Un mondo, due famiglie! di Ivy001 (/viewuser.php?uid=1071053)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 Capitolo ***
Capitolo 7: *** 7 Capitolo ***
Capitolo 8: *** 8 Capitolo ***
Capitolo 9: *** 9 Capitolo ***
Capitolo 10: *** 10 Capitolo ***
Capitolo 11: *** 11 Capitolo ***
Capitolo 12: *** 12 Capitolo ***
Capitolo 13: *** 13 Capitolo ***
Capitolo 14: *** 14 Capitolo ***
Capitolo 15: *** 15 Capitolo ***
Capitolo 16: *** 16 Capitolo ***
Capitolo 17: *** 17 Capitolo ***
Capitolo 18: *** 18 Capitolo ***
Capitolo 19: *** 19 Capitolo ***
Capitolo 20: *** 20 Capitolo ***
Capitolo 21: *** 21 Capitolo ***
Capitolo 22: *** 22 Capitolo ***
Capitolo 23: *** 23 Capitolo ***
Capitolo 24: *** 24 Capitolo ***
Capitolo 25: *** 25 Capitolo ***
Capitolo 26: *** 26 Capitolo ***
Capitolo 27: *** 27 Capitolo ***
Capitolo 28: *** 28 Capitolo ***
Capitolo 29: *** 29 Capitolo ***
Capitolo 30: *** 30 Capitolo ***
Capitolo 31: *** 31 Capitolo ***
Capitolo 32: *** 32 Capitolo ***
Capitolo 33: *** 33 Capitolo ***
Capitolo 34: *** 34 Capitolo ***
Capitolo 35: *** 35 Capitolo ***
Capitolo 36: *** 36 Capitolo ***
Capitolo 37: *** 37 Capitolo ***
Capitolo 38: *** 38 Capitolo ***
Capitolo 39: *** 39 Capitolo ***
Capitolo 40: *** The End ***
Capitolo 1 *** 1 Capitolo ***
Ciao a
tutti sono già tornata e spero che vi piacerà
questa nuova fanfiction.
Un bacio speciale alla mia Leti!
“Principessa Anna,
si alzi. È ora di colazione”
– esclama una donna, bussando alla porta con insistenza.
Inutili i tentativi della
domestica.
“I
suoi genitori vogliono vederla nel salone principale prima che il
campanile rintocchi
per la terza volta. Ha davvero poco tempo a disposizione, signorina. Le
consiglio
di muoversi. Ho preparato anche il suo bagno mattutino. Non
vorrà mica lavarsi
con dell’acqua gelida? Ma, soprattutto, non vorrà
mica sentire le ramanzine dei
signori, visto il ritardo?!” – insiste la
lavoratrice.
In
quel momento una voce proveniente dall’interno della stanza
le dà il permesso
di entrare.
“E’
ancora in questo stato? Sua maestà, il re, andrà
su tutte le furie” – la
domestica rimprovera la fanciulla, ancora assonnata e con indosso la
camicia da
notte.
“Uffa,
Matilde. Non ti ci mettere anche tu adesso. Lui non può
pretendere che mi alzi
quando sorge il sole e che vada a letto al tramonto”
– borbotta Anna, mentre si
libera degli indumenti e si immerge nella vasca di acqua calda e
sapone,
posizionata in un ambiente adiacente e comunicante con la sua stanza.
Matilda
sorride sentendola parlare e lamentarsi dei genitori ossessivi.
Dopotutto,
come darle torto! Compirà diciotto anni tra qualche
settimana, quindi può
godersi ancora i momenti da giovane principessina spensierata.
Da
lì a poco sarebbe diventata una donna, in età da
marito, e le sarebbe toccato
in sorte un partito voluto dal padre e allora addio
tranquillità.
Mentre
la ragazza è alle prese con la cura di sé, la
campana al centro del regno segna
il terzo rintocco.
I
due sovrani di Arendelle sono già al tavolo, nel salone
principale, in attesa
di essere serviti per la colazione.
“Possibile
che tua figlia è sempre in ritardo?” –
brontola il re.
“Agnarr,
quando la smetterai di pressarla così? Lasciala dormire in
santa pace” –
risponde la regina.
“Idunn,
cara, ti sembra il caso che una fanciulla prossima alle nozze, una
futura
regina, sia così poco interessata alla vita di
corte?” – puntualizza l’uomo.
“Quando
sarà tempo, capirà quali sono i suoi
doveri” – insiste la consorte, difendendo
la piccola di palazzo.
“Se
solo fosse nato un erede maschio, sono certo che sarebbe stato
perfetto” –
aggiunge Agnarr, infastidendo Idunn che replica –
“E’ destino che sul trono di
Arendelle salirà una regina e non un nuovo re. Credevo
avessi accettato questo.
Invece sembra che ti diverta a rinfacciarmi la mancanza di un figlio
del tuo
stesso sesso”
“Cara,
non volevo turbarti. Però non puoi negare anche tu che Anna
è indisciplinata”
“Avresti
preferito una regina di ghiaccio?” – quella domanda
posta dalla donna, spiazza
il regnante che si zittisce.
Cade
immediatamente un silenzio tombale tra i due che viene interrotto
dall’arrivo
della principessa assieme a Matilde.
“Buongiorno,
scusate il ritardo” – prende parola la giovane,
dando un bacio a stampo ai genitori.
Idunn
le accenna un sorriso e le chiede se ha voglia di uscire per il paese e
fare
visita ad alcune famiglie bisognose.
Agnarr
non si esprime; si limita a mangiare e a fingere di sentire la
chiacchiera
incessante della figlia.
Anna,
si sa, è logorroica e se inizia un discorso lo termina
soltanto quando inizia a
scarseggiare la salivazione.
Una
volta che le due nobildonne di palazzo escono per i loro servizi,
rimane solo il
re, seduto sul trono, immerso nei suoi pensieri.
Matilde,
nota la preoccupazione del suo padrone e gli chiede –
“Tutto bene, maestà?”
“Certo,
stai tranquilla” – risponde, accennandole un timido
sorriso.
Cambia
discorso dando ordini alla domestica – “I
preparativi per il compleanno di Anna
come procedono?”
“Manca
solo l’abito che dovrà indossare. Per il resto
siamo pronti a festeggiarla”
“Perfetto.
Hai già chiamato i vari partiti che dovranno essere presenti
quel giorno?”
“Si,
maestà e abbiamo ricevuto solo risposte positive”
“Meraviglioso”
– Agnarr sembra cambiare umore sapendo che presto avrebbe
trovato un buon consorte
per la figlia.
“Siete
convinto che la principessina sia pronta a diventare moglie di
qualcuno?” –
chiede, timorosamente, Matilde.
“Prima
si sposerà, prima capirà il duro compito che le
spetta. Se fino ad oggi credeva
di avere solo vantaggi, conoscerà presto anche le
responsabilità che possedere un
titolo nobiliare comportano.
“Maestà,
sappiamo entrambi che sua figlia non è destinata alla
corona!” – sostiene la
donna, amareggiata.
“Lo
so. Non doveva essere Anna la futura regina, ma è andata
così. Perciò non parliamone
più. Adesso lasciami solo alle mie cose. Ho un incontro
importante a breve e
quando arriverà il mio alleato commerciale, non voglio
essere disturbato per
nessun motivo al mondo”
Così
dicendo si chiude tra loro una conversazione che ha qualcosa di
profondo e
segreto. Qualcosa che la domestica conosce bene e che i reali hanno
voluto
dimenticare.
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“Buongiorno
papà. Ho preparato la colazione ed è
già sul tavolo” – comunica una giovane
dai
capelli biondi e gli occhi azzurro cielo ad un uomo alquanto anziano,
sdraiato
sul suo letto.
“Grazie,
Elsa. Sei sempre dolcissima figliola” – risponde
lui, alzandosi affannosamente
e dando poi un bacio alla figlia.
“Mio
fratello ha mangiato ed è uscito a vendere il ghiaccio. Io
sbrigo le faccende
di casa, poi esco a fare spesa.” – comunica lei.
“Se
non fosse per te e per il ghiaccio che riusciamo a vendere, saremmo
perduti”
“Pensavo
fosse una maledizione la mia, invece si sta rivelando utile a
tutti” –
sostiene, indossando i soliti guanti e avviandosi all’uscita.
“A
dopo” – lo saluta e, avvolta da panni vecchi e
rammendati più volte, lascia l’umile
dimora nella quale vive da ormai venti primavere.
Perché
Elsa parla di maledizione?
Semplicemente
perché possiede dei poteri magici che inizialmente
spaventarono tutti e che,
con il tempo e la crisi, divennero basilari per la loro sopravvivenza.
Qualcosa
avvicinerà presto due famiglie così diverse tra
loro: una dove domina la
ricchezza e non si conosce fame, l’altra dove si lotta giorno
dopo giorno per
un pezzo di pane.
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Capitolo 2 *** 2 Capitolo ***
La
famiglia dei Bjorgman, Samuel, Clarissa, Kristoff ed Elsa, abitano in
una
piccola casa in cima alla montagna che domina il territorio di Icetown,
regno
adiacente a quello di Arendelle. Nonostante le difficoltà
economiche, è il
ghiaccio ad aiutarli a riempirsi la pancia durante la giornata. Il
primogenito si
reca quotidianamente nella piazza della città per la
vendita, mentre sua
sorella minore realizza abiti meravigliosi assieme a vecchie stoffe e
grazie
alla abilità della madre, sua insegnante. Riuscirono una
volta a vendere un
capo alla sovrana di Icetown che li premiò con una cospicua
somma di denaro che
i coniugi conservano segretamente, in attesa di servirsene per un
futuro
matrimonio.
Era
quella la dote di Elsa da offrire a chi sarebbe diventato il marito.
Alla
giovane poco interessa avere un compagno, desiderosa di dare amore
soltanto
alla famiglia.
Quella
mattina, dopo aver venduto assieme al fratello tutto il ghiaccio
caricato sulla
slitta, Elsa torna a casa. Ha con sé un cesto pieno di cibo,
comprato al
mercato con il guadagno giornaliero.
“Stasera
potremo riempirci lo stomaco con una delle squisite zuppe della mamma.
Già
riesco a sentire quel profumino che riempie casa” –
Kristoff sogna ad occhi
aperti il momento della cena, mentre percorre il tragitto verso la
montagna,
assieme ad Elsa.
“Fratellone,
potrai anche fare il bis” – aggiunge lei,
entusiasta.
Un
giorno fortunato che accade solo poche volte nella vita dei Bjorgman.
Giunti
sotto casa, sistemano la slitta legandola per bene ad un tronco di
albero.
Bussano alla porta, non riuscendo a trattenere la felicità.
È
Clarissa ad accoglierli.
Lo
sguardo della donna è poco confortevole e i due lo
intuiscono al volo.
“Mamma
va tutto bene?” – domanda la fanciulla.
“Figlioli,
abbiamo una notizia da darvi” – afferma lei,
invitandoli a sedersi al tavolo,
accanto a Samuel.
“Mi
state agitando. Ero così contento sapendo di poter mangiare
in abbondanza e
invece sembra che dovrò passare un'altra nottata a pancia
vuota” – commenta
Kristoff.
“No,
caro. Vi preparo subito la cena. Non è questo il
punto” – aggiunge la madre.
“E
allora cosa sta accadendo?” – chiede preoccupata
Elsa.
E’
il capofamiglia a prendere parola e dare le attese spiegazioni.
“Dobbiamo
lasciare Icetown e con essa i ricordi di una vita, le speranze future e
la
nostra stabilità”
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Nel
frattempo, ad Arendelle fervono i preparativi per l’imminente
compleanno della
principessa Anna.
Agnarr
ha invitato ogni buon partito dei regni vicini e alleati. È
l’occasione giusta
per accasare sua figlia, con l’obiettivo di renderla
consapevole del ruolo che
dovrà avere in futuro e sbarazzarsi così di quel
lato infantile che Anna
continua a mostrare al popolo.
Di
ciò,però, la nobile fanciulla è
all’oscuro.
Sa
di dover festeggiare un compleanno che a detta di tutti sarà
speciale, però
ignora che i genitori mirano ad un fidanzamento combinato.
E’
sera tarda quando Anna, intenta a spazzolare i lunghi capelli, quando
riceve la
visita di Idunn.
“Tesoro,
sono venuta a darti la buonanotte”
Si
scambiano un dolce bacio, poi la madre siede sul letto della figlia e
le fa
segno di prendere posto vicino a lei.
“Come
ti senti? Domani è il giorno tanto atteso”
– le domanda la regina.
“Io
ho sempre vissuto il compleanno con molta gioia e spensieratezza.
Stavolta però
vedo che sia voi che mio padre avete numerose aspettative”
– risponde la
ragazza, confessando così la sua ansia.
La
sovrana di Arendelle è dispiaciuta per la tensione che sta
vivendo sua figlia.
Sa
di
esserne responsabile, assieme al marito.
Le
consiglia allora di rilassarsi e godersi il momento –
“Non pensare più a quello
che vogliamo io e tuo padre. Domani è il tuo giorno. Non il
nostro. Devi essere
serena e rilassata. Perciò adesso coricati e vedrai che
tutto andrà benone” –
le dà nuovamente un bacio a stampo sulla fronte.
Con
gli occhi lucidi si avvicina alla porta.
“Dormi
bene, figlia mia” – così dicendo lascia
la stanza.
Il
peso che sente nel cuore inizia a disturbarle anche la mente. Ricorda
di quando
è toccata a lei la stessa sorte che attenderà
Anna.
Idunn
venne data in moglie ad Agnarr molte primavere addietro. Anche lei
stava
festeggiando la sua giovane età quando il padre, un re molto
rigido e poco
affettuoso, le annunciò il fidanzamento con uno sconosciuto.
Adesso
la regina sente di aver acconsentito ad un trattamento poco gradevole
che vedrà
la sua adorata figlia prendere in sposo l’ennesimo straniero
che siederà sul
trono di Arendelle.
Raggiunge,
singhiozzante, la sua di camera. Lì è
già presente il re.
“Moglie
mia, eccoti. Sei pronta per domani?” – domanda
l’uomo alla consorte.
“Agnarr,
caro… e se stessimo commettendo un grosso errore?”
“Cosa
vuoi dire?” – è confuso lui.
“Anche
io e te ci siamo sposati perché lo volevano le nostre
famiglie”
“E
infatti è stata un’idea vincente. Arendelle
è prosperata da quando noi due siamo
i sovrani. Anna avrà un compagno alla sua altezza e che
renderà ancora più straordinaria
la nostra terra” – il regnante è davvero
convinto e non dà importanza alle
parole della moglie.
Sembra
non notare neppure il dispiacere che la donna prova.
A
quel punto Idunn aggiunge – “Sii sincero, Agnarr.
Cosa hai provato quando tuo
padre, più di venti anni fa, ti disse che avresti dovuto
sposare me?”
Di
fronte a quella domanda, il sovrano cambia espressione.
La
sua compostezza lascia spazio ad un iniziale tentennamento –
“Ehm, ma che
domanda è questa?! Ovvio che ero felice. Come potevo non
esserlo”
“Davvero?
Vuoi farmi credere che non vedevi l’ora di unirti in
matrimonio con la
sottoscritta?” – Idunn è alquanto
perplessa. Non crede minimamente alla
risposta del consorte.
“Ma
insomma, moglie! Cosa è questo? Un interrogatorio? Non
comprendo davvero dove
vuoi arrivare” – la zittisce, innervosendosi. Poi
conclude – “Ora sono stanco.
Andiamo a dormire. Domani ci attenderà una giornata
impegnativa”
Alla
donna non resta che prendere sonno e lasciare da parte le
preoccupazioni per il
futuro di Anna.
Ha
stampata nella mente la frase che Agnarr è solito ripetere
– “Nostra figlia
merita un buon partito. Se la lasciassimo scegliere, vista la sua
immaturità,
rischieremmo di mettere un incompetente a governare Arendelle. Va
assolutamente
evitato”
Con
tali parole, Idunn cerca di autoconvincersi. Eppure non riesce.
Sa
già che per Anna sarà uno shock quando, durante
la sua festa, le verrà data la
notizia. E lei dovrà assistere, inerme, alla disperazione di
sua figlia.
………………………………………….
“Questa
è l’ultimo borsone” – comunica
Clarissa alla famiglia.
“Perfetto.
Ho preso le ultime cose. È ora di partire”
– afferma Samuel.
Kristoff,
rattristito, stringe la mano della sorella.
“Non
essere triste. Troveremo una nuova felicità”
– la conforta.
La
signora Bjorgman, con le lacrime agli occhi, promette ai figli che non
avrebbero mai e poi mai rimpianto la vita ad Icetown.
“Se
il destino ha voluto così, vuol dire che nella nuova
città ci attenderà di
meglio”
“Mamma,
papà, avremmo potuto comprare una nuova casa con i soldi che
avete risparmiato
come mia dote” – insiste la ragazza –
“Invece adesso siamo costretti a cambiare
tutto”
“Basta
con questa storia, Elsa! È deciso così. Nessun
ma. Si parte. Arendelle ci
attende. ”
|
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Capitolo 3 *** 3 Capitolo ***
E’
appena sorto il sole quando il campanile della piazza di Arendelle
saluta il nuovo
giorno con i suoi lenti e rumorosi rintocchi.
Questa
alba, però, è segnata da un evento speciale per
il regno intero: il compleanno
della principessa Anna.
C’è
euforia e movimento tra la gente del posto. Alcuni hanno ricevuto dal
re il
permesso di chiudere baracca e godere della giornata in famiglia.
Quando
i Bjorgman raggiungono Arendelle notano subito l’allegria
popolare.
Alcuni
negozi di sartoria, artigianato, falegnameria, sono serrati e le
persone
sembrano in totale relax.
“Ma
siamo sicuri di essere nel posto giusto? A me sembra che qui non si
sgobbi
affatto. Anzi” – commenta Kristoff.
“Mia
cugina è stata chiara. Ha detto che avremmo trovato fortuna
in questo regno. Spero
sia così, perché l’impressione che mi
sta suscitando è poco positiva” –
sostiene
Clarissa.
“Calma
famiglia. Non pensiamo al peggio. Adesso raggiungiamo i parenti e
sistemiamoci.
Io sono esausto e vorrei dormire un po'” – aggiunge
Samuel.
Elsa
è in silenzio e si guarda attorno, estasiata da
ciò che ha di fronte.
Nota
poi un pezzo di carta attaccato ad un palo.
“Ecco
spiegato il motivo” – afferma, mostrando il foglio
agli altri tre.
“E’
il compleanno della principessa? Addirittura chiudono le
attività per questo
motivo? È assurdo. Deve essere super viziata
questa…come è che si chiama?”
“Anna!”
– risponde Elsa al fratello brontolone.
“Spero
di non doverla mai incrociare. Scommetto che pretenderà da
me che mi inchini e
le baci i piedi” – conclude il ragazzo, caricandosi
il borsone in spalla e
riprendendo il cammino assieme ai genitori.
La
giovane dei Bjorgman però fissa pensierosa il pezzo di carta
che ha ancora tra
le mani.
Non
c’è alcuna immagine che raffigura la festeggiata.
È rappresentato soltanto lo
stemma reale. Ed è quest’ultimo ad aver attirato
l’attenzione di Elsa.
“Tesoro,
che fai lì ferma? Sbrigati. E lascia quel foglio
lì dove lo hai preso. Meglio non
toccare nulla qui” – la richiama Clarissa.
È
la voce materna a riportare la fanciulla alla realtà.
Così, annuendo, esegue l’ordine
della madre e la raggiunge.
------------------------------------------
A
palazzo, nel frattempo, tutto è pronto per la festa.
Anna
è ancora nella sua stanza quando Idunn si reca lì.
“Figliola,
tanti auguri” – le va incontro abbracciandola.
La
ragazza è elettrizzata e infatti ha dormito poco quella
notte.
“Sarai
stupenda con l’abito che ti abbiamo fatto realizzare dalla
sarta più abile del
regno”
“Madre,
a me andava bene anche il vestito dello scorso anno. Non l’ho
più indossato e
non lo avrebbe ricordato nessuno” – commenta la
principessa.
“Non
oggi. Sei ormai in età da marito e devi vestire da
adulta” – sostiene la
regina.
A
quelle parole segue la risata di Anna.
“Perché
ridi? È la verità”
“Rido
perché avete detto in età da marito! Sapete bene
che io devo prima trovare l’amore
della mia vita e soltanto allora mi considererò pronta alle
nozze” – spiega, chiedendo
aiuto alla mamma con il corsetto.
Ciò
spiazza Idunn che sa perfettamente che il desiderio di Anna
è impossibile da
realizzare.
Non
per colpa sua, per colpa di chi è seduto sul trono.
“Ecco
fatto. Sei pronta” – comunica la regina qualche
minuto dopo.
La
festeggiata si osserva allo specchio e sobbalza vedendosi addosso un
capo da
vera e propria regnante.
“Non
sembro io” – esclama la giovane, stupita da come un
abito e un’acconciatura l’abbiamo
resa nel giro di poco tempo una persona diversa.
“Figlia
mia, potrai anche cambiare all’esterno ma dentro ti
conosciamo. Sei il nostro
dolce, buono e a volte buffo tesoro” – la stringe
forte a sé e le bacia il
capo.
Una
lacrima riga il volto di Idunn, consapevole che da lì a poco
avrebbe perduto
per sempre l’affetto e la stima della sua stessa figlia.
“Non
piangiamo, madre. Altrimenti il trucco andrà via. Piuttosto
sorreggetemi perché
potrei inciampare e sfigurare davanti agli invitati”
– la prega Anna, aggrappandosi
al braccio della donna.
“Ti
sarò accanto in ogni momento”
Assieme,
una vicina all’altra, raggiungono la sala principale dove
Agnarr è alle prese
con uno degli ospiti.
“Chi
è quello?” – domanda Anna alla madre.
“Ehm…
sarà amico di tuo padre. Sai come è fatto. Non sa
contenersi quando si tratta
di te” – Idunn, in panico, cerca di venirne fuori.
Però
Anna inizia a sospettare, pur non dicendolo apertamente.
Viene
chiamata subito dal re che lusingandola le augura un felice compleanno.
E’
il sovrano a lanciare un’occhiata alla moglie che sembra
tutto fuorché contenta.
“Siete
uno splendore, principessa” – uno sconosciuto sulla
cinquantina si presenta e
le fa il baciamano, complimentandosi per cotanta bellezza.
“Siete
identica a vostra madre” – aggiunge rivolgendo
l’attenzione anche alla regina,
messa in disparte.
“La
ringrazio, mi chiedo però…lei chi
è?” – domanda Anna, mostrandosi alquanto
infastidita
dalla presenza di uno emerito sconosciuto.
L’ospite,
altezzoso, volge lo sguardo sul re, suo alleato commerciale.
“Non
avete annunciato a vostra figlia il mio arrivo? Come è
possibile questa cosa? Siamo
soci da anni e mio figlio potrebbe essere il marito ideale per
lei” – sostiene lo
straniero.
“Come?
marito?” – esclama scioccata la fanciulla.
“Ehm,
credo che stiamo toccando argomenti inutili” – si
intromette Idunn, per evitare
ad Anna lo shock.
“Moglie,
è bene che lo sappia. Si preparerà
psicologicamente per stasera” – prende parola
Agnarr – “Anna, lui è il re delle Isole
del Sud. È bene che tieni a mente il
suo nome e il suo volto. È un alleato commerciale e presto,
se ogni cosa andrà
come deve, sarà tuo suocero”
Sentendo
tali affermazioni, la principessa trema ed impallidisce.
Osserva
la madre, la quale è amareggiata e mantiene lo sguardo
basso. Si sente tradita
da lei che fino a due minuti prima che promise di esserci sempre e
invece la sta
letteralmente vendendo al miglior acquirente.
“Come
potete farmi una cosa simile?” – domanda, sconvolta
la fanciulla.
“Idunn,
portala fuori. Falla ragionare. Non vorrei che il mio socio notasse
pazzia nella
promessa sposa di suo figlio” – ordina il re
all’orecchio della consorte che,
come sempre, esegue.
Le
due donne raggiungono un piccolo terrazzino e lì discutono.
“Calmati,
tesoro. Noi lo facciamo per il tuo bene”
“Il
mio bene? Madre, impormi un amore non significa affatto volermi bene.
Voi mi state
vendendo. State cercando uno sconosciuto di alto rango a cui cedere la
mia virtù”
– Anna è incontenibile ed inizia a piangere
disperata.
Idunn
cerca di consolarla e di abbracciarla ma stavolta ha un muro davanti a
sé.
“Non
toccatemi”
“Anna,
cosa dici?”
“Mi
fate schifo proprio come mi fa schifo mio padre. Mi fa schifo questa
vita,
questo palazzo che è per me un carcere. Pensavate di
mettermi alle strette
stasera davanti a tutti? vi sbagliate di grosso” –
così dicendo corre via.
E
la regina sa che sua figlia ha pienamente ragione. Non la trattiene. Le
dà il
tempo e il modo di allontanarsi.
Resta
viva in lei la speranza che, una volta fuori dal castello, priva di
sicurezza e
di presenze genitoriali, possa capire cosa davvero vuole senza
forzature
esterne.
“Dove
è finita Anna?” – domanda Agnarr, dopo
aver congedato e tranquillizzato l’ospite.
“È
scappata” – comunica la donna al marito.
“CHE
COSA?” – grida il re, fuori di sé
– “Come hai potuto farla andare via
così?”
“Marito,
già sapevi il mio pensiero in merito a questa
faccenda”
“Chiamo
subito le guardie. Deve tornare qui immediatamente”
– ignorando la consorte che
lo ha deluso, dà ordini ad alcuni soldati.
“La
fuga di Anna avrà breve durata” –
conclude, prima di tornare alla festa e di
rindossare la maschera da sovrano composto, buono e tranquillo.
È
Idunn a soffrire e a decidere di chiudersi nella sua camera, da sola
per
affrontare i mostri che le stanno opprimendo la mente.
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Capitolo 4 *** 4 Capitolo ***
Idunn
è sola con se stessa, affacciata al balcone centrale di
palazzo. Osserva da
lontano una schiera di uomini, indirizzati dal re, alla ricerca di Anna.
Nel
frattempo è percepibile, dal caos proveniente
dall’ingresso, l’arrivo dei tanti
invitati. Peccato che sia assente proprio la festeggiata.
In
quei minuti le tornano alla mente i ricordi del suo ultimo compleanno
da
principessa di Arendelle.
Come
dimenticarsi di una sala stracolma di gente, delle tavolate enormi, del
profumo
di cibo che riempiva le sale e della musica in sottofondo.
“Principessa
Idunn,
che piacere fare la vostra conoscenza”
“Principessina
siete
bellissima”
“E’
un onore conoscervi,
siete un incanto”
Molti
furono i
complimenti che Idunn ricevette il suo gran giorno.
Un
momento speciale
che lei attendeva da tempo, ma che per il re, suo padre, era mirato
unicamente
ad un matrimonio combinato.
“Idunn,
cosa ci fai
qui sola?” – chiede la regina a sua figlia, notando
la sua tristezza.
“Vostro
marito ha
deciso per me un futuro che non desidero”
“Figlia
mia, le cose
vanno così da sempre. La stessa sorte toccò a me
e prima di me a mia madre, a
mia nonna e a tante altre. Chi siamo noi per distruggere la tradizione
secolare
di famiglia?! Vedrai che sceglieremo bene il tuo futuro marito e sarai
felice”
“Come
fate ad
esserne convinta? Voi amavate mio padre quando lo avete
sposato?” – chiede la
principessa.
“No,
tesoro mio. Però
gli voglio molto bene. Ho imparato a godere della sua
compagnia”
“E
vi basta questo
per potervi considerare felice?” – Idunn
è stupita dalla rassegnazione di sua madre.
“All’inizio
sarà
difficile ma a me è bastato avere te per iniziare a
respirare la felicità che
tanto desideravo”
“State
dicendo che
semmai avrò dei figli, soltanto allora, potrò
cominciare ad essere soddisfatta?”
“Idunn,
la vita di
corte è questa. Devi accettarla. È lo sconto da
pagare per il lusso e i beni di
cui possiamo disporre, a differenza di chi non riesce neppure a
mangiare un
pezzo di pane la sera, dopo ore ed ore di lavoro” –
conclude la regina, invitando
la figlia a seguirla al centro della sala.
Una
volta lì, una di
fronte all’altra, la sovrana abbraccia la sua adorata bambina
ormai cresciuta e
le sussurra – “Io ci sarò sempre, tesoro
mio. Vivrò qui, accanto a te, nello
stesso palazzo. Cresceremo insieme i tuoi bambini e ti
insegnerò ad amare ciò
che stai per ricevere”
Le
dà un dolce bacio
a stampo sulla fronte poi fa segno al re di avanzare.
Con
il regnante ci
sono due persone.
“Ma
che raggiante e splendida
fanciulla abbiamo qui” – si complimenta il
più anziano dei due. Poi si
presenta: è il re di Rosetown.
Idunn
si inchina come
da protocollo reale.
Sposta
lo sguardo
sull’altro tipo, il più giovane.
Anche
il biondino ha
l’aria abbattuta. È il rigido genitore a dargli
ordine di salutare e lo fa
semplicemente con un colpetto di tosse forzato.
“Ehm,
salve
principessa. io sono il principe Agnarr” – le fa
anche il baciamano.
“Vi
lasciamo soli,
così potrete conoscervi. Andiamo a prendere un
drink?” – propone il re a quello
che sta per diventare suo consuocero ed alleato commerciale.
La
regina osserva
sua figlia isolarsi con lo sconosciuto. Ha compreso che anche il futuro
genero
non è entusiasta del destino già scritto.
Non
rimane però che
accettare la triste realtà.
Idunn
ricorda quella serata e quei flash le toccano profondamente il cuore.
Credeva
di essere riuscita a superare la vita costruita da altri per lei.
Sperava
che, come diceva sua madre, con la nascita della prole le cose
sarebbero
migliorate.
Non
è stato così.
Quando
raggiunge il salone viene subito accerchiata da varie dame e signore
che si
complimentano per il buon gusto, l’abito elegante e la musica
adeguata.
È
una di queste a domandare – “Ma la principessina
festeggiata? Le piace farsi
attendere?”
“Ehm,
arriverà a minuti. Sapete come sono i giovani di oggi. Se
non è perfetta non si
fa vedere” - finge di ridere e con la scusa di voler
raggiungere sua figlia per
controllare se è pronta, si allontana.
Agnarr
è trattenuto e recita alla perfezione la parte di uomo
sereno e di buona compagnia.
Ha al suo fianco un bel giovanotto dai capelli rossicci.
Idunn
è sicura che il marito ha ormai selezionato il partito per
Anna.
Però
il tempo passa e della principessa non c’è traccia.
La
regina inizia davvero a preoccuparsi. Forse è stato un
errore lasciarla andare
via così.
Potrebbe
essere chissà dove…soprattutto chissà
con chi!
-----------------------------------------------
“Benvenuti
ad Arendelle” – esclama, raggiante, Lisa Brown, la
cugina di Clarissa Bjorgman,
quando accoglie i neo arrivati nella sua casa.
Li
saluta uno ad uno con un caloroso abbraccio e li aiuta a sistemarsi.
“Hai
davvero una casa accogliente!” – si complimenta
Samuel, poi aggiunge – “Sicura che
puoi ospitarci qui?”
“Sono
sola in questo posto per me troppo grande. Avervi è un
piacere oltre che una
compagnia preziosa” – risponde, sorridente la donna.
Elsa
osserva l’arredamento, notando subito la differenza tra
quello della loro vecchia
abitazione e quella della zia.
“Ad
Icetown una casa come questa potevamo solo sognarla”
– sostiene Kristoff,
estasiato da quanto ha davanti agli occhi.
“Io
lavoro come sarta e vengo ben retribuita visto che molti dei miei capi
vengono
acquistati direttamente dai sovrani. Non avrò
chissà quanto denaro, però il
necessario per godere di qualche extra piacevole” –
spiega Lisa.
“Davvero?
Ma è fantastico. Io ed Elsa siamo abili con taglio e cucito,
possiamo essere
tue assistenti” – aggiunge Clarissa.
“Sarebbe
favoloso” – esulta l’altra.
E
così tra una chiacchiera e un’altra, arriva il
momento per la famiglia di uscire
per conoscere la loro nuova terra.
Percorrono
una stradina alquanto tortuosa che Lisa sostiene sia una scorciatoia.
“Non
mi ricordavo di questi tragitti brevi” – afferma
Clarissa.
“Cugina,
tu non mi vieni a trovare da quando eravamo bambine e scorrazzavamo
dietro i
carretti della frutta della signora Tara.” –
ridacchia la Brown, ricordando i
vecchi tempi.
Mentre
Kristoff chiacchiera con Samuel durante la passeggiata e le due cugine
si
raccontano e si divertono, rimane Elsa, dietro di qualche metro, persa
nei suoi
pensieri e estasiata dalle meraviglie e dalle bellezze di Arendelle.
Avverte
improvvisamente uno strano rumore che la costringe a tornare con i
piedi per
terra.
Si
gira e si rigira.
“C’è
qualcuno?” – parla da sola rivolgendosi a
chissà chi.
Sente
alcuni passi alle sue spalle e, spaventata corre verso il padre,
stringendosi
ad un suo braccio.
La
ragazza ha percepito una presenza umana e non si è sbagliata.
-------------------------------------------
“Questa
città è davvero bella” –
esclama Kristoff, sdraiandosi sulla poltrona di casa
di Lisa, dopo il giro perlustrativo.
“Ed
avete visto poco. Dopo il pranzo andremo al porto”
– comunica la donna,
lasciando alcune buste alla cugina chiedendole di sistemarle sul tavolo
della cucina.
Clarissa
esegue l’ordine però è lì
che sobbalza trovandosi di fronte una sconosciuta.
“E
tu chi sei?” – grida spaventata la Bjorgman.
“Che
succede? Cosa sono queste urla?” – domanda Lisa,
correndo dalla parente assieme
al resto del gruppo.
Sposta
subito lo sguardo sulla figura davanti a sé.
“Principessa
Anna! Cosa ci fate voi qui?” – le chiede stupita
della sua presenza.
“Principessa?”
– ripetono in coro Clarissa e Samuel.
Elsa
fissa la straniera senza esprimersi, mentre Kristoff rimane a bocca
aperta
lasciandosi andare ad un “Wow”
Anna,
singhiozzante, si getta tra le braccia della sarta e la supplica -
“Lisa, ti
prego aiutami”
|
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Capitolo 5 *** 5 Capitolo ***
Lisa
e Anna si isolano nella stanza da letto dell’adulta per poter
parlare in
solitudine, mentre i Bjorgman continuano ad interrogarsi sul
comportamento
atipico della principessa.
“Come
ci si può lamentare quando nella vita non manca
nulla?” – si domanda Samuel,
stupito dalla situazione.
“Evidentemente
la ricchezza non è tutto e lei ne è la
prova” – risponde Elsa, mostrando la sua
estrema bontà d’animo nel preoccuparsi per una
sconosciuta.
“Tesoro
sei sempre così buona” – sostiene
Clarissa, sorridendo alla figlia ed
accarezzandole teneramente il viso.
Kristoff
è in silenzio, con gli occhi puntati sulla porta della
stanza che ospita le due
donne. Aspetta il momento di rivedere ed ammirare una seconda volta
quella
ragazza.
Il
giovane biondino non si rende conto neppure di avere le gote
infiammate. Un
particolare, questo, che al contrario viene notato dalla madre.
“Tesoro,
tutto bene?” – gli chiede.
“Ehm,
si mamma. Certo. Perché me lo domandi?”
“Beh
forse perché la tua faccia ha lo stesso colore della maglia
di tuo padre” –
sottolinea Clarissa indicando il maglioncino rosso del marito.
“Che?!”
– esclama Kristoff, sobbalzando ed avvicinandosi ad un
vecchio specchio per
verificare le parole della mamma.
La
evidente realtà lo imbarazza ancora di più tanto
che decide di uscire per
prendere una boccata d’aria.
“Certo
che nostro figlio è molto strano” –
commenta Samuel.
Elsa
invece ridacchia ed espone la sua ipotesi – “Non
sono molto esperta nel campo
amoroso, però… non serve un genio per capire che
Kris è rimasto molto colpito
dalla bellezza della principessa”
“Credi
davvero sia così?” – esclama sorpresa
Clarissa.
“L’unica
volta che l’ho visto così è stato
quando ha incontrato la sua prima
fidanzatina. Ricordate? Si chiamava Evelin ed era la figlia
dell’ortolano” –
racconta Elsa.
“Sai
che hai ragione? In effetti quella fu una vera e propria cotta. Rimase
folgorato da lei, tanto da chiederle di fidanzarsi il giorno
dopo” – ricorda
emozionata la signora Bjorgman.
“Molto
precoce il ragazzo” – commenta Samuel, divertito
all’idea di come un uomo così
grande e grosso come Kristoff si faccia minuscolo di fronte ad una
donna.
“Dai,
amore, evita di scherzarci su. Sai che Kris è molto
riservato e timido. Se
dovessimo parlare di questi argomenti, rischieremmo di creargli
disagio. Perciò
acqua in bocca. Nessuno ha capito nulla, ok?” –
è questo ciò che Clarissa esige
dai due familiari.
Tutto
pur di evitare al suo primogenito imbarazzi o vergogne inutili.
Mentre
i nuovi arrivati conversano tra loro, Lisa e Anna discutono
sull’azione
sconsiderata della ragazza nei confronti del re e della regina.
“Anche
tu credi che debba accettare il destino che mio padre vuole per me,
vero? Anche
tu preferisci che io sia sposata ed eternamente infelice, piuttosto che
sola e
felice?”
“Non
sto dicendo questo. Però sappiamo entrambe quanto dolore sta
patendo tua madre
adesso, sapendoti chissà dove. Lei non merita di soffrire.
La stai
abbandonando”
“Lei
ha le stesse responsabilità di mio padre quando ha detto
sì ai piani del re” –
aggiunge arrabbiata Anna.
“Sai
anche tu che a palazzo comanda l’uomo. Da quando si
è sposata con Agnarr, Idunn
ha vissuto nella sua ombra. Lui decide e lei deve limitarsi ad
accettare, senza
lamentele. Mettiti nei suoi panni, Annie” – cerca
di farla riflettere eppure le
ultime parole pronunciate dalla sarta causano la reazione della
principessa che
conclude – “Mia madre agendo così mi ha
messa nella sua stessa situazione, mi
sta costringendo a patire per anni e a dire sempre e costantemente
sì ad una
persona che non amo e che non amerò mai”
In
lacrime la fanciulla lascia la camera correndo disperata verso
l’uscita.
Lisa
non vuole trattenere Anna e la lascia andare.
“Che
succede?” – domanda Clarissa alla cugina.
“Forse
ho usato parole sbagliate però è giusto che
quella ragazza capisca che la sua
storia è già scritta”
Tali
affermazioni colpiscono Elsa che prende parola –
“Non è umano costringere
qualcuno a fare qualcosa che non vuole. Sono all’oscuro della
sofferenza della
principessa ma si legge sul suo volto che cerca disperatamente di
essere libera”
“Figliola,
i ricchi hanno un destino segnato” – risponde la
signora Bjorgman.
“E
quindi devono soffrire solo per un assurda legge reale?”
– la giovane è
sconvolta e non capisce come mai le altre due non comprendono quanto le
imposizioni vadano unicamente ad alimentare azioni insensate e desideri
di fuga.
“Adesso
cosa farai?” – domanda Clarissa a Lisa.
“Anna
capirà da sola cosa fare. È in gamba e presto
troverà la sua strada”
Le
tre vengono chiamate qualche istante dopo da Samuel.
“Ho
preparato il pranzo. Tutte a tavola”
“Ma
Kristoff?” – chiede la padrona di casa, notando
l’assenza del nipote.
-----------------------------------
Anna
è accovacciata dietro un pozzo distante solo qualche metro
dall’abitazione della
sarta.
Il
suo pianto e i suoi singhiozzi non sfuggono a Kristoff, rimasto
lì fuori per
cercare di superare l’imbarazzo di poco prima.
La
riconosce subito e stavolta, senza vergognarsi e dandosi coraggio, le
siede
accanto.
“Questo
posto è meraviglioso, non trovate?” –
chiede attaccando bottone.
La
nobile sobbalza vedendo uno sconosciuto a pochi passi da lei.
“Chi
siete voi? Cosa volete da me?” – si spaventa
balzando in piedi. Nota poi lo
sguardo dolce del giovane e torna a sedersi.
“Io
sono Kristoff, prima ero in casa di zia Lisa” –
racconta porgendole una mano.
“Ah
si? Perdonami non ti avevo notato” – si scusa la
fanciulla, rispondendo
gentilmente al gesto di saluto.
“Ehm...
io invece vi ho notato eccome” – pensa Kris tra
sé e sé.
“Come
vorrei fuggire da questo posto. Non ho nulla a che vedere con questa
gente” –
riprende Anna.
“Invece
sono convinto che vi amano. Guardatevi, siete meravigliosa. Non lo dico
tanto
per dire. Penso che sia inevitabile rimanere estasiati anche solo
guardandovi”
– a quel punto Bjorgman, senza rendersene conto, sta usando
parole di estremo
romanticismo e dolcezza che toccano il cuore di Anna.
“Dici
sul serio?” – chiede lei trovando un conforto in
quello che il bel biondino sta
sostenendo.
“Arendelle
ha bisogno di una figura come la vostra, signorina e scappare non
è la soluzione
ai problemi” – Kristoff cerca, a modo suo, di
spronare la principessa a reagire.
“Come
hai fatto a capire che voglio scappare?” – domanda
Anna, sbalordita dall’intuito
di Bjorgman.
“Il
vostro pianto parla da solo. Siete insoddisfatta di qualcosa”
“Accidenti”
– commenta lei.
“Accidenti
cosa?” – chiede poi Kris, confuso.
“Sei
molto sveglio!” – gli risponde, sorridendo.
Segue
un silenzio alquanto imbarazzante che costringe il giovanotto ad
abbassare gli
occhi e ad evitare lo sguardo della nobile fanciulla.
Anna
è lusingata dalle attenzioni dello straniero così
dolce e gentile. Rasserenatasi
avendolo accanto, gli prende istintivamente una mano.
Bjorgman
sobbalza e automaticamente alza il capo, incrociando gli occhi lucidi
di Anna.
“Sei
una persona stupenda. Grazie per le tue parole” –
afferma lei, avvicinando le
sue labbra alla guancia del biondino.
Kristoff
sente un fuoco divampare sul suo volto e il cuore esplodergli dal
petto.
Sa
che è prematuro parlare di amore. Però
è certo che Anna lo ha totalmente rapito
e da quel momento in poi sarà difficile poterla dimenticare.
Rimangono
a fissarsi per minuti eterni, studiandosi ed affezionandosi
l’uno della figura
dell’altra.
Ma
ecco che accade qualcosa che la nobile avrebbe volentieri evitato.
Due
uomini in divisa si posizionano davanti ai due.
“Eccovi
principessa, vi abbiamo trovata. Abbiamo l’ordine di
riportarvi a palazzo”
Inutili
i tentativi di Anna di opporre resistenza. I soldati eseguono quanto
detto dal
re. La trascinano verso il castello, seguendo un tragitto breve e poco
affollato così da non creare scandali o voci e pettegolezzi
tra i popolani.
A
Kristoff non rimane che vederla andare via senza sapere che, da
lì a poco,
sarebbe dovuta diventare la moglie di qualche estraneo.
Rientra
in casa dove il resto della famiglia siede al tavolo, intenta a
consumare una
buona e calda zuppa.
“Finalmente
hai deciso di rientrare. Siediti che il cibo non si è ancora
freddato” – lo
rimprovera Samuel.
Il
giovane però sposta subito l’argomento su Anna.
“Come
mai la principessa vuole scappare?”
È
Lisa a rispondere – “Oggi il re la darà
in sposa ad un principe che lei non
conosce”
Tale
risposta spiazza Kris che scatta in piedi battendo un pugno sul tavolo.
“Kristoff,
che modi sono questi?” – si altera il padre.
“Zia
tu non hai fatto nulla per aiutarla?” – domanda
sconvolto.
“Non
posso fare niente. È il destino a volerlo”
“No!
È un assurda legge a decidere per lei.”
– così dicendo lascia la stanza
avviandosi all’uscita.
Elsa
gli corre dietro.
“Dove
vai adesso?” – gli chiede la sorella.
“A
palazzo. Forse sono ancora in tempo per impedirle di commettere un
errore”
Samuel
e Clarissa sono amareggiati per il comportamento del loro primogenito e
chiedono perdono alla cugina. Nessuno cerca di capire come mai Kristoff
abbia
preso così a cuore la situazione di una emerita sconosciuta.
“Tranquilli,
è tutto ok. Immagino che Kris debba aver parlato con Anna
quando era qui fuori.
Anna ha una strana magia che l’avvolge. Chiunque parli con
lei rimane stregato
dalla luce che emana. Vostro figlio, così come me, si
è affezionato alla
principessa in pochissimo tempo”
“Questo non giustifica la sua maleducazione. Scusalo
ancora” – aggiunge
Clarissa.
“Lui
è coraggioso e non maleducato” – precisa
la Brown.
“Perché
sostieni che abbia coraggio?” – è
incuriosita Elsa.
“Vuole
salvare Anna e non si è tirato indietro. Sta agendo come
avrei dovuto agire io
appena saputo del matrimonio combinato”
“Chissà…magari
riuscirà ad aiutare quella ragazza e ad aprire la mente dei
sovrani” – spera
Samuel.
“Dubito
che possa farlo” – replica Lisa –
“Anzi, meglio evitare a vostro figlio un
confronto con il re. Potrebbe pentirsene.”
“In che senso?” – si preoccupa la
Bjorgman adulta.
“Agnarr
punisce chi lo attacca e potrebbe fare lo stesso con Kristoff”
Così
dicendo, tutti si allarmano.
Correndo
lasciano la casa e si dirigono verso il castello.
Cosa
succederà se Kristoff provocherà il regnante di
Arendelle?
Riuscirà
ad arrivare in tempo?
Anna
accetterà il trattamento reale?
|
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Capitolo 6 *** 6 Capitolo ***
Il
salone principale del palazzo è colmo di nobili giunti da
ogni parte del mondo,
pronti a festeggiare la principessa e speranzosi di allearsi ai sovrani
di
Arendelle attraverso un matrimonio.
Agnarr
è teso e inizia a temere che l’assenza prolungata
di Anna possa essere colta da
tutti e rischiare così domande invadenti alle quali una
risposta ambigua avrebbe
solo alimentato i pettegolezzi e i dubbi dei suoi ospiti.
Ed
è quando vede un soldato, sull’uscio del grande
portone fargli un sorriso, il
re tira un sospiro di sollievo.
Quel
segno significa che la figlia è di nuovo nel castello.
Perciò per evitare altre
fughe prende parola, posizionandosi al centro della sala –
“Cari amici,
alleati, dame e giovani principi, sono lieto di avervi qui oggi per
festeggiare”
– intrattiene le persone per alcuni minuti. Il tempo
necessario alle domestiche
di sistemare Anna, totalmente in disordine.
“Dove
siete stata principessina? Avete rovinato
l’acconciatura” – sostiene una donna.
“E
che dire del vestito, milady” – aggiunge
un’altra.
Nessuna
ha notato lo sguardo spento della fanciulla né tantomeno gli
occhi di lei rossi
dal troppo pianto.
Idunn
avanza verso la figlia e con aria abbattuta dice –
“Tesoro mio, perdonami. Non avrei
mai desiderato che patissi, come me, questo dolore.
Però…”
Anna,
infastidita da parole inutili, la zittisce ignorandola e dando modo
alla
servitù di accompagnarla nel salone.
La
regina rimane ferita dall’ indifferenza della ragazza ma
capisce subito che non
è da biasimare. E così assiste al momento
più duro della sua vita.
Osserva
la principessa raggiungere suo padre ed essere presentata a degli
estranei in
cerca solo di fortuna e di un trono sul quale sedersi.
Rivede
in Anna se stessa il giorno del suo diciottesimo compleanno ed ecco che
la
scena finale è quella che sembra rappresentare una esatta
copia del suo
incontro con Agnarr, più di venti anni prima.
“Figliola,
vorrei presentarti il principe Hans delle Isole del Sud”
– afferma il sovrano,
dando modo ad un giovane dai capelli rossi e gli occhi verdi, di
inchinarsi di
fronte alla festeggiata ed introdursi a lei.
“E’
un onore fare la vostra conoscenza” – le prende
dolcemente la mano e la sfiora
con le sue labbra.
La
fanciulla, seppure lusingata da tanta educazione e garbo, si mostra
comunque
fredda e distante.
Agnarr
ha quindi scelto il giusto partito per sua figlia e con una banale
scusa lascia
i due da soli.
