Il miracolo di Natale

di ballerina 89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


È incredibile come cambiano le cose: un minuto prima sei felice, entusiasta e pronto a scalare le montagne e un attimo dopo la vita ti regala un'enorme delusione in grado di metterti ko per sempre. Non pensiamo mai che questo possa accadere a noi stessi eppure è così. Dall'oggi al domani tutto potrebbe cambiare rivelandosi o una grande sorpresa o un grande dispiacere. Emma Swan ne è la prova vivente. Era convolata a nozze da un paio d'anni ormai, era felice come non lo era mai stata e aveva la fortuna di poter contare su tante persone che l'amavano. Non le mancava nulla, Killian riusciva a renderla speciale anche solo con uno sguardo, ma andando avanti con i giorni entrambi sentirono la necessità di fare un ulteriore passo nella loro relazione. Erano già una famiglia, Henry considerava Killian suo padre a tutti gli effetti ormai, ma volevano concretizzare il tutto con un ulteriore membro. Ne avevano passate tante nella vita e nessuno dei due aveva mai avuto a che fare con un bambino piccolo fino a quel momento, ma ora si sentivano pronti e questo a loro bastava. Smisero di usare ogni tipo di precauzione ed iniziarono la loro speciale operazione "big family". Passò un mese, due, sei, un anno...niente. Nessun bambino sembrava voler arrivare. Durante i primi mesi non si persero d'animo ma a lungo andare, lo stress e la delusione per ogni test di gravidanza negativo li portarono a provare sempre di meno fino ad arrivare alla decisione di Emma di smettere di provarci.
- È inutile, non ce la faremo mai... - disse una sera più delusa che mai gettando l'ennesimo test negativo nel bidone della spazzatura.
- Amore, arriverà prima o poi ne sono sicuro, non essere così triste ok? Possiamo riprovarci. - anche lui stava perdendo le speranze ormai ma almeno davanti a sua moglie cercava di essere forte e darle speranza. Tra i due era lei quella che ne soffriva maggiormente.
- Riprovarci... e a che scopo? Per fare l'ennesimo buco nell'acqua? - disse mentre cercava di trattenere le lacrime.
- Non dire così...
- LO DICO ECCOME INVECE. È un anno che ci proviamo Killian... un anno! E cos'è successo? Te lo dico io... NIENTE! - colpì il lavandino del bagno con entrambe le mani con l'intendo di sfogare la rabbia. - Io... mi sento uno schifo ogni volta, un completo fallimento e non voglio più continuare a sentirmi così!
- Vieni qui! - le andò vicino per abbracciarla, odiava vederla soffrire e non poter fare nulla per aiutarla lo mandava in bestia. - Dimmi: cos'è che posso fare per farti tornare quel bel sorriso che amo sulle labbra?
- Voglio smettere di provarci... mi arrendo!
- Sul serio?
- Si! Staremo male per un po' ma poi ce ne faremo una ragione. È inutile continuare ad infliggersi questa sofferenza ogni volta Killian. È ora di mettere i piedi per terra e affrontare la realtà. Mi dispiace tesoro ma non vedo altri modi per uscirne. - senza guardarlo negli occhi provò ad uscire dal bagno, sapeva che anche lui desiderava un figlio almeno tanto quanto lei, non sopportava l'idea di averlo involontariamente ferito con quella decisione.
- Aspetta un secondo... - la bloccò trattenendola per un braccio e facendola voltare ancora una volta verso di lui. - Capisco tutto davvero: la delusione, il sentirsi un fallimento.... credimi anche per me non è facile, ma non credo che abbandonare l'idea sia la soluzione ai nostri problemi.
- E cosa vorresti fare? Continuare a provarci fino al giorno del nostro funerale? Mi pare un tantino eccessivo non credi?
- Intendo dire che non siamo né la prima ne l'ultima coppia che ha questo tipo di problema. Molti come noi sono nella nostra stessa situazione e molti altri invece hanno risolto grazie all'aiuto di una persona competente. Perché non ci facciamo aiutare? In fondo tu sei giovane ma io ho quasi 300 anni... magari qualcosina in me non funziona come dovrebbe. - le fece l'occhiolino per cercare di sdrammatizzare.
- Tu? Il terribile capitan Uncino, sta mettendo in dubbio la sua virilità? - per un momento le sue labbra si curvarono in un piccolo sorriso ma tornando serie poco dopo - Mi stai dicendo di voler chiedere un consulto medico?
- Perché no! se dobbiamo rinunciare all'idea vorrei almeno sapere il perché. Allora, cosa mi dici?
- Dico che ho paura ma è evidente ormai che c'è un problema. Se sei pronto a scoprire qual'è allora lo sono anche io.
- Chiamerò Whale domani stesso! Non preoccuparti amore andrà tutto bene. - la bació - Ora perché non vai a stenderti un po'? Non hai per niente un bell'aspetto.
La serata finì così: con l'ennesima delusione ma con un nuovo programma di battaglia da affrontare. Il mattino seguente Killian chiamò Whale ancor prima che Emma si svegliasse e dopo aver spiegato in grandi linee il problema whale fisso loro un appuntamento per la settimana successiva. Furono i sette giorni più lunghi della loro vita, il tempo sembrava non scorrere mai e la tensione in casa era sempre più evidente, ma alla fine quel giorno arrivò ed entrambi vennero posti a visite approfondite. Per i risultati ci sarebbe voluta come minimo un'altra settimana ma whale riuscì ad accelerare tutto e nel pomeriggio i risultati erano già li sulla sua scrivania, nero su bianco. Nonostante fossero sposati e nessuno dei due avesse problemi che l'altro assistesse al colloquio con il medico, whale decise di incontrarli prima separatamente e poi insieme. Quelle parole Emma non le dimenticherà mai per tutto resto della sua vita... sapeva che il 50% delle possibilità di quei fallimenti poteva essere dipeso da lei ma averne la certezza non era semplice da accettare:
"Vedi Emma... - iniziò il medico - Avendo già avuto un figlio in passato ho escluso i problemi ormonali e le analisi mi hanno confermato la diagnosi, però un problema c'è e mi dispiace dirtelo ma non è nenache tanto piccolo. Hai un problema a livello strutturale, molto probabilmente dovuto ai troppi colpi subiti durante le precedenti battaglie. È questo fattore che rende molto difficile un concepimento. Non è impossibile che tu possa rimanere incinta ma devi sapere che la percentuale è molto bassa. Siamo ad un 15% contro un 85% di esito negativo."
Una sentenza di morte sarebbe stata meno angosciante da digerire. Senza aspettare che Killian entrasse nello studio per poter parlare insieme delle possibili eventualità Emma forse fuori con le lacrime agli occhi facendo preoccupare seriamente suo marito. La
Seguì fin fuori l'ospedale e una volta raggiunta l'avvolse in un forte abbraccio e la lasciò piangere e sfogarsi per tutto il tempo che ne ebbe bisogno.
- Sono qui... sono qui amore, va tutto bene! - cercó di consolarla disegnandole dei cerchi dietro la schiena - Qualsiasi cosa ti abbia detto Whale va bene, non ha importanza.
- Io... sono io. È colpa mia... Sono io il proble...
- Non dirla neanche una cosa del genere! Nessuno a colpa di nulla. Sapevamo l'eventualità che potesse esserci il problema. Mio o tuo che sia non ha importanza: parleremo con Whale, insieme, e proveremo a smuovere la situazione ok? - non rispose, continuò a piangere e si aggrappò letteralmente a lui come se fosse il suo unico appiglio di salvezza. Lui la lasciò fare, non la costrinse ne a parlare ne a reagire... aveva bisogno di sfogare tutta la tensione che aveva accumulato in quei giorni e aveva bisogno di farlo alla sua maniera. Solamente una volta essersi calmata, Killian, tenendola ancora stretta a se, la incoraggiò a rientrare in ospedale e insieme raggiunsero Whale nel suo studio il quale li stava attendendo.
Una volta messo al corrente anche Killian dell'autentico problema, come precedentemente annunciato, whale iniziò un colloquio con entrambi.
- Immagino che la situazione possa sembrare insormontabile in questo momento e che vi crei sconforto ma la prima cosa da fare per poter realizzare il vostro sogno è rimanere con lo spirito positivo verso quello che sarà il vostro futuro. Mi prenderete per pazzo, lo so, ma è così: le tensioni non aiutano mai. Trovate un hobby, uno sport, qualcosa che vi faccia scaricare e che vi tenga sereni... tranquilli. Questo è senza ombra di dubbio il primo passo da affrontare. Per quanto riguarda poi un aspetto decisamente più "pratico" se così vogliamo definirlo, immagino che ci abbiate provato spesso in quest'ultimo periodo non è vero?
- Spesso? - ripetè Killian - spesso è un eufemismo. Negli ultimi due mesi è diventato un vero lavoro a tempo pieno. Non che me ne lamenti, ci mancherebbe altro, ma ormai siamo talmente abbattuti che più che un piacere sembra essere diventato un obbligo.
- È proprio qui vi volevo. Accanirsi non serve a nulla se non all'esatto contrario. Non serve a nulla provarci ogni giorno più volte al giorno, anche qui bisogna essere cauti. Sembra strano ma è così.
- Cosa proponi di fare? Possiamo ancora far qualcosa vero?
- Sarò sincero, si può provare ma non garantisco risultati sicuri. Le percentuali ve le ho dare e sapete entrambi che la strada è in salita. Emma ti presceiverò delle pasticche da prendere due volte al giorno. Anche se non ci sono problemi ormonali dovrebbe comunque aiutare e per quanto riguarda la vostra attività... riducete. Tre volte a settimana credo sia l'ideale. Ci vediamo tra un paio di mesi eccetto piacevoli novità.
Digerire quel boccone amaro fu veramente dura, sopratutto per Emma. Dal momento in cui era uscita dall'ospedale Killian poté vedere qualcosa cambiare nel suo sguardo. Le lasciò del tempo per elaborare, per abituarsi a quella realtà, ma quando con il passare del gironi la vide continuare per quella strada e uccidersi di lavoro pur di non pensare o di avere dei contatti con lui decise di intervenire. Era appena rientrata dalla stazione, dal suo ennesimo turno di straordinario per la precisione, salutò suo marito con un bacio a stampo e un sorriso per nulla sincero e andò a sedersi sul divano dove si mise a leggere un libro.
- Sei davvero negata a mentire lasciatelo dire amore. - iniziò lui facendole distogliere lo sguardo dalle pagine che precedentemente stava osservando. - Si vede lontano un chilometro che stai soffrendo, è inutile che continui a mentire a me e sopratutto a te stessa, dicendo che vada tutto bene.
- Killian...
- Lasciami finire ti prego. Io non riesco minimamente ad immaginare cosa tu possa provare in questo momento e ci sto male perché non so come aiutarti. La cosa che mi fa più male però è sentirti distante. Lo vedo che cerchi ogni scusa possibile per star lontana da me e non incrociare il mio sguardo, non sono stupido. Quello che non capisco è perché? Perché ti stai allontanando da me? Dimmi la verità, qualunque essa sia. Non mettere ulteriore stress a quello che già hai dentro.
- Io... non sto cercando di evitarti è solo che... beh non è facile accettare ciò che mi è stato detto e ogni volta che incrocio il tuo sguardo vedo tristezza e mi sento responsabile.
- I miei occhi trasmettono tristezza secondo te? Forse è vero, ma non è di certo per quello che pensi tu. Certo mi dispiace la situazione non posso negarlo, ma non sono triste per questo motivo. La cosa che mi rattrista di più è vederti fuggire e rialzare quei dannatissimi muri che tanto ho lottato per tirarlo giù. Sono tuo marito Emma, non devi nasconderti con me, non devi difenderti, non devi vergognarti o sentirti in compa di nulla. Anzi no... forse una colpa ce l'hai: quella di non essere riuscita dopo cinque giorni dalla visita a mettere in atto nenache uno dei consigli di Whale. - non era un rimprovero, era solo una semplice constatazione.
- Non è vero, sto lavorando! Il lavoro mi aiuta a rilassarmi...
- si lavori è vero, ma non di certo per liberare la mente o svagarti. No no... tu lo stai facendo per scappare dalla realtà.
- E puoi biasimarmi?
- Ok ok ok... girarci intorno non servirà a nulla quindi andrò direttamente al punto. Ci hanno dato pochissime possibilità di riuscita giusto? Rispondimi per favore.
- Giusto.
- Ecco, pochissime non significa nessuna. Significa che tra i tanti no un possibile si potrebbe arrivare. Perché dannarsi l'anima a pensare sempre negativo, prova a pensare positivo per una volta. Abbiamo affrontato non so quante battaglie che risultavano impossibili, abbiamo raggiunto reami che mai pensavano di poter raggiungere e addirittura abbiamo affrontato la morte e ne siamo usciti vittoriosi. Come possono tutte queste esperienze non significare nulla in questo caso?
- Lì si trattava di magia Killian...
- E qui si tratta di amore Emma e da quel che so l'amore è il tesoro e il potere più grande che ci sia. - non rispose - Ascolta, prova a fidarti di me: magari non succederà nulla, ma magari si... forse tra un anno staremo ancora qui a discutere su quanto sono stato superficiale e credulone o magari saremo seduti su questo divano a coccolarci quel bel pancione che tanto abbiamo desiderato e che finalmente ci sarà concesso. Non possiamo sapere cosa ci riservi la vita ma possiamo provare ad aiutare la natura a fare il suo corso. Allora: che ne dici? Ti va di azzerare tutto e ricominciare da capo?
Ci pensò per un po' ma alla fina rispose:
- Se prometti di non abbandonarmi per nessun motivo al mondo... si. Sono disposta a ripartire da zero.
- Credi davvero che io sia in grado di abbandonarti? Dovrei ritenermi offeso Swan! - iniziò a farle il solletico facendola per la prima volta dopo tanto tempo ridere di nuovo. Per Killian quel suono fu pura musica. Avrebbe voluto vederla sempre sorridere.
- D'accordo d'accordo chiedo venia! Era solo per esserne completamente sicura. - rispose non appena riuscì a liberarsi dalla sua presa.
- Ora che hai capito che non ti libererai più di me cosa mi dici amore?
- Che sono d'accordo con te. Chiudiamo questo capitolo e iniziamone un'altro!
- Insieme?
- Insieme!

 
https://pin.it/7s5lkroxg4cv5j (link immagine del capitolo)
Note dell'autore:
Ed eccoci qui, come promesso, con questa piccolissima Fan fiction. Questo capitolo come avrete potuto notare non ha accennato minimamente al Natale ma tranquilli, prima o poi arriverà. Mi occorrevano dei capitoli per poter spiegare meglio la situazione. Cosa ne pensate? Triste vero? Già so che qualcuno mi ucciderà per aver iniziato così ma non posso farci nulla, la mia mente ha fatto tutto da sola eheheh.  Attendo con ansia i vostri commenti. Vi saluto e vi do appuntamento a domani con il secondo capitolo di questa storia. Un baciooooo. Ps non ho ancora capito come inserire le immagini direttamente nella storia quindi per ora inserirò direttamente il link dell’immagine
 
 
   

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



 
 
