important

di Lilliput135
(/viewuser.php?uid=957926)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4 ***
Capitolo 5: *** cap 5 ***



Capitolo 1
*** CAP 1 ***


Quella mattina, Mimì Augello era molto , molto agitato.
Ultimamente lo era spesso .
Entrò in commissariato , si sedette nel su ufficio e dopo due orate bussarono alla porta, ed era Catarella.
< Mi scusi Dottori , c’ è una signora che vuole parlare con vossia di pirsona pirsonalmente . dice che si trattasi di cosa riservatissima.>
Il Dottor Augello si alzò e andò al centralino .e come disse Catarella al telefono c’ era una donna.
Finita la telefonata , Mimì era livido di rabbia.
Raggiunse Catarella , lo prese per il bavero e cominciò a gridare come un pazzo:
< per che cazzo non me l’ hai passata prima deficiente ?!?!>
E gridò tanti altri insulti , che alla fine fece  chiangere il povero Catarella.
E ancora non gli lasciava il bavero!
Fazio, sentendo tutte quelle urla , accorse e vedendo Augello così infuriato da uccidere quasi Catarella si interpose tra i due .
< Dottore che succede ? Oh ?! OH?!! >
E Mimì lasciò Catarella. Taliò male Fazio e se ne tornò in ufficio.
Fazio cercò in qualche modo di consolare Catarella , offrendogli macari un tanticchia di tè per sbollire la paura.
Passato da Catarella decise di andare anche a chiedere al suo superiore il motivo di tutta quella rabbia.
Bussò alla porta ed entrò senza attendere risposta .
< che minchia vuoi Giuseppe ? > lo accolse male Mimì
Fazio , con la sua solita pacatezza rispose
< Nienti, solo sapere perché prima stava gridando così a Catarella.>
< non ha eseguito bene il suo compito. E comunque non ti riguarda .> rispose in modo menefreghista Augello
< ah , perché adesso sta a te decidere chi fa bene o no il proprio lavoro.> Esclamò Fazio ormai sul piede di guerra . era raro che fazio mancasse di rispetto ad un suo superiore.
Mimì era su tutte le furie , come osava dagli del tu ?!?
Si avvicinò a fazio e gli mollò ‘na centra e gli fece venire un occhio blu, e la mano di mimì gonfia.
< tu, razza di impertinente, come osi darmi del tu ? cosa pensi di essere più importante di me ?? >
Fazio non rispose , troppo occupato a tastarsi l’ occhio.
< allora chi ti credi? Guarda che non è che se Salvo di fa stare con lui nelle indagini , vuol dire che tu per lui sei qualcuno di importante , eh ! anzi… , tu per Salvo conti meno di me, no, tu per Salvo non conti proprio !!!>
Fazio a quelle parole impallidì di brutto .
Abbassò lo sguardo per non farsi vedere, e se ne usci sbattendo la porta .
Catarella, vedendo fazio in quello stato accorse in suo aiuto, aveva sentito tutto dalla porta .:
< Ispettore , ispettore! > lo chiamò < Matre santissima , ispettore, Che fu ? > chiese vedendo i gibollo viola su Fazio.
< niente, Cataré!> rispose lui solo
< il dottor augello la conciò cossì ? >
< si ma per favore Catarè non dire nienti al commissario!> lo implorò, non voleva scatenare un putiferio…
< nienti ci dissi ! ma vuole che le prenda del ghiacchio ?> si offrì il povero Catarella
< grazie Catarè  saresti molto gentile >
< di Nienti ispettore . intanto lei vada dal commissario, dice che trattasi di cosa urgente.>
Madò e adesso?
< vabbè vado> disse e andò dal commissario.Quella mattina, Mimì Augello era molto , molto agitato.

