Emotions

di ArcticBlast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Paura ***
Capitolo 3: *** Ira ***
Capitolo 4: *** Tristezza ***
Capitolo 5: *** Disgusto ***
Capitolo 6: *** Sorpresa ***
Capitolo 7: *** Gioia ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Questa sensazione così forte, così inarrestabile.
Anzi, no, è più di un’unica sensazione.
È un turbine.
Un tornado che ti colpisce diritto al cuore.
Alla testa.
Alla pancia.
Lo avverti soltanto quando succede qualcosa.
Quando il tuo migliore amico vince una guerra.
Quando il ragazzo che credevi ti amasse se ne va.
Quando i tuoi genitori non ti riconoscono più.
Sono situazioni in cui la ragione sta a zero.
Senti soltanto un’onda salire dalle dita dei piedi.
Su, fino ai capelli.
Le chiamano emozioni.
Molti psicologi ne hanno dato una definizione.
“Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi”.
Ma si può realmente dare una definizione di emozioni?
Quella frase non racchiude nulla di quello che sento.
Di quello che provo.
E poi sono così diverse fra loro.
Cosa le accomuna quindi?
La forza con cui ti strappano via le budella.
Il modo con cui ti destabilizzano.
Anche quelle positive.
Le emozioni ti fanno sentire vivo.
Possono renderti in grado di percepire la linfa vitale che scorre nelle tue vene.
Ti portano in alto, a toccare il cielo.
E cinque secondi dopo ti atterrano, come una squadra di rugby.
Ma che cosa saremmo senza di loro?
Vuoti.
Semplicemente in balìa dell’esistenza.
Nulla ci toccherebbe.
Come vivere all’interno di una bolla.
Dove la realtà intorno a te va a mille.
E tu la osservi correre.
Le emozioni per me sono questo.
Questo, ed altro.
Sono lo schiaffo dopo una discussione accesa.
La carezza durante un bacio.
E posso affermare che mi hanno fatto compagnia.
Sia nel bene che nel male.
Volete sapere come?
Non affrettatevi.
C’è tempo.
E magari poi mi direte cosa avete provato.
Anzi, no, non potete.
Perché voi non esistete.
Proprio come non esisto io.
Per ora.


ANGOLO AUTRICE:
Sono tornata a scrivere grazie a questa idea che mi è venuta proprio mentre studiavo per un esame, chi l'avrebbe mai detto...Comunque questa fanfiction è un esperimento per me, non mi è mai capitato di utilizzare questa 'struttura' se vogliamo definirla così e più avanti capirete a cosa mi riferisco. Ovviamente questo è soltanto un assaggio, un'introduzione appunto. Spero che vi abbia intrigato almeno un pochino e che mi farete sapere tramite commenti o recensioni!
P.s. pensavo di pubblicare una volta alla settimana, magari di mercledì così da avere continuità per questi pochi capitoli (circ 7/8). Quindi, restate connessi per il primo e vero capitolo di questa nuova avventura!

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Capitolo 2
*** Paura ***



 “La paura è un’emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia”.
 