Dopo giorni di pura agonia ripresero finalmente  in mano la loro vita. Accantonarono il passato e provarono ad iniziare un nuovo percorso. Erano intenzionati a portare a termine nel migliore dei modi il loro progetto di allargare la famiglia e difficilmente si sarebbero fermati. Seguirono alla lettera tutto ciò che Whale consigliò loro: trovarono degli hobby, lui come si poteva immaginare in mare, mentre lei  la palestra, cercarono di non parlare tanto spesso dell'argomento "bambini" in quanto era un forte fattore di stress e sarebbe stato controproducente e non meno importante, ridussero una delle loro attività preferite. Fu un fattore positivo anche se Killian inizialmente storse il naso, ultimamente si erano concentrati tanto sul dovere e poco sul piacere, rallentando i ritmi avrebbero potuto godere a pieno anche dei loro sentimenti. 
La tentazione di scoprire se qualcosa stesse già accadendo dai primi tentativi fu molta ma entrambi in un momento di lucidità concordarono di verificare i risultati solamente una volta al mese onde evitare troppe delusioni. Passarono così i primi trenta giorni, il primo mese senza pianti, tristezze e isterismi. Erano a metà del loro percorso, il mese successivo sarebbero tornati da Whale per capire se le cose fossero cambiate un pochino, ma allo stesso tempo decisero comunque di fare il primo test. Sapevano entrambi che c'era una forte probabilità di non riuscita e credevano, sopratutto Emma, di essere preparati; ma alla realtà dei fatti Emma si rese conto che non era pronta per niente. Il problema in quel momento non era tanto la delusione di non aver concepito ma l'insieme di cose: tutte le sue insicurezze, le paure, il sentirsi responsabile dell'infelicita del suo compagno... tutto qiesto tornò a riempirle la mente.
- Amore... tutto ok? - la richiamò gentilmente Killian vedendola immersa nei suoi pensieri e immaginando che qualcosa di poco positivo stesse attraversando il suo cervello. La ragazza si riprese immediatamente e sfoggiando il suo miglior sorriso guardò suo marito per rincuorarlo.
- Tutto bene, sapevamo già che sarebbe stato un no giusto?
- Guardami un secondo... - le prese il viso tra le mani in modo da incrociare il suo sguardo - Non che non ti creda ma voglio la verità. Se anche  un piccolo pensiero si è insinuato in questa testolina voglio saperlo, non voglio essere lasciato all'oscuro di nulla.
- Davvero Killian, è tutto ok. - lo baciò - Lo avevo messo in conto. Dai non restiamo qui altrimenti le angosce mi saliranno per davvero. Andiamo a cena fuori ti va?
la guardò con occhi pieni d'amore. - Mi stai seriamente chiedendo se mi va? Ma che domande fai... Con te mi va di fare tutto.
***
Dopo quel maledetto risultato i pensieri di Emma tornarono ad essere tristi come le settimane precedenti ma cercò con tutta se stessa di farsi forza e far finta di nulla. In parte avrebbe dovuto farlo per se stessa ma lei in realtà era più preoccupata a far sì che suo marito fosse tranquillo. Non voleva che si accorgesse di nulla, non voleva dargli altri grattacapi oltre a quelli che già aveva. Impiegando tutte le sue forze riuscì a fingere per un mese intero. Certo in tutti quei giorni ebbe parecchi crolli emotivi ma fece modo e maniera di liberarsi da quel dolore solamente quanto Killian non era in casa. La situazione purtroppo degenerò al termine del secondo mese, precisamente dopo l'incontro con Whale. Dai risultati delle ultime visite nulla era cambiato dalla volta precedente.
- Non c'è niente altro che si possa fare? - chiese Killian determinato a non mollare mentre Emma se ne stava con lo sguardo basso a tormentarsi le mani.
- Potrei prescrivere ad Emma una decina di medicinali differenti ma la percentuale di riuscita non cambierebbe perché il suo problema è strutturale, non ormonale. Se fosse stato ormonale a quest'ora con le cure ricevute in questi mesi e dai valori di queste analisi avreste messo in cantiere già due o tre gemelli. Come detto già in precedenza la colpa è da attribuire ai colpi violenti subiti durante le battaglie affrontare e sappiamo che sono stati molti.  Per il resto Emma è una donna sanissima e senza nessun problema. - più lui parlava più lei si sentiva uno schifo, non era semplice da accettare che per compa del suo  essere salvatrice lei e suo marito avrebbero dovuto rinunciare per sempre all'idea di avere una famiglia. Avrebbe voluto lasciare quella stanza nell'immediato ma pur di non destare sospetti ingoio l'ennesimo boccone amaro e stette li in silenzio. Killian percepì che la sua donna stesse per crollare e ebbe paura di dire qualsiasi cosa per non peggiorare la situazione . Lanciò uno sguardo d'aiuto a whale e lui capendo al volo quella silenziosa richiesta  continuò il suo discorso.
- Con questo non vi sto dicendo di rinunciare per sempre, sare un pazzo anche solo a pensarlo. Siete ancora molto giovani e le possibilità anche se son poche ci sono. Continuate con i miei consigli e magari ci aggiorneremo ogni due mesi. - Fu la prima ad alzarsi dei due, strinse la mando al dottor Whale e dopo averlo educatamente ringraziato uscì dallo studio lasciandosi suo marito alle spalle. Sapeva che la parte più difficile sarebbe arrivata adesso: il confronto con lui. Lo aspettò nella sala d'attesa del pronto soccorso e insieme si diressero verso il maggiolino giallo.
- Sai che non potrai restare in silenzio per sempre vero? - disse lui rompendo il ghiaccio.
- Non ho intenzione di restare in silenzio - distolse un secondo lo sguardo dalla strada per guardarlo e accennargli un sorriso. 
- Vinceresti l'oscar come peggior attrice sappilo!  - disse sarcastico - spiegami una cosa: ma perché  invece di fingere non provi semplicemente ad abbassare le tue difese e provi a parlarmi a cuore aperto?
- Non sto fingendo Killian e non sto innalzando nessuna difesa. Va tutto bene, non vivevo certo con l'illusione che avremmo risolto tutto in un paio di mesi. So essere anche io realista!
- Lo so che non lo pensavi e so che avevi messo in conto ogni evenienza, ma una cosa è sapere, l'altra è accettare.
- Te lo ripeto amore: io sto bene!
- E io te lo ripeto: non ci credo... ma so anche che insistere a farti parlare sarebbe inutile quindi ti lascerò affrontare la cosa a modo tuo senza farti pressioni. Quando vorrai parlarmi sarò qui, accanto a te, pronto ad ascoltarti.
- Lo so amore mio e ti ringrazio davvero, ma non ce ne sarà bisogno fisati.
Fidarsi? Mmmh... Killian sapeva bene che non c'era da fidarsi di Emma quando era in quello stato e infatti nenache tre giorni dopo, in piena notte, venne svegliato proprio da lei.
- Killian... Killian per favore svegliati! - gli disse sussurrandogli dolcemente  in un orecchio.
- A... amore che.. che succede - disse controllando la sveglia pensando di essere in ritardo a lavoro. - Sono... sono le quattro del mattino! - rispose mettendosi velocemente sedere. Per svegliarlo in piena notte doveva esserci di sicuro un problema.
- Devo parlarti e devo farlo adesso! - era agitata e le mani le tremavano come quando aveva le visioni, Killian si allarmò all'istante pensando si sentisse poco bene e accese la lampada vicino al suo lato del letto per poterla guardare meglio. I suoi occhi erano rossi e gonfi, aveva di sicuro pianto.
- Tesoro mio.. che hai? - chiese preoccupato non capendo cosa potesse essere successo da ridurla in quelle condizioni, prima di andare a dormire sembrava serena...
- Non ce la faccio più ad andare avanti così Killian...  - si rilassò immediatamente. Non stava poco bene, era semplicemente pronta a parlare.
- Lo sapevo! Lo sapevo  che avresti ceduto prima o poi. - le sorrise dolcemente per poi accoglierla tra le sue accoglienti braccia. - Dimmi: sei finalmente  pronta ad aprirmi il tuo cuore?
Annuì - Voglio andare via Killian! Non posso restare un giorno di più in questo posto. Nessuno in città sa nulla di quello che ci sta succedendo eppure sembra che lo sappiano tutti. Mi fissano, fanno domande... non li sopporto più! Mi sento in gabbia. Io... io voglio solamente starmene un po' per conto mio prima che mi esploda il cervello.
- Tesoro, se ti riferisci ai tuoi genitori o a Regina è vero, hanno capito che c'è qualcosa che non va, non sanno cosa sia di preciso. È normale che facciano domande e si preoccupano, ti vogliono bene. Per quanto riguarda invece la pausa da Storybrooke sono d'accordo con te, magari ci farà bene respirare un'aria diversa e chissà magari ci rigeneremo a tal punto da.... hai capito no? - le diede un bacio.
- Emm... Killian c'è dell'altro. Ecco vedi... io non so come dirtelo...
- Puoi dirmi tutto lo sai! Non devi vergognarti o aver timore di nulla con me. Ti amo.
- Ti ho detto che voglio allontanarmi da Storybrooke per un po' giusto? Beh... voglio farlo da sola! - l'espressione di Colin cambiò all'istante, che la sua più grande paura si stesse avverando? Sperava vivamente che ci fosse una spiegazione plausibile a quella sciocchezza.  - No amore ti prego non guardarmi così non saltare a conclusioni affrettate' io.... io...
- Non è che vuoi lasciarmi vero? - le domandò timoroso.
- Lasciarti? E perché mai? No Killian, Assolutamente no amore mio, non pensarla neanche una cosa del genere.
- E allora perché... perché vuoi allontanarti anche da me?
- Perché voglio elaborare la cosa da sola. Non è facile Killian... non è facile da accettare ne come donna ne come moglie. Saper di non poterti dare un figlio mi sta letteralmente mandando ai pazzi. Anche se cerchi di nasconderlo io riesco a leggere  il tuo sguardo: sei triste amore e io mi sento responsabile per questo. Sono invasa da mille paure tra cui quella che tu mi hai appena esposto: ho paura che tu possa stufarti di questa situazione e.... si insomma ho paura che quando prenderai atto che non potrai avere una famiglia tutta tua ti finirai con il....
- Non finirla nenache la frase. Ma cosa dici... innanzitutto non devi sentirti responsabile di niente.  La colpa non è di certo la tua, non hai mica deciso tu di diventare un'eroina, è stato il destino. È vero a me dispiace la cosa ma quello che più mi lacera il cuore è vederti star male, ecco da cosa è dipeso il mio sguardo triste. E poi siamo sinceri: a me non importa se in futuro avremo un figlio, due, cinquanta o nessuno. Io voglio stare con te amore mio qualunque cosa questo comporti! - la bació senza aspettare che lei rispondesse.
- Davvero? Ne sei sicuro?
- più che sicuro amore mio.
- Non sai che sollievo sentirtelo dire Killian, ma questo non cambia come mi sento in questo momento. Dimmi la verità: a te creerei troppo dispiacere se mi allontanassi da qui per un po'? Non starò via molto: giusto il tempo che serve per non finire in manicomio.
- E quanto tempo sarebbe? Due giorni? Una settimana, un mese?
- Non lo so di preciso, ma di sicuro non sarà un mese. Un mese senza di te sarebbe l'inferno. Prometto che cercherò di far chiarezza nel minor tempo possibile ok? Allora... cosa mi dici?
- Come posso dirti di no? Va bene amore ma per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi e vedi davvero di non star fuori un mese perché sappi ti verrò a riprendere personalmente.
- Grazie! Sei il marito migliore dell'universo!
 
Parti il mattino seguente per Boston accompagnata da Killian il quale, dopo averle chiesto un'infinità di volte se fosse sicura di voler restare da sola e se potesse lui stesso star tranquillo che non avrebbe combinato nessun casino, la salutò e si incamminò nuovamente verso Storybrooke. La casa gli sembrò subito troppo vuota, anche se ultimamente lei non era più così solare e chiacchierona come un tempo la sua assenza si faceva sentire eccome. Avrebbe voluto andarsela a riprendere subito ma poi decise di non farlo, in fondo glielo aveva chiesto lei, le serviva e lui non voleva di certo impedirle di ritrovare un po' di stabilità. Prese la giacca ed uscì: meno stava in quella casa e meno pensava al fatto che lei fosse lontana. Si fermò da Granny e ordino un rum... due... tre... si fece lasciare l'intera bottiglia e andò a sedersi al tavolino più isolato del locale. Non si rese conto di quanto tempo fosse passato ma improvvisamente venne riportato alla realtà da una voce fin troppo familiare.
- Un pirata che si affida al rum non deve passarsela poi tanto bene.
- Regina!!  - la salutò freddamente.
- Come mai sei qui? Tua moglie ti ha forse cacciato di casa?
- Spiritosa! Comunque no, sono venuto semplicemente a schiarirmi le idee.
- Alle undici e mezza di sera??? - solo ad allora si rese conto di quanto tardi fosse. - Di la verità, È successo qualcosa vero?
- No... - bevve direttamente dalla bottiglia - non è successo nulla.
- Quel no è quella bevuta significano altro. Avanti sputa il rospo capitano.
- Senti Regina scusami ma proprio non mi va di parlare ok?  Ci si vede in giro. - senza troppi giri di parole andò via lasciandola meravigliata di quell'atteggiamento. Conosceva Killian da molto tempo ormai, sapeva che uomo era stato un tempo e sapeva i progressi fatti con l'arrivo di Emma. Quell'atteggiamento non faceva parte della sua nuova versione, qualcosa doveva essere successo tra i due... qualcosa di serio. Senza perdere tempo afferrò il telefono e chiamo la sua amica per avere conferma: niente da fare, chiamata rifiutata. Provò qualche minuto dopo nella speranza che prima fosse semplicemente impegnata ma anche questa volta la chiamata non venne accettata. Ormai non vi erano più dubbi: a casa Jones stava davvero succedendo qualcosa.
Non volendo allarmare nessuno senza prima avere delle prove concrete provò a seguire Killian per un paio di giorni. La sua routine era sempre la stessa: al mattino andava a lavoro, tornava a casa per il pranzo dopodiché usciva in mare e tornava in nottata. Di Emma in tutto questo però nessuna traccia. Aspettò ancora qualche giorno nel caso in cui i due avessero semplicemente discusso ma quando al passare di due settimana Emma non si era fatta ancora viva con nessuno, se non per dei messaggi riguardanti Henry, allora Regina decise di prendere in mano la situazione chiamò a rapporto David e Snow raccontando loro cosa sospettava.
- lo sapevo... lo sapevo che nostra figlia ci stava nascondendo qualcosa. Le si leggeva dallo sguardo. - sentenziò Snow arrabbiata che nessuno le avesse creduto. 
- Che ne sai? Magari hanno semplicemente discusso... capita di litigare tra marito e moglie, tu Snow dovresti saperlo bene. Non allarmarti ok?
- Come faccio a non allarmarmi David? Non vedo mia figlia da due settimane, non sento la sua voce da altrettanto tempo. Se non fosse per quei stupidì messaggini a cui risponde solo per farmi contenta penserei quasi che le fosse successo qualcosa.
- Killian non le farebbe mai del male lo sai anche tu questo non è vero?
- Ma qualcosa deve essere successo comunque David e di sicuro anche Killian centra qualcosa! Dobbiamo scoprire cos,è e aiutarla.
- Staresti più tranquilla se magri parlassi con Killian? - la donna annuì prontamente - E così sia allora. Credo proprio che andrò a farmi un giro sulla Jolly Roger... non aspettarmi alzata, potrei averne fino a tardi.
***
Ritrovarsi David a bordo della Jolly Roger per Killian fu una vera sorpresa. Non lo vedeva salire li dai tempi di Neverland.
- David! - disse a mo di saluto - Qual buon vento!
- Credo che tu lo sappia giá Killian...
- già... avanti,vieni a stenderti. - gli indicò uno dei tanti barili che vi erano sul ponte.
- Non voglio girarci attorno quindi ti chiedo solo di essere sincero con me: cosa sta succedendo con Emma? Come mai ha chiuso i contatti con tutti noi? Sapevo che si era presa un' aspettativa a lavoro ma pensavo che avesse in mente di partire per una gita romantica con te! Quando Regina mi ha detto di averti visto al porto da solo sono rimasto meravigliato.
- Non siamo partiti per nessuna gita romantica...
- Questo lo vedo da me... che c'è? Avete per caso litigato?
- Scusami David, non voglio essere scortese ma non ne voglio parlare! Emma sta bene non temere, appena se la sentirà si metterà in contatto con tutti voi e vi rivedrete.
- Non mi basta sapere che sta bene, anche perché nessuno che si reclude in casa può essere considerata una persona che sta bene. Voglio sapere cosa succede Killian! Voglio aiutarla.... aiutarvi. Non devi spiegarmi nei dettagli se non te la senti ma almeno avere un quadro generale della situazione... siamo una famiglia dopotutto!
- Se ti dicessi che io e tua figlia stiamo attraversando un periodo brutto dovuto a delle circostanze che ci sono capitate e che abbiamo semplicemente bisogno di stare un po' per conto nostro tu mi lasceresti in pace? 
- Non so... che circostanze? Avete problemi economici per caso? Possiamo aiutarvi se è questo il problema. Non dovete vergognarvi, capita a tutti. Se volete noi....
- Frena David! Non è questo il problema.
- È un problema di salute allora... Oddio Killian dimmelo sinceramente: Emma ha qualcosa che non va? Perché non sta uscendo più di casa?
- Emma sta bene David tranquillo. Vuole solamente starsene un po' in pace.
- Parlare con sua madre o con Regina pensi che non aiuterebbe?
- David... hai detto che non saresti entrato nel dettaglio...  comunque no, non se la sente di parlare con nessuno. Pensa che ha addirittura deciso di lasciare la città per un po'...  è già.. ecco perché non la state vedendo in questi giorni. Non l'ho reclusa in casa se è quello che stavi pensando. Ha preso questa decisione da sola e non ho potuto non assecondarla.
- Cioè spiegami l'hai lasciata andare viaaaa? - sembrava alterato. - Ma sei diventato scemo?
- Certo che l'ho lasciata andare, aveva bisogno dei suoi spazi che avrei dovuto fare secondo te?
- Provare a farla ragionare sarebbe stata una buona idea!  Tze... Mi sto cominciando a preoccupare seriamente. Non avete litigato ma c'è comunque un problema...
- Lascia stare David... non preoccuparti per noi, staremo bene.
- Killian...  a cosa vi serve la lontananza è? Te lo dico io... a niente. Tu sei sotto un treno e si vede dalla quantità di rum che mi dicono ingurgiti e lei... beh lei senza di te è persa lo sappiamo tutti ormai. Se è  vero che non avete litigato sicuramente starà soffrendo anche per la lontananza da te.
- David lo so, volevo andare anche io con lei ma mi ha chiesto di rispettare i suoi spazi.
- Chi se ne frega Killian! Qualsiasi problema voi abbiate dovete risolverlo insieme, come una coppia! Non c'è niente che non si possa risolvere nella vita. Lei è stata orfana per 28 lunghissimi anni ma alla fine è riuscita a trovare la sua famiglia. Tu sei tornato miracolosamente dal regno dei morti.  Se c'è una soluzione a questo c'è una soluzione per tutto. Ragiona, pensa ad una possibile soluzione, corri a riprendertela e affrontate insieme la cosa. Forse ne uscirete sconfitti, forse avrete la meglio, ma comunque sarete insieme. - quelle parole aprirono la mente si Killian e improvvisamente trovò le risposte a tutto. Perché non ci aveva pensato prima? La soluzione al loro problema era sempre stata sotto il loro naso ma nessuno dei due se ne era accorto. Doveva affrettarsi a raggiungere la sua bella a Boston e mettere le cose in chiaro.
- Grazie David! Parlare con te è stato indispensabile. Andrò da lei stasera stessa! Grazie ancora.
- Bravo ragazzo! E quando l'avrai trovata chiamaci e rassicuraci sul fatto che sia tutto ok. va bene? Ti chiedo solo questo.
- Sarà fatto.
Aspettò che David andasse via dopodiché si mise in marcia e Raggiunse Boston. Rimase davanti la porta che lo separava da sua moglie per oltre 20 minuti. Non l'aveva avvisata di quella improvvisata e sapendo quanto fosse suscettibile in quel periodo aveva paura di una brutta reazione da parte sua. Si fece coraggio e bussò alla sua porta. La ragazza non ci mise molto ad aprire e quando se lo ritrovò davanti rimase di sasso.
- Lo so lo so non sarei dovuto venire, hai ragione e lo capirò se vorrai buttarmi fuori a calci nel sedere, ma ti prego prima fatti abbracciare che mi sei mancata terribilmente.
- Amore... - gli saltò letteralmente addosso baciandolo  - Mi sei mancato da morire anche tu! Speravo in questa tua improvvisata.
- E perché non mi hai chiamato? Non importa, sono  qui adesso e mi dispiace ma non ho nessuna intenzione di lasciarti di nuovo da sola! La vita senza di te è stata un vero inferno. Non lasciarmi mai più ok? E ti prego... dimmi che vuoi tornare a casa.
- Certo che voglio tornare amore, ho fatto una stupidaggine a scappare... mi ero autoconvinta che stando un po' per conto mio la situazione si sarebbe risolta ma la realtà è che mi sono solamente pianta addosso. Sono stata felice che non fossi presente durante la mia caduta in basso è vero, ma per il resto avrei preferito averti qui con me.
- Sei una capocciona... avevi paura di ferirmi e sei scappata. Quando lo capirai che voglio affrontare tutto quello che ci capiterà bello o brutto che sia insieme? Lo abbiamo promesso entrambi tesoro: "fin che morte non ci separi" e io sono assolutamente intenzionato a mantenere fede alla mia promessa.
- Anche se non potrò mai... - riecco quello sguardo triste.
- Si! In qualsiasi circostanza! - confermo dandole un tenero bacio. - Ora che ho risposto alla tua domanda ho anche io una domanda da farti. Ho avuto una chiacchierata con tuo padre, tranquilla non ho spifferato nulla, ma attraverso alcune parole mi ha aperto la mente e ora sono qui a chiederti una cosa. Devi essere sincera perché ne vade tutto il nostro futuro. Io la domanda me la sono già posta ma ora la pongo anche a te: ma tu, vuoi fare un figlio o vuoi fare la mamma? Perché se vuoi fare un figlio sbrighiamoci  a tornare a casa e impieghiamo tutte le nostre forze per riuscire a farlo, se invece vuoi fare la mamma beh non credo che tu abbia impedimenti nel diventarlo di nuovo.
- Killian...
- Aspetta, rispondimi prima a questo: qual è la cosa che più desideravi da bambina?
Ci pensò un momento - Desideravo che i miei genitori tornassero a prendermi.
- Si... ma quando hai capito che questo non sarebbe accaduto cosa hai desiderato?
- Che qualcuno mi accogliesse con se per diventare una vera famiglia. Credo di aver sempre voluto una mamma e un papà.
- Non avrai avuto una mamma e un papà a quei tempi ma adesso puoi essere quella mamma e prenderti cura di un bambino che nella sua vita è stato penalizzato.
Rimase a bocca aperta -  Mi... mi stai forse chiedendo se sono disposta ad adottare un bambino? Mi stai davvero chiedendo questo? - era sconvolta, non se lo sarebbe mai immaginato da lui.
- Perché no! Come sai benissimo anche tu i figli non sono di chi li fa, ma di chi li cresce. Io te lo posso dire con certezza. Non ho figli miei ad oggi ma sono comunque un papà. Che non sia scritto nero su bianco non importa conosco il tuo marmocchio dalla tenera età di 11 anni. Mi considero a tutti gli effetti suo padre e lui posso assicurarti che mi considera tale. Abbiamo avuto un discorsetto tra uomini qualche tempo fa ecco perché lo so.  Ho un'altro esempio lampante: Regina. Ha adottato Henry, lo ha cresciuto e anche quando sei tornata nella sua vita lui ha continuato a considerarla tale. Con tutto il male che ha fatto nella sua vita lui non l'ha comunque rinnegata.
- Lo so...
- Capisci cosa intendo? Nel mondo ci sono migliaia di bambini che cercano due genitori che vogliano prendersi cura di loro, quindi se vuoi fare la mamma questa potrebbe essere una soluzione. Se poi invece vuoi fare un figlio, che è diverso da fare la mamma, allora posso solo dirti proviamoci. - iniziò a piangere come una fontana tanto che Killian pensò di averla offesa o ferita in qualche modo. - Ei... che ti succede ora? Ho forse detto qualcosa di sbagliato? Oddio Emma io non volevo io.... - non riuscì a terminare  la frase perché le labbra di lei andarono a zittirlo. Lo baciò come non faceva da molto tempo ormai e Killian in cuor suo si tranquillizzo un poco. - Mi spieghi perché stai piangendo così? - disse staccando a fatica le labbra da lei.
- Sono... felice! Quello che hai detto.... io.... oddio non trovo nenache le parole. - prese un respiro profondo - tu saresti pronto ad un passo del genere?
- La risposta che mi sono dato è che voglio fare il papà!
- E io voglio fare la mamma. - sorrisero.
- Questo significa che....
- Che possiamo metterci in lista per l'adozione! si abbracciarono, un piccolo arcobaleno era finalmente spuntato dopo mesi di pura tempesta. Senza rendermene conto sigillarono quel l'accordo con l'ennesimo bacio dopodiché tra una coccola e l'altra si ritrovarono in camera da letto a fare l'amore. Quella fu la prima notte, dopo un intero anno,  in cui non  pensarono alla possibilità di mettere in cantiere un bambino; pensarono solamente all'amore che provavano l'uno per l'altra.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



