Casa è dove sei tu

di Maiko_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1. Un lungo viaggio ***
Capitolo 2: *** #2. Novità inaspettate ***
Capitolo 3: *** #3. Il Festival ***
Capitolo 4: *** #4. Un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** #1. Un lungo viaggio ***


Nome (EFP e Forum): Maiko_chan
Titolo della storia: Casa è dove sei tu
Pacchetto scelto (e se avete scelto di utilizzare uno o entrambi gli elementi extra): Pacchetto n6, utilizzati entrambi gli elementi extra
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale
Rating: Verde
Fandom: Pokemon


 
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Casa è dove sei tu.






 

"Ma l'amore è cieco e gli amanti non possono vedere le piacevoli follie che essi commettono"


 

#1. Un lungo viaggio

 

 

«Pikachu, usa Superfulmine!»

Un fulmine d'inaudita potenza si abbatté sul pokemon avversario, mandandolo immediatamente K.O.; il povero Ursaring crollò al suolo, alzando un gran polverone. Lo sfidante di quei due temibili concorrenti cercava senza successo d'intravedere qualcosa attraverso la nube che si era formata, pregando che il suo pokemon fosse ancora in grado di combattere. Contrariamente alle sue speranze però, appena la polvere di dissolse, il maestoso orso rimase inerte al suolo.

«Il vincitore è Ash Ketchum e il suo fortissimo Pikachu! Complimenti!»

La folla si profuse in boati di gioia, acclamando il giovane allenatore, talentuosa promessa del campionato, che molti davano come favorito per il titolo di Pokemon Master.

Ash si inginocchiò vicino al suo Pikachu, coccolandolo ed esultando per la vittoria, finché il piccolo esserino – spossato dal lungo combattimento – si arrampicò sulla spalla del suo allenatore, prendendosi il meritato riposo. L’arbitro gli si avvicinò, porgendogli la medaglia che attestava la sua vittoria e Ash, con un sorriso stanco ma soddisfatto sul volto, la alzò in cielo, mostrandola agli spalti gremiti di gente, ricevendo in risposta urli di giubilo. Strinse la mano al suo sfidante, congratulandosi per la magnifica lotta che avevano portato avanti, e si girò un’ultima volta verso la folla cercando con lo sguardo un volto amico. Si voltò in fretta, per non mostrare alle telecamere la sua espressione delusa.

 

*  *  *

 

Tornato nella camera d'albergo che aveva prenotato, Ash si buttò a peso morto sul letto, abbassandosi il cappello sul viso. Sospirò, spossato, massaggiandosi pensieroso la spalla mentre Pikachu mangiava con gusto il suo cibo. Quand’ebbe finito si arrampicò sul materasso, raggomitolandosi sullo stomaco di Ash che gli accarezzò il pelo.

«Pika pii

Ash ridacchiò, perdendosi poi in uno sbadiglio.

«Hai ragione… » mormorò, mentre la stanchezza accumulata dalle notti in bianco passate a raffinare tecniche e mosse iniziava a farsi sentire «Dovremmo prenderci una vacanza. »

S’interruppe un momento e smise di coccolare il suo Pikachu, che alzò la testolina, incuriosito.

«Forse potremmo fare una capatina a Pallet Town» propose, po’ titubante «Da quanto tempo non passiamo a salutare la mamma?»

«Pika pika pii… »

«Cavolo… sono già cinque anni?»

«Pii…» e dopo questa breve conversazione Pikachu si addormentò.

Ash espirò piano e si alzò, premurandosi di non svegliare il suo piccolo amico, e si avvicinò alla cassettiera. Tirò fuori un cofanetto e prese il consistente fascicolo di fotografie che vi era conservato. Tolse l’elastico, osservando con nostalgia e affetto i vari volti raffigurati. Tanti erano i compagni che l’avevano accompagnato nel suo viaggio e molti lo avevano salutato dopo aver passato numerose avventure assieme, un po’ per necessità e un po’ per inseguire le loro ambizioni. Si soffermò con maggiore interesse su una particolare foto: ritraeva l’inizio del suo percorso, affiancato da Misty e Brock – lui era nel mezzo, un piccolo gnomo in confronto agli altri due, e osservava in cagnesco la sua giovane amica, che ricambiava appieno la sua occhiataccia. Ridacchiò, ripensando al momento in cui era stata scattata la foto: lui e Misty non facevano altro che bisticciare e, dopo l'ennesimo scambio d’insulti – «Strega!» «Moccioso!» –, Brock li aveva stizzosamente messi a tacere – «Sembrate una vecchia coppia sposata, dateci un taglio!» – e il Professore aveva finalmente potuto scattare la foto, ritraendoli mentre ancora si stavano lanciando fulmini con gli occhi.

Come molte altre cose anche lui era cambiato: ormai rasentava il metro e ottanta e la sua corporatura si era considerevolmente irrobustita, slanciandosi – sfoggiava delle spalle e dei pettorali di cui andava particolarmente fiero – e il suo volto aveva perso i tratti infantili, acquisendone di più adulti e spigolosi. Da un paio d'anni si sbarbava regolarmente, sebbene non avesse molta barba, e si era lasciato crescere i capelli, mantenendo però il taglio che lo contraddistingueva. Fino al compimento dei diciott’anni era rimasto più o meno lo stesso, acquisendo pochi centimetri alla volta, e si era quasi rassegnato a dover rimanere uno stupido moccioso a vita – almeno nell'aspetto – quando Madre Natura lo aveva graziato, facendolo finalmente crescere. Sua madre aveva potuto assistere in diretta a questo suo repentino cambiamento, tramite le loro frequenti video telefonate e qualche sua piccola scappatella nei luoghi dove Ash alloggiava. Ash avrebbe potuto giurare che lei ancora non riuscisse a capacitarsene – li risentiva sempre nelle orecchie i suoi borbottii stupiti: «Ma da chi avrà preso? In famiglia nessuno è così alto e neanche suo padre lo era… ».

Sfiorando quasi sovrappensiero i bordi del piccolo pezzo di carta, Ash si rese conto che non vedeva l'ora di tornare a casa.

 

*  *  *

 

Ash prese una lunga boccata d'aria, abbracciando con lo sguardo la sua piccola cittadina; aprì le braccia e rise di gioia, il cuore colmo di felicità, con Pikachu ancorato fermamente alla sua spalla.

Era tornato, finalmente.

Iniziò a correre, salutando di tanto in tanto qualche volto conosciuto, e si sorprese dei vari cambiamenti avvenuti in sua assenza: molti negozi avevano cambiato gestione e Pallet Town si era ampliata; persone che lui non aveva mai visto camminavano con tranquillità per le strade, chiacchierando del più e del meno. Si ripromise di fare un piccolo giro turistico dopo cena, magari con sua madre – lei sapeva sempre tutte le novità. Arrivò velocemente davanti alla porta di casa e suonò il campanello, molleggiandosi sulle gambe per liberare un po' della sua energia nervosa. Anche Pikachu gli sembrava impaziente da come muoveva la coda. Ash aspettò qualche altro minuto, ma nessuno venne ad aprirgli così risuonò, sperando che sua madre non avesse sentito, ma nulla, silenzio, game over. Maledì la sua testa dura per non aver ascoltato sua mamma quando gli aveva suggerito che sarebbe stato più prudente avere un paio di chiavi di riserva. Si segnò mentalmente che doveva farsi dare delle maledette chiavi e si accasciò davanti all'entrata, sedendosi sui gradini.

Che ritorno del cavolo.

Calciò un sassolino, stizzito. Pikachu lo guardò con apprensione, prima di scendere dalla sua spalla e piantarsi davanti a lui, iniziando a tiralo per una gamba.

«Cosa c’è amico? Dove mi vuoi portare?»

«Pika pii pika pikaa… »

«Beh… » borbottò Ash, lasciandosi guidare dal suo fidato pokemon «Non mi sembra una cattiva idea.»

Attraversarono Pallet Town, finché non videro l’insegna di un piccolo ristorante; dopo la partenza di Ash da casa, Delia Ketchum aveva ripreso il locale ereditato dalla madre che aveva dovuto chiudere con la nascita dal figlio e – dopo anni di ristrutturazioni e di sudore – da poco più di qualche mese aveva inaugurato la nuova apertura del famoso “Pallet House”.

Vi erano una decina di tavoli davanti all’entrata ed erano tutti gremiti di gente, segno che l’attività di Delia procedeva a gonfie vele. Ash sentì il suo stomaco brontolare davanti a tutti quei manicaretti prelibati; l’ora di cena era ormai prossima e lui stava letteralmente morendo di fame. Entrò quindi nell’ampio locale, accolto da una scia profumata – quanto gli mancava la cucina di sua madre! – e si affidò ai sensi. Schivò i camerieri che servivano i tavoli con frenesia, dato che anche l’interno era pieno di tavoli e di altrettanti clienti, e si fermò a salutare qualche conoscente che l’aveva riconosciuto, finché non intravide la targhetta con su scritto “Cucine”. Si avviò in quella direzione, con Pikachu appollaiato sulla sua spalla che fremeva. Appena varcata la soglia venne bloccato da Mr. Mime che, appena lo riconobbe, lo stritolò con uno dei suoi proverbiali abbracci.

«Anch’io sono felice di vederti Mimey… » rantolò, con una risata nella voce «Ma mi stai strozzando!»

Mimey lo lasciò andare con occhi lucidi e si mise a chiacchierare con Pikachu. Ash non provò nemmeno a infilarsi nella conversazione e li lasciò per inoltrarsi fra i piani da cucina pieni di padelle e fornelli, schivando di tanto in tanto dei coltelli – non voleva nemmeno sapere chi li avesse lanciati – e cercando di non farsi notare troppo dai cuochi. Quando finalmente intravide sua mamma le si avvicinò di soppiatto – ardua impresa, soprattutto per un gigante come lui – e…

«Ash!» Ovviamente si era fatto scoprire. «Perché non mi hai detto che volevi venire a trovarmi?» lo redarguì Delia, piazzandogli uno scappellotto sulla nuca.

