Niji no Kakera - Frammenti d'arcobaleno

di KuroiGungnir
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Frammento 1 - Alicia ***
Capitolo 2: *** Frammento 2 - Mark ***



Capitolo 1
*** Frammento 1 - Alicia ***


Frammento 1 - Alicia

 

Alicia voltò lo sguardo verso il calendario. Si era già arrivati alla fine di Luglio, i raggi del sole illuminavano la stanza e l'avvolgevano con il loro tepore. Il cinguettio divertito di un paio di canarini riecheggiava in maniera ridondante.

Si tappò le orecchie e gettò la testa sul materasso. Dall'altro capo del letto sporgeva un riquadro di legno, al cui interno si potevano intravedere due mani puntate verso il cielo. Scendendo di poco con lo sguardo, vide due visetti sorridenti ed un paio braccia che cingevano l'una la spalla dell'altra.

Restò un paio di secondi a fissarli, poi il fastidio che le pervadeva gli occhi le annebbiò la vista, rendendo quelle che fino a poco prima erano due ragazzine felici nient'altro che un paio di figure scontornate e curveggianti.

Non avrebbe dovuto piangere, era inutile, non avrebbe risolto nulla. Eppure, più si diceva di rimaner forte, più sentiva il bisogno di stringere qualcosa con tutta la forza che aveva.

Poco dopo, fra quel mare di singhiozzi, si mise a tastare il letto in cerca del cuscino, e quando lo trovò vi ci affondò il viso, lasciando che tutte le lacrime venissero coperte dal calore che l'avvolgeva ogni notte.

Era da tre anni che non riuscivano più a vedersi, eppure sembrava ieri che Matilde le si era presentata davanti alla soglia di casa a chiederle consiglio. Si trattava di un ragazzo del quale non aveva mai sentito parlare, ma pareva conoscerlo molto bene da come le raccontava la sua passione per il calcio o il fatto che frequentasse anche lui la biblioteca alla quale erano solite recarsi assieme.

Quel giorno Alicia notò un lato che Matilde non le aveva mai mostrato. Lei, che era solita rinchiudersi fra i libri durante le pause pranzo, le aveva chiesto aiuto per dichiararsi. Sorpresa, Alicia non poté far altro che sorriderle, indicandole come sistemare al meglio la ciocca di capelli che le copriva la fronte, consigliandole i vestiti più carini da poter indossare o proponendosi di prestale alcuni dei suoi.

La sera stessa il cellulare le vibrò, era il numero di Matilde. Sorpresa, Alicia rispose alla chiamata con il respiro mozzato e il sorriso fra le labbra. Dopo un paio di secondi passati ad annuire, le mani iniziarono a tremare.

Lo sbattere della plastica contro il parquet la risvegliò dalla trance nella quale stava per cadere, e quando si piegò per cercare il cellulare lo trovò poco distante dal letto, con lo schermo che lasciava intravedere una crepa che lo percorreva in diagonale.

Da allora passarono tre anni e nemmeno una volta Alicia era riuscita a riascoltare la voce di Matilde. Si staccò dal letto, lasciando che i capelli lunghi potessero pizzicarle le guance arrossate.

Ormai non c'era più modo di rivederla, questo lo aveva capito, peré il solo pensiero di dover andare avanti e lasciarla vivere come un ricordo del passato riusciva ad ingarbugliarle lo stomaco.

Si avvicinò al comodino e allungò la mano. Strinse a sé la foto, facendola affondare in un caldo abbraccio.

Cercò di asciugare le lacrime con una manica, ma queste tornarono e le percorsero le guance fino a cadere e poi lasciare un'impronta bagnata.

 

Note dell'autore

Era da tempo che avevo in mente di scrivere questa raccolta, e preso da un momento di foga mi son deciso a scriverla. Purtroppo è passata anche sotto "torchi" di tipo diverso (E li ringrazio tutti per la pazienza di leggere e la voglia di correggermi) ma alla fine è venuta alla luce!

