Delatune, l'origine e la fine

di Feder122
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RESET ***
Capitolo 2: *** Risveglio in un nuovo mondo ***
Capitolo 3: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 4: *** Controllo ***
Capitolo 5: *** La fine del dolore ***
Capitolo 6: *** Creatore ***



Capitolo 1
*** RESET ***


“Saluti. Io sono Chara. Ti devo ringraziare. Il tuo potere mi ha risvegliata dalla morte.
La mia anima umana. La mia determinazione. Erano entrambe tue, non è vero?
All’inizio, ero confusa. Il nostro piano aveva fallito, allora perché ero stata resuscita?
Tu.
Grazie a te, ho compreso il senso della mia reincarnazione.
Insieme, abbiamo eliminato il nemico e siamo diventati più forti.
ATK, DEF, HP, LOVE, EXP.
Ogni volta che una di queste caratteristiche è diventata più forte all’interno della tua anima, quella sensazione ero io. Ma adesso, abbiamo raggiunto la fine. Non c’è più niente per noi qui.
Perciò distruggiamo questo inutile mondo e spostiamoci nel prossimo.
Che ne dici?”
Chara trovò la reazione dell’umano deliziosamente piena di ingenuità.
“Hai forse detto di no?
Sciocco, devi aver frainteso.
Quando ho detto che avevi scelta?
Le bastò un solo colpo per eliminarlo. Chara afferrò la sua anima e questa entrò nel suo corpo, arrivandole al petto.
Sorrise.
“Adesso sono rinata a tutti gli effetti.”
Improvvisamente, Chara pensò che le sarebbe piaciuto avere Asriel lì con lei.
“Ha sempre trovato il mio sorriso terrificante, tornare a spaventarlo come facevo una volta sarebbe bello.”
Ma Asriel non sarebbe più tornato.
Probabilmente.
“I continui reset di Frisk hanno alterato lo spazio tempo. Se adesso resettassi, potrei ottenere qualcosa di nuovo. Forse tornerò all’inizio dell’avventura al suo posto, forse tornerò a prima del mio piano, o forse, se la teoria di quel vecchio pazzo era giusta, arriverò davvero in un nuovo mondo.”
“Non trovi che sia rude dare del vecchio pazzo al tuo insegnante, Chara?”
La bambina si voltò e lo vide. Quella voce fastidiosa, simile al rumore di un computer che viene infettato da un virus, quelle due cicatrici, quel sorriso inquietante.
“Non ci credo. Gaster, sei davvero tu?”
“Sai come si dice: chi non muore si rivede.”
“Ahhh, Sans l’ha proprio ereditato da te il suo senso dell’umorismo…”
“E anche la mia intelligenza, ma non è bastata per fermare quell’umano.” Rispose con un tono colmo di malinconia.
“Se tu avessi scelto lui come tuo discepolo, probabilmente ci sarebbe riuscito.”
“Ma la mia allieva non è riuscita a fare nulla comunque. Le scelte di una persona non hanno alcun valore, mio figlio faceva bene a non impegnarsi in nulla.”
Chara sentì il suo petto bruciare. Il colore della sua anima cambiò, divenendo un rosso più scuro.
“Chiudi il becco! Partendo da zero, Sans è riuscito a ottenere risultati che per me sarebbero state impossibili senza il tuo aiuto! Immagina se avesse ricevuto i tuoi insegnamenti!
Le scelte di una persona non hanno alcun valore?
Se anni fa tu non mi avessi spiegato tutto quello che sapevi sulle anime umane, io non avrei mai ideato quel piano e non saremmo in questa situazione! Se Asriel avesse ucciso quegli umani, i mostri sarebbero stati liberati. Se Frisk non avesse ucciso nessuno io non sarei qui e se non avesse squarciato lo spazio tempo continuando a tornare in vita contro Sans e Undyne, tu non saresti qui!”
Anche se Chara era infuriata e gli stava sbraitando contro, Gaster manteneva la calma che lo aveva sempre contraddistinto: “Quindi, come riassumeresti la catena di eventi che ha avuto inizio il giorno in cui ho commesso quel fatale errore?”
“Le nostre scelte ci ha portati a questo punto.”
“Era esattamente lì che ti volevo. Tu sei sempre stata molto intelligente, Frisk aveva una grande determinazione, Asriel ha posseduto un potere enorme per un breve periodo e io avevo una quantità enorme di conoscenze da trasmettere a qualcuno. Capisci? Le NOSTRE decisioni hanno influito, noi che siamo potenti e intelligenti abbiamo portato il mondo alla sua distruzione. Ma gente come Sans, Asgore o Undyne, che erano comunque persone, con i loro sentimenti, i loro sogni, le loro speranze e le loro paure, non sono riusciti a influire minimamente, Frisk li ha eliminati e la loro morte è stata inutile.”
Chara abbassò lo sguardo, distese il braccio e davanti alla sua mano comparve il pulsante del reset.
“Ti dimostrerò che ti sbagli.”
“Cosa pensi di fare, Chara? Se dai inizio a un nuovo ciclo di eventi, succederà sicuramente qualcosa di simile, uguale o peggiore rispetto a quello che si è appena concluso. Se lasci tutto così com’è adesso, nessuno dovrà più soffrire e potremo tutti riposare in pace.”
L’espressione di Chara mutò, adesso era persino più arrabbiata e determinata a premere quel bottone.
“Pensa a questo: se resetti, non salverai solo i mostri, ma anche gli umani.”
“Tu sei uno scienziato, gli esperimenti dovrebbero piacerti.”
“Questo è troppo pericoloso! Un attimo fa, tu stessa hai detto che tutto questo non sarebbe successo se ci fossimo comportati diversamente. Non lo capisci? Agire senza riflettere è pericoloso!”
“Vero…ma io preferisco pagare le conseguenze dei miei sbagli, piuttosto che non fare nulla.”
Gaster si avvicinò a Chara per fermarla, ma la ragazzina riuscì a premere il tasto del reset.