Ultimamente lo era spesso .
Entrò in commissariato , si sedette nel su ufficio e dopo due orate bussarono alla porta, ed era Catarella.
< Mi scusi Dottori , c’ è una signora che vuole parlare con vossia di pirsona pirsonalmente . dice che si trattasi di cosa riservatissima.>
Il Dottor Augello si alzò e andò al centralino .e come disse Catarella al telefono c’ era una donna.
Finita la telefonata , Mimì era livido di rabbia.
Raggiunse Catarella , lo prese per il bavero e cominciò a gridare come un pazzo:
< per che cazzo non me l’ hai passata prima deficiente ?!?!>
E gridò tanti altri insulti , che alla fine fece  chiangere il povero Catarella.
E ancora non gli lasciava il bavero!
Fazio, sentendo tutte quelle urla , accorse e vedendo Augello così infuriato da uccidere quasi Catarella si interpose tra i due .
< Dottore che succede ? Oh ?! OH?!! >
E Mimì lasciò Catarella. Taliò male Fazio e se ne tornò in ufficio.
Fazio cercò in qualche modo di consolare Catarella , offrendogli macari un tanticchia di tè per sbollire la paura.
Passato da Catarella decise di andare anche a chiedere al suo superiore il motivo di tutta quella rabbia.
Bussò alla porta ed entrò senza attendere risposta .
< che minchia vuoi Giuseppe ? > lo accolse male Mimì
Fazio , con la sua solita pacatezza rispose
< Nienti, solo sapere perché prima stava gridando così a Catarella.>
< non ha eseguito bene il suo compito. E comunque non ti riguarda .> rispose in modo menefreghista Augello
< ah , perché adesso sta a te decidere chi fa bene o no il proprio lavoro.> Esclamò Fazio ormai sul piede di guerra . era raro che fazio mancasse di rispetto ad un suo superiore.
Mimì era su tutte le furie , come osava dagli del tu ?!?
Si avvicinò a fazio e gli mollò ‘na centra e gli fece venire un occhio blu, e la mano di mimì gonfia.
< tu, razza di impertinente, come osi darmi del tu ? cosa pensi di essere più importante di me ?? >
Fazio non rispose , troppo occupato a tastarsi l’ occhio.
< allora chi ti credi? Guarda che non è che se Salvo di fa stare con lui nelle indagini , vuol dire che tu per lui sei qualcuno di importante , eh ! anzi… , tu per Salvo conti meno di me, no, tu per Salvo non conti proprio !!!>
Fazio a quelle parole impallidì di brutto .
Abbassò lo sguardo per non farsi vedere, e se ne usci sbattendo la porta .
Catarella, vedendo fazio in quello stato accorse in suo aiuto, aveva sentito tutto dalla porta .:
< Ispettore , ispettore! > lo chiamò < Matre santissima , ispettore, Che fu ? > chiese vedendo i gibollo viola su Fazio.
< niente, Cataré!> rispose lui solo
< il dottor augello la conciò cossì ? >
< si ma per favore Catarè non dire nienti al commissario!> lo implorò, non voleva scatenare un putiferio…
< nienti ci dissi ! ma vuole che le prenda del ghiacchio ?> si offrì il povero Catarella
< grazie Catarè  saresti molto gentile >
< di Nienti ispettore . intanto lei vada dal commissario, dice che trattasi di cosa urgente.>
Madò e adesso?
< vabbè vado> disse e andò dal commissario.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap 2 ***


