La forma dell'acqua

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo mondo ***
Capitolo 2: *** Noi siamo come le piante ***
Capitolo 3: *** La Regina Amara ***
Capitolo 4: *** I gioielli - prima parte ***
Capitolo 5: *** I gioielli - seconda parte ***
Capitolo 6: *** I gioielli - terza parte ***
Capitolo 7: *** Una romantica crociera ***
Capitolo 8: *** Balthazar e Jack ***
Capitolo 9: *** Balthazar mostra a Jack i suoi disegni ***
Capitolo 10: *** La gara di ballo sulla nave - prima parte ***



Capitolo 1
*** Un nuovo mondo ***


Attenzione, questo è un sequel delle altre mie storie che raccontano tutto il percorso che hanno fatto Dean e Sam scoprendosi innamorati, se volete potete anche saltare quelle serie perchè questa è una storia a parte, MA, se volete leggere questa, prima di questo capitolo, ci sarebbe da leggere lo spin off "Paradiso e inferno" e gli ultimi capitoli del Quinto Mondo  
Siete liberi ovviamente anche di saltare lo spin off, ma non capirete nulla di chi sono questi due, che non sono ovviamente Sam e Dean gli originali xd


PARADISO E INFERNO:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3771470&i=1

IL QUINTO MONDO:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3756711&i=1

(io vi consiglierei di leggerlo tutto per capire di più certe dinamiche ma se per voi è troppo lungo, vi consiglio di recuperare almeno i capitoli 44, 45, 46, anche se solo dopo aver letto Paradiso e Inferno.)









Fu come CADERE.
Fu come la CADUTA.
Per un angelo.
La goccia d’acqua mora, cadde in una distesa di papaveri.
Fu una caduta rovinosa, come cadere da un grattacielo altissimo.
 
 
Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa, non è il tulipano,
che ti fan voglia dall’ombra dei fossi…
 
 
I fiori profumavano, ma non avevano pena di lui, in mezzo a tanta bellezza e a mille profumi,
il dolore non si attenuava, ma anzi, si faceva più intenso.
 
Ma sono mille papaveri rossi…
 
Sam 2.0 si alzò, cercando per quanto possibile di sostenersi sulle gambe, sentiva un dolore terribile in tutto il corpo, come se avesse tutte le ossa spezzate, faceva caldo, anzi si sentiva..
 
BRUCIARE realizzò guardando l’impietoso sole, alto nel cielo.
 
Sentì il bisogno di frenare tutto quell’incendio, ma non sapeva come.
“Il..il lago..” disse tra sé e sé, avvicinandosi a esso, ce l’aveva a pochi passi.
 
Un passo, poi l’altro, poi l’altro..l’acqua era fresca e luccicante, rifletteva i raggi del sole sui suoi piedi, si chiese se fosse la prima cosa vera, il primo contatto con l’acqua vera, con cui avesse contatto, da quando era stato CREATO.
Non ci pensò più di tanto, quando mosso dall’istinto, si buttò, lasciandosi abbracciare dalla freschezza dell’acqua.
L’acqua…la vita…
 
Lungo le sponde del mio torrente, voglio che scendano i lucci argentati..
 
Nuotò per il tempo che pensò servisse, a irrompere tutto quel fuoco che sentiva dentro di sé, poi si guardò e sbarrò gli occhi.
Pezzi di carne rosa, galleggiavano come pelle morta, nel lago davanti a lui e intorno a lui.
Fu allora che capì.
Non era il sole. Era LUI.
Sentì delle gocce cadergli addosso, dall’alto e subito si maledì. Cedere alle lacrime, per una goccia d’acqua, probabilmente, equivaleva a far piovere, avrebbe dovuto trattenersi, avrebbe POTUTO…
Poi realizzò che non era stata colpa sua, stava piovendo spontaneamente. Gocce d’acqua salata, cadevano su di lui, mischiandosi alle sue lacrime e prendendosi beffe di lui.
Forse la prima volta che una goccia d’acqua piangeva, aveva il potere grande di far piangere anche il cielo.
 
 
 
 
 
*
 
Era uscito dal lago e si stava dirigendo come un vagabondo, o un autostoppista..
 
Forse un soldato..
 
Verso la strada.
La strada sembrava infinita.
Assomigliava alla strada del Paradiso, lunga, infinita, impietosa..
E mentre camminava, canticchiava mentalmente una vecchia canzone che aveva conosciuto in un’altra vita. (* guardare le note.)
 
Il fisico minacciava di sfiancarlo, le forze sembravano dover cedere da un momento all’altro.
Camminava sentendo come un masso enorme sopra la schiena, gli occhi chiusi, mentre quello che era successo in Paradiso, lo sopraffaceva con la potenza di mille spilloni piantati nella schiena, a mò di ferite.
 
Così dicevi ed era d’inverno
E come gli altri verso l’Inferno
Te ne vai triste come chi deve,
il vento ti sputa in faccia la neve
 
 
 
 
Sam 2.0 camminò per secoli, o forse per brevi attimi, quando un furgone sembrò fermarsi, affiancandolo.
 
“Ehi, ragazzo..va tutto bene?”
 
Sam 2.0 alzò il capo e vide davanti a sé un uomo alto, muscoloso,con gli occhi color cielo, che lo scrutava.
 
Un camionista..
 
“C-come?” domandò il ragazzo stranito.
“A vederti pare che tu sia stato gettato in un tritarifiuti e poi mandato a far compagnia ai pesci giù al lago. “ disse l’uomo e subito si preoccupò. “Non è quello che è successo, vero?”
 
Sam 2.0 aveva vissuto una vita illusoria con Dean ed era a conoscenza degli stati d’animo delle persone, eppure, per qualche ragione, affacciato alla vita VERA per la prima volta, sembrava incapace di riconoscere i sintomi di qualcuno che si preoccupa per un altro simile.
 
“Io..io non capisco..che cosa voglia da me…” disse sulla difensiva.
L’uomo, tuttavia, invece di sentirsi scoraggiato, si preoccupò ancora di più. Era chiaro che pensava che il ragazzo fosse stato rapito da qualcuno o torturato.
“Sali su, ragazzo, non resisterai a lungo in queste condizioni. Il sole del Colorado è impietoso.”
“Siamo in Colorado?” chiese Sam stranito, ignorando il resto del discorso.
L’uomo lo fissò.
“Non sai neppure questo? Hai un’amnesia, ragazzo? avanti, sali, non voglio sentire storie, avanti.”
In un’altra circostanza, Sam avrebbe reagito male a un ordine diretto, soprattutto si sarebbe rifiutato di accettare di farsi dire di nuovo da qualcuno – umano o serafino che fosse – di andare dove volevano loro, ma in quel momento era distrutto.
 
Mosso più dalla stanchezza che da un reale bisogno d’affetto o di qualcuno che si prendesse cura di lui, accettò di salire in macchina.
 
“Ecco, su, mettiti questa, starai congelando..” disse l’uomo, mettendogli su una coperta un po' logora addosso.
Sam si lasciò fare piuttosto docile, raggomitolandosi sul sedile, guardandolo incuriosito.
“Sta tranquillo, non sono un maniaco.” Disse l’uomo sorridendo.
“Lo so.” Rispose l’altro.
“Come ti chiami, a proposito, ragazzo? Io sono Timmy!”
S….- Samuel. “ rispose l’altro.
“Bene, Samuel. I tuoi problemi sono finiti.” Disse e prese a rombare con il motore.
 
E mentre marciavi con l’anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico colore
Ma la divisa di un altro colore…
 
 
 
 
 
 
*
 
Erano fermi ad un benzinaio, poco più in là c’era una tavola calda, dove l’uomo aveva preso una cioccolata calda da portare a Sam, dopo avergli lasciato la sua intimità per cambiarsi con i suoi vestiti in macchina.
Ora, Sam stava bevendo la cioccolata calda in macchina, tenendo le mani sulla scodella e trangugiando piano, in attesa che l’uomo finisse di fare benzina.
Quando ripartirono, l’uomo notò che il ragazzo era sempre più taciturno.
 
“Senti, ma davvero non vuoi dirmi come ti sei fatto quelle ferite? Sono delle ferite molto brutte..”
“Io..non lo so..” rispondeva laconico Sam, guardando i numerosi tagli aperti sulle braccia e sul corpo.
L’uomo si mosse a disagio.
“Senti, ragazzo, se sei stato rapito da un maniaco, io posso aiutarti, parleremo con la polizia, se non vuoi parlare con me, vedrai che tutto..”
Sam lo guardò come se l’uomo avesse appena ordinato di bruciarlo al rogo.
Polizia?? Perché??”
L’uomo lo fissò stranito.
 
“Sei stato assalito, ragazzo, come cittadino onesto , io..”
“Chi ti credi di essere per parlarmi così? Non sei mio padre!”
L’uomo sembrò sconvolto dalla reazione del giovane, tuttavia, cercò di restare fermo.
 
“Non mi importa, sei sconvolto e..”
“Ferma la macchina.”
“Ragazzo..”
“FERMA – LA – MACCHINA.”
 
Il camion, si fermò con una sgommata poderosa, in uno spiazzo deserto.
 
 
“Scendi.” Ordinò il moro.
“Insomma, si può sapere qual è il problema!!”
Sam lo spinse fuori dalla vettura e ora i due si fronteggiarono.
 
“Siete tutti uguali voi umani, esseri abbietti. Passate la vita a cercare di costringere gli altri a fare quello che volete, a cercare di dirgli dove devono andare..”
“Senti, io non sono come le bestie che hai conosciuto..in qualunque inferno tu sia stato, ora ne sei fuori..” disse l’uomo che non poteva sapere cosa davvero quel ragazzino avesse passato.
Sam ghignò e i suoi occhi divennero rossi.
 
“Cosa ne sai, tu, piccolo uomo, di cosa sia l’inferno, se non ci sei stato??”
“O-oddio!” gemette l’uomo terrorizzato, vedendo gli occhi del ragazzo divenire rossi.
 
Sam si compiacque di quella reazione, tuttavia, restò strabiliato quando, un secondo dopo, l’uomo gli toccò il viso con le dita.
 
“Ma cos..”
“Povero ragazzo, povero, povero ragazzo, cosa ti hanno fatto..cos’hanno fatto ai tuoi occhi..mi dispiace..”
Qualcosa si smosse dentro Sam, qualcosa di estremamente spiacevole, che non sapeva riconoscere.
 
“Mi prendi in giro?? Finiscila di compatirmi! Non attacca con me!” gridò, riprendendo ad aggredirlo. Gli mise una mano sulla guancia, stringendola appena, l’uomo chiuse gli occhi senza reagire, ma Sam non affondò la presa, si trattenne dall’affondare le unghie in quella carne intatta, fino  a farla diventare come la sua, logora, strappata e lacerante.
Per qualche strano motivo, sembrava titubante dal fare del male a questo strano sconosciuto che si era preso cura di lui.
 
 
“Mi dispiace..mi dispiace se ti ho fatto infuriare..mi preoccupavo solo per te..” disse Timmy, poggiando la mano sulla sua spalla. Sam guardò il gesto e lo lasciò andare, pensieroso.
 
“Perché ti preoccupi tanto per me? Sei davvero così?”
“Io..non..”
“Resta fermo.” Disse e senza sapere bene cosa faceva, gli mise le mani ai lati della testa, l’uomo chiuse gli occhi con un gemito.
Sam lo lasciò andare, dopo qualche secondo, sulla sua faccia un’espressione sorpresa.
 