 
Tornarono a casa il mattino seguente e mentre sistemavano in camera tutte le valige che Emma aveva portato con se, neanche fosse un trasloco, Killian decise di parlarle di una cosa altrettanto importante rispetto a quella di cui avevano discusso la sera precedente. 
- Tutta questa roba a cosa pensi ti sarebbe servita? - le disse scherzando mentre le dava una mano a riordinare. Voleva rompere il ghiaccio e questo gli sembrò il metodo migliore. 
- Sono una donna Killian, anche se so che la metà delle cose rimarrà in valigia non posso far a meno di portarle con me.
- Non sei donna, sei psicopatica! - la istigò lanciandole addosso uno dei suoi vestiti. 
- Eiiii psicopatica a chi è! - di tutta risposta, ma sempre in maniera giocosa, Emma utilizzò la magia materializzandolo direttamente sul letto dove lo raggiunse pochi secondi dopo andandosi a sedere a cavalcioni su di lui. - Stavi dicendo... - lo provocò iniziando una lunga serie di baci sul suo collo cosa che sapeva benissimo che lo faceva impazzire. 
- Ti conviene scendere da me e da questo letto se la tua intenzione è quella di andare a salutare Henry come mi hai detto poco fa. - rispose a tono. 
- Come siamo sensibili... - lo prese in giro per poi obbedire e tornare ad occuparsi del suo armadio. 
- Senti... a proposito di andare a trovare Henry... si beh vedi devi sapere una cosa che è successa in questi giorni mentre eri via. 
- È successo qualcosa a Henryyyyy????? - chiese allarmata 
- No certo che no, ma ti pare che non ti avrei avvisato? Comunque no, non centra nulla Henry bensì i tuoi genitori. Ti ho già detto che ho parlato con David, ma nonostante io non abbia spiegato lui i veri motivi della tua decisione, loro: tua madre, tuo padre e Regina sono molto preoccupati per te... per noi... non lo sanno nenache loro per cosa sono preoccupati, ma lo sono. Hanno azzardato varie cose tra cui il fatto che fossimo in bancarotta. Ho ritrattato il tutto ma hanno continuato a fare ipotesi tra cui quella se avessi problemi di salute - all'ultima parola sussultò, cosa che non sfuggi a Killian - Ei... è tutto ok, te l'ho già detto: non ho detto loro nulla, ma adesso che sei qui e che abbiamo trovato finalmente una ragione per ricominciare a vivere serenamente, direi che sia arrivato il momento di rendere partecipe di questa cosa la nostra famiglia. 
- Quindi dichiariamo la sconfitta! - per quanto potesse essere felice per la decisione presa la sera precedente, Killian riuscì comunque a vedere del dolore negli occhi di sua moglie. Ci sarebbe voluto del tempo per accettarlo completamente ma parlarne con l'intera famiglia sarebbe stato il primo passo verso l'accettazione.
- Te lo ripeto, non stiamo smettendo di provarci, continueremo nonostante l'adozione ad aver un figlio, mi sono sempre piaciute le famiglie numerose - le fece l'occhiolino - Ma se bisogna informarli della nostra decisione dovranno comunque sapere cosa ci ha spinti a farlo non trovi? E poi tesoro sono la nostra famiglia, meritano di sapere. Non sei stufa di mentire?
- Li conosco Killian, gli farò pena! Non voglio far pena a nessuno!
- Io penso che tu esageri. Saranno dispiaciuti per quello che ci è successo ma saranno felicissimi nel sapere che presto avranno un nipotino. Regina poi sarà quella che più riuscita a capirti visto che.... beh conosci la sua storia. Chissà magari parlarne in privato con lei potrebbe anche aiutarti a vedere la cosa sotto un altro punto di vista. Che ne pensi? 
- Non lo so.... non so che fare.
- Prima o poi dovremmo dirglielo non trovi? Non possiamo mica presentarci a casa con un membro in più così su due piedi. Meglio spiegare le cose adesso che dover subire un'interrogatorio più in là.
- D'accordo, ma non voglio farlo da sola.
- Non sarai mai sola, mettitelo bene in testa. Non ti libererai mai di me amore mio! mai mai mai! - la baciò
- Promettimelo!
- Te l'ho già promesso su un altare davanti ad un centinaio di persone, ma se vuoi te lo ripeterò anche adesso Swan: prometto di esserti accanto sempre, fino alla fine dei nostri giorni e oltre. contenta adesso?
- Sono più che contenta, ora sono pronta a scalare anche l'everest. 
***
Era giusto così... dovevano sapere anche loro, non potevano continuare a far finta che tutto fosse come sempre quando questo non era vero. Tra qualche mese o qualche anno molto probabilmente ci sarebbe stato un nuovo arrivo in famiglia e ed era giusto annunciarlo a tutti in maniera anticipata. Si diedero appuntamento nel loro solito ritrovo: da Granny. C'erano tutti: Emma, Killian, Henry, Regina, Snow e David. Mancava solo il piccolo Neal ma per quell'annuncio non era indispensabile la sua presenza. 
- Se siete qui tutti insieme e con quelle faccie appese significa che qualcosa di grave sta accadendo qui a Storybrooke. Dobbiamo preoccuparci?- disse la cara e dolce nonnina allarmata da qui musi lunghi.
- Tranquilla Granny non c'è nessuna emergenza cittadina - la tranquillizzò David - Siamo qui giusto per fare due chiacchiere in famiglia. 
- Mmmh.... e deduco sia meglio farvi ordinare adesso per addolcirvi qualsiasi cosa dobbiate dirvi con quelle facce. - scherzò ma Emma non la prese tanto sullo scherzo.
- Ti dispiacerebbe andarti a fare un giro? Non so se lo hai notato ma siamo molto occupati. - rimasero tutti a fissarla, non era di certo da lei rispondere così duramente.
- Granny scusala ma ha fatto le ore piccole ed è nervosa. Ordiniamo ok? - ognuno prese il suo ordine, mancava solamente Emma all'appello.
- E tu tesoro? La solita cioccolata calda? - le chiese gentilmente Snow
- No grazie, sto bene così!
- Qualcosa dovrai pur mangiare non credi?
- Perché potrei morire di fame altrimenti? - doveva decisamente darsi una calmata lo capì anche lei stessa - Non sono in vena di zuccheri oggi, sto bene così! - Granny tolse il disturbo per poi tornare poco dopo con le loro ordinazioni. Sistemo tutto sulla tavola dopodiché si volatilizzò prima di essere nuovamente presa a male parole. 
- Allora ragazzi: È ora di svegliarci questo grande mistero non trovate? Si può sapere che vi è preso? Tu scappi dalla città, lui che tenta inutilmente di tornare quello di prima: cosa vi ha portati a questo punto è? - fu David il primo ad affrontare l'argomento visto che tutti gli altri non si decidevano a parlare. - A noi potete dire tutto, siamo qui per aiutarvi e supportarvi in ogni caso.
- Beh si avete ragione, non ci siamo comportati esattamente nel migliore dei modi ma abbiamo passato davvero un brutto periodo dovete crederci. In pratica è successa una cosa che non ci aspettavamo minimamente che ci ha completamente cambiato la vita. È stata una vera doccia fredda, non sapevano come gestirla e ingenuamente siamo fuggiti... entrambi. - provò a spiegare Killian - lei in un modo, io in un altro. Ma poi grazie a te David ho capito che tutto nella vita può essere risolto e che basta solamente guardare il modo da un'altra prospettiva. Oggi siamo pronti a voltare pagina e a condividere questo segreto con voi. Se non lo facessimo lo verreste comunque a sapere nel giro di poco e non ci va. Vogliamo essere noi ad avvisarvi di quello che sta succedendo. 
- Ho capito tutto! Il nervosismo,il poco appetito, la notizia che tra poco si verrebbe a sapere comunque... ODDIO DAVID HAI CAPITO? STIAMO PER DIVENTARE NONNIIIIIIIIIIIIIIIII! - se non ci fosse stato il muro dietro la sedia di Emma molto probabilmente sarebbe caduta a terra alla sola esclamazione. Snow si era praticamente alzata in piedi e con le mani cercava di sventolarsi per prendere aria tanto era l'emozione. David al contrario era rimasto con la bocca aperta ma non si capiva se per la felicità o per il fatto che il suo adorato genero avesse messo le sue sporche mani su sua figlia. 
- Snow modera il tuo entusiasmo ok? Noi non... - provò inutilmente Killian cercando di salvare il salvabile.
- Che c'è? È una notizia meraviglia, bisogna festeggia.... - Emma si alzò da tavola e corse fuori dal locale, non poteva restare in compagnia di sua madre un secondo di più. Vederla gioire così per una cosa che non sarebbe mai accaduta la fece sentire nuovamente una nullità.
- Che... che succede si può sapere? Perché è fuggita così Killian? - domando Snow sconcertata dalla reazione di sua figlia.
- Forse perché sei stata un tantino poco delicata?
- Non ho detto nulla di male ho solo espresso gioia per.... AH! Forse ho capito.... non era in programma questo bambino vero? Non lo vuole ho indovinato? Killian tranquillo non rimanerci male, magari adesso non lo accetta ma vedrai che con il tempo... 
- SNOW TACI PER FAVORE! - la rimproverò aspramente tanto da lasciarla senza parole - Gradirei, e lo dico per tutti, che quanto Emma tornerà dentro nessuno di voi ricominci con queste stupide ipotesi e con i gridolini di gioia. Fateci esporre i fatti e poi potrete gioire... nel caso ci sarà da gioire. - nessuno proferì parola per oltre mezz'ora poi Emma rientrò. 
- Scusate, avevo bisogno di prendere aria! - si voltò verso suo marito - Gli hai già spiegato? 
- No, non ancora. aspettavo te per farlo; quindi se te la senti....
- Sono pronta ma per favore, dillo tu ok? 
- Va bene tesoro - tornò a rivolgersi agli altri - Quello che stavamo cercando di dirvi poco fa è che per tutto questo tempo io e Emma abbiamo cercato di avere un figlio senza successo. Abbiamo fatto tutte le visite necessarie e ci è stato comunicato che a causa di alcuni fattori sarà difficilissimo riuscire a concepire. 
- Emma.... io.... - Snow in quel momento si maledì del gesto compiuto poco prima.
- Snow lasciami finire ok? - la donna annuì prontamente - Siamo stati male, ognuno di noi a reagito a modo suo ma alla fine abbiamo trovato il modo di venirne a capo. La verità è che a noi non ci interessa minimamente avere o meno un figlio "nostro". Vogliamo essere semplicemente una mamma e un papà e così abbiamo preso insieme la decisione di compilare i moduli per l'adozione. - nessuno disse nulla, il gelo era entrato in quella stanza e sembrava averli freezzati tutti. Fu Regina, dopo aver visto lo sguardo preoccupato dei suoi amici, a prendere la parola:
- È una scelta che vi fa onore ragazzi. È una cosa bellissima quelle che state per fare. Io l'ho fatto e posso garantirvi che di sicuro tutte le lacrime che avete versato per il vostro problema, verranno ricompensate non appena gli occhioni di quel bimbo si poseranno per la prima volta su di voi. Io sono l'esempio vivente che dimostra che la felicità può arrivare anche attraverso altri mezzi, sono sicura che anche per voi sarà così. Se avete bisogno di consigli su che agenzia o casa famiglia rivolgervi non esitate a chiedere. Sono a vostra completa disposizione. 
- Grazie Regina, significa molto per noi.
- Concordo con la mamma, è un gesto bellissimo e io non vedo l'ora di conoscere il mio futuro fratello o sorella.
- Grazie ragazzo mio - Killian passò lo sguardo da Henry ai suoi suoceri i quali erano ancora impietriti dalla notizia. - E voi? Non avete nulla da dire? - li spronò Killian sapendo quanto Emma tenesse alla loro opinione.
- Beh... effettivamente bisognava mettere in conto che sarebbe potuto succedere...
- Come hai detto scusa?
- Beh si non c'è nulla di cui vergognarsi Killian, è normale che ad una certa età il corpo non riesca più a lavorare come un tempo. Hai 300 anni dopotutto. 
- Papà ma come ti permetti è???? - solo in quel momento Emma prese parola e come poco prima era furibonda - Non ti azzardare mai più a parlare di mio marito in questo modo ok? MAI PIÙ! E se proprio dobbiamo dirla tutta non è lui la causa del nostro problema ma io. - la guardarono come se stesse dicendo un'assurdità. - Eh già proprio così, sorpresi vero? E' colpa mia... anzi no è colpa vostra: a causa dei vostri problemi sono diventata la salvatrice. Questo ha comportato che combattessi battaglie e i risultati di quelle battaglie ci hanno portato a questa sentenza. Contenti? 
- Emma... - non appena tentò nuovamente di uscire dal locale sua madre la trattenne per un braccio e la fece voltare verso di se. Lo sguardo della ragazza parlava da solo: era arrabbiata come forse non l'avevano mai vista. Snow si sentì morire ma non potè far a meno che dirle qualcosa a sua figlia anche se non sarebbe servito a nulla.
- Bambina mia mi dispiace veramente tanto! Hai ragione... non dovevamo permetterci di essere così superficiali. Vogliamo solo il tuo bene e siamo pronti a starti accanto e a supportarti in qualsiasi decisione prenderai. Che sia biologico o meno sarà di sicuro il nipotino più amato dell'universo. - prese un respiro - Non ti abbiamo mai reso la vita facile piccola mia e ne siamo costernati, ti prometto che ci faremo perdonare per tutto e non ti faremo più mancare nulla. - Killian pensò che sua moglie l'avrebbe presa a male parole o che sarebbe scomparta con la magia ma non avvenne niente di tutto questo; al contrario... Emma scoppiò a piangere davanti a tutti noi e come se non bastasse cercò conforto tra le braccia di sua madre. Non era da Emma manifestare le sue emozioni in pubblico e quel gesto gli fece tenerezza, forse non aveva bisogno di un marito in quel momento. Molto probabilmente aveva bisogno di una donna, di una mamma... sua mamma.
***
Una volta rivelato il segreto alla loro famiglia riuscirono a rilassarsi maggiormente e fu molto più semplice gestire la situazione. Killian non era più solo nell'aiutare Emma, cosa che lo rese molto più tranquillo e lei, con la vicinanza di tutti, riuscì a riprendersi egregiamente. Compilarono i moduli per l'adozione, fecero un paio di colloqui con gli assistenti sociali e tre mesi dopo, a Dicembre precisamente, vennero dichiarati idonei per l'adozione. Erano entrambi euforici per la notizia, si poteva considerare il regalo di Natale perfetto visto le festività ormai alle porte, eppure nonostante quella meravigliosa notizia una vecchia ferita per Emma si aprì di nuovo. Nessuno inizialmente se ne accorse, riusciva a nasconderlo molto bene, ma dopo la prima visita alla casa famiglia l'umore di Emma iniziò a vacillare di nuovo insospettendo i suoi familiari. In un primo momento pensarono tutti che i suoi sbalzi d'umore fossero da attribuire a quel luogo: in fondo era vissuta in casa famiglia per gran parte della sua vita e non era mai stata felice li, forse visitare vecchi luoghi le ricordava momenti poco felici e le veniva l'ansia; ma poi oltre al cambio d'umore, che non migliorò nei giorni successivi, ci fu un altro campanello d'allarme: Emma iniziò ad avere degli incubi. Non importava se fosse notte, pomeriggio o mattina, ogni qualvolta che chiudeva gli occhi gli incubi si impadronivano di lei facendola svegliare dopo neanche mezz'ora e impedendole di riprendete sonno. Killian non la lasciò mai sola nell'affrontare tutto ciò, ad ogni incubo si sveglia con lei e insieme aspettavano il mattino seguente. Non sapeva spiegarsi se fosse dovuto allagitazione per il loro nuovo futuro o cosa, Emma non gli raccontava mai i sogni , e all'inizio gli sembrò anche una cosa normale, ma poi capì che forse c'era dell'altro sotto e che forse sua moglie non gli stava dicendo tutta la verità. Non sapendo in che altro modo aiutarla parlò con Regina e gli chiese il favore di provare a sondare il terreno e aiutarla nel caso ce ne fosse stato bisogno. Di sicuro c'era passata prima di loro quindi se era davvero quello il problema sarebbe stata l'unica in grado di supportarla. 
Era mattina, Killian e David erano a lavoro, Henry a scuola e Snow, Regina, Emma e il piccolo Neal, di 4 anni, erano nel loft dei Charming intenti a preparare i dolcetti le e decorazioni natalizie. Mancava poco a Natale e dovevano iniziare ad organizzarsi. 
- Emmy Emmyyyy!!!!! Guarda cosa ho fatto: un biscottino a forma di cigno! È per te! - disse il bambino tutto sporco di farina mentre correndo si dirigeva verso sua sorella la quale decorava l'albero, di Snow, insieme a Regina. 
- Amore mio ti ringrazio! È... è meraviglioso! - disse sorridendogli. Naturalmente quel biscotto sembrava tutto tranne che un cigno ma era di sicuro il biscotto più bello che qualcuno le avesse mai preparato. - Sei un piccolo pasticcere nato, ma dimmi: perché un cigno e non una stellina o un albero? Non stavi preparando i biscottini di Natale?
- Si, ma il Natale è più bello quando ci sei tu e quindi ti ho fatto questo regalo! Tu sei un cigno! Ti voglio bene Emmyyy!
- Il mio ometto! Vieni qui - disse allargando le braccia e stringendolo a se. - È il miglior regalo di sempre tesoro. Grazie. Ti voglio bene anche io. - il bambino, tutto orgoglioso, tornò alla sua postazione dolcetti lasciando sole le due donne.
- Terra chiama Emma Swan - esclamó Regina vedendola completamente immersa nei suoi pensieri - oiiiii! Parlo con te! L'albero non si decorerà certo da solo. 
- Hai ragione scusami, mi ero distratta un attimo. - si rimise a lavoro ma si poteva vedere lontano un km che lo stava facendo tanto per farli contenti. Regina non impiegò molto a capire che qualcosa la stesse turbando e pur di farla distrarre iniziò, a voce alta, a pianificare il pomeriggio. 