«Volevo farti una sorpresa, mamma» borbottò il ragazzo, lasciandosi abbracciare.

Delia si staccò dal figlio, squadrandolo con occhio critico.

«Mamma… » si lamentò Ash, scompigliandosi i capelli «Lo sai che mi metti in imbarazzo quando mi guardi così!» disse, lottando il rossore che sapeva essergli salito sulle guance.

«Io ho questa esclusiva, vedi di ficcartelo in quella testaccia dura! Piuttosto… » Sua mamma fu interrotta del brontolio del suo stomaco e le labbra le si curvarono verso l’alto, divertita «Hai fame, eh?»

Ash le sorrise con imbarazzo – altro che uomo, è ancora un ragazzino!, pensò Delia porgendogli un piatto colmo di cibo.

 

*  *  *

 

«E Pikachu?»

Ash ingoiò un considerevole pezzo di carne, deglutendo rumorosamente e tossì, battendosi una mano sul petto. Delia gli porse prontamente un bicchiere d’acqua che lui bevve con avidità.

«L’ho lasciato con Mimey, dovrebbe essere ancora con lui. »

«Ma Ash» lo contraddisse lei «Mimey è lì e Pikachu non è con lui.»

Ash corrugò la fronte e balzò in piedi, chiedendosi dove Pikachu fosse andato a ficcarsi questa volta. Senza curarsi dei richiami di Delia setacciò le cucine, ma senza successo. Guardò quindi nel salone, ma anche lì non c’era. Ash iniziò a innervosirsi e, dopo aver dato uno sguardo anche ai tavoli davanti all'entrata, tornò dentro e si diresse al secondo piano.

Senza alcun dubbio era quello il pezzo forte del locale: sua madre aveva fatto costruire delle vetrate decorative al posto delle mura e così i clienti potevano godersi scorci di panorama. Era un luogo appartato con pochi tavoli – al massimo una decina – e la metà era occupata da giovani coppie. Ash si fece largo fra i tavoli, aguzzando lo sguardo. La luce era soffusa, degna dell'atmosfera romantica del luogo e Ash si sentì un po' a disagio a girare fra tutti quei giovani innamorati. Aveva avuto qualche relazione di poco conto, ma ormai era da un po' che non andava ad un appuntamento.

Ash scosse la testa, concentrandosi nuovamente su Pikachu. Quando stava per rassegnarsi e tornare a ricontrollare le cucine, scorse una piccola porticina abbellita con decorazioni floreali e Ash, aprendola, si ritrovò in un'ampia terrazza, delimitata da un'alta ed elegante inferriata avvolta dall’edera. La luna splendeva nel cielo e, assieme alla lanterna posta proprio sopra di lui, era l'unica fonte di luce. Una brezza leggera muoveva l’aria, trasportando gli odori che provenivano dal piano attiguo. Al centro un solo tavolo faceva bella mostra di sé, dove spiccava una candela accesa, ed era occupato da una figura dalle forme decisamente femminili.

«Hai molta fame, eh?»

Questa voce… Ash fece un passo avanti, sforzandosi per ricordare dove l’avesse già sentita. Aveva un non so ché di familiare, ma non riusciva a collegarla ad un volto.

«Pika pii

La ragazza scoppiò a ridere all'improvviso – era un bel suono, forte ma che trasudava femminilità – e un Pikachu balzò le sul grembo, strusciando la sua guancia a quella della giovane donna. Ash, da quella posizione, non riusciva a vedere il suo volto, ma riconobbe immediatamente il pokemon. Con due falcate raggiunse il tavolino, accostandovisi.

«Pikachu, cosa ci fai qui?!» esclamò, facendo sobbalzare sia il piccolo esserino che la ragazza.

Ella si voltò e solo allora Ash capì per quale motivo Pikachu fosse così affettuoso.

«Ash?» «Misty





 


 
 
 

 


Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

 

aiko 舞妓 



 

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Capitolo 2
*** #2. Novità inaspettate ***




 

#2. Novità inaspettate

 

 

Quando Ash ebbe l'idea di tornare a casa uno dei suoi pensieri più ricorrenti era stato certamente quello di rivedere i suoi più vecchi amici, Brock, Misty, Tracey, Gary... ma non si era soffermato molto su un particolare che adesso gli sembrava della più totale importanza: se lui era cresciuto allora anche gli altri non sarebbero stati più come prima.

Ecco, Ash non aveva pensato proprio per niente a questo.

E quindi, appena il suo cervello registrò quello che era davanti a suoi occhi... beh, Ash sperava solo che la sua faccia non lo stesse tradendo.

La ragazzina che Ash ricordava era cresciuta e si era fatta donna. Ash pensò, un po' istericamente, che avrebbe dato qualsiasi cosa per riavvolgere questo istante e non presentarsi come un idiota dalla bocca spalancata.

Misty si era lasciata crescere i capelli, che adesso le sfioravano le spalle, acconciati in modo che da una parte vi fosse il suo caratteristico ciuffo di capelli. Il viso aveva perso i tratti infantili della prima adolescenza e le labbra si erano fatte carnose – e luccicanti? Pensò Ash, intontito. Da quando Misty usa il lucidalabbra?

Solo i suoi occhi erano rimasti gli stessi, due pietre del colore del mare che lo guardavano con dolcezza mista a un tocco di ironia.

Ash deglutì una, due volte e cercò disperatamente di iniziare qualsiasi tipo di discorso per infrangere il silenzio che gli stava attorcigliando lo stomaco. Fortunatamente fu Pikachu a tirarlo fuori da guai, saltandogli addosso e facendolo cadere a terra. Okay, magari non proprio un grande aiuto, ma prendo quello che la sorte mi lancia, pensò, iniziando a ridere per coprire l'imbarazzo.

«Vedo che in questo non siete cambiati per niente voi due, eh?»

Ash si mise seduto, fissando con terribile concentrazione la mano che gli era stata offerta per aiutarlo ad alzarsi. Era delicata, con dita lunghe e curate. Accettò l'offerta e, facendo attenzione a non mettere troppo peso su Misty, si alzò con facilità, Pikachu già raggomitolato sulla sua spalla. Sorrise a Misty, cercando di non arrossire troppo quando il suo maledetto cervello lo informò con sorpreso giubilo che ah Misty era ben formata anche in altri luoghi. Non ci pensare, non ci pensare, non ci pensare!

«Ash? Potresti lasciar andare la mia mano ora?» disse Misty, con voce divertita, riportandolo al presente.

«Cosa?» Ash abbassò lo sguardo e, sì, non aveva ancora lasciato andare la sua mano. «Oh! Scusami, scusami» disse e la lasciò andare velocemente.

Misty sembrava studiarlo in silenzio, finché un sorriso non andò ad illuminarle il viso.

«Non sapevo che saresti tornato oggi! Delia non mi aveva detto nulla.»

«Oh, sì, è perché non avevo avvertito neanche lei. È stato tutto molto... improvviso...» concluse, la voce che andava ad affievolirsi. «Aspetta, ma come mai sei qui oggi? Non sei lontana da casa?»

«Ah, ecco» Un lieve rossore le tinse le guance e Ash pensò, con quel tempismo che lo contraddistingueva, Merda, Misty è bellissima. «Tua madre mi ha invitato a passare una piccola vacanza a casa vostra.»

«Davvero?»

«Sì, ma se per voi è un disturbo posso certamente trovare un altro alloggio–»

«Oh, no no no no, no! Non ci pensare neanche!» si affrettò a dire Ash, scuotendo la testa, mentre Pikachu si univa alle sue proteste con un peculiare Pika Pi! «Sono perfettamente in grado di dormire sul divano ed è colpa mia se non ho avvertito mamma del mio arrivo, senza sapere se voi aveste già dei piani! E in ogni caso...» Ash titubò un secondo, prima di continuare con decisione «Sono molto felice di rivederti, Misty. È da un secolo che non ci vediamo! Avrei dovuto tornare prima a casa, ma con tutti i tornei e i campionati non sono riuscito a trovare un attimo per...»

Misty rimase in silenzio, i suoi occhi espressivi che lo guardavano con un sentimento che Ash non riusciva a decifrare. Alla fine Misty si aprì in un sorriso, «Hai ragione, è da troppo tempo che non ci vediamo moccioso.»

«Ehi! Non chiamarmi così!»

«E perché? Anche se ora sei grande e grosso per me sarai sempre il solito moccioso!» ribatté Misty, ridendo dell'espressione scandalizzata sul volto di Ash.

Ash aprì la bocca per ribattere, ma Misty lo colse ancora una volta di sorpresa, abbracciandolo. Così vicini Ash non riusciva a pensare ad altro che al modo in cui Misty sembrava incastrarsi perfettamente tra le sue braccia. Le cinse la vita e affondò il viso nei suoi capelli, respirando piano il dolce profumo di shampoo alle fragole.

Oh, quanto gli era mancata.

«Ash? Pikachu? Misty? Siete tutti nella terrazza?»

La voce di Delia sembrò quasi spezzare un incantesimo e Misty gli scivolò fuori dalle braccia. Ash decise di ostentare nonchalance, anche se era perfettamente consapevole di avere il volto in fiamme. Oh, beh pensò, guardando il modo in cui Misty stava giocherellando con il bordo della sua borsetta ne è valsa la pena.

«Sì, mamma siamo qui!»

Delia entrò dalle porte vetrate, un sorriso malizioso sulle labbra.

«Vedo che vi siete incontrati! Stavo proprio per venire a cercarti, Misty, per dirti che Ash ci aveva fatto una sorpresa inaspettata.»

«Mamma, perché non mi hai detto subito che Misty era da noi? Sarei andato a salutarla prima!» disse Ash, cercando alla meglio di non mostrare quanto le sue guance si fossero arrossate. È solo il caldo, Ash, solo il caldo.

«Lo avrei fatto se qualcuno me ne avesse dato il tempo invece di scattare in piedi appena Pikachu non era più nei paraggi! Ma in ogni caso» continuò Delia, battendo le mani «Ash, Misty ti ha detto la bella notizia?»

«Sì, mamma, me lo ha detto.»

