Let's Fight! For a Better Future!

di MC_Outlaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Disclaimer: Questa Fanfiction non la volevo pubblicare (... si, tenete conto che anche io trovo incredibile averlo dovuto scrivere). Non subito almeno, in realtà avevo intenzione prima di finirla e poi di pubblicarla, a pezzi se necessario, ma con l'iniziare della S3 ho un pò di timore di perdermi nelle cose che succedono. Al momento, essendo uscito solo gli episodi Chameleon e Weredad, posso almeno essere tranquillo con me stesso. Spero di non metterci molto a finirla, così da pubblicare il resto. Detto ciò, vi lascio alla lettura!




 

Parigi, un tranquillo pomeriggio come tanti. Il cielo era sereno, le persone camminavano per la strada, ed in tante scuole si sentiva finalmente il trillo della campanella d’uscita. Da ormai qualche settimana nemmeno Papillon si era più fatto vedere, dopo la dura batosta subita anche potenziato sotto la luce di Papillon Scarlatto. Ma la calma, in una città come quella, era destinata a non durare

Nel cielo, in un angolo appena invisibile della Tour Eiffel, si aprì un piccolo squarcio dal nulla. Proprio da quella fenditura saltarono fuori prima una persona, che atterrò in piedi sulla monumentale attrazione, e subito dietro di lui un essere ben più piccolo, che invece si librò in cielo fluttuando. Un giovane ragazzo, dai capelli neri come la pece, rasati alla bene e meglio fino al collo, con gli occhi di colore verde acqua ed un accenno di borse sotto di essi. Portava addosso pantaloni di una tuta mimetica ed una maglia nera, più un paio di scarpe rosse, indumenti che definirli casuali pareva piuttosto adatto. La cosa che più di tutte sembrava fuori luogo, però, era un pendente attorno al collo che pareva essere fatto in bronzo ed anche pesare più del necessario, anche se a lui non sembrava dare fastidio

Il minuscolo essere al suo fianco invece era nient’altro che un Kwami, ricoperto in ogni dove da piccole squame rossastre e con dei teneri e stanchi occhioni marroni, rettiliani data la forma stretta della pupilla. Dalla bocca sbucavano timidamente due canini più aguzzi del normale e possedeva persino una coda biforcuta

Il ragazzo si strofinò gli occhi e poi osservò per qualche attimo attorno, sorridendo soddisfatto

“Ha funzionato… ha funzionato davvero!” esclamò, affacciandosi il più possibile dalla torre, quasi rischiando l’osso del collo talmente era prossimo ad una caduta “Cavolo, ma l’hai visto il cielo?! È fantastico!”

“Si, va bene, ma stai attento...” disse timidamente la piccola Kwami, preoccupata. Lui si ritirò leggermente e le diede una leggera pacca sulla testa, facendola sorridere per il gesto affettuoso

“Stai tranquilla Shiv, non ho intenzione di morire adesso. È solo che…” tornò a guardare verso l’orizzonte, per poter vedere meglio la città “… ci hanno parlato così tanto di questo posto, ma dal vivo è ancora meglio di quanto immaginassi!”

Un fischio alla base della torre attirò la sua attenzione. Si affacciò, stavolta non abbastanza da impensierire la compagna, ed osservò a terra qualcos’altro che lo lasciò incredulo. Data la giornata estremamente tranquilla in ogni dove, l’agente di polizia Roger era impegnato al semplice compito di gestire il traffico davanti all’attrazione parigina, Per molti sarebbe potuto sembrare un compito ingrato, ma lui era ben soddisfatto di far rispettare la legge, in ogni suo modo

“Guarda laggiù!” gli disse, indicandolo euforico “Deve essere l’agente Roger!”

Lei aguzzò la vista e fece una piroetta, felice quanto l’amico “Hai ragione! E… magari può aiutarci!”

La coppia si scambiò uno sguardo, intendendosi senza dire ulteriori parole. Lui afferrò saldamente il pesante medaglione appeso al collo e lo alzò al cielo, pronunciando la formula magica “Shivihs, trasformami!”

La luce della mutazione tipica dei Miraculous cominciò a risplendere sopra la torre, mentre la Kwami fu assorbita dal ciondolo. Il ragazzo venne avvolto da fiamme rosse e vivide, rannicchiandosi sia con le gambe che con le braccia, formando ciò che pareva essere un uovo infuocato e pronto a schiudersi. Un paio di artigli aguzzi e ferali furono ciò che cominciò a romperlo, rivelando non un costume, ma bensì un vero e proprio nuovo corpo. Il braccio fuoriuscito era ora ricoperto di scaglie dello stesso colore della Kwami e terminanti in unghie aguzze ed affilate, così come l’altro ed il resto delle gambe, ora scoperte per metà. Anche il petto era nudo, rivelando scaglie leggermente più chiare di quelle precedenti. Ma il volto era ciò che più di tutti era cambiato. Non era più un viso riconoscibile, neanche lontanamente umano. La normale bocca era stata sostituita da fauci allungate e piene di zanne acuminate, accompagnata dal naso, che si era ridotto a due narici fumanti appena sopra di esse. Gli occhi si erano fatti completamente gialli e richiusi in una fessura particolarmente stretta, come fosse arrabbiato. Indosso, sebbene non sembrasse, portava dei pantaloni corti e due marsupi, uno per fianco, tutti dello stesso colore della nuova pelle. Per terminare la mutazione, lanciò un potente ruggito in aria, mostrando ancora l’ultimo pezzo mancante del nuovo corpo, due ali larghe ognuna un paio di metri e dalla membrana di colore viola. Anche la sua stazza era notevolmente aumentata, adesso poteva essere alto quasi quanto un autobus. Non era più un essere umano, o almeno lo era solo per metà, mentre per l’altra metà era mutato in un drago. Ed un drago ruggente era proprio ciò che era ora raffigurato sul suo pendente, adesso non più un gioiello a se stante ma un vero e proprio pezzo del suo nuovo corpo, incastonato tra i pettorali come un marchio

Senza pensarci due volte, si lasciò andare ad una caduta libera giù dalla torre, spalancando le ali per rallentare la propria velocità ed allargandole per potersi muovere e proprio piacimento nell’aria

I passanti, nel vedere una figura così possente venir giù ad una tale velocità, si fermarono ad osservarla confusi ed inquieti. Ma appena videro l’effettivo aspetto del ragazzo, iniziarono ad allontanarsi velocemente di lì, spaventati da quanto sembrasse truce. Appena atterrato sulle proprie gambe, anche Roger si accorse della presenza alle sue spalle e rimase quasi di sasso nel vedere la mostruosa creatura avvicinarsi a lui con fare quasi minaccioso. Ma non poteva allontanarsi da lì, anche se non ne sarebbe mai stato ing rado doveva pur provare a difendere i cittadini

“A-Altolà!” gli ordinò, alzando la paletta del traffico “No-No-Non so quale sia il tuo nome, ne per quale motivo tu sia stato akumizzato, ma… ma-ma non farai del male a nessuno!”

Il mezzo drago assunse un espressione confusa. Dalle sue fauci non uscì una voce umana, ma una più profonda e roca, anche se piuttosto calma e posata

“Akumizzato? Ma io non sono stato akumizzato!” esclamò, alzando le mani, come a far vedere che non aveva cattive intenzioni “Sono qui solo per parlare con lei, agente”

Nonostante l’aspetto, il suo modo di fare riuscì quasi a tranquillizzare il poliziotto, che però rimase guardingo. Abbassò la paletta e alzò invece lo sguardo per capire meglio cosa volesse da lui

 

Non molto lontano di lì, poco lontano dal Collegio Dupont, Marinette si trovava assieme all’amica Alya. Anche loro erano da poco uscite da scuola e si apprestavano a tornare a casa, aspettando solo che Nino salutasse Adrien mentre saliva sulla sua macchina. Non fecero in tempo ad aprire bocca per discutere, però, che entrambe ricevettero una notifica sul cellulare, loro come tanti altri ragazzi, Nino ed Adrien compresi. Molti altri, infatti, agguantarono i propri cellulari per sapere di cosa si trattasse. Era un applicazione creata da polizia e telegiornali per indicare attacchi akuma, così da avvertire di rientrare in casa e non uscire. Per lei, però, era solo un ottimo modo per sapere quando prepararsi a scrivere sul Ladyblog e che cosa

Si aprì un video in diretta di Nadja Chamack, dalla piazza della Tour Eiffel, che mostrava un nemico già affrontato in passato dai due supereroi di Parigi intento a seminare il panico

“Ma quello… è Rogercop?!” chiese Marinette, incredula. Era probabilmente la quarta volta che vedeva quel supercattivo in azione da quando era diventata Ladybug. Oltre alle grida di terrore delle persone lì attorno, sentirono proprio lui parlare alla trasmissione

“Questo è un messaggio per Ladybug e Chat Noir. Venite subito qui alla Tour Eiffel, oppure io… farò… vedere alla città che cosa sono in grado di fare”

Detto quello, allungò una mano e la trasmissione si interruppe. Marinette, preoccupata che la situazione potesse precipitare, alzò lo sguardo verso l’amica e inventò qualcosa per andarsene di lì

“Io… credo sia meglio che corriamo a casa, Rogercop è lontano, ma non si sa mai!”

“Si, hai ragione” rispose lei, per poi rivolgersi al proprio ragazzo ”Nino! Muovetevi, dobbiamo andare!”

Neanche il tempo di dirlo che vide il Gorilla afferrare Adrien per un braccio e trascinarlo in macchina, con tutta l’intenzione di andarsene di lì in fretta. Nino corse subito da lei e cominciò a parlarle sottovoce

“Credi che ci daranno i nostri Miraculous?” chiese, con aria speranzosa. Lei gli mise una mano davanti alla bocca e lo zittì

“Ma ti sembra il caso di chiedermi una cosa simile qui?! Ti sentiranno!” esclamò in risposta, per poi calmarsi. Non era rimasto più nessuno che potesse ascoltarli “Ok, come non detto… comunque, non credo proprio. Se è solo Rogercop, se ne possono occupare tranquillamente Ladybug e Chat Noir da soli, come hanno già fatto. Noi pensiamo solo ad andare a casa, ora” alzò nuovamente la voce solo per parlare all’amica “Marinette, tu...”

Ma quando Alya tornò a cercare con lo sguardo l’amica, non vide neanche più lei. Era sparita molto velocemente

“Uh, sarà già corsa via. In effetti sembrava avere fretta”

 

In realtà, Marinette si era nascosta appena lì vicino, lontana da sguardi indiscreti

Si cominciò ad osservare attorno per sicurezza e Tikki svolazzò fuori dalla sua borsa, chiedendole “Che succede?”

“Rogercop. Di nuovo” disse lei, quasi irritata e dispiaciuta dalla situazione” Andava bene la prima volta, Burattinaia e Papillon Scarlatto sono stati un conto, ma una quarta volta? Il signor Roger dovrebbe prendersi una vacanza...”

“Strano, con due super come voi in città pensavo potesse essere sempre vacanza per la polizia!” esclamò in risposta, ricevendo una carezza per il tentativo di tirarla su di morale. Poi, però, il suo minuscolo stomaco si fece sentire “Accidenti… oggi non ho fatto colazione… non so per quanto tempo potrai rimanere trasformata”

“Mi dispiace, è colpa mia, ho fatto di nuovo tardi e non sono riuscita a prendere nulla da mangiare...” si intristì lei più nel vederla così a causa sua che per il poco tempo di trasformazione

“Non fa nulla! Sono sicura che risolveremo questa storia in fretta!” le disse, facendola stare subito meglio data la grande positività della Kwami rossa

Si diedero poi un piccolo cenno con il capo e con la formula “Tikki, trasformami!” attivò la propria trasformazione assorbendo la piccola Kwami e diventando in pochi secondi Ladybug. Prese il proprio yo-yo e lo lanciò su un palo della luce, tirandosi sopra i tetti per muoversi più in fretta per le vie di Parigi

Poco più in là, in strada si era formata una piccola coda. Nulla di disordinato o altro, ma la gente stava cercando di allontanarsi il più possibile dall'akuma. Il Gorilla era talmente impegnato a tenere d’occhio la strada e le altre macchine da non rendersi conto che Adrien era sgattaiolato fuori dall’auto. E, nel suo caso, “sgattaiolare” era proprio il termine più adatto. Si infilò non visto dentro una cabina telefonica e Plagg uscì dal suo zaino per prenderlo in giro

“Adesso cosa fai, ti credi Superman? Guarda che le mutande sopra il costume le ho sempre odiate!”

“Spiritoso…” disse, impensierendosi subito dopo e chiedendogli “Senti, non ti è sembrato anche a te che Rogercop avesse qualcosa di strano nel video?”

Plagg si grattò la testa “Beh… ho sentito solo la voce, non saprei dirti. Strano in che senso?”

“Non lo so… forse me lo sono immaginato. In ogni caso, meglio agire in fretta”

Quando allungò la mano, il Kwami nero si preparò, sapeva bene cosa veniva dopo

“Plagg, trasformami!” esclamò, assorbendo il magico essere e diventando anche lui Chat Noir. Aprì la cabina e si lanciò con un unico balzo anche lui sopra i tetti della città

 

A poco più di metà strada, i due super si incrociarono, ovviamente diretti entrambi nella stessa direzione. Chat si affiancò a Ladybug, che sorrise felice di vederlo. Lui attaccò a parlare mentre correvano

“È una bella giornata, Milady, che cosa la porta ad avere così tanta fretta?” disse, spiccando un balzo per evitare un comignolo “Perché non ci fermiamo un po' ad osservare il panorama, per una volta?”

“Perché abbiamo da fare, Chaton, come tutte le altre volte” rispose lei, premendogli sul naso per scherzare “Per fortuna questa volta il nemico lo conosciamo”

“Già, Rogercop… non ne avremo mai abbastanza di lui. Purtroppo”

I due arrivarono all’ultimo edificio prima della piazza della Tour Eiffel e si fermarono per osservare la situazione. Era tutto calmo, non c’erano troppi segni di distruzione per fortuna. La corvina scrutò nei dintorni per cercare il bersaglio

“Credo che dovremmo fare due chiacchiere con l’agente Roger, quando lo avremo liberato… eccolo!” esclamò, indicando appena sotto alla torre il loro nemico. Impugnarono entrambi le loro armi e spiccarono un salto in lungo

 

Atterrarono proprio di fianco all’akumizzato, in posizione di guardia. Rogercop non ci mise niente ad accorgersi di loro, facendoli stare ancora di più sull’attenti. Ma non fece nulla di aggressivo, non puntò le armi contro di loro né avanzò minacce, ma al contrario sorrise soddisfatto

“Eccoli, sono arrivati!” esclamò, con quella che dal vivo adesso riconoscevano come la normale voce dell’agente Roger “State tranquilli, non sono qui per restare”

Rimasero piuttosto confusi, e lo furono ancora di più nel vedere sbucare alle sue spalle un’altra creatura grossa quanto lui, alata e rossa, che gli parlò come se nulla fosse “Perfetto, grazie mille”

Passò poi a rivolgersi con loro, ma bastò solo posare i suoi occhi su di loro per fargli venire un groppo alla gola “Ladybug, Chat Noir… non potete capire quanto sia felice di vedervi...”

“E tu… chi sei?” chiese Ladybug, preoccupata e senza abbassare la guardia

“O cosa sei?” chiese anche Chat, che come lei era rimasto con il bastone pronto a scattare. Il ragazzo ritornò alla realtà nel vederli così sulla difensiva

Subito si rese conto di ciò che stava accadendo e scosse la testa per riprendersi “Io… si, scusate, per me è una situazione molto particolare…” tossì, emettendo un po' di fumo dalla bocca e passandosi una mano sulla faccia per riprendersi meglio “Mi presento. Io sono Dragakin… il Miraculous Wielder del Miraculous del Drago” disse, indicando il medaglione per mostrare di cosa parlasse. Se prima i due super erano confusi, ora erano rimasti basiti

“Aspetta… un Wielder?!” esclamò Ladybug “Ma… che cosa...”

“Ve ne parlerò meglio tra poco” la interruppe lui, rivolgendosi poi a Rogercop. E fu a quel punto che Ladybug e Chat Noir rimasero completamente spiazzati

Dragakin fece materializzare sul proprio volto il sigillo della farfalla, lo stesso che compariva su chi veniva Akumizzato da Papillon, che comparve poco dopo anche davanti al viso dell’uomo vittima di quel potere

“Ti tolgo subito i poteri o vuoi farci qualcosa?” chiese, incrociando le braccia ed aspettando una risposta

“Prima vorrei rimettere a posto il danno che ho fatto. Non volevo sparare, solo puntare a terra e fare scena, ma mi è partito un colpo... torno da te appena ho sistemato tutto”

Il mezzo drago annuì e lo lasciò andare, togliendo il sigillo. Passò persino in mezzo ai due super, sorridendo e salutandoli come se fosse del tutto normale. Ci stavano capendo così poco che non sapevano più chi dei due tenere d’occhio. Dragakin allargò le ali ed indicò la torre sopra di loro “Seguitemi, abbiamo molto di cui parlare”

Detto ciò, iniziò a batterle con vigore per alzarsi in volo e raggiungere la cima della Tour Eiffel. Il duo di eroi lo osservò allontanarsi, senza muoversi e con gli occhi sgranati. Si scambiarono poi uno sguardo incerto

“Ne abbiamo affrontate di situazioni assurde” commentò Chat, girandosi verso Rogercop e vedendo che stava provando a rimettere a posto il danno causato alla strada con i suoi poteri di manipolazione, che però non sembravano sortire effetto su qualcosa di inanimato “Ma questa… forse le può battere tutte”

Ladybug invece tenne lo sguardo fisso nella direzione presa da Dragakin, pensierosa “Concordo...”

Lui passò ad osservare lei, che sembrava avergli dato una risposta senza riflettere e gli chiese “Stai pensando se ci possiamo fidare?”

La coccinella scosse la testa “No, io… sto pensando che… è come se fossi certa di potermi fidare, ma non so il perché”

Il biondo gli mise una mano sulla spalla “Istinto” poi anche lui fissò nella direzione del fantomatico Wielder “E penso di essere nella tua stessa situazione. Andiamo?”

Dopo un cenno con il capo, Ladybug fece roteare il proprio yo-yo e lo stagliò sopra la monumentale costruzione, per tirarsi su velocemente assieme a Chat Noir

 

Il nuovo arrivo della città aspettava con non poca ansia che la coppia di Wielder lo raggiungesse, Era appoggiato ad un corrimano ed osservava nervosamente il panorama davanti a lui, meditando a fondo ed eseguendo molteplici respiri profondi

Devo stare attento a quello che dico… non posso rivelare troppo… neanche a loro... pensò, come monito ed allerta, prima di sentire il rumore di un filo fendere l’aria dietro di se e voltarsi

Ci misero solo pochi secondi per arrivare e trovare Dragakin in attesa del loro arrivo, con un espressione indecifrabilmente arrabbiata sul volto. Ma nonostante gli occhi trasmettessero rabbia, il sorriso che aveva in volto sembrava comunicare tutt’altro

“Non pensavo che foste così lenti” disse lui, ironico

“Siamo qui, adesso” andò dritta al sodo Ladybug “Hai detto che dobbiamo parlare, ma prima di tutto vorremmo delle spiegazioni”

“Ma certo” rispose annuendo, a guardandoli un po storti “Ne avete tutto il diritto… prima, però, fatemi fare una cosa”

Dragakin chiuse gli occhi ed annullò la trasformazione, ritornando ad essere il normale ragazzo di prima, sorprendendo non poco i due super davanti a loro. Prima dice di essere un Wielder come loro e poi annulla la trasformazione come se nulla fosse davanti ad altre persone

“Ecco, così va meglio. Mi sembravate abbastanza a disagio con il mio aspetto trasformato”

“Ma… perché lo hai fatto?” chiese Ladybug, stupita “Non dovremmo rivelare le nostre identità in questo modo… anche se non ti conosco”

Il giovane sospirò e quasi sembrò farsi triste “È impossibile che voi mi conosciate… e comunque, da dove vengo io, non è importante. Non più” poi ritornò a sorridere “Mi presento. Sono AJ, mentre questa è Shivihs. Shiv, se volete abbreviare”

Presentata, la Kwami fece fare capolino ai suoi occhi da dietro la sua testa, intimidita e quasi impaurita. Quando Ladybug e Chat Noir la notarono, sobbalzò e ritornò a nascondersi alle spalle del ragazzo

“Si, lei è… molto timida” disse con tono di nuovo mesto “Immagino abbiate molte domande. Da dove volete iniziare?”

Ladybug indicò oltre la torre “Intanto, vorrei che ci spiegassi… quello!” terminò, non sapendo neanche cosa chiedere di preciso

“Intendi dire Rogercop?” rispose lui “Avevo bisogno che qualcuno vi facesse uscire allo scoperto, Rogercop è stato il primo che ho trovato”

“Non hai risposto alla domanda” rincarò lei “Come hai fatto a fare akumizzare l’agente Roger?!”

AJ, prima di rispondere, si batté il palmo della mano sul volto “Mi sono dimenticato di lui!”

Mise una mano in tasca e tirò fuori una scatola porta Miraculous. I due non poterono non riconoscerla. La aprì e rivelò al suo interno il terzo motivo del loro sgomento per quella giornata, quello che sembrava proprio essere il Miraculous della Farfalla

Non solo quello, ma appena aperto il contenitore, il gioiello al suo interno cominciò a brillare e davanti ad AJ si materializzò il Kwami dello stesso Miraculous, Nooroo. Il ragazzo si grattò la testa

“Scusami Nooroo, mi sono lasciato trasportare e non ti ho neanche fatto uscire...” gli disse dispiaciuto. L’esserino viola sorrise

“Non fa nulla, l’importante è che abbia funzionato!” poi si rivolse a Ladybug e Chat Noir e fece un leggero inchino a mezz’aria “È un piacere rivedervi”

Si rese però conto, come anche AJ e Shivihs, che i due erano rimasti piuttosto sorpresi nel vedere sia lui che quel Miraculous lì con loro. Lo si poteva intuire dalla bocca spalancata e dalla paralisi dell’intero corpo in pose poco consoni alle loro immagini di supereroi senza paura, oltre che per gli occhi sgranati e sull’orlo di un tic nervoso. Prima avevano si visto il sigillo, ma avevano creduto che non era possibile si trattasse proprio di quel gioiello

“Ma… ma tu… come… è impossibile!” esclamò Chat, che assunse poi una posizione di combattimento “Come fai ad avere il Miraculous della Farfalla? Ti ha forse mandato Papillon? O forse... è tutto un trucco di Volpina!”

AJ non gli rispose, piuttosto prese la spilla e gliela lanciò. Chat, d’istinto, allungò la mano e la afferrò, constatando che era tutt’altro che un illusione e che adesso era lui ad avere in mano lo strumento più potente del loro acerrimo nemico

“Per rispondere alla vostra domanda di prima, sono riuscito a potenziare Roger perché il Miraculous del Drago mi permette di utilizzare tutti i poteri dei Miraculous che possiedo, anche se non ne possiede di propri. Non faccio stancare i Kwami in questo modo, neanche Shivihs. Se ne avessi altri potrei farvi vedere meglio di che parlo, ma purtroppo quello è l’unico che ho. A proposito… Nooroo, sei ancora collegato con lui, vero? Non vorrei gli si annullasse la trasformazione senza preavviso”

“Tutto sotto controllo” rispose il Kwami, mostrando stavolta sul proprio volto il sigillo

“Ma… come fai ad averlo tu?” chiese Ladybug, sfiorandola dalla mano di Chat per constatare che fosse reale ed avvicinandosi poi a Nooroo, per osservarlo meglio “Tu… hai per caso… sconfitto Papillon?” chiese, insicura delle sue parole. Il Kwami della Farfalla sembrò dispiacersi, ma provò a non darlo a vedere

“No. Il vostro Papillon purtroppo ha ancora il suo Miraculous...” rispose, questa volta con aria adirata “E non sapete cosa darei per strapparglielo dalle mani a quel… quel…!”

“AJ, per favore...” mormorò Nooroo, angosciato. AJ, nel vederlo reagire così, si calmò

“… a dire il vero, nessuno sa chi era Papillon, non saprei neanche da dove iniziare a cercarlo per combatterlo. E Nooroo non può dirmelo, i Kwami non possono rivelare le identità dei propri Wielder neanche a distanza di secoli”

Ladybug sentì un brivido lungo la schiena e si interessò ad una frase appena detta dal ragazzo “Cosa vuoi dire con ‘nessuno sa chi era’?”

AJ si grattò nuovamente la testa ed assunse il tono più serio che poteva, guardando entrambi dritti negli occhi “Speravo di arrivarci con calma, ma immagino che se non ve lo spiego subito non capirete nulla… va bene, allora. Dovete sapere che io non appartengo a questo posto… più che altro, non appartengo a questo… ecco… tempo. Sono venuto qui dalla Parigi di venticinque anni nel futuro”

Dette quelle parole, nell’aria calò uno strano silenzio. Ne i ragazzi né i Kwami dissero più nulla, quasi circondati da tensione due di loro ed imbarazzo gli altri tre. Chat e Ladybug non sapevano letteralmente cosa dire, provarono ad aprire la bocca per emettere dei suoni, ma non stavano più capendo nulla di cosa stava succedendo. Prima Rogercop buono, poi un Wielder che non avevano mai visto prima, il Miraculous della Farfalla fuori dalle grinfie di Papillon ed anche un viaggio nel tempo. Erano troppe informazioni da elaborare, anche per chi come loro aveva affrontato l’impossibile. AJ, vedendoli annaspare per aria come pesci senza dire nulla, sospirò pesantemente e lasciò cadere le braccia, esasperato

“Ecco, lo sapevo che andava a finire così… non mi credete, dico bene?”

Ladybug cercò di formulare una frase “Beh… tu… insomma, come ti aspetti che ti crediamo? È assurdo! E come diavolo avresti fatto a viaggiare nel tempo?!”

“Con l’aiuto di una donna che conoscerete sicuramente, Alix Kubdel… più precisamente, con i suoi poteri da Chronogirl. Ed il costo per un viaggio tanto lungo è stato altissimo...”

“Il costo? Chronogirl ha...” cercò di dire la corvina. Non era il fulcro principale della discussione e non capiva cosa pensare del suo racconto, ma non aveva un’idea precisa di cosa chiedere in quel momento. Venne però interrotta sul nascere per via di un fraintendimento

“No, no! Scusa, mi sono espresso male, lei non ha preso la vita a nessuno per farmi fare questo viaggio, ha solo dovuto pattinare a lungo… intendevo dire che abbiamo perso tanti innocenti, prima di riuscirci...”

“Ok, senti, basta con tutto questo modo di fare misterioso!” esclamò Chat, che si era ripreso mentre AJ spiegava la situazione “Che cosa vuol dire che avete perso degli innocenti?!”

“Quello è esattamente il motivo per cui mi trovo qui adesso” disse, diventando nuovamente serio “Sono qui per mettervi in guardia. Tra esattamente una settimana a partire da oggi, il mondo verrà sconvolto da una catastrofe… che inizierà con la vittoria di Papillon”

Anche se quello sembrava essere un duro colpo e la peggiore delle notizie, i due super non fiatarono, ma si limitarono a stare ad ascoltare con aria piuttosto preoccupata e desiderosa di saperne di più

“Entro sette giorni, Papillon riuscirà ad ottenere i vostri due Miraculous ed ad esprimere il suo desiderio… ma purtroppo, nulla andrà come pensa lui. Quello che chiederà non verrà realizzato. Non del tutto, almeno… ciò che otterrà sarà liberare la forza più malvagia e letale che possiate immaginare, un essere che porterà alla morte milioni di persone su tutto il pianeta. Libererà un mostro, il demone Akuma, dalla sua prigione, che provocherà un massacro in ogni angolo della Terra...”

“Akuma? Come le farfalle malvagie di Papillon?” chiese Ladybug

“Si… ma molto, molto peggio...”

Non se ne era reso del tutto conto, ma mentre parlava aveva cominciato stringere con forza il pesante Miraculous appeso al suo collo, colto da una sensazione di angoscia e paura che provava ormai da molti anni. Ma cercò di farsi forza, inalò un profondo respiro e andò avanti a parlare

“Mentre Chronogirl caricava energia per il viaggio nel tempo, sono state molte le vittime di Akuma che ci hanno difesi dando la loro vita per la causa… ci abbiamo messo mesi per accumulare abbastanza potenza e per minimizzare le perdite… ma anche solo un innocente era e sarà sempre troppo alto come prezzo...”

Finito di parlare, alzò nuovamente lo sguardo su Ladybug e Chat Noir. Erano entrambi piuttosto sconvolti, ma allo stesso tempo dubbiosi sulle sue parole. Ladybug gli si avvicinò

“Tutto quello che ci hai raccontato sembra terribile… ma…”

“Ma non mi credete” terminò AJ al posto suo

“Beh, come possiamo crederti? La vittoria di Papillon, viaggiare nel tempo, un demone…”

“Lo so, lo so, ma so anche come convincervi che non vi sto raccontando storie. Vi posso parlare di alcune cose che succederanno in questa settimana, per esempio”

“Prima vorrei fare un’altra cosa” gli disse però lei “C’è una persona che voglio farti incontrare, che ci confermerà almeno se quelli che hai sono davvero dei Miraculous”

Per un momento, fu il nuovo arrivato a restare senza parole, senza ben intendere al primo colpo chi intendesse. Poi venne come colto da un ricordo improvviso e sembrò quasi sobbalzare

“Vuoi forse presentarmi Maestro Fu?!” esclamò, con le mani davanti alla bocca per l’emozione “Oh cavolo, non speravo in tanto! Shiv! Incontreremo l’ultimo Guardiano dell’Ordine dei Miraculous!”

“… davvero?” chiese lei timidamente, sempre da dietro le sue spalle

“Se il Maestro conferma quello che dite, continueremo volentieri a sentire quello che hai da dirci” confermò Chat, sorridendo alla piccola. Lei sorrise in risposta, ma volò quasi subito a cercare riparo per l’imbarazzo

 

Il tempo di una passeggiata da casa sua ed il trio venne raggiunto in quella stessa piazza dall’anziano Fu, accompagnato dal ben nascosto Wayzz. Lo aspettavano ai piedi della torre ormai da un po' di tempo senza parlare, per mancanza di argomenti più che per altro. Appena Ladybug lo vide, gli corse incontro

“Buongiorno, Maestro… scusi se l’ho fatta venire fin qui, ma non sapevamo se fosse una buona idea portarlo da lei”

“Avete fatto bene” rispose l’uomo, passando ad osservare poi AJ. Più di preciso, il Miraculous appeso al suo collo ed i Kwami che gli volavano vicini. Gli si avvicinò e il Kwami della tartaruga fece capolino per incontrare un vecchio amico

“Nooroo… sei davvero tu!” esclamò “Dopo tutto questo tempo, è bello rivederti!”

“Anche per me, sebbene io e te ci siamo già rincontrati, ormai da anni dal mio punto di vista” rispose il Kwami della Farfalla, dimostrando il suo inimitabile modo da fare quasi altolocato

“Quindi, tu confermi che lui è davvero Nooroo” chiese Fu all’esserino verde, ricevendo un cenno positivo in risposta. L’anziano si rivolse quindi al ragazzo “Molto piacere, ragazzo. Ladybug mi ha parlato di te al telefono. AJ, giusto?”

“Si, e lei è Wang Fu, l’ultimo dei Guardiani… è un grande onore per me conoscerla” disse, abbozzando un inchino. Il ciondolo, con quel gesto, fece da contrappeso involontario e gli fece abbassare la testa più del voluto, costringendolo a prenderlo con le mani per risollevarlo e dando all’anziano modo di entrare nell’argomento

“Il tuo Miraculous è curioso… non l’ho mai visto prima. Dove lo hai trovato?”

AJ risistemò il pendente e fece per iniziare a spiegarglielo, ma dovette azzittirsi prima di subito “Io… non posso dirglielo”

“Per quale motivo?” chiese l’uomo, inarcando un sopracciglio

“Sono venuto nel passato solo per cambiare alcuni avvenimenti, non ho problemi a parlare di cose poco importanti o di eventi legati a quello che devo fare… ma ci sono anche tante cose che non posso proprio dire. Rischio di modificare cose che devono restare come sono… spero capisca”

Fu si lisciò il pizzetto, ragionando sulle sue parole “Si, capisco, immagino quindi che sia una cosa piuttosto seria il modo in cui lo hai ottenuto”

“Più di quanto crede” rispose, venendo colto nuovamente dalla tristezza nel suo modo di fare. L’anziano se ne accorse e gli poggiò una mano sul braccio per confortarlo, fin dove poteva arrivare

Shivihs, nel vedere Wayzz, si fece coraggio ed uscì allo scoperto

“Tu devi essere Shivihs” commentò il Maestro vedendola. Lei però era concentrata solo sul Kwami della Tartaruga, con gli occhi un po' lucidi

“Wayzz...” mormorò lei, volandogli addosso per abbracciarlo “Dopo tutto questo tempo...”

Il Kwami verde non capiva nulla di cosa stava succedendo, ma sentiva che lei si stava confortando non poco nello stringerlo in quel modo, perciò la lasciò fare. Fu, nel frattempo, osservò più da vicino sia lei che il Miraculous appeso al collo di AJ. Non riusciva a percepire da esso alcun tipo di magia, come quella di cui era pregno il Braccialetto della Tartaruga al suo polso. Ma riconobbe senza alcun dubbio la magia attorno alla Spilla della Farfalla, e Shivihs non era diversa in nulla rispetto a Wayzz o Nooroo. Inoltre, in qualche modo, l’energia magica era comunque presente anche attorno al ragazzo

Fattosi un idea generale, Maestro Fu tornò a rivolgersi a Ladybug e Chat Noir, che si erano fatti in disparte per quel momento. Pensò per un momento a delle parole adatte da utilizzare “Il ragazzo dice la verità, per quanto riguarda il suo Miraculous e quello di Nooroo. Sono entrambi autentici. Per la storia del viaggio nel tempo, credo spetterà a voi decidere se credergli oppure no”

“Grazie, Maestro...” rispose Ladybug, un po' irrequieta

L’anziano così come era arrivato se ne andò, almeno dopo che Shivihs si decise a lasciare andare Wayzz. Rimasero nuovamente solo i tre Wielder in quella piazza, due dei quali non sapevano bene cosa dire. Per loro fortuna, fu AJ ad iniziare a parlare

“Allora, mi starete a sentire adesso?”

Dopo un piccolo scambio di sguardi, Chat Noir gli rispose “Ok, se non sbaglio volevi raccontarci di alcune cose che accadranno in questa settimana… vediamo se ci prendi”

“Mi piace la vostra diffidenza, è sempre un bene averne, anche se non abbiamo molto tempo” rispose sorridendo, per poi tirare fuori un paio di fogli di carta dalle tasche “Queste sono alcune cose che mi hanno detto succederanno. Ve li lascio, così potrete tenerli d’occhio mentre accadono”

I due super presero i foglietti e diedero una occhiata alla prima voce della lista

“Domani la nostra scuola chiuderà per una ristrutturazione imprevista e non riaprirà mai più...” lesse Ladybug, a cui AJ chiarì subito

“Mi hanno spiegato che avrebbe dovuto riaprire la settimana successiva... ma ovviamente, non è stato possibile”

“Aspetta, come fai a sapere qual’è la nostra scuola?” chiese nuovamente la ragazza in rosso

“Beh, io so chi siete senza i costumi. Tutti nel mio tempo lo sanno, come sanno chi erano Carapace, Rena Rouge e… Queen B mi avevano detto che già ora sapete tutti chi è. Volete che vi chiami con i vostri nomi, per caso?”

“NO!” esclamò Ladybug, facendolo sobbalzare per l’improvviso scatto

“Heh… si, lo so, non volete rivelarvi chi siete…” ridacchiò quasi. Gli avevano ben spiegato quel rapporto di segretezza tra i due, voleva solo testare di persona cosa comportasse

“Noi andiamo nella stessa scuola?!” esclamò Chat, sorridente dell’indizio appena scoperto sull’identità della ragazza, per poi mettersi a spulciare meglio la lista in cerca di altri. Ladybug, vedendolo fare così, gli strappò il foglio di mano e li riconsegnò entrambi ad AJ

“Tienili tu questi. Facciamo che le cose ce le dirai prima che accadano, va bene? Tanto puoi chiamarci sui nostri Miraculous, ti daremo il nostro numero”

“Certo, come preferisci” rispose, riprendendo i pezzi di carta e vedendo quasi divertito la delusione sul viso del gatto nero “Comunque ho già i vostri numeri, non serve che me li diate. Non credo li abbiate mai cambiati”

Un rumore pesante di passi attirò la sua attenzione alle sue spalle. Rogercop si stava avvicinando, con aria soddisfatta

“Tutto finito! Ho dovuto girare un po' in cerca di cemento a presa rapida, ma almeno ho rimesso a posto la strada. Dragakin dov’è?”

AJ, sebbene alto fino solo al ventre dell’uomo, alzò il braccio più che riuscì per farsi notare “Quaggiù, sono io”

“...oh. Ti… facevo più alto” rispose, stupito nel vederlo non trasformato, ma senza dire una parola a riguardo “Comunque, non mi servono più i poteri, potresti togliermeli? Inizio a diventare… ingombrante”

Il ragazzo fece un cenno a Shivihs e lei uscì dal suo nascondiglio, volando davanti al suo viso e stringendo a Nooroo la mano. Stavolta fu sul volto della Kwami cremisi che si formò il sigillo della farfalla. Di lì a breve, il corpo di Rogercop venne avvolto dall’oscurità e sparì, lasciando solo il normale agente Roger, mentre dal suo fischietto uscì l’essere responsabile della mutazione. Ma non era una farfalla, bensì un minuscolo draghetto cornuto, bianco candido come gli insetti che mandava Papillon, senza ali né zampe ma in grado di volare. La singolare creatura si scagliò all’interno del pendente al collo di AJ e sparì così come era comparsa

“Grazie di tutto l’aiuto che ci hai dato” gli disse il moro

“È stato un piacere… ” rispose Roger, un po' stordito, come era normale dopo l’akumizzazione “Ora… penso che andrò a stendermi...”

Barcollante, l’agente di polizia si allontanò, un po' troppo stanco per dire o fare altro. AJ lo osservò sorridente

“Sabrina ha ragione, era davvero un brav’uomo… “ commentò con se stesso, venendo però ascoltato dai due ragazzi alle sue spalle

“Senti, anche prima tu...” cercò di chiedere Ladybug, ma un rumore molesto si fece strada nell’aria. Era il classico bip intermittente che annunciava l’imminente fine della trasformazione, sebbene non avesse fatto minimamente uso dei poteri

“No, non adesso...” commentò tra se e se “Mi dispiace, ma Tikki non ha potuto mangiare nulla oggi, me lo aveva detto che la trasformazione sarebbe durata poco”

AJ gli annuì “Facciamo così, ci rivediamo domani, così vi spiegherò tutto con calma. Dirlo solo ad uno di voi due non ha senso, se devi scappare via vai pure. Ora che sapete la storia faremo prima, non c’è più bisogno dei convenevoli. Shivihs, trasformami!”

Detta la frase, la Kwami venne assorbita dal medaglione appeso al suo collo, facendolo ritornare ad avere il minaccioso aspetto di Dragakin. Si rivolse poi a Chat “Adesso che abbiamo fatto, mi ridaresti la Spilla della Farfalla?”

L’eroe in nero, quasi dimenticatosi di averla ancora con se inserita nella cintura, la prese e gliela lanciò, come aveva fatto lui prima sulla Tour Eiffel. Pensando a quello che sapevano fino al giorno prima, gli sembrò quasi una follia consegnare quel Miraculous a qualcun altro, ma la situazione era ben diversa in quel momento. Il mezzo drago la afferrò al volo ed aprì le ali, sollevandosi da terra e salutandoli “Andrò a cercare un posto per passare la notte. A domani!”

Senza il tempo di rispondere, accelerò e lo persero di vista tra i tetti della città. I due, nonostante il poco tempo rimasto a lei, si fermarono qualche secondo a cercare di carburare tutte le informazioni. Si sentivano un po' spaesati, sapevano che diventare supereroi contro Papillon portava spesso a situazioni del genere, ma nonostante credessero di potersi sempre aspettarsi di tutto, quello non rientrava comunque nello standard

“Francamente, non so se adesso ci ha dato più risposte o se ci stiamo semplicemente facendo più domande” commentò Chat, senza ricevere però risposta da Ladybug. Si voltò verso di lei e la vide con un espressione cupa, come se avesse paura “Va tutto bene?”

“Io… si, credo… non lo so… quello che ci ha detto che succederà è spaventoso… sono piuttosto preoccupata”

“Si, ti capisco...” rispose lui, mostrandosi meno spavaldo del solito, cosa che Ladybug notò subito “Però se AJ sta davvero facendo tutto questo e la storia che ci sta raccontando è vero, allora crede davvero di poter risolvere le cose. Anche se spero che su certe cose esagerasse, solo per farci capire la gravità della situazione”

Quando gli orecchini alle sue orecchie trillarono ancora una volta, capì che il tempo stringeva ancora di più

“Domani ha detto che ci spiegherà tutto meglio, per ora non serve tormentarsi. Milady!” fece un cenno con la mano alla compagna e cominciò ad allontanarsi

Con queste ultime parole, spiccò un balzo e salì sparendo sui tetti di Parigi. Anche Ladybug effettivamente doveva sparire, non poteva ritrasformarsi lì, quindi senza pensare o dire altro impugnò lo yo-yo e si catapultò anche lei tra le strade parigine volatilizzandosi

 

Ormai era calata la notte. Marinette era rientrata ed era già stata accolta dai suoi piuttosto preoccupati genitori. Anche loro avevano saputo di Rogercop e non vedendola rincasare avevano già pensato al peggio, ma si bevvero la sua scusa di essersi nascosta a casa di Alya dato che lì erano più vicine. Adesso, senza un briciolo di fame e con mille pensieri sulla testa, osservava il cielo stellato dal terrazzino sopra casa sua, con occhi persi nel nulla sopra di se. Tikki, che ancora stava divorando dolci per essere al massimo delle forse, cercò di parlarle quanto meno per farla riprendere

“Marinette… cosa succede? Che cos’è che ti tiene tanto in pensiero?”

“Io… non lo so, Tikki, credo… siano state alcune cose che ha detto AJ. Ci ha detto che… che in tanti per lui sono… morti… forse mi ha messo un po' di paura...”

Si rimise più seduta che sdraiata, osservando la Senna e la parte di ponte che si poteva vedere da lì, mentre Tikki ritorno' alla sua cena cercando di non far trasparire emozioni in proposito, quando era palese anche la sua preoccupazione

“E nonostante questo, vorrei comunque saperne di più. Anche se terribile, vorrei sapere come stanno le cose esattamente per lui...”

Presa da un momento di vista da falco, notò qualcosa muoversi in cima al ponte. Sembrava essere una figura alata che osservava proprio nella sua direzione. E prima di rendersene conto, la stessa figura spiccò il volo e gli si avvicinò a gran velocità. Dragakin, ancora trasformato, atterrò in piedi sul parapetto che rendeva sicuro quel piccolo spazio aperto, osservandola con espressione indecifrabilmente furiosa. Si sentì quasi spaventata, nel vederlo

“Ancora sveglia a quest’ora?” chiese lui, accovacciandosi sulla balaustra “Dovresti riposare, avremo un bel po' da fare nei prossimi giorni”

Lei, abituata alla sua solita vita segreta, fece la parte della finta tonta

“Ehm… ma… di che cosa stai parlando? E… chi sei?”

Dragakin, ricevendo una risposta del genere, assunse uno sguardo tra l’irritato ed il disagiato

“Marinette, ve l’ho detto anche prima, so chi siete tu e Chat Noir… non farmi queste sceneggiate, per favore...”

“Oh… già” rispose, ricordando meglio chi aveva davanti e grattandosi la testa imbarazzata. Poi si fece un po' più irrequieta “Hai ragione, è solo che...”

Non finì la frase, non era neanche sicura di che cosa dire. Il ragazzo atterrò sul pavimento ed annullò la trasformazione, mentre Shivihs e Nooroo si misero a svolazzare sopra le sue spalle. Poi cercò di dire ciò che lei non riusciva

“È solo che vi abbiamo un po' sconvolti, me ne rendo conto. Mi dispiace...”

“No, no, non devi dispiacerti! Se lo avete fatto è perché è necessario! In realtà non ho molto sonno… è che ho così tante domande...”

“Beh, chiedi pure” rispose sorridendole “Non ci sono così tante cose di cui non posso parlare, la maggior parte penso di potertele dire”

Lei sorrise a sua volta e fece segno al ragazzo di sedersi su una sdraio a fianco alla sua. Accettò di buon grado l’invito e si mise comodo, così che lei potesse iniziare con i quesiti

“Ma che cosa ci facevi sul ponte? Non dovevi trovare un posto per dormire?” chiese curiosa. Non era tra i suoi pensieri, ma di sicuro era strano

“Il posto l’ho trovato, ma non voglio dormire… è la prima volta che vedo una Parigi così, voglio godermi ogni attimo”

“La Parigi del tuo tempo… che città è?” domandò, un po' più impaurita. Lui si rabbuiò un po' nel rispondergli

“Ormai non so neanche se possa essere considerata una città… non so se nel mondo esista ancora qualcosa come una vera città. Ormai ovunque ti giri ci sono solo rovine, polvere e distruzione”

“Tutta colpa di quel demone… Akuma...”

AJ le diede un cenno positivo con la testa, senza dire una parola. Da lì, Marinette capì che su quell’argomento non avrebbe detto molto, non perché non poteva, ma perché non se la sentiva. Osservò poi Shivihs sempre nascosta dietro di lui tirare fuori ogni tanto la testa per osservarla.

“Perché non vai da lei?” sussurrò a Tikki, che fece volentieri come dettogli e le si avvicinò

“Ciao, Shivihs! Molto piacere!” esclamò sorridendole

La Kwami cremisi sembrò farsi coraggio nel vederla ed uscì dal suo nascondiglio

“P-Piacere...” mormorò imbarazzata. Nooroo si mise al suo fianco per aiutarla

“Non lo da a vedere, ma è molto contenta di rivederti” disse per lei, che abbassò la testa senza però smettere di osservare Tikki

“Di rivedermi? Quindi nel futuro noi ci conosciamo”

“Oh, certo che si” rispose AJ “Conosciamo te, Plagg, Trixx, Pollen e Wayzz. Siete stati voi ed i vostri Wielder ad allenarci, in fondo”

“Noi… allenare voi?” chiese Marinette

“Ma certo. Voi eravate gli unici a sapere come funzionano i Miraculous. Quando io… ho trovato il mio, mi avete fatto da insegnanti. Mi avete mostrato come funzionano e ciò che mi permettono di fare. Mi avete anche mostrato tanti posti, come questo terrazzo e le vostre case… vederle adesso mi fa uno strano effetto”

“Ah, quindi è così che mi hai trovata ora, sapevi dove cercare”

AJ non rispose, ma sorrise per confermarle l’affermazione. Tikki, però, era un po' meno sorridente

“Aspetta, tutti gli altri Kwami invece? Li conoscete, vero? Ed il Maestro Fu… lui sa come funzionano i Miraculous, perché non vi ha spiegato nulla?”

AJ, Nooroo e Shivihs si fecero ben più scuri in viso. Sapevano che una domanda del genere sarebbe arrivata, prima o poi. Marinette, anche se un po' spaventata dalla risposta, voleva sentirla

“Maestro Fu… oggi è stata la prima volta che l’ho incontrato. Nel mio tempo, lui è stato una delle prime vittime di Akuma, da quello che mi avete raccontato...”

“… cosa?” mormorò Tikki

“Akuma sapeva che era imprigionato per via dei Miraculous. Tu e Chat Noir, assieme a Rena Rouge, Carapace e Queen B siete stati in grado di sfuggirgli a lungo, ma non Fu. Lo trovò e lo uccise, distruggendo anche tutti i Miraculous che aveva sempre tenuto al sicuro” impugnò il medaglione al suo collo “Gli ultimi Miraculous rimasti nel mio tempo sono i vostri ed i miei...”

Tikki si fermò ad osservarlo con le mani sulla bocca, sconvolta da quella risposta. Marinette la prese delicatamente tra le mani e se la portò al petto, per farla sentire al sicuro. La sentiva leggermente tremante, ma non poteva essere altrimenti dopo aver saputo qualcosa di simile. Ma la ragazza, giunti a quel punto del discorso, voleva saperne di più

“Anche prima… anche prima tu hai parlato di tante persone al passato. Maestro Fu, l’agente Roger, persino Papillon… tutti loro sono...”

“Si” sentenziò, freddo “Quasi tutti coloro che in questo tempo sono adulti, nel mio non ci sono più. Alcuni di loro li ricordo con i nomi in cui erano da akumizzati… Rogercop, Mr Piccione, Chitarrik, Il Mimo, Malediktor… e tanti, tanti altri… Akuma ha bersagliato ed ucciso adulti in tutto il mondo, pensando erroneamente che ci fossero loro dietro agli Wielder… in davvero pochi sono sopravvissuti al suo massacro...”

Marinette rimase a bocca aperta, ma non poteva demordere dall’ascoltare o dal chiedere. Non in quel momento

“E… come siamo… sopravvissuti, noi e gli altri?”

“Beh… Akuma non è onnipresente, deve spostarsi per portare distruzione… nel suo viaggiare per il mondo, spesso passavano mesi prima che tornasse in un luogo, quindi ci si poteva organizzare in qualche modo per sfuggirgli e difendersi… anche se quello che aveva fatto qui a Parigi è stato terribile, vi siete impegnati e siete riusciti a creare un rifugio ancora adesso sicuro per i suoi abitanti. È lì che vivo, assieme a tutti gli altri...”

“Non mi stai dicendo tutto…” chiese, sentendo un brivido sulla schiena solo per la domanda che stava per fargli. Aveva paura della risposta, forse sapeva anche di cosa si trattava, ma doveva sapere “Cosa è successo a me, Chat e tutti gli altri Wielder? Prima hai parlato anche di noi al passato...”

“… voi… “ rispose, stringendo i pugni e cercando di farsi forza. Stava cercando di essere vago, ma ormai non poteva più fare finta di nulla “… qualche anno fa, Akuma è ritornato ed ha quasi fatto breccia nel rifugio… per evitare che uccidesse tutti… voi cinque lo avete affrontato… e tanti all’interno del rifugio vi hanno seguiti per aiutarvi, anche se eravate totalmente contrari, ma nessuno voleva rimanere in disparte a lasciarvi combattere da soli… eravate molto più forti di adesso, siete riusciti persino a ferirlo ed indebolirlo… ma per farlo... avete sacrificato le vostre vite, nello scontro”

La corvina sbiancò, sia nello scoprire la verità e sia nel sentire il tono grave con cui AJ stava parlando. Anche quella sembrava una cosa che gli stava facendo male dire, ed ancora di più per lei da sentire, ma stavolta il ragazzo non si fermò

“Sia voi che i vostri Kwami avete messo tutte le vostre energie nell’ultimo attacco… non avete minimamente considerato la vostra sicurezza, solo quella di chi avevate intorno… e comunque non è bastato… siete riusciti a ritornare al rifugio, ma al vostro arrivo… avete riportato a casa le vittime ed i superstiti, e poi… siete caduti a terra, e… “ mentre parlava, i suoi occhi si fecero lucidi e si portò le mani a coprirseli “Quel giorno sono morti a centinaia… anche... anche i miei genitori…”

“AJ...” cercò di dirgli Marinette, vedendolo pronto a scoppiare in lacrime. Adesso capiva perché era così riluttante a parlare di Akuma. Come Dragakin era terrificante e tutto ciò che aveva passato era qualcosa che non poteva nemmeno immaginare, eppure in quel momento le sembrava così esposto ed indifeso, quasi come un bambino

“Ricordo ogni giorno quando hanno lasciato il rifugio per l’ultima volta” cominciò a dire, intervallando a sospiri dovuti al pianto “… erano così… così sicuri dei poteri dei Miraculous… mi hanno sorriso, hanno detto che sarebbe andato tutto bene… che sarebbero tornati presto… ma quando sono tornati, loro… loro…“

La giovane si alzò dalla sdraio e, non sapendo cosa dirgli, si limitò ad abbracciarlo. Anche Tikki vide che Shivihs e Nooroo sembravano essere rimasti piuttosto sconvolti nel rivangare il passato, quindi imitò l’amica e gli si avvicinò per stringerli. Ora che gli era vicino sentiva quanto stesse trattenendo i singhiozzi, quasi a non volersi mostrare più devastato di quanto già non sembrasse. Ma sicuramente non voleva allontanarla, anzi, sembrava sentirsi meglio nell’averla così vicina

Dopo qualche momento, AJ si rese conto che una reazione simile non era adatta al momento né a quello che era venuto fino a lì a fare. Cercò di riprendersi e sospirò pesantemente, per espirare tutto ciò che aveva trattenuto dentro

“Mi spiace, ma ho ancora gli incubi per quel giorno… mi è sempre difficile parlarne...”

“Non serve scusarti… è del tutto normale...” rispose Marinette, sorridendogli più che poteva. In realtà, sapere che era morta in uno scontro l’aveva provata più di quanto desse a vedere. Ed AJ se ne rese conto, anche senza che lei mostrasse alcun segno di paura

“Queste sono tutte cose che ho intenzione di mettere a posto… salverò tutti quanti, non importa a quale prezzo… se cambio ciò che accadrà nel vostro tempo, Akuma non si sarà mai liberato e nessuno morirà. Durante quello scontro io non ero ancora in grado di combattere e voi non me lo avete permesso, ma stavolta sarà diverso” La tirò nuovamente verso di se e fu lui, stavolta, ad abbracciarla, stringendola più che poteva “Marinette, te lo prometto… non permetterò in alcun modo che accada qualcosa a te, a Chat Noir ed a nessun altro”

In qualche modo, anche se piuttosto spaventata da quella storia, le parole del ragazzo la rassicurarono e le misero il cuore un po' più in pace

“Grazie...” le disse lei, staccandosi dall’abbraccio e fissandolo seria “Ma non pensare di fare tutto da solo. Sei venuto da noi in questo tempo per cercare aiuto e noi faremo di tutto per rispondere alla tua richiesta”

“Hehehe...” ridacchiò lui, pulendosi il viso “Quando parli così, mi sembri come Rena ti ha sempre descritta quando ti prendeva in giro, una supereroina dei fumetti”

“Si, sembra proprio una cosa che direbbe Alya...” disse lei, imbarazzata. Lui inarcò un sopracciglio

“Come sai che Alya è Rena Rouge?” chiese “Credevo che a parte Chloe non sapeste le vostre identità”

“Beh, non la sappiamo io e Chat… e lui non sa chi sono Rena e Carapace, mentre io si, perché ho dato io i Miraculous a loro due. Effettivamente, anche Alya e Nino adesso sanno chi sono a vicenda…”

“Wow...” disse, con aria stupita “Non me l’avevate mai raccontata così… mi avevate solo detto che le vostre identità segrete erano un casino. E adesso capisco perché lo avevate definito un ‘groviglio inutile’”

“Groviglio inutile?” chiese, senza però ricevere risposte. Il moretto, finita la discussione, si alzò in piedi e si stiracchiò le braccia

“Beh, credo che per stasera sia abbastanza… appena potrò, dovrò raccontare tutto a Chat Noir, anche lui ha il diritto di sapere le cose come stanno”

“Ehm… lo volevo chiamare proprio per raccontarglielo… scusa se non te l’ho detto subito”

“Oh… beh, non scusarti, è meglio così, almeno non mi devo ripetere” disse, osservando dritto davanti a se “Prima che vada, c’è altro che volevi sapere?”

Lei scosse la testa “Quello che mi hai detto era abbastanza… e sono con te, non morirà nessuno stavolta. Ma… come possiamo esserne sicuri? Hai detto che Papillon ci sconfiggerà e prenderà i nostri Miraculous”

“In realtà non l’ho mai detto” rettificò lui “Ho solo detto che ha espresso il desiderio con i vostri Miraculous, l’ho chiamata la sua vittoria perché è sempre stato quello il suo obiettivo, ma non so come siano andate effettivamente le cose. Se ve li ha sottratti con la forza, con l’inganno o in qualunque altro modo, solo voi due lo avete sempre saputo, ma non avete mai voluto parlarne. Chloe ogni tanto sembrava persino intendere che eravate stati voi a darglieli”

“Tipico di lei...” borbottò sottovoce, venendo però sentita dal ragazzo

“Non lo ha mai detto con cattiveria… non troppa, almeno. Semplicemente ha sempre trovato impossibile che Papillon sia riuscito a prenderveli. Ma in qualche modo ci è riuscito… ed ho un piano per impedirlo. Ma di questo ve ne parlerò meglio domani sia a te che a Chat. Shivihs, trasformami!”

La Kwami venne assorbita dal medaglione ed AJ si trasformò in Dragakin, causando un leggero disturbo a Marinette, nuovamente per il cambio di stazza. Più che l’aspetto, era quello a sorprenderla maggiormente

“Adesso credo che andrò a dormire, dovresti fare anche tu lo stesso. Buonanotte, Marinette!”

“Ah… aspetta!” gridò lei, mentre si stava alzando in volo “Ho un’ultima domanda, prima che tu te ne vada, ed è un po' più… personale”

“Mh? Cosa sarebbe?”

“Ecco, è molto imbarazzante per me da dire, ma… tu sei un caso a parte… insomma… c’è… c’è un ragazzo che mi piace, moltissimo. Si chiama Adrien Agreste…”disse, venendo accolta da uno sguardo basito del wielder dragonico “Volevo chiederti se nel futuro, noi due...”

Dragakin la interruppe mettendo una mano avanti e parlandole sopra “Le faccende sentimentali sono tra le cose di cui categoricamente non parlerò, mi spiace. Certe cose andranno come andranno, per te come per chiunque altro. Non voglio metterci bocca per poi rischiare di modificare coppie future. Cosa succederebbe se io adesso andassi dai miei genitori per dirgli che si metteranno insieme e nascerò io, secondo te?”

“Ehm… non saprei...”

“Nemmeno io. Quindi mi tengo alla larga da certe storie”

“Sei noioso” gli rispose, facendo finta di arrabbiarsi, anche se capiva il suo punto di vista. Lui sorrise mostrando le zanne

“Dopo tutte le volte che mi avete detto di essere troppo avventato, mi fa strano sentire una cosa del genere. A domani!”

Detto ciò, il ragazzo si alzò in volo e si allontanò velocemente, rovinando con uno scatto il poco ordine rimasto sul terrazzino e ritornando al suo rifugio temporaneo, lasciando Marinette nuovamente da sola con Tikki ed i suoi pensieri. Ma stavolta non erano riflessioni dubbiose, anzi, stava già iniziando a ragionare su come poteva essere il più utile possibile. Quella promessa fatta da AJ non era tanto per dire o buttata al vento, sentiva che veniva dal cuore. Teneva a lei, a Chat Noir, ai propri genitori, ai loro compagni supereroi ed a tante altre persone che nel tempo aveva perso, ed era determinato a sistemare le cose. Lei non sarebbe affatto stata da meno

“Per prima cosa, chiamo Chat e gli racconto tutto. Se lo conosco, credo che neanche lui stia riuscendo a chiudere occhio stasera” disse tra se e se, ignorando il consiglio di Dragakin di andare a letto, per iniziare una lunga e probabilmente difficile conversazione con il Wielder del Gatto Nero


Ormai si era fatta mattina. Marinette non ricordava per niente a che ora fosse andata a dormire. Non ricordava nemmeno se anche solo ci fosse andata. Voleva essere sicura di non tralasciare nessun dettaglio mentre discuteva con Chat di ciò che AJ aveva detto la sera prima, ma così facendo si era ridotta ad uno zombie. La mano, piegata in modo infastidito e stanco, si allungò verso il pulsante di spegnimento della sveglia che disturbava il suo riposo. Gli occhi sembravano voler fare di tutto per non aprirsi, o almeno non completamente, infastiditi dalla poca luce che usciva dalla finestra. Un rigolo di bava impediva al cuscino di staccarsi completamente dalla sua faccia, cosa che in ogni caso non sembrava desiderare accadesse. Mancava solo la fame di cervelli

Con tutta la forza che riuscì a trovare, si alzò a sedere sul letto. Doveva pur esserci un motivo se quell’aggeggio infernale aveva iniziato ad emettere suoni. Dopo pochi minuti di riflessione mista a coma cerebrale, si rese conto di essere faccia a faccia con Tikki, che gesticolava e svolazzava in cerchio pur di essere notata

“Che succede?” riuscì miracolosamente a bofonchiare

“Succede” rispose la Kwami, preoccupata e rassegnata “Che ancora non ho capito come fai a riavviare la sveglia mentre dormi…”

Convivendo a malincuore con il concetto di ‘tardi’, e che questo andava a braccetto con la ‘sveglia’, ritrovò in un attimo la forza e si fiondò con lo sguardo sull’ora indicata. Erano le 8 passate, stavolta tardi le sembrava un complimento

“Accidenti! La scuola!”

Con velocità da fare invidia ad un podista, riuscì in qualche modo a lavarsi, cambiarsi ed uscire dalla sua stanza prima che Tikki potesse anche solo pensare o sperare di dirle o ricordarle qualcosa in proposito. Poté solo roteare gli occhi al cielo nel vederla così scattante

Si ritrovò in qualche modo giù dalle scale tutta intera, ordinata e pronta a scattare ad ogni minimo segnale. Vide i genitori dietro al bancone tra impasti e farina, tranquilli e sereni a preparare pane e prodotti di panificio vari

“Marinette, buon...” cercò di dire Tom, il padre, prima di effettivamente notare in che stato era la ragazza”… giorno?”

Poteva chiaramente vedere dalla sua espressione e dal fiatone che il cuore ed un polmone stavano facendo a gara a chi dovesse essere sputato per primo

“Tardi… scuola… sveglia… colazione… libri...” ansimò lei, non sapendo più neanche bene cosa stesse succedendo attorno a lei

La madre Sabine, con il tono più calmo e rilassante possibile, le si avvicinò per tranquillizzarla “Tesoro, calmati, non è tardi. Non ti sono neanche venuta a svegliare perché oggi la vostra scuola è chiusa”

“Tardi… scuola… chiusa?” disse, ritrovando un po' di senno

“Hanno chiamato stamattina presto” continuò il padre “Devono chiudere per dei lavori di ristrutturazione, sembra che li abbia richiesti il Sindaco stesso. Un’intera settimana sicuro, poi vedranno se servirà altro tempo”

All’improvviso le ritornarono in mente le parole di AJ del giorno prima. Già da quando si era aperto con lei la sera prima aveva praticamente smesso di avere dubbi sulle sue parole, aveva percepito quanto fosse sincero, ma sentire che ci avesse preso su quello fu per lei la conferma finale. Tikki, nascosta dietro la porta, si fece vedere mentre scosse la testa in cenno negativo, facendole capire che tutta quella fretta era stata inutile e che lei già lo sapeva

Mentre il suo battito cardiaco cercava di ritornare ad un ritmo normale, la porta del negozio si aprì e proprio a quel cuore sembrò mancare un battito. AJ aveva appena varcato la porta del negozio come se nulla fosse, lasciandole il tempo solo di assumere un espressione spaventata

“Buongiorno… ah, Marinette! Cercavo proprio te!” esclamò, per poi rivolgersi alla coppia di panettieri “Buongiorno!”

“Ciao” gli rispose Tom, per poi incuriosirsi “Sei un compagno di scuola di Marinette? Non mi pare di averti mai visto”

“Si, sono solo in un’altra classe. Ero venuto a chiamarla. Dato che la scuola è chiusa, Alya voleva organizzarsi per fare un giro in centro, visto che ero qui vicino mi ha detto di passare a dirglielo. Vieni anche tu?”

“Ehm… io… “ mugugnò, presa in contropiede dalle sue parole. Nonostante sapesse che fosse una palese bugia, il suo modo di dirlo così tranquillo le fece quasi credere che fosse vero

“Se vuoi andare vai pure, non c’è problema” le disse Sabine, pensando aspettasse un loro permesso

“O-ok, si, vengo con... voi!” rispose, come risvegliatasi

“Bene, allora andiamo, non facciamoli aspettare... come al solito” disse, quasi a voler sottolineare l’essere una ritardataria della corvina, facendo scappare un risolino ai genitori. Senza aggiungere altro se non i saluti, i due uscirono dalla panetteria

Appena fuori e stando attenta a non essere visti, Marinette si rivolse contrariata ad AJ

“Ma che ti è saltato in testa?! Mi è preso un colpo quando ti ho visto entrare! Non avevamo detto di chiamarci per vederci?!”

“Non capisco il problema” rispose sorridendo

“Beh, i miei genitori...” cercò di dire, venendo interrotta. Per lui stava diventando quasi un’abitudine bloccare le sue frasi a metà o completarle per lei

“Loro non sanno nulla di questa storia e così continuerà ad essere. Non è che ora che mi sono fatto vedere sappiano tutto, mica mi sono messo a chiamarti Ladybug o a parlare del futuro”

“Beh, vero, sei stato molto attento…” il suo tono si fece un po' più preoccupato “Anche il modo in cui ti sei inventato tutta quella storia… sei bravo a mentire”

AJ abbassò lo sguardo, capendo cosa la ragazza intendesse “Mi dispiace, so bene che a te non piace chi mente così spudoratamente… però non posso fare altrimenti. Per venire qui, guardarmi in giro e fingere che non sappia nulla di ciò che accadrà con chiunque eccetto te e Chat, anche solo per riuscire a parlarvi senza rivelarvi cose che non devo, mi sono dovuto esercitare un sacco con… credo si chiami la ‘faccia da poker’. Sto facendo un sacco di fatica per pensare bene ad ogni frase che dico, su certe cose ho bisogno di mentire per aiutarmi a farlo...”

Marinette, anche se contrariata perché appunto mal sopportava le persone false, non poteva non capire il suo punto di vista. Pensandoci, sapeva che nella sua situazione avrebbe fatto la stessa cosa

“Va bene, ma spero che a noi almeno tu stia dicendo tutto”

“Con quello che dobbiamo fare, sarei un imbecille a non dirvi tutto il necessario” rispose, per poi voltarsi verso la casa della ragazza un’ultima volta “Ok, adesso facciamo così, vai alla Tour Eiffel e trasformati, io vado a prendere Chat Noir e ci troviamo lì”

Lei gli annuì, ma poco prima di iniziare a dirigersi verso la piazza del monumento, notò che sulla guancia del ragazzo si stava facendo strada una lacrima, ma che neanche lui si era accorto della sua presenza

“Hey, tutto bene?”

“Hm?” mugugnò, accorgendosi solo così della goccia che gli stava attraversando il viso “Oh, si, tutto bene… credo sia solo… aver visto i tuoi genitori, ecco. Sono come li hai sempre descritti…”

La giovane si portò una mano al cuore, intuendo di cosa stesse parlando “Anche loro sono...”

“Mi spiace...” rispose, non volendo aggiungere altro a riguardo “Cambieremo anche questo. Cambieremo tutto”

Dopo un cenno con la mano, il ragazzo si avviò verso le strade di Parigi in cerca del prossimo obiettivo. Lei invece, anche solo per un attimo, fu in grado di capire come potesse sentirsi lui per la perdita dei genitori, cosa che la rese più determinata di quanto già non fosse

 

In casa Agreste, nonostante la settimana di pausa scolastica, per Adrien non ci sarebbe stato comunque un momento di riposo. Dal momento che non avrebbe avuto lezione fuori casa, il padre del ragazzo si era organizzato con l’assistente Nathalie per poter ricevere lezioni dentro di essa. Per fortuna di entrambi gli Agreste, l’unico suo insegnante che trovarono disponibile fu quello di lingua Cinese. Fortuna per Gabriel in quanto avrebbe potuto organizzare meglio la settimana del figlio, ma soprattutto fortuna per Adrien, dato che l’insegnante non era altri che Maestro Fu sotto falso nome. Con lui almeno si sentiva rilassato rispetto che durante le sue altre lezioni, anche se in quel momento era piuttosto turbato per via delle cose che gli aveva raccontato Ladybug. Non poteva non pensare al fatto che quell’uomo avrebbe fatto una fine del genere, ma per questo non stava riuscendo a parlare né a guardare l’anziano direttamente

“Ragazzo mio” iniziò a dire Fu, percependo la tensione nell’aria “Qualcosa ti preoccupa? Forse il nuovo Wielder?”

“Cosa?” rispose, rendendosi conto del suo modo di fare “Oh, no, con lui… abbiamo capito che non mente, è solo che… ci ha raccontato alcune cose che succederanno se non dovessimo farcela, cose… terribili”

“Pensavo che ormai vi foste abituati ad essere sotto pressione come supereroi” rispose, cercando di essere gioviale per farlo stare a suo agio

“Si, ma questa volta è diverso… sappiamo già che non ce l’abbiamo fatta, ed anche se AJ ci ha detto che possiamo impedirlo, la cosa mi preoccupa comunque”

“Sono sicuro che non sia venuto qui per nulla, a cercare un aiuto che non può ricevere. Si fida di voi due, nonostante sa già come sono andate le cose nel suo tempo. Vorrà dire qualcosa, non credi?”

“Forse... che devo semplicemente avere più fiducia io” rispose Adrien, sorridendo finalmente a Fu

La chiacchierata dai due venne interrotta da un suono alla finestra. Sentirono come bussarci contro, ed infatti quando si voltarono verso i vetri, videro AJ che li salutava entrambi. Dati i molteplici pericoli dello stare in quella posizione, tra cui non solo il cadere ma anche l’essere scoperto dal Gorilla, Adrien si alzò in fretta per aprirgli e farlo entrare. Con grande agilità, AJ riuscì almeno a non rompersi il naso, quando effettivamente cadde di faccia ma per sua fortuna in avanti

“Ahi… grazie” gli disse, rimettendosi in piedi

“Ma che ci fai qui? Potrebbero scoprirti! E poi hai idea di quanto sia stato pericoloso arrampicarti fin lì? Potevi almeno trasformarti”

“Lo so, lo so, ma… volevo vedere casa tua quando era ancora intera, per una volta” si osservò in giro, constatando che già solo la stanza era una vista più che sufficiente “Devo dire che è anche meglio di come mi è stato raccontato. E comunque, non mi sono trasformato solo perché non serviva, sono in grado di salire dall’esterno di una casa anche da solo”

“È stato un rischio inutilmente grosso!” rispose, incrociando le braccia e guardandolo male. AJ, prendendosela un po' a male per la sua reazione, si fece meno spavaldo

“E va bene, non lo farò un’altra vola” disse, sorridendo subito dopo e parlando sottovoce “…forse” si accorse solo dopo della presenza di Fu nella stanza “Maestro, buongiorno”

Fu gli rispose semplicemente con un inchino

“In ogni caso, sono qui perché voglio parlare con te e Ladybug del mio piano, ed iniziare anche a metterlo in pratica magari. Lei già ci aspetta alla Tour Eiffel, muoviamoci”

Come era arrivato stava già per andarsene, ma Adrien lo fermò facendogli notare l’ovvio

“Aspetta, non posso andarmene così su due piedi! Prima dobbiamo pensare a qualcosa per farmi uscire senza essere visto!”

Il viaggiatore del tempo non intuì subito cosa volesse dire, ma i ricordi si fecero strada poco a poco “Ah, già, tuo padre e la sua assistente… non ti lasceranno andare tanto facilmente, eh?”

“Beh, no, ma non ho intenzione di restare escluso da questa storia!” gli mise una mano sulla spalla ”Ladybug mi ha raccontato tutto ciò che gli hai detto ieri sera. Ci siamo dentro tutti e tre!”

“Tutti e sei!” esclamò Plagg, sbucando dalle spalle del biondo “Sempre a dimenticarti dei Kwami, tu… anche io, Tikki e Shivihs facciamo la nostra parte!”

“Heh… grazie, ragazzi” rispose, mostrandosi meno felice di quanto non fosse

“A coprire la tua uscita ci penso io” intervenne Fu, colto però da un Adrien non troppo convinto

“Ne è sicuro?”

“Non c’è alcun problema. Per Wayzz sarà facile imitare la tua voce”

Il Kwami verde si cimento subito in una dimostrazione, provando a copiare la voce di Adrien con la magia “Come ti sembra?”

La voce era un po' più adulta di quanto doveva essere, ma per il resto da fuori sarebbe sembrata praticamente la stessa “Andrà bene!” rispose il giovane Agreste “Allora andiamo. Non facciamo aspettare troppo le signore!”

Anche se era stato proprio lui a dire ad AJ di non farlo, Adrien si affacciò alla finestra e spiccò un balzo oltre il muro del giardino, lasciandolo basito

“Ma guarda tu, e poi dice a me...”

Prima che potesse seguirlo, Fu gli si avvicinò “Il nome ‘Longg’ ti dice nulla?”

“Uh… Longg, eh?” rispose, grattandosi la nuca ed abbassando lo sguardo. Aveva più volte sentito quel nome dagli altri Kwami, ma qualunque cosa avesse risposto non se la sentiva di dare spiegazioni in proposito. Per sua fortuna, tutto ciò che l’anziano guardiano voleva era vedere la reazione da parte sua

“C’è un motivo se il tuo Miraculous mi incuriosisce… io possiedo un Miraculous del Drago, ma non è un per niente come il tuo, ed è abitato dal Kwami Longg, non da Shivihs. Anche lei, comunque, dona poteri nello stile di un drago, ma in un modo ben diverso da quello che conosco. Non ho detto nulla ieri per evitare di fare sorgere troppe domande, ma resto ancora molto curioso di dove tu lo abbia trovato… potrei avere soprattutto una teoria a riguardo...”

“Maestro Fu, per favore, non… non posso parlarne, davvero” rispose, voltandosi e cercando di non guardarlo “È importante che né lei né nessuno in questo tempo lo sappia… ”

Fu sorrise “Allora è molto probabile che la mia teoria sia fondata”

AJ, voltandosi di nuovo verso di lui, sentiva che l’uomo probabilmente aveva intuito tutto. Gli sorrise a sua volta, soddisfatto di aver incontrato una persona come lui, anche se per poco tempo. Qualcuno legato ai Miraculous in un modo profondo quanto il suo, seppur totalmente diverso. Senza aggiungere altro, seguì la direzione presa da Adrien, ma non prima che il maestro potesse dirgli un ultima cosa

“Non smettere mai di avere cura di Shivihs”

“Non lo farei mai” rispose AJ, saltando anche lui giù dalla finestra. Dopo quello scambio di parole aveva capito che trovava estremamente piacevole parlare con Fu, ma non avevano un minuto da perdere. Il tempo sembrava essere tanto, ma stringeva sempre di più

 

Adrien stava aspettando che AJ lo raggiungesse appena dietro al muro della casa, ma non pensava certo che ci avrebbe messo così tanto ad arrivare. Quando finalmente anche lui scavalcò la barricata ed atterrò al suo fianco, tirò un sospiro di sollievo

“Bene, sei qui… iniziavo a credere che ti avessero beccato”

“No, mi ero solo fermato a scambiare due parole con Maestro Fu. Devo dire che non mi dispiacerebbe discutere con lui, di tante cose...”

“Hey, lo hai detto tu! Se impediamo al demone di uscire, nulla di tutto questo accadrà, e tu probabilmente conoscerai Maestro Fu nel futuro perché sarà ancora vivo!”

“Ehm… in realtà, non ho alcuna idea di che cosa succederà a me ed al futuro da cui arrivo, se sistemeremo tutto”

“...come sarebbe a dire che non ne hai idea?” chiese, inarcando un sopracciglio e scuotendo la testa

“Beh, non è che sia un massimo esperto di viaggi nel tempo! Se mettiamo a posto le cose, potrei tornare e trovare un mondo migliore… ma potrebbe anche non cambiare nulla per il mio tempo e modificarsi solo il vostro futuro… o ancora, potrei persino sparire perché non mi sarebbe mai servito venire nel passato… potrei anche solo non riuscire più tornare indietro! Ci sono tante possibilità! Il fatto che non parli di tante cose è anche quello dovuto al fatto che non so cosa succederebbe se lo facessi!”

“Aspetta… hai anche preso in considerazione l’idea di non risolvere nulla per te nel futuro, o persino di sparire?”

“Con tutte le teorie che io e gli altri abbiamo fatto prima di partire… si, l’ho fatto”

“Ma…”

“Adrien” lo interruppe AJ, prima di entrare in discussioni troppo lunghe e complicate “Ci sono già stati tanti ‘se’ e tanti ’ma’. Per come la vedo io, sapere che da qualche parte le cose non sono orribili come nel mio tempo è già abbastanza. Se riesco a sistemare anche solo il vostro futuro, potrò ritenermi più che soddisfatto, a prescindere dalle conseguenze”

“… è comunque piuttosto… triste” aggiunse lui, dispiaciuto

“Lo so. Ma è meglio triste piuttosto che apocalittico, non credi?”

“Si, forse...”

Gli mise una mano sulla spalla e lo scosse un po “Dai, basta perdere tempo in chiacchiere ed andiamo!”

Per cercare di sdrammatizzare, Adrien gli rispose a tono indicando la sua stanza “Fino a prima, eri tu quello che si era perso in chiacchiere!”

“Ora non fare la punta su tutto!” rispose, sorridendo, ma percependo comunque nel ragazzo davanti a lui un senso di disagio. Forse dirgli certe cose non era stata una buona idea, ma fino a che poteva parlare, avrebbe parlato

Senza ulteriore tergiversare, il duo si avviò velocemente verso un luogo appartato, ed un vicoletto appena entrati in città fu il più adatto. Si nascosero da sguardi indiscreti, cosa che in realtà importava più ad Adrien che ad AJ, e pronunciarono entrambi la formula della trasformazione

“Plagg, trasformami!”

“Shivihs, trasformami!”

Dopo essere stati avvolti da un lampo di luce divennero Chat Noir e Dragakin, ed ognuno a suo modo si sollevarono sopra i tetti della città per muoversi più velocemente. Mentre il Wielder del drago volava sopra la sua testa, a Chat non poté non scappare un pensiero

“Sai, è stata la prima volta che mi sono trasformato davanti a qualcuno… è già successo con Ladybug, ma abbiamo tenuto gli occhi chiusi o comunque non ci stavamo guardando. Mi sembra persino strano”

“Per me non è nulla di speciale” rispose lui facendo spallucce “Una vecchia abitudine, forse, ma mi sono sempre trasformato a prescindere da chi avevo intorno”

“Sai… forse quella è l’unica cosa che Akuma ha fatto di buono, nel tuo tempo...” mormorò lui “Lo so che l’identità mia e di Ladybug dovrebbe restare un segreto, per le nostre vite normali e tutto… ma ormai ci soffro ogni giorno di più. Sono innamorato di lei, questo credo tu lo sappia” disse, senza notare gli occhi sbarrati di Dragakin “Siamo fianco a fianco ogni volta che combattiamo, ma non so chi sia. Nel tuo tempo, i problemi sono altri...”

“E ridagli con questo groviglio...” sospirò a bassa voce Dragakin, senza farsi sentire dal ragazzo, per poi alzare la voce con solo tre parole che sarebbero state perfette anche per la ragazza soggetto del discorso “Sei un idiota”

“Cosa?” chiese Chat, che non aveva davvero sentito, perso nel suo stesso discorso. Lui scosse la testa

“Nulla, lascia perdere… è solo...” provò a dire, ma mentre parlava, osservò in basso, verso la strada. Si trovavano di fianco ad un parco, ma la cosa che più di tutte adocchiò fu una ragazza in particolare. Si immobilizzò, quasi pietrificato. Chat frenò subito la sua avanzata, vedendolo fermarsi

“Che succede?”

“Quella… “ disse, stringendo i denti, con un tono adirato “Quella ragazza… quella con la giacca rossa!”

Chat si voltò nella direzione in cui stava guardando. Vide un gruppo di ragazze che passeggiava ridendo dei fatti loro. E tra tutte, l’unica che aveva indosso una giacca rossa era a che l’unica lì in mezzo che conoscesse

“Intendi dire… Lyla?” domandò, osservando che dalle narici di Dragakin aveva iniziato a fuoriuscire del fumo

“Lyla… Volpina… VOLPINA!” gridò furente il ragazzo, per poi far disperdere nell’aria un minaccioso ruggito

Chat Noir, nel vederlo reagire in quel modo, si spaventò non poco. Era la prima volta che lo vedeva arrabbiato per qualcosa, ma non sapeva neanche per cosa. Notò che lungo la sua schiena si innalzarono alcune scaglie acuminate formanti una linea, partendo dalla testa e raggiungendo la coda. Gli sembrò persino che gli artigli di mani e piedi si allungarono, pronti a scattare e colpire. Il suo respiro si fece ben più profondo ed agitato, emettendo a scatti getti di fumo nero e bollente. Gli occhi, ormai ridotti ad una fessura, erano simili a quelli di un serpente pronto a scattare sulla preda

Aveva intuito che era pronto a scatenarsi un disastro, ma prima che potesse intervenire lui nel cercare di capire cosa stesse succedendo e fermarlo, Nooroo si materializzò e gli si parò proprio davanti agli occhi

“AJ, adesso calmati! Non è la Volpina del nostro tempo! Non ha fatto nulla di male!”

“MA...” rispose lui, senza distogliere lo sguardo dalla giovane, che dato il mostruoso latrato si era voltata a guardarlo con aria piuttosto a disagio, lei come chiunque per strada

“Non possiamo farlo! Lo sai bene!” insistette il Kwami della Farfalla “Già fermare Papillon è rischioso, se dovessimo intrometterci anche su altre cose, potremmo pentircene!”

“Gh… nhg… io… si... va bene...” rispose, cercando di calmare il suo respiro, ma non riuscendoci molto bene. Quando notò come Chat lo stava guardando, si voltò dall’altro lato “Vai… vai alla torre, io… io vi raggiungo dopo!”

Senza dare spiegazioni o altro, riprese a volare, ma molto più veloce di prima e senza che Chat avesse neanche la possibilità di seguirlo. Anche Nooroo rimase indietro con aria preoccupata, per poi mettersi a seguirlo seguendo la posizione del suo Miraculous. Ora che la situazione sembrava essersi rasserenata, Chat si riuscì a togliere di dosso quella sensazione spaesata e si rese effettivamente conto che Dragakin se ne era andato

“Ma… cosa gli è preso?” si domandò, adesso anche lui preoccupato. Dato che non sapeva bene cosa fare, fece come dettogli e si avviò alla Tour Eiffel, sperando di poterne scoprire presto di più

 

Appena arrivato allo Champ de Mars, Chat Noir si osservò intorno, alla ricerca del motivo per cui era andato lì. Che non si fece certo attendere a mostrarsi. La sua Milady stava aspettando trasformata ormai da un quarto d’ora che i due arrivassero

“Beh, finalmente sei arrivato” gli disse, comunque sorridendo, per far vedere che era tutto a posto “AJ dov’è?”

“… speravo fosse già qui” rispose, mostrando la sua preoccupazione

“È successo qualcosa?” domandò lei con la sua solita empatia

“Stavamo venendo qui insieme, ma a metà strada si è fermato perché ha visto Lyla. Sembrava quasi volerla attaccare… dovevi vederlo, era fuori di se. Già come Dragakin fa impressione, ma non è nulla in confronto a come si era ridotto. Sbuffava fumo, si è messo a ruggire, sembrava essere diventato un drago per davvero. Io non sono riuscito a fare nulla, ma Nooroo credo lo abbia calmato. Poi ha detto che sarebbe arrivato più tardi e se ne è andato... ma non so a fare cosa, e neanche dove...”

“Mi sembra che tu stia esagerando… va bene, Lyla avrà anche i suoi problemi, ma perché avrebbe dovuto reagire così?”

“Credimi, non sto per niente esagerando. Ci sono tante cose che non sappiamo su di lui… da quello che ha detto Nooroo, credo che Volpina abbia fatto qualcosa, nel suo tempo”

“Beh… allora dovremmo andare a cercarlo e chiederglielo”

Chat incrociò le braccia e si fece dubbioso “Pensi che sia davvero una buona idea? Se ha reagito così, forse non vuole averci attorno...”

Ladybug, prima di rispondergli, gli sorrise “Ci ha promesso che non ci sarebbe successo nulla di male, che ci avrebbe aiutati fino in fondo… ed io ho fatto la stessa cosa. Se adesso ha qualcosa che non va, anche questo conta come aiutarlo”

“Mmh… bene, d’accordo” rispose mostrandosi pronto ad agire “Andiamo a cercar...”

Senza riuscire a completare la frase, un rumore di combustione li fece girare di scatto. In lontananza, videro una poderosa e violenta fiammata stagliarsi nel cielo, originata da fonte sconosciuta a tutti, ma non a loro due

“… trovato?” commentò Chat, indicando la direzione dal quale si era alzato il fuoco. Non servì dire nulla, entrambi impugnarono le proprie armi e si avviarono verso il luogo dalle qualche ormai si vedeva solo il fumo ascendere al cielo

 

Senza rendersene conto, seguendo la traccia infuocata arrivarono nella periferia di Parigi, nei dintorni dei quartieri dormitorio. Non c’era molta vita lì attorno, ma più si avvicinavano a quella zona e più sentivano rumore di urti e raramente piccole scosse, oltre a gemiti furenti, sicuramente più facili da seguire del resto. Dopo poche vie, finalmente individuarono il loro obiettivo

Il fuoco, o almeno ciò che ne rimaneva, stava facendo salire i suoi vapori bollenti dall’interno di un canale di scolo. Ed era anche lì che le grida ed i colpi si sentivano meglio. Poco più avanti dell’ingresso al condotto fognario, videro Dragakin colpire con vigore le pareti a pugni, calci e ginocchiate, mentre Nooroo si teneva leggermente a distanza, aspettando sconsolato. Fu lui, per primo, ad accorgersi di Ladybug e Chat Noir

“Immagino si sia un po' fatto notare, vero?” chiese, con aria mogia

“Che cosa sta facendo?” chiese la ragazza, facendo notare il loro arrivo anche al mezzo drago, che però volse su di loro solo lo sguardo. Prese un profondo respiro, almeno per cercare di calmare i sospiri nervosi, ed appoggiò la testa al muro. Sembrava essersi fermato dal devastarlo

“Ecco...” iniziò a spiegargli Nooroo “AJ ha un… come dire...”

“Un problema di gestione della rabbia...” terminò Dragakin per lui “Sai che non devi farti problemi a dirlo”

“Non mi piace come suona…” gli rispose il Kwami scuotendo la testa

“Già...” mormorò in risposta, per poi rivolgersi nuovamente agli altri Wielder “Quando mi arrabbio, ho bisogno di sfogarmi in questo modo. Nel mio tempo ho una stanza apposta, qui… mi sto arrangiando”

Chat Noir si avvicinò al dragonide. Osservando il muro poté ben constatare l’effettiva forza del Miraculous del Drago, i punti che aveva colpito erano adesso spaccati da impatti particolarmente potenti. Il fumo arrivava proprio da alcuni di essi, ridotti in cenere ed ancora fumanti, conseguenza di fiammate in aggiunta ai colpi fisici. Sicuramente l’esplosione che avevano visto era stata l’opera di un getto fiammeggiante sfuggito al poco controllo che sembrava avere “Quindi è per questo che sei corso via...”

“Si… non è che volessi nascondermi, tutti sanno che ho questo problema” alzò la testa e si voltò a guardare Chat in faccia “Neanche ne hanno troppa paura, sanno che so quando andare a sfogare la rabbia. Sono io però che ho paura... non so cosa potrei fare a chi mi sta intorno, potrei fare del male a qualcuno senza volerlo”

“Ma perché ti sei arrabbiato così tanto?” gli chiese Ladybug “Che cosa è successo con Lyla?”

Solo a sentire il nome della ragazza, Dragakin dovette immediatamente scagliare un pugno contro il muro, facendo sobbalzare Chat per la reazione così improvvisa. Poi sospirò, segno che stava già passando e si mise a spiegare

“Per spiegarvelo meglio, dovrò dirvi come Akuma uccide gli umani. Non fa nulla di diretto, non ci attacca di per se, ma utilizza delle farfalle per incanalare il suo potere nei nostri corpi… e gli umani non sono in grado di reggere alla cosa. Un minimo di contatto, e sei morto...”

“Anche le farfalle… è troppo simile a Papillon...” constatò Ladybug

“C’è una spiegazione per quello” gli iniziò a spiegare stavolta Nooroo “Tutta questa storia di Papillon che vuole i vostri Miraculous… è stato tutto un plagio di Akuma. Il demone gli ha spiegato che con i vostri Miraculous potrebbe esprimere il suo più grande desiderio e gli ha spiegato come usare il mio Miraculous per ottenerli… per questo ha chiamato le farfalle nere ‘akuma’, quasi come forma di ringraziamento. Ciò a cui trasmetto il mio potere non ha mai avuto un nome, è stato lui il primo a dargliene uno...”

“Aspetta… stai forse dicendo che Papillon non è veramente cattivo?!” esclamò Chat, ma fu una domanda a cui Nooroo non rispose, limitandosi ad abbassare la testa. Fu Dragakin a parlare per lui, scuotendo la testa in cenno negativo

“Anche se Akuma gli ha spiegato come fare, è lui che non si fa scrupoli di alcun genere per ottenere ciò che vuole… forse è meno cattivo di quanto voi crediate, magari è stato un po' deviato da quel maledetto, ma resta sempre un folle di per se. Ma quel demone, invece… è un sadico bastardo, ed ha utilizzato le farfalle come forma di pura ironia! Un ringraziamento anche il suo, non c’è dubbio...”

“E tutto questo cosa ha a che fare con Lyla e con Volpina?” chiese nuovamente Ladybug, ritornando al nocciolo della questione

“C’entra, perché Akuma non uccide indiscriminatamente. Fa come Papillon, la farfalla ti entra in corpo e ti offre un patto… seguilo nella sua opera di morte e avrai un posto nel suo esercito… rifiuta, mostra esitazione, cerca anche solo di combatterlo… e si prende tutta la tua energia vitale… ma un essere umano con anche solo un minimo di morale non accetterebbe mai. Da quello che sappiamo, nel mondo non sono neanche una decina gli umani che sono entrati nella sua armata… e tra tutti...”

“No… non può essere...” cominciò a comprendere la coccinella, sbarrando gli occhi. Anche Chat ci era arrivato, senza che dovesse dire altro, ma lui continuò comunque

“Anche Volpina ne è entrata a far parte” disse, per poi lasciarsi scappare un sorriso nervoso “Chloe ci ha spesso parlato di sua madre Audrey, o Regina dello Stile, di come si è sempre comportata con lei, con il padre, con tutti quelli che aveva intorno… ma nemmeno una donna del genere si è unita a quel mostro” strinse i denti e sbatté un’altra volta un pugno contro la parete “E Volpina, invece… !” sospirò nuovamente, provando a calmarsi per l’ennesima volta “Nell’ultima battaglia contro Akuma, quella dove voi...” cercò di dire, ma si interruppe e proseguì “… beh… c’era anche lei. Ha massacrato centinaia di nostri compagni ed amici… è uno dei peggiori esseri umani mai esistiti… irrecuperabile… dovrebbe marcire sotto tre metri di terra...”

Dragakin strinse i pugni e le zanne, mostrandosi ancora piuttosto furioso. Chat rimase in silenzio ed incupito. Capiva la sua rabbia, non poteva credere che qualcuno potesse tradire l’intero genere umano in quel modo, eppure in qualche modo avrebbe voluto controbattere alle sue parole, fargli capire che si sbagliava. Ma venne battuto sul tempo. A prendere le parole in sua difesa, nonostante la sua antipatia per quella specifica ragazza, fu Ladybug

“Io… credo che tu ti sbagli...” gli disse, confondendolo un po' “Nonostante quello che ci hai detto… io non credo che nessuno sia irrecuperabile, o che meriti di morire… Lyla è una ragazza molto complicata e problematica… e se lo è ancora adesso, non penso che in una settimana cambierà qualcosa… ma forse possiamo aiutarla a migliorare con il tempo, se ci impegniamo. Non voglio che nessuno muoia… neanche lei”

Chat, come al solito, fu parecchio fiero ed orgoglioso di sentire quelle parole dalla sua innamorata e partner. Dragakin, per un primo momento, rimase a fissarla in silenzio con occhi leggermente straniti, senza dire una parola, ma dopo qualche secondo non riuscì a trattenere una risata sonora

“Hahahaha! Oh accidenti, mi ero quasi dimenticato che sei sempre stata così! Magari ci metti un po', ma finisci sempre con il vedere del buono in chiunque! Persino in quella ragazza!” gli disse, asciugandosi una lacrima dovuta alle risate

“Mi sembra che adesso tu stia meglio” gli disse felicemente Nooroo, data la grassa risata

“Oh, si, ora va molto meglio” gli rispose lui. Chat, nonostante con l’altezza gli arrivava a malapena ai pettorali, si sentì in obbligo di tirargli una gomitata al fianco, non troppo forte da fargli male ma abbastanza da farsi sentire “Ahi… e questo perché?”

“Perché se c’è qualcosa che non va finché sei qui nel nostro tempo, vieni a dirlo a noi invece di scappare via in quel modo, va bene? Mi hai fatto preoccupare, ed è la seconda volta oggi! La terza non ci andrò così leggero!”

“Heh… anche tu non sei molto cambiato negli anni su certe cose” disse sorridendogli. Sospirò e soffiò leggermente lontano dai ragazzi, facendo scaturire dalle fauci una minuscola lingua di fuoco “Va bene, direi che mi sono calmato del tutto...”

“Ottimo!” continuò Chat, allungandosi per mettergli una mano sulla spalla “Adesso quindi puoi parlarci della tua idea”

Dragakin annuì. Ladybug si avvicinò per sentire meglio il piano. Il posto magari non era il massimo, ma dato che erano riuniti e non avevano in fondo grosse pretese, non importava. Quello che importava era capire come evitare di essere sconfitti da Papillon

 

“Bene, partiamo dai fatti. Tutto ciò che sappiamo è che Papillon è riuscito a sottrarvi i Miraculous ed a liberare in questo modo Akuma. Che vi abbia sconfitti, che ve li abbia presi con l’inganno, bloccandovi, confondendovi le idee, questo non importa. La cosa importante è che voi dovete assolutamente tenere i vostri Miraculous il più stretti a voi possibile”

“Niente di più facile! Possiamo usare della colla e tenerli al sicuro il tempo necessario a sconfiggerlo!” suggerì Ladybug, ricordandosi l’esperienza vissuta contro Piantagrane, ma il mezzo drago dovette dissentire

“E credi che della semplice colla impedirebbe a Papillon di prendervi i gioielli? Sarebbe capace di tagliarvi le orecchie o le dita, se servisse…” per conferma, i due si voltarono verso Nooroo, che non negò la possibilità e fece semplicemente spallucce

“E allora come potremmo essere certi di tenerli al sicuro?” chiese Chat

“Beh, guardate me!” disse indicando il punto in cui era incastonato il suo medaglione “Il Medaglione del Drago è unito al mio corpo, è impossibile togliermelo se non annullo la trasformazione o non vengo sconfitto”

Per dimostrare la tesi, fece avvicinare a Chat la mano verso il rilievo del gioiello, constatando che effettivamente non era nemmeno in grado di impugnarlo, figurarsi toglierlo

“Beh, buon per te, ma questo cosa ha a che fare con noi?” continuò a chiedere Chat

“Vi ho già detto che nel futuro siete più forti. Non è una solo questione di allenamento o di età, sono proprio i vostri Miraculous che sono stati… modificati, ecco. Anzi, potenziati è il termine più adatto”

“Potenziati?” si incuriosì il gatto nero “Come?”

“Lo hanno fatto i Kwami stessi. C’è un motivo se riuscite ad utilizzare solo una volta a trasformazione i loro poteri, ed è lo stesso motivo per cui si stancano e devono recuperare le forze una volta tornati normali. I Kwami sono spiriti, concetti, esseri interamente fatti di energia pura che solo la magia dei Miraculous rende tangibili. Ed è quella stessa energia che trasmettono a noi Wielder per trasformarci e sfruttare i loro poteri. Ma loro, di per se, sono estremamente più forti nell’uso della loro magia. Credo che abbiate già visto entrambi Plagg in azione, mi avete raccontato che senza Chat ha quasi distrutto Parigi semplicemente sfiorando il terreno o soffiandoci sopra”

“Vuoi dire che i Kwami… non ci stanno aiutando al massimo delle loro possibilità?” domandò Marinette, sentendosi un po' presa in giro, ma subito Dragakin lo percepì e si spiegò meglio

“Non lo fanno perché non vogliono, ma perché non possono. Essendo fatti di energia, quella che vi trasmettono è come se fosse la loro stessa vita. Se ne usassero troppa, rischierebbero di morire per lo sforzo, o anche di uccidere il Wielder per via di un potere ingestibile dal corpo umano. Ma, per paura di questo, si sono sempre limitati più del necessario”

“Quindi, se ho capito bene, dovremmo chiedere a Tikki e Plagg di donarci più della loro energia quando ci trasformiamo!” intuì Chat, ma nuovamente, Dragakin scosse la testa

“Per quanto sarebbe la cosa più facile, non è possibile. Ci avete messo quasi tre anni a trovare il giusto quantitativo per evitare che né voi né loro vi ammazzaste da soli. Noi abbiamo a malapena una settimana di tempo.

No, quello che ho in mente è forse più pericoloso, ma è anche l’unica via possibile. Ho intenzione di portarvi con me nel futuro, recuperare i… beh, i vostri nuovi Miraculous, ed utilizzarli per la prossima battaglia”

“… cosa?!” domandarono i due in sincronia, ma solo Ladybug proseguì “Tu vorresti… portarci nel futuro?”