- Dimmi un po': come sei messa con la situazione regali? Ne hai già fatto qualcuno?
- No! Nenache uno... mancano due settimane, ne abbiamo di tempo. - scrollò le spalle mentre appendeva l'ennesima pallina all'albero.
- Beh... io invece pensavo di andare questo pomeriggio. Che ne dici, ti va di accompagnarmi? Magari con la scusa riesci ad avvantaggiarti anche tu.
- Non lo so... non sono molto in vena di uscire oggi.
- Come mai? È forse successo qualcosa? - provò a tastare il terreno.
- No, no! È tutto ok. È solo che non mi va.
- Ma dai Emma andiamo, Sarà divertente! - la incitò anche Snow - faremo i regali, vedremo le nuove decorazioni in città e poi con la scusa accompagneremo quest'ometto al villaggio di babbo Natale visto che glielo avevo promesso.
- Si babbo natale!!!!! Babbo Natale!!!! - gridò il piccolino tutto felice.
- Andate
da voi, davvero... io per oggi preferisco restare a casa.
- No Emmyyy.... vieni con me da Bacco Natale per favore! Io voglio andarci con te! Con mamma mi annoio, con te invece è tutto più divertente. Ti pregoooooooooo!!! - la guardò con quegli occhioni verdi uguali ai suoi e non potè far altro che accettare.
- D'accordo ma lo faccio solo per te!
- Evviva! Emmy viene con noi! Mamma hai sentito? Emmy viene con noi ed è tutto grazie a me!!!!!
- Se non ci fossi tu Neal! - disse Regina ironicamente.
- Lo so, bisognerebbe inventarmi! - con quell'ultima frase il bambino lasciò le ragazze a finire i loro addobbi e andò in camera sua a scegliere l'abbigliamento perfetto per l'incontro con il suo idolo. Pranzarono alla tavola calda insieme a David e Killian, che erano in pausa pranzo, dopodiché mentre i due uomini tornarono al loro lavoro, le ragazze e Neal si incamminarono per i centri commerciali. Ogni vetrina era decorata con addobbi tipicamente natalizi, l'atmosfera era davvero magica è surreale anche se, a quanto pare, non tutti riuscivano a godersi a pieno l'atmosfera. Entrarono in vari negozi e comprarono diversi regali: per David, Killian , Henry, alcuni per Neal, senza farsene accorgere dal bambino, ed erano ancora alla ricerca degli altri. Tutte quelle famiglie felici, riunite per fare regali, fecero venire ad Emma un piccolo scompenso emotivo e per un secondo dovette uscire a prendere una boccata d'aria. Non si capacitava sul perché non riuscisse più a nascondere le cose. Avrebbe dovuto fare finta di niente e andare avanti e invece? Con la prima scusa si era allontanata per paura di sentirsi male. Cercò di riprendere il controllo di se stessa e tornò dentro. Scelta più sbagliata non poteva farla: trovò sua madre e Regina nel reparto d' abbigliamento dedicato alla prima infanzia. Snow era voluta entrare per comprare qualcosa a Neal e ora mentre aspettavano che terminasse i suoi acquisti, Regina, vedendo Emma fissare con sguardo sofferente tutte quelle magliettine e pantaloncini in miniatura le disse:
- Allora... ci sono novità da parte degli assistenti sociali? 
- Beh si... ci hanno chiamato proprio ieri. Hanno detto di tenerci pronti... ci sono un paio di donne che hanno intenzione di dare in adozione i propri figli e dovrebbero partorire a giorni.
- E me lo dici così?????  - esclamò euforica - Oddio Emma è una notizia fantasticaaaa! Non sto nella pelle!!! Raccontami: Maschietto o femminuccia si sa?
- Sono un maschio e una femmina ma non sappiamo, nel caso in cui decideranno di affidarcene uno, chi sarà dei due. Oltre a noi ci sono anche altre famiglie chiamate per questi due bambini, non su che base decideranno.
- Sono sicura che andrà bene e che presto sarete genitori. - l'abbracciò. - A tal proposito...  visto che il tempo stringe: vogliamo iniziare a dare un'occhiata a qualcosina? Magari sul giallo o sul verde... 
- Ecco io.... non credo che... si insomma direi di aspettare...
- Perché scusa? Se non sbaglio non avete ancora preso niente giusto? - annuì - E quando avreste intenzione di farlo? Potrebbero chiamarvi all'improvviso per andare a prenderlo, come successe a me con Henry, come farete se non avrete nulla con cui trasportarlo o vestirlo una volta a casa? Dai, ti aiuto io, sono passati anni ma so ancora riconoscere dei buoni prodotti neonatali. - Regina fece qualche passo in direzione dei seggiolini auto ma ben presto si rese conto che Emma non la stesse seguendo. Se ne stava ferma sul posto con lo sguardo che fissava il vuoto e il respiro corto. - Emma... tutto ok? - le chiese avvicinandosi, ma la ragazza non rispose. - Ei Swan.... - provò ancora una volta con lo stesso risultato. La osservò meglio e notò un piccolo dettaglio:  le sue mani tremavano in maniera incontrollata come erano solite fare quando aveva paura. 
- Regina che le sta succedendo? - chiese Snow avvicinandosi alle donne capendo, dallo sguardo preoccupato della sua matrigna, che qualcosa non andava.
- Credo che stia avendo un attacco di panico, porta Neal di là io la porto fuori e vedo di farla riprendere un attimo. La condusse fuori sperando che l'aria fresca le avrebbe fatto bene e provò a parlarle sperando di riuscire a distrarla da qualunque cosa l'avesse ridotta così. 
- Ei va tutto bene, ci sono io... respira ok? Respira insieme a me. Brava, respira... è tutto ok! - ci volle qualche minuto ma piano piano grazie all'aiuto della sua amica si riprese. Ormai non c'era alcun dubbio per Regina: Killian aveva ragione, Emma stava attraversando un'altro momento buio e era sicura che si trattasse sempre del solito problema o non avrebbe reagito in quel modo all'idea di comprare qualcosa per il bambino che stava arrivando. Non le chiese nulla, voleva aspettare che si riprendesse un attimino, poi magari le avrebbe parlato una volta tornate a casa.
- Io... io non so cosa mi sia preso. Scusa...
- Scherzi? È tutto ok! Come ti senti ora? Hai Bisogno di qualcosa? Un bicchiere d'acqua, un po' di zucchero... non so....
- Sto bene così non preoccuparti.
- Sicura? Vogliamo tornare a casa così riposi un po'?
- E chi lo sente Neal se saltiamo la tappa da babbo natale?
- Può sempre andarci con Snow!
- Mi ha supplicato di uscire di casa per accompagnarlo, sono uscita solo per farlo felice... non posso dirgli di no, ci rimarrebbe troppo male ed è l'ultima cosa che voglio.
- D'accordo andremo lì ma poi a casa perché hai una cera orribile.
- Sempre molto gentile! - provò a sdrammatizzare
- Non scherzare, sei pallidissima Emma. Sicura di sentirti bene?
- Si, non preoccuparti per me, andiamo a recuperare quei due.  - tornarono dal restante del gruppo e dopo aver subito milioni di domande da parte di sua madre si incamminarono verso il famoso villaggio di babbo Natale. I nani si erano davvero superati questa volta, avevano addobbato una parte della città con tante casette di legno, ognuna con giochi o dolciumi di cui potete usufruire, si erano travestiti da elfi per intrattenere i bambini e il tutto era ricoperto da uno strato di neve finta. Non c'era bambino che non lo adorasse. Visitarono con attenzione ogni parte di questo villaggio dopodiché si misero in fila per incontrare Babbo Natale. Vi era una fila interminabile, ci saranno state buone trecento persone, tutte famiglie con i loro propri bambini in braccio in attesa del proprio turno per incontralo. Emma si perse nuovamente nei suoi pensieri vedendo tutti quei bimbi ma fortunatamente le chiacchiere euforiche di Neal non le permisero di distrarsi  molto a lungo. Attesero per ben un'ora e mezza ma finalmente arrivò il loro turno. il bambino si sedette sulle ginocchia di Babbo Natale, fece la foto di rito dopodiché alla domanda dell'uomo su cosa volesse per Natale lui rispose con un semplice: "voglio solo che mia sorella sia nuovamente felice... voglio vederla sorridere come prima." Tutte e tre le donne riuscirono ad ascoltare le parole di Neal e Emma si sentì mancare la terra sotto i piedi. Se anche suo fratello si era accorto del suo stato d'animo la questione era davvero seria.
- Vado a casa... - esclamò improvvisamente sentendo gli occhi delle due donne puntati addosso.
- Ei aspetta dove vai!!! - rispose sua madre capendo che stava scappando ancora una volta. - Cosa c'è che non va? Se è per Neal lui di sicuro... beh ci avrà sentito parlare qualche tempo fa... 
- Non centra nulla Neal ma voglio comunque tornare a casa mia...
- Perché tesoro? Perche?
- Perché si! - le lascio lì, sorprese da quell'atteggiamento scontroso, e andò via.
- Me che le succede? Stava bene, sembrava essersi  ripresa... io non capisco...
- Killian ha il sospetto che c'è qualcosa che non dice e anche io oggi osservandola meglio l'ho notato. Parlerò con lui  e decideremo insieme chi dei due proverà ad affrontare il discorso.
Così fece, una volta ritornate al loft Snow e Regina aspettarono David e Killian. Quest'ultimo  venne messo al corrente di tutto ciò che era accaduto quel pomeriggio e parlando con Regina concordarono che sarebbe stata lei a provare a far parlare Emma nella speranza di riuscire a capirci qualcosa in più. 
Erano le 20 e 30 quando qualcuno bussò alla porta della salvatrice, pensò fosse suo marito che come al solito aveva dimenticato le chiavi, ma quando andò ad aprire  si ritrovò davanti la sua migliore amica con in mano una bottiglia di vino.
- Che ci fai qui? - chiese senza mezzi termini rendendosi conto solamente dopo di quanto fosse stata scortese. - Scusami, non volevo... vieni accomodati. - le fece strada e andarono a sistemarsi sul divano. 
- Prima che tu vada in paranoia ti tranquillizzo dicendoti che è tutto ok: Killian è da tua madre, si è fermato a cena lì perché vorrebbe che io e te parlassimo un attimino. 
- Sicura che stia bene? 
- Non gli è successo nulla devi credermi. Può star tranquilla. - le sorrise sinceramente.
- E di cosa dovremo parlare? 
- Prendi due bicchieri e lo scoprirai. - anche se ancora molto titubante fece come le venne chiesto e con un gesto di magia due calici da vino si materializzarono sul piccolo tavolino del salotto. - Allora... illuminami. Di cosa dovremmo parlare secondo mio marito? 
- Emma, davvero me lo stai chiedendo? Ma non ti rendi davvero conto che ti stai nuovamente chiudendo a riccio? Eri riuscita a trovare un equilibrio, ti eri tranquillizzata... cos'è successo che ti ha riportato in questo stato? 
- Guarda che io sto benissimo! - disse sulla difensiva. - non c'è nulla che non vada! 
- Mmh... Killian dice che hai spesso degli incubi...
- Tutti possono avere incubi è normale.
- Emma...
- Emma cosa? Non sono in nessuno stato particolare Regina, siete voi che vi fate i film nella vostra mente ok? E ora scusami ma sono stanca vorrei andare a stendermi. 
- Visto? Un altro muro!
- Non è un muro cazzo! 
- E allora cos'è? Parlami!
- NON MI SENTO BENE! SEI CONTENTA ADESSO? - esplose
- No che non sono contenta ma posso aiutarti, che ti senti? 
- Non sono affari tuoi! 
La pazienza di Regina aveva un limite e quel limite venne varcato con l'ultima frase di Emma. Forse aveva ragione, non erano affari suoi. - D'accordo messaggio ricevuto Swan, non mi vuoi fra le scatole? Me ne vado. chiamami quando ti sarai calmata. - prese la direzione della porta pronta ad uscire e tornare a casa ma un secondo prima di poggiare la mano per aprirla Emma la sorprese:
- Aspetta... ho esagerato! Non... non te ne andare... - Regina rimase ferma, non tentò nenache di girarsi nella sua direzione, aspettava un altro segnale per farlo. - Hai ragione... mi sto chiudendo... 
- Vuoi parlarne? - chiese questa volta voltandosi.
Annui - Forse... forse mi farà bene. - tornarono entrambe a sedersi sul divano. 
- Puoi dirmi qualsiasi cosa, siamo tra amiche.
- Sono successe due cose in realtà... la prima è la questione degli incubi che Killian ti ha accennato: da quando mi hanno comunicato di essere una delle possibili persone idonee all'adozione di uno di quei due bambini non faccio altro che fare lo stesso incubo: sono a casa con questa piccola creatura e di punto in bianco suonano alla porta.
- Fammi indovinare: gli assistenti sociali lo riportano indietro? Emma tranquilla ci sono passata anche io: hai paura di non essere all'altezza ma non preoccuparti è solo paura, niente di più.
- Sbagli... non c'entrano niente gli assistenti sociali.
- Chi c'è allora? L'ennesimo mostro che ci da la caccia?
- Nenache... dietro la porta c'è la mamma di quel bambino, la mamma biologica, ed è venuta a riprenderselo. 
- Emma... non succederà. - le sorrise 
- È successo Regina! L'ho vissuto sulla mia pelle e anche tu. Io sono tornata per Henry e fidati che ero convintissima della scelta fatta dieci anni prima. Chi mi dice che non succederà di nuovo? chi mi dice che quella donna non cambierá idea proprio come ho fatto io? 
- Quei due bambini non sono originari di Storybrooke, dove tutto è possibile, appartengono al mondo reale, la magia per loro non esiste, non ci sono sortilegi, niente di niente... nessuno verrà alla tua porta a riprendersi "tuo"figlio. 
- Io anche facevo parte del mondo reale. Non credevo nella magia. 
- Apparentemente ne facevi parte ma in realtà non lo sei mai stata. La tua era una storia già scritta. 
- Non lo so, so solo che sono paralizzata dalla paura...
- Posso capirlo... L'altro problema invece?
- Killian mi ucciderà... - a quella domanda si allarmò leggermente.
- Che hai combinato?
- Sai che stiamo continuando a provare a concepire vero?
- Si...
- Beh i patti erano di non fare nessun test di gravidanza. Lui aveva paura che io ci restassi troppo male nel caso fossero risultati negativi, così mi ha fatto promettere di non farli a meno che non avessi avuto dei sintomi. Anche in quel caso però lui avrebbe dovuto saperlo in modo da farlo insieme. 
- E tu non l'hai fatto...
- Ho provato devi credermi e inizialmente andava bene il non sapere, poi un mesetto fa però ho avuto un ritardo, è difficile che mi capiti quindi ho ingenuamente pensato che magari.... beh stavo per chiamare Killian ma poi ho deciso di non farlo, volevo prima accertarmene da sola per non dargli una falsa speranza. Ho comprato un test e l'ho fatto... negativo. 
- Mi dispiace...
- Da allora non faccio altro che fare test... ogni dannatissima volta che proviamo aspetto i tempi necessari e ne faccio uno, ed ad ogni risultato vado in paranoia. Ecco, ora sai perché sto tornando quella di qualche mese fa. 
- Emma scusa se te lo dico ma penso che a questo punto tu abbia bisogno di farti aiutare da qualcuno che non sia della famiglia. Il tuo stare bene di questi mesi addietro molto probabilmente era solo apparenza perché altrimenti non si spiega come tu sia riuscita a ricadere in questo stato così in fretta. Il problema che hai è serio, ne vade la tua salute mentale, non credi sia giusto farti aiutare da un professionista?
- lo strizza cervelli?
- Sarebbe un'idea, a me aiutò in passato a capire perché mi sentivo vuota, magari riuscirà a farti vedere il mondo da un'altra prospettiva.
- Quindi dovrei ammettere di avere un problema... non voglio che Killian si preoccupi. 
- Lui è già preoccupato Emma possibile che tu non te ne accorga? 
- Ho paura a dirgli che gli ho tenuto nascosto il fatto che pensavo di essere incinta. So che avrebbe voluto saperlo. 
- Come ti sentiresti tu nel sospettare che lui ti stia nascondendo qualcosa?
- Male... 
- preferiresti che ti dicesse la verità o che continui far finta di nulla?
- Che domande.... la verità, mi sembra ovvio.
- E allora perché non dovrebbe essere lo stesso per lui? Dai, facciamolo venire qui e spiegagli cosa c'è che non va. Tienilo partecipe di questo momento, fai di lui il tuo punto di forza.
- Tu però resterai qui vero?
- Sarebbe meglio che foste soli ma se temi di non riuscirci si, vi starò vicino. 
- Grazie!
- Posso chiamarlo? - annuì. Killian arrivò neanche dieci minuti dopo.
- Tesoro.... ma che hai si può sapere? - le chiese gentilmente andandola ad abbracciare e sedendosi sul divano accanto a lei. Ci girò intorno per un po', aveva paura della sua reazione nell'averlo tenuto all'oscuro di tutto, ma quando poi prese il coraggio e confessò lui non poté far altro che stringerla ancora di più. Gli faceva male vedere sua moglie così provata ma preferiva di gran lunga esserle accanto piuttosto che non sapere. 
- va tutto bene amore, non sono arrabbiato! 
- Visto? Che ti dicevo? - disse Regina per poi rivolgersi a Killian - Le ho suggerito di parlare con Hopper magari lui sa che strada prendere.
- Credo tu abbia ragione, non può andare avanti così. Tu amore che ne dici?
- Non vorrei farlo... non voglio che gli altri sappiano.
- Hopper è un medico, ha il segreto professionale, non parlerà però almeno tu sarai più serena e quando arriverà il bambino tu sarai pronta ad accoglierlo nel migliore dei modi. 
- Se può aiutarmi a togliermi dalla dalla testa quel maledetto incubo.... beh allora credo che mi abbiate convinto. 
- Davvero?
- si, Andrò dal grillo.
 