Cosa c’era di fantasioso nella paura di Hermione?
Proprio niente.
Una giovane donna obbligata a combattere una guerra troppo grande per lei.
Una guerra dove avrebbe perso molti affetti.
Lei non lo sapeva.
Ma lo immaginava.
Infatti ogni mattino salutava i suoi due migliori amici come se fosse l’ultima volta.
Come se si dovessero separare da un momento all’altro.
Non voleva avere il rimorso di non aver espresso tutto il bene che provava per loro.
Hermione odia il rimorso.
Lei è limpida.
Come l’acqua.
Ed è questo che ha fatto perdere la testa a Severus.
Lui che invece di limpido non aveva proprio nulla.
Lui era torbido, scuro.
Come se non bastasse non combattevano dalla stessa parte.
Almeno apparentemente.
Non ho mai capito questa faccenda.
Ma credo sia normale, non è ancora arrivato il mio momento.
Anche Severus provava paura.
Aveva paura per lei.
Che al fianco del cosiddetto prescelto andava incontro ad un grande pericolo.
Hermione era una guerriera nata.
Niente l’avrebbe fatta desistere da quella missione che le era caduta addosso.
Nessuno dei due sapeva della paura dell’altro.
Perché anche la ragazza aveva perso la testa per Severus.
Solo che non voleva accettarlo.
Lui era il nemico.
O meglio, uno dei nemici.
Ma Hermione non aveva mai creduto alle dicerie sul suo conto.
Ai suoi occhi Severus era un principe.
Un uomo stoico, serio e dall’intelligenza sopraffina.
La paura che li aveva colpiti aveva un nome.
Un nome che nessuno in quella guerra aveva il coraggio di nominare.
Morte.
Il solo pensiero li faceva tremare.
Sudare freddo.
Bloccare il respiro.
Appesantire le gambe.
Hermione non poteva morire così giovane.
Severus non poteva morire senza far conoscere la sua verità.
Ma quanto fa schifo la guerra?
Che senso ha?
Siamo tutti esseri umani.
Non esistono questioni di razza.
E un uomo molto cattivo, dal nome impronunciabile, voleva dividerci.
Maghi.
Mezzosangue.
Babbani.
È così importante avere la magia che scorre nelle vene?
Quella non era la guerra degli esseri umani.
Quella era la guerra di un pazzo scatenato rifiutato dalla realtà.
Dalla sua realtà.
Chissà se anche lui provava paura in quel momento.
Chissà se si riteneva ancora un essere umano.
Severus diceva che quell’uomo non era un uomo.
Ma a lui non piaceva molto parlare di quello che era stato il suo capo.
Neanche del suo passato.
Quella paura, Severus, non se l’era mai tolta del tutto dagli occhi.
Così Hermione.
La paura però crea anche delle difese.
Atteggiamenti di lotta.
O, fuga.
Secondo voi quale strategia hanno messo in atto quei due testoni?
Il primo, bravi.
E meno male.
Con l’aiuto di tutti hanno vinto questa stupida guerra.
E la verità finalmente era stata liberata.
Ora?
Non è di certo finita tra quei due.


ANGOLO AUTRICE:
Ecco il vero e proprio primo capitolo, spero che vi stia intrigando almeno un po'! Come ho già spiegato è un nuova modalità narrativa, se vogliamo chiamarla così, che ho voluto sperimentare per curiosità. Come sempre, aspetto una vostra recensione per sapere cosa ne pensate, pareri favorevoli e contrari. Alla prossima pubblicazione! <3

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Capitolo 3
*** Ira ***


“Stato psichico alterato, in genere suscitato da elementi di provocazione capaci di rimuovere i freni inibitori che normalmente stemperano le scelte del soggetto coinvolto”.
 