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Capitolo 2
*** Risveglio in un nuovo mondo ***


Chara aprì gli occhi. La luce del sole le causò un forte dolore, che però passò dopo pochi secondi. Intorno a lei c’erano solamente alberi spogli e soffiava un vento gelido che la fece tremare come una foglia. Quando provò ad alzarsi cadde a terra.
“Quel reset mi ha privata di ogni energia.”
Si guardò intorno. C’era un sentiero davanti a lei. Poteva andare in due differenti direzioni. Iniziò a strisciare verso destra senza pensare. Poco più avanti svenne nuovamente. Riuscì a resistere abbastanza a lungo da sentire qualcuno dire: “C’è una persona a terra, chiamate qualcuno!”
E sentendo queste parole, Chara pensò: “Quella voce… non ci credo, è lui. Sta per salvare la mia vita un’altra volta, dopo che io ho rovinato la sua…”
 
Quando si svegliò, Chara si trovava in una stanza con le pareti totalmente bianche ed era sdraiata su una superficie morbida.
“Dottore, come sta?”
“Non sembra essere in pericolo di vita, ma questa è la prima volta che mi capita tra le mani un paziente umano, non posso dire quando si risveglierà. A proposito, dovrei andare a controllare le sue condizioni.”
Il dottore entrò. Si trattava di un mostro con le fattezze di un gatto che si avvicinò al letto della bambina appena la vide sveglia. Chara decise di capire dove si trovava nel tempo e nello spazio.
“Che…giorno è oggi?”
“Ti sei svegliata!”
“Sì…per favore, mi dica…la data.”
“Oggi è il ventinove novembre del 197X. Ma piuttosto dimmi…”
Chara finse di essersi addormentata nuovamente per poter ignorare le domande del dottore e riflettere.
“Il ventinove novembre del 197X? I mostri dovrebbero già essere stati esiliati da anni.
Quindi sono veramente finita in un universo parallelo. A questo punto devo capire cosa è successo in questo mondo.  Se i mostri sono liberi, allora forse gli umani hanno perso la guerra e sono stati rinchiusi nell’Underground? O magari un qualche mostro ha assorbito sette anime umane e sono stati spazzati via? No, anche se si tratta del miglior scenario immaginabile, non credo che sia andata così, o non mi avrebbero curata. Semplicemente, qui la guerra non ha mai avuto inizio.”
Chara riaprì gli occhi.
“Ti senti bene?”
“Sono stata peggio.”
“Perdonami, non è una buona idea stressare un paziente nelle tue condizioni con tante domande. Ti porto qualcosa da mangiare.”
Il dottore uscì dalla stanza e venne fermato davanti alla porta da una persona. A Chara bastò sentire la prima frase del mostro per capire chi fosse.
“Allora dottore, come sta quella povera piccola bambina?”
“Sembra essere denutrita, ma se la caverà.”
Chara iniziò a riflettere su come si sarebbe dovuta comportare. Chiedere quale fosse la condizione degli umani sarebbe stato troppo strano. Non aveva né un cellulare né un libro di storia a portata di mano per scoprire qualcosa su quel mondo. Anche fingere un’amnesia era una brutta idea. La prima cosa che aveva chiesto era stata la data, una persona priva di ricordi si sarebbe svegliata dicendo: “Chi sono e dove mi trovo?”
“Dannazione, prima o poi mi chiederanno qualcosa e dovrò rispondere.”
“Io credo di poterti aiutare.”
“Gaster…se compari all’improvviso mentre sono in queste condizioni, mi farai prendere un infarto.”
“E se tu continui ad essere così sconsiderata, me ne farai prendere cento di infarti! Ti rendi conto del rischio che ci hai fatto correre?”
“Ehi, sei stato tu ad avvicinarti, se non volevi metterti in pericolo potevi rimanere lì.”
“E che mi dici dei problemi che potremmo causare a questo mondo?”
“Quali problemi?”
“Ad esempio: potrebbe venire distrutto proprio come il nostro?”
“Ma di cosa parli? Frisk è morto, l’ho ucciso.”
