che aveva conosciuto quando stava insieme ad Elsa.
Il suo aspetto era molto diverso.
< Hans… che cosa sono quelle ali che hai dietro la schiena? >
< E’ una lunga storia, Kristoff… >
< E cosa ne dici di raccontarla? >
< Non ora. Non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo salvare Elsa e Anna dalle grinfie di Malefica… Ormai il potere del ghiaccio di Elsa ha raggiunto il massimo e presto arriverà dritta al suo cuore rendendola una statua di ghiaccio. >
< Questa non ci voleva… Sai almeno dove si trova il nascondiglio di Malefica? >
< Sì. All’estremo nord del Regno di Arendelle e precisamente dietro la catena montuosa. >
< Benissimo. Allora andiamo immediatamente. >
< Aspettate un attimo, Kristoff. >
la voce della domestica bloccò l’uomo all’istante.
< Che cosa succede ora? >
< Non ditemi che vi fiderete di questa specie di… volatile. >
< Sono un corvo per la precisione. >
< Non lo sapete? Questo essere che si era spacciato per un essere umano come noi, è al servizio di Malefica. Vi sta portando dritto nella sua trappola. >
< Questo non è vero. Nel corso degli anni sono molto cambiato. >
< E chi ci dice che state dicendo la verità? >
< Dovete fidarmi di me visto che sono l’unico che sa dove si nasconde Malefica… E discutere non servirà a niente. >
< Il corvo ha ragione. Così stiamo perdendo tempo. >
< Kristoff, ripeto che non dovete fidarvi di lui. Potrebbe portarvi dritto alla morte. >
Con ghigno malevolo, Kristoff si avvicinò alla domestica.
< Volete aiutare Elsa e Anna? >
< Certo che sì… >
< Allora fate una cosa: radunate tutto il popolo di Arendelle. Ci servirà l’aiuto di tutti per salvare le due giovani donne. >
< Ma Kristoff, è molto pericoloso… >
< Avete un’idea migliore? >
Riflettendo sulle parole dell’uomo, alla fine anche la domestica si convinse delle sue parole.
< D’accordo. Parlerò io con il popolo di Arendelle. >
< Molto bene. >
< Spero soltanto che mi ascolteranno. Dopo tutto quello che hanno visto il giorno del compleanno di Elsa, non vorrei che la Regina abbia impresso nella loro mente… >
< La popolazione capirà. Ne sono certo… Adesso noi due andiamo. Ci vediamo più tardi > disse infine Kristoff montando sulla sua renna e seguendo un velocissimo Hans.
 
 
Anna si sentiva la testa scoppiare.
Una volta che riaprì gli occhi, non riusciva a capire dove si trovava.
“Questo posto… è completamente ricoperto di ghiaccio…”
< Buongiorno Anna e benvenuta nel gelido inverno creato da tua sorella. >
< Malefica… >
< Sono contenta che dopo tutti questi anni tu mi possa riconoscere. Sono colpita. >
Girando lo sguardo, Anna vide sua sorella distesa su di un letto che si stava congelando piano piano.
< Che cosa sta succedendo a mia sorella? >
< La maledizione sta quasi arrivando al punto culminante. Presto tua sorella diventerà un pezzo di ghiaccio… E subito dopo tu farai la sua stessa identica fine. >
< Annullate immediatamente questa follia! >
< Non posso. Ormai la principessa Elsa è segnata… Dopo la sua solitudine, saranno i suoi poteri che la uccideranno molto lentamente. È solo questione di minuti e… >
< Non ti permetterò di ucciderci! > gridò la ragazza cercando in ogni modo di aggredire la sua nemica.
< Che cosa pensi di fare, sciocca ragazzina? Sei solo una nullità senza poteri mentre nelle mie vene scorre la magia più oscura. >
Dopo aver gettato la povera Anna contro il muro di ghiaccio, Malefica era pronta per molargli il colpo di grazia.
Ma non si sarebbe mai immaginata che Elsa potesse attaccarla da dietro le spalle.
< Tu! Dovevi essere caduta in un sonno profondo! >
< Questo non è il mio destino… Ti aspetta una brutta sorpresa, Malefica. Pagherai per tutto quello che mi hai fatto passare. >
< Che cosa credi di fare? Non riesci a padroneggiare i tuoi poteri ed hai intenzione di sfidarmi? Sei più stupida di quello che pensavo. >
< Adesso stai a vedere. >
Incanalando tutte le sue residue energie, Elsa si trasformò in un drago completamente di ghiaccio.
< Non è possibile… >
Sorpresa per quello che stava vedendo, anche Malefica si trasformò in un drago.
< Sei pronta a perire una volta per tutte? >
< Per una volta il ghiaccio sarà molto più potente del fuoco… Ah! >
Senza perdere ulteriormente tempo, Elsa attaccò la sua nemica senza dargli un attimo per contrattaccare.
< I tuoi attacchi non mi fanno niente… E i tuoi poteri stanno piano piano svanendo. >
< Non così in fretta… >
Purtroppo per Elsa, Malefica aveva ragione.
Ogni minuto che passava, la giovane donna si sentiva sempre più debole.
< Adesso nessuno ti potrà salvare! >
< Questo è tutto da vedere. >
Appena Hans e Kristoff varcarono il castello di Malefica, i due attaccarono il drago senza però arrecargli nessun danno.
