§The betrayal of the family Malfoy§ di morgana92 (/viewuser.php?uid=72166)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nascondiglio ***
Capitolo 2: *** Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Sospetti ***
Capitolo 4: *** Scoperte ***
Capitolo 5: *** Marchio ***
Capitolo 6: *** Natale ***
Capitolo 7: *** Cambiamenti ***
Capitolo 8: *** Dolore ***
Capitolo 9: *** ...Verità Rivelate... ***
Capitolo 10: *** ...Giuramenti... ***
Capitolo 1 *** Nascondiglio ***
cap 1
Allora,
ieri
ho visto Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Bel film, diverso dal
libro, era ovvio, ma mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché è più
forte l’impatto
di una scena visiva, che cercare di immaginarsela durante la lettura,
non so se mi spiego... Mi riferisco a
Draco Malfoy, vittima della sua educazione e del contesto in cui è
cresciuto,
e, ovviamente, di Voldemort. La mia
immaginazione, stimolata da quelle scene, ha prodotto questa storia. Spero vi
piaccia. Baci! §The betrayal of the family Malfoy§
- È sicuro di quello che vuole fare? Proteggere i
Malfoy da Voldemort? Non pensa che potrebbe essere una trappola?- chiese
Meredith Morgan, alquanto incredula al vecchio amico di suo padre, Albus
Silente.
Quando aveva letto il suo messaggio, si era precipitata
ad Hogwarts ed ora si era ritrovata a desiderare ardentemente di non averlo
fatto! Insomma tutto quello era ridicolo, la situazione e la stessa
conversazione!
Silente rise - Sei proprio come tuo padre, diffidente
fino al midollo! Ho dei buoni motivi per credere a Lucius Malfoy mia cara! -
-Ha mai sentito il detto Babbano “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”,
signore? Lo trovo molto azzeccato per questa situazione!-
L’uomo ridacchiò ancora, ma poi si fece
serio – Mia cara, io sono un mago discretamente abile e riesco a capire con
facilità quando qualcuno mi mente! Fidati di me!-
Meredith fissò gli occhi azzurri dell’uomo
per un attimo interminabile, sondando – Okay, d’accordo farò quello che mi
chiede, ma… se si rivelerà tutto una menzogna, mi riservo il diritto di
intervenire!- rispose in tono deciso. E lugubre. Non le piaceva per niente, no!
Vide Silente sorridere, come se da lei non
si fosse aspettato altro e stava per dire qualcosa, quando qualcuno bussò.
Fece
capolino da oltre la porta un uomo dai capelli neri, occhi neri e che indossava
una veste nera. Meredith trovò rassicurante quel monocromatismo e si ritrovò a
sorridergli.
- Ah Severus, eccoti! Posso presentarti la
signorina Meredith Morgan?-
Il nuovo venuto la squadrò per poi
borbottare – Incantato!-
Il sorriso di Meredith si accentuò. Quell’uomo
le piaceva decisamente.
Silente continuò la presentazione come se
nulla fosse – Meredith questo è il professore di Pozioni, Severus Piton-
Il nome le ricordava qualcosa. Ma certo! Quello
era un Mangiamorte. Suo padre, Luke Morgan, cacciatore di taglie non
autorizzato dal Ministero, si teneva informato sull’intera faccenda e sapere le
identità di quelle persone faceva anche parte dell’addestramento di Meredith.
Meredith socchiuse le palpebre guardandolo
con sospetto –Immagino che devo ancora fidarmi di lei, vero?- chiese a Silente
con sarcasmo pungente. Maledette prime
impressioni!
Silente sorrise, un sorriso enigmatico -Vedo
che impari in fretta! Severus ti accompagnerà dai Malfoy, gli spiegherà la
situazione e tu provvederai a nasconderli, poi tornerai qui, abbiamo ancora
molto di cui discutere… -
Meredith lo guardò rassegnata, poi esclamò –
Questa sera, però, voglio restare nell’anonimato. Questo mi aiuterà nel mio
prossimo incarico, credo- guardò con sguardo eloquente Silente, che ponderò per
un istante la questione e poi annuì.
-Se preferisci…-
Sì, preferiva. Estrasse la bacchetta e con
un incantesimo non verbale fece comparire alla sua mantella un cappuccio
abbastanza ampio da coprirle interamente il volto, ma non lo indossò.
-Dove si trovano ora i Malfoy?- domandò
curiosa.
Se avevano abbandonato il Signore Oscuro
non erano certo rimasti nel loro fastoso castello come degli idioti.
-Si trovano nella casa dei miei genitori-
rispose seccamente Piton –e ci arriveremo tramite una Passaporta! Ma dobbiamo
raggiungere il mio studio, è lì che si trova-
Meredith lo guardò di sottecchi, divertita,
probabilmente la trovava irritante. Si congedò, rapida, e mentre si apprestava
ad uscire Silente le disse –Meredith i Babbani dicono anche che errare è umano-
Lei lo fissò un istante, poi si voltò e cominciò
a scendere le scale a chiocciola che conducevano fuori dallo studio del
Preside, sapendo che Severus Piton la seguiva. Forse sarebbe stato divertente.
-Lei è una spia?- chiese mentre
camminavano. L’uomo le lanciò un’occhiataccia,
ma non rispose.
-Ci vuole del coraggio a tradire Voldemort
immagino, certo forse sarebbe meglio non invischiarsi da subito con uno del
genere, ma come ha detto Silente, errare è umano, no?- lo guardò con la coda
dell’occhio, ancora niente -Io non credo riuscirei a stare così vicino a lui,
senza tentare di Schiantarlo! Immagino abbia una faccia da schiaffi no? Sì,
penso proprio di sì, dopotutto uno chi si fa chiamare Lord Voldemort…-
-Vuole tacere?!- sibilò lui all’improvviso,
fermandosi davanti ad una porta –Non immagina nemmeno cosa voglia dire, è solo
una ragazzina, sciocca dato che osa parlare così!-
Meredith rise -Oh finalmente, cominciavo a pensare
che avesse la lingua legata! Ha ragione sono una ragazzina, ho sedici anni, ma non
sono sciocca. Sono cresciuta in fretta, ho visto cose che probabilmente nemmeno
lei ha visto… E non è necessario essere così formali!-
L’uomo strinse le labbra sottili e poi le
distese in quello che sembrava un accenno di sorriso. Meredith si accontentò,
non sembrava tipo da concedere altro.
Lui spalancò la porta e disse -Prego,
entra!-
Lei obbedì e poco dopo si ritrovò a
stringere il manico di una brocca.
-Chi è?- mormorò una voce soffocata dietro
la porta.
-Sono Severus-
La porta si spalancò all’istante e una
donna bionda, snella e molto bella, si fece da parte, lasciandoli passare.
-Lucius, c’è Severus!- disse dirigendosi
verso quello che probabilmente era il salotto.
Quando entrarono, due teste ugualmente
bionde, si sollevarono contemporaneamente e Meredith si ritrovò faccia a faccia
con Lucius e Draco Malfoy.
Il camino era acceso e i due stavano seduti
su due poltrone verdi sfogliando con gesti estremamente simili la Gazzetta del
Profeta.
-Severus chi c’è con te?- chiese Malfoy
senior, con una punta di timore e allo stesso tempo di curiosità nella voce.
Meredith non lo lasciò rispondere –Il mio
nome non ha importanza, Malfoy. Sono qui per scortarvi nel vostro nuovo
nascondiglio. Sarete più al sicuro là…-
Lucius Malfoy trafisse con lo sguardo
quella figura avvolta completamente da un mantello nero, il volto coperto da un
ampio cappuccio.
Era una voce sconosciuta, arrochita
probabilmente da qualche incantesimo, ma chiaramente di donna.
-E chi mi assicura che tu non sia stata
mandata dal Signore Oscuro?- chiese ancora dubbioso l’uomo. Per il bene della
sua famiglia aveva tradito il più potente e vendicativo mago di tutti i tempi. Sarebbe
stato sciocco fidarsi senza conferme.
-Innanzitutto perché non mi faccio problemi
a pronunciare quello stupido soprannome che si è trovato. Voldemort! Ridicolo! Per
essere così intelligente come sostiene, doveva impegnarsi di più, non creare
uno stupido anagramma del suo nome! E poi, se non ti bastasse, Malfoy, gli
unici Mangiamorte in questa stanza siete tu e lui- disse scoprendosi il braccio
sinistro, candido e privo di qualsiasi tatuaggio, e indicando con la testa i
due uomini –Sempre che la tua adorabile consorte e figliolo non lo abbiano…-
continuò allusoria.
Con la coda dell’occhio, vide il figlio,
suo coetaneo tra l’altro, Draco, alzarsi di scatto e frugare nelle tasche.
-Non lo farei se fossi in te! Sono qui per
aiutarvi, non per fare salotto e scambiarci piacevoli chiacchiere!- esclamò
voltandosi verso il ragazzo e scorgendo da sotto il lembo di tessuto che le
celava il volto, i suoi occhi color tempesta, gelidi come il ghiaccio, e la sua
espressione rigida e furente. –Vi do quindici minuti per raccogliere le vostre
cose, poi sgomberiamo!-
Si voltò verso Severus Piton, per non
lasciarsi distrarre dal viso troppo bello del ragazzo, e gli disse –Non credo
sia il caso che lei venga con me, così solamente io saprò il nascondiglio,
immagino che Silente glielo abbia detto…-
-Sì mi ha accennato qualcosa del genere ma
resto per sigillare la casa dopo che ve ne sarete andati…- le rispose calmo l’uomo.
-Ottimo!- disse e voltandosi verso il camino
si ritrovò di fronte Narcissa Black in Malfoy –Grazie, chiunque tu sia!- le
mormorò prima di allontanarsi e continuare a fare i bagagli.
Quello la sorprese. Non si era aspettata
ringraziamenti da quella gente, ma probabilmente quella donna aveva una
dolcezza inusuale per dei Purosangue fieri e convinti della loro superiorità,
qualcosa di umano che la spingeva a proteggere la sua famiglia. Leggeva nel suo
sguardo l’affetto che la legava al marito e al figlio. Forse era lei il
collante, la colonna portante della famiglia Malfoy.
Lucius sembrava proprio il genere di
persona incline a seguire le idee di un pazzo come Tom Riddle, ma almeno alla
fine aveva scelto la saggia strada di abbandonare e contattare Albus Silente.
Silente le aveva raccontato come Malfoy
avesse fatto la soffiata che aveva impedito la trappola al Ministero per Harry
Potter alla fine dell’anno scolastico precedente.
Harry non si era presentato, ma in compenso
molti Auror e membri dell’Ordine della Fenice avevano avuto il piacere di
incontrare i Mangiamorte e arrestarne parecchi.
Meredith si ricordò che non era lì per
giudicare nessuno, ma per scortarli, punto.
Qualcuno si schiarì la voce, attirando la
sua attenzione –Siamo pronti-
Lei li squadrò, poi puntò la bacchetta sui
bagagli e li rimpicciolì –Viaggerete più comodi così, ora metteteveli in tasca
e ascoltate- si guardò l’orologio, che segnava le otto e venticinque –Alle otto
e trenta entreranno in funzione parecchie Passaporte. Ciò ci consentirà
maggiore sicurezza, nel caso di un controllo, ma non si sa mai. Nel caso
incontrassimo qualcuno, state pronti e uniti. Tutto chiaro?- chiese perentoria.
Li vide annuire, tutti e tre, fissandola in
silenzio.
-Okay- estrasse dalla tasca un galeone, che
brillò sotto la luce artificiale delle lampade Babbane. Otto e ventinove -È quasi
ora. Forza toccatelo!-
I tre si sporsero e con almeno un dito,
toccarono la superficie del galeone. Pochi istanti dopo, quello si illuminò e
loro si ritrovarono su una scogliera. Meredith nascose il galeone in tasca, poi
ordinò –Tranquilli! Ora afferrate il mio braccio, dobbiamo Smaterealizzarci!-
Narcissa lo prese subito, fiduciosa, mentre
padre e figlio la fissarono con diffidenza –Non aveva accennato a questo!- La
donna lanciò loro uno sguardo ammonitore.
Meredith si spazientì –Tre, due, uno…- I
due, capita la solfa, le afferrarono il braccio, fortunatamente pensò Narcissa,
prima del sonoro crack.
Questa volta ricomparvero in un bosco,
piuttosto fitto, ma loro erano in un sentiero, praticamente invisibile ma utile
per chi lo conosceva.
Sentirono Meredith mormorare qualcosa e poi
una casa comparve davanti ai loro occhi. Era una casa a due piani, fatta di
mattonelle marroni, con grandi finestre, una veranda, con tanto di prato
fiorito e recinto di legno scuro.
Meredith fece segno ai tre di seguirla e li
scortò dentro, aprendo la porta con un gesto della bacchetta.
-La casa è protetta da Incanto Fidelius,
perciò non dovete preoccuparvi, nemmeno voi saprete dove si trova, ma è solo
una misura preventiva. Non potete uscire dal recinto, perché la protezione lì
non vi coprirà. In casa ci sono due elfi domestici. Vi pregherei di trattarli
con rispetto, perché saranno loro a occuparsi delle vostre necessità: faranno
la spesa, vi compreranno tutto ciò di cui avete bisogno. La porta si apre solo
con una parola d’ordine, che è “Harry Potter”- disse con un ghigno, invisibile
però ai tre. Vide, con sommo divertimento, Draco Malfoy irrigidirsi e sul suo
viso si fece strada un’espressione disgustata.
-Tu,- continuò voltandosi verso il ragazzo –
qualcuno ti verrà a prendere per accompagnarti al binario 9 e ¾ la mattina del
primo settembre. Fino ad allora non uscirai, non scriverai a nessuno, non farai
magie, sono stata chiara?- lo sguardo si fece truce.
-Perfettamente! Posso respirare?- chiese
sarcastico.
- Non troppo e
solo se necessario. Riduci, possibilmente, il tutto al minimo indispensabile. Vuoi
due, invece, potete usare la magia, ma possibilmente lasciate fare agli elfi
domestici. Per il vostro svago, ci sono montagne di libri, giochi, molti dei
quali sono Babbani, ma non conoscendoli vi terranno molto più occupati e in
salotto c’è un televisore. Ibby e Tobin, i due elfi, sanno come funziona e se vorrete,
vi diranno come fare. Tutto chiaro?- disse fissandoli.
- Okay. Come ultima cosa-
estrasse dal mantello tre collane identiche, da cui pendeva un ciondolo in ora
che raffigurava un serpente - se mai capitasse, in caso di pericolo stringete
queste, si scalderanno e mi arriverà il vostro messaggio, io ne ho una uguale-
spiegò tendendole loro.
Malfoy junior e senior avevano
stampata in viso la medesima espressione disgustata, ma la presero e la
indossarono ugualmente, senza fare commenti.
Meredith ghignò. - Allo stesso
modo, se vorrò avvertirvi di prestare attenzione il ciondolo diverrà tiepido,
mentre se sarete in pericolo, diverrà bollente. Tutto chiaro?-
I Malfoy annuirono. - Bene,
allora io vado. Ricordatevi quello che vi ho detto e andrà tutto bene! Addio!-
Non si aspettava un saluto. Nonostante
li avesse aiutati e loro si fossero redenti, quelli rimanevano arroganti
Purosangue, educati a essere altezzosi. Ma ancora una volta Narcissa Black in Malfoy
la sorprese: si sporse e la abbracciò. Si staccò in fretta certo, ma agli
sguardi riprovevoli del marito e del figlio, rispose con uno fiero, guardandoli
dritti negli occhi.
Meredith, prima di sparire, si
concesse un sorriso, poi si voltò su se stessa e Smaterealizzarsi.
- Allora com’è andata?- chiese Silente
vedendola comparire sulla soglia del suo studio. Si era Smaterealizzata nella
Stamberga Strillante e aveva poi raggiunto il castello a piedi, sfruttando il
passaggio segreto nel Platano Picchiatore.
- Tutto okay. Spero solo che facciano come gli
ho detto!- rispose, togliendosi la mantella e facendo tornare la sua voce
normale.
Silente le sorrise -Andrò io a
prelevare il giovane Malfoy il primo settembre. Anche tu dovrai prendere il
treno, d’accordo?-
Meredith annuì e dopo un cenno
di saluto, se ne andò.
Note Autrice: Spero vi piacerà e mi raccomando, fatemi sapere!
Angolo
pubblicità: sto scrivendo un'altra storia, sui Malandrini e i loro anni
d'oro ad Hogwarts, andate a darci un'occhiatina, magari... Il titolo è "Twins". Grazie a tutti!
A presto!
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Capitolo 2 *** Hogwarts ***
cap 2Premetto
che io a questa fic tengo parecchio, ma ho visto che non vi ha
interessato molto... Posto anche questo capitolo con la speranza che
proseguendo la storia, questa vi appassioni.
Noticina: secondo la Rowling Draco Malfoy non
è una
brava persona, ma io ho intenzione di renderlo più umano. Questo
personaggio mi ha affascinata sin dal primo libro e forse me lo
immagino diverso dall'originale. A voi il giudizio.
§The betrayal of the family Malfoy§
Capitolo due: Hogwarts
Il primo di settembre alla fine era arrivato. Meredith non
sapeva ancora giudicare se fosse un bene o un male.
Aveva passato il periodo estivo in addestramento presso
un vecchio amico del padre (iniziava a credere che suo padre conoscesse un po’ troppa
gente) in una piccola isola greca, di dimensioni microscopiche, rocciosa e
piena di alberi altissimi, ma perfetta per le attività lì svolte.
L’uomo che l’aveva addestrata, biondo, sulla trentina,
le era noto con il nome di Damon, ma poteva essere un nome fittizio. Suo padre
Luke l’aveva raggiunta una settimana prima dell’inizio di settembre e si erano
concessi una breve e piacevole vacanza passata sulla spiaggia.
Era andata dai Malfoy qualche giorno dopo la fine della
scuola. I due coniugi avevano preteso che il loro frugoletto fosse con loro
prima di sparire dalla faccia della terra, almeno per il resto del mondo.
Il periodo estivo era stato assolutamente tranquillo e
non era stato necessario comunicare attraverso le collane speciali.
Doveva ammettere che probabilmente aveva giudicato male
i Malfoy, che erano rimasti buoni buoni dove li aveva lasciati, perché nessun
allarme o protezione che aveva magicamente imposto sulla casa si erano mai
attivati.
Come se nulla fosse, attraversò la barriera che
nascondeva il binario 9 e ¾ ai Babbani e prese un respiro profondo: la magia saturava
l’aria. Sorrise vedendo genitori che salutavano calorosamente i figli, mentre
questi tentavano la fuga dagli attacchi nostalgici dei genitori.
Le dispiacque che non ci fosse nessuno con lei a
salutarla, ma si riscosse in fretta. Era abituata a essere sola contro tutti.
Luke Morgan era un padre fantastico, ma troppo preso
dal giuramento che aveva fatto a se stesso: si era giurato, dopo l’omicidio di
sua moglie, madre di Meredith, di fare tutto il possibile, l’impossibile
addirittura, per contribuire a debellare la minaccia dei maghi oscuri e dei
loro seguaci. Entrambi cacciatori di maghi oscuri erano caduti in una trappola
e la madre di Meredith era caduta in battaglia.
Si riprese dai tristi ricordi quando sentì qualcuno
spintonarla. Vide una testa bionda, stranamente familiare, passarle accanto
senza una parola mentre lei barcollava. Come osava?
-Ehi! Stai attento a dove vai!- strillò allora,
irritata.
Draco Malfoy si fermò e si girò a guardarla,
fulminandola con i meravigliosi occhi argento che si ritrovava –Stai attenta
tu! Non sai con chi stai parlando! Eri sulla mia traiettoria, ti saresti dovuta
levare tu!- le rispose, altezzoso.
Meredith lo guardò incredula -Sei un tantino
egocentrico sai? Potrai essere anche Babbo Natale in persona, ma sei anche un idiota
maleducato! Ed io ho già perso fin
troppo tempo!- dichiarò con lo stesso tono altezzoso di lui.
Lo guardò dall’alto al basso, fulminandolo con gli
occhi, occhi che attirarono l’attenzione di Draco, perché erano viola, e poi,
con passo regale si diresse verso il treno.
Lo strano colore dei suoi occhi aveva sempre
incuriosito chiunque. All’inizio pensavano che li avesse colorati grazie ad un
incantesimo, ma in realtà, erano proprio così, al naturale, e li aveva ereditati
dalla bisnonna materna, una bellissima Veela.