«Non è fantastico? Doveva essere una settimana fra donne, ma così almeno potrete andare al Festival che ci sarà questo fine settimana, non trovate? Sono sicura che uscire insieme a qualcuno della tua età sia molto più divertente Misty.»

«Oh, ma Delia lei lo sa che io adoro la sua compagnia–»

«No, non voglio sentire scuse, sono convinta che andrete perfettamente d'accordo! Mia cara sei sempre la benvenuta a casa nostra, non è vero Ash?»

Ash sobbalzò, preso improvvisamente in causa.

«Ma certo mamma!» borbottò, annuendo con vigore.

«E poi sono sicura che Ash non abbia alcun problema a dormire sul divano, non è vero tesoro?»

Ash si limitò a sorridere in assenso, scoccando una veloce occhiata a Misty, la quale stava fissando con risolutezza solo Delia. Pikachu sfregò la guancia alla sua, ma Ash non riusciva a scrollarsi di dosso l'istinto di dire qualsiasi cosa per riportare l'attenzione di Misty su di sé.

E fu così che Ash si affidò a quello che sapeva fare meglio: «Ehi, Misty, domani ti va di fare una lotta pokemon?»

Quando Misty gli rivolse un sorriso di sfida Ash cercò di non sembrare troppo eccitato dalla prospettiva. Quella che credeva sarebbe stata una settimana rilassante si stava delineando in qualcosa di decisamente più interessante e Ash non vedeva l'ora di vedere cosa aveva in serbo per lui.

 

*  *  *

 

La mattina dopo Ash si alzò già stanco, sospirando pesantemente. Non aveva dormito molto, rigirandosi sul divano, senza riuscire a spegnere il suo cervello. Solo il pensiero che Misty stesse dormendo nel suo letto lo aveva tenuto sveglio per almeno un'ora e altre due erano state riempite dai suoi sospiri. Il fatto che il divano non fosse neanche particolarmente comodo non l'aveva certo aiutato a prendere sonno.

Ash si mise in piedi, stiracchiandosi. Andò in cucina dove trovò sua madre già in piedi e in procinto di preparare la colazione. Sbadigliando rumorosamente, si sedette in una delle sedie del tavolo, appoggiando la fronte sulla sua superficie liscia. Sentì mamma ridere piano quando lo vide e avvertì Pikachu rannicchiarsi in mezzo alle sue gambe.

«Tesoro, ti dispiacerebbe andare a vedere se Misty si è svegliata?»

Ash grugnì, tirandosi stancamente in piedi per raggiungere il piano superiore. Diede un'occhiataccia a Pikachu, il quale sembrava non avere nessuna intenzione di spostarsi da dove si era raggomitolato. Raggiunse la sua camera in pochi minuti e bussò, schiarendosi la voce prima di parlare.

«Misty? Sei sveglia? Mia mamma sta preparando la colazione!»

Niente.

«Misty? Mi senti?»

Nulla di nuovo. Ash rimase qualche minuto davanti alla porta, bussando di tanto in tanto, ma alla fine ipotizzò che probabilmente Misty stesse ancora dormendo. Decise quindi di vedere se la porta era aperta.

«Misty?» chiese, affacciandosi. Il letto era già vuoto ed era stato rifatto con cura. Aggrottando la fronte, Ash entrò nella camera, guardandosi in torno, ma senza vedere nessuno. Dove era andata a finire?

«Ma cos– Ash!»

Ash si girò di scatto, preso alla sprovvista, e si trovò di fronte Misty, avvolta da un lungo asciugamano e con i capelli ancora bagnati dalla doccia.

Se prima sentiva di essere ancora un po' addormentato, adesso era fin troppo sveglio, pensò Ash, un po' istericamente. Non la fissare, non la fissare, non abbassare lo sguardo, Ash, non fare il maniaco!

«Misty! Io, ah, mia mamma, insomma, colazione, nel senso che io volevo– volevo dirti–» farfugliò Ash, gesticolando un po'. Misty lo guardò come se gli fosse cresciuta un'altra testa e Ash non poteva neanche dire di non riuscire a capirne il motivo. Uccidetemi adesso, pregò, nascondendo il volto fra le mani e iniziando a borbottare sottovoce di darsi una calmata.

Misty iniziò a ridere piano e quando Ash ebbe il coraggio di togliersi le mani dalla faccia, lei stava ridendo apertamente. Misty gli sorrise, con occhi divertiti.

«Ah,» ricominciò Ash, inumidendosi le labbra «Prima intendevo dire che mia mamma mi aveva mandato a cercarti perché la colazione è quasi pronta...»

Il sorriso di Misty crebbe, perdendo un po' di ironia e acquisendo dolcezza.

«Vi raggiungerò fra poco allora, devo solo asciugarmi.»

Rimasero per qualche attimo a fissarsi finché Misty non alzò un sopracciglio, guardandolo in attesa. Ash si riscosse dalla sua paralisi, sorridendo imbarazzato, e uscì velocemente dalla stanza. Quando Misty chiuse la porta, non riuscì a non farsi scappare un gemito inorridito. Scese la scale e ritornò a sedersi sul tavolo, guardando il piatto vuoto davanti a sé come se potesse rispondere a tutte le sue domande.

«Mamma?»

«Sì, caro?»

«Ti prego uccidimi» gemette Ash, sbattendo la fronte sul tavolo.

Delia rise, non prendendo in considerazione la sua richiesta e riempiendo il suo piatto con una omelette.

 

*  *  *

 

Finirono di fare colazione in fretta, con Pikachu che sembrava aver trovato un nuovo posto preferito dove sedersi nel grembo di Misty, cosa di cui Ash non era assolutamente geloso. Dopo un iniziale imbarazzo, la conversazione si era sciolta e Ash non si sentiva così a suo agio da molto tempo. Tra tutti i suoi viaggi, i tornei, i campionati e la sua sete di riconoscimento, le numerose persone con cui aveva viaggiato si erano a poco a poco allontanate, un po' per la lontananza e un po' per il fatto che Ash non era molto bravo a trattenere così tanti rapporti. Si intristì un po' e guardò Misty, così bella e divertente, chiedendosi come avesse potuto essere così sciocco da averla lasciata andare. Era vero che all'epoca erano ancora molto giovani e quella che Ash sapeva di aver avuto era stata una cotta che era riuscito ad ammettere solo e soltanto dopo che i loro cammini si erano divisi. Adesso, rincontrandola dopo tutto quel tempo, aveva riportato a galla tutti i motivi per cui Ash si era infatuato.

Dopotutto, pensò, consapevole di conservare ancora il ciondolo che Misty gli aveva regalato nel suo zaino, forse non gli era mai veramente passata.

«Ash? Allora cosa ne pensi?»

Ash si riscosse dai suoi pensieri e riportò la sua attenzione su Misty, la quale lo stava guardando un espressione un po' irritata. Ash trasalì, nascondendo una smorfia e grattandosi imbarazzato il collo.

«Scusa Misty, non ti stavo ascoltando.»

«Sì questo lo avevo notato,» rispose Misty, incrociando le braccia al petto e smettendo di accarezzare Pikachu il quale si immusonì un poco, guardando Ash con rimprovero. Agh, pensò Ash, persino il mio pokemon pensa che sono un idiota. «Ti ho chiesto se volevi andare a fare una passeggiata, ma forse un incontro pokemon potrebbe interessarti di più» finì Misty, la voce che aveva preso una bizzarra intonazione. Se Ash non l'avesse conosciuta meglio avrebbe detto che le parole di Misty fossero un po' amare.

Ash vide sua mamma guardarlo da dietro Misty, incoraggiandolo con le mani.

«No, no» si affrettò a rispondere Ash, sorridendo nervosamente «Mi piacerebbe andare a fare una passeggiata prima. Con te.»

«Oh,» rispose Misty, con gli occhi un po' sgranati. «Okay, allora.»

Ash le sorrise ancora, alzandosi in piedi e finendo in due veloci bocconi la colazione.

«Perfetto, vado a cambiarmi!»

Camminarono per le strade di Pallet Town, chiacchierando e ridendo, e Ash si perse guardando Misty ridere e sorridergli, felice come poche volte l'aveva vista. Con orgoglio si rese conto di essere la ragione della sua gioia e si congratulò con se stesso. Finirono per passare tutta la mattinata esplorando la cittadina che, benché piccola, non mancava di attrattiva. Le nuove strutture avevano incuriosito entrambi e il nuovo centro commerciale era talmente grande che occupò la maggior parte della giornata. Dopo aver finito i gelati che avevano comprato e che Ash aveva insistito ad offrire, si diressero verso il parco, con Pikachu che correva eccitato davanti a loro.

Ash non riuscì più a trattenersi.

«Che ne dici di una bella lotta pokemon allora?»

Misty rise, colpendolo lievemente sulla spalla.

«Sono impressionata, moccioso, credevo che me l'avresti chiesto dopo neanche venti minuti!» lo prese in giro lei, ridendo dell'espressione imbronciata di Ash.

Decisero di fare solo un incontro, per non affaticare troppo i loro pokemon. Ash decise di mettere in campo il suo Staraptor, mentre Misty il suo Politoed. Continuarono l'incontro per una buona mezz'ora, raccogliendo una buona folla; Ash si rese conto, mentre Politoed eseguiva il suo attacco, che molte persone erano lì perché Misty era la capo-palestra di Celestopoli.

Questo significava che– che Ash non–

Non avrebbe potuto chiederle di riaccompagnarlo in uno dei suoi viaggi come aveva sempre desiderato.

«Ash! Fai attenzione!»

L'esclamazione di Misty lo colse alla sprovvista e troppo tardi vide che si trovava nella traiettoria della pistolacqua di Politoed. Prima che il getto d'acqua lo colpisse, Ash pensò, vagamente incuriosito: Perché questo genere di cose succedono sempre a me?

 

*  *  *

 

Ash si risvegliò disteso su un letto, circondato da pareti bianche. Distinse l'odore di disinfettante e sospirò. All'ospedale di nuovo, ugh.