“Chara, sei stata l’ombra di Frisk durante tutto il suo viaggio, non ti sei mai chiesta per quale motivo un bambino stesse commettendo tutte quelle atrocità?”
“Ehm…no, noi umani siamo più inclini alla violenza di voi mostri, dovresti saperlo meglio di tutti, visto che hai passato la tua vita a studiare le anime.”
“Chara, anche se le anime umane non sono fatte di pietà, amore e gentilezza come quelle dei mostri, un bambino umano qualsiasi non sarebbe in grado di portare una razza all’estinzione senza motivo. In Frisk non c’era niente di malvagio all’inizio, te ne eri accorta anche tu, giusto?”
Dopo qualche secondo di silenzio, Chara rispose:
“Sì, effettivamente hai ragione. Ero letteralmente una parte di lui, quindi potevo percepirlo. All’inizio la sua anima era vuota, sembrava non provare nulla. Non ha neanche avuto un minimo di paura quando Flowey stava per ucciderlo, era come se fosse un pupazzo. Eppure quest’anima è potente, il possessore dovrebbe essere l’esatto opposto di una persona apatica.”
“Esattamente. C’è qualcosa di strano in quell’anima, Chara. Qualcosa di pericoloso. Non solo ti concede un potere enorme che corromperebbe chiunque, ma sembra anche possedere una volontà propria.”
“Un’anima che possiede una volontà propria, come se fosse un essere vivente? Mi sembra assurdo.”
“Eppure non ci sono molte altre spiegazioni al comportamento di Frisk. Qualcosa o qualcuno l’ha manovrato come se fosse un burattino e adesso potrebbe manovrare anche te.”
Chara cominciò a pentirsi della leggerezza con cui aveva agito e chiese: “Gaster, stai per caso dicendo che dovrei suicidarmi?”
“Assolutamente no. Se quell’anima ha davvero una volontà propria, potrebbe sapere anche come usare il suo stesso potere. Dobbiamo trovare un modo per permetterti di controllarlo.”
“Come facciamo?”
“Tutto dipenderà dalla tua capacità di controllare le emozioni. Non ti è più permesso perdere la calma come facevi un tempo. Devi diventare apatica come Frisk.”
“Che altro?”
“Nessuno deve scoprire da dove vieni o qualcuno cercherà di impadronirsi della tua anima per raggiungere il potere assoluto.”
“Beh, non sarà difficile mantenere un segreto del genere.”
“Tu dici? Cosa dirai quando non saprai rispondere a domande del tipo: da dove vieni o chi sono i tuoi genitori?”
“Dirò che sono stata aggredita da qualcuno che ha accoltellato i miei genitori.”
“Ok, può funzionare…ma dobbiamo cominciare a studiare approfonditamente quella singolare anima. Troverò un posto dove vivere e fare le mie ricerche, ma tu dovrai restare con me per fare dei test.”
Chara spostò il suo sguardo verso la porta.
“Quindi…”
“Speravi di poter tornare a vivere con Toriel, Asgore e Asriel?”
“Io…sì…”
“Sai bene come funzionano gli universi paralleli, qui Toriel, Asgore e Asriel potrebbero non esistere, potrebbero essere gli opposti di quelli che hai conosciuto, potrebbero…”
Gaster percepì qualcuno che si stava avvicinando e sparì. Si trattava di Toriel, la quale si avvicinò al letto dell’umana.
“Come ti senti?”
“Sono stata peggio?”
“Piccola mia, come ti chiami? E cosa ti è successo?”
“Io sono…Kris. I miei genitori…loro sono…sono…”
Chara si stava impegnando per fingersi distrutta e fece scendere delle lacrime dai suoi occhi a fatica. Toriel la abbracciò e iniziò a consolarla con una voce dolce e affettuosa. Sentirla mentre diceva: “Adesso va tutto bene, mi prenderò cura di te.” rese la recita molto più facile.
Dopo che Chara si fu tranquillizzata, Toriel se ne andò promettendole di tornare il giorno dopo. Successivamente, Gaster tornò nella stanza e Chara e gli lanciò uno sguardo compiaciuto: “Che stavi dicendo?”
“Cerca solo di mantenere la calma come ti ho ordinato.” Rispose Gaster con tono seccato.