Questa era l’emozione dominante in Severus.
Nella sua vita.
Se solo si fermasse a pensare ad essa, si renderebbe conto che non l’ha mai abbandonato.
E chi può biasimarlo?
Gli unici ricordi felici che possiede riguardano una donna morta.
Scusate, sono stato indelicato.
Ricominciamo.
Severus prova rabbia verso sé stesso.
Verso le scelte che ha fatto.
O che è stato obbligato a fare.
Anche Hermione prova rabbia.
Ma non verso sé stessa.
Nei confronti di Severus.
Quell’uomo che la ignora.
Che non vuole cedere il passo ai suoi veri sentimenti.
Il principe ancora innamorato della ragazzina dai capelli rossi e gli occhi verdi.
Hermione non ha i capelli rossi.
E tanto meno gli occhi verdi.
Ma è bellissima.
Parola di Severus.
I due non riescono a sintonizzarsi sulla stessa frequenza.
Perché nonostante siano passati anni dalla guerra loro sono fermi allo stesso punto.
Con una consapevolezza in più.
Si vogliono.
Si vogliono a vicenda.
Ma come possono superare l’ira che li accompagna?
Quante notti a passato a tirare pugni al muro della sua stanza, Severus?
E sempre per lo stesso motivo.
Perché se non avesse tradito la fiducia di Lily a quest’ora non sarebbe morta.
Magari sarebbero felici insieme.
Di sicuro non si ritroverebbe innamorato di una sua studentessa.
Ex.
Lo corregge la sua vocina interiore.
Come lo ha corretto Hermione quella sera che la loro rabbia si è incontrata.
Nella stessa stanza.
L’ufficio di Severus.
Dove Hermione si è dichiarata buttando giù le sue difese.
E Severus ha alzato le sue.
Urlavano, urlavano molto.
Ma mai alle spalle.
Si fronteggiavano con frasi taglienti.
Con le loro verità.
L’illusione di Severus secondo cui il suo cuore apparteneva soltanto a Lily.
L’amore sincero di Hermione che se ne sbatteva delle opinioni sul suo conto.
Chi dei due era nel torto?
Lo potete capire benissimo da soli.
Ci fu un momento.
Uno soltanto.
In cui la regina dei Grifoni pensò di aver sbriciolato le difese dell’uomo.
E fu l’incontro dei loro sguardi.
Dei loro visi a poca distanza.
Un paio di centimetri, al massimo.
Hermione si aspettava una reazione particolare.
Quella dettata dall’attrazione.
Che azzera la ragione.
Indovinate che altro azzera la ragione?
Sì, proprio l’ira.
E in quello spazio di ira ed attrazione ce n’erano parecchie.
Non avrebbe fatto lei quell’ultimo passo.
No.
Era la prova che le serviva.
La dimostrazione che potevano stare insieme per sempre.
Ma non accadde nulla.
Severus non si avvicinò alle sue labbra.
Non eliminò le distanze.
Lo voleva.
Ma non lo fece.
Non ebbe coraggio.
Ed Hermione se ne andò via.
Lasciando su quel pavimento di pietra ormai rovinato dal tempo, i pezzi del suo cuore.
Ma non pianse.
Non davanti a lui.
L’ultima cosa di cui aveva bisogno era perdere anche l’orgoglio e la dignità.
Come una vera regina uscì semplicemente la stanza.
Senza dire una parola.
Severus la osservò rapito.
Ed amareggiato.
Non voleva trascinarla con sé in quel baratro che era la sua esistenza.
Voleva proteggerla.
E Lily era soltanto una scusa.



ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti, belli! Spero che abbiate passato le feste alla grande e che abbiate mangiato fino a scoppiare ahah Con questo aggiornamento siamo al secondo capitolo, spero vi sia piaciuto e come sempre lasciatemi un commento. Il mistero della voce narrante continua...chissà a chi o cosa appartiene :)
P.s. Buon anno ragazzi, spero che vi porti tantissime cose belle e poche cose brutte (non posso non prenderle in considerazione, ma alla fine anche la perla nasce dal dolore,no?)

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Capitolo 4
*** Tristezza ***


“Stato di depressione riconducibile a un particolare dolore o una diffusa e cupa malinconia. Essa può essere provata in condizioni normali, durante la vita di tutti i giorni, oppure a causa di un evento particolarmente drammatico, come una perdita, un lutto o una scomparsa”.
 