Montalbano intanto, se ne stava seduto nel suo ufficio. Aveva sentito voci strane e aveva visto Catarella chiangere come ‘na fontana .
Appena il poliziotto si calmò gli chiese di mandagli Fazio .
E Faziò arrivò. Con l’ occhio nero e lo sguardo cupo. Di chi non voleva gli venisse chiesto niente , e niente Salo chiese.
< commissario> lo salutò
< siediti Fazio, volevo chiederti ‘na cosa ?>
Fazio si sedette e pregò che non gli chiedesse nienti sull’occhio nero
< mi dica>
< perché Catarella stava piangendo ?>
Fazio sospirò , ma tacque.
Il commissario lo guardò , e continuò
< oh , guarda che non ti sto chiedendo nienti di pirsonale, o almeno spero..>
Fu allora che Fazio parlò
< in questo commissariato non si campa più .> disse solo
< che intendi >
< intendo che il dottor Augello ha passato il segno.>
Montalbano tacque
< in che senso ? spiegati meglio che non ci capisco nienti!! >
Ebbene poco dopo , la donna richiamò, e Catarella sta volta gliela passò .
I due parlarono per un po’ fin quando, finita la chiamata, il dottor Augello, su tutte le furie prese per il bavero Catarella e gli urlò insulti e parole.>
< e fu allora che tu intervenisti ?>  chiese Montalbano
< esatto. Mi sono messo tra i due, li ho separati, o consolato Catarella  e mi sono diretto verso il dottor Augello per parlarne.>
Montalbano pensò un secondo: e quell’ occhio nero ? fece due più due e la soluzione fu un colpo al cuore.
< aspetta un attimo.> disse solo e si alzò
Prese il telefono e chiamò.
< Catarè on è che potresti venire un momento ? > ci fu risposta e il commissario riattaccò
Fazio fissava stranito
Appen Catarella entrò , Montalbano , prese il telefono di nuovo.
< Mimì vieni da me . Subito.>
E a Fazio tremarono le gambe.
< Commissario, ma che fa!! Così le prenderò di più!>
< Dimmi Salvo .> entrò Mimì , che vedendo lì Catarella e Fazio , si incupì
< ah, hai fatto la spia, e bravo Giuseppe!>
cominciò Fazio, ma fu interrotto da Salvo.
< no, lui nienti fece , mi disse solo la storia di Catarella .> < Ma si può sapere che Minchia ti prende !?>
< non mi prende niente !>
< a perché non è vero che hai preso Catarella per il bavero e gli hai urlato dietro insultandolo!?>
< sì ma..>
< e il pugno a Giuseppe chi gliela dato ? Io ?>
< e mica ha fatto solo questo !> esclamò Catarella .
< gli disse anche che a vossia commissario, nienti importa di Fazio. Se durante una missione Fazio fosse stato ferito, a vossia non sarebbe importato, anzi era macari felice di perdere un collega scassa minchia con manie d’anagrafe. A Fazio , il dottor Augello ci disse anche che tutte chisti cose , gliela avete detto voi di pirsona pirsonalmente! Con testuali parole : Chi minchia vuole uno con le manie dell’ anagrafe ?!>
< io non > disse sorpreso  Salvo.
< è vero commissario ?! > chiese Fazio furioso .
< diglielo Salo ! >
< no, o almeno non tutto .>
Un rumore fortissimo della porta dell’ ufficio si sentì, Fazio era uscito, sbattendo violentemente la porta.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap3 ***



Non ci poteva credere, ciò  che era appena successo era una cosa impossibile, inimmaginabile ....
Lui, Fazio, sapeva che al commissario gli dava un tanticchio di fastidio questa sua "mania dell'anagrafe" ma ci avevano sempre scherzato su  e non se l'era mai presa sul personale. 
Stanco e afflitto decise  di uscire a fare un passeggiata sul molo. L'ultima volta che c'era stato fu quando, tempo prima, aveva detto al padre che sarebbe andato a lavorare per il commissario Montalbano,  e lui l'aveva taliato, come se stesse babbiando. Seguì una litigata coi fiocchi e l'allora ragazzo Fazio , andò a fare un giro per sbollire la rabbia e si sedette su un molo a pensare,  e così accadde anche quella sera.
prese dalla tasca una sigaretta e fumó, chiudendo gli occhi.

Il commissario Montalbano era allibito dall' uscita di 2scena di Fazio . Sentiva i suosuoni come ovattati e la sua testa martellava.
così su due piedi, uscì,  appresso a Fazio, cercando di capire dove, il ragazzo fosse diretto e, senza perderlo di vista, raggiunse il molo. Aspettó che Fazio si sedette e si accese la sigaretta per sedersi con lui.
Il ragazzo fu sorpreso di vedere il suo capo, e, senza guardarlo, taceva, gli occhi fissi sul mare.
Salvo era un po' in imbarazzo: seguire Giuseppe era stata una cosa istintiva, nulla di programmato, ed ora trovarselo accando con i piedi a penzoloni sul molo, non sapeva come fare per scusarsi così inizió a parlare:
<< Non sapevo fumassi..>> 
Fazio lo talió male e facendo uscire una fumata dalla bocca disse amaramente:
<< A quanto pare non ho solo la fitusa abitudine dell' anagrafe e del "già fatto", COMMISSARIO >> enfatizzò apposta l'appellativo.
Su di loro calò un atroce silenzio che Fazio non resse: si alzò, buttò in un cestino con posacenere la sigarettaspenta e se ne andò.
Il commissario rimase seduto ancora qualche minuto ad osseravare il tramonto sul mare. Poi si susì da terra talió a lungo la sigaretta di Giuseppe dandosi più  volte del cugghione.

