Così diversi da essere simili

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il respiro del vento ***
Capitolo 2: *** Andare oltre le regole ***
Capitolo 3: *** Colpo di fulmine in piena notte ***
Capitolo 4: *** Il ruggito del demone ***
Capitolo 5: *** La furia del demone ***
Capitolo 6: *** Il risveglio delle due anime ***



Capitolo 1
*** Il respiro del vento ***


La giornata delle tre ragazze cominciava molto presto.
Il sole sulle montagne iniziava a sorgere alle cinque del mattino.
< E’ già ora di alzarsi? > domandò Sango assonnata e toccandosi gli occhi.
< Ci aspetta un’altra giornata molto dura, Sango > replicò Kagome.
< Dura? Io la trovo più che altro divertente > replicò Kagura.
< Perché tu sei molto più abituata di noi > rispose Kagome inorridita.
< Ed è per questo che sarò la guardiana più brava del corso. >
< Questo è tutto da vedere! >
< Tra poco potremmo metterci alla prova a vicenda visto che ci saranno gli esami di arti marziali. E sarà li che metterò in mostra tutta la mia forza. >
< Buongiorno, ragazze > fece una signora anziana irrompendo nella loro stanza < Siete pronte per il vostro addestramento? >
< Ma c'è una volta che potremmo fare colazione prima del nostro addestramento? >
< No, Sango. La colazione dovrete conquistarla > replicò la donna con indifferenza.
< Maestra Kaebe, abbiamo i muscoli a pezzi. >

< Adesso basta lamentarvi. La vostra strada di apprendimento e di allenamenti è ancora molto lunga. Dovete combattere i peggiori demoni della montagna oltre che quelli in voi stessi. >
< Che cosa? >
< Adesso basta fare domande. Sapete come sono i vostri maestri se non vi vedono arrivare in tempo. Rivestitevi immediatamente. Siete ancora in pigiama > replicò Kaebe richiudendo di scatto la porta della loro stanza.
< Uffa! Io non ce la faccio più. >
< Allora rimani qui insieme a Sango. Parlerò io con i nostri maestri. >
< Per diffamarmi dinanzi a loro? Non ci pensare neanche, Kagura. >
< Allora alza il tuo sederone o rischiamo di fare tardi tutte e due. >
< Come hai detto?! >
Rivestendosi in maniera fulminante, Kagura fu la prima ad uscire dalla stanza, incamminandosi verso il salone centrale del tempio.
In quel frangente di cammino, non si sarebbe mai immaginata che un’imboscata era pronta per lei e le altre due ragazze.
Senza pensare alle dovute precauzioni, Kagura fu attaccata da un’orda di individui mascherati.
< Lasciatemi immediatamente! >
Kagura, non sapendo come difendersi, fu sopraffatta dai suoi aggressori.
< Kagura! Ma cosa sta succedendo? > domandò Kagome allibita.
Accorrendo in suo aiuto, Sango riuscì a liberarla.
Ma nemmeno lei aveva fatto i conti con la loro reale potenza.
Con forza fulminante e attacchi letali, le tre ragazze furono mandate a terra dopo neanche un minuto dall’inizio del combattimento, sotto gli occhi increduli di Kagome.
< Adesso sta a voi, signorina Kagome > disse uno di loro.
< Ma… come fate a sapere il mio nome? >
Senza neanche accorgersene, Kagome fu attaccata alle spalle a tradimento, mentre veniva gettata a terra con irruenza.
< Adesso? Che cosa ci farete? >
< Quest’oggi il vostro addestramento sarà molto più impegnativo del previsto > fece una voce maschile dietro di loro < Con la differenza che non farete nessuna pausa. >
Un giovane uomo in completo Kimono e un bastone ricoperto d’oro, si avvicinò alle malcapitate ragazze mentre gli individui in maschera si dileguarono improvvisamente.
< Maestro Miroku, ci vuole forse dire che questa era una prova? >
< Precisamente, Sango. Vedo che gli attacchi dei guardiani del tempio ti hanno svegliato a dovere. >
< Cosa? Loro erano dei guardiani? >
< Sì, Kagome… Ma adesso basta fare domande. Inuyasha e Sesshomaru vi stanno aspettando. >
< E la colazione? >
Sentendo quella domanda, Miroku si girò di scatto squadrando malamente la povera Kagome.
< Zitta! Vuoi forse farci passare un mucchio di guai?! > intervenne Kagura.
< Siete già nei guai… Da quasi due mesi che siete qui, non avete imparato niente. >
< Ma come… >
< Mi dispiace dirlo ma è la pura verità… Adesso andate. >
Dopo essersi rialzate completamente doloranti, le tre ragazze raggiunsero il salone centrale dove un arrabbiato Inuyasha li stava attendendo.
< Finalmente ce l’avete ad arrivare. >
< Abbiamo avuto qualche problemino con i guardiani del tempio > replicò piccata Kagome.
< Ho visto. >
< E dove eravate? >
< Questo non deve minimamente preoccuparvi… Io vi vedo anche quando non ci sono. >
< Siete una specie di indovino? >
< Kagome, quando la smetterai di fare domande sciocche e stupide? >
< Ma io veramente… >
< Visto che se la più scarsa del corso, questa mattina ti allenerai con Sesshomaru e non mangerai niente finchè non riuscirai a colpirlo con le tue mosse.
< Ma questo è impossibile! >
< Niente è impossibile… Il tuo maestro ti aspetta dinanzi al tempio. Vai! >
Spaventata per le sue sorti mattutine, Kagome raggiunse Sessuhomaru mentre era impegnata a fare meditazione sotto l’albero di pesco.
< Maestro… >
< Avvicinati a me, Kagome. >
Senza sapere dove volesse andare a parare, Kagome si avvicinò a lui senza fare domande.
«Lo senti il respiro del vento?»
«Sì... Sento un gran freddo che sta sferzando il mio viso.»
«L'aria pura riuscirà a controllare le tue tecniche da principiante... Ecco perchè la meditazione fa bene.»
«Ma cosa c'entra l'aria pura con la meditazione?»
«Taci e ascolta il silenzio del vento.»
Dopo essere rimasta alcuni minuti a meditare accanto al suo maestro, per poco Kagome non si addormentò di colpo.
«Adesso alzati e mettiti di fronte a me.»
«Che cosa?»
«Fai come ti ho detto.»
Una volta ubbidito alla richiesta del suo maestro, Kagome stava tremando dal freddo.
«Maestro Sesshomaru, non potremmo rincasare?»
«Non finché non ti sarai calmata e avrai assopito i tuoi desideri che distolgono la tua attenzione.»
«Ma di quali miei desideri state parlando?»
«Dal tuo sguardo vedo che hai molta fame... e finchè non mi avrai colpito, non potrai godere di questo piacere. Quindi, che cosa aspetti? Prova a colpirmi.»
A quel punto, Kagome lo fissava con sguardo sconcertato.
«Maestro, dove sta il trucco?»
«Nessun trucco, Kagome. Limitati solo a fare quello che ti ho detto. Io rimarrò qua immobile con gli occhi chiusi a meditare in attesa della tua mossa.»
Guardandosi intorno con fare circospetto, Kagome credette che l’avrebbero attaccata a sorpresa com'era successo quando si era riunita con le sue amiche per andare verso il salone principale del tempio.
«Siamo completamente soli... Io e te...»
Spazientita dalla situazione e senza fare nessun rumore, Kagome si diresse a gran velocità verso il suo maestro senza distogliere lo sguardo da lui.
Ma incredibilmente, il suo maestro si era spostato improvvisamente, facendo andare il suo attacco a vuoto.
«Maestro, come avete fatto?»
«Tecnica del teletrasporto. Vuoi provare tu?»
«Non so se ci riuscirei...»
«Credo in te stessa e vedrai che andrà tutto bene... Adesso chiudi gli occhi e rimani immobile.»
«Maestro, ho paura che voi...»
«Fai come ti ho detto e fino all'ultimo secondo cerca di schivare il mio colpo, d'accordo?»
Tremante come una foglia, Kagome si apprestava a difencersi come poté.
«Iniziamo!»
In pochi secondi, Sesshomaru tempestò di colpi la povera Kagome senza che lei potesse fare niente per difendersi.
«Kagome! Difenditi!»
«Non ce la faccio!»
Concentrandosi sui colpi del suo avversario, alla fine Kagome riuscì a scampare alle sue raffiche di calci e pugni e a colpirlo al ginocchio facendolo cadere a terra.
«Non ci posso credere...»
«Ottimo lavoro, Kagome. Ce l'hai fatta. Adesso puoi tornare dentro a fare colazione.»
«Ma io non so...»
«La prossima volta, invece di lamentarti come fai di solito, concentrati di più sulle tue doti. Vedrai che non te ne pentirai.»
«Maestro?»
«Dimmi.»
«Voi credete che io possa avere qualche possibilità di superare questo corso interminabile?»
«Devi allenarti giorno e notte senza mai lamentarti. Posso capire che gli allenamenti possano essere al limite dell'indicibilità, ma tu e le altre ragazze dovete essere preparate per qualsiasi attacco al tempio, e proteggere il segreto di questo posto che lega lo spirito demoniaco.»
«Lo spirito demoniaco?»
«Sì. È la forza più potente che esiste in questo tempio... Ma è troppo complicato da spiegare.»
«È per questo che io e le altre ragazze non possiamo entrare in molte stanze di questo tempio?»
«Sì. Per la vostra incolumità, è meglio che state fuori soprattutto dalla camera del demone che si trova in cima al tempio.»
«Maestro, mi potete spiegare il perchè?»
«Sesshomaru!» tuonò Miroku avvicinandosi con fare circospetto «Sta per venire una tempesta di neve. Sarebbe meglio che voi rientraste.»
«Sì, arriviamo subito.»
«Kagome, raggiungi le tue amiche in sala da pranzo prima che finiscano anche la tua colazione... Non ho mai visto tanta voglia di mangiare in tutta la mia vita.»
«Va bene, vado subito.»
Una volta che Miroku e Sesshomaru rimasero da soli, il sacerdote squadrò il suo compagno con sguardo truce.
«Perchè gli hai rivelato della stanza del demone?»
«Kagome e le altre due ragazze non riuscirebbero in nessun modo a raggiungerla.»
«Ma non dovevano nemmeno sapere che esisteva un simile luogo! Tu sai meglio di me che cosa succede quando si entra in quella stanza... Vuoi forse ritornare ad essere quello che eri un tempo?»
In quel momento, Sesshomaru ripensò a quando era un demone assetato di sangue e di potere.
«Sì... Non posso dimenticare la creatura che ero...»
«Il potere oscuro ha quasi distrutto la tua anima. Ma grazie a Me e a tuo fratello, sei diventato un sacerdote del tempio a tutti gli effetti.
«Il mio spirito... Si cela ancora là dentro...»
«E non possiamo far nulla per sconfiggerlo... Sesshomaru, ti proibisco di parlare a Kagome e alle altre ragazze di questa cosa. Non vorrei che la loro curiosità li potesse uccidere.»
«D'accordo, mi limiterò a spiegargli delle loro arti marziali.»
«I guardiani del tempio nonché i samurai delle montagne la prenderebbero molto male se tu spifferassi una cosa del genere... Adesso rientriamo. Tra poco nevicherà.»