Erano passati giorni.
Settimane.
Due mesi, per la precisione.
Hermione non aveva più frequentato nessun posto.
A maggior ragione nessuno in cui poteva incontrare Severus.
Usciva da casa soltanto per andare a lavoro.
Al Ghirigoro.
Protetta soltanto dai suoi amati libri.
Era uscita distrutta da quella discussione.
Il suo umore era andato peggiorando.
Ne sapeva qualcosa Ginevra Weasley, la sua coinquilina.
La rossa non ne poteva più di vedere l’amica con lo sguardo perso.
Il pensiero rivolto chissà dove.
Hermione era un’ameba.
Se ne stava seduta sulla sua poltrona preferita.
In una posizione tutta rannicchiata.
Con un libro aperto sulle gambe ma a cui non prestava mai attenzione.
Era distratta.
Vuota, quasi.
L’uomo di cui era innamorata l’aveva lasciata andare senza dire una parola.
Quante lacrime aveva assorbito il suo cuscino.
Soltanto il suo letto era testimone del crollo che l’aveva afflitta.
Parlo al passato, sì.
Perché Hermione aveva pianto i primi giorni.
Poi più nulla.
Era semplicemente apatica.
Lo spazio dove prima situava il suo cuore ora era arido.
Un luogo arido.
Severus dal canto suo non poteva dire di star meglio.
Ma lui sapeva esattamente come nascondere le sue emozioni.
Anche la sua era tristezza.
Aveva riflettuto molto sulla situazione.
Sulla discussione.
Ma cercava di autoconvincersi che era la cosa giusta da fare.
Lasciare Hermione libera.
Non bloccata ai piedi di una montagna come era lui.
Si sentiva male però.
Anche fisicamente.
In due mesi non aveva quasi per nulla chiuso gli occhi.
Ormai non sapeva neanche più com’era la sensazione di benessere indotta dal sonno.
Improvvisamente percepiva le sue stanze fredde.
Fredde più che mai.
Niente a che vedere con il calore di quella sera.
Sarà stata la rabbia.
Sarà stata l’attrazione.
Sarà stata Hermione.
Ed era anche diventato più cattivo con gli studenti.
Più degli anni precedenti.
Severus aveva cambiato le sue abitudini.
Anzi, una sola.
Quella del mercoledì.
Ogni mercoledì era solito andare al Ghirigoro per prendere nuovi libri.
Hermione era sempre pronta a servirlo.
A dare consigli sulle letture.
A parlare delle nuove scoperte nel campo delle pozioni.
Con quel suo sorriso dolce.
E i capelli raccolti in una crocchia lasciata morbida.
Lei era la più bella in quella libreria.
Nessuna donna poteva eguagliarla.
Come uno stupido sbuffava alle sue parole.
Fingeva poco interesse ai suoi pareri.
Non voleva far cadere la sua solita maschera.
Quella di professore cinico.
Da due mesi non andava più in quel negozio.
Vederla lo avrebbe fatto soffrire ancora di più.
Entrambi evitavano anche le cene alla Tana.
Con il rischio di incontrarsi.
Così, non andava nessuno dei due.
E tutti si chiedevano il motivo di queste assenze.
La loro tristezza era una cosa intima.
Un’emozione soltanto loro.
Che condividevano senza saperlo.
Che buffi.
Si comportavano già come una coppia di sposi.
Con gli umori sintonizzati ma i cervelli scollegati.



ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Eccovi il nuovo capitolo, questa volta è stato il turno della tristezza. Che mi dite a proposito? Vi sta piacendo? Come sempre spero di aver fatto un buon lavoro e di avere ancora la vostra attenzione c: Lasciatemi una recensione così da poterne parlare insieme, cerco sempre di rispondere a tutti il prima possibile perchè adoro lo scambio di opinioni sia sulla trama che sullo stile di scrittura usato. Grazie per le letture, grazie per supportare anche questo piccolo pezzo di cuore <3
A Mercoledì per un nuovo aggiornamento!

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Capitolo 5
*** Disgusto ***


“Emozione che indica un forte senso di avversione associato a riluttanza. Essa può manifestarsi anche tramite reazioni fisiche. Il disgusto non viene considerato soltanto come una sensazione ma anche come una reazione istintiva”.
 
