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Ecco il primo capitolo della mia prima fan
fiction!!! Spero vi piaccia!!! Buona letturaa!!!
Decisione Indiscutibile
Ormai avevo deciso, ne ero convinto: non potevo più rimanere,
le sarebbe costato troppo!
Ripensai al giorno prima, durante la nostra ultima riunione a
Forks,nel salone della nostra casa che, da quando Bella era entrata nella mia vita,
non avevamo mai usato così tanto.
Tutti avevano espresso giudizi negativi a riguardo,
soprattutto Alice.
<< Bella non ci cadrà mai , Edward, lo sai com’è fatta,
cerchi ancora di cambiare il futuro ma lei ha già deciso! >>. << Io
non la priverò della sua anima >> le ringhiai.
<< Ma Edward, lei ha bisogno della tua protezione,
potrebbe non reggere all’abbandono. La conosci meglio di me e sai quanto è
emotiva… potrebbe capitarle qualcosa di brutto >>.
Questa frase mi diede da pensare, avrei architettato un modo,
avrei fatto di tutto per tenerla al sicuro…anche per questo me ne stavo andando! Mi venne un’idea: sapevo quanto
fosse leale, manteneva sempre le sue promesse, l’avrei costretta a promettere. Si avrebbe funzionato! Potevo vederlo nella visione di Alice! Mi
avrebbe dato ascolto nonostante la sua testardaggine, me l’avrebbe promesso!
<< No Alice >> le risposi. Capii dai suoi pensieri
che aveva compreso e che non avrebbe interferito.
Va bene
Edward ma sappi che se le capita qualcosa non te lo perdonerò mai… anche io le
voglio bene.
<< Edward, quando vuoi noi siamo pronti >>.
<< Grazie Carlisle >>. Fatti coraggio! Pensò Esme.
E così partirono lasciandomi solo in quella casa che non mi
era mai sembrata tanto grande e vuota.
Dopo la scuola le avrei parlato, non potevo più tirarmi
indietro, lo avevo capito la notte della sua festa, dopo il tremendo incidente
a cui l’avevo sottoposta. Volevo più tempo, qualche altro istante ma non
potevo, non più!
Era strano il modo in cui Bella riusciva a condizionare anche
il mio tempo.
Ricordavo perfettamente i minuti e le ore interminabili che mi
separavano da lei, soprattutto quando ancora non sapeva che l’amavo.
Ora era come se il tempo si prendesse gioco di me, in tutti i
miei anni di vita, quelle poche ore non mi erano mai sembrate così corte e
veloci. Ogni minuto , ogni secondo che mi divideva da ciò che più mi avrebbe
fatto soffrire, compreso il dolore causato a Bella, scorreva inesorabilmente
come a darmi prova che tutto, prima o poi, sarebbe accaduto, tranne la mia
morte.
Ripensai a tutti gli eventi che mi avevano convinto, anche se
a malincuore, a separarmi da lei.
Ricordavo come se fosse successo pochi attimi prima il giorno
in cui le stetti vicino per la prima volta.
Il bruciore provato, gli istinti messi a tacere grazie a tutto
l’autocontrollo accumulato in novant’anni. Il mostro malvagio dentro di me si
era trasformato: da maligno e assassino era diventato un essere pieno d’amore
che richiamava alla mente, giorno dopo giorno, tutti gli atteggiamenti umani più
belli e potenti, come la passione e l’amore per quella ragazza; ma il flashback
che più mi faceva rabbrividire era lo scontro con James nella stanza da ballo a
Phoenix. Quel ricordo bruciava ancora nella mia mente come un acido che ti
consuma la pelle fino alle ossa.
Portai alla memoria quegli attimi di agonia allo stato puro in
cui Bella stava per trasformarsi. Non avrei mai lasciato che la sua vita
finisse in quel modo, a causa dell’essere più spietato e orrendo che avessi mai
conosciuto, in preda a un dolore che tutti noi vampiri, tranne Alice, avevamo
scolpito nella memoria come una statua di Adolfo Wildt.
La sua salvezza dipendeva da me e ancora non riuscivo a
capacitarmi del fatto che le avevo succhiato via tutto il veleno senza
ucciderla. Era stata pura fortuna, c’erano state nove probabilità su dieci di
nonresistere al suo sangue ma chissà
come, ce l’avevo fatta.
Avevo dei progetti per dopo, dopo averle detto addio.
Nonostante forse Victoria rappresentava un pericolo, anche se in fondo lei e
James non sembravano molto legati, non potevo lasciarla a piede libero, poteva
farle del male, mi sarei occupato di tutto, consentendole di vivere una vita
serena e felice.
Era assurdo il modo in cui la sfortuna premesse su Bella :
dall’incontro con uno degli unici clan di vampiri che si stanziavano,
all’incidente col furgoncino, a James e Victoria e a come, per una minima
ferita al dito, un giorno importante come il suo compleanno fosse stato
rovinato.
L’avevo messa in pericolo un’altra volta, l’avevo scaraventata
dall’altra parte del salotto per proteggerla dalla nostra natura ma l’avevo
fatta sbattere contro il pianoforte e pezzi di vetro, veloci e appuntiti le si
erano conficcati addosso creandole ferite profonde che, nello stesso istante
ferivano me stesso. Nonostante il ringhiare avevo sentito ogni singolo frammento
che le si era incuneato nel braccio e sul suo fragile corpo e che provocava lo
stesso dolore al mio cuore.
Era questo il motivo che mi aveva spinto a lasciarla pur di
farla stare al sicuro.
Una piccola parte del mio essere, così piccola che non avrebbe
mai prevalso sulle altre, sperava che Bella si rifacesse una vita, incontrasse
un bravo umano che si prendesse cura di lei e che la proteggesse da tutti quei
piccoli incidenti che erano parte del suo essere e della sua vita; certo, dopo
la mia partenza non ci sarebbe stato nient’altro di catastrofico a sconvolgere
la sua esistenza perché ero io la causa di tutti i suoi mali, il suo vaso di
Pandora, ma per come era goffa Bella, un piccolo aiuto non guastava.
Ero orrendamente disgustato da me stesso perché speravo che
tutto ciò non accadesse mai ma non avrei interferito con le sue scelte.
Dopo il mio gesto, il più atroce che avessi mai compiuto, lei
avrebbe capito quanto ero pericoloso per lei e se ne sarebbe fatta una ragione,
avrebbe sicuramente ringraziato il cielo per quel mio atto e avrebbe certamente
capito che era stato un bene darle la possibilità di vivere a pieno la sua
vita, sposarsi, avere dei figli, insomma, restare umana e al sicuro.
Al solo pensiero il mio stomaco si contrasse, da tempo
immaginavo quel giorno: io e lei… lei vestita di bianco… No! Non potevo permetterlo!
Il momento era arrivato, non potevo più tirarmi indietro.
Ecco il mio secondo
capitolo!!! Spero di aver fatto meglio stavolta. Ieri, quando ho postato il
primo non avevo capito come funzionava ma oggi spero di esserci arrivata :D
commentate per favore, vorrei tanto sapere cosa ne pensate…
Comunque in ogni caso
ringrazio le 56 persone che hanno visitato la mia storia e ai 2 che l’hanno
messa come “preferita”.
A presto!!!!!
Abbandono
<< Ti
dispiace se vengo da te oggi? >> sputai quelle parole prima che l’idea di
non provocarle altro dolore mi facesse tornare indietro.
<<
Certo che no >> rispose un po’ spiazzata dalla mia domanda. Il suo cuore
perse un battito e io ripartii all’attacco.
<<
Adesso? >>. Non potevo più aspettare ormai ero deciso ma questa
conversazione mi innervosiva.
<<
Certo >> rispose col suo animo gentile cercando di scrutare il mio volto
in cerca di qualche risposta. Pur di velocizzare e scacciare l’ansia che mi
attanagliava l’anima dovuta a quel gesto che di lì a pochi minuti avrei
compiuto, decisi di spedire al posto suo una busta destinata a Renèe
promettendole che avrei fatto più in fretta. Cercai di rassicurarla col mio
solito sorriso ma dalla sua espressione capii che non era convincente e pensai
ad Alice che mi diceva che Bella non era stupida da credere così facilmente
alle mie bugie.
Stavo
aspettando davanti alla mia auto, parcheggiata nel posto che era solita
occupare la macchina di Charlie, che lei arrivasse e mi sentivo nervoso come
non lo ero mai stato. Avrei dovuto rindossare quella maschera che tanto mi
disgustava, la stessa che avevo dovuto indossare dopo averla salvata da quel
furgoncino che voleva rubarle la vita a tutti i costi.
Questa volta
sarebbe stato ancora più difficile e non solo perché ormai il mio cuore le
apparteneva in un modo che non credevo possibile ma anche perché, conoscendola,
sapevo benissimo che non le sarebbe sfuggito nulla, mi avrebbe smascherato
ancor prima di iniziare a recitare la mia parte. Era troppo brava a cogliere i
dettagli.
Finalmente
arrivò, le tolsi lo zaino dalle spalle e lo poggiai sul sedile. Sembrava
nervosa, come se avesse già intuito tutto. Mi sentivo un mostro ma non potevo
mollare, dovevo andare fino in fondo. E’ per il suo
bene, per il suo bene…
<<
Facciamo una passeggiata >> le dissi prendendola per mano. La portai in
prossimità del bosco, dove le sarebbe riuscito facile tornare indietro.
Mi poggiai
ad un tronco per sorreggermi, se le mie gambe avessero potuto tremare lo
avrebbero fatto, era come se mi mancasse la terra sotto i piedi. Non sapevo
come cominciare, come dirle quelle parole che tanto l’avrebbero fatta soffrire.
<< Bene
parliamo >> disse coraggiosa destandomi dai miei tormenti. A quel punto
non c’erano alternative, dovevo farlo.
<< Bella
stiamo per andarcene >>. Io sto per
andarmene gli altri sono già partiti. Mi corressi mentalmente. Il
suo dolce respiro mi colpì il viso impedendomi per un istante di concentrarmi. Come avrei fatto senza il suo odore, senza il suo
viso ?!Nonostante il suo volto fosse impresso nella mia memoria, mi
sarebbe mancata tremendamente la sua espressione, i suoi profondissimi occhi
nocciola che erano così espressivi da farmi leggere i suoi pensieri anche se
non riuscivo a sentire la sua mente.
<<
Perché proprio adesso? Ancora un anno… >>.
Non capiva,
dovevo essere più chiaro ma allo stesso tempo non volevo ferirla, non più dello
stretto necessario.
<< Bella
è il momento giusto, per quanto credi che potremmo restare ancora a Forks?
Carlisle dimostra a malapena trent’anni e già ne deve dichiarare trentatré.
Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare da
capo… >>. Potevo continuare a parlare, darle altre scuse… mi costrinsi a
guardarla dritto negli occhi sostenendo il suo sguardo. Le diedi il tempo di
assimilare ciò che le avevo detto.
Ormai era
chiaro, avrebbe dovuto capire.
Nei suoi
occhi intravidi un barlume. Stava cominciando a comprendere.
<< Hai
detto “stiamo” >> sussurrò come per spiegarlo meglio a se stessa.
<< Intendo
la mia famiglia e me >> scandii bene le parole, non avrei resistito a
lungo, dovevo sforzarmi di farle capire tutto velocemente. Il mio autocontrollo
sarebbe scemato, non ce l’avrebbe fatta a reggere ancora per molto tempo.
Il mio corpo
tendeva verso di lei come un insetto vicino una fonte luminosa. Volevo
abbracciarla, accarezzarle i capelli, consolarla ma mi costrinsi a rimanere
dov’ero.
Aspettai
paziente, cercando di darle tutto il tempo che le occorreva. Potevo vedere la
sua testa che inconsciamente si muoveva avanti e indietro come per cercare di
accettare ciò che le avevo detto o di scacciare via quel dolore.
<< Ok!
>> mi rispose. Ok???Come poteva dire
“Ok”?!? Possibile che avesse accettato la mia partenza così
facilmente?!? Il mio cuore non avrebbe retto alla…
<< Verrò
con te! >>
Mi ero
sbagliato, non lo aveva accettato, forse non l’avrebbe mai fatto ma in ogni
caso dovevo andare avanti, metterci tutto me stesso.
<< Non
puoi Bella. Dove stiamo andando non è il posto adatto a te! >>.
<< Il
mio posto è dove sei tu!>>.
Come faccio adesso?Le
sue parole mi trafissero, non volevo lasciarla,ma dovevo. Fatti
coraggio Edward, ce la puoi fare.
<< Non
sono la persona giusta per te, Bella >>. Beh
in realtà non sono una persona…Le avevo detto una mezza verità, non
sarei riuscito a mentirle in modo più sfacciato. In realtà speravo non servisse
essere più duro ma, conoscendo Bella, non pensavo che le mie prospettive
fossero così rosee. Chissà forse Alice aveva ragione. Non avevo speranze, non
ci sarebbe cascata.
<< Non
essere ridicolo >> mi implorò, sembrava volesse trasformarsi in quel
gattino-tigre che tanto mi faceva ridere ma non potevo distrarmi, dovevo
continuare . Show must go on.Ripetei fra
me e me.
<< Sei
la cosa migliore che mi sia capitata, davvero >>. Di questo non ero del
tutto certo, anzi… ma le sue parole mi entrarono nel cuore, riuscirono a
superare quel rivestimento così duro e spesso che lo ricopriva e si insinuarono
dentro di me come un virus che mi infettava dall’interno facendo espandere e
raddoppiare il mio dolore come una bomba nucleare.
Il suo
sguardo bastò a riportarmi alla mente la prima volta che la vidi, che i suoi
occhi impenetrabili e allo stesso tempo così espressivi e profondi incrociarono
i miei. Da quel momento la mia vita era cambiata, la mia clessidra aveva
ricominciato a far scorrere i suo granelli di sabbia. Questa mezza vita l’avevo
considerata un purgatorio ma da quando l’avevo conosciuta si era trasformata
prima in inferno, poi in uno splendido Paradiso e adesso, sarebbe ritornata ad
essere quell’inferno che brucia la tua anima in eterno solcandola senza mai
distruggerla.
L’amore che
provavo per lei non solo era stato in grado di piegare la mia sete e la mia
natura, ma mi aveva concesso di vivere un sogno, cosa che credevo impossibile.
Per lei avrei fatto qualsiasi cosa, le avrei donato il mio cuore, se potevo, la
mia esistenza ma, l’unica cosa che adesso potevo darle era un addio… che parola orrenda!
<< Il
mio mondo non è fatto per te >>. Era vero, anche se avrei fatto qualsiasi
cosa pur di adattarmi al suodi
mondo. Erano decenni, ormai, che ci mischiavamo agli umani ma sempre restando
da parte. Ora invece era cambiato tutto, non avrei dovuto, non potevo, mi ero
spinto troppo oltre.
Con mia
grande sorpresa si infuriò, cominciò a urlare che non le importava di quello
che aveva fatto Jasper…
Potevo
rivederlo mentre nell’attimo in cui gli era arrivato l’odore del sangue di
Bella aveva perso completamente le sue sembianze umane. Ricordavo perfettamente
il suo sguardo famelico che si protendeva verso Bella e i suoi pensieri erano pressoché
scomparsi, come un animale all’attacco.
Non ero
arrabbiato con lui ma con me stesso, non avrei dovuto permetterlo e una parte
di me lo era anche con Alice che non aveva previsto tutto. Mi odiavo
soprattutto perché, nonostante non ero stato in grado di proteggerla, non avevo
potuto neanche restarle vicino mentre Carlisle la medicava. Il richiamo del
sangue era troppo forte per me, non era nulla il suo odore paragonato ad esso.
Se solo ci pensavo… basta! Dovevo
resistere.
Mi ricordò
della promessa che le avevo fatto a Phoenix. Già allora avevo optato di
lasciarla ma ero stato troppo debole ed egoista e le avevo promesso che finché
avesse avuto bisogno di me ci sarei stato ma ora dovevo continuare la mia
farsa.
<< No!
>> urlò. << Non dirmi che il problema è la mia anima!Carlisle mi ha
detto tutto ma non mi interessa, Edward. Non mi interessa. Prenditi pure la mia
anima >>. Come poteva pensare che l’avrei fatto. << Senza di te non
mi serve, è già tua! >>.
A quel punto
non riuscii più a guardarla negli occhi, avrei di certo rischiato di perdere la
mia stupida maschera. Quelle parole erano come miele, o per meglio dire, come
il sangue più dolce del mondo per me. Dovevo farmi coraggio, non potevo.
Presi fiato,
esultando quasi al dolore alla gola perché per me non c’era nulla in confronto
a quello che stavo per fare. Non volevo farlo, sapevo benissimo ciò che mi
aspettava e sarebbe stato mille volte più amplificato di quando decisi di farlo
per la prima volta.
Avrei dato
tutto, avrei preferito morire ma dovevo convincerla che non l’amavo, dovevo
salvarla.
Il mio
camuffamento era pronto, avevo assunto il mio sguardo più freddo e distaccato, predisposto
ad essere ciò che più mi disgustava: un mostro!
<< Bella
non voglio che tu venga con me! >>. Lo dissi quasi ringhiando sperando di
essere almeno un poco convincente.
Bella rimase
immobile, muovendo impercettibilmente le labbra. Sembrava avessi insinuato
l’ombra del dubbio dentro di lei. Il mio cuore, se avesse potuto avrebbe demolito
a calci e bugni quella cella che lo rinchiudeva urlando la verità. Non credermi ti prego, non farlo…
<< Tu
non mi vuoi? >>
Dopo queste
parole il suo cuore diede avvio a un battere frenetico, stava intuendo la
verità.
<< No >>
mi costrinsi a rispondere. Non credermi Bella
ti prego. Non vedi che pessimo attore che sono? Come puoi credermi dopo tutto
ciò che abbiamo passato insieme?!
<< Beh,
questo cambia le cose >>. Lo disse in maniera così calma che sembrava
essere uscita da una conferenza diplomatica. Dovevo nascondere il mio volto ,
stavo crollando, lo sapevo.
Si leggeva
perfettamente tutto il suo tormento dietro quelle parole. Mi voltai verso gli
alberi, monitorando il suo cuore e lasciando sfogare quel bruciore agli occhi
che mi avrebbe di certo tradito. Quando mi voltai di nuovo verso di lei, la mia
maschera era tornata.
Dovevo dirle
le ultime cose e andarmene, doveva capire le mie azioni per farsene una
ragione.
<< Ovviamente
a modo mio ti amerò sempre. Ma quello che è successo l’altra sera mi ha fatto
capire che è ora di cambiare. Vedi, sono… >> non trovavo le parole, avevo
aspettato troppo a lasciarla, come glielo avrei detto??
<< …stanco
di fingere un’identità che non è mia, Bella. Non sono umano >>. Lo sapevo
bene, ero un mostro, per questo avevo deciso di andarmene.
<< No >>
mi supplicò.
<< Non
farlo >>.
Non potevo
ascoltarla ormai avevo già deciso. Adesso ero pronto a darle il colpo di grazia
nonostante tutta la fatica che mi costava.
<< Tu
non sei la persona giusta per me, Bella >>. Perdonami
ti prego. Sono un mostro me ne rendo conto. Scusami amore mio…
<< Se
ne sei certo >>. L’avevo convinta, ce l’avevo fatta, ma non riuscivo
proprio ad esultarne. Mi stavo innervosendo. Come poteva credermi? Non le avevo
ripetuto abbastanza quanto l’amavo? Di solito era così sveglia, capiva tutto in
modo così veloce.
Era quasi
fatta, mi mancava l’ultimo dettaglio: dovevo accertarmi che non avrebbe
commesso gesti affrettati.
<< Vorrei
chiederti un favore però, se non è troppo >>.
<< Tutto
quello che vuoi >> mi rispose con gentilezza. Era incredibile. Come
faceva ad essere così gentile e dolce dopo tutto quello che le avevo detto?!
Mi persi un
istante nei suoi occhi ma ci misi meno del solito a riaffiorare. Usufruendo
dello sguardo più convincente che avevo mi costrinsi a dirle le ultime mie
condizioni.
<< Non
fare niente insensato o stupido… capisci cosa intendo? >>. Non potevo
rischiare di perderla prima del tempo. Certo, sapevo che prima o poi sarebbe
morta ma avrei fatto di tutto pur di condurla serenamente alla vecchiaia.
<< Ovviamente
penso a Charlie. Ha bisogno di te >>. Io ho bisogno di
te. Anche se ti starò lontano non potrei vivere senza te al mondo.
<< Stai
attenta a ciò che combini >>. Sii prudente…Non poteva voler correre sempre dei rischi no?
All’inizio,
quando scoprì la mia natura di vampiro, pensavo che fosse un’incosciente a
voler rimanere con me. Ma col tempo avevo capito che mi amava ed era stato
proprio il suo amore per me a concederle la salvezza, a convincermi che non le
avrei fatto del male. Ora come ora, però, non bastava più. Lei era
costantemente in pericolo se mi stava accanto.
<< Lo
farò >> sussurrò. Finalmente mi rilassai. Rimaneva un ultimo punto che
doveva assolutamente comprendere per andare avanti, rifarsi una vita, vivere
serenamente.
<< In
cambio ti faccio anche io una promessa. Prometto che è l’ultima volta che mi
vedi. Non tornerò. Non ti costringerò mai più ad affrontare una situazione come
questa >>. Non ti costringerò a rinunciare a
tutto.<< Proseguirai con la tua vita senza nessuna
interferenza da parte mia. Sarà come se non fossi mai esistito >>. Te lo prometto Bella. Non mi vedrai mai più.Senz’altro
non sarei più esistito. Questo era poco in quel momento ma era sicuro.
Mi sembrò che
il mio cuore si stesse sgretolando a contatto con quella consapevolezza. Sentii
il suo cuore pulsare frenetico e vidi il suo viso imporporarsi fino alle
orecchie e lungo la linea del suo candido collo. Dovevo rassicurarla.
Sicuramente quelle parole erano un tormento per lei.
Sorridendo,
senza convinzione né gioia le dissi: << Non preoccuparti. Sei un essere
umano… >> dovevo cercare un’analogia. << …la tua memoria è poco più
di un colino. Il tempo guarisce tutte le vostre ferite >>. Ci contavo.
Sapevo quanto era facile per lei rimuovere ogni esperienza dolorosa,
comportarsi come se non fosse mai accaduto nulla, come quella fatidica sera a
Port Angeles.
<< E i
tuoi ricordi? >> mi disse preoccupandosi ancora una volta per me.
<< Beh
>>… le dissi con amarezza sapendo quanto sarebbero stati dolorosi,
terrificanti e indelebili per me… << Non dimenticherò. Ma a quelli come
me >>… ai mostri << Basta
poco per trovare una distrazione >> dissi sorridendo per confortarla.
Mi sarei
preoccupato di tenere d’occhio Victoria perché pur sapendo che non era
pericolosa dovevo accertarmi di lasciarla al sicuro e, se necessario avrei
riversato tutta la mia rabbia su di lei. Non le avrei permesso di avvicinarsi a
lei.
Il mio
incubo peggiore era quasi terminato, dovevo solo cancellare il mio passaggio.
<<
Tutto qui, credo. Non ti daremo più fastidio >>. Un lampo sul suo volto
la illuminò: << Alice non tornerà >>. Scossi la testa.
<< No.
Se ne sono andati tutti. Io sono rimasto soltanto per poterti salutare >>
Spezzandoti il cuore con le mie parole.Ero
stato troppo codardo ed egoista, volevo godere degli ultimi momenti della sua
compagnia.
<< Alice
se ne è andata? >> mi destò di nuovo dai miei pensieri. Dovevo
giustificare mia sorella. In fondo ero stato io a costringerli a partire.
<< Voleva
salutarti anche lei, ma l’ho convinta che un taglio netto sarebbe stato per te
meno doloroso >>.
Fu quel
medico a Phoenix la primavera scorsa a darmi l’idea. Aveva detto che era un
bene che l’osso le si fosse rotto in maniera netta: sarebbe stato più veloce e
meno doloroso rimetterlo a posto. Pensavo che sarebbe stato uguale per la sua
memoria, doveva essere così!
<< Addio
Bella >>. Scusami di essere un mostro, mi
dispiace!Odiavo quelle parole.
Il suo viso
cominciò a comprendere quelle atroci parole e mi appariva così colmo di dolore
che involontariamente il mio corpo si protese verso di lei.
Di nuovo mi
venne quell’irresistibile impulso di stringerla tra le mie braccia, di
abbracciarla ma non potevo. Il suo ultimo bacio me l’ero concesso, a sua
insaputa, la sera scorsa e mi ero spinto anche troppo oltre. L’avevo baciata in
un modo che non mi concedevo spesso, anzi, quasi mai. Le mie mani cercavano
ingorde l’oggetto del mio desiderio, il mio corpo si tendeva verso di lei, non
riuscivo a separarmene sapendo che non avrei mai più avuto quel piacere.
Anche lei si
protese verso di me ma mi convinsi a prenderle soltanto i polsi e a
poggiarglieli delicatamente lungo i fianchi. La baciai in fronte facendomi
scappare che l’amavo ma per fortuna non mi udii.
<< Aspetta
>> le sentii dire con voce strozzata ma non resistevo più, la mia
maschera stava per crollare in un misto di dolore e rabbia. Come avevo potuto
affezionarmi così ad un’umana, come poteva il mio cuore spezzarsi in un
miliardo di pezzi?! Non me ne capacitavo.
<< Fai
attenzione >> sussurrai e poi, scappai più veloce che potei da lei.
Volevo
urlare, piangere versando tutte le lacrime che avevo per l’eternità… ma non
potevo.
Ero come in
un limbo e non riuscivo a uscirne. Andai verso casa di Bella, era stupido e
infantile ma dovevo mantenere la parola. Sapevo che si sarebbe infuriata e,
ancor peggio l’avrebbe fatta soffrire ma avrei fatto qualsiasi cosa pur di
alleggerirle tutta quella sofferenza che le mie azioni le avevano provocato e
avevo già agito in modo sconsiderato infatti ero convinto che il dolore che
avrebbe provato adesso era nulla paragonato a una vita fatta di rinunce e
pericoli.
Mi stavo
auto convincendo che un taglio netto sarebbe stato l’ideale per lei, per il suo
bene e ripetevo tra me e me queste parole.
Con un salto
entrai in camera sua. Il suo odore era ovunque e mi concessi per l’ultima volta
di sentirne il bruciore in gola. Diedi un ultimo sguardo a quella stanza che
per tante notti mi aveva accolto per farmi osservare l’oggetto del mio
desiderio, ancor prima che lai ne fosse consapevole. Sorrisi a quel ricordo ma
il mio era un sorriso malinconico, pieno di tristezza. Con un gesto raccolsi
l’album e tolsi tutte le foto che mi riguardavano, cercai tutti i messaggi che
nel corso della nostra storia le avevo scritto e che sapevo lei custodiva.
C’era anche il mio primo bigliettino, che strano che l’avesse conservato. “Stai
attenta” c’era scritto.
Compresi,
anche se a malincuore che per lei ogni cosa che mi riguardava era importante
come lo era per me. Avevo ancora in tasca il tappo della bottiglietta della
nostra prima conversazione, come un amuleto, per ricordarmi che nonostante non
potessi dormire avevo vissuto un sogno che, come i sogni di tutti gli umani che
si svegliano al mattino, stava per svanire.
Presi il cd
dal lettore e nascosi il tutto sotto un’asse del pavimento. Volevo che qualcosa
di me le restasse vicino, che la proteggesse, che durante il sonno la inducesse
fino a me. No!Doveva dimenticarmi, non
potevo, ma non ce la feci.
Posai l’asse
al suo posto e scesi in cucina. Lasciai un biglietto a Charlie per assicurarmi
che tornasse al sicuro. Uscii per l’ultima volta da quella casa fiondandomi
verso la mia macchina. L’aprii in un attimo e senza neanche accorgermene stavo
correndo via, lontano da Forks , lontano dall’unica persona in grado di aver
smosso i miei sentimenti e persino il mio freddo cuore, lontano da qualsiasi
contatto umano che mai più avrei cercato in tutta la mia esistenza, lontano
dalla mia vita, da tutto ciò che sembrava aver preso senso dopo il suo
incontro.
Non mi ero
mai sentito meno vivo di adesso, neanche dopo la mia trasformazione.
Ripensavo a
cosa era giusto e cosa sbagliato, tornando in ogni istante a quella sera mentre
nella mia testa completavo l’ultima azione della mia lista. C’erano tante cose
sbagliate in quell’ elenco ma stavo cercando di rimediare e ce l’avrei fatta,
sicuramente prima di raggiungere la morte.
Buonaseraaaaa o forse è meglio
dire buongiorno ;P !!!
Vi posto il terzo capitolo!!!Buona lettura!!!
ps. So che possono sembrare
tristi, noiosi o quant’altro ma ho cercato, tramite Midnight Sun, di
immedesimarmi al meglio in Edward e, purtroppo così lo vedo!!! Comunque più
avanti sarà felice anche se ce ne vorrà…. Hauhaua
Fuga
Stavo correndo ad una velocità quasi impercettibile agli
umani da circa una mezz’ora quando mi accorsi che non avevo una meta, un posto
in cui voler stare.
Mi costrinsi a raggiungere i miei genitori e i miei
fratelli, sicuramente Esme era in pensiero per me. Sapevano tutti quello che
stavo passando e lo avrebbe capito specialmente Jasper.
Il mio tormento era percepibile nell’aria quando entrai
nella villa che la mia famiglia aveva acquistato nella landa di Denali.
Mi dispiace Edward.Alice
aveva visto tutto e stava cercando di confortarmi e insieme di convincermi a
darle il permesso di vedere nel futuro di Bella.
<< No >> dissi con un ringhio.
<< Ma le succederà qualcosa di brutto, Edw… >>
<< No. Bella me l’ha promesso. Lasciale vivere la
sua vita senza interferenze. Quindi, per favore, non andare a sbirciare nel suo
futuro. Abbiamo già fatto abbastanza danni >>.
Anche Esme e Carlisle erano in pena per me e, la loro
preoccupazione, era un’altra lancia che si conficcava nel mio cuore di marmo
ormai mutilato dall’assenza di Bella.
Edward sei sicuro della tua scelta, tesoro? Non ti ho mai visto
così dispiaciuto. Tu e Bella non potete vivere separati, lei ha toccato il tuo
cuore…
<< Si Esme >> le sussurrai.
<< Non potrei mai perdonarmi se le accadesse
qualcos’altro di male e starei sicuramente peggio di così poi >>.
Ok tesoro. Se ti serve qualcosa noi siamo qui.
<< Grazie mamma >> le dissi dandole un bacio
sulla guancia.
Ricordavo bene il dolore di Esme quando cercai per la
prima volta di stare lontano da Bella e conoscevo bene anche la felicità che ne
era scaturita quando decisi che non potevo starle lontano ma adesso, mi faceva
soffrire immensamente pensare che una persona come Esme, colei che ci donava
così tanto amore, fosse di nuovo in pena per me, forse come non lo era mai
stata. Quella pena nei miei confronti superava di gran lunga una comune
preoccupazione per un figlio, potevo sentirlo. Da vampiri i nostri sentimenti
erano più forti e più intensi e questo dolore era troppo struggente per farmi
rimanere dov’ero, dovevo agire, mantenere la mia parola.
Andai verso la mia camera e sulla strada incontrai Emmet
e Rosalie.
Non preoccuparti fratello, passerà. Caspita però, sei davvero
uno straccio.Annuii
debolmente ad Emmet, era serio e dispiaciuto, non come si comportava di solito.
Rosalie, invece, non mi deluse. Come al solito stava pensando a se stessa. Per
lei era una seccatura aver posto fine alla sua ennesima luna di miele con
Emmet. Ad un certo punto, tra i suoi pensieri ne intercettai alcuni colmi di
dolore per me, per il mio amore tormentato nonostante la gelosia nei miei
confronti. Le feci un debole sorriso e me ne andai rifugiandomi nella
tranquillità della mia stanza. Me ne sarei stato buono lì per un po’.
Per isolarmi dai pensieri preoccupati dei miei familiari
presi un paio di cuffie e misi un cd di musica “violenta”, proprio quello che
una volta trovai nel lettore cd di Bella e che, chissà come si trovava anche
nel cruscotto della mia macchina. Lo avevo acquistato un paio di anni fa prima
di arrivare a Forks e nei miei momenti tormentati mi aveva fatto compagnia.
Azionai il lettore cd e mi raggomitolai su me stesso
cercando inconsciamente di proteggermi dai mali esterni.
Non so per quanto tempo ascoltai quella musica e cosa
successe attorno a me. Sapevo solo che ero cambiato, non ero più me stesso.
L’Edward che tutti avevano conosciuto prima del “suo” incontro e dopo, era
morto, ormai ero una sottospecie di zombie.
I miei occhi erano diventati petrolio puro ma non avevo
voglia di cacciare, potevo andare avanti così per l’eternità, come in un
purgatorio. Purtroppo la carenza di “cibo” non mi portava alla morte.
L’unica cosa di cui avevo bisogno, che mi interessava era
lei, unica e sola. Continuavo ad avere flash-back del suo volto, degli attimi
onirici trascorsi insieme. Potevo sentire il suo odore sulla lingua, mi
chiedevo cosa stesse facendo, cosa stesse pensando. Il non poter vedere il suo
volto, i suoi occhi nocciola, mi feriva nel profondo ma non potevo permettermi
debolezze , era in gioco la sua vita, la sua felicità.
Non volevo essere debole, odiavo esserlo in realtà, ma
avevo il bisogno di controllarla. Potevo chiederlo ad Alice… No!!!Non
l’avrei fatto.
Di certo sarebbe stata al sicuro lontana da me, lontana
dal suo protettore vampiro. Mi ero convinto del fatto che ero io la causa di
tutte le sue disgrazie. Senza di me forse un angelo sarebbe sceso, da quel
posto considerato “off limits”per noi
vampiri, con lo scopo di proteggerla.