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Capitolo 3
*** Una nuova famiglia ***


Dopo essere stata dimessa dall’ospedale, Chara si trasferì a casa dei Dreemur. Capì immediatamente che Asgore e Asriel, proprio come Toriel, erano le stesse persone che aveva conosciuto nel suo mondo. L’essere nuovamente insieme a loro la rese felice. Finalmente potevano essere una famiglia normale e vivere nella spensieratezza più totale. In quel mondo, Asgore e Toriel non erano i governatori del regno dei mostri. Suo padre era un fioraio, mentre sua madre era un’insegnante e i due passavano molto più tempo insieme ai figli rispetto ai monarchi che dovevano amministrare l’Underground. In quell’universo i mostri non avevano dovuto sopportare alcun sopruso da parte degli umani, poiché le due razze non erano mai entrate in contatto. Chara intuì di essere la prima umana mai integrata nella comunità dei mostri. Il momento in cui Chara mise piede nella residenza dei Dreemur diede iniziò al giorno più bello della sua vita.
Ma tutto ciò che c’è di bello finisce, spesso rapidamente. Non esiste alcun universo parallelo dove avviene il contrario.
“Allora Kris, hai apprezzato la cucina di mia moglie?” chiese Asgore.
“Molto.” Rispose lei.
“I dottori si sono raccomandati: devi rimanere a riposo nei prossimi giorni, quindi adesso vieni con me, ti mostro la tua stanza.”
Chara si alzò dal tavolo e seguì Toriel pensando: “Mi chiedo a che razza di conclusioni siano arrivati e come ci siano arrivati, avendo analizzato il mio corpo e non la mia anima.”
“Purtroppo, abbiamo solo due camere da letto, quindi dovrai condividere la tua con Asriel, spero che andrete d’accordo.”
“Non gli causerò alcun problema.”
Toriel guardò Chara negli occhi, le sorrise e disse qualcosa, ma l’umana non riuscì a sentire le parole gentili che ella le rivolse. La bambina sentì solamente una voce, che sovrastò quella di Toriel.
“Volevi dire che non gli causerai problemi PER LA SECONDA VOLTA, giusto?”
Chara si guardò introno.
“Da dove viene questa voce?!”
“Hm? Quale voce?”
“Non l’hai sentita?”
“No. Forse era Asgore che mi stava chiamando?”
“Già…probabilmente era lui. Buonanotte.”
Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, Chara osservò la stanza e notò due letti. In quello alla sua sinistra c’erano appoggiati quattro peluche. Chara intuì che quello fosse di Asriel e quindi il letto alla sua destra doveva essere quello che Asgore aveva costruito per lei. La bambina andò in direzione di quest’ultimo e si sdraiò su di esso.
“Quella voce…non era né quella di Asgore né quella di Asriel e Toriel non l’aveva sentita. Forse me la sono solamente immaginata.”
“Non sperare di potermi ignorare.”
A questo punto, Chara si alzò in piedi: “Chi sei!? Dove ti trovi?”
“Guardati il petto.”
Chara notò che la sua anima stava brillando.
“Non ci credo! Gaster aveva ragione, tu sei veramente un essere vivente!”
Esatto, Chara. Io ero una parte di Frisk, ma adesso sono legata a te.”
“Beh, non ti azzardare mai più a dire cose del genere.”
“Oppure ti sbarazzerai di me? Non credo ti convenga.”
“Cosa vuoi?”
“Io non voglio niente da te. Sono solo un’anima che TU hai sottratto al suo legittimo proprietario.”
“E sei anche l’anima che ha costretto Frisk a distruggere il mondo.”
“Ahahahahaahahahahahah”
“Trovi divertente giocare con le vite degli altri?!”
“No, semplicemente mi sto rendendo conto di quanto poco sapete tutti e due messi insieme.”
“Beh, presto scopriremo tutto.”
Chara nascose il suo cuscino sotto le coperte e uscì dalla finestra.
“Gaster mi aveva detto di aver trovato un posto perfetto per creare il suo laboratorio al confine sud della città, devo anda…”
“Quando ho detto che avevi scelta?”
Improvvisamente, Chara cadde a terra.
“Perdonami per averti fatto lo sgambetto, ma l’idea di essere analizzata e soppressa non mi fa impazzire.”
“Eheheheh.”
“Essere caduta a terra ti diverte.”
“Non credere…che mi farò controllare così facilmente.” rispose la bambina alzandosi a fatica, con le gambe che le tremavano mentre camminava. Avanzare verso il laboratorio di Gaster con l’anima che cercava di trattenerla fu estenuante e doloroso, ma Chara riuscì comunque ad arrivare a destinazione. L’umana riconobbe l’enorme porta di ferro che lo scienziato le aveva descritto. Non riuscendo a muovere le braccia per bussare, urlò il nome del suo maestro finché quest’ultimo non le apparve davanti.
“Cosa ti è successo?!” chiese, mentre la trasportava dentro.
“Avevi ragione…quest’anima ha una…volontà propria…ed è…molto pericolosa.”
“Dannazione, non credevo che sarebbe successo qualcosa così presto.”
“Devi fermarla…ho paura che voglia…costringermi a commettere un genocidio…” e dopo aver rivolto a Gaster questa richiesta, Chara svenne.


Sapeva che non sarebbe mai riuscita a dimenticare il dolore che provò quella notte e che non avrebbe mai trovato le parole adatte per descriverlo. Aveva gli occhi chiusi, incapace di parlare e di sentire, ma non era in coma. Gaster non poteva saperlo e cercò di contenere l’anima umana utilizzando ogni mezzo.
Ma essa era potente, abbastanza da resistere agli esperimenti di Gaster e allo stesso tempo mostrare a Chara il genocidio di Frisk. Il tutto mentre le ripeteva:
“Sono state le tue scelte a causare tutto questo.”

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Capitolo 4
*** Controllo ***