Ridacchia
felice per lavoro ben fatto e brinda con il re suo futuro consuocero ad
una
fruttuosa alleanza e ad una discendenza potente.
Idunn
scuote il capo delusa dal marito.
“Come
può essere tanto contento? Ha venduto Anna a degli stranieri
e le ha distrutto l’esistenza”
– pensa tra sé e sé.
La
sua rabbia viene interrotta da una donna che si presenta come la regina
delle
Isole del Sud.
“Diventeremo
parenti a quanto pare” – esclama entusiasta la
signora. Ha uno sguardo molto
dolce e la sua loquacità viene subito svelata.
Intrattiene,
infatti, Idunn per il resto della serata raccontandole ogni particolare
della
sua vita.
Il
suo nome è Serena e sereno è anche il suo stato
emotivo. La stessa cosa non si
può dire della regina di Arendelle.
Nel
frattempo Hans ha portato Anna nel giardino di palazzo.
Sono
seduti sulle scale di ingresso, lontani da occhi indiscreti.
Westergard,
il principe, cerca in qualche modo di tirar fuori parole dalla bocca di
Anna.
Però
capisce subito che per la festeggiata la situazione è
tutt’altro che semplice.
“Principessa,
perdonate la mia invadenza, però…siete sempre
così loquace voi?” – domanda,
imbarazzato.
“Come?”
– chiede confusa lei.
“Vi
sto raccontando tutto di me ma voi non fate altro che annuire o
rispondere a monosillabe.
Vi ho recato fastidio in qualche modo?”
“No,
no, assolutamente. Voi siete fin troppo gentile, a dire la
verità” – risponde Anna.
“Perché
non vi confidate? So essere un buon ascoltatore, sapete? Mi piacerebbe
anche
sentire la vostra voce” – così dicendo
le prende una mano e la stringe alla
sua.
La
fanciulla accenna un timido sorriso quando sente le labbra di lui
posarsi sulla
sua guancia.
“Mi
credete se vi dico che stasera potrebbe essere la serata più
bella della mia
vita?”
“Beato
voi, principe” – commenta la giovane arendelliana.
“Come
mai non è lo stesso anche per voi? Avete raggiunto
l’età da marito e vostro
padre è uno dei personaggi più importanti della
regione. Dovreste sentirvi
realizzata dal titolo che avete e dalla fama della vostra
famiglia” – aggiunge Hans.
“Io
odio questo mondo” – a quel punto la principessa
esplode e tira fuori la sua
amarezza – “Odio il protocollo e le sue stupide
regole, odio dovermi definire ricca
quando invece mi hanno sempre e solo circondata di beni materiali. Non
ho sorelle
o fratelli con i quali confidarmi o con i quali avrei potuto giocare da
bambina. Hanno sempre e solo puntato su di me e sul mio ruolo da futura
regina.
Sono stanca di questo”
“Non
potete denigrare un trono così importante. Rifletteteci, vi
prego” – cerca di
farla ragionare il principe.
È
inutile. Sarei una pessima sovrana per Arendelle. Mio padre ripone
troppe speranze
in me ed io sarò la sua fine” – con tali
parole, Anna si rialza e si avvia
verso l’ingresso.
Hans,
colpito dal dolore della giovane, la trattiene ancora qualche minuto in
giardino.
“Avete
bisogno di amore e sappiate che ci sono persone pronte a darvene in
maniera
smisurata” – afferma convinto il ragazzo.
“Siete
dolcissimo, Hans. Io però voglio sposarmi solo quando mi
innamorerò”
“A
voi allora non è scattata la scintilla?”
– domanda lui, spiazzando la
principessa.
“Quale
scintilla?”
“Quella
che è scattata a me non appena ci siamo visti”
– confessa il giovane,
sorridendo.
Anna
rimane in silenzio, pietrificata sentendo tali parole.
“State
dicendo che già mi amate? Ma…è
impossibile” – risponde scioccata lei.
“Esiste
il colpo di fulmine, principessa. Adesso che conosco anche il vostro
dolore e
la vostra tristezza, sono determinato più che mai a
trasformarle in gioia e
felicità”
Anna
è lusingata dal principe e si lascia andare totalmente
quando sente le braccia
di lui avvolgerla a sé.
“Io
vi darò quello che desiderate. È una
promessa” – le sussurra.
Poi
aggiunge – “Troverete in me un amico, un fratello,
un compagno di vita, un amante
e un consorte degno del trono che erediterete”
Una
volta sciolto il loro abbraccio, i due si trovano uno davanti
all’altra, occhi
negli occhi. E la fanciulla accennando un sorriso sereno aggiunge
– “Vi ringrazio
principe. Il vostro conforto e il vostro interesse mi hanno sollevata.
Non so
cosa dire…avete davvero un animo da cavaliere”
“Siete
voi quella che ha saputo sfiorare il mio
cuore con un solo sguardo. Siete talmente meravigliosa. È
inevitabile rimanere
estasiati anche solo guardandovi”
Anna
rimane bloccata sentendo quelle frasi.
Le
suonano alquanto familiari ed iniziano a rimbombarle nella testa. Le
tornano
dei flash alla mente…
“Chi
siete voi? Cosa volete da me?”
“Io
sono Kristoff, prima ero in casa di zia Lisa”
-----------------------------------
“Come
vorrei fuggire da questo posto. Non ho nulla a
che vedere con questa gente”
“Invece
sono convinto che vi amano. Guardatevi, siete
meravigliosa. Non lo dico tanto per dire. Penso che sia inevitabile
rimanere
estasiati anche solo guardandovi”
----------------------------------
Le
stesse identiche parole di Kristoff.
Ricordare
lo strano e goffo biondino che l’ha stregata in pochi minuti,
dà una nuova luce
ad Anna.
“Tutto
bene adesso?” – domanda Hans.
“Si,
penso che parlare con voi sia stata la medicina perfetta”
– stavolta è lei ad
abbracciarlo.
Un
gesto d’amicizia e di grande riconoscenza che,
però, viene visto dalla persona
sbagliata.
----------------------
“Figliolo,
che è successo? Come mai hai cambiato idea?”
– chiede Clarissa al figlio
vedendolo indietreggiare dal castello, dopo appena pochi secondi dal
suo ingresso.
“Andiamo
via. Mi sono sbagliato sul conto della principessa”
– risponde Bjorgman, alquanto
irritato.
“Che
dici? Non ti capisco” – aggiunge Elsa, confusa.
“Ha
già trovato un compagno con il quale
sbaciucchiarsi”
“Cosa?
È assurdo. Non è da lei. Sicuro di aver visto
bene? magari hai frainteso” –
sostiene Lisa, stupita dal gesto di Anna.
“Ho
detto andiamocene” – Kris alza la voce,
innervosito. Ai parenti non rimane che seguirlo
nel suo rientro.
Per
il resto della serata, il giovane non fa che starsene in disparte con
aria irrequieta
e il cuore in frantumi. Nessuno ha capito cosa prova Kristoff per la
principessa. Così come Hans, anche il ragazzo della montagna
si è follemente
innamorato di lei.
La
differenza tra i due è evidente e avvantaggia il nobile, al
quale il re Agnarr
sta per donare la corona oltre che la mano e la virtù di sua
figlia.
|
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Capitolo 7 *** 7 Capitolo ***
Anna
e Hans sono abbracciati l’uno all’altra quando
compare la regina Idunn assieme
a Serena, madre del principe delle Isole del Sud.
L’ospite
è sorpresa e felice per quello che ha appena visto, esulta e
riesce per qualche
istante a contagiare l’altra donna.
La
sovrana di Arendelle è stupita di vedere Anna stretta a
quello sconosciuto.
Soprattutto perché pochi minuti prima era restia nel volerlo
anche solo
incontrare.
Però
inizia a rilassarsi e ad immaginare una situazione futura colma di
amore tra i
due sposi.
“Per
me non fu la stessa situazione” – confida Idunn a
Serena.
“Stai
parlando del giorno del matrimonio?” – chiede la
nobile Westergard.
“Non
solo. Quando mio padre mi presentò Agnarr io lo detestavo.
Non volevo sposare
nessuno. Fui costretta a farlo. Credevo che mia figlia potesse vivere
il mio
stesso destino. Però vederla così, vicina ad un
uomo che presto diventerà suo
sposo, mi rasserena”
“Questo,
mia cara consuocera, è il colpo di fulmine. Non succede a
tutti. Io e mio
marito ci siamo innamorati follemente da ragazzini. Non a caso abbiamo
messo al
mondo ben tredici figli” – racconta Serena,
scioccando Idunn che esclama –
“Tredici?”
La
regina delle Isole del Sud sorride e si commuove ripensando al primo
incontro
con il consorte e alla nascita della sua numerosa prole.
“Credevo
fosse soltanto Hans!”
“Ti
sbagli e gli altri sono tutti felicemente accasati. Ho ben dodici nuore
che
considero delle figlie”
“Mi
stai dicendo che hai partorito unicamente maschi?”
– Idunn è davvero scioccata;
questo, forse, perché lei proviene da una famiglia che di
progenie ne ha ben
poca.
“Non
hai ancora nipoti?” – domanda curiosa la sovrana di
Arendelle.
“Purtroppo
no. Spero in Hans visto che il suo desiderio è darmene
tantissimi” – sostiene
Serena.
“Ehm…
non so se la mia Anna sarà d’accordo”
– commenta l’altra.
“Ah
no? Non le piacciono i bambini?” – chiede la
Westergard.
“Certo,
però lei è cresciuta da sola. Non so se
saprà tenere a bada tanti bebè uno
dietro l’altro e se saprà gestire le dinamiche tra
fratelli” – si preoccupa
Idunn.
“Beh
lo imparerà con il tempo. Tu, nel frattempo, potresti sempre
tentare di dare un
erede maschio ad Agnarr. Sei bella e giovane. Non sarebbe una cattiva
idea, non
trovi?” – le consiglia Serena.
“Io?
un altro figlio? Non se ne parla” – risponde,
alquanto infastidita la regina di
Arendelle.
“Scusami,
non volevo farti arrabbiare. Era un semplice parere. I figli avvicinano
di
molto una coppia e tu e tuo marito dovreste avvicinarvi. Per il bene
vostro, di
Anna e del regno” – conclude, dandole un veloce e
tenero abbraccio.
In
quel preciso istante i due giovani reali, rientrano a palazzo.
Sono
molto complici per chi li osserva da lontano.
La
principessa ride come non faceva da tempo e a Hans brillano gli occhi.
“A
quanto pare è scattato l’amore”
– commenta Agnarr, una volta raggiunte le due
signore, assieme al consuocero.
“Credo
sia giunto il momento, marito mio” – aggiunge
Idunn, accettando la scelta del
re di proclamare il fidanzamento davanti a tutti.
“Bene,
allora chiamiamo Anna. Deve essere preparata a ciò che
sentirà” – precisa il
sovrano, facendo segno alla figlia di raggiungerlo.
La
ragazza è ancora arrabbiata con il padre ed evita anche di
guardarlo in viso.
“Ascolta,
figliola, è bene che tu sappia cosa sto per dire davanti a
tutta questa gente”
– inizia così il suo breve e intenso comunicato.
La
giovane ascolta e sa di non poter far nulla per evitare il danno alla
sua vita
personale. Vede soltanto una forte imposizione esterna alla quale
è difficile
sottrarsi. La sua fuga ne è stata la prova.
Eppure,
in quel momento, la mano di Hans si intreccia alla sua e Anna vive un
senso di
serenità immenso.
Alza
gli occhi e li sposta su Westergard.
Il
nobile dai capelli rossi le dimostra la sua presenza e il suo affetto.
“Andrà
tutto bene. Potrai contare sempre su di me” – le
sorride.
La
principessa annuisce ed affronta la realtà.
“Va
bene, padre. Fate ciò che dovete. Sono pronta”
---------------------------------------------------
Kristoff
trascorre una notte difficile. Si gira e rigira nel letto non riuscendo
a trovare
pace.
Elsa
che condivide con lui la camera, sente l’agitazione del
fratello e gli domanda
cosa lo turba. Ovviamente Bjorgman nega la tensione che sta provando e
si
sforza ad addormentarsi.
È
l’alba del giorno seguente quando la campana suona a festa.
Lisa
è la prima a svegliarsi e a preparare la colazione per i
suoi parenti.
Sa
cosa significa per Arendelle il suono prolungato del campanile.
“Cosa
è questo baccano?” – brontola Samuel,
stiracchiandosi e prendendo posto al
tavolo.
“Buongiorno
cugino” – lo saluta la sarta, servendogli del pane
e del latte caldo.
Giunge
anche Lisa assieme ad Elsa. Le due parlottano seriose quando
raggiungono la
cucina.
“Tutto
bene?” – domanda Lisa alle donne.
“Si
tratta di Kristoff” – confessa la Bjorgman adulta.
“Sta
ancora male per Anna?” – chiede la Brown.
“Non
sappiamo se è quello il motivo. Però è
molto probabile” – risponde Elsa.
Il
passo del giovane ragazzo interrompe bruscamente la loro conversazione.
“Salve”
– si limita a dire lui, sedendosi al posto.
Anche
se la famiglia non parla, è chiaro che è
preoccupata. E lo stesso Kristoff se
ne accorge – “Se volete saperla tutta, sto bene.
Non mi sono invaghito di
nessuno, non sto patendo pene d’amore. Ho avuto soltanto una
giornata faticosa
che mi ha stressato e la reazione è stata quella. Punto e
basta!”
Così
dicendo afferra del pane dal cestino posizionato al centro tavola e si
zittisce.
Mamma
Clarissa è però turbata. Mai come allora ha visto
suo figlio così.
La
situazione sembra precipitare quando Samuel chiede a Lisa –
“Ma si può sapere
come mai quella campana ha suonato così
intensamente?”
A
quel punto alla sarta non rimane che rivelarne la ragione.
Prima
di parlare osserva Kristoff. Se è davvero innamorato di
Anna, avrà uno shock
totale.
L’insistenza
da parte di Samuel Bjorgman costringe Lisa a dire…
– “A quanto pare Arendelle
festeggerà un matrimonio a breve. Il compleanno di Anna ha
portato il re ad
ottenere ciò che voleva da tempo”
Detto
ciò, i presenti intuiscono immediatamente
l’amarezza del primogenito, il quale
si alza dalla sedia e lascia la stanza.
Pochi
attimi dopo, la porta d’ingresso si chiude bruscamente.
“E
adesso?” – chiede agitata Clarissa.
“Deve
accettare di averla perduta per sempre, perciò lasciamolo
solo. È bene che
comprenda cosa vuole nella vita e si renda conto che lì
fuori c’è un mondo che
può regalargli delle gioie e tanto amore.”
– sostiene Lisa.
--------------------------------------------
“Restituiscimi
la borsa. Ladro. Aiuto” – grida una persona.
Kristoff
è nel bosco, solo con se stesso, quando ode tali urla. Sono
state queste, infatti,
a distoglierlo dai suoi pensieri, fissi su Anna.
Nota
subito un tipo poco rassicurante, intento a derubare una fanciulla.
Bjorgman
interviene senza esitare e data la sua prestanza fisica, riesce ad
aiutare la
ragazza e ad allontanare il soggetto losco.
“Ti
ringrazio. Sei stato gentilissimo. Come posso sdebitarmi?”
“Nulla.
E’ stato un piacere. Fai più attenzione la
prossima volta. Addio” – fa per
andarsene.
È
la giovane a trattenerlo – “Io mi chiamo Isabel.
Tu?”
A
quanto pare la sconosciuta vuole davvero attaccare bottone.
“Kristoff”
– risponde.
Viene
raggiunto subito dalla bella e dolce fanciulla. Lei lo ringrazia subito
a modo
suo.
Posa
le sue labbra sulla guancia del montanaro per poi salutarlo con un
cenno di
mano ed un sorriso luminoso - “Spero di rivederti presto,
Kristoff”
Poi
corre via, sotto lo sguardo del giovane, desideroso come non mai di
affetto e
di intenso amore.
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Capitolo 8 *** 8 Capitolo ***
Anna
e Hans sono ufficialmente fidanzati. I loro rispettivi padri hanno
stabilito
che in primavera la coppia avrebbe detto il fatidico sì, di
fronte a tutta
Arendelle.
La
notizia, svelata al popolo per via delle campane a festa, si diffonde a
macchia
d’olio e nel giro di poco arriva alle orecchie dei paesi
circostanti.
“Abbiamo
poco tempo per organizzare il tutto, però faremo in modo che
sia un giorno
speciale per il regno” – prende parola Agnarr,
durante la colazione.
È
l’indomani dell’annuncio delle nozze. I Westergard
sono ospiti del sovrano e
rimarranno a palazzo a lungo, per dare modo ai promessi sposi di
cominciare a
viversi e conoscersi.
“Stamane
vi porterò in giro per le strade della città. La
primavera è alle porte e
l’aria che si respira è davvero
piacevole” – sostiene ancora il re,
sorseggiando, fiero, il suo thè.
I
Westergard sono davvero felici di questa unione e approfittano per
invitare i
loro consuoceri a visitare le Isole del Sud.
“In
estate sarete nostri ospiti. È la stagione più
bella per un posto dove il sole
si riflette sul mare. Uno spettacolo che non potete perdervi”
– afferma il
signor William, padre di Hans.
“Sarebbe
meraviglioso. Grazie, accettiamo volentieri. Vero, cara?”
– è Agnarr ad
esultare e a dare subito risposta positiva, senza consultare la moglie
che così
rimane in secondo piano.
Anna
è seduta accanto al futuro marito ed osserva, passivamente,
la scena
raccapricciante di due famiglie, totalmente sconosciute, che si
uniscono e
gioiscono per qualcosa di inesistente.
“Ti
va di uscire a fare una passeggiata?” – propone
Hans alla fanciulla. Anche al
giovane principe pesa quella situazione forzata.
Lei
annuisce ed accetta senza esitare, stringendogli la mano come a volerlo
ringraziare per averla alleggerita di un peso enorme.
Si
congedano e lasciano il castello, sotto lo sguardo entusiasta dei
genitori,
sempre più convinti di aver preso la decisione migliore per
i loro figli.
------------------------------------
“Finalmente
un po' d’aria” – esclama, sollevata, Anna.
“Se
me lo avessi detto sin da subito, avrei evitato anche la colazione in
famiglia”
– sostiene Hans, intrecciando una mano a quella della
fanciulla.
La
principessa arrossisce, sentendosi molto vicina al ragazzo.
“Promettimi
che sarà sempre così, in futuro”
– chiede lei.
“Così,
come?” – domanda lui, accarezzando dolcemente il
viso della fanciulla.
“Che
mi libererai da situazioni difficili e sarai presente in ogni
istante” –
risponde Anna, con occhi lucidi.
“Non
ti libererai mai più di me. Finché morte non ci
separi” – a quel punto il
principe si spinge oltre il limite concessogli dal padre.
Sfiora
le labbra della ragazza e con immensa dolcezza inizia a baciarla.
Stranamente,
la giovane nobile non si scosta né respinge il ragazzo. E
così tra i due scatta
il primo bacio. Un bacio intenso, di quelli che lasciano senza parole.
Quando
Westergard si ferma per riprendere fiato, rimane in silenzio a fissare
la sua
futura sposa.
Anna
ha il cuore che batte a mille e le gote infiammate.
Il
suo corpo le sta mandando dei messaggi strani; vibrazioni particolari
che
l’avrebbero condotta addirittura ad altro rispetto al bacio.
Fortunatamente
si trattengono e si promettono reciprocamente di attendere la prima
notte di
nozze.
“Quella
sarà la più bella della tua vita. Te lo
prometto” – sostiene lui.
“Il
tuo amore ha colorato la mia banale e noiosa quotidianità.
Questo basta già a confermare
che non ho sbagliato a dirti sì” –
sorride Anna.
Mano
nella mano raggiungono il centro di Arendelle.
Salutano
il popolo e si mostrano come una coppia innamorata.
Anche
i Bjorgman si trovano in piazza quando i futuri re e regina giungono da
quelle
parti.
Elsa,
al banco della frutta assieme alla madre e al fratello, sobbalza
riconoscendo
Anna.
“Meglio
andare via. Kristoff potrebbe vederla e prenderla male”
– sussurra la ragazza all’orecchio
di Clarissa.
“Accidenti!
Hai ragione” – risponde, sconvolta, la donna
notando anche lei la nobile.
“Torniamo
a casa, ragazzi. Dobbiamo preparare il pranzo” – si
rivolge ai figli, velocizzando
la loro permanenza in piazza.
“Di
già? Se siamo appena…” –
brontola Kris, sgranocchiando una delle mele acquistate.
Si blocca riconoscendo Anna qualche metro più avanti. Il
frutto cade a terra senza
volerlo.
“Kristoff!
Fai attenzione. Il cibo costa” – lo rimprovera
Samuel, giunto lì proprio in
quel momento.
L’aria
infastidita del primogenito dei Bjorgman costringe i suoi genitori ad
affrettare il rientro a casa.
Ma
è una vocina squillante alle loro spalle a trattenerli.
“Sei
davvero tu? Non ci credo! Finalmente ci rivediamo! Come stai? Ti
ricordi di
me?”
“Isabel?”
– esclama sorpreso il montanaro.
“Che
gioia sapere che non mi hai dimenticato” – esulta
la giovane, avvinghiandosi al
braccio di Kristoff.
“Ti
va di fare una passeggiata insieme?” – gli propone,
prendendo l’iniziativa lei
stessa. Ha un evidente interesse per l’omaccione che
l’ha salvata dai ladri.
Bjorgman,
innervosito dai modi appiccicosi della giovinetta e al contempo
lusingato dal
suo interesse, chiede aiuto alla madre e alla sorella che, ridacchiando
per la
dolcissima goffaggine di lui, gli consigliano di accettare.
“Ti
aspettiamo a casa. Stai tranquillo, al pranzo pensiamo noi. A
dopo” – così dicendo
Elsa tira via Clarissa e Samuel e dà modo al fratello di
avere un po' di privacy.
A
Kris non rimane che trascorrere del tempo con Isabel, una biondina
dagli
occhioni vispi e verdi e dall’aria così
fanciullesca. È una bambina dentro e fuori,
chiacchierona e di compagnia. Esattamente l’opposto di lui.
Vuole
dare però un’opportunità alla ragazza e
decide di mettere da parte Anna e il
suo sposo e godersi il momento.
Purtroppo,
però, le due coppie si incontrano.
I
quattro si trovano gli uni di fronte agli altri.
Anna
rimane di sasso rivedendo quel tipo lì. Sposta subito lo
sguardo sulla
ragazzetta che è avvinghiata a lui.
“Ehm…
guarda chi si rivede!” – afferma la principessa,
celando il suo fastidio.
Hans,
confuso, chiede – “Conosci questi due?”
“Milady,
è un piacere rivedervi. Ho saputo che vi
sposerete” – prende parola il montanaro,
deciso a mostrarsi forte e menefreghista nei riguardi della signorina
che gli
ha fatto perdere la testa.
Cade
un silenzio alquanto imbarazzante tra i due che viene colto
immediatamente dai
rispettivi accompagnatori.
“Vogliamo
andare?” – prende parola Hans, scrutando il
biondino con aria sospettosa. Anche
Westergard comincia a sentirsi a disagio davanti allo straniero e alla
sua
presunta compagna.
“Certo.
Buona passeggiata” – risponde Anna, cercando di
nascondere un’emozione forte
che la sta dominando e che ha tutti i tratti della gelosia.
“Grazie,
anche a voi signori. Buona vita, buon tutto. Addio”
– la freddezza di Kristoff,
stupisce Anna che da quel momento in poi, per il resto della giornata,
manterrà
uno sguardo cupo e pensieroso.
Come
mai rivedere uno sconosciuto conosciuto casualmente l’ha
profondamente turbata?
Sono questi i dubbi che iniziano a dominare la sua mente.
Dubbi
che non hanno spiegazione razionale.
Perché
provare gelosia o altro per una persona che a stento conosce?
E
se fosse un sentimento sorto nello stesso modo in cui è nato
quello di Hans
verso di lei?
Allora esiste davvero il colpo di fulmine!
Questo
sì che è un problema… dato che Anna
dovrà sposare qualcuno che di fondo non ama
davvero.
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Capitolo 9 *** 9 Capitolo ***
Quell’incontro
tra Anna e Kristoff segna i due ragazzi che non smetteranno di pensarsi
giorno
dopo giorno.
La
principessa, però, deve imparare ad accettare Hans come
compagno e le risulta
difficile nonostate quel loro intenso primo bacio, avendo salutato
Bjorgman,
poter tornare a sentire le vibrazioni e le farfalle nello stomaco.
Adesso
sa che per il principe nutre affetto e nient’altro.
Il
tempo inizia a trascorrere velocemente, portando anche Kristoff ad una
scelta
definitiva per la sua vita.
Inutile
sognare una persona che non potrà mai avere.
E’
giunta ormai la primavera.
Re
Agnarr e re William hanno deciso che le nozze si sarebbe celebrate con
lo
sbocciare dei primi fiori. Ed è esattamente quando il
giardino del castello si
colora di margherite, tulipani e narcisi, che viene dato
l’ordine al sacerdote
del regno di prepararsi alla cerimonia.
“Padre,
avete detto domani? Non sarà presto?” –
è Anna a parlare, alquanto agitata
dall’ormai imminente matrimonio.
“Non
direi. È tutto pronto. Gli invitati saranno qui stasera ed
alloggeranno nelle
varie stanze. I fiori sono sbocciati e abbelliranno la chiesa. Il
parroco è
stato avvertito” – spiega Agnarr.
“E
il mio vestito?” - domanda
la
principessa – “Bisogna andare a ritirarlo. Lisa lo
avrà terminato ormai”
“Ehm
a dire il vero non è stata la sarta del regno a
realizzarlo” – precisa il re.
“Cosa?”
– esclama sconvolta la fanciulla. Delusa e arrabbiata dalle
decisioni del padre
lo attacca – “Come avete potuto ignorare il mio
desiderio? Ho chiesto
esplicitamente che fosse Lisa a cucirlo”
“Smettila
di fare la bambina, Annie. Nel regno delle Isole del Sud
c’è gente ancora più qualificata
di quella poveretta che al massimo sa rattoppare abiti vecchi e vendere
roba da
quattro denari” – tali parole, di evidente disgusto
e superiorità, indignano
Anna che, trattenendo le lacrime e la rabbia, lascia la sala del trono
dirigendosi verso la sua camera.
Idunn
nota la figlia per i corridoi.
“Tesoro,
aspettami” – la chiama e le corre incontro.
Vede
la ragazza piangere e si preoccupa – “Che
succede?”
“Mio
padre mi ha rovinato la vita con questo desiderio di controllo
assoluto”
Le
affermazioni dure di Anna toccano il cuore della regina che
l’abbraccia,
cercando di consolarla.
“Hai
saputo del vestito, vero?”
“Perché
non avete preso le mie parti? Perché avete lasciato piena
libertà al re?”
- singhiozza la principessa.
“Sai
meglio di me che vince sempre lui”
“Non
è giusto questo, madre” – ripete
più volte la fanciulla.
“Adesso
calmati. Se ti vede Hans in questo stato, si allarmerà
invano. Seguimi, andiamo
nella tua camera. Il vestito è lì ed è
davvero incantevole. Sono certa che ti
piacerà” – afferma Idunn. Prende la mano
di sua figlia e percorrono assieme il
corridoio principale.
Pochi
minuti dopo ecco Anna di fronte all’armadio.
“Cosa
ne pensi? Non è meraviglioso?” – domanda
la sovrana, tirando fuori l’indumento,
mostrandosi entusiasta ed estasiata dal tessuto utilizzato e dai pizzi
ricamati
con estrema precisione.
“Si,
molto. Però…”
“Però?
Dai, tesoro non dire che ha dei difetti perché è
perfetto” – aggiunge Idunn.
“Esattamente
madre, è perfetto. Io non lo sono. Non è da me
indossare vestiti come questo” -
replica Anna, rassegnata.
“Sono
certa che una volta addosso ti piacerà e ti sentirai a tuo
agio”
Inutile
insistere, è stato deciso così. La principessa
dovrà subìre anche questo.
La
scelta dello sposo, dei fiori, del giorno, del parroco… e
anche dell’abito
bianco,
tutto
le è stato imposto dall’esterno.
Potrà
essere libera un giorno di decidere per se stessa?
-----------------------------------------
Lisa
è dispiaciuta per non essere stata consultata dal re nella
realizzazione del
vestito di nozze di Anna.
“Ho
cresciuto quella ragazza e posso assicurare che la conosco meglio dei
genitori.
Era sempre qui da bambina, amava vedermi all’opera. Adesso
l’hanno allontanata
da me e l’hanno privata di ciò che amava di
più. La libertà” – commenta
la
sarta, mentre taglia delle patate per il pranzo, assieme a Clarissa.
“Probabilmente
il promesso sposo le ha imposto di comprarlo nel suo regno”
– ipotizza la
Bjorgman.
“Troppi
comandi per questa giovane fanciulla” – afferma
ancora Lisa, amareggiata.
“Fortunatamente
Kristoff ha voltato pagina. Ma vi immaginate se avesse visto di nuovo
Anna
aggirarsi qui?” – aggiunge Elsa, intenta a
sistemare i panni puliti, appena
raccolti.
“Già.
Puoi dirlo forte, figlia mia! In queste settimane molte cose sono
cambiate. Ed
è stato meglio così”
In
quel momento le tre vengono raggiunte da una quarta persona.
“Eccomi
con la spesa” – esclama la nuova arrivata,
appoggiando due ceste colme di cibo
sul tavolo.
Esausta
si siede sulla sedia e domanda, curiosa, - “Tutto bene qui?
Volete una mano con
le patate?”
“No,
tranquilla Isabel. Abbiamo finito. A breve arriveranno gli uomini e
potremo
mangiare” – risponde Clarissa, sorridendo alla
fanciulla.
“Kris
non si ferma un secondo da quando ha cominciato a lavorare per il
panettiere,
poverino sarà sfinito!” – afferma Isa.
“Si,
mio fratello è un gran lavoratore. Hai scelto un fidanzato
con i fiocchi, cara
cognata” – aggiunge Elsa, chiedendo poi aiuto
all’altra per sistemare alcune
lenzuola.
Ebbene
sì.
Kristoff
e Isabel sono diventati una coppia.
E’
stato questo, per il montanaro, l’unico modo per dimenticarsi
di Anna una volta
per tutte.
Sarà
davvero così facile? Basterà trovare una nuova
compagna per rimuovere dalla
mente e dal cuore un vero e proprio colpo di fulmine?
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Capitolo 10 *** 10 Capitolo ***
La notte
precedente il matrimonio è turbolenta per Anna. Si gira e
rigira nel letto,
disturbata dai pensieri su Kristoff e Hans.
Conosce
pochissimo Bjorgman, eppure sente che il futuro marito non le ha mai
suscitato
emozioni intense come quelle causatele dal suo sguardo del montanaro.
Ad
Arendelle è buio pesto e le strade sono vuote quando la
principessa decide di
uscire per prendere aria.
Siede sul
bordo di una delle fontane del regno e finalmente, lontana da occhi
indiscreti,
può sfogare tutta la sua frustrazione.
Piange
disperata, parla con se stessa cercando anche di rassicurarsi.
Ma le
paure non le danno tregua e senza ragionare, con l’istinto
che da sempre vige
in lei, la nobile corre diretta verso una meta. Una casa familiare
dalla quale
manca da troppi mesi.
Non è
spaventata da possibili animali o gente losca che potrebbe incontrare
lungo il
cammino. Vuole soltanto tranquillizzare il suo cuore. E per fare questo
ha
bisogno di incontrare e parlare con una persona.
Giunta
fino a casa Brown, Anna bussa insistentemente.
Non
dà
peso alla tarda ora, conoscendo Lisa e sapendo che spesso rimane
sveglia per
lavorare. Questa notte, però, ciò che la
principessa prevede e dà per scontato
non avviene. Anzi.
Rassegnata,
la ragazza decide di rientrare a palazzo.
“Che
stupida che sono! Sperare di trovare Lisa per sfogarmi è
stata una pessima
idea” – parla da sola ad alta voce.
Di spalle
all’abitazione, si rincammina verso il castello. Ma proprio
allora accade
qualcosa.
“Cosa
ci
fai qui nel cuore della notte?” – le domanda una
voce.
Anna la
riconosce
subito e si volta rapida verso di essa.
Davanti
ai suoi occhi c’è…
“Kristoff”
– afferma, accennando un ciao con la mano.
Bjorgman,
afferra una coperta dalla sedia e la raggiunge.
“Sei
impazzita a venire fino a qui? Se avessi trovato gente malavitosa? Sei
la
principessa ed è rischioso per te” - il tono del
montanaro è di rimprovero per
la sconsideratezza della fanciulla.
Però
lei
non replica; si limita a fissarlo con attenzione, mentre lui parla e la
accusa
di incoscienza.
“Non
dici
nulla? Anna, ti rendi conto che qui le persone dormono? Sei stata
fortunata che
ho sentito i rumori e mi sono alzato dal letto” –
aggiunge Kris.
“Scusami.
Non volevo” – risponde la nobile, abbassando lo
sguardo.
Il
giovane dispiaciuto per i toni eccessivi decide di ascoltarla; vuole
capire le
ragioni che l’hanno spinta ad uscire dal palazzo.
“Vieni
qui”
- le fa cenno si sedersi poco distante dall’abitazione.
Il posto
è assai familiare per entrambi.
“Ci
siamo
conosciuti in questo preciso punto” – ricorda Anna,
accennando un timido
sorriso.
“Già.
È
stato un giorno speciale per me” – commenta
Kristoff, arrossendo.
“Era
il
mio compleanno” – sostiene lei.
“Si e
la
sera stessa hai annunciato le nozze con il principe”
– aggiunge lui,
infastidito al pensiero di Hans assieme alla principessa.
“Il
regalo più bello, per me, è stato conoscerti.
Sai?” – confessa la fanciulla,
spiazzando Kristoff che, sorpreso, chiede –
“Davvero lo credi?”
“Certo.
Non avrei mai pensato di dirtelo, invece ora che siamo assieme sento di
doverlo
fare. Domani mi sposerò e ci perderemo per sempre”
“Sei
venuta qui per dirmi addio?”
“Volevo
che Lisa mi potesse consolare, così come faceva quando ero
bambina. Eppure il
destino ha voluto che io ricontrassi proprio te”
“Anna
io…
non so cosa dire…” – Bjorgman
è agitato dalla vicinanza di Anna, tanto che
comincia a tremare.
“Hai
freddo?” – chiede lei, vedendolo agitarsi.
“Ehm…no!
Forse è bene per entrambi salutarci
però.” – lui cerca di tagliare corto.
Ma la
risposta di Anna è ben diversa.
Si
avvicina pericolosamente al corpo del montanaro e si accovaccia al suo
petto.
Avverte
bene il battito incalzante del cuore del ragazzo e ciò, in
qualche modo, la
tranquillizza.
“Abbracciami,
ti prego” – lo supplica lei.
Così
Kristoff la avvolge tra le sue braccia, inebriandosi del suo profumo.
Con la
coperta presa da casa, il montanaro scalda anche Anna.
I due
stretti l’uno all’altra, rimangono per alcuni
minuti in silenzio durante i
quali, entrambi si rilassano e crollano in un sonno profondo.
E’
l’accecante
luce del sole a svegliarli e a ricordare alla principessa di dover
rincasare.
“Adesso
devo andare. E’ stato bello esserti così vicina
stanotte. Penso di non aver mai
dormito così bene nella mia vita” –
confessa, dandogli un dolce bacio sulla
guancia.
Si alza
in piedi e sistema il vestito stropicciato.
Kris fa
lo stesso.
Quando la
vede allontanarsi e salutarlo con occhi colmi di lacrime, Bjorgman le
corre
incontro non trattenendo più le emozioni.
“Inutile
prendersi in giro. Le emozioni vanno vissute e io adesso voglio
viverle!” –
dice, afferrando il viso di lei tra le mani. Pochi secondi ed ecco che
le sue
labbra si posano su quelle della principessa.
Un bacio
lungo, intenso, carico di emozioni e di passione. Niente a che vedere
con
quelli che i due si sono scambiati con i rispettivi compagni.
I due
innamorati non riescono a trattenersi e senza rendersene conto, schiavi
solo di
un folle e accecante amore, si ritrovano nudi sull’erba,
l’uno nell’altra,
riscaldati dai propri respiri e dai raggi del sole, quel dì
più bollenti del
solito.
Il suono
della campana è il segnale decisivo.
“Non
andare via, ti prego” – la supplica lui,
guardandola rivestirsi.
“Se
potessi rimarrei con te per sempre. Però dobbiamo essere
maturi, abbiamo due
persone che ci amano e ci rispettano. Io avrei dovuto dire addio alla
mia virtù
stanotte con Hans e invece…”
“Avresti
ceduto a lui la tua verginità? Ma non lo ami
neppure” – esclama lui.
Anna non
risponde subito. Ma quando è pronta per andare via, lo
saluta definitivamente -
“Grazie amore mio. Mi hai regalato la notte più
bella e speciale della mia
vita. Sono felice di aver vissuto una nuova esperienza proprio con te.
L’unica libertà
che ho potuto prendermi, l’ho condivisa solo con te, su
questo prato!” –
commossa, Anna lo bacia per l’ultima volta.
“Addio
Kris! Non ti dimenticherò mai” –
asciugandosi il viso bagnato dal pianto, la
nobile imbocca la strada di casa e si prepara per il giorno
più difficile della
sua vita.
Nella
tarda mattinata, Anna e Hans alla presenza del regno intero,
partecipante alla
cerimonia nella chiesa, si unisce in matrimonio. Persino Lisa
è presente,
assieme a Clarissa ed Elsa.
C’è
gioia
tra la gente che vede positivamente l’unione di Arendelle e
delle Isole del
Sud.
Qualcosa
però sta per turbare la loro felicità.
Qualcuno
presente tra gli ospiti ha notato un particolare che espone ai sovrani,
nel
momento dei saluti finali.
“Grazie
duca di Weselton per essere giunto nel nostro regno ed aver preso parte
alla
festa” – afferma Agnarr, stringendogli una mano.
Idunn
è
accanto al marito quando sente delle parole strane fuoriuscire dalla
bocca
dell’ospite.
“Il
piacere è stato mio. Stavo però riflettendo su un
aspetto assai curioso”
“Quale?”
– chiede confusa la regina.
“Forse
avete dimenticato che io l’ultima volta che sono venuto ad
Arendelle fu in
occasione di una festa speciale”
“Come,
prego? Non mi sembra di averla vista qui di recente, signor
duca” – ribadisce
ancora la donna.
“Ed
è
questo il punto. Altrimenti, se vi foste rammentati di me, a
quest’ora io sarei
ancora nella mia villa e non avrei preso parte al party”
“Non
vi
seguo più, duca” – aggiunge il re.
“Cari
i
miei sovrani di Arendelle. All’epoca ricordo bene di un
pancione sospetto della
qui presente regina Idunn… e non parlo di diciotto primavere
fa. Più addietro…”
Sentendo
tali affermazioni, i coniugi iniziano ad agitarsi e a scambiarsi
sguardi
preoccupati.
“Ehm…
forse vi confondete. Eravamo sicuramente in attesa di Anna!
Però adesso non
pensiamo al passato. Vorrei sapere un vostro parere sul cibo, sulla
scelta
della musica” – Agnarr cerca di venire fuori da un
argomento scottante.
“Mmm…delizioso
tutto. Ma, non cambiate discorso sire. Sarò anziano e
rimbambito però certi
particolari difficilmente vengono rimossi”
Avvicinatosi
ai due sovrani, sussurra loro - “Sbaglio o avete avuto un
altro figlio prima
della sposa?”
“Come
prego?”
– esclama scioccata Idunn.
“Durante
la cerimonia, poi, mi è sembrato di vedere una fanciulla
molto somigliante alla
sposa. Non sarà mica una sosia?”
Idunn
è
scioccata da tale idea. Davvero era presente una ragazza uguale ad
Anna? Come
ha fatto a non accorgersene?
“Secondo
me il vino vi ha dato un po' alla testa, caro il mio duca. Le posso
assicurare
che se avessimo avuto un altro figlio, non avremmo esitato di certo a
renderlo
palese a tutti. Anzi. Vi confesso che stiamo pensando ad un nuovo
bebè. Ora che
Anna è sposata e data la nostra giovane età, un
altro bambino che si aggira per
i corridoi di palazzo sarebbe una gioia per il cuore”
– Agnarr riesce così a cambiare
argomento e a convincere Weselton.
E’ la
regina, purtroppo, a rimanere ancora sconvolta dalle teorie del duca.
Al termine
della festa, isolatasi con il re, gli domanda -“Come facciamo
ora marito?”
“Moglie,
inutile preoccuparsi per dei ricordi di un anziano. Potrebbe anche
avere
frammenti confusi del passato”
“Ma ha
detto che…”
“Niente!
Idunn dimenticatelo. Ora dobbiamo pensare ad Anna, nostra figlia.
L’unica
figlia che abbiamo. Chiaro?”
“Come
puoi averla rimossa dalla mente, Agnarr. Come puoi ancora fingere che
non sia
mai nata!” -
singhiozza Idunn.
“Non
abbiamo avuto altri figli. Lo ripeto di nuovo”
“No!
Io
ho partorito due volte! Forse sarà stato facile per te
cancellarlo. Per me no” –
così dicendo Idunn si allontana per piangere.
Per di
più adesso ha un assillo che le balena in testa.
Chi era
la fanciulla simile ad Anna, presente in chiesa ore prima?
Sola con
se stessa e con il suo dolore, la sovrana tira fuori dal cassetto di un
vecchio
comodino, un paio di guanti di dimensioni piccolissime.
Ed un flash
le torna alla mente.
È
perfetta con questi guantini
bianchi. Non trovi anche tu, marito?” – domanda la
regina al consorte.
Agnarr
però ignora sua moglie e tiene
lo sguardo fisso su una bambina nella culla.
“Non
ti piacciono? Possono essere la
nostra salvezza. Con questi, nostra figlia vivrà senza
far danni!” –
aggiunge ancora la donna.
“Idunn,
non è possibile accettare
questa situazione. Ho tentato, non ci riesco. Lei non è
normale. È pericolosa e
non è degna di diventare la regina di Arendelle”
– a quel punto il regnante esplode,
buttando fuori il suo disappunto.
“Ma
che dici? Sei impazzito?” -
esclama scioccata la sovrana.
“Dico
la semplice verità. È una
bambina maledetta dalla nascita, con dei poteri che possono
rovinarci” – tuona lui.
La nobile fissa
il coniuge con occhi
sgranati ed espressione incredula.
“Non
puoi essere serio!”
“Invece
lo sono. Ho anche già pronta
la soluzione ai nostri problemi” – comunica il re.
“Che?
Problemi?” – ripete scioccata
Idunn.
“Conosco
una coppia che dopo il primo
figlio non riesce ad averne altri. La crescerebbero come sangue del
loro sangue,
ne sono convinto”
“Sei
fuori di te! Non ragioni più. Io
non ti permetterò di portarmela via” –
grida disperata la regina.
“I
tuoi No non contano. Sono io il re,
io decido. Stanotte Elsa sparirà per sempre dalle nostre
vite. È deciso”
“Elsa!
Figlia
mia. Chissà dove sei oggi. Come sei diventata e chi ti ha
cresciuta. Magari eri
tu quella di cui parlava il duca Weselton. Mi manchi ogni giorno di
più. Come vorrei
fossi qui con me adesso!” – piange la regina,
stringendo a sé i guantini della piccola
dispersa.
Non ha
mai superato la separazione forzata dalla primogenita e adesso che la
storia è
tornata a galla, il senso di colpa e le paure di un tempo riaffiorano e
diventano un macigno per il suo animo, distrutto da un uomo potente e
dominante.
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Capitolo 11 *** 11 Capitolo ***
E’
giunta
la tanto attesa notte di nozze per Anna e Hans. La principessa sta per
concedersi a lui, dopo aver vissuto, invece, una prima volta con
l’uomo che ama
davvero.
Questo
momento è per la ragazza poco coinvolgente. Vive
passivamente l’atto, al
contrario del passionale e delicatissimo sposo.
“Non
credevo di provare emozioni così forti, Annie. Stanotte ti
darò un figlio, uno
tutto nostro e porteremo gioia ai nostri genitori”
– le sussurra il giovane,
stretto alla moglie, avvolto solo da lenzuola bianche purissime.
“Già
pensi a dei bambini? Non ti sembra presto?” –
domanda lei, spaventata all’idea.
“Io ne
desidero tanti, tutti belli come te” – aggiunge
lui, con aria sognante. Le dà
un altro bacio per riprendere li dove si erano interrotti.
Chissà
cosa
destinerà loro la vita?
La
principessa cancellerà per sempre il ricordo di Kristoff
dalla mente?
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Bjorgman
decide di dimenticare Anna definitivamente. Per fare ciò si
sbilancia di molto
con Isabel.
“Mi
vuoi
sposare?” – le chiede, sotto gli occhi commossi
della madre e quelli stupiti di
Elsa.
“Ma fa
sul serio?” – sussurra Samuel alla figlia femmina.
“Shhh
zitti voi due e voglio sentire la risposta” – li
rimprovera Clarissa,
aspettando emozionata le parole della fanciulla.
“Ti
sposerei
anche adesso. Si, si, si, cento volte sì”
– gli si getta al collo e lo bacia
tra l’euforia e gli applausi dei presenti.
“Adesso
andiamo a tavola. È pronto un abbondante pranzo”
– afferma Lisa, felice della
bella novità.
Isa viene
avvinghiata dalla futura suocera che inizia a tormentarla su come
organizzare
le nozze.
Kris
rimane qualche metro indietro con sua sorella.
“Così
è
questa l’unica soluzione che hai trovato per superare il
passato?” – domanda
lei.
“Come?
Non
capisco”
“Non
credere che sia stupida, fratellone. Sposerai Isabel per liberarti del
ricordo
di Anna. Si è capito, sai?”
“Elsa,
basta parlare della principessa. L’ho fatto perché
voglio bene a Isa. Questo è
il vero motivo. Adesso andiamo” – replica,
infastidito.
“Ehm…esatto
è proprio questo a cui mi riferivo” –
commenta la Bjorgman – “Tu le vuoi bene. Si
tratta di affetto…solo questo. Non è amore il
vostro. O meglio, non è amore il
tuo”
“Senti,
smettila di dire idiozie e aiuta tua cognata con i preparativi.
Sicuramente ti
vorrà vicina” – così dicendo
il montanaro chiude un argomento delicato che non
riaprirà per molto, molto tempo.
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Agnarr e
Idunn si confrontano quel mattino dopo il discorso del duca Weselton.
“Stai
serena, moglie mia. Lui non ha più sospetti. Anzi. Ha
confessato di essere
brillo ed aver frainteso tante cose. Quindi nessun problema”
– la rassicura il
re.
“Sono
il
mio cuore e i miei sensi di colpa a pesare. Non riesco più a
gestire questa
situazione” – spiega la donna.
“Smettila
di fare la bambina. Sembri tua figlia quando parli in questo modo. Sei
adulta e
matura da capire che le cose stanno così e vanno per questo
motivo accettate.
Elsa è un lontano ricordo. Sicuramente starà
meglio con altra gente che qui a
palazzo. Avremmo dovuto limitarla in tante cose. Magari a
quest’ora non avremmo
avuto neppure Anna”
“Mi fa
male sapere di dover dimenticare una parte di me” –
abbassa lo sguardo la regina,
tentando di frenare le lacrime.
“Non
ci
pensare. Da adesso in poi ci concentreremo su noi due. Sono diciotto
anni che
non lo facciamo” – il sovrano si mostra molto
tenero e ciò colpisce la moglie
che, però, cerca conforto e cede facilmente alle richieste
del coniuge.
In pochi
minuti si ritrovano a letto insieme a consumare un sentimento mai
esistito,
fatto solo di imposizioni, di poca libertà e di segreti
pericolosi.
5 anni dopo
Il tempo
corre veloce e passa in fretta un lustro.
Ad Arendelle
è cambiato molto.
“Sono
arrivate le navi al porto, vostra maestà”
– comunica un uomo della servitù al
re.
“Perfetto.
È tutto pronto per il pranzo?” – chiede
Agnarr.
“Si,
mio
signore. Abbiamo anche sistemato le camere degli ospiti”
– aggiunge il
domestico.
“Molto
bene,
Luke. Puoi andare. Andremo io e la regina a prendere i
Westergard” – chiude la
conversazione, alzandosi dal trono e dirigendosi verso la biblioteca
reale.
È
lì che
Idunn trascorre le sue giornate.
Agnarr
ovviamente le ordina di interrompere la lettura per seguirlo e la
donna, come è
solita fare da venticinque anni, esegue.