Non sopportavo di stare così ma non avevo la forza
emotiva per reagire.
Al piano di sotto potevo sentire i pensieri di tutti.
Volevano venire a controllare il mio umore ma non ce n’era bisogno, la mia
devastazione raggiungeva tutti. Jasper non sopportava quasi più quel clima ma
non voleva disturbarmi in qualche altro modo. Capivo come si sentiva e non era
facile rendersi conto che stavo facendo soffrire anche la mia famiglia. Esme,
distrutta dall’ansia decise di venirmi a parlare.
Edward, scusami ma vorrei parlarti un attimo, solo cinque
minuti. Se ti crea ulteriori problemi la mia presenza fai anche il minimo
rumore e capirò.
Mi dispiaceva negarle quei cinque minuti anche se il mio
cervello, dall’addio in poi, aveva avuto qualche problema di concentrazione.
Alla fine mi convinsi che cinque minuti miseri del mio tempo non potevano che
giovarmi. I suoi pensieri erano abbastanza tranquilli da infondermi quel poco
di serenità.
<< Edward posso immaginare come ti senti. So che
credi di aver fatto la scelta giusta e né io, né nessun altro di noi ha
intenzione di negarlo ma, secondo me, l’amore che tu hai donato a quella
ragazza, il sentimento reciproco che provavate non è stato un errore. Amare il
prossimo, specialmente nel modo in cui voi vi amate >> Perché sono
convinta che anche lei ti ama ancora
<< non è mai un errore >>.
Mi fece vedere il mio sguardo nei suoi ricordi, uno
sguardo dolce e spensierato, pieno di amore e passione anche solo per un
semplice gesto come tenerla per mano. Ricordò quando le suonavo il piano e di
quel pomeriggio in cui composi la ninna nanna di Bella.
<< Edward, Bella era triste e infelice senza di te.
Dopo che avete incominciato a frequentarvi sembrava un’altra persona, migliore,
serena. Non essere troppo duro con te stesso. Lei ti ama accetterà le tue scuse
e non si pentirà mai della scelta di stare con te >>.
Stava pensando alla sua vita senza Carlisle e le sembrava
impossibile perciò non riusciva proprio a comprendere e a concepire tutta la
mia forza di volontà nello stare lontano dalla persona amata. Mi ammirava ma
allo stesso tempo voleva vedermi felice.
Con le sue parole aveva colto nel segno. Ultimamente mi
ero chiesto spesso come sarebbe finita se fossi tornato. Forse Bella si era
fatta una vita ma dentro di me speravo ardentemente di no, anche se andava
contro tutti i miei propositi iniziali.
<< Grazie mamma >> le dissi. << Ti
voglio Bene >>.
Non potevo immaginare una persona più amorevole di Esme.
Con il suo modo di fare teneva uniti tutti noi, per me era una vera e propria
madre. Nonostante nessun potere speciale, come il leggere nel pensiero, capiva
alla perfezione tutti i nostri sentimenti. Aveva un certo senso per queste
cose.
Un volto mi distrasse. Era nitido e proveniva dalla mente
di Alice. Era Victoria. Mi ritrovai al piano di sotto senza neanche
accorgermene sotto lo sguardo stupefatto di Emmet, Rosalie, Jasper e Carlisle.
<< Alice cos’era? >> chiesi allarmato.
Stava cercando di saperne di più ma non so per quale
motivo non ci riusciva. Edward non so che diavolo stia succedendo ma ho come la sensazione
che non è stato un caso. Il suo volto era insolito, come se stesse escogitando
qualcosa e non mi aspetto nulla di buono.
<< Dov’è? >>
<< Non ne ho idea, Edward. Te l’ho detto la visione
è scomparsa non riesco a vedere nient’altro >>.
<< Concentrati, cerca di capire qualcosa. Mi basta
un minimo dettaglio >>.
Nella sua mente potevo vedere Victoria che correva lungo
una catena montuosa. Forse sapevo dove si trovava, sarei partito da lì.
<< Mi dispiace, Edward. Non riesco a vedere
nient’altro e non sono sicura neanche che sia un futuro. Più che altro ho
l’impressione che lo stia percorrendo in quest’istante >>.
<< Grazie Alice. Io vado. Ci teniamo in contatto,
avvertimi se ci sono novità >>.
Partii come un fulmine senza neanche salutare la mia
famiglia. Dovevo assicurarmi che quella vipera non andasse da Bella. Ero un po’
debole visto che era molto che non cacciavo ma adesso non mi importava. Il
desiderio di tenerla al sicuro avrebbe funto da energetico.
Dovevo agire per il suo bene, dovevo cercare di eliminare
ogni ostacolo sul suo cammino e mantenere la promessa.
Finché avessi avuto qualcosa da fare pur di proteggerla
sarei vissuto, avrei combattuto, sarei andato avanti per lei. Ma se solo il suo
cuore avesse cessato di battere, per qualsiasi motivazione, avrei cercato in
tutti i modi di uscire da questa mezza vita, in cerca di qualsiasi cosa, come
la tanto agognata morte.
Anche se non credevo a una qualsiasi forma di paradiso
per noi immortali, una piccola parte di me sperava che per il solo fatto di
esserci comportati in modo quasi umano, qualcosa di tutto quello ci spettasse
ma non ne ero pienamente convinto.
Un’altra parte di me credeva che il nostro inferno o il
nostro paradiso era proprio la terra, dipendeva dai punti di vista ma una cosa
era chiara: di certo per noi lassù non c’era spazio.
Ed ecco la fine :D spero vi sia
piaciuta! Per suggerimenti, contestazioni e quant’altro non esitate a
contattarmi! Alla prossima :D
Ed ecco un nuovo capitolo. Dove eravamo
rimasti? Si! Edward vedendo la visione di Alice corre alla volta di Victoria.
Ora ho pensato di passare la palla ad Alice
per comprendere un po’ il suo punto di vista!!! Spero vi piaccia! Buona lettura!
Ps. Per i prossimi capitoli dal punto di
vista di Edward, avevo pensato a una specie di sondaggio: la proposta più
interessante vedrò di inserirla nell’ottavo capitolo!!!
Cosa vorreste che facesse Edward nelle sue ultime ore di vita?
Quale sara’ il suo ultimo desiderio (se ne vorra’ esprimere uno)
Cosa partorira’ la sua mente?
Sebbene io abbia molte idee sono curiosa di
comprendere le vostre!!! Fatemi sapere un bacioooo!!!
ALICEP.O.V.
Stavo giocando a scacchi con il mio Jas cercando
di non imbrogliare troppo e, nel frattempo, davo uno sguardo a Edward.
Ultimamente mi preoccupava alquanto. Lo avevo visto e seguito per tutti questi
mesi suscitando la preoccupazione di Esme, Carlisle e tutto il resto della mia
famiglia. Edward inizialmente, dopo aver capito dai pensieri di Victoria che
aveva in mente di dare la caccia a Bella per vendicarsi dell’uccisione di
James, era partito all’inseguimento. Era passato per il sud del Canada, aveva
attraversato in lungo e in largo mezza America seguendo una falsa traccia fino
in Brasile. Non avevo potuto avvertirlo perché le mie visioni mi davano dei
problemi e riuscivo a vedere solo quando Edward capiva di essere stato
raggirato.
Aveva perso di nuovo le sue tracce e si trovava
nella soffitta di una squallida bettola nel centro di una cittadina del Texas.
Stava pensando a molte cose contemporaneamente e le mie visioni non erano
stabili quindi non sapevo che via avrebbe intrapreso. La più optata era di
tornare da Bella ma sapevo benissimo che alla fine non l’avrebbe fatto, almeno
non subito. Nelle mie visioni c’era quella possibilità e ormai non era troppo
remota.
Alla fine decise di non muoversi. Potevo
vederlo: al buio, di nuovo rannicchiato su se stesso e nei paraggi animali di
ogni genere che per fortuna non osavano avvicinarsi a lui. Sui suoi vestiti si
era creato un leggero strato di polvere: erano diversi giorni che non si
muoveva da lì.
Jasper mi guardava preoccupato, poteva sentire
il mio umore ma non riusciva a calmarmi. Dopo la partenza di Edward tutta la
nostra famiglia era giù di morale e Jas era quello che stava peggio, non solo
perché sentiva l’umore di tutti ma anche perché non era più in grado di
tranquillizzarci. Era come se la tristezza, lo sconforto e la disperazione ci avessero
sopraffatto. Neanche Emmet riusciva a essere se stesso: non faceva più le sue
solite battutine, non scherzava, non rideva.
Mentre dovevo fare la mia mossa avvenne qualcosa
di inaspettato, fu come un lampo a ciel sereno, la visione che ebbi mi devastò.
Vidi Bella, in bilico sul ciglio di una
scogliera, il luogo mi era familiare, anche se non ci avevo mai messo piede. Il
vento le faceva fluttuare il vestito e i capelli. Mi soffermai sul suo viso,
era un misto tra il felice e l’impaurito, appariva spento. Bella era più
pallida del solito, aveva profonde occhiaie violacee e il suo aspetto era
ancora più trascurato di quando l’avevo conosciuta.
D’un tratto si decise, prese coraggio, bisbigliò
qualcosa a se stessa e si tuffò.
<< Nooooooooooooooooo >>…Nella mia visione era felice, soddisfatta
anche se impaurita dall’altezza. Forse stavo ancora urlando perché attorno a me
sentii gli sguardi e le domande preoccupate di tutti i miei familiari. Mi
opprimevano, volevo vedere l’esito. Mi concentrai zittendoli con un gesto. Vidi
Bella dimenarsi inizialmente. Dopo due o tre minuti si arrese, sorrideva
fissando il vuoto.
<< No, Bella. Reagisci, reagisci ti prego >>
urlai in preda al panico. La visione scomparve. Improvvisamente mi mancò il
respiro. La mia migliore amica MORTA. Non potevo, non VOLEVO crederci.
<< Alice che cosa è successo? Sei
sconvolta >>. Era Jasper, dovevo dare spiegazione.
<< Sentite >> dissi quasi
mangiandomi le parole (il che è tutto dire) e in preda al vomito << Bella
si è gettata da una scogliera a La Push. Devo andare a controllare, devo
aiutare Charlie, sarà distrutto >>.
I volti dei miei familiari erano orripilanti. In
casa tutto era immobile, evidentemente stavano assimilando la notizia. Il primo
a parlare fu Carlisle con il suo solito tono calmo e diplomatico.
<< Certo Alice, devi consolare
assolutamente Charlie. Per quanto riguarda Edward, per il momento è meglio
tenerlo all’oscuro di tutto. Potrebbe non accettare con diplomazia la notizia >>.
<< Si hai ragione >> gli risposi
<< per il momento non diciamogli niente anche perché gli avevo promesso
di non interferire >>.
Sapevo che non avrei dovuto avere quella visione
ma ultimamente, inspiegabilmente, ne avevo avute varie su Bella e tutte al
pronto soccorso.
Non andavo a sbirciare nel suo futuro, le
visioni mi raggiungevano in maniera improvvisa e poi scompariva tutto, si dissolveva,
anche se cercavo di rivedere.
Carlisle mi dissolse dai miei pensieri: <<
Alice prendi la mia auto è più veloce e corri da Charlie >>.
<< Ok, vado >>.
<< Ali, aspetta >> mi chiamò Jasper
seguendomi attraverso l’uscita.
<< Sei sicura di voler andare? Se è
successo qualcosa, non potresti comunque fare nulla, non puoi più salvare Bella
no? Cerca di mantenere la parola data a Edward, non t’intromettere >>.
Non riuscivo a capire la sua preoccupazione.
Cosa mi sarebbe potuto accadere?!?
Sapevo che come in battaglia, anche nella vita
era ultra protettivo nei miei confronti ma non riuscivo a comprendere. Forse di
Bella non gli era mai interessato fino in fondo? No, non poteva essere. Jasper
non era cattivo ed egoista.
<< Non preoccuparti, Jas. Non mi accadrà
nulla. Andrò a casa di Bella e poi, dopo essermi accertata che va tutto bene
tornerò >>. Se non fosse stata una questione che avrei dovuto affrontare
da sola, gli avrei chiesto di venire con me e forse era proprio quello il
motivo delle sue preoccupazioni: non voleva lasciarmi, non voleva che soffrissi
da sola.
<< Ti chiamo appena arrivo a Forks ok? >>.
<< Ok ma stai attenta >>.
Prima di lasciarmi andare mi diede un dolce
bacio, lungo e intenso. Qualcosa mi diceva che stava cercando in tutti i modi
di trattenermi. Sorrisi allondanandomi dal suo volto, gli sussurrai un “Ti amo”
che solo lui avrebbe sentito e corsi in macchina. Ero ancora sconvolta ma per
lasciare andare il mio dolore dovevo aspettare qualche km, giusto lo spazio in
cui Jasper non avrebbe intercettato il mio umore.
Cercavo di vedere ma non ci riuscivo. L’unico
fotogramma era il volto di Bella. Mi bruciavano gli occhi ma dovevo resistere.
Come poteva essere successo? Edward era stato un emerito illuso. Glielo avevo
detto.
Come si sarebbe sentito quando l’avrebbe saputo?
Non volevo pensare alle conseguenze, sapevo come avrebbe reagito e come avrebbe
affrontato il problema e non potevo permetterlo. Senza badare molto alla strada
avevo raggiunto la mia meta.
Parcheggiai di fronte casa sua, m’intrufolai
dalla porta prendendo le chiavi nascoste sotto lo zerbino. Non avevo bisogno di
accendere la luce perciò al buio diedi uno sguardo in giro, sembrava tutto
tranquillo.
In lontananza sentii un’auto avvicinarsi ma non
riuscivo a “vedere” nulla. Era come se il mio potere fosse difettoso
ultimamente. Chissà da cosa dipendeva. Sentii due voci, di cui una molto
familiare. Sembrava Bella ma non poteva essere no? Non volevo crederci ma mi
arrivò una visione come conferma, due minuti esatti ed io e Bella avremmo
chiacchierato. Mi tranquillizzai, il mio cuore si alleggerì, Bella era viva,
stava discutendo con uno sconosciuto in macchina che non riuscivo a vedere, ma
era viva.
Sentii il rumore di una portiera che sbatteva e
i passi strascicati di Bella che camminava lungo il vialetto. Ora potevo
“vederla”, stava cercando le chiavi. Non sapevo se rimanere o andarmene. Avevo
promesso ma Bella ormai aveva visto l’auto, le avrei sicuramente dato un
dispiacere e poi avevo davvero tanta voglia di vederla, mi era mancata
terribilmente.
Dovevo accertarmi che stesse bene e dovevo
sapere che diavolo le era passato in mente, perché si era buttata e com’era
riuscita a sopravvivere.
Nella mia visione il suo aspetto era a dir poco
peggiorato. Non solo i suoi occhi spenti, gonfi e arrossati, anche i suoi
capelli erano una matassa informe, sporca di salsedine e sabbia. Era dimagrita
e camminava come se stesse portando un fardello troppo pesante per lei. Ci mise
un’eternità per accendere la luce, alla fine per velocizzare i tempi decisi di
accenderla io.
Spero vi sia piaciuto! A presto con la
continuazione! E un grazie speciale alle persone che mi sostengono,
specialmente alla mia “MUSA SPRONATRICE”ahuahuahau.
Ecco a voi un altro capitolo dal punto di
vista di Alice. Ce ne sarà ancora un altro e poi finalmente
ricominceremo da Edward :D
Potrà sembrare un po’ noioso perche’ ci
sono per lo piu’ dialoghi ma non potevo proprio saltarlo ;P
Alice P.O.V. Seconda parte
Decisi
di aspettare che i suoi occhi si abituassero alla luce e che il suo cervello
capisse chi ero prima di dirle qualcosa. La sua espressione all’inizio fu di
sorpresa,poi si trasformò in incredulità ma alla fine divenne colma di gioia.
Anche il mio cuore fu felice, Bella stava bene, potevo riabbracciarla e anche
lei era felice di vedermi.
Non
potevo ancora crederci nonostante ce l’avessi davanti agli occhi. Come poteva
essere sopravvissuta? Sembrava una fenice, ne aveva passate di tutti i colori
ma rinasceva sempre dalle sue ceneri… Per
fortuna!
Con quell’abbraccio
il suo odore arrivò improvviso come un secchio d’acqua fredda in faccia appena
svegli. Ero stata troppo tempo senza cacciare ma era stato l’ultimo dei miei
pensieri con quello che era successo.
<<
Bella? >>.
Dovevo
capire come aveva fatto a sopravvivere ma inaspettatamente scoppiò a piangere.
Era sempre la solita. Sorrisi facendola accomodare sul divano. Era una strana
umana ma le volevo bene.
« Scusa, sono soltanto... felicissima... di
rivederti! ».
« Tranquilla, Bella. Va tutto bene ». Le
risposi per rassicurarla.
« Dimenticavo
quanto fossi esuberante », dissi prendendola un po’ in giro. Il mio cuore si
era sollevato da un peso, ero così contenta ma avevo altro per la testa. Doveva
darmi delle spiegazioni, doveva capire che aveva sbagliato. Aveva bisogno di un
rimprovero?
Capì
subito che ero a disagio a causa del suo delizioso profumo ma sputai la mia
domanda prima che potesse distrarmi di nuovo.
« A
proposito, potresti spiegarmi come mai sei ancora viva? ».
Deglutì
rumorosamente. Dopo qualche attimo disse:« Mi hai vista cadere ».
« No,Ti
ho vista saltare » le dissi quasi furiosa.
Questa
ragazza era un pericolo cronico ed
Edward l’aveva lasciata così.
« Gli
ho detto che prima o poi sarebbe successo, ma non mi ha creduto. "Bella me
l'ha promesso" ». Lo imitai.
« "E
non andare a sbirciare nel suo futuro abbiamo già fatto abbastanza danni".
Ma il fatto che io non sbirci non significa che non veda », proseguii. « Non ti
stavo tenendo d'occhio, Bella, te lo giuro. Il fatto è che sono talmente in
sintonia con te... Quando ti ho vista saltare, non ci ho pensato un attimo e mi
sono messa alla guida in un attimo. Sapevo che era troppo tardi, ma non potevo
restare impassibile. Poi sono venuta qui, pensando che in qualche modo avrei
potuto dare una mano a Charlie, e a un certo punto, spunti fuori ».
«Ti
ho vista buttarti in acqua e ho aspettato a lungo senza vederti riaffiorare.
Cos'è successo? E come hai potuto fare una cosa simile a Charlie? Non ti sei
fermata a pensare alla conseguenze? E mio fratello? Hai la minima idea di cosa
Edward... ». Questa era la mia ramanzina anche se nel pronunciare quelle parole
provai un misto tra rabbia e dolore.
Mi
fece segno di tacere non appena pronunciai il nome di Edward. Forse la faceva
soffrire pensarci. « Alice, non ho tentato il suicidio ». Mi disse come per
giustificarsi. Non capivo. Voleva prendersi gioco di me?
« Mi
stai dicendo che non ti sei buttata da uno scoglio? ». Le chiesi arrabbiata conoscendo
la sua risposta. L’avevo vista, pensava davvero di poter giustificare un gesto
simile?
« No, ma è stato soltanto per svagarmi un po'
». Svagarsi??? Ma era impazzita? Da un lato potevo cercare di comprendere il
suo stato d’animo, doveva esserle costata cara la vita senza Edward ma buttarsi
da uno scoglio… proprio non lo capivo.
« Ho
visto certi amici di Jacob tuffarsi dalla scogliera », continuò a parlare
cercando di farmi capire senza innervosirmi,
« Mi
sembrava una cosa... divertente, ed ero così annoiata. Non ho pensato che la
tempesta potesse influenzare le correnti. Anzi, non ho pensato affatto
all'acqua ».
Ancora
non riuscivo a capire mi sembrava troppo assurda come storia.
Poi,
come per cambiare discorso disse:« Ma se nell'acqua hai visto me, come hai
fatto a non notare Jacob? ». Jacob? E chi era costui?
« È
vero, probabilmente sarei affogata se lui non si fosse tuffato a prendermi.
Anzi, sicuramente. Per fortuna si è tuffato, mi ha tirata fuori e riportata
sulla spiaggia, anche se quella parte temo di essermela persa. Mi ha afferrata
meno di un minuto dopo il tuffo. Come mai non ci hai visti entrambi? ». Disse
destandomi dai miei pensieri. Allora questo Jacob l’aveva salvata. Ma come mai
non ero riuscita a vederlo? Non me ne capacitavo.
« Qualcuno
ti ha tirata fuori? ».
« Sì. È stato Jacob a salvarmi ». Chissà
perché non riuscivo proprio a vederlo. Forse era anche l’artefice di quello
strano odore che sentivo mischiato alla salsedine e al solito profumo di Bella.
La
annusai quasi inconsciamente stando attenta a non sbilanciarmi troppo per non
essere catturata dal suo odore.
« Non dire stupidaggini » dissi. Aveva un
cattivo odore certo ma non poteva essere ciò che pensavo. O almeno lo speravo
« Chi
c'era là fuori con te, poco fa? Sembrava stessi discutendo ». Dovevo sapere.
« Jacob Black. È... il mio migliore amico, più
o meno. Anzi, lo era... ». Ancora questo Jacob. Black… mi ricordava qualcosa e
le mie congetture sembravano sempre più esatte.
« Che
c'è? » mi chiese.
« Non
so », risposi. « Non so che senso abbia ». Ancora non riuscivo a capire come
mai non potessi vederlo.
« Be',
se non altro non sono morta ». Uh aveva capito male ma in realtà non si
sbagliava. Ancora non me ne persuadevo però.
« È
stato un folle a pensare che potessi sopravvivere da sola. Sei una calamita che
attira disgrazie e incidenti assurdi ». Se avevo ragione questo Jacob era un
giovane licantropo. Pensavamo che si fossero estinti ma forse ci era sfuggito
qualcosa.
« Sono
sopravvissuta », ribadì. A quel punto dovevo avere conferme anche se forse
Bella non poteva saperlo a causa delle leggi che li regolavano. Non potevano
esporsi, proprio come noi.
« Ma
dimmi, se la corrente era troppo forte per te, come ha fatto questo Jacob a
cavarsela? ».
« Jacob
è... più forte ». Mmm forse poteva essere una caratteristica e forse sapeva
qualcosa. Cercai di indagare più a fondo.
« Be',
ecco, lui è una specie di... licantropo », confessò arrossendo.
« I
Quileute si trasformano in lupi, in presenza dei vampiri. Conoscono Carlisle da
un sacco di tempo. Tu vivevi già con lui? ». Ecco spiegato il mistero. Ma non
poteva essere. Questa ragazza era ancora più sfortunata di quanto credessi.
« Be',
questo di sicuro spiega l'odore », mormorai.
« Ma
allora, perché non l'ho visto? ». Non riuscivo ancora a spiegarmelo. La prima
volta che la mia famiglia li incontrò ancora non mi ero unita a loro.
« L'odore?
» chiese confusa. Certo , lei non poteva sentirlo.
« Hai
un odore tremendo. Un licantropo? Ne sei sicura? ».
« Eccome
», confermò.
« Immagino
che tu non vivessi con Carlisle, l'ultima volta che ci sono stati i licantropi
a Forks ».
« No.
Non l'avevo ancora trovato ». Le risposi con tranquillità. Ripensando alla
strana situazione in cui mi trovavo. Possibile che Bella sapesse che questo
Jacob fosse un licantropo e non le importasse? Certo anche noi eravamo vampiri
ma pensavo ci avesse accettato perché amasse Edward e perché eravamo brave
persone. Ma fraternizzare con dei licantropi era inaccettabile.
« Il
tuo migliore amico è un licantropo? ». Annuì quasi in imbarazzo.
« Da
quanto tempo va avanti? ». A questo punto ero quasi scandalizzata.
« Non
da molto. Si è trasformato poche settimane fa ». Poche settimane fa??? Ma è
impazzita davvero? Ma non sa il pericolo che corre?
« Un
licantropo giovane? Ancora peggio! Edward aveva ragione: sei una calamita che
attira disgrazie. Non dovevi tenerti alla larga dal pericolo? ».
« I
licantropi non sono pericolosi », rispose quasi offendendosi. Che umana
ingenua.
« Finché
non perdono la calma. Sono fatti tuoi, Bella. Chiunque altro sarebbe stato
felice della fuga dei vampiri. Tu invece decidi di fartela con il primo mostro
che passa ».
« No,
Alice, i vampiri non se ne sono andati. Non tutti. Questo è il problema. Se non
fosse stato per i licantropi, a questo punto Victoria mi avrebbe già uccisa.
Anzi, se non fosse stato per Jake e i suoi amici, Laurent l'avrebbe preceduta,
credo, perciò... ».
« Victoria?Laurent?
». Oh mio Dio! Altro che calamità naturale. Come era possibile? E poi io non
avevo previsto nulla.
« Attiro disgrazie, non dimenticarlo ». Ecco
brava!
« Racconta... dall'inizio ».
Incominciò a cacciare tutto fuori. Mi
raccontò del pomeriggio nella radura, la visita dei lupi fino alla sua ultima
disavventura. Finalmente mi spiegavo come mai vedessi Bella da un pronto
soccorso all’altro. Ci fu una frase che mi colpì. Mi disse che aveva visto una
fiamma in mezzo al mare, poteva essere associata a una sola cosa: Victoria. Era
arrivata davvero così vicino a Bella? Sul resto non mi concentrai bene dovevo
pensare a cosa fare, come risolvere tutto. Dovevo chiamare Edward, avvertirlo.
Ci sarebbero state buone possibilità di riuscita, con un po’ di impegno li
avrei fatti ritornare insieme.
« La
nostra partenza non è stata affatto un bene per te, eh? ». Ora me ne rendevo
conto. Avrei dovuto capirlo, prevederlo e mettere in guardia il mio cocciuto
fratello.
« Non
è questo il problema. Non ve ne siete andati per fare un favore a me ». Aveva
ragione, il favore lo avevo fatto ad Edward, tutti noi avevamo cambiato vita
per lui. Non dovevo impicciarmi, aveva ragione Jasper. Forse Bella se la sarebbe
cavata.
« Be'...
temo di essere stata troppo impulsiva oggi. Probabilmente avrei dovuto farmi
gli affari miei ».
Impallidì
in un attimo, era impressionante.
« Non
andare, Alice »,mi sussurrò, « Per favore, non lasciarmi ». Che pena che mi
faceva. Come facevo a dirle di no? Edward avrebbe capito, in fondo anche lui
all’inizio era stato rapito dai suoi modi di fare.
« Va
bene. Stanotte non andrò da nessuna parte. Fai un respiro profondo ». Si calmò
per un momento respirando a pieni polmoni. Come aveva fatto a sopravvivere
proprio non lo capivo.
« Sei
conciata male, Bella ». Le dissi senza peli sulla lingua.
« Ricorda
che oggi sono annegata ». Mi disse come per giustificarsi.
« Non
è quella la ragione. Sei uno straccio ». Forse non se ne rendeva conto. Chissà
da quanto tempo non passava del tempo davanti uno specchio.
« Senti,
sto facendo del mio meglio ». Non capivo.
« In
che senso? ».
« Non
è stato facile. Ci sto lavorando ». Glielo avevo detto, lo sapevo.
« Alice.
Cosa pensavi di trovare? Cioè, nel caso non fossi morta? Speravi che fossi qui
a fischiettare spensierata? Sai bene come sono fatta ».
« Certo.
Ma un po' ci speravo ».
« Allora
non ho l'esclusiva delle illusioni stupide ».
Squillò
il telefono.
« Questo
è Charlie » mi disse prendendomi per mano ma io non l’avevo previsto quindi
doveva essere il giovane licantropo. E infatti avevo ragione. Forse avevano
litigato a causa mia.
La
telefonata durò poco. Appena riappese il telefono le dissi:
« Non
sono entusiasti della mia presenza ».
« Proprio
no. Ma d'altronde, non sono affari loro ». Che cara ragazza! Ora riuscivo a
capire meglio anche Edward, e il perché quest’umana gli avesse risvegliato
tutti i sentimenti più profondi radicati in lui.
« E
ora, cosa facciamo? ». Dissi tra me e me. Dovevo cercare di aggiustare quella
situazione una volta per tutte.
« Che
intenzioni hai? ». Mi chiese distraendomi.
« Non
so bene... devo parlarne con Carlisle ».
« Non
puoi rimanere?. Per favore... Soltanto per un po'. Mi sei mancata tanto »
« Se
pensi che sia una buona idea ». Non volevo intristirle ma neanche prenderla in
giro. Non sapevo che reazione avesse avuto Edward.
« Sì.
Puoi stare qui. E Charlie ne sarebbe contento ».
« Ho
già una casa, Bella ». Le dissi cercando di mantenere le distanze. Ma poi la
sua espressione mi addolcì. Si vedeva che soffriva e non poteva che giovarle la
mia presenza. Non sarebbe mai stata più triste di così.
« Be',
lasciami almeno andare a recuperare il bagaglio ».
Andai
anche a caccia e quando tornai chiacchierammo un altro po’. Mi chiese se Edward
sapesse della mia presenza a Forks, di dove mi trovassi e del perché Jasper non
mi avesse seguito.
All’arrivo
di Charlie, Bella sembrava quasi un’altra persona, era più tranquilla.
Dopo
aver parlato della morte di un amico di suo padre, ci mettemmo sul divano
pronte per “addormentarci”.
La
mattina dopo Charlie si svegliò presto per la colazione. Durante la notte avevo
vegliato sul sonno di Bella come tante volte aveva fatto mio fratello in
passato. Non avevo mai capito cosa ci trovasse di tanto interessante. Ma compresi al volo i suoi sentimenti.
Bella,riusciva ad esprimere ciò che la sua mente muta non diceva tramite i
sogni. Per Edward doveva essere puro piacere.
Quella
notte i suoi sogni furono molto tranquilli ed ero quasi certa che mi avesse
sognata.
Il
mattino dopo, prima che Bella si svegliasse, parlai un po’ con Charlie. Ero
avida di sapere tutto di quel periodo della vita di Bella in cui i vampiri
erano scomparsi da Forks.
Charlie
sembrava molto dispiaciuto, si vedeva che aveva sofferto molto e che aveva
passato mesi in cui non aveva la più pallida idea di cosa pensasse la figlia né
di come comportarsi a riguardo. Da quello che avevo capito Charlie dava la
colpa di tutto a Edward e pensava che per Bella il ragazzo ideale, sempre se si
poteva parlare di ragazzi, fosse Jacob Black. Mi raccontò che l’aveva aiutata
molto, che si era ripresa, ma riuscivo a capire perfettamente che in realtà non
ci credeva neanche lui. Entrambi sapevamo ciò, o meglio CHI, rendesse felice
Bella.
Mi
accorsi che Bella aveva ragione riguardo Charlie, sembrava stravedere per me. Dopo
poco sentii Bella chiamarmi. Finalmente si era svegliata.
Passammo
tutta la mattinata a chiacchierare mi chiese della mia famiglia senza mai
pronunciare il nome di Edward, evidentemente la faceva soffrire e da quello che
mi aveva detto Charlie potevo capirla benissimo. Verso il tardo pomeriggio,
bussarono alla porta?
Non
riuscivo a prevedere neanche quello? A meno che…
« Bella,
credo proprio di aver capito chi è e forse è opportuno che me ne vada ». Le
dissi intuendo la situazione.
« Credi?
». Mi rispose meravigliata dalle mie scarse doti.
« Se
si tratta di una replica del buco percettivo che ho avuto ieri, molto
probabilmente è Jacob Black, o un suo... amico ».
Mi
fissò cercando di capire le mie parole e restando quasi a bocca aperta. Mi
faceva ridere a volte!
« Non
riesci a vedere i licantropi? ».
« A
quanto pare, no ». E mi irritava alquanto. Mi disse che potevo rimanere ma
preferii andarmene. Non volevo scatenare una trasformazione prematura
compromettendo la sua vita. Sarebbe stato anche più facile per me resistere
all’impulso di attaccarlo. In fin dei conti era un amico di Bella e non volevo
fargli del male.
Le
baciai velocemente la guancia e scappai attraverso la finestra della stanza
accanto appollaiandomi su un albero e cercando di monitorare la situazione nel
caso corresse pericoli.
Era
tremendamente fastidioso non poter vedere e dovevo affidarmi agli altri sensi
che di solito scartavo. Odiavo essere come tutti gli altrivampiri, normale.
Ho
pensato di postare un altro capitolo come piccolo pensierino di Pasqua… anche
se un po’ in ritardo :DBuona lettura e
a presto… continuerò con i pensieri di Edward!!!!
Ps.
Desidero ringraziare le 9 persone che mi hanno aggiunta tra i preferiti:
amalia89,
blair93, blood dolly,DIOMEDE, elenapg, erini83, free09, malaussene e per ultima
ma non meno importante mimi14 :D
Corsa contro il tempo
Decisi
di tenerla d’occhio da lontano e di approfittarne per cacciare. Non ero più
abituata al suo odore e per resistere dovevo nutrirmi più spesso e poi
quell’odore mi disgustava, era peggio della candeggina per me. Riuscivo a
sentire chiaramente tutta la conversazione.
Inizialmente
Bella sembrava ostile, non le andava di dover scegliere tra vampiri e
licantropi, ma capii subito che in realtà soffriva. Nonostante i miei sforzi
non riuscivo proprio a vedere Bella e Jacob, avrei dovuto rinunciare. Notai che
il lupo si accorse di me ma non avrei abbandonato mai e poi mai il mio posto di
vedetta allontanandomi di più da casa sua.
Non
sapevo come né il perché ma avevo una strana sensazione, una specie di
presagio, stava per succedere qualcosa di brutto, di terribile.