Gaster generò un filo con cui ricucì il torso della sua allieva. Egli possedeva il potere di creare qualsiasi oggetto volesse, di dare vita ad oggetti inanimati e di utilizzare la telecinesi.
“Chara, puoi sentirmi? Non sono riuscito a neutralizzare l’anima umana e neanche a comprendere l’origine del suo potere, ma le ho impedito di prendere il controllo totale. Adesso probabilmente ti senti strana, ti gira la testa e non capisci dove ti trovi, non è vero? Resta calma, è normale. Purtroppo neanche tu puoi essere l’unica in controllo per adesso. Devi impedirle di imporsi, ricordati chi sei, fallo per Asriel, Asgore e Toriel.
Rispondimi, se puoi.”
Ma Chara non aprì bocca.
“Come temevo, la situazione non è delle migliori.”
Gaster si chinò e le posò una mano sulla spalla.
“Io veglierò su di te finché sarà necessario. Adesso ti riporterò dalla tua famiglia, ok?”
“…Ok…”
“Ascoltami attentamente: non ascoltare le parole di quell’anima. Nell’Underground è successo ciò che era destino succedesse e la colpa è di tutti come non è di nessuno.”
Dagli occhi di Chara cominciarono a scendere delle lacrime.
“…Grazie…non farò…nulla di male…questa volta. Ti…voglio bene…G…aster.”
“Te ne voglio anche io.”
E Gaster la abbracciò prima di teletrasportarsi con lei davanti alla sua nuova casa. Quando bussò, Asgore  aprì la porta. Il sole era ormai sorto da parecchio tempo e la scomparsa di Chara aveva fatto preoccupare i Dreemur. Gaster disse loro di averla vista aggirarsi per le strade della città con gli occhi chiusi nel cuore della notte. Porse i suoi saluti alla famiglia e tornò nel suo laboratorio.
I mesi successivi furono terribili per Chara. Di giorno aveva la compagnia di Asriel e l’affetto di Toriel e Asgore, ma ogni notte l’anima di Frisk la attaccava. Ogni notte doveva andare da Gaster. Ogni notte doveva sopportare quegli esperimenti che non portavano mai a niente. Chara resistette. L’immagine dei corpi dei mostri che venivano trasportati via dal vento dopo essere diventati polvere la tormentava, ma allo stesso tempo la motivava a non cedere il controllo all’anima. Ma poi, quest’ultima smise di agire. Gaster pensò che fosse finita, ma poi capì. Chara non era più la stessa. Viveva nel terrore che l’anima tornasse a perseguitarla e si trattava solo di un altro modo per far sì che la bambina cedesse. Lo stress era troppo da sopportare e Chara dovette trovare un modo per sfogarsi. Più i giorni passavano, più lei si chiudeva in se stessa, tagliando i rapporti con chiunque al di fuori dei membri della sua famiglia e cominciando a tormentare le persone che la circondavano. Smontare le decorazioni appese alle case durante le vacanze natalizie, rompere oggetti di altre persone, imbrattare i muri della città, tutto questo per gustarsi la rabbia degli altri. E questo la spaventava, perché era un segno che l’anima stava prendendo il sopravvento. Come se non bastasse, Asgore e Toriel cominciarono a litigare spesso, arrivando addirittura a divorziare.
“Ogni coppia che ti adotta divorzia, caro il mio angioletto della morte.”
Per colpa dell’anima rossa, Chara si convinse di essere una portatrice di sfortuna. Erano rimasti solo due fili che la legavano alla sua sanità mentale e le impedivano di soccombere all’anima rossa. Uno era l’affetto di Asriel, l’altro l’amicizia di Noelle, sua compagna di classe. Noelle era identica all’Asriel che Chara aveva conosciuto nell’Underground. Sempre sorridente e cordiale con tutti, non era in grado di provare astio per nessuno ed era convinta che ci fosse della bontà in chiunque. Al contrario, l’Asriel che adesso era suo fratello, crescendo, divenne una persona totalmente diversa. Studio, sport, videogiochi, cucina, giardinaggio; sembrava avere un talento naturale per ogni attività.
Vedere i volti sorridenti di Asriel e Noelle, sentire il suono delle loro risate, passare giornate intere insieme a loro, rendeva Chara felice e indeboliva l’anima rossa.
Tuttavia, il tempo passò. Asriel cominciò a viaggiare per partecipare a competizioni scolastiche e sportive, inconsapevole del fatto che la sua assenza stesse spingendo Chara verso il baratro.
In più, l’umana scoprì che la vita di Noelle era dura. Sua madre era un genitore eccessivamente severo, che passava con lei pochissimo tempo, a volte la vedeva solo per poche ore a settimana. La salute di suo padre non era delle migliori e se le sue condizioni si fossero aggravate sarebbe stato impossibile salvarlo. Come se non bastasse, aveva pochi veri amici. La maggior parte delle persone che la circondavano approfittavano della sua bontà per usarla. Chara avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarla, ma il rischio che l’anima rossa prendesse il controllo e la portasse a varcare il confine da cui non sarebbe più stato possibile tornare indietro era troppo alto. Inoltre, anche Chara stava usando Noelle per evitare di impazzire, quindi pensava di non essere diversi dalle altre persone che circondavano la ragazza.


“Kris, come ti senti?” chiese Toriel, guardando preoccupata l’umana distesa sul letto.
“Non preoccuparti. Si tratta solo di una leggera influenza.”
“Piccola mia, spero che ti sentirai meglio. Anche Asriel è preoccupato, ha chiamato mentre dormivi per sapere come ti senti.”
“Lo richiamerò tra poco.”
La loro conversazione venne interrotta dal suono del campanello.
“Forse è papà che è venuto a trovarci.”
“Vado a vedere.” Rispose Toriel con un tono che sembrava dire: “Se è lui lo caccio via.”
Chara pensò: “Perché non riescono ad andare d’accordo come facevano una volta?”
“Come facevano prima del tuo arrivo!”
La porta della camera di Chara si aprì.
“Ho saputo che stavi male e volevo vederti.”
“Noelle. Ciao, mi fa piacere.”
 “Come ti senti?”
“Sono stata peggio.”
“Io e mio padre ti abbiamo preparato un dolce per augurarti una pronta guarigione.”
“Vi ringrazio.”
“Se vuoi un po’ di compagnia, io posso restare finché vuoi.”
“Sei troppo buona, come sem...”
Chara si interruppe e iniziò a fissare il braccio di Noelle.
“Kris, cosa c’è?”
“Chi è stato?”
“Di cosa parli?”
“Chi è stata a ferirti?”
“Ah, ti riferisci a questo graffietto. Non preoccuparti, è stato un inci…”
“DIMMI IL NOME!”
“K-Kris, non agitarti, m-mi stai spaventando. Ero distratta mentre camminavo e…”
“Sono gli stessi che ti prendono sempre in giro e ti fanno fare i loro compiti mentre vanno a divertirsi, vero?”
“S-sì.”
“Non gli permetterò di continuare a trattarti così! Io…io li…LI AMMAZZO!”
Le braccia di Chara tremavano, le gambe cominciarono ad agitarsi freneticamente, dalla sua fronte scendeva una cascata di sudore.
“Io li odio! Li odio tutti! Devono morire! Moriranno per mano mia! Adesso vado a…”
Noelle la abbracciò.
“Calmati Kris. Apprezzo che tu voglia aiutarmi, ma non puoi uccidere degli esseri viventi per un motivo simile.”
Chara ci mise un po’ di tempo per calmarsi.
“Mi…mi dispiace Noelle. Non volevo che tu mi vedessi in quello stato.” Disse senza riuscire a trattenere le lacrime.
“Va tutto bene. Riposati.”
Ma Chara non poté tranquillizzarsi. Era stato solo per qualche secondo, ma aveva permesso all’anima rossa di prendere il controllo. Il pensiero che se non fosse stato per l’abbraccio di Noelle la situazione sarebbe precipitata distrusse lo spirito di Chara.

