§The betrayal of the family Malfoy§

di morgana92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nascondiglio ***
Capitolo 2: *** Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Sospetti ***
Capitolo 4: *** Scoperte ***
Capitolo 5: *** Marchio ***
Capitolo 6: *** Natale ***
Capitolo 7: *** Cambiamenti ***
Capitolo 8: *** Dolore ***
Capitolo 9: *** ...Verità Rivelate... ***
Capitolo 10: *** ...Giuramenti... ***



Capitolo 1
*** Nascondiglio ***


cap 1

Allora, ieri ho visto Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Bel film, diverso dal libro, era ovvio, ma mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché è più forte l’impatto di una scena visiva, che cercare di immaginarsela durante la lettura, non so se mi spiego... Mi riferisco a Draco Malfoy, vittima della sua educazione e del contesto in cui è cresciuto, e, ovviamente, di Voldemort. La  mia immaginazione, stimolata da quelle scene, ha prodotto questa storia. Spero vi piaccia. Baci!

§The betrayal of the family Malfoy§



- È sicuro di quello che vuole fare? Proteggere i Malfoy da Voldemort? Non pensa che potrebbe essere una trappola?- chiese Meredith Morgan, alquanto incredula al vecchio amico di suo padre, Albus Silente.

Quando aveva letto il suo messaggio, si era precipitata ad Hogwarts ed ora si era ritrovata a desiderare ardentemente di non averlo fatto! Insomma tutto quello era ridicolo, la situazione e la stessa conversazione!

Silente rise - Sei proprio come tuo padre, diffidente fino al midollo! Ho dei buoni motivi per credere a Lucius Malfoy mia cara! -

-Ha mai sentito il detto Babbano “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, signore? Lo trovo molto azzeccato per questa situazione!-

L’uomo ridacchiò ancora, ma poi si fece serio – Mia cara, io sono un mago discretamente abile e riesco a capire con facilità quando qualcuno mi mente! Fidati di me!-

Meredith fissò gli occhi azzurri dell’uomo per un attimo interminabile, sondando – Okay, d’accordo farò quello che mi chiede, ma… se si rivelerà tutto una menzogna, mi riservo il diritto di intervenire!- rispose in tono deciso. E lugubre. Non le piaceva per niente, no!

Vide Silente sorridere, come se da lei non si fosse aspettato altro e stava per dire qualcosa, quando qualcuno bussò.

 Fece capolino da oltre la porta un uomo dai capelli neri, occhi neri e che indossava una veste nera. Meredith trovò rassicurante quel monocromatismo e si ritrovò a sorridergli.

- Ah Severus, eccoti! Posso presentarti la signorina Meredith Morgan?-

Il nuovo venuto la squadrò per poi borbottare – Incantato!-

Il sorriso di Meredith si accentuò. Quell’uomo le piaceva decisamente.

Silente continuò la presentazione come se nulla fosse – Meredith questo è il professore di Pozioni, Severus Piton-

Il nome le ricordava qualcosa. Ma certo! Quello era un Mangiamorte. Suo padre, Luke Morgan, cacciatore di taglie non autorizzato dal Ministero, si teneva informato sull’intera faccenda e sapere le identità di quelle persone faceva anche parte dell’addestramento di Meredith.

Meredith socchiuse le palpebre guardandolo con sospetto –Immagino che devo ancora fidarmi di lei, vero?- chiese a Silente con sarcasmo pungente.  Maledette prime impressioni!

Silente sorrise, un sorriso enigmatico -Vedo che impari in fretta! Severus ti accompagnerà dai Malfoy, gli spiegherà la situazione e tu provvederai a nasconderli, poi tornerai qui, abbiamo ancora molto di cui discutere… -

Meredith lo guardò rassegnata, poi esclamò – Questa sera, però, voglio restare nell’anonimato. Questo mi aiuterà nel mio prossimo incarico, credo- guardò con sguardo eloquente Silente, che ponderò per un istante la questione e poi annuì.

-Se preferisci…-

Sì, preferiva. Estrasse la bacchetta e con un incantesimo non verbale fece comparire alla sua mantella un cappuccio abbastanza ampio da coprirle interamente il volto, ma non lo indossò.

-Dove si trovano ora i Malfoy?- domandò curiosa.

Se avevano abbandonato il Signore Oscuro non erano certo rimasti nel loro fastoso castello come degli idioti.

-Si trovano nella casa dei miei genitori- rispose seccamente Piton –e ci arriveremo tramite una Passaporta! Ma dobbiamo raggiungere il mio studio, è lì che si trova-

Meredith lo guardò di sottecchi, divertita, probabilmente la trovava irritante. Si congedò, rapida, e mentre si apprestava ad uscire Silente le disse –Meredith i Babbani dicono anche che errare è umano-

Lei lo fissò un istante, poi si voltò e cominciò a scendere le scale a chiocciola che conducevano fuori dallo studio del Preside, sapendo che Severus Piton la seguiva. Forse sarebbe stato divertente.

 

-Lei è una spia?- chiese mentre camminavano.  L’uomo le lanciò un’occhiataccia, ma non rispose.

-Ci vuole del coraggio a tradire Voldemort immagino, certo forse sarebbe meglio non invischiarsi da subito con uno del genere, ma come ha detto Silente, errare è umano, no?- lo guardò con la coda dell’occhio, ancora niente -Io non credo riuscirei a stare così vicino a lui, senza tentare di Schiantarlo! Immagino abbia una faccia da schiaffi no? Sì, penso proprio di sì, dopotutto uno chi si fa chiamare Lord Voldemort…-

-Vuole tacere?!- sibilò lui all’improvviso, fermandosi davanti ad una porta –Non immagina nemmeno cosa voglia dire, è solo una ragazzina, sciocca dato che osa parlare così!-

Meredith rise -Oh finalmente, cominciavo a pensare che avesse la lingua legata! Ha ragione sono una ragazzina, ho sedici anni, ma non sono sciocca. Sono cresciuta in fretta, ho visto cose che probabilmente nemmeno lei ha visto… E non è necessario essere così formali!-

L’uomo strinse le labbra sottili e poi le distese in quello che sembrava un accenno di sorriso. Meredith si accontentò, non sembrava tipo da concedere altro.

Lui spalancò la porta e disse -Prego, entra!-

Lei obbedì e poco dopo si ritrovò a stringere il manico di una brocca.

 

-Chi è?- mormorò una voce soffocata dietro la porta.

-Sono Severus-

La porta si spalancò all’istante e una donna bionda, snella e molto bella, si fece da parte, lasciandoli passare.

-Lucius, c’è Severus!- disse dirigendosi verso quello che probabilmente era il salotto.

Quando entrarono, due teste ugualmente bionde, si sollevarono contemporaneamente e Meredith si ritrovò faccia a faccia con Lucius e Draco Malfoy.

Il camino era acceso e i due stavano seduti su due poltrone verdi sfogliando con gesti estremamente simili la Gazzetta del Profeta.

-Severus chi c’è con te?- chiese Malfoy senior, con una punta di timore e allo stesso tempo di curiosità nella voce.

Meredith non lo lasciò rispondere –Il mio nome non ha importanza, Malfoy. Sono qui per scortarvi nel vostro nuovo nascondiglio. Sarete più al sicuro là…-

Lucius Malfoy trafisse con lo sguardo quella figura avvolta completamente da un mantello nero, il volto coperto da un ampio cappuccio.

Era una voce sconosciuta, arrochita probabilmente da qualche incantesimo, ma chiaramente di donna.

-E chi mi assicura che tu non sia stata mandata dal Signore Oscuro?- chiese ancora dubbioso l’uomo. Per il bene della sua famiglia aveva tradito il più potente e vendicativo mago di tutti i tempi. Sarebbe stato sciocco fidarsi senza conferme.

-Innanzitutto perché non mi faccio problemi a pronunciare quello stupido soprannome che si è trovato. Voldemort! Ridicolo! Per essere così intelligente come sostiene, doveva impegnarsi di più, non creare uno stupido anagramma del suo nome! E poi, se non ti bastasse, Malfoy, gli unici Mangiamorte in questa stanza siete tu e lui- disse scoprendosi il braccio sinistro, candido e privo di qualsiasi tatuaggio, e indicando con la testa i due uomini –Sempre che la tua adorabile consorte e figliolo non lo abbiano…- continuò allusoria.

Con la coda dell’occhio, vide il figlio, suo coetaneo tra l’altro, Draco, alzarsi di scatto e frugare nelle tasche.

-Non lo farei se fossi in te! Sono qui per aiutarvi, non per fare salotto e scambiarci piacevoli chiacchiere!- esclamò voltandosi verso il ragazzo e scorgendo da sotto il lembo di tessuto che le celava il volto, i suoi occhi color tempesta, gelidi come il ghiaccio, e la sua espressione rigida e furente. –Vi do quindici minuti per raccogliere le vostre cose, poi sgomberiamo!-

Si voltò verso Severus Piton, per non lasciarsi distrarre dal viso troppo bello del ragazzo, e gli disse –Non credo sia il caso che lei venga con me, così solamente io saprò il nascondiglio, immagino che Silente glielo abbia detto…-

-Sì mi ha accennato qualcosa del genere ma resto per sigillare la casa dopo che ve ne sarete andati…- le rispose calmo l’uomo.

-Ottimo!- disse e voltandosi verso il camino si ritrovò di fronte Narcissa Black in Malfoy –Grazie, chiunque tu sia!- le mormorò prima di allontanarsi e continuare a fare i bagagli.

Quello la sorprese. Non si era aspettata ringraziamenti da quella gente, ma probabilmente quella donna aveva una dolcezza inusuale per dei Purosangue fieri e convinti della loro superiorità, qualcosa di umano che la spingeva a proteggere la sua famiglia. Leggeva nel suo sguardo l’affetto che la legava al marito e al figlio. Forse era lei il collante, la colonna portante della famiglia Malfoy.

Lucius sembrava proprio il genere di persona incline a seguire le idee di un pazzo come Tom Riddle, ma almeno alla fine aveva scelto la saggia strada di abbandonare e contattare Albus Silente.

Silente le aveva raccontato come Malfoy avesse fatto la soffiata che aveva impedito la trappola al Ministero per Harry Potter alla fine dell’anno scolastico precedente.

Harry non si era presentato, ma in compenso molti Auror e membri dell’Ordine della Fenice avevano avuto il piacere di incontrare i Mangiamorte e arrestarne parecchi.

Meredith si ricordò che non era lì per giudicare nessuno, ma per scortarli, punto.

Qualcuno si schiarì la voce, attirando la sua attenzione –Siamo pronti-

Lei li squadrò, poi puntò la bacchetta sui bagagli e li rimpicciolì –Viaggerete più comodi così, ora metteteveli in tasca e ascoltate- si guardò l’orologio, che segnava le otto e venticinque –Alle otto e trenta entreranno in funzione parecchie Passaporte. Ciò ci consentirà maggiore sicurezza, nel caso di un controllo, ma non si sa mai. Nel caso incontrassimo qualcuno, state pronti e uniti. Tutto chiaro?- chiese perentoria.

Li vide annuire, tutti e tre, fissandola in silenzio.

-Okay- estrasse dalla tasca un galeone, che brillò sotto la luce artificiale delle lampade Babbane. Otto e ventinove -È quasi ora. Forza toccatelo!-

I tre si sporsero e con almeno un dito, toccarono la superficie del galeone. Pochi istanti dopo, quello si illuminò e loro si ritrovarono su una scogliera. Meredith nascose il galeone in tasca, poi ordinò –Tranquilli! Ora afferrate il mio braccio, dobbiamo Smaterealizzarci!-

Narcissa lo prese subito, fiduciosa, mentre padre e figlio la fissarono con diffidenza –Non aveva accennato a questo!- La donna lanciò loro uno sguardo ammonitore.

Meredith si spazientì –Tre, due, uno…- I due, capita la solfa, le afferrarono il braccio, fortunatamente pensò Narcissa, prima del sonoro crack.    

Questa volta ricomparvero in un bosco, piuttosto fitto, ma loro erano in un sentiero, praticamente invisibile ma utile per chi lo conosceva.

Sentirono Meredith mormorare qualcosa e poi una casa comparve davanti ai loro occhi. Era una casa a due piani, fatta di mattonelle marroni, con grandi finestre, una veranda, con tanto di prato fiorito e recinto di legno scuro.

Meredith fece segno ai tre di seguirla e li scortò dentro, aprendo la porta con un gesto della bacchetta.

-La casa è protetta da Incanto Fidelius, perciò non dovete preoccuparvi, nemmeno voi saprete dove si trova, ma è solo una misura preventiva. Non potete uscire dal recinto, perché la protezione lì non vi coprirà. In casa ci sono due elfi domestici. Vi pregherei di trattarli con rispetto, perché saranno loro a occuparsi delle vostre necessità: faranno la spesa, vi compreranno tutto ciò di cui avete bisogno. La porta si apre solo con una parola d’ordine, che è “Harry Potter”- disse con un ghigno, invisibile però ai tre. Vide, con sommo divertimento, Draco Malfoy irrigidirsi e sul suo viso si fece strada un’espressione disgustata.

-Tu,- continuò voltandosi verso il ragazzo – qualcuno ti verrà a prendere per accompagnarti al binario 9 e ¾ la mattina del primo settembre. Fino ad allora non uscirai, non scriverai a nessuno, non farai magie, sono stata chiara?- lo sguardo si fece truce.

-Perfettamente! Posso respirare?- chiese sarcastico.

- Non troppo e solo se necessario. Riduci, possibilmente, il tutto al minimo indispensabile. Vuoi due, invece, potete usare la magia, ma possibilmente lasciate fare agli elfi domestici. Per il vostro svago, ci sono montagne di libri, giochi, molti dei quali sono Babbani, ma non conoscendoli vi terranno molto più occupati e in salotto c’è un televisore. Ibby e Tobin, i due elfi, sanno come funziona e se vorrete, vi diranno come fare. Tutto chiaro?- disse fissandoli.

- Okay. Come ultima cosa- estrasse dal mantello tre collane identiche, da cui pendeva un ciondolo in ora che raffigurava un serpente - se mai capitasse, in caso di pericolo stringete queste, si scalderanno e mi arriverà il vostro messaggio, io ne ho una uguale- spiegò tendendole loro.

Malfoy junior e senior avevano stampata in viso la medesima espressione disgustata, ma la presero e la indossarono ugualmente, senza fare commenti.

Meredith ghignò. - Allo stesso modo, se vorrò avvertirvi di prestare attenzione il ciondolo diverrà tiepido, mentre se sarete in pericolo, diverrà bollente. Tutto chiaro?-

I Malfoy annuirono. - Bene, allora io vado. Ricordatevi quello che vi ho detto e andrà tutto bene! Addio!-

Non si aspettava un saluto. Nonostante li avesse aiutati e loro si fossero redenti, quelli rimanevano arroganti Purosangue, educati a essere altezzosi. Ma ancora una volta Narcissa Black in Malfoy la sorprese: si sporse e la abbracciò. Si staccò in fretta certo, ma agli sguardi riprovevoli del marito e del figlio, rispose con uno fiero, guardandoli dritti negli occhi.

Meredith, prima di sparire, si concesse un sorriso, poi si voltò su se stessa e Smaterealizzarsi.

 

- Allora com’è andata?- chiese Silente vedendola comparire sulla soglia del suo studio. Si era Smaterealizzata nella Stamberga Strillante e aveva poi raggiunto il castello a piedi, sfruttando il passaggio segreto nel Platano Picchiatore.

 - Tutto okay. Spero solo che facciano come gli ho detto!- rispose, togliendosi la mantella e facendo tornare la sua voce normale.

Silente le sorrise -Andrò io a prelevare il giovane Malfoy il primo settembre. Anche tu dovrai prendere il treno, d’accordo?-

Meredith annuì e dopo un cenno di saluto, se ne andò.




Note Autrice
:

Spero vi piacerà e mi raccomando, fatemi sapere!

Angolo pubblicità: sto scrivendo un'altra storia, sui Malandrini e i loro anni d'oro ad Hogwarts, andate a darci un'occhiatina, magari... Il titolo è "Twins". Grazie a tutti!

A presto!


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Capitolo 2
*** Hogwarts ***


cap 2Premetto che io a questa fic tengo parecchio, ma ho visto che non vi ha interessato molto... Posto anche questo capitolo con la speranza che proseguendo la storia, questa vi appassioni.

Noticina: secondo la Rowling Draco Malfoy 
non è una brava persona, ma io ho intenzione di renderlo più umano. Questo personaggio mi ha affascinata sin dal primo libro e forse me lo immagino diverso dall'originale. A voi il giudizio.



§The betrayal of the family Malfoy§
 

Capitolo due: Hogwarts

Il primo di settembre alla fine era arrivato. Meredith non sapeva ancora giudicare se fosse un bene o un male.

Aveva passato il periodo estivo in addestramento presso un vecchio amico del padre (iniziava a credere che suo padre conoscesse un po’ troppa gente) in una piccola isola greca, di dimensioni microscopiche, rocciosa e piena di alberi altissimi, ma perfetta per le attività lì svolte.

L’uomo che l’aveva addestrata, biondo, sulla trentina, le era noto con il nome di Damon, ma poteva essere un nome fittizio. Suo padre Luke l’aveva raggiunta una settimana prima dell’inizio di settembre e si erano concessi una breve e piacevole vacanza passata sulla spiaggia.

Era andata dai Malfoy qualche giorno dopo la fine della scuola. I due coniugi avevano preteso che il loro frugoletto fosse con loro prima di sparire dalla faccia della terra, almeno per il resto del mondo.

Il periodo estivo era stato assolutamente tranquillo e non era stato necessario comunicare attraverso le collane speciali.

Doveva ammettere che probabilmente aveva giudicato male i Malfoy, che erano rimasti buoni buoni dove li aveva lasciati, perché nessun allarme o protezione che aveva magicamente imposto sulla casa si erano mai attivati.

 

Come se nulla fosse, attraversò la barriera che nascondeva il binario 9 e ¾ ai Babbani e prese un respiro profondo: la magia saturava l’aria. Sorrise vedendo genitori che salutavano calorosamente i figli, mentre questi tentavano la fuga dagli attacchi nostalgici dei genitori.

Le dispiacque che non ci fosse nessuno con lei a salutarla, ma si riscosse in fretta. Era abituata a essere sola contro tutti.

Luke Morgan era un padre fantastico, ma troppo preso dal giuramento che aveva fatto a se stesso: si era giurato, dopo l’omicidio di sua moglie, madre di Meredith, di fare tutto il possibile, l’impossibile addirittura, per contribuire a debellare la minaccia dei maghi oscuri e dei loro seguaci. Entrambi cacciatori di maghi oscuri erano caduti in una trappola e la madre di Meredith era caduta in battaglia.

Si riprese dai tristi ricordi quando sentì qualcuno spintonarla. Vide una testa bionda, stranamente familiare, passarle accanto senza una parola mentre lei barcollava. Come osava?

-Ehi! Stai attento a dove vai!- strillò allora, irritata.

Draco Malfoy si fermò e si girò a guardarla, fulminandola con i meravigliosi occhi argento che si ritrovava –Stai attenta tu! Non sai con chi stai parlando! Eri sulla mia traiettoria, ti saresti dovuta levare tu!- le rispose, altezzoso.

Meredith lo guardò incredula -Sei un tantino egocentrico sai? Potrai essere anche Babbo Natale in persona, ma sei anche un idiota maleducato!  Ed io ho già perso fin troppo tempo!- dichiarò con lo stesso tono altezzoso di lui.

Lo guardò dall’alto al basso, fulminandolo con gli occhi, occhi che attirarono l’attenzione di Draco, perché erano viola, e poi, con passo regale si diresse verso il treno.

Lo strano colore dei suoi occhi aveva sempre incuriosito chiunque. All’inizio pensavano che li avesse colorati grazie ad un incantesimo, ma in realtà, erano proprio così, al naturale, e li aveva ereditati dalla bisnonna materna, una bellissima Veela.