Stupido Neville.
Stupida Luna.
Stupido matrimonio.
Ecco cosa stavano pensando Hermione e Severus.
Probabilmente anche nello stesso momento.
Ma era un evento a cui non potevano mancare.
E nessuno dei due era andato solo.
Chi va da solo ad un matrimonio?
Severus aveva invitato Narcissa.
Lei ci provava spudoratamente.
Ma a lui bastava come amica.
Non provava nulla nei suoi confronti.
Soltanto ammirazione per le decisioni prese dopo la guerra.
Hermione si era fatta accompagnare da Dean Thomas.
Erano rimasti in contatto.
Erano soltanto amici.
Dean era gay.
Quindi neanche volendo sarebbe potuto nascere qualcosa.
Mentre Severus se ne stava seduto ad un tavolo.
Con gli altri professori.
Hermione e Dean ballavano al centro della pista.
Circondati dalle altre coppie.
Gli occhi neri del pozionista non si staccarono un secondo dalla giovane donna.
Indossava un abito lungo fin sotto al ginocchio.
Rosa perla.
Aveva un grande fiore di stoffa su una spalla mentre l’altra era scoperta.
Quanto desiderava essere al posto di quel ragazzino.
Con le mani sui fianchi morbidi di Hermione.
E invece era inchiodato al suo tavolo.
Tra Minerva e Narcissa che spettegolavano sugli invitati.
Quello che provava era puro disgusto.
Dean Thomas la faceva volteggiare.
Sorridere come una sciocca.
Sentiva come un senso di nausea.
Forse doveva bere.
Sì, trovò soltanto quella strategia di fuga.
Anche Hermione non riusciva a staccare gli occhi da Severus.
Vederlo con un’altra donna a braccetto le faceva schifo.
Doveva esserci lei.
E invece no.
C’era Narcissa Black.
Che gli sistemava la cravatta con un sorrisino patetico.
Però era bello.
Bello da mozzare il fiato.
Il suo principe indossava un completo blu notte.
Camicia bianca.
Cravatta dello stesso blu del vestito.
Più li osservava e più cresceva il senso di nausea.
Per fortuna i loro tavoli erano distanti.
Altrimenti non sarebbe neanche riuscita a mangiare.
Il senso di vomito sarebbe stato troppo forte.
E l’avrebbe costretta a lasciare la festa.
Cosa successe quella sera?
Ci sono diverse versioni.
Severus dice che è stata Hermione ad avvicinarsi a lui.
Hermione afferma che è stato Severus a fare la prima mossa.
Sta di fatto che c’è un unico dettaglio in comune a tutte le storie.
Erano brilli.
Avevano bevuto per dimenticare quel senso di disgusto che li accompagnava.
Io non ero presente.
Ma c’è chi racconta che sia Narcissa che Dean rimasero senza accompagnatori quel giorno.
La donna rimase sola al tavolo.
Il ragazzo rimase solo sulla pista da ballo.
Volete scoprire i dettagli?
Io al posto vostro fremevo dalla curiosità.
Sì?
Allora non posso non accontentarvi.



ANGOLO AUTRICE:
Nuovo capitolo per questa esperienza che devo ammettere mi ha dato delle belle soddisfazioni fino ad ora e il merito è sicuramente vostro che continuate a supportarmi! Che mi dite di questa emozione? Di questo capitolo? Spero di leggere una vostra recensione e di chiacchierare con voi :)
Al prossimo aggiornamento che sarà mercoledì 23 <3

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Capitolo 6
*** Sorpresa ***


“La sorpresa è uno stato emotivo conseguente ad un evento inaspettato o contrario all’aspettativa di chi lo sperimenta. Dura pochi istanti ed è in genere seguita dalla paura o dalla gioia”.
 