“Esattamente!”

“Ma…” proseguì ancora Ladybug “Se era questo il tuo piano fin dall’inizio, perché non ti sei portato dietro i nostri Miraculous per darceli?”

In un attimo, Dragakin sembrò incupirsi “… perché… non posso prenderli...”

“Ne stai facendo una questione di rispetto, visto che per te noi due siamo… morti?” chiese Chat, ritrovandosi a rabbrividire per la frase appena detta. Anche Ladybug sembrò incupirsi nel sentire parole simili. Dragakin, invece, assunse un espressione di stupore mista a disagio, contrariato

“… ma di che diavolo parli? Qui c’è in gioco la vita di milioni di persone, se avessi potuto ve li avrei portati. Quello che volevo dire è che proprio fisicamente non posso toccarli. Nessuno può neanche avvicinarsi a quei gioielli ormai!” prese poi a raccontare con aria nostalgica “Vedete, il modo in cui voi cinque ve ne siete andati, ha ferito terribilmente i vostri compagni Kwami. Sono rimasti traumatizzati… e per cercare di sopprimere il dolore, hanno creato attorno a loro ed ai Miraculous una barriera fatta della loro magia” iniziò poi ad elencarli tutti, tenendo il conto “Chiunque cerca di avvicinarsi all’Anello del Gatto Nero rischia di essere polverizzato, la Collana della Volpe causa allucinazioni che impediscono di prenderlo, il Pettine dell’Ape ti paralizza… gli Orecchini della Coccinella sono i più strani, hanno intorno un campo di fortuna che fa sempre accadere qualcosa affinché non possano essere raggiunti. Animali che li portano via, problemi strutturali attorno a loro, emergenze, malattie, nel tempo abbiamo visto di tutto. Per quanto riguarda il Bracciale della Tartaruga… quello nessuno osa toccarlo. Vedete, lo Scudo Protettivo generato da Wayzz e Carapace è ancora adesso la difesa principale del rifugio, lo circonda completamente anche dopo tutti questi anni… anche dopo tutto ciò che è successo. Temiamo sempre che smuoverlo possa disattivarlo… Carapace stesso ha continuato a combattere senza più utilizzare il suo potere, per paura che così facendo il rifugio si sarebbe ritrovato indifeso...”

“Plagg...” mormorò Chat, intristito nel sapere il destino toccato al suo piccolo amico. Ladybug non disse nulla, ma si vedeva che era preoccupata quanto lui per Tikki. Rifacendo rapidamente mente locale e concentrandosi sui fatti, il Wielder del Gatto Nero avanzò una domanda “Ma… se sono protetti in questo modo, noi che cosa possiamo fare per prenderli?”

“Semplicemente… essere voi” rispose stavolta Nooroo “Quando Tikki e Plagg sentiranno che siete li e state bene, abbasseranno le difese magiche per voi. Almeno, è quello che pensiamo...”

Dragakin poggiò la mano sul Medaglione “Anche Shivihs ha detto che è possibile, ma non certo… possiamo solo sperare che funzioni”

Ladybug e Chat Noir si scambiarono uno sguardo preoccupato. Quell’idea sembrava buona, ma andare nel futuro li spaventava per più di un motivo. Non capivano se erano pronti o no a vedere come il mondo sarebbe diventato nel caso in cui Akuma riuscisse a liberarsi. Inoltre, la corvina aveva una preoccupazione

“Ma… le persone che ci conoscono… non rischiano di rivelare chi siamo?”

Il mezzo drago sospirò “Ce l’hai proprio con questa storia… tranquilla, ne avevamo già parlato prima che partissi, sanno tutti che devono regolarsi e stare attenti a cosa dicono”

“In questo caso… io… credo che si possa fare!” esclamò in risposta, per darsi più coraggio “Se pensate che è l’unico modo, allora verrò nel futuro con te!”

“Beh… di certo non ti lascio andare da sola, Milady!” aggiunse il biondo “Non andrai in nessun posto pericoloso senza di me al tuo fianco a proteggerti!”

“Grazie, Chaton, voglio proprio vedere quando toccherà a me salvarti la coda, come il più delle volte” rispose ironica, dando solo spazio al compagno per scherzare

“Mia cara, sappi che ti lascio credere che abbia bisogno di aiuto ogni volta perché sono un gentiluomo!”

Ladybug si lasciò scappare una risatina senza rispondere nulla, mentre Dragakin li osservava sorridendo. Erano così simili a come erano nel suo tempo anche nel modo di scherzare che non poteva non avere nostalgia. Poi si diede uno scossone e si riprese, non c’era tempo per essere melensi

“Va bene, se abbiamo deciso, allora direi di muoverci! Tornate a casa vostra e preparatevi, se ne avete bisogno cercate delle scuse con chi di dovere, perché potremmo stare via più di una giornata! Quando sarete pronti, partiremo”

“A-Aspetta!” rispose Ladybug preoccupata “Perché dobbiamo trovare delle scuse? Se viaggiamo nel tempo, ci basterà poi tornare indietro nel momento dopo la partenza e sarebbe tutto a posto, no?”

“Ehm… non funziona proprio così” rispose il drago, estraendo e mostrando loro un oggetto contenuto nei suoi marsupi, un orologio che entrambi riconobbero come quello di Alix pulsante dell’energia violacea del Miraculous della Farfalla “Quando avete affrontato Chronogirl, lei viaggiava nel tempo per se stessa, quindi ha aperto e chiuso un portale immediatamente. Io invece devo fare avanti ed indietro, perciò ho lasciato il portale aperto dove sono arrivato, anche se bloccato, così che nulla possa passare. Ma facendo così, il tempo in entrambi i posti al momento sta scorrendo all’unisono. Dovete considerarlo come se doveste viaggiare molto lontano, tipo in un altro Paese”

“… potremmo avere problemi...” gli rispose Chat, sapendo che almeno lui era consapevole della sua situazione “Cosa dovremmo dire?”

“Neanche io saprei cosa inventarmi per stare fuori casa così a lungo, non senza far scoprire che sono sparita...” si aggregò Ladybug, facendo arrovellare tutti i presenti. Mentre ai due diretti interessati però non sembrava venire in mente alcuna buona idea, fu il Wielder dragonico che ad illuminarsi

“Oh, si! C’è una cosa che… aspettate!” tirò fuori la lista dei suoi ‘racconti dal futuro’, in cerca di un informazione in particolare “Eccola, me la ricordavo! La vostra scuola per questa settimana di chiusura sposterà le lezioni da un’altra parte. A detta di Max, per voi non sarà obbligatorio andarci perché è fuori Parigi ed i costi di viaggio, cibo e tutto il resto sono a carico delle famiglie. Quasi nessuno della vostra scuola ci andrà… ma voi potreste dire che dovete andare lì per forza e che per non fare avanti ed indietro c’è un alloggio!”

“Beh… si, credo possa andare bene” gli rispose Ladybug, d’accordo con l’idea

“Sono abbastanza sicuro che in casa non mi faranno storie se gli dico così!” fu d’accordo anche Chat, anche se il sorriso abbozzato da lui sembrò meno convinto di quello della ragazza

“Allora è deciso” Dragakin incrociò le braccia, chiuse gli occhi e cominciò a mugugnare qualcosa tra se e se, più che altro numeri che sembravano minuti. Poi riaprì le palpebre e gli sorrise “Tornate a casa vostra e preparatevi bene, l’appuntamento è questa sera alle otto in cima alla Tour Eiffel. Se ho calcolato bene l’orario, arriveremo nel mio tempo attorno all’una e mezza di pomeriggio!”

I due super, anche se un po' presi alla sprovvista dal momento tanto improvviso della partenza, annuirono decisi. Quella sera avrebbero intrapreso una crociata nell’incognito futuro

 

Marinette era positivamente convinta che dire ai suoi genitori di quel viaggio non le avrebbe causato problemi e che a loro sarebbe andato bene. Nonostante odiasse mentir loro su certe cose, sapeva che tutto quello che riguardava Ladybug doveva comunque rimanere segreto, quindi avrebbe chiuso un occhio su se stessa per quella volta. Adrien era invece ben più preoccupato. Sapeva ormai che il padre non lo limitava più in nulla per quanto riguardava la scuola, aveva dimostrato di poter avere la sua fiducia su certe cose, ma sarebbe stata la prima volta che avrebbe dovuto convincerlo ad affrontare un viaggio di più giorni. Ma non poteva fare altrimenti: per partecipare, avrebbe dovuto prendere la situazione di petto ed affrontare di persona l’argomento con Gabriel

Il giovane Agreste, una volta rincasato rientrando dalla finestra ancora con le sembianze di Chat Noir, si ritrasformò e trovò ancora il Maestro Fu e Wayzz, intenti a coprirlo. Per fortuna, non era entrato nessuno fino a quel momento

“Tutto risolto?” chiese l’anziano uomo

“Quasi… grazie dell’aiuto, Maestro. Adesso dovrei andare a parlare con mio padre… potrebbe essere una cosa lunga”

Fu non gli fece domande, ma dai suoi occhi si poteva percepire quanto fosse importante la cosa, o almeno quanto il ragazzo fosse serio. Si mise in piedi e fece nascondere il Kwami verde sotto la sua giacca “Allora, credo che andrò. Buona fortuna, ragazzo mio”

“Ne avrò bisogno” rispose lui sospirando

Si diresse subito verso l’ufficio del padre, cogliendo di sorpresa il Gorilla per il modo di fare piuttosto frettoloso, dato che fino a quel momento credeva di averlo sentito parlare tranquillamente. Il Maestro Fu gli passò a fianco e si diresse invece verso l’uscita, osservando quanto poteva e senza dare nell’occhio il giovane, fino a quando non arrivò all’uscio e dovette perderlo di vista

Bussò alla porta della stanza e venne subito accolto da Nathalie, che aveva in volto un’espressione alquanto dubbiosa e preoccupata, che però Adrien neanche notò. Senza che Adrien dicesse nulla, si fece strada ed andò subito a cercare il padre, in piedi come al solito dietro alla sua scrivania

“Adrien” gli disse, quasi strizzando gli occhi “Che cosa ti serve?”

“Papà, c’è una cosa che devo dirti…” disse, respirando profondamente, ma iniziando ad avere un attacco di ansia ogni tanto “Questa… questa sera io dovrei partire, con la scuola. Piuttosto che chiudere, hanno deciso di… di spostare le lezioni fuori Parigi, dove hanno trovato posto. Io… io dovrei andare con loro, è… è obbligatorio e… dovrei stare via qualche giorno, non so bene...”

Alla fine si bloccò, lo sguardo del padre fisso e severo su di lui era da sempre un gran deterrente che gli impediva di parlare. La sua espressione non era cambiata né in meglio né in peggio mentre gli parlava, non riusciva a trasparire come l’avesse presa. Per un secondo, però, sembrò quasi sorridere, ma fu una cosa passeggera

“Beh, se è obbligatorio, allora non c’è problema. Mi fa piacere che tu ti stia impegnando così tanto per seguire le lezioni. Effettivamente, stavo avendo problemi ad organizzarti degli incontri con i tuoi insegnanti. Non mi fa molto piacere che tu vada via così a lungo, ma capisco che è necessario”

“… aspetta… vuoi dire che ti sta bene?” gli chiese quasi incredulo, volendosi assicurare delle sue parole

“Adrien, sai che nutro grande fiducia in te. Forse non te lo dimostro spesso, ma è così. Sono che posso fidarmi di te per una cosa del genere… ma per ogni cosa, al minimo problema, chiama subito la tua guardia del corpo o Nathalie, mi raccomando”

“Io… si, ma certo!” esclamò, sorridente. Non avrebbe mai sperato che il padre avrebbe accettato così di buon grado, neanche che si sarebbe dimostrato così tanto ben disposto “Adesso vado, devo prepararmi per il viaggio! Grazie papà!”

Così come era arrivato, Adrien se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle. Nathalie, però, non era per nulla tranquilla. Ed appena il ragazzo non fu più in loro presenza, anche Gabriel mutò espressione, dimostrandosi più cupo di quanto non sembrasse di solito

“È sicuro che sia una buona idea signore?” chiese Nathalie

“Sono sicuro che starà bene… è un ragazzo in gamba”

“Non intendevo Adrien” proseguì lei “Il suo piano è… davvero rischioso”

Gabriel si voltò verso l’enorme dipinto della moglie alle sue spalle “Lo so bene. Ma che cos’altro posso fare? Neanche come Papillon Scarlatto sono riuscito a sconfiggere Ladybug e Chat Noir… vederti costretta ad usare il Miraculous del Pavone per aiutarmi è qualcosa che non avrei mai voluto accadesse…”

“Ma non ha idea delle conseguenze! Cosa accadrebbe se...”

“Non ho scelta!” esclamò lui, zittendo la segretaria con la sola voce “È l’ultima possibilità che mi resta… per fortuna, Adrien non sarà in città quando inizierà tutto, non voglio che resti coinvolto” prese in mano la spilla della farfalla e comparì Nooroo, piuttosto confuso a differenza della donna, inconsapevole di cio di cui l'uomo parlasse "Devo farlo… per lei”

 

Marinette, dopo aver raccontato la storia del viaggio ai genitori, aver dovutamente nutrito Tikki perché fosse in forze e fatto finta di prepararsi per tutto il pomeriggio, oltre che cercare di riposare prima del viaggio, adesso si stava dirigendo sotto le sembianze di Ladybug verso l’imponente Tour Eiffel, saltando sui tetti di Parigi con aria quasi angosciata. Aveva cercato di sopprimere il pensiero, ma adesso più si avvicinava e più ciò che cercava di negare stava per realizzarsi. Avrebbe visto come si era ridotto il mondo dopo la sconfitta sua e di Chat Noir. Quello che il loro insuccesso avrebbe causato, le vite perdute e la distruzione causata da Akuma

Arrivò ai piedi della torre e trovò Chat Noir già lì presente. Si era fermato ai piedi dell’edificio per aspettare l’arrivo della ragazza, sapeva che sarebbe arrivata più tardi di lui. Soprattutto perché era arrivato all’appuntamento con mezz’ora di anticipo

“Milady” esordì lui, inizialmente senza dire altro. Ma nuovamente gli bastò uno sguardo per capire che la ragazza avesse dei pensieri che gli frullavano nel cervello “Preoccupata?”

“Un po'… “ rispose lei, sfregandosi nervosamente le mani “Stiamo per vedere cosa potrebbe succedere a fine settimana… fa quasi strano pensarlo”

“Sai… credo dovremmo vederla come una motivazione!” esclamò lui, facendola riprendere per un momento dall’ansia “Stiamo per vedere cosa succederà al mondo se dovessimo perdere? Bene! Dopo allora saremo più determinati per impedire che accada!”

Il suo modo di pensare riuscì almeno a strappare un risolino alla corvina “A volte non capisco come fai, con te sembra sempre che tutto debba andare bene!”

Lui afferrò ed allungò il costume che aveva sul petto “Sono vestito più nero della notte, il mio potere distrugge qualsiasi cosa io tocchi, se non fossi almeno così positivo mi prenderebbero per uno dei cattivi” Vedendo poi che Ladybug sembrava essersi tranquillizzata, indicò la torre sopra di loro “Allora, andiamo?”

Lei sospirò e sorrise “Certo!”

 

Con salti, usi dello yo-yo ed acrobazie varie, risalirono come il giorno prima la torre, fino a quando non trovarono AJ sdraiato sul pavimento metallico nello stesso spiazzo in cui avevano già discusso. Appena li vide, si rimise a sedere per potersi alzare più comodamente

“Ci aspetti da tanto?” domandò Ladybug, vedendolo quasi addormentato

“No… osservavo le stelle” volse lo sguardo al cielo “Non prendetemi per smielato o altro, ma non essendo molto sicuro farlo nel mio tempo, non capita mai di vederle” per svegliarsi, si diede due pacche in faccia e riprese in mano l’orologio di Alix “Va bene, andiamo!”

“Non ti trasformi prima?” gli chiese Chat

“Preferisco diventare Dragakin solo se è necessario… e nel mio tempo non puoi mai sapere quando lo è. Shivihs si stancherebbe troppo a trasformarmi e de-trasformarmi più volte”

Senza aggiungere altro, il ragazzo svoltò un piccolo angolo che portava a non essere più coperti dalla torre da sopra. Allungò l’orologio e in mezzo all’aria iniziò a materializzarsi una specie di spaccatura, una crepa luminosa nel cielo. Infilò le mani dentro ed applicò abbastanza forza da dilatare lo squarcio, facendo diventare la piccola cicatrice un vero e proprio varco bianco splendente. Infine vi entrò dentro con un salto, sparendo al suo interno. Ladybug e Chat Noir si scambiarono uno sguardo quasi ansioso, ma non ci misero che un attimo a seguirlo a ruota, gettandosi all’interno del portale temporale uno dopo l’altro






Salve a tutti ragazzi, qui MC Outlaw! Come ho già detto nel disclaimer ad inizio pagina, la Fanfiction volevo aspettare a pubblicarla, ma i tempi della S3 mi hanno tagliato le gambe. In realtà tutto quello che potevo volervi dire è scritot lì, posso solo aggiungere che, per quanto mi piacerebbe dire il contrario, la storia sono ben lontano dal finirla. Mancano ancora un sacco di passaggi che reputo importanti, ma mi sto sforzando per scrivere ogni giorno anche solo una pagina, pur di terminarla. Detto ciò, alla prossima!
MC Outlaw

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Capitolo 2
*** 2 ***


Il viaggio fu istantaneo, ma il bianco da cui vennero avvolti per un momento li lasciò accecati. Il portale si chiuse alle loro spalle dopo aver traballato un po', ma non lo notarono subito e neanche ci diedero troppo peso. Cercarono di stropicciarsi gli occhi per ritornare a vedere il più in fretta possibile, e funzionò, ma lo spettacolo che avevano davanti era ciò che sapevano avrebbero visto ma non ciò che volevano

Il cielo era completamente diverso. Anche se come aveva detto AJ doveva essere da poco passata l’una, la volta celeste non era del classico colore ciano a cui erano abituati, ma rossa scarlatta come se dovesse scendere il tramonto. Non era però colpa del sole, ma di un inspiegabile e soffocante calore che impestava l’aria. Erano praticamente all’aperto, anche se circondati da mobili, e potevano ben vedere che il viaggiatore del tempo non esagerava nel parlare di distruzione. Trovandosi piuttosto in alto, sopra a quella che probabilmente era una palazzina, riuscirono a vedere bene buona parte di Parigi. Ma non videro neanche un singolo edificio risparmiato alla rovina, ed erano pochissimi quelli a non essere stati ridotti ad un cumulo di macerie. Per strada, ovunque, c’erano segni di bruciature e battaglia, ed ogni volta che si alzava un minimo di vento si portava sempre dietro polvere e cenere. Potevano quasi avvertire quanto la città stessa fosse angosciata, ma AJ non sembrava essere da meno

Appena videro anche lui, notarono guardarsi attorno con aria nervosa e respirare pesantemente, come se fosse in ansia

“No, no, no, no!” cominciò a dire, spostando senza la minima cura i mobili attorno a loro “Che diavolo è successo qui?!”

“Che… Che cosa c’è?” gli chiese Ladybug, cercando di riprendersi dalla vista di Parigi

“Do-dovevano esserci alcune persone qui, ad aspettarci! Quando sono partito era tutto chiuso qui!” disse loro indicando il soffitto e le pareti “Ho una pessima sensazione...”

Dalla tasca tirò fuori un cellulare piuttosto rovinato e si mise a trafficarci sopra per eseguire una chiamata. Per non poco tempo, suonò però vuoto

“Dai… dai…” iniziò a dire, preoccupato, ma sbarrò gli occhi quando qualcuno finalmente gli rispose “Kim!... si, sono tornato ora, sono all’avamposto, ma che è successo? Anzi, aspetta un attimo...”

Mise il viva-voce alla chiamata per far sentire anche Ladybug e Chat Noir “Ok, parla pure”

Dal telefono uscì una voce piuttosto dura e roca. I due wielder si erano fatti l’idea che il Kim nominato da AJ fosse il loro compagno di classe, ma dalla voce non avrebbero mai detto potesse essere lui “C’è stato un attacco delle akuma, poco dopo che sei partito. Sono dovuti scappare tutti ed abbandonare l’avamposto”

“Un attacco?!” esclamò lui saltando sul posto “Stanno tutti bene?”

“Si, sono riusciti a salvarsi, ma non abbiamo neanche fatto in tempo ad avvertirti… scusa...”

Il moro, ancora una volta sospirò per esternare la preoccupazione “Non scusarti, basta che non ci siano state vittime… comunque, sono qui con Ladybug e Chat Noir, stiamo per venire al rifugio”

“D-Davvero?!” esclamò lui “Mi-Mi sentono?”

“Si, ti sentiamo” gli rispose Chat, facendolo diventare euforico

“Oh mio Dio… non ci posso credere! Amico, non sai che bello che è sentirti dopo tutto questo tempo!”

“Avrete il tempo per i convenevoli dopo, saremo lì tra qualche minuto” riprese AJ “Tu ricorda a tutti di chiamarli con i loro nomi da super… e...” cominciò a rantolare, drizzando le orecchie per via di un rumore sospetto

“AJ? Che succede?” gli domandò Kim, che però già stava sospettando qualcosa “Non dirmi che...”

“… devo andare” gli rispose, riattaccando la chiamata. Anche Ladybug e Chat si voltarono verso la fonte del rumore, senza però capire di che cosa si trattasse. Era come un pesante sbattere di ali, ma ripetuto all’infinito. AJ assunse un espressione a metà tra l’infuriato ed il preoccupato

“Non erano ancora andate via...” mormorò quasi ringhiando, impugnando il Medaglione

Da sotto il pavimento cominciarono a levarsi tutte attorno a loro una miriade di farfalle che sembravano puntare proprio a loro. Erano di un colore rosso acceso, attraversate qua e la da strisce nere

“A-Akuma?” disse Ladybug impugnando il suo yo-yo e facendolo roteare. Quella situazione le fece tornare in mente il loro scontro più recente “Sono identiche a quelle di Papillon Scarlatto!”

Chat non disse nulla e si limitò ad afferrare e comporre il proprio bastone. AJ si mise ad osservare alle loro spalle, per coprire ogni lato, e scosse la testa sapendo di cosa parlava la ragazza “No, queste sono peggio! Le chiamiamo Akuma di Sangue… e sono di quel demone bastardo! Non fatevi toccare!” Alzò al cielo il ciondolo “Shivihs, trasformami!”

Un lampo di luce e divenne Dragakin, già con gli occhi gialli ridotti ad una fessura per indicare quanto si stesse caricando di rabbia

“Come le purifichiamo tutte?!” chiese lei, cercando di osservarsi attorno per non perderne di vista nessuna

“Purificarle?” Dopo la risposta sarcastica del dragonide, lo stesso inspirò parecchia aria nei polmoni, soltanto per vomitare fuori dalle fauci un violentissimo getto di fiamme ustionanti che avvolsero un gran numero di akuma riducendole in cenere in un istante. “Non c’è nulla da purificare, sono create direttamente da Akuma! Vanno distrutte!”

“Ok, va bene… e come facciamo noi?!” gli chiese lei, come se volesse farle notare che non potevano incenerirle come faceva lui

“Tu colpiscile con lo yo-yo e falle a pezzi, almeno non dovrai avvicinarti troppo! Chat, tu dovrai utilizzare il tuo potere, se le colpisci con quello attivo le eliminerai prima che possano ucciderti!”

“Ma posso usarlo solo una volta, poi mi ritrasformerei!” rispose lui, cominciando ad indietreggiare

“A quello ci penso io”

Mise le mani nei marsupi e tirò rapidamente fuori la Spilla della Farfalla. Nooroo si piazzò al suo fianco, come a tenere d’occhio la situazione. Poi dal marchio sul petto fuoriuscì lo stesso minuscolo drago che la coppia di super aveva visto essere stata la causa della trasformazione dell’agente Roger in Rogercop, e sul suo viso si creò subito lo stemma a forma di farfalla. Il minuscolo essere scattò in aria, infilandosi nell’Anello del Gatto nero. Chat provò per la prima volta la sensazione della telepatia del Miraculous della Farfalla

“Dark Felix!” esclamò Dragakin “Accetta il mio aiuto per combattere contro le Akuma di Sangue!”

“Io… io… “ Chat esitò per un momento, ma solo perché nel suo tempo ciò che stava per succedergli era una delle cose peggiori a cui potesse pensare. Sapeva bene che lì, in quel momento, non era un male ed era l’unica sua possibilità “Accetto!”

Ricevuta la risposta positiva, il potere di potenziamento del Miraculous della Farfalla avvolse completamente Chat Noir. Quando la magia si diradò non era cambiato di stazza o di forma, ma si vedeva bene quanto fosse diverso. I suoi occhi erano passati da verdi a rossi, come quelli di una belva assetata di sangue, in agguato nella notte. Inoltre la sua pelle si era tinta di un nero identico a quello del costume, facendo risaltare in particolar modo le orecchie, il campanello, gli stivali ed i guanti del costume, diventati completamente bianchi, nonché appunto gli occhi. Prima di iniziare a lottare, si mise a quattro zampe per terra, come fosse un vero felino, ed osservò furioso i demoniaci insetti davanti a se

“Cataclisma!” esclamò. Ma a differenza di ciò che solo Ladybug si aspettava, i segni del suo potere non si manifestarono solo su una mano, ma su tutti e quattro gli arti del biondo eroe, che però sembravano non intaccare il punto su cui era appoggiato. La corvina si fermò ad osservarlo quasi basita, insicura di ciò che era appena successo. Per lei, vedere Chat Noir akumizzato era qualcosa di impossibile da descrivere. Fu però il momento peggiore di distrarsi, in quanto un piccolo sciame di Akuma le stava già volando addosso. Dark Felix, però, se ne accorse in tempo

Sembrò quasi sparire nel nulla, soltanto per ricomparirle davanti un istante dopo. Chat era già piuttosto agile e veloce, ma Felix era oltre il sovrumano. Con movimenti rapidi e precisi a mezz’aria, polverizzò tutte le akuma che minacciavano di fare del male alla sua amata, e si poggiò davanti a lei, fissando gli esseri volanti peggio di quanto avesse mai fatto

“Ti proteggo io, Milady!” esclamò il ragazzo. Quella sua reazione ed il modo di fare la fecero riprendere, anche se con un nome ed un aspetto diverso, Dark Felix era sempre il solito Chat Noir. Dragakin si mise invece alle spalle della ragazza, formando un perimetro per difenderla

“Scusami” le disse il mezzo drago, senza distogliere lo sguardo dai suoi obiettivi “Posso potenziare con la Spilla della Farfalla solo un Wielder alla volta, e Chat era il più svantaggiato. Stai dietro di noi e colpiscile senza avvicinarti!”

“Contaci!” le rispose lei

Per dare il via a tutto, AJ sferrò un poderoso ruggito, che sembrò quasi paralizzare alcune akuma data la potenza della sua voce. Allargò le ali e si alzò abbastanza da terra da vedere meglio quanti insetti aveva davanti a se, poi aprì le mani davanti a se. Su di esse, iniziarono a vorticare delle fiamme scarlatte, che in pochi istanti fecero materializzare nelle sue mani una piccola barra di metallo, modellata in modo da sembrare un tubo aperto a forma di drago. Le fiamme si spinsero dalle zanne aperte fino al fondo del tubo, creando una catena che pareva essere fatta di filo ma resistentissima, per poi ricreare un secondo tubo metallico, identico a quello precedente. Erano la sua arma, un nunchaku dalla catena estremamente flessibile ed estesa

Dragakin passò quindi all’azione e mise la catena tra i denti, tirando bene le estremità contundenti e puntando le due fauci di drago sullo sciame. Caricò nuovamente aria nei polmoni e fece fuoco, ma stavolta non ci fu un getto fiammeggiante, il piccolo gesto con l’arma serviva infatti a canalizzare a suo piacimento la forma del fuoco, rendendolo in questo caso delle minuscole e ben più precise sfere fiammeggianti, ben mirate ad ogni Akuma. Se possibile voleva evitare di danneggiare quel posto, era sempre un’opzione risistemarlo per ricreare l’avamposto di difesa che era prima, anche se ci avrebbe messo più tempo ad eliminare le farfalle

Felix invece era diventato più un ninja che un gatto. Si spostava in mezzo all’armata di Akuma di sangue come se nulla fosse, sparendo e ricomparendo nel nulla per via della sua mostruosa velocità ed eliminando ogni lepidottero che si trovava davanti con il suo Cataclisma perpetuo. Gli insetti cercavano di avvicinarsi a lui, ma ogni volta che gli erano ad una spanna, lui si volatilizzava e li riduceva in cenere

Vedendo la situazione, i demoniaci esseri cercarono di concentrarsi sul colpire Ladybug, che sembrava la più indifesa del trio. Più e più akuma ogni volta gli si fiondarono addosso per possederla, ma lei era sia ben protetta sia in grado di cavarsela da sola. Felix e Dragakin non permettevano a nessuna di loro di passare, e se anche qualcuna si avvicinava troppo, lo yo-yo della wielder era abbastanza per eliminarle

Dopo qualche minuto di fiammate, cataclismi e giocattoli sui denti, akuma di sangue ne erano rimaste ben poche. L’ultimo piccolo sciame si catapultò in un disperato assalto sempre su Ladybug, ma Dark Felix le eliminò tutte quante in un battito di ciglia. Quando videro che dei loro nemici erano rimasti solo le ceneri e pochi rimasugli creati dall’arma della coccinella, sembrarono rilassarsi sia lei che Felix, che annullò il Cataclisma. Ma un ultimo, sfuggente esserino ancora non si era dato per vinto, e sfuggito all’eliminazione per mano dello yo-yo stava strisciando lentamente verso la ragazza, che non si era accorta di nulla. Se ne rese conto quando vide un movimento con la coda dell’occhio, ma fu troppo tardi. L’esserino si era già dato lo slancio per saltarle addosso, ed il compagno potenziato, nonostante la sua velocità, non ebbe la prontezza di reagire in tempo per eliminarlo in tempo

Dragakin, però, non aveva ancora abbassato la guardia. Sapeva che non poteva mai permetterselo, ed anche quella volta fu provvidenziale. Non potendo usare il fuoco per eliminare l’akuma dato che avrebbe sicuramente bruciato anche Ladybug, per difenderla fiondò la sua mano artigliata a bloccare il salto del malefico insetto. Strinse saldamente l’akuma con la mano, schiacciandola e triturandola con gli artigli, per poi lasciarne cadere i resti per terra

“Per un pelo...” disse guardandosi intorno, sia in cielo che per terra “Credo fosse l’ultima… ma non abbassate la guardia, potrebbero essercene altre!”

“Stai bene?!” esclamò Ladybug spaventata, afferrandogli il braccio con cui aveva bloccato l’akuma “Mi dispiace, io… io...” mormorò, dispiaciuta

“Non preoccuparti, va tutto bene” gli disse, quasi abbozzando un sorriso per l’angoscia nel modo di fare di Marinette

“Non sono stato abbastanza veloce...” mormorò Felix, a cui però Dragakin scosse la testa

“Non è successo nulla, può capitare. Siamo qui tutti a guardarci le spalle per un motivo”

“Ma… tu l’hai toccata… com’è possibile?” puntualizzò lei, osservando come stesse effettivamente bene “Non avevi detto che basta che ti tocchino per ucciderti?”

“Si, ma… non io” disse loro grattandosi la nuca “Diventare Dragakin mi rende immune al potere di queste Akuma… anche se purtroppo sono l’unico ad avere questa fortuna. Tendo comunque a non toccarle mai, ho sempre paura che qualcosa vada storto e non sia protetto, ma volendo posso ucciderle in modo più diretto che con il fuoco. Non ve l’ho detto prima perché non mi sembrava importante, speravo non dovessimo nemmeno combatterle...”

Ladybug sospirò “Mi hai fatto prendere un colpo… ma meglio così” gli sorrise decisa “Adesso, immagino dovremmo andare”

“Si… ma non mi fido molto” ringhiò osservandosi attorno, per poi rivolgersi al super potenziato “Ti lascio rimanere come Dark Felix finché non arriviamo al rifugio, una volta lì ti toglierò il potenziamento. Anche perché è probabile che tu resti senza forze, dopo”

“A me sta bene” gli rispose lui, osservando i cambiamenti subiti e constatando una sensazione di forza mai sentita prima “Questo potere… è incredibile! Ci si sente così da akumizzati?”

Dragakin fece spallucce “L'ho provato solo una volta e per poco tempo, non ricordo bene. Ma sappi che i vostri Miraculous sono ben più forti di così. Adesso però muoviamoci, non vorrei arrivassero altre Akuma di Sangue…”

I due ragazzi gli annuirono e si misero a seguirlo fuori dall’accampamento distrutto, in mezzo alle rovine della loro Parigi

 

Anche dopo ciò che gli era stato detto e dopo averlo visto, ancora Ladybug e Chat Noir, momentaneamente Dark Felix, non riuscivano a credere a ciò che avevano davanti agli occhi. La cosa che più di tutte trovavano angosciante non erano gli edifici distrutti, le strade lastricate di detriti vari, le carcasse delle macchine o l’assenza di tutto ciò che conoscevano adesso distrutto o eliminato, ma era il fatto che tutti quelli che conoscevano avevano vissuto tutto ciò. Non potevano neanche immaginare come fossero cresciuti i loro compagni, sia nell’aspetto sia nel carattere dato il mondo che lo circondavano. Quando Kim aveva chiamato AJ, non era solo la voce più adulta che li aveva straniti, ma il suo tono. Era spesso strafottente, come fosse il re della classe, ma nonostante ciò simpatico ed affidabile, mentre quello che avevano sentito sembrava essere un uomo stanco, distrutto e disperato

Dragakin, ad ogni angolo ed ad ogni punto a loro cieco, si fermava ed osservava se la strada fosse libera. Non voleva e non poteva permettersi di ritrovarsi a combattere contro altre Akuma di Sangue, non con tutti i fattori a loro sfavorevoli, come Ladybug senza i “pieni” poteri o Chat costretto ad essere potenziato dalla Spilla della Farfalla

“Via libera” disse loro, facendogli un cenno con la mano per seguirlo

I due ragazzi lo raggiunsero e lui si affrettò a cambiare posizione, per osservare come procedere

“Sembri un vero soldato a muoverti così” disse Felix, alludendo al suo modo di cercare un riparo

“Credimi, vorrei sbrigarmi invece di fare certe cose, ma se ci sono le Akuma di Sangue in giro non voglio farvi correre rischi”

“Beh… non mi sono sembrate un così grande problema” gli confessò Ladybug, sperando di non sembrare presuntuosa “Voglio dire, in due siete riusciti a tenere a bada un intero sciame piuttosto bene!”

Al mezzo drago sfuggì un mezzo risolino “Credi che quello fosse uno sciame intero? Sarebbe bello… ma purtroppo, quelli sono composti da decine di migliaia di Akuma. Quelle che abbiamo combattuto erano poche, sicuramente rimaste indietro dopo che il gruppo al completo ha devastato l’avamposto”

“Poche?!” esclamò Felix, che Dragakin cercò di zittire subito

“Fai piano! Potrebbero esserci ancora le altre in giro!”

Il gatto nero abbassò la testa e si fece basso, capendo di aver rischiato molto, ma per loro fortuna tutto tacque. Riprese a bassa voce “Scusa… ma quindi come diavolo fate ad uscire se sono così tante?”

“Non sono sempre in giro, la maggior parte delle volte è tranquillo… infatti sono preoccupato del perché fossero qui. Potrebbe essere solo una delle loro ronde in giro per il mondo, ma meglio non abbassare la guardia… anche perché se non era così, allora vuol dire che Akuma stesso è vicino a Parigi” tornò ad osservare avanti ed effettuò una planata dietro ai resti di un muro, dando un altro cenno ai compagni per muoversi “Appena ne avvistiamo un gruppo, non usciamo dal rifugio finché non sono sparite, a meno di situazione particolari come la nostra. Ed è per questo che voglio arrivarci in fretta. Come se non bastasse, dopo che siamo passati, il portale è collassato su se stesso. Dobbiamo comunicarlo agli altri”

“Cosa? E per quale motivo?” domandò Preoccupato Felix, a cui Nooroo chiarì subito

“Avevamo paura succedesse, AJ e Shiv mi avevano detto che il portale aveva vacillato quando lo hanno passato. Colpa dei Miraculous… emettono una magia che va in contrasto con il portale e lo annullano. Con solo quelli di AJ ed aspettando un po' di tempo si è ristabilizzato, ma non ha retto ai vostri quattro assieme”

“E allora come faremo a tornare indietro?” chiese la ragazza preoccupata, a cui il mezzo drago rispose tranquillamente per calmarla

“Diciamo che abbiamo fatto un fortunato errore di calcolo. Pensavamo che Chronogirl avesse bisogno di caricare l’orologio per cinque viaggi nel tempo, cioè il mio arrivo da voi, il nostro ritorno qui, la nostra partenza ed infine il mio ultimo ritorno, più un extra per eventuali emergenze. Invece non è stato necessario richiuderlo la prima volta, posso ancora aprire quattro volte un portale”

“C’è un problema in tutto questo” gli fece notare Felix “Quando torneremo indietro ne avremo in totale sei di Miraculous, sarà un problema”

“In realtà sarà esattamente la stessa cosa” spiegò ancora il Kwami della Farfalla, passando ad un altro nascondiglio assieme a Dragakin “I poteri dei vostri Miraculous hanno la stessa impronta in entrambi i nostri mondi, se li avrete con voi sarà come se ne passasse comunque uno solo

“Il dove invece lo decideremo meglio quando saremo arrivati” aggiunse il mezzo drago “Non possiamo tornare in quell’avamposto. Avremmo comunque dovuto aspettare qualche ora prima di riaprire un varco, è un problema di Chronogirl che neanche lei sapeva, ma prima pensiamo a quale altro avamposto usare e meglio sarà” tirò nuovamente fuori la testa e sorrise soddisfatto “Per nostra fortuna, ormai ci siamo!”

Indicò loro l’entrata della metropolitana parigina, e constatando che la via era libera, si alzò in volo e si mise appena al suo ingresso

“Muovetevi!” li incitò

Ladybug e Dark Felix non se lo fecero ripetere e gli corsero incontro, notando solo in quel modo che l’ingresso sotterraneo non era proprio libero come sembrava. Ad una spanna da esso, videro una cupola verdognola e trasparente ricoprirla completamente. Non fu per loro difficile riconoscere di cosa si trattasse

“Quello è lo Scudo Protettivo? Il potere di Carapace?” gli chiese Ladybug

“Precisamente. Questa è una delle entrate del rifugio”

“E come facciamo a passare?” gli chiese Felix

“Lo Scudo Protettivo riconosce i miei ed i vostri Miraculous. Noi Wielder possiamo attraversarlo senza problemi”

Per dimostrargli le sue parole, Dragakin scese le scale, mostrando come effettivamente la barriera non gli dava alcun problema. Loro due, nonostante questo, fecero passare prima un braccio, per constatare effettivamente il suo funzionamento. Quando anche solo quello passò, seguirono il compagno passando la barriera

Il Wielder Dragonico osservò per qualche secondo dietro di loro prima di sospirare sollevato “È andata bene” disse, ritrasformandosi in AJ e facendo ritornare Shivihs “Adesso siamo al sicuro. Seguitemi pure”

“E… io?” gli chiese Felix, intendendo il suo stato di potenziamento

“Appena vi sarete accomodati rimuoverò il potere di Nooroo, così non ti dovremo trascinare fino alla zona abitata”

Nuovamente la coppia di super si mise a seguire il ragazzo nei sotterranei della città, constatando quanto fosse ben illuminato da luci un po' improvvisate ma comunque ben organizzate. Non ci misero poi molto ad arrivare, appena girato l’angolo delle scale trovarono subito una sorta di punto cieco, un area del passaggio totalmente oscurato ed a prima vista barricato

“Ragazzi, uscite, sono io!” esclamò AJ, alzando una mano

Dal buio, sbucarono due figure, che prima erano totalmente mimetizzate grazie all’abbigliamento nero pece ed ad un trucco facciale molto scuro. Erano entrambi piuttosto simili di statura e corporatura, la differenza era solo che uno dei due aveva i capelli rossi, un pizzetto dello stesso colore e gli occhi azzurri, l’altro i capelli neri, una barba non troppo curata e gli occhi verdi. Sembravano entrambi parecchio in forma. AJ, vedendoli, sorrise ed alzò una mano

“Oh, AJ!” esclamò il rosso, per poi gettare come il moro uno sguardo alle sue spalle “Loro...”

“Si, sono loro” gli rispose annuendogli. Si voltò verso i compagni “Credo che già sappiate chi sono, ma forse non li avete riconosciuti. I vostri attuali compagni di scuola Nathaniel e Marc” disse loro senza indicarli, sapendo che li avrebbero riconosciuti senza aggiungere altri dettagli

“È così… strano, vedervi...” disse loro Marc, portandosi una mano alla bocca

“È fantastico!” esclamò invece Nathaniel

“Ragazzi… siete così diversi...” mormorò Ladybug, nel vedere i due vecchi compagni di scuola così cambiati

I due si grattarono dietro la nuca per le parole della corvina quasi imbarazzati, poi videro meglio che il biondo non era esattamente Chat Noir, ma la sua forma Akumizzata

“Aspetta… perché hai potenziato Felix? Che è successo?” gli domandò il rosso, agitandosi leggermente

“Quando siamo tornati, siamo sbucati nell’avamposto che è stato distrutto qualche giorno fa, e c’erano ancora delle Akuma di Sangue li attorno… non erano tante, ma non potevo affrontarle da solo e difendere entrambi”

“Ah… cavolo, è vero!” esclamò in risposta, ricordando dove si fossero stabiliti per il viaggio nel tempo

“Voi avete avuto notizie di quelli che erano lì?”

“Visto che non c’eri tu, non potevano rientrare” gli spiegò Marc “E dato che all’avamposto non potevano più aspettarti, ci hanno chiamati ed hanno detto di essersi nascosti nella cantina del Le Grand Paris qui dietro. Sono riusciti a prendere qualche provvista prima di scappare, almeno in quello sono a posto”

“Ottimo, ma preferisco non aspettare oltre” rispose lui, incamminandosi di nuovo verso l’uscita “Vado a prenderli. Voi intanto accompagnate Chat e Ladybug nel rifugio, almeno si incontrano con gli altri, poi aspettate me per il resto”

“Va bene, a dopo” lo salutò Marc, per poi rivolgersi ai due super “Seguiteci. Sono in tanti a volervi rivedere”

I due uomini aiutarono i ragazzi a muoversi attraverso la barricata di legno, permettendogli di passare oltre. Ladybug osservò un attimo la direzione presa dal wielder dragonico, dimostrandosi un po' preoccupata e venendo notata dal rosso

“Non stare in pensiero, Ma… Ladybug.” si corresse in fretta scuotendo la testa “Il ragazzo sa il fatto suo. Credimi, lo abbiamo visto in azione tante volte”

“Lo so, abbiamo visto quanto è forte… ma non ho ben capito che cosa è andato a fare, da solo poi...”

“Gli altri sono bloccati fuori dallo Scudo Protettivo, senza un Wielder non possono rientrare. Non che qualcuno voglia andare la fuori senza la magia, sia chiaro, ma per ogni uscita c’è bisogno dei Miraculous ed AJ è l’unico ad averli. Gli altri lo avevano accompagnato in un punto lontano dal rifugio, per evitare che qualcosa del vostro tempo potesse passare e che ci ritrovassimo in pericolo qui dentro, poi sono rimasti bloccati fuori. Ovviamente sapevano che sarebbe successo, ma hanno voluto andare comunque”

“Hanno rischiato davvero tanto...” commentò Felix

“Sono tutti rischi che sappiamo di dover correre” gli spiegò Marc “Qualunque cosa è accettabile se serve a fermare Akuma”

Dopo essere scesi sulle rotaie della metropolitana ed aver camminato per qualche minuto, svoltarono un angolo e tutto ciò che avevano visto in superficie sembrò sparire di colpo. Erano in un area piuttosto grande del sottosuolo parigino, pieno di persone che si occupavano delle più varie mansioni agli angoli ed al muro della stanza. Chi cucinava, chi stava con alcuni bambini, chi teneva d’occhio ogni possibile varco esterno per tenere d’occhio la situazione, ma la cosa che maggiormente li colpì fu la vita che sembrava non essersene mai andata

“Ma… tutto questo… è sotto Parigi?” domandò Ladybug, ammirata

“Prima non c’era” gli chiarì Nathaniel “Ma abbiamo fatto uso dei poteri di Foretaupe per crearlo, così da avere un posto in cui vivere”

“Foretaupe? Chi è?” domandò Chat, lasciando per un secondo confusi entrambi i loro accompagnatori. Solo dopo si resero conto dell’ovvio

“Si, voi non potete conoscerlo...” aggiunse il rosso “Era Manny, un ragazzo nel vostro tempo, che non veniva nemmeno nella nostra scuola. Quando AJ ha imparato ad usare il potere del Miraculous della Farfalla, lo ha potenziato in Foretaupe e lui ha scavato tutto il rifugio da solo. Poteva creare fossi e buche in qualunque cosa e di qualunque dimensione desiderasse. Prima vivevamo praticamente nella metropolitana” sembrò incupirsi “Purtroppo, è stato una delle tante vittime dello scontro con Akuma…”

I due super si resero conto di quanto la vita fosse andata avanti per tutti in quei venticinque anni. Ognuno pareva avere una sua storia, anche se tutte sembravano terminare tragicamente

Nathaniel e Marc si incamminarono in mezzo alla stanza, facendosi seguire dai due super. Passando lì in mezzo, ben più di uno sguardo si posò su di loro. Chi sorpreso, chi felice, chi ammutolito, ma tutti quanti erano ben felici di vederli

“Siete arrivati, finalmente...” disse una voce davanti a loro, che riconobbero subito essere di Kim, dopo la discussione tra lui ed AJ al loro arrivo

Ora che potevano vederlo, si sorpresero nel vedere che di aspetto non fosse tanto diverso da prima. Era forse più grosso di Marc e Nathaniel, vestito con degli abiti simili a come se lo ricordavano, anche se logori e trasandati. In volto era ricoperto di barba del colore dei capelli, quasi non riuscivano a vedere la sua bocca muoversi mentre parlava. Alla fine, ciò che maggiormente era cambiato in lui era la voce

“Ladybug, Chat Noir… AJ ci è davvero riuscito… “ disse loro, con gli occhi lucidi e pieni di commozione. Poi anche lui vide meglio il modo di muoversi a gattoni e l’aspetto leggermente diverso del wielder del gatto nero “Mi sembra di capire che abbiate avuto qualche problema”

“Si, alcune Akuma di Sangue” gli rispose proprio Felix “Ma erano… poche, diciamo, ce ne siamo occupati abbastanza facilmente”

“Mi fa piacere che non sia successo nulla” disse, piegandosi su un ginocchio per mettere una mano sulla spalla al biondo “Ed anche che sia riuscito a convincervi… quella era la cosa che più di tutte ci preoccupava”

“Beh, noi… ci abbiamo messo un po a credergli” gli rispose Ladybug “Voglio dire, la sua storia sarebbe sembrata assurda per tutti, ma… era come se sentissi di potermi fidare. Una sorta di istinto...”

“Non c’è da stupirsi” gli rispose l’uomo barbuto “Dopotutto lui...”

“Si, so essere molto convincente” lo interruppe AJ alle loro spalle, tirando un’occhiataccia a Kim, che si rialzò e non disse più nulla, capendo che non poteva dire altro. Ladybug e Dark Felix si voltarono e videro che assieme al ragazzo c’erano altre tre persone, tre donne, che riconobbero senza troppi problemi. La più alta delle tre portava dei pattini ai piedi ed aveva dei capelli rossi accesi, non poteva essere altri che Kim. L’altra invece era un po' più bassa e tozza, con delle extension di vari colori ed una bandana rosa sula fronte, solo da quello capirono essere Mylene. La terza invece, la più giovane sicuramente, aveva i capelli castani raccolti in delle code di cavallo rifinite con delle punte bluastre. Si resero conto subito che era sotto il potenziamento del Miraculous della Farfalla, e non ebbero problemi a riconoscerla come Burattinaia, intuendo quindi che per loro era la piccola Manon

“Ragazzi, loro sono Alix, Mylene e… beh, Manon, ma per il momento è Burattinaia” disse, indicandole una ad una, anche se stavolta avevano capito con chi avevano a che fare

“Altre Akuma di Sangue?” gli chiese Kim, riferendosi alla donna potenziata

“No, ma non volevo correre il rischio di incontrarle” rispose, rimuovendo nel frattempo il potenziamento proprio della donna per riportarla alla normalità grazie alla combinazione di Nooroo e Shivihs. A differenza di Roger nel loro tempo, non sembrò soffrirne molto, semplicemente scosse la testa come a mandar via un fastidio. Ora che era libera del potenziamento, non poté trattenersi

“Ladybug… sei qui!” esclamò, correndole incontro per abbracciarla. L’eroina fu piuttosto sorpresa del gesto, ma ricambiò con gioia la stretta amichevole. Alix e Mylene, invece, si limitarono a sorriderle felici. Li in mezzo, eccetto ovviamente Felix, sapevano tutti quanto anni prima la piccola Manon fosse legata a Marinette

Anche i due super, benché piuttosto spaesati, sentivano di essere felici. Penare che dopo tutto quel tempo i loro amici erano lì e che non erano così tanto cambiati, li fece far stare meglio di quanto si aspettassero

“Bene. Adesso rimuovo il potenziamento anche a Felix. Tenetelo, non penso reggerà alla botta”

Dark Felix, sentendolo dire così, si rimise dritto sulle gambe. Ladybug e Kim gli misero una mano sulle spalle, così da sorreggerlo, ed AJ rimosse il piccolo draghetto oscuro dall’Anello del Gatto Nero. Nel momento in cui tornò ad essere Chat Noir, si sentì le gambe crollare, costringendo i due amici a stringere la presa per evitare che cadesse

“Come ti senti?” gli chiese il Wielder dragonico, osservando che stava cercando con tutte le sue forze di riprendersi

“Be… bene… credo” mormorò lui, riuscendo a restare dritto in piedi con non poco sforzo

“Ottimo” annuì il ragazzo, rimettendo via la Spilla ora che il suo utilizzo non era più richiesto. Si rivolse poi ai compagni di quel tempo “È successo qualcosa mentre non c’ero? A parte l’attacco all’avamposto, intendo”

D’improvviso, dopo la domanda, tutti lì attorno sembrarono rabbuiarsi. Le donne abbassarono la testa e distolsero lo sguardo, non sapendo cosa dire, mentre invece Nathaniel e Marc assunsero un’aria dispiaciuta e si voltarono verso Kim. Sospirò rassegnato “Mi dispiace...”

Il loro modo di fare fu più che sufficiente per far capire non solo ad AJ ma anche a Ladybug e Chat Noir che fosse successo qualcosa di brutto. Il moro scosse la testa ed esclamò per la tensione creatasi “Cosa? Che c’è?!”

“Predatroce… è stato preso”

A parlare non fu nessuno di coloro che avevano già visto. Era la voce di una donna anziana, con i capelli lunghi e sciolti fino al collo, bianchi con una minuscola linea rossa sulla tempia sinistra. Era su una sedia a rotelle, con l’unica gamba rimastagli coperta da un velo bianco, accompagnata da quello che pareva essere un armadio a due ante più che un uomo, anche lui anziano ma sicuramente ben più in forma di un qualunque vecchietto. Per Chat non fu un problema riconoscerli, e fu sul punto di chiamarli per nome, ma pensò subito che sarebbe stato come rivelare chi era sotto la maschera. SI limitò a sorridere nel vederli, contento che sia Nathalie, la segretaria di suo padre, che la sua fidata guardia del corpo erano vivi

“Co-come è possibile?!” esclamò AJ ad occhi sbarrati in risposta all’affermazione della vecchina

“È stato lo sciame di Akuma di Sangue che ha attaccato il vostro avamposto. Si è spostato verso il suo dopo aver messo in fuga Alix e le altre. C’era solo Benjamin, come sempre… ma lo hanno preso alle spalle. Non se lo aspettava… l’ho avvertito, ma non è riuscito comunque a fare in tempo...” terminò senza dire altro. Dopo aver sentito la storia, AJ iniziò a respirare profondamente e strinse i pugni, infuriato

“Io… devo andare” disse, quasi ringhiando, per poi avviarsi in dei viottoli sconosciuti ai due Wielder. Ma solo dal racconto di Nathalie e dalla sua reazione, intuirono che era andato a sfogarsi. Nessuno però gli andò dietro, nessuno provò a fermarlo. D’altronde, cosa avrebbero potuto fare?

“Questo Benjamin… Predatroce… chi era?” chiese Ladybug sentendo un nome nuovo, senza distogliere lo sguardo dalla direzione presa dal ragazzo

“Predatroce era il suo nome da potenziato” gli rispose subito Nathalie, facendo cenno al Gorilla di girarla verso di lei “AJ non credo vorrebbe che ve ne parlassi, ma… era il figlio di due persone che conoscete bene, i vostri insegnanti Miss Bustier e Monsier D’Argencourt” Ladybug capì subito a cosa Nathalie si riferisse, il concetto di non discutere di coppie future e tutto il resto “Erano sopravvissuti come noi alla prima catastrofe, quando Akuma sterminò la maggior parte delle persone nel mondo dopo essersi liberato. Si erano messi insieme ed era nato Ben… poi, quando voi siete andati ad attaccare Akuma, vi hanno seguiti… e non hanno fatto ritorno. Lui ed AJ si erano molto avvicinati, dopo che entrambi hanno perso... i loro genitori”

Prese poi a spiegare Kim “AJ ha a cuore tutti noi, ma con Ben ed altri si sentiva più affine… praticamente, con ogni persona che ha perso tutto dopo che siete andati al suo attacco...”

“Mi dispiace...” rispose Ladybug, abbattuta “Sento come se fosse colpa nostra se è successo tutto questo”

“Non solo i genitori di AJ” proseguì Chat, incrociando le braccia “Ma anche tante altre persone… morte per colpa nostra...”

Attorno a loro ci fu una serie di scambi di sguardi, come a sapere che una cosa del genere sarebbe successa

“Non dovete incolparvi. Nessuno lo ha mai fatto” disse loro Mylene, mettendo una mano sulla spalla della corvina “Tutti quelli che vi hanno seguiti vi hanno praticamente costretti, non sareste mai usciti da soli dal rifugio, erano tutti troppo determinati. Persino Ivan...” mormorò, abbassando lo sguardo e facendo intendere che neanche al loro massiccio amico fosse capitata una sorte migliore

“Mylene, no...” le rispose la ragazza in rosso, potendo solo immaginare la sua perdita

“Tutto quello che conta adesso è che siete qui” disse Nathaniel, cercando di spezzare quel clima teso “Se riuscirete a fermare Akuma nel vostro tempo, allora ci sarà speranza per tutti noi”

Chat scosse la testa “Ma… AJ ci ha detto che...”

“Vi ha spiegato che qui potrebbe non cambiare nulla, lo sappiamo” lo interruppe il rosso, con aria decisa “Ma non importa. Anche solo sapere che lottare non è inutile, è comunque abbastanza per noi per andare avanti. Siete stati voi a farcelo capire”

“Tanti di noi” commentò Alix, sorridendogli ironica “Si sarebbero già arresi tempo fa, se non fosse stato per la vostra caparbietà e bontà d’animo al limite del disgusto”

Chat sembrò rassicurarsi e sorprendersi, dalle risposte dei loro amici. Non riusciva quasi a capacitarsi di essere riuscito a creare assieme a Ladybug una comunità così unita, un gruppo di persone che seguiva il loro modo di fare e di combattere come se fosse la cosa più naturale al mondo. Anche Ladybug ne sarebbe stata molto rasserenata, ma da quando AJ era corso via per sfogare la frustrazione, il suo sguardo continuava a posarsi nella direzione che aveva preso. Nathalie non poté fare a meno di notare la sua malcelata ansia

“Vuoi andare da lui?” le chiese “Sai cosa sta facendo?”

“Si, è successo anche da noi” le rispose “E… si. Vorrei vedere come sta”

“Li lasciamo a voi due allora” disse Kim ai due anziani “Noi iniziamo a preparare un altro avamposto per ospitare il portale. E stavolta vi accompagneremo anche noi, quando avrete risolto con i Miraculous”

Nathalie, dopo avergli annuito, si voltò verso il Gorilla, che senza bisogno di dir nulla gli fece un cenno positivo con la testa e cominciò a spingere la sedia a rotelle nella direzione presa dal ragazzo. Ladybug e Chat Noir salutarono gli altri e iniziarono a seguirli, con non poca apprensione nel farlo. Avevano così tante domande da fargli, così tante cose da dirgli, ma sapevano bene che a molte domande non potevano ricevere risposta e che tante cose sicuramente erano già state dette. C’era solo un’unica cosa da dire in quel momento

“Noi… noi ce la faremo!” disse la ragazza ad alta voce, facendosi sentire non solo dai ragazzi, ma da tutti i presenti “Faremo in modo che questo futuro… cambi! Per sempre!”

Seppure la loro prima reazione fu di sorpresa, in pochi secondi la giovane fu inondata dagli sguardi rasserenati e dai volti felici degli abitanti del rifugio, che da sempre avevano piena fiducia nei due supereroi che da sempre avevano lottato senza sosta per tenerli al sicuro. Chat, anche se ormai credeva di averci fatto l’abitudine, semplicemente finì ancora una volta con il fissare Ladybug con ammirazione, colei che con le sue sole parole riusciva a far sorridere un mondo distrutto

“Sappiamo che lo farete!” gli rispose Kim, sorridendo sotto la barba “Abbiamo fiducia in voi!”

Ladybug, dopo aver detto quelle parole ed aver percepito la reazione di tutti, salutò con un gesto della mano e si avviò assieme ad uno Chat Noir in adorazione dietro a Nathalie, con adesso più rossore anche sul viso che mai

 

Nonostante la loro prima impressione sul rifugio fosse stata di ampiezza, i super si ricredettero in fretta. Il corridoio che stavano attraversando, infatti, era piuttosto stretto, tanto da costringere i ragazzi a passare in fila indiana, con davanti a loro solo la schiena del Gorilla che ritirava in dentro le braccia per passare senza trascinare le spalle sulle pareti. L’unica fortuna è che era ben illuminato da lampade e torce, altrimenti sarebbe potuto sembrare uno di quei corridoi gocciolanti e tetri da film dell’orrore

Proseguirono assieme i due anziani senza dire nulla, anche se Chat stava facendo fatica a trattenersi. Era molto felice che i due fossero vivi, sopravvissuti ad Akuma per così tanto tempo, ma voleva anche chiedergli tante cose. Più di tutto, avrebbe voluto chiedergli cosa ne fosse stato di suo padre, ma c’era più di una cosa che lo preoccupava. Prima di tutte, se ancora non gliene avevano parlato o se ancora non si era mostrato, aveva la triste sensazione che l’uomo non fosse sopravvissuto, cosa che in quel momento preferiva tenere come incognita. In secondo luogo, non sapeva se parlare di faccende di famiglia con Ladybug vicina fosse un problema, data la testardaggine della corvina a voler tenere certe cose segrete

Passando per quel corridoio, in compenso, la sua attenzione passò su altro. C’erano varie porte su ogni lato, alcune delle quali le avevano viste aperte su stanze piuttosto ampie, alcune vuote, altre con dentro una o due persone a trafficare su diverse faccende. Quelle che erano chiuse non attiravano la loro attenzione, ci sarebbero state probabilmente troppe cose da chiedere. Ma una, in particolare, sembrò quasi chiamarlo. A differenza delle altre porte che avevano visto, questa aveva una finestra sbarrata al centro che permetteva di vedere al suo interno. Inoltre era posizionata proprio dove la strettoia che stavano percorrendo iniziava ad allargarsi. Dentro non c’era quasi nulla, se non un uomo seduto su una sedia. Aveva in volto una maschera sigillata con un lucchetto, era estremamente magro e stava seduto come se fosse sul punto di morire. Il ragazzo, nel vederlo, si preoccupò non poco

“Nathalie! Credo che quell’uomo non stia molto bene!” esclamò, facendo voltare il Gorilla che riuscì, in qualche modo, a girare la carrozzina della donna verso di lui. Anche Ladybug si affacciò alla feritoia e constato che il gatto nero fosse giustamente preoccupato. Ma le loro due guida sapevano bene di cosa si trattava

“Non dovete preoccuparvi per lui” gli disse dispiaciuta “È così da quando è entrato nel rifugio anni fa”

“E nessuno fa nulla?” domandò Ladybug, osservandolo “E… perché sembra in prigione?”

“È stato lui a chiederlo. Poco dopo che Akuma fu liberato, dopo una delle vostre prime ronde in città, siete stati proprio voi due a portarlo qui. Eravate gli unici con cui parlava… vi aveva chiesto di lasciarlo morire li dentro” gli spiegò, facendoli voltare stupiti verso di lei, che si corresse subito “Oh, ma non lo avete fatto! Ancora adesso gli portiamo da mangiare ogni giorno, eravate stati voi a chiederci di aver cura di lui, come di tutti! La sua porta non è nemmeno chiusa a chiave”

Per constatare le parole della donna, Chat diede una leggera spinta all’uscio, aprendolo senza problemi

“Prima lo venivate a trovare ogni tanto, ma da quando ve ne siete andati… è come se fosse diventato un fantasma. Non parla, non si muove, a volte sembra morto per davvero...”

“Come si chiama?” gli chiese il biondo, cercando di scorgere qualche dettaglio sotto all’acciaio che gli ricopriva il volto. Nathalie scosse la testa

“Non lo sa nessuno, neanche AJ che ormai ha preso il vostro ruolo. Ci avete detto di chiamarlo Maschera di Ferro… per ovvi motivi” sospirò, rassegnata “Prenderci cura di lui è una delle poche cose che ci avete chiesto, la rispettiamo ancora adesso, anche se non ne sappiamo molto”

I due super non se ne resero conto, ma l’uomo dentro alla stanza si era leggermente girato verso di loro sin da quando Chat aveva chiesto aiuto a Nathalie senza conoscere la situazione. Adesso, li osservava da sotto la maschera, con un’aria ed un espressione indecifrabili e che neanche notarono

“Vogliamo andare?” chiese la donna ai due wielder, che iniziarono nuovamente a seguirli lasciandosi alle spalle la stanza e l’uomo. Chat, quasi pensando di aver perso tempo, si dispiacque

“Scusa, forse per voi è tutto normale, ma…”

“Non per voi” rispose comprensiva “Non fatevi problemi, capiamo che tutto questo per voi è strano, noi ormai ci siamo semplicemente abituati. Oh!”

L’ultima sua esclamazione sorpresa era dovuta al fatto che, dal fondo del corridoio, AJ stava venendo verso di lei, con gli occhi socchiusi e le mani nelle tasche dei pantaloni, come a non volerla guardare in faccia. Al suo seguito, gli immancabili Shivihs e Nooroo svolazzavano sulle sue spalle. Chat lanciò una rapida occhiata, notando qualcosa di strano in lui e nella sua Kwami, che pareva essere più timorosa di quanto già non gli fosse sembrata, nascosta dietro di lui con le mani dietro la schiena

“Va un po' meglio?” gli chiese la donna, cercando di sembrare il più amichevole possibile

“… no” rispose secco senza alzare lo sguardo “Quello che è successo a Ben, io… se fossi stato qui forse...”

“Non potevi saperlo. E stavi facendo una cosa importante… lui non ti incolperebbe di nulla. È ingiusto, ma siamo qui proprio per sistemare le cose”

AJ annuì alla donna e spiccò un balzo sul muro per passare alle spalle del Gorilla, così da poter parlare con Ladybug e Chat Noir “Ragazzi, è il momento della verità. Andiamo dai vostri Miraculous”

Nathalie ed il Gorilla proseguirono per la stessa strada, in quanto li avrebbe portati alla nuova destinazione, ed AJ fece per seguirli a ruota, ma prima di avanzare venne bloccato da Chat con una mano sulla spalla

“Mi faresti vedere le mani?” gli chiese fissandolo negli occhi

AJ sussultò un secondo, stupito “… come hai…” poi, senza aggiungere altro, sorrise melanconicamente e tirò fuori entrambe le mani dalle tasche. Le aveva nascoste entrambe per evitare che si vedesse però solo la destra, coperta da una fasciatura raffazzonata ed ancora coperta di sangue

“Lo sapevo che ti eri fatto qualcosa” decretò il gatto nero, prendendogliela per vedere meglio

“Ho solo colpito un po' troppo forte il muro...” spiegò lui, ritirandola innervosito e sospirando “Quando mi sono tagliato ho smesso, so di aver esagerato”

“Non ti sei trasformato?” domandò Ladybug, quasi accusandolo

“Non faccio sprecare energie a Shiv per una cosa del genere...” rispose ruotando gli occhi al cielo. La piccola, nel sentirsi presa in causa, si nascose ancora di più dietro di lui, sparendo alla vista

“Dovresti trovare un modo meno dannoso per sfogarti” spiegò il biondo, preoccupato

AJ si voltò per evitare di guardare sia lui che Ladybug “L’unico altro modo sarebbe fargliela pagare definitivamente ad Akuma… quello si che mi sarebbe d’aiuto. Dai, muoviamoci adesso”

Continuando a seguirli sul percorso, gli Wielder avanzarono per un tempo che sembrò loro infinito, come se si fossero fatti tutta Parigi a piedi, ma era per lo più dovuto al posto sempre uguale a se stesso ad alla ritrovata tensione nel sapere cosa li aspettava. I loro amici Kwami erano bloccati nella loro stessa magia per colpa delle terribili esperienze passate, e forse solo loro erano in grado di liberarli

Giunsero alla fine della strada, nell’ultima stanza in cui la via poteva condurli. Come la prima che avevano visitata era molto larga, ma l’ingresso era strano, possedeva un paio di scale che gli fecero subito pensare a quelle usate nelle piscine, che però affondavano in ciò che sembrava proprio essere terra solida e compatta. Il primo, effettivo sguardo dentro alla stanza, spiegò però tutto

Un percorso di terra più chiara serpeggiava per tutto lo stanzone. Ad ogni angolo in cui non scorreva, vi erano centinaia di lapidi con foto ed incisioni, accompagnate dai più vari ninnoli, come fiori ed oggettistica varia. Trovarono anche tante persone, immerse nei loro pensieri o a parlare da soli, inginocchio o in piedi con le mani ad accarezzare le immagini dei loro cari. Avevano già capito dove si trovavano, ma AJ volle spiegarglielo comunque

“Ragazzi… questo è il cimitero del rifugio. Lo avete creato voi, per ricordare le vittime di Akuma...”

Il ragazzo si girò verso una delle pietre tombali con più persone radunate attorno. La stessa era inserita a metà tra due leggermente più grandi, con sopra le foto di un uomo ed una donna che riconobbero nonostante l’età come i loro insegnanti. Una decina tra giovani ed anziani, che scambiarono con lui un triste sguardo quando si accorsero che era arrivato. Ma non riuscì a tenere fisso lo sguardo a lungo

“Quello… è per Ben?” gli chiese Ladybug, notando l’interesse provato da AJ

“Si” gli rispose cercando di non emettere emozioni “Pensavamo che volesse essere sepolto vicino ai suoi genitori… sono già passato prima a salutarlo”

“Sei già venuto qui?” domandò Nathalie, sentendolo

“Dovevo. Sia per Ben che per sistemare le cose per loro” nello spiegarlo, indicò davanti a se “Ecco”

Nathalie, il Gorilla ed AJ si avvicinarono su una collinetta di terra, sopra la quale stavano cinque tombe, ma diverse dalle altre. Il marmo della pietra non era il solito grigio, ma erano colorate ognuna in modo diverso, con cinque colori inusuali, e da dietro videro che quattro di esse erano ricoperte per più o meno metà da un velo nero. Ebbero un tuffo al cuore quando intuirono di che cosa si trattasse, ed un secondo quando ne ebbero la conferma

Erano le loro tombe. Non solo quelle dei due Wielder presenti, ma anche dei loro tre compagni a cui avevano già una volta consegnato i Miraculous. E, davanti ad ognuna di esse, oltre a fiori, disegni e quant’altro, si trovavano appunto i gioielli di ognuno di loro. La prima a destra era di Chloe, Queen B, colorata di giallo e con una sfera gialla a circondare la Spilla, da cui sentivano quasi arrivare un ronzio. Sulla lapide vi erano una foto di lei sia da normale donna sia da supereroina. Gli anni sembravano essere stati clementi con lei, eccetto l’altezza non era quasi per nulla cambiata. Subito dopo, vi era quella di Chat, nera come il suo costume e con una barriera oscura poggiata a terra attorno all’Anello che però non stava disintegrando nulla. Metà di essa, come quelle seguenti, erano quelle coperte dal telo, impedendo di vedere la foto non trasformata. Dalla foto di Chat, tuttavia, lui stesso riuscì a capire che i suoi capelli erano molto meno selvaggi e più simili a quelli del padre, dritti e curati. Al centro, quella di Ladybug, rossa e con gli Orecchini poggiati a terra, inavvicinabili da quello che aveva detto loro AJ. La ragazza si era fatta una bellissima donna, mantenendo i tratti misti del volto ma con capelli lunghi e fluenti fino alla schiena invece del normale taglio corto. Al suo fianco, con la lapide arancione ed una strana corrente d’aria attorno alla Collana, vi era il luogo di riposo di Rena Rouge, che crescendo si era fatta simile alla sorella più grande in volto, ma mantenendo il suo sorriso. Infine, l’ultima era quella di Carapace, verde e con il Miraculous a portata di mano, ma che sapevano bene essere un possibile rischio rimuovere. Il ragazzo si era irrobustito ed aveva la barba incolta sotto al mento, oltre all’essersi fatto dei rasta. AJ ripulì con la mano il pulviscolo che era normale si formasse sopra le lapidi

“Ero venuto a mettere quei teli, almeno da non far vedere chi siete sotto i costumi” spiegò loro, facendogli capire cosa fosse venuto a fare

Anche se Ladybug e Chat si aspettavano che sarebbe potuto succedere sin da quando avevano messo piede nel cimitero, averlo davanti li lasciò senza parole. AJ non poteva capire in prima persona cosa si provasse, nessuno poteva farlo

“Tutto bene? Vi serve un momento?” gli chiese Nooroo, vedendoli quasi sconvolti

“N-No, è tutto a posto!” esclamò Chat, tornando alla realtà assieme alla sua Milady. Non potevano lasciarsi sopraffare da certe cose, per quanto gli potessero sembrare irreali “Come… come facciamo con loro?”

Il piccolo Kwami si fece da parte “Avvicinatevi… e speriamo che vi riconoscono”

Ladybug, e come lei Chat Noir, si volsero verso le rispettive tombe e si piegarono su un ginocchio per avvicinarsi meglio. Allungarono una mano verso il loro gioiello, con non poca ansia da parte del Gatto Nero, che sapeva meglio di tutti cosa fosse capace di causare il Cataclisma. Ma non servì loro avvicinarsi molto, in quanto ad una spanna da essi, questi cominciarono a risplendere di luce propria. La barriera che li separava da essi venne meno, chiaro soprattutto grazie all’anello, la cui magia distruttiva si dissipò come fumo. I presenti attorno a loro sgranarono gli occhi, era la prima volta che succedeva

“Ha… ha funzionato?!” chiese AJ ai due Kwami attorno a lui

“… credo di si!” rispose Shivihs, planando davanti a lui con una stretta al cuore “Guardate!”

La piccola si agitò ancora di più nel momento in cui dai gioielli si materializzarono altre due figure a loro simili. Tikki e Plagg erano nuovamente lì con loro. AJ passò dall’essere in tensione al rallegrarsi parecchio, qualcosa quel giorno sembrava stare andando per il verso giusto finalmente. Ma ormai lo aveva capito, le cose non andavano mai come si aspettava. Si rese conto che i due super non erano felici quanto loro, perché a vederli meglio, qualcosa non andava

Erano entrambi di un colorito strano, pallido e quasi vitreo, con gli occhi vuoti e spenti. Fluttuavano come facevano sempre, ma erano immobili. Inoltre, a Plagg mancava il lungo baffo sulla destra del volto, mentre a Tikki era sparita l’antenna di sinistra. Nooroo scosse la testa

“No… perché...” sospirò con tono quasi devastato

“Che cosa succede?” gli domandò il moro, a quel punto piuttosto preoccupato

“Li abbiamo persi...” mormorò Shivihs, con le lacrime agli occhi “Li abbiamo persi per sempre!”

La Kwami squamata si gettò al petto di AJ, mettendosi a piangere a dirotto, ma né lui né le altre persone li attorno riuscivano a capire

“Cosa vuol dire che li abbiamo persi?” esclamò AJ, agitato per la reazione della piccola, che aveva già iniziato a stringere a se per non farla sentire sola “Nooroo!”

“… hanno usato troppa magia” iniziò a spiegarli dopo il richiamo del ragazzo “Per ripararsi dal trauma, hanno dato fondo alle loro energie… talmente tanto che adesso la loro mente è andata distrutta per lo sforzo”

Ladybug prese delicatamente Tikki tra le mani, osservando meglio che anche se fluttuava non sembrava nemmeno viva “Ma… ci hanno riconosciuti! Deve voler dire qualcosa!”

Il kwami purpureo scosse la testa e gettò uno sguardo dispiaciuto su di loro “Vi hanno percepiti, ma era tutto lì, l’ultimo loro barlume di coscienza. Anche recuperando le forze, nutrendosi, riposandosi, non ritorneranno più… è come se fossero in coma, in uno stato vegetativo sveglio. Temevo potesse essere successo, ma volevo credere che ce l’avrebbero fatta… mi dispiace...”

“No...” mormorò la coccinella, poggiando la fronte contro quella della Tikki rediviva, sperando in una qualche reazione. Ma la Kwami non mosse un muscolo, non fiato, non reagì. Chat provò ad avvicinare la mano a Plagg, ma anche solo vederlo in quello stato lo costrinse a ritirarsi, stringendo il pugno per la rabbia

“Come abbiamo potuto permettere che accadesse...” si rimproverò, battendo quello stesso pugno a terra “Mi dispiace Plagg… mi dispiace per tutti voi…”

I due Wielder non erano però i soli ad essere addolorati. Anche AJ aveva iniziato a stringere i denti, collerico per l’ennesimo dolore causato da Akuma, ma con gli occhi lucidi per una profonda tristezza che cercava di tenersi dentro per non peggiorare il clima di angoscia che aleggiava lì dentro. Nooroo, anche se piuttosto restio a parlare, cercò di portare almeno una buona notizia

“Io… penso che il piano sia ancora attuabile” iniziò a spiegare, attirando l’attenzione del moro “Possiamo ancora usare i Miraculous del nostro tempo per combattere Papillon. L’unica cosa che è andata perduta è la loro coscienza, ma il loro potere resta invariato…”

AJ sembrò riprendersi, ma era perplesso “… aspetta… stai dicendo che vorresti… usarli? Come se fossero oggetti?”

Come lui, anche i due Wielder si girarono verso il Kwami della farfalla con aria confusa. Lui sembrò farsi piuttosto agitato

“No, è l’ultima cosa che vorrei!” esclamò, perdendo un po' della sua compostezza ed arrabbiandosi “Ma… ci serve il potere di quei Miraculous. E sappiamo bene tutti quanti che se fossero in loro, ci aiuterebbero. Non si sono mai tirati indietro… mai…”

Vedendo che anche lui non era riuscito a rimanere impassibile di fronte a quella brutta situazione, AJ allungò una mano e gli diede una carezza sul capo. Sapeva bene che lui stesso era passato in una situazione simile, gli aveva ben spiegato come Papillon lo avesse trattato nel periodo in cui possedeva la Spilla “Si, hai ragione, non volevo accusarti di nulla… voi che ne dite? Vi sta bene?” terminò rivolgendosi ai super

Ladybug e Chat Noir si scambiarono uno sguardo, cercando di intuire la risposta dell’altro o almeno di capire chi dei due avrebbe risposto ad una domanda così difficile. Sentivano come se fosse solo un modo meno cattivo per dire che li avrebbero sfruttati, ma in fondo sapevano che non era così. Tikki e Plagg li avevano sempre sostenuti nelle loro battaglia, sia con la trasformazione sia con consigli, incoraggiamenti e tutto ciò che erano in grado di fare per aiutarli

Ladybug scosse la testa per provare a fare andare via il dolore per quella Tikki e rispose “Credo andrà bene… ma prima, vorrei chiederlo anche a Tikki. A quella del mio tempo, intendo...”

“Sono d’accordo” aggiunse Chat “Plagg e Tikki sono gli unici a cui possiamo far prendere una decisione simile”

AJ annuì loro “Ed anche io sono d'accordo con voi. Nathalie, per favore, accompagnali a degli spogliatoi, così potranno annullare la trasformazione senza vedersi a vicenda”

“Si, ma certo...” mormorò in risposta l’anziana. Non l’aveva dato a vedere ed era rimasta in disparte, ma stava male dentro di se più di quanto lo sarebbero state tante altre persone, per ciò che era successo ai Kwami “Seguitemi”

I ragazzi si alzarono dalla loro posizione inginocchiata, sollevando i Miraculous e notando con sorpresa che i vitrei Kwami si erano sollevati a loro volta. Per un istante, pensarono che forse le cose non erano tragiche come descritto da Nooroo, ma fu tutta un’illusione. Si resero conto che i due mistici esseri erano come collegati ai gioielli nelle loro mani e si muovevano a seconda del loro movimento, quasi vi fossero legati con una corda invisibile. Cercarono di non dare peso a quanto la cosa li mettesse a disagio e si misero in marcia nuovamente dietro al Gorilla, mentre AJ cercava invano di scrutare come i due ragazzi realmente si sentissero. Accarezzava Shivihs, ancora in preda alle lacrime, sentendo un brivido lungo la schiena nell’immaginare se una cosa del genere fosse accaduta a lei. Nooroo, invece, mentre osservava la forma fisica dei suoi due amici allontanarsi, chiuse gli occhi e scosse la testa, devastato. Nel frattempo, con la mano libera, il ragazzo prese il cellulare e cominciò a trafficarci sopra

 

Ancora una volta, a Ladybug e Chat Noir sembrò di star camminando da ore all’interno di quei cunicoli così angusti mentre andavano dietro ai due anziani. Cercavano ogni tanto di posare gli occhi sui loro compagni, ormai definibili caduti, che li seguivano fluttuando alle loro spalle, ma vederli in quello stato gli faceva troppo male. Infine, il Gorilla smise di spingere la sedia a rotelle, arrestando anche la loro avanzata. Lasciò i manubri ed indicò con le mani sia alla sua destra che alla sua sinistra, indicando due porte, entrambe con i classici simboli indicanti la distinzione tra uomini e donne, come nei bagni pubblici. Non vedevano bene Nathalie, ma fu lei a parlare

“Questi sono gli spogliatoi, entrate pure. E ricordatevi di non preoccupatevi se c’è o entra qualcuno, sappiamo tutti chi siete...” terminò quasi mormorando, facendo drizzare le orecchie a Chat Noir

Fu quasi sul punto di dirle qualcosa, ma non sapeva neanche lui cosa. Voleva chiederle del padre, di cosa fosse successo alla sua gamba, di come lei ed il Gorilla fossero riusciti a salvarsi. Però, non emise un fiato, riuscì solo ad aprire la bocca per annaspare leggermente. Erano cose che da una parte gli premeva sapere, ma che dall’altra temeva di scoprire. Ladybug, invece, non disse nulla perché troppo in pena per la piccola amica, ma la donna lo capì bene

“Adesso io dovrei andare… “ gli disse, cercando di mostrarsi gioviale “Mi occupo delle comunicazioni esterne con tutti gli avamposti ed ho lasciato dei ragazzini a sostituirmi per venire a vedervi, chissà che disordine troverò quando torno. Se non dovessimo rivederci prima della vostra partenza… vi auguro buona fortuna” mise una mano sul braccio del Gorilla, che abbozzò un sorriso “Abbiamo entrambi fiducia che riuscirete a fermare Akuma, ne avete sicuramente la forza… risolvete questo disastro, ragazzi”

“Arrivederci, Nathalie” rispose Ladybug, cercando di sopraffare la tristezza con le parole gentili della vecchina “Ho sempre saputo che eri una donna fuori dal comune, sia per quello che fai nel nostro tempo sia per quello che stai facendo qui nel rifugio. Auguro il meglio a tutti e due”

Chat colse al volo la positività della compagna e riuscì finalmente a parlare “E speriamo che la prossima volta che ci rivedremo sia nella vita di tutti i giorni… con voi al vostro solito posto”

Il Gorilla salutò con un semplice cenno della mano, a cui risposero entrambi allo stesso modo, mettendosi a spingere poi la donna nel lungo corridoio che avevano davanti. Ad una buona distanza, espirò pesantemente e fece cadere lo sguardo su lei, che si grattava il dorso della mano come era solito fare quando si innervosiva. E lui sapeva fin tropo bene di cosa si trattava

Non era tanto Ladybug a cui dava peso, ma a Chat Noir, Adrien, l’unica persona a cui avrebbe sempre voluto dire tutto ciò che teneva dentro dall’arrivo di Akuma, ma che non aveva mai trovato il coraggio di affrontare. AJ e tanti altri notavano spesso in lei un profondo coinvolgimento emotivo quando si parlava nello specifico di Papillon, ma lo aveva sempre associato ad una estrema empatia della donna, senza in realtà sapere che dietro ad esso si celava un profondo senso di colpa nel non aver mai rivelato nulla su ciò che sapeva del supercattivo di Parigi. Nooroo non aveva mai detto nulla perché sapeva che le faceva male parlarne, inoltre sarebbe potuto andare a cozzare con la magia che non gli permetteva di rivelare il nome del suo ultimo Wielder. Ma quando la donna ed il Kwami si incrociavano, anche se lui le sorrideva comprensivo, lei abbassava sempre lo sguardo, sentendosi colpevole tanto quanto Papillon. Ed adesso che aveva nuovamente la possibilità di redimersi, di rivelare la verità al figlio dell’uomo di cui si era innamorata, non riusciva ancora a farlo talmente era spaventata. Non era paura per se stessa, ma per il ragazzo, per la sua reazione nel sapere come stavano realmente le cose. In fondo, forse, era meglio che pensasse che aveva perso sue padre al risveglio di Akuma, piuttosto di sapere che in realtà lo aveva perso molto tempo prima

 

Ladybug e Chat entrarono ognuno dentro al proprio spogliatoio. Non si dissero nulla, perché sapevano bene che cosa entrambi provassero per i rispettivi Kwami. Appena chiusasi la porta alle spalle, la supereroina chiuse gli occhi sospirando

“De-trasformazione”

Un lampo di luce e ritornò ad essere Marinette, liberando allo stesso tempo anche Tikki, che non aspettò un attimo a fiondarsi verso la se stessa del futuro. Gli si parò davanti, fissandola dritta negli occhi vuoti e spenti. Non ci fu una minima reazione dalla sua controparte, era esattamente come aveva detto Nooroo, e come lei era consapevole potesse accadere in una situazione del genere

“È… mi dispiace Tikki… “ cominciò a mormorare la ragazza, abbassando lo sguardo

“No, Marinette… a me dispiace...” le rispose, senza voltarsi “Anche mettendo tutta me stessa, tutto il mio potere, riducendomi così… non sono stata abbastanza forte da proteggerti...”

La piccola Kwami stava cercando di trattenersi un po', ma la cosa che più di tutte l’aveva sconvolta non era stata la sua futura condizione. Era stato vedere il luogo in cui Marinette era sepolta a devastarla

“Tikki, non dire così…” rispose scuotendo la testa “Ce l’hai messa tutta. So che lo hai fatto...”

“Ma non è stato comunque sufficiente!” esclamò, girandosi e facendosi vedere con le lacrime agli occhi “Akuma… noi dobbiamo impedire che si risvegli! Ad ogni costo! No-Non voglio perderti! Non così!” gli si fiondò sul seno, cercando di stringerla a se con le minuscole braccia “Non importa quello che sarà necessario fare, e so bene che prima o poi ci dovremo separare, come con tutte le Ladybug… ma non in questo modo! Non è giusto! Tu, Chat e tutti gli altri… dovete almeno vivere le vostre vite!”

La Kwami rossa tirò fuori un argomento a cui Marinette aveva già pensato molto tempo prima, ma di cui non sapeva come discutere. La piccola era immortale, aveva conosciuto innumerevoli Ladybug nel corso dei secoli e la corvina avrebbe sempre voluto sapere se per lei erano una cosa da poco o se erano importanti, soprattutto se lei era così. Lo avrebbe capito, un esistenza immortale avrebbe potuto portare ad un certo distaccamento emotivo per non soffrire le perdite. Ma già solo il fatto di essersi sacrificata fino a quel punto nel futuro era un chiarimento più che sufficiente

“A te… allora va bene se io...” cercò di dirle, guardando gli orecchini che aveva nella mano

“Si, assolutamente!” rispose alzando lo sguardo “So perfettamente che per voi non siamo oggetti, che non ci trattereste mai come Papillon tratta Nooroo. E se questa mia versione ti aiuterà ad essere più forte per combattere, allora voglio che tu lo faccia!”

Tikki era estremamente seria nel parlare in quel modo, ma riuscì comunque a far sorridere Marinette mostrandole una tale affinità da permettere qualcosa che la stessa ragazza trovava quasi uno sfruttamento. Una cosa, però, sembrò rovinare quel momento di intimità tra wielder e Kwami, una sonora e profonda risata accompagnata da un applauso compiaciuto

“Accidenti, lo sapevo che voi due siete sempre rimaste della stessa pasta!” esclamò una voce piuttosto profonda di donna dalle docce

Uscì da quella direzione una ragazza di colore in accappatoio, i lunghi rasta neri ancora umidi e gocciolanti dopo essersi lavata. La sua stazza era impressionante, forse era grossa quanto Dragakin e quasi altrettanto nerboruta, la mantellina da bagno per quanto piuttosto grande non riusciva a coprirla fino alle gambe. Marinette e Tikki sgranarono gli occhi nel vederla, credendo di essere sole

“Scusate, non volevo origliare, ma voi vi siete messe a parlare senza controllare se ci fosse qualcuno!” continuò incrociando le braccia. L’aspetto, la dimensione ed il carattere furono d’aiuto alla giovane per capire chi avesse davanti

“Tu sei… Nora!” disse felice, per poi intristirsi nel ricordare di chi fosse la sorella. La donna le sorrise

“Si, ma preferisco Anansi! Mi chiamavo così quando lottavo e quando vengo potenziata, ci ho fatto l’abitudine!” le mise una mano sulla spalla, facendola sobbalzare per la troppa forza messa “Il ragazzino ce l’ha fatta! Ha detto che ti avrebbe portata qui e c’è riuscito! Immagino ci sia anche il micione con voi!”

Marinette non riuscì a dirle nulla né a guardarla negli occhi, sia perché un po' la metteva in soggezione, sia perché, anche se non era colpa sua, si sentiva responsabile per ciò che era successo all’Alya di quel tempo. Ma il non avere peli sulla lingua di Nora la aiutava anche a capire il disagio negli altri nel parlare, rendendola meno espansiva e più pacata per rassicurarla

“Ascolta, non devi sentirti in imbarazzo con me. Ci conosciamo da tanto ormai”

“Mi… dispiace… è solo che… ho visto la tomba di Alya, di tutte le vittime che ci sono state, e… mi sento come se fosse tutta colpa mia...”

Nora la interruppe diventando leggermente aggressiva, ma senza cattiveria “Non devi neanche pensare che tu sia responsabile… che lo sarai… che lo sia stata… insomma, non devi pensarlo e basta! Alya ha lottato con tutta se stessa per quello in cui credeva e a cui voleva bene!” distolse lo sguardo, nostalgica “Alla fine me lo ha fatto capire lei che voi ci rendevate forti, non deboli come sostenevo… e l’unico da incolpare per tutto ciò che è successo è Akuma!” strinse le spalle a Marinette, colma di rabbia “Quel demone mi ha portato via tutto… non solo Alya, ma tutta la mia famiglia! Mamma, papà, Ella, Etta… e per questo, la pagherà cara!” si rese conto di aver paralizzato la ragazza con la sua stretta ed allentò la presa “E… beh, solo voi potete fermarlo”

“… riponete tutti molta fiducia in noi” le rispose, rendendosene seriamente conto dopo le parole della donna. Se persino una come Anansi, forte e fiera, riponeva nei due le speranze di sconfiggere Akuma, qualcosa voleva pur dire

“Beh, è ovvio! Voglio dire, avete permesso voi tutto questo! Il rifugio, la sicurezza, anche solo la parvenza di una vita tranquilla… ve lo avranno già detto, ma in tanti si sarebbero arresi o sarebbero impazziti senza di voi”

La porta dello spogliatoio si aprì, ed al suo interno si riversò un piccolo gruppo di donne, la maggior parte già incontrate da Marinette ma nel complesso tutte sue vecchie conoscenze. Oltre ad Alix, Mylene e Manon, c’erano anche altre due ragazze, una con gli occhiali dai capelli rossi, che riconobbe facilmente come Sabrina, ed una seconda bionda con i capelli raccolti in codini, che però fece fatica a riconoscere. Tutte le sorrisero, ora che potevano vederla senza costume, e Nora ne approfittò

“Visto? Che cosa ci farebbero qui loro, se non avessero fiducia in te?”

“Come… come sapevate che ero qui?”

“Ce lo ha detto AJ” rispose celermente Alix, immaginandosi una domanda simile “Visto che prima non potevamo parlare tranquillamente per la segretezza con Chat, lo facciamo adesso”

“Marinette… è così bello rivederti!” gli disse subito Sabrina, correndole incontro per abbracciarla. Lei ricambiò l’abbraccio, e posò gli occhi sulla bionda con fare confuso, come se fosse l’unica a stonare lì in mezzo. Sorrideva anche lei, ma comunque faceva fatica ricondurre ad una sua conoscenza. Data l’aria interrogativa che aveva disegnata sul volto, le rispose fingendo palesemente indignazione

“Non mi riconosci per caso?” poggiò a terra un ombrello giallo, facendolo ben notare “Sono Aurore! O forse Tempestosa ti aiuta di più?”

“Oh!” esclamò la corvina, imbarazzata “Scusa, ma non ci siamo mai conosciute bene”

“Vero, ma io mi sono sempre ricordata di te e come mi hai aiutata quando ero sotto il potere di Papillon. Volevo rivederti” disse, abbassando lo sguardo, anche lei un po' imbarazzata

“In tanti volevano vederti” rettificò Manon “Ma hanno preferito che venissimo solo noi che ti conoscevamo da prima di Akuma, per non metterti troppo a disagio”

“Wow...” rispose, basita, senza saper bene cosa dire “Sono tutti così… premurosi”

“È normale” sorrise rispondendo Mylene “Sanno cosa dovete affrontare, nessuno vuole mettere te o Chat sotto pressione. Non più di quanto già non siate, almeno...”

“A quello bastiamo noi!” esclamò Alix sarcastica, cercando di farsi subito dopo un po' più seria “Ma, seriamente, è bello per tutti noi vederti, anche se sappiamo che vieni da un tempo in cui… beh, in cui tutti stavamo bene. Vedere come eri tu una volta, come eravamo tutti noi… è stupendo. Da un senso a tutto quello che AJ sta affrontando” poi si passò una mano sulla nuca ed abbassò lo sguardo “Ah, ci ha anche detto cosa è successo a Tikki e Plagg… mi dispiace… sembra che Akuma non abbia risparmiato proprio nessuno...”

Mylene mise una mano sul cuore ed abbassò lo sguardo “Già, e lui ha perso più di chiunque altro durante l’ultimo scontro con Akuma...”

“Non solo i suoi genitori” si affrettò a dire Manon, come a volerle andare a parlare sopra “Ma anche tutti i suoi mentori nell’utilizzare i Miraculous. Voi due, gli altri Wielder e adesso anche i loro Kwami, gli unici che capivano Shiv fino in fondo. Rivedervi sicuramente lo ha reso molto felice”

“Felice?” esclamò Nora “Io direi che è diventato euforico, da quando siamo riusciti a caricare il potere del viaggio nel tempo! Non lo vedevo così pieno di grinta da quando loro lo allenavano! Che diavolo, con voi tre assieme Akuma non ha speranza!” le diede una poderosa pacca sulla spalla facendola quasi sbilanciare “Siamo tutti convinti di quello che sai fare, Marinette!”

Marinette si riprese dall’involontaria percossa e sorrise loro, quasi arrossendo data la dimostrazione di affetto delle ragazze lì con lei. Immaginava, o meglio, sentiva dentro di se che la loro non sarebbe rimasta una semplice amicizia scolastica, di circostanza, ma non poteva sperare arrivasse a tanto. Anche Tikki rimase positivamente colpita da come le cose erano messe nel futuro, dalla fede che riponevano nella sua protetta. La corvina sospirò, cercando di smaltire la tensione e di ritrovare il suo modo di fare tenace

“Allora cercherò di non deludere nessuno di voi. Né qui, né nel mio tempo” scambiò rapidamente gli orecchini che aveva addosso con quelli del futuro, constatando che erano in qualche modo un po' più caldi “Io, Chat Noir e Dragakin fermeremo Papillon ed Akuma, per sempre. L’ho promesso ad AJ e lo farò a tutti i costi! Tikki, trasformami!”

La piccola kwami rossa, per la prima volta, assistette al suo stesso processo di trasformazione dall’esterno, mentre la sua doppia di quel tempo veniva assorbita dagli orecchini. Marinette cominciò a volteggiare su se stessa molto rapidamente dopo che quella Tikki entrò in sintonia con i Miraculous, venendo avvolta da un bozzolo bianco luminoso. Lo stesso si ricoprì di crepe dopo pochi secondi, per poi scoppiare in un esplosione quasi accecante. Quella che ne uscì non era più Marinette, ma Ladybug. Una Ladybug che Tikki stentò a riconoscere

Il costume era uguale a quello vecchio solo per ciò che riguardava la calzamaglia rossa a pois neri, ma per il resto si vedeva che fosse ben più moderno e potente. Invece di essere scalza, indossava un paio di stivali neri lucidi fino al ginocchio, e dello stesso colore erano dei lunghi guanti di seta che le arrivavano alle spalle. Sulla schiena portava quello che sembrava uno zaino ovale del colore della tuta, ma era come se fosse ancorato alla sua schiena, senza fasce a tenerlo su. E con quella che pareva la volontà di Ladybug, si aprì in due, rivelando un paio di enormi ali trasparenti, quasi della dimensione di quelle di Dragakin. Completato il costume, la ragazza si passò con decisione entrambe le mani sulla testa, facendo comparire non solo la solita mascherina rossa, ma anche un intero casco che le ricopriva con integrità il capo, ovviamente anche esso rosso a pois neri. Sulla fronte dell’abbigliamento protettivo si muovevano due lunghe antenne nere, anche essere sotto il controllo della supereroina, e davanti agli occhi si parò uno spessissimo strato di vetro protettivo, che le permettevano di vedere il mondo attorno a se in modo molto più chiaro di quanto i suoi occhi facessero. Le sembrò quasi di aver guadagnato la vista di un falco, tanti erano i minuscoli dettagli che adesso coglieva. L’unica cosa rimasta scoperta erano il mento e le labbra

A trasformazione completa, Ladybug sentì subito di essere diversa da prima. Poteva percepire ogni parte che sembrava essersi aggiunta al suo solito indumento, ma non per un senso di pesantezza o di fastidio, ma come parti del suo corpo. Le antenne iniziarono a girarsi ovunque lei posasse lo sguardo, mentre le ali emisero un timido ronzio, una sua prova per capire se effettivamente fossero vere. Anche i guanti e gli stivali avevano qualcosa di strano, di cui si rese conto quando appoggiò una mano al muro di fianco a lei. Non le servì nemmeno fare forza, semplicemente staccò i piedi da terra e rimase sollevata unicamente sul braccio, come se la parete fosse diventato il suo nuovo pavimento

“È… incredibile!” esclamò lei, osservando con eccitazione il nuovo costume e tastando con mano ciò che non aveva mai visto “Adesso mi sento molto più forte!”

Tikki non le disse nulla, limitandosi a fissarla con sbigottita ammirazione. Anche se sapeva di essere praticamente lei l’artefice di quella mutazione, le parve impossibile

“Credo sia normale che tu ti senta così” gli spiegò subito Sabrina “Questa tua trasformazione è molto diversa da quella vecchia. Prima avevi solo il tuo Lucky Charm ed una forza ed agilità superiori, adesso… molto di più!”

“Mi sembra di capire che ne sapete molto” teorizzò la super, ascoltando le sue parole. Alix le rispose avvicinandosi

“Stando in questa situazione, ci avete spiegato tutto sui vostri poteri, per permetterci di capirvi meglio” si ritrovò ad accarezzarle le ali “Sai, a vederti così… adesso sei quasi come l’ultima volta che ti abbiamo vista…”

Si sentì un po' a disagio quando la ragazza, al contatto con le ali sulla sua schiena, trattenne un risolino di solletico. Solo quello bastò a farle capire che non erano una decorazione estetica per sembrare più una coccinella, ma erano proprio sue

“Mancano solo qualche centimetro di altezza e dei capelli più lunghi, per il resto sei uguale!” esclamò Nora, dando una pacca sulle schiena questa volta di Alix “Oh, e ovviamente anche tutto il resto. Sai, crescendo tu cresceranno anche le...”