Erano profondi, magnetici e a seconda dell’umore
cambiavano: quando era arrabbiata, erano di un viola cupo, intenso, quando era
felice, avevano una sfumatura pastello e brillavano, mentre quando era turbata,
diventavano chiari, quasi lilla.
Sorrise al ragazzo, che dopo averla vista scuotere i
capelli biondi, setosi e brillanti, ereditati da sua madre, fingendosi
disperata, la aiutò a caricare il baule sul treno. Lui insisteva per farla
venire nel suo scompartimento, ma declinò l’invito, gentilmente, ma decisa. Aveva
qualcuno da incontrare.
Si avviò e a metà treno trovò chi cercava. Assunse un’aria
timida e poi si schiarì la voce. Dentro lo scompartimento vide tre ragazzi di
cui ne riconobbe uno solo: Harry James Potter.
-Scusatemi, posso unirmi a voi? Il treno è pieno ed io
non conosco nessuno…- disse con aria impacciata.
Vide Harry Potter guardarla un istante e lei lo fissò a
sua volta. Chissà cosa lui lesse nei suoi occhi, perché sorrise e annuì.
Una ragazza bionda, con grandi occhi velati, e il Cavillo
in mano, le tese una mano –Ciao! Io sono Luna Lovegood, anche se mi chiamano
Lunatica… Ma preferisco Luna!-
Meredith sorrise. Al mondo c’era molta gente strana, ma
chi era lei per giudicare? -Ciao Luna, io sono Meredith Morgan! Piacere di
conoscerti!-
Il ragazzo accanto a Luna, con una simpatica faccia
tonda, borbottò quello che doveva essere il suo nome -Neville Paciock!-
-Ciao anche a te, Neville!- disse, gentile Meredith,
sorridendogli. Lo trovava estremamente tenero.
-E io sono Harry, Harry Potter, ma immagino…- cominciò
il moro, ma Meredith lo interruppe -…che io lo sappia? Beh hai ragione. Temo che
ormai tutti sappiano chi sei, ma mi perdonerai se non ti chiedo l’autografo,
non sono il tipo!-
Lo vide intimamente sollevato e le sorrise, puntando i
suoi occhi verde smeraldo su di lei.
-Hai detto che non conosci nessuno. Come mai? Sei nuova?-
le chiese una volta che lei si fu accomodata.
-Sì, è la prima volta che vengo ad Hogwarts. Ho sempre
studiato a casa, finché mio padre non ha deciso di spedirmi qui. Ultimamente è
sempre in giro per il paese e si preoccupava che io rimanessi sola…-
-Tuo padre è per caso Lucas Morgan?- chiese Luna
curiosa.
Meredith si voltò a guardarla, si aspettava che
qualcuno avesse fatto l’ovvio collegamento. Suo padre in quegli ultimi mesi
aveva fatto parlare di sé con le sue ricerche e catture. -Sì, è mio padre-
rispose tranquilla.
-Luke Morgan? Quel Luke Morgan? Il cacciatore di taglie
che ha smascherato MacNair e Rosier?- chiese Harry. Si teneva informato allora.
Meredith annuì.
-Ed è vero che con le sue ricerche sta cercando di
trovare Colui Che Non Deve Essere Nominato per vendicarsi della morte di sua
moglie?- chiese Luna con tono innocente.
Meredith si irrigidì –Sì. Lui e mia madre si sono
trovati coinvolti in uno scontro e mia madre ha perso la vita. Mio padre non se
l’è mai perdonato…- rispose con voce triste, chinando la testa.
Sentì una mano posarsi delicatamente sulla spalla e
vide Neville Paciock sorriderle incoraggiante –Che anno frequenterai?-
-Il sesto- rispose allontanando la tristezza con una
scrollata di spalle.
-Come noi! Luna invece è al quinto!- continuò Harry.
-Chissà in che Casa finirai…- commentò Luna, curiosa,
osservandola.
-Ah già la suddivisione in Case!- commentò noncurante. Ma
sapeva già in che Casa sarebbe finita e sapeva anche che a loro non sarebbe
piaciuto per niente.
-Io sono una Corvonero, potresti sempre capitare con
me!- esclamò Luna, allegra.
-O fra i Grifondoro come me e Harry…- intervenne
Neville, gonfiando fiero il petto.
I due passarono molto tempo a litigare sulla Casa in
cui sarebbe finita Meredith, con suo divertimento, considerando che la
conoscevano da pochissimo tempo, litigandosela quasi.
-E tu dove pensi di finire?- le chiese Harry, divertito
quanto lei.
-Boh, a me va bene tutto!- rispose scrollando le spalle
-I miei genitori sono americani, hanno studiato là, quindi non posso basarmi su
di loro… In “Storia di Hogwarts” si dice che spesso i figli finiscano nelle case dei genitori…-
-Spera di non finire a Serpeverde! Non mi sembri male,
ma se dovessi capitare lì, ti conviene guardarti le spalle, sono tutti
Mangiamorte!- esclamò secco Harry, con sguardo lampeggiante di collera.
-Oh sono consapevole della reputazione di Serpeverde. Ma
immagino che non si possa scegliere la propria Casa! Il Cappello Parlante
decifra le nostre inclinazioni e ci manda dove sa che troveremo animi affini… E
immagino che se finissi lì non ci parleremmo più, giusto?- chiese con la sua
migliore espressione da martire, collaudata ampiamente.
I tre la fissarono sorpresi –Ma certo che ti parleremo
ancora!- esclamò Luna –Mio padre dice che lo Smistamento è solo uno squallido
modo di etichettare noi studenti!-
Harry e Neville annuirono incerti, però.
Fuori dallo scompartimento un gruppo di ragazze del
quarto anno parlava e ridacchiava oltre il vetro.
-Chiediglielo tu!-
-No, tu!-
-Lo farò io!-
Una di loro entrò, con aria molto audace.
-Ciao Harry io sono Romilda Vane. Perché non vieni nel
nostro scompartimento? Non sei obbligato a restare con loro- disse guardandoli con superiorità. Quando il suo sguardo,
dopo essere passato da Luna a Neville, con aria disgustata, si posò su di lei,
la fissò con ira e disprezzo notando che non era come gli altri due.
Meredith la fulminò con lo sguardo, sentendosi
protettiva nei confronti dei suoi nuovi amici.
-Loro sono
amici miei- rispose Harry gelido.
Meredith ridacchiò vedendo la ragazzina sbiancare e
ritirarsi in fretta. Si distrasse pensando a come ora avrebbe modificato il rifiuto
di Harry per non far sapere alle amiche che aveva fallito. Sempre che non
avessero sentito tutto.
Poveretta! pensò
magnanimamente.
Persa nelle sue riflessioni sentì gli altri parlare ma
non si lasciò distrarre, persa nel suo ghigno mentale.
Poi la porta dello scompartimento si aprì ed entrarono
un ragazzo dai capelli rossi e l’aria simpatica e una ragazza dai capelli ricci
e crespi.
Si sorpresero vedendo Meredith e si presentarono come
Hermione Granger e Ron Weasley.
Lei sorrise e si presentò- Meredith Morgan, felice di
conoscervi!-
Silente le aveva parlato degli inseparabili amici di
Harry Potter, che lei era curiosa di conoscere. Quei tre da cinque anni a
quella parte ne avevano passate di tutti i colori e questo aveva stuzzicato la
sua curiosità.
-Meredith è nuova questo sarà il suo primo anno. Sai Hermione
anche lei ha letto “Storia di Hogwarts”!- le raccontò Harry con uno strano
sorriso.
-Davvero?- le domandò la ragazza voltandosi di scatto
verso di lei, curiosa.
-Sì, non volevo arrivare impreparata!- le rispose con
un sorriso cordiale.
Harry e Ron sghignazzarono, mentre gli occhi di
Hermione si illuminarono.
-Sai una cosa? Malfoy non è in servizio come Prefetto. Stava
confabulando con Zabini, Nott e la Greengrass nel loro scompartimento. Chissà perché
non è fuori a fare il bullo con quelli del primo anno…- esclamò Ron.
Meredith ascoltò con interesse e ingenuamente chiese –Chi
è questo Malfoy?-
-Malfoy è un idiota, bastardo figlio di papà, e arrogante,
che si crede superiore perché il suo sangue è puro, perciò lui e la sua
famiglia sostengono la causa di Tu Sai Chi!- esclamò Hermione, anticipando gli altri. Probabilmente ci sarbbero andati giù più pesante.
Così non sapevano del tradimento dei Malfoy. Interessante.
Avrebbe chiesto chiarimenti a Silente più tardi.
-Ah… Scommetto che è un Serpeverde, vero? E non vi sa
molto simpatico a quanto sembra…- disse Meredith con ironia.
Harry e Ron scoppiarono a ridere, seguiti da tutti gli
altri.
Il viaggio seguì nella monotonia, spezzata dall’arrivo
dell’invito di Horace Lumacorno, nuovo professore di Pozioni, a cui piaceva
circondarsi di gente famosa e in casi come questo, potenzialmente famosa.
Dato che non sapeva della sua presenza sul treno,
tenuta segreta a tutti, o non ipotizzava il legame di parentela che la univa a
Lucas Morgan, Meredith non fu invitata, a differenza di Harry e Neville, che
sembravano stare per andare al patibolo, così si immerse nella lettura di un
voluminoso libro e sorrise al commento di Ron –Tu e Hermione siete proprio
uguali! Solo due pazze come voi possono aver letto la storia di Hogwats.-
Quando il treno arrivò a destinazione, Meredith si
separò dal gruppetto, perché Silente le aveva detto che ci sarebbe stato
qualcuno ad aspettarla.
Quando vide Minerva McGranitt si diresse verso di lei
con passo sicuro.
-Meredith Morgan?- le chiese, e quando lei assentì,
disse -Io sono la professoressa McGranitt, ora ti scorterò al castello e verrai
Smistata insieme ai nuovi studenti- esclamò cordiale.
Le fece lasciare il baule, dove lo avrebbero lasciato anche
gli altri studenti Smistati, poi cominciò a raccontarle come si svolgevano le
giornate ad Hogwarts.
Quando arrivarono i nuovi studenti, reduci del
tradizionale giro in barca sul Lago Nero con il custode Rubeus Hagrid, la donna
fece un discorso introduttivo e poi li scortò all’interno della Sala Grande.
Molti studenti, accorgendosi dell’inconsueta presenza
di Meredith che si notava più degli altri per altezza e scioltezza dei movimenti,
cominciarono a fissarla curiosi. Lei sorrise e quando vide al tavolo di
Grifondoro Harry e gli altri, il suo sorriso si allargò.
Silente prese parola, dietro l’elegante leggio, che
stava davanti al tavolo degli insegnanti, forse per presentarla -Quest’anno ci sono
molte novità, dei rinnovamenti fra il corpo docenti e una nuova allieva, un po’
particolare. Meredith cara, avvicinati- le chiese con un sorriso. Lei si avviò
e si ripromise di uccidere Albus Silente alla prima occasione - Meredith Morgan
finora ha studiato a casa, ma da quest’anno frequenterà la nostra scuola! Ha sostenuto
degli esami, quindi da oggi frequenterà il sesto anno! Spero la aiuterete a
integrarsi e che lei si trovi bene con noi! Bene, possiamo ora procedere allo
Smistamento!- esclamò allegro, indicandole lo sgabello che lei aveva sorpassato
ignorandolo completamente.
Su di esso era mollemente appoggiato un vecchio e
logoro cappello. Il Cappello Parlante.
Si avviò rassegnata, lo prese in mano, si accomodò e
mentre nella sala scendeva un religioso silenzio, poiché era una situazione
insolita e nuova per tutti, se lo appoggiò in testa.
-Ma bene, cosa abbiamo qui! Coraggio, ingegno,
spregiudicatezza, ma anche lealtà… Difficile…-
“Senta
Signor Cappello, Silente glielo avrà sicuramente detto… Dovrebbe piazzarmi
direttamente in quella Casa per quella piccola faccenduola…”
pensò, sapendo che il Cappello l’avrebbe compresa.
-Irrequietezza, indipendenza e tanto sarcasmo… Bene
bene, direi proprio SERPEVERDE!-
Un applauso esplose dalla tavola verde e argento,
mentre Meredith si levava il Cappello e si avviava verso il tavolo della sua
nuova Casa, sentendo uno sguardo verde perorarle la schiena, insieme a quelli
di tutti gli altri che aveva conosciuto sul treno. Non si voltò e si sedette
con sicurezza accanto ad una ragazza bionda, che identificò come Daphne
Greengrass.
Sollevò lo sguardo e dell’altra parte del tavolo
incrociò quello tempesta e argento di Draco Malfoy.
Ecco dunque il secondo capitolo. ci terrei davvero molto a sapere le vostre opinioni, perciò mi lasciate un commentino?
Ringrazio bella95 per aver messo fra i preferiti e i due che mi seguono. Non meno importante è chi ha letto solamente.
A presto!
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Farai felice milioni di scrittori.
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Capitolo 3 *** Sospetti ***
cap 3 §The betrayal of the family Malfoy§
Capitolo 3- Sospetti
-Ciao Meredith, io sono Daphne. Loro sono Blaise,
Pansy, Draco e Theo!- disse presentandole persone che conosceva meglio di
quanto probabilmente si conoscevano loro stessi.
Meredith fece un sorriso imbarazzato -Ciao a tutti!-
-Sai che sei proprio carina?- esclamò Pansy sporgendosi
in avanti, staccandosi per un istante dal braccio del ragazzo moro accanto a
lei, Theodore Nott –Che incantesimo hai fatto agli occhi?-
-Nessuno. Sono così naturalmente. Mia nonna era una
Veela- rispose tranquilla. Tutti al tavolo di Serpeverde la fissavano con
malcelata curiosità. A quella notizia cominciarono a mormorare.
-Wow! Sì, direi che puoi stare con noi…- esclamò Pansy
guardandola amichevolmente.
-Se sei parente di una Veela, non sei Purosangue…-
intervenne una voce che conosceva benissimo, sprezzante e altezzosa. La voce di
Draco Malfoy.
-Spiacente di deluderti biondo, ma le Veela sono
creature magiche. Certo non usano la bacchetta, ma compiono magie ugualmente…-
rispose guardandolo dritto negli occhi, come a sfidarlo -… ma sarai d’accordo
con me, quando dico che un particolare frivolo come la purezza del sangue non
intacca il valore di una persona, vero?- continuò sarcastica.
Un lampo sinistro lampeggiò in quegli occhi grigi e sul
suo volto si fece largo una smorfia. Poi ghignò - Ovviamente…- dichiarò
sarcastico.
Meredith fece un ghigno degno di quello del ragazzo. Si
stava divertendo parecchio.
-Mi stavo chiedendo… sei per caso parente di Luke
Morgan?- chiese il ragazzo di colore accanto a Draco, alto, con gli zigomi pronunciati
e gli occhi lunghi e obliqui, guardandola imperscrutabile. Blaise Zabini.
Meredith lo guardò, con orgoglio e sfida nello sguardo
– Sì, è mio padre!-
-Sei la figlia di un Auror?- chiese Malfoy incredulo.
Alla parola Auror tutto il tavolo si ammutolì e anche chi già non la fissava,
si voltò a guardarla.
-Tecnicamente mio padre è un cacciatore di taglie, non
lavora per il Ministero, ma immagino che possa essere visto così… Preoccupato
per papino?- rispose sarcastica, ben sapendo che Lucius Malfoy era al sicuro
nella sua stessa casa.
Lo sguardo di Draco si assottigliò, ma ovviamente non
sembrava preoccupato, solo curioso -Come
puoi essere stata smistata qui?-
-Credo sia per via del mio caratteraccio!- rispose con
un ghigno e un’alzata di spalle.
La loro discussione fu interrotta dal Preside che,
essendo terminato lo smistamento, volle dire due parole.
-Che il banchetto abbia inizio!-
Alla fine della cena, Silente si alzò dalla tavola
degli insegnanti e iniziò il suo discorso: salutò gli studenti e presentò
Horace Lumacorno come nuovo insegnate di Pozioni e Severus Piton come nuovo
insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure.
A quell’annuncio gli unici ad applaudire furono gli
studenti accanto a lei. Piton alzò una mano, debolmente, in segno di ringraziamento
per quell’applauso e il suo sguardo si fermò un istante su di lei.
Meredith gli fece un impercettibile gesto con il capo, cui
lui rispose con una smorfia altrettanto impercettibile.
Silente proseguì il suo discorso con riferimenti a Voldemort,
con raccomandazioni e richiedendo di avvertire in caso avvistamenti di fatti
strani.
Lei di certo avrebbe tenuto gli occhi aperti.
Silente poi li congedò e la sala fu riempita dal
grattare delle panche che si spostavano.
-Non vieni Mer?- le chiese gentilmente Daphne. Oddio erano
già ai soprannomi!
-No, signorina Greengrass. Scorterò personalmente la
signorina Morgan al suo nuovo alloggio- intervenne Severus Piton, comparso
all’improvviso dietro di lei.
Daphne annuì e la salutò con un gesto della mano, poi
si allontanò con gli altri quattro.
-Mi segua prego!- disse e senza aspettarla si avviò.
Raggiunsero i sotterranei del castello senza una parola di più. La Sala Comune
di Serpeverde, da cui poi si accedeva ai Dormitori, era lì, sotto il Lago Nero,
vicino all’aula di Pozioni.
Alle pareti erano appese una fila lunghissima di torce,
che illuminavano almeno un po’ l’ambiente tetro.
Piton si fermò davanti ad uno dei rari quadri, che
raffigurava, ovviamente, un serpente. Classico.
Quello chiese, o meglio, sibilò -Parola d’ordine?-
-Anguis- il quadro si aprì e rivelò un corridoio stretto e
tetro -Ricordatela, perché senza non potrai entrare. La parola d’ordine cambia
ogni settimana. Dovrai chiedere a Prefetti o Caposcuola. Il signor Malfoy è un
Prefetto, ho visto che avete socializzato- disse con un ghigno -potrai chiedere
a lui…-
La condusse dentro. La sala comune era arredata con
poltrone e sofà neri, tappeti verdi e argento e lampade, che diffondevano nella
stanza una luce verdastra. Inoltre c’era un colossale camino decorato con
teschi e statuette, unica fonte di calore.
-I dormitori sono divisi in maschili e femminili. Per
lei abbiamo trovato una singola, dato che i compagni di stanza vengono
assegnati al primo anno. Spero non le dispiaccia… La sua stanza è l’ultima del
primo piano. Le sue cose sono già state portate lì. Domani mattina le fornirò,
in quanto Direttore della Casa, il suo orario di lezioni. Tutto chiaro? Allora
buonanotte signorina Morgan!- stava ancora parlando quando sparì dietro il
ritratto.
Meredith si avviò lenta verso la sua stanza.
Era notte fonda quando scese silenziosamente in sala
comune. Si guardò rapida intorno e si rilassò notando che era deserta.
Silenziosamente uscì dalla sala comune, svegliando il serpente del ritratto,
che cominciò a sibilarle dietro, irritato, e raggiunse l’ingresso. Il portone
d’ingresso era ovviamente sigillato magicamente e sicuramente sarebbe stato
impossibile uscire, se non si conoscevano metodi alternativi, ovviamente!
Nessuno notò la gatta nera, che ore più tardi,
schizzava velocemente per il sotterraneo. Doveva sbrigarsi, mancava un quarto
alle sette e presto la sala comune si sarebbe riempita. Guardandosi furtivamente intorno, si
ritrasformò ed entrò velocemente nella sala comune.
-Bene bene! Guarda guarda chi viola le regole già il
primo giorno!- una voce sarcastica la fece sobbalzare, sorpresa.
-Malfoy, accidenti, mi hai fatto venire un colpo!-
esclamò, portandosi teatralmente una mano sul cuore.
Lui ghignò –Dove sei stata?- le chiese curioso.
-A sgranchirmi le gambe…- rispose con tono innocente,
avviandosi verso i dormitori.
-Vestita così?- il tono del ragazzo era sempre più
sarcastico.
Lei si fermò e si guardò: indossava dei banalissimi
pantaloni della tuta neri e una maglietta dello stesso colore –Sono vestiti
Babbani Malfoy, e sono il mio pigiama… Non sapevo di dovere rendere conto a te
di come mi vesto!- esclamò riprendendo a camminare e sparendo su per le scale.