Chiamai
Jasper per rassicurarlo e spiegargli la situazione ma non rispose. Cercai di
vedere nel suo futuro distraendomi dalla conversazione di Bella per consentirle
di avere un po’ di privacy. Potevo vedere il mio compagno, stava cacciando
insieme alla mia famiglia, sembrava tranquillo. Forse aveva parlato con
Carlisle e si era rasserenato, in fondo sapeva benissimo di poter stare calmo
dove sarei potuta andare?!?
Dopo
aver cacciato mi appollaiai di nuovo su un albero proprio vicino casa di Bella.
Avevo ancora quella strana sensazione addosso che non se ne andava e sembrava
si amplificasse ogni secondo di più.
Sapevo
benissimo che i licantropierano
pericolosi, soprattutto da giovani, Carlisle mi aveva parlato del loro incontro
che risaliva a quasi un secolo fa, del patto che sancirono di non belligeranza
e della loro estinzione… ebbi una visione di Bella che parlava tranquillamente
con me e sembrava non avesse ferite e mi tranquillizzai.
Dopo
qualche attimo, come mi capitò quando vidi Bella tuffarsi dallo scoglio, mi
raggiunse una visione che mai avrei voluto vedere. Avrei dovuto prevederlo,
perché ero andata a guardare il futuro di Jasper? Perché mi ero illusa di
riuscire a scorgere qualcosa nel futuro di Bella quando era insieme a quel
cane? Mi ero distratta, non avevo tenuto tutto sotto controllo. Avevo
sbagliato, di nuovo. Ma che diavolo mi stava capitando?! Qualcuno ce l’aveva
con me e con le mie visioni?
Vidi
Edward, sconvolto e infuriato come non l’avevo mai visto. La visione era
nitida, potevo vedere addirittura i granelli di polvere che volteggiavano
nell’aria. Non avrei errato stavolta, era troppo precisa.
Si
stava dirigendo in un aeroporto e stava cercando un volo, il suo viso era
troppo contratto da farmi pensare che stesse semplicemente cambiando aria. D’un
tratto, vidi la destinazione: Italia, Toscana, Pisa, Volterra. Questa
consapevolezza mi colpì come un bolide in pieno viso. Non ci potevo, non ci
volevo credere.
Stava
partendo, il suo volo sarebbe decollato tra 10 minuti, non ce l’avrei mai
fatta. Collegai che forse qualcuno gli aveva detto di Bella e che nessuno
sapeva che in realtà lei era ancora viva. Dovevo chiamarlo, cercare di salvare
il tutto per tutto. Il suo telefono squillava ma dopo vari tentativi mi rispose
un estraneo in una lingua diversa dalla mia ma che non avevo problemi a
riconoscere.
Non
potevo salvarlo, non sapevo come avrei fatto. L’unico modo era raggiungerlo in
Italia. Avrei fatto di tutto pur di rimediare ad un mio errore.
Senza
neanche pensarci rientrai a casa di Bella, doveva sapere e non avevo tempo di
preoccuparmi di uno stupido giovane licantropo.
Cercai
di essere poco aggressiva ma non riuscivo a stare calma, in quel momento avrei
potuto disintegrare una montagna senza rendermene conto.
Non
mi importò molto della reazione di Jacob, avevo altro a cui pensare e dovevo
cercare di tenere d’occhio mio fratello il più possibile.
«
Bella »,ansimai.
«
Alice, cosa c'è? », mi chiese urlando con un accenno di panico nella voce.
Ottenni
solo un lieve bisbiglio, non sarei riuscita a restare calma, sentivo che tutto
mi stava crollando addosso. Il mio fratello preferito stava andando a morire
dai Volturi per una mia visione errata e non potevo accettarlo.
Bella
svenne, accidenti avrei dovuto prevedere anche quello, non tanto dalle mie
visioni quanto dalla mia conoscenza di quell’essere umano.
Il
licantropo iniziò ad imprecare senza sosta, che
rozzo! pensai. Si poteva essere
più grezzi? Ma in fondo cosa mi aspettavo da un mezzo lupo?!
Cercò
di darmi la colpa ma non mi limitai neanche a rispondergli. Cercai, invece, di
concentrarmi su Bella, doveva capire, e in fretta.
«
Bella? Bella, riprenditi. Dobbiamo sbrigarci ».
«
Stalle lontana », mi avvertì Jacob.
«
Calmati, Jacob Black. Non vorrai fare una cosa del genere di fronte a lei ».
Cercai di sdrammatizzare intuendo che sarebbe stato più semplice calmarlo che
farlo innervosire.
«
Non penso che avrò problemi a restare concentrato », ribatté ma non lo
ascoltai, ero concentrata su Bella e sulle visioni di Edward.
«
Alice? Cos'è successo? », mi chiese disperata.
«
Non lo so. Ma cosa crede?! ». Ero furiosa, davvero credeva di poter scomparire
così? Senza neanche salutarci poi?!
Mi
venne un’idea. Potevo chiamare a casa, forse non erano andati tutti a caccia.
Non potevo controllare ero troppo nervosa e non potevo neanche rischiare di perdere
Edward di vista. Composi il numero velocemente facendo volare le mie dita sulla
tastiera e attesi in linea. Finalmente qualcuno rispose.
«
Rose, devo parlare con Carlisle subito ».
«
Mi dispiace , Alice. Non c’è è a caccia. Posso dirgli che hai chiamato >>,
mi rispose. Aveva un tono di voce strano, come qualcuno che stesse nascondendo
qualcosa.
<<
Bene, appena torna. No, sarò in aereo.
Senti, hai notizie di Edward? >> le chiesi cercando di perdere meno tempo
possibile indovinando la sua domanda.
<<
Si. Ho deciso di chiamarlo e gli ho detto tutto. Ho pensato che era meglio
sapere la verità subito così starà male un po’ ma gli passerà e potremo
continuare a vivere le nostre vite tranquillamente >>. Mi rispose come un
delinquente che avesse appena rivelato tutte le sue malefatte.
«
Perché? », le chiesi quasi in lacrime. « Come hai potuto, Rosalie? ».
<<
Senti, Alice. Bella è morta, non tornerà. Edward doveva saperlo, farsene una
ragione. Sono sicura che passerà presto il dolore per quell’insulsa umana e
tornerà a vivere con noi >>.
<<
Be', entrambe le tue conclusioni sono sbagliate, Rosalie, il che è un bel
problema, non trovi? ». Le sputai queste parole. In quel momento volevo solo
ferirla, era stata una stupida egoista, aveva pensato solo a se stessa. Come
aveva potuto fare una cosa del genere ad Edward. Non si rendeva conto?!?
<<
Come hai detto? Bella sta bene, è ancora viva? >>.
<<
Sì, sta benissimo >>.
<<
Ma… ma non l’avevi vista cadere? >>
<<
Mi sono sbagliata... È una storia
lunga... >>.
<<
Si ma comunque Edward tornerà presto quindi è inutile scaldarsi >>.
<<
Ma qui sei tu che ti sbagli, per questo ho chiamato... >>
<<
Come??? Mi stai forse dicendo che non ha intenzione di tornare a casa??? >>
<<
Sì, è esattamente ciò che ho visto ». Parlavamo a una velocità tale che non
pensai minimamente a ciò che e dissi, mi aggrappai all’istinto.
Rosalie
forse stava comprendendo la gravità del problema ma ormai era troppo tardi.
<<
Mi… mi dispiace davvero Alice. Credo di aver commesso un errore madornale puoi
p…>> non lasciai che terminasse la frase, furiosa come non lo ero mai
stata le dissi le mie ultime parole pronta a chiudere quella telefonata.
«
Troppo tardi, Rose. Il tuo rimorso vai a sventolarlo di fronte a chi ancora ti
crede » le dissi chiudendole il telefono in faccia.
Bella
era ancora lì, cercava di comprendere, di cogliere ogni singola mia parola ma
dal suo sguardo capii ch nn era riuscita a capire quasi nulla.
«
Alice… Alice, credo che Carlisle sia tornato. Ha chiamato poco fa... ». Come?
Carlisle? Ma non era a caccia?
«
Quando? »
«
Mezzo minuto prima che arrivassi tu ». Mannaggia. Stavo davvero perdendo colpi,
e non aiutava per niente, stavo facendo un errore dopo l’altro.
«
Cos'ha detto? ».
«
Non gli ho parlato io »
Fulminai
Jacob con uno sguardo, forse stavo capendo cosa era successo ma non volevo
crederci.
«
Ha chiesto di Charlie e gli ho risposto che non era in casa », bofonchiò Jacob,
sdegnato.
«
Nient'altro? », gli chiesi. Lo avrei ucciso volentieri ora come ora. Quel
lurido cagnaccio, ci mancava solo lui all’appello, come se la situazione non
potesse essere peggiore.
«
Ha riattaccato subito », replicò Jacob. Uno spasmo corse lungo la sua schiena.
«
Gli hai detto che Charlie è al funerale », aggiunse Bella.
O
Dio. I miei timori stavano per avverarsi. Non ci potevo credere.
«
Quali parole ha usato, esattamente? ».
«
Ha detto: "Non è in casa". E quando Carlisle gli ha chiesto dove
fosse Charlie, Jacob ha risposto: "È al funerale"». Nooooooooo…
peggio di così non sarebbe potuta andare. Ecco perché la mia visione era così
nitida. Cosa c’era di più doloroso che il funerale di Bella per lui?
Avevo
sempre saputo che avrebbe cercato la morte prima o poi. Avevo avuto molte
visioni ma non gli avevo mai detto nulla. Non volevo che ci pensasse realmente,
non volevo accettare quelle sue fantasie, fantasieche stavano diventando realtà.
«
Dimmi, Alice », mi sussurrò Bella cercando di farmi rialzare. Ero caduta in
ginocchio sotto il peso dei miei errori.
«
Al telefono, prima, non era Carlisle », le dissi collegando tutto finalmente.
«
Mi stai dando del bugiardo? », ringhiò Jacob.
«
Era Edward. Crede che tu sia morta ».
«
Rosalie gli ha detto che mi sono suicidata, vero? », mi chiese sospirando. Era
veloce a collegare quella ragazza!
«
Sì. A sua difesa, va detto che anche lei lo credeva. Si fidano troppo delle mie
visioni imperfette. Ma si è anche azzardata a contattarlo e a dirgli tutto! Non
si rendeva conto... non le importava... ».
«
E quando Edward ha chiamato, ha pensato che il funerale fosse il mio ».
«
Non sei sconvolta ». Non capiva?
« Be', un bell'equivoco, ma con il tempo si
chiarirà tutto. La prossima volta che telefona, qualcuno gli dirà come...
stanno le... ». no, decisamente non capiva. Come glielo avrei spiegato? Sarebbe
svenuta di nuovo o le sarebbe venuto un infarto a 17 anni?
«
Bella », sussurrai dolcemente. « Edward non richiamerà. Ha creduto a mia
sorella ».
«
Non. Rie-sco. A ca-pi-re ».balbettava addirittura. Avrebbe retto?
«
È partito per l'Italia ».
Dal
suo sguardo capii che sapeva che cosa si intendeva per“Italia”. Non sapevo come facesse a saperlo
ma immaginai che Edward le avesse raccontato qualcosa.
In
un attimo il suo cuore si fermò per un istante e le sue corde vocali emisero
uno strano suono che probabilmente avrebbero sentito anche i pipistrelli.
«
NO! No! No, no, no! Non può! Non può farlo! ». Lo diceva a me?!?
«
Ha deciso un istante dopo che il tuo amico gli ha confermato che era troppo
tardi per salvarti ».
«
Ma lui mi ha... lasciata! Non mi voleva più! Che differenza fa, ormai? Sapeva
che prima o poi sarei morta! ».
«
Non credo che avesse in programma di sopravviverti a lungo », risposi
ricordando le strade che avrebbe potuto intraprendere, quelle che solo poche ore
prima erano deboli possibilità stavano per avverarsi.
«
Ma come osa! », strillò. Sembrava quasi matta, non riusciva a stare ferma e si
dimenava come un’ossessa per spostare il randagio.
«
Cosa facciamo? » mi chiese. Mi stava pregando, voleva qualche risposta da me ma
non avevo alcuna idea. L’unica che mi era venuta era stata quella di partire
per l’Italia ma sarebbe stato quasi impossibile riuscirci. La salvezza di
Edward sembrava una missione utopica ormai.
«
Non possiamo chiamarlo? Carlisle non può fare niente? ».
«
È stato il primo tentativo che ho fatto. Ha buttato il cellulare nella
spazzatura, a Rio: ha risposto qualcun altro... ».
«
Prima hai detto che bisogna sbrigarsi. In che senso? Diamoci da fare, in
qualsiasi modo! ». sapevo che avrebbe voluto partecipare. Lei lo amava ancora
nonostante ci fosse questo Jacob di mezzo.
«
Bella, io... non penso di poterti chiedere di... ».
«
Chiedimelo! », sbottò senza neanche farmi finire la frase.
Ok,
l’avrei fatto ma a qualche condizione. Conoscendola si sarebbe messa in
pericolo se fosse successo qualcosa ad Edward e l’immagine di lei che cadeva
dalle rocce mi tormentava.
Le
posai le mie mani fredde sulle spalle e con la voce più suadente e convincente
che avevo le spiegai la situazione enfatizzando il più possibile certi aspetti.
«
Può darsi che sia già troppo tardi. L'ho visto andare dai Volturi... a chiedere
di morire ». Che strazio pensare che mio fratello stesse per compiere un gesto
simile.
Appena
pronunciai l’ultima parola gli occhi di Bella si inondarono di lacrime dovevo
continuare e cercare di rassicurarla, mi faceva troppa pena.
« Dipende dal loro verdetto. Non potrò
vederlo finché non prendono una decisione. Se gli dicono di no, ed è probabile
che lo facciano - Aro è molto amico di Carlisle, e non credo si permetterà di
offenderlo -, Edward ha un piano di riserva. I Volturi sono molto protettivi
nei confronti della loro città. Edward sa che se farà qualcosa che ne sconvolga
la tranquillità, cercheranno di fermarlo. E ha ragione, lo fermeranno ».
«
Perciò, se accettano di esaudire il suo desiderio, è troppo tardi. Se dicono di
no, e lui escogita abbastanza alla svelta un piano per infastidirli, è troppo
tardi. Soltanto se cedesse alle sue inclinazioni un po' teatrali... potremmo
avere ancora un margine di tempo ». Ecco. Le avevo spiegato tutto. Adesso
toccava a lei decidere e chissà perche, anche senza le mie visioni potevo
scorgere la sua risposta in maniera molto chiara e precisa.
«
Andiamo! ». Ecco, appunto. Mancava ancora una precisazione che non poteva di
certo non essere considerata.
«
Ascoltami, Bella! In tempo o no, ci troveremo nel cuore della città dei
Volturi. Se riesce nel suo intento, mi considereranno sua complice. E tu sei un
essere umano che non soltanto sa troppo, ma ha anche un ottimo profumo. Ci sono
parecchie possibilità che ci eliminino tutti... Nel tuo caso non si tratterà di
una punizione, ma di un invito a cena ». Cercai di farle capire tutto nei
minimi dettagli.
«
Per questo siamo ancora qui? Se tu hai paura, ci andrò da sola ». Come?!? Ok la
mancanza di mio fratello le aveva dato alla testa, era l’unica spiegazione
plausibile. Possibile che non si rendesse conto? Aveva accettato con troppa
leggerezza forse avrei dovuto essere più chiara.
«
Temo solo che uccidano anche te » le dissi con uno sguardo nervoso e un po’
sdegnato.
«
Rischio la vita quasi tutti i giorni! Dimmi cosa devo fare! ». Beh in effetti
non aveva tutti i torti.
Dovevamo
organizzarci velocemente avevamo poco tempo.
«
Scrivi un biglietto a Charlie. Io prenoto l'aereo ».
«
Non permetterò che qualcuno gli faccia del male ». La voce di Jacob era torva e
arrabbiata.
«
Chi se ne frega del patto ». Quel lupo aveva del fegato, dovevo ammetterlo.
Diciamo che per me aveva guadagnato qualche punto. Ora pero mi stava distraendo
Bella. Ci era rimasto poco tempo.
«
Sbrigati, Bella », esclamai destandola dalle sue preoccupazioni.
Nel
frattempo stavo cercando di prenotare l’aereo, non saremmo state fortunate come
Edward. Purtroppo ci toccavano vari scali.
Cercai
di mettermi il più lontano dal cane, dovevo cercare delle risposte e con la sua
presenza non ci riuscivo.
Contemporaneamente
tenevo d’occhio Edward, i Volturi e il nostro aereo. Mancavano solo gli ultimi
dettagli da preparare.
«
Prendi il portafoglio: ti servirà un documento. Ti prego, dimmi che hai il
passaporto. Non ho tempo di falsificartene uno ».
Corse
su per le scale e in quel momento sperai che non inciampasse, non avevamo tempo
per le medicazioni o le slogature.
Sentii
un ringhio sommesso a qualche metro da me. Evidentemente il cane non era
d’accordo sul nostro tentativo di salvataggio.
<<
Che c’è vuoi ucciderla per caso, sanguisuga? Non vi
basta quello che le avete provocato? Adesso dovrebbe anche rischiare la vita
per quel succhiasangue di tuo fratello? >>.
<<
Ah! Dimenticavo che con te Bella è al sicuro! Dimmi “ cane”, ultimamente quante
volte siete passati per il pronto soccorso? >> gli ringhiai quasi
addosso.
Sembrava
in difficoltà, non sapeva come rispondermi.
Bella
stava prendendo le ultime cose e stava per scendere. Distinguevo perfettamente
tutti i suoi spostamenti.
<<
Fino a prova contraria se non ci fossi stato io Bella sarebbe morta da un
pezzo, e non solo perché l’ho salvata in acqua. Ci ho messo un’eternità per
farla riprendere e adesso cerchi di convincerla a venire con te in Italia!
>>. Sbottò nervoso. Le sue mani avevano incominciato a tremare ma cercava
di resistere contro la trasformazione imminente.
<< No Jacob! Per tua informazione ha
scelto lei di venire con me e comunque non ti riguarda >>. Volevo cercare
di calmare la situazione, non volevo vedere la sua forma di licantropo.
«
Voi sarete anche capaci di controllarvi, ogni tanto, ma le sanguisughe da cui
la vuoi portare... ». Aveva ragione ma non poteva pensare che non avrei
protetto Bella anche a costo della mia vita nonostante la soglia del pericolo
risultasse alquanto alta.
«
Sì. Hai ragione, cane. I Volturi sono il fondamento della nostra razza, il
motivo per cui quando senti il mio odore ti si rizza il pelo. Sono la sostanza
dei tuoi incubi, la paura che muove il tuo istinto. Ne sono conscia ».
«
E gliela vuoi offrire come una bottiglia di vino a una festa! », mi gridò.
«
Pensi che se la passerebbe meglio se la lasciassi qui, preda di Victoria? ».
All’improvviso ricordai. Oltre a essere preda di licantropi, Bella era
circondata anche da vampiri, cattivi per giunta.
«
La rossa la sistemiamo noi ». Si certo. Era stata pura fortuna se Bella era
ancora davanti a me.
«
E allora perché è ancora a caccia? ».
Jacob
ruggì e fu preso da una convulsione.
«
Basta! », urlò Bella sentendoci litigare.
«
Discuterete al nostro ritorno, ora andiamo! ».
Puntai
a tutta velocità verso la macchina concedendo ancora alcuni minuti a Bella per
salutare il suo amico. Era preoccupata per Charlie, come darle torto.
Misi
in moto facendo riscaldare il motore, fremeva, proprio come me!
La prima frase che
leggerete mi è stata ispirata da tutte le vittime del terremoto in Abruzzo! Per
il resto, posso ritenermi soddisfatta di cosa ho scritto!!! Posso dire quasi
che è il capitolo più bello, profondo e triste di tutta la mia fan fiction.
Buona lettura!
Ps. Ho deciso di
dividere questo capitolo in due parti perché ho avuto l’impressione che i miei
cap siano troppo lunghi e quindi noiosi da leggere.
La vita ti sorprende sempre, ti
trascina con lei nell'occhio del ciclone senza darti la possibilità di scorgere
una via di fuga.
Verso la meta – Prima Parte
Non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei
sentito così. Avevo tante cose in mente ma non riuscivo a muovermi, era più
forte di me. Ogni progetto necessitava di una forza fisica ed emotiva che avevo
perso nonostante la mia natura di vampiro non avesse bisogno di eccessivi
sforzi. Avevo appena saputo che Charlie era al funerale: Bella era morta.
Il mio mondo era crollato, tutto intorno a me si
era sbriciolato. Non c’erano parole o gesti per descrivere quell’agonia.
Nel mio petto qualcosa si era rotto, sentivo
l’assenza di un pezzo a me fondamentale, fissavo il vuoto nell’attesa che
qualcuno mi svegliasse da quell’incubo dicendomi che era solo un sogno.
Come spesso accade a chi perde un parente o una
persona cara, non riuscivo a capacitarmene. Sebbene la mia mente fosse più
sviluppata e veloce di quella umana non riuscivo a rendermene conto, non mi
sembrava vero, era difficile accettarlo.
Avevo vissuto quelle emozioni centinaia di volte
attraverso le menti altrui ma non avevo mai provato quel senso di ansia e
frustrazione derivato da un vuoto che nessuno al mondo sarà più in grado di
colmare.
Il centro del mio universo era scomparso,
svanito. Mi sentivo come se il mio corpo si trovasse in mezzo al cosmo, non
riuscivo a respirare, non ero più capace di affrontare il movimento più
naturale al mondo. I miei polmoni non riuscivano a pompare ossigeno nonostante
non ne avessi realmente bisogno.
In questa galassia di detriti , che potevano
essere tranquillamente paragonati ai pezzi del mio cuore, il mio sole era stato
inghiottito da un buco nero, non vedevo più nulla, non sentivo più nulla, tutto
mi appariva nero e sfocato.
Volevo agire, dovevo cercare un modo , una
soluzione per fuggire da quella vita in cui stavo patendo le pene dell’inferno.
Sapevo che senza Bella il mio mondo sarebbe
stato poco diverso dal regno di Satanama la sua morte mi aveva colto impreparato, non me l’aspettavo, me
l’aveva promesso.
Percorsi velocemente i miei ricordi per avere
una conferma, una certezza. Era così, non avevo dubbi, eppure mi fidavo di lei
come aveva potuto abbandonare la sua vita così, come aveva potuto abbandonare
me?!?
Ero furioso con lei nonostante l’amore
incondizionato che provavo nei suoi confronti, ero arrivato ad odiarla perché
mi aveva abbandonato, aveva cessato di esistere destinandomi a un futuro
spaventoso.
Come aveva potuto farlo?! Come era potuto
accadere?! Cosa le era passato per la mente?!
Perché era successo?! Ero convinto che un angelo
l’avrebbe protetta, l’avrebbe tenuta al sicuro, dove era finito? Perché lo
aveva permesso?
Ci chiediamo spesso, nelle situazioni tragiche:
“Dio dov’è?” Come aveva potuto negare la vita ad una persona tanto dolce,
autentica, sensibile. Migliaia di persone malvagie e indegne popolano la terra.
Perché loro hanno la possibilità di vivere mentre il mio angelo era stato
chiamato così presto?
Dio non poteva invocare a se qualcun altro? Qualcuno
che non era circondato da persone care, da persone innamorate profondamente, in
grado di sopravvivere solo attraverso il battito del loro cuore, qualcuno che
era vissuto abbastanza da potersi considerare stanco di vivere? No, Dio aveva
afferrato e attirato a se, senza ritegno, l’essere umano a me più caro, forse
per farmela pagare, avevo osato troppo, avevo vissuto una vita non mia, ero
stato felice troppo a lungo. Dovevo scontare tutta la felicità che per mesi avevo
provato. Se non avessi fatto una scelta repentina, tutta l’eternità non sarebbe
bastata, perché Bella mi aveva donato qualcosa di indescrivibile, di unico.
I miei pensieri cominciarono ad essere
incoerenti ma un concetto mi pervase l’anima. Avevo un obbiettivo da
raggiungere, finalmente avevo trovato il mio ultimo scopo.
Vorrei
ringraziare:
cloetta: sono contenta che ti siano piaciuti,
io ero preoccupata di essere stata noiosa perché cmq erano frasi già lette
(almeno per la parte riguardante Alice)!!!
Per quanto riguarda
i personaggi ti dico solo che ho letto Midnight Sun un sacco di volte per
immedesimarmi… spero ne sia valsa la pena ;P
Cmq ti ringrazio
ancora per il commento. Mi fa piacere sapere cosa pensa il lettore medio!!!
Vi posto
ora la seconda parte del capitolo 7 che domani c’è scuola e non so quando avrò
il tempo!!! Ringrazio di nuovo tutti per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti
e per le recensioni (anche da parte delle lettrici di Facebook) grazie ancora
baci!!!!
Verso la meta – Seconda parte
I miei pensieri cominciarono ad essere
incoerenti ma un concetto mi pervase l’anima. Avevo un obbiettivo da
raggiungere, finalmente avevo trovato il mio ultimo scopo.
Scattai come un fulmine, non capii subito dove
mi trovavo, i miei sensi dovevano avere problemi, sicuramente dovevo essere in
qualche aeroporto a Rio.
Il telefono squillò di nuovo. Che seccatura! Pensai. Non risposi anzi, lo tolsi
dalla tasca posteriore dei miei jeans e lo gettai in un cassonetto.
Sapevo finalmente che cosa dovevo fare, avevo
avuto molto tempo per pensarci.
La primavera precedente la morte aveva quasi
raggiunto Bella e io, in pieno panico, le avevo pensate tutte in
quell’ospedale. Se le fosse capitato qualcosa l’avrei raggiunta all’istante.
Alla fine ero arrivato ad un’unica conclusione: i Volturi.
Comprai un biglietto alla svelta dritto verso
l’Italia, spesi una fortuna per il volo diretto ma non mi importava. I soldi
non erano importanti per me, non gli avevo mai dato molto peso, li avevo sempre
considerati come un qualcosa che si accumula nel tempo e, ora come ora, erano
l’ultimo dei miei pensieri.
L’aereo per fortuna partì dopo soli dieci
minuti. In quel lasso di tempo cercai di non pensare a cosa era accaduto, mi
concentrai su un piano. Sapevo bene che i tre protettori di Volterra, coloro
che si erano assunti il compito di proteggere la popolazione dai pericoli
esterni, erano in stretti rapporti con Carlisle perciò dovevo cercare di formulare
la mia richiesta nel migliore dei modi, dovevo studiarmi parola per parola
tutto il discorso che avevo in mente se speravo di avere una possibilità.
Sapevo che, considerato il mio potere, i Volturi
non avrebbero preso subito per buona la mia proposta, mi consideravano troppo
prezioso ma se Aro avesse percepito, con il suo potentissimo dono, la
frustrazione che provavo, forse avrebbe capito e deciso di accontentarmi. In
fondo per loro non era una gran cosa, combattere contro un vampiro che voleva
essere ucciso senza opporre resistenza.
Il solo pensiero di rivivere tutta la mia vita,
compreso il periodo in cui stavo con Bella e le ore passate dopo la sua morte
mi deprimeva ma era inevitabile, dovevo consentire ad Aro di studiarmi e
sperare in una buona notizia.
Il mio corpo era su quell’aereo da sei ore
ormai, ne mancavano altre sei. Ero incappato in uno stato catatonico, quasi di
incoscienza ma purtroppo la mia mente non poteva godere di quella fortuna.
Mi scorreva tutto addosso, avevo gli occhi
annebbiati dal dolore e non riuscivo a reagire.
La morte non mi faceva paura, anzi, sarebbe
stata puro oblio per me. L’unica cosa che mi dispiaceva era di non aver detto
addio ai miei cari. I loro volti mi apparivano davanti agli occhi, avrei voluto
salutarli ma ero stato troppo vigliacco. Avevo paura che non mi avrebbero
lasciato andare o, peggio ancora, di non avere più il coraggio di lasciarli.
Per farmi perdonare decisi di scrivere una
lettera per tutti loro, almeno gli sarebbe rimasto un ricordo di me.
Ecco!!!
Il prossimo capitolo si intitolerà “Lettera d’addio” a prestoooo!!!!
Per farmi perdonare decisi di scrivere una lettera per tutti
loro, almeno gli sarebbe rimasto un ricordo di me.
Lettera D’Addio
Cari Carlisle, Esme, Alice, Rosalie, Emmet e Jasper,
scrivo questa lettera per pregarvi di scusarmi della mia
negligenza.
So di essere uno sciocco ma vi prego, prima di giudicarmi
male, di mettervi nei miei panni. L’assenza di Bella mi deteriora l’anima,
(nonostante io non sia completamente convinto di averne una) e non riesco a
sopportare di continuare a prelevare anche solo un altro respiro su questa
terra, senza di lei.
La vita non mi interessa più, né è nel mio interesse l’idea
dell’inferno dopo di essa. Se ci sarà un Paradiso, tanto meglio, spero di
passare l’eternità con la mia Bella.
Se ci sarà, invece, un Inferno, per me non c’è molta differenza
poiché è da mesi che ormai la mia esistenza è un posto agghiacciante, spento,
senza pace.
Carlisle, sei stato un padre eccezionale e sei una PERSONA magnifica.
Nella mia esistenza sei stato il mio mentore, il mio punto di riferimento, il
mio modello.
Con i tuoi insegnamenti mi hai reso una
persona (è questo il termine giusto nonostante tutto) migliore. È stato grazie
a te, al tuo pensiero, che il primo giorno in quell’aula non ho ucciso l’unica
mia ragione di vita. Non te l’avevo mai detto perché me ne vergogno ancora oggi
ma, in quei sessanta minuti, il tuo volto rilassato, fiducioso e pieno di
comprensione e saggezza mi ha permesso di resistere e combattere contro i miei
istinti peggiori.
Secondo il mio parere, sei una di quelle
persone ad avere, più di altri umani, il diritto di oltrepassare i cancelli del
Paradiso.
Esme, per me sei stata più che una madre. Il tuo modo di donarci
amore non ha eguali. Insieme a Carlisle, hai fatto in modo che questa famiglia
vivesse in pace con la nostra natura. Hai fatto in modo che ci rispettassimo e
che ci amassimo a vicenda. Ti ringrazio infinitamente per tutti gli ottimi
consigli che mi hai dato e te ne prego, non soffrire troppo per la mia assenza,
poiché, ora come ora, è l’unica cosa che desidero ardentemente.
Alice, Jasper, Rosalie ed Emmet,
ne abbiamo passate tante insieme. Siete stati
i fratelli migliori che io abbia mai avuto. So di essere stato pesante e
presuntuoso a volte, vi prego di non dolermene ma, sappiate che vi ho amato.
Alice, con te ho avuto sempre un rapporto
speciale, siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda e non solo a causa
dei nostri poteri che uniti ci completano ma anche perché col tuo modo di fare
hai sempre portato allegria in famiglia compensando le carenze di gioia dovute
ai miei sbalzi d’umore.
Emmet, sei il fratello migliore che mi sia
mai potuto capitare, come Alice tendi ad alleggerire il mio carattere. Negli
attimi che mi separeranno dall’oblio il tuo ricordo, susciterà in me un senso
di tranquillità col mondo. Non cambiare mai, te ne prego.
Rosalie, il nostro rapporto non è stato dei
migliori ma sappi che apprezzo molto i tuoi pensieri nei miei confronti. Non so
davvero come ringraziarti anche per aver scelto di far entrare Emmet nella tua
vita.
Jasper, sei la persona più in gamba che
conosca. Mi scuso per quello che hai dovuto sopportare nei mesi scorsi e me ne
dispiaccio nel profondo dell’anima. Più che un fratello ti ho sempre
considerato un amico.
Addio.
Vi voglio bene
Edward
Scrissi queste parole mettendoci tutto me stesso e rivelando
pensieri che non avevo mai cacciato dalla mia mente. Cercai di recuperare tutti
i pezzi del mio cuore per imprimere i miei sentimenti su carta. Mi risultò
difficile esprimere tutti i miei pensieri più profondi, soprattutto verso Esme
e Carlisle. Non ero abituato a essere così trasparente con gli altri,
difficilmente mi esponevo nonostante non dessi un minimo di privacy a nessuno,
ma dovevo far capire loro i miei ultimi pensieri.
Alla fine chiusi gli occhi, cercando di svuotare la mente o di
pensare a cose futili ma, non potevo fare a meno di pensare a come sarebbe
stato. In fondo ci speravo, la mia famiglia (me compreso) era composta da
vampiri buoni, avevamo sviluppato una coscienza, sarebbe stato davvero ingiusto
privarci di una sorta di ricompensa.
Quella melodia era lo specchio delle mie sensazioni,
descriveva benissimo il mio stato d’animo e mi avrebbe accompagnato di certo
fino alla fine, era perfetta in quel momento. La sentivo vicina, non ero mai
stato in grado di sentirla davvero prima di quell’istante. Finalmente stavo
comprendendo tutta l’angoscia e la durezza di quelle note.
Cercai di distrarmi immaginando di suonare il mio pianoforte
che ormai da qualche tempo era rimasto inutilizzato. Dopo aver ripassato in
tutte le tonalità e con tutti gli arrangiamenti quella melodia, ci rinunciai.
Per me era troppo semplice, la mia mente non si distraeva abbastanza da
consentirmi di distogliermi dai miei pensieri.
Mancava poco all’atterraggio e incominciavo già a vedere la
città sottostante. Roma per me era sempre stata una città magica. Ci avevo
trascorso del tempo negli anni cinquanta ma a mio parere sembrava sempre più
bella. In quel periodo avevo studiato tutte le architetture, le sculture e le
pitture che la componevano. C’era sempre qualcosa da imparare.
Da Palladio a Canova, da Caravaggio a Giotto, scultori,
pittori e architetti si erano susseguiti in quella città che per tanto tempo fu
considerata il centro del mondo. Ogni artista aveva lasciato dietro di se una
traccia, una scia, e quella città le accoglieva tutte unendole in un mix di
bellezza e armonia.