“Si, grazie, ho capito!” rispose imbarazzata la coccinella portandosi le braccia sopra il petto, interrompendola intuendo dove stesse andando a parare e facendo scappare un leggero risolino a tutte per la sua reazione. Poi mise una mano sul fianco, sentendo una strana assenza “Ma… il mio yo-yo?

“I tuoi yo-yo” rispose specificando Auror “Devi farli comparire, mi pare ci avessi spiegato che Tikki non poteva far comparire tutto, era un bello sforzo per lei”

Sentita la risposta, la ragazza aprì le mani e semplicemente pensandolo, in entrambe comparì uno yo-yo esattamente come quello del suo normale costume. Quelli, almeno, le erano familiari, anche se si sentiva strana ad averne due

“E il resto, invece?” domandò curiosa, giocherellando con le armi come l’oggetto che erano “Mi avete detto che c’è dell’altro!”

“Beh, per cominciare i guanti e gli stivali” indicò Manon “Ti permettono di attaccarti alle superfici, come un insetto, anche se lo hai già capito da sola. Il casco ti aiuta con il Lucky Charm, ma quello non ho mai ben capito in che modo… ah, si, puoi utilizzare più volte il tuo potere senza dover annullare la trasformazione. Non credo ci siano limiti, o almeno, noi non ti abbiamo mai visto fermarti per recuperare le energie quando lo usavi. E con le ali puoi volare, ma quello credo fosse ovvio...”

“AJ aveva ragione!” esclamò Tikki, analizzando la trasformazione della sua Wielder con fare estasiato “Con questo potere riusciremo sicuramente a fermare Papillon!” poi sorrise sotto i baffi e si lasciò andare ad una considerazione “Sai, è piuttosto strano vederti da trasformata!”

“Per un po' ci faremo l’abitudine” le rispose Ladybug, dandole un buffetto sulla guancia. Poi, per constatare la cosa più importante di tutte, inserì le mani sotto il casco per tastare le orecchie. Ma fu proprio il casco ad impedirglielo, in quanto sembrava parte integrante del suo corpo e non poteva venir via se non staccandole la testa. Anche se il pensiero fu un po' macabro, adesso sapeva che Papillon non sarebbe mai riuscito a toglierle gli orecchini “Va bene, allora… direi che siamo pronte. Basta dispiacersi e stare male… è il momento di risolvere questa situazione”

Con una risolutezza fuori dal comune, la corvina riuscì a trascinare tutte le altre ragazze nella sua sicurezza. Ma il momento venne interrotto da una chiamata a Mylene, che rispose immediatamente

“Pronto? Nathalie?” chiese subito, per poi sgranare gli occhi e preoccuparsi. Dopo qualche attimo di silenzio, rispose molto seriamente “Vado subito”

 

Nell’altro spogliatoio, quello maschile, stava succedendo più o meno la stessa cosa. AJ aveva avvertito tutti che Ladybug e Chat Noir sarebbero stati separati per annullare la trasformazione, e le vecchie conoscenze di Adrien ne avrebbero approfittato per andare a parlargli. Kim, Nathaniel e Marc avevano deciso di andare a fargli almeno un saluto come si deve, senza paura di parlare troppo, accompagnati da altre due sue conoscenze. Uno era un uomo più o meno della sua stessa statura nonostante la differenza di età, rimasto leggermente minuto ma comunque diventato adulto in un mondo del genere. I grandi occhiali tondi e l’aria innocentemente saccente, oltre che al tono di voce vagamente nasale, avevano subito ricondotto a riconoscerlo come Max. L’altro, invece, era più piccolo. Molto più piccolo. Tascabile era il termine perfetto per definire Markov, il piccolo essere robotico che accompagnava sempre Max ovunque si trovasse, si come suo creatore ma soprattutto come suo amico. Adrien però non fece domande su come o perché, era solo felice che ci fosse ancora qualcuno del suo passato oltre alle persone che lavoravano per suo padre

“Ragazzi, è davvero magnifico che ce l’abbiate fatta… almeno voi” disse, nostalgico, ricordando tutti i loro compagni che avevano fatto parte della sua prima vera esperienza di vita fuori dall’iperprotettività del padre

“Non sarebbe stato possibile senza te, Ladybug e gli altri Wielder” gli rispose Kim, osservando poi l’anello che teneva in mano “Ci dispiace per Plagg…”

Il biondo gettò uno sguardo all’anello di quel tempo “Anche a me… ma so che ha fatto di tutto, per cercare di proteggermi”

“Già, e guarda cosa è successo...” mormorò il Plagg del suo tempo, che si era nascosto in un angolo in alto della stanza. Si era infilato e ritirato lì da quando Adrien aveva annullato la trasformazione, rifiutandosi di muoversi “Non sono riuscito a proteggere il mio Wielder! L’unico che abbia mai tenuto a me!” esclamò, arrabbiato

“L’unico?” domandò il ragazzo, facendo diventare il Kwami ancora più piccolo “Cosa intendi dire?”

All’inizio Plagg sembrò non voler dire più nulla, strinse con forza le labbra e chiuse gli occhi, ma non riusciva a farcela. Non con lui “… è tutta colpa mia. È sempre tutta colpa mia” voltò la testa verso i presenti, che però sembravano confusi dalle sue parole “Andiamo, non è ovvio? Io sono il Kwami della Distruzione! Della Sfortuna! Tutti gli altri Wielder nel corso dei secoli mi hanno trattato con distacco perché sapevano bene che cosa vuol dire essere portatori del mio potere… ogni loro sconfitta, ogni volta che accadeva qualcosa di brutto, era sempre per causa mia...“

“Plagg…” cercò di controbattere Adrien. Aveva sempre visto in Plagg qualcosa di strano, come se si portasse dentro un qualche malessere interiore, ma non immaginava fosse così radicato e profondo. Ma il suo tentativo di rispondere venne interrotto da un essere mistico che andava via via facendosi sempre più nervoso

“E facevano bene! Guarda cosa è successo! Il primo umano con cui stringo amicizia, che decide di volermi davvero bene… non sono neanche in grado di proteggerlo! Neanche mettendo in gioco la mia vita! Tu sei stato vittima del mio potere come tutti gli altri!”

“Adesso basta!” alzò la voce il biondo, per cercare di farsi ascoltare. Cosa che sembrò funzionare, in quanto Plagg smise di colpo di parlare “Stai esagerando! Il fatto che tu sia il Kwami della Sfortuna non c’entra niente con quello che è successo”

“Io dico che ti sbagli...” mugugnò Plagg, incrociando le braccia, ma Adrien sorrise e scosse la testa

“No, non sbaglio. Al contrario, è solo grazie a te ed a Tikki se il mondo è rimasto al sicuro per così tanto tempo”

“… cosa intendi?” iniziò a rispondergli il Kwami, arrancando ogni volta

“Andiamo, è ovvio! Akuma ha convinto Papillon ad ottenere in tutti i modi di ottenere il mio Anello del Gatto Nero e gli Orecchini della Coccinella, perché solo il loro potere combinato è abbastanza forte da liberarlo. E questo perché è stato il vostro potere combinato a sigillarlo, sbaglio?”

“Beh, no… voglio dire, siamo stati io e Tikki ad imprigionarlo...”

“Appunto! Quello che è successo a tutti è solo colpa di Akuma, non tua. E sono sicuro che tutti i tuoi Wielder precedenti fossero dei veri idioti se ti trattavano male solo perché erano superstiziosi!Ed anche perché ti hanno fatto credere di doverti prendere colpe non tue! A loro è mai capitato qualcosa di brutto? Ed intendo di davvero brutto, come morire per causa tua o cose simili”

Iniziò a ragionare sul suo passato prima di rispondergli “Non… che io sappia… loro attribuivano a me solo le loro sfortune...”

“Visto? Per quanto riguarda la sconfitta contro Papillon… sono sicuro che c’è una spiegazione, e che ciò che sei non c’entra niente. Non voglio che ti colpevolizzi per qualcosa del genere, va bene?”

“… io…” disse, non riuscendo però più a trovare nulla su cui argomentare. Le parole di Adrien sembravano avergli aperto gli occhi dopo tanti secoli “… d’accordo. Non lo farò”

Da quel punto di vista, Adrien e Marinette erano un po' diversi. Lei aveva un sacco di timori, ma una volta dissipati si fece determinata come sempre. Lui, invece, timori e paure riusciva a metterli da parte fin da subito, perché doveva essere forte, soprattutto per la sua amata e poi per tutti gli altri, e sapeva che insieme alla ragazza quelle preoccupazioni si sarebbero totalmente dissolte

“Hehe…” ridacchiò Nathaniel, soddisfatto “L’Adrien del popolo, ragazzi, quello che è sempre lì a dare conforto a tutti! Un tratto di te che tutti apprezzavamo, anche se a volte scherzavi un po' troppo”

Il biondo sembrò imbarazzarsi “Si, credo sempre che il modo di far stare meglio gli altri sia di farli sorridere… forse tendo ad esagerare”

“Oh, ma ti sorridevano! Sempre!” specificò Max “Le persone qui vi volevano bene, vi ammiravano e vi erano vicine, perché sapevano il peso che avevate sulle spalle”

“Facevate tanto per tutti” continuò Markov “Anche più di quanto gli altri umani si aspettavano! Già il rifugio di per se è stata un impresa non da poco!”

“Per non parlare di come ci avete sempre fatto sentire utili… anche con poco” aggiunse Marc, sorridendo ironico e facendogli l’occhiolino, con una leggera gomitata sulla spalla “Tipo con un compito di sorveglianza ad un ingresso che non si può valicare senza Miraculous”

“Hey!” rispose subito Nathaniel, fingendosi offeso “Sai a quanti spifferi impediamo di passare? Salviamo un sacco di persone dal raffreddore!”

Il clima si scaldò con poco, cosa che Adrien non notò assolutamente, ma che per gli altri presenti fu quasi motivo di commozione. Ma c’era una cosa che doveva essere discussa, la più importante

“Allora, Plagg, a te sta davvero bene se uso l’altro anello?”

“Beh… per un amico, questo ed altro!” rispose il Kwami, osservando il se stesso del futuro con un sorriso mesto “Se anche lui potesse parlare, sono sicuro che direbbe che gli va bene. Che è felice di quello che ha fatto, nonostante nessuno dei due si sia salvato” distolse lo sguardo “E ti ringrazierebbe tanto di essere la prima persona a non farlo sentire un disastro vivente”

Il giovane Agreste gli annuì e sostituì i due anelli. Poi si fece prendere dalla curiosità “Sai… AJ ha detto che con questo potere, sono più forte persino di Dark Felix. Credi sia vero?”

“C’è solo un modo per scoprirlo” rispose con decisione il Kwami. Ad Adrien non servì altro

“Plagg, trasformami!”

Il Plagg del futuro venne assorbito dall’anello. Subito, la mano di Adrien si colorò di un colore nero pece, i suoi occhi si fecero verdi e si strinsero come quelli di un felino, facendogli lanciare un ruggito riconducibile solo a quello di un leone. L’oscurità distruttiva del Cataclisma iniziò a circondare tutto il suo corpo, inondandolo di potere. La magia sembrò piegarlo, smontarlo e ricrearlo, ed il suo intero corpo cominciò a mutare, fino a che quella stessa oscurità non iniziò a dissiparsi. Ne uscì fuori un Chat Noir completamente rinnovato. Era molto più alto, persino più di Dragakin, anche se non robusto quanto il drago. Le gambe non erano dritte come quelle di un normale umano, ma si piegavano sul ginocchio in avanti, esattamente come quelle di un predatore. Le braccia erano invece semplicemente più lunghe, e tutti gli arti, così come il resto del corpo, erano ricoperti da una peluria leggera e completamente nera. Sul torso portava ancora il suo solito costume, ma questo non si allungò in una coda finta, non ce ne fu bisogno. Infatti, sul fondo-schiena crebbe una vera e propria coda, che si agitava lenta e ed ipnoticamente minacciosa come quella dei felini nei loro momenti di caccia. Infine, il suo volto cambiò completamente. I biondi capelli sparirono, lasciando il posto ad una zazzera più lunga ed anch’essa nera, che scendeva selvaggia fino al collo. Sopra di essi, crebbero un paio di orecchie a punta e dritte, pronte a captare qualunque minimo movimento. Il volto, di umano, aveva a malapena il naso, in quanto la bocca era piena di zanne da animale carnivoro. L’anello del gatto nero, a quel punto, si fuse interamente con il suo dito, lasciando il suo simbolo come fosse un marchio, un tatuaggio

A trasformazione finita, Chat si trovò disorientato dal cambio di altezza così improvviso, ma fu una sensazione passeggera. Si rese presto conto che vedeva tutto leggermente più chiaro, e che con le nuove orecchie sentiva tutto molto chiaramente. Osservò le mani e, sentendo che ne era in grado, fece scaturire i suoi artigli retrattili, bianchi ed affilati come rasoi

“Wow… AJ non scherzava” disse ad alta voce, per poi tapparsi la bocca quasi spaventato. La sua voce era completamente cambiata, si era fatta molto più adulta e cupa, ma ammaliante come la notte

“Perché non provi a dire “Ce l’hai con me, amico”?” lo canzonò Plagg, più però per farlo rilassare che per prenderlo in giro, mentre lo osservava incuriosito

“Allora, come ti senti?” gli domandò Kim, vedendolo un po' troppo immobile

“Io sto… bene. Sto più che bene!” iniziò ad esclamare, mettendosi a quattro zampe, poiché solo in quella posizione arrivava a guardare i suoi amici negli occhi senza abbassare la testa “Mi sento come prima con Dark Felix, ma meglio! Sono più… più...”

“Agile, forte e veloce?” lo aiutò Max

“Si!” rispose con aria e tono decisi “Questo è molto più di un semplice potenziamento, come lo aveva chiamato AJ”

“Beh… forse ‘potenziamento’ è un po' debole, ma alla fine è di quello che si tratta” constato Marc “Hai anche più poteri di prima”

“Davvero?” chiese lui, osservando il proprio corpo per capire meglio

“Tanto per cominciare” iniziò a spiegargli Kim “Quando combatti sei estremamente veloce, ma diventi letteralmente invisibile se entri in uno spazio con un minimo di ombra, non si possono percepire neanche i tuoi movimenti. Vedi perfettamente di notte ed al buio. Gli artigli li hai già scoperti da te...”

“Puoi anche riattivare quante volte vuoi il Cataclisma” aggiunse Markov “E non distrugge la prima cosa che tocchi, sei tu che lo decidi, hai un colpo in canna per colpire quando meglio credi”

“Quindi... è per questo… che non trovo più il bastone...” disse, cercando addosso a se la sua arma “Posso combattere anche senza. Ma come faccio a comunicare con Ladybug?”

“Il bastone ce l’hai ancora” spiegò Nathaniel “Devi farlo comparire però”

Ricevuta l’informazione, a Chat bastò pensarlo e la sua arma si materializzò nella sua mano circondata da particelle tipiche del suo potere distruttivo. Era come se la ricordava, però a contatto sentì qualcosa di strano. Provò a prendere uno dei tre bastoni di cui era composto ed a piegarlo, scoprendo che nonostante fosse del solito metallo indistruttibile, era in grado di piegarlo come fosse gomma

“Che gli è successo?” disse, mostrando come riuscisse a fletterlo

“Indistruttibile e flessibile allo stesso tempo” spiegò brevemente Kim “Con la tua nuova forza e velocità, rischiavi che fosse un intralcio mentre ti muovevi. Renderlo così malleabile è stata la soluzione migliore”

Dando una leggera randellata a terra, notò che effettivamente il materiale di cui era fatto riuscì ad assorbire il colpo senza fargli tremare il braccio o rimbalzare in maniera anomala, come alle volte poteva succedere usando la sua solita arma

“Devo ammetterlo” constatò infine Plagg, dopo aver visto ciò che era in grado di fare Chat adesso “Ho sempre avuto buon gusto per quanto riguarda la trasformazione! Adesso dobbiamo solo darci da fare!”

“Lo faremo” rispose il super “Stavolta, Papillon avrà pane per i suoi denti!”

Mentre però il gatto nero si stava esaltando, sentì molto chiaramente la porta dello spogliatoio davanti a loro aprirsi violentemente e diversi suoni di passi correre all’unisono. Stava succedendo qualcosa

 

 

Mentre Ladybug e Chat Noir testavano e scoprivano le loro nuove capacità, la vita nel rifugio continuava per tutti quanti. Anche per AJ, che attendeva che i due ragazzi risolvessero le cose anche con Tikki e Plagg. Ma conosceva tutti i diretti interessati, sapeva che ai Kwami sarebbe andato bene in fondo, come sapeva anche che era giusto chiederglielo in ogni caso

Era ritornato ad aspettare nella sua stanza subito dopo aver chiamato tutti i ragazzi per dirgli che se volevano potevano parlare da soli con i super. Come tutte le stanze del rifugio, benché sottoterra, era decorata al meglio per sembrare il più possibile la stanza di un ragazzo, con letti, armadi, scrivanie e qualsiasi altra cosa si sarebbe potuto trovare in una camera comune. Nooroo stava sdraiato proprio sul letto a fianco a Shivihs, che si era addormentata dopo essersi sfogata per la sorte toccata agli altri Kwami. AJ si ritrovò ad osservare una delle foto che teneva lì, sul suo comodino. Era la foto migliore che aveva mai fatto assieme ai suoi genitori, poco prima che morissero. Era ancora piccolo e stava tra le braccia di sua madre, mentre il padre teneva una mano sulle spalle di entrambi. Scherzava sempre riferendosi a quell’immagine come ‘la perfetta famiglia dell’ottocento’, dato che la loro posizione ricordava molto quella che assumevano le famiglie nobili per i ritratti di famiglia

Aveva intenzione di rilassarsi fino al ritorno dei due ragazzi, ma una chiamata lo smosse. Posò la cornice con la fotografia e rispose a Nathalie al cellulare

“Nathalie, dimmi tutto” disse con aria felice, pensando volesse parlare di Adrien, ma in realtà quella era tutt’altro che una chiamata di piacere. Il tono della donna infatti era piuttosto preoccupato

“Si tratta dell’avamposto dietro al Le Grand Paris” rispose, facendo saltare AJ sull’attenti “I ragazzi mi hanno detto che da quando sono andata via non hanno comunicato nulla… e sono un po' preoccupata. Tutti gli altri hanno risposto quando li abbiamo chiamati per le Akuma di Sangue che vi hanno attaccati, loro sono gli unici ad essere in silenzio radio. Non è nemmeno il primo tentativo, ci avevo già provato prima che arrivaste voi...”

“Ho capito” rispose lui, con tono calmo per tranquillizzarla “Andrò a vedere se è successo qualcosa. Non è molto lontano dall’ingresso che abbiamo preso noi, ci metterò poco”

“Grazie” rispose la donna, rassicurata, per poi mettere giù la chiamata. Si rimise in piedi ed osservò Shivihs e Nooroo, facendo capire al Kwami della Farfalla che dovevano muoversi. Lui le diede qualche leggera spintarella per svegliarla, e tra un mugugno ed uno sbadiglio fu di nuovo con loro

“Va un po' meglio?” gli chiese AJ, avvicinandosi a loro

“… non proprio” rispose la piccola, per poi cercare di sorridergli “Ma starò bene… in fondo anche io sapevo che era possibile… almeno sono ancora... vivi” le ultime parole le proferì con insicurezza. Non sapeva se quella potesse essere definita vita

“Si, almeno quello...” rispose lui, carezzandola

“Cosa succede? Sembri preoccupato” disse Shivihs, sentendo la sua ansia. Lui non provò neanche a negare, sapeva che la Kwami capiva sempre il suo stato d’animo

“Un avamposto non risponde alle chiamate” spiegò ad entrambi “Dovremmo andare a controllare la situazione, Nathalie sembrava in pensiero e credo abbia turbato anche me”

“Allora muoviamoci!” esclamò lei, volando sulla sua spalla e facendo sorridere entrambi per come stava provando a reagire

AJ annuì alla ritrovata vitalità della sua Kwami e, accompagnato anche da Nooroo, si mise in marcia con passo spedito verso il suo obiettivo

 

Non ci mise effettivamente molto, infatti fu sul posto poco prima che Marinette ed Adrien potessero trasformarsi con i Miraculous di quel tempo. Dragakin atterrò assieme a Nooroo dove si trovava l’avamposto, ma tutto sembrava essere in ordine. Nessun segno di lotta, niente distruzione, eppure sentiva un brivido lungo la schiena che lo spingeva ad andare avanti

E la sensazione che provava era giusta. Anche se l’edificio era a posto, sull’altro lato non era per niente così tranquillo, O meglio, lo era adesso, ma si vedevano sulle pareti e per terra segni di bruciatura e fori di proiettili. Si iniziò a guardare intorno, preoccupato

“Hey! C’è qualcuno?!” gridò, non ricevendo risposte

Un mugugno attirò la sua attenzione, un rantolo affannato proveniente da sotto le macerie di un edificio che con il rifugio non aveva che fare. Capì chiaramente che era un lamento umano e spiccò una planata per raggiungerlo in fretta, trovando un uomo quasi completamente ricoperto di polvere e pezzi di muro. Lo riconobbero entrambi

“È Quincy!” esclamò, osservando che le pietre attorno a lui erano piuttosto pregne del suo sangue “Dannazione, hanno attaccato anche questo posto!”

“Dobbiamo portarlo al rifugio!” esclamò Nooroo, ma il mezzo drago sembrò riluttante

“Aspetta un attimo… Quincy! Amico!” iniziò a dire a voce alta, scuotendolo senza fare movimenti troppo bruschi per cercare di svegliarlo. Solo dopo notò che aveva una ferita anche sulla testa “Dannazione!”

Si rimise in piedi e tirò fuori il cellulare per chiamare il rifugio. A rispondergli fu nuovamente Nathalie

“AJ? Che succede?” chiese subito lei “Sei all’avamposto?”

“Si, avevi ragione, sono stati attaccati. Sono spariti tutti, c’è solo Quincy, ma è svenuto. Ho paura che tutti gli altri...”

“… non possiamo saperlo…“ rispose lei, sussultando nell’immaginare cosa Dragakin volesse dire “Hai detto che c’è Quincy, no?”

“Si, ma è svenuto… non può dirmi la parola di sicurezza”

Sapendo ciò, la donna si iniziò a mangiare un unghia, pensierosa “Ascolta… facciamo come le altre volte” suggerì l’anziana al telefono “Portalo all’entrata del rifugio e facciamo uscire i medici. È rischioso, ma...”

“Ma non voglio abbandonarlo qui...” si fermò ad osservarlo un attimo, stringendo i denti “Va bene, faremo così. Fai andare Mylene all’uscita che ho qui vicino, porterò Quincy lì e lei gli darà un’occhiata”

“La chiamo subito” disse poco prima di riattaccare. Dragakin sospirò e si prese l’uomo in spalla nel modo più delicato possibile, senza togliergli gli occhi di dosso per evitare comunque brutte sorprese. Non si poteva mai essere sicuri di nulla, in quel mondo, neppure dei tuoi amici

 

Nathalie telefonò immediatamente Mylene, il capo medico del rifugio, per spiegarle la situazione. Lei, che si trovava assieme alle sue amiche, spiegò loro cosa era successo e tutte assieme, come una sola donna, si catapultarono con foga all’uscita, per fare il più in fretta possibile. Chat ed il gruppo degli uomini aveva sentito loro correre fuori dallo spogliatoio. Non sapevano di cosa si trattasse, ma capirono subito che qualcosa non andava, e si misero a correre subito dietro di loro. Chat Noir si sentì estremamente leggero e molleggiato, così tanto da riuscire a staccare di parecchio i suoi amici, ma senza raggiungere le ragazze per provare a capire dove si stessero dirigendo. Le raggiunse solo quando si rese conto di essersi allontanato dalla zona abitata per arrivare al punto in cui erano entrati, cogliendo piacevolmente di sorpresa le ragazze nel rivedere Chat Noir nella sua versione più moderna e sorprendendo Ladybug nel constatare quanto fosse radicalmente cambiato. Per lui non fu da meno

“Chat! Sei… sei tu?”

“In… in carne, ossa e, beh, pelo!” rispose un po' stranito, osservandola attentamente “E tu… non so come fai ad essere sempre più affascinante! E mi fa piacere che ti si vedano gli occhi anche con quel casco, sono una delle parti di te che preferisco”

La coccinella sorrise e gli diede una leggera gomitata al fianco “Falla finita! E poi non sono molto diversa, ho sempre su un costume. Tu sei più come AJ, cambiato fisicamente. Persino la voce!”

“Si, ma sotto resto sempre il solito vecchio me!” rispose, mettendosi dritto sulle gambe e dimostrando quanto fosse diventato alto

“Purtroppo per noi si” rispose ironica, incrociando le braccia “E da quello che vedo, direi che ‘sopra’ sei sempre tu” aggiunse alludendo alla sua altezza

Dato il modo di scherzare dei due, le persone attorno a loro sembrarono lanciare sguardi e frecciatine poco consone, sia le donne che erano con Ladybug sia i ragazzi appena arrivati alle spalle di Chat. Persino i loro due Kwami li osservavano e sorridevano beffardi. Sentendosi parecchio in imbarazzo, Ladybug cercò di tornare alla realtà

“Va bene, basta cretinate. Dobbiamo andare da AJ, è qui fuori che aspetta Mylene”

“Perché? Cosa è successo?” domandò il Wielder, tornando improvvisamente serio

La spiegazione da parte della dottoressa fu rapida e chiara a tutti gli uomini

“Ok, ma non ho capito perché devi uscire a curarlo!” esclamò Chat con un ultimo dubbio

“Perché da svenuto Quincy non può dirci la parola di sicurezza” spiegò subito Nathaniel “La usiamo per evitare illusioni da parte di Volpina, non sarebbe la prima volta che prova a prenderci di sorpresa in questo modo…”

Mentre i due ragazzi sentivano la spiegazione, Mylene si avviò da sola verso l’uscita con non poca ansia. Ladybug e Chat Noir, capendo che la situazione poteva non essere delle migliori, decisero di farsi avanti e di seguire la donna per aiutare da vicino

Dragakin era al limitare dello Scudo Protettivo e tese una mano a Mylene attraversandolo appena la vide, così che potesse oltre passare la barriera magica. Risalì le scale assieme a lei senza rendersi conto che gli altri due super erano alle loro spalle

Mylene si piegò subito sull’uomo privo di sensi, constatando la gravità delle ferite sparse sul corpo, mentre il Wielder Dragonico non sembrava voler distogliere lo sguardo da nessuno dei due. Drizzò però le orecchie quando sentì passi alle loro spalle e si voltò di scatto, con il solito sguardo truce, che fece sobbalzare i ragazzi

“Hey, siamo solo noi!” gli fece notare Ladybug, alzando leggermente le mani. Dragakin, nel veder sia lei che Chat Noir, sgranò gli occhi e spalancò la bocca incredulo

“Che mi venga… voi… siete uguali a loro” mormorò, scuotendo la testa per la sorpresa “Non ci posso credAAAGH!”

Bastò un solo attimo di distrazione, un momento fatale che lo colse come un fulmine a ciel sereno. Ma era proprio quello che Volpina sperava accadesse, che il Wielder si distraesse per un istante.

L’uomo tra le mani di Mylene sparì nel nulla mentre ancora lei si stava prodigando a ricucirlo, ritrovandosi con filo ed ago a mezz’aria. Al contrario, l’infida ragazza si era trasformata in un palo della luce, per essere il più vicino possibile al mezzo drago ed attuare il suo piano. Tra le mani adesso si ritrovava con una lama insanguinata e buona parte della coda rettiliana di Dragakin, tranciatagli di netto con non poco dolore. Ladybug e Chat Noir poterono osservarla per ben poco, ma ne furono inquietati. Volpina era quasi completamente identica a quando l’avevano affrontata, una copia di Rena Rouge, con l’unica e macabra differenza negli occhi. Due fossi neri, come se gli fossero stati cavati, dai quali si propagavano delle vene nere e pulsanti come fossero il ricettacolo di una piaga diabolica

Preso ciò che voleva, Volpina spiccò un solo balzo e sorpassò persino Chat, fiondandosi nel sottopassaggio della metropolitana

Mylene si fiondò subito sul ragazzo ferito “AJ!”

“Non… non è nulla!” esclamò Dragakin, cercando di sopperire al dolore che gli aveva causato il taglio della coda “Adesso pensiamo a Volpina! Si è messa in trappola da sola! Nooroo, tenerla d’occhio, arrivo subito...”

Il piccolo essere mistico fece come dettogli e volò all’entrata della metropolitana per controllare la ragazza. Anche i due ragazzi si preoccuparono per la ferita subita dal ragazzo, e Ladybug si piegò per osservare da vicino come Mylene. Quasi inorridì, nel vedere che la donna aveva le mani ricoperte di sangue mentre lo toccava

“Come… come fa a non farti male?!” esclamò terrorizzata Tikki “Guarda tutto quel sangue…!”

Dragakin si voltò confuso ad osservare i taglio, perché era vero che non gli faceva male più di tanto, infatti voleva solo che la donna controllasse per pura sicurezza. Mylene però mostrò bene le mani e chiarì il malinteso“Questo non è il suo sangue, era di quel finto ferito”

“Aspetta… ma non era un illusione?” domandò giustamente Chat. Dragakin rispose per la donna, in quanto ne sapeva di più

“Non queste. Akuma ha completamente potenziato Volpina… le illusioni che crea possono diventare reali, fintanto che le mantiene attive”

“Ma… è terribile!” esclamò Plagg “Solo pensare a cosa potrebbe fare...”

“È anche molto limitata” specificò il mezzo drago “Può tenere attiva un illusione reale alla volta, le altre che crea sono solo immagini fasulle. E più è grande l’illusione che crea più fa fatica a controllarla, è solo grazie a certe cose che siamo riusciti a contrastarla più volte. Prima era Quincy, poi deve aver reso reale la lama che ha usato su di me...” si voltò ad osservare poi i Kwami dei due super che aveva davanti, abbozzando un sorriso “Sapete, vedere loro due trasformati e voi qui con noi è piuttosto strano...”

“Ragazzi, non è il momento di perdere tempo in chiacchiere! Questo è grave!” scosse la testa Nooroo, appena ritornato e preoccupato come mai nessuno dei presenti lo aveva mai visto per ciò che aveva appena realizzato “Non è in trappola! È entrata! È nel rifugio!”

“COSA?!” gridò spaventato il mezzo drago, rimettendosi in piedi ignorando Mylene e correndo a constatare che Nooroo pareva avere ragione, sentendo soprattutto i gemiti spaventati delle persone al suo ingresso

“Ma… come?!” domandò Chat nervoso “Solo chi ha i Miraculous dovrebbero poter passare, no?!”

“Si, ma Volpina ha preso la coda a Dragakin!” rispose il Kwami porpora indicandola, ma Dragakin si voltò con aria iraconda verso di lui. Non era infuriato per ciò che stava dicendo, lo era per motivi ben più ovvi ad entrambi, ma quel gesto fece comunque capire qualcosa a Nooroo e scosse la testa “Fa… fa parte della trasformazione del Miraculous, è come se fosse passata con il Medaglione del Drago!” si voltò preoccupato verso Dragakin “Ma non capisco come possa averlo scoperto!”

Il mezzo drago osservò la coda tranciata di netto “Credo lo sapesse già, ci avrà provato sicuramente molte altre volte a farmi questo… ma non ha mai trovato il momento buono per riuscirci. Stavolta… mi sono distratto” rispose Dragakin, osservando i due super con la coda dell’occhio senza farsi notare “Oh, ma adesso scoprirà anche cosa succede a farmi arrabbiare!”

Non lo notarono subito, ma gli occhi del wielder si erano ridotti ad una fessura e le sue narici avevano iniziato a sbuffare fumo bollente. Si voltò di scatto verso Mylene “Dobbiamo fermarla prima che faccia qualsiasi cosa!” impugnò il Miraculous della Farfalla e dal simbolo sul suo petto si fece avanti un draghetto bianco, che volò fino alla donna e si infilò dentro alla sua bandana, facendole comparire davanti agli occhi il classico sigillo “Horrificator! Muoviamoci!”

Mylene non rispose nulla, si limitò ad annuire con aria seria. In breve, la mutazione del Miraculous la ricoprì del tutto, e da normale donna si trasformò nella sua mostruosa forma potenziata, Horrificator. Con le movenze e la rapidità di una lucertola, si arrampicò sulla schiena di Dragakin, che fece poi cenno a Ladybug e Chat Noir di andare avanti e di rientrare. La situazione sembrava essere precipitata in un singolo momento

 

Rientrando con foga e con Horrificator assieme a loro, i ragazzi ancora sconvolti sapevano bene cosa stava per succedere

“Volpina è entrata! Mi dispiace, io...”

“Si, l’abbiamo vista” rispose Kim, poggiandogli una mano sul braccio per calmarlo “Non pensarci troppo, tutti noi avremmo aiutato qualcuno in difficoltà. Adesso dobbiamo solo pensare a fermarla!”

“Tutti pronti allora!” rispose subito Dragakin, per poi iniziare a stringere con decisione la Spilla della Farfalla. Stavolta il suo potere fluì un po' più a lungo dentro al corpo del mezzo drago e dal suo petto non uscì un solo draghetto splendente, ma un intero sciame. Ogni suo membro andò poi ad infilarsi in un oggetto posseduto da chi era lì attorno, ad eccezione dei due Wielder, ed a tutti comparve il marchio della farfalla sul volto

“Tempestosa! Invisibile! Inverso! Chronogirl! Burattinaia! Dessinateur! Anansi! Dark Cupido! Robostus! Gamer! Aiutateci a fermare Volpina!”

Ognuno annuì alla richiesta di soccorso, venendo uno ad uno mutati nelle corrispettive forme potenziate. Ladybug e Chat restarono quasi basiti nel vedere così tanti loro vecchi avversari adesso dalla loro parte. Inoltre fu per loro una strana sensazione anche vederli in forme cresciute ed invecchiate. Una volta che tutti furono al pieno delle forze, Dark Cupido parlò per tutti

“Dividetevi e cercatela! Non tralasciate nessuna via e nessuna stanza. E chiedete la parola di sicurezza a tutti, non sappiamo che illusioni utilizzerà Volpina! Ladybug, Chat Noir, voi cercate assieme a Dragakin, tutti gli altri prendano i percorsi di ricerca di sicurezza. Se qualcuno trova qualcosa, chiamate subito gli altri. Staniamola!”

“Agli ordini!” esclamarono tutti quanti assieme, per poi dirigersi ognuno verso punti diversi a proprio modo, chi volando, chi correndo, chi strisciando. Rimasero soltanto i tre Wielder trasformati, che però iniziarono subito a muoversi quando Dragakin si sollevò da terra

“Statemi dietro! Non era così che volevo farvi testare i poteri, ma al momento non abbiamo scelta!”

Senza ulteriori indugi partì a piena velocità in volo, seguendo il percorso che ormai avevano memorizzato. Per loro fortuna, entrambi già sentivano come propri buona parte dei poteri. Chat, allo stesso modo di Dark Felix, si mise a quattro zampe e cominciò a correre ad una velocità inumana. Ladybug, invece, allargò per bene le ali da insetto e cominciò a sbatterle velocemente, creando un lieve ronzio ed alzandosi anche lei in volo, seguendo i due compagni. I loro Kwami comunque non fecero affatto fatica a stargli dietro

Chat ci mise ben poco a raggiungere Dragakin. Sentiva in effetti di essere anche più veloce di come stavano andando, ma non aveva certo intenzione di superarlo per poi non sapere dove andare

“Non dovremmo dirci una parola di sicurezza anche noi?” domandò il gatto al drago, mettendosi al suo fianco, mentre la coccinella riuscì a recuperare il passo ed ascoltare

“Non serve” rispose il ragazzo senza distogliere lo sguardo dalla sua traiettoria “Volpina non può replicare gli effetti dei vostri poteri, quelli può solo fingerli. Vi basterà usarli per creare o distruggere qualcosa e saprò che siete voi”

“E… tu?” domandò Tikki, venendo accolta da uno sbuffo di fumo che video fuoriuscire dalle fauci di Dragakin

“Oh, stai pur certa che io mi saprò fare riconoscere...” rispose, non nascondendo quanto fosse furente. Chi si trovava al suo fianco capiva e sapeva il perché, e non riguardava soltanto il fatto che fosse stato ingannato e che gli avesse tagliato la coda. Dopo anni in cui avevano resistito senza problemi, Volpina riesce a passare proprio quando loro sono lì, perché erano stati proprio loro la causa della momentanea distrazione di Dragakin. Se ne erano resi conto già dallo sguardo che gli aveva gettato nel momento in cui si erano mostrati con quelle trasformazioni, avevano capito di aver fatto riaffiorare molti ricordi nella mente di AJ. Adesso dovevano sistemare le cose, tutti insieme

 

Tutti speravano di non farsi vedere, ma al primo avvistamento delle persone potenziate o degli Wielder era già iniziato a scatenarsi un leggero panico tra gli abitanti del rifugio. Alcuni di loro, come Anansi e Gamer, si erano fermati nelle sale principali a tentare di tranquillizzare tutti ed a spiegare con calma cosa stesse succedendo. Gli altri, invece, avevano preso vie che i viaggiatori temporali avevano solo visto di sfuggita, alla ricerca della diabolica servitrice di Akuma. Dragakin optò per prendere l’unica che i ragazzi avevano visto, così che magari potessero notare qualcosa fuori posto o che esplorassero le stanze presenti senza problemi. Ma la ricerca stava risultando un buco nell’acqua

“Grr… neanche qui!” esclamò Dragakin uscendo dall’ennesima stanza dove non aveva trovato Volpina “Voi? Trovato qualcosa?”

“Nulla neanche qui” rispose Chat, uscendo assieme a Ladybug dalla camera di fronte “Abbiamo smosso e sfiorato tutto quello che c’era, ma niente Volpina”

“Maledizione… dove può essersi cacciata?!”

L’agitazione e la rabbia non lo stavano facendo ragionare con calma, stava iniziando lentamente a perdere le staffe, perciò l’intervento di Ladybug per far tornare la ragione si fece necessario

“Dobbiamo smettere di cercare a casaccio. Cosa potrebbe voler fare Volpina qui dentro?”

“A parte uccidere tutti gli abitanti?!” rispose con tono irritato il ragazzo, per poi scuotere la testa “Scusa, non volevo gridarti contro… “

“Non fa nulla” rispose comprensiva per poi esporre la sua idea “Però… non è per quello che è entrata. Se avesse voluto uccidere, lo avrebbe iniziato a fare nella prima sala che abbiamo passato, non ti pare? E nessuno ha trovato niente, quindi non ha fatto nulla, qualsiasi via abbia preso. Persino la nostra”

“Io non penso si stia solo nascondendo… deve volere qualcosa dal rifugio” aggiunse Chat, facendo notare l’ovvio sia agli altri che a se stesso “… lei è entrata, ma...”

“Ma Akuma no!” iniziò a ragionare anche Dragakin “Non ha possibilità da sola contro tutto il rifugio... ed anche lei lo sa bene. Ma se arrivasse Akuma ci sarebbe una strage! Sta cercando un modo per togliere la barriera e farlo passare!”

“Ma… poteva correre da Akuma e dargli la tua coda!” domandò Nooroo “Perché non l’ha fatto?”

“Perché se annullassi la trasformazione, probabilmente sparirebbe anche il pezzo che ha tagliato!” rispose lui “E anche se non fosse così, non voleva rischiare e rovinare il piano, la prima volta che le va bene. Ha approfittato non solo della mia distrazione, ma anche del fatto che non sapessimo che bastava quello...”

“Dobbiamo correre al cimitero e controllare che sia tutto a posto!” sentenziò la ragazza, a cui però Dragakin non poté dare completamente ragione

“Si… ma è meglio non lasciare nulla al caso. Non credo sappia dove sono né il Bracciale della Tartaruga né il cimitero. Voi due correte lì e tenete d’occhio la situazione, io e Nooroo controlleremo il resto delle stanze per vedere se si è nascosta. Non ho assolutamente intenzione di farla muovere come le pare nel nostro rifugio! Diciamo anche agli altri della nostra idea e vi raggiungeremo il più in fretta possibile!”

Annuendo in risposta, i due ragazzi si rimisero a seguire il lungo corridoio a velocità massima per raggiungere la stanza di sepoltura. Dragakin, alle loro spalle, immaginava fosse comunque la cosa più logica da fare per Volpina, ma non poteva lasciarsela sfuggire se era ancora lì attorno, quindi con rapidità lui e Nooroo iniziarono a dividersi le stanze per controllarle rapidamente, sperando di poter raggiungere in fretta Ladybug e Chat Noir

 

I due ragazzi arrivarono piuttosto in fretta, merito soprattutto dei loro nuovi poteri. Erano arrivati nella stanza del cimitero, ancora più lugubre della prima volta che vi avevano messo piede. Poco prima c’erano varie persone a porgere omaggi ai defunti, ma adesso che la voce di Volpina nel rifugio aveva cominciato a diffondersi si erano tutti ritirati nei più disparati corridoi e stanze. Ora che erano lì, rallentarono l’andamento e si misero a camminare, così da ascoltare meglio attorno a loro e cercare di capire se avessero compagnia

Si ritrovarono a gettare con meno disagio lo sguardo sulle tombe, ora che nessuno li stava guardando. Passando per la stradina che li avrebbe condotti alle loro lapidi, videro tanti volti che loro conoscevano. Rose, Juleka, Luka e Kagami erano solo alcune delle loro conoscenze più vicine che videro tra i tanti, ma bastarono a sconfortarli

“E pensare che da noi stanno tutti quanti bene...” disse Ladybug, cercando di essere vana per non dare troppe informazioni a Chat su chi stesse parlando

“E per noi continuerà ad essere così!” cercò di rincuorarla lui, continuando però ad osservarsi attorno affranto. Nonostante i modi, anche lui stava soffrendo nel vedere tutto quello che li circondava. Plagg gli si avvicinò alla testa e gli appoggiò sopra una mano, facendogli capire che gli era vicino. La ragazza al suo fianco, invece, tentò di aiutarlo cogliendo l’occasione

“Hai ragione” rispose facendolo voltare con un sopracciglio inarcato “Con questi nuovi poteri ed AJ ad aiutarci, abbiamo i mezzi per farcela! Fermeremo Papillon… anzi, lo salveremo e gli impediremo di commettere un grosso sbaglio”

“A dire così, sembra quasi che lo stai difendendo” gli rispose Plagg, quasi a scherzare, ma lei al contrario prese seriamente la cosa e gli rispose con i suoi pensieri

“L’ho già detto ad AJ e lo ripeto… nessuno è irrecuperabile. Papillon sta facendo delle cose terribili e sappiamo che finiranno in tragedia, ma sono sicura che nemmeno lui voglia tutta questa sofferenza...”

“Per aver dato retta ad Akuma, di sicuro c’è qualcosa dietro che per lui vale il rischio di fidarsi” commentò Chat “Ma di qualsiasi cosa si tratti, non possiamo permettergli di farcela. E non è più un discorso sull’equilibrio, si tratta di salvare tutte queste vite” allargò le braccia per indicare i morti attorno a loro “Niente di tutto questo deve accadere”

“E noi lotteremo affinché non accada” gli disse la ragazza appoggiandogli una mano sul braccio. Lui non poté non apprezzare il gesto, oltre alla fiducia datagli

“Va bene…” mormorò Tikki, cercando poi di spingerla “Adesso però muoviamoci!”

I due super giunsero nel piccolo spiazzo con le lapidi colorate, rabbrividendo ancora una volta. Vederle e sapere che vi erano sepolti anche loro due non era una sensazione facile da descrivere né raccontare. Ma anche se colti da disagio, i loro sensi erano comunque parecchio sviluppati. Le antenne sul casco di Ladybug iniziarono ad agitarsi, mentre le orecchie di Chat drizzarono. Si voltarono di scatto alle loro spalle, ma si ritrovarono semplicemente con Dragakin che alzò le mani sorpreso

“Hey, piano, sono solo io!” esclamò indietreggiando leggermente, dato che il ragazzo materializzò istintivamente il bastone e glielo puntò dritto sul muso “Mi fa piacere vedere che almeno ci sentite...”

“Scusa, ma siamo un po'… tesi” gli disse il ragazzo abbassando l’arma “Controllato tutto?”

“Si, ma Volpina non c’era. Voi avete già controllato che i Miraculous siano a posto?”

“No, siamo appena arrivati” spiegò Plagg “Ma da qui mi sembra che sia tutto tranquillo”

“Va bene… non ci resta che aspettare, allora. Prima o poi si farà vedere, o magari gli altri la troveranno e se ne occuperanno”

Il mezzo drago incrociò le braccia e fece per appoggiarsi alla parete più vicina, senza però rendersi conto che aveva lo sguardo di Ladybug fisso su di se. La ragazza era piuttosto torva, c’era qualcosa che non tornava

“… tu… tu non sei Dragakin!” esclamò materializzando entrambi gli yo-yo “Chat! È Volpina!”

“Cosa?!” rispose il gatto nero, rimettendosi in posizione di guardia. Il dragonide davanti a loro sobbalzò e sgranò gli occhi

“Wow, calmati! Sono io! Sono AJ!”

“No, non sei lui!” rispose facendo roteare le armi “AJ non sarebbe mai così calmo con Volpina che rischia di distruggere il rifugio! Sarebbe agitato, non riuscirebbe a rilassarsi! E poi… lo sento! Sento che tu non sei lui!”

Chat, pensandoci bene, si convinse delle parole della ragazza. Sapevano che AJ era facilmente innervosibile, era un suo problema, e di sicuro in quella situazione non avrebbe avuto neanche il pensiero di rilassarsi. Inoltre era d’accordo anche sul non sentire che fosse lui, dentro di se sapeva che Ladybug aveva ragione. Dragakin continuò ad indietreggiare, come a volerli far ragionare, ma venne colto di sorpresa da un poderoso pugno dritto sulla schiena. Un altro Dragakin era arrivato in volo, caricandolo brutalmente e colpendolo senza pietà. Quando il mezzo drago a terra si voltò per capire cosa fosse stato, venne accolto dalle fauci spalancate del suo sosia che stavano intonando un ruggito furente davanti ai suoi occhi

“Prima mi tagli la coda e dopo ti permetti di prendere IL MIO ASPETTO!?” ringhiò quello ancora in piedi, spalancando le ali e fissandola minaccioso, con le pupille strette dalla rabbia “Mostrati per quella che sei veramente, schifosa bastarda!” si rivolse poi a Nooroo sulla sua spalla “Vai ad avvertire gli altri che l’abbiamo trovata!”

Le narici sbuffarono fumo nero e le sue zanne sembrarono farsi più acuminate, mentre sulla sua schiena crebbero nuovamente delle scaglie acuminate. Il piccolo Kwami si fiondò velocemente fuori dalla stanza a fare come dettogli, lasciando campo libero per l’imminente scontro. Al Dragakin a terra, invece, mutò l’espressione da una preoccupata ad un sorriso sinistro, ed il volto per primo ritornò ad essere quello di una ragazza in maschera, seguito dal resto del corpo. Volpina si rimise in piedi con un salto, osservando i nemici dai quali era circondata con i suoi occhi cavi

“Dal lucertolino mi aspettavo di essere scoperta, ma voi… siete stati abbastanza bravi”

“Adesso ti ammazzo!” esclamò il ragazzo, caricandola nuovamente, questa volta pronto a farla a pezzi con gli artigli, ma ad una spanna da lei se la vide sparire davanti agli occhi nell’aria. Si guardarono tutti e tre per qualche secondo attorno

Ladybug si voltò verso le lapidi “No! Il bracciale!”

Anche Chat volse lo sguardo in quella direzione. Ma c’era una cosa che a Ladybug era sfuggita e che lui vedeva benissimo, o meglio, sentiva con tutto il corpo. Percepiva il movimento e sentiva l’odore di tutto ciò che era attorno a loro, nemica inclusa. Non si stava dirigendo sui gioielli, ma alle spalle della ragazza, per colpirla con una lama affilata. Chat, quasi ad imitare Dragakin, lanciò un ruggito bestiale contro Ladybug, che però non si spaventò per il gesto improvviso. Al contrario, capì cosa il compagno le stesse dicendo e saltò nella sua direzione. Chat fece lo stesso, spiccò un balzo nel punto in cui si trovava Ladybug e pronunciò la frase “Cataclisma!” per poi allungare entrambe le mani intrise di potere distruttivo in avanti, afferrando con una Volpina senza però distruggerla e con l’altra la lama che aveva in mano, riducendo solo quella in cenere. La ragazza, per paura che potesse fare lo stesso anche con lei, si cercò di divincolare con forza. Chat però non aveva alcuna intenzione di testare il suo potere su di lei, tanto meno di lasciarla andare, perciò la tenne ben ferma mentre provava a capire il da farsi

Volpina sorrise. Era brava a sfruttare il momento, e quell’esitazione fu abbastanza per lei per farla contrattaccare. Con il braccio libero afferrò rapidamente il suo flauto e se lo portò alla bocca per suonarlo. Chat non ebbe neanche il tempo di rendersene conto che dovette mollare la presa, perché quella che aveva davanti non era più Volpina, ma Ladybug che lo fissava spaventata ed inorridita. Quando la presa si allentò, la donna saltò via e suonò ancora, per ridiventare invisibile

“Maledizione, ci sono cascato!” disse tra se e se, per poi ricominciare ad ascoltare attorno a se. Ma stavolta non sentiva più nulla “Non… non capisco dov’è!”

“Deve aver reso reale la sua sparizione, state attenti!” gli spiegò Dragakin, materializzando il suo nunchaku e mettendosi in guardia

Ladybug continuò a far ruotare i propri yo-yo ed a guardarsi attorno, cercando di vedere qualcosa, ma per lei era più difficile che per Chat Noir e Dragakin. Non capiva bene come far funzionare le antenne per captare i movimenti, poteva fare affidamento solo sulla sua vista e sui suoi riflessi. Ma si rese ben presto conto che anche lei, come Chat, era stata potenziata adesso. E la necessità di difendere se stessi ed i Miraculous richiedeva un intervento che normalmente teneva per il finale, ma che in quel caso sarebbe stato di grande aiuto fin da subito. Fece roteare gli yo-yo verso il cielo ed esclamò “Lucky Charm!”

Di colpo, il suo punto di vista cambiò radicalmente per via del suo casco. Il tempo sembrò fermarsi per tutto e tutti, tranne che per i suoi occhi, che erano liberi di muoversi e di vedere attorno a lei, soprattutto grazie alle antenne che sembravano aver iniziato a funzionare alla perfezione, permettendogli di capire cosa avesse attorno pur senza vederlo. Il mondo si era fatto grigio, ad eccezione però per alcune cose, come le lapidi, le armi di Dragakin e di Chat Noir, persino l’ingresso ed il terreno che avevano sotto i piedi, tutte queste iniziarono a lampeggiare di rosso e nero in rapidissima sequenza. Infine, si ritrovò con qualcosa di nuovo, l’effettivo potenziamento dato al suo potere. Non solo poteva utilizzare il Lucky Charm a più riprese, come Chat con il Cataclisma, ma aveva persino la possibilità di scegliere lei stessa l’oggetto da materializzare tra una decina di scelte possibili in quel caso. Aveva visto ognuna di esse come una valida vittoria, ma stavolta poteva decidere in che modo agire. Poteva vedere come avrebbe funzionato l’oggetto e persino che conseguenze avrebbe portato dopo lo scontro. Uno ad esempio portava alla fuga di Volpina, un altro a farla ammalare, uno persino alla sua morte, non doveva fare altro che scegliere. Non ebbe dubbi, però: il set da karaoke era la decisione migliore

L’effetto del Lucky Charm si attivò, ed il suo yo-yo materializzò un microfono collegato ad un apparecchio per la registrazione, che afferrò al volo già ben consapevole di cosa fare. Per conferma, si illuminarono di rosso e nero prima le mani di Chat, poi il fumo emesso dalle narici di Dragakin ed infine le sue stesse ali da coccinella

“Dragakin! Annebbia la stanza, non deve vedersi nulla!” ordinò celermente. Il ragazzo, che ben conosceva il funzionamento dei suoi orecchini, non chiese neanche il motivo e si mise a sbuffare da naso e bocca una quantità di fumo tale da crearsi quello che sembrava un vero e proprio banco di nebbia riscaldata. Se non si fosse controllato, sarebbe stato impossibile respirare per chiunque

Volpina non riusciva a vedere nulla, così come Dragakin ed anche Ladybug che aveva di nuovo perso sensibilità sulle antenne, ma Chat Noir ci vedeva alla perfezione. I suoi occhi non erano sviluppati per vedere solo al buio, ma in qualsiasi situazione. E questo la coccinella lo sapeva e se lo aspettava

“Chat!” lo chiamò, per poi fare silenzio e gesticolare per dare disposizioni. Gli fece prima segno di tapparsi le orecchie, poi gli indicò come se dovesse guardare ed infine simulò lo spezzare qualcosa con le mani. Il gatto nero capì le sue intenzioni alla lettera

“Va bene!” rispose per poi mettersi le mani sulle orecchie per non sentire

Volpina penso che il loro tentativo fosse del tutto inutile, ora che la sua illusione di invisibilità si era fatta reale, neanche il fumo poteva rivelarla. Ma non era questo a cui puntava Ladybug, voleva solo che non si accorgesse di che cosa si stavano occupando. Iniziò a diffondersi nella stanza un ronzio piuttosto sonoro, volutamente causato dalle ali di Ladybug, pochi attimi le bastarono. La registrazione di quel suono andò a buon fine, le bastò semplicemente alzare al massimo il volume e metterlo in loop ed il risultato fu un assordante e disorientante bomba sonora, talmente forte da far vibrare il fumo. E non soltanto quello, ma anche l’illusione di Volpina iniziò a tremare di fronte a quel suono tanto acuto e persistente. Non fece però in tempo a capacitarsene che subito Chat, avvistata in mezzo alla nebbia, si gettò nuovamente su di lei a mani tese. Stavolta, però, puntava dritto sull’unico oggetto che le era davvero importante. Fu troppo tardi per lei, Chat agguantò saldamente il suo flauto e lo fece a pezzi grazie al suo Cataclisma, mettendo fine all’illusione della ragazza e lasciandola senza più la sua arma principale. Per completare l’opera, Dragakin si riprese dal frastuono e riuscì a capire dai movimenti dell’aria dove Chat e Volpina fossero, giusto in tempo per fiondarsi nella loro direzione, vedere la donna impotente e rifilargli un poderoso destro alla tempia che la fece andare fuori combattimento, sferrandogli in seguito anche un sinistro sullo stomaco dopo che aveva già perso conoscenza

“Wow, non era necessario...” mormorò Chat, vedendola accasciarsi a terra

“Fidati, lo era...” rispose il mezzo drago, osservandola soddisfatto e riprendendosi la coda dalla sua cintura “Ed anche se non lo fosse stato, volevo farlo da un sacco di tempo!”

“È andata alla grande!” esclamò Tikki, volteggiando in aria

“Ma come lo sapevi che avrebbe funzionato?” chiese Chat alla sua innamorata

“Semplicemente, le illusioni di Volpina distorcono l’aria per ingannare gli occhi. Se però qualcosa di più forte fa la stessa cosa...”

“Le annulla!” terminò Dragakin al posto suo “E la stanza al chiuso l’ha solo messa in svantaggio, il suono del tuo ronzio rimbalzava sulle pareti! Ecco perché con noi ha sempre cercato di combattere all’aperto, per avere meno modo di contrastarla!” le diede un calcio sulla gamba, sorridendo malevolo “Si è messa in trappola da sola”

Ladybug annuì soddisfatta. Poi, per essere sicuri che non si risvegliasse e tentasse mosse strane, la legò con uno dei suoi yo-yo impedendole ogni movimento. Poco dopo la vittoria, arrivarono lì tutti quelli impegnati con la ricerca, avvisati da Nooroo il più in fretta possibile. Furono tutti estremamente colpiti e sollevati di aver fermato Volpina, era sempre sembrata un impresa impossibile, ed invece bastano poche ore con Ladybug e Chat Noir e tutto va per il verso giusto

“Questo… questo è… incredibile!” esclamò Dark Cupido nel vederla, svenuta e legata “Davvero, non so come abbiamo fatto fino ad ora senza di voi!”

“Adesso… che ne volete fare?” le chiese Ladybug, insicura. Il suo Lucky Charm le aveva predetto che utilizzare il set da karaoke avrebbe portato alla cattura di Volpina, ed era ciò che voleva, ma non era andato oltre a quello. I potenziati e Dragakin si scambiarono degli sguardi dubbiosi, non su cosa rispondergli, ma su che fare

“Io direi di metterla in gabbia e studiarla!” suggerì Gamer, venendo spalleggiato da Robostus

“Non è una cattiva idea. È la prima vittima delle Akuma di Sangue che riusciamo a catturare, possiamo scoprire come funzionano, o se c’è modo di contrastarle”

“Anche io sono a favore” si aggiunse persino Anansi “Insomma, di certo non la liberiamo, ora che l’abbiamo presa. Tenerla qui senza poteri è la cosa migliore… e se cerca di scappare, se la vedrà con noi!”

“Inoltre così facendo Akuma non potrà ridarle un flauto” commentò Dessinateur, per poi girarsi a guardare Dragakin. In effetti, tutti i presenti si voltarono a fissare il Wielder dragonico, che sgranò gli occhi e si mise a rispondere a tutti gli sguardi con aria persa e colpevole. Sapeva cosa stavano pensando di lui

“Che c’è? Sono d’accordo anche io!” disse ad alta voce, come se stesse cercando scuse “Insomma, non nego che mi piacerebbe farla fuori, ma… se possiamo capire di più sul potere di Akuma, tanto meglio!” strinse i denti e chiuse gli occhi, arrabbiato “E poi… voglio sapere da lei che cosa è successo all’avamposto. Voglio che ce lo dica lei stessa!”

Dark Cupido annuì, felice di sentir dire quelle parole proprio da lui, ma dispiaciuto allo stesso tempo. Il dragonide si faceva solo illusioni, purtroppo sapevano tutti perfettamente cosa fosse successo ai poveretti a cui Volpina aveva preso il posto “Visto che siamo tutti d’accordo, direi di portarla via. Faremo dei turni di guardia due alla volta per tenerla d’occhio, con parole di sicurezza aggiuntive, nel caso in cui abbia qualche sorpresa...”

“Se volete, possiamo iniziare noi!” si offrì subito Ladybug, includendo anche Chat Noir nell’offerta. Ma Dragakin dovette dissentire pesantemente

“Eh, no! Voi basta così per oggi! Vi ricordo che quando siamo partiti, a casa vostra erano le otto di sera. Dovete riposarvi, direi che ve lo siete anche meritato!”

Se il mezzo drago non glielo avesse fatto notare, i due super sarebbero andati avanti come se nulla fosse. Ma appena sentirono parlare di riposo, si resero effettivamente conto che le loro energie stavano venendo meno. L’adrenalina dello scontro con Volpina li aveva aiutati a superare anche quell’ostacolo, ma sarebbero crollati da un momento all’altro se avessero continuato. Dark Cupido si rivolse ad Horrificator ed Anansi

“Ragazze, potete ospitarli voi nelle vostre stanze? È questione di una notte, domani probabilmente ritorneranno nel loro tempo” chiese, sperando di non sembrare indelicato. La verità era semplicemente che nelle loro camere c’erano più letti, rimasti lì anche dopo la scomparsa delle famiglie delle due donne. Alle due però non passò neanche per la testa che fosse indiscreta come richiesta

“Mi farebbe molto piacere!” esclamò Anansi “Io mi prendo Ladybug!”

Horrificator, che non poteva parlare, le annuì con il capo e si voltò verso Chat, sorridendogli ma sembrando solo più inquietante. Dragakin si rivolse poi a Nooroo, ma parlò in generale

“Ok, ascoltate, con Volpina nel rifugio io non sono tranquillo. Vi lascio potenziati fino a quando non me ne dovrò andare, poi… dovrete stare attenti. Va bene?”

“Assolutamente!” gli rispose Chronogirl “Anzi, te lo avrei chiesto io di tenermi così, per sicurezza”

Gli altri sembrarono essere d’accordo con l’affermazione della donna, cosa che andò più che bene anche al Wielder

“Bene, allora mentre voi vi mettete a studiare Volpina, io vado a dare la buona notizia al rifugio e vedo se ci sono dei problemi”

“Guarda che anche tu ti sei svegliato come noi… dovresti dormire” gli fece notare Ladybug, a cui lui però rispose con un mezzo sbuffo

“Andrò a dormire quando la situazione si sarà calmata. C’è tutto il tempo e sono abituato a stare sveglio a lungo. Voi, piuttosto, muovetevi e recuperate le forze. Domani ritorniamo nel vostro tempo e vi spiegherò alcuni trucchi dei vostri Miraculous… anche se mi sembra che siate già piuttosto bravi ad usarli, non guasta mai testare”

“Non ci avevi detto che saremmo rimasti qui per qualche giorno?” gli fece notare Chat. Dragakin abbassò lo sguardo

“Era la mia intenzione, ma solo perché volevo aggiornare i nostri Tikki e Plagg su quello che era successo in questi anni e farli ambientare di nuovo… “ aggiunse con aria triste “Ora che… non è più necessario, preferisco tornare da voi subito. Dobbiamo solo aspettare che Nathalie si organizzi con un altro avamposto per tenere d’occhio il portale temporale”

“Ancora sicuro di non volerlo fare qui?” gli domandò preoccupato Inverso “La prima volta non è andata molto bene… l’avamposto è stato attaccato e voi vi siete trovati in pericolo”

“Il problema è sempre lo stesso” gli fece notare il mezzo drago “Non voglio che qualcosa entri nel rifugio dal loro tempo. Oggi è passata Volpina, ed avete visto che cosa ci ha costretti a fare. Se non ci fossero stati loro due, non so se saremmo riusciti a fermarla… non così in fretta e sicuramente non senza vittime”

“Va bene, come preferisci” si rassegnò Dark Cupido, che sperava cambiasse idea. Si sentivano comunque più sicuri con il portale li dentro che all’aperto, ma sapevano quanto fosse testardo il ragazzo

“Direi che possiamo andare!” sentenziò Anansi, prendendo sotto braccio Ladybug “Ci vediamo domani!”

Senza possibilità di dire la sua, la donna aracnoide sollevò di forza la supereroina e si incamminò nel corridoio, lasciando Chat Noir a seguire Horrificator ed il resto del gruppo a gestire i turni di guardia e le cose da fare

 

Si era fatta finalmente sera. Marinette ed Adrien dormivano ormai dal primo pomeriggio, che per loro era comunque notte fonda dato l’orario di arrivo. Horrificator ed Anansi, dopo aver mostrato loro le stanze ai due viaggiatori temporali, li avevano lasciati tranquilli, detrasformati e già pronti per dormire, mentre loro tornarono ad occuparsi delle faccende al rifugio. Dragakin era ritornato ad essere AJ ed aveva passato tutto il pomeriggio a passare da ogni singolo abitante per dare la notizia della cattura di Volpina, calmando completamente le acque. Adesso si stava dirigendo verso la stanza in cui avevano recluso Volpina, legata da delle irrisolvibili catene tecnologiche create da Robostus come sostitute agli yo-yo di Ladybug, con Burattinaia ed Invisibile a guardia della porta. Avevano deciso di piazzarla a fianco della sala di comunicazione, così che qualsiasi problema potesse esserci, Nathalie avrebbe potuto farlo sapere immediatamente a tutti. La più giovane aveva in mano una bambola di Volpina, così da controllarla nel caso avesse tentato una mossa, mentre la seconda stava lì come supporto non visto alla protezione. Una volta lì’ davanti, però, AJ sapeva che c’erano entrambe

“Manon, Sabrina” fece un cenno con la mano per salutarle “Tutto tranquillo?”

“Non si è mossa di un millimetro” rispose Burattinaia giocherellando con la bambola della nemica “Glie le hai suonate per bene, non riuscirebbe neanche a pensare di resistere al mio controllo”

“Meglio così, non voglio sorprese da lei. Immagino… che non abbia neanche detto nulla… sull’avamposto, intendo”

“AJ...” iniziò a dirgli Invisibile, restando senza parole. Le bastò semplicemente usare un tono di voce compassionevole per far capire i suoi pensieri al ragazzo

“Io… lo so…” rispose, giocherellando con le mani e sospirando disperato “Abbiamo avuto un sacco di perdite in poco tempo… prima Ben, poi l’intero avamposto del Le Grand Paris… mi piacerebbe solo illudermi che li ha semplicemente, non lo so, legati e nascosti… ma so che non è ciò che ordinerebbe Akuma” si asciugò una lacrima, venendo consolato da Shivihs, che si strusciò contro la sua guancia per farle sentire il suo calore. Abbozzò un sorriso per farla contenta e tornò a rivolgersi alle donne di guardia “So che devo essere realista… è solo dannatamente difficile”

Burattinaia gli mise un braccio sulla spalla e lo strinse leggermente a se “Ti capiamo, anche noi come te vorremmo che le cose fossero andate diversamente...”

Il gesto d’affetto fece piacere al Wielder, ma lo mise anche un po' in imbarazzo. Un conto erano gli ex compagni di classe di Marinette ed Adrien, erano uomini e donne ormai parecchio cresciuti e prossimi alla mezza età, ma Manon non era ancora così, era ancora sulla trentina ed anche se non lo avrebbe mai ammesso la trovava affascinante nonostante avesse il doppio dei suoi anni. Tossì, leggermente rosso in viso, e svicolò dalla stretta “Volete… volete che dia il cambio ad una di voi?”

“Siamo a posto per ora” rispose Invisibile, accompagnata da un cenno concordante di Burattinaia “Più tardi, forse, se non trovi nulla da fare, ma abbiamo comunque turni preparati fino a domani”

Anche AJ rispose di si con la testa e ricominciò ad avviarsi per le vie del rifugio, lasciando le due donne a vigilare in pace e senza distrazioni. Prima di ritornare seriamente a fare la guardia, però, lo osservarono andare via con un sorriso complice in viso. Il piano di metterlo in imbarazzo sussurrato da Invisibile mentre l’aveva visto arrivare era riuscito bene, e sembrava aver anche scacciato leggermente le sue preoccupazioni

 

Il tempo passava, e dopo che Burattinaia e Invisibile diedero il cambio a Gamer e Robostus, ancora la nottata procedeva tranquilla. Dentro alla stanza, però, le cose non erano tranquille come sembravano. Era vero che Volpina era bloccata e che senza il flauto non poteva usare le illusioni, ma non per questo era stata abbandonata. Non era mai da sola…

Una voce cominciò a risuonare nella sua testa. Era fredda, grave, diabolica e assetata di sangue. Era Akuma, in comunicazione mentale con la donna

/Ottimo lavoro, ragazza mia…/ si congratulò lui, mettendola sull’attenti

/M-Mio signore?/ rispose subito, piuttosto nervosa, sentito il richiamo del demone /Mi dispiace, i-io… sono stata presa… il piano di entrare è…/

/Il piano è andato alla perfezione/ rispose, soddisfatto /Tu sei dentro… esattamente dove ti volevo/

/Ma… non posso fare nulla. La barriera è ancora in piedi/

/Quella non sarà più un problema/ rispose con una punta di macabro, lasciandola confusa /Tu hai fatto la tua parte, sei stata brava… ed adesso, non mi servi più viva/

/C-Cosa?!/ esclamò, spaventata per l’affermazione /Cosa vuole dire?! Io credevo che…/

/Che tu fossi importante?/ terminò per lei, ghignando /Non farmi ridere, sai bene qual’è il tuo posto… ed adesso, ti affiderò l’ultimo compito, quello più importante… muori per me!/

“No… NOOO!” esclamò, stavolta a voce, mettendo in allerta le donne fuori. Il suo corpo cominciò a brillare di energia oscura trasbordante, che la fece gonfiare come se fosse riempita d’acqua, fino a farla esplodere trascinando con se i muri che aveva attorno. I due potenziati di guardia si salvarono soltanto grazie ai riflessi di Gamer, che alzò al primo cenno di anormalità uno scudo di pixel donato dal suo mecha virtuale. Meno fortunati furono Nathalie ed il Gorilla, nella stanza accanto, che vennero travolti all’improvviso dal crollo strutturale. Ma nonostante ciò, la buona sorte fu comunque dalla parte della donna, in quanto l’amico era un muro di carne e le aveva fatto da scudo umano contro le macerie, uscendone ferito ma ancora intero

Passato tutto l’effetto della detonazione, i quattro osservarono che dentro la stanza era rimasto soltanto un segno nerastro nel punto in cui avevano accasciato Volpina, i resti della sua stessa esplosione. Ma sopra le loro teste aleggiava qualcosa che non volevano assolutamente vedere: una singola Akuma di Sangue, ma traboccante di energia nera pulsante, quella che ricondussero subito al potere di Akuma. La magia oscura zampillava dalla farfalla come se fosse un piccolo sole, sovraccaricato di potenza demoniaca per essere un surrogato del demone

Capirono abbastanza in fretta che la situazione era precipitata di punto in bianco. Il Gorilla aiutò Nathalie a rimettersi seduta sulla sedia a rotelle e lei cominciò con una fretta indiavolata a mandare messaggi a tutti tramite i cellulari presenti nella stanza, con parole preimpostate in caso di pericolo. A tutti, eccetto che a Dragakin, che esitò a mandare ed alla fine evitò completamente di fare. L’aura attorno all’Akuma di sangue sembrò guardarsi attorno, mossa da una volontà sinistra, ed adocchiò in mezzo a tutti Nathalie come la più debole. Come un mantello, cominciò a muoversi per ghermirla, ma Robostus se ne accorse per tempo ed assorbì i pezzi tecnologici presenti nella sala comunicazioni per formare uno scudo contro il colpo che stava per colpirla

Ma fu la scelta peggiore per il piccolo robot. Uno scudo fisico, così debole e raffazzonato sul momento, non riuscì a reggere la botta, con il risultato di essere lui stesso colpito dall’attacco dell’Akuma di Sangue. Il potere diabolico di Akuma iniziò a fluire nell’essere artificiale, che in poco tempo finì prima con lo spegnersi e poi con il ridursi letteralmente in polvere, non lasciando alcuna traccia di lui

“Markov! NO!” gridò Gamer, disperato ed infuriato “Bastardo! La pagherai per questo!”

Colto da furia vendicativa, l’esile potenziato si fece forte dei suoi poteri, costruendo non il suo normale robot da combattimento gigante, ma una tuta completamente fatta di pixel che lo ricoprì da testa ai piedi, utile per combattere in spazi più stretti. Furibondo per la perdita dell’amico, si gettò a testa bassa sul lepidottero per colpirlo con un pugno trasformato per l’occasione in trivella, sperando di farla a pezzi. Ma, allo stesso modo in cui l’oscurità aveva funzionato da attacco, ebbe effetto anche come protezione. La trivella cominciò ad emettere scintille a contatto con il velo d’ombra, senza riuscire minimamente a scalfirlo. Anzi, produsse l’effetto opposto, la trivella venne distrutta e Gamer venne sbalzato all’indietro per la resistenza della protezione, andando a sbattere contro il muro. Ma non aveva certo intenzione di fermarsi per così poco

Si rimise in piedi, puntando dei cannoni cresciutigli sulla schiena contro il perfido animale, ma prima che potesse fare fuoco vide che l’Akuma stava volando nella sua direzione. Si preparò a fare fuoco di contrasto, ma era chiaro che non avesse speranze

“Levati di lì’!” gli gridò Nathalie, venendo ignorata. Non si sarebbe mai mosso, doveva anche solo provare a vendicare il suo amico appena caduto. Prima che potesse far fuoco, però, il Gorilla si piazzò tra lui e l’Akuma, venendo colpito in pieno dall’afflusso oscuro. L’Akuma sparì dentro di lui e lo fece cadere in ginocchio, cercando con tutte le sue forze di resistere

“No… non anche tu...” mormorò Nathalie, vedendo come sul corpo dell’amico stessero iniziando a formarsi delle crepe traboccanti di oscurità. Il Gorilla sapeva bene che cosa aveva fatto. Sorrise a Nathalie e, con tutte le sue forze, si alzò in piedi per poi iniziare ad allontanarsi di lì il più velocemente che il dolore gli permettesse. Gamer rimase spiazzato dal suo gesto, paralizzato ed incapace di pensare. L’anziana, vedendolo voltare l’angolo con un ultimo saluto ed un pollice in su per dirle che era tutto ok, si morse le labbra cominciò a spingere la sua carrozzina verso Gamer

“Dobbiamo andarcene di qui!” mormorò con voce strozzata da un pianto che non voleva far uscire “Non possiamo fermarlo, e non deve trovare i ragazzi! Dobbiamo… “ sospirò impaurita “Noi dobbiamo mettere in atto il piano…”

“Q-Quale… aspetta… quel piano?” rispose Gamer, ritrovando momentaneamente lucidità. Nathalie gli annuì, mostrandogli uno sguardo deciso. Nessuno sperava di arrivare a tanto, ma sapevano che non c’era altro modo

“Quell’Akuma di Sangue… è come se fosse Akuma, una sua estensione. È entrato nel rifugio… che cos’altro possiamo fare?”

“I-Io...” cercò di dire l’uomo, senza però trovare risposte “Hai… hai ragione, noi… dobbiamo farlo. Non c’è altro modo…” alla fine, si arrese all’evidenza, e cominciò a spingere con tutta la propria forza la sedia a rotelle di Nathalie per allontanarsi il più possibile di lì

“Credi che gli altri saranno d’accordo…?” domandò Nathalie, anche se chiedere una cosa simile non poteva ricevere una facile risposta

Gamer sorrise mestamente, rassegnato “Non ci aspettavamo certo che sarebbe stato necessario… non in questo modo. Ma siamo tutti pronti… lo siamo sempre stati“

“Per adesso dobbiamo guadagnare più tempo possibile” aggiunse la donna, con rinnovata decisione “Non solo AJ, ma anche Marinette ed Adrien sono coinvolti. Avvertirò anche gli altri di tenersi pronti…” sospirò, per poi ricordarsi ad alta voce che cosa stavano per fare “Dobbiamo fare in modo che quei tre possano scappare di qui senza problemi mentre noi teniamo Akuma occupato”

“Sacrificare le nostre vite adesso, per salvarci nel passato...” commentò Gamer, ironizzando nonostante il dolore che provava, quasi a voler imitare Chat Noir “Se me lo avessero detto prima che tutto questo accadesse, lo avrei trovato folle”

“Infatti è una follia...” aggiunse Nathalie “Ma meglio diventare folli, piuttosto che perdere la speranza. La speranza che per quei ragazzi, e per noi stessi del loro tempo, il mondo non diventi come questo...”

 

AJ, dato che non aveva trovato nulla da fare, si era ritirato nella sua stanza per far riposare Shivihs e Nooroo, entrambi piuttosto stanchi. Lui no, era ancora vigile ed attento, si sarebbe potuto dire fresco come una rosa. Ora che pensava che le acque si fossero calmate, gli sarebbe piaciuto andare singolarmente da Marinette ed Adrien e parlare dei loro nuovi poteri, della loro prima esperienza nell’utilizzarli e di tutto ciò che ci stava attorno, un po' come avevano fatto loro la prima volta che era diventato Dragakin. Ma era meglio lasciarli riposare, avevano passato momenti piuttosto intensi e dovevano dormire. Mentre lui si rilassava in attesa di qualcosa da fare, però, Shivihs si svegliò di soprassalto, colta da un malessere interiore che la fece tremare

“AJ...” mormorò impaurita, attirando le preoccupate attenzioni del ragazzo. Non l’aveva mai vista così “C’è… c’è qualcosa che non va...”

“Cosa? Stai male?” gli domandò controllando se avesse la febbre o se avesse un colorito diverso

“No… non io… credo riguardi Volpina…” rispose, continuando a tremare tenendosi lo stomaco

Il ragazzo continuava a non capire, ma vederla in quello stato gli fece venire il dubbio che avesse ragione, con quella donna non si poteva mai sapere. Lasciò Nooroo a riposare, portandosi comunque dietro la Spilla della Farfalla in caso di necessità, ed uscì dalla stanza assieme a Shivihs dirigendosi da Volpina. Ma appena fuori dal corridoio, notò qualcosa che non andava

In quelle gallerie, dove si trovavano i dormitori, non c’era mai un gran via vai di persone, normalmente tutti sapevano dove sbucare per entrare in fretta nelle loro stanze. Ma adesso, vide passare tanti tra uomini e donne, con aria spaventata e frettolosa. Si preoccupò ancora di più che ci fossero problemi e si mise a correre per raggiungere velocemente la stanza della prigione della donna

Lungo la strada che lo avrebbe condotto lì, incrociò per sua fortuna Tempestosa e Dessinateur, fermi davanti ad uno degli ingressi dei dormitori. Dal loro volto, si vedeva bene che erano preoccupati

“Ragazzi!” esclamò, facendoli paralizzare “Che sta succedendo?!”

“AJ, noi...” rispose l’uomo, senza riuscire a dire altro. Tempestosa, in quel caso, si prese carico della parola per lui

“Volpina… sembra che si sia liberata. E purtroppo Gamer e… Robostus… non sono stati in grado di fermarla” disse, cercando di sembrare più naturale possibile, senza far sapere cosa fosse successo al robot e senza neanche chiamare in causa Nathalie ed il Gorilla

AJ passò dalla sorpresa alla rabbia in un attimo. Era proprio il genere di notizia che sperava di non sentire”

“Dov’è andata?!” domandò rabbioso, stringendo la Spilla della Farfalla per comunicare con il suo Kwami “Nooroo, vieni qui per favore, dobbiamo di nuovo dare la caccia a Volpina!”

“Lei… credo stia cercando i ragazzi” gli disse la donna, indicando i dormitori “Sa che con loro in giro non può neanche sperare di avvicinarsi ai Miraculous. Abbiamo pensato di precederla, Anansi e Horrificator stanno già andando a svegliarli”

“Bene, perfetto!” esclamò sollevando il Medaglione ed osservando Shivihs, che gli annuì per dirgli che era pronta “Troverà NOI ad accoglierla! Shivihs, trasformami!”

A trasformazione ultimata, con la coda ritornata al posto giusto, arrivò anche Nooroo un po' stordito dall’essersi appena svegliato. In breve, anche Ladybug e Chat Noir si svegliarono e si trasformarono con i nuovi Miraculous, raggiungendo il resto del gruppo

“Spero abbiate dormito abbastanza” disse loro Dragakin, allargando le ali “Volpina è scappata di nuovo, dobbiamo riprenderla… stavolta credo che le spezzerò le gambe, così non ci proverà più!”

I super non avevano molto da dire, ormai avevano capito come le cose funzionassero e che poteva essere una misura di sicurezza accettabile, soprattutto se la donna voleva uccidere qualcuno. Non vista dagli altri, Anansi tirò fuori il cellulare e chiamò Inverso, facendo finta che fosse stato lui a chiamare lei

“Pronto…? Si, sono con noi… va bene. Arriviamo” riattaccò e ricominciò a parlare con gli altri “Erano Inverso e Dark Cupido. Ci aspettano nella sala principale, vogliono intercettare Volpina lì”

“Perfetto!” esclamò il mezzo drago, alzandosi in volo “Tutti con me, prendiamola!”

Lui si mise subito in marcia in volo, lasciando dietro di se potenziati, Wielder e Nooroo, che non si aspettava un suo scatto così improvviso. Ladybug aprì immediatamente le ali e Chat si mise in posizione di scatto, con il Kwami intenzionato a seguirli, ma la loro strada venne bloccata da Anansi tirando una ragnatela in tutto il corridoio, impedendogli di proseguire

“Aspettate un attimo” li esortò Dessinateur, con tono abbattuto “Dobbiamo parlarvi prima”

Erano ancora sotto l’effetto del dormiveglia e non se ne resero conto prima, ma non era l’unico ad essere giù di morale. Anche gli altri potenziati erano così, intuibile benissimo dai loro sorrisi. Erano falsi, di circostanza, nascondevano più di quanto stessero dicendo, almeno a Dragakin

“… che cosa succede?” domandò Ladybug, preoccupata per l’aria che si era creata

“… Markov ed il Gorilla… non ci sono più” spiegò loro Tempestosa, facendoli sobbalzare

“Co… Cosa?” fece Chat Noir, a bocca aperta, venendo distrutto da quella notizia. Anche Ladybug non fu da meno

“Volpina… lei li ha...” cercò di dire la ragazza, ad occhi lucidi per le ulteriori perdite, ma la potenziata scosse la testa

“No. Anche Volpina è morta, molto probabilmente”

“… e allora chi è stato?” chiese Chat, con aria piuttosto iraconda

Dragakin, nel frattempo, non si era accorto di essere da solo. Stava proseguendo nel suo percorso dritto nella sala principale, con occhi iniettati di sangue. Avrebbe catturato di nuovo Volpina e stavolta non ci sarebbero stati altri eventi del genere

“È stato Akuma” proseguì a spiegare Tempestosa “Siamo stati stupidi. Ed incauti. Le Akuma di Sangue sono un estensione del potere di Akuma… quella dentro Volpina ha preso il sopravvento ed adesso è libera qui dentro, nel rifugio. Normalmente non sono un problema perché agiscono come se fossero esseri con un solo obiettivo, senza volontà, ma questo è un caso a parte. In pratica, è come se Akuma stesso fosse riuscito a passare”

“Allora è a lei che stiamo dando la caccia!” esclamò Nooroo “Perché non lo avete detto ad AJ?”

“Perché… ormai è troppo tardi… non c’è modo di fermare quel demone. Quando potevamo tenerlo lontano dal rifugio, forse, ma ora che è dentro è finita. Per tutti noi”

Infine, Dragakin arrivò nella sala principale, dove trovò Dark Cupido ed Inverso ad attenderli. Ma con loro c’erano anche Nathalie e Gamer, fuggiti lì dopo l’incontro ravvicinato con il potere di Akuma, il resto dei potenziati e tutti gli altri abitanti del rifugio che ancora non erano stati coinvolti. Il ragazzo rimase stupito, ma sembrò felice, perché ciò che aveva capito era che tutti volevano aiutare. Mise mano alla Spilla della Farfalla per attivarne i poteri, ma Dark Cupido lo fermò scuotendo la testa, confondendolo

“Beh, allora… dobbiamo andarcene!” suggerì Tikki “Fuggiremo via di qui, e quando il peggio sarà passato, torneremo a recuperare gli altri Miraculous!”

“Non ci possiamo avvicinare a quei gioielli, lo hai dimenticato?” disse Anansi, cercando di mostrarsi dolce “E comunque, la prima cosa che farebbe Akuma sarebbe distruggerli, come quando distrusse tutti gli altri”

Dessinateur prese la parola “Ed una volta fuori dal rifugio, saremmo costretti comunque a vedercela contro Akuma, come adesso. Ed è uno scontro che non abbiamo mai potuto vincere, neanche quando voi c’eravate ancora”

“Allora… cosa vorreste fare?” domandò Chat, ormai a corto di idee. Prima di rispondere, i potenziati si scambiarono qualche sguardo, perché chiunque avesse risposto tra di loro avrebbe dovuto usare le parole giuste. Alla fine, fu Anansi a spiegarglielo

“Noi abbiamo un piano. Beh, è da molto tempo ormai che lo abbiamo, più o meno da quando voi, mia sorella e gli altri Wielder ci avete lasciati. Nessuno di noi è in grado di contrastare Akuma, provarci porterebbe solo alla morte. C’è solo un potere in grado di fermarlo, ed è il vostro combinato con quello di AJ. Ma non nel nostro tempo, non con il suo gruppo di alleati akumizzati. E soprattutto non con Akuma al pieno dei suoi poteri. Oggi siete riusciti a fermare Volpina, ma solo perché era da sola ed in uno spazio chiuso. In un altro scontro, ci sarebbero stati anche Akuma ed il resto del suo esercito, non avreste avuto neanche il tempo di estrarre le armi...”

“Non… ci hai ancora detto il piano...” fece notare Plagg

“Prima volevo essere chiara, perché ci abbiamo pensato a lungo prima di arrivare a questa decisione. L’unico modo che abbiamo per fermare Akuma è nel vostro tempo, prima che possa liberarsi e creare dei servitori, quando era ancora debole perché appena liberato. Ma se adesso quella Akuma di Sangue dovesse prendere uno di voi tre, tutto sarebbe perduto, e non si salverebbe né il vostro tempo né il nostro. Ecco perché noi faremo da esca” disse allargando le braccia, per indicare “Tutto il rifugio resterà a coprire la vostra fuga mentre voi ritornate indietro nel tempo e fermate Akuma”

Ladybug, Chat Noir, Tikki, Plagg e persino Nooroo sgranarono gli occhi. Era un piano folle, che nemmeno il Kwami della Farfalla conosceva. E mentre veniva spiegato a loro, anche Inverso e Dark Cupido misero Dragakin al corrente della loro mossa successiva. Ovviamente, il ragazzo non la prese bene ed iniziò ad adirarsi per quella follia senza senso

“Noi… non possiamo permettervi di farlo!” esclamò Ladybug arrabbiata per certe parole, puntando i piedi sulla sua decisione “Voi ci state chiedendo di lasciarvi a morire! Credete davvero che vi lasceremo così?!”

“Non se ne parla! Assolutamente no!” si aggiunse al coro Chat, gesticolando con le mani per negare di volerlo fare “Ci inventeremo qualcos’altro, qualcosa che non riguardi il lasciarvi morire, qualcosa...”

“Noi siamo già tutti morti!” esclamò Tempestosa, infervorandosi e con le lacrime agli occhi “Lo sappiamo che voi non siete così! E che neanche AJ lo farebbe mai! Ma pensate che ci sia ancora modo di salvarci? Se restiamo nel rifugio, dovremmo vedercela con l’Akuma di Sangue e moriremmo! Ed anche se dovessimo sopravvivere, se uscissimo tutti, ci sarebbe sicuramente Akuma ad aspettarci, e moriremmo comunque! Se non oggi, domani, se non domani, avremmo comunque il tempo contato… ma se restiamo qui a distrarre l’Akuma di Sangue, non si accorgeranno che voi ve ne sarete andati e potremmo almeno aiutarvi!”

“Lo abbiamo già visto” ricominciò a spiegare Dessinateur “Da quando avete ferito Akuma nell’ultimo scontro, tende a mandare questi suoi emissari, chiamiamoli così, che controlla lui stesso a distanza. Perché ha paura di riportare altre ferite. Ma facendo così, perde mordente su tutto il resto del suo esercito. È come se si distraesse, ed è l’unico momento che potete sfruttare per salvarvi”

“È stato il vostro ultimo gesto” disse loro Anansi “Avete impiegato tutti i vostri sforzi per ferire Akuma e lasciargli un punto debole. È finalmente arrivato il momento di sfruttarlo. Ma non potete combatterlo adesso, è inarrestabile. Ci siete voluti tutti e cinque voi solo per fargli un po' di male… da soli, finireste solo con il morire per nulla”

Tempestosa continuò a parlare “Per favore, ragazzi… non ve lo chiederemmo, se non ne fossimo sicuri… questo posto ormai è irrecuperabile. Il nostro mondo ha subito troppe perdite, non c’è più modo di riprendersi da questo… ma il vostro no. Non buttate tutto via perché volete salvarci da qualcosa di inevitabile… piuttosto, pensate a salvarci per davvero. Nel vostro tempo, dove avete ancora la speranza di riuscirci”

Dragakin strepitava e gridava, insultando i presenti per la loro idea malsana, ma nessuno sembrò prendersela. Sorridevano tutti, perché sapeva che stava facendo quella scenata solo perché teneva a loro. A tutti loro. Inverso, preso dalla commozione, si gettò addosso al ragazzo per abbracciarlo, facendolo calmare, ma iniziando a fargli tirare fuori le lacrime. Non li avrebbe abbandonati, mai e poi mai

“Lo sapete anche voi” constatò Dessinateur “Ciò che cambierete nel passato non possiamo sapere che effetto avrà sul futuro. Potremmo comunque sparire tutti, o potrebbe restare tutto quanto com’è. In entrambi i casi, non avrà importanza cosa ci succederà adesso, questo lo abbiamo sempre preso in considerazione sin da quando abbiamo pianificato il viaggio nel tempo. Per tutti noi, l’importante è che da qualche parte il mondo vada avanti senza che Akuma lo distrugga”

Il loro ragionamento, preso sotto questa luce e spiegato con quelle parole, era la cosa più logica e sicura da fare. Ma non la più giusta, non lo sarebbe mai stata. Chat rimase senza parole, sforzandosi con tutto se stesso di farsi venire un’altra idea, un’idea migliore, ma dovunque provasse ad andare a parare non trovava nulla di fattibile

“Allora… venite indietro nel tempo con noi!” esclamò la ragazza, come se fosse la decisione più ovvia, ma nuovamente gli altri dovettero dissentire

“Noi non possiamo viaggiare nel tempo” spiegò Tempestosa “Per evitare che l’orologio di Chronogirl perdesse potere una volta che lo abbiamo caricato, Nooroo lo ha legato alla Spilla della Farfalla, così che diventasse come un suo potere fino al suo esaurimento”

“E questo… cosa significa?” chiese Ladybug, che non aveva capito la spiegazione. Fu Tikki a chiarirglielo, con aria mortificata dopo averlo sentito

“È come lo Scudo Protettivo… solo chi possiede i Miraculous può passare. E se il portale era instabile con solo voi a passarlo, vuol dire che si chiuderebbe e non ci permetterebbe di portare altre persone con noi”

“O peggio” aggiunse Plagg “Potremmo perderli chissà dove, o chissà quando, se passassero con noi… ed AJ ci ha detto che devono passare ore prima che se ne possa riaprire un altro. In tutto quel tempo non potrebbero mai aspettarci nello stesso punto… o potrebbe già essere troppo tardi…”

"È come hanno detto loro" confermò loro Anansi "Il fatto di aprirlo in posti lontani dalla vista è solo una precauzione estrema, per evitare problemi di qualsiasi tipo, ma non è necessario"

“Ma...” cominciò a tremare Ladybug, senza più idee. Senza più piani. Senza più riuscire a capire come fare a salvarli “Non… non vogliamo lasciarvi morire...”

“E di questo ne siamo felici” disse Anansi abbracciandola assieme ad Horrificator “Significa che tenete a noi. Ma… se davvero è così, allora vi chiediamo solo di salvarci nel vostro tempo, quando ancora aveva senso… quando avevamo ancora qualcosa per cui essere vivi e combattere”

“Vi prego” li iniziò ad implorare Dessinateur “Fatelo non solo per noi del vostro tempo, ma anche per voi stessi… e per AJ. Perché avrà bisogno di qualcuno accanto a lui, ed ormai siete gli unici che possono farlo”

I kwami non dissero più nulla, ma si vede che per loro era una decisione difficile da prendere. Chat Noir li guardò negli occhi, vedendo in loro non la paura di morire, non tristezza e non follia, ma felicità e compassione nel compiere quel gesto estremo. Mise una spalla sulla mano di Ladybug

“Milady, andiamo...”

“Cosa? No!” esclamò in risposta, cercando di scostarsi dalla sua presa “Non ce ne andremo! Troveremo un modo per...”

“Ladybug!” gridò ad alta voce, facendo girare la ragazza verso il suo volto. Era rigato dal pianto, con il cuore a pezzi per la decisione che aveva preso “Noi… noi possiamo evitare che tutto questo accada! Dobbiamo evitarlo! Ma non qui… non più… “ si passò un braccio sul viso per pulirsi “Non facciamogli buttare le loro vite al vento per nulla! Stanno facendo tutto questo perché hanno fiducia in noi, nel fatto che vinceremo… ed è quello che faremo!”

“M-Ma...” provò a dire Ladybug, venendo però sopraffatta da quanto il suo compagno fosse serio e deciso. Lanciò uno sguardo ai volti degli ultimi rimasti, vedendoli sorridere, sicuri di loro e di ciò che stavano per fare. Alla fine, dato tutto ciò che aveva sentito, si arrese, fece cadere le braccia ed annuì “… o… ok...” mormorò, affranta. Non poteva credere di aver appena accettato, ma proprio perché lo aveva fatto, si era appena promessa dentro di se che tutto ciò sarebbe servito a fermare Papillon ed Akuma. Costi quel che costi, non si sarebbe fermata di fronte a nulla. Stava per perdere tutti quanti in quel tempo, ma nel suo non sarebbe andata così, ne fosse andata della sua vita

I Kwami, anche se piuttosto riluttanti, capirono dai loro Wielder che era la cosa migliore da fare, per tutti. Si misero sulle spalle dei rispettivi super e cercarono di tirarli su di morale con la loro presenza, anche se era impossibile dopo aver preso una decisione del genere stare meglio

“Ed AJ?” chiese Nooroo, piuttosto intristito “Lui non vi lascerà mai fare una cosa del genere… sapete che è troppo testardo e che non ascolta nessuno… anche se quello che dite è giusto, lui…”

In realtà quello che il piccolo Kwami sperava in cuor suo, come tutti gli altri li presenti seppure riluttanti ad ammetterlo, era che la determinazione di AJ li spingesse a cambiare tutti quanti idea. Ma nessuno parve porsi il problema

“Di lui se ne stanno già occupando gli altri” chiarì subito Anansi, per poi strappare la ragnatela che gli aveva bloccato la strada “Raggiungetelo. E buona fortuna, a tutti voi”

Ormai era finito il tempo delle parole. Ladybug, Chat Noir ed i Kwami assieme a loro si incamminarono a passo spedito verso la sala principale guidati da Nooroo. Ora era venuto il momento di Agire: Tempestosa sapeva bene che il Kwami porpora conosceva la strada ad occhi chiusi, perciò alzò una fitta foschia che rapidamente si diffuse in tutto il rifugio. Un aiuto per coprire la loro fuga e per disorientare il demone

 

Dopo qualche minuto di girovagare nella nebbia, Nooroo finì per arrivare assieme agli altri nella sala principale. Radunati lì, erano rimasti soltanto Dark Cupido, Inverso, Nathalie e Dragakin, mentre il resto di loro era già andato a far baccano per attirare su di se le attenzioni dell’Akuma di Sangue

“Siete arrivati finalmente” gli disse l’oscuro agente dell’amore, osservando poi le arie deluse ed amareggiate sui loro volti “Gli altri devono avervi spiegato le cose, a giudicare dalle vostre facce...”

Ladybug provò ad ignorare l’uomo e si rivolse direttamente al Wielder “AJ… a te sta davvero bene questo piano?”

Dragakin si voltò verso di loro ed annuì “Si. Dobbiamo andarcene subito”

I ragazzi ed i Kwami appena arrivati rimasero spiazzati da una risposta simile. Non si sarebbero mai aspettati che accettasse un piano suicida del genere, per di più così di buon grado. Ma si resero ben presto conto di che cosa era successo vedendo l’espressione sul volto degli uomini dietro di lui. In particolare, quella di Inverso

“Marc… hai usato il tuo potere… per costringerlo ad andarsene?”

“Sapevamo che sarebbe stato necessario” rispose al posto suo Dark Cupido “Non se ne sarebbe mai andato, senza fare così”

“E noi, invece?” domandò Chat, visibilmente contrariato da una mossa tanto subdola “Non sarebbe stato più facile anche farlo a noi? Perché convincerci?”

“Perché voi avete capito” gli rispose Inverso “AJ è ancora molto infantile, non ragiona spesso a mente lucida e vuole salvare tutti. Ma la verità, purtroppo, è che noi non possiamo più essere salvati. Questo mondo non può più essere salvato. Lui voleva riuscire a vincere tutto in entrambi i nostri tempi… ma qui, ormai, non c’è più niente da vincere”

Fu Nathalie poi a prendere la parola “Voi siete più maturi e obiettivi… riuscite a prendere la decisione migliore, anche se è dolorosa.” mise le mani sulle sue gambe per farsi capire meglio “Avete capito che questo mondo è come un animale in punto di morte, non c’è possibilità di salvarlo. Può solo essere abbattuto… sapevamo che vi avrebbero convinto per questo”

“Detta così, è davvero orribile...” puntualizzò Plagg, avvicinandosi dispiaciuto

La donna gli carezzò il capo e gli rispose “Ma è la verità” poi lasciò il Kwami nero e si fece seria “Adesso andate. Noi non possiamo trattenere Akuma per molto. Tutti quanti vi salutano e fanno il tifo per voi… ”

Ladybug fu sul punto di piangere, ed un paio di calde lacrime le bagnarono le guance, ma si dovette fare forte. Chat aveva già versato le sue, la decisione per lui era presa, e non ci pensò oltre. Anche perché sapeva che il minimo ripensamento lo avrebbe bloccato, soprattutto a rivedere Nathalie in quel modo. Annuirono loro e cominciarono a prendere la via d’uscita, sapendo che poi non ci sarebbe più stato modo di tornare indietro. Dragakin sembrava impaziente di andarsene, a segno di come al contrario volesse rimanere lì. Mentre passavano al loro fianco, porsero loro gli ultimi saluti, abbracciandoli uno ad uno. Speravano ci fossero più persone, ma non potevano lasciare fuori controllo il mostro che infestava il rifugio

“Abbiate cura di voi, ragazzi. Vi salutano tutti quanti, ovviamente” gli disse Inverso “Dovete crescere e diventare almeno come eravate qui da noi”

“Anche meglio, chissà come sareste diventati alla nostra età… vedete di raggiungerla!” aggiunse Dark Cupido, cercando di sdrammatizzare, ma non c’era nulla da fare per rimettere a posto il malessere portato dalla loro decisione

Nathalie non disse nulla ad alta voce, si limitò a stringerli entrambi, ma quando fu il turno di Chat gli sussurrò alcune parole “Adrien, c’erano tante cose che tuo padre voleva dirti… ho sempre avuto paura che non saresti mai riuscito a sentirgliele dire, e che dette da me non avessero significato o importanza, o forse anche peggio. Ma adesso so che lo farà lui direttamente, senza bisogno che sia io a farlo al posto suo”

Adrien si staccò da lei e le annuì, cercando di sorridere. Immaginava che la donna intendesse che in realtà Gabriel gli aveva sempre voluto bene e che non glielo aveva mai dimostrato abbastanza, cosa che spesso la Nathalie del suo tempo sembrava sempre voler dire quando l’uomo mancava nella sua vita. Ma in realtà, la donna parlava non solo di quello, ma di tante altre cose

Infine, con un ultimo cenno della mano, i due potenziati si fiondarono in volo dentro ai cunicoli del rifugio, lasciando Nathalie nella sala principale. La donna sarebbe stato l’ultimo baluardo vivente a difendere la fuga degli Wielder

 

Si era fatta notte in città. La colorazione del cielo era di un blu scuro molto vivido e normale, a differenza del rosso che avevano visto per tutto il giorno, ma non brillava nemmeno una stella. Sbucarono appena fuori al Le Grand Paris, dove per la prima volta erano entrati e dove Volpina era riuscita ad intrufolarsi. Già, Volpina, nulla di tutto quello sarebbe accaduto se non per quel singolo attimo di distrazione di Dragakin. La situazione sarebbe rimasta la stessa di come quando erano arrivati. Ma per quanto avrebbero retto, ancora, si chiedevano. Se era sempre bastato così poco per ribaltare le sorti e le vite di tutti, per distruggere il loro equilibrio, forse il loro arrivo era stato più un guaio che altro

Appena fuori, però, la situazione era pessima. Tutto attorno al rifugio si trovava uno sciame di Akuma, e questa volta era davvero uno sciame. Migliaia e migliaia di farfalle oscure svolazzavano sopra le loro teste, formando quasi una cupola a se stante

“Questa non ci voleva...” disse a bassa voce Ladybug, sperando di non essere sentita “Akuma saprà di noi così!”