-Il suo pigiama…- ripeté Draco Malfoy, pensieroso.
-Incantesimi, Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia,
Trasfigurazione, Pozioni, Aritmanzia e Astrologia… Bene, tutti ottimi voti…
Ecco il tuo orario!- le disse Piton seccamente tendendole una pergamena.
Lei sorrise e riprese a bere il suo caffè, mentre
l’uomo proseguiva.
-Vuoi seguire le orme di papino, Morgan?- le chiese
sarcastico Draco, seduto di fronte a lei. Era lei che doveva tenere d’occhio lui
eppure sembrava che accadesse il contrario. Almeno non sembrava aver fatto
eccessivamente caso al fatto che le lezioni che seguiva erano identiche alle
sue.
-Io credo che seguire le orme dei genitori sia una
buona cosa fino a un certo punto- rispose enigmatica, alzandosi pigramente –Ci
si vede a lezione!-
Si avviò verso la porta, affiancandosi a due Grifondoro
-Ciao Harry, ciao Ron! Coma va?
-Quella ragazza è strana! Senza contare l’aspetto, è
insolita per essere una Serpeverde! Ora socializza anche con i Grifondoro!-
esclamò Pansy, incredula, dando voce ai dubbi generali.
Draco ghignò. Sarebbe stato interessante!
La prima lezione veramente interessante del giorno era
stata Difesa Contro le Arti Oscure. Il professor Piton si era divertito a
tartassare e sbeffeggiare i Grifondoro sin dal primo istante in cui erano
entrati nell’aula.
Piton si accaniva particolarmente su Harry, Ron ed
Hermione, con estremo divertimento di Malfoy e dei suoi compagni di Casa.
Comunque, la lezione verteva sugli incantesimi non
verbali. Piton li fece dividere in coppie e lei si ritrovò nientemeno che con
Draco Malfoy.
Meredith pensò che probabilmente non doveva esagerare,
dato che era perfettamente in grado di padroneggiare la tecnica, ma quando
Malfoy le passò accanto bisbigliandole –Pensi di potermi stare dietro Morgan?-,
gettò al vento la cautela e ghignò.
Si mise in posizione di difesa e attese. Se si sentiva
così ottimista, perché rovinargli la festa sin da subito?
Lo vide concentrarsi e puntarle contro la bacchetta.
Impercettibilmente notò il movimento della bacchetta e capì che stava per
attaccare, così pensò “Protego!” e
respinse senza difficoltà l’attacco.
Poi passò al contrattacco. In breve tempo il loro
duello attirò l’attenzione di tutti, compresi quelli del professore, il cui
sguardo saettava dall’uno all’altra.
Sentì chiaramente qualcuno mormorare una Fattura
Gambemolli alle sue spalle, all’indirizzo di Malfoy, perciò agì d’istinto,
rapidamente si voltò e urlò -Protego!-
L’incantesimo rimbalzò sullo scudo e venne scagliato
sul soffitto.
-Chi diavolo è stato?- esclamò Piton, furibondo.
Meredith aveva il sospetto di saperlo e fu sorpresa
quando Malfoy esclamò, avvalorando la sua ipotesi -È stato Thomas, professore!-
con un ghigno soddisfatto.
-In punizione!- urlò Piton.
Meredith era con Daphne in sala comune per
l’intervallo, comodamente seduta su un divano, chiacchierando piacevolmente.
-Grazie Morgan, ma non dovevi disturbarti, me la sarei
cavato da solo!- esclamò dietro di lei, una voce arrogante e ormai conosciuta.
-Non l’ho fatto per te Malfoy! C’ero anch’io sulla
traiettoria di quella fattura! E non mi andava proprio di essere affatturata!-
esclamò senza voltarsi a guardarlo.
Dietro di lei qualcuno ridacchiò e sapeva che sul volto
di Malfoy c’era il solito ghigno strafottente.
-Draco, Morgan, puoi chiamarmi Draco!-
L’ultima lezione di quel giorno era Pozioni, due ore
tra Serpeverde e Grifondoro. Meredith si trovò seduta accanto a Daphne, davanti
a Malfoy e Zabini.
Il professor Lumacorno si era fatto dire i nomi di
tutti i presenti e i suoi occhi si erano illuminati ogni qual volta collegava
un nome a un parente famoso o vedendo Harry e sentendo le risposte brillanti di
Hermione.
Dedicò particolare attenzione anche a lei e si rivelò
deliziato quando seppe chi era suo padre. Lecchino! A Malfoy, invece, non
prestò particolare attenzione, forse per i trascorsi poco piacevoli della sua
famiglia, mentre al migliore amico di lui, Blaise Zabini, era rientrato nelle
grazie dell’insegnante perché sua madre era una strega famosa per il suo
fascino che le aveva permesso di sposare sette uomini diversi, morti tutti in
circostanze misteriose. Inquietante.
Meredith doveva ammettere che lui era decisamente un
bel ragazzo, proprio come Malfoy. Si voltò a osservarli, intenti a preparare la
pozione richiesta da Lumacorno, il Distillato della Morte Vivente, in cambio di
una Felix Felicis.
Daphne Greengrass non doveva essere una cima in pozioni
perché aveva passato il G.U.F.O. con Accettabile, ma era stata ammessa al corso
ugualmente, forse per via dei suoi nobili natali.
Andò nel panico quando scoprì che la pozione da
preparare era piuttosto complessa. Meredith aveva con sé il vecchio libro della
madre, grazie al quale aveva imparato a preparare ottime pozioni, aiutata
ovviamente dal talento che sembrava aver ereditato.
Aiutò così Daphne a preparare una pozione quanto meno
simile alla richiesta e si impegnò a non fare la sua completamente corretta,
era lì per osservare, non per attirare l’attenzione.
Quando il tempo scadde e Lumacorno iniziò a fare un
giro di ispezione, si osservò intorno annoiata. Notò lo sguardo fisso su Daphne
di Blaise Zabini e la divertì la sua espressione ammirata.
Daphne era davvero bella, con finissimi capelli biondi
e occhi azzurri, pregi che sembravano aver attirato la sua attenzione. Si
riscosse quando Malfoy gli diede una gomitata perché Lumacorno era arrivato al
loro tavolo.
La Felix Felicis la vinse Harry.
Qualche sera dopo era in sala comune, seduta su un
divano, a leggere. Blaise Zabini era seduto di fronte a lei e fissava assorto
un punto fisso nel pavimento di pietra.
Erano gli unici sui divani, gli altri presenti erano ai
tavoli a finire i compiti, e fra loro c’era anche Daphne.
Guardò di soppiatto verso e il ragazzo e lo sorprese a
fissarla –Dovresti dirglielo sai?- disse tornando a leggere.
Blaise sobbalzò e chiese distratto –Dire cosa a chi?-
-Dovresti dire a Daphne che ti piace- chiarì.
-E tu che ne sai?- Blaise la guardava scettico. Tutta
facciata.
-Sesto senso, intuizione femminile, chiamala come vuoi…
- disse ironica, alzando gli occhi per fissarlo, divertita- Sono un’ottima
osservatrice!-
-Beh, comunque ti sbagli!- esclamò precipitoso Blaise.
-D’accordo, come vuoi Blaise. Il tuo segreto è al
sicuro con me!- rispose, alzandosi e allontanandosi.
-Ma a te piace Zabini?- chiese a Daphne mentre andavano
in Sala Grande per cena, curiosa.
Lei si voltò di scatto a fissarla –Oddio e tu come lo sai?
Si nota così tanto?! Accidenti mi sembrava di non mostrare il minimo interesse
per lui…- iniziò come un fiume in piena e sembrava non voler smettere.
-Frena frena, Daphne, non si nota per niente… Comunque
non capisco questa vostra ossessione di voi Serpeverde per nascondere i vostri
sentimenti, non c’è niente di male, almeno si capisce che siete umani!- esclamò
Meredith. Puntava ad un obbiettivo preciso e voleva arrivare dritta alla meta.
Daphne la guardò sospettosa ora –Ma allora?-
-Beh, ho notato un certo interesse da parte sua e
siccome ho il dna di cupido, ho pensato, perché no?- rispose con voce
innocente.
-Morgan!- un urlo disumano aveva turbato la quiete
della biblioteca.
-Si si, Madama Pince, non urlo più- borbottò Blaise
Zabini, passando davanti alla donna furente. La raggiunse in un lampo –Oggi
Daphne mi ha invitato ad Hogsmeade. Tu c’entri qualcosa per caso?- mormorò a
bassa voce. Sembrava furioso. Ma Meredith riconobbe sotto la superficie d’ira
felicità allo stato puro.
-Non dirmi che ti dispiace?- chiese fintamente
preoccupata.
-Avevi detto che non ne avresti fatto parola con
nessuno…- esclamò Blaise irritato.
-E infatti non ho detto una parola. Mi sono limitata ad
alludere. Le ho chiesto se le piacevi e che forse
avevo notato un certo interesse da parte tua… Daphne ha fatto tutto da sola!-
rispose sorridendogli –Sono felice per voi, Blaise!- qualcosa la spinse ad
abbracciarlo di slancio. Il ragazzo rimase immobile, incerto, per un istante,
poi ricambiò l’abbraccio e le sussurrò -Grazie!-
-Quei due sono esilaranti- commentò una voce dietro di
lei. Era il giorno della gita ad Hogsmeade e lei stava in disparte, osservando
l’impacciato incontro fra Daphne e Blaise. Lui l’aveva aiutata a salire sulla
carrozza e quando lei l’aveva ringraziato con un bacio sulla guancia, lui era
arrossito come un peperone e lei aveva sorriso, prendendogli una mano fra le
sue, rassicurante.
-Già! Ma sono così carini insieme!- rispose alla voce.
Si voltò e incrociò lo sguardo argento di Draco Malfoy.
Lui aveva lo sguardo fisso sull’amico e per un istante
la sua espressione si addolcì –Grazie! Blaise mi ha detto che hai interceduto
per lui presso Daphne!- la sua voce era bassa e roca.
-Figurati! Io non ho fatto niente! Tutta colpa del mio
dna da cupida!- rispose con noncuranza, allontanandosi dal biondino. Aveva da
fare.
Draco la cercò e quando notò che non era cosa facile,
si impegnò. Era bravo a dominare e celare le proprie emozioni, lo era sempre
stato, ma ora la curiosità lo divorava. E la sua curiosità era stuzzicata
esclusivamente da lei, Meredith Morgan.
All’ennesimo e inutile giro di Hogsmeade alla sua
ricerca, dedusse che non era lì, ma ricordava perfettamente di averla vista
salire su una delle tante carrozze che portavano gli studenti al villaggio.
La sua curiosità esigeva
di sapere dove lei fosse. Ma fu tutto inutile.
-E come stanno loro?- chiese la voce di Severus Piton a
un interlocutore per lui invisibile.
Si era attardato in biblioteca, strano ma vero, e ora
era in ritardo per la cena. Si immobilizzò, perché altrimenti sarebbe stato
scoperto e aveva il sospetto di sapere chi
fosse il misterioso interlocutore del suo padrino, o meglio interlocutrice,
la stessa che lo incuriosiva fino alla morbosità.
-Stanno bene, credo. Sarà utile fare un sopralluogo-
sentì rispondere come si aspettava da Meredith Morgan.
Probabilmente si accorsero di qualcosa perché si
separarono bruscamente lasciando Draco in balia dei dubbi. Ne avrebbe parlato
con Severus. La curiosità lo stava uccidendo.
Il mistero
Meredith Morgan si infittisce e qualcosa spinge Draco a volerne sapere
di più. Spero che accada lo stesso anche a voi, perchè non sembra che
qst storia piaccia molto...
Ringrazio
i 4 che hanno messo fra i preferiti, i cinque che mi seguono e anche
chi ha solo letto! lasciatemelo un commentino però!
Per chi ha recensito:
gothik princess: ciao! mi fa piacere che ti piaccia la storia e anche il mio personaggio! La adoro anch'io perchè mi assomiglia troppo! Spero che qst chap ti piaccia e che tu continui a seguirmi! A presto!
cassandra 287: Troppo gentile! Anch'io adoro Draco, credo si noti, no? Spero continuerai a seguirmi! A presto!
|
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Capitolo 4 *** Scoperte ***
cap 4 §The betrayal of the family Malfoy§
Rieccomi con questo nuovo chap. Superfluo è dirvi che spero vi piaccia e che mi lasciate un commentino, vero? Buona lettura!
-Tu stai tramando qualcosa ed io scoprirò cosa, fosse
l’ultima cosa che faccio!- le sibilò Draco Malfoy passandole accanto nella sala
comune il giorno dopo e andandosi a sedere vicino a Blaise, suo migliore amico,
e fissandola senza ritegno.
Doveva stare attenta, molto attenta, d’ora in poi.
Certo lui la teneva d’occhio, ma ciò non significava niente, non sapeva niente.
E doveva restare così. Perciò Meredith decise di stare buona per un po’;
l’ultima delle sue intenzioni era di attirare l’attenzione, aveva fallito,
almeno con una persona, ma ora sarebbe stata più vigile.
-Cosa combinate tu e Meredith Morgan?- Draco Malfoy
stava ritto di fronte al suo professore di Pozioni, Severus Piton, con sguardo
inquisitore.
Meredith ringraziò il cielo, per una volta, per la sua
capacità di trovarsi nei luoghi meno opportuni nei momenti più adatti. Era
nascosta nell’armadio vicino alla cattedra del professore nell’aula di Pozioni,
rannicchiata su se stessa, e decisamente scomoda.
-Cosa intendi Draco? La signorina Morgan è una
studentessa come un’altra. O mi stai accusando forse di avere una relazione con
una studentessa?- chiese l’uomo ironico.
Meredith ebbe la tentazione di scoppiare a ridere. Per
quanto Severus Piton le piacesse, non era decisamente il genere di persona che
le sarebbe potuto piacere in quel senso. Fortunatamente riuscì a trattenersi,
mordicchiandosi il labbro.
-Non fare l’ingenuo con me Severus! Vi ho sentito
l’altra sera! Le hai chiesto come stavano loro, ma loro chi? È una Mangiamorte?- sbottò Draco, palesemente irritato.
Non pensava che i due fossero così intimi. Aveva
immaginato che Severus fosse un ottimo amico di Lucius, ma nient’altro.
-Draco, lascia perdere Meredith Morgan. Non è una
Mangiamorte, ma per te è meglio non immischiarti in fatti che non ti
riguardano… Sei il mio figlioccio Draco, fidati di me!-
Mistero svelato. Era il suo padrino! Questo spiegava
molte cose.
-Ma Severus…-
-Niente ma Draco! È meglio se fai come ti dico!-
Meredith non si illuse neanche per un istante. Aveva
capito fin dalla prima volta che l’aveva visto che Draco Lucius Malfoy era un
ragazzo arrogante che voleva che le cose andassero sempre come voleva lui.
Sapeva che non si sarebbe arreso, anzi si sarebbe gettato nell’impresa con
maggiore determinazione. E avrebbe messo in pericolo la sua missione.
Lo sentì uscire sbattendo rumorosamente la porta.
-Credo sia il momento di uscire Meredith-
-Grazie al cielo! Non sentivo più le gambe!- con un
agile salto, uscì dall’armadio e si avvicinò all’uomo.
-È un bel guaio! Sa che non si arrenderà vero?- gli
chiese rassegnata.
-Già! Dovrai essere più prudente che mai! Non vogliamo
certo che Draco si cacci nei guai vero?- le chiese fissandola indagatore.
-Ci mancava solo questo! Devo anche badare alle sue
chiappe aristocratiche!- borbottò Meredith scontenta.
-Se tu fossi stata più attenta…-
-Non è colpa mia se non fa altro che fissarmi e
seguirmi!- ribatté secca Meredith - Purtroppo il suo figlioccio non è un
idiota!-
Sul volto di Severus comparve un sorriso compiaciuto.
Meredith alzò gli occhi al cielo –Allora questa pozione?- chiese.
Severus si diresse alla scrivania, aprì un cassetto con
la bacchetto e poi le tese una fiala che conteneva la Pozione Polisucco.
-Quindi lei vorrebbe andare a trovare suo padre?- le
chiese Silente, scrutandola da dietro gli occhiali a mezzaluna, indagatore.
-Già… Non mi manda lettere per paura che possano essere
intercettate. Devo sapere se sta bene!- esclamò Meredith, sinceramente
preoccupata. Suo padre trovava sempre il modo di farle sapere che stava bene,
ma non aveva sue notizie da tempo.
-Per quanto lei sia abile, non posso lasciarla andare… È
ancora minorenne… Manderò comunque qualcuno a cercarla se ciò la farà stare
meglio…- le rispose Silente, dolcemente.
Lei lo fissò un istante, poi si alzò di scatto e uscì
dallo studio del Preside con passo tranquillo, mentre dentro era furente.
Raggiunse di fretta la sala comune, investendo alcuni
ragazzini del primo anno, spaventandoli con le sue imprecazioni.
La sala comune fortunatamente non era particolarmente
piena e stava per salire nella sua stanza, quando sentì Daphne salutarla e
invitarla ad unirsi a loro.
Lei si bloccò, si voltò verso la direzione da cui
proveniva la voce e vide Daphne, Malfoy, Zabini, Nott e la Parkinson.
Era consapevole che il suo viso era gelato in una
maschera furiosa e che i suoi occhi lanciavano lampi, perciò, prima di
esplodere, esclamò rapida –Magari un'altra volta Daphne, ora non mi sento tanto
bene…- e si lanciò su per le scale che conducevano ai dormitori femminili.
Intanto pensava “Maledetto
vecchiaccio! So perfettamente usare una bacchetta che crede? E poi mio padre
non si farà trovare da nessun altro che non sia io!”
Cominciò a tirare pugni all’aria, mentre con un calcio
chiuse la porta. Non la sentì aprirsi e
si girò sferrando un destro niente male ad un’innocente persona appena entrata.
-Cazzo! Che male!- esclamò finemente Draco Malfoy
davanti a lei -C’è un motivo particolare per questo o devo dedurre che non mi
puoi sopportare?-
-Scusa Malfoy.- rispose secca -Ora, se non ne vuoi un
altro, ti conviene andartene. Oggi non sono dell’umore!-
Lui si massaggiò
la parte del volto colpita dal suo pugno, che spiccava per la colorazione
rossastra sulla sua pelle chiarissima.
-Che ti è successo?- insistette il ragazzo. Meredith trattenne
la rispostaccia che premeva per uscire. Sembrava sinceramente preoccupato per
lei. Perché non sfogarsi? In fondo era umana anche lei e si sentiva più sola
che mai.
-Non ho notizie di mio padre da un po’. E Silente non
mi ha concesso di andare a… ehm… casa, per controllare- rispose lentamente,
fissando per terra.
Sembrava essere lontana anni luce da lì. Draco la
osservava sempre e i suoi comportamenti strani e le sue sparizioni improvvise
erano cessate. Aveva passato ogni momento libero con loro e Daphne, in
particolare, e aveva stregato tutti loro.
Rassegnato, si avvicinò a lei e con imbarazzo la
abbracciò. L’unica persona che l’aveva abbracciato era stata sua madre,
Narcissa Malfoy, quando era piccolo. Abbracci diversissimi da quelli che gli
propinava Pansy quando aveva una cotta per lui, al quarto anno. Fortunatamente ora
la ragazza rivolgeva la sua attenzione a Theo, ben felice di ricambiare.
Quando Meredith appoggiò la testa sulla sua spalla,
incastrandola nell’incavo del suo collo, tanto di sentire il suo respiro sulla
pelle sensibile del collo, si sentì avvampare. Che diavolo gli prendeva? Lui era
l’algido Principe delle Serpi, imperturbabile e padrone delle sue emozioni.
Ma quella ragazza gli era entrata dentro. Restarono fermi,
chiusi in quell’abbraccio, per istanti interminabili.
Erano nell’aula di Pozioni, con i Grifondoro, quando si
sentì bussare e la professoressa McGranitt fece il suo ingresso. Era passato
appena un giorno.
-Horace, ho bisogno della signorina Morgan, non ti
dispiace vero?- al cenno di dinego dell’uomo, disse ancora –Porta con te le tue
cose cara!-
Meredith si affrettò a seguirla, quasi certa di sapere
di cosa si trattasse.
La donna la accompagnò nello studio del preside,
silenziosamente e rapidamente.