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Capitolo 5
*** La fine del dolore ***


Una mattina, Chara si svegliò.
“Oggi non ho nessuna voglia di alzarmi dal letto…”
Mentre queste parole risuonavano nella sua testa, il caloroso abbraccio delle sue coperte l’abbandonò. Improvvisamente era in piedi e si stava muovendo.
“Mi sento strana, credo di essere ancora mezza addormentata.”
Uscita dalla sua stanza, Chara decise di dirigersi in bagno per sciacquarsi la faccia. Ma non lo fece.
Andò direttamente in cucina, poi uscì di casa e salì in macchina insieme a Toriel, ma a decidere di farlo non era stata lei.
Allora capì. Inizialmente si disperò.
“L’anima rossa ha preso il controllo…non posso crederci.”
Riusciva soltanto a spostare leggermente il suo sguardo e fuori dal finestrino vide gli sguardi sorridenti di tutti i suoi conoscenti che la salutavano. Presto tutta quell’allegria sarebbe sparita.
“Non posso parlare, non posso chiedere aiuto, non posso ribellarmi, non posso neanche piangere.
Perché!?”
Ma c’era qualcosa di strano. L’anima, stranamente, non aveva ancora detto nulla. Dopo anni di torture psicologiche, perché non stava infierendo?
Arrivata a scuola, Chara venne prese di mira da Susie, una ragazza che era stata sospesa due volte per atti di bullismo. Il mostro la afferrò con un braccio solo e la sbatté contro gli armadietti. Chara pensò: “Smettila idiota, o sarai la prima a morire per mano mia! Anche se la cosa non mi dispiacerebbe più di tanto…”
Non si sarebbe mai aspettata che lei e Susie sarebbero diventate amiche quello stesso giorno. Dopo l’aggressione infatti, le due dovettero andare a recuperare dei gessetti nel ripostiglio, ma qualcosa che neanche Chara avrebbe mai potuto prevedere avvenne. Il pavimento sotto i loro piedi sparì, facendole cadere in un luogo sconosciuto.
Chara non riusciva a spiegarsi come ciò fosse avvenuto.
“Sarà un universo parallelo? No, serve un’enorme quantità di energia per spostarsi tra due mondi partendo da un universo dove il continuum spazio-tempo è bilanciato
Poco dopo essere arrivate in quel luogo privo di luce, fecero la conoscenza di Ralsei, che si presentò come uno dei principi del regno oscuro, il luogo dove si trovavano. Egli raccontò loro una leggenda, che aveva come protagonisti tre eroi, i quali avrebbero dovuto impedire che uno dei due mondi prevalesse sull’altro. Non avevano altra scelta se non far avverare questa assurda profezia per tornare a casa. Ralsei visse questa avventura come un divertimento. Susie, invece, la visse inizialmente come una scocciatura, ma poi fece la conoscenza di Lancer, che sarebbe diventato il suo migliore amico, con cui sviluppò un rapporto di fratellanza e quell’esperienza la rese una persona totalmente diversa. Chara invece non visse a tutti gli effetti quell’avventura, semplicemente la osservò. Si affezionò a Ralsei, che le ricordava molto Asriel da bambino, imparò a conoscere Susie, che prima disprezzava e fu contenta di vedere in lei un cambiamento radicale. Ma per tutto il tempo nella sua testa ci fu un pensiero fisso: “Perché l’anima rossa non sta agendo come ha fatto nell’altro universo?”
Poi, alla fine della sua avventura, dopo essere tornata a casa, si ricordò cosa era precisamente successo tanti anni prima. L’anima rossa aveva costretto Frisk a distruggere il mondo dopo averglielo fatto salvare, si era divertita a tradire la fiducia di tutti.
“Non lo farai una seconda volta.”
Con tutte le sue forze, dopo ore di tentativi, Chara riuscì nuovamente a muoversi. Era notte fonda quando ci riuscì. Strisciò fuori dal suo letto, barcollò fino al centro della stanza e si liberò della sua anima senza un minimo di esitazione, strappandosela dal petto. Poi la scagliò dentro la gabbietta per uccelli che si trovava all’angolo della sua stanza e si sdraiò nuovamente sul suo letto per riposare in eterno. Ma prima di esalare l’ultimo respiro, si chiese: “Però…da dove salta fuori quella gabbia? Eheheh, a quante stranezze ho assistito oggi di cui non scoprirò mai le risposte?”
 
“Come disse un filosofo umano, la via della conoscenza è la via del dolore. Riposa in pace, nessuno potrà mai dire che non te lo meriti, mia cara discepola.”
Gaster non poté trattenere le lacrime.