 
Note dell'autore: scusate per il piccolo ritardo ma ho avuto un problemino. Non era in programma e vi garantisco che non ricapiterà. Potrei postare anche il capitolo numero 4 per tornare in paro ma preferisco continuare con uno capitolo al giorno. Di conseguenza questa storia finirà il 25 e non più il 24 come previsto. A domaniiiiiiii





 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 
 
- Emmy Emmy sveglia c'è la neve!!!! - gridò il piccolo Neal entrando senza permesso nella stanza di sua sorella. Quella mattina Snow e David avevano deciso di far irruzione a casa della loro primogenita per prepararle la loro tradizionale colazione a base di pancake e decisero in via del tutto eccezionale, visto le vacanze natalizie, di portare anche Neal con loro. Avevano detto al bambino di restare buono e in silenzio a guardare la TV mentre loro sistemavano il tutto ma il bimbo, euforico di aver visto la neve non appena sveglio, decise di disobbedire ai suoi e corse da sua sorella. 
- Dai Emmyyyyyyy svegliati - continuò a strillare e a saltellare sul letto finendo ben presto addosso a Killian. - eiiiii tu! Perché dormi con mia sorella? Guarda che lo dico a papà! Vai via! - disse geloso. Killian lo guardò per un secondo cercando mi mettere a fuoco chi fosse e dove fosse, visto che era stato appena svegliato, dopodiché rispose.
- Piccolo charming in miniatura capiamoci per bene: mi basta già tuo padre per le minacce, almeno tu cerca di stare dalla mia parte. 
- Ma ci boglio stare io qui con mia sorella. È mia lei, no tua. - Killian non potè far a meno di sorride a quella scena. Neal amava sua sorella in maniera smisurata e non mancava occasione per dimostrarglielo. Per lei la cosa era reciproca, adorava passare del tempo con lui e se non fosse stato proprio per quel bambino, che inconsciamente la teneva occupata, molto probabilmente sarebbe già caduta in depressione. 
- Eiii voi due che avete da strillare tanto - farfugliò qualcosa Emma mentre si voltava per guardarli - Neal, che ci fai qui? - chiese sorpresa.
- Emmy sei svegliaaaaaaaa! - le saltò addosso dandole tanti  teneri bacini sulle guance - Sono venuto con mamma e papà, stanno preparando la colazione! - Killian alzò gli occhi per aria e mimò ad Emma il fatto che avrebbero dovuto riprendersi le chiavi molto velocemente. Non aveva poi tutti i torti, con i suoi che entravano e uscivano di casa a loro piacimento dovevano sempre stare sul chi va la per paura di non scandalizzare qualcuno. - Emmy Emmy ce la neve fuori hai visto? 
- La neve? 
- Si la neve! Natale è vicino e avremo la neve come nei film quest'anno! Corri a vestirti e andiamo a fare un pupazzo di neve a forma di Babbo natale! - di uscire da quelle coperte Emma non ne voleva proprio sapere, non si sentiva bene a causa di tutto lo stress accumulato e avrebbe davvero preferito inventare una scusa per dire no al bambino ma come poteva dire di no a quegli occhietti da cerbiatto? 
- Me li concedi almeno  due minuti per svegliarmi seriamente? 
- No Emmy oraaaaaa! Forzaaaa svegliatiiiii!
- E va bene sto arrivando, comincia a mettere il cappotto, io scendo subito.
Il bambino corse al piano di sotto mentre Emma andò dritta in bagno dove venne seguita poco dopo da Killian. 
- sbaglio o avevi detto che saresti andata da Archie questa mattina...vuoi saltare la seduta per un banalissimo pupazzo di neve? 
- Ho detto che lo avrei chiamato per prendere appuntamento, non ho nessuna seduta con lui oggi.
- Beh allora dovresti riposare un po', non sei in forze Emma...
- Non è vero Killian, non esagerare sempre.
- No? Mangi a malapena, dormi poco, ogni dieci minuti devi sederti perché hai giramenti di testa e per non finire sei una bomba ad orologeria: due secondi stai bene e il secondo dopo sei arrabbiata con il mondo intero o piangi... non dico che tu non debba giocare con tuo fratello ma almeno fallo più tardi dopo che ti sarai riposata per bene.
- Io sto bene Killian, non essere così preoccupato - si avvicinò per baciarlo.
- Non si direbbe sai? Sei bianca cadaverica.
- Allora lo sai che si fa?  Verrai  con me così potrei controllarmi da vicino e costatare che ho ragione.
- insistere a farti tornare a letto sarebbe inutile vero?
- Esatto!
- Che devo fare con te è? - sospirò - Andiamo di sotto dai.
Si finì di preparare e scese al piano di sotto, non riuscì neanche a fare mezzo metro che venne bloccata da sua madre.
- Buongiorno Emma... Killian... ben alzati ragazzi! Avanti, venite a fare colazione. David ha preparato la sua specialità.
- Mamma ti ringrazio di cuore ma io per adesso passo... ho lo stomaco chiuso... magari più tardi. Ok?
- Emma ma...
- Non insistere mamma e tu Killian smettila di guardarmi così! - disse improvvisamente alterata.
- Ero positivo quando dicevo che cambiavi umore ogni secondo... nenache è passato un secondo! - ironizzò per smorzare la tensione che si era venuta a creare ma lei lo guardò brutto e lo lasciò  in casa mentre lei raggiunse suo fratello in giardino. Costruirono il pupazzo di neve, sistemarono le decorazioni natalizie all'esterno della casa dopodiché il piccolino iniziò decise di iniziare una guerra a palle di neve utilizzando come bersaglio principale sua sorella. Sembravano divertirsi parecchio ma qualche minuto dopo la situazione cambiò. improvvisamente Snow, che era seduta davanti al camino insieme a suo marito e suo genero vide suo figlio entrare di corsa in casa in preda alle lacrime e alla pura.
- Mamma mammaaaaaa! - disse cercando di attirare l'attenzione di tutti i presenti.
- Neal amore che succede? - gli andò in contro la donna.
- Emmy è caduta! Non si alza più!
- Cosaaaaaa?????? Killian prese la parola - Ragazzino dove è Emma?
- Fuori... vicino il capanno.... - Killian fu un fulmine e in un nano secondo raggiunse la sua amata: era a terra priva di sensi.
- Maledizione! - esclamó correndo verso di lei - Love... Ei tesoro svegliati! - le diede dei piccoli colpi sul viso per cercare di farla riprendere ma niente...  - Emma non fare scherzi accidenti! - la prese in braccio e a grandi falcate la portò dentro dove Snow nel mentre aveva sistemato il divano con delle coperte per tenerla al caldo. Rimase priva di sensi per buoni dieci minuti dopodiché si svegliò. Il primo sguardo che incrociò fu quello di Killian.
- Stavo esagerando non è vero? - le disse guardandola seriamente - Emma non possiamo più andare aventi così. O collabori e cerchi di reagire o non lo so dove andremo a finire.
- Ho avuto solo un mancamento.... non mi sembra una cosa così grave. - rispose.
- Oggi un mancamento, ieri un attacco di panico, una settimana fa ti sei arrabbiata talmente tanto che a momenti non ti prendeva un infarto... io non posso vivere ogni giorno con la paura di lasciarti a casa da sola, voglio stare tranquillo, voglio vederti felice... rivoglio la mia Emma. È Natale amore, molto probabilmente a giorni arriverà una chiamata che ci renderà ufficialmente genitori, dovrebbe essere uno dei periodi più felici della nostra vita visto il clima festivo e le novità in corso, invece sembra di essere ad una veglia funebre.
- Non sei costretto a guardarmi in faccia se ti metto tristezza... - ed eccola mettersi sulla difensiva
- Vedi? Per un niente scatti... non sto dicendo che non voglio stare qui con te, sto solo dicendo che magari dovresti darmi ascolto, ti avevo detto di riposare e non lo hai fatto. Chi aveva ragione? io. - la ragazza non riuscì a trattenere le sue emozioni e scoppiò in lacrime - Ecco vedi? Che ti dicevo? Sbalzi immorali. Avanti vieni qui.... - l'abbracciò - Lo so che stai attraversando un brutto periodo ma noi stiamo cercando tutto il possibile per farti stare un po' meglio, non ignorarci... ascoltaci, può farti solo che bene. Ah! e prima che ti arrabbi ti avverto: ho chiamato Hopper prima, quando eri fuori con tuo fratello. Si sì sì lo so che avrei dovuto aspettare te per farlo ma non ho resistito. Ero troppo preoccupato. Sono riuscito ad ottenere un appuntamento per oggi stesso. Vuole che tu vada da sola e poi se ci sarà bisogno di me mi farà avvisare. - era pronto alle urla più assurde, ma rimase sorpreso quando lei, a differenza di quello che si aspettava, gli baciò la guancia sussurrandogli un dolce e semplice "grazie".  Rimase sul divano insieme a Killian e a Neal mentre i suoi genitori prepararono il pranzo, videro un paio di film rigorosamente natalizi e si dedicarono a scrivere la famosa letterina per babbo Natale che Neal ancora non era riuscito a fare in quanto ancora indeciso su regali che avrebbe voluto ricevere.
- A cosa pensi? - Killian la destò dai suoi pensieri.
- Vi stavo osservando... sei belli insieme voi due... i miei uomini. Sei davvero tenero in versione papà amore! - divenne triste.
- Emma sta diventando un'ossessione te ne rendi conto vero? - scrollò le spalle. - beh...  speriamo che almeno Hopper sappia come aiutarti.
***
Erano le sedici di quel pomeriggio quando i coniugi Jones uscirono di casa per raggiungere lo studio del dottor Hopper. Emma si era ripresa egregiamente dal mancamento avuto quella mattina ma nonostante ciò si sentiva agitata per il passo che stava per compiere. Nella sua vita aveva sempre cercato di risolvere tutto da sola e in fin dei conti se l'era sempre cavata. Dover chiedere aiuto non rientrava assolutamente nella sua natura ma era consapevole che questa volta avrebbe dovuto fare un'eccezione. Da sola non era riuscita a trovare una soluzione, di conseguenza se voleva aiutare se stessa e le persone che amava, doveva rivolgersi a qualcuno di competenza. 
Parcheggiarono il maggiolino a bordo strada e insieme raggiunsero lo studio del grillo.
- Mi raccomando amore, non tenerti dentro nulla ok? Io purtroppo non potrò entrare per sostenerti ma non preoccuparti, con il cuore sarò lì con te. Non aver paura di manifestare le tue debolezze... è l'unico modo per uscirne vittoriosi. - con quelle parole Killian cercò  di trasmettere un po' di coraggio.
-  E... e se non dovesse funzionare?
- Funzionerà, io lo so. - le diede un dolce bacio dopodiché la incoraggiò ad entrare nello studio.
- Emma ciao, prego entra pure e mettiti comoda - la salutò Archie indicandole il divano di fronte a cui era seduto. La ragazza accennò un timido sorriso e andò a sedersi. - Allora... ho parlato un pochino con Killian questa mattina, mi ha accennato in grandi linee i vari eventi che sono accaduti in questi mesi nelle vostre vite. Prima di esprimere il mio parere però vorrei ascoltare anche la tua versione dei fatti. So che è una cosa che non ti fa stare a tuo agio quindi ti chiedo: preferisci raccontarmi quello che è accaduto a parole tue o preferisci che ti faccia delle domande per aiutarti un po'?
- Non c'è molto da dire... ho fatto delle visite qualche mese fa e mi è stato riscontrato un problema.
- Che genere di problema? - già quella per lei era una domanda troppo impegnativa e Infatti si bloccò subito. - Emma è tutto ok! Affronta le tue paure, ti sentirai meglio dopo te lo prometto.
Prese un respiro profondo, si fece coraggio e rispose -  Ha causa delle battaglie affrontate in questi anni ho subito forti traumi che hanno portato come conseguenza il fatto di non poter avere bambini.
- Ti è stato detto esattamente così? Ti è stato dato lo 0% delle possibilità?
- No... non esattamente. Mi è stato detto che non è impossibile ma che sarà comunque la strada sarà molto difficile.
- E tra "zero" e "uno" secondo te non c'è differenza?
- No nessuna...
- Perché? Sapresti spiegarmelo? - continuò a chiederle.
- Perché questo "uno" sembra non voler arrivare e di conseguenza mi viene quasi da pensare che me lo abbiamo detto solo per non farmi cadere in depressione ed evitare che io stessi male più del dovuto.
- E secondo te questo non sarebbe peggio? Dare false speranze dico: se non volevano farti star male più del dovuto, come sostieni tu, non vedo motivo per cui mentirti. La verità si verrebbe a sapere prima o poi non trovi? Basterebbe consultare un altro medico per venirne a galla. Hai provato a farlo?
- Si... Killian non lo sa, non ho voluto mettere il dito nella piaga. Ho visto il mio ex medico curante, quello che avevo quando vivevo a Boston. Mi ha detto praticamente le stesse cose tranne che per il motivo. Non ha parlato di magia, non potrebbe... ha detto però che ho avuto un forte trauma fisico che ha portato ha tutto questo. Mi ha chiesto se ho avuto incidenti domestici o stradali perché secondo lui è l'unica causa plausibile visto il problema. Io mi  sono semplicemente limitata a dirgli di sì e sono tornata a casa.
- Anche lui quindi a confermato la diagnosi di Whale! - annuì - Allora ecco che ti sei risposta al dubbio di poco fa: Whale non ti ha mentito e quindi di conseguenza una possibilità, se pur remota, c'è. - ci fu una lunga pausa da parte di entrambi poi Archie continuò con la sua seduta.  - Cosa provi esattamente Emma? Riesci a spiegarmelo?
- Mi sento uno schifo!
- Definisci il temine schifo!
- Mi sento la causa della rottura della mia famiglia.
- Aspetta! Aspetta un attimo. - la interruppe - Non mi è  chiara una cosa: rottura hai detto? Si è spezzato qualche legame per caso?  - domandò meravigliato in quanto Killian quel pomeriggio non gli aveva minimamente accennato una cosa del genere.
- Non ancora ma succederà presto. Quanto vuoi che resista Killian a tutta questa situazione? È un uomo sano, potrebbe avere tutto dalla vita perché dovrebbe rinunciare alla possibilità di avere un figlio solo a causa della donna che ha accanto?
- Non mi dire: nonostante il vero amore che vi lega hai paura che lui possa lasciarti per questa cosa?
- Si... - ammise mentre due lacrime uscirono senza il suo permesso dai suoi occhi.  - Ho il terrore di questo e di conseguenza sto tentando l'impossibile pur di far sì che un piccolo miracolo accada... ma niente.... il destino sembra essersi messo contro di me.
- Io non penso... So che Killian ti ha proposto una valida alternativa al problema, perché avrebbe dovuto farlo se avesse davvero l'intenzione di lasciarti? L'adozione è una cosa meravigliosa, tu,  meglio di chiunque altro dovresti sapere quanto è importante.
- Certo che lo so! Ho sognato per anni che qualcuno venisse a prendermi. So quanto è importante per un bambino avere una famiglia e io sarei più che felice di essere la mamma di un bambino che nella vita è stato fortunato.
- So che avete fatto richiesta: se sei davvero felice del passo che stai per compiere come me lo spieghi tutto questo accanimento per cercare un figlio biologicamente tuo?
- Mi stai forse accusando che ho detto di sì solo per tenermi stretto mio marito? - si alzó offesa da tale affermazione. - Pensi che io non lo voglia seriamente quel bambino???
- Non ho insinuato niente del genere Emma, ho fatto solo una domanda: se sei ad un passo per ottenere una famiglia perché sei così emotivamente distrutta? Dovresti essere euforica, saltare di gioia, essere impaziente di conoscere il vostro futuro bambino... purtroppo però nei tuoi occhi non vedo nulla del genere... come mai?
- Perché purtroppo anche il fattore adozionene nasconde dietro di se qualcosa di negativo.
- spiegati meglio.
- Non essendo biologicamente figlio mio, la sua vera madre o il suo vero padre potrebbe benissimo un giorno svegliarsi, pentirsi della decisione presa e tornare a prenderselo.
- Sai che non possono essere divulgati i dati dei genitori a cui si affida un bambino, come potrebbero mai trovarvi? E poi lo sai anche tu che perderanno il diritto su di lui o lei non appena firmeranno le carte per darlo in adozione. Quelle che ti passano per la testa sono  semplicemente tue paure Emma. Niente di più.
- Le leggi possono essere infrante, guarda il mio caso... io ho dato in adozione Henry eppure sono riuscita a riavere legalmente mio figlio dopo ben dieci anni. Era  un'adozione chiusa la mia,  ma lui, Henry, è riuscito a trovarmi ugualmente. Chi mi dice che anche questo bambino non farà la stessa cosa? Chi mi garantisce che non lo farà la sua madre biologica? Te lo dico io: Nessuno! Ogni notte faccio questo incubo e ogni volta penso che questa possa essere una premonizione.
- Emma il tuo caso era differente e lo sai benissimo anche tu. Cera il sortilegio oscuro, c'era di mezzo la magia. Non sarà così questa volta.
- Dite tutti così ma non potete averne la certezza. Ci sono stati milioni di casi in cui un genitore biologico a distanza di anni ha reclamato il proprio figlio.
- Ma senza successo mi pare.
- Non voglio comunque che la questione si presenti ai miei occhi. Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto devi credermi  ma non ci riesco proprio a star tranquilla, ho troppa paura.
- D'accordo... credo che per oggi basti così. - le sorrise. - credo di aver intuito il tuo problema sai? E posso assicurarti che non è nulla di così insormontabile. Tuttavia dovrai lavorare molto su te stessa e per farlo dovrai attuare dei cambiamenti alla tua vita.
- Che genere di cambiamenti? - chiese non capendo cosa volesse dire il dottore.
- Prima di spiegartelo se sei d'accordo farei entrare anche Killian. Riguardano anche lui questi cambiamenti quindi penso che la soluzione migliore sia che lui ascolti direttamente.
- Va bene... - Killian entrò qualche minuto dopo, chiamato dalla segretaria di Archie e dopo averlo educatamente salutato andò a sedersi accanto a sua moglie e l'abbracciò per infonderle un po' di coraggio.
- Allora come dicevo anche ad Emma il problema non è così insormontabile da risolvere ma per farlo bisognerà attuare dei piccoli cambiamenti. Emma sta semplicemente vivendo un periodo di stress particolarmente rilevante. Soffre per la diagnosi che le è stata data e si sente in colpa nei tuoi confronti. - Killian la strinse maggiormente a se ma lei sembrò irrigidirsi. - Questo mix di emozioni che ha all'interno,  le scatena tutta un'altra serie di ansie e paure che la fanno state solamente peggio. Avete entrambi cercato di trovare una soluzione a questo problema senza prima averlo affrontarlo e questo è sbagliato. Prima di trovare la soluzione più consona al tipo di problema, occorre passare attraverso un'altra fase: l'accettazione. Emma non ha accettato questo drastico cambiamento della sua vita ed è proprio da qui che bisogna iniziare a lavorare. Ha bisogno di tornare al punto di partenza, più precisamente al giorno in cui vi hanno comunicato che le possibilità di riuscita per un concepimento sono scarse, una volta accettato questo punto lavoreremo insieme su voi due come coppia e poi proseguiremo passo passo fino verso quella che sarà la soluzione finale.
- Ho capito. E questi cambiamenti di cui stavi parlando prima? In cosa consisterebbero?
- Beh come ti ho detto bisogna partire dal principio ed accantonare, almeno per il momento le ipotetiche soluzioni che avevate pensato. Sarò più diretto: se volete seguire il mio programma dovrete almeno per i prossimi due mesi mettere in standby la richiesta di adozione e dovrete ridurre a zero le probabilità di un possibile concepimento.
- Cosa? Archie... - stava scherzando?
- Emma non sto dicendo che sarà per sempre così, una volta superato il primo step la strada sarà tutta in discesa. Ora come ora sei troppo emotiva per fare la mamma. Rischieresti solamente di aumentare le tue ansie e le tue paure con un bambino accanto e questo ti porterebbe, con il passare dei mesi, in uno stato di stress e depressione ancora piu forte  a cui sarà difficilissimo porre rimedio. - Emma non voleva assolutamente rinunciare alla sua unica carta per salvare la sua famiglia ed essere felice, non voleva assolutamente annullare la richiesta di adozione; stava per intervenire quando Killian l'anticipò prendendo la parola.
- Ok facciamo come dice lei dottore! - disse lasciando Emma senza parole. - mi sembra la soluzione più adeguata per il momento.
- Dici davvero??? Sei... sei d'accordo con lui? Tu non vuoi... ma come? Tu mi hai chiesto..... e ora....
-  Ei tesoro ascoltami non saltare, come al tuo solito, a conclusioni affrettate. Non sto dicendo che non voglio più adottare o che non ho più voglia di formare una famiglia con te... tutto il contrario. Proprio perché voglio costruire qualcosa con te ritengo giusto aspettare il periodo migliore. Se accelerassimo i tempi tu ne soffriresti maggiormente e se devo scegliere tra la salute di mia moglie e avere una famiglia in questo momento della mia vita, preferisco di sicuro la prima opzione. Ti amo Emma e ho intenzione di starti vicino per tutto il tempo che ne avrai bisogno. Ci rialzeremo insieme ed una volta aver ritrovato la nostra stabilità inizieremo da capo il nostro progetto di allargare la famiglia.
- Killian ha ragione Emma... - provò ad intervenire Hopper ma Emma lo anticipò.
- Promettimelo Killian... promettimi che vuoi davvero tutto questo e che non lo stai facendo solo per me.
- Te lo prometto! Lo sto facendo per entrambi. Come ti ho detto poco fa: usciremo da questo tunnel più forti di prima amore mio. Te lo prometto.
***
- Ma quanto tempo ci mettono? Inizio seriamente a preoccuparmi. - disse Snow guardando preoccupata suo marito. Avevano programmato di cenare tutti insieme quella sera e si erano dati appuntamento per le ore 19:00 al loft dei Charming. Erano le 20: 30, tutti erano già li, Regina, Henry e Violet compresi, mancavano solamente i coniugi Jones, i quali arrivarono poco dopo.
- Eccovi finalmente! Dove accidenti siete stati? Perché ci avete messo
Tanto? Volete farmi morire d'infarto?
- È colpa mia Snow, mi dispiace averti spaventata. - rispose Killian - Dopo essere stati l'appuntamento con Hopper le ho proposto una gita in mare aperto per stare un po' da soli. Non ci siano resi conto che era così tardi altrimenti avremmo quantomeno avvisato.
- Non dovete scusarvi di nulla, ero solo preoccupata. Andiamo a tavola dai che è già tutto pronto. Snow era come al suo solito euforica quella sera e non si accorse minimamente dello sguardo abbattuto di sua figlia. Si misero a tavola e dopo aver riempito ciascun piatto Snow continuò a sbandierare la sua felicità.
- Dobbiamo comunicarvi una cosa: Finalmente abbiamo un programma per queste vacanze Natalizie. Mentre vi aspettavamo abbiano stabilito un po' di cosuccie, ditemi cosa ne pensate ok? Allora, per la vigilia stavamo pensando di trascorrerla da Regina, la sua casa dopotutto ricorda molto quelle dei film americani natalizi, pranzeremo e ceneremo lì e ho già in mente una lista di giochi da fare, mentre per il giorno seguente, ovvero  Natale, pensavamo di festeggiarlo qui al loft. Ho già in mente il menu: come antipasto ho pensato di fare...
- Emmmh mamma non prendertela a male ma io gradirei restare a casa quest'anno per le feste.
- Che c'è?  Non ti piace l'idea del loft? Non è un problema, possiamo fare da te se preferisci, io volevo evitare di farti strapazzare più del dovuto ma se te la senti di avere gente a pranzo ok.  E poi sai che forse hai ragione?  È si, non ci avevo minimamente pensato ma se dovesse arrivare il bambino mi sembra un po' prematuro farlo uscire di continuo. è deciso allora, vigilia da Regina e natale da te. Non vedo l'ora.
- No mamma forse non mi sono spiegata bene... il tuo programma era perfetto e gradirei davvero che lo rispettiaste. Sono io che non sono dell'umore per festeggiare... preferisco passare le festività per conto mio quest'anno.
- Emma tutto bene? - chiese Regina la quale si era accorta che qualcosa non andava già da prima di mettersi a tavola. - Vogliamo andare a farci due chiacchiere di la? Ti va?
- No tranquilla è tutto ok...
- Emma... - provò a spronarla la sua amica, ma quando vide che era tutto inutile provò a chiedere a Killian - È tutto ok?
- Abbiamo parlato con Hopper e....
- No Killian! Non...
- Amore mio, ti ricordi cosa ti ho detto poco fa? La famiglia è il mezzo più potente per poter sconfiggere i nostri demoni. Condividere con loro la nostra situazione può solo che aiutarci. - anche se ancora non del tutto convinta annuì lasciando a Killian il duro compito. - insomma parlando con Hopper abbiamo capito che in questo periodo abbiamo cercato di accelerare i tempi. Secondo lui bisogna rallentare un po' e per questo ci ha consigliato di rimandare la questione dell'adozione adozione.
- Ma cosa... ma che sciocchezza è mai questa! Volete un bambino no? E allora? - disse Snow alterata.
- Avere un bambino quando non si ha ancora accettato la propria problematica,porterebbe solamente ad altri scompensi e non vogliamo che tutto questo clima di tensione si ripercuoti su quel povero bambino. Se non sarà adesso sarà tra un paio di mesi, ma tranquilli di sicuro prima o poi arriverà.
- Non vedo Emma molto convinta però. Amore di mamma vuoi...
- io sto bene... cioè starò bene. Non può essere altrimenti. - disse convinta
- Brava amore mio! Così ti voglio! - la bació Killian nonostante David fosse proprio accanto a lui.
- Ha ragione Killian devi essere così: forte! Ti aiuteremo noi e le vacanze saranno un buon motivo per non pensare a tutto questo.
- No mamma... ho detto che...
- Non si discute! Da che mondo è mondo Le feste di trascorrono in famiglia e tu mia cara sei  di famiglia, non sfuggirai...
 