Qual è stato questo evento inaspettato?
Contrario all’aspettativa di chi lo sperimenta?
Uno strano spazio di tempo in cui i due erano soli.
Uno vicino all’altra.
Dopo mesi che si evitavano.
Ma galeotto fu il vino elfico.
Che abbatte i freni inibitori delle persone.
E meno male.
Hermione si limitò a fissarlo diritto negli occhi.
Come l’ultima volta.
Con più distanza tra i loro corpi.
Severus?
‘Sei bellissima’.
L’unica frase che pronunciò.
Al buio di una notte di primavera.
In riva al Lago Nero.
Fu proprio in quel momento che nella ragazza prese piede questa emozione.
La sorpresa.
La sorpresa di sentirsi dire quelle due semplici parole.
Senza essere all’interno di un sogno.
Severus rimase a godersi la sua reazione.
Pensò che avrebbe voluto sorprenderla per sempre.
‘Mi sono innamorata di te’.
L’uomo credette di non aver capito bene.
Ma lei non disse più nulla.
Hermione rimase a godersi la sua reazione.
Pensò che avrebbe voluto sorprenderlo per sempre.
In quell’istante Severus scattò verso la donna della sua vita.
Rilegando Lily Evans in un angolino della sua memoria.
E del suo cuore.
Le baciò le labbra.
Hermione si stupì della dolcezza di quel gesto.
Non l’aveva tirata.
Strattonata con fare animale.
Se lo sarebbe aspettato da un tipo come lui.
Invece fu un vero principe.
Anche mentre li smateriallizzò nelle sue stanze.
Anche mentre le accarezzava i fianchi.
La schiena.
Il collo.
Le cosce.
Quella notte si dichiararono amore eterno.
Non con le parole.
Le parole stavano a zero.
Bastavano le carezze.
I baci.
Non era la prima volta di Hermione.
Ma avrebbe voluto.
Per il rispetto che quell’uomo le aveva dimostrato.
Anche in un momento del genere.
Con i corpi avvinghiati.
E il piacere a fare da sfondo.
Hermione ha sempre provato a descrivere quell’emozione.
La sorpresa alle sue parole.
Ma per lei era tutto riduttivo.
A quel complimento lei percepì il cuore battere più veloce.
Severus ricorda il dilatarsi delle sue pupille.
Anche se era notte.
Ricordate la frase iniziale?
“Dura pochi istanti ed è in genere seguita dalla paura o dalla gioia”.
Quale emozione seguì?
Ovviamente soltanto una.
L’unica che non avevano ancora provato.
Insieme.
Come coppia.
La gioia.
Volete sapere chi sono?
Perché vi ho raccontato tutto questo?
Ci siamo.
Mettetevi comodi.
Siamo alla fine.
Alla felicità.



ANGOLO AUTRICE:
Questo è il penultimo capitolo, ci stiamo avvicinando davvero alla fine. Ci tengo già da adesso a ringraziarvi, perchè nonostante tutto, mi seguite con affetto e ne sono molto felice! Come sempre aspetto una recensione per sapere un po' il vostro pensiero, positivo o negativo che sia <3
A mercoledì per l'ultimo aggiornamento :)

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Capitolo 7
*** Gioia ***


CAPITOLO 6 – Gioia (o Felicità)
 
“La gioia, rispetto alla felicità, è un’emozione positiva improvvisa e piuttosto intensa la cui caratteristica sembra non sia solo l’esperienza del piacere, ma anche una certa dose di sorpresa e di attivazione”.
 
