Half life

di barbyg90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Decisone indiscutibile ***
Capitolo 2: *** Abbandono ***
Capitolo 3: *** Fuga ***
Capitolo 4: *** Visioni fuori controllo ***
Capitolo 5: *** Alice p.o.v. seconda parte ***
Capitolo 6: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 7: *** Verso la meta - prima parte ***
Capitolo 8: *** verso la meta - seconda parte ***
Capitolo 9: *** Lettera d'Addio ***
Capitolo 10: *** Ultimo Desiderio ***
Capitolo 11: *** Volterra ***
Capitolo 12: *** Ricordi ***
Capitolo 13: *** Incontro ***
Capitolo 14: *** Sogno o Realtà? ***
Capitolo 15: *** Mi Ami Ancora? ***
Capitolo 16: *** Legami Potenti ***
Capitolo 17: *** Urlo Agghiacciante ***
Capitolo 18: *** Riappacificazioni ***
Capitolo 19: *** Riposo ***
Capitolo 20: *** Risveglio ***
Capitolo 21: *** Corsa Notturna ***
Capitolo 22: *** Trattative ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Il Patto ***



Capitolo 1
*** Decisone indiscutibile ***


Ecco il primo capitolo della mia prima fan fiction!!! Spero vi piaccia!!! Buona letturaa!!!

Decisione Indiscutibile

Ormai avevo deciso, ne ero convinto: non potevo più rimanere, le sarebbe costato troppo!

Ripensai al giorno prima, durante la nostra ultima riunione a Forks,nel salone della nostra casa che, da quando Bella era entrata nella mia vita, non avevamo mai usato così tanto.

Tutti avevano espresso giudizi negativi a riguardo, soprattutto Alice.

<< Bella non ci cadrà mai , Edward, lo sai com’è fatta, cerchi ancora di cambiare il futuro ma lei ha già deciso! >>. << Io non la priverò della sua anima >> le ringhiai.

<< Ma Edward, lei ha bisogno della tua protezione, potrebbe non reggere all’abbandono. La conosci meglio di me e sai quanto è emotiva… potrebbe capitarle qualcosa di brutto >>.

Questa frase mi diede da pensare, avrei architettato un modo, avrei fatto di tutto per tenerla al sicuro… anche per questo me ne stavo andando! Mi venne un’idea: sapevo quanto fosse leale, manteneva sempre le sue promesse, l’avrei costretta a promettere. Si avrebbe funzionato! Potevo vederlo nella visione di Alice! Mi avrebbe dato ascolto nonostante la sua testardaggine, me l’avrebbe promesso!

<< No Alice >> le risposi. Capii dai suoi pensieri che aveva compreso e che non avrebbe interferito.

Va bene Edward ma sappi che se le capita qualcosa non te lo perdonerò mai… anche io le voglio bene.

<< Edward, quando vuoi noi siamo pronti >>.

<< Grazie Carlisle >>. Fatti coraggio! Pensò Esme.

E così partirono lasciandomi solo in quella casa che non mi era mai sembrata tanto grande e vuota.

Dopo la scuola le avrei parlato, non potevo più tirarmi indietro, lo avevo capito la notte della sua festa, dopo il tremendo incidente a cui l’avevo sottoposta. Volevo più tempo, qualche altro istante ma non potevo, non più!

Era strano il modo in cui Bella riusciva a condizionare anche il mio tempo.

Ricordavo perfettamente i minuti e le ore interminabili che mi separavano da lei, soprattutto quando ancora non sapeva che l’amavo.

Ora era come se il tempo si prendesse gioco di me, in tutti i miei anni di vita, quelle poche ore non mi erano mai sembrate così corte e veloci. Ogni minuto , ogni secondo che mi divideva da ciò che più mi avrebbe fatto soffrire, compreso il dolore causato a Bella, scorreva inesorabilmente come a darmi prova che tutto, prima o poi, sarebbe accaduto, tranne la mia morte.

Ripensai a tutti gli eventi che mi avevano convinto, anche se a malincuore, a separarmi da lei.

Ricordavo come se fosse successo pochi attimi prima il giorno in cui le stetti vicino per la prima volta.

Il bruciore provato, gli istinti messi a tacere grazie a tutto l’autocontrollo accumulato in novant’anni. Il mostro malvagio dentro di me si era trasformato: da maligno e assassino era diventato un essere pieno d’amore che richiamava alla mente, giorno dopo giorno, tutti gli atteggiamenti umani più belli e potenti, come la passione e l’amore per quella ragazza; ma il flashback che più mi faceva rabbrividire era lo scontro con James nella stanza da ballo a Phoenix. Quel ricordo bruciava ancora nella mia mente come un acido che ti consuma la pelle fino alle ossa.

Portai alla memoria quegli attimi di agonia allo stato puro in cui Bella stava per trasformarsi. Non avrei mai lasciato che la sua vita finisse in quel modo, a causa dell’essere più spietato e orrendo che avessi mai conosciuto, in preda a un dolore che tutti noi vampiri, tranne Alice, avevamo scolpito nella memoria come una statua di Adolfo Wildt.

La sua salvezza dipendeva da me e ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che le avevo succhiato via tutto il veleno senza ucciderla. Era stata pura fortuna, c’erano state nove probabilità su dieci di non resistere al suo sangue ma chissà come, ce l’avevo fatta.

Avevo dei progetti per dopo, dopo averle detto addio. Nonostante forse Victoria rappresentava un pericolo, anche se in fondo lei e James non sembravano molto legati, non potevo lasciarla a piede libero, poteva farle del male, mi sarei occupato di tutto, consentendole di vivere una vita serena e felice.

Era assurdo il modo in cui la sfortuna premesse su Bella : dall’incontro con uno degli unici clan di vampiri che si stanziavano, all’incidente col furgoncino, a James e Victoria e a come, per una minima ferita al dito, un giorno importante come il suo compleanno fosse stato rovinato.

L’avevo messa in pericolo un’altra volta, l’avevo scaraventata dall’altra parte del salotto per proteggerla dalla nostra natura ma l’avevo fatta sbattere contro il pianoforte e pezzi di vetro, veloci e appuntiti le si erano conficcati addosso creandole ferite profonde che, nello stesso istante ferivano me stesso. Nonostante il ringhiare avevo sentito ogni singolo frammento che le si era incuneato nel braccio e sul suo fragile corpo e che provocava lo stesso dolore al mio cuore.

Era questo il motivo che mi aveva spinto a lasciarla pur di farla stare al sicuro.

Una piccola parte del mio essere, così piccola che non avrebbe mai prevalso sulle altre, sperava che Bella si rifacesse una vita, incontrasse un bravo umano che si prendesse cura di lei e che la proteggesse da tutti quei piccoli incidenti che erano parte del suo essere e della sua vita; certo, dopo la mia partenza non ci sarebbe stato nient’altro di catastrofico a sconvolgere la sua esistenza perché ero io la causa di tutti i suoi mali, il suo vaso di Pandora, ma per come era goffa Bella, un piccolo aiuto non guastava.

Ero orrendamente disgustato da me stesso perché speravo che tutto ciò non accadesse mai ma non avrei interferito con le sue scelte.

Dopo il mio gesto, il più atroce che avessi mai compiuto, lei avrebbe capito quanto ero pericoloso per lei e se ne sarebbe fatta una ragione, avrebbe sicuramente ringraziato il cielo per quel mio atto e avrebbe certamente capito che era stato un bene darle la possibilità di vivere a pieno la sua vita, sposarsi, avere dei figli, insomma, restare umana e al sicuro.

Al solo pensiero il mio stomaco si contrasse, da tempo immaginavo quel giorno: io e lei… lei vestita di bianco… No! Non potevo permetterlo!

Il momento era arrivato, non potevo più tirarmi indietro.

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Capitolo 2
*** Abbandono ***


Ecco il mio secondo capitolo!!! Spero di aver fatto meglio stavolta. Ieri, quando ho postato il primo non avevo capito come funzionava ma oggi spero di esserci arrivata :D commentate per favore, vorrei tanto sapere cosa ne pensate…

Comunque in ogni caso ringrazio le 56 persone che hanno visitato la mia storia e ai 2 che l’hanno messa come “preferita”.

A presto!!!!!

Abbandono                                                                             

<< Ti dispiace se vengo da te oggi? >> sputai quelle parole prima che l’idea di non provocarle altro dolore mi facesse tornare indietro.

<< Certo che no >> rispose un po’ spiazzata dalla mia domanda. Il suo cuore perse un battito e io ripartii all’attacco.

<< Adesso? >>. Non potevo più aspettare ormai ero deciso ma questa conversazione mi innervosiva.

<< Certo >> rispose col suo animo gentile cercando di scrutare il mio volto in cerca di qualche risposta. Pur di velocizzare e scacciare l’ansia che mi attanagliava l’anima dovuta a quel gesto che di lì a pochi minuti avrei compiuto, decisi di spedire al posto suo una busta destinata a Renèe promettendole che avrei fatto più in fretta. Cercai di rassicurarla col mio solito sorriso ma dalla sua espressione capii che non era convincente e pensai ad Alice che mi diceva che Bella non era stupida da credere così facilmente alle mie bugie.

Stavo aspettando davanti alla mia auto, parcheggiata nel posto che era solita occupare la macchina di Charlie, che lei arrivasse e mi sentivo nervoso come non lo ero mai stato. Avrei dovuto rindossare quella maschera che tanto mi disgustava, la stessa che avevo dovuto indossare dopo averla salvata da quel furgoncino che voleva rubarle la vita a tutti i costi.

Questa volta sarebbe stato ancora più difficile e non solo perché ormai il mio cuore le apparteneva in un modo che non credevo possibile ma anche perché, conoscendola, sapevo benissimo che non le sarebbe sfuggito nulla, mi avrebbe smascherato ancor prima di iniziare a recitare la mia parte. Era troppo brava a cogliere i dettagli.

Finalmente arrivò, le tolsi lo zaino dalle spalle e lo poggiai sul sedile. Sembrava nervosa, come se avesse già intuito tutto. Mi sentivo un mostro ma non potevo mollare, dovevo andare fino in fondo. E’ per il suo bene, per il suo bene…

<< Facciamo una passeggiata >> le dissi prendendola per mano. La portai in prossimità del bosco, dove le sarebbe riuscito facile tornare indietro.

Mi poggiai ad un tronco per sorreggermi, se le mie gambe avessero potuto tremare lo avrebbero fatto, era come se mi mancasse la terra sotto i piedi. Non sapevo come cominciare, come dirle quelle parole che tanto l’avrebbero fatta soffrire.

<< Bene parliamo >> disse coraggiosa destandomi dai miei tormenti. A quel punto non c’erano alternative, dovevo farlo.

<< Bella stiamo per andarcene >>. Io sto per andarmene gli altri sono già partiti. Mi corressi mentalmente. Il suo dolce respiro mi colpì il viso impedendomi per un istante di concentrarmi. Come avrei fatto senza il suo odore, senza il suo viso ?! Nonostante il suo volto fosse impresso nella mia memoria, mi sarebbe mancata tremendamente la sua espressione, i suoi profondissimi occhi nocciola che erano così espressivi da farmi leggere i suoi pensieri anche se non riuscivo a sentire la sua mente.

<< Perché proprio adesso? Ancora un anno… >>.

Non capiva, dovevo essere più chiaro ma allo stesso tempo non volevo ferirla, non più dello stretto necessario.

<< Bella è il momento giusto, per quanto credi che potremmo restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena trent’anni e già ne deve dichiarare trentatré. Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare da capo… >>. Potevo continuare a parlare, darle altre scuse… mi costrinsi a guardarla dritto negli occhi sostenendo il suo sguardo. Le diedi il tempo di assimilare ciò che le avevo detto.

Ormai era chiaro, avrebbe dovuto capire.

Nei suoi occhi intravidi un barlume. Stava cominciando a comprendere.

<< Hai detto “stiamo” >> sussurrò come per spiegarlo meglio a se stessa.

<< Intendo la mia famiglia e me >> scandii bene le parole, non avrei resistito a lungo, dovevo sforzarmi di farle capire tutto velocemente. Il mio autocontrollo sarebbe scemato, non ce l’avrebbe fatta a reggere ancora per molto tempo.

Il mio corpo tendeva verso di lei come un insetto vicino una fonte luminosa. Volevo abbracciarla, accarezzarle i capelli, consolarla ma mi costrinsi a rimanere dov’ero.

Aspettai paziente, cercando di darle tutto il tempo che le occorreva. Potevo vedere la sua testa che inconsciamente si muoveva avanti e indietro come per cercare di accettare ciò che le avevo detto o di scacciare via quel dolore.

<< Ok! >> mi rispose. Ok??? Come poteva dire “Ok”?!? Possibile che avesse accettato la mia partenza così facilmente?!? Il mio cuore non avrebbe retto alla…

<< Verrò con te! >>

Mi ero sbagliato, non lo aveva accettato, forse non l’avrebbe mai fatto ma in ogni caso dovevo andare avanti, metterci tutto me stesso.

<< Non puoi Bella. Dove stiamo andando non è il posto adatto a te! >>.

<< Il mio posto è dove sei tu!>>.

Come faccio adesso? Le sue parole mi trafissero, non volevo lasciarla,ma dovevo. Fatti coraggio Edward, ce la puoi fare.

<< Non sono la persona giusta per te, Bella >>. Beh in realtà non sono una persona… Le avevo detto una mezza verità, non sarei riuscito a mentirle in modo più sfacciato. In realtà speravo non servisse essere più duro ma, conoscendo Bella, non pensavo che le mie prospettive fossero così rosee. Chissà forse Alice aveva ragione. Non avevo speranze, non ci sarebbe cascata.

<< Non essere ridicolo >> mi implorò, sembrava volesse trasformarsi in quel gattino-tigre che tanto mi faceva ridere ma non potevo distrarmi, dovevo continuare . Show must go on. Ripetei fra me e me.

<< Sei la cosa migliore che mi sia capitata, davvero >>. Di questo non ero del tutto certo, anzi… ma le sue parole mi entrarono nel cuore, riuscirono a superare quel rivestimento così duro e spesso che lo ricopriva e si insinuarono dentro di me come un virus che mi infettava dall’interno facendo espandere e raddoppiare il mio dolore come una bomba nucleare.

Il suo sguardo bastò a riportarmi alla mente la prima volta che la vidi, che i suoi occhi impenetrabili e allo stesso tempo così espressivi e profondi incrociarono i miei. Da quel momento la mia vita era cambiata, la mia clessidra aveva ricominciato a far scorrere i suo granelli di sabbia. Questa mezza vita l’avevo considerata un purgatorio ma da quando l’avevo conosciuta si era trasformata prima in inferno, poi in uno splendido Paradiso e adesso, sarebbe ritornata ad essere quell’inferno che brucia la tua anima in eterno solcandola senza mai distruggerla.

L’amore che provavo per lei non solo era stato in grado di piegare la mia sete e la mia natura, ma mi aveva concesso di vivere un sogno, cosa che credevo impossibile. Per lei avrei fatto qualsiasi cosa, le avrei donato il mio cuore, se potevo, la mia esistenza ma, l’unica cosa che adesso potevo darle era un addio… che parola orrenda!

<< Il mio mondo non è fatto per te >>. Era vero, anche se avrei fatto qualsiasi cosa pur di adattarmi al suo di mondo. Erano decenni, ormai, che ci mischiavamo agli umani ma sempre restando da parte. Ora invece era cambiato tutto, non avrei dovuto, non potevo, mi ero spinto troppo oltre.

Con mia grande sorpresa si infuriò, cominciò a urlare che non le importava di quello che aveva fatto Jasper…

Potevo rivederlo mentre nell’attimo in cui gli era arrivato l’odore del sangue di Bella aveva perso completamente le sue sembianze umane. Ricordavo perfettamente il suo sguardo famelico che si protendeva verso Bella e i suoi pensieri erano pressoché scomparsi, come un animale all’attacco.

Non ero arrabbiato con lui ma con me stesso, non avrei dovuto permetterlo e una parte di me lo era anche con Alice che non aveva previsto tutto. Mi odiavo soprattutto perché, nonostante non ero stato in grado di proteggerla, non avevo potuto neanche restarle vicino mentre Carlisle la medicava. Il richiamo del sangue era troppo forte per me, non era nulla il suo odore paragonato ad esso. Se solo ci pensavo… basta! Dovevo resistere.

Mi ricordò della promessa che le avevo fatto a Phoenix. Già allora avevo optato di lasciarla ma ero stato troppo debole ed egoista e le avevo promesso che finché avesse avuto bisogno di me ci sarei stato ma ora dovevo continuare la mia farsa.

<< No! >> urlò. << Non dirmi che il problema è la mia anima!Carlisle mi ha detto tutto ma non mi interessa, Edward. Non mi interessa. Prenditi pure la mia anima >>. Come poteva pensare che l’avrei fatto. << Senza di te non mi serve, è già tua! >>.

A quel punto non riuscii più a guardarla negli occhi, avrei di certo rischiato di perdere la mia stupida maschera. Quelle parole erano come miele, o per meglio dire, come il sangue più dolce del mondo per me. Dovevo farmi coraggio, non potevo.

Presi fiato, esultando quasi al dolore alla gola perché per me non c’era nulla in confronto a quello che stavo per fare. Non volevo farlo, sapevo benissimo ciò che mi aspettava e sarebbe stato mille volte più amplificato di quando decisi di farlo per la prima volta.

Avrei dato tutto, avrei preferito morire ma dovevo convincerla che non l’amavo, dovevo salvarla.

Il mio camuffamento era pronto, avevo assunto il mio sguardo più freddo e distaccato, predisposto ad essere ciò che più mi disgustava: un mostro!

<< Bella non voglio che tu venga con me! >>. Lo dissi quasi ringhiando sperando di essere almeno un poco convincente.

Bella rimase immobile, muovendo impercettibilmente le labbra. Sembrava avessi insinuato l’ombra del dubbio dentro di lei. Il mio cuore, se avesse potuto avrebbe demolito a calci e bugni quella cella che lo rinchiudeva urlando la verità. Non credermi ti prego, non farlo…

<< Tu non mi vuoi? >>

Dopo queste parole il suo cuore diede avvio a un battere frenetico, stava intuendo la verità.

<< No >> mi costrinsi a rispondere. Non credermi Bella ti prego. Non vedi che pessimo attore che sono? Come puoi credermi dopo tutto ciò che abbiamo passato insieme?!

<< Beh, questo cambia le cose >>. Lo disse in maniera così calma che sembrava essere uscita da una conferenza diplomatica. Dovevo nascondere il mio volto , stavo crollando, lo sapevo.

Si leggeva perfettamente tutto il suo tormento dietro quelle parole. Mi voltai verso gli alberi, monitorando il suo cuore e lasciando sfogare quel bruciore agli occhi che mi avrebbe di certo tradito. Quando mi voltai di nuovo verso di lei, la mia maschera era tornata.

Dovevo dirle le ultime cose e andarmene, doveva capire le mie azioni per farsene una ragione.

<< Ovviamente a modo mio ti amerò sempre. Ma quello che è successo l’altra sera mi ha fatto capire che è ora di cambiare. Vedi, sono… >> non trovavo le parole, avevo aspettato troppo a lasciarla, come glielo avrei detto??

<< …stanco di fingere un’identità che non è mia, Bella. Non sono umano >>. Lo sapevo bene, ero un mostro, per questo avevo deciso di andarmene.

<< No >> mi supplicò.

<< Non farlo >>. 

Non potevo ascoltarla ormai avevo già deciso. Adesso ero pronto a darle il colpo di grazia nonostante tutta la fatica che mi costava.

<< Tu non sei la persona giusta per me, Bella >>. Perdonami ti prego. Sono un mostro me ne rendo conto. Scusami amore mio…

<< Se ne sei certo >>. L’avevo convinta, ce l’avevo fatta, ma non riuscivo proprio ad esultarne. Mi stavo innervosendo. Come poteva credermi? Non le avevo ripetuto abbastanza quanto l’amavo? Di solito era così sveglia, capiva tutto in modo così veloce.

Era quasi fatta, mi mancava l’ultimo dettaglio: dovevo accertarmi che non avrebbe commesso gesti affrettati.

<< Vorrei chiederti un favore però, se non è troppo >>.

<< Tutto quello che vuoi >> mi rispose con gentilezza. Era incredibile. Come faceva ad essere così gentile e dolce dopo tutto quello che le avevo detto?!

Mi persi un istante nei suoi occhi ma ci misi meno del solito a riaffiorare. Usufruendo dello sguardo più convincente che avevo mi costrinsi a dirle le ultime mie condizioni.

<< Non fare niente insensato o stupido… capisci cosa intendo? >>. Non potevo rischiare di perderla prima del tempo. Certo, sapevo che prima o poi sarebbe morta ma avrei fatto di tutto pur di condurla serenamente alla vecchiaia.

<< Ovviamente penso a Charlie. Ha bisogno di te >>. Io ho bisogno di te. Anche se ti starò lontano non potrei vivere senza te al mondo.

<< Stai attenta a ciò che combini >>. Sii prudente… Non poteva voler correre sempre dei rischi no?

All’inizio, quando scoprì la mia natura di vampiro, pensavo che fosse un’incosciente a voler rimanere con me. Ma col tempo avevo capito che mi amava ed era stato proprio il suo amore per me a concederle la salvezza, a convincermi che non le avrei fatto del male. Ora come ora, però, non bastava più. Lei era costantemente in pericolo se mi stava accanto.

<< Lo farò >> sussurrò. Finalmente mi rilassai. Rimaneva un ultimo punto che doveva assolutamente comprendere per andare avanti, rifarsi una vita, vivere serenamente.

<< In cambio ti faccio anche io una promessa. Prometto che è l’ultima volta che mi vedi. Non tornerò. Non ti costringerò mai più ad affrontare una situazione come questa >>. Non ti costringerò a rinunciare a tutto. << Proseguirai con la tua vita senza nessuna interferenza da parte mia. Sarà come se non fossi mai esistito >>. Te lo prometto Bella. Non mi vedrai mai più. Senz’altro non sarei più esistito. Questo era poco in quel momento ma era sicuro.

Mi sembrò che il mio cuore si stesse sgretolando a contatto con quella consapevolezza. Sentii il suo cuore pulsare frenetico e vidi il suo viso imporporarsi fino alle orecchie e lungo la linea del suo candido collo. Dovevo rassicurarla. Sicuramente quelle parole erano un tormento per lei.

Sorridendo, senza convinzione né gioia le dissi: << Non preoccuparti. Sei un essere umano… >> dovevo cercare un’analogia. << …la tua memoria è poco più di un colino. Il tempo guarisce tutte le vostre ferite >>. Ci contavo. Sapevo quanto era facile per lei rimuovere ogni esperienza dolorosa, comportarsi come se non fosse mai accaduto nulla, come quella fatidica sera a Port Angeles.

<< E i tuoi ricordi? >> mi disse preoccupandosi ancora una volta per me.

<< Beh >>… le dissi con amarezza sapendo quanto sarebbero stati dolorosi, terrificanti e indelebili per me… << Non dimenticherò. Ma a quelli come me >>… ai mostri << Basta poco per trovare una distrazione >> dissi sorridendo per confortarla.

Mi sarei preoccupato di tenere d’occhio Victoria perché pur sapendo che non era pericolosa dovevo accertarmi di lasciarla al sicuro e, se necessario avrei riversato tutta la mia rabbia su di lei. Non le avrei permesso di avvicinarsi a lei.

Il mio incubo peggiore era quasi terminato, dovevo solo cancellare il mio passaggio.

<< Tutto qui, credo. Non ti daremo più fastidio >>. Un lampo sul suo volto la illuminò: << Alice non tornerà >>. Scossi la testa.

<< No. Se ne sono andati tutti. Io sono rimasto soltanto per poterti salutare >> Spezzandoti il cuore con le mie parole. Ero stato troppo codardo ed egoista, volevo godere degli ultimi momenti della sua compagnia.

<< Alice se ne è andata? >> mi destò di nuovo dai miei pensieri. Dovevo giustificare mia sorella. In fondo ero stato io a costringerli a partire.

<< Voleva salutarti anche lei, ma l’ho convinta che un taglio netto sarebbe stato per te meno doloroso >>.

Fu quel medico a Phoenix la primavera scorsa a darmi l’idea. Aveva detto che era un bene che l’osso le si fosse rotto in maniera netta: sarebbe stato più veloce e meno doloroso rimetterlo a posto. Pensavo che sarebbe stato uguale per la sua memoria, doveva essere così!

<< Addio Bella >>. Scusami di essere un mostro, mi dispiace! Odiavo quelle parole.

Il suo viso cominciò a comprendere quelle atroci parole e mi appariva così colmo di dolore che involontariamente il mio corpo si protese verso di lei.

Di nuovo mi venne quell’irresistibile impulso di stringerla tra le mie braccia, di abbracciarla ma non potevo. Il suo ultimo bacio me l’ero concesso, a sua insaputa, la sera scorsa e mi ero spinto anche troppo oltre. L’avevo baciata in un modo che non mi concedevo spesso, anzi, quasi mai. Le mie mani cercavano ingorde l’oggetto del mio desiderio, il mio corpo si tendeva verso di lei, non riuscivo a separarmene sapendo che non avrei mai più avuto quel piacere.

Anche lei si protese verso di me ma mi convinsi a prenderle soltanto i polsi e a poggiarglieli delicatamente lungo i fianchi. La baciai in fronte facendomi scappare che l’amavo ma per fortuna non mi udii.

<< Aspetta >> le sentii dire con voce strozzata ma non resistevo più, la mia maschera stava per crollare in un misto di dolore e rabbia. Come avevo potuto affezionarmi così ad un’umana, come poteva il mio cuore spezzarsi in un miliardo di pezzi?! Non me ne capacitavo.

<< Fai attenzione >> sussurrai e poi, scappai più veloce che potei da lei.

Volevo urlare, piangere versando tutte le lacrime che avevo per l’eternità… ma non potevo.

Ero come in un limbo e non riuscivo a uscirne. Andai verso casa di Bella, era stupido e infantile ma dovevo mantenere la parola. Sapevo che si sarebbe infuriata e, ancor peggio l’avrebbe fatta soffrire ma avrei fatto qualsiasi cosa pur di alleggerirle tutta quella sofferenza che le mie azioni le avevano provocato e avevo già agito in modo sconsiderato infatti ero convinto che il dolore che avrebbe provato adesso era nulla paragonato a una vita fatta di rinunce e pericoli.

Mi stavo auto convincendo che un taglio netto sarebbe stato l’ideale per lei, per il suo bene e ripetevo tra me e me queste parole.

Con un salto entrai in camera sua. Il suo odore era ovunque e mi concessi per l’ultima volta di sentirne il bruciore in gola. Diedi un ultimo sguardo a quella stanza che per tante notti mi aveva accolto per farmi osservare l’oggetto del mio desiderio, ancor prima che lai ne fosse consapevole. Sorrisi a quel ricordo ma il mio era un sorriso malinconico, pieno di tristezza. Con un gesto raccolsi l’album e tolsi tutte le foto che mi riguardavano, cercai tutti i messaggi che nel corso della nostra storia le avevo scritto e che sapevo lei custodiva. C’era anche il mio primo bigliettino, che strano che l’avesse conservato. “Stai attenta” c’era scritto.

Compresi, anche se a malincuore che per lei ogni cosa che mi riguardava era importante come lo era per me. Avevo ancora in tasca il tappo della bottiglietta della nostra prima conversazione, come un amuleto, per ricordarmi che nonostante non potessi dormire avevo vissuto un sogno che, come i sogni di tutti gli umani che si svegliano al mattino, stava per svanire.

Presi il cd dal lettore e nascosi il tutto sotto un’asse del pavimento. Volevo che qualcosa di me le restasse vicino, che la proteggesse, che durante il sonno la inducesse fino a me. No! Doveva dimenticarmi, non potevo, ma non ce la feci.

Posai l’asse al suo posto e scesi in cucina. Lasciai un biglietto a Charlie per assicurarmi che tornasse al sicuro. Uscii per l’ultima volta da quella casa fiondandomi verso la mia macchina. L’aprii in un attimo e senza neanche accorgermene stavo correndo via, lontano da Forks , lontano dall’unica persona in grado di aver smosso i miei sentimenti e persino il mio freddo cuore, lontano da qualsiasi contatto umano che mai più avrei cercato in tutta la mia esistenza, lontano dalla mia vita, da tutto ciò che sembrava aver preso senso dopo il suo incontro.

Non mi ero mai sentito meno vivo di adesso, neanche dopo la mia trasformazione.

Ripensavo a cosa era giusto e cosa sbagliato, tornando in ogni istante a quella sera mentre nella mia testa completavo l’ultima azione della mia lista. C’erano tante cose sbagliate in quell’ elenco ma stavo cercando di rimediare e ce l’avrei fatta, sicuramente prima di raggiungere la morte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Fuga ***


Buonaseraaaaa o forse è meglio dire buongiorno ;P !!!

Vi posto il terzo capitolo!!!  Buona lettura!!!

ps. So che possono sembrare tristi, noiosi o quant’altro ma ho cercato, tramite Midnight Sun, di immedesimarmi al meglio in Edward e, purtroppo così lo vedo!!! Comunque più avanti sarà felice anche se ce ne vorrà…. Hauhaua

 

Fuga

 

Stavo correndo ad una velocità quasi impercettibile agli umani da circa una mezz’ora quando mi accorsi che non avevo una meta, un posto in cui voler stare.

Mi costrinsi a raggiungere i miei genitori e i miei fratelli, sicuramente Esme era in pensiero per me. Sapevano tutti quello che stavo passando e lo avrebbe capito specialmente Jasper.

Il mio tormento era percepibile nell’aria quando entrai nella villa che la mia famiglia aveva acquistato nella landa di Denali.

Mi dispiace Edward. Alice aveva visto tutto e stava cercando di confortarmi e insieme di convincermi a darle il permesso di vedere nel futuro di Bella.

<< No >> dissi con un ringhio.

<< Ma le succederà qualcosa di brutto, Edw… >>

<< No. Bella me l’ha promesso. Lasciale vivere la sua vita senza interferenze. Quindi, per favore, non andare a sbirciare nel suo futuro. Abbiamo già fatto abbastanza danni >>.

Anche Esme e Carlisle erano in pena per me e, la loro preoccupazione, era un’altra lancia che si conficcava nel mio cuore di marmo ormai mutilato dall’assenza di Bella.

Edward sei sicuro della tua scelta, tesoro? Non ti ho mai visto così dispiaciuto. Tu e Bella non potete vivere separati, lei ha toccato il tuo cuore…

<< Si Esme >> le sussurrai.

<< Non potrei mai perdonarmi se le accadesse qualcos’altro di male e starei sicuramente peggio di così poi >>.

Ok tesoro. Se ti serve qualcosa noi siamo qui.

<< Grazie mamma >> le dissi dandole un bacio sulla guancia.

Ricordavo bene il dolore di Esme quando cercai per la prima volta di stare lontano da Bella e conoscevo bene anche la felicità che ne era scaturita quando decisi che non potevo starle lontano ma adesso, mi faceva soffrire immensamente pensare che una persona come Esme, colei che ci donava così tanto amore, fosse di nuovo in pena per me, forse come non lo era mai stata. Quella pena nei miei confronti superava di gran lunga una comune preoccupazione per un figlio, potevo sentirlo. Da vampiri i nostri sentimenti erano più forti e più intensi e questo dolore era troppo struggente per farmi rimanere dov’ero, dovevo agire, mantenere la mia parola.

Andai verso la mia camera e sulla strada incontrai Emmet e Rosalie.

Non preoccuparti fratello, passerà. Caspita però, sei davvero uno straccio. Annuii debolmente ad Emmet, era serio e dispiaciuto, non come si comportava di solito. Rosalie, invece, non mi deluse. Come al solito stava pensando a se stessa. Per lei era una seccatura aver posto fine alla sua ennesima luna di miele con Emmet. Ad un certo punto, tra i suoi pensieri ne intercettai alcuni colmi di dolore per me, per il mio amore tormentato nonostante la gelosia nei miei confronti. Le feci un debole sorriso e me ne andai rifugiandomi nella tranquillità della mia stanza. Me ne sarei stato buono lì per un po’.

Per isolarmi dai pensieri preoccupati dei miei familiari presi un paio di cuffie e misi un cd di musica “violenta”, proprio quello che una volta trovai nel lettore cd di Bella e che, chissà come si trovava anche nel cruscotto della mia macchina. Lo avevo acquistato un paio di anni fa prima di arrivare a Forks e nei miei momenti tormentati mi aveva fatto compagnia.

Azionai il lettore cd e mi raggomitolai su me stesso cercando inconsciamente di proteggermi dai mali esterni.

 

Non so per quanto tempo ascoltai quella musica e cosa successe attorno a me. Sapevo solo che ero cambiato, non ero più me stesso. L’Edward che tutti avevano conosciuto prima del “suo” incontro e dopo, era morto, ormai ero una sottospecie di zombie.

I miei occhi erano diventati petrolio puro ma non avevo voglia di cacciare, potevo andare avanti così per l’eternità, come in un purgatorio. Purtroppo la carenza di “cibo” non mi portava alla morte.