Erano profondi, magnetici e a seconda dell’umore cambiavano: quando era arrabbiata, erano di un viola cupo, intenso, quando era felice, avevano una sfumatura pastello e brillavano, mentre quando era turbata, diventavano chiari, quasi lilla.

Sorrise al ragazzo, che dopo averla vista scuotere i capelli biondi, setosi e brillanti, ereditati da sua madre, fingendosi disperata, la aiutò a caricare il baule sul treno. Lui insisteva per farla venire nel suo scompartimento, ma declinò l’invito, gentilmente, ma decisa. Aveva qualcuno da incontrare.

Si avviò e a metà treno trovò chi cercava. Assunse un’aria timida e poi si schiarì la voce. Dentro lo scompartimento vide tre ragazzi di cui ne riconobbe uno solo: Harry James Potter.

-Scusatemi, posso unirmi a voi? Il treno è pieno ed io non conosco nessuno…- disse con aria impacciata.

Vide Harry Potter guardarla un istante e lei lo fissò a sua volta. Chissà cosa lui lesse nei suoi occhi, perché sorrise e annuì.

Una ragazza bionda, con grandi occhi velati, e il Cavillo in mano, le tese una mano –Ciao! Io sono Luna Lovegood, anche se mi chiamano Lunatica… Ma preferisco Luna!-

Meredith sorrise. Al mondo c’era molta gente strana, ma chi era lei per giudicare? -Ciao Luna, io sono Meredith Morgan! Piacere di conoscerti!-  

Il ragazzo accanto a Luna, con una simpatica faccia tonda, borbottò quello che doveva essere il suo nome -Neville Paciock!-

-Ciao anche a te, Neville!- disse, gentile Meredith, sorridendogli. Lo trovava estremamente tenero.

-E io sono Harry, Harry Potter, ma immagino…- cominciò il moro, ma Meredith lo interruppe -…che io lo sappia? Beh hai ragione. Temo che ormai tutti sappiano chi sei, ma mi perdonerai se non ti chiedo l’autografo, non sono il tipo!-

Lo vide intimamente sollevato e le sorrise, puntando i suoi occhi verde smeraldo su di lei.

-Hai detto che non conosci nessuno. Come mai? Sei nuova?- le chiese una volta che lei si fu accomodata.

-Sì, è la prima volta che vengo ad Hogwarts. Ho sempre studiato a casa, finché mio padre non ha deciso di spedirmi qui. Ultimamente è sempre in giro per il paese e si preoccupava che io rimanessi sola…-

-Tuo padre è per caso Lucas Morgan?- chiese Luna curiosa.

Meredith si voltò a guardarla, si aspettava che qualcuno avesse fatto l’ovvio collegamento. Suo padre in quegli ultimi mesi aveva fatto parlare di sé con le sue ricerche e catture. -Sì, è mio padre- rispose tranquilla.

-Luke Morgan? Quel Luke Morgan? Il cacciatore di taglie che ha smascherato MacNair e Rosier?- chiese Harry. Si teneva informato allora.  

Meredith annuì.

-Ed è vero che con le sue ricerche sta cercando di trovare Colui Che Non Deve Essere Nominato per vendicarsi della morte di sua moglie?- chiese Luna con tono innocente.

Meredith si irrigidì –Sì. Lui e mia madre si sono trovati coinvolti in uno scontro e mia madre ha perso la vita. Mio padre non se l’è mai perdonato…- rispose con voce triste, chinando la testa.

Sentì una mano posarsi delicatamente sulla spalla e vide Neville Paciock sorriderle incoraggiante –Che anno frequenterai?-

-Il sesto- rispose allontanando la tristezza con una scrollata di spalle.

-Come noi! Luna invece è al quinto!- continuò Harry.

-Chissà in che Casa finirai…- commentò Luna, curiosa, osservandola.

-Ah già la suddivisione in Case!- commentò noncurante. Ma sapeva già in che Casa sarebbe finita e sapeva anche che a loro non sarebbe piaciuto per niente.

-Io sono una Corvonero, potresti sempre capitare con me!- esclamò Luna, allegra.    

-O fra i Grifondoro come me e Harry…- intervenne Neville, gonfiando fiero il petto.

I due passarono molto tempo a litigare sulla Casa in cui sarebbe finita Meredith, con suo divertimento, considerando che la conoscevano da pochissimo tempo, litigandosela quasi.

-E tu dove pensi di finire?- le chiese Harry, divertito quanto lei.

-Boh, a me va bene tutto!- rispose scrollando le spalle -I miei genitori sono americani, hanno studiato là, quindi non posso basarmi su di loro… In “Storia di Hogwarts” si dice che spesso i figli finiscano nelle case dei genitori…-

-Spera di non finire a Serpeverde! Non mi sembri male, ma se dovessi capitare lì, ti conviene guardarti le spalle, sono tutti Mangiamorte!- esclamò secco Harry, con sguardo lampeggiante di collera.

-Oh sono consapevole della reputazione di Serpeverde. Ma immagino che non si possa scegliere la propria Casa! Il Cappello Parlante decifra le nostre inclinazioni e ci manda dove sa che troveremo animi affini… E immagino che se finissi lì non ci parleremmo più, giusto?- chiese con la sua migliore espressione da martire, collaudata ampiamente.

I tre la fissarono sorpresi –Ma certo che ti parleremo ancora!- esclamò Luna –Mio padre dice che lo Smistamento è solo uno squallido modo di etichettare noi studenti!-

Harry e Neville annuirono incerti, però.

Fuori dallo scompartimento un gruppo di ragazze del quarto anno parlava e ridacchiava oltre il vetro.

-Chiediglielo tu!-

-No, tu!-

-Lo farò io!-

Una di loro entrò, con aria molto audace.

-Ciao Harry io sono Romilda Vane. Perché non vieni nel nostro scompartimento? Non sei obbligato a restare con loro- disse guardandoli con superiorità. Quando il suo sguardo, dopo essere passato da Luna a Neville, con aria disgustata, si posò su di lei, la fissò con ira e disprezzo notando che non era come gli altri due.

Meredith la fulminò con lo sguardo, sentendosi protettiva nei confronti dei suoi nuovi amici.

-Loro sono amici miei- rispose Harry gelido.

Meredith ridacchiò vedendo la ragazzina sbiancare e ritirarsi in fretta. Si distrasse pensando a come ora avrebbe modificato il rifiuto di Harry per non far sapere alle amiche che aveva fallito. Sempre che non avessero sentito tutto.

Poveretta! pensò magnanimamente.

Persa nelle sue riflessioni sentì gli altri parlare ma non si lasciò distrarre, persa nel suo ghigno mentale.

Poi la porta dello scompartimento si aprì ed entrarono un ragazzo dai capelli rossi e l’aria simpatica e una ragazza dai capelli ricci e crespi.

Si sorpresero vedendo Meredith e si presentarono come Hermione Granger e Ron Weasley.

Lei sorrise e si presentò- Meredith Morgan, felice di conoscervi!-

Silente le aveva parlato degli inseparabili amici di Harry Potter, che lei era curiosa di conoscere. Quei tre da cinque anni a quella parte ne avevano passate di tutti i colori e questo aveva stuzzicato la sua curiosità.

-Meredith è nuova questo sarà il suo primo anno. Sai Hermione anche lei ha letto “Storia di Hogwarts”!- le raccontò Harry con uno strano sorriso.

-Davvero?- le domandò la ragazza voltandosi di scatto verso di lei, curiosa.

-Sì, non volevo arrivare impreparata!- le rispose con un sorriso cordiale.

Harry e Ron sghignazzarono, mentre gli occhi di Hermione si illuminarono.

-Sai una cosa? Malfoy non è in servizio come Prefetto. Stava confabulando con Zabini, Nott e la Greengrass nel loro scompartimento. Chissà perché non è fuori a fare il bullo con quelli del primo anno…- esclamò Ron.

Meredith ascoltò con interesse e ingenuamente chiese –Chi è questo Malfoy?-

-Malfoy è un idiota, bastardo figlio di papà, e arrogante, che si crede superiore perché il suo sangue è puro, perciò lui e la sua famiglia sostengono la causa di Tu Sai Chi!- esclamò Hermione, anticipando gli altri. Probabilmente ci sarbbero andati giù più pesante.

Così non sapevano del tradimento dei Malfoy. Interessante. Avrebbe chiesto chiarimenti a Silente più tardi.

-Ah… Scommetto che è un Serpeverde, vero? E non vi sa molto simpatico a quanto sembra…- disse Meredith con ironia.

Harry e Ron scoppiarono a ridere, seguiti da tutti gli altri.

Il viaggio seguì nella monotonia, spezzata dall’arrivo dell’invito di Horace Lumacorno, nuovo professore di Pozioni, a cui piaceva circondarsi di gente famosa e in casi come questo, potenzialmente famosa.

Dato che non sapeva della sua presenza sul treno, tenuta segreta a tutti, o non ipotizzava il legame di parentela che la univa a Lucas Morgan, Meredith non fu invitata, a differenza di Harry e Neville, che sembravano stare per andare al patibolo, così si immerse nella lettura di un voluminoso libro e sorrise al commento di Ron –Tu e Hermione siete proprio uguali! Solo due pazze come voi possono aver letto la storia di Hogwats.-

 

Quando il treno arrivò a destinazione, Meredith si separò dal gruppetto, perché Silente le aveva detto che ci sarebbe stato qualcuno ad aspettarla.

Quando vide Minerva McGranitt si diresse verso di lei con passo sicuro.

-Meredith Morgan?- le chiese, e quando lei assentì, disse -Io sono la professoressa McGranitt, ora ti scorterò al castello e verrai Smistata insieme ai nuovi studenti- esclamò cordiale.

Le fece lasciare il baule, dove lo avrebbero lasciato anche gli altri studenti Smistati, poi cominciò a raccontarle come si svolgevano le giornate ad Hogwarts.

Quando arrivarono i nuovi studenti, reduci del tradizionale giro in barca sul Lago Nero con il custode Rubeus Hagrid, la donna fece un discorso introduttivo e poi li scortò all’interno della Sala Grande.

Molti studenti, accorgendosi dell’inconsueta presenza di Meredith che si notava più degli altri per altezza e scioltezza dei movimenti, cominciarono a fissarla curiosi. Lei sorrise e quando vide al tavolo di Grifondoro Harry e gli altri, il suo sorriso si allargò.

Silente prese parola, dietro l’elegante leggio, che stava davanti al tavolo degli insegnanti, forse per presentarla -Quest’anno ci sono molte novità, dei rinnovamenti fra il corpo docenti e una nuova allieva, un po’ particolare. Meredith cara, avvicinati- le chiese con un sorriso. Lei si avviò e si ripromise di uccidere Albus Silente alla prima occasione - Meredith Morgan finora ha studiato a casa, ma da quest’anno frequenterà la nostra scuola! Ha sostenuto degli esami, quindi da oggi frequenterà il sesto anno! Spero la aiuterete a integrarsi e che lei si trovi bene con noi! Bene, possiamo ora procedere allo Smistamento!- esclamò allegro, indicandole lo sgabello che lei aveva sorpassato ignorandolo completamente.

Su di esso era mollemente appoggiato un vecchio e logoro cappello. Il Cappello Parlante.

Si avviò rassegnata, lo prese in mano, si accomodò e mentre nella sala scendeva un religioso silenzio, poiché era una situazione insolita e nuova per tutti, se lo appoggiò in testa.

-Ma bene, cosa abbiamo qui! Coraggio, ingegno, spregiudicatezza, ma anche lealtà… Difficile…-

“Senta Signor Cappello, Silente glielo avrà sicuramente detto… Dovrebbe piazzarmi direttamente in quella Casa per quella piccola faccenduola…” pensò, sapendo che il Cappello l’avrebbe compresa.  

-Irrequietezza, indipendenza e tanto sarcasmo… Bene bene, direi proprio SERPEVERDE!-

Un applauso esplose dalla tavola verde e argento, mentre Meredith si levava il Cappello e si avviava verso il tavolo della sua nuova Casa, sentendo uno sguardo verde perorarle la schiena, insieme a quelli di tutti gli altri che aveva conosciuto sul treno. Non si voltò e si sedette con sicurezza accanto ad una ragazza bionda, che identificò come Daphne Greengrass.

Sollevò lo sguardo e dell’altra parte del tavolo incrociò quello tempesta e argento di Draco Malfoy.


Ecco dunque il secondo capitolo. ci terrei davvero molto a sapere le vostre opinioni, perciò mi lasciate un commentino?

Ringrazio
 bella95 per aver messo fra i preferiti e i due che mi seguono. Non meno importante è chi ha letto solamente.

A presto!



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Capitolo 3
*** Sospetti ***


cap 3
§The betrayal of the family Malfoy§


Capitolo 3- Sospetti



-Ciao Meredith, io sono Daphne. Loro sono Blaise, Pansy, Draco e Theo!- disse presentandole persone che conosceva meglio di quanto probabilmente si conoscevano loro stessi.

Meredith fece un sorriso imbarazzato -Ciao a tutti!-

-Sai che sei proprio carina?- esclamò Pansy sporgendosi in avanti, staccandosi per un istante dal braccio del ragazzo moro accanto a lei, Theodore Nott –Che incantesimo hai fatto agli occhi?-

-Nessuno. Sono così naturalmente. Mia nonna era una Veela- rispose tranquilla. Tutti al tavolo di Serpeverde la fissavano con malcelata curiosità. A quella notizia cominciarono a mormorare.

-Wow! Sì, direi che puoi stare con noi…- esclamò Pansy guardandola amichevolmente.

-Se sei parente di una Veela, non sei Purosangue…- intervenne una voce che conosceva benissimo, sprezzante e altezzosa. La voce di Draco Malfoy.

-Spiacente di deluderti biondo, ma le Veela sono creature magiche. Certo non usano la bacchetta, ma compiono magie ugualmente…- rispose guardandolo dritto negli occhi, come a sfidarlo -… ma sarai d’accordo con me, quando dico che un particolare frivolo come la purezza del sangue non intacca il valore di una persona, vero?- continuò sarcastica.

Un lampo sinistro lampeggiò in quegli occhi grigi e sul suo volto si fece largo una smorfia. Poi ghignò - Ovviamente…- dichiarò sarcastico.

Meredith fece un ghigno degno di quello del ragazzo. Si stava divertendo parecchio.

-Mi stavo chiedendo… sei per caso parente di Luke Morgan?- chiese il ragazzo di colore accanto a Draco, alto, con gli zigomi pronunciati e gli occhi lunghi e obliqui, guardandola imperscrutabile. Blaise Zabini.

Meredith lo guardò, con orgoglio e sfida nello sguardo – Sì, è mio padre!-

-Sei la figlia di un Auror?- chiese Malfoy incredulo. Alla parola Auror tutto il tavolo si ammutolì e anche chi già non la fissava, si voltò a guardarla.

-Tecnicamente mio padre è un cacciatore di taglie, non lavora per il Ministero, ma immagino che possa essere visto così… Preoccupato per papino?- rispose sarcastica, ben sapendo che Lucius Malfoy era al sicuro nella sua stessa casa.

Lo sguardo di Draco si assottigliò, ma ovviamente non sembrava preoccupato, solo curioso      -Come puoi essere stata smistata qui?-

-Credo sia per via del mio caratteraccio!- rispose con un ghigno e un’alzata di spalle.

La loro discussione fu interrotta dal Preside che, essendo terminato lo smistamento, volle dire due parole.

-Che il banchetto abbia inizio!-

 

Alla fine della cena, Silente si alzò dalla tavola degli insegnanti e iniziò il suo discorso: salutò gli studenti e presentò Horace Lumacorno come nuovo insegnate di Pozioni e Severus Piton come nuovo insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure.

A quell’annuncio gli unici ad applaudire furono gli studenti accanto a lei. Piton alzò una mano, debolmente, in segno di ringraziamento per quell’applauso e il suo sguardo si fermò un istante su di lei.

Meredith gli fece un impercettibile gesto con il capo, cui lui rispose con una smorfia altrettanto impercettibile.

Silente proseguì il suo discorso con riferimenti a Voldemort, con raccomandazioni e richiedendo di avvertire in caso avvistamenti di fatti strani.

Lei di certo avrebbe tenuto gli occhi aperti.

Silente poi li congedò e la sala fu riempita dal grattare delle panche che si spostavano.

-Non vieni Mer?- le chiese gentilmente Daphne. Oddio erano già ai soprannomi!

-No, signorina Greengrass. Scorterò personalmente la signorina Morgan al suo nuovo alloggio- intervenne Severus Piton, comparso all’improvviso dietro di lei.

Daphne annuì e la salutò con un gesto della mano, poi si allontanò con gli altri quattro.

-Mi segua prego!- disse e senza aspettarla si avviò. Raggiunsero i sotterranei del castello senza una parola di più. La Sala Comune di Serpeverde, da cui poi si accedeva ai Dormitori, era lì, sotto il Lago Nero, vicino all’aula di Pozioni.

Alle pareti erano appese una fila lunghissima di torce, che illuminavano almeno un po’ l’ambiente tetro.

Piton si fermò davanti ad uno dei rari quadri, che raffigurava, ovviamente, un serpente. Classico.

Quello chiese, o meglio, sibilò -Parola d’ordine?-

 -Anguis- il quadro si aprì e rivelò un corridoio stretto e tetro -Ricordatela, perché senza non potrai entrare. La parola d’ordine cambia ogni settimana. Dovrai chiedere a Prefetti o Caposcuola. Il signor Malfoy è un Prefetto, ho visto che avete socializzato- disse con un ghigno -potrai chiedere a lui…-

La condusse dentro. La sala comune era arredata con poltrone e sofà neri, tappeti verdi e argento e lampade, che diffondevano nella stanza una luce verdastra. Inoltre c’era un colossale camino decorato con teschi e statuette, unica fonte di calore.

-I dormitori sono divisi in maschili e femminili. Per lei abbiamo trovato una singola, dato che i compagni di stanza vengono assegnati al primo anno. Spero non le dispiaccia… La sua stanza è l’ultima del primo piano. Le sue cose sono già state portate lì. Domani mattina le fornirò, in quanto Direttore della Casa, il suo orario di lezioni. Tutto chiaro? Allora buonanotte signorina Morgan!- stava ancora parlando quando sparì dietro il ritratto.

Meredith si avviò lenta verso la sua stanza.

 

Era notte fonda quando scese silenziosamente in sala comune. Si guardò rapida intorno e si rilassò notando che era deserta. Silenziosamente uscì dalla sala comune, svegliando il serpente del ritratto, che cominciò a sibilarle dietro, irritato, e raggiunse l’ingresso. Il portone d’ingresso era ovviamente sigillato magicamente e sicuramente sarebbe stato impossibile uscire, se non si conoscevano metodi alternativi, ovviamente!

 

Nessuno notò la gatta nera, che ore più tardi, schizzava velocemente per il sotterraneo. Doveva sbrigarsi, mancava un quarto alle sette e presto la sala comune si sarebbe riempita.  Guardandosi furtivamente intorno, si ritrasformò ed entrò velocemente nella sala comune.

-Bene bene! Guarda guarda chi viola le regole già il primo giorno!- una voce sarcastica la fece sobbalzare, sorpresa.

-Malfoy, accidenti, mi hai fatto venire un colpo!- esclamò, portandosi teatralmente una mano sul cuore.

Lui ghignò –Dove sei stata?- le chiese curioso.

-A sgranchirmi le gambe…- rispose con tono innocente, avviandosi verso i dormitori.

-Vestita così?- il tono del ragazzo era sempre più sarcastico.

Lei si fermò e si guardò: indossava dei banalissimi pantaloni della tuta neri e una maglietta dello stesso colore –Sono vestiti Babbani Malfoy, e sono il mio pigiama… Non sapevo di dovere rendere conto a te di come mi vesto!- esclamò riprendendo a camminare e sparendo su per le scale.

-Il suo pigiama…- ripeté Draco Malfoy, pensieroso.