“Hai una sorellina di 10 anni..”
“Come fai a saperlo?” chiese l’uomo stralunato e scioccato.
Sam lo guardò con un’espressione rabbiosa e quello si sbrigò a confermare.
“Sì..sì..è tutta..tutta la mia vita..ha solo me al mondo..”
Sam sbarrò gli occhi a sentire questo.
Siamo noi due da soli contro il mondo, Sammy!
 
 
La sua espressione divenne ostile e conflittuale, si avvicinò di nuovo all’uomo.
“Tu sai che io non sono umano, vero?”
“N-no..m—ma se me lo dici tu, ci credo!” disse l’uomo, arretrando.
“Quindi, che cosa dovrei fare ora con te?”
“T-ti prego. Ti scongiuro, lasciami andare! La mia sorellina..”
 
Sam gli afferrò le spalle e questa volta l’uomo sentì quasi le unghie perforargli la pelle.
 
 
Sparargli Piero, sparagli ora,
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere a terra, coprire il suo sangue.
 
“Dov’è il motel più vicino?? Parla!”
“A…a poco meno di due chilometri!” disse l’uomo.
“Portami li!” ordinò Samuel al suo orecchio.
L’uomo obbedì subito.
 
 
 
*
Quando arrivarono al motel e Samuel prenotò una camera con i soldi dell’uomo, tornò fuori a fronteggiare l’uomo, lo prese di nuovo per le spalle.
 
“Adesso che vuoi fare? Uccidermi??”
 
E se gli sparo in fronte o nel cuore, soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore..
 
 
“Prendi il tuo camion e vattene. Va da tua sorella..occupati di lei e non tornare..”
L’uomo sbarrò gli occhi. “Certo..sì..ASPETTA.” lo chiamò di nuovo stupendolo.
Gli diede diverse banconote.
“Che stai facendo??” chiese Samuel.
“Ti serviranno dei soldi per viaggiare..e per un pasto..” disse l’uomo.
Samuel restò a testa bassa a guardare le banconote, impietrito.

“E per..rimetterti in sesto!” disse ancora l’uomo notando i lunghi tagli alle braccia e alle spalle.
Samuel alzò gli occhi su di lui e gli rivolse uno strano sguardo tremulo. L’uomo non aveva bisogno di un grazie per capire che il ragazzo ne era riconoscente.

All’improvviso il ragazzo si avvicinò all’uomo e gli sussurrò all’orecchio.

“Se ti fai rivedere o se provi a denunciarmi a qualcuno, ti uccido.

L’uomo, noto psicanalista da molti anni, era più abituato a dar retta al tono della voce che non alle parole in sé, quindi non fu sconvolto dalla minaccia, che gli sembrò ben poco sicura e molto incerta, nonché cadenzata da un certo tono tremulo.
Samuel tornò al motel senza guardarsi indietro.
 
Pochi istanti dopo, una macchina parcheggiò davanti a quello stesso motel.
 
 
 
 
 
 
Una volta che Samuel fu nella sua stanza, barcollando e restando a malapena in piedi, si sbattè la porta alle spalle.
La sua testa sembrava esplodere. Una confusa sequenza di immagini che lo facevano impazzire.
 
“Questo perché sei un po' strano, ma lo sono anch’io..e ti giuro che ti rimarrò vicino per sempre.”
 
“NO!” gridò Sam, urtando un vaso e facendolo cadere per terra.
 
 
“Mi prenderò cura di te, sta tranquillo, è questo il mio compito, giusto? Prendermi cura di quella spina nel fianco del mio fratellino.”
Samuel cadde a terra.
 
“Tu mi hai salvato la vita un mucchio di volte, hai sacrificato tutto per me, non credi che farei lo stesso anch’io? Tu sei mio fratello e non c’è niente che io non farei per te.”
 
Samuel non gridò, ma dentro gridava. Gridava immensamente, tenendosi il petto stretto con le mani.
 
 
 
Si alzò e si rese conto di essere di nuovo una sagoma bianca. Probabilmente la sua anima – ma ne aveva una ? – cercando di sfuggire a tutto quel dolore, aveva ripreso la sua vecchia forma.
Andò davanti allo specchio del bagno e si fissò.
 
Il suo riflesso era un pasticcio confuso di disperazione, sofferenza, dolore, tormento.
 
Aveva di nuovo un aspetto andogino, ma il luccichio verde dei suoi occhi era rimasto, tuttavia pur con quella forma, sembrava che si stesse sgretolando.
 
Pezzi di carne si stavano staccando letteralmente dalle sue braccia e dalle ginocchia, probabilmente si stava autodistruggendo da solo.
 
Lacrime presero a scendere giù per il suo viso.
Una menzogna.
 
Era stata tutta una menzogna, la sua vita con Dean, suo fratello.
Il loro amore.
IL SUO.
 
 
“TUTTA UNA BUGIA!!” gridò, infrangendo lo specchio con un pugno e mirando poi il sangue che cadeva dalla sua mano.
 
 
 
Fuori dalla porta della sua stanza, qualcuno lo osservava. Era la goccia d’acqua di Dean. Lo osservava di nascosto. Capendo la situazione disperata, decise di non entrare e di andare via, ma urtò un portaombrelli che cadde, facendo un baccano terribile.
Ovviamente Samuel sentì il trambusto. Si girò ancora in lacrime, riprendendo istantaneamente la forma del Sam ventidueenne.
 
 
“Chi c’è? Chi c’è là?” gridò, sulle scale.
Dean però, stava già scendendo le scale frettolosamente.
 
“CHI SEI?”
 
Lo rincorse, frettolosamente, a perdifiato.
 
Le scale erano ancora numerose, ma Sam riuscì comunque a riconoscerlo.
 
“TU.”
 
Quella parola, fece bloccare Dean.
 
Come osi mostrare ancora la tua faccia, non sei altro che un…” disse Samuel astioso, facendo per raggiungerlo. Era chiaro che l’aveva scambiato per Dean l’originale.
 
Dean la goccia però, non seppe mai che cos’era, visto che Samuel, forse per via delle troppe emozioni di quella giornata, non riuscì a completare la frase, che ebbe come un capogiro e cadde dalle scale.
 
Cadde nel vero senso della parola, rotolò per due rampe di scale, si sarebbe sicuramente fatto molto male se non fosse stato per Dean che, alzò una mano, riuscendo chissà come, a rallentare il tempo della sua caduta.
 
Cadde infine ai suoi piedi.
 
Svenuto.
 
Dean scosse appena la testa.
 
“Va bene che sono strepitoso, ma cadere in questo modo ai miei piedi..ci si può fare male.”
 
Dicendo così, andò da lui e lo alzò come se non avesse peso, portandolo di nuovo su, come se fosse una sposa, mentre Sam, la testa penzoloni, era ormai troppo svenuto per protestare o per rendersi conto di quello che stava succedendo.
 
 























 Note dell'autrice: 

Questo capitolo fa parte degli ultimi capitoli del Quinto Mondo. Ho pensato a lungo se continuare la saga in quella fanfiction direttamente, anche per non perdere tutte le recensioni, ma sarebbe risultata troppo confusionaria come cosa! Questa saga della forma dell'acqua è talmente importante che non potevo non dividerla dal quinto mondo che è una storia completamente diversa :) sono contenta di aver preso questa decisione!

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Capitolo 2
*** Noi siamo come le piante ***


Samuel avvertiva tutto il corpo spezzarsi e poi fare male e poi spezzarsi ancora e poi un caldo allucinante, assurdo.
Era tornato all’inferno. Era morto e poi tornato all’inferno, lo sapeva che tutto questo non poteva durare.
L’aveva sempre saputo!

Cercò di muoversi a tastoni, forse più in fretta l’avrebbe fatto, più in fretta avrebbe trovato il suo Dean e sarebbe tornato tutto com’era prima..

E lui sarebbe riuscito a dimenticare!!
“Stai fermo.” Disse una voce.
 
Samuel si bloccò. La voce era tonante e possente, ne aveva paura.

“Sei..Dio?”

“Cazzo, hai sbattuto la testa più forte di quanto pensassi!” (ho sbattuto la testa più forte di quanto pensassi - cit aladdin quando vede il genio la prima volta )

Questo non sembrava tanto regale, tanto..da Dio, riflettè Samuel.
Aprì piano gli occhi, perché gli facevano malissimo anche quelli.
 


Vide un volto famigliare, quello che ormai era diventato ufficialmente il suo persecutore per sempre.

Dean Winchester, o almeno, Dean Winchester 9 anni fa.

“Quante sono queste?” chiese il ragazzo, mostrando due dita.

Sam gli scacciò la mano, con una smorfia. Aveva la nausea. Cercò di alzarsi.
“Ehi, ehi, dove pensi di andare?”

Samuel fece appena in tempo a posare un piede sul pavimento che avvertì un capogiro e dovette rimettersi sdraiato con una smorfia.

“Bravo, se pensavi di alzarti, ripensaci meglio.” disse il biondo.
Samuel gemette di frustrazione.
“Sei ancora qui?”

“Ehi, io me ne stavo andando, splendore, sei stato tu a corrermi dietro.”
“Credevo fossi…qualcun altro..”

“So esattamente chi credevi che fossi.” lo scimmiottò Dean.

Samuel lo fissò, bene e a lungo, questa volta, deglutì, guardando poi sé stesso.
“Sei…come me?
“Sì.” Rispose Dean.

“Siamo..caduti…dal Paradiso..
“Yep.”

Sam si passò una mano sugli occhi, turbato, poi parlò di nuovo.



“Cosa mi è successo? Credevo di stare per morire, mi sentivo malissimo..perdevo..PEZZI..” disse, rabbrividendo e guardandosi le braccia ora intatte.
Dean sospirò, guardandolo in maniera indecifrabile e a braccia conserte.

“Noi ufficialmente non dovremmo esistere su questo piano della realtà e lo spostamento da una dimensione all’altra, ha avuto un impatto traumatico sulla tua vera natura. Tagli, lesioni, abrasioni, ferite.”

“Ma adesso sto bene!” protestò Samuel.
“Certo, perché più che le condizioni *climatiche* un ruolo importante lo hanno svolto le tue *emozioni *” disse Dean virgolettando le due parole.

“Non capisco cosa tu stia dicendo. Emozioni? Parli come un bambino!”

Tu sei un bambino! Ti sei lasciato sopraffare dalla violenza della tua rabbia, dalla tristezza, dal dolore e dalla nostalgia. Forse hai dimenticato chi sei tu DAVVERO, beh, te lo ricordo io. Non sei nientedimeno che un desiderio, sei un’emozione e come tale vivi di questo. Dunque cosa pensi ti succede nel momento in cui permetti alla tua stessa essenza di sopraffarti?”

Samuel restò agghiacciato senza proferire parola.
Dean sorrise.

“Vedila come un cancro che divora tutto, anche sé stesso alla fine.”

“Le mie emozioni mi stavano uccidendo?”

“Vedila in questo modo se per te è più semplice, anche se penso che in parte abbiamo ricevuto un qualche danno anche solo semplicemente diventando VIVI per la prima volta nella nostra vita.”
“Come mai a te non è capitato?”

Dean scrollò le spalle. “Sono stato all’inferno per quarant’anni, ho imparato a gestire le mie emozioni e il dolore che ne deriva.”

“Non sparare palle.” Si innervosì Sam. “Dean, magari LUI..è stato all’inferno..non..non tu..o sì?” chiese incerto.
Dean sorrise.