L’unica cosa di cui avevo bisogno, che mi interessava era lei, unica e sola. Continuavo ad avere flash-back del suo volto, degli attimi onirici trascorsi insieme. Potevo sentire il suo odore sulla lingua, mi chiedevo cosa stesse facendo, cosa stesse pensando. Il non poter vedere il suo volto, i suoi occhi nocciola, mi feriva nel profondo ma non potevo permettermi debolezze , era in gioco la sua vita, la sua felicità.

Non volevo essere debole, odiavo esserlo in realtà, ma avevo il bisogno di controllarla. Potevo chiederlo ad Alice… No!!! Non l’avrei fatto.

Di certo sarebbe stata al sicuro lontana da me, lontana dal suo protettore vampiro. Mi ero convinto del fatto che ero io la causa di tutte le sue disgrazie. Senza di me forse un angelo sarebbe sceso, da quel posto considerato “off limits”  per noi vampiri, con lo scopo di proteggerla.

Non sopportavo di stare così ma non avevo la forza emotiva per reagire.

Al piano di sotto potevo sentire i pensieri di tutti. Volevano venire a controllare il mio umore ma non ce n’era bisogno, la mia devastazione raggiungeva tutti. Jasper non sopportava quasi più quel clima ma non voleva disturbarmi in qualche altro modo. Capivo come si sentiva e non era facile rendersi conto che stavo facendo soffrire anche la mia famiglia. Esme, distrutta dall’ansia decise di venirmi a parlare.

Edward, scusami ma vorrei parlarti un attimo, solo cinque minuti. Se ti crea ulteriori problemi la mia presenza fai anche il minimo rumore e capirò.

Mi dispiaceva negarle quei cinque minuti anche se il mio cervello, dall’addio in poi, aveva avuto qualche problema di concentrazione. Alla fine mi convinsi che cinque minuti miseri del mio tempo non potevano che giovarmi. I suoi pensieri erano abbastanza tranquilli da infondermi quel poco di serenità.

<< Edward posso immaginare come ti senti. So che credi di aver fatto la scelta giusta e né io, né nessun altro di noi ha intenzione di negarlo ma, secondo me, l’amore che tu hai donato a quella ragazza, il sentimento reciproco che provavate non è stato un errore. Amare il prossimo, specialmente nel modo in cui voi vi amate >> Perché sono convinta che anche lei ti ama ancora

<< non è mai un errore >>.

Mi fece vedere il mio sguardo nei suoi ricordi, uno sguardo dolce e spensierato, pieno di amore e passione anche solo per un semplice gesto come tenerla per mano. Ricordò quando le suonavo il piano e di quel pomeriggio in cui composi la ninna nanna di Bella.

<< Edward, Bella era triste e infelice senza di te. Dopo che avete incominciato a frequentarvi sembrava un’altra persona, migliore, serena. Non essere troppo duro con te stesso. Lei ti ama accetterà le tue scuse e non si pentirà mai della scelta di stare con te >>.

Stava pensando alla sua vita senza Carlisle e le sembrava impossibile perciò non riusciva proprio a comprendere e a concepire tutta la mia forza di volontà nello stare lontano dalla persona amata. Mi ammirava ma allo stesso tempo voleva vedermi felice.

Con le sue parole aveva colto nel segno. Ultimamente mi ero chiesto spesso come sarebbe finita se fossi tornato. Forse Bella si era fatta una vita ma dentro di me speravo ardentemente di no, anche se andava contro tutti i miei propositi iniziali.

<< Grazie mamma >> le dissi. << Ti voglio Bene >>.

Non potevo immaginare una persona più amorevole di Esme. Con il suo modo di fare teneva uniti tutti noi, per me era una vera e propria madre. Nonostante nessun potere speciale, come il leggere nel pensiero, capiva alla perfezione tutti i nostri sentimenti. Aveva un certo senso per queste cose.

 

 

Un volto mi distrasse. Era nitido e proveniva dalla mente di Alice. Era Victoria. Mi ritrovai al piano di sotto senza neanche accorgermene sotto lo sguardo stupefatto di Emmet, Rosalie, Jasper e Carlisle.

<< Alice cos’era? >> chiesi allarmato.

Stava cercando di saperne di più ma non so per quale motivo non ci riusciva. Edward non so che diavolo stia succedendo ma ho come la sensazione che non è stato un caso. Il suo volto era insolito, come se stesse escogitando qualcosa e non mi aspetto nulla di buono.

<< Dov’è? >>

<< Non ne ho idea, Edward. Te l’ho detto la visione è scomparsa non riesco a vedere nient’altro >>.

<< Concentrati, cerca di capire qualcosa. Mi basta un minimo dettaglio >>.

Nella sua mente potevo vedere Victoria che correva lungo una catena montuosa. Forse sapevo dove si trovava, sarei partito da lì.

<< Mi dispiace, Edward. Non riesco a vedere nient’altro e non sono sicura neanche che sia un futuro. Più che altro ho l’impressione che lo stia percorrendo in quest’istante >>.

<< Grazie Alice. Io vado. Ci teniamo in contatto, avvertimi se ci sono novità >>.

Partii come un fulmine senza neanche salutare la mia famiglia. Dovevo assicurarmi che quella vipera non andasse da Bella. Ero un po’ debole visto che era molto che non cacciavo ma adesso non mi importava. Il desiderio di tenerla al sicuro avrebbe funto da energetico.

Dovevo agire per il suo bene, dovevo cercare di eliminare ogni ostacolo sul suo cammino e mantenere la promessa.

Finché avessi avuto qualcosa da fare pur di proteggerla sarei vissuto, avrei combattuto, sarei andato avanti per lei. Ma se solo il suo cuore avesse cessato di battere, per qualsiasi motivazione, avrei cercato in tutti i modi di uscire da questa mezza vita, in cerca di qualsiasi cosa, come la tanto agognata morte.

Anche se non credevo a una qualsiasi forma di paradiso per noi immortali, una piccola parte di me sperava che per il solo fatto di esserci comportati in modo quasi umano, qualcosa di tutto quello ci spettasse ma non ne ero pienamente convinto.

Un’altra parte di me credeva che il nostro inferno o il nostro paradiso era proprio la terra, dipendeva dai punti di vista ma una cosa era chiara: di certo per noi lassù non c’era spazio.

 

Ed ecco la fine :D spero vi sia piaciuta! Per suggerimenti, contestazioni e quant’altro non esitate a contattarmi! Alla prossima :D

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Visioni fuori controllo ***


Ed ecco un nuovo capitolo. Dove eravamo rimasti? Si! Edward vedendo la visione di Alice corre alla volta di Victoria.

Ora ho pensato di passare la palla ad Alice per comprendere un po’ il suo punto di vista!!! Spero vi piaccia! Buona lettura!

Ps. Per i prossimi capitoli dal punto di vista di Edward, avevo pensato a una specie di sondaggio: la proposta più interessante vedrò di inserirla nell’ottavo capitolo!!!

*    Cosa vorreste che facesse Edward nelle sue ultime ore di vita?

*    Quale sara’ il suo ultimo desiderio (se ne vorra’ esprimere uno)

*    Cosa partorira’ la sua mente?

Sebbene io abbia molte idee sono curiosa di comprendere le vostre!!! Fatemi sapere un bacioooo!!!

 

 

ALICE    P.O.V.

 

Stavo giocando a scacchi con il mio Jas cercando di non imbrogliare troppo e, nel frattempo, davo uno sguardo a Edward. Ultimamente mi preoccupava alquanto. Lo avevo visto e seguito per tutti questi mesi suscitando la preoccupazione di Esme, Carlisle e tutto il resto della mia famiglia. Edward inizialmente, dopo aver capito dai pensieri di Victoria che aveva in mente di dare la caccia a Bella per vendicarsi dell’uccisione di James, era partito all’inseguimento. Era passato per il sud del Canada, aveva attraversato in lungo e in largo mezza America seguendo una falsa traccia fino in Brasile. Non avevo potuto avvertirlo perché le mie visioni mi davano dei problemi e riuscivo a vedere solo quando Edward capiva di essere stato raggirato.

Aveva perso di nuovo le sue tracce e si trovava nella soffitta di una squallida bettola nel centro di una cittadina del Texas. Stava pensando a molte cose contemporaneamente e le mie visioni non erano stabili quindi non sapevo che via avrebbe intrapreso. La più optata era di tornare da Bella ma sapevo benissimo che alla fine non l’avrebbe fatto, almeno non subito. Nelle mie visioni c’era quella possibilità e ormai non era troppo remota.

Alla fine decise di non muoversi. Potevo vederlo: al buio, di nuovo rannicchiato su se stesso e nei paraggi animali di ogni genere che per fortuna non osavano avvicinarsi a lui. Sui suoi vestiti si era creato un leggero strato di polvere: erano diversi giorni che non si muoveva da lì.

Jasper mi guardava preoccupato, poteva sentire il mio umore ma non riusciva a calmarmi. Dopo la partenza di Edward tutta la nostra famiglia era giù di morale e Jas era quello che stava peggio, non solo perché sentiva l’umore di tutti ma anche perché non era più in grado di tranquillizzarci. Era come se la tristezza, lo sconforto e la disperazione ci avessero sopraffatto. Neanche Emmet riusciva a essere se stesso: non faceva più le sue solite battutine, non scherzava, non rideva.

Mentre dovevo fare la mia mossa avvenne qualcosa di inaspettato, fu come un lampo a ciel sereno, la visione che ebbi mi devastò.

Vidi Bella, in bilico sul ciglio di una scogliera, il luogo mi era familiare, anche se non ci avevo mai messo piede. Il vento le faceva fluttuare il vestito e i capelli. Mi soffermai sul suo viso, era un misto tra il felice e l’impaurito, appariva spento. Bella era più pallida del solito, aveva profonde occhiaie violacee e il suo aspetto era ancora più trascurato di quando l’avevo conosciuta.

D’un tratto si decise, prese coraggio, bisbigliò qualcosa a se stessa e si tuffò.

<< Nooooooooooooooooo >>…  Nella mia visione era felice, soddisfatta anche se impaurita dall’altezza. Forse stavo ancora urlando perché attorno a me sentii gli sguardi e le domande preoccupate di tutti i miei familiari. Mi opprimevano, volevo vedere l’esito. Mi concentrai zittendoli con un gesto. Vidi Bella dimenarsi inizialmente. Dopo due o tre minuti si arrese, sorrideva fissando il vuoto.

<< No, Bella. Reagisci, reagisci ti prego >> urlai in preda al panico. La visione scomparve. Improvvisamente mi mancò il respiro. La mia migliore amica MORTA. Non potevo, non VOLEVO crederci.

<< Alice che cosa è successo? Sei sconvolta >>. Era Jasper, dovevo dare spiegazione.

<< Sentite >> dissi quasi mangiandomi le parole (il che è tutto dire) e in preda al vomito << Bella si è gettata da una scogliera a La Push. Devo andare a controllare, devo aiutare Charlie, sarà distrutto >>.

I volti dei miei familiari erano orripilanti. In casa tutto era immobile, evidentemente stavano assimilando la notizia. Il primo a parlare fu Carlisle con il suo solito tono calmo e diplomatico.

<< Certo Alice, devi consolare assolutamente Charlie. Per quanto riguarda Edward, per il momento è meglio tenerlo all’oscuro di tutto. Potrebbe non accettare con diplomazia la notizia >>.

<< Si hai ragione >> gli risposi << per il momento non diciamogli niente anche perché gli avevo promesso di non interferire >>.

Sapevo che non avrei dovuto avere quella visione ma ultimamente, inspiegabilmente, ne avevo avute varie su Bella e tutte al pronto soccorso.

Non andavo a sbirciare nel suo futuro, le visioni mi raggiungevano in maniera improvvisa e poi scompariva tutto, si dissolveva, anche se cercavo di rivedere.

Carlisle mi dissolse dai miei pensieri: << Alice prendi la mia auto è più veloce e corri da Charlie >>.

<< Ok, vado >>.

<< Ali, aspetta >> mi chiamò Jasper seguendomi attraverso l’uscita.

<< Sei sicura di voler andare? Se è successo qualcosa, non potresti comunque fare nulla, non puoi più salvare Bella no? Cerca di mantenere la parola data a Edward, non t’intromettere >>.

Non riuscivo a capire la sua preoccupazione. Cosa mi sarebbe potuto accadere?!?

Sapevo che come in battaglia, anche nella vita era ultra protettivo nei miei confronti ma non riuscivo a comprendere. Forse di Bella non gli era mai interessato fino in fondo? No, non poteva essere. Jasper non era cattivo ed egoista.

<< Non preoccuparti, Jas. Non mi accadrà nulla. Andrò a casa di Bella e poi, dopo essermi accertata che va tutto bene tornerò >>. Se non fosse stata una questione che avrei dovuto affrontare da sola, gli avrei chiesto di venire con me e forse era proprio quello il motivo delle sue preoccupazioni: non voleva lasciarmi, non voleva che soffrissi da sola.

<< Ti chiamo appena arrivo a Forks ok? >>.

<< Ok ma stai attenta >>.

Prima di lasciarmi andare mi diede un dolce bacio, lungo e intenso. Qualcosa mi diceva che stava cercando in tutti i modi di trattenermi. Sorrisi allondanandomi dal suo volto, gli sussurrai un “Ti amo” che solo lui avrebbe sentito e corsi in macchina. Ero ancora sconvolta ma per lasciare andare il mio dolore dovevo aspettare qualche km, giusto lo spazio in cui Jasper non avrebbe intercettato il mio umore.

Cercavo di vedere ma non ci riuscivo. L’unico fotogramma era il volto di Bella. Mi bruciavano gli occhi ma dovevo resistere. Come poteva essere successo? Edward era stato un emerito illuso. Glielo avevo detto.

Come si sarebbe sentito quando l’avrebbe saputo? Non volevo pensare alle conseguenze, sapevo come avrebbe reagito e come avrebbe affrontato il problema e non potevo permetterlo. Senza badare molto alla strada avevo raggiunto la mia meta.

Parcheggiai di fronte casa sua, m’intrufolai dalla porta prendendo le chiavi nascoste sotto lo zerbino. Non avevo bisogno di accendere la luce perciò al buio diedi uno sguardo in giro, sembrava tutto tranquillo.

In lontananza sentii un’auto avvicinarsi ma non riuscivo a “vedere” nulla. Era come se il mio potere fosse difettoso ultimamente. Chissà da cosa dipendeva. Sentii due voci, di cui una molto familiare. Sembrava Bella ma non poteva essere no? Non volevo crederci ma mi arrivò una visione come conferma, due minuti esatti ed io e Bella avremmo chiacchierato. Mi tranquillizzai, il mio cuore si alleggerì, Bella era viva, stava discutendo con uno sconosciuto in macchina che non riuscivo a vedere, ma era viva.

Sentii il rumore di una portiera che sbatteva e i passi strascicati di Bella che camminava lungo il vialetto. Ora potevo “vederla”, stava cercando le chiavi. Non sapevo se rimanere o andarmene. Avevo promesso ma Bella ormai aveva visto l’auto, le avrei sicuramente dato un dispiacere e poi avevo davvero tanta voglia di vederla, mi era mancata terribilmente.

Dovevo accertarmi che stesse bene e dovevo sapere che diavolo le era passato in mente, perché si era buttata e com’era riuscita a sopravvivere.

Nella mia visione il suo aspetto era a dir poco peggiorato. Non solo i suoi occhi spenti, gonfi e arrossati, anche i suoi capelli erano una matassa informe, sporca di salsedine e sabbia. Era dimagrita e camminava come se stesse portando un fardello troppo pesante per lei. Ci mise un’eternità per accendere la luce, alla fine per velocizzare i tempi decisi di accenderla io.

 

 

Spero vi sia piaciuto! A presto con la continuazione! E un grazie speciale alle persone che mi sostengono, specialmente alla mia “MUSA SPRONATRICE”  ahuahuahau.

Ciao a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Alice p.o.v. seconda parte ***


Ecco a voi un altro capitolo dal punto di vista di Alice. Ce ne sarà ancora un altro e poi finalmente ricominceremo da Edward :D

Potrà sembrare un po’ noioso perche’ ci sono per lo piu’ dialoghi ma non potevo proprio saltarlo ;P

 

 

 

Alice P.O.V. Seconda parte

 

 

Decisi di aspettare che i suoi occhi si abituassero alla luce e che il suo cervello capisse chi ero prima di dirle qualcosa. La sua espressione all’inizio fu di sorpresa,poi si trasformò in incredulità ma alla fine divenne colma di gioia. Anche il mio cuore fu felice, Bella stava bene, potevo riabbracciarla e anche lei era felice di vedermi.

« Alice, oh, Alice! », gridò abbracciandomi forte.

Non potevo ancora crederci nonostante ce l’avessi davanti agli occhi. Come poteva essere sopravvissuta? Sembrava una fenice, ne aveva passate di tutti i colori ma rinasceva sempre dalle sue ceneri…  Per fortuna!

Con quell’abbraccio il suo odore arrivò improvviso come un secchio d’acqua fredda in faccia appena svegli. Ero stata troppo tempo senza cacciare ma era stato l’ultimo dei miei pensieri con quello che era successo.

<< Bella? >>.

Dovevo capire come aveva fatto a sopravvivere ma inaspettatamente scoppiò a piangere. Era sempre la solita. Sorrisi facendola accomodare sul divano. Era una strana umana ma le volevo bene.

  « Scusa, sono soltanto... felicissima... di rivederti! ».

  « Tranquilla, Bella. Va tutto bene ». Le risposi per rassicurarla.

« Dimenticavo quanto fossi esuberante », dissi prendendola un po’ in giro. Il mio cuore si era sollevato da un peso, ero così contenta ma avevo altro per la testa. Doveva darmi delle spiegazioni, doveva capire che aveva sbagliato. Aveva bisogno di un rimprovero?

Capì subito che ero a disagio a causa del suo delizioso profumo ma sputai la mia domanda prima che potesse distrarmi di nuovo.

« A proposito, potresti spiegarmi come mai sei ancora viva? ».

Deglutì rumorosamente. Dopo qualche attimo disse:« Mi hai vista cadere ».

« No,Ti ho vista saltare » le dissi quasi furiosa.

Questa ragazza era un pericolo cronico  ed Edward l’aveva lasciata così.

« Gli ho detto che prima o poi sarebbe successo, ma non mi ha creduto. "Bella me l'ha promesso" ». Lo imitai.

« "E non andare a sbirciare nel suo futuro abbiamo già fatto abbastanza danni". Ma il fatto che io non sbirci non significa che non veda », proseguii. « Non ti stavo tenendo d'occhio, Bella, te lo giuro. Il fatto è che sono talmente in sintonia con te... Quando ti ho vista saltare, non ci ho pensato un attimo e mi sono messa alla guida in un attimo. Sapevo che era troppo tardi, ma non potevo restare impassibile. Poi sono venuta qui, pensando che in qualche modo avrei potuto dare una mano a Charlie, e a un certo punto, spunti fuori ».

«Ti ho vista buttarti in acqua e ho aspettato a lungo senza vederti riaffiorare. Cos'è successo? E come hai potuto fare una cosa simile a Charlie? Non ti sei fermata a pensare alla conseguenze? E mio fratello? Hai la minima idea di cosa Edward... ». Questa era la mia ramanzina anche se nel pronunciare quelle parole provai un misto tra rabbia e dolore.

Mi fece segno di tacere non appena pronunciai il nome di Edward. Forse la faceva soffrire pensarci. « Alice, non ho tentato il suicidio ». Mi disse come per giustificarsi. Non capivo. Voleva prendersi gioco di me?

« Mi stai dicendo che non ti sei buttata da uno scoglio? ». Le chiesi arrabbiata conoscendo la sua risposta. L’avevo vista, pensava davvero di poter giustificare un gesto simile?

  « No, ma è stato soltanto per svagarmi un po' ». Svagarsi??? Ma era impazzita? Da un lato potevo cercare di comprendere il suo stato d’animo, doveva esserle costata cara la vita senza Edward ma buttarsi da uno scoglio… proprio non lo capivo.

« Ho visto certi amici di Jacob tuffarsi dalla scogliera », continuò a parlare cercando di farmi capire senza innervosirmi,

« Mi sembrava una cosa... divertente, ed ero così annoiata. Non ho pensato che la tempesta potesse influenzare le correnti. Anzi, non ho pensato affatto all'acqua ».

Ancora non riuscivo a capire mi sembrava troppo assurda come storia.

Poi, come per cambiare discorso disse:« Ma se nell'acqua hai visto me, come hai fatto a non notare Jacob? ». Jacob? E chi era costui?

« È vero, probabilmente sarei affogata se lui non si fosse tuffato a prendermi. Anzi, sicuramente. Per fortuna si è tuffato, mi ha tirata fuori e riportata sulla spiaggia, anche se quella parte temo di essermela persa. Mi ha afferrata meno di un minuto dopo il tuffo. Come mai non ci hai visti entrambi? ». Disse destandomi dai miei pensieri. Allora questo Jacob l’aveva salvata. Ma come mai non ero riuscita a vederlo? Non me ne capacitavo.

« Qualcuno ti ha tirata fuori? ».

 « Sì. È stato Jacob a salvarmi ». Chissà perché non riuscivo proprio a vederlo. Forse era anche l’artefice di quello strano odore che sentivo mischiato alla salsedine e al solito profumo di Bella.

La annusai quasi inconsciamente stando attenta a non sbilanciarmi troppo per non essere catturata dal suo odore.

 « Non dire stupidaggini » dissi. Aveva un cattivo odore certo ma non poteva essere ciò che pensavo. O almeno lo speravo

« Chi c'era là fuori con te, poco fa? Sembrava stessi discutendo ». Dovevo sapere.

 « Jacob Black. È... il mio migliore amico, più o meno. Anzi, lo era... ». Ancora questo Jacob. Black… mi ricordava qualcosa e le mie congetture sembravano sempre più esatte.

« Che c'è? » mi chiese.

« Non so », risposi. « Non so che senso abbia ». Ancora non riuscivo a capire come mai non potessi vederlo.

« Be', se non altro non sono morta ». Uh aveva capito male ma in realtà non si sbagliava. Ancora non me ne persuadevo però.

« È stato un folle a pensare che potessi sopravvivere da sola. Sei una calamita che attira disgrazie e incidenti assurdi ». Se avevo ragione questo Jacob era un giovane licantropo. Pensavamo che si fossero estinti ma forse ci era sfuggito qualcosa.

« Sono sopravvissuta », ribadì. A quel punto dovevo avere conferme anche se forse Bella non poteva saperlo a causa delle leggi che li regolavano. Non potevano esporsi, proprio come noi.

« Ma dimmi, se la corrente era troppo forte per te, come ha fatto questo Jacob a cavarsela? ».

« Jacob è... più forte ». Mmm forse poteva essere una caratteristica e forse sapeva qualcosa. Cercai di indagare più a fondo.

« Be', ecco, lui è una specie di... licantropo », confessò arrossendo.

« I Quileute si trasformano in lupi, in presenza dei vampiri. Conoscono Carlisle da un sacco di tempo. Tu vivevi già con lui? ». Ecco spiegato il mistero. Ma non poteva essere. Questa ragazza era ancora più sfortunata di quanto credessi.

« Be', questo di sicuro spiega l'odore », mormorai.

« Ma allora, perché non l'ho visto? ». Non riuscivo ancora a spiegarmelo. La prima volta che la mia famiglia li incontrò ancora non mi ero unita a loro.

« L'odore? » chiese confusa. Certo , lei non poteva sentirlo.

« Hai un odore tremendo. Un licantropo? Ne sei sicura? ».

« Eccome », confermò.

« Immagino che tu non vivessi con Carlisle, l'ultima volta che ci sono stati i licantropi a Forks ».

« No. Non l'avevo ancora trovato ». Le risposi con tranquillità. Ripensando alla strana situazione in cui mi trovavo. Possibile che Bella sapesse che questo Jacob fosse un licantropo e non le importasse? Certo anche noi eravamo vampiri ma pensavo ci avesse accettato perché amasse Edward e perché eravamo brave persone. Ma fraternizzare con dei licantropi era inaccettabile.

« Il tuo migliore amico è un licantropo? ». Annuì quasi in imbarazzo.

« Da quanto tempo va avanti? ». A questo punto ero quasi scandalizzata.

« Non da molto. Si è trasformato poche settimane fa ». Poche settimane fa??? Ma è impazzita davvero? Ma non sa il pericolo che corre?

« Un licantropo giovane? Ancora peggio! Edward aveva ragione: sei una calamita che attira disgrazie. Non dovevi tenerti alla larga dal pericolo? ».

« I licantropi non sono pericolosi », rispose quasi offendendosi. Che umana ingenua.

« Finché non perdono la calma. Sono fatti tuoi, Bella. Chiunque altro sarebbe stato felice della fuga dei vampiri. Tu invece decidi di fartela con il primo mostro che passa ».

« No, Alice, i vampiri non se ne sono andati. Non tutti. Questo è il problema. Se non fosse stato per i licantropi, a questo punto Victoria mi avrebbe già uccisa. Anzi, se non fosse stato per Jake e i suoi amici, Laurent l'avrebbe preceduta, credo, perciò... ».

« Victoria?Laurent? ». Oh mio Dio! Altro che calamità naturale. Come era possibile? E poi io non avevo previsto nulla.

 « Attiro disgrazie, non dimenticarlo ». Ecco brava!

 « Racconta... dall'inizio ».

  Incominciò a cacciare tutto fuori. Mi raccontò del pomeriggio nella radura, la visita dei lupi fino alla sua ultima disavventura. Finalmente mi spiegavo come mai vedessi Bella da un pronto soccorso all’altro. Ci fu una frase che mi colpì. Mi disse che aveva visto una fiamma in mezzo al mare, poteva essere associata a una sola cosa: Victoria. Era arrivata davvero così vicino a Bella? Sul resto non mi concentrai bene dovevo pensare a cosa fare, come risolvere tutto. Dovevo chiamare Edward, avvertirlo. Ci sarebbero state buone possibilità di riuscita, con un po’ di impegno li avrei fatti ritornare insieme.

« La nostra partenza non è stata affatto un bene per te, eh? ». Ora me ne rendevo conto. Avrei dovuto capirlo, prevederlo e mettere in guardia il mio cocciuto fratello.

« Non è questo il problema. Non ve ne siete andati per fare un favore a me ». Aveva ragione, il favore lo avevo fatto ad Edward, tutti noi avevamo cambiato vita per lui. Non dovevo impicciarmi, aveva ragione Jasper. Forse Bella se la sarebbe cavata.

« Be'... temo di essere stata troppo impulsiva oggi. Probabilmente avrei dovuto farmi gli affari miei ».

Impallidì in un attimo, era impressionante.

« Non andare, Alice »,mi sussurrò, « Per favore, non lasciarmi ». Che pena che mi faceva. Come facevo a dirle di no? Edward avrebbe capito, in fondo anche lui all’inizio era stato rapito dai suoi modi di fare.

« Va bene. Stanotte non andrò da nessuna parte. Fai un respiro profondo ». Si calmò per un momento respirando a pieni polmoni. Come aveva fatto a sopravvivere proprio non lo capivo.

« Sei conciata male, Bella ». Le dissi senza peli sulla lingua.

« Ricorda che oggi sono annegata ». Mi disse come per giustificarsi.

« Non è quella la ragione. Sei uno straccio ». Forse non se ne rendeva conto. Chissà da quanto tempo non passava del tempo davanti uno specchio.

« Senti, sto facendo del mio meglio ». Non capivo.

« In che senso? ».

« Non è stato facile. Ci sto lavorando ». Glielo avevo detto, lo sapevo.

« Alice. Cosa pensavi di trovare? Cioè, nel caso non fossi morta? Speravi che fossi qui a fischiettare spensierata? Sai bene come sono fatta ».

« Certo. Ma un po' ci speravo ».

« Allora non ho l'esclusiva delle illusioni stupide ».

Squillò il telefono.

« Questo è Charlie » mi disse prendendomi per mano ma io non l’avevo previsto quindi doveva essere il giovane licantropo. E infatti avevo ragione. Forse avevano litigato a causa mia.

La telefonata durò poco. Appena riappese il telefono le dissi:

« Non sono entusiasti della mia presenza ».

« Proprio no. Ma d'altronde, non sono affari loro ». Che cara ragazza! Ora riuscivo a capire meglio anche Edward, e il perché quest’umana gli avesse risvegliato tutti i sentimenti più profondi radicati in lui.

« E ora, cosa facciamo? ». Dissi tra me e me. Dovevo cercare di aggiustare quella situazione una volta per tutte.

« Che intenzioni hai? ». Mi chiese distraendomi.

« Non so bene... devo parlarne con Carlisle ».

« Non puoi rimanere?. Per favore... Soltanto per un po'. Mi sei mancata tanto »

« Se pensi che sia una buona idea ». Non volevo intristirle ma neanche prenderla in giro. Non sapevo che reazione avesse avuto Edward.

« Sì. Puoi stare qui. E Charlie ne sarebbe contento ».

« Ho già una casa, Bella ». Le dissi cercando di mantenere le distanze. Ma poi la sua espressione mi addolcì. Si vedeva che soffriva e non poteva che giovarle la mia presenza. Non sarebbe mai stata più triste di così.

« Be', lasciami almeno andare a recuperare il bagaglio ».

Andai anche a caccia e quando tornai chiacchierammo un altro po’. Mi chiese se Edward sapesse della mia presenza a Forks, di dove mi trovassi e del perché Jasper non mi avesse seguito.

All’arrivo di Charlie, Bella sembrava quasi un’altra persona, era più tranquilla.

Dopo aver parlato della morte di un amico di suo padre, ci mettemmo sul divano pronte per “addormentarci”.

La mattina dopo Charlie si svegliò presto per la colazione. Durante la notte avevo vegliato sul sonno di Bella come tante volte aveva fatto mio fratello in passato. Non avevo mai capito cosa ci trovasse di tanto  interessante. Ma compresi al volo i suoi sentimenti. Bella,riusciva ad esprimere ciò che la sua mente muta non diceva tramite i sogni. Per Edward doveva essere puro piacere.

Quella notte i suoi sogni furono molto tranquilli ed ero quasi certa che mi avesse sognata.

Il mattino dopo, prima che Bella si svegliasse, parlai un po’ con Charlie. Ero avida di sapere tutto di quel periodo della vita di Bella in cui i vampiri erano scomparsi da Forks.

Charlie sembrava molto dispiaciuto, si vedeva che aveva sofferto molto e che aveva passato mesi in cui non aveva la più pallida idea di cosa pensasse la figlia né di come comportarsi a riguardo. Da quello che avevo capito Charlie dava la colpa di tutto a Edward e pensava che per Bella il ragazzo ideale, sempre se si poteva parlare di ragazzi, fosse Jacob Black. Mi raccontò che l’aveva aiutata molto, che si era ripresa, ma riuscivo a capire perfettamente che in realtà non ci credeva neanche lui. Entrambi sapevamo ciò, o meglio CHI, rendesse felice Bella.

Mi accorsi che Bella aveva ragione riguardo Charlie, sembrava stravedere per me. Dopo poco sentii Bella chiamarmi. Finalmente si era svegliata.

Passammo tutta la mattinata a chiacchierare mi chiese della mia famiglia senza mai pronunciare il nome di Edward, evidentemente la faceva soffrire e da quello che mi aveva detto Charlie potevo capirla benissimo. Verso il tardo pomeriggio, bussarono alla porta?

Non riuscivo a prevedere neanche quello? A meno che…

« Bella, credo proprio di aver capito chi è e forse è opportuno che me ne vada ». Le dissi intuendo la situazione.

« Credi? ». Mi rispose meravigliata dalle mie scarse doti.

« Se si tratta di una replica del buco percettivo che ho avuto ieri, molto probabilmente è Jacob Black, o un suo... amico ».

Mi fissò cercando di capire le mie parole e restando quasi a bocca aperta. Mi faceva ridere a volte!

« Non riesci a vedere i licantropi? ».

« A quanto pare, no ». E mi irritava alquanto. Mi disse che potevo rimanere ma preferii andarmene. Non volevo scatenare una trasformazione prematura compromettendo la sua vita. Sarebbe stato anche più facile per me resistere all’impulso di attaccarlo. In fin dei conti era un amico di Bella e non volevo fargli del male.

Le baciai velocemente la guancia e scappai attraverso la finestra della stanza accanto appollaiandomi su un albero e cercando di monitorare la situazione nel caso corresse pericoli.

Era tremendamente fastidioso non poter vedere e dovevo affidarmi agli altri sensi che di solito scartavo. Odiavo essere come tutti gli altri  vampiri, normale.

 

 

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Capitolo 6
*** Corsa contro il tempo ***


Ho pensato di postare un altro capitolo come piccolo pensierino di Pasqua… anche se un po’ in ritardo :D   Buona lettura e a presto… continuerò con i pensieri di Edward!!!!

Ps. Desidero ringraziare le 9 persone che mi hanno aggiunta tra i preferiti:

amalia89, blair93, blood dolly,DIOMEDE, elenapg, erini83, free09, malaussene e per ultima ma non meno importante mimi14 :D

 

 

Corsa contro il tempo

 

 

Decisi di tenerla d’occhio da lontano e di approfittarne per cacciare. Non ero più abituata al suo odore e per resistere dovevo nutrirmi più spesso e poi quell’odore mi disgustava, era peggio della candeggina per me. Riuscivo a sentire chiaramente tutta la conversazione.