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Capitolo 2
*** Andare oltre le regole ***


Kagome non riusciva a togliersi dalla mente le parole che gli aveva rivelato Sesshomaru.
Per la ragazza, lo scopo dei tre maestri era di prepararle al meglio per proteggere un segreto molto più importante di loro.
"La camera del demone... le arti dei samurai... segreti di cui ignoro l'esistenza..."
«Kagome?» fece la sua amica Sango spaventandola «Tutto bene?»
«Sì... certo.»
«Ti vedo un po' sovrappensiero. Sei sicura che...»
«Stavo solo pensando all'addestramento che ho avuto con il maestro Sesshomaru questa mattina... È stato molto impegnativo e interessante.»
«Interessante? Da quando in qua ti interessano le parole dei nostri tre maestri?» la punzecchiò Kagura.
«M'interessano eccome... Altrimenti non sarei qui insieme a voi.»
«E ti avverto che non ci rimarrai per molto visto la tua inettitudine a non imparare nemmeno a combattere.»
«Quando ci ritroveremo faccia a faccia sul tappeto di tatami, la mia collera che in questo momento sto provando si riverserà contro di te.»
«Accomodati.»
«Che cosa sta succedendo qui?» fece Inuyasha interrompendo la disputa delle due ragazze.
«Niente, maestro. Va tutto a meraviglia» replicò Kagura.
«Kagura, visto che sei molto brava a parlare, voglio vedere che cos'hai imparato con la spada.»
«Ma maestro, il sole è tramontato.»
«E con ciò? L'addestramento non è finito finché non ve lo diciamo noi.»
«D'accordo.»
Con la rabbia che gli ribolliva in corpo, Kagura prese la spada datogli in dotazione dai guardiani del tempio.
«Avanti, colpiscimi» la esortò Inuyasha.
Ma appena la ragazza si mosse, cadde a terra senza forze.
«Kagura, che cos'hai?»
La povera ragazza, rimasta completamente senza energie, era svenuta sotto gli occhi del suo maestro e delle ragazze.
«Portatela a dormire. Ha bisogno di riposo.»
«Va bene. Ci pensiamo noi.»
Una volta che raggiunsero la loro stanza, Kagome e Sango l'adagiarono sul suo letto.
«Questi allenamenti sono davvero durissimi» fece Sango «Nessun essere umano riuscirebbe a resistere.»
«Eppure se i nostri maestri sono diventati quello che sono, ci sarà un motivo.»
«E chi ti dice che abbiano fatto il nostro solito addestramento?»
«Ne sono convinta.»
«Tu e le tue stupide convinzioni...»
«Sango, vuoi discutere pure tu?»
«No... È meglio se ci mettiamo a dormire.»
«Di già? Non vuoi fare il tuo solito spuntino di mezzanotte?»
«Abbiamo bisogno di dormire, Kagome... Soprattutto dopo l'ennesima giornata massacrante.»
«A proposito, che cosa vi hanno fatto fare il maestro Miroku e il maestro Inuyasha durante la mia assenza?»
«Meglio che non te ne parli... Buonanotte» disse infine Sango girandosi nel letto e lasciando Kagome nei suoi pensieri.
 
 
Nel cuore della notte, le tre ragazze dormivano beatamente e completamente stremate dalla giornata trascorsa.
I raggi lunari inondarono il tempio immerso nel più pacifico silenzio che si poteva godere.
Ma qualcuno si stava preparando a disturbare la quiete del luogo.
Spalancando gli occhi improvvisamente, cominciò a guardarsi intorno.
"Bene. Stanno tutti dormendo."
Senza fare il minimo rumore e muovendosi cautamente, si stava dirigendo verso l'ultimo piano del tempio.
Rimanendo visibilmente sorpresa per non trovarci nessun guardiano dinanzi alla famigerata stanza del demone, era pronto per andare contro le regole.
La sua curiosità e la bramosia di sapere il più grande segreto nel tempio l'avrebbero messa in pericolo.
"Una volta aperta questa porta, riuscirò finalmente nel mio intento... È da mesi che aspetto questo momento..."
Ma appena mise la mano per cercare di aprire la porta della stanza, i guardiani del tempio si mobilitarono armati delle loro spade e circondando l'individuo misterioso.
«Chi diavolo sei?»
Ma esso non rispose, limitandosi a pensare a trovare una via d'uscita.
«Come hai potuto cercare di entrare nella stanza del demone? È proibito a qualsiasi persona... Adesso identificati immediatamente per poterti infliggere la punizione che più meriti.
«Non pensateci neanche. Non riuscirete a catturarmi.»
Con un rapido movimento delle mani, l'individuo misterioso scomparve misteriosamente grazie alla tecnica del teletrasporto.
«Non è possibile! Ma come ha fatto?»
«Svegliamo immediatamente i tre maestri. Devono sapere che questa notte qualcuno ha provato ad avvicinarsi alla stanza del demone.»
«Ma pochi sanno di questa stanza... Non vorrei che la prendessero male.»
«Che cosa sta succedendo qui?» fece Miroku vedendo tutti i guardiani del tempio riuniti dinanzi a quella stanza misteriosa.
«Maestro, perdonate la nostra inettitudine, ma qualcuno ha tentato di entrare qua dentro.»
Sentendo ciò, Miroku decise di non rispondere.
«Maestro, c’è qualcosa che possiamo fare?»
«Tornatevene nei vostri nascondigli. Stasera nessuno deve sapere che qualcuno si è avvicinato a questa stanza. Nemmeno gli altri maestri. Sono stato abbastanza chiaro?»
«D'accordo, come volete voi maestro» disse uno dei guardiani prima di esaudire la richiesta del maestro.
"Sapevo che prima o poi sarebbe successo... Qualcuno ha scoperto l'enorme potere che questa stanza può celare... Devo cavarmela da solo senza l'aiuto degli altri maestri. Non vorrei che si possa scatenare il panico. Sarebbe fin troppo controproducente" pensò Miroku rimanendo tutta la notte a fare la guardia alla misteriosa stanza.
 