“In effetti hai ragione, non sono stato all’inferno, ufficialmente sono stato creato anche io, dal vero Sam, poco dopo che Sam morì all'età di 23 anni.. ciò vuol dire che mi ha creato quando ne avevo poco più di 27.”
“E allora come..”

“Non avrò mai vissuto l’inferno VERO, ma il vero Dean, sì, non ti sei accorto che se vuoi, sei in grado di attingere a tutti i ricordi veri del tuo CREATORE, fino a poco prima che lasciammo il paradiso?”

Sam ascoltò quella rivelazione con orrore.

“No, scommetto di no, hai fatto di tutto per sfuggire a tutti quei ricordi, come potresti?” rise Dean. “Beh, ma forse fai bene, anzi ti consiglio di continuare a farlo.”
Questo suscitò nuova rabbia in Sam.

“COME TI PERMETTI DI PARLARMI IN QUESTO MODO E CON QUESTA ARROGANZA?” disse, scendendo dal letto e facendo ridacchiare Dean. “E già che ci sei, spiegami perché mi hai riportato in camera, mi hai..” il suo sguardo andò a guardare le scarpe abbandonate in un angolo. “tolto le scarpe e messo nel letto e…chi ti ha dato il permesso di toccarmi??” cercò di riempirlo di pugni sul petto, ma Dean con un sorriso gli bloccò i pugni, tenendogli fermi i polsi.



“Quante storie, Sammy, neanche avessi fatto sesso con te, mentre eri addormentato..” lo derise.
Sam gli diede una gomitata nelle sue parti basse.

Ouch. “ disse piegandosi. “Non avresti dovuto, è una parte sensibile, non è stata ancora usata veramente.” E subito lo ricambiò con un pugno sullo stomaco che lo fece piegare e barcollare fino al letto, fino a crollare su di esso con un gran fracasso, rompendolo per metà.
 
Sam gemette dal dolore, mentre Dean lo guardava sprezzante.



“Ti avevo avvertito che io non sono LUI, carissimo. Credevi che non mi sarei ribellato solo perché ti ho curato? Non ho i suoi scrupoli, come ti ho curato, posso distruggerti. In fondo, non sei mica mio fratello!
Sam gemette a sentire quelle parole.

“Se la pensi così, perché mi hai curato??” chiese, guardandolo pieno di odio, ma anche curiosità.
Dean si leccò le labbra.

“Forse tu non lo ricorderai, ma sei stato tu a risvegliarmi da quella vita fasulla ma fantastica che stavo vivendo. Tu mi hai svegliato dall’ampolla del SOGNO.”

Sam sbarrò gli occhi e per un po' sembrò a Dean che cercasse di smarrirsi nella mole di ricordi, per trovare quei particolari frammenti, poi lo vide fermarsi in realizzazione.

“è vero..”deglutì “ma io..non sapevo quello che facevo..ero..così tanto arrabbiato, vedere te è stato come vedere me stesso. Sono stato accecato dalla collera, ma..ti ho sempre risvegliato da un inganno, no? Ti ho fatto un favore.”

“Sì, certo, a modo tuo, si, l’hai fatto.”
Sam rise. Una risata sepolcrale.
“Avresti preferito restare laggiù??”

“E tu no? Si vede come hai preso bene la realizzazione della tua inutile vita.” disse Dean.

“è per questo che mi hai seguito? Per insultarmi? Come vuoi capirlo, che io NON SONO LUI?

“Neanche io sono il tuo Dean, ma questo non ti impedisce di odiarmi, vedo.”

Sam lo fissò sprezzante, poi si coprì gli occhi con una mano.

“Non posso sopportare di vedere la tua faccia..quel volto..quello di chi..ti prego, VATTENE, vattene, fatti la tua vita e non tornare mai più, non voglio vederti mai più.”

Sulle sue braccia stavano comparendo lentamente dei segni rossi e delle bolle rosse.


Dean le fissò sprezzante, poi si avvicinò al suo letto e gli prese le braccia tra le mani e strinse, fino quasi a ficcargli le unghie nella pelle.

“Queste ferite, le ho fatte andare via con fatica e pazienza, piccolo, sciocco, inutile, ingrato e con i tuoi sciocchi isterismi da donnicciola isterica, stai rendendo vani i miei sforzi per riaggiustare la tua forma umana!

“Chi se ne fotte!! Gridò Samuel. “Non capisci? Io non voglio essere umano! Non mi interessa vivere, sperimentare le emozioni, la vita, nulla! Tutto quello che era importante per me è stato gettato via, credi che io voglia vivere così? Con la consapevolezza che l’uomo che amavo così follemente, mi ha creato per usarmi e poi mi ha abbandonato a me stesso per qualcuno con le mie stesse fattezze? Pensi che possa voler continuare a vivere sapendo di essere solo una pallida copia di quello che lui amava veramente?”

Dean lo fissò nauseato.

“Sei ancora più patetico di quello che pensavo e dire che pensavo TANTO.”

“Il tuo disprezzo mi lascia indifferente.” Disse Sam, ma lo guardò con sguardo colmo di rabbia.

Dean senza parlare, mise le mani sulle sue braccia e una strana energia verde si sprigionò dalle sue mani fino al suo corpo, lasciando Sam interdetto.

“Ma cosa..”

“Le piante..sfruttano l’energia solare…e prendono l’ossigeno dall’aria..le radici assorbono l’ossigeno..eliminando l’anidride carbonica.. noi siamo come le piante..” disse con una nota stranamente dolce.

Sotto le mani di Dean, sulle braccia di Sam si stavano muovendo strani fenomeni sottopelle, come correnti venose che si stavano modificando ed alterando ancora e ancora, come se sottopelle Sam avesse in moto qualcosa di simile ad un fiore che stesse germogliando, ad una pianta che stesse nascendo e che quest’ultime lo stessero curando.





Le sue braccia divennero blu, per pochi istanti, mentre venature verdi, come radici, lo attraversarono per poi scomparire di nuovo, lasciando la sua pelle intatta.
Dean fece lo stesso sotto al suo collo, dove aveva un piccolo taglietto appena fatto.
 
“Noi siamo come le piante..” disse Dean guardandolo. “Possiamo eliminare le ferite dei nostri simili e curarle, anche se non possiamo curare noi stessi. È così che ti ho curato, ora dimmi, hai visto quello che ho fatto, pensi ancora che un simile miracolo, sia un abominio della natura? Che NOI lo siamo? Dopo la bellezza che hai visto?”

Sam restò zitto senza dire niente, ma era impressionato, Dean lo capì.

“Non cambia comunque niente. Tutto questo dolore non svanirà.”
“è qui che ti sbagli. Io posso aiutarti a controllarlo e poi a eliminarlo.” Disse Dean.

“Perché?? L’hai detto tu! Tutto quello che avevamo era il desiderio di un amore che ci è stato portato via. Il dolore è l’unica cosa che ci resta! Cosa ci resta più se anche quello svanirà??”
 
Dean lo fissò con un sorriso maligno e aprì bocca per replicare.

“Ti sbagli, mio dolcissimo amico. Qualcos’altro c’è. La vendetta.
 
 

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Capitolo 3
*** La Regina Amara ***


Samuel gironzolava di recente per la città, con indosso una parrucca azzurra a caschetto e degli occhiali da sole.
Stava facendo compere in un negozio, quando all’improvviso, una commessa si avvicinò e gli strappò i pantaloni di pelle che teneva in mano.

“Ma cosa..ridammeli subito!” disse lui infuriato.
La commessa, una donna grassottella, ridacchiò.
“Non mi faccio dare degli ordini da una goccia d’acqua.”
“Cosa??” sbiancò samuel.
La commessa gli strappò la parrucca e gli occhiali da sole dalle mani.

“Tu non sei un uomo! Non sei nemmeno reale!! Non sei NIENTE.”

Gli occhi di Samuel mandarono pericolosi bagliori azzurrini, tutto il suo corpo si riscaldò prima di fiamme rosse, poi all’infuori di lui. Alzò una mano, sollevando la donna, ma all’istante si sentì circondato da decine di commessi e commesse, che gli gridavano in coro:
“TU NON ESISTI, TU NON ESISTI, TU NON ESISTI.”

Samuel si girò verso una sagoma che a braccia incrociate se la rideva in un angolo.

Avrei dovuto immaginare che c’entravi tu! Razza di fetente! Richiama subito i tuoi burattini oppure li faccio a pezzi.”
La forma d’acqua di Dean, rise.
“Fallo tu. O sei troppo DEBOLE per sbarazzarti di questi esseri patetici?”

“Mi hai stancato!!!” gridò Samuel, sollevandoli tutti in alto contemporaneamente.

La sua aurea diventò rossa incandescente, poi viola, Dean sembrò farsi perplesso, poi preoccupato.
Lo raggiunse in poche falcate e lo spinse contro il muro.
Samuel gli tirò una ginocchiata proprio in mezzo alle gambe, facendolo gemere, poi si liberò.
Rilasciò una sfera di energia, gridando:

“Adesso ti faccio a pezzi.”
Dean lo fissò con sguardo di sfida.

“Che c’è? Non invochi pietà per la tua esistenza?”
“Buonasera!” disse una voce inaspettata e squillante.

Samuel lasciò perdere la sfera di energia che si dissolse tra la sua mano e che comunque non avrebbe fatto del male a Dean, e si voltò verso la direzione della voce.
“Chi sei tu?” chiese Dean.

Davanti avevano una donna altissima, con un lungo impermeabile marrone e lunghissimi capelli rossi cascanti.
“Un po' inquietante il pubblico. Direi che possiamo lasciarli andare no?” chiese retoricamente, schioccando le dita e risvegliando tutti dallo stato di trance in cui erano.

“Tornate al vostro lavoro, ignorandoci del tutto. Fate come se non ci vedeste nemmeno.” Disse alla platea sensuale e suadente.
I due ragazzi continuarono a guardarla sbigottiti, alla fine il biondo prese la parola.
Am…Amara?”

Samuel si voltò verso Dean. L’incredulità espressa anche nel suo volto. Avevano entrambi acquisito gli ultimi ricordi che avevano Dean e Sam da quando erano con loro in paradiso, quindi sapevano chi era e cosa avevano provato a conoscerla, ma allo stesso tempo per loro era come un’estranea.
Amara si avvicinò sensuale a Dean.
“Una versione più giovane del mio Dean. Ma che bello.”

“N-non avvicinarti.” Disse Dean, sbigottito. Si sentiva frastornato. Dentro di lui un dualismo. Ricordava la confusione e lo smarrimento dello stesso Dean nel ritrovarsela davanti, quello che aveva combinato, TUTTO quello che aveva combinato nel mondo delle fiabe.
Allontanati da lui.” Disse Samuel, poi come accorgendosi di quello che aveva detto, si mise una mano sulla bocca.
Amara si voltò verso Sam e poi verso Dean.

“Non potete farne a meno, non è vero? Nonostante non siate loro, non potete fare a meno di impedire alle emozioni dei vostri creatori, di sovrastarvi. Vi capisco.”

“Ohhh ma che bello, il personaggio di RUOLO che finge di capirci e comprenderci, smiluando vicinanza e solidarietà ci mancava.” Disse Samuel e Dean ridacchiò di rimando.

“Pensate quello che volete, ma siamo più simili di quello che credete, visto che io SO BENISSIMO cosa si prova a essere influenzati da una parte di noi che non ci appartiene più. Ho perso la mia parte “buona.” Mi ha lasciato, scartandomi come si fa come un’immondizia, non siamo poi così diversi.”