 

-Incantesimi, Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia, Trasfigurazione, Pozioni, Aritmanzia e Astrologia… Bene, tutti ottimi voti… Ecco il tuo orario!- le disse Piton seccamente tendendole una pergamena.

Lei sorrise e riprese a bere il suo caffè, mentre l’uomo proseguiva.

-Vuoi seguire le orme di papino, Morgan?- le chiese sarcastico Draco, seduto di fronte a lei. Era lei che doveva tenere d’occhio lui eppure sembrava che accadesse il contrario. Almeno non sembrava aver fatto eccessivamente caso al fatto che le lezioni che seguiva erano identiche alle sue.

-Io credo che seguire le orme dei genitori sia una buona cosa fino a un certo punto- rispose enigmatica, alzandosi pigramente –Ci si vede a lezione!-

Si avviò verso la porta, affiancandosi a due Grifondoro -Ciao Harry, ciao Ron! Coma va?

 

-Quella ragazza è strana! Senza contare l’aspetto, è insolita per essere una Serpeverde! Ora socializza anche con i Grifondoro!- esclamò Pansy, incredula, dando voce ai dubbi generali.

Draco ghignò. Sarebbe stato interessante!

 

La prima lezione veramente interessante del giorno era stata Difesa Contro le Arti Oscure. Il professor Piton si era divertito a tartassare e sbeffeggiare i Grifondoro sin dal primo istante in cui erano entrati nell’aula.

Piton si accaniva particolarmente su Harry, Ron ed Hermione, con estremo divertimento di Malfoy e dei suoi compagni di Casa.

Comunque, la lezione verteva sugli incantesimi non verbali. Piton li fece dividere in coppie e lei si ritrovò nientemeno che con Draco Malfoy.

Meredith pensò che probabilmente non doveva esagerare, dato che era perfettamente in grado di padroneggiare la tecnica, ma quando Malfoy le passò accanto bisbigliandole –Pensi di potermi stare dietro Morgan?-, gettò al vento la cautela e ghignò.

Si mise in posizione di difesa e attese. Se si sentiva così ottimista, perché rovinargli la festa sin da subito?

Lo vide concentrarsi e puntarle contro la bacchetta. Impercettibilmente notò il movimento della bacchetta e capì che stava per attaccare, così pensò “Protego!” e respinse senza difficoltà l’attacco.

Poi passò al contrattacco. In breve tempo il loro duello attirò l’attenzione di tutti, compresi quelli del professore, il cui sguardo saettava dall’uno all’altra.

Sentì chiaramente qualcuno mormorare una Fattura Gambemolli alle sue spalle, all’indirizzo di Malfoy, perciò agì d’istinto, rapidamente si voltò e urlò -Protego!-

L’incantesimo rimbalzò sullo scudo e venne scagliato sul soffitto.

-Chi diavolo è stato?- esclamò Piton, furibondo.

Meredith aveva il sospetto di saperlo e fu sorpresa quando Malfoy esclamò, avvalorando la sua ipotesi -È stato Thomas, professore!- con un ghigno soddisfatto.

-In punizione!- urlò Piton.

 

Meredith era con Daphne in sala comune per l’intervallo, comodamente seduta su un divano, chiacchierando piacevolmente.

-Grazie Morgan, ma non dovevi disturbarti, me la sarei cavato da solo!- esclamò dietro di lei, una voce arrogante e ormai conosciuta.

-Non l’ho fatto per te Malfoy! C’ero anch’io sulla traiettoria di quella fattura! E non mi andava proprio di essere affatturata!- esclamò senza voltarsi a guardarlo.

Dietro di lei qualcuno ridacchiò e sapeva che sul volto di Malfoy c’era il solito ghigno strafottente.

-Draco, Morgan, puoi chiamarmi Draco!-

 

L’ultima lezione di quel giorno era Pozioni, due ore tra Serpeverde e Grifondoro. Meredith si trovò seduta accanto a Daphne, davanti a Malfoy e Zabini.

Il professor Lumacorno si era fatto dire i nomi di tutti i presenti e i suoi occhi si erano illuminati ogni qual volta collegava un nome a un parente famoso o vedendo Harry e sentendo le risposte brillanti di Hermione.

Dedicò particolare attenzione anche a lei e si rivelò deliziato quando seppe chi era suo padre. Lecchino! A Malfoy, invece, non prestò particolare attenzione, forse per i trascorsi poco piacevoli della sua famiglia, mentre al migliore amico di lui, Blaise Zabini, era rientrato nelle grazie dell’insegnante perché sua madre era una strega famosa per il suo fascino che le aveva permesso di sposare sette uomini diversi, morti tutti in circostanze misteriose. Inquietante.

Meredith doveva ammettere che lui era decisamente un bel ragazzo, proprio come Malfoy. Si voltò a osservarli, intenti a preparare la pozione richiesta da Lumacorno, il Distillato della Morte Vivente, in cambio di una Felix Felicis.  

Daphne Greengrass non doveva essere una cima in pozioni perché aveva passato il G.U.F.O. con Accettabile, ma era stata ammessa al corso ugualmente, forse per via dei suoi nobili natali.

Andò nel panico quando scoprì che la pozione da preparare era piuttosto complessa. Meredith aveva con sé il vecchio libro della madre, grazie al quale aveva imparato a preparare ottime pozioni, aiutata ovviamente dal talento che sembrava aver ereditato.

Aiutò così Daphne a preparare una pozione quanto meno simile alla richiesta e si impegnò a non fare la sua completamente corretta, era lì per osservare, non per attirare l’attenzione.

Quando il tempo scadde e Lumacorno iniziò a fare un giro di ispezione, si osservò intorno annoiata. Notò lo sguardo fisso su Daphne di Blaise Zabini e la divertì la sua espressione ammirata.

Daphne era davvero bella, con finissimi capelli biondi e occhi azzurri, pregi che sembravano aver attirato la sua attenzione. Si riscosse quando Malfoy gli diede una gomitata perché Lumacorno era arrivato al loro tavolo.

La Felix Felicis la vinse Harry.

 

Qualche sera dopo era in sala comune, seduta su un divano, a leggere. Blaise Zabini era seduto di fronte a lei e fissava assorto un punto fisso nel pavimento di pietra.

Erano gli unici sui divani, gli altri presenti erano ai tavoli a finire i compiti, e fra loro c’era anche Daphne.

Guardò di soppiatto verso e il ragazzo e lo sorprese a fissarla –Dovresti dirglielo sai?- disse tornando a leggere.

Blaise sobbalzò e chiese distratto –Dire cosa a chi?-

-Dovresti dire a Daphne che ti piace- chiarì.

-E tu che ne sai?- Blaise la guardava scettico. Tutta facciata.

-Sesto senso, intuizione femminile, chiamala come vuoi… - disse ironica, alzando gli occhi per fissarlo, divertita- Sono un’ottima osservatrice!-

-Beh, comunque ti sbagli!- esclamò precipitoso Blaise.

-D’accordo, come vuoi Blaise. Il tuo segreto è al sicuro con me!- rispose, alzandosi e allontanandosi.

-Ma a te piace Zabini?- chiese a Daphne mentre andavano in Sala Grande per cena, curiosa.

Lei si voltò di scatto a fissarla –Oddio e tu come lo sai? Si nota così tanto?! Accidenti mi sembrava di non mostrare il minimo interesse per lui…- iniziò come un fiume in piena e sembrava non voler smettere.

-Frena frena, Daphne, non si nota per niente… Comunque non capisco questa vostra ossessione di voi Serpeverde per nascondere i vostri sentimenti, non c’è niente di male, almeno si capisce che siete umani!- esclamò Meredith. Puntava ad un obbiettivo preciso e voleva arrivare dritta alla meta.

Daphne la guardò sospettosa ora –Ma allora?-

-Beh, ho notato un certo interesse da parte sua e siccome ho il dna di cupido, ho pensato, perché no?- rispose con voce innocente.

 

-Morgan!- un urlo disumano aveva turbato la quiete della biblioteca.

-Si si, Madama Pince, non urlo più- borbottò Blaise Zabini, passando davanti alla donna furente. La raggiunse in un lampo –Oggi Daphne mi ha invitato ad Hogsmeade. Tu c’entri qualcosa per caso?- mormorò a bassa voce. Sembrava furioso. Ma Meredith riconobbe sotto la superficie d’ira felicità allo stato puro.

-Non dirmi che ti dispiace?- chiese fintamente preoccupata.

-Avevi detto che non ne avresti fatto parola con nessuno…- esclamò Blaise irritato.

-E infatti non ho detto una parola. Mi sono limitata ad alludere. Le ho chiesto se le piacevi e che forse avevo notato un certo interesse da parte tua… Daphne ha fatto tutto da sola!- rispose sorridendogli –Sono felice per voi, Blaise!- qualcosa la spinse ad abbracciarlo di slancio. Il ragazzo rimase immobile, incerto, per un istante, poi ricambiò l’abbraccio e le sussurrò -Grazie!-

 

-Quei due sono esilaranti- commentò una voce dietro di lei. Era il giorno della gita ad Hogsmeade e lei stava in disparte, osservando l’impacciato incontro fra Daphne e Blaise. Lui l’aveva aiutata a salire sulla carrozza e quando lei l’aveva ringraziato con un bacio sulla guancia, lui era arrossito come un peperone e lei aveva sorriso, prendendogli una mano fra le sue, rassicurante.

-Già! Ma sono così carini insieme!- rispose alla voce. Si voltò e incrociò lo sguardo argento di Draco Malfoy.

Lui aveva lo sguardo fisso sull’amico e per un istante la sua espressione si addolcì –Grazie! Blaise mi ha detto che hai interceduto per lui presso Daphne!- la sua voce era bassa e roca.

-Figurati! Io non ho fatto niente! Tutta colpa del mio dna da cupida!- rispose con noncuranza, allontanandosi dal biondino. Aveva da fare.

 

Draco la cercò e quando notò che non era cosa facile, si impegnò. Era bravo a dominare e celare le proprie emozioni, lo era sempre stato, ma ora la curiosità lo divorava. E la sua curiosità era stuzzicata esclusivamente da lei, Meredith Morgan.

All’ennesimo e inutile giro di Hogsmeade alla sua ricerca, dedusse che non era lì, ma ricordava perfettamente di averla vista salire su una delle tante carrozze che portavano gli studenti al villaggio.

La sua curiosità esigeva di sapere dove lei fosse. Ma fu tutto inutile.

 

-E come stanno loro?- chiese la voce di Severus Piton a un interlocutore per lui invisibile.

Si era attardato in biblioteca, strano ma vero, e ora era in ritardo per la cena. Si immobilizzò, perché altrimenti sarebbe stato scoperto e aveva il sospetto di sapere chi fosse il misterioso interlocutore del suo padrino, o meglio interlocutrice, la stessa che lo incuriosiva fino alla morbosità.

-Stanno bene, credo. Sarà utile fare un sopralluogo- sentì rispondere come si aspettava da Meredith Morgan.

Probabilmente si accorsero di qualcosa perché si separarono bruscamente lasciando Draco in balia dei dubbi. Ne avrebbe parlato con Severus. La curiosità lo stava uccidendo.



Il mistero Meredith Morgan si infittisce e qualcosa spinge Draco a volerne sapere di più. Spero che accada lo stesso anche a voi, perchè non sembra che qst storia piaccia molto...

Ringrazio i 4 che hanno messo fra i preferiti, i cinque che mi seguono e anche chi ha solo letto! lasciatemelo un commentino però!

Per chi ha recensito:


gothik princess: ciao! mi fa piacere che ti piaccia la storia e anche il mio personaggio! La adoro anch'io perchè mi assomiglia troppo! Spero che qst chap ti piaccia e che tu continui a seguirmi! A presto!

cassandra 287: Troppo gentile! Anch'io adoro Draco, credo si noti, no? Spero continuerai a seguirmi! A presto!

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Capitolo 4
*** Scoperte ***


cap 4
§The betrayal of the family Malfoy§

Captolo 4 - Scoperte  


Rieccomi con questo nuovo chap. Superfluo è dirvi che spero vi piaccia e che mi lasciate un commentino, vero? Buona lettura!


-Tu stai tramando qualcosa ed io scoprirò cosa, fosse l’ultima cosa che faccio!- le sibilò Draco Malfoy passandole accanto nella sala comune il giorno dopo e andandosi a sedere vicino a Blaise, suo migliore amico, e fissandola senza ritegno.

Doveva stare attenta, molto attenta, d’ora in poi. Certo lui la teneva d’occhio, ma ciò non significava niente, non sapeva niente. E doveva restare così. Perciò Meredith decise di stare buona per un po’; l’ultima delle sue intenzioni era di attirare l’attenzione, aveva fallito, almeno con una persona, ma ora sarebbe stata più vigile.

 

-Cosa combinate tu e Meredith Morgan?- Draco Malfoy stava ritto di fronte al suo professore di Pozioni, Severus Piton, con sguardo inquisitore.

Meredith ringraziò il cielo, per una volta, per la sua capacità di trovarsi nei luoghi meno opportuni nei momenti più adatti. Era nascosta nell’armadio vicino alla cattedra del professore nell’aula di Pozioni, rannicchiata su se stessa, e decisamente scomoda.

-Cosa intendi Draco? La signorina Morgan è una studentessa come un’altra. O mi stai accusando forse di avere una relazione con una studentessa?- chiese l’uomo ironico.

Meredith ebbe la tentazione di scoppiare a ridere. Per quanto Severus Piton le piacesse, non era decisamente il genere di persona che le sarebbe potuto piacere in quel senso. Fortunatamente riuscì a trattenersi, mordicchiandosi il labbro.

-Non fare l’ingenuo con me Severus! Vi ho sentito l’altra sera! Le hai chiesto come stavano loro, ma loro chi? È una Mangiamorte?- sbottò Draco, palesemente irritato.

Non pensava che i due fossero così intimi. Aveva immaginato che Severus fosse un ottimo amico di Lucius, ma nient’altro.

-Draco, lascia perdere Meredith Morgan. Non è una Mangiamorte, ma per te è meglio non immischiarti in fatti che non ti riguardano… Sei il mio figlioccio Draco, fidati di me!-

Mistero svelato. Era il suo padrino! Questo spiegava molte cose.

-Ma Severus…-

-Niente ma Draco! È meglio se fai come ti dico!-

Meredith non si illuse neanche per un istante. Aveva capito fin dalla prima volta che l’aveva visto che Draco Lucius Malfoy era un ragazzo arrogante che voleva che le cose andassero sempre come voleva lui. Sapeva che non si sarebbe arreso, anzi si sarebbe gettato nell’impresa con maggiore determinazione. E avrebbe messo in pericolo la sua missione.

Lo sentì uscire sbattendo rumorosamente la porta.

-Credo sia il momento di uscire Meredith-

-Grazie al cielo! Non sentivo più le gambe!- con un agile salto, uscì dall’armadio e si avvicinò all’uomo.

-È un bel guaio! Sa che non si arrenderà vero?- gli chiese rassegnata.

-Già! Dovrai essere più prudente che mai! Non vogliamo certo che Draco si cacci nei guai vero?- le chiese fissandola indagatore.

-Ci mancava solo questo! Devo anche badare alle sue chiappe aristocratiche!- borbottò Meredith scontenta.

-Se tu fossi stata più attenta…-

-Non è colpa mia se non fa altro che fissarmi e seguirmi!- ribatté secca Meredith - Purtroppo il suo figlioccio non è un idiota!-

Sul volto di Severus comparve un sorriso compiaciuto. Meredith alzò gli occhi al cielo –Allora questa pozione?- chiese.

Severus si diresse alla scrivania, aprì un cassetto con la bacchetto e poi le tese una fiala che conteneva la Pozione Polisucco.

 

-Quindi lei vorrebbe andare a trovare suo padre?- le chiese Silente, scrutandola da dietro gli occhiali a mezzaluna, indagatore.

-Già… Non mi manda lettere per paura che possano essere intercettate. Devo sapere se sta bene!- esclamò Meredith, sinceramente preoccupata. Suo padre trovava sempre il modo di farle sapere che stava bene, ma non aveva sue notizie da tempo.

-Per quanto lei sia abile, non posso lasciarla andare… È ancora minorenne… Manderò comunque qualcuno a cercarla se ciò la farà stare meglio…- le rispose Silente, dolcemente.

Lei lo fissò un istante, poi si alzò di scatto e uscì dallo studio del Preside con passo tranquillo, mentre dentro era furente.

Raggiunse di fretta la sala comune, investendo alcuni ragazzini del primo anno, spaventandoli con le sue imprecazioni.

La sala comune fortunatamente non era particolarmente piena e stava per salire nella sua stanza, quando sentì Daphne salutarla e invitarla ad unirsi a loro.

Lei si bloccò, si voltò verso la direzione da cui proveniva la voce e vide Daphne, Malfoy, Zabini, Nott e la Parkinson.

Era consapevole che il suo viso era gelato in una maschera furiosa e che i suoi occhi lanciavano lampi, perciò, prima di esplodere, esclamò rapida –Magari un'altra volta Daphne, ora non mi sento tanto bene…- e si lanciò su per le scale che conducevano ai dormitori femminili.

Intanto pensava “Maledetto vecchiaccio! So perfettamente usare una bacchetta che crede? E poi mio padre non si farà trovare da nessun altro che non sia io!”

Cominciò a tirare pugni all’aria, mentre con un calcio chiuse la porta.  Non la sentì aprirsi e si girò sferrando un destro niente male ad un’innocente persona appena entrata.

-Cazzo! Che male!- esclamò finemente Draco Malfoy davanti a lei -C’è un motivo particolare per questo o devo dedurre che non mi puoi sopportare?-

-Scusa Malfoy.- rispose secca -Ora, se non ne vuoi un altro, ti conviene andartene. Oggi non sono dell’umore!-

 Lui si massaggiò la parte del volto colpita dal suo pugno, che spiccava per la colorazione rossastra sulla sua pelle chiarissima.

-Che ti è successo?- insistette il ragazzo. Meredith trattenne la rispostaccia che premeva per uscire. Sembrava sinceramente preoccupato per lei. Perché non sfogarsi? In fondo era umana anche lei e si sentiva più sola che mai.

-Non ho notizie di mio padre da un po’. E Silente non mi ha concesso di andare a… ehm… casa, per controllare- rispose lentamente, fissando per terra.

Sembrava essere lontana anni luce da lì. Draco la osservava sempre e i suoi comportamenti strani e le sue sparizioni improvvise erano cessate. Aveva passato ogni momento libero con loro e Daphne, in particolare, e aveva stregato tutti loro.

Rassegnato, si avvicinò a lei e con imbarazzo la abbracciò. L’unica persona che l’aveva abbracciato era stata sua madre, Narcissa Malfoy, quando era piccolo. Abbracci diversissimi da quelli che gli propinava Pansy quando aveva una cotta per lui, al quarto anno. Fortunatamente ora la ragazza rivolgeva la sua attenzione a Theo, ben felice di ricambiare.

Quando Meredith appoggiò la testa sulla sua spalla, incastrandola nell’incavo del suo collo, tanto di sentire il suo respiro sulla pelle sensibile del collo, si sentì avvampare. Che diavolo gli prendeva? Lui era l’algido Principe delle Serpi, imperturbabile e padrone delle sue emozioni.

Ma quella ragazza gli era entrata dentro. Restarono fermi, chiusi in quell’abbraccio, per istanti interminabili.

 

Erano nell’aula di Pozioni, con i Grifondoro, quando si sentì bussare e la professoressa McGranitt fece il suo ingresso. Era passato appena un giorno.

-Horace, ho bisogno della signorina Morgan, non ti dispiace vero?- al cenno di dinego dell’uomo, disse ancora –Porta con te le tue cose cara!-

Meredith si affrettò a seguirla, quasi certa di sapere di cosa si trattasse.

La donna la accompagnò nello studio del preside, silenziosamente e rapidamente.