Pochi
minuti dopo sono al porto ed attendono i parenti acquisiti.
“Eccoli”
–
li indica Idunn.
“Benvenuti
ad Arendelle, anzi bentornati” – li saluta il
sovrano, abbracciando prima
William, poi Serena.
“Madre,
padre” – grida qualcuno alle spalle dei reali.
La regina
si volta, emozionata, sentendo tale voce.
“Anna!
Figlia mia” – le corre incontro, con le lacrime
agli occhi.
La principessa
e suo marito sono stati via a lungo da casa e finalmente rimettono
piede nelle
loro terre.
“Nonnina”
– urla una bambina bellissima, che si dimena tra le braccia
di Hans.
Idunn stritola
la figlia e piange, commossa nel ritrovare le due uniche ragioni di
vita rimastele:
Anna e la piccola.
“Tesoro
mio, come sei cresciuta” –bacia dolcemente la
nipotina, poi si rivolge anche al
genero – “Tutto bene?”
“E’
stato
un viaggio sfiancante! Non vedo l’ora di dormire sul mio
morbido e comodo materasso”
– confessa, esausto, Westergard.
“Che
bello
rivedervi. Mi siete mancati tantissimo, tutti e tre”
– ripete Idunn.
Insieme si
incamminano verso il castello. Ad attenderli tanto cibo e affetto.
Ed è
prossimo il tramonto quando Sophie si addormenta accoccolata al petto
di Anna.
Così
i due
assieme alla loro figlioletta raggiungono la camera da letto e in pochi
minuti
crollano in un sonno profondo, rilassati e felici di aver rimesso piede
ad
Arendelle, dopo una lunga assenza.
Ma cosa
è
accaduto in questi cinque anni? Come mai Anna era lontana dalla sua
famiglia?
Un lustro
prima Anna e Hans mettono al mondo una bambina dai capelli rossicci e
gli
occhioni verdi. Il suo nome, Sophie, è stato scelto da
entrambi, in onore di
una delle prime regine di Arendelle. Dopo la nascita della
principessina, i sovrani
delle Isole del Sud invitano la coppia nel loro regno, convincendoli a
rimanere
lì per qualche tempo.
Nei tre
anni seguenti, i consorti e la loro primogenita si muovono
continuamente tra
casa di lei e casa di lui, fino al giorno in cui decidono che
è necessario scegliere
una destinazione finale.
Le Isole
del Sud sembrano essere l’ideale. Eppure la mancanza di Idunn
inizia a pesare in
Anna che non avrebbe mai immaginato di provare nostalgia. Era infatti
la prima
a voler dire addio a quel posto.
Ecco
perché
oggi rincasano dopo ben due anni di lontananza.
Questo
trasferimento
era necessario secondo Agnarr perché sua moglie si stava
spegnendo sempre più
dopo la partenza della figlia.
Invece riaverla
con sé poteva salvarla da se stessa.
Però
c’è
anche un’altra coppia che ha vissuto dei cambiamenti
importanti.
Kristoff
e Isabel si sono uniti in matrimonio tre mesi dopo le nozze reali.
La fanciulla
è entrata sin da subito a far parte della famiglia Bjorgman,
essendo orfana e
abitando solo con un’anziana zia.
È
proprio
quest’ultima, deceduta l’anno successivo, ad aver
lasciato in eredità una
vecchia casa che è oggi di proprietà dei coniugi.
Purtroppo
i due non hanno figli, visto un aborto spontaneo che ha messo k.o.
Isabel, convincendola
che essere madre non era il suo destino.
Da allora
presero una renna, Sven, che diventò il migliore amico del
montanaro e fidato
ascoltatore di Isabel.
Kristoff
ha cercato di dimenticare Anna e lo stesso vale per la principessa.
Questo,
purtroppo,
con scarsi risultati.
E presto
se ne accorgeranno. Il motivo? Beh… se Kristoff lavora come
panettiere, Isa ha
ottenuto da poco le mansioni di domestica a palazzo.
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Capitolo 12 *** 12 Capitolo ***
Anna
dorme beata e felice, la prima notte ad Arendelle, nel suo amato letto,
tra
delle mura familiari e rassicuranti.
Allontanarsi
da casa, seppure fosse da sempre stato il suo desiderio, l’ha
resa consapevole
di quanto invece adorasse vivere lì.
Le sue
abitudini le mancarono terribilmente. Nel regno delle Isole del Sud
aveva un
unico compito imposto dai suoceri: prendersi cura della piccola Sophie
e
soddisfare l’amore del marito.
Considerazioni
alquanto retrograde, per la giovane di Arendelle che ne
soffrì tanto. La sua
speranza infatti era quella di avere parenti acquisiti più
aperti al ruolo
femminile in casa. Invece i Westergard erano dello stesso avviso di
Agnarr.
Fortunatamente
il marito capì che, in fondo, Anna stava male in quel
castello e decise lui, in
primis, di riportarla nella sua terra d’origine.
Anche
Sophie sentiva la nostalgia di nonna Idunn che adorava e tuttora ama
follemente.
Così
la
mattina del suo venticinquesimo compleanno, prese coraggio e
comunicò ai suoi
il desiderio di lasciare la città.
“E’
bene
che mia figlia cresca nel luogo dove è cresciuta anche sua
madre” – furono le
sue parole.
Ciò
imbestialì William Westergard che, però, non
poteva di certo trattenerli con la
forza.
“Venite
con noi. Vivremo insieme per qualche tempo. Magari vi abituerete ad
Arendelle e
deciderete di trasferirvi lì” – propose
Hans.
Serena
accettò immediatamente la proposta del suo ultimogenito. Non
voleva separarsi
né da lui né dalla nipote.
Convinse
il consorte che mise da parte l’orgoglio e
assecondò quelle che considerava
pazzie del figlio.
Le idee
che Hans manifestò ai genitori erano, secondo il re delle
Isole del Sud,
dettategli proprio da Anna.
“Si
sta
facendo usare come una marionetta da quella ragazza”
– lamentò William, la sera
prima della partenza.
“Ma
cosa
dici? Anna è un angelo. Fa tutto quello che le diciamo. Come
potrebbe
influenzarlo?” – sostiene Serena, stupita dalle
osservazioni del coniuge.
“Invece
è
proprio quell’agnellino indifeso che nasconde
un’indole da leonessa…
sicuramente con il suo charme ha saputo convincere Hans che Arendelle
è
migliore delle Isole del Sud”
“Basta
con queste sciocchezze. Adesso dormi che domani è una
giornata impegnativa. Ci
attende un lungo viaggio. Comincia ad accettare che anche il tuo
tredicesimo
figlio lascerà il palazzo” –
così dicendo, la donna si coricò e chiuse
l’argomento.
Invece
William ha pensato durante il viaggio in nave a quanto Hans sia
sottomesso alla
moglie e questo è assolutamente inaccettabile.
L’uomo comanda, la donna
obbedisce. E’ questa la regola numero uno impartita al
sovrano Westergard dal
padre e dal nonno, i quali, a loro volta, l’hanno appresa
dalle generazioni
precedenti.
Anche
oggi, ad Arendelle, William pensa a ciò.
È
molto
silenzioso durante la colazione ed è proprio Anna ad
accorgersene e a
preoccuparsene.
“Tutto
bene, suocero?” – chiede lei.
L’uomo
sposta lo sguardo sulla nuora e non risponde. Decide di mostrarsi
indifferente
nei suoi confronti.
Nel
frattempo, nelle cucine reali arriva Isabel, rientrata a lavoro dopo
una breve
influenza.
“Eccoti,
tesoro. Fammi un piacere. Porta la colazione ai signori! Stanno
aspettando da
un po'. Non abbiamo avuto un attimo di tregua” –
è la domestica più anziana a
parlare, porgendo alla neo arrivata un vassoio stracolmo di cibo.
“Come
mai?” – chiede confusa Isa notando anche
l’eccessivo mangiare – “Tutta questa
roba per due sole persone?
“Abbiamo
ospiti” – le viene spiegato, poi l’altra
le fa segno di andare ed affrettarsi.
Sono
tutti a tavola quando Isabel arriva. Nota immediatamente delle persone
in più
sedute chi alla destra, chi alla sinistra, del re.
“Buongiorno”
– saluta educatamente la lavoratrice, servendo i suoi padroni.
L’unica
a
scrutare la cameriera è Anna. Vederla ha attirato la sua
attenzione. Ha una strana
sensazione e le sembra addirittura una persona familiare.
“Ehm…scusami.
Sei nuova qui?” – le domanda subito.
Isabel
non ha riconosciuto la principessa e tranquillamente le risponde.
“Si,
milady. Sono qui da qualche settimana”
“Strano.
Mi sembra di averti già vista da qualche parte”
– riflette la nobile ad alta
voce.
“Non
saprei! Adesso con il vostro permesso torno in cucina per prendere
altre
portate” – così dicendo, Isabel si
congeda.
Infatti
Isabel non ricorda dell’incontro avvenuto in piazza cinque
anni prima.
All’epoca
non diede peso a quel momento, visto che Kristoff non le
raccontò mai dell’amore
per la principessa.
I dubbi di
Anna sull’identità della nuova domestica vengono
risolti proprio in quella
giornata.
È
ormai
sera quando Isabel, rassettate le ultime camere, saluta le colleghe e
lascia il
castello.
Anna
è
nel giardino con Sophie quando la vede uscire dalla porta secondaria.
Continua
a fissarla, cercando di ricordare qualcosa.
“Mamma,
guarda che bei fiori ci sono qui” – esclama la
bambina, indicando delle piccole
margherite, distraendola così dalle sue fissazioni.
“Si,
tesoro. Sono bellissimi” – risponde, avvicinandosi
alla figlia.
Si
inginocchia accanto a lei e le racconta di come amasse, da piccola,
raccoglierne alcuni e regalarne ad una cara amica.
“Chi
era
questa amica?” – domanda Sophie incuriosita.
“Si
chiama Lisa. È una signora dal cuore grande che mi ha
cresciuta come fossi sua
figlia” – le racconta, nostalgica.
“Allora
prendiamoli. Voglio darli alla nonna” – aggiunge la
principessina, cedendone
alcuni alla madre.
Anna li
prende e li annusa, ricordando così alcuni frammenti
d’infanzia.
In quel
preciso istante, alcune voci provenienti dall’esterno, a poca
distanza dai
cancelli, attirano l’attenzione della giovane mamma. Si pone
all’ascolto
riconoscendo qualcuno che la fa sobbalzare. Sbircia per avere conferme
ed ecco
che avverte un tonfo al cuore.
Le
margherite cadono e la ragazza rimane pietrificata.
“Mammina,
che hai fatto? Perché hai buttato tutto a terra?”
– chiede Sophie.
“Ehm…
rientriamo che inizia a fare freschetto” – la
prende per mano e frettolosamente
rincasano.
Quella
notte Anna la trascorre girandosi più e più volte
nel letto.
Difficile
riposare dopo ciò che ha visto.
“Non
può
essere. Credevo fosse andato via di qua” – parla
tra sé e sé – “Kristoff!
Perché baciavi quella domestica? Ti sei sposato con lei?
Come hai fatto a
dimenticarmi? Io non ci sono riuscita!” – schiava
dei pensieri e della scena di
qualche ora prima, Anna cade in un vortice di emozioni che credeva
superate e
che, al contrario, tornano a tormentarla.
Pensava
di poter ricominciare ad Arendelle…si sbagliava di grosso!
“Hans,
amore…ascoltami” – gli sussurra,
svegliandolo di soprassalto.
“Che
succede? Tutto bene? perché sei ancora sveglia?”
– le chiede, preoccupato il
marito.
“Forse
venire qui non è stata una buona idea”
“Che
intendi dire?”
“Quando
i
tuoi torneranno nel loro regno, è meglio seguirli. Questo
posto non è per noi”
In
quell’istante Westergard sente riecheggiare nella mente le
parole del padre.
Non può essere sempre soggetto al cambio idea di sua moglie.
Così
le
dice – “Amore, ti abituerai. Questa è
casa nostra. Arendelle è la scelta
definitiva. Adesso dormi” – la zittisce con un
bacio e si corica, fiero di aver
preso posizione e aver deciso una volta tanto sul futuro della sua
famiglia.
Però
ad
Anna rimangono tante paure e molti dubbi.
Almeno
una cosa la tranquillizza. Kristoff non può mai sapere del
suo ritorno.
Questo
è
ciò che crede….
“Hai
detto che la principessa Anna è tornata?”
– esclama scioccato Bjorgman,
sentendo i racconti della moglie.
“Esatto.
Perché sei così sconvolto? È una bella
notizia. Lei ha anche un’adorabile
bambina. Penso che mi affezionerò subito alla
piccina” – aggiunge ancora Isa, stendendosi
a letto accanto al consorte.
“Una
figlia? Davvero?” – Kris si incupisce sentendo tali
novità.
“Già.
Penso che vedere Anna assieme al marito e alla principessina Sophie
abbia
riacceso in me un desiderio che credevo irrealizzabile.”
“Quale?”
Isabel a
quel punto si avvicina alle labbra del marito ed inizia a baciarlo.
“Voglio
fare un figlio con te. Riproviamoci, stavolta lo avremo”
Così
i
due consumano una notte di passione durante la quale, però,
il giovane pensa ad
una sola persona.
Non è
il
corpo di Isa quello che ha tra le sue mani. La sua mente e il suo cuore
gli
mostrano proprio Anna e così, immaginando di unirsi alla
donna che ama davvero,
Kristoff si lascia andare ad un atto di massima intensità.
Sapere
che Anna è lì, ha riportato il passato indietro.
Decide
perciò
che da quel momento in poi sarebbe stato più presente nella
vita di Isabel,
soprattutto in quella trascorsa tra le mura di palazzo.
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Capitolo 13 *** 13 Capitolo ***
Hans ha
deciso per la moglie e per la figlia. Sarebbero rimasti ad Arendelle
per
sempre. Così Anna è costretta ad affrontare un
dolore e dei ricordi che pesano
come macigni.
Preferisce
però soffrire in silenzio piuttosto che affrontare il marito
e rivelargli il
passato e l’amore per un ragazzo del popolo.
È
l’indomani quando il principe Westergard racconta al padre di
aver detto no
alla consorte ed essersi imposto come capofamiglia.
“Finalmente!”
– esulta William – “Hai tirato fuori la
grinta. Non capivo ancora come mai eri
sottomesso ad una donna!”
“Non
lo
sono mai stato. Ho soltanto fatto scelte che potessero renderla
felice” –
risponde Hans.
“Sei
un
principe d’oro, figlio mio!” – sostiene
Serena, presente alla conversazione e
fiera del suo ragazzo.
“Da
adesso in poi sai come comportarti. Da futuro re, da marito e padre
austero e
seguace delle regole della dinastia Westergard” –
conclude il sovrano delle
Isole del Sud.
La
regina, invece, mostra disapprovazione con una smorfia delle sue. Si
avvicina
all’orecchio del figlio e gli sussurra –
“Non seguire alla lettera le sue
indicazioni. Sii semplicemente te stesso. Tua moglie e tua figlia ti
amano così
come sei. Se dovessi mai cambiare, non so come potrebbero reagire. Mi
raccomando” – gli lascia poi un dolce bacio sulla
guancia.
Prendono
posto a tavola ed attendono l’altra famiglia reale, quella di
Anna.
In poco
tempo vengono raggiunti da un quadretto dolcissimo: Agnarr e Idunn
assieme alla
nipotina, la tengono per mano giocando con lei a quello che la piccina
chiama
“vola vola”.
William
mostra subito fastidio e, rivolgendosi al figlio, commenta –
“Non mi sembra
educativo darle la libertà di giocare a tali stupidaggini, a
te?” – poi parla
ai consuoceri – “Da nonni dovreste evitare che
Sophie rischi di farsi male.
Piuttosto insegnatele come comportarsi a palazzo”
Il re di
Arendelle replica immediatamente, ottenendo un riscontro positivo
persino da
Serena.
“Sophie
imparerà anche quello. Per ora è bene che viva di
spensieratezza, visto ciò che
le toccherà da grande”
“Esatto”
– è questa la parola della signora Westergard, che
si unisce al trio e gioca
assieme a loro.
Il
consorte, offeso dal “tradimento” della sua lei, si
congeda e lascia il
castello per starsene da solo. Hans lo osserva andare via e avverte
pena per
lui. Sembra che nessuno lo comprenda o voglia almeno provare a capirlo.
E quando
Serena, approfittando dell’assenza del coniuge, aggiunge
…
“Quando
parla in questo modo, lo prenderei a sberle”
…ecco
la
reazione del suo ultimogenito.
“Madre,
adesso state esagerando”
“Hans!
Cosa dici? La pensi come lui?” – domanda incredula.
“Dico
solo che lo state mettendo in cattiva luce quando ha solo esposto un
suo
pensiero”
I
presenti sono sconvolti dalla presa di posizione di Hans, stranamente a
favore
del genitore maschio.
“Tesoro,
sii sincero. Credi che giocare e far divertire tua figlia sia poco
educativo?”
Quella
domanda spiazza il ragazzo.
“Ehm…no.
Però mio padre voleva solo sottolineare che poteva essere
pericoloso” – lo
giustifica.
“Ti
dico
io, caro, cosa voleva insinuare il re, tuo padre” –
a quel punto Serena è
serissima e anche, a tratti, infastidita dalle difese assurde nei
confronti del
marito – “Lui sminuisce gli altri perché
crede fermamente in princìpi del
medioevo. Fosse per William, Sophie dovrebbe essere chiusa in casa ed
imparare
i compiti che spettano ad una femmina. È così che
lui definisce molte donne”
“Madre,
voi lo amate. Come potete dire certe cose su di lui?”
“Sono
passate tante e tante primavere dal giorno del nostro matrimonio.
L’amore che
provavo per lui, fino a cinque anni fa, è
cambiato” – rivela, a malincuore.
“Cosa?
Ma
è impossibile. Come può finire un sentimento
così forte?”
“Hans,
le
unioni combinate portando a questo. Potrebbe toccare a voi. Sta a te
evitarlo.
William è diventato duro come una pietra e tratta la
sottoscritta come una
persona di secondaria importanza. Ha ottenuto la prole numerosa, i
legami con
altri regni, molto potere e io non servo più”
– la regina delle Isole del Sud
tira fuori tutta la sofferenza che negli ultimi tempi ha celato per non
scuotere la stabilità della famiglia.
Ma oggi,
di fronte all’evidenza, non riesce più a tacere.
Idunn
ascolta lo sfogo della consuocera, trovandosi pienamente
d’accordo con lei e
proiettandosi nella sua visione.
Condividono
tanto. La differenza è che Serena reagisce,
l’altra subisce.
“Figlio
mio, non lasciarti plasmare da tuo padre. Sii buono con lui,
è pur sempre il
sangue del tuo sangue, però ricorda chi ti ha messo alla
luce e chi ti ha reso
l’uomo che sei diventato”
“Madre
io
non sapevo tutto ciò. Perché non avete parlato
prima?”
“Non
era
il momento giusto per farlo. Tu e tua moglie stavate creando la vostra
famiglia, stavate cercando di far andare avanti un matrimonio nato per
convenienza”
Agnarr si
intromette proprio allora – “Era ciò che
andava fatto, consuocera! Smettiamola
di parlare in questi termini della loro unione Come vedi Anna e Hans si
vogliono bene e questo significa che la scelta ha portato
felicità ad entrambi.”
“Non
direi” – commenta Idunn, esponendosi per la prima
volta dopo tanto tempo.
“Che
state insinuando, suocera?” – domanda Hans,
sorpreso da tali considerazioni –
“Vostra figlia vi ha detto qualcosa che non va bene nel
nostro rapporto?”
“No,
assolutamente. Io la penso come Serena. L’amore vero non
può nascere su
costrizioni. Prima o poi rischia di sfociare in altro e si rischia
anche di
disperdere l’affetto e trasformarlo in frustrazione, rabbia
costante e anche
odio” – sostiene la donna.
“Esattamente”
– continua la Westergard – “Per questo
motivo sono dell’idea che, se Will non
cambia, lascio le Isole del Sud e torno nella mia terra”
“COSA?
Abbandonereste vostro marito? Madre, siete pazza” –
il principe scioccato va su
tutte le furie.
Da lì
si
accende una discussione che vede madre e figlio su due fronti opposti.
A favore
di Hans si schiera immediatamente Agnarr, sostenendo che è
inaudito che una
moglie lasci il consorte. Invece Idunn appoggia Serena in tutto e per
tutto.
Presi dalla
lite, gli adulti non si accorgono dell’assenza di Sophie. La
bambina ha appena
lasciato il castello, senza che nessuno se ne accorgesse. Neppure i
soldati
vigilanti.
Anna
percorre i corridoi in gran fretta. Immagina già i
rimproveri paterni per il
suo solito ritardo.
Rimane
immobile, sull’uscio del salone principale, sentendo le grida
e le litigate dei
presenti. Non comprende l’argomento ma nota subito che manca
sua figlia.
Stupita
da ciò, si intromette nella discussione –
“Scusatemi… vorrei chiedervi… posso
parlare?... tacete un secondo?” – dopo vari
tentativi alza il tono di voce e
grida – “Dove è Sophie?”
Basta
tale domanda per zittire tutti.
“E’
qui
con…” – afferma Agnarr, convinto di
avere sua nipote accanto. Rimane sorpreso
non trovandola lì dove era.
“Si
è
allontanata” – aggiunge Serena, cercando di
calmarsi dopo le urla e le brutte
parole su suo marito.
“Si
è
allontanata da sola? In questo enorme palazzo che neppure
conosce?” – inizia ad
impensierirsi Anna.
“Dai,
amore. sarà in giro per i corridoi. Dove vuoi che vada una
bambina di soli
cinque anni?” – Hans sdrammatizza, certo che sua
figlia sia nei paraggi.
Peccato
che non è così!
-------------------------------------
Lisa e
Elsa sono in strada, nella piazza che ospita quotidianamente il mercato.
“Oggi
abbiamo fatto una bella scorta di cibo. Questo cesto pesa davvero
tanto” –
sostiene la sarta.
“Hai
ragione. Però non penso durerà a lungo. Sai bene
che papà mangia per tre e
quando viene a trovarci anche Kristoff, la scorta finisce in un
battibaleno” –
aggiunge la ragazza, ridacchiando al pensiero dei due Bjorgman durante
il
pasto.
Percorrono
il tragitto a passo lento, dato lo sforzo nel sollevare tanta roba ed
è in quel
preciso momento che notano qualcuno che raccoglie dei fiori nel prato
poco
distante casa Brown.
“Sbaglio
o quella è una bambina?” – chiede Elsa,
scrutando la piccina.
“Si ed
è
strano. E’ pericoloso per lei stare qui da sola”
– riflette Lisa, facendo cenno
alla nipote di andare incontro alla piccola.
“Ciao
piccina. Tutto bene?” – le domanda
l’adulta. Un particolare attira subito l’attenzione
di Lisa. Uno stemma reale cucito sul vestitino azzurro della
sconosciuta.
“Ti
sei
persa? Se vuoi ti riaccompagniamo a casa” –
aggiunge Elsa, cercando di prendere
confidenza con la minorenne.
La sarta
a quel punto sussurra alla parente – “Questa
piccoletta sarà una nobile. Guarda
come è vestita”
“In
effetti non hai tutti i torti. Però… lei non
risponde, non dà confidenza.
Evidentemente le hanno insegnato a non parlare con estranei. Come
facciamo a
capire chi è e come possiamo aiutarla?”
“Proviamo
a farle altre domande. Vediamo se sa dirci di più”
– si inginocchia accanto
alla bambina e le chiede – “Hai un abito
bellissimo. Mi ricorda molto quello
della principessa Anna di Arendelle”
Sentendo
tali parole, la piccola alza lo sguardo e incuriosita apre bocca
– “Conosci la
mia mamma?”
Lisa
sobbalza sentendo ciò. Anna ha una figlia? Incredibile!
“Si,
era
identica a te e amava portarmi sempre dei fiori a casa”
In quel
momento Sophie ricorda la sera precedente. La madre le
raccontò proprio di una
cara amica alla quale regalava delle margherite.
“Voglio
portare questi fiori a mia nonna. Mi aiuti?” – le
propone, dandole fiducia.
“Volentieri”
– Lisa posa le ceste di roba a terra e chiede ad Elsa di
prendere parte alla
chiacchierata.
Trascorrono
ore piacevoli con la piccina, ignare che Anna e il resto dei nobili
sono in
pena per la sua sparizione.
“Dove
sarà andata?” – Idunn si sente in colpa
per non aver badato alla nipote.
“I
soldati stanno perlustrando tutta Arendelle” –
comunica Agnarr.
Anna
piange disperata, consolata da alcune domestiche, anche esse agitate.
Hans
inizia a pensare alle regole paterne. Secondo il re, deve essere
più rigido ed
evitare alla bambina la libertà che vuole perché
comporta dei rischi.
Ed è
ciò
che è appena accaduto.
“Figliolo,
perdonami per prima. Non dovevamo litigare così”
– lo abbraccia la Westergard.
Il
principe però è molto taciturno e freddo nei suoi
confronti.
“E’
colpa
vostra, madre!” – le mostra il suo risentimento.
“Come?
che stai dicendo?” – esclama confusa la regina.
“Se
non
avessimo discusso su delle assurdità, se avessi controllato
mia figlia così
come sostiene papà, a quest’ora Sophie sarebbe
qui”
“Hans,
non puoi dire questo” – Serena è
sconvolta da ciò che sente.
“Lo
dico
invece. Da adesso in poi tante cose cambieranno” –
conclude e si allontana
dirigendosi verso William, anche lui teso per la scomparsa della nipote.
“Padre,
vi chiedo scusa. Ho deciso che seguirò i vostri consigli.
Troveremo la bambina
e da quel momento in poi non sfuggirà più al mio
volere”
Così
dicendo, il re Westergard si rilassa e dà una pacca sulla
spalla di Hans.
“Ben
detto, figliolo. Adesso si che sta venendo fuori il vero principe. Hai
molto da
imparare ed io ti aiuterò”
“Quale
è
la prima cosa da fare?”
“Consola
tua moglie. Deve sapere che controlli la situazione e che la risolverai
in poco
tempo. Devi diventare la sua unica ragione di vita. Smettila di
assecondarla e
ricordale chi decide e chi gestisce la famiglia. Questo sarà
un nuovo inizio
per voi. Non te ne pentirai”
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Capitolo 14 *** 14 Capitolo ***
Sophie
è
ancora con Lisa ed Elsa mentre i soldati sono alla sua ricerca.
“E’
meglio riaccompagnarla a palazzo, zia! Non penso minimamente che sia
giunta
fino a qui avvisando i familiari. E poi cosa diremmo noi a Kristoff che
a breve
sarà qui? Gli verrà un colpo sapendo chi
è questa bambina” – Elsa espone alla
sarta le sue considerazioni e preoccupazioni. Impossibile non tenere
conto
della possibile reazione del fratello.
“Cara,
dobbiamo smetterla di agitarci se viene tirato fuori
l’argomento “Anna”. Ormai è
Kristoff è sposato felicemente con Isabel. Piuttosto hai
ragione a dire che
Sophie deve rincasare il prima possibile. Se è
l’esatta copia di sua madre,
sarà venuta fin qui all’insaputa di
tutti” – sostiene Lisa.
Prendendo
la principessina in braccio le domanda – “La tua
mamma e il tuo papà sanno che
sei qui?”
“Lì
tutti
urlavano e io ho avuto paura, così sono uscita e ho deciso
di andare via” –
racconta la piccola, avvinghiandosi al collo della Brown trovando in
lei una
sicurezza.
“Stavano
discutendo. Può capitare, sai?” – cerca
di tranquillizzarla l’adulta.
“Però
papà
gridava e io non l’ho mai visto così
cattivo” – rivela ancora la nobile.
“Ascolta
tesoro, tante volte noi grandi urliamo, litighiamo, però poi
passa. È un
momento no che può succedere a tanta gente. Questo non
significa che si diventa
cattivi. Devi essere serena perché tuo padre ti
amerà sempre e ora sarà
preoccupato e anche la tua mamma. È bene che torni a
palazzo” – le parole di Lisa
sembrano calmare Sophie che annuisce, accettando di rientrare
accompagnata
proprio dalle due nuove amiche.
Prima
però
la bambina ci tiene a comunicare un cambio programma –
“Ho deciso che questi fiori
li regalerò al mio papà. Anche io gli voglio
tanto tanto bene e le mie
margheritine lo calmeranno, sono sicura di questo”
Intraprendono
così il cammino.
La Brown
rivede in Sophie la Anna infante con le sue insicurezze, la sua
dolcezza, la
sua impulsività.
Sembra
che il passato sia tornato e che la vede nuovamente coinvolta nelle
vicende
della famiglia reale.
Elsa nota
lo sguardo commosso della zia, schiava dei nostalgici ricordi, e prende
parola
– “Parleremo noi con la tua mamma. Le chiederemo se
potrai venire qui a
trovarci più spesso”
“Davvero?
Io mi diverto con voi” – l’espressione
della principessina cambia in due
secondi. Adesso il suo sguardo emana luce e gioia.
“Anche
noi stiamo bene assieme a te. Puoi sempre considerarmi una di famiglia,
se ti
va ovviamente” – aggiunge la Bjorgman.
“Si.
Da oggi
diventi la mia zietta Elsa” – esclama entusiasta la
bambina.
Felice e
radiosa, Sophie afferra anche la mano della ragazza, rimasta fino a
quel
momento in secondo piano. Ed è in quel preciso istante che
Sophie nota un
particolare ed ingenuamente le domanda - “Come mai indossi
questi guanti
bianchi?”
Elsa
sobbalza. Mai nessuno era stato così diretto nel porle tale
domanda.
“Me li
hanno regalati e non riesco più a disfarmene”
– risponde, ricevendo subito dopo
una carezza da parte di Lisa, al corrente del potere che scorre nelle
vene della
nipote.
“Anche
io
li voglio. Così mi rendono uguale a te”
– aggiunge la nobile.
“Allora
ti prometto che te ne regalerò un paio non appena ci
rincontreremo. D’accordo?”
– così dicendo, Elsa diventa agli occhi di Sophie
un idolo da venerare.
Quello
che Lisa fu per Anna, adesso è la sorella di Kristoff ad
esserlo per la piccola
Sophie.
----------------------------------------------
Sono
davanti il castello quando alcune guardie le trattengono, riconoscendo
la
bambina.
“Era
con
voi? Chi siete?” – le interrogano.
“L’abbiamo
trovata da sola e sapevamo che doveva rientrare a casa. Eccola
qui” – spiega la
sarta.
Anna
è in
giardino, preda dei suoi pensieri e delle paure di non ritrovare
più sua
figlia. Ed è proprio allora che nota delle persone davanti
al cancello.
Impossibile
non riconoscerne una in particolare.
“Sophie”-
la chiama correndole
incontro in
lacrime.
La
piccola le si getta tra le braccia chiedendole scusa per essersi
allontanata.
“L’importante
è che stai bene e che sei tornata sana e salva”
– la riempie di baci, mentre le
lacrime non cessano di cadere violente sul suo viso.
La Brown
osserva la principessa e si commuove anche essa. Era da molto tempo che
non la
vedeva.
“Ciao
Anna” – la saluta poi – “Sembri
proprio una donna adulta adesso! Che bello saperti
di nuovo ad Arendelle. Sei mancata a tutti noi”
“Lisa!”
–
esclama la nobile, riconoscendola.
Entrambe sono
commosse, ritrovandosi dopo un lungo lustro.
“Sei
sempre la mia salvatrice. Stavolta mi hai riportato mia figlia.
Grazie” – la
abbraccia teneramente.
“Mammina
ti presento Elsa. Lei è molto speciale”
– la bambina si intromette, avvicinando
la madre alla Bjorgman.
Le due si
trovano una davanti all’altra. Si fissano in silenzio per
qualche secondo poi è
la principessa a prendere parola – “Grazie di cuore
anche a te. A quanto pare
hai stregato mia figlia in un battibaleno. Lei sa riconoscere il bene
nella
gente. Se ne ha visto tanto in te, non mi rimane che considerarti di
famiglia,
proprio come considero Lisa” – le sorride e
abbraccia anche quella sconosciuta,
ormai di casa.
Elsa, da
sempre molto controllata per via di un potere ingestibile, trattiene il
respiro. Anche se questa volta la situazione è diversa. Una
vibrazione strana
le scuote il corpo. Sente un legame anormale con quella ragazza e
ciò le
permette di spegnere a lungo la magia.
“Sembra
quasi di conoscervi milady” – afferma subito dopo
la Bjorgman, scrutando il volto
della nobile.
“In
effetti c’è qualcosa di familiare in te”
– nota anche Anna, poi aggiunge – “E
dammi pure del tu. Siamo o non siamo amiche? Chi è amato da
Sophie è amato anche
dalla sottoscritta”
L’arrivo
dell’intera famiglia reale interrompe il momento speciale tra
le quattro.
C’è
chi
accoglie allegramente il rientro di Sophie e chi invece ha
l’aria alquanto
alterata.
Hans.
“Papà,
guarda
cosa ti ho portato. Sono per te…” –
Sophie, saltellando, con le margherite tra
le mani, si avvicina al padre.
La
reazione del principe è però inaspettata e
spaventa tutti.
La mano
di Hans colpisce la guancia della bambina, lasciandole un evidente
rossore.
Immediato
è il pianto della piccola che lascia cadere a terra i fiori,
nascondendosi
dietro la gonna di Lisa in cerca di sicurezza.
“Cosa
hai
fatto? Come ti sei permesso?” – Anna, fuori di
sé, lo attacca duramente. Spingendolo
lontano da loro.
“Deve
capire che certe cose non si fanno. Pensava che l’avremmo
riaccolta felici e
contenti? No! Ogni azione ha una sua conseguenza. Dopo questo schiaffo,
state
sicuri che non scapperà più”
– così dicendo, sotto lo sguardo fiero di William,
il principe Westergard torna a palazzo, calpestando senza volerlo quel
dono che
la principessina voleva donarle e che adesso rimarranno spiaccicate a
terra.
Qualcosa
in lui è cambiato rapidamente e radicalmente.
“Anna.
tesoro, mi dispiace tanto. Non so cosa dire. Non è
più mio figlio quello lì” –
sostiene disperata, Serena.
“Ha
perduto tutta la mia stima e il mio affetto. Ha osato alzare le mani
sul sangue
del suo sangue. Non la passerà liscia. Se pensa che
così ha il controllo su di
me, si sbaglia di grosso”
Arrabbiata
come mai prima nella vita, la principessa si rivolge a Lisa ed Elsa,
anche loro
scosse da quanto appena visto.
“Portate
Sophie con voi, ve ne prego”
“Cosa?
Vuoi
allontanarla da palazzo? ” – si preoccupa la sarta.
“Si.
Io verrò
appena alcune domestiche prepareranno la nostra roba. Qui non rimaniamo
un
minuto di più”
Idunn,
rimasta in silenzio fino ad allora, si intromette –
“Anna, tesoro, così facendo
alimenterai la sua ira”
“Madre,
sono stanca. Se questo è il vero Hans io non voglio che
cresca Sophie
imponendole di vivere. Esattamente come fece mio padre con
me” – precisa la
principessa, tentando di calmarsi.
“Ascolta,
Anna. Hai ragione a sostenere che tuo marito è diverso. Ne
sono cosciente anche
io. Però, ti scongiuro, dagli almeno una seconda
opportunità. Se dovesse deluderti
di nuovo, sarò io la prima ad aiutarti a scappare. Te lo
prometto” – Serena le
propone un accordo, speranzosa di poter sistemare la situazione a modo
suo.
“Dovrei
perdonarlo? No! Non lo farò mai. Non condividerò
neppure il letto con lui”
La cocciutaggine
della ragazza è ingestibile. Solo Lisa riusciva, anni
addietro, a farlo.
E infatti
si intromette per calmare le acque – “Cara, ragiona
prima di decidere. Non essere
la solita impulsiva. Considera che allontanarti ora non farebbe che
peggiorare
le cose. Cerca invece di aiutare il principe a venire fuori da questo
momento
buio che sta vivendo e che lo sta cambiando. Sei in grado di colpire il
cuore
delle persone, Annie. Lo farai anche adesso”
“So
che
mi vuoi bene e vuoi aiutarmi. Però io non sono
più la ragazzina che ad ogni
problema venita nella tua sartoria per chiederti consiglio e sostegno.
Voglio essere,
per una volta nella vita, libera di decidere cosa è bene per
me” – impossibile farla
tornare sui suoi passi.
La futura
regina di Arendelle ha deciso: Sophie lascerà il palazzo e
lei la seguirà.
Come la
prenderà Hans? Lascerà partire sua moglie?
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Capitolo 15 *** 15 Capitolo ***
Così,
mentre
Anna decide di lasciare il castello all’insaputa del marito e
anche del padre che
sicuramente l’avrebbe trattenuta lì, Serena decide
di agire e di rimproverare
Hans come merita.
I tre uomini
sono nella sala del trono. Agnarr in silenzio ascolta William
complimentarsi
con il figlio per il controllo avuto sulla situazione.
Furiosa,
la Westergard avanza rapida verso l’ultimogenito e gli espone
la sua
disapprovazione.
“Non
avrei mai immaginato di vederti alzare le
mani su tua figlia. Hans cosa ti prende?”
“Moglie,
nessuno
ti ha interpellata. A noi non interessa il tuo pensiero
perciò stai zitta”- la
attacca il marito.
“Come
sarebbe
a dire? Io sono parte della famiglia. Ho il diritto di parlare quando e
come
voglio!” – continua Serena, alterata dai toni
altezzosi del coniuge.
“Se
avessi taciuto quando era il momento, non saremmo arrivati a
questo” – riprende
il re delle Isole del Sud.
“No se
pensi che sto zitta perché me lo imponi tu, ti sbagli di
grosso. Sono
esterrefatta, allibita, dal lavaggio del cervello che hai fatto a Hans
in
questi giorni. Devi vergognarti William”
L’uomo
sposta
lo sguardo sulla donna pronto ad agire come avrebbe dovuto fare
già tempo fa.
Ha una
mano pronta per colpirla in volto, quando interviene proprio il
principe ad
evitarlo.
“Padre,
fermatevi” – lo blocca.
“Hans,
credevo
avessi capito come è necessario comportarsi per
imporsi” – è sorpreso Will.
“Allora
c’è
ancora una speranza, figliolo! Lo sapevo. Vieni con me, seguimi.
Andiamo da
Anna e da Sophie. Potete chiarire e tutto tornerà alla
normalità” – afferma la
regina delle Isole del Sud, sorridente.
Eppure la
risposta di Hans non è quella che attendeva.
“Madre
avete capito male. Ho trattenuto mio padre per poter essere io a dirvi
di non rivolgervi
a lui con tanta sconsideratezza.” – il principe
Westergard sta difendendo a
spada tratta William.
“Non
ti
riconosco più. Ti ho cresciuto io, mentre l’uomo
che stai appoggiando ora, programmava
il tuo futuro per avvantaggiare le sue tasche”
“Serena,
ora basta!” – urla, irato, il consorte di lei.
“E’
questo che bisogna fare, madre. Mio nonno l’ha fatto con voi,
mio suocero l’ha fatto
con mia moglie ed io deciderò per Sophie. Fatevene una
ragione” – si impunta il
ragazzo, indicando alla sovrana Westergard la porta d’uscita.
---------------------------------------------
Nel
frattempo Elsa e Lisa, hanno accettato la proposta di Anna.
Durante il
tragitto verso casa, hanno cercato di consolare Sophie, dicendole che
ogni cosa
si sarebbe sistemata e che l’indomani avrebbe rivisto la sua
mamma.
Giunte alla
meta, vengono accolte da Clarissa Bjorgman.
“Eccovi,
finalmente. Siete sparite per troppo tempo, stavo temendo il
peggio” – afferma la
donna, abbracciando la figlia.
Nota subito
una sconosciuta, nascosta dietro la gonna di Lisa.
“Cosa
mi
sono persa?” – chiede allora alle due.
“Ti
racconto tutto più tardi. Adesso ti basta sapere che questa
bambina rimarrà con
noi e che si chiama Sophie” – precisa la sarta.
Clarissa,
confusa, annuisce. Chiede alla piccina di poter sistemare la sua
mantella in
una stanza più pulita, e una volta ricevuto
l’indumento tra le mani, la
Bjorgman nota un particolare cucitovi sopra.
Chiama in
disparte la cugina, approfittando di un momento di distrazione della
neo
arrivata, ed esige spiegazioni.
“Perché
stiamo ospitando una nobile? È imparentata con i sovrani di
Arendelle. Ho riconosciuto
lo stemma di famiglia. È lo stesso che aveva
anche…” – poi si zittisce da sola,
consapevole di aver parlato troppo.
E si
sa…in
quella casa persino i muri hanno orecchie.
“Hai
indovinato. È la figlia di Anna e del marito”
– comunica Lisa alla parente.
“Di
Anna?
Oh mio Dio! Non possiamo tenerla qui perché potrebbe essere
un problema per…”
“Si,
lo
so. Immagino che pensiate sia un dramma per Kristoff vedere Sophie a
casa
nostra” – commenta la Brown, alzando gli occhi al
cielo.
“Non
c’è
da banalizzare la situazione, cugina. Si tratta della
serenità di mio figlio” –
aggiunge Clarissa.
“Lo
so. Non
credo che sia una tragedia. Dopotutto lui è sposato con
Isabel da cinque anni,
quasi. Ha dimenticato la principessa già da tempo”
“Io
non
ne sono molto sicura” – sostiene la Bjorgman.
“Perché
pensi
questo?”
“Lo
conosco. Trascorre poche ore a casa. E’ come se volesse
evitare di trascorrere
del tempo con sua moglie. Non hanno avuto neppure dei figli.”
“Stai
ingigantendo il fatto. Vedrai che Sophie piacerà a Kristoff
e che presto
accetterà sia lei che sua madre qui”
“Aspetta.
Come hai detto? Lei e sua madre? Anche Anna verrà a stare da
noi?” – esclama scioccata
l’altra.
“Ehm…si.
Per
me è una figlia e voglio darle una mano”
“Non
capisco. Raccontami quale problema hanno. Il marito le permetterebbe di
lasciare
il castello?”
“No.
Ma hai
centrato a pieno il motivo di questo trasferimento…. Il
marito! Hans Westergard…è
da lui che vogliono scappare”
------------------------------------------------
Anna ha
chiuso l’ultima sacca di vestiti, grazie all’aiuto
di alcune domestiche. Tra queste
c’è anche Isabel, ignara che la principessa di
sposterà a casa dei suoi suoceri.
“Perfetto.
Adesso nascondiamo tutto in cucina. Stanotte le prenderò
lì, senza fare casini
che potrebbero svegliare il principe” – spiega alle
cameriere.
“Milady,
vi prego. Ripensateci. Siete appena tornata, già ci
lasciate?” – singhiozza la
più anziana delle lavoratrici. Lei sì che conosce
la ragazza che ha visto
nascere e muovere i primi passi fino a diventare una donna.
“Angie,
è
stato bello poterti rivedere e riabbracciare, anche se solo per due
giorni. Quando
Hans tornerà in sé e capirà cosa sta
perdendo, non esiterò a rientrare. Ma
prima di allora devo tutelarmi e tutelare mia figlia”
– la abbraccia
commuovendosi di fronte all’ennesimo addio.
Dopo la
cena, dalla quale Anna si sottrae con la scusa di un malessere fisico,
il principe
delle Isole del Sud raggiunge la consorte. E’ tranquillo,
come se la sberla
alla figlia e la assenza delle due a tavola fossero cose di poca
rilevanza.
Nota la
moglie coricata sul fianco sinistro, quello rivolto alla finestra.
“Moglie
mia, noi dovremmo parlare. Non pensi?” – le
sussurra all’orecchio.
Anna risponde,
brontolando – “Proprio ora? Non vedi che sto
cercando di dormire?”
Il tono
brusco infastidisce Hans e allo stesso tempo lo turba.
La donna
che ama non era solita accoglierlo così a letto.
“Solitamente
mi dai il bacio della buonanotte” - le richiede.
“Scordatelo”
– commenta lei, mandando in bestia il consorte.
“Invece
me lo dai, eccome”
Si posiziona
su di lei bloccandole le mani ed entrando violentemente con la lingua
nella
bocca della principessa.
Anna
cerca di dimenarsi e di liberarsi dal corpo di Hans che sta invece
cercando da
lei un rapporto sessuale.
Pensa e
ripensa alle tante volte che lei e il marito hanno avuto
intimità. Non c’è mai
stato amore intenso; soltanto due persone che si vogliono bene e che si
consolano reciprocamente.
Oggi
però
la situazione è diversa. Anche sessualmente, e su consiglio
di William, Hans
sta cercando di ricordare alla consorte chi comanda.
Con le
lacrime agli occhi e il cuore a pezzi, la principessa cede e decide di
assecondare per l’ultima volta le esigenze del compagno.
Le ore
seguenti sono un inferno per Anna che non riesce a spegnere il
desiderio di
Hans.
“Non
sei
stanco? Ora dormiamo, dai” – cerca di rivestirsi,
ma invano.
“Sono
io
a decidere quando dormire” – ormai Westergard sa
come parlare. Papà Will è stato
chiaro. Se la moglie dice in un modo, lui deve imporsi sottolineando il
dominio
dell’uomo.
Riprende
lì dove si era interrotto, fino a crollare poco dopo, con il
capo sul seno
della moglie.
Una notte
così la desiderava da tempo però si è
sempre limitato, per evitare di recare
male alla donna che ama.
Ha sempre
messo Anna davanti ai suoi desideri. Da oggi in poi la scena si
è capovolta.
Quando il
russare del principe si fa più forte, la fanciulla decide di
agire.
Ancora scossa
per quanto ha subìto, Anna si veste frettolosamente e senza
alcun rumore lascia
la camera.
Non prima
di aver posizionato un biglietto sul comodino accanto alla finestra.
--------------------------------------
È
buio
pesto; Arendelle è da brivido senza luci e senza voci di
gente in movimento.
La principessa
trascina la sua roba, piangendo disperata.
Nella
fontana centrale però qualcuno la sta aspettando.
“Tutto
bene, tesoro? Sono venuta fino a qui perché ho notato che
era tardi. Hai una
faccia distrutta” – le va incontro Lisa.
La
risposta di Anna è un abbraccio e un pianto lunghissimo che
sembra non volersi
placare.
Così
la Brown
non indaga per evitarle altro dolore.
“Eccoci,
siamo arrivate” – afferma la sarta, una volta
giunte sotto casa.
È
preoccupata
per lo stato di shock della ragazza che non parla e si è
chiusa in se stessa.
“Qui
sei
al sicuro” – la consola, sistemandola in una camera
dove è già presente Sophie.
“Grazie
di tutto Lisa” – sono le uniche parole che
pronuncia la nobile, prima di
stendersi accanto alla figlia e chiudere gli occhi.
La sarta
non ha idea del male che ha patito la giovane quella notte.
E nessuno
immagina cosa sta per capitare adesso.
----------------------------------------------
E’
mattino quando Hans, ancora nudo dopo l’atto sessuale con sua
moglie, la chiama
a gran voce, desideroso del bis.
Quando nota
un foglietto, lo afferra e lo legge senza esitare.
“Sposarci
è stato l’errore più grande
della mia vita. Io e Sophie non ti amiamo più. Meriti la
solitudine e tutto l’odio
del mondo. Dopo ciò che hai fatto con me stanotte, la
violenza che hai usato e
che ha colpito anche la bambina, non ho più dubbio. Lascio
Arendelle e lascio
te. Nostra figlia crescerà senza un padre padrone, un uomo
cambiato radicalmente
in due giorni, un essere senza scrupoli e senza cuore. Forse in fondo
lo sei sempre
stato. Hai solo indossato una maschera. Ma prima o poi, le maschere
cadono
tutte. Addio Hans Westergard. Non cercarci perché non ci
troverai. Addio”
L’uomo,
furioso, stringe tra le mani il biglietto, accartocciandolo e
gettandolo sul
pavimento.
E’
devastato dalla inattesa fuga della consorte.
Non sa
come agire ora che quello che Serena gli ha pronosticato si
è realizzato: avrebbe
perduto moglie e figlia se fosse cambiato. Ed è
ciò che è appena accaduto.
Sconvolto
e preda dei sensi di colpa, Hans non riesce a controllarsi.
Apre la prima
finestra, quella accanto al letto, e si sporge.
Un volo
rapido e un rumore assordante… poi
l’oscurità.
Chi
l’avrebbe
mai detto.
Presto Arendelle
avrebbe detto addio al futuro re e alla futura regina. E tutto
ciò in una sola
notte.
William
Westergard
e il suo estremo autoritarismo hanno distrutto una vita, una famiglia e
da oggi
in poi anche la sua felicità.