“Scusa se non crediamo alla favoletta – siamo uguali – detto dalla sorella di DIO che fino all’altroieri se ne stava in vacanza con suo fratello DIO a viaggiare per l’Universo.” Disse Dean.
Amara si arrabbiò e sollevò Dean con la magia fino quasi a farlo soffocare.

“Che cosa pensi di ottenere?? Noi non esistiamo! Non possiamo morire!!” disse Samuel, ciònonostante la sua voce pareva alterata.
Amara sorrise e lasciò andare Dean all’istante.
Anche chi non esiste, può provare dolore. Voi ne siete la prova, e ciò che non esiste fino a ieri, non vuol dire che non può esistere OGGI.”
Sam era rimasto a fissarla intensamente.

Amara si avvicinò a lui sorridendo e prendendogli il mento tra le dita.
“Oh si, questo sguardo. Questo disprezzo misto a fierezza, questi occhi..così simili a quelli del tuo..”
“Se dici ancora quella parola, ti taglio la lingua.”
Amara lo fissò sorpresa, poi rise sguaiatamente.

Con uno schiocco di dita, fece sparire loro e sé stessa.
 
 

Ricomparvero qualche secondo più tardi, in un mondo nero fatto di oscurità, come un’immensa grotta ma infinitamente molto alta, poco più avanti un grande trono nero.
“Lo vedete? Questo è il mio trono. Questo è il mio mondo..e voi..beh..” guardò in aria teatrale poi abbassò le mani con forza e i due ragazzi si piegarono fino a inginocchiarsi contro la loro volontà.

“Voi siete i miei schiavi da ora in avanti, se non volete morire.”
“Sei pazza..noi non ti serviremo mai..” disse Dean, ma Samuel disse invece:
“E poi cosa ci guadagniamo?”
Dean lo guardò come se fosse impazzito.
Amara sorrise.

“Io vi aiuterò con la vostra vendetta, ma se tenterete di tradirmi, la vostra fine è segnata.”
 
I due ragazzi si guardarono indecisi.

“Non avete un futuro su questo mondo, lo sapete anche voi. Andate in giro mascherandovi, nascondendo il vostro volto, per non farvi trovare dagli originali, viaggiate senza documenti. Per il mondo intero non esistete, non avete una casa, non avete una famiglia, non avete un nome, non avete un FUTURO.”
Pausa.
“Ma io posso aiutarvi, con tutto questo. Lo volete un viso e un corpo nuovo, per mascherare e nascondere anche se per poco, la vostra vera natura? Io posso aiutarvi in questo.” disse toccando delicatamente Sam, il suo viso. Delle nervature verdi e azzurre fluirono nei suoi tratti somatici facendolo sbalordire. Scavarono nella sua pelle, trasigurandolo a poco a poco.

“Ti piace quella parrucca, Samuel? Vorresti così i tuoi capelli?” disse, accarezzandogli i capelli, che a poco a poco divennero folti e più scuri, fino a diventare di un blu scuro, anche il suo corpo cambiò.
Samuel si toccò i capelli e si guardò le ciocche blu, con la bocca spalancata.
Amara andò da Dean che gli porgeva già il braccio.

Lei glielo prese e lui gemette, le stesse linee di colore che erano entrate dentro Sam, fecero lo stesso con lui.

Poco dopo, i suoi capelli divennero simili a una grande cresta viola scuro. I suoi vestiti si allargarono e gli caddero, visto che il corpo in cui si era trasfigurato, era quello di un ragazzo altissimo e molto snello.
 
“Ora scegliete dei nomi.” Disse lei.
“Mi è sempre piaciuto il nome Zaffiro.” Rispose Samuel.

“Io invece amo “Falco.” Rispose Dean toccandosi la cresta.
Amara sorrise.

“Bene, voi invece chiamatemi Regina Periglia.”






















Note dell'autrice: questa saga è ispirata a Sailor Moon ahha forse riconoscerete anche i vari nomi: Periglia, Zaffiro, Falco xd
Era ora che arrivassimo a dei nomi definitivi per le nostre forme d'acqua? <3
spero vi piacerà questa saga!

Se volete sapere nel dettaglio che volto avranno Sam e Dean 2.0 sono quelli di Falco (Dean ) Del TRio Amazzonico di Sailor Moon e Zaffiro della Luna Nera :))

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Capitolo 4
*** I gioielli - prima parte ***


“Gi esseri umani sono così sciocchi…senza saperlo, stanno regalando tutta la loro energia alla nostra grande Sovrana.” Pensava una donna di una certa età, dentro una gioielleria.
“Ehi, mamma!!”
“Oh, eccoti qui, Claire, sei tornata.” Disse la donna, che non era ovviamente Jody.

“Sì, ci sono Sam e Dean con me.” disse la ragazzina bionda.
“Oh, sì, buongiorno.”
“Buongiorno? Da quando sei così formale, Jody?” chiese Dean.
“Oh, ehm..sono un po' sbarellata. Vi do il benvenuto nel nostro negozio.”

“Non sapevamo che possedessi una gioielleria.” Disse Sam.
“Sì, beh, ecco..dobbiamo pure mantenerci in questa vita no?” disse Jody ridacchiando.
Sam e Dean guardarono Claire interrogativi.

“Sapete, forse ha ragione lei. La caccia non porta grana, purtroppo.”
Sam e Dean convennero.
“Siamo felici che abbiate trovato una vostra dimensione, Claire.” Disse Castiel, comparso in quel momento, con Gabe.

Claire sorrise, andando ad abbracciare Castiel. Gabe la guardò un po' geloso, Claire se ne accorse.
“Oh, sta tranquillo, non te lo rubo mica. Chi è il tuo amichetto, Castiel?”

“Lui è..Gabriel, un altro angelo e..lui..” cominciò Castiel avvampando.
“Claire!! Vieni ad aiutarmi!” la richiamò Jody.
“Scusatemi, mamma mi chiama. È un inferno in questi giorni.” Sbuffò.
 
Sam e Dean lo guardarono con una punta di rimprovero.
“Cas, non devi vergognarti di ammettere che ora ti sei fidanzato.” Disse Dean.

“Certo, perché voi invece lo dite apertamente?” disse Cas con il broncio.
Sam e Dean avvamparono.
“Ma che c’entra..noi..è una cosa diversa..” disse Sam.

“Sammy, ehi, guarda qui, quanti bei gioielli.” Disse Dean, afferrandolo per un braccio, guardando i gioielli in vetrina.
Gabe guardò Cas con un sorrisetto.
“Hai giocato sporco.”

“Se lo sono meritati.” Disse Cas con un sorrisetto.
 
“Guarda questo bracciale, Sam..è fatto di SMERALDI.” Disse Dean incantato.

“Dean! Probabilmente non sono veri smeraldi.” Disse Sam.
“Io invece dico di sì.” Poi lo guardò. “Potresti anche comprarmelo, sai.”

“Che cosa?? Ti ha dato di volta il cervello?” disse Sam e quasi strillò, poi ridacchiò.
“Per niente. Io ti ho fatto una bella sorpresa per il tuo compleanno.” Disse Dean.

“Ma..Dean..sìì ragionevole..non pretenderai davvero che io..” ridacchiò imbarazzato.
“Va bene, se non vuoi tu, me lo comprerò da solo!”
“COSA?? MA DEAN”

“Compro questo bracciale!!” disse Dean rivolto a Jody che sorrise soddisfatta.
“Dean, ascoltami un attimo..non possiamo spendere così tanti soldi..” sussurrò Sam.

“No? Io dico che possiamo..non ci permetiamo mai un vizio, Sam..e considerando che non usiamo neanche i nostri soldi..”
“Appunto!! Non è corretto..e poi..profilo basso, ricordi?”
“Ecco qui, non perdere tempo a incartarmelo, Jody. “ disse lui ignorando le proteste di Sam.

Poi un luccichio strano venne intercettato dagli occhi di Jody, da Sam.
“Che cos’ha agli occhi, Jody? Dean, hai visto?”

“Congiuntivite? No, ero troppo preso a vedere lo scintillio di questi smeraldi” disse Dean esaltato, guardando il bracciale da dentro il pacchetto.






















Note dell'autrice: lo so, lo so, questa storia vi sembra totalmente diversa, non sembra neanche Spn vero? ahha xd
Beh, abituatevi xd lol
In questa storia vi sembrerà tantissime volte (se la faccio bene) di vederci molto di Sailor Moon e INFATTI questo capitolo è ispirato
alla 1 x 1 di Sailor Moon! Ho cambiato Nina con Claire, ovviamente :)) Ovviamente non potrà essere tutto uguale ma intendo ispirarmi a vari episodi! Devo ancora decidere, quali e quali scartare!
Non sarà una COPIA, perchè mi ispirerò solamente ma non farò succedere le stesse cose! Spero che la cosa possa incuriosirvi e appassionarvi
inoltre voglio dirvi che i capitoli tenderanno a cambiare sempre, molti capitoli saranno stand alone, quindi non dateci troppo peso,pensando che proprio tutto
abbia un filo unico :)
Finisco dicendo che ci son altre caeture d'acqua, Zaffiro e Falco non sono gli unici, quindi la mamma di Claire non è possedita da loro due :)

ps concludo dicendo che so che sarebbe stato meglio fare un capitolo lungo e unico invece delle solite prima parte e seconda parte, ma fremevo troppo xd questa storia è stata ferma così tanto, che, volevo pubblicare subito per abituare di nuovo tutti al fatto che riprenderò a pubblicare se non giornalmente almeno ogni due o tre giorni se riesco

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Capitolo 5
*** I gioielli - seconda parte ***


Battibeccarono per tutto il tragitto dalla macchina al bunker.

Dean perché sosteneva che dopo la meravigliosa sorpresa che lui gli aveva fatto per il suo compleanno, avrebbe desiderato un regalino anche lui, da parte del fratello che amava.

Sam aveva cercato di protestare, sostenendo di essere stato preso alla sprovvista.

“Non ci siamo mai fatti regali!! E non ci siamo mai comprati dei gioielli! Davvero ti aspettavi che di punto in bianco, io..” ed era avvampato.

“La verità è che ti vergogni perché siamo fratelli.”

“Dean, ma che cazzo dici??”

“Perché non lo ammetti. Siamo fratelli e avresti dovuto spiegare perché mi compravi un bracciale.”

“Questo è assurdo!! Quindi tra fratelli non si può più far dei regali?? E dovevo per forza dire che era per te? Oh, ma quanto sei infantile!! Ti ripeto che sei fuori strada!!”

“Quindi, possiamo fare i fidanzatini tra le mura della nostra casa, ma fuori ti vergogni di me…bene..”

“Dean. Smettila di fare il coglione. È solo un cazzo di bracciale!! Pure brutto, se vuoi il mio parere!”

Dean aveva ridacchiato, con una strana luce negli occhi. Per un attimo gli era parso che i suoi occhi divenissero dorati.

 

 

Quando erano tornati a casa, Sam era molto provato da quella sorta di litigio e aveva cercato di fare pace.

“Andiamo, dimmi che non pensi veramente quelle cose..”

Dean si era districato dal suo abbraccio, freddo.

“Le penso veramente. Tu non mi ami, Sam. Non davvero.”

“COSA? Per un bracciale??”

“Non ti ho mai chiesto niente. Volevo solo un dono. Solo uno.”