Quando entrarono, insieme a Silente c’era un uomo, dai capelli biondi tendenti al grigio, dalle vesti malconce, che la trafisse con i suoi occhi marrone chiaro.

-Meredith, questo è Remus Lupin. Fa parte dell’Ordine della Fenice. Gli ho chiesto di cercare tuo padre e stava per raccontarmi tutto…-

L’uomo la guardò con dispiacere -Non l’ho trovato Albus… Però non credo l’abbiano preso i Mangiamorte…-

Meredith storse le labbra in una smorfia seccata, per nulla sorpresa. Incrociò lo sguardo di Silente, imperscrutabile, una domanda muta in essi.

-Non mi stupisce! Troverete mio padre solo se lui vorrà farsi trovare. È per questo che le ho chiesto di andare io! Si farà trovare solo da me, o da una persona che conosce e di cui si fida…- esclamò alla fine.

Spostò lo sguardo sulla fenice e si mise ad osservarla, curiosa. La fenice ricambiò lo sguardo.

-Anche se ti dirò di non farlo, tu lo farai lo stesso, vero?- le chiese Silente, pacato.

Lei lo guardò, fiera –Le ho concesso il suo tentativo, ora tocca a me! Sa perfettamente che sono in grado di badare a me stessa. Ho bisogno di andare!-

Silente annuì. Sembrava rassegnato. –Allora parto subito!- esclamò Meredith, alzandosi di scatto.

Si avviò, ma poi un dettaglio la fece immobilizzare –Può dire a Draco Malfoy che mio padre mi ha mandato un messaggio e che era ferito, perciò mi sono precipitata da lui?- chiese senza voltarsi.

-D’accordo. Ti concedo una settimana, poi qualcuno verrà a cercarti…- rispose Silente, con lo stesso tono pacato di prima.

Meredith annuì –Grazie per averci provato, signor Lupin-

 

Per prima cosa si tolse la divisa e si mise comodi abiti babbani. Scrisse un breve biglietto a Draco, poi glielo spedì in camera. Infilò la bacchetta in una tasca nascosta del mantello e si trasformò, lasciando il Dormitorio, aumentando l’andatura quando scorse una testa bionda in lontananza.

 

Si smaterializzò nella casa che condivideva con il padre. Se non l’avesse trovato lì, sapeva che vi avrebbe trovato almeno indizi su una sua possibile meta.

Incredibilmente, lo trovò chino su pesanti e voluminosi tomi dai titoli più assurdi, come Ciò che non è scritto in Storia di Hogwarts e altri titoli simili.

-Papà! Spero tu abbia una buona motivazione per spiegare il fatto che non ti sei fatto vivo per un mese!- esclamò furente. Tutta quell’angoscia e lui era a casa!

Quando lui, si voltò, l’ombra di un sorriso sul volto, Meredith si accorse che era ferito. Aveva tagli sul volto e una benda enorme gli fasciava il torace.

-Che ti è successo?- strillò con voce acuta.

-Rilassati piccoletta, ho solo avuto il dispiacere di incontrare Bellatrix Lestrange! Perlomeno ho scoperto cose interessanti!- le rispose tranquillo.

-Che aspetti a raccontarmele?- esclamò Meredith mentre si avvicinava al padre per controllare lo stato della fasciatura.

-Ma tu che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola a osservare il giovane Malfoy?- le domandò invece, cercando di tergiversare.

-Non ci provare Luke!- disse assottigliando gli occhi e fissandolo con sguardo truce. Quando lo chiamava Luke la faccenda si faceva grave. Ma se non si fidava di sua figlia, di chi avrebbe mai potuto fidarsi?

-D’accordo d’accordo! Così potrò risparmiarmi una visita a Hogwarts per spiegare tutto ad Albus…- riflettè -Allora, ho scoperto che Voldemort sta cercando un modo per entrare a Hogwarts. Vuole uccidere Silente. È ancora indeciso, ma credo che, durante le vacanze di Natale, marchierà i figli di Mangiamorte che frequentano ancora Hogwarts e affiderà ad uno di loro l’incarico. Quello sfortunato dovrà trovare il modo e uccidere Silente…-

La sua mente volò ai suoi compagni di Casa, inorridita: Pansy, Theo, Daphne!

-Ma Bellatrix non si è accorta che le hai strappato tutte queste informazioni?- chiese incredula, alla fine.

Lei vide il padre ghignare -No, perché pensava di parlarne con Rodulphus Lestrange, il suo caro maritino…-

Ecco a cosa gli serviva quella pozione che le aveva chiesto tempo prima! -Papà sei diabolico!- anche Meredith ghignò. -Cosa cerchi in tutti questi libri?-

-Possibili entrate a Hogwarts, passaggi segreti e cose simili…-

 

Il pomeriggio del settimo giorno di lontananza da Hogwarts, andò alla villa dove erano nascosti i Malfoy, per accertarsi che fosse tutto a posto. Fece un rapido sopralluogo e controllò che le difese fossero ancora funzionanti. Era tutto in regola, perciò tornò a Hogwarts.

Nello studio del Preside, raccontò a Silente tutto quello che le aveva detto il padre e guardò con vero sospetto, per la prima volta, la mano nera che Silente sfoggiava da quell’estate. Si era sempre detta che non erano fatti suoi, ma c’era qualcosa di strano.



Ringrazio i 4 Preferiti e i 7 che mi hanno messo fra le seguite.
Inoltre ringrazio  arndigothia per aver recensito il primo capitolo: Mi fa piacere che ti piaccia la fic e mi impegnerò per farti piacere Draco, davvero! Spero che alla fine i miei sforzi producano un risultato! A presto!

Per chi ha recensito:
DANINO: Grazie mille, sono felice che ti piaccia! In questo chap il rapporto fra Draco e Meredith si evolve, visto? che ne pensi? A presto!

Isis 88: Sono contenta di aver trovato un altra fan di Draco! Ti ringrazio per i complimenti e spero continuerai a seguirmi! A presto!


Angolo pubblicità: Invito a dare un occhiata all'altra mia fic  Twins  sui Malandrini

A presto!


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Capitolo 5
*** Marchio ***


cap 5

§The betrayal of the family Malfoy§

 

Capitolo 5 - Marchio 

 

 

-Mer! Finalmente! Sei stata via una settimana!- strillò Daphne quando la vide entrare in Sala Comune, con passo deciso.

Meredith sorrise vedendola correre verso di lei e abbracciarla -Ci sei mancata!-.

Daphne la prese per mano e la trascinò verso i divanetti dove era mollemente seduto tutto il gruppo. La salutarono con calore mentre si accomodava al fianco di Pansy.

Daphne, invece, si lasciò elegantemente cadere di fianco a Blaise. Meredith con un ghigno chiese –C’è forse qualcosa che non so?-

I due arrossirono vistosamente e produssero mormorii incomprensibili. Meredith la giudicò come una risposta affermativa e molto soddisfacente. Ora avevano qualcuno per cui preoccuparsi e non avrebbero fatto cose insensate o stupide.

All’improvviso Meredith avvertì la gelida presenza di Draco Lucius Malfoy di fronte a lei. Se prima del suo arrivo si godeva la pace della domenica sera con gli amici, era sedeva rigido sulla poltrona. Lo sbirciò con la coda dell’occhio, attenta a non farsi vedere.

-Tuo padre come sta?- chiese la sua voce gelida e altera interrompendo la quiete.

Lei alzò la testa di scatto, per osservarlo. Doveva decisamente scoprire che diavolo gli prendeva. Le sembrava di aver fatto enormi passi avanti con lui: le era parso che non gli sembrasse più una minaccia, ma un’amica. Le era parso che si fidasse. Forse era troppo premature.

In un lampo decise –Diciamo che ha avuto uno sfortunato incontro con avversari in gamba e si stava leccando le ferite- esclamò lentamente, voltandosi verso il fuoco che scoppiettava nel caminetto.

L’atmosfera amichevole si era guastata, meglio non sfidare troppo la sorte. Si alzò e li avvisò che li avrebbe raggiunti a cena.

 

Toc toc.

-Vieni Daphne-

Si sedette sul letto, sfregandosi i capelli fradici con un asciugamano verde. Aveva appena terminato una rilassante doccia.

Sollevò lo sguardo con un sorriso amichevole, pronta a sentirsi raccontare le ultime novità e invece incontro uno sguardo di ghiaccio che di amichevole non aveva niente.

Lo vide estrarre un biglietto -Malfoy, Silente mi ha finalmente mandato a cercare mio padre. Salutami gli altri. Meredith-

Lei chinò lo sguardo. Era arrabbiato, no, incazzato nero, per il biglietto che gli aveva lasciato?

Sentiva il suo sguardo pressante addosso, perciò si mosse, a disagio, sul letto.

-Non ti pare che forse avresti potuto avvertire, o almeno dilungarti un po’? Non hai pensato a Daphne e Pansy, a come si sarebbero preoccupate? No, tu vai a zonzo, incurante del fatto che sei un bersaglio facile per quelli!- sibilò gelido.

-Oh andiamo, so benissimo cavarmela. Sono qui no? E sono tutta intera… Mi dispiace che tu ti sia preoccupato ma…-

Lui la fulminò -Io non ero preoccupato! Daphne e Pansy…- 

Meredith si ritrovò a sorridere. Forse per la situazione comica e forse felice del fatto che lui si preoccupasse.

Lo sguardo di Malfoy si raffreddò nettamente e fece per aprire la bocca, con il chiaro intento di dire qualcosa di velenoso ma Meredith decise che non glielo avrebbe permesso, così lo abbracciò. Sentì il calore del corpo di Draco avvolgerla e per un istante, un istante solo, si sentì a casa, come non le capitava da tempo immemore.

-Mi dispiace che Daphne e Pansy si siano preoccupate, ma non devono farlo. So badare a me stessa. E poi l’obbiettivo numero uno non sono io ma Harry Potter. Comunque, puoi tranquillizzarle, mio padre mi ha promesso che d’ora in poi mi terrà sempre informata- disse, staccandosi e ricordandosi il suo compito.

-Okay- disse solo Malfoy, il cui sguardo si era fatto più caldo. Era incredibile che si fosse realmente preoccupato per lei.

-Dimmi una cosa. Come hai fatto a salire in Dormitorio? Ai maschi non è permesso…- chiese sforzandosi di riportare la conversazione su un piano neutro.

Lui sorrise –Segreto, bambolina- si voltò e uscì dalla camera.

 

-Ehi Meredith!-

-Ciao Harry, Ron, Hermione!- salute –Come va ragazzi?-

Aveva appena lasciato l’ufficio di Piton e si stava dirigendo in Biblioteca. Gli aveva chiesto se sapeva dei propositi di Voldemort e di drizzare le orecchie. Ora aveva bisogno di conoscere tute le entrate, conosciute o meno, del castello.

-Diciamo che sopravviviamo. E tu? Sei sparita- rispose il moro, curioso.

-Oh sì. Ero un po’ preoccupata per mio padre, sapete, e avevo bisogno di sapere se era successo qualcosa. Così Silente mi ha accompagnata a casa e lì l’ho aspettato. È arrivato solo ieri, ma stava bene, per fortuna!- raccontò sospirando di sollievo a beneficio degli altri.

-E ora che fai?- chiese Ron, curioso. -Noi andiamo in Biblioteca. Sai, Hermione dice che dobbiamo assolutamente tiraci avanti, perché se no non arriveremo mai ai M.A.G.O.!- sghignazzò.

 -Ronald Weasley, lo sai che lo faccio per il tuo bene!- strillò Hermione.

Meredith si accorse che i due sembravano molto presi l’uno dall’altro e sorrise.

-A dir la verità ci sto andando anch’io. Sapete, questo castello è molto affascinante e purtroppo io sono molto curiosa. Volevo documentarmi un po’. Devono esserci molti passaggi segreti o stanze interessanti qui…- Era convinta che quei tre la sapessero lunga e ora doveva solo convincerli a cantare.

-Lo dicevo io che sei tale e quale a Hermione!- esclamò Ron, sconvolto dal fatto che qualcuno volesse volontariamente aggiungere ricerche a quelle che già gli venivano assegnate.

Meredith arrossì e fece un sorriso imbarazzato, cercando con gli occhi Hermione e sorridendole complice.

-Allora, andiamo?-

 

Ore dopo, non aveva trovato niente di eclatante e con fare sconsolato, chiuse l’ennesimo libro impolverato che aveva sfogliato.

-Beh, ragazzi, mi arrendo! A parte di una misteriosa stanza Va- e- Vieni, non c’è niente di interessante. E non posso nemmeno sbirciare nella Sezione Proibita, perché quella Madama Pince è peggio di un falco!- esclamò sconsolata. -Credo proprio che tornerò in Sala Comune!-

Sorrise al trio e si congedò. Okay, aveva gettato l’amo, ora bisognava attendere che il pesce abboccasse.

 

Quella sera, a cena, stava con Daphne, Blaise, Pansy, Theo e Draco, come al solito. Rideva per come Theo si ingozzava mangiando la torta al cioccolato, quando sentì qualcuno batterle delicatamente su una spalla, per attirare la sua attenzione.

Mentre l’intero tavolo di Serpeverde si zittiva, lei sorrise a Harry.

-Ciao Harry! Che posso fare per te?- chiese. Il pesce aveva abboccato.

Sentì uno sguardo in particolare, di ghiaccio, perforale la schiena, ma lo ignorò.

-Vorrei parlarti!-

-Okay!- accettò, alzandosi e avviandosi con lui, sotto lo sguardo incredulo dell’intera Sala Grande.

Era probabilmente la prima volta che un Grifondoro e una Serpeverde camminavano fianco a fianco chiacchierando amichevolmente.

Harry la condusse fino al settimo piano e si fermò di fronte ad un muro. Poi prese a fissarla intensamente. Meredith cominciò ad avere il sospetto che non l’avesse portata lì per parlare dei segreti di Hogwarts e si irrigidì.

-Ehm… Harry… Non… Insomma…-

Lui la fissò curioso –Perché balbetti?-

-Non è che vuoi farmi una dichiarazione vero? No perché non sei il mio tipo! Insomma penso che tu sia davvero simpatico, ma…- iniziò. Accidenti! Accidenti!

Harry scoppiò a ridere, a momenti si rotolava a terra, e l’unica cosa che lei riusciva a fare era fissarlo sconvolta.

Alla sua espressione Harry rise ancora di più.

-Meredith accidenti no! Tu mi piaci, ma non in quel senso!- disse tra le risate.

-Oh! Sono… sollevata. Mi stavo davvero preoccupando!- disse tirando un sospiro di sollievo, mentre il suo pensiero andava a Draco. Scacciò quel pensiero e focalizzò la sua attenzione su Harry.

-Davvero… davvero pensavi che ti avessi portata qui per dichiararmi?- chiese ridacchiando.

Lei annuì –Ti dirò, per un istante ho avuto davvero paura!-

Lui rise –Stai tranquilla, tanto a me piace G- si bloccò, come resosi conto di cosa stava per dire.

Meredith ghignò –Chi ti piace?- chiese innocentemente.

Harry arrossì –Ehm, nessuno, davvero!-

-Oh no no! Pensi di indurmi a lasciar perdere? C’è una cosa che devi sapere di me, Harry Potter, sono incredibilmente testarda!-

Harry chinò il capo sconfitto –Ginny Weasley- bofonchiò alla fine.

Meredith sorrise -La sorella di Ron vero? Mi sembra davvero simpatica! E ho sentito dire che ha una cotta megagalattica per te!-

Lui arrossì ancora, poi ghignò, un ghigno molto Serpeverde –E a te come va con Draco Malfoy?-

Meredith ringraziò il cielo per la sua faccia di poker. Non arrossì. –Bene perché? Sai non sembra nemmeno tanto bastardo come me lo avete descritto voi!- disse con nonchalance.

Harry la guardò incredulo.

-Comunque perché mi hai portata qui?- chiese curiosa.

-Ah sì. Avevo deciso di mostrarti la Stanza Va- e- Vieni, o Delle Necessità- disse serio. Poi cominciò a camminare, e lo fece per tre volte, aventi e indietro davanti al muro.

-Per farla comparire devi pensare a quello che desideri e camminare per tre volte davanti a questo muro aventi e indietro- le spiegò.

Quando Harry si fermò comparve una porta, che lui aprì e le fece cenno di entrare.

Era una stanza di dimensioni incerte, perché strapiena di oggetti di ogni tipo: mobili rotti o danneggiati, armadi, Freesbe Zannuti, migliaia di libri, bottiglie, cappelli, mantelli, insomma, oggetti di ogni genere.

Meravigliata, Meredith avanzò lungo la stradina costeggiata da oggetti di ogni sorta e rise di fronte ad una statua con una in testa una vecchia parrucca polverosa e una strana tiara. Quel diadema aveva qualcosa di sinistro, ma sorvolò.  

-Incredibile- mormorò. Desiderò di essere nel salotto di casa sua e la Stanza le obbedì. All’improvviso si ritrovò a fissare il suo divano e i suoi quadri Babbani.

-Incredibile- esclamò di nuovo. Si voltò verso Harry e gli disse -Grazie!-

Lui le sorrise e si accomodò sul divano –Casa tua?- chiese.

Lei annuì e si accomodò di fianco a lui. –Perché mi hai portato qui?-

Lui si fece pensieroso –Beh oggi ti ho vista così curiosa e desiderosa di scoprire tutto di questo castello che per un attimo mi hai ricordato me la prima volta che l’ho visto. Sai io in estate vivo con dei parenti Babbani che hanno sempre fatto di tutto per dimostrarmi che la loro casa non è anche la mia, così questo castello è diventato la mia casa. Così ho pensato che dato che io lo conosco bene, ti avrei fatto da guida…- disse imbarazzato.

-Davvero? Grazie grazie! E mi mostrerai anche i passaggi segreti?- chiese Meredith eccitata. Non le costava poi tanto fingere, era realmente interessata. Il mistero l’aveva sempre affascinata.

-Sì, ma non stasera d’accordo?- disse lui con voce strana.

Lei annuì, contenta.

 

-Ha intenzione di occupare Malfoy Manor e di fare festa grande con i suoi Mangiamorte. A quel punto annuncerà che ha deciso che i giovani rampolli delle famiglie Purosangue siano marchiati come suoi seguaci. Non ha fatto mistero delle sue intenzioni, quindi è impossibile evitare…- Piton scosse il capo.

Lui e Meredith erano stati convocati nello studio del preside per un aggiornamento. Meredith sentì la rabbia sommergerla. Quell’idiota decideva la vita di quei ragazzi come fossero burattini e loro non potevano fare niente! Non poteva decisamente permetterlo!

-Non è vero… Possiamo evitare la marchiatura di qualcuno: le due Greengrass, la Parkinson, Nott e Malfoy. Li inviterò a stare da me per le vacanze di Natale, ce li porterò a forza se dovesse essere necessario, ma sono convinta che nessuno di loro voglia diventare un Mangiamorte!- esclamò Meredith convinta.

Silente la osservò da dietro le lenti a mezzaluna. –Meredith non possiamo trattenere egli studenti contro la volontà dei genitori…-

-Allora li convochi nel suo studio e dica loro che l’Ordine della Fenice ha scoperto che stanno progettando una marchiatura di massa. Se li conosco come davvero credo, non vorranno. Allora entrerò in gioco io e li inviterò a stare da me per le vacanze. Potranno scegliere se finire nelle mani di un pazzo oppure essere liberi, starà a loro…- esclamò. Doveva impedire che i suoi amici diventassero…

- È una buona idea. Nemmeno io desidero che dei miei studenti siano marchiati. Ma dovranno essere loro a decidere cosa fare- disse Silente lentamente.

E Meredith sorrise. –Convochi anche Zabini…-

 

-Avete già dei programmi per le vacanze di Natale ragazzi?- chiese la sera stesa con tono innocente.

-Ma Meredith è ancora novembre- esclamò Daphne –Secondo te abbiamo già fatto programmi?-

Meredith sorrise –Perfetto, perché vorrei invitarmi da me!- esclamò allegra –Mio padre sarà sempre fuori e non mi va per niente di stare da sola… quindi perché non venite? Vi prego vi prego!!- Li guardò con occhi supplicanti e lucidi.