Le cose andavano a gonfie vele.
Tutti erano a conoscenza della loro relazione.
Minerva disse che lei lo sapeva da tempo.
Che aveva immaginato un finale identico per quelle due anime.
Due anime.
Particolari.
Complicate.
Ma coraggiose.
Pure, a loro modo.
Severus non voleva perdere neanche un secondo.
Finalmente aveva tra le braccia la donna amata.
Non l’avrebbe persa per niente al mondo.
Le aveva chiesto se le andava di vivere insieme.
A Spinner’s End.
In quella casa teatro di torture.
Fisiche e psicologiche.
Severus voleva associare un sentimento positivo a quel luogo.
Per rispetto verso sua madre.
Che lo aveva protetto in tutti i modi possibili.
Hermione accettò senza neanche pensarci.
Subito portò le sue cose in quella casa.
Severus non parla molto di sé.
Ma con me è diverso.
Non dimenticherò mai il suo sguardo quando mi confessò il segreto dei segreti.
Me lo raccontò sottovoce.
Mi disse che notò subito il cambiamento in quella casa all’arrivo di Hermione.
Il solito grigio topo lasciò spazio ai colori.
Tutti i colori.
E al calore.
Quel calore che lui non aveva mai provato in vita sua.
Il merito era soltanto di quella giovane donna dai capelli indomabili.
Lei che non lo sapeva ma faceva brillare tutto quanto.
Hermione invece era totalmente presa da quell’uomo.
Lui era il principe che aveva sempre sognato.
Non bello da mozzare il fiato.
O ricco.
Severus era la perfezione ai suoi occhi.
Affascinante.
Intelligente.
Fedele.
Coraggioso.
Amava anche litigare con lui.
Il modo con cui le teneva testa.
Lo amava e basta.
Perché dopo ogni litigio veniva l’amore.
Quello vero.
Non quello senza rispetto.
Sporco.
No.
Loro si veneravano con i corpi.
Tra carezze e lenzuola.
Hermione era felice.
Severus era felice.
Erano così felici che non credevano esistesse una gioia più grande di quella.
Per mesi andarono avanti così.
Tra baci e discussioni.
Tra complimenti e litigi.
Ma era normale.
Nessuno dei loro amici si preoccupava di ciò.
Severus ed Hermione avevano due caratteri opposti.
La lotta era ovvia.
Harry era solito prenderli in giro in quei momenti.
Si divertiva molto ogni volta che veniva invitato a Spinner’s End.
Di Minerva non ne parliamo.
L’unico momento di preoccupazione fu in un giorno di agosto.
Hermione cominciò a star male.
Svenimenti.
Emicranie.
Febbre.
Ma nessuno sapeva cosa avesse.
Severus pensò al peggio.
Non era pronto a dirle addio.
E si chiese come mai lui non potesse mai vivere felice.
Forse non se lo meritava.
Consultarono i migliori medimaghi del Mondo Magico.
Anche fuori dall’Inghilterra.
Ma sembrava che Hermione non potesse guarire da questa malattia sconosciuta.
E peggiorava.
Severus decise di tentarle tutte.
La portò in una clinica molto famosa di Lisbona.
Una clinica babbana.
Sapeva che lì lavoravano i migliori medici dell’Europa.
Perché non tentare anche con la medicina babbana?
Hermione era sfinita da quella situazione.
Non riusciva a smettere di piangere in silenzio.
E sapeva che anche Severus stava soffrendo.
Quindi perché non provare?
E la notizia che ebbero proprio il 30 agosto fu l’apice.
L’apice di una determinata emozione.
‘Lei è incinta, signorina’.
Hermione rimase bloccata con la bocca aperta.
Severus era immobile con lo sguardo puntato verso la sua fidanzata.
Scoppiarono a piangere.
Come dei bambini.
Come avrebbe fatto il loro piccolo.
O piccola.
Severus chiuse la ragazza in un abbraccio.
Il più caloroso di sempre.
Hermione invece cercò subito le sue labbra.
Voleva baciarlo.
Lui e l’amore che le regalava.
Erano così felici usciti dall’ospedale che non riuscirono a dire una parola.
Si limitavano a sorridere.
A stringersi.
A ridere.
Tornati a casa corsero a dare la notizia a tutti.
Tutti dovevano sapere.
Festeggiarono per giorni.
Hermione non morì.
Severus tirò un sospiro di sollievo.
Fece delle ricerche da solo.
Senza l’aiuto dei medimaghi.
Scoprì che se i genitori avevano un’alta potenza magica questa veniva assorbita dal feto.
Più potenza magica aveva il feto e più aveva ripercussioni sulla madre.
Ecco spiegati i malori di Hermione.
Chissà come dei medici babbani erano riusciti a superare la magia.
Forse era un segno.
Per tutta la durata della gravidanza fecero scommesse su quel figlio inaspettato.
Maschio o femmina?
Scelsero di scoprirlo il giorno del parto.
Anche se la curiosità li stava logorando.
Grifondoro o Serpeverde?
Qui Severus si trovava in minoranza.
Era circondato da Grifoni.
Ma lui ci sperava.
In realtà a nessuno dei due interessavano quei dettagli.
Loro volevano stringere quella piccola fonte di gioia.
Sì, perché aveva già portato felicità in casa.
Quando nacque il frutto del loro amore?
Il 7 maggio.
Alle 4.32 del mattino.
Con Severus che teneva la mano della sua donna.
E tutti gli amici nella sala d’aspetto in attesa.
Dicono che Minerva abbia quasi torturato una povera infermiera per avere notizie.
Che Ginevra abbia bevuto almeno dieci caffè per restare sveglia.
Tutti erano in fibrillazione.
Ma c’era anche la preoccupazione per Hermione.
Visto il potere magico di quella piccola creatura.
 Alle 4.32 di un venerdì di inizio maggio il rumore di un pianto ruppe il silenzio.
Harry e Ginny corsero ad abbracciare la povera professoressa che piangeva felice.
Hermione stringeva tra le braccia quell’esserino.
Una bambina.
E Severus?
Lui era talmente felice che non riusciva neanche a parlare.
Osservava con minuziosa attenzione quella piccola principessa.
Si era appena innamorato.
Per la seconda volta in un anno.
Era un amore diverso, certo.
Ma sempre di amore si trattava.
In quel momento si fece una promessa.
Silenziosa.
Avrebbe fatto di tutto per proteggere quelle due donne.
Per proteggere i suoi gioielli più grandi e preziosi.
Chi sono io, vi chiederete.
Che per tutto questo tempo vi ho fatto compagnia.
Vi ho guidato in questo viaggio fatto di emozioni.
Mi presento, sono Elizabeth Jean Piton.
Corvonero.
Nata alle 4.32 di un venerdì di maggio.
Io sono il frutto di questa storia.
Io sono il frutto delle loro emozioni.
Perché vi ho raccontato tutto ciò?
Perché questo è il mio diario segreto.
Perché anch’io sogno un amore come quello di mamma e papà.
Un sentimento che tolga il fiato.
Che regali gioia.
Che mi faccia vivere davvero la vita.