Inizialmente Bella sembrava ostile, non le andava di dover scegliere tra vampiri e licantropi, ma capii subito che in realtà soffriva. Nonostante i miei sforzi non riuscivo proprio a vedere Bella e Jacob, avrei dovuto rinunciare. Notai che il lupo si accorse di me ma non avrei abbandonato mai e poi mai il mio posto di vedetta allontanandomi di più da casa sua.

Non sapevo come né il perché ma avevo una strana sensazione, una specie di presagio, stava per succedere qualcosa di brutto, di terribile.

Chiamai Jasper per rassicurarlo e spiegargli la situazione ma non rispose. Cercai di vedere nel suo futuro distraendomi dalla conversazione di Bella per consentirle di avere un po’ di privacy. Potevo vedere il mio compagno, stava cacciando insieme alla mia famiglia, sembrava tranquillo. Forse aveva parlato con Carlisle e si era rasserenato, in fondo sapeva benissimo di poter stare calmo dove sarei potuta andare?!?

Dopo aver cacciato mi appollaiai di nuovo su un albero proprio vicino casa di Bella. Avevo ancora quella strana sensazione addosso che non se ne andava e sembrava si amplificasse ogni secondo di più.

Sapevo benissimo che i licantropi  erano pericolosi, soprattutto da giovani, Carlisle mi aveva parlato del loro incontro che risaliva a quasi un secolo fa, del patto che sancirono di non belligeranza e della loro estinzione… ebbi una visione di Bella che parlava tranquillamente con me e sembrava non avesse ferite e mi tranquillizzai.

Dopo qualche attimo, come mi capitò quando vidi Bella tuffarsi dallo scoglio, mi raggiunse una visione che mai avrei voluto vedere. Avrei dovuto prevederlo, perché ero andata a guardare il futuro di Jasper? Perché mi ero illusa di riuscire a scorgere qualcosa nel futuro di Bella quando era insieme a quel cane? Mi ero distratta, non avevo tenuto tutto sotto controllo. Avevo sbagliato, di nuovo. Ma che diavolo mi stava capitando?! Qualcuno ce l’aveva con me e con le mie visioni?

Vidi Edward, sconvolto e infuriato come non l’avevo mai visto. La visione era nitida, potevo vedere addirittura i granelli di polvere che volteggiavano nell’aria. Non avrei errato stavolta, era troppo precisa.

Si stava dirigendo in un aeroporto e stava cercando un volo, il suo viso era troppo contratto da farmi pensare che stesse semplicemente cambiando aria. D’un tratto, vidi la destinazione: Italia, Toscana, Pisa, Volterra. Questa consapevolezza mi colpì come un bolide in pieno viso. Non ci potevo, non ci volevo credere.

Stava partendo, il suo volo sarebbe decollato tra 10 minuti, non ce l’avrei mai fatta. Collegai che forse qualcuno gli aveva detto di Bella e che nessuno sapeva che in realtà lei era ancora viva. Dovevo chiamarlo, cercare di salvare il tutto per tutto. Il suo telefono squillava ma dopo vari tentativi mi rispose un estraneo in una lingua diversa dalla mia ma che non avevo problemi a riconoscere.

Non potevo salvarlo, non sapevo come avrei fatto. L’unico modo era raggiungerlo in Italia. Avrei fatto di tutto pur di rimediare ad un mio errore.

Senza neanche pensarci rientrai a casa di Bella, doveva sapere e non avevo tempo di preoccuparmi di uno stupido giovane licantropo.

Cercai di essere poco aggressiva ma non riuscivo a stare calma, in quel momento avrei potuto disintegrare una montagna senza rendermene conto.

Non mi importò molto della reazione di Jacob, avevo altro a cui pensare e dovevo cercare di tenere d’occhio mio fratello il più possibile.

« Bella »,ansimai.

« Alice, cosa c'è? », mi chiese urlando con un accenno di panico nella voce.

Ottenni solo un lieve bisbiglio, non sarei riuscita a restare calma, sentivo che tutto mi stava crollando addosso. Il mio fratello preferito stava andando a morire dai Volturi per una mia visione errata e non potevo accettarlo.

Bella svenne, accidenti avrei dovuto prevedere anche quello, non tanto dalle mie visioni quanto dalla mia conoscenza di quell’essere umano.

Il licantropo iniziò ad imprecare senza sosta, che rozzo!  pensai. Si poteva essere più grezzi? Ma in fondo cosa mi aspettavo da un mezzo lupo?!

Cercò di darmi la colpa ma non mi limitai neanche a rispondergli. Cercai, invece, di concentrarmi su Bella, doveva capire, e in fretta.

« Bella? Bella, riprenditi. Dobbiamo sbrigarci ».

« Stalle lontana », mi avvertì Jacob.

« Calmati, Jacob Black. Non vorrai fare una cosa del genere di fronte a lei ». Cercai di sdrammatizzare intuendo che sarebbe stato più semplice calmarlo che farlo innervosire.

« Non penso che avrò problemi a restare concentrato », ribatté ma non lo ascoltai, ero concentrata su Bella e sulle visioni di Edward.

« Alice? Cos'è successo? », mi chiese disperata.

« Non lo so. Ma cosa crede?! ». Ero furiosa, davvero credeva di poter scomparire così? Senza neanche salutarci poi?!

Mi venne un’idea. Potevo chiamare a casa, forse non erano andati tutti a caccia. Non potevo controllare ero troppo nervosa e non potevo neanche rischiare di perdere Edward di vista. Composi il numero velocemente facendo volare le mie dita sulla tastiera e attesi in linea. Finalmente qualcuno rispose.

« Rose, devo parlare con Carlisle subito ».

« Mi dispiace , Alice. Non c’è è a caccia. Posso dirgli che hai chiamato >>, mi rispose. Aveva un tono di voce strano, come qualcuno che stesse nascondendo qualcosa.

<<  Bene, appena torna. No, sarò in aereo. Senti, hai notizie di Edward? >> le chiesi cercando di perdere meno tempo possibile indovinando la sua domanda.

<< Si. Ho deciso di chiamarlo e gli ho detto tutto. Ho pensato che era meglio sapere la verità subito così starà male un po’ ma gli passerà e potremo continuare a vivere le nostre vite tranquillamente >>. Mi rispose come un delinquente che avesse appena rivelato tutte le sue malefatte.

« Perché? », le chiesi quasi in lacrime. « Come hai potuto, Rosalie? ».

<< Senti, Alice. Bella è morta, non tornerà. Edward doveva saperlo, farsene una ragione. Sono sicura che passerà presto il dolore per quell’insulsa umana e tornerà a vivere con noi >>.

<< Be', entrambe le tue conclusioni sono sbagliate, Rosalie, il che è un bel problema, non trovi? ». Le sputai queste parole. In quel momento volevo solo ferirla, era stata una stupida egoista, aveva pensato solo a se stessa. Come aveva potuto fare una cosa del genere ad Edward. Non si rendeva conto?!?

<< Come hai detto? Bella sta bene, è ancora viva? >>.

<< Sì, sta benissimo >>.

<< Ma… ma non l’avevi vista cadere? >>

<<  Mi sono sbagliata... È una storia lunga... >>.

<< Si ma comunque Edward tornerà presto quindi è inutile scaldarsi >>.

<< Ma qui sei tu che ti sbagli, per questo ho chiamato... >>

<< Come??? Mi stai forse dicendo che non ha intenzione di tornare a casa??? >>

<< Sì, è esattamente ciò che ho visto ». Parlavamo a una velocità tale che non pensai minimamente a ciò che e dissi, mi aggrappai all’istinto.

Rosalie forse stava comprendendo la gravità del problema ma ormai era troppo tardi.

<< Mi… mi dispiace davvero Alice. Credo di aver commesso un errore madornale puoi p…>> non lasciai che terminasse la frase, furiosa come non lo ero mai stata le dissi le mie ultime parole pronta a chiudere quella telefonata.

« Troppo tardi, Rose. Il tuo rimorso vai a sventolarlo di fronte a chi ancora ti crede » le dissi chiudendole il telefono in faccia.

Bella era ancora lì, cercava di comprendere, di cogliere ogni singola mia parola ma dal suo sguardo capii ch nn era riuscita a capire quasi nulla.

« Alice… Alice, credo che Carlisle sia tornato. Ha chiamato poco fa... ». Come? Carlisle? Ma non era a caccia?

« Quando? »

« Mezzo minuto prima che arrivassi tu ». Mannaggia. Stavo davvero perdendo colpi, e non aiutava per niente, stavo facendo un errore dopo l’altro.

« Cos'ha detto? ».

« Non gli ho parlato io »

Fulminai Jacob con uno sguardo, forse stavo capendo cosa era successo ma non volevo crederci.

« Ha chiesto di Charlie e gli ho risposto che non era in casa », bofonchiò Jacob, sdegnato.

« Nient'altro? », gli chiesi. Lo avrei ucciso volentieri ora come ora. Quel lurido cagnaccio, ci mancava solo lui all’appello, come se la situazione non potesse essere peggiore.

« Ha riattaccato subito », replicò Jacob. Uno spasmo corse lungo la sua schiena.

« Gli hai detto che Charlie è al funerale », aggiunse Bella.

O Dio. I miei timori stavano per avverarsi. Non ci potevo credere.

« Quali parole ha usato, esattamente? ».

« Ha detto: "Non è in casa". E quando Carlisle gli ha chiesto dove fosse Charlie, Jacob ha risposto: "È al funerale"». Nooooooooo… peggio di così non sarebbe potuta andare. Ecco perché la mia visione era così nitida. Cosa c’era di più doloroso che il funerale di Bella per lui?

Avevo sempre saputo che avrebbe cercato la morte prima o poi. Avevo avuto molte visioni ma non gli avevo mai detto nulla. Non volevo che ci pensasse realmente, non volevo accettare quelle sue fantasie, fantasie  che stavano diventando realtà.

« Dimmi, Alice », mi sussurrò Bella cercando di farmi rialzare. Ero caduta in ginocchio sotto il peso dei miei errori.

« Al telefono, prima, non era Carlisle », le dissi collegando tutto finalmente.

« Mi stai dando del bugiardo? », ringhiò Jacob.

« Era Edward. Crede che tu sia morta ».

« Rosalie gli ha detto che mi sono suicidata, vero? », mi chiese sospirando. Era veloce a collegare quella ragazza!

« Sì. A sua difesa, va detto che anche lei lo credeva. Si fidano troppo delle mie visioni imperfette. Ma si è anche azzardata a contattarlo e a dirgli tutto! Non si rendeva conto... non le importava... ».

« E quando Edward ha chiamato, ha pensato che il funerale fosse il mio ».

« Non sei sconvolta ». Non capiva?

 « Be', un bell'equivoco, ma con il tempo si chiarirà tutto. La prossima volta che telefona, qualcuno gli dirà come... stanno le... ». no, decisamente non capiva. Come glielo avrei spiegato? Sarebbe svenuta di nuovo o le sarebbe venuto un infarto a 17 anni?

« Bella », sussurrai dolcemente. « Edward non richiamerà. Ha creduto a mia sorella ».

« Non. Rie-sco. A ca-pi-re ».balbettava addirittura. Avrebbe retto?

« È partito per l'Italia ».

Dal suo sguardo capii che sapeva che cosa si intendeva per  “Italia”. Non sapevo come facesse a saperlo ma immaginai che Edward le avesse raccontato qualcosa.

In un attimo il suo cuore si fermò per un istante e le sue corde vocali emisero uno strano suono che probabilmente avrebbero sentito anche i pipistrelli.

« NO! No! No, no, no! Non può! Non può farlo! ». Lo diceva a me?!?

« Ha deciso un istante dopo che il tuo amico gli ha confermato che era troppo tardi per salvarti ».

« Ma lui mi ha... lasciata! Non mi voleva più! Che differenza fa, ormai? Sapeva che prima o poi sarei morta! ».

« Non credo che avesse in programma di sopravviverti a lungo », risposi ricordando le strade che avrebbe potuto intraprendere, quelle che solo poche ore prima erano deboli possibilità stavano per avverarsi.

« Ma come osa! », strillò. Sembrava quasi matta, non riusciva a stare ferma e si dimenava come un’ossessa per spostare il randagio.

« Cosa facciamo? » mi chiese. Mi stava pregando, voleva qualche risposta da me ma non avevo alcuna idea. L’unica che mi era venuta era stata quella di partire per l’Italia ma sarebbe stato quasi impossibile riuscirci. La salvezza di Edward sembrava una missione utopica ormai.

« Non possiamo chiamarlo? Carlisle non può fare niente? ».

« È stato il primo tentativo che ho fatto. Ha buttato il cellulare nella spazzatura, a Rio: ha risposto qualcun altro... ».

« Prima hai detto che bisogna sbrigarsi. In che senso? Diamoci da fare, in qualsiasi modo! ». sapevo che avrebbe voluto partecipare. Lei lo amava ancora nonostante ci fosse questo Jacob di mezzo.

« Bella, io... non penso di poterti chiedere di... ». 

« Chiedimelo! », sbottò senza neanche farmi finire la frase.

Ok, l’avrei fatto ma a qualche condizione. Conoscendola si sarebbe messa in pericolo se fosse successo qualcosa ad Edward e l’immagine di lei che cadeva dalle rocce mi tormentava.

Le posai le mie mani fredde sulle spalle e con la voce più suadente e convincente che avevo le spiegai la situazione enfatizzando il più possibile certi aspetti.

« Può darsi che sia già troppo tardi. L'ho visto andare dai Volturi... a chiedere di morire ». Che strazio pensare che mio fratello stesse per compiere un gesto simile.

Appena pronunciai l’ultima parola gli occhi di Bella si inondarono di lacrime dovevo continuare e cercare di rassicurarla, mi faceva troppa pena.

   « Dipende dal loro verdetto. Non potrò vederlo finché non prendono una decisione. Se gli dicono di no, ed è probabile che lo facciano - Aro è molto amico di Carlisle, e non credo si permetterà di offenderlo -, Edward ha un piano di riserva. I Volturi sono molto protettivi nei confronti della loro città. Edward sa che se farà qualcosa che ne sconvolga la tranquillità, cercheranno di fermarlo. E ha ragione, lo fermeranno ».

« Perciò, se accettano di esaudire il suo desiderio, è troppo tardi. Se dicono di no, e lui escogita abbastanza alla svelta un piano per infastidirli, è troppo tardi. Soltanto se cedesse alle sue inclinazioni un po' teatrali... potremmo avere ancora un margine di tempo ». Ecco. Le avevo spiegato tutto. Adesso toccava a lei decidere e chissà perche, anche senza le mie visioni potevo scorgere la sua risposta in maniera molto chiara e precisa.

« Andiamo! ». Ecco, appunto. Mancava ancora una precisazione che non poteva di certo non essere considerata.

« Ascoltami, Bella! In tempo o no, ci troveremo nel cuore della città dei Volturi. Se riesce nel suo intento, mi considereranno sua complice. E tu sei un essere umano che non soltanto sa troppo, ma ha anche un ottimo profumo. Ci sono parecchie possibilità che ci eliminino tutti... Nel tuo caso non si tratterà di una punizione, ma di un invito a cena ». Cercai di farle capire tutto nei minimi dettagli.

« Per questo siamo ancora qui? Se tu hai paura, ci andrò da sola ». Come?!? Ok la mancanza di mio fratello le aveva dato alla testa, era l’unica spiegazione plausibile. Possibile che non si rendesse conto? Aveva accettato con troppa leggerezza forse avrei dovuto essere più chiara.  

« Temo solo che uccidano anche te » le dissi con uno sguardo nervoso e un po’ sdegnato.

« Rischio la vita quasi tutti i giorni! Dimmi cosa devo fare! ». Beh in effetti non aveva tutti i torti.

Dovevamo organizzarci velocemente avevamo poco tempo.

« Scrivi un biglietto a Charlie. Io prenoto l'aereo ».

« Non permetterò che qualcuno gli faccia del male ». La voce di Jacob era torva e arrabbiata.

« Chi se ne frega del patto ». Quel lupo aveva del fegato, dovevo ammetterlo. Diciamo che per me aveva guadagnato qualche punto. Ora pero mi stava distraendo Bella. Ci era rimasto poco tempo.

« Sbrigati, Bella », esclamai destandola dalle sue preoccupazioni.

Nel frattempo stavo cercando di prenotare l’aereo, non saremmo state fortunate come Edward. Purtroppo ci toccavano vari scali.

Cercai di mettermi il più lontano dal cane, dovevo cercare delle risposte e con la sua presenza non ci riuscivo.

Contemporaneamente tenevo d’occhio Edward, i Volturi e il nostro aereo. Mancavano solo gli ultimi dettagli da preparare.

« Prendi il portafoglio: ti servirà un documento. Ti prego, dimmi che hai il passaporto. Non ho tempo di falsificartene uno ».

Corse su per le scale e in quel momento sperai che non inciampasse, non avevamo tempo per le medicazioni o le slogature.

Sentii un ringhio sommesso a qualche metro da me. Evidentemente il cane non era d’accordo sul nostro tentativo di salvataggio.

<<  Che c’è  vuoi ucciderla per caso, sanguisuga? Non vi basta quello che le avete provocato? Adesso dovrebbe anche rischiare la vita per quel succhiasangue di tuo fratello? >>.

<< Ah! Dimenticavo che con te Bella è al sicuro! Dimmi “ cane”, ultimamente quante volte siete passati per il pronto soccorso? >> gli ringhiai quasi addosso.

Sembrava in difficoltà, non sapeva come rispondermi.

Bella stava prendendo le ultime cose e stava per scendere. Distinguevo perfettamente tutti i suoi spostamenti.

<< Fino a prova contraria se non ci fossi stato io Bella sarebbe morta da un pezzo, e non solo perché l’ho salvata in acqua. Ci ho messo un’eternità per farla riprendere e adesso cerchi di convincerla a venire con te in Italia! >>. Sbottò nervoso. Le sue mani avevano incominciato a tremare ma cercava di resistere contro la trasformazione imminente.

  << No Jacob! Per tua informazione ha scelto lei di venire con me e comunque non ti riguarda >>. Volevo cercare di calmare la situazione, non volevo vedere la sua forma di licantropo.

« Voi sarete anche capaci di controllarvi, ogni tanto, ma le sanguisughe da cui la vuoi portare... ». Aveva ragione ma non poteva pensare che non avrei protetto Bella anche a costo della mia vita nonostante la soglia del pericolo risultasse alquanto alta.

« Sì. Hai ragione, cane. I Volturi sono il fondamento della nostra razza, il motivo per cui quando senti il mio odore ti si rizza il pelo. Sono la sostanza dei tuoi incubi, la paura che muove il tuo istinto. Ne sono conscia ».

« E gliela vuoi offrire come una bottiglia di vino a una festa! », mi gridò.

« Pensi che se la passerebbe meglio se la lasciassi qui, preda di Victoria? ». All’improvviso ricordai. Oltre a essere preda di licantropi, Bella era circondata anche da vampiri, cattivi per giunta.

« La rossa la sistemiamo noi ». Si certo. Era stata pura fortuna se Bella era ancora davanti a me.

« E allora perché è ancora a caccia? ».

Jacob ruggì e fu preso da una convulsione.

« Basta! », urlò Bella sentendoci litigare.

« Discuterete al nostro ritorno, ora andiamo! ». 

Puntai a tutta velocità verso la macchina concedendo ancora alcuni minuti a Bella per salutare il suo amico. Era preoccupata per Charlie, come darle torto.

Misi in moto facendo riscaldare il motore, fremeva, proprio come me!

 

 

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Capitolo 7
*** Verso la meta - prima parte ***


La prima frase che leggerete mi è stata ispirata da tutte le vittime del terremoto in Abruzzo! Per il resto, posso ritenermi soddisfatta di cosa ho scritto!!! Posso dire quasi che è il capitolo più bello, profondo e triste di tutta la mia fan fiction.

Buona lettura!

Ps. Ho deciso di dividere questo capitolo in due parti perché ho avuto l’impressione che i miei cap siano troppo lunghi e quindi noiosi da leggere.

 

La vita ti sorprende sempre, ti trascina con lei nell'occhio del ciclone senza darti la possibilità di scorgere una via di fuga.

 

Verso la meta – Prima Parte

 

Non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei sentito così. Avevo tante cose in mente ma non riuscivo a muovermi, era più forte di me. Ogni progetto necessitava di una forza fisica ed emotiva che avevo perso nonostante la mia natura di vampiro non avesse bisogno di eccessivi sforzi. Avevo appena saputo che Charlie era al funerale: Bella era morta.

Il mio mondo era crollato, tutto intorno a me si era sbriciolato. Non c’erano parole o gesti per descrivere quell’agonia.

Nel mio petto qualcosa si era rotto, sentivo l’assenza di un pezzo a me fondamentale, fissavo il vuoto nell’attesa che qualcuno mi svegliasse da quell’incubo dicendomi che era solo un sogno.

Come spesso accade a chi perde un parente o una persona cara, non riuscivo a capacitarmene. Sebbene la mia mente fosse più sviluppata e veloce di quella umana non riuscivo a rendermene conto, non mi sembrava vero, era difficile accettarlo.

Avevo vissuto quelle emozioni centinaia di volte attraverso le menti altrui ma non avevo mai provato quel senso di ansia e frustrazione derivato da un vuoto che nessuno al mondo sarà più in grado di colmare.

Il centro del mio universo era scomparso, svanito. Mi sentivo come se il mio corpo si trovasse in mezzo al cosmo, non riuscivo a respirare, non ero più capace di affrontare il movimento più naturale al mondo. I miei polmoni non riuscivano a pompare ossigeno nonostante non ne avessi realmente bisogno.

In questa galassia di detriti , che potevano essere tranquillamente paragonati ai pezzi del mio cuore, il mio sole era stato inghiottito da un buco nero, non vedevo più nulla, non sentivo più nulla, tutto mi appariva nero e sfocato.

Volevo agire, dovevo cercare un modo , una soluzione per fuggire da quella vita in cui stavo patendo le pene dell’inferno.

Sapevo che senza Bella il mio mondo sarebbe stato poco diverso dal regno di Satana  ma la sua morte mi aveva colto impreparato, non me l’aspettavo, me l’aveva promesso.

Percorsi velocemente i miei ricordi per avere una conferma, una certezza. Era così, non avevo dubbi, eppure mi fidavo di lei come aveva potuto abbandonare la sua vita così, come aveva potuto abbandonare me?!?

Ero furioso con lei nonostante l’amore incondizionato che provavo nei suoi confronti, ero arrivato ad odiarla perché mi aveva abbandonato, aveva cessato di esistere destinandomi a un futuro spaventoso.

Come aveva potuto farlo?! Come era potuto accadere?! Cosa le era passato per la mente?!

Perché era successo?! Ero convinto che un angelo l’avrebbe protetta, l’avrebbe tenuta al sicuro, dove era finito? Perché lo aveva permesso?

Ci chiediamo spesso, nelle situazioni tragiche: “Dio dov’è?” Come aveva potuto negare la vita ad una persona tanto dolce, autentica, sensibile. Migliaia di persone malvagie e indegne popolano la terra. Perché loro hanno la possibilità di vivere mentre il mio angelo era stato chiamato così presto?

Dio non poteva invocare a se qualcun altro? Qualcuno che non era circondato da persone care, da persone innamorate profondamente, in grado di sopravvivere solo attraverso il battito del loro cuore, qualcuno che era vissuto abbastanza da potersi considerare stanco di vivere? No, Dio aveva afferrato e attirato a se, senza ritegno, l’essere umano a me più caro, forse per farmela pagare, avevo osato troppo, avevo vissuto una vita non mia, ero stato felice troppo a lungo. Dovevo scontare tutta la felicità che per mesi avevo provato. Se non avessi fatto una scelta repentina, tutta l’eternità non sarebbe bastata, perché Bella mi aveva donato qualcosa di indescrivibile, di unico.

I miei pensieri cominciarono ad essere incoerenti ma un concetto mi pervase l’anima. Avevo un obbiettivo da raggiungere, finalmente avevo trovato il mio ultimo scopo.

Vorrei ringraziare:

cloetta: sono contenta che ti siano piaciuti, io ero preoccupata di essere stata noiosa perché cmq erano frasi già lette (almeno per la parte riguardante Alice)!!!

Per quanto riguarda i personaggi ti dico solo che ho letto Midnight Sun un sacco di volte per immedesimarmi… spero ne sia valsa la pena ;P

Cmq ti ringrazio ancora per il commento. Mi fa piacere sapere cosa pensa il lettore medio!!!

 

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Capitolo 8
*** verso la meta - seconda parte ***


Vi posto ora la seconda parte del capitolo 7 che domani c’è scuola e non so quando avrò il tempo!!! Ringrazio di nuovo tutti per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti e per le recensioni (anche da parte delle lettrici di Facebook) grazie ancora baci!!!!

 

Verso la meta – Seconda parte

I miei pensieri cominciarono ad essere incoerenti ma un concetto mi pervase l’anima. Avevo un obbiettivo da raggiungere, finalmente avevo trovato il mio ultimo scopo.

Scattai come un fulmine, non capii subito dove mi trovavo, i miei sensi dovevano avere problemi, sicuramente dovevo essere in qualche aeroporto a Rio.

Il telefono squillò di nuovo. Che seccatura! Pensai. Non risposi anzi, lo tolsi dalla tasca posteriore dei miei jeans e lo gettai in un cassonetto.

Sapevo finalmente che cosa dovevo fare, avevo avuto molto tempo per pensarci.

La primavera precedente la morte aveva quasi raggiunto Bella e io, in pieno panico, le avevo pensate tutte in quell’ospedale. Se le fosse capitato qualcosa l’avrei raggiunta all’istante. Alla fine ero arrivato ad un’unica conclusione: i Volturi.

Comprai un biglietto alla svelta dritto verso l’Italia, spesi una fortuna per il volo diretto ma non mi importava. I soldi non erano importanti per me, non gli avevo mai dato molto peso, li avevo sempre considerati come un qualcosa che si accumula nel tempo e, ora come ora, erano l’ultimo dei miei pensieri.

L’aereo per fortuna partì dopo soli dieci minuti. In quel lasso di tempo cercai di non pensare a cosa era accaduto, mi concentrai su un piano. Sapevo bene che i tre protettori di Volterra, coloro che si erano assunti il compito di proteggere la popolazione dai pericoli esterni, erano in stretti rapporti con Carlisle perciò dovevo cercare di formulare la mia richiesta nel migliore dei modi, dovevo studiarmi parola per parola tutto il discorso che avevo in mente se speravo di avere una possibilità.

Sapevo che, considerato il mio potere, i Volturi non avrebbero preso subito per buona la mia proposta, mi consideravano troppo prezioso ma se Aro avesse percepito, con il suo potentissimo dono, la frustrazione che provavo, forse avrebbe capito e deciso di accontentarmi. In fondo per loro non era una gran cosa, combattere contro un vampiro che voleva essere ucciso senza opporre resistenza.

Il solo pensiero di rivivere tutta la mia vita, compreso il periodo in cui stavo con Bella e le ore passate dopo la sua morte mi deprimeva ma era inevitabile, dovevo consentire ad Aro di studiarmi e sperare in una buona notizia.

Il mio corpo era su quell’aereo da sei ore ormai, ne mancavano altre sei. Ero incappato in uno stato catatonico, quasi di incoscienza ma purtroppo la mia mente non poteva godere di quella fortuna.

Mi scorreva tutto addosso, avevo gli occhi annebbiati dal dolore e non riuscivo a reagire.

La morte non mi faceva paura, anzi, sarebbe stata puro oblio per me. L’unica cosa che mi dispiaceva era di non aver detto addio ai miei cari. I loro volti mi apparivano davanti agli occhi, avrei voluto salutarli ma ero stato troppo vigliacco. Avevo paura che non mi avrebbero lasciato andare o, peggio ancora, di non avere più il coraggio di lasciarli.

Per farmi perdonare decisi di scrivere una lettera per tutti loro, almeno gli sarebbe rimasto un ricordo di me.

 

 

Ecco!!!

Il prossimo capitolo si intitolerà “Lettera d’addio” a prestoooo!!!!

 

 

 

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Capitolo 9
*** Lettera d'Addio ***


Per farmi perdonare decisi di scrivere una lettera per tutti loro, almeno gli sarebbe rimasto un ricordo di me.

 

Lettera D’Addio

Cari Carlisle, Esme, Alice, Rosalie, Emmet e Jasper,

scrivo questa lettera per pregarvi di scusarmi della mia negligenza.

So di essere uno sciocco ma vi prego, prima di giudicarmi male, di mettervi nei miei panni. L’assenza di Bella mi deteriora l’anima, (nonostante io non sia completamente convinto di averne una) e non riesco a sopportare di continuare a prelevare anche solo un altro respiro su questa terra, senza di lei.

La vita non mi interessa più, né è nel mio interesse l’idea dell’inferno dopo di essa. Se ci sarà un Paradiso, tanto meglio, spero di passare l’eternità con la mia Bella.

Se ci sarà, invece, un Inferno, per me non c’è molta differenza poiché è da mesi che ormai la mia esistenza è un posto agghiacciante, spento, senza pace.

Carlisle, sei stato un padre eccezionale e sei una PERSONA magnifica. Nella mia esistenza sei stato il mio mentore, il mio punto di riferimento, il mio modello.

Con i tuoi insegnamenti mi hai reso una persona (è questo il termine giusto nonostante tutto) migliore. È stato grazie a te, al tuo pensiero, che il primo giorno in quell’aula non ho ucciso l’unica mia ragione di vita. Non te l’avevo mai detto perché me ne vergogno ancora oggi ma, in quei sessanta minuti, il tuo volto rilassato, fiducioso e pieno di comprensione e saggezza mi ha permesso di resistere e combattere contro i miei istinti peggiori.

Secondo il mio parere, sei una di quelle persone ad avere, più di altri umani, il diritto di oltrepassare i cancelli del Paradiso.

 

Esme, per me sei stata più che una madre. Il tuo modo di donarci amore non ha eguali. Insieme a Carlisle, hai fatto in modo che questa famiglia vivesse in pace con la nostra natura. Hai fatto in modo che ci rispettassimo e che ci amassimo a vicenda. Ti ringrazio infinitamente per tutti gli ottimi consigli che mi hai dato e te ne prego, non soffrire troppo per la mia assenza, poiché, ora come ora, è l’unica cosa che desidero ardentemente.

 

Alice, Jasper, Rosalie ed Emmet,

ne abbiamo passate tante insieme. Siete stati i fratelli migliori che io abbia mai avuto. So di essere stato pesante e presuntuoso a volte, vi prego di non dolermene ma, sappiate che vi ho amato.

Alice, con te ho avuto sempre un rapporto speciale, siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda e non solo a causa dei nostri poteri che uniti ci completano ma anche perché col tuo modo di fare hai sempre portato allegria in famiglia compensando le carenze di gioia dovute ai miei sbalzi d’umore.

Emmet, sei il fratello migliore che mi sia mai potuto capitare, come Alice tendi ad alleggerire il mio carattere. Negli attimi che mi separeranno dall’oblio il tuo ricordo, susciterà in me un senso di tranquillità col mondo. Non cambiare mai, te ne prego.

Rosalie, il nostro rapporto non è stato dei migliori ma sappi che apprezzo molto i tuoi pensieri nei miei confronti. Non so davvero come ringraziarti anche per aver scelto di far entrare Emmet nella tua vita.

Jasper, sei la persona più in gamba che conosca. Mi scuso per quello che hai dovuto sopportare nei mesi scorsi e me ne dispiaccio nel profondo dell’anima. Più che un fratello ti ho sempre considerato un amico.

                                                                       Addio. Vi voglio bene

                                                                                              Edward

Scrissi queste parole mettendoci tutto me stesso e rivelando pensieri che non avevo mai cacciato dalla mia mente. Cercai di recuperare tutti i pezzi del mio cuore per imprimere i miei sentimenti su carta. Mi risultò difficile esprimere tutti i miei pensieri più profondi, soprattutto verso Esme e Carlisle. Non ero abituato a essere così trasparente con gli altri, difficilmente mi esponevo nonostante non dessi un minimo di privacy a nessuno, ma dovevo far capire loro i miei ultimi pensieri.

Alla fine chiusi gli occhi, cercando di svuotare la mente o di pensare a cose futili ma, non potevo fare a meno di pensare a come sarebbe stato. In fondo ci speravo, la mia famiglia (me compreso) era composta da vampiri buoni, avevamo sviluppato una coscienza, sarebbe stato davvero ingiusto privarci di una sorta di ricompensa.

Nella mia mente, si susseguivano tutte le note della Marcia Funebre di Chopin. (http://www.youtube.com/watch?v=_1WvORqe3ds)

Quella melodia era lo specchio delle mie sensazioni, descriveva benissimo il mio stato d’animo e mi avrebbe accompagnato di certo fino alla fine, era perfetta in quel momento. La sentivo vicina, non ero mai stato in grado di sentirla davvero prima di quell’istante. Finalmente stavo comprendendo tutta l’angoscia e la durezza di quelle note.

Cercai di distrarmi immaginando di suonare il mio pianoforte che ormai da qualche tempo era rimasto inutilizzato. Dopo aver ripassato in tutte le tonalità e con tutti gli arrangiamenti quella melodia, ci rinunciai. Per me era troppo semplice, la mia mente non si distraeva abbastanza da consentirmi di distogliermi dai miei pensieri.