Chiuse gli occhi, lasciandoli riposare ancora qualche secondo, prima di riaprirli e scrutare la stanza dove era stato portato. Misty gli era seduta accanto, i denti che torturavano il suo labbro inferiore, mentre messaggiava velocemente sul cellulare. Ash sentì qualcosa di caldo toccargli la mano e quando abbassò gli occhi si rese conto che Misty gli stava tenendo la mano. Ash sorrise e la strinse. Misty, appena vide che si era svegliato, gli si avvicinò ancora di più e Ash notò, felice, che non gli aveva lasciato andare la mano.

«Ash! Ci hai fatto prendere un bello spavento!» lo rimproverò Misty, sedendosi cautamente sul letto. «Perché non stavi prestando attenzione? Avresti potuto farti male seriamente!»

Ash ridacchiò, umettandosi le labbra secche. Aprì la bocca per rispondere quando la porta della camera si aprì e con sua infinita sorpresa Gary entrò, indossando un camice da medico.

«Gary?!» esclamò Ash, sbalordito. Misty si alzò in piedi e gli sorrise e, con grande rammarico di Ash, gli lasciò andare la mano. «Cosa ci fai qui? Pensavo che lavorassi con il professor Oak!»

Gary ridacchiò, sventolando una mano con nonchalance.

«Solo perché sto studiando per diventare un ricercatore pokemon non significa che non sappia nulla di anatomia umana, idiota! Sono qui per alcune ore di tirocinio con il caposezione dell'ospedale, ma mi sono imbattuto nel tua testa dura. Devo dire che non sei cambiato per nulla se ancora riesci a farti male nel mezzo di un incontro pokemon!»

Ash borbottò a mezza voce che era stato solo un incidente.

«Gary, fra quanto Ash potrà lasciare l'ospedale?» chiese Misty, fulminando entrambi con lo sguardo.

Gary le sorrise, accostandovisi. Ash assottigliò gli occhi, guardando Gary appoggiare una mano sul braccio di Misty, cercando di dare conforto.

«Sono venuto qui proprio per dirvi che Ash non ha nulla di rotto e che può lasciare l'ospedale quando desidera. Ma niente attività stancanti per almeno due giorni, ordini del medico.»

«Grazie mille Gary, sei stato gentilissimo» rispose Misty, sorridendogli.

«Oh, ma è stato un piacere...» mormorò Gary, avvicinandosi in un modo che ad Ash non piacque per nulla.

«Okay!» esclamò Ash, tirando via le coperte e mettendosi in piedi velocemente «Misty, direi che possiamo andare, non credi?» chiese, prendendo Misty per la mano e tirandola verso di sé con attenzione. Diede un'ultima occhiataccia a Gary e rivolse la sua attenzione su Misty che lo guardava con i suoi grandi occhi verdi sgranati e sorpresi. Ash le sorrise e, non riuscendo a trattenersi, le accarezzò con delicatezza la mano. «Dobbiamo ancora finire il nostro tour.»

Misty sembrò risvegliarsi dallo stupore, annuendo e sorridendogli in un modo che rese Ash stordito dal piacere. Ash si rivolse nuovamente a Gary che adesso lo guardava divertito. Si salutarono velocemente e Gary non perse mai l'aria soddisfatta di colui che aveva appena capito qualcosa di molto importante. Pikachu tornò a sedersi sulla sua spalla, strusciandosi sul suo collo per rassicurarlo. Ash sorrise al suo piccolo amico, accarezzandogli la testa.

Una volta usciti dall'ospedale Ash si rese conto di star ancora tenendo la mano a Misty e si affrettò a lasciarla andare, fingendo indifferenza.

«Allora» disse, sorridendo a Misty che sembrava un po' perplessa dal suo comportamento. «Vogliamo continuare la nostra uscita?»












 

 
 



 




Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

 

aiko 舞妓 


 


 

 

 

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Capitolo 3
*** #3. Il Festival ***



 

#3. Il Festival



 

Ash chiuse gli occhi, godendosi il sole che gli riscaldava le membra. A causa del suo piccolo incidente lui e Misty si erano rassegnati a passare il tempo facendo qualcosa di più rilassante ma, rimuginò Ash, galleggiare indisturbato nella piscina non era poi così noioso. E non era stato affatto male vedere Misty in costume, pensò Ash lasciando che le labbra gli si incurvassero appena al pensiero.

Decise di nuotare verso il bordo della piscina, dove Pikachu stava giocherellando con Mimey. Una volta raggiunto, Ash si tirò su per sedervisi e si stiracchiò, godendosi il sole sulla pelle bagnata. Rise quando Pikachu lo punzecchiò sul fianco, restituendolo in buona misura al suo piccolo amico. Infine si girò e osservò il modo leggiadro in cui Misty continuava a nuotare instancabile nella piscina. Ash aveva perso conto del tempo e non sapeva dire da quanto Misty stesse continuando, ma era certo che fosse una notevole performance.

«Ash, vuoi una limonata?»

Fu con fatica che distolse lo sguardo, girandosi verso sua mamma che gli stava porgendo un bicchiere colmo della rinfrescante bevanda. Delia andò a sedersi al suo fianco ed entrambi si misero a guardare Misty nuotare indisturbata.

«Avete già deciso cosa indossare per il festival di stasera, tesoro?» chiese Delia, con una bizzarra luce negli occhi. Ash non ci fece caso, impegnato a non dare l'impressione di essere troppo preso dai movimenti ipnotici di Misty.

«Ah, no non ancora.» rispose, prendendo un sorso della sua limonata.

«Pensavo che potreste andare entrambi in kimono, data l'occasione.»

La limonata gli andò di traverso, portando Ash a tossire rumorosamente. Delia gli batté la schiena e quando Ash si fu calmato, Delia lo guardò con divertimento misto ad amore materno. Ah, gli adolescenti.

«Cosa?!» gracchiò Ash, schiarendosi la gola un paio di volte «Ma se non ne abbiamo neanche! Almeno non della mia misura» si corresse, pensando al kimono che aveva indossato la scorsa volta. Sempre con Misty, pensò, le guance che andavano a riscaldarsi.

«Oh, ma ci sono sempre i vecchi kimono di tuo padre, Ash! E so per certo che Misty ne ha portato uno, dato che avevamo deciso di andare insieme.»

«Oh» rispose Ash, con una vocina flebile. Poi si raddrizzò, girandosi per guardare sua madre «Ma mamma se avevate deciso di andare insieme io non voglio certo mettermi in mezzo...»

«Non essere sciocco tesoro!» rise Delia, sventolando una mano per rassicurarlo «Solo perché non verrò con voi non significa che non mi godrò il festival! Andrò insieme a qualche mia amica del vicinato, non angustiarti. E se sei preoccupato a causa del poco tempo che sto passando con Misty» continuò lei, leggendo la domanda dalla sua espressione contrita «questo pomeriggio ti lasceremo da solo per andare alle terme a rilassarci.»

Ash si rilassò un poco, sorridendole per poi continuare a sorseggiare il suo drink. Delia rimase ad osservarlo in silenzio, senza farsi notare, e vide con chiarezza il momento in cui gli occhi di Ash parvero brillare per un istante quando Misty si avvicinò a loro. Delia guardò come Misty continuasse a lanciare a suo figlio tante piccole occhiate di interesse e sospirò, scuotendo lievemente la testa.

Ah, questi giovani accecati dalle insicurezze.

 

*  *  *

 

Ash si buttò a peso morto sul divano, sospirando pesantemente. Misty e sua mamma erano uscite per il loro pomeriggio fra donne, come avevano insistito a chiamarlo, e lui era stato lasciato da solo a casa, senza nulla con cui intrattenersi. Ash sospirò, passandosi una mano fra i capelli e finendo per scompigliarseli tutti in un momento di particolare frustrazione. Chiuse gli occhi, affondando il volto nei cuscini soffici del divano.

Piano piano sentì Pikachu arrampicarsi sulla sua schiena e rannicchiarvisi al centro. Sospirò; Ash sembrava non saper far altro in questi giorni.

«Pika pii?»

«Sto bene, amico mio» mormorò Ash, sospirando ancora.

Non si era reso conto di quanto il tempo stesse volando via: fra pochi giorni Misty sarebbe dovuta ripartire per Celestopoli e Ash sarebbe rimasto lì, a Pallet Town, senza sapere più cosa fare della sua vita. L'idea di un nuovo viaggio non gli sembrava più allettante come un tempo, né quella di partecipare ad altri tornei. Ash amava la competizione, ma il buco nel suo cuore che derivava dall'assenza di facce amiche sugli spalti ne diminuiva l'attrattiva. C'era stato un tempo in cui Ash non avrebbe esitato nel prepararsi per una nuova avventura, ma adesso...

Adesso Ash non riusciva a fare altro che pensare a degli occhi color del mare. E a sospirare, pensò aprendosi in un sorriso autoironico.

Si riscosse improvvisamente, facendo cadere Pikachu sul divano, il quale lo guardò un po' incuriosito. Al diavolo, si disse, marciando verso la camera di sua madre, dove sapeva che lei gli aveva lasciato pronto il kimono da provare, non rimarrò a rimpiangermi addosso senza fare nulla.

Lo provò in fretta, perdendosi un poco nella sua complicatezza, fin quando non riuscì ad indossarlo correttamente. Si guardò allo specchio per qualche istante, osservando come il semplice kimono blu scuro facesse risaltare la sua figura. Non male, Ketchum si complimentò con se stesso, girandosi per vedere come gli cadeva sulla schiena, niente male. Anche se le maniche erano un po' corte l'immagine finale lo soddisfaceva.

Ash si svestì, curandosi di piegare il kimono sul letto. Sebbene fosse ancora il solito disordinato questo non voleva dire che volesse sgualcirlo di proposito. Rimase lì a fissarlo per un po' e non riuscì a trattenere un altro sospiro malinconico.

Ash sperava solo che quella serata portasse chiarezza nella sua mente piena di pensieri.