Ricordai le sere che trascorrevo al centro del Colosseo.
Sebbene non potessi starci, mi piaceva sostare lì, avevo come una sensazione di
tranquillità e allo stesso tempo di potenza, magnificenza. In quel periodo non
avevo ancora incontrato la mia metà, le persona che mi completava o che da sola
bastava a tenermi in vita. I miei pensieri non ruotavano intorno a quel
pensiero, certo ogni tanto mi sentivo solo, anche a causa della vicinanza dei
miei parenti con i rispettivi compagni, proprio per questo motivo mi rifugiavo
in quel luogo.
Mi sarebbe piaciuto ritornarci con Bella, c’erano tante zone
che avrei voluto visitare con lei, dove avrei voluto portarla, ma Bella non
c’era più, non sarebbe più tornata da me, “con” me.
Finalmente l’aereo atterrò. Era buio per fortuna. Qui non ci
sarebbero state sempre le nubi a proteggermi dal sole. In Italia il tempo era
un po’ incerto, ambiguo, s’intravedevano le nuvole ma brillavano le stelle.
Nell’aria potevo sentire, intuire un cambiamento, il tempo stava mutando.
Osservai meglio il cielo, perdendomi nell’immensità
dell’universo. Nonostante fossi uno degli esseri più forti al mondo, quella
sensazione di insignificanza mi opprimeva. Ricordai le parole di Bella. Il suo
umorismo era uno dei lati del suo carattere che più amavo e di cui sentivo di
più la mancanza. Le piaceva il buio, di notte si poteva ammirare le stelle,
anche se a Forks non ne avevamo mai avuto la possibilità. Mi sarebbe piaciuto,
sarebbe stato romantico, avrei organizzato per lei una serata che non avrebbe
mai dimenticato.
Decisi di non pensarci, sarebbe stato inutilmente doloroso.
Dovevo arrivare a Volterra, mancava poco ormai, sorrisi al
pensiero e un passante notò i miei canini. Non ci badai, ormai non mi importava
di nulla. Decisi che era meglio proseguire “a piedi”. Con la mia rapidità avrei
fatto sicuramente più in fretta e mi avrebbe dato modo di riflettere e di
provare, per l’ultima volta, l’ebbrezza della velocità, del vento che ti
scalfisce il viso, smuovendoti i capelli, ma prima volevo concedermi un’ultima
azione, anche se forse andava contro tutti i canoni religiosi.
Ragazze non sapete quanto mi avete fatta
contenta!!! (certo, non mi paragono alle ragazze con 1000 commenti, ma mi
accontento di poco :D)
Grazie a:
Jessica_Hale: eccoti accontentata. Non
volevo postare prima della prox settimana ma vi ho sentite con le palpitazioni
(stile Bella) e non ho saputo resistere.
_ki_: ti ringrazio un kasino per avermi
paragonata addirittura alla Meyer. Credimi, se avessi almeno un’unghia della
Meyer, non stare dove sono!!! :D
La_Pepsi: anche per te il prox capitolo è
servito!!! Buona lettura!!!
Goten: ti ringrazio per i commenti (6)
sono rimasta con gli occhi luccicanti quando li ho letti :D spero che anche
questo ti soddisfi :D
Frafra9: ti ringraziooo e sono contenta di
aver ottenuto l’effetto desiderato.. forse sono riuscita a esprimere tutto il
tormento che ha provato Ed!!!
Cloetta: anche io ho sempre avuto questo
desiderio perciò alla fine ho deciso di cavarmela da sola e scriverlo di mio
pugno!!! Grazie ancora per i tuoi commenti!!!
Ultimo
Desiderio
Camminavo
spedito a passo svelto. Non potevo ancora lasciarmi andare alla mia velocità,
per le strade affollate di Roma non sarebbe stato molto saggio.
Avevo
ragione, il tempo stava cambiando, presto mi sarei ritrovato sotto un cielo
carico di pioggia, sentivo le nuvole provenire da Nord. Non si prospettava una
tranquilla nottata.
Senza mai
fermarmi attraversai l’arco che anticipava l’entrata nella cosiddetta Piazza
del Popolo. Mi guardai intorno, proprio di fronte a me potevo distinguere, in
maniera nitida, l’obelisco e in lontananza, le due chiese gemelle. Nonostante
ci fosse poca luce la mia vista riusciva a cogliere ogni dettaglio.
Cercai di
udire tutti i pensieri nel raggio di un Km e, siccome era tutto tranquillo a
parte un uomo ubriaco che però non si rendeva neanche conto di dove si
trovasse, decisi di agire. Mi sembrava il momento propizio.
Mi trovavo
davanti alla Basilica del Popolo, non era una delle maggiori chiese che vi
erano a Roma, ma per me significava molto, Carlisle mi aveva portato qui quando
mi resi conto che il mio stile di vita “libertino” non faceva per me.
Ero posto
proprio al centro, davanti all’alto portone. Davanti a me si ergeva la chiesa.
Alzai leggermente lo sguardo per ammirare l’effetto ottico che provocava la luce
della luna, nascosta dietro le nuvole, sull’oculo posto proprio al centro della
facciata.
Decisi di
forzare la porta laterale a sinistra che mi sembrava più coperta da occhi
indiscreti. Avrei rimesso tutto a posto, volevo solo stare qualche attimo in quel
luogo sacro.
Non fu
difficile. Entrando, notai subito lo scopo della mia effrazione. Decisi di dare
solo uno sguardo veloce alla navata centrale, il mio corpo si muoveva verso la
cappella laterale senza che badassi molto ai movimenti.
Avevo deciso
di ritornare in quel luogo per due motivi: volevo rivivere quegli attimi di
tranquillità che solo un luogo del genere sa donarti e poi volevo guardare per
l’ultima volta i capolavori che Carlisle mi mostrò parecchi anni fa.
Mi diressi
senza esitazioni verso la fine della navata laterale. Anche senza
illuminazione, distinguevo perfettamente tutti colori: negli anni si erano
sbiaditi, anche se di poco, nonostante tutte le accortezze.
<<
Vedi, Edward >> mi aveva detto mio padre, << tutti commettiamo
errori. Nella religione cristiana, esiste un Dio buono e misericordioso che
perdona sempre i suoi peccatori a patto che essi si pentano. Un esempio è
questa opera: “La Conversione di S. Paolo >>.
Ricordai
tutta la storia che mi raccontò mio padre: un certo Gesù era apparso a Paolo,
che a quei tempi andava contro la religione cristiana, con una luce accecante e
gli aveva parlato dicendogli che doveva portare la sua parola ai pagani e
guidarli verso il regno di Dio. Potevo rispecchiarmi in esso. La mia luce era
Carlisle, era lui a guidarmi nel regno dei giusti.
Iniziai a
chiedermi se questo Dio buono avesse seguito tutti i miei sbagli e se mi
avrebbe giudicato in base ai canoni umani. In fondo, dopo quel periodo di
ribellione mi ero comportato in modo impeccabile.
Mi ritrovai
a chiedere a Dio di condurmi in Paradiso, accanto a Bella, sapevo che il “quasi
suicidio” era considerato peccato in quella religione ma speravo che si
rendesse conto che non potevo vivere, non potevo rimanere in quel mondo senza
di lei. Era tanto assurda la mia richiesta?!
Dopo qualche
attimo mi avviai verso l’uscita, chiusi accuratamente il portone alle mie
spalle e mi diressi verso la mia ultima tappa senza guardarmi più indietro.
Salve a tutti!!! Ho appena finito di scrivere questo
capitolo!!! Spero vi piaccia… dopo di questo non so
quando posterò perché sarà una settimana estenuante. Se riesco ad anticiparmi
stasera lo inizio a scrivere!!! Buona lettura e grazie per tutti i bei commentini:D spero di riceverne altriiii!!!!
Ciao e buona settimana a tutti!!!
Volterra
Dopo una corsa, che poteva essere stata estenuante anche per
il migliore tra i centometristi, arrivai alle porte di Volterra.
Non feci molta attenzione al paesaggio che mi circondava anche
se, in un’altra circostanza, sarebbe stato più che piacevole.
La mia concentrazione era tutta puntata sull’odore che era
impregnato nelle mura della città, era familiare: apparteneva alla mia razza.
Era quasi giorno, ormai, anche se, pesanti nuvoloni avrebbero impedito alla mia
vista, di scorgere l’ultima alba.
Col mio fiuto, non era difficile individuare il palazzo dei
protettori di Volterra, si trovava, infatti, quasi al centro della cittadina e,
nascosti nell’ombra, oltre ai loro pensieri, sentivo la loro presenza: si
trattava del corpo di guardia dei Volturi, coloro che manteneva l’ordine e la
pace in città.
Erano davvero efficienti questi vampiri italiani!
Non badai a loro, proseguii per la mia strada ignorando i loro
pensieri curiosi. Intorno a me c’erano diversi palazzi distanziati tra loro
mediante stretti vicoli che a mala pena consentivano il passaggio delle
macchine.
Ben presto mi trovai dinnanzi a un enorme portone in legno
massiccio. Era intarsiato e ben lavorato, era lampante che fosse antichissimo.
Non dovetti bussare per essere aperto, oltre al loro temibile
fiuto, erano provvisti anche di molte tecnologie avanzate per tenere tutto
sotto controllo.
Entrando, scorsi una grande sala ben arredata che doveva
essere una specie di atrio perché era provvista di una reception, un ascensore
e delle poltrone.
Il corpo di guardia dei tre protettori di Volterra, doveva
essere aumentato. In pochi attimi, riuscii a scorgere due tipi di segugio e uno
scudo. Era facile classificarli, i loro pensieri andavano in linea retta con i
loro modi di fare e di agire.
Uno dei segugi, mi venne incontro. Il suo sguardo indugiò sui
miei vestiti ma, soprattutto sul mio viso. Gli apparivo come un vampiro sciatto
e in qualche modo capì che stavo soffrendo: la mia persona ma, soprattutto le
mie occhiaie, gli suggerivano che era da parecchio tempo che non dedicavo
attenzione al mio aspetto e alle mie necessità.
Mi si rivolse con un sorriso smagliante che, metteva in
risalto i suoi bianchi canini.
<< Salve! Benvenuta a Volterra. Piacere, io sono Demetri. In cosa posso esserti utile? >>
<< Devo vedere Aro, Caio e Marcus >> Sbottai
escludendo tutte le buone maniere che, per decenni avevano fatto parte del mio
carattere.
Che modi!!!Pensò. Il
ragazzino ha voglia di una lezione.
Non pensai ai suoi pensieri, anche perché era probabile che
fossi più vecchio di lui e poi, pensandoci bene, era proprio quello che volevo.
Il mio modo di fare, in qualche modo, lo aveva turbato ma, mi
rispose ugualmente con un sorriso e mi rispose: << Prego >> con un
tono che faceva trasparire tutto il suo disappunto e facendo un gesto d’invito
con la mano.
Lo seguii attraverso lunghi corridoi che, man mano che
procedevamo, facevano trasparire il vero volto che si celava dietro l’apparenza
dell’atrio.
Dopo alcuni minuti, che mi sembrarono eterni, giungemmo in
un’ampia sala circolare in cui, proprio di fronte all’entrata, erano posti tre
grandi troni in legno massiccio che, si sposavano perfettamente con lo stile
del portale d’ingresso.
I tre vampiri più potenti del mondo, al momento, erano
distratti dalla vista della piazza che si scorgeva da un’ampia finestra e
stavano pensando alla festa che si sarebbe svolta il giorno dopo.
I loro volti, raggrinziti e quasi trasparenti, tipici dei
vampiri millenari, per poco non brillavano a causa della luce solare ma, per
loro fortuna il tempo non era dei migliori.
Quando entrai, si girarono all’unisono guardandomi con occhi
curiosi. Aro mi venne incontro, riconoscendomi. Il suo viso era estasiato dalla
mia presenza ma, i suoi pensieri, rivelavano preoccupazione a causa del mio
aspetto. Non mi aveva mai visto in questo stato.
Voleva avere un contatto con me per scoprire all’istante tutto
ciò che mi deprimeva ma i miei piani erano ben altri.
Avevo intenzione di spiegare prima la mia situazione e di
esporre la mia richiesta e poi mi sarei abbandonato al dolore. Dovevo cercare
di essere forte per altri brevi istanti e sarebbe tutto finito. O almeno lo
speravo.
<< Aro >> esclamai con un tono, al tempo stesso
tra lo spento e il nervoso
<< Che piacere rivederti! >>
<< Lo stesso vale per me mio caro Edward. È parecchio
che non ci vediamo! Ma dimmi, come sta Carlisle? >>
Quanto odiavo quei convenevoli che erano tipici di quel
vampiro. Non tolleravo quei suoi modi di fare né, avevo voglia di continuare a
parlare, dovevo cercare di sbrigarmi.
<< Tutto bene Aro. Sono sicuro che ti manda i suoi più
sinceri saluti ma, in ogni modo, devo dirti che non sono qui per questioni così
frivole >>. Ecco, avevo messo quasi del tutto le carte in tavola. Aro
stava incominciando a comprendere che qualcosa non andava e con lui, anche gli
altri vampiri stavano provando una certa curiosità.
<< Allora dimmi tutto, mio caro ragazzo. Di quali
questioni vorresti parlarmi? >>
Ecco, questo era il mio momento ma, ad ogni modo, le parole
non riuscivano ad uscire. Stavo cercando di spingerle a calci fuori dalla mia
bocca ma proprio non volevano saperne. Le mie ginocchia cedettero e mi ritrovai
a fissare me stesso dalla mente di Aro con le mani davanti al volto e, sulle
mie spalle tutto il peso del dolore che, da troppe ore, premeva sulla mia
testa.
<< Ragazzo! >> esclamò quasi sconvolto il vampiro
di fronte a me chinandosi ma senza toccarmi. Lo apprezzavo per questo.
<< Dimmi cosa ti turba, come posso esserti d’aiuto
>>.
Le sue parole, seppur sincere mi sembravano vuote, nessuno era
in grado di comprendere il mio dolore.
Alla fine, stanco di tutto quel soffrire e di quello spreco di
tempo, decisi di affidarmi al suo dono. Allungai il braccio verso di lui e gli
feci capire che ero pronto a scoprire tutte le mie carte, ero stanco di
giocare.
Scusatemi per il ritardo ma mi sono lasciata
distrarre da alcune fan fiction molto carine e da una mia nuova creazione. Il
mio cervello non ha voluto saperne di scrivere!!!
Un grazie particolare alle 21 persone che mi
hanno aggiunta ai preferiti e alle 6 tra i seguiti.
Goten: ti ringrazio per la pazienza che metti
nel commentare tutti i miei capitoli.. non sai quanto mi fai felice :D cmq devo
confessarti una cosa.. (me timida) .. ho letto tutte le tue ff…
MA COME FAIII?? Sei un genioooo!!! E la cosa che più mi fa piacere è che, visto
tutti i commenti e i preferiti che ricevi, ti piaccia la mia storia. Sono rimasta
incantata dalla tua fantasia e devo ammettere che ho perso molte ore di sonno
per leggere tutte le tue ff. ciao e complimenti!
Ricordi
Tutta la mia vita mi scorreva davanti. Tutti i dettagli, anche
quelli più insignificanti, erano lì, e scorrevano dalla mia mente in quella di
Aro.
La mia infanzia, i miei genitori biologici che mi guardavano
giocare, i primi sintomi della malattia che colpì mio padre, la sua morte, mia
madre piangente davanti la sua tomba. Io che cercavo di darle coraggio e
conforto poggiandole una mano sulla spalla, avevo solo sedici anni.
La mia stanza d’ospedale, mia madre moribonda nel letto
accanto al mio, Carlisle pallidissimo che mi sussurra parole all’orecchio..poi il dolore.
La mia prima chiacchierata con Carlisle, la più strana che
abbia mai fatto. Capivo perfettamente i suoi pensieri ma non me ne rendevo
conto. Fu lui, anche prima di me, a capire il mio dono.
I suoi consigli così pieni d’amore per me. Il ricordo di mia
madre nei suoi nitidissimi ricordi, non avevano nulla a che fare con quelli
della mia infanzia che mi apparivano lenti e sfocati.
Dolore, solo e soltanto dolore allo stato puro. Potevo
percepirlo, mi appariva a flash, ma ne comprendevo e ricordavo tutte le
sfaccettature e, con me, il mio interlocutore.
Sapevo benissimo, però, che il peggio doveva ancora venire.
Il salvataggio di Esme, l’amore negli occhi e nei pensieri
della persona che era diventata mio padre a tutti gli effetti. L’amore che la
sua compagna mi donò. Il mio periodo nero, la mia furia contro quegli esseri
orrendi e ributtanti.
Il mio rimorso dopo aver capito che non era il modo giusto di
andare avanti, il ritorno dai miei genitori e la felicità nei loro occhi.
L’incontro con Rosalie e il nostro rapporto tormentato, Emmet,
Alice e Jasper. Tutti i loro volti si succedevano velocemente senza, però,
essere imprecisi.
I miei ricordi si soffermarono soprattutto su Alice. Tutti i
momenti passati assieme. Tutte le volte che avevamo salvato la nostra famiglia
dai pericoli.
Durante questi ricordi notai qualcosa di strano nei pensieri
di Aro ma non ci feci caso, il flusso procedeva inesorabilmente e sapevo che
tra poco sarebbe arrivata la mia condanna: i ricordi che più avrei voluto
cancellare e allo stesso tempo rivivere ancora.
Io e Emmet che combattevamo, le partite a scacchi contro Alice
e Jasper, le mie notti insonni a leggere decine di libri immaginando l’amore,
ma mai avendone realmente bisogno.
Gli amici di Denali, e tutte le persone che avevo incontrato
nella vita, più o meno importanti.
Io e Alice che salvavamo una città da una catastrofe e poi
eccolo, il suo sguardo che mi fissava, quegli occhi marroni che mi avevano
quasi fatto impallidire.
Il suo odore nell’aula di biologia, i miei pensieri orrendi
sulla sua morte. Il suo profumo così familiare mi bruciava piacevolmente la
gola.
Il nostro primo bacio, la speranza di non farle del male, la
voglia di spingermi oltre, di averla tutta per me, la paura di perdere il
controllo. Tutte le notti passate accanto a lei sperando di scorgere i suoi
pensieri più inconsci. La gioia che mi era penetrata nelle ossa dopo aver
sentito pronunciare più volte il mio nome in sogno e.. il ricordo più dolce e
bello in assoluto: le sue labbra che in un sussurro pronunciano le parole più
splendide al mondo.. Ti amo.
La paura di perderla quando James le dava la caccia e l’addio,
tutto si accavallava velocemente abbattendo tutte le mie difese. Quei ricordi
mi facevano male, stavo soffrendo, volevo che la smettesse ma dovevo cercare di
fargli comprendere tutto, ancora poco e forse avrei ottenuto quello che
cercavo: la morte.
Arrivò anche il ricordo della telefonata di Rosalie e la mia
fuga in Italia. Aro stava incominciando a capire ma, sfortunatamente per me, la
mia richiesta non sembrava convincerlo.
<< Ma come hai fatto a resistere al dolce suono della
tua cantante? >>
Non capivo, che voleva dire? E perché si soffermava su aspetti
tanto futili? Volevo risposte, PRETENDEVO risposte, la mia rabbia stava
incominciando a salire, non ne potevo più.
Vedendo la mia faccia confusa mentalmente mi spiegò che si
riferiva all’odore del sangue di Bella.
<< Ma certo, tu la amavi. Ti ammiro molto sai? >>
si rispose.
<< Si Aro, e ti ringrazio ma ti scongiuro, adesso puoi
darmi delle risposte? >>.
<< Ma certo mio caro! Siediti ti prego. Dammi del tempo
per spiegare la situazione ai miei cari amici Marcus e Caio >>.
<< No grazie, preferisco stare in piedi >>.
Ero furioso ma dovevo cercare di essere gentile o non mi
avrebbero accontentato.
Mentre discutevano ripensai ad Alice. Forse l’avevo esposta
troppo. Aro sembrava un bambino di fronte a un gelato, mentre parlava di lei e
delle nostre imprese. Cosa avevo fatto?
<< Mio caro! Finalmente siamo giunti a un verdetto!
>> Mi guardò con un sorriso a quarantadue denti, se possibile.
Era strano ma a volte non riuscivo a vedere bene i suoi
pensieri. Era bravo a mascherarli, quasi quanto Alice.
<< Allora? >> sbottai quasi impassibile.
<< Vogliamo farti una proposta. Che ne diresti di unirti
a noi? Il tuo potere è molto potente, nelle nostre battaglie ci saresti di
grande aiuto. Negli ultimi anni, come hai potuto notare, abbiamo aumentato la
nostra guardia ma, in ogni modo, siamo sempre in cerca di nuovi talenti!
>>
Finalmente nella sua mente scorsi qualcosa. Stava pensando a
due bambini ma dall’aspetto dedussi che dovevano essere vampiri. Poi compresi i
loro poteri. Erano davvero molto potenti in battaglia. Potevano essere letali
anche contro di me. Alec e Jane. Questi erano i loro nomi. Non aveva intenzione
di presentarmeli ma avevo già capito tutto, non ce n’era bisogno.
<< Aro, pensavo avessi compreso ogni cosa dai miei
pensieri. Non mi interessa la vita. Lei è morta! >>
<< Ma mio caro, cerca di capire. Il tuo immenso potere..
sai quante persone bramino un potere simile? Anche per me è difficile
resistere. Saresti la pupilla del mio corpo di guardia. Saresti il mio braccio
destro. Io e te insieme, già immagino.. sarà delizioso! Sarebbe uno spreco, il
tuo potere è troppo importante, non posso permetterlo mio caro >>.
Da quello che avevo capito aveva in mente qualcosa. Doveva
esserci qualcuno che era in grado di far quadrare le cose, qualcuno in grado di
farmi unire a loro. Non sarebbe bastato, ero troppo irritato e bisognoso di
morire, non avrebbe funzionato nulla con me.
<< NO! Non voglio cercare di capire un bel niente. Non
ti è chiaro che non sottostarò MAI al tuo volere?! Non mi interessa un
accidenti, il tuo corpo di guardia e la posizione elevata che potrei ottenere.
A dirla tutta, non mi interessa neanche come cercherai di farmi ragionare. Sai
quello che voglio e sai che cercherò di ottenerlo in ogni modo >>.
Detto questo mi voltai e me ne andai, spalancai la porta
dietro di me – forse distruggendola – e uscii in strada.
Nella mia mente vorticavano mille pensieri, ero furioso. Non
pensavo sarebbe stato così difficile, speravo che dopo aver capito il mio stato
d’animo avessero compreso l’importanza che la morte aveva per la mia anima, o
quello che ne rimaneva.
Dovevo agire, fare qualcosa per sfogare la mia furia. Potevo
andare a “caccia”.. di umani. Forse questo sarebbe bastato a scatenare la loro
ira. Avrebbero di sicuro pensato che un vampiro come me non poteva permettersi
di mettere in pericolo la vita dei loro protetti. Mi avrebbero dato di sicuro
la caccia. Si, potevo provarci.
Mentre ero intento nei miei piani un viso mi apparve nitido. Biondo,
occhi dorati, pelle diafana.. Carlisle.
A pochi attimi dalla morte potevo concedermi un’azione simile?
Potevo compiere un gesto tanto inumano nei suoi confronti?
Ecco il capitolo più atteso, l’incontro tra
Ed e Bella a Volterra. Ho aggiunto un piccolo flash back che mi è venuto in
mente. Mi è sembrata un’idea carina.. poi non so! Fatemi sapere cosa ne
pensate, se secondo voi è fattibile!!! Buona lettura e grazie sempre a tutti voi
per i commenti ecc. (non sto qui a ripetermi sempre) :D vadooo..
Incontro
Non avrei mai tradito la fiducia di Carlisle. Volevo credere
davvero alla sua teoria, forse c’era una speranza per me e, uccidere umani non
era la soluzione ai miei problemi.
Vagliai tutte le possibilità che mi rimanevano: avrei potuto
scaraventare un’auto dall’altra parte della piazza in mezzo a tutte quelle
persone, potevo distruggere qualche palazzo, correre velocemente davanti a
tutti ma, tutto mi appariva troppo scontato, banale e, soprattutto,
distruttivo. Volevo compiere un gesto in grado di svelare la nostra vera
natura, non qualche giochetto da supereroi.
La risposta era una sola, mostrare la mia pelle da assassino pubblicamente:
far risplendere il mio corpo, creare quel gioco di luci che tanto ci
differenziava dagli umani.
Il giorno era perfetto e avrei aspettato, per quegli ultimi settantadue
minuti, il momento favorevole, quell’attimo in cui il sole è al centro esatto
del suo giro quotidiano: mezzogiorno.
Sarebbe stato tutto eccessivamente perfetto. Mi figuravo già
la scena nella mia mente. Il campanile al mio fianco avrebbe scoccato gli
ultimi rintocchi della mia vita quando, un bambino o qualsiasi altro umano, mi
avrebbero indicato facendo voltare tutti verso di me. Non m’importava cosa sarebbe
accaduto dopo a quelle persone né, cosa sarebbe accaduto a me.
In quegli ultimi lunghissimi minuti mi concessi di pensare a
lei. Mi sembrava di udire il suo battito melodioso che, a contatto con le mie
labbra, accelera incessantemente.
La mia memoria doveva essere più che perfetta, mi sembrava di
riuscire a udire anche la sua dolce voce che si avvicinava a me. Quella voce
che invocava il mio nome nei momenti d’incoscienza o di passione.
Forse la sentivo perché, finalmente, mi stavo avvicinando a
lei.
<< Edward, no! No, Edward sono qui! >> cosa aveva
il mio angelo? C’era per caso qualcosa che non andava? Probabilmente non voleva
che lo raggiungessi?
Inconsciamente il mio piede si spostò verso la luce, non mi
importava se non mi voleva, doveva almeno darmi l’opportunità di spiegarmi.
Sorrisi come non lo facevo da mesi. Avrei finalmente parlato
con lei, udito la sua dolce voce. Riuscivo già a sentire il calore del suo
corpo premere contro il mio, ci poteva essere sensazione più deliziosa?
Avevo chiuso gli occhi e non me ne ero accorto, forse in
qualche modo stavo cercando di collegare meglio il mio cervello a lei, al suo
cuore, al suo odore.
I miei occhi reclamavano la sua vista, colei che li aveva ammaliati
rendendoli ciechi e sfocati dinanzi al mondo.
Appena aprii gli occhi, ritornai di qualche anno indietro nel
tempo, precisamente al tredici del nono mese dell’anno 1990.
Io e Carlisle eravamo andati a visitare l’ospedale di Forks
che, da lì a qualche anno, lo avrebbe ospitato come medico.
Quella cittadina era l’ideale per noi: solo quattro giorni di
sole l’anno.
Mentre mio padre si informava su tutti gli impianti dell’edificio
e su tutti i medici, io mi ritrovai a vagare da solo per l’ospedale. Come attratto
da una strana forza magnetica. Mi ritrovai in un reparto tutto colorato con
decine di bambini piangenti: il reparto maternità.
Successe tutto molto velocemente. Appena mi voltai per
tornarmene indietro, i miei occhi incontrarono qualcosa di estremamente
profondo. Il mio sguardo si soffermò sul visino più dolce, più pallido e più
maturo di tutto il reparto. Quel volto sembrava comprendere e ammirare la mia
natura come nessun essere umano avesse mai fatto. Mi sorrise formando dolci
buchini su quelle guance paffute e io rimasi per un attimo incantato, perso in
quei meravigliosi occhi color nocciola così espressivi.
Ritornai immediatamente al presente. Quegli stessi occhi, ora
più arrossati, mi stavano guardando.
Finalmente collegai. Come avevo potuto non pensarci prima? Era
lei, era sempre stata lei.
Ero stato troppo concentrato a cercare di carpire i suoi
pensieri per accorgermene.
Finalmente ora avevo la lucidità per pensare. Evidentemente
ero stato accontentato perché, mai come in quell’istante, la mia mente e il mio
corpo erano stati più VIVI.
Salve a tutti!!! Finalmente ho finito di
scrivere questo capitolo. Mi scuso per il ritardo ma questo capitolo proprio
non volevo scriverlo.. volevo addirittura saltarlo ma poi mi hanno consigliato
di continuare.. :D in ogni caso spero vi piaccia.. specialmente la fine (per
chi non si addormenterà prima).
Ps. Ragazze vi ringrazio infinitamente per i
vostri commenti e per l’attenzione che mi date.. quando li leggo mi viene una
voglia matta di accontentarvi e scrivere per tutta la giornata.. ma purtroppo
non posso :D un bacioneeeee
Barbara
Sogno o realtà?
<< Straordinario >> dissi estasiato.
Doveva essere il Paradiso di sicuro. Quale altro posto
comprendeva il mio angelo e la lucidità dovuta alla felicità?
<< Carlisle aveva ragione >>. Quell’uomo non si
era mai sbagliato riguardo la vita dopo la morte, forse sarei stato felice..
<< Edward, torna subito all’ombra! Muoviti! >>.
Perché il mio angelo era ansioso? Cosa le accadeva?
Le accarezzai una guancia per tranquillizzarla. Non doveva
preoccuparsi, io ora stavo bene, le avrei spiegato ogni cosa, le sarei stato
per sempre accanto se me l’avesse concesso.
Dentro di me sentivo una strana sensazione, forse dovuta alla
morte. Era come se il suo corpo, a contatto con la mia pelle, rimettesse in
circolo quel sangue che non credevo più di avere, riscaldando la mia struttura.
<< E’ incredibile, sono stati velocissimi. Non ho
sentito niente.. che bravi! >>
Ero riuscito nel mio intento, mi avevano accontentato. Ora non
mi restava che “vivere” accanto a lei.
Mormorai i versi di Romeo che pronunciò sulla tomba di
Giulietta.
Bella era rimasta quella di sempre, era fantastica, il mio
angelo personale.
<< Hai lo stesso profumo di sempre >> dissi
ispirando finalmente con i polmoni che per lungo tempo non erano stati in
funzione.
<< Quindi forse questo è davvero l’inferno. Non importa.
Resisterò >>.
Sarebbe stato sicuramente meglio del dolore che avevo patito.
<< Non sono morta e nemmeno tu! Ti prego, Edward,
dobbiamo muoverci. Ci prenderanno! >> mi disse urlando. Mi percorse un
brivido quando le sue labbra pronunciarono il mio nome. Da quanto tempo le mie
orecchie infallibili non udivano quel dolce suono..
Rimasi per un attimo interdetto, non riuscivo a comprendere
cosa stesse dicendo.. possibile che gli angeli vaneggiassero?
<< Puoi ripetere? >> dissi col tono più educato
che possedevo. Se era matta, dovevo assecondarla.
<< Non siamo morti, non ancora! Ma dobbiamo andarcene
prima che i Volturi... >> I
Volturi??? Questo non era il Paradiso. Quel nome non poteva esistere in
questo luogo.
Tutte le mie certezze crollarono di nuovo. Questa agonia
avrebbe mai avuto fine?
In un secondo compresi tutto. Bella era reale, eravamo in
pericolo, stavo per espormi alla luce del sole e due vampiri si stavano
avvicinando. Non sapevo come fare.. ero in trappola, stavolta come l’avrei
salvata? L’avevo di nuovo messa in pericolo?
Istintivamente la sospinsi verso il muro delicatamente e mi
parai davanti a lei. Si stavano avvicinando, potevo già delinearne i pensieri.
Uno di loro lo avevo già conosciuto. Mi aveva accolto e
presentato ai Volturi. L’altro si chiamava Felix.. non ero ancora riuscito a
capire che dono avesse.
Si avvicinavano sempre di più. Dovevo dargli una buona
impressione, dovevo cercare di salvare la situazione.
<< Buongiorno signori. Non credo che oggi avrò bisogno
dei vostri servigi. Vi prego soltanto, per piacere, di portare i miei
ringraziamenti ai vostri padroni >>. Ero stato chiaro ma i loro pensieri
non sembravano volessero assecondarmi.
<< Vogliamo continuare la nostra conversazione in un
luogo più consono? >> minacciò Felix. Capii all’istante che non ci
avrebbero lasciati andare facilmente. Aro aveva impartito degli ordini ben
precisi ma dovevo ugualmente tentare, avrebbero potuto cambiare idea.
<< Non credo sia necessario. Conosco le vostre
istruzioni, Felix. Non ho infranto nessuna regola >>. Ci aveva pensato la
mia Bella a salvarmi.
<< Felix allude alla vicinanza al sole. Cerchiamo un
riparo migliore >>.
Che cosa avrei fatto? Come l’avrei salvata? Non potevo
trascinarla con me al centro dell’inferno. Quel luogo poteva essere letale per
lei, centomila volte più di me.
<< Vi seguo >> dissi ai due vampiri. Velocemente
mi voltai verso di lei con uno sguardo altamente convincente, non avrei ammesso
repliche.
<< Bella, perché non torni in piazza a goderti la festa?
>>. Alice era con lei, sentivo la sua presenza, l’avrebbe di scura
trovata e portata in salvo.
<< No, la ragazza viene con noi >> dichiarò Felix.
I suoi pensieri immaginavano il corpo di Bella senza vita dopo il “tocco” dei
suoi canini.
Non potevo permetterlo. L’avevo ritrovata da poco e ancora
dovevo spiegarle tutto. Sapevo quali sensazioni si provassero con la
consapevolezza della sua morte, non volevo ricordarle ma sapevo benissimo che
non le avrei mai dimenticate. Lei sarebbe sopravvissuta ad ogni costo, anche se
io non ce l’avessi fatta.
Sentii i pensieri di Alice. La felicità mi circondò per un
istante. Non ero solo, forse ce l’avremmo fatta.
<< Puoi scordartelo >> emisi cercando di prendere
tempo. Sapevo già come andava a finire, l’avevo appena visto dalla visione di
Alice.