Mancava poco all’atterraggio e incominciavo già a vedere la città sottostante. Roma per me era sempre stata una città magica. Ci avevo trascorso del tempo negli anni cinquanta ma a mio parere sembrava sempre più bella. In quel periodo avevo studiato tutte le architetture, le sculture e le pitture che la componevano. C’era sempre qualcosa da imparare.

Da Palladio a Canova, da Caravaggio a Giotto, scultori, pittori e architetti si erano susseguiti in quella città che per tanto tempo fu considerata il centro del mondo. Ogni artista aveva lasciato dietro di se una traccia, una scia, e quella città le accoglieva tutte unendole in un mix di bellezza e armonia.

Ricordai le sere che trascorrevo al centro del Colosseo. Sebbene non potessi starci, mi piaceva sostare lì, avevo come una sensazione di tranquillità e allo stesso tempo di potenza, magnificenza. In quel periodo non avevo ancora incontrato la mia metà, le persona che mi completava o che da sola bastava a tenermi in vita. I miei pensieri non ruotavano intorno a quel pensiero, certo ogni tanto mi sentivo solo, anche a causa della vicinanza dei miei parenti con i rispettivi compagni, proprio per questo motivo mi rifugiavo in quel luogo.

Mi sarebbe piaciuto ritornarci con Bella, c’erano tante zone che avrei voluto visitare con lei, dove avrei voluto portarla, ma Bella non c’era più, non sarebbe più tornata da me, “con” me.

Finalmente l’aereo atterrò. Era buio per fortuna. Qui non ci sarebbero state sempre le nubi a proteggermi dal sole. In Italia il tempo era un po’ incerto, ambiguo, s’intravedevano le nuvole ma brillavano le stelle. Nell’aria potevo sentire, intuire un cambiamento, il tempo stava mutando.

Osservai meglio il cielo, perdendomi nell’immensità dell’universo. Nonostante fossi uno degli esseri più forti al mondo, quella sensazione di insignificanza mi opprimeva. Ricordai le parole di Bella. Il suo umorismo era uno dei lati del suo carattere che più amavo e di cui sentivo di più la mancanza. Le piaceva il buio, di notte si poteva ammirare le stelle, anche se a Forks non ne avevamo mai avuto la possibilità. Mi sarebbe piaciuto, sarebbe stato romantico, avrei organizzato per lei una serata che non avrebbe mai dimenticato.

Decisi di non pensarci, sarebbe stato inutilmente doloroso.

Dovevo arrivare a Volterra, mancava poco ormai, sorrisi al pensiero e un passante notò i miei canini. Non ci badai, ormai non mi importava di nulla. Decisi che era meglio proseguire “a piedi”. Con la mia rapidità avrei fatto sicuramente più in fretta e mi avrebbe dato modo di riflettere e di provare, per l’ultima volta, l’ebbrezza della velocità, del vento che ti scalfisce il viso, smuovendoti i capelli, ma prima volevo concedermi un’ultima azione, anche se forse andava contro tutti i canoni religiosi.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Ultimo Desiderio ***


Ragazze non sapete quanto mi avete fatta contenta!!! (certo, non mi paragono alle ragazze con 1000 commenti, ma mi accontento di poco :D)

Grazie a:

Jessica_Hale: eccoti accontentata. Non volevo postare prima della prox settimana ma vi ho sentite con le palpitazioni (stile Bella) e non ho saputo resistere.

_ki_: ti ringrazio un kasino per avermi paragonata addirittura alla Meyer. Credimi, se avessi almeno un’unghia della Meyer, non stare dove sono!!! :D

La_Pepsi: anche per te il prox capitolo è servito!!! Buona lettura!!!

Goten: ti ringrazio per i commenti (6) sono rimasta con gli occhi luccicanti quando li ho letti :D spero che anche questo ti soddisfi :D

Frafra9: ti ringraziooo e sono contenta di aver ottenuto l’effetto desiderato.. forse sono riuscita a esprimere tutto il tormento che ha provato Ed!!!

Cloetta: anche io ho sempre avuto questo desiderio perciò alla fine ho deciso di cavarmela da sola e scriverlo di mio pugno!!! Grazie ancora per i tuoi commenti!!!

 

 

Ultimo Desiderio

 

Camminavo spedito a passo svelto. Non potevo ancora lasciarmi andare alla mia velocità, per le strade affollate di Roma non sarebbe stato molto saggio.

Avevo ragione, il tempo stava cambiando, presto mi sarei ritrovato sotto un cielo carico di pioggia, sentivo le nuvole provenire da Nord. Non si prospettava una tranquilla nottata.

Senza mai fermarmi attraversai l’arco che anticipava l’entrata nella cosiddetta Piazza del Popolo. Mi guardai intorno, proprio di fronte a me potevo distinguere, in maniera nitida, l’obelisco e in lontananza, le due chiese gemelle. Nonostante ci fosse poca luce la mia vista riusciva a cogliere ogni dettaglio.

Cercai di udire tutti i pensieri nel raggio di un Km e, siccome era tutto tranquillo a parte un uomo ubriaco che però non si rendeva neanche conto di dove si trovasse, decisi di agire. Mi sembrava il momento propizio.

Mi trovavo davanti alla Basilica del Popolo, non era una delle maggiori chiese che vi erano a Roma, ma per me significava molto, Carlisle mi aveva portato qui quando mi resi conto che il mio stile di vita “libertino” non faceva per me.

Ero posto proprio al centro, davanti all’alto portone. Davanti a me si ergeva la chiesa. Alzai leggermente lo sguardo per ammirare l’effetto ottico che provocava la luce della luna, nascosta dietro le nuvole, sull’oculo posto proprio al centro della facciata.

Decisi di forzare la porta laterale a sinistra che mi sembrava più coperta da occhi indiscreti. Avrei rimesso tutto a posto, volevo solo stare qualche attimo in quel luogo sacro.

Non fu difficile. Entrando, notai subito lo scopo della mia effrazione. Decisi di dare solo uno sguardo veloce alla navata centrale, il mio corpo si muoveva verso la cappella laterale senza che badassi molto ai movimenti.

Avevo deciso di ritornare in quel luogo per due motivi: volevo rivivere quegli attimi di tranquillità che solo un luogo del genere sa donarti e poi volevo guardare per l’ultima volta i capolavori che Carlisle mi mostrò parecchi anni fa.

Mi diressi senza esitazioni verso la fine della navata laterale. Anche senza illuminazione, distinguevo perfettamente tutti colori: negli anni si erano sbiaditi, anche se di poco, nonostante tutte le accortezze.

<< Vedi, Edward >> mi aveva detto mio padre, << tutti commettiamo errori. Nella religione cristiana, esiste un Dio buono e misericordioso che perdona sempre i suoi peccatori a patto che essi si pentano. Un esempio è questa opera: “La Conversione di S. Paolo >>.

Ricordai tutta la storia che mi raccontò mio padre: un certo Gesù era apparso a Paolo, che a quei tempi andava contro la religione cristiana, con una luce accecante e gli aveva parlato dicendogli che doveva portare la sua parola ai pagani e guidarli verso il regno di Dio. Potevo rispecchiarmi in esso. La mia luce era Carlisle, era lui a guidarmi nel regno dei giusti.

Iniziai a chiedermi se questo Dio buono avesse seguito tutti i miei sbagli e se mi avrebbe giudicato in base ai canoni umani. In fondo, dopo quel periodo di ribellione mi ero comportato in modo impeccabile.

Mi ritrovai a chiedere a Dio di condurmi in Paradiso, accanto a Bella, sapevo che il “quasi suicidio” era considerato peccato in quella religione ma speravo che si rendesse conto che non potevo vivere, non potevo rimanere in quel mondo senza di lei. Era tanto assurda la mia richiesta?!

Dopo qualche attimo mi avviai verso l’uscita, chiusi accuratamente il portone alle mie spalle e mi diressi verso la mia ultima tappa senza guardarmi più indietro.

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Volterra ***


Salve a tutti!!! Ho appena finito di scrivere questo capitolo!!! Spero vi piaccia… dopo di questo non so quando posterò perché sarà una settimana estenuante. Se riesco ad anticiparmi stasera lo inizio a scrivere!!! Buona lettura e grazie per tutti i bei commentini  :D spero di riceverne altriiii!!!! Ciao e buona settimana a tutti!!!

 

 

Volterra

Dopo una corsa, che poteva essere stata estenuante anche per il migliore tra i centometristi, arrivai alle porte di Volterra.

Non feci molta attenzione al paesaggio che mi circondava anche se, in un’altra circostanza, sarebbe stato più che piacevole.

La mia concentrazione era tutta puntata sull’odore che era impregnato nelle mura della città, era familiare: apparteneva alla mia razza. Era quasi giorno, ormai, anche se, pesanti nuvoloni avrebbero impedito alla mia vista, di scorgere l’ultima alba.

Col mio fiuto, non era difficile individuare il palazzo dei protettori di Volterra, si trovava, infatti, quasi al centro della cittadina e, nascosti nell’ombra, oltre ai loro pensieri, sentivo la loro presenza: si trattava del corpo di guardia dei Volturi, coloro che manteneva l’ordine e la pace in città.

Erano davvero efficienti questi vampiri italiani!

Non badai a loro, proseguii per la mia strada ignorando i loro pensieri curiosi. Intorno a me c’erano diversi palazzi distanziati tra loro mediante stretti vicoli che a mala pena consentivano il passaggio delle macchine.

Ben presto mi trovai dinnanzi a un enorme portone in legno massiccio. Era intarsiato e ben lavorato, era lampante che fosse antichissimo.

Non dovetti bussare per essere aperto, oltre al loro temibile fiuto, erano provvisti anche di molte tecnologie avanzate per tenere tutto sotto controllo.

Entrando, scorsi una grande sala ben arredata che doveva essere una specie di atrio perché era provvista di una reception, un ascensore e delle poltrone.

Il corpo di guardia dei tre protettori di Volterra, doveva essere aumentato. In pochi attimi, riuscii a scorgere due tipi di segugio e uno scudo. Era facile classificarli, i loro pensieri andavano in linea retta con i loro modi di fare e di agire.

Uno dei segugi, mi venne incontro. Il suo sguardo indugiò sui miei vestiti ma, soprattutto sul mio viso. Gli apparivo come un vampiro sciatto e in qualche modo capì che stavo soffrendo: la mia persona ma, soprattutto le mie occhiaie, gli suggerivano che era da parecchio tempo che non dedicavo attenzione al mio aspetto e alle mie necessità.

Mi si rivolse con un sorriso smagliante che, metteva in risalto i suoi bianchi canini.

<< Salve! Benvenuta a Volterra. Piacere, io sono Demetri. In cosa posso esserti utile? >>

<< Devo vedere Aro, Caio e Marcus >> Sbottai escludendo tutte le buone maniere che, per decenni avevano fatto parte del mio carattere.

 Che modi!!!  Pensò. Il ragazzino ha voglia di una lezione.

Non pensai ai suoi pensieri, anche perché era probabile che fossi più vecchio di lui e poi, pensandoci bene, era proprio quello che volevo.

Il mio modo di fare, in qualche modo, lo aveva turbato ma, mi rispose ugualmente con un sorriso e mi rispose: << Prego >> con un tono che faceva trasparire tutto il suo disappunto e facendo un gesto d’invito con la mano.

Lo seguii attraverso lunghi corridoi che, man mano che procedevamo, facevano trasparire il vero volto che si celava dietro l’apparenza dell’atrio.

Dopo alcuni minuti, che mi sembrarono eterni, giungemmo in un’ampia sala circolare in cui, proprio di fronte all’entrata, erano posti tre grandi troni in legno massiccio che, si sposavano perfettamente con lo stile del portale d’ingresso.

I tre vampiri più potenti del mondo, al momento, erano distratti dalla vista della piazza che si scorgeva da un’ampia finestra e stavano pensando alla festa che si sarebbe svolta il giorno dopo.

I loro volti, raggrinziti e quasi trasparenti, tipici dei vampiri millenari, per poco non brillavano a causa della luce solare ma, per loro fortuna il tempo non era dei migliori.

Quando entrai, si girarono all’unisono guardandomi con occhi curiosi. Aro mi venne incontro, riconoscendomi. Il suo viso era estasiato dalla mia presenza ma, i suoi pensieri, rivelavano preoccupazione a causa del mio aspetto. Non mi aveva mai visto in questo stato.

Voleva avere un contatto con me per scoprire all’istante tutto ciò che mi deprimeva ma i miei piani erano ben altri.

Avevo intenzione di spiegare prima la mia situazione e di esporre la mia richiesta e poi mi sarei abbandonato al dolore. Dovevo cercare di essere forte per altri brevi istanti e sarebbe tutto finito. O almeno lo speravo.

<< Aro >> esclamai con un tono, al tempo stesso tra lo spento e il nervoso

<< Che piacere rivederti! >>

<< Lo stesso vale per me mio caro Edward. È parecchio che non ci vediamo! Ma dimmi, come sta Carlisle? >>

Quanto odiavo quei convenevoli che erano tipici di quel vampiro. Non tolleravo quei suoi modi di fare né, avevo voglia di continuare a parlare, dovevo cercare di sbrigarmi.

<< Tutto bene Aro. Sono sicuro che ti manda i suoi più sinceri saluti ma, in ogni modo, devo dirti che non sono qui per questioni così frivole >>. Ecco, avevo messo quasi del tutto le carte in tavola. Aro stava incominciando a comprendere che qualcosa non andava e con lui, anche gli altri vampiri stavano provando una certa curiosità.

<< Allora dimmi tutto, mio caro ragazzo. Di quali questioni vorresti parlarmi? >>

Ecco, questo era il mio momento ma, ad ogni modo, le parole non riuscivano ad uscire. Stavo cercando di spingerle a calci fuori dalla mia bocca ma proprio non volevano saperne. Le mie ginocchia cedettero e mi ritrovai a fissare me stesso dalla mente di Aro con le mani davanti al volto e, sulle mie spalle tutto il peso del dolore che, da troppe ore, premeva sulla mia testa.

<< Ragazzo! >> esclamò quasi sconvolto il vampiro di fronte a me chinandosi ma senza toccarmi. Lo apprezzavo per questo.

<< Dimmi cosa ti turba, come posso esserti d’aiuto >>.

Le sue parole, seppur sincere mi sembravano vuote, nessuno era in grado di comprendere il mio dolore.

Alla fine, stanco di tutto quel soffrire e di quello spreco di tempo, decisi di affidarmi al suo dono. Allungai il braccio verso di lui e gli feci capire che ero pronto a scoprire tutte le mie carte, ero stanco di giocare.

 

 

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Capitolo 12
*** Ricordi ***


Scusatemi per il ritardo ma mi sono lasciata distrarre da alcune fan fiction molto carine e da una mia nuova creazione. Il mio cervello non ha voluto saperne di scrivere!!!

Un grazie particolare alle 21 persone che mi hanno aggiunta ai preferiti e alle 6 tra i seguiti.

Goten: ti ringrazio per la pazienza che metti nel commentare tutti i miei capitoli.. non sai quanto mi fai felice :D cmq devo confessarti una cosa.. (me timida) .. ho letto tutte le tue ff… MA COME FAIII?? Sei un genioooo!!! E la cosa che più mi fa piacere è che, visto tutti i commenti e i preferiti che ricevi, ti piaccia la mia storia. Sono rimasta incantata dalla tua fantasia e devo ammettere che ho perso molte ore di sonno per leggere tutte le tue ff. ciao e complimenti!

 

Ricordi

Tutta la mia vita mi scorreva davanti. Tutti i dettagli, anche quelli più insignificanti, erano lì, e scorrevano dalla mia mente in quella di Aro.

La mia infanzia, i miei genitori biologici che mi guardavano giocare, i primi sintomi della malattia che colpì mio padre, la sua morte, mia madre piangente davanti la sua tomba. Io che cercavo di darle coraggio e conforto poggiandole una mano sulla spalla, avevo solo sedici anni.

La mia stanza d’ospedale, mia madre moribonda nel letto accanto al mio, Carlisle pallidissimo che mi sussurra parole all’orecchio..  poi il dolore.

La mia prima chiacchierata con Carlisle, la più strana che abbia mai fatto. Capivo perfettamente i suoi pensieri ma non me ne rendevo conto. Fu lui, anche prima di me, a capire il mio dono.

I suoi consigli così pieni d’amore per me. Il ricordo di mia madre nei suoi nitidissimi ricordi, non avevano nulla a che fare con quelli della mia infanzia che mi apparivano lenti e sfocati.

Dolore, solo e soltanto dolore allo stato puro. Potevo percepirlo, mi appariva a flash, ma ne comprendevo e ricordavo tutte le sfaccettature e, con me, il mio interlocutore.

Sapevo benissimo, però, che il peggio doveva ancora venire.

 

Il salvataggio di Esme, l’amore negli occhi e nei pensieri della persona che era diventata mio padre a tutti gli effetti. L’amore che la sua compagna mi donò. Il mio periodo nero, la mia furia contro quegli esseri orrendi e ributtanti.

Il mio rimorso dopo aver capito che non era il modo giusto di andare avanti, il ritorno dai miei genitori e la felicità nei loro occhi.

L’incontro con Rosalie e il nostro rapporto tormentato, Emmet, Alice e Jasper. Tutti i loro volti si succedevano velocemente senza, però, essere imprecisi.

I miei ricordi si soffermarono soprattutto su Alice. Tutti i momenti passati assieme. Tutte le volte che avevamo salvato la nostra famiglia dai pericoli.

Durante questi ricordi notai qualcosa di strano nei pensieri di Aro ma non ci feci caso, il flusso procedeva inesorabilmente e sapevo che tra poco sarebbe arrivata la mia condanna: i ricordi che più avrei voluto cancellare e allo stesso tempo rivivere ancora.

Io e Emmet che combattevamo, le partite a scacchi contro Alice e Jasper, le mie notti insonni a leggere decine di libri immaginando l’amore, ma mai avendone realmente bisogno.

Gli amici di Denali, e tutte le persone che avevo incontrato nella vita, più o meno importanti.

Io e Alice che salvavamo una città da una catastrofe e poi eccolo, il suo sguardo che mi fissava, quegli occhi marroni che mi avevano quasi fatto impallidire.

Il suo odore nell’aula di biologia, i miei pensieri orrendi sulla sua morte. Il suo profumo così familiare mi bruciava piacevolmente la gola.

Il nostro primo bacio, la speranza di non farle del male, la voglia di spingermi oltre, di averla tutta per me, la paura di perdere il controllo. Tutte le notti passate accanto a lei sperando di scorgere i suoi pensieri più inconsci. La gioia che mi era penetrata nelle ossa dopo aver sentito pronunciare più volte il mio nome in sogno e.. il ricordo più dolce e bello in assoluto: le sue labbra che in un sussurro pronunciano le parole più splendide al mondo.. Ti amo.

La paura di perderla quando James le dava la caccia e l’addio, tutto si accavallava velocemente abbattendo tutte le mie difese. Quei ricordi mi facevano male, stavo soffrendo, volevo che la smettesse ma dovevo cercare di fargli comprendere tutto, ancora poco e forse avrei ottenuto quello che cercavo: la morte.

Arrivò anche il ricordo della telefonata di Rosalie e la mia fuga in Italia. Aro stava incominciando a capire ma, sfortunatamente per me, la mia richiesta non sembrava convincerlo.

<< Ma come hai fatto a resistere al dolce suono della tua cantante? >>

Non capivo, che voleva dire? E perché si soffermava su aspetti tanto futili? Volevo risposte, PRETENDEVO risposte, la mia rabbia stava incominciando a salire, non ne potevo più.

Vedendo la mia faccia confusa mentalmente mi spiegò che si riferiva all’odore del sangue di Bella.

<< Ma certo, tu la amavi. Ti ammiro molto sai? >> si rispose.

<< Si Aro, e ti ringrazio ma ti scongiuro, adesso puoi darmi delle risposte? >>.

<< Ma certo mio caro! Siediti ti prego. Dammi del tempo per spiegare la situazione ai miei cari amici Marcus e Caio >>.

<< No grazie, preferisco stare in piedi >>.

Ero furioso ma dovevo cercare di essere gentile o non mi avrebbero accontentato.

Mentre discutevano ripensai ad Alice. Forse l’avevo esposta troppo. Aro sembrava un bambino di fronte a un gelato, mentre parlava di lei e delle nostre imprese. Cosa avevo fatto?

<< Mio caro! Finalmente siamo giunti a un verdetto! >> Mi guardò con un sorriso a quarantadue denti, se possibile.

Era strano ma a volte non riuscivo a vedere bene i suoi pensieri. Era bravo a mascherarli, quasi quanto Alice.

<< Allora? >> sbottai quasi impassibile.

<< Vogliamo farti una proposta. Che ne diresti di unirti a noi? Il tuo potere è molto potente, nelle nostre battaglie ci saresti di grande aiuto. Negli ultimi anni, come hai potuto notare, abbiamo aumentato la nostra guardia ma, in ogni modo, siamo sempre in cerca di nuovi talenti! >>

Finalmente nella sua mente scorsi qualcosa. Stava pensando a due bambini ma dall’aspetto dedussi che dovevano essere vampiri. Poi compresi i loro poteri. Erano davvero molto potenti in battaglia. Potevano essere letali anche contro di me. Alec e Jane. Questi erano i loro nomi. Non aveva intenzione di presentarmeli ma avevo già capito tutto, non ce n’era bisogno.

<< Aro, pensavo avessi compreso ogni cosa dai miei pensieri. Non mi interessa la vita. Lei è morta! >>

<< Ma mio caro, cerca di capire. Il tuo immenso potere.. sai quante persone bramino un potere simile? Anche per me è difficile resistere. Saresti la pupilla del mio corpo di guardia. Saresti il mio braccio destro. Io e te insieme, già immagino.. sarà delizioso! Sarebbe uno spreco, il tuo potere è troppo importante, non posso permetterlo mio caro >>.

Da quello che avevo capito aveva in mente qualcosa. Doveva esserci qualcuno che era in grado di far quadrare le cose, qualcuno in grado di farmi unire a loro. Non sarebbe bastato, ero troppo irritato e bisognoso di morire, non avrebbe funzionato nulla con me.

<< NO! Non voglio cercare di capire un bel niente. Non ti è chiaro che non sottostarò MAI al tuo volere?! Non mi interessa un accidenti, il tuo corpo di guardia e la posizione elevata che potrei ottenere. A dirla tutta, non mi interessa neanche come cercherai di farmi ragionare. Sai quello che voglio e sai che cercherò di ottenerlo in ogni modo >>.

Detto questo mi voltai e me ne andai, spalancai la porta dietro di me – forse distruggendola – e uscii in strada.

Nella mia mente vorticavano mille pensieri, ero furioso. Non pensavo sarebbe stato così difficile, speravo che dopo aver capito il mio stato d’animo avessero compreso l’importanza che la morte aveva per la mia anima, o quello che ne rimaneva.

Dovevo agire, fare qualcosa per sfogare la mia furia. Potevo andare a “caccia”.. di umani. Forse questo sarebbe bastato a scatenare la loro ira. Avrebbero di sicuro pensato che un vampiro come me non poteva permettersi di mettere in pericolo la vita dei loro protetti. Mi avrebbero dato di sicuro la caccia. Si, potevo provarci.

Mentre ero intento nei miei piani un viso mi apparve nitido. Biondo, occhi dorati, pelle diafana.. Carlisle.

A pochi attimi dalla morte potevo concedermi un’azione simile? Potevo compiere un gesto tanto inumano nei suoi confronti? 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Incontro ***


Ecco il capitolo più atteso, l’incontro tra Ed e Bella a Volterra. Ho aggiunto un piccolo flash back che mi è venuto in mente. Mi è sembrata un’idea carina.. poi non so! Fatemi sapere cosa ne pensate, se secondo voi è fattibile!!! Buona lettura e grazie sempre a tutti voi per i commenti ecc. (non sto qui a ripetermi sempre) :D vadooo..

Incontro

Non avrei mai tradito la fiducia di Carlisle. Volevo credere davvero alla sua teoria, forse c’era una speranza per me e, uccidere umani non era la soluzione ai miei problemi.

Vagliai tutte le possibilità che mi rimanevano: avrei potuto scaraventare un’auto dall’altra parte della piazza in mezzo a tutte quelle persone, potevo distruggere qualche palazzo, correre velocemente davanti a tutti ma, tutto mi appariva troppo scontato, banale e, soprattutto, distruttivo. Volevo compiere un gesto in grado di svelare la nostra vera natura, non qualche giochetto da supereroi.

La risposta era una sola, mostrare la mia pelle da assassino pubblicamente: far risplendere il mio corpo, creare quel gioco di luci che tanto ci differenziava dagli umani.

Il giorno era perfetto e avrei aspettato, per quegli ultimi settantadue minuti, il momento favorevole, quell’attimo in cui il sole è al centro esatto del suo giro quotidiano: mezzogiorno.

Sarebbe stato tutto eccessivamente perfetto. Mi figuravo già la scena nella mia mente. Il campanile al mio fianco avrebbe scoccato gli ultimi rintocchi della mia vita quando, un bambino o qualsiasi altro umano, mi avrebbero indicato facendo voltare tutti verso di me. Non m’importava cosa sarebbe accaduto dopo a quelle persone né, cosa sarebbe accaduto a me.

In quegli ultimi lunghissimi minuti mi concessi di pensare a lei. Mi sembrava di udire il suo battito melodioso che, a contatto con le mie labbra, accelera incessantemente.

La mia memoria doveva essere più che perfetta, mi sembrava di riuscire a udire anche la sua dolce voce che si avvicinava a me. Quella voce che invocava il mio nome nei momenti d’incoscienza o di passione.

Forse la sentivo perché, finalmente, mi stavo avvicinando a lei.

<< Edward, no! No, Edward sono qui! >> cosa aveva il mio angelo? C’era per caso qualcosa che non andava? Probabilmente non voleva che lo raggiungessi?

Inconsciamente il mio piede si spostò verso la luce, non mi importava se non mi voleva, doveva almeno darmi l’opportunità di spiegarmi.

Sorrisi come non lo facevo da mesi. Avrei finalmente parlato con lei, udito la sua dolce voce. Riuscivo già a sentire il calore del suo corpo premere contro il mio, ci poteva essere sensazione più deliziosa?

Avevo chiuso gli occhi e non me ne ero accorto, forse in qualche modo stavo cercando di collegare meglio il mio cervello a lei, al suo cuore, al suo odore.

I miei occhi reclamavano la sua vista, colei che li aveva ammaliati rendendoli ciechi e sfocati dinanzi al mondo.

Appena aprii gli occhi, ritornai di qualche anno indietro nel tempo, precisamente al tredici del nono mese dell’anno 1990.

Io e Carlisle eravamo andati a visitare l’ospedale di Forks che, da lì a qualche anno, lo avrebbe ospitato come medico.

Quella cittadina era l’ideale per noi: solo quattro giorni di sole l’anno.

Mentre mio padre si informava su tutti gli impianti dell’edificio e su tutti i medici, io mi ritrovai a vagare da solo per l’ospedale. Come attratto da una strana forza magnetica. Mi ritrovai in un reparto tutto colorato con decine di bambini piangenti: il reparto maternità.

Successe tutto molto velocemente. Appena mi voltai per tornarmene indietro, i miei occhi incontrarono qualcosa di estremamente profondo. Il mio sguardo si soffermò sul visino più dolce, più pallido e più maturo di tutto il reparto. Quel volto sembrava comprendere e ammirare la mia natura come nessun essere umano avesse mai fatto. Mi sorrise formando dolci buchini su quelle guance paffute e io rimasi per un attimo incantato, perso in quei meravigliosi occhi color nocciola così espressivi.

Ritornai immediatamente al presente. Quegli stessi occhi, ora più arrossati, mi stavano guardando.

Finalmente collegai. Come avevo potuto non pensarci prima? Era lei, era sempre stata lei.

Ero stato troppo concentrato a cercare di carpire i suoi pensieri per accorgermene.

Finalmente ora avevo la lucidità per pensare. Evidentemente ero stato accontentato perché, mai come in quell’istante, la mia mente e il mio corpo erano stati più VIVI.

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Capitolo 14
*** Sogno o Realtà? ***


Salve a tutti!!! Finalmente ho finito di scrivere questo capitolo. Mi scuso per il ritardo ma questo capitolo proprio non volevo scriverlo.. volevo addirittura saltarlo ma poi mi hanno consigliato di continuare.. :D in ogni caso spero vi piaccia.. specialmente la fine (per chi non si addormenterà prima).

Ps. Ragazze vi ringrazio infinitamente per i vostri commenti e per l’attenzione che mi date.. quando li leggo mi viene una voglia matta di accontentarvi e scrivere per tutta la giornata.. ma purtroppo non posso :D  un bacioneeeee

Barbara

 

Sogno o realtà?

<< Straordinario >> dissi estasiato.

Doveva essere il Paradiso di sicuro. Quale altro posto comprendeva il mio angelo e la lucidità dovuta alla felicità?

<< Carlisle aveva ragione >>. Quell’uomo non si era mai sbagliato riguardo la vita dopo la morte, forse sarei stato felice..

<< Edward, torna subito all’ombra! Muoviti! >>. Perché il mio angelo era ansioso? Cosa le accadeva?

Le accarezzai una guancia per tranquillizzarla. Non doveva preoccuparsi, io ora stavo bene, le avrei spiegato ogni cosa, le sarei stato per sempre accanto se me l’avesse concesso.

Dentro di me sentivo una strana sensazione, forse dovuta alla morte. Era come se il suo corpo, a contatto con la mia pelle, rimettesse in circolo quel sangue che non credevo più di avere, riscaldando la mia struttura.

<< E’ incredibile, sono stati velocissimi. Non ho sentito niente.. che bravi! >>

Ero riuscito nel mio intento, mi avevano accontentato. Ora non mi restava che “vivere” accanto a lei.

Mormorai i versi di Romeo che pronunciò sulla tomba di Giulietta.

Bella era rimasta quella di sempre, era fantastica, il mio angelo personale.

<< Hai lo stesso profumo di sempre >> dissi ispirando finalmente con i polmoni che per lungo tempo non erano stati in funzione.

<< Quindi forse questo è davvero l’inferno. Non importa. Resisterò >>.

Sarebbe stato sicuramente meglio del dolore che avevo patito.

<< Non sono morta e nemmeno tu! Ti prego, Edward, dobbiamo muoverci. Ci prenderanno! >> mi disse urlando. Mi percorse un brivido quando le sue labbra pronunciarono il mio nome. Da quanto tempo le mie orecchie infallibili non udivano quel dolce suono..

Rimasi per un attimo interdetto, non riuscivo a comprendere cosa stesse dicendo.. possibile che gli angeli vaneggiassero?

<< Puoi ripetere? >> dissi col tono più educato che possedevo. Se era matta, dovevo assecondarla.

<< Non siamo morti, non ancora! Ma dobbiamo andarcene prima che i Volturi... >> I Volturi??? Questo non era il Paradiso. Quel nome non poteva esistere in questo luogo.

Tutte le mie certezze crollarono di nuovo. Questa agonia avrebbe mai avuto fine?

In un secondo compresi tutto. Bella era reale, eravamo in pericolo, stavo per espormi alla luce del sole e due vampiri si stavano avvicinando. Non sapevo come fare.. ero in trappola, stavolta come l’avrei salvata? L’avevo di nuovo messa in pericolo?

Istintivamente la sospinsi verso il muro delicatamente e mi parai davanti a lei. Si stavano avvicinando, potevo già delinearne i pensieri.

Uno di loro lo avevo già conosciuto. Mi aveva accolto e presentato ai Volturi. L’altro si chiamava Felix.. non ero ancora riuscito a capire che dono avesse.

Si avvicinavano sempre di più. Dovevo dargli una buona impressione, dovevo cercare di salvare la situazione.

<< Buongiorno signori. Non credo che oggi avrò bisogno dei vostri servigi. Vi prego soltanto, per piacere, di portare i miei ringraziamenti ai vostri padroni >>. Ero stato chiaro ma i loro pensieri non sembravano volessero assecondarmi.

<< Vogliamo continuare la nostra conversazione in un luogo più consono? >> minacciò Felix. Capii all’istante che non ci avrebbero lasciati andare facilmente. Aro aveva impartito degli ordini ben precisi ma dovevo ugualmente tentare, avrebbero potuto cambiare idea.

<< Non credo sia necessario. Conosco le vostre istruzioni, Felix. Non ho infranto nessuna regola >>. Ci aveva pensato la mia Bella a salvarmi.

<< Felix allude alla vicinanza al sole. Cerchiamo un riparo migliore >>.

Che cosa avrei fatto? Come l’avrei salvata? Non potevo trascinarla con me al centro dell’inferno. Quel luogo poteva essere letale per lei, centomila volte più di me.

<< Vi seguo >> dissi ai due vampiri. Velocemente mi voltai verso di lei con uno sguardo altamente convincente, non avrei ammesso repliche.

<< Bella, perché non torni in piazza a goderti la festa? >>. Alice era con lei, sentivo la sua presenza, l’avrebbe di scura trovata e portata in salvo.