 

*  *  *

 

«Ash! Misty! Siete pronti?» chiamò Delia, seduta ad aspettarli sul divano. Quando due indistinti urli le risposero, Delia sospirò aggiustando le pieghe del suo kimono arancione e riprendendo a leggere il nuovo numero della sua rivista pokemon preferita. Ah, questi giovani d'oggi, sempre in ritardo! pensò, scuotendo leggermente la testa.

«Eccomi mamma! Misty non è ancora scesa?»

«No, caro» rispose Delia, alzandosi in piedi per aiutarlo a rimettere a posto la piega della manica del suo abito. Una volta soddisfatta del suo operato, indietreggiò di qualche passo per ammirare meglio la figura slanciata di suo figlio che sembrava non riuscire a stare fermo un secondo.

«Oh, tesoro» soffiò, avvertendo i suoi occhi iniziare a bruciare un po' «sei la copia sputata di tuo padre.» Delia gli sorrise, accarezzandogli una guancia. Ash le sorrise di rimando. «Sei bellissimo, tesoro.»

«Grazie, mamma.»

Il momento fu spezzato dal risuonare dei geta* di Misty sulle scale ed entrambi si girarono per accoglierla. Ash aprì bocca per salutarla, ma le parole gli rimasero incastrate in gola quando la vide. Oh.

«Misty, tesoro, sei stupenda!» esclamò Delia, avvolgendola in una abbraccio.

Misty rise, stringendola a sua volta. «Oh, ma anche lei è bellissima, Delia.»

«Non essere sciocca,» rispose lei, stringendole la spalla «ormai sono una vecchia signora. Ma Ash,» continuò, scoccando un'occhiata di rimprovero al figlio «non ti sembra il caso di dire qualcosa a Misty?»

Ash deglutì rumorosamente, avvicinandosi piano alle due donne e sorridendo con imbarazzo. Si permise di osservare la figura leggiadra della sua vecchia amica avvolta dal kimono verde acqua, decorato con piccole conchiglie e pesciolini colorati. Misty aveva lasciato che i capelli le ricadessero sciolti sulle spalle, rinunciando al suo iconico codino, e si era truccata lievemente il viso. Era splendida.

«Misty» incominciò Ash, fermandosi subito per schiarirsi la gola secca «Ah– Misty sei molto, molto...» Misty lo guardava da sotto le ciglia, con un lieve sorriso sulle labbra e al diavolo, Ketchum, non fare il codardo. «Sei molto bella stasera» finì tutto d'un fiato, per paura che la parole gli rimanessero bloccate in gola.

Il sorriso che Misty gli rivolse valeva tutto l'imbarazzo provato.

«Anche tu non sei niente male... moccioso.»

 

*  *  *

 

Il festival pullulava di persone e pokemon, tutti insieme per godersi le attrazioni della serata. Ash era particolarmente ansioso di vedere i fuochi d'artificio: era la prima volta che Pallet Town li organizzava ed era molto curioso di vedere lo spettacolo il prima possibile. Mancavano ancora un paio d'ore e lui e Misty – adesso soli, dato che Delia si era congedata quando aveva visto il suo gruppo di amiche – si diressero verso le bancarelle con i dolciumi, pronti a comprarne in abbondanza. Pikachu rimaneva ben appollaiato sulla sua spalla, ma appena vide dove si stavano recando balzò a terra e si affrettò a piazzarsi davanti al bancone pieno di prelibatezze. Loro risero, guardando come il piccolo pokemon non riuscisse a decidere cosa assaggiare per primo.

Ash insistette nell'offrire da mangiare a Misty, che accettò solo dopo essere riuscita a strappargli la promessa che alla prossima bancarella avrebbe potuto offrire lei. Misty aveva sempre avuto un carattere forte e, se quando erano più giovani Ash ne era stato quasi sempre irritato, adesso gli sembrava un'attrattiva da non tralasciare. Con in mano i loro dango* continuarono a esplorare il festival. La luce delle lanterne, con l'approcciarsi della sera, rendeva l'atmosfera quasi magica e più volte Ash dovette trattenersi dall'impulso di intrecciare le sue dita con quelle di Misty. Non essere sciocco, si ripeté, ridendo spensierato a una delle battute sarcastiche della sua amica, non sapresti neanche cosa dirle...

«Ash, Ash! Guarda!» esclamò all'improvviso Misty, riportando la sua attenzione al presente «C'è il tiro a segno! Proviamo? L'ultima volta ti ho stracciato!»

«Io non mi ricordo di questo particolare» borbottò immusonito Ash, ma senza protestare la seguì al banco.

Fu Misty a trionfare anche questa volta e a vincere un bellissimo peluche di un Vaporeon. Misty lo strinse al petto, coccolandolo, mentre punzecchiava bonariamente Ash che non aveva totalizzato un grande punteggio. Ash aprì la bocca per protestare quando–

«Ash! Misty!»

Gary si avvicinò a loro, sorridendogli. Anche lui stava indossando un kimono, ma a differenza di quello di Ash era rosso splendente. Misty gli sorrise e Ash fece lo stesso, salutandolo amichevolmente.

«Sono felice di avervi incontrato, ragazzi. Allora Ash,» disse, prendendo posto alla destra di Misty, cosa che gli fece aggrottare le sopracciglia «perché non ci racconti un po' dei tuoi viaggi? Sono sicuro che tu abbia viaggiato in quasi tutte le regioni, o mi sbaglio?»

Preso da un impulso che in seguito non seppe spiegarsi, Ash si lanciò in un acceso racconto di tutte le sue avventure e quando infine notò che Misty si era fatta stranamente silenziosa aveva già dato aria alla sua boccaccia per almeno mezz'ora. Si interruppe, guadagnandosi una bizzarra occhiata da Gary, il qualche stava ascoltando con attenzione, soprattutto le descrizioni dei pokemon che Ash aveva avuto il piacere di incontrare nei suoi viaggi e buttando lì di tanto in tanto una delle sue battute pungenti come era solito fare. Quando Gary vide come stava guardando Misty, avviatasi verso una bancarella di warabimochi* – con Pikachu sulla sua spalla e il peluche ben ancorato davanti a sé –, lui gli rivolse un sorriso malizioso, dandogli una gomitata per buona misura.

«Smettila di guardarla come se volessi mangiarla, idiota.»

Ash trasalì, massaggiandosi il fianco. Sentì le guance arrossarsi e distolse lo sguardo da Misty, ora in fila per comprare il suo dolciume.

«Io non stavo– non voglio mangiarla, ma che idee ti metti in testa Gary!»

Gary alzò un sopracciglio, chiaramente non credendo alla sua risposta. Ash lo fissò per qualche istante, prima di afflosciarsi in se stesso.

«Gary» gemette Ash, scompigliandosi in capelli con frustrazione «Smettila di prendermi in giro, lo so che mi stavi provocando anche in ospedale–»

«Oh, no no» lo interruppe «quello è stato del tutto naturale.» All'occhiata incredula di Ash aggiunse «Misty è bella, idiota, non sei l'unico che ha questo tipo di illuminazioni! Stai calmo adesso, non ho intenzione di flirtare con lei, abbassa la cresta.»

Ash borbottò qualcosa di poco lusinghiero sotto voce, ma Gary decise bonariamente di lasciar perdere.

«Hai deciso quindi quando hai intenzione di dirle che sei completamente cotto?»

Ash scosse la testa, ribelle. Gary roteò gli occhi.

«Andiamo amico! Preferisci forse che sia qualcun altro a provarci per primo? È questo che vuoi?» chiese Gary, sfidandolo con gli occhi. Quando Ash gli rivolse un'occhiataccia sdegnata, Gary sbuffò. «E allora tira fuori quella tua testaccia dura dalla sabbia e impegnati! Senti, ti ricordi quella collinetta vicino all pasticceria della vecchia signora Jones?»

«Si...»

«È il posto perfetto per una dichiarazione romantica. Non guardarmi in quel modo, mica ti sto dicendo di giurarle amore eterno, semplicemente di baciarla o dirle quello che provi!» finì Gary, incrociando le braccia al petto.

«Ma Gary io–»

Non gli fu permesso finire la frase perché Misty tornò in quell'istante, gustandosi il suo piatto di warabimochi. Gary le sorrise e poi colpì amichevolmente la schiena di Ash mandandogli un'occhiata significativa. Con la fretta di qualcuno che sembrava aver dimenticato qualcosa di importate Gary li salutò, scomparendo fra la calca di persone.

Ash espirò con lentezza dal naso, raccogliendo le forze e girandosi con un sorriso sulle labbra verso Misty. Ora o mai più, Ketchum.

«Ehi, Misty!» esordì, il tono di voce forse fin troppo pieno di forzato giubilo. «I fuochi d'artificio inizieranno presto e conosco un posto perfetto dove andare a guardarli, anche se è un po' fuori dal festival. Che ne dici? Ti va?» finì, tremante per l'energia repressa.

Gli istanti che anticiparono la risposta di Misty gli sembrarono i più lunghi della sua vita e quando infine Misty acconsentì con un sorriso, Ash non poté fare altro che trattenere la gioia, raggiante del suo risultato. Pikachu riprese posto sulla sua spalla e si diressero verso la collinetta adiacente alla pasticceria di nonna Jones, come tutti in paese solevano chiamarla.

Ash non smise di parlare neanche per un secondo, il nervosismo che stava avendo la meglio su di lui non gli permetteva di stare un secondo fermo, ma Misty pareva non esserne turbata dato che rideva e lo punzecchiava a sua volta con leggerezza. Raggiunsero la collina in pochi minuti e Ash aiutò Misty a salirla con attenzione, dato che i geta che stava indossando non erano molto adatti a quel tipo d'attività. Una volta arrivati la cima rimasero lì in silenzio, aspettando gli ormai imminenti fuochi.

Coraggio, Ash si incoraggiò, strofinando agitato il bordo della manica del suo kimono, diglielo e basta. Ash prese un respiro profondo e iniziò a girarsi, ma il rumore del primo fuoco lo distrasse, riportando la sua attenzione sulla scura volta celeste ora adornata da bellissimi giochi di luce. Rimasero ad osservare quei colorati spruzzi di fuoco, incantati dal loro splendore. Fu Misty che si riprese per prima dalla loro bellezza, indicando un particolare fuoco d'artificio.