“No, ti sbagli” gli ricordò subito Nooroo “Ce l’hanno detto prima, Akuma non ha controllo su quello che vedono queste Akuma di Sangue finché è impegnato a controllare quella nel rifugio. Possiamo farci strada con la forza”

“Non possiamo aprire un varco qui?” domandò Chat, a cui però il Kwami rispose negativamente

“Siamo in mezzo alla strada, se aprissimo il portale qui, qualcuno potrebbe passare per sbaglio! La prima volta avevamo scelto quell’avamposto perché era molto in alto, sulle rovine della Tour Eiffel”

Da quell’affermazione, i ragazzi si resero conto di non aver nemmeno riconosciuto il parco e l’assenza dell’attrazione per cui il loro paese era così famoso

“Dobbiamo trovare un posto nascosto e disabitato, così che nessuno possa entrarci dal vostro tempo e da permetterci di passare senza poter essere seguiti. Le Akuma di Sangue non devono assolutamente passare per il varco, non possiamo correre il rischio”

“Dove avevate deciso di aprirlo la prossima volta?” chiese Tikki a quel punto, sapendo che si erano già riorganizzati

“Volevano andare in un ex-avamposto, ora disabitato. Potevamo riprenderne il controllo grazie al vostro aiuto, ma adesso servirà solo come punto di passaggio momentaneo. Ha una cantina bella grande perfetta per il nostro scopo. Nel vostro tempo è abitato, ma l’uomo che ci vive riconoscerà la magia e si metterà in guardia piuttosto di avvicinarsi e controllare un varco temporale”

“Aspetta… l’avamposto è casa di Maestro Fu, per caso?” domandò Plagg, a cui Nooroo fece semplicemente un cenno positivo “Sicuro che sia una buona idea?”

“A me sta bene” si intromise nel discorso Chat, non nascondendo il fatto che gli avrebbe fatto piacere andarci non essendoci mai stato

“Ed in ogni caso non saprei dove altro andare… per quanto riguarda Maestro Fu, sono sicuro che non correrà il rischio di venire da questa parte. Il problema del portale è che deve esserci un piccolo corridoio da cui prendere la rincorsa per aprirlo, come faceva Chronogirl ma in uno spazio più stretto. E punti sopraelevati qui e disabitati da voi non ne esistono più ormai…”

Ladybug si rivolse a Dragakin “AJ, tu che dici?”

“Eh? Oh, si si, quel posto va più che bene, basta che ritorniamo in fretta nel vostro tempo!” esclamò, quasi distratto dal cercare una via d’uscita, parecchio felice di andarsene da lì. Quasi si spezzava il cuore ai suoi compagni sapere a cosa fosse dovuta quell’euforia

Ma non potevano fare nulla in proposito. E dovevano sbrigarsi, non sapevano per quanto tempo sarebbero ancora andati avanti senza problemi. Chat si voltò verso Ladybug come a chiedere conferma di qualcosa. Lei gli annuì, quindi lui si mise in testa al gruppo ed estrasse gli artigli “Cataclisma!” per poi gettarsi sulle sue prede con il suo distruttivo potere pronto a colpire, facendo da ariete di sfondamento per il resto di loro. Le Akuma di Sangue iniziarono ad agitarsi ed a convergere nella loro direzione, ma era preventivato. Ladybug iniziò ad utilizzare gli yo-yo non come solita arma contundente, ma facendoli roteare e lanciandoli come fossero bolas, sbaragliando gli insetti come fossero foglie e ricreandoli ogni volta che ne tirava uno. Anche Dragakin, seppur non del tutto in se, iniziò ad aiutare a farsi strada colpendoli con delle poderose fiammate che gli fecero da scudo infuocato

“Bene!” esclamò la coccinella “Continuiamo così fino a quando non arriviamo!” si voltò un ultima volta verso il rifugio “Grazie a tutti, ragazzi… per quello che avete fatto...”

 

Nel rifugio, intanto, tutto sembrava essersi calmato. Nathalie era ancora da sola, ferma e fissa davanti al passaggio verso le gallerie. Iniziò a sentire però un brusio, come di lotta e di percosse, ma ancora piuttosto lontano. Il brusio divenne presto rumore, ed infine li vide. Anansi e Burattinaia stavano ancora combattendo per tenere alla larga da se stessi e da Inverso, ferito alla spalla, i colpi devastanti generati dal potere di Akuma. Mentre lui continuava ad indietreggiare, il demoniaco insetto con quello che sembrò a tutti gli effetti un colpo di reni spinse finalmente via le due donne, che non poterono nulla contro quella forza. Burattinaia fece cadere la bambola che aveva in mano, una rappresentazione di pezza di quell’Akuma di Sangue realizzata dalle ragnatele di Anansi, lanciandosi di nuovo a prenderla. Ma il tentacolo del demone si tramutò in una lancia e lo trafisse poco prima che riuscisse a rimetterci mano. Non che avrebbe fatto differenza in ogni caso, perché tutti i suoi sforzi di controllarlo erano stati vanificati fino a quel momento. Anansi strinse i pugni ed i denti, fissando con odio il demone

“Per la mia famiglia!” gridò, per poi gettarsi di peso contro l’Akuma. La mossa più avventata e stupida che potesse fare, poiché a poca distanza, la farfalla ne approfittò e si infilò nel suo corpo, costringendola a cadere in ginocchio. Lo aveva visto già succedere troppe volte, sapeva cosa stava per succedere “Mamma… papà… sorelle mie… mi dispiace… non sono riuscita a vendicarvi...”

Il suo corpo fu attraversato da un’immensa serie di venature nere, per poi pietrificarsi un istante dopo. Infine, quando l’Akuma di Sangue uscì da ciò che rimaneva della donna, bastò un semplice battito d’ali per spazzare via la statua come fosse fatta di sabbia. Burattinaia ed Inverso, anche se alle strette, si misero davanti a Nathalie per cercare di proteggerla. L’aura dell’Akuma sembrò sorridere nel vederlo, anzi, non era una sensazione

“Hehehe… state difendendo quella donna?” disse l’oscurità, usando la voce di Akuma, la stessa che Volpina avvertì nella sua testa “Siete davvero patetici… non sapete nemmeno che cosa ha fatto. Se lo aveste saputo, sarebbe stata la prima che mi avreste mandato contro” allargò la sua aura, circondandoli da ogni lato “Adesso, ditemi… dove avete nascosto i tre Wielder?”

Nathalie si fece spazio tra i ragazzi, che ormai non avevano più modo di lottare né di difendersi. Sapevano tutti e tre che non ce l’avrebbero fatta, ma rimasero comunque a testa alta, fissandolo con aria di sfida. L’anziana non ebbe neanche paura, nel rivolgergli la parola “Akuma, da noi non saprai un bel niente. Non ti diremo nulla su di loro”

“Heh… così li avete convinti ad andarsene da qui… “ intuì lui “Davvero molto bravi. Ma credete davvero che me li lascerò sfuggire così facilmente?”

“Tu non potrai mai fargli del male” rispose Burattinaia “Loro sono forti. Molto più di te”

“Di sicuro lo pensavano anche l’ultima volta, quando mi hanno affrontato… sapete tutti come sono andate le cose. Li ho uccisi”

“Ma comunque non hanno mai smesso di combattere” si aggiunse Inverso “Una parte di loro ha continuato a combattere in tutti noi!”

“Ed anche se oggi moriremo, non avrà alcuna importanza… visto che alla fine, sarai tu quello che farà una brutta fine”

Il Demone si stancò in fretta di sentire i loro discorsi. Dal potere oscuro che li circondava si diramarono tre tentacoli, che li trafissero tutti e tre da parte a parte

“Ciò che vi ha sempre contraddistinto, umani, è tutta la fiducia che riponete negli altri piuttosto che in voi stessi, come con i Kwami, oppure con il ragazzo. Una fiducia totalmente mal riposta. E non pensate che io sia un idiota, so benissimo dove si stanno dirigendo…”

Nathalie, anche se i suoi polmoni erano stati bucati, non abbandonò il sorriso sul volto. Tossì un po' di sangue, ma riuscì a parlare “Tu… perderai… di nuovo… ”

Akuma sembrò irritarsi di fronte ad una simile affermazione “Io sono stato sconfitto, secoli fa, perché non distrussi l’unica cosa che avrebbe potuto fermarmi. Non i Kwami della Creazione e della Distruzione, ma il potere che li lega. Ma stavolta non sarò così ingenuo. E adesso vediamo quanta oscurità c’è nei vostri cuori...”

 

Ormai mancava poco. Le Akuma di Sangue erano abbastanza lontane, con la loro velocità erano riusciti a seminarle, e Ladybug riconobbe il punto in cui si stavano dirigendo. Certo, l’edificio non esisteva più, ma sapendo che cosa stavano cercando era chiaro almeno per lei che fossero vicini

Poco prima, però, Dragakin si arrestò di colpo, tenendosi la testa tra le mani come colto da una terribile emicrania e gridando di dolore, per di più agitandosi

“AJ!” esclamò Nooroo nel vederlo in questo stato “Che succede?!”

Il mezzo drago ricominciò finalmente a respirare, con gli occhi sgranati ed un espressione terrorizzata in volto

“Dobbiamo tornare indietro...” iniziò mormorando, per poi dar fondo a tutta la sua voce “DOBBIAMO TORNARE INDIETRO!”

“AJ… non sei più sotto il potere di Inverso?” gli chiese Ladybug, preoccupata non tanto per come avrebbe reagito ma per come già stava reagendo. Lui si rese conto delle sue parole solo quando glielo fece notare

“Io… no, ora sono… tornato normale...”

Nooroo gli si avvicinò per guardarlo negli occhi “Se sei libero… vuol dire che Inverso...”

“No...” scosse la testa e cominciò ad indietreggiare a piccoli passi “Non dirmi questo… io posso...”

“AJ!” esclamò Chat per farlo riprendere “Dobbiamo andarcene! I ragazzi… loro hanno fatto tutto questo per aiutarci! Per salvarci!”

“Ma io… non posso abbandonarli...” mormorò in risposta il mezzo drago, quasi sull’orlo di esplodere nella disperazione. Avevano spiegato anche a lui tutto ciò che avevano sentito anche Ladybug e Chat Noir, ma a differenza loro, sarebbe rimasto lì a cercare di difenderli anche a costo di morire. Non gli importava di mandare all’aria l’idea dietro al viaggio nel tempo, voleva solo combattere per aiutare tutti “Non voglio che mi lascino… non anche loro…”

“Oh, stai tranquillo, nessuno lascerà nessuno!” esclamò divertita una voce sopra di loro “Presto vi riunirete, sarete di nuovo tutti assieme!”

Nascosto sul pavimento al primo piano di un edificio diroccato, una figura immersa dal potere oscuro si calò con un balzo tra loro e la vecchia casa del Maestro Fu. Una donna, che sorrise loro con aria diabolica, mentre Tikki, Plagg e Nooroo si piazzarono davanti agli umani loro amici

“Francamente avevo in mente tanti posti dove poteste andare, ed anche se puntavo più a questo, non credevo lo avreste scelto sul serio… siete davvero prevedibili”

L’oscurità che la circondava cominciò a brillare di nero, facendola persino vedere meglio di prima. Sembrava una normalissima donna, non akumizzata come Volpina o tante altre persone che avevano visto nel corso dei loro scontri con Papillon. Aveva i capelli biondi, intrecciati in una coda di cavallo che le scendeva su una spalla. Gli occhi erano grandi e verdi, incrociati ogni tanto da sprazzi di bagliore malvagio causati dal potere demoniaco che la circondava. E come donna era pure molto bella, con tratti del viso estremamente leggeri ma decisi. Indosso portava una giacca bianca, abbinata ai pantaloni, con sotto di essa una maglia nera ed una rosa rossa all’occhiello, accompagnata da una collana a forma di stella. Sulla spalla destra però sembrava portare i segni di un taglio molto profondo, dal quale fuoriusciva una luce nera. Chat Noir, nel vederla in volto, trasalì come non avrebbe mai creduto di poter fare

“… m… mamma…?” disse a bassa voce, riconoscendo senza ombra di dubbio la donna come Emilie Agreste, non capendo cosa affettivamente avesse davanti agli occhi

Nessuno, però, sembrò far caso alle sue parole. Ladybug era pietrificata dalla paura, soprattutto nell’avvertire tutta l’oscurità ed il malessere che provenissero da lei. Dragakin, invece, cominciò ad emettere un fumo denso e nero da narici e bocca, le squame sulla sua schiena si fecero appuntite ed i suoi occhi si fecero piccoli e furenti

“AKUMA!” ruggì il mezzo drago, nel vedere la donna, per poi lanciare al vento un grido più primordiale e ferale e gettarsi su di lei, superando i Kwami, a testa bassa ed artigli sguainati, pronto ed intenzionato a tranciarla in due “Maledetto bastardo! Ridammeli! RIDAMMI I MIEI AMICI!”

La donna che aveva davanti però non si mosse da dove si trovava, semplicemente alzò una mano ed un velo d’ombra bloccò completamente il furente assalto di Dragakin, per poi scaraventarlo indietro dove si trovava con violenza. Si mise a ridere, per poi rivelare la stessa voce che avevano sentito prima, una voce demoniaca che non si adattava affatto a quel corpo, e che Chat non riconobbe per niente

“Loro hanno avuto quello che meritavano, come tutti quelli che decidono di mettersi contro di me” sollevò una decina di tentacoli oscuri e li tramutò in punte affilatissime, rivolgendosi poi ai due super a fianco a lui con aria di essere colpevolmente divertito “Ladybug e Chat Noir… accidenti, e io che credevo che Volpina avesse cercato di ingannarmi quando vi ho visti attraverso di lei e le Akuma che la avevo affidato. Peccato, avrei potuto usarla ancora un po', a quanto pare mi era fedele sul serio”

“A-AJ… quella… quella donna…” mormorò Chat, sperando di ricevere una spiegazione, ma senza parole adatte a chiederlo

“Si, quella è Akuma!” esclamò lui, estraendo i suoi nunchaku “È il suo corpo principale… e voglio farlo a pezzi!”

Nooroo gettò uno sguardo dispiaciuto verso il gatto nero aspettandosi domande, però sembrava più confuso che desideroso di sapere qualcosa da lui. E sperava che le cose restassero così

Il demone ridacchiò nel sentire le sue parole “Tu, fare a pezzi me? Ti prego… credo di avere la precedenza”

Dette quelle parole, tutti i tentacoli scattarono all’unisono sul Wielder dragonico, che dovette mettere le braccia davanti a se come scudo per provare a difendersi. Prima che potessero raggiungerlo, però, si ritrovò davanti a se Ladybug a fargli da scudo, roteando davanti a se gli yo-yo come una ventola impenetrabile. Avendola scampata, la ringraziò con lo sguardo e poi si girò nuovamente sul demone. Si sollevò leggermente in aria per non avere la ragazza sulla traiettoria ed infilò la bocca nel nunchaku per modificare la sua fiammata. Stavolta, invece che delle sfere di fuoco, ridusse le dimensioni delle fiamme per renderle un getto più piccolo e pressato, rendendolo simile ad un laser. Il colpo riuscì a penetrare tutti i tentacoli che Akuma stava usando come scudo ed a colpirlo dritto sul volto, facendolo cadere all’indietro con la faccia fumante dal calore

Ma l’attacco non sortì comunque alcun effetto. Il demone si rialzò immediatamente, mostrando che la sua faccia sorridente e sadica non aveva riportato il benché minimo danno

“Hehe… sei sempre stato interessante. Tutta quella rabbia in corpo, furioso nelle battaglie, nessuna pietà per i tuoi nemici… eppure, dal tuo cuore non sento provenire oscurità. Neanche una traccia… proprio come loro due” evocò altri tentacoli e si fece gelidamente serio “Mi mandate in bestia”

Stavolta, Ladybug non fece in tempo ad intervenire, anche perché lei stessa venne travolta dai tentacoli e scagliata contro delle macerie, prima che essi potessero puntare a Dragakin. Venne afferrato saldamente dal potere del demone, ed anche cercando di divincolarsi con tutte le sue forze non sembrava in grado di liberarsi. Provò a tirare calci, pugni, artigliate, a sparare fiamme tutt’attorno per rabbia e come grido di libertà, ma il mostro non concedeva terreno al drago. Chat osservava tutto a distanza, ancora confuso, senza sapere cosa fare per combattere quell’essere che sembrava sua madre. Furono i Kwami a farlo risvegliare

“Hey, amico! Datti una mossa!” esclamò Plagg

“Ladybug e Dragakin hanno bisogno del tuo aiuto!” lo esortò invece Tikki

“Chat, lo so che quella sembra una persona normale...” mormorò Nooroo, cercando di essere il più vago possibile “Ma non lo è! È Akuma! È lui da quando è stato liberato! Non puoi farti prendere dalla compassione adesso!”

Chat sembrò come ritornare da un lungo sogno. Gettò uno sguardo a Ladybug che si stava rialzando dopo aver subito una brutta botta ed a Dragakin che stava venendo stritolato, rendendosi conto che doveva intervenire. Non capiva il perché, ma sembrava che Akuma avesse preso sua madre, come aveva fatto con Volpina. Non poteva credere che la donna fosse malvagia fino al midollo da accettare di unirsi al demone, voleva credere che ci fosse un’altra spiegazione, ma in quel momento non aveva tempo per farsi troppe domande. I suoi occhi si illuminarono come se esposti alla luna ed il suo volto si trasfigurò nell’espressione più arrabbiata che avesse mai fatto

“Cataclisma!” gridò a voce alta, ricoprendo mani e piedi del suo potere, per poi mettersi a quattro zampe e lanciare un ruggito ferale, simile a quello di un leone. A quel punto, grazie alla sua velocità ed all’invisibilità nel buio, si fiondò addosso ai tentacoli che cingevano il Wielder dragonico per disintegrarli e liberarlo. Il ragazzo cadde a terra su un ginocchio, tossendo per il ritrovato ossigeno, mentre Chat corse immediatamente ad aiutare Ladybug a rimettersi in piedi

“Grazie Chaton...” gli disse lei sorridendogli, per poi sguainare i suoi yo-yo “Avanti, facciamogli vedere chi siamo!”

“Sicuro, Milady!” rispose, materializzando il suo bastone e mettendosi anche lui in posizione di battaglia

Akuma, stufo di vedere le sue lance distrutte, decise di fare più sul serio “Mi fa piacere giocare con il cibo… ma ora basta”

Il suo corpo umano si sollevò da terra, creando delle estensioni parecchio massicce per le sue braccia e le sue gambe, che lo fecero sembrare un golem grosso quanto un palazzo. Per prima cosa, si avvicinò ai suoi avversari calpestando Dragakin che non era ancora riuscito a mettersi in piedi, pressandolo sotto il peso del suo potere. Il ragazzo finì per il dover lottare per se stesso tenendo sollevato con braccia e gambe il singolo piede del nemico

“Lucky C...” provò a dire Ladybug, facendo roteare lo yo-yo verso il cielo, ma prima di poter completare la formula Akuma scaraventò le sue nuove mani sui due, che furono costretti ad utilizzare le proprie armi per parare l’attacco. Chat cercò di attivare il Cataclisma per distruggerle, ma non servì a nulla, in quanto ogni pezzo che riusciva a distruggere, il demone lo ricostruiva all’istante

“Siete sempre stati una spina nel fianco… voi ed i vostri maledetti Kwami...” iniziò a dire il demone, continuando a pressare sia il piede che le mani “L’unione dei vostri poteri è già stata un problema tanto tempo fa. Ed anche se ora mi fate solo il solletico, non sarò soddisfatto finché non vi avrò annientati una volta per tutte!” pressò ancora, facendo gridare Dragakin di dolore e costringendo a piegare sulle ginocchia Ladybug e Chat Noir “Vi ho già uccisi una volta! Come ho ucciso tutti i vostri adorati compagni umani! E continuerò a farlo! Cancellerò dalla faccia dell’universo tutto ciò che avete fatto ed impedirò che facciate qualsiasi cosa!” aumentò la pressione sia su di loro che sul dragonide, voltandosi a fissare lui con odio per un momento, per poi concentrarsi nuovamente su chi aveva davanti “Non lascerà traccia di nulla di ciò che avete creato!”

“Chat… non … ce la faccio...” disse Ladybug al compagno, mentre le forze di tenere alla larga il demone si facevano sempre più vane

“Dobbiamo… resistere...” rispose il ragazzo, mettendo quanta più forza possibile

Tikki, Plagg e Nooroo tentarono di aiutarli, ma ancora prima di poter pensare di intervenire, il piede del demone che ancora non stava facendo nulla si trasformò in una bocca appuntita e li mangiò senza troppa fatica. Erano ancora visibili dentro al corpo di energia, ma erano separati, incapaci di fare qualsiasi cosa

“No...” iniziò a borbottare Dragakin a terra “Lasciali… andare…!” il piede continuò a pressare, ma a lui non importava “Ti ho detto… “ esclamò, cominciando a soffiare fuoco dalla bocca “… DI LASCIARLI ANDARE!”

Una fiammata investì in pieno il corpo di energia del demone, ma non erano le solite e comuni fiamme scarlatte. Dalle fauci di Dragakin scaturirono all’unisono due getti infuocati, uno di fiamme bianche e luminose, l’altro di fiamme totalmente nere, che andarono a creare un piccolo vortice combinato e dispersero nel nulla l’energia del piede che lo stava tenendo schiacciato

“COSA…?!” fu tutto quello che riuscì a dire il demone, prima di sbilanciarsi e perdere l’equilibrio. Preso dalla foga del momento, il ragazzo gettò un altra cascata di fiamme identiche a quelle precedenti addosso alla mano che teneva fermi i due super, avvolgendo anche loro nelle fiamme, che però non sembrarono sentire nulla. Nessun segno di scottatura, neanche il calore derivante dall’incendio, sembrava solo una folata d’aria per loro. Dragakin voltò poi la testa verso i Kwami, per liberare anche loro, ed infine girò verso il corpo principale di Akuma per pressare stavolta lui a terra. Lo fissò con odio, mentre cercava di difendersi da quelle fiamme bicolori, ma mentre pensava che fosse riuscito ad avere la meglio, il fuoco si estinse e si ritrovò solo con del fumo in bocca

“… eh?! No, non ora!” si domandò, riprovando a sputare fuoco, ma riuscendo solo ad espellere fiamme normali, che il demone non faticò ad allontanare

“Lascialo perdere!” esclamò Ladybug, prendendo Chat per un braccio per aiutarlo “Dobbiamo andare via! Adesso!”

Dragakin fissò prima la ragazza e poi il demone, ma in questo scambio di sguardi si rese presto conto che lo sciame di Akuma che erano riusciti a seminare si stava facendo più vicino, richiamate dal potere del suo padrone. La situazione si stava facendo troppo pericolosa, dovevano scappare di lì. Prese con se in braccio il trio di Kwami per farli andare più veloce e si mise a correre, accompagnato da Ladybug e Chat Noir, in direzione della casa distrutta

Ladybug aveva già intuito cosa fare da ciò che gli aveva detto Nooroo poco prima. Si avvicinò alla casa più velocemente di Dragakin e gli aprì la botola che conduceva nella cantina della costruzione. Lui, capendo al volo le intenzioni della ragazza, atterrò a piedi e cominciò a correre alla stessa velocità a cui avrebbe pattinato Chronogirl, estraendo l’orologio della stessa e puntandolo avanti a se. L’oggetto iniziò a brillare di viola come se fosse controllato dalla Spilla della Farfalla, ed infine, quando Dragakin si fiondò dentro alla porta sotterranea, si aprì un varco che li avrebbe ricondotti a casa. Le Akuma erano molto vicine, ma non li avrebbero mai raggiunti. Lanciò dentro i Kwami e fece un cenno con il capo ai due ragazzi per dirgli di entrare. Ladybug aiutò il più velocemente possibile a far saltare dentro Chat, che seguì a ruota, per poi buttarsi anche Dragakin alle loro spalle e chiudersi immediatamente il portale dietro, senza neanche aspettare di essere passato completamente, quasi tranciandosi di netto le ali per la fretta messa nel farlo. Per sbaglio, lasciò scivolare dietro di se l’orologio, che venne sbalzato via finendo a pezzi tra le macerie quando le Akuma di Sangue si fiondarono come se fossero una cascata verso il portale, finendo solo con lo schiantarsi al suolo

“NO!” esclamò infuriato Akuma “Ci sono riusciti! Non è possibile!” osservò poi gli arti che prima il mezzo drago aveva distrutto “E che cos’era quel potere?!”

 

Dall’altro lato del portale, o meglio, dall’altro lato del tempo, il Maestro Fu aveva da poco iniziato a sentire dei rumori provenienti dalla cantina mentre meditava assieme a Wayzz. Si era subito catapultato a vedere cosa fosse pensando fossero entrati dei ladri, ma quando aprì la porta, si ritrovò davanti ad uno squarcio in mezzo al nulla

“Ma che succede?!” esclamò, indietreggiando e mettendosi in posizione di combattimento come se volesse battersi. Ma ciò che aveva sentito non erano altro che i Kwami, scagliati dentro con fretta da Dragakin. Quasi non ebbe il tempo di rendersene conto che vide passare prima Chat Noir, anche se quasi non lo riconobbe, ed i seguito Ladybug e Dragakin, anche lei diversa da come la conosceva. Il portale si chiuse quasi nello stesso istante di arrivo del ragazzo drago, permettendogli di scendere le scale. Ma ciò che vide lo lasciò spiazzato: una grande disperazione incombeva nell’aria, i Kwami parevano molto provati, mentre gli Wielder del suo tempo provavano un grande dolore dentro di loro. Ma Dragakin, più di tutti, ora che il pericolo era scampato sentì la necessità di sfogarsi

Era salvo. Solo lui, era riuscito a scamparla. Tutte le persone che conosceva erano morte, ormai. Era rimasto l’unico sopravvissuto. Cadde in ginocchio ed alzò al cielo un grido mostruoso, ma non era di rabbia contro Akuma. Era un latrato di disperazione e di sofferenza. E mentre ancora urlava tutto il male che aveva dentro, la trasformazione con Shivihs si sciolse, lasciando al posto di Dragakin un giovane ragazzo che aveva perso tutto quanto, e che adesso non riusciva a smettere di piangere a dirotto






Finalmente mi sono tolto un peso. Salve a tutti ragazzi, qui MC Outlaw. Ed il peso di cui parlavo era semplicemente che questo pezzo, ambientato nel futuro, lo avevo già iniziato assieme a quello nel presente, ma mi hanno consigliato di tagliarlo e farlo a parte perchè effettivamente tanto, ma tanto lungo. Dentro di me me lo aspettavo, e spero che il terzo capitolo, il finale, non sarà lungo a questi livelli, ma mai dire mai con me. Detto ciò, spero che questo pezzo sia piaciuto e ci vediamo alla prossima
MC Outlaw

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Capitolo 3
*** 3 ***


... ho commesso un errore. Avete presente che nel capitolo precedente ho detto che questo terzo capitolo finale non sarebbe stato così tanto lungo? Beh... ho scoperto di aver mentito. E di averlo fatto molto male. Ma non è stata colpa mia, giuro che nella mia testa non era così lungo, solo che andando avanti a buttare giù la storia lo è diventato! Oh beh, vi lascio alla storia ed al giudizio personale!


Ormai stava calando la sera su Parigi. A casa di Maestro Fu, la calma mistica che di solito sembrava circondare quel luogo era stata rotta poco più di un’ora prima, al ritorno degli Wielder e dei loro Kwami dal futuro. L’anziano aveva passato il resto del tempo nell’oscurità più totale sul perché fossero lì o cosa fosse successo. Di certo non erano belle notizie, dato lo stato di disperazione in cui AJ si era ridotto. Il giovane, dopo aver esternato parte della sua sofferenza, si era chiuso nella cantina di Fu solo con Shivihs, mentre Ladybug, Chat Noir, Tikki, Plagg e Nooroo si erano nascosti all’interno della sua casa. Non c’era motivo di mostrare un collegamento tra loro e l’uomo, non al gran via vai di persone quasi sconosciute creatosi da quando erano tornati, tutte venute a suonare a casa del Maestro dopo lo spaventoso grido sentito da tutto il vicinato

“Come ho detto a tutti, mi sono soltanto seduto sul telecomando mentre guardavo un film sui Kaiju ed ho per sbaglio alzato il volume al massimo” mentì Fu all’ultima signora venuta a controllare cosa fosse stato quel grido. Non poteva certo dirgli come fossero andate le cose realmente, ed in fondo anche lui non ne sapeva molto. Eseguì un inchino “Vi chiedo umilmente scusa”

“Oh, non si preoccupi!” rispose la donna, vedendolo agire così “Ci siamo solo spaventati, l’importante è che vada tutto bene!”

Con un cenno della mano, la signora salutò l’uomo, che le sorrise prima di chiudere la porta e ritornare serio. Si avviò a passo spedito dai ragazzi a cui aveva affidato i Miraculous, desideroso di ricevere spiegazioni su tutto, da cosa era successo ai loro nuovi aspetti. Ma già dalle espressioni sui loro volti capì che doveva essere qualcosa di catastrofico. I loro occhi erano spenti e persi, ed in qualche modo l’uomo ci si ritrovava

“Ragazzi, che cosa è successo?” domandò loro, guardandoli negli occhi. Ladybug rispose per entrambi, senza però muovere la testa e continuando a guardare fissa per terra

“Noi… siamo stati nel futuro” spiegò brevemente “Per combattere Papillon nel prossimo scontro, AJ voleva che noi utilizzassimo i Miraculous del suo tempo. Sono più forti dei nostri e sapendo che saremmo stati sconfitti, abbiamo pensato fosse una buona idea...”

Fu si mostrò subito comprensivo “Se il mondo è in rovina solo la metà di come ha detto AJ, non posso neanche immaginare cosa abbiate visto. Deve essere stato orribile… capisco perché siate così abbattuti, adesso”

“Quello non c’entra...” rettificò Chat “Si, il mondo era a pezzi, ma è quello che dovevamo risolvere, ci aspettavamo che fosse messo male. Quello che è successo dopo, però...” disse, interrompendosi perché anche solo pensarci gli faceva male. Ladybug lo capiva bene, gli mise una mano sulla spalla sperando di essergli d’aiuto con quel gesto

“Dopo che abbiamo preso i Miraculous” si mise a spiegare Tikki per loro “Il rifugio di AJ è stato attaccato da Akuma. Tutti i loro amici ci hanno aiutati a scappare, ma… hanno deciso di rimanere indietro, per trattenere il demone e darci più tempo. Sono tutti… loro sono...”

Fu sgranò gli occhi, con aria preoccupata. Aveva frainteso il motivo del loro stato d’animo con qualcosa di ben peggiore di ciò che si aspettasse. Sia Marinette che Adrien tenevano molto ai loro amici, il ragazzo soprattutto non essendo mai stato in grado di farsene fino a poco tempo prima. Per di più, non lo aveva capito subito, ma anche i Kwami erano rimasti provati dall’esperienza. Cercavano di stare vicini ai ragazzi, ma loro stessi avevano bisogno che gli Wielder stessero loro vicini per sperare di stare meglio. L’anziano chiuse gli occhi e parlò loro, cercando di ponderare bene le parole per essere d’aiuto, perché soprattutto in un momento del genere conosceva le parole che, anche lui, avrebbe voluto sentirsi dire

“Ladybug, Chat Noir… so cosa state passando. Anche io ho dovuto fare una scelta, molti anni fa, quando abbandonai l’Ordine dei Guardiani per mettere in salvo i Miraculous. Con quella scelta salvai i gioielli ed impedii che facessero una brutta fine, ma ad un enorme prezzo… tutti gli altri Guardiani rimasero indietro, per provare ad aiutarmi a scappare, difendendomi dando tutto cio' che avevano” I Kwami annuirono all’uomo ed i due Wielder si resero presto conto quanto Fu gli fosse affine, ascoltando nuovamente quel racconto da parte sua “So bene che fa male… ma non dovete sentirvi in colpa. Qualsiasi decisione abbiate preso, sappiamo tutti che non è stata presa per paura, ma per vostra determinazione e fiducia risposta in voi dagli altri” quando finalmente riuscirono a guardarlo faccia a faccia, gli sorrise “Lo vedo nei vostri occhi. Con quella scelta, voi avete deciso che cambierete quel futuro, in modo che nessuno debba più subire un simile destino”

“Oh, questo è sicuro Maestro!” esclamò Chat, stringendo i pugni “Faremo tutto il possibile affinché nessuno debba più morire per colpa di Akuma! Lo abbiamo promesso a tutti, non solo ad AJ!”

“Possiamo farcela!” aggiunse Ladybug mettendosi in piedi e mostrandosi seria “Abbiamo tutto ciò che ci serve per evitare il risveglio di Akuma! Siamo pronti!”

Nooroo sorrise loro, mantenendo però un’aria abbattuta “Voi si… ma adesso, dobbiamo pensare anche ad AJ. Per quanto logicamente parlando non ci sarebbe motivo di preoccuparsi di ciò che sarebbe successo, noi non possiamo pensarla così...”

“Non c’è bisogno di spiegarcelo” gli disse Ladybug dandogli una carezza “Sappiamo che tenevate a tutti loro, come noi...”

Il Kwami si lasciò andare una lacrima sentendo il calore della ragazza “Abbiamo sempre saputo in fondo che il nostro tempo non aveva speranza. Anche sconfiggendo Papillon ed Akuma qui nel vostro tempo, il futuro da cui veniamo sarebbe stato cancellato o condannato. Ma non lo abbiamo mai accettato del tutto. Non potevamo in alcun modo… soprattutto AJ… ed adesso, per lui è come aver perso praticamente tutto ciò che aveva, nonostante me e Shiv...”

Lei portò lo sguardo del Kwami verso il suo e gli sorrise “Ci parleremo noi, allora. I ragazzi ci hanno chiesto di avere cura di lui, di tenerlo d’occhio…era il loro ultimo desiderio e voglio esaudirlo”

Anche Chat le annuì con un cenno del capo. Assieme, i due si avviarono verso la cantina della casa, dove AJ si era rinchiuso con Shivihs per disperazione degli avvenimenti. Nooroo fece quasi per andargli dietro quando vi entrarono, ma Tikki e Plagg gli si pararono davanti per fermarlo

“Nooroo, aspetta” disse subito Tikki “Dobbiamo chiederti una cosa”

“Di… di cosa si tratta?” rispose il Kwami porpora sentendosi in soggezione dati gli sguardi dei tre Kwami e del Maestro su di lui. Quelli di Fu e di Wayzz però erano più di stupore, in quanto non sapevano di cosa stesse parlando la Kwami rossa. Plagg, per aiutarli a capire, fu molto diretto con lui

“Perché hai mentito su come funzionano assieme i poteri miei e di Tikki?” domandò, facendolo sobbalzare, anche se si aspettava che prima o poi quella domanda sarebbe stata fatta “È da quando ci siamo messi d’accordo per il viaggio nel tempo che vogliamo chiedertelo, ma con tutto quello che abbiamo passato non c’è stato il tempo”

“Aspetta… su cosa ha mentito?” chiese Wayzz per chiarezza

“Su come funzioni il potere assoluto” andò avanti il Kwami nero “Anche AJ ci aveva messo la pulce nell’orecchio, ma non ci avevamo dato peso. Quando ci aveva spiegato cosa era successo nel suo tempo, ha detto che il desiderio di Papillon non si era completamente realizzato. Che il suo effetto era stato solo quello di liberare Akuma”

“Come sarebbe a dire?” si domandò a quel punto Fu, perplesso. Quando Ladybug lo aveva chiamato per mostrargli AJ giorni prima non aveva per niente menzionato quella parte di discorso “Il potere assoluto è l’energia più potente che esista! Con quello si è in grado di fare qualsiasi cosa! Liberare quel demone è solo una delle tante cose possibili”

Tikki prese il discorso al posto suo, mostrandosi molto comprensiva “Non volevamo dirlo davanti agli altri perché sappiamo che tu ad AJ non mentireste se non ce ne fosse motivo, non vogliamo che credano il contrario…”

Nooroo sembrò farsi piccolo tanto era restio a rispondere, ma sapeva che non poteva andare avanti a lungo

“… neanche AJ sa che è una bugia” si mise a spiegare con tono rotto “Non sa neanche quale fosse il desiderio di Papillon… sono stato io a spiegarlo a tutti così, perché se avessi detto cos’era il suo desiderio, sarebbe stato come rivelare chi è Papillon. E sapete bene che non siamo in grado di farlo. Ci ho già provato, ma la magia mi blocca ogni volta...” sospirò e si fece forza, arrivando dove sperava di non dover tornare con la memoria “C’è un motivo molto serio per cui il potere assoluto non ha funzionato del tutto. Durante l’ultimo scontro con Papillon, dopo che lui si è trasformato, io… è come se fossi morto. Come se fossi stato ucciso... da Akuma”

“Già non mi piace…” commentò Wayzz “Cosa vorresti dire?”

“Papillon aveva i miei poteri, certo, ma non grazie a me. Ero stato come inghiottito dal potere oscuro di quel demone… tutto ciò che sentivo era lui che controllava il Miraculous… che controllava me. Che mi aveva reso un suo burattino. È stata l’esperienza più agghiacciante che abbia mai passato… e dopo è solo peggiorata. Quando Papillon ha attivato il potere assoluto, Akuma ha preso il sopravvento anche su di lui, costringendolo ad usarlo a suo piacimento per liberarlo…”

“Aspetta…” iniziò a ragionare il Kwami verde “Stai dicendo… che Akuma può utilizzare i Miraculous come mezzo per controllare noi ed i nostri Wielder?!”

“Si, è così… o almeno, credo sia quello che accade se il Kwami o il Wielder gli permettono di passare. Purtroppo è stato tramite me che Akuma si è messo in contatto con Papillon la prima volta… è stato attirato dall’oscurità nel suo cuore… e poi, sapete come è andata”

“Ma come può questo demone fare una cosa del genere?” domandò Fu infervorato da qualcosa a cui non riusciva a darsi risposta “Che cos’è di preciso Akuma?”

“Akuma è come noi… un tempo era un Kwami” gli spiegò Tikki “Ma a differenza nostra, non ha mai voluto utilizzare il proprio potere per aiutare l’universo, lo ha sempre utilizzato per ottenere ciò che voleva, fino a quando non iniziò a spingersi troppo oltre arrivando ad uccidere degli essere viventi. Queste azioni lo cambiarono, e da Kwami divenne un demone. Per questo lo sigillammo millenni fa, per evitare che portasse più distruzione di quanto non avesse già fatto”

“È proprio per questo che è riuscito ad entrare nella mia Spilla. Ha invaso quella che è praticamente casa mia ed ha fatto da padrone...”

“È terribile...” commentò l’anziano, capendo la situazione. Nooroo proseguì a spiegare

“Per fortuna di tutti, la volontà mia e di Papillon assieme è stata abbastanza forte da scacciarlo ed annullare il potere assoluto prima che potesse riprendere il controllo. Lo avevamo preso di sorpresa… ma era già troppo tardi. Alla fine Papillon ha fatto qualcosa di buono ed ha allontanato l’oscurità, ma non è servito a cambiare nulla…”

“E cosa c’entra il potere assoluto con tutto questo?” domandò Plagg per tornare all’inizio del discorso ed al nocciolo della questione

“Ci sto arrivando” rispose il Kwami purpureo “Quando Akuma ha preso il controllo su di me, il mio potere rimase corrotto. E per via di ciò, il mio Miraculous era diventato come una sorta di... fonte di energia per il demone. In pratica, quando cedo il mio potere attraverso la Spilla, è come se parte di quella energia venisse trasferita ad Akuma stesso rendendolo più forte. Per questo non ho più avuto un altro Wielder dopo Papillon… non solo avrei reso quel demone più forte, ma avrei rischiato di lasciare nuovamente che qualcun altro potesse rimanere sotto il suo controllo. E se ne avessi parlato, nessuno si sarebbe sentito al sicuro con me intorno… abbiamo fatto credere a tutti che non volessi più averne uno perché ero rimasto traumatizzato dopo Papillon”

“Ma allora AJ non è in pericolo?” gli chiese Fu. Nooroo scosse la testa

“Certo che no, altrimenti non gli avrei mai permesso di utilizzare i miei poteri. Shivihs non attiva direttamente la Spilla, lei la usa solo per assimilare il mio potere ed usarlo come suo, non per trasferirlo ad AJ. E questo, purtroppo, è anche il motivo per cui non possiamo utilizzare il potere assoluto… Akuma, quella notte, non ha preso il potere solo su di me, ma anche su di voi e sul vostro potere combinato. Abbiamo capito che singolarmente non poteva soggiogarvi, ma temevamo che avrebbe potuto farlo combinandovi… immaginate cosa potrebbe fare quel demone se gli lasciassimo prendere nuovamente il controllo anche solo per un istante sul potere assoluto… non sarebbe così facile mandarlo via. E la cosa più terribile è che in qualche modo è riuscito ad ingannare il prezzo da pagare per l’equilibrio… a differenza di come avremmo dovuto fare noi, non ha scambiato nulla per la sua libertà!”

“… wow… ok, allora capisco perché mentire sul potere assoluto” gli rispose Plagg, immaginandosi Akuma con in mano qualcosa di tanto potente “Meglio credere che non permetta di esprimere desideri, piuttosto di attivarlo e rischiare di rendere Akuma onnipotente… ”

“Tenerti tutto questo per te così a lungo… deve essere stata dura” mormorò Tikki, pensando a quante cose avesse sempre saputo e non aveva mai potuto dire. Nooroo, però, le sorrise

“Non è stato sempre così… tutte queste cose non le ho scoperte da solo, ma con l’aiuto di Ladybug e Chat Noir, e di conseguenza anche di voi due” indicò Tikki e Plagg ”Anche voi sapevate tutto su questa storia. Mi avete sempre aiutato a mantenere il segreto, mi siete sempre stati vicini con più di una terribile verità di cui condividevamo la conoscenza… fino a quando vi è stato possibile. Dopo sono andato avanti solo grazie a vos...” si bloccò di colpo, come se stesse cercando le parole “A-hem… beh… grazie a Shiv ed ad AJ. Anche se non ne hanno mai saputo nulla, con loro adesso mi sento tranquillo e sereno”

“Anche Ladybug ha deciso di mentire...” commentò di nuovo la Kwami “Mi sembra così strano che lo abbia fatto...”

Nooroo si prodigò subito per rassicurarla “So bene che quella ragazza odia alterare la verità, e stai pur certa che per nessuno di voi è mai stato facile mantenere un simile segreto. Ma dette in una situazione così pericolosa ed instabile, certe cose avrebbero portato al caos. I vostri ragazzi hanno preferito tenere nascoste alcune verità per il momento ed aspettare il momento adatto per rivelarle… ma… purtroppo, sono morti prima di poterlo fare. E dopo quello, non c’è più stato un buon momento. La vita ha cominciato sempre più a scivolarci via dalle mani...”

“Ma… non hanno nascosto nulla di pericoloso, vero?” chiese Plagg. Nooroo scosse la testarda

“Se si fosse trattato faccende preoccupanti, non le avrebbero tenute per loro… hanno mascherato solo cose che avrebbero fatto male agli altri dove non c’era motivo… ”

“Sicuro che sia così?” domandò il Kwami nero, aguzzando lo sguardo per fissarlo dritto negli occhi

“Ve lo giuro!” rispose, preoccupato per il fatto che si stesse trasformando in un terzo grado. Ma dopo qualche altro secondo con l’espressione dubbiosa, il Kwami della distruzione sorrise

“Tranquillo, ti crediamo. Se anche noi siamo stati d’accordo sul mentire ci sarà pur stato un motivo”

“… anche se non posso raccontarvi tutto?” chiese, sollevando qualche dubbio “Insomma ci… ci sono cose che… io davvero non posso dirvi. Cose che sapevate nel mio tempo, ma che… diciamo non sono importanti adesso. E che lo diventerebbero solo se tutto questo non funzionasse… se Akuma dovesse...”

“Non c’è bisogno di dannarti” rispose stavolta Tikki, interrompendolo dopo aver visto che si stava incantando nell’angoscia della possibile sconfitta “Voglio dire, è strano che nel tuo tempo sapessimo tutto e qui alcune cose devono restare segrete anche a noi. Ma se sono cose che devono cambiare, se accadrebbero solo con la nostra sconfitta, allora non devi dircele per forza. Perché non accadrà!”

“Tutti e tre i ragazzi sono determinati a fermare Akuma più di ogni altra cosa” rincarò Plagg “La prima volta nel tuo tempo forse non si erano resi conto del pericolo che stavano correndo, qualsiasi piano Papillon abbia organizzato. E se eri stato preso da Akuma non penso che tu sappia qualcosa in proposito. Quindi puoi stare tranquillo, non sei obbligato a dirci nulla di più di quello che hai già detto”

“Mi dispiace, so solo che Papillon ha ideato un piano finale estremo, ma non mi parlava mai di quello che faceva… e dalla sua trasformazione fino a quando mi ha risvegliato per liberarci del controllo di Akuma, non so bene che cosa sia successo”

“È stato in quel momento che Ladybug e Chat Noir ti hanno portato via da lui?” gli chiese Fu per curiosità, ma Nooroo scosse la testa

“No, è passato un po' di tempo prima che mi trovassero. Non so quanto di preciso, scacciare Akuma mi ha consumato un mucchio di energie e sono svenuto finché ho sentiti le loro voci e le presenze di Tikki e Plagg. Penso comunque che sia stato dopo una delle loro prima ronde in città, se non addirittura la prima. Mi hanno detto di aver trovato me e la Spilla sotto alle macerie di...” alcune bolle cominciarono ad uscire fuori dalla sua bocca. Per via della magia che i Kwami conoscevano bene, gli fu impedito di rivelare dettagli sul suo Wielder, e colto dal momento stava per dire i resti di quale abitazione “…si, insomma, sotto alle macerie di dove Akuma era uscito. Ho ritrovato abbastanza forze per farmi notare e poi devo essere svenuto di nuovo… ricordo di essermi risvegliato nella metropolitana, in mezzo… a tante persone” terminò con una punta di malinconia

“E Papillon?” chiese ancora l’anziano, facendo intristire ancora di più il Kwami

“Non ne ho più saputo nulla da quando abbiamo annullato la possessione di Akuma. Ed i ragazzi mi hanno detto di non averne mai trovato traccia… abbiamo ipotizzato che quel demone lo abbia ucciso subito perché ci siamo ribellati a lui” sorrise mestamente “Sapete, nonostante tutto, non sono mai riuscito ad odiarlo completamente… mi trattava come uno schiavo ed era malvagio, ma… conoscevo la sua motivazione. Non era una scusante a ciò che voleva fare, ma sapere perché si sarebbe spinto fino a tanto… mi ha fatto empatizzare con lui, almeno un po”

“Se dici così, immagino che il suo desiderio fosse puro, una volta” gli rispose sempre il guardiano “Ma non possiamo permettergli in ogni caso di realizzarlo, non con il potere assoluto. Ed adesso non è più solo una questione di preservare l’equilibrio“

Tikki prese la parola “Penseremo a tutto questo dopo assieme agli altri… io credo che debbano sapere la verità”

“Si… non serve più tenerlo nascosto, ormai, non in questo tempo...”

Plagg volse lo sguardo alla cantina “Adesso, la priorità deve essere aiutare AJ… non posso neanche immaginare quanto stia male, in questo momento”

Fu chiuse gli occhi e si sedette a terra, mettendosi a meditare “Tutto quello che possiamo fare adesso è riporre le nostre speranze nei ragazzi. Solo loro possono aiutarlo ad uscire da questo inferno…”

 

Anche se al piano di sopra i Kwami e Fu parlavano di tutto questo, i giovani Wielder non ne avrebbero saputo nulla per un po', non avendo preso parte alla discussione. Si erano chiusi la porta della cantina alle spalle dopo esserci entrati, e tutto ciò che sentivano era il silenzio del buio che li circondava

Sembrava non ci fosse un’anima viva, ma AJ non si era ancora mosso. Si trovava ancora dove lo avevano lasciato per spiegare al Maestro cosa fosse successo. Era rannicchiato in un angolo con il volto coperto dalle braccia, tremante e mormorante frasi sconnesse. Shivihs gli fluttuava attorno con un espressione disperata in volto, cercando di aiutarlo a stare meglio, ma sembrava tutto inutile. Li sentirono entrambi arrivare, ma solo la Kwami si voltò e si avvicinò a loro

“… come sta?” gli chiese la ragazza, osservandolo non reagire nemmeno alla sua voce

“Male… molto male...” rispose Shivihs, trattenendo le lacrime “E lo capisco benissimo… non abbiamo più nessun altro… adesso siamo soli...”

Ladybug strinse i pugni “È tutta colpa nostra… sapevamo che vi avrebbe fatto male… ma abbiamo comunque deciso di scappare senza combattere…” si voltò verso il ragazzo a terra “So che ci stai incolpando di quello che è successo. Se te la vuoi prendere con qualcuno, allora eccomi. Prendimi a pugni, usa il fuoco, non importa… se servirà a farti sentire meglio”

“No” la fermò Chat, mettendole una mano sulla spalla e portandola dietro di se “Se vuoi prendertela con qualcuno, allora prenditela con me. Ladybug ha voluto resistere fino alla fine, sono io che l’ho convinta ad accettare di farlo” allargò le braccia “Avanti, sono qui. Sfogati pure”

“Ragazzi...” mormorò Shivihs, per poi voltarsi di scatto verso AJ. Si stava muovendo, aveva scoperto un occhio e lo teneva fisso su Chat Noir. Era piuttosto arrossato a causa delle lacrime

“Come...” iniziò a mormorare a bassa voce “Come… potete anche solo pensare… che sia colpa vostra...” nascose nuovamente il volto, sentendo che stava ricominciando, lasciando confusi i due super. Tirò un profondo sospirò e continuò a parlare “Voi non… non avete fatto nulla… vi siete fidati di me… mi avete persino seguito nel mio tempo sapendo la situazione… e quando non c’erano altre vie… avete fatto la cosa migliore… non si può combattere Akuma, solo scappare. Non avete nulla di cui rimproverarvi...”

“Ma...” provò a dire la coccinella, venendo però interrotta subito

“Io… tutto quello che è successo… è stata solo colpa mia” iniziò a singhiozzare “Se io non mi fossi distratto… se solo fossi stato più attento… Volpina non sarebbe mai entrata nel rifugio… sono io che l’ho portata all’ingresso, sono io che mi sono lasciato distrarre e tagliare la coda… sono tutti morti per colpa mia!” esclamò, non riuscendo più a trattenersi

“AJ...” riuscì soltanto a dire Shivihs nel vederlo in quello stato. Non era stato così male dalla morte dei suoi genitori. La piccola aveva sempre pregato di non vederlo più in quello stato, perché le si spezzava il cuore nel sentirlo stare così male

Ladybug, però, non voleva demordere. Si avvicinò al giovane e si sedette al suo fianco “Se stai cercando qualcuno a cui dare la colpa, allora ci siamo anche noi di mezzo. Non ti saresti mai distratto se non fosse stato per noi. Ci hai visti trasformati… scommetto che ti abbiamo ricordato i Ladybug e Chat Noir del tuo tempo. Non puoi biasimarti per una cosa del genere”

“Voi… no...” cercò di dire AJ, ma Chat Noir si intromise nel discorso e disse la sua, sembrando estremamente serio

“La colpa è anche di Volpina. È lei che è entrata nel rifugio. Ed è anche colpa di tutti noi, che abbiamo deciso di tenerla prigioniera pur sapendo che fosse pericoloso. È colpa di Papillon, che ha dato il via a tutto questo… possiamo dare la colpa a tante persone e cose per quello che è successo...”

“Cosa vorresti dire con tutto questo?” chiese AJ, alzando lo sguardo ed iniziando ad arrabbiarsi. Le parole di Chat sembravano solo voler dare la colpa a tutti quanti, ma a differenza del ragazzo, Ladybug capì dove voleva arrivare

“Potremmo stare qui tutto il giorno a prendere e dare colpe per quello che è successo. Ma sappiamo tutti che il vero responsabile di tutto questo è soltanto Akuma. È lui la causa di tutta questa sofferenza. Non sei tu, non siamo noi né nessun altro… solo e soltanto quel demone. E se non mi sono persa qualcosa, sei venuto fin qui per cercare il nostro aiuto proprio per fermarlo. Quindi, noi adesso lo fermeremo. Perché non so tu, ma non ho alcuna intenzione di rivedere accadere cose del genere. Non se lo possiamo impedire”

“Ma i ragazzi… non dovevano finirci di mezzo… non dovevano...”

Ladybug materializzò uno yo-yo e cominciò a trafficarci sopra, per poi metterglielo davanti “Guarda qui”

AJ alzò lo sguardo ed osservò ciò che la ragazza voleva mostrargli. Era sulla pagina web del Ladyblog, il sito web creato da Alya di cui lui aveva sempre visto alcune foto direttamente dal cellulare della stessa, in quanto nel suo tempo funzionavano a malapena le chiamate. La ragazza aveva deciso di mostrargli un video girato dopo la sconfitta di Zombacino, nemico che era riuscito a colpire con il suo potere praticamente tutta la città, e che per questo aveva permesso alla loro amica di intervistare molte persone per avere più punti di vista. In particolare, i loro compagni di scuola si erano rivelati molto collaborativi. AJ vide uno ad uno tutti i suoi amici, anche se in una versione molto più giovane di come li conoscesse

“I ragazzi... sono ancora tutti qui” gli disse Shivihs, che si era messa a vedere il video con lui e capì cosa voleva dir loro Ladybug “Noi possiamo salvare anche loro… stiamo combattendo per tutte le vittime di Akuma in fondo! Adesso dobbiamo combattere anche per loro! Perché possano continuare a vivere!”

Chat gli mise una mano sulla spalla “Sappiamo che anche se ci avevi detto che non è importante quello che accade nel tuo tempo, in realtà per te contava molto. E quello che è successo è terribile…ma i ragazzi, con il loro ultimo gesto, ci hanno affidato tutta la loro fiducia e persino le loro stesse vite qui, nel nostro tempo. E per noi due, il loro sacrificio verrà ricompensato. Scommetto che anche per te è così...”

“… io...” disse, continuando a vedere i sorrisi di tutti nel video. Già a quel tempo avevano molta fiducia negli Wielder e sapevano che erano lì a combattere per loro. Lui sentiva di non poter essere da meno “… avete ragione, ragazzi. Loro… loro possono ancora essere salvati. Hanno dato tutto perché potessimo farlo… dovrei prendermela con me stesso solo se non onorassi la loro ultima richiesta. No, loro non si sono sacrificati per nulla… non ho alcuna intenzione di crederci! Non solo per tutte le vittime del mio tempo, ma anche perché nel vostro non ce ne sia nessuna… noi fermeremo il risveglio di Akuma!” si pulì il viso e cercò di sorridere “Ma che sto facendo… era quello che avevano cercato di dirmi quando mi stavano convincendo ad andarmene… chissà cosa direbbero se mi vedessero così”

“Ti capirebbero” gli fece notare Shivihs “Sapevano che non saremmo mai stato d’accordo con una decisione simile. Anche adesso, se ce lo chiedessero, non potremmo mai accettarla. Ma proprio per questo dobbiamo essere forti! Perché solo così non sarà più necessario fare scelte del genere!”

Ladybug le diede una carezza “Non ti avevo ancora vista così forte e decisa, mi piace!”

La Kwami arrossì leggermente e si avvicinò al braccio di AJ per nascondersi un po' “Ecco, io… è solo che continuate a ricordarmi dei nostri Ladybug e Chat Noir… erano sempre così gentili con me che mi mettevano quasi in imbarazzo… con voi mi sento allo stesso modo”

AJ si avvicinò al viso di Shivihs con il naso per accarezzarla “Grazie, Shiv… e grazie anche a voi… per essere qui con me a darmi una mano”

“È naturale che sia così” gli sorrise la coccinella “Vogliamo aiutarti non solo perché ce lo hanno chiesto i ragazzi, ma anche perché crediamo in te, perché quello per cui stai combattendo è importante per tutti noi!”

“Tu stesso sei diventato importante per noi” si aggiunse Chat “Non sei da solo in questa battaglia, ci siamo noi al tuo fianco”

Il ragazzo sorrise leggermente e si portò una mano sull’occhio, per catturare una lacrima intenta a scendere “Adesso non fatemi piangere di nuovo, per favore...”

AJ si rimise in piedi, barcollando un po' non essendosi ancora del tutto ripreso fisicamente. Aveva la testa scombussolata da tutto e l’equilibrio venne meno, costringendolo ad appoggiarsi ad un mobile per restare sulle sue gambe, ma quello era solo un problema fisico. Mentalmente era stabile e deciso, pronto ad impedire il risveglio di Akuma a tutti i costi

“Va bene… vediamo di tornare alle cose importanti” iniziò a dire, osservando entrambi “Ho già visto che vi siete abituati ai vostri poteri, ma preferirei vedervi in azione con un po' di calma anche solo per qualche minuto, almeno da vedere se li sapete sfruttare al massimo. Ne avrete bisogno”

“Si, ma non adesso” rispose Ladybug, andando ad accendere la luce “Ti reggi a malapena in piedi. Per oggi pensa a riposarti”

“Non abbiamo tempo” rispose lui, provando a restare in equilibrio, ma costringendo Chat a tenerlo per un braccio per evitare di finire per terra di faccia

“Non ne abbiamo molto, vorrai dire, ma ce n’è a sufficienza” gli rispose, aiutandolo a sedersi su una sedia “Se il viaggio nel tempo non ci ha mandati più avanti, oggi è ancora solo il terzo giorno da quando sei arrivato nel nostro tempo. Abbiamo ancora altri tre giorni per prepararci per bene a quello decisivo”

“Beh, si, ho tenuto conto di quando eravamo partiti per ritornare, ma...”

Ladybug appoggiò il compagno “Infatti. Se ti sforzi adesso, potresti risentirne quando dovremo batterci. Dobbiamo essere al pieno delle forze! Almeno stasera pensa a riposarti, va bene?”

AJ aprì la bocca per controbattere, ma non si può rispondere in nessun modo quando chi si ha davanti ha ragione. Roteò gli occhi al cielo e sbuffò “Si, va bene… allora, riprenderemo domani. Tanto ve l’ho detto, ho solo bisogno di vedervi due minuti in azione, nulla di più”

“E per il resto del tempo?” domandò il gatto nero, ma AJ scosse la testa

“Non saprei. Potrei dirvi di allenarvi, ma non servirebbe a molto, non lo avete mai fatto…”

Ladybug pensò a qualcosa da dire, ed effettivamente le balenò un’idea in testa. Ma fece la vaga e sorrise ai compagni al meglio che poté “Qualcosa… qualcosa troveremo da fare”

“… certo” rispose AJ, un po' a disagio per lo strano sorriso della ragazza. Poi, posando l’occhio su Shivihs appoggiata sulla sua spalla, adesso più rilassata per il suo miglioramento emotivo, si rese conto che doveva fare una cosa “Io credo che sia il momento di fare una cosa che non abbiamo mai potuto fare, mia cara”

 

Una volta usciti dalla cantina, la prima cosa che fecero fu tranquillizzati i Kwami e l’anziano Fu, prima piuttosto preoccupati per AJ, che però sembrava aver messo da parte la tristezza, almeno per il momento. In seguito, il ragazzo stesso chiese un piccolo favore ai magici spiriti lì assieme a loro

“Ragazzi, vi… vi spiacerebbe far conoscere gli altri Kwami a Shiv?” chiese, facendo sobbalzare la piccola sulla sua spalla “Ha sempre voluto incontrarli, ma non abbiamo… ecco… mai avuto l’occasione”

“Certo che si!” rispose gioiosa Tikki, per poi planarle davanti ed allungarle una mano “Vieni con noi!”

Shivihs sembrò farsi piuttosto tesa e preoccupata, non pensava sarebbe mai successo davvero, soprattutto non sapeva cosa fare e come comportarsi e ciò la agitò parecchio. Ma quando alzò lo sguardo verso il volto sorridente del suo Wielder, tutta la sua ansia sparì

“Va… va bene!” rispose alzandosi in volo e mettendosi a seguire lei, Plagg, Wayzz e Nooroo all’interno della scatola contenente tutti i Miraculous ed i relativi Kwami. Ma prima che potessero entrarci, Fu dovette fermare uno di loro

“Nooroo, aspetta” gli disse bloccandolo “Resta con me, almeno puoi aiutarmi a spiegare tutto”

“Oh… certo. Come desidera Maestro” rispose, vagamente preoccupato, sapendo che però stava solo ritardando l’inevitabile. Tornò rapidamente al fianco dell’anziano, lasciando entrare solo gli altri quattro amici. AJ si fece piuttosto perplesso, soprattutto nel vedere l’espressione angosciata di Nooroo

“Spiegare tutto? Tutto cosa?”

Dopo pochi minuti di discussione, anche i tre giovani Wielder furono messi a conoscenza del segreto che Nooroo si portava dietro da anni ormai. Più andava avanti, più si fece difficile per lui incrociare lo sguardo con AJ

“E… beh… questo è tutto...” disse mormorando e preoccupato della reazione del giovane

“Nooroo...” provò a dire il giovane, venendo però interrotto subito

“Mi dispiace di aver mentito a te… a tutti… ma io...”

“Non serve che ti scusi. Non con me” rispose il ragazzo, impugnando e dando un’occhiata al Medaglione del Drago “Posso capirlo bene...” scosse la testa per riprendersi “Voglio dire… non hai mentito perché avevi cattive intenzioni, o perché era un segreto che volevi usare a tuo vantaggio… avevi paura che potessero considerarti pericoloso, che tutti iniziassero a starti a distanza. Forse avevi persino paura di te stesso” alzò gli occhi e sorrise “E ti capisco. È davvero un esperienza che posso solo immaginare quanto possa essere stata brutta… ma non ti devi preoccupare. Nessuno di noi potrebbe mai pensare male di te per questo, amico”

“I-Io… grazie...” riuscì solo a rispondergli, sorridendo felice. Non avrebbe mai pensato che rivelando le sue bugie lo avrebbero perdonato ed addirittura accettato

“Ma...” iniziò a ragionare Chat “Se il potere assoluto è forte come abbiamo sempre saputo… potremmo usarlo! Voglio dire, so che non dovremmo, ma… se sappiamo che il pericolo è così grande...”

“No, Chat” rispose subito Fu, estremamente serio “Anche io ho preso in considerazione l’idea di suggerirvelo, stavolta, ma non possiamo rischiare. Forse Akuma non ha bisogno di pagare alcun prezzo per mantenere l’equilibrio, ma noi si. Se desiderassimo la vittoria contro Papillon, allora qualcuno sarebbe condannato a subire una sconfitta dello stesso peso. Se desiderassimo subito la Spilla della Farfalla, qualcuno otterrebbe un altro potere dello stesso calibro. Ed in entrambi i casi, non possiamo sapere se le cose andranno meglio o, se possibile, peggio. Non è neanche detto che debbano capitare per forza a noi o a lui, ma in qualsiasi caso e per chiunque ne sarebbe coinvolto, il pericolo è troppo alto. Non possiamo giocare con l’equilibrio...”

“Io… capisco...” rispose lui, dispiaciuto di aver suggerito una cosa simile. Ladybug gli diede una leggera botta sulla schiena, sorridendogli

“Andiamo, Chaton, quando mai ne abbiamo avuto bisogno in fondo? Ce la siamo sempre cavata! E poi adesso abbiamo anche AJ dalla nostra parte! Credi che sarà così facile sconfiggerci?”

“Hehe… no, Milady, assolutamente no!” rispose il gatto nero, cercando di mostrarsi fiero. Anche Fu sorrise nel vederli così spensierati

“Molto bene, ragazzi miei. Cercate di rimanere positivi in questo modo, credo proprio che ne avrete bisogno”

“Ci proveremo” rispose la supereroina, gettando uno sguardo all’orologio. Ormai si era fatto piuttosto tardi, fuori il sole stava già tramontando “Adesso… penso che dovremmo chiamare a casa, per dire che siamo tornati prima. Cosa gli diciamo?”

“Sarà meglio che vi inventiate una scusa plausibile” gli fece notare AJ, sorridendo “Potreste dire la verità, stavolta”

“Si, dovremmo dirgli che abbiamo viaggiato nel tempo secondo te?” rispose ironico Chat “E magari anche che siamo Ladybug e Chat Noir e che tra pochi giorni il mondo sarà più in pericolo che mai”

Il giovane ruotò gli occhi al cielo “Non intendevo quello. Ditegli che non sapevate che i costi di cibo e tutto il resto della scuola fuori sede dovevate pagarli voi, che non lo sapevate e che siete tornati per quello”

Ladybug ci pensò un po' su “Si… si, credo vada bene. Tu invece, cosa farai?”

“Tornerò dove mi ero già sistemato, dopo che Shiv avrà finito con gli altri Kwami”

“Se vuoi puoi restare qui” gli disse Fu “Sono sicuro che a Shivihs e Nooroo farebbe piacere restare un po' con gli altri Kwami e viceversa”

“Davvero? È sicuro che non disturbiamo?” chiese lui, non nascondendo che quella richiesta gli facesse piacere. Non se la sentiva di restare da solo con i due Kwami. Il Maestro gli annuì

“Ma certo, anzi, mi farebbe piacere. La casa è grande, ed anche se Wayzz e gli altri Kwami mi tengono compagnia, è raro poter avere ospiti con cui possiamo parlare liberamente dei Miraculous”

“Allora va bene, restiamo volentieri” rispose soddisfatto all’anziano, per poi rivolgersi al Kwami in loro compagnia con tono scherzoso “Sei ancora qui tu? Raggiungi gli altri Kwami, fila!”

Il Kwami purpureo non gli rispose neanche, semplicemente prese e planò in tutta velocità dentro al contenitore dei Miraculous per andare ad incontrare dopo tanto tempo tutti i suoi vecchi magici amici. L’anziano sorrise dentro di se, sperava di poter discutere un po' con il ragazzo, ed aveva capito che anche a lui sarebbe stato felice di ciò. Sapeva che tante cose poteva avergliele dette Nooroo, ma tante altre curiosità sui Miraculous avrebbe potuto comunque tirarle fuori, lui che ci era così tanto legato

 

Ladybug aveva già salutato tutti ed era andata via per de-trasformarsi ed avvertire a casa sua, invece Maestro Fu stava già preparando una stanza per far riposare AJ. Gli unici a rimanere insieme furono lui e Chat, che aveva detto di voler aspettare Plagg, in quanto tutti i Kwami erano ancora dentro la scatola dei Miraculous. In realtà, però, il gatto nero aspettava solo il momento buono per non avere nessun altro lì attorno e rimanere da solo con chi veniva dal futuro. Il coetaneo Wielder bastava ed avanzava

“AJ, ho una domanda da farti… è molto importante, ma non so se puoi rispondermi”

“Si tratta di qualcosa del futuro?” gli domandò prima lui, per sapere se poteva parlare liberamente o se avrebbe dovuto trattenersi

“Si… o meglio, non lo so. Vorrei che mi dicessi di più di Akuma… del suo aspetto fisico” spiegò con un groppo alla gola. AJ sollevò un sopracciglio, confuso

“Non ti seguo”

“Insomma… ti voglio chiedere perché Akuma aveva quell’aspetto. Perché assomigliava così tanto a quella donna? Dovrai pur sapere chi era!” domandò diretto

“Oh, quello… mi spiace, ma non ne ho idea” rispose lui facendo spallucce “Anche io lo avevo chiesto a voi, molti anni fa, ma non mi avete saputo rispondere. Ladybug mi aveva detto solo che era il corpo principale di Akuma, ma non come lo abbia trovato o se sapesse chi fosse. E non mi è mai interessato molto, d’altro canto… potrebbe essere stata la sua prima vittima ad accettare il patto con lui, per quanto ne so”

Chat rimase piuttosto sorpreso. Da come ne stava parlando, sembrava non conoscere davvero nulla su quella donna e non sembrava in alcun modo mentire. Analizzando un attimo le sue parole, però, cercò di scavare più a fondo

“Aspetta… solo Ladybug ti ha risposto? Io non ti ho detto nulla?”

AJ si fece ancora più confuso e cercò di scavare nella memoria “Beh, ecco, vediamo… no, mi ricordo bene, è lei che mi aveva risposto. Tu… francamente non penso abbia detto nulla, forse hai solo confermato quello che ha detto lei. Ma… perché queste domande?”

“Allora… è possibile che abbiamo deciso di mentire… ma perché…” disse lui, riflettendo a voce alta e causando la sorpresa stavolta di AJ

“Un attimo, mentire? Su cosa?”

“Ecco… quella donna, il corpo principale di Akuma… era la copia esatta di mia madre… no, anzi, sono sicuro che non fosse una copia. Era proprio lei…”

AJ sgranò gli occhi nello scoprire una cosa tanto assurda “Aspetta aspetta aspetta… mi stai dicendo che il corpo dove si è trasferito Akuma è quello di tua madre?! Ma… io pensavo che tua madre fosse scomparsa prima del suo risveglio!”

“È quello che ho sempre saputo io… per questo non so spiegarmi quello che ho visto nel tuo tempo”

Il ragazzo però non gli disse nulla, semplicemente lo osservò storto e si fece estremamente pensieroso, mettendolo in soggezione

“Io… non so proprio cosa dirti… non so perché non ve lo abbiamo detto…” continuò Chat con aria dispiaciuto, fraintendendo la reazione del ragazzo

“Non preoccuparti, non ti sto accusando di nulla… magari ti sembrerà strano, ma su alcune cose so che non dicevate tutta la verità, e non vi ho mai biasimato. Soprattutto non oggi, dopo aver ascoltato cosa è successo a Nooroo... ma vorrei capire perché lo avresti fatto”

“O perché nessuno si sia accorto di chi fosse… mia madre non è sparita da molto tempo, ed era un’attrice molto famosa. Com’è che nessuno l’abbia mai riconosciuta?”

“Questo non è un mistero. Nessuno nel rifugio conosceva il suo corpo principale, soltanto noi Wielder. Più che altro, nessuno avrebbe mai dovuto vederlo, altrimenti… beh…” disse malinconicamente, ritornando con la mente a pessimi pensieri, per poi scuotere la testa e riprendersi, cercando di parlare senza perdersi nei sensi di colpa “Si, insomma, hai visto che cosa ha fatto una semplice Akuma di Sangue… se qualcuno avesse incontrato Akuma direttamente, le cose sarebbero andate allo stesso modo”

“Si, certo… non serve che ti sforzi a parlarne” disse assumendo un tono comprensivo. Capiva che per lui fosse comunque difficile pensarci

“Grazie… comunque, penso che all’inizio solo tu e Ladybug sapevate che aspetto avesse. Io, Rena Rouge, Carapace e Queen B lo abbiamo scoperto durante un giro in città in cui mi insegnavate ad usare i poteri… siamo stati colti di sorpresa da uno sciame di Akuma di Sangue, ma ci siamo nascosti in fretta e non ci siamo fatti vedere. Dopo di loro è arrivato anche Akuma… noi non sapevamo che fosse proprio lui, siete stati voi a rivelarcelo. Ricordo ancora adesso quanta paura abbiamo provato… ma non ho mai indagato a fondo su come lo sapeste. Ve lo chiesi solo quell’unica volta che ti ho già detto”

“Beh… allora potrebbe non essere un mistero perché non vi abbia detto nulla, o perchè neanche Chloe che la conosceva lo abbia fatto” iniziò a spiegare Adrien “Non parlo quasi mai di mia madre neanche adesso, perché mi manca molto da quando se ne è andata… sono sicuro che fosse difficile per me pensare che quel demone stesse usando proprio lei come… come corpo principale, ecco...”

AJ abbandonò i mille pensieri che giravano nella sua testa e gli mise una mano sulla spalla, cercando di sorridergli “Hey, se c’è qualcuno che può capirti, sono io. Immagino che per te non sia stato facile lottare sapendo questa cosa… penso che semplicemente non volessi caricarci di un peso simile”

“Tu… credi?” gli chiese, sperando di ricevere spiegazioni

“Se avessimo saputo che Akuma possedeva il corpo di tua madre, non sarebbe stato facile combatterlo neanche per noi. Era meglio pensare che fosse una donna qualsiasi… era più semplice”

“Forse hai ragione… ma… prima quella di Nooroo, poi la mia, ci sono due verità che abbiamo tenuto nascoste a tutti…”

“Come ho detto a lui, è stata una bugia detta a fin di bene, non per secondi scopi. La tua non è diversa. Avete semplicemente nascosto una terribile verità… terribile per te”

“Già…” rispose, mal celando la poca convinzione nelle sue parole. Poi, un lampo di genio sembrò illuminarlo “Però questo potrebbe voler dire che Akuma troverà mia madre, quando si risveglierà!”

“Si, è possibile...” cominciò nuovamente a ragionare AJ, ma venne subito interrotto da uno Chat molto esuberante

“Sono sicuro che mia madre non sia cattiva, non potrebbe mai accettare di stare dalla parte di Akuma! Ci deve essere una spiegazione! Dove si risveglierà?!” domandò subito, stringendolo per le spalle

“Hey! Fai piano!” gli disse, scostandoselo di dosso

“S-Scusa” mormorò, preoccupato di aver esagerato, ma più che fargli male sembrava averlo solo un po' preso alla alla sprovvista con la sua foga

“Fa niente… e comunque, non ho idea di dove si risveglierà. Sarebbe il primo posto dove andrei, perché con tutta probabilità sarebbe il covo di Papillon. E non sapendo chi fosse...”

“Non possiamo neanche sapere dove succederà” terminò Chat per lui, scuotendo la testa “Accidenti...”

“Sono sicuro che riusciremo a fare qualcosa in proposito. Se tua madre sarà vicina a dove dovrebbe risvegliarsi Akuma, io e Ladybug cercheremo di aiutarti a trovarla, in qualche modo!”

“Si… no, aspetta, questa storia deve rimanere tra di noi! Ladybug non ne deve sapere nulla!”

“Cos-Perché?!” rispose incredulo, ritrovandosi con Chat a tappargli la bocca. Erano già stati estremamente fortunati che fino a quel momento Fu non fosse ritornato, non doveva attirare la sua attenzione dato che il gatto nero sembrava voler tenere gli altri all’oscuro. Quando smise di parlare, abbassò la mano

“Perché dirgli che quella donna è mia madre sarebbe come rivelargli chi sono! Non che a me tutta questa segretezza faccia piacere o importi, però… lei desidera che restiamo un segreto l’uno per l’altra, e voglio rispettare questa sua scelta, almeno finché anche a lei non starà bene… come nel tuo tempo”

AJ strinse i pugni ed i denti, ma finì con il semplice lasciarsi andare e sospirare pesantemente. Anche se per lui quella faccenda della segretezza era sempre più ridicola, non era affatto così per i due ragazzi. Quindi si fece forza “E va bene, d’accordo… allora cercheremo di darti una mano io, Shiv e Nooroo. Ma ricordati, se cambieremo le cose… anzi, non se, ma quando le cambieremo, non so cosa succederà a noi tre”

“Beh… sono abbastanza sicuro che non sparirete” rispose lui sicuro di se “Voglio dire, già solo essere venuto in questo tempo ha cambiato le cose, se tu fossi dovuto sparire lo avresti già fatto”

“Si, credo che tu abbia ragione… ipotesi da scartare, allora, ce ne restano comunque molte altre possibili. Ed in questo caso, ti saremo d’aiuto più che volentieri!”

“Grazie” annuì il gatto nero “Adesso… credo che andrò anche io. Devo avvertire che sono tornato e si sta facendo un po' tardi”

“Certo” gli rispose il ragazzo “Dirò poi io a Tikki e Plagg di tornare a casa vostra”

Con un cenno del capo per ringraziarlo e salutarlo, il mezzo felino lasciò l’abitazione, facendo particolarmente rumore sbattendo la porta, dato che per un momento fece trasbordare la sua forza, facendo sobbalzare sia se stesso che AJ

“Che cavolo… forse dovremo vedere bene un momento la forza sovrumana” disse tra se e se a voce alta

Dall’altra stanza arrivò subito anche Fu, preoccupato per il boato appena sentito “Che è successo?”

“Chat ha usato un po' troppa forza per chiudere la porta. Nulla di grave, alle volte capita con quella trasformazione. A me succede ancora adesso”

“Oh, capisco… comunque, la stanza è quasi pronta, se vuoi venire a rilassarti sul letto”

“Grazie, Maestro… ma se devo essere sincero, non serviva che preparasse anche quello” gli disse un po' imbarazzato, come se avesse fatto perdere tempo all’uomo “Insomma… non mi dispiacerebbe parlare con lei per un po' dei Miraculous, tutto qua. Ho un sacco di domande”

“Posso immaginare” rispose l’anziano, comprensivo della sua situazione “Anche io in effetti vorrei chiederti un po' di cose… ovviamente, sempre che tu possa rispondermi”

“Abbiamo tutta la sera, sono sicuro che potrò dirle qualcosa”

 

Marinette era ormai rincasata da qualche ora. I suoi genitori non le avevano fatto troppe domande sul problema avuto con la scuola, semplicemente si erano un po' lamentati della scarsa organizzazione, ma avevano lasciato passare il tutto visto che la loro bambina sembrava piuttosto esaurita. E come poteva non esserlo? Era stata più vicina che mai alla morte, poteva ancora quasi sentire il potere schiacciante di Akuma che cercava di distruggerla. Non aveva mai combattuto un entità così potente, gli akumizzati di Papillon a confronto erano uno scherzo. Ma anche con tutta la sua stanchezza, doveva mandare avanti l’idea che aveva pianificato prima, a casa di Maestro Fu

Era riuscita a nascondere la Tikki del futuro a sua madre e suo padre, ed adesso l’aveva lasciata riposare all’interno dei suoi nuovi Miraculous, riposti dentro alla scatola del suo tempo perché non volasse in giro. La sua Tikki invece era appena rientrata, giusto in tempo per vederla trafficare al cellulare con un messaggio. La ragazza si staccò dall’apparecchio proprio per accoglierla

“Bentornata. Com’è andata con Shiv?”

“Molto bene. Tutti gli altri sono stati molto felici di conoscerla, ed anche lei sembrava al settimo cielo! Dovevi vedere come sorrideva!”

“Lo immagino” rispose sollevata nel sapere che la Kwami si fosse ambientata subito

“Tu invece? Che hai fatto fin’ora?” chiese, facendola sorridere come se volesse proprio parlargliene

“Beh, oggi mi è venuta un’idea. Lo sai che con il cellulare puoi inviare messaggi e chiamare senza far riconoscere il tuo numero? Mi è bastato cercare come fare e… guarda qui!”

La ragazza fece vedere alla sua Kwami un piccolo messaggio di testo che si apprestò a leggere a voce alta

“Sto organizzando per domani un incontro di tutta la scuola sotto alla Tour Eiffel, per goderci anche solo una di queste giornate senza lezioni tutti in compagnia. Per chi fosse interessato, ci ritroveremo ai piedi della torre alle 9 di mattina, per spendere la giornata assieme” finito di leggere, alzò gli occhi verso la Wielder “Beh, ma perché non vuoi far sapere che sei tu a mandarlo?”

“Non posso dirlo a nessuno perché... beh, questa è la cosa più importante, farò venire anche AJ!” esclamò in risposta, sorprendendola “Voglio fargli una sorpresa! E Chat capirebbe che io sono Ladybug, se lo mandassi senza nascondere il numero e vedesse che c’è anche lui. Invece farò finta che sia arrivato anche a me e mi organizzerò con tutti per convincerli a venire e muoverci assieme. Chiamerò Alya per dirle di andare assieme, poi Juleka, Rose, Mylene, Alix e così via. Ed ovviamente ci metteremo d’accordo anche con i ragazzi… ed avvertiremo anche tutti quelli delle altre classi, come Aurore e Marc! Mi farò dare una mano anche da Chat a chiedere a tutti di venire! Più gente ci sarà, più riusciremo a mantenere nascoste le nostre identità l’una all’altro!” tornò a rileggere il messaggio, per vedere se era riuscita a nascondere ogni traccia di se stessa “Mi è venuto in mente oggi quando abbiamo parlato con AJ ed è tutta la sera che ci lavoro su per perfezionare tutto. Ho pensato che magari gli farà piacere incontrare tutti, nel nostro tempo… che ne pensi?”

“Lo sai, Marinette?” cominciò a dire sorridendole “Mi sembra davvero un’idea stupenda! Dai, mandalo!”

“Detto fatto!” rispose, inviando il messaggio di testo ad ogni numero della sua scuola che avesse in rubrica “Adesso speriamo solo che siano disponibili in tanti”

Neanche il tempo di finire di dire la frase che al cellulare le arrivò una chiamata di Alya, spiazzandola “Oh cavolo… che abbia fatto casino nel nascondere il numero?!”

Un po' preoccupata di essersi scavata la fossa, rispose all’amica “Ehm… pronto?”

“Marinette, ciao! Anche tu hai ricevuto un messaggio da un numero anonimo, per caso?” domandò dall’altro capo, facendola sospirare sollevata. Era semplicemente stata più veloce di lei a chiamarla

“Io… si, in effetti si… intendi un messaggio in cui dicono di trovarci domani alla Tour Eiffel, giusto?”

“Proprio quello” rispose a dubbi chiariti “Tu che cosa fai, ci vai?”

“Si, pensavo di andare… voglio dire, non che abbia molto altro da fare...” cominciò a dire, come a giustificare il fatto che volesse andarci più di tutti. Alya, per sua fortuna, non si rese conto del suo disagio

“Neanche io in effetti… beh, se ci vai tu, ci vengo anche io!” esclamò, facendo silenziosamente esultare Marinette

“Bene, perfetto! Oh, invitiamo anche le altre! E tu puoi chiedere a Nino di dirlo anche ai ragazzi!”

“Faccio subito, tu inizia a chiedere a Rose e Juleka!”

“Ci penso io! A domani allora” terminò, riattaccando la chiamata “Si! Ha funzionato!”

Senza perdere tempo, fece partire una chiamata anche alle altre sue amiche, la stessa cosa che si stava apprestando a fare. Quella sera i cellulari dei ragazzi del Collegio Dupont erano più attivi che mai

 

Ormai la sera stava passando e già si stava facendo notte fonda. AJ e Fu erano impegnati ormai da ore, dopo aver cenato, a parlare di ogni singolo Miraculous esistente. Nel tempo aveva sentito molte storie provenienti per lo più dai Kwami che conosceva, ma sentirle da un membro dei Guardiani dell’Ordine, uno dei maggiori esperti in quel campo, era tutt’altra cosa. Tanti dettagli i Kwami li davano per scontati e percepivano il mondo attorno a loro diversamente dagli umani, per cui parlare con qualcuno che li aveva studiati e difesi a lungo gli era stato molto d’aiuto per comprenderli meglio. Anche solo sentire la sua versione di come venivano decisi i puri di cuore a cui affidare i Miraculous fu come ascoltarlo per la prima volta. Si erano interrotti solo ora per via di una richiesta di Shiv

“Qualcosa non va?” gli chiese subito il suo Wielder

“No… sto solo sentendo… un messaggio! È da parte di Tikki e Marinette!” esclamò “Ha detto di trovarci domani con lei e Chat alla Tour Eiffel, alle 9 di mattina!”

“Però, piuttosto mattiniero da parte sua...” commentò ironico “Ma meglio così, prima ci togliamo questo pensiero e meglio è. Stavamo dicendo Maestro?” tornò a rivolgersi all’anziano, che però si era distratto ad osservare Shivihs

AJ se ne era già accorto mentre discutevano. Fu aveva gettato uno sguardo incuriosito alla Kwami più volte, come a cercare di studiarla semplicemente osservandola. Ma più andava avanti a farlo, più sembrava confondersi

“Maestro?” chiese nuovamente, a voce un po' più alta per farsi sentire

“Ah, si, scusa ragazzo mio! Parlavamo di… ehm… di che parlavamo?”

AJ sorrise per la palese disattenzione dell’uomo “Non importa. Mi sembra che Shiv le interessi molto”

“Ecco… è vero, non lo nego” tornò ad osservarla “È che ogni volta che la guardo, la trovo… incredibile!”

Il Wielder le diede una carezza sulla testa “Perché pensa di aver capito da dove arrivano lei ed il suo Miraculous?”

“Proprio per quello” rispose annuendogli “Ma so bene che preferisci non parlarne, anche se ci siamo solo noi qui”

Lui però non gli rispose, semplicemente sollevò il Medaglione al suo collo e lo aprì, per osservare il suo contenuto. Sospirò nostalgico e cercò di sorridere, richiudendolo e cambiando radicalmente argomento “Sa, c’è una cosa che i Kwami non mi hanno mai saputo spiegare per bene… come ha fatto il mago che ha creato i Miraculous a scoprirli?”

Fu non discusse minimamente sul suo modo di sviare il discorso, comprendeva che il ragazzo avesse quasi paura di parlarne, come se dire anche solo una parola da parte sue avrebbe spezzato la magia. Quindi rimase al gioco “Beh, la risposta è nella domanda. Proprio perché era un mago. Secondo gli scritti, lui...”

L’anziano Guardiano ricominciò a parlare a ruota libera, lieto di poter condividere il suo sapere e di essere d’aiuto al giovane nella sua ricerca di conoscenza. E con una domanda del genere, non si sarebbe fermato molto presto

 

Dopo un’intera serata passata a parlare, alla fine Maestro Fu era crollato dal sonno senza neanche rendersene conto dopo qualche ora. AJ, al contrario, si era alzato ed era uscito per rimanere qualche minuto sul portico della casa, ad osservare il cielo assieme a Shivihs e Nooroo, mentre Wayzz rimase a tenere d’occhio l’anziano. Li osservò solo per un istante uscire, abbattuto, perché intuiva cosa stavano facendo e perché volessero restare da soli

Lo sguardo del ragazzo era perso per aria, ma non stava ammirando la vastità del cielo o lo splendore delle stelle che non aveva mai potuto guardare. Erano persi nei suoi pensieri, a rimuginare ancora per ciò che era successo. Non si dannava più grazie al supporto dei suoi compagni, ma anche se aveva fatto sembrare che era tutto passato, dentro di lui non era affatto così

La piccola Kwami al suo fianco non si era ancora liberata del dolore da quando erano arrivati in quel tempo. Non lo aveva fatto subito perché preoccupata per lo stato mentale ed emotivo del giovane, poi era riuscita a distrarsi un po' facendo la conoscenza di tutti gli altri Kwami. Ma adesso, c’erano solo loro tre ed il silenzio della notte. Strinse con forza la manica della maglia di AJ e vi buttò la faccia sopra, cominciando a sfogare anche lei la perdita di tutti i loro amici mentre AJ gli faceva sentire di esserle vicino e di capirla coprendola con una mano

Nooroo si era invece seduto sulla spalla del Wielder. Sperava di resistere, non voleva mostrare ai due quanto stesse male, ma l’esternazione di Shivihs riuscì a penetrare il suo velo di compostezza ed anche lui dovette lasciarsi andare. Chiuse gli occhi e cercò soltanto di farlo in silenzio, vicino ai due amici, ma comunque per conto proprio. Il ragazzo non poté non accorgersi della sua tristezza, ma sapeva quanto ci tenesse alla sua compostezza, perciò lo lasciò fare senza dire una parola, ma avvicinandoselo al volto il più possibile per stare anche con lui

Nonostante i due Kwami si fossero aperti, lui riuscì a resistere scuotendo la testa e ripensando alle parole di tutti, alla fiducia che avevano deciso di riporre in lui ed al motivo per cui lottava. Continuò ad osservare il cielo mentre le magiche creature davano fondo ai loro sentimenti repressi, con sguardo risoluto e preparato \Spero che mi stiate guardando… vi renderemo tutti orgogliosi di noi!\

 

La notte era passata, finalmente. Fu si risvegliò nella stanza dove si era addormentato la notte prima, un po' dolorante per la mancanza di un letto, ma nulla di grave per il suo fisico allenato. Si osservò attorno con un occhio ancora addormentato e si rivolse a Wayzz

“Dove… dove è andato AJ?”

“Da Ladybug e Chat Noir, Maestro” rispose il Kwami verde “Dovevano vedersi, ricorda?”

Ed effettivamente, AJ era già arrivato al punto d’incontro con una decina di minuti d’anticipo, sotto alla Tour Eiffel. Sarebbe arrivato ancora prima, se non si fosse fermato ad osservare le strade di Parigi che si svegliavano e prendevano vita sotto i suoi occhi. Infatti l’incontro era fissato alle 9, ma lui era andato via dalla casa di Maestro Fu con un’ora di anticipo proprio per passeggiare in mezzo alla città e vedere con i suoi occhi ancora una volta qualcosa che per lui era spettacolare. Lo aveva già visto accadere il giorno precedente, sia mentre andava a casa di Adrien e Marinette e sia mentre li aspettava per andare nel suo tempo, ma ogni volta per lui era come se fosse la prima

Adesso, però, attendeva semplicemente l’arrivo dei ragazzi, con Shivihs e Nooroo nascosti nelle capienti tasche dei suoi pantaloni per non farsi vedere al pubblico. Fu fortunato che almeno per un’occasione del genere Marinette non poteva rischiare di fare tardi, ed infatti fu la prima a farsi vedere, in mezzo alla folla. Alzò un braccio per farsi notare, rimanendo a bocca aperta subito dopo. Non era da sola

Con lei, stavano arrivando anche un sacco di volti che non fece molta fatica a riconoscere. Rose e Juleka, nonostante fosse ancora molto piccolo quando morirono, le distinse facilmente, così come anche Mylene, Alix e soprattutto Alya. Non riuscì a dire nulla, neanche quando il gruppo di ragazze si fermò proprio di fronte a lui senza però neanche guardarlo, come se non lo conoscessero. Marinette gli gettò un rapido sguardo e gli fece l’occhiolino, per poi prendere il cellulare ed iniziare a scrivere. Poco dopo, fece finta di far scivolare un secondo cellulare vicino a lei, raccogliendolo subito dopo ed avvicinandosi

“Credo ti sia caduto questo!” gli disse, consegnandoglielo. Lui osservò prima lei e poi l’apparecchio, prendendolo senza spiccicare parola, talmente era confuso. Il telefonino funzionava, ed aveva appena ricevuto un messaggio da un numero salvato con il nome ‘M’, che intuì fosse per nascondere il nome di Marinette \Ti spiegherò tutto tra poco, tu stai al gioco per ora\

Poco dopo, per gravare ancora di più sulla sua stabilità cerebrale, arrivò anche Adrien accompagnato da un gran numero di compagni di classe. Max, Kim, Nino, Nathaniel, in più persino Ivan, che a vederlo gli sembrò di ritornare a molti anni prima. Il giovane Agreste si era organizzato a quel modo esattamente come Marinette perché la sera precedente la stessa Ladybug gli aveva spiegato la sua idea chiamandolo attraverso il Miraculous, consigliandogli anche di organizzarsi in gruppo. Anche loro però ignorarono chi fosse il ragazzo solitario, meno Adrien che si volse solo leggermente verso di lui per salutarlo con lo sguardo, dirigendosi dalle ragazze

“Uff… sono venuti tutti. Che seccatura...” sentì dire alle sue spalle da una voce che riconobbe da quanto fosse snob. Chloe, assieme a Sabrina, si stava dirigendo con aria seccata verso il gruppo della classe ad un passo da lui

“Si può sapere che succede? Chi di voi ha mandato quello stupido messaggio, ieri sera? Siete fortunati che almeno non era uno scherzo!” esclamò subito, facendosi notare e riconoscere. La classe sembrò subito guardarla storta, ma arrivò altra gente a dar loro manforte

“Se pensi sia una cosa stupida, cosa sei venuta a fare qui?” gli rispose una ragazza poco più in la, Aurore, con al seguito tutta la sua classe. Si sentì più di tutte di intervenire in quanto ben conosceva la ragazza e sapesse quanto poteva dare ai nervi. Chloe, d’altro canto, si stizzì alle sue parole, ma rimase spiazzata

“Beh, non devo certo dirlo a te!” rispose con aria altezzosa “Anzi, voi piuttosto che cosa ci fate qui?”

“Credo che il messaggio sia arrivato a tutta la scuola” gli fece notare Sabrina, indicando in un’altra direzione e facendole notare che si stava unendo anche la classe di Marc al gruppo già piuttosto grande

AJ osservò continuando a non dire nulla. Ogni singolo volto o quasi lo riconobbe subito, tante persone che nel tempo aveva perso o erano cresciute e cambiate, adesso erano lì, tutti suoi coetanei. Nuovamente, non vista da nessuno per il trambusto, Marinette riuscì a mandargli un secondo messaggio. Alcuni se li era già preparati, per velocizzare la riuscita della sua idea

\Devi fare finta di essere un nuovo studente della nostra classe\ lesse dall’SMS, ricevendone in seguito un secondo, cioè quello che Marinette aveva mandato a tutta la scuola. Adesso era ancora confuso, ma sapeva il ruolo che doveva giocarsi. I ragazzi parlottavano tra di loro, mischiandosi anche nelle varie classi ed aspettando gli ultimi arrivi, dando così modo ad AJ di entrare in scena utilizzando tutti gli elementi a sua disposizione che aveva visto e sentito

“Ehm… scusate?” disse ad alta voce, per farsi sentire dai ragazzi presenti. Il suo richiamo fu abbastanza forte da far girare tutti “Voi siete tutti studenti del Collegio Dupont?”

“Noi… si, perché?” rispose Alya, stranita dalla domanda. AJ tirò un sospiro di sollievo

“Ok, allora non mi stavano prendendo in giro… anche se non so come avessero il mio numero” scosse la testa e si mise a spiegare “Scusate, sono… nuovo in città, dovevo iniziare a venire a scuola anche io al Collegio da questa settimana, ma ci hanno detto che ha chiuso all’improvviso”

“Si, per una ristrutturazione di emergenza” chiarì Max al ragazzo. Nathaniel, sentendolo, rimase un po' stupito

“Ed hanno mandato il messaggio anche a te? Quello della riunione di tutti noi? Strano… allora magari è stato il preside, o un professore”

Il moro fece spallucce “Non ne ho idea, ma dato che ero in giro volevo giusto controllare se veniva qualcuno. Francamente ho pensato ad uno scherzo di qualche mio amico, invece mi sbagliavo”

“Sai già in che classe sarai?” gli domandò Nino per curiosità

“Mi pare mi avessero detto con una professoressa… la signorina Bustier, credo” gli rispose, facendo saltare i ragazzi della classe per la sorpresa. Non si aspettavano che avrebbero avuto un nuovo compagno di classe

“Allora sei con noi!” si fece subito avanti Kim, cercando di indicare quanti più ragazzi della propria classe e prendendolo sotto braccio “È un bene che tu sia venuto, così inizieremo a conoscerci!”

“Se… se a voi sta bene...” rispose fingendo imbarazzo per l’offerta espansiva

“Perché no?” si aggiunse anche Alix “Almeno non sarai quello nuovo! Francamente è sempre un po' imbarazzante per tutti, in classe. Ma qui in giro tra di noi è tutta un’altra storia!”

“In effetti hai ragione… va bene, allora!” sorrise in risposta “Ah, io mi chiamo AJ! Piacere di conoscervi!”