<< No, la ragazza viene con noi >> dichiarò Felix. I suoi pensieri immaginavano il corpo di Bella senza vita dopo il “tocco” dei suoi canini.

Non potevo permetterlo. L’avevo ritrovata da poco e ancora dovevo spiegarle tutto. Sapevo quali sensazioni si provassero con la consapevolezza della sua morte, non volevo ricordarle ma sapevo benissimo che non le avrei mai dimenticate. Lei sarebbe sopravvissuta ad ogni costo, anche se io non ce l’avessi fatta.

Sentii i pensieri di Alice. La felicità mi circondò per un istante. Non ero solo, forse ce l’avremmo fatta.

<< Puoi scordartelo >> emisi cercando di prendere tempo. Sapevo già come andava a finire, l’avevo appena visto dalla visione di Alice.

Tranquillizzai Bella, lei era l’unico mio pensiero e punto di riferimento, doveva capirlo.

A breve i due vampiri avrebbero ribattuto che Bella non poteva essere liberata e si sarebbero avvicinati così tanto a me da non consentirmi vie di fuga. A quel punto sarebbe comparsa Alice. Stava arrivando la sentivo.

<< Vogliamo darci un contegno? >> pronunciò con la sua voce cristallina. Fratello, che piacere ritrovarti. Bella ce l’ha fatta giusto in tempo. Temevo arrivasse in ritardo o inciampasse.

<< Non ci si comporta così di fronte a delle signore >>. Demetri e Felix si irrigidirono all’istante, sapevano che ora avremo combattuto ad armi pari.

<< Non siamo soli >> disse Alice. Voleva che credessero che, ove mai avrebbero voluto attaccarci, con noi c’era anche la nostra famiglia. Per loro avrebbe significato troppe perdite.

I due seguaci dei Volturi, volevano ad ogni costo portarci nel loro rifugio ma ad un tratto, seppi con certezza che non avevamo più scampo. Stava arrivando colei che, anche i vampiri, temevano di incontrare.

Di persona non l’avevo mai incontrata ma, dai pensieri di Aro, ero riuscito a capire che era molto potente, letale.

Non avremmo potuto fare altro che seguirla.

Strinsi forte Bella vicino al mio fianco. Volevo sentirla accanto. Di sicuro doveva essere terrorizzata, volevo farle capire che non le sarebbe successo nulla. Jane ci condusse verso il loro nascondiglio.

<< Be’ Alice. Immagino che non dovrei essere sorpreso di trovarti qui >> dissi mentre camminavamo verso l’entrata secondaria.

<< E’ stata colpa mia. Toccava a me cercare di rimediare >>.

<< Cos’era successo? >> ero curioso di sapere tutto nei minimi dettagli. Rosalie mi aveva detto che Bella era morta, mi aveva mentito? Non misi molta enfasi nelle mie parole, sebbene fossi tremendamente curioso. Non potevo commettere errori, ogni informazione poteva metterci nei guai.

<< E’ una storia lunga. Per farla breve, si è tuffata da uno scoglio, ma non voleva suicidarsi. Bella si è data allo sport estremo, di recente >>. Sottolineò l’ultima parola per farmi comprendere tutto il risentimento che provava nei miei confronti. Nei suoi pensieri intravidi dei lupi, buchi delle sue visioni di Bella al pronto soccorso.. non feci in tempo a leggere tutto.

 Poi ti spiego tutto nei minimi dettagli ora fammi concentrare, devo sapere come andrà a finire.

Eravamo quasi giunti alla meta. Dovevamo calarci da un tombino, attraversare qualche sala e sperare in una liberazione senza secondi fini.

All’interno del cunicolo, potevo distinguere il suo battito. Quella melodia meravigliosa che infondeva nel mio corpo una piacevolissima sensazione. La strinsi forte a me, avevo bisogno della sua vicinanza per calmarmi, dovevo sentirla vicino per rendermi conto che lei non era morta, infondeva ancora in me il suo calore e, con un po’ di fortuna, saremmo usciti sani e salvi di lì.

Respirai una forte boccata d’aria. Nonostante non cacciassi da settimane, il suo odore non mi sconvolse come mi aspettavo. Non era cambiato, era sempre estremamente invitante, dolce e dissetante ma, quello ad essere cambiato ero io.

Il suo odore, ora, rappresentava la sua vita. Una linea sottilissima e allo stesso tempo così intensa, capace di spezzarsi o di sopravvivere con la stessa intensità.

Quel profumo delizioso, nel mio cervello, era associato alla consapevolezza che lei non era morta, mi era accanto. Finché avessi sentito quello splendido aroma, il mio cuore sarebbe stato leggero. Neanche il suo sangue mi stuzzicava come prima. Adesso potevo dire di aver superato l’ostacolo.

 

Un grazie speciale a:

titty88: grazie mille per il sostegno morale :D

cloetta: grazie a te che continui a seguirmi ma soprattutto a commentare :D  spero che anche questo ti sia                                                                                                                       piaciuto

Ele_Cullen: sono contenta che ti sei unita anche tu! Qualche membro in più non fa mai male (fidati) :D mi scuso per aver postato così tardi!!!

Goten: ormai sei una veterana.. ma mi fa piacere sempre leggere i tuoi commenti J

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Capitolo 15
*** Mi Ami Ancora? ***


Scusate per il ritardo ma la mia “vena poetica” era un po’ a corto.. non ho avuto molta ispirazione! Comunque vi anticipo che questo capitolo è uno degli ultimi.. la mia ff sta giungendo al termine!!! :D

Vi posto la prima parte.. il resto non so se lo salto oppure lo scrivo!!! ( se sono fortunata qualcosa di fatato scenderà sulla mia testa illuminandomi :D) ok sto delirando..

Buona lettura e grazie per la tolleranza!!!

 

 

Mi ami ancora?

Ancora non me ne capacitavo. Ce l’avevamo fatta, lei era salva, nessuno le avrebbe più fatto del male.

Viaggiavamo molto velocemente attraverso le strade della Toscana diretti verso l’aeroporto. Non volevo più vedere questo paese neanche in cartolina.

Bella era accanto a me, sul sedile posteriore dell’auto che mia sorella aveva rubato per correre all’aeroporto. Le accarezzavo i capelli distrattamente assaporando ogni attimo di vicinanza. Ascoltavo il suo cuore, quella dolce melodia che per tanto, troppo tempo, non avevo udito. Era la musica più bella, più meravigliosa dell’intero universo. Un’armonia che non si poteva trascrivere, un ritmo che neanche i migliori musicisti sarebbero stati in grado di eguagliare con la stessa intensità.   Questa piacevolissima sensazione era come nuova. Avevo già provato emozioni del genere accanto a lei ma il ritrovarsi dopo tanto tempo, dopo mesi di distanza, era un’esperienza senza precedenti, quasi simile al nostro primo bacio.

Il suo corpo però, mi infondeva una strana sensazione, come di insicurezza. Forse aveva ancora paura?!

Ricordai il suo urlo di disperazione quando stavo subendo i poteri di Jane. Riecheggiava nella mia mente lacerandomi l’anima, non riuscivo a scacciarlo nonostante lei ora si trovasse al sicuro tra le mie braccia.

Avevo cercato di non lamentarmi, non volevo si spaventasse, ma, purtroppo, il mio volto, la mia espressione, mi avevano tradito. Quel dolore non l’avevo mai provato. Nella mia lunga vita non mi era mai successo di bruciare né di essere fatto a pezzi. Jane, era stata capace di farmi provare tutti quelle sofferenze fisiche; tutte insieme.

Non riuscivo a comprenderla. In questi momenti, più che negli altri, odiavo non poterle leggere nella mente, scoprire cosa realmente pensava.

Era arrabbiata con me perché l’avevo di nuovo messa in pericolo? Mi avrebbe perdonato per tutto quello che le avevo fatto passare? Dopo tanto dolore mi amava ancora?

Queste domande mi frullavano nella testa come un tornado. Sarebbero state in grado di distruggermi se non avessi al più presto trovato una risposta. Però sapevo benissimo che non era il momento, dovevo essere paziente. Bella era esausta, a mala pena si reggeva in piedi e aveva affrontato prove che avrebbero fatto rabbrividire anche un vampiro.

                                               ***

Come era stata coraggiosa la mia Bella. Era corsa a salvarmi affrontando dodici ore di viaggio solo per raggiungermi. Aveva attraversato una piazza affollatissima correndo, a perdifiato, nonostante le sue scarse doti atletiche. Davanti ai Volturi non aveva mai mostrato un minimo cenno di paura, si era addirittura avvicinata ad Aro quasi con curiosità.

Quei momenti erano stati tremendi. Già durante il tragitto verso la stanza in cui si trovava Aro, il mio corpo voleva proteggerla, allontanarla chilometri da quel posto angusto. Tremava, arrancava. Ma più che sorreggerla e stringerla a me non potevo fare nient’altro. Quel corridoio sembrava non finire mai. La strinsi forte a me, mi era mancata tremendamente e il sollievo di sentirla viva, anche se non sapevo ancora per quanto tempo, era come un balsamo per la mia mente.

I suoi denti battevano per il freddo, stava tremando e il mio corpo gelido non poteva darle quel calore che le serviva per sopravvivere. Decisi di staccarmi da lei, mi sarei accontentato anche di darle solo la mano.

<< N-n-nno >> balbettò e mi strinse ancora di più a se. Non voleva allontanarmi. Voleva starmi accanto. Sentivo che aveva bisogno di me come io di lei. Che dolce sensazione!

Le accarezzai una guancia, poi le sue labbra carnose. Non riuscivo a staccarmi da lei. Sapevo che, ora come ora, non potevo concedermi gesti passionali, avevo altro a cui pensare. Ma avevo bisogno di quel contatto.

In quel momento, mi era sembrato di essere tornato indietro nel tempo, a scuola, davanti alla palestra: il dorso freddo della mia mano che le accarezza la guancia, il rossore che si scatena dopo questo mio gesto.

Ancora oggi ho il timore di toccarla, sfiorarla. Ho paura che si ritragga o, peggio ancora, si ferisca.

Avevo fatto molti sbagli, il più grande era stato quello di venire in Italia senza accertarmi della sua morte e adesso la stavo trascinando al centro esatto dell’inferno senza darle una via di fuga. Non potevamo scappare, Alice lo aveva già previsto. Nel luogo in cui eravamo diretti, ci aspettavano vampiri con doni eccezionali e terribili allo stesso momento.

Io e Alice stavamo cercando di mettere in atto un piano. Comunicavamo nel nostro modo consueto: lei parlava mentalmente e io mi concentravo sulle parole che avrei voluto dire ad alta voce facendole, così, avere delle visioni.

Stavamo entrando nella stanza in cui si trovavano Aro e gli altri protettori di Volterra. Non si prospettava nulla di buono, non ci avrebbero lasciato andare facilmente, bisognava giocare d’astuzia.

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Legami Potenti ***


Salve a tutti!!! Devo dirvi che sono un po’ triste.. per l’ultimo capitolo ho ricevuto solo 3 recensioni buuuuu…

Ok dopo la crisi di pianto :D ecco a voi il prox capitolo. Ci ho messo un sacco di tempo a scriverlo perché  non mi andava a genio!!! La parte che riguarda i Volturi è quasi finita.. forse! Mo vediamo.. potrei tagliare alcune cose! Cmq leggete e fatemi sapere :D ciao a tuttiii!!!

 

Legami potenti

Jane ci fece un cenno con la mano per farci entrare. Strinsi Bella più forte contro il mio corpo e Alice fece lo stesso. Sapevo che non serviva a molto ma volevo che capissero che l’avremmo difesa, se necessario.

Entrammo in un ascensore, solo l’idea di stare in un posto chiuso con Bella e altri vampiri mi rendeva folle: il suo odore non poteva mandare in estasi solo me!

Jane stava pensando già al suo profumo, infatti, sperava che Aro le facesse fare un assaggio. L’avrei ridotta in cenere solo per quel pensiero malsano ma, sapevo che, oltre ad essere circondati da nemici, lei era più forte e fatale di me.

<< Buon pomeriggio Jane >> disse una donna che stava alla reception. Era umana e lavorava per i Volturi pur conoscendo la loro natura. Che essere abominevole. Sperava di essere trasformata in uno di loro, di ottenere maggiore bellezza e potere. Che illusa! I Volturi non avevano intenzione di trasformarla, forse, non si sarebbero nemmeno cibati di lei, l’avrebbero uccisa e si sarebbero disfatti del suo corpo.

<< Ciao Gianna >> le rispose Jane.

Felix pensò a un modo poco casto di usufruire di lei facendole un occhiolino. Dove avevo portato la mia Bella? Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Sarei vissuto altri mille anni solo per colpevolizzarmi.

 

Eravamo quasi giunti in prossimità della stanza in cui si trovavano i tre protettori di Volterra.

In lontananza percepii una presenza sconosciuta.

<< Jane >> pronunciò il giovane vampiro illuminandosi. Che strana sensazione, nonostante l’età i suoi pensieri erano simili ai pensieri dei vampiri che ci circondavano, adulti in un certo modo.

<< Alec >> trillò Jane. Rimasi di sasso. Era lui, l’altro Vampiro assoldato dai Volturi per le sue ottime capacità. Ora eravamo nei guai.

<< Esci a prenderne uno e ne riporti indietro due.. e mezza >> precisò voltandosi verso Bella. Quei due erano così simili, i loro pensieri si eguagliavano, anche i loro poteri, in un certo senso.

<< Bentornato Edward, mi sembri finalmente di buonumore >> peccato che non durerà per molto mio caro.

<< Un poco >> risposi senza tradire alcuna emozione. Quel giorno, quando feci la mia richiesta ad Aro, non mi ero neanche accorto di lui, forse era arrivato dopo, quando il mio dolore aveva raggiunto l’apice.

Stava volgendo i suoi pensieri verso Bella. Non riusciva a capire come mai un’umana tanto insignificante potesse scombussolarmi l’esistenza, condurmi a un dolore tale da richiedere la morte.

<< Questa sarebbe la causa di tutti i problemi? >> quest’insulsa umana?

<< Fatti avanti >> disse Felix. Preparati alla morte! Peccato tu debba perdere la tua immortalità proprio dopo esserti ricongiunto con la tua metà. Vorrà dire che vi incontrerete nell’aldilà!  Cantilenò a mo di filastrocca.

Dal mio petto partì un ringhio. Gliel’avrei fatta pagare un giorno. Come osavano. Mi sentivo in trappola, non potevo reagire, avrebbero fatto del male a Bella.

Edward calmati immediatamente! Non vorrai scatenare una guerra? << Sii paziente >> mi ammonì.

Se hai idea di attaccare quest’energumeno, sappi che prenderà di mira Bella! È questo che vuoi? E mi mostrò il risultato delle sue visioni.

Ok, avrei fatto come diceva Alice.

Camminammo per altri dieci minuti. Quei corridoi erano freddi e bui, quel clima non aiutava per niente, mi sentivo ancora più agitato e nervoso.

Alec e Jane erano entusiasti, sembrava stessero partecipando a una festa da ballo.

Giungemmo alla fatidica “stanza del giudizio”, il luogo dove i Volturi avrebbero deciso il nostro destino.

Le visioni di Alice non erano delle più rosee ma, stava vagliano ogni minima possibilità pur di consentirci una via di fuga.

Nella stanza c’erano un mucchio di vampiri. Non seppi dire se erano aumentati dalla mia ultima visita oppure no.

<< Jane, cara, sei tornata! >> Mio dolce angelo!  Pensò baciandole le labbra.

<< Si, mio signore. L’ho riportato indietro vivo, proprio come voi avevate chiesto >>. Mi avrebbe fatto fuori volentieri ma non voleva deludere Aro. C’era una strana atmosfera reverenziale e, non ne capivo il motivo. Jane era di gran lunga molto più forte di lui.

<< Ah, Jane. Che conforto mi dai. E ci sono anche Alice e Bella! Che lieta sorpresa! Meraviglioso! >>. Dal suo tono sembrava le conoscesse da tempo. Era un suo modo di fare, conosceva le persone e i vampiri nei minimi dettagli ancor prima di conoscerli. I suoi pensieri non erano molto chiari, sembravano velati, quasi nascosti. Alice aveva acquisito un degno rivale!

Odiavo il suo modo di comportarsi, continuava a porgermi domande insulse. Quel fare da “signorotto locale” mi infastidiva.

Edward perché continuo ad avere visioni di te che fai a pezzi Aro? Pensò mia sorella in modo spiritoso.

Era davvero divertente quanto ci si metteva. Peccato che il nostro destino era nelle loro mani e che avevo esposto Bella ad un ulteriore pericolo.

Aro si rivolse ad Alice. Anche se in minima parte riuscii a percepire un forte interesse nei suoi confronti.

<< Tuo fratello ti credeva infallibile, ma a quanto pare c’è stato un errore >>

<< Ah, sono tutt’altro che infallibile. Come hai potuto vedere tu stesso, risolvo tanti problemi quanti ne creo >>.

Aro si comportò nel suo modo usuale per diversi minuti. Percepii chiaramente l’invidia e la smania di possesso che provava verso i nostri poteri. Sarebbe stato un problema, non ci avrebbe lasciato andare facilmente.

Un’altra complicazione era il fatto che Bella conosceva troppo della nostra natura. Per le regole sancite dai Volturi, gli umani non potevano venire a conoscenza dei nostri segreti.

Tutti coloro che avevano scoperto la nostra natura, non avevano fatto una bella fine.

<< Marcus, Caius, guardate! Infine, Bella è viva, e assieme a lei c’è anche Alice! Non è meraviglioso? >>.

I due vampiri sembravano provare tutte le emozioni di questo mondo fuorché meraviglia.

Il vampiro di nome Marcus, stava vagliando le nostre relazioni. Potei capire che, nella sua lunga vita, un legame intenso come il sentimento tra me e Bella, non l’aveva mai percepito. Dai suoi pensieri riuscivo a percepire tutta l’intensità del nostro rapporto. Nella sua mente, lo avvertiva come un’aura di fuoco che ci ricopriva attirandoci l’uno verso l’altro. Non era puro e semplice fuoco, sembrava una specie di fiamma ossidrica anzi, si avvicinava molto al calore del sole: folgorante, intenso, forte.

L’amore che sprigionavamo io e Bella, il nostro legame, era simile, aveva la stessa consistenza.. significava che, in fin dei conti lei mi amava ancora? Non lo sapevo ma, lo avrei scoperto.

L’altro legame che incuriosì Marcus, fu il rapporto tra me ed Alice. Non solo non riusciva a capire come poteva esistere un sentimento così forte tra un’umana e un vampiro, ma era scettico anche per quanto riguardava l’affetto reciproco che provavamo io e mia sorella.

Marcus, con un tocco ad Aro, gli comunicò l’intensità dei nostri sentimenti. Aro, per un istante impercettibile rimase esterrefatto ma si riprese subito.

<< Come fai a starle così vicino? >> mi domandò.

<< Mi costa un certo sforzo >> risposi pacato. Non aveva neanche idea che cosa significava il suo sangue per me; significava, appunto. Ora non avrei potuto più distaccarmene, quell’odore mi tranquillizzava.

<< Eppure.. è la tua cantante! Che spreco! >>. Che termine strano per definire l’effetto che il suo odore sortiva su di me. Immaginava le sirene e il loro canto tentatore.

<< Per me è il prezzo da pagare >> risposi con convinzione. Aro conosceva benissimo i miei sentimenti per Bella. Sapeva e comprendeva a fondo tutto il mio dolore di privarla, giorno dopo giorno, della sua umanità.

<< Un prezzo molto alto >>.

<< Ma equo >>

<< Se non avessi sentito il suo odore nei tuoi ricordi, non avrei mai potuto credere che il richiamo del sangue potesse essere tanto forte. Nemmeno io ho mai provato nulla di simile. La maggior parte di noi darebbe qualsiasi cosa per un dono come questo, eppure tu.. >> hai molta di volontà, sei il degno figlio di tuo padre, non ho mai visto tanta persistenza.

<< Lo spreco >> aggiunsi continuando i suoi pensieri.

Era trascorsa mezz’ora dal nostro incontro, ero stufo di attendere, volevo andare al dunque, risolvere la situazione!

Sproloquiò per altri preziosi minuti, sulla mia somiglianza con Carlisle, sull’affetto che ci legava, la nostra volontà ecc.. non ne potevo più, si poteva essere così frivoli?

<< Il ricordo di quanto ti affascini.. è tale da stuzzicare la mia sete >> COSA?  Ritornai velocemente con la mente concentrata su Aro. Non avrebbe osato sfiorarla. M’irrigidii. Come ce la saremmo cavata? Alice non dava segni di vita, non una visione, nulla. Sembrava volesse tenermi nascosta una delle sue idee.

Cosa avrei scoperto scavando più a fondo?

 

 

Grazie per la collaborazione e alla prossima!!!

Ps non temete, la tortura sta per concludersi :D

Un bacioneeee e un grazie particolare alle ragazze (favolosissime) che mi recensiscono!!!

 

 

 

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Capitolo 17
*** Urlo Agghiacciante ***


Ragazzi grazie mille per aver aggiunto la mia storia tra i seguiti e i preferiti (30+17)quest'immagine è quella che mi hanno creato per pubblicare la mia ff su Welcome to Forks!!!

A dopo con i ringraziamenti particolari :D

 

http://im1.freeforumzone.it/up/18/77/386340039.jpg

Urlo Agghiacciante

Bella avanzava lentamente verso il vampiro che ne avrebbe deciso le sorti. Le aveva appena chiesto il permesso di poter usare il suo dono su di lei, di verificare l’efficienza del suo potere contro il mio.

La toccò con un movimento lento e studiato. Un’impercettibile parte di me, sperava che il dono di Aro funzionasse, ero curioso di scorgere i suoi pensieri, questo desiderio mi bruciava dal primissimo istante in cui i nostri sguardi si erano incrociati.

Il suo tocco non sortì nessun effetto. Niente, silenzio totale.

Nonostante la mia immensa curiosità, ero contento di sapere che nessuno poteva fare breccia nella sua mente, il posto più sicuro per un pensiero.

Aro stava pensando a qualche possibilità di riuscita ma non trovava risposte. Lo infastidiva non poterle leggere i pensieri.

<<.. Jane.. mia cara? >> voleva sperimentare il potere di Jane su Bella? Non se ne parlava, sapevo cosa si provasse, lo avevo letto nella mente dei presenti, non avrei acconsentito, tutto tranne questo!

<< NO! >> ringhiai. Edward calmati, se fai così sarà peggio. Non penso che il suo potere possa ferirla. Pensò Alice.

Non ne era sicura, io pretendevo certezze. Nessuno avrebbe toccato Bella ora che l’avevo ritrovata.

Aro spiegava la situazione a Jane, non aveva intenzione di arrendersi. Il mio ruggito si espanse per tutta la sala, riecheggiava sinistro, macabro.

Jane stava prendendo la mira. Alice venne distratta da una visione di me che mi accasciavo a terra dolorante ma era troppo tardi per tornare indietro, mi parai davanti a Bella allargando le braccia per farle scudo, sentii il fiato sospeso di tutti i presenti e un urlo in lontananza..

Il dolore che mi invase fu immenso, non l’avevo mai provato prima. Non mi era mai capitato, da quando Carlisle mi aveva trasformato, di essere fatto a pezzi, di bruciare tra le fiamme, di provare dolore fisico dovuto ad urti, ferite ecc.

Dovevo concentrarmi, cercare di controllare il dolore. Bella era davanti a me e l’ultima cosa che volevo, era farla star male per la mia sofferenza.

I pensieri delle persone presenti si arrestarono, non percepivo nulla, non potevo vedere la mia Bella nelle loro menti.

Sentii un altro urlo in lontananza, era familiare, angosciato, in agonia.. era Bella!

Rimbombò nella mia mente come un forte suono in una cattedrale e così terminò il ricordo, nello stesso modo in cui era iniziato.

Decisi di bloccare tutto il resto dei ricordi di quella esperienza, volevo ricordare solo i bei momenti.

Mi concentrai per un istante..

Mi aveva detto che nonostante tutto, era felice perché mi aveva ritrovato, non si rendeva conto della verità delle sue parole.

La mia vita aveva preso una piega diversa,ora ne ero consapevole.

La strinsi più forte a me, le avevo detto di dormire ma non ne voleva sapere. Avevo appena promesso una Porche 911 Turbo Gialla ad Alice.

Dopo tutto il trambusto da cui aveva salvato me e Bella, gliene avrei regalate anche dieci, di tutti i colori.

Edward, me ne basta una!!! Comunque mi fa piacere riaverti accanto, mi sei mancato un casino.

Anche tu Alice, e grazie per l’idea favolosa della visione.

Non è stato difficile averne una. Vedi, Bella è alquanto convinta delle sue decisioni e io potrei trasformarla, prima o poi. Le voglio bene, potrei farlo, riuscirei a resistere.

No, Alice. Ho già rischiato abbastanza. Ho deciso che non mi allontanerò da lei ma non ho intenzione di trasformarla.. e non mi interessa la tua visione, so che l’hai già vista trasformata e che era nitida, quindi sicura, ma non transigo! Le risposi prima che potesse controbattere.

Il resto del viaggio trascorse tranquillo. La vicinanza di Bella era quanto di più stupefacente si potesse immaginare. Non me ne sarei mai saziato. D’ora in avanti non l’avrei lasciata sola per un istante, non mi andava di perderla, avevo capito che se non c’ero io a proteggerla dai guai, questi ultimi, l’avrebbero sopraffatta!!

 

 

Vorrei ringraziare in modo particolare:

Sweet_giulia: sono onorata e dispiaciuta che per la mia storia tu abbia fatto tardi a un appuntamento.. :D Ti ringrazio soprattutto per esserti iscritta apposta per me, per incoraggiarmi!! Quando ho letto la tua recensione mi hai fatto venir voglia di scrivere 1000 capitoli :D tnk mille e spero che anche qst cap ti sia piaciuto XD

Blood dolly: anche a me è piaciuta molto.. spero di essere riuscita a esternare quello che avevo in testa? Com’è l’effetto? Hauahu cmq grazie mille e spero che anche qst cap ti sia piaciuto :D

Frafra9: ecco un altro cap. sono stata spronata molto e non ci ho messo assai tempo per pubblicare.. spero non ti dispiaccia XD ciano e grazie mille!!!

Goten: devo ringraziare te per qst cap.. sono contenta che Ed mi sia venuto bene nel capitolo precedente!!! grazie anche a keska per l'aiuto che mi ha dato per inserire le immagini!!!

grazie anche a keska per l'aiuto che mi ha dato per inserire le immagini!!!

Un bacio a tutte!! Vi adoro, e continuate a seguirmi :D

 

 

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Capitolo 18
*** Riappacificazioni ***


Ragazze vi ringrazio per i vostri commenti.. sarò ripetitiva ma, appena li leggo, potrei saltare di gioia dalla felicità!!! Siete magnifiche!!! Ora vado di fretta che è tardi!! Nel prossimo capitolo ringrazierò in modo specifico!! Ciaoooo baci!

 

Riappacificazioni

Durante il volo, restai accanto a Bella per tutto il tempo. Volevo stringerla contro il mio petto, chiederle chiarimenti riguardo i suoi sentimenti, accarezzarle i capelli e sussurrarle che l’amavo ma, per il momento non potevo. Era uno straccio, questi mesi l’avevano massacrata, doveva avere molto sonno perché i suoi occhi erano lucidi ma, aveva insistito tanto per non dormire, come se avesse il timore che io sarei scomparso.

Nel frattempo, stavo pensando a cosa sarebbe accaduto con i Volturi. Alice aveva promesso che tra qualche mese avremmo trasformato Bella ma io non volevo. Per fortuna, senza farmi toccare da Aro, avevo sondato le menti di tutti i presenti. Avevo scoperto che c’era un vampiro in grado di seguire le tracce di esseri umani e vampiri, a distanza di chilometri ma, ero più che sicuro che su Bella, il suo potere non funzionasse perché, più che l’odore, lui seguiva la sostanza, i pensieri.

Alice, in ogni caso ci avrebbe avvertiti e poi i Volturi, avevano una concezione del tempo diversa dalla nostra. Dalla mente di Aro avevo capito che per lui, “qualche mese” equivaleva a qualche anno.

Bella avrebbe raggiunto i trent’anni prima che i Volturi decidessero di controllare e, c’era tutto il tempo di organizzare qualcosa.

La mente di mia sorella vagava tra la dolcezza del suo incontro con Jasper. Stava letteralmente contando i minuti, non vedeva l’ora di riabbracciarlo, di non allontanarsi mai più da lui. A quel punto bloccai la trasmissione dei pensieri consentendole un po’ di privacy.

Ci aspettavano tutti all’aeroporto, l’avevo visto nella sua visione.

Scendendo dall’aereo, mi preoccupai di sorreggere Bella, mi sembrava alquanto instabile, o almeno, più del solito. Sorrisi a quel pensiero e mi sentii osservato. Alice stava pensando che era bello vedermi sorridere di nuovo, sembravo in pace con me stesso e quasi felice. Non le sfuggiva nulla!!!

Appena scendemmo Alice corse verso Jasper, i loro occhi si incontrarono legandosi, incatenandosi. Nelle loro menti c’era quasi il vuoto, attorno non vi era nessun’ altro. C’era silenzio, pace.

Poi vedemmo Esme e Carlisle, finalmente felici anche loro.

Bentornato figliolo, ci sei mancato molto. Sono contenta che tu abbia risolto i tuoi problemi. Ora potrai essere felice.

Pensò mio padre, nelle sue parole c’era tutto il suo amore e il suo affetto nei miei confronti. Finalmente mi sentivo a casa, circondato dalle persone che amavo e che mi amavano e, soprattutto ero accanto a Bella. Era così meraviglioso che mi era difficile crederci.

Se non avessi saputo per certo che i vampiri non potessero dormire, avrei pensato che fosse uno splendido sogno.

Mia madre corse ad abbracciare Bella quasi con le lacrime agli occhi. Voleva esprimere la sua gratitudine in mille modi diversi per avermi riportato a casa sano e salvo ma, alla fine, optò per un “Grazie davvero” sussurrato al suo orecchio.

Edward, finalmente! Non sai quanta pena ho provato per te dopo che ho saputo dove eri andato..

Con gli occhi lucidi mi abbracciò. In quel momento mi vergognai, mi ero comportato da irresponsabile, non avevo pensato bene a quanto dolore avrei causato a queste persone che, negli anni avevo imparato a riconoscere come la mia famiglia.

La lettera che avevo in tasca, quella che avevo scritto nel viaggio verso l’Italia, divenne molto pesante, incriminante. Come avevo potuto pensare di scrivere quelle cose? Il dolore mi aveva dato alla testa, nn c’era altra spiegazione.

<< Non osare mai più infliggermi una pena simile >> mi disse.

Esme era una donna eccezionale, anche se era furiosa nei miei confronti, il suo tono non riusciva ad essere nervoso, trasbordava d’amore, gentilezza, affetto.

<< Scusa mamma >> le risposi, << da oggi in poi, non dovrai mai più affrontare nulla di simile a causa mia, lo prometto >>.

Scuse accettate. Pensò sorridendomi.

Mi accorsi che mio padre stava guardando Bella con tutta la gratitudine e l’amore che possedeva.

<< Grazie Bella, ti siamo debitori >> le disse.

<< Macché >> mormorò mezza addormentata. Era così buffa che mi scappò una risatina. I miei genitori si unirono a me ma, Bella era troppo stanca per accorgersene.

<< Dorme in piedi, riportiamola a casa >> mi disse mia madre. Era arrabbiata perché pensava che non l’avessi fatta dormire sull’aereo, come poteva immaginare che era stata Bella a non volerne sapere?

All’uscita, nel parcheggio, davanti la berlina nera di Carlisle, c’erano Emmet e Rosalie.

Fratello, ben tornato!!! Pensò Emmet. Gli sorrisi ma, ai pensieri di Rosalie mi irrigidii. Volevo accusarla, urlarle contro. In fin dei conti era colpa sua se io mi ero rifugiato in Italia e se Bella era corsa a salvarmi rischiando la vita.

A causa del suo egoismo io, Alice ma, soprattutto Bella, avevamo rischiato la pelle.

<< Per favore no, è distrutta >> mi sussurrò mia madre.

<< Ben le sta >> risposi sperando che mi sentisse.

<< Non è colpa sua >> sussurrò Bella. Come poteva proteggerla dopo quello che avevamo affrontato?

Mi calmai leggermente, Bella aveva sempre avuto quest’effetto su di me.

<< Concedile la possibilità di scusarsi. Noi andiamo con Alice e Jasper >> Bene!! Avrei dovuto anche affrontare il viaggio di ritorno con lei!!

<< Per favore, Edward >> mi disse Bella.

Ancora una volta ebbe la capacità di calmarmi. Avrei dato un’altra possibilità a Rosalie, ma solo perché me lo aveva chiesto Bella.

La aiutai a salire in macchina, sembrava che da un momento all’altro cascasse dalla stanchezza. Dolcemente appoggiò la sua testa sul mio petto. Fu una sensazione indescrivibile. Se avessi avuto un cuore sarebbe fuoriuscito a quel contatto. Sentivo che il mio corpo, specialmente la parte dove Bella aveva appoggiato la testa, scottava, fremeva. Era un’emozione straordinaria, potente.