“Dean, sei infantile, lo sai, vero? Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che ci siamo promessi, come puoi attaccarti a una simile..”

“Banalità? Normalità? Ti sei mai soffermato a pensare che magari la normalità è proprio quella che DESIDERO, Sammy?”

Sam restò un attimo spiazzato.

“Non pensavo che desiderassi dei gioielli..ecco..”

“Allora, forse non mi conosci bene come credi. Ora lasciami stare, voglio fare un hamburger, e ammirare questo scintillante bracciale per ore e ore.” Disse Dean con gli occhi in estasi.

 

 

 

*

Sam lasciò che a Dean sbollisse la rabbia, dopo che si allontanò dalla cucina, per farsi una doccia, decise di pulirla, per cercare di fare una cosa carina, ma poi si fermò.

Dean ha ragione..con tutta questa storia dei mondi alternativi..di Amara..e amnesie continue, in cui abbiamo perso la nostra identità, non abbiamo mai avuto il tempo di vivere la normalità..non ci siamo mai fatti dei REGALI come una vera coppia..oh meglio, LUI ha sempre fatto delle sorprese MERAVIGLIOSE per me..io invece..”

Posò lo strofinaccio che stava passando sul tavolo e un’idea folle, ma carina, lo trapassò.

Oddio..non sono più un adolescente..e poi..-se mi ridesse in faccia?? Pensò lasciandosi scappare una risatina, ma decise di superare quell’imbarazzo iniziale.

Aveva legato un cordoncino di cuoio e gli legò sopra il simbolo dell’infinito in azzurro, per farne un braccialetto,

Infantile, ma nel contempo molto carino, pensò Sam.

 

“Dean..mi sono..ecco..reso conto che forse tu avevi ragione sul fatto dei regali..” disse Sam, andando da lui che nel frattempo era uscito dalla doccia e si era disteso sul letto.

“Alla buon’ora.” Disse Dean allegro.

“Ecco..e ti ho..fatto questo.” disse porgendogli il bracciale.

Dean lo guardò stralunato.

“Che cos’è?”

“Un..ecco..un bracciale.” Disse Sam imbarazzato.

Dean lo prese, lo studiò con attenzione e scoppiò a ridere, così sguaiatamente, che Sam gli rifiò uno schiaffo, scappando via.

“Sam!! Ma perché mi hai dato uno schiaffo. Torna qui!”

“SEI UN IDIOTA!!”

Nel frattempo erano tornati in cucina e Dean ebbe un lieve mancamento, ma si riprese subito.


“Andiamo, Sam..uno schiaffo perché ho riso? Serio? Come puoi pensare che dopo questo BRACCIALe, voglia questa robaccia.”

“Quella robaccia per te, l’ho fatta io, con AMORE, Dean, ricordi questa parola, oppure te ne sei dimenticato?”

“Andiamo, Sammy..l’amore non è tutto, ci sono anche i soldi!” disse Dean ridacchiando.

Sam lo spinse contro il muro della cucina furibondo.

Dean gemette e reclinò la testa all’indietro.

“Fai piano,Sammy..non..mi sento bene..”

Sam, che aveva notato il suo capogiro di poco prima, socchiuse gli occhi ancora un po', a quella reazione.


“Che diavolo hai da tutto il giorno si può sapere? Sei ubriaco? O è la grazia di Castiel che..”

Dean sembrava non starlo neanche a sentire, poi Sam volse lo sguardo sul suo bracciale ancora sul suo polso., emetteva degli strani e inquietanti scintillii dorati.

“Dean!! Da quanto tempo hai indosso quel bracciale?”

“Da quando l’ho preso dalla gioielleria? Pensa che figo. È anche impermeabile. Eheheh. Sammy, no, cosa fai, mollalo. È mio..non..”

Sam gli rifilò questa volta un pugno ben assestato e Dean crollò accasciato al muro.

“Te lo sei meritato!” disse Sam, guardandolo per un attimo, soddisfatto, poi gli sfilò il bracciale a forza.

Sentì un brivido pervaderlo e con orrore lo lasciò cadere sul pavimento.

Il bracciale immediatamente cominciò a fumare e da esso si scaturirono scariche maligne.

“Che diavoleria è mai questa?” si chiese Sam.

“Ohhhh..mmmm…Sam? Che cosa ci facciamo sdraiati sul pavimento della cucina? E perché mi fa male così la guancia? Mi hai dato un pugno?” chiese sempre più stralunato ma ancora stordito.

“Dean!! Quel bracciale ti stava..ti stava…trasformando in un completo idiota!” disse sbalordito.

“Mmm..dici?” chiese ancora intontito. “Che cos’è quello?” chiese Dean, guardando il bracciale mezzo annerito.

“Il bracciale!”

“Cosa? Impossibile!! Non era così quando l’ho preso io. Sam, te lo giuro.”

“Ti credo. Avanti, alzati.”

“Adesso? Aspetta un attimo.”

Sam lo fissò guardingo.

“Andiamo, non fare tante storie per un piccolo pugno. Forza.” Disse, prendendogli la mano e tirandolo su, ma Dean barcollò un momento.

“Dean! Ma..cazzo, era solo un piccolo pugno. Hai sopportato di ben peggio. Cosa diavolo ti ha fatto quell’aggeggio infernale?”

“N.non lo so..mi sento debole..ma adesso passa..Sam” disse dopo un po'. “Credi abbiamo a che fare con degli oggetti maledetti?”

Sam intanto aveva preso un panno molto spesso e ci aveva avvolto il bracciale.

“Temo che anche se è diventato così, è meglio non rischiare.” Disse “Dean, credo che questi gioielli..facciano il lavaggio del cervello alle persone.”

“Ma..PERCHè’”

Sam ci pensò su un attimo.

“Credo che ti tolgano l’energia.”

“Se davvero è così” disse Dean andando a bersi una generosa quantità di birra. “Credo che dovremmo andare subito ad avvertire Jody del pericolo.”

“Dean..io credo che quella non sia la vera Jody.” Disse Sam.

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Capitolo 6
*** I gioielli - terza parte ***


Sam e Dean si erano precipitati alla gioielleria di Jody, trovando un mostro ripugnante che stava cercando di strangolarla.
“Lasciala andare subito, MOSTRO!!” urlò Dean.
“L- lei..non è mia madre.” Disse Claire terrorizzata.

“Lo sappiamo, Claire, sta tranquilla.” Disse Sam.
“Come fate a sapere il mio nome?” chiese la ragazza.
Sam e Dean spalancarono la bocca increduli.
“E voi da dove saltate fuori, chi siete?” chiese il mostro.

“Siamo quelli che ti conceranno per le feste.” Disse Dean, cominciando a sparare a salve al mostro.
Il mostro lasciò andare Claire che svenne.
Sam e Dean si gelarono ma capirono subito che era solo svenuta. “Dean, qualcosa mi dice che non ha funzionato.” Disse Sam.

“Maledizione, non so cosa serva. Non riconosco questo mostro, sembra uno di quelli dei cartoni animati.” Disse Dean.
“Se credete di spaventarmi con la vostra assurda maschera, vi sbagliate di grosso. Alzatevi miei schiavi e offrite la vostra energia vitale al grande Sovrano.”

Sam e Dean si guardarono a vicenda perplessi. Maschera??
Subito si alzarono decine e decine di persone che erano dentro al negozio. Avevano una luce gialla negli occhi come se fossero ipnotizzati.

Sam e Dean cominciarono a lottare, sparando addosso al mostro la qualunque, ma nessuna di queste cose sembrava funzionare, quindi cercarono di usare il corpo a corpo, ma, venivano sballottati da un angolo all’altro del negozio, all’improvviso, una rosa ARGENTATA, cadde sul pavimento a pochi passi da loro.
“E TU CHI SEI?” chiese la demone.

“Mi presento subito, io sono Milord e tu mostro, tu approfitti del bisogno d’affetto delle persone, del loro DESIDERIO di RISPLENDERE, che ricercano nei gioielli, del loro desiderio di LUCE, per farli diventare tuoi schiavi. Dovresti vergognarti.”
“Non mi faccio fare la morale da un buffone MASCHERATO, prendi questo!” gridò il mostro buttandogli una scarica nera di negatività ma Milord atterrò elegantemente dalla finestra spostandosi di li.

“Voi moscerini non avete nessuna possibilità di BATTERMI.”
 
“ATTENTOOO!!” Sam era sbiancato vedendo un branco di persone accerchiarlo.

All’improvviso esse furono spazzate via, non si sa da cosa.
“Ma che..”
“Sam, sei..sei stato TU.” Disse Dean allibito.
Sam si guardò le mani. Le sue dita luccicavano di bianco.

Non vi serviranno a niente le armi, il vostro potere più forte è all’interno! Usatelo per sconfiggere il demone!!” gridò il ragazzo mascherato di nero.
“Ma non sappiamo come fare!!” disse Sam, protestando.

“No, Milord, ha ragione. Forse questa..è una conseguenza della Grazia di Castiel..” disse Dean, prendendogli la mano.
Sam lo guardò e qualcosa nel suo sguardo lo convinse.
Dean gli strinse le dita tra le sue, che ancora luccicavano e a Sam sembrò come se cercasse di assorbire il suo potere, facendolo suo.

“Che cosa dobbiamo fare ora?” chiese Dean.
Ora dovete dire : potere della Grazia angelica, azione!!” si intromise Milord.
Sam e Dean lo guardarono disgustati.
“Col cazzo!!” disse Dean.

Preferite morire??” urlò Milord.
“Mi dispiace interrompere il vostro picnic, ragazzi.” Disse il mostro.

“SCHIAVI, DISTRUGGETELI.”
 
Sam e Dean si spostarono, scappando da una parte all’altra, dietro una colonna.
“Sam, non posso dire quella formula, io mi vergogno!” diceva Dean piagnucolando.

“Smetttila, Dean, pensa a queste persone, non vorrai davvero fargli del male, vero?” lo rimproverò Sam.
 
Fu così che i fratelli si convinsero.
Si strinsero forte a sé le mani e urlarono:
“Potere della Grazia Azione!!!”

Si sprigionò come un frisbie di luce che andò a colpire il demone.
 


*

In quel momento, un ragazzo biondo di nome Jack, che stava tenendo in mano una bolla di luce, si vide la bolla disintegrarsi.
“Ohhh!!” poi si arrabbiò. “Mi hai deluso, Morgan, mi hai deluso. Moltissimo.”
 
L’essenza del demone si trasformò in polvere e poi scomparì.
“Siete stati davvero fantastici, ci incontreremo ancora, arrivederci.” Disse l’uomo mascherato, fuggendo dalla finestra come se volasse.
 
Sam e Dean si guardarono allibiti.

“Cas! Caaaaaaas!!!”
 
 
*

Dieci minuti dopo, Castiel, Gabriel, Sam e Dean stavano distruggendo tutte le telecamere della gioielleria.
“Mi sento un barbaro!” diceva Dean, colpendo la telecamera con una mazza.
“Non abbiamo scelta, dopo quello che mostrano queste telecamere“ disse Castiel.

“In realtà non ci hanno mostrato per niente.” Disse Dean sarcastico.
“Sai quello che vuole dire, Dean. Quello che ha mostrato quelle telecamere è…PAZZESCO. Nessuno dovrebbe vederlo.” Disse Gabriel, facendogli vedere un istantanea di un video sul computer, di strani ESSERI DI LUCE DANZANTI .