Daphne sorrise e annuì –D’accordo io ci sto! Mi dispiace solo lasciare la mia sorellina da sola!-

-Ma porta anche lei, che problema c’è? Più siamo meglio è! E voi?- si girò verso gli altri.

-Per me è okay- disse Blaise che avrebbe seguito Daphne anche all’inferno.

Pansy e Theo si aggregarono e Meredith batté le mani entusiasta –Perfetto, venite tutti!- esclamò contenta.

-Non mi pare di aver accettato…- esclamò la voce altezzosa di Malfoy.

-Perché tu non sei invitato- cominciò Meredith e lo vide irrigidirsi –sei obbligato a venire tu! Sennò chi ci rallegrerà con la sua allegria sprizzando gioia da tutti i pori?-

Lui la fulminò, ma poi un angolo della sua bocca si piegò all’insù.

Meredith si congratulò mentalmente. -Allora d’accordo eh? Sapete, potrei rimanerci veramente male se qualcuno si tirasse indietro!-

 

Rilassati, smettila di agitarti e fulminare chi ancora non è scappato dalla Sala Comune! Si disse, intimandosi di recuperare il controllo. Ma cominciava a spazientirsi. E se avessero rifiutato?

Stava per mettersi a urlare quando il buco del ritratto si aprì e loro entrarono. Daphne e Pansy avevano gli occhi lucidi, Blaise e Theo avevano due spaventose espressioni cupe e Draco era impassibile.

Meredith scattò in piedi –Cosa vi è successo?- esclamò fingendosi sorpresa e sconvolta.

Daphne corse verso di lei e l’abbracciò. Meredith ricambiò l’abbraccio e interrogò Draco con lo sguardo.

-Non qui. Venite- li guidò verso la camera singola che occupava e la Imperturbò.

-Voldemort vuole marchiarci. A Natale- disse con voce piatta.

Meredith li fissò uno ad uno -E… voi volete?- chiese aspettando trepidante la risposta.

Fu Daphne a risponderle, con una voce secca che mai pensava avrebbe sentito –Certo che no! Nessuno di noi vuole diventare uno schiavetto di quel pazzo!  Ma le nostre famiglie…-

Era quello che aspettava.  Almeno non volevano.  

 -Sapete all’inizio pensavo che foste solo degli arroganti Purosangue fatti con lo stampino, fieri del cognome che portavate e futuri Mangiamorte. Non sapete l’entità della mia sorpresa quando ho scoperto che mi sbagliavo. Il fatto che siete fieri di essere ciò che siete, del vostro sangue puro, non significa che siete degli schiavetti pronti a servire un idiota qualsiasi con manie di grandezza. Avete un cervello, una personalità forte, ma state ancora lì a convincervi che le vostre famiglie non vi daranno il permesso! Forse sono io ad essere abituata a fare quello che voglio, a decidere da sola del mio futuro, a credere che sia meglio chiedere il perdono che il permesso (*) e forse mi sbagliavo anche su di voi. Siete solo dei codardi, ma in fondo che mi potevo aspettare da dei Serpeverde?!- chiese retoricamente. Scosse il capo e si diresse verso la porta. Li aveva di certo sopravvalutati. Ed era veramente delusa. Aveva permesso alle emozioni di interferire, si era fidata e affezionata a loro, per dio!

-Morgan vorrei ricordarti che sei una Serpeverde anche tu! E mi hai detto di essere Purosangue, quindi non sei poi tanto diversa da noi. Anche noi da oggi decideremo da soli per quello che ci riguarda…- la formò la voce di Draco Malfoy, altera come al solito e soprattutto, convinta.

Lei si voltò e li scrutò, poi sorrise. –Sapevo di non essermi sbagliata!- si precipitò ad abbracciare Daphne e Pansy e a dare degli scappellotti a Blaise e Theo.

Poi incrociò lo sguardo di Draco e per un istante che giudicò interminabile ci affondò dentro.

-Mi sa che ora non potete tirarvi indietro… A Natale siete costretti a venire a casa con me!-

 

 

Eccomi di nuovo ad aggiornare questa fic! Ormai avevo ero assolutamente convinta di non rivedere il computer prima dell’inizio della scuola (accidenti io inizio il 9! Tra due giorni!) ma invece eccomi qui! XD

 

Ah ho lasciato le coppie della Rowling, almeno per quanto riguarda i Grifondoro, intatte. Per i Serpeverde, di cui ammetto di non sapere molto sull’argomento, (a parte Draco e Astoria Greengrass), mi prenderò delle libertà.

 

Comunque… In questo cap ci sono stati enormi passi avanti nei rapporti interpersonali, anche se effettivamente la storia non procede di molto…

 

(*) “Meglio chiedere il perdono che il permesso” Questa è la frase di un film. Mi ha colpita moltissimo. Vediamo se la indovinate.

 

Come al solito ringrazio i 9 preferiti, i 10 che mi seguono e naturalmente i lettori silenziosi, che come sempre invito a lasciare una recensiuccia…

Per chi ha recensito:

gothik princess: sono felice che ti sia piaciuto perché ci tengo veramente molto a questa storia… Che ne pensi di qst cap? Baci

bluesky: sono veramente veramente felice che ti piaccia, perché ormai disperavo… Certo i lettori sono tanti ma adoro leggere le recensioni per sapere cosa ne pensate! Fammi sapere per qst cap! Baci

DANINO: spero che la tua curiosità non sia stata delusa da qst cap… Anche io penso che raco scoprirà tutto, ma credo che ci vorrà del tempo prima di decifrare il mistero Meredith Morgan (che temo si infittirà ulteriormente)… Baci

kandra645: grazie Kandra! Sono felice che ti piaccia e che ti piaccia Meredith! Che ne pensi del cap? fammi sapere! Baci

 

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A presto!



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Capitolo 6
*** Natale ***


cap 6

§The betrayal of the family Malfoy§

 

Capitolo 6 - Natale 

 

 

Meredith stava comodamente seduta in Sala Comune davanti al caminetto a godersi il sabato in completa e beata solitudine. Si era presa una pausa dalle sue attività notturne perché Daphne si era messa in testa che la sua pelle era secca e la vedeva sciupata. All’inizio aveva supposto a un amore segreto, poi dato che smentiva tutto ogni qualvolta l’amica introduceva il discorso, aveva deciso che studiava troppo. Così le aveva prescritto una cura di bellezza e una settimana di relax, che aveva accettato con riluttanza.

Anche se avevano temporaneamente fermato la loro Marchiutura, Voldemort si muoveva rapido. E soprattutto si muoveva in silenzio. Si fidava solo di pochi eletti fra cui i Lestrange, usciti illesi dal tradimento dei Malfoy, ormai noto a tutti i Mangiamorte, poiché Voldemort aveva ritenuto una punizione equa, il disonore che ne era derivato, Peter Minus, il traditore dei Potter, detto anche Codaliscia e Severus Piton.

Suo padre era di nuovo in missione. Aveva identificato come colui che aveva scagliato la Maledizione di morte contro sua moglie come Evan Rosier e da allora lo seguiva come un falco.

Non voleva preoccuparsi o deprimersi, sapendo che da anni il padre inseguiva un fantasma. Sapeva che l’amava, solo non quanto aveva amato Linnet Morgan.

Sperava solo che, dato che niente lo aveva distolto dalla sua vendetta, almeno la realizzazione di questa lo portasse a essere in pace con se stesso.

Si era ormai rassegnata a essere sempre al secondo posto e aveva deciso di lasciargli combattere le sue battaglie.

La zia con cui era cresciuta le aveva insegnato che l’amore è la cosa più forte che ci sia al mondo e che bisogna rispettare questo sentimento negli altri. Inoltre, quando aveva avuto bisogno di lui, suo padre c’era sempre stato.

Non poteva quindi lamentarsi e aveva accettato da tempo la cosa.

Si lasciò scivolare verso il basso e si sdraiò, chiudendo gli occhi. Svuotò la mente e si rilassò lentamente.

L’immobilità cominciava a seccarla. Non era abituata a staccarsi dalla realtà troppo a lungo. Preferiva l’azione alla calma piatta, perché si sa la calma precede la tempesta.

 

Mancava poco più di un mese a Natale e il tempo trascorreva più lentamente che mai. Il periodo di inattività si protraeva e lei non poteva fare niente.

Silente era sempre impegnato e Meredith sapeva che stava facendo qualcosa di importante con Harry, ma la faccenda la insospettiva.

Per quanto preferisse restare all’oscure di certe faccende, l’attesa la stava logorando e cominciava a trovare irritante la quotidianità con Daphne, Blaise, Pansy e Theo.

Non c’erano nemmeno più rappresaglie fra Grifondoro e Serpeverde da sedare.

In sostanza si annoiava terribilmente e non poteva farci niente. Il suo umore tetro era ormai noto ai più e anche se si sforzava di essere cordiale le usciva solo una pallida imitazione del carattere amichevole del Serpeverde per eccellenza Draco Lucius Malfoy.

Sul loro rapporto era scesa l’era glaciale dopo la loro ultima conversazione e in sua presenza non diceva una parola. Non volendo separarlo dai suoi amici, poiché dovevano restare uniti contro il mondo, Meredith iniziò a isolarsi e a frequentarli individualmente.

Ciò non significava che avesse smesso di guardare loro le spalle, anche se era del tutto inutile, perché il maggior pericolo possibile l’aveva corso Daphne quando era inciampata.

L’unica cosa veramente invariata era il suo rapporto con Harry James Potter, che le aveva fatto da guida nei più bui anfratti del castello. Le aveva mostrato la Mappa Del Malandrini, le aveva raccontato della sua ingegnosa creazione, ne aveva illustrato il funzionamento e sotto il suo mantello dell’Invisibilità l’aveva scortata nelle cucine e al Reparto Proibito della Biblioteca.

Queste escursioni notturne avevano portato Daphne a credere ad una sua avventura e poi allo studio spasmodico di cose che già conosceva perfettamente.

Basta. Doveva fare qualcosa o sarebbe impazzita.

Uscì in fretta dalla Sala Comune sotto lo sguardo stupito di alcuni alunni del primo anno e raggiunse in fretta il settimo piano.

“Mi serve un posto dove allenarmi. Mi serve un posto dove allenarmi. Mi serve un posto dove allenarmi.”

Impugnò la bacchetta e avverti la familiare sensazione di adrenalina che le scorreva nel sangue quando si apprestava a combattere.

Fece un respiro profondo e davanti a lei comparve un individuo fluttuante e non corporeo con una bacchetta in mano.

Si inchinò e poi un lampo rosso si fece largo fino a lei.

Meredith sorrise. “Finalmente!”

Un duello era ciò che le serviva per distrarsi dalla monotonia e dalla rabbia verso una certa serpe platinata.

 

La stanchezza cominciava ormai a farsi sentire, quando la porta della Stanza si spalancò, proprio mentre l’essere fluttuante, colpito dalla sua maledizione, spariva in esplosione di scintille dorate.

Davanti a lei, con lo sguardo incredulo puntato sul punto incenerito in cui l’essere si era dissolto, stava Harry.

-Ciao Harry! Che ti porta da queste parti?- chiese con fare noncurante.

-Cos’era quello?-

-Non si risponde a una domanda con un'altra domanda… Comunque mi esercitavo, sai bene cosa ci attende la fuori e non volevo essere impreparata…-

Lui la fissò per un lungo istante, sondandola, e lei si sentì a disagio sotto quello sguardo verde smeraldo.

-Posso allenarmi con te?-

 

Trovato un diversivo le giornate si facevano più veloci e Meredith aveva perso cognizione del tempo. Mancava ormai una settimana a Natale, quando una sera in cui Harry era probabilmente impegnato con Silente e le due coppiette tubavano come piccioncini procurandole il voltastomaco, decise di vagare per il castello. Non aveva una meta ne paura di essere colta in flagrante dal custode Gazza, quindi se la prese comoda e si lasciò guidare dall’istinto.

Il suo istinto però doveva aver subito qualche influenza negativa perché si ritrovò alla Torre di Astronomia. Non avendo nessun altro posto dove andare, si accomodò con scarso entusiasmo.

Quella notte il cielo era stranamente limpido e Meredith, per la prima volta da secoli, vedeva le stelle.

Da piccola adorava perdersi a guardare la volta celeste sentendosi sempre piccola in un mondo così vasto.

Crescendo aveva perso l’abitudine, ma non la passione. Ricordava ancora tutte le costellazioni incredibilmente.

-Quella è Draco- esclamò una voce che ormai non credeva di sentire più.

-Solo un megalomane come te poteva avere il nome di una costellazione…- rispose secca.

-Ahah… Tutta la mia famiglia, almeno la parte Black, porta il nome di stelle o costellazioni. Perfino il padrino del tuo amichetto Potteruccio si chiama Sirius…- rispose secco.

Quanto le era mancata quella voce! No, era il suo protetto e basta. Nient’altro.

-Cos’è Malfoy ti sei ricordato ce al mondo non ci siete solo tu e il tuo ego? O hanno inventato questo gioco Ignoriamo-Meredith di cui io non ero a conoscenza?- chiese sarcastica.

-Mi sembrava di averti già detto che il mio nome è Draco, Meredith…-

-Dì la verità aspiri a una morte cruenta in questo momento vero?- lo trucidò con lo sguardo, non ricordando che erano completamente avvolti nel buio della notte.

Riportò lo sguardo sulla costellazione di cui aveva appena scoperto il nome con  l’intenzione di ignorarlo.

Draco era una costellazione che si vedeva difficilmente, solo in un particolare periodo dell’anno e solo se c’erano determinate condizioni. Aveva la forma di un serpente, ma in realtà rappresentava un drago.

Ora ricordava.

-Quella è Eltanin. La testa del drago. E’ la stella più luminosa di tutta la costellazione- seguì involontariamente la direzione che il dito pallido del ragazzo le indicava e rimase abbagliata.

Era bellissimo. Ed era incredibile cheuna cosa tanto bella potesse essere collegata alla persona accanto a lei. Borioso, bastardo, incurante dei sentimenti altrui!

-Potrei essermi comportato male…- lo sentì sussurrare con voce incerta.

Okay, ritirava decisamente tutto.

-Perché l’hai fatto?- chiese curiosa, già dimentica della rabbia.

-Perché io sono così. Non sono uno che entra in sintonia con le persone e racconta come è andata la giornata… Io non sarò mai come Potter e i suoi patetici amici sempre a dirsi quanto si vogliono bene… Non sono abituato a preoccuparmi per qualcuno, a desiderare la sua compagnia…-

Meredith lo cercò nel buio e gli afferrò una mano. Non aggiunse altro. Sentiva che ciò di cui Draco aveva bisogno ora era quello.

 

Natale era finalmente giunto e il piano era ufficialmente iniziato. Avevano raggiunto la sua casa senza problemi e ora le ragazze stavano finendo di decorare l’albero, mentre i ragazzi parlottavano tra loro.

Le facce preoccupate che avevano esibito per tutto il viaggio erano sparite appena i cancelli della dimora Morgan si erano chiusi dietro di loro.

Le case che appartenevano alla sua famiglia erano da sempre protette da incantesimi di ogni genere e introvabili se non per i membri stessi della famiglia.

Meredith quindi non era per niente preoccupata e ciò lo confermava il sorriso che sfoggiava appendendo le decorazioni natalizie. Daphne, Astoria e Pansy ridacchiavano davanti all’albero e le faceva un immenso piacere la loro aria rilassata.

Sentiva che nulla avrebbe potuto rompere quella quiete. Ultime parole famose. Stava facendo lievitare il puntale per metterlo in cima all’albero, quando un dolore incandescente al petto la sorprese. Quasi contemporaneamente al dolore di qualcun altro.

Si distrasse e il puntale cadde.

Ma la cosa più importante fu che il ciondolo a forma di serpente che portava dal giorno in cui aveva condotti i Malfoy al loro nascondiglio, si sollevò in aria, sottraendosi dal suo nascondiglio, e ponendosi di fronte al suo sguardo. E non solo.

Un silenzio incredulo scese sulla sala e lei non ebbe il coraggio di incrociare lo sguardo argentato che sentiva fiammeggiare.

-Allora eri tu!- sibilò infuriato.

-Non osate muovervi da qui, d’accordo- esclamò determinata, fissando il suo sguardo in quello di Draco -Sono stata chiara?-

-Che sta…- cominciò Theo.

-Ve lo spiegherà il vostro amico. Malfoy non osare seguirmi, non sai dov’è la casa, mi intralceresti e basta. E sai cosa significa il ciondolo vero?- lo inchiodò con lo sguardo.

Estrasse la bacchetta, modificò i suoi vestiti in qualcosa di più comodo e si Smaterealizzò fuori. Poi sigillò la casa, chiudendoli dentro, si voltò e correndo sparì.

 

 

 

Dunque… scusate l’ennesimo ritardo ma la scuola, nonostante sia appena iniziata, già mi massacra…

Ho notato che nessuno ha letto o collegato alla frase (“Meglio chiedere il perdono che il permesso”) niente, comunque era tratta dal film Eragon e la dice Brom.

Che ne pensate di questo nuovo cap? il mistero di Meredith comincia a sgarbugliarsi e i suoi sentimenti per Draco si fanno più forti. Che succederà ora?

Temo dovrete aspettare il prossimo aggiornamento, che probabilmente avverrà nella prima settimana di ottobre, in cui avrò un attimo di respiro grazie allo scambio cultuale con la Danimarca… Sì, il mio liceo sarà invaso dai Danesi…

Dunque, a presto!

 

 

Come al solito ringrazio i 10 preferiti, i 9 che mi seguono e naturalmente i lettori silenziosi, che come sempre invito a lasciare una recensiuccia…

 

Per chi ha recensito (dove siete finite, mi mancateeeee):

Uzira: sono felice che la coppia d’oro ti piaccia, anche se in qst cap sono messi a dura prova… Chissà se Draco la perdonerà?! Non preoccuparti, anch’io sono affetta da pazzia acuta, credo che la mia fic ne risenta parecchio… XD Blaise e Daphne sono due timidi, ma sono certamente più svegli di Mer e Draco, per cui la vedo moooolto lunga! Cm t è sembrato qst chap? A presto!

kandra645: Ciao Kandra! Sono felice che ti sia piaciuto!! Spero che nemmeno qst ti abbia deluso perché temo di essere stata troppo rapida, ma mi è uscito di getto… (mi faccio i programmi e poi…) A presto!!

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Cambiamenti ***


cap 7

§The betrayal of the family Malfoy§

 

Capitolo 7 - Cambiamenti

 

 

Si Smaterealizzò direttamente nei pressi della radura in cui sorgeva la casa e si rese invisibile.

Intorno a lei tutto sembrava quieto e non c’era traccia di eventuali pericoli.

-Hominum Revelio- sussurrò.

L’incantesimo rivelava la presenza di sette esseri umani, quasi sicuramente Mangiamorte, a qualche miglio dalla radura. Erano abbastanza lontani da non costituire un problema.

Meredith si rilassò leggermente e prese a darsi della stupida. Come aveva potuto dimenticarsi di disattivare l’allarme nella collana di Draco? Era stato un errore stupido che probabilmente le avrebbe creato un sacco di problemi.

Probabilmente ora il biondo, avrebbe smesso di fidarsi e avrebbe preteso la verità. Accidenti!

Si avviò verso la casa, doveva tranquillizzare i coniugi Malfoy e ora che non era più necessario nascondere la propria identità, decise di non ricorrere a nessun altro espediente. A che sarebbero serviti?

-Harry Potter- esclamò quando raggiunse la porta, che si spalancò senza alcun rumore.

Forse era meglio rendere nota la sua presenza prima che quei due la attaccassero. –Signori Malfoy? Perché mi avete chiamato?-

-Chi sei?- erano in salotto.