Tranquillizzai Bella, lei era l’unico mio pensiero e punto di
riferimento, doveva capirlo.
A breve i due vampiri avrebbero ribattuto che Bella non poteva
essere liberata e si sarebbero avvicinati così tanto a me da non consentirmi
vie di fuga. A quel punto sarebbe comparsa Alice. Stava arrivando la sentivo.
<< Vogliamo darci un contegno? >> pronunciò con la
sua voce cristallina. Fratello, che
piacere ritrovarti. Bella ce l’ha fatta giusto in tempo. Temevo arrivasse in
ritardo o inciampasse.
<< Non ci si comporta così di fronte a delle signore
>>. Demetri e Felix si irrigidirono all’istante, sapevano che ora avremo
combattuto ad armi pari.
<< Non siamo soli >> disse Alice. Voleva che
credessero che, ove mai avrebbero voluto attaccarci, con noi c’era anche la
nostra famiglia. Per loro avrebbe significato troppe perdite.
I due seguaci dei Volturi, volevano ad ogni costo portarci nel
loro rifugio ma ad un tratto, seppi con certezza che non avevamo più scampo.
Stava arrivando colei che, anche i vampiri, temevano di incontrare.
Di persona non l’avevo mai incontrata ma, dai pensieri di Aro,
ero riuscito a capire che era molto potente, letale.
Non avremmo potuto fare altro che seguirla.
Strinsi forte Bella vicino al mio fianco. Volevo sentirla
accanto. Di sicuro doveva essere terrorizzata, volevo farle capire che non le
sarebbe successo nulla. Jane ci condusse verso il loro nascondiglio.
<< Be’ Alice. Immagino che non dovrei essere sorpreso di
trovarti qui >> dissi mentre camminavamo verso l’entrata secondaria.
<< E’ stata colpa mia. Toccava a me cercare di rimediare
>>.
<< Cos’era successo? >> ero curioso di sapere
tutto nei minimi dettagli. Rosalie mi aveva detto che Bella era morta, mi aveva
mentito? Non misi molta enfasi nelle mie parole, sebbene fossi tremendamente
curioso. Non potevo commettere errori, ogni informazione poteva metterci nei
guai.
<< E’ una storia lunga. Per farla breve, si è tuffata da
uno scoglio, ma non voleva suicidarsi. Bella si è data allo sport estremo, di
recente >>. Sottolineò l’ultima parola per farmi comprendere tutto il
risentimento che provava nei miei confronti. Nei suoi pensieri intravidi dei
lupi, buchi delle sue visioni di Bella al pronto soccorso.. non feci in tempo a
leggere tutto.
Poi ti spiego tutto nei minimi dettagli ora fammi concentrare, devo
sapere come andrà a finire.
Eravamo quasi giunti alla meta. Dovevamo calarci da un
tombino, attraversare qualche sala e sperare in una liberazione senza secondi
fini.
All’interno del cunicolo, potevo distinguere il suo battito.
Quella melodia meravigliosa che infondeva nel mio corpo una piacevolissima
sensazione. La strinsi forte a me, avevo bisogno della sua vicinanza per
calmarmi, dovevo sentirla vicino per rendermi conto che lei non era morta,
infondeva ancora in me il suo calore e, con un po’ di fortuna, saremmo usciti
sani e salvi di lì.
Respirai una forte boccata d’aria. Nonostante non cacciassi da
settimane, il suo odore non mi sconvolse come mi aspettavo. Non era cambiato,
era sempre estremamente invitante, dolce e dissetante ma, quello ad essere
cambiato ero io.
Il suo odore, ora, rappresentava la sua vita. Una linea
sottilissima e allo stesso tempo così intensa, capace di spezzarsi o di sopravvivere
con la stessa intensità.
Quel profumo delizioso, nel mio cervello, era associato alla
consapevolezza che lei non era morta, mi era accanto. Finché avessi sentito
quello splendido aroma, il mio cuore sarebbe stato leggero. Neanche il suo
sangue mi stuzzicava come prima. Adesso potevo dire di aver superato
l’ostacolo.
Un grazie speciale a:
titty88: grazie mille per il sostegno morale :D
cloetta: grazie a te che continui a seguirmi ma soprattutto
a commentare :Dspero che anche questo
ti siapiaciuto
Ele_Cullen: sono contenta che ti
sei unita anche tu! Qualche membro in più non fa mai male (fidati) :D mi scuso
per aver postato così tardi!!!
Goten: ormai sei una veterana.. ma mi fa piacere sempre
leggere i tuoi commenti J
Scusate
per il ritardo ma la mia “vena poetica” era un po’ a corto.. non ho avuto molta
ispirazione! Comunque vi anticipo che questo capitolo è uno degli ultimi.. la
mia ff sta giungendo al termine!!! :D
Vi
posto la prima parte.. il resto non so se lo salto oppure lo scrivo!!! ( se
sono fortunata qualcosa di fatato scenderà sulla mia testa illuminandomi :D) ok
sto delirando..
Buona
lettura e grazie per la tolleranza!!!
Mi ami ancora?
Ancora non me ne capacitavo. Ce l’avevamo fatta, lei era
salva, nessuno le avrebbe più fatto del male.
Viaggiavamo molto velocemente attraverso le strade della
Toscana diretti verso l’aeroporto. Non volevo più vedere questo paese neanche
in cartolina.
Bella era accanto a me, sul sedile posteriore dell’auto che
mia sorella aveva rubato per correre all’aeroporto. Le accarezzavo i capelli
distrattamente assaporando ogni attimo di vicinanza. Ascoltavo il suo cuore,
quella dolce melodia che per tanto, troppo tempo, non avevo udito. Era la
musica più bella, più meravigliosa dell’intero universo. Un’armonia che non si poteva
trascrivere, un ritmo che neanche i migliori musicisti sarebbero stati in grado
di eguagliare con la stessa intensità. Questa piacevolissima sensazione era come
nuova. Avevo già provato emozioni del genere accanto a lei ma il ritrovarsi
dopo tanto tempo, dopo mesi di distanza, era un’esperienza senza precedenti,
quasi simile al nostro primo bacio.
Il suo corpo però, mi infondeva una strana sensazione, come di
insicurezza. Forse aveva ancora paura?!
Ricordai il suo urlo di disperazione quando stavo subendo i
poteri di Jane. Riecheggiava nella mia mente lacerandomi l’anima, non riuscivo
a scacciarlo nonostante lei ora si trovasse al sicuro tra le mie braccia.
Avevo cercato di non lamentarmi, non volevo si spaventasse,
ma, purtroppo, il mio volto, la mia espressione, mi avevano tradito. Quel
dolore non l’avevo mai provato. Nella mia lunga vita non mi era mai successo di
bruciare né di essere fatto a pezzi. Jane, era stata capace di farmi provare
tutti quelle sofferenze fisiche; tutte insieme.
Non riuscivo a comprenderla. In questi momenti, più che negli
altri, odiavo non poterle leggere nella mente, scoprire cosa realmente pensava.
Era arrabbiata con me perché l’avevo di nuovo messa in
pericolo? Mi avrebbe perdonato per tutto quello che le avevo fatto passare?
Dopo tanto dolore mi amava ancora?
Queste domande mi frullavano nella testa come un tornado.
Sarebbero state in grado di distruggermi se non avessi al più presto trovato
una risposta. Però sapevo benissimo che non era il
momento, dovevo essere paziente. Bella era esausta, a mala pena si reggeva in
piedi e aveva affrontato prove che avrebbero fatto rabbrividire anche un
vampiro.
***
Come era stata coraggiosa la mia Bella. Era corsa a salvarmi
affrontando dodici ore di viaggio solo per raggiungermi. Aveva attraversato una
piazza affollatissima correndo, a perdifiato, nonostante le sue scarse doti
atletiche. Davanti ai Volturi non aveva mai mostrato un minimo cenno di paura,
si era addirittura avvicinata ad Aro quasi con curiosità.
Quei momenti erano stati tremendi. Già durante il tragitto
verso la stanza in cui si trovava Aro, il mio corpo voleva proteggerla,
allontanarla chilometri da quel posto angusto. Tremava, arrancava. Ma più che sorreggerla
e stringerla a me non potevo fare nient’altro. Quel corridoio sembrava non
finire mai. La strinsi forte a me, mi era mancata tremendamente e il sollievo
di sentirla viva, anche se non sapevo ancora per quanto tempo, era come un
balsamo per la mia mente.
I suoi denti battevano per il freddo, stava tremando e il mio
corpo gelido non poteva darle quel calore che le serviva per sopravvivere.
Decisi di staccarmi da lei, mi sarei accontentato anche di darle solo la mano.
<< N-n-nno >> balbettò e mi strinse ancora di più
a se. Non voleva allontanarmi. Voleva starmi accanto. Sentivo che aveva bisogno
di me come io di lei. Che dolce sensazione!
Le accarezzai una guancia, poi le sue labbra carnose. Non
riuscivo a staccarmi da lei. Sapevo che, ora come ora, non potevo concedermi
gesti passionali, avevo altro a cui pensare. Ma avevo bisogno di quel contatto.
In quel momento, mi era sembrato di essere tornato indietro
nel tempo, a scuola, davanti alla palestra: il dorso freddo della mia mano che
le accarezza la guancia, il rossore che si scatena dopo questo mio gesto.
Ancora oggi ho il timore di toccarla, sfiorarla. Ho paura che
si ritragga o, peggio ancora, si ferisca.
Avevo fatto molti sbagli, il più grande era stato quello di
venire in Italia senza accertarmi della sua morte e adesso la stavo trascinando
al centro esatto dell’inferno senza darle una via di fuga. Non potevamo
scappare, Alice lo aveva già previsto. Nel luogo in cui eravamo diretti, ci
aspettavano vampiri con doni eccezionali e terribili allo stesso momento.
Io e Alice stavamo cercando di mettere in atto un piano.
Comunicavamo nel nostro modo consueto: lei parlava mentalmente e io mi
concentravo sulle parole che avrei voluto dire ad alta voce facendole, così,
avere delle visioni.
Stavamo entrando nella stanza in cui si trovavano Aro e gli
altri protettori di Volterra. Non si prospettava nulla di buono, non ci
avrebbero lasciato andare facilmente, bisognava giocare d’astuzia.
Salve a tutti!!! Devo dirvi che sono un po’
triste.. per l’ultimo capitolo ho ricevuto solo 3 recensioni buuuuu…
Ok dopo la crisi di pianto :D ecco a voi il prox
capitolo. Ci ho messo un sacco di tempo a scriverlo perché non mi andava a genio!!! La parte che riguarda
i Volturi è quasi finita.. forse! Mo vediamo.. potrei tagliare alcune cose! Cmq
leggete e fatemi sapere :D ciao a tuttiii!!!
Legami potenti
Jane ci fece un cenno con la mano per farci entrare. Strinsi
Bella più forte contro il mio corpo e Alice fece lo stesso. Sapevo che non
serviva a molto ma volevo che capissero che l’avremmo difesa, se necessario.
Entrammo in un ascensore, solo l’idea di stare in un posto
chiuso con Bella e altri vampiri mi rendeva folle: il suo odore non poteva
mandare in estasi solo me!
Jane stava pensando già al suo profumo, infatti, sperava che
Aro le facesse fare un assaggio. L’avrei ridotta in cenere solo per quel pensiero
malsano ma, sapevo che, oltre ad essere circondati da nemici, lei era più forte
e fatale di me.
<< Buon pomeriggio Jane >> disse una donna che
stava alla reception. Era umana e lavorava per i Volturi pur conoscendo la loro
natura. Che essere abominevole. Sperava di essere trasformata in uno di loro,
di ottenere maggiore bellezza e potere. Che illusa! I Volturi non avevano
intenzione di trasformarla, forse, non si sarebbero nemmeno cibati di lei,
l’avrebbero uccisa e si sarebbero disfatti del suo corpo.
<< Ciao Gianna >> le rispose Jane.
Felix pensò a un modo poco casto di usufruire di lei facendole
un occhiolino. Dove avevo portato la mia
Bella? Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Sarei
vissuto altri mille anni solo per colpevolizzarmi.
Eravamo quasi giunti in prossimità della stanza in cui si
trovavano i tre protettori di Volterra.
In lontananza percepii una presenza sconosciuta.
<< Jane >> pronunciò il giovane vampiro
illuminandosi. Che strana sensazione, nonostante l’età i suoi pensieri erano
simili ai pensieri dei vampiri che ci circondavano, adulti in un certo modo.
<< Alec >> trillò Jane. Rimasi di sasso. Era lui,
l’altro Vampiro assoldato dai Volturi per le sue ottime capacità. Ora eravamo
nei guai.
<< Esci a prenderne uno e ne riporti indietro due.. e
mezza >> precisò voltandosi verso Bella. Quei due erano così simili, i
loro pensieri si eguagliavano, anche i loro poteri, in un certo senso.
<< Bentornato Edward, mi sembri finalmente di buonumore
>> peccato che non durerà per molto
mio caro.
<< Un poco >> risposi senza tradire alcuna
emozione. Quel giorno, quando feci la mia richiesta ad Aro, non mi ero neanche
accorto di lui, forse era arrivato dopo, quando il mio dolore aveva raggiunto
l’apice.
Stava volgendo i suoi pensieri verso Bella. Non riusciva a
capire come mai un’umana tanto insignificante potesse scombussolarmi
l’esistenza, condurmi a un dolore tale da richiedere la morte.
<< Questa sarebbe la causa di tutti i problemi? >>
quest’insulsa umana?
<< Fatti avanti >> disse Felix. Preparati alla morte! Peccato tu debba
perdere la tua immortalità proprio dopo esserti ricongiunto con la tua metà.
Vorrà dire che vi incontrerete nell’aldilà! Cantilenò a mo di filastrocca.
Dal mio petto partì un ringhio. Gliel’avrei fatta pagare un
giorno. Come osavano. Mi sentivo in trappola, non potevo reagire, avrebbero
fatto del male a Bella.
Edward
calmati immediatamente! Non vorrai scatenare una guerra? <<
Sii paziente >> mi ammonì.
Se hai
idea di attaccare quest’energumeno, sappi che prenderà di mira Bella! È questo
che vuoi? E mi mostrò il risultato delle sue visioni.
Ok, avrei
fatto come diceva Alice.
Camminammo per altri dieci minuti. Quei corridoi erano freddi
e bui, quel clima non aiutava per niente, mi sentivo ancora più agitato e
nervoso.
Alec e Jane erano entusiasti, sembrava stessero partecipando a
una festa da ballo.
Giungemmo alla fatidica “stanza del giudizio”, il luogo dove i
Volturi avrebbero deciso il nostro destino.
Le visioni di Alice non erano delle più rosee ma, stava
vagliano ogni minima possibilità pur di consentirci una via di fuga.
Nella stanza c’erano un mucchio di vampiri. Non seppi dire se
erano aumentati dalla mia ultima visita oppure no.
<< Jane, cara, sei tornata! >> Mio dolce angelo! Pensò baciandole le labbra.
<< Si, mio signore. L’ho riportato indietro vivo,
proprio come voi avevate chiesto >>. Mi avrebbe fatto fuori volentieri ma
non voleva deludere Aro. C’era una strana atmosfera reverenziale e, non ne
capivo il motivo. Jane era di gran lunga molto più forte di lui.
<< Ah, Jane. Che conforto mi dai. E ci sono anche Alice
e Bella! Che lieta sorpresa! Meraviglioso! >>. Dal suo tono sembrava le
conoscesse da tempo. Era un suo modo di fare, conosceva le persone e i vampiri
nei minimi dettagli ancor prima di conoscerli. I suoi pensieri non erano molto
chiari, sembravano velati, quasi nascosti. Alice aveva acquisito un degno
rivale!
Odiavo il suo modo di comportarsi, continuava a porgermi
domande insulse. Quel fare da “signorotto locale” mi infastidiva.
Edward
perché continuo ad avere visioni di te che fai a pezzi Aro? Pensò mia
sorella in modo spiritoso.
Era davvero divertente quanto ci si metteva. Peccato che il
nostro destino era nelle loro mani e che avevo esposto Bella ad un ulteriore pericolo.
Aro si rivolse ad Alice. Anche se in minima parte riuscii a percepire
un forte interesse nei suoi confronti.
<< Tuo fratello ti credeva infallibile, ma a quanto pare
c’è stato un errore >>
<< Ah, sono tutt’altro che infallibile. Come hai potuto
vedere tu stesso, risolvo tanti problemi quanti ne creo >>.
Aro si comportò nel suo modo usuale per diversi minuti.
Percepii chiaramente l’invidia e la smania di possesso che provava verso i
nostri poteri. Sarebbe stato un problema, non ci avrebbe lasciato andare
facilmente.
Un’altra complicazione era il fatto che Bella conosceva troppo
della nostra natura. Per le regole sancite dai Volturi, gli umani non potevano
venire a conoscenza dei nostri segreti.
Tutti coloro che avevano scoperto la nostra natura, non
avevano fatto una bella fine.
<< Marcus, Caius, guardate! Infine, Bella è viva, e
assieme a lei c’è anche Alice! Non è meraviglioso? >>.
I due vampiri sembravano provare tutte le emozioni di questo
mondo fuorché meraviglia.
Il vampiro di nome Marcus, stava vagliando le nostre
relazioni. Potei capire che, nella sua lunga vita, un legame intenso come il
sentimento tra me e Bella, non l’aveva mai percepito. Dai suoi pensieri
riuscivo a percepire tutta l’intensità del nostro rapporto. Nella sua mente, lo
avvertiva come un’aura di fuoco che ci ricopriva attirandoci l’uno verso
l’altro. Non era puro e semplice fuoco, sembrava una specie di fiamma ossidrica
anzi, si avvicinava molto al calore del sole: folgorante, intenso, forte.
L’amore che sprigionavamo io e Bella, il nostro legame, era
simile, aveva la stessa consistenza.. significava che, in fin dei conti lei mi
amava ancora? Non lo sapevo ma, lo avrei scoperto.
L’altro legame che incuriosì Marcus, fu il rapporto tra me ed
Alice. Non solo non riusciva a capire come poteva esistere un sentimento così
forte tra un’umana e un vampiro, ma era scettico anche per quanto riguardava
l’affetto reciproco che provavamo io e mia sorella.
Marcus, con un tocco ad Aro, gli comunicò l’intensità dei
nostri sentimenti. Aro, per un istante impercettibile rimase esterrefatto ma si
riprese subito.
<< Come fai a starle così vicino? >> mi domandò.
<< Mi costa un certo sforzo >> risposi pacato. Non
aveva neanche idea che cosa significava il suo sangue per me; significava, appunto. Ora non avrei
potuto più distaccarmene, quell’odore mi tranquillizzava.
<< Eppure.. è la tua cantante! Che spreco! >>. Che
termine strano per definire l’effetto che il suo odore sortiva su di me.
Immaginava le sirene e il loro canto tentatore.
<< Per me è il prezzo da pagare >> risposi con
convinzione. Aro conosceva benissimo i miei sentimenti per Bella. Sapeva e comprendeva
a fondo tutto il mio dolore di privarla, giorno dopo giorno, della sua umanità.
<< Un prezzo molto alto >>.
<< Ma equo >>
<< Se non avessi sentito il suo odore nei tuoi ricordi,
non avrei mai potuto credere che il richiamo del sangue potesse essere tanto
forte. Nemmeno io ho mai provato nulla di simile. La maggior parte di noi
darebbe qualsiasi cosa per un dono come questo, eppure tu.. >> hai molta di volontà, sei il degno figlio di
tuo padre, non ho mai visto tanta persistenza.
<< Lo spreco >> aggiunsi continuando i suoi
pensieri.
Era trascorsa mezz’ora dal nostro incontro, ero stufo di
attendere, volevo andare al dunque, risolvere la situazione!
Sproloquiò per altri preziosi minuti, sulla mia somiglianza
con Carlisle, sull’affetto che ci legava, la nostra volontà ecc.. non ne potevo
più, si poteva essere così frivoli?
<< Il ricordo di quanto ti affascini.. è tale da
stuzzicare la mia sete >> COSA?Ritornai velocemente con la mente
concentrata su Aro. Non avrebbe osato sfiorarla. M’irrigidii. Come ce la
saremmo cavata? Alice non dava segni di vita, non una visione, nulla. Sembrava
volesse tenermi nascosta una delle sue idee.
Cosa avrei scoperto scavando più a fondo?
Grazie per la collaborazione e alla prossima!!!
Ps non temete, la tortura sta per concludersi :D
Un bacioneeee e un grazie particolare alle
ragazze (favolosissime) che mi recensiscono!!!
Ragazzi grazie mille per aver aggiunto la mia
storia tra i seguiti e i preferiti (30+17)quest'immagine è quella che mi hanno
creato per pubblicare la mia ff su Welcome to Forks!!!
A dopo con i ringraziamenti particolari :D
Urlo Agghiacciante
Bella avanzava lentamente verso il vampiro che ne avrebbe
deciso le sorti. Le aveva appena chiesto il permesso di poter usare il suo dono
su di lei, di verificare l’efficienza del suo potere contro il mio.
La toccò con un movimento lento e studiato. Un’impercettibile
parte di me, sperava che il dono di Aro funzionasse, ero curioso di scorgere i
suoi pensieri, questo desiderio mi bruciava dal primissimo istante in cui i
nostri sguardi si erano incrociati.
Il suo tocco non sortì nessun effetto. Niente, silenzio
totale.
Nonostante la mia immensa curiosità, ero contento di sapere
che nessuno poteva fare breccia nella sua mente, il posto più sicuro per un
pensiero.
Aro stava pensando a qualche possibilità di riuscita ma non
trovava risposte. Lo infastidiva non poterle leggere i pensieri.
<<.. Jane.. mia cara? >> voleva sperimentare il
potere di Jane su Bella? Non se ne parlava, sapevo cosa si provasse, lo avevo
letto nella mente dei presenti, non avrei acconsentito, tutto tranne questo!
<< NO! >> ringhiai. Edward calmati, se fai così sarà peggio. Non penso che il suo potere
possa ferirla. Pensò Alice.
Non ne era sicura, io pretendevo certezze. Nessuno avrebbe
toccato Bella ora che l’avevo ritrovata.
Aro spiegava la situazione a Jane, non aveva intenzione di arrendersi.
Il mio ruggito si espanse per tutta la sala, riecheggiava sinistro, macabro.
Jane stava prendendo la mira. Alice venne distratta da una
visione di me che mi accasciavo a terra dolorante ma era troppo tardi per
tornare indietro, mi parai davanti a Bella allargando le braccia per farle
scudo, sentii il fiato sospeso di tutti i presenti e un urlo in lontananza..
Il dolore che mi invase fu immenso, non l’avevo mai provato
prima. Non mi era mai capitato, da quando Carlisle mi aveva trasformato, di essere
fatto a pezzi, di bruciare tra le fiamme, di provare dolore fisico dovuto ad
urti, ferite ecc.
Dovevo concentrarmi, cercare di controllare il dolore. Bella
era davanti a me e l’ultima cosa che volevo, era farla star male per la mia
sofferenza.
I pensieri delle persone presenti si arrestarono, non
percepivo nulla, non potevo vedere la mia Bella nelle loro menti.
Sentii un altro urlo in lontananza, era familiare, angosciato,
in agonia.. era Bella!
Rimbombò nella mia mente come un forte suono in una cattedrale
e così terminò il ricordo, nello stesso modo in cui era iniziato.
Decisi di bloccare tutto il resto dei ricordi di quella
esperienza, volevo ricordare solo i bei momenti.
Mi concentrai per un istante..
Mi aveva detto che nonostante tutto, era felice perché mi
aveva ritrovato, non si rendeva conto della verità delle sue parole.
La mia vita aveva preso una piega diversa,ora ne ero
consapevole.
La strinsi più forte a me, le avevo detto di dormire ma non ne
voleva sapere. Avevo appena promesso una Porche 911 Turbo Gialla ad Alice.
Dopo tutto il trambusto da cui aveva salvato me e Bella,
gliene avrei regalate anche dieci, di tutti i colori.
Edward, me ne basta una!!! Comunque mi fa piacere riaverti
accanto, mi sei mancato un casino.
Anche tu Alice, e grazie per l’idea favolosa della visione.
Non è stato difficile averne una. Vedi, Bella è alquanto
convinta delle sue decisioni e io potrei trasformarla, prima o poi. Le voglio
bene, potrei farlo, riuscirei a resistere.
No, Alice. Ho già rischiato abbastanza. Ho deciso che non mi
allontanerò da lei ma non ho intenzione di trasformarla.. e non mi interessa la
tua visione, so che l’hai già vista trasformata e che era nitida, quindi
sicura, ma non transigo! Le risposi prima che potesse controbattere.
Il resto del viaggio trascorse tranquillo. La vicinanza di
Bella era quanto di più stupefacente si potesse immaginare. Non me ne sarei mai
saziato. D’ora in avanti non l’avrei lasciata sola per un istante, non mi
andava di perderla, avevo capito che se non c’ero io a proteggerla dai guai,
questi ultimi, l’avrebbero sopraffatta!!
Vorrei ringraziare in modo particolare:
Sweet_giulia: sono onorata e dispiaciuta che per la mia
storia tu abbia fatto tardi a un appuntamento.. :D Ti ringrazio soprattutto per
esserti iscritta apposta per me, per incoraggiarmi!! Quando ho letto la tua
recensione mi hai fatto venir voglia di scrivere 1000 capitoli :D tnk mille e
spero che anche qst cap ti sia piaciuto XD
Blood dolly: anche a me è piaciuta molto.. spero di
essere riuscita a esternare quello che avevo in testa? Com’è l’effetto? Hauahu
cmq grazie mille e spero che anche qst cap ti sia piaciuto :D
Frafra9: ecco un altro cap. sono stata spronata
molto e non ci ho messo assai tempo per pubblicare.. spero non ti dispiaccia XD
ciano e grazie mille!!!
Goten: devo ringraziare te per qst cap.. sono contenta che Ed mi
sia venuto bene nel capitolo precedente!!! grazie anche a keska per l'aiuto che
mi ha dato per inserire le immagini!!!
grazie anche a
keska per l'aiuto che mi ha dato per inserire le immagini!!!
Un bacio a tutte!! Vi adoro, e continuate a seguirmi
:D
Ragazze vi ringrazio per i vostri commenti..
sarò ripetitiva ma, appena li leggo, potrei saltare di gioia dalla felicità!!!
Siete magnifiche!!! Ora vado di fretta che è tardi!! Nel prossimo capitolo
ringrazierò in modo specifico!! Ciaoooo baci!
Riappacificazioni
Durante
il volo, restai accanto a Bella per tutto il tempo. Volevo stringerla contro il
mio petto, chiederle chiarimenti riguardo i suoi sentimenti, accarezzarle i
capelli e sussurrarle che l’amavo ma, per il momento non potevo. Era uno straccio,
questi mesi l’avevano massacrata, doveva avere molto sonno perché i suoi occhi
erano lucidi ma, aveva insistito tanto per non dormire, come se avesse il
timore che io sarei scomparso.
Nel
frattempo, stavo pensando a cosa sarebbe accaduto con i Volturi. Alice aveva
promesso che tra qualche mese avremmo trasformato Bella ma io non volevo. Per
fortuna, senza farmi toccare da Aro, avevo sondato le menti di tutti i
presenti. Avevo scoperto che c’era un vampiro in grado di seguire le tracce di
esseri umani e vampiri, a distanza di chilometri ma, ero più che sicuro che su
Bella, il suo potere non funzionasse perché, più che l’odore, lui seguiva la
sostanza, i pensieri.
Alice,
in ogni caso ci avrebbe avvertiti e poi i Volturi, avevano una concezione del tempo
diversa dalla nostra. Dalla mente di Aro avevo capito che per lui, “qualche
mese” equivaleva a qualche anno.
Bella
avrebbe raggiunto i trent’anni prima che i Volturi decidessero di controllare
e, c’era tutto il tempo di organizzare qualcosa.
La
mente di mia sorella vagava tra la dolcezza del suo incontro con Jasper. Stava
letteralmente contando i minuti, non vedeva l’ora di riabbracciarlo, di non
allontanarsi mai più da lui. A quel punto bloccai la trasmissione dei pensieri
consentendole un po’ di privacy.
Ci
aspettavano tutti all’aeroporto, l’avevo visto nella sua visione.
Scendendo
dall’aereo, mi preoccupai di sorreggere Bella, mi sembrava alquanto instabile,
o almeno, più del solito. Sorrisi a quel pensiero e mi sentii osservato. Alice
stava pensando che era bello vedermi sorridere di nuovo, sembravo in pace con
me stesso e quasi felice. Non le sfuggiva nulla!!!
Appena
scendemmo Alice corse verso Jasper, i loro occhi si incontrarono legandosi,
incatenandosi. Nelle loro menti c’era quasi il vuoto, attorno non vi era
nessun’ altro. C’era silenzio, pace.
Poi
vedemmo Esme e Carlisle, finalmente felici anche loro.
Bentornato figliolo,
ci sei mancato molto. Sono contenta che tu abbia risolto i tuoi problemi. Ora
potrai essere felice.
Pensò
mio padre, nelle sue parole c’era tutto il suo amore e il suo affetto nei miei
confronti. Finalmente mi sentivo a casa, circondato dalle persone che amavo e
che mi amavano e, soprattutto ero accanto a Bella. Era così meraviglioso che mi
era difficile crederci.
Se non
avessi saputo per certo che i vampiri non potessero dormire, avrei pensato che
fosse uno splendido sogno.
Mia
madre corse ad abbracciare Bella quasi con le lacrime agli occhi. Voleva esprimere
la sua gratitudine in mille modi diversi per avermi riportato a casa sano e
salvo ma, alla fine, optò per un “Grazie davvero” sussurrato al suo orecchio.
Edward, finalmente!
Non sai quanta pena ho provato per te dopo che ho saputo dove eri andato..
Con
gli occhi lucidi mi abbracciò. In quel momento mi vergognai, mi ero comportato
da irresponsabile, non avevo pensato bene a quanto dolore avrei causato a
queste persone che, negli anni avevo imparato a riconoscere come la mia
famiglia.
La
lettera che avevo in tasca, quella che avevo scritto nel viaggio verso
l’Italia, divenne molto pesante, incriminante. Come avevo potuto pensare di
scrivere quelle cose? Il dolore mi aveva dato alla testa, nn c’era altra
spiegazione.
<<
Non osare mai più infliggermi una pena simile >> mi disse.
Esme
era una donna eccezionale, anche se era furiosa nei miei confronti, il suo tono
non riusciva ad essere nervoso, trasbordava d’amore, gentilezza, affetto.
<<
Scusa mamma >> le risposi, << da oggi in poi, non dovrai mai più affrontare
nulla di simile a causa mia, lo prometto >>.
Scuse accettate. Pensò sorridendomi.
Mi
accorsi che mio padre stava guardando Bella con tutta la gratitudine e l’amore
che possedeva.
<<
Grazie Bella, ti siamo debitori >> le disse.
<<
Macché >> mormorò mezza addormentata. Era così buffa che mi scappò una risatina.
I miei genitori si unirono a me ma, Bella era troppo stanca per accorgersene.
<<
Dorme in piedi, riportiamola a casa >> mi disse mia madre. Era arrabbiata
perché pensava che non l’avessi fatta dormire sull’aereo, come poteva
immaginare che era stata Bella a non volerne sapere?
All’uscita,
nel parcheggio, davanti la berlina nera di Carlisle, c’erano Emmet e Rosalie.
Fratello, ben
tornato!!! Pensò
Emmet. Gli sorrisi ma, ai pensieri di Rosalie mi irrigidii. Volevo accusarla,
urlarle contro. In fin dei conti era colpa sua se io mi ero rifugiato in Italia
e se Bella era corsa a salvarmi rischiando la vita.
A
causa del suo egoismo io, Alice ma, soprattutto Bella, avevamo rischiato la
pelle.
<<
Per favore no, è distrutta >> mi sussurrò mia madre.
<< Ben
le sta >> risposi sperando che mi sentisse.
<<
Non è colpa sua >> sussurrò Bella. Come poteva proteggerla dopo quello
che avevamo affrontato?
Mi
calmai leggermente, Bella aveva sempre avuto quest’effetto su di me.
<<
Concedile la possibilità di scusarsi. Noi andiamo con Alice e Jasper >> Bene!! Avrei dovuto anche affrontare il
viaggio di ritorno con lei!!
<<
Per favore, Edward >> mi disse Bella.
Ancora
una volta ebbe la capacità di calmarmi. Avrei dato un’altra possibilità a
Rosalie, ma solo perché me lo aveva chiesto Bella.
La
aiutai a salire in macchina, sembrava che da un momento all’altro cascasse
dalla stanchezza. Dolcemente appoggiò la sua testa sul mio petto. Fu una
sensazione indescrivibile. Se avessi avuto un cuore sarebbe fuoriuscito a quel
contatto. Sentivo che il mio corpo, specialmente la parte dove Bella aveva
appoggiato la testa, scottava, fremeva. Era un’emozione straordinaria, potente.
<<
Edward >>, Rosalie mi destò dalle mie sensazioni di puro piacere.
Mi dispiace, io non
avevo idea, pensavo che sarebbe tornato tutto apposto, non immaginavo che
avresti intrapreso quella strada. Sapessi come mi sono sentita..
<<
Lo so >> le risposi brusco. Ora aveva intenzione di scusarsi anche con
Bella ma non riusciva a mettere il suo orgoglio da parte.
<<
Bella? >> la chiamò dolcemente, un po’ titubante.
Per un
attimo rimase perplessa, sbarrò gli occhi staccandosi dal mio petto. Poi prese
coraggio e le rispose.
<<
Sì, Rosalie? >>
<<
Mi spiace tanto. Tutto questo mi ha fatto sentire malissimo, ti ringrazio di
cuore per il coraggio con cui hai salvato mio fratello dopo ciò che ho
combinato. Ti prego di perdonarmi, se puoi >>.