 
«Miroku, che cosa ci fai qui?» domandò Sesshomaru svegliando il sacerdote di soprassalto.
«Niente. Stavo meditando.»
«Davvero? Secondo me stavi facendo un riposino.»
«Mi ero addormentato mentre stavo facendo meditazione.»
«Non è da te.»
«Sesshomaru, si può sapere che cosa vuoi?»
«Ti stavo venendo a cercare. Le ragazze ci stanno aspettando per l'addestramento.»
«Arrivo subito.»
Mentre Sesshomaru non perdeva di vista Miroku, notò che mancava una delle tre ragazze all’appello.
«Dove si trova Kagome?»
< Non lo sappiamo, maestro. Quando io e Kagura ci siamo svegliate non era nel su letto. >
< Inuyasha! > tuonò Miroku.
< Che cosa sta succedendo? Perchè stai urlando. >
< Cerca immediatamente Kagome e portala qui. Dovrà rispondere di un crimine impunito. >
< Ma a cosa ti stai riferendo? >
< Fai come ti ho detto e non discutere! >
< Nessuno mi da ordini e tu lo sai bene. >
< Eccomi qui. Scusate il ritardo > replicò Kagome con il fiatone.
< Dove ti trovavi per essere venuta in ritardo? >
< Mi ero addormentata sotto l’albero di pesco mentre stavo facendo esercizio fisico. >
< A che ora ti sei svegliata questa notte? >
< Non lo di preciso… Ma il buio stava facendo spazio all’alba. >
Miroku, fissandola con sguardo truce, non riusciva a fidarsi delle parole della ragazza.
< Non è che ti trovavi all’ultimo piano del tempio, vero? >
< Certo che no. Anche perché io e le altre ragazze sappiamo che è proibito andarci. >
Avvicinandosi con sguardo minaccioso, Miroku fissava la ragazza dritta negli occhi.
< Ti avverto Kagome: se hai provato ad andare contro la regola principale di questo tempio, verrai cacciata malamente e non potrai mai fare ritorno. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Sì, maestro. Ma io non mi permetterei… >
< Niente ma e adesso basta discutere. Ci aspetta un altro giorno pieno di allenamenti. Iniziamo! >
 
 
Arrivata l’ora di pranzo, le tre ragazze si accomodarono sotto l’albero di pesco che ricopriva gran parte del giardino per consumare il loro pranzo.
< Ancora non riesco a capire che cos’ho fatto di male > fece Kagome < D’accordo che sono arrivata in ritardo, ma il suo terzo grado… Mi ha fatto venire i brividi. >
< Non farci caso, Kagome. Lo sai come sono fatti i nostri maestri > replicò Sango cercando di rassicurarla.
< Lo so, però mi ha fatto molto paura lo stesso. >
< Secondo me hai la coscienza sporca, Kagome. >
< Come hai detto, Kagura? >
< Ci stai nascondendo qualcosa, vero? >
< Io non nascondo nulla! Sono limpida come l’acqua. >
< Questo è tutto da dimostrare. >
< Vuoi fare di tutto per rovinarmi il mio pranzo, Kagura?! Già la giornata è faticosa per sé, ma se ti ci metti tu… >
< Ho fatto solo delle supposizioni > rispose Kagura con ghigno malefico.
< Finiscila immediatamente. Non sopporto quando fai così. >
< Allora dovrai sopportarmi ancora un bel po’. >
< Non se ti concio per le feste > gridò Kagome sguainando la sua spada da samurai.
< Adesso finitela! Tutti e due! Volete finire in punizione? >
< Almeno avrò avuto il piacere di dare una bella lezione a questa ingrata. >
< L’unica ingrata presente sei tu, Kagome. Stanotte hai cercato di intrufolarti nella stanza del demone per impossessarti del potere assoluto e padroneggiare la magia oscura. Non mentire! >
< Non so a cosa ti stai riferendo Kagura, ma non è così! >
< Ora basta mi avete stancato! > replicò Sango piombando addosso alle due duellanti cercando di disarmarle.
Sentendo le loro grida in giardino, Inuyasha si recò verso le due ragazze per assopire la loro disputa.
< Fermatevi immediatamente! > tuonò il maestro.
< Ha cominciato lei! > rispose Kagura.
< Non m’interessa chi ha cominciato! Da stanotte ad oggi state andando contro troppe regole, ragazze. Adesso vi mettete pure a duellare in giardino senza il permesso di uno dei maestri? Volete forse uccidervi a vicenda? >
< L’intenzione era quello, maestro. >
< Taci, Kagome. Sei l’unica che si trova in una situazione molto rischiosa. Stai rischiando di essere cacciata dal tempio. >
< Ma io… >
< Vieni con me. Devo parlarti. >
Vedendo Kagura godere per la sua ramanzina, Kagome se n’andò con il suo maestro tenendo la testa bassa per non guardarla in faccia.
< Maestro, voi mi credete vero? Pensate che io sia innocente? >
< Non so cosa credere, Kagome… Però devi stare molto attenta e comportarti di conseguenza. >
< Ma io non ho fatto nulla per comportarti… >
< Oggi sei arrivata in ritardo. Sai quanto ci teniamo alla puntualità noi maestri. >
< Ma io veramente… D’accordo, non lo farò più. >
< Bene. È così che si fa’ > rispose Inuyasha fissandola negli occhi.
< Maestro, dovevate dirmi solo questo? >
< in sostanza sì. >
< Allora posso tornare a finire il mio pranzo. >
< Sì, vai pure. >
< Grazie. Con permesso. >
< Aspetta un attimo, Kagome. Devo dirti un’ultima cosa. >
< Ditemi, maestro. >
< Stai molto attenta a Kagura e a Sango. Quelle due ragazze faranno di tutto per farti fuori. >
< A Sango? Ma lei non è come Kagura… Comunque avete ragione nel dire questo. >
< Ne sei davvero sicura? Sei convinta che sia lei la più cattiva tra i due? >
< Sì, perché? >
< Dammi retta una buona volta, Kagome. Tieni gli occhi aperti. È per il tuo bene… Ci vediamo più tardi per l’addestramento sotto il pesco. >
< D’accordo. A più tardi > disse infine Kagome ripensando alle parole del suo maestro su Sango.
“Sango… Non puoi tradirmi… Noi due siamo amiche… Io... non riesco a capire...” pensò la ragazza finendo il suo pranzo.

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Capitolo 3
*** Colpo di fulmine in piena notte ***


Kagome non riusciva a stare tranquilla in compagnia di Sango e Kagura.
Le parole del suo maestro Inuyasha l’avevano completamente destabilizzata.
< Kagome, cosa stai facendo? > domandò Sango attirando l’attenzione della ragazza < Non hai sonno? >
< No. Stasera sono molto più attiva del solito. >
< Quindi hai intenzione di fare qualcosa insieme? >
< Sinceramente no. Preferisco starmene da sola. >
< Perchè? Cosa ti abbiamo fatto? > domandò Kagura piccata.
< Niente. Almeno per ora… > rispose Kagome uscendo dalla loro camera senza dire dove potesse andare.
< Ma cosa sta succedendo a quella ragazza? >
< Non lo so, Kagura. È da oggi che si comporta in modo strano. >
< Solo oggi? È da quando ci siamo riunite in questo tempio che si comporta in modo molto strano. Ma fa lo stesso. Secondo me sa che non ha nessuna possibilità contro di me quando ci ritroveremo faccia a faccia per combattere. >
< Tu sei così sicura di riuscire a sconfiggerla? >
< Certo che sì. Ma non l’hai vista? È la peggiore del nostro corso. L’ho sentito dire dai nostri maestri quando confabulavano in privato. >
< Ma Kagura! >
< E tu mi raccomando, vai subito a spifferarglielo… Adesso è meglio spegnere la luce. Domani sarà un’altra giornata molto dura e io ho bisogno di riposarmi. Buonanotte. >
< Sì… Buonanotte > disse infine Sango spegnendo la luce.
 