Era passato un mese. L’anima rossa aveva preso il controllo. Gaster ricorderà per sempre il dolore e la disperazione che aveva provato pensando che il destino di tutti fosse ormai segnato. Lo scienziato aveva lottato con tutte le sue forze, ma persino il padre di Sans era impotente difronte all’anima rossa. Avevano combattuto nel bosco a sud della città, vicino al laboratorio di Gaster e quest’ultimo, colpo dopo colpo, era stato letteralmente messo in ginocchio. Con la testa abbassata e pronto ad accettare il suo destino, non gli rimaneva altro da fare che maledire se stesso per i suoi errori.
“Sei stato una vera scocciatura. Addio, Gaster.”
Lentamente, mentre le faceva stingere saldamente in mano un coltello, l’anima rossa aveva alzato il braccio di Chara. Gaster aveva chiuso gli occhi, ma due suoni glieli avevano fatti riaprire: l’urlo di dolore dell’anima rossa seguito dal suono di un’arma da fuoco magica.
“Sans? No…i gaster blaster fanno un suono diverso. Quello è…Asriel?!”
“Esattamente, sono quello che non ti ha mai detto il suo nome ma che tu conosci comunque e quella è la corruzione dell’anima di Kris che ha preso il controllo sulla sua volontà, vero?”
“Come fai a...”
“Kris parla nel sonno. L’ho sentita per molto tempo ripetere le parole anima, controllo e genocidio, così ho fatto un po’ di ricerche sugli umani. Unendo le mie ricerche ai suoi pianti notturni ho capito che venite da un’altra linea temporale, che Kris è come una bomba ad orologeria e che dovevo disinnescarla, ma temevo che qualsiasi mossa avventata avrebbe potuto farla esplodere, quindi ho portato avanti le mie ricerche nella più totale segretezza e mi sono preparato per questa evenienza.”
“Allora cosa pensi di fare? L’unica speranza è…”
“Indebolire l’anima di Kris azzerando i suoi HP e approfittare della capacità delle anime umane di resistere dopo la morte per purificarla e inserirla nuovamente nel corpo di Kris. Posso occuparmi della prima parte, ma tu devi pensare alla seconda, sei in grado?”
“Sì, ma toglimi una curiosita, se non ci fossi stato io, cosa avresti fatto?”
“Non farmelo dire…o sembrerò un pessimo fratello maggiore.” Aveva risposto Asriel prima di spostare il suo sguardo su ciò che era rimasto della persona a cui teneva più di chiunque altro, per poi aggiungere: “Mi riprenderò mia sorella, ma prima voglio metterti in guardia: dopo tutto quello che le hai fatto passare, non sperare che sarà piacevole.”
“Tsk, ma sentite questo smorfiosetto. Solo perché sei bravo negli sport, pensi di essere abbastanza forte da sconfigg…”
L’anima rossa dovette smettere di parlare per parare un affondo. Poi Asriel fu alle sue spalle e questa volta riuscì a colpirla. Essa venne scaraventata a quindici metri di distanza e quando si rialzò vide due spade che la stavano per colpire. Riuscì a schivarle, ma non poté evitare la palla di fuoco che Asriel lanciò poco dopo. Il giovane mostro le si avvicino e disse: “Scusa se ti ho interrotta, cosa stavi dicendo?”