<< Edward >>, Rosalie mi destò dalle mie sensazioni di puro piacere.

Mi dispiace, io non avevo idea, pensavo che sarebbe tornato tutto apposto, non immaginavo che avresti intrapreso quella strada. Sapessi come mi sono sentita..

<< Lo so >> le risposi brusco. Ora aveva intenzione di scusarsi anche con Bella ma non riusciva a mettere il suo orgoglio da parte.

<< Bella? >> la chiamò dolcemente, un po’ titubante.

Per un attimo rimase perplessa, sbarrò gli occhi staccandosi dal mio petto. Poi prese coraggio e le rispose.

<< Sì, Rosalie? >>

<< Mi spiace tanto. Tutto questo mi ha fatto sentire malissimo, ti ringrazio di cuore per il coraggio con cui hai salvato mio fratello dopo ciò che ho combinato. Ti prego di perdonarmi, se puoi >>.

Le sue parole erano sincere, aveva pensato molto a cosa dirle, in che modo esporre le sue scuse, ma non era il comportamento che usava di solito, specialmente nei confronti di Bella. Le era costato molto, e per questo l’apprezzavo.

<< Ma certo, Rosalie >> rispose Bella con la sua infinita dolcezza. << In fondo non è stata colpa tua. Sono stata io a tuffarmi da quel maledetto scoglio. Certo che ti perdono >>.

<< Finché non torna lucida, non vale, Rose >> sdrammatizzò Emmet come suo solito. Mi erano mancate le sue battutine.

<< Sono lucida >> puntualizzò Bella, ma non lo sembrava per niente.

<< Lasciala dormire >> gli intimai. Poverina era esausta.

Rose fece un’occhiata amorevole verso Emmet.

Stava pensando che era bello sentirlo ridere di nuovo, che Bella, in un certo senso non aveva salvato dal baratro solo me, ma tutta la nostra famiglia.

Compresi che finalmente l’aveva accettata, ci avrebbe messo del tempo per farlo capire anche a Bella, ma lo avrebbe fatto.

<< Grazie, Rosalie >> le sussurrai senza svegliare Bella che nel frattempo si era addormentata sul mio petto.

Prego fratellino.

Arrivammo davanti casa di Charlie che, dal clima che si respirava, era pronto a dare battaglia. Si alzò in piedi appena sentì un auto nel vialetto. Cosa sarebbe accaduto? Mi avrebbe vietato di vedere sua figlia?

Al momento non mi importava, stavo vivendo nella dolcezza del suo abbraccio, niente aveva senso ora, esisteva solo lei, il suo respiro caldo sul mio collo. Il resto poteva aspettare.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Riposo ***


Ecco il prossimo capitolo. Ho fatto giusto in tempo a scriverlo (dal pc di mio padre). Mi dispiace per lo scorso capitolo e spero da aggiustarlo il prima possibile.. sperando di non perderlo dal pc!!!

Ringrazio ancora tutti voi che mi seguite!!!

Un bacio

Barbara

 

 

Riposo

La aiutai a scendere dall’auto molto delicatamente. Charlie era in casa e potevo sentire il suo dolore per la scomparsa dell’amico e, la sofferenza che gli aveva causato sua figlia. Bella lo aveva abbandonato lasciandogli un biglietto, nessuna chiamata, nessuna informazione circa la sua meta.

Non avrebbe mai immaginato dove si era spinta sua figlia pur di salvarmi la vita. La mia vita che, paragonata alla sua, annullava il suo valore, lo rendeva pari a zero.

<< Bella! >>. La voce di Charlie in preda al panico mi riscosse dai miei pensieri. Aveva sentito l’auto ed era uscito a controllare.

<< Charlie >> sussurrò Bella con la bocca impastata di sonno.

Non doveva preoccuparsi adesso c’ero io accanto a lei, avrei sistemato tutto.

<< Sssh. Va tutto bene. Sei a casa, al sicuro. Ora dormi >>.

Annuì debolmente con la testa. Era così dolce quando dormiva. Il suo viso mi era mancato terribilmente ma, l’espressione di incoscienza stampata sul suo volto quando dormiva, era qualcosa di estremamente piacevole.

<< Non riesco a credere che tu abbia il coraggio di mettere piede qui >> mi urlò Charlie.

Alice lo aveva previsto quindi ero preparato, ero pronto a scusarmi, anche in ginocchio se fosse stato necessario, ma non riuscivo a dargli torto. Le sue parole mi colpirono dritte al cuore, aveva ragione. Come potevo presentarmi davanti casa sua dopo tutto quello che Bella aveva passato a causa mia?

<< Smettila papà >> gli rispose Bella.

Con le sue urla l’aveva svegliata.

<< Cosa le è successo? >> continuò imperterrito. Non voleva scuse, voleva informazioni. Gliele avrei fornite di sicuro ma prima, volevo mettere Bella a letto, non si reggeva più in piedi ormai.

<< È soltanto stanchissima, la lasci riposare >> risposi tranquillo alla sua domanda.

<< Non osare darmi ordini! Ridammela. Toglile le mani di dosso >>. Non avevo mai visto Charlie in questo stato. Mi era sempre sembrato un uomo pacato, tranquillo.

Non mi piaceva come mi aveva risposto ma, se volevo aggiustare la situazione dovevo sottostare.

Cercai di passare dolcemente Bella tra le braccia del padre ma le sue mani si avvinghiarono alla mia camicia, non volevano mollarmi. Dentro di me esultai, quel piccolo gesto mi aveva fatto capire che in quel momento mi voleva, voleva sentire la mia presenza ma soprattutto la mia vicinanza. Forse avevo ancora una possibilità con lei!

Dopo un battibecco tra Bella e il padre, che le era costato un notevole sforzo nelle sue condizioni, si avviò verso la sua stanza.

Stava per salire sul primo gradino quando la vidi a pochi centimetri dal suolo. Era letteralmente crollata. Senza pensarci un istante la presi tra le mie braccia prima di farla cadere. Avrebbe potuto farsi male sul serio.

<< Lasci almeno che la accompagni di sopra, poi me ne vado >>.

Charlie acconsentì con un cenno del capo.

Il cuore di Bella iniziò a pulsare frenetico nel suo petto, era spaventata lo sentivo. Nell’agitazione urlò un “No”.

Mi fece sorridere, stava letteralmente morendo di sonno ma riusciva a preoccuparsi per me.

<< Non sarò lontano >> le sussurrai. Come poteva pensare che mi sarei allontanato?!

Io, oramai, dipendevo da lei. Non era più la mia qualità preferita di eroina, era la mia aria, l’acqua fresca e cristallina se mi fossi trovato nel deserto e se fossi stato umano, il sangue umano se non fossi stato “vegetariano”.

La presi in braccio, poggiò stancamente la testa sul mio petto ma le sue mani non intendevano lasciare la presa sulla mia camicia.

Con una mano, nell’arco di tre secondi, spostai le coperte e l’adagiai sul letto. Staccai dolcemente le sue mani dalla mia camicia e, poggiando un ginocchio sul letto accanto a lei le rimboccai le coperte.

Mi soffermai a guardare il suo viso, finalmente aveva ottenuto la sua pace, adesso poteva riposare tranquilla.

Le spostai una ciocca di capelli dal viso. Non riuscii a trattenermi dall’accarezzarla, la sua pelle era così liscia, pallida. Poteva essere come quella dei vampiri ma, a differenza della nostra, era calda, soffice.

Non volevo allontanarmi da lei però, allo stesso tempo, volevo stesse comoda, ne aveva bisogno, e poi dovevo rassicurare Charlie.

Scesi velocemente le scale, volevo fare in fretta.

Spiegai a Charlie che avevo messo Bella a letto e che mi dispiaceva.

I suoi pensieri erano più tranquilli, dentro di se sapeva che sua figlia aveva bisogno di me ma, avrebbe fatto di tutto per farle cambiare idea.

Feci finta di tornare a casa con i miei fratelli e, dopo aver girato la curva scesi dall’auto salutando tutti.

<< Spiegherò io la situazione a casa >> ti capiranno.

<< Grazie Alice. A dopo ragazzi >>.

Saltai quei pochi metri che mi distanziavano dalla sua finestra e la raggiunsi.

Avrei voluto distendermi accanto a lei, accarezzarla mentre dormiva ma aveva bisogno di spazio.

Alla fine decisi che un metro e venticinque centimetri non erano troppo distanti da lei, mi accomodai sulla poltrona che da tempo non mi ospitava, e mi persi nell’ascoltare il suo respiro e il battito del suo cuore, consapevole che, da lì a poco, avrei riascoltato i suoi sogni.

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Capitolo 20
*** Risveglio ***


Finalmente ho finito di scrivere questo LUNGHISSIMO capitolo :D

Spero vi piaccia e che non lo troviate noioso!!!

Vi comunico che per i prossimi ci metterò un po’.. perché l’esame incombe!!! Povera me!!!

Tra un po’ aggiornerò anche Twilight-Tuning e poi non so quando se ne parla.. spero che continuerete a seguirmi e che non mi cancellate dai preferiti/seguiti :D Grazie a tuttiii!!!

Ps. Dalle migliaia di fan fiction che seguo ho notato che hanno un sacco di commenti.. ci ho pensato su e sono arrivata all’unica conclusione che

1)       Scrivo male

2)       Le storie sono noiose

Mi illuminate??? Come è possibile?? :D io ogni capitolo che leggo lascio un commentino.. sono io la strana??

Ok basta.. scusate.. sto impazzendooo :D

Baci, Barbara!!!

 

 

Risveglio

 

Avevo vegliato su di lei senza allontanarmi nemmeno un attimo. Per quattordici ore undici minuti e quasi cinquanta secondi l’avevo osservata. Durante queste interminabile ore mi aveva sognato, aveva pronunciato il mio nome in vari modi. A volte mi era sembrata impaurita, altre estremamente dolce.

Mi ero avvicinato a lei mentre dormiva perché non riuscivo più a resistere a quella minima lontananza, avevo bisogno che il suo corpo riscaldasse il mio, che il suo respiro mi accarezzasse, avevo bisogno della vicinanza del suo cuore.

Mi aveva attirato a se facendomi sdraiare accanto a lei. La sua testa era appoggiata sul mio petto muto, e il mio braccio le circondava le spalle.

Charlie era venuto a controllarla un paio di volte prima che assumessi quella posizione. Era contento che sua figlia dormisse si nuovo sotto il suo stesso tetto ma, non voleva più vedermi nonostante desiderasse la felicità di Bella. Forse i suoi timori erano infondati, Bella avrebbe potuto anche prendere la decisione di non volermi più accanto a lei. Le avevo fatto del male, l’avrei capita.

Il suo cuore incominciò a battere più velocemente, sintomo che il suo sonno era terminato. Finalmente. Non vedevo l’ora di rivedere il suoi occhi, le sue guance arrossarsi.

Era sveglia, ne ero sicuro, non avevo dimenticato i segnali che mi avvertivano che stava per destarsi.

Fece un respiro profondo, come per darsi coraggio e non resistetti.

Con le dita le sfiorai la pelle della guancia destra. Era così calda, morbida, vellutata.

Non so per quale motivo strinse gli occhi, come se non volesse vedere.

Sospirò come per darsi coraggio e li vidi. Mi persi nel suo sguardo per un attimo eterno.

Quella vista mi fu preclusa troppo in fretta. Stavo quasi per obbiettare quando urlò un “Ah!” coprendosi gli occhi.

Forse il mio volto era troppo pallido, gli occhi troppo neri e paurosi? Forse le mie occhiaie le facevano senso?

Riaprì gli occhi, stavolta più convinta ma, appena mi vide, il suo volto assunse un’aria un po’ titubante.

« Ti ho spaventata? » le sussurrai in ansia.

Non rispose subito, forse troppo intontita dal sonno. Si limitò a sbattere due volte le palpebre e a sussurrare qualcosa, come un promemoria.

« Oh, merda », gracchiò infine con la voce ancora impastata dal sonno.

« Che c'è che non va, Bella? ». Forse non voleva che le stessi troppo accanto, forse aveva paura.. no, non era da Bella.

Sembrava infelice, cosa c’era che non andava?! Io dovevo saperlo, io..

« Sono morta, vero? Sono annegata. Merda, merda, merda! Charlie ci resterà secco ».

Ma come morta? Dopo tutto quello che avevamo passato per portarci in salvo, lei pensava di essere morta?

Mi accigliai.

« Non sei morta ».

« E allora perché non mi sveglio? » mi chiese inarcando le sopracciglia.

« Sei già sveglia, Bella ». Era assurda quando si comportava così.

« Certo, certo. È ciò che vuoi che io pensi. E poi, quando mi sveglierò, sarà il peggio del peggio. Se mi sveglierò, il che non avverrà, perché sono morta. Orribile. Povero Charlie. E Renée, e Jake...».

Mi immobilizzai al pensiero di Jacob. Nella mente di Alice avevo intravisto che si era trasformato, ora era un licantropo. Bella aveva trascorso molto tempo in sua compagnia.

Cercai di sdrammatizzare.

« Mi rendo conto che tu possa avermi scambiato per un incubo », sorrisi ma con scarsi risultati « ma non riesco a immaginare cosa potresti aver fatto di tanto brutto da finire all'inferno. Ne hai ammazzati molti, in mia assenza? ». Io di certo non avrei popolato il Paradiso ma, come poteva un essere così puro finire all’inferno? Non era minimamente concepibile.

« Certo che no. Se fossi all'inferno, tu non saresti con me ».

Mi lusingava come sempre. Forse c’era ancora una speranza.

Si voltò verso la finestra, persa nei suoi pensieri che io non riuscivo a carpire. Infine si riscosse.

« Perciò... è successo davvero? ».

Forse per lei era stata un’esperienza troppo devastante, voleva rimuoverla.

« Dipende ». Le risposi. « Se ti riferisci al fatto che abbiamo rischiato di farci massacrare in Italia, la risposta è sì ».

« Strano », commentò. « Sono stata in Italia davvero. Sai che non ero mai andata più a est di Albuquerque? ».

La solita Bella. Ti forniva sempre la risposta più inaspettata.

« Forse è meglio che torni a dormire. Stai delirando ». Risposi un po’ più sollevato sicuro di una sua negazione, ormai la conoscevo.

Avevo capito che, anche se lei non voleva stare più insieme a me, avrei sempre ringraziato il cielo che fosse viva. Avrei ringraziato anche solo per sentire le sue assurdità.

« Non sono più stanca ». Infatti.

« Che ore sono? Quanto ho dormito? », mi chiese incerta.

« È l'una di notte passata. Direi che dormi da quattordici ore ». Forse non era il caso di dirle anche i minuti e i secondi.

« E Charlie? », domandò. Le dovevo dire la verità, così forse saremmo arrivati presto al dunque.

« Dorme. Devo farti presente che in questo momento sto infrangendo le regole. Be', tecnicamente no, perché mi ha vietato di oltrepassare la porta di casa tua e io sono entrato dalla finestra, ma... be', ecco, l'intenzione era quella ».

Strabuzzò gli occhi, le guance le si imporporarono di getto.

« Charlie ti ha bandito da qui? ». Bandito era poco. Mi disprezzava, odiava il fatto che sua figlia stesse con me. Non ero abituato ad essere visto in questo modo dagli umani. Era la prima volta che mi accadeva. Bhè, era la prima volta che vivevo un amore tormentato che mi aveva spinto addirittura alla morte.

« Cosa ti aspettavi? ». Le risposi triste.

« Qual è la versione? », mi chiese dopo qualche secondo di meditazione.

« In che senso? ». Non capivo cosa intendesse.

« Cosa racconto a Charlie? Con quale scusa giustifico un'assenza di... quanto tempo sono stata lontana da casa? ».

« Soltanto tre giorni. A dire la verità, speravo che potessi avere tu una buona idea. A me non è venuto in mente nulla ». E dire che avevo avuto molto tempo per pensarci.

Diciamo che la mia mente era stata impegnata a contemplare qualcosa di tutt’altro genere, ecco!

« Favoloso.. » borbottò triste. Non volevo che provasse questo sentimento, lei doveva essere felice e io, lo avevo promesso a me stesso, avrei fatto qualsiasi cosa per renderla tale.

« Be', magari Alice si inventerà qualcosa » la confortai sorridendo.

Sorrise e il mio cuore si alleggerì. Quanto mi era mancata..

« Allora. Cos'hai fatto di bello fino a tre giorni fa?».

Possibile che avesse un intuito speciale per le domande più difficili? Cosa le avrei risposto? Potevo mai rivelarle che ero quasi morto per la seconda volta senza di lei? Il suo umore ne avrebbe risentito e io non lo volevo. Potevo dirle che avevo inseguito invano un’assassina? Si sarebbe spaventata.

« Niente di così eccitante ». Mi limitai a rispondere.

« Certo che no ». Era strana, qualcosa non andava..

« Perché fai quella faccia? ». Le chiesi curioso.

« Be'... È proprio ciò che risponderesti se, in fin dei conti, fossi un sogno. La mia immaginazione dev'essere un po' a secco ».

Mi scappava da ridere, era così buffa!

Però volevo convincerla che non stava sognando anche perché, nelle mie condizioni e, dopo tutto quello che aveva passato a causa mia, non doveva essere esattamente un bel sogno.

« Se te lo dico, ti convincerai che questo non è un incubo? ».

« Un incubo! », rispose sdegnata.

Le detti il tempo di rifletterci organizzando mentalmente le idee, mi sentivo ancora un po’ scosso, non riuscivo a credere che lei fosse davvero accanto a me, viva.

« Forse », rispose con un espressione tra il furbo e il malizioso, « a patto che tu me lo dica ».

« Sono stato... a caccia ».

Ok, le avrei risposto, le avrei detto parte della verità. O almeno, avrei cercato di spiegarle tutto senza spaventarla.

« Non sai dire di meglio? Questo non basta affatto a dimostrare che sono sveglia ».

Avrei dovuto immaginare che a Bella non sarebbe bastato!

« Non ero a caccia per nutrirmi... A dire la verità mi stavo allenando a... seguire le tracce. Non sono molto bravo ». Dissi provando a indovinare cosa mi avrebbe chiesto dopo.

« E cos'hai inseguito? », chiese incuriosita.

« Niente di rilevante ». Non potevo proprio dirle che avevo inseguito Victoria perché voleva ucciderla e che, come un deficiente, me l’ero lasciata sfuggire.

« Non capisco ».

Forse da parte mia si meritava la verità. Aveva affrontato di peggio nelle ultime ore, glielo dovevo.

« Io... ». Non riuscivo a rivelarle la verità ma dovevo sforzarmi, essere sincero.

« Ti devo delle scuse. No, certo, ti devo molto, molto di più. Ma devi sapere che non avevo idea. Non mi sono reso conto del disastro che mi ero lasciato alle spalle. Pensavo che qui fossi al sicuro. Non avevo dubbi. E non immaginavo che Victoria sarebbe tornata. Devo ammettere di aver badato molto di più ai pensieri di James che ai suoi, il giorno del nostro incontro. Non ho intuito che avremmo scatenato una reazione simile. Che fossero così legati. E ora capisco perché: si fidava di lui e il pensiero che avrebbe fallito non l'ha mai sfiorata. L'eccesso di sicurezza le offuscava i pensieri e mi ha impedito di percepire quanto fosse profondo il legame tra loro.

Non che ci siano scuse per ciò che ti ho inflitto. Quando ho sentito ciò che hai detto ad Alice - ciò che lei stessa ha visto - e quando mi sono reso conto di averti costretta a mettere la tua vita nelle mani di licantropi immaturi e volubili, la cosa peggiore al mondo, esclusa Victoria... ». Mi manco il respiro per un attimo.

« Sappi che non avevo idea che sarebbe andata così. Sono amareggiato nel profondo, anche oggi che ti vedo al sicuro tra le mie braccia. Non c'è modo più miserabile di scusarmi per... ».

« Smettila », mi urlò rischiando di svegliare Charlie.

Si riprese velocemente e mi chiamò con una dolcezza che solo lei poteva eguagliare pronunciando il mio nome.

« Edward. Smettila, una volta per tutte. Non puoi ostinarti a vederla così. E non puoi lasciare che sia... il senso di colpa... a condizionarti la vita. Non puoi considerarti responsabile di tutto ciò che mi accade. Non è colpa tua, fa soltanto parte della mia vita attuale. Perciò, se inciampo e finisco sotto un autobus, o qualunque cosa mi capiti, devi renderti conto che non sei obbligato a provare alcun rimorso. Non puoi scappare in Italia perché non sei riuscito a salvarmi. Anche se mi fossi lanciata da quello scoglio per morire, sarebbe stata una scelta mia, non colpa tua. So che è nella tua... natura sentirti responsabile di tutto, ma davvero non puoi permetterti di esagerare in questo modo! È un atteggiamento sconsiderato. Pensa a Esme, a Carlisle e...».

Dovevo interromperla, non poteva continuare a vaneggiare in questo modo. Come poteva pensare che mi sarei suicidato solo perché mi sentivo in colpa? Certo, era un’emozione che comunque provavo ma, la causa che mi aveva spinto ad andare in Italia, era tutt’altra.

« Isabella Marie Swan, credi davvero che io abbia chiesto ai Volturi di uccidermi perché mi sentivo in colpa? ».

« Non è così? ».

  « Certo che mi sentivo in colpa. Molto. Più di quanto tu possa immaginare ». Sembrava perplessa, non mi ero espresso bene.

« Ma... cosa stai dicendo? Non capisco ».

« Bella, sono andato dai Volturi perché credevo fossi morta. Sarei andato in Italia anche se non fossi stato il responsabile della tua morte, anche se non fosse stata colpa mia. Certo, avrei dovuto agire con più cautela e parlarne prima con Alice, anziché prendere per buona la versione di Rose. Ma, sinceramente, cos'altro avrei potuto pensare, quando il ragazzo mi ha risposto che Charlie era al funerale? Quante probabilità c'erano? ».. Probabilità.. era questa la parola chiave.. avevo puntato tutto sulla parola di Rosalie, l’avevo data subito per buona. Se non le avessi creduto, se non avessi risposto a quel maledetto telefono, se non l’avessi lasciata sola per “salvarla”, se non avessi acconsentito ad organizzarle una festa di compleanno.. avrei potuto continuare in eterno ma attendeva una risposta.

« Le probabilità sono sempre contro di noi. Un errore dopo l'altro. Non criticherò mai più Romeo ».

« Continuo a non capire», disse. « Anch'io ne sono convinta. E allora? ».

« E allora cosa? ».

« Se anche fossi morta davvero? ».

Non volevo ricordare quel momento, quei minuti in cui speravo che le tenebre mi inghiottissero.

« Non ricordi cosa ti ho detto una volta? ».

« Ricordo tutto quel che mi hai detto ». Mi rispose storcendo il labbro.

Non resistetti a vedere sul suo viso quello sguardo sofferente. Le misi la mia mano dietro il collo e con il pollice le sfiorai delicatamente la bocca, come per distenderla, per calmarla.

« Bella, temo che tu sia vittima di un equivoco. Pensavo di avertelo già spiegato chiaramente. Non sono in grado di vivere se al mondo non ci sei tu, Bella ».

« Sono... confusa ».

Era finalmente arrivato il momento della verità, mi sarei tolto questo peso una volta per tutte. Dopodiché, se avesse deciso di non volerne più sapere di me, l’avrei capita.

« Sono un bravo bugiardo, Bella. Devo esserlo ». Le avrei detto tutta la verità, le avrei raccontato ogni singolo dettaglio dell’essere ignobile che le stava davanti.

Si pietrificò, non respirava, cosa aveva capito dalle mie parole?

La strattonai leggermente per farla riprendere.

« Lasciami finire! Sono un bravo bugiardo, ma tu mi hai creduto troppo in fretta. È stato... atroce ». Quegli attimi si insinuarono nella mia mente e non riuscivo a liberarmene ma dovevo continuare.

« Quando ti ho detto addio, nella foresta... Non ti saresti arresa, lo sapevo bene. E non volevo farlo perché sapevo che sarei morto anch'io, ma temevo che, se non ti avessi convinta che non ti amavo più, avresti impiegato ancora più tempo a riprendere una vita normale. Speravo che, dimostrandoti di averti dimenticata, tu potessi fare altrettanto ».

« Un taglio netto », mormorò. Ricordava le parole esatte, era incredibile. Cosa le avevo fatto? Perché l’avevo ferita in questo modo?

« Esatto. Ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato così facile! La consideravo un'impresa quasi impossibile. Ero sicuro che intuissi la verità e mi aspettavo di dover mentire a denti stretti per ore prima di insinuare l'ombra del dubbio dentro di te. Ti ho mentito e ti chiedo scusa... scusa per averti ferita, scusa perché è stato un tentativo inutile. Scusa se non ti ho protetta da ciò che sono. Ho mentito perché volevo salvarti e non ha funzionato. Scusami.

Ma come hai potuto credermi? Dopo che ti ho ripetuto migliaia di volte che ti amavo, com'è stato possibile che una sola parola frantumasse la tua fiducia in me? ». Rimase a bocca aperta, senza proferire parola.

Continuai.

« Lo vedevo nel tuo sguardo, sembravi sinceramente convinta che non ti volessi più. L'idea più assurda e ridicola... come se io potessi mai trovare il modo di esistere senza aver bisogno di te! ».

Era ancora impietrita. Forse non si aspettava tutta questa sincerità, o forse le mie scuse erano arrivate troppo tardi e aveva paura di espormi la verità.

Ma dovevo sapere, non resistevo più, se ci fosse stato un altro umano avrei cercato di accettarlo, senza ucciderlo “casualmente”.

« Bella », sospirai. « Davvero, cosa pensavi? ».

A quel punto scoppiò a piangere. Lacrime di tristezza si addensarono e iniziarono a rigarle le guance. Non mi riusciva di vederla ridotta in quello stato. Non potevo sopportare d..

« Lo sapevo », singhiozzò destandomi dalle mie inquietudini mentali.

« Sapevo che era un sogno ».

Cosa? Pensava che fossi un sogno.. forse non dovevo preoccuparmi!

« Sei incredibile. Cosa devo fare per convincerti? Non stai dormendo e non sei nemmeno morta. Sono qui e ti amo. Ti ho amata sempre e sempre ti amerò. Ho pensato a te, visto il tuo volto nei ricordi, durante ogni minuto di lontananza. Dirti che non ti volevo più è stata una terribile bestemmia ».

Quelle parole mi uscirono con sincerità, quasi contro il mio volere, non riuscivo a trattenermi dal pronunciarle vedendo la sua tristezza, volevo che mi credesse, volevo farla felice.

Scosse la testa, le lacrime non si fermavano.

« Non mi credi, eh? Come fai a credere a una bugia e non alla verità? ».

« Amarmi non ha mai avuto senso per te. L'ho sempre saputo ».

Come poteva pensare una cosa del genere, come poteva dirlo.

Una rabbia innata si insinuò in me, pensai al modo più semplice per farle capire che non ero un sogno, che lei era sveglia e che io era lì davanti a lei per supplicarla di perdonarmi.

« Ora ti dimostro che sei sveglia ».

Le presi il viso tra le mani con sicurezza e nell’attimo in cui la sfiorai spalancò gli occhi in un misto tra il sorpreso e l’impaurito. Mi avvicinai sempre di più alle sue labbra, l’avrei baciata e risvegliata da questo “sogno”.

« No, ti prego », sussurrò.

« E perché no? », chiesi suadente.

« Quando mi risveglierò.. ». Inarcai le sopracciglia pronto a ribattere.

« D'accordo, lasciamo perdere. Ora che te ne andrai di nuovo sarà dura da sopportare, anche senza questo bacio ».

Non poteva crederlo davvero.. si, l’avevo abbandonata ma avevo capito che non potevo più restarle lontano.

Improvvisamente mi venne in mente che anche nei giorni scorsi, quando mi stava accanto, era strana.. avevo una paura tremenda che il mio piano avesse funzionato, che dopotutto si fosse abituata all’idea di starmi lontana..

« Ieri, quando ti toccavo, sembravi... incerta, prudente, sebbene sempre la stessa. Ho bisogno di sapere perché. È troppo tardi? Ti ho ferita irreparabilmente? O ti sei davvero lasciata tutto alle spalle, come desideravo? Tutto sommato sarebbe... giusto. Non contesterò la tua decisione. Perciò non temere la mia reazione, ti prego. Dimmi solo se dopo tutto ciò che ti ho fatto puoi ancora amarmi o no. Puoi? ». La mia voce si smorzò, non avevo più il coraggio di guardarla negli occhi, quella notizia mi avrebbe distrutto.. di nuovo.

« Ma che razza di domanda scema è questa? ».

Alzai gli occhi attendendo una risposta.

« Ti prego, rispondi. Per favore », le dissi dopo un po’.

« Ciò che provo per te non cambierà mai. Certo che ti amo... e tu non puoi farci niente! ».

(N.d.A. Aspettavate tutte la prossima frase eh?? È stupendaaa!!!)

« Non avevo bisogno di sentire altro ».

Quelle parole avevano scavato dentro di me, si erano insinuate e niente mi avrebbe dato più gioia e soddisfazione. Sentire quel “ti amo” fuoriuscire dalle sue labbra, provocava in me sensazioni stupende.

Senza pensarci un secondo di più, le ripresi il viso tra le mani e lo avvicinai alle mie labbra. Era passato troppo tempo dall’ultima volta che ci eravamo avvicinati in questo modo, volevo recuperare tutto il tempo perso, farle capire che anche il mio corpo aveva bisogno di lei.

Non mi concedevo baci poco casti ma, questa era un occasione speciale.

Inizialmente, il corpo di Bella era rimasto rigido, sorpreso. Le bastò poco per sciogliersi. Il suo cuore ritornò a battere frenetico, sembrava contento di quel suo movimento, come se fino a questo momento, avesse battuto solo per necessità.

Le sue mani si intrecciarono dietro i miei capelli, in un gesto così familiare da farmi impazzire. Il respiro cominciava ad essere sempre più affannato.

Mi allontanai lentamente dal suo volto sussurrando maliziosamente.

« Tra l'altro, non ho intenzione di lasciarti ».

Il suo sguardo scettico mi convinse ad andare avanti.

« Non vado da nessuna parte. Non senza di te. Ti ho lasciata soltanto perché desideravo darti la possibilità di vivere una vita normale, felice, da essere umano. Mi rendevo conto di cosa significasse starti accanto: farti vivere sempre sul filo del rasoio, allontanarti dal tuo mondo, costringerti a rischiare la vita in ogni istante che passavo con te. Perciò ho deciso di provare. Dovevo fare qualcosa e la fuga mi sembrava l'unica possibilità. Se non avessi creduto che era meglio per te, non mi sarei mai imposto di andarmene. Sono fin troppo egoista. Soltanto tu eri più importante dei miei capricci... e dei miei desideri. Ciò che desidero, ciò che voglio, è stare con te e so che non avrò mai più la forza di lasciarti. Ho troppe scuse per rimanere... grazie al cielo, sembra proprio che tu non riesca a non cacciarti nei pasticci, neanche se ci sono i chilometri a separarci ».

« Non fare promesse », sussurrò.

A quel punto, la rabbia fin’ora placata dentro di me, salì. Non poteva credere che stessi mentendo di nuovo, che non provassi tutti i sentimenti che le avevo descritto.

« Pensi che ti stia mentendo, adesso? ».

« No... non lo penso ».Scosse la testa.

« Potresti essere sincero... adesso. Ma domani, quando ripenserai a tutti i motivi che già una volta ti hanno convinto ad andartene? O tra un mese, la prossima volta che Jasper cercherà di mordermi? ».

Sbarrai gli occhi. Aveva ragione, ero colpevole e lo sapevo..

« Non mi pare che tu abbia meditato molto sulla tua vecchia decisione, no? Finirai per fare ciò che ritieni giusto ». Sembrava decisamente convinta delle sue parole. Ma, purtroppo per lei, non era come diceva.

« Non ho tutta la forza che mi attribuisci. Non m'importa più di capire cosa è giusto e cosa sbagliato; sarei tornato comunque. Prima che Rosalie mi desse la notizia, avevo già rinunciato a vivere alla giornata. Una settimana era un'eternità, un'ora una sofferenza. Era soltanto questione di tempo, molto poco tempo, e mi sarei ripresentato alla tua finestra per implorarti di accettarmi di nuovo. Se non ti dispiace, vorrei provarci ora ».

« Non scherzare, per favore ». Ancora non mi credeva. Dovevo riacquistare a tutti i costi la sua fiducia.

« Dico sul serio. Vuoi, per cortesia, sforzarti di ascoltare ciò che dico? Mi lasci spiegare quanto sei importante per me? ».

Sembrava troppo distratta, come se cercasse di intuire un mio tentennamento, l’ombra di una bugia.

Dovevo esprimerle al meglio tutti i miei sentimenti, convincerla della mia sincerità. Farle un esempio di come avevo trascorso la mia vita dopo la trasformazione..

« Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità... Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso ».

« Gli occhi si abitueranno », mormorò triste.

« Questo è il problema: non ci riescono ».

« E le tue distrazioni? ».

« Faceva parte della bugia, amore mio. Non sono mai riuscito a cancellare... l'agonia. Il mio cuore non batteva da quasi novant'anni, ma stavolta è andata diversamente. Non lo sentivo più, al suo posto c'era un vuoto. Come se ti fossi portata via tutto ciò che avevo dentro ».