In breve, la classe di cui aveva detto di fare parte si iniziò a radunare attorno a lui, ognuno per presentarsi e cercare di conoscerlo meglio fin da subito. Persino Chloe sembrò essere parte della classe, anche se in realtà si era avvicinata più per capire a che livello avrebbe dovuto trattarlo. Anche Adrien e Marinette lo fecero, più che altro facendo da osservatori di come andavano le cose e facendo qualche domanda a caso ogni tanto, per non farsi scoprire l’uno dall’altra. Molte cose di cui parlò AJ le risentirono, come per esempio il fatto che non avesse più i genitori, cosa che suscitò il dispiacere della classe ed aiutò il loro avvicinamento. Altre furono nuove pure per loro, sebbene non troppo importanti come il segno zodiacale o la conoscenza o meno di certi film. Ed altre ancora semplicemente erano frutto delle sue bugie per non parlare delle sue vere origini, come il fatto che vivesse assieme al nonno e che arrivasse dall’America

Dopo altri pochi minuti di attesa, tempo in cui con AJ si era già instaurata una simpatia con tutti ed il resto dei ragazzi mancanti era arrivato, l’enorme gruppo di giovani cominciò a girare per le vie principali di Parigi, tra i suoi mille negozi e luoghi che il viaggiatore del tempo non aveva mai potuto visitare. Non con quella calma, non con quell’atmosfera. Ogni tanto gettava uno sguardo ai Kwami che gli venivano dietro, notando che sembravano essersi totalmente ripresi dalla sera precedente e che osservavano quasi strabiliati ciò che li circondati, che fossero i ragazzi o la città. Mentre scherzava con i suoi ‘ nuovi’ amici, gli arrivò un altro messaggio \Piaciuta la sorpresa?\

Si voltò solo con la coda dell’occhio verso Marinette, che aveva appena rimesso via velocemente il suo cellulare. Gli altri ovviamente non cercarono di guardare a chi stesse scrivendo, così poté rispondere in pace \Dopo dobbiamo parlare\

La corvina sembrò parecchio a disagio per la risposta, ma scorgendo il volto di AJ, notò che le stava sorridendo e che sembrava essere molto felice, quasi come lo era nel rifugio, assieme a tutti quanti. Tanto gli bastava per essere soddisfatta del suo piano

“Allora, che vogliamo fare?” domandò proprio lei, alzando un gran polverone fra dubbi e suggerimenti. Dato che erano tutti presi a decidersi, AJ diede un leggero colpo di mano alla tasca in cui si trovava Shivihs. La piccola Kwami approfittò dei buchi nelle tasche, creati proprio per permetterle di muoversi e far muovere oggetti agli esseri magici senza diventare intangibili, per raggiungere quella contenente i suoi appunti sul tempo in cui si trovava. Ne lesse un paio e si fece subito strada risalendo dai pantaloni e poi sotto la maglia, per arrivargli alle orecchie. Gli sussurrò un paio di cose che aveva letto e tornò subito dopo da dove era partita

AJ, che tra i tanti suggerimenti ancora non lo aveva stranamente sentito, avanzò una proposta “E se andassimo al Luna Park?”

“Sarebbe bello, so che hanno aggiunto un sacco di attrazioni nuove quest’anno!” gli rispose Mylene scuotendo la testa “Ma non aprirà fino a questa domenica purtroppo”

“Io ho sentito che hanno finito di allestirlo oggi, in anticipo!” rispose lui, sicuro delle sue informazioni, anche perché era stata proprio lei a farglielo aggiungere alla lista

“Beh, proviamo ad andare!” lo spalleggiò Nino “Non abbiamo comunque un’idea precisa, al massimo se è chiuso ci metteremo d’accordo strada facendo su qualcos’altro!”

Con quell’idea, effettivamente sembrarono essere tutti piuttosto d’accordo. Quindi iniziarono a muoversi come un solo uomo in direzione del parco di divertimenti. AJ cercò di non darlo a vedere, ed anche Adrien come lui, ma per entrambi era un evento. Mentre il biondo non era più riuscito ad andarci da tanti anni ormai, il moro non ci era effettivamente mai stato in vita sua, era per entrambi una grande occasione

Una volta arrivati sul posto, poterono constatare tutti come AJ avesse ovviamente ragione, il Luna Park aveva aperto in anticipo. Dal grande gruppo che si era formato prima, i ragazzi iniziarono tutti a scindersi in agglomerati più piccoli, più o meno andando a ricreare quelle che erano le classi del liceo. Ad AJ andava bene anche in quel modo, infatti rimase assieme al gruppo nella quale si trovavano sia Marinette che Adrien, e comunque tutti gli altri erano sempre in giro per le varie giostre. Mentre lui rimase ammaliato e stupito nel vedere la stazza delle attrazione, osservandole a bocca aperta, Kim ed Ivan lo afferrarono per le braccia e lo trascinarono con loro, dato che stava restando indietro. E da quel momento, per lui cominciò quella che gli sembrò essere una serie infinita di follie ed eccessi volte unicamente a divertirsi

 

Senza che i ragazzi se ne resero quasi conto, da che era mattina presto, si ritrovarono ad osservare il sole tramontare. AJ non aveva mai passato una giornata simile, senza preoccupazioni, senza grilli per la testa. Tra quello che era il normale divertimento dei ragazzi che erano con lui ed il suo essere su di giri per tutto, fece fatica anche a rendersi conto di quanto fosse riuscito a ridere quel giorno. Marinette ed Adrien lo avevano visto fare qualche risata, ma per la maggior parte erano cose di poco conto o ilarità circostanziali e non molto sentite, mentre stavolta gli sembrò essere davvero un ragazzo del loro tempo, che non aveva mai vissuto certi orrori. Per essere sicuri di non trascurare nulla, riuscirono a fare in modo di passare in tutte le giostre presenti, una dopo l’altra, anche quelle che loro stessi già conoscevano e non si divertivano troppo a fare andava bene

Da un semplice autoscontro al labirinto degli specchi, passando poi alla nave pirata ed al castello dell’orrore ed a tutto il resto. A fine giornata si sentirono soddisfatti di essere riusciti a passarle tutte, ma anche piuttosto stanchi. Quindi avevano deciso di concludere con una sosta fuori dalla baraonda li presente per rilassarsi nel parco alberato di fianco a casa di Marinette, il luogo più tranquillo che riuscì a venire in mente a chiunque di loro e con abbastanza panchine da permettere a tutti di rilassarsi

“Sapete, io un altro paio di giri sui tronchi acquatici me li sarei fatti!” esclamò subito Kim, mostrandosi ancora pieno di forze

“Scherzi?” gli rispose Max “Se salivamo su qualcos’altro oggi, mi sarebbe venuto il mal di mare. Figurati sull’acqua!”

“Ma va, è solo colpa di quello che ti sei mangiato” gli indicò la pancia Alix “Ve lo avevo detto di resistere, non si va sulle giostre a stomaco pieno”

“Mai avuto questi problemi!” gli fece notare Ivan, che come Max ed altri di loro aveva mangiato ad un chiosco li presente all’ora di pranzo “Credo che fosse il cibo a non essere il massimo”

“Beh, è anche colpa vostra!” li accusò Chloe “Voglio dire, andare in un Luna Park a mangiare e pretendere di stare bene dopo! Ridicolo!”

“Ma se anche tu e Sabrina vi siete prese della roba...” rispose Alya alla sua provocazione, con Sabrina che prese subito le difese di entrambe

“Erano frullati, e dietetici! Magari non erano il massimo del sano, ma abbiamo tirato fuori il meglio da quello che avevamo!”

“Concordo!” la appoggiò di nuovo la bionda “E poi, quel Luna Park è del tutto datato, persino le attrazioni nuove sembravano… stantie!”

“Da come parlate, sembra che non vi sia piaciuto andarci” gli fece notare AJ, sorridendo “Invece credo di avervi sentito strillare divertite più volte!”

La constatazione fece effettivamente ritornare alla mente del resto della classe dei gridolini alle loro spalle, dove le due ragazze si andavano sempre a mettere quasi a non volersi fare vedere dagli altri. Non poterono fare altro che arrossire imbarazzate quando gli altri ragazzi si misero a ridere nel pensare a quanto si stessero sforando di fare le superiori

A distanza di poco, poterono chiaramente udire espandersi per la città i suoni delle campane. Sei rintocchi, uno dopo l’altro, che gli fecero capire quanto fossero rimasti in giro. Nino ed Alya si alzarono per primi

“Ragazzi, è stata davvero una bella giornata, ma adesso noi due dobbiamo andare”

“Come mai così di fretta?” gli chiese Alix con aria beffarda, a cui però rispose la rossa in sua compagnia

“Abbiamo promesso a Nora che la aiuteremo a guardare le mie sorelline, stasera, e Nino vuole fare bella figura con lei”

“Non ci vedo nulla di male!” replicò Nino, fingendosi offeso “Voglio solo essere d’aiuto a tenere sott’occhio quelle due simpatiche pesti!”

“Anche io dovrei andare” si fece avanti Juleka “Stasera abbiamo la serata horror e Luka ha detto di averne trovato uno davvero spaventoso… non vedo l’ora di vederlo!”

“Sarà meglio che vada anche io” si aggiunse anche Max “Stavo scaricando dei nuovi dati per Markov e mi ha detto di avere tutto sotto controllo, ma voglio controllare che vada tutto bene!”

Tutti quanti cominciarono a tornare a casa propria, chi per un effettivo motivo o chi semplicemente perché sembrava essere arrivata l’ora di salutarsi. AJ rimase ad ascoltare fino alla fine i saluti di tutti, senza dire nulla ma rimanendo piuttosto allegro. Molti dei nomi e delle motivazioni che stavano usando li conosceva e sapeva quanto fossero importanti per ognuno di loro, anche per chi conosceva di meno. Anche Adrien, per quanto gli sarebbe piaciuto rimanere a parlare con AJ della giornata, non poteva rimanere lì con lui, altrimenti avrebbe rivelato a Ladybug chi era. Si limitò quindi a mettergli una mano sulla spalla per dirgli due parole

“Immagino che ci vedremo in classe, quando riaprirà la scuola!” gli disse, ricevendo un cenno positivo in risposta

Alla fine, nel parco rimasero soltanto Marinette ed AJ, con la ragazza già intenta ad andare via di lì per tornare a casa sua lì all’angolo. Appena dopo essersi rialzata, prese il cellulare ed al moretto arrivò subito un messaggio \Aspetta un minuto e poi entra in panetteria\

Il ragazzo fece come dettogli ed approfittò della momentanea solitudine per far uscire i due Kwami che lo accompagnavano, rimasti nascosti fino a quel momento

“Tutto a posto? Non vi siete fatti male?” gli chiese, preoccupato per tutte le possibili botte che potevano aver preso sulle varie attrazioni

“No, per niente!” gli rispose euforica Shivihs ”Anzi, è stato divertente!”

“I Luna Park hanno sempre il loro fascino” constatò Nooroo per tutti e tre

AJ, ora che sapeva che stavano bene, si alzò e si diresse anche lui via di lì “Bene, allora adesso seguitemi” indicò la panetteria “Questa giornata ancora non è finita”

Aprì la porta e davanti a lui non vide nessuno. I genitori della ragazza non sembravano essere al loro solito posto, dietro il bancone a cucinare. Marinette stessa si precipitò subito alla porta quando la sentì aprirsi, preoccupata che potessero essere loro. Quando capì che era solo AJ, si tranquillizzò

“Ok, è tutto tranquillo…”

“Tranquillo? Cosa?” gli domandò lui, non intendendo ciò che voleva dire

“I miei genitori dovevano chiudere prima ed uscire oggi, volevo parlare liberamente qui dentro da soli”

“Oh… ok” rispose semplicemente lui.

Marinette, spiegate le sue intenzioni, sfoderò un sorriso soddisfatto “Allora… com’è andata oggi? Ti sei divertito? Ti ha… un po' aiutato a distrarti?”

AJ inarcò un sopracciglio “Era questo che volevi fare? Farmi distrarre e divertire chiamando con noi tutte le persone che abbiamo perso, per ricordamelo?”

La ragazza, sentendola detta in quel modo, sgranò gli occhi e sentì un groppo alla gola, cominciando a sproloquiare “I-Io… non l’avevo vista in questo modo… volevo anche, ecco, distrarci un po' con gli altri, passare dei bei momenti, e…”

Le parole del giovane furono piuttosto ambigue, così come il suo sguardo, che sembrava a metà tra il serio e l’annoiato. Ma con una singola risata ed un sorriso limpido cambiò subito ciò che la ragazza pensava in quel momento

“Hahaha! Sto scherzando! Si, mi sono divertito molto! È una cosa che non pensavo sarei mai più stato in grado di fare… non dopo quello che è successo nel mio tempo. E ti ringrazio molto, per questo”

“Uff… per un attimo ho pensato di aver fatto un errore...” tirò un sospiro di sollievo lei

“Ma… distrarmi? No, quello per niente. Anzi, adesso sono ancora più concentrato!”

“Come?! Ma hai appena detto...” provò a dire, venendo interrotta come ormai succedeva spesso da parte sue

“Che mi sono divertito. È stato bellissimo poter vedere i ragazzi quando erano ancora così… giovani, spensierati, senza alcuna preoccupazione per nulla. Ed è proprio così che voglio che restino! Che restiate tutti!” strinse con forza il Medaglione “È per questo che non posso e non voglio distrarmi! Devo essere concentrato il più possibile, se voglio… se vogliamo che tutto questo resti così” gli mise entrambe le mani sulle spalle “Mi hai mostrato perché combattiamo e quanto sia importante per voi uscirne vittoriosi. Sarà un po' smielato… ma è perché quei sorrisi non spariscano. Importa molto a me, come a Shiv ed a Nooroo, e sono sicuro anche a voi. E ci hai permesso di rivedere i ragazzi, di vederli sorridere sul serio… non come era da noi, in cui si sorrideva per stringere i denti e non pensare al peggio. Grazie, Marinette, credo stavolta di doverti un favore…”

Le belle parole di AJ fecero arrossire leggermente la ragazza, non sperava che il suo piano lo avrebbe aiutato fino a questo punto “Io… cercavo solo di aiutarvi a stare meglio. Mi fa piacere esserci riuscita”

Persino Shivihs, che normalmente era timida, uscì di nuovo dalla tasca dei pantaloni di AJ e si strofinò sulla sua guancia in segno di gratitudine. Nooroo, invece, si limitò a ringraziarla con lo sguardo, sia lei che Tikki

“E non solo questo” aggiunse ancora AJ “Mi hai permesso di rivedere anche Alya, Nino e Chloe. Per te forse è come vedere Tikki, succede tutti i giorni… ma per me, è stato come rivedere tutti i miei mentori assieme, quelli che mi hanno insegnato per anni… possiamo definirla la via dei Miraculous. Quando sono arrivati, credo che mi sarei potuto mettere a piangere!”

“Tenevi molto a loro, vero?”

“Tenevo molto a tutti voi” rettificò subito, diventando ironico per un momento “Anche a Chloe, per quanto tu possa non credermi”

“Chloe a tanti difetti… ma so che nonostante tutto, quando la situazione si fa critica, è bello averla al proprio fianco”

“Si, me lo avete raccontato...” replicò tornando serio “Nonostante fosse causa di tanti problemi, cercava di aiutare a risolverli. Ricordo che mi avevate parlato di Orsaccio, Zombacino, Maledktor, tante occasioni in cui, nonostante tutto, alla fine ha saputo farsi valere. E questo valeva anche per Carapace e Rena. Quando è stato il loro momento di brillare, come contro Anansi ed i Sapoti, sono stati decisivi” impugnò il medaglione e sorrise “Ho cercato per anni di raggiungere il vostro livello. Vorrei dire di esserci riuscito, ma… immagino che lo scopriremo solo tra qualche giorno”

“Ne sono sicura” rispose la corvina “Saprai farti valere! Tutti insieme ce la faremo!”

AJ sorrise, ma più che felice, stavolta era un sorriso convinto e fiero, pronto alla battaglia. Adesso che aveva capito che il suo piano era stato un successo, non vedeva perché non esporre un suo vecchio argomento

“Hai… hai detto che mi devi un favore, giusto?” gli chiese titubante

“Si, certo. Spara, cosa ti serve?” rispose lui, felice di poter contraccambiare

“Beh, ecco, riguardo a quello che ti ho chiesto l’altra sera, delle coppie che si formeranno in futuro…” provò a dire lei, ma venne troncata sul nascere da lui, che già sapeva dove stava andando a parare. Roteò gli occhi al cielo già ad inizio discorso ed emise un verso infastidito

“Aagh… no! Marinette, ascoltami bene! Non! Ti! Dico! Nulla!” rispose scandendo ogni parola “Le uniche coppie che puoi conoscere sono quelle che già esistono, come ad esempio nella tua classe Ivan-Mylene e Nino-Alya! Non puoi sapere come si metteranno le cose nel futuro per nessuno!”

“Oh, dai!” cercò di insistere “Siamo anche stati nel tuo tempo! Ed una coppia l’abbiamo saputa, Miss Bustier e Monsieur D'Argencourt! Perché non possiamo saperne altre?”

“… rettifico quello che ho detto” rispose lui, sapendo solo in quel momento che avevano saputo dei genitori del suo amico Benjamin “Non puoi sapere come andranno a finire le coppie dei tuoi coetanei. Delle persone più grandi di te, anche se è ugualmente sbagliato, mi è indifferente. Voglio dire, anche se sai di Ben, non penso che andrai da Armand e Caline a cercare di metterli assieme, sbaglio?”

“In effetti… no, sarebbe un po' imbarazzante… ma…”

“Ecco, appunto. Ma se parlassimo di qualcuno della tua età, sono certo che proveresti a velocizzare le cose, e non devi, anche perché la maggior parte delle volte si ottiene l’effetto opposto! Quindi, per favore, non chiedermi più nulla di nessuno. Se ti metterai con qualcuno, chi sia questo qualcuno e perché saranno solo affari tuoi, che verranno fuori con il tempo, senza che io debba metterci becco”

“Non… non era di me che parlavo” rispose lei, imbarazzandosi “Volevo… sapere chi erano i tuoi genitori”

“Uh? E perché, scusa?” rispose lui, confuso

“Si, beh, insomma… è per te! Io… voglio che tu esista anche nel nostro tempo! Voglio che tu nasca! Per questo… per questo te l’ho chiesto! Sappiamo che le cose potrebbero essere diverse per noi… ma tu voglio che ci sia! Non è giusto che tu debba combattere questa battaglia e non avere neanche la certezza di esistere!”

AJ cercò di non darlo a vedere, ma gli vennero gli occhi un po' lucidi e dovette trattenere a forza la commozione “Oh, quindi… era per me…” rispose lui, cercando di darsi un tono subito dopo “Beh… non posso comunque spiegarti molto, ma ti dico solo che puoi stare tranquilla. I miei genitori si conoscevano già dai tempi della scuola, non è stato il risveglio di Akuma a farli incontrare. Ed erano già innamorati da tempo l’uno dell’altra. Quindi non preoccuparti, li conosco, so che per loro le cose andranno bene anche senza l’intervento di qualcuno”

“Ne sei sicuro?” rispose, mostrando quanto per lei quella cosa contasse

“Al cento per cento” rispose sicuro e fiero

“Beh… allora va bene, non te lo chiederò di nuovo” poi però si rattristò un po' “Senti, adesso che hai tirato fuori l’argomento… vorrei chiederti una cosa, su Adrien. Nulla che riguardi le coppie, solo… non l’ho visto nel rifugio. E non ho avuto il tempo di osservare le… le tombe, ecco, quindi non ne sono certa, ma ho solo… una sensazione. Cosa gli è successo?”

AJ si grattò la nuca e sospirò “Lui… è morto. È successo durante lo scontro con Akuma in cui anche tu, Chat ed i miei genitori siete stati uccisi”

“Oh… io… lo sospettavo…” rispose lei, nuovamente con una fitta al cuore “… ma ormai non dobbiamo pensarci, perché non succederà di nuovo!”

“Già, ben detto!” replicò deciso “Non voglio più abbattermi come ho fatto ieri, mai più!”

“E neanche noi vogliamo!” si aggiunse anche Shivihs al suo pensiero, con Nooroo che semplicemente annuì ad entrambi

Ormai avevano tutti accettato la cosa. Marinette, Adrien ed AJ, per quanto terribili fossero state le cose nel tempo di AJ, sapevano e capivano che si sarebbe risolto tutto alla loro vittoria. Nemmeno al giovane viaggiatore temporale sembrava più nuocere così tanto parlare degli avvenimenti che aveva passato ed a cui loro stessi avevano preso parte. Vedendo il clima più calmo, la corvina sorrise beffardamente

“Erano con noi oggi, i tuoi genitori?”

“Credo sia il momento che vada anche io!” esclamò a voce alta, per palesemente ignorare la domanda, arrivata in ogni caso come scherzo ed a cui non diede neanche troppo peso. Salutò sia lei che la piccola Tikki ed uscì da casa sua, ma prima di chiudere la porta dovette dire un’ultima cosa

“Ci vediamo domani pomeriggio, così mettiamo alla prova quanto ne sapete dei vostri poteri”

“Perfetto, a domani!”

Si richiuse la porta alle spalle, incamminandosi poi però non verso casa di Maestro Fu, ma nella direzione opposta. Era sicuro che dopo una giornata del genere, anche Adrien volesse dirgli qualcosa, ma non aveva avuto la possibilità o il tempo di farlo. Era il momento di una nuova visita a casa Agreste

 

In non troppo tempo, considerando che era andato a piedi senza trasformasi in Dragakin, AJ era arrivato sotto casa del ragazzo. Più di preciso, aveva scavalcato il muro del cortile e si stava arrampicando per arrivare alla finestra della sua camera. Osservò per capire se era da solo con Plagg, per bussare quando ne fu certo. Stavolta si era ben aggrappato e non perse l’equilibrio quando il biondo andò ad aprirgli con aria scocciata

“Cosa ti avevo detto l’altro giorno?” gli disse, irritato “Non devi arrampicarti, è pericoloso e potrebbero vederti!”

AJ, prima di rispondergli, fece un piccolo balzo ed atterrò proprio al suo fianco “Si, ma io ti avevo risposto che forse non lo avrei rifatto. Solo forse! Devi stare attento a quello che ti dicono!”

“Si, va bene...” gli disse, scuotendo la testa “E comunque bastava che suonassi al campanello!”

“Con tuo padre? Mi avevi sempre detto che non voleva che nessuno entrasse in casa!”

“Ah… si, è vero, ma… beh, forse avrei potuto dirlo. Mio padre non è in casa, è andato via quando siamo venuti nel tuo tempo. Sembra che sia dovuto partire con la famiglia Tsurugi verso il Giappone per questioni di affari. Visto che credeva che non ci sarei stato, me lo ha detto ieri Nathalie”

“La famiglia di Kagami, certo” rispose lui annuendo “Forse è meglio così, senza lui in giro avrai un po' più di libertà d’azione. Però… ricordo che mi avevi detto che tuo padre difficilmente usciva da casa vostra”

“Già… di solito non viaggia, ma se è andato significa che è una cosa davvero importante. E devo ammettere che stavolta sono sollevato che abbia deciso di farlo… se il nostro prossimo scontro con Papillon sarà così duro come hai detto, è più sicuro così. Sarebbe bello se la città fosse deserta...”

“Si, certo, lanciamo un’evacuazione di massa… sai che non ce n’è bisogno. Il Lucky Charm di Ladybug sistemerà tutto, dopo”

“Si, certo, è solo che… beh, sono sempre rimasto tranquillo del fatto che fosse quasi sempre chiuso in casa, senza rimanere coinvolto nei nostri scontri con gli akumizzati. Non voglio che gli succeda nulla...”

AJ gli diede un colpetto alla spalla “Posso immaginare che tu ti preoccupi molto per lui”

“Già” scosse la testa per darsi una svegliata “Ma non parliamo di me! Come va, dopo oggi? Ladybug mi ha chiesto aiuto per organizzare tutto, ieri!”

“Si, e devo ammettere che avete fatto un gran bel lavoro. Una giornata come questa ha fatto bene a tutti noi… ”

“Sono felice di sentirlo! Non mi aspettavo di meno da lei!”

“Adesso dobbiamo solo fare in modo che le cose per voi non cambino!” gli disse, come a riassumere i pensieri avuti con Marinette poco prima “Voglio continuare a vedervi sorridere ed andare avanti come oggi!”

“Ci riusciremo, stanne pur certo!”

“Adrien?” sentirono dire entrambi da Nathalie fuori dalla porta. Con una velocità piuttosto nervosa, AJ cominciò a saltellare rapidamente verso la finestra

“Ci vediamo domani pomeriggio da Fu ciao!” disse con un solo fiato, saltando poi fuori dalla camera del ragazzo lasciandolo da solo

In pochi secondi, la segretaria del padre fece capolino nella sua stanza, con aria sospettosa “Con chi stavi parlando?”

“Come ‘con chi stavo parlando’?” disse facendo spallucce “Sono da solo! Ragionavo solo a voce alta per scegliere un film” indicò la sua libreria piena di dischi per farle capire di cosa parlasse. La donna si guardò per un po' in giro e constatò che effettivamente non c’era nessuno

“Strano, ero convinta di aver sentito qualcun altro…” sospirò “Non importa, basta che sia tutto a posto” senza scomporsi ulteriormente, come era rientrata uscì “La cena sarà pronta tra 15 minuti”

Quando finalmente lo lasciò da solo, il giovane tirò un sospiro di sollievo. Stavolta AJ era andato molto vicino a farsi beccare “Per un pelo… la prossima volta non lo devo far entrare, imparerà a passare dalla porta!”

Plagg uscì da dove si era nascosto per mangiare e si rivolse al proprio Wielder “A me sembra che si stia riprendendo benone!”

“Si, forse hai ragione… deve essere stata molto dura per lui, ma se con certe cose possiamo aiutarlo, sono contento di farle!”

Adrien, finito il piccolo momento di panico, si avvicinò alla finestra per chiuderla e prepararsi ad andare a cena. Non prima però di gettare uno sguardo ad AJ, appena all’inizio del pezzo di strada che si poteva vedere dalla sua posizione. Era immobile, con il collo leggermente piegato verso il basso ed una mano intenta a sollevare il suo Medaglione. Sembrava sorridere, ma c’era qualcosa di strano nel modo in cui lo faceva. Con loro si vedeva che lo faceva perché era divertito e felice, mentre quello gli sembrò semplicemente familiare. Non ci diede troppo peso, però, perché il giovane rimase solo per qualche attimo chino ad osservare il contenuto del Miraculous, ripartendo subito dopo verso casa di Maestro Fu. Adrien si stupì, non tanto per il comportamento di AJ, quanto più per il fatto che desse tanto peso ad una cosa simile. Ma, credendo che fosse solo un po' stanco e che non stesse solo capendo molto bene, si lasciò la faccenda alle spalle e si avviò in sala da pranzo. Se se ne fosse ricordato, gli avrebbe chiesto qualcosa il giorno dopo

 

Nel frattempo, però, in un’area nascosta ai piani alti di casa Agreste, la situazione era molto meno rilassata e serena. Nathalie, prima di chiamare Adrien per la cena, era andata a controllare come andassero le cose per Gabriel. L’uomo, infatti, non era partito come aveva fatto credere a tutti, ma si era rintanato nel suo antro sotto forma di Papillon per prepararsi mentalmente, con l’ovvia preoccupazione della donna al suo fianco

“Signore, come sta andando?” gli chiese, provando a nascondere la preoccupazione

“Ormai ci siamo quasi…” gli rispose, facendo avvicinare una farfalla splendente alla sua mano. Non le trasferì nulla, però, semplicemente volle accarezzarla “Hai sparso la voce che non sono in città?”

“Si, come richiesto. Tutti credono che sia andato in Giappone” gli disse

“Perfetto… continua ad occuparti tu di tutto, allora. E quando verrà il momento, nasconditi in casa e non uscire… almeno non fino a quando sarà tutto finito” rispose con anche l’intenzione di mandarla via. La donna annuì e tolse il disturbo, non prima però di provare a dirgli l’importante dettaglio che suo figlio era tornato prima. Ma non ci riuscì. Era troppo preoccupata per entrambi, per dirgli qualcosa in proposito. Sapeva che l’uomo sarebbe andato nel panico, se avesse saputo della presenza di Adrien, ed aveva già un sacco di pensieri per la testa a cui badare. Voleva che si concentrasse, poiché ciò che stava per fare gli era già riuscita una volta in passato, ma aveva di molto limitato i rischi. Ormai, però, aveva provato di tutto, ed ogni volta aveva fallito. Lo aveva capito, se voleva riavere Emilie, avrebbe dovuto rischiare tutto quanto in quell’ultimo, disperato e folle piano

 

Dopo un’intera serata passata a riposare, comprendendo anche buona parte della mattina, sia Ladybug che Chat Noir si erano diretti subito dopo un pranzo che fu quasi una colazione verso casa di Maestro Fu. Loro erano ancora un po' intontito dalla lunghissima dormita che avevano fatto, non capitava mai a nessuno dei due di dormire per quasi una mezza giornata intera. Inoltre, con tutto il movimento fatto il giorno prima, sentivano alcuni muscoli un po' indolenziti. Anche se da supereroi erano forti ed agili, da umani certe capacità fisiche non erano troppo presenti

AJ, invece, sembrava stare alla grande. Non un filo di fatica o stanchezza, niente acciacchi o cedimenti dalla lunga giornata precedente. Sembrava che per lui non fosse nemmeno successa, nonostante ne portasse felicemente i ricordi sia mentalmente che fisicamente. Infatti, adesso era tornato ad essere l’AJ che avevano incontrato la prima volta che si era mostrato loro, gioviale ed a tratti ironico

Quando si presentarono nella casa dell’uomo, dovettero appoggiarsi entrambi con aria derelitta contro le pareti della porta. Mentre Maestro Fu, seduto appena fuori casa, sembrò essere dispiaciuto delle loro condizioni, AJ si sentì in dovere di incrociare le braccia ed ad assumere un tono poco serio “Avete intenzione di combattere Papillon cercando di impietosirlo?”

“Molto simpatico…” gli fece notare Chat, rimettendosi in piedi “Ieri non ci siamo praticamente mai fermati, è normale che ci faccia male dappertutto”

“Beh, io sto benissimo!” rispose lui, mostrandosi in forma buttandosi a terra e facendo subito una rapida serie di flessioni su un braccio “Visto?”

“Come diavolo fai?! È impossibile che non senti proprio nulla da ieri!” gli rispose Ladybug, stupita di vederlo così energico

“Sono solo molto allenato!” rispose rimettendosi in piedi, quasi a sentirsi accusato di qualcosa “Non credo ci sia proprio nulla di strano!”

“Si, certo…” gli rispose la ragazza, scocciata non tanto della sua spavalderia quanto del fatto che gli avrebbe fatto piacere essere come lui. Chat invece non disse nulla, semplicemente cercò di sistemarsi e sciogliere i muscoli prima di iniziare

“Va bene, va bene, lasciamo stare...” emise un leggero sospiro “Direi di iniziare con il controllo. Ragazzi?”

Al suo richiamo, Nooroo e Shivihs apparirono dalle sue spalle e si misero a fluttuare sul tavolo con tra le braccia quella che per loro era una penna gigantesca. Sopra il ripiano si trovavano un paio di foglietti, sopra cui si prepararono a scrivere, ed al loro fianco si trovavano già piuttosto curiosi anche Tikki e Plagg, che si misero a leggere cosa c’era scritto

“Lì ci sono segnati tutti i vostri poteri che voglio controllare” disse, indicando i pezzi di carta davanti ai due Kwami “Alcuni li ho già visti, ma voglio essere sicuro che sappiate usarli a comando”

I due Wielder trasformati gli annuirono, mentre sia Fu che Wayzz rimasero in assoluto ed attento silenzio. Era molto interessato a vedere di persona fino a che livello i Kwami ed i Miraculous potessero sprigionare potere ed in quali forme

“Allora inizia- ma che diavolo sto facendo...” si interruppe da solo, battendosi una mano in faccia dopo essersi ricordato di un dettaglio importante. Si rivolse all’anziano mostrandosi indispettito dalla sua poca memoria “Maestro, posso fare quello che le ho chiesto prima?”

“Cosa… oh, si, certo. Prendilo pure!” rispose, ricordandosi anche lui di cosa parlasse. AJ gli annuì e si avvicinò alla scatola contenente tutti i Miraculous, confondendo Ladybug e Chat Noir

“Ma… cosa fai?” chiese subito la ragazza, poco prima che AJ tirasse fuori la Collana della Volpe

“Ora lo vedrai” rispose semplicemente, iniziando a vedersi svolazzare attorno il piccolo Trixx

“Hey! Ciao AJ!” disse molto espansivamente il magico essere, che nei pochi giorni precedenti aveva avuto il tempo di conoscerlo. Si incuriosì però di essere stato chiamato senza che Alya fosse li attorno “Cosa succede? Non vedo... quella ragazza, quella sveglia” cercò di spiegarsi, non potendo dire il suo nome

“Perché non c’è, Trixx” replicò semplicemente tranquillizzandolo “Sono io che ho bisogno che mi presti un attimo il tuo potere” gli disse semplicemente “Devo creare un illusione di silenzio, così che possiamo testare i poteri di Ladybug e Chat Noir sena farci notare da tutti”

“Oh, ho capito!” esclamò come risposta, felice di aiutare

“Shivihs, trasformami!” disse lui ad alta voce, assorbendo Shivihs e diventando Dragakin in un lampo, sorprendendo leggermente Trixx, che non si aspettava una trasformazione del genere, nonostante gliela avessero descritta. “Bene, adesso… “ Disse a se steso per ricordare il passo successivo. Ora che possedeva quel Miraculous, il mezzo drago materializzò i suoi nunchaku e se ne portò un’estremità tra le fauci, cominciando a soffiarci dentro. Normalmente sarebbe dovuta partire una fiammata, ma controllandosi per attivare quel potere, ne uscì invece una delicata armonia tipica di un flauto. L’estremità opposta della sua arma si illuminò di rosso incandescente, una volta finita di suonare. Perciò non gli restò altro da fare che indirizzarla sopra di loro e dire l’incantesimo “Miraggio!”, così da creare l’illusione di una bolla di silenzio tutto attorno a loro. Constatò che effettivamente avesse funzionato e si rivolse nuovamente a Trixx “Tienilo sotto controllo tu, va bene? Dovresti riuscirci”

La piccola creatura rossa notò che aveva ragione, aveva il pieno controllo dell’allucinazione, anche se non la aveva creata lui direttamente “Si… si, lascia fare a me!”

Dragakin gli annuì soddisfatto ed annullò la trasformazione, dimostrando in quel modo come effettivamente fosse in grado di utilizzare altri poteri, oltre a quello di potenziamento di Nooroo. Ora che era davvero tutto pronto, riprese il discorso “Bene, iniziamo da te, Chat. Attiva il tuo potere”

Il mezzo leone avanzò di un passo “Sono pronto! Cataclisma!”

Non alzò neanche le mani al cielo, semplicemente l’energia distruttiva dell’Anello si incanalò in tutti e quattro i suoi arti

“Allora, tu hai meno cose da analizzare. Forza ed agilità sovrumane penso tu sia abituato comunque ad usarle, ed ho già visto che anche in questa forma sai fino a che punto puoi spingerti. Per quanto riguarda il tuo potere, invece, c’è una cosa che voglio che tu faccia. Crea il tuo bastone e prova a distruggerlo”

Anche se la richiesta gli sembrò singolare, Chat materializzò in mano la sua arma e provò a polverizzarla usando il Cataclisma, senza però sortire apparentemente alcun effetto. Il tubo metallico rimase intatto

“Oh? Non posso distruggerlo?” chiese al ragazzo, per poi iniziare a notare che la stecca metallica stava assumendo una colorazione nera

“Proprio così. O meglio, non viene distrutto perché puoi canalizzare il Cataclisma al suo interno. Plagg lo aveva fatto per permetterti di utilizzarlo anche con l’arma in mano, ed in più così puoi estenderlo, mandarlo a distanza. Adesso il bastone è pregno di potere distruttivo” gli spiegò indicandolo e prendendo da terra un mattone che si era già preparato. Chat, capendo cosa volesse che facesse, fece in modo che la sua arma telescopica si allungasse per toccare il pezzetto di marmo. Al suo solo contatto, si ridusse in mille pezzi

“Utile!” esclamò, felice di sapere di avere un modo per combattere un po' più dalla distanza. E mentre osservava compiaciuto cosa fosse in grado di fare, AJ chiuse le tende e fece calare la stanza nel buio. Non era notte, ma c’era comunque ben poca illuminazione senza la lampada accesa

“La tua vista non serve testarla, ti abbiamo già visto mentre la usavi. Prendi solo in considerazione l’idea che non ti fa vedere solo al buio, ma ti permette di vedere senza nessuno impedimento, come fumo o simili. Adesso, facci vedere come sparisci” gli disse, facendogli di nuovo intuire cosa intendesse. I verdi occhi del gatto nero brillarono per un istante, per poi sparire l’istante seguente assieme a tutto il resto. Nessuno dei presenti riuscì più a vederlo, non capivano neanche se fosse in quella stanza o no

“Bene, ottimo!” constatò AJ “Il mimetismo al buio è perfetto!”

“Davvero non mi vedete?” rispose Chat, ma con un suono molto dispersivo. Neanche da quello poterono capire dove si trovava

“No, per niente!” replicò Ladybug, guardandosi attorno. AJ, per finire subito con la prova, non gli chiese di tornare visibile ma semplicemente riaprì la tenda e Chat, come se non si fosse mai mosso, ricomparve nel punto in cui era sparito

“A posto. Cosa restava, vediamo…” andò da Nooroo, che stava tenendo il conto delle cose provate, e lesse il foglio “Artigli retrattili, li abbiamo già visti… coda a frusta? Bah, l’ho segnata, ma non mi pare gli sia mai stata utile… Chat, prova a dare un po' un colpo di coda bello forte”

Sentiti gli ordini, eseguì un minimo movimento del bacino, facendo scattare la sua coda in avanti sprigionando il classico schiocco secco delle armi di cui parlava AJ

“Bene, c’è. Le zanne già le vediamo senza che le usi… l’ultimo è la caduta da grandi altezze, con i cuscinetti di mani e piedi sei in grado di attutirle, ma per quello dovremmo essere sulla Tour Eiffel o su qualche palazzo. Al massimo lo proviamo dopo”

“Hey… aspetta!” si intromise proprio Chat “Non ti dimentichi una cosa?”

“Uh? Cosa?”

“Ma si, quel ruggito, quello che ho lanciato poco prima di attaccare Akuma. Sono sicuro che mi abbia reso in qualche modo più forte!”

“Oh, quello!” esclamò lui, sorridendogli “Sono talmente abituato ad usarlo anche io che non ci ho proprio pensato… si, a quello gli abbiamo dato pure un nome, è il Ruggito Bestiale. Lo utilizziamo per darci la carica e per intimidire il nemico. Non è un vero e proprio potere, è più una cosa mentale che altro, ma ci viene naturale, in più alza il morale dei compagni quindi è solo un bene usarlo! È anche per questo che la nostra voce si fa più profonda, non succede solo perché cambiamo fisicamente forma”

Sentito ciò, Chat aspirò un po' di aria nei polmoni, per poi lanciare per aria un poderoso ruggito ferale, degno del re degli animali. AJ sogghignò nel vederglielo fare, compiaciuto nel vederlo ruggire a fauci spalancate come faceva lui. Persino Ladybug sembrò rimanerne ammirata

“Anche io posso farlo?” gli chiese, ma AJ scosse subito la testa

“No, mi spiace. Gli unici che lo utilizzavamo eravamo io, Chat e Rena. Diciamo che è proprio l’animale che ci rappresentava a permetterci di usarlo, serve qualcosa che possa essere feroce, come i nostri. Capirai che per una coccinella, una tartaruga o un’ape è piuttosto complicato ruggire”

“Oh, si, certo” rispose lei, rivolgendosi al vicino Wielder “Allora dovrete essere voi due a darci coraggio in battaglia!”

“Lo faremo con piacere, Milady!” replicò a sua volta Chat, facendo un piccolo inchino

AJ prese il foglio di Nooroo “Se non mi sono dimenticato altro, con Chat abbiamo finito. Tutti i poteri che conosco sei in grado di usarli senza problemi” si voltò verso Shivihs “Passiamo a Ladybug”

“Ci sono!” si fece avanti lei, pronta ad essere esaminata

“Per prima cosa, sali sul soffitto senza le ali”

La ragazza non se lo fece ripetere, appoggiò entrambe le mani sulle pareti della stanza e cominciò a scalarla come se nulla fosse grazie a guanti e stivali adesivi. Iniziò a muoversi come una salamandra, arrivando ad osservare il mondo a testa in giù con poco sforzo

“A posto. Ora scendi usandole, le ali”

“Ehm… come mi stacco?” gli chiese, un po' imbarazzata e sottolineando una piccola mancanza di conoscenza sull’uso dell’arrampicata

“Devi allentare la pressione, come se stessi lasciando scivolare qualcosa dalla mano”

La ragazza, sentito il consiglio, smise di spingere sulla parete ed effettivamente sentì la perdita di contatto. Un po' per paura ed un po' per riflessi, spalancò le ali da insetto sulla sua schiena, producendo un ronzio quasi impercettibile e rigirandosi su se stessa per atterrare sui suoi piedi, leggiadra come una piuma

“Ali, a posto” constatò AJ, per poi spiegargli un potenziale dubbio “Giusto perché non ti faccia problemi, sono praticamente resistenti come le mie, non preoccuparti di acqua o altro. Resistono molto bene a tutto. Gli yo-yo ho già visto che li sai creare senza problemi, ed hai già imparato il trucco di lanciarli e ricrearli per avere proiettili infiniti. Passiamo al casco. Mettiti una mano sulla visiera e copriti gli occhi”

La coccinella obbedì e si annebbiò la vista da sola. Il moro, a quel punto, fece un cenno a Nooroo, e lui andò a posizionarsi appena di fianco a Maestro Fu

“Allora, ho appena fatto spostare Nooroo. Cerca di capire dove si trovi con le antenne. Considera come se tutti i tuoi sensi dipendessero da loro. Sono i tuoi occhi, le tue orecchie e le tue mani”

Anche se un tantino nuova anche a quello, Ladybug cominciò a far agitare le proprie antenne in ogni direzione, cercando di percepire ogni singolo movimento, ogni respiro, ogni più impercettibile suono. Non solo percepì il piccolo Kwami, ma anche Maestro Fu stesso, entrambi i ragazzi ed il resto degli spiriti magici, riconobbe persino senza problemi la posizione e la forma di tutto ciò che li circondava, persino i mobili

“Wow…” riuscì solo a dire lei, scoprendo come funzionassero. Si voltò alle sue spalle ed indicò la posizione del Kwami della farfalla “È qui, giusto?”

Il ragazzo annuì soddisfatto “Precisamente! Antenne e casco funzionanti! Anzi, no, non ancora. Dobbiamo vedere il tuo potere, adesso. Usalo per creare qualsiasi cosa, non è importante cosa, sarà semplicemente un aiuto generico”

“Va bene” materializzò uno yo-yo e pronunciò l’incantesimo “Lucky Charm!”

Nuovamente, per lei il tempo si bloccò e davanti le comparvero innumerevoli scelte, dopo che quasi tutto attorno a lei si illuminò di rosso e nero. Ma stavolta, si soffermò su una in particolare, che aveva già visto. Scelto l’oggetto, lo materializzò e lo afferrò, lasciando sgomento AJ. Era uno spadone dalla forma molto strana, grosso quanto lei stessa e pieno di seghetti sulle stremità, oltre a degli artigli vicino all’impugnatura

“Perché… perché hai scelto questo…?” gli chiese AJ, che sembrò farsi sconvolto

“Assomiglia molto a quello che aveva utilizzato Antibug, o la tua versione incubo creata dal Bambino-Sabbia!” osservò Chat

“Io… credo tu sappia come funziona il mio potere, AJ” iniziò a spiegargli “Vedo il futuro. Vedo in quale modo l’oggetto che creo funzionerà e quali conseguenze causerà. Ma questo…”

“Oh… capisco…” disse il viaggiatore temporale tra se e se, mentre ancora Ladybug parlava

“… questo non mi fa vedere nulla. Era comparso anche quando l’ho usato contro Volpina, pensavo solo di aver avuto una svista, ma…”

“No. Non è una svista” rispose AJ, piuttosto angosciato “Non ci avevo pensato, ma hai ragione, devo spiegarti cos’è… anche a questo gli abbiamo dato un nome, lo Spadone del Fato. Il Lucky Charm te lo darà sempre come scelta, è ciò che la tua magia crea quando non c’è modo di sapere come andranno le cose, neanche con la fortuna di Tikki. Normalmente vuol dire che lo scontro è talmente duro che solo tu puoi decidere come andrà… e con questa spada, devi combattere con le tue sole forze. È anche l’unico oggetto che puoi creare, quando la sconfitta è imminente”

Lei sospirò stupita e posò lo sguardo sull’arma “Ecco perché non vedevo nulla…” gli rispose lei, preoccupata

“C’è un momento di cui ti posso raccontare… risale a quando ancora non avevamo lo Scudo Protettivo a difendere il rifugio. C’era stato un attacco delle Akuma di Sangue e, dopo aver aiutato tante persone, vi eravate ritrovati ad avere ancora due gruppi da salvare, separati ed impossibili da unificare sul momento, per difenderli assieme. Entrambi erano in pericolo, le Akuma li stavano per assalire ed uccidere. E per cercare una soluzione, hai usato il Lucky Charm… ma ogni singola opzione che ti si parò davanti, per quanto avrebbe salvato del tutto uno dei due gruppi, avrebbe condannato a morte l’altro. Ovviamente… beh, non lo potevi accettare. Creasti lo Spadone del Fato e ti gettasti a testa bassa con tutti gli altri Wielder… non sei stata in grado di salvare tutti, ma comunque hai aiutato molte persone… anche se meno di quanto le altre scelte avrebbero fatto”

“È terribile…” disse, spaventata dalla decisione presa da se stessa “Come ho potuto...”

“È stato terribile, è vero, ma chiediti una cosa. Avresti seriamente potuto scegliere tra uno dei due gruppi?” impugnò lui stesso lo spadone, osservando la sua forma bizzarra e guardandola dritta negli occhi “Sono sicuro di no. Scegliere chi salvare e chi no non sarebbe stato giusto, né per loro né per te. Tu hai deciso solo di avere fede e speranza… ed è stato un rischio, un azzardo che ti auguro di non doverti mai ritrovare a compiere. Ancora adesso, io credo tu abbia fatto la scelta giusta, quel giorno… nonostante le conseguenze, anche io ci avrei comunque provato”

“… grazie” gli rispose lei sorridendogli per la rapida ripresa di morale, riprendendo lo spadone e facendolo sparire

“Di niente. Speriamo solo che non sia necessario chiamarlo. Tornando a questioni serie, sempre a proposito dello Spadone del Fato, anche se adesso non hai bisogno di tornare normale e ricaricare Tikki per riutilizzare il Lucky Charm è comunque meglio che aspetti un po' tra un utilizzo e l’altro. Più volte lo fai, meno scelte ti resteranno ogni volta, fino a che non rimarrà comunque solo quello. Troppi oggetti potrebbero essere persino controproducenti”

“Me lo ricorderò!” esclamò ”È tutto?”

“Si, non ci sono altri poteri, ma il tuo Lucky Charm avevo l’impressione che mi sarei dovuto mettere a spiegartelo dall’inizio e poteva essere complicato. Per fortuna, molte cose le avete capite da soli”

“Si, è stato quasi naturale!” asserì Chat, tronfio

“E sono sicura che se ci siano altri poteri che ti sei dimenticato, ti verranno in mente in tempo”

AJ le annuì, poi sembrò farsi pensieroso “Altri poteri… sapete, adesso sono io che ho effettivamente qualcosa da fare. Devo provare a capire cosa fossero quelle strane fiamme che ho usato contro Akuma, quelle bianche e nere”

“Come? Non erano un tuo potere?” gli chiese Chat, dubbioso come la compagna coccinella. Entrambi pensavano che fossero una particolare magia del Miraculous del Drago, ma lui scosse la testa

“Mai viste prima. Erano molto strane… molto più controllate. Volevo far del male solo ad Akuma, non a voi, ed è come se mi avessero ascoltato...”

“Effettivamente, io non ho sentito nemmeno che fossero calde” le rispose Ladybug, ricordando la battaglia di poco prima. Volse lo sguardo alla Kwami del ragazzo “Shiv?”

“Neanche io so cos’erano… era la prima volta che le usavamo” rispose lei, confusa quanto gli altri presenti

“E non siamo nemmeno riusciti ad utilizzarle, in questi giorni” aggiunse AJ “Ci abbiamo provato sia come Dragakin che lei da sola, ma escono solo normalissime fiamme… ”

“Purtroppo, neanche io so come aiutarli” si mise a spiegare Fu, dopo un gran periodo di silenzio “Le vostre spiegazioni non mi dicono molto”

“Mmhh…” iniziò a pensare Ladybug “Sai, sono sicura che ne verrete a capo. Ma non devi focalizzarti troppo su questo, perché se non capisci come le abbiate fatte, più ci pensate e più vi confonderete le idee. Piuttosto, ripensa a cosa è successo la prima volta che le hai usate”

“Beh, io… stavamo combattendo contro Akuma e stavo per essere schiacciato” rispose lui, ricordando con odio il momento

Chat ci ragionò su per un momento “Potrebbe essere una sorta di… potere salvavita, diciamo. Sei mai stato così tanto in pericolo?”

“Beh… si, ma non in modo così grave, ed anche se lo ero sapevo che c’erano sempre modi per uscirne. Li credevo che… sarebbe finita. Che non ci saremmo salvarti”

“Forse allora ha ragione Chat” riprese la parola Ladybug “Forse è quello il potere di Shiv, qualcosa in grado di farti uscire dalle situazioni più pericolose!”

Tikki si rivolse subito a Shivihs “Shiv, davvero non conosci i tuoi poteri?”

“I-Io no… non-non li ho mai usati, credevo solo… di poter aiutare gli altri Kwami ad utilizzare i loro, ma… non ne ho mai usato uno mio…”

Nooroo si frappose tra le due Kwami “Se è come dicono i ragazzi, allora forse non li conosce neanche lei perché non è mai stata in pericolo”

“Si, è possibile” concordò Trixx “Vuol dire che sei stata fortunata!”

“S-Si...” rispose imbarazzata la piccola scarlatta, nascondendosi leggermente dietro al Kwami porpora

Maestro Fu si rialzò e si avvicinò ai Kwami sul tavolo, sorridendogli “Allora, non fraintendete le mie parole se vi dico che spero tu non debba mai scoprire i tuoi poteri. Non voglio che vi mettiate in pericolo”

“Maestro, il problema sa bene che è il pericolo a cercare noi!” gli rispose Plagg, ironico

Mentre i Kwami e l’anziano rimasero fermi a discutere sugli effettivi poteri di Shivihs, Ladybug e Chat Noir si avvicinarono ad AJ, che stava cercando di ragionare per i fatti suoi

“Sono sicuro che ne verrete fuori” gli disse Chat, comprensivo “Ma se è davvero un potere che serve a salvarvi, sono d’accordo con Maestro Fu. Spero non sia necessario usarlo… come lo Spadone del Fato”

“… si, hai ragione” rispose lui, fermando il flusso di pensieri. Ladybug, sentendo parlare dello spadone, gli venne in mente una cosa. E dato che era passato un po', fece una prova subito “Lucky Charm!” esclamò dal nulla, facendo sobbalzare i due ragazzi per il gesto improvviso. La ragazza scruto tutte le opzioni che aveva, e ne trovò una che ricordava molto bene. Materializzò quindi una piccola candela in ceramica del classico colore

“… ma perché lo hai fatto?” gli domandò AJ confuso

“Questa candela… l’avevo notata prima, ma la spada ha attirato il mio interesse e volevo chiederti di parlarmene. Se non fosse stato per farmi chiarire cosa fosse… avrei scelto questo, come oggetto”

“C’è un motivo particolare?” domandò stavolta Chat, che stava notando quanto si stesse facendo seria la sua amata sul discorso

“È identica a quelle che usa Maestro Fu. Durante le nostre battaglia, è sempre così che ho capito di dover andare da lui a chiedergli di prestarmi uno dei suoi Miraculous… materializzando oggetti che avevano a che fare con lui”

“Ah, quindi era qui che sparivi ogni volta!” esclamò il gatto nero, mentre l’altro ragazzo rimase semplicemente in ascolto. Sapeva già come fossero andate le cose, per gli Wielder che aveva conosciuto

“Si, Chat. Ed è a questo che volevo arrivare… se questo sarà davvero uno scontro così duro, allora… perché non chiediamo aiuto? Fin da subito, dato che questa volta sappiamo a cosa andiamo incontro!”

“Vorresti far intervenire anche Rena, Carapace e Queen B?” gli domandò subito il moro per capire se aveva pensato bene. Maestro Fu, nel sentire quei tre nomi, drizzò le orecchie per sentire bene

“Si. Sono sicura che ci sarebbero estremamente d’aiuto!”

AJ si fece nuovamente pensieroso, ma stavolta durò molto poco, il suo era un semplice ragionamento lampo “Sai, effettivamente… anche io e da ieri che ci sto pensando. Da quando li ho visti. Però ho paura che sarebbero molto più in pericolo di noi. Non hanno i Miraculous del mio tempo”

“Beh, avere dei Miraculous meno potenti ci ha mai fermato prima?” domandò retoricamente Chat, costringendo AJ a fargli notare l’ovvio

“No, certo, ma questa volta lo farebbe, lo sai bene… sono qui apposta! Considera i fatti!”

“Si, ma anche tu devi considerarli! Papillon non ha mai dato la caccia a loro tre, neanche quando sono arrivati per la prima volta ad aiutarci! Lui non vuole i Miraculous di Volpe, Tartaruga ed Ape. Gli interessano solo i nostri! Nel caso in cui fossero in pericolo, potremmo sempre mandarli via e sono sicuro che nessuno li seguirebbe”

“Beh, anche questo è vero...” ammise AJ ragionando sul suo punto di vista

“Inoltre sei braccia in più possono solo farci comodo. Ed anche loro vorrebbero lottare con noi, se sapessero cosa c’è in palio!”

“… se uno combatte, combattiamo tutti…” mormorò lui, sorridendo

“Cosa?” gli chiese la coccinella, stranita dalle sue parole

“Era quello che dicevate sempre. Una delle cose che più di tutte mi faceva arrabbiare, a dirla tutta… se uno di voi combatteva, se era in pericolo, se cercava di difendere qualcuno o qualcosa… arrivavate tutti a dargli una mano. Tutti assieme eravate ovviamente sempre molto più forti che da soli. Avrei voluto farlo anche io, ma mi dicevate sempre che ero troppo piccolo… ed anche se avevate ragione, mi facevate infuriare!” terminò, ridendo divertito per certi ricordi “Bene, allora mi voglio fidare di voi due e della tua scelta, Ladybug” le prese di mano la candela “Diamo loro i Miraculous e rendiamoli partecipi”

“Bene!” esclamò Ladybug, per poi impensierirsi di nuovo “Ma… dovremmo dirgli qualcosa, di Akuma, di te, dei nostri poteri...”

“Gli spiegheremo il minimo indispensabile. Con voi dovevo dirvi tutto, a loro basterà fargli capire che c’è un pericolo più grande di Papillon Scarlatto, che voi due… non lo so, che avete semplicemente trovato il modo di potenziarvi. Per quanto riguarda me, gli diremo solo che sono un nuovo membro della squadra di Miraculous Wielder”

“Mi sembra una buona idea!” gli rispose Chat appoggiandolo. Ed anche Ladybug fu convinta delle sue parole. Fu, fino a quel momento rimasto semplicemente in ascolto, sorrise loro

“Credo di aver capito che avrete bisogno di questi!” disse loro, consegnandogli il suo Bracciale ed anche il Pettine dell’Ape. AJ, con già in mano la Collana della Volpe, diede disposizioni

“Ladybug, tu porta il Bracciale a Carapace. Chat, tu il Pettine a Queen B. Io andrò da Rena e le darò la Collana! Quando sarà il momento, li andremo a chiamare per farci aiutare. Dopo che lo avrete fatto, tornate pure a casa, qui abbiamo finito. Mandiamoci solo un messaggio, per sicurezza”

“D’accordo!” risposero i due, saltando subito fuori dalla casa del Maestro per dirigersi dove ognuno di loro ben sapeva. AJ, con in mano la Collana, sorrise. Il suo sogno di combattere a fianco di tutti loro stava per realizzarsi, ed anche se non ci sarebbe stato modo di goderselo sul serio, a lui stava bene così. La sua Kwami gli si avvicinò, pronta ad andare

“Shivihs, trasformami!” esclamò, diventando Dragakin ed alzandosi anche lui in volo, diretto a casa di Alya

 

Non troppo tempo dopo, soprattutto grazie alle loro velocità, i tre giunsero ognuno dal proprio bersaglio. Dragakin, prima di bussare alla finestra della ragazza, osservò chi si trovava in casa. Vide che assieme a lei c’erano Nora, Ella ed Etta. E per quanto avrebbe voluto parlare con loro, sapeva bene che non poteva. Con un colpo di reni, si diede lo slancio per salire di quota ed atterrare sul tetto della casa della ragazza

Alya sentì suonare il campanello mentre stava giocando con le sorelline minori. Dato che Nora stava cucinando, le lasciò andare per un momento ed andò a vedere chi fosse. Dallo spioncino, con sua stranita sorpresa, vide un volto conosciuto ed aprì senza neanche pensarci

“AJ!” esclamò nel vederlo “Che sorpresa! Ma… come sai dove abito?”

“Me lo sono fatto dire” rispose con tono vago “Potresti venire con me un momento? Devo parlarti di una cosa”

“Ah, veramente dovrei tenere d’occhio le mie sorelline e...” cercò di giustificarsi, venendo subito interrotta dall’avvicinarsi al suo orecchio del ragazzo

“È una faccenda che necessita Rena Rouge”

La sua affermazione ed il suo sorriso enigmatico la lasciarono a bocca aperta. Per qualche ragione, però, non provò neanche a controbattere con nessuna delle frasi base di giustificazione dei super. Dal suo solo sguardo, capì che sapeva tutto

“Ehm… Nora, esco due minuti!” gridò per farsi sentire, richiudendo la porta dietro di lei senza aspettare risposta “Come fai a saperlo?”

“Me lo ha detto Ladybug. La conosco molto bene, si fida di me e mi ha rivelato alcune cose” rispose mentendo tranquillamente, suscitandole però un sospetto

“Ladybug…? Aspetta… non … non sarai mica Chat Noir!” esclamò, quasi euforica

“Cos… oh, no, non fraintendere!” rispose, capendo l’impressione che stava dando “Sono anche io un Wielder come voi, ma il mio è il Miraculous del Drago!”

Dicendo ciò, Shivihs uscì dalla sua tasca e si fece vedere dalla ragazza, mentre Nooroo rimase ben nascosto. La rossa sembrò farsi confusa

“Il… Miraculous del Drago? Non credo di averti mai visto, allora...”

“Beh, sono comunque nuovo in città. In tutti i sensi” tirò quindi fuori dalla tasca la Collana della Volpe, seguita subito da Trixx, facendola sobbalzare “Bene, Alya, adesso ascoltami bene, perché è molto importante quello che sto per dirti”

“Trixx?! Ma… cosa...”

Nel frattempo, anche Ladybug e Chat Noir avevano trovato un modo di arrivare a Nino e Chloe. La coccinella fu semplicemente fortunata, lo trovò in camera sua da solo e bussò, facendosi aprire senza problemi

“Ladybug, amica! Cosa ti serve?” gli chiese tranquillamente. Anche con il nuovo costume, il giovane la riconobbe senza problemi. “E che cos’è questo nuovo look? Stai una meraviglia!”

Lei sorrise per il complimento ed anticipò la sua risposta mostrandogli il Bracciale della tartaruga

Chat, invece, ebbe qualche problema in più a causa del suo aspetto piuttosto allarmante. Trovò Chloe sul balcone di camera sua a prendere il sole, ma nel vederlo la bionda iniziò a strillare come se avesse davanti un mostro e cominciando a tirargli addosso tutto ciò che si trovò a tiro

“Sparisci! Sparisci subito! AIUTO!” cominciò a tuonare lei, facendo volare oggetti come un ciclone

“Chloe!” provò a dirgli, evitando un barattolo di lozione solare “Andiamo, calmati un secondo!” provò nuovamente, schivando stavolta una radio “Che cavolo, Chloe, sono un po' cambiato, ma non mi riconosci?!” tentò ancora, schivando una sdraio “Sono Chat Noir!”

La ragazza stava già per utilizzare l’ombrellone come fosse un randello, ma sentendo le sue parole ed osservandolo meglio, notò una certa somiglianza

“Cosa? Chat… Noir? Ma… ma che cosa ti è successo? Sei così… peloso!”

“Si, non è nulla, solo… un piccolo potenziamento” rispose, prendendogli di mano l’ombrello da spiaggia “Non devi preoccuparti. Sono qui per chiederti aiuto”

Tirò fuori il pettine e gliela porse. La stessa cosa fecero anche Ladybug ed AJ, ognuno da chi si trovava in quel momento

“Ci sarà una grande battaglia, tra poco. Ed intendo prima della fine della settimana” spiegò AJ ad Alya

“Abbiamo bisogno del tuo aiuto, perché le conseguenze dello scontro sono troppo importanti per rischiare di perdere!” illustrò Ladybug a Nino

“Quindi ti chiedo di accettare questo Miraculous, per aiutarci a lottare ed a vincere quando sarà il momento” terminò Chat, lasciando il Pettine tra le mani di Chloe

“Sei dei nostri?” domandarono tutti e tre, aspettando una risposta

Non ci fu neanche bisogno di aspettare molto, ed il responso dei tre ragazzi fu il medesimo “Puoi contare su di me!”

AJ, così come anche Ladybug e Chat Noir, si ritrovarono ad essere fieri della loro scelta. Per quanto riguardava i due Wielder, avevano sempre saputo di aver fatto la scelta giusta, di aver trovato compagni leali. Non servivano certo i racconti del viaggiatore del tempo per confermarglielo. Lui stesso, invece fu felice del solo fatto di averli a combattere al loro fianco

“Bene” constatò il moro, salutando con un cenno Trixx “Per il momento, pensa a tenerlo sempre con te ed al sicuro. Non so di preciso quando dovrete intervenire, ma state pronti a qualsiasi evenienza”

“Lo farò!” esclamò in risposta Alya “Ma… perché ti sei mostrato con il tuo aspetto normale? Credevo che fosse necessario tenere nascosta l’identità segreta, come Ladybug e Chat Noir”

“Non per me” rispose lui, cercando di essere apposta vago e misterioso per darsi un tono, oltre che per evitare troppe domande da parte della rossa “Adesso, allora, posso andare. Prendetevi cura l’uno dell’altra. Shivihs, trasformami!”

La sua mutazione avvenne in un lampo, lasciando sbigottita Alya dato il cambio di forma inaspettato. Era uguale alla descrizione della creatura che tante persone in città dicevano di aver visto negli ultimi giorni, un essere a metà tra un drago ed un uomo. Trixx, nel vederla stupita ed a bocca spalancata, le diede un piccolo scossone per farla riprendere “Ti ci abituerai, è sempre così la prima volta”

Dragakin, ora che il suo dovere era fatto, salì sul tetto e spiccò il volo, sicuro che con la squadra al completo, Papillon non avrebbe avuto una sola chance di farcela

 

Ma i ragazzi non erano gli unici che stavano radunando alleati. In un’altra Parigi, una molto più vecchia e distrutta, una donna aveva appena finito di capire cosa fosse successo. In che modo erano spariti. In che modo si erano salvati dalla loro morte. Raccolse da terra quel che restava di un orologio e lo analizzò

“Magia… sapevo che c’era una spiegazione” esclamò, ma con una voce più macabra e demoniaca, poiché non era affatto una donna, ma un demone che ne possedeva solo il corpo. Creò ed allungò una mano, facendo avanzare qualcuno. Una persona che aveva risparmiato “È magia dei Kwami. Non posso utilizzarla, da quando non sono più uno di loro… ma tu, al contrario...”

Con una spinta, buttò a terra l’uomo con cui stava parlando. Era pelle ed ossa, con una maschera di ferro a cingergli completamente il viso. Ghignò e sembrò quasi deliziato dalla sua idea

“Sapevo che risparmiarti mi sarebbe tornato utile. Sai, solo un Kwami o un Wielder posso utilizzare oggetti come questo. Proprio come il vostro Scudo Protettivo…” lo afferrò per il collo e lo sollevò “Io posso fare in modo che funzioni, ma tu dovrai essere quello che lo attiverà! Che ne dici? Come ai vecchi tempi”

“… vrai… “provò a dire lui, fissandolo con odio, ma pur sempre senza forze “… ’ovrai… ‘ccidermi…”

“Ne sei sicuro? Ed io che credevo ci tenessi alla vita del ragazzo… posso anche ucciderti, ma poi troverò qualcuno a cui dare il Miraculous che hai nascosto, ed allora passerei comunque. Non è forse meglio che ci sia tu? Chi lo sa, magari potresti essergli d’aiuto!”

L’uomo sgranò gli occhi e cercò di divincolarsi, producendo un rumore metallico allo scuotere la testa. Qualcosa rimbalzava da tutte le parti, dentro alla maschera. Capendo che non c’era altro da fare, si arrese e chiuse gli occhi, disperato

“… lo farò...” gli rispose, compiacendolo non poco. Non poteva immaginare che il demone lo stesse ingannando, in quanto nessuno corrotto dal suo potere sarebbe stato in grado di far funzionare la magia. Ma lui, che cercava solo di fare ciò che riteneva giusto, sarebbe andato più che bene. Akuma gli mise tra le mani i pezzi dell’orologio e si insinuò nella sua mente, passando al suo Miraculous le capacità apprese da Nooroo anni prima ed attivandolo nuovamente. Davanti a loro, si cominciò ad aprire un varco temporale verso il passato

Ad Akuma restava solo un interrogativo, cosa fosse quel potere che gli aveva causato tutta quella sofferenza. Non lo riusciva a capire, ma stavolta sapeva che non avrebbe perso tempo. Lo avrebbe ucciso ancora prima che potesse rendersi conto chi aveva fatto infuriare

 

Dopo aver consegnato tutti e tre i Miraculous a quelli che erano già stato i loro Wielder, Ladybug e Chat Noir avevano fatto come dettogli. Erano tornati a casa loro, mandando solo un messaggio ad AJ per dirgli che la missione era compiuta e che avevano accettato tutti. Così facendo lo avevano reso più tranquillo, ma solo in parte. Sapeva bene che il giorno dello scontro era sempre più vicino, ed anche se cercava di stare tranquillo, l’ansia cercava ogni volta di farsi strada, ma senza troppo successo. Gli bastava guardare negli occhi la sua Shivihs per stare subito meglio, oppure semplicemente ripensare ai ragazzi. E la stessa cosa si poteva dire per Marinette ed Adrien. Sapevano di poter contare tutti gli uni sugli altri e quello gli bastava

E così, per loro, anche quella giornata finì. I due ragazzi di quel tempo andarono a dormire molto presto, per essere pronti ed in forze, mentre invece il viaggiatore del tempo rimase ad osservare le stelle per tutta la notte, fuori da casa di Fu. Sapeva che quello era l’ultimo giorno prima della battaglia decisiva e sperava di poterle rivedere ancora, dopo. Non restava più neanche molto tempo in quel momento, dato che il cielo si stava rischiarando ed il sole iniziava a sorgere, in lontananza. Shivihs e Nooroo erano entrambi al suo fianco, con il Kwami porpora che sembrava essere piuttosto agitato

“Speriamo che vada tutto bene…” disse tra se e se

“Inizi a dubitare che possiamo farcela?” gli domandò AJ, con tono quasi ironico

“No, non è quello… ho solo paura per Papillon” gli spiegò, dimostrando tutta l’ansia che si teneva dentro “Non voglio… non voglio che gli succeda nulla. So cosa vuole fare e perché… e so che più di tutti, io e lui saremo molto vicini ad Akuma. Ho paura che quel demonio possa fargli del male…”

“Hai più paura per lui che per te?” chiese ancora una volta AJ, questa volta serio

“Non è naturale?” rispose lui, osservando l’altra Kwami “Quando combattete, sono sicuro che Shiv abbia più paura per te che per lei. In fondo siete voi ragazzi che mette in gioco tutti voi stessi, noi ci limitiamo a darvi potere”

“Non intendevo questo” rettificò subito il ragazzo “Sei davvero preoccupato per quello che potrebbe accadergli, dopo tutto quello che ti ha fatto? Da un certo punto di vista… ti ha persino rovinato l’esistenza, considerando che ha permesso ad Akuma di passare attraverso la tua Spilla”

Nooroo gli annuì deciso “Per quanto tu abbia ragione, si, sono preoccupato per lui. Perché so che sarebbe stata una persona del tutto diversa, se non gli fossero successe certe cose… e se non avesse incontrato Akuma. Sarebbe stato un ottimo Wielder…”

Lo sue parole lo fecero sospirare “Uff… non credo di poterti capire fino in fondo, ma tu lo conoscevi senza dubbio meglio di noi” aprì il Medaglione e sorrise “E sono sicuro che non sei l’unico che potrebbe trovare del buono in lui”

“Parli di Ladybug?” gli domandò stavolta Shivihs

“Avete sentito come ha parlato di Volpina” gli fece notare “Sono sicuro che direbbe certe cose anche per Papillon”

I due Kwami gli annuirono, soprattutto un Nooroo molto più rasserenato dalle sue parole. Anche se AJ non aveva sentito la discussione avuta tra Ladybug e Chat Noir nel cimitero del loro rifugio, sapeva fin troppo bene che quella ragazza era capace di certe idee. Cose come aiutare Papillon, che tanti altri avrebbero reputato follia, per lei era semplicemente la cosa giusta da fare. E riusciva con il suo modo di pensare ed agire anche ad influenzare tutti coloro che aveva intorno

 

Il sole stava lentamente sorgendo, ma AJ non era l’unico ad osservarlo. Papillon, dalla sera precedente, era come se stesse meditando, come se si stesse preparando al peggio. Ai suoi piedi, si aprì una fessura, della dimensione adatta ad inserire il proprio bastone. Messo al suo interno e fatta pressione, quella che normalmente era una cupola nascosta, iniziò ad aprirsi, rivelando il cielo di Parigi. Il Wielder, fatto ciò, fece avvicinare a se una farfalla bianca e la strinse tra le mani per riversare al suo interno il potere della Spilla

“È il momento. Fino ad ora ci sono andato troppo leggero… adesso basta! Vola, mia malefica Akuma!”

Al suo comando, l’insetto oscuro salì leggermente di quota, ma non abbandonò il luogo. Non c’era bisogno che cercasse il suo bersaglio in tutta la città, Era proprio lì. L’Akuma si intrufolò all’interno della Spilla della Farfalla, ed il corpo di Papillon iniziò a trasbordare energia oscura

“Se vuoi che qualcosa sia fatto devi fartela da solo! Non avete più scampo, Ladybug e Chat Noir!” l’oscurità che lo stava mutando iniziò ad allargarsi enormemente sulla sua schiena, formando due colossali paia di ali completamente nere “Vi dispererete davanti ad Enfinithra!”

Pronunciato il suo nuovo nome, Papillon cessò di esistere. Al suo posto, grazie al potenziamento, si creò un nemico ancora più potente di prima. Le ali che si stavano già formando si rivelarono essere quattro enormi paia di ali di farfalla, quelle superiori più grandi di colore viola e quelle inferiori più piccole grigie argentate. La maschera che gli copriva quasi completamente il volto rimase uguale, ma divenne di colore giallo dorato, così come i guanti e gli stivali. Anche l’elegante completo viola e nero si limitò ad un cambio di colore, colorandosi di bianco candido. Infine i suoi occhi, prima argentei, si colorarono di un nero profondo e sinistro, che andò persino ad intaccare la pelle attorno ad essi, facendola crepare e lasciando scaturire l’oscura energia di cui era pervaso. Ma quell’ultimo cambiamento, per ciò che si sapeva da Nooroo, era purtroppo il segno di qualcosa di peggiore

 

Il giovane ed i Kwami stavano ancora osservando il sorgere del sole, quando dalla città cominciarono ad arrivare brusii e grida. AJ, nel sentire tutto ciò, piegò la testa confuso

“Ma che…” si domandò, perplesso, alzandosi subito dopo. Anche Shivihs e Nooroo si alzarono di quota, per cercare di capire il perché di tutto quel casino. Ed anche se erano piuttosto lontani, poterono ben vedere due enormi figure violacee stagliarsi tra gli edifici di Parigi. AJ strabuzzò gli occhi “E quello che diavolo è?!” Ma da entrambi i magici esseri non arrivò un fiato, entrambi confusi quanto lui. Il ragazzo era già piuttosto preoccupato di suo, essendo alla vigila dello scontro più importante di tutti, e vedere qualcosa di cui non capiva l’origine non gli fu d’aiuto. Strinse i denti e si decise a fare il suo dovere, chiamandoli per riportarli all’ordine “Andiamo a controllare, ragazzi!”

Entrambi, nel sentire la sua voce, si ripresero e gli annuirono

“Shivihs, trasformami!” esclamò lui, assorbendo la Kwami e diventando Dragakin. In pochi secondi, si fiondò a controllare da vicino cosa stesse succedendo in città. Ma da quando aveva visto l’inspiegabile, si stava facendo avanti nella sua testa e nel suo petto un orribile presentimento

Appena arrivato in città, trovò tutto deserto. E non era colpa dell’orario, anche se era mattina presto, aveva già visto che molti in città erano solitamente già attivi da un po. Spiccando delle piccole planate da un tetto all’altro, iniziò a controllare strada per strada, ma sembrò non trovare anima viva. Solo una volta arrivato in centro ricominciò a sentire chiaramente un sacco di persone, oltre al rumore battente del vento. E fu lì che rimase a bocca aperta, a causa un uno stupore terrorizzato

Per strada stavano scappando tutti. Erano spaventati, e non poteva essere altrimenti. Dall’alto, l’enorme figura di Enfinithra sovrastava gli edifici come un falco pronto a colpire. E quando gli occhi del mezzo drago e di Nooroo si posarono su di lui, rimasero completamente spiazzati

“Ma… ma quello…” biascicò il Wielder, indicandolo incredulo

“È un akumizzato?!” esclamò Nooroo, confuso e spaesato “Ma cosa… oh…” un dubbio iniziò a farsi strada nella sua testa “… no… non può averlo fatto…”

“Chi? Chi ha fatto cosa?!” esclamò Dragakin con tono furente, non per rabbia, ma per paura. Una tale sensazione di oppressione l’aveva provata solo quando aveva combattuto Akuma e la cosa inconsciamente lo stava spaventando. Ma Nooroo si stava già allontanando di lì, ricoperto di sudori freddi

“Te lo spiego dopo! Ora dobbiamo andare a chiamare i ragazzi!” lo indicò con una mano “È quello! È il piano finale di Papillon!”

“COME?! Ma… ma non è possibile! Lo scontro dovrebbe essere domani!” rispose lui, continuando ad osservare l’enorme figura

“Ho paura che abbiamo fatto un errore…” replicò di nuovo il Kwami, per poi voltarsi di nuovo senza aggiungere altro, volando dritto in direzione della casa di Adrien. Dragakin non capiva esattamente cosa stesse succedendo, ma sapeva che Nooroo non sarebbe stato così allarmato se la situazione non fosse stata grave. Sbuffò del fumo dalle narici come a cercare di espellere la preoccupazione e si fiondò in volo verso casa di Marinette

 

La giovane Wielder stava ancora riposando dato l’orario, nonostante entrambi i genitori fossero già svegli e stessero già lavorando, ma si ritrovò ad essere svegliata involontariamente proprio da loro due, che avevano acceso la televisione al piano di sotto senza pensare al volume. Era molto stordita dal risveglio, ma trovò strano comunque il fatto che ci fosse quel forte rumore e si avviò a vedere senza farsi notare, aprendo solo leggermente la botola verso camera sua. Nadja era, come al solito, l’incaricata della lettura delle notizie

“È ancora incerta la situazione, tuttavia è chiaro che abbiamo a che fare con un nuovo supercattivo. Per adesso l’akumizzato si è limitato a volare in giro per la città, senza effettivamente fare nulla di pericoloso, ma il panico ha già iniziato a dilagare. Possiamo solo sperare che Ladybug e Chat Noir intervengano per tempo, prima che inizi ad agire”

Sia Tom che Sabine osservavano pieni d’ansia le notizie, mentre Marinette era più confusa che preoccupata. Si rivolse a Tikki, al suo fianco da quando si era alzata

“Non capisco… AJ non ci aveva detto che ci sarebbe stato un attacco prima della battaglia!”

“Forse non lo sapeva nemmeno lui” le rispose la Kwami “Ci ha sempre detto che non sa di preciso cosa abbia fatto Papillon per prendervi i Miraculous… forse non sapeva molto in generale!”

Mentre ancora discutevano, dal tetto della loro stanza sentirono bussare molto vigorosamente

“Marinette! Sono Dragakin! Apri subito!” esclamò il mezzo drago oltre la botola. Le due, stando attente a non fare rumore, si fiondarono da un portello all’altro, aprendogli la porta

“AJ! Si può sapere che succede?” gli chiese, ormai anche lei piuttosto impensierita dalla situazione. Dragakin sospirò, maledicendosi da solo

“Succede… che ci siamo sbagliati” confessò lui, mostrandole per la prima volta occhi che non aveva mai visto in quella forma. Occhi spaventati “È l’akumizzato finale, quello che in teoria vi sconfiggerà a prederà i vostri Miraculous!”

La ragazza sobbalzò, scoprendo la verità. Il compagno non ci mise però molto a riportarla alla realtà “Non c’è tempo per fermarci a pensare! Dobbiamo andare! Adesso!”

Nonostante lo sgomento, Marinette aveva sempre detto di essere pronta, ed infatti lo era. Non sarebbe stato un cambio di piani a rovinare la sua preparazione a quel momento. Corse a nascondere gli Orecchini della Coccinella del suo tempo all’interno di un portagioie con lucchetto, così che restassero al sicuro permettendo a Tikki di restare al suo fianco, ed indossò quelli provenienti dal futuro

“Tikki, trasformami!” esclamò, assorbendo in quel modo la vitrea Kwami del tempo di Dragakin e diventando la Ladybug migliorata. Con la sua amica Kwami ed il mezzo drago al suo fianco, uscì dalla sua stanza salendo sul balconcino sopra di essa. Ad osservarlo meglio, notò che lui sembrava essere piuttosto preoccupato dalla situazione. Gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise

“Hey, non c’è bisogno di preoccuparsi. Eravamo in ogni caso pronti a qualunque imprevisto, no? Facciamoci forza e risolviamo questa faccenda una volta per tutte!”

Le parole di incoraggiamento fecero l’effetto desiderato. Dragakin si fece facilmente passare l’ansia accumulata con l’inaspettato pericolo e sbuffò un po' di fumo per liberare la tensione “Si… certo, hai ragione. Ascolta allora, Nooroo è andato a chiamare Chat. Tu pensa ad avvisare Carapace e Queen B, io vado da Rena. Quando li hai presi chiamami e decidiamo dove trovarci. Dobbiamo studiare la situazione”

“Vado subito!” replicò lei, alzandosi di nuovo in volo e librandosi in cielo nella direzione dell’alleato più vicino, lasciandosi Dragakin alle spalle e correndo tra i tetti della città. Sarebbe dovuta poi tornare indietro a recuperare altro, ma al momento aveva fretta. Magari la situazione era inaspettata, ma non si sarebbe fatta cogliere impreparata

 

Dopo poco tempo, finalmente il cielo era completamente azzurro e Ladybug era riuscita a radunare i due alleati che gli aveva detto il compagno. Carapace aveva già visto il nuovo aspetto della ragazza, mentre invece Queen B rimase spiazzata ed incuriosita. Ed il fatto che la coccinella stesse discutendo attraverso i Miraculous non Dragakin non frenò di certo il suo fare domande

“Andiamo, devi dirci assolutamente come avete fatto! Anche noi vogliamo diventare più forti come te e Chat!”

“Si, ci vediamo lì… “riuscì a terminare di dire attraverso tutti i disturbi al mezzo drago, prima di riattaccare e di rivolgersi con quanta più calma possibile all’ape “Ascolta, è veramente troppo complicato da spiegare. Sappi… sappi solo che ci vorrà del tempo, ecco, ma anche i vostri prima o poi cambieranno” provò a spiegarsi, utilizzando la scelta di parole che più gli sembrò opportuno. Per sua fortuna, il ragazzo al loro fianco interpretò a sua modo

“Quindi… è come se fosse una sorta di evoluzione! Dato che sei Ladybug da tanto tempo, adesso sei più forte, come se fossi più unita al piccoletto che ti fa trasformare!”

Tikki, nel sentire quelle parole, si fece avanti e colse la palla al balzo “Si… si, sono più legati a noi Kwami!”

“Quindi dobbiamo solo lavorare tanto con i Kwami, ho capito…” replicò un po' scocciata la biondina, delusa del non poter avere subito quell’upgrade, ma comunque felice di sapere che un giorno sarebbe successo. Ed entrambi presero la presenza della Kwami rossa, con l’ovvietà che fosse il suo, come una parte del potenziamento

Ladybug, però, non ne parlò più e si limitò a proseguire con il discorso principale “Va bene, ragazzi, lo scontro di oggi sarà molto impegnativo. Papillon Scarlatto potrebbe non essere stato nulla a confronto” gli spiegò, mettendogli un po' di ansia “Ma non dovete preoccuparvi. Io e Chat saremo in prima linea assieme ad un nuovo alleato, voi dovrete solo pensare a darci supporto”

“Un nuovo alleato?” si incuriosì subito il giovane. Prima che però potesse dirgli qualsiasi cosa, Ladybug indicò avanti a se. Sopra ad un edificio, nella piazza dove si erano dati appuntamento poco prima, c’erano già ad aspettarli Rena Rouge, Plagg e Chat Noir, che Carapace vide per la prima volta nel suo aspetto rinnovato, ed il nuovo aggiunto Dragakin, che entrambi guardarono stupiti. Per quanto Chat fosse cambiato infatti era ancora riconoscibile, lui al contrario non capivano affatto chi fosse. Ed ancora più stupiti furono per Enfinithra, che i tre già sul posto osservavano in sicurezza da dietro ad un comignolo, così da studiare la situazione con calma

Normalmente a lasciare senza parole di Dragakin erano solo la sua espressione e la sua apparenza, ma in quel momento era anche piuttosto preso dal momento ed incattivito. Quando furono sullo stesso tetto, la corvina si avvicinò e lo indicò “Lui è Dragakin!”

Il mezzo drago, sentito essere chiamato, si voltò e vide il resto del gruppo, a cui sorrise mostrando le zanne “Meraviglioso, ci siete tutti” abbozzò un inchino “Piacere… di conoscervi”

“P-Piacere…” mormorarono tutti e due, basiti

Rena, per metterli a loro agio, diede una pacca sulle schiena tra le ali del ragazzo “Anche io sono rimasta sorpresa quando l’ho visto, ma non dovete preoccuparvi, un po' di tempo e lo troverete simpatico!”

Dato che le presentazioni ufficiali erano fatte, Chat si rivolse al viaggiatore del tempo “Allora, vuoi dirci cosa è successo? Come avete fatto a sbagliare giorno?”

Dragakin non aveva effettivamente una risposta, ma Nooroo al contrario suo si. Per questo si fece avanti, per spiegare quale era stato il problema “Abbiamo fatto un gravissimo errore di calcolo… per tutti quanti noi, il risveglio di Akuma sarebbe stato il vostro domani. Ma non abbiamo tenuto conto dell’inizio della battaglia… quella purtroppo solo voi la sapevate. E diciamo che questo scontro non è mai stato un grande argomento di conversazione e bisognoso di dettagli… ma temo proprio che il vostro scontro con Papillon sia durato una giornata intera… cioè oggi!”

Dragakin iniziò a riflettere “Maledizione… uno scontro durato un giorno intero… e di sicuro negli anni i dettagli si sono persi ed il giorno è diventato solo il vostro domani per tutti… mi dispiace, non ne avevo idea”

“Non fa nulla. Oggi o domani, era comunque questione di poco tempo”

Mentre i quattro discutevano tra di loro, il trio di super occasionali rimase in disparte, capendoci poco e nulla. Rena, prima che si degenerasse ancora di più nell’incomprensione, si fece avanti “Ragazzi… ma di cosa state parlando?”

Ladybug, intuendo che per loro erano discorsi complicati e senza senso, cercò di metterci una pezza “Ecco, noi… non vi possiamo spiegare tutto, ci vorrebbe troppo tempo. E come vedete non ne abbiamo” spiegò indicando Enfinithra “Sappiate solo che Dragakin e Nooroo, il Kwami che è con lui, sanno molto più di quanto immaginiate di questa storia. È grazie a loro che siamo riusciti a prepararci in tempo… ma non posso dirvi di più, mi dispiace…”

La ragazza stava facendo fatica a non parlare del futuro e di tutte le conseguenze possibili. Non voleva metterli troppo sotto pressione come erano loro, non con così poco preavviso. Era per quello in fondo che AJ era venuto da loro una settimana prima, in modo che potessero assimilare la cosa e prepararsi avanzando anche quelli che dovevano essere due giorni. Per sua fortuna, i ragazzi assieme a lei erano piuttosto comprensivi

“Hey, siete voi due i veri eroi!” esclamò Carapace “Se ci sono cose che non potete dirci, lo capiamo!”

“Ma si…” si aggiunse Queen B, facendo una volta tanto solo finta di essere superficiale “L’importante è solo sconfiggere il cattivo. E prenderci la gloria della vittoria”

“Ragazzi, è bello che siate così uniti, ma dobbiamo sbrigarci e fermarlo!” si intromise Nooroo, interrompendo il momento e mostrando ancora quanto fosse preoccupato. Ma stavolta non sarebbe passato senza spiegazioni

“Nooroo!” lo richiamò all’ordine Dragakin semplicemente alzando la voce “Anche prima avevi una fretta indiavolata! Capisco che sia una battaglia importante, ma proprio per questo dobbiamo fermarci e ragionare per bene!”

“… si, hai ragione anche tu, ma… quello che sta succedendo è terribile…” mormorò lui, osservando in lontananza il supercattivo con aria disperata

“Sembra che tu sappia qualcosa…” suppose Chat “Se ci spiegassi di cosa si tratta, forse potremmo capirti”

“Già!” riprese ancora il mezzo drago “Sei anche stato tu a dirmi che quello è il piano finale di Papillon! Come hai fatto a capirlo?”

“Aspettate… il piano finale?” ripeté Rena “Ma piano finale tipo vittoria o sconfitta definitiva? Cavolo… ci credo che ci avete chiamati tutti!”

“Ecco… si, è così” fu costretta a rivelare Ladybug “Per questo lo scontro di oggi è così importante…”

Nooroo li osservò per un attimo, vedendo che aspettavano tutti una risposta, e gli annuì “Avete ragione, vi devo delle spiegazioni. Dovete sapere che ho capito il piano finale di Papillon nel momento in cui ho visto cosa ha creato. Quello non è una persona qualsiasi… è Papillon stesso, auto akumizzatosi!”

Nessuno dei seiragazzi gli rispose, tanto meno i due Kwami assieme a loro, poterono solo gettare uno sguardo di stupore misto a preoccupazione verso il loro nemico, e tanto bastò per far capire i loro pensieri al Kwami. L’uomo che aveva terrorizzato Parigi da tutto quel tempo, l’acerrimo nemico di Ladybug e Chat Noir. adesso era lì, davanti a loro

“Quello… è Papillon…” biascicò Ladybug

“Non… non posso crederci… ” si aggiunse anche Chat, stupefatto "Beh, voglio dire, è molto simile, ma non pensavo fosse lui per davvero!” esclamò sempre Chat, stranito

“… è uscito dal suo buco” sogghignò in risposta il rettiloide, quasi su di giri per la possibilità di mettergli gli artigli sopra “Tutto questo tempo… ed adesso, possiamo prenderlo!” Poi, però, si rese conto dell’intero discorso del Kwami della farfalla e scosse la testa “… un secondo. Anche lo stesso Wielder può auto potenziarsi?”

“Si” ricominciò Plagg, ora che erano tornati alla cosa più importante del discorso “Ci sono due modi in cui può farlo. Il primo, il più sicuro e normale, è creare la magia potenziante, annullare la trasformazione e rendersi potenziati attraverso un oggetto qualsiasi. Quello non è pericoloso, si perde solo l’effettivo controllo sul Miraculous, ma è ancora accettabile… quello che ha fatto adesso Papillon però è il secondo modo, il peggiore. Si è auto potenziato inserendo l’Akuma nel Miraculous stesso!”

“… da come ne parli, sembra molto grave” notò Carapace nel suo modo di spiegarlo

“Oh, è anche peggio!” specificò lui “Quando un Wielder viene potenziato attraverso il suo Miraculous, normalmente si ottiene l’effetto di potenziare i poteri che riceve. Credi lo abbiate già visto… Rena Rage e Shellshock no, li ha solo creati Papillon Scarlatto e non avete fatto in tempo a vederli in azione, Wasp Queen invece si. E la cosa vale anche per Dark Felix, la forma potenziata di Chat, e Madame Beetle, quella di Ladybug. In ognuno di questi casi potreste utilizzare all’infinito i vostri poteri, oltre ad avere anche qualcosa in più!”

“Come Queen B quando è diventata Wasp Queen, che poteva anche controllare sciami di vespe…” intuì Ladybug

“Precisamente” rispose Nooroo “E con voi, tutto si ferma lì. Ma con Papillon è diverso… akumizzandosi da solo, potenziando lo stesso potere di potenziamento, si ottiene l’effetto di diventare esponenzialmente sempre più forti, senza un limite o una fine. Potrebbe diventare la creatura più potente mai esistita… persino più di Akuma…”

“Ecco perché avevi tutta questa fretta” capì Dragakin, solo grazie all’ultima parte del suo discorso “Arriveremmo al punto di non poterlo più fermare!”

“Non è quello che ci preoccupa…” cominciò a dire anche Plagg “Il problema è un altro. Ma non lo è per noi… è Papillon ad essere in pericolo”

Tikki chiarì subito “È lo stesso discorso del perché non vi passiamo tutta la nostra energia. Troppa, e si rischia di uccidere sia noi Kwami che voi Wielder…”

Nooroo gettò un altro sguardo preoccupato verso Enfinithra “Papillon potrebbe diventare virtualmente invincibile, ma non ce la farebbe mai… morirebbe prima, per lo sforzo di reggere tutto quel potere!”

“Cosa?! Ma è assurdo!” esclamò Ladybug “Perché rischiare così tanto?!”

“Perché è disperato… farebbe di tutto per i vostri Miraculous… gli ho sempre detto che quell’idea era una follia, ma alla fine non mi ha dato ascolto. L’ho già visto succedere una sola volta, prima… e credevo che questa idea fosse l’unica su cui mi avrebbe dato retta. Ma a quanto pare, mi sbagliavo…”

“Tu… glielo hai sempre detto? Lo hai già visto succedere?” domandò Carapace “Cosa vuoi dire?”

Dragakin sbuffò un po' di fumo “Ragazzi… è davvero tutto molto complicato… ma Nooroo è il Kwami del Miraculous della Farfalla, quello che ha Papillon” Il trio di ragazzi iniziò a guardarsi storto, con ancora più domande di prima, ma prima che potessero chiedere altro Dragakin andò avanti a parlare “Per favore… non complicate le cose con altre domande. Non abbiamo tempo… mi piacerebbe dirvi tutto… ma…”

Nel vedere che non solo lui, ma anche gli altri presenti sembravano essere molto combattuti riguardo quella e le altre faccende che non comprendevano, si scambiarono velocemente uno sguardo e sorrisero, lasciando a Rena la parola “Va bene, ragazzi, non vogliamo mettervi sotto torchio. Non vi chiederemo più nulla a meno che non sia necessario”

“Grazie…” le disse Ladybug, felice di sentire certe parole

Queen B, però, aveva qualcosa da ridire “Si, va bene, ma io ho una condizione! Per adesso mi sta bene non fare più domande, ma quando tutta questa storia sarà finita ce ne parlerete meglio. Voglio almeno sapere per che cosa sto rischiando la pelle!”

“Quando avremo sconfitto Papillon, ve ne parleremo più che volentieri!” esclamò Chat, felice di accettare quella condizione, così come gli altri a conoscenza delle faccende del futuro

“Va bene, ragazzi, adesso però dobbiamo muoverci” si impose Dragakin, spalancando le ali “Se la situazione è così grave, dobbiamo essere veloci. L’obiettivo è fermare Papillon… ed impedire che muoia”

“Ma… fermarlo dal fare cosa?” alzò un dubbio Chat “Non ha ancora fatto nulla se non volare in giro. Non sappiamo cosa possa fare...”

“Credo stia aspettando voi” ipotizzò Nooroo “Vuole farsi notare per farvi uscire allo scoperto, solo dopo inizierà ad attaccare”

Ladybug, ragionando sulle parole di Nooroo, si fece venire subito un’idea “Allora, se è noi che vuole, è noi che avrà! Ascoltate la mia idea… ”

 

Enfinithra stava ancora seminando il terrore con la sua sola presenza, volando sopra Parigi. La gente scappava solo a vederlo. Era diventata una minaccia semovente, intenzionalmente ben più spaventosa degli akumizzati giganti a cui aveva dato vita in passato. Ma stava iniziando a spazientirsi, dato che Ladybug e Chat Noir ancora non stavano comparendo. Strinse i denti ed osservò le strade dall’alto, concentrandosi con un ghigno malefico sui passanti in fuga

“Forse potrei iniziare a seminare il panico…”

Ma la sua distrazione durò poco. Sopra al tetto appena a fianco a lui si fecero finalmente avanti i suoi avversari, con Ladybug in testa che gli gettava uno sguardo di sfida “Non farai un bel niente, ora che ci siamo noi!”

“Ladybug… Chat Noir…” sogghignò lui, per poi inarcare un sopracciglio per lo stupore “Cosa… cosa vi è successo? Siete diversi”

“Preoccupati per te stesso!” esclamò Chat in risposta “Che cosa è successo, stavolta? Sei stato akumizzato perché non ti permettevano di andare a caccia di farfalle?”

“Heh…” sospirò indignato il loro nemico “Non sono il solito, patetico cuore debole che affrontate normalmente” spalancò le ali, mostrando bene delle strane incavature presenti sopra di esse, come se fossero dei disegni “Io sono Enfinithra! Ed avrò i vostri Miraculous!”

I glifi sulle sue ali più grandi cominciarono a risplendere dei colori dell’arcobaleno, facendo scaturire molteplici raggi della stessa sfumatura nella loro direzione. Ma entrambi i ragazzi vennero semplicemente attraversati dai colpi, il cui unico risultato fu di far sparire le loro illusioni. Da qualche tetto di distanza alle sue spalle, Rena smise di suonare il proprio flauto, non avendo più nessun immagine residua da mantenere

“Mi spiace ragazzi, non mi aspettavo che fosse così veloce” disse ai compagni dietro di lei

“Non importa” gli rispose Dragakin, osservando la confusione di Enfinithra, che cercava i ragazzi attorno a se “Adesso sappiamo qualcosa in più. Quando le sue ali si illuminano, dobbiamo battere in ritirata”

“Si, ma non credo che lo stesso trucco funzionerà di nuovo” gli fece notare Ladybug “Adesso sa che ci siamo. Dobbiamo uscire allo scoperto”

“Proviamo un attacco a sorpresa!” suggerì Chat, sfoderando gli artigli. I ragazzi si scambiarono degli sguardi dubbiosi per qualche momento, ma optarono che era un’idea potenzialmente funzionante. Persino Dragakin e Nooroo furono d’accordo: quello scontro sarebbe iniziato con un attacco a sorpresa e, con molta fortuna, sarebbe anche finito così. Tutti e sei estrassero o materializzarono la propria arma, saltando fuori all’unisono dal loro nascondiglio per caricare pesantemente il loro nemico. Dragakin e Ladybug dall’alto, il resto di loro dal basso per non lasciargli scampo

Ma già da quando era stato vittima dell’illusione, Enfinithra era estremamente guardingo. Si rese conto dell’attacco multiplo che stava per colpirlo, ed utilizzò entrambe le ali più grandi come fossero uno scudo per proteggere il suo intero corpo, lasciando quelle più piccole a sbattere per volare. I ragazzi si schiantarono addosso all’avversario, con l’unico risultato di essere sbalzati all’indietro. Le ali dell’akumizzato erano ben più resistenti di quanto non sembrassero

“Che diavolo…?!” esclamò Dragakin, ristabilizzando il suo volo dopo essere stato respinto. Ladybug fece come lui e si ritrovò a fluttuare al suo fianco, mentre per i ragazzi a terra non fu complicato atterrare sulle proprie gambe. Solo in quel momento, così vicini, riuscirono a vedere il vuoto oscuro nei suoi occhi. E per chi era stato nel futuro, fu un duro colpo da mandare giù, ma già sapevano che Akuma si era infiltrata nel Miraculous di Nooroo. Per di più, adesso Enfinithra sapeva per certo che quelli davanti a lui non erano nuove illusioni

“Che accoglienza. Sei Wielder soltanto per me. Mi sento onorato!” osservò Dragakin con fare di sufficienza “Quasi mi spiace per il novellino, la sua prima battaglia sarà anche la sua prima sconfitta”

“Papillon!” esclamò subito Ladybug “Ferma questa follia finché puoi! Non devi per forza rischiare la vita! Qualsiasi cosa tu desideri, non ne vale la pena!”

“Come… come fai a saperlo?!” sbottò lui, nuovamente stupito da quante cose sapesse la ragazza. Ma scosse la testa e la fissò con odio “… non importa. Non posso fermarmi. Nessuno di voi può capire perché lo faccio… e quanto per me questo rischio non sia niente, per realizzare il mio desiderio!”