 
Kagome stava sotto l’enorme albero di pesco pensando al suo futuro da guardiana samurai.
< Che cosa stai facendo lì tutta sola? > fece Inuyasha spaventandola.
< Io? Niente. >
< Stavi contando ad uno ad uno tutti i petali che stavano cadendo dall’albero? >
< No. Anche perché ci metterei una vita. >
< Sì esatto, ben detto > replicò il maestro mettendosi a ridere.
< E voi? Non siete a meditare nel tempio o a fare altre cose simili? >
< Ho finito molto tempo prima di meditare e questa notte non riuscivo a dormire. >
< Anche voi? Allora siamo in due. >
< Avevo bisogno di starmene qui da solo ripensando a come sono diventato maestro di arti marziali. >
< Potete raccontarmi la vostra storia? >
< Non c’è molto da dire… Il mio destino è accomunato con Sesshomaru e Miroku visto che siamo stati presi in adozione dai monaci di questo tempio quando erano ancora in vita.
Grazie alle loro doti e alla loro perseveranza, siamo diventati i guerrieri che siamo oggi. >
< Tutto qui? Quindi non siete mai stati fuori da questo tempio? >
< No, mai. La nostra vita è legata a questo posto e rimarremo qua dentro fino alla fine dei nostri giorni. >
< Detta così sembra quasi che siate stati condannati qua dentro. >
< È stata una nostra ed unanime scelta, Kagome. >
< Sì, posso capire… Ma non vi è mai venuta la voglia di andarvene da qui? Anche solo per poco tempo? >
< Personalmente, no. Ma credo nemmeno gli altri. >
< Cavolo, non posso crederci. >
< Anche se io e gli altri maestri ci perderemo tutto di questa vita, siamo molto felici così. Soprattutto dopo tutto quello che abbiamo passato insieme… >
A quel punto Inuyasha aveva creduto che Kagome l’avrebbe tempestato di domande sul suo passato, ma fortunatamente non fu così.
< Non avrei mai immaginato che dopo una folta nevicata, ci potesse essere un cielo così limpido e pieno di stelle. >
< E’ la meraviglia della natura. Non sai mai cos’ha in serbo per te. >
Mentre Kagome stava per prendere un fiore di pesco per regalare al suo maestro, cadde improvvisamente dall’albero.
< Kagome! >
Mettendosi sotto di lei, riuscì ad agguantarla in tempo senza che lei si potesse fare del male.
< Ma cosa volevi fare?! >
< Volevo prendere questo per te > replicò la ragazza porgendogli il suo dono.
< E’ davvero bellissimo… Però hai rischiato di farti seriamente del male. >
< Ma mi avete salvato… ed è questo quello che conta. >
Appena il maestro e la ragazza si incrociarono gli occhi a vicenda, i due divennero rossi in viso per l’emozioni.
< Kagome, sai quanto io mi preoccupo per te… >
< Lo stesso vale per me. >
Mentre si stavano avvicinando piano piano per baciarsi, la voce di Kaebe interruppe quel momento romantico.
< Maestro Inuyasha! Dovete tornare immediatamente nel tempio! >
< Che cos’è successo? >
< Qualcuno ha tentato di entrare nella stanza proibita. Dovete venire subito! >
Preoccupato per le sorti del tempio, Inuyasha accasciò a terra il corpo della ragazza raggiungendo la custode Kaebe.
< Venite con me. Gli altri due maestri sono già sul posto. >
Mentre Inuyasha stava percorrendo i corridoi del tempio insieme alla signora anziana, il maestro la tempestò di domande che non sortirono nessuna risposta.
< Nessuno sa chi possa aver fatto una cosa del genere… Ma siamo fortunati se il ladro non è riuscito ad entrare nella camera del demone. >
< Non è possibile che nessuno abbia visto il ladro! > tuonò Inuyasha < Il tempio è sorvegliato per tutto il tempo dai guardiani samurai. Secondo me viene aiutato da qualcuno. >
Una volta che Inuyasha raggiunse gli altri due maestri, dovette assorbirsi le loro lamentele per non essersi fatto trovare nella sua stanza.
< Ero in giardino in compagnia dell’allieva Kagome > spiegò il giovane senza mezzi termini.
< Insieme a Kagome? E cosa facevate? > domandò Miroku curioso.
< Questi non sono affari che ti riguardano. >
< Invece ci riguardano eccome! > replicò Sesshomaru < Per la seconda volta in due giorni qualcuno ha tentato di entrare qua dentro per impossessarsi dello spirito del demone e non abbiamo nessun indizio che ci possa collegare a qualcuno! >
< E’ inutile arrabbiarsi, Sesshomaru. Vi posso dire che né io né Kagome possiamo essere sospettati visto che ci trovavamo in giardino. >
< E se tu stessi coprendo quella ragazza?>
< Che cosa vorresti insinuare, Miroku? >
< Non insinuo niente. Sto solo facendo delle supposizioni. >
< Allora smettila prima di farmi imbestialire. >
< Sto cercando di arrivare alla verità… Oppure tu non vuoi aiutarci? >
< Io vi voglio aiutare! Ma senza sospettare inutilmente una persona. >
< Inuyasha, voglio avvertirti di una cosa: se proteggi la tua allieva preferita per il semplice scopo di coprirla con le sue malefatte, ne pagherai le conseguenze pure tu. Sono stato abbastanza chiaro? >
Il giovane maestro, sentendosi oppresso e aggredito dai modi di fare degli altri due maestri, si rabbuiò all’istante difendendo a spada tratta le sue reali intenzioni.
< Vi siete coalizzati contro di me e Kagome… Molto bene. Ma sappiate che farete un grande buco nell’acqua, ve l’assicuro. >
< Questo vuol dire che terremo gli occhi bene aperti su di te, Inuyasha. >
< Fate pure quello che volete. Io e quella ragazza non nascondiamo nulla. >
< Ah no? Nemmeno la vostra presunta cotta? >
Sentendosi messo in mezzo come non mai, Inuyasha prese per il collo Miroku.
< E tu e Sango? Che cosa facevate qualche notte fa’ durante la luna piena? >
< Non so a cosa tu ti stia riferendo, Inuyasha… >
< Evita di fare il furbo con me, Miroku. Vi ho visti come facevi di tutto per allenarla e come ci provavi con lei. >
< No! Questo non è vero! > gridò il maestro cercando di liberarsi.
< Inuyasha, riportalo a terra. Immediatamente! >
< Solo se si rimangerà tutto, altrimenti… >
< Sì rimangia tutto! Te l’assicuro io. >
< Sesshomaru, difenderlo non servirà a niente. >
Con un colpo di karate, Miroku riuscì a liberarsi della stretta di Inuyasha.
< Maledetto… Mi stavi quasi uccidendo. >
< Adesso cercate di mantenere la calma. Agitarsi non serve a nulla > intervenne Kaebe.
< La custode ha ragione. Adesso andiamo a dormire con la consapevolezza che non è successo niente di grave. >
< Come possiamo rimanere indifferenti facendo finta di niente? Qualcuno si stava impossessando della più grande arma che avrebbe messo in pericolo l’intera umanità. >
< Domani, con la luce del sole, indagheremo molto meglio. Adesso andiamo a dormire e a riposare la mente. È meglio per tutti noi. >
< Sì, hai ragione > disse MIroku andandosene il primo di tutti.
< E tu Inuyasha? Vuoi rimanere a guardia della stanza? >
< No. Non voglio più sentir parlare di questo problema. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Finchè non avremmo trovato il presunto ladro, sarà l’argomento principale delle nostre giornate. >
< E l’addestramento delle ragazze? Il corso è quasi giunta al termine e molto presto dobbiamo decidere chi tra le tre diventerà la guardiana samurai per eccellenza. >
< Le ragazze non devono sapere niente di quello che è successo stasera. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Ma… >
< Niente ma! Non provarci Inuyasha, altrimenti lo verrò a sapere. >
Con la testa china e lo sguardo furioso, Inuyasha decise di non controbattere e tornarsene nella sua stanza ben sapendo che la sua nottata era stata completamente rovinata.
 