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Capitolo 16 *** 16 Capitolo ***
Il corpo
di Hans Westergard giace a terra, sull’erba umida che
circonda parte del
castello.
Una morte
assurda, di quelle che possono essere evitate se solo qualcuno avesse
immaginato
un epilogo simile.
Ma, in fondo,
chi poteva sospettare che il principe avrebbe optato per la soluzione
più drastica
ai problemi?
Quel mattino,
il destino vuole che a trovare il giovane privo di vita è
uno dei soldati del
re.
Agnarr
viene svegliato di soprassalto proprio da alcune donne della
servitù, in
lacrime, sconvolte da quanto visto, avvertite anche esse dalla guardia
all’esterno.
“Morto?
Come
è morto? Ma siete impazzite?” – chiede,
scioccato il sovrano, credendo che
quelle potevano essere esagerazioni delle sue lavoratrici.
Purtroppo
è la verità.
E il
cadavere a pochi passi da lui, lo pone di fronte ad un duro colpo.
Il medico
di corte viene subito convocato ed una volta giunto fino a palazzo, non
può che
affermare il decesso del nobile.
Mentre il
re di Arendelle pensa a come dover affrontare tutto il resto della
famiglia, chiuso
nella sala del trono, riceve la visita inaspettata di William anche
esso alquanto
frastornato da un caos percepito per i corridoi durante
l’intera notte.
“Possibile
che qui la tua servitù si muova fragorosamente,
infischiandosi dei reali che dormono?”
– si lamenta, mostrando la sua solita altezzosità.
“Will,
stanotte è accaduto qualcosa. Per questo hai sentito il
casino. C’ero anche io
tra quelli che si muovevano avanti e indietro nelle stanze”
– apre così il
discorso, cercando di essere calmo; purtroppo con scarsi risultati,
visto che
Westergard intuisce che il re è visibilmente distrutto.
“Mi
stai
preoccupando. Non ti ho mai visto così. Hai anche gli occhi
rossi. Spero per te
e per la tua mascolinità che tu non abbia pianto”
“Si,
ho
pianto e non mi vergogno a dirlo. Perché credo sia
impossibile non farlo. Lo farai
anche tu, consuocero” – continua Agnarr, con il
cuore in gola.
“Baggianate.
Io non sono il tipo da piagnistei. Mi chiedo piuttosto cosa possa farti
dedurre
che io possa comportarmi da femminuccia. Dovrebbe esserci del tragico
per
portarmi ad una conseguenza del genere” – il re
delle Isole del Sud insiste a
dire che è di ghiaccio e niente e nessuno lo scalfisce. Gli
rimane però un
dubbio – “Dimmi cosa è successo che ti
ha fatto sciogliere come neve al sole!” –
esige una risposta, banalizzando su delle lacrime che sono state
versate per la
scomparsa di Hans.
“Io…
non so
proprio come fare a dirtelo… ecco…
William…” – l’uomo inizia a
balbettare,
innervosendo maggiormente l’altro.
“Insomma!!!
Si può sapere oppure no?” – alza la
voce, irritato.
“È
accaduta una disgrazia stanotte” – continua il
sovrano di Arendelle.
“Che
tipo
di disgrazia? Sei caduto in rovina? Qualche alleato ha interrotto i
rapporti?” –
ovvio che per Will l’unico pensiero importante sono gli
affari. Una tragedia,
come la intende lui, è dal punto di vista commerciale.
“Niente
a
che fare con il danaro. Si tratta di Hans” –
così dicendo, Agnarr riesce a
zittire il consuocero.
“Cosa
c’entra
mio figlio?” – è allora che Westergard
inizia a temere davvero il peggio.
“Mi
dispiace davvero tanto ma…” – esita
qualche
secondo, abbassando il capo, amareggiato, poi la bomba viene tirata
fuori – “E’
morto”
Nessuno
dei due è consapevole dell’arrivo di Serena,
proprio allora nella sala del
trono.
La parola
“Morto” e le espressioni del marito la conducono
diretta ad una tragedia.
“Hans!
Come è possibile? No! Mio figlio no” –
William inizia a gridare e le sue urla
vengono udite da tutto il palazzo.
La moglie,
invece, impassibile davanti alla porta della stanza è
rimasta di pietra.
Ha lo
sguardo perso nel vuoto ed è impallidita
all’improvviso.
E’
Idunn
a trovarla, giungendo lì per caso.
“Consuocera,
cosa succede? “ – si preoccupa subito.
Le uniche
parole che la donna dice spiazzano la regina di Arendelle.
“Hans…
morto”
“Cosa?
Non
capisco. Stai stradicendo. Morto? Non può essere”
– è confusa Idunn e cerca
risposte più chiare.
Non fa in
tempo ad afferrare Serena per unirsi ai mariti dentro la sala del trono
che la
nobile perde i sensi, crollando tra le sue braccia.
Un dolore
infernale è piombato tra le mura del palazzo.
Agnarr decide
di avvertire il regno con il suono delle campane.
Ignora che
Anna e Sophie siano assenti e non appena si reca nelle loro camere nota
l’assenza.
“Che
fine
hanno fatto?” – si chiede, ordinando ad alcune
domestiche di controllare la
biblioteca.
Ed è
proprio
quando il re fa per lasciare la stanza da letto che si accorge di un
bigliettino stropicciato, in un angolo.
Lo afferra
e lo apre.
Ad occhi
sgranati legge quello che è stato l’addio tra Anna
e Hans.
“Non
può
essere” – l’aria triste per la morte
prematura del genero, si trasforma in ira incontrollabile
– “E’ stata lei la responsabile”
Senza ragionare
corre diretto verso la moglie, ancora seduta con i consuoceri nella
sala del
trono.
“Donne…sapete
cosa è questo?” – chiede, fuori di
sé mostrandolo in primis alla consorte.
“Santo
cielo! L’ha fatto davvero allora” –
esclama sconvolta Idunn.
“Cosa
vuoi dire? Tu eri al corrente, come immaginavo”
“Non
era
più felice e Hans era cambiato” – la
giustifica.
“Non
dire
sciocchezze. Non è da adulta agire così. E come
sempre, Anna si è mostrata per
ciò che è. Ha tirato troppo la corda questa
volta. Non la passerà liscia”
“Aspetta
Agnarr. Che intenzioni hai? Siamo a lutto. Lascia perdere le vendette
personali”
– la regina cerca di placare la rabbia del consorte.
Ma invano.
“Lei
deve
tornare qui e con lei anche la bambina. Hans non è riuscito
ad insegnarli il
rispetto per la famiglia. Lo farò io, una volta per
tutte” – così dicendo si
dirige verso le cucine.
Conosce alcune
domestiche sicuramente al corrente della fuga della principessa.
“O
parlate e mi rivelate dove si nasconde mia figlia, oppure vi licenzio
tutte
quante. Vi troverete ad elemosinare cibo per le strade del
regno” – minaccia la
servitù.
Alcune
singhiozzano,
preoccupate per il loro futuro.
Ad esserne
al corrente è Angie, amica di Anna.
Vorrebbe
tutelare
le sue colleghe, però dall’altro lato dire la
verità al re significherebbe
tradire la fiducia della nobile fanciulla.
Idunn
raggiunge il marito alle prese con le lavoratrici e cerca di calmarlo.
“Caro,
adesso sei sconvolto per la storia di Hans e stai ingigantendo un breve
allontanamento. Anna tornerà, vedrai. Non serve minacciare
questa povera gente”
“Tu
sai dove
si trova?” - le
chiede mostrandosi leggermente
calmo.
“Ovviamente
no!” – la donna invece sa dove è la
figlia però mente.
“Sai
che dire
bugie non fa di te una consorte degna e una regina meritevole del suo
titolo
nobiliare, vero?” – e Agnarr logicamente non le ha
creduto.
“Adesso
che Anna saprà della morte di Hans, tornerà a
palazzo. Ne sono convinta”
“Io
invece
so che è ciò che desiderava sin dal principio.
Liberarsi di lui e vivere come
le pare e piace. Ha fatto male i conti. Anzi ho un’idea
– così dicendo si dirige
verso il paese a passo spedito.
La moglie
lo segue, preoccupata dalle intenzioni.
Il re si
posiziona al centro della piazza. Richiama l’attenzione dei
sudditi e dà l’annuncio.
“Oggi
è
venuto a mancare il principe Hans Westergard. Un incidente che gli
è costato caro.
Per di più mia figlia Anna è fuggita. Chiedo a
voi un favore. Trovatela e
portatela a palazzo. Con lei c’è anche la
principessina. In cambio vi ricoprirò
d’oro”
“Agnarr!
Stai
mettendo una taglia sulla testa di tua figlia! Come puoi
farlo?” – esclama, scioccata
la sovrana.
“A
mali
estremi, estremi rimedi” – così dicendo,
l’uomo riprende il passo diretto verso
il palazzo.
Anna ha
scelto male il suo nascondiglio. Presto verrà a sapere della
morte del coniuge
e della ricompensa del re per chi l’avrebbe ricondotta al
castello.
La sua
idea di fuga non è stata vantaggiosa. Anzi. Adesso
sì che si troverà davanti un
vero e proprio padre padrone.
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Capitolo 17 *** 17 Capitolo ***
Anna dorme
beata, stretta alla sua bambina, sicura del posto in cui si
è nascosta. Sa che
lì nessuno può recarle male.
Ma ha fatto
male i suoi conti.
La notizia
della morte del principe gira veloce ed arriva all’orecchio
di Samuel Bjorgman,
alle prese con il pane da sfornare. Ormai è socio del
panettiere di Arendelle ed
è quello il luogo dove le donne si recano più
spesso durante la giornata. Il destino
vuole che sia la conversazione tra due di loro, durante la spesa nel
negozio, a
cogliere l’uomo.
“Come
è
morto?” – chiede sconvolto, intromettendosi nella
chiacchierata tra le due
pettegole.
“Si,
hai capito
bene Samuel. Il re in persona ha dato la tragica notizia. Si dice anche
che
abbia messo una taglia sulla testa di sua figlia”
“Cosa?
E
come mai?” – domanda Frank, l’altro
fornaio.
“La
principessa è fuggita via assieme alla bambina e questo, si
vocifera, abbia
mandato in crisi il marito che l’ha fatta finita. Ora il
nostro sovrano è fuori
di sé e cerca Anna per ricordarle i suoi dover
matrimoniali” – spiega una
donna, mostrandosi dalla parte del suo signore.
“Questo
Agnarr è tremendo” – commenta Samuel.
“Invece
ha
pienamente ragione, a mio avviso. Siamo donne e come tali dobbiamo
sapere come
comportarci e chi rispettare” – aggiunge
l’altra pettegola, schierata a favore
del re.
Bjorgman,
alquanto disgustato dal pensiero delle sue acquirenti, scuote il capo e
aggiunge – “Voi trattereste mai in questo modo una
vostra figlia? Io la mia
Elsa la tratto da regina, come merita. È la luce dei miei
occhi e qualunque
cosa desidera dalla vita può averla e farla. Io non posso
impormi e comandarla
neanche fosse di mia esclusiva proprietà. È un
essere umano e come tale è
libero” – tra lo stupore delle due presenti, lui
espone le sue idee.
“Mah…
questa nuova generazione è così moderna, non
trovi Susy?” – sussurra una all’orecchio
dell’altra.
Pochi minuti
dopo lasciano la panetteria. Samuel è rimasto davvero
colpito da quanto ha
sentito ed immagina già una possibile reazione di Kristoff
sapendo Anna chissà
dove e sapendo anche della morte del suo coniuge.
Fortunatamente
quel dì, il primogenito è rincasato prima del
previsto.
Anche
Lisa e Clarissa, alle prese con la sartoria, hanno sentito i rumori
della
campana e non sanno ben spiegarne il significato.
“Il
campanile ha rintoccato per ben sette volte! Strano che il re dia una
comunicazione del genere” – commenta la Brown,
alquanto perplessa.
“Sei
sicura che sette rintocchi significano lutto?” –
chiede per la terza volta, la
signora Bjorgman.
“Si,
cugina. Si. Spero ci diano presto notizie. Appena concludiamo la
cucitura di
questi ultimi abiti, apriamo bottega. Se qualcuno passa da noi,
saprà darci
notizie” – sostiene Lisa.
Anna nel
frattempo viene svegliata dalla vocina di Sophie.
“Mammina,
che bello che sei qui. Facciamo colazione insieme?”
– le propone la piccola.
La nobile
si stiracchia e, nonostante attorno a sé ci sia roba vecchia
e sgualcita, oltre
che in quantità ridotta, dove la luce è solo
quella che riflette sul vetro
della finestra, è felice.
Mai come
allora si sente a casa.
Avverte ancora
qualche dolorino fisico, causato dalle violenze della notte prima.
Prende per
mano sua figlia e si dirigono verso il cucinino.
“Buongiorno
zia Elsa” – esclama la principessina, avanzando
verso la ragazza alle prese con
il cibo.
Anna saluta
e siede a tavola.
“Dormito
bene?” – chiede la Bjorgman –
“Non saranno i cuscini di palazzo ma sono i
migliori che abbiamo”
“Sono
stata
benissimo, Elsa! Grazie. Non potevo volere di meglio”
– le sorride.
In quel
momento le due si ritrovano occhi negli occhi e rimangono a fissarsi
per alcuni
secondi.
Percepiscono,
stando vicine, delle strane sensazioni ed una familiarità
incredibile.
“Perché
ora
siete zitte?” – domanda Sophie, interrompendo il
silenzio.
“Penso
che io e la tua mamma siamo molto simili” – afferma
la più grande.
“Ora
che
vi vedo è vero. Sembrate quasi sorelle”
– aggiunge la bambina, facendo
sobbalzare sia Anna che Elsa.
Sorelle?
Assurdo!
Pensano entrambe.
“Potremmo
considerarci tali, visto che io rimarrò qui a
lungo” – precisa la nobile.
“Già!
Però
forse dovremmo parlare di questo in un altro momento”
– Elsa taglia corto ed
Anna nota infatti che le sue affermazioni hanno irrigidito
l’amica.
“Sophie,
raggiungi
la stanzetta qui accanto. Ho preparato l’acqua per un bel
bagno caldo. L’ho
riscaldata appositamente per voi.” – dice la
Bjorgman alla piccola che subito
corre nella direzione indicatale.
Rimangono
solo le due ragazze.
È la
principessa
a prendere parola – “Ho detto qualcosa che ti ha
infastidito poco fa?”
“Certo che no!!”
“Strano.
mi è sembrato quasi che ti desse fastidio la mia idea di
rimanere qui da Lisa”
“No,
ti
sbagli. Anzi. Il mio problema non sei tu”
“E chi
allora?”
Neanche a
dirlo.
In quel
preciso istante la porta viene spalancata.
Anna si
ritrova davanti l’ultima persona che immaginava di incontrare
a distanza di cinque
anni.
E lo
stesso vale per il neo arrivato.
“Kristoff?!”
“Anna?!”
“Cosa
ci
fai qui?” – si domandano reciprocamente.
Elsa,
avvicinandosi all’orecchio della giovane nobile le sussurra
– “Mi riferivo a
questo problema”
La vocina
di Sophie che chiama proprio la sorella dell’ex montanaro, la
costringe a togliersi
di mezzo.
Così
la
coppia rimane sola dopo ben un lustro.
“Ti
trovo
bene” – afferma lei, alquanto tesa.
“Anche
tu!” – aggiunge lui, imbarazzato.
Seguono
alcuni secondi di silenzio, interrotti dalla principessa che, preso
coraggio, rompe
il ghiaccio.
Si avvicina
al biondino e lo abbraccia.
Rimangono
accollati l’uno all’altra per minuti lunghi, quasi
eterni.
Non riescono
a staccarsi dopo aver faticato per avvicinarsi in quel modo.
Elsa, con
in braccio Sophie avvolta da una vecchia coperta rossa, irrompe senza
volerlo rendendo
possibile l’allontanamento fisico tra i due.
“Ehm…
scusate! Noi andiamo in camera” – dice,
allontanandosi rapidamente.
La bambina
fissa stranita la madre che invece ha abbassato lo sguardo ed
è arrossita.
“Quella
è
tua figlia?” – domanda Kristoff.
“Esatto.
La
mia unica ragione di vita” – commenta Anna.
“Complimenti!
Tu e tuo marito non potevate realizzare capolavoro più
bello” – sostiene il
giovane.
“Già…mio
marito ed io” – ripete la nobile tra sé
e sé.
E a proposito
di coniuge…
Lisa e
Clarissa sono appena venute a conoscenza della tragedia avvenuta a
palazzo e di
tutto ciò che ne è conseguito.
È la
sarta a correre verso casa per avvisare la principessa.
Lì
trova
Anna e Sophie sul divano, assieme ad Elsa e Kristoff. Il clima si
è rilassato
rispetto a qualche minuto prima.
Il merito
è della piccolina che ha saputo in un battibaleno colpire il
cuore di Bjorgman
e conquistarlo. Così dopo il rincontro imbarazzante tra gli
ex, Kris ha
dedicato solo attenzioni a Sophie, sotto lo sguardo pensieroso di Anna
e
sorridente di Elsa.
“Zia,
tutto bene? Come mai sei già tornata? Mamma
dov’è?” – domanda la
secondogenita
di Clarissa, confusa.
“Ho
una
notizia orribile da comunicarvi” – afferma,
rivolgendosi alla nobile.
La prende
in disparte e le racconta ogni cosa.
Anna
impallidisce sentendo del suicidio del suo consorte.
“Mio
Dio!
Non ci credo! E’ arrivato a tanto?! Come è
possibile?” – sconvolta, la ragazza
scoppia a piangere e si chiude nella camera, spaventando soprattutto
sua figlia.
“Calmati
Sophie. La mamma ha avuto un malore ma quando si riprende torna qui.
Adesso tu
vieni con me in sartoria. Voglio farti vedere degli abiti
stupendi” – con quella
scusa, Lisa allontana la bambina.
Rimangono
soltanto i fratelli Bjorgman che bussano insistentemente alla porta di
Anna in
cerca di spiegazioni.
La sentono
piangere e gridare e non capiscono il motivo.
“Se
non
ci dici cosa succede, non possiamo aiutarti” –
ripete più volte Elsa.
“Dai,
facci
entrare. Per favore” – la supplica Kristoff.
Ma niente.
La giovane
nobile non risponde.
Da sola
con se stessa inizia a sentire il senso di colpa pesarle sul cuore.
“Non
dovevo andarmene. Sono responsabile della sua morte. Solo io”
– si colpevolizza.
Sente di
aver spinto il marito a farla finita e decide, allora, di dover pagare
per quel
danno nel modo peggiore al mondo.
Non la
morte! Troppo facile…
Una volta
valutata la giusta punizione per se stessa, la principessa lascia la
stanza.
“Eccoti!
Finalmente. Si può sapere cosa ti ha preso?”
– cerca di capirla Kristoff.
“Grazie
per il vostro interesse. Fatevi raccontare tutto da Lisa. Sophie
rimarrà con
voi. Io devo scontare la mia pena”
“Che? Quale pena?” – Elsa è
spaventata dalle parole dell’amica.
“Torno
al
castello. Quale condanna peggiore se non quella di privarmi della mia
libertà?
Addio!” – fa per andarsene sotto lo sguardo
preoccupato di Elsa e quello triste
di Kris.
Non ha molta
scelta.
Al castello
c’è movimento. Si organizza la cerimonia funebre
per l’indomani e i coniugi Westergard
vivono quel lutto nel silenzio e nella totale lontananza. Non
c’è conforto tra
loro. si ignorano reciprocamente.
Nella
sala del trono si presenta Anna che, con occhi spenti e pallore chiede
umilmente
perdono per la fuga.
Agnarr
è furioso
con lei però in quell’occasione ammette che il suo
rientro immediato le ha
fatto guadagnare un punto in più.
Non evita,
però, di rinfacciarle la sua responsabilità.
“Sai
che
è colpa tua, vero?”
“Certo,
padre. Spero che vi basterà avermi qui”
“Questa
credi sia una punizione?” – la guarda stupito da
tali idee.
“Si.
Lo è.
Qui sono privata di ciò che desideravo di più. La
libertà. Adesso vado dai miei
suoceri. Condividerò con loro il lutto e vi prometto che non
sgarrerò più” – si
congeda e raggiunge la sala dove William e Serena sono chiusi da ore.
Idunn
è
stupita dall’assenza di Sophie e lo fa notare al re.
“Per
ora,
forse, è meglio così. La bambina sarebbe lo
spiraglio di luce che non ha il
diritto di avere per quello che ha fatto”
“Ma
Agnarr…”
– lo rimprovera la moglie.
“Niente
ma! Se si dimostrerà matura, riavrà la pace che
vuole. Per ora è bene che
sappia che dalle responsabilità non può
più scappare”
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Capitolo 18 *** 18 Capitolo ***
Il
funerale di Hans Westergard viene vissuto da tutta Arendelle con
profondo
dolore e lacrime di sincero dispiacere. Nessuno si assenta durante la
funzione
per poter dire addio a quello che sarebbe dovuto diventare il prossimo
re.
Anna
è in
prima fila assieme ai suoceri e ai genitori. Dietro di loro ci sono i
numerosi
fratelli del defunto, con le loro consorti.
In fondo
alla chiesa, sono presenti Lisa Brown, Clarissa e Samuel Bjorgman e
anche Elsa
è lì. Il loro desiderio è cogliere
Anna durante il rientro a palazzo per
poterle parlare e dare conforto.
Peccato che
re Agnarr ha voluto circondarsi di guardie per impedire strani incontri.
L’occasione
viene, così, persa.
Lisa,
prima di rincasare, raccomanda ad Isabel di controllare Anna e di
starle vicino
se dovesse mai avere bisogno.
Da quel
momento in poi la principessa di Arendelle si chiude in camera e taglia
fuori
il resto del mondo.
Gli incubi
iniziano a dominare le sue notti tanto da costringerla a chiedere aiuto
al
medico di corte con erbe utili al sonno.
E’
Serena
ad essere vicina alla nuora, condividendo la sofferenza.
“Se
non
avessi te, sprofonderei negli abissi e sarebbe difficile riemergere.
Tesoro,
Hans aveva una gemma rara tra le mani. Ha preferito perdere se stesso
sapendo
di aver perso te. Sappi che io ci sono e ci sarò
sempre” – queste sono le
parole che la regina delle Isole del Sud dice alla ragazza, durante
l’ultima
sera a palazzo.
I coniugi
Westergard hanno, infatti, deciso di tornare nel loro regno.
L’ennesimo
colpo per Anna che vede andare via un’altra persona centrale
nella sua vita.
Dal momento
in cui Hans si è suicidato, sono trascorsi trenta giorni.
Ed è
proprio la mattina del trentunesimo giorno che William e Serena
lasciano
Arendelle, con il cuore a pezzi e la sofferenza negli occhi.
Dire addio
ad Arendelle significa dire addio ad un capitolo nero delle loro
esistenze.
Quel mese,
Sophie lo trascorre a casa Brown, amata e curata dalle tre donne e
tutelata dai
due uomini Bjorgman.
Kristoff
e Elsa legano molto con la principessina, considerandola quasi di
famiglia.
E a proposito
di parentele acquisite…
Quella
stessa mattina ricevono una lettera sconvolgente da parte della
principessa.
“Per
il
bene di mia figlia, vorrei vivesse assieme a voi. Sarebbe felice
assieme a chi
le può dare gioia e serenità. Ovviamente
manderemo noi i fondi affinché ognuno
di voi possa vivere in tranquillità. In questo momento non
saprei darle l’amore
che merita. Per questo, ora che Hans non c’è
più, è bene che molte cose rimaste
in sospeso vengano alla luce. Kristoff… è per
questo messaggio” – a leggere è
la sarta che si paralizza di fronte alle ultime frasi del biglietto.
“Cosa
deve
dirmi? Avanti zia! Continua” – la esorta il
ragazzo, agitato e voglioso di
sapere.
“Non
penso
che Anna stia bene psicologicamente quindi non dovremmo prendere alla
lettera
ciò che è scritto qui. Magari è uno
scherzo. Magari è stato proprio il re a
scriverlo per allontanarla da
noi…magari…” – Lisa
è davvero nel panico.
Allora
Kris le strappa il foglio di mano e termina la lettura.
“Sophie
è
stata concepita da me e te la notte precedente le mie nozze. Non
è una
Westergard. La bambina che è lì è una
Bjorgman e ha diritto di vivere con suo
padre. Quello vero, quello che saprà amarla più
della sottoscritta”
Lo shock
dei presenti causa lo svenimento di Clarissa, soccorsa subito da Samuel.
La Brown fissa
preoccupata il nipote che, invece, manifesta un miscuglio di emozioni:
dall’incredulità,
alla rabbia, al dolore, e anche la felicità.
“Caro,
non
crederai mica a tali parole, vero? In fondo, non è vero che
voi due avete… cioè
è impossibile. Lei era a palazzo e tu eri qui”
– continua Lisa.
Il silenzio
e le lacrime di Kristoff le danno risposta affermativa.
“Oh
mio
Dio! Allora è vero. Avete fatto l’amore poco prima
che lei dicesse il sì sull’altare?”
– esclama sconvolta la sarta.
Kristoff non
risponde e decide di lasciare momentaneamente la casa. Esce sbattendo
con forza
la porta.
Elsa compare
proprio allora con Sophie in braccio, svegliata di soprassalto dal caos
degli
adulti.
“Cosa
succede?
Sembrate strani” – domanda la seconda dei Bjorgman,
guardando le espressioni
dei parenti.
Per di
più
sua madre è sul divano e suo padre le sventola dei fogli di
carta sul viso per
farle aria.
“Ehm…
non
adesso, cara!” – risponde Lisa prendendo con
sé la bambina.
-------------------------------------
“Principessa
Anna, volete che vi porti dell’altro?” –
chiede Isabel alla nobile, seduta a
letto nella sua camera da letto.
“No,
Isa.
Sto bene così” – la congeda. Prima,
però, la ringrazia di un favore –
“Grazie
per aver dato la lettera a Lisa. Non sarei potuta mai andare fin
lì. So di poter
contare su di te e su di loro”
“Certo,
signora. Io voglio bene a vostra figlia, abita a casa dei miei suoceri
da
giorni ormai e ho trascorso molto tempo con lei. E’
adorabile. La tratteremo nel
migliore dei modi”
“Lo
so. Conosco
il cuore di Lisa e quello di Kristoff” – aggiunge,
lasciandosi scappare
qualcosa di estraneo alla cameriera.
Infatti la
reazione confusa dell’altra è confusa –
“Kristoff? Conoscete bene mio marito?”
“Ehm…
più
o meno. Eravamo amici prima che incontrasse te” –
mente la ricca.
La conversazione
viene interrotta dall’arrivo di Idunn.
La regina
dà ordine alla lavoratrice di sistemare la cucina. Ed una
volta da sole madre e
figlia, anche la grande siede sul letto.
“Come
ti
senti?” – rompe il ghiaccio.
“Beh
vediamo. Come può sentirsi una donna che ha perduto il
marito, la figlia, la libertà
e la gioia di vivere… direi bene, tu cosa pensi?”
– ironizza, mantenendo lo
sguardo fisso sulla finestra aperta.
“Perdona
le mie inutili domande, tesoro” – aggiunge
l’adulta.
Seguono secondi
di silenzio che sembrano un’eternità.
L’immagine
raffigurata di Sophie alla parete apre un nuovo discorso –
“Quando riportiamo il
nostro tesorino qui al castello? Mi manca troppo. Vorrei averla con me
sempre”
“Sarà
contento il re della mia decisione” – afferma Anna,
spiazzando la donna.
“Perché?
Lui
adora sua nipote”
“Sophie
vivrà con chi l’ama davvero e la saprà
crescere in libertà e ricordandole che i
sogni vanno seguiti e non repressi” – sostiene la
giovane.
“In
che
senso “chi la crescerà”!?”
“Hai
capito bene. Qualcuno le darà ciò che a me
è stato negato”
“Santo
cielo, Anna! Sei impazzita? Hai dato Sophie a degli sconosciuti? Sei
sua madre”
– esclama scioccata Idunn, rimproverando la figlia.
“So
bene
cosa faccio. Lei non è lontana da chi l’ha messa
al mondo. E’ con Lisa e i suoi
parenti, i Bjorgman”
“Oh
mio
Dio!” – esclama sconvolta la sovrana. Cerca di
trovare spiegazioni razionali a
tale scelta assurda e dopo aggiunge – “Comprendo il
tuo stato, adesso sei
scossa per quanto accaduto a Hans, è comprensibile. Ma devi
capire che tutto tornerà
alla normalità. Ci vuole tempo. Sophie tornerà
qui da noi..”
“Allora
non sono stata chiara. Mia figlia rimane con suo padre. Quello
vero.”
“EH?”
– la
regina inizia a pensare che Anna sia davvero impazzita.
“Se
pensavate che io avrei ceduto la mia dote ad un ragazzo che non amavo
davvero, sbagliavate
di grosso. Io e lui non abbiamo fatto l’amore la prima notte
di nozze. Neppure
la seconda…né la terza”
“Cosa
stai dicendo?” – domanda l’adulta ad
occhi sgranati.
“Lui
ne
era consapevole, tranquilla. Io ho scoperto di essere incinta ma fino a
quel
momento non ci fu intimità tra noi. Non lo amavo e non ero
pronta. Ha compreso
e accettato un figlio non suo. Gli promisi che ne avremmo messo al
mondo uno
tutto nostro. Da allora trascorremmo molte notti insieme ma non rimasi
mai
incinta” – confessa Anna.
“Sei
salita sull’altare senza la tua virtù? Tesoro, si
può sapere cosa hai combinato?
E se i tuoi suoceri avessero saputo…” –
Idunn non sa proprio cosa pensare e
inizia a camminare avanti e indietro, nervosa.
“Mio
padre non deve sapere. Non ancora, almeno” - puntualizza Anna.
“No.
Assolutamente.
Altrimenti sarebbe uno scandalo e non so cosa potrebbe
combinare”
“Perfetto.
Adesso Sophie vivrà con suo padre. Lontana dalla vita reale,
con gente umile e
buona, chiaro?”
Idunn in
quel momento sembra rivivere un passato doloroso che l’ha
vista dire addio alla
sua primogenita, affidata ad una famiglia del popolo.
“Non
farlo, tesoro. Ti prego. Ti supplico” – cerca di
far ragionare la ragazza ma
invano.
“Ancora?
Sarò
libera di decidere per la bambina che ho dato alla luce?”
“Te ne
pentirai. Posso assicurartelo”
“Cosa
ne
sapete voi, madre! Mi avete sempre avuta accanto, dall’alba
al tramonto. Assieme
al re mi avete limitata in ogni cosa.” – la
rimprovera Anna, consapevole che dopotutto
la regina di Arendelle non può capirla al cento per cento.
“Invece
sì che comprendo! All’inizio ti
sembrerà la decisione migliore però in un secondo
momento capirai di aver fatto l’errore più grande
della tua vita. Lo so. Per esperienza
mia, personale. Non farlo”
“Per
esperienza? Cosa volete dire?” – a quel punto
è la principessa a insospettirsi.
Idunn vorrebbe
raccontare e rivelare un dolore ancora lacerante e opprimente.
“Madre…parlate!”
– insiste Anna.
Come agire?
La regnante di Arendelle si è lasciata andare troppo.
Difficile mentire alla
figlia. Ma in realtà non vuole più farlo e
così le racconta la verità.
“Te ne
pentirai come mi sono pentita io quando, tre anni prima della tua
nascita,ho
dovuto rinunciare ad una neonata, affidata dal re, tuo padre, ad una
famiglia modesta.”
“Aspetta…
che?!”
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Capitolo 19 *** 19 Capitolo ***
“Sono
le
persone giuste, mi ripeteva tuo padre. Si prenderanno cura della
bambina e
saranno felici di adottarla e renderla una di loro, continuava a dirmi.
Io mi
opposi, ma lo conosci bene. L’ha sempre vinta lui. Me la
strappò dalle braccia
cedendola ad una guardia. Fu questa a portarla dalla nuova famiglia.
Neanche
fosse un oggetto di scambio. Agnarr si sentì leggero, dopo
essersi liberato di
tale fardello” – singhiozza Idunn, rivelando un
grande segreto a sua figlia.
“È
assurdo. Cosa lo spaventava tanto da cancellare l’esistenza e
il ricordo di
quella neonata?” -
chiede Anna, colpita
dal racconto.
“Qualcosa
che spaventò anche me all’epoca ma che,
contrariamente a lui, non rimosse i
miei sentimenti verso la creatura che con sudore e sangue misi al
mondo” –
spiega la regina, asciugandosi le guance inumidite dalle lacrime.
“Avete
mai saputo quale gente l’ha cresciuta?”
“Un
uomo
e una donna con un figlio di due anni. Non li ho mai visti in
volto”
“Possibile
che un padre possa arrivare a tanto? È un mostro, non un
essere umano” –
commenta Anna, delusa e disgustata dal genitore.
“Rifletti,
tesoro. È esattamente quello che hai intenzione di fare tu
con Sophie” –
afferma Idunn, prendendo le mani della ragazza unendole alle sue.
La
principessa si ammutolisce visto che sua madre ha decisamente ragione.
“I
motivi
saranno ovviamente diversi ma ciò che tu hai scelto e che a
suo tempo scelse il
re sono la stessa. Non trasformarti in una donna fredda e calcolatrice
come
Agnarr. Te ne prego, figlia mia! I problemi vanno affrontati e
superati, con
l’affetto e l’aiuto di chi ti è vicino.
Non si può credere che togliere di
mezzo il fardello sia l’unica soluzione. Finirebbe tutto in
tragedia. Sophie si
sentirà tradita e non vorrà più
vederti. Ti odierà e presto il vostro legame
diventerà mero ricordo, un ricordo che peserà
sulla tua coscienza e che ti
renderà difficile anche soltanto respirare. Fidati di me.
Adesso andiamo da
Lisa e riprendiamoci la nostra piccina” – Idunn le
apre il cuore e la mette di
fronte alle conseguenze di quella decisione.
Ciò
colpisce Anna che inizia a capire di aver esagerato a chiudersi,
allontanando il
mondo da sé.
“Hai
detto che anche suo padre è lì, giusto?
Avrò l’onore di conoscerlo allora”
–
riprende l’adulta.
“Non
credo sia il caso, madre. Andrò da sola”
“Non
se
ne parla. Io ti seguo, sappi che non ti libererai di me tanto
facilmente” –
aggiunge decisa la sovrana di Arendelle.
“Wow.
Non
ti ho mai visto così determinata” –
commenta incredula la ragazza.
“Credevo
di non esserlo. Invece ho capito di dover tirare fuori le unghie quando
è
necessario. Voglio ricostruire la mia famiglia e nessuno
potrà impedirmelo.”
“Madre,
siete una donna forte. L’ho sempre saputo e sono felice di
vedervi combattiva”
– si emoziona Anna, abbracciando la regina, la quale
commuovendosi aggiunge –
“Credevi di aver ereditato la caparbietà da tuo
padre?! Sei esattamente come
me, Annie”
Una volta
fuori dal palazzo, le due si incamminano verso casa Brown.
“Manca
ancora molto?” – chiede Idunn alla principessa.
“Voi e
la
vostra pigrizia…non cambierete mai, vero madre?”
– la prende in giro la giovane.
Sembra che
la tensione e la tristezza di poco prima siano svanite.
Una breve
risata cambia finalmente l’umore di entrambe.
Camminano
a lungo e a metà percorso Anna domanda –
“Pensate che quella bambina ormai
donna, sia da qualche parte? Magari qui ad Arendelle?” -
ripropone il dibattito
sulla sorella abbandonata.
“Tesoro,
il re l’ha affidata a gente che abitava lontano da qui
proprio per evitare di
ritrovarla”
È
terribile. Però sapete almeno il nome dei suoi
genitori?”
“No,
lui
mi ha solo detto che erano brave persone”
“Accidenti”
– esclama Anna, rabbuiandosi.
“Cosa
c’è?” – si preoccupa la regina.
“Sono
davvero sconvolta da quello che ho saputo. Possibile che io ho una
sorella e
che ignoravo la sua esistenza fino a poco fa? E per di più
non ho indizi utili
per ritrovarla”
“Vuoi
seriamente cercarla? Lo faresti? Perché io non sogno altro
da anni ormai…” –
negli occhi di Idunn si accende un barlume di speranza.
A quanto
pare anche Anna ha desiderio di trovare la parente sconosciuta.
“Certo
che sì e non appena avrò sistemato la storia con
Kristoff Bjorgman, ci
metteremo sulle sue tracce” – le due si
abbracciando dandosi forza a vicenda.
“Adesso
sbrighiamoci. Manca poco. Non vedo l’ora di riabbracciare il
mio tesoro”
Anna
riprende il passo più spedita di prima.
Però
qualcosa ha turbato la regina.
“Madre,
tutto bene? come mai quella faccia?” – domanda la
fanciulla, notando l’adulta
indietro.
“Non
so
perché, ma quel cognome mi suona familiare”
– riflette ad alta voce Idunn.
“Probabilmente
perché Isabel, la nostra domestica più giovane,
sposandosi con il papà di Sophie,
è diventata Bjorgman” – ipotizza Anna,
chiudendo rapidamente il discorso.
Infatti tale
argomento incuriosisce la regina che nei restanti ultimi metri di
distanza
dalla meta vuole sapere tutto sulla vita e la figura del ragazzo che ha
rapito
il cuore di Anna.
Così
la
principessa le racconta per filo e per segno la sua prima ed unica
esperienza
con il vero amore.
“Penso
che farti sposare Hans sia stato l’errore più
grande della mia vita. Se tu mi
avessi anche solo accennato di amare un altro, avrei agito
io” – sostiene la
sovrana di Arendelle.
“E
come?
mio padre vi teneva incatenata al suo volere. Perciò non
sentitevi più in
colpa. Da oggi le cose cambieranno”
Dopo tali
parole, la conversazione si conclude.
“Siamo
arrivate” – afferma Anna, indicando la
piccola abitazione.
“Erano
anni che non venivo qui” – commenta, nostalgica, la
signora del castello.
Si
avvicinano ed è proprio la regnante a dare due colpi forti
alla porta.
Attendono
qualche minuto e finalmente sentono la voce di qualcuno
all’interno che avanza
verso l’uscio.
“Anna?!”
– esclama sorpreso Samuel, trovando davanti i suoi occhi la
persona che aveva
scritto loro di non volersi far più vedere e, soprattutto,
la ragazza che ha
nascosto per cinque anni ai Bjorgman la parentela con Sophie.
L’uomo
non sa se gioire rivedendola o rimproverarla aspramente.
“Possiamo
entrare?” – domanda la fanciulla, timidamente.
“Chi
è, cugino?”
– chiede la sarta, avvicinandosi anche essa alla porta.
E vedendo
Idunn assieme ad Anna sobbalza, incredula.
“Voi?”
-
esclama.
“Amica
mia! Posso abbracciarti?” – la prega la regina,
emozionata nel rivederla.
La Brown,
commossa, annuisce e le due si stringono affettuosamente.
“Noi
due
dobbiamo parlare, cara la mia Anna” – aggiunge poi
la sarta, con tono di
rimprovero.
“Lo
so.
Quella lettera potete bruciarla. Spero non l’abbiate ancora
letta davanti agli
altri. Tantomeno in presenza della mia bambina” –
è speranzosa Anna.
“Troppo
tardi!” – si intromette Samuel, freddamente.
“Mi
dispiace. Non dovevo. Credevo che la mia vita fosse finita e Sophie non
poteva
precipitare assieme a me. Meritava una stabilità affettiva.
Soltanto voi
potevate offrirgliela. Perciò ho pensato
di…” – spiega la principessa.
Viene
zittita dal capofamiglia dei Bjorgman – “Non vi
rendete conto del casino fatto?
Mio figlio adesso è là fuori, chissà
dove, furibondo con chi le ha nascosto per
anni un segreto enorme. Una figlia. Quella che credevamo una nobile ha
dentro
sé il nostro sangue. È una di noi, capite che
shock? Io da quando l’ho saputo,
questa mattina, non riesco a darmi pace. Come si fa ad essere tanto
egoisti?”
“Adesso
vi ordino di finirla, signore. State parlando ad una principessa e alla
sovrana
di Arendelle. Un po' di rispetto” – interviene
Idunn, alzando la voce.
“Rispetto?
Perché? Voi sapete cosa è?” –
urla Samuel, accecato dalla rabbia.
“Calmatevi,
per cortesia” – è Lisa a mettersi in
mezzo per placare gli animi.
Fortunatamente
a impedire una lite accesa, è l’arrivo di Elsa
assieme a Sophie.
“Cosa
è
questo baccano?” – domanda la ragazza, intenta a
sistemare alcune ceste di
frutta sul tavolo della cucina.
“MAMMINA!”
– grida la piccola, correndo incontro alla madre in lacrime,
rivedendola dopo
un lungo e difficile mese.
Si
abbracciano e baciano. A loro si unisce anche Idunn che ripete
più e più volte,
alla nipote, quanto le vuole bene e quanto le è mancata.
“Da
adesso in poi non ci separeremo più” –
le promette Anna.
Elsa,
osserva la scena poco distante e non può non chiedersi cosa
ne penserà Kristoff
vedendole sottratta per la seconda volta la sua unica bambina.
“Scusate,
vorrei capirci di più. Mi sembra strano il vostro
comportamento. Prima mandate
un biglietto, date notizie sconvolgenti e dopodiché tornate
sostenendo di
portare via l’unica ragione di vita di mio
fratello” – afferma Elsa, confusa.
“Hai
ragione, solo che non posso perdere anche lei. Capisci?”
– risponde la nobile
fanciulla.
“No!
Non
capisco” – Samuel fa da spalla alla secondogenita,
aggiungendo che è
impensabile che loro ora vadano via con la nipotina.
“Siamo
i
regnanti di Arendelle e decidiamo noi se andare e con chi
andare” – precisa
Idunn.
“Ok,
basta. Basta. Finiamola una volta per tutte. Se
c’è qualcuno, qui, che ha
diritto di esprimersi è Kristoff” –
prende parola Lisa.
“Peccato
che non sappiamo dove sia” – aggiunge il signor
Bjorgman.
“Sarà
rincasato. Conoscendolo si sarà serrato in casa,
approfittando dell’assenza di
Isabel che è al castello” – ipotizza
Elsa.
“Allora
bisogna andare da lui” – propone Idunn,
avvicinandosi all’uscita.
“No!
Voi
non andate da nessuna parte. Sono io che devo affrontarlo”
– la trattiene Anna.
Decisa,
saluta sua figlia e le promette che sarebbe tornata al tramonto
– “Ho tante
cose da raccontarti, tesoro mio. Lo farò presto. Adesso,
però, devo andare a
risolvere una questione importante. Aspetterai qui con la nonna, va
bene?” – le
dà un ultimo bacio e corre via.
Stavolta
non ha scuse né vie d’uscita.
Finalmente,
sola con Kristoff, potrà spiegarsi e sistemare una volta per
tutte la
situazione.
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Capitolo 20 *** 20 Capitolo ***
Anna
raggiunge la casa di Kristoff e Isabel, poco distante da quella di Lisa
Brown.
Bussa
alla porta più e più volte.
“Kris,
sono io! Dobbiamo chiarire. Ti prego, apri!” –
insiste non ricevendo purtroppo
alcuna risposta.
Nonostante
l’evidente assenza di Bjorgman, la principessa non vuole
accettarlo.
“Non
mi
arrendo. Devo vederlo. Prima o poi dovrà uscire da
lì. Lo aspetterò anche a
costo di rimanere al freddo tutta la notte” –
decisa ad incontrare il suo ex
amante, Anna siede su un vecchio muretto e comincia a canticchiare, per
ammazzare l’attesa.
Spera
davvero di non dover indugiare a lungo. Però il tempo passa
e di Kristoff non
si vede neanche l’ombra. Il freddo inizia a raggelare
l’aria e a indebolire la
fanciulla.
Determinata
a non mollare, si riavvicina alla porta e bussa, una, due, tre
volte… lo chiama,
lo supplica.
“Dove
sarà?” – si demoralizza, immaginando e
temendo il peggio. Possibile che
nell’arco di una giornata non si sia fatto vivo?
“Kris,
se
sei lì dentro, sappi che non potrai nasconderti a vita. Io
tornerò qui ogni
giorno, fino a quando non ti vedrò e potrò
spiegarti ogni cosa” – la
temperatura climatica la costringe a rincasare.
Con il
capo basso e le lacrime agli occhi, la principessa riprende il tragitto
verso
l’abitazione di Lisa, dove ha lasciato temporaneamente sua
madre e sua figlia.
E’
allora
che si trova di fronte qualcuno. Peccato che non sia quella che Anna
cerca.
“Signorina!
Siete voi? Cosa ci fate qui? ” – le chiede Isabel,
incappucciata e tremante per
via del clima.
“Isa…ehm…
hai già terminato i servizi a palazzo?”
– domanda Anna, cambiando argomento.
Ora non sa proprio come spiegarle le ragioni che l’hanno
condotta fino a casa
sua.
“Si.
Anzi
a dirvi la verità, il re vi cercava e ha iniziato a pensare
che sia voi e la
regina foste scappate” – le confida la domestica.
“Accidenti!
È tardi, è vero! Scappo... a domani”
– senza aggiungere altro, corre via,
evitando le ulteriori domande della lavoratrice.
Raggiunta
l’abitazione della sarta, viene immediatamente accolta
dall’abbraccio di
Sophie.
“Mammina,
sei ghiacciata” – le fa notare la piccina.
“Si,
adesso torniamo a palazzo e ci mettiamo nel nostro lettone
caldissimo” – le
sussurra dandole dei bacini sulle guance.
Anna
avanza verso la cucina e lì trova la famiglia Bjorgman
intenta a discutere
ancora con Idunn.
“Tesoro,
eccoti, finalmente. Allora? Come è andata?”
– le domanda la donna.
“Niente
di fatto. Non l’ho trovato” – comunica,
delusa, la fanciulla. Poi aggiunge - “Adesso
è meglio tornare al castello. Il re è in
pena” – sostiene la principessa,
rivolgendosi alla madre.
“Assolutamente.
Sarà felicissimo di riabbracciare la nipotina”
– aggiunge Idunn, sorridente.
Mentre le
tre si dirigono verso l’uscita, Sophie saluta i presenti,
ormai suoi amici, che
l’hanno amata e tutelata in quel mese lontana da casa.
Elsa la
osserva e sente una stretta al cuore. Difficile separarsi da chi si ama
e ormai
quella piccina le è entrata dentro. Cerca di trattenere le
lacrime, ma dire
addio a quella che ha scoperto essere sua nipote le frantuma
l’anima.
Anche
Clarissa non riesce a fare a meno di piangere, stretta alla cugina.
Samuel,
invece, preferisce attaccare di nuovo duramente le due nobili
ricordando loro
il suo ruolo di nonno.
“Non
avete diritto di portarcela via. Siamo anche noi la sua
famiglia”
“Ancora?
Credevo avessimo chiarito questo particolare. Sophie verrà
sempre a trovarvi.
La porteremo noi in questa casa, però adesso è
bene che torni alla vita di
prima!” – insiste Idunn.
La
bambina ignara della verità, spontaneamente corre incontro
al signor Bjorgman.
“Ci
vediamo domani. Promesso” – gli sorride.
Samuel,
commosso, la solleva da terra e la stringe a sé.
“Saremo
sempre al tuo fianco, piccina nostra. Non dimenticarlo mai”
Sono
sull’uscio pronte per andare via quando Elsa le segue per
salutarle a modo suo.
“Tesoro,
questo è per te” – così
dicendo, la giovane realizza con la sua magia, un
pupazzo di neve sotto gli occhi di tutti.
Anna
sobbalza spaventata e osserva stupita la ragazza di ghiaccio.
Una cosa
simile non sapeva esistesse.
“Co..co..come
sei riuscita a…?” – inizia a balbettare.
Sophie
invece è al corrente e ringrazia la zia, gettandosi tra le
sue braccia.
“Lo
chiamerò Olaf e verrò a giocare con lui tutti i
giorni” – sostiene la bambina,
baciando teneramente la Bjorgman.
Ciò
accade sotto lo sguardo pietrificato di Idunn, la quale conosce quel
potere e sa
che non è comune tra gli esseri umani. Da quelle parti
nessuno ne dispone.
Nessuno eccetto una persona che venti anni prima fu allontanata da
Arendelle.
“Posso
sapere come ti chiami?” – le domanda allora, non
essendone al corrente.
“Madre,
ha appena usato la magia e a voi interessa sapere il suo
nome?” – chiede
confusa e scioccata Anna.
“E’
importante per me saperlo” – precisa la regina
– “Ti prego, ragazza. Dimmelo”
–
la supplica.
E
così
riceve la notizia più sconvolgente della vita.
“Elsa!”