Ci si vede al prossimo capitolo!
Il Drago senza artigli

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Capitolo 2
*** Frammento 2 - Mark ***


Frammento 2 – Mark

 

Mark sfogliò l'ennesima pagina del suo libro e premette la guancia contro una mano aperta che la stava aspettando, quindi sbuffò. Dall'altra parte della stanza, dove al banco siedeva un ragazzo intento a serivre diverse persone che si erano allineate in attesa di prendere o restituire il proprio libro, si poteva sentire tutta una serie di mormorii. Era qualcosa di normale, pensò, eppure non poté fare a meno di sospirare.

 

Voltandosi verso chi gli stava attorno, trovò diversi ragazzi con lo sguardo abbassato sui testi, le mani che diligentemente si muovevano per copiare appunti e formule varie lasciavano che si sentisse quel sibilio tipico di una penna che scorre, e che per quanto fosse accennato, era abbastanza da fargli rilassare le spalle e appesantire le palpebre.

 

Risvegliandosi si accorse di essersi mosso, ma il sole dietro di lui ormai dipingeva un cielo arancione pronto a rabbuiarsi. Alla sua destra le sedie erano vuote ma avvicinate al tavolino, e più in là i vari scaffali presentavano libri ben riposti e messi in ordine. Alla sua sinistra, invece, una ragazza sonnecchiava con le braccia incrociate sopra un tomo ancora aperto mentre le punte delle codine si appoggiavano sul tavolo. La scheda delle consegne e delle prenotazioni mensili spiccava come un segnalibro da sotto le sue braccia.

 

Decise di imitarla, abbassare lo sguardo affinché potesse vedere il mondo dalla sua stessa prospettiva, e magari ammirare quelle poche ciocche di capelli che, libere, cadevano e coprivano gli occhi di Matilde. La mano destra fece per scivolare via e salire, diretta verso la testolina corvina che aveva accanto, ma quando quest'ultima si smosse per trovare una posizione più comoda Mark decise che fosse meglio fermarsi, e stretta la mano a pugno la riabbassò.

 

Restò a fissarla per qualche minuto, seguendo prima le guance che si gonfiavano e sgonfiavano ogni volta che la vedeva respirare, la schiena, così piccola e gracile che avrebbe potuto stringerla a sé con un solo braccio sé solo avesse voluto, si contraeva e si espandeva ritmicamente.

 

Matilde strizzò le palpebre e mugolò, Mark d'altro canto fece finta di osservare il parchetto su cui davano le finestre. Un secondo mugolio e quando provò a sbirciare trovò la ragazza sveglia con le braccia stese verso il soffitto. I suoi occhi color cioccolata adesso lo fissavano e si avvicinavano sempre di più, e sicuro del rossore che si accumulava nelle proprie guance Mark non poté fare a meno di abbassare lo sguardo verso il pavimento, ma Matilde contrattaccò fissandolo dal basso e sorridendo.

 

Un colpo alla testa lo fece sbattere contro il quaderno sotto di lui. Si strofinò la fronte, sicuro che sarebbe rimasto un bernoccolo per qualche giorno, e quando fece per voltarsi da entrambe le parti per comprendere chi lo avesse colpito trovò un ragazzo in procinto di sospirare proprio davanti a lui.

 

Rialzò la testa, ancora intontito dal colpo, e alzò il viso. I capelli corti e corvini, uniti ai lineamenti soffici e alla corporatura piccola e gracile lo riportarono alla scena vista poco prima. Il respiro gli si bloccò. Posò lo sguardo sulla sedia accanto a lui, semplicemente riposta vicino al tavolo, e poi si voltò oltre il ragazzo per controllare il bancone. Anche lì non c'era anima viva.

 

Il ragazzo allora schioccò la lingua e si grattò la nuca, dopodiché gli si sedette davanti ed esordì con un sorriso. Una mano allungata verso la spalla e la testa che si voltava prima da una parte e poi dall'altra furono abbastanza per capire che, sì, quello purtroppo non poteva essere nient'altro che un sogno.

 

Note dell'autore

Salve! Qui è il Neo KuroiGungnir che vi parla! Dopo due anni esatti dalla pubblicazione della prima One-shot, ecco che arriva la seconda! Con questa penso di aver definito più o meno in maniera definitiva i temi e i canoni che userò per scrivere i prossimi capitoli! Anche se è facilmente intuibile dal nuovo titolo che ho dato alla storia, posso dirvi che mancano ben 5 capitoli alla conclusione, quindi sicuramente ci rivedremo! Alla prossima!

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