Quando entrarono, insieme a Silente c’era un uomo, dai
capelli biondi tendenti al grigio, dalle vesti malconce, che la trafisse con i
suoi occhi marrone chiaro.
-Meredith, questo è Remus Lupin. Fa parte dell’Ordine
della Fenice. Gli ho chiesto di cercare tuo padre e stava per raccontarmi tutto…-
L’uomo la guardò con dispiacere -Non l’ho trovato Albus…
Però non credo l’abbiano preso i Mangiamorte…-
Meredith storse le labbra in una smorfia seccata, per
nulla sorpresa. Incrociò lo sguardo di Silente, imperscrutabile, una domanda
muta in essi.
-Non mi stupisce! Troverete mio padre solo se lui vorrà
farsi trovare. È per questo che le ho chiesto di andare io! Si farà trovare
solo da me, o da una persona che conosce e di cui si fida…- esclamò alla fine.
Spostò lo sguardo sulla fenice e si mise ad osservarla,
curiosa. La fenice ricambiò lo sguardo.
-Anche se ti dirò di non farlo, tu lo farai lo stesso,
vero?- le chiese Silente, pacato.
Lei lo guardò, fiera –Le ho concesso il suo tentativo, ora
tocca a me! Sa perfettamente che sono in grado di badare a me stessa. Ho bisogno
di andare!-
Silente annuì. Sembrava rassegnato. –Allora parto
subito!- esclamò Meredith, alzandosi di scatto.
Si avviò, ma poi un dettaglio la fece immobilizzare –Può
dire a Draco Malfoy che mio padre mi ha mandato un messaggio e che era ferito,
perciò mi sono precipitata da lui?- chiese senza voltarsi.
-D’accordo. Ti concedo una settimana, poi qualcuno
verrà a cercarti…- rispose Silente, con lo stesso tono pacato di prima.
Meredith annuì –Grazie per averci provato, signor
Lupin-
Per prima cosa si tolse la divisa e si mise comodi abiti
babbani. Scrisse un breve biglietto a Draco, poi glielo spedì in camera. Infilò
la bacchetta in una tasca nascosta del mantello e si trasformò, lasciando il
Dormitorio, aumentando l’andatura quando scorse una testa bionda in lontananza.
Si smaterializzò nella casa che condivideva con il
padre. Se non l’avesse trovato lì, sapeva che vi avrebbe trovato almeno indizi
su una sua possibile meta.
Incredibilmente, lo trovò chino su pesanti e voluminosi
tomi dai titoli più assurdi, come Ciò che
non è scritto in Storia di Hogwarts e altri titoli simili.
-Papà! Spero tu abbia una buona motivazione per
spiegare il fatto che non ti sei fatto vivo per un mese!- esclamò furente. Tutta quell’angoscia e lui era a casa!
Quando lui, si voltò, l’ombra di un sorriso sul volto,
Meredith si accorse che era ferito. Aveva tagli sul volto e una benda enorme
gli fasciava il torace.
-Che ti è successo?- strillò con voce acuta.
-Rilassati piccoletta, ho solo avuto il dispiacere di
incontrare Bellatrix Lestrange! Perlomeno ho scoperto cose interessanti!- le
rispose tranquillo.
-Che aspetti a raccontarmele?- esclamò Meredith mentre
si avvicinava al padre per controllare lo stato della fasciatura.
-Ma tu che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola a
osservare il giovane Malfoy?- le domandò invece, cercando di tergiversare.
-Non ci provare Luke!- disse assottigliando gli occhi e
fissandolo con sguardo truce. Quando lo chiamava Luke la faccenda si faceva
grave. Ma se non si fidava di sua figlia, di chi avrebbe mai potuto fidarsi?
-D’accordo d’accordo! Così potrò risparmiarmi una
visita a Hogwarts per spiegare tutto ad Albus…- riflettè -Allora, ho scoperto
che Voldemort sta cercando un modo per entrare a Hogwarts. Vuole uccidere
Silente. È ancora indeciso, ma credo che, durante le vacanze di Natale,
marchierà i figli di Mangiamorte che frequentano ancora Hogwarts e affiderà ad
uno di loro l’incarico. Quello sfortunato dovrà trovare il modo e uccidere
Silente…-
La sua mente volò ai suoi compagni di Casa, inorridita:
Pansy, Theo, Daphne!
-Ma Bellatrix non si è accorta che le hai strappato tutte
queste informazioni?- chiese incredula, alla fine.
Lei vide il padre ghignare -No, perché pensava di
parlarne con Rodulphus Lestrange, il suo caro maritino…-
Ecco a cosa gli serviva quella pozione che le aveva
chiesto tempo prima! -Papà sei diabolico!- anche Meredith ghignò. -Cosa cerchi
in tutti questi libri?-
-Possibili entrate a Hogwarts, passaggi segreti e cose
simili…-
Il pomeriggio del settimo giorno di lontananza da
Hogwarts, andò alla villa dove erano nascosti i Malfoy, per accertarsi che
fosse tutto a posto. Fece un rapido sopralluogo e controllò che le difese
fossero ancora funzionanti. Era tutto in regola, perciò tornò a Hogwarts.
Nello studio del Preside, raccontò a Silente tutto
quello che le aveva detto il padre e guardò con vero sospetto, per la prima
volta, la mano nera che Silente sfoggiava da quell’estate. Si era sempre detta
che non erano fatti suoi, ma c’era qualcosa di strano.
Ringrazio i 4 Preferiti e i 7 che mi hanno messo fra le seguite. Inoltre ringrazio arndigothia per aver recensito il primo capitolo: Mi
fa piacere che ti piaccia la fic e mi impegnerò per farti piacere
Draco, davvero! Spero che alla fine i miei sforzi producano un
risultato! A presto!
Per chi ha recensito: DANINO: Grazie
mille, sono felice che ti piaccia! In questo chap il rapporto fra Draco
e Meredith si evolve, visto? che ne pensi? A presto!
Isis 88: Sono contenta di aver trovato un altra fan di Draco! Ti ringrazio per i complimenti e spero continuerai a seguirmi! A presto!
Angolo pubblicità: Invito a dare un occhiata all'altra mia fic Twins sui Malandrini
A presto!
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Capitolo 5 *** Marchio ***
cap 5
§The betrayal of the family Malfoy§
Capitolo
5 - Marchio
-Mer! Finalmente! Sei stata via una settimana!- strillò Daphne quando la vide entrare in Sala
Comune, con passo deciso.
Meredith sorrise vedendola correre verso di lei e
abbracciarla -Ci sei mancata!-.
Daphne la prese per mano e la trascinò verso i divanetti
dove era mollemente seduto tutto il gruppo. La salutarono con calore mentre si
accomodava al fianco di Pansy.
Daphne, invece, si lasciò elegantemente cadere di
fianco a Blaise. Meredith con un ghigno chiese –C’è forse qualcosa che non so?-
I due arrossirono vistosamente e produssero mormorii
incomprensibili. Meredith la giudicò come una risposta affermativa e molto
soddisfacente. Ora avevano qualcuno per cui preoccuparsi e non avrebbero fatto
cose insensate o stupide.
All’improvviso Meredith avvertì la gelida presenza di
Draco Lucius Malfoy di fronte a lei. Se prima del suo arrivo si godeva la pace
della domenica sera con gli amici, era sedeva rigido sulla poltrona. Lo sbirciò
con la coda dell’occhio, attenta a non farsi vedere.
-Tuo padre come sta?- chiese la sua voce gelida e
altera interrompendo la quiete.
Lei alzò la testa di scatto, per osservarlo. Doveva
decisamente scoprire che diavolo gli prendeva. Le sembrava di aver fatto enormi
passi avanti con lui: le era parso che non gli sembrasse più una minaccia, ma
un’amica. Le era parso che si fidasse.
Forse era troppo premature.
In un lampo decise –Diciamo che ha avuto uno sfortunato
incontro con avversari in gamba e si stava leccando le ferite- esclamò
lentamente, voltandosi verso il fuoco che scoppiettava nel caminetto.
L’atmosfera amichevole si era guastata, meglio non
sfidare troppo la sorte. Si alzò e li avvisò che li avrebbe raggiunti a cena.
Toc
toc.
-Vieni Daphne-
Si sedette sul letto, sfregandosi i capelli fradici con
un asciugamano verde. Aveva appena terminato una rilassante doccia.
Sollevò lo sguardo con un sorriso amichevole, pronta a
sentirsi raccontare le ultime novità e invece incontro uno sguardo di ghiaccio
che di amichevole non aveva niente.
Lo vide estrarre un biglietto -Malfoy, Silente mi ha finalmente mandato a cercare mio padre. Salutami
gli altri. Meredith-
Lei chinò lo sguardo. Era arrabbiato, no, incazzato
nero, per il biglietto che gli aveva lasciato?
Sentiva il suo sguardo pressante addosso, perciò si
mosse, a disagio, sul letto.
-Non ti pare che forse avresti potuto avvertire, o
almeno dilungarti un po’? Non hai pensato a Daphne e Pansy, a come si sarebbero
preoccupate? No, tu vai a zonzo, incurante del fatto che sei un bersaglio
facile per quelli!- sibilò gelido.
-Oh andiamo, so benissimo cavarmela. Sono qui no? E
sono tutta intera… Mi dispiace che tu ti sia preoccupato ma…-
Lui la fulminò -Io non ero preoccupato! Daphne e
Pansy…-
Meredith si ritrovò a sorridere. Forse per la
situazione comica e forse felice del fatto che lui si preoccupasse.
Lo sguardo di Malfoy si raffreddò nettamente e fece per
aprire la bocca, con il chiaro intento di dire qualcosa di velenoso ma Meredith
decise che non glielo avrebbe permesso, così lo abbracciò. Sentì il calore del
corpo di Draco avvolgerla e per un istante, un istante solo, si sentì a casa,
come non le capitava da tempo immemore.
-Mi dispiace che Daphne
e Pansy si siano preoccupate, ma non
devono farlo. So badare a me stessa. E poi l’obbiettivo numero uno non sono io
ma Harry Potter. Comunque, puoi tranquillizzarle, mio padre mi ha promesso che
d’ora in poi mi terrà sempre informata- disse, staccandosi e ricordandosi il
suo compito.
-Okay- disse solo Malfoy, il cui sguardo si era fatto
più caldo. Era incredibile che si fosse realmente preoccupato per lei.
-Dimmi una cosa. Come hai fatto a salire in Dormitorio?
Ai maschi non è permesso…- chiese sforzandosi di riportare la conversazione su
un piano neutro.
Lui sorrise –Segreto, bambolina- si voltò e uscì dalla
camera.
-Ehi Meredith!-
-Ciao Harry, Ron, Hermione!- salute –Come va ragazzi?-
Aveva appena lasciato l’ufficio di Piton e si stava
dirigendo in Biblioteca. Gli aveva chiesto se sapeva dei propositi di Voldemort
e di drizzare le orecchie. Ora aveva bisogno di conoscere tute le entrate,
conosciute o meno, del castello.
-Diciamo che sopravviviamo. E tu? Sei sparita- rispose
il moro, curioso.
-Oh sì. Ero un po’ preoccupata per mio padre, sapete, e
avevo bisogno di sapere se era successo qualcosa. Così Silente mi ha
accompagnata a casa e lì l’ho aspettato. È arrivato solo ieri, ma stava bene,
per fortuna!- raccontò sospirando di sollievo a beneficio degli altri.
-E ora che fai?- chiese Ron, curioso. -Noi andiamo in
Biblioteca. Sai, Hermione dice che dobbiamo assolutamente
tiraci avanti, perché se no non arriveremo mai
ai M.A.G.O.!- sghignazzò.
-Ronald Weasley,
lo sai che lo faccio per il tuo bene!- strillò Hermione.
Meredith si accorse che i due sembravano molto presi
l’uno dall’altro e sorrise.
-A dir la verità ci sto andando anch’io. Sapete, questo
castello è molto affascinante e purtroppo io sono molto curiosa. Volevo
documentarmi un po’. Devono esserci molti passaggi segreti o stanze
interessanti qui…- Era convinta che quei tre la sapessero lunga e ora doveva
solo convincerli a cantare.
-Lo dicevo io che sei tale e quale a Hermione!- esclamò
Ron, sconvolto dal fatto che qualcuno volesse volontariamente aggiungere ricerche a quelle che già gli venivano
assegnate.
Meredith arrossì e fece un sorriso imbarazzato,
cercando con gli occhi Hermione e sorridendole complice.
-Allora, andiamo?-
Ore dopo, non aveva trovato niente di eclatante e con
fare sconsolato, chiuse l’ennesimo libro impolverato che aveva sfogliato.
-Beh, ragazzi, mi arrendo! A parte di una misteriosa
stanza Va- e- Vieni, non c’è niente
di interessante. E non posso nemmeno sbirciare nella Sezione Proibita, perché
quella Madama Pince è peggio di un falco!- esclamò sconsolata. -Credo proprio
che tornerò in Sala Comune!-
Sorrise al trio e si congedò. Okay, aveva gettato
l’amo, ora bisognava attendere che il pesce abboccasse.
Quella sera, a cena, stava con Daphne, Blaise, Pansy,
Theo e Draco, come al solito. Rideva per come Theo si ingozzava mangiando la
torta al cioccolato, quando sentì qualcuno batterle delicatamente su una
spalla, per attirare la sua attenzione.
Mentre l’intero tavolo di Serpeverde si zittiva, lei
sorrise a Harry.
-Ciao Harry! Che posso fare per te?- chiese. Il pesce
aveva abboccato.
Sentì uno sguardo in particolare, di ghiaccio,
perforale la schiena, ma lo ignorò.
-Vorrei parlarti!-
-Okay!- accettò, alzandosi e avviandosi con lui, sotto
lo sguardo incredulo dell’intera Sala Grande.
Era probabilmente la prima volta che un Grifondoro e
una Serpeverde camminavano fianco a fianco chiacchierando amichevolmente.
Harry la condusse fino al settimo piano e si fermò di
fronte ad un muro. Poi prese a fissarla intensamente. Meredith cominciò ad
avere il sospetto che non l’avesse portata lì per parlare dei segreti di
Hogwarts e si irrigidì.
-Ehm… Harry… Non… Insomma…-
Lui la fissò curioso –Perché balbetti?-
-Non è che vuoi farmi una dichiarazione vero? No perché
non sei il mio tipo! Insomma penso che tu sia davvero simpatico, ma…- iniziò.
Accidenti! Accidenti!
Harry scoppiò a ridere, a momenti si rotolava a terra,
e l’unica cosa che lei riusciva a fare era fissarlo sconvolta.
Alla sua espressione Harry rise ancora di più.
-Meredith accidenti no! Tu mi piaci, ma non in quel
senso!- disse tra le risate.
-Oh! Sono… sollevata. Mi stavo davvero preoccupando!-
disse tirando un sospiro di sollievo, mentre il suo pensiero andava a Draco.
Scacciò quel pensiero e focalizzò la sua attenzione su Harry.
-Davvero… davvero pensavi che ti avessi portata qui per
dichiararmi?- chiese ridacchiando.
Lei annuì –Ti dirò, per un istante ho avuto davvero
paura!-
Lui rise –Stai tranquilla, tanto a me piace G- si
bloccò, come resosi conto di cosa stava per dire.
Meredith ghignò –Chi ti piace?- chiese innocentemente.
Harry arrossì –Ehm, nessuno, davvero!-
-Oh no no! Pensi di indurmi a lasciar perdere? C’è una
cosa che devi sapere di me, Harry Potter, sono incredibilmente testarda!-
Harry chinò il capo sconfitto –Ginny Weasley- bofonchiò
alla fine.
Meredith sorrise -La sorella di Ron vero? Mi sembra
davvero simpatica! E ho sentito dire che ha una cotta megagalattica per te!-
Lui arrossì ancora, poi ghignò, un ghigno molto
Serpeverde –E a te come va con Draco Malfoy?-
Meredith ringraziò il cielo per la sua faccia di poker.
Non arrossì. –Bene perché? Sai non sembra nemmeno tanto bastardo come me lo
avete descritto voi!- disse con nonchalance.
Harry la guardò incredulo.
-Comunque perché mi hai portata qui?- chiese curiosa.
-Ah sì. Avevo deciso di mostrarti la Stanza Va- e- Vieni, o Delle Necessità- disse
serio. Poi cominciò a camminare, e lo fece per tre volte, aventi e indietro
davanti al muro.
-Per farla comparire devi pensare a quello che desideri
e camminare per tre volte davanti a questo muro aventi e indietro- le spiegò.
Quando Harry si fermò comparve una porta, che lui aprì
e le fece cenno di entrare.
Era una stanza di dimensioni incerte, perché strapiena
di oggetti di ogni tipo: mobili rotti o danneggiati, armadi, Freesbe Zannuti,
migliaia di libri, bottiglie, cappelli, mantelli, insomma, oggetti di ogni
genere.
Meravigliata, Meredith avanzò lungo la stradina
costeggiata da oggetti di ogni sorta e rise di fronte ad una statua con una in
testa una vecchia parrucca polverosa e una strana tiara. Quel diadema aveva
qualcosa di sinistro, ma sorvolò.
-Incredibile- mormorò. Desiderò di essere nel salotto
di casa sua e la Stanza le obbedì. All’improvviso si ritrovò a fissare il suo
divano e i suoi quadri Babbani.
-Incredibile- esclamò di nuovo. Si voltò verso Harry e
gli disse -Grazie!-
Lui le sorrise e si accomodò sul divano –Casa tua?-
chiese.
Lei annuì e si accomodò di fianco a lui. –Perché mi hai
portato qui?-
Lui si fece pensieroso –Beh oggi ti ho vista così
curiosa e desiderosa di scoprire tutto di questo castello che per un attimo mi
hai ricordato me la prima volta che l’ho visto. Sai io in estate vivo con dei
parenti Babbani che hanno sempre fatto di tutto per dimostrarmi che la loro
casa non è anche la mia, così questo castello è diventato la mia casa. Così ho
pensato che dato che io lo conosco bene, ti avrei fatto da guida…- disse
imbarazzato.
-Davvero? Grazie grazie! E mi mostrerai anche i
passaggi segreti?- chiese Meredith eccitata. Non le costava poi tanto fingere,
era realmente interessata. Il mistero l’aveva sempre affascinata.
-Sì, ma non stasera d’accordo?- disse lui con voce
strana.
Lei annuì, contenta.
-Ha intenzione di occupare Malfoy Manor e di fare festa
grande con i suoi Mangiamorte. A quel punto annuncerà che ha deciso che i
giovani rampolli delle famiglie Purosangue siano marchiati come suoi seguaci. Non
ha fatto mistero delle sue intenzioni, quindi è impossibile evitare…- Piton
scosse il capo.
Lui e Meredith erano stati convocati nello studio del
preside per un aggiornamento. Meredith sentì la rabbia sommergerla.
Quell’idiota decideva la vita di quei ragazzi come fossero burattini e loro non
potevano fare niente! Non poteva decisamente permetterlo!
-Non è vero… Possiamo evitare la marchiatura di
qualcuno: le due Greengrass, la Parkinson, Nott e Malfoy. Li inviterò a stare
da me per le vacanze di Natale, ce li porterò a forza se dovesse essere
necessario, ma sono convinta che nessuno di loro voglia diventare un Mangiamorte!-
esclamò Meredith convinta.
Silente la osservò da dietro le lenti a mezzaluna.
–Meredith non possiamo trattenere egli studenti contro la volontà dei
genitori…-
-Allora li convochi nel suo studio e dica loro che
l’Ordine della Fenice ha scoperto che stanno progettando una marchiatura di
massa. Se li conosco come davvero credo, non vorranno. Allora entrerò in gioco
io e li inviterò a stare da me per le vacanze. Potranno scegliere se finire
nelle mani di un pazzo oppure essere liberi, starà a loro…- esclamò. Doveva
impedire che i suoi amici diventassero…
- È una buona idea. Nemmeno io desidero che dei miei
studenti siano marchiati. Ma dovranno essere loro a decidere cosa fare- disse
Silente lentamente.
E Meredith sorrise. –Convochi anche Zabini…-
-Avete già dei programmi per le vacanze di Natale
ragazzi?- chiese la sera stesa con tono innocente.
-Ma Meredith è ancora novembre- esclamò Daphne –Secondo
te abbiamo già fatto programmi?-
Meredith sorrise –Perfetto, perché vorrei invitarmi da
me!- esclamò allegra –Mio padre sarà sempre fuori e non mi va per niente di
stare da sola… quindi perché non venite? Vi prego vi prego!!- Li guardò con
occhi supplicanti e lucidi.