“Inquietanti esseri di luce che gracchiano. Questo è un mistero degno di noi.” disse Castiel.
“Ehi! Noi non gracchiamo!” protestò Dean.

“Ma dobbiamo ammettere che la voce che viene fuori da li, non è la nostra.” Disse Sam.
“Dean, Sam, penso che la grazia che risiede in voi, ha cercato di proteggervi.” Disse Castiel eliminando l’ultimo file dal computer.

“CHE COSA??” i ragazzi erano basiti.
“Ma sì, pensateci bene. Vi siete mostrati ad un mostro che non abbiamo mai visto, le armi tradizionali non funzionano contro di lui, e GUARDA CASO, arrivano dopo il soggiorno in Paradiso.” Disse Castiel.
Sam e Dean lo guardarono con tanto d’occhi.
“Stai cercando di dire che..” disse Sam.

“Quello che sto cercando di dire è che questi mostri potrebbero essere parte degli esseri che sono scappati dal Paradiso e dall’Inferno.” Disse Castiel. “E questi strani POTERI MAGICI che vi sono arrivati, potenziati con quello che ehm..avete fatto lassù..”
“Sì, sì, okay, va avanti.” Disse Dean.

“Potrebbe avere a che fare con tutto questo. insomma, è una cosa acquisita lassù, per un qualche motivo forse la Grazia ha percepito anche il pericolo che avete affrontato quando eravate Lì, riconosce il pericolo come quello già visto e forse cerca di difendervi, donandovi un..TRAVESTIMENTO.” disse Cas.
“Per non farvi riconoscere.” Disse Gabriel.
Sam e Dean erano veramente allibiti.
 
 
 
*

Quando Sam e Dean tornarono al bunker, rimasti soli, Dean chiuse il portone e poi afferrò Sam per le spalle e cominciò a baciarlo senza quasi farlo respirare e facendolo sedere sul tavolo.
“Ehi!! Calmati, lo so che la grazia è afrodisiaca, ma..” ridacchiò Sam, tutt’altro che dispiaciuto.
Perdonami.” mormorò Dean sul suo collo.
Sam lo guardò e un battito gli mancò.

“Dean..”

“Perdonami. Sono stato un completo, totale, imbecille, ign..”
Sam lo baciò ancora più a fondo, mettendogli le mani sul viso, le loro lingue erano in estasi.
“Non devi domandarmi perdono.”

“Ma tu..ci hai messo così tanto amore a farmi quel bracciale e io..”
Sam gli mise un dito sulle labbra, sorridendo.
“Ti ho già perdonato..e poi ormai non conta più..”
“Sam..”

“Mi basta che tu lo conservi anche se non lo porti indosso..”
“Ma io..”
“Ehy, hai già un pegno d’amore. “ disse Sam, poggiando dolcemente la mano sul ciondolo che teneva al collo. “E io non voglio nient’altro che oscuri il mio simbolo d’amore per te.”

Dean lo fissò per un po' con gli sguardi sognanti.

“Che cos’ho fatto per meritarti..oh..devo ringraziare mamma e papà per avermi donato te.”

E riprese a baciarlo, a Sam parvero le parole d’amore più belle che avrebbe potuto sognarsi di sentirsi dire, mentre seduto sul tavolo, era pronto ad altri fuochi d’artificio.






















Note dell'autrice: le note sono doverose, devo spiegare molte cose ahha

1) Questa storia è liberamente ispirata a Sailor moon quindi PERDONATEMI se sarà un po leggera sotto certi punti di vista, ma io VOGLIO che sia così. Non mancheranno comunque molti spunti strappalacrime e non abbiatecela con me se mi ispiro a Sailor, ormai tutti i libri, tutte le fanfiction, tutti i telefim si sono ispirati a tuto il resto, altrimenti non potremmo vedere più niente. Detto questo non ho intenzione di scopiazzare Sailor, diversi capitoli saranno ispirati, ma solo in alcuni punti, per il resto ci sarà una trama tutta diversa. Inutile starvi a dire che essendo che Sam e Dean stanno insieme, il famoso MILORD, non potrà avere il ruolo che aveva Marzio con Bunny, ma penso sia inutile che lo spiego no? In più non sottovalutate la cosa delle forme d'acqua e dei desideri. Offirà spunti interessanti.

2) Jack: all'inizio volevo ispirarlo a Jack della prima serie di Sailor, ma adesso sto cominciando a pensare che potrebbe essere Jack di Spn magari? Ci devo pensare!!

3) Con gli anni passa anche il dsincanto, soprattutto dopo i numerosi monili e gioielli anche di bigiotteria che ho perso xd quindi non me la sono sentita di far indossare a Dea qualcosa che, so per certo che o perderà o si romperà (il braccialetto non è di acciaio) per Sam basta che lo conservi e forse è meglio così, almeno non si rompe xd e poi, niente deve oscurare l'amuleto, no? xd

4) Milord: chissà chi è eh? xd non velo dirò fino alla fine quando lo scopriranno Sam e Dean,stavolta non mollo..capito Team? ahhah xd e non pensate che sia l'unico nuovo personaggio che vedremo! Ve l'ho detto che ho in mente grandi cose per questa storia! ahha xd

5) spiegazioni prolisse. avete notato credo che non ci ho dato dentro con le spiegazion stavolta, non sembro neanche io a scrivere ahha xd il motivo è che davvero non c'è bisogno di ammorbare tutti conspiegazioni già noiose e tedianti, senza contare che la maggior parte delle cose verranno spiegate più avanti.

6) Costumi e maschere: mi ha sempre dato fastidio quando i mostri non riconoscevano Sailor e le altre, insomma, hanno LA STESSA FACCIA LOL xd nel manga si diceva che erano avvolte da una luce strana o velo invisbile che non mostrava i loro volti, quindi ho avuto questa idea. Sarebbe stato davvero assurdo se no, i mostri per vendicarsi avrebbero potuto tendergli un agguato al bunker e ciao alla trama no? xd

7) FUOCHI D'ARTIFICIO: Dai ditemi che avete capito a quali fuochi si riferisce Sam ahhah xd

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Capitolo 7
*** Una romantica crociera ***


A casa i due Winchester stavano discutendo, mentre Sam continuava a sventolare l'arma del delitto. “Dean, è destino!”
“No, Sam, basta con queste stronzate!!”
“Ma parlavamo di crocirere, l’altro giorno e guarda caso!!!”
“Non mi avrai con la stronzata della legge d’attrazione!”
“Quante possibilità ci sono che entrassimo al supermercato e vincessimo il biglietto per la crociera??”
“MOLTISSIME, visto che mangi come un lupo.”
Sam gli diede uno scappellotto.

“è perché tu mi fai fare tantissimo sesso e ho bisogo di energie-“
Dean ridacchiò sotto i baffi, poi se lo abbracciò, coccolandoselo tutto.
“E così il mio orsacchiotto vuole una crociera romantica? Mh?”
“Siiii..”
“Che pretese eh, e magari la vuoi anche al chiaro di luna.”
“Siiii…”
“E la nostra missione?”

“Non siamo noi a cercare i mostri, sono loro a trovare noi? Non te lo ricordi?”
“Cazzo! E io che pensavo che avessi solo il sesso per convincermi.”
“Ho ANCHE il sesso, mi hai sottomesso per ORE, perché volevi che ti convincessi che non ho un debole per Milord, il cavaliere mascherato, il grande amore di sailor moon.”
“Ok, adesso ho appena cambiato idea..”

Sam lo riacchiappò per la camicia e se lo tirò contro.
“Dean, non puoi essee davvero geloso di un cartone animato!”
“Ma quello non era un cartone! Ci ha difeso e..insomma..”
“Hai paura di concorrere con un uomo che indossa una maschera?” rise.
“No, non ho paura di uno che gioca a fare l’uomo mascherato di un eroe degli anni novanta, anzi  lo trovo RIDICOLO!”
“Quindi..per quella crociera?”
 
 
 
*

Nel frattempo in un mondo nero.. Una risatina cristallina.
“Stento a credere che il grande Jack si faccia prendere in giro da due cacciatori, è imperdonabile.”
“Ah sei tu, Tikes.”
“Che sorpresa, mi ha riconosciuto immediatamente, sono molto contenta che ti ricordi di me.” disse lei.
“è impossibile dimenticarsi di te, tu prendi ordini direttamente dalla regina Amara.”

“Non sei cambiato affatto, io ho un’adorazione per te e tu mi tratti sempre con freddezza e distacco, perché?”
“Non ho tempo da perdere in conversazioni inutili e banali.”
“Ma io ho un piano in mente che ci permetterà di impadronirci delle energie degli esseri umani.”
“Di che cosa si tratta?? Dimmi!”
Rise lei.
“Di una romantica crociera per coppie innamorate.”
 

*

“Nessuno sospetta che questa nave sia in verità un vecchio relitto che per l’occasione abbiamo camuffato con la magia.” Disse il mostro femmina, vedendo riempirsi a poco a poco la nave.






















Note dell'autrice: io voglio abbracciare fort Team e dirle: hai vistio che ce l'abbiamo fatta?? ahhah <333
si perchè anche se la scrivo io, so che anche lei tiene a questa storia/saga!
Lo so il capitolo è vergognosamente corto, ma capitemi..già l'emozione di riprenderla in mano era tanta xd ho voluto solo renderlo reale xd
vi prometto che farò di tutto per sistemare il prossimo o i prossimi capitoli xd

voglio ringraziare anche Ciuffettina, perchè se non era per lei..forse non avrei trovato MAI la forza di riprendere questa storia xd
davvero non sapete (questo lo dico a tutti) come mi sentivo in colpa..per aver abbandonato (anche se l'ho sempre saputo - tempornaeamente - questa storia )

ps il capitolo è ispirato alla puntata di sailor moon, ma sarà diverso

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Capitolo 8
*** Balthazar e Jack ***


Avviso: Balthazar nella mia versione non è mai stato ucciso da Castiel, ma solo ferito xd
pr favore se dovessi aver detto da qualche parte in questa serie, che è morto, ditemelo che risolvo xd. Ps il capitolo è ispirato alla punatta di Sailor Moon UNA FANTASTICA CROCIERA








Sam e Dean erano saliti sulla nave, che era uno spettacolo da vedere, una volta saliti lì, si trovarono davanti Castiel, Gabriel, con nientepopodimeno che Balthazar!
“Ma cosa..che ci fate voi qui?” chiese Dean, salutando l’amico angelo.
“Abbiamo pensato di farci una crociera e Balthazar ha scoperto le nostre intenzioni.” Disse Castiel sorridendo.

“Le vostre CATTIVE INTENZIONI.” Disse Balthazar mangiando un pasticcino.
“Ha pensato di venire anche lui pensando di rimorchiare qualche bella ragazza..o qualche bel ragazzo..” disse sorridendo Gabe.
“Ehi, a me piacciono le donne.” Disse Balthazar “O meglio, le preferisco.” Disse.
Passeggiando finirono nella sala macchina.
“Credo che siamo arrivati nella sala macchine, dovremmo andarcene.” Disse Sam.

Infatti arrivò subito un ragazzo biondo con un caschetto affascinante.
Sam si mise subito a fare foto con la sua nuova polaroid.

“Quella è una fotografia? Mi dispiace ma qui l’accesso è vietato al pubblico, mi capite?”
“Stavamo solo ammirando la bellezza delle nave. Non trova anche lei che la bellezza andrebbe fotografata?” chiese Balthazar facendo lo sbruffone.