–
risponde la fanciulla.
Elsa…
i
poteri di ghiaccio…tutto torna.
“Non
può
essere” – esclama ad occhi sgranati la sovrana.
“Stai
bene? Sei impallidita improvvisamente” – si
preoccupa Lisa, poi ordina alla
nipote – “Prendile dell’acqua, Elsa!
Subito”
Approfittando
del momento di assenza della giovane dai poteri magici, Idunn confessa
alla
figlia, sussurrandole all’orecchio, quanto appena scoperto
– “Ho appena
ritrovato la mia bambina scomparsa”
“Aspetta…che?
E chi sarebbe?” – esclama perplessa Anna
“Elsa
Bjorgman… è lei tua sorella”
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Capitolo 21 *** 21 Capitolo ***
Le due
donne rimangono in silenzio con lo sguardo fisso su Elsa.
Gli occhi
di Idunn parlano chiaro. Ha appena ritrovato una figlia creduta
lontana, chissà
dove.
A sconvolgere
più di ogni cosa, anche della realizzazione di un pupazzo di
neve magico, è,
per la principessa il fatto di averla da tempo vicina senza sapere chi
fosse in
realtà.
La studiano
per bene immagazzinando ogni tipo di pensiero sulla fanciulla dai
poteri di
ghiaccio.
Ad irrompere
tra le due è Clarissa, preoccupata della possibile reazione
delle nobili di
fronte alla magia di sua figlia.
“Vi
prego, maestà. Non fate del male ad Elsa.
Non è pericolosa. Anzi. Mi stupisce che abbia usato i poteri
di fronte a tutti
voi. Le abbiamo sempre insegnato a tenerlo celato, a domarlo in ogni
modo. Vi
prometto che semmai dovesse usarlo ancora, andremo via da Arendelle e
non ci
vedrete mai più…”
“No,
non
potete andarvene!” – risponde subito Anna.
“Se
è necessario
lo faremo” – insiste la signora Bjorgman.
Pensare
di dover perdere una seconda volta la sua adorata figlia, scuote Idunn
che precisa
– “Non serve scappare. Ammetto che potrà
sembrare strano ma sapere che quella
ragazza si chiama Elsa e controlla il ghiaccio, è stato
importante per me e per
dei sensi di colpa che mi covavano dentro da due decenni”
“Sensi
di
colpa? Non capisco” – è confusa la
signora Bjorgman.
“Non
importa. Le basti sapere che il suo segreto è al
sicuro” – conclude Idunn,
riuscendo a tranquillizzare Clarissa.
Mentre le
due parlano, Anna, con il cuore in gola, si avvicina alla figlia e alla
ritrovata parente. Cammina a passo lento mentre le osserva abbracciarsi
e
coccolarsi.
Posa gli
occhi sul volto della sorella e nota delle somiglianze notevoli che la
rendono
ancora più convinta delle parole di sua madre.
“Principessa,
venite a conoscere il nuovo amichetto di Sophie” –
la chiama Elsa, non dando
alcun peso alle possibili reazioni di gente che, fino a qualche attimo
prima,
era ignara della sua magia.
Anna si
inginocchia davanti la bambina e il buffo pupazzo di neve.
“Co...come
è possibile tutto ciò?!” si domanda ad
alta voce la nobile fanciulla.
A tale
quesito risponde la popolana – “Ho voluto darle un
motivo in più per venirmi a
fare visita. Lì al castello, immagino, non ci siano bambini
con cui giocare”
“Io
intendevo…come è possibile che tu abbia un dono
così raro e unico e l’abbia
dovuto celare per anni. Come si può condannare una persona
per la sua natura?”
– sostiene Anna, ancora scioccata dalla crudeltà
paterna nel dare via una
neonata, sangue del suo sangue.
“Mi
è
stato sempre vietato, sin da bambina. Papà mi ripeteva che
era per il mio bene
e per quello di chi mi circondava. Così ho indossato dei
guanti che sono
diventati la mia protezione” – racconta,
malinconica, la Bjorgman.
“Devi
aver sofferto tanto, costretta a nascondere chi sei davvero”
– riflette Anna.
“Non
ho
patito alcun dolore. Ho avuto una famiglia affettuosa e premurosa al
mio fianco.
Certo…mancava cibo a tavola, molto spesso. Però
l’amore, quello vero e puro,
era presente in ogni momento. Sono cresciuta imparando ad apprezzare le
piccole
cose e a rispettare il volere di chi mi ha messa al mondo”
– afferma Elsa, con
le lacrime agli occhi.
“Sei
una
persona splendida. Direi che la somiglianza fisica tra noi è
evidente ma quella
caratteriale non esiste” – commenta la principessa,
spiazzando l’altra che
esclama – “Somiglianza fisica? Magari è
una sua impressione, signorina. Io e
lei dopotutto non abbiamo legami. Come potremmo mai
assomigliarci?”
Ed è
allora che Anna inizia a piangere, non trattenendosi più.
Idunn vede
la ragazza crollare e le corre subito incontro per evitare che,
raccontando troppo,
crei dei disastri.
“Ehm...
è
meglio tornare al castello o il re impazzirà non trovandoci.
A presto allora”
Taglia
corto e trascina figlia e nipote con sé.
Sapere di
avere Elsa ad Arendelle e di poter instaurare un rapporto speciale
senza
doverle necessariamente raccontare chi è davvero, ha
rafforzato Idunn che
adesso sente di poter affrontare la vita con coraggio e grinta. Quelle
che ha
sempre avuto ma che ha represso per lasciare emergere gli altri, a suo
discapito.
Percorrono
rapide il tragitto che le separa da palazzo.
A parlare
è soltanto la bambina, gioiosa di tornare a casa di nuovo,
che racconta quanto
di bello ha vissuto grazie alle premure di Elsa, Lisa, Clarissa e anche
degli
uomini della famiglia Bjorgman.
L’unica
tristezza che manifesta quando raggiunge i cancelli di palazzo
è legata alla
scomparsa di Hans.
“Mammina,
voglio un ricordino di papà” – le
chiede, notando una statua in giardino,
dedicata proprio al defunto principe.
Senza
rendersene conto, Anna collega la figura di genitore non più
a Westergard bensì
a Kristoff e per questo esclama – “Cosa dici,
tesoro? A cosa ti serve? Presto
lo rivedrai”
Idunn
sgrana gli occhi sentendo tali parole. La sovrana ha intuito, invece,
che Sophie
si riferisce all’uomo che l’ha cresciuta. Quindi la
rimprovera, con tono
scherzoso - “Cosa dici, figliola?”
“Mammina,
perché dici le bugie? Tutti mi hanno raccontato che papino
non c’è più. Perché
ora dici che lo rivedrò?” – la piccina
è confusa e anche spaventata.
“Ehm…io…scusami
amore mio però…” – il
richiamo materno e i dubbi della bambina, riportano Anna
alla realtà, tanto che inizia a pensare –
“Cosa ho detto?! Sto impazzendo”
“Nipotina
mia, la tua mamma è stanca. Dice cose senza senso. Voleva
intendere che lo
rivedrai perché andremo assieme a portargli dei fiori dove
giace il monumento
in suo onore” – interviene la regina, riuscendo a
convincere Sophie dello
sbaglio non voluto della madre.
La prende
in braccio e percorrono gli ultimi metri che le separano dal castello.
Anna
rimane indietro di pochi passi e inizia a singhiozzare, riuscendo con
un pianto
liberatorio ad alleggerire un carico emotivo opprimente dovuto a quanto
vissuto
negli ultimi trenta giorni.
-------------------------------------------
“Eccovi,
finalmente. Si può sapere che fine avete fatto?”
– urla Agnarr, riconoscendo la
consorte per i corridoi.
“Guarda
chi
è tornata a casa!” – risponde Idunn,
mostrando all’uomo la creatura celata dal
suo ingombrante gonnone.
“Sophie!
Piccola…sei davvero tu?!” –
l’espressione rabbiosa del re si ammorbidisce. Una luce
particolare gli colora il viso e finalmente torna a sorridere come
faceva un
tempo.
Mai si
sarebbe aspettato che riabbracciare sua nipote potesse dargli tanta
gioia.
Inizialmente
credeva addirittura fosse un problema averla al castello, in quanto
avrebbe
alleggerito il dolore di Anna, che invece andava patito come punizione.
I due si
stringono forte e Idunn rimane sorpresa accorgendosi di alcune lacrime
sulle
guance del marito.
Anna dopo
essersi sfogata, sola con se stessa, raggiunge i familiari.
“Figliola,
guarda tuo padre. Sembra diverso, non trovi anche tu?”
– le fa notare Idunn.
“Rimane
sempre
un uomo senza cuore” – commenta con disprezzo la
principessa.
“Cosa
dici?
Se ti sentisse il re, sarebbe un problema” – la
rimprovera la sovrana.
“Sai
quanto
mi importa” – replica la ragazza.
Con freddezza,
separa nonno e nipote prendendo con sé Sophie.
“Buonanotte”
– saluta trascinando la figlia nella camera.
“Anna
è ogni
giorno sempre più strana” – sottolinea
Agnarr, osservando la giovane allontanarsi.
“Il
dolore trasforma le persone. Maggiormente sono le menzogne e i segreti
a fare
più male di tutto” – sostiene Idunn.
“Cosa
vuoi dire con questo?” – chiede confuso
l’uomo.
“Nulla.
Vado
a letto” – si congeda anche la regnante,
raggiungendo la sua stanza, con la speranza
di prender sonno immediatamente, allietata dalla gioia di avere
finalmente
ritrovato l’amata figlia.
------------------------------------------------
Kristoff rientra
nell’abitazione dei genitori al sorgere del sole.
“Eccoti,
finalmente! Ma che fine hai fatto ieri? Sei sparito nel
nulla” – esclama Clarissa,
vedendo il figlio sull’uscio di casa.
“Ho
pensato a lungo. Non capita tutti i giorni di scoprire di essere padre
da
cinque anni!” – commenta lui, afferrando una tazza
di thè bollente dal tavolo.
“Come
fai
a bere così velocemente? Non ti ustioni la lingua e le
labbra?” – lo rimprovera
la madre, invitandolo a sedersi e a far colazione con calma.
Lui
però
la ignora e si dirige verso le stanze da letto.
“Dove
è Sophie?
In camera di mia sorella?” – domanda.
Lisa e
Elsa sono le prime ad imbattersi in lui.
“Kris!
Fratellone,
dove eri finito?” – gli si getta al collo la
ragazza.
“Vi
racconto
dopo. Ora voglio vedere la bambina. Dorme ancora?”
Le due
donne non riescono a dargli una risposta perché Kristoff
spalanca la porta
della camera di Elsa e trova tutto perfettamente in ordine.
“Non
è
qui! Dove ha dormito stanotte? Con te Lisa?” –
chiede alla zia.
La sarta scuote
la testa, dispiaciuta.
“Insomma…mi
volete dire dove si trova?” – si altera lui.
“E’
con
Anna” – a quel punto a rispondere è
Clarissa stessa.
“Anna?!
Ma
lei aveva detto che non…”
- il giovane è
scioccato e non comprende il comportamento della sua ex –
“Come ho potuto
innamorarmi di lei! E’ una pazza… prima mi tiene
nascosta mia figlia, poi un
giorno se ne esce con un bigliettino dove dice “Hey guarda
comunque Sophie l’abbiamo
concepita assieme” e poi cambia idea e se la porta via... di
nuovo! No!
Stavolta non le permetto di fare come le pare. Mi
sentirà…a costo di andare a
palazzo e strapparle via la bambina” – Kristoff non
ragiona più.
Inutili i
tentativi di trattenerlo in casa da parte delle tre donne presenti.
Bjorgman
corre via diretto verso il castello con un unico obiettivo: prendersi
ciò che
gli appartiene. Per farlo fingerà di essersi recato
lì per vedere Isabel.
Quale scusa
migliore, altrimenti!
Poco dopo
infatti…
Isa è
in
cucina, dedita alla preparazione del pranzo. Non si sente in piena
forma da
qualche tempo ormai e le sue colleghe le ricordano ogni volta di badare
alla
salute. Puntualmente la giovane risponde che il lavoro
l’aiuta a non pensare
alla sua situazione amorosa. Un marito sempre assente e che nutre nei
suoi
riguardi soltanto affetto.
Quella
mattina riceve però una visita inaspettata che la elettrizza.
“Amore,
che ci fai qui?” – domanda, dandogli un rapido
bacio sulla guancia.
“Volevo
vederti. Ieri sono stato fuori un’intera giornata.”
– spiega, mentendo sul
motivo che l’ha condotto al castello.
“Già
che ci sei, aiutami a portare questa roba
sopra” – ordina Isabel, lasciando tra le possenti
braccia del marito alcuni boccali
di vino e un sacco colmo di tuberi.
“Vi
fanno
sgobbare come degli asini!” – sottolinea lui,
notando i pesi notevoli da
portare in spalla.
“Non
ci
lamentiamo. Noi donne sotto sotto siamo meno brontolone e svolgiamo
senza
sbuffare ciò che viene ordinato” –
ridacchia, poi fa la linguaccia.
Raggiungono
il piano superiore – “Grazie, tesoro. Puoi posare
tutto qui. Per favore
potresti riscendere e prendere i due vassoi in cucina? Io devo
sistemare la camera
della principessa e della bambina” – spiega Isabel.
“Ah
si? Sophie
è rientrata?” – lui finge di non sapere.
“Certo.
Credevo
lo sapessi. Ieri Anna e la regina sono andate a casa dei tuoi e
l’hanno portata
via”
Kristoff
stringe i pugni per trattenere la rabbia, mentre sua moglie racconta i
particolari
del giorno precedente.
Per di
più, la domestica si lascia sfuggire un particolare che
l’ha colpita e che colpisce
anche Bjorgman.
“Ieri
ho
trovato la signorina Anna vicino casa nostra. Non mi ha dato
spiegazioni. Ha tagliato
la corda senza dire nulla. Mi ha stupito questo comportamento. Non
comprendo
come mai fosse lì e cosa volesse da noi”
“Dici
sul
serio? Girovagava dalle nostre parti?”
“Si.
Adesso
però ti prego, fai ciò che ti ho chiesto. Io
corro altrimenti riceverò il
rimprovero del re” – Isabel si affretta e
più veloce della luce raggiunge la
stanza della nobile fanciulla.
Kristoff
torna in cucina, schiavo dei suoi pensieri. Prende il pranzo e lo
trasporta fino
al salone. Posiziona i vassoi sul tavolo e si allontana. Continua ad
avere in
testa solo lei: Anna!
“Chi
è
lei? Cosa ci fa qui?” – gli chiede una voce alle
sue spalle all’improvviso.
Il ragazzo
si volta lentamente e si trova faccia a faccia con la principessa di
Arendelle.
“Kris?!
Sei tu?”
“Ciao
Anna! Scommetto che non sei felice di rivedermi” –
sostiene lui, rancoroso.
“Invece
ti sbagli. Ieri ti ho cercato ma eri come sparito nel nulla”
“Affari
miei. Dove ero non ti interessa”
“Lo
so. Però
vorrei parlare con te,meriti di sapere la verità”
“La
verità? Dopo cinque anni vieni a parlarmi di
verità?” – le tuona contro.
“Shhh
abbassa la voce o ci sentirà mio padre”
“Non
mi
interessa. Adesso mi segui e mi racconti per filo e per segno
perchè mi hai tenuto
nascosto che Sophie è mia figlia. Mia figlia…
sangue del mio sangue…”
In quel
frangente un rumore assordante costringe i due a zittirsi.
I piatti
di ceramica utilizzati dal re per il pranzo sono andati distrutti, in
mille pezzi,
ed ora riempiono gran parte del corridoio.
Anna
spaventata lascia il salone per capire cosa è accaduto.
Ma quando
nota a pochi passi da sé il disastro, si accorge che in
piedi, con occhi
sbarrati e mani tremanti, c’è qualcuno.
“Isabel!”
– esclama scioccata.
“Oh
mio
Dio!” – Kristoff riconosce la moglie e le va
incontro preoccupato.
Lo sguardo
della domestica parla da solo.
“Cosa
è
questo casino?” – interviene Idunn accorsa dopo
aver udito il fracasso.
“Madre,
è
stato un incidente. Nulla di grave” – risponde
Anna, giustificando l’errore
della cameriera.
Ed è
a quel
punto che Isa stessa sembra tornare alla realtà. Prende
parola rivolgendosi
direttamente al consorte.
“Tu e
Anna… come hai potuto Kris? …sposarmi sapendo di
amare un’altra! Ecco spiegato il
tuo comportamento”
“Tesoro,
ascolta. Posso spiegarti”
“No!
Io e
te abbiamo chiuso”
Volge le
spalle ai presenti cercando di scappare via quando un capogiro
improvviso le fa
cedere le gambe.
“Chiama
il
medico di corte. Subito” – ordina Idunn alla figlia
stessa.
“Prendila
in braccio, Kristoff così la portiamo nella mia
camera” – aggiunge poi, invitando
Bjorgman a seguirla.
Stendono la
ragazza sul letto e attendono.
“Ecco
il
dottore” – comunica Anna dopo un po', seguita
dall’esperto che si accinge a visitare
la paziente, chiudendosi con lei nella stanza.
Il tempo
passa veloce quando l’uomo invita i reali e Kristoff stesso
ad entrare.
“Cosa
succede?
È malata? Dimmi tutto Benjamin, ti prego”
– si agita il giovane.
“No
amico
mio, anzi. Tua moglie ti darà un bambino, finalmente. Dopo
anni di tentativi ce
l’avete fatta” – si congratula
l’uomo.
Isabel
non parla. Accenna un sorriso e si accarezza il pancino ancora piatto.
La regina
si congratula con entrambi, dando piena libertà alla
domestica di tornare a
casa e mettersi in pausa per i mesi seguenti.
Nessuno
sembra accorgersi dello shock di Anna.
Adesso
che stava per raccontargli tutto, sperando di poterlo amare di nuovo,
può
dichiarare chiusa una volta per tutte la loro relazione. Tra i due non
potrà
esserci mai più alcun sentimento.
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Capitolo 22 *** 22 Capitolo ***
Isabel viene
portata a casa da Kristoff su ordine della regina. È questo
il motivo che
impedisce alla ex coppia di poter parlare una volta per tutte. Anna si
chiude
in camera in un profondo silenzio che preoccupa chi le è
attorno. Sophie nota gli
occhi spenti di sua madre e chiede perciò spiegazioni alla
nonna.
“Può
capitare ai grandi di sentirsi giù di morale, tesoro mio.
Vedrai che le
passerà. Adesso che sei tornata qui con noi, possiamo
ravvivare il palazzo. Anzi,
sai che ti dico? Sono settimane che ad Arendelle si respira solo
amarezza. Ti va
di rallegrare ogni stanza con fiocchi, candele…?”
– propone Idunn alla bambina,
spostando l’argomento su altro dandole modo di sorridere e di
godere della sua
età.
“Si,
non
vedo l’ora. Da quale ala del palazzo cominciamo?”
– si elettrizza la
principessina.
Le due
finalmente
si divertono insieme, come non fanno da troppo tempo.
Agnarr le
osserva ridere di gusto e, stranamente, non ne è infastidito.
Evidentemente
anche per un burbero come lui, va abbattuta la troppa desolazione
causata sia dalle
sue idee rigide che dalla successiva morte del genero.
Approfittando
dell’abbellimento della sala del trono che vede Idunn e
Sophie ancora più
attive ed entusiaste, il re gli si avvicina e le stupisce proponendo
– “Posso
unirmi a voi?”
Così
sotto lo sguardo scioccato e anche felice di sua moglie, Agnarr
trascorre i
primi momenti di serenità con sua nipote.
Non era
mai accaduto in passato, neppure con Anna, che il sovrano scendesse dal
suo
trono per dedicarsi ad attività ludiche. Si tratta di un
primo segnale positivo
per Idunn che non esita a raccontarlo, in tarda serata, alla figlia.
Infatti la
raggiunge in camera da letto e le rivela quanto accaduto quel
pomeriggio.
“Penso
sia un buon inizio per tuo padre. E’ sempre stato restio
quando si trattava di
giocare con te. Invece Sophie sembra averlo smosso, finalmente. Non
pensi anche
tu?”
Anna
però
è di poche parole. Annuisce ma non ha ascoltato nulla di
quello che le è stato
appena detto.
La regina
si accorge di ciò e per tale ragione le chiede –
“Come mai sei così cupa? Tua figlia
è a casa, il re sta cambiando, abbiamo addirittura ritrovato
Elsa… penso sia
una giornata da ricordare. Come mai sei tanto abbattuta?”
“Hai
ragione, madre. È un momento unico che non va assolutamente
dimenticato” – la principessa
apre bocca, però il tono di voce è freddo e
distaccato. Non trapela alcuna emozione
e il suo volto rabbuiato ne è la prova.
“Figlia
mia, stai soffrendo e si vede. Dimmi quale è il
motivo?” – insiste la donna, prendendo
le mani della ragazza, stringendole alle sue.
“Madre,
non vi siete resa conto di quanto è accaduto questa
mattina?”
“Non
capisco.
Spiegati. Forse non ho badato a qualcosa che ti ha ferita?”
– è sempre più
confusa Idunn. Mai si sarebbe immaginata che una gravidanza potesse
recare
tanto dolore.
“Lascia
perdere.
Mi passerà. È un momento così. Adesso
chiama Sophie che è tardi, deve venire a
dormire” – cambia discorso senza voler toccare
direttamente l’argomento.
“Non
tenermi
all’oscuro ogni volta. Sono la tua mamma. Ti ho messa al
mondo e voglio
aiutarti. Ti prego” – la supplica la regina.
“Madre,
basta.
Sono stanca di dover dare sempre spiegazioni a tutti. Potrò
essere triste perché
ne ho voglia?” – si altera Anna.
“Sei
libera
di fare come ti senti, però è strano che tu abbia
cambiato faccia in così poco
tempo. Insomma… cosa penseresti se Sophie smettesse di
ridere e si chiudesse in
un silenzio perenne e ti tenesse segreto il motivo?”
– a quel punto Idunn mette
a confronto la situazione reale di Anna con una ipotetica che vede
protagonista
la principessina.
Infatti
tale parallelismo spiazza la ragazza che non risponde.
“Allora?
Dai,
ho diritto di saperlo. Riguarda Elsa? è per lei che stai
così male?” – insiste
ancora la regnante.
“Volete
la verità a tutti i costi, quindi! Ok, d’accordo.
Sappiate che non dovrete fare
nulla a mio favore. Le cose sono andate in un certo modo e
così rimarranno. Chiaro?”
- è
questa la premessa che Anna fa alla
madre. Idunn annuisce e si prepara ad ascoltarla.
“La
vita
sa essere beffarda a volte. Ti dà, ti toglie, ti eleva, ti
fa precipitare,
insomma non è mai semplice per quanto cerchiamo noi di
renderla tale. Mai avrei
immaginato di poter vivere qualcosa di travolgente come
l’amore. Sai quanto
desiderassi il principe azzurro, pronto a portarmi via sul suo cavallo
bianco,
allontanandomi dal controllo del re. Ho avuto una batosta dietro
l’altra. Ho perso
la testa per un ragazzo, ma le imposizioni di corte mi hanno
allontanata da
lui. Ho sposato chi non amavo, sono rimasta incinta, ho vissuto anni
qui e anni
altrove, nella continua instabilità. L’avevo
accettata ormai. Poi è accaduto
quello che sappiamo tutti. Mio marito è morto e ho dovuto
allontanare la
persona che più amavo al mondo. Circostanze strane che hanno
messo nuovamente al
centro della mia attenzione Lui. Kristoff Bjorgman. Lo stesso ragazzo
che anni prima
mi toccò il cuore. Avevo delle speranze, dato che sono
tuttora vedova. Chissà…magari
lui non ama sua moglie e vuole vivere con me quel qualcosa che ci
è sempre
stato negato, ho pensato! Beh…mi sbagliavo. Mentre mi
disperavo, avendogli
recato del male, tenendogli nascosta Sophie, lui teneva fede alle
promesse fatte
in chiesa il giorno del si. Ad oggi mi sento sconfitta ancora una
volta. Non posso
più immaginare un futuro roseo al suo fianco. Kristoff
diventerà padre. Lui e
Isabel cresceranno il bambino insieme ed io non sarò il
fardello che impedirà
tale gioia” – lo strazio di Anna è
evidente e percepibile dalla sua voce, dalle
sue stesse parole.
Ciò
commuove Idunn che non trattiene le lacrime.
Ma la
ragazza dopo una pausa momentanea, dovuta ai singhiozzi ingestibili,
riprende –
“Per di più ho saputo di avere una sorella.
Pensavo di essere sola. Quante notti
da bambina avrei desiderato dormire accanto a qualcuno che mi
proteggesse dai
tuoni e dai fulmini. Stringevo quei pupazzi come fossero reali. Ma ero
ignara
che una parte di cuore, quello di Elsa, esisteva ed era lontana da
me”
“Mi
dispiace, tesoro mio. Non meritavi tutto questo dolore”
– afferma Idunn, accarezzandole
il viso.
“Capisci
perché
preferisco tacere? Non mi va che la sofferenza che nutro, colga anche
voi. Soprattutto
Sophie. Lei è una bambina e merita di ridere, giocare e
divertirsi”
“Figlia mia, hai ragione. Però… non
è comportandoti così che la renderai serena.
Sarà sempre in pena per te vedendoti cupa e triste. Ha
già perso Hans e ne
soffre, anche se non lo mostra. Non allontanarti anche tu, non
permettere che perda
la sua mamma” – la supplica la regina.
Quel messaggio
arriva forte al cuore di Anna che abbraccia la donna e le promette che
avrebbe
superato ogni malessere per il bene della piccina.
“Io
sarò
qui con te, sempre. Se hai voglia di sfogarti, anche nel cuore della
notte, io
ti ascolterò e ti aiuterò” –
segue un dolce bacio di lei sulla fronte della
ragazza.
“Adesso
dormi, ne hai bisogno. Sophie arriverà a momenti.
L’ho lasciata assieme al
nonno in biblioteca” – così dicendo, la
sovrana di Arendelle invita la figlia a
coricarsi. Le rimbocca le coperte e le dà un altro bacio.
“Ti
voglio bene, madre” – tali parole, sentite e
sincere, spiazzano Idunn che le
risponde – “Ti voglio bene anche io, tesoro mio.
Non dimenticarlo mai”
-----------------------------------------------
Kristoff
e Isabel sono rincasati. Tra loro non c’è dialogo
a causa di segreti che addolorano
la giovane.
“Vuoi
che
ti prepari qualcosa di caldo?” – chiede Bjorgman
alla moglie, dando il via ad
una conversazione.
“Perché
non
mi hai detto da subito quello che sentivi per Anna?”
– la risposta della
fanciulla è un’ulteriore domanda.
L’argomento centrale è la principessa,
ovviamente. Non capita tutti i giorni di scoprire che il proprio
consorte ha
avuto una tresca con una nobile e che l’ha messa addirittura
incinta.
“Mi
dispiace, Isa. Non era mia intenzione ferirti”
“Certo,
come no! Hai superato ogni limite, Kristoff. Scommetto che mi hai
sposata come
rimpiazzo, vero?”
“No!
Io
nutro un sincero affetto per te” – si giustifica
lui.
“Affetto!
Peccato che io cercavo amore. Chi mi dice che durante
l’intimità tu non immaginassi
Anna al mio posto? Hai addirittura una figlia. Ti rendi conto? E quella
principessa santarellina in realtà tradì il
defunto principe e gli nascose che
Sophie era tua”
“No,
Hans
ne era al corrente. Sapeva tutto ed accettò”
– precisa Bjorgman.
“Poco
cambia. Mi fate schifo lo stesso. Se i signori Westergard sapessero, se
la
bambina sapesse, se il re di Arendelle sapesse, finireste tutti e due
nei guai”
– Isabel è fuori di sé, tanto da
pensare di punire i traditori raccontando la
verità ai potenti.
“No,
ti prego
Isa. Fallo per nostro figlio”
“Certo,
facile
così, vero? Adesso sfrutti a tuo vantaggio il bambino in
arrivo?”
“Non
lo
farei mai. Non sono così meschino”
“Invece
sì che lo sei. E sai che ti dico? Io al palazzo non torno e
tu non ti azzarderai
ad avvicinarti ad Anna mai più.
Altrimenti…” – lo minaccia lei.
“Io
devo
parlarle, devo sapere le sue ragioni. Non puoi impedirmi di vedere mia
figlia” –
tuona Kristoff, innervosendosi.
“Potevi
pensarci prima. Scegli Kris, o me e il figlio che nascerà o
Anna con i suoi
doveri di corte ed una bambina che ignora la tua vera
identità. Sappi che la decisione
che prenderai avrà delle conseguenze. Quindi, valuta
bene” – conclude per chiudersi
in camera e dare sfogo alla sua rabbia in un lungo e lacerante pianto.
Il giovane
Bjorgman è ad un bivio. Sua
moglie si è
indurita dopo il colpo subìto ed è solo sua la
responsabilità. E’ consapevole che
Isabel userà la verità a suo vantaggio: semmai
Kristoff scegliesse Anna, la
domestica racconterebbe tutto al re e sarebbero guai seri. Se invece la
decisione ricadesse su Isabel stessa, l’amore forte tra il
popolano e la
principessa finirebbe una volta per tutte.
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Capitolo 23 *** 23 Capitolo ***
“Allora?
Non dici nulla?” – Isabel rompe il silenzio di
Kristoff, insistendo sulla
decisione da prendere.
“Ti
rendi
conto di ciò che mi stai chiedendo? Anzi, ciò che
mi stai obbligando a
scegliere” – replica lui.
“Guarda
che nessuno ti forza a rimanere qui con me. Puoi sempre correre dietro
le gonne
di sua maestà e supplicarle di tornare ad essere il suo
zerbino” – le battute
di Isa sono pungenti e crudeli, dettate dalla rabbia e dalla delusione
verso un
marito bugiardo e insensibile.
“Non
sono
mai stato lo zerbino di Anna”
“Ah
no? E
come lo chiami uno che le permette di lasciare una figlia di cui eri
all’oscuro,
che le dà poi modo di riprendersela, senza imporre il
proprio volere e i propri
diritti di padre” – lo offende ancora e ancora,
cercando di ferirlo come lui ha
fatto con lei.
“Non
sai
cosa dici. Sei arrabbiata ed è l’ira a farti
parlare in questo modo. Non ti ho
mai vista così” – è sconvolto
Kristoff.
“Ti
correggo. Il problema non è che non mi hai mai vista in
questo stato, ma che tu
non mi abbia mai vista davvero. Ero invisibile. Quando ci siamo sposati
abbiamo
promesso di amarci e di esserci sempre l’uno per
l’altra. Tu invece hai pensato
a te stesso e oggi posso aggiungere che la tua testa era in fissa con
una donna
che non era tua moglie”
Tali
accuse toccano profondamente Bjorgman, cosciente che ciò
è vero.
“Adesso
non parli più, eh? È la tua coscienza sporca ad
impedirti di difenderti. Esigo
da te che prendi una decisione, per una volta nella vita sii uomo.
Comprenderai
che la scelta che farai avrà delle ripercussioni. Sia che tu
rimanga al mio
fianco sia che vai da Anna” – ribadisce le minacce
e pretende di sapere anche
in tempi molto ristretti.
In quel
momento Kristoff annuncia – “Rimango qui”
Un
sorriso soddisfatto disegna il viso di Isabel.
“Inutile
che ti illudi. Crescerò il bambino ma non
rinuncerò a Sophie. Non lo farò mai”
– puntualizza lui, subito dopo.
“Fingi
di
essere stupido o lo sei davvero? Vuoi che ti rispieghi i
patti?” – la giovane
inizia ad innervosirsi.
“Voglio
che Sophie sappia di me e possa venirmi a trovare quando
vuole”
“Non
se
ne parla. Anna la voglio fuori dalle nostre vite” –
tuona lei.
“Anna
non
interferirà nella nostra relazione. Lo prometto. A patto che
tu…”
“Che
io?”
– chiede la fanciulla, intuendo già la richiesta
del marito.
“Il re
non deve sapere” – puntualizza Bjorgman.
La
soddisfazione di vedere il consorte succube del suo volere, fa
sorridere di
gusto Isabel che decide di accettare.
“Nessuno
saprà. Non rientra nei miei interessi dopotutto. Ovviamente
se dovessi vedere
te e la principessa assieme, sai cosa succederà”
– precisando ciò, Isa si alza
dal divano e fiera del coraggio avuto nell’affrontare il
marito e a tenergli
testa, si avvia verso l’uscita.
“Ora
dove
pensi di andare?” – domanda, confuso il ragazzo.
“Che
domande fai, caro?! Dai tuoi. Presto diventeranno nonni, devono
saperlo” –
indossata la maschera di mogliettina docile, la giovane afferra la mano
del
coniuge.
Kristoff
non apprezza il cambiamento radicale di Isabel però sa che
è sua la colpa.
Quindi con il capo basso e l’aria abbattuta si avvia verso
casa Brown.
-------------------------------------------
Anna, nel
frattempo, è sempre più decisa a dimenticare
Kristoff per dedicarsi alla sua
bambina.
“Sicura
di volerle tenere segreta l’identità di suo
padre?” – chiede Idunn alla figlia,
durante la cena, approfittando dell’assenza del re e della
nipote.
“Sono
obbligata a farlo. Le rovinerei la vita e le uniche certezze che aveva
crollerebbero sotto i suoi piedi. La devasterei, capisci?”
“Se lo
scoprisse da un’altra persona, allora quello la ucciderebbe.
Meglio essere
chiari fin da subito, tesoro. Per esperienza personale, non lasciare
che il
tempo passi e che il peso dei segreti deteriori la tua
coscienza” – la regina
cerca di farla ragionare – “Sophie merita di sapere
chi è davvero. Non
permettere che la bambina cresca in un mondo che non è il
suo, esattamente come
è cresciuta Elsa”
“Elsa
è
stata abbandonata e ha avuto accanto gente che l’ha amata
anche se non condividevano
il sangue. Sophie invece ha me che l’ho messa al mondo,
può bastarle la mia
presenza in fondo.”
“La
figura maschile è fondamentale per la sua crescita. Il nonno
non può sostituire
il padre” – sottolinea la donna. Poi aggiunge
– “Hans è stata una copertura di
breve durata, perché le bugie hanno le gambe corte. Sempre.
Inutile cercare di
nascondere qualcosa. Prima o poi tutto viene a galla. Fidati di me,
dille la
verità”
Il
discorso delle due viene interrotto dall’arrivo di Agnarr e
Sophie, mano nella
mano, che ridono e scherzano.
Il
sovrano si è molto ammorbidito. In soli due giorni, con il
rientro della
nipotina, il suo cuore di ghiaccio ha cominciato a sciogliersi.
“Non
l’ho
mai visto così” – commenta Anna, notando
gli occhi dolci del re.
“Insieme
sono meravigliosi. Non credevo che sentisse la mancanza di Sophie e che
riaverla qui con noi lo aiutasse tanto” – riflette
Idunn ad alta voce. Dopo
qualche secondo di silenzio, la sovrana chiama in causa qualcun altro
– “Anche
gli altri suoi nonni sarebbero felici di giocare con lei”
“Madre”
–
la rimprovera la principessa, alzando gli occhi al cielo –
“Basta, vi prego.
Rispettate la mia decisione”
“Insisterò
fino a quando non le racconterai tutto. Non mollerò la
presa, sappilo” – le
sussurra, spiazzandola e, in un certo modo, inquietandola.
Il
discorso si chiude così, visto che Agnarr prende posto e
invita le donne alla
sua destra a fare lo stesso.
Anna
è
cosciente che Idunn ha ragione. Peccato che la sovrana pare non tenere
in
considerazione un particolare tutt’altro che irrilevante:
Agnarr.
Come
reagirebbe lui sapendo che sua nipote ha un padre non nobile che vive
sulle
montagne e che vende il pane in paese? Cosa farebbe se venisse a
conoscenza dei
comportamenti di sua figlia, che si è concessa ad un uomo la
notte prima delle
nozze?
Proprio
ora che sembra un’altra persona , raccontargli il fatto
significherebbe
lasciare riemergere l’austero e freddo re di sempre.
----------------------------------------------
“Incinta?
Ma dici sul serio?” – esclama sorpresa Clarissa,
appena udita la novità dalla
bocca della nuora.
“Finalmente
avrete il nipote che attendevate con ansia” –
aggiunge la ragazza, abbracciando
la suocera, commossa.
Anche
Samuel è emozionato e non contiene la gioia, immaginando un
bebè con il suo
cognome, pronto a cambiargli l’intera esistenza.
“Potrete
crescerlo ed amarlo, esattamente come meritate, essendo i suoi
nonni” – precisa
Isabel, riferendosi chiaramente alle mancanze, volute da Anna, nel
rapporto tra
i Bjorgman e Sophie.
La gioia
scaturita da quella bella notizia cancella tutta l’amarezza e
le delusioni
accumulate e i genitori di Kristoff sembrano quasi rinascere. Anche il
loro
primogenito apparentemente si mostra sereno.
L’unica
a
sembrare strana è Elsa. La giovane dopo le congratulazioni
date al fratello e
alla cognata, si allontana. Sente che si aggiunge l’ennesimo
membro in casa, l’ennesimo
che si differenzia da lei. L’ennesimo
“normale”.
Esce di
casa avvicinandosi alla creatura magica da lei stessa creata.
“Ciao
Elsa.
Qualcosa non va?” – le domanda il pupazzo di neve.
L’interesse
che un esserino non umano nutre nei suoi confronti, intenerisce la
ragazza che risponde
– “Non ho mai avuto un amico con cui confidarmi. Ho
celato le mie insicurezze e
tristezze perché temevo che i miei genitori potessero
sentirsene responsabili”
“Responsabili?
E perché pensavi questo?” – si chiede,
confuso Olaf.
“Nascere
con dei poteri come i miei, mi rende diversa da loro. Inconsciamente ho
sempre creduto
di appartenere ad un altro mondo. Uno ben distante da questo che oggi
vivo” – rivela
lei.
“Credi
che Samuel e Clarissa non siano la tua famiglia?”
“So di
avergli
dato tante preoccupazioni con il mio “fare magico”.
Per questo tante volte avrei
desiderato fuggire via e andarmene lontano. Ho accettato questa vita
che amo
ugualmente, ma che non sento appartenermi del tutto”
“Queste
riflessioni sono molto profonde, Elsa! Io sono contento che tu possa
sentirti
libera con me di parlarne. Però…”
– poi esita.
“Però?”
–
domanda la fanciulla.
“Esiste
una ragione interiore che ti spinge a credere di non essere una
Bjorgman”
“Ma io
sono un Bjorgman” – precisa Elsa.
“Ehm…allora
mi sono perso nel tuo discorso, amica mia” –
esclama confuso il pupazzo di neve
– “Hai appena detto che non ti senti una di loro.
Cosa volevi insinuare?”
La
giovane apre definitivamente il suo cuore ad Olaf.
“Io li
adoro
e farei ogni cosa per mamma, papà e Kristoff. Se non fosse
per loro a quest’ora
chissà dove sarei. Chi avrebbe mai cresciuto una bambina con
un potere magico come
il mio?! Nessuno…”
“Nessuno,
eccetto i Bjorgman” – precisa la creatura magica,
commossa dal pensiero speciale
rivolto dalla fanciulla ai suoi genitori.
“Esatto.
Però
una vocina dentro di me, in questi anni, mi ha sempre ricordato che io
essendo
come sono, non potrei mai essere frutto del loro sangue. Molte domande
mi hanno
tormentata e tante volte ho sentito la gente bisbigliare alle mie
spalle,
quando da piccina andavo al mercato a comprare la frutta.
C’era sempre quel qualcuno
pronto a spettegolare sul fatto che mi avessero trovata in un cesto, al
fiume,
per poi crescermi come figlia loro” – tale racconto
lascia riemergere ferite
che Elsa ha nascosto per ben venti anni.
Olaf non
trattiene
il pianto e alcune sue lacrime gli sciolgono il viso.
La ragazza
interviene sistemando il pupazzo con un solo schiocco di dita.
“Grazie”
–
la ringrazia Olaf, rimettendo a posto i suoi pezzi.
Poi viene
ripreso il discorso.
“Non
puoi
credere alla malvagità della gente” – la
consola l’esserino di neve.
“Lo
so. Però
una bambina di sei anni interiorizza certe cose e ne diventa succube.
Ho cercato
di cancellare dalla mia mente queste idee assurde.
Ma…”
“Ma? Elsa…non vuoi mica dirmi che pensi che ti
abbiano davvero trovata per
caso?” – esclama sorpreso Olaf.
Il
silenzio della ragazza è la risposta a tale domanda.
Sì,
lei
crede effettivamente ciò.
Inizia a
piangere, confortata dall’amico magico, ignara che qualcuno
la sta osservando
da lontano.
“Mi
dispiace che tu debba sopportare i miei problemi” –
si scusa Elsa.
“Io
sono
qui per te. Le tue mani mi hanno dato la vita ed io non posso che
essertene
grato”
“Io ti
ho
creato anche per mia nipote”
“Sophie.
Lei
è un angelo e devo dire che ti assomiglia molto”
– nota il pupazzo.
“Dici
sul
serio? Io invece credo sia identica ad Anna” –
aggiunge la Bjorgman.
In quel
momento un flash le torna alla mente e la spiazza.
FLASHBACK
“Co...come
è possibile tutto
ciò?!”
“Ho
voluto darle un motivo in più per venirmi
a fare visita. Lì al castello, immagino, non ci siano
bambini con cui giocare”
“Io
intendevo…come è possibile che tu abbia un dono
così raro e unico e l’abbia
dovuto celare per anni. Come si può condannare una persona
per la sua natura?”
“Mi
è stato
sempre vietato, sin da bambina. Papà mi ripeteva che era per
il mio bene e per
quello di chi mi circondava. Così ho indossato dei guanti
che sono diventati la
mia protezione”
“Devi
aver
sofferto tanto, costretta a nascondere chi sei davvero”
“Non
ho
patito alcun dolore. Ho avuto una famiglia affettuosa e premurosa al
mio
fianco. Certo…mancava cibo a tavola, molto spesso.
Però l’amore, quello vero e
puro, era presente in ogni momento. Sono cresciuta imparando ad
apprezzare le
piccole cose e a rispettare il volere di chi mi ha messa al
mondo”
“Sei
una
persona splendida. Direi che la somiglianza fisica tra noi è
evidente ma quella
caratteriale non esiste”
“Somiglianza
fisica? Magari è una sua impressione, signorina. Io e lei
dopotutto non abbiamo
legami. Come potremmo mai assomigliarci?”
-------------------------------------------
Tali ricordi
dell’ultima conversazione avuta con la
principessa di Arendelle, confonde Elsa.
Eppure
l’assurdità di tale idea la porta a scacciarla in
meno di due secondi.
“Come
mai quella faccia?” - chiede
Olaf.
“Nulla.
Ho pensato ad una stupidaggine” – banalizza lei,
poi si fa forza e si mette in piedi.
“Non
vuoi raccontarmela?” - domanda
ancora il pupazzo, curioso.
“Non
ne vale la pena. È un’idiozia che ti farebbe solo
ridere” – aggiunge la fanciulla, sistemandosi la
gonna prima di rincasare.
“Fammi
ridere, allora. Dai,dimmelo” – insiste
l’esserino
magico.
E
così la Bjorgman confida il suo folle pensiero –
“Ho
immaginato di essere, in qualche modo, imparentata con Anna di
Arendelle. Assurdo,
vero?” – così dicendo, lo saluta e torna
in casa.
Olaf
però è colpito da tale riflessione e decide di
approfondire, da solo, e trovare la risposta utile alla sua dolce amica.
Però
non è l’unico. Chi l’ha spiata da
lontano inizia
a temere per la serenità della ragazza.
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Capitolo 24 *** 24 Capitolo ***
Olaf decide di
agire per trovare la serenità della
dolce e triste Elsa. Si incammina verso il palazzo, non immaginando
che,
effettivamente, avrebbe attirato molto l’attenzione dei
paesani. Non è normale
vedere passeggiare per le strade di Arendelle un pupazzo di neve.
Lo spavento e le
grida di chi lo incontra non blocca
affatto l’omino magico, che ignora la gente, determinato a
dare aiuto alla sua
migliore amica.
Giunge rapido
davanti il castello. Fortuna vuole che
le guardie non notino la sua presenza, distratte da una paesana,
intenta
proprio a raccontare loro di aver visto un pupazzo camminare
normalmente per le
strade di Arendelle.
Olaf si
intrufola dall’entrata secondaria, quella
dalla quale entrano ed escono le domestiche.
“Accidenti”
– esclama notando la bellezza e maestosità
di quelle mura.
“Oh
mio Dio! E tu cosa sei?” – grida una cameriera,
svenendo pochi secondi dopo.
Olaf si avvicina
a lei, preoccupato, però le urla
della donna hanno già attirato l’attenzione di
altre persone.
Molte
lavoratrici si terrorizzano notano l’omino di
neve parlare e muoversi come un essere umano.
Chi fugge in
cerca d’aiuto, chi sviene come l’altra
domestica e chi rimane immobile con delle pentole o degli utensili da
cucina,
usati per difesa.
“Sono
confuso. Perché gridate tutte così?”
– si chiede
Olaf, stupito.
Dispiaciuto di
essere stato accolto in tale maniera,
riprende a camminare raggiungendo i corridoi.
Il caos ha
già allarmato l’intero palazzo.
Ad accorgersi
del pupazzo di neve è Idunn. La regina
si stava recando in biblioteca quando nota Olaf aggirarsi nei corridoi.
“Cosa
ci fai tu qui?” – gli corre incontro, stupita ed
agitata – “Non dovresti essere nel castello. Se ti
vedesse qualcuno…”
“Mi hanno visto già in molti. E stranamente hanno
avuto tutti la stessa
reazione” – commenta Olaf, dispiaciuto.
“Immagino”
– aggiunge la sovrana, tirandolo a sé e
chiudendosi dentro una delle sale da ricevimento.
“Posso
sapere perché sei venuto fin qui? Se cerchi mia
nipote, è alle prese con la sua lezione di
pianoforte”
“Cosa
è un pianoforte?” – domanda, curioso,
l’amico
magico.
“Ascolta…
non ho tempo e modo per darti spiegazioni.
Adesso devi nasconderti e quando sarà notte ti
farò uscire senza che nessuno ti
possa notare” – sostiene Idunn.
“Io
sono venuto per una faccenda importante. Non andrò
via fino a quando non potrò portare ad Elsa delle
risposte” – spiega deciso, il
pupazzo.
“Quali
risposte? Cosa vuole sapere Elsa?” – sentire il
nome della sua primogenita, attira l’attenzione e la
curiosità della
nobildonna.
“Signora,
la mia amica ha dei dubbi. Pensa di non
essere figlia dei Bjorgman per via dei suoi poteri magici”
“Oh!
Davvero?” – aggiunge, la regina, colpita dalle
riflessioni della ragazza.
“Già.
Mi è sembrata davvero giù di morale per questo
sono venuto a palazzo.”” – racconta Olaf.
“Come
mai proprio adesso ha queste perplessità? Cosa è
accaduto per farle pensare ciò?” – Idunn
è in pena per Elsa e vuole maggiori
informazioni circa il suo stato psicologico.
In quel momento,
qualcuno bussa alla porta e costringe
la regina a nascondere il pupazzo di neve sotto il tavolo.
“Sta
buono lì. Non deve vederti nessuno, capito?”
–
ordina la donna ad Olaf.
A quel punto si
avvia verso l’uscio e lo spalanca.
Di fronte a
sé c’è Anna, seguita da un paio di
domestiche.
“Tesoro,
tutto bene? che succede?” – chiede, notando
lo sguardo strano della figlia.
“Madre,
ho sentito le nostre cameriere raccontare
della presenza di un essere magico a palazzo” –
racconta la principessa, per
nulla sconvolta da tali dichiarazioni.
“Co…come?
ma è assurdo! Non esiste la magia. Lo
avranno sognato” – mente la sovrana, recitando in
maniera pessima.
“Madre,
sappiate che non siete brava a dire le bugie.
Vi conosco bene. Strano che vi siate addirittura chiusa qui dentro. Non
starete
mica nascondendo qualcosa o qualcuno?” – domanda
sospettosa Anna.
A quel punto,
Idunn trascina la ragazza dentro e
invita le due domestiche a riprendere le loro mansioni in
tranquillità perché
quanto visto è stato già sistemato.
“Si
può sapere che succede qui? Ho creduto subito alle
parole delle cameriere. Conosco i poteri di Elsa e non ci è
voluto molto a
capire che l’omino magico di cui si parla è
Olaf”
Appena
pronunciato quel nome, il pupazzo di neve esce
dal suo nascondiglio e sorridente corre incontro alla principessa.