Daphne sorrise e annuì –D’accordo io ci sto! Mi
dispiace solo lasciare la mia sorellina da sola!-
-Ma porta anche lei, che problema c’è? Più siamo meglio
è! E voi?- si girò verso gli altri.
-Per me è okay- disse Blaise che avrebbe seguito Daphne
anche all’inferno.
Pansy e Theo si aggregarono e Meredith batté le mani
entusiasta –Perfetto, venite tutti!- esclamò contenta.
-Non mi pare di aver accettato…- esclamò la voce
altezzosa di Malfoy.
-Perché tu non sei invitato- cominciò Meredith e lo
vide irrigidirsi –sei obbligato a venire tu! Sennò chi ci rallegrerà con la sua
allegria sprizzando gioia da tutti i pori?-
Lui la fulminò, ma poi un angolo della sua bocca si
piegò all’insù.
Meredith si congratulò mentalmente. -Allora d’accordo
eh? Sapete, potrei rimanerci veramente male se qualcuno si tirasse indietro!-
Rilassati,
smettila di agitarti e fulminare chi ancora non è scappato dalla Sala Comune!
Si disse, intimandosi di recuperare il controllo. Ma cominciava a spazientirsi.
E se avessero rifiutato?
Stava per mettersi a urlare quando il buco del ritratto
si aprì e loro entrarono. Daphne e Pansy avevano gli occhi lucidi, Blaise e
Theo avevano due spaventose espressioni cupe e Draco era impassibile.
Meredith scattò in piedi –Cosa vi è successo?- esclamò
fingendosi sorpresa e sconvolta.
Daphne corse verso di lei e l’abbracciò. Meredith
ricambiò l’abbraccio e interrogò Draco con lo sguardo.
-Non qui. Venite- li guidò verso la camera singola che
occupava e la Imperturbò.
-Voldemort vuole marchiarci. A Natale- disse con voce
piatta.
Meredith li fissò uno ad uno -E… voi volete?- chiese
aspettando trepidante la risposta.
Fu Daphne a risponderle, con una voce secca che mai
pensava avrebbe sentito –Certo che no! Nessuno di noi vuole diventare uno
schiavetto di quel pazzo! Ma le nostre famiglie…-
Era quello che aspettava. Almeno non volevano.
-Sapete all’inizio
pensavo che foste solo degli arroganti Purosangue fatti con lo stampino, fieri
del cognome che portavate e futuri Mangiamorte. Non sapete l’entità della mia
sorpresa quando ho scoperto che mi sbagliavo. Il fatto che siete fieri di
essere ciò che siete, del vostro sangue puro, non significa che siete degli
schiavetti pronti a servire un idiota qualsiasi con manie di grandezza. Avete un
cervello, una personalità forte, ma state ancora lì a convincervi che le vostre
famiglie non vi daranno il permesso! Forse
sono io ad essere abituata a fare quello che voglio, a decidere da sola del mio
futuro, a credere che sia meglio chiedere il perdono che il permesso (*)
e forse mi sbagliavo anche su di voi. Siete solo dei codardi, ma in fondo che
mi potevo aspettare da dei Serpeverde?!- chiese retoricamente. Scosse il capo e
si diresse verso la porta. Li aveva di certo sopravvalutati. Ed era veramente
delusa. Aveva permesso alle emozioni di interferire, si era fidata e
affezionata a loro, per dio!
-Morgan vorrei ricordarti che sei una Serpeverde anche
tu! E mi hai detto di essere Purosangue, quindi non sei poi tanto diversa da
noi. Anche noi da oggi decideremo da soli per quello che ci riguarda…- la formò
la voce di Draco Malfoy, altera come al solito e soprattutto, convinta.
Lei si voltò e li scrutò, poi sorrise. –Sapevo di non
essermi sbagliata!- si precipitò ad abbracciare Daphne e Pansy e a dare degli
scappellotti a Blaise e Theo.
Poi incrociò lo sguardo di Draco e per un istante che
giudicò interminabile ci affondò dentro.
-Mi sa che ora non potete tirarvi indietro… A Natale
siete costretti a venire a casa con me!-
Eccomi di nuovo ad aggiornare questa fic! Ormai avevo ero
assolutamente convinta di non rivedere il computer prima dell’inizio della
scuola (accidenti io inizio il 9! Tra due giorni!) ma invece eccomi qui! XD
Ah ho lasciato le coppie della Rowling, almeno per quanto
riguarda i Grifondoro, intatte. Per i Serpeverde, di cui ammetto di non sapere
molto sull’argomento, (a parte Draco e Astoria Greengrass), mi prenderò delle
libertà.
Comunque… In questo cap ci sono stati enormi passi avanti
nei rapporti interpersonali, anche se effettivamente la storia non procede di
molto…
(*) “Meglio chiedere il perdono che il permesso” Questa è
la frase di un film. Mi ha colpita moltissimo. Vediamo se la indovinate.
Come al solito ringrazio i 9 preferiti, i 10
che mi seguono e naturalmente i lettori silenziosi, che come sempre
invito a lasciare una recensiuccia…
Per chi ha recensito:
gothik princess: sono felice che ti sia piaciuto perché ci
tengo veramente molto a questa storia… Che ne pensi di qst cap? Baci
bluesky: sono veramente veramente felice che ti
piaccia, perché ormai disperavo… Certo i lettori sono tanti ma adoro leggere le
recensioni per sapere cosa ne pensate! Fammi sapere per qst cap! Baci
DANINO: spero che la tua curiosità non sia stata
delusa da qst cap… Anche io penso che raco scoprirà tutto, ma credo che ci
vorrà del tempo prima di decifrare il mistero Meredith Morgan (che temo si
infittirà ulteriormente)… Baci
kandra645: grazie Kandra! Sono felice che ti
piaccia e che ti piaccia Meredith! Che ne pensi del cap? fammi sapere! Baci
Angolo pubblicità: Invito a
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Capitolo 6 *** Natale ***
cap 6
§The betrayal of the family Malfoy§
Capitolo
6 - Natale
Meredith stava comodamente seduta in Sala Comune
davanti al caminetto a godersi il sabato in completa e beata solitudine. Si era
presa una pausa dalle sue attività notturne perché Daphne si era messa in testa
che la sua pelle era secca e la vedeva sciupata. All’inizio aveva supposto a un
amore segreto, poi dato che smentiva tutto ogni qualvolta l’amica introduceva
il discorso, aveva deciso che studiava troppo. Così le aveva prescritto una
cura di bellezza e una settimana di relax, che aveva accettato con riluttanza.
Anche se avevano temporaneamente fermato la loro
Marchiutura, Voldemort si muoveva rapido. E soprattutto si muoveva in silenzio.
Si fidava solo di pochi eletti fra cui i Lestrange, usciti illesi dal
tradimento dei Malfoy, ormai noto a tutti i Mangiamorte, poiché Voldemort aveva
ritenuto una punizione equa, il disonore che ne era derivato, Peter Minus, il
traditore dei Potter, detto anche Codaliscia e Severus Piton.
Suo padre era di nuovo in missione. Aveva identificato
come colui che aveva scagliato la Maledizione di morte contro sua moglie come
Evan Rosier e da allora lo seguiva come un falco.
Non voleva preoccuparsi o deprimersi, sapendo che da
anni il padre inseguiva un fantasma. Sapeva che l’amava, solo non quanto aveva
amato Linnet Morgan.
Sperava solo che, dato che niente lo aveva distolto
dalla sua vendetta, almeno la realizzazione di questa lo portasse a essere in
pace con se stesso.
Si era ormai rassegnata a essere sempre al secondo
posto e aveva deciso di lasciargli combattere le sue battaglie.
La zia con cui era cresciuta le aveva insegnato che
l’amore è la cosa più forte che ci sia al mondo e che bisogna rispettare questo
sentimento negli altri. Inoltre, quando aveva avuto bisogno di lui, suo padre
c’era sempre stato.
Non poteva quindi lamentarsi e aveva accettato da tempo
la cosa.
Si lasciò scivolare verso il basso e si sdraiò,
chiudendo gli occhi. Svuotò la mente e si rilassò lentamente.
L’immobilità cominciava a seccarla. Non era abituata a
staccarsi dalla realtà troppo a lungo. Preferiva l’azione alla calma piatta,
perché si sa la calma precede la tempesta.
Mancava poco più di un mese a Natale e il tempo
trascorreva più lentamente che mai. Il periodo di inattività si protraeva e lei
non poteva fare niente.
Silente era sempre impegnato e Meredith sapeva che
stava facendo qualcosa di importante con Harry, ma la faccenda la insospettiva.
Per quanto preferisse restare all’oscure di certe
faccende, l’attesa la stava logorando e cominciava a trovare irritante la quotidianità
con Daphne, Blaise, Pansy e Theo.
Non c’erano nemmeno più rappresaglie fra Grifondoro e
Serpeverde da sedare.
In sostanza si annoiava terribilmente e non poteva
farci niente. Il suo umore tetro era ormai noto ai più e anche se si sforzava
di essere cordiale le usciva solo una pallida imitazione del carattere
amichevole del Serpeverde per eccellenza Draco Lucius Malfoy.
Sul loro rapporto era scesa l’era glaciale dopo la loro
ultima conversazione e in sua presenza non diceva una parola. Non volendo
separarlo dai suoi amici, poiché dovevano restare uniti contro il mondo,
Meredith iniziò a isolarsi e a frequentarli individualmente.
Ciò non significava che avesse smesso di guardare loro
le spalle, anche se era del tutto inutile, perché il maggior pericolo possibile
l’aveva corso Daphne quando era inciampata.
L’unica cosa veramente invariata era il suo rapporto
con Harry James Potter, che le aveva fatto da guida nei più bui anfratti del
castello. Le aveva mostrato la Mappa Del Malandrini, le aveva raccontato della
sua ingegnosa creazione, ne aveva illustrato il funzionamento e sotto il suo
mantello dell’Invisibilità l’aveva scortata nelle cucine e al Reparto Proibito
della Biblioteca.
Queste escursioni notturne avevano portato Daphne a
credere ad una sua avventura e poi allo studio spasmodico di cose che già
conosceva perfettamente.
Basta. Doveva fare qualcosa o sarebbe impazzita.
Uscì in fretta dalla Sala Comune sotto lo sguardo
stupito di alcuni alunni del primo anno e raggiunse in fretta il settimo piano.
“Mi
serve un posto dove allenarmi. Mi serve un posto dove allenarmi. Mi serve un
posto dove allenarmi.”
Impugnò la bacchetta e avverti la familiare sensazione
di adrenalina che le scorreva nel sangue quando si apprestava a combattere.
Fece un respiro profondo e davanti a lei comparve un
individuo fluttuante e non corporeo con una bacchetta in mano.
Si inchinò e poi un lampo rosso si fece largo fino a
lei.
Meredith sorrise. “Finalmente!”
Un duello era ciò che le serviva per distrarsi dalla
monotonia e dalla rabbia verso una certa serpe platinata.
La stanchezza cominciava ormai a farsi sentire, quando
la porta della Stanza si spalancò, proprio mentre l’essere fluttuante, colpito
dalla sua maledizione, spariva in esplosione di scintille dorate.
Davanti a lei, con lo sguardo incredulo puntato sul
punto incenerito in cui l’essere si era dissolto, stava Harry.
-Ciao Harry! Che ti porta da queste parti?- chiese con
fare noncurante.
-Cos’era quello?-
-Non si risponde a una domanda con un'altra domanda…
Comunque mi esercitavo, sai bene cosa ci attende la fuori e non volevo essere
impreparata…-
Lui la fissò per un lungo istante, sondandola, e lei si
sentì a disagio sotto quello sguardo verde smeraldo.
-Posso allenarmi con te?-
Trovato un diversivo le giornate si facevano più veloci
e Meredith aveva perso cognizione del tempo. Mancava ormai una settimana a
Natale, quando una sera in cui Harry era probabilmente impegnato con Silente e
le due coppiette tubavano come piccioncini procurandole il voltastomaco, decise
di vagare per il castello. Non aveva una meta ne paura di essere colta in
flagrante dal custode Gazza, quindi se la prese comoda e si lasciò guidare dall’istinto.
Il suo istinto però doveva aver subito qualche
influenza negativa perché si ritrovò alla Torre di Astronomia. Non avendo nessun
altro posto dove andare, si accomodò con scarso entusiasmo.
Quella notte il cielo era stranamente limpido e
Meredith, per la prima volta da secoli, vedeva le stelle.
Da piccola adorava perdersi a guardare la volta celeste
sentendosi sempre piccola in un mondo così vasto.
Crescendo aveva perso l’abitudine, ma non la passione. Ricordava
ancora tutte le costellazioni incredibilmente.
-Quella è Draco- esclamò una voce che ormai non credeva
di sentire più.
-Solo un megalomane come te poteva avere il nome di una
costellazione…- rispose secca.
-Ahah… Tutta la mia famiglia, almeno la parte Black,
porta il nome di stelle o costellazioni. Perfino il padrino del tuo amichetto
Potteruccio si chiama Sirius…- rispose secco.
Quanto le era mancata quella voce! No, era il suo
protetto e basta. Nient’altro.
-Cos’è Malfoy ti sei ricordato ce al mondo non ci siete
solo tu e il tuo ego? O hanno inventato questo gioco Ignoriamo-Meredith di cui io non ero a conoscenza?- chiese
sarcastica.
-Mi sembrava di averti già detto che il mio nome è
Draco, Meredith…-
-Dì la verità aspiri a una morte cruenta in questo
momento vero?- lo trucidò con lo sguardo, non ricordando che erano
completamente avvolti nel buio della notte.
Riportò lo sguardo sulla costellazione di cui aveva
appena scoperto il nome con l’intenzione
di ignorarlo.
Draco era una costellazione che si vedeva difficilmente, solo in un particolare
periodo dell’anno e solo se c’erano determinate condizioni. Aveva la forma di
un serpente, ma in realtà rappresentava un drago.
Ora ricordava.
-Quella è Eltanin. La testa del
drago. E’ la stella più luminosa di tutta la costellazione- seguì
involontariamente la direzione che il dito pallido del ragazzo le indicava e
rimase abbagliata.
Era bellissimo. Ed era
incredibile cheuna cosa tanto bella potesse essere collegata alla persona
accanto a lei. Borioso, bastardo, incurante dei sentimenti altrui!
-Potrei essermi comportato
male…- lo sentì sussurrare con voce incerta.
Okay, ritirava decisamente
tutto.
-Perché l’hai fatto?- chiese
curiosa, già dimentica della rabbia.
-Perché io sono così. Non sono
uno che entra in sintonia con le persone e racconta come è andata la giornata…
Io non sarò mai come Potter e i suoi patetici amici sempre a dirsi quanto si
vogliono bene… Non sono abituato a preoccuparmi
per qualcuno, a desiderare la sua
compagnia…-
Meredith lo cercò nel buio e
gli afferrò una mano. Non aggiunse altro. Sentiva che ciò di cui Draco aveva
bisogno ora era quello.
Natale era finalmente giunto
e il piano era ufficialmente iniziato. Avevano raggiunto la sua casa senza
problemi e ora le ragazze stavano finendo di decorare l’albero, mentre i
ragazzi parlottavano tra loro.
Le facce preoccupate che
avevano esibito per tutto il viaggio erano sparite appena i cancelli della
dimora Morgan si erano chiusi dietro di loro.
Le case che appartenevano
alla sua famiglia erano da sempre protette da incantesimi di ogni genere e
introvabili se non per i membri stessi della famiglia.
Meredith quindi non era per
niente preoccupata e ciò lo confermava il sorriso che sfoggiava appendendo le
decorazioni natalizie. Daphne, Astoria e Pansy ridacchiavano davanti all’albero
e le faceva un immenso piacere la loro aria rilassata.
Sentiva che nulla avrebbe
potuto rompere quella quiete. Ultime parole famose. Stava facendo lievitare il
puntale per metterlo in cima all’albero, quando un dolore incandescente al
petto la sorprese. Quasi contemporaneamente al dolore di qualcun altro.
Si distrasse e il puntale
cadde.
Ma la cosa più importante fu
che il ciondolo a forma di serpente che portava dal giorno in cui aveva
condotti i Malfoy al loro nascondiglio, si sollevò in aria, sottraendosi dal
suo nascondiglio, e ponendosi di fronte al suo sguardo. E non solo.
Un silenzio incredulo scese
sulla sala e lei non ebbe il coraggio di incrociare lo sguardo argentato che
sentiva fiammeggiare.
-Allora eri tu!- sibilò
infuriato.
-Non osate muovervi da qui,
d’accordo- esclamò determinata, fissando il suo sguardo in quello di Draco -Sono
stata chiara?-
-Che sta…- cominciò Theo.
-Ve lo spiegherà il vostro
amico. Malfoy non osare seguirmi, non sai dov’è la casa, mi intralceresti e
basta. E sai cosa significa il ciondolo vero?- lo inchiodò con lo sguardo.
Estrasse la bacchetta,
modificò i suoi vestiti in qualcosa di più comodo e si Smaterealizzò fuori. Poi
sigillò la casa, chiudendoli dentro, si voltò e correndo sparì.
Dunque… scusate l’ennesimo ritardo ma la scuola,
nonostante sia appena iniziata, già mi massacra…
Ho notato che nessuno ha letto o collegato alla
frase (“Meglio chiedere il perdono che il permesso”) niente, comunque era
tratta dal film Eragon e la dice Brom.
Che ne pensate di questo nuovo cap? il mistero di
Meredith comincia a sgarbugliarsi e i suoi sentimenti per Draco si fanno più
forti. Che succederà ora?
Temo dovrete aspettare il prossimo aggiornamento,
che probabilmente avverrà nella prima settimana di ottobre, in cui avrò un
attimo di respiro grazie allo scambio cultuale con la Danimarca… Sì, il mio
liceo sarà invaso dai Danesi…
Dunque, a presto!
Come al solito ringrazio i 10 preferiti, i 9
che mi seguono e naturalmente i lettori silenziosi, che come sempre
invito a lasciare una recensiuccia…
Per chi ha recensito (dove siete finite,
mi mancateeeee):
Uzira:
sono felice che la coppia d’oro ti
piaccia, anche se in qst cap sono messi a dura prova… Chissà se Draco la
perdonerà?! Non preoccuparti, anch’io sono affetta da pazzia acuta, credo che
la mia fic ne risenta parecchio… XD Blaise e Daphne sono due timidi, ma sono
certamente più svegli di Mer e Draco, per cui la vedo moooolto lunga! Cm t è
sembrato qst chap? A presto!
kandra645: Ciao Kandra! Sono felice che ti sia piaciuto!! Spero
che nemmeno qst ti abbia deluso perché temo di essere stata troppo rapida, ma
mi è uscito di getto… (mi faccio i programmi e poi…) A presto!!
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scrittori.
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Capitolo 7 *** Cambiamenti ***
cap 7
§The betrayal of the family
Malfoy§
Capitolo 7 - Cambiamenti
Si Smaterealizzò direttamente nei pressi della radura
in cui sorgeva la casa e si rese invisibile.
Intorno a lei tutto sembrava quieto e non c’era traccia
di eventuali pericoli.
-Hominum Revelio-
sussurrò.
L’incantesimo rivelava la presenza di sette esseri
umani, quasi sicuramente Mangiamorte, a qualche miglio dalla radura. Erano
abbastanza lontani da non costituire un problema.
Meredith si rilassò leggermente e prese a darsi della
stupida. Come aveva potuto dimenticarsi di disattivare l’allarme nella collana
di Draco? Era stato un errore stupido che probabilmente le avrebbe creato un
sacco di problemi.
Probabilmente ora il biondo, avrebbe smesso di fidarsi
e avrebbe preteso la verità. Accidenti!
Si avviò verso la casa, doveva tranquillizzare i coniugi
Malfoy e ora che non era più necessario nascondere la propria identità, decise
di non ricorrere a nessun altro espediente. A che sarebbero serviti?
-Harry Potter- esclamò quando raggiunse la porta, che
si spalancò senza alcun rumore.
Forse era meglio rendere nota la sua presenza prima che
quei due la attaccassero. –Signori Malfoy? Perché mi avete chiamato?-
-Chi sei?- erano in salotto.