«Ash, guarda! Quello è un Pikachu!»

Ash seguì la direzione del dito della ragazza, aprendosi in una risata deliziata quando vide il viso del suo pokemon illuminare la volta celeste. Pikachu emise un verso estatico e schizzò ad arrampicarsi su uno degli alberi lì vicino per osservare meglio. Ash si voltò verso Misty, la bocca piena di risa, ma appena la vide ella gli tolse il respiro.

Il suo volto era un connubio di colori, disteso in un sorriso deliziato, gli occhi verdi che brillavano mentre guardava incantata lo spettacolo. Ash la guardò per non seppe mai quanto, perdendosi fra la sue labbra luccicanti e l'elegante curva del collo. Fu sovrappensiero che le prese la mano, intrecciando le dita con le sue, tale il gesto gli era parso naturale – quasi come respirare.

«Ash...?» soffiò Misty, girandosi verso di lui.

Ash si avvicinò a lei, abbassandosi leggermente, accorciando la distanza fra di loro. Vide lo sguardo di Misty scivolare sulle sue labbra, prima di tornare velocemente a guardare i suoi occhi. Quelli di lei erano spalancati dallo stupore, increduli, e toccati da del timore che Ash non seppe come interpretare.

«Misty io...» Portò l'altra mano ad accarezzare con dolcezza la sua gota, liscia e morbida sotto le sue dita. Oh, pensò, la mente pervasa da deliranti pensieri d'amore oh, quanto sono stato cieco. Misty non si sottrasse al suo tocco, ma inspirò bruscamente. «Io, ah, è da tempo che volevo dirti che–»

Un urlo improvviso fece sobbalzare entrambi e guardarono con stupore come la signora Jones, arruffata e iraconda, stesse marciando verso di loro. Ash e Misty si scambiarono per un secondo un'occhiata, increduli, e si staccarono con velocità. Ash non aveva il coraggio di guardarla.

«Voi due delinquenti cosa state–» la signora Jones si interruppe improvvisamente quando si fu avvicinata abbastanza da riconoscerli, portandosi una mano alla bocca e aprendosi in un sorriso sorpreso. «Oh, caro, ma non è forse il piccolo Ash quello che vedo?»

«Sì, signora Jones sono io» rispose con un sorriso forzato il ragazzo.

«Oh caro, come sono felice di rivederti! Pensavo che tu fossi ancora a giro per il mondo, catturando pokemon e vincendo medaglie e trofei come tuo solito! Perché non sei venuto a salutarmi prima? Venite, venite! Anche lei signorina–»

«Misty–»

«– venite pure nel mio negozio, ho tante prelibatezze ancora nel banco. Ma dimmi Ash» continuò, prendendolo a braccetto «raccontami un po' di queste tue nuove avventure... Oh, ma c'è anche Pikachu! Vieni, mio caro, ho tanti bei bocconcini anche per te! Oh, ma Ash vedi mi mangiare un po' di più tesoro, guarda come sei sciupato...»

Ash gemette piano, resistendo l'istinto che gli diceva di correre e non guardarsi indietro. Lanciò una veloce occhiata a Misty la quale stava risolutamente osservando il suo peluche, stringendolo forte al petto, come se fosse il suo personale scudo verso il mondo. Non una volta per tutta la serata ella lo guardò negli occhi, se non per distogliere subito lo sguardo, un lieve rossore sulle guance.

Quando, ore dopo, Ash crollò infine sul divano, poté finalmente sfogare la sua frustrazione prendendo a pugni un cuscino per svariati minuti. Stremato, si distese, coprendosi gli occhi con un braccio.

Quella sarebbe stata una lunga nottata.








 

 
 

*geta = sandali tradizionali giapponesi

*dango = dolce giapponese, spiedini dolci di polpettine di riso di vari gusti (uova, fagioli rossi, tè verde)

*warabimochi = dolce giapponese consumato soprattutto in estate, polpettine di riso morbido condite con sciroppi e sesamo

 




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aiko 舞妓 


 

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Capitolo 4
*** #4. Un nuovo inizio ***



 

#4. Un nuovo inizio


 

Misty accarezzò il calendario appeso al muro, soffermandosi lieve sulla data cerchiata in rosso. Quello era l'ultimo giorno della sua permanenza e l'indomani sarebbe dovuta partire per tornare a Celestopoli. Misty sospirò, lasciando che la sua fronte poggiasse sulla parete fredda. Distese le labbra in una linea dura, per poi sbuffare. Si sedette sul bordo del letto che Misty sapeva essere lo stesso dove Ash aveva dormito per tanti anni. Ella si raggomitolò su se stessa, chiudendo gli occhi.

Trattenne le lacrime e non lasciò che neanche una le bagnasse le guance.

Misty prese un profondo respiro e continuò a rifare la sua valigia. Domani si sarebbe dovuta alzare presto per iniziare il viaggio di ritorno.

 

*  *  *

 

Ash girò a vuoto il cucchiaino dentro alla sua tazza colma di latte, sbuffando leggermente. Delia era indaffarata ai fornelli come sempre, canticchiando una musichetta allegra. Misty entrò in cucina, salutando garbatamente entrambi. Ash notò come evitò studiosamente di incrociare i suoi occhi. La presa che aveva sul suo cucchiaino si strinse.

Delia, ignara della tensione che permaneva nella stanza, si girò con un largo sorriso, mettendo a tavola le prelibatezze appena cucinate. Si mise a sedere anche lei, elargendo una carezza a Pikachu che stava mangiando la sua colazione con gusto.

«Allora ragazzi!» esordì Delia, guardandoli con occhi pieni di aspettative «Vi siete divertiti ieri sera? Il festival era davvero bello non trovate?» continuò lei, riempiendo il suo bicchiere di succo d'arancia «Senza parlare dei fuochi d'artificio! Hanno proprio superato le aspettative, non è vero tesoro?»

«Mmh? Ah, certo mamma» borbottò Ash, tenendo risoluto gli occhi sulla sua tazza.

Delia aggrottò le sopracciglia, confusa, e lasciò passare un attimo di silenzio. Avvertì allora il turbamento mal celato dei due ragazzi e mascherò la sua scoperta con un sorriso vuoto. Continuò a chiacchierare, lanciando occhiate preoccupate di tanto in tanto. Sospirò piano. Ah, chissà cosa sarà successo ieri sera... pensò, iniziando a mangiare. Delia masticò con lentezza, mentre un'idea prendeva forma nella sua testa. Osservò in silenzio l'imbarazzo e l'indecisione che emanavano tutti i gesti dei due ragazzi e infine annuì, decisa, e con rinnovata energia iniziò a togliere i piatti vuoti dal tavolo.

«Oh, ragazzi! Mi ero quasi scordata di dirvi...» cominciò con voce innocente, fingendo di non essersi accorta di nulla. «Stasera è una grande serata al nostro ristorante. Dopo il festival la gente viene sempre a flotte, ma sono sicura che per voi due un tavolo libero ci sia ancora. Per festeggiare la partenza di Misty vi ho organizzato una cenetta al ristorante! Non siete contenti?» esclamò, piena di giubilo.

Oh, pensò divertita, quanto darei per una macchina fotografica in questo momento!

Ash aprì un paio di volte la bocca, ma nessun suono vi uscì. Misty sembrava paralizzata, il braccio sospeso nell'atto di portare la forchetta alla bocca. Ash fu quello che si riprese per primo.

«Ah, mamma–»

«No, no caro non voglio sentire scuse, Misty sta per andare via e una cena è d'obbligo!»

«Ma Delia, mi avete già offerto la prima volta non posso certo accettare un'altra–»

«Misty, tesoro, sai benissimo che io ti considero parte della famiglia! Non c'è nessun problema e mi raccomando...» concluse, con un tono di finalità «anche il sindaco verrà a mangiare questa sera quindi pretendo che vi vestiate eleganti. E no Ash,» lo interruppe subito «la tua tuta migliore non vale!»

 

*  *  *

 

Ash sbuffò, frustrato, cercando di annodare correttamente la sua cravatta. Dopo l'ennesimo fallimento la lanciò sul divano con un verso di rabbia e dovette trattenersi dal passarsi le mani fra i capelli per non scompigliarli più di quanto già non fossero. Si strofinò una mano sulla bocca e decise che alla fine la cravatta non fosse necessaria, prendendo la sua giacca nera e indossandola. Con i jeans scuri che aveva messo e la camicia bianca, tutto sommato non era affatto un brutto spettacolo, si disse, sistemandosi i polsini. Pikachu rimaneva rannicchiato sulla poltrona, dormendo beato e ignaro dello stato d'animo del suo allenatore.

Delia e Misty erano già uscite, dirette al ristorante, perché Misty aveva insistito nell'aiutare la donna a sistemare tutto per l'apertura serale come ringraziamento della settimana passata. Delia, nonostante avesse cercato di dissuaderla, alla fine aveva accettato di essersi scontrata con qualcuno dal carattere ancora più testardo del suo e acconsentì alla sua richiesta a patto che Misty poi si godesse la serata senza protestare. Ash non sapeva se sentirsi sollevato o turbato dal fatto che Misty avesse immediatamente trovato una scusa per non rimanere da solo con lui.

Dalla stretta implacabile del suo cuore tutto sembrava puntare sull'ultima opzione.

Diede un'ultima carezza a Pikachu ed uscì, raggiungendo in pochi minuti il ristorante. I tavoli di fronte al locale erano già tutti occupati, grazie anche al bel tempo e alla temperatura mite, e appena Ash mise piede all'interno fu sopraffatto dal profumo dei numerosi manicaretti serviti. Anche il salone principale era gremito di gente, tutti in abito elegante, notò Ash, ringraziando silenziosamente sua mamma per aver insistito e per non avergli permesso di indossare una delle sue tute. Con lo sguardo cercò la familiare capigliatura arancione di Misty, ma senza successo. Accigliato, si diresse verso le cucine, schivando rapido qualche cameriere indaffarato. Per fortuna sanno che sono il figlio della proprietaria, pensò Ash, osservando il modo in cui lo fulminò con gli occhi un cameriere che gli era quasi finito addosso. Entrò nelle cucine, dove nessuno si girò neanche a guardarlo, troppo indaffarati a portare a termine le ordinazioni dei clienti. Vide Mimey fargli cenno di seguirlo dall'altra parte della stanza e gli si avvicinò, cercando di intralciare il meno possibile il lavoro dei loro dipendenti.