Le sue
parole erano sincere, aveva pensato molto a cosa dirle, in che modo esporre le
sue scuse, ma non era il comportamento che usava di solito, specialmente nei
confronti di Bella. Le era costato molto, e per questo l’apprezzavo.
<<
Ma certo, Rosalie >> rispose Bella con la sua infinita dolcezza. <<
In fondo non è stata colpa tua. Sono stata io a tuffarmi da quel maledetto
scoglio. Certo che ti perdono >>.
<<
Finché non torna lucida, non vale, Rose >> sdrammatizzò Emmet come suo
solito. Mi erano mancate le sue battutine.
<<
Sono lucida >> puntualizzò Bella, ma non lo sembrava per niente.
<<
Lasciala dormire >> gli intimai. Poverina era esausta.
Rose
fece un’occhiata amorevole verso Emmet.
Stava
pensando che era bello sentirlo ridere di nuovo, che Bella, in un certo senso
non aveva salvato dal baratro solo me, ma tutta la nostra famiglia.
Compresi
che finalmente l’aveva accettata, ci avrebbe messo del tempo per farlo capire
anche a Bella, ma lo avrebbe fatto.
<<
Grazie, Rosalie >> le sussurrai senza svegliare Bella che nel frattempo
si era addormentata sul mio petto.
Prego fratellino.
Arrivammo
davanti casa di Charlie che, dal clima che si respirava, era pronto a dare
battaglia. Si alzò in piedi appena sentì un auto nel vialetto. Cosa sarebbe
accaduto? Mi avrebbe vietato di vedere sua figlia?
Al
momento non mi importava, stavo vivendo nella dolcezza del suo abbraccio,
niente aveva senso ora, esisteva solo lei, il suo respiro caldo sul mio collo.
Il resto poteva aspettare.
Ecco il prossimo capitolo. Ho fatto giusto in tempo a
scriverlo (dal pc di mio padre). Mi dispiace per lo
scorso capitolo e spero da aggiustarlo il prima possibile.. sperando di non
perderlo dal pc!!!
Ringrazio ancora tutti voi che mi seguite!!!
Un bacio
Barbara
Riposo
La aiutai a scendere
dall’auto molto delicatamente. Charlie era in casa e potevo sentire il suo
dolore per la scomparsa dell’amico e, la sofferenza che gli aveva causato sua
figlia. Bella lo aveva abbandonato lasciandogli un biglietto, nessuna chiamata,
nessuna informazione circa la sua meta.
Non avrebbe mai
immaginato dove si era spinta sua figlia pur di salvarmi la vita. La mia vita che,
paragonata alla sua, annullava il suo valore, lo rendeva pari a zero.
<< Bella!
>>. La voce di Charlie in preda al panico mi riscosse dai miei pensieri. Aveva
sentito l’auto ed era uscito a controllare.
<< Charlie
>> sussurrò Bella con la bocca impastata di sonno.
Non doveva
preoccuparsi adesso c’ero io accanto a lei, avrei sistemato tutto.
<< Sssh. Va tutto
bene. Sei a casa, al sicuro. Ora dormi >>.
Annuì debolmente con
la testa. Era così dolce quando dormiva. Il suo viso mi era mancato
terribilmente ma, l’espressione di incoscienza stampata sul suo volto quando
dormiva, era qualcosa di estremamente piacevole.
<< Non riesco a
credere che tu abbia il coraggio di mettere piede qui >> mi urlò Charlie.
Alice lo aveva
previsto quindi ero preparato, ero pronto a scusarmi, anche in ginocchio se
fosse stato necessario, ma non riuscivo a dargli torto. Le sue parole mi
colpirono dritte al cuore, aveva ragione. Come potevo presentarmi davanti casa
sua dopo tutto quello che Bella aveva passato a causa mia?
<< Smettila papà
>> gli rispose Bella.
Con le sue urla l’aveva
svegliata.
<< Cosa le è
successo? >> continuò imperterrito. Non voleva scuse, voleva
informazioni. Gliele avrei fornite di sicuro ma prima, volevo mettere Bella a
letto, non si reggeva più in piedi ormai.
<< È soltanto
stanchissima, la lasci riposare >> risposi tranquillo alla sua domanda.
<< Non osare
darmi ordini! Ridammela. Toglile le mani di dosso >>. Non avevo mai visto
Charlie in questo stato. Mi era sempre sembrato un uomo pacato, tranquillo.
Non mi piaceva come
mi aveva risposto ma, se volevo aggiustare la situazione dovevo sottostare.
Cercai di passare
dolcemente Bella tra le braccia del padre ma le sue mani si avvinghiarono alla
mia camicia, non volevano mollarmi. Dentro di me esultai, quel piccolo gesto mi
aveva fatto capire che in quel momento mi voleva, voleva sentire la mia
presenza ma soprattutto la mia vicinanza. Forse avevo ancora una possibilità
con lei!
Dopo un battibecco
tra Bella e il padre, che le era costato un notevole sforzo nelle sue
condizioni, si avviò verso la sua stanza.
Stava per salire sul
primo gradino quando la vidi a pochi centimetri dal suolo. Era letteralmente
crollata. Senza pensarci un istante la presi tra le mie braccia prima di farla
cadere. Avrebbe potuto farsi male sul serio.
<< Lasci almeno
che la accompagni di sopra, poi me ne vado >>.
Charlie acconsentì
con un cenno del capo.
Il cuore di Bella iniziò
a pulsare frenetico nel suo petto, era spaventata lo sentivo. Nell’agitazione
urlò un “No”.
Mi fece sorridere,
stava letteralmente morendo di sonno ma riusciva a preoccuparsi per me.
<< Non sarò
lontano >> le sussurrai. Come poteva pensare che mi sarei allontanato?!
Io, oramai, dipendevo
da lei. Non era più la mia qualità preferita di eroina, era la mia aria, l’acqua
fresca e cristallina se mi fossi trovato nel deserto e se fossi stato umano, il
sangue umano se non fossi stato “vegetariano”.
La presi in braccio,
poggiò stancamente la testa sul mio petto ma le sue mani non intendevano
lasciare la presa sulla mia camicia.
Con una mano, nell’arco
di tre secondi, spostai le coperte e l’adagiai sul letto. Staccai dolcemente le
sue mani dalla mia camicia e, poggiando un ginocchio sul letto accanto a lei le
rimboccai le coperte.
Mi soffermai a
guardare il suo viso, finalmente aveva ottenuto la sua pace, adesso poteva
riposare tranquilla.
Le spostai una ciocca
di capelli dal viso. Non riuscii a trattenermi dall’accarezzarla, la sua pelle
era così liscia, pallida. Poteva essere come quella dei vampiri ma, a
differenza della nostra, era calda, soffice.
Non volevo
allontanarmi da lei però, allo stesso tempo, volevo stesse comoda, ne aveva
bisogno, e poi dovevo rassicurare Charlie.
Scesi velocemente le
scale, volevo fare in fretta.
Spiegai a Charlie che
avevo messo Bella a letto e che mi dispiaceva.
I suoi pensieri erano
più tranquilli, dentro di se sapeva che sua figlia aveva bisogno di me ma,
avrebbe fatto di tutto per farle cambiare idea.
Feci finta di tornare
a casa con i miei fratelli e, dopo aver girato la curva scesi dall’auto
salutando tutti.
<< Spiegherò io
la situazione a casa >> ti
capiranno.
<< Grazie Alice. A dopo ragazzi >>.
Saltai quei pochi
metri che mi distanziavano dalla sua finestra e la raggiunsi.
Avrei voluto
distendermi accanto a lei, accarezzarla mentre dormiva ma aveva bisogno di
spazio.
Alla fine decisi che
un metro e venticinque centimetri non erano troppo distanti da lei, mi
accomodai sulla poltrona che da tempo non mi ospitava, e mi persi nell’ascoltare
il suo respiro e il battito del suo cuore, consapevole che, da lì a poco, avrei
riascoltato i suoi sogni.
Finalmente ho finito di scrivere
questo LUNGHISSIMO capitolo :D
Spero vi piaccia e che non lo
troviate noioso!!!
Vi comunico
che per i prossimi ci metterò un po’.. perché l’esame incombe!!! Povera me!!!
Tra un
po’ aggiornerò anche Twilight-Tuning e poi non so quando se ne parla.. spero
che continuerete a seguirmi e che non mi cancellate dai preferiti/seguiti :D
Grazie a tuttiii!!!
Ps. Dalle migliaia di fan fiction
che seguo ho notato che hanno un sacco di commenti.. ci ho pensato su e sono
arrivata all’unica conclusione che
1)Scrivo male
2)Le storie sono noiose
Mi illuminate??? Come è possibile?? :D io ogni capitolo che
leggo lascio un commentino.. sono io la strana??
Ok basta.. scusate.. sto impazzendooo :D
Baci, Barbara!!!
Risveglio
Avevo vegliato
su di lei senza allontanarmi nemmeno un attimo. Per quattordici ore undici
minuti e quasi cinquanta secondi l’avevo osservata. Durante queste
interminabile ore mi aveva sognato, aveva pronunciato il mio nome in vari modi.
A volte mi era sembrata impaurita, altre estremamente dolce.
Mi
ero avvicinato a lei mentre dormiva perché non riuscivo più a resistere a
quella minima lontananza, avevo bisogno che il suo corpo riscaldasse il mio,
che il suo respiro mi accarezzasse, avevo bisogno della vicinanza del suo
cuore.
Mi
aveva attirato a se facendomi sdraiare accanto a lei. La sua testa era
appoggiata sul mio petto muto, e il mio braccio le circondava le spalle.
Charlie
era venuto a controllarla un paio di volte prima che assumessi quella posizione.
Era contento che sua figlia dormisse si nuovo sotto il suo stesso tetto ma, non
voleva più vedermi nonostante desiderasse la felicità di Bella. Forse i suoi
timori erano infondati, Bella avrebbe potuto anche prendere la decisione di non
volermi più accanto a lei. Le avevo fatto del male, l’avrei capita.
Il
suo cuore incominciò a battere più velocemente, sintomo che il suo sonno era
terminato. Finalmente. Non vedevo l’ora di rivedere il suoi occhi, le sue
guance arrossarsi.
Era
sveglia, ne ero sicuro, non avevo dimenticato i segnali che mi avvertivano che
stava per destarsi.
Fece
un respiro profondo, come per darsi coraggio e non resistetti.
Con
le dita le sfiorai la pelle della guancia destra. Era così calda, morbida,
vellutata.
Non so per quale
motivo strinse gli occhi, come se non volesse vedere.
Sospirò come per
darsi coraggio e li vidi. Mi persi nel suo sguardo per un attimo eterno.
Quella vista mi
fu preclusa troppo in fretta. Stavo quasi per obbiettare quando urlò un “Ah!”
coprendosi gli occhi.
Forse il mio
volto era troppo pallido, gli occhi troppo neri e paurosi? Forse le mie
occhiaie le facevano senso?
Riaprì gli
occhi, stavolta più convinta ma, appena mi vide, il suo volto assunse un’aria
un po’ titubante.
« Ti ho
spaventata? » le sussurrai in ansia.
Non rispose
subito, forse troppo intontita dal sonno. Si limitò a sbattere due volte le
palpebre e a sussurrare qualcosa, come un promemoria.
« Oh, merda »,
gracchiò infine con la voce ancora impastata dal sonno.
« Che c'è che
non va, Bella? ». Forse non voleva che le stessi troppo accanto, forse aveva
paura.. no, non era da Bella.
Sembrava
infelice, cosa c’era che non andava?! Io dovevo saperlo, io..
« Sono morta,
vero? Sono annegata. Merda, merda, merda! Charlie ci resterà secco ».
Ma come morta?
Dopo tutto quello che avevamo passato per portarci in salvo, lei pensava di
essere morta?
Mi accigliai.
« Non sei morta ».
« E allora
perché non mi sveglio? » mi chiese inarcando le sopracciglia.
« Sei già
sveglia, Bella ». Era assurda quando si comportava così.
« Certo, certo.
È ciò che vuoi che io pensi. E poi, quando mi sveglierò, sarà il peggio del
peggio. Se mi sveglierò, il che non avverrà, perché sono morta.
Orribile. Povero Charlie. E Renée, e Jake...».
Mi immobilizzai
al pensiero di Jacob. Nella mente di Alice avevo intravisto che si era
trasformato, ora era un licantropo. Bella aveva trascorso molto tempo in sua
compagnia.
Cercai di
sdrammatizzare.
« Mi rendo conto
che tu possa avermi scambiato per un incubo », sorrisi ma con scarsi risultati «
ma non riesco a immaginare cosa potresti aver fatto di tanto brutto da finire
all'inferno. Ne hai ammazzati molti, in mia assenza? ». Io di certo non avrei
popolato il Paradiso ma, come poteva un essere così puro finire all’inferno?
Non era minimamente concepibile.
« Certo che no.
Se fossi all'inferno, tu non saresti con me ».
Mi lusingava
come sempre. Forse c’era ancora una speranza.
Si voltò verso
la finestra, persa nei suoi pensieri che io non riuscivo a carpire. Infine si
riscosse.
« Perciò... è
successo davvero? ».
Forse per lei
era stata un’esperienza troppo devastante, voleva rimuoverla.
« Dipende ». Le
risposi. « Se ti riferisci al fatto che abbiamo rischiato di farci massacrare
in Italia, la risposta è sì ».
« Strano »,
commentò. « Sono stata in Italia davvero. Sai che non ero mai andata più a est
di Albuquerque? ».
La solita Bella.
Ti forniva sempre la risposta più inaspettata.
« Forse è meglio
che torni a dormire. Stai delirando ». Risposi un po’ più sollevato sicuro di
una sua negazione, ormai la conoscevo.
Avevo capito
che, anche se lei non voleva stare più insieme a me, avrei sempre ringraziato
il cielo che fosse viva. Avrei ringraziato anche solo per sentire le sue
assurdità.
« Non sono più
stanca ». Infatti.
« Che ore sono?
Quanto ho dormito? », mi chiese incerta.
« È l'una di
notte passata. Direi che dormi da quattordici ore ». Forse non era il caso di
dirle anche i minuti e i secondi.
« E Charlie? »,
domandò. Le dovevo dire la verità, così forse saremmo arrivati presto al
dunque.
« Dorme. Devo
farti presente che in questo momento sto infrangendo le regole. Be',
tecnicamente no, perché mi ha vietato di oltrepassare la porta di casa tua e io
sono entrato dalla finestra, ma... be', ecco, l'intenzione era quella ».
Strabuzzò gli
occhi, le guance le si imporporarono di getto.
« Charlie ti ha
bandito da qui? ». Bandito era poco. Mi disprezzava, odiava il fatto che sua figlia
stesse con me. Non ero abituato ad essere visto in questo modo dagli umani. Era
la prima volta che mi accadeva. Bhè, era la prima volta che vivevo un amore
tormentato che mi aveva spinto addirittura alla morte.
« Cosa ti
aspettavi? ». Le risposi triste.
« Qual è la
versione? », mi chiese dopo qualche secondo di meditazione.
« In che senso? ».
Non capivo cosa intendesse.
« Cosa racconto
a Charlie? Con quale scusa giustifico un'assenza di... quanto tempo sono stata
lontana da casa? ».
« Soltanto tre
giorni. A dire la verità, speravo che potessi avere tu una buona idea. A me non
è venuto in mente nulla ». E dire che avevo avuto molto tempo per pensarci.
Diciamo che la
mia mente era stata impegnata a contemplare qualcosa di tutt’altro genere,
ecco!
« Favoloso.. »
borbottò triste. Non volevo che provasse questo sentimento, lei doveva essere
felice e io, lo avevo promesso a me stesso, avrei fatto qualsiasi cosa per
renderla tale.
« Be', magari
Alice si inventerà qualcosa » la confortai sorridendo.
Sorrise e il mio
cuore si alleggerì. Quanto mi era mancata..
« Allora. Cos'hai
fatto di bello fino a tre giorni fa?».
Possibile che
avesse un intuito speciale per le domande più difficili? Cosa le avrei
risposto? Potevo mai rivelarle che ero quasi morto per la seconda volta senza
di lei? Il suo umore ne avrebbe risentito e io non lo volevo. Potevo dirle che
avevo inseguito invano un’assassina? Si sarebbe spaventata.
« Niente di così
eccitante ». Mi limitai a rispondere.
« Certo che no
». Era strana, qualcosa non andava..
« Perché fai
quella faccia? ». Le chiesi curioso.
« Be'... È
proprio ciò che risponderesti se, in fin dei conti, fossi un sogno. La mia
immaginazione dev'essere un po' a secco ».
Mi scappava da
ridere, era così buffa!
Però volevo
convincerla che non stava sognando anche perché, nelle mie condizioni e, dopo
tutto quello che aveva passato a causa mia, non doveva essere esattamente un
bel sogno.
« Se te lo dico,
ti convincerai che questo non è un incubo? ».
« Un incubo! », rispose
sdegnata.
Le detti il
tempo di rifletterci organizzando mentalmente le idee, mi sentivo ancora un po’
scosso, non riuscivo a credere che lei fosse davvero accanto a me, viva.
« Forse », rispose
con un espressione tra il furbo e il malizioso, « a patto che tu me lo dica ».
« Sono stato...
a caccia ».
Ok, le avrei
risposto, le avrei detto parte della verità. O almeno, avrei cercato di spiegarle
tutto senza spaventarla.
« Non sai dire
di meglio? Questo non basta affatto a dimostrare che sono sveglia ».
Avrei dovuto
immaginare che a Bella non sarebbe bastato!
« Non ero a
caccia per nutrirmi... A dire la verità mi stavo allenando a... seguire le
tracce. Non sono molto bravo ». Dissi provando a indovinare cosa mi avrebbe
chiesto dopo.
« E cos'hai
inseguito? », chiese incuriosita.
« Niente di
rilevante ». Non potevo proprio dirle che avevo inseguito Victoria perché
voleva ucciderla e che, come un deficiente, me l’ero lasciata sfuggire.
« Non capisco ».
Forse da parte
mia si meritava la verità. Aveva affrontato di peggio nelle ultime ore, glielo
dovevo.
« Io... ». Non
riuscivo a rivelarle la verità ma dovevo sforzarmi, essere sincero.
« Ti devo delle
scuse. No, certo, ti devo molto, molto di più. Ma devi sapere che non avevo
idea. Non mi sono reso conto del disastro che mi ero lasciato alle spalle.
Pensavo che qui fossi al sicuro. Non avevo dubbi. E non immaginavo che Victoria
sarebbe tornata. Devo ammettere di aver badato molto di più ai pensieri di
James che ai suoi, il giorno del nostro incontro. Non ho intuito che avremmo
scatenato una reazione simile. Che fossero così legati. E ora capisco perché:
si fidava di lui e il pensiero che avrebbe fallito non l'ha mai sfiorata.
L'eccesso di sicurezza le offuscava i pensieri e mi ha impedito di percepire
quanto fosse profondo il legame tra loro.
Non
che ci siano scuse per ciò che ti ho inflitto. Quando ho sentito ciò che hai
detto ad Alice - ciò che lei stessa ha visto - e quando mi sono reso conto di
averti costretta a mettere la tua vita nelle mani di licantropi immaturi e
volubili, la cosa peggiore al mondo, esclusa Victoria... ». Mi manco il respiro
per un attimo.
« Sappi
che non avevo idea che sarebbe andata così. Sono amareggiato nel profondo,
anche oggi che ti vedo al sicuro tra le mie braccia. Non c'è modo più
miserabile di scusarmi per... ».
« Smettila », mi
urlò rischiando di svegliare Charlie.
Si riprese
velocemente e mi chiamò con una dolcezza che solo lei poteva eguagliare pronunciando
il mio nome.
« Edward. Smettila,
una volta per tutte. Non puoi ostinarti a vederla così. E non puoi lasciare che
sia... il senso di colpa... a condizionarti la vita. Non puoi considerarti
responsabile di tutto ciò che mi accade. Non è colpa tua, fa soltanto parte
della mia vita attuale. Perciò, se inciampo e finisco sotto un autobus, o
qualunque cosa mi capiti, devi renderti conto che non sei obbligato a provare
alcun rimorso. Non puoi scappare in Italia perché non sei riuscito a salvarmi.
Anche se mi fossi lanciata da quello scoglio per morire, sarebbe stata una
scelta mia, non colpa tua. So che è nella tua... natura sentirti responsabile
di tutto, ma davvero non puoi permetterti di esagerare in questo modo! È un
atteggiamento sconsiderato. Pensa a Esme, a Carlisle e...».
Dovevo
interromperla, non poteva continuare a vaneggiare in questo modo. Come poteva
pensare che mi sarei suicidato solo perché mi sentivo in colpa? Certo, era
un’emozione che comunque provavo ma, la causa che mi aveva spinto ad andare in
Italia, era tutt’altra.
« Isabella Marie
Swan, credi davvero che io abbia chiesto ai Volturi di uccidermi perché mi
sentivo in colpa? ».
« Non è così? ».
« Certo che mi sentivo in colpa. Molto. Più
di quanto tu possa immaginare ». Sembrava perplessa, non mi ero espresso bene.
« Ma... cosa
stai dicendo? Non capisco ».
« Bella, sono
andato dai Volturi perché credevo fossi morta. Sarei andato in Italia anche se
non fossi stato il responsabile della tua morte, anche se non fosse stata colpa
mia. Certo, avrei dovuto agire con più cautela e parlarne prima con
Alice, anziché prendere per buona la versione di Rose. Ma, sinceramente,
cos'altro avrei potuto pensare, quando il ragazzo mi ha risposto che Charlie
era al funerale? Quante probabilità c'erano? ».. Probabilità.. era questa la parola chiave.. avevo puntato tutto
sulla parola di Rosalie, l’avevo data subito per buona. Se non le avessi
creduto, se non avessi risposto a quel maledetto telefono, se non l’avessi lasciata
sola per “salvarla”, se non avessi acconsentito ad organizzarle una festa di
compleanno.. avrei potuto continuare in eterno ma attendeva una risposta.
« Le probabilità
sono sempre contro di noi. Un errore dopo l'altro. Non criticherò mai più Romeo
».
« Continuo a non
capire», disse. « Anch'io ne sono convinta. E allora? ».
« E allora cosa?
».
« Se anche fossi
morta davvero? ».
Non volevo
ricordare quel momento, quei minuti in cui speravo che le tenebre mi
inghiottissero.
« Non ricordi
cosa ti ho detto una volta? ».
« Ricordo tutto
quel che mi hai detto ». Mi rispose storcendo il labbro.
Non resistetti a
vedere sul suo viso quello sguardo sofferente. Le misi la mia mano dietro il
collo e con il pollice le sfiorai delicatamente la bocca, come per distenderla,
per calmarla.
« Bella, temo
che tu sia vittima di un equivoco. Pensavo di avertelo già spiegato
chiaramente. Non sono in grado di vivere se al mondo non ci sei tu, Bella ».
« Sono... confusa
».
Era finalmente
arrivato il momento della verità, mi sarei tolto questo peso una volta per
tutte. Dopodiché, se avesse deciso di non volerne più sapere di me, l’avrei
capita.
« Sono un bravo
bugiardo, Bella. Devo esserlo ». Le avrei detto tutta la verità, le avrei
raccontato ogni singolo dettaglio dell’essere ignobile che le stava davanti.
Si pietrificò,
non respirava, cosa aveva capito dalle mie parole?
La strattonai
leggermente per farla riprendere.
« Lasciami
finire! Sono un bravo bugiardo, ma tu mi hai creduto troppo in fretta. È
stato... atroce ». Quegli attimi si insinuarono nella mia mente e non riuscivo
a liberarmene ma dovevo continuare.
« Quando ti ho
detto addio, nella foresta... Non ti saresti arresa, lo sapevo bene. E non
volevo farlo perché sapevo che sarei morto anch'io, ma temevo che, se non ti
avessi convinta che non ti amavo più, avresti impiegato ancora più tempo a
riprendere una vita normale. Speravo che, dimostrandoti di averti dimenticata,
tu potessi fare altrettanto ».
« Un taglio
netto », mormorò. Ricordava le parole esatte, era incredibile. Cosa le avevo
fatto? Perché l’avevo ferita in questo modo?
« Esatto. Ma non
avrei mai immaginato che sarebbe stato così facile! La consideravo un'impresa
quasi impossibile. Ero sicuro che intuissi la verità e mi aspettavo di dover
mentire a denti stretti per ore prima di insinuare l'ombra del dubbio dentro di
te. Ti ho mentito e ti chiedo scusa... scusa per averti ferita, scusa perché è
stato un tentativo inutile. Scusa se non ti ho protetta da ciò che sono. Ho
mentito perché volevo salvarti e non ha funzionato. Scusami.
Ma
come hai potuto credermi? Dopo che ti ho ripetuto migliaia di volte che ti
amavo, com'è stato possibile che una sola parola frantumasse la tua fiducia in
me? ». Rimase a bocca aperta, senza proferire parola.
Continuai.
« Lo vedevo nel
tuo sguardo, sembravi sinceramente convinta che non ti volessi più.
L'idea più assurda e ridicola... come se io potessi mai trovare il modo di
esistere senza aver bisogno di te! ».
Era ancora
impietrita. Forse non si aspettava tutta questa sincerità, o forse le mie scuse
erano arrivate troppo tardi e aveva paura di espormi la verità.
Ma dovevo
sapere, non resistevo più, se ci fosse stato un altro umano avrei cercato di
accettarlo, senza ucciderlo “casualmente”.
« Bella »,
sospirai. « Davvero, cosa pensavi? ».
A
quel punto scoppiò a piangere. Lacrime di tristezza si addensarono e iniziarono
a rigarle le guance. Non mi riusciva di vederla ridotta in quello stato. Non
potevo sopportare d..
« Lo sapevo »,
singhiozzò destandomi dalle mie inquietudini mentali.
« Sapevo che era
un sogno ».
Cosa? Pensava
che fossi un sogno.. forse non dovevo preoccuparmi!
« Sei
incredibile. Cosa devo fare per convincerti? Non stai dormendo e non sei
nemmeno morta. Sono qui e ti amo. Ti ho amata sempre e sempre ti
amerò. Ho pensato a te, visto il tuo volto nei ricordi, durante ogni minuto di
lontananza. Dirti che non ti volevo più è stata una terribile bestemmia ».
Quelle parole mi
uscirono con sincerità, quasi contro il mio volere, non riuscivo a trattenermi
dal pronunciarle vedendo la sua tristezza, volevo che mi credesse, volevo farla
felice.
Scosse la testa,
le lacrime non si fermavano.
« Non mi credi,
eh? Come fai a credere a una bugia e non alla verità? ».
« Amarmi non ha
mai avuto senso per te. L'ho sempre saputo ».
Come poteva
pensare una cosa del genere, come poteva dirlo.
Una rabbia
innata si insinuò in me, pensai al modo più semplice per farle capire che non
ero un sogno, che lei era sveglia e che io era lì davanti a lei per supplicarla
di perdonarmi.
« Ora ti
dimostro che sei sveglia ».
Le presi il viso
tra le mani con sicurezza e nell’attimo in cui la sfiorai spalancò gli occhi in
un misto tra il sorpreso e l’impaurito. Mi avvicinai sempre di più alle sue
labbra, l’avrei baciata e risvegliata da questo “sogno”.
« No, ti prego »,
sussurrò.
« E perché no? »,
chiesi suadente.
« Quando mi
risveglierò.. ». Inarcai le sopracciglia pronto a ribattere.
« D'accordo,
lasciamo perdere. Ora che te ne andrai di nuovo sarà dura da sopportare, anche
senza questo bacio ».
Non poteva
crederlo davvero.. si, l’avevo abbandonata ma avevo capito che non potevo più
restarle lontano.
Improvvisamente
mi venne in mente che anche nei giorni scorsi, quando mi stava accanto, era
strana.. avevo una paura tremenda che il mio piano avesse funzionato, che
dopotutto si fosse abituata all’idea di starmi lontana..
« Ieri, quando
ti toccavo, sembravi... incerta, prudente, sebbene sempre la stessa. Ho bisogno
di sapere perché. È troppo tardi? Ti ho ferita irreparabilmente? O ti sei
davvero lasciata tutto alle spalle, come desideravo? Tutto sommato sarebbe...
giusto. Non contesterò la tua decisione. Perciò non temere la mia reazione, ti
prego. Dimmi solo se dopo tutto ciò che ti ho fatto puoi ancora amarmi o no.
Puoi? ». La mia voce si smorzò, non avevo più il coraggio di guardarla negli
occhi, quella notizia mi avrebbe distrutto.. di nuovo.
« Ma che razza
di domanda scema è questa? ».
Alzai gli occhi
attendendo una risposta.
« Ti prego,
rispondi. Per favore », le dissi dopo un po’.
« Ciò che provo
per te non cambierà mai. Certo che ti amo... e tu non puoi farci niente! ».
(N.d.A.
Aspettavate tutte la prossima frase eh?? È stupendaaa!!!)
« Non avevo
bisogno di sentire altro ».
Quelle parole
avevano scavato dentro di me, si erano insinuate e niente mi avrebbe dato più
gioia e soddisfazione. Sentire quel “ti amo” fuoriuscire dalle sue labbra,
provocava in me sensazioni stupende.
Senza pensarci
un secondo di più, le ripresi il viso tra le mani e lo avvicinai alle mie
labbra. Era passato troppo tempo dall’ultima volta che ci eravamo avvicinati in
questo modo, volevo recuperare tutto il tempo perso, farle capire che anche il
mio corpo aveva bisogno di lei.
Non mi concedevo
baci poco casti ma, questa era un occasione speciale.
Inizialmente, il
corpo di Bella era rimasto rigido, sorpreso. Le bastò poco per sciogliersi. Il
suo cuore ritornò a battere frenetico, sembrava contento di quel suo movimento,
come se fino a questo momento, avesse battuto solo per necessità.
Le sue mani si
intrecciarono dietro i miei capelli, in un gesto così familiare da farmi
impazzire. Il respiro cominciava ad essere sempre più affannato.
Mi allontanai
lentamente dal suo volto sussurrando maliziosamente.
« Tra l'altro, non
ho intenzione di lasciarti ».
Il suo sguardo
scettico mi convinse ad andare avanti.
« Non vado da
nessuna parte. Non senza di te. Ti ho lasciata soltanto perché desideravo darti
la possibilità di vivere una vita normale, felice, da essere umano. Mi rendevo
conto di cosa significasse starti accanto: farti vivere sempre sul filo del
rasoio, allontanarti dal tuo mondo, costringerti a rischiare la vita in ogni
istante che passavo con te. Perciò ho deciso di provare. Dovevo fare qualcosa e
la fuga mi sembrava l'unica possibilità. Se non avessi creduto che era meglio
per te, non mi sarei mai imposto di andarmene. Sono fin troppo egoista.
Soltanto tu eri più importante dei miei capricci... e dei miei desideri. Ciò
che desidero, ciò che voglio, è stare con te e so che non avrò mai più la forza
di lasciarti. Ho troppe scuse per rimanere... grazie al cielo, sembra proprio
che tu non riesca a non cacciarti nei pasticci, neanche se ci sono i chilometri
a separarci ».
« Non fare
promesse », sussurrò.
A quel punto, la
rabbia fin’ora placata dentro di me, salì. Non poteva credere che stessi
mentendo di nuovo, che non provassi tutti i sentimenti che le avevo descritto.
« Pensi che ti
stia mentendo, adesso? ».
« No... non lo
penso ».Scosse la testa.
« Potresti
essere sincero... adesso. Ma domani, quando ripenserai a tutti i motivi che già
una volta ti hanno convinto ad andartene? O tra un mese, la prossima volta che
Jasper cercherà di mordermi? ».
Sbarrai gli
occhi. Aveva ragione, ero colpevole e lo sapevo..
« Non mi pare
che tu abbia meditato molto sulla tua vecchia decisione, no? Finirai per fare
ciò che ritieni giusto ». Sembrava decisamente convinta delle sue parole. Ma,
purtroppo per lei, non era come diceva.
« Non ho tutta
la forza che mi attribuisci. Non m'importa più di capire cosa è giusto e cosa
sbagliato; sarei tornato comunque. Prima che Rosalie mi desse la notizia, avevo
già rinunciato a vivere alla giornata. Una settimana era un'eternità, un'ora
una sofferenza. Era soltanto questione di tempo, molto poco tempo, e mi sarei
ripresentato alla tua finestra per implorarti di accettarmi di nuovo. Se non ti
dispiace, vorrei provarci ora ».
« Non scherzare,
per favore ». Ancora non mi credeva. Dovevo riacquistare a tutti i costi la sua
fiducia.
« Dico sul serio.
Vuoi, per cortesia, sforzarti di ascoltare ciò che dico? Mi lasci spiegare
quanto sei importante per me? ».
Sembrava troppo
distratta, come se cercasse di intuire un mio tentennamento, l’ombra di una
bugia.
Dovevo
esprimerle al meglio tutti i miei sentimenti, convincerla della mia sincerità.
Farle un esempio di come avevo trascorso la mia vita dopo la trasformazione..
« Prima di te,
Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella:
punti di luce e razionalità... Poi hai attraversato il cielo come una meteora.
All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei
sparita, la meteora è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio è tornato. Non era
cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le
stelle. Niente aveva più senso ».
« Gli occhi si
abitueranno », mormorò triste.
« Questo è il
problema: non ci riescono ».
« E le tue
distrazioni? ».
« Faceva parte
della bugia, amore mio. Non sono mai riuscito a cancellare... l'agonia. Il mio
cuore non batteva da quasi novant'anni, ma stavolta è andata diversamente. Non
lo sentivo più, al suo posto c'era un vuoto. Come se ti fossi portata via tutto
ciò che avevo dentro ».
« Curioso ». Eh?
Inarcai le sopracciglia.
« Curioso? ».