Si sfilò dal capo la collana e la mise in mostra –Il mio nome è Meredith Morgan. Questa è la mia casa. Vi ho scortati qui quattro mesi e passa fa perché lei, signor Malfoy, ha tradito quel bamboccio che si fa chiamare Voldemort e ho dato questa- sollevò la collana –a lei e a tutti i suoi familiari per avvertirmi in caso di necessità. L’avete fatto e ora eccomi qui… Che è successo?-

-Dov’è Draco? Sta bene?- esclamò Narcissa Malfoy avvicinandosi a lei.

-È a casa mia. In un'altra mia casa, in effetti. È con altri Serpeverde che ospito per evitare loro la marchiatura e nel complesso sta bene. La mia copertura è saltata, perché lui era con me quando ho ricevuto il vostro messaggio ed era molto preoccupato, quindi se cortesemente mi chiarite…-

-Più o meno mezz’ora fa, nei pressi dalla casa sono comparsi cinque Mangiamorte. Avevano la maschera perciò non so chi fossero e hanno iniziato a girare per la radura e il bosco. Ci siamo allarmati, pensando che ci avessero trovati e abbiamo fatto come ci avevi detto. Ti abbiamo chiamata- rispose Lucius Malfoy, fissandola con sguardo indecifrabile.

Meredith rifletté: non si erano nemmeno avvicinati alla casa, perché altrimenti gli allarmi che aveva imposto sulla casa mesi prima l’avrebbero avvertita. Quindi, non sapevano che erano lì. Ergo non erano in pericolo.

Poteva lasciarli lì senza problemi ma aveva bisogno di un paraurti. Probabilmente Draco l’avrebbe lasciata in pace se avesse visto i suoi genitori.

Sì, decise, non aveva la minima voglia di affrontare Draco Malfoy sulla questione spinosa della sua missione per giungere alla ciliegina: lei aveva mentito. A tutti.

-Fate i bagagli. Vi porto da vostro figlio per Natale!- esclamò voltandosi. Verso l’ingresso.

 

Draco aveva spiegato brevemente agli altri quello che sapeva, che comunque non era molto.

Erano rimasti tutti sorpresi e in particolare Daphne ne era rimasta turbata. Quella che ormai considerava la sua migliore amica le aveva mentito.

Il suo ragazzo da ormai un paio di mesi l’abbracciava da dietro. Si erano messi insieme grazie a lei.

No, non poteva credere che per Meredith non contassero niente. Non era stato solo un compito, ne era sicura.

 

Ben più difficili da interpretare erano le emozioni di Draco Malfoy, che se all’apparenza sembrava così calmo, dentro combatteva una violenta lotta con le sue emozioni. Fin da piccolo era stato abituato a mascherare le proprie emozioni e mai si era ritrovato con una simile tempesta dentro. Mai l’algido principe delle serpi era stato turbato da una persona.

Riusciva, però, a identificare la rabbia ceca che l’aveva sommerso quando aveva riconosciuto la collana. Lei l’aveva ingannato. Volontariamente.

 

Crack!

-Draco!- urlò Narcissa Malfoy precipitandosi verso il figlio.

L’amore materno, si sa, è ineguagliabile.

Vide anche Lucius Malfoy, così austero a primo impatto, aprirsi in un caldo sorriso scorgendo il figlio sommerso dalla gioia materna.

-Madre, padre- salutò con sollievo.

Meredith avrebbe potuto rifugiarsi al piano di sopra per evitare uno scontro verbale, ma sfuggire momentaneamente alla furia dei suoi amici non avrebbe risolto niente. E inoltre, doveva ancora chiarire alcune cose.

Chiese all’elfo domestico, tempestivamente comparso, di sistemare i bagagli e di portare qualcosa di caldo per gli ospiti. Poi, si avvicinò a Lucius Malfoy, che si era avvicinato al camino scoppiettante, dopo aver salutato il figlio e i suoi amici.

Tossì per attirare l’attenzione dell’uomo e si fece coraggio –Pensa che Voldemort consideri lei e sua moglie tanto pericolosi da dover mandare sette Mangiamorte per cercarvi?-

L’uomo la squadrò –L’abbiamo tradito, è certo che desidera la nostra morte-

-Non è questo che vi ho chiesto, signor Malfoy- rispose secca. Non sapeva se quell’uomo ora la irritasse tanto per un motivo o stava solo sfogando la tensione che saturava l’aria e la rendeva nervosa.

Tutti ora prestavano attenzione alla loro conversazione.

-Prima hai detto che non cercavano noi…- ribattè Lucius Malfoy.

-Già l’ho detto. E ne sono ancora convinta. Stava cercando qualcosa in quel bosco, ma non certo voi due. Piton mi ha riferito che per ora non siete più al centro dei suoi pensieri. Certo non vorrei essere nei vostri panni se mai gli capitaste a tiro, ma ora siete a posto… Mi toccherà andare a vedere che combinano…- concluse. Un po’ d’azione, finalmente.

-Pip!- urlò e l’elfo comparve all’istante.

-Sì signorina?- chiese ossequioso.

-Tieni d’occhio i miei ospiti e servi la cena per le sette. Io non so quando torno- disse ignorandoli.

Estrasse la bacchetta e si fece apparire addosso il solito ampio mantello nero.

-No!-

Meredith si girò verso Daphne. –Dove diavolo pensi di andare?! Sono Mangiamorte!- strillò, sconvolta.

-Ne sono consapevole Daphne… So badare perfettamente a me stessa, non mi accadrà niente. Devo solo scoprire che stanno combinando, se sono ancora là…- rispose, calma.

-Ma…-

-Daphne, non credo che tu l’abbia ancora capito, ma quello che fa Morgan non è affar nostro… Dopotutto il suo compito non è stare con noi, ma mentirci e sorvegliarci…- la interruppe la sua voce gelida.

-Questo non è vero, Malfoy, e lo sai perfettamente! Ma, temo che dobbiamo rimandare questa adorabile conversazione ad un altro momento…- ribatté secca.

Se aspettava ancora un po’, ne avrebbe perso le tracce.

-Nel frattempo voi non vi muoverete di qui, sono stata chiara?- li inchiodò con lo sguardo, poi si volse e uscì in fretta.

Dopo aver sigillato la casa, si Smaterealizzò.

 

Se ne erano andati. Maledizione. Avrebbe dovuto seguirli subito, invece di controllare i Malfoy. Maledetti sentimentalismi!

C’erano ancora tracce del loro passaggio, ma non capiva perché si fossero spinti fin lì. Doveva esserci un motivo!

Sul terreno, tra le foglie, erano scavate dei solchi lineari, come se qualcuno avesse… strisciato. Aveva sentito storie sull’enorme serpente di Voldemort, la maggior parte delle quali raccapriccianti.

Rimaneva comunque un mistero perché sette Mangiamorte avessero portato il serpente proprio in quel bosco.

Stavano tramando qualcosa e lei non aveva la minima idea di cosa potesse essere.

Certo i suoi protetti non erano in pericolo ma Harry Potter sì.

Sarebbe andata da Silente. E quando Harry avrebbe affrontato Voldemort definitivamente, lei avrebbe combattuto al suo fianco.

 

Mentre Meredith finiva di raccontare gli ultimi fatti a Silente, la fenice cominciò a emettere suoni lamentosi, di una tristezza infinita, e guardandola versò una e una sola lacrima.

Più tardi si sarebbe pentita di non averci prestato attenzione.

-Non ho idea di cosa cercassero in un bosco nel nord dell’Irlanda quei Mangiamorte e sono lieto che i Malfoy stiano bene…- esclamò grave con aria preoccupata.

Silente era invecchiato molto nell’ultimo periodo e la mano nera che sfoggiava da quell’estate lo rendeva ancora più vulnerabile.

Da quando l’aveva conosciuto, non era mai arrivata a pensare che l’anziano mago fosse indifeso, aveva sempre avuto quella pacata sicurezza e presenza di spirito che lo contraddistingueva. Ma ora…

Sembrava in qualche modo rassegnato e se Silente era rassegnato, il mondo avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi.

-Non ti rammaricare nemmeno del fatto che la tua identità sia venuta fuori, non era affatto necessario tenerla celata. Sono certo che i tuoi giovani amici sapranno perdonare. I Serpeverde hanno fatto notevoli passi aventi negli ultimi mesi…- commentò il Preside, guardandola con compiacimento. –Nonostante le tue perplessità iniziali, sembra che tu ti sia affezionata a quei ragazzi. Io glielo direi se fossi in te…-

Meredith si rifiutò di incontrare lo sguardo furbo dell’uomo e di rispondergli. Odiava le persone che le ricordavano i suoi sbagli.

Sbagliava anche lei, certo. In fondo era umana e aveva sedici anni.

Si distrasse quando qualcuno bussò alla porta.

-Ah Severus, eccoti! Ti stavo giusto aspettando! Meredith mi ha riferito importanti novità…-

Quei due avevano da fare, intuì Meredith. Era costretta a tornarsene a casa e affrontare la belva!

-È ora di andare… Professore, i Malfoy sono stati temporaneamente trasferiti nella casa principale a Londra, se vuole venirci a trovare domani per il pranzo di Natale è il benvenuto-

Mancava poco ormai, si ricordò.

L’uomo annuì con il capo, rigidamente, senza accennare un sorriso o un ringraziamento.

Meredith sorrise.

 

Meredith prese un respiro profondo e si Smaterealizzò in camera sua. Aveva preso a nevicare e siccome lei aveva sempre adorato la neve e pensava che la aiutasse a schiarirsi le idee, aveva deciso di camminare per un breve tratto sotto quella che era diventata una bufera, col risultato che ora era fradicia.

Si cambiò e con la morte nel cuore raggiunse silenziosamente il salotto.

Passando davanti alla cucina richiese agli elfi un caffè. Aveva bisogno di munizioni.

-Hanno cenato?- chiese speranzosa.

-Certo signorina. Alle sette in punto. Desidera qualcosa da mangiare?- chiese l’elfo servizievole.

-No grazie Pip. Ricorda solo di aggiungere altra legna per la notte nei camini delle camere. Poi potete ritirarvi. Grazie!-

Si fece coraggio e si chiese da quando era diventata tanto insicura e paurosa. Non era da lei.

Erano ancora tutti nelle stesse posizioni in cui li aveva lasciati. Incredibile!

-Mer! Finalmente! Ero preoccupatissima!- la travolse Daphne con il consueto abbraccio.

-Sto bene Daphne, puoi lasciarmi…- commentò.

-Ebbene?- chiese Lucius Malfoy.

-Oh se ne erano già andati da un pezzo! La casa è perfettamente al sicuro. Quando noi torneremo a scuola, potrete ritornarci senza problemi… Non penso ritorneranno. In caso ho attivato altre barriere e incantesimi protettivi…- rispose noncurante.

Narcissa Malfoy si rilassò, mentre il marito rimaneva imperturbabile.

Blaise Zabini si schiarì la gola e lei si voltò automaticamente verso di lui –Perché non ci racconti come sei finita a… ehm… proteggerci?- chiese, come sempre diretto al punto.  

Meredith sorrise e si accomodò in una poltrona mescolando il caffè che nel frattempo era arrivato –Silente mi ha chiesto come favore personale di nascondere i Malfoy. Mi ha raccontato che avevano disertato e che avevano bisogno di un posto dove nascondersi. Poiché casi passati hanno chiaramente dimostrato che l’Incanto Fidelius non è proprio il massimo come protezione e sapendo che i miei avi si erano ingegnati per rendere le case di famiglia introvabili per chiunque non fosse un membro della famiglia, mi ha chiesto se potevo mettere a disposizione una delle nostre case. Non ho potuto rifiutare-

Era un ringhio quello che aveva sentito? O chissà quale maledizione soffocata? Che ci poteva fare se all’inizio non era entusiasta? Chi avrebbe potuto prevedere che si sarebbe ridotta così? 

Decise infine di ignorare il tutto e proseguire -All’inizio non era previsto che venissi ad Hogwarts, ma poi, verso la fine di Agosto, Voldemort ha cominciato a manifestare progetti che coinvolgevano gli studenti figli di Mangiamorte, così Silente mi ha invitato a riprendere gli studi. Nessuno di noi aveva previsto che alla fine mi sarei affezionata a voi…- esclamò prima di cambiare idea.

 

Il giorno dopo si festeggiava finalmente il Natale. Gli elfi domestici si erano dati un gran da fare per preparare un succulento pranzetto per i suoi ospiti. A Meredith si era serrato lo stomaco dal giorno prima, con tutte le discussioni che aveva dovuto affrontare.

Indossò rapidamente un vestito blu notte con ballerine coordinate e scese rassegnata le scale. I regali li avevano aperti la sera prima, quando di atmosfera gaia non c’era traccia, così si era ritirata in fretta.

Odiava quella situazione, ma non si era pentita di ciò che aveva fatto. Si era presa una responsabilità e l’aveva mantenuta anche se ora la odiavano.

Beh, non tutti, Daphne era quella di sempre e con lei, anche Blaise.

Fu quindi accolta con un sorriso dall’amica.

Era ormai ora di pranzo, aveva bighellonato tutta mattina per evitare il gelo polare che provocava la sua presenza. Si nascondeva in casa sua!

Il pasto iniziò molto silenziosamente, nonostante i tentativi di conversazioni di Daphne e Narcissa Malfoy.

Severus Piton non si era presentato, ma Meredith non ne era tanto sorpresa.

Fu sorpresa quando lo vide comparire all’improvviso, ansimante e scuro in volto. La fissava con uno strano sguardo dispiaciuto.

-Sono venuto appena ho saputo. Mi dispiace Meredith, ma… Luke Morgan è morto. Dei Mangiamorte l’hanno accerchiato dopo che aveva ucciso Rosier e non l’hanno risparmiato…-

Luke.Morgan.È.Morto. Questa terribile verità le rimbombava in testa come un mantra.

Quando realizzò, scattò verso il piano di sopra, prima che le lacrime che minacciavano di uscire, le sfuggissero dal controllo.

 

 

Ehm… la settimana con i Damesi è volata e non ho trovato il tempo di aggiornare prima, perciò… sorry! Anche se non sembra che questa storia piaccia molto…

Ma, io mi ostino ad aggiornare lo stesso!

Ringrazio i 12 preferiti, i 9 che mi seguono e naturalmente i lettori silenziosi, che come sempre invito a lasciare una recensiuccia… Non vi costa niente e fate felice la sottoscritta!!

Per chi ha recensito:

DANINO: Sono felice che tu mi segua ancora! Draco è decisamente arrabbiato, ma va anche capito… Tra i due stava chiaramente succedendo qualcosa e lei glia ha mentito tutto il tempo… è un maschio, va anche capito, certe volte sono così ottusi!

Spero che il seguito ti sia piaciuto, anche se è un po’ triste…. Il papà non molto presente di Maredith è stato ucciso dopo aver avuto la sua vendetta… Come reagirà Meredith? E Draco?

A presto!

Baci

 

Alla prossima!

 

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Capitolo 8
*** Dolore ***


cap 8

§The betrayal of the family Malfoy§

 

Capitolo 8 - Dolore

Sigillò la stanza dall’interno e la insonorizzò. Voleva stare sola.

Ancora non ci credeva eppure aveva sentito perfettamente il gelo coglierla mentre realizzava.

Lo sguardo di Severus Piton, per la prima volta da quando lo conosceva, era costernato e dispiaciuto. Quell’espressione, così diversa dal solito, non arcigna, era stata una prova sufficiente.

Suo padre era morto. Era sola al mondo.

Le lacrime traboccarono mentre ricordava gli ultimi momenti passati con il padre. Nonostante l’avesse sempre trascurata e fosse sempre stato concentrato su un'unica cosa, gli aveva voluto bene.

Non poteva sopportare quel verbo al passato. Sentiva il suo cuore, il suo organo più vitale, già provato dagli eventi recenti, sgretolarsi sotto quella consapevolezza.

Suo padre era morto.

Sentì indistintamente qualcuno chiamarla. Voci familiari ma allo stesso tempo lontane, ovattate.

Le ignorò, voleva stare sola. Aveva bisogno di stare sola.

Doveva superare il dolore e indossare la solita maschera che nascondeva la vera Meredith Morgan, la sua essenza fragile e sensibile, agli occhi del mondo.

Una volta uscita da quella stanza avrebbe dovuto affrontare Draco e gli altri una volta per tutte, ma come poteva sistemare il passato se non era pronta ad affrontare il futuro?

Negli ultimi tempi si era ritrovata insicura e paurosa come mai era stata.

Forse aveva solo bisogno di ritrovare se stessa.

Se avesse evitato di pensarci, di sentirlo vero, di accettarlo, forse avrebbe riacquistato il controllo e la solita Meredith, razionale, sarcastica e pronta a tutto, sarebbe risorta dall’oblio in cui era caduta.

 

La notte trascorse lenta per tutti nella residenza annuale dei Morgan. C’era chi era preoccupato per un’amica e si aggirava ansioso come un leone in gabbia per le varie stanze.

C’era chi, sinceramente dispiaciuto, cercava di calmare gli animi, rammaricandosi per una persona che li aveva aiutati.

C’era chi, per quanto estraneo e abituato a tenere solo ai suoi familiari più stretti, per la prima volta, si apriva a una ragazzina che aveva salvato la sua famiglia.

E c’era chi fissava immobile un punto astratto con espressione imperscrutabile, senza che nessuno riuscisse a capirne i pensieri e le intenzioni.

Alla fine Morfeo vinse e tutti cedettero a uno stato di tranquillo dormiveglia.

 

All’alba Meredith uscì finalmente dalla sua stanza, senza fare il minimo rumore, muovendosi quatta come un felino per la casa silenziosa.

Passando davanti al salotto vide i suoi ospiti assopiti su divani e poltrone, pacifici e rilassati nel sonno.

Li superò e accese con la magia il camino, ormai morente. Strano che non erano gelati.

In cucina chiese a un elfo, solerte e servizievole, di prepararle un caffè.

Mentre lo sorseggiava, rifletteva sulla possibilità di chiedere chiarimenti a Piton. La sera prima era fuggita via senza ascoltare altro.

Forse sapere come era successo l’avrebbe fortificata. E avrebbe potuto affrontarlo.

Meglio la vendetta.

Un ghigno maligno sfuggì al suo controllo mentre pensava alla possibilità. Suo padre aveva coltivato il suo dolore e la sua rabbia per sedici anni, che fosse un destino di famiglia?

-Sei uscita da lì finalmente-

Meredith trasalì al suono di quella voce. Ma poi si ricordò ciò che aveva deciso.

-Malfoy ti sembra il modo? Avrei potuto avere un infarto!- esclamò sarcastica con voce atona, priva di inflessioni.

Lui la scrutò, ma non vide ciò che si aspettava. Era fredda, gelida, remota come lui era stato nei giorni precedenti, e assolutamente non sconvolta.

Quando la sera prima era fuggita via in lacrime, perché l’aveva notato, aveva immaginato che le fosse crollato il mondo addosso.

Ricordava come si era preoccupata per il padre tempo prima e come si era precipitata da lui. Certo, allora non sapeva che lei fosse il suo guardiano, la sua salvatrice, ma ciò non toglieva che doveva ammettere che qualcosa in quel momento gli aveva trafitto il cuore, un dolore rovente, del tutto nuovo per lui.

Si era rifiutato di definire quell’ansia smodata preoccupazione.

Era un Malfoy, lui, e i Malfoy non si preoccupavano per le persone.

Ora gli sembrava tutto meno che addolorata, annientata dalla notizia.

Era come se non l’avesse accettato, se non l’avesse nemmeno preso in considerazione.

La squadrò dubbioso e la vide agitarsi sulla sedia.

-Stai bene?- chiese pacatamente.

Meredith si irrigidì e la sua maschera si infranse per un istante, pochi secondi che gli bastarono per scorgere cosa vi nascondeva dietro.

-Non sono affari tuoi- esclamò secca prima di dileguarsi.