“Tu non hai la minima idea di che cosa c’è in ballo!” tuonò Dragakin, iniziando a sbuffare fumo “Ma se non è possibile farti ragionare con le buone, ti fermeremo con le cattive!”

Finito di parlare, eruttò un potente getto di fiamme incandescenti su Enfinithra, che riuscì solo per poco ad evitare di esserne completamente avvolto, rimettendoci però parte di una delle ali inferiori, rimasta leggermente bruciata. Vedendosi ferito in quel modo, gli venne quasi da sorridere, nonostante fosse in realtà piuttosto infuriato

“Agguerrito, il nuovo arrivato!” lo indicò con il proprio bastone “Credo che comincerò da te!”

“Ragazzi, disperdiamoci!” ordinò Ladybug al resto del gruppo, che si separò da tutti diramandosi in ogni direzione. Rena, in particolare, doveva allontanarsi al più presto da lì, in quanto il suo Miraculous stava lampeggiando e stava per ritrasformarsi. Carapace e Ladybug volevano restare al suo fianco, nonostante sembrasse rischioso, per rimettere Trixx in forze. Ma in realtà non c’era pericolo, Enfinithra aveva già deciso chi era il suo bersaglio: Dragakin avrebbe pagato per quella ferita

Il mezzo drago, per allontanarsi, prese a volare in mezzo alle vie della città, con Papillon akumizzato alle calcagna. Anche se a stento, riusciva a stargli dietro, impedendo al Wielder di farsi perdere di vista. Ma scappando e cercando di seminarlo, finì con lo sbucare in una via ancora trafficata e piena di gente. Purtroppo, era come se neanche si fossero accorti che c’era un Akumizzato di quella stazza in giro. Sotto di se, riconobbe molti volti, inclusi Kim, Max e Markov

“Cosa ci fate tutti qui?! Andate a nascondervi subito!” gridò lui, facendo cenno di muoversi. Ma come non lo era riuscito a seminare prima, neanche in quel momento il nemico gli lasciò respiro. Gli bastò il momento in cui li stava mettendo in guardia per riuscire ad arrivare alle spalle mezzo drago. Con il bastone, gli bloccò la gola cercando di soffocarlo, mettendoci tutta la forza per tenere fermo tuta la sua forza bruta

“Stai fermo! Non rendere tutto più complicato!” gli disse mentre ancora bloccava il suo respiro. Mentre era però impegnato a stringere la morsa, una pietra lo colpì dritto alla tempia, non facendogli troppo male ma distraendolo il tempo necessario perché Dragakin riuscisse a liberarsi con un colpo di reni ed ad allontanarsi

Il ragazzo abbassò lo sguardo nella direzione da cui era arrivato quel sasso così tanto d’aiuto, vedendo proprio Max e Kim che continuavano a tirarli contro Enfinithra. Erano coraggiosi, certo, ma doveva mandarli via

“Ragazzi!” esclamò, cercando anche di spaventarli, senza distogliere lo sguardo dal nemico “Grazie, ma adesso andate via! È pericoloso!”

“Oh, si…” sogghignò l’akumizzato “Pericoloso per te!”

Enfinithra spalancò bene le ali, facendo brillare i colori dell’arcobaleno sulle sue striature. Dragakin sbarrò gli occhi terrorizzato, perché era proprio in mezzo alla traiettoria, ma se si fosse spostato sarebbero stati i ragazzi ad essere colpiti. Stringendo i denti, spalancò sia le gambe che le braccia, facendo da scudo umano per il colpo in arrivo. E come temeva, venne investito in pieno dai molteplici raggi arcobaleno delle sue ali, preparandosi al peggio chiudendo gli occhi

Quando però li riaprì, si rese conto che i raggi non lo stavano colpendo. Era come se non potessero arrivare a lui, qualcosa lo stava proteggendo. E quel qualcosa era il piccolo Nooroo, intento ad utilizzare il suo potere per contrastare quello di Papillon

“Nooroo… cosa...” mormorò lui, ancora un po' scosso, vedendosi circondato dalla magia di potenziamento

“La nostra magia è uguale… posso respingerlo!” gli disse lui, restando ben nascosto nel suo marsupio per non farsi vedere

Quando si rese conto che era del tutto inutile, Enfinithra interruppe la pioggia di colpi, fissandolo con odio

“Come… come hai fatto?!” gli chiese, solo per sorridere poco dopo “Hehe… in realtà, non importa. Forse puoi resistere a me, ma che mi dici di loro?”

Il ragazzo non capì di cosa stesse parlando, ma il suo udito gli fece notare il sibilo dell’aria alle sue spalle. Si scansò per un pelo, vedendosi passare a pochi centimetri dal muso una freccia a forma di cuore. Abbassò lo sguardo e vide che cos’era stato, ma non poteva crederci

Dark Cupido aveva appena scoccato il colpo, e si stava preparando ad incoccarne un altro. Al suo fianco, Gamer stava costruendo il suo robot da combattimento fatto di pixel, mentre Robostus stava rapidamente smontando auto e pali della luce per il suo. Erano stati potenziati tutti e tre, anzi, in quel caso erano akumizzati. Ed a dimostrarlo, era che i loro occhi erano ridotti esattamente come quelli di Papillon, una voragine nera e senza cuore

“Che diavolo...?!” gli domandò, cominciando a ringhiargli contro “Falli tornare normali! All’istante!”

“Hey, voi siete in sei, direi che è mio diritto riequilibrare le cose!” rispose ironico il nemico

Anche se era pronto a lasciar andare la sua collera, il dover evitare frecce e cannonate da terra non era per niente ottimale. Doveva allontanarsi di lì, ed anche in fretta. Caricò una fiammata dalla bocca, ma la interruppe a metà, in modo da rilasciare soltanto una densa nebbia bollente tutt’attorno a se. Enfinithra, Gamer, Dark Cupido e Robostus furono costretti a chiudere gli occhi per il fastidio, mentre lui ne approfittò per allontanarsi da lì il più velocemente possibile. Dato che il fumo sembrava non volersi diradare, i due tra di loro dotati di ali cominciarono a batterle vigorosamente, così da disperderlo. Ma del mezzo drago non c’era già più traccia

“Dannazione!” sbottò Enfinithra un istante, calmandosi subito dopo “Oh, beh, non importa” si rivolse ai suoi servitori “Cercatelo voi. Non c’è fretta, voglio solo capire cosa sa fare”

I tre gli fecero solo un cenno con il capo e si misero alla ricerca del Wielder dragonico. Il loro capo, per quanto avrebbe voluto trovarlo, doveva restare concentrato sui suoi due veri obiettivi

 

Per nascondersi, Dragakin non era semplicemente volato lontano da lì. Aveva anche annullato la trasformazione per essere meno visibile e si era mescolato ad un gruppo di gente in fuga, infilandosi nella prima casa con la porta aperta che aveva trovato. Doveva mettersi in contatto con gli altri e riunirsi a loro al più presto, ed adesso che era al sicuro, poteva anche ritrasformarsi senza problemi. Ma prima, doveva analizzare quello che era appena successo con i due compagni

“Ok, come diavolo ha fatto a potenziare i ragazzi?” chiese ai Kwami assieme a lui, sperando lo aiutassero a ragionare “È stato quel raggio dalle ali a farlo?”

“Si, sono sicuro che sia quello la causa” gli rispose Nooroo “Per questo sono riuscito a proteggerti dall’essere akumizzato. Nonostante il suo potere possa crescere all’infinito, io sarò sempre in grado di proteggerti dalla mia stessa magia”

“Beh, è una bella notizia” aggiunse “Ma dobbiamo mettere gli altri in guardia, non sono protetti come me. E dobbiamo anche abbattere quei tre, adesso…”

“Una cosa alla volta” disse Shivihs, per rimettere ordine “Prima di tutto, chiama gli altri e chiedigli dove sono. Senza volerlo, abbiamo fatto guadagnare tempo a Trixx per recuperare le energie. Quando sarete tutti assieme studierete un piano”

“Si, hai ragione. Shivihs, trasformami!”

Ritrasformatosi, si lanciò nuovamente in giro per la strada, materializzando i nunchaku per comunicare con gli altri super e mettendosi d’accordo

 

Per ritrovarsi senza restare allo scoperto, decisero che il luogo migliore era all’interno della metropolitana. Per comodità di tutti, si diedero appuntamento a quello che nel tempo di AJ avevano utilizzato come ingresso nel rifugio, così che potessero dare sia un indirizzo ai contemporanei che un modo di farsi capire da lui. Fu proprio Dragakin l’ultimo ad arrivare, gettandosi all’interno del sottopassaggio in picchiata ed atterrando davanti agli altri cinque ragazzi. Vide con piacere che Shivihs aveva ragione, Alya era già tornata ad essere Rena grazie al fatto che Ladybug aveva velocemente recuperato da casa sua una gran quantità di macaron, per far recuperare le forze ai Kwami dei tre ragazzi

“Tutto bene?” domandò proprio la coccinella

“Ho fatto un po' di fatica, ma sto bene” rispose il mezzo drago, annullando la trasformazione per far prendere un altro po' di fiato a Shivihs “Vi devo raccontare per bene cosa ho visto”

“Ehm… a-amico…” cercò di dirgli Carapace un po' imbarazzato “Ti… ti sei accorto di non essere più trasformato?”

“Eh? Si, certo, io…” rispose lui senza pensarci, per poi darsi una manata in faccia “Ah, già, per voi è strano. Sentite, non fatevi troppi problemi, per me è normale…”

“Aspettate, avete dato un Miraculous al ragazzo nuovo in città?!” si sfogò Queen B, vedendolo senza trasformazione

“In ogni caso” si intromise Ladybug, fissandolo contrariata prima di insultarlo ed ignorando completamente la bionda “Dobbiamo concentrarci sul problema principale, Enfinithra. Hai detto di aver visto qualcosa?”

“Si, i suoi poteri. Non so se ne ha altri, ma ho visto a cosa serve il raggio che parte dalle ali. Akumizza le persone che vengono colpite. Adesso non c’è solo lui di cui dobbiamo preoccuparci… ha preso Dark Cupido, Gamer e Robostus”

“Ma dai, come Papillon Scarlatto?” realizzò Rena, sentendo le sue parole

“Oh, fantastico!” esclamò Queen B “Ancora con questa storia! Papillon potrebbe essere anche un po' più originale, una volta ogni tanto!”

“Beh, quello è il suo potere, non è che può farci molto comunque…” si sentì di dover ribattere AJ, quasi a giustificarlo “In ogni caso, io so di essere al sicuro. Il raggio mi ha colpito ma Nooroo è riuscito a proteggermi, avendo la sua stessa magia. Questo significa che posso tenerlo occupato e distrarlo mentre voi fate qualcosa o pensate a cosa fare”

“Non penso sia una buona idea” si intromise proprio il Kwami, sbucando dalle sue tasche “Anche adesso sta diventando sempre più potente. Se prende degli alleati, non riuscirai più a tenergli testa da solo”

“Forse no” iniziò a pensare Chat “Stavolta non abbiamo a che fare con le akuma scarlatte. Se Enfinithra deve investirti con il raggio delle ali per controllarti, è più semplice di prima. Basta liberare chi è stato preso e portarlo al sicuro, non si metterebbe ad inseguire qualcuno solo per riprenderlo”

“Mi sembra sensato” lo spalleggiò Carapace, a cui si aggiunse anche il consenso collettivo del gruppo

“Direi di farlo, prima che le cose peggiorino” suggerì Rena “Come ci muoviamo?”

“Beh… Enfinithra gli ha ordinato di cercarmi” spiegò AJ, stringendo il medaglione “E so come combattere contro ognuno di loro” sorrise, sicuro di se “Di loro ce ne occupiamo noi. Voi pensate solo a tenere d’occhio che non arrivi Enfinithra a rovinare la festa”

“Aspetta… tu e Shiv vorreste affrontare loro tre da soli?!” domandò Ladybug preoccupata di aver semplicemente capito male. Ma in realtà, aveva sentito benissimo

“Non vogliamo semplicemente affrontarli. Vogliamo abbatterli! Enfinithra crede di avermi messo in difficoltà… ma si sbaglia di grosso”

 

Il trio di akumizzati, nella ricerca del mezzo drago, aveva già seminato panico e distruzione. Non tanto Dark Cupido, che si era limitato a dividere alcune coppie, ma Gamer e Robostus stavano devastando i dintorni semplicemente camminando. Ogni casa veniva ridotta in rovine, pur di trovare il loro obiettivo

Dark Cupido, appena prima di entrare in un altro edificio, sentì lo sbattere d’ali di qualcuno avvicinarsi a gran velocità. Credendo fosse solo Enfinithra, si girò ad osservare, ritrovandosi faccia a faccia con le zanne acuminate di Dragakin. Il mezzo drago approfittò dell’effetto sorpresa che lo aveva paralizzato per sbuffargli smog bollente dritto sugli occhi, accecandolo per le lacrime e facendo disperder entrambi in quella cortina fumogena. L’oscuro emissario dell’amore dovette per forza strofinarsi gli occhi per tornare a vederci, ma così facendo lasciò il suo arco con ben poca presa. Ciò significò successo per la prima parte del piano del ragazzo, che glielo strappò dalle mani e lo spezzò in due. L’akuma che lo aveva potenziato doveva per forza essere lì dentro

Distrutta la sua arma, gli sferrò una zuccata per mandarlo fuori gioco e si sollevò di quota, abbandonando il suo primo obiettivo nel fumo per dirigersi verso gli altri due. Non poteva più coglierli di sorpresa, si era fatto notare attaccando Dark Cupido, ma non sarebbe stato necessario. Mise un braccio dietro la schiena e con l’altro fece loro cenno di farsi avanti

Entrambi i supercattivi lo caricarono brutalmente a bordo dei loro mecha da guerra, facendo esattamente il suo gioco. Con una leggera spinta delle ali, evitò agilmente il pugno che gli stava per assestare Gamer, mentre per Robostus aveva ben altri piani. Invece di schivarlo, tese i muscoli del braccio il più possibile e lo fermò a mezz’aria, affondando gli artigli all’interno dei rottami così da ancorarsi al suo corpo e lanciandosi come un missile nella direzione del golem virtuale di Gamer. Riprese ad utilizzare l’altro braccio solo per darsi più forza nel sollevamento, quando infine scaraventò il robot addosso al suo creatore utilizzandolo quasi come fosse un colossale randello. Il robot di Gamer andò in pezzi per l’impatto, lasciandolo scoperto, mentre per il piccolo robot ci sarebbe voluto ben altro

Ed infatti, ora che lo aveva utilizzato per il suo scopo, lo tenne fermo sopra la sua testa con entrambe le braccia, alzandosi ancora più di quota di quanto già non fosse, oltre i tetti degli edifici. Quando sentì di essere al sufficiente limite, lo scaraventò di forza per terra, fiondandosi al suo inseguimento mentre ancora precipitava, ad artigli sfoderati in avanti. In questo modo, quando si schiantò sul terreno, riuscì a penetrare la corazza metallica ed in questo modo a raggiungere il corpo principale di Markov. Il robot akumizzato stava già per ricoprirsi di altri rottami, ma prima che potesse riuscirci, Dragakin aprì lo scomparto sul suo retro e digitò un semplice comando di spegnimento nel tastierino lì presente, disattivandolo. Gamer, intanto, si stava rialzando e stava anche lui per ricreare la sua arma, ma al mezzo drago bastò lanciare con forza il robot tra le sue mani come fosse un sasso per colpire alla testa il ragazzo e fargli volare il casco, mettendo anche il terzo di loro fuori gioco e spaccando leggermente la superficie metallica del robot, non un danno grave ma abbastanza per costringere l’akuma di andarsene

La situazione caotica di pochi momenti prima sembrò non esserci mai stata, con solo Dragakin in piedi sul campo di battaglia. I cinque super, rimasti lontani fino a quel momento sotto sua richiesta, iniziarono ad avvicinarsi a bocca aperta per la dimostrazione di abilità mostrata dal mezzo drago

“Co… come hai fatto…” mormorò stupita Ladybug “Li hai sconfitti senza battere ciglio… è incredibile!”

“Sono anni che mi alleno lottando contro di loro” iniziò a spiegargli lui, incrociando le braccia “Ormai non era più una questione di come, ma di quanto in fretta riuscissi a sconfiggerli. Conosco i punti di forza e di debolezza di ogni loro forma potenziata a memoria! E qui sono ancora giovani, non era neanche una vera sfida”

“Beh, questo spiega molte cose” si espresse Chat, mettendogli una mano sulla spalla “Ma resta pur sempre un impresa non da poco!”

“Beh, grazie…” si imbarazzò un po' lui, per poi ricevere una poderosa pacca sulla spalla da Carapace. Lui e le altre due super non avevano sentito nulla del discorso, distratti com’erano dal risultato dello scontro, ma dovettero per forza fargli i complimenti, mettendolo ancora più in imbarazzo

Con quei quattro persi in moine, Ladybug e Chat si concentrarono sulle cose importanti. Lui entrò nei rimasugli di smog dove Dragakin aveva lasciato Dark Cupido per recuperare l’akuma, mentre lei andò a prendere le due di Gamer e Robostus. La coccinella spaccò con un pestone il casco del ragazzo, aspettando che l’insetto uscisse. Ma, inaspettatamente, non successe niente. E per quanto entrambi cercassero in giro, né lei né il mezzo gatto trovarono le akuma degli altri due. In più nessuna delle loro trasformazioni si era ancora annullata, erano ancora potenziati

“Ehm… Dragakin?” chiese la ragazza “Hai mica bruciato le akuma? Non era necessario, sai… ”

“Uh? Io non ho bruciato nulla” rispose lui confuso “Perché? Non le trovi?”

“No, qui non ci sono, e non mi sembra di averle viste volare via. Poi sono tutti ancora sotto il potere delle akuma, quindi…”

“Anche qui non c’è nulla” aggiunse Chat ritornando a mani vuote “Che succede?”

Prima ancora che potessero azzardare un’ipotesi, Gamer riaprì gli occhi e si mise seduto per terra. La sua testa fu avvolta dall’oscurità e l’elmo si ricreò su di essa, come se non se ne fosse mai andato. Afferrò poi Markov e lo riaccese, riattivando Robostus e nullificando così il lavoro di Dragakin. Ma i super si resero conto del problema solo quando un braccio meccanico gigante afferrò Rena per una gamba e la sollevò come fosse una bambola, facendola strillare di paura

“Rena!” gridò Carapace nel vederla in pericolo “Arrivo subito!”

Il ragazzo torse il busto e lanciò come una cannonata lo scudo sul suo braccio, rendendolo una lama letale che recise l’arto meccanico e liberò la donna volpe. Lei lo ringraziò con lo sguardo e ritornò subito al fianco dei compagni, tenendo fisso lo sguardo sui nemici appena ritornati

“Che diavolo sta succedendo?!” si domandò Queen B, capendo che il piano era fallito

Chat, anche se i nemici davanti a loro erano grossi e rumorosi, drizzò le orecchie e si girò di scatto alle sue spalle, afferrando al volo una freccia scagliata da Dark Cupido. Non ci sarebbe cascato un’altra volta. Ma ciò che lo stupì fu che anche l’arco dell’arciere era ritornato tra le sue mani, proprio come il casco di Gamer

“Non capisco… è impossibile!” ringhiò Dragakin “Che fine hanno fatto le akuma?! Che non fossero dentro al casco o all’arco?”

“Forse” gli rispose Ladybug, tenendo fisso lo sguardo sui nemici “Ma Robostus non ha senso allora! Anche se lo hai spento e lo hai rotto non è uscito nulla!”

I robot da guerra di entrambi erano già riformati. Si prepararono a colpire i nemici ai loro piedi con tutto ciò che avevano, ma non avevano fatto i conti con Carapace. Si piazzò tra il suo gruppo ed i due nemici, sollevando lo scudo e dicendo “Scudo protettivo!” per innalzare la sua impenetrabile difesa e proteggere tutti

“… oh no…” mugugnò Nooroo, preoccupato “… ragazzi! Dobbiamo andare via subito! Ormai Enfinithra sta per arrivare e qui non c’è nessuna akuma da purificare!”

“Cosa vorresti dire?!” gli domandò Dragakin turbato

“Non ha creato nessuna akuma per controllarli! Ha iniettato il potere direttamente dentro di loro!”

Chat ragionò sulle sue parole mentre osservava la raffica di frecce che si bloccava a pochi metri da lui “Aspetta, vorresti dire che è come se fossero loro stessi delle sorta di akuma con dei poteri?”

“Si, può anche essere vista in quel modo… ma a dirla tutta, è anche così che funziona il mio potere. Iniettare un potenziamento in una persona e farsi aiutare in combattimento. Farlo in questo modo, senza qualcosa come tramite, ha un effetto migliore sul potenziato, ma stanca più in fretta sia me che chi sta usando il mio Miraculous”

“Problema che Enfinithra ha scavalcato akumizzandosi da solo” intuì Dragakin, osservandosi attorno per cercare soluzioni che però non sembrava trovare “Non va affatto bene… come facciamo a sconfiggerli allora?”

“L’unico modo è sconfiggendo Enfinithra stesso! Se perde i poteri lui, li perderanno anche loro”

Essere consci della soluzione al loro problema non migliorava certo le cose. Il loro avversario era indubbiamente pericoloso e potendosi creare avversari impossibili da sconfiggere rischiava di tirare su un esercito che gli avrebbe dato man forte. Come se non bastasse, il contatto con i tre akumizzati lo aveva appena fatto arrivare, potevano già vedere avvicinarsi le sue ali da grande distanza. Ladybug materializzò il suo yo-yo e fece l’unica cosa sensata

“Lucky Charm!” esclamò, facendolo roteare ed osservando le sue scelte. Non c’erano modi di uscirne vittoriosi, non in quel momento, ma almeno una delle scelte era sicuramente migliore delle altre. Materializzò una fune parecchio lunga e si rivolse al compagno drago dopo averla afferrata “Dragakin! Puoi creare abbastanza fumo da riempire tutta questa zona?”

“Tutta?” rispose osservandosi attorno, schioccando la lingua come cenno negativo “No, stavolta non credo di riuscirci, siamo troppo all’aperto! Posso coprire al massimo solo noi!”

“Posso pensarci io!” si fece avanti Rena stringendo il flauto. Ladybug capì la sua intenzione e le lanciò uno sguardo per dirle di procedere. La ragazza, portandosi l’arma sulle labbra, cominciò a suonarlo per poi lanciare l’incantesimo “Miraggio!” e creare l’illusione di una fitta nebbia tutto attorno a loro. Gli akumizzati non riuscivano a vedere ad un palmo dal loro naso, così come però anche gli Wielder. Ma Ladybug, prima di non vederci più nulla, aveva già legato tutti quanti con la corda per i fianchi, in modo da muoversi assieme dietro all’unico in mezzo a tutti che ci vedeva bene

“Adesso, Chat! Portaci via di qui!”

Il gatto nero, sentita la richiesta, strinse la corda con le mani ed iniziò a correre passando in mezzo a Gamer e Robostus, muovendo i compagni con dei piccoli strattoni per non farli sbattere o inciampare da nessuna parte. Così facendo, riuscirono a far perdere facilmente le loro tracce ancora una volta

Enfinithra, appena arrivato sul posto, non riuscì a vedere nulla di ciò che stava succedendo a terra, ma era abbastanza certo che i suoi avversari fossero scappati. Osservò però la situazione con un sinistro sorriso sul volto. Non gli importava che riuscissero a fuggire ogni volta, al contrario, era meglio così, perché presto non avrebbero avuto nessuno scampo

 

Una volta lontani sia dai nemici che dalla nebbia, i ragazzi si resero conto che Chat li aveva portati dentro alla sala principale del museo del Louvre, il punto considerato da lui più ampio e meno plausibile dove li avrebbero cercati. Stavolta, non solo Rena ma anche Carapace dovettero allontanarsi da lì, in quanto i loro due Miraculous stavano per disattivarsi. Si fiondarono dentro ad i bagni del personale del rispettivo sesso, così da nascondere a chi non già non la conosceva la loro identità,facendo scuotere a Dragakin la testa per una sensazione di imbarazzo e disagio

“Non so come non vi rendiate conto che tutte queste scene sono inutili…” disse intendendo la fuga per nascondere chi fossero sotto il costume

“Ah, non guardare me!” gli rispose Queen B, ritrasformandosi in Chloe “Io lo sanno tutti chi sono e vivo più tranquilla”

Prima di rispondergli, anche AJ ritornò umano “Facessero tutti come noi sarebbe più facile”

Ladybug non avrebbe voluto dire nulla, ma gli uscì un pensiero “Per l’amor del cielo, smettiamola con questa storia una volta per tutte per favore…”

Consegnò uno dei suoi macaron a Pollen per farlo riprendere. Anche se non aveva mai usato il Veleno, per lui come per gli altri anche solo tenere attiva la trasformazione era stancante. Dopo di lui, si appresto ad andare in entrambi i bagni e consegnarli anche a Wayzz e Trixx, lasciando Chat, Chloe ed AJ da soli a ragionare sul da farsi

“Questo è assurdo…” cominciò a dire il viaggiatore del tempo “Non sarebbe un problema così grave avere quattro persone akumizzate che ci stanno dando la caccia, se non fosse che con tre di loro non possiamo fare nulla!”

“Parli facile tu” si mise a dire la bionda “Anche se odio doverlo ammettere, noi avremmo difficoltà ad affrontare così tante persone akumizzate. In effetti ne abbiamo già avute una volta… tu invece da come hai lottato mi sembri perfettamente in grado di vedertela anche da solo contro Enfinithra!”

“Ti sbagli, non è così semplice come sembra” rispose subito lui “Non posso spiegarti come, ma conoscevo alla perfezione il modo di combattere di quei tre. Enfinithra non l’ho mai visto prima di oggi!”

“E questo sarebbe un problema? Ladybug e Chat Noir vedono nemici nuovi ogni volta, eppure mi sembra che se la cavino bene ad affrontarli, anche senza continuare a scappare ed a nascondersi!”

“Credi che non lo sappia?” iniziò ad irritarsi lui “Ma stavolta è diverso, lo sai bene anche tu! E stiamo affrontando la situazione con calma proprio per questo!”

Quel momento di calma si era trasformato in un litigio tra i due ragazzi. E dato che stavano per scornarsi a vicenda, Chat dovette intervenire per separarli, spingendoli lontani l’uno dall’altra “Calmatevi tutti e due!” sospirò “Avete entrambi ragione. Questa situazione è molto grave e dobbiamo capire come agire. Ma non possiamo neanche perdere troppo tempo, aspettando rischiamo di essere sconfitti o che Papillon perda la vita”

“Allora dobbiamo pensare in fretta ad un modo per raggiungerlo e liberarlo dall’akuma” replicò il ragazzo, calmatosi “E non sarà affatto facile”

“Aspetta un attimo…” iniziò a riflettere Chat “Nooroo, dimmi una cosa. Dato che Kim, Max e Markov sono stati akumizzati, significa che sono sotto il tuo potere. È possibile che tu possa liberarli? Sarebbe come quando è Shiv ad utilizzare il tuo potere”

Il piccolo essere magico iniziò a riflettere sulle parole del mezzo gatto, scuotendo la testa “No, non credo. Sicuramente potrei tentare di intervenire, ma normalmente quando Shiv utilizza il mio potere, condividiamo il livello di controllo. In questo caso anche se la nostra magia è la stessa, è Papillon che ha il dominio principale. Se anche cercassi di disattivarlo, sarebbe comunque lui ad avere l’ultima parola”

“In poche parole, ha il controllo chi akumizza, anche se siete la stessa cosa” disse Chloe riassumendo il discorso

“Però potrebbe comunque valere la pena di fare un tentativo” continuò il Kwami “Anche se è Enfinithra ad avere il controllo, potremmo prenderlo di sorpresa e liberarli più velocemente di quanto lui possa rendersi conto”

“Sarà la prossima cosa che tenteremo di fare” rispose AJ, d’accordo con il suo pensiero

“Va bene, ma non perdiamoci troppo tempo, credo sarebbe piuttosto inutile…” mise le mani avanti il piccolo

Ladybug, di ritorno dopo aver dato nutrimento ai Kwami dei due amici, si stava riunendo a loro con un pensiero in mente “C’è una cosa che non capisco… sono sicura che Papillon sappia bene cosa sta rischiando, in questo momento. Allora perché sembra che la stia prendendo così tranquillamente?”

“Forse non crede agli avvertimenti di Nooroo?” ipotizzò Chat, ma la coccinella scosse la testa

“No, non penso sia quello… sembra che stia aspettando di proposito. L’unica volta che ha attaccato, è stato per difendersi da noi e perché AJ lo ha provocato” si affacciò leggermente all’uscita ed osservò fuori dalla sala le ali del loro nemico in lontananza agitarsi mollemente “Ma non sta facendo davvero nulla”

“Forse sta prendendo tempo” suppose invece il moro “Se aspetta troppo rischia di morire, è vero, però se aspetta il giusto ci supererà in potenza e ci sconfiggerà senza problemi”

“Un’altra buona ragione per muoverci e prenderlo a calci il più in fretta possibile!” rincarò Chloe con la sua idea

“Si, ma resta ancora il problema di come fare!” iniziò di nuovo ad innervosirsi AJ “Da davanti posso andare solo io, voi verreste akumizzati! Ed a guardargli le spalle ha gli altri, che voi avreste difficoltà ad affrontare! Non ci battono in numero, ma tre di loro possono darvi molti problemi!”

“… battere in numero?” iniziò a pensare Nooroo, illuminandosi di genio “Ho… ho un’idea!”

 

Anche se non sembrava a nessuno di loro, il tempo tra fughe e piccole schermaglie era passato velocemente. Da mattina presto si era ormai fatto mezzogiorno, ed Enfinithra continuava a girare in cerchio per la città, osservando sotto di lui. Ormai non c’era più nessuno in giro per le strade, ma sapeva che erano semplicemente tutti rintanati in casa come topi. Gli unici in giro erano solo i sei Wielder che gli davano la caccia, ma già sentiva di potergli quanto meno tenere testa. Si fermò in piedi sopra al Le Grand Paris per osservare la calma di quella città. Se il suo piano procedeva, presto sarebbe stato tutto molto più caotico

Con lo sguardo perso nei cieli parigini, si accorse di un piccolo puntino in lontananza che si avvicinava a tutta velocità a lui. Sembrava essere ancora una volta Dragakin, alla carica verso di lui

“Inizia a diventare seccante…” pensò ad alta voce, pronto a difendersi dall’assalto. Ma più la figura si avvicinava, più si rese conto che aveva solo la forma del wielder. In realtà era solo una figura fasulla, composta interamente da altri animali più piccoli “… ma quelli… sono piccioni?”

Non fece in tempo a rendersene conto che le bestie alate si separarono in direzioni diverse, soltanto per gettarsi su di lui da più angolazioni come dei proiettili viventi. Dovette essere molto rapido e spostare le ali avanti a lui come uno scudo, con il risultato di ferirsele leggermente a causa di graffi e beccate dei volatili. Una volta passata la scarica, aprì leggermente le difese ed osservò davanti a lui qualcosa che non riusciva a spiegarsi. Adesso c’era veramente Dragakin, ma al suo fianco si trovava un uomo che stava in piedi su una nuvola formata da altri piccioni

“Piaciuta la sorpresa?!” lo istigò Dragakin, dando il cinque all’uomo al suo fianco “Ricorderai Mr. Piccione immagino!”

“All’attacco, piccoli miei!” sbraitò il potenziato, mandando alla carica le sue fidate belve volanti contro un Enfinithra totalmente disorientato

Parò ancora con le ali l’attacco mentre cercava di darsi una spiegazione a ciò che stava succedendo. Ma la verità era che non riusciva a capire, e non lo avrebbe mai fatto, non conoscendo Dragakin. Sapeva solo che doveva agire. Passata una terza carica di pennuti, spalancò le ali ed iniziò a farle brillare “Non so come tu abbia fatto, ma non durerà a lungo!”

Dragakin, da quasi divertito, si fece estremamente serio. Quella era la prova del nove per il piano di Nooroo. Sia lui che Mr. Piccione vennero completamente investiti dai mille raggi sparati dalle ali di Enfinithra, facendolo sorridere per la facilità con cui aveva funzionato

Ma quando smise di scagliarli, si ritrovò stupito per la seconda volta. Su Dragakin sapeva già che non funzionava, ma stavolta non funzionò neanche sull’uomo al suo fianco, come se non potesse prendere il controllo neanche di lui

“Cosa diavolo…?!”

“Grazie del test, idiota!” lo bruciò sul tempo il mezzo drago, poco prima che uno stormo di picconi lo caricò di nuovo, coprendogli la visuale sui due avversari. Gli ci volle solo un battito d’ali per disperderli, ma come ormai era diventata un’abitudine sia Dragakin che Mr. Piccione erano spariti

“Non è possibile…” iniziò a pensare tra se e se, preoccupato “Come fanno i miei poteri a non funzionare? Questa… questa non ci voleva! Devo velocizzare le cose!”

Si alzò in volo e cominciò di nuovo a girare per la città, stavolta con l’obiettivo ben preciso mettere in atto il suo piano in modo molto più celere

 

Appena sotto a dove si trovava, nascosti nell’hotel del padre di Chloe, i due osservarono allontanarsi Enfinithra sollevati. Era stato un po' avventato entrare lì dentro, ma Dragakin sapeva che non li avrebbe cercati li dentro. E quando fu lontano, anche il resto della banda si unì a loro con il sorriso sul volto

“Ha funzionato alla grande!” esclamò Ladybug, soddisfatta “Sei un genio Nooroo!”

“Hehe… dai, no, era solo logico” mormorò in risposta il Kwami, piuttosto imbarazzato “Se io non posso agire su chi akumizza lui, allora neanche lui può farlo su chi potenzio io!”

Dragakin gli diede una leggera pacca sulla testa “Logico o no, è stata una pensata provvidenziale. Bel lavoro amico” si rivolse poi al potenziato al suo fianco “Ed anche lei è stato di grande aiuto, signor Xavier. Mi spiace di averla praticamente usata come cavia, ma…”

“Non dire altro!” esclamò in risposta “Sono felice di essere stato d’aiuto per una volta!”

“E continuerà ad esserlo!” gli spiegò la coccinella “Lei è solo il primo. Dobbiamo chiamare tante persone per farci aiutare… davvero tante!”

“Spero di poter fare la mia parte” disse grato in risposta il comandante dello stormo

“Finché tiene lontani quei piccioni da me, è tutto a posto!” gridò Chat da distanza di sicurezza dalle malefici cause della sua allergia

“Va bene, ragazzi!” prese la parola di nuovo Dragakin, battendosi un pugno sulla mano “Cerchiamo in tutta la città! Chiunque voglia aiutarci, chiunque possa farlo, io e Nooroo li potenzieremo per combattere al nostro fianco!”

“Sicuri che sia la scelta giusta?” pose il dubbio Rena “Farci aiutare in questo modo, intendo. Mi sembra pericoloso per tutti...”

“No, ti sbagli” la rassicurò Ladybug “Non c’è nulla di male in quello che facciamo. Questa battaglia riguarda tutti quanti noi. Guarda Enfinithra… ha costretto i ragazzi a seguirlo e lo farebbe con tutti in città”

“E se lo conosco bene, ho paura che sia proprio quello che è andato a fare, ora che sa che possiamo potenziare le persone anche noi” spiegò Nooroo, quasi colpevolizzandosi di aver scoperto le loro carte

“Non potevamo fare altrimenti” lo rassicurò Dragakin “Dovevamo essere sicuri che non potesse prendere il controllo delle persone che potenzi tu”

“Ma se arriviamo prima noi, possono passare dalla nostra parte. Possono scegliere di esserci d’aiuto in modo diretto o se restare nascosti per non farsi prendere!”

“Restare nascosti?” ironizzò Queen B sulla sua affermazione “Credi davvero che qualcuno in città resterebbe nascosto, se gli diamo la possibilità di darci una mano?”

“Ha ragione lei” intervenì anche Carapace “Voi due siete un’ispirazione per tutti! Sfido chiunque a rifiutare di darci una mano, con il rischio che corriamo!”

“Il vostro compagno ha perfettamente ragione”

A parlare stavolta non fu nessuno del gruppo, ma qualcuno alle loro spalle. Un uomo di cui Dragakin aveva soltanto sentito parlare come un grande sindaco ed un ottimo padre, Andrè Bourgeois

“Papà?!” esclamò proprio Queen B nel vederlo

“Si, tesoro. Se la città ha bisogno di aiuto, allora io sono il primo che non può tirarsi indietro!” spiegò con aria decisa “Quel mostro ha seminato troppo panico. È ora di farla finita!”

“Sono con lei, signore” si aggiunse anche Jean, il maggiordomo della biondina

Dragakin sorrise, ma si vedeva che non era nulla di cattivo. Era solo molto felice che la fama che Ladybug e Chat Noir avessero era già di per se un tale aiuto. Si avvicinò ai due incrociando le braccia con fierezza “Molto bene, signori! Allora ditemi…” sul suo volto si disegnò il sigillo della farfalla “Accettate di darci una mano a combattere Enfinithra?”

I due sussultarono, sia per il solito motivo della stazza di Dragakin sia per quel marchio sul suo viso. Ma vedendo che i super erano tranquilli e che la loro giovane protetta gli stava facendo un cenno positivi con il capo, risposero all’unisono “Si, accettiamo!”

Dall’incavatura del medaglione di Dragakin fuoriuscirono due draghetti fluttuanti, che il ragazzo strinse tra le mani per infondere del potenziamento della Farfalla per poi mandare nella fascia da sindaco di Andrè e nell’orsacchiotto di peluche che Jean teneva sempre dentro la giacca. Anche se non li aveva mai conosciuti di persona, sapeva bene di cosa erano stati capaci da akumizzati “Malediktor, Orsaccio! Vi dono il potere per combattere in questa battaglia!”

I due furono avvolti di oscurità, diventando potenziati come già erano entrambi stati tempo prima. Orsaccio, data la statura, salì sulla spalla di Malediktor, che invece si fece tutto impettito per la battaglia

“Ottimo!” esultò Ladybug “Adesso, andiamo a cercare altro aiuto! Ne avremo bisogno!”

 

La ricerca di alleati era iniziata. I super decisero che sarebbero andati a cercare solo gli avversari che più avevano dato filo da torcere ai due supereroi parigini. In moltissimi in città erano stati akumizzati, ma solo pochi di loro erano degni di nota. L’unico problema della loro ricerca era che dovevano farla di nascosto, evitando di attirare l’attenzione di Enfinithra. Per questo i tre potenziati che già avevano dalla loro parte rimasero al Le Grand Paris, per essere più rapidi e compatti. E per evitare problemi, rimasero con loro anche Rena, Queen B e Carapace, per tenere d’occhio la situazione

Per loro non fu difficile reclutare tanti alleati. Tra i tanti, presero dalla loro parte dei potenziati come Anansi, Chitarrik ed il suo drago coccodrillo, Gufo Oscuro e molti altri, subito tutti mandati anche loro all’Hotel dei Bourgeois. Aggiunsero anche aiutanti come Darkblade e Reflekta, facendo realizzare a Dragakin un’idea proprio basata su questi ultimi

“Ragazzi, dobbiamo continuare a prendere questi potenziati!” propose Dragakin “Intendo quelli che hanno un potere simile, di sconfiggere gli avversari senza effettivamente metterli fuori gioco. Io ne conosco alcuni, ma molti credo non siano ancora nati o siano neonati”

Ladybug iniziò a riflettere “Che conosciamo ci sono Zombacino, Principessa Fragranza… chi altro?”

“Non dimenticarti di Burattinaia” aggiunse anche Chat “ E volendo anche Digital e Frightningale hanno un potere simile”

“Mi sembra perfetto” commentò la coccinella, con però una piccola obiezione “Ma Burattinaia preferirei di no. È come con le sorelline di Alya, sono troppo piccole, non voglio che combattano”

“Va bene…” disse senza pensarci il mezzo drago. Neanche lui voleva far combattere bambini di età così tenera “Però almeno potenziamole. Enfinithra non si farà certo scrupoli, con loro”

“Ha ragione lui” ammise Chat “Dividiamoci ed andiamo a prenderle. Io andrò a cercare Miss Bustier, voi andate a prendere Rose, Manon ed il fotografo”

“D’accordo!” risposero entrambi. Chat si separò dai due, lasciandoli liberi di parlare senza dover stare attenti a cosa dicevano

“Siamo fortunati” spiegò la corvina “Rose ci aveva detto che per questa settimana avrebbe aiutato a guardare i bambini dell’asilo. E dato che l’attacco di Enfinithra è stato annunciato un po' in ritardo, potrebbero essere lì sia lei che Manon, Ella ed Etta”

“Andiamo lì, allora. A Vincent e Clara ci penseremo dopo” rispose alzandosi in volo, non riuscendo a trattenere una risatina “Hehehe… sta andando tutto molto bene! Quasi non ci speravo…”

“Non abbassiamo la guardia. La situazione può sempre precipitare, con Papillon non si sa mai”

“No, certo, non ho intenzione di farlo. Solo… il fatto di avere un piano ben chiaro mi mette più sicurezza, ecco” si portò gli artigli sul petto, sopra al medaglione “Non permetteremo ad Akuma di risvegliarsi! Dovrà aspettare ancora molti altri secoli, se vorrà anche solo provarci!”

“… cosa?” chiese Ladybug, scuotendo la testa per le sue parole “Aspettare altri secoli?”

“Beh, si… voglio dire, Papillon non è il primo e non sarà l’ultimo che viene plagiato da quel demone. I Kwami almeno mi avevano detto così”

“Si, è vero” si mise a spiegargli Tikki “È da quando lo abbiamo imprigionato che ci prova. Papillon… è solo qualcuno che nel tuo tempo ci è riuscito. Ma ogni volta, combattiamo per impedirgli di liberarsi. E stavolta ce la faremo!”

“Ogni volta…” mormorò tra se e se Ladybug, pensierosa “Quante volte avete combattuto per impedirlo?”

“… ad essere sincero, non lo so neanche più” rispose Nooroo, facendo spallucce “Ma è necessario, per tenerlo imprigionato”

La ragazza annuì alle parole del Kwami, ma nei suoi occhi e nella sua testa c’era ben altro al momento. Qualcosa non le tornava, non le andava bene. Ma non era sicura di cosa fosse

In ogni caso, la faccenda principale la riportò alla realtà, arrivando all’entrata dell’asilo in cui avrebbero trovato tutte le ragazze che stavano cercando. La porta era ben barricata, ma nulla che potesse impensierire i due super. A Dragakin bastò infatti appoggiare una mano su una delle due ante e fare leggermente pressione, per spingere via tutto ciò che era stato messo a bloccare il passaggio

Appena dentro, poterono sentire dei flebili gemiti provenire da dietro una stanza chiusa. Sempre il mezzo drago la spalancò, trovando una gran quantità di bambini rannicchiati attorno ad una donna ed a Rose. Quest’ultima, appena vide chi era alla porta, sollevò una sedia per le gambe e si lanciò all’attacco

“Vai via!” strillò, colpendo il Wielder dragonico con la sedia. Questa però si spaccò sulle scaglie rinforzate del suo corpo, dandogli solo un po' di fastidio

“Ahi…?” disse lui, quasi a volerla accontentare “Non devi preoccuparti. Non siamo qui per fare del male a nessuno!”

Fece solo un passo in avanti, ma tanto bastò a terrorizzare i ragazzini, che quasi come una persona sola scoppiarono a piangere tutti in coro, facendo sobbalzare sia lui che Ladybug

“No, no! Aspettate! Non dovete avere paura!” esclamò lui, annullando la trasformazione e facendosi vedere sorridente e meno minaccioso “Visto? Non sono più brutto e cattivo!”

Lentamente, nel vederlo con quell’aspetto normale, i pianti e gli strilli iniziarono a calmarsi. E terminarono completamente quando si fece avanti Ladybug, con il sorriso sul volto per rassicurarli. Anche se il suo aspetto non era il solito, i bambini si rilassarono nel vederla perché la riconobbero subito

“Ah… Ladybug, sei tu!” si riprese subito anche Rose “Ma perché sei qui? E cosa ci fai con AJ?” si girò di nuovo verso il moro “E… e che cos’era quello?!”

“Una cosa alla volta!” interruppe così la cascata di domande la ragazza “Siamo qui perché abbiamo bisogno di aiuto! Stiamo radunando persone che ci aiutino a lottare contro Enfinithra”

“Vorremmo chiedere aiuto anche a te” andò avanti AJ “Ci serve il tuo aiuto come Principessa Fragranza” gli mostrò la Spilla “Posso renderti potenziata, ma con il pieno controllo delle tue azioni e dalla nostra parte”

“Non hai nulla da temere” la rassicurò sempre la coccinella “So che sembra strano, ma adesso possiamo farlo. Sempre che a te stia bene, non vogliamo certo costringerti”

“Oh…” rispose, un po' stranita dalla richiesta “Beh… se sei tu che me lo chiedi, allora posso farlo! Allora è questo che era venuto a fare Chat qui! Anche lui è un po' cambiato, ma molto di meno rispetto a te”

Sia gli Wielder che i Kwami rimasero straniti a loro volta, dubbiosi “Aspetta… Chat è stato qui?”

“E come fai a dire che è meno cambiato di me?” aggiunse Ladybug, considerando il totale cambiamento del suo compagno

“Beh, in realtà è ancora qui. È nell’altra stanza a controllare che tutti stiano bene. E comunque a me non sembra tanto diverso, aveva solo gli occhi completamente neri, per il resto mi sembrava il solito” spiegò, facendoli sussultare e capendo cosa fosse successo “Sembrava un po' inquietante, ma anche AJ con quell’aspetto lo era parecchio”

“No… quello non è Chat!” esclamò AJ, impugnando il medaglione “Deve essere per forza Impostore! Shivihs, trasformami!”

Ma purtroppo fece solo in tempo ad ultimare la sua trasformazione e nient’altro. Fuori dall’edificio sentirono un vigoroso battito d’ali. Dragakin cercò di creare rapidamente un drago per potenziare Rose, ma era troppo tardi. Il suo sesto senso fece in tempo soltanto a tirare un calcio a Ladybug per buttarla fuori dall’edificio, appena prima che tutto venisse ricoperto ed investito da una pioggia di raggi multicolore. I colpi attraversarono tutta la costruzione come se fossero indifferenti alla materia ed investendo chiunque fosse al suo interno, lasciando la supereroina impotente di fronte a quel disastro. Mentre ancora i missili magici continuavano a piovere, anche Dragakin uscì di lì con un balzo, ringhiando all’interno

A scarica finita, dall’edificio non uscì solamente Impostore, come avevano immaginato, ma anche Principessa Fragranza, Burattinaia, le Saporette ed un singolo bambino con una decina di braccia e quattro facce indossante un’armatura samurai, tutti con gli occhi vuoti e neri come purtroppo speravano di non vederli. In cima all’edificio, Enfinithra osservò soddisfatto il suo lavoro

“Mmhh… quindi è questo che succede unendo così tanti akumizzati in un singolo corpo” disse ad alta voce “Come potrei chiamarlo?”

“Maledetto…” imprecò dentro di se Dragakin “Ha preso il controllo di tutti!”

“Co-Cosa è successo ai bambini?!” esclamò Ladybug nel vedere quello strano essere

A spiegarglielo ed a provare a rassicurarla fu Nooroo “È un akumizzato del nostro tempo! Si forma mischiando assieme tante persone senza dargli un potere specifico, di fretta…”

“E si chiama Agglomerabbia!” andò avanti Dragakin “Non ha poteri particolari e può essere formato da chiunque, però possiede la forza fisica combinata di tutte le persone che lo compongono”

“Quindi è pericoloso anche se è composto solo da bambini, visto che in questo caso sono davvero tanti”

“Quindi stanno bene… meno male…” sospirò lei, vedendo però discendere Papillon verso di loro

“Agglomerabbia, eh? Niente male come nome!” si rivolse all’essere multi arto “Da adesso, tu sei Agglomerabbia!

Dragakin spalancò le ali “Quelli che non staranno bene saremo noi, se non ce ne andiamo subito!”

Sopra di loro, però, stava fluttuando un uomo dalla pelle d’avorio con indosso una maschera dorata rappresentante Horus, anch’essa intaccata dagli occhi neri. E da come si era posizionato, non li avrebbe lasciati andare così facilmente

“Ha preso anche Faraone...” mormorò la ragazza nel vedere il nuovo nemico

Alle loro spalle, per di più si stavano avvicinando anche le prime tre vittime di Enfinithra accompagnato da due altri compagni colossali, Gorizilla e Gelatone, altri due alleati che il loro nemico si era fatto nel frattempo

“Stavolta non andrete da nessuna parte!” gli disse il Papillon akumizzato, ricominciando a caricare luce nelle ali

Tutte le vie di fuga sembravano occupate, ma c’era ancora una possibilità. Dragakin osservò sotto di se e ripensò al rifugio del suo tempo, ragionando in un secondo e sorridendo sollevato

“Ne sei convinto, eh?” disse a bassa voce, rivolto al nemico “Ladybug! Spacchiamo il cemento qui sotto!”

Non avendo motivo né tempo di obiettare o chiedere spiegazioni, la giovane iniziò a sferrare pugni e calci sulla pavimentazione sotto di loro esattamente come il mezzo drago. Con delle percosse di quella potenza, la strada resse ben poco ed i due si ritrovarono a precipitare al piano inferiore, nelle fogne che Dragakin conosceva a memoria, essendo sempre state collegate con il rifugio

Ad Enfinithra per poco non venne un tic all’occhio. Non ne poteva più della facilità con cui sembravano andarsene ogni volta che li poteva prendere “Inseguiteli!”

Adesso avevano più punti per andarsene, ma dall’alto stavano iniziando a scendere uno alla volta gli akumizzati. Dragakin prese Ladybug per mano e la trascinò con se, non potendo spiegarle la strada e dovendo fare delle virate rapide per seminare gli inseguitori

I più lenti tra di loro li seminarono senza problemi ma Dark Cupido e Faraone erano ancora alle loro calcagna e non davano segno di volerli mollare. La ragazza continuava a parare le frecce ed i raggi con lo yo-yo, ma non poteva andare avanti all’infinito. E con loro dietro, non potevano tornare all’hotel, sarebbe stato come rivelare il loro nascondiglio ad Enfinithra.

Ladybug cercò di attivare il proprio Lucky Charm, ma ogni attimo in cui smetteva di ruotare l’arma era un possibile colpo che colpiva sia lei che Dragakin, non poteva permetterselo. Il mezzo drago, capendo la situazione, osservò tutto attorno a se e prese in considerazione l’idea di fare una follia. Ma doveva per forza esserci un altro modo per cavarsela che non fosse quello. Avrebbe potuto chiamare Chat o qualche altro Wielder, ma con la loro velocità non sarebbe riuscito a comunicargli dove si trovava in modo utile. Inoltre, sotto alla città aveva più difficoltà a capire la sua posizione rispetto alla superficie, essendo tutto uguale

I raggi di Faraone e le frecce di Dark Cupido iniziarono a farsi sempre più pesanti da parare e deviare. Ma fu proprio mentre Ladybug li deviava che a Dragakin venne in mente un piano alternativo

“Ladybug!” la chiamò senza distogliere lo sguardo da davanti a se “Devia più colpi che puoi verso il soffitto! Io chiamo Chat!”

“Va bene!” rispose lei, iniziando a fare in modo che i colpi parati andassero a schiantarsi contro il soffitto semplicemente inclinando lo yo-yo. Il compagno, con la mano libera, creò in nunchaku e li usò per chiamare il gatto nero. Quando rispose, non gli diede neanche il tempo di parlare “Chat! Ci serve il tuo aiuto! Siamo sotto terra, nelle fogne dalle parti di Notre-Dame, ma non so bene dove! Segui i rumori a terra e vieni a darci una mano, siamo nei guai!”

Il mezzo leone era da poco rientrato all’hotel con Caline, dopo che aveva accettato di essere d’aiuto agli Wielder, e già doveva uscire nuovamente lasciando ancora i compagni a tenere d’occhio la situazione. Da come gli aveva parlato, capì che la situazione in cui si erano cacciati era parecchio preoccupante

Ci mise ben poco ad arrivare alla cattedrale parigina, ma già da distanza aveva iniziato a sentire diversi rumori provenire dal sottosuolo. Dragakin, per aiutarlo, si era messo a girare in tondo, nonostante il rischio di essere raggiunti da Enfinithra e dal resto del gruppo. Cosa che effettivamente Chat notò con sgomento, vedendo lui e la sua armata farsi sempre più vicini. Saltando da un tetto all’altro, seguiva con rapidità i punti in cui sentiva i colpi. E quando finalmente intuì dove sarebbero passati di lì a poco, seppe bene cosa fare

“Cataclisma!” esclamò, per poi gettarsi a terra con le mani in avanti. Da sotto, i due super ed i loro inseguitori poterono ben vedere che il loro soffitto stava lentamente marcendo poco più avanti. Dragakin aveva capito l’azione del compagno ed accelerò ancora di più in un ultimo scatto a perdifiato, passando appena prima che la strada si disgregasse e le macerie lo travolgessero. Non così fortunati furono i due akumizzati, che videro la strada davanti a loro interrompersi per il crollo, oltre a non vedere più nulla a causa del polverone creatosi. Il mezzo drago approfittò del momento per cambiare direzione ed allontanarsi da lì, mentre Chat scivolò agilmente via da lì in superficie, tornando non visto di nuovo al Le Grand Paris

Enfinithra, quando vide che i due servitori avevano di nuovo perso i loro obiettivi, fu molto tentato di portarsi il bastone vicino ai denti per sfogare la frustrazione, ma mantenne calma e compostezza. C’era ancora tempo, non era quello il suo piano e tutto sarebbe andato bene. La presenza di Dragakin non cambiava nulla, finché era solo lui ad essere resistente al suo potere

 

Dopo interi minuti a girare nelle fogne, alla fine Dragakin e Ladybug poterono uscire allo scoperto tranquillamente. Il mezzo drago fece inizialmente sbucare solo la testa, per controllare che non ci fossero gli akumizzati lì vicino, ed assicuratisi di essere al sicuro fecero capolino da un tombino appena a fianco del Le Grand Paris. La giornata, con tutto quello che stavano facendo e passando, stava iniziando ad imbrunire per il tramonto. Tutto il giorno passato a studiare il loro nemico, però, non li aveva stancati troppo. Ma era più uno stato mentale, perché sapevano tutti quanto importante fosse quello scontro

E nonostante ciò, appena sbucati dovettero fermarsi a riprendere fiato per la lunga volata

“C’è mancato poco…” constatò Dragakin, respirando pesantemente

“Già…” gli rispose l’amica, poi poi fargli notare una cosa “Ehm… puoi lasciarmi, adesso”

“Eh?” si disse da solo, notando che ancora non aveva lasciato la sua mano da quando avevano iniziato a fuggire, quasi graffiandola. La lasciò andare subito appena glielo chiese “Oh, si, scusa… mi ero un po' attaccato, vero?” sviò sul discorso indicandogli l’hotel “Dai, rientriamo adesso… siamo stati in giro anche troppo”

Lei non aggiunse nulla, voleva solo sedersi due minuti per recuperare le forze al massimo e lo seguì dentro. Anche perché Miss Bustier era ancora da potenziare e non volevano rischiare scherzi da parte di Enfinithra come all’asilo

Una volta dentro, però, Caline non fu l’unica persona normale che trovarono. Si erano riuniti tante altre loro vecchie conoscenze, tutte persone vicine a loro con cui avevano avuto a che fare da Akumizzati. Alix, Mylene e suo padre, la giornalista Nadja, Philippe della pista di pattinaggio e tante altre persone

“Ma… cosa…” biascicò Ladybug, vedendo quella riunione di gente. C’erano persino Vincent e Clara, ossia Digital e Frightningale, che si erano ripromessi di andare a chiamare

“Notevole, non è vero?” si iniziò subito a dare delle arie Queen B “Mentre voi eravate in giro, anche noi abbiamo iniziato a spargere la notizia di questo piccolo raduno. Così le persone hanno iniziato a radunarsi!”

“Sono usciti da soli?” estrasse Dragakin dalla sua spiegazione “Poteva essere pericoloso! Se Enfinithra non fosse stato dietro di noi…”

“Amico, rilassati!” lo fermò subito Chitarrik “Noi li volevamo andare a prendere, sono stati loro a venire qui prima che potessimo muoverci!”

“Non potevamo farvi rischiare ancora così tanto” gli spiegò Philippe “Stavate facendo tutto questo via vai per venire a cercarci di persona e lasciarci al sicuro, lo capiamo”

“Ma ci avreste messo troppo tempo” andò avanti Nadja “Così abbiamo fatto prima e vi abbiamo anche fatto risparmiare le forze. Per una volta, abbiamo preso la situazione in mano”

“Nadja…” si rivolse a lei Ladybug con tono triste “Mi dispiace… tua figlia…”

La donna però la interruppe “Chat mi ha già detto tutto. So che ci avete provato… e che tornerà da me una volta sconfitto Enfinithra. Per questo sono decisa ad aiutarvi!”

“Beh, come tutti noi!” si fece avanti anche Alix “Ha preso mio fratello e tanti nostri amici! Dobbiamo sconfiggerlo!”

Dragakin ormai aveva come espressione di base un enorme sorriso zannuto, cosa che avrebbe trovato impossibile da avere nel suo tempo. Sul suo volto si disegnò il sigillo della Farfalla “Molto bene, allora” dal suo petto cominciarono a fuoriuscire molteplici draghetti bianchi, che iniettò di potenziamento semplicemente sfiorandoli “Siete tutti d’accordo ad aiutarci nello scontro?”

Una risposta positiva generale ed i draghi akuma del ragazzo si fiondarono dentro ad oggetti importanti per ognuno di loro, potenziando chiunque fosse presente. Quelli che non conosceva o di cui non gli aveva mai parlato nessuno, semplicemente li unì in un unico Agglomerabbia, creandone uno talmente grosso che per uscire di li avrebbe dovuto distruggere per forza l’hotel

“Va bene, ragazzi” disse a lavoro terminato “Adesso direi che ci siamo. Enfinithra ha il suo esercito di schiavi, forse persino più forti di noi… ma a differenza loro, noi combattiamo perché la cosa giusta! Scendiamo in campo per le persone a cui vogliamo bene, non per egoismo!”

Ladybug da lì prese la parola “Il vostro compito sarà di tenere occupati o immobilizzare quanti più avversari potrete! Noi vi daremo una mano finché potremo, ma il nostro obiettivo principale è Enfinithra! Tenete al sicuro gli oggetti con dentro il potenziamento, loro non possono essere riportati alla normalità, ma voi si. Restate tutti uniti e non lasciate nessuno indietro, perché la vittoria non sarà la stessa se alla fine non saremo tutti assieme!”

“Quindi, preparatevi tutti e siate pronti allo scontro!” andò avanti Chat Noir “Ed anche se sarete contro persone che conoscete ed a cui volete bene… ricordatevi che li state affrontando proprio per salvarli! Non risparmiatevi e non trattenetevi! Solo così li salveremo!”

“Parigi non cadrà, ne oggi ne mai!” ruggì Dragakin, alzando un pugno e spalancando le ali “Papillon ha le ore contate!”

La gente si infervorò ascoltando le parole dei tre Wielder. Persino quelle di Dragakin, che non conoscevano ma che sentivano dalla loro parte tanto quanto gli altri. Ma come effettivamente sarebbe andato quello scontro, soltanto il tempo lo avrebbe deciso. Il mezzo drago, in attesa di mettersi in viaggio, si ritrasformò in AJ ed andò a prendere uno dei macaron di Ladybug per darlo a Shivihs. Non ne aveva bisogno, ma la sicurezza non era mai troppa

Nel frattempo, si mise ad osservare tutte le persone che si erano riunite lì. Alcuni li aveva imparati a conoscere, altri li aveva persi quando quando erano piccoli ed altri ancora non li aveva mai conosciuti di persona. Ma in tutti vedeva di nuovo lo spirito di gruppo e l’unione che aleggiava da sempre nel rifugio del suo tempo. Gli altri Wielder si avvicinarono a lui per mettersi al suo fianco, anche loro in attesa dell’inizio di tutto

“Voi siete sicuri che non volete essere potenziati?” gli chiese ancora una volta, dopo che glielo aveva già proposto

“Te lo ripetiamo, no” rispiegò Ladybug “Se vogliamo che Enfinithra non tiri fuori brutte sorprese all’ultimo momento, dobbiamo essere vulnerabili ai raggi delle sue ali, altrimenti non sappiamo in che modo cercherà di combatterci”

Il ragazzo le diede una pacca sulla schiena appena sopra le ali “Ci ho provato. Purtroppo però capisco cosa vuoi dire… meglio rischiare in questo modo, piuttosto che fargli fare qualcosa che non sappiamo come funzioni”

“Ancora però c’è un problema in tutto questo” disse Chat, sollevando la questione “Contro gli akumizzati se la vedranno i potenziati dalla nostra parte, va bene, ma ancora non sappiamo in che modo raggiungere Enfinithra. Tanto più che adesso sarà molto più forte di prima. Sarà molto difficile piazzargli il Cataclisma sulla Spilla”

“Di quello non devi preoccuparti” lo tranquillizzò ancora il moro, includendo anche Ladybug nel discorso “Anche se i Miraculous sono normalmente indistruttibili, noi tre siamo in grado di farli a pezzi anche senza Cataclisma. Abbiamo la forza necessaria per farlo. Però si, credo sarà difficile per uno di noi riuscire a raggiungerlo…”

La coccinella sospirò “Credo sia giunto il momento. Speriamo non esca solo lo Spadone…” si alzò in piedi e materializzò uno yo-yo per ruotarlo sopra la sua testa e pronunciò la formula magica “Lucky Charm!”

A differenza di quello che si aspettava, trovò molte scelte disponibili. Ma la cosa che la preoccupò era che nessuna di esse li faceva vedere vittoriosi dopo lo scontro, tutto ciò che vedeva era lei assieme ad uno di loro o più che si trovava faccia a faccia con Enfinithra. Una scelta in particolare, però, stuzzicò il suo interesse ed il suo istinto. Si trattava di tre paia di guanti di diverse misure, uno più grande dell’altro, con la misura più piccola che le entrava perfettamente. Li materializzò e sorrise

“Allora? Come ci permetteranno di vincere questi?” gli chiese AJ, vedendola però scuotere la testa

“Non l’ho visto. Il Lucky Charm mi ha solo permesso di capire come combattere contro di lui… non c’era una singola scelta che mi facesse capire come sarebbe andata dopo”

“Aspetta, davvero?” si chiese praticamente da solo il ragazzo

“È uno scontro molto difficile” ipotizzò la piccola Tikki “Ci vorrà più della fortuna, per uscirne. Persino più di quella di Ladybug”

Il viaggiatore del tempo roteò gli occhi al cielo sospirando “Che cavolo… persino la sorte ci si mette, in un momento come questo”

“Forse” andò avanti la corvina, cercando in giro qualcosa che si illuminasse, senza vedere nulla però. In compenso, Chat sembrò stranamente attirare in parte la sua attenzione ”Ma questi… semplicemente sentivo che fossero la scelta migliore…”

“Quindi sei andata ad istinto!” capì Plagg nel sentirla dire così “Sicura che sia una buona idea?”

“Io… forse, non lo so…” biascicò lei in risposta. Era vero, era stata guidata dall’istinto, ma forse in una situazione del genere sarebbe stato meglio fermarsi e ragionare tutti assieme, aspettare, insomma fare qualsiasi altra cosa. Chat si alzò in piedi con un’ara contrariata, facendole quasi pensare che volesse giustamente rimproverarla, ma al contrario se la prese con l’amico Kwami

“Non cominciare, Plagg!” lo rimproverò il gatto nero “Ci siamo sempre fidati di Ladybug e del suo istinto! Se ha scelto di usare quelli, un motivo ci sarà di sicuro” si rivolse poi alla coccinella “Non preoccuparti, Milady. Hai sempre fatto la scelta giusta… stavolta, non sarà certo da meno!”

La ragazza tirò un sospiro di sollievo, nel sapere di avere Chat dalla sua parte a sostenerla. A volte poteva sembrare che lo facesse a prescindere per ciò che provava per lei, ma Ladybug sapeva che quella fiducia che riponeva in lei era autentica, non guidata ciecamente dai sentimenti. Adesso, però, le restava solo da capire in che modo quegli oggetti la avrebbero aiutata a ribaltare le sorti della battaglia in loro favore

 

Ormai il sole era al tramonto. Tutti erano preparati e pronti a lottare. Dragakin, in testa all’enorme gruppo, si innalzò in volo raggiungendo la cima della Tour Eiffel. Una volta in cima, inspirò profondamente e lanciò all’aria un potentissimo ruggito, in modo da essere notato da chiunque potesse essere nella deserta Parigi. Ormai, infatti, non era più rimasto nessuna persona in città, o per lo meno erano tutti schierati da un lato dello scontro

Enfinithra non si fece attendere molto. Dai tetti della città, si avvicinarono rapidamente le ali dell’uomo, fermandosi appena prima della piazza. Sembrava piuttosto spossato, come se sentisse un peso gravargli sulle spalle. Dragakin scese al piano pavimentato più alto della struttura ed a lui si affiancarono anche il resto dei compagni Wielder. Enfinithra, invece, si fermo e lo fissò storto “Avete smesso di fuggire, vedo”

“Vogliamo solo finirla con questa storia!” gli rispose Ladybug, passando avanti a tutti “Papillon, per favore, sei ancora in tempo per fermarti! Sai di essere al limite!”

“Si… forse è così…” replicò, scuotendo la testa per riprendersi dalla vista annebbiata “Ma posso reggere ancora per un po'. E presto, i vostri Miraculous saranno miei!”

“Vedo che non vuoi proprio ragionare…” disse la ragazza a lui, ma più per convincere se stessa che dovevano combattere che per altro

Chat sembrava essere piuttosto nervoso invece, cosa che il mezzo drago notò subito “Tutto a posto?”

“Si…” gli sussurrò lui “Prima questa storia finisce, prima capirò dove sia mia madre e cosa c’entri con questa storia. Sono un po impaziente”

“Ah, certo…” bisbigliò in risposta “Sono sicuro che verrà fuori. Ma per ora dobbiamo concentrarci su di lui” alzò poi la voce per parlare al nemico “Ascolta, Papillon! Ti voglio dare un’ultima possibilità! Consegnaci il tuo Miraculous ed evitiamo tutto questo! Davvero, non puoi capire quello che stiamo rischiando”

“Ho bisogno di ancora un po' di tempo…” disse, ignorandolo completamente “Nel frattempo, penso che potrete vedervela con loro. Divertitevi…”

Alle sue parole, il sigillo della farfalla si creò sul suo volto e si fecero avanti distruggendo gli edifici vicini a loro tutti i suoi Akumizzati. Alla sua schiera si erano aggiunti altri Agglomerabbia formati da tante persone da lui mai corrotte, Cuore di Pietra, Risposta, Piantagrane, Inverso e molti altri sfortunati caduti vittima del suo dominio. Ma anche sul volto di Dragakin si creò il medesimo sigillo, così da comunicare con tutti coloro che aveva potenziato

“Avanti, ragazzi. È il momento!”

Anche l’armata schierata dalla loro parte iniziò a farsi avanti, in modo più pacato e controllato, ma egualmente combattiva e pronta a gettarsi in battaglia. Chat Noir e Dragakin si portarono entrambi davanti a tutti, gettando al vento un poderoso ruggito bestiale, seguito immediatamente da delle grida guerrigliere di tutti i propri alleati. E così, la grande battaglia ebbe inizio

Enfinithra, con un solo battito d’ali, si portò alle spalle di tutti i propri servitori, che iniziarono ad avanzare inesorabilmente. Il mezzo drago invece fu il primo a lanciarsi dall’altro lato, buttandosi giù dalla torre per spalancare le ali e mettersi in testa a tutti. Anche se il loro obiettivo era la gigantesca farfalla, non potevano certo buttarsi su di lui con tutta quella gente a fargli da scudo, neanche volando contando tutte le persone che potevano sbarrargli la strada. In seguito a lui, anche i restanti cinque Wielder saltarono giù per raggiungerlo, arrestando la caduta ognuno come poteva. Ladybug, potendo volare, riuscì a raggiungerlo

“Io mi occupo di quelli grossi!” gli disse il dragonide “Voi pensate a farvi strada! Non potremo farli tornare normali, ma possiamo abbatterli per qualche minuto!”

“Ricevuto!” rispose, virando per tornare in mezzo al gruppo e guidare lei l’esercito

Dragakin puntò dritto ai colossi akumizzati, girandogli intorno per infastidirli e cercando di allontanarli dal campo di battaglia. Effettivamente funzionò, l’unico inconveniente fu che venne circondato da tutti quanti i gargantueschi nemici, compresi i due Agglomerabbia più grossi. Analizzò la situazione con calma, restando in guardia e parlando ad alta voce per mettere al corrente anche Nooroo

“Gamer, Robostus e Gorizilla so come occuparmene. Cuore di Pietra, Gigantitan e Gelatone invece so solo come combattono… e gli Agglomerabbia non so quanta forza abbiano” le scaglie sulla sua schiena si drizzarono e gli occhi si strinsero al limite del possibile “Ma li farò tutti a pezzi!”

“Vedo se riesco anche solo a rallentarli!” gli disse il piccolo Kwami, cercando di intrufolarsi nella magia di Enfinithra. Ma Dragakin non poteva aspettare

Uno degli Agglomerabbia cercò di colpirlo con un uppercut a sorpresa, che però evitò agilmente semplicemente spostandosi. La cosa buona di quei potenziati era che più grossi diventavano, più lenti si facevano. La stessa cosa però non valeva per tutti gli altri, infatti evitando quel singolo colpo dovette fare i conti con un secondo attacco lanciato dai cannoni di Gamer, che lo costrinsero a pararsi con le braccia per difendersi. Mentre ancora in guardia, le sue fauci cominciarono a sbuffare fumo per la quantità di fiamme che stava accumulando. Persino il suo petto iniziò a gonfiarsi, aumentando leggermente di volume, fino a quando alzò la testa e sparò verso il cielo diversi lapilli incandescenti, creando una vera e propria pioggia infernale per costringerli a battere un minimo in ritirata. Gelatone, più di tutti, sembrò soffrirne, perciò sarebbe stato lui il suo primo obiettivo. D’altronde, quale avversario peggiore esisteva per un uomo di neve di un drago sputa fuoco? Ed infatti, il mezzo drago aprì le fauci e cominciò a sputare una piccola quantità di fuoco, non per essere lanciata ma proprio per circondarsi le zanne di fiamme bollenti. E con queste, affondò la testa dentro al corpo di gelato del nemico, in modo da perforarlo a morsi. Sapeva che il gelataio Andrè era li dentro, infatti non voleva bucarlo da parte a parte, ma semplicemente rendergli la vita complicata facendosi strada come una talpa dentro al suo corpo ghiacciato. Girò ovunque, così da eliminare gran parte della sua stazza e lasciarlo a sciogliere. Ora che era riscaldato ed a pezzi, sarebbe stato difficile per lui riprendersi in fretta, perciò Dragakin poté concentrarsi meglio sui restanti avversari una volta uscito di lì

Il resto delle armate, allo stesso tempo, erano già entrate nel vivo dello scontro. Le Saporette erano un problema più grave di quanto pensassero, infatti molto dell’esercito era formato da loro piccoli cloni. Ma era per questo che alleati come Darkblade, Zombacino e Reflekta erano tanto utili. Sia il cavaliere nero che le due giovani donne si accinsero subito a creare dei buchi nella formazione dei piccoli demoni, il primo sferzandoli con la propria arma per trasformarli in cavalieri al suo comando, la seconda spedendo baci magici per rivoltarle le une contro le altri e l’ultima sfiorandole per renderle identiche a lei, senza più l’agilità o il potere di sdoppiarsi. Chi invece sfuggiva al loro controllo veniva spedito in un’altra dimensione dalla macchina fotografica di Digital

La situazione per la minuscola armata sembrava essere al limite, ma mentre il cavaliere nero continuava a collezionare aiutanti, si voltò istintivamente parare un pericoloso affondo di Risposta. Semplicemente guardandosi, iniziarono uno scontro tra spadaccini che scosse il campo di battaglia dalla potenza dei colpi di entrambi i guerrieri. Ma nonostante quello, i cavalieri e gli zombificati sembravano tenere comunque botta arrivati a quel punto. Zombacino fece quindi cenno a Reflekta di andare ad aiutare gli altri, ma voltandosi verso di lei notò che aveva parecchie difficoltà. Era infatti impegnata a schivare i fulmini scatenati da Tempestosa. Persino Digital andò incontro alle prime difficoltà, affrontando l’unico avversario contro cui non poteva nulla. Sembrava infatti che stesse semplicemente cercando di sferrare calci e pugni all’aria, ma in realtà stava provando a colpire Invisibile, senza in realtà molto successo. Alla fine la donna era rimasta l’unica che poteva cercare di contenere il mostruoso dilagare delle Saporette, rendendole impossibile andare ad aiutare il resto dei compagni, ed anche se aveva già ricevuto parecchio aiuto sarebbe stato complicato per lei tenere a bada il loro incessante moltiplicarsi. Si preparò ad un duro scontro, quando in suo soccorso arrivò immediatamente Anansi, pronta a tenere a bada le sue sorelline minori, tantissime ma non abbastanza per impensierirla. Si scrocchiò le nocche di tutte le braccia e cominciò a distribuire botte e ragnatele ovunque attorno a lei, con il supporto della zombieficatrice per rivoltare quante più sosia possibili le une contro le altre

Gli Wielder, per essere il più d’aiuto possibile, decisero che si sarebbero occupati loro degli Agglomerabbia che non stavano attaccando Dragakin. Questo perché non conoscevano la loro forza e preferivano far affrontare agli alleati potenziati dei nemici che sapevano come combattere e di cosa fossero capaci. E probabilmente era stata l’idea migliore. Il più piccolo degli Agglomerabbia, quello formato dai bambini dell’asilo, riuscì a sradicare senza problemi un palo della luce per utilizzarlo come randello, costringendo tutti e cinque ad allontanarsi. Papillon aveva purtroppo deciso di puntare al numero, ed a differenza loro che ne avevano solo uno dalla propria parte, lui ne aveva formati una decina. Ma seppure con una forza limitata, erano tutti ugualmente pericolosi. Queen B e Ladybug, però, erano avvantaggiate contro quegli avversari potendoli colpire dalla distanza con yo-yo e trottola, ed iniziarono a tempestarli di colpi riuscendoli a sbaragliare senza troppi problemi. Ma semplicemente buttarli a terra non era abbastanza per sconfiggerli, infatti si rialzarono in fretta per tornare a combattere. Carapace, d’altro canto, non aveva uno scudo solo per estetica e riuscì a parare metà di loro in un unico colpo, difendendo le due ragazze loro bersaglio. Con tutti quei nemici bloccati dalla sua parata, Chat Noir e rena Rouge ebbero campo libero per colpirli. Si concentrarono su solo uno di loro e gli saltarono entrambi addosso con flauto ed artigli, colpendolo dritto al collo e mandandolo fuori combattimento senza respiro. Ma adesso, dovevano occuparsi del resto di loro

Il resto delle due armate si scontrò sfruttando al massimo i loro poteri. Rogercop sarebbe dovuto essere dalla parte degli eroi, se non fosse stato per Burattinaia, che lo controllava tramite il suo bambolotto. Regina delle Notizie, però, era li per intervenire ed impedire alla figlia di farsi del male per colpa di qualcun altro. Se doveva essere fermata, sarebbe stata lei a farlo. Comandò i suoi droni in modo che afferrassero sia quella che il resto delle bambole tra le mani della piccola, diventando però a quel punto lei stessa l’obiettivo della bambina. E nonostante la stazza ridotta, era abbastanza forte da poterla combattere fisicamente. Regina delle Notizie allora decise che sarebbe stata d’aiuto al gruppo tenendo distante i poteri di Burattinaia, mantenendola occupata in quel modo. Ora che Rogercop era libero, si mise a fianco di Malediktor, Mr. Piccione ed il Gufo Oscuro per combattere contro Faraone, Dark Cupido, Dessinateur e Simon Dice. Il poliziotto si prese la briga di tenere occupato l’oscuro agente dell’amore, immune alle sue frecce grazie alla spessissima armatura, ma utile solo a fargli da bersaglio in quanto troppo veloce e sfuggente per i suoi laser o per i suoi ordini. Il sindaco e l’ipnotizzatore si scontrarono a suon di ipnosi e bolle di controllo, contrastandosi l’uno con l’altro per evitare che le rispettive menti crollassero sotto il dominio opposto. L'artista dovette dare fondo a tutte le sue capacità pur di fare qualcosa, ma qualsiasi cosa provase a disegnare, gli veniva all'istante portato via dai volatili sotto controllo del loro comandante, anche se non sembravano essere abbastanza per riuscire a portargli via la penna, ogni volta che gli si avvicinavano lui creava qualche sorta di difesa per impedirglielo. Infine, il supereroe oscuro era invece perfetto per contrastare le molteplici forme dell’avatar egizio grazie ai suoi mille congegni tecnologici

Più in là, Frozer stava avendo parecchie difficoltà ad affrontare un avversario tanto sfuggente come Piantagrane. Cercava di ferirla con le lame dei suoi pattini, ma ogni volta lei semplicemente si rendeva intangibile e rischiava persino di sfilargli le sue armi e la sede del suo potenziamento. E quando alla fine riuscì a bloccarlo ed a stringergli una delle calzature che per lei si mise male. Infatti, il pattinatore cominciò a far scaturire ghiaccio ed a congelarle l’intero braccio. Dolorante ed intenta a cercare di liberarsi, quello era il momento migliore per colpirla, ma l’assalto di Frozer venne arrestato da un’ondata d’acqua devastante causata da Sirena, intenzionata ad annegare il pattinatore. Non poteva neanche congelare tutto o si sarebbe ritrovato anche lui stesso sotto zero. Per sua fortuna, però, non era da solo. Il Mimo per primo intervenì ad aiutarlo, creando una gigantesca vasca invisibile nella quale bloccò tutta l’acqua, Sirena compresa. In seguito, catapultandosi dal cielo dopo essere andata a prendere la sua arma, arrivò anche Capitan Hardock a bordo della sua nave, saltata fino a lì dal fiume in cui era parcheggiata. Con un enorme tonfo, si buttò nella piscina invisibile ed iniziò a trafficare con le corde a bordo dell’imbarcazione. Afferrò Frozer per aiutarlo ad uscire da lì e portarlo a bordo, mentre il resto delle cime si prodigò ad attaccare la donna pesce, cercando di stritolarla. Ma alla fine neanche lei era da sola. Animan, dal cielo come pterodattilo, si gettò dentro alla piscina per darle man forte, trasformandosi in uno squalo per lacerare le funi che la imprigionavano ed iniziando assieme ad attaccare la nave della piratessa

Il Mimo sarebbe voluto intervenire ancora, ma adesso era lui che doveva vedersela con Piantagrane. E non era più da sola, a darle una mano erano appena arrivate anche Inverso e Principessa Fragranza. Ad un solo akumizzato poteva anche tenergli testa, ma contro quei tre poté solo materializzare uno scudo a tartaruga per difendersi dal triplo assalto. Vedendolo in pericolo, arrivarono subito in suo soccorso Chitarrik con annesso drago coccodrillo, che le costrinsero ad allontanarsi dal compagno facendogli sputare fuoco e suonando il suo letale assolo sismico. Loro potevano tenere occupati sia l’assistente che il ragazzo bicolore, mentre il Mimo avrebbe combattuto contro la signora dei profumi, fingendo di avere una maschera sul volto per non respirare il suo profumo di controllo

Ma tra i tanti nemici che non avevano considerato, uno in particolare era molto problematico. Il Bambino-Sabbia, con i suoi incubi, stava mettendo alle strette sia Chronogirl che Frightningale, entrambe impossibilitate a fare qualsiasi cosa proprio per colpa degli orrori che gli stava facendo combattere il piccolo ragazzo, in quel caso un orologio gigante che rischiava di schiacciare la pattinatrice ed un danzatore zombie che impediva alla ballerina di andarsene per colpa delle sue ingombranti mosse di danza. La presenza di Impostore, inoltre stava dando non pochi problemi aggiuntivi. Anche se non poteva usare il Cataclisma, per il resto era del tutto identico al normale Chat, con la sua forza ed agilità fuori dal comune. Ma dato che normalmente il fuoco si combatte con il fuoco, anche l’orrore si sarebbe combattuto con l’orrore. Horrificator, infatti, si stava già nutrendo della paura scaturita dalle due ragazze per dar loro una mano, crescendo abbastanza da scacciare sia lo zombie che l’orologio con una semplice codata. Finalmente libera, Frightningale scagliò un raggio energetico addosso al piccolo portatore di sabbia magica, costringendolo a ballare per non essere pietrificato ma impedendogli allo stesso tempo di spargere la sua magia. La pattinatrice temporale, invece, rimase ad occuparsi del falso Chat adesso che poteva essere libera di concentrarsi su di lui. Non sarebbe mai riuscita a prenderlo, anche perché non voleva farlo sparire, ma lo avrebbe costretto a concentrarsi a sua volta su di lei proprio per evitare che provasse a fare qualsiasi altra cosa. Ora che erano tutti impegnati o fuori dai giochi, Horrificator e Frightningale poterono focalizzarsi su quello che era l’obiettivo principale, ossia permettere agli Wielder di combattere contro Enfinithra

Dragakin stava iniziando ad accusare il combattimento. Anche se combattere contro i giganti gli era diventato naturale a causa degli allenamenti con Gorizilla e compagnia, uno scontro contro così tanti colossi iniziava a risultare stancante. Anche riuscendo ad abbattere più volte Gelatone, l’ammasso di gelato si riformava ogni volta, e contro gli altri non aveva una singola finestra di possibilità per colpirli. Come evitava un colpo da parte loro, subito era costretto ad evitarne un altro, impossibilitandolo in tutto. Mentre cercava una soluzione al problema, si prodigò per schivare un ulteriore colpo perpetrato da Cuore di Pietra. Ma stavolta, il suo pugno non era diretto a lui, ma andò a schiantarsi contro Gorizilla con sua profonda sorpresa. Subito non capì cosa stesse succedendo, gli sembrò solo che il golem di roccia fosse semplicemente passato senza motivo dalla sua parte. Solo dopo si spiegò cosa fosse successo. Nonostante la sua ridottissima statura, il piccolo Orsaccio era riuscito a prendere il controllo di Cuore di Pietra, ed adesso lo stava manovrando per aiutarlo nel combattimento. Ed anche Horrificator, data la sua nuova stazza, assieme all’Agglomerabbia alleato poterono intervenire a combattere l’altro enorme nemico dai molteplici arti ed a Gigantitan. L’orrendo mostro decise di occuparsi del bambino gigante, così da spaventarlo durante la lotta per mantenere la sua stazza. L’Agglomerabbia, invece, si occupò del suo sosia con cui condivideva la forza fisica, in quanto erano composti da più o meno lo stesso numero di persone. Dragakin in quel modo rimase libero da quattro degli avversari, così che potesse vedersela molto più agilmente. Robostus e Gamer gli sferrarono entrambi un solo pugno, ma stavolta era molto più motivato e deciso ad abbatterli. Bloccò entrambi i diretti con una mano sola a braccia incrociate, così da farli schiantare l’uno contro l’altro allargandole per distruggere il robot di Gamer. Con soltanto Robostus rimasto, stavolta non ci andò leggero come aveva fatto la prima volta. Inspirò aria nei polmoni e sputò una violentissima scarica fiammeggiante, avvolgendolo di calore ed iniziando a sciogliere e fondere i rottami di cui il suo corpo era composto. Il robot era in grado di controllare le macchine, ma non poteva fare nulla se quelle erano ridotte in quel modo. Dopo un lungo combattimento, poté finalmente atterrare e terminare il lavoro. Afferrò Gamer per il collo e ghignò, quasi come se stesse per mangiarlo vivo, ma non era quella la sua intenzione

“Orsaccio!” gridò per far girare Cuore di pietra “Tuo!”

Con un singolo lancio scaraventò il ragazzo digitale tra le mani del colosso roccioso. Orsaccio glielo fece stringere ed iniziò a colpire Gorizilla, di cui si stava gia' occupando, con il pugno contenente proprio Gamer, in modo da renderlo inerme. I colossi erano a posto adesso, ma prima di allontanarsi da lì, venne investito da una scarica di vento congelante dritta da Gelatone, intento a ricostruirsi. Rischiò quasi di trasformarsi in una statua di ghiaccio, ma fu abbastanza rapido da contrastare con una fiammata dalle fauci, sia per bloccare l’assalto e sia per sciogliersi. Le sue fiamme si fecero sempre più divampanti, fino a quando non avvolsero completamente il corpo al gelato del nemico, lasciandolo intrappolato in un recinto rovente dal quale non sarebbe riuscito a liberarsi facilmente, continuando a sciogliersi per il calore. Adesso che aveva veramente finito, lasciò gli alleati a vedersela contro gli altri colossi per mandare avanti il loro piano

Gli altri Wielder invece erano ancora occupati con i restanti Agglomerabbia. Ma era completamente inutile combatterli, ogni volta che ne abbattevano uno, quello si rialzava avendo preso anche la resistenza fisica da tutti coloro che erano formati. Stavano cercando altri modi di abbatterli senza utilizzare i poteri di carapace, Queen B e Rena, che gli sarebbero serviti dopo. A dargli una mano arrivò proprio Frightningale, intromettendosi tra loro ed i nemici puntandogli contro il suo microfono magico. Con una serie di raggi, andò a colpire tutti i nemici uno dopo l’altro, costringendoli anche a loro alla danza per evitare di essere ridotti a statue. Sembrava essere tutto a posto, però dopo pochi secondo le sue vittime iniziarono a fermarsi senza alcuna conseguenza. Il fatto che ci mettessero un po' di tempo però era sufficiente. La giovane fece cenno agli Wielder di proseguire ed andò avanti a tempestare di colpi magici tutti gli Agglomerabbia, impedendogli di seguirli

Dragakin, adesso che avevano campo libero, si unì nuovamente agli altri super, puntando dritti ad Enfinithra. Davanti a loro, però, si pararono altri due Agglomerabbia colossali, che non avevano ancora mai visto prima

“Cosa?!” esclamò il mezzo drago nel vederli “Dannazione, se ne era tenuti alcuni da parte!”

Subito vomitò una lingua di fuoco per colpirli, ma in qualche modo riuscirono ad evitarla molto agilmente con un semplice movimento delle gambe, facendolo preoccupare. Era la prima volta che vedeva un Agglomerabbia tanto agile. Gli altri Wielder si posizionarono al suo fianco per dargli man forte a superare quell’ennesimo ostacolo, tutti eccetto Rena, che rimase ad osservarli fortemente dubbiosa

“Aspettate… questi… questi non sono reali!” esclamò osservandoli con attenzione “Sono delle illusioni! Non posso sbagliarmi!”

“… illusioni?” realizzò Ladybug, ricordando un nemico che ancora non avevano neanche visto “Allora è Volpina!”

“Tsk…” schioccò la lingua Dragakin, impugnando i nunchaku “Non importa dove o quando, quella lì deve sempre darci problemi!”

“Rena, pensi di poter fare qualcosa?” gli chiese Chat, cercando un modo di uscire da quella situazione “Anche se sono solo illusioni, Volpina è per forza nei paraggi, ci renderà la vita impossibile!”

La ragazza volpe fece subito un tentativo con l’unica cosa che le venne in mente di fare. Iniziò a suonare il suo flauto con la melodia a cui era abituata e gli Agglomerabbia iniziarono a vacillare, diventando evanescenti

“Grande!” la sostenne Carapace “Continua così!”

Rena andò avanti a suonare, sempre più veloce e con ancora più fiato, fino a quando i nemici illusori non diventarono delle immagini a malapena visibili. Dietro di loro, finalmente, poterono vedere Volpina akumizzata impegnata a suonare a sua volta il suo strumento, sovrastata però dal modo in cui lo stava facendo la compagna Wielder. Dragakin sorrise mostrando le zanne e si gettò su di lei con uno scatto aereo, afferrandola e sollevandola per le spalle

“Sai, ci sono tante cose che potrei farti, adesso…” disse, sbuffando fumo dalle narici e con la bava alla bocca, come una bestia infuriata, stringendola con forza quasi a volerla stritolare. Sia Chat che Ladybug si preoccuparono non poco nel vederlo in quello stato, con quegli spaventosi occhi rettiliani e la squame irsute. Sembrava volesse davvero sbranarla, iracondo per tanti motivi nei suoi confronti. Ma piuttosto che strapparle la faccia a morsi, sospirò e sembrò calmarsi leggermente “Ma… non è quello che vorrebbe Ladybug. Per qualche motivo, crede che tu possa cambiare… ed in questo nuovo futuro, voglio darti la possibilità di farlo“ e dettole ciò, le sottrasse il flauto e semplicemente la scaraventò via, come aveva fatto Gamer, gettandola in mezzo alla mischia di potenziati ed akumizzati, così che non gli fosse d’intralcio e che, almeno per qualche momento, fosse senza poteri nella ressa generale

Anche Ladybug e Chat sospirarono sollevati, sorridendogli e dicendogli assieme “Ben fatto”

“È solo quello che avreste fatto voi. La cosa giusta” gli rispose, puntando lo sguardo in alto, alla posizione di Enfinithra “Adesso andiamo. Abbiano ancora una cosa, da fare”

 

In cima all’edificio più vicino della piazza, Enfinithra era ormai rivolto su se stesso, in ginocchio e con alcune strane vene in rilievo sulle gigantesche ali. Sembrava che quell’eccessivo potere lo avrebbe potuto uccidere da un momento all’altro, da quanto stava soffrendo. I sei Wielder giunsero al suo cospetto e lo videro, al limite delle forze ad un passo dalla fine

“Papillon, basta così! Questa follia deve finire!” esclamò Ladybug “Guarda come ti sei ridotto!”

“Heh… hehe…” biascicò lui in risposta “Voi… non potete capire… tutto questo… ne vale la pena…”

“No, non è vero!” esclamò Nooroo, con gli occhi lucidi dalla disperazione nel vederlo ridotto in quello stato ed uscendo allo scoperto “Tu non sei così! Sei meglio! Sei una brava persona, maledizione! Come puoi non capire che facendo in questo modo stai solo rischiando inutilmente tutto?!”

“… Nooroo…?” mormorò, vedendolo e sorridendo “Inizio… ad avere le traveggole… credo sia il caso… di finirla…”

“Su questo siamo d’accordo” rispose Dragakin, sguainando gli artigli e mettendosi in posizione “La finiremo adesso!”

Senza ulteriore attesa, il mezzo drago si scaravento in volo addosso ad Enfinithra, con le unghie affilate puntate dritto al petto dell’uomo in modo da distruggere il Miraculous

Ma nonostante la fatica accumulata, Enfinithra adesso era decisamente più potente di prima. Non dovette quasi sforzarsi, semplicemente mosse rapidamente il braccio ed afferrò al volo quello di Dragakin a poca distanza da lui, come fosse la cosa più semplice del mondo. Si rimise in piedi e lo osservò con odio “Adesso non fai più tanto il gradasso, eh?”

Dragakin sussultò nell’essere arrestato in quel modo, neanche colossi come Gorizilla erano mai riuscito a bloccare tanto facilmente un suo attacco. E non era finita lì, perché Enfinithra gli sferrò anche un violentissimo pugno al volto, mandandogli in frantumi due zanne data la potenza del colpo, scaraventandolo infine verso gli Wielder rimasti a guardare. Evitarono di farsi travolgere, anche se così facendo il mezzo drago andò a schiantarsi contro il balconcino che delimitava il tetto, non frantumandolo ma lasciando il segno del suo passaggio

Scosse la testa dopo la brutta botta e si mise anche lui a fissarlo con odio, con gli occhi iniettati di sangue mentre i denti distrutti crebbero nuovamente al loro posto. Si rimise subito in piedi e lanciò un ruggito furente contro il nemico, ardentemente desideroso di fargli pagare ciò che aveva appena fatto

Nuovamente Dragakin si gettò in volo addosso a lui, ma stavolta solo per coprire le distanze al massimo della velocità. Infatti, piuttosto che cercare un approccio diretto, si fermò a distanza di sicurezza da lui e scagliò una meteora fiammeggiante dalla bocca, stavolta costringendolo a difendersi per evitare di essere ustionato. Ma gli bastò semplicemente porre gli avambracci incrociati davanti al viso per arrestare l’avanzata dell’attacco infuocato, senza nessun’altra conseguenza, neanche i vestiti rimasero carbonizzati. Quel colpo però risultò essere un diversivo atto a nascondere che anche Chat lo aveva iniziato ad attaccare, infatti appena abbassò la guardia si ritrovò a subire una bastonata dritta sul fianco da parte dell’eroe felino, anche se non sembrò accusarla particolarmente

Dietro di lui iniziò ad arrivare tutta la cavalleria. Rena, Ladybug e Queen B utilizzarono la schiena di Chat come trampolino per avvantaggiarsi dell’altezza e posizionarsi su tre lati diversi per colpire in ogni direzione. La volpe, alla sua destra, si avventò su di lui usando il flauto come randello, ma nuovamente gli bastò utilizzare un braccio per pararlo. Stessa cosa fece Queen B alla sua sinistra, caricandolo per colpirlo con un pugno, che Enfinithra bloccò con l’altro braccio. Ora che però non ne aveva più a disposizione, Carapace gli saltò addosso frontalmente, cercando di arrivare a sottrargli la spilla, operazione resa alquanto difficile dato che comunque l’uomo aveva ancora a disposizione le gambe e la testa. Ed infatti gli sferrò una zuccata dritta sulla fronte per allontanarlo, facendogli parecchio male, ma non abbastanza per demordere. Ignorò il dolore e si gettò al collo di Enfinithra, per tenergli ferma anche quella piccola seppur strenua difesa. Dragakin e Chat, seguendo l’esempio dei compagni e vedendo cosa stava provando a fare Ladybug, gli si avvinghiarono alle gambe, per bloccargli completamente ogni movimento. Infine, la coccinella alle sue spalle si sollevò in volo di qualche metro e si lasciò precipitare appena sopra di lui, intenzionata a stenderlo con una singola tallonata in picchiata in mezzo alla testa

Ma il nemico aveva altri modi di difendersi. Le ali, nonostante sembrassero delicate come quelle di una farfalla, erano in realtà resistentissime. Le chiuse a cupola sopra di se, interrompendo la caduta della ragazza, per poi aprirle di scatto per rispedirla indietro. Con una torsione del busto poi si liberò di tutti e cinque gli oppressori, spedendoli lontani da lui senza alcuna fatica

A quel punto non gli restò che tentare una tattica di assalto a raffica. Dragakin e Chat, i primi a rimettersi in posizione, si gettarono uno alla volta ma in rapida successione addosso a lui, colpendolo con un’artigliata il gatto nero e con uno schianto di coda il drago, allontanandosi appena finito di provarci. Rena, capendo il loro modo di fare, li seguì poco dopo cercando di dargli ancora un’altra randellata con il flauto, aiutata da Ladybug ancora alle sue spalle che si avvicinò per sferrargli un pugno al volo, entrambi attacchi che parò con braccia ed ali. Carapace e Queen B rimasero a distanza, ma non senza fare nulla, bensì scagliando la trottola di lei per metterlo ancora più in difficoltà con la rapidità ed utilizzando lo scudo come fosse un frisbee distruttivo per aggiungere colpi pesanti

Tra tutti questi colpi che non accennavano a fermarsi, Enfinithra si ritrovò a sudare freddo, in quanto il ritmo degli attacchi era partito lento e scoordinato ma si faceva via via sempre più rapido e perfettamente sincronizzato per non lasciargli un secondo di respiro. Una parata di braccio, due di ali, un’altra volta di braccio, la trottola che lo colpì in faccia, un calcio di Chat ben sferrato al suo fianco ed una fiammata parata a malapena, alla fine non ce la fece più a sopportarlo e spalancò le ali con tutta la forza di cui disponeva, scatenando un’onda d’urto che allontanò tutti i suoi assalitori “Adesso basta!” esclamò, alzandosi mostruosamente di quota, fino a poter vedere praticamente tutta Parigi in una volta sola “Questa farsa è durata anche troppo!” sentì una dolorosa scossa attraversargli la schiena, che però lo fece sorridere “È il momento… sono finalmente pronto!”

Le sue colossali ali si iniziarono ad illuminare, segno che i ragazzi dovevano iniziare a disperdersi per costringerlo ad avere più bersagli. Anche se uno di loro fosse stato preso, gli altri avrebbero potuto continuare a tentare di abbatterlo. Quando fu il momento di scagliare i raggi, però, non vennero scagliati addosso a nessuno di loro. In realtà non vennero proprio scagliati. Al loro posto cominciarono ad uscire dalle ali dei globi luminosi degli stessi colori dei laser che conoscevano, che si misero ad accumularsi appena sopra Enfinithra, riunendosi in un globo ancora più grande

“Che diavolo sta facendo adesso?!” si chiese Dragakin, non capendo cosa stesse facendo

“Hehehe… siete stati degli avversari notevoli…” disse ad alta voce per farsi sentire, mentre la sfera si espandeva sempre di più “… ed anche se il vostro nuovo amico sembra immune ai miei poteri, ed abbia reso immuni anche tante persone di questa città… presto non avrà più modo di sfuggirgli…” la sfera iniziò a deformarsi “… perché tutto il mondo sarà sotto il mio controllo!”