Note dell'autore: nuovo giorno, nuovo capitolo 😉 dopotutto ogni promessa è debito non trovate? Buona domenica e a domani con il penultimo capitolo. È già avete sentito bene. Quello di domani non sarà l'ultimo come invece avevo pensato. La storia prevedeva solamente 5 capitoli ma oggi ho deciso di aggiungere una piccola cosina che secondo me ci stava bene. Spero piaccia anche a voi. A domaniiiii

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Tentarono invano per giorni di convincerla a non isolarsi ma nessuno riuscì nell'intento. Da quell'ultima cena, dopo l'incontro con Hopper, le giornate di Emma diventarono sempre più monotone. Passava gran parte del giorno in casa e quando non era a casa era a lavoro. Non parlava molto, non me aveva voglia, ma nelle poche volte che capitava si poteva intravedere in lei un atteggiamento aggressivo e nervoso. Solo con Killian e Henry riusciva ad essere un po' più tranquilla, ma anche con loro ogni tanto esplodeva. Hopper pensava che avrebbe fatto dei passi avanti, ma ad ogni seduta la cosa diventava sempre più ingestibile. Si stava chiudendo e il fatto di non voler trascorrere le feste natalizie con i suoi familiari ne era un chiaro esempio.
- Mamma, la nonna ha appena chiamato... chiede se hai cambiato idea! - le disse Henry andandosi a sedere sul divano accanto a lei. Era stata chiara, voleva passare le festività da sola ma nessuno di loro sembrava voler rispettare la sua volontà. Ogni giorno qualcuno tentava di farle cambiata idea.
- Ancora? Conosci la risposta Henry e la conoscono anche i tuoi nonni! Non mi va di ripetermi ulteriormente.
- Ma mamma... le feste Si passano in famiglia, è davvero triste restare in casa da soli la vigilia di Natale...
- Nessuno ti obbliga a restare qui per quei giorni. Se desideri passare le festività con i tuoi nonni e con Regina sei liberissimo di farlo così come anche Killian. Non ci resterò male se voi andrete da loro anzi... Lo capisco. - disse cercando di mettere fine per una buona volta a quel l'argomento.
- E tu pensi sul serio che io o Killian saremmo capaci di fare una cosa del genere? Pensi davvero che saremmo in grado di lasciarti qui da sola a il giorno della vigilia di Natale? no mamma,sbagli di grosso.
- Io non voglio impedirvi nulla ok? Ma non posso neanche autoinfliggermi qualcosa che non mi sento di fare, lo capisci? Che vi piaccia o no io passerò il Natale qui e non ho più intenzione di ripetermi. - senza aggiungere altro se ne andò al piano di sopra lasciando suo figlio parlare da solo.
Quello non fu di certo l'ultimo giorno in cui venne affrontato l'argomento, ma piu passavano i giorni e più lei diventava irremovibile. Ormai la vigilia era alle porte, l'indomani ci sarebbe stata la festa a casa di Regina e purtroppo nessuno di loro era ancora riuscito a spronarla. Erano a cena quella sera: Lei e Killian, Henry era da Regina, quando il telefono di Emma squillò: Snow!
- È mia madre! - disse alzando gli occhi al cielo.
- E allora? Rispondi che aspetti? - la incitò Killian.
- so già cosa vuole. È incredibile, ancora non molla, ma che accidenti devo fare si può sapere?
- Non puoi sapere cosa vuole, Rispondile e basta dai.. non farla rimanere male più di quanto già non hai fatto.
- Uff.... - prese un respiro profondo e poi rispose - Pronto mamma? Tutto ok? Perché mi chiami a quest'ora? - dall'altro lato del telefono però non c'era sua mamma come si aspettava bensì suo fratello, ed era chiaro come il sole che fosse in lacrime.
- Pe... Perché... perché non mi vuoi più bene Emmy! - le disse senza troppi giri di parole.
- Neal? Neal ma che cosa dici? Chi ti ha detto una cosa del genere?
- Tu... tu non vuoi venire a... a passare il Natale con me! Ho sentito mamma che lo diceva a papà.
sospirò - Non ho mai detto che non voglio passare il Natale con te o con voi tesoro... ho solo bisogno di stare un po' da sola in questo periodo. Non sto tanto bene piccolo.
- Sei malata? - chiese preoccupato.
- In un certo senso...
- Devi prendere le medicine?
- No...
- E allora non sei malata sei solo cattiva! -Continuò a piangere più forte di prima.
- Cucciolo mio mi dispiace davvero tanto....davvero!
- No, sei bugiarda! Io... io volevo passare il Natale con te, volevo aspettare Babbo Natale mentre guardavamo un film mangiando cioccolata, volevo aprire i regali con te è darti il mio che ho preparato con tanto amore,ma a te non importa nulla di tutto questo... non ti importa nulla di me!
- Non dire così Neal, sai che ti voglio un gran bene.
- Dimostramelo allora! Vieni domani a casa di zia Regina con tutti noi!
- Che fai? ti ci metti anche tu adesso? Io non me la proprio sento di venire tesoro, non è cattiveria ma non sono dell'umore per festeggiare.
- Ma Emmy è Natale! La festa più bella che esista. Se tu non ci sarai saremo tutti tristi e il Natale non può essere triste. Ti prego vieni a festeggiare con noi. - stava per rispondergli ma lui imperterrito continuò - se non verrai sappi che non ti perdonerò mai! - cosa doveva fare adesso? voleva manterrete fede ai suoi principi ma come poteva farlo se dall'altro lato c'era il suo fratellino che implorava la sua presenza?
- Neal ascolta, rispondimi a questa domanda e sii sincero: ti ha detto mamma di chiamarmi e dirmi queste cose? - il dubbio le era passato fin dall'inizio.
- No, la mamma non lo sa che ho origliato... le ho detto solo che ero triste e volevo chiamarti. Ti prego Emmyyyy.... per favore.... non chiedo altro.
- E va bene Neal, ma ricorda: lo faccio solo per te!
- Davvero Emmyyy? Evvivaaaaa! Lo sapevo che non mi avresti abbandonato proprio il giorno di Natale! Lo posso dire alla mamma?
- Ma poi non scoprirà che hai origliato?
- Non fa niente, se ci sarai tu con noi domani mi va bene anche ricevere una punizione. Sei la migliore sorella del mondo lo sai? Ti voglio bene.
- Te ne voglio anche io piccolo furfante. Ci vediamo domani. -riagganciò il telefono e guardò Killian che la fissava con un sorriso beffardo sul volto.
- Non una parola per favore! - sbuffò
- Qualcuno ha fatto breccia nel tuo cuore e ti ha convinta... e bravo il piccoletto!
- Non mi ha convinta, mi ha messo alle strette. Potevo lasciarlo piangere secondo te? Tze... non posso crederci, ricattata da un nanetto.
- Peccato che a nessuno di noi sia venuta l'idea di farti contattare prima, avremmo perso di sicuro molto meno tempo - lo fulminò con lo sguardo - scherzavo scherzavo scherzavo - alzó le mani giocosamente come per paura.
- Non c'è nulla da ridere... domani non faranno altro che starci addosso...
- Basterà parlare chiaro.
- E pensi che basti questo con mia madre? Tu non la conosci...
- Non esagerare adesso ok? Domani l'unica cosa che faremo sarà divertirci. Nessuno ti farà stare male, me ne occuperò personalmente.
- Ti amo lo sai? Scusa se questi giorni sono intrattabile.
- Tranquilla, con te sono abituato a tutto. Andiamo a dormire adesso, si vede lontano un km che non ti reggi dritta dalla stanchezza.
- E ti sembra normale? Non ho fatto nulla per tutt'a oggi, dovrei essere riposata e invece mi sento uno straccio.
- Hai pensato... e i pensieri che stai avendo sono tossici per il tuo corpo amore mio. So che è difficile ma perché non provi ad affidarti a me? Concentriamoci su noi due e basta ok? Il resto prima o poi arriverà. - le sorrise - dai, il letto ci aspetta.
Il suo sonno fu disturbato per buona parte della notte, e come se non bastasse il mattino seguente si alzò con un brutto mal di testa e con lo stomaco dolorante. Lo stress ultimamente le stava giocando brutti scherzi e la giornata che l'attendeva non l'aiutava di certo. Ignorò i sintomi e andò prepararsi per raggiungere Regina e gli altri. Da che mondo è mondo la vigilia veniva festeggiata di sera ma per loro ogni occasione era buona per festeggiare quindi i suoi familiari ebbero la brillante idea di organizzare anche un pranzo in modo da stare tutti insieme. Passò in bagno più tempo del previsto, si sentiva stanca e aveva bisogno dei suoi tempi. Finito di prepararsi, aspettò Killian, il quale fu decisame più veloce e una volta presi i regali si incamminarono verso Mifflin Street 108.
- Tutto ok? - le chiese Killian durante il tragitto vedendola particolarmente silenziosa e concentrata.
- Si... mi sono imbambolata a vedere le decorazioni di quest'anno, nonostante sia giorno sono bellissime non trovi? Hanno fatto proprio un ottimo lavoro.
- Si hai ragione per le decorazioni ma per il resto: non si direbbe sai? Che sia tutto ok intendo: Qualcosa ti preoccupa forse?
- Niente che già non sai... comunque tranquillo è solo la macchina che mi sta dando particolarmente fastidio oggi.
- Sul serio? Devo rallentare o fermarmi? Dimmelo senza paura.
- No,non è dipeso da te... sto solo pensando alla giornata che ci attenderà.
- E questo ti crea disagio a tal punto da risentirne fisicamente? - scrollò le spalle. - Non va assolutamente bene tesoro.
- Non posso farci nulla...
- Facciamo così: restiamo un po', pranziamo e poi con una scusa ti porto a casa ok?
- Che c'è? Ora sei improvvisamente d'accordo con me?
- Non sono assolutamente d'accordo con le tue idee d'isolamento, ma lo vedo che stai poco bene e non voglio che tu soffra più di quello che già stai soffrendo. Fidati di me ok? Mezza giornata e torneremo a cassa. - a quelle parole si sentì improvvisamente meglio, gli sorrise grata e continuarono il loro itinerario.
***
- Eccoti amore mioooo! Non sai quanto mi faccia piacere che tu sia venuta. Non sarebbe stato lo stesso senza di te! - disse Snow abbracciandola una volta aver varcato la soglia d'ingresso. - Come ti senti? Come procedono le cose? Non ti fai mai sentire... come vanno le sedute da....
- Mamma mamma... ti prego, non iniziare ok? Te lo chiedo per favore. Se dobbiamo passare insieme questa giornata preferirei far finta di nulla, sei d'accordo?
- Certo tesoro! Hai assolutamente ragione. Come vuoi... Scusami ok? Forza andiamo a salutare anche gli altri, non vedono l'ora di vederti.
Non ebbe neanche il tempo materiale di varcare la soglia del salottino di casa Mills che il piccolo Neal, vedendola entrare, buttò all'aria tutte le sue costruzioni per saltare in braccio a sua sorella.
- Emmyyy sei qui! Buon Natale!
- Te lo avevo promesso ricordi? E comunque non è ancora Natale, gli auguri ce li faremo stasera a mezzanotte.
- Ok! Dai adesso vieni a giocare con me! - disse scendendo dalle sue braccia e tirandola per un braccio. - Sto costruendo con le costruzioni il villaggio di Babbo Natale, voglio farglielo vedere questa sera quando verrà a portarmi i regali!!!!! Dammi una mano!
- Sicuro sicuro che Babbo Natale verrà quando sarai sveglio? Io non penso...
- Si verrà ma come al solito non vorrà farsi vedere da noi bambini. Ho intenzione di prenderlo di sorpresa. Forza andiamo a costruire Emmyyyy!
- Neal lascia stare tua sorella un po' tranquilla ok? È appena arrivata! Giocherà con te più tardi va bene?
- Ma uffaaaaa.... se non gioco con Emmy con chi gioco io? Non ci sono altri bambini con cui giocare, sono il più piccolo della famiglia e da solo mi annoio. Emmyyyyy ma quando lo fai un figlio?
- NEALLLLLL! - lo rimproverò Snow a quella frase. Sua figlia nel mentre aveva indietreggiato di qualche passo senza volerlo, non voleva assolutamente parlare di quell'argomento, la faceva stare male. - Chiedi immediatamente scusa a tua sorella! Sei stato maleducato.
- Non ho fatto nulla. Ho fatto solo una domanda! Emmyyyyyy... io...
- Neal è tutto ok! Inizia a costruire, tra poco ti raggiungo anche io. - accenno un sorriso di convenienza e uscì fuori. Fu Regina, nonché la padrona di casa, a seguirla per assicurarsi che fosse tutto sotto controllo. Sapeva che era molto suscettibile in quel periodo, voleva almeno garantirle una giornata tranquilla.
- Per la tua gioia ho preparato ben tre teglie di lasagne! - disse rompendo il ghiaccio - Dici che possano bastare o te le finiriati tutte da sola? Certo ho preparato anche altro ma quello è il mio piatto forte, non vorrei che....
- Regina.... è tutto ok, non c'è bisogno di distrarmi.
- E chi vuole distrarti! - le sorrise sapendo che era stata sgamata. - Ok ok, forse giusto un pochino ma che ne dici? Ti va di assaggiare in anteprima la mia specialità? Ho bisogno di un parere.
- Assolutamente si! Sai che amo le tue lasagne ed a essere sinceri è l'unico motivo, oltre a Neal e Henry, che mi ha convinto ad essere qui! - risero entrambe dopodiché sparirono in cucina e restarono lì a chiacchierare del più e del meno fino all'ora di pranzo quando andarono tutti a sedersi a tavola. Aveva avuto un piccolo assaggio di quello che era il suo piatto preferito ma a quanto pare quell'assaggino l'aveva resa già sazia. Nessuno disse nulla quando videro che aveva lasciato quasi tutto l'antipasto nel piatto, ma quando videro riservare lo stesso trattamento alle lasagne della sua amica scattò in loro un campanello d'allarme generale.
- Che c'è? Regina ha messo lo zucchero al posto del sale forse? - le chiese Killian scherzando - Come mai non hai ancora divorato anche il piatto?
- ahahah... Spiritoso. Ne ho mangiato un piatto prima a dire la verità e sono già sazia.
- Un piatto? - ripetè Regina - Ci vuole davvero coraggio a definirlo piatto.
- Che c'è non hai fame? - si intromise anche Snow seguita a ruota da Henry.
- Mamma che non ha fame è un evento da segnare sul calendario!
- Ti preparo qualche altra cosa? Preferisci? - fu il turno di David.
- Papà! Anche tu ti ci metti adesso???! Ognuno pensasse per se per favore. Se non mangio è perché non ho fame, non morirò di certo.
- Non è da te però tesoro, è normale preoccuparsi non credi?
- Ok basta così! - disse alzandosi da tavola - vi avevo espresso il desiderio di voler stare sola per le feste e mi è stato negato, vi ho chiesto di non interferire e a quanto pare sembrate non aver capito... io me ne torno a casa!
- Emma aspetta! Non te andare, ci dispiace... non diremo più nulla ok? Però rimani per favore! Non sto tranquilla sapendoti a casa da sola.
- Emmy, la mamma ha ragione! Resta con noi! Tra poco giocheremo a tombola vero Henry?
- Già, ma tu sarai liberissima di fare quello che vorrai, questa è anche un po' casa già quindi se vorrai semplicemente riposarti e guardare la TV sarai libera di farlo.
- Grazie Henry, proprio quello che volevo sentire.
***
Dopo il pranzo, che proseguì per buone due ore, iniziò la vera e propria festa della vigilia. sparecchiarono la tavola e riapparecchiarono il tutto con vassoi pieni di dolciumi natalizi e giochi da tavola. Ognuno di loro era concentrato in qualche attività: David e Killian insegnavano a Neal e a Henry l'arte del poker, Snow e Regina tentavano invano di ricordare i giochi da tavola che si usavano ai tempi della foresta incantata mentre Emma invece dormicchiava sul divano. Si era calamata rispetto a quella mattina e il fatto stesso che si fosse appisolata ne era una prova. Dormì per un'oretta poi improvvisamente si svegliò. Fece un secondo mente locale su dove si trovasse dopodiché a passo sostenuto si allontanò andando al piano di sopra. Tornò una decina di minuti dopo.
- Tutto ok? Dove sei andata? - le chiese Killian a bassa voce notando dall'espressione di sua moglie che qualcosa non andava.
- in bagno...
- Lo stomaco ti da ancora problemi?
- Un pochino... pensavo stesse passando ma sbagliavo.
- Vogliamo andare a casa così magari ti stendi sul letto e riposi meglio? In fondo era questo il piano iniziale.
- Tranquillo, sto già meglio... e poi non voglio dare un dispiacere a Neal. - disse indicando il bimbo che ignaro di quei discorsi se ne stava spaparanzato sul divano, dove era seduta poco prima anche Emma, a mangiare i dolcetti e a guardare un cartone animato.
- Ok come preferisci. - le diede un bacio dopodiché entrambi raggiunsero Neal e con grande emozione del ragazzo, che in realtà si stava annoiando, lo portarono fuori, al parco precisamente a fare una gara di pupazzi di neve. Furono le due ore più rilassanti di tutta quella giornata e se non fosse stato per il freddo sarebbe volentieri rimasta lì. Purtroppo furono costretti a rincasare ed ad attenderli c'era già Snow con un termos pieno di cioccolata.
- mamma mamma! Grazie ad Emmy e Killian ho vinto la gara dei pupazzi! Mi hanno dato pure una medaglia guarda??? - mostrò con onore la sua vittoria.
- bravissimo amore ma ora vieni a sederti amore ho preparato la cioccolata!
- Siiiiii!
- venite anche voi, almeno questa la mangi si? - si rivolse ad Emma.
- No mamma ma grazie lo stesso. I dolci ultimamente non mi fanno proprio impazzire.
Regina che era appena entrata in stanza sentendo le ultime parole di Emma disse:
- Emma... So che adesso mi odierai ma non ho potuto fare a meno di ascoltare l vostra conversazione prima. Oltre a qualche brutto pensiero stai anche male fisicamente? - si riferì alla conversazione avuta poco prima con Killian . - Non volevo origliare, ma mi sono trovata a passare e ho sentito...
- Emma stai male? E non me l'hai detto? - scattò Snow
- Tranquille, va tutto bene. Non mi considererei proprio malata, però qualche disturbo fisico ce l'ho. Ho spesse volte mal di testa, vertigini e qualche volta, come oggi, lo stomaco fa i capricci. Credo sia dovuto a tutto lo stress e al nervosismo che sto accumulando in questi giorni. So che dovrei stare calma e ve lo giuro ci sto provando ma è più forte di me.... non ci riesco. Per un minimo scatto. Due secondi sto bene e il secondo dopo o sono una furia o vengo travolta da una crisi di pianto. Sembro pazza... o forse lo sto diventando. È una vita che non mi capitava di sentirmi così. L'ultima volta che ho perso il controllo in questo modo ero da sola e in carcere. È stato il periodo più brutto della mia vita.