« Volevo dire
"strano"... pensavo fosse successo soltanto a me. Anch'io ho perso
parecchi pezzi. Ho passato chissà quanto tempo senza respirare davvero. Anche
il mio cuore. Sparito nel nulla ».
Chiusi
gli occhi abbandonando la testa sul suo petto, quel suono mi era mancato
tremendamente. Mi sfiorò i capelli con la guancia e mi inebriai della sua
vicinanza.
« Non ti sei
distratto nemmeno con la caccia? ».
« No, quella non
è mai stata una distrazione, ma un dovere ».
« In che senso? ».
« Ecco, benché
non considerassi affatto pericolosa Victoria, non intendevo fargliela passare
liscia... Te l'ho detto, sono stato un vero incapace. L'ho inseguita fino al
Texas, ma poi mi sono lasciato ingannare da una pista falsa che portava in
Brasile. In realtà, lei era tornata qui e io stavo in un altro continente! E
nel frattempo, peggio del mio incubo peggiore... ».
« Eri sulle
tracce di Victoria? ». Il suo tonò si alzò di qualche ottava.
Rischiava di
svegliare suo padre.
« Non le ho
seguite bene », risposi tranquillo.
« Ma stavolta
farò di meglio. Presto la smetterà di insozzare l'aria con il suo respiro »,
promisi.
« Questo è...
fuori discussione », disse allarmata.
« È troppo tardi
per lei. L'altra volta ho perso un'occasione, ma ora basta, non dopo che... ».
« Ricorda che
hai appena promesso di non andartene », mi bloccò. « Non credo che ciò sia
davvero compatibile con una battuta di caccia in piena regola, sbaglio? ».
Ringhiai dalla
rabbia. « Manterrò la promessa, Bella. Ma Victoria.. morirà. Presto ».
« Non lasciamoci
prendere dalla fretta. Forse non tornerà. Probabilmente il branco di Jake le ha
messo paura. Non c'è motivo di andare a cercarla. E poi, ora come ora ho
problemi più urgenti »
« Hai ragione. I
licantropi sono un problema ». Aveva già trascorso troppo tempo in loro
compagnia.
Sbuffò. « Non mi
riferisco a Jacob. Ho problemi ben peggiori di un gruppetto di lupi adolescenti
pronti a cacciarsi nei pasticci ».
« Davvero? E
quale sarebbe il problema più urgente? Cos'è che rende tanto trascurabile ai
tuoi occhi la prospettiva del ritorno di Victoria? ».
« Parliamo del
secondo in ordine di urgenza? ».
« D'accordo »,
risposi sospettoso.
« C'è qualcun
altro che verrà a cercarmi ».
« I Volturi sono
soltanto secondi? ».
« Non mi sembri
così sconvolto ». Infatti non lo ero.
« Be', abbiamo
un sacco di tempo per pensarci. La loro percezione del tempo è molto
particolare, diversissima dalla tua, e anche dalla mia. Un loro anno pesa
quanto un tuo giorno. Non mi sorprenderei se si rifacessero vivi per il tuo trentesimo
compleanno », aggiunsi scherzando.
Le vennero i
brividi, il suo sguardo assunse un velo di terrore. Dovevo tranquillizzarla,
spiegarle le mie ragioni.
« Non devi avere
paura. Non permetterò che ti facciano del male ».
« Finché ci sei
».
Senza pensarci
le presi il volto tra le mani e cercai di attirare il suo sguardo al mio,
incatenandolo come solo i vampiri sapevano fare.
« Non ti lascerò
mai più ».
« Ma hai detto trentesimo.
Perciò... vuoi restare e lasciare che io invecchi? Va bene ».
Allora era
questo il problema, avrei dovuto immaginarlo.
« Proprio così.
Quali alternative ho? Non posso fare a meno di te, ma non distruggerò la tua
anima ».
«Ma sei
davvero...». Il suo sguardo diventò vacuo, stava pensando.. ma a cosa?
«Sì?». Mi
rispose con un'altra domanda, lo avevo capito dalla sua espressione, la
conoscevo troppo bene per non intuirlo.
« E quando sarò
tanto vecchia che tutti mi scambieranno per tua madre? O tua nonna? ».
« Per me non
significa nulla. Ai miei occhi resterai la cosa più bella di tutte.
Ovviamente... », dovevo darle il suo spazio, qualora avesse deciso di non voler
stare più al mio fianco.
« Se tu
diventassi troppo grande, se tu desiderassi qualcosa di più... lo
capirei, Bella. Prometto che non ti sarò mai di intralcio se deciderai di lasciarmi
».
Ci avevo pensato
a fondo e questa era la mia conclusione.
« Ti rendi conto
che un giorno o l'altro morirò, vero? ».
Avevo già
pensato anche a questa possibilità. «Ti seguirò appena possibile».
« Questa è
davvero... un'assurdità ».
« Bella, è l'unica
via che mi è rimasta... ». Non avrebbe mai compreso il mio tormento.
« Facciamo un
piccolo passo indietro. Ricordi i Volturi, vero? Non resterò umana per sempre.
Mi uccideranno. Anche se non dovessero più pensare a me fino al mio trentesimo
compleanno, pensi davvero che possano dimenticare? »,
« No », ma avevo
un piano. « Non dimenticheranno. Però... ».
« Però? ».
« Ho un piano ».
« E questo piano
parte dal presupposto che resterò umana ». Sembrava arrabbiata ma questa era stata la
mia decisione, non si transigeva.
« Naturalmente
».
Ci squadrammo
per un po’. Alla fine decise di togliere il mio braccio da vicino a lei. La
cosa mi diede fastidio..
« Vuoi che me ne
vada? », le chiesi quasi scherzando.
Il suo cuore
accelerò, sintomo di paura.
Si ricompose in
fretta.
« No », rispose.
« Sono io che me ne vado ».
« E potrei
sapere dove? ». Era notte fonda, dove credeva di andare?!
Cercai di
convincerla a non andare ma era troppo testarda. Voleva recarsi a casa mia per
far decidere alla mia famiglia come procedere nei confronti dei Volturi..
« Se la tua
stupida ostinazione a non volermi trasformare finirà per metterci contro i
Volturi, è giusto che a decidere sia la tua famiglia al completo » aveva detto.
« A decidere
cosa? ».
«Della mia
mortalità. Voglio metterla ai voti».
Ringraziamenti:
blood dolly:
ecco il tanto agognato capitolo :D spero non sia troppo noioso visto che mi è
venuto di 13 pag. :D continua a seguirmi!! E grazie!!
Goten: grazie
di cuore per i tuoi commentini :D anche a me è piaciuto quel pezzo.. mi è
uscito così ma è d’effetto :D
Aberlin:
huhu.. fa piacere a tutte sapere che Ed è di nuovo con Bella :D spero che anche
questo cap ti sia piaciuto.. per il prossimo vedrò di scriverlo appena posso!!
Titty88:
finalmente ho aggiornato :D ti piace?? Ciao bella e grazie per il sostegno e l’entusiasmo
tvb
Amalia89 : e
per ultima, ma non meno importante.. un grazie sincero a una delle mie più
grandi fan :D grazie tesorooo!!! Tvb :D ***
Salve
a tutti!! Domani non vado a scuola perciò ho potuto fare tardi per scrivere e
postare. Spero non vi dispiaccia :D (scherzo!) questo cap completa la “scena
bella” del libro dopodiché verrà il capitolo dove Ed si arrabbia ecc..
Ho
intenzione di inserire solo un altro colpo di scena prima della fine :D spero
vi piaccia!!!
Alla
prossima e grazie milleee.. per tutto!!!
Dal capitolo
15
“Dai
suoi pensieri riuscivo a percepire tutta l’intensità del nostro rapporto. Nella
sua mente, lo avvertiva come un’aura di fuoco che ci ricopriva attirandoci
l’uno verso l’altro. Non era puro e semplice fuoco, sembrava una specie di
fiamma ossidrica anzi, si avvicinava molto al calore del sole: folgorante,
intenso, forte.
L’amore
che sprigionavamo io e Bella, il nostro legame, era simile, aveva la stessa
consistenza.. significava che, in fin dei conti lei mi amava ancora? Non lo
sapevo ma, lo avrei scoperto.”
*CorsaNotturna*
Il suo mento era appoggiato alla mia spalla e la sua
guancia, sul collo. Quel tipo di vicinanza mi era tremendamente mancato.
Mi ricordai del primo giorno che la portai in questo
modo, quando si sentì male. Un sorriso spontaneo mi spuntò sulle labbra. Ora
Bella sembrava godersi questo momento, il suo cuore era tranquillo e il respiro
regolare.
Si spostò impercettibilmente e, lentamente, le sue
labbra si poggiarono sul mio collo. Era una parte delicata per me, mi provocava
sensazioni potenti, quel contatto stava ustionando la mia pelle ma non lo
consideravo spiacevole, anzi..
«
Grazie. Significa che ti sei convinta di essere sveglia? ».
La sua risata riecheggiò nel bosco, era così dolce,
spensierata, felice.
«
Non proprio. Più che altro, sia quel che sia. Non voglio risvegliarmi. Non
stanotte ». Mi confessò dopo averci pensato per qualche secondo.
Quelle
parole da un lato mi facevano male. Aveva sofferto così tanto da non credere al
mio ritorno, al fatto che fossi lì con lei, che l’amassi.
«
In qualche modo riconquisterò la tua fiducia. Fosse l'ultima cosa che faccio ».
Le promisi.
Ero
determinato, ci tenevo troppo a lei.
«
Ma io ti credo. È di me stessa che non mi fido ».
Non
capii il senso di quelle parole. Dovevo avere una faccia molto scettica.
«
Spiegati, per cortesia ».
Eravamo
quasi in prossimità della casa così decisi di fermarmi. Volevo conoscere tutti
i suoi pensieri e non volevo essere ascoltato.
La
sua espressione era concentrata e in difficoltà. Le doveva costare molto dirmi
ciò che pensava.
«
Be'... Non sono certa di poter essere... abbastanza. Di meritarti. Non c'è
niente in me che potrebbe trattenerti ».
Come
poteva pensare una cosa del genere. Non si rendeva conto del nostro legame. Io
avevo avuto la possibilità di vederlo con i miei occhi dalla mente di Marcus,
ne avevo osservato tutte le sfaccettature.
La
feci scendere delicatamente e la strinsi forte al petto, volevo sentirla
vicino, infonderle tutto il mio amore.
«
Il mio legame con te è permanente e indissolubile. Non dubitarne mai ».
La
strinsi ancora di più al mio petto, proprio per enfatizzare le mie parole.
«
Non mi hai ancora detto... », mormorai.
«
Cosa? ».
«
Qual è il tuo problema più grande ».
Avevo
cercato di capirlo nella sua stanza, ma non avevo ottenuto risposta.
«
Ti do un indizio », mi rispose allungando un indice e poggiandolo dolcemente
sul mio naso.
Lo
sapevo! Mi sentivo colpevole ma, dentro di me, nel profondo, speravo non fossi
io.
Annuii.
«
Sono peggio dei Volturi. Penso di essermelo meritato ».
Alzò
gli occhi al cielo, tra il divertita e lo spazientita.
«
Il peggio che possano fare i Volturi è uccidermi. Ma tu potresti lasciarmi. I
Volturi, Victoria... al confronto non sono niente ».
Bella
mi amava così tanto nonostante le avessi fatto ripetutamente del male. Mi
considerava un Dio, non riusciva a vedere il lato marcio di me, la parte meno
nobile, il mostro.
Non
poteva volermi al suo fianco anche se aveva dimostrato ampiamente il contrario.
«
No! Non essere triste », mi disse rattristandosi anche lei. Dalla sua
espressione capii che non voleva vedermi soffrire, non voleva che IO stessi
male..
Cercai di sorridere alla sua richiesta ma la sua espressione
mi fece capire che non ero stato abbastanza convincente. Volevo capisse che non
l’avrei lasciata, che il mio amore per lei superava di gran lunga il mio
egoismo e che, dopo i recenti avvenimenti, non l’avrei mai più fatta soffrire.
« Se solo
ci fosse una maniera di farti capire che non posso lasciarti. Immagino
che soltanto il tempo riuscirà a convincerti », le sussurrai.
Mi sorrise.
« D'accordo
».
«
Quindi... » cercò di distrarmi.. « visto che hai intenzione di rimanere, posso
avere indietro le mie cose? » ..e ci riuscì.
Risi
di gusto. Solo Bella era in grado di sviare i miei pensieri. Lo aveva fatto
anche quando la salvai a Port Angeles qualche tempo fa.
«
Le tue cose sono già lì. Sapevo che era un errore, ma ti avevo promesso la
pace, senza ricordi del passato. Sono stato stupido e infantile, ma volevo
anche che qualcosa di mio ti restasse vicino. Il CD,
le foto, i biglietti... sono in camera tua, nascosti sotto le assi del pavimento
» le confidai vergognandomi di me stesso.
«
Davvero? ».
La
sua espressione era incredula. Era felicissima di questa notizia, lo si leggeva
dai suoi occhi, dal suo volto che sprizzava gioia da tutti i pori.
Annuii
sorridendole quasi felice.
«
Chissà.. non ne sono sicura, ma forse... forse l'ho sempre saputo ».
«
Cosa? ». stava solo cercando di farmi felice o diceva sul serio? Come mi avevo
scoperto?
« Una parte
di me, forse il mio inconscio, non ha mai smesso di credere che il mio destino
ti stesse a cuore. Per questo sentivo le voci, probabilmente ».
Certo che
mi stava a cuore, io vivevo per lei!
« Voci? »,
le chiesi appena realizzai la cosa. Se Bella era arrivata a sentire delle voci
significava che stava impazzendo?
« Be', una
sola. La tua. È una storia lunga ».
Dovevo
sapere, l’avrei curata, portata ovunque servisse. Avevo già i nominativi di
parecchi medici, me li ero fatti dare da Carlisle quando la conobbi.
« Il tempo
non ci manca ».
« È una
storia patetica ».
Restai in
attesa che parlasse, stava organizzando i pensieri.
« Ricordi
quando Alice ha parlato di sport estremi? ».
Ne sapevo
qualcosa ma non avevo ancora indagato.
« Ti sei
tuffata da uno scoglio per divertimento ».
« Ehm, sì.
E prima, in moto... ». Che cosa?!?
« Moto? ».
Come aveva
potuto? Sicuramente c’era lo zampino del cane.. Bella non era capace di guidare
una moto, e l’unica persona in grado di insegnarglielo doveva essere lui.
L’aveva messa in pericolo, non aveva badato alla sua sicurezza..
« Immagino
che Alice non ti abbia detto nulla ».
« No »,
sbottai nervoso, ancora dovevo digerire la faccenda.
« Be', il
fatto è... ecco, ho scoperto che... ogni volta che facevo qualcosa di
pericoloso o stupido... ti ricordavo più chiaramente. Ricordavo il suono della
tua voce quando ti arrabbi. La sentivo come se fossi al mio fianco. Di norma
cercavo di non pensare a te, ma in quelle occasioni speciali non sentivo il
dolore: era come se fossi tornato a proteggermi. Perché non volevi che mi
facessi male. Ecco, forse riuscivo a sentirti con tanta chiarezza perché, in
fondo, sapevo che non avevi mai smesso di amarmi... ».
Aveva
affrontato quasi la morte per sentire la mia voce.. era incredibile.
« Tu...
hai... rischiato la vita... per sentire... » non potevo crederci, dovevo
sentirlo di nuovo..
« Sssh. Aspetta un secondo. Sto per avere una rivelazione »,
disse interrompendomi.
Aspettai
per un minuto interminabile, la sua espressione passò dal concentrato al
sorpreso.
« Ah! ».
« Bella? ».
Ma che stava combinando?
« Sì. Ecco,
ho capito ».
« La tua
rivelazione? », chiesi incerto e nervoso.
Pensavo che
sarebbe arrivata a una conclusione delle sue e non volevo, lei doveva capire
l’indissolubilità dei miei sentimenti.
« Tu mi ami
», disse meravigliata e sorrise raggiante, quel sorriso che mi faceva perdere
la ragione.
Sorrisi di
rimando, soddisfatto.
« È così,
davvero ».
Il
suo cuore iniziò a battere di nuovo.. per me! Non esisteva felicità maggiore.
Strinsi il
suo viso tra le mie mani fredde e la baciai.
Quando mi
accorsi che non respirava più e che il suo cuore iniziava ad avere seri
problemi, mi staccai lentamente da lei e avvicinai la mia fronte alla sua,
assaporai il calore del suo viso e del suo fiato, sentii sulla mia lingua il
suo sapore.. era buono, era suo.
« Sei stata
più brava di me, sai ».
Avrei
confessato tutto!
« In cosa?
».
« A
sopravvivere. Tu, se non altro, ci hai provato. Ti alzavi ogni mattina, cercavi
di sembrare normale agli occhi di Charlie, seguivi il ritmo della tua vita. Io,
quando non cacciavo, ero... totalmente inutile. Non riuscivo a stare vicino
alla mia famiglia, né a chiunque altro. Devo ammettere di essermi più o meno
raggomitolato su me stesso, per lasciarmi assalire dalla tristezza. È stato
molto più patetico che sentire le voci. E sai che sono sincero ».
« La voce
era una sola », precisò.
Sempre la
solita.
Le cinsi i
fianchi con un braccio e prendemmo a camminare.
« Solo per
farti contenta. Del loro parere non m'importa nulla ».
Non mi
importava se avessero deciso di trasformarla, la decisione spettava a me e io
non l’avrei permesso, per nessuna ragione al mondo.
Non potevo
assolutamente rischiare di perdere la sua preziosissima anima, era la cosa più
pura che esisteva al mondo e non l’avrei sprecata per nessuna ragione.
Angolo ringraziamenti:
Goten: spero di averti resa
felice anche questa volta :D lo so di dover studiare ma mi dispiace lasciarvi a
secco dopo tutti i bellissimi commenti che mi lasciate!!! Cmq da un lato mi fa
piacere che la mia storia ti fa piangere in senso buono (almeno a detta tua ;p
) sono contentissimaaa!! Grazie mille tesorina!!!
Lory_lost_in_her_dreams: grazie
di esserti aggiunta alla mia congrega hihihi e per tutti i meravigliosi complimenti
grazie mille e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento :D
Rmp: grazie per il tuo commento ma devi sapere che ogni tanto ho gli
scleri mentali hihihi mi sento insicura perché non
tutti commentano perciò non riesco a capire cosa ne pensano e tendo ad essere
pessimista :D cmq grazieee!!!
Frafra9: grazie per i complimentiii!! Cmq forse è perché adesso abbiamo iniziato
a scrivere.. può darsi che più in là!! Cmq mi piace la tua storia ;p
Aberlin: grazie mille.. ma lo sai che me ne sono accorta anche io (certo
non ho raggiunto la perfezione ma sto migliorando) rileggendo i primi capitoli
:D grazie ancora e spero che anche questo cap ti sia piaciuto!!!
Amalia89: grazie mille tesorinooo!! Tvb tanto tanto! :D
Tess89: l’ho iniziata ma poi
per mancanza di tempo(esame di stato -.-) ho dovuto sospenderla! Cmq l’ho
aggiunta tra i preferiti :D appena ho un po’ di tempo!!! Cmq da quello che ho
iniziato a leggere non è male e sono diverse tra di loro :D la mia inizia
direttamente quindi lui la lascia nel bosco e ogni tanto ci sono dei flash-back
:D cmq grazie per il commento!!!
Lamulamu: grazie per il commento e x i complimenti!! Ne avevo proprio
bisogno.. tendo a scoraggiarmi :D spero ti sia piaciuto anche questo!!! Ciao e
alla prossima :D
Grazie anche coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti:
Salve a tutte/i!!! finalmente ho
completato questo capitolo!! Mi è risultato difficile perché quello che secondo
me pensava Ed non combaciava con quello che diceva a Bella!!! Cmq spero vi
piaccia perché ci ho messo parecchio ed è abbastanza lungo!
La mia Beta me l’ha appena corretto
quindi l’ho modificato!!! Non è cambiato molto però!!! Ho risposto anche alle
recensioni.. giù in fondo :D anche quelle più recenti!!!
Correvo per le vie di Forks meditando su come avrei
potuto impedire la trasformazione di Bella.
Contro la mia volontà l’aveva messa ai voti e la mia
famiglia aveva acconsentito alla sua richiesta.
Si era messa in testa di volere essere trasformata
subito ma per fortuna, con l’aiuto di Carlisle, ero riuscito a rimandare la sua
trasformazione a dopo il diploma.
Non volevo renderla un essere immondo come me,
nonostante avessi voluto averla sempre al mio fianco.
Avevo perso la testa quando i miei familiari a turno
avevano accettato la sua trasformazione.
Una rabbia, che neanche Jasper riusciva a placare,
si era impossessata di me, pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Anche Carlisle, il più moralista di tutti noi, aveva
acconsentito a quella folle richiesta.
Mi ero reso conto, dai suoi pensieri, che voleva la
mia felicità.
“ Te lo meriti ” aveva pensato.
Per un attimo il mio cervello si era disconnesso,
come se il mondo all’improvviso mi stesse crollando addosso.
Io non meritavo tutto quell’amore, Bella non doveva
rinunciare alla sua vita da umana, alle sue esperienze, per starmi vicino. Non
meritavo tutto quello che aveva passato a causa mia...
Ritornai col pensiero al momento in cui vedevo il
suo volto compiaciuto dalla mente dei miei familiari... Non poteva essere così
stupida da volerlo davvero.
La rabbia che avevo provato esplose all’improvviso
dilaniando quella specie di nuvola di tranquillità con cui Jasper mi stava
avvolgendo ma che non mi toccava, che non riusciva a rasserenarmi.
Al solo pensiero di lei con gli occhi cremisi che mi
scrutava tranquilla e innamorata come sempre, scoppiai come una bomba ad
idrogeno.
No! Non doveva succedere. Non potevo permetterle di
rovinare tutto, di gettare la sua purezza per diventare come me, per starmi
accanto.
Senza neanche accorgermene schiantai verso la parete
di fronte a me il televisore al plasma di ultima generazione che Emmett si era
fatto spedire da qualche paese asiatico poche settimane fa.
Ero in salotto e non me ne ero neanche accorto.
Un’imprecazione mentale mi raggiunse.
Cazzo Edward, ma proprio il plasma
dovevi schiantare? Ci ho messo un’eternità per averlo. Non hai idea di che ho
passato per portarmi a casa questo gioiellino!
Pensò triste Emmett.
Eternità... ciò che voleva Bella e che io non volevo
concederle. Tra tutte le cose che poteva chiedermi perché proprio questo?!
Oltre alla perdita della sua purezza avevo il
terrore che qualcosa potesse andare storto, non sapevo se anche questa volta
sarei riuscito a fermarmi prima di dissanguarla.
Non badai minimamente ad Emmett e mi diressi furioso
verso di lei. Il mio sguardo doveva essere quasi da assassino perché
trattennero tutti il fiato e mia madre pensò Non farle del male!
Un ringhiò fece voltare Alice che nel frattempo
stava cercando di convincere Bella che aveva bisogno di più tempo per trasformarla.
Si stava rivolgendo a Carlisle ma fui più veloce e
le afferrai il viso con una mano costringendola a guardarmi negli occhi.
Cercai di bloccare le parole di mio padre con una
mano ma nessuno sembrava badare a me. L’attenzione di tutti era rivolta a
Bella, alla sua richiesta e alla strana posizione del suo volto sotto la forza
della mia presa.
« Io sono in grado di farlo », rispose Carlisle con
il suo solito tono pacato.
«
Aspetta », la implorai a denti stretti. « Non deve essere per forza adesso ».
«
Non c'è nessun motivo perché non accada adesso », disse farfugliando e
arrossendo cercando di spostare lo sguardo dai miei occhi.
«
Io ne ho qualcuno ».
Dovevo
puntare sull’affetto che provava verso i suoi genitori. Doveva essere il suo
punto debole. La conoscevo troppo bene. Era troppo dolce e altruista per
pensare di far soffrire le persone che le volevano bene, a cui lei teneva.
«
Ma bravo », mi rispose acida. « Adesso lasciami andare ».
Cercai
di cogliere l’attimo e andare avanti con la mia arringa.
« Fra un paio d'ore Charlie verrà a cercarti.
Conoscendolo, immagino che coinvolgerà i poliziotti ».
Il suo sguardo mutò.
Quella maschera di collera che provava nei miei
confronti si trasformò all’istante alterandosi tra la preoccupazione, il dolore,
e di nuovo la caparbietà verso la sua scelta.
Dovevo continuare prima che riprendesse a dire
assurdità.
« Per non rischiare di dare nell'occhio, propongo
che rimandiamo questa conversazione perlomeno al giorno in cui Bella finirà la
scuola superiore e non vivrà più a casa di Charlie » dissi rivolgendomi a
Carlisle e sperando nel suo appoggio.
Avevo messo in campo un argomento inattaccabile, non
poteva ribattere, avevo ragione io. La mia, era una logica troppo solida per
essere scalfita.
Per fortuna mio padre, dopo aver valutato e vagliato
ogni possibilità, mi diede ragione.
« Ci penserò », rispose controvoglia.
Ce l’avevo fatta, l’avevo dissuasa da quel
pensiero... almeno per il momento.
Una visione di Alice mi distrasse per un istante.
Vedevo di nuovo Bella pallida e perfetta: una vampira.
Edward è diventata nitidissima,
rassegati! Pensò Alice.
Se proprio doveva diventare come me dovevo almeno
pensare a un modo per non farle perdere neanche un istante della sua vita da
umana.
Non volevo trasformarla ma Alice aveva ragione.
Dovevo riflettere, trovare il modo per ottenere più
tempo. Sarei sceso ad ogni compromesso possibile pur di farle provare più
emozioni concepibili che contraddistinguevano la razza umana. Lo avevo promesso
a me stesso: l’avrei trasformata ma prima avrei fatto in modo che non avesse
rimpianti, di nessun genere!
« Forse è meglio che ti riporti a casa. Non vorrei
che Charlie si svegliasse presto » le dissi prima che potesse estorcere altre
promesse alla mia famiglia.
« D'accordo, portami pure a casa » mi rispose dopo
che si fu accordata di nuovo con mio padre.
La presi in spalla e corsi velocissimo verso casa
sua.
I miei pensieri erano in delirio.
Il mio cervello stava vagliando ogni possibilità,
ogni argomento che avrei potuto sfruttare a mio favore pur di farle capire che
le serviva altro tempo per vivere la sua vita da umana, quella vita che a me e
alla mia famiglia era stata negata.
Avevo commesso troppi errori con lei.
Alla fine avrei accettato la sua trasformazione –
non avevo altra scelta – ma non potevo rischiare di scalfire la sua felicità
futura.
Quanto meno, dovevo darle la possibilità di cambiare
idea, col tempo.
Scappando a Volterra, e ancora prima lasciandola, avevo
pensato di agire per il suo bene ma le mie azioni si erano rivelate del tutto
errate. Avevo fatto tutto ciò che più l’avrebbe fatta soffrire in vita. L’avevo
messa in pericolo.
Per colpa mia, per il solo sentire la mia voce,
aveva messo più volte a repentaglio la sua esistenza e non me lo sarei mai e
poi mai perdonato.
Con un balzo felino attraversai la soglia della sua
finestra e la poggiai sul letto.
Durante tutto il viaggio verso casa l’avevo sentita
tranquilla, trionfante. Aveva ottenuto ciò che voleva ma dovevo cercare un
qualsiasi modo per farle cambiare idea, cercare di dissuaderla.
Iniziai a camminare nervosamente per la stanza.
Cosa avrebbe voluto Bella in cambio?
Sapevo benissimo che i beni materiali non erano nel
suo interesse. Se avessi anche solo pensato di regalarle la cosa più costosa al
mondo, avrei solo rischiato di peggiorare le cose.
Quindi dovevo cercare di puntare sui suoi sentimenti,
come avevo fatto prima a casa mia.
« Qualunque cosa tu stia macchinando, non funzionerà
» mi distrasse.
«
Zitta. Sto pensando ».
Il
mio cervello andava a mille. Negli ultimi decenni non lo avevo mai utilizzato
in questo modo. Finalmente stavo sfruttando al meglio tutte le sue capacità!!
Lamentandosi
si nascose sotto il lenzuolo coprendosi il viso.
Mi
sentii mancare il fiato.
Il
mio corpo non ce la faceva a non averla accanto, a non guardare, osservare e
studiare il suo viso o ogni minima espressione del suo volto, ogni minimo
cambiamento d’espressione.
«
Se non ti disturba, preferirei che non ti nascondessi il viso. Mi è mancato più
di quanto potessi immaginare » le dissi sedendomi sul suo letto e spostandole
il lenzuolo dal volto.
Era
bellissima, mi dispiaceva dover cercare di imbrogliarla ma lo facevo per il suo
bene.
Ritornai
col pensiero alle mie congetture.
Cosa
rendeva felice Bella?
Fu
semplice rispondere: io.
Dovevo
cercare di rendere perfetta la sua vita da umana. Le sarei stato sempre accanto,
le avrei chiesto di sposarmi se necessario!
Sposarmi...
era questa la soluzione!
Se
mi avesse sposato sarebbe stata certa che le sarei rimasto accanto per sempre
“finché morte non ci separi”.
Se
avesse accettato, sarei stato l’uomo più felice dell’intero universo anche se
una parte di me era ancora restia a privarla della sua umanità.
In
fin dei conti mi ero sempre immaginato con un vestito elegante mentre
l’aspettavo all’altare.
Una
volta ottenuto il suo consenso avrei pensato a tutto: avrebbe avuto una nuova
auto, anche più resistente, l’avrei resa felice insomma!
Volevo
conoscere i suoi desideri più nascosti ed esaudirli, se avessi impiegato molto
tempo a soddisfarli... tanto di guadagnato.
Al
solo pensiero sorrisi.
Se
la persona che la rendeva più felice ero io allora...
Forse
avevo capito come procedere.
«
Adesso... dimmi una cosa » le dissi esponendole con calma il mio ragionamento.
Mi
rispose controvoglia. Trattenni un sorriso e continuai.
«
Se tu potessi esaudire un desiderio, quale sceglieresti? ».
«
Di stare con te ».
Quella
frase mi addolcì l’anima, che non ero sicuro di avere; addolcì la parte più
nobile di me: io ero tutto ciò che desiderava, tutto ciò di cui aveva bisogno.
Accantonai
per un secondo quei pensieri e mi dedicai di nuovo a lei. Oltre alla mia
vicinanza dovevo sapere cosa potevo donarle oltre che me stesso.
«
Qualcosa che tu non abbia già » le risposi saccente.
Dovevo
marcare il concetto che io ero tornato per stare con lei, per sempre, che non
l’avrei più abbandonata e che quindi non doveva preoccuparsi, io non mi sarei
mai più allontanato da lei.
«
Vorrei... che non toccasse a Carlisle farlo. Vorrei che fossi tu a trasformarmi
».
Questo
pensiero aveva sfiorato anche la mia mente ma lo avevo subito accantonato
perché non credevo di essere all’altezza di non farle del male.
Dentro
di me, nonostante mio padre, per evitare inconvenienti, si era offerto di
trasformarla, volevo essere io a donarle quella nuova vita, ad iniettarle il
veleno che sarebbe rimasto nel suo corpo per l’eternità.
Se
era questo ciò che desiderava avrei escogitato un modo, avrei cercato in ogni
modo di accontentarla, di renderla felice, di soddisfare il suo ultimo
desiderio ma dovevo essere certo di renderla felice su ogni cosa prima di
trasformarla.
Adesso
dovevo porle una domanda sconveniente per la mia morale.
A
mio parere il solo fatto che lei era disposta a stare con me valeva più di
tutto l’oro del mondo ma, se volevo donarle qualche anno di vita in più e avere
così il tempo di esaudire ogni suo desiderio, dovevo agire, anche contro i miei
valori.
«
E cosa saresti disposta a dare, in cambio? ».
« Qualsiasi cosa » mi
rispose dopo essere rimasta per qualche secondo a bocca aperta.
Non se lo aspettava,
conosceva bene i miei modi di fare e come mi comportavo con lei.
« Cinque anni? » le
chiesi approfittando dellasua risposta.
Il suo volto assunse
un’ espressione sconvolta, quasi terrorizzata.
«
Hai detto qualsiasi cosa », ribadii.
«
Sì, ma... sfrutteresti quel tempo per trovare una scappatoia. Devo battere il
ferro finché è caldo. E poi, è troppo pericoloso restare umana, per me almeno.
Quindi, qualsiasi altra possibilità va bene ».
Aveva
ragione, mi conosceva meglio di quanto pensassi e il pensiero del pericolo
costante che la circondava non aiutava!
«
Tre anni? ». Tentai.
«
No! ». Sbottò irritata.
«
Allora per te non vale niente! ».
Dovevo
arrendermi, non avrei avuto scelta. Ero partito apposta da una soglia di cinque
anni perché sapevo che non sarebbe stato facile combattere contro di lei.
«
Sei mesi? » Mi distrasse.
Non
ero disposto a concederle solo sei mesi, era folle! Come avrei potuto renderla
felice in soli sei mesi?
«
Non sono abbastanza » dissi cercando di mantenere la calma.
Le
mie più rosee previsioni superavano almeno i due anni. Sei mesi erano una
pazzia!
Considerando
che ci sarebbe voluto un anno per organizzare le nozze, come avrei fatto a
renderla felice in soli dodici mesi?!
Sapevo
quella conversazione che verso avrebbe preso. Nonostante cercassi ancora di
recuperare qualche tempo in più, il mio cervello riconosceva che dovevo cercare
un’altra via, un altro modo per convincerla.
«
Allora un anno, è il mio massimo » disse distraendomi.
«
Concedimene almeno due » la supplicai.
«
Neanche per idea. Diciannove posso anche compierli. Ma ai venti non voglio
nemmeno avvicinarmi. Non credere che possano restare una tua esclusiva ».