Si sfilò dal capo la collana e la mise in mostra –Il
mio nome è Meredith Morgan. Questa è la mia casa. Vi ho scortati qui quattro
mesi e passa fa perché lei, signor Malfoy, ha tradito quel bamboccio che si fa
chiamare Voldemort e ho dato questa- sollevò la collana –a lei e a tutti i suoi
familiari per avvertirmi in caso di necessità. L’avete fatto e ora eccomi qui…
Che è successo?-
-Dov’è Draco? Sta bene?- esclamò Narcissa Malfoy
avvicinandosi a lei.
-È a casa mia. In un'altra mia casa, in effetti. È con
altri Serpeverde che ospito per evitare loro la marchiatura e nel complesso sta
bene. La mia copertura è saltata, perché lui era con me quando ho ricevuto il
vostro messaggio ed era molto preoccupato, quindi se cortesemente mi chiarite…-
-Più o meno mezz’ora fa, nei pressi dalla casa sono
comparsi cinque Mangiamorte. Avevano la maschera perciò non so chi fossero e
hanno iniziato a girare per la radura e il bosco. Ci siamo allarmati, pensando
che ci avessero trovati e abbiamo fatto come ci avevi detto. Ti abbiamo
chiamata- rispose Lucius Malfoy, fissandola con sguardo indecifrabile.
Meredith rifletté: non si erano nemmeno avvicinati alla
casa, perché altrimenti gli allarmi che aveva imposto sulla casa mesi prima
l’avrebbero avvertita. Quindi, non sapevano che erano lì. Ergo non erano in
pericolo.
Poteva lasciarli lì senza problemi ma aveva bisogno di
un paraurti. Probabilmente Draco l’avrebbe lasciata in pace se avesse visto i
suoi genitori.
Sì, decise, non aveva la minima voglia di affrontare
Draco Malfoy sulla questione spinosa della sua missione per giungere alla
ciliegina: lei aveva mentito. A tutti.
-Fate i bagagli. Vi porto da vostro figlio per Natale!-
esclamò voltandosi. Verso l’ingresso.
Draco aveva spiegato brevemente agli altri quello che
sapeva, che comunque non era molto.
Erano rimasti tutti sorpresi e in particolare Daphne ne
era rimasta turbata. Quella che ormai considerava la sua migliore amica le
aveva mentito.
Il suo ragazzo da ormai un paio di mesi l’abbracciava
da dietro. Si erano messi insieme grazie a lei.
No, non poteva credere che per Meredith non contassero
niente. Non era stato solo un compito, ne era sicura.
Ben più difficili da interpretare erano le emozioni di
Draco Malfoy, che se all’apparenza sembrava così calmo, dentro combatteva una
violenta lotta con le sue emozioni. Fin da piccolo era stato abituato a
mascherare le proprie emozioni e mai si era ritrovato con una simile tempesta
dentro. Mai l’algido principe delle serpi era stato turbato da una persona.
Riusciva, però, a identificare la rabbia ceca che
l’aveva sommerso quando aveva riconosciuto la collana. Lei l’aveva ingannato.
Volontariamente.
Crack!
-Draco!- urlò Narcissa Malfoy precipitandosi verso il
figlio.
L’amore materno, si sa, è ineguagliabile.
Vide anche Lucius Malfoy, così austero a primo impatto,
aprirsi in un caldo sorriso scorgendo il figlio sommerso dalla gioia materna.
-Madre, padre- salutò con sollievo.
Meredith avrebbe potuto rifugiarsi al piano di sopra
per evitare uno scontro verbale, ma sfuggire momentaneamente alla furia dei
suoi amici non avrebbe risolto niente. E inoltre, doveva ancora chiarire alcune
cose.
Chiese all’elfo domestico, tempestivamente comparso, di
sistemare i bagagli e di portare qualcosa di caldo per gli ospiti. Poi, si
avvicinò a Lucius Malfoy, che si era avvicinato al camino scoppiettante, dopo
aver salutato il figlio e i suoi amici.
Tossì per attirare l’attenzione dell’uomo e si fece
coraggio –Pensa che Voldemort consideri lei e sua moglie tanto pericolosi da
dover mandare sette Mangiamorte per cercarvi?-
L’uomo la squadrò –L’abbiamo tradito, è certo che
desidera la nostra morte-
-Non è questo che vi ho chiesto, signor Malfoy- rispose
secca. Non sapeva se quell’uomo ora la irritasse tanto per un motivo o stava
solo sfogando la tensione che saturava l’aria e la rendeva nervosa.
Tutti ora prestavano attenzione alla loro
conversazione.
-Prima hai detto che non cercavano noi…- ribattè Lucius
Malfoy.
-Già l’ho detto. E ne sono ancora convinta. Stava
cercando qualcosa in quel bosco, ma non certo voi due. Piton mi ha riferito che
per ora non siete più al centro dei suoi pensieri. Certo non vorrei essere nei
vostri panni se mai gli capitaste a tiro, ma ora siete a posto… Mi toccherà
andare a vedere che combinano…- concluse. Un po’ d’azione, finalmente.
-Pip!- urlò e l’elfo comparve all’istante.
-Sì signorina?- chiese ossequioso.
-Tieni d’occhio i miei ospiti e servi la cena per le
sette. Io non so quando torno- disse ignorandoli.
Estrasse la bacchetta e si fece apparire addosso il
solito ampio mantello nero.
-No!-
Meredith si girò verso Daphne. –Dove diavolo pensi di
andare?! Sono Mangiamorte!- strillò, sconvolta.
-Ne sono consapevole Daphne… So badare perfettamente a
me stessa, non mi accadrà niente. Devo solo scoprire che stanno combinando, se
sono ancora là…- rispose, calma.
-Ma…-
-Daphne, non credo che tu l’abbia ancora capito, ma
quello che fa Morgan non è affar nostro… Dopotutto il suo compito non è stare
con noi, ma mentirci e sorvegliarci…- la interruppe la sua voce gelida.
-Questo non è vero, Malfoy, e lo sai perfettamente! Ma,
temo che dobbiamo rimandare questa adorabile conversazione ad un altro momento…-
ribatté secca.
Se aspettava ancora un po’, ne avrebbe perso le tracce.
-Nel frattempo voi non vi muoverete di qui, sono stata
chiara?- li inchiodò con lo sguardo, poi si volse e uscì in fretta.
Dopo aver sigillato la casa, si Smaterealizzò.
Se ne erano andati. Maledizione. Avrebbe dovuto
seguirli subito, invece di controllare i Malfoy. Maledetti sentimentalismi!
C’erano ancora tracce del loro passaggio, ma non capiva
perché si fossero spinti fin lì. Doveva
esserci un motivo!
Sul terreno, tra le foglie, erano scavate dei solchi
lineari, come se qualcuno avesse… strisciato. Aveva sentito storie sull’enorme
serpente di Voldemort, la maggior parte delle quali raccapriccianti.
Rimaneva comunque un mistero perché sette Mangiamorte
avessero portato il serpente proprio in quel bosco.
Stavano tramando qualcosa e lei non aveva la minima
idea di cosa potesse essere.
Certo i suoi protetti non erano in pericolo ma Harry
Potter sì.
Sarebbe andata da Silente. E quando Harry avrebbe
affrontato Voldemort definitivamente, lei avrebbe combattuto al suo fianco.
Mentre Meredith finiva di raccontare gli ultimi fatti a
Silente, la fenice cominciò a emettere suoni lamentosi, di una tristezza
infinita, e guardandola versò una e una sola lacrima.
Più tardi si sarebbe pentita di non averci prestato
attenzione.
-Non ho idea di cosa cercassero in un bosco nel nord
dell’Irlanda quei Mangiamorte e sono lieto che i Malfoy stiano bene…- esclamò
grave con aria preoccupata.
Silente era invecchiato molto nell’ultimo periodo e la
mano nera che sfoggiava da quell’estate lo rendeva ancora più vulnerabile.
Da quando l’aveva conosciuto, non era mai arrivata a
pensare che l’anziano mago fosse indifeso, aveva sempre avuto quella pacata
sicurezza e presenza di spirito che lo contraddistingueva. Ma ora…
Sembrava in qualche modo rassegnato e se Silente era
rassegnato, il mondo avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi.
-Non ti rammaricare nemmeno del fatto che la tua
identità sia venuta fuori, non era affatto necessario tenerla celata. Sono
certo che i tuoi giovani amici sapranno perdonare. I Serpeverde hanno fatto
notevoli passi aventi negli ultimi mesi…- commentò il Preside, guardandola con
compiacimento. –Nonostante le tue perplessità iniziali, sembra che tu ti sia
affezionata a quei ragazzi. Io glielo direi se fossi in te…-
Meredith si rifiutò di incontrare lo sguardo furbo
dell’uomo e di rispondergli. Odiava le persone che le ricordavano i suoi
sbagli.
Sbagliava anche lei, certo. In fondo era umana e aveva
sedici anni.
Si distrasse quando qualcuno bussò alla porta.
-Ah Severus, eccoti! Ti stavo giusto aspettando!
Meredith mi ha riferito importanti novità…-
Quei due avevano da fare, intuì Meredith. Era costretta
a tornarsene a casa e affrontare la belva!
-È ora di andare… Professore, i Malfoy sono stati temporaneamente
trasferiti nella casa principale a Londra, se vuole venirci a trovare domani per
il pranzo di Natale è il benvenuto-
Mancava poco ormai, si ricordò.
L’uomo annuì con il capo, rigidamente, senza accennare
un sorriso o un ringraziamento.
Meredith sorrise.
Meredith prese un respiro profondo e si Smaterealizzò
in camera sua. Aveva preso a nevicare e siccome lei aveva sempre adorato la
neve e pensava che la aiutasse a schiarirsi le idee, aveva deciso di camminare
per un breve tratto sotto quella che era diventata una bufera, col risultato
che ora era fradicia.
Si cambiò e con la morte nel cuore raggiunse
silenziosamente il salotto.
Passando davanti alla cucina richiese agli elfi un
caffè. Aveva bisogno di munizioni.
-Hanno cenato?- chiese speranzosa.
-Certo signorina. Alle sette in punto. Desidera
qualcosa da mangiare?- chiese l’elfo servizievole.
-No grazie Pip. Ricorda solo di aggiungere altra legna
per la notte nei camini delle camere. Poi potete ritirarvi. Grazie!-
Si fece coraggio e si chiese da quando era diventata
tanto insicura e paurosa. Non era da lei.
Erano ancora tutti nelle stesse posizioni in cui li
aveva lasciati. Incredibile!
-Mer! Finalmente! Ero preoccupatissima!- la travolse
Daphne con il consueto abbraccio.
-Sto bene Daphne, puoi lasciarmi…- commentò.
-Ebbene?- chiese Lucius Malfoy.
-Oh se ne erano già andati da un pezzo! La casa è
perfettamente al sicuro. Quando noi torneremo a scuola, potrete ritornarci
senza problemi… Non penso ritorneranno. In caso ho attivato altre barriere e
incantesimi protettivi…- rispose noncurante.
Narcissa Malfoy si rilassò, mentre il marito rimaneva
imperturbabile.
Blaise Zabini si schiarì la gola e lei si voltò
automaticamente verso di lui –Perché non ci racconti come sei finita a… ehm…
proteggerci?- chiese, come sempre diretto al punto.
Meredith sorrise e si accomodò in una poltrona
mescolando il caffè che nel frattempo era arrivato –Silente mi ha chiesto come
favore personale di nascondere i Malfoy. Mi ha raccontato che avevano disertato
e che avevano bisogno di un posto dove nascondersi. Poiché casi passati hanno
chiaramente dimostrato che l’Incanto
Fidelius non è proprio il massimo come protezione e sapendo che i miei avi
si erano ingegnati per rendere le case di famiglia introvabili per chiunque non
fosse un membro della famiglia, mi ha chiesto se potevo mettere a disposizione
una delle nostre case. Non ho potuto rifiutare-
Era un ringhio quello che aveva sentito? O chissà quale
maledizione soffocata? Che ci poteva fare se all’inizio non era entusiasta? Chi
avrebbe potuto prevedere che si sarebbe ridotta così?
Decise infine di ignorare il tutto e proseguire -All’inizio
non era previsto che venissi ad Hogwarts, ma poi, verso la fine di Agosto,
Voldemort ha cominciato a manifestare progetti che coinvolgevano gli studenti
figli di Mangiamorte, così Silente mi ha invitato a riprendere gli studi.
Nessuno di noi aveva previsto che alla fine mi sarei affezionata a voi…- esclamò
prima di cambiare idea.
Il giorno dopo si festeggiava finalmente il Natale. Gli
elfi domestici si erano dati un gran da fare per preparare un succulento
pranzetto per i suoi ospiti. A Meredith si era serrato lo stomaco dal giorno
prima, con tutte le discussioni che aveva dovuto affrontare.
Indossò rapidamente un vestito blu notte con ballerine
coordinate e scese rassegnata le scale. I regali li avevano aperti la sera
prima, quando di atmosfera gaia non c’era traccia, così si era ritirata in
fretta.
Odiava quella situazione, ma non si era pentita di ciò
che aveva fatto. Si era presa una responsabilità e l’aveva mantenuta anche se
ora la odiavano.
Beh, non tutti, Daphne era quella di sempre e con lei,
anche Blaise.
Fu quindi accolta con un sorriso dall’amica.
Era ormai ora di pranzo, aveva bighellonato tutta
mattina per evitare il gelo polare che provocava la sua presenza. Si nascondeva
in casa sua!
Il pasto iniziò molto silenziosamente, nonostante i
tentativi di conversazioni di Daphne e Narcissa Malfoy.
Severus Piton non si era presentato, ma Meredith non ne
era tanto sorpresa.
Fu sorpresa quando lo vide comparire all’improvviso,
ansimante e scuro in volto. La fissava con uno strano sguardo dispiaciuto.
-Sono venuto appena ho saputo. Mi dispiace Meredith, ma…
Luke Morgan è morto. Dei Mangiamorte l’hanno accerchiato dopo che aveva ucciso
Rosier e non l’hanno risparmiato…-
Luke.Morgan.È.Morto.
Questa
terribile verità le rimbombava in testa come un mantra.
Quando realizzò, scattò verso il piano di sopra, prima
che le lacrime che minacciavano di uscire, le sfuggissero dal controllo.
Ehm… la settimana con i Damesi è volata e non ho trovato
il tempo di aggiornare prima, perciò… sorry! Anche se non sembra che questa
storia piaccia molto…
Ma, io mi ostino ad aggiornare lo stesso!
Ringrazio
i 12 preferiti, i 9 che mi seguono e naturalmente i lettori
silenziosi, che come sempre invito a lasciare una recensiuccia…
Non vi costa niente e fate felice la sottoscritta!!
Per
chi ha recensito:
DANINO: Sono felice che tu mi segua ancora! Draco
è decisamente arrabbiato, ma va anche capito… Tra i due stava chiaramente
succedendo qualcosa e lei glia ha mentito tutto il tempo… è un maschio, va
anche capito, certe volte sono così ottusi!
Spero che il
seguito ti sia piaciuto, anche se è un po’ triste…. Il papà non molto presente
di Maredith è stato ucciso dopo aver avuto la sua vendetta… Come reagirà
Meredith? E Draco?
A presto!
Baci
Alla
prossima!
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Farai felice milioni di scrittori.
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Capitolo 8 *** Dolore ***
cap 8
§The betrayal of the
family Malfoy§
Capitolo 8 - Dolore
Sigillò la stanza dall’interno e la insonorizzò. Voleva
stare sola.
Ancora non ci credeva eppure aveva sentito
perfettamente il gelo coglierla mentre realizzava.
Lo sguardo di Severus Piton, per la prima volta da
quando lo conosceva, era costernato e dispiaciuto. Quell’espressione, così
diversa dal solito, non arcigna, era stata una prova sufficiente.
Suo padre era morto. Era sola al mondo.
Le lacrime traboccarono mentre ricordava gli ultimi
momenti passati con il padre. Nonostante l’avesse sempre trascurata e fosse
sempre stato concentrato su un'unica cosa, gli aveva voluto bene.
Non poteva sopportare quel verbo al passato. Sentiva il
suo cuore, il suo organo più vitale, già provato dagli eventi recenti,
sgretolarsi sotto quella consapevolezza.
Suo padre era morto.
Sentì indistintamente qualcuno chiamarla. Voci
familiari ma allo stesso tempo lontane, ovattate.
Le ignorò, voleva stare sola. Aveva bisogno di stare
sola.
Doveva superare il dolore e indossare la solita
maschera che nascondeva la vera Meredith Morgan, la sua essenza fragile e
sensibile, agli occhi del mondo.
Una volta uscita da quella stanza avrebbe dovuto
affrontare Draco e gli altri una volta per tutte, ma come poteva sistemare il
passato se non era pronta ad affrontare il futuro?
Negli ultimi tempi si era ritrovata insicura e paurosa
come mai era stata.
Forse aveva solo bisogno di ritrovare se stessa.
Se avesse evitato di pensarci, di sentirlo vero, di accettarlo,
forse avrebbe riacquistato il controllo e la solita Meredith, razionale,
sarcastica e pronta a tutto, sarebbe risorta dall’oblio in cui era caduta.
La notte trascorse lenta per tutti nella residenza
annuale dei Morgan. C’era chi era preoccupato per un’amica e si aggirava
ansioso come un leone in gabbia per le varie stanze.
C’era chi, sinceramente dispiaciuto, cercava di calmare
gli animi, rammaricandosi per una persona che li aveva aiutati.
C’era chi, per quanto estraneo e abituato a tenere solo
ai suoi familiari più stretti, per la prima volta, si apriva a una ragazzina
che aveva salvato la sua famiglia.
E c’era chi fissava immobile un punto astratto con
espressione imperscrutabile, senza che nessuno riuscisse a capirne i pensieri e
le intenzioni.
Alla fine Morfeo vinse e tutti cedettero a uno stato di
tranquillo dormiveglia.
All’alba Meredith uscì finalmente dalla sua stanza,
senza fare il minimo rumore, muovendosi quatta come un felino per la casa
silenziosa.
Passando davanti al salotto vide i suoi ospiti assopiti
su divani e poltrone, pacifici e rilassati nel sonno.
Li superò e accese con la magia il camino, ormai
morente. Strano che non erano gelati.
In cucina chiese a un elfo, solerte e servizievole, di
prepararle un caffè.
Mentre lo sorseggiava, rifletteva sulla possibilità di chiedere
chiarimenti a Piton. La sera prima era fuggita via senza ascoltare altro.
Forse sapere come era successo l’avrebbe fortificata. E
avrebbe potuto affrontarlo.
Meglio la vendetta.
Un ghigno maligno sfuggì al suo controllo mentre
pensava alla possibilità. Suo padre aveva coltivato il suo dolore e la sua
rabbia per sedici anni, che fosse un destino di famiglia?
-Sei uscita da lì finalmente-
Meredith trasalì al suono di quella voce. Ma poi si
ricordò ciò che aveva deciso.
-Malfoy ti sembra il modo? Avrei potuto avere un
infarto!- esclamò sarcastica con voce atona, priva di inflessioni.
Lui la scrutò, ma non vide ciò che si aspettava. Era
fredda, gelida, remota come lui era stato nei giorni precedenti, e assolutamente
non sconvolta.
Quando la sera prima era fuggita via in lacrime, perché
l’aveva notato, aveva immaginato che le fosse crollato il mondo addosso.
Ricordava come si era preoccupata per il padre tempo
prima e come si era precipitata da lui. Certo, allora non sapeva che lei fosse
il suo guardiano, la sua salvatrice, ma ciò non toglieva che doveva ammettere
che qualcosa in quel momento gli aveva trafitto il cuore, un dolore rovente,
del tutto nuovo per lui.
Si era rifiutato di definire quell’ansia smodata preoccupazione.
Era un Malfoy, lui, e i Malfoy non si preoccupavano per
le persone.
Ora gli sembrava tutto meno che addolorata, annientata
dalla notizia.
Era come se non l’avesse accettato, se non l’avesse
nemmeno preso in considerazione.
La squadrò dubbioso e la vide agitarsi sulla sedia.
-Stai bene?- chiese pacatamente.
Meredith si irrigidì e la sua maschera si infranse per
un istante, pochi secondi che gli bastarono per scorgere cosa vi nascondeva
dietro.
-Non sono affari tuoi- esclamò secca prima di dileguarsi.