“Anna!”
– urla felice lui.
“Shhhhh”
– lo zittisce Idunn – “Ti avevo detto di
rimanere lì”
Anna rimprovera
la madre con lo sguardo. Si
inginocchia all’altezza dell’amico magico e gli
dice – “Sophie sarà felicissima
di vederti. Anzi. Sai che ti dico? La sua lezione sta per terminare. Ti
porterò
da lei e potrete giocare assieme”
“NO!”
– la blocca subito la sovrana.
“Perché?”
– domandano in coro la fanciulla e l’omino
magico.
“Se vi
vedesse il re, sarebbe la fine”
“Sua
maestà non ama i pupazzi di neve?” –
chiede
dispiaciuto Olaf.
“Sua
maestà non deve sapere che la magia è tornata ad
Arendelle” – precisa Idunn, alquanto tesa e
spaventata dall’idea che suo marito
possa sospettare che Elsa sia di nuovo un pericolo.
“Ma
madre io…” – cerca di parlare, Anna.
“No,
tesoro. Il re reagirebbe come reagì vent’anni fa.
Non posso permetterlo. Non possiamo perderla di nuovo”
“Perché?
Cosa è accaduto venti anni fa?” –
domanda
ancora Olaf.
“Nulla.
Adesso tu rimarrai qui dentro e quando sarà
ora di andare, ti porteremo fuori senza farti notare”
– aggiunge la donna.
“Aspettate…non
lasciatemi solo” – le supplica l’amico
di neve.
“Porterò
Sophie così avrai compagnia. Tranquillo”
– lo
conforta Anna, lo abbraccia teneramente e assieme alla regina lasciano
la sala
ricevimenti.
Questo non prima
di chiudere a chiave e riporla in un
posto sicuro.
“Madre,
forse stiamo esagerando con la storia di Olaf.
Papà verrà a saperlo comunque dalla
servitù e che gli racconteremo?”
“Non
crederà alle loro parole. Li considera ignoranti
e penserà che la loro è solo follia”
– sostiene Idunn, sperando che le cose
vadano effettivamente come dice.
Olaf
è in solitudine, annoiato e trepidante per
l’incontro
con la sua amichetta Sophie.
La sua pazienza
però ha breve durata.
Servendosi del
suo braccino di legno e di tanta abilità
magica, Olaf riesce ad aprire la porta e a correre via.
Non sa dove
andare precisamente. Entra in una stanza
delle tante, stanco di vagare a vuoto.
È una
camera dove nessuno sembra mettere piede da anni
ed anni.
C’è
polvere e quadri alle pareti coperte da panni e
veli neri.
Olaf sobbalza
quando nota quell’inquietante luogo.
Sta per andare
via ma ecco che un particolare lo trattiene.
C’è
una vecchia culla in fondo.
Il pupazzo gli
va vicino. Posate dentro di essa ci
sono delle pregiate e antiche lenzuola bianche.
“Forse
sono di Anna” – pensa Olaf.
Ma la grande E
cucita con perfezione ed estrema cura
conferma il contrario.
“E? E
come Elsa?” – riflette lui.
Basta poco per
avere piena conferma.
Un paio di
guanti dello stesso colore delle lenzuola,
sono posati accanto al cuscino.
“Anche
Elsa indossa sempre dei guanti bianchi. Questi si
direbbe proprio che siano per un neonato. Magari erano
suoi…magari Elsa è
davvero una principessa…magari è davvero figlia
dei sovrani di Arendelle”
Alcuni rumori,
provenienti dall’esterno, costringono
il pupazzo di neve a nascondersi.
La camera, da
due decenni, abbandonata viene aperta da
qualcuno.
Olaf prega di
non essere scoperto da chi sta per
entrare.
Si cela in un
armadio e attende.
Il rumore di
scarpe su un pavimento che scricchiola
sono il segnale della presenza di una persona.
“Vieni
fuori. So che sei entrato qui” – una voce
maschile chiama Olaf.
“Chi
è?” – chiede l’omino magico,
incredulo e
spaventato, uscendo dal nascondiglio e mostrandosi alla persona.
Questa
è illuminata dalla luce della candela che ha in
mano.
“Ops”-
aggiunge il pupazzo, riconoscendo subito lo
sconosciuto.
La corona che ha
sul capo è chiaro segnale.
“Maestà…come
sapevate che ero qui?”
“Sono
o non sono il sovrano? Conosco ogni avvenimento che
accade ad Arendelle. Il tuo arrivo ha spaventato il mio regno e tutta
la mia
servitù. Inutili i tentativi di mia moglie e mia figlia di
nasconderti a me. Sapevo
già della tua esistenza”
“Da..da..davvero?”
“Vi ho
visti prima” – rivela lui.
“Chi?
Dove? Quando?” – domanda confuso Olaf.
“Ho
sentito la chiacchierata tra te e mia figlia,
quando lei si è sfogata con te sulla sua vera
identità”
“Eh?
Io non ho parlato di questo con Anna. A mala pena
ci siamo scambiati quattro parole” – esclama sempre
più sconvolto l’omino
magico.
“Infatti.
Non mi riferivo ad Anna”
Tale
affermazione spiazza il pupazzo di neve che
sembra aver fatto centro.
Le sue idee sono
realtà.
“Allora
avevo ragione. Elsa Bjorgman non è chi crede
di essere, vero?”
“Elsa
è mia figlia. La mia primogenita. La bambina che
è nata con una maledizione e che sono stato costretto ad
allontanare per il
bene di tutti”
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Capitolo 25 *** 25 Capitolo ***
40
anni prima…
“Sono
nati due gemelli, vostra maestà” –
annuncia una
domestica al re di Rosetown.
L’uomo
corre, raggiante, verso la camera della moglie,
esausta dopo un lungo e doloroso parto.
“Elias,
marito mio. Ti ho dato gli eredi che desideravi
e uno dei due è maschio, il prossimo sovrano e sono sicura
che sarà degno del
trono” – sospira la donna, faticando a parlare a
causa della debolezza.
“Sei
stata bravissima, cara. So già che nome dare al
bambino, mentre alla piccina penserai tu” –
sostiene, commosso, l’uomo.
L’uomo
è ignaro di un particolare che presto cambierà il
suo umore.
Infatti
è la regina Annabelle a rivelargli cosa ha
appena scoperto.
“Spero
non sarà un problema per te. E’ sempre nostra
figlia. Non ha colpe se è nata così”
“Cosa
vuoi dire? Non ti seguo. È malata?”
“No. È sanissima.
Però…”
“Le manca qualche dito? Un lobo di orecchio? Ha un mento
troppo pronunciato?”
“No,
no”
“E
allora? La bambina è perfetta per diventare
principessa” – afferma, felice, Elias.
“La
questione è complicata”
“Tesoro,
basta. Sei stanca. Riposa. Io vado a fare la
conoscenza dei gemelli. Immagino siano con le domestiche”
– la zittisce con un
bacio e si allontana.
Ed
è allora che la sovrana gli racconta il fatto
cruciale.
“La
piccola è nata circondata da fiocchi di neve. La
stessa che accerchiava quella donna nove mesi fa... ricordi?”
“Eh?”
– esclama l’uomo, bloccandosi sull’uscio
della
porta.
“Hai
capito bene, caro. Ha della magia dentro di sé”
“Non
può essere. Non ci credo…” –
le gambe di re Elias
tremano e la sua mente lo riporta indietro nel tempo. Esattamente nove
mesi
prima, la coppia si è imbattuta in una persona
incappucciata. Lei disse loro di
avere dei conti in sospeso con Rosetown e con il sovrano precedente,
ovvero il
padre di Elias. Non si è potuta vendicare di lui ma vuole
punire l’intero regno
con una maledizione che si interromperà soltanto con la
salita al trono di un
re e una regina uniti dal sentimento dell’amore vero.
Le
parole della straniera sono impresse nella mente dell’uomo.
“Tuo
padre non sapeva cosa fosse l’amore. Aveva il
ghiaccio nel cuore e voi, la sua discendenza, siete tutti uguali.
Nessuno sa
cosa è il sentimento reale. C’è sempre
il protocollo che ha precedenza sulle
emozioni. Stavolta non ve la caverete così. Fino a quando
non salirà sul trono
una coppia davvero innamorata, nessuno scamperà alla
maledizione”
Una
maledizione… già! Quella che ha colpito anche
Elsa.
Niente
matrimoni combinati o altro. Solo puro e forte
amore. Ovviamente per le regole di corte ciò non
è concepito e, il più delle
volte, le nozze sono volute da genitori in cerca di alleanze
strategiche.
“È
stata quella donna a maledire la tua gravidanza.
Questo potere sarà la rovina del mio mandato e la catastrofe
di Rosetown. non
possiamo permetterlo”
“Che
intenzione hai?”
“Prima
di dare l’annuncio al popolo della nascita dei
gemelli, voglio cercare quella maledetta strega e costringerla a
sistemare
tutto”
“Aspetta.
Cosa puoi fare tu solo contro una potente
maga. Sarebbe un suicidio” – Annabelle cerca di
farlo ragionare.
Inutile.
Per
tutto il giorno e anche quello seguente e quello
dopo ancora, il sovrano si mette alla ricerca della sconosciuta con
scarsi
risultati purtroppo. Così il rientro a palazzo lo pone di
fronte ad una
decisione. La più difficile della sua vita.
“Deve
sparire. Non può rimanere qui” –
comunica l’uomo
alla regina.
“Cosa?
Sei impazzito? È nostra figlia. Non possiamo
disfarcene perché una pazza le ha dato dei poteri
magici”
“Ti
rendi conto che la magia sarà la nostra rovina?
Agnarr diventerà re. Dovremo trovargli una giusta consorte
fuori dai confini di
Rosetown, per evitare la disgrazia di famiglia”
“E
Cristel?” – domanda in lacrime la donna.
“Di
Cristel non dovrà sapere mai nessuno. La porteremo
da chi le insegnerà a controllarsi”
“Conosci qualcuno che può prendersi cura di
lei?”
“Si.
I trolls. Loro abitano in una zona nascosta, sulla
montagna del Nord. Vedrai che lì sarà al
sicuro.”
Furono
solo parole… Cristel sparisce nel nulla e la
sovrana, sofferente per il distacco dalla bambina, cade in depressione.
Presto
si ammala e muore, lasciando il figlio Agnarr
all’educazione del padre, re Elias.
----------------------------------------------------
“La
maledizione si è ripetuta con Elsa perché io e
Idunn
non siamo innamorati davvero. Il nostro è stato
l’ennesimo matrimonio combinato
e la bambina che abbiamo messo al mondo è stata colpita
dalla stessa
maledizione di sua zia Cristel. Mio padre credeva che sposandomi con
una
principessa di un altro regno, in qualche modo il pericolo lo avrei
evitato. Si
sbagliava di grosso.” – rivela Agnarr ad Olaf.
“Ma
è assurdo. Che tristezza. Avete mai ritrovato vostra
sorella?”
“Ho
scoperto questa storia quando è nata la mia prima
figlia. Mio padre mi raccontò il fatto, appena gli comunicai
della magia di sua
nipote. Peccato che sapendo della maledizione fui costretto anche io a
dirle
addio per evitare danni al mio regno”
“Avete
preferito la corona alla neonata?” – esclama
scioccato il pupazzo di neve.
“Si.
Sono un mostro. Ho sofferto in silenzio per anni ed
anni. Mia moglie si è allontanata da me e ora siamo
sconosciuti. Sapere che è
qui, ad Arendelle, ha toccato il mio cuore. Adesso la spio per vedere
come è
diventata. So che soffre per la sua natura e mi piacerebbe aiutarla a
venirne
fuori. Ciò è impossibile. È un destino
ingiusto quello della nostra famiglia e
sta pagando chi non ha alcuna colpa”
“Avete
ragione, sire. Fortuna che Sophie non è nata da
nozze combinate, altrimenti ora sarebbe un problema e la storia si
sarebbe
ripetuta per la terza volta”
Quell’affermazione
spiazza Agnarr, convinto da sempre
che il sentimento tra Anna e Hans fosse stato reale e quindi
ciò scongiurò la
magia.
“Il
loro era vero amore, di certo!” -
commenta, sicuro di questo.
Tali
parole scatenano la risata buffa di Olaf che
ingenuamente aggiunge – “Anna ama solo
Kristoff”
“Kristoff?
chi è?” - domanda, stranito, il
sovrano.
“Il
papà di Sophie. L’unico grande amore della
principessa. La persona alla quale rinunciò per sposarsi con
Westergard” –
racconta il pupazzo di neve, con estrema naturalezza.
La
sua ingenuità sta per smuovere una bomba a palazzo.
----------------------------------
“Non
è neppure qui. Credevo di aver chiuso per bene la
porta. Dove sarà finito?” – si allarma
Idunn, in preda all’ansia per la
sparizione di Olaf.
“Calma,
madre. Sarà tornato a casa Bjorgman. Forse è
sceso dalla finestra” – ipotizza Anna.
“E
se lo avesse trovato tuo padre? Sarebbe un casino”
“Dovremmo trovare una buona scusa, in quel caso”
– sostiene, agitata, la
ragazza.
Ed
ecco arrivare proprio l’omino magico.
“Aspetta…eccolo
lì” – lo indica Anna, notandolo in fondo
al corridoio.
Le
due gli corrono incontro. Appena raggiunto, si
accorgono che non è solo.
Qualche
metro più dietro c’è proprio Agnarr.
Non
sembra affatto sereno.
“Padre,
co…co…cosa ci fate qui? non avevate un incontro
nella sala del trono?” – domanda la principessa,
tremante.
“Ho
una faccenda più seria da trattare” –
sostiene lui,
incrociando le braccia al petto.
“Tipo?”
– aggiunge la giovane.
“Voglio
sapere, anzi, esigo sapere la verità su Kristoff
Bjorgman. Ti sei davvero innamorata di un popolano?”
Istintivamente
gli occhi di Anna si posano su Olaf, il
quale è imbarazzato e dispiaciuto per la gaffe.
“Se
non ti smonta Elsa, ti smonto io” – sussurra Idunn
al pupazzo, furiosa con lui.
“Padre,
ascoltate… è una storia lunga. Preferirei non
parlarne più. Ho chiuso per sempre con quella
persona”
“Eh
no, mia cara. Non te la caverai così.
Seguimi…” –
mantenendosi fin troppo calmo, ordina alla secondogenita di recarsi con
lui lì
dove possono chiarire una volta per tutte.
Come
avrà preso questa storia il re austero e fedele
alle regole del protocollo?
Olaf
ne ha combinata un’altra. E se, al
contrario, parlare e rivelare il segreto di Anna fosse utile a tutti?
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Capitolo 26 *** 26 Capitolo ***
Anna ha
celato per anni la sua relazione con Kristoff e la verità su
Sophie per evitare
le punizioni paterne. Sulla sua pelle ha compreso quanto le bugie e i
segreti
hanno breve durata. Adesso che re Agnarr è al corrente di
ogni cosa, la
principessa è pronta ad ogni tipo di rimprovero o pena. Ha
tradito la fiducia
del sovrano e immagina già la reazione che avrà.
I due si
chiudono nella sala del trono, impedendo sia ad Idunn che ad Olaf di
entrare.
“Mia
signora, origliare non è consono al vostro titolo”
– sottolinea il pupazzo,
notando la donna che ascolta di nascosto.
“Shh,
zitto. Se mia figlia adesso verrà punita, la colpa
è soltanto tua” – lo
ammutolisce lei.
Olaf,
seppure non comprende il motivo della sua responsabilità, si
tappa la bocca e siede
a terra.
-----------------------------------
“Hai
avuto una figlia con un ragazzo del popolo che avevi incontrato da
poco…per di
più ti sei concessa a lui la notte precedente le tue nozze!?
Sono sconcertato,
Anna. Sapevo fossi incosciente, ma non fino a questo punto”
– a parlare è il
re.
“Padre,
voi non capite. Io mi sono innamorata di Kristoff altrimenti mai,
ripeto mai,
avrei fatto ciò che ho fatto. È stato un colpo di
fulmine” – spiega la
fanciulla.
“Ma
eri
promessa sposa a Hans Westergard. Come hai potuto tradirlo
così? Come hai
potuto tradire noi? La tua famiglia” – aggiunge
Agnarr, sconvolto.
“Mi
dispiace. Al cuore non si comanda e io ho solo seguito ciò
che lui mi chiedeva.
Desideravo stare con Kristoff e l’ho fatto. Non ho
considerato le probabili conseguenze
di tali azioni. Mica pensavo di rimanere incinta…”
“Tipico
di te. Non pensare a ciò che può comportare un
tuo gesto. Ed io che credevo che
le lezioni private con l’insegnante di corte fossero state
utili alla tua
crescita. A cosa pensavi mentre il signor Roberson ti spiegava da dove
nascono
i bambini?” – il rimprovero dell’uomo
sfocia in argomenti extra. Infatti il
sovrano non sa se ridere di quanto ha appena detto oppure se cambiare
direttamente discorso.
Il
silenzio che segue è un aiuto per entrambi, visto
l’imbarazzo creatosi per via
del tema “sesso”.
“Sentite,
padre, avevo diciotto anni. Sono cresciuta da allora e mi sono presa le
responsabilità che una futura regina deve assumersi per il
bene del popolo” –
riprende Anna poco dopo.
“Bene.
Peccato che manchi il consorte che possa regnare assieme a
te” – commenta,
rigido, il re.
“Quindi
come funziona? Mi troverete un altro pretendente?”
– domanda lei, angosciata
all’idea di un altro matrimonio combinato.
Lei vuole
solo un uomo, dopotutto. Bjorgman. Purtroppo è impegnato e
prossimo a diventare
papà, perciò è impossibile realizzare
questo sogno.
“No.
Nessuno sposerà più qualcuno imposto dal volere
altrui” – comunica Agnarr,
spiazzando la principessa.
“Dite
sul
serio? Non mi state prendendo in giro?”
“Non
sono
un tipo che ama scherzare, Anna. Lo sai bene”
La
ragazza è scioccata. Incredibile come il genitore sia
cambiato radicalmente
arrivando addirittura a mettere la parola fine alle imposizioni del
protocollo.
Proprio
lui che considerava tali regole fondamentali e incancellabili.
“Permettete
se sono alquanto sorpresa sentendovi dire tali parole.
Insomma…mi state dando
la libertà di scegliere il mio compagno. Giusto?”
– Anna con occhi lucidi e
mani tramanti, data la troppa emozione nel sentirsi più
libera, cerca ulteriori
conferme a quanto appena udito.
“Ci
sono
momenti in cui bisogna riflettere bene su ciò che si
è vissuto e su quanto il
passato possa influenzare il nostro presente e specialmente il futuro.
Se io e
tua madre non ci fossimo sposati per volere degli altri,
bensì per amore, a
quest’ora avresti una sorella al tuo fianco, qualcuno da
amare e dalla quale
ricevere affetto. Probabilmente saresti rimasta comunque una casinista,
mi
avresti fatto impazzire allo stesso modo per via del tuo temperamento
troppo
acceso per gli standard di corte. Però, forse,
chissà… anche io sarei stato
diverso con te, con Idunn, con chi mi circondava e la nostra vita
sarebbe stata
differente” – riflette lui.
Poi apre
la parentesi sulla primogenita abbandonata – “So
che conosci la storia di Elsa.
Separarmi da mia figlia mi ha chiuso in un dolore talmente profondo da
impedirmi di voler più bene a qualcuno. Per di
più ho iniziato ad emulare tuo
nonno. Lui ha dato il via ad un destino avverso alla sua
discendenza.”
“Cosa
intendete dire? Vi riferite alla magia?” – chiede
Anna, spaventata.
“Esatto.
Ripenso a questa storia da tempo. Solo adesso mi rendo conto che la
maledizione
non ha affatto colpito Sophie, nonostante sia nipote di re
Elias”
“Non
vi
seguo, padre. Di quale maledizione parlate?”
In quel
momento Agnarr racconta il segreto di famiglia nei dettagli,
così come gli fu
rivelato tempo addietro.
“Avete
una sorella anche voi? Possibile che non sappiate dove si trova? Non
è reale
che sia sparita nel nulla. Ha dei poteri, non può passare di
certo inosservata”
“Elsa
anche li possiede. Eppure sa celarli e domarli. Non credo che Cristel
viva ad
Arendelle o se è qui, avrà imparato a
controllarsi”
“Avete
detto che nonno Elias la portò dai trolls. Avete cercato
lì?”
“Certo
che sì. Tutto inutile” – risponde,
malinconico, il sovrano.
“Accidenti!
Se riuscissimo a ricongiungervi con lei, magari Elsa capirebbe le sue
vere
origini e tornerebbe a casa”
“Dubito,
figliola, che ciò possa accadere” –
commenta Agnarr.
“Olaf
ci
ha rivelato che Elsa ultimamente ha dei dubbi sulla sua parentela con i
Bjorgman. Qualcosa dentro il suo cuore le dice che non è chi
crede di essere”
Tali
parole colpiscono l’uomo che sente la speranza riaccendersi.
“Dici
davvero?”
“Certo.
L’unico modo è trovare Cristel e riunire tutti i
pezzi. La maledizione verrà
sconfitta se l’amore tornerà a palazzo, giusto? E
quale amore se non quello di
un padre e una madre che si riuniscono ad una figlia può
riportare ogni cosa
alla normalità?”
--------------------------------------
La teoria
di Anna convince il re che accetta la sua idea. Decidono di mettersi
sulle
tracce di Cristel.
“Che
significa che volete partire? Non se ne parla. Io vengo con
voi” – afferma la
regina, una volta al corrente dei piani.
“No,
madre. Qualcuno deve rimanere a vegliare su Arendelle e su
Sophie”
“Vuoi
lasciarla per l’ennesima volta? Anna non so se la piccola la
prenderà bene”
“Sophie
ha un padre. Portatela da Kristoff” – sostiene la
principessa.
“Ma
come?
avevi detto che volevi allontanarla per sempre da lui!”
“Ho
capito che la famiglia è importante e che la mia bambina
merita di avere
accanto chi l’ha messa al mondo. Basta con i segreti.
Stanotte le parlerò.
Voglio che sia consapevole di quanto ha davanti. Poi sarà
libera di decidere. È
bene, però, che sappia tutto. Se vogliamo riportare amore e
serenità tra queste
mura, bisogna cominciare smantellando ogni bugia” –
aggiunge determinata Anna.
Ebbene
sì. È giunto per Sophie il momento di sapere
qualcosa di molto importante.
---------------------------------
“Mammina,
è vero che domani mattina partirai con il nonno?”
– chiede Sophie ad Anna.
Le due
sono a letto e la luna è alta in cielo da tempo ormai.
“Si,
amore mio. Proprio di questo vorrei parlarti. Ascoltami bene, tesoro.
Ciò che
sto per rivelarti sarà doloroso ma è necessario
che tu sappia. Spero non mi
odierai”
“Non
ti
odierò mai. Ti voglio troppo bene per odiarti”
– si accoccola sul petto della
giovane e attende il racconto.
Con il
cuore in gola, la principessa racconta ogni momento della sua vita.
Partendo
dal dolore per la freddezza del re nei suoi riguardi, alla
libertà negata, al
matrimonio forzato per poi giungere all’argomento scottante.
“Ti
eri
innamorata di Kristoff?” – esclama sorpresa la
bambina.
“Già.
Follemente. Era lui il mio principe. Anche se non possedeva castelli,
cavalli,
denaro…per me rappresentava l’amore vero, quello
che è impossibile controllare
e che quando arriva ti prende e non ti molla più”
“Wow”
–
esclama sognante Sophie. Poi realizza che il sentimento tra Anna e
Kristoff era
impossibile e le domanda – “Come potevi amare una
persona e sposarti con papà?”
“L’ho
sposato perché ci fu imposto dai nonni”
“Non
gli
volevi bene?” – chiede dispiaciuta Sophie.
“Si,
tanto. Ma era affetto. Nient’altro.”
“La
nonna
mi ha detto che i bambini nascono solo se esiste l’amore e
forse ho capito cosa
stai per dirmi” – sostiene la piccola, con occhi
colmi di lacrime. La sua
estrema intelligenza è nota a palazzo e ora Anna ne ha avuta
piena conferma. Altro
che bambina precoce… è un genio!
“Nonna
Idunn inventa tante favole, sai?” – commenta Anna.
Se fosse stato un momento
tranquillo, avrebbe addirittura riso delle storielle di Idunn.
Però
quell’aiuto materno è fondamentale. Sophie arriva
subito al nocciolo della
questione.
“Hans
non
era il mio papà, vero?”
“No.
Ti
amava come fossi sua, però non avevate alcun legame di
sangue”
“Ma…ma…
io chi sono allora?” – si domanda, confusa, la
piccina.
“Amore
mio, sei la principessina di Arendelle. Sei mia figlia”
“Sono
anche figlia di Kristoff. E se lui non mi vuole?”
“Tesoro,
certo che ti vuole. Sa chi sei e spera che tu possa volergli bene come
ne
volevi a Hans”
“Io mi
sono affezionata a lui quando vivevo lì”
– rivela Sophie, asciugandosi le
guance bagnate di lacrime.
“Potrai
andare a trovalo e ogni volta che vorrai e zia Elsa sarà
felicissima di poterti
coccolare”
Sentire Anna chiamare Elsa “Zia” emoziona la
bambina che inizia a vedere il
lato positivo di tale rivelazione.
“Elsa
è
mia zia, allora!” – il sorriso della piccola
tranquillizza la giovane mamma che
annuisce e le dà un dolce bacio sulla fronte.
“Figlia
mia, perdonami se ho celato la verità. Speravo di
proteggerti e invece
sbagliavo. I Bjorgman sono una famiglia ricca di valori e sentimenti.
Puoi
apprendere tanto da loro”
Dopo molti
pianti e numerosi abbracci, le due si addormentano strette
l’una all’altra.
Da quel
momento in poi le loro vite sarebbero cambiate per sempre.
-------------------------------------
Kristoff
viene svegliato di soprassalto la mattina seguente.
“Apri
tu.
Io non mi sento molto bene” – gli sussurra Isabel,
allettata per dei disturbi di
gravidanza.
Stiracchiandosi
e sbadigliando, Bjorgman va alla porta e la apre.
Davanti i
suoi occhi ci sono Anna e Sophie.
“Kris,
possiamo entrare?” – domanda la principessa.
“Ehm…”
–
il giovane non sa come comportarsi, data la promessa fatta a sua moglie.
“Chi
è
tesoro?” – a quel punto ad arrivare è
proprio Isabel.
Riconosce
immediatamente le due reali e si innervosisce.
“Amore,
pensavo avessimo deciso di cancellarle dalle nostre vite, per il bene
del
bambino” – precisa Isa, incrociando le braccia al
petto.
“Come
prego? E chi sei tu per volere che Kristoff ci tenga
lontane?” – si altera
Anna.
“Calmatevi,
per favore” – le zittisce il giovane.
“Kris…
la
piccola adesso sa la verità” – afferma
Anna, ignorando le occhiatacce di Isabel
e dando attenzioni esclusivamente al suo ex
“Come?
davvero?” – esclama sorpreso e felice il ragazzo.
I suoi
occhi si posano su Sophie che tiene con forza la mano della sua mamma.
“Allora?
Ssi
può sapere cosa volete da noi, vostra signoria?”
– si intromette di nuovo la
padrona di casa.
“Isa…per
favore. Un po' di pazienza, torna a letto” – prende
parola Bjorgman.
“La
mia
pazienza ha un limite e lo sai bene” – gli
sussurra, minacciosa.
Lancia
l’ennesimo
sguardo fulmineo ad Anna e si allontana.
Non ha
intenzione di rovinarsi la giornata per l’arrivo inaspettato
e poco voluto
delle due nobili.
A quel
punto padre e figlia si trovano uno di fronte all’altra. Si
osservano e un
accenno di sorriso colora i volti di entrambi.
“Mi
dai
un abbraccio?” – chiede Kris, emozionato.
La bambina
cerca subito l’approvazione materna, la quale non tarda ad
arrivare.
In pochi
attimi, la piccina è tra le braccia del suo papà.
La scema
è commovente e le lacrime scendono veloci sulle guance di
Anna.
“Non
ci
separeremo più. Promesso” – aggiunge il
giovane.
“Immagino
che tua moglie non vorrà avere Sophie tra i piedi. Io
pensavo di lasciarla qui
per qualche giorno. Sono in viaggio e non volevo lasciarla senza
genitori” –
precisa la principessa.
“Isabel
mi
ha imposto una scelta. Però sai che ti dico…
facesse come vuole. Io non voglio
commettere lo stesso errore di anni fa”
“Quale?”
–
domanda la ragazza.
“Perdere
un pezzo del mio cuore” – risponde lui, incrociando
lo sguardo della ex.
Si fissano
per secondi interminabili. Se fossero stati da soli magari sarebbe
accaduto
qualcosa…eppure i vincoli che hanno li frenano per
l’ennesima volta.
“Ehm…io
devo andare” – Anna si appresta a chiudere la
conversazione.
Riempie di
baci la sua piccola e con un cenno di mano saluta Kristoff.
Adesso
può
ritenersi soddisfatta. Ha dato a Sophie la famiglia che merita.
Una famiglia
non più soltanto nobile. Una famiglia che vive di
sentimenti, quella dei
Bjorgman.
Chissà
se
Isabel accetterà di essere stata ignorata dal marito nella
decisione di
accogliere la bambina nella loro dimora?
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Capitolo 27 *** 27 Capitolo ***
Isabel
sente le voci di Kristoff e della bambina provenire dalla cucina e ha
ormai
chiaro che il marito non ha mantenuto la promessa. Ciò che
la donna ignora è la
confessione già avvenuta di Anna. Crede di potersi vendicare
della principessa
spiattellando la verità al re, mettendola così
nei guai.
Convinta
di questo, si reca a palazzo. Lo fa di nascosto, quando padre e figlia
sono
usciti insieme per recarsi a casa dei nonni.
Corre
spedita verso il castello con la rabbia che le ribolle dentro e le
lacrime che
scivolano violente sul suo viso.
“Vorrei
essere ricevuta dal re” – chiede ad una delle
guardie.
“Mi
dispiace, Isa. Il sovrano è partito assieme alla
principessa. Sarà via a lungo
da quanto ci ha detto” – risponde il soldato alla
ex collega di lavoro.
Dopotutto è impossibile non conoscersi, avendo prestato
servizio a corte e
avendo condiviso molto spesso i tavoli da pranzo della cucina.
“Accidenti”
– esclama irata la giovane – “Me
l’ha fatta sotto il naso quella riccona da
strapazzo”
“Come
dici?” – domanda l’uomo in divisa,
confuso dalle parole di lei.
“Nulla.
Ascolta Victor, posso almeno parlare con la regina?”
– un’idea brillante le
salta alla mente.
“Certo.
Mando qualcuno ad annunciarti” – risponde,
allontanandosi di qualche metro.
Una delle
domestiche, intenta a raccogliere il bucato, qualche minuto dopo
dà l’ok a
Isabel per poter entrare.
“Va
pure”
– così dicendo la guardia torna al suo posto e
saluta la conoscente.
La
ragazza affretta il passo e si dirige verso l’ingresso.
“Isa!
Che
bello rivederti” – afferma, raggiante, la sovrana,
riconoscendo l’ex dipendente
nei corridoi.
“Maestà”
– saluta l’altra, inchinandosi leggermente al
cospetto della sua signora –
“Vorrei scambiare quattro chiacchiere con voi, se non vi
dispiace”
“Riguarda
mia nipote, suppongo” – anticipa Idunn, spiazzando
la giovane.
“Come
fate a…?”
“L’ho
intuito vista la partenza di Anna e la temporanea sistemazione di
Sophie a casa
tua e di Kristoff” – spiega la donna.
“Ecco,
appunto di questo vorrei parlarvi”
“Andiamo
nella sala del trono. Lì non ci disturberà
nessuno”
Una volta
giunte a destinazione, sono sole e possono conversare.
“Allora,
maestà, sono qui perché vorrei un aiuto. Si
tratta del mio consorte… e di
vostra nipote, la principessina!”
“EH?”
–
esclama sorpresa la sovrana.
“E’
necessario, per il bene di Sophie, che la teniate lontana il
più possibile da
quella persona!”
“Aspetta, aspetta, aspetta. Cosa intendi dire? Non sarai mica
gelosa del loro
rapporto?” – la interrompe Idunn, turbandosi.
“Immaginavo
che sentirmi parlare in questo modo vi avrebbe indotto a pensare alla
gelosia.
Non mi volete credere perciò…perdonate, forse non
dovevo venire qui.
Dimenticate ciò che ho appena detto. Vi lascio ed evito
altre figuracce” –
Isabel si avvicina alla porta, speranzosa di essere fermata dalla
regnante. E
infatti è ciò che accade.
“No,
non
andartene. Voglio ascoltarti. Non puoi usare determinate affermazioni
per poi
chiudere, senza arrivare al punto”
“Credevo
di farcela, ma sento una pressione tale che fa star male sia me che mio
figlio.
Tutto per colpa di Kristoff” – la fanciulla inizia
a tremare, accarezzandosi il
ventre, spaventando la regnante.
“Hai
litigato con il tuo consorte? Calmati che mi preoccupa vederti in
questo stato!”
– la regina è confusa dal discorso della fanciulla
e anche ansiosa per via
delle sue parole.
“Fosse
solo questo il problema. Ultimamente non si
controlla…secondo voi la mia
gravidanza è frutto di una notte d’amore? no! Vi
sbagliate. Lui è cambiato ed è
molto irascibile. Sono venuta qui, facendomi coraggio, per supplicarvi
di
tenere Sophie al sicuro”
“Cosa?
No… non può essere. Forse esageri…
Anna ha sempre descritto Kristoff con belle
parole”
“Perché
lei non lo conosce fino in fondo. Ragionate, maestà. Quanto
tempo ha trascorso vostra
figlia con mio marito? Poco! Non può sapere nel profondo che
tipo di uomo è. Io
lo so, invece. Sono cinque anni che sono la sua compagna, cinque anni
che
sopporto angherie, tradimenti e cattiverie”
“Santo
cielo” – esclama, scioccata Idunn, costretta a
sedersi per evitare uno
svenimento.
Se
ciò
che sta udendo è reale, ha affidato la bambina ad un mostro!
“Siete
ancora in tempo per salvare vostra nipote” – ripete
Isabel, vogliosa di
convincere la nobildonna di quello che dice.
Il
silenzio della regina non è un segnale positivo, ma neppure
negativo.
E quando
Idunn chiede - “Come posso fare? Lei non si vorrà
più separare dal padre. Devo
trovare un modo per riprendermela”, Isa sente di aver vinto;
è riuscita a
rendere vera una storia totalmente finta.
“Sono felice che mi credete, maestà. Bisogna agire
il prima possibile, per il
bene di tutti, in primis quello di Sophie. Ha cinque anni e una vita
davanti.
Per me e mio figlio ci sono poche soluzioni. Invece la principessina
può
fuggire e dimenticarlo per sempre”
“Puoi
dimostrare quanto hai appena detto?” – domanda
Idunn, volendo avere piena
conferma.
“Non
vi
basta lo stato di shock in cui sono? Per di più sono
incinta. Ho dovuto
abbandonare un lavoro che adoravo per volere di mio marito”
“Non
avrà
mica alzato le mani su di te, spero”
“Una
volta…o due!”
“Oh
mio
Dio” – esclama scioccata la regina, afferrando, con
violenza, il braccio della
ex lavoratrice. Su di esso sono visibili alcuni lividi e un paio di
graffi.
Osservandoli
rimane pietrificata.
“Aiutatemi.
Non posso più nasconderlo. Quel vile deve pagare per il male
che sta facendo!”
– Isabel scoppia a piangere e la sovrana istintivamente
l’abbraccia,
confortandola e cadendo nella trappola della docile e tormentata
domestica.
Peccato che sia solo apparenza.
“Si
risolverà tutto. Adesso tu mi porti a casa tua e recupero
mia nipote. Se
davvero Kristoff Bjorgman agisce da bestia, avrà la
punizione che merita”
------------------------------------------------
Nel
frattempo…
“Che
bello averti qui, Sophie! Sono felicissima” –
afferma Elsa, felice come non lo
è da tempo, rivedendo la nipote.
Olaf
è lì
quando la bambina arriva e l’accoglie allegramente.
Clarissa
si commuove sentendosi chiamare nonna e lo stesso vale per Samuel, il
quale
inizia a studiare le somiglianze fisiche della piccina con il ramo
della sua
famiglia.
La
felicità che si respira tra quelle mura coinvolge anche la
sarta, Lisa.
Dopotutto ha cresciuto Anna come fosse una figlia e vedere Sophie le
rammenta
il passato.
Kristoff
azzarda addirittura a paragonare la piccola a sua zia.
“Più
vi
guardo più riconosco una somiglianza pazzesca. Dai,
osservatevi allo specchio.
Siete due gocce d’acqua” – afferma,
rivolgendosi alla sorella che tiene in
braccio la piccola.
“Sul
serio?” – è la risposta entusiasta di
Elsa.
Le
affermazioni del giovane, però, lasciano i suoi genitori di
sasso.
“Ehm…ma
cosa dici?! È identica ad Anna, non pensi anche tu
Samuel?” – si intromette
Clarissa.
“Si si
assolutamente”
– risponde subito l’uomo.
L’argomento
viene chiuso da Elsa stessa.
“Pensavo
che per una volta qualcuno potesse avere dei tratti come i miei. Sai
che bello,
l’ho sempre sognato. Ovviamente mamma e papà hanno
subito sottolineato l’impossibilità
di ciò. Beh non vogliono avere una mia copia in casa. Altro
che tragedia! Si
vivrebbe l’inferno. Ma sapete che vi dico? Meglio
così. Almeno è libera di fare
e agire in libertà senza avere timore di scatenare una
bufera di neve” –
commenta la ragazza, amareggiata. Si allontana con il capo basso,
chiudendosi
in camera tra il dispiacere di tutti.
E a
proposito di ghiaccio e magia…
“Eccoci,
figliola. Siamo arrivati. Questa è la valle dei
trolls” – comunica re Agnarr ad
Anna.
“Ma
qui
non vedo nessuno, padre. Sicuro che sia davvero il posto
giusto?”
In men
che non si dica ecco enormi massi e rocce tramutarsi in omini buffi e
piccini.
Alcuni
iniziano a salutare allegramente il re, altri scrutano la principessa
sospettosi sulla sua identità.
“Lei
è mia
figlia, Anna” – afferma Agnarr, presentando la
fanciulla.
“Non
si
chiamava Elsa?” – chiede uno dei tanti.
“Sanno
di
mia sorella?” – domanda sconvolta la giovane.
“Ehm…
già. Te lo racconto più tardi”
– risponde il sovrano, poi va dritto al punto –
“Vorrei sapere dove si trova Cristel. Vi prego
aiutatemi”
“Perché
ti interessa conoscerla solo ora?”
“Prima
l’avete lasciata qui perché era
d’intralcio e volevate fare lo stesso con Elsa”
“Ascoltate, sono pentito per aver agito come fece anni fa mio
padre. Sono qui
per questo. Ritrovare mia sorella per ricongiungermi anche alla mia
primogenita. Loro hanno un dono in comune e trovandosi non si
sentiranno più
delle “diverse”. Capite che intendo?”
– a quel punto re Agnarr si inginocchia
e, con le lacrime agli occhi, li supplica.
I silenzi
e il rifiuto della maggior parte dei trolls non scoraggia padre e
figlia. I due
insistono. Anche Anna si china, esattamente come il genitore.
“Vi
prego,
noi vogliamo solo riportare l’amore a palazzo. Per troppo
tempo lì ha vissuto
solo il gelo. Dateci questa opportunità”
– interviene la ragazza.
Tutto
inutile. I loro discorsi non smuovono affatto gli omini rocciosi.
“Andiamocene,
Anna. Non ci aiuteranno mai” – si arrende
l’uomo.
“Ma
padre…”
“Niente
ma. Dobbiamo vedercela da soli”
“Senza
indizi, senza sapere neppure dove si trova. Come faremo? Vaghiamo a
vuoto”
“Io
posso
darvi un piccolo indizio” – a prendere parola
è uno dei trolls più anziano,
sopraggiunto proprio allora.
“Vi
ringrazio, diteci per favore…abbiamo poco tempo”
– Anna si pone subito
all’ascolto.
“Cristel
non si fa chiamare più Cristel. Sono tantissimi anni che non
abita qui, nella
nostra valle”
“Dove
vive?” – chiede, trepidante, il sovrano.
“Lei
si
nasconde bene tra gli umani, controllando la magia con
facilità. Fate
attenzione a chi vi è attorno. Posso solo dirvi che non si
è allontanata dalle vostre
terre d’origine”
“Quindi
è
ad Arendelle?” – chiede Anna.
“O a
Rosetown” – ipotizza il re.
“Imparate
a guardare le persone con il cuore. Agnarr, è la tua gemella
che stai cercando.
Chi meglio di te può riconoscerla, ritrovandosi dentro di
lei. Buona fortuna
amici miei.”
Così
dicendo Granpapà, il troll più saggio e maturo,
si congeda invitando i suoi
simili a fare lo stesso.
“E
adesso?” – domanda la ragazza al genitore, una
volta da soli.
“Ci
recheremo a Rosetown. Sarà questa la prima tappa”
“Speriamo
di trovarla. Anche se ho il vago sospetto che Cristel sia vicina a noi
più di
quanto pensiamo”
Fiduciosi
i due danno il via alle ricerche.
-------------------------------------------
“Nonna,
cosa ci fai qui?” – domanda Sophie, vedendo Idunn
entrare in casa.
È
sera e
infatti padre e figlia sono tornati nella loro abitazione.
Isabel
è
dietro la regina e osserva, soddisfatta, la scena.
“Vengo
a
riprendere la bambina” – prende per mano la piccola
e la conduce all’esterno.
“Aspettate,
dove andate? Non potete farlo. Anna l’ha affidata a me. È mia
figlia” – si altera Kristoff, afferrando
la donna per un braccio nel tentativo di bloccarla.
Tale
gesto viene mal interpretato da Idunn che reagisce.
“Non
ti
permettere più. Potrai alzare le mani su tua moglie ma non
su di me”
“Cosa?
Alzare le mani? Cosa state dicendo?” – esclama,
scioccato, lui.
“Presto
anche Isa ti abbandonerà e se avrà bisogno
l’aiuterò io a liberarsi di chi le
reca tanto male!” – così dicendo, chiude
la conversazione. Trascina sua nipote
che, nel frattempo, piange e urla il nome del padre.
“Tesoro
tranquilla. Si sistemerà ogni cosa. Papà non ti
lascerà.” -grida Kristoff alla
piccina.
Ed una
volta rimasti marito e moglie, Bjorgman posa lo sguardo sulla
soddisfatta
consorte.
“Cosa
le
hai raccontato? Quali menzogne hai inventato per portarla a credere che
sono un
violento?”
“Ti
avevo
avvisato, maritino.” – fiera di sé,
Isabel mostra i lividi e i graffi.
“Non
è
opera mia e lo sai bene”
“Certo.
Tu non faresti male ad una mosca. Ma a mali estremi, estremi
rimedi”
In quel
momento, Kris sente di aver fallito nella vita. Sposarsi con una donna
per
sostituirne un’altra…che assurdità!
Però
ora
come non mai ha un desiderio: quando Anna tornerà ad
Arendelle, lascerà Isabel
per sempre.
E Isa glielo
permetterà? Bella domanda!
|
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Capitolo 28 *** 28 Capitolo ***
Kristoff
litiga duramente con Isabel dopo le menzogne raccontate dalla donna
alla regina
di Arendelle.
Per tale
motivo comunica alla moglie di lasciare la loro abitazione e tornare a
vivere
dai suoi.
“Sei
un
bambino, immaturo e sciocco. Devi prendere di petto la situazione,
invece di
correre subito da mammina e papino per nasconderti dalle tue
responsabilità” –
sono le ultime accuse che Isa lancia al consorte, prima che lui esce di
casa
sbattendo con forza la porta.
Si
infischia delle cattiverie dette da Isabel e prosegue dritto per la sua
strada.
Per
smantellare la marea di bugie della coniuge, deve mettere Idunn di
fronte alla
realtà dei fatti.
“Ho
bisogno che mi aiutate a liberarmi di Isabel” –
spiega Kris ai parenti.
“Cosa
dici,
figliolo? È tua moglie. Perché vuoi
questo?” – si preoccupa Clarissa.
“Lei
è
meschina. Non è l’angioletto che abbiamo
conosciuto anni fa e che si è mostrata
sempre dolce e premurosa nei nostri confronti. Credetemi se vi dico che
è
arrivata ad architettare un piano malefico per allontanarmi da
Sophie” – rivela
lui.
“Eh?
No,
dai. È uno scherzo. Smettila, non prenderci in giro
Kris” – Elsa è perplessa e
scioccata da quanto appena udito.
“E’
tutto
vero. A quanto pare la gelosia deve averla accecata”
– ipotizza il ragazzo.
“O
forse
sono state le tue bugie e il tuo amore nascosto ad averla
trasformata” –
riflette Lisa, giustificando le azioni di una giovane entratale nel
cuore da
cinque anni.
“Aprite
gli occhi, dannazione! Lo volete capire che la gente cambia e a volte
in
peggio” – aggiunge Kristoff.
“D’accordo,
se anche fosse così…come possiamo aiutarti? Mica
abbiamo dei poteri magici che
possano riportare Isabel alla
“normalità” di un tempo”
– sostiene Samuel.
“Bisogna
convincere la regina che Isa le ha raccontato delle
assurdità” – riprende Kris.
“Possiamo
sapere cosa gli ha riferito di tanto grave?” –
domanda Clarissa.
A quel
punto il giovane Bjorgman racconta i particolari di quanto avvenuto
poco prima
e delle dicerie sul suo conto.
“Oh
santo
cielo! Io non ho cresciuto un figlio violento. È tutto
falso, come ha potuto
quella ragazza dire certe cose?! Accusare te di alzare le mani su una
donna è
inaccettabile” – la madre difende immediatamente il
primogenito, scioccata
dalle cattiverie messe in giro per denigrare il suo adorato Kristoff.
“Calmati
cugina” – la abbraccia Lisa, scossa anche lei dal
fatto.
“Deve
essere impazzita. È irriconoscibile. Lei ti venera, come
può parlare male di
te, fratello?”
“Non
mi
importa, Elsa. Ora desidero riprendermi Sophie e riconquistare la
fiducia della
sovrana” – risponde il giovane, deciso come mai
prima.
“Ok,
però
come si fa a convincere la signora? È la nostra parola
contro quella di una
persona che mostra lividi e graffi sul corpo” –
Clarissa è davvero spaventata e
tesa come una corda di violino.
“Forse
io
ho un’idea” – si intromette Lisa.
“Quale?
Dicci tutto, cugina”
“Io
conosco Idunn da tanto tempo. Si può dire che ho cresciuto
Anna assieme a lei.
Potrei intercedere a favore di Kristoff.” – propone
la Brown.
“Ottima
idea, zia” – un sorriso si accende sul viso di
Bjorgman.
Elsa,
però, è silenziosa e si tiene in disparte. Ad
accorgersene è la sarta che le si
avvicina e domanda – “Cosa ti turba,
tesoro?”
“Sophie”
– risponde la ragazza, preoccupata per la nipote –
“Tutte queste novità
l’avranno scossa oltremodo. Poi è talmente piccina
da assimilare il dolore con
facilità. Ciò potrebbe nuocerle anche in
futuro”
“Hai
ragione. Bisogna tutelarla. La tua presenza potrebbe esserle
utile,sai?” –
sostiene l’adulta.
“Io?
come
potrei? Sono solo un intralcio. Rischierei di creare pasticci per via
del mio
potere” – sospira, tristemente, Elsa.
“Non
devi
mai, ripeto mai, sentirti un pericolo. Ciò che possiedi
è un dono. È quello a
renderti speciale, tesoro. Vai di questa
“debolezza” la tua forza e tutto andrà
alla grande. Fidati di me” – così
dicendo, Lisa la abbraccia forte.
L’affetto
della sarta tocca il cuore della fanciulla che le propone -
“Potrei venire a
palazzo con te?”
Ciò
sorprende ed entusiasma la Brown che ovviamente accetta.
Le due
però non andranno da sole.
Olaf,
infatti, rimasto affianco alla sua amica magica, ha ascoltato la
richiesta di
Elsa e si è aggregato.
“Manca
anche a te la bambina?” – domanda intenerita Lisa,
durante il tragitto casa-
castello.
“Si e
poi
vorrei che Elsa ammirasse le bellezze di quel posto. Ci sono tante cose
interessanti che non può non vedere” –
sostiene il pupazzo. Nella sua mente
nevosa spicca un unico obiettivo.