“Potrebbe accompagnarci lei negli scompartimenti giusti.” Disse Balthazar.
“Sì, sicuramente.” Disse Jack imbarazzato.
C’è qualcosa che non mi convince in quei due ragazzi.
Quando uscirono, Sam sussurrò a Dean.
“Quel tipo biondo, mi ha dato una sensazione strana.”

“Forse sei solo geloso del suo fascino.” Disse Dean sorridendo.
 
 
 
 
*

“Maledizione, ho perso la mini rosa nera che avevo nel taschino, devo assolutamente cercarla.” Disse Jack, cercandola subito. “Sento la sua energia ma non capisco dove cavolo si trova.”
Si trovò poi davanti uno spettacolo strano.
Il tipo di poco fa, si teneva una gamba.
“Ma cosa..si sente bene?” gli chiese, tirandolo su.
Nel farlo notò la rosa nera sbucare dalle tasche dei suoi pantaloni,

Brutto ladro..
“Io sono andato a sbattere conto il parapetto. è stato come se le mie gambe non mi rispondessero. Non capisco, sembravo ubriaco. Eppure non ho ancora bevuto. Non più del solito, almeno.”
“La riaccompagno nella sua cabina. Venga."
Balthazar gli prese la mano e poi si sostenne a lui e Jack pensò sconcertato che non sapeva che sulla Terra, si prendessero tali confidenze.
 
Una volta nella cabina, Balthazar gli suggerì di prendere il ghiaccio nel mini frigo bar nell'angolo, Jack guardò nel frigobar e gli porse del ghiaccio.
“Come va?”
“Meglio, grazie.”
“Bene, allora se non le dispiace, mi vuole dire come mai ora ha la mia rosa nera?” chiese con le braccia conserte.
Balthazar sbiancò. Aveva rubato la rosa quando il capitano si era distratto. Da vecchio ladro sapeva come rubare oggetti alle persone senza che se ne accorgessero, aveva intenzione di usarla come scusa per attaccar bottone, magari riportandogliela ma poi c'era stata quell'assurda caduta.

“Io non sapevo che fosse la sua. L’ho trovata a terra e l’ho raccolta. É..una bella rosa.” Disse passandogliela.
Jack continuò a guardarlo con sguardo duro, per poi allungare la mano, le loro mani si sfiorarono, sentirono una scossa e Jack ritrò la mano.
“Ah. Troppa elettricità in questa nave.”
“G-già, lo credo anch’io”
Jack prese rudemente la rosa.
“Stia bene e faccia attenzione ai parapetti.”

Non fece in tempo a aprire la porta che una biscia si presentò, stava per saltargli addosso.
“ATTENTO!”
Jack sbiancò, Balthazar saltò per scansarlo e la biscia morse lui al braccio.
“Maledizione!” disse Jack guardando sconcertato la rosa e buttandola sul tavolo. Poi prese la sua giacca e coprì il serpente.
“Fammi vedere.”

“No, non è necessario.” Ma gli crollò tra le braccia.
“Oh diavolo! C’è bisogno di un dottore qui.”
“Non guardi me, prenda la biscia.”
“Se ti lascio qui, morirai. La biscia può aspettare.” Chiuse la cabina e lo accompagnò fuori.
 
 
 
*

“Ma che mi succede? Perché mi preoccupo per un umano? Mi sta distogliendo dalla missione, ma quella rosa..quella che dovrebbe togliere energie agi umani, si è trasformata un una rosa sfortunata, e quando l'ho toccata, si è rivoltata anche contro di me, chissà perchè l'ha fatto”
“Dovresti..disfarti di quella rosa. Avverto delle energie negative. Disse Balthazar., sul lettino dell'infermeria
“Oh che sciocchezze. “ disse Jack impallidendo. “Stai qua, altrimenti potresti non riuscire a venire alla gara di balla, per la fine della settimana.”

“C’è una gara di ballo? Un ballerino come me non può perderlo.”
“Io consiglierei di stare a letto.”
“Non ha visto come ballavo ? Ho fatto il tip tap fino a schiantarmi al parapetto.”
Tutto sommato Jack scoppiò a ridere.
Non erano tutti patetici, alcuni erano simpatici. O meglio, dei patetici simpatici.
“Accetto di stare a riposo, se posso darti del tu!” chiese Balthazar.

“Non ho mai badato a queste formalità, a dire il vero.” Disse Jack.
 
 
 
*

Tuttavia Balthazar lasciò dopo poco l'infermeria, seppur con un braccio fasciato e Cas e Gabe appena lo videro, rimasero sbalorditi e lo rimproverarono per come era stato irresponsabile.
“Sei un angelo! Come diavolo hai fatto a inciampare o anche solo a ferirti!” disse Gabe.
“Succede anche ai migliori. Ad ogni modo adesso è passata, l’affascinante capitano mi ha curato.” Disse lui.
 
*

Nei giorni seguenti, Balthazar uscì dalla sua cabina per giocare a golf, Jack lo vide e ne rimase stupefatto.
“Non dovevi stare a riposo??”
“Non potevo mancare al golf.”
“E mancherai alla gara di ballo invece!”
“No, non credo.”

Ma cosa spinge questi dannati umani a sfidare anche la morte e le malattie? Oh ma è chiaro, se non fosse così, non sarebbero su questa nave. Loro in fin dei conti DESIDERANO FERIRSI.”
“Vorresti fare una partita?”
“No.” disse subito. “Non mi piace rendermi ridicolo facendo strane mosse con il braccio.”
“Oh ma dai, è divertente!”

Jack non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di tanto divertente nel fare una cosa simile senza trarne alcun vantaggio, non dava vantaggi a lui che una cosa rotonda di piccole dimensioni cadesse in una buca e farlo e rifarlo ancora e ancora, come potevano gli umani trovare divertenti simili sciocchezze?
“Beh ma il divertimento sta tutto nel sapere se centrerai la buca!”

“Davvero? E perché una cosa simile dovrebbe arrecarmi gioia?”
“La gioia te la reca la sensazione di esserci riuscito! A volte ragioni come mio fratello C..Jimmy.” si corresse poi.
“Mmm..” colpito nel’orgoglio, lanciò la palla, per dimostrare che non cambiava nulla.
“Come immaginavo. Non sento nulla di euforico.”

A dire la verità però la sensazione di aver dimostrato al tipo che anche lui era capace di farlo, gli dava una certa soddisfazione.
“Sta a guardare.”
Jack avvertì un moto di irritazione.
“Ha i fatto fare alla palla un triplo salto, hai barato.”
Balthazar scoppiò a ridere.
“Provaci te, avanti.”

Jack provò ancora e ancora e ancora, per cinque volte.
“Che gioco stupido!!” disse innervosito.
Poi decise di andarsene, ma la voce di Balth lo raggiunse.
“Potei insegnarti come si fa. Sempre se hai voglia..nei prossimi giorni.”
Jack esitò, aveva da fare, in quei giorni, raccogliere le energie degli umani, eccetera eccetera.

Ma cos’aveva da perdere? Almeno aveva qualcosa di diverso da fare.
“Ti straccerò.” Disse.



















Note dell'autrice: FINALMENTE riesco ad aggiornare questa storia, amche se MAI UNA VOLTA che riesco a finireeeeeeeeeeeeee. AAAAAAAAARG XD
cooomunque, stiamo per arrivare anche alla terza e ultima parte, scusatemi ma io ad un certo punto il mio cervello si blocca e non riesco più ad andare avanti.
Volevo dire una cosa a Team, lei forse se lo immagina già perchè gliel'ho chiesto più volte xd LOL parlo anche a Ciuffettina, ci potrebbe essere l'idea che io poi voglia riunire i capitoli dei gioielli in uno solo, quindi in caso potrei chiedere anche a voi per non perdere le vostre recensioni, di rimettere insieme le recensioni in una sola per quanto riguarda la prima parte, se cancello i capitoli che elimino per metterli in uno solo xd
non so ancora se li riunisco ma in caso a te Ciuffetina andrebbe? Team lo so che ci è abituata povera LOL cmq non sono sicura che lo faccio LOL devo pensarci perchè vedere quei capitoli in sequenza prima parte seconda terza è una sofferenza ogni volta ç_ç

cooomunque avete capito cosa succederà? Qui Balthazar sta per prendersi una clamorosa cotta per uno dei cattivoni ehhehe 

 

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Capitolo 9
*** Balthazar mostra a Jack i suoi disegni ***


“Ecco, basta che ruoti il movimento del polso in questo modo. Così.” Disse Balthazar.
Jack, imbarazzato, scrolla il braccio un po troppo forte e la palla riesce a centrare la buca.
“Complimenti! Ce l’hai fatta!” disse Balthazar. “Vado a prendere un po di birra gelata.”
“Un.una anche per me, grazie.”
Che strano umano…
 
Qualche secondo dopo, Jack e Balthazar stavano bevendo la birra, attaccati al parapetto.
“Ma tu, saresti francese?” se ne uscì ad un certo punto Jack.
“Perché? Cos’hai contro i francesi?”
“Io? Niente, assolutamente, volevo solo dire…”
Balthazar gli scoppiò a ridere in faccia.
“Ti sto solo prendendo in giro. Beh, una volta..giravo il mondo. Vedevo cose..”
“Sembri malinconico. “
“Quando giri il mondo, vivi tante cose..belle e brutte..”

“Sì, lo capisco, quello che non capisco, è questa malinconia…quello che è passato, è passato.”
Balthazar prese un altro sorso della sua bottiglia.
“Secondo me, tu sei un falso cinico.”
“Prego?”
“Fingi di essere cinico, ma credo basterebbe poco a farti commuovere, crollare. Chissà..magari un dipinto, forse anche meno, un disegno..”
“Che sciocchezze! Adesso dovrei tornare alla mia nave.” Disse.
“Aspetta, scherzavo dai. Però ci tenevo a farti vedere qualche disegno.”
“Per farmi crollare?” chiese Jack sarcastico.
“No.” disse Balthazar sorridendo. “Vorrei un tuo parere su alcuni miei disegni.”
Quest’uomo rischia di farmi perdere tempo..
“D’accordo. Fa che sia una cosa veloce però.”

“D’accordo. Tanto sono qui.” disse mostrando un raccoglitore di foto.
Jack piuttosto scocciato, si mise a guardare le fotografie.
Una ragazza con una gonna svolazzante.
Una bambina che mangiava un leccalecca.
Una bambina con una luce azzurra negli occhi.
“Questo. Mi piace questo.” disse Jack.

“Oh, uno dei miei disegni preferiti, simboleggia l’innocenza, la purezza e spensieratezza. Quando siamo giovani, siamo tutti così, poi perdiamo quella luce.” Disse alzandosi.
Si alza per non farmela vedere.. pensa Jack.
“Vedo che il braccio ti è guarito in fretta.”
“Già.”
“Non è un po strano? Dimmi la verità, non sei ancora guarito, sei un irresponsabile!”

“Rilassati, ti dico che sto bene. Ho un sistema immunitario incredibile.”
Jack lasciò la mano sospesa a mezz’aria.
“D’accordo. Beh, suppongo che ci vedremo al ballo.”
“Verresti a vedermi provare?”
Jack lo fissò sbalordito.
“Oh, non preoccuparti, ho solo bisogno di un parere. Non ti sto chiedendo di essere il mio accompagnatore.”
“Perché lo chiedi a me? Hai i tuoi amici. Chiedi a loro.”