Appena Ash fu a portata di mano, Mimey lo agguantò per un braccio, tirandolo verso la porta sul retro con vigore. Ash non provò neanche a sottrarsi alla sua stretta.

«Ash, sei arrivato finalmente!»

Delia gli diede una veloce occhiata e, apparentemente soddisfatta da quello che stava indossando, annuì con decisione un paio di volte. Senza fermarsi un secondo tornò a tagliuzzare i pomodori che aveva sul tagliere.

«Segui pure Mimey tesoro, ti porterà lui al tuo tavolo.»

Mimey fece un verso d'assenso, tirandolo per il braccio, e Ash borbottò un saluto veloce prima di lasciarsi trascinare dal pokemon. Salirono le scale per andare al secondo piano e, quando Mimey si accostò alle vetrate che separavano il piccolo balcone, Ash quasi si strozzò con la sua stessa saliva quando il suo cervello realizzò quello che gli era davanti agli occhi.

Sua mamma aveva prenotato per loro il tavolo più romantico di tutto il locale, realizzò Ash buttando fuori una risatina isterica. Mimey aprì le vetrate e lo spinse senza cerimonie all'esterno, senza lasciare ad Ash del tempo per calmarsi.

Misty era seduta nello stesso punto dell'ultima volta, con il volto rivolto verso il cielo e un bicchiere d'acqua in mano. Ash deglutì, ammirandola in silenzio. Rimase fermo per qualche secondo, prima di raccogliere il coraggio e approcciare il tavolo. La luce della luna e delle candele rendeva l'atmosfera così romantica che Ash non poté fare altro che sospettare dello zampino di sua madre in quell'operato.

Questi pensieri però si rivelarono irrilevanti appena Misty si girò verso di lui. Stavolta Misty aveva deciso di indossare una semplice abito ceruleo, impreziosito da piccole perle bianche che delimitavano delle costellazioni. Mentre prendeva posto davanti a lei, Ash le sorrise, stordito dalla gioia quando Misty lo restituì con lo stesso calore. Misty giocherellò un poco con il braccialetto che aveva al polso e bevve un sorso dal suo bicchiere. Ash fu irrimediabilmente attratto dalle sue labbra e si sentì deglutire; per mascherare il suo nervosismo afferrò uno dei menù posti sul tavolo per decidere cosa ordinare.

Vide Misty allungare il braccio per prendere l'altro ed entrambi si immersero nella moltitudine di piatti offerti dal ristorante. Quando il cameriere arrivò a prendere i loro ordini, Ash si premurò di far scegliere a Misty per prima. Sarò pure un imbranato, rifletté, soddisfatto quando vide Misty guardarlo con deliziata sorpresa, ma mia mamma qualcosa mi avrà pur insegnato.

Una volta finito, un esitante silenzio calò su di loro. Ash spiegazzò con il bordo della tovaglia, cercando di non far notare quando in realtà si sentisse agitato.

«Allora Ash,» iniziò Misty, prendendolo alla sprovvista «cosa hai intenzione di fare dopo che andrai via da Pallet? Un altro viaggio?»

Ash si rilassò impercettibilmente, rassicurato da un terreno che conosceva bene.

«Ah, non saprei esattamente, ci sono ancora alcune regioni che non ho potuto visitare...»

La conversazione continuò su quell'argomento fino all'arrivo delle loro portate e per allora Ash aveva perso un po' dell'ansia che lo stava attanagliando e si era sciolto un po', iniziando a godersi la bella serata e la ancora più piacevole compagnia. Per la fine del loro pasto entrambi ormai ridevano per l'ultimo disastroso aneddoto di Ash e il modo in cui Misty gli stava sorridendo in quell'istante fece recuperare ad Ash un pizzico di speranza che aveva perso la notte scorsa.

Quando anche il dolce fu portato in tavola, la serata si era fatta decisamente più fresca e Ash riusciva a vedere che Misty ne stesse soffrendo, scossa di tanto in tanto da qualche brivido di freddo. Si alzò dal tavolo e con gesti veloci si sfilò la giacca, sistemandola con delicatezza sulle spalle di Misty. Ella alzò il volto verso di lui, guardandolo con quei begli occhi d'acquamarina, sorridendogli con una dolcezza che gli tolse il fiato. Vederla indossare la sua giacca fece scaturire in lui un fuoco così forte che fino ad allora non aveva mai creduto di poter provare per qualcuno. Ancora una volta si sporse verso di lei, abbassandosi, finché non la sovrastò con il suo corpo, respirando piano. Misty ancora gli sorrideva, ma i suoi occhi avevano una luce che prima Ash non aveva visto.

«Misty...» mormorò Ash, chinandosi verso di lei e alzando una mano per sfiorarle una guancia. Misty inspirò bruscamente, immobile sotto di lui. Ash le accarezzò piano una gota, guardando incantato come le sue guance si facessero sempre più rosse e bollenti sotto al suo tocco. «Misty, io–» sussurrò, ipnotizzato delle sue labbra, morbide e sode, «volevo dirti che io... per te...»

Le parole sembrarono scivolargli via di mano e Ash si chinò ancora, attraversando quei pochi centimetri che lo separavano da lei in modo da–

«No, Ash, fermati» soffiò Misty, sospingendolo via da lei, senza dargli il modo di poterla baciare con quella passione che Ash sentiva attraversargli le vene. Pur confuso, Ash si lasciò spingere via, con il cuore che iniziava a sgretolarsi dentro al suo petto.

«Ma Misty... pensavo che anche tu– pensavo che anche tu provassi qualcosa per me» bisbigliò Ash, guardandola con l'espressione di qualcuno a cui era stato sottratto qualcosa di meraviglioso.

«Oh, Ash» gli sorrise tristemente lei, guardandolo con occhi colmi di lacrime non versate «non penso che tu possa amarmi nel modo in cui vorrei.»

«Perché dici questo?» Distantemente Ash si rese conto di star tremando. «Perché non mi dai la possibilità di mostrarti che anch'io ti–»

«Non dirlo!»

Misty si alzò in piedi con un movimento brusco, girandogli le spalle e aggrappandosi alla ringhiera, come se essa potesse darle la forza per affrontare quella conversazione.

«E perché non dovrei dirlo, uh? Perché, Misty?» Ash si rese conto di aver alzato la voce, ma l'agonia che provava non gli dava tregua e doveva farle capire quanto in realtà lei significasse per lui, quando la volesse, quanto Ash non desiderasse altro che stringerla a sé e baciarla e non lasciarla più andare perché lui era stato stupido e sciocco e giovane e inesperto ma Misty doveva sapere che Ash la

«Perché? Vuoi sapere perché, Ash?» Misty si girò di scatto verso di lui, gli occhi che lanciavano saette. «Perché tu, alla fine di questa settimana, te ne andrai via come hai sempre fatto! In un'altra avventura o un altro viaggio, in cerca di medaglie e riconoscimenti, mentre io starò qui, alla mia palestra, aspettando inutilmente una tua chiamata o anche solo un segno che tu ancora ti ricordi di me, con un buco in mezzo al petto che non fa altro che farmi soffrire! Tu non hai il diritto di tornare qua e rubarmi il cuore di nuovo in neanche una settimana, facendo tornare a galla tutti quei sentimenti che mi ero ripromessa di lasciar andare! Quindi no, Ash, non hai il diritto di dirmi che mi ami quando l'unica cosa che tu abbia mai fatto da quando ci conosciamo è stata lasciarmi indietro!»

L'unico rumore fra di loro era il respiro affaticato di Misty, che si lasciò scappare un singhiozzo. Misty, coraggiosa e testarda Misty, permise solo a due lacrime di solcarle le guance, prima di ricomporsi e asciugarsele con rabbia. Ash la guardava pietrificato, senza avere la forza di fare nulla.

Misty si tolse la sua giacca, appoggiandola sul tavolo, allontanandosi come se l'avesse bruciata. Senza guardarlo uscì dalla terrazza, fuggendo via da lui, non dandogli il tempo di ribattere qualcosa. Dopo qualche minuto la vide per strada, diretta verso la loro casa, senza mai voltarsi indietro.

Ash rimase lì, sotto la luna, con il cuore spezzato, stringendosi al petto una giacca che ora profumava di lei.

 

*  *  *

 

Delia si alzò con un sorriso sulle labbra, canticchiando allegramente fra sé e sé. Se tutto era andato come sperava quelle due teste dure si stavano ormai godendo la loro meritata felicità. Ah, questi ragazzi! Pensò, scuotendo la testa, non sanno proprio come organizzare un buon appuntamento! Per fortuna che ci sono io, altrimenti quel testone di mio figlio non avrebbe il coraggio di invitarla fuori neanche fra una quindicina d'anni! E dire che ne è innamorato da anni e lei di lui...

Si vestì con rapidità e uscì baldanzosa dalla stanza, dirigendosi verso il salone. Se tutto era andato secondo i suoi piani adesso quei due le avrebbero detto che sarebbero partiti insieme per–

«Ah, Delia» la accolse Misty, con il suo bagaglio in spalla e pronta a partire per tornare a casa. Delia non ebbe bisogno di chiedere come fosse andata ieri sera: gli occhi arrossati di Misty erano una prova sufficiente. «Mi sarebbe dispiaciuto non riuscire a salutarla...»

«Oh, ma certo cara» Delia, ancora frastornata, lasciò che Misty la abbracciasse stretta. Fece finta di non sentirla tirare su con il naso. «Sei sempre la benvenuta da noi, tesoro» mormorò, stringendola.

Misty sciolse l'abbraccio, indirizzandole un sorriso spezzato. «Mi mancherai, Delia.»

«Anche tu tesoro, moltissimo.»