« Curioso ». Eh? Inarcai le sopracciglia.

« Curioso? ».

« Volevo dire "strano"... pensavo fosse successo soltanto a me. Anch'io ho perso parecchi pezzi. Ho passato chissà quanto tempo senza respirare davvero. Anche il mio cuore. Sparito nel nulla ».

Chiusi gli occhi abbandonando la testa sul suo petto, quel suono mi era mancato tremendamente. Mi sfiorò i capelli con la guancia e mi inebriai della sua vicinanza.

« Non ti sei distratto nemmeno con la caccia? ».

« No, quella non è mai stata una distrazione, ma un dovere ».

« In che senso? ».

« Ecco, benché non considerassi affatto pericolosa Victoria, non intendevo fargliela passare liscia... Te l'ho detto, sono stato un vero incapace. L'ho inseguita fino al Texas, ma poi mi sono lasciato ingannare da una pista falsa che portava in Brasile. In realtà, lei era tornata qui e io stavo in un altro continente! E nel frattempo, peggio del mio incubo peggiore... ».

« Eri sulle tracce di Victoria? ». Il suo tonò si alzò di qualche ottava.

Rischiava di svegliare suo padre.

« Non le ho seguite bene », risposi tranquillo.

« Ma stavolta farò di meglio. Presto la smetterà di insozzare l'aria con il suo respiro », promisi.

« Questo è... fuori discussione », disse allarmata.

« È troppo tardi per lei. L'altra volta ho perso un'occasione, ma ora basta, non dopo che... ».

« Ricorda che hai appena promesso di non andartene », mi bloccò. « Non credo che ciò sia davvero compatibile con una battuta di caccia in piena regola, sbaglio? ».

Ringhiai dalla rabbia. « Manterrò la promessa, Bella. Ma Victoria.. morirà. Presto ».

« Non lasciamoci prendere dalla fretta. Forse non tornerà. Probabilmente il branco di Jake le ha messo paura. Non c'è motivo di andare a cercarla. E poi, ora come ora ho problemi più urgenti »

« Hai ragione. I licantropi sono un problema ». Aveva già trascorso troppo tempo in loro compagnia.

Sbuffò. « Non mi riferisco a Jacob. Ho problemi ben peggiori di un gruppetto di lupi adolescenti pronti a cacciarsi nei pasticci ».

« Davvero? E quale sarebbe il problema più urgente? Cos'è che rende tanto trascurabile ai tuoi occhi la prospettiva del ritorno di Victoria? ».

« Parliamo del secondo in ordine di urgenza? ».

« D'accordo », risposi sospettoso.

« C'è qualcun altro che verrà a cercarmi ».

« I Volturi sono soltanto secondi? ».

« Non mi sembri così sconvolto ». Infatti non lo ero.

« Be', abbiamo un sacco di tempo per pensarci. La loro percezione del tempo è molto particolare, diversissima dalla tua, e anche dalla mia. Un loro anno pesa quanto un tuo giorno. Non mi sorprenderei se si rifacessero vivi per il tuo trentesimo compleanno », aggiunsi scherzando.

Le vennero i brividi, il suo sguardo assunse un velo di terrore. Dovevo tranquillizzarla, spiegarle le mie ragioni.

« Non devi avere paura. Non permetterò che ti facciano del male ».

« Finché ci sei ».

Senza pensarci le presi il volto tra le mani e cercai di attirare il suo sguardo al mio, incatenandolo come solo i vampiri sapevano fare.

« Non ti lascerò mai più ».

« Ma hai detto trentesimo. Perciò... vuoi restare e lasciare che io invecchi? Va bene ».

Allora era questo il problema, avrei dovuto immaginarlo.

« Proprio così. Quali alternative ho? Non posso fare a meno di te, ma non distruggerò la tua anima ».

«Ma sei davvero...». Il suo sguardo diventò vacuo, stava pensando.. ma a cosa?

«Sì?». Mi rispose con un'altra domanda, lo avevo capito dalla sua espressione, la conoscevo troppo bene per non intuirlo.

« E quando sarò tanto vecchia che tutti mi scambieranno per tua madre? O tua nonna? ».

« Per me non significa nulla. Ai miei occhi resterai la cosa più bella di tutte. Ovviamente... », dovevo darle il suo spazio, qualora avesse deciso di non voler stare più al mio fianco.

« Se tu diventassi troppo grande, se tu desiderassi qualcosa di più... lo capirei, Bella. Prometto che non ti sarò mai di intralcio se deciderai di lasciarmi ».

Ci avevo pensato a fondo e questa era la mia conclusione.

« Ti rendi conto che un giorno o l'altro morirò, vero? ».

Avevo già pensato anche a questa possibilità. «Ti seguirò appena possibile».

« Questa è davvero... un'assurdità ».

« Bella, è l'unica via che mi è rimasta... ». Non avrebbe mai compreso il mio tormento.

« Facciamo un piccolo passo indietro. Ricordi i Volturi, vero? Non resterò umana per sempre. Mi uccideranno. Anche se non dovessero più pensare a me fino al mio trentesimo compleanno, pensi davvero che possano dimenticare? »,

« No », ma avevo un piano. « Non dimenticheranno. Però... ».

« Però? ».

« Ho un piano ».

« E questo piano parte dal presupposto che resterò umana ». Sembrava arrabbiata ma questa era stata la mia decisione, non si transigeva.

« Naturalmente ».

Ci squadrammo per un po’. Alla fine decise di togliere il mio braccio da vicino a lei. La cosa mi diede fastidio..

« Vuoi che me ne vada? », le chiesi quasi scherzando.

Il suo cuore accelerò, sintomo di paura.

Si ricompose in fretta.

« No », rispose. « Sono io che me ne vado ».

« E potrei sapere dove? ». Era notte fonda, dove credeva di andare?!

Cercai di convincerla a non andare ma era troppo testarda. Voleva recarsi a casa mia per far decidere alla mia famiglia come procedere nei confronti dei Volturi..

« Se la tua stupida ostinazione a non volermi trasformare finirà per metterci contro i Volturi, è giusto che a decidere sia la tua famiglia al completo » aveva detto.

« A decidere cosa? ».

«Della mia mortalità. Voglio metterla ai voti».

 

 

Ringraziamenti:

blood dolly: ecco il tanto agognato capitolo :D spero non sia troppo noioso visto che mi è venuto di 13 pag. :D continua a seguirmi!! E grazie!!

Goten: grazie di cuore per i tuoi commentini :D anche a me è piaciuto quel pezzo.. mi è uscito così ma è d’effetto :D

Aberlin: huhu.. fa piacere a tutte sapere che Ed è di nuovo con Bella :D spero che anche questo cap ti sia piaciuto.. per il prossimo vedrò di scriverlo appena posso!!

Titty88: finalmente ho aggiornato :D ti piace?? Ciao bella e grazie per il sostegno e l’entusiasmo tvb

Amalia89 : e per ultima, ma non meno importante.. un grazie sincero a una delle mie più grandi fan :D grazie tesorooo!!! Tvb :D ***

 

 

 

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Capitolo 21
*** Corsa Notturna ***


Salve a tutti!! Domani non vado a scuola perciò ho potuto fare tardi per scrivere e postare. Spero non vi dispiaccia :D (scherzo!) questo cap completa la “scena bella” del libro dopodiché verrà il capitolo dove Ed si arrabbia ecc..

Ho intenzione di inserire solo un altro colpo di scena prima della fine :D spero vi piaccia!!!

Alla prossima e grazie milleee.. per tutto!!!

 

 

 

 

Dal capitolo 15

“Dai suoi pensieri riuscivo a percepire tutta l’intensità del nostro rapporto. Nella sua mente, lo avvertiva come un’aura di fuoco che ci ricopriva attirandoci l’uno verso l’altro. Non era puro e semplice fuoco, sembrava una specie di fiamma ossidrica anzi, si avvicinava molto al calore del sole: folgorante, intenso, forte.

L’amore che sprigionavamo io e Bella, il nostro legame, era simile, aveva la stessa consistenza.. significava che, in fin dei conti lei mi amava ancora? Non lo sapevo ma, lo avrei scoperto.”

 

 

 

 

*Corsa Notturna*

 

Il suo mento era appoggiato alla mia spalla e la sua guancia, sul collo. Quel tipo di vicinanza mi era tremendamente mancato.

Mi ricordai del primo giorno che la portai in questo modo, quando si sentì male. Un sorriso spontaneo mi spuntò sulle labbra. Ora Bella sembrava godersi questo momento, il suo cuore era tranquillo e il respiro regolare.

Si spostò impercettibilmente e, lentamente, le sue labbra si poggiarono sul mio collo. Era una parte delicata per me, mi provocava sensazioni potenti, quel contatto stava ustionando la mia pelle ma non lo consideravo spiacevole, anzi..

« Grazie. Significa che ti sei convinta di essere sveglia? ».

La sua risata riecheggiò nel bosco, era così dolce, spensierata, felice.

« Non proprio. Più che altro, sia quel che sia. Non voglio risvegliarmi. Non stanotte ». Mi confessò dopo averci pensato per qualche secondo.

Quelle parole da un lato mi facevano male. Aveva sofferto così tanto da non credere al mio ritorno, al fatto che fossi lì con lei, che l’amassi.

« In qualche modo riconquisterò la tua fiducia. Fosse l'ultima cosa che faccio ». Le promisi.

Ero determinato, ci tenevo troppo a lei.

« Ma io ti credo. È di me stessa che non mi fido ».

Non capii il senso di quelle parole. Dovevo avere una faccia molto scettica.

« Spiegati, per cortesia ».

Eravamo quasi in prossimità della casa così decisi di fermarmi. Volevo conoscere tutti i suoi pensieri e non volevo essere ascoltato.

La sua espressione era concentrata e in difficoltà. Le doveva costare molto dirmi ciò che pensava.

« Be'... Non sono certa di poter essere... abbastanza. Di meritarti. Non c'è niente in me che potrebbe trattenerti ».

Come poteva pensare una cosa del genere. Non si rendeva conto del nostro legame. Io avevo avuto la possibilità di vederlo con i miei occhi dalla mente di Marcus, ne avevo osservato tutte le sfaccettature.

La feci scendere delicatamente e la strinsi forte al petto, volevo sentirla vicino, infonderle tutto il mio amore.

« Il mio legame con te è permanente e indissolubile. Non dubitarne mai ».

La strinsi ancora di più al mio petto, proprio per enfatizzare le mie parole.

« Non mi hai ancora detto... », mormorai.

« Cosa? ».

« Qual è il tuo problema più grande ».

Avevo cercato di capirlo nella sua stanza, ma non avevo ottenuto risposta.

« Ti do un indizio », mi rispose allungando un indice e poggiandolo dolcemente sul mio naso.

Lo sapevo! Mi sentivo colpevole ma, dentro di me, nel profondo, speravo non fossi io.

Annuii.

« Sono peggio dei Volturi. Penso di essermelo meritato ».

Alzò gli occhi al cielo, tra il divertita e lo spazientita.

« Il peggio che possano fare i Volturi è uccidermi. Ma tu potresti lasciarmi. I Volturi, Victoria... al confronto non sono niente ».

Bella mi amava così tanto nonostante le avessi fatto ripetutamente del male. Mi considerava un Dio, non riusciva a vedere il lato marcio di me, la parte meno nobile, il mostro.

Non poteva volermi al suo fianco anche se aveva dimostrato ampiamente il contrario.

« No! Non essere triste », mi disse rattristandosi anche lei. Dalla sua espressione capii che non voleva vedermi soffrire, non voleva che IO stessi male..

Cercai di sorridere alla sua richiesta ma la sua espressione mi fece capire che non ero stato abbastanza convincente. Volevo capisse che non l’avrei lasciata, che il mio amore per lei superava di gran lunga il mio egoismo e che, dopo i recenti avvenimenti, non l’avrei mai più fatta soffrire.

« Se solo ci fosse una maniera di farti capire che non posso lasciarti. Immagino che soltanto il tempo riuscirà a convincerti », le sussurrai.

Mi sorrise.

« D'accordo ».

« Quindi... » cercò di distrarmi.. « visto che hai intenzione di rimanere, posso avere indietro le mie cose? » ..e ci riuscì.

Risi di gusto. Solo Bella era in grado di sviare i miei pensieri. Lo aveva fatto anche quando la salvai a Port Angeles qualche tempo fa.

« Le tue cose sono già lì. Sapevo che era un errore, ma ti avevo promesso la pace, senza ricordi del passato. Sono stato stupido e infantile, ma volevo anche che qualcosa di mio ti restasse vicino. Il CD, le foto, i biglietti... sono in camera tua, nascosti sotto le assi del pavimento » le confidai vergognandomi di me stesso.

« Davvero? ».

La sua espressione era incredula. Era felicissima di questa notizia, lo si leggeva dai suoi occhi, dal suo volto che sprizzava gioia da tutti i pori.

Annuii sorridendole quasi felice.

« Chissà.. non ne sono sicura, ma forse... forse l'ho sempre saputo ».

« Cosa? ». stava solo cercando di farmi felice o diceva sul serio? Come mi avevo scoperto?

« Una parte di me, forse il mio inconscio, non ha mai smesso di credere che il mio destino ti stesse a cuore. Per questo sentivo le voci, probabilmente ».

Certo che mi stava a cuore, io vivevo per lei!

« Voci? », le chiesi appena realizzai la cosa. Se Bella era arrivata a sentire delle voci significava che stava impazzendo?

« Be', una sola. La tua. È una storia lunga ».

Dovevo sapere, l’avrei curata, portata ovunque servisse. Avevo già i nominativi di parecchi medici, me li ero fatti dare da Carlisle quando la conobbi.

« Il tempo non ci manca ».

« È una storia patetica ».

Restai in attesa che parlasse, stava organizzando i pensieri.

« Ricordi quando Alice ha parlato di sport estremi? ».

Ne sapevo qualcosa ma non avevo ancora indagato.

« Ti sei tuffata da uno scoglio per divertimento ».

« Ehm, sì. E prima, in moto... ». Che cosa?!?

« Moto? ».

Come aveva potuto? Sicuramente c’era lo zampino del cane.. Bella non era capace di guidare una moto, e l’unica persona in grado di insegnarglielo doveva essere lui. L’aveva messa in pericolo, non aveva badato alla sua sicurezza..

« Immagino che Alice non ti abbia detto nulla ».

« No », sbottai nervoso, ancora dovevo digerire la faccenda.

« Be', il fatto è... ecco, ho scoperto che... ogni volta che facevo qualcosa di pericoloso o stupido... ti ricordavo più chiaramente. Ricordavo il suono della tua voce quando ti arrabbi. La sentivo come se fossi al mio fianco. Di norma cercavo di non pensare a te, ma in quelle occasioni speciali non sentivo il dolore: era come se fossi tornato a proteggermi. Perché non volevi che mi facessi male. Ecco, forse riuscivo a sentirti con tanta chiarezza perché, in fondo, sapevo che non avevi mai smesso di amarmi... ».

Aveva affrontato quasi la morte per sentire la mia voce.. era incredibile.

« Tu... hai... rischiato la vita... per sentire... » non potevo crederci, dovevo sentirlo di nuovo..

« Sssh. Aspetta un secondo. Sto per avere una rivelazione », disse interrompendomi.

Aspettai per un minuto interminabile, la sua espressione passò dal concentrato al sorpreso.

« Ah! ».

« Bella? ». Ma che stava combinando?

« Sì. Ecco, ho capito ».

« La tua rivelazione? », chiesi incerto e nervoso.

Pensavo che sarebbe arrivata a una conclusione delle sue e non volevo, lei doveva capire l’indissolubilità dei miei sentimenti.

« Tu mi ami », disse meravigliata e sorrise raggiante, quel sorriso che mi faceva perdere la ragione.

Sorrisi di rimando, soddisfatto.

« È così, davvero ».

Il suo cuore iniziò a battere di nuovo.. per me! Non esisteva felicità maggiore.

Strinsi il suo viso tra le mie mani fredde e la baciai.

Quando mi accorsi che non respirava più e che il suo cuore iniziava ad avere seri problemi, mi staccai lentamente da lei e avvicinai la mia fronte alla sua, assaporai il calore del suo viso e del suo fiato, sentii sulla mia lingua il suo sapore.. era buono, era suo.

« Sei stata più brava di me, sai ».

Avrei confessato tutto!

« In cosa? ».

« A sopravvivere. Tu, se non altro, ci hai provato. Ti alzavi ogni mattina, cercavi di sembrare normale agli occhi di Charlie, seguivi il ritmo della tua vita. Io, quando non cacciavo, ero... totalmente inutile. Non riuscivo a stare vicino alla mia famiglia, né a chiunque altro. Devo ammettere di essermi più o meno raggomitolato su me stesso, per lasciarmi assalire dalla tristezza. È stato molto più patetico che sentire le voci. E sai che sono sincero ».

« La voce era una sola », precisò.

Sempre la solita.

Le cinsi i fianchi con un braccio e prendemmo a camminare.

« Solo per farti contenta. Del loro parere non m'importa nulla ».

Non mi importava se avessero deciso di trasformarla, la decisione spettava a me e io non l’avrei permesso, per nessuna ragione al mondo.

Non potevo assolutamente rischiare di perdere la sua preziosissima anima, era la cosa più pura che esisteva al mondo e non l’avrei sprecata per nessuna ragione.

 

 

Angolo ringraziamenti:

Goten: spero di averti resa felice anche questa volta :D lo so di dover studiare ma mi dispiace lasciarvi a secco dopo tutti i bellissimi commenti che mi lasciate!!! Cmq da un lato mi fa piacere che la mia storia ti fa piangere in senso buono (almeno a detta tua ;p ) sono contentissimaaa!! Grazie mille tesorina!!!

Lory_lost_in_her_dreams: grazie di esserti aggiunta alla mia congrega hihihi e per tutti i meravigliosi complimenti grazie mille e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento :D

Rmp: grazie per il tuo commento ma devi sapere che ogni tanto ho gli scleri mentali hihihi mi sento insicura perché non tutti commentano perciò non riesco a capire cosa ne pensano e tendo ad essere pessimista :D cmq grazieee!!!

Frafra9: grazie per i complimentiii!! Cmq forse è perché adesso abbiamo iniziato a scrivere.. può darsi che più in là!! Cmq mi piace la tua storia ;p

Aberlin: grazie mille.. ma lo sai che me ne sono accorta anche io (certo non ho raggiunto la perfezione ma sto migliorando) rileggendo i primi capitoli :D grazie ancora e spero che anche questo cap ti sia piaciuto!!!

Amalia89: grazie mille tesorinooo!! Tvb tanto tanto! :D

Tess89: l’ho iniziata ma poi per mancanza di tempo(esame di stato -.-) ho dovuto sospenderla! Cmq l’ho aggiunta tra i preferiti :D appena ho un po’ di tempo!!! Cmq da quello che ho iniziato a leggere non è male e sono diverse tra di loro :D la mia inizia direttamente quindi lui la lascia nel bosco e ogni tanto ci sono dei flash-back :D cmq grazie per il commento!!!

Lamulamu: grazie per il commento e x i complimenti!! Ne avevo proprio bisogno.. tendo a scoraggiarmi :D spero ti sia piaciuto anche questo!!! Ciao e alla prossima :D

 

Grazie anche coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti:

 

 

 

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Capitolo 22
*** Trattative ***


Salve a tutte/i!!! finalmente ho completato questo capitolo!! Mi è risultato difficile perché quello che secondo me pensava Ed non combaciava con quello che diceva a Bella!!! Cmq spero vi piaccia perché ci ho messo parecchio ed è abbastanza lungo!

La mia Beta me l’ha appena corretto quindi l’ho modificato!!! Non è cambiato molto però!!! Ho risposto anche alle recensioni.. giù in fondo :D anche quelle più recenti!!!

 

Capitolo Betato a cura di: ElyNone

 

 

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Trattative

Correvo per le vie di Forks meditando su come avrei potuto impedire la trasformazione di Bella.

Contro la mia volontà l’aveva messa ai voti e la mia famiglia aveva acconsentito alla sua richiesta.

Si era messa in testa di volere essere trasformata subito ma per fortuna, con l’aiuto di Carlisle, ero riuscito a rimandare la sua trasformazione a dopo il diploma.

Non volevo renderla un essere immondo come me, nonostante avessi voluto averla sempre al mio fianco.

Avevo perso la testa quando i miei familiari a turno avevano accettato la sua trasformazione.

Una rabbia, che neanche Jasper riusciva a placare, si era impossessata di me, pronta ad esplodere da un momento all’altro.

Anche Carlisle, il più moralista di tutti noi, aveva acconsentito a quella folle richiesta.

Mi ero reso conto, dai suoi pensieri, che voleva la mia felicità.

“ Te lo meriti ” aveva pensato.

Per un attimo il mio cervello si era disconnesso, come se il mondo all’improvviso mi stesse crollando addosso.

Io non meritavo tutto quell’amore, Bella non doveva rinunciare alla sua vita da umana, alle sue esperienze, per starmi vicino. Non meritavo tutto quello che aveva passato a causa mia...

Ritornai col pensiero al momento in cui vedevo il suo volto compiaciuto dalla mente dei miei familiari... Non poteva essere così stupida da volerlo davvero.

La rabbia che avevo provato esplose all’improvviso dilaniando quella specie di nuvola di tranquillità con cui Jasper mi stava avvolgendo ma che non mi toccava, che non riusciva a rasserenarmi.

Al solo pensiero di lei con gli occhi cremisi che mi scrutava tranquilla e innamorata come sempre, scoppiai come una bomba ad idrogeno.

No! Non doveva succedere. Non potevo permetterle di rovinare tutto, di gettare la sua purezza per diventare come me, per starmi accanto.

Senza neanche accorgermene schiantai verso la parete di fronte a me il televisore al plasma di ultima generazione che Emmett si era fatto spedire da qualche paese asiatico poche settimane fa.

Ero in salotto e non me ne ero neanche accorto.

Un’imprecazione mentale mi raggiunse.

Cazzo Edward, ma proprio il plasma dovevi schiantare? Ci ho messo un’eternità per averlo. Non hai idea di che ho passato per portarmi a casa questo gioiellino! Pensò triste Emmett.

Eternità... ciò che voleva Bella e che io non volevo concederle. Tra tutte le cose che poteva chiedermi perché proprio questo?!

Oltre alla perdita della sua purezza avevo il terrore che qualcosa potesse andare storto, non sapevo se anche questa volta sarei riuscito a fermarmi prima di dissanguarla.

Non badai minimamente ad Emmett e mi diressi furioso verso di lei. Il mio sguardo doveva essere quasi da assassino perché trattennero tutti il fiato e mia madre pensò Non farle del male!

Un ringhiò fece voltare Alice che nel frattempo stava cercando di convincere Bella che aveva bisogno di più tempo per trasformarla.

Si stava rivolgendo a Carlisle ma fui più veloce e le afferrai il viso con una mano costringendola a guardarmi negli occhi.

Cercai di bloccare le parole di mio padre con una mano ma nessuno sembrava badare a me. L’attenzione di tutti era rivolta a Bella, alla sua richiesta e alla strana posizione del suo volto sotto la forza della mia presa.

« Io sono in grado di farlo », rispose Carlisle con il suo solito tono pacato.

« Aspetta », la implorai a denti stretti. « Non deve essere per forza adesso ».

« Non c'è nessun motivo perché non accada adesso », disse farfugliando e arrossendo cercando di spostare lo sguardo dai miei occhi.

« Io ne ho qualcuno ».

Dovevo puntare sull’affetto che provava verso i suoi genitori. Doveva essere il suo punto debole. La conoscevo troppo bene. Era troppo dolce e altruista per pensare di far soffrire le persone che le volevano bene, a cui lei teneva.

« Ma bravo », mi rispose acida. « Adesso lasciami andare ».

Cercai di cogliere l’attimo e andare avanti con la mia arringa.

« Fra un paio d'ore Charlie verrà a cercarti. Conoscendolo, immagino che coinvolgerà i poliziotti ».

Il suo sguardo mutò.

Quella maschera di collera che provava nei miei confronti si trasformò all’istante alterandosi tra la preoccupazione, il dolore, e di nuovo la caparbietà verso la sua scelta.

Dovevo continuare prima che riprendesse a dire assurdità.

« Per non rischiare di dare nell'occhio, propongo che rimandiamo questa conversazione perlomeno al giorno in cui Bella finirà la scuola superiore e non vivrà più a casa di Charlie » dissi rivolgendomi a Carlisle e sperando nel suo appoggio.

Avevo messo in campo un argomento inattaccabile, non poteva ribattere, avevo ragione io. La mia, era una logica troppo solida per essere scalfita.

Per fortuna mio padre, dopo aver valutato e vagliato ogni possibilità, mi diede ragione.

« Ci penserò », rispose controvoglia.

Ce l’avevo fatta, l’avevo dissuasa da quel pensiero... almeno per il momento.

 

Una visione di Alice mi distrasse per un istante. Vedevo di nuovo Bella pallida e perfetta: una vampira.

Edward è diventata nitidissima, rassegati! Pensò Alice.

Se proprio doveva diventare come me dovevo almeno pensare a un modo per non farle perdere neanche un istante della sua vita da umana.

Non volevo trasformarla ma Alice aveva ragione.

Dovevo riflettere, trovare il modo per ottenere più tempo. Sarei sceso ad ogni compromesso possibile pur di farle provare più emozioni concepibili che contraddistinguevano la razza umana. Lo avevo promesso a me stesso: l’avrei trasformata ma prima avrei fatto in modo che non avesse rimpianti, di nessun genere!

« Forse è meglio che ti riporti a casa. Non vorrei che Charlie si svegliasse presto » le dissi prima che potesse estorcere altre promesse alla mia famiglia.

« D'accordo, portami pure a casa » mi rispose dopo che si fu accordata di nuovo con mio padre.

La presi in spalla e corsi velocissimo verso casa sua.

I miei pensieri erano in delirio.

Il mio cervello stava vagliando ogni possibilità, ogni argomento che avrei potuto sfruttare a mio favore pur di farle capire che le serviva altro tempo per vivere la sua vita da umana, quella vita che a me e alla mia famiglia era stata negata.

Avevo commesso troppi errori con lei.

Alla fine avrei accettato la sua trasformazione – non avevo altra scelta – ma non potevo rischiare di scalfire la sua felicità futura.

Quanto meno, dovevo darle la possibilità di cambiare idea, col tempo.

Scappando a Volterra, e ancora prima lasciandola, avevo pensato di agire per il suo bene ma le mie azioni si erano rivelate del tutto errate. Avevo fatto tutto ciò che più l’avrebbe fatta soffrire in vita. L’avevo messa in pericolo.

Per colpa mia, per il solo sentire la mia voce, aveva messo più volte a repentaglio la sua esistenza e non me lo sarei mai e poi mai perdonato.

 

Con un balzo felino attraversai la soglia della sua finestra e la poggiai sul letto.

Durante tutto il viaggio verso casa l’avevo sentita tranquilla, trionfante. Aveva ottenuto ciò che voleva ma dovevo cercare un qualsiasi modo per farle cambiare idea, cercare di dissuaderla.

Iniziai a camminare nervosamente per la stanza.

Cosa avrebbe voluto Bella in cambio?

Sapevo benissimo che i beni materiali non erano nel suo interesse. Se avessi anche solo pensato di regalarle la cosa più costosa al mondo, avrei solo rischiato di peggiorare le cose.

Quindi dovevo cercare di puntare sui suoi sentimenti, come avevo fatto prima a casa mia.

« Qualunque cosa tu stia macchinando, non funzionerà » mi distrasse.

« Zitta. Sto pensando ».

Il mio cervello andava a mille. Negli ultimi decenni non lo avevo mai utilizzato in questo modo. Finalmente stavo sfruttando al meglio tutte le sue capacità!!

Lamentandosi si nascose sotto il lenzuolo coprendosi il viso.

Mi sentii mancare il fiato.

Il mio corpo non ce la faceva a non averla accanto, a non guardare, osservare e studiare il suo viso o ogni minima espressione del suo volto, ogni minimo cambiamento d’espressione.

« Se non ti disturba, preferirei che non ti nascondessi il viso. Mi è mancato più di quanto potessi immaginare » le dissi sedendomi sul suo letto e spostandole il lenzuolo dal volto.

Era bellissima, mi dispiaceva dover cercare di imbrogliarla ma lo facevo per il suo bene.

Ritornai col pensiero alle mie congetture.

Cosa rendeva felice Bella?

Fu semplice rispondere: io.

Dovevo cercare di rendere perfetta la sua vita da umana. Le sarei stato sempre accanto, le avrei chiesto di sposarmi se necessario!

Sposarmi... era questa la soluzione!

Se mi avesse sposato sarebbe stata certa che le sarei rimasto accanto per sempre “finché morte non ci separi”.

Se avesse accettato, sarei stato l’uomo più felice dell’intero universo anche se una parte di me era ancora restia a privarla della sua umanità.

In fin dei conti mi ero sempre immaginato con un vestito elegante mentre l’aspettavo all’altare.

Una volta ottenuto il suo consenso avrei pensato a tutto: avrebbe avuto una nuova auto, anche più resistente, l’avrei resa felice insomma!

Volevo conoscere i suoi desideri più nascosti ed esaudirli, se avessi impiegato molto tempo a soddisfarli... tanto di guadagnato.

Al solo pensiero sorrisi.

Se la persona che la rendeva più felice ero io allora...

Forse avevo capito come procedere.

« Adesso... dimmi una cosa » le dissi esponendole con calma il mio ragionamento.

Mi rispose controvoglia. Trattenni un sorriso e continuai.

« Se tu potessi esaudire un desiderio, quale sceglieresti? ».

« Di stare con te ».

Quella frase mi addolcì l’anima, che non ero sicuro di avere; addolcì la parte più nobile di me: io ero tutto ciò che desiderava, tutto ciò di cui aveva bisogno.

Accantonai per un secondo quei pensieri e mi dedicai di nuovo a lei. Oltre alla mia vicinanza dovevo sapere cosa potevo donarle oltre che me stesso.

« Qualcosa che tu non abbia già » le risposi saccente.

Dovevo marcare il concetto che io ero tornato per stare con lei, per sempre, che non l’avrei più abbandonata e che quindi non doveva preoccuparsi, io non mi sarei mai più allontanato da lei.

« Vorrei... che non toccasse a Carlisle farlo. Vorrei che fossi tu a trasformarmi ».

Questo pensiero aveva sfiorato anche la mia mente ma lo avevo subito accantonato perché non credevo di essere all’altezza di non farle del male.

Dentro di me, nonostante mio padre, per evitare inconvenienti, si era offerto di trasformarla, volevo essere io a donarle quella nuova vita, ad iniettarle il veleno che sarebbe rimasto nel suo corpo per l’eternità.

Se era questo ciò che desiderava avrei escogitato un modo, avrei cercato in ogni modo di accontentarla, di renderla felice, di soddisfare il suo ultimo desiderio ma dovevo essere certo di renderla felice su ogni cosa prima di trasformarla.

Adesso dovevo porle una domanda sconveniente per la mia morale.

A mio parere il solo fatto che lei era disposta a stare con me valeva più di tutto l’oro del mondo ma, se volevo donarle qualche anno di vita in più e avere così il tempo di esaudire ogni suo desiderio, dovevo agire, anche contro i miei valori.

« E cosa saresti disposta a dare, in cambio? ».

« Qualsiasi cosa » mi rispose dopo essere rimasta per qualche secondo a bocca aperta.

Non se lo aspettava, conosceva bene i miei modi di fare e come mi comportavo con lei.

« Cinque anni? » le chiesi approfittando della  sua risposta.

Il suo volto assunse un’ espressione sconvolta, quasi terrorizzata.

« Hai detto qualsiasi cosa », ribadii.

« Sì, ma... sfrutteresti quel tempo per trovare una scappatoia. Devo battere il ferro finché è caldo. E poi, è troppo pericoloso restare umana, per me almeno. Quindi, qualsiasi altra possibilità va bene ».

Aveva ragione, mi conosceva meglio di quanto pensassi e il pensiero del pericolo costante che la circondava non aiutava!

« Tre anni? ». Tentai.

« No! ». Sbottò irritata.

« Allora per te non vale niente! ».

Dovevo arrendermi, non avrei avuto scelta. Ero partito apposta da una soglia di cinque anni perché sapevo che non sarebbe stato facile combattere contro di lei.

« Sei mesi? » Mi distrasse.

Non ero disposto a concederle solo sei mesi, era folle! Come avrei potuto renderla felice in soli sei mesi?

« Non sono abbastanza » dissi cercando di mantenere la calma.

Le mie più rosee previsioni superavano almeno i due anni. Sei mesi erano una pazzia!

Considerando che ci sarebbe voluto un anno per organizzare le nozze, come avrei fatto a renderla felice in soli dodici mesi?!

Sapevo quella conversazione che verso avrebbe preso. Nonostante cercassi ancora di recuperare qualche tempo in più, il mio cervello riconosceva che dovevo cercare un’altra via, un altro modo per convincerla.

« Allora un anno, è il mio massimo » disse distraendomi.

« Concedimene almeno due » la supplicai.

« Neanche per idea. Diciannove posso anche compierli. Ma ai venti non voglio nemmeno avvicinarmi. Non credere che possano restare una tua esclusiva ».