ANGOLO AUTRICE 
 Ciao a tutti, come vedete ho ripreso a scrivere dopo un periodo lungo di pausa!
Giuseppe Fazio,come vedete è arrabbiato e deluso dal comportamento del commissario Montalbano. 
faranno pace?
aspetto di leggere i vostri commenti!
baci baci!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap 4 ***


Pov fazio
Ormai  erano passati due giorni e sono due giorni esatti che non mi faccio vedere in commissariato, ho chiamato Catarella e gli ho detto che ero malato, e tanto peggio per Lui.
Sono stufo di stare in casa, sono le sette forse posso farmi un giro e così esco.
Passati duecento, trecento metri noto una macchina , una Fiat nera, con accanto un uomo che mi fa segno di avvicinarmi, ed io lo faccio: mi conoscono tutti qua a Vigata, sanno che faccio il poliziotto, e macari che lavoro per il commissario Montalbano.
Gli arrivo davanti e sento movimento dietro di me , non faccio in tempo a girarmi che ho la testa pesante e perdo i sensi.
 
Una voce piccola e femminile mi chiama “signore” ed io mi arriprendo, e la prima cosa che vedo sono due occhi di uno scuro intenso appartenenti ad una bambina. Mi tiro su a sedere per vedere megghio dove mi trovo e noto con grande dispiacere che sono in una specie di cava, in un luogo probabilmente lontano Dio sa quanto da Vigata.
<< Matre Santa>> faccio uscire con un sussurrò
<< come stai, signore? >> mi chiede la piccola. Indossa un vestitino blu e delle scarpette bianche, deve avere si e no quattro anni
<< bene piccola, tu? Come ti chiami?>>
<< mi chiamo Michela e ciò 4 anni>> dice facendomi segno con la mano il numero 4
<< e sai perché sei qui, Michela?>> le chiedo, con la speranza che magari lei si ricordi anche solo qualche cosa
<< no>> risponde lei << ma tu come ti chiami?>>
<< Giuseppe>> le rispondo.
<> dice lei e tra noi cade il silenzio totale.
Passano un paio di minuti e sento Michela piangere allora mi avvicino e mi siedo vicino a lei.
<< perché chiangi?>> le chiedo
<< mi manca la mia mamma e mi manca Giulia>> dice lei singhiozzando
<< chi è Giulia? >> le spio
<< è la mia migliore amica>>mi arrisponde lei
<< E ho paura di restare qui>> continua
<< non resteremo qui a lungo te lo prometto, parola di poliziotto!>> le dico con sicurezza
<< wow sei un poliziotto!>> si stupisce lei << ma un poliziotto vero vero? >>
<< si certo!>> le sorrido
<< e ti garantisco che i miei colleghi ci staranno cercando già e che il Commissario…>> mi interrompo bruscamente e mi viene da pensare a Salvo.
<< perché ti sei interrotto? Chi è il Commissario? Perché sei triste, Giuseppe?>>
<< io c’ho litigato con il Commissario Montalbano… poco prima di essere portato qua>>
<< come mai avete litigato? Lui ti prendeva in giro perché è il tuo capo?>>
La guardo, chiedendo a me stesso se glielo potevo dire, ma da quanto ho capito è una bambina intelligente e così gli racconto tutto.
<< sai una cosa?>> mi dice lei quando ho finito
<< che cosa?>>
<< secondo me, Salvo ti vuole bene ed è dispiaciutissimo per quello che è successo>>
<< come fai ha dirlo?>>
<< Perché mia mamma spesso litiga con il mio papà visto che beve tanto vino, ma sono assolutissimamente certa che lei gli vuole bene e che anche se il mio papà beve, senza di lui, la mia mamma sarebbe triste e gli mancherebbe tanto! Quindi sono sicura che Salvo non ti voleva prendere in giro, magari passava un brutto momento e quindi ti ha preso in giro senza volerlo e magari ora si è pentito e gli manchi!>>
Nonostante il ragionamento fosse un po’ contorto non faceva una piega, e allora mi avviino a lei e l’ abbraccio sussurrandole un “ grazie” .
<< Vienimi a prendere Salvo…> dico a voce alta
<< anche a me, per favore>> dice la piccola e io sorrido con una speranza in più e con in mente un solo obbiettivo : rimanere sani e salvi ad aspettare il commissario e proteggere Michela.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** cap 5 ***