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Capitolo 6
*** Creatore ***


Asriel distese il braccio e aprì la mano, che emanava un forte calore.
“E io che mi aspettavo di affrontare un essere superiore o qualcosa del genere; non sei riuscita neanche a sfiorarmi. Addio.”
Un velo di fuoco ricoprì l’anima rossa, ma quest’ultima ne uscì indenne. Dopo essersi rialzata, si spostò alla destra di Asriel e tentò di colpirlo con il coltello. Asriel afferrò una delle due spade che aveva lanciato e parò il colpo, ma l’onda d’urto che si generò fu talmente potente da lasciarlo esterrefatto e fargli perdere l’equilibrio. Il mostro si sbilanciò e l’anima rossa decise di approfittarne, ma sul volto di Asriel comparve un sorriso e contemporaneamente, alle spalle dell’anima umana, apparve la lama del caos, che la colpì in pieno.
(Per chiunque non lo sapesse, lama del caos è la traduzione letterale del nome di una delle armi di Asriel.)
“Non credevo che avrei mai dovuto usarla, complimenti, essere immondo. Ma dimmi, come ti senti? Hai appena perso l’unica occasione che avevi di colpirmi.” 
“Adesso…basta. Hai superato…il limite!”
L’anima cambiò improvvisamente colore. Dal rosso scarlatto passò a un colore più opaco. A questo cambiamento seguì l’apparizione attorno al corpo di Chara di una strana aura per metà nera e per metà rossa.
“Quindi adesso brilli. Sì, sembra proprio un cambiamento che ti permetterà di ribaltare la situa…”
Non si accorse neanche che l’anima rossa si era spostata, finché non lo colpì allo stomaco. Asriel barcollò per qualche secondo e poi cadde a terra. L’anima rossa prese una delle spade del suo avversario da terra e cercò di conficcargliela nel cuore, ma egli si spostò appena in tempo. L’anima rossa tentò di colpirlo nuovamente, ma Asriel usò la sua seconda spada per pararsi e si allontanò.
“E quella forza da dove salta fuori?”
“Semplice, prima stavo usando soltanto la mia forza e quella di tua sorella, ma adesso mi sto servendo anche del potere di tutti i mostri che ho ucciso.”
“Dannazione, oserei dire che sono finito…”
“Esattamente, preparati a morire.”
“…se non fossi in grado di trasformarmi pure io.”
“Cosa?”
Una luce accecante coprì il corpo di Asriel. Dopo qualche secondo, essa sparì quasi completamente, ma un brillio continuò a circondare il suo corpo, il quale era differente rispetto a prima. Dalle scapole uscivano due ali mastodontiche di colore blu ma con delle sfumature rosse, dei tratti neri erano apparsi sul suo corpo ed era più alto di quindici centimetri. Schioccando le dita, fecce apparire l’Hyper Goner e quando l’anima rossa cercò di colpirlo con tutta la sua potenza, Asriel bloccò il suo colpo con una sola mano.
L’anima rossa si divincolò nel tentativo di liberarsi, ma la presa ferrea del suo nemico glielo impedì.  
“Ok, adesso è il tuo turno di spiegare.”
“A dirla tutta, neanche io ci ho capito molto. Un giorno uno scheletro con un pennello gigante è venuto da me e mi ha spiegato come farlo.”
“Cosa hai detto!? Allora Ink esiste davvero!”
“Sembra che tu sappia delle cose che io non so, ma non  credo di poterti lasciare in vita per chiederti  spiegazioni.”
Asriel poggiò il palmo della mano sopra l’anima rossa.
“A-Aspetta, ti stai sbagliando. Ti dirò tutto ciò che c’è da sapere sul multiverso, la legge che governa tutti i mondi paralleli, ma…”
Il fuoco con cui Asriel la bruciò aveva il suo stesso colore. Quando la vide spezzarsi in due, afferrò il corpo della sorellastra e usò i suoi poteri per guarirla da tutte le bruciature. Eppure, il corpo era talmente freddo che Asriel tremò come una foglia.
Si diresse verso Gaster e quest’ultimo teletrasportò tutti e tre all’interno del suo laboratorio.
“Quindi, adesso lascio fare a te?”
“Sì.”
Mentre il dottore operava, Asriel sbirciò tra i suoi appunti con l’intento di allontanare la sua mente dalla battaglia appena conclusa. Sapeva che disturbarlo non era una buona idea, ma non poté trattenersi.  
“Hai condotto degli esperimenti in una scuola?!”
“Sì, ma ho usato dei giochi da tavolo e un mazzo di carte come cavie. Vedi, la mia magia mi permette di dare vita agli oggetti inanimati e di dar loro dei poteri che abbiano a che fare con ciò che erano in origine. Ho plasmato le loro menti, il mio obiettivo era creare il guerriero definitivo che avrebbe sconfitto l’anima rossa, sarebbe stato un mio burattino, ma uno di loro è andato fuori controllo quando ha scoperto tutta la verità e ho capito che sarebbe stato troppo pericoloso usarli in battaglia. Purtroppo non posso trasformarli nuovamente in oggetti inanimati, ma non causeranno alcun problema.” 
“Ne sei sicuro?”
“Certo. Vedi, quegli esseri sono contenuti in un modo che ho creato dando vita allo spazio. Si tratta di un luogo astratto per noi, ma concreto per loro, a cui solo io posso accedere. Servirebbe una distorsione spazio temporale per permettere a qualcuno di accedervi.” 
“Capisco.”
“Sai, nel mio universo i mostri sono stati imprigionati nel sottosuolo dopo aver perso una guerra contro la razza umana ed è stato peggio di qualsiasi prigione, siamo arrivati a uccidere dei bambini umani pur di tornare liberi. Mi chiedo se il comportamento di quegli esseri sarà simile.” 
“Sto cominciando a pensare che tu non sia così diverso da quell’essere immondo.”
Asriel rivolse allo scienziato uno sguardo accusatorio che gli impedì di notare uno strano bagliore nero all’interno del corpo di Chara.

“Eheheheh, continua a insultarmi quanto ti pare. Adesso che hai abbassato la guardia, vi farò continuare a credere di essere uscita di scena ancora per un po’ di tempo, nel mentre mediterò il piano perfetto per eliminarvi.” 
“Non sperarci.”
“Cosa? Tu!? Come hai fatto a trovarmi?! Non dovresti avere potere al di fuori di quell’universo.”
“Io ho potere in ogni linea temporale. Il multiverso è roba mia e tu non potrai più fare nulla per rovinarlo.”
“Come osi darmi la colpa? Sei stato tu a decidere le regole di quel mondo, sei stato ad affidare il destino di ogni essere vivente a un’entità sconosciuta. Hai letteralmente venduto gli esseri viventi che avevi creato e all’improvviso torni e fingi di essere l’eroe?  Sei tu il responsabile di tutto, Toby Fox.”
“Hai ragione, ho concesso troppe libertà al giocatore e loro hanno commesso tanti sbagli, creando esseri immondi come te; non accadrà nuovamente. Questa volta farò in modo che, volenti o nolenti, seguano una strada che porterà Chara al finale che riterrò più giusto. Ma prima mi sbarazzerò di te.”
Il microscopico frammento iniziò a sparire.
“Non pensare che sarà facile! Chara, Gaster e Asriel non ti perdoneranno mai, troveranno un modo per ribellarsi a te! Non ci sto credendo neanche io, ma farò il tifo per loro dagli inferi e ti aspetterò lì, cane bastardo!”
“Quanto chiacchieri, ti dispiace sparire in fretta? Devo tornare a lavoro.”

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