La complessità di sentimenti che suscitava in lui
Meredith Morgan era sconcertante: fin dall’inizio l’aveva attratto. Prima con
la sua bellezza, poi con il suo essere dolce e contemporaneamente la sua
versione al femminile, con la sua prontezza di spirito, il suo altruismo e poi
il suo tradimento l’aveva portato a ragionare con mente fredda.
Si era sentito tradito e ferito. La fitta al cuore, il
dolore rovente non erano altro che delusione.
Lei gli aveva mentito.
Il primo istinto era stato quello di attaccarla, di
ferirla come lei l’aveva ferito, di farle male.
Poi, quando aveva visto la fierezza con cui rispondeva
alle sue accuse, il ricordo della sua preoccupazione per loro, gli ricordò come
lei aveva rischiato la vita per loro, un gruppo di arroganti Serpeverde che il
mondo non avrebbe esitato a condannare.
E il suo dolore nel momento in cui aveva saputo della
morte del padre aveva colpito anche lui.
Aveva desiderato inseguirla, consolarla, scusarsi
perfino, ma il suo orgoglio l’aveva frenato.
Gli faceva male vederla così. Avrebbe dovuto fare
qualcosa.
Meredith ricomparve alle nove, nella versione che ormai
avevano imparato a riconoscere. Era in modalità missione potenzialmente
pericolosa.
Draco aveva chiamato Daphne in disparte e le aveva
raccontato tutto. Sapeva che la ragazza si sarebbe preoccupata quanto lui e
aveva bisogno di validi alleati.
Dovevano scoprire cosa aveva in mente Meredith.
L’abbigliamento della ragazza, però, non faceva presagire nulla di buono.
-Mer! Come stai?- esclamò Daphne avvicinandosi a lei.
Meredith la fissò con sguardo vacuo mentre Daphne le si
avvicinava e le rispose con voce atona, priva di emozioni –Bene…-
La superò di lato e raggiunse una vetrinetta da cui
estrasse alcune boccette contenenti liquidi colorati.
Poi, si avvicinò al camino, prese il barattolo con la
polvere volante e ne prese una manciata.
-Che stai facendo?-
Cominciava a trovare quella voce irritante. Si stava
prendendo decisamente troppe libertà.
-Devo parlare con Silente, perciò sto andando a
Hogwarts….-
-Ma davvero? Probabilmente è solo un caso che a Hogwarts
ci sia anche Piton vero?-
-Non sono affari che ti riguardano Malfoy. Stai qui
buono che ho da fare!-
-E dovrei stare a guardare mentre ti comporti da
idiota? Sbagli o mi devi proteggere? Come pensi di farlo da morta?
Meredith rimase immobile, dandogli le spalle –Non credo
sentirai la mia mancanza- esclamò lugubre gettando la polvere nel camino e
scomparendo in esso.
Maledizione! Possibile che non ci fosse nessuno in
quella dannata scuola?
Di Piton nemmeno l’ombra. Silente era introvabile. Nemmeno
Gazza, il custode più odioso della storia, che era sempre in giro a tormentare
gli studenti era scomparso!
Era forse in atto una congiura contro di lei di cui non
sapeva nulla?
L’irritazione cominciava a trasformarsi in furore. Doveva
fare qualcosa o sarebbe impazzita. E se Maometto non andava alla montagna, la
montagna sarebbe andata da Maometto.
E lei era la montagna.
Si Smaterializzò fuori dalla residenza dei Lestrange. Quando
si fanno le cose, si devono fare con stile.
Estrasse la bacchetta e fece saltare il cancello. Le piacevano
le entrate esplosive!
Evocò il suo Patronus e lo fece correre verso la casa.
Non erano in casa? Beh lei non se ne sarebbe andata finché
non fossero comparsi.
Il rumore tipico della Smaterealizzazione la fece
scattare. Si voltò rapida.
Davanti a lei c’era una spiritata Belletrix Lestrange,
il suo consorte, Avery e Nott.
-Ma chi abbiamo qui?- chiese con voce acuta la donna.
-Il vostro peggior incubo!-
-Era quello che diceva sempre il tuo paparino!-
-Crucio!-
urlò Meredith. Non era degna di parlare di suo padre.
-Protego!-
Rodhulpus Lestrange difese la moglie.
-Vuoi giocare bambina?- chiese sarcastico.
-Silencio!-
zittì i tre uomini. Non aveva dubbi che ad accontentarla sarebbe stata Bellatrix.
-Cosa hai in mente ragazzina? Non sai che siamo i
cattivi? Abbiamo ucciso il tuo paparino… Tu sei qui per questo vero?- rise.
Mentre stava per ribattere, all’improvviso, Draco
Malfoy comparve accanto a lei.
-Ma guarda guarda! È il giorno delle sorprese! Il mio
nipotino disertore!- esclamò la donna con tono furente.
-Zia Bella! Non posso dire che sia un piacere… ma non
ci tratterremo oltre…- rispose con voce gelida il ragazzo.
-Tu sai chi è stato… Dimmelo!- urlò Meredith.
La donna si voltò verso di lei, lentamente, mentre un
ghigno sadico e orribile le compariva in volto. –Certo che lo so… Ma non credo
te lo dirò sai? Sarà molto più divertente così…-
Meredith scattò come un fulmine. Le scagliò una
Maledizione Cruciatus che la donna evitò per un pelo, mentre ridacchiava e la
derideva.
-Oh oh… La piccola Meredith sa giocare… Almeno il tuo
paparino ha fatto qualcosa di buono…-
-Dimmi. Chi. È. Stato!-
La colpì di striscio con un incantesimo che procurava
ferite profonde. Sul braccio di Bellatrix si aprirono tre ferite parallele da cui
prese a sgorgare copioso sangue rosso. Questo la fece arrabbiare.
Sentiva che Draco teneva a bada gli altri tre
Mangiamorte e sembrava cavarsela alla grande.
L’urlo di Bellatrix li aveva fatti distrarre.
-Vuoi sapere chi è stato a togliere la vita a quel
buono a nulla di Luke Morgan? Bene, te lo dirò. E sarà un immenso piacere
eliminare anche te… Sono stata io a far fuori il tuo paparino!- strillò
ridendo.
Un dolore sordo trafisse Meredith e la spezzò in due,
facendole annebbiare la vista.
Sentì un incantesimo sibilarle accanto, poi fu afferrata
per un braccio e inerte si fece Smaterealizzare via.
Si accasciò a terra, mentre le lacrime cominciavano a
uscire. Sapere chi era stato non l’aveva aiutata, anzi aveva reso più
inesorabile la cosa. E ora si sentiva spezzata in due e faceva male.
Non sentiva più il cuore pompare nel petto e non faceva
latro che vedere il volto gioioso di Bellatrix mentre le annunciava che era lei
l’assassina di suo padre.
Sentì due braccia salde afferrarla e trascinarla in un
abbraccio che per lei era come un’ancora di salvezza. Aveva bisogno di sentirlo
vicino. Aveva bisogno di sapere che non era sola. Che lui era con lei. Che non la odiava.
Aveva bisogno di crederci.
-Draco… Draco!- mormorò, mentre il suo cuore, la sua
anima si lacerava.
-Shh.. Sono qui!- le accarezzò i capelli e la strinse
più forte. Aveva avuto una paura fottuta quando, giunto a Hogwarts, non aveva
trovato traccia di lei. Aveva avuto paura di non indovinare dove sarebbe
andata, ma l’aveva trovata. E ora era fra le sue braccia.
-Piangi, sfogati!- le mormorò. Era convinto che fosse
tutto ciò che le serviva per accettare e andare avanti. Poi, l’avrebbe aiutata
a vendicarsi.
Ormai si era arreso. Aveva vinto lei.
Quando Meredith si strinse maggiormente a lui, la prese
in braccio e la portò sul letto. Senza lasciarla se la stese addosso e coprì i
loro corpi, mentre si lasciava andare al contatto umano più intimo che avesse
mai avuto.
Draco Malfoy era lì per
lei.
Rieccomi
con un nuovo chap... Che ve ne pare? mi sono sentatita tanto cattiva,
ma... quei quattro gatti che leggono non si devono disperare... E poi
finalmente il tanto atteso avvicinamento tra Draco e Meredith è
finalmente avvenuto... Tanto atteso poi da chi non so nemmeno io...
Letture e recensioni sono calate notevolmente, ma io tengo troppo alla
storia per smettere di scrivere, perciò rassegnati sito mi dovrai
soopoortare ancora a lungo!
Comunque un enorme grazie ai 13 PREFERITI e ai 9 CHE MI SEGUONO... Vi adoro!
Un grazie gigantesco a DANINO, l'unica mia recensitrice (GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!):
per uno strano caso del destino (ti assicuro non capita mai) ho
risposto con un unico aggiornamento a tutte le domande... Meredith a
tentato di affrontare i Mangiamorte, a scoperto chi è stato, e Draco è
corso ad aiutarla... Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Alla
prossima! (please almeno tu continua a seguirmi!!)
A presto! Baci Marty
Annuncio: cercasi Beta-Reader. Per chi è interessato mi contatti...
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Capitolo 9 *** ...Verità Rivelate... ***
cap 9
§The betrayal of the family Malfoy§
Capitolo 9 -
Verità Rivelate
Era avvolta dal calore. Era una sensazione piuttosto
piacevole.
Meredith non aveva intenzione di muoversi: stava così
bene in quel momento, beandosi del calore e del buio. Sapeva di essere sveglia,
lo sentiva chiaramente, ma non voleva aprire gli occhi.
Era consapevole del fatto che avrebbe dovuto affrontare
qualcosa di orribile se lo avesse fatto. Non era mai stata masochista, non
desiderava per niente auto-infliggersi dolore, perciò rimase immobile,
confortata da qualcosa di morbido che le accarezzava i capelli.
-So che sei sveglia-
Il suo cuore mancò un battito, riconoscendo
immediatamente la sua voce. Draco era con lei.
Ciò che ricordava, anche gli ultimi ricordi confusi,
era accaduto davvero. Forse non era pronta ad affrontare tutto quanto, ma
doveva farlo. Era controproducente per lei nascondersi dietro false giustificazioni.
Non era mai stata tipo da tirarsi indietro quando si
trattava di agire e non poteva iniziare ora. Nonostante tutto, sarebbe dovuta
rimanere coerente con se stessa. Luke Morgan avrebbe voluto così.
Quando il pensiero corse a suo padre, il doloroso
squarcio al petto si riaprì e le fece
ricordare cosa doveva fare.
-Già. Potresti mollarmi?- rispose con voce estremamente
roca quando lui, al suo tentativo di divincolarsi, aveva rafforzato la stretta.
-Così puoi scappare di nuovo? Non ci penso neanche!-
rispose con voce serissima.
-Dico sul serio Malfoy. Ma sta tranquillo, mi basta una
catastrofe al giorno!- rispose cauta e finalmente riuscì ad alzarsi. Forse
l'aveva convinto.
Individuò qualche vestito pulito e poi si diresse in
bagno. Lo specchio sopra il lavello le permise di capire quanto fosse messa
male: i capelli erano arruffati e spenti, gli occhi lucidi, più scuri che mai e
sotto di essi aveva anche delle vistose occhiaie nere.
Fece un respiro profondo e poi si spogliò, infilandosi
nella doccia e sperando che la rilassasse cosicché fosse in grado di affrontare
la giornata.
Mentre l'acqua le scendeva lentamente sul viso,
rifletté: la prima cosa da fare era portare i suoi ospiti al nascondiglio che
già ospitava i coniugi Malfoy, dopo di che avrebbe rintracciato Silente e forse
avrebbe parlato con Piton. E, se fosse avanzato del tempo, avrebbe affrontato e
ringraziato Draco Malfoy.
Sapeva perfettamente che era solo grazie a lui se ora
era viva e le pesava in egual modo essere in debito con qualcuno, soprattutto
con lui. Aveva imparato fin troppo presto a cavarsela da sola e quello che era
successo alterava gli equilibri che lei aveva imposto.
Si rivestì lentamente e altrettanto lentamente uscì.
Draco era già vestito e la aspettava con espressione seria seduto sul letto
rifatto.
Che strano. Aveva rifatto il letto. Eppure lei non
avrebbe mai creduto che ne fosse capace. Evidentemente in Draco Malfoy c'era
molto più di quanto lei non si aspettasse e riusciva a sorprenderla sempre in
qualche modo.
La sua espressione seria e imperscrutabile non lasciava
intendere nulla di buono, perciò Meredith si affrettò a lasciare la stanza.
Aveva una necessità impellente di caffè.
-Dove stai andando?- Malfoy la afferrò per un braccio facendole
intendere che non l'avrebbe mollata un attimo. Maledizione!
-A prendere un caffè in cucina, Malfoy. Credi che ci
possa essere qualcosa di pericoloso o sinistro in questo? In effetti la mia
cucina è un luogo molto inquietante!- sibilò, strattonando via il braccio e
avviandosi velocemente.
La infastidiva alquanto essere controllata a vista, non
ci era affatto abituata! La irritava la sensazione che le si scatenava
al pensiero di essere ritenuta un incapace. Certo le azioni sconsiderate degli
ultimi giorni non avevano giovato, ma era perfettamente in grado di agire da
sola. Ormai il peggio era passato.
Non aveva accettato la scomparsa del padre, ma sapeva
cosa fare e come farlo.
La sua comparsa in cucina provocò un certo scompiglio
fra gli elfi. Sperò solo che fosse una cosa indolore.
-Signorina Morgan, abbiamo saputo del signor Morgan e
siamo molto dispiaciuti signorina... Se possiamo fare qualcosa non esiti a
chiedere...- la accolse Pip, l'elfo più anziano e fedele.
-Grazie Pip, siete molto gentili. Potrei avere del
caffè, tanto caffè?- rispose pacata. Non stava andando così male!
-Subito signorina!
Avete sentito?- si voltò verso gli altri, incitandoli con gesti ampi(ampi
gesti) delle mani -Signorina, lei e il signore volete fare colazione?-
chiese ossequioso.
Scoccò una rapida occhiata a Draco e si arrese alle
premure dell'elfo -Si qualcosina, grazie. Sono di là, d'accordo?-
-Certo signorina, si accomodi! Ci pensa Pip qui..-
Si lasciò cadere con poca grazia sul divano del
salotto, chiudendo gli occhi e riflettendo. Doveva parlare con Silente e con
Piton. E soprattutto doveva liberarsi del ragazzo biondo che non faceva altro
che fissarla e pedinarla.
-Ma non hai nient'altro da fare?- chiese, seccata con
aria ostile. La infastidiva parecchio quell'atteggiamento. Chissà cosa si era
messo in testa.
Lui si limitò a fissarla negli occhi, stringendosi
nelle spalle. Che diavolo gli prendeva?
Solo il giorno prima l'aveva trattata come l'essere più
ignobile del mondo, solo perché gli aveva mentito su un piccolo e innocente
dettaglio, e ora questo?
-A che gioco stai giocando Malfoy?- chiese seria,
inchiodandolo con lo sguardo.
Lo sguardo del biondo si accese di una luce indefinita,
ma allo stesso tempo pericolosa. -Beh, Morgan, vedi trovo ingiusto che tu mi
abbia protetto senza dirmi niente. Odio la gente che macchina alle mie spalle e
mi giudica incapace di difendermi da solo. Per questo ho deciso di riservarti
lo stesso trattamento. Anche tu odi essere trattata così, perciò quale
vendetta migliore?-
Meredith lo guardò allibita. Che diavolo gli prendeva?
Quei Mangiamorte il giorno prima dovevano averlo affatturato, senza ombra di
dubbio!
-No, Morgan, non mi è successo niente di quanto stai
pensando ora. Ho semplicemente deciso che non affronterai la mia adorabile
zietta da sola. Avrai bisogno di aiuto e io sarò lì!- esclamò con veemenza. I
suoi occhi grigi si accesero di una luce inquietante e arsero nei suoi, quasi a
sfidarla a contraddirlo. -E non intendo lasciarti sola un minuto- concluse, un
istante prima della comparsa degli altri, lasciando Meredith basita.
Mentre lo fissava come se le avesse appena confessato
di essere un Babbano, entrarono in processione Daphne, Blaise, Astoria, Theo,
Pansy e i genitori di Draco.
Daphne si buttò subito addosso a lei, abbracciandola
con foga e impedendole la respirazione finché Blaise non fece notare alla sua
ragazza che la stava soffocando, allora la lasciò finalmente andare.
- Meredith non fare mai più una cosa del genere chiaro?
Mi sono preoccupata da morire! Per fortuna Draco ti è corso dietro. Non oso
immaginare cosa ti sarebbe successo altrimenti! Cosa hai in quella testa? Non
hai pensato a noi?-
Ogni volta che Meredith tentava di rispondere, Daphne
continuava quella tiritera che si faceva ad ogni parola più infervorata.
Alla fine si spazientì - Daphne!- esclamò alzando una
mano in gesto di resa. -Senti, mi dispiace davvero, ma in quel momento non ero
molto in me. Con il senno di poi, mi rendo conto di aver fatto una cosa
veramente stupida e so che il biondo platinato laggiù mi ha salvato la vita,
davvero! Resta il fatto che non posso lasciare così le cose e per questo devo
andare a Hogwarts e stavolta per davvero. Devo conoscere le nuove disposizioni
di Silente- disse fissandola dritta negli occhi per mostrarle che diceva la
verità.
Fece scorrere il suo sguardo su tutti i presenti e si
apprestò a sganciare la bomba. -Per questo motivo, temo che dovrò spostarvi
tutti al nascondiglio del Malfoy, perché non sarò molto di compagnia...-
Sulla stanza scese il gelo totale, mentre attendeva le
loro reazioni.
Daphne fece per parlare, ma colse lo sguardo di
ammonizione di Blaise e quello preoccupato di Astoria e con estremo rammarico
tacque.
-Ma brava! Sei proprio ostinata Morgan! Ma, come ho già
detto, non ho intenzione di lasciarti da sola. Avrai bisogno di aiuto. Però
sono d'accordo con lei sul fatto che voi dovreste nascondervi. Non avremo tempo
di badare a voi altri...- esclamò deciso Draco.
Meredith si rassegnò. Sapeva quanto era testardo e
furbo, di certo non si sarebbe lasciato ingannare facilmente e lei non aveva ne
voglia ne tempo per farlo.
-Bene. Dopo la colazione, procederemo al vostro
trasferimento!-
Lei e Draco comparvero nella Stamberga Strillante due
ore dopo e raggiunsero in fretta la scuola. Rapidamente, raggiunsero lo studio
del Preside e sperando che la parola d'ordine non fosse cambiata, Meredith la
disse al gargoyle.
Con sollievo lo vide spostarsi di lato per lasciarli
passare.
Silente era seduto dietro la scrivania e fissava il
vuoto con sguardo assorto. Si riscosse vedendoli comparire e disse - Meredith,
ti aspettavo...-
Lei si avvicinò lentamente, consapevole del fatto che,
dopo quella conversazione, tutto sarebbe divenuto definitivo. Non sapeva se era
pronta, ma ormai era lì.
-Allora è vero?- chiese con voce tremante, rivolgendosi
supplicante al vecchio amico di suo padre.
-Temo di sì. Mi dispiace terribilmente Meredith. Sarei
dovuto intervenire da tempo e fermarlo...-
-Signore, lei sa perfettamente quanto fosse testardo,
non si sarebbe mai arreso e lei non avrebbe potuto fare nulla in ogni caso.
Mio... mio padre aveva deciso- disse debolmente, mentre il dolore la
sommergeva, appannandole la vista.
Sentì che qualcuno le afferrava una mano e riconobbe la stretta. Draco.
-Ho già provveduto ad organizzare il funerale. Sarà una
cosa intima, domani a mezzogiorno. Ho pensato che desiderasse riposare accanto
a Linnet, quindi si svolgerà in Irlanda- disse dolcemente Silente.
Meredith annuì con la sensazione di stare per affogare.
Non le sembrava nemmeno di respirare.
Lentamente si riscosse, non aveva ancora finito di fare
quello che doveva -Grazie signore. Ora desidero parlare con il professor Piton.
Immagino... che ci vedremo domani-
Piton era immobile, appoggiato alla cattedra dell'aula
di Difesa Contro le Arti Oscure, come se la stessa aspettando.
-So cosa vuoi chiedermi ma non te lo dirò. Non credo
che rincorrere l'assassino di tuo padre sia la cosa più utile per te adesso-
esordì l'uomo serio e imperturbabile.