La sfera infine assunse la forma di una farfalla splendente e la sua luminosità venne sostituita da un bagliore oscuro, come le akuma ed i draghi che lui e Dragakin utilizzavano per dare poteri alle altre persone. Nooroo sbiancò, capendo dalle sue parole quale fosse il suo piano finale

“Ha… ha accumulato abbastanza energia da riuscire ad akumizzare tutte le persone del pianeta in una sola volta!” spiegò indicando la farfalla “Se quella cosa tocca terra, tutti nel mondo saranno akumizzati! Nessuno escluso!”

Il mezzo drago osservò e realizzò con orrore a cosa avrebbe portato. In nessun modo il piccolo esercito di akumizzati che avevano messo su sarebbe potuto resistere, con tutto il mondo che sarebbe converso su di loro. Enfinithra non avrebbe dovuto più far nulla, se non aspettare l’arrivo anche solo delle popolazioni delle città vicine. Ed è così che gli venne un’illuminazione, iniziando a ragionarci solo in quel momento

“… ecco come ha fatto!” realizzò lui, rivolgendosi a Ladybug e Chat Noir “La prima volta! Deve essere così che vi ha battuti! Ha akumizzato tutto il pianeta, compresi voi, per poi costringervi a consegnargli i Miraculous!”

“E nessuno akumizzato, una volta terminato l’effetto, si sarebbe più ricordato di nulla…” constatò Ladybug “Per questo nessuno sapeva come avessimo perso!”

“Se è così, dobbiamo trovare un modo per fermarlo!” puntualizzò Chat, senza distogliere lo sguardo da lui “Dobbiamo eliminare l’akuma prima che quella cosa scoppi!”

Mentre loro ragionavano, una esile e familiare figura si scagliò in cielo, proprio nella direzione di Enfinithra. Rena aveva appena scagliato in cielo Carapace e Queen B, ed una volta a mezz’aria, la biondina aveva utilizzato lo scudo della tartaruga come ulteriore piattaforma per arrivare ancora più in su, riuscendo a raggiungere Enfinithra. A poca distanza da lui disse la magica formula di attivazione “Veleno!” per far pulsare di energia magica la sua arma. Il loro nemico al momento non si sarebbe comunque potuto muovere, ed anche riuscendo a parare l’assalto dell’ape, dovette farlo con il proprio braccio restando comunque paralizzato. Dopo essere riuscita nel suo intento, sembrò quasi essere in pericolo di caduta libera, ma aveva pensato anche quello ed utilizzò prontamente la sua arma giocattolo per appendersi ad un’antenna parabolica ed usarla come perno per dondolarsi al sicuro, di nuovo in mezzo ai compagni. I tre impegnati nella discussione sembrarono guardarla basiti, suscitandole il desiderio di strillare loro in faccia più forte di quanto già non stava per fare

“Sentite un po', voi tre, sembra davvero una storia molto interessante, ma se non vi dispiace adesso dovremmo ancora finire di occuparci di lui!”

“… si, hai ragione!” le annuì Dragakin, capendo che quei momenti poteva essere tutto fatale ed importante

Nooroo osservò il suo vecchio Wielder ed avanzò una constatazione preoccupante “È stata una bella mossa paralizzarlo, ma con tutto il potere di cui dispone non durerà a lungo!”

“Allora muoviamoci!” gli rispose Ladybug, agguerrita “Dragakin, Chat, con me!”

I due ragazzi, annuendogli, la cominciarono a seguire mentre si fiondava in cielo verso di lui. Dragakin andò in volo, mentre Chat fece come la bionda eroina ed appoggiò i piedi sullo scudo del compagno per farsi aiutare nel salto. Stavolta, con la forza di cui disponeva, sarebbe stato sufficiente

Ma anche se era fisicamente paralizzato e non poteva lanciare la colossale akuma, Enfinithra era tutt’altro che sconfitto. Le sue ali iniziarono a brillare e stavolta era chiaro che li avrebbe mitragliati di colpi. Rena e Carapace però avevano ancora da dire la loro

“Dobbiamo aiutarli!” constatò Rena, iniziando a suonare il suo flauto per poi attivare il suo potere “Miraggio!” e lanciarlo addosso ai tre compagni in volo, creando dei sosia illusori per confondere le idee ad Enfinithra

Carapace invece osservò il suo scudo e sorrise. Si mise in posizione per scaraventare la propria arma in direzione dei compagni, ed un momento prima di lanciarlo attivò anche lui il suo potere “Scudo Protettivo!” per tirare il suo riparo completo dell’armatura magica impenetrabile di cui era disposto

Enfinithra si ritrovò a sudare freddo come non credeva gli sarebbe mai potuto capitare giunti a quel punto. Iniziò a scaricare una moltitudine impressionante di laser dalle ali, sia perché la protezione della tartaruga non sembrava poter cadere e sia perché le illusioni della volpe non gli avrebbero mai permesso di capire dove fosse il vero trio

Ma la fortuna volle sorridergli, poiché lungo la traiettoria del loro volo si trovavano anche i tre eroi rimasti a terra, che non poterono far nulla per evitare la pioggia di colpi e vennero trasformati uno dopo l’altro. Quando Carapace si trasformò in Shellshock, lo Scudo protettivo venne immediatamente meno, lasciando scoperto gli eroi, che però vennero graziati per qualche altro momento dai loro sosia. Ma appena anche Rena Rouge divenne Rena Rage, il suo potere si annullò e rimasero solo loro tre visibili

Ormai mancava poco, gli erano molto vicini. Chat, per cercare di fare il più presto possibile, materializzò il proprio bastone ed attivò la sua magia “Cataclisma!” per iniettare la propria arma di potere distruttivo. Ed infine, anche la loro ultima risorsa venne meno. Nel momento in cui Queen B lasciò il posto a Wasp Queen, Enfinithra fu nuovamente libero di muoversi, e senza aspettare neanche un istante scaraventò verso la città la sua colossale fonte magica. I tre eroi erano molto vicini, ma ancora non abbastanza da raggiungerlo, finendo con l’essere investiti in pieno e restandone immersi per interi secondi

Chat Noir mutò in Dark Felix, ma a differenza degli altri tre, la sua magia era molto più potente e perdurò ancora sia addosso a lui che sul bastone. Ladybug chiuse gli occhi, preoccupata che presto sarebbe toccato a lei diventare Madame Beetle

Invece, accade l’inaspettato. Era ancora dentro alla sfera magica, ma la stessa magia che vedeva attorno a se stava provando a difenderla, schermandola. E quando si voltò verso Dragakin, vide che non era più come prima. Le sue squame stavano mutando tingendosi di un nero pece, mentre gli occhi iniziarono a colorarsi di rosso sangue

“Cosa…?!” si chiese, incredula. Chiamando il compagno “AJ!”

Nooroo gli si avvicinò, scuotendo la testa “Quello non è più AJ, né Dragakin. È Schwarzer Drache, la sua forma potenziata. Gliela diedi io molto tempo fa, nel caso in cui fosse stato necessario potenziarlo senza Shiv… anche se questo è un caso diverso”

“Non… non capisco…” si chiese lei. Ma pensandoci bene, iniziò ad intuire lentamente cosa fosse successo. E guardando verso Dark Felix, questa volta lo vide illuminarsi di rosso e nero, prima lui e poi il suo bastone. Stava per uscire dalla bolla di energia, doveva muoversi in fretta, perché non avrebbe avuto nessun’altra chance

Enfinithra osservò affaticato e soddisfatto la sua opera che si stava compiendo, ma sapeva che non era finita lì. Dragakin era risultato immune al suo potere ed immaginò che presto sarebbe sbucato da lì per attaccarlo. Si mise in guardia, pronto a ricevere l’attacco del mezzo drago. Ma quando effettivamente qualcuno sbucò dall’akuma, non fu Dragakin. Contro ogni sua previsione, vide lo sguardo determinato di Ladybug farsi avanti in volo verso di lui, restando basito e confuso. In più, anche se non lo video, teneva in mano il bastone di Chat ancora intriso di potere distruttivo. Sarebbe probabilmente stata distrutta lei stessa, se non avesse indossato uno sull’altro le tre paia di guanti che aveva materializzato con il Lucky Charm

“Tre...” disse a se stessa, mentre il primo strato di copertura per le mani andò disgregandosi. Ma la sua presa era saldissima, non avrebbe lasciato il bastone. “… due...” ripeté alla distruzione del secondo paio, vedendo che Enfinithra stava cercando di chiudere le braccia in posizione difensiva. Ma nonostante tutta la sua velocità, la sorpresa gli era stata fatale. “… uno!” non c’era più scampo. Il suo avversario poté solo vederla allungare il bastone telescopico di Chat Noir sul suo petto, caricando la sua Spilla con l’energia distruttiva del Cataclisma, mentre l’ultimo paio di guanti andava perduto nel vento, lasciandole addosso solo quelli del suo costume. A terra, la bomba akumizzante si era schiantata, ma era comunque troppo tardi. Ladybug aveva trionfato ancora una volta

“No!” gridò Papillon, nel vedere il fallimento del suo piano finale. Nooroo rimase un po' attonito nel vedere quella che era la sua casa distrutta, ma sapeva che presto le cose si sarebbero sistemate. Dalle crepe della Spilla, l’akuma fuoriuscì e si mise a volare libera

Ladybug si stabilizzò in volo e la osservo con il sorriso stampato in volto, materializzando lo yo-yo “Niente più malefatte, piccola akuma!” e, con un leggero movimento del busto, scagliarlo addosso alla farfalla adesso libera “Ladybug sconfigge il male!” per poi, infine, catturarla al suo interno “Presa!”

Bastarono pochi attimi dentro alla sua arma per eliminare da essa ogni traccia di energia potenziante e permetterle di essere nuovamente libera. Aprì il giocattolo e la salutò “Ciao ciao, farfallina!”

Enfinithra poté solo osservare senza parole il compiersi dell’irreparabile. Stringendo i denti e con la disperazione nel volto, sbatté rapidamente le ali e si allontano di lì, mentre però quelle stesse iniziarono lentamente a sgretolarsi nel vento. Ladybug rimase piuttosto sorpresa, nel vederlo allontanarsi a quel modo “Come è possibile che non sia ancora tornato normale?”

“Era sovraccarico di potere” gli spiegò Nooroo “Sia il potenziamento che la trasformazione ci metteranno un po' a sparire, con tutta l’energia che aveva accumulato”

“Allora dobbiamo inseguirlo!” esclamò lei, venendo però fermata dal Kwami

“Prima devi pensare a risolvere le cose!” gli indicò di sotto, per farle vedere che la detonazione dell’akumizzazione globale aveva avuto inizio

Lei gli fece un cenno positivo e prese i tre guanti che non aveva indossato, lanciandoli in aria per la formula finale “Miraculous Ladybug!”

Gli oggetti creati da lei in precedenza si dissolsero nell’aria, diffondendo la magia di riparazione che cominciò subito a fare il suo corso. Tutti gli akumizzati ritornarono ad essere liberi dall’influsso negativo di Enfinithra, aiutati dai potenziati di Dragakin e Nooroo a rimettersi in sesto. Ed in alcuni casi anche salvati, come il piccolo August, che persa la forma di Gigantitan venne preso al volo con delicatezza dall’Agglomerabbia buono

Tutti gli scontri nella piazza della Tour Eiffel terminarono contemporaneamente. Sarebbe stato come se non fossero mai accaduti, se chi si era appena risvegliato non si vide circondato dai potenziati, o non sapesse cosa ci faceva lì. Gli Agglomerabbia akumizzati si iniziarono a dividere i centinaia di migliaia di persone, che in pochi momenti occuparono quasi completamente la piazza parigina. Anche Dark Felix e Schwarzer Drache ritornarono ad essere Chat Noir e Dragakin, così come i compagni a terra, che ritornarono a pochi attimi prima del bombardamento laser. Il mezzo drago ci mise pochi attimi a riprendersi, in tempo per afferrare al volo il gatto nero prima che potesse precipitare. Osservò cosa era appena successo, vedendo a distanza le ali di Enfinithra allontanarsi e farsi sempre più piccole, non solo per la distanza, ma per la sua sconfitta. Ladybug gli si avvicinò per controllare come stessero

“Abbiamo vinto…” mormorò Dragakin, quando la vide stare bene. Fu questione di poco, la sua voce fragorosa e la sua mente avevano solo bisogno di pochi momenti per carburare tutto “Abbiamo vinto. ABBIAMO VINTO! WOOHOO!” Le sue grida di vittoria e la sua eccitazione erano incontenibili “Ce l’abbiamo fatta per davvero! Abbiamo sconfitto Papillon! Hahaaaa!”

Chat quasi si spaventò per i movimenti improvvisi che stava compiendo mentre lo teneva in salvo dal precipitare, causati si dall’euforia ma comunque possibilmente disastrosi per lui

“Ca-Calmati!” gli disse, tremante per gli scossoni

Ladybug gli mise le mani sulle spalle per arrestare la sua danza vittoriosa “Abbiamo ancora una cosa da fare. Dobbiamo inseguire Papillon e mettere fine a tutto”

Il mezzo drago ritornò con i piedi per terra e le annuì. Aveva ragione, Papillon avrebbe sempre potuto riprovarci, o magari inventarsi qualcos’altro di peggio. Finché aveva i mezzi per poter provare a prendere i loro Miraculous e risvegliare Akuma, era un pericolo per tutti

La coccinella alzò la voce per farsi sentire dai compagni a terra “Ragazzi! Noi inseguiamo Papillon!”

“Andate!” gli rispose Rena “Noi credo che abbiamo finito!”

“Ci stanno per scadere i poteri!” gli aggiunse Carapace, agitando il braccio “Buona fortuna!”

“Prendetelo a calci anche da parte nostra!” aggiunse Queen B. A lei non importava di restare senza poteri in pubblico, ma certo sapeva di non poterli aiutare se non li aveva “E ricordatevi che ci dovete delle spiegazioni!”

“Promesso!” replicò Ladybug, rivolgendosi al compagno drago “Andiamo!”

I due Wielder in volo, con il terzo tra le braccia del mezzo drago, si avviarono nella direzione presa da ciò che ormai stava solo rimanendo di Enfinithra. Era impossibile non riuscire a seguire le sue tracce, la scia creata dalle sue ali in decomposizione brillavano nella notte di Parigi come stelle nel cielo

 

La caccia all’uomo era iniziata. I tre Wielder non vedevano ormai più le ali di Enfinithra, troppo rimpicciolite e ridotte a randelli per essere notate, ma lo strato di brandelli non lasciava spazio all’immaginazione o al caso. Papillon era sicuramente andato in quella direzione

Dragakin cercava di rimanere calmo, non voleva fare brutta figura in quel momento, ma sarebbe facilmente scoppiato a piangere di gioia se non avesse saputo trattenersi. Lo si denotava dal suo sorriso, le labbra tremanti come se fosse proprio al limite di farlo. Ladybug gli girò uno sguardo, sorridendo per la sua espressione

“Non c’è bisogno che ti trattieni, non con noi!” gli disse capendolo “Vuoi dirci come ti senti?”

Lui, capendo di cosa parlava, scoppiò a ridere “Hahaha! Come mi sento? Mi sento alla grande! Come altro, sennò? Ce l’abbiamo fatta! Siamo riusciti a sistemare il vostro futuro! Non credo esistano abbastanza parole per esprimermi… dire che sono felice è dire poco!” terminò asciugandosi una lacrima “Abbiamo mantenuto la nostra promessa verso i ragazzi del mio tempo… ed anche io l’ho mantenuta con voi. Non potrei stare meglio, adesso. Akuma non sarà risvegliato e nessuno morirà!”

Ladybug subito sussultò nel sentire le sue parole e cercò di esprimere un suo pensiero “Ah… a proposito, io…”

“Mh? Cosa?” gli chiese, sentendo le parole biascicate dalla ragazza. Ma lei preferì non andare avanti, non in quel suo momento di euforia

“Non… no, nulla! Solo, prima di poterlo dire per certo dobbiamo prendere Papillon, tutto qua!”

“Oh, beh si, certo!” la assecondò Dragakin, annuendole “Sarà tutto a posto per davvero solo quando gli avremo preso la Spilla”

“E finalmente scopriremo chi è e cosa ha voluto per tutto questo tempo” aggiunse Chat

“Voglio proprio sapere per quale motivo qualcuno potrebbe mai tirare su un polverone simile” constato Plagg

Nooroo non disse nulla, anche perché se davvero stavano per coprire chi fosse, non immaginava neanche come si sarebbero potute evolvere le cose. Tikki si rese conto che l’amico Kwami era pensieroso, ma fraintese il motivo del suo stato d’animo “Sei ancora preoccupato che Papillon possa stare male?”

“...eh?” gli chiese, uscendo dalla catalessi pensierosa in cui si stava chiudendo “Oh, si… no, credo che ormai non sia più in pericolo… “ gli disse, senza aggiungere altro o dare spiegazioni. Semplicemente sospirò per la tensione di sapere ciò che avrebbero scoperto a breve

“Oh, comunque…” iniziò a dire Ladybug, portandosi la mano sulla schiena appena sopra le ali, per staccare e riconsegnare un regalino al suo legittimo proprietario “Questa credo sia tua” Dragakin tenne stretto Chat con un braccio solo ed allungò l’altro per riprendere la Spilla della Farfalla, osservandola soddisfatto. La corvina gli spiegò quello che aveva capito “Me l’hai attaccata prima, quando eravamo ancora al Le Grand Paris, dico bene? Con quella pacca sulla schiena” si incupì leggermente “Mi hai salvata dall’akumizzazione, ma se l’avessi tenuta tu…”

Il mezzo drago la rimise dentro ai suoi marsupi “Chat non è l’unico a fidarsi del tuo istinto, Ladybug. Sapevo che su di te sarebbe stata molto più utile che su di me”

“Infatti abbiamo battuto Enfinithra anche grazie a questo!” aggiunse il gatto nero

“Per quanto io possa sforzarmi, per quanto io ci possa provare a seguire le vostre orme, voi sarete sempre degli eroi più grandi di quanto io sarò mai”

Chat, sentendolo parlare in quel modo, si dondolò leggermente per dargli una piccola frustata con la coda e farlo smettere di parlare “Adesso ti stai sminuendo. Tu sei forte, tanto quanto noi, per certe cose forse anche più di noi. Questa battaglia sarebbe stata estremamente diversa, se non foste stati tu, Shiv e Nooroo”

“Non saprei…” disse tra se e se lui, insicuro sul dargli ragione, ma Ladybug iniziò a contare

“Vediamo… con voi tre siamo stati in grado di prepararci molto prima del dovuto, avete potenziato un sacco di persone che ci hanno aiutato, hai tenuto a bada da solo un sacco di akumizzati problematici per chiunque altro… io direi che avete fatto moltissimo” sorrise e lo guardò negli occhi. Sapeva lui come li vedeva, quando ancora erano vivi, e cercò di agire in quel modo “Forse non sarà la stessa cosa che sentirtelo dire dai noi stessi del tuo tempo… ma è come se fossi un nostro studente. E siamo fieri di te”

“Non solo noi “ aggiunse ancora Chat “Lo sarebbero tutti”. Dicendogli quelle parole, si ricordò di tutte le persone che nel suo tempo avevano riposto in lui la loro fiducia. Dragakin strinse i denti e tirò su con il naso, affaticandosi sempre di più a trattenersi e stavolta passando l’intero braccio davanti al muso per non farsi vedere in quello stato

“Co-Così non vale! Cos’è, ci provate gusto a vedermi così?!” esclamò, fingendo rabbia, ma dimostrando in realtà quanto quelle parole significassero tanto per lui

I due sorrisero, ma certo non per uno strano gusto sadico nel vederlo piangere. Erano solo sollevati nel vedere quel ragazzo finalmente felice con se stesso. Chat, però, iniziò a farsi pensieroso. La direzione presa da Enfinithra era quella che portava a casa sua, ma di certo sarebbe proseguito oltre. Forse aveva vissuto vicino al loro nemico così tanto a lungo senza saperlo

 

Enfinithra, ormai, era praticamente ritornato ad essere Papillon. Con l’ultimo sprazzo di vita delle sue ali, riuscì ad atterrare nel giardino di casa sua, totalmente nel panico per non sapere più cosa fare, ma cadde in ginocchio, stremato dallo scontro e dal potere di cui si era fatto carico

Dall’alto, lo videro atterrare nel giardino di quella specifica

“Aspettate… ma quella non è casa…” iniziò a dire Dragakin, frenandosi un attimo dopo dal dire che fosse dove viveva Chat per correggersi “… casa di… degli Agreste?”

Dapprima sembrarono farsi piuttosto confusi, quasi un po' preoccupati della cosa, ma Ladybug avanzò una teoria “Deve… deve aver solo perso tutte le energie! Si, e così è atterrato nella prima casa che ha trovato!”

“Si, ma certo!” appoggiò Chat la sua idea “Deve essere così!”

“Beh, allora direi di non fargli mettere tutto a soqquadro, non credo che apprezzerebbero!” si convinse anche Dragakin, cominciando l’atterraggio, mentre Nooroo si faceva via via sempre più teso. Ormai la verità stava venendo a galla, per quanto i ragazzi potessero non vederla

Il primo ad atterrare fu Chat, lasciato cadere dal mezzo drago per arrivare subito e fargli controllare che non provasse a fare cose stupide in casa sua, per atterrare subito dopo assieme a Ladybug. Papillon ancora cercò di allontanarsi sulle ginocchia, cercando in tutti i modi di non far capire chi era

“Come mai è ancora trasformato?” domandò la coccinella, ricevendo risposta da Nooroo

“Sta ancora smaltendo tutto il potere accumulato… si distruggerà a breve. E quando si sarà rivelato, la tua magia la riparerà” sospirò “Io… non posso fare altro che chiedere scusa a tutti voi… avrei voluto dirvelo…”

“Non serve che ti scusi” gli rispose Dragakin “Sappiamo che i Kwami non possono dire nulla sui loro Wielder, neanche degli indizi”

“… si, ma questo… è un caso molto complicato…”

la trasformazione di Papillon, finalmente, venne meno. Il Miraculous della farfalla si spezzò e cadde a terra davanti a lui, illuminandolo per ritornare normale

“No no NO!” esclamò, cercando di prenderla al volo, nonostante fosse tutto inutile. La Spilla si riformò tra le sue mani pronta per essere usate, ma Nooroo cadde a terra senza forze, incapace di mantenerlo trasformato e come lui quasi rimasto ucciso per il suo folle piano. Papillon tornò ad essere Gabriel Agreste proprio davanti a Chat

Nell’aria, calò un pesante silenzio. Il Wielder del Gatto nero passò dalla confusione allo stupore in un solo attimo, rimanendo a bocca aperta e con gli occhi sgranati per ciò che stava vedendo “… c… cosa…”. Non ci voleva e non ci poteva credere. Il loro più grande nemico, quello che avevano combattuto per così tanto tempo e che aveva gettato la città nel caos innumerevoli volte, era suo padre. Indietreggiò di qualche passo, subendo lo sguardo iracondo dell’uomo e paralizzandosi ancora di più

Alle sue spalle, Dragakin e Ladybug non erano da meno. Il padre del ragazzo di cui la coccinella era innamorata, uno dei suoi modelli di vita in fatto di moda, adesso giaceva lì, sconfitto davanti ai loro occhi “N-Non è possibile… “

“Quello… quello è… Gabriel Agreste…” mormorò il mezzo drago, scuotendo la testa, come a non volerci credere. Posò lo sguardo anche su Chat, non riuscendo a capire cosa stesse passando. Si girò anche verso Ladybug, che si era portata le mani alla bocca per lo sgomento. Quando tornò nuovamente sullo stilista, si fece vagamente infuriato “… tra tutte le persone possibili… proprio tu… sei stato tu la causa di tutto…”

Gabriel non provò a coprirsi la faccia, sperando di farli sbagliare. Non tento di scappare, non provò neanche a ritornare all’attacco. Semplicemente, strinse i denti e gli rispose a tono “Nessuno… nessuno di voi può capire!”

“Oh, io ho capito benissimo!” gli rispose Dragakin, avvicinandosi lentamente “Ho sempre sentito pareri contrastanti, su di te! Eri un padre assente, ma amorevole quando necessario, una persona riservata, ma che faceva quello che faceva per gli altri… la verità non ti meritavi una singola parola di difesa!” posò la mano sul petto e si mise a parlare ringhiando “Tutte le persone che ti volevano bene… che ti stimavano… ed era tutta una farsa. Siamo stati fortunati che tuo figlio non sia cresciuto come te!”

Chat si voltò verso di lui, avvilito, ma non gli disse nulla. Non avrebbe mai potuto fare nulla per prendere le parti di suo padre, non in una situazione del genere. Ladybug, invece, quasi cercò di dirgli qualcosa, ma per faccende simili non avrebbe potuto mettere bocca. Solo chi aveva vissuto tutta la distruzione di Akuma come AJ avrebbe capito cosa stava passando. Ed il mezzo drago non accennava neanche a volersi fermarsi

“Per colpa del tuo egoismo hai distrutto il mondo! Per uno stupido desiderio milioni di persone sono morte!”

“Ma di cosa stai parlando?” gli rispose l’uomo, facendolo solo imbestialire di più. All’inizio, Dragakin voleva trattenersi, affrontare la situazione con più calma possibile. Ma non quando dietro a tutto c’era proprio quella persona

“FAI SILENZIO!” esclamò, ad alta voce e con gli occhi iniettati di sangue “Anzi, dimmi solo questo, che cosa diavolo avresti mai potuto volere, per rischiare tutto questo?! Per mettere in pericolo tutto il mondo, compreso tuo figlio?!”

Gabriel, sentendosi dire parole che più di una volta aveva pensato di se stesso, abbassò lo sguardo “Adrien… lui… lui meritava qualcosa di meglio di me…”

“Oh, so questo non c’è alcun dubbio!” rincarò ancora il wielder dragonico

“Per questo avevo bisogno di quel desiderio… per riportarla da lui… per riportarla da noi…”

“… riportarla?” iniziò a realizzare Chat, cosa che però il padre intese solo come un invito a proseguire

“La mia Emilie… io volevo solo… riaverla indietro…” confessò infine, riuscendo ad ammutolire persino un Dragakin quasi fuori controllo “Lei ed Adrien erano tutto per me… e noi lo eravamo per lei… e quando ci ha lasciati, io non ho più saputo cosa fare… mio figlio era a pezzi ed io ero come lui. Ma volevo aiutarlo, no, dovevo aiutarlo a stare di nuovo meglio… non sarei mai stato ciò di cui aveva bisogno. Non sarei mai stato come Emilie… solo dopo venni a sapere che cosa erano in grado di fare i Miraculous…”

“Tu… volevi riportare in vita...” provò a biascicare il giovane viaggiatore temporale, rimanendo stavolta lui senza parole

“Volevi riportare indietro l’amore della tua vita… e la madre di Adrien…” finì per lui Ladybug

Chat, invece, non proferì parola. Iniziò però a sentirsi spaesato, quasi a pezzi per colpa di tutto ciò che in quel momento gli stava succedendo. Ma in quel momento, tutti e tre iniziarono a capire cosa fosse quel senso di rispetto che aveva Nooroo nei suoi confronti. Il desiderio che voleva realizzare era si per lui, ma anche e soprattuto per suo figlio, per il bene della sua famiglia

“Non importa se pensate che sono solo un egoista o un folle… so bene che nessuno può capire cosa voglia dire… essere a conoscenza di un tale potere, vederlo a portata di mano… e non vederlo mai realizzarsi, nonostante tu sappia quanto significhi per le persone che ami…”

“… sai una cosa?” si mise nuovamente a dirgli il mezzo drago, ma stavolta con tono più calmo “Io lo capisco. Lo capisco molto bene” ritornò persino umano, per parlargli in modo più diretto e sincero “Ho perso entrambi i miei genitori, molto tempo fa. Avrei sempre voluto che tornassero da me… e da poco, ho scoperto che il potere assoluto avrebbe potuto riportarmeli. Anche io so cosa si prova a poterlo fare… ma non mi sarei mai sognato di farlo. Non solo per i rischi di cui non sei neanche a conoscenza… ma anche perché utilizzare il potere assoluto è sbagliato. Sai bene anche tu che c’è un prezzo, per utilizzarlo. E non avrei mai potuto guardarli in faccia, sapendo che qualcun altro aveva pagato con la vita perché fossero lì”

“So anche io del prezzo da pagare…” gli rispose lui, guardandolo dritto negli occhi “… ma… mi è stato promesso che non sarebbe stato necessario pagarlo…”

“Ti è stato…” iniziò a dire AJ, capendo sia di chi parlasse sia perché era disposto ad arrivare fino in fondo “… ma certo. Akuma. Ti ha promesso che non avresti dovuto pagare nulla per il tuo desiderio se lo avessi aiutato con il suo…”

Gabriel sobbalzò “Co-Come fai a sapere il suo nome?!”

“Noi… noi sappiamo molte più cose di te di questa storia…” gli disse Chat, cercando di non guardarlo negli occhi. Non ne aveva la forza, non dopo tutto quello che aveva appena visto

Nooroo gli si avvicinò e gli spiegò il minimo indispensabile “Akuma, quello che ha detto di volerti aiutare… è solo un mostro. L’unica cosa che voleva era liberarsi e distruggere il mondo. Non ti avrebbe mai ridato tua moglie… ho sempre cercato di dirtelo, ma non hai mai voluto ascoltarmi…”

“E cosa potreste mai saperne, voi?!” si adirò nei confronti dei suoi nemici, facendo solo alterare il ragazzo

“Perché ci siamo stati! Io stesso ci ho vissuto per anni!“

“AJ, aspetta…” cercò di fermarlo Ladybug dal parlare, ma ormai era di nuovo partito

“No, ho intenzione di dirgli come stanno realmente le cose!” si avvicinò e lo sollevò per la giacca “Io, Shivihs e Nooroo non siamo di questo tempo. Veniamo dal futuro! Ed abbiamo visto centinaia di persone morire! Amici, innocenti… i miei genitori… tutti uccisi da Akuma! Ti sei fatto abbindolare dalle promesse di quel demone bastardo e così facendo hai condannato tutti a morte, anche tuo figlio!”

“Dal… dal futuro?” gli rispose “Non dire idiozie, questo è…”

“Impossibile?!” rispose interrompendolo “Oh, ti dirò io cosa è impossibile. Che tu non sia fermato neanche per un momento a credere agli avvertimenti del tuo Kwami, anche solo a farti venire dei dubbi! Tutto quello che importava era il tuo desiderio… ed hai finito per perdere di vista il fatto che tu hai un figlio! E che a lui importava di te, anche se tu pensavi di non essere un buon padre!”

Si fermò a fissarlo con odio per qualche momento, per poi effettivamente ricordarsi che suo figlio era lì a fianco a lui. Mollò la presa sull’uomo e si allontanò verso Ladybug, preoccupato che potesse dire qualcosa di peggio. Non poteva infierire più di così, oppure Adrien sarebbe rimasto completamente da solo. Come lui

La coccinella, in silenzio da prima, stava continuando a rimuginare su un pensiero che le martellava il cervello. Per aiutarsi a pensare, dovette chiamare i compagni “Ragazzi, potreste venire qui un secondo? Devo chiedervi una cosa… ”

Chat non le rispose. Al momento era troppo combattuto per poter fare qualsiasi cosa. AJ invece semplicemente gettò uno sguardo di sconforto verso l’uomo sconfitto, prima di andare dalla coccinella “Vengo io. Chat, tu tieni d’occhio Gabriel, per favore…”

Una volta arrivato da lei, la vide piuttosto nervosa. Ed anche lui era particolarmente scosso, ma aveva bisogno di mascherarlo il più possibile “Di che si tratta?”

“Tu… tu credi che Adrien… sapesse di tutto questo? Che suo padre è Papillon, o che cosa volesse fare con i nostri Miraculous?”

Nel sentire la domanda, il ragazzo sgranarono gli occhi e si fece agitato, ma stavolta per motivi diversi da prima. Era di sicuro una follia, ma nonostante quella certezza poterono vedere quanto Ladybug fosse seria. Stava addirittura tremando, per via dell’idea che il ragazzo di cui era innamorata potesse aver mentito per tutto quel tempo

“Santo cielo, no!” esclamò AJ in risposta, gesticolando per l’agitazione “Guarda, ti posso assicurare al cento per cento che Adrien non sa nulla di questa storia! Davvero… non è… non è il tipo!”

“… dici sul serio?” chiese lei, insistendo e guardandolo speranzosa

Il moro non dovette neanche pensarci, la risposta gli fu naturale “Te lo assicuro! E non lo dico tanto per dire o solo per farti smettere di preoccupare. Di lui ci siamo sempre potuto fidare!”

La ragazza sorrise, ma non perché fosse felice. Era un sorriso triste, dispiaciuto “… beh, sono contenta che la pensi così… ma è comunque terribile. Non oso immaginare come si sentirà, quando lo verrà a sapere. Sarà distrutto…”

AJ si voltò verso Chat e Gabriel, constatando le sue parole “Questo è molto probabile…”

“Un buon padre…” iniziò nuovamente a mormorare il signor Agreste “Non lo sono mai stato… Emilie era quella brava…” si passò le dita sugli occhi, bloccando le lacrime sul nascere “Sarei dovuto sparire io, non lei…”

Chat, nel sentirgli dire quelle parole, alzò la testa di scatto ed esclamò “Non devi neanche pensarlo! Cosa… cosa credi, che tuo figlio non ti voglia bene, nonostante tutto?!”

“Che cosa puoi saperne…” gli rispose, stavolta lui senza guardarlo negli occhi “Anzi, cosa te ne può importare… per voi sono solo un uomo che ha cercato di utilizzare un potere come quello dei Miraculous per puro interesse personale…” sospirò, stavolta non riuscendo a trattenersi ed iniziando a piangere “Il ragazzo ha ragione” “Ero così desideroso di riportare indietro Emilie da me ed Adrien, che ho quasi smesso di pensare a lui…”

Chat strinse i denti e sembrò quasi iniziare a parlare per ruggiti. Non ce la faceva a vedere suo padre in quello stato “Ma lui non ha mai smesso di pensare a te ! Di credere in te! Di sperare che un giorno saresti cambiato… che saresti diventato il padre che sperava! Quante volte lo hai lasciato da solo a cena… con solo Nathalie e la sua guardia del corpo a fargli compagnia… e quante cose gli hai impedito di fare… volevi che non andasse a scuola, che non uscisse di casa, quasi che non potesse avere amici, come a controllare la sua vita. Se fosse stato per te, lo avresti sempre tenuto al sicuro nel tuo folle modo da padre terrorizzato...”

“… ma tu, come…” iniziò a chiedergli Gabriel, non capendo come facesse a sapere cose del genere.

Chat, nonostante il cervello gli dicesse di fermarsi, il cuore glielo impediva. Gli dispiaceva venire meno ad una cosa a cui Ladybug era contraria, ma in quel momento voleva solo far capire al padre quanto si stesse sbagliando, su ciò che credeva il figlio pensasse nei suoi confronti. Non poteva e non voleva aspettare

“Ma ogni volta riprovavo ad aspettarti, perché se alla fine hai accettato di lasciarmi vivere la mia vita, di farmi andare a scuola, di vedere il film della mamma assieme e di essere più presente nella mia vita…”

“Chat… tu sei…” cominciò a comprendere Gabriel, sentendolo parlare in quel modo

Il corpo di Chat si illuminò, attirando l’attenzione di Ladybug ed AJ per la luce. I due riconobbero quell’illuminazione e sussultarono, in particolare la coccinella, che non poteva credere che lo stesse per fare. Il gatto nero annullò la trasformazione, ritornando ad essere Adrien, ed abbracciò il padre, terminando il discorso iniziato poco prima

“Allora, sapevo che prima o poi saresti diventato il miglior padre che potessi desiderare. E non c’è bisogno dei Miraculous, per questo desiderio…”

Gabriel quasi sbiancò, quando vide che uno dei due eroi che aveva combattuto fino a quel momento fosse proprio suo figlio. Reagì lentamente all’abbraccio, ma vedendo il suo ragazzo in quello stato e ripensando a tutte le sue parole, non poté che stringerlo a se a sua volta

“... Adrien… ” cercò di chiedergli, in preda allo stupore

“Si…” rispose, sapendo che voleva chiedergli se fosse davvero Chat Noir

“E lo sei sempre stato…” domandò ancora una volta

“A quanto pare…” replicò lui, un po' ironico, per provare ad alleggerire la tensione dell’uomo

“Io… l’ho sospettato, per un po, ma non pensavo… non credevo…”

“Papà” lo interruppe lui “Abbiamo avuto entrambi i nostri segreti. Ma non sono più necessari” si fece nuovamente serio “Adesso ascoltami. La mamma non c’è più. È stato terribile, ma dobbiamo affrontare la cosa ed andare avanti… ed ho sempre pensato che se c’eri tu, allora potevamo provarci insieme…”

“… ma Adrien, non ci sono mai stato per te… non sono sicuro di poter diventare la persona che desideri…”

“Troveremo un modo!” gli rispose deciso “Quello che è certo è che non voglio perderti! E neanche che tu faccia delle stupidaggini come… come tutta questa storia! Io ho te e tu hai me. Sono certo che anche la mamma vorrebbe che non ci lasciassimo andare… che andassimo avanti insieme, nonostante tutto quello che è successo! Perché siamo una famiglia, noi due!”

Gabriel sembrò guardarsi attorno, ma era solo intento a ragionare sulle parole del figlio. E dopo averci pensato per qualche momento, gli sorrise “Si… sembrano proprio cose che direbbe lei…”

Da lontano, nel frattempo, si era creato il panico. Ladybug aveva osservato per tutto il tempo l’evolversi degli eventi, dapprima rimanendo di stucco nel vedere il suo compagno ritrasformarsi davanti a tutti loro, ed in seguito anche a bocca aperta, nel vedere chi fosse in realtà

“Ma… cosa… Chat… Adrien…” iniziò a boccheggiare, non riuscendo a trovare parole adatte a descrivere cosa avesse in testa

AJ, invece, venne colto da una leggerissima isteria nervosa, iniziando a soffocare dei risolini ogni tanto nel vedere sia cosa avette fatto Adrien sia come stesse reagendo Ladybug alla cosa. Riprese il controllo solo perché vide che la ragazza al suo fianco stava per perdere la testa

“Ehm… si, Ladybug! Chat Noir in realtà… è Adrien Agreste!” gli disse, indicandolo come se stesse mostrando il premio finale di qualche show televisivo, per cercare di sdrammatizzare il più possibile

Lei però non la prese a ridere. Anzi, si voltò verso AJ con ancora in volto un espressione basita “Tu… lo sapevi… ed io ti ho detto… oh accidenti…”

“Si, si, sapevo tutto. Ma non potevo certo dirtelo! Non volevi! Mi sono anche dovuto ingegnare per dire che fossero morti sia lui che Chat nello stesso momento, pur di non fartelo capire!” si giustificò subito

“No no, hai fatto bene e… si, sai fingere molto bene, ma lui… Chat… Adrien… insomma, perché?! Perché si è ritrasformato?!”

Il moro al suo fianco passò dall’essere ironico e scherzoso ad avere un atteggiamento più serio e comprensivo “Davvero è così difficile da capire? Dimmi una cosa, se al posto di Gabriel ci fosse stato tuo padre, disperandosi e dannando se stesso per essere un pessimo genitore con te… non avresti fatto lo stesso, per fargli capire che si sbaglia?”

“I-Io… io…” provò a rispondere lei. Avrebbe voluto dirgli di no a prescindere, per tutto il problema che riguardava il sapere le rispettive identità, ma si fermò subito. Sapeva che con lui quei discorsi non attaccavano. Inoltre, non poteva negare la verità delle sue parole. Se lì adesso avessero avuto Tom, suo padre, di sicuro non sarebbe potuta restare in silenzio vedendo la sua angoscia “… no, io… probabilmente… avrei fatto la stessa cosa… però… però è Adrien, sentissimo cielo!” esclamo, ritornando a ciò che la turbava sul serio “È sempre stato Adrien… ho sempre combattuto al suo fianco, abbiamo sempre scherzato…” si imbarazzo leggermente “tutto il suo flirtare… si è persino confessato a me…” si portò le mani in faccia per la vergogna “E l’ho anche baciato!”

“Aspe-baciato?!” esclamò in risposta AJ, quasi sconvolto, per poi ricordarsi di cosa stesse parlando “Ah, ma tu intendi Dark Cupido! Beh, si, capisco che sia un po' strano…”

“Un po'?!” sbottò lei, prendendolo per il colletto

“Hey!” gli disse, quasi spaventato “È inutile che fai così! E poi sai bene che per me non è nulla di nuovo, accidenti!”

“Per te no! Per me… è… è… non lo so neanche io che cosa è!”

“Ti aiuto io!” iniziò a spiegargli, scostandosi dalla presa di ferro della giovane “Liberatorio, ecco cosa è! So che volevate mantenere tutto segreto per le persone attorno a voi. Ma adesso sapete che le condividete tutte!” poi scosse la testa per correggersi “T-Tutte tranne le famiglie, ovviamente! E poi almeno così ho una cosa in meno a cui pensare, quando parlo con voi!”

“Le… nostre famiglie?” realizzò Ladybug, tornando a vedere Adrien e Gabriel. Purtroppo sapeva che quella storia non sarebbe finita bene. E cercando di scorgere il viso del ragazzo, anche lui era piuttosto affranto dalla cosa. Il problema non era che suo padre fosse Papillon, ma che adesso avrebbe dovuto pagare per tutti i problemi causati da quando lo era diventato. E poi, c’era ancora quel problema che le solleticava la mente da prima, a cui non riusciva a smettere di pensare

Anche se un po' combattuta ed a disagio, dovette richiamare lì da loro anche il terzo compagno eroe “A… Adr… Chat, vi-vieni qui!”

Il biondo giovane, sentendo il richiamo di Ladybug, dovette scostarsi dall’uomo “Papà, devo andare un attimo via…”

Gabriel osservò per un momento Ladybug. Fino a quel momento le era sempre e solo sembrata un fastidio, un ostacolo ai suoi piani. Ma dal modo in cui il suo ragazzo la osservava, anzi, da come Chat l’aveva sempre osservata durante i loro scontri, cominciò a vederla in modo molto diverso e si preoccupò leggermente “Si, figliolo…”

Il ragazzo si rimise in piedi e si avvicinò ai due assieme a Plagg, che però prima di avviarsi gettò quella che doveva essere un’occhiataccia a Gabriel “Attento, sai? Ti tengo d’occhio!” incrociò le braccia “A me non piace come hai sempre trattato Adrien… ma se a lui sta bene di perdonarti, ti perdono anche io!”

“Ehm… va bene…?” rispose, senza in realtà sapere bene che cosa dire al riguardo, semplicemente osservando con addosso un forte senso di colpa ciò che sarebbe a breve successo a suo figlio

 

Adrien era alla resa dei conti. Lanciò solo un’occhiata ad AJ, che non provava nulla più che disagio, per come erano andate le cose. Ma sapeva che non era a lui che importava così tanto

“Milady, io…”gli disse, facendola diventare paonazza

“N-Non chiamarmi Milady! Hai… hai idea di che cosa hai fatto?! Tu…”

“Mi sono rivelato, lo so. Mi dispiace, so quanto fosse importante la segretezza per te… ma non potevo…” provò a giustificarsi, semplicemente però demoralizzandosi, ripensando a perché lo avesse fatto

“Non è per quello che sono arrabbiata… hai fatto quello che ritenevi giusto. È tuo padre, lo capisco che gli vuoi bene e che non ce la facevi a vederlo soffrire… ma comunque avresti potuto almeno avvertirmi! Dirmi di girarmi, di allontanarmi, qualcosa!”

“Se lo dici così, sembra quasi che ti infastidisca chi io sia in realtà!” gli disse, in tono ironico, ma facendo diventare lei solo ancora più rossa in viso

“No! Non è così, mi piace chi sei! Cioè, non è che tu mi piaci… cioè, si… no… AAAGH!” sbottò alla fine, non riuscendo a fare ordine nella sua testa

Adrien rimase piuttosto stranito dalla sua reazione, mentre AJ semplicemente si batté una mano sul viso, a disagio oltre ogni dire per come si stavano mettendo le cose “Va bene, sentite, mi sembra che vogliate restare da soli” si iniziò ad allontanare, stavolta andando lui verso Gabriel “Vedete di risolvere la cosa, non ce la faccio a vedervi così!”

“Questo riconferma ciò che ho detto prima…” iniziò a dire l’uomo, per farsi sentire da AJ “È palese che a mio figlio piaccia Ladybug. E con tutto quello che ho fatto, non credo vorrà saperne nulla di lui…”

Il ragazzo si voltò verso i due eroi, quasi sorridendo “Il futuro riserva sempre un sacco di sorprese. Le cose che conosco io potrebbero anche cambiare, è vero, ma non possiamo sapere se in meglio o in peggio”

“… ma… tu vieni veramente dal futuro?” riportò a galla l’argomento lui

“Vuoi dirmi che mi credi? Loro ci hanno messo un po' a capire che dicevo sul serio”

“Con i Miraculous di mezzo, immagino che tutto sia possibile. E spiegherebbe come mai Nooroo è con te… e come hai fatto ad akumizzare tutte quelle persone. Hai preso il mio Miraculous in qualche modo ed adesso è tuo”

“Potenziare, se non ti dispiace” lo corresse subito AJ “Non utilizziamo più akumizzati da quando Akuma è apparso. Scaramanzia e brutti ricordi… e comunque, ho la Spilla della Farfalla da quando ne ho memoria, visto che tu…” si interruppe, insicuro di volergli dire una cosa del genere

Ma Papillon insistette “Visto che io cosa?”

“… visto che… sei stato ucciso da Akuma” gli disse, facendolo agitare “Abbiamo ipotizzato tutti che tu sia morto per primo, dato che eri il più vicino quando si è liberato”

“A-Aspetta! Akuma mi avrebbe ucciso?!”

“Si. Tu come la maggior parte delle persone nel mondo”

“… beh, proprio la ciliegina sulla torta…” si abbatté lui ancora di più “Avrei condannato il mondo perché sono stato ingannato…”

“Akuma sapeva bene dove colpirti” lo provò a rincuorare Nooroo “Non puoi biasimarti così tanto… il tuo è un desiderio umano”

“Come? Proprio tu mi stai perdonando, tra tutti?” gli domandò incredulo “Dopo il modo in cui ti ho sempre trattato?”

“Ammetto che potevi essere più delicato o gentile… però non ho mai ignorato perché stessi facendo tutto quello. Era sbagliato, ma anche puro”

Il sorriso del piccolo Kwami fece un po' sentire meglio Gabriel, ma non ancora del tutto. Adesso aveva capito quanto tutto ciò che aveva fatto fosse stato pericoloso e insensato. Ed anche quanto lui stesso fosse stato cieco e testardo davanti a tutti gli avvertimenti che lo circondavano, allontanandosi così da suo figlio sempre di più, nonostante fossero lui ed Emilie il motivo principale che lo muovevano. Avrebbe avuto molto tempo per riflettere

 

Adrien gettò uno sguardo al padre, estremamente abbattuto “Dovremmo portarlo via di qui… consegnarlo a chi di dovere”

“Adrien…” cercò di trovare parole da dirgli Ladybug, pur sapendo che non ne avrebbe trovate

“Va bene così” sorrise lui, provando a nascondere il dispiacere “Almeno adesso non ci sarà più il caos in città. E potrò andare a trovarlo quando voglio”

“S-Si, certo…” riuscì solo a dire lei. Poi, però, si ricordò del motivo per cui lo aveva chiamato li “Ma… c’è una cosa di cui vorrei parlarti”

“Di che si tratta?”

“Prima voglio che anche tu lo senta” andò a rivolgersi alla piccola Kwami al suo fianco “Tikki, da quanto è che va avanti questa guerra con Akuma?”

“Eh? Beh… da quando lo abbiamo intrappolato nel mondo degli spiriti, millenni fa. Ha sempre cercato modi per liberarsi e noi glielo abbiamo sempre impedito”

“Quindi sono millenni che lottate per non farlo tornare… e secondo voi finirà mai questa battaglia?”

Tikki e Plagg, sentendo quella domanda, scossero la testa dispiaciuti, lasciando parlare il Kwami nero “… credo di no. All’inizio volevamo sperare che sarebbe tornato a ragionare, che con il tempo avrebbe abbandonato certe mostruose idee. Ma ci siamo resi conto che non c’era nulla da fare…”

“Mi spiace… ma se il potere assoluto è stato in grado di sigillarlo, sarebbe anche capace di… di…” prese fiato e coraggio, perché per lei ce ne voleva tanto a chiedere una cosa del genere “… di eliminarlo definitivamente?”

“Aspetta, cosa?” reagì subito Adrien alle sue parole, ma a lei interessava solo la risposta di Tikki, che sussultò nel sentirla parlare così. Da distanza, anche AJ e chi gli era attorno videro delle strane reazioni ed aguzzarono l’udito per sentire meglio

Tikki cercò di risponderle, nonostante la strana “B-Beh… io… credo di si, ma…”

“E l’Equilibrio come ha funzionato in quel caso?” gli chiese ancora, volendo arrivare al nocciolo della questione in fretta

“Beh… ecco... a dire il vero, non lo sappiamo... non ci siamo neanche mai chiesti nulla del genere, ma... aspetta un secondo” si interruppe dalla spiegazione, guardando l’amica negli occhi con preoccupazione “Ladybug, si può sapere perché mi stai chiedendo tutto questo?”

“Vedete…” iniziò a dire, guardando con dispiacere verso AJ “Questo vostro scontro… io credo che debba finire. Questa volta, Akuma è andato molto vicino al liberarsi fuori controllo. E chissà quante altre volte lo ha fatto, o quante altre lo rifarà. E se la prossima volta non ci fosse nessuno in grado di fermarlo? Se nessuno fosse più in grado di fare quello che AJ ha fatto? Il mondo verrebbe comunque distrutto, prima o poi… perché se è già successo una volta, è facile che accada di nuovo. Ma se lo fermiamo una volta per tutte, allora…”

“Aspetta un attimo!” interruppe di nuovo il discorso la Kwami rossa “Tu vorresti liberare Akuma per ucciderlo?!”

Ladybug le annuì, cercando di mostrarsi decisa nonostante la paura “Si, è… è proprio quello che voglio fare”

“Ma è una follia!” andò avanti Plagg “È troppo più forte di noi! Come speri di vincere?!”

“Beh, sempre con il potere assoluto!” spiegò subito lei, preparata a quella domanda “Nel tempo di AJ non era possibile utilizzarlo perché c’era il rischio che fosse stato corrotto da Akuma, ma non ne sono mai stati sicuri! E poi, guardate Papillon e Nooroo! Anche se il loro Miraculous era lo stessi, i loro poteri non potevano sovrapporsi l'un l'altro! Voi non siete stati corrotti da Akuma, nel nostro tempo, quindi potreste impedire che i Miraculous del futuro vengano toccati dalla corruzione, sbaglio?"

"Va bene, su questo posso darti ragione" ribattè subito la piccola "Sicuramente potremmo proteggervi, se vi donassimo per un pò parte della nostra magia, sarebbe come se i Miraculous non fossero corrotti. Ma l'Equilibrio..." cercò di ribattere, solo per essere interrotta sul nascere dalla giovane amica

"Prima di dirmi che l'Equilibrio va mantenuto, pensa bene ad una cosa. Com'è che Akuma vorrebbe usare il potere assoluto, pur sapendo dell'Equilibrio? Io credo... no, sono certa che sia perchè su di lui il potere assoluto funziona in modo diverso"

"Cosa vorresti dire?" si incuriosì la Kwami rossa alla sua affermazione

"Quando tu e Plagg lo avete intrappolato millenni fa, avreste dovuto scatenare una forza di pari potenza, ma credo tu mi possa confermare che non sia successo. Io credo che lui possa ignorare l'Equilibrio... o meglio, credo che ciò che accada a lui sia... escluso dal dover essere equilibrato. Non so come spiegarmi meglio di così... e-e potrebbe solo essere una supposizione, ma..."

"... si... capisco quello che vuoi dire..." la provò a comprendere lo spirito della creazione "... e... effettivamente... io credo tu abbia ragione!" Quando era ancora uno di noi, mentre scoprivamo i nostri poteri, più di una volta abbiamo usato il potere assoluto

"Ed ogni volta che anche lui era di mezzo nelle nostre prove" cominciò a ragionare anche il kwami nero, preso bene dal ragionamento "Non c'erano mai delle ripercussioni! Non... non posso credere di non averci mai fatto caso prima che tu ce lo dicessi... ma deve essere così!"

"Se è stato intrappolato con il potere assoluto, allora può anche… essere… eliminato!” terminò Ladybug, ancora per niente d’accordo con la sua stessa idea, ma consapevole che era l’unico modo per mettere fine a quella terribile storia

Adrien, però, la espose diversamente “… forse non è necessario arrivare a tanto. Ci avete detto che Akuma prima era un Kwami… potremmo legarlo ad un Miraculous e fare in modo che sia sempre tenuto sotto controllo!”

“Si…” iniziò a pensarci anche Plagg stesso “Sarebbe come… ehm… come tuo padre trattava Nooroo” provò a dire, sperando di non essere indelicata “Insomma, anche voi potreste fare con noi lo stesso. Non abbiamo poteri se il nostro Wielder non ce lo permette!”

“Ma come ce lo procuriamo un Miraculous senza Kwami?” pose la domanda Ladybug, a cui però ci fu facile la risposta per la piccola amica

“Sono sicura che Maestro Fu possa aiutarci! Sa molte cose sui Miraculous, potrebbe anche essere in grado di crearne uno!”

“Vale la pena tentare!” esclamò Adrien, girandosi poi verso il suo Kwami “Plagg! Vola da Maestro Fu e parlagli della nostra idea! Noi inizieremo a prepararci!”

“Credi che sia sfuggito all’akumizzazione di Enfinithra?” gli domandò per sicurezza

“È del Maestro che parliamo!” rispose Tikki al posto suo “Sicuramente avrà trovato il modo di difendersi! Sul campo di battaglia non c’era e sono certa che non si trovasse in nessun Agglomerabbia! La sua energia sarebbe stata inconfondibile!”

“… ma… siete sicuri che possa funzionare?” domandò Ladybug, quasi sollevata della soluzione alternativa, ma insicura

Adrien gli rispose sorridendo “Nel peggiore dei casi faremo quello che dobbiamo fare… ma se c’è speranza, nessuno merita di morire. Sei stata proprio tu a dirlo”

Quell’affermazione la fece sorridere a sua volta, anche se arrossendo nel guardare il volto del ragazzo. Era felice che fosse riuscito ad appoggiare la sua idea, migliorandola in quel modo. Il solo pensiero di uccidere le rivoltava lo stomaco, nonostante sapesse di cosa era capace Akuma

 

“HEY!” gridò AJ alle loro spalle, con gli occhi sgranati dopo tutto quel discorso. Li stava ascoltando in silenzio, volendo capire dove stessero andando a parare, ma adesso non poteva più stare in silenzio, non dopo quella preoccupante conclusione raggiunta dai compagni “No no no, fermi un momento! Ho capito bene? Vorreste davvero liberare Akuma?!”

“AJ, ascolta…” cominciò a spiegarsi Ladybug, sapendo che convincere lui sarebbe stata la parte più difficile “Anche tu hai sentito la storia dei Kwami. Sai che Akuma ci riproverà sicuramente, prima o poi”

“Si! E se ci proverà di nuovo, allora sarà di nuovo fermato! Noi ci siamo riusciti, alla fine!”

“Si…” si mise anche a spiegare Adrien “Ma guarda quanti morti ha causato, quanta sofferenza ha portato prima che ci riuscissimo. E poteva anche mettersi molto peggio di così!”

“Ma liberarlo è una follia! Non sono affatto d’accordo con questa idea! E se il potere assoluto non bastasse, questa volta? Oppure se scappasse prima che voi possiate finirlo?! Tutto quello che abbiamo fatto sarebbe stato del tutto inutile! Ci sono troppe cose che non sappiamo!”

“Ma qualcosa lo sappiamo” ritornò a parlargli la coccinella “Akuma non può perdere per sempre. Ed io non voglio lasciare che un mostro simile continui a minacciare la vita sulla Terra, anche se dovesse metterci altri millenni!”

“Neanche io!” la appoggiò Adrien “Se lo lasciassimo andare, prima o poi condanneremmo tutti quanti! E nessuno merita di vivere ciò che hai vissuto tu nel tuo tempo…”

“Heh…” sorrise Tikki “Siete i primi Ladybug e Chat Noir che vengono a conoscenza di che cosa combattiamo sul serio… e siete anche i primi che vogliono risolverlo alla radice”

Plagg, per una volta, mise da parte l’atteggiamento impertinente per dimostrarsi alquanto soddisfatto “Noi non ne abbiamo mai avuto il coraggio, era una decisione troppo dura da prendere fare del male uno di noi…ma con voi lo troveremo” si alzò di quota “Volo subito dal Maestro a chiedergli se può aiutarci!”

“Ma… aspetta un attimo!” cercò di fermarlo AJ, ma purtroppo il Kwami della Distruzione era già partito. Il giovane scosse la testa e cercò di ragionare, ma non gli riuscì in alcun modo “Non ci posso credere… non potete parlare sul serio! Voi… voi vi… vi…” d’improvviso sbottò, incapace di trattenersi “Vi ha dato completamente di volta il cervello?! Akuma non può essere liberato! Non può! Non possiamo combatterlo, dannazione!”

“AJ, ragiona un secondo. Il potere assoluto lo ha tenuto sigillato fino ad ora, quindi ha ancora effetto su di lui. Ed il mio istinto mi dice che questa è la cosa giusta da fare, così che nessun altro debba più essere in pericolo a causa sua”

“Saremo NOI quelli in pericolo, se lo facciamo! Cos’è che non capite?!”

“Sei tu che adesso mi sembri non capire” dovette dirgli secco Adrien per farsi capire “Sei un eroe come noi. Siamo stati scelti per difendere il mondo da mali come Akuma. Ma se non verrà sconfitto una volta per tutte, allora avremo fallito. E tutto quello per cui abbiamo lottato fino ad ora, tutto quello per cui gli Wielder hanno combattuto, sarebbe stato inutile”

Ladybug provò a convincerlo di nuovo della sua idea “Ora che sappiamo la verità, non possiamo girarci dall’altro lato e chiamare questa una vittoria… AJ, ti prego, abbiamo bisogno anche di te!”

“Potete scordarvi il mio aiuto!” insistette lui “Non ho intenzione di essere la causa della distruzione del mondo! E neanche voi dovreste volerlo!”

Ladybug sospirò. Sembrava non esserci davvero modo di smuoverlo dalla sua posizione, ma in fondo non poteva biasimarlo. Quindi, senza aggiungere altro, avanzò ed andò verso Gabriel, facendosi seguire da Adrien e passandogli di fianco, mentre lui continuava a guardali senza capire cosa stessero facendo

“Noi non vogliamo la distruzione del mondo” spiegò lei un’ultima volta “Ed è proprio per questo che adesso fermeremo Akuma definitivamente. Se non vuoi partecipare, lo capisco… però noi dobbiamo farlo” smise di parlare con lui e si rivolse ad Adrien “Andiamo”

“… vi voglio aiutare” disse facendosi coraggio Gabriel

Ladybug si voltò dubbiosa verso di lui “Parli sul serio?”

“Che tu ci creda o no, non ho mai voluto la morte di nessuno” gli rispose guardandola negli occhi “Non pensavo che Akuma volesse tutto questo. Non so bene cosa possa fare per esservi d’aiuto… ma per qualsiasi cosa, voglio poter partecipare. Certo non basterà a rimediare a tutto quello che ho fatto… ma devo fare ammenda, in qualche modo. Sono stato ingannato e non ho scusanti, capisco anche che non ti fidi, ma…”

“Papà” gli disse subito Adrien, per fermarlo dallo sproloquiare “Io ti credo. Anzi, voglio credere in te, che tu possa cambiare”

La coccinella lo guardò un po' dubbiosa, ma negli occhi dell’uomo vide un sincero pentimento, qualcosa che in Papillon non avrebbe mai potuto credere di riuscire a vedere “Facciamo così… verrai con noi, ma non ti dovrai avvicinare quando useremo il potere assoluto”

“Oh, fantastico, adesso credete pure a Papillon!” ritornò a dire AJ “Ma non vi rendete davvero conto di che rischio stiate per correre?! È qualcosa che non potete fare! E tutte le promesse che ci siamo fatti, allora?!”

“Ci siamo promessi” rispose immediatamente Ladybug, quasi iniziando a stufarsi delle reazioni del moro “Che avremmo fermato Papillon ed Akuma. Ma ancora non lo abbiamo fatto. Ma sembra che tu non lo voglia proprio capire… e mi dispiace. Avrei preferito averti vicino a noi, ma a quanto pare non è possibile… ma ti prometto che andrà tutto bene. Fidati di noi”

Quelle ultime parole fecero scattare come una molla in AJ che sembrò quasi pietrificarsi, mentre gli altri iniziarono ad avanzare verso il compimento del loro piano

“Andiamo dentro” suggerì Gabriel “L’osservatorio da dove creavo le akuma è abbastanza largo, avrete tutto lo spazio che vi serve. Ci si arriva passando dal mio ufficio”

Ladybug, Adrien, Gabriel e Tikki fecero per avviarsi dentro a casa Agreste, in modo che il risveglio avvenisse in un posto al chiuso da cui fosse più difficile scappare

“No… aspettate… non potete farlo sul serio…” cominciò a pigolare Shivihs, rimasta senza parole fino a quel momento

“È troppo pericoloso…” provò a dirgli Nooroo, ma senza successo, ed anche lui stesso insicuro delle sue parole. Capiva sia il punto di vista di AJ che quello di Ladybug ed Adrien, ma non riusciva a decidere quale fosse la scelta giusta

“… tutti i nostri amici sono morti…” cominciò a mormorare AJ “… tutte le persone che conoscevo… tutti… e voi vorreste gettare al vento i nostri sforzi in questo modo…” si mise a fissarli con astio “Io non ve lo posso permettere. È una decisione inaccettabile! Folle!” impugnò il medaglione, quasi con lacrime di collera agli occhi “Non mi importa più se siete voi o qualcun altro! Akuma non verrà liberato, fino a che ci sarò io! Shivihs, trasformami!”

Il giovane si trasformò in Dragakin, facendo voltare i quattro davanti a lui. Per Gabriel non era una cosa nuova, ma stavolta anche i tre della squadra degli eroi si ritrovarono a subire lo sguardo battagliero ed adirato del mezzo drago “Vi fermerò dal commettere un terribile sbaglio!” allungò la mano “Datemi i vostri Miraculous!”

Né Ladybug né Adrien credevano sul serio che quel ragazzo sarebbe arrivato a tanto. Eppure era proprio davanti a loro, che gli offriva la chance di arrendersi o di combatterlo. La coccinella si piazzò davanti a tutti con l’intenzione di proteggerli, ma Dragakin sapeva bene che cosa doveva fare per sconfiggerli. Si alzò di quota in modo da avere sotto tiro tutti, soprattutto Tikki e Gabriel, i più facili da abbattere. Poi materializzò il suo nunchaku e vi poggiò sopra le zanne, così da tramutare il suo getto infuocato in una pioggia di meteore, pronte ad impattare contro i suoi bersagli

Ladybug credeva che si sarebbe fermato prima, che stesse solo cercando di intimorirli, ma quell’attacco era seriamente pericoloso. Materializzò uno yo-yo per mano e cominciò a farli ruotare, così da creare uno scudo e deviare la caduta incandescente lontano dai bersagli più indifesi

A pericolo scongiurato, posò lo sguardo sul suo inaspettato avversario e per la prima volta lo fissò spaventata ma agguerrita. Poi, senza distogliere lo sguardo, parlò con chi c’era alle sue spalle “Adrien! Difendi tuo padre e Tikki! Con lui me la vedrò io!”

“Come? Non posso lasciarti a lottare da sola!” cercò di rispondergli “Dragakin è troppo forte!”

“Proprio perché è così forte devi restare a tenerli d’occhio!” spiegò di nuovo, continuando a ruotare le armi per prevenire qualunque attacco “Non possono difendersi da soli! Ho bisogno che tu resti con loro e che ti fidi di me!”

“… di fidarmi di te?” gli chiese, quasi facendola arrossire per il tono usato “In questo caso, non credo di avere altra scelta. Plagg, trasformami!”

Il Kwami del futuro venne assorbito dall’anello e lo mutò nuovamente in Chat Noir “Ci penso io a loro. Tu vedi di non fargli troppo male!”

“Andiamo dentro!” suggerì Gabriel “Ti aspettiamo più avanti, Ladybug!”

“Cercate di non farvi male, vi prego…” mugugnò Tikki preoccupata

I tre corsero subito in casa, lasciando il giardino come terreno di battaglia per i due Wielder. Nessuno dei due voleva credere che stessero per lottare l’uno contro l’altra, ma ognuno credeva fermamente in ciò che diceva e lo avrebbe fatto capire all’altro, a qualsiasi costo. Nooroo, troppo combattuto con se stesso, si mise a distanza di sicurezza ad osservare lo scontro, sperando di schiarirsi le idee in proposito

Dragakin spalancò le ali e si gettò ad artigli in avanti verso Ladybug, che parò il colpo semplicemente tendendo la corda di uno degli yo-yo “Non siamo costretti a farlo!” gli disse lui, spingendo la mano provando a romperle la guardia “Ferma questa follia! Siete ancora in tempo!”

Lei gli sferrò un calcio alla spalla per allontanarlo e subito lo seguì facendo vibrare il giocattolo come una frusta e colpirlo con la parte più resistente, che lui semplicemente fu abbastanza veloce da girarsi ed afferrare al volo “Non fermeremo un bel niente! I nostri cari… il nostro mondo… sono tutti ancora in pericolo!”

“Noi li abbiamo già salvati! Perché non riesci a capire che non dobbiamo fare proprio nient’altro?!” gli gridò contro, tirandola verso di se con l’arma che aveva fermato e facendole perdere l’equilibrio, costringendola a tirare a sua volta per contrastarlo. Ma Dragakin era troppo più forte di lei e finì con il trascinarsela ad una spanna dal muso, caricando già all’indietro un braccio per tirarle il diretto più poderoso di cui fosse capace. Ladybug, per cercare di difendersi, mise le braccia davanti a se per farsi da scudo, con il solo risultato di non riuscire a spezzarsele per miracolo

“… sei tu che non capisci. Quello che abbiamo fatto non è ancora sufficiente, per dire che il mondo è salvo” gli disse, paralizzata in quella posizione di guardia per il dolore alle braccia

Lui, però, scosse la testa per non subire l’effetto delle sue parole “E perché dovremmo essere proprio noi a doverlo fare? Eh?! Potrebbero farlo gli Wielder che verranno dopo di noi, o quelli dopo ancora! Noi… noi abbiamo già combattuto abbastanza! Abbiamo sofferto abbastanza! È il momento di smetterla!”

“Adesso stai diventando egoista” gli fece notare, iniziando anche lei a guardarlo storto “Siamo stati scelti proprio per questo! Per combattere battaglie impossibili per chiunque altro! Come potremmo meritarci la fiducia di tutti, se ci tirassimo indietro adesso?!”

“Scelti… come se io abbia avuto scelta…” mormorò tra se e se, ma involontariamente abbastanza forte da essere sentito. Alzò poi la voce per farsi sentire “Tutto quello che volevo io era avere una vita normale! Con la mia famiglia ed i miei amici! Ma mi è stato portato tutto via! Non posso e non voglio rischiare che il colpevole di tutto ciò abbia la possibilità di farlo ancora!”

Ladybug, con quella piccola discussione, riuscì a farsi passare il dolore alle braccia ed a scagliargli uno yo-yo addosso, riuscendo a bloccargli un braccio ed un’ala legandoli con il filo “E se Akuma si risvegliasse comunque nel tuo tempo? O nel tempo di quella che diventerebbe la tua famiglia? Non ci pensi? Finireste per soffrire tutti comunque, ben sapendo che tu avresti potuto fare qualcosa per impedirlo… non puoi non pensarci…”

“N-No, basta! Non ti voglio più ascoltare!” ringhiò, facendo forza per provare inutilmente a liberarsi del resistente giocattolo “Mi stai facendo passare per il cattivo! E sappiamo bene entrambi che quello non sono io!”

Lei, vedendo che la prima volta aveva funzionato, creo e lanciò un secondo yo-yo, stavolta dandogli un effetto per arrivargli alle spalle e bloccargli la coda e l’altra ala “E allora aiutaci! È quello per cui sei venuto qui, aiutarci a sconfiggere il vero cattivo! Per favore, AJ… non voglio lottare contro di te o essere tua nemica…”

Il mezzo drago non gli rispose oltre. Cominciò solo ad emettere fumo dalle narici per poi aprire le fauci su di se e rilasciare una colata di lava bollente, in modo da incenerire le corde degli yo-yo. Dopo di che, si rilanciò in volo con una mossa improvvisa su di lei, riuscendo a colpirla alle mani con il nunchaku e facendole non poco male

“… però, se fai così non mi lasci altra scelta…” mormorò dispiaciuta. Con la mano illesa, creò rapidamente uno yo-yo e lo fece roteare in cielo per usare la sua magia “Lucky Charm!”

Dragakin provò ad intervenire rapidamente, ma fu troppo tardi. Ladybug era già entrata nella trance della scelta dell’oggetto. Ma non osservò subito di cosa disponeva, prima si soffermò a percepire il mezzo drago, sentendosi parecchio abbattuta. Non voleva arrivare a tanto, ma dentro di se sentiva che fermare Akuma era la decisione giusta. Ma con la quale, non sarebbe mai andata d’accordo con il ragazzo. Quando finalmente passò alle scelte, trovò l’unica cosa che lo avrebbe fermato nel modo più tranquillo possibile

Appena scelto cosa materializzare, balzò subito in cielo, così da evitare un altro diretto dell’avversario ed arrivare prima alla cosa che aveva deciso di utilizzare. Lui si fermò ad osservarla, preoccupato per qualsiasi cosa avesse tirato fuori. Avrebbe dovuto agire in modo molto diverso dal normale, se voleva ancora avere una possibilità

Iniziò a camminarle attorno, provando a vedere cosa tenesse in mano. Ma la ragazza teneva la sua creazione dietro la schiena, in modo che non potesse proprio vederla. L’unica cosa che sentiva era un leggero tintinnio metallico, ma non capiva affatto a cosa fosse dovuto. Ed iniziò anche ad innervosirsi, per questo motivo. Ogni movimento di Ladybug, ogni suo piccolo passo verso di lui, lo stavano costringendo ad indietreggiare per paura di essere colpito o che lei potesse utilizzarlo

Non aveva idea di che cosa fare. Il Lucky Charm era un incantesimo fin troppo potente anche per lui. Ma doveva trovare il modo di pensare a mente fredda, senza che i suoi leggeri movimenti o il continuo tintinnare lo distraessero. Ma gli era fin troppo difficile, conoscendo il suo avversario

Dopo qualche momento passato ad indietreggiare, si ritrovò con l’avere le ali contro il muro della casa. Ladybug, a quel punto, fece la sua mossa. Iniziò a ruotare lo yo-yo per colpire Dragakin alle gambe, cosa che lui evitò il più in fretta possibile spiccando un rapidissimo volo verticale. Ma il nervosismo della situazione non lo aiutò a ragionare, infatti quella salita vertiginosa lo portarono a tirare una spaventosa testata con il balconcino del piano superiore. Essendo una cosa del tutto inaspettata, perse per qualche momento la lucidità a causa della botta in testa. Ladybug lo aveva già visto ed approfittò del disorientamento momentaneo per lanciarsi all’attacco. Creò un’ yo-yo, ma stavolta con la corda più lunga che potesse generare, ed iniziò a svolazzargli attorno a tutta velocità per avvolgere il cavo attorno al corpo di Dragakin, riuscendo a bloccargli prima braccia ed ali, poi le gambe ed infine il muso allungato, in modo che fosse del tutto bloccato. Così facendo, inoltre, lo fece anche precipitare senza modo per riportarsi in quota. Senza la lava, non era in grado di distruggere le armi della coccinella, neanche mettendoci tutta la sua forza

Cadde a terra, cercando di divincolarsi per quanto le forze gli permettessero, ma non riusciva più a liberarsi. Ladybug atterrò proprio davanti a lui, beccandosi un’occhiata furiosa dal mezzo drago, a cui rispose mostrandogli che cosa avesse materializzato. Erano due biglie magnetiche, con cui stava giocherellando staccandole e smagnetizzandole con la mano nascosta, così da fargli prendere il nervoso e sbagliare l’approccio al combattimento. Adesso che lo sapeva, provò a liberarsi ancora più forte, ma era del tutto inutile. Cosa ancora più grave, le corde che gli cingevano il muso non gli permettevano di respirare e stava lentamente perdendo conoscenza

La ragazza, anche se si sentiva odiata, non poté non guardarlo mortificata “Mi dispiace AJ… appena sarai svenuto e ritornerai normale, respirerai di nuovo… io non volevo farlo… ma dobbiamo fare il necessario perché tu e tutti gli altri abbiate un futuro sicuro…”

E dopo quelle ultime parole, Dragakin non sentì più nulla. Era appena collassato a causa della mancanza di ossigeno, ritrasformandosi in AJ e liberandosi il volto per tornare a respirare. Shivihs cadde a terra al suo fianco, anche lei stordita dal soffocamento come il suo Wielder. Ladybug si asciugò una lacrima, avvilita, ma si avvicinò e gli tolse dal collo il Medaglione, per evitare che potesse tornare alla carica. Solo ora che lo teneva tra le mani poté capire quanto fosse pesante, stupendosi del fatto che il moro lo portasse al collo con tanta disinvoltura

La sua mano scivolò su un piccolo pulsante nascosto lungo il lato del pendente, che si aprì con un piccolo scatto. Era quasi sicura di aver visto AJ aprirlo almeno una volta, ma non aveva mai dato un’occhiata a ciò che c’era al suo interno. Lo aprì completamente, rimanendo confusa da ciò che vide, ma non ebbe esattamente il tempo di pensarci. Sobbalzò, infatti, quando sentì da terra un gemito lanciato dal ragazzo, che stava accumulando di nuovo aria nei polmoni ed in qualche modo si era già ripreso

“Cosa…” iniziò a mormorare, vedendo poi Ladybug con in mano il Medaglione aperto “Il… il mio Medaglione! Ridammelo subito!”

Anche se era rimpicciolito di statura, lo yo-yo della ragazza era comunque ben stretto proprio per impedirgli di muoversi

“Non posso” rispose, richiudendolo ed allontanandosi un po' “Non se continui a volerci ostacolare”

AJ batté la testa a terra, stanco di discutere di quella cosa “Ma perché non vuoi capire che è troppo pericoloso, maledizione?!”

“Lo so anche io quanto sia pericoloso!” rispose, stavolta sbottando lei “Ma tu credi davvero che vada bene così? Che i nostri Kwami si debbano portare un peso così grande nel cuore? Che il mondo debba costantemente essere minacciato da Akuma?! Che dobbiamo continuare a vivere nella paura di un altro Papillon?! Abbiamo la possibilità di mettere fine a tutto questo, per una volta! E lo faremo!” si voltò ed iniziò ad andare verso casa Agreste “Ti ridarò il Medaglione quando avremo finito… e spero che capirai”

“AJ…” mormorò Shivihs, che lentamente iniziava anche lei a riprendersi “Dobbiamo… davvero…”

“Shiv…” gli rispose lui, stringendo i denti ed arrendendosi all’evidenza. Non si sarebbe arreso così facilmente. Se volevano davvero impedire tutto quello, allora avrebbero dovuto svelare il loro assi nella manica. Ciò che non avrebbero mai voluto usare o rivelare. Con adesso il vuoto negli occhi, iniziò a mormorare parole disperate “… se davvero vuoi che io sia il cattivo, Ladybug… allora userò ogni mezzo a mia disposizione per fermarvi…”

“Tu non sei il cattivo. Sei solo spaventato… ” provò a fargli capire lei, senza però apparentemente suscitare nulla “Ma senza il Medaglione, cosa vorresti fare?”

“Questo”

Nei suoi occhi si accese un bagliore e pronunciò la formula magica “Shivihs, trasformami!”. Stavolta però la Kwami non venne assorbita dal Miraculous tra le mani di Ladybug, ma sembrò inserirsi all’interno del corpo di AJ, all’altezza del cuore. Ed effettivamente, anche se ancora legato, si ritrasformò in Dragakin, lasciando totalmente basita la supereroina. Era come se togliergli il Medaglione non fosse servito ad altro che a far sparire la sua incavatura nel petto. E dato che da quella posizione non avrebbe potuto farsi colare della lava addosso, dovette ricorrere alla sua seconda risorsa. Le mani erano nella posizione perfetta per un’altra formula magica. Spalancò l’artiglio da sotto la corda e disse “Cataclisma!” per scatenare la potenza della Distruzione proprio come avrebbe fatto Chat con il suo vecchio Miraculous, polverizzando la corda con un’energia devastante, ma di colore rosso invece che nero e che si annullò subito dopo aver completato la sua opera. Ladybug non fece in tempo a reagire a nessuna delle due cose che lui si era già rimesso seduto per sciogliere le corde attorno alle sue gambe e ritornare totalmente libero

Adesso, Ladybug non sapeva davvero che fare. Se avesse usato di nuovo il Lucky Charm, avrebbe potuto non trovare soluzioni adatte a tenerlo a bada senza fargli del male, cosa che assolutamente non desiderava. Non le rimase altro che volare via, cercando di raggiungere il più velocemente possibile i suoi compagni dentro la tenuta. Con l’aiuto di Chat, forse, avrebbero escogitato qualcosa assieme per bloccarlo. Ma ovviamente Dragakin e Nooroo si misero subito a volarle dietro. Ormai il danno era fatto, aveva mostrato qualcosa che non doveva. Ed avrebbe continuato a farlo, se necessario, se fosse servito a fermare qualcosa che credeva di non poter combattere. Il piccolo Kwami, invece, stava lentamente realizzando che cosa fosse necessario e cosa lui volesse fare

 

Ladybug stava volando da qualche minuto alla ricerca dell’ufficio di Gabriel, senza trovarlo sia perché non conosceva bene la casa e sia per i mille pensieri che le affollavano la testa. Non capiva come avesse fatto AJ a trasformarsi senza il Medaglione ancora tra le sue mani, mentre per il fatto che avesse utilizzato il Cataclisma aveva solo una possibile idea in mente. Ma doveva ritornare ad essere lucida, per trovare la stanza che le serviva. Si ricordò che l’ufficio di Gabriel era vicina all’ingresso, ed almeno quello sapeva dov’era

Arrivò nella stanza all’ingresso dell’abitazione, con Dragakin proprio dietro di lei e di cui dovette evitare una fiammata salendo di quota rapidamente per poi gettarsi in picchiata e fiondarsi dentro alla sala da lavoro di Gabriel. Si chiuse anche la porta alle spalle, ma il mezzo drago semplicemente la sfondò caricandola di peso. Una volta entrambi dentro, Ladybug cominciò a cercare con le antenne e con gli occhi dove si trovasse il passaggio verso l’osservatorio, trovando come unica parvenza di corridoio una botola appena dietro alla scrivania presente nella stanza. Ci entrò in picchiata, seguita ancora da Dragakin, che però iniziò ad avere problemi nel seguirla, essendo lui troppo grosso per entrare

“No!” gridò irritato, vedendosi costretto a ritornare umano per poter entrare nel passaggio. Ma così facendo sarebbe stato molto più lento ad arrivare della coccinella

Cominciò a muoversi più velocemente possibile per riuscire a raggiungere gli altri prima che si compisse il fattaccio. La strada, essendo a senso unico, lo portò a ritrovarsi davanti a tutti quelli che stava inseguendo, all’interno dell’osservatorio dal quale Papillon gestiva gli akumizzati. La stanza era nuovamente chiusa ed ampia, pronta per essere aperta in ogni momento, ma a differenza del solito non era vuota. Appoggiata al centro di essa si trovava quella che sembrava essere una teca o una cassapanca dalla superficie curva, ricoperta da un telo bianco che non faceva però capire bene di cosa si trattasse. Chat e Gabriel in realtà stavano per vederlo, ma il tempestivo arrivo di Ladybug li interruppe. Aveva appena spiegato a Chat cosa aveva fatto AJ e cosa lei avesse visto, ammutolendo anche lo stesso gatto nero per quanto fosse inspiegabile la cosa. Ed entrambi si piazzarono subito davanti al ragazzo, intenzionati a fermarlo

Ma anche se due contro uno, pur considerando chi fossero quei due, doveva combattere “Facciamola finita! Shivihs, trasformami!” esclamò, assorbendo ancora una volta la Kwami nel suo corpo e facendo capire meglio a Chat la situazione

“Avevi ragione…” disse alla compagna “Ma come fa?”

“Non ne sono sicura, ma di sicuro non è il momento di chiedercelo!”

Dragakin li osservò, capendo che non avrebbe avuto speranze di combatterli assieme. Doveva ricorrere al suo ultimo asso nella manica, anche se sperava di poterlo evitare. Materializzò il suo nunchaku e si mise a rotearlo sopra la sua testa, recitando un altro incantesimo “Lucky Charm!” ed iniziando ad emettere fiamme per creare qualcosa. Ancora una volta, entrambi i super e persino Gabriel rimasero a bocca aperta. Adesso il sospetto di Ladybug era ancora più fondato

Il ragazzo non ebbe facoltà di scegliere cosa creare, infatti la magia era molto più simile a quella lanciata dal Miraculous di quel tempo, semplicemente aspettò di vedere cosa gli riservasse la sorte. Alzò la mano per afferrare l’oggetto. Era estremamente pesante, anche se lo riuscì a reggere con una mano sola. Ma, quando vide che cosa era uscito fuori, si paralizzò dal terrore. Il Lucky Charm aveva creato lo Spadone del fato, esattamente uguale a quello creato da Ladybug durante la prova dei poteri ma di colori alternati rosso ed arancione fiammeggianti piuttosto che rosso a pois neri

“… n-no…” iniziò a mormorare, ritrovandoselo tra le mani “… questo non… non è possibile… io…” cadde in ginocchio, con lo sguardo distrutto “… perché…” la sua trasformazione si annullò, in preda all’angoscia, lasciandolo ammutolito

Aveva perso completamente la volontà di combattere, ma non era perché aveva smesso di credere in quello a cui pensava. Si era fermato perché il Lucky Charm stesso sembrava avergli detto che doveva perdere quello scontro. Ladybug sembrò capirlo e gli si avvicinò, quasi accusatoria

“Tu… hai preso i nostri Miraculous, vero?”

“… cosa?” rispose lui

“Mentre siamo andati a prendere gli altri. Ne hai approfittato per prendere l’Anello di Chat ed i miei Orecchini del nostro tempo… ti rendi conto quanto è stato pericoloso?!”

“Ma io… non…” tentò di giustificarsi, ma incapace di parlare per lo smacco subito

Ad andare in suo soccorso però fu provvidenziale l’intervento di Tikki “Ladybug, ti sbagli. Non sento gli Orecchini addosso a lui, sono ancora dove li hai lasciati tu”

“Aspetta, come?!” reagì lei, sorprendendosi di sapere che si era sbagliata

Ora che non si sentiva più sotto torchio, riuscì a parlare un po' più liberamente, ma senza riuscire a guardarla negli occhi “… credi davvero che avrei portato i vostri Miraculous in uno scontro così pericoloso?”

“Ma… allora come hai fatto? Come hai usato i nostri poteri?!” gli chiese, ma lui semplicemente chiuse gli occhi, non volendo risponderle. Lei però non si arrese, anzi, rincarò la dose con un’altra, scomoda domanda. Prese il medaglione di AJ e lo aprì, mostrando il contenuto allo stesso viaggiatore temporale, evitando accuratamente che Chat potesse però guardarlo “E questa foto che cosa vorrebbe dire?!”

Il moro alzò leggermente lo sguardo, dando un’altra occhiata alla fotografia che teneva all’interno del pendente. Ritraeva una donna nel fiore degli anni con i capelli corvini e lunghi, con al fianco un uomo piuttosto simile a Gabriel, ma molto più giovane e con capelli più lunghi e spettinati. Al lato della foto si trovavano anche Tikki e Plagg. Tra le braccia della ragazza, infine, c’era un bambino in fasce che teneva tra le mani una Shivihs che sembrava essere molto più piccola di come la conoscessero. Lui sorrise nel vederla. Ogni volta che ne aveva bisogno, vedere quell’immagine gli dava un po' di forza e coraggio. Ma in quel preciso momento non si sentiva degno neanche di guardarla, non dopo ciò che aveva fatto

“… è davvero così difficile da capire? Anche dopo tutto quello che hai visto?” iniziò a chiedergli, stringendo i pugni, perché sapeva l’errore che stava per compiere. Ma era l’ultimo modo che gli venne in mente per provare a fermarli. L’ultima sua speranza di farsi comprendere “… non potevo dirvelo… avrei rischiato di compromettere le cose… ma non posso perdere di nuovo tutto quanto… non voglio perdere voi due, non dopo quanto è stato doloroso la prima volta” si ritrovò con le lacrime agli occhi e si fece forza per rivelargli tutto quanto “Non voglio perdere di nuovo i miei genitori!”

 

Ladybug e Chat Noir rimasero per l’ennesima volta sconcertati. Sembrava che ogni volta che AJ o qualcuno del suo tempo dovesse dirgli qualcosa, fosse sempre qualcosa che non erano mentalmente pronti ad affrontare. Ma quell’ultima frase che aveva detto era fino a quel momento forse la più pesante che avessero sentito, persino più della fine del mondo. Gabriel, intanto, cercò di ascoltare la discussione da distanza

“A-Aspetta… noi… no-noi saremmo…” cominciò a bofonchiare la coccinella, confusa su più livelli. Adesso sapeva che Chat era Adrien, conosceva entrambe le facce di quel ragazzo, e poteva chiaramente capire che AJ non stesse mentendo. Altre volte aveva avuto l’impressione che nascondesse parte della verità, nonostante fosse sincero, ma in quel momento non stava raccontando alcuna balla né si stava trattenendo. La foto nel suo Medaglione era già di per se un grande indizio, eppure le sembrava comunque incredibile

Chat rimase ammutolito e non spiccicò parola, ma era stupito di quella rivelazione, più che altro perché fu come rivelare che lui e Ladybug si sarebbero messi insieme. Ed all’improvviso, iniziò a vedere il ragazzo con occhi diversi da prima.

I due Wielder si scambiarono rapidamente uno sguardo, ma non seppero neanche cosa dirsi l’un l’altro, semplicemente si imbarazzarono entrambi. Il moro a terra, invece, non riuscì a non singhiozzare per tutto il peso che si stava togliendo da cuore

“Ho fatto del mio meglio per tenervelo nascosto… non avete idea di quante volte avrei voluto dirvi tutto, che vi voglio bene, che mi siete mancati… di quanto fosse difficile per me vedervi e mantenere il segreto…” cercò di asciugarsi gli occhi “Ma non ce la faccio più! Non potete rischiare di nuovo le vostre vite… non posso stare fermo e vedervelo fare di nuovo! Anche prima che andaste a combattere Akuma mi avevate detto che sarebbe andato tutto bene, ed invece siete morti! Avete lasciato da soli me e Shivihs! Ed adesso volete farlo di nuovo!”

Ladybug si rese conto perché aveva preso la decisione di lottare. Le ultime parole che gli aveva detto, che sarebbe andato tutto bene, lui le aveva viste come delle ultime parole prima di una tragedia, perché le aveva già sentite proprio da loro due in una situazione simile. E si rese anche conto di quanti sforzi avesse fatto, ripensando a tutte le volte che gli aveva parlato dei genitori e di loro come fossero persone diverse, e del perché fosse così particolarmente restio nel dirle chi fossero. Ancora una volta, l’occhio le cadde su Chat, ma nessuno dei due sapeva bene cosa dire

“Perché non potete fermarvi, per una volta? Perché dovete sempre lanciarvi e fare cose così pericolose? Avreste potuto chiudere questa storia ed andare avanti… “ batté un pugno a terra “Ed invece adesso mi avete fatto venire tutti questi maledetti dubbi! Neanche io voglio che Akuma possa risvegliarsi, maledizione! Neanche se fosse tra centinaia o migliaia di anni! Ma… ma…”

“Hai paura” riuscì a dirgli Ladybug, nel vederlo in quello stato. Lo aveva già accusato prima di quella cosa, ma la sua testardaggine gli aveva fatto negare anche quello. In risposta, semplicemente gli annuì leggermente, consapevole che in realtà era proprio quello il motivo “Si, lo capisco. Ma anche noi ne abbiamo. Abbiamo visto cosa è stato capace di fare quel mostro, sappiamo che potrebbe farlo anche a noi” si mise in ginocchio e lo guardò all’altezza degli occhi “Ma è proprio per questo che vogliamo che ci sia anche tu ad aiutarci. E non… non solo perché… perché sei tu” riuscì solo a dire, ancora incapace di realizzare che AJ fosse seriamente chi diceva di essere “… ma anche perché tu hai sempre combattuto assieme noi da quando questa storia è iniziata. Sei uno della squadra, adesso… anzi, probabilmente lo sei sempre stato, ed abbiamo bisogno di te fino in fondo. Non so se posso parlare con certezza, ma quando eri piccolo di sicuro non avremmo mai voluto che ti facessi del male. Adesso sei cresciuto e più forte… sei sicuramente pronto. E solo con te potremmo essere abbastanza forti da vincere…”

“Sappiamo che anche tu sei d’accordo con noi” iniziò a dirgli anche Chat “Voglio dire, se… se sei davvero figlio nostro ed hai seguito quello che eravamo, non può che essere così. Neanche tu saresti capace di voltare le spalle a tutto e lasciar perdere, come non lo siamo noi. Hai messo tutto a rischio più di una volta, per il bene degli altri. Quando Akuma era entrato nel vostro rifugio, quando hai protetto Ladybug con la Spilla perché Enfinithra non la prendesse… ed hai fatto tutto da solo. Ma sai bene che non lo sei davvero… ci siamo noi due, con te”

“… si può dire che ci siamo sempre stati” riuscì a dire Ladybug, piuttosto in imbarazzo per una frase così materna

Anche se ancora piuttosto scosso, le parole dei due ragazzi gli fecero finalmente capire che era lui che stava sbagliando, non loro. In un attimo, tutte le parole dette da Ladybug nel loro scontro risalirono a galla così che potesse ascoltarle seriamente, invece che cercare di fermarli senza dar loro ascolto. Anche se terrorizzato all’idea di liberare il mortale demone, non voleva che altri potessero soffrire lo stesso orrore, quindi si decise finalmente a mettere da parte la sua paura ed ascoltare ciò che gli diceva il cuore. Ed effettivamente gli fu molto più facile del normale, perché aveva sua madre e suo padre al suo fianco. In fondo, anche lui sapeva bene che solo in quel modo il mondo sarebbe stato liberato per sempre dalla minaccia di Akuma. E non sarebbe stato giusto scaricare certe responsabilità su qualcun altro, come aveva suggerito, perché era compito loro. Lo era da sempre

“Continuo… continuo a pensare che sia un’idea davvero pericolosa…” iniziò a dirgli, demoralizzandoli nel sentire che le loro parole sembravano non aver avuto effetto “… ma… le… le famiglie vanno avanti ed affrontano insieme i problemi…” aggiunse, guardando Chat “Mi sembra di aver capito che anche la nonna lo avrebbe detto…”

“La nonna…” sogghignò Adrien, capendo che parlava di sua madre e capendo entrambi che aveva cambiato idea

“Va… va bene, allora…” cercò di rimettersi al piedi, seguito a ruota da Ladybug “… sarò con voi, visto che siete così decisi a proseguire. Non… non posso lasciarvi, non proprio ora che avete bisogno di me…”

Le sue parole li risollevarono. Finalmente erano riusciti a convincerlo, quasi non ci speravano più. Persino Nooroo, rimasto fino a quel momento a distanza ad ascoltare, fu estremamente felice della sua decisione e si avvicinò soddisfatto

“Sono sollevato che tu abbia accettato, alla fine… tua madre e tuo padre avevano ragione fin da prima. Anche per me è un incubo solo pensare di affrontarlo… ma dobbiamo farlo”

Lui si voltò dall’altra parte ed incrociò le braccia “Si, va bene, non c’è bisogno che ti ci metti anche tu… lo so anche io che ho sbagliato a reagire in quel modo. Cercherò di farmi perdonare…“

“Anche io sono molto felice…” aggiunse flebilmente Shivihs “Non li volevo combattere… già lo sopportavo poco durante gli allenamenti…”

“… mi dispiace, avrei dovuto chiedere anche la tua opinione…” gli accarezzò la testa lui, cosa che la Kwami scarlatta gradì particolarmente

“Non fa nulla! L’importante è che adesso siamo tutti dalla stessa parte! Dopo aver capito le loro intenzioni, sono convinta anche io!”

I due sorrisero per la tenerezza della scena ed incrociarono lo sguardo per un momento, ma fu abbastanza da generare un enorme disagio ed a farli voltare imbarazzati dall’altra parte. AJ si grattò la testa, dispiaciuto “Scusatemi anche voi… era anche per questo che non volevo dirvi nulla. Oltre al rischio di non sapere cosa mi sarebbe potuto succedere, sarebbe stato piuttosto imbarazzante proprio per voi” si grattò un braccio con nervosismo “Ma non mi avreste mai capito fino in fondo, se non lo avessi fatto…”

Ladybug cercò di farsi passare l’imbarazzo e rispondergli “Beh… anche noi non avremmo saputo cosa dirti, se non ce lo avessi spiegato. Ce-Cerchiamo solo di parlarne il meno possibile, va bene? Facciamo solo che ci dimentichiamo del nostro scontro, sarà come se non fosse mai successo…”

“Mi… mi sta bene…”accettò lui le condizioni, felice di poterlo fare. Adesso infatti si sentiva solo stupido ad aver reagito a quel modo. Ma era come ogni suo piccolo scatto d’ira, qualcosa che non sapeva controllare

“Oh… in realtà, dobbiamo comunque aspettare che Plagg ritorni” rincarò al contrario Chat, ricevendo un’occhiataccia dalla coccinella a cui non diede peso “Altro che dimenticare, ci sono un bel po' di cose che vorrei sapere in più. Ad esempio il tuo nome! Voglio dire, immaginavo che AJ fosse per abbreviare qualcosa, non sapevo se fosse il caso di chiedertelo perché probabilmente significa… beh…” terminò, per far spiegare a lui le cose come stavano

“Hehehe…” ridacchiò lui, sentendosi felice di poter parlare tanto liberamente “Si, hai ragione… il mio nome completo è Adrien Agreste Junior" spiego', accuratamente omettendo il secondo cognome, Dupain-Cheng, per non rivelare l'identita' della coccinella "AJ per tutti, così non facevano confusione tra me e te. Alle volte quasi mi dimentico di chiamarmi così”

Chat si sentì mancare un battito, dalla gioia di sapere che avessero deciso di chiamare il figlio come lui

“E la foto nel Medaglione?” continuò a chiedergli Ladybug, mostrandoglielo tra le proprie mani senza però riaprirlo, così che il gatto nero non la vedesse senza costume addosso

“È stata la prima che hanno scattato di noi tre tutti assieme, ed anche l’unica che ho sempre avuto. Non avevamo la possibilità di stampare molte foto, questa è stata un colpo di fortuna. Ne avevo una copia nella mia stanza… adesso quella è l’unica che mi rimane”

“Oh, a proposito del Medaglione!” esclamò Ladybug, trovando il modo di cambiare argomento “Come diavolo hai fatto a trasformarti senza utilizzarlo?!”

“… ah già…” rispose lui, bloccandosi per una spiegazione piuttosto particolare “Beh, vedete… il Medaglione che avete in mano non è un vero e proprio Miraculous. Quando sono nato, con me è nata anche Shiv, e voi con i vostri Kwami avete cercato di costruirne uno da zero, basandovi solo su quello che sapevate dei vostri. E con molti sforzi ce l’avete fatta, alla fine, il Medaglione è tale e quale agli Orecchini o all’Anello… solo che Shiv inconsciamente ha scelto il mio corpo come casa. L’ho sempre utilizzato per canalizzare la trasformazione, dato che è stato creato apposta, ma posso farne benissimo a meno. Vi sembrerà strano, ma detta in parole semplici io stesso sono il Miraculous del Drago”

“… oh” riuscirono a risponder entrambi, sapendo un’altra parte della storia di cui non sapevano nulla. Ma la coccinella scosse la testa e sorrise “Beh, sai a questo punto non mi stupisco più di nulla…”

“Ma… che cosa vuol dire che Shiv è nata con te?” gli chiese a quel punto Tikki “Noi Kwami siamo nati assieme all’universo!”

“Voi si, ma Shivihs è un caso a parte” gli spiegò Nooroo che ne sapeva di più, mentre Shivihs si nascose dietro ad AJ a causa del discorso che sapeva avrebbe trovato imbarazzante “Per proteggere il figli dei vostri Wielder in un mondo tanto pericoloso, tu e Plagg siete riusciti a lanciare un incantesimo proibito per i Kwami, di nascosto a tutti. Avevate già spiegato di cosa si trattasse ed avreste voluto farlo per tutti i bambini, ma solo con AJ siete arrivati a farlo a discapito di quanto fosse rischioso per voi. Vi siete presi una tale strigliata per quello che vi è successo dopo… me la ricordo anche io ancora adesso!”

“Ma di che incantesimo…” provò a chiedergli Tikki, realizzando da sola di cosa stesse parlando “N-Non me lo dire… la Procreazione Spirituale?!”