La complessità di sentimenti che suscitava in lui Meredith Morgan era sconcertante: fin dall’inizio l’aveva attratto. Prima con la sua bellezza, poi con il suo essere dolce e contemporaneamente la sua versione al femminile, con la sua prontezza di spirito, il suo altruismo e poi il suo tradimento l’aveva portato a ragionare con mente fredda.

Si era sentito tradito e ferito. La fitta al cuore, il dolore rovente non erano altro che delusione.

Lei gli aveva mentito.

Il primo istinto era stato quello di attaccarla, di ferirla come lei l’aveva ferito, di farle male.

Poi, quando aveva visto la fierezza con cui rispondeva alle sue accuse, il ricordo della sua preoccupazione per loro, gli ricordò come lei aveva rischiato la vita per loro, un gruppo di arroganti Serpeverde che il mondo non avrebbe esitato a condannare.

E il suo dolore nel momento in cui aveva saputo della morte del padre aveva colpito anche lui.

Aveva desiderato inseguirla, consolarla, scusarsi perfino, ma il suo orgoglio l’aveva frenato.

Gli faceva male vederla così. Avrebbe dovuto fare qualcosa.

 

Meredith ricomparve alle nove, nella versione che ormai avevano imparato a riconoscere. Era in modalità missione potenzialmente pericolosa.

Draco aveva chiamato Daphne in disparte e le aveva raccontato tutto. Sapeva che la ragazza si sarebbe preoccupata quanto lui e aveva bisogno di validi alleati.

Dovevano scoprire cosa aveva in mente Meredith. L’abbigliamento della ragazza, però, non faceva presagire nulla di buono.

-Mer! Come stai?- esclamò Daphne avvicinandosi a lei.

Meredith la fissò con sguardo vacuo mentre Daphne le si avvicinava e le rispose con voce atona, priva di emozioni –Bene…-

La superò di lato e raggiunse una vetrinetta da cui estrasse alcune boccette contenenti liquidi colorati.

Poi, si avvicinò al camino, prese il barattolo con la polvere volante e ne prese una manciata.

-Che stai facendo?-

Cominciava a trovare quella voce irritante. Si stava prendendo decisamente troppe libertà.

-Devo parlare con Silente, perciò sto andando a Hogwarts….-

-Ma davvero? Probabilmente è solo un caso che a Hogwarts ci sia anche Piton vero?-

-Non sono affari che ti riguardano Malfoy. Stai qui buono che ho da fare!-

-E dovrei stare a guardare mentre ti comporti da idiota? Sbagli o mi devi proteggere? Come pensi di farlo da morta?

Meredith rimase immobile, dandogli le spalle –Non credo sentirai la mia mancanza- esclamò lugubre gettando la polvere nel camino e scomparendo in esso.

 

Maledizione! Possibile che non ci fosse nessuno in quella dannata scuola?

Di Piton nemmeno l’ombra. Silente era introvabile. Nemmeno Gazza, il custode più odioso della storia, che era sempre in giro a tormentare gli studenti era scomparso!

Era forse in atto una congiura contro di lei di cui non sapeva nulla?

L’irritazione cominciava a trasformarsi in furore. Doveva fare qualcosa o sarebbe impazzita. E se Maometto non andava alla montagna, la montagna sarebbe andata da Maometto.

E lei era la montagna.

 

Si Smaterializzò fuori dalla residenza dei Lestrange. Quando si fanno le cose, si devono fare con stile.

Estrasse la bacchetta e fece saltare il cancello. Le piacevano le entrate esplosive!

Evocò il suo Patronus e lo fece correre verso la casa.

Non erano in casa? Beh lei non se ne sarebbe andata finché non fossero comparsi.

Il rumore tipico della Smaterealizzazione la fece scattare. Si voltò rapida.

Davanti a lei c’era una spiritata Belletrix Lestrange, il suo consorte, Avery e Nott.

-Ma chi abbiamo qui?- chiese con voce acuta la donna.

-Il vostro peggior incubo!-

-Era quello che diceva sempre il tuo paparino!-

-Crucio!- urlò Meredith. Non era degna di parlare di suo padre.

-Protego!- Rodhulpus Lestrange difese la moglie.

-Vuoi giocare bambina?- chiese sarcastico.

-Silencio!- zittì i tre uomini. Non aveva dubbi che ad accontentarla sarebbe stata Bellatrix.

-Cosa hai in mente ragazzina? Non sai che siamo i cattivi? Abbiamo ucciso il tuo paparino… Tu sei qui per questo vero?- rise.

Mentre stava per ribattere, all’improvviso, Draco Malfoy comparve accanto a lei.

-Ma guarda guarda! È il giorno delle sorprese! Il mio nipotino disertore!- esclamò la donna con tono furente.

-Zia Bella! Non posso dire che sia un piacere… ma non ci tratterremo oltre…- rispose con voce gelida il ragazzo.

-Tu sai chi è stato… Dimmelo!- urlò Meredith.

La donna si voltò verso di lei, lentamente, mentre un ghigno sadico e orribile le compariva in volto. –Certo che lo so… Ma non credo te lo dirò sai? Sarà molto più divertente così…-

Meredith scattò come un fulmine. Le scagliò una Maledizione Cruciatus che la donna evitò per un pelo, mentre ridacchiava e la derideva.

-Oh oh… La piccola Meredith sa giocare… Almeno il tuo paparino ha fatto qualcosa di buono…-

-Dimmi. Chi. È. Stato!-

La colpì di striscio con un incantesimo che procurava ferite profonde. Sul braccio di Bellatrix si aprirono tre ferite parallele da cui prese a sgorgare copioso sangue rosso. Questo la fece arrabbiare.

Sentiva che Draco teneva a bada gli altri tre Mangiamorte e sembrava cavarsela alla grande.

L’urlo di Bellatrix li aveva fatti distrarre.

-Vuoi sapere chi è stato a togliere la vita a quel buono a nulla di Luke Morgan? Bene, te lo dirò. E sarà un immenso piacere eliminare anche te… Sono stata io a far fuori il tuo paparino!- strillò ridendo.

Un dolore sordo trafisse Meredith e la spezzò in due, facendole annebbiare la vista.

Sentì un incantesimo sibilarle accanto, poi fu afferrata per un braccio e inerte si fece Smaterealizzare via.

 

Si accasciò a terra, mentre le lacrime cominciavano a uscire. Sapere chi era stato non l’aveva aiutata, anzi aveva reso più inesorabile la cosa. E ora si sentiva spezzata in due e faceva male.

Non sentiva più il cuore pompare nel petto e non faceva latro che vedere il volto gioioso di Bellatrix mentre le annunciava che era lei l’assassina di suo padre.

Sentì due braccia salde afferrarla e trascinarla in un abbraccio che per lei era come un’ancora di salvezza. Aveva bisogno di sentirlo vicino. Aveva bisogno di sapere che non era sola. Che lui era con lei. Che non la odiava.

Aveva bisogno di crederci.

-Draco… Draco!- mormorò, mentre il suo cuore, la sua anima si lacerava.

-Shh.. Sono qui!- le accarezzò i capelli e la strinse più forte. Aveva avuto una paura fottuta quando, giunto a Hogwarts, non aveva trovato traccia di lei. Aveva avuto paura di non indovinare dove sarebbe andata, ma l’aveva trovata. E ora era fra le sue braccia.

-Piangi, sfogati!- le mormorò. Era convinto che fosse tutto ciò che le serviva per accettare e andare avanti. Poi, l’avrebbe aiutata a vendicarsi.

Ormai si era arreso. Aveva vinto lei.

Quando Meredith si strinse maggiormente a lui, la prese in braccio e la portò sul letto. Senza lasciarla se la stese addosso e coprì i loro corpi, mentre si lasciava andare al contatto umano più intimo che avesse mai avuto.

Draco Malfoy era lì per lei.


Rieccomi con un nuovo chap... Che ve ne pare? mi sono sentatita tanto cattiva, ma... quei quattro gatti che leggono non si devono disperare... E poi finalmente il tanto atteso avvicinamento tra Draco e Meredith è finalmente avvenuto... Tanto atteso poi da chi non so nemmeno io... Letture e recensioni sono calate notevolmente, ma io tengo troppo alla storia per smettere di scrivere, perciò rassegnati sito mi dovrai soopoortare ancora a lungo!

Comunque un enorme grazie ai 13 PREFERITI e ai 9 CHE MI SEGUONO... Vi adoro!


Un grazie gigantesco a
DANINO, l'unica mia recensitrice (GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!): per uno strano caso del destino (ti assicuro non capita mai) ho risposto con un unico aggiornamento a tutte le domande... Meredith a tentato di affrontare i Mangiamorte, a scoperto chi è stato, e Draco è corso ad aiutarla... Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Alla prossima!
(please almeno tu continua a seguirmi!!)


A presto! Baci
Marty


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Capitolo 9
*** ...Verità Rivelate... ***


cap 9

§The betrayal of the family Malfoy§

 

Capitolo 9 - Verità Rivelate

 

 

Era avvolta dal calore. Era una sensazione piuttosto piacevole.

Meredith non aveva intenzione di muoversi: stava così bene in quel momento, beandosi del calore e del buio. Sapeva di essere sveglia, lo sentiva chiaramente, ma non voleva aprire gli occhi.

Era consapevole del fatto che avrebbe dovuto affrontare qualcosa di orribile se lo avesse fatto. Non era mai stata masochista, non desiderava per niente auto-infliggersi dolore, perciò rimase immobile, confortata da qualcosa di morbido che le accarezzava i capelli.

-So che sei sveglia-

Il suo cuore mancò un battito, riconoscendo immediatamente la sua voce. Draco era con lei.

Ciò che ricordava, anche gli ultimi ricordi confusi, era accaduto davvero. Forse non era pronta ad affrontare tutto quanto, ma doveva farlo. Era controproducente per lei nascondersi dietro false giustificazioni.

Non era mai stata tipo da tirarsi indietro quando si trattava di agire e non poteva iniziare ora. Nonostante tutto, sarebbe dovuta rimanere coerente con se stessa. Luke Morgan avrebbe voluto così.

Quando il pensiero corse a suo padre, il doloroso squarcio al petto si riaprì e le fece  ricordare cosa  doveva fare.

-Già. Potresti mollarmi?- rispose con voce estremamente roca quando lui, al suo tentativo di divincolarsi, aveva rafforzato la stretta.

-Così puoi scappare di nuovo? Non ci penso neanche!- rispose con voce serissima.

-Dico sul serio Malfoy. Ma sta tranquillo, mi basta una catastrofe al giorno!- rispose cauta e finalmente riuscì ad alzarsi. Forse l'aveva convinto.

Individuò qualche vestito pulito e poi si diresse in bagno. Lo specchio sopra il lavello le permise di capire quanto fosse messa male: i capelli erano arruffati e spenti, gli occhi lucidi, più scuri che mai e sotto di essi aveva anche delle vistose occhiaie nere.

Fece un respiro profondo e poi si spogliò, infilandosi nella doccia e sperando che la rilassasse cosicché fosse in grado di affrontare la giornata.

Mentre l'acqua le scendeva lentamente sul viso, rifletté: la prima cosa da fare era portare i suoi ospiti al nascondiglio che già ospitava i coniugi Malfoy, dopo di che avrebbe rintracciato Silente e forse avrebbe parlato con Piton. E, se fosse avanzato del tempo, avrebbe affrontato e ringraziato Draco Malfoy.

Sapeva perfettamente che era solo grazie a lui se ora era viva e le pesava in egual modo essere in debito con qualcuno, soprattutto con lui. Aveva imparato fin troppo presto a cavarsela da sola e quello che era successo alterava gli equilibri che lei aveva imposto.

Si rivestì lentamente e altrettanto lentamente uscì. Draco era già vestito e la aspettava con espressione seria seduto sul letto rifatto.

Che strano. Aveva rifatto il letto. Eppure lei non avrebbe mai creduto che ne fosse capace. Evidentemente in Draco Malfoy c'era molto più di quanto lei non si aspettasse e riusciva a sorprenderla sempre in qualche modo.

La sua espressione seria e imperscrutabile non lasciava intendere nulla di buono, perciò Meredith si affrettò a lasciare la stanza. Aveva una necessità impellente di caffè.

-Dove stai andando?- Malfoy la afferrò per un braccio facendole intendere che non l'avrebbe mollata un attimo. Maledizione!

-A prendere un caffè in cucina, Malfoy. Credi che ci possa essere qualcosa di pericoloso o sinistro in questo? In effetti la mia cucina è un luogo molto inquietante!- sibilò, strattonando via il braccio e avviandosi velocemente.

La infastidiva alquanto essere controllata a vista, non ci era affatto abituata! La irritava la sensazione che le si scatenava al pensiero di essere ritenuta un incapace. Certo le azioni sconsiderate degli ultimi giorni non avevano giovato, ma era perfettamente in grado di agire da sola. Ormai il peggio era passato.

Non aveva accettato la scomparsa del padre, ma sapeva cosa fare e come farlo.

 

La sua comparsa in cucina provocò un certo scompiglio fra gli elfi. Sperò solo che fosse una cosa indolore.

-Signorina Morgan, abbiamo saputo del signor Morgan e siamo molto dispiaciuti signorina... Se possiamo fare qualcosa non esiti a chiedere...- la accolse Pip, l'elfo più anziano e fedele.

-Grazie Pip, siete molto gentili. Potrei avere del caffè, tanto caffè?- rispose pacata. Non stava andando così male!

 -Subito signorina! Avete sentito?- si voltò verso gli altri, incitandoli con gesti ampi(ampi gesti) delle mani -Signorina, lei e il signore volete fare colazione?- chiese ossequioso.

Scoccò una rapida occhiata a Draco e si arrese alle premure dell'elfo -Si qualcosina, grazie. Sono di là, d'accordo?-

-Certo signorina, si accomodi! Ci pensa Pip qui..-

 

Si lasciò cadere con poca grazia sul divano del salotto, chiudendo gli occhi e riflettendo. Doveva parlare con Silente e con Piton. E soprattutto doveva liberarsi del ragazzo biondo che non faceva altro che fissarla e pedinarla.

-Ma non hai nient'altro da fare?- chiese, seccata con aria ostile. La infastidiva parecchio quell'atteggiamento. Chissà cosa si era messo in testa.

Lui si limitò a fissarla negli occhi, stringendosi nelle spalle. Che diavolo gli prendeva?

Solo il giorno prima l'aveva trattata come l'essere più ignobile del mondo, solo perché gli aveva mentito su un piccolo e innocente dettaglio, e ora questo?

-A che gioco stai giocando Malfoy?- chiese seria, inchiodandolo con lo sguardo.

Lo sguardo del biondo si accese di una luce indefinita, ma allo stesso tempo pericolosa. -Beh, Morgan, vedi trovo ingiusto che tu mi abbia protetto senza dirmi niente. Odio la gente che macchina alle mie spalle e mi giudica incapace di difendermi da solo. Per questo ho deciso di riservarti lo stesso trattamento. Anche tu odi essere trattata così, perciò quale vendetta migliore?-

Meredith lo guardò allibita. Che diavolo gli prendeva? Quei Mangiamorte il giorno prima dovevano averlo affatturato, senza ombra di dubbio!

-No, Morgan, non mi è successo niente di quanto stai pensando ora. Ho semplicemente deciso che non affronterai la mia adorabile zietta da sola. Avrai bisogno di aiuto e io sarò lì!- esclamò con veemenza. I suoi occhi grigi si accesero di una luce inquietante e arsero nei suoi, quasi a sfidarla a contraddirlo. -E non intendo lasciarti sola un minuto- concluse, un istante prima della comparsa degli altri, lasciando Meredith basita.

 

Mentre lo fissava come se le avesse appena confessato di essere un Babbano, entrarono in processione Daphne, Blaise, Astoria, Theo, Pansy e i genitori di Draco.

Daphne si buttò subito addosso a lei, abbracciandola con foga e impedendole la respirazione finché Blaise non fece notare alla sua ragazza che la stava soffocando, allora la lasciò finalmente andare.

- Meredith non fare mai più una cosa del genere chiaro? Mi sono preoccupata da morire! Per fortuna Draco ti è corso dietro. Non oso immaginare cosa ti sarebbe successo altrimenti! Cosa hai in quella testa? Non hai pensato a noi?-

Ogni volta che Meredith tentava di rispondere, Daphne continuava quella tiritera che si faceva ad ogni parola più infervorata.

Alla fine si spazientì - Daphne!- esclamò alzando una mano in gesto di resa. -Senti, mi dispiace davvero, ma in quel momento non ero molto in me. Con il senno di poi, mi rendo conto di aver fatto una cosa veramente stupida e so che il biondo platinato laggiù mi ha salvato la vita, davvero! Resta il fatto che non posso lasciare così le cose e per questo devo andare a Hogwarts e stavolta per davvero. Devo conoscere le nuove disposizioni di Silente- disse fissandola dritta negli occhi per mostrarle che diceva la verità.

Fece scorrere il suo sguardo su tutti i presenti e si apprestò a sganciare la bomba. -Per questo motivo, temo che dovrò spostarvi tutti al nascondiglio del Malfoy, perché non sarò molto di compagnia...-

Sulla stanza scese il gelo totale, mentre attendeva le loro reazioni.

Daphne fece per parlare, ma colse lo sguardo di ammonizione di Blaise e quello preoccupato di Astoria e con estremo rammarico tacque.

-Ma brava! Sei proprio ostinata Morgan! Ma, come ho già detto, non ho intenzione di lasciarti da sola. Avrai bisogno di aiuto. Però sono d'accordo con lei sul fatto che voi dovreste nascondervi. Non avremo tempo di badare a voi altri...- esclamò deciso Draco.

Meredith si rassegnò. Sapeva quanto era testardo e furbo, di certo non si sarebbe lasciato ingannare facilmente e lei non aveva ne voglia ne tempo per farlo.

-Bene. Dopo la colazione, procederemo al vostro trasferimento!-

 

Lei e Draco comparvero nella Stamberga Strillante due ore dopo e raggiunsero in fretta la scuola. Rapidamente, raggiunsero lo studio del Preside e sperando che la parola d'ordine non fosse cambiata, Meredith la disse al gargoyle.

Con sollievo lo vide spostarsi di lato per lasciarli passare.

Silente era seduto dietro la scrivania e fissava il vuoto con sguardo assorto. Si riscosse vedendoli comparire e disse - Meredith, ti aspettavo...-

Lei si avvicinò lentamente, consapevole del fatto che, dopo quella conversazione, tutto sarebbe divenuto definitivo. Non sapeva se era pronta, ma ormai era lì.

-Allora è vero?- chiese con voce tremante, rivolgendosi supplicante al vecchio amico di suo padre.

-Temo di sì. Mi dispiace terribilmente Meredith. Sarei dovuto intervenire da tempo e fermarlo...-

-Signore, lei sa perfettamente quanto fosse testardo, non si sarebbe mai arreso e lei non avrebbe potuto fare nulla in ogni caso. Mio... mio padre aveva deciso- disse debolmente, mentre il dolore la sommergeva, appannandole la vista.

Sentì che qualcuno le afferrava una mano e  riconobbe la stretta. Draco.

-Ho già provveduto ad organizzare il funerale. Sarà una cosa intima, domani a mezzogiorno. Ho pensato che desiderasse riposare accanto a Linnet, quindi si svolgerà in Irlanda- disse dolcemente Silente.

Meredith annuì con la sensazione di stare per affogare. Non le sembrava nemmeno di respirare.

Lentamente si riscosse, non aveva ancora finito di fare quello che doveva -Grazie signore. Ora desidero parlare con il professor Piton. Immagino... che ci vedremo domani-

 

Piton era immobile, appoggiato alla cattedra dell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, come se la stessa aspettando.

-So cosa vuoi chiedermi ma non te lo dirò. Non credo che rincorrere l'assassino di tuo padre sia la cosa più utile per te adesso- esordì l'uomo serio e imperturbabile.