In commissariato c’è il delirio totale: Fazio non è tornato al commissariato da quattro giorni e il commissario, oltre ad essere preoccupato per lui, è di cattivo umore.
Bussano alla porta e Catarella entra senza aspettare “l’avanti” , facendo un fracasso totale
<< scusasse per la porta, dottore, mi scappò!>> disse
<< fa niente, Catarè, dimmi: notizie di Fazio?>>
<< Nonsi dottore, di Fazio niente sacciu, ma ci sono qui due signori dal Congo per lei >>
<< per mia? E falli entrare!>>
<< sisi, prego signori>> e chiuse la porta lasciandoli soli
<< ditemi pure signori..>>
<< Delmongo, Francesco e Laura Delmongo.>>
<< prego accomodatevi e ditemi pure>>
I due si siedono  sulle sedie davanti alla scrivania. La prima a parlare è Laura.
<< Io e mio marito, abbiamo una figlia di quattro anni, di nome Michela>> ma la voce le si spezzò
<< che accadde a Michela?>> domanda il commissario
<< l’anno arrapita commissario>> rispose questa volta Francesco, il marito.
<< siete venuti per fare la denuncia?>>
<< non solo>>
<< che vuol dire “ non solo” ?>> la cosa gli puzza tanto.
<< è che questa mattina abbiamo trovato questa nella cassetta delle lettere>> e prende dalla borsetta una lettera che passa al commissario << credo che la riguardi>>
La lettera diceva:
“Ai signori Delmongo e al commissario Salvo Montalbano,
Abbiamo noi Michela , ma non è sola, c’è l’ Ispettore Giuseppe Fazio con lei.
Ci sembrava opportuno che uno sbirro venisse a farle compagnia, affinche poi, il commissario Montalbano costringesse i genitori a pagare il seguente riscatto: 10 mila euro in contanti e che vengano messi davanti alla Cava, solo allora vi verrà rivelata la posizione degli ostaggi.
In attesa del pagamento, saluti.”
<< minchia>> commenta  il commissario
<< sapete che vuole dire questo?>>
<< si commissario, che qualcuno ha rapito nostra figlia e il suo agente>>
<< la mafia è stata, ne sono sicura!>> risponde urlando la donna
Il commissario talia un po’ la lettera rileggendola e poi dice:
<< no, non credo sia la mafia>>
I due lo guardano stupiti
<< sta babbiando , commissario?>> chiede Francesco
<< affatto>> rispose e non ricevendo commenti attacca alla spiegazione:
<< questa lettera , parla di una cava, ma qui a Vigata  ce ne sono due, una dei Sinagra e una dei Cuffaro>>. E riprende
<< e poi, se fosse stata la mafia avrebbe anzitutto spiegato bene quale cava e soprattutto di che famiglia faceva parte. Detto questo posso dirvi che il rapitore voleva farci credere che facesse parte di una delle due famiglie mafiose, quando invece , non lo è. È solo un imbroglio>>
<< ma quindi adesso cosa dobbiamo fare?>> chiesero i due genitori
<< per ora vi consiglio di sporgere denunzia ma di non farlo sapere a nessuno. Al resto pensiamo noi. Non si preoccupi signora, Michela è con Fazio, il migliore dei miei agenti..> la voce gli si fa strana, rotta.
<< d’ accordo commissario, faremo come dice lei>> e escono
<< dove sei ,  Giuseppe?>> si chiede intanto il commissario, ormai solo.
Si alza dalla sedia e chiama tutti nel suo ufficio, deve cominciare ad organizzare le ricerche.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3740806