Era
questo allora il suo problema principale. Non le interessava compiere
esperienze umane...
Pensa
Edward, pensa! Continuavo a ripetermi.
Io
volevo davvero che lei divenisse come me, volevo averla accanto per tutta
l’eternità ma non volevo affrettare i tempi. Avrebbe potuto ripensarci. Il suo
desiderio più grande poteva non essere più il voler essere un vampiro.
Questa
parola mi faceva ancora un po’ strana!!
Ora
come ora, odiavo immensamente la mia natura.
Per
lei avrei tanto voluto essere un ragazzo normale in grado di renderla felice
con gesti semplici, di poter costruire una famiglia insieme a lei, generare dei
figli, ma tutto questo non mi era concesso.
Considerai
che barattare mesi o anni fosse un “passatempo” inutile.
«
Va bene. Lasciamo perdere i limiti temporali. Se vuoi che sia io a compiere il
gesto... lo farò ma a una condizione ».
Le
avrei chiesto di sposarmi e poi avrei acconsentito alla sua trasformazione. In
ogni caso avrei avuto un anno o più di tempo.
«
Quale? ».
Il
suo tono era quasi terrorizzato, il suo cuore cominciò a battere frenetico nel
suo petto. Mi veniva da ridere ma non volevo rovinare il momento.
Certo,
questo non era una vera e propria dichiarazione perché era improvvisata. Per
un’occasione così speciale avevo in mente ben altro e, nonostante non ci avessi
mai pensato seriamente, il mio cervello aveva delineato spesso i contorni di
quell’ evento.
«
Prima sposami » le dissi in tono cauto. La osservavo per cogliere ogni minimo
mutamento della sua espressione.
Mi
aspettavo la sorpresa, lo stupore... ma Bella come al solito mi sbalordì!
«
Okay. È uno scherzo » disse dopo avermi fissato a lungo come se si aspettasse
una risata.
Avevo
sbagliato? Per lei forse non ero così importante da essere sposato? Voleva
restarmi accanto per l’eternità ma non condividere la sua esistenza in mia
compagnia?
«
Così mi ferisci, Bella. Ti chiedo di sposarmi e la metti sul ridere ».
«
Edward, per favore, sii serio » mi disse spazientita.
Pensava
la stessi prendendo in giro? Possibile che non pensasse di essere così
importante per me da voler chiedere la sua mano?
In
fin dei conti credeva stesse ancora sognando...
«
Sono serio al cento per cento » le risposi con un espressione che non ammetteva
repliche.
Non
poteva pensare sul serio che scherzassi su una cosa del genere.
«
E dai. Ho soltanto diciotto anni » mi disse con una punta di isteria nella
voce.
«Be',
io quasi centodieci. È ora che metta la testa a posto» scherzai.
Il
suo sguardo si spostò verso il cielo ancora buio. Il suo cuore batteva sempre
più forte nel suo petto.
«
A dire la verità, il matrimonio non è la mia massima priorità, sai? Renée e
Charlie ne sono rimasti letteralmente dissanguati ».
«
Interessante metafora», le risposi trattenendo un sorriso.
Quante
volte avevo immaginato Bella camminare lentamente verso di me su un tappeto
rosso…
«
Sai bene cosa intendo ».
«
Per favore, non dirmi che hai paura di assumerti un impegno tanto solenne » le
dissi.
Avevo
il terrore di scoprire che in realtà Bella non mi amasse al tal punto da
sposarmi.
«
Non è proprio così. Ho... paura di Renée. Ha idee molto precise a proposito del
matrimonio prima dei trent'anni ».
Mi
tranquillizzai, forse era solo questa stupida paura che la bloccava, forse mi
amava a tal punto da sposarmi!
«
Perché preferirebbe vederti dannata per l'eternità, piuttosto che sposata ».
Dissi cercando di farle capire il problema principale ma cercando di
sdrammatizzare.
«
Non ci scherzerei troppo ».
No!
Questo non poteva pensarlo sul serio…
«
Bella, se pensi che sposarsi sia impegnativo quanto barattare la propria anima
con una vita eterna da vampiro...», dovevo cercare di farle capire e di
convincerla, avrei puntato sull’orgoglio, « se non sei abbastanza coraggiosa da
sposarmi, allora... ».
Non
sapevo come terminare la frase, non volevo che mi abbandonasse però allo stesso
tempo dovevo smuoverla.
«
Be'... E se lo fossi? Se ti chiedessi di portarmi subito a Las Vegas? Diventerei
un vampiro in tre giorni? ».
Il
suo cuore batteva forte, non poteva dire sul serio. Sorrisi per quel gesto
quasi disperato.
«
Come no. Prendo la macchina ».
«
Uffa! Ti lascio diciotto mesi ». Disse mettendo il broncio.
Il
mio sorriso si allargava sempre di più.
«
Niente affatto », risposi. « Questa è la mia condizione ».
Forse
ero riuscito nel mio intento. Con quella proposta non solo avevo ottenuto più
tempo ma avevo soprattutto la possibilità di renderla felice, di farle passare
un’ottima vita da umana.
«
Va bene. Mi rivolgerò a Carlisle, dopo il diploma ».
Sapevo
che non diceva sul serio, non sapeva mentire, ma stetti al gioco.
«
Se proprio ci tieni ».
«
Sei impossibile», si lamentò. « Un mostro ».
Lo
ero ma non per il motivo che intendeva lei.
«
Per questo non mi vuoi sposare? ». Sorrisi divertito.
Emise
uno strano lamento. A quel punto mi avvicinai lentamente al suo viso e respirai
a pieni polmoni il suo odore.
Mi
era difficile perché era parecchio che non cacciavo... Ma quel dolce profumo
per me significava sempre di più la sua vita, la sua salvezza.
La
scrutai nel profondo incatenandola ai miei occhi.
«
Bella, per favore », sussurrai.
Silenzio.
Non
stava neanche respirando. Mi allontanai di poco e continuai.
«
Sarebbe stato meglio se ti avessi regalato un anello? ».
«
No! Niente anelli! ». Urlò.
Bella! È successo qualcosa! Di
nuovo quei maledetti incubi, dannazione!
Charlie
si era svegliato, non sapeva se venire a controllare oppure no.
Si
stava avvicinando un po’ titubante per controllare sua figlia. Non potevo farmi
trovare nella sua stanza ma non volevo neanche allontanarmi da lei...
«
Ecco, ci sei riuscita », sussurrai per non farmi udire.
«
Ops ».
Sorrisi,
mi ricordava qualcosa quell’esclamazione!
«
Charlie si sta svegliando. Meglio che me ne vada ».
Non
volevo ma dovevo.
Le
mie orecchie per un attimo non udirono un suono per me vitale: il cuore di Bella
aveva smesso di battere per quasi due secondi.
Non
potevo allontanarmi da lei, non lo volevo, non lo voleva!
«
Trovi infantile che mi nasconda nell'armadio? ».
«
No. Per favore, resta ». Disse con nervosismo nella voce.
Sorrisi
all’idea. Mi sentivo uno di quegli amanti che si nascondono negli armadi quando
arrivano i mariti.
Rimase
quasi immobile finché la porta della sua stanza non si aprì.
Charlie
voleva solo controllarla e saperla tranquilla.
Nella
sua mente si succedevano ricordi di Bella che urlava e piangeva nel sonno.
Non
voleva rivederla così ma doveva accertarsi che stesse bene.
Si
era reso perfettamente conto che Bella sembrava più serena da quando ero
tornato, anche se aveva avuto poche occasioni di parlarle, ma non voleva
accettarmi, non voleva che Bella soffrisse ancora.
Avrei
dovuto fare in modo di farmi ben volere. Avrei chiesto la mano di Bella prima a
lui, come si faceva ai miei tempi.
Forse
Bella non avrebbe accettato, non mi aveva ancora detto si... però non aveva
neanche detto no!
Se
mi avesse rifiutato... No! Bella non l’avrebbe mai fatto, lei mi amava...
Ma
mi amava al punto da sposarmi???
Rispondo
alle recensioni:
Goten: grazie sempre
caraaa!! Mi hai anche già scritto una recensioneee!! Me felicissima! Ci sei sempre!!!
Frafra9: che bellooo!!
Mi dispiace che ti faccio pingere sempre ma da un
lato ne sono onorata!! Che bello! Ciaoooo
Rmp:
devo ammettere che in questo capitolo la testolina di ed ha fatto i capricci..
perciò ci ho messo tanto!
lory_lost_in_her_dreams: grazie mille cara! Mi fa piacere che
ti piaccia mi hai fatta contenta con il tuo commento!
titty88: grazie cicciaaa!!
Per tutti e due commenti! Quando ho scritto il pezzo che Ed pensava fosse
impazzita ridevo da sola :D
lady cat: ciao! Si hai
proprio ragione.. questa fan fiction è stato un parto lo devo ammettere meno
male che è finita... o quasi!!! Cmq non ho intenzioni di scrivere anche Eclipse.. sarebbe troppo! Mi sto dedicando a nuove idee che
mi frullano per la testa e devo ancora finire quella che ho iniziato! Cmq grazie
mille per il commento!!!
francycullen: ciaoooo!! Grazie mille! Capolavoro
la reputo una parola troppo grande per me ma ti ringrazio infinitamente
ugualmente (scusa le parolone)!!! :D grazie milleeee!!!
Il cuore di Bella batteva frenetico nell’attesa che Charlie aprisse la
porta
Salve a
tutti!! Eccomi di ritorno! Ci ho messo un po’ a scriverlo ma ce l’ho fatta!!! Alla
fine della pagina troverete la parole “FINE”! avevo deciso di terminarlo ma sul
mio gruppo di face book ( http://www.facebook.com/home.php?ref=home&__a=1#/group.php?gid=89140027720
) stanno facendo di tutto per convincermi a non terminarla.. ad aggiungere l’ultimo
capitolo.. vi dico solo che non ho deciso ancora ok?? Ringrazio tutti le persone che mi hanno commentato e chi mi ha solamente seguito! Grazie a tutti! Un bacio
Barbara
Capitolo
23
Il cuore di Bella batteva frenetico nell’attesa che Charlie
aprisse la porta. Mi ero nascosto nel suo armadio dove il suo profumo era
ancora più forte.
Inspirai senza far rumore e mi beai della sua dolce
fragranza anche se mi creava dei leggeri fastidi alla gola.
La vicinanza di Bella mi aveva cambiato profondamente.
Il primo giorno che le ero stato accanto volevo ucciderla,
godere del suo sangue caldo e zuccheroso... ora questo pensiero mi faceva
venire i brividi.
Se non avessi resistito quel giorno avrei cancellato dalla
faccia della terra un esemplare raro, unico. Come una specie in via
d’estinzione.
Mi concentrai sui pensieri di Charlie. Non si aspettava che
Bella fosse sveglia ad aspettarlo quindi sobbalzò quando gli disse: «
Buongiorno, papà ».
« Ah, ciao, Bella. Non
pensavo fossi già sveglia ».
« Eh, sì. Aspettavo
che ti alzassi anche tu per fare la doccia ».
« Aspetta. Prima,
parliamo un po'».
« Sei nei guai, lo
sai, vero? ».
«Sì, lo so».
Non avevamo chiesto aiuto ad Alice. Bella avrebbe dovuto improvvisare.
Volevo darle un po’ di privacy ma allo stesso tempo le
volevo essere accanto, aiutarla a spiegare a Charlie che era tutta colpa mia.
Eravamo un tutt’uno e dovevamo combattere insieme, sullo stesso fronte!
Charlie si era
preoccupato. Dopo la morte del suo amico se l’era passata davvero male e
l’assenza di Bella aveva aggravato la sua situazione.
Voleva mandare Bella a Jacksonville dalla madre ma lei si
era opposta. Per me, ovviamente non ci sarebbero stati problemi, l’avrei
seguita in capo al mondo pur di starle accanto, il sole non mi spaventava,
niente mi importava.
Con le spiegazioni se la cavò abbastanza bene. Si mantenne
sempre vicina alla verità per non risultare poco credibile.
«Voglio che tu stia lontana da lui, Bella. Non mi fido. Ti crea
soltanto problemi. Non permetterò che ti riduca ancora in quel modo».
Una rabbia mi invase ma appena lessi i suoi pensieri il mio
corpo tramortì: vedevo Bella pallida, assente, triste, vuota... Non l’avevo mai
vista così, neanche dai ricordi di Alice.
Charlie aveva sofferto molto per lei e non voleva che Bella
ritornasse ad angosciarsi di nuovo per me dopo che era riuscita a superare il
dolore.
«Va bene», rispose.
COME “VA BENE”?!?
Allora non voleva sposarmi perché in realtà non mi amava
più? Le sue idee erano mutate...
« Ah. Pensavo che fossi più testarda », rispose sorpreso.
Non se lo aspettava, pensava di dover discutere per ore.
Io ero rimasto bloccato, il mio cervello non ne voleva
sapere di pensare, tutto scorreva troppo lentamente.
« Lo sono! Volevo dire: "Va bene, me ne andrò" ».
Silenziosamente tirai un sospiro di sollievo. Dovevo
aspettarmelo da Bella. Ancora una volta avevo dubitato di lei, dei suoi
sentimenti, era riuscita ancora una volta a cogliermi di sorpresa.
Il cuore di Charlie sembrava voler scappare dal suo petto.
Sentivo il suo sangue scorrere più velocemente e un fiotto di pensieri quasi
illeggibili inondargli la mente.
Vedeva Bella scappare insieme a me, abbandonarlo e lasciarlo
di nuovo nella sua solitudine.
« Papà, non voglio andarmene. Ti voglio bene. So che sei
preoccupato, ma devi fidarti di me. E se vuoi che resti, dovrai andarci piano
con Edward. Vuoi o no che io viva qui? ».
«Non è giusto,
Bella. Sai bene che non c'è niente che desideri di più al mondo».
«E allora sii gentile
con Edward, perché staremo sempre insieme», disse sicura di se.
Forse finalmente aveva capito che l’amavo, forse mi avrebbe
concesso la sua mano.
Il mio cervello ricominciò a viaggiare con la fantasia ma le
mie “visioni” sembravano farsi sempre più nitide spinte dalla consapevolezza
che per noi ci sarebbe stato un futuro.
Dopo aver dato un ultimatum a suo padre, Bella lo cacciò
dalla sua stanza con la scusa di doversi fare una doccia e di aver bisogno di
un po’ di privacy.
Appena sentii i passi di Charlie uscire dalla sua stanza mi
accomodai sul mio dondolo e la
osservai compiaciuto.
Era stata brava, se l’era cavata egregiamente anche se non
ero contento che per colpa mia litigasse con suo padre.
« Scusami », sussurrò.
« Mi meriterei di peggio. Non litigare con Charlie per colpa
mia, ti prego ».
« Non preoccuparti. Litigherò quel tanto che basta, senza
esagerare. Oppure mi stai dicendo che mi ritroverei senza un tetto? ».
« Ti trasferiresti in una casa infestata dai vampiri? ».
« Probabilmente è il posto più sicuro, per una come me.
Inoltre se Charlie mi caccia, la scadenza del diploma non sarà più valida, no? ».
Questa scelta non l’avevo minimamente considerata. Pensavo
che avessimo raggiunto un accordo: l’avrei trasformata in cambio della sua
mano... Non mi aveva dato una risposta ma ero certo che prima o poi avesse
accettato!
« Sei impaziente di essere dannata per l'eternità »,
mormorai.
« Non ci credi neanche tu, è inutile fingere ». Cosa voleva
dire con questo?
« Ah, no?», risposi indispettito.
« No. Non ci credi », confermò convinta.
Stavo per controbattere ma non mi diede il tempo di
spiegarmi.
« Se davvero fossi
stato convinto di aver perso l'anima, quando ti ho ritrovato, a Volterra,
avresti capito al volo cosa stava accadendo, anziché ritenerci morti entrambi.
Invece no, hai detto: "Straordinario. Carlisle aveva ragione" »,
esclamò trionfante. « Dopotutto, dentro di te c'è un filo di speranza ».
Rimasi senza parole. La sua logica non faceva una piega. Ero
stato sempre convinto di non possedere un’anima. La certezza di vivere come un
essere senza anima mi aveva accompagnato per quasi cento anni... Bella aveva
messo in discussione tutte le mie teorie, le mie convinzioni.
« Perciò, questa speranza conserviamola entrambi, non è
meglio? Non che m'importi granché. Se ci sei tu, non ho bisogno del paradiso ».
Lo stesso valeva per me. Se c’era lei non avevo bisogno né
del paradiso né tantomeno di un’anima... era lei la mia anima.
Fissai i suoi occhi profondamente, mi persi per un istante
nel suo sguardo.
« Per sempre », giurai. “Fino a quando entrambi vivremo”
aggiunsi mentalmente.
« Non chiedo altro » mi rispose, lo sguardo ancora legato al
mio.
Ci scambiammo il bacio più dolce e profondo. Finalmente le
sue morbide labbra toccavano di nuovo le mie.
Era passato troppo tempo dall’ultima volta, avrei dovuto
compiere questo gesto più spesso d’ora in poi.
Il mio cervello si perse per un istante a contemplare tutte
le emozioni che stavo provando.
Finalmente ero di nuovo felice. L’avevo accanto, la stavo
stringendo appassionatamente tra le mie braccia, le stavo baciando quelle
labbra che per mesi avevo solo
immaginato.
Anche se alla fine
avessi acconsentito alla sua trasformazione, ero certo che durante il passaggio
verso la sua nuova vita avrebbe conservato la parte più bella e pura che
possedeva. Quella parte che mi aveva colpito, rapito, che era stata in grado di
catturare il mio cuore morto e di attirarlo a sé facendolo rinascere.
Scusate lo sproloquio ma è d’obbligo! Allora per
questa ficcy devo ringraziare Amalia, senza di lei non sarebbe
stata proprio pubblicata, e Goten che mi ha spinta ad andare
avanti (anche ricattandomi a volte per avere i suoi capitoli in anteprima :D).
Poi vorrei ringraziare Luisina che in una sola notte (e un po’ di
mattinata) mi ha commentato tutti i capitoli come non l’aveva mai fatto
nessuno!!! E infine Elena (alias ElyNone) la mia Beta. GRAZIE
RAGAZZE!!!
PER CHI VOLESSE DIRE LA SUA OPINIONE SULLA FAN FICTION... SAREI CONTENTA DI SCOPRIRLA!!! CHE NE PENSATE?
Poi.. vi dico il motivo per cui non volevo
inserire l’ultimo capitolo. L’ho scoperto solo poco tempo fa!!!
Da un lato ho scoperto di odiare Jake.. anche se
poi alla fine di BD mi piace! Ma in realtà è che non volevo finire sul serio
questa fan fiction.. infatti non mi sembra vero che sto qui a scriverla!!!
E poi ci terrei a spiegare i sentimenti che mi
hanno fatto scrivere questa storia. Ci sono alcune note autobiografiche, non so
se traspaiono oppure no, ma ci sono!!
Questa è stata la mia prima opera scritta in
assoluto. Inizialmente era un modo per non allontanarmi dal mondo di Twilight
nell’attesa di Midnight Sun, poi col tempo sono cambiate alcune cose.. è
diventata una passione, un ossessione, parte di me! Ci ho messo un pezzo di me
stessa per scriverla. È la fan fiction più importante che scriverò mai.. ne ho
altre in mente ma non saranno profonde e studiate come questa. Ho cercato di
renderla sempre il più uguale e simile alla Meyer ma allo stesso tempo ho
cercato di evitare copie o riassunti inserendo parti inventate da me.
Ho inserito il pov Alice proprio per questo
motivo: c’era un pov Rosalie in giro ma non si sapeva se era scritto dalla
Meyer oppure no, perciò non sapevo bene come fare! Poi, per esempio, tramite le
interviste ho scoperto cosa distrugge Edward ecc.
Ok ho finito!!! GRAZIE a tutti coloro che hanno
sempre commentato e seguito o solo letto
restando nell’ombra!!! Spero vivamente che questo ultimo capitolo vi piaccia!!!
COMMENTATE PER L’ULIMA VOLTAAA!!! :D grazie!!!
Il patto
Erano passati diversi mesi ormai dalla mia fuga in Italia.
Quello sarebbe rimasto per sempre il gesto più stupido e incosciente che io
avessi mai commesso.
Bella per fortuna mi aveva perdonato, mi aveva accolto a
braccia aperte di nuovo nella sua vita e io... Non avrei mai potuto
ringraziarla abbastanza.
Eravamo tornati a scuola e mi ero reso conto dai ricordi
degli studenti che Bella non aveva trascorso bei momenti in mia assenza: si era
completamente isolata dal resto del mondo, aveva vissuto in una bolla tutta sua
che neanche i suoi amici erano riusciti a perforare.
Ultimamente il suo umore non era dei migliori. Il padre
l’aveva messa in castigo, quasi sotto sua richiesta, e aveva un pensiero fisso:
Jacob Black. Si sentiva tremendamente in colpa perché lo aveva fatto soffrire
dopo che lui le era stato accanto.
Non avevo mai tollerato i licantropi ma in questo momento,
erano gli esseri che meno potevo sopportare.
Avevo ammesso a me stesso che in fin dei conti ero geloso di
Jacob Black perché aveva passato del tempo con Bella durante la mia assenza,
l’aveva consolata dal dolore che IO le avevo causato.
Nello stesso tempo, non volevo che si avvicinasse a lei
perché era diventato pericoloso. Bastava una distrazione per far succedere
l’irreparabile.
Io e Bella ultimamente non passavamo molto tempo insieme al
di fuori dell’edificio scolastico o di casa sua proprio per questo motivo non
potevo mettere in atto tutte le idee di “uscita perfetta” che avevo in mente,
ma mi bastavano le ore che trascorrevo in sua compagnia. Alle volte mi
ritrovavo a pensare che era anche troppo, che non me lo meritavo affatto.
Vederla dormire, o semplicemente restarle accanto, era il
massimo. Non potevo chiedere di meglio alla mia non-vita.
Sbrigati succhiasangue, devo parlare con te. Mi manda il
branco. Chissà se può sentirmi davvero... in ogni caso spero proprio che
Charlie tenga Bella alla larga da lui.
Stavamo in macchina quasi davanti casa sua quando ascoltai
quel pensiero.
Un ringhio premeva per uscire ma decisi di non assecondare
quell’impulso, non volevo far preoccupare o spaventare Bella. Era già in
pensiero per quello che era potuto accadere a Charlie dopo che le avevo detto
che era nei guai.
La tranquillizzai e le chiarii la situazione.
Jacob Black aveva davvero compiuto un gesto scorretto, molto
scorretto! Me l’avrebbe pagata.
Le sue intenzioni potevano essere delle migliori ma Bella
stava soffrendo, non meritava quel trattamento.
Adesso che torna a casa mi deve una spiegazione e
stavolta non ammetto scuse. Come ha osato infrangere la regola numero uno?!
Forks e le moto.. inconcepibile! Stavolta mi sente!! E guai se Edward oserà
sorpassare questa soglia prima che compia trent’anni!
Charlie non se lo aspettava da sua figlia. Le aveva spiegato
che era pericoloso andare in moto con la pioggia perenne che caratterizzava
Forks ma non lo aveva ascoltato, era deluso.
Un po’ della colpa, come al solito, la affibbiava a me, al
mio comportamento scorretto verso sua figlia.
Avrei preferito di gran lunga che TUTTA la colpa la desse a
me invece di prendersela con Bella ma, purtroppo era inevitabile. Bella avrebbe
dovuto scontare una pena ancora maggiore di quella che stava affrontando.
Scese come un diavolo dalla macchina e si avviò con passo
pesante verso quella che doveva essere la direzione in cui si trovava Jacob.
Quella scena, vista dall’esterno poteva anche far ridere ma
io al momento non ci trovavo nulla di buffo. Bella era stata ferita
nell’orgoglio. Aveva perso la fiducia di quello che era stato il suo punto di
riferimento in mia assenza. Potevo solo immaginare come si sentisse.
Avevo deciso: Jacob Black me l’avrebbe pagata!
Ci stava aspettando poco prima del bosco con sguardo truce.
La vista e le parole di Bella lo ammorbidirono. Aveva
portato la moto davanti casa sua per farla vedere a Charlie ma non voleva
tradirla. Era solo uno stupido piano per fare in modo che io le stessi alla
larga.
Appena capì che Bella era già in castigo e che non era
andata a trovarlo per questo motivo, si sentì in colpa.
Non voleva farla soffrire. Nella sua mente delle immagini
della mia Bella si susseguivano ripercorrendo i suoi ricordi.
La misi al corrente dei suoi pensieri. Volevo che Bella
sapesse fino in fondo chi si trovava di fronte ma al lupo diede fastidio.
Questo contribuì a farmi odiare ancora di più... Ma non era un problema per me,
questo sentimento era reciproco!
L’aveva vista davvero soffrire, aveva cercato di distrarla,
di renderla felice con tutte le sue possibilità...
Dovevo essergli grato per questo, non potevo odiarlo... Lui
l’aveva tenuta in vita, l’aveva salvata più volte...
Forse sapevo come fare!
« Bella non esagerava, a proposito delle tue... qualità »,
disse. « Perciò, immagino che tu sappia già perché sono qui ».Lo sapevo ma
prima dovevo chiarire una cosa.
« Sì. Però, prima che cominci, vorrei dire una cosa ».
Parla sanguisuga e fai in fretta!
Quei nomignoli che mi affibbiava mi facevano sorridere ma
non cedetti a quel sentimento. Dovevo essere serio se volevo apparire
credibile.
« Ti ringrazio », dissi con tutta la gratitudine che
provavo. « Non esistono parole per dirti quanto ti sia grato. Ti sarò debitore
per il resto della mia... esistenza ».
La parola “vita” non era contemplata nel mio vocabolario.
I pensieri del licantropo furono incoerenti per un po’. Non
si aspettava quel trattamento da me, pensava che se non si fosse calmato
l’incontro sarebbe terminato con una rissa.
Forse il viaggio in Italia l’ha fatto impazzire... ma le
sanguisughe possono uscire fuori di testa?! E poi perché mi ringrazia?! Non gli
ho mica spedito un mazzo di fiori...
« Per aver salvato la vita a Bella quando io... » credevo
fosse morta, « ...non ho potuto farlo ». Dissi infine.
Solo al ricordo stavo male, quella sensazione di perdita mi
aveva pervaso il cervello, era difficile distaccarsene nonostante ora l’avessi
al mio fianco.
« Edward », mi chiamò Bella. La fermai alzando una mano.
Jacob aveva appena compreso ciò che avevo detto, a cosa mi
riferivo.
Sapevo di avere la mente più veloce degli esseri umani ma
quel ragazzo mi sembrava quasi tardo...
« Non l'ho fatto per te », mi rispose burbero.
Se per un attimo il suo sguardo si era tranquillizzato,
adesso aveva assunto di nuovo quella maschera seria e cattiva.
«Lo so. Ma ciò non annulla la gratitudine che provo.
Pensavo di dovertelo dire. Se mi è concesso di fare qualcosa per te...». Gli
risposi serio.
Ma bene... Pensò. È tornato dall’Italia salvo per
un pelo e adesso spera anche di venire a fare il magnanimo con me! Ma chi si
crede di essere?! Perché non se ne torna di nuovo da dove è venuto: il più
lontano possibile da me, e soprattutto da Bella?!
Non aveva tutti i torti, sapevo di fare del male a Bella
restandole accanto ma anche se avessi voluto, non avrei potuto. Lei aveva
bisogno di me, voleva stare con me.
Avevo visto come si era ridotta in mia assenza e non avrei
mai più permesso una cosa del genere.
« Non è mia prerogativa ».
« E di chi è, allora? »
Davvero non capiva?
« Sua. Io imparo alla svelta, Jacob Black, e non ripeto mai
lo stesso errore. Finché non sarà lei a dirmi di andare, resterò qui ».
« Mai » sussurrò Bella stringendomi a sé in modo possessivo.
Aveva ricucito tutto il discorso e aveva capito sicuramente
quello che aveva pensato Jacob.
Un moto di orgoglio mi invase. Mi sentivo come in una
battaglia. Avrei vinto sicuramente se Bella fosse rimasta al mio fianco!
Jacob si stava innervosendo troppo, avevo paura che ben
presto si sarebbe trasformato davanti a Bella. Poteva essere pericoloso, molto
pericoloso per lei.
« Hai bisogno di altro, Jacob? Volevi mettermi nei pasticci?
Missione compiuta. Magari Charlie deciderà di iscrivermi all'accademia
militare. Ma ciò non basterà a tenermi lontana da Edward. Niente può riuscirci.
Che altro vuoi? ».
Guardai Bella con sguardo sorpreso e fiero al contempo.
Quella ragazza era una forza della natura, non mi sarei mai abituato ai suoi
modi di fare.
« Volevo soltanto ricordare ai tuoi amici succhiasangue
alcuni punti fondamentali del patto che hanno deciso di rispettare. Il patto è
l'unica cosa che mi impedisce di tagliargli la gola, qui e ora ».
« Non abbiamo dimenticato » replicai.
Non aveva idea che Bella voleva trasformasi in una di noi.
Era sorto un altro problema, tutto mi faceva pensare che il
fato volesse che Bella rimanesse umana.
Non sapevo bene cosa comportava la sua trasformazione. Forse
avremmo dovuto trasferirci e non tornare mai più a Forks...
« Non sono affari tuoi », mi distrasse Bella. Così
peggiorava le cose, avremmo avuto tempo per organizzarci.
« E invece, maledizione... », fu tutto ciò che riuscì a
esclamare.
I suoi pensieri erano un tornado di rabbia, stupore,
tristezza.
Ma ha completamente perso la testa?! Come può solo
pensare di diventare una di loro?! Non ci posso credere, starà scherzando.
Forse vuole solo farmela pagare per l’idea della moto... non dice sul serio.
Calmati, calmati... non puoi trasformarti davanti a
loro... si ripeteva.
« Jake? Stai bene? », chiese ansiosa Bella.
« Attenta! Rischia di perdere il controllo », le dissi
parandomi davanti a lei.
« Ah. Io non oserei mai farle del male ». Io l’ho sempre
difesa, l’unico che l’ha fatta soffrire, qui, sei tu... e nel peggiore dei modi
aggiungerei!
« Merda!... ». Esclamò Bella dopo che suo padre aveva urlato
vedendo la mia macchina. Era parecchio nervoso, sarebbe stata dura
tranquillizzarlo.
Forse avrei dovuto chiamare Jazz.
Un altro urlo di Charlie squarciò il silenzio della foresta.
Dovevamo sbrigarci.
Mi misi d’accordo con Jacob per quanto riguardava il
problema “Victoria”. Era ancora in giro e non potevo tollerarlo. Qualsiasi
ostacolo che incombeva sulla strada di Bella io lo avrei eliminato, non
l’avrebbe più spaventata!
Si salutarono quasi troppo affettuosamente per i miei gusti,
nonostante volevo impedirle di avvicinarsi a lei.
Purtroppo non potevo non notare il legame che si era creato
tra di loro e, sebbene mi facesse male dentro, dovevo accettarlo perché ciò era
avvenuto per una mia mancanza, per una mia colpa. Era nato per sopperire la mia
perdita.
Ci avviammo con passo lento e riluttante verso quella che
sarebbe stata la sua condanna.
Tremava, il suo cuore batteva frenetico. Poteva avere una
crisi di panico da un momento all’altro.
<< Sono qui >>, le dissi per tranquillizzarla.
Il suo cuore di scattò si tranquillizzò. Non mi sarei mai
realmente abituato all’effetto che facevo su di lei, alle reazioni che le
provocavo.
Ehilà fratello. Alice mi ha spedito qui perché ha visto
che avevate bisogno di me!
I pensieri di Jasper mi fecero capire che erano arrivati i
rinforzi, forse con il suo aiuto Bella non se la sarebbe cavata troppo brutta.
Non si accorse della sua presenza perché rimase nascosto in
mezzo alla foresta tra gli alberi.
<< Eccomi, papà >>, pronunciò svogliatamente.
Percepii il potere di Jasper infondersi su Charlie. Lo
tranquillizzò rendendolo quasi allegro.
<< Grazie Jazz. Ti devo un favore >>, pronunciai
senza farmi udire neanche da Bella.
<< Entrate, ragazzi >>, disse Charlie sotto lo
sguardo quasi stupito di sua figlia. Non se lo aspettava, forse credeva di
dover sottostare ad una bella sfuriata.
<< Bella, Edward può restare fino alle otto in punto.
Buona serata! >>.
Andò in salotto senza dire niente e sprofondò nella sua
poltrona.
Bella si voltò verso di me e mi guardò sospettosa. <<
Cosa gli hai fatto? È opera tua vero? >>
<< Jasper >>, risposi semplicemente
provocandole una risata.
Era così bello sentirla di nuovo accanto.
Sembrava addirittura felice.
Sapevo che c’erano ancora delle cose nella sua vita che non
andavano come lei voleva, ma col tempo si sarebbero aggiustate, avrei fatto di
tutto per sistemarle.
Ci guardammo profondamente negli occhi avvicinandoci sempre
di più l’uno all’altra.
Osservando in profondità i suoi occhi mi resi conto di una
cosa. Non ci avevo mai pensato. Era successo tutto talmente velocemente che non
mi ero soffermato a riflettere sulla mia vita.
Durante tutto l’arco della mia esistenza non avevo vissuto
davvero. La mia vita era cominciata da quando avevo conosciuto Bella. Il resto
non contava, nonostante la mia supermemoria, non lo ricordavo. Per me
costituiva un ricordo sfocato che non aveva importanza, non aveva nessun senso.
Potevo dire addirittura che anche quando ero umano non
possedevo un’anima, ancor meno dopo la mia trasformazione.
La mia anima mi era stata donata, era l’amore incondizionato
di Bella nei miei confronti. LEI era la mia anima, l’unica in grado di
ammorbidire e riscaldare il mio cuore di marmo.