Delia la vide esitare un attimo, prima di decidersi.

«Sa per caso dove sia Ash? Volevo salutarlo ma non è da nessuna parte e...»

Delia si sforzò di sorriderle, accarezzandole piano un braccio. «Sono sicura che verrà a salutarti alla stazione, mia cara.»

Misty le sorrise piano, annuendo, quasi per convincere se stessa.

«Allora io vado. Ciao Pikachu» mormorò, elargendo un ultima carezza al pokemon che la guardava con i suoi grandi occhi tristi. «Oh, non fare così, sono certa che ci vedremo presto...»

«Pika pii...»

Quando infine Misty chiuse la porta dietro di sé Delia lasciò che la furia che sentiva si manifestasse nel suo volto. Dove era andato a finire quel disgraziato di suo figlio?!

 

*  *  *

 

Quando Ash ebbe infine il coraggio di attraversare la soglia di casa erano ormai passati una quindicina di minuti dalla partenza di Misty e ne mancavano solo venti alla partenza del suo treno. Delia dovette controllarsi dall'urlargli contro appena udì la porta chiudersi. Fu solo quando Ash si girò verso di lei, probabilmente avvertendo il suo sguardo di fuoco, che la sua rabbia evaporò di colpo, lasciando spazio alla preoccupazione quando vide il viso sofferente di suo figlio.

«Ash, tesoro...» iniziò, accogliendolo con cura fra le sue braccia «mi vuoi spiegare cosa è successo?»

«Ho rovinato tutto ancora prima di poter iniziare qualcosa con Misty, mamma» singhiozzò Ash, abbracciandola stretta.

«Perché dici così?»

Con voce spezzata Ash le raccontò gli eventi della sera prima, iniziando a tremare quando arrivò al momento in cui Misty lo aveva respinto.

«Oh tesoro...» mormorò Delia, cullandolo e cercando di farlo calmare. «E tu cosa le hai risposto?»

«Non sono riuscito a dirle nulla, mamma, l'ho guardata andare via senza dire una parola... e oggi...»

«Ash, tesoro, non voglio ferirti, ma riesco a capire quello che Misty stava cercando di dirti.» Ash la guardò con occhi colmi di dolore e Delia gli sorrise con tristezza, accarezzandogli i capelli «Non eri qui quando eravamo insieme ad aspettare qualche tua chiamata e non eri qui per vedere il modo in cui il suo sorriso scivolava via ogni qualvolta che alla fine tu non telefonavi. Non sto cercando di farti sentire peggio, tesoro,» lo interruppe prima che Ash potesse dire qualcosa a sua difesa «sto semplicemente cercando di farti comprendere quanto per lei siano stati duri questi ultimi anni e quanto poco adesso riesca a fidarsi di te. Ma rispondimi a una domanda Ash: sei innamorato di lei? Veramente innamorato?»

Ash annuì, le gote rosse come delle fragole.

«Tutti i campionati del mondo valgono lasciarla andare così? Senza neanche lottare?»

Ash si staccò da lei, portando il suo sguardo su Pikachu che lo guardava con comprensione. Sapeva già quale sarebbe stata la risposta.

«No mamma,» rispose Ash, pensando al vuoto che aveva provato dopo l'ultimo torneo «non valgono tanto quanto Misty.»

«E allora cosa ci fai ancora qui, disgraziato di un figlio! Vai da Misty e diglielo, prima che il treno parta!»

Ash si asciugò velocemente le lacrime, guardandola con occhi sgranati.

«Misty è già alla stazione?! Ma pensavo che il suo treno partisse alle 9!»

«Mancano solo quindici minuti, Ash!»

Ash imprecò a gran voce e Delia lo osservò scattare verso la porta, correndo senza guardarsi indietro.

«Buona fortuna, tesoro!» gli urlò dietro Delia, lasciando che Pikachu si arrampicasse sulla sua spalla.

«Pika pi!»

Delia chiuse la porta, augurandosi che tutto andasse per il meglio.

 

*  *  *

 

Misty sospirò, aggiustandosi meglio la zaino sulle spalle. Diede un'occhiata veloce all'orologio: mancavano solo dieci minuti alla partenza del treno. Probabilmente Ash non sarebbe arrivato in tempo per salutarla. Misty stirò le labbra in una linea dura. È stata una tua decisione, si ricordò quasi con disperazione, è meglio così per entrambi. Andrò avanti come ho sempre fatto. E poi nella palestra ci sono talmente tante cose da fare, non ho bisogno che qualcuno entri nella mia vita e–

«Misty! Aspetta Misty!»

Misty sobbalzò, guardando incredula Ash avvicinarsi, correndogli incontro. Si fermò davanti a lei, respirando affannosamente e facendole segno di aspettare un attimo. Misty non riuscì a fermare il sorriso divertito che le incurvò le labbra neanche se avesse voluto.

«Ash, sono felice che tu sia venuto a salutarmi, pensavo che tu–»

Ash la zittì mettendole una mano sulla bocca, guardandola con un'espressione decisa che Misty aveva visto soltanto in occasione di qualche incontro pokemon difficile, se non quasi impossibile. Misty trattenne il fiato, guardandolo con occhi sgranati.

«Lo so che avevi detto che non–» Ash si passò una mano fra i capelli, frustrato «Ascolta, Misty, so che in questi anni non sono stato presente nella tua vita. So che ti ho ferita e che probabilmente tu adesso non ti fidi di me perché ti ho fatto soffrire senza volerlo... Ma eravamo dei ragazzini stupidi che non sapevano nulla d'amore e di relazioni! Prima di adesso io non avevo mai pensato due volte a quello che facevo né tantomeno a quello che volevo sul serio, oltre a viaggiare e conoscere nuovi pokemon. Ma Misty vuoi sapere perché sono tornato a casa questa volta? È stato perché quando ho vinto l'ultimo torneo sugli spalti tu non c'eri, non c'era nessuna delle persone a me care, e la sensazione di vuoto che ho provato allora è stata tale da togliermi il fiato. Poi...» Ash deglutì, guardandola con occhi che la imploravano di comprenderlo. Lasciò che la mano che aveva posato sulle sue labbra scivolasse su una delle sue gote, accarezzandola con reverenza. «Poi sono tornato e ho rincontrato te e tutto è sembrato di nuovo riacquisire colore. Non posso prometterti che non vorrò più viaggiare e partecipare a tornei perché quello fa parte di me e di ciò che sono, ma io voglio che tu sia lì al mio fianco. Voglio poter stare insieme a te, svegliarmi e vederti lì accanto, festeggiare le mie vittorie e piangere le mie sconfitte, ma con te. Lo che se sembra una follia e che forse io non ne valgo la pena, ma Misty, per favore, dammi una chance. Una. Non ti chiedo altro. Lascia che provi a renderti felice. Io ti amo.»

Misty lo guardò, senza parole, scuotendo lievemente la testa. Ash le prese il volto fra le mani, assaporando il modo in cui Misty tremò sotto le sue dita. «Conservo ancora l'esca che mi hai dato tanti anni fa» confessò, lottando il rossore che gli saliva sulle guance a questa sua imbarazzante ammissione. «Non me separo mai ed è il mio portafortuna ad ogni gara e torneo a cui partecipo. Questo sentimento fra di noi non è qualcosa a cui ho pensato solo adesso Misty» soffiò, accarezzandole il volto.

Misty chiuse le mani sui suoi polsi, appoggiandole lì, senza forzare via le sue braccia. I suoi occhi del colore del mare splendevano sotto la quantità d'emozioni che lei stava cercando di non far fuoriuscire.

«Dimmi di sì.» la pregò Ash, asciugando le lacrime che infine le erano scivolate dagli occhi.

Un timido sorriso fece capolino sulle labbra di Misty, illuminandole il volto. Ash lesse la risposta nei suoi occhi e si lasciò scappare una risata felice, appoggiando la fronte a quella di lei. Il treno per Celestopoli partì, ma nessuno dei due gli fece caso.

Questa volta quando Ash si avvicinò per baciarla Misty lo raggiunse a metà strada, sorridendo in un bacio che sapeva di lacrime ma simboleggiava gioia. L'unica cosa che pensò Ash, mentre si perdeva nella morbidezza delle labbra di Misty, fu che era questo tutto quello che gli serviva per essere felice – Misty fra le sue braccia, che gli sorrideva con amore.

«Ti amo anch'io, Ash» mormorò Misty, fra un bacio e l'altro.

Ash sorrise, stringendola al petto, ripromettendosi di non lasciarla mai andare. La baciò ancora e lasciò che i rumori circostanti svanissero, cullato dalla melodia dei loro respiri.

Casa, finalmente.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine.

 

 

 
 


E anche questa storia è giunta al termine! Avevo scritto il primo capitolo nel lontano 2015 ed era rimasto nei meandri del mio pc fino ad ora, riportato alla luce solo grazie al magnifico contest che mi ha ridato la carica per concluderla e postarla. Lo devo ammettere, queste sono state quasi 12000 parole di sofferenza creativa xD Penso di aver urlato di gioia quando ho finalmente scritto la parola fine a conclusione del documento, lo devo ammettere. Quest'anno è iniziato proprio bene, e spero di continuare su quest'onda per tutto il suo corso. Ho un altro bel po' di contest da finire (e conseguenti fic rimaste a marcire nel mio pc che devono essere riesumate) e quindi spero di fare tutto quello che mi sono ripromessa, tra cui dare anche i mei esami LOL 
Ma, ahimè, non aspettatevi altro sul fandom Pokemon! Questa fic è stata un vero e proprio parto. Vi lascio qua sotto l'immagine colpevole del mio improvviso amore per questa coppia, e la scatenatrice del primissimo capitolo di questa storia. Non fosse stato per lei questa storia non sarebbe mai venuta alla luce, so enjoy! 

Lo ammetto, a riguardarla un po' di feels mi assaltano ancora per questi due! E sì, se ve lo state chiedendo, i look di Ash e Misty in questa fic sono stati ripresi da questa fanart, quindi potete benissimo immaginarli così. 

Alla prossima! 


 

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aiko 舞妓 



 

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