 
Il giorno dopo Inuyasha si svegliò con gli occhi rossi e gonfi.
Il maestro non era riuscito a dormire, ripensando al tentato furto di quella notte e a quei pochi minuti passati con Kagome.
“Kagome… ti proteggerò anche a costo della vita…”
Sempre consapevole che lei era l’unica innocente senza pensare a sé stesso, Inuyasha si recò nel salone grande accettando l’ordine di Sesshomaru di fare finta che non sia successo niente.
Gli animi erano molto tesi, soprattutto quelli tra Inuyasha e Miroku.
< Che cos’hai da guardare? > ringhiò Inuyasha.
< Ti tengo d’occhio, Inuyasha. >
< Smettila. Sai che non sopporto quando mi fissi. >
< Questo è un problema tuo… Hai qualcosa da nascondere? >
< Ne abbiamo già parlato stanotte. >
< Non mi hai convinto per niente. >
< Smettila di farmi arrabbiare, altrimenti sarà peggio per te. >
< Che cosa vuoi farmi? Prendermi per il collo? >
< Adesso finitela voi due o ne pagherete le conseguenze > ribatté Sesshomaru.
< Allora? Che vuoi farmi? >
Spazientito dalle sue parole, Inuyasha cercò di aggredire Miroku sotto gli occhi attenti delle tre ragazze.
< Inuyasha! Fermati! > gridò Kagome.
L’urlo della ragazza bloccò all’istante il suo maestro, destando in lui un senso di vergogna.
< Credevo che non prendevi ordini da nessuno… Eppure questa ragazza ti ha fermato… >
Inorridito dalla sua continua insistenza, Sesshomaru prese il suo bastone da combattimento picchiando selvaggiamente sul viso Miroku.
< Adesso imparerai a stare al tuo posto. >
Sango e Kagura, completamente incredule, non seppero che cosa fare se non guardare.
< La lezione per oggi è finita. Potete andare. >
< Ma maestro… >
< Niente ma! Fate quello che vi ho detto! > tuonò Sesshomaru.
Spaventata dal suo avvertimento, la prima che lasciò la stanza su Kagura.
Al contrario di Sango che rimase in compagnia di Miroku a curare le sue ferite.
< Ce la faccio. Non ho bisogno di nessun aiuto > replicò Miroku cercando di rimettersi in piedi con fatica < Ah! >
< State fermo, maestro. Non vi reggete in piedi. >
< Ho detto che ce la faccio da solo! >
< Purtroppo non è così! Fatevi aiutare… Per il vostro bene. >
Dispiaciuto per avergli risposto male, alla fine Miroku si gettò tra le braccia di Sango accettando le sue cure.
< Vi porto subito in infermeria > replicò Sango guardando malamente Sesshomaru.
< Ha avuto quello che si merita… E’ inutile che tu mi guardi così. >
< Ha profondamente esagerato, maestro. >
< Questi non sono affari tuoi, >
< Non posso vedere una simile brutalità. Mi da sui nervi. >
< Allora non dovevi scegliere questa strada, Sango.  >
< Quello che ho scelto nella mia vita non deve riguardare nessuno. Nemmeno voi, maestro. >
< La tua insolenza è davvero insopportabile, Sango. Adesso finiscila. >
< La finiremo domani, maestro… Quando ci ritroveremo dinanzi al grande albergo di pesco per la nostra sfida all’ultimo sangue. >
< Che cos’hai intenzione di dimostrare? >
< Che voi non potete fare quello che volete… anche se siete il più forte dei tre maestri. Io vi riporterò con i piedi per terra. >
< E se tu dovessi fallire? Che cosa farai? >
< Lascerò per sempre questo tempio. >
Allettato per la proposta di Sango, Sesshomaru non esitò un minuto di più nell’accettare.
< D’accordo. Se è questo che vuoi, avrai la tua sfida. >
< Bene. Ci vediamo domani all’alba > disse infine Sango prendendo sottobraccio il povero Miroku visibilmente ferito.

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Capitolo 4
*** Il ruggito del demone ***


Appena Sango accasciò il corpo dolorante di Miroku nella sua stanza, avvertì Donna Kaebe che se si fosse svegliato, di chiamarla immediatamente.
< Sarà fatto, Sango. >
< Bene. Grazie. >
< Aspetta un momento > replicò la donna anziana fermando la ragazza sull’uscio della porta < Sei sicura di quello che stai facendo? >
< Mai stata più sicura prima d’ora. >
< E credi di vincere contro il tuo maestro? >
< So che sarà un duello senza esclusioni di colpi. >
< E se tu avessi la peggio? >
< Gliel’ho già detto: lascerò per sempre questo tempio. >
< Sango, io non so… >
< Scusate la mia impertinenza Donna Kaebe. Ma devo andare ad allenarmi. Con permesso. >
Una volta che si ritrovò in corridoio, Sango s’imbatté sulla scalinata che portava dritta alla stanza del demone.
“Il mio destino si compirà questa notte…”
< Sango! Sango! > gridò Kagura e Kagome attirando la sua attenzione < Che cosa stai facendo qui? >
< Sto per tornarmene nella mia stanza. Devo meditare. >
< Meditare? Che sciocca perdita di tempo… Dovresti allenarti con la spada > ribadì Kagura.
< Quello che faccio non sono affari tuoi > ribatté piccata Sango < Adesso lasciatemi da sola. >
< Sango… >
Ma la ragazza non rispose, limitandosi a chiudersi nella sua stanza e a coprire le finestre per immergersi nel buio e nel silenzio più totale.
 
 
I raggi solari del pomeriggio che avevano riscaldato l’area del tempio, fecero spazio ad una pioggia battente e intermittente.
< Kagura, secondo te dovremmo disturbare Sango? >
< Assolutamente no. Non voglio che si arrabbia anche contro di noi. >
< Ma ormai è notte fonda! Dobbiamo rientrare nella nostra camera. >
< Potremmo cercare un’altra stanza. >
< E dove? >
< Non lo so. Questo dovremmo chiederlo a Donna Kaebe. >
Ma Kagome non ne voleva sapere, irrompendo nella sua camera completamente immersa nel buio.
< Kagome, ma sei impazzita?! >
< Dove si trovano i fiammiferi? >
< Sul comodino appena entri nella stanza. >
Dopo aver acceso le candele, Kagome fu molto sorpresa di non trovare nella stanza Sango.
< Ma come? Eppure credevo che fosse qui. >
< Magari sta dormendo. >
< Vieni a vedere con i tuoi occhi. Qui dentro non c’è e il suo letto è completamente intatto. >
Non sapendo che cosa pensare, Kagura optò per chiamare Sesshomaru e Inuyasha.
< Ma se fosse andata fuori? >
< Con questo tempo? Sarebbe da pazzi. >
< Eppure Sango potrebbe essere di quest’avviso, sai? >
< Allora non dovremmo dire niente ai nostri maestri. >
< Secondo me, no… >
Ma mentre Kagura e Kagome stavano pensando su dive fosse la loro compagna, sentirono alcuni rumori sospetti provenire dal piano di sopra.
< Che cos’è stato? >
< Non lo so, ma sicuramente niente di buono. >
< Forse dovremmo andare a controllare. Tu che cosa ne pensi, Kagura? >
< Non lo so… E se ci cacciassimo nei guai? >
Ma i rumori misteriosi continuarono ad aumentare e a divenire sempre più forti.
< E se avvertissimo i nostri maestri? >
< Meglio non disturbarli… Potremmo sbrigarcela da sole. >
< Che cosa?! >
< Sì, hai capito bene Kagome… Oppure hai forse paura? >
< Paura io? Assolutamente no. Andiamo! >
Dopo essersi fatta coraggio, Kagome accompagnò la sua compagna verso un mistero alquanto inquietante.
< Questo rumore proviene dal piano di sopra > fece Kagome con la voce spezzata.
< Dalla stanza del demone… >
< Esatto. >
< Adesso basta. Se continuo di questo passo, rischio di farmela addosso dalla paura. >
< Sei una vera fifona, Kagome. >
< Essere coraggiosa non ti servirà niente quando sarai morta! >
< Abbassa la voce! Vuoi farti sentire da tutti?! >
< Non me ne importa niente! >
Avanzando a passo molto lento, videro che dinanzi la stanza del demone non c’era nessuno.
< E se il ladro fosse già dentro? >
< Proverò a controllare. >
Appena Kagura mise la mano sul porta, fece scattare inavvertitamente un allarme e decine di guardiani samurai piombarono addosso alle due ragazze.
< Finalmente! Abbiamo trovate le ladre! > gridò uno di loro.
< No! Vi state sbagliando! > cercò di difendersi Kagome.
< Silenzio! Non dite neanche una parola. Chiamate subito il maestro Inuyasha e il maestro Sesshomaru. >
Aspettando alcuni minuti che parvero infiniti, alla fine Kagome e Kaura si ritrovarono al cospetto dei due maestri.
< Finalmente lì abbiamo catturati, maestri. Eccole le ladre che hanno tentato di entrare nella stanza del demone. >
< Maestri, qui ci deve essere un errore. >
< Tacete tutte e due > replicò Sesshomaru senza mezzi termini < Siete state colte con le mani nel sacco. Non avete nessuna possibilità di difendervi. >
Completamente disperata, la povera Kagome cominciò a piangere ininterrottamente senza provare alcuna vergogna.
< Sei solo una debole, Kagome. Mi vergogno per essere stato un tuo maestro. >
< Adesso finiscila, Sesshomaru. È irrispettoso dire quelle parole. >
< Sono la pura verità, Inuyasha. La ragazza deve capire. >
< La situazione è già abbastanza compromessa e tu vuoi ancora peggiorarla? >
< Finiscila. Non voglio sentire i tuoi piagnistei… La tua adorata è stata catturata e accusata per un crimine grave insieme a Kagura. Mi dispiace dirlo, ma domani mattina all’alba dovranno lasciare questo tempio. >
< Che cosa?! >
< Hai capito bene, Kagura. Il vostro percorso s’interrompe qui.>
Mentre Kagome continuava a piangere come una forsennata, Kagura individuò una figura nascosta nell’ombra.
< Liberatemi immediatamente! > tuonò la ragazza.
< Per fare cosa? Ormai non puoi più sfuggirci. >
Dopo essersi liberata dalla presa del samurai, Kagura riuscì ad immergersi nei bui corridoi del tempio, inseguendo quella misteriosa figura che sembrava quasi un fantasma.
< Dove pensi di andare?! >
Una volta che si ritrovò dinanzi alla grande finestra del salone principale, Kagura scorse in lontananza una figura completamente travestita di nero.
“E’ riuscita a fuggire… Dannazione!”
< Fermati immediatamente! > l’avvertì Sesshomaru < Ormai sei in trappola. >
< Voi dite? >
Non avendo nessun’altra via d’uscita, Kagura si gettò fuori dalla finestra del salone atterrando su di un cespuglio che attutì la sua caduta.
< Fermati Kagura! >
< No! Finchè la verità non verrà a galla, combatterò per la mia innocenza e per quella di Kagome > replicò Kagura prima di immergersi nel buio della foresta.
 