- A quei tempi eri sola amore mio. Adesso ci sono io con te, c'è Henry, Regina e i tuoi genitori. Forse ti siamo stati un po' troppo addosso è vero, ma abbiamo capito e ci comporteremo di conseguenza. Ti prometto che questo periodo passerà presto ok?
- Grazie Killian, grazie a tutti per essermi vicino nonostante io vi tratti male in continuazione.
- E a cosa servono gli amici? Ora scusate, lo so che questa è casa mia e che non dovrei farlo ma ho dimenticato di passare a prendere una cosa per la cena di questa sera. Vi dispiacerebbe se mi allontanassi per dieci minuti?
- Ma no figurati, comunque se preferisci posso andare io. - si propose Killian.
- No, non mi fido di voi uomini! Faccio in un lampo - rise e come una furia uscì di casa. Quando tornò trovò Snow e David in cucina ed Emma e Killian in soggiorno con Neal e Henry che tentavano, in due, di giocare a tombola. Le loro facce erano tutto un dire e non ci volle molto a capire che fosse sueccesso qualcos'altro in sua assenza.
- Henry tesoro...mi raggiungeresti nell'altra sala per favore? Avrei bisogno di una mano ad apparecchiare.
- Arrivò subito mamma! - aspettò che il ragazzo la raggiungesse dopodiché si chiuse la porta alle spalle in modo che nessuno potesse sentirli.
- Che è successo mentre ero via? C'è una tensione che si taglia con il coltello.
- Ma niente... come al solito nonna è stata poco delicata con la mamma. Le ha fatto due o tre domande e lei ha dato di matto facendola rimanere male.
- Sai? Non me la prendo tanto con tua madre quanto con tua nonna. Ma dico io, Emma già ci sta facendo un favore ad essere qui, piuttosto che lasciarla tranquilla ti metti a fare l'investicatrice?
- È sua mamma, è preoccupata. Anche tu lo saresti se io mi comportassi in quel modo.
- Siamo tutti preoccupati Henry, ma ne io ne David ne Killian le stiamo continuamente addosso. Snow deve imparare a lasciarle i suoi spazi. Soprattutto adesso.
- Mamma, è della nonna che stiamo parlando... non imparerá mai. - risero - Ti serviva davvero una mano o mi hai chiamato solo per questo?
- Volevo solo sapere!
- torniamo di la allora o si insospettiranno.
Tornarono nel salotto principale ma notarono subito la mancanza di Emma.
- Nonna e mamma stanno affrontando un nuovo round? - disse Henry al suo patrigno.
- Cosa? - rispose soprappensiero - No no... Emma è andata un attimo in bagno. Hai preso Regina quello che ti serviva per la cena?
- Certo, e a proposito: corro a prepararla. - Uscì di scena ma al posto di dirigersi in cucina prese la direzione delle scale e raggiunse, in gran silenzio, Emma al piano di sopra.
- Regina? - chiese sorpresa la ragazza, una volta uscita dal bagno, vedendola appoggiata alla parete - Ho creato la fila?
- Figurati sono appena arrivata ma non mi serve il bagno, ti stavo aspettando.
- Aspettando, e per cosa? Non sarà per mia madre vero? Regina per favore non ti ci mettere anche tu.
- Non centra nulla Snow. volevo solamente parlarti. Volevo dirti che... beh sì ecco io credo... forse... non sono sicura però credo...
- Regina, concretizza per favore o staremo qui fino a domani mattina.
- Ok,non ci girerò intorno: guarda! - le sorrise e fece apparire tra le mani un oggetto a lei molto familiare: un test di gravidanza.
- Regina questo è....
- esatto! Io penso che...
- REGINA! Che... che razza di cattiveria è mai questa? Ti stai prendendo gioco di me?
- No Emma.. ma che dici, sei mia amica no? io volevo solo...
- Solo sbandierarmi la tua felicità in faccia!
- Come?
- Non posso crederci che tu lo abbia fatto, sono senza parole.
- Emma...
- No! Lasciami finire! Sai qual'è la cosa più assurda: è che non so se sono arrabbiata perché tu me lo stia mostrando o perché nonostante quello che ti sei autoinflitta anni fa sei riuscita ugualmente dove io non arriverò mai! Ti voglio bene devi credermi ma questo è davvero troppo. Avrei preferito che me lo dicessi in un altro momento e non adesso... sai il momento che sto attraversando.
- Emma io...
- scusa ma non voglio starti a sentire. Me ne vado. Buon Natale Regina!
- Dove credi di andare è? - la trattenne per un braccio e la fece voltate verso di se - Ma che accidenti hai capito! Non è per me questo!
- A no? E di chi sarebbe di grazia? - rispose scontrosa.
- Tuo!
- M...mio? - sbarrò gli occhi
- Si, l'ho preso per te idiota.
- modera le parole.
- Scusami. Senti lo so che forse è una cosa campata per aria ma alcuni sintomi ci sono e sono anche ben evidenti. Poi prima mi hai spiegato che ti senti come quando eri in prigione e visto che quando eri lì aspettavi Henry ho pensato che..
- Hai pensato male! Molto male! Ma come ti viene in mente di andare da un donna che non può avere figli nonostante li desideri con tutta se stessa e dirle che pensi che sia incinta. È una crudeltà inaudita non trovi? Mi sarei aspettata da mia madre una cosa del genere ma non da te. - la rabbia si trasformò in un pianto disperato.
- Niente male davvero... - le disse ridendo; cosa fece innervosìre Emma ancora di più
- Cosa!!!!
- Hai impiegato meno di trenta secondi dal passare dalla rabbia alla disperazione. Altro sintomo!
- Risparmiati queste cavolate! Io me ne vado, ho resistito anche troppo per oggi!
- Aspetta! Prova a farlo, che ti costa?
- Che mi costa? Regina mi stai davvero facendo questa domanda? Mi costa la sanità mentale ecco cosa mi costa. Tu non hai la minima idea di cosa abbia passato e cosa sto ancora passando. L'ultima cosa che mi ci vuole adesso è l'ennesimo test negativo.
- Chi ti garantisce che lo sia?
- Regina guardiamo in faccia la realtà: non è successo nulla quando ci provavamo, pensi possa succedere adesso? Ti sbagli e sai perché? Perché da quel primo incontro con il Hopper fino ad oggi, io e Killian non abbiamo più avuto rapporti... forse solo una volta ma abbiamo comunque usato le precauzioni. È matematicamente impossibile quindi che io sia rimasta incinta.
- L'ultima volta le avete usate, ma che mi dici delle altre? Un mese fa ci stavate provando e anche prima di andare da Hopper...
- L'ultimo test è risultato negativo Regina. Non insistere ti prego... mi fai solo male così. - mentre si stava allontanando per raggiungere le scale a Regina venne in mente l’ennesima idea.
- La pozione della memoria! - disse facendola voltare.
- Cosa?
- Si, la pozione della memoria! Fai il test, se dovesse risultare negativo ti farò bere la pozione della memoria all'istante facendoti dimenticare questi ultimi dieci minuti. Ti prego Emma, se non fossi stata così convinta non te lo avrei mai detto. Pensaci: il poco appetito, le vertigini, il mal di testa, il tuo bipolarismo e non per ultimo le tue corse in bagno per vomitare.
- Come sai che....
- Mi trovavo qui sia poco fa che oggi... le mura sono sottili...
- Comunque non vuol dire nulla, è lo stress che mi fa reagire così, ci sono già passata. Ora per favore chiudiamo una volta per tutte questa storia ok? È la vigilia di Natale... già è uno dei Natali più brutti che io abbia mai trascorso, non rendiamolo il peggiore di così.
- Potrebbe trasformarsi nel più bello di sempre. Devi solo provare! - fece apparire tra le mani una boccetta - Ecco, ho la pozione propio qui, non appena avrai il risultato se non sarà come previsto da me te la farò bere all'istante. Ti prego provaci almeno un'ultima volta. Ti sarò vicino, non sarai sola.
- Vuoi vedermi morire? È questo che vuoi? - le strappo dalle mani il test! - Bene, buona visione allora! - Tornò in bagno e si chiuse la porta alle spalle.
Ormai era abitudine per lei fare test eppure improvvisamente si ritrovò a non capirci più nulla e quei tre minuti, quei tre dannatissimi minuti, diventarono quaranta.
- Tutto bene lì dentro Emma? - chiese Regina dall'altro lato della porta non vedendo la sua amica uscire. la ragazza si affacciò per guardare la sua amica
- No, non va bene... non ho ancora avuto il coraggio di farlo.
- Fai pipì su quel maledetto bastoncino o vengo dentro io! - quest volta fu lei a chiuderle la porta. - Non sto scherzando Emma: non uscire da lì se non lo avrai fatto. - rimase in attesa ma alla fine Emma si decise ad uscire da quella porta.
- Allora???? Fatto?
- Si... dobbiamo solamente aspettare. - l'attesa più lunga di sempre. Tra le due non si sapeva chi fosse più agitata; forse Regina... si decisamente Regina. Emma sapeva già che l'esito sarebbe stato negativo mentre Regina beh... oltre a sperare il contrario pensò alle possibili conseguenze delle sue azioni. Certo Emma avrebbe dimenticato ma lei al contrario avrebbe ricordato tutto. Come poteva guardarla in faccia sapendo di averle dato false speranze per una semplice intuizione? Il suono della sveglia sul cellulare di Emma le fece sobbalzare entrambe riportandole alla realtà. Era giunto il nomento di sapere la verità.
- Facciamo così - disse Emma - berrò direttamente la pozione e tu ti affretterai a gettare quel coso nel cestino prima che io lo veda.
- Non essere sciocca... - le tese la mano - Andiamo a dare un'occhiata. - Titubante Emma afferrò la mano di Regina ed insieme entrarono in bagno. - Allora... ci siamo! Forza, leggi il risultato. - Emma si avvicinò al lavandino, sfioro il test, rigorosamente girato dal lato opposto, e dopo svariati tentativi di girarlo guardò Regina rassegnata:
- Non ho il coraggioso di farlo! So già la risposta ma vederla mi ucciderà. Non... non possiamo lasciar perdere?
- Che noia che sei... Andrebbe meglio se lo leggessi io? - propose.
- No...
- Qualcuno dovrà pur farlo non trovi? E ci siamo solo io e te in questa stanza.
- Uff... d'accordo fallo tu! Ma dimmelo con tatto ok? - chiuse gli occhi e aspetto la voce di Regina che sembrava non volesse arrivare...
- Avevo ragione vero? - neanche questa volta Regina rispose. Emma fu costretta così ad aprire gli occhi per incrociare il suo sguardo.
- Dammi la pozione avanti...
- Emma sei... sei incinta. - disse Emozionata.
- Lo sapevo Regina ecco perché ti dicevo di non.... COSAAAAAAA?
- Sei incinta Emma! Guarda! Due linee rosa!
- Du...due????
- Una e due! - le indicò. - le vedi?
- Una... e due... - ripetè incredula guardando sbigottita il test di fronte a lei.
- SEI INCINTA TESOROOOOOOOOO! - Regina l'abbracciò con quanta più forza avesse in corpo - Ce l'hai fatta! Ce l'avete fatta! È arrivato!
- Oddio... questo... questo è impossibile... io io non... non posso... non può essere... oddio io....
- Ei guardami ok? Non andare nel panico.... respira. Respira e sorridi! - ma Emma non sorrise - Che c'è ora? È una notizia meravigliosa, dovresti fare i salti di gioia! Lo aspettavi da oltre un anno!
- E... e se fosse un falso positivo?
- Possibile che tu non ti possa mai godere la vita? Comunque ne ho presi altri quattro di test, poi farli anche tutti se lo ritieni necessario.
- Credo proprio che lo farò. - spinse Regina fuori dal bagno e si richiuse la porta alle spalle per poter ripetere l'operazione precedente per ben altre 4 volte.
- Allora? - Regina sorrideva già - Due linee anche questa volta?
- No....
- Come no!!!!! - che fosse davvero un falso positivo? - fammi vedere...
- non sono 2... sono 8! - sorrise ma allo stesso tempo aveva le lacrime agli occhi. - Sono... sono incinta.
- Mi hai fatto prendere un accidenti idiota! Lo sapevo che avevo ragioneeeeee!!!!!! Corri, vai a dirlo a Killian.....
- no... voglio aspettare!
- Cosa? Le analisi ufficiali? Emma devi dirglielo adesso.
- Lo so! Volevo solo aspettare di scartare i regali. È Natale, e quale regalo migliore potrei fargli se non questo? - le fece l'occhiolino.
- Il regalo lo ha fatto lui a te misà- disse maliziosamente prendendola in giro - comunque... riuscirai a non dire nulla fino al dopo cena? Non so se lo hai notato ma dal pianto isterico ti è venuta la risata isterica.
- È che non ci credo ancora! Non ci speravo più!
- Credici invece è tutto vero! E tu... - le indico la pancia - si sì, te, dico proprio a te! Me ne ricorderò sai che non ti piacciono le mie lasagne! - scoppiò a ridere e tornò ad abbracciare la sua amica - Non sai quanto sono felice Emma. Ve lo meritate entrambi. - restarono li, abbracciate, per un periodo indefinito, poi qualcuno le andò a chiamare.
- Ma insomma... si può sapere che state facendo? È oltre un ora che siete qui su, è successo qualcosa? - Chiese Killian preoccupato per sua moglie.
- no, stavamo semplicemente facendo quattro chiacchiere.
- Allora se non ho disturbato nulla venite di sotto: i nostri stomaci iniziano a brontolare e il piccolo di casa sta diventando ingestibile per la situazione regali.
- Ti amo ti amo ti amooooo! - Emma gli corse in contro e lo abbracciò come forse non faceva da mesi.
- Amore... ti amo anche io lo sai, sicura sicura che sia tutto ok?
- perché non dovrebbe?
- Ooook iniziò seriamente a preoccuparmi... i tuoi sbalzi di umore mi fanno paura.
- non sei felice che sorrido?
- più che felice ma prima che questo stato di felicità finisca direi di raggiungere gli altri.
***
La cena andò di gran lunga meglio del pranzo, mangiarono ogni ben di Dio che Regina aveva cucinato per l'occasione ed Emma, rispetto a qualche ora prima, iniziò a ridere e scherzare con tutti renndendo i suoi genitori, Snow in particolar modo, Henry e Killian molto felici. Finalmente quella brutta nuvola sopra le loro teste sembrava essersi allontanata. Molti di loro non ne capirono il motivo ma furono molto felici di poter respirare finalmente un po' di atmosfera natalizia.
- Regina era tutto delizioso! - disse Emma alzandosi da tavola per aiutare la sua amica a sparecchiare.
- Felice di sapere che sia stato tutto di tuo gradimento ma ferma dove sei, faccio io qui!
- ti do una mano!
- non è necessario. - le rispose lanciandole un'occhiataccia.
- Emmy Emmy visto che zia Regina non ti vuole tra le scatole perché non andiamo a giocare con gli altri? Stanno andando di la per una super sfida dicono! Io non so giocare, mi aiuti tu?
- vai con lui io finisco qui, sistemo l'altra questione , indicò l'albero di Natale e vi raggiungo. L'altra questione da sistemare erano i pacchi di Natale. Bisognava mettere tutti i doni sotto l'albero e creare, con la qualche magia, un effetto per far credere a Neal che babbo natale era passato a lasciare loro i doni. Quindi mentre Emma prese Neal e raggiunse gli altri Regina si dedicò a queste piccole operazioni dopodiché li raggiunse anche lei. Giocarono a tombola e si strafogarono di dolci fino alle 11 e 30 poi, quando capirono che Neal stava dando segni di cedimento per via della stanchezza, Regina fece spegnere e accendere le luci ad intermittenza e sempre con la magia accese lo stereo nell'altra stanza riproducendo la risata di Babbo Natale. Inutile dirlo: Neal corse come un fulmine in direzione della voce e tornò poco dopo più entusiasta che mai gridando:
- i regaliiiiii! I regaliiiiiii! CI SONO I REGALIIII! Babbo natale ci ha portato i regali!
- ah si? - disse Emma sorridendogli - Babbo natale?
- si Emmy non lo hai sentito arrivare? corriiiii andiamo a scattare i miei regali. - la prese per mano e cominciò a tirarla fin quando non si decise ad alzarsi.
- dov’è finito Babbo Natale? - chiese Emma facendo finta di guardarsi intorno.
- lui non si fa mai vedere la Sera di Natale Emmy! Come fai a non saperlo? Lui deve portare i doni a tutti quindi non può fermarsi a giocare.
- lo avevo dimenticato! - sorrise sinceramente. Non c'è niente di meglio mal mondo che la risata e le parole di un bambino e finalmente molto presto anche lei avrebbe potuto far parte della vita di un esserino al 100 percento.
- oiii emmyyy ti sei incantata?
- Cosa? Mi hai detto qualcosa?
- Si! Babbo natale ha portato qui da zia anche il regalo che avevo fatto per te! È questo. Aprilo! Aprilo daiiiii! - saltellò passandole una busta bianca con all'interno un disegno. - ti piace? Siete tu e il pirata che vi date quei brutti bacini!
- Brutti? Se sono così brutti allora perché li hai disegnati? - gli Chiese Killian prendendolo in braccio e scompigliandogli i capelli.
- perché tu e mia sorella fate solo quello il giorno! Non sapevo cos’altro disegnare! - risero tutti tranne David che guardò in malo modo il pirata.
- Credo proprio che smetterò di lasciarvi in custodia mio figlio quando non ci siamo. Chissà come me lo state traumatizzando il piccoletto.
- finiscila David - lo rimproverò ridendo sua moglie - Scartiamo i regali.
Casa di Regina fu invasa nel vero senso della parola da una miriade di giochi, tutti rigorosamente per Neal, ma anche gli altri ricevettero la loro porzione di regali. Tutti avevano già scartato la loro parte, mancava solamente ad Emma di fibire, aveva ricevuto un maglione da Snow e David, una gigantografia che ritraeva lei è Henry da suo figlio e un complimento intimo, bandito da David e molto apprezzato da Killian, da parte di Regina.
- Manca il mio! - le disse Killian alzandosi e porgendole un pacchetto regalo. - So che avresti preferito altro quest'anno ma spero comunque che sia di tuo gradimento.
Emma apri il pacco e vi trovò una scatola blu di velluto e una busta. Apri il biglietto e lesse il messaggio che vi era al suo interno:
 