Era questo allora il suo problema principale. Non le interessava compiere esperienze umane...

Pensa Edward, pensa! Continuavo a ripetermi.

Io volevo davvero che lei divenisse come me, volevo averla accanto per tutta l’eternità ma non volevo affrettare i tempi. Avrebbe potuto ripensarci. Il suo desiderio più grande poteva non essere più il voler essere un vampiro.

Questa parola mi faceva ancora un po’ strana!!

Ora come ora, odiavo immensamente la mia natura.

Per lei avrei tanto voluto essere un ragazzo normale in grado di renderla felice con gesti semplici, di poter costruire una famiglia insieme a lei, generare dei figli, ma tutto questo non mi era concesso.

Considerai che barattare mesi o anni fosse un “passatempo” inutile.

« Va bene. Lasciamo perdere i limiti temporali. Se vuoi che sia io a compiere il gesto... lo farò ma a una condizione ».

Le avrei chiesto di sposarmi e poi avrei acconsentito alla sua trasformazione. In ogni caso avrei avuto un anno o più di tempo.

« Quale? ».

Il suo tono era quasi terrorizzato, il suo cuore cominciò a battere frenetico nel suo petto. Mi veniva da ridere ma non volevo rovinare il momento.

Certo, questo non era una vera e propria dichiarazione perché era improvvisata. Per un’occasione così speciale avevo in mente ben altro e, nonostante non ci avessi mai pensato seriamente, il mio cervello aveva delineato spesso i contorni di quell’ evento.

« Prima sposami » le dissi in tono cauto. La osservavo per cogliere ogni minimo mutamento della sua espressione.

Mi aspettavo la sorpresa, lo stupore... ma Bella come al solito mi sbalordì!

« Okay. È uno scherzo » disse dopo avermi fissato a lungo come se si aspettasse una risata.

Avevo sbagliato? Per lei forse non ero così importante da essere sposato? Voleva restarmi accanto per l’eternità ma non condividere la sua esistenza in mia compagnia?

« Così mi ferisci, Bella. Ti chiedo di sposarmi e la metti sul ridere ».

« Edward, per favore, sii serio » mi disse spazientita.

Pensava la stessi prendendo in giro? Possibile che non pensasse di essere così importante per me da voler chiedere la sua mano?

In fin dei conti credeva stesse ancora sognando...

« Sono serio al cento per cento » le risposi con un espressione che non ammetteva repliche.

Non poteva pensare sul serio che scherzassi su una cosa del genere.

« E dai. Ho soltanto diciotto anni » mi disse con una punta di isteria nella voce.

«Be', io quasi centodieci. È ora che metta la testa a posto» scherzai.

Il suo sguardo si spostò verso il cielo ancora buio. Il suo cuore batteva sempre più forte nel suo petto.

« A dire la verità, il matrimonio non è la mia massima priorità, sai? Renée e Charlie ne sono rimasti letteralmente dissanguati ».

« Interessante metafora», le risposi trattenendo un sorriso.

Quante volte avevo immaginato Bella camminare lentamente verso di me su un tappeto rosso…

« Sai bene cosa intendo ».

« Per favore, non dirmi che hai paura di assumerti un impegno tanto solenne » le dissi.

Avevo il terrore di scoprire che in realtà Bella non mi amasse al tal punto da sposarmi.

« Non è proprio così. Ho... paura di Renée. Ha idee molto precise a proposito del matrimonio prima dei trent'anni ».

Mi tranquillizzai, forse era solo questa stupida paura che la bloccava, forse mi amava a tal punto da sposarmi!

« Perché preferirebbe vederti dannata per l'eternità, piuttosto che sposata ». Dissi cercando di farle capire il problema principale ma cercando di sdrammatizzare.

« Non ci scherzerei troppo ».

No! Questo non poteva pensarlo sul serio…

« Bella, se pensi che sposarsi sia impegnativo quanto barattare la propria anima con una vita eterna da vampiro...», dovevo cercare di farle capire e di convincerla, avrei puntato sull’orgoglio, « se non sei abbastanza coraggiosa da sposarmi, allora... ».

Non sapevo come terminare la frase, non volevo che mi abbandonasse però allo stesso tempo dovevo smuoverla.

« Be'... E se lo fossi? Se ti chiedessi di portarmi subito a Las Vegas? Diventerei un vampiro in tre giorni? ».

Il suo cuore batteva forte, non poteva dire sul serio. Sorrisi per quel gesto quasi disperato.

« Come no. Prendo la macchina ».

« Uffa! Ti lascio diciotto mesi ». Disse mettendo il broncio.

Il mio sorriso si allargava sempre di più.

« Niente affatto », risposi. « Questa è la mia condizione ».

Forse ero riuscito nel mio intento. Con quella proposta non solo avevo ottenuto più tempo ma avevo soprattutto la possibilità di renderla felice, di farle passare un’ottima vita da umana.

« Va bene. Mi rivolgerò a Carlisle, dopo il diploma ».

Sapevo che non diceva sul serio, non sapeva mentire, ma stetti al gioco.

« Se proprio ci tieni ».

« Sei impossibile», si lamentò. « Un mostro ».

Lo ero ma non per il motivo che intendeva lei.

« Per questo non mi vuoi sposare? ». Sorrisi divertito.

Emise uno strano lamento. A quel punto mi avvicinai lentamente al suo viso e respirai a pieni polmoni il suo odore.

Mi era difficile perché era parecchio che non cacciavo... Ma quel dolce profumo per me significava sempre di più la sua vita, la sua salvezza.

La scrutai nel profondo incatenandola ai miei occhi.

« Bella, per favore », sussurrai.

Silenzio.

Non stava neanche respirando. Mi allontanai di poco e continuai.

« Sarebbe stato meglio se ti avessi regalato un anello? ».

« No! Niente anelli! ». Urlò.

Bella! È successo qualcosa! Di nuovo quei maledetti incubi, dannazione!

Charlie si era svegliato, non sapeva se venire a controllare oppure no.

Si stava avvicinando un po’ titubante per controllare sua figlia. Non potevo farmi trovare nella sua stanza ma non volevo neanche allontanarmi da lei...

« Ecco, ci sei riuscita », sussurrai per non farmi udire.

« Ops ».

Sorrisi, mi ricordava qualcosa quell’esclamazione!

« Charlie si sta svegliando. Meglio che me ne vada ».

Non volevo ma dovevo.

Le mie orecchie per un attimo non udirono un suono per me vitale: il cuore di Bella aveva smesso di battere per quasi due secondi.

Non potevo allontanarmi da lei, non lo volevo, non lo voleva!

« Trovi infantile che mi nasconda nell'armadio? ».

« No. Per favore, resta ». Disse con nervosismo nella voce.

Sorrisi all’idea. Mi sentivo uno di quegli amanti che si nascondono negli armadi quando arrivano i mariti.

Rimase quasi immobile finché la porta della sua stanza non si aprì.

Charlie voleva solo controllarla e saperla tranquilla.

Nella sua mente si succedevano ricordi di Bella che urlava e piangeva nel sonno.

Non voleva rivederla così ma doveva accertarsi che stesse bene.

Si era reso perfettamente conto che Bella sembrava più serena da quando ero tornato, anche se aveva avuto poche occasioni di parlarle, ma non voleva accettarmi, non voleva che Bella soffrisse ancora.

Avrei dovuto fare in modo di farmi ben volere. Avrei chiesto la mano di Bella prima a lui, come si faceva ai miei tempi.

Forse Bella non avrebbe accettato, non mi aveva ancora detto si... però non aveva neanche detto no!

Se mi avesse rifiutato... No! Bella non l’avrebbe mai fatto, lei mi amava...

Ma mi amava al punto da sposarmi???

 

 

Rispondo alle recensioni:

Goten: grazie sempre caraaa!! Mi hai anche già scritto una recensioneee!! Me felicissima! Ci sei sempre!!!

Frafra9: che bellooo!! Mi dispiace che ti faccio pingere sempre ma da un lato ne sono onorata!! Che bello! Ciaoooo

Rmp: devo ammettere che in questo capitolo la testolina di ed ha fatto i capricci.. perciò ci ho messo tanto!

lory_lost_in_her_dreams: grazie mille cara! Mi fa piacere che ti piaccia mi hai fatta contenta con il tuo commento!

titty88: grazie cicciaaa!! Per tutti e due commenti! Quando ho scritto il pezzo che Ed pensava fosse impazzita ridevo da sola :D

lady cat: ciao! Si hai proprio ragione.. questa fan fiction è stato un parto lo devo ammettere meno male che è finita... o quasi!!! Cmq non ho intenzioni di scrivere anche Eclipse.. sarebbe troppo! Mi sto dedicando a nuove idee che mi frullano per la testa e devo ancora finire quella che ho iniziato! Cmq grazie mille per il commento!!!

francycullen: ciaoooo!! Grazie mille! Capolavoro la reputo una parola troppo grande per me ma ti ringrazio infinitamente ugualmente (scusa le parolone)!!! :D grazie milleeee!!!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Il cuore di Bella batteva frenetico nell’attesa che Charlie aprisse la porta

Salve a tutti!! Eccomi di ritorno! Ci ho messo un po’ a scriverlo ma ce l’ho fatta!!! Alla fine della pagina troverete la parole “FINE”! avevo deciso di terminarlo ma sul mio gruppo di face book ( http://www.facebook.com/home.php?ref=home&__a=1#/group.php?gid=89140027720 ) stanno facendo di tutto per convincermi a non terminarla.. ad aggiungere l’ultimo capitolo.. vi dico solo che non ho deciso ancora ok?? Ringrazio tutti le persone che mi hanno commentato e chi mi ha solamente seguito! Grazie a tutti! Un bacio

Barbara

 

Capitolo 23

 

Il cuore di Bella batteva frenetico nell’attesa che Charlie aprisse la porta. Mi ero nascosto nel suo armadio dove il suo profumo era ancora più forte.

Inspirai senza far rumore e mi beai della sua dolce fragranza anche se mi creava dei leggeri fastidi alla gola.

La vicinanza di Bella mi aveva cambiato profondamente.

Il primo giorno che le ero stato accanto volevo ucciderla, godere del suo sangue caldo e zuccheroso... ora questo pensiero mi faceva venire i brividi.

Se non avessi resistito quel giorno avrei cancellato dalla faccia della terra un esemplare raro, unico. Come una specie in via d’estinzione.

Mi concentrai sui pensieri di Charlie. Non si aspettava che Bella fosse sveglia ad aspettarlo quindi sobbalzò quando gli disse: « Buongiorno, papà ».

 « Ah, ciao, Bella. Non pensavo fossi già sveglia ».

 « Eh, sì. Aspettavo che ti alzassi anche tu per fare la doccia ».

 « Aspetta. Prima, parliamo un po'».

 « Sei nei guai, lo sai, vero? ».

 «Sì, lo so».

Non avevamo chiesto aiuto ad Alice. Bella avrebbe dovuto improvvisare.

Volevo darle un po’ di privacy ma allo stesso tempo le volevo essere accanto, aiutarla a spiegare a Charlie che era tutta colpa mia. Eravamo un tutt’uno e dovevamo combattere insieme, sullo stesso fronte!

 Charlie si era preoccupato. Dopo la morte del suo amico se l’era passata davvero male e l’assenza di Bella aveva aggravato la sua situazione.

Voleva mandare Bella a Jacksonville dalla madre ma lei si era opposta. Per me, ovviamente non ci sarebbero stati problemi, l’avrei seguita in capo al mondo pur di starle accanto, il sole non mi spaventava, niente mi importava.

Con le spiegazioni se la cavò abbastanza bene. Si mantenne sempre vicina alla verità per non risultare poco credibile.

«Voglio che tu stia lontana da lui, Bella. Non mi fido. Ti crea soltanto problemi. Non permetterò che ti riduca ancora in quel modo».

Una rabbia mi invase ma appena lessi i suoi pensieri il mio corpo tramortì: vedevo Bella pallida, assente, triste, vuota... Non l’avevo mai vista così, neanche dai ricordi di Alice.

Charlie aveva sofferto molto per lei e non voleva che Bella ritornasse ad angosciarsi di nuovo per me dopo che era riuscita a superare il dolore.

  «Va bene», rispose.

COME “VA BENE”?!?

Allora non voleva sposarmi perché in realtà non mi amava più? Le sue idee erano mutate...

« Ah. Pensavo che fossi più testarda », rispose sorpreso.

Non se lo aspettava, pensava di dover discutere per ore.

Io ero rimasto bloccato, il mio cervello non ne voleva sapere di pensare, tutto scorreva troppo lentamente.

« Lo sono! Volevo dire: "Va bene, me ne andrò" ».

Silenziosamente tirai un sospiro di sollievo. Dovevo aspettarmelo da Bella. Ancora una volta avevo dubitato di lei, dei suoi sentimenti, era riuscita ancora una volta a cogliermi di sorpresa.

Il cuore di Charlie sembrava voler scappare dal suo petto. Sentivo il suo sangue scorrere più velocemente e un fiotto di pensieri quasi illeggibili inondargli la mente.

Vedeva Bella scappare insieme a me, abbandonarlo e lasciarlo di nuovo nella sua solitudine.

« Papà, non voglio andarmene. Ti voglio bene. So che sei preoccupato, ma devi fidarti di me. E se vuoi che resti, dovrai andarci piano con Edward. Vuoi o no che io viva qui? ».

  «Non è giusto, Bella. Sai bene che non c'è niente che desideri di più al mondo».

  «E allora sii gentile con Edward, perché staremo sempre insieme», disse sicura di se.

Forse finalmente aveva capito che l’amavo, forse mi avrebbe concesso la sua mano.

Il mio cervello ricominciò a viaggiare con la fantasia ma le mie “visioni” sembravano farsi sempre più nitide spinte dalla consapevolezza che per noi ci sarebbe stato un futuro.

Dopo aver dato un ultimatum a suo padre, Bella lo cacciò dalla sua stanza con la scusa di doversi fare una doccia e di aver bisogno di un po’ di privacy.

Appena sentii i passi di Charlie uscire dalla sua stanza mi accomodai sul mio dondolo e la osservai compiaciuto.

Era stata brava, se l’era cavata egregiamente anche se non ero contento che per colpa mia litigasse con suo padre.

« Scusami », sussurrò.

« Mi meriterei di peggio. Non litigare con Charlie per colpa mia, ti prego ».

« Non preoccuparti. Litigherò quel tanto che basta, senza esagerare. Oppure mi stai dicendo che mi ritroverei senza un tetto? ».

« Ti trasferiresti in una casa infestata dai vampiri? ».

« Probabilmente è il posto più sicuro, per una come me. Inoltre se Charlie mi caccia, la scadenza del diploma non sarà più valida, no? ».

Questa scelta non l’avevo minimamente considerata. Pensavo che avessimo raggiunto un accordo: l’avrei trasformata in cambio della sua mano... Non mi aveva dato una risposta ma ero certo che prima o poi avesse accettato!

« Sei impaziente di essere dannata per l'eternità », mormorai.

« Non ci credi neanche tu, è inutile fingere ». Cosa voleva dire con questo?

« Ah, no?», risposi indispettito.

« No. Non ci credi », confermò convinta.

Stavo per controbattere ma non mi diede il tempo di spiegarmi.

  « Se davvero fossi stato convinto di aver perso l'anima, quando ti ho ritrovato, a Volterra, avresti capito al volo cosa stava accadendo, anziché ritenerci morti entrambi. Invece no, hai detto: "Straordinario. Carlisle aveva ragione" », esclamò trionfante. « Dopotutto, dentro di te c'è un filo di speranza ».

Rimasi senza parole. La sua logica non faceva una piega. Ero stato sempre convinto di non possedere un’anima. La certezza di vivere come un essere senza anima mi aveva accompagnato per quasi cento anni... Bella aveva messo in discussione tutte le mie teorie, le mie convinzioni.

« Perciò, questa speranza conserviamola entrambi, non è meglio? Non che m'importi granché. Se ci sei tu, non ho bisogno del paradiso ».

Lo stesso valeva per me. Se c’era lei non avevo bisogno né del paradiso né tantomeno di un’anima... era lei la mia anima.

Fissai i suoi occhi profondamente, mi persi per un istante nel suo sguardo.

« Per sempre », giurai. “Fino a quando entrambi vivremo” aggiunsi mentalmente.

« Non chiedo altro » mi rispose, lo sguardo ancora legato al mio.

Ci scambiammo il bacio più dolce e profondo. Finalmente le sue morbide labbra toccavano di nuovo le mie.

Era passato troppo tempo dall’ultima volta, avrei dovuto compiere questo gesto più spesso d’ora in poi.

Il mio cervello si perse per un istante a contemplare tutte le emozioni che stavo provando.

Finalmente ero di nuovo felice. L’avevo accanto, la stavo stringendo appassionatamente tra le mie braccia, le stavo baciando quelle labbra che per  mesi avevo solo immaginato.

  Anche se alla fine avessi acconsentito alla sua trasformazione, ero certo che durante il passaggio verso la sua nuova vita avrebbe conservato la parte più bella e pura che possedeva. Quella parte che mi aveva colpito, rapito, che era stata in grado di catturare il mio cuore morto e di attirarlo a sé facendolo rinascere.

Quella parte che mi aveva fatto innamorare...

 

                                                                                                             

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Capitolo 24
*** Il Patto ***


Scusate lo sproloquio ma è d’obbligo! Allora per questa ficcy devo ringraziare Amalia, senza di lei non sarebbe stata proprio pubblicata, e Goten che mi ha spinta ad andare avanti (anche ricattandomi a volte per avere i suoi capitoli in anteprima :D). Poi vorrei ringraziare Luisina che in una sola notte (e un po’ di mattinata) mi ha commentato tutti i capitoli come non l’aveva mai fatto nessuno!!! E infine Elena (alias ElyNone) la mia Beta. GRAZIE RAGAZZE!!!

PER CHI VOLESSE DIRE LA SUA OPINIONE SULLA FAN FICTION... SAREI CONTENTA DI SCOPRIRLA!!! CHE NE PENSATE? Poi.. vi dico il motivo per cui non volevo inserire l’ultimo capitolo. L’ho scoperto solo poco tempo fa!!!

Da un lato ho scoperto di odiare Jake.. anche se poi alla fine di BD mi piace! Ma in realtà è che non volevo finire sul serio questa fan fiction.. infatti non mi sembra vero che sto qui a scriverla!!!

E poi ci terrei a spiegare i sentimenti che mi hanno fatto scrivere questa storia. Ci sono alcune note autobiografiche, non so se traspaiono oppure no, ma ci sono!!

Questa è stata la mia prima opera scritta in assoluto. Inizialmente era un modo per non allontanarmi dal mondo di Twilight nell’attesa di Midnight Sun, poi col tempo sono cambiate alcune cose.. è diventata una passione, un ossessione, parte di me! Ci ho messo un pezzo di me stessa per scriverla. È la fan fiction più importante che scriverò mai.. ne ho altre in mente ma non saranno profonde e studiate come questa. Ho cercato di renderla sempre il più uguale e simile alla Meyer ma allo stesso tempo ho cercato di evitare copie o riassunti inserendo parti inventate da me.

Ho inserito il pov Alice proprio per questo motivo: c’era un pov Rosalie in giro ma non si sapeva se era scritto dalla Meyer oppure no, perciò non sapevo bene come fare! Poi, per esempio, tramite le interviste ho scoperto cosa distrugge Edward ecc.

Ok ho finito!!! GRAZIE a tutti coloro che hanno sempre commentato e seguito o solo letto restando nell’ombra!!! Spero vivamente che questo ultimo capitolo vi piaccia!!!

COMMENTATE PER L’ULIMA VOLTAAA!!! :D grazie!!!

 

 

 

Il patto

 

 

Erano passati diversi mesi ormai dalla mia fuga in Italia. Quello sarebbe rimasto per sempre il gesto più stupido  e incosciente che io avessi mai commesso.

Bella per fortuna mi aveva perdonato, mi aveva accolto a braccia aperte di nuovo nella sua vita e io... Non avrei mai potuto ringraziarla abbastanza.

Eravamo tornati a scuola e mi ero reso conto dai ricordi degli studenti che Bella non aveva trascorso bei momenti in mia assenza: si era completamente isolata dal resto del mondo, aveva vissuto in una bolla tutta sua che neanche i suoi amici erano riusciti a perforare.

Ultimamente il suo umore non era dei migliori. Il padre l’aveva messa in castigo, quasi sotto sua richiesta, e aveva un pensiero fisso: Jacob Black. Si sentiva tremendamente in colpa perché lo aveva fatto soffrire dopo che lui le era stato accanto.

Non avevo mai tollerato i licantropi ma in questo momento, erano gli esseri che meno potevo sopportare.

Avevo ammesso a me stesso che in fin dei conti ero geloso di Jacob Black perché aveva passato del tempo con Bella durante la mia assenza, l’aveva consolata dal dolore che IO le avevo causato.

Nello stesso tempo, non volevo che si avvicinasse a lei perché era diventato pericoloso. Bastava una distrazione per far succedere l’irreparabile.

Io e Bella ultimamente non passavamo molto tempo insieme al di fuori dell’edificio scolastico o di casa sua proprio per questo motivo non potevo mettere in atto tutte le idee di “uscita perfetta” che avevo in mente, ma mi bastavano le ore che trascorrevo in sua compagnia. Alle volte mi ritrovavo a pensare che era anche troppo, che non me lo meritavo affatto.

Vederla dormire, o semplicemente restarle accanto, era il massimo. Non potevo chiedere di meglio alla mia non-vita.

 

Sbrigati succhiasangue, devo parlare con te. Mi manda il branco. Chissà se può sentirmi davvero... in ogni caso spero proprio che Charlie tenga Bella alla larga da lui.

Stavamo in macchina quasi davanti casa sua quando ascoltai quel pensiero.

Un ringhio premeva per uscire ma decisi di non assecondare quell’impulso, non volevo far preoccupare o spaventare Bella. Era già in pensiero per quello che era potuto accadere a Charlie dopo che le avevo detto che era nei guai.

La tranquillizzai e le chiarii la situazione.

Jacob Black aveva davvero compiuto un gesto scorretto, molto scorretto! Me l’avrebbe pagata.

Le sue intenzioni potevano essere delle migliori ma Bella stava soffrendo, non meritava quel trattamento.

Adesso che torna a casa mi deve una spiegazione e stavolta non ammetto scuse. Come ha osato infrangere la regola numero uno?! Forks e le moto.. inconcepibile! Stavolta mi sente!! E guai se Edward oserà sorpassare questa soglia prima che compia trent’anni!

Charlie non se lo aspettava da sua figlia. Le aveva spiegato che era pericoloso andare in moto con la pioggia perenne che caratterizzava Forks ma non lo aveva ascoltato, era deluso.

Un po’ della colpa, come al solito, la affibbiava a me, al mio comportamento scorretto verso sua figlia.

Avrei preferito di gran lunga che TUTTA la colpa la desse a me invece di prendersela con Bella ma, purtroppo era inevitabile. Bella avrebbe dovuto scontare una pena ancora maggiore di quella che stava affrontando.

Scese come un diavolo dalla macchina e si avviò con passo pesante verso quella che doveva essere la direzione in cui si trovava Jacob.

Quella scena, vista dall’esterno poteva anche far ridere ma io al momento non ci trovavo nulla di buffo. Bella era stata ferita nell’orgoglio. Aveva perso la fiducia di quello che era stato il suo punto di riferimento in mia assenza. Potevo solo immaginare come si sentisse.

Avevo deciso: Jacob Black me l’avrebbe pagata!

Ci stava aspettando poco prima del bosco con sguardo truce.

La vista e le parole di Bella lo ammorbidirono. Aveva portato la moto davanti casa sua per farla vedere a Charlie ma non voleva tradirla. Era solo uno stupido piano per fare in modo che io le stessi alla larga.

Appena capì che Bella era già in castigo e che non era andata a trovarlo per questo motivo, si sentì in colpa.

Non voleva farla soffrire. Nella sua mente delle immagini della mia Bella si susseguivano ripercorrendo i suoi ricordi.

La misi al corrente dei suoi pensieri. Volevo che Bella sapesse fino in fondo chi si trovava di fronte ma al lupo diede fastidio. Questo contribuì a farmi odiare ancora di più... Ma non era un problema per me, questo sentimento era reciproco!

L’aveva vista davvero soffrire, aveva cercato di distrarla, di renderla felice con tutte le sue possibilità...

Dovevo essergli grato per questo, non potevo odiarlo... Lui l’aveva tenuta in vita, l’aveva salvata più volte...

Forse sapevo come fare!

« Bella non esagerava, a proposito delle tue... qualità », disse. « Perciò, immagino che tu sappia già perché sono qui ».Lo sapevo ma prima dovevo chiarire una cosa.

  « Sì. Però, prima che cominci, vorrei dire una cosa ».

Parla sanguisuga e fai in fretta!

Quei nomignoli che mi affibbiava mi facevano sorridere ma non cedetti a quel sentimento. Dovevo essere serio se volevo apparire credibile.

« Ti ringrazio », dissi con tutta la gratitudine che provavo. « Non esistono parole per dirti quanto ti sia grato. Ti sarò debitore per il resto della mia... esistenza ».

La parola “vita” non era contemplata nel mio vocabolario.

I pensieri del licantropo furono incoerenti per un po’. Non si aspettava quel trattamento da me, pensava che se non si fosse calmato l’incontro sarebbe terminato con una rissa.

Forse il viaggio in Italia l’ha fatto impazzire... ma le sanguisughe possono uscire fuori di testa?! E poi perché mi ringrazia?! Non gli ho mica spedito un mazzo di fiori...

« Per aver salvato la vita a Bella quando io... » credevo fosse morta, «  ...non ho potuto farlo ». Dissi infine.

Solo al ricordo stavo male, quella sensazione di perdita mi aveva pervaso il cervello, era difficile distaccarsene nonostante ora l’avessi al mio fianco.

« Edward », mi chiamò Bella. La fermai alzando una mano.

Jacob aveva appena compreso ciò che avevo detto, a cosa mi riferivo.

Sapevo di avere la mente più veloce degli esseri umani ma quel ragazzo mi sembrava quasi tardo...

« Non l'ho fatto per te », mi rispose burbero.

Se per un attimo il suo sguardo si era tranquillizzato, adesso aveva assunto di nuovo quella maschera seria e cattiva.

 «Lo so. Ma ciò non annulla la gratitudine che provo. Pensavo di dovertelo dire. Se mi è concesso di fare qualcosa per te...». Gli risposi serio.

Ma bene... Pensò. È tornato dall’Italia salvo per un pelo e adesso spera anche di venire a fare il magnanimo con me! Ma chi si crede di essere?! Perché non se ne torna di nuovo da dove è venuto: il più lontano possibile da me, e soprattutto da Bella?!

Non aveva tutti i torti, sapevo di fare del male a Bella restandole accanto ma anche se avessi voluto, non avrei potuto. Lei aveva bisogno di me, voleva stare con me.

Avevo visto come si era ridotta in mia assenza e non avrei mai più permesso una cosa del genere.

« Non è mia prerogativa ».

« E di chi è, allora? »

Davvero non capiva?

« Sua. Io imparo alla svelta, Jacob Black, e non ripeto mai lo stesso errore. Finché non sarà lei a dirmi di andare, resterò qui ».

« Mai » sussurrò Bella stringendomi a sé in modo possessivo.

Aveva ricucito tutto il discorso e aveva capito sicuramente quello che aveva pensato Jacob.

Un moto di orgoglio mi invase. Mi sentivo come in una battaglia. Avrei vinto sicuramente se Bella fosse rimasta al mio fianco!

Jacob si stava innervosendo troppo, avevo paura che ben presto si sarebbe trasformato davanti a Bella. Poteva essere pericoloso, molto pericoloso per lei.

« Hai bisogno di altro, Jacob? Volevi mettermi nei pasticci? Missione compiuta. Magari Charlie deciderà di iscrivermi all'accademia militare. Ma ciò non basterà a tenermi lontana da Edward. Niente può riuscirci. Che altro vuoi? ».

Guardai Bella con sguardo sorpreso e fiero al contempo. Quella ragazza era una forza della natura, non mi sarei mai abituato ai suoi modi di fare.

« Volevo soltanto ricordare ai tuoi amici succhiasangue alcuni punti fondamentali del patto che hanno deciso di rispettare. Il patto è l'unica cosa che mi impedisce di tagliargli la gola, qui e ora ».

 « Non abbiamo dimenticato » replicai.

Non aveva idea che Bella voleva trasformasi in una di noi.

Era sorto un altro problema, tutto mi faceva pensare che il fato volesse che Bella rimanesse umana.

Non sapevo bene cosa comportava la sua trasformazione. Forse avremmo dovuto trasferirci e non tornare mai più a Forks...

« Non sono affari tuoi », mi distrasse Bella. Così peggiorava le cose, avremmo avuto tempo per organizzarci.

« E invece, maledizione... », fu tutto ciò che riuscì a esclamare.

I suoi pensieri erano un tornado di rabbia, stupore, tristezza.

Ma ha completamente perso la testa?! Come può solo pensare di diventare una di loro?! Non ci posso credere, starà scherzando. Forse vuole solo farmela pagare per l’idea della moto... non dice sul serio.

Calmati, calmati... non puoi trasformarti davanti a loro... si ripeteva.

« Jake? Stai bene? », chiese ansiosa Bella.

« Attenta! Rischia di perdere il controllo », le dissi parandomi davanti a lei.

« Ah. Io non oserei mai farle del male ». Io l’ho sempre difesa, l’unico che l’ha fatta soffrire, qui, sei tu... e nel peggiore dei modi aggiungerei!

« Merda!... ». Esclamò Bella dopo che suo padre aveva urlato vedendo la mia macchina. Era parecchio nervoso, sarebbe stata dura tranquillizzarlo.

Forse avrei dovuto chiamare Jazz.

Un altro urlo di Charlie squarciò il silenzio della foresta. Dovevamo sbrigarci.

Mi misi d’accordo con Jacob per quanto riguardava il problema “Victoria”. Era ancora in giro e non potevo tollerarlo. Qualsiasi ostacolo che incombeva sulla strada di Bella io lo avrei eliminato, non l’avrebbe più spaventata!

Si salutarono quasi troppo affettuosamente per i miei gusti, nonostante volevo impedirle di avvicinarsi a lei.

Purtroppo non potevo non notare il legame che si era creato tra di loro e, sebbene mi facesse male dentro, dovevo accettarlo perché ciò era avvenuto per una mia mancanza, per una mia colpa. Era nato per sopperire la mia perdita.

Ci avviammo con passo lento e riluttante verso quella che sarebbe stata la sua condanna.

Tremava, il suo cuore batteva frenetico. Poteva avere una crisi di panico da un momento all’altro.

<< Sono qui >>, le dissi per tranquillizzarla.

Il suo cuore di scattò si tranquillizzò. Non mi sarei mai realmente abituato all’effetto che facevo su di lei, alle reazioni che le provocavo.

Ehilà fratello. Alice mi ha spedito qui perché ha visto che avevate bisogno di me!

 I pensieri di Jasper mi fecero capire che erano arrivati i rinforzi, forse con il suo aiuto Bella non se la sarebbe cavata troppo brutta.

Non si accorse della sua presenza perché rimase nascosto in mezzo alla foresta tra gli alberi.

<< Eccomi, papà >>, pronunciò svogliatamente.

Percepii il potere di Jasper infondersi su Charlie. Lo tranquillizzò rendendolo quasi allegro.

<< Grazie Jazz. Ti devo un favore >>, pronunciai senza farmi udire neanche da Bella.

<< Entrate, ragazzi >>, disse Charlie sotto lo sguardo quasi stupito di sua figlia. Non se lo aspettava, forse credeva di dover sottostare ad una bella sfuriata.

<< Bella, Edward può restare fino alle otto in punto. Buona serata! >>.

Andò in salotto senza dire niente e sprofondò nella sua poltrona.

Bella si voltò verso di me e mi guardò sospettosa. << Cosa gli hai fatto? È opera tua vero? >>

 << Jasper >>, risposi semplicemente provocandole una risata.

Era così bello sentirla di nuovo accanto.

Sembrava addirittura felice.

Sapevo che c’erano ancora delle cose nella sua vita che non andavano come lei voleva, ma col tempo si sarebbero aggiustate, avrei fatto di tutto per sistemarle.

Ci guardammo profondamente negli occhi avvicinandoci sempre di più l’uno all’altra.

Osservando in profondità i suoi occhi mi resi conto di una cosa. Non ci avevo mai pensato. Era successo tutto talmente velocemente che non mi ero soffermato a riflettere sulla mia vita.

Durante tutto l’arco della mia esistenza non avevo vissuto davvero. La mia vita era cominciata da quando avevo conosciuto Bella. Il resto non contava, nonostante la mia supermemoria, non lo ricordavo. Per me costituiva un ricordo sfocato che non aveva importanza, non aveva nessun senso.

Potevo dire addirittura che anche quando ero umano non possedevo un’anima, ancor meno dopo la mia trasformazione.

La mia anima mi era stata donata, era l’amore incondizionato di Bella nei miei confronti. LEI era la mia anima, l’unica in grado di ammorbidire e riscaldare il mio cuore di marmo.

 

                                                                                                              FINE

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