Con l'espressione che aveva nel momento in cui le aveva
dato la notizia impressa nella mente, Meredith rispose -So già chi è stato: ho
fatto una visitina a Bellatrix Lestrange ieri-
Piton sembrò stupito -Sei molto calma. Immagino che sia
giusto così allora. Sai perfettamente che sarebbe un impresa suicida
vendicarti: Voldemort può essere ucciso solo da Potter-
Meredith impiegò qualche istante a capire il senso
delle sue parole e sbiancò, mentre ritornava con la mente all'incontro del
giorno precedente.
-Vuoi sapere chi è stato a togliere la vita a quel buono a nulla di Luke
Morgan? Bene, te lo dirò. E sarà un immenso piacere eliminare anche te… Sono
stata io a far fuori il tuo paparino!- strillò Bellatrix Lestrange ridendo.
Un dolore sordo trafisse Meredith e la spezzò in due, facendole annebbiare
la vista.
Quella stronza le aveva
mentito! Meredith si mosse verso di lui, ma fu afferrata da dietro per un
braccio.
- Bellatrix le ha detto di
essere stata lei. Ne sei sicuro?- sentì chiedere a Draco.
Severus Piton la scrutò a
lungo, spostando il suo sguardo nero come la pece da lei a Draco un paio di
volte, prima di rispondere -Ne sono certo. Immagino che Bellatrix abbia mentito
perché desiderava lo scontro. C'eri anche tu?-
Draco annuì e parve comprendere
-Sperava mi distraessi per difenderla, perché se l'avevo seguita significava
che tenevo a lei in qualche modo, voleva uccidermi!- sibilò con odio. Il fatto
che fosse sua zia, la sorella di sua madre, ora non significava più niente.
- Voldemort ha ucciso mio padre
giusto?- intervenne Meredith all'improvviso, calma e lucida come non mai.
Piton annuì, incerto.
Chiaramente non si aspettava quella reazione.
-E l'unico che può fermarlo è
Harry Potter, giusto?- chiese ancora.
L'uomo assentì ancora,
chiedendosi dove volesse andare a parare.
-Bene, allora io aiuterò Harry
Potter-
Bene bene, rieccomi! Vi sono mancata? Spero di sì!
(sul sito scende il gelo polare...)
Dunque, innanzitutto non so da dove è uscito qst
capitolo, ma mi piace. Compare anche Piton, per la gioia della mia beta, miyuko, che ha
corretto il capitolo, quindi se non ci sono errori è tutto merito suo. Che
dire? Lasciatemi un commentino!
Ringrazio
i 15 preferiti, i 12 che mi seguono e i
lettori silenziosi...
Per
chi ha recensito:
DANINO:
eccoti il
seguito, spero ti piaccia! Sì, Draco ha finalmente accettato i suoi sentimenti,
ma Meredith? E Draco le rivelerà tutto? Durante
queste vacanze spero di riuscire a postare un altro capitolo, prima di gettarmi
nuovamente in quella pazzia chiamata SCUOLA. Farò il possibile comunque! A
presto!
miyuko:
hai già
letto il capitolo, ma ne approfitto per risponderti qui alla mail: stavolta mi
sono concentrata mentre battevo a computer, solitamente mi lascio trasportare!
xD Comunque,
sono felice che ti piaccia! Anche
alla sottoscritta piace Piton, ma amo di più Draco! Comunque penso che sarà un
personaggio decisivo anche in qst fic... Alla
prossima!
A
PRESTO!
Marty
|
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Capitolo 10 *** ...Giuramenti... ***
cap 10
cap 10 §The betrayal of
the family Malfoy§
Giuramenti
Meredith era uscita dallo studio di Piton avvolta in
una strana bolla di insensibilità, che non lasciava passare niente di esterno.
Rimuginava sulle ultime notizie apprese, maledicendo Bellatrix Lestrange e
tutta la sua genealogia.
Era divisa tra il rancore e la delusione. Non poteva
vendicare suo padre perché per qualche strana ragione Voldemort non poteva essere ucciso che da
Harry James Potter e non sapeva perché Bellatrix Lestrange le avesse mentito.
Per un attimo aveva pensato di poter avere la sua vendetta e si era illusa che
sarebbe riuscita a superare il momento.
Si fermò all'improvviso, sapendo perfettamente che era
meglio avere un obbiettivo certo per continuare ad agire, e così vivere.
-Malfoy...Tu sai dov'è la Tana?- chiese, voltandosi.
Voleva parlare con Harry. Doveva fare qualcosa. Anche vagare per la campagna
inglese alla ricerca della casa dei Weasley. Sapeva che Harry avrebbe passato
il Natale da loro.
Malfoy la guardò schifato -Assolutamente no! Io non ho
mai messo piede in quella catapecchia!- la fulminò con lo sguardo.
Meredith sorrise -Beh tra poco potrai dire il
contrario!- affermò, sicura, tornando poi seria-Devo parlare con Harry. E tu
hai detto che mi avresti seguita, quindi vedi di collaborare...-
Il ragazzo sospirò, rassegnato, sapeva che nulla
l'avrebbe fermata: -Già, l'ho detto...-
-Tu sai Materializzarti?- chiese, estraendo la
bacchetta. Fu sorpresa di vederlo arrossire leggermente e distogliere lo
sguardo. -No, non ho ancora l'età-
Lei rise -Sei buffo quando sei imbarazzato! Forza andiamo
alla Stamberga, poi ci Smaterializzeremo!-
Ricomparvero in un zona acquitrinosa, davanti a una
casa malmessa, alquanto traballante. La Tana.
Meredith bussò -Chi va là?- chiese una voce agitata di
donna.
-Sono Meredith Morgan, signora Weasley. Cerco Harry-
rispose, cauta.
-Chi è Molly cara?- chiese un'altra voce, questa volta
maschile.
Malfoy, accanto a lei, sbuffò seccato. Lei sorrise.
Sentiva i due bisbigliare dietro la porta e per evitare che Malfoy esplodesse
esclamò - Mi chiamo Meredith Morgan, mio padre era Lucas Morgan, frequento
Hogwarts assieme ai vostri figli e a Harry e Albus Percival Wulfric Brian
Silente sa che mi trovo qui, insieme a Draco Malfoy, che non è un Mangiamorte-
Dopo un breve silenzio, la porta si spalancò e Remus
Lupin puntò la bacchetta su di loro.
-Quando io ho incontrato Meredith Morgan?- chiese con
voce all'erta.
Meredith ghignò. Pensavano che fossero Mangiamorte?
-Qualche mese fa, nello studio di Silente. Lei non è riuscito a rintracciare
mio padre quando Silente glielo ha chiesto...- rispose calma.
L'uomo annuì e si fece da parte, così loro due
entrarono.
Lei sorrise ai Weasley -Signori Weasley, è un piacere
conoscervi!- esclamò facendo loro un cenno
con la testa.
-Il piacere è nostro cara!- esclamò Molly Weasley,
sorridendo.
-Signor Lupin...- salutò. Lui le sorrise e le tese una
mano, che lei afferrò e strinse prontamente -Mi dispiace per tuo padre!-
Meredith annuì, ritirando la mano.
Oltre ai signori Weasley e a Lupin, c'erano una ragazza
piuttosto cupa, che lei riconobbe come Ninfadora Tonks, Sirius Black, il
maggiore del Weasley, Bill, e la fidanzata di lui, Fleur Delacour.
Meredith sorrise loro -Dove posso trovare Harry?-
chiese, rapida.
-Meredith! Che ci fai qui?- con il solito tempismo, ai
piedi delle scale comparve Hermione.
Lei sorrise, voltandosi a guardarla -Devo parlare con
Harry- esclamò, raggiungendola. -Malfoy, stai lì buono, d'accordo?-
Hermione, guardandola con curiosità, la guidò da Harry.
Lui e Ron stavano in una stanza dell'ultimo piano della
casa e stavano spaparanzati sul letto, parlando tra loro.
-Meredith!- esclamarono in coro, sorpresi, vedendola.
Lei sorrise -Ciao ragazzi!- esclamò.
-Che ci fai qui?- chiese Ron, estremamente curioso.
Meredith però fissava Harry. -So che sei il Prescelto-
mormorò -Che lo sei davvero, intendo-
Il gelo scese nella stanza, ma lei continuò a fissare
Harry negli occhi -Mio padre è morto ieri. E' stato Voldemort a ucciderlo. Se
non posso ucciderlo, allora contribuirò a fermarlo! Ti aiuterò, Harry, volevo
solo dirti questo-
Lui la trafisse con i suoi espressivi occhi verdi e le
tese una mano. Meredith la fissò per un attimo, poi ignorandola, lo abbracciò.
Ron le diede una poderosa, per quanto amichevole, pacca
sulla schiena, quando si separarono e Hermione le strinse delicatamente il
braccio.
-E cosa ci fa Malfoy con te?- chiese Hermione curiosa.
A Ron prese un colpo e Harry si girò di scatto verso di
lei.
-Malfoy ha deciso, dopo che la qui presente ha aggredito
mia zia Bellatrix, che Meredith non fosse in grado di andare in giro da sola,
quindi le fa da balia - rispose con voce gelida Draco Lucius Malfoy, appoggiato
mollemente allo stipite della porta, rimasta aperta.
Meredith sorrise vedendo le espressioni stupefatte di
Harry, Ron ed Hermione.
-Tu cosa?- esclamò Harry voltandosi verso di lei.
-Non dovresti essere così sorpreso, Potter, Morgan è
capace di tutto! E poi pensavo che la mia cara zietta non ti fosse molto
simpatica, dato che ha tentato di uccidere il tuo padrino...-intervenne ancora
il biondo con tono ironico.
Harry lo fulminò con lo sguardo -Questi non sono fatti
tuoi! Piuttosto cosa ci fai veramente con Meredith?- chiese, secco.
-Sono fatti miei, dato che è grazie alla soffiata dei
miei genitori che Sirius Black è ancora vivo. Comunque, poiché abbiamo tradito
l'Oscuro Signore non sarebbe stato molto saggio continuare la vita di sempre,
non ti pare? Quindi Morgan ci ha offerto gentilmente la sua ospitalità e protezione...-
Si Materializzarono di nuovo nella residenza londinese
dei Morgan. Non aveva fretta di tornare nella casa di campagna e sentiva di
dover vedere le cose di suo padre.
Raggiunse in fretta la camera di suo padre, al secondo
piano e vi entrò decisa. Come nella sua stanza, il caos regnava sovrano. Il
letto era sfatto. Aveva dormito lì prima di andare a vendicare la moglie?
Meredith sentì gli occhi inumidirsi e lasciò uscire la
lacrime, mentre si avvicinava alla scrivania, completamente ricoperta di carte
di ogni forma e dimensione.
Sopra tutte c'era una carta del Castello di Hogwarts,
con evidenziati i suoi punti deboli con dei cerchi rossi. C'erano tutti i
passaggi segreti che lei gli aveva mostrato, la Foresta Proibita e altri punti
che non sapeva individuare.
Vedendo quel foglio, si ricordò il piano di Voldemort:
Marchiare, durante la vacanze di Natale, i figli di Mangiamorte e affidargli
poi l'incarico di uccidere Albus Silente.
La maggior parte di quei ragazzi, però, era al sicuro
nella sua casa in Irlanda, esclusi Tiger e Goyle. Dubitava fortemente che
Voldemort affidasse una missione del genere a quei due, ma non si poteva mai
dire:Voldemort era totalmente imprevedibile.
Ghignò al pensiero della rabbia di Voldemort quando
aveva scoperto di non poter realizzare il suo piano. Probabilmente sapeva chi
lei fosse. Forse proprio per questo era entrato in scena di persona e ucciso
suo padre.
Era davvero colpa sua? Una fitta dolorosa la trafisse,
facendole mancare il respiro.
"Ti
vendicherò, te lo giuro!"
Il suo sguardo cadde su un disegno infantile:l'aveva
fatto lei a dieci anni. Ritraeva lei e suo padre a cavallo di una scopa.
L'aveva fatto dopo che suo padre l'aveva portata a fare il suo primo giro a
cavallo di una scopa.
Lo sconfortò la assalì, mischiandosi con il dolore e il
senso di colpa. Cadde lentamente sul pavimento freddo, portandosi le ginocchia
al petto. Pianse silenziosamente, fino a quando non venne sollevata e tirata in
un abbraccio caloroso. Era arrivato Draco.
-Shh... Va tutto bene! Ci sono io con te!- mormorava
dolcemente nel suo orecchio. Lentamente il suo pianto disperato finì e i
singhiozzi smisero di scuoterla.
Si strinse più forte al ragazzo, ringraziando
silenziosamente la sua presenza. Cosa avrebbe fatto senza di lui?
Quando ritrovò la voce gli chiese -Perché fai così?- La
sua voce era roca e indecisa.
-Per amore- lo sentì rispondere, prima di staccarsi e
allontanarsi da lei, lasciandola sola con se stessa e i suoi pensieri.
Meredith era ancora sul pavimento inchiodata a terra,
immobilizzata dall'incredibile risposta che le aveva dato Draco Lucius Malfoy.
Forse era stata un'allucinazione. No, era successo davvero.
Sentiva ancora il calore rovente del suo abbraccio e del suo respiro
sull'orecchio.
La riscosse il ticchettio alla finestra. Si voltò e
vide la civetta di Harry, Edvige, bussare insistentemente sul vetro.
Meredith si alzò e le aprì la finestra. Edvige le si
posò sul braccio e le tese la zampa.
La civetta volò via non appena lei prese la lettera,
silenziosa come era arrivata.
Curiosa aprì la lettera.
Cara
Meredith,
devo
raccontarti il sogno che ho fatto qualche giorno fa. Per qualche assurdo
motivo, la mia mente è collegata a quella di Voldemort e per questo l'ho
sognato mentre scopriva che non poteva realizzare il suo piano perché i figli
dei suoi Mangiamorte si erano nascosti da qualche parte. Si è arrabbiato
parecchio! Stava pensando a come fare, se punire le famiglie di quei ragazzi o
mandare qualcuno a cercarli per poi
rifarsi con loro, ma Ron mi ha svegliato. Dice che mi contorcevo nel
sonno, ripetendo "no!no!"
Non
so altro, mi dispiace!
Non
te l'ho raccontato prima, perché Hermione è convinta che io me la cavi alla
grande con l'Occlumanzia, anche se in realtà non è così... Purtroppo il mio
insegnante è Piton e lui non mi insegna per niente, anzi non fa che starsene lì
a guardare i miei ricordi e dire che sono un incapace come mio padre!
Mi
dispiace davvero!
A
presto!
Harry
Stava ancora rimuginando sul contenuto della lettera,
quando la collana a forma di serpe che aveva al collo cominciò a bruciare.
Scattò in piedi all'istante. Fortunatamente aveva
disattivato il meccanismo della collana di Draco tempo prima.
Fece apparire il suo mantello, si Smaterializzò fuori
dalla casa per sigillarla, ricordandosi come l'ultima volta se ne fosse
dimenticata e di come lui l'avesse raggiunta facilmente. Si chiese come avesse
fatto a raggiungerla così velocemente, dato che non sapeva Smaterializzarsi.
Glielo avrebbe chiesto più tardi!
Raggiunse in fretta la casa nel bosco irlandese e vide
dei Mangiamorte avanzare fra gli alberi, in direzione della scogliera. Che ci
facevano lì?
Prese a seguirli, spinta dalla curiosità.
Fortunatamente si era resa invisibile con un incantesimo di Disillusione e il
suono dei suoi passi attutito da un altro utile incantesimo.
I Mangiamorte raggiunsero la scogliera, scesero il
sentiero scavato nella roccia verso la spiaggia e si diressero con decisione
verso una serie di rientranze frastagliate del tutto comuni, che nascondevano
quasi alla vista certe rocce semisommerse dall'acqua.
Salendoci sopra, raggiunsero una parete di roccia,
lanciandosi poi in mare.
Sempre più curiosa, lanciò sulla sua persona un
Incantesimo Testabolla e poi li seguì. Era pur sempre inverno e l'acqua era
gelida.
Si inoltrarono sempre più nella scogliera fino a
raggiungere una fenditura, che si apriva su una buia galleria di roccia.
Meredith rimase
a debita distanza, sottacqua. I Mangiamorte emersero dall'acqua, salendo rapidi
i gradini che conducevano in una vasta caverna.
-Tutto bene Nagini?- chiese uno di loro divertito.
A Meredith venne la pelle d'oca. Nagini era l'enorme e
orribile serpente di Voldemort. Che diavolo ci faceva un serpente in un posto
del genere? A cosa faceva da guardia?
-Forza bella entra nella bolla. Il Padrone reclama la
tua presenza...-
Meredith pensò di aver sentito abbastanza, perciò tornò
indietro. Ne avrebbe parlato con Silente. E magari con Harry.
Ora però doveva tranquillizzare i Malfoy e gli altri.
Si asciugò rapida i vestiti e mormorò -Harry Potter- la
porta si aprì e lei raggiunse velocemente l'ingresso.
-Meredith!- esclamò Daphne, saltandole addosso e
abbracciandola con forza.
-Ciao Daphne- sorrise. La solita esuberante!
-Che è successo?- chiese Malfoy, scrutandola
preoccupato.
-Li ho seguiti, ma li ho persi di vista. probabilmente
si sono recati nello stesso posto dell'altra volta, ma non sanno assolutamente
della vostra presenza qui. Anche questa volta non si sono nemmeno avvicinati
alla casa, quindi potete stare tranquilli!- esclamò tranquillizzandoli.
-Ragazzi, voi tornate indietro con me, signori Malfoy, vi lasciamo alla vostra
quiete-
-Cosa hai intenzione di fare adesso?- le chiese Daphne,
curiosa, ma non più preoccupata.
-Beh vi riporto a casa mia, dove tra l'altro ho mollato
il biondo platinato da solo, quindi sarà meglio sbrigarsi perché sarà
furente...- rispose a disagio.
I Serpeverde risero e le afferrarono il braccio, mentre
lei ripensava a quella risposta "Amore".
Draco Malfoy amava. Amava lei? Draco Lucius Malfoy
amava Meredith Morgan?
E lei amava Draco Malfoy. Cazzo!
Rieccomi anche con questa fic... Scusate l'immenso
ritardo, ma sono tornata!! Che ne pensate di questo nuovo capitolo? E dei recenti
sviluppi? Fatemi sapere e commentate in tanti!!!
Ringrazio i 16 che hanno
messo tra i preferiti , i 14 che mi seguono e chi ha letto, naturalmente...
Ringrazio la mia beta, miyuko, per i pareri e le correzioni.
Per chi ha recensito:
DANINO: Ciao! Sono felice che ti sia piaciuto
l'ultimo capitolo e spero, sempre che ti ricordi di questa fic, che ti sia
piaciuto anche questo nuovo... Sì, Meredith aiuterà parecchio Harry nella lotta
contro Voldemort, ho già molte ideuzze... E per quanto riguarda Draco, credo
che ormai sia evidente... A presto! Beso
Yvaine0: Sono davvero felice che ti sia piaciuta
questa fic e che ti abbia fatto questo effetto... Sono lusingata! Per ciò che
riguarda Draco, è come vorrei che fosse.. La Rowling non si è mai soffermata
troppo su di lui, ma io l'ho adorato dal primo libro, quando era un
marmocchietto arrogante... Mi rincuora il fatto che tu abbia detto che mi
aspetterai per anche un secolo, cosa che spero non accadrà, (nonostante i tre/quattro..
ehm... mesi dall'ultimo aggiornamento...) e prometto che cercherò di far
passare meno tempo tra un aggiornamento e l'altro!! Alla prossima! Beso
Dully: Ciao! Probabilmente non ricorderai
nemmeno questa fic, ma volevo dirti che sono molto felice che ti abbia colpito!
A me piace molto scrivere questa storia e mi fa tanto piacere quando riesco a
trasmettere ciò che vorrei a chi legge! Grazie del tuo parere. Meredith non è un
personaggio facile e osso capire che non attiri subito, ma fidati, rimarrai
sorpresa... Draco, invece,
rimarrà quanto più fedele possibile al personaggio originale, con qualche mia
aggiunta personale. E' stato un pò trascurato dalla Rowling, ma lo adoro lo
stesso! A presto! Beso
miyuko: Sono felice che ti sia piaciuto
nonostante i mille errori che sono certa di aver fatto... Appena riesco, ti
manderò i prossimi capitoli! A presto!
Al prossimo
capitolo!
Baci Marty
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