 
La mattina dopo, la povera Kagome si risvegliò completamente dolorante e insonnolita.
La povera ragazza non era riuscita a dormire per tutta la notte, intimorita per la sua punizione.
< Come ti senti? > gli domandò Inuyasha accorrendo verso di lei.
< Come se il mondo mi fosse caduto addosso. >
< Mi dispiace per tutto quello che devi sopportare. >
< Maestro, io vi giurò che sono completamente innocente come Kagura. Stanotte avevamo sentito alcuni forti rumori provenire dal piano di sopra e incuriosite ci siamo diretti fino alla stanza del demone. Non potevamo immaginare che era una trappola. >
< Perché non avete avvertito me o Sesshomaru? >
< Io gliel’avevo detto a Kagura, ma sapete com’è fatta… Lei non vuole dare ascolto a nessuno. >
< Però adesso siete in guai seri e rischiate di essere espulse da questo corso. >
< Che cosa? Quindi mi state dicendo che abbiamo un’altra possibilità? >
< Questa notte ho parlato con Sesshomaru e sono riuscito a fargli cambiare parzialmente idea… Però ho due giorni di tempo per portargli il colpevole del tentato furto alla stanza del demone. Se così non accadesse, tu e Kagura sareste espulse per sempre. >
< Allora dobbiamo mobilitarci alla svelta. Ne va del mio futuro. >
< La cosa più strana che non sono riuscito a trovare Sango da nessuna parte… Tu ne sai qualcosa? >
< Prima di sentire i rumori proveniente dal piano di sopra, io e Kagura abbiamo visto il suo letto ancora intatto e ci siamo fatti un sacco di domande. >
< Quindi non l’avete più vista? >
< No. >
< In questo tempio stanno succedendo fin troppe cose strane… Non vorrei che sia proprio lei il ladro che stiamo cercando. >
< Sango una ladra? Mi pare una possibilità irrealizzabile. >
< Tutto è possibile nella vita, non scordartelo. >
< Inuyasha, invece di perdere del tempo con la tua allieva prediletta, sei riuscito a scovare Kagura? >
< No. Anche lei è scomparsa nel nulla. >
< Kagome, tu sei qualcosa vero? >
< Se sapessi qualcosa, non avrei esitato a rivelarvelo. Ho al cuore il mio futuro in questo tempio. >
Guardandola dritta negli occhi, Sesshomaru aveva capito che la ragazza stava dicendo la verità.
< D’accordo, voglio crederti… Però prima voglio ritrovare le altre due ragazze. Voglio vederci chiaro in questa storia. >
Ma prima che la sua ricerca potesse ricominciare, un urlo simile ad un ruggito attirò la loro attenzione.
< Che cos’è stato? > domandò Kagome.
< Proviene dal piano di sopra. >
Sperando che non fosse successo quello che pensava, Sesshomaru si ritrovò dinanzi alla stanza del demone.
Ma quello che vide lo lasciò completamente esterrefatto.
< Sesshomaru, cosa… >
Dopo di lui, anche Inuyasha sbiancò dinanzi a quello spettacolo.
< Il respiro del demone… E’ stato rubato… >

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Capitolo 5
*** La furia del demone ***


< Un furto in pieno giorno… Ma com’è stato possibile? > si domandò Sesshomaru mettendosi le mani tra i capelli per l’incredulità.
< Nessuno ha visto il colpevole? >
< Purtroppo no. I guardiani non sono arrivati in tempo. >
< Ma cosa ce ne facciamo dei guardiani samurai se non adempiono ai loro doveri? >
< Lascia stare. Non voglio irritarmi più del dovuto. >
< Questo vuol dire che Kagome è completamente innocente. >
< Questo è ancora tutto da dimostrare, Inuyasha. E se fosse coinvolta in questo furto? >
< Maestro Sesshomaru, io non comprendo i reali poteri oscuri del respiro del demone… Non saprei come definirlo. >
< Ed è per questo che il suo potere è così grande… Perché nessuno è mai riuscito ad identificare i suoi poteri. >
< Adesso che cosa facciamo? >
< Che cosa vuoi fare, Inuyasha? Dobbiamo prepararci al peggio. >
Improvvisamente, il cielo da serene divenne completamente nuvoloso.
< Non è normale che il tempo cambi in modo così velocemente. >
< Credi davvero… >
< Inuyasha, il respiro del demone si sta avvicinando.>
 
 
Dopo aver avvertito tutti i guardiani samurai di proteggere il tempio e di prepararsi al peggio, la paura di Kagome non era diminuita minimamente.
< Kagome, se hai così paura di quello che starà per succedere, ti consiglio di rimanere chiusa nella tua stanza. >
< Maestro, devo confessarvi che mi fate più paura voi. >
< Ah sì? Ma tra poco ti ricrederai. >
Mentre Sesshomaru e Inuyasha stavano cercando di organizzare le difese del tempio, nessuno riusciva a sapere che fine avevano fatto Sango e Kagura.
< Inuyasha, dobbiamo subito andarle a cercare > propose Kagome.
< Non se ne parla nemmeno. Inuyasha deve rimanere qui a difendere il tempio insieme agli altri guardiani. >
< Ma le mie amiche… >
< Le tue amiche non sono così importanti! > tuonò Sesshomaru < Se vorranno ritornare, troveranno il tempio aperto per loro. Ma finché non saranno qui, allora non ci azzarderemo ad andarle a cercare. >
Kagome fu disgustata e allibita dall’egoismo di Sesshomaru.
< Non vi facevo così cinico. >
< Kagome, fammi un piacere… Vattene subito da qui. Non voglio più vedere la tua faccia. >
< Perché? Avete paura della verità? >
< Mi stai facendo innervosire e questo non è il momento! >
< Inuyasha, voi cosa decidete? >
Ma il giovane maestro non sapeva cosa rispondere.
Aiutare la sua allieva andando contro i suoi principi di difesa del tempio e andando contro Sesshomaru, o appoggiare suo fratello in una battaglia che si preannunciava sanguinaria?
< Kagome, io… >
< Non vuoi aiutarmi, vero? >
< Non è che non voglio… E’ che non posso… >
< D’accordo, ho capito. Sei uguale al maestro Sesshomaru. >
Dispiaciuta per non ricevere nessun aiuto, la povera Kagome prese la sua spada da samurai uscendo dal tempio per andare alla ricerca delle sue compagnie.
< No, Kagome! Non lo fare! Non tornerai indietro! >
< Devo tentare di ritrovarle… Loro sono più importanti di qualsiasi altra cosa. Addio. >
Senza sapere a cosa andava incontro, Kagome si gettò nella foresta per sfidare la sua sopravvivenza e ritrovare le sue due compagne scomparse nel nulla.
< Lasciale andare, Inuyasha. è meglio così > fece Sesshomaru < Tra poco il ladro che ha rubato il respiro del demone sarà qui. Sei pronto? >
< Sì. Non ho altra scelta > replicò Inuyasha dispiaciuto perle sorti di Kagome.
 