ANGOLO AUTRICE:
Con questo ultimo capitolo si chiude il nostro breve viaggio attraverso le emozioni dei due protagonisti...Tristi? Io un po' sì, con questa ff ho unito un po' le diverse cose che mi piacciono come la psicologia, disciplina che studio, seppur in minima dose e questo splendido mondo magico, nota di merito va alla Snamione. Come vi è sembrata? Aspetto con ansia le vostre considerazioni finali, su tutto ciò che vi è piaciuto e su ciò che invece avreste preferito fosse diverso. Chi è riuscito ad indovinare l'identità della voce narrante? Questa idea mi era venuta in corsa, avevo già scritto un paio di capitoli, ma modificando qua e là mi ha convinta sempre di più. Ci tengo a ringraziare ognuno di voi per il calore e il supporto che mi date fin dal primo giorno che ho aperto questo profilo e che ho pubblicato la mia prima oneshot <3
E' stato un bel percorso anche questo, e di certo non sarà l'ultimo...Buona vita!
P.S. Spero vi faccia piacere sapere che sono già a lavoro su un nuovo progetto, si tratta di una trama ambiziosa e che supera di gran lunga quella di 'Oltre'. La storia che sto scrivendo uscirà non appena mi sarò avvantaggiata con i capitoli e non appena sarà pronta per essere regalata a voi. Btw, non perdete di vista il mio profilo perchè prima o poi arriverà!

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