Se Elsa
si trovasse in quella famosa quanto oscurata camera
all’interno della quale si celano
i segreti di famiglia? Proprio la stanza dove si è trovato
casualmente Olaf
stesso, giorni addietro.
Questo
porterebbe alla risoluzione di un dilemma e ad una ritrovata
serenità.
-----------------------------------------------------
“Forza,
tesoro, è la tua pietanza preferita e Caroline
l’ha preparata con tanto amore.
Apri la bocca” – Idunn cerca di imboccare la nipote
che, incupita, non parla né
mangia più.
“Maestà,
se la principessina continuerà così,
rischierà di ammalarsi” – afferma,
preoccupata, la domestica.
“Non
posso permettere che vinca con i suoi capricci” –
replica la sovrana,
insistendo ancora e ancora.
Sophie
è
davvero ingestibile; non si è mai comportata così
e questo spaventa Idunn.
Sconfitta,
la regina accompagna la bambina in camera.
“Rimarrai
qui fino all’ora di cena. Se avrai appetito, ti
farò portare qualcosa per
spuntino. Adesso però è bene che mi
ascolti” – siede sul letto ed invita la
nipote a prendere posto accanto a lei.
“Piccina
mia, la tua mamma ti ha affidato a me ed io ho l’obbligo di
proteggerti da ogni
forma di pericolo” – precisa.
“Papà
non
è un pericolo” – Sophie riprende
finalmente parola. Lo fa per difendere il
genitore.
“Lui
non
è pronto a questo ruolo. Quando Anna rientrerà ad
Arendelle vedrà come
comportarsi. Ora che ci sono io, tu rimani qui”
“Uffa.
Io
voglio stare con lui, non qui” – grida in lacrime
la bambina.
“Non
urlare, non è da principesse comportarsi così.
Non sei stata educata ai capricci”
– la rimprovera l’adulta.
Dispiaciuta
e ferita, Sophie corre via, lasciando la nonna sola sul letto.
“Dove
stai andando? Torna qui” – la richiama.
Più
quella piccola cresce, più somiglia ad Anna.
“Accidenti!
E’ l’esatta copia di sua madre”
– commenta Idunn, scuotendo il capo.
Ed è
allora che Sophie fa un incontro nei corridoi.
“Zia,
Olaf, Lisa! Cosa ci fate qui?” – corre loro
incontro, gettandosi tra le braccia
di Elsa.
La loro
presenza le restituisce la sicurezza e l’allegria.
“Torno
a
casa con voi. Non voglio rimanere qui” – li
supplica di portarla via.
I tre,
entrati dall’ingresso secondario, grazie
all’amicizia della sarta con alcune
domestiche, si sono imbattuti subito nella principessina. Questo ha
reso
difficile per Olaf condurre Elsa nella stanza contenente i segreti che
potrebbero riguardarla.
“Voi?
Come siete entrati nel mio castello?” –
è la voce della regina che ha raggiunto
il gruppetto.
“Maestà,
scusateci volevamo parlarvi di qualcosa di importante. Riguarda
Kristoff e
Isabel” – spiega Lisa.
“Se vi
ha
mandato qui Bjorgman per farsi difendere, andate via”
– chiude subito la
conversazione, afferrando la mano della nipote con forza per
trascinarla in
camera.
“No,
aspettate” – interviene Elsa.
La
sovrana cerca di evitare lo sguardo della primogenita ma le risulta
difficile
quando Elsa stessa le si pone davanti, a pochi centimetri dal viso.
“Mio
fratello
è innocente. Isabel è solo accecata dalla
gelosia. Ha inventato delle fandonie
sul suo conto per portarvi dalla sua parte” –
afferma convinta la giovane.
Idunn non
risponde, si limita ad ascoltare e ad osservare la bellezza e la
determinazione
della fanciulla.
“Non
rimanete
in silenzio, vi prego. Vi conosco troppo bene, maestà.
Adesso state pensando
che noi lo copriamo per tutelarlo. Non è così.
Siamo sincere. Non racconteremmo
mai menzogne” – interviene la sarta.
“Ragionate,
signora” – aggiunge Elsa – “La
strategia di mia cognata era sbarazzarsi di Anna
e di Sophie. Non vuole che siano a contatto con il marito visto il
passato. Ha agito
a suo vantaggio, volendo tagliare ogni tipo di rapporto tra Kristoff e
la
famiglia reale”
La teoria
della giovane Bjorgman colpisce la regina che appare indecisa.
“Vi
prego,
non portateci via un pezzo di cuore” – la supplica
Elsa, riferendosi alla
nipotina.
Gli
occhioni colmi di lacrime di Sophie, la tenacia della ragazza e di
Lisa,
finalmente convincono Idunn che conclude – “Vi
concedo il beneficio del dubbio.
Anzi. Avete due giorni per portarmi le prove o la verità
palese. Sophie rimarrà
con voi e se Kristoff sarà innocente come dite,
potrà rimanere con voi quanto
desidera. Nel caso contrario, vi consiglio di dimenticarvi della
bambina”
Tale comunicato
è rasserenante per Elsa che abbraccia forte a sé
la nipote.
Lisa,
felice, posa una mano sulla spalla della sovrana, vista la confidenza
tra loro,
e la ringrazia – “Non potevi prendere decisione
migliore e noi, non solo ti
daremo le prove che cerchi, ti renderemo cosciente della
bontà d’animo di Kris
e di quanto merita di avere la bambina con sé. Ha
già perduto cinque anni della
sua vita, non permetteremo che si ripeta la storia
all’infinito”
“Hai
ragione.
Non si possono tenere separati troppo a lungo genitori e
figli” – commenta Olaf,
con chiaro riferimento all’allontanamento di Elsa dal palazzo.
Idunn lo
fissa subito, sentendo i sensi di colpa tornare a dominarla.
Le lacrime
le rigano il viso però la sovrana riesce a nascondere il suo
dolore
congedandosi immediatamente.
Prima di
farlo, dà un dolce abbraccio alla principessina.
“Ti
voglio bene, nonna” – le sussurra Sophie.
Prende per
mano Elsa e Lisa e tutte e tre si incamminano verso l’uscita.
Il pupazzo
di neve desidera ancora condurre la Bjorgman nella famosa camera.
“Ehm…
Sophie,
ti va di far vedere il castello a zia Elsa?” –
propone Olaf alla piccina.
Lei,
euforica, accetta immediatamente.
“No,
tesoro.
È tardi, un’altra volta magari”
– risponde, imbarazzata, la giovane.
“Dai,
veloci, andiamo” – inutile dirle di No. Sophie
trascina le due donne con sé.
Olaf,
elettrizzato,
fa in modo di giungere a destinazione, dopo la perlustrazione dei primi
due
piani e delle sale enormi stracolme di lustro.
“Olaf,
torna qui. Non possiamo mica entrare” - lo richiama la Brown,
notandolo addentrarsi
in una in particolare.
Troppo tardi.
Elsa in primis varca l’uscio e si trova davanti allo stesso
scenario a cui ha
assistito l’omino di neve, giorni prima.
“Cosa
è
questo posto?” – domanda, turbata.
Lisa,
rimasta qualche metro più indietro, avverte una strana
sensazione.
“Non
ti
ricorda nulla questa camera?”- chiede Olaf
all’amica.
Il
silenzio della Bjorgman è un segnale positivo per
l’esserino magico.
“Come
mai
sei voluto entrare qui?” – interviene la sarta,
perplessa.
“Signora,
credo di aver risolto il dilemma della vita di Elsa”
– risponde, spiazzando Lisa.
“Che?!”
–
esclama confusa l’adulta.
E adesso?
Elsa arriverà a conclusione? Capirà di avere il
sangue blu? Si renderà conto
che Anna è sua sorella e che i sovrani di Arendelle sono i
suoi veri genitori?
Olaf ha
combinato
l’ennesimo guaio?
|
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Capitolo 29 *** 29 Capitolo ***
21
anni prima
“Ecco
a voi la bambina. Abbiatene
cura, mi raccomando” – a parlare è
Agnarr.
È
notte, una delle più fredde degli
ultimi inverni, quando il sovrano di Arendelle si reca nella piccola
dimora dei
Bjorgman per dare loro Elsa.
“Sarà
la figlia femmina che non
abbiamo potuto avere. Vi assicuriamo che la proteggeremo e con lei il
vostro
segreto. Nessuno saprà che lei è sangue del
vostro sangue. Tantomeno si verrà a
sapere che ha dei poteri magici” – lo tranquillizza
Clarissa, prendendo la
pargola tra le braccia.
Nota subito dei
guantini bianchi
indossati dalla principessina.
“Quelli
la tuteleranno. Fino a quando
li avrà addosso, non fuoriuscirà dalle sue mani
alcuna magia” – li
tranquillizza il re.
“Maestà,
il gelo di questa sera è
opera sua?” – domanda Samuel, scioccato e
preoccupato.
La non risposta
del nobile è la
conferma che scuote i coniugi.
Prima di andare
via, Agnarr volge un
ultimo sguardo alla figlia e le bacia la fronte.
“Addio,
Elsa! Ti auguro tanta
felicità assieme a persone umili e di gran cuore”
– poi si rivolge ai coniugi –
“Per qualsiasi cosa, non esitate a chiedere. A patto che tra
due giorni andiate
via da qui”
“Abbiamo
un posto sicuro a Rosetown,
signore. Domattina ci metteremo in viaggio” –
spiega Samuel.
“Bene”
– il re, abbattuto e distrutto
dentro, dà una pacca sulla spalla al popolano, salutandolo
amichevolmente.
Facendosi forza
lascia l’abitazione e
corre via.
È
quella la notte più brutta della
sua vita. Lo stesso vale per Idunn. La regina è a palazzo
quando tutto ciò
avviene.
Stringe tra le
mani un bavaglino con
incisa una E.
Piange disperata
mentre le immagini
di sua figlia le riempiono la mente.
È
chiusa in camera ed è tarda notte
quando il consorte rientra.
“Cara,
sono tornato” – comunica lui,
avanzando lento verso di lei.
“L’hai
fatto davvero? Ti prego, dimmi
che non hai avuto il coraggio e che adesso Elsa è nella sua
culla”
“No,
tesoro. Era giusto così. Avrà
una vita più semplice, credimi”
“Cosa
stai dicendo? Chi siamo noi per
decidere cosa è giusto e cosa no!” –
grida, disperata la donna.
“Ascoltami…
domani darò al popolo la
notizia della morte del nostro erede. È bene che nessuno
sospetti
dell’abbandono. Diremo loro che era un maschietto e che porta
il nome di mio
padre, Elias. Vorrei fossi preparata psicologicamente a quanto dovremo
affrontare”
“Separarmi
da mia figlia è stato il colpo
più duro che mi sia stato mai inferto nella vita. Fingere
che non sia mai
esistita e che, al contrario, al suo posto, sia nato un maschio e che
sia
morto, credo sia bestiale. Come puoi chiedermi questo, Agnarr? Come hai
potuto
farlo?” – si sfoga la regina.
“Basta
Idunn. Reagisci, sii forte. Le
cose dovevano andare in tale modo. Non possiamo farci più
niente” – anche
l’uomo inizia ad innervosirsi e cambia tono.
“Lasciami
sola” – sentendo il marito
parlare così, Idunn decide di ignorarlo e preferisce
rimanere in solitudine per
imparare a convivere ed accettare una sofferenza che, è
sicura, l’accompagnerà
per sempre.
Da quel momento
la camera della
principessina abbandonata viene serrata e resa il luogo dei ricordi nel
quale
la donna si immerge quando il dolore la divora e i sensi di colpa
tornano a
dominarla.
----------------------------------------
Elsa,
fissa, silenziosa, la camera nella quale si trova.
Avverte
un legame strano con quel luogo. Se solo sapesse!!!… la
regina la destinò a lei
quando nacque e anche dopo essere stata abbandonata, ha continuato a
renderla,
in qualche modo, un omaggio alla primogenita.
La culla,
in fondo alla stanza, l’attira, così si avvicina e
scruta l’oggetto. Una
copertina ed un bavaglino sono posizionati su di esso.
“Non
conviene toccare nulla, tesoro. Andiamo via. Potrebbe vederci qualcuno
qui e
fraintendere le nostre azioni” – si agita Lisa.
La
ragazza però non l’ascolta. Soffia via la polvere
che ricopre la bavetta e nota
un particolare che la fa sobbalzare.
Perplessa,
lo mostra alla zia.
“Guarda
qui” – indica.
“Cosa
c’è
di strano? Apparterrà ad Anna, forse. Questo sarà
lo stanzino che conserva i
ricordi passati” – ipotizza la Brown –
“Però adesso usciamo” – ripete
di nuovo.
“Qui
è
incisa una E, guarda anche tu!” – insiste Elsa.
Anche la
sarta sgrana gli occhi e mostra un’espressione alquanto
confusa oltre che
preoccupata.
“Ehm…
sarà di….” – dice, cercando
di ricordare qualche membro reale con tale
iniziale.
Non
c’era
nessuno che recentemente portasse un nome che iniziasse con quella
vocale.
“E…come
Elsa!”
– si intromette Olaf, voglioso che la verità viene
a galla.
Sentendo tale
affermazione, le due donne si voltano verso il pupazzo con aria
scioccata.
“Questi
cosa sono?” – domanda Sophie, notando dei veli neri
coprire vecchi quadri a
terra, in un angolo.
La giovane
Bjorgman, sempre più scossa e desiderosa di sapere, si
avvicina rapida e
solleva le coperture.
In quei
dipinti vi è raffigurato qualcosa di sospettoso.
Ma proprio
quando i dubbi iniziano a trovare soluzione, compare una persona
sull’uscio
della camera. La sua voce rimbomba tra quelle mura e fa trasalire i
presenti.
“CHE
COSA
CI FATE QUI?”
---------------------------------------
Nel
frattempo…
“Padre,
questa è la decima casa che controlliamo”
“Dovrà
esserci…per
forza. Mia sorella non può essere sparita nel
nulla” – sostiene, determinato,
Agnarr.
“Forse
è ad
Arendelle” – ipotizza Anna.
“Non
arrendiamoci subito. Cristel è vicina a noi. Me lo
sento” – così dicendo, l’uomo
afferra la figlia per mano e si appresta a far visita
all’ennesima abitazione.
Riusciranno
nell’impresa?
Ma
soprattutto…
Elsa adesso è prossima a scoprire la verità.
La strega
della maledizione era stata chiara. Solo con l’amore vero a
palazzo la maledizione
si sarebbe spezzata. I presupposti ci sono e anche tanta
volontà di rimettere
le cose apposto.
|
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Capitolo 30 *** 30 Capitolo ***
“Sogno
o
son desto… siete davvero voi, re Agnarr?”
– domanda un popolano al sovrano,
avendolo riconosciuto in giro per la città.
“Manuel,
il fruttivendolo?! Che piacere rincontrarvi dopo tutti questi anni.
Abitate
ancora qui?” – esclama, sorpreso, il nobile.
Tra i due
segue un abbraccio confidenziale che stupisce Anna, non abituata a
vedere il
padre trattare amorevolmente i sudditi.
Lo
sconosciuto è anziano e porta con sé delle ceste
colme di mele rosse. Posa lo
sguardo sulla principessa, ignaro della sua identità.
Non serve
molto tempo per intuirlo.
“Dagli
abiti eleganti e il colore dei suoi occhi, direi che è
vostra figlia, sire” –
aggiunge ancora lo straniero, inchinandosi, seppure con fatica, di
fronte alla
ragazza.
“Esattamente.
Vi presento Anna, mia primogenita nonché futura regina di
Arendelle” – spiega
il re.
L’appellativo
“primogenita” spiazza la fanciulla che non si
pronuncia ma si limita ad un
accenno di sorriso.
“Se
non
sono indiscreto, posso chiedervi come mai siete qui a
Rosetown?” – chiede il
fruttivendolo.
“Ehm…faccende
private. Adesso siamo di fretta, meglio andare. giusto,
padre?” – taglia corto
Anna, cercando di accelerare i tempi di ricerca.
È
Agnarr
a zittirla con le sue parole – “Stiamo cercando una
persona per noi importante”
“Posso
esservi d’aiuto? Conosco alla perfezione tutti gli abitanti
del regno” –
sostiene Manuel.
“Dite
sul
serio?” – esclama la principessa, abbastanza
perplessa.
“Certo,
milady. Basta che mi facciate un nome e saprò indicarvi
famiglia, casa e
occupazione” – spiega l’anziano.
“Ehm…padre.
Ok che questo tipo ha una certa età e quindi conosce ogni
singolo popolano,
però credo esageri a considerarsi tanto esperto. Non pensate
anche voi?” –
sussurra Anna all’orecchio del genitore.
“Fidiamoci.
Lui è l’unica carta che abbiamo se vogliamo
trovare Cristel”- risponde
il sovrano, sottovoce.
“Allora?
Come posso esservi utile?” – insiste il vecchio.
“Avete
mai sentito parlare di una bambina che venne abbandonata più
di due ventenni
fa?” – domanda, serio, Agnarr.
Quella
richiesta colpisce il fruttivendolo.
“Bambina?
Quale bambina?” – esclama, confuso, il
fruttivendolo.
“Bene,
padre, un altro buco nell’acqua. Inutile perdere tempo,
chiediamo ad altri” –
brontola Anna.
“Forse
hai ragione. Credevo sapesse qualcosa, visto che è al
corrente di ogni evento
di Rosetown” – aggiunge il re di Arendelle.
“Calma,
io non potrò esservi granché d’aiuto
però conosco chi sa tutto di tutto”
“Di
chi
parli?” – domanda il sovrano.
“Hansel,
il falegname. Chi meglio di lui può rivelare storie
passate”
“Abbiamo
girato tutta Rosetown. Di questo Hansel non c’è
traccia da nessuna parte”
“Perché
abita nel bosco. Alcuni dicono che si sia nascosto perché ha
spifferato segreti
importanti di gente che conta… altri sostengono sia
addirittura impazzito nella
sua solitudine”
“Padre,
pensate che ci convenga andare anche lì?”
“Ovviamente
andremo, tesoro. Chissà…magari ci
saprà dare risposte utili”
-----------------------------------------------
Nel
frattempo…
“Maestà,
scusate non era nostra intenzione piombare qui e imboscarci in una
delle camere
di palazzo” – si giustifica Lisa, notando lo
sguardo pietrificato di Idunn,
ferma sull’uscio della porta.
“Nonnina,
volevo che vedevano il castello ”- spiega Sophie.
“Elsa…
dì
qualcosa anche tu” – la rimprovera la sarta,
notando il totale disinteresse
della nipote verso la regina arrabbiata.
Le parole
della ragazza però sono spiazzanti.
“A chi
appartiene questa roba? C’è una E sul
bavaglino”
“Come?
che stai blaterando?” – si agita la Brown.
“Voglio
saperlo. Non mi è concesso? Perché se
è come sospetto, mi è dovuta una
spiegazione” – aggiunge la giovane, nervosa e con
voce tremante. Alcuni fiocchi
di neve iniziano a girarle intorno. Segnale che il potere non riesce
più a
domarlo, dato l’eccessivo carico emotivo.
Idunn
sente una forte morsa allo stomaco e gli occhi inumidirsi.
Sta per
crollare, lo sente…mentire non servirebbe a nulla se non ad
alimentare il
distacco e l’odio che sta per sorgere in Elsa.
“Maestà,
scusate il comportamento assurdo di mia nipote. Andiamo subito
via” – si
intromette Lisa, afferrando la Bjorgman per un braccio.
Tale
gesto diventa un rischio per la sarta.
La
reazione improvvisa di Elsa è quella di scagliare pezzi di
ghiaccio a poca
distanza dal corpo della zia.
“Sei
impazzita? Cosa ti prende?” – esclama scioccata la
donna.
“Lo so
io
cosa succede” – aggiunge a quel punto la sovrana,
attirando su di sé lo sguardo
confuso e preoccupato di Lisa Brown.
Olaf
allontana Sophie per evitarle altri shock e la distrae a modo suo.
Rimangono
soltanto le tre adulte.
“E’
ora
che tu sappia chi sei veramente” – sostiene Idunn,
tesa come una corda di
violino.
Siede su
una vecchia sedia non dando peso alla quantità di polvere
stesa su di essa.
Dà
inizio
così alla rivelazione della verità.
La
giovane con lo sguardo rivolto alla culla in fondo alla stanza, ascolta
impietrita il racconto. Viene a conoscenza del primo incontro dei
sovrani di
Arendelle, delle loro nozze combinate, della nascita di una bambina che
abbandonarono per via di una maledizione.
“Cosa?
Una
maledizione? Avete davvero dato via vostra figlia per questa ragione?
E’
tremendo” – esclama la sarta, lasciandosi prendere
dall’emozione del racconto.
“Ero
io,
vero?” – domanda, distaccata, Elsa –
“Il mio dono, la somiglianza con Anna,
l’iniziale cucita sul bavaglino e tutto il resto…
sono io la principessina che
avete voluto rimuovere dal vostro cuore perché considerata
un problema” – la
voce della fanciulla è carica di rabbia, delusione,
frustrazione ed immensa
tristezza.
“Piccola
mia, non avrei mai voluto dirti addio. Perdonaci. Io e tuo padre
credevamo che
affidarti a qualcun altro fosse la cosa migliore da fare”
– queste parole sono
la conferma che Elsa cercava.
“Certo!
Chi vorrebbe una figlia con un potere magico?! Risulterebbe pericolosa
e
soprattutto chissà cosa avrebbe pensato la gente, vero?
Dovete vergognarvi…io
desideravo solo dell’affetto. Invece avete preferito darmi
via come un oggetto
inutile” – la ragazza si sfoga, urlando contro la
regina il suo disprezzo e la
sua sofferenza. Ciò viene osservato da Lisa, inerme di
fronte alla verità.
“Aspetta,
ascoltami. Io voglio recuperare il rapporto con te, sei mia
figlia” – cerca di
parlare Idunn, ma invano.
Elsa si
dirige verso l’uscita.
“Scordatevi
di me. Io e voi non ci conosciamo, non abbiamo mai avuto alcun legame.
Il sangue
in comune non fa una famiglia. Mia madre esiste e si chiama Clarissa
Bjorgman”
La sua
rabbia sta scatenando una tempesta ad Arendelle che presto avrebbe
imbiancato
l’intero regno e forse avrebbe potuto causare anche di peggio.
“Nipote,
calmati o rischi di distruggere il raccolto e le provviste della
gente” – la
trattiene la Brown.
“Lasciatemi
stare. Tutti” – così dicendo corre via,
tra i pianti della regina e le parole
di richiamo della sarta.
“E
così
siete voi la sua vera mamma?” – domanda Lisa alla
nobile.
“L’hai
sentita a che tu. Da adesso in poi per lei sarò il nulla
più assoluto. Non
avrei dovuto parlare. Sarebbe stato meglio tacere”
“Inutile
piangere sul latte versato. Adesso fatevi forza e andiamo da Elsa. Ha
bisogno
che qualcuno le ricordi che lei è buona e che la sua magia
va domata”
“Credi
che potrebbe fare del male a qualcuno, nello stato in cui si
trova?”
“Spero
di
no” – risponde incupita la popolana. In quel
preciso istante, la lavoratrice si
volta indietro, convinta di trovare a pochi passi la nipotina e invece
Sophie è
assente – “Dove è la bambina?”
“Manca
anche Olaf” – nota Idunn.
Le due si
guardano, agitate, timorose di una ritorsione della giovane Bjorgman
sulla tenera
innocente.
Corrono
verso l’esterno del castello. Della piccina nessuna traccia;
in compenso una
tempesta violenta si sta abbattendo su Arendelle.
“Accidenti,
qui sta arrivando il finimondo” – commenta la sarta.
“Questa
è
la furia di mia figlia. La rabbia che sente dentro ha la stessa foga di
questa
neve. Che si fa adesso?”
“Dobbiamo
prima di tutto trovare Sophie. Se dovesse capitarle
qualcosa…” – si agita Lisa.
“Vieni,
cerchiamola non sarà lontana. Facciamo in fretta, con questo
maltempo potrebbe
capitare ogni cosa” – e così dicendo le
due donne, mano nella mano, sfidano la
furia di Elsa, con il cuore tremante per l’ansia oltre che
per il freddo che
inizia a gelarle e sfiancarle.
|
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Capitolo 31 *** 31 Capitolo ***
Raggiungere
l’abitazione nascosta nel bosco porta via un altro giorno ad
Anna e suo padre,
tanto da pentirsi di aver assecondato le idee del fruttivendolo.
Ed è
proprio quando cominciano ad avvertire la stanchezza e a sentirsi
demotivati,
ricevono la notizia attesa.
“Siamo
arrivati” – esclama Manuel, indicando una vecchia
casa, celata da alcuni
alberi.
Con il
cuore in gola, il re afferra la mano della figlia stringendola forte.
“Se
questa
persona dovesse sapere di Cristel, sarebbe la svolta della mia
vita” – afferma,
trepidante – “Stammi vicino, tesoro. Ne ho
bisogno”
“Tranquillo,
padre. Non vi lascerò mai. Ho già commesso
l’errore di allontanarmi da voi. Non
ricadrò nello stesso sbaglio” – risponde
Anna, emozionata per il genitore.
A passo
lento avanzano fino a raggiungere la porta. È Agnarr in
persona a bussare con
decisione. La speranza è viva nei due nobili, i quali
credono fortemente che
l’uomo che stanno per incontrare abbia Cristel “a
portata di mano”.
Purtroppo
però… nessuna risposta.
I nobili
posano, stupiti, lo sguardo sull’accompagnatore.
“Ehm…
riprovate, maestà. Sono sicuro che è
dentro” – insiste Manuel, stranito
dall’assenza del compaesano.
“E se
è
come dicevano in molti in paese, ovvero che qui non è
rimasto nessuno?” – ad
Anna sorge il dubbio e la speranza lascia spazio alla delusione.
“Io
ritento” – afferma Agnarr, dando altri colpi alla
porta.
Ancora inutile
il tentativo del sovrano. Insiste più che può,
colpendo l’uscio con più forza.
“Padre,
se continuate così rischiate di sfasciarla”
– aggiunge la principessa,
allontanando il genitore di qualche metro.
“Non
è
possibile, credetemi. E’ sempre stato qui, fino a qualche
giorno fa.” – Manuel
non sa darsi pace.
“Abbiamo
sbagliato a dargli retta. Starà perdendo colpi, per via
dell’età” – sussurra la
ragazza all’orecchio del padre.
Eppure il
fruttivendolo sorprende molto il re di Arendelle, mostrandosi scioccato
dall’assenza del tizio.
“Lo
conosco ed è imbattibile. Se è tanto convinto che
quella persona sia qui, sarà
così” – sostiene il nobile.
“Cosa?
Ma… ragionate padre, non ci ha aperti nessuno. Abbiamo anche
fatto molto casino
stando qui fuori e avremmo dovuto pur attirare l’attenzione
di chi vi abita,
giusto? Invece nessuna risposta!”
“Magari
si è allontanato momentaneamente” –
ipotizza ancora il re.
“Possiamo
sempre ritornare domani” – sostiene il
fruttivendolo.
“Non
se
ne parla. Abbiamo già perso troppo tempo ad arrivare fin
qui” – replica Anna.
“Non
so
cosa dirvi, miei signori. A volte bisogna avere pazienza. Non accade
sempre
tutto in poco tempo e specialmente come si desidera”
– aggiunge Manuel,
irritando sempre più la principessa.
“Sentite
voi…parlate di pazienza come se noi non ne avessimo avuta
abbastanza. Sapete
che vi dico? Io ne ho fin troppa a non mandarvi…”
– esplode la ragazza, ma
viene zittita dal re stesso.
“Zitti”
–
afferma il sovrano, osservando con minuzia qualcosa in lontananza
– “Chi è quel
tipo laggiù?” – domanda al popolano,
indicando una persona distante da loro.
Il volto
di Manuel si illumina una volta riconosciuto il tipo in questione.
“E’
lui.
E’ lui. Maestà, che fortuna. Lo abbiamo trovato al
momento giusto” – esulta,
invitando i due a seguirlo.
Anna alza
gli occhi al cielo, mentre Agnarr elettrizzato non esita a correre
dietro il
popolano.
“Spero
per lui che sia la persona giusta altrimenti…”
“Dai,
figliola. Basta con le lamentele. Adesso avremo le risposte che
cerchiamo” –
conclude il re.
Pochi
passi ed eccoli finalmente faccia a faccia con chi può dare
loro indicazioni
chiare e certe sulla presenza di Cristel.
--------------------------------------------
“L’hai
trovata? Verso il porto non c’è”
– comunica Lisa ad Idunn.
“Neppure
in piazza. Dove sarà mai andata? Qui la tempesta aumenta la
sua foga” –
risponde l’altra.
“Nipotina
mia, chissà che fine avrai fatto. Da quando è
nata sta vivendo delle situazioni
che, per una creatura della sua età, sono
traumatizzanti” – sostiene,
amareggiata, la sovrana.
“Maestà
bisogna cercare meglio e per scovare Sophie sarà necessario
scovare Elsa” –
aggiunge la sarta.
“Non
sappiamo dove potrebbe essere andata. Perché Elsa metterebbe
a rischio la vita
di sua nipote?” – la nobile è
demoralizzata e infreddolita, tanto da avvertire
il gelo nelle ossa.
“Evidentemente
non si controlla più. E’ la rabbia a dominarla
adesso e se ho imparato a
conoscerla in questi anni, credo che arriverà anche di
peggio”
“Cosa
vuoi dire, Lisa?”
“Siamo
solo all’inizio. Temo che possa cambiare e trasformarsi in
qualcuno che non è
mai stata”
Tali
affermazioni paralizzano Idunn che inizia a tremare.
“E’
soltanto colpa mia” – si colpevolizza la giovane
nonna.
“No,
cosa
dite?! Era il destino, maestà”
“E’
la
maledizione di cui ti ho accennato. Quella che ha segnato Elsa e che
segnò,
anni addietro, Cristel”
“Chi
è
Cristel?” – domanda Lisa, confusa.
“La
sorella gemella di mio marito. La prima a cadere vittima di un
maleficio che
colpì la famiglia reale” – spiega la
nobile.
“Intendete
dire che anche lei aveva dei poteri magici come Elsa?”
– esclama, ad occhi
sgranati, la sarta.
“Esatto
e
proprio come mia figlia venne abbandonata per evitare che la corona
venisse
infangata o che perdesse controllo sul regno”
“Quindi
sono le uniche due ad avere questo dono? Non esiste nessun
altro?” – domanda,
alquanto interessata, la Brown.
“Non
credo. La maledizione è stata lanciata da una strega che si
era innamorata di
Elias, mio suocero; però lui era stato destinato ad
un’altra donna, per via dei
matrimoni combinati. Tra i due ci fu un acceso conflitto tanto che il
cuore
della donna si raggelò e proprio quando re Elias e consorte
si sposarono,
lanciò contro di loro e le future generazioni il
sortilegio”
“Quale
precisamente?”
“Tutti
i
primogeniti nati da matrimoni combinati sarebbero stati toccati da
magia
incontrollabile che, se non domata, li avrebbe trasformati in creature
malvagie”
“Santo
cielo! È terribile” – esclama scioccata
Lisa.
“Sophie
è
nata dal vero amore, perciò questa maledizione non
l’ha colpita. Elsa invece…”
Il
silenzio di Lisa colpisce Idunn che così aggiunge
– “So di averti angosciata
con questa storia. Chi non rimarrebbe sconvolto sentendo tali
rivelazioni. Però
dobbiamo impedire che mia figlia diventi come quella dannata
strega”
“Avete
mai cercato Cristel? Magari le due, ritrovandosi, potrebbero aiutarsi a
vicenda” – riflette la sarta, tornando
sull’argomento magico.
“Non
sappiamo che fine abbia fatto. Anna e Agnarr sono partiti alla volta di
Rosetown per cercarla”
“Rosetown?” – esclama Lisa.
“Si,
le
due uniche destinazioni dove potrebbe trovarsi sono Rosetown e
Arendelle”
“Anche
qui? Siete sicuri?”
“Si,
spero per loro che si sbrighino, rimane poco tempo”
In quel
momento la Brown si alza e corre via, lasciando la regina sola e
confusa.
“Ma
che
le prende adesso?” – si chiede, stranita.
Lisa
è
uscita dal castello, avvolta dal vento e dalla neve.
Alcune
lacrime le rigano il volto e sente un dolore forte al petto.
Inizia ad
avvertire delle scosse alle mani e ciò la costringe a fare
qualcosa che smise
di fare anni ed anni fa.
Tira
fuori dalle tasche della sua mantella nera un paio di guanti.
Li
indossa e chiude gli occhi, cercando di placare il pianto.
Però
accade qualcosa di inaspettato e di magico.
La
tempesta che l’avvolge, quella scaturita dal dolore di Elsa,
la solleva.
Idunn
raggiunge l’amica proprio in tale momento. Sobbalza vedendola
in aria e
spaventata esclama -“Santo cielo! Lisa, che succede? Cosa ci
fai lassù?”
La Brown
inizia a borbottare qualcosa che la regina non comprende.
“Adesso
cosa stai blaterando?” – la sovrana è
preoccupata, poi si rivolge alla primogenita
che ritiene l’artefice di quanto sta vedendo –
“Elsa, ovunque tu sia, smettila.
Adesso minacci chi ti vuole bene? Lascia in pace Lisa. Non ha colpe per
il tuo
male. Sono io la responsabile. Prenditela con me”
La foga
del vento aumenta e una voce in lontananza sposta
l’attenzione di Idunn su
altro.
“Nonnina”
– la chiama qualcuno.
In quel
momento compare Sophie, assieme ad Olaf.
La
piccina si aggrappa alla gonna della regina e la stringe forte.
“Tesoro
mio, dove eri? Ti abbiamo cercata ovunque”
“L’ho
tenuta al sicuro, maestà” – risponde il
pupazzo di neve, fiero di se stesso.
“Adesso
entrate nel castello” – ordina Idunn, ringraziando
Olaf con un sorriso tenero.
E una
volta assicuratasi che la bambina è al caldo, volta gli
occhi su Lisa.
Di fronte
a sé però c’è il vuoto.
La sua
amica e fidata sarta è scomparsa.
------------------------------------
“State
scherzando, spero. Mi state dicendo che Cristel vive ad Arendelle e che
ha
cambiato identità?” – esclama Agnarr,
sentendo il racconto del tizio.
“Si,
l’avevate sotto i vostri occhi e lo ignoravate”
– commenta ancora l’uomo.
“Sapete
almeno come si fa chiamare ora?” – domanda Anna.
“Non
posso dire altro, mi dispiace”
“COSA?
Voi siete pazzo se credete di cavarvela così! Se lo sapete,
parlate. Ve lo
ordino in quanto re”
“Ho
fatto
una promessa. Non rendetemi le cose difficili”
“A
chi? A
chi avete fatto la promessa?” – è
scioccato Agnarr, non dandosi pace su quanto
udito.
“A
me” –
la voce di qualcuno fa sobbalzare i presenti.
Una
figura snella alle loro spalle li ha appena raggiunti. È una
Lei, con i capelli
scuri e i lineamenti delicati. Dall’età si direbbe
coetanea al regnante di
Arendelle.
“Chi
siete voi?” – chiede Manuel, ignaro che
l’amico popolano avesse una persona
accanto.
“Non
siete tenuti a sapere chi sono io” – risponde la
donna.
“Sentite,
ci state prendendo in giro? Siamo venuti fin qui, cercando mia zia per
restituire al regno qualcosa che manca da decenni, cioè
l’amore vero e voi cosa
fate, invece? Dite cose senza senso e alla fine chiudete sostenendo
che, per
via di una promessa, non potete essere d’aiuto? Voi siete
tutti pazzi. Padre,
andiamo via” – Anna esplode. Arrabbiata, afferra il
braccio del genitore e si
avvia all’uscita.
In quel
momento la sconosciuta parla.
“Io so
quanto
possa fare male avere dei parenti con un segreto tanto grande quanto
pericoloso”
“Come,
prego?” – Agnarr è perplesso da quanto
appena udito e si trattiene, bloccando
così anche il passo della figlia.
“Padre
non diamole retta. Forse tutto questo è stato solo uno
stupido gioco del
fruttivendolo. Magari
sono d’accordo
tutti e tre…” – insiste Anna.
“Io
non
c’entro” – si discolpa Manuel,
dispiaciuto delle accuse lanciategli
ingiustamente.
“Se
provaste ad ascoltare, principessa, capireste molte cose. Io non posso
raccontare nei dettagli, posso invece darvi degli indizi”
– puntualizza la
straniera.
“Quali
indizi? Voi sapete chi è realmente Cristel?”
– chiede Agnarr, supplicando la
verità.
“Vi
basti
sapere che non è qui a Rosetown. Cercate altrove. Smettetela
di fare domande in
giro su di lei. Le persone ignorano la sua esistenza, come pensiate
possano
sapere chi sia o dove si trova”
“Credete
di liquidarci con due paroline? E se fosse qualcuno che nascondete voi?
Se la
tenete nascosta al mondo sotto minaccia? Magari ci volete soltanto
togliere di
mezzo e rispedirci ad Arendelle. Perciò NO! Non andremo via
fino a quando non
ci direte ciò che meritiamo di sapere” –
insiste il re, sedendosi a terra in
segno di protesta.
Anche
Anna fa lo stesso.
I
consorti si guardano pensierosi.
“Allora?
parlate pure. Siamo tutt’orecchi” –
aggiunge la principessa.
Ora
sì
che padre e figlia tirano fuori la grinta e la determinazione.
Chissà
se
riusciranno ad ottenere qualcosa con la loro insistenza?
I due sconosciuti racconteranno di più?
Soprattutto
cosa succede a Lisa ora che sembra essere sparita nel nulla?
Elsa ha a
che vedere con ciò?
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Capitolo 32 *** 32 Capitolo ***
La furia
di Elsa si abbatte senza sosta su Arendelle, causando notevoli danni
materiali.
Alcuni abitanti, chiusi in casa, iniziano a patire il freddo
ingestibile; altri
corrono a palazzo per chiedere aiuto e riparo.
Idunn,
preoccupata per quanto accade, decide di accogliere i più
disperati nelle varie
stanze del castello. Apre i cancelli a chiunque ha bisogno.
Rasserena
la sua gente che presto quello strano clima sarebbe cambiato e che la
casata
reale avrebbe gestito al meglio la situazione. Nonostante
ciò, la regina sente
che ogni cosa le sfugge dalle mani e teme che, se Elsa non
rinsavirà il prima
possibile, per Arendelle potrebbe giungere la fine.
Per di
più, ora è sola. Anche Lisa, sua fidata amica,
è svanita nel nulla, divorata
dalla tempesta.
“Spero
che non le sia accaduto nulla di grave. Ho voluto convocarvi qui per
raccontarvi l’accaduto” – spiega Idunn a
Kristoff e famiglia, giunti a palazzo
preoccupati per la strana tempesta.
Sophie,
abbracciata al giovane papà, ha paura per la zia e lo
manifesta piangendo dal
dispiacere.
“Cosa
intendete
maestà quando dite che mia cugina, probabilmente,
è stata catturata da Elsa?” –
chiede, terrorizzata, Clarissa.
A quel
punto Idunn decide di raccontare ai Bjorgman la verità su
tutto.
Perciò
con
voce tremante rivela – “So chi è davvero
Elsa. L’ho partorita io più di vent’anni
fa.
È
Kristoff
a esclamare, scioccato – “Questa è
follia. Siete impazziti tutti quanti. Come vi
salta in mente di dire tali idiozie?”
“Figliolo”
– lo rimprovera Clarissa.
“No,
madre.
È bene mettere in chiaro a questi nobili che non hanno
dominio su ogni cosa. Adesso
credono di poter controllare perfino i rapporti familiari. Che
stupidata è questa?
Elsa una principessa? ma state scherzando, vero?” –
Kris è fuori di sé .
Ma la
mancanza di risposta dei suoi genitori dà conferma alle
parole della regina.
Ad occhi
sgranati, il giovane Bjorgman aggiunge –
“E’ davvero così? Parlate,
diamine!”
Samuel
annuisce e abbassa gli occhi per trattenere le lacrime.
“Cavolo!
E quando credevate di dirmelo? Se non fossimo giunti qui, se la nostra
sovrana
non avesse parlato, scommetto che sarebbe rimasto un segreto”
“Caro,
calmati. Per favore” – si intromette Isabel, scossa
anche lei da quanto appena
udito.
“Non
posso
calmarmi. Vi rendete conto? Elsa adesso sarà arrabbiata con
il mondo intero e
se non dovesse tranquillizzarsi, potrebbe sfogare la sua ira su
Arendelle e su
di noi. Si sentirà tradita dalla sua famiglia.nzi, da quella
che credeva essere
la sua famiglia. Sono deluso e ferito io quindi immagino il dolore che
avete
recato alla diretta interessata”
“Figlio
mio, non volevamo far soffrire nessuno” – si
giustifica il padre.
“Beh
direi
che avete fallito. Adesso pretendo da voi la
verità”
“Kristoff,
ascoltami” – si intromette Idunn –
“Se vuoi prendertela con qualcuno, è con me che
devi farlo. Loro hanno solo accolto in casa una neonata la cui colpa
è stata quella
di non essere perfetta per avere il sangue blu”
“Cosa
volete dire? Vi riferite al suo dono?”
“Esatto.
Riceverai
tutti i chiarimenti che meriti e desideri. Adesso, però, ti
supplico… metti da
parte lo shock e aiutami. Dobbiamo trovare Elsa e anche Lisa”
“E se
Elsa si fosse vendicata delle nostre menzogne scagliando la rabbia su
mia
cugina? Penserà che ferendo lei, ferirà anche
tutti noi” – ipotizza Clarissa,
terrorizzata dall’idea di vedere la Brown a rischio per colpa
sua.
“Non
credo arrivi a tanto. Scommetto che sia ormai
preda dei suoi poteri. Però il cuore le è rimasto
intatto” – sostiene convinta
Isabel.
La
ragazza è davvero preoccupata per la cognata. Nonostante
abbia appena saputo
che con lei non esiste più alcuna parentela, le vuole bene e
si è affezionata perciò
intende aiutare nelle ricerche.
“Cavolo,
non abbiamo nessun indizio che possa condurci da lei. possibile che non
esiste
un posto che lei ami o dove è solita isolarsi per stare sola
con se stessa? Ognuno
di noi ne ha uno. Lo avrà anche lei, immagino” - sostiene Samuel.
In quel
preciso istante prende parola la più piccola dei presenti.
Ancora stretta
tra le braccia del suo papà, Sophie si pronuncia.
“Forse
so
io dove può essere andata zia Elsa”
-----------------------------------------------------------
Anna e
Agnarr sono ancora in casa dei due tipi strani, i quali continuano a
negargli
la verità.
“Non
ci
rimane che tornare ad Arendelle, figliola. Se sostengono che sia
lì, non ci
resta che metterci in cammino” – a quel punto il re
è rassegnato. Inutile perdere
altro tempo.
“No,
padre. Non possiamo. Se stessero fingendo per liberarsi di
noi?”
“Ancora
con queste insinuazioni, principessa? non mento mai. Vi dico che
è lì che la
troverete. Adesso fateci il piacere di andare via e lasciarci in
pace” –
replica la sconosciuta.
Anna,
irritata al massimo, ne canta quattro alla straniera, sfogandosi
– “Basta lo
dico io. come ti permetti di trattarci così? Noi siamo alla
ricerca di una
persona di famiglia. Non so se sai cosa significa averne una. Vedendo
la
solitudine che ti avvolge, penso che tu non ne abbia la minima
idea”
“Tesoro,
non esagerare” – la rimprovera il sovrano.
Però
la
ragazza è inarrestabile – “Non esagero.
Dico la verità. Io ho dovuto lasciare mia
figlia ad Arendelle e soffro non vedendola. Nonostante ciò
so che il mio
viaggio ha uno scopo importante. Recuperare mia zia e ricongiungermi a
mia
sorella. C’è una maledizione da spezzare ed
è necessario farlo per restituire a
due persone l’affetto dei loro cari. Perciò ora
pretendo di sapere chi è Cristel
e come mai ce la volete tenere nascosta! Pretendo di vederla
ADESSO”
-----------------------------------------------------
Elsa
è sul
punto più alto della montagna che sovrasta Arendelle e sfoga
contro il regno la
sua magia. Ha gli occhi bianchi come la neve e il ghiaccio che la
circondano.
Sente il
potere aumentare e controllare ogni parte del suo corpo.
Le emozioni
si sono spente lasciando spazio soltanto al dolore che è
manifestato dalla
tormenta.
“Elsa”
–
una voce alle sue spalle cerca di risvegliarla dallo stato di shock in
cui si
trova.
“Elsa”
–
ripete ancora – “Fermati”
Tentativo
inutile.
Una mano
si posa sulla spalla della fanciulla che, percependo il gesto, sobbalza.
Volge lo
sguardo dietro di sé e con voce spenta dice –
“Le tue lezioni sono state inutili,
cara zia. Guarda cosa sto combinando”
“Ti ho
insegnato per anni come domare il potere. Adesso farò lo
stesso. Respira profondamente.
Cancella ogni ricordo negativo e porta a galla le gioie della tua
vita”
“Non
ce
la faccio Lisa. Non sono in grado di farlo”
“Puoi,
invece”
“Tu
non puoi
capire come ci si sente” – sostiene ancora Elsa,
lasciando cadere una lacrima
sul volto.
“Ti
sbagli” – risponde la Brown, mostrando palesemente
la sua natura.
Dalle mani
della donna fuoriesce qualcosa.
In men
che non si dica, sotto lo sguardo scioccato della fanciulla, Lisa
realizza un
palazzo di puro ghiaccio.
“Co..co…come
è possibile?” – balbetta, esterrefatta
Elsa.
“Io e
te
siamo più simili di quanto pensi” –
così dicendo l’abbraccia.
In quel
candido e umano gesto, la ragazza ritrova una parte di sé.
------------------------------------------
“Guardate,
la tempesta si sta placando” – esclama Sophie,
notando il tutto dalla finestra
di palazzo.
“Bene.
questo è un segnale positivo. Ora non ci rimane che andare
dove dice mia nipote”
– sostiene determinata la regina.
“Sicuri
che le parole di una bambina possano essere affidabili?”
– Isabel è poco convinta.
“Non
abbiamo altra scelta. È bene provare” –
risponde Kristoff.
Prima di
avviarsi raccomanda ad Olaf di prendersi cura della piccina e della
moglie incinta.
“Conta
su
di me. Non le perderò d’occhio”
|
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Capitolo 33 *** 33 Capitolo ***
Un
segreto ben nascosto quello di Lia Brown che al mondo si mostra come
semplice popolana,
abile nel taglio e cucito, e che, invece, sa servirsi delle mani non
solo per
lavorare. È da questa donna che ha avuto il via la
maledizione dei nobili seduti
sul trono di Arendelle.
“Non
sapevo possedessi anche tu la mia stessa magia” –
commenta la giovane Elsa,
stregata dalla grandezza di quella che credeva essere la sua
normalissima zia.
“Ho
faticato molto per nascondere chi sono realmente. I guanti che hai
indossato in
questi anni erano i miei. Quando il re ti lasciò da Clarissa
e Samuel, tu ne
portavi un paio fin troppo pregiato. Così mia cugina mi
scrisse chiedendomi la
realizzazione di altri per te. Le chiesi subito come mai servissero ad
una
neonata. Logicamente evitò di raccontare il fatto. Fui io a
sospettare e quando
venni a conoscenza della tua reale identità, non riuscii
più a separarmi da te.
c’è un legame tra noi, tesoro, che non puoi
immaginare”
“Non
siamo
niente, zia Lisa. Ho saputo di essere la figlia dei sovrani di
Arendelle perciò
posso definirmi una di loro adesso… purtroppo”
– sostiene, abbattuta la ragazza.
“Perché
sei
così afflitta da ciò? Hai sempre pensato di non
essere chi dicevano fossi. Adesso
che conosci la verità, sembri pentita di averlo voluto
sapere” – aggiunge Lisa,
cercando di far ragionare la parente. Perché una cosa
è certa…le due sono
consanguinee. Se fino a qualche giorno fa credevano di avere un legame
alla
lontana, presto capiranno di avere tanto, anzi troppo, sangue in comune.
“Non
so cosa
pensare! Mi ritrovo da sola, con un potere che mi ha allontanata
volutamente da
chi mi ha messa al mondo. Oggi sono di nuovo qui, senza nessuno vicino,
scacciata come un’appestata. Sarà per sempre
così, la mia vita?!” – Elsa si sfoga,
lasciando che la neve torni a circondarla e a dominarla.
“Tesoro,
tranquillizzati. Respira profondamente. Non lasciare che accada di
nuovo… impara
a gestire la tua magia e tutto si risolverà”
– Lisa la abbraccia ancora,
sentendo nelle parole della fanciulla le sue stesse parole.