 
Kagome si trovava in mezzo alla foresta completamente sola e intimorita.
La ricerca di Kagura e Sango era più complicata del previsto.
Le nuvole grigie e il forte vento che  soffiava in mezzo a quegli alberi rendevano la ricerca molto difficoltosa.
“Più tempo passo da sola in mezzo a questa solitudine, più la mia paura prende il sopravvento.”
All’improvviso, mentre si trovava dinanzi ad un burrone che sembrava non aver mai fine, il vento divenne sempre più forte, mettendo Kagome in serio pericolo.
La ragazza, con una presa fortunosa, riuscì ad aggrapparsi ad una roccia.
Ma non avrebbe resistito per molto.
A causa della sua caduta, Kagome era stata ferita in modo lieve.
“Ormai è finita. Non ho nessuna possibilità di salvarmi.”
Ma prima che potesse lasciare la presa e gettarsi verso un destino nefasto, Kagome fu presa per un braccio dal suo maestro Inuyasha.
< Inuyasha! Ma tu non eri… >
< Adesso smettila di parlare e tieniti forte. >
Con le poche energie di cui poteva disporre, Kagome riuscì a tirarsi su e ad aver salva la ita.
< Non avrei mai creduto che tu saresti venuto fin qui a salvarmi. >
< Sentivo che avresti corso un grave pericolo e purtroppo non mi sbagliavo. >
< Sono contenta che tu sia venuto fin qua. >
Appena gli occhi dei due s’incrociarono, Kagome  e Inuyasha non poterono più resistere, lasciandosi andare ad un bacio appassionato.
< Aspettavo questo momento da un sacco di tempo, Kagome. >
< Non l’avrei mai detto, sai? >
< Ma adesso che abbiamo confessato i nostri reali sentimenti, mi sento come se mi fossi liberato da un gran peso. >
< Avevi timore di confessare i tuoi sentimenti? >
< Sì, essendo il tuo maestro. >
< Lo stesso vale per me. >
Mentre Inuyasha e Kagome continuavano a non curarsi del tempo che passava, furono raggiunti da Kagura.
< Finalmente! Ma dove ti eri cacciata? >
< Maestro, quello che ho scoperto ha dello sconcertante… >
< Spiegati meglio. >
< Il ladro che si è impossessato del respiro del demone non è altro… >
Ma la confessione di Kagura fu interrotta da un grande scoppio che risuonò in tutta la foresta e nella vallata circostante.
< Accidenti! Dobbiamo tornare subito al tempio! >
 
 
Il tempio posto in mezzo alle montagne era stato duramente colpito da una forza demoniaca senza precedenti.
I guardiani samurai non erano riusciti a contrastarlo in nessun modo, perdendo la vita in maniera miserabile.
Gli unici ancora sopravvissuti furono il convalescente Miroku, Sesshomaru e Donna Kaebe.
< Basta! Finiamola con questa pazzia! > gridò Sesshomaru disperato.
< Non finché non avrò concluso la mia vendetta. >
< Tutto ciò è tremendamente spaventoso. E tutto per colpa dello spirito del demone che scorre dentro di te… Sango. >
< Adoro il potere. Anche se è una forza oscura. >
< Perché? Perché hai voluto possederlo? >
< Perché non faceva altro che chiamarmi durante le mie notti insonne… Alla fine, Grazie alle mie abilità di spionaggio, sono riuscita a possederlo incolpando le mie compagne innocenti… Ma adesso penso solo a voi, maestro. Dopo avervi eliminato, distruggerò questo tempio e tutti coloro che ostacoleranno il mio volere. >
< Mi dispiace Sango, ma non mi lasci altra scelta. Devo ucciderti. >
< Prima ci devi provare. >
Lo scontro tra i due era arrivato al suo apice.
Sesshomaru, con le sue arti marziali e le sue arti da samurai cercava di colpire il suo avversario, ma Sango era troppo veloce.
< Questa energia mi rende invincibile, maestro. Perché non vi arrendete? >
< Perché non è nel mio istinto. >
< Preferite fare una brutta fine? >
< Farei di tutto per proteggere il mio tempio. Anche a costo della vita. >
< Allora morirete. >
Dopo aver schivato tutti i colpi del suo maestro, Sango riuscì a ferirlo alla schiena facendolo inginocchiare dal dolore.
< I tuoi colpi… non riusciranno a fermarmi… >
< Davvero? Eppure l’ho già fatto maestro. Non riuscite nemmeno a rimettervi in piedi. >
< Questo è tutto da vedere. >
Ma purtroppo Sango aveva ragione.
Aveva inferto un duro colpo al suo maestro, portandolo in fin di vita.
< Siete pronto per diventare carne da macello? >
< Fermati subito, Sango! >
La voce dirompete di Miroku fece riscuotere la giovane ragazza dalle sue intenzioni.
< Ti prego… So che puoi sentirmi… >
< Maestro Miroku, vi siete ristabilito? >
< Sì. Riesco a reggermi in piedi. >
< Ancora per poco. >
Con uno scatto repentino, Sango agguantò Miroku per il collo ferendolo all’altezza della spalla.
< Meglio se rimanevate nella vostra stanza, maestro. >
< No… Devo salvare la tua anima… Ed è quello che farò. >
< Non HO bisogno di essere salvata da nessuno! >
< E’ qui che ti sbagli, Sango… Lasciami entrare nella tua anima. >
Ma Sango non voleva sentire ragioni.
Era completamente posseduta dal respiro del demone, rendendo la sua forza incontrollabile.
< Maestro, arrendetevi prima di fare una brutta fine. >
< Basta! Ho visto abbastanza! >
Venendo in aiuto del suo compagno, Sesshomaru cercò di attaccare la sua allieva alle spalle.
< Siete patetico, maestro Sesshomaru. Credevate che non vi avrei visto? Ormai siete tutte e due in mio potere. >
< Questo è tutto da vedere! >
Improvvisamente, sfondando l’entrata del tempio, Kagura colpì Sango ferendola alla testa.
< Questo non te l’aspettavi, vero? >
< Kagura, anche tu vuoi unirti alla festa? >
< Sì, alla festa della tua sconfitta. >
< Dovevo farti fuori quando eravamo immerse nella foresta. >
< Non credo che tu ce l’avresti fatta. >
< Adesso posso ritentare qui nel tempio. >
Con uno scatto fulmineo, Sango ripagò Kagura della sua stessa medicina, atterrandola sul tappeto.
< La ferita che mi hai provocato non è servita a niente… Sono invincibile. >
< No, Sango! Feramti subito! > gridò Kagome attirando la sua attenzione.
< Kagome e maestro Inuyasha… ormai ci siete tutti… tutti pronti per morire. >
Appena Sango fu distratta, Miroku riuscì a penetrare dentro la sua anima per scacciare il respiro del demone che la stava consumando dentro.
< Miroku, se continuate di questo passo non riuscirete a sopravvivere! >
< Non preoccuparti, Kagome. Ho tutto sotto controllo. >
< Lasciatemi immediatamente andare! >
Scatenando un’energia incontrollabile che spazzò gran parte del tempio, Miroku riuscì a sigillare il respiro del demone in un’anfore e salvare la vita della povera Sango.
< Sango, svegliati! > fece Miroku con le sue residue energie.
< Maestro Miroku, dovete assolutamente riposare > gli suggerì Kagura.
< Non finché Sango avrà riaperto gli occhi. >
Ma fu tutto inutile.
Miroku aveva esaurito tutte le energie, crollando in un sonno profondo e oscuro.
< Maestro Inuyasha, credete che sia morto? >
< No. Deve solo riposare un po’ per riprendersi… Ma per quanto riguarda Sango… >
< Non ditemi che… >
< Non posso esprimermi a riguardo > rispose Inuyasha < Dobbiamo aspettare ancora un po’. >
< E quanto? >
< Non so dirlo con certezza… Il respiro del demone l’ha quasi distrutta fisicamente e mentalmente. Non so se si riprenderà. >
< E’ davvero una sciagura senza precedenti > replicò Donna Kaebe.
< Donna Kaebe, abbiate cura di Miroku e di Sango. >
< Senz’altro, maestro Sesshomaru. >
< Per qualsiasi cosa non esiti a chiamarci. >
< Le cure saranno molto più lunghe del previsto. >
< Aspetteremo pregando. Adesso portiamoli nella loro stanza. >
< Sì, vi aiuterò anch’io > rispose Inuyasha lasciando Kagome e Kagura sfogare la loro disperazione completamente da sole.