Con l'espressione che aveva nel momento in cui le aveva dato la notizia impressa nella mente, Meredith rispose -So già chi è stato: ho fatto una visitina a Bellatrix Lestrange ieri-

Piton sembrò stupito -Sei molto calma. Immagino che sia giusto così allora. Sai perfettamente che sarebbe un impresa suicida vendicarti: Voldemort può essere ucciso solo da Potter-

Meredith impiegò qualche istante a capire il senso delle sue parole e sbiancò, mentre ritornava con la mente all'incontro del giorno precedente.

-Vuoi sapere chi è stato a togliere la vita a quel buono a nulla di Luke Morgan? Bene, te lo dirò. E sarà un immenso piacere eliminare anche te… Sono stata io a far fuori il tuo paparino!- strillò Bellatrix Lestrange ridendo.

Un dolore sordo trafisse Meredith e la spezzò in due, facendole annebbiare la vista.

 

Quella stronza le aveva mentito! Meredith si mosse verso di lui, ma fu afferrata da dietro per un braccio.

- Bellatrix le ha detto di essere stata lei. Ne sei sicuro?- sentì chiedere a Draco.

Severus Piton la scrutò a lungo, spostando il suo sguardo nero come la pece da lei a Draco un paio di volte, prima di rispondere -Ne sono certo. Immagino che Bellatrix abbia mentito perché desiderava lo scontro. C'eri anche tu?-

Draco annuì e parve comprendere -Sperava mi distraessi per difenderla, perché se l'avevo seguita significava che tenevo a lei in qualche modo, voleva uccidermi!- sibilò con odio. Il fatto che fosse sua zia, la sorella di sua madre, ora non significava più niente.

- Voldemort ha ucciso mio padre giusto?- intervenne Meredith all'improvviso, calma e lucida come non mai.

Piton annuì, incerto. Chiaramente non si aspettava quella reazione.

-E l'unico che può fermarlo è Harry Potter, giusto?- chiese ancora.

L'uomo assentì ancora, chiedendosi dove volesse andare a parare.

-Bene, allora io aiuterò Harry Potter-

 

 

Bene bene, rieccomi! Vi sono mancata? Spero di sì! (sul sito scende il gelo polare...)

Dunque, innanzitutto non so da dove è uscito qst capitolo, ma mi piace. Compare anche Piton, per la gioia della mia beta,  miyuko, che ha corretto il capitolo, quindi se non ci sono errori è tutto merito suo. Che dire? Lasciatemi un commentino!

Ringrazio i 15 preferiti,  i 12 che mi seguono e i lettori silenziosi...

Per chi ha recensito:

 DANINO: eccoti il seguito, spero ti piaccia! Sì, Draco ha finalmente accettato i suoi sentimenti, ma Meredith? E Draco le rivelerà tutto?
Durante queste vacanze spero di riuscire a postare un altro capitolo, prima di gettarmi nuovamente in quella pazzia chiamata SCUOLA. Farò il possibile comunque!
A presto!

 

miyuko: hai già letto il capitolo, ma ne approfitto per risponderti qui alla mail: stavolta mi sono concentrata mentre battevo a computer, solitamente mi lascio trasportare! xD
Comunque, sono felice che ti piaccia!
Anche alla sottoscritta piace Piton, ma amo di più Draco! Comunque penso che sarà un personaggio decisivo anche in qst fic...
Alla prossima!

 

 

A PRESTO!

       Marty

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Capitolo 10
*** ...Giuramenti... ***


cap 10

cap 10 §The betrayal of the family Malfoy§

Giuramenti

Meredith era uscita dallo studio di Piton avvolta in una strana bolla di insensibilità, che non lasciava passare niente di esterno. Rimuginava sulle ultime notizie apprese, maledicendo Bellatrix Lestrange e tutta la sua genealogia.

Era divisa tra il rancore e la delusione. Non poteva vendicare suo padre perché per qualche strana ragione  Voldemort non poteva essere ucciso che da Harry James Potter e non sapeva perché Bellatrix Lestrange le avesse mentito. Per un attimo aveva pensato di poter avere la sua vendetta e si era illusa che sarebbe riuscita a superare il momento.

Si fermò all'improvviso, sapendo perfettamente che era meglio avere un obbiettivo certo per continuare ad agire, e così vivere.

-Malfoy...Tu sai dov'è la Tana?- chiese, voltandosi. Voleva parlare con Harry. Doveva fare qualcosa. Anche vagare per la campagna inglese alla ricerca della casa dei Weasley. Sapeva che Harry avrebbe passato il Natale da loro.

Malfoy la guardò schifato -Assolutamente no! Io non ho mai messo piede in quella catapecchia!- la fulminò con lo sguardo.

Meredith sorrise -Beh tra poco potrai dire il contrario!- affermò, sicura, tornando poi seria-Devo parlare con Harry. E tu hai detto che mi avresti seguita, quindi vedi di collaborare...-

Il ragazzo sospirò, rassegnato, sapeva che nulla l'avrebbe fermata: -Già, l'ho detto...-

-Tu sai Materializzarti?- chiese, estraendo la bacchetta. Fu sorpresa di vederlo arrossire leggermente e distogliere lo sguardo. -No, non ho ancora l'età-

Lei rise -Sei buffo quando sei imbarazzato! Forza andiamo alla Stamberga, poi ci Smaterializzeremo!-

 

Ricomparvero in un zona acquitrinosa, davanti a una casa malmessa, alquanto traballante. La Tana.

Meredith bussò -Chi va là?- chiese una voce agitata di donna.

-Sono Meredith Morgan, signora Weasley. Cerco Harry- rispose, cauta.

-Chi è Molly cara?- chiese un'altra voce, questa volta maschile.

Malfoy, accanto a lei, sbuffò seccato. Lei sorrise. Sentiva i due bisbigliare dietro la porta e per evitare che Malfoy esplodesse esclamò - Mi chiamo Meredith Morgan, mio padre era Lucas Morgan, frequento Hogwarts assieme ai vostri figli e a Harry e Albus Percival Wulfric Brian Silente sa che mi trovo qui, insieme a Draco Malfoy, che non è un Mangiamorte-

Dopo un breve silenzio, la porta si spalancò e Remus Lupin puntò la bacchetta su di loro.

-Quando io ho incontrato Meredith Morgan?- chiese con voce all'erta.

Meredith ghignò. Pensavano che fossero Mangiamorte? -Qualche mese fa, nello studio di Silente. Lei non è riuscito a rintracciare mio padre quando Silente glielo ha chiesto...- rispose calma.

L'uomo annuì e si fece da parte, così loro due entrarono.

Lei sorrise ai Weasley -Signori Weasley, è un piacere conoscervi!- esclamò facendo loro un cenno  con la testa.

-Il piacere è nostro cara!- esclamò Molly Weasley, sorridendo.

-Signor Lupin...- salutò. Lui le sorrise e le tese una mano, che lei afferrò e strinse prontamente -Mi dispiace per tuo padre!-

Meredith annuì, ritirando la mano.

Oltre ai signori Weasley e a Lupin, c'erano una ragazza piuttosto cupa, che lei riconobbe come Ninfadora Tonks, Sirius Black, il maggiore del Weasley, Bill, e la fidanzata di lui, Fleur Delacour.

Meredith sorrise loro -Dove posso trovare Harry?- chiese, rapida.

-Meredith! Che ci fai qui?- con il solito tempismo, ai piedi delle scale comparve Hermione.

Lei sorrise, voltandosi a guardarla -Devo parlare con Harry- esclamò, raggiungendola. -Malfoy, stai lì buono, d'accordo?-

Hermione, guardandola con curiosità, la guidò da Harry.

Lui e Ron stavano in una stanza dell'ultimo piano della casa e stavano spaparanzati sul letto, parlando tra loro.

-Meredith!- esclamarono in coro, sorpresi, vedendola.

Lei sorrise -Ciao ragazzi!- esclamò.

-Che ci fai qui?- chiese Ron, estremamente curioso.

Meredith però fissava Harry. -So che sei il Prescelto- mormorò -Che lo sei davvero, intendo-

Il gelo scese nella stanza, ma lei continuò a fissare Harry negli occhi -Mio padre è morto ieri. E' stato Voldemort a ucciderlo. Se non posso ucciderlo, allora contribuirò a fermarlo! Ti aiuterò, Harry, volevo solo dirti questo-

Lui la trafisse con i suoi espressivi occhi verdi e le tese una mano. Meredith la fissò per un attimo, poi ignorandola, lo abbracciò.

Ron le diede una poderosa, per quanto amichevole, pacca sulla schiena, quando si separarono e Hermione le strinse delicatamente il braccio.

-E cosa ci fa Malfoy con te?- chiese Hermione curiosa.

A Ron prese un colpo e Harry si girò di scatto verso di lei.

-Malfoy ha deciso, dopo che la qui presente ha aggredito mia zia Bellatrix, che Meredith non fosse in grado di andare in giro da sola, quindi le fa da balia - rispose con voce gelida Draco Lucius Malfoy, appoggiato mollemente allo stipite della porta, rimasta aperta.

Meredith sorrise vedendo le espressioni stupefatte di Harry, Ron ed Hermione.

-Tu cosa?- esclamò Harry voltandosi verso di lei.

-Non dovresti essere così sorpreso, Potter, Morgan è capace di tutto! E poi pensavo che la mia cara zietta non ti fosse molto simpatica, dato che ha tentato di uccidere il tuo padrino...-intervenne ancora il biondo con tono ironico.

Harry lo fulminò con lo sguardo -Questi non sono fatti tuoi! Piuttosto cosa ci fai veramente con Meredith?- chiese, secco.

-Sono fatti miei, dato che è grazie alla soffiata dei miei genitori che Sirius Black è ancora vivo. Comunque, poiché abbiamo tradito l'Oscuro Signore non sarebbe stato molto saggio continuare la vita di sempre, non ti pare? Quindi Morgan ci ha offerto gentilmente la sua ospitalità e protezione...-

 

Si Materializzarono di nuovo nella residenza londinese dei Morgan. Non aveva fretta di tornare nella casa di campagna e sentiva di dover vedere le cose di suo padre.

Raggiunse in fretta la camera di suo padre, al secondo piano e vi entrò decisa. Come nella sua stanza, il caos regnava sovrano. Il letto era sfatto. Aveva dormito lì prima di andare a vendicare la moglie?

Meredith sentì gli occhi inumidirsi e lasciò uscire la lacrime, mentre si avvicinava alla scrivania, completamente ricoperta di carte di ogni forma e dimensione.

Sopra tutte c'era una carta del Castello di Hogwarts, con evidenziati i suoi punti deboli con dei cerchi rossi. C'erano tutti i passaggi segreti che lei gli aveva mostrato, la Foresta Proibita e altri punti che non sapeva individuare.

Vedendo quel foglio, si ricordò il piano di Voldemort: Marchiare, durante la vacanze di Natale, i figli di Mangiamorte e affidargli poi l'incarico di uccidere Albus Silente.

La maggior parte di quei ragazzi, però, era al sicuro nella sua casa in Irlanda, esclusi Tiger e Goyle. Dubitava fortemente che Voldemort affidasse una missione del genere a quei due, ma non si poteva mai dire:Voldemort era totalmente imprevedibile.

Ghignò al pensiero della rabbia di Voldemort quando aveva scoperto di non poter realizzare il suo piano. Probabilmente sapeva chi lei fosse. Forse proprio per questo era entrato in scena di persona e ucciso suo padre.

Era davvero colpa sua? Una fitta dolorosa la trafisse, facendole mancare il respiro.

"Ti vendicherò, te lo giuro!"

Il suo sguardo cadde su un disegno infantile:l'aveva fatto lei a dieci anni. Ritraeva lei e suo padre a cavallo di una scopa. L'aveva fatto dopo che suo padre l'aveva portata a fare il suo primo giro a cavallo di una scopa.

Lo sconfortò la assalì, mischiandosi con il dolore e il senso di colpa. Cadde lentamente sul pavimento freddo, portandosi le ginocchia al petto. Pianse silenziosamente, fino a quando non venne sollevata e tirata in un abbraccio caloroso. Era arrivato Draco.

-Shh... Va tutto bene! Ci sono io con te!- mormorava dolcemente nel suo orecchio. Lentamente il suo pianto disperato finì e i singhiozzi smisero di scuoterla.

Si strinse più forte al ragazzo, ringraziando silenziosamente la sua presenza. Cosa avrebbe fatto senza di lui?

Quando ritrovò la voce gli chiese -Perché fai così?- La sua voce era roca e indecisa.

-Per amore- lo sentì rispondere, prima di staccarsi e allontanarsi da lei, lasciandola sola con se stessa e i suoi pensieri.

 

Meredith era ancora sul pavimento inchiodata a terra, immobilizzata dall'incredibile risposta che le aveva dato Draco Lucius Malfoy.

Forse era stata un'allucinazione. No, era successo davvero. Sentiva ancora il calore rovente del suo abbraccio e del suo respiro sull'orecchio.

La riscosse il ticchettio alla finestra. Si voltò e vide la civetta di Harry, Edvige, bussare insistentemente sul vetro.

Meredith si alzò e le aprì la finestra. Edvige le si posò sul braccio e le tese la zampa.

La civetta volò via non appena lei prese la lettera, silenziosa come era arrivata.

Curiosa aprì la lettera.

Cara Meredith,

devo raccontarti il sogno che ho fatto qualche giorno fa. Per qualche assurdo motivo, la mia mente è collegata a quella di Voldemort e per questo l'ho sognato mentre scopriva che non poteva realizzare il suo piano perché i figli dei suoi Mangiamorte si erano nascosti da qualche parte. Si è arrabbiato parecchio! Stava pensando a come fare, se punire le famiglie di quei ragazzi o mandare qualcuno  a cercarli per poi rifarsi con loro, ma Ron mi ha svegliato. Dice che mi contorcevo nel sonno,  ripetendo "no!no!"

Non so altro, mi dispiace!

Non te l'ho raccontato prima, perché Hermione è convinta che io me la cavi alla grande con l'Occlumanzia, anche se in realtà non è così... Purtroppo il mio insegnante è Piton e lui non mi insegna per niente, anzi non fa che starsene lì a guardare i miei ricordi e dire che sono un incapace come mio padre!

Mi dispiace davvero!

A presto!

Harry

 

Stava ancora rimuginando sul contenuto della lettera, quando la collana a forma di serpe che aveva al collo cominciò a bruciare.

Scattò in piedi all'istante. Fortunatamente aveva disattivato il meccanismo della collana di Draco tempo prima.

Fece apparire il suo mantello, si Smaterializzò fuori dalla casa per sigillarla, ricordandosi come l'ultima volta se ne fosse dimenticata e di come lui l'avesse raggiunta facilmente. Si chiese come avesse fatto a raggiungerla così velocemente, dato che non sapeva Smaterializzarsi. Glielo avrebbe chiesto più tardi!

Raggiunse in fretta la casa nel bosco irlandese e vide dei Mangiamorte avanzare fra gli alberi, in direzione della scogliera. Che ci facevano lì?

Prese a seguirli, spinta dalla curiosità. Fortunatamente si era resa invisibile con un incantesimo di Disillusione e il suono dei suoi passi attutito da un altro utile incantesimo.

I Mangiamorte raggiunsero la scogliera, scesero il sentiero scavato nella roccia verso la spiaggia e si diressero con decisione verso una serie di rientranze frastagliate del tutto comuni, che nascondevano quasi alla vista certe rocce semisommerse dall'acqua.

Salendoci sopra, raggiunsero una parete di roccia, lanciandosi poi in mare.

Sempre più curiosa, lanciò sulla sua persona un Incantesimo Testabolla e poi li seguì. Era pur sempre inverno e l'acqua era gelida.

Si inoltrarono sempre più nella scogliera fino a raggiungere una fenditura, che si apriva su una buia galleria di roccia.

 Meredith rimase a debita distanza, sottacqua. I Mangiamorte emersero dall'acqua, salendo rapidi i gradini che conducevano in una vasta caverna.

-Tutto bene Nagini?- chiese uno di loro divertito.

A Meredith venne la pelle d'oca. Nagini era l'enorme e orribile serpente di Voldemort. Che diavolo ci faceva un serpente in un posto del genere? A cosa faceva da guardia?

-Forza bella entra nella bolla. Il Padrone reclama la tua presenza...-

Meredith pensò di aver sentito abbastanza, perciò tornò indietro. Ne avrebbe parlato con Silente. E magari con Harry.

Ora però doveva tranquillizzare i Malfoy e gli altri.

Si asciugò rapida i vestiti e mormorò -Harry Potter- la porta si aprì e lei raggiunse velocemente l'ingresso.

-Meredith!- esclamò Daphne, saltandole addosso e abbracciandola con forza.

-Ciao Daphne- sorrise. La solita esuberante!

-Che è successo?- chiese Malfoy, scrutandola preoccupato.

-Li ho seguiti, ma li ho persi di vista. probabilmente si sono recati nello stesso posto dell'altra volta, ma non sanno assolutamente della vostra presenza qui. Anche questa volta non si sono nemmeno avvicinati alla casa, quindi potete stare tranquilli!- esclamò tranquillizzandoli. -Ragazzi, voi tornate indietro con me, signori Malfoy, vi lasciamo alla vostra quiete-

-Cosa hai intenzione di fare adesso?- le chiese Daphne, curiosa, ma non più preoccupata.

-Beh vi riporto a casa mia, dove tra l'altro ho mollato il biondo platinato da solo, quindi sarà meglio sbrigarsi perché sarà furente...- rispose a disagio.

I Serpeverde risero e le afferrarono il braccio, mentre lei ripensava a quella risposta "Amore".

Draco Malfoy amava. Amava lei? Draco Lucius Malfoy amava Meredith Morgan?

E lei amava Draco Malfoy. Cazzo!

 

 

Rieccomi anche con questa fic... Scusate l'immenso ritardo, ma sono tornata!! Che ne pensate di questo nuovo capitolo? E dei recenti sviluppi? Fatemi sapere e commentate in tanti!!!

 

Ringrazio i  16 che hanno messo tra i preferiti , i 14 che mi seguono e chi ha letto, naturalmente...

Ringrazio la mia beta,  miyuko, per i pareri e le correzioni.

Per chi ha recensito:

 DANINO: Ciao! Sono felice che ti sia piaciuto l'ultimo capitolo e spero, sempre che ti ricordi di questa fic, che ti sia piaciuto anche questo nuovo... Sì, Meredith aiuterà parecchio Harry nella lotta contro Voldemort, ho già molte ideuzze... E per quanto riguarda Draco, credo che ormai sia evidente... A presto! Beso

 Yvaine0: Sono davvero felice che ti sia piaciuta questa fic e che ti abbia fatto questo effetto... Sono lusingata! Per ciò che riguarda Draco, è come vorrei che fosse.. La Rowling non si è mai soffermata troppo su di lui, ma io l'ho adorato dal primo libro, quando era un marmocchietto arrogante... Mi rincuora il fatto che tu abbia detto che mi aspetterai per anche un secolo, cosa che spero non accadrà, (nonostante i tre/quattro.. ehm... mesi dall'ultimo aggiornamento...) e prometto che cercherò di far passare meno tempo tra un aggiornamento e l'altro!! Alla prossima! Beso

Dully: Ciao! Probabilmente non ricorderai nemmeno questa fic, ma volevo dirti che sono molto felice che ti abbia colpito! A me piace molto scrivere questa storia e mi fa tanto piacere quando riesco a trasmettere ciò che vorrei a chi legge! Grazie del tuo parere.
Meredith non è un personaggio facile e osso capire che non attiri subito, ma fidati, rimarrai sorpresa...  
Draco, invece, rimarrà quanto più fedele possibile al personaggio originale, con qualche mia aggiunta personale. E' stato un pò trascurato dalla Rowling, ma lo adoro lo stesso!
A presto! Beso

 miyuko: Sono felice che ti sia piaciuto nonostante i mille errori che sono certa di aver fatto... Appena riesco, ti manderò i prossimi capitoli! A presto!

 

Al prossimo capitolo!

Baci Marty

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