“Appunto perché sono miei amici non direbbero la verità.” Rispose Balthazar sorridendo.
“Quindi mi staresti chiedendo di darti pareri su come ti muovi? Non è un po strano per un uomo?”
Balthazar scoppiò a ridere.
“No. Per niente. Le donne vanno pazze per come ti muovi, ci capiamo?”
Jack si ritrovò imbarazzato.

“Non ti prometto niente. In qualità di capitano, ho tanti doveri..non vorrei restassi deluso…”
“Tranquillo, tranquillo. Vorrà dire che non mi aspetterò nulla, ma magari..invece sì. Io fino al giorno del ballo, farò le prove in sala macchine.”
“Che cosa?? Ma..non puoi! Potrei farti arrestare.”
Balthazar rise.
“Non sto facendo in teoria nulla di illegale.”
Jack fece un smorfia.

“Farò finta di non aver sentito. Comunque adesso devo andare, mi dispiace.”
“Allora, magari verrai?”
“Non lo so. Buona giornata, Balthazar.”
Balthazar gli sorrise.
“Buona giornata, capitano.”
 
Sam e Dean avevano assistito a quella scena, da lontano.
“Credi che Balthazar abbia una sorta di cotta?”

“Mi sembra evidente! Ma quella specie di biondino ha come un palo nel culo. Non so se riuscirà ad addomesticarlo.”
Sam, seduto sulla sdraio, tra le gambe di Dean, gli mollò uno scappellotto sulla testa.
“Ahi. E dai, non si può dire che Balthazar è come un cucciolo di mia conoscenza, che riesce ad addomesticare perfino gli orsi come me.” disse Dean, prima di baciarlo dolcemente.
Sam rispose al bacio languido.

“Sarai il mio accompagnatore per il ballo, straniero?” chiese Sam.
“E dove la porto mio principe?”
“In un castello.” Sussurrò Sam, prima di poggiargli la mano sulla nuca per baciarlo ancora.

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Capitolo 10
*** La gara di ballo sulla nave - prima parte ***


Sam e Dean, Castiel e Gabriel cominciarono a fare anche loro le prove nella sala da ballo, adibita alle prove degli invitati, Sam si divertiva sempre molto a vedere i movimenti impacciati di Dean.
“Ops, scusa, ti ho pestato un piede, Sam?? stai bene?”

Sam dopo un po lo convinse a spogliarsi entrambi delle scarpe e provarono scalzi con solo le calze addosso, imitati subito da alcuni altri danzatori.

Cas e Gabriel ballavano al loro fianco, anche se Gabriel faceva di tutto per attirare l’attenzione su di sé, elargendo dichiarazioni smielate e altisonanti alla sua “dama.”
“Oh mia bella damaaaaaa. Lasciati prendere la mano, in questa bella giornata di soleeeee.”

Cas fingeva di essere imbarazzato, ma era divertito. Sam e Dean capirono che lo spirito goliardico di Gabriel era proprio quello che ci voleva per sbloccare un timido e tutto ingessato Castiel.
Ed è per questo che l’angelo non protestava poi molto, quando Gabriel lo faceva crollare direttamente a terra, senza smettere di muovere i movimenti di bacini, neanche quando crollò su di lui.
“E dai, muovi quei piedi Cassie.” Disse l’arcangelo sopra di lui.
“In questo movimento mi si sta muovendo qualcos’altro.” Disse lui.

Perfino Gabriel rimase sconcertato ma poi estremamente compiaciuto dallo spirito insolente del ragazzuolo.
“State dando spettacolo osceno.” Gli disse Dean all’orecchio ma sorridendo, compiaciuto del fatto che i suoi ragazzi stessero “diventando grandi.”
 
 
Nel frattempo grande assente era Balthazar , visto che aveva già avvisato loro che lui invece preferiva provare nella sala macchine.
“Ma è PROIBITO!! Vuoi farti arrestare?” l’aveva rimproverato Dean.
Anche per voi quattro andare a letto sarebbe proibito, eppure lo fate!” aveva risposto l’angelo insolente.

Una pacca sulla testa da Dean, un’altra da Sam, le altre due contemporaneamente da Gabriel e Cas.
“Ahhhh! Pietà! Scherzavo!!” disse lui tenendosi la testa.
“Noi salviamo il maledetto mondo, angelo dei miei stivali.” Disse Dean.
"E io sono un fottuto arcangelo, trickster, non ti conviene farmi arrabbiare o ti sbatto in un loop temporale.”

“Sono tuo FRATELLO, non oseresti.” Disse lui con fare angelico per poi correre via a gambe filate.
“Così impari. Come diavolo vi salta in mente di confidarvi con Balthazar??” disse Dean.

“ Castiel mi meraviglio di te!!!” disse Sam.
“Ma te l’avevo detto che gliel’avevo detto..e poi eravate palesi! E anche noi! Pensate che non sappiano cosa ci è successo nel mondo delle…”

“Non dirlo! Non dire quella parola!!” disse Dean minaccioso.
 
 
 
Balthazar stava ancora ballando con un manichino, tenendolo sollevato, fingendo fosse la sua dama.
Jack si ritrovava a guardarlo da un oblò e sorrise, per poi accorgersi che il manichino aveva le tette.

“A meno che non abbia intenzione di ballare con un ballerino transessuale, quel tipo è un grandissimo ipocrita, forse dovrei palesarmi giusto solo per rimproverarlo, perché mi ha preso in giro, mi ha fatto credere che avrebbe ballato con un ragazzo e…aspetta, in fin dei conti non l’ha mai detto! Non ha mai detto che voleva ballare con me! Beh, potrei lo stesso multarlo per atti osceni in luogo pubblico. Quel manichino non ha il reggiseno!

Jack ipotizzò per qualche minuto davvero di palesarsi per dire tutto questo, ma dei ragazzi che giocavano a pallone, lo distrassero.
Ehi, non è permesso giocare a pallone in questa nave!! Incoscienti! Smettete subito!”
Balthazar, che stava ancora provando, si immobilizzò a sentire la sua voce. Guardò fuori sulla passatoia ma non lo vide.
 
 
Due giorni dopo, Jack era tornato sulla strada, stava quasi per decidere di andare da lui, ma la voce del mostro, lo fermò.
Jack, ti ho cercato dappertutto, sei sfuggente. Ti stai dando da fare per prendere l’energia che ci serve da regalare al nostro Grande Sovrano?”

Jack rimase senza fiato. La missione. Si stava completando dimenticando la missione.
“Certo che lo sto facendo.”
“Sei sicuro? Perché vedo che qui sono ancora tutti belli arzilli e la gara di ballo è solo tra due giorni.”
“Bene.” rispose lui.

Ma che diavolo stava facendo? Doveva tornare a concentrarsi sulla sua missione.
Girò l’angolo e riprese a camminare, gettò solo un’ultima occhiata al vagone sulle sue spalle e poi riprese il cammino.
 
 
 
*

La gara di ballo era cominciata e Baltahzar continuava a guardarsi intorno.
“No. Lui non c’è.” Disse Sam con un sorrisetto.
“Oh, so benissimo che non c’è l…oh insomma, di chi state parlando??” disse Balthazar scocciato.
I quattro ridacchiarono.

“Del nostro affascinante capitano che ti fa uscire pazzo da una settimana, quello a cui volevi mostrare quanto ballavi bene.” disse Gabriel ancheggiando i fianchi.
“Piantala!! Non mi assomigli per niente!”
“Oh, non è quello che voglio, innamorarmi così come un liceale a una pessima cotta.” Disse Gabe.

“Guarda che io non ho una cotta.” Disse Balthazar.
“Certo Balthie, ci crediamo tutti.”
“Schhh. Piantatela, sta iniziando.” Disse Castiel.
 
Dame e cavalieri si presero le mani e cominciarono a danzare seguendo un valzer sensuale e armonico, fortunatamente nessuno pestò i piedi a nessuno, Balthazar si era quasi rassegnato a invitare una dama a caso, che si ritrovò davanti il Capitano.
“Credevo che questa fosse una giornata fatta per ballare, quindi perché stai seduto?”

Balthazar guardò a bocca aperta Jack, lo squadrò da capo a piedi.
“Non..non hai la divisa.”
“Certo che no. Non sono qui in linea da capitano.”
“Ti..ti sta bene quest’abito.”
“è un modo carino per dirmi che in bianco faccio schifo?”
“N-no! Non è quello che avevo in mente.”

Jack sorrise facendo un brindisi.
“Spero che a ballare tu sia più bravo che a parlare. Sarebbe un peccato che tutti quegli esercizi siano andati persi.”
“Tu…mi hai visto?”
Jack fece un cenno vago.
“Un capitano non vede. Giudica, osserva. Ti può bastare come risposta?”

“No, ma me lo farò bastare.” Sorrise di rimando.
“Bene, quindi adesso vieni qui e balliamo.”
“Cosa?? Chi ti dice che voglio ballare con te?” Balthazar rise strafottente.
Jack sembrò smarrito.
“Perché mi avresti chiesto di venire a vederti altrimenti?”
“Per avere una consulenza!”
“Una consulenza? Balli da schifo, ecco la mia consulenza.” mentì Jack.
“Wow, non ci vai leggero.” disse Balthazar sogghignando, il quale, aveva un'autostima così alta che ci voleva ben altro per fargliela calare.

“Però ballo leggero. Vuoi che ti insegno?”
Balthazar si leccò le labbra.
“So riconoscere una manipolazione emotiva quando ne vedo una..ma..sono anche curioso. Quindi sì, accetto.”
Jack gli prese la mano allora e ballarono come se non ci fosse il pavimento tra di loro.
Ballarono come se fossero sospesi nel tempo, in un’altra dimensione.
Tutti si sentirono così.

Per poi avvertire un’altra sensazione dentro di loro.
 
“Dean, che cosa mi sta succedendo? Mi sento strano.”
“Anch’io, Sammy.”
Cas e Gabe si avvicinarono a loro, subito.
“Dobbiamo allontanarci subito. Qualcuno sta cercando di assorbire le energie delle persone presenti qui.” disse Cas.
“Dei MOSTRI.”
“COOOSA?”
 
Dean e Sam, Cas e Gabe si allontanarono subito, cercando Balthazar, ma non lo trovavano.
“Maledizione. Andate a trasformarvi, non devono vedervi in pubblico. Noi continueremo a cercarlo.” Disse Gabe ai fratelli.

“D’accordo.” Dissero in coro.
 
 
Nel frattempo, Balthazar stava avendo dei giramenti di testa e sentiva il fiato quasi mancargli, Jack al suo fianco appariva costernato.
“Cos’hai? Ti senti male??”
“Non capisco..mi..manca l’aria..”
“M-ma tu non..” ma Jack non diede voce al suo vero pensiero, anche perché anche lui avvertiva dei malesseri.

“Io..” Maledizione..
Si stava sentendo male anche lui e sentiva che stava anche perdendo le sue sembianze fittizie.
“Balthazar..io devo andare..non posso..”
“Baltahzar, ti abbiamo cercato dappertutto.  Devi venire con noi. Subito.” Disse Gabe con tono urgente.
“S-scusami. “ disse lui rincorrendo gli amici.

Jack li perse di vista, appena furono fuori dal suo campo visivo, si mescolò tra la folla, ma alzò lo sguardo, appena vide il mostro che cominciava a parlare e la gente crollava svenuta una dopo l’altra.
Anche se MOLTI rimanevano in piedi.
A quanto pareva non c’erano poi molte persone innamorate in quella crociera.

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