“Proprio quella!” si rivolse a tutti i presenti per spiegare di cosa parlasse “Consiste nel donare parte della propria essenza vitale per dare vita ad un altro Kwami identico a se, una sorta di potere per clonarsi. Cosa che risulta inutile in quanto il lanciatore normalmente muore e resta solo il suo sosia. Ci vuole troppa energia per creare un’altra vita, non abbiamo quel tipo di potere” tornò poi a rivolgersi unicamente a Tikki ”Per un solo Kwami è ingestibile, ma avete ipotizzato che due o più che donano parte della loro essenza per generarne uno nuovo fossero sufficienti. Vi avrei dato una mano anche io, se avessi saputo, ma avete fatto tutto in segreto. Ma anche in due è stato difficile da sostenere, tu hai perso un’antenna intera e Plagg un baffo per farcela!”

“Aspetta un attimo” gli chiese Chat, ritrasformandosi in Adrien e suscitando l’ennesimo sobbalzo di Ladybug, che anche se ormai lo sapeva continuava a trovarlo difficile da accettare. Il biondo prese tra le mani il Plagg del futuro ed indicò il baffo mancante sul suo viso “Quindi è per questo che Plagg si è ridotto così?”

“Eh, si” rispose al posto suo AJ “Volevamo che credeste che anche quello era opera di Akuma, almeno non ci sarebbe stato bisogno di spiegare perché gli mancassero dei pezzi e da dove venisse Shiv”

“Il problema è che per noi Kwami il nostro corpo fisico rappresenta la nostra energia. Perderla in questo modo è stato come sacrificare parte della vostra vita… per questo vi hanno dato una bella lavata di capo, i ragazzi. E ci sarebbero andati ancora più pesanti, se anche loro non fossero stati felici della presenza di Shiv” sogghignò leggermente “Anche per questo abbiamo sempre detto che Shiv è come se fosse vostra figlia!”

“Fi-Figlia mia e di Plagg?!” esclamò Tikki, osservandola farsi ancora più nascosta. Ora che sapeva questo dettaglio, i suoi occhi si illuminarono e le si avvicinò “Quindi… anche tu lo hai sempre dovuto nascondere…

“S-Si… mi dispiace…” rispose la piccola creatura magica, venendo travolta da un abbraccio da parte dell’altra

“No, no, va tutto bene” gli disse stringendola “È solo… sentivo che c’era qualcosa di unico in te… adesso so cos’è!”

Shivihs non rispose e non reagì in alcun modo, era semplicemente felice di essere tenuta stretta in quel modo, come non le succedeva ormai da anni da parte di chi le aveva letteralmente donato la vita

“Ed è per questo che come Dragakin sono in grado di usare sia il Cataclisma che il Lucky Charm” andò avanti a spiegare AJ “Il fatto che Shivihs non possegga poteri suoi è vero, ma essendo in parte formata da Tikki e Plagg può usare i loro, senza comunque sprecare energia. Anche se posso usarli comunque una sola volta a trasformazione. E come Ladybug ha visto, sono come quelli del vostro tempo, il Cataclisma ad uso singolo ed il Lucky Charm senza possibilità di scegliere”

“Anche il tuo nunchaku, ora che me lo dici” realizzò Tikki “La catena è molto sottile ed allungabile… è uno yo-yo con due bastoni alle estremità!”

Lui sorrise e gli annuì, felice che lo avesse capito da sola. Poi, però, sospirò dispiaciuto, dovendo passare a spiegare anche i contro “Essere un Miraculous vivente ha comunque i suoi svantaggi… non sono in grado di dormire, ad esempio, perché l’energia di Shiv mi circola di continuo in corpo e non mi fa stancare. Infatti passo tutte le notti sveglio, in giro…”

Ladybug ebbe un’illuminazione della sua spiegazione “… quindi è per questo che non ti sei stancato, dopo la giornata passata con i nostri compagni di scuola?”

“Precisamente” confermò lui “Inoltre, io e Shiv siamo totalmente legati… se accade qualcosa a me, accade anche a lei. E non è una cosa che le fa molto bene, quando ho i miei scatti d’ira…” si indicò la mano “Vi ricordate che nel mio tempo mi sono dovuto fasciare le nocche perché mi ero fatto male? Si era fatta male anche lei, a causa mia. Purtroppo è una cosa di cui mi dimentico finché non succede… e cosa più importante, non può avere altri Wielder. Solo io posso esserlo… e non ho idea di cosa le succederà, quando sarà la mia ora”

“Se mai arriverà” aggiunse Nooroo “Purtroppo è un’altra cosa che non possiamo sapere. AJ potrebbe anche vivere in eterno, per via dell’energia di Shiv”

“Già… non potrò mai avere una vita normale, purtroppo… ma con Shiv al mio fianco, mi sta bene”

“È… tutto così incredibile…” disse nuovamente la coccinella, poggiando la fronte su quella di AJ facendolo arrossire “… ma sento che è anche tutto così splendido. Credo sia quello che dicono spesso… una... una madre queste cose le sa a prescindere…”

Adrien, nel vederli stare così, rimase semplicemente con un sorriso da guancia a guancia. Anche lui aveva sempre sentito uno strano rapporto con AJ, ma credeva fosse solo perché gli aveva detto che erano allievo ed insegnante. Ma adesso, sapendo tutta la verità, capì cosa fosse ciò che sentiva dentro, nelle viscere. Si voltò poi alle sue spalle, colto come da un sesto senso, vedendo il suo di padre con un’espressione sconvolta sul volto. Aveva sentito tutto quanto ed era anche lui attonito quasi quanto gli altri due Wielder. Gli fece quindi cenno di avvicinarsi, così da conoscerlo meglio

Ladybug ed AJ si staccarono dal contatto giusto in tempo perché il ragazzo potesse vederlo arrivare, guardandolo piuttosto insicuro di come reagire

“Io…” provò a dire l’uomo, cercando delle parole adatte “… immagino che questo… faccia di me tuo nonno, dico bene?”

“… ecco, si, credo di si” rispose lui, grattandosi di nuovo la nuca per l’imbarazzo e facendosi scappare un risolino “Che famiglia, eh? Papillon e Chat Noir dallo stesso ramo e Ladybug dall’altro”

“Beh, non penso di poter essere preso in considerazione così tanto” gli rispose Gabriel “Non dopo tutto quello che ho causato”

“No, non è così” gli rispose lui per rassicurarlo “Te l’ho anche detto prima. Hai agito male, ma non perché fossi malvagio o perché volessi liberare Akuma. Non riscatta quello che hai fatto, ma almeno sappiamo che lo hai fatto per un motivo più che umano. Vale qualcosa, almeno per me”

Con quelle poche parole, anche lui fece tornare un po' il sorriso sul volto di Gabriel. Non credeva che avrebbe trovato il perdono dei suoi cari così facilmente, soprattutto non dopo che li aveva combattuti così aspramente

 

Tra una discussione e l’altra, finalmente Plagg fece ritorno dopo essere stato da Maestro Fu. Non gli fu difficile trovare i ragazzi, seguendo la sua stessa traccia magica che Adrien portava addosso

“Ragazzi! Sono qui!” li chiamò a se per farsi notare “Oh, avete convinto anche AJ ad aiutarci vedo!”

I presenti si gettarono tra di loro uno sguardo di colpevolezza, per aver lasciato il Kwami della Distruzione escluso da tutto ciò. Quindi, quasi ad aggiungere ulteriore imbarazzo tra i due Wielder ormai diventati neo genitori, rispiegarono velocemente il tutto anche a lui, che la prese nel modo più dignitoso possibile, paralizzandosi a mezz’aria a bocca spalancata

“Io… io sono…” provò a dire, venendo interrotto da Tikki

“Senza parole? Sorpreso?”

“Padre! Io sono padre!” esclamò, iniziando a ruotare in aria su se stesso ed a ridacchiare come un bambino “Santo camembert! Oh, Shiv, vieni qui!” gli volò addosso per stringerla “Adesso che so tutto, sappi che sarò un ottimo genitore!”

“… ma anche da te è sempre stato così fuori luogo?” chiese la rossa alla scarlatta

“Si… ma gli voglio bene anche per questo” spiegò, rispondendo all’abbraccio

“Va bene, va bene...” si rassegnò lo spirito della creazione “Plagg, noi ti abbiamo spiegato tutto, adesso tocca a te. Ha trovato Maestro Fu?”

“Oh, si certo!” si riprese Plagg, tornando serio ma senza staccarsi dall’abbraccio “Era sfuggito all’akumizzazione proprio come pensavamo, muovendosi nascosto a tutti in giro per la città! L’ho ritrovato che stava appena rientrando. Ha detto che vuole vedere la situazione con i suoi occhi, visto che abbiamo risolto. Sarà qui a breve”

“… a breve nel senso che dobbiamo aspettare ancora molto?” chiese quasi irritato Adrien, scuotendo la testa per l’attesa che si protraeva sempre di più

“No, no, a breve nel senso che era dietro di me!” dal passaggio verso l’osservatorio sentirono scivolare qualcosa e si voltarono tutti “Visto? È proprio…” ne uscì si Maestro Fu, ma con un aspetto che non avevano mai visto prima. Un costume verde acqua a scaglie con legato al fianco una piccola arpa. Ma ciò che li lasciò stupiti era il fatto che non fosse da solo. Teneva sotto braccio un uomo vestito in modo anche lui piuttosto strano, un altro Wielder, che sembrava essere stato ridotto molto male “… qui?”

 

Poco tempo prima, con tutti ormai lontani dal giardino di casa Agreste, si era aperto un piccolo squarcio a mezz’aria. Da esso, uscirono prima un uomo totalmente pelle ed ossa con indosso sul volto una maschera di ferro, seguito a ruota da una donna circondata di energia oscura. Akuma si osservò attorno, confuso e leggermente iracondo. Era riuscito nel suo intento di ritornare indietro nel tempo al momento esatto in cui si ricordava di essersi liberato, eppure tutto attorno sembrava essere in ordine. Fece un singolo passo in avanti per esplorare ciò che li circondava, ma appena mosse una gamba, si ritrovò immobile, come se tutto il suo corpo si fosse appena congelato. E l’energia attorno a se iniziò a dissiparsi, restandogliene ben poca

“Nhg… cosa…” si chiese da solo, provando a capire cosa stesse succedendo “… la mia magia… è molto debole qui… non posso scatenare così tanto potere…”

Riducendo la quantità di oscurità emessa dal suo corpo ospite, riuscì a rimettersi in ginocchio. Ma nel cadere e riprendersi, si era lasciato sfuggire il suo compagno di viaggio, che aveva già messo un po' di distanza ed era arrivato in ginocchio almeno all’ingresso della casa. Da dietro la maschera osservò terrorizzato come il demone si stesse rimettendo in forze

“Andiamo… fallo…” gli disse una vocina femminile all’orecchio “Cercherò di fare attenzione, ma non posso resistere a lungo… tu devi avvertirli subito, o sarà troppo tardi!”

Doveva pensare rapidamente. E la sua decisione fu di accettare il consiglio, scuotendo la testa e producendo un leggero rumore metallico nel farlo

“Vorresti scappare? No, non ancora… dovrai ancora riportarmi indietro, quando tutta questa storia sarà finita!” esclamò Akuma, generando due spuntoni flessibili dalla sua schiena e caricandolo, puntando alle gambe “Credo che prenderò delle misure di sicurezza”

Gli aculei scattarono nella sua direzione, ma con tutto il fiato e la forza che aveva in corpo disse la formula magica “Duusu, trasformami!”

Il corpo di Maschera di Ferro venne avvolto dalla luce della trasformazione dei Miraculous. Sul suo corpo, si formò un elegante frac di colore blu notte, ma non terminante in una normale coda singola, bensì in dieci code separate molto simili alle piume di un pavone che, stando in piedi, avrebbero toccato terra con la punta. Venne poi rivestito completamente sulle gambe di un paio di pantaloni attillati violacei, terminanti in un paio di stivali viola scuro. Persino la sua intera carnagione si colorò di lilla, mentre i capelli si fecero del colore del vestito, acquisendo anch’essi una piuma da pavone sul lato destro della fronte. Gli occhi subirono un pesante cambiamento, rendendo la sclera viola scuro e l’iride di un rosa molto acceso. Ma la cosa che più gli premeva di ricevere era il suo ventaglio, composto da piume come quelle del vestito ma più piccolo e soprattutto resistenti abbastanza da parare il colpo in arrivo

Con ritrovata forza, infatti, separò in due l’arma e la usò per parare entrambi gli affondi che minacciavano di distruggergli le gambe e si rimise in piedi da solo. Non si sentiva di nuovo così forte da molto tempo. Ma come gli era stato detto, non aveva tempo da perdere, ed inoltre il picco di forza donatogli dalla trasformazione stava già venendo meno. Prese le piume dalla parte più morbida e le scagliò tutte assieme sul suo nemico, colpendolo a raffica con le loro punte, affilate come rasoi. Si voltò e cercò di correre in fretta via di lì, dove sperava che avrebbe trovato qualcuno che lo avrebbe ascoltato, ma si ritrovò con una gamba bloccata. Era avvolta da uno degli spuntoni che prima lo avevano quasi ferito gravemente

Cercò di tirare con tutte le sue forze, ma era inutile. Akuma, ripresosi dal lancio del ventaglio, lo sollevò e lo ributtò subito a terra con forza, finendo con il ferirlo piuttosto seriamente

“Adesso, dove eravamo rimasti…” disse tra se e se, stringendo con forza la gamba dell’uomo per cercare di spezzargliela

Ma, distratto com’era da chi aveva davanti, non si accorse minimamente del piccolo ometto che gli era appena arrivato alle spalle, colpendo il suo corpo alla schiena con entrambi i piedi e buttandolo a terra in quanto lo trattò come fosse un trampolino. Rimbalzando acrobaticamente, Fu si frappose tra i due combattenti, pronto a difendere l’altro Wielder

“Non capisco… credevo che la situazione fosse risolta” disse tra se e se l’anziano “Tutto questo non mi piace!”

“Dobbiamo… entrare…” gli cercò di suggerire l’uomo alle sue spalle, accettando tutto l’aiuto che arrivava “Dobbiamo… cercare aiuto…”

“Si, credo tu abbia ragione. I ragazzi saranno dentro di sicuro” rispose Fu, caricandosi di peso l’uomo sulle spalle e correndo dentro all’edificio. Lui non sapeva dove andare, ma di sicuro chi si stava portando appresso conosceva il posto, data la perfezione con cui gli fece da guida dentro la casa

Akuma, ancora parecchio indebolito, si rimise in piedi con un’espressione furente, generando stavolta non solo due tentacoli affilati, ma decine e decine, più piccoli ma ugualmente mortali “Sembra che qualcuno abbia voglia di soffrire!”

Anche lui iniziò ad incamminarsi a passo spedito per i corridoi della casa, alla ricerca di tutte le sue prede. Riconosceva quel posto e stavolta non avrebbe commesso errori. Chiunque avrebbe trovato lì dentro non ne sarebbe mai più uscito vivo

 

Dopo essere scappati dal loro avversario, il Maestro aveva seguito le tracce magiche lasciati da tutti gli Wielder, che lo condussero a quello che sapeva essere il luogo di lavoro di Gabriel Agreste. Lì, imbucò il foro d’entrata per l’osservatorio, aiutando l’uomo appena soccorso appena trovato a passare assieme a lui. Una volta arrivato dall’altro lato si risollevò nel trovare chi stava cercando, anche se c’erano molte cose che avrebbe voluto dire. Ad esempio avrebbe voluto sapere perché Adrien non fosse trasformato, o ancora meglio, avrebbe voluto discutere in generale e molto approfonditamente con Gabriel riguardo tutto ciò che aveva combinato fino a quel momento con il potere dei Miraculous.- Ma considerando chi avevano appena affrontato, gli argomenti importanti erano altri

“Maestro?” domandò Ladybug nel vederlo “Cosa è successo?”

“E che cos’è quel costume?” domando anche Adrien, quasi senza ormai più rendersi conto di essere umano

“Non avendo il mio Miraculous, ho ripiegato sul Braccialetto del Serpente per farmi aiutare dal Kwami Sass. Potete chiamarmi Naga, in questa forma” aiutò l’uomo a sedersi “Non avevo altro modo di venire qui in fretta, considerata la gravità della situazione”

“Maestro, la prego, ne abbiamo già discusso molto tra di noi e…” provò a giustificarsi la ragazza, venendo però interrotta da un gesto dell’uomo

“Non voglio fermarvi. Voglio aiutarvi. Plagg mi ha spiegato tutto ed anche io sono d’accordo sul vostro ragionamento, ed anche sul mettere fine a questa storia” indicò poi la persona al suo fianco “Per quanto riguarda lui, è stato attaccato qui fuori. E da quello che ho visto, ho paura che si tratti proprio di Akuma”

“Co-Cosa?!” esclamò AJ “Akuma?! Ma come è possibile?!”

“È tutta… colpa mia…” spiegò il Wielder ferito “Mi aveva detto… che se non lo avessi aiutato io a venire in questo tempo… si sarebbe portato dietro i suoi servitori… ho pensato che se fosse venuto da solo…”

“… in questo tempo?” si chiese il moro, scuotendo la testa “Ma tu chi diavolo sei?!”

“Così trasformato sono Paon… ma tu e gli abitanti del rifugio mi chiamavate Maschera di Ferro, se non sbaglio…”

“Maschera di Ferro? Il moribondo?” si sorprese il giovane “Ma come…”

“Come fai ad avere quell’aspetto?!” alzò la voce Gabriel, vedendolo trasformato in quel modo

“Io… era tutto ciò che era rimasto… non potevo lasciarlo andare…” rispose, annullando la trasformazione, prima che anche le sue ultime energie gli venissero meno

Ritornando normale, dalla sua maschera sbucò fuori come un fantasma una piccola Kwami blu con tre piume di pavone ed una fretta indiavolata “Non c’è tempo adesso! Dobbiamo muoverci! Akuma sarà qui da un momento all’altro!”

“Tu… tu sei Duusu!” esclamò Tikki nel vederla

“Ed hai sempre avuto un Miraculous per tutto questo tempo?!” si mise le mani tra i capelli il moro, desideroso che qualcuno gli desse delle risposte “Dove?! Come?!”

La Kwami del pavone però scosse la testa e gli si lanciò davanti al volto, guardandolo dritto negli occhi “Lo ha sempre tenuto nascosto sotto la maschera. Senti, so che tutto questo non ha senso… ma vi spiegheremo tutto più tardi! Per adesso devi calmarti!”

Dal punto di passaggio all’area, iniziarono a sentirsi diversi rumori dilanianti

“Deve essere lui” intuì Naga, cominciando a dare disposizioni “Ragazzi, dovete usare i vostri Miraculous insieme e creare il potere assoluto. Solo così sarete in grado di combattere Akuma!”

“Ma… come lo fermiamo?” gli chiese Ladybug “Non abbiamo un Miraculous dove bloccarlo!”

“… mi dispiace” rispose l’uomo scuotendo la testa “Sarebbe anche possibile creare un Miraculous, ma non con il poco tempo che abbiamo. L’unica cosa che ci resta da fare è… eliminarlo”

Alla ragazza venne un colpo, nel sapere che cosa avrebbe dovuto fare. Ma doveva essere forte, lei come tutti gli altri presenti, per prendere quella decisione tanto drastica

“Lo capisco” gli rispose, volgendo lo sguardo su Adrien “Facciamolo”

“Va… va bene” gli rispose lui, deluso “Speravo davvero che ci fosse un altro modo…”

Lei gli prese la mano e gli sorrise “Lo so. E ci hai anche provato, questo conta più di tutto”

Stavolta, fu il turno del biondo di arrossire per come la sua Milady lo stava facendo sentire

“Per attivare il potere assoluto, i Miraculous devono essere attivati entrambi da uno solo di voi” spiegò sempre Naga, impugnando l’arma, pronto per qualsiasi evenienza

“Allora te lo affido” disse il biondo, togliendosi l’Anello del Gatto Nero ed infilandolo lui stesso al dito della sua amata “Almeno non sarai costretta a rivelare chi sei”

“… i-io…” provò a dire lei, ammutolendosi per l’insicurezza e semplicemente osservandosi la mano cercando di non diventare ammaliata. Avrebbe tanto voluto dirgli chi fosse, ora che sapeva così tante cose su di lui e su AJ. Ma continuava ad avere paura proprio per tutte le cose di cui era venuta a conoscenza. I Tikki e Plagg del suo tempo le si avvicinarono e poggiarono una mano su di lei, iniziando a far dissolvere nell'aria rispettivamente un'anetnna ed un baffo diventando esattamente come i Kwami del futuro, solo con la consapevolezza che era un temporaneo passaggio di potere, semplicemente atto a fare da scudo alla ragazza dalla corruzione di Akuma. Lei, ricevuta anche la loro forza, si strinse la mano e disse la formula magica avrebbe unito le piu' potenti forze a disposizione dell'universo "Tikki, Plagg, unificatevi!"

La trasformazione ebbe inizio. Ma la ragazza, stavolta, non ottenne l’aspetto che normalmente avrebbe avuto Chat Noir. Ed anche il suo normale costume da Ladybug sparì, così da fare posto ad un aspetto rinnovato che nessuno dei presenti aveva mai visto prima. La sua maschera aveva la stessa forma di prima, ma era di un unico colore rosa molto vivido senza pois. Ed anche la tuta era la cosa più semplice del mondo, completamente identica a quella che aveva normalmente con gli Orecchini del suo tempo ma dello stesso colore della maschera, con l’unica differenza di una mantellina posta non alle sue spalle, ma sul suo ventre, appena sotto l’ombelico e lunga appena fino ad un ginocchio. Ma la semplicità finì presto, quando tutto attorno al nuovo costume iniziarono a crearsi delle spirali di filo dorato che la riempirono su ogni arto, sul petto, persino sulla maschera e dove il costume non riusciva ad arrivare, tra i capelli e su tutto il viso. Sulla piccola mantellina però non crearono certe spirali, ma si unificarono per creare il disegno di un sole con attorno sei raggi solari

Terminata la trasformazione, si osservò per un momento, cercando di saggiare le sue nuove capacità. Gabriel la osservò a bocca aperta

“È… è praticamente come la descriveva il libro!” spiegò, parlando del Libro dei Miraculous e ricevendo una fulminata con lo sguardo da parte di Naga

“Come... come ti senti?” gli domandò Adrien

“Ehm… normale?” rispose lei, confusa. Pensava che avere il potere assoluto tra le mani desse una sensazione ben diversa, invece si sentiva come sempre. In ogni caso, adesso doveva darsi da fare “Va bene, Maes… Naga! Come attivo il potere assoluto?”

“Devi dire le parol…” iniziò a dirgli, venendo però scaraventato via da quelli che sembravano essere dei tentacoli neri, andandosi a schiantare contro la parete della stanza e perdendo conoscenza

 

Akuma aveva fatto il suo ingresso nel modo più furente possibile, cominciando a colpire qualunque cosa vedesse muoversi in preda alla collera. AJ riuscì a schivare il primo colpo per un soffio, buttandosi a terra per non essere falciato via. Lo osservò sollevarsi da terra con rabbia omicida, al contrario di Gabriel, che rimase terrificato nel vedere chi fosse appena entrato

“E… Emilie?!”

“Papà, no! Non è lei!” lo scosse subito Adrien per farlo riprendere “Quello è Akuma! Ha solo preso il controllo del corpo della mamma, non è davvero lei!”

“Ma… cosa…” riuscì solo a dire lui, venendo preso per un braccio dal figlio

“Non possiamo fare nulla per ora! Dobbiamo nasconderci!”

“Andate” gli rispose la ragazza, mettendosi in posizione di combattimento “A lui ci pensiamo noi”

Plagg si mise davanti a Shivihs, desideroso di proteggerla, ma la stessa piccola Kwami si fiondò velocemente dal suo Wielder passandogli oltre

“AJ, tutto bene?!” gli chiese, spaventata perché anche lei sentiva di essersi fatta male

“Si, io sto bene… ma presto lui non potrà dire lo stesso!” la guardò decisa e proseguì a parlare “Shivihs, trasformami!”

Anche lui fu avvolto dalla luce della trasformazione e tornò ad essere Dragakin per posizionarsi al fianco della compagna. Erano entrambi molto tesi, soprattutto la corvina, che non conosceva affatto i suoi nuovi poteri e non sapeva come sfruttarli. Il mezzo drago provò a farle sgombrare la mente “Ti dobbiamo continuare a chiamare Ladybug o hai un altro nome adesso?”

“Un… un altro nome?” chiese, senza distrarsi dal suo nemico “Attento!”

Il demone era partito all’attacco senza pensarci due volte, cercando di affondare gli affilati tentacoli su due Wielder. Ma la giovane, con una rapidità ancora più inumana del solito, si era messa a difendere sia lei che il compagno creando tra le sue mani quello che a prima vista le sembrò il suo normale yo-yo, ma più grande e con un impugnatura per essere tenuto senza filo. Inoltre, incastonati al suo interno vi erano dei bastoni leggermente ricurvi, a ricordare dei raggi solai. Con dei piccoli e rapidi movimenti del polso, quelle estremità potevano girare tutt’attorno all’impugnatura, ricreando quasi l’immagine di un sole. L’attacco del nemico fu totalmente vanificato da quell’arma e dalla destrezza con la quale l’utilizzatrice riuscì a muoverla tutt’attorno sia a lei che a Dragakin per impedire il passaggio di ogni colpo

“Wow, fantastico!” esclamò il mezzo drago, sorpreso da una tale dimostrazione

“… adesso stiamo lottando per l’equilibrio, giusto?” disse lei, a pericolo scampato “In questo caso, potete chiamarmi Harmonie!”

Akuma non poteva crederci. Il suo peggiore incubo si stava realizzando di nuovo. Harmonie, nel suo momento di distrazione, fletté leggermente i muscoli delle gambe e si ritrovò con un singolo salto di fronte a lui, spaventandolo per la velocità e la vicinanza. Cercò di tirargli una manata per scaraventarla via, ma lei semplicemente la parò con un dito, bloccandolo completamente come se stesse fermando un foglio di carta. Vedendola reagire in quel modo, creò decine di mani da utilizzare contro di lei, ma facendosi perno sul dito che aveva giù usato, iniziò a vorticare su se stessa, rispedendo al mittente ogni colpo che le arrivasse con calci rotanti e raramente l’arma. Sentiva di non averne quasi bisogno, per vedersela con lui in quel momento

Ma adesso che gli era così vicina, Akuma pensò ad un’altra soluzione, cioè di approfittarne per inglobarla nella sua magia oscura. Tutta l’energia iniziò a circondarla completamente, assorbendola nel suo corpo malvagio e paralizzandola per poi iniziare a comprimerla. Pensò quasi di essere riuscito a sconfiggerla, ma anche in quel caso Harmonie sorrise. Muovendo semplicemente il polso di poco, iniziò a far ruotare l’oggetto che teneva tra le mani, facendo vorticare ancora i bastoni ed iniziando a triturare dall’interno il suo corpo. Dapprima un movimento molto lento si fece sempre più rapido, fino a quando il demone non fu più in grado di trattenerla al suo interno a causa del dolore e fu costretto a scaraventarla via. Lei, con una rotazione a mezz’aria, atterrò in piedi e si mise nuovamente in posizione di battaglia, pronta a continuare uno scontro che sembrava diventato a senso unico

“Vai così! Fagli vedere chi sei!” esclamò Plagg, ricevendo uno spintone da Tikki “Ahi, che c’è?! Sto facendo il tifo!”

“Pensa piuttosto ad aiutarli sul serio!” rispose innervosita, andando a rivolgersi all’amica “Harmonie! Per attivare il tuo potere devi dire Equilibrium!”

“Stai zitta, Tikki!” la intimò Akuma, anche se ormai il danno era fatto

La ragazza mise avanti a se la sua nuova arma e disse ciò che Tikki le aveva detto “Equilibrium!”, facendo illuminare sia l’oggetto tra le sue mani che i ricami dorati sul suo corpo. Lo sollevò con vigore e dalla sua sommità fu rilasciato un raggio di luce bianca e purissima, adesso facendo sembrare che ciò che teneva in mano non fosse più un’arma intera, ma solo l’impugnatura di una spada luminosa. Akuma indietreggiò, spaventato nel vedere quel potere in azione contro di se. Aveva dei ricordi terribili dell’ultima volta che era accaduto e sapeva che se non avesse fatto qualcosa si sarebbe ripetuto tutto quanto. La corvina adesso sapeva bene cosa fare. Chiuse gli occhi e pensò intensamente a ciò che desiderava, ossia che la minaccia di Akuma fosse debellata una volta per tutte

Ma prima che potesse anche solo pensare di fare qualsiasi altra cosa, sentì una dolorosissima fitta al cuore. Non le era accaduto nulla fisicamente, eppure sentiva come se qualcosa glielo stesse stritolando. Si accasciò in ginocchio, dolorante come non lo era mai stata

“Harmonie!” gridò Dragakin, preoccupato “Cosa c’è?!”

“Il… il petto… mi fa male…”

Maschera di Ferro, dall’angolo in cui era sdraiato, iniziò ad agitarsi spaventato “No… no no no no! Devi annullare la trasformazione! ADESSO!”

“Di… di cosa… parli…” cercò di chiederle, sostenendo ancora di più il dolore

“È Akuma!” gli spiegò Duusu, volandole proprio davanti al volto “Quello del vostro tempo! Si sta facendo strada attraverso il potere assoluto! È corrotto!”

“Cosa?!” sbraitò Dragakin “Ma-ma non può essere! Tikki e Plagg gli hanno passato il loro potere perchè facesse da scudo! Come fa ad averli corrotti?!”

La ragazza, nonostante quella spiegazione, stava sempre peggio. Iniziò persino a mancarle il respiro ed a sentire lo stomaco rivoltarsi

“… hehehe…” iniziò a ridacchiare il demone davanti a loro, finito di recitare la parte della donzella in difficoltà “Credo che un ringraziamento sia d’obbligo. Mi avete velocizzato il lavoro”

“Ma di che diavolo parli?!” strepitò Plagg, agitandosi dalla rabbia, mentre Tikki riuscì solo ad osservare la sua amica in pericolo senza sapere cosa fare

“Davvero non lo sapete?” gli rispose, quasi con aria accondiscendente e gioviale “È tutto merito vostro! Millenni fa mi avete intrappolato con il potere assoluto… ed è stato proprio in quel momento che riuscii a corromperlo. Non vi aspettavate ciò che avrei fatto, così ne ho approfittato. La vostra magia congiunta è corrotta da sempre! Ma non avendola mai più utilizzata, non sono stato in grado di usarla a mio vantaggio. Fino ad oggi” osservò il soffitto, vedendo che si stava aprendo uno squarcio. Ma era diverso da quelli con cui avevano viaggiato nel tempo, da esso fuoriusciva una luce buia e tetra “Oh, che bello, sarà come avere per la prima volta un vero fratello!”

Dallo squarcio, iniziò a fuoriuscire quella che sembrava una mano fatta di fumo oscuro, grossa solo quella quanto una persona. Nooroo osservò basito entrambi i demoni “Tutto questo tempo… credevo di essere io quello corrotto… invece era solo il potere assoluto ad esserlo…”

"Siamo... siamo sempre stati corrotti..." inorridì Tikki, osservando tremante ed impotente la sua amica

“Hehehe…” ridacchiò il demone nel corpo di donna “Tu non sei stato più cosciente per l’akumizzazione, io non c’entravo nulla. Persino quegli... occhi neri e vuoti di Enfinithra non sono farina del mio sacco. Semplicemente mi piacevano, ed ho tenuta buona l'idea! Ma mi ha fatto sempre piacere che non ti sia mai messo di mezzo!”

Dragakin rimase impietrito dal terrore, perché sapeva bene che cosa stava per succedere: Akuma stava per essere liberato di nuovo e c’era di peggio che non sarebbe stato da solo. Ma doveva essere forte e cercare in tutti i modi di porre rimedio alla cosa. Guardò a terra Harmonie, distrutta e senza più forze a causa del controllo di Akuma. C’era una sola cosa che potesse fare, ed anche se lei non sarebbe mai stata d’accordo, l’avrebbe fatta per salvarla

Si fiondò su di lei e le tolse sia gli Orecchini della Coccinella che l’Anello del Gatto Nero, dato che fortunatamente quella trasformazione non era stata potenziata come quelle in Ladybug e Chat Noir, facendola ritornare ad essere Marinette. Da ciò che vide l’idea fu un successo, riuscì a farla smettere di soffrire. L’aveva salvata, ma c’era un problema. L’energia del potere assoluto sembrava non potersi fermare, anche se le erano stati tolti, ed adesso sgorgava direttamente dai due Miraculous nelle sue mani

“No…” mormorò Nooroo, osservando la follia appena compiuta dal ragazzo “Non ha scacciato Akuma! È ancora nei Miraculous! Dragakin, lasciali subito!”

L’avvertimento, però, arrivò troppo tardi. Dragakin gridò di dolore al cielo e venne totalmente avvolto dall’energia oscura, sparendo in una coltre di nebbia magica

 

AJ riaprì gli occhi. Nella sua testa era tutto incredibilmente confuso, non ricordava perché stesse dormendo. Non ci era mai neanche riuscito. Alla sinistra, osservò la sua piccola amica Shivihs fluttuare al suo fianco, anche lei addormentata. Forse avrebbe saputo dirgli che cos’era quello strano posto senza pareti, pavimento o soffitto in cui si trovava ed in cui stava galleggiando. Ma ci avrebbe pensato meglio quando il dolore al capo gli sarebbe passato. Quando però guardò alla sua destra, sgranò gli occhi e sembrò riprendersi subito

Un essere dalle fattezze di drago fluttuava come lui a mezz’aria, incapace di sbattere le ali per allontanarsi, e lo fissava nello stesso modo sbigottito

“Tu… tu sei… me?!” gli chiese indicandolo

“Io… no, aspetta, tu sei me!” rispose il mezzo drago, indicandolo a sua volta

“Oh, cavolo, cosa sta succedendo? Forse sono impazzito… cos’è che ricordo… ricordo che…” sospirò spaventato “Che stavamo lottando contro Akuma! Ho tolto i Miraculous alla mamma, lei stava bene, ma…”

“… ma Nooroo mi ha detto di buttarli perché erano ancora corrotti” terminò il rettiloide per lui “E poi… credo di essere svenuto”

Si osservarono tutti e due di nuovo, riuscendo a ragionare a mente più lucida, arrivando alla conclusione meno scontata ma più ovvia

“Forse sono… siamo morti?” chiese al se stesso trasformato, che però scosse la testa

“Non ne ho idea. Però… non mi sento morto. E tu?”

Una voce femminile ridacchiò, nel sentire quella assurdità “Ma no, sciocchi, non siete morti!”

“Anche se avete rischiato parecchio!” si aggiunse anche una voce maschile, rimproverandoli. Per loro fu facilissimo riconoscerle entrambe

“… Plagg? Tikki? Siete voi?” si chiese il lucertolone

I due si aspettavano di veder arrivare i soliti piccoli spiriti magici, ma vennero accolti da due loro enormi teste, grosse anche più di Dragakin stesso

“Più o meno, anche se non ci resta molto tempo” gli confermò la Kwami Rossa “Al momento vi stiamo tenendo avvolti dalla nostra magia, per poter comunicare con voi, finché possiamo”

“La vostra… magia… un momento!” esclamò l’umano “Voi siete i Tikki e Plagg del nostro tempo!”

“Ma… come? Credevamo che voi foste…”

“Praticamente morti, si” lo interruppe Plagg “È più in una specie di coma, in realtà. Questo è tutto ciò che resta di noi. E questo è stato il nostro ultimo gesto, prima che anche per noi sia la fine…”

“Vi stiamo tenendo protetti dalla corruzione di Akuma, dentro di noi” si aggiunse Tikki “Ma quando vi lasceremo andare, per noi sarà la fine” disse malinconica, suscitando il dispiacere dei due interlocutori “Ma possiamo tenere attivo questo momento quanto vogliamo, fino a quando non sarete pronti. E parlare con entrambi”

“Pronti? Pronti per cosa?” rispose sarcastico AJ “Per essere fatti a pezzi da Akuma? Certo, come no…”

“Io non posso crederci” si iniziò ad irritare Dragakin, stringendo i pugni “Eravamo così vicini… avevamo sconfitto Enfinithra, tutti assieme, ma non è servito a nulla! Akuma si sta liberando lo stesso!”

“Non è così semplice, purtroppo” spiegò Plagg “Avete sbagliato a pensarla così. I vostri genitori non erano stati sconfitti da Enfinithra. Sono stati loro a batterlo, anche nel tuo passato”

“… cosa?!” rispose il ragazzo, realizzando le parole dello spirito “Ma-Ma non è possibile! E allora come ha fatto a risvegliarsi la prima volta?!”

“Esattamente come è accaduto di nuovo” rispose la Kwami della Creazione “Una volta sconfitto Papillon, lo hanno seguito ed hanno scoperto chi era in realtà”

“Loro lo sapevano?” scosse la testa il mezzo drago, non potendo credere a quelle parole “E… E non hanno mai detto nulla?!”

Tikki andò avanti a parlare subito “No… lo hanno fatto per proteggerlo, perché in tanti avrebbero dato ingiustamente la colpa a lui. Ma non è così che è andata”

“Dopo che hanno visto che era il padre di Chat” proseguì poi Plagg “Si sono fatti spiegare i motivi che lo avevano spinto a fare tanto. Lui gli ha parlato di Emilie e del fatto che gli avevano promesso che non avrebbe stravolto l’equilibrio. E quando ci hanno chiesto se sapessimo chi era questo essere, abbiamo dovuto dirglielo…”

“Ed ovviamente, hanno reagito come ora” riprese la Kwami rossa “Si sono messi in testa di sconfiggerlo utilizzando il potere assoluto. Ladybug era diventata Harmonie per liberarlo ed eliminarlo… ma neanche adesso avremmo mai sospettato che il potere assoluto fosse corrotto da così tanto tempo… pensavamo che in qualche modo fosse riuscito a prenderne possesso mentre lottavamo contro Enfinithra”

Plagg finì il discorso in tono nostalgico “Mentre era a terra, è stato Gabriel a prenderle i Miraculous al posto tuo ed a ritrasformarsi in Papillon, anche con Nooroo svenuto. In due hanno scacciato Akuma dal loro controllo, ma era ormai troppo tardi e si è liberato… ecco perché non abbiamo mai detto nulla di chi fosse in realtà, per evitare che venisse ingiustamente infamato lui... o la sua famiglia” gli spiegò, intendendo ovviamente anche loro stessi “Aveva già intenzione di fare ammenda in quel momento, persino prima di salvare Harmonie. Ci aveva ascoltati, aveva realmente capito quanto pericoloso fosse quel demone… ma neanche lui ha potuto fare nulla per risolvere la situazione… ”

“Quindi… quindi è stato tutto inutile!” realizzò AJ, quasi andando in paranoia “Altro che vittoria, non abbiamo risolto proprio un cavolo! Il passato è rimasto identico a prima!”

“Il nostro intervento non è servito ad un accidenti…” si dannò anche Dragakin “Non siamo riusciti a fare niente!”

“Ed ancora una volta, vi state sbagliando” rispose dolcemente Tikki, facendoli solo arrabbiare

“Ah, e cosa avremmo fatto?” replicò contrariato il ragazzo “Abbiamo velocizzato la sconfitta di Enfinithra? Portato i Miraculous del nostro tempo qui?”

“No, te lo dico io che cosa abbiamo fatto!” si aggiunse anche il mezzo drago in seguito alle parole del se stesso umano “Abbiamo rischiato di non nascere mai dicendo ai nostri genitori chi siamo davvero!”

Plagg annuì, fingendo di dargli ragione “Tutte cose molto interessanti. Ora volete sapere qual’è la più importante?” gli sorrise “Il fatto che siate qui! Prima non c’eravate!”

“Oh, certo!” rincarò ancora AJ “Perché la nostra presenza è stato davvero molto utile! Ci avete appena detto che non è cambiato assolutamente nulla tra i nostri tempi!”

Dragakin iniziò quasi a sbuffare fumo “Noi non serviamo a nulla! Noi… noi non siamo eroi! Non siamo come voi o come i nostri genitori! Abbiamo persino combattuto nostra madre pur di far valere le nostre ragioni! Nessuno di loro avrebbe mai fatto una cosa simile…”

“Avete solo un carattere particolare” provò a rassicurarli Plagg “E non è importante ciò che avete fatto, ma ciò che siete. Purtroppo ci abbiamo messo davvero troppo tempo per accorgercene, ma adesso ne siamo sicuri”

“Voi siete sia i figli dei nostri Wielder che figli nostri, in un certo senso” illustrò loro Tikki, osservando Shivihs ancora addormentata “Ed avete ereditato da noi tutto ciò che speravamo. La forza di volontà, il cuore, la testa ed anche la potenza, forse anche la cocciutaggine di questo simpaticone qui” terminò sogghignando ed intendendo il Kwami della distruzione

“E con questo?” scosse la testa il ragazzo “A cosa serve prepararsi e pianificare, se è del tutto inutile a salvare le persone che ci sono care, come faceva la mamma?”

“A cosa serve avere la volontà e la forza di tenere testa ad avversari temibili, se poi non sconfiggiamo quelli più pericolosi? Papà ne sarebbe stato in grado, nei nostri panni…” si aggiunse il dragonide

“Ancora continuate a sottovalutarvi” si ritrovò di nuovo a rimproverarli la Kwami rossa “Voi siete molto più forti di ciò che pensate! Siete una nuova generazione di eroi! I vostri genitori sono andati in battaglia a cuor leggero, sapendo che il mondo aveva voi a proteggerlo!”

“Ma finché non lo capirete da soli” provò a spiegargli lo spirito nero “Continuerete anche a limitarvi, da soli. Avete solo bisogno di seguire gli insegnamenti di Ladybug e Chat Noir, non di essere loro!”

Tikki gli si avvicinò ed appoggiò la colossale testa sulla fronte di entrambi “Voi siete AJ e Dragakin! Il ragazzo che ha messo in atto il più folle dei piani per salvare il mondo ed il combattente che è capace di vedersela contro nemici impensabili senza battere ciglio, quasi divertendosi! E non dovete essere nessun altro”

“Ecco… altre persone che ripongono in noi la loro fiducia…” mormorò il moro “Non sono più sicuro che ce la meritiamo…”

Plagg gli diede una leggera spinta con la guancia “Ma noi sappiamo che farete comunque di tutto, pur di dimostrare che non è così”

I due colossali Kwami si scambiarono uno sguardo ed annuirono. Tikki, con gli occhi lucidi, decretò la fine della loro chiacchierata “Ora è tempo che andiate. Avete un demone da combattere… e sono sicura che troverete il modo di farlo”

“A-Aspettate!” la bloccò AJ, sfiorando la compagna Kwami “E Shiv? Non volete parlare con lei?”

“Lo stiamo già facendo” spiegò Plagg “Qui con voi c’è solo un frammento di lei. Alla sua parte cosciente abbiamo già parlato e detto addio. Volevamo un momento da soli con la nostra bambina”

“Oh… si, capisco…” gli annuì AJ, avvilito ma contento che avessero potuto parlare

“Addio, ragazzi” li salutò Tikki, sforzandosi di sorridere “Sono sicura che in qualche modo saremo sempre assieme a voi…”

 

Nell’osservatorio di casa Agreste, Marinette si stava appena riprendendo dopo il brutto momento passato sotto la corruzione di Akuma. Riuscì a rimettersi almeno in ginocchio, parecchio confusa

“La testa… che è successo...”

“M-Marinette… sei… tu sei Ladybug?” gli chiese Adrien, corso subito da lei non appena viste le sue condizioni

“Io… aspetta, come lo sai?!” si domandò, osservando se stessa e vedendo che era tornata normale “I Miraculous! Che fine hanno fatto?!”

Adrien si fece parecchio preoccupato nel rispondere “AJ te li ha tolti di dosso. Il potere assoluto era già corrotto, Akuma ti avrebbe uccisa se non fosse stato per lui” guardò davanti a se “Ma adesso è li dentro…”

Anche la corvina alzò lo sguardo, vedendo una grossa bolla di energia demoniaca fluttuare a mezz’aria. Si dimenticò completamente del fatto che fosse stata smascherata, al momento i suoi pensieri erano rivolti altrove

“No… AJ…” cominciò a mormorare la ragazza, preoccupata come non mai “Cosa gli è successo?”

Akuma, da distanza, rimase piuttosto soddisfatto “Finalmente mi sono occupato dell’ultima seccatura rimasta, ecco cosa è successo” alzò lo sguardo, verso lo squarcio, dove il se stesso di quel tempo annaspava cercando di uscire “Sbrigati ad uscire, abbiamo tante cose da fare!” puntò i tentacoli affilati sui due ragazzi, con Adrien che si mise a coprire il più possibile Marinette con il suo corpo “Ma di voi non ho bisogno”

“Lasciali stare!” sbraitò Naga, ripresosi da pochi momenti, saltandogli subito addosso per almeno provare ad infastidirlo “Prenditela con me, se ne hai il coraggio”

“E… e con me…” si rialzò a fatica Maschera di Ferro, dando un cenno al Kwami che aveva viaggiato con lui “Duusu, trasformami…”

Il Kwami fu assorbito dal Miraculous all’interno della sua maschera e l’uomo pelle ed ossa ritornò ad essere il ben più forte Paon, che con rinnovata energia tentò di dare una mano, scagliando le sue piume a ventaglio contro il demone

Gabriel era combattuto. Voleva intervenire, ma non sapeva se adesso fosse una buona idea, non dopo tutto ciò che aveva combinato. Il Kwami della farfalla del futuro, però, lo rassicurò “Fallo. Ci parlerò io con lui, se servirà”

Dato che sembrava aver ricevuto il permesso, si rimise in piedi ed osservò con ira il mostro che fino a quel momento gli aveva sempre mentito, dicendo “Nooroo, trasformami!” per diventare Papillon. Lo spirito purpureo sapeva che lo avrebbe potuto fare a cuor legger, in quanto quel Miraculous non era davvero pericoloso come credeva. Il Wielder della farfalla impugnò il suo bastone e si gettò anche lui all’assalto del mostro a fianco di Naga, che nonostante tutto fu ben felice di vederlo al suo fianco in quel momento

Ma il demone riuscì a parare tutti i colpi dei tre avversari “Tutto qui quello che sapete fare?”

“Ci sono anche io!” esclamò una voce femminile alle sue spalle. Non riuscì’ neanche a girarsi che una serie di piume affilate lo infilzarono, affondando completamente nell’energia di cui era composto e facendogli male. Videro che era un’altra Wielder, una con un vestito molto simile a quello di Paon, ma più lungo, come una gonna elegante. E Papillon, tra tutti, la riconobbe subito

“Nathalie?! Cosa stai facendo?!” gridò, preoccupato per lei “Sai bene che…”

“Sono Mayura, adesso!” rispose lei, richiamando le sue piume “E non la lascerò combattere da solo, signore!” lo osservò sorridendo “Mi ha tenuto fuori dallo scontro in città per proteggermi. Ma è da quando ho sentito fracasso in casa che vi seguo di nascosto! Sono felice che abbia deciso per il meglio questa volta…” si mise in posizione di guardia, con il ventaglio di piume sul volto “E sappia che io le darò supporto! Come sempre!”

“Ora BASTA!” gridò Akuma, scagliando in ogni direzione la sua magia oscura, creando delle onde di energia che si scontrarono con tutti e quattro gli Wielder, respingendoli “Voi umani siete gli esseri più fastidiosi ed ostinati che abbia mai conosciuto!” evocò centinaia di tentacoli, ognuno pronto a fendere l’aria verso ogni persona presente, facendo mettere tutti in guardia. Naga, Paon e Papillon si piazzarono davanti ai due ragazzi senza poteri assieme ai tre Kwami, mentre Mayura cercò solo di difendersi, non potendosi avvicinare agli altri

Prese la mira per sferrare molteplici attacchi, fino a quando iniziò a sentire un fastidio proveniente dalla bolla di energia che conteneva Dragakin. Iniziò ad illuminarsi di bianco ed a contorcersi, fino ad esplodere ed a liberarlo, lasciandolo cadere a terra con il fiatone

Adrien e Marinette corsero subito verso di lui, felici di rivederlo tutto intero

“AJ!” esclamò la ragazza “Stai bene?!”

“Uugh…” gemette lui “Io si… ma…”

Aprì gli artigli e mostrò loro i Miraculous che aveva preso alla ragazza. Erano diventati completamente grigi, ridotti in polvere dall’uso esagerato di energia per salvarlo. Si dispersero nel vento, esattamente come i Tikki e Plagg del futuro, che divennero cenere e sparirono. I due ragazzi rimasero senza riuscire a dire nulla, nel vedere i propri compagni sparire. Nonostante sapessero che non si sarebbero ripresi da quello stato, per loro fu una perdita gravissima

“Mi hanno protetto con le loro ultime forze…” spiegò loro a denti stretti “Hanno dato la vita per salvarmi…”

Un tentacolo affilato scattò in mezzo a tutti e lo colpì dritto al fianco, scaraventandolo lontano tra atroci sofferenze

“Tsk… che razza di modo per andarsene…” si irritò Akuma “Va bene, tanto ci sono ancora i Miraculous di questo tempo. E poi avevo già distrutto gli altri, sarebbe stato un peccato non riunire tutti”

Nuovamente, il mezzo drago venne raggiunto da Marinette ed Adrien, stavolta per aiutarlo a rimettersi in piedi. I quattro Wielder, per evitare che rifacesse una cosa simile, iniziarono ad attaccarlo all’unisono, ma Akuma aveva fin troppi colpi a sua disposizione perché potessero impensierirlo

“Io devo combattere…” mormorò Dragakin, guardandoli entrambi “Non so come, ma devo farlo!”

Vide che altri tre colpi stavano arrivando nella loro direzione, impossibili da fermare per chiunque stesse lottando. Si rimise in piedi da solo e li spinse dietro di se, allargando braccia ed ali per fargli da scudo. Due degli spuntoni bucarono entrambe le membrane sulle ali, mentre il terzo gli si conficcò nel petto, non troppo in profondità, ma abbastanza da ferirlo gravemente

“AJ! NO!” gridò terrorizzata Marinette, prendendolo al volo con Adrien prima che cadesse all’indietro

“Adesso basta!” gli disse Adrien, preoccupato quanto lei “Non devi fare certe cose! Non ce la faccio a vederti così!”

“Ma io… voglio proteggervi… voi e tutti quanti… e quindi devo lottare” rispose ansimando, cercando di rimettersi in piedi e coprendosi il taglio sul petto

“Troveremo una soluzione insieme!” scosse la testa quasi in lacrime “Potremmo fare qualcosa forse, se andassimo a riprendere i nostri Miraculous! Ma se continui così rischierai di morire!”

“Morire?” rispose sorridendo ed allargando le ali maciullate “Dopo tutto questo, secondo voi io posso morire così facilmente? No, non esiste… ho ancora tante cose da fare. Tanti cieli stellati da vedere. Tanto tempo da passare assieme a chi voglio bene” dalle narici e dalle zanne iniziò a sprigionare fumo “Non c’è il tempo per riprendere i vostri Miraculous. Se andassimo via ora, qualcuno di loro morirebbe… non lo posso accettare!”

Adrien, vedendolo così deciso, si alzò in piedi e si mise al suo fianco, in posizione di battaglia quasi come fosse Chat Noir “Se è questo che pensi, non ti lascerò da solo! Combatterò con te, anche senza poteri!”

Marinette, nel vedere il biondo reagire così, si asciugò gli occhi e si rimise anche lei sulle sue gambe “E lo farò anche io!” distolse lo sguardo dal ragazzo di cui era innamorata ed arrossì “Che… che razza di genitori saremmo, se non ti aiutassimo in momenti come questi?”

Anche Tikki e Plagg, che già da prima erano tornati ad avere le loro parti mancanti e quindi il pieno delle loro forze, non furono da meno. Senza dire nulla, si posizionarono ognuno a fianco del proprio Wielder, per dar man forte fino a quando avrebbero potuto

 

Dragakin era molto in pensiero per la situazione e per il pericolo che stavano correndo tutti, stando vicino a lui, ma sorrise lo stesso. Li conosceva, sapeva che non se ne sarebbero andati neanche se li avesse costretti. Perché, almeno in quello, erano esattamente come lui, così come Shivihs era esattamente come Tikki e Plagg

Quel suo pensiero accese una lampadina nella sua testa. Era solo un’idea, eppure poteva essere la cosa più ovvia. Si osservò la mano, ricoperta del suo sangue, materializzando il suo nunchaku e riflettendo su ciò che i kwami gli avevano detto prima di andarsene. A quel punto, il sorriso sul suo volto si fece molto più marcato

“… può essere che… non so se lo abbiano mai pensato, ma forse era proprio quello…”

“La famigliola di nuovo riunita?” domandò Akuma, riuscendo a tenere a bada i quattro avversari ed allo stesso tempo a distrarsi “Stavolta quindi vi potrò eliminare tutti assieme, così vostro figlio non si lagnerà più di cosa ho fatto”

Dragakin alzò lo sguardo e, con sua sorpresa, gli sorrise “Non credere che questa volta sarà così facile fare del male ne a me né a loro!”

“Intendi così?” rispose, poco prima che un gruppo di tentacoli taglienti scattasse tutti attorno a loro, cercando di colpirli da ogni direzione

Adrien e Marinette si prepararono a subire il colpo, così come anche Tikki e Plagg. Ma non Dragakin. Lui cominciò a roteare la sua arma ed utilizzò la coda come perno di rotazione, riuscendo a colpire e deviare ogni attacco, seppur mandando in frantumi l’oggetto tra le sue mani. Il demone si sorprese del fatto che comunque fosse riuscito a proteggere tutti, quasi senza faticare

“Hai detto bene, Akuma, noi siamo una famiglia. Una di quelle che non incontri tutti i giorni” premette i piedi a terra, facendo peso per restare immobile “Siamo una famiglia di combattenti, per lottare contro mostri come te! Una famiglia di guardiani, capace di difendere il mondo da ogni minaccia! Una famiglia… di eroi!” il fumo che emetteva cambiò, passando dall’essere nero e denso all’essere molto più bianco e pulito “E tu continui a sottovalutarci… lo hai sempre fatto con tutto, perché sai di essere superiore all’Equilibrio! Ma hai sbagliato a sminuire Ladybug e Chat Noir, i più grandi eroi che il mondo abbia mai visto! Hai sbagliato a minimizzare il vero potere di Tikki e Plagg, i Kwami più potenti mai esistiti” i suoi occhi si illuminarono per un istante di bianco “Ed hai sbagliato ad ignorare me e Shivihs! I figli e gli eredi di tutto questo! Una nuova generazione, come mi è stato detto, pronta ad aiutare gli umani nel momento del bisogno!” la membrana sulle sue ali iniziò a ricostruirsi, ed anche il taglio sul suo petto sembrò richiudersi “Ti consideri invincibile perché puoi fare in modo che una forza passiva come l’Equilibrio non ti sia d’intralcio… ma cosa succederebbe, se quella forza si attivasse proprio contro di te?!”

Il demone sembrò raggelarsi dalle sue parole, ed ancora di più dall’energia che stava circondando il suo corpo. Fece di nuovo scattare una immensa moltitudine di tentacoli su di lui, per farlo fuori e non sentire più le sue parole. Ma Dragakin non si smosse. Voleva lottare non solo perché era figlio di due eroi o per dimostrare qualcosa, ma perché era ciò che voleva. Perché era giusto farlo. Con i tentacoli diretti nella sua direzione, spalancò le zanne e scatenò due getti fiammeggianti di colore bianco e nero, esattamente come aveva fatto nel suo tempo, ed incenerendo ogni colpo che minacciava le loro vite. Akuma si sconcertò, nel vedere di nuovo in che modo era stato bloccato, ed ancora di più quando vide di nuovo quelle fiamme. Dragakin, appena emesso il resto del fuoco, si pulì la bocca con un braccio “Ecco di cosa sono davvero capace, come figlio di Ladybug e Chat Noir! Il vero potere di Shivihs, figlia di Tikki e Plagg!” allargò le ali per mostrarsi in tutta la sua possanza "Io sono Dragakin, il Drago dell'Equilibrio!" spiegò, per poi dire una frase che sentiva dentro di se, quasi come se a suggerirgliela fosse Shivihs stessa, scoprendola assieme a lui dopo tanto tempo “Nova Equilibrium!”

Dicendo la formula magica, dalla sua bocca scaturirono quelle fiamme bicolori in grado di danneggiare il demone e fluttuarono attorno a lui, iniettandosi in tutto il suo corpo. Squame, artigli, coda, ali, tutto il suo aspetto trasformato cambiò colore, dividendosi verticalmente a metà. E non importa da che parte lo si guardasse, se dal davanti, di lato o dietro, in ogni caso l’illuminazione del suo corpo da drago risplendeva di bianco a sinistra e di nero a destra. I presenti, nessuno escluso, rimase ad osservarlo senza dir una parola, stupefatti, mentre Akuma, fino a quel momento tanto spavaldo e sicuro di se, indietreggiò lentamente. Si era ripromesso che avrebbe fatto fuori subito il ragazzo, ma vederlo così in difficoltà glielo aveva fatto arrogantemente sottovalutare

“AJ… questo è il potere assoluto?” disse Marinette, insicura di come pensarla

“Si, precisamente” ruggì soddisfatto Dragakin, osservandosi per capire bene cosa gli fosse successo

“E non è pericoloso? Akuma ne dovrebbe avere il controllo…”

“No, non stavolta. Questo è il potere assoluto, certo, ma non è lo stesso di Tikki e Plagg. Questo è di Shivihs… una nuova vita, generata da loro, ma totalmente indipendente. Proprio come me.” poggiò un artiglio sul cuore “Adesso lo abbiamo capito, questo è il vero potere di Shiv, dare nuova vita ai poteri dei Kwami. Per questo possiamo utilizzare i loro poteri come fossero nostri”

Alzò lo sguardo verso l’Akuma ancora intrappolato per metà e ci si fiondò addosso con un movimento delle ali, per poi rigettargli addosso una quantità immensa di fiamme dalla doppia colorazione, avvolgendolo completamente ma stavolta non eliminandolo, semplicemente avvolgendolo di calore magico e controllandolo. I suoi occhi si illuminarono di bianco, stavolta limpidamente, e disse “Che Akuma sia liberato sotto il mio controllo!”

Il potere assoluto, sentito il suo desiderio, spalancò ancora di più il passaggio e liberò la massa oscura del demone, anche se ancora avvolta dalle fiamme. Una volta fuori, Dragakin iniziò a mimare come se stesse schiacciando qualcosa tra le mani, influenzando anche la forma fisica di Akuma, che si rimpicciolì fino a diventare delle dimensioni di un pallone

“No… questo non può succedere!” esclamò l’Akuma del futuro “Non dopo tutti quegli anni di prigionia!”

Scagliò in una volta sola tutti i tentacoli affilati su Dragakin, che semplicemente si girò e li incenerì con una doppia fiammata. Il getto infuocato, inoltre, raggiunse anche il corpo fisico di Akuma stesso, così da permettergli di esprimere un’altra richiesta “Che Akuma abbandoni quel corpo e sia sotto il mio controllo!”

Nuovamente l’infinito potere a sua disposizione fece il resto. L’essenza stessa di Akuma venne strappato via dal corpo di Emilie Agreste, che lo stesso mezzo drago appoggiò delicatamente a terra per evitare di farle del male. Poi lo compresse di nuovo, così che anche quello si rimpicciolisse come l’altro. Infine lo osservò, sorridendogli

“Sai, Akuma, penso che tutti si siano sempre sbagliati su una cosa, riguardo te. L’Equilibrio semplicemente non aveva ancora trovato il modo di contrastare il tuo potere. Almeno finché non siamo arrivati io e Shiv”

L’energia di entrambi i demoni continuava a dimenarsi, desiderosa della libertà, ma il ragazzo non gliela avrebbe mai concessa. Ora che erano entrambi stati neutralizzati, era il momento di farla finita. Cominciò a stringere ancora di più la presa su entrambi, per eliminarli definitivamente, ma l’occhio gli cadde su Marinette ed Adrien. La ragazza, capendo di essere osservata, espresse un suo pensiero

“Non c’è… davvero nient’altro che possiamo fare?” domandò lei

“Dobbiamo per forza… ucciderli?” chiese anche il ragazzo al suo fianco

Naga scosse la testa “Dragakin non può tenerli fermi per sempre. E se quello è il potere di Shiv, più lo tiene attivo e più consumerà le sue energie. Anche io vorrei fare qualcosa di diverso, ma…”

“Ma possiamo” esclamò invece Dragakin, sapendo quale sarebbe stato il suo altro compito. Atterrò vicino alla corvina ed al biondo, tendendo la mano “Dammi il Medaglione”

Con tutto il trambusto che c’era stato, a Marinette era totalmente passato di mente che effettivamente era ancora lei ad averlo con se. E capita la sua idea, lo tirò fuori e glielo consegnò senza farsi attendere, sorridendo speranzosa “Credi che possa funzionare?!”

Dragakin le annuì “Il mio Medaglione è veramente un Miraculous, ma non ha mai contenuto nessun Kwami. E penso che questi due staranno molto bene rinchiusi assieme” le diede un bacio in fronte “Se possiamo evitarlo, niente vittime”

Il mezzo dragò sollevò il Medaglione con un braccio “Che entrambi gli Akuma siano legati al Medaglione del Drago per sempre!”

E per l’ultima volta, la sua richiesta venne esaudita. Il potere assoluto cominciò a far ruotare le due sfere di magia oscura su se stesse, facendole assorbire dal gioiello tra le sue mani. Dragakin fu come colto da un colpo al cuore, ma non era l’influenza di Akuma o qualche effetto doloroso arrivato in ritardo. Era un senso appagante, di essere riuscito dove tutti gli altri avevano fallito. Mentalmente, dedicò quel gesto ad ogni suo compagno ed amico caduto contro il demone. Non sapeva se lo stessero guardando o meno, ma in ogni caso alzò lo sguardo all’insù e sorrise mostrando le zanne. Quando infine tutta l’essenza oscura di Akuma fu risucchiata nel gioiello, lo stesso si colorò di nero, sancendo la fine dello scontro una volta per tutte

 

All’improvviso era tornato il silenzio. Non c’era più rumore di attacchi, grida di dolore o lamenti di rabbia. C’era solo il grande silenzio della stanza e di tutti i presenti, che non si erano ancora del tutto resi conto di cosa era successo. Che avevano vinto

Dragakin abbassò il Medaglione e lo osservò, ritornando ad essere umano per non far completamente stancare Shivihs. Lo fissò per parecchi secondi, prima di iniziare a sghignazzare

“… hehe… hahaha… HAHAHA!” terminò fragoroso, buttandosi a sedere a terra, con le gambe distrutte dalla tensione. Shivihs si appoggiò alla sua spalla, ma subito lui la prese tra le mani e la strinse a se “Ce l’abbiamo fatta! Stavolta ce l’abbiamo fatta per davvero! Abbiamo sconfitto Akuma! Hahaha!”

Marinette, anche lei preda della tensione, si lasciò andare in ginocchio a sospirare soddisfatta, stanca ma felice, soprattutto nel vedere il ragazzo così tanto euforico. Adrien invece resse meglio dei due, riuscendo a restare in piedi sulle sue gambe, ma non senza guardare sorridente il giovane viaggiatore temporale. Lo sguardo dei, due quasi come un sesto senso, si incrociò l’uno con l’altro, creando di nuovo un prepotente alone di imbarazzo tra i due. Per fortuna, Tikki e Plagg li fecero subito smettere di pensarci, saltandogli al collo felici come non mai di avere vinto. E non solo, anche di aver fermato definitivamente Akuma senza però doverlo uccidere

Anche tutti gli altri presenti furono molto sollevati. Naga, pur senza scomporsi, sorrise con il cuore sollevato dalla vittoria. Paon, tornato ad essere invece Maschera di Ferro, si portò le mani sui fori per gli occhi, in preda ad un pianto di gioia. Solo Papillon sembrò piuttosto stranito dalla cosa

“Ma… è davvero finita? Insomma, non è come averli spostati da una prigione ad un’altra?”

“Oh, no!” lo rassicurò Nooroo “I Miraculous sono uno strumento potente e pericoloso. Noi Kwami lo sapevamo bene, quando il loro creatore ce li mostrò. Ci disse che ci avrebbero permesso di interagire con gli umani, ma che saremmo dovuti essere legati con le nostre vite ad essi perché funzionassero. A noi andava bene così, ma è un bel rischio”

“Se il Miraculous viene distrutto” spiegò l’anziano “Anche il suo Kwami andrà incontro alla stessa fine. Akuma non potrà liberarsi da quella prigione”

Papillon sorrise “Beh, questo è un bene allora… ah!” esclamò, voltandosi verso l’ingresso della stanza, dove ancora Mayura non era tornata normale. Scattò subito verso di lei e la prese per le braccia “Annulla la trasformazione! Adesso!”

La donna fece come dettogli e ritornò umana, accasciandosi a terra senza forze, sostenuta solo dal suo stesso soccorritore “Signore… spero di essere stata d’aiuto…”

“Si, certo che lo sei stata!” la rassicurò l’uomo “Ma adesso pensa solo a recuperare le forze!”

Maschera di Ferro, da distanza, diede un leggero sguardo prima a quei due e poi alla donna senza vita appoggiata a terra, dicendo tra se e se “Tu sei fortunato… hai aperto gli occhi ed hai anche la possibilità di andare avanti…”

Mentre AJ ancora festeggiava la vittoria con la sua piccola amica, dai Miraculous sbucarono fuori due creature. Erano grosse quanto gli altri Kwami e di colore ancora più nero di Plagg, ma con gli occhi rossi

“Credete che sia finita in questo modo?!” esclamò l’essere, con voce più stridula di quanto non fosse prima

“… Akuma?” gli domandò AJ, vedendolo in quello stato. Il demone cercò di saltargli al collo, ma con un semplice controllo di volontà, lo bloccò a mezz’aria impedendogli ogni movimento

“Cosa… cosa diavolo è successo?” si domandò l’altro essere, sempre Akuma ma dell’altro tempo, a cui il moro riservò lo stesso trattamento, immobilizzandolo

Era incredibile quanto inermi fossero diventati, adesso che erano legati a quel gioiello. Non poterono neanche fare il benché minimo movimento, non con AJ che glielo impediva. Naga gli si avvicinò e gli porse una scatola “Credo che possa servirti una di queste”

L’oggetto era un contenitore per Miraculous nella quale Maestro Fu avrebbe voluto inserire il Miraculous della Farfalla. Era leggermente piccolo ed il Medaglione entrava a malapena, ma avrebbe funzionato lo stesso. AJ, prima di inserirlo al suo interno, lo aprì ed estrasse la foto al suo interno, mettendosela in tasca. Ed una volta messo al sicuro il suo tesoro poté cacciare dentro il pendente senza farsi problemi, facendo in quel modo sparire i due piccoli Akuma

“Grazie, Maestro. Non penso sarei stato capace di tenerli d’occhio”

“Lo vuoi tenere tu?” domandò subito Naga, inarcando un sopracciglio

“Si, certo” rispose sorridendo e carezzando Shivihs “Il potere di Shiv è l’unica cosa che possa fermarli, se mai dovessero scatenarsi di nuovo. Quindi chi meglio di noi per controllarli?”

“Capisco” annuì l’uomo “Molto bene, allora” guardò uno ad uno tutti gli Wielder, sorridendogli “Sono stato molto colpito dai vostri sforzi, ragazzi. Di tutti e tre. Avete compiuto un’impresa non da poco, di questo potrete andarne fieri per sempre. Avete debellato un male che l’umanità combatteva da tempo immemore, a quanto pare… ed a nome di tutti, credo di dovervi ringraziare” concluse, lasciandoli a disagio per i complimenti ”Ma se adesso volete scusarmi, devo scambiare due chiacchiere con qualcuno…” si girò di spalle ed andò subito verso Papillon, con cui era pronto a discutere molto animatamente, compresa anche la donna a terra. AJ osservò in quella direzione, sorridendo tristemente “Anche Nathalie quindi sapeva di tutta questa storia…” sospirò e si buttò a terra di schiena, esprimendo rabbia ma in realtà senza essere veramente adirato “Che cavolo, tutti sapevano tutto e nessuno ha mai detto nulla! Va bene che sapere chi era Papillon non sarebbe servito a nulla nel mio tempo, ma un minimo di informazioni in più le avrei comunque gradite!”

“Sono sicuro che neanche lei avesse mentito con cattiveria” cercò di giustificarla Adrien

“No, certo, lo so anche io…” gli rispose lui, girandosi e mettendo la pancia a terra per osservare che Maschera di Ferro, con non poca fatica, si stava avvicinando a loro accompagnato da Duusu. Sapeva che volevano parlare, perciò AJ si accovacciò per ascoltare meglio

“Nathalie in realtà non sapeva proprio tutto” disse loro la Kwami del Pavone “Non sapeva di noi, ad esempio”

Maschera di Ferro si portò le mani sulla nuca e rimosse i blocchi al travestimento per il viso, rimuovendolo e facendoci cadere all’interno la Spilla del Pavone, lasciandoli nuovamente stupiti. Aveva un volto estremamente trasandato, pieno di barba e molto vecchio, ma soprattutto Adrien lo riconobbe subito

“Papà?!” disse ad alta voce, stupito

“Si, sono io…” biascicò lui, osservandolo “È bello rivederti… dopo così tanto tempo…”

“Quindi non solo hai sempre avuto un Miraculous, ma sei anche sempre stato tu?” gli chiese AJ, ormai neanche troppo meravigliato o dubbioso. Ne aveva viste tante solo in quel giorno, lui si andava solo ad aggiungere al resto

“Quando Akuma si è liberato” iniziò a spiegare, usando più energie possibili nel farlo “I tuoi genitori sono tornati a cercarmi qui. Mi hanno ritrovato, ma ero praticamente ad un passo dalla morte a causa dell’influenza di Akuma. Anche scacciandolo, io e Nooroo abbiamo rischiato parecchio. È stato anche in quel momento che hanno recuperato il suo Miraculous, anche se lui è rimasto svenuto a lungo”

“Beh, immaginavo che non potesse trovarsi troppo distante da te, ma non credevo così tanto!” esclamò il Kwami porpora, scoprendolo

“Volevano portare anche me al rifugio, ma non volevo. Mi sentivo in colpa. Sapevo che tutto ciò che era successo si sarebbe potuto evitare… se io non fossi stato così debole…”

“Per l’ennesima volta, non è debolezza, è un desiderio più che umano!” gli disse subito AJ, quasi stanco di ripeterlo

“Me lo continuarono a dire anche loro. Mi dissero tante cose per convincermi… alla fine ce la fecero anche, ma a condizione di avere questa” sollevò la maschera per indicarla “Era della mia collezione privata. Così da non essere guardato in faccia. Non ce la potevo fare a sostenere lo sguardo delle persone, non con quel senso di colpa che mi divorava dentro. Prima di andare, riuscii anche a recuperare il Miraculous del Pavone e lo nascosi dentro la maschera, così da poterlo utilizzare se mai ce ne fosse stato bisogno” si incupì parecchio “Ma purtroppo non ho più avuto forze per fare nulla… e quando sono venuto a sapere che voi eravate morti, io… ho del tutto smesso di voler vivere…”

“Ma non potevi semplicemente darci quel Miraculous?” domandò ancora AJ, ma l’uomo scosse la testa. E così fece anche la Kwami che lo accompagnava

“Il mio Miraculous è pericoloso” spiegò stavolta Duusu “Risucchia l’energia vitale di chi lo usa, anche se io cerco sempre di fare di tutto per impedirlo, purtroppo non ho molta voce in capitolo… è questo che è successo a tua madre, Adrien” indicò il corpo senza vita di Emilie, facendo scendere una lacrima a Gabriel “Ha consumato tutta la sua energia vitale per proteggere te e tuo padre, tempo fa… e non si è salvata”

“Non è morta, ma sembra che non esista modo per risvegliarla…” confessò l’uomo barbuto “Ho cercato per anni di scoprire come fare… fino a quando Akuma non è riuscito a mettersi in contatto con me…”

“E da lì, hai iniziato a cercare i Miraculous della Coccinella e del Gatto Nero” terminò per lui Marinette, dispiaciuta, mettendo una mano sulla gamba di Adrien “È davvero terribile ciò che le è successo…”

Il giovane però le sorrise, anche se si vedeva che non era perché fosse felice “Almeno adesso so davvero cosa è successo a mia madre…“

“Ma questo non giustifica comunque tutte le vittime causate da Akuma” si rimproverò da solo l’anziano “Anche se voi mi avete capito e perdonato, io non ci sono mai riuscito con me stesso…”

“Il resto lo sapete” proseguì Duusu “Akuma ci ha costretti ad aprire un varco temporale e siamo venuti qui”

“Allora… tu adesso sai dov’è la mamma, dico bene?” gli chiese subito il biondo, al quale l’uomo rispose indicando la teca coperta

“È la sotto” strinse i pugni “Ho cercato così a lungo soluzioni per lei… ma non c’è proprio modo… sbaglio?” osservò AJ per conferma

Lui scosse la testa e guardò per terra, capendo che parlava con lui “Io… io non posso fare nulla per la nonna… vorrei che il potere assoluto funzionasse in modo diverso… ma con Akuma ho potuto usarlo perché l’Equilibrio su di lui non aveva effetto. Fargli qualcosa non veniva equilibrato. Se dovessi risvegliare lei, qualcun altro sarebbe addormentato per sempre…”

Adrien gli diede un colpetto sulla spalla “Non ci devi neanche pensare. È come avevi detto tu a mio padre. Non potremmo più definirci umani, se condannassimo qualcun altro… ma anche solo sapere che è viva è abbastanza per darmi speranza! Un giorno troveremo il modo per risvegliarla, senza potere assoluto!”

“Ne sono sicura anche io…” gli disse Ladybug, guardandolo dritto negli occhi per fargli capire che non erano parole al vento

AJ osservò la scatola contenente il proprio Medaglione, dando forza a se stesso e rivolgendosi a Ladybug e Chat Noir

“Ragazzi” disse loro con tono serio “Io… io non voglio più che ci siano segreti tra noi. Fino ad ora, non hanno portato a niente di buono… vi voglio raccontare di che cosa ho visto mentre Akuma mi teneva prigioniero, prima”

E così, mentre il mondo si stava lentamente svegliando, Marinette ed Adrien vennero a sapere degli ultimi importanti segreti provenienti dal futuro

 

Alla fine, una nuova giornata a Parigi stava di nuovo iniziando all’insegna della normalità, nonostante nel giardino di casa Agreste fossero radunati gli individui più innumerevoli. Gabriel e Nathalie avevano restituito i Miraculous ed il libro con informazioni su di essi a Maestro Fu, ma non era certo finita lì. L’anziano, una volta ripresosi ciò che apparteneva all’Ordine dei Guardiani, si rivolse sia all’uomo che ai due eroi

“Purtroppo, nessuno dimenticherà mai tutto ciò che Papillon ha fatto. Ed anche se Ladybug e Chat Noir salvavano sempre la situazione, resta il fatto che ha tentato più volte di sconvolgere Parigi, se non il mondo intero”

“Si, lo capisco…” gli rispose Gabriel, già pronto a ciò che lo aspettava, così come lo erano le persone a lui vicine. Ladybug, che avrebbe volentieri cercato una soluzione alternativa, non seppe cosa dire in quell’occasione

A farlo, ci pensò Maestro Fu “Ma… un uccellino mi ha detto che gli stessi Ladybug e Chat Noir hanno finalmente fermato Papillon e che hanno recuperato la fonte del suo potere, ma che poi lui sia scappato senza lasciare traccia. Certo, potrebbe essere cercato, ma se non si è mai fatto trovare prima non penso che stavolta sarà diverso”

“Maestro, quindi lei…” cercò di dire Adrien, quasi speranzoso, al quale il Guardiano annuì

“Voglio credere che le parole di Gabriel e di Duusu e Nooroo siano autentiche e che lui abbia davvero deciso di cambiare. E poi, in fondo, il Lucky Charm faceva sempre in modo che tutto si rimettesse sempre a posto, come se non fosse mai accaduto. Verrò io con voi a mostrare che non c’è più nulla da temere da parte sua”

“I-Io… io non so cosa dire…” provò a rispondergli Gabriel, grato della sua decisione

“Dica solo che sarà più presente con suo figlio” gli fece l’occhiolino lui

“Beh, questo è certo!” rispose, mettendogli una mano tra i capelli “Abbiamo… davvero molto tempo da recuperare”

“E… per quanto riguarda noi?” domandò Marinette “Cosa ne sarà di Ladybug e Chat Noir?”

Fu, stavolta, si fece serio “Continueranno ad esistere. Akuma non era l’unica vera minaccia del mondo… gli Wielder prima di voi non hanno sempre combattuto lui”

“Ci sono molte altre forze pericolose” spiegò Tikki “Forse non a Parigi, ma non è detto che non possiate essere richiesti per altre battaglie”

“Che è come dire che il lavoro di eroi è a tempo pieno, una volta accettato!” riassunse Plagg

“Anche se… sappiamo chi siamo in realtà?” chiese nuovamente la corvina, arrossendo

“Quella era una precauzione importante” fu costretto a rispondergli Naga “Ma le vostre abilità insieme e l’affiatamento che avete sviluppato con Tikki e Plagg sono di gran lunga più importanti. Ed a detta di AJ, sappiamo che possono solo migliorare” si rivolse ai Kwami presenti “A proposito, cercate tutti di sviluppare le trasformazioni perché diventino potenti come quelle del suo tempo, non si sa mai che possano tornare utili”

“Lo faremo!” risposero in coro gli spiriti

“A quanto pare continueremo a starci tra i piedi l’un l’altra” gli disse Adrien, senza riuscire a guardarla

“S-Si, è così… ma-ma a me sta bene, eh! Voglio dire, non potrei volere un compagno migliore… in combattimento! Di un compagno migliore in… combattimento, si!” cercò di rispondergli senza incepparsi troppo, cambiando argomento pur di riuscirci “Ma… ma parlando d’altro… secondo lei, potremmo tornare ad utilizzare i nostri Miraculous combinati?”

“Difficile a dirsi…” ragionò lui lisciandosi il pizzetto “Non per via di Akuma, sia chiaro, lui non è più un problema. Il problema sarebbe per voi utilizzare il potere assoluto. Ad eccezione del demone, l’Equilibrio va sempre rispettato. In combattimento sei sicuramente più forte come Harmonie che come Ladybug, ma non saresti in grado di usare il Lucky Charm o il Cataclisma. E Chat non potrebbe aiutarti. Penso potrebbe rivelarsi utile nel caso tu non abbia bisogno della magia, oppure che l’Equilibrium possa essere usato con totale controllo degli avvenimenti”

“Quindi potrebbe essere molto difficile…” estrapolò Adrien dal discorso, dispiaciuto, Anche lui avrebbe voluto vedere di nuovo Harmonie, o perché no, diventarlo lui stesso data la sua effettiva potenza

“Non sarà un problema!” lo rassicurò lei “Ci alleneremo ed in qualche modo ne verremo a capo! Sono sicura che possiamo ricavare qualcosa da quel potere!”

“Per quanto riguarda la signora Agreste” iniziò a dire Nathalie, anche per dissipare la tensione tra i due “Adesso cercheremo tutti insieme un modo per risvegliarla” osservò solo di sfuggita Gabriel ed Adrien “Anche io voglio che ritorni, per il vostro bene… ma non con piani folli e pericolosi. E sicuramente non con il potere assoluto”

“Si, hai ragione” le diede ascolto per la prima volta Gabriel “Se dobbiamo farlo, lo faremo nel modo giusto. Sono stato impulsivo, lo so bene, ma non si ripeterà più”

I due ragazzi gli annuirono, ma sapevano che il discorso non sarebbe finito lì. Le faccende del loro tempo erano anche a posto, ma adesso dovevano occuparsi del futuro

 

Poco più in la, dall’altro lato del giardino, i viaggiatori temporali discutevano sul da farsi, non venendone davvero a capo. Sarebbero tutti voluti tornare nel loro tempo, ma sapevano che le cose non sarebbero state semplici, una volta lì

“Credi davvero che dovremmo tornare?” gli chiese Gabriel, tenendo tra le braccia il corpo della moglie abbandonato da Akuma

“Io penso di si” rispose il ragazzo, giocherellando con l’orologio di Alix, tenuto fino a quel momento da Gabriel “Del futuro non è cambiato nulla fino a quando non ho risvegliato il potere assoluto di Shiv. La teoria del fatto che sia cambiato ancora regge!” si grattò poi la nuca “E poi non possiamo restare qui…”

“Perché no?” gli chiese Marinette, avvicinandosi assieme ad Adrien “Cosa c’è di male, se decideste di restare? Ormai sappiamo tutto di voi… non ci dovreste nascondere nulla”

“Non so se è una buona idea…” continuò a dire il moro “Potremmo essere d’intralcio alle vite di tutti con la sola nostra esistenza. Non abbiamo niente qui. Siamo persone sbucate dal nulla”

“Per questo potrebbe non esserci problema” gli disse l’altro Gabriel di quel tempo, da distanza “Ho amici importanti. Potrei aiutarvi in molte cose, se ne aveste bisogno”

“È vero, qui ci sono ancora tutti!” confermò il suo anziano accompagnatore, venendo però entrambi acoclti da occhiatacce dubbiose "N-Non fraintendete, non è nulla di illegale! È solo che siamo molto famosi, e..."

"Si, si, abbiamo capito..." gli rispose il ragazzo, sogghignando per la reazione dell'anziano

“Ma si!” si aggiunse anche Adrien “Voglio dire, siete un ragazzo ed i suoi nonni che si trasferiscono a Parigi! Non ci sarebbe nulla di male!”

“Grazie… Adrien” gli disse, per non continuare ad imbarazzarlo chiamandolo papà “Ma almeno dobbiamo controllare cosa sia successo al nostro tempo, prima. Ti ricordi tutte le possibili teorie del cambiare gli eventi passati? Beh, noi non siamo spariti e…” con in mano l’orologio, aprì uno squarcio nell’aria per mostrargli il suo secondo punto “… non siamo neanche bloccati. Quindi, o ci aspetta il tempo a cui siamo abituati, in cui non c’è più nessuno, o il futuro di questo tempo. Una volta controllato, decideremo cosa fare. In ogni caso, non ci aspettate subito, chiuderemo il portale e gireremo un po prima di decidere” mostrò loro l’orologio “Possiamo ancora fare un salto nel tempo, dopo questo”

“Non volete neanche restare per festeggiare la vittoria?” gli domandò Tikki, speranzosa di poter restare in loro compagnia ancora per un po' “Non è una cosa di tutti i giorni…”

“La verità è che sono impaziente di tornare…” spiegò AJ “Se il mondo è ancora distrutto, ci sono un po' di cose di cui mi voglio occupare… se è tutto a posto, lo voglio vedere il più possibile”

“Per poi tornare?” replicò Plagg, cercando di non mostrare tristezza “Non è carino anticiparsi gli avvenimenti, sai?”

“È esattamente la storia del perché sono venuto qui da voi!” esclamò AJ, divertito dalla sua affermazione

“Beh… se è la vostra decisione finale, non possiamo fermarvi” gli disse Marinette, allargando le braccia per stringerlo a se “Ma ci mancherete molto! Mancherete sicuramente a tutti…”

“Hey…” gli rispose lui, ricambiando l’abbraccio e parlandogli all’orecchio “Sono sicuro che ci rivedremo… in un modo o nell’altro”

Sentendo quelle parole, lei divenne paonazza e lo spinse via, portandosi le mani sulle guance tanto erano diventate calde, riuscendo a farlo ridere di gusto

Anche Adrien, non capendo cosa le avesse detto per farla reagire in quel modo, non fu da meno e lo strinse a se “Vedete di avere cura di voi, mi raccomando. E tu occhio alla gestione della rabbia”

“Vedrò cosa posso fare, ma non ti prometto nulla” replicò sorridendo

Fu infine il turno di Maestro Fu, con il quale semplicemente fece un inchino di rispetto “Maestro, grazie di tutto quello che hai fatto per noi”

Il maestro, in risposta, gli diede un pugno al ginocchio, mirato solo a farsi sentire piuttosto che a lasciare segni “Ahi! Ma perché?!”

“Perché lo sapevo! Sapevo qual’era il segreto di te e Shiv, anche se hai fatto di tutto per nasconderlo!”

“Ed era necessario colpirmi per dirmi questo?!”

Il maestro gli sorrise “Beh, era per farti capire quanto mi avessi fatto scervellare per capirti!”

Nonostante il fitto dolore, AJ lo fissò e si mise a ridere. Quell’uomo aveva un modo tutto suo di farsi capire

“E noi continueremo a vegliare su di loro!” disse Shivihs a tutti, da parte anche di Nooroo e Duusu, imbarazzandosi subito dopo “C-Comunque ci proveremo!”

Tikki e Plagg si guardarono e le volarono incontro, per abbracciarla quella che sarebbe potuta essere l’ultima volta. La riuscirono a rendere felice ancora con poco, con un gesto da niente che per lei era molto importante

Con gli ultimi saluti fatti di semplici cenni e possibili addii, umani e Kwami varcarono la soglia temporale, sparendo nel futuro e lasciandosi alle spalle una memorabile avventura che difficilmente sarebbe sparita dalle memorie di tutti. Ed anche se non erano certi di che cosa avrebbero trovato nel loro nuovo futuro, erano tutti certi di una cosa: la loro era una grande famiglia, molto più grande di quanto potessero ancora vedere e sicuramente si sarebbe allargata ancora. E delle famiglie del genere non avrebbero mai abbandonato i propri membri neanche a distanza di anni

 

Il tempo passò. Prima era un giorno, poi divenne una settimana, ed infine si fece un mese. Un mese da quando le akumizzazioni si erano completamente interrotte, con il fatto che Papillon era solo un brutto ricordo. Molti media furono piuttosto contrariati dal fatto che Ladybug e Chat Noir si fossero lasciati sfuggire in quel modo Papillon, ma per la maggior parte, l’opinione pubblica fu felice che un pericolo come quello fosse stato scongiurato, senza in realtà sapere quanto grande fosse in realtà ciò che c’era dietro di lui

La sparizione nel nulla di AJ non passò inosservata. In classe, tutti furono straniti dalla sua assenza e dal fatto che gli insegnanti non ne sapessero nulla, così come in città nessuno sentì più parlare di Dragakin, che come era arrivato era sparito. Tanti sapevano che in realtà fosse la stessa persona, ma la sua scomparsa fu un mistero associato alla sconfitta di Papillon. In breve, iniziò a girare la voce che AJ lo stava inseguendo per il mondo. Ladybug e Chat Noir fecero passare quella voce per vera, così da non dover raccontare a tutti la sua vera storia

Come gli era stato detto, però, Akuma non era l’unico pericolo presente nel mondo. Ed effettuando alcune ricerche, i ragazzi individuarono degli avvenimenti sospetti sia dalle parti di Washington che in Cina. Erano entrambe notizie strane, di attacchi da parte di persone piuttosto strane, ma tutte in qualche modo sventate rapidamente. Sapevano che l’America era protetta da eroi come Victory, Majestia e Knightowl, ma una controllata per sicurezza avrebbero potuto darla, mentre ad est le segnalazioni erano ben diverse ma ugualmente degne di nota

Con tutto ciò che era successo quella notte, sia Marinette che Adrien concordarono nel rivelare la loro identità segreta quanto meno agli altri tre compagni Wielder, a cui come promesso raccontarono ogni dettaglio di ciò che si nascondeva dietro allo scontro con Enfinithra. Ogni singolo dettaglio, anche i più terribili come Akuma ed i più personali come AJ. Fu strano e difficile per loro accettare e capire così tante cose, ma ci fecero presto il callo con il lavoro che gli si prospettava davanti

Infatti, Maestro Fu aveva offerto loro un patto. Sapeva ormai di potersi fidare anche di loro tre e non solo di Marinette ed Adrien. Perciò, decise di affidare a loro permanentemente i Miraculous con i quali avevano già combattuto, donando persino il suo Bracciale della Tartaruga a quelle che, come AJ aveva definito, erano le nuove generazioni di eroi. Con questi nuovi poteri, pur continuando a condurre la loro normale vita come già facevano anche Ladybug e Chat Noir, gli avrebbero dato una mano nella risoluzione dei problemi che si paravano loro davanti

E Marinette era proprio ciò che stava facendo. Stava preparando tutto il necessario per affrontare un viaggio fino in Cina. Aveva detto ai genitori che era per un corso speciale di design organizzato da Gabriel Agreste, per preparare i ragazzi al mondo della moda. E sapendo che sarebbe stato lui a pagare tutto, accettarono più che volentieri che la loro bambina seguisse il suo sogno di entrare in quel mondo

Stava uscendo di casa per correre all’aeroporto, dove Adrien e tutti gli altri la aspettavano, ma suo padre riuscì ad intercettarla poco prima che fosse fuori casa

“Ah, Marinette, ti hanno lasciato questa!” gli disse consegnandogli una lettera

“Oh” esclamò lei, vedendola ed aprendola “Sai chi la manda?”

“Si, certo, l’ha portata di persona. E di quel ragazzo… non ricordo come si chiama, mi sembra di averlo visto poche volte anche a scuola. Ma tu dovresti sapere chi è! Ha appeso al collo uno strano medaglione che sembra essere bello pesante… o almeno, ricordo che ce lo aveva ogni volta che l’ho visto”

“Strano medaglione…” mormorò lei, saltando sul posto e mettendosi a leggere la lettera con trepidante curiosità. Sorrise e diede un bacio al padre “Grazie, papà, adesso devo davvero andare!”

“Vedi di non fare tardi! Gli aerei non aspettano!” gli rispose lui, salutandola. Gli avrebbe anche risposto che era un volo privato, ma non voleva perdere tempo a spiegarsi

 

Non andò subito all’aeroporto. Prima, decise di fare tappa alla Tour Eiffel, correndo a perdifiato ma senza fermarsi un momento. La lettera diceva di farsi trovare lì. E con sua sorpresa non fu l’unica a trovarsi sotto quell’attrazione in quel momento. Proprio di fronte a lei, quasi come fosse un appuntamento, vide arrivare anche Adrien con in mano la medesima lettera. Si osservarono per un momento senza dire una parola, sorridendosi a vicenda, perché sapevano cosa dovevano fare

A quell’ora non c’era nessuno in giro. Si nascosero in mezzo agli alberi e fecero uscire allo scoperto i loro compagni Kwami

“Tikki, trasformami!” esclamò lei, assorbendo la Kwami rossa negli orecchini

“Plagg, trasformami!” disse invece lui, assimilando lo spirito della Distruzione nell’anello

A trasformazione ultimata, videro che i cambiamenti continuavano ad essere sempre più visibili. Chat Noir aveva sviluppato gli artigli retrattili e la coda reale, mentre Ladybug si era concentrata sul far funzionare al meglio le ali. Ma erano molto distanti dal loro obiettivo finale

La cosa comunque non importava, in quel momento. La coccinella prese tra le braccia il gatto nero e si sollevò di quota, arrivando in cima alla Tour Eiffel in pochi momenti. Lì, persi ad osservare il cielo parigino, videro le due loro vecchie conoscenze ritornate dopo un lungo viaggio. AJ e Shivihs, ovviamente, li sentirono arrivare e si voltarono verso di loro

“Avete fatto in fretta, stavolta! Bravi!” disse lui scherzando, ma ricevendo in cambio di essere assalito da entrambi i ragazzi, che si gettarono su di lui come una bestia sulla preda

“AJ!” esclamarono entrambi, felicissimi ed abbracciandolo a terra, lasciando parlare la ragazza “Siete tornati!”

“Si, si, ma se sapevo che l’accoglienza era questa sarei rimasto dov’ero…” finse di lamentarsi lui per essere stato assalito

“Smettila, lo sappiamo che ti piace!” replicò subito Chat “Alla fine hai deciso di rimanere?”

“O… sei solo passato a salutare?” chiese invece Ladybug, vedendo dietro di lui il varco temporale ancora mezzo aperto

“Ancora non lo so” scosse la testa lui, osservandoli speranzoso “Siamo ancora i benvenuti? Perché devo ammetterlo… mi manca passare del tempo con voi. Adesso che conosco meglio il nonno è molto bello stare con lui, ma con voi è tutta un’altra cosa”

“Certo che si!” dissero entrambi allo stesso momento, come fosse una cosa ovvia, ma riuscendo a farlo sorridere per la risposta

“Bene… ma ditemi un po', Cina? Davvero state andando in Cina?”

Ladybug si sorprese delle sue parole, poi si ricordò che gran chiacchierone fosse il padre “Oh, si, ci sono stati un po' di problemi ultimamente e volevamo andare a controllare… volete venire con noi? Potrebbe volerci un po, però”

“Mmhh… il varco è ancora aperto… posso sigillarlo quanto voglio… ma si, perché no? Non sono mai stato in Cina, in fondo, sarà una bella avventura!”

Chat si rimise in piedi ed aiutò entrambi a rialzarsi “Allora andiamo, ci aspettano tutti all’aeroporto! Saranno così felici di rivederti!”

“E devi assolutamente raccontarci tutto quanto di quello che hai visto!” esclamò Ladybug “Come era quando siete arrivati? Noi mi sembra di aver capito che non ci siamo… ah, ed i tuoi poteri? Stai imparando ad usarli? Io ogni tanto provo a diventare Harmonie, ma senza poter usare l’Equilibrium sono molto limitata”

“Ed i miei genitori?” chiese subito dopo Chat “Qui ancora cerchiamo di capire come risvegliare mia madre… a voi come sta andando?” osservò il suo collo e vide che non c’era effettivamente nulla appeso “Ah, quando Nathalie ti ha visto, ha detto che avevi il Medaglione al collo… cos’è successo con gli Akuma?”

“Calma, calma, volete sapere davvero tutto?” chiese lui, mettendo le mani avanti ed inarcando un sopracciglio “Anche dopo tutto quello che è successo quando vi ho raccontato le verità più… particolari?”

I due si guardarono ed arrossirono, ma senza voltare lo sguardo l’uno dall’altro stavolta, sorridendosi a vicenda. Ladybug spiegò i suoi pensieri “Sei stato tu a dire che non sarebbero più dovuti essere segreti tra di noi. Ed abbiamo comunque deciso che non ci faremo influenzare da nulla. Le nostre decisioni saranno solo nostre, a prescindere da tutto”

“Anche se alcune… diciamo potrebbero essere prevedibili per voi” aggiunse Chat sottovoce, pur facendosi sentire dalla coccinella e ricevendo per questo una gomitata allo stomaco, seppur giocosa

“Hehehe…” rise sotto i baffi lui “Beh, se ne siete così convinti… allora direi che ve ne parlo mentre andiamo. Shivihs, trasformami!”

Il ragazzo assorbì in se stesso la Kwami scarlatta e divenne Dragakin dopo tanto tempo davanti ai due altri Wielder. Non volevano farsi aspettare, perciò si presero entrambi Chat per un braccio e si misero a volare rapidamente verso l’aeroporto dove li aspettava il loro volo. Dragakin aveva tanto di cui parlare, ma quella sarebbe stata un’altra storia. Tutto ciò che importava loro adesso era semplicemente volare avanti, verso un futuro nuovo, che neanche lo stesso AJ poteva conoscere. Ma con la sua famiglia, qualsiasi tempo fosse, sapeva bene che sarebbe stato sicuramente il futuro migliore che avrebbe potuto sperare






E finalmente, fine. Salve a tutti, ragazzi, qui MC Outlaw. Ve lo avevo detto che il capitolo sarebbe stato lungo... e per chi fosse arrivato fino a qui, vi ringrazio per la lettura e spero che la storia vi abbia fatto piacere! Il finale, come al solito nelle mie storie, l'ho voluto lasciare mezzo aperto, così che si possa solo immaginare come potrebbe proseguire una storia simile. In fondo, la lotta tra il bene ed il male non si ferma mai. Alcune piccole precisazioni, che le ho inserite per dare un tono ma che potrebbero non essere conosciute: i tre eroi che ho citato, Victory Majestia e Knightowl, sono personaggi che compaiono nella serie a fumetti di Miraculous e che ho voluto inserire per fare in modo che l'intero universo della serie sia compreso. Per fare un esempio più pratico, Knightowl è la serie a fumetti che il preside Damocles ammira e dalla quale prende poi spunto per diventare Dark Owl, ma che è basata sulle sue reali gesta in America, (spoiler S3) mentre Majestia è una delle forme che assume Animaestro(fine spoiler). Seconda cosa, più avanti potrei modificare un pezzo della storia, ovvero la trasformazione di Marinette in Harmonie. L'ho inserita come la immagino io, ma dato che (altro spoiler S3) sappiamo già che i ragazzi avranno almeno tre trasformazioni mischiate, cioè Topo+Volpe, Serpente+Gatto Nero e Coccinella+Drago (fine spoiler), lo modificherò poi in base a ciò, nel caso non sia simile. Altre cose non mi importa se non cozzano, come Duusu ed il Pavone, ma quella in particolare vorrei che fosse la stessa cosa. Per leggere sti spoiler, nel caso aveste dei dubbi (probabilmente no ma specifico uguale) o li selezionate con il mouse o li copiate ed incollate, non so come funzioni il vostro PC o dispositivo da dove leggete. Ma finito di dire ciò, vi invito tutti a scrivere che cosa pensate della storia e ci vediamo (non presto, che mi devo riprendere da sessioni notturne di 7 ore di scrittura) alla prossima!
MC Outlaw

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