< Prediletto, che cosa credi di fare? >
< Ho finito di essere un burattino nelle tue mani… E non ti permetterò di fare del male ad Elsa. >
< Hai deciso di tradirmi? Molto bene… Tu e tutta la popolazione di Arendelle perirete sotto i miei potenti attacchi di fuoco. >
Mentre Hans si stava difendendo, il povero corvo venne centrato in pieno dal fuoco della fata, cadendo a terra malamente.
< Hans! No! >
Per il povero corvo non c’era niente da fare.
Le fiamme di Malefica lo stavano divorando molto velocemente, trasformandolo in un cumulo di macerie.
< Adesso tocca a te, Elsa. >
Ma la giovane Principessa riusciva ancora a difendersi dagli attacchi del suo nemico.
< Non riuscirai a resistermi in eterno. Il tuo destino è segnato. >
Appena la popolazione si trovò dinanzi alla dimora di Malefica, furono molto sorpresi e spaventati nel vedere i due draghi combattere.
< Anna! > gridò la domestica richiamando l’attenzione della ragazza.
< Che cosa ci fate tutti voi qui? È molto pericoloso! >
< Non potevamo abbandonarvi in un momento del genere… >
< Ma noi… non possiamo fare niente… Malefica è troppo forte. >
< Questo non è vero. Prendi questa. >
Guardandola attentamente, Anna poté vedere che l’arma che la domestica gli consegnò non era altro che la spada di suo padre.
< Con questa spada riuscirai a sconfiggere Malefica… Ma devi centrarla dritta al cuore su vuoi ucciderla. Mi hai sentito? >
< Io… non so se ci riuscirò… >
< Devi farcela. È l’unica maniera. >
Nel mentre Anna prese la spada, Elsa non riusciva più a combattere contro Malefica.
I suoi poteri ebbero un collasso, ritornando ad avere le sembianze umane e a congelarsi come una statua di ghiaccio.
< Ormai è finita. Per tutti voi. Verrete trasformati in polvere sotto il potere del mio fuoco. >
< Non oggi! >
Facendosi coraggio e richiamando l’attenzione di Malefica, Anna era pronta per ucciderla con la sua spada.
< Spada della verità ora e diritta, nel male provoca la sconfitta! >
Dopo averla colpita dritta al cuore, Malefica cadde a terra facendo crollare il suo castello.
La strega che per secoli aveva terrorizzato il Regno di Arendelle, era diventata polvere nera, cadendo sconfitta sotto il colpo del bene e della giustizia.
 
 
Subito dopo la morte di Malefica, nel Regno di Arendelle ritornò a risplendere il sole.
La giovane Elsa, che era stata incoronata regina, tornò ad essere una persona come tutte le altre.
< Finalmente i miei poteri del ghiaccio sono scomparsi > disse Elsa abbracciando sua sorella < E tutto grazie a te, Anna. >
< Se ho sconfitto Malefica, è grazie all’aiuto di tutti. >
< Senza dimenticarci di Hans > replicò Kristoff.
< Già… Ha avuto il coraggio di tradire Malefica per schierarsi con noi. Non lo potremmo mai dimenticare. >
Mentre nel castello di Arendelle impazzava la festa per l’incoronazione della Regina, Anna ed Elsa non poterono che ricordare i suoi genitori e tutto quello che avevano fatto per loro.
< Elsa, secondo te questo guaritore esiste davvero? >
< Credo di sì. I nostri genitori mi avevano raccontato che era una specie di uomo completamente vestito di bianco… Ma non so se l’avevano mai visto. >
< Sì, quando i vostri genitori erano dei bambini. >
Sentendo una voce dietro le loro spalle, Anna ed Elsa si girarono di scatto.
< Scusate per lo spavento, signorine… Piacere di incontrarvi: sono il guaritore di Arendelle. >
Un uomo completamente vestito di bianco, si ergeva a fatica con il suo bastone.
< Siete davvero voi?! > domandò Anna sorpresa.
< Ma io credevo che voi non lasciavate il sud per nessun motivo… Che cosa vi ha portato qui? >
< La vostra festa, Regina Elsa… Mi ricordo ancora quando i vostri genitori mi avevano scritto per una maledizione che vi ha colpito… Purtroppo poi è successo quello che è successo ed io e i vostri genitori non ci siamo mai incontrato. Mi dispiace molto non essere venuto a trovarvi prima, ma il mio viaggio spirituale è durato più del previsto… Ma poi ho saputo che avete sconfitto Malefica con le vostre forze. I miei più sinceri complimenti. >
< Vi ringrazio > fece Elsa inchinandosi < Sarete molto stanco… Prego, sedetevi qui su questa roccia. >
< Non ce ne sarà bisogno. Devi ritornare al sud. Non posso star lontano dalla mia casa per troppo tempo… Molti visitatori arrivano fino a me dopo giorni di cammino ed io non posso assentarmi troppo… >
< Vi capiamo, saggio guaritore. >
< Comunque sono stato contento di incontrarvi… Vi auguro il meglio per il resto della vostra vita. Addio. >
< Grazie a voi per la vostra visita > fecero Anna ed Elsa in coro.
< Pregherò sempre per i vostri genitori… Che riposino in pace > disse infine l’anziano saggio prima di scomparire nel nulla.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3809109