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Capitolo 6
*** Il risveglio delle due anime ***


Passarono quasi cinque giorni e né Miroku né Sango riaprirono gli occhi.
Inuyasha, Sesshomaru e le due allieve stavano per perdere tutte le speranze.
< Ormai siamo arrivati al quinto giorno, Donna Kaebe > fece Sesshomaru < Non credo che ci sarà una possibilità sul loro risveglio. >
< Ancora è presto per queste conclusioni, maestro. Fatemelo dire. >
< Potete pensare quello che volete, ma ormai è tutto inutile. >
< E per quanto riguarda la ricostruzione del tempio? >
< I lavori stanno procedendo senza sosta. Vedrete che saranno ultimati nel giro di poche settimane. >
< Meno male che Sango non è riuscita a distruggere questa parte del tempio, altrimenti non avrebbero avuto un posto dove stare. >
< Sì, è una vera fortuna. >
< E ditemi, come stanno le ragazze? >
< Non molto bene. Affrontano la situazione come meglio possono. >
< Poverine… Se ci fosse un solo modo per aiutarle… Ancora non capisco come Sango sia venuta a sapere di questa forza maledetta… >
< E’ tutta colpa mia e degli altri due maestri. Dovevamo distruggere il respiro del demone quando ne avevamo l’occasione. >
< Questo è vero, maestro… >
< Una volta che voi ci avevate guarito, dovevo resistere alla mia bramosia di potere. >
< E perché non l’avete fatto? Che cos’è che vi ha spinto a risparmiare una simile forza? Avete per caso ripensato a ritornare un demone come eravate un tempo? >
< Purtroppo sì. >
< Perché non siete venuto da me? Potevamo parlarne senza problemi. >
< Non lo so. Forse mi vergognavo. >
< Voi che vi vergognate? Questa sì che è nuova. >
< Mi ero ripromesso insieme agli altri maestri che l’avrei controllato anche a costo della mia stessa vita, ma purtroppo non è stato così… E alla fine è successo l’irreparabile. >
< Posso capire le vostre colpe, ma dovete stare tranquilla. Ancora tutto non è perduto. >
< Invece sì. Sango e Miroku non si risveglieranno ed è tutta colpa mia. >
< Sesshomaru, che cosa… >
Vedendo che Sesshomaru stava iniziando a piangere, Inuyasha rimase visibilmente sorpreso.
< Pensavi di non vedermi mai ridotto così, non è vero? Eppure oggi è successo. >
< Se posso fare qualcosa per te… >
< No, non puoi fare niente. Adesso me ne ritornerò nella mia stanza per pregare le povere anime di Sango e Miroku… Con permesso. >
Una volta che Inuyasha rimase da solo con Donna Kaebe, il giovane maestro cercò di farsi dare delle spiegazioni sulle sue emozioni.
< Siete diventati degli essere umani > gli spiegò Donna Kaebe < E’ normale piangere così. >
< Secondo me a Sesshomaru gli dispiace che io l’abbia visto così debole. >
< No Inuyasha, non centra niente… E’ profondamente rammaricato per quello che è successo a Sango e Miroku. >
< Ancora? Ma non si rende conto che si sono ancora speranze? Già è una fortuna che respirano da soli. >
< Sì, ma Sesshomaru non riesce a capirlo. >
< Forse dovrei parlarci. >
< No, è meglio che voi lo lasciate in pace. Per il suo bene. >
< Ma Donna Kaebe… >
< Fidatevi di me. È la miglior cosa. >
Alla fine, Inuyasha si convinse delle parole della donna.
< D’accordo. Mi fiderò di voi. >
 
 
Appena il sole era tramontato dietro le montagne, Inuyasha era così stanco per la giornata passata che non cenò nemmeno.
Prima che potesse ritirarsi nella sua stanza, vide Sesshomaru che stava pregando nella stanza di Miroku.
“Non vorrei disturbarlo… Ma prima o poi devo avere il coraggio di parlarci.”
Inavvertitamente però, il giovane maestro inciampò sul suo kimono, entrando nella stanza di Miroku e interrompendo la preghiera di Sesshomaru.
< Mi stavi forse spiando, Inuyasha? >
< Mi dispiace, non volevo. >
< Lo sai quanto odio gli spioni e i ficcanaso. >
< Stavo passando di qua per ritirarmi nella mia stanza e ti ho visto che stavi pregando. >
< E con ciò? Dopo avermi visto piangere hai intenzioni di prendermi in giro? Hai intenzione di ricordare a tutti che non ho lo spirito forte come tutti pensano? >
< Assolutamente no. Perché dici questo? >
< Perché conoscendoti, non vedi l’ora di infamarmi dinanzi a tutti. >
< Forse una volta. Ma adesso sono cambiato. >
< Ma chi me lo garantisce? >
< Sesshomaru, non credi che abbiamo altri problemi da affrontare piuttosto che le nostre vecchie divergenze? >
< Sì, su questo te ne do atto. >
< Comunque sono molto orgoglioso di te per quello che stai facendo. Dio te ne renderà merito. >
< Questo non è vero… Quando punirò, se c’è un Dio non perderà tempo nel punire la mia anima… Purtroppo ho fatto soffrire molta gente quando ero un demone purosangue. >
< Ma adesso non lo sei più. Devi smetterla di guardare al futuro. Pensa al tuo presente che è importante. >
< Sì, d’accordo. >
Mentre Inuyasha e Sesshomaru stavano discutendo amichevolmente, il corpo di Miroku si mosse improvvisamente.
< Non posso crederci > fece Sesshomaru stupefatto.
Subito dopo, il maestro Miroku aprì gli occhi da solo, facendo tirare un sospiro di sollievo al povero Sesshomaru.
< Non avrei mai creduto che ti saresti risvegliato così presto. Come stai? >
< Diciamo che ho avuto giorni migliori > replicò Miroku con tono flebile.
< Adesso non ti stancare. Hai ancora bisogno di riposarti ancora un po’. >
< Sesshomaru, non credi che io abbia dormito fin troppo? Dove si trova Sango? >
< Nella sua camera. Non si è ancora risvegliata. >
Sentendo quella notizia, il cuore di Miroku ebbe un arresto.
< Miroku, che cos’hai? >
< E’ come se avessi avuto un colpo al cuore… Ma adesso va tutto bene. >
< Ti prego di non fare brutti scherzi adesso che ti sei risvegliato. >
< Non dipende tutto da me, Inuyasha. >
< Che intendi dire? >
< Da quando ho salvato l’anima di Sango, ho capito che il mio spirito è legato a lei. >
< Quindi se tu ti sei risvegliato, anche lei… >
< Maestro Sesshomaru! Maestro Inuyasha! Sango si è finalmente risvegliata! > gridò Kagome al settimo cielo.
Con un balzo repentino, Miroku si gettò fuori dal suo letto per raggiungere la sua allieva.
< Finalmente questo calvario è finito > replicò Donna Kaebe.
Appena si ritrovò nella sua stanza, a Miroku gli divennero gli occhi lucidi dall’emozione.
< Sango, anche tu ti sei risvegliata adesso? >
< Sì. E tutto grazie a te. Sei riuscito a salvare la mia anima. >
Con le poche forze di cui poteva disporre, Sango si alzò dal suo letto per abbracciare il suo maestro e baciarlo subito dopo.
Vedendo quella scena piena d’amore, anche Kagome e Inuyasha fecero la stessa cosa.
< Tutto è bene quel che finisce bene, non è vero maestro Sesshomaru? >
< Sì. Adesso mi sento molto meglio Kagura. >
< E come si sentirebbe se io e voi… >
Senza finire la frase, la giovane Kagura agguantò il kimono del suo maestro per attirarlo a sé e baciarlo dinanzi alle altre due coppie.
< Kagura, non avrei mai creduto che tu… >
< Sorpreso, vero? Sapevo che dietro la vostra corazza d’acciaio si nascondeva un cuore morbido. >
< E’ vero. E tu sei stata la prima a rendertene conto > replicò Sesshomaru baciando una seconda volta la sua amata.
< Meglio che vada a preparare la cena. Questa sera bisogna festeggiare > disse infine Donna Kaebe prima di dirigersi nelle cucine del tempio.

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