" per farti capire meglio il concetto dell'amore eterno. Due simboli che uniti formano un cuore è segno di amore eterno... i nostri simboli formano un cuore, di conseguenza noi siamo l'amore eterno! Ti amo vita mia." 
 
Mai parole furono più azzeccate, all'interno della scatola vi era una collana in oro bianco con un bellissimo ciondolo che raffigurava un uncino è un cigno uniti tra loro in modo da formare un cuore.
- Killian è meraviglioso... - lo baciò - mi piace davvero molto!
- Ne sono felice. - le sorrise
- Ho anche io un regalo per te.
- un regalo? Un altro? Mi hai già regal..
- Si si, lo so ti ho regalato la giacca di pelle - indicò il regalo poco prima scartato da suo marito - Lo so ma ne ho un altro da darti. È una cosa inaspettata... un fuori programma può essere definito, ma raccoglie in se tutta l'essenza del Natale. Sai, penso che delle vostre dovremmo  essere come i bambini. Loro vedono il Natale come un qualcosa di magico dove tutto è possibile, anche i miracoli. Noi crescendo perdiamo questo modo di vedere le cose ed è sbagliato perché anche se succede raramente, i miracoli esistono e dobbiamo iniziare a crederci anche noi.
- I miracoli esistono tesoro, lo so bene. Vederti così felice dopo tutti questi mesi ad esempio è già un miracolo.
- Appunto di questo volevo parlarti: sono felice... felice cone non credevo sarei mai più stata. Ho passato un brutto periodo ma ora sono pronta a ripartire.
- Amore è meraviglioso, non so cosa sia successo ma ne sono felice. La tua felicità è il regalo migliore che tu potessi donarmi. - la strinse a se. - Grazie.
- il mio regalo per te è un altro però... - gli prese le mani e se le porto all'altezza del suo ventre. - È ancora un semplice puntino ma il tuo regalo è proprio qui dentro. - aveva le lacrime agli occhi e lui restò a guardarla imbambolato. Le stava davvero dicendo quello che la sua testa stava elaborando?
- Amore.. cosa... che vuoi dirmi?
- Sono incinta Killian...
- Sei cosa? - chiese sconvolto
-... si lo so è inaspettato e fino a due ore fa non ne sap.... - la zittì baciandola con tutto l'amore che sentiva in quel momento.
- Ne sei sicura amore? 
- Ho fatto in totale cinque test di gravidanza e sono risultati tutti positivi.
- Oddio è... è la notizia più bella che potessi darmi amore mioooooo!!!!
- Sei felice?
- E me lo chiedi? Abbiamo realizzato un sogno... il nostro sogno. Ti amo da impazzire... vi amooo! siete tutta la mia vita.
- Emma è felice, Babbo Natale ha esaudito il mio desiderio! - disse Neal tutto contento.
- Emma tesoro.. - anche Snow e David seguiti da Henry si alzarono a congratularsi con la coppia. - Siamo così felici per te bambina mia.
- Grazie mamma, grazie papà!
- Bisogna festeggiare! Sarò un fratello maggiore! È meraviglioso!
- Sicuro che per te va bene tesoro?
- Ma scherzi mamma? Ho sempre desiderato un fratellino o una sorellina, è un sogno che si avvera. Spero sia una femminuccia sai? Così sarà più semplice raccontarle le storie.
- Ad Henry arriva una sorellina? - chiese Neal andando da Emma.
- O un fratellino, non si sa ancora.
- E nella tua pancia Emmy?
- si è proprio qui. Sarai il suo piccolo zio e potrete giocare insieme. Ti piace l'idea?
- Solo se è maschio! Io non ci gioco con le barbie. - mise il broncio.
- Dovremo aspettare qualche mese per capirlo tesoro.
- non è detto! Intervenne snow. - Se volete aspettare ok ma altrimenti c'è un metodo infallibile per capirlo già da ora. Che ne dite: vorreste sapere il sesso di vostro figlio?
- Sono talmente felice in questo momento che maschio o femmina non farebbe nessuna differenza. Per me scoprirlo ora o più in là è uguale. Tu cosa ne pensi Killian?
- concordo con te. Anche se sarebbe utile sapere se devo preparare la cameretta ad un piccolo pirata o ad una piccola principessa. Scegli te amore. Qualsiasi cosa deciderai per me andrà bene.
- Se per te non ha importanza avere la sorpresa finale allora scopriamolo adesso così potremmo dargli già da subito un nome e renderlo ancora più reale. - sorrise.
- Bene! - disse Snow togliendosi un medaglione dal collo. - Questo è l'oggetto che ci serve, era di tua nonna Ruth... in passato mi ha predetto sia il tuo arrivo che quello di tuo fratello. Basta farlo oscillare sulla tua mano. Pronta?
- si... - Emma tese la mano, con il palmo rivolto in alto,  verso sua madre la quale posizionò sopra il pendolo. Iniziò subito a muoversi facendo uscire a Snow lacrime di gioia.
- Sarà una bambina.
- È una femminuccia? - chiese Neal - Uffa che sfigaaaaa!
- Una femmina.... Killian hai sentito? È una femmina! ma ci pensi che avremo una bambina?
- Questa giornata diventa minuto dopo minuto migliore! - la bació - Dobbiamo iniziare a pensare ad un nome!
- Hope... si potrebbe chiamare Hope che ne Pensi?
- Hope dici? Hope Swan jones.  Si mi piace. Come ti è venuto in mente?
- Beh nome più appropriato non credo ci sia per lei. Come abbiamo sempre detto la speranza è tutto nella vita, noi la stavamo per perdere ma questo piccolo miracolo natalizio ci ha ricordato che avere speranza è indispensabile per affrontare la vita, non bisogna mai arrendersi perché tutto se lo si vuole fermamente e possibile. Potranno esserci ostacoli nel cammino ma se si avrà fede e speranza tutto si risolverà.
- E allora sai cosa vi dico? - si inginocchiò all'altezza della pancia di Emma e delicatamente le sollevò la maglia per essere a stretto contatto con la sua pelle. Le diede una piccola carezza sul ventre e poi con una delicatezza inaudita le posò un bacio proprio dovevstava crescendo il frutto del loro amore. - Ti sei fatta attendere per un bel po ma alla fine sei arrivata da noi. Grazie per questo splendido regalo piccolina mia, hai reso questo Natale che per noi era molto triste il più bello di tutta la nostra vita: sei il nostro piccolo miracolo di Natale e mamma e papà non smetteranno mai di ringraziarti per questo splendido regalo. Benvenuta nelle nostre vite Piccola Hope.

Note dell’autore: 
la storia si sarebbe dovuta concludere così, ma rileggendola ho pensato che mancasse una cosa per renderla ancora più speciale. Di conseguenza non scriverò la parola “fine”, na vi do appuntamento a domani! Un bacione e buona vigilia di Natale a tutti voi! 🎄🎁🎅

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



 
Erano passati due anni da quella sera, e ora la piccola Hope di casa Jones era una splendida e vivace bambina di appena un anno e mezzo. Era il perfetto mix dei suoi genitori: capelli di Emma e occhi azzurri e carattere vivace di suo padre. Come sua mamma aveva preso poco dello stile di una  principessa ma di sicuro era la creatura più graziosa che avessero mai visto. Tutti erano innamorati di lei e con il passare del tempo anche il piccolo Neal, che inizialmente soffri un po' di gelosia, perse la testa per quella bambina. 
- Hope dobbiamo finire di scrivere la letterina a Babbo Natale altrimenti non ci porterà i regali questa sera. 
- egali... - rispose la piccolina
- si dice regali no "egali", cosa sono i "egali"? 
- egali... egali.... - 
- Ma Hope... mi prendi in giro?
- in zilo - ripetè ridendo facendolo arrabbiare. Non sapeva ancora parlate correttamente ma stava attraversando il periodo dove cercava di ripetere le cose che ascoltava. 
- Non te la prendere Neal, è ancora piccolina. - intervenne Emma - Scrivila tu la letterina, se le metterai il foglio davanti come minimo se lo mangerà.
- Sai cosa c'è Emmy: io volevo un compagno di giochi, non questa rompi scatole: non parla, piange sempre e i suoi pannolini puzzano.
- ma è  picc...
- Non ho finito... la cosa  peggiore sai quale ? Non conosce babbo natale... ma ti rendi conto? - mise il broncio.
- Neal Neal Neal... fai tanto il duro ma le vuoi un gran bene ammettilo!
- No, non è vero.
- A no? E allora perché ieri sera sei andato accanto al suo lettino e le hai raccontato una favola per aiutarla ad addormentarsi? - il bimbo spalancò la bocca sorpreso, era sicuro  di non essere stato visto da nessuno. 
- Ma tu come...? 
- Come lo so? Ti ho visto tesoro. - sorrise.
- Ecco io.... beh... l'ho fatto perché...- divenne tutto rosso.
- Non devi mica vergognarti, è una cosa bellissima prendersi cura di un'altra persona. sei un bimbo speciale Neal, sei uno zio fantastico e io non potrei essere più orgogliosa di te.
- Hai ragione Emmy... voglio bene a quella peste! - sorrise indicandola - Ora però vado a scrivere la letterina a Babbo Natale e visto che sono io il più grande scriverò qualcosina da far portare anche a lei. - corse così al piano di sopra lasciando Emma è la piccola Hope nel salottino di Villa Mills. Anche quell'anno la vigilia si sarebbe tenuta da lei. Ormai era una tradizione di famiglia.
- Che ne dici Hope, raggiungiamo la nonna e la zia di la? 
- ia iaaaaaa! - la prese tra le braccia e insieme si avviarono in cucina.  - iaaa iaaaaaaa!- continuò a strillare la piccolina non appena vide sua zia. Amava Regina in maniera incondizionata o forse amava il fatto che ogni giorno la sua adorata zietta si presentava in casa Jone con un giocattolo nuovo.
- Qualcuno mi ha chiamata? - Disse la donna regalando alla bambina uni dei suoi migliori sorrisi. - Vieni qui da me principessa! - allungò le braccia per prenderla - Aiutami con questi biscottini ti va? Li faremo assaggiare a papà e a nonno non appena arriveranno a casa. 
- papo e onno!
- Ne sei sicura Regina? Ti rovinerà tutto il lavoro lo sai si? - la mise in guardia Emma
- Non dire sciocchezze, saranno i biscotti più belli che siano mai stati fatti. 
- Se lo dici tu... - secondo Emma quello che stava per accadere in quella cucina era un dramma preannunciato ed infatti poco dopo la bimba iniziò a pasticciare con l'impasto dei biscotti lanciandone dei pezzettini a terra e mangiandoselo. Non contenta diede  il suo tocco da grande chef anche ai biscotti che era riuscita a preparare Regina rendendo quei poveri omini di Pan di zenzero irriconoscibili. 
- Che ti dicevo? - disse Emma riprendendo tra le braccia una Piccola Hope tutta ricoperta di farina. - Mi dispiace, ti ha rovinato tutto il lavoro. 
- Rovinato? Scherzi vero? È la cosa più dolce che abbia mai visto. Sei stata bravissima piccolina, vuoi aiutarmi anche con le lasagne?
- Nooo! Non ci provate neanche! - rispose Emma guardando prima Regina e poi sua figlia - Piccola furbetta ascoltami bene: non metterai quelle manine combina guai nel mio piatto preferito. Massimo, visto che sei cresciuta, potrai assaggiarle questa sera a cena ma non le rovinerai. 
Regina e Snow risero di cuore: mai mettersi contro Emma e le sue lasagne. 
-  ah proposito! Ti ricordo che per nove mesi non hai potuto neanche sentire l'odore delle mie lasagne? Pensi che le piacciano? 
-  me ne ero dimenticata sai? Allora niente da fare signorinella, per penitenza a quello che mi hai fatto passare non le assaggerai! - la bambina non capì nenache mezza parola di quello di cui stavano parlando, si limitò a sbaciucchiare sua mamma su tutto il viso. - ruffiana... - continuò a coccolarla e nel mentre si concesse una sana chiacchierata con sua madre e la sua migliore amica. Parlarono del lavoro, dei gossip cittadini e della nuova fidanzata di Henry che ne a Emma ne a Regina stava simpatica. Non per ultimo affrontarono come ogni anno l'argomento regali.
- Hai trovato poi il regalo perfetto per Killian? Ho visto che eri in difficoltà.
- si e no.... cioè, il regalo che gli ho fatto quest'anno è un po' particolare...
- più particolare di quello di due Natali fa? - indicò la piccolina.
- E' particolare, posso dire solo questo. Lo vedrete questa sera insieme a lui, non avrete nessuno spoiler mi dispiace.
- Almeno un piccolo indizio?
- Diciamo solo che parlando mi ha confessato delle cose e allora ho pensato: "perché no?" Questo è il massimo che osso dirvi. Speriamo solo che gli piaccia.
- a Killian basta il tuo nome sul pacco regalo per rendere anche la cosa che odia più un qualcosa di miracolosamente grazioso. 
- Scema! No, la verità è che è stata una cosa un po' azzardata quella che ho deciso di fargli quindi non so come potrebbe reagire.
- Sei incinta di nuovo per caso? - intervenne Snow già tutta euforica per quella possibilità.
- No mamma, non lo sono, non ci stiamo provando proprio a dire la verità. 
- Che c'è: avete  qualche crisi per caso?
- Perché  dovremmo avere una crisi?
- beh pensavo che non voleste far crescere la piccolina da sola. 
- si è vero ma che vuol dire... non dobbiamo mica farlo subito. Per ora siamo in una fase di "sesso sicuro" ecco tutto. 
- contenta te...
- parliamo d'altro grazie? - intervenne Regina - c'è una minorenne tra di noi.
- enne! - ripetè la piccola
- ecco appunto...
***
Passarono l'intero pomeriggio a cucinare prelibatezze e quando arrivò la sera iniziarono ad apparecchiare la grande tavolata e aspettarono l'arrivo di Killian, David e Henry. 
-  bene, ora che siamo tutti possiamo metterci a tavola. Buon appetito.
Ognuno prese la sua postazione e iniziarono a cenare. L'antipasto fu molto apprezzato da tutti ma il piatto che ricevette maggior successo furono come da tradizione le lasagne di Regina. Vennero fatte assaggiare anche alla piccola di casa e il risultato fu epico: tra Emma e lei non so chi ne mangiò di più tanto che Regina prese l'appunto mentale di prepararne una doppia dose per la volta successiva. 
- attra attraaaaa! - disse la piccolina tutta impiastricciata di sugo. - attraaaa!
- Amore ne hai mangiati quasi due piatti, basta ok? Poi ti farà male il pancino. Vai con zio Neal a giocare ok? 
- tocale tocaleeeee! - non era assolutamente una bimba capricciosa, quando insisteva per una cosa bastava semplicemente proporle altro per farla tornare vispa e sorridente. Era proprio un amore di bambina. - Neal miraccomando, non farle far male, è una piccola scimmietta quella lì. 
- sono grande Emmy, ci penso io! - non era tanto tenere Hope lontana dalle lasagne il motivo per cui i bambini vennero mandati nel salottino, quanto il fatto che volevano sistemare i regali e mettere in atto il piano che fino a quel momento non avevano mai messo in pratica : Quell'anno in casa mills sarebbe venuto niente popodimeno  che Babbo Natale. Fu David il primo a proporsi per vestire i panni del caro Babbino, ma ormai Neal aveva sei anni, quanto avrebbe retto la scusa che suo padre si fosse allontanato proprio nel momento in cui babbo natale gli aveva fatto visita? Intelligente com'era di sicuro lo avrebbe sgamato subito. Killian neanche a parlarne, si rifiutò categoricamente. Chiesero quindi l'aiuto di uno dei nani: leroy e ora eccolo in in casa mills a provare il costume. 
- Devo propio farlo? - si lamentò  guardando prima Regina e poi Snow.
- Si e vedi anche di non farti riconoscere perfavore. - sbuffò. - Sui regali ci sono scritti i nomi, i nostri puoi metterli tranquillamente sotto l'albero, sono i primi, quelli dei bimbi devi consegnarglieli personalmente e scambiare con loro qualche battutina.
- Dici sul serio?
- Sono serissima!  Ora attendi dieci minuti e fai il tuo ingresso. Noi raggiungiamo i piccoli di la. 
Così fecero, andarono in soggiorno dove erano i piccoli di casa e iniziarono a giocare con loro per distrarli. Improvvisamente si sentì il suono di un campanello. Gli adulti fecero finta di nulla, Hope non capì mentre Neal smise di fare quello che stava facendo e si mise ad ascoltare più attentamente. Sentì un secondo suono e poi anche un terzo... in fine  una risata.
- Avete sentito?
- Cosa Neal? - chiese sua sorella
- È... è babbo nataleeeeeeeee! È arrivato Babbo Natale - iniziò a saltellare - Sono arrivati i regali, vieni Hope andiamo a prenderli. - prese la manina di sua nipote e insieme si diressero verso la direzione da cui proveniva quella risata ma prima di varcare la soglia del soggiorno la figura barbuta vestita di rosso si presentò sotto i loro occhi. 
- Buon Natale a tutti voiiii! - disse Leroy con l'aiuto di Regina che gli modificò la voce con la magia. - E' qui che si trova un bimbo di nome Neal?
- siiii! Sono qui sono quiiiiii! Eccomi babbo natale! - saltellò tutto felice.
- E so che c'è anche una graziosa signorinella con te oggi vero?
- si, Hope! Eccola! - le indicò la bimba che a differenza di Neal aveva indietreggiato fino ad andarsi a nascondere sotto una sedia. - ci hai portato i regali?
- Non lo so... sei stato un bravo bambino?
- siii e anche lei.
- E allora credo proprio di avere qualcosina per te. ecco tieni il primo regalo -  disse consegnandoglielo. 
- Grazie!
- Questo qui invece è per quella graziosa signorina, vieni piccolina! - Hope non ne voleva sapere di uscire dal suo nascondiglio cosi provò il carissimo babbo natale ad avvicinarsi a lei: fu una vera tragedia: La piccola  scoppiò a piangere impaurita da quella misteriosa figura e invano furono i tentativi dei presenti di calmarla. Per mettere fine a tutto quel gran baccano Emma fu costretta a prenderla e a portarla in un'altra stanza aspettando che leroy andasse via. 
- Puoi lasciarlo qui il suo regalo babbo Natale, lo aprirà dopo! - disse Neal - Per me hai qualche altra cosa?
- uuummm fammi dare un' occhiata: sii, direi ripeto di sì. - glieli mise tutti uno accanto all'altro. - questi sono i tuoi.
- così tanti? Grazieeeeeeeeee - ringraziò tutto felice.
- Di nulla ma potrai averli solo se mi darai una mano: ti lascio qui i regali della tua piccola nipotina e dei più grandi: glieli puoi consegnare tu? Io devo visitare molte altre case ancora.
-  ci penso io babbo natale, stai tranquillo!!  Ciao e al prossimo anno! - lo abbracciò dopodiché lo vide uscire dalla porta. - Papà? perché babbo Natale è uscito dalla porta e non dal camino?
- emmm perché... perché lui è un... un Babbo Natale moderno tesoro! Si,Proprio così. - salvo in calcio d'angolo - vedi un po' cosa c'è nel sacco che ci ha lasciato: di chi sono quei regali? - corse a vedere curioso e dopo aver richiamato anche sua sorella e la piccolina iniziò con grande fierezza a consegnare i regali come gli era stato detto precedentemente. Li scartarono uno alla volta e neanche a farlo di proposito anche quell'anno gli ultimi a restare con il pacco da scartare furono Emma e Killian.
- Ormai è una tradizione - disse lei - Inizio io o tu?
- senza alcun dubbio tu tesoro. Il regalo il bello me l'hai fatto già - indicò Hope -  Cosa mi hai regalato quest'anno ? - chiese
- è una cosa un po' complicata da spiegare... non è proprio un regalo, è una.... non so come definirla, conviene che lo scopri da solo. - gli consegnò il pacchetto che lui non esitò ad aprire. Erano dei semplicissimi fogli ma l'espressione di lui fu singolare.
- E'... è una proposta per caso? - le disse posando gli occhi su di lei.
- diciamo... ne avevamo discusso, sembravi d'accordo così... mi sono informata ed eccoci qui. - davanti a lui vi erano i documenti per l'adozione. - Non sei obbligato a dire di sì adesso. Possiamo anche aspettare.
- Emma... non fraintendermi ma.... lascia stare ok? Ne parleremo in un altro momento. Apri il mio regalo ora. - sembrava deluso.
-Cosa? Killian ma... - non era da lui essere così distaccato sopratutto con sua moglie e con un argomento del genere. Possibile che Emma avesse capito male mesi addietro quando ne avevano parlato?
- Emma per favore - le consegnò il pacco -Aprilo.
- No! Voglio parlare di quello che è appena successo. Io credevo che tu volessi.... non pensavo che...
- Emma non è il momento adatto, scatta il mio regalo per favore. - Con mano tremante è triste per quello che era appena accaduto  prese il pacco dalle mani di suo marito e molto lentamente lo scartò. Rimase senza parole a quello che si ritrovò davanti e rimase imbambolata per buoni due minuti a prendere atto di quello che stava succedendo. In pratica entrambi avevano avuto la stessa idea, entrambi avevano compilato i moduli dell'adozione per essere mesti in lista. Si erano fatti lo stesso regalo e questo voleva dire una cosa sola: erano finalmente pronti a fare il grande passo. 
- Sei... sei un cretino!  Mi hai fatto morire di crepacuore, pensavo di essermi sbagliata, che non ti interessasse... che non volessi piu.
- Scusami ma non avrebbe avuto lo stesso senso il mio regalo se avessi risposto di si subito. - la bació.
-  Quindi ci siamo. - disse lei.
- Direi proprio di sì amore, credo proprio che sia arrivato il momento.
- Scusate??? Ci siamo anche noi qui! Non abbiamo capito nulla - rispose Snow! - Ci rendereste partecipi?
- infatti - continuò Regina - a cosa siete pronti?
- Ad allargare la nostra famiglia.  Siamo lieti di annunciarvi che presto la famiglia Jones adotterà un bambino.
- Ma veramente???? - dissero all'unisono.
- Si, lo avevamo in programma prima che arrivasse il miracolo di Hope, ma ora siamo ancora più motivati. vogliamo regalarle  una compagna o un compagno di giochi e perché non farlo rendendo un altro bambino felice?  Chissà magari in un futuro ritenteremo la sorte ma per ora riteniamo giusto muoverci in questa direzione. Entrambi sappiamo cosa vuol dire crescere senza dei genitori e speriamo che che almeno per questo bimbo o bimba la cosa sia differente.
- Per lui o lei la vita è già differente - sottolineò Regina -  a differenza vostra Questo bimbo/a ha avuto già un sorriso dalla vita... grazie ha voi quel piccolino/a ha ricevuto il suo miracolo di Natale.
 
FINE.
 
Note dell'autore: sono un po' triste che questa storia sia arrivata al capitolo conclusivo ma felice che vi sia piaciuta. Ringrazio tutti voi per avermi seguito e sostenuto. Mi ha fatto enormemente piacere. Colgo l'occasione di augurarvi un felice Natale è un buon inizio anno. Ci riaggiorniamo prestissimo con nuove entusiasmanti avventure. Ciaooooo

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