“Sai,
anche io anni e anni fa, credevo che i miei mi avessero abbandonata
perché mi
odiavano e non volevano che creassi problemi con i miei
poteri”
“Hanno
lasciato
anche te? ma… come è possibile? sbaglio o tu sei
la cugina di mia madre… cioè…di
Clarissa?”
“Io ho
vissuto alcuni anni insieme ad una coppia che mi ha amata immensamente.
La donna
che mi ha ospitata si chiamava Evelyn ed era una sarta. È
stata lei ad
insegnarmi ciò che so”
“Evelyn?
Vuoi
dire quell’anziana che andavamo a trovare spesso quando
vivevamo a Rosetown?”
“Esatto.
Lei
è a tutti gli effetti la zia di Clarissa. Per questo motivo
ci siamo
considerate da sempre due cugine. Ma in realtà, per
differenza di sangue, non lo
siamo” – spiega la Brown.
“Posso
chiederti…
come mai sei venuta ad Arendelle? perché hai lasciato
Rosetown?”
“Evelyn
mi
lasciò in eredità la mia attuale dimora. Durante
la gioventù ha vissuto anche
lei qui” – racconta ancora la sarta.
“Accidenti!
La mia vita è sempre stata così
monotona…un susseguirsi di giornate uguali,
scandite da mie crisi personali e niente più. Adesso invece
pare che quello che
ho vissuto è stato un sogno”
“Il
mio
consiglio, tesoro, è di tornare a palazzo e chiarire una
volta per tutte con i
tuoi veri genitori. Solo loro sapranno darti le risposte che
meriti”
“La
risposta la so già. Ero un ostacolo e mi hanno tolta di
mezzo”
“No!
Non
dirlo, cara. Io ho conosciuto bene Idunn. Portava spesso Anna a casa
mia. Era
spenta, triste. Quando venne alla luce la sua bambina fui io a
realizzarle un
lenzuolino pregiato. I tessuti li portò il re in persona ed
io vi incisi una a.
Però due anni prima realizzai un altro che riportava una E.
Ovviamente oggi mi
è chiaro che fosse destinato a te. all’epoca
dissero che ci fu un errore e che
spettava a re Elias…”
“Una
E?
dici che era per me?”
“Ovviamente.
Loro ti desideravano, cara. Ti amavano tantissimo e fu durissima
doversi
separare da te”
Il
silenzio di Elsa sembra calmare il cielo e la nevicata.
“Perché
mi
hanno lasciata ai Bjorgman? vorrei saperlo”
“Allora
è
bene che torniamo a palazzo. Soltanto in questo modo verrai a
conoscenza della tua
vera storia”
-------------------------------------------------
“Sophie
ha detto chiaramente che Elsa potrebbe essere sulla montagna del Nord.
Sapete dirmi
cosa ci sarà andata a fare lassù?”
– domanda Clarissa, camminando a più non
posso con il resto del gruppo.
“Fidiamoci
della bambina. Forse conosce più lei sua zia di noi messi
insieme” – risponde Samuel.
“Si,
però…sono
ore che ci muoviamo. Io sono esausta” – aggiunge
ancora la signora Bjorgman.
“Ha
ragione. Di questo passo finiremo per crollare prima del previsto. Io
propongo
una pausa, giusto il tempo di rimetterci in forze”
– suggerisce, allora, Idunn.
“Voi
rimanete
qui. io vado a cercare mia sorella” – Kristoff
è determinato e senza ascoltare le
voci dei parenti che lo consigliano di riposare, prosegue diritto.
Nessuno
lo avrebbe fermato.
Elsa va
salvata e assieme a lei l’intero regno.
----------------------------------------------
“Sappiate
che, se Cristel fosse qui e non ad Arendelle come avete detto,
torneremo e non
vi daremo pace” – sostiene Anna, dopo
l’ennesimo silenzio della coppia.
La donna
li ha addirittura sbattuti fuori di casa, pretendendo privacy.
E
così
padre e figlia si ritrovano in un bosco, demoralizzati, coscienti di
dover
ripartire senza avere la certezza assoluta di rivedere la loro
consanguinea.
“Dovevamo
insistere, padre”
“Basta
Anna.
Abbiamo fatto il possibile. evidentemente se Cristel è qui,
loro la nascondono
perché non vuole essere trovata”
“E tu
ti
arrendi così? Senza lottare? È tua sorella. Per
lei dovresti distruggere il
mondo”
“Figliola,
ti prego. Facciamo come ho detto. Vedrai che ad Arendelle risolveremo i
nostri
dilemmi. Magari cominciando da Elsa…
chissà… forse sarà lei la nostra
salvezza”
“Già!
E come
affrontiamo il discorso con lei? non sa niente della sua origine
nobile”
“Io
credo, al contrario, che qualcosa ad Arendelle stia accadendo”
“Come
fai
a dirlo?”
“Guarda
il
cielo laggiù. Oltre le due montagne è visibile
che è in atto una tempesta”
“Dici
che
è Elsa?”
“In
questa stagione… direi proprio di sì”
Danno un
colpetto
ai loro destrieri e viaggiano diretti verso casa.
Chissà
se
ciò che li attenderà sarà una
situazione ormai calma e serena oppure l’ennesima
tormenta?
|
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Capitolo 34 *** 34 Capitolo ***
Kristoff
ha seminato i familiari ed è ormai prossimo alla meta.
Cammina
ininterrottamente da ore ma non avverte la stanchezza, spinto dal
desiderio di
ritrovare l’adorata sorella, preda di un dolore causatole da
persone a suo
avviso egoiste e ingiuste.
“Ti
riporterò a casa! Lo devo a te, al nostro passato da
fratelli e all’affetto che
ci lega e che ci legherà per il resto della vita”
– ripete Bjorgman, dandosi
forza.
Ed ecco
finalmente la montagna del Nord.
Non serve
molto ad intuire che l’enorme palazzo di ghiaccio sia opera
di chi possiede
magia.
“Sophie
aveva ragione” – esclama, entusiasta il giovane.
Corre
veloce verso quel castello non immaginando minimamente che sta per
assistere a
qualcosa che mai avrebbe creduto possibile.
“Elsa
sono io… dove sei?” – domanda, una volta
varcato l’ingresso.
Rimane
imbambolato di fronte all’immagine di Lisa circondata da
fiocchi di neve
leggeri e dalla presenza di Elsa, seduta ai piedi della zia, con gli
occhi
puntati sulle sue mani ora nude e libere da quei guanti che fin dalla
nascita
hanno bloccato il suo vero Io.
“Cosa
è
questa roba?” – chiede lui, scioccato avanzando
verso le parenti.
In quel
momento le due sobbalzano, riconoscendo il biondino.
“Che
ci
fai tu qui?” – esclamano in coro.
----------------------------------------------
Idunn,
insieme ai signori Bjorgman, riprende il cammino.
Sono
tutti preoccupati per Lisa, al pensiero che Elsa, priva di
autocontrollo, possa
farle inconsapevolmente del male.
Ma la
sarta ha nascosto alla perfezione il suo segreto. Chi mai sospetterebbe
che
Lisa Brown è in realtà l’abbandonata
principessa Cristel di Arendelle?
“Quello
cos’è?” – esclama scioccato
Samuel, indicando alle due donne l’enorme palazzo
che si erige sulla montagna più grande del regno.
Anche loro
capiscono subito che tutto quel ghiaccio può essere opera
esclusivamente di
Elsa.
“Amici
miei, sorridiamo perché siamo giunti a
destinazione” – sorride, felice, la
regina.
Percorrono
gli ultimi metri che li separano dalla verità e
dall’incontro risolutore.
“Ma
è
fantastico qui! Peccato per il clima!” – commenta
Samuel, estasiato dalla
perfezione attorno a sé.
“Fate
silenzio. Sento delle voci provenire da lì”
– lo zittisce Idunn, indicando il
punto preciso dove ode i rumori.
Camminano
lentamente e raggiungono il luogo dove assistono, spiazzati, ad una
discussione.
“Hey
ma
quella è…” – esclama,
sorpresa, Clarissa riconoscendo la cugina.
“Fortunatamente
sta bene. Abbiamo creduto Elsa
capace di fare del male. Che stupidi siamo stati” –
tira un sospiro di sollievo
Samuel, per poi aggiungere – “Non poteva essere
altrimenti, in fondo. L’abbiamo
cresciuta bene, vero tesoro?”
Quella
affermazione tocca il cuore della sovrana, ancora addolorata
nell’aver dovuto
abbandonare il sangue del suo sangue.
Rimangono
poi in silenzio ad osservare il tutto, specialmente perché
Kristoff sembra
essere arrabbiato con le due donne e ciò non ha
apparentemente un senso logico.
“Come
mai
vostro figlio è furioso con loro?” –
domanda, confusa, Idunn.
“Non
lo
comprendo. Forse dovremmo intervenire” – propone
Samuel.
“Aspettate,
guardate lì…” – indica
sconvolta Clarissa – “Quella è neve o
sono io che
immagino le cose?”
“Non
può
essere. Insomma… dai sarebbe assurdo… no, non
voglio crederci” – il signor
Bjorgman blatera parole senza senso.
“Santo
cielo!” – esclama ad alta voce la sovrana,
attirando su di sé lo sguardo di
Elsa, Lisa e Kristoff.
“Beh…
a
quanto pare è venuta tutta la famiglia al completo a farci
visita” – commenta
Elsa, con tono polemico.
La Brown
le fa segno di calmarsi.
“Ormai
non c’è più nulla da nascondere. Lo
sanno anche loro” – aggiunge la sarta; poi
si rivolge ai tre – “Venite avanti. Non
è carino origliare. Partecipate alla
conversazione”
Così
dicendo i Bjorgman assieme alla sovrana avanzano e si uniscono al
discorso.
Hanno gli
occhi scioccati e fissi su Lisa e sulla neve che continua a circondarla.
“Tutto
bene figliolo?” – domanda Samuel a Kristoff.
“No,
padre. Sapevate che oltre a mia sorella, anche nostra zia possiede
poteri
magici?”
“Allora
è
come temevo” – commenta Clarissa, indietreggiando
spaventata.
“Perché
non ci hai mai detto nulla” – si altera
l’adulto, capofamiglia.
“Non
volevo suscitare queste reazioni in voi. Adesso mi considerate una
anormale, da
tenere a debita distanza. Io invece desideravo il calore di una
famiglia, tutto
qui” – risponde la donna.
“Potevi
averlo ugualmente. Non avremmo di certo fatto distinzioni”
– replica Kris
“Invece,
inconsciamente, lo avreste fatto” – sostiene la
Brown.
“Avete
lo
stesso potere? Non è possibile una cosa del
genere” – si intromette Idunn,
alquanto provata di fronte alla verità.
Elsa
tiene gli occhi bassi alla presenza della madre biologica e cerca di
controllare delle emozioni forti e contrastanti che potrebbero
scatenare altre
tormente. Perciò è Lisa a rispondere.
“In
questo regno soltanto due persone hanno ereditato tale dono. La causa?
Una
maledizione di famiglia. È ciò che mi avete
rivelato voi poco fa, ricordate?”
“Si,
però…”
– la nobile cerca di rispondere, ma all’improvviso
un’idea le salta alla mente
– “No! Non ci credo! Non può essere! Non
sarai mica…?!”
Tra i
presenti cala un silenzio agghiacciante.
“Ho
volutamente celato la mia identità. La strega che
lanciò la maledizione sulla
famiglia reale è stata chiara. L’amore ci avrebbe
fatti ritrovare in un modo o
in un altro”
“Ed
è
stato così!” – aggiunge Idunn, in
lacrime.
“Qui
è
stato il caso a volere che voi mi scopriste, non c’entra
nulla l’amore. Per
tale motivo è meglio tacere. Agnarr deve scoprire da solo
chi sono io. Soltanto
in questo modo può trionfare il vero affetto”
– precisa Lisa.
“Non
puoi
chiedermi questo. Lui ti sta cercando da giorni e ha portato con
sé Anna.
Soffre tenendo un pezzo di cuore lontano e ora che io so chi sei
davvero, non
posso nasconderglielo” – Idunn è
scioccata da tale richiesta.
“Non
te
lo sto chiedendo. Te lo sto ordinando”
“Come?”
“Hai
capito bene. Sono costretta a farlo. So già che sono andati
a Rosetown e due
persone, mie amiche, mi hanno coperta al meglio. Conosco anche la
cocciutaggine
di Anna e so che non si arrenderà mai. Perciò
arriveranno prima o poi alla
verità, ne sono convinta. L’importante
è che avvenga tutto in maniera
spontanea”
“Io
non
ci sto capendo nulla, voi?” – sussurra Samuel a
moglie e figlio.
Elsa,
rimasta in disparte, posa gli occhi sui genitori. O meglio, quelli che
credeva
fossero la sua famiglia. Nonostante covi rabbia dentro, avverte uno
strano
calore nel cuore dovuto alla presenza di persone che hanno sfidato la
tempesta
per ritrovarla.
“Grazie
di essere venuti. Adesso però potete tornare ad Arendelle.
io qui sto bene. Zia
Lisa mi è vicina e saprà aiutarmi e consigliarmi
con i poteri” – afferma,
prendendo finalmente parola nel dibattito.
“Cosa
dici? Vuoi rimanere isolata su questa montagna? No, tesoro. Torni a
casa con
noi. Vogliamo rivedere la Elsa di sempre” –
risponde Clarissa, avanzando verso
la figlia.
“Non
c’è
più la vecchia Elsa. Come puoi pensare, mamma, che torno ad
essere quella di
prima? Ora sono al corrente di essere la figlia del re di Arendelle, un
uomo
che per colpa di una maledizione ha dovuto abbandonarmi”
“Le
hai
detto tu della maledizione?” – chiede, stupita,
Idunn a Lisa e la sarta
annuisce.
“Questo
significa che adesso comprendi la motivazione che ha spinto me e tuo
padre a
darti ai Bjorgman?”
“Comprendo
ma non condivido affatto. Dare via una neonata perché dotata
di magia è
insensato. Ormai la maledizione si era abbattuta e allontanarmi non
avrebbe
risolto il problema. Invece avete preferito ripulire
l’immagine della corona ed
evitare che la gente sparlasse di chi sarebbe salita al trono negli
anni
futuri”
“Mettiti nei nostri panni. I tempi erano diversi, tuo nonno
ha ordinato che ciò
avvenisse. Voleva liberarsi di chiunque portasse in dono il fardello
magico”
“Io
vorrei soltanto sapere da cosa è scaturito il dramma. Cosa
ha potuto mai fare
re Elias alla strega da portarla a maledire le generazioni
successive?” – si
chiede, confuso, Kristoff.
Idunn ne
è al corrente e il suo sguardo parla da solo.
Seppure
tace, è Lisa ad accorgersi che sa qualcosa che non ha voglia
di rivelare.
“Voi
lo
sapete, vero? Vi si legge in faccia che conoscete la
verità”
“Ci
sono
segreti che devono rimanere in famiglia”
“Ah
si? Sbaglio
o anche noi siamo parte della famiglia di cui parlate
maestà. Per una volta,
rendeteci davvero partecipi alle vicende di palazzo!”
– a quel punto Elsa
replica, infastidita dall’ennesimo segreto.
In
effetti non ha tutti i torti. I presenti, ormai, in un modo o in un
altro, sono
diventati o sono per diritto di sangue, membri effettivi della casata
nobiliare.
“Va
bene,
vi racconterò ogni cosa” – Idunn
comprende che ogni persona a lei vicina in
quel momento merita di sapere da cosa ha avuto origine il tutto.
Inizia
così a rivelare il passato di re Elias e quanto, quel
passato, ha condizionato
il presente.
“Re
Elias
era un giovane ribelle, poco voglioso di seguire le regole imposte alla
corte”
“Un
po'
come Anna, insomma” – commenta Kristoff, accennando
un timido sorriso al
pensiero della donna che ama follemente.
“Già…
Lui
doveva sposare una fanciulla voluta dal padre, esattamente come fu poi
il
destino mio, di mio marito, di mia figlia…insomma era il
protocollo ad imporlo.
Peccato che Elias si era infatuato di una ragazza, bella come poche,
dotata
però di poteri magici”
“La
strega?” – chiede Elsa.
“Si,
lei
all’epoca era dolce e ingenua. Nascose a lungo la sua magia,
compreso ad Elias.
Quando lui lo scoprì, si infuriò e
andò via lasciandola sola in preda al
dolore. Come se non bastasse annunciò le nozze con la
promessa sposa e ciò fu
la goccia che fece traboccare il vaso. Diversamente da Elsa e Lisa,
questa
donna non controllava il ghiacchio. È stata la conseguenza
del sentimento tradito
a mutare i suoi poteri. Divenne fredda e dura e la sua magia
altrettanto”
“Quindi
si
è voluta vendicare di re Elias” –
precisa Clarissa, scossa dalla vicenda appena
narrata.
“E’
così.
Quando scagliò la maledizione puntualizzò che
c’era un modo per vincerla. Ovvero,
ritrovare il vero amore e fare in modo che esso potesse governare sul
regno. Perciò
ogni matrimonio combinato avrebbe causato la nascita di eredi con doni
pericolosi. Ciò avvenne al sovrano nove mesi dopo. Nacquero
due gemelli, una
dei due venne colpita dal sortilegio e conseguentemente allontanata per
il bene
di Arendelle”
“Elsa ha rivissuto la storia di sua zia Cristel,
quindi” – aggiunge Kristoff.
Le due
donne, vittime della strega, ascoltano in silenzio tenendosi per mano,
dandosi forza
e sostegno l’un l’altra.
“Esiste
un modo per liberarsi di questo supplizio?” –
domanda allora la fanciulla,
spiazzando tutti.
“No,
tesoro. Rimarrà comunque dentro di voi, però
potete star certe che nessuno più
ne cadrà vittima. Non permetteremo che ci siano altri legami
privi di sentimento”
– promette Idunn.
Kristoff,
ascoltando la vicenda sente all’improvviso di aver sbagliato
tutto nella vita. Sposare
Isabel ne è l’esempio lampante. Non la ama e non
vuole condividere un futuro
assieme.
Però
c’è
di mezzo un bambino ora e la cosa lo turba profondamente.
Elsa che
lo osserva intuisce qualcosa. Avanza lenta verso il fratello, sotto lo
sguardo
sorpreso dei presenti. Si pone di fronte a lui e senza parlare lo
abbraccia.
Clarissa si
commuove notando l’affetto tra i suoi due figli.
“Inutile
a dirsi… il sangue non conta quando c’è
di mezzo il vero e profondo amore” –
sostiene anche Samuel.
“Fratellone,
continuerò a chiamarti così nonostante
tutto” – prende parola la ragazza.
“E tu
sarai la mia piccola sorella, quella che proteggerò da
chiunque, ad ogni costo”
– aggiunge lui, emozionato.
Di nuovo
un altro abbraccio.
Stavolta,
però, Elsa sussurra all’orecchio di Bjorgman
– “Pensa a te stesso per una
volta. Devi guardare alla tua felicità. Gli altri
soffriranno, ti accuseranno
ma con il tempo accetteranno che le cose vanno avanti e che bisogna
ricominciare. Perciò se è Anna che desideri, non
esitare più. Basta con i Ma e
i Però. ”
Tali
parole spiazzano Kristoff che si sente capito a fondo, come mai prima
nella
vita.
Le sorride
ed annuisce.
“Adesso
possiamo tornare ad Arendelle? Qui fa davvero freddo”
– sottolinea Samuel.
Scaturisce
una risata globale che termina con l’attesa risposta di Elsa.
È lei
quella combattuta, rigida sulla decisione di rimanere lontana dal mondo.
“Allora
figliola? Hai deciso cosa fare?” – domanda Clarissa.
“Rispettate
il mio volere. Per ora vivrò qui. Poi avete sentito zia
Lisa… se vogliamo sconfiggere
il maleficio, non va affrettato nulla. Il re dovrà venire a
conoscenza dei
fatti da solo. Perciò è bene che rincasate. Non
preoccupatevi per me. Sono in
buone mani”
“Dimmi soltanto che quando tutto sarà sistemato,
tornerai ad Arendelle” – la prega,
in lacrime, Idunn – “Abbiamo tanto da dirci e molto
da chiarire. Permettimi di
guarire il tuo dolore e darti quanto hai sempre meritato e che
ingiustamente ti
abbiamo tolto”.
La fanciulla
esita qualche secondo, osservando il volto dolce e commosso della sua
vera
mamma. Le somiglia molto e sentirsi per la prima volta simile a
qualcuno le dona
un senso di pace interiore. Accennando un timido sorriso le risponde –
“Promesso”
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Capitolo 35 *** 35 Capitolo ***
Sophie, a
palazzo, attende, trepidante, il ritorno dei parenti.
Vede il
cielo aprirsi e il sole tornare a splendere alto in cielo.
Ciò la
tranquillizza. Questo vuol dire che Elsa ha rimesso le cose al loro
posto e che
è tornata la pace.
Isabel
è
invece preoccupata per la sua relazione con Kristoff. La presenza della
bambina
è diventata ingombrante per lei, tanto da soffocarla nel
rapporto coniugale.
Nonostante
voglia bene alla piccina, la giovane crede che vivere senza la
principessina
potrebbe sistemare la sua storia d’amore.
Bisognerebbe
allontanarla definitivamente dal padre. E come fare?
Seduta
sulla poltrona, inizia a pensare ad un modo per sistemare la faccenda.
“Siediti
qui, tesoro” – invita così Sophie a
prendere posto. Poi le domanda – “Sei
felice adesso? A quanto pare la tempesta si è placata.
Presto Idunn sarà qui e
anche Elsa”
“Si, e
anche papà” – precisa, entusiasta, la
piccola.
“Cara,
voglio essere sincera perché meriti di sapere la
verità. Kristoff ed io siamo
in attesa di un bambino”
“Avrò un fratellino?” –
esclama, ad occhi spalancati, la bambina.
“Ehm…
fratellastro direi” – puntualizza Isabel, volendo
così sottolineare la distanza
tra la sua futura prole e quella di Anna, rivale in amore.
“E’
una
notizia bellissima” – Sophie, raggiante, abbraccia
la ragazza e si mostra
estremamente felice della notizia.
L’adulta
sperava invece di creare gelosie o preferenze che avrebbero turbato la
principessina.
Invece
non è stato così. Anzi.
“Le
cose
però non andranno come pensi tu, tesoro”
“Cosa
vuoi dire?”
“Noi
adesso avremo una nostra famiglia e vogliamo che il piccolo in arrivo
non veda
troppa gente estranea varcare l’uscio di casa mia e di
Kristoff”
“Ma io non sono estranea” – aggiunge
l’altra, dispiaciuta da tali parole.
“Kris
avrebbe trovato un modo per dirtelo però voglio prepararti a
quanto ascolterai”
Gli
occhioni blu di Sophie si riempiono di lacrime quando sente fuoriuscire
dalla
bocca della ragazza alcune affermazioni.
“Lui
non
vuole averti nella sua vita. Ha preferito me e il bambino a te e alla
tua
mamma”
Senza
aggiungere altro, la bambina scappa via ferita e delusa.
Olaf
raggiunge le due proprio allora con in mano delle ciambelle.
“Vi ho
portato la merenda…” – afferma
canticchiando felice.
Ciò
che
vede lo spiazza.
“Sophie…
dove vai?... cosa succede Isabel? Perché la piccola
è corsa via?”
“Non so dirtelo. Sai come sono i bambini, a volte ridono a
volte piangono.
Bisogna imparare a capirli un po' alla volta” –
così dicendo, soddisfatta,
afferra un dolce e lo divora in un battibaleno.
Il
pupazzo di neve però è pensieroso. Non
è da Sophie comportarsi in tale maniera.
“Vado
a
controllare se è tutto apposto” – si
allontana dirigendosi verso la cameretta
della piccola, ignorato totalmente da Isa che, preda delle sue voglie,
mangia
dolci uno dietro l’altro.
Olaf raggiunge
subito la stanza della piccina e nota che è chiusa a chiave.
I singhiozzi della
principessina però parlano da soli.
“Amica
mia, stai bene? come mai piangi? Dai, aprimi e lascia che ti
aiuti.”
Non
riceve risposta.
Decide di
agire a modo suo. Usando il suo buffo naso di carota riesce a sbloccare
la
serratura e a varcare l’uscio.
“Sophie!
Cosa ti prende?” – esclama vendendo la piccina a
pancia in giù sul letto,
piangere a dirotto.
“Voglio
la mia mamma” – si dispera lei.
“Oh,
tesoro… Anna sarà qui presto. Per ora attendiamo
il tuo papà che ti vuole tanto
bene”
“NO”
–
grida in replica la bambina.
“Cosa
dici? Non vuoi vedere neanche Kristoff?”
“Lasciami
sola, Olaf. Ti prego” – così dicendo lo
invita ad andarsene.
E dopo
altre domande senza risposta, il pupazzo si vede costretto ad
abbandonare la
stanza.
Isabel
è
seduta accanto al camino spento quando l’omino di neve la
raggiunge nel salone
principale.
“Tutto
bene? hai capito cosa ha la bambina?” – chiede,
freddamente, fingendo di essere
all’oscuro della causa.
“No,
purtroppo. È come sua
madre…cocciuta…non parla neanche sotto
tortura”
“Su questo ti do ragione. È come sua
madre” – commenta Isabel per poi pensare
tra sé e sé – “Come sua
madre… invadente, guastafeste e rompi matrimoni”.
----------------------------------------------
“Padre
eccoci ad Arendelle, finalmente” – esclama Anna,
esausta ma felice di essere
tornata a casa. ad attenderla c’è sicuramente il
suo tesoro più grande, Sophie,
che le è mancata immensamente.
“La
tempesta che pensavamo si stesse abbattendo su Arendelle non
c’è” – pensa ad
alta voce Agnarr.
“E
quello
cosa è?” – domanda la ragazza, ad occhi
sgranati indicando un enorme palazzo di
ghiaccio, erigersi sulla montagna del Nord.
La stessa
espressione di shock colora il viso del re.
“Se
fosse
stata Elsa?” - chiede
Anna.
“Non
penso sia in grado di controllare così bene la magia da
realizzare tale
creazione” – riflette l’uomo.
“Magari
vi
sbagliate. Chi ci garantisce che per costruire cose di quella grandezza
ci sia
bisogno di autocontrollo?” – aggiunge la
principessa.
“Per
capire chi lo ha creato, bisogna andare di persona
lì” – propone il sovrano.
Ha un
pensiero fisso nella testa che gli fa sperare che non sia sua figlia ad
aver
fatto uso di magia, bensì Cristel.
--------------------------------------------
“Siamo
tornati”
– esclama Idunn, varcando il portone principale di palazzo.
Viene
immediatamente
raggiunta da alcune domestiche che l’aiutano a svestirsi e
mettersi comoda.
Lo stesso
trattamento viene reso ai Bjorgman, i quali si sentono spaesati di
fronte a
tanti servigi.
Olaf e
Isabel li raggiungono e la donna si avvinghia senza esitare al marito.
“Qui
tutto bene?” – domanda la regina al pupazzo di neve.
“Ehm…
veramente…” – cerca di parlare Olaf.
“Certo!
State
tranquilla. Sophie è in camera sua. Era esausta, povera
piccina” – mente Isa,
spiazzando l’omino magico.
“Bene,
vi
racconteremo quanto abbiamo vissuto sulla montagna del Nord.
Però a tavola, davanti
ad un buon pasto” – sostiene Idunn, invitando gli
ospiti a seguirla.
Confuso e
sospettoso, il pupazzo si dilegua, dirigendosi proprio nella stanza
della principessina.
“Aprimi,
ti prego. La regina e gli altri sono qui. non vorresti
vederli?” – chiede. Non riceve
risposta, così preoccupato apre di nuovo la porta a modo suo.
“Sophie”
–
urla, vedendo la finestra aperta e un lungo lenzuolo penzolante.
“È
fuggita via! Accidenti! È proprio come sua madre”
– agitato, Olaf raggiunge il
salone dove tutti sono in attesa del pranzo.
“Olaf!
Che fine avevi fatto? Che succede?” – domanda
Idunn, confusa.
“Si
tratta di Sophie”
“Che
è
successo a mia figlia” – si allarma Kristoff,
alzandosi bruscamente dalla
sedia.
“E’
scappata”
----------------------------------------
“Come
ti senti, tesoro?” – domanda Lisa ad Elsa.
“Strana!
Ho sempre vissuto una vita che percepivo come non mia; oggi invece ne
ho due
totalmente diverse, pronte ad accogliermi e ad accettarmi per quella
che sono”
“Dovresti
esserne felice. non è da tutti avere due famiglie”
– commenta la Brown, accarezzando
teneramente il viso della nipote.
“Se
non mi piacesse abitare a palazzo? e se invece mi pentissi scegliendo i
Bjorgman ai miei veri genitori. Sono confusa e preoccupata per il
futuro”
“Non
dovresti. Pensa solo che ti amano tutti e che indipendentemente dalla
tua
scelta, gli altri ci sarebbero sempre e comunque” –
aggiunge ancora la sarta.
“A
quanto pare avevo un pezzo di sangue accanto e ne ero
all’oscuro” – aggiunge la
ragazza, riferendosi proprio alla zia.
“Lo
so. Non potevo dirtelo, però ho agito sempre per il tuo
bene. Siamo state
lontane per anni, lo so. L’ho deciso io perché
stavo per cedere e raccontare la
verità. Invece la strega mi ha chiarito che era una cosa da
evitare
assolutamente. Però oggi ci siamo ritrovate e ci saremmo
sempre l’una per l’altra”
– risponde Lisa, emozionata.
“Secondo
te, il re come prenderà la notizia? Anzi…
arriverà alla verità da solo?”
---------------------------------------
Olaf riesce a
velocizzarsi prima
degli umani e in un battibaleno trova la piccina, incappucciata e
pronta ad
affrontare da sola la montagna del Nord.
“Non
mi seguire” – afferma lei,
infastidita.
“Ma
dove vuoi andare? è pericoloso
lassù. Sei una bambina e non posso lasciarti commettere
sbagli enormi come questo”
“Non è un errore. Vado da zia Elsa. Lei mi vuole
bene” – spiega Sophie.
“Da
Elsa? Cosa dici? Hai lasciato i
tuoi nonni e il tuo papà in pena per te”
“Papà
non mi vuole” – replica lei.
“Che?
Questo non è vero. Lui ti vuole
un mondo di bene. Adesso è sulle tue tracce e non si
tranquillizzerà fino a
quando non ti avrà trovato”
“Bugie”
– risponde cocciuta la
piccola.
“No!
E’ la verità. chi ti ha detto
queste stupidaggini sul conto di Kristoff?”
“Isabel”
– confessa poi, con gli
occhi lucidi.
“Cosa?
Isabel?” – Olaf è esterrefatto
dalla cattiveria di quella donna.
“Ascolta,
lei mente. Lo fa per
tenersi stretto suo marito. Però Kristoff ti ama e non ti
abbandonerà mai più. Capisci?
Adesso seguimi e rincasiamo, prima che diventa buio”
– la tira per un braccio.
Però
è inutile. Niente e nessuno
avrebbe impedito a Sophie, principessina di Arendelle, di raggiungere
l’adorata
zia e potersi sentire finalmente a casa, tra le braccia di chi tiene
davvero a
lei.
--------------------------------------
“Hai
sentito anche tu?” – domanda Lisa alla nipote.
“No,
cosa?”
“Qualcuno
è entrato nel palazzo” - afferma convinta,
ponendosi subito in allerta.
“Sicura?
Perché io non ho udito niente” - commenta Elsa.
Passano
pochi secondi e al rumore del portone seguono dei mormorii.
“Hai
ragione. C’è qualcuno. Andiamo a
controllare”
Assieme,
mano nella mano, le due donne avanzano verso l’ingresso e
lì riconoscono
qualcuno.
Elsa
è la prima ad identificare le figure.
“Cosa
ci fate voi due qui?” – esclama confusa, prima di
essere abbracciata e avvolta
dalle braccia di un membro della sua famiglia.
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Capitolo 36 *** 36 Capitolo ***
Isabel
non considera importante la fuga di Sophie, tanto da manifestare il suo
disappunto verso quello che crede fortemente sia un capriccio da non
assecondare.
“Dovremmo
lasciare che torni autonomamente a casa. Vuole solo attirare
l’attenzione per
ricevere ciò che vuole e che non può
avere” – brontola la fanciulla.
Le
sue parole vengono presto udite dal marito che, infastidito, risponde
– “Ciò
che non può avere? A cosa ti riferisci? Immaginavo sapessi
il motivo del suo
comportamento. Adesso mi racconti ogni cosa”
“Niente.
Lei mi ha detto di volere che tu stia con Anna e di lasciare me e il
bambino
soli a noi stessi. Le ho ribadito che non era possibile e che tu non
ami più la
sua mamma. Arrabbiata, si è chiusa in camera e da quel
momento in poi è
accaduto quanto sappiamo” – spiega, mentendo
spudoratamente.
“Davvero
desidera che io e Anna torniamo insieme?” – domanda
Kristoff, colpito da tale
pensiero. In fondo lui e sua figlia hanno lo stesso sogno.
“Si,
ma tu rimarrai al mio fianco. Giusto? Lo hai promesso”
“Senti
Isa, forse sarebbe bene chiarire la situazione” – a
quel punto è bene essere
sinceri, pensa Bjorgman.
Ovviamente
tali parole vengono capite al volo da Isabel. Quello è
proprio l’inizio del
discorso “lasciamoci, però cresciamo il bambino da
amici”.
Perciò
mette in scena l’ennesimo teatrino per evitare di essere
scaricata dal coniuge.
“Non
mi sento molto bene. Mi gira la testa” – finge,
aggrappandosi al braccio del
consorte.
“Aspetta,
siediti qui. Ti prendo dell’acqua” –
afferma il giovane, preoccupato.
Dopotutto
vuole tutelare la salute di suo figlio.
Le
avvicina un bicchiere e ne versa all’interno la bevanda.
“Ti
sei ripresa?” - domanda
poi, ansioso di
dover toccare l’argomento “fine
matrimonio”.
“E’
meglio se rimango a palazzo. Mettermi alle ricerche di Sophie in questo
stato
può essere pericoloso”
Vederla
tesa per la gravidanza, spinge Kris a mettere da parte, per
l’ennesima volta, i
suoi sentimenti reali. Così evita altre parole e asseconda
la richiesta della
consorte.
“Certo.
Per qualunque cosa, usa il campanello e suonalo più forte
che puoi per chiamare
a te la servitù.”
“Impari in fretta come si abita a palazzo”
– puntualizza Isa, stupita dal
comportamento del marito.
“Idunn
ha precisato alcune delle loro attitudini e ammetto di averle
immediatamente
apprese! Non sono di sicuro il nostro pane quotidiano, visto che
dobbiamo sgobbare
dalla mattina alla sera. Però se per qualche giorno posso
sentirmi un re, perché
no?!” – spiega lui, sorridendo.
Poi
afferra lo zaino e si avvia all’uscita.
“No
ti prego, non andartene” – lo supplica la donna,
bloccandolo sull’uscio della
porta.
“Mia
figlia è chissà dove. Devo trovarla. Idunn e i
miei genitori, assieme a qualche
soldato, mi attendono fuori dai cancelli. Meglio
affrettarmi””
“Se
dovesse accadere qualcosa al piccolo? Se dovessi sentirmi male mentre
sei via?”
“Non
accadrà niente. Stai serena. Hai tante di quelle domestiche
pronte a darti una
mano, vedrai che sarò di ritorno in serata”
L’evidente
disinteresse di Bjorgman, irrita Isabel che dà inizio
all’ennesimo battibecco,
causando perdita di tempo e rallentamento nelle ricerche di Sophie.
“Ecco,
vedi come fai? Mi consideri sempre seconda a qualcosa o a qualcuno.
Sophie
scappa, io mi sento poco bene per via della gravidanza, ma nella tua
testa è
sempre la piccola ad avere priorità”
“Vuoi
ricominciare con queste fandonie? Non mi va di litigare, ti prego. Si
tratta di
una bambina di quasi sei anni, andata non si sa da quale parte del
regno.
Presto diventerà buio e i pericoli aumenteranno.
Perciò puoi non pensare chissà
cosa e ragionare da adulta, da mamma magari! Basta con questi paragoni
tra te e
lei.”
“Sei
tu il colpevole di queste mie insicurezze, Kristoff. Lo so che quando
sei con
me, pensi esclusivamente ad Anna. Anche
nell’intimità ...è sempre stato
così” –
tuona la fanciulla, esasperata.
“Lo
vedi come sei? Adesso cosa c’entra Anna?”
“Lei è la causa delle nostre tensioni. Mi avevi
promesso che avresti pensato
esclusivamente a me e il bambino. Ora mi ignori. Per questo ho tutte le
ragioni
del mondo per arrabbiarmi con un marito che mi ha solo usata, che mi ha
sposata
per cancellare ricordi dolorosi dalla mente. Se non ti sto bene, come
mai, anni
fa, mi hai voluta in sposa? Anche all’epoca avevo i miei
pregi e difetti. Quindi
ho ragione a dire che mi hai presa in moglie per dimenticare la
principessa”
La
discussione continua ancora e ancora.
Lei
lo attacca e lui si difende. Kristoff vorrebbe mollarla,
però il timore di
qualche malore della donna lo angoscia. Avrebbe fatto quanto richiesto
dal suo
cuore innamorato, a tempo debito.
Fortunatamente
è l’arrivo di Samuel a chiudere la litigata.
“Insomma
figliolo, sbrigati! Non abbiamo molto tempo” – lo
rimprovera per il notevole
ritardo.
“Scusa
papà. Sono pronto, andiamo pure” –
così dicendo, ignora la moglie e fila via.
Isabel,
invece, non si è sentita mai così umiliata in
vita sua.
Scarica
la sua rabbia e tristezza in un lungo e disperato pianto.
I
suoi singhiozzi vengono uditi anche dalla servitù che si
preoccupa.
Alcune
sue ex colleghe, amiche quando prestava servizio a palazzo, la
conducono in
cucina per distrarla e raccontarle gossip di paese.
Inutili
i loro tentativi. La donna ha nella mente un solo pensiero: Kristoff
Bjorgman,
l’uomo che ama e che non la ricambia e non l’ha mai
fatto.
Le
ore passano e la futura mamma decide di rincasare, per stare da sola.
Ed è nel
momento in cui si appresta ad uscire dai cancelli, Isa fa un incontro
insolito.
“Vai
già via?” – le domanda un giovane dai
capelli biondi e gli occhi verdi. Indossa
un’uniforme reale e sembra molto preoccupato per la ragazza.
“Cosa
vuoi da me, Oscar?”
“Voglio
vederti serena. Perché non accetti la situazione? Kristoff
non ti amerà mai,
non sei stanca di doverlo pregare per ricevere amore?”
“Zitto, non è affare tuo. E poi… come
sai questi fatti? Mi spii adesso?”
Oscar Reed è uno dei soldati di palazzo, noto per
frequentare spesso le cucine
e divertirsi con le domestiche. Un playboy vero e proprio. Peccato che
abbia
rinunciato alle spasimanti perché innamorato di una donna in
particolare.
“Sai
bene che non posso fare altrimenti. In fondo me lo
devi…”
“Io
non ti devo proprio niente. Anzi se non la pianti di seguirmi, lo
racconterò a
mio marito”
“E
lui riderà beato” – commenta, con
ilarità, il ragazzo.
“Piantala.
Abbiamo dormito insieme una sola volta e non ricadrò nello
stesso errore” – riprende
a camminare, raggiungendo la piazza in un battibaleno.
Oscar
invece non sembra darle pace e continua a seguirla.
“Perché
non molli tutto e vieni via con me? Ti darei l’amore che
meriti”
Tale
affermazione immobilizza Isabel per alcuni istanti.
Lentamente
si volta verso Reed e, con disprezzo, dice -
“Non lo voglio questo amore, lo capisci o
no?”
“Non
eri di questo parere quando, qualche mese fa, hai trascorso
un’intera giornata
nella mia camera da letto”
“Come
ti permetti? Credi che io possa sentirmi minacciata da te? pensi di
avere un
controllo sulla mia persona soltanto perché ho ceduto ad un
momento di disperazione.
Ti ricordo che ne hai approfittato, bello mio”
“Già
e chissà come ora sei addirittura incinta. Sii sincera,
Isabel. Quel figlio non
è di Kristoff”
“Cosa?
Tu sei pazzo” – replica, turbata, lei.
“No.
Io sono realista. Sappi che non mi arrenderò fino a quando
non ammetterai la
verità. Non puoi permetterti di attaccare tuo marito per un
amore che tenta di
celare se tu sei stata la prima a tradirlo” –
ripete Oscar.
Quelle
parole toccano il cuore di Isabel che, arrabbiata e in lacrime, scappa
via.
Corre
senza sosta, preda dei pensieri che turbano la sua mente.
Il
senso di colpa la devasta e l’ansia di essere scoperta la
manda in crisi.
Ma
è proprio quando si trova davanti la porta della sua umile
casa che un forte
dolore addominale la costringe a sedersi.
Piegata
in due dal dolore, perde i sensi.
--------------------------------------------------------
“Cosa
ci fate voi due qui? è pericoloso. Siete venuti da
soli?” – domanda Elsa,
scioccata.
“Zia,
io voglio rimanere con te. non mi piace abitare ad Arendelle”
– risponde
Sophie, avvinghiata alla giovane parente.
“Olaf,
hai portato tu Sophie fino alla montagna del Nord?”
“No!
Ha fatto tutto da sola. Ho imparato a conoscerla ed è
impossibile farle
cambiare idea”
“Un
po' come Anna!” – commenta ridacchiando Lisa
– “E come te, Elsa. Che siete
sorelle non ci sono ormai più dubbi”
“Spero
che lei riesca ad accettarmi così come sono”
“Lo
farà. La conosco troppo bene. Ha sempre sognato una sorella
con cui condividere
tutto. Adesso il suo desiderio si è realizzato”
Sophie,
abbracciata alla parente, si sente finalmente a casa e tra le sue
braccia
crolla in un lungo sonno ristoratore.
Lisa
la avvolge con il cappotto che indossava prima di raggiungere Elsa
sulla montagna
del Nord. Le accarezza dolcemente il viso e dice –
“Lei sarà la chiave della nostra
felicità”
“Cosa vuoi dire?” – domanda la giovane.
“La
bambina farà in modo che
la famiglia si riunisca una volta per tutte”
|
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Capitolo 37 *** 37 Capitolo ***
“Questo
luogo è meraviglioso. Ma chi può averlo
realizzato?” – si domanda Anna,
estasiata dalla bellezza del palazzo.
“Non
vorrei illudermi troppo però…”
– risponde Agnarr.
“Credi
sia zia Cristel, vero?”
“Ci
spero fortemente!” – aggiunge lui, ottimista e
sognatore.
“Abbiamo
un’unica opzione. Saliamo su e vediamo chi abita al suo
interno” – propone la
principessa, afferrando la mano del padre.
Conducono
la lunga scalinata, prestando attenzione a non scivolare sulle lastre
ghiacciate.
L’enorme
portone è spalancato e per loro è facile varcarlo
senza far rumore alcuno.
“Wow”
- esclamano in coro.
All’improvviso
odono dei brusii.
Si
incamminano verso quella direzione, tenendosi l’uno
all’altra.
In
pochi istanti riconoscono quattro figure.
“Quello
è Olaf” – afferma Agnarr.
“E
c’è anche Elsa” – aggiunge
Anna.
“Sbaglio
o c’è anche Sophie?” –
sostiene il re, indicando una bambina tra le braccia
della ragazza magica.
“La
quarta donna, di spalle, chi è?” – si
chiedono i due, confusi.
“Sentite
padre, andiamogli incontro. Voglio riabbracciare mia figlia”
– così dicendo, la
principessa avanza senza sosta, spinta dal desiderio di rivedere
l’amore della
sua vita.
“Voi?
Cosa ci fate qui?” – esclama Elsa, trovandosi
faccia a faccia con la sorella
minore.
Agnarr
si unisce al gruppetto e posa subito gli occhi sulla quarta persona.
“TU?”
– scioccato, il sovrano riconosce Lisa Brown.
Anche
Anna ha la stessa reazione.
Prende
in braccio sua figlia, ancora addormentata, e chiede spiegazioni alla
sarta
circa la sua presenza lì.
“Ehm…
ero venuta a cercare di convincere Elsa a tornare ad
Arendelle” – spiega,
evitando ovviamente i dettagli.
“Perché
non vuoi rincasare? È accaduto qualcosa?”
– domanda il re.
“So
tutto, maestà. O dovrei chiamarvi padre”
– risponde la fanciulla, spiazzando i
due neo arrivati.
Segue
un silenzio imbarazzante che costringe Lisa ad intervenire.
“Sappiamo
della maledizione e Elsa ha accettato il fatto. State tranquilli.
Però quello
che conta è darle il tempo giusto per metabolizzare. Solo
quando si sentirà
pronta, tornerà. Deve decidere del suo futuro. Se rimanere
una Bjorgman o
vivere a palazzo reale”
“Cosa?
Rimanere una Bjorgman? ma… è assurdo! Tu sei mia
sorella. Non posso permetterti
di vivere lontano da noi anche adesso che sei al corrente della
verità” –
replica Anna.
“Lo
faccio per me stessa. Come ho accettato le vostre ragioni, vi prego di
accettare le mie” – prende parola la primogenita.
“Si,
Elsa ha ragione. Diamole il tempo che merita. Sappi che ci saremo
sempre e che
io farò di tutto per farmi perdonare e per darti
ciò che ti ho sottratto per
via di un assurdo sortilegio. Basta con le menzogne, da oggi in poi
inizieremo
una nuova vita” – aggiunge Agnarr, emozionato.
“Ciò
che manca ora per raggiungere la perfezione è ritrovare il
tassello mancante
per la felicità”
“Parlate
di qualcosa in particolare, maestà?” –
chiede la sarta, intuendo che il re si
riferisce proprio a lei.
“Mia
sorella gemella. L’ho cercata invano a Rosetown. So che
è ad Arendelle. Non
commetterò l’errore di anni fa. Non mi
arrenderò al primo ostacolo. Stavolta la
troverò e insieme governeremo Arendelle, come era destino
che accadesse”
L’emozione
per le parole del fratello, toccano Lisa che, senza volerlo, abbassa le
difese
e lascia che l’autocontrollo emotivo si blocchino. Alcuni
fiocchi di neve,
lievi ma numerosi, cominciano a circondarla.
Impossibile
non notarlo ed è questo il segnale definitivo che sta per
chiudere la faccenda
una volta per tutte.
“Lisa…
ma… cos’è quella roba che vi gira
intorno?” – domanda, ad occhi sgranati, Anna.
“Elsa
sei tu a fare questa magia?” – chiede il re.
Le
due donne si guardano e il loro sguardo e silenzio parlano da soli.
“Avete
la stessa magia!” – afferma la principessa,
intuendo ogni cosa.
“Anna,
tesoro…cosa dici? Non è possibile. Solo due
persone in questo regno hanno
ricevuto alla nascita tale potere. Una è certamente Elsa e
l’altra…” – detto
ciò, Agnarr si zittisce.
Un
pensiero parte automatico nella sua mente. Le gambe gli cedono e si
inginocchia
a terra, fissando la Brown.
“Incredibile”
– commenta poi.
“Se
le cose stanno così, questo vuol dire che tu, Lisa,
sei...”
“La
mia gemella” – a finire la frase è
proprio il sovrano.
Ancora
altro silenzio, rotto dalle parole di Olaf, intromessosi nella
conversazione.
“Siete
molti simili. Come avete fatto a non accorgervi di somigliarvi tanto?
In fondo
vi conoscete da anni e anni”
“Già.
Forse perché vedevo ma non guardavo attentamente. Forse
perché per troppi
decenni ho fatto finta che non esistesse per non soffrire
più la sua perdita” –
ipotizza Agnarr, commosso.
Lisa,
o meglio, Cristel si inginocchia all’altezza del fratello e
gli posa una mano
sulla spalla.
“Il
destino ci ha separati e il destino ci ha riuniti. Ti voglio bene,
fratello e
te ne vorrò sempre” – così
dicendo i due si abbracciano, lasciando che
l’emozione e la felicità tornassero a colorare i
loro visi.
Anna
ed Elsa, una di fianco all’altra, si sorridono a vicenda.
È
la maggiore a prendere per mano la minore e a dirle –
“Sono contenta che tu sia
mia sorella”
“Lo
stesso vale per me. Da oggi in poi non ci separerà
più alcun sortilegio”
Ed
ecco che improvvisamente una folata di vento porta con sé la
figura di una
donna incappucciata.
“Chi
sei tu?” – domanda Lisa, ponendosi da scudo, in
difesa dei familiari.
“Vedo
che l’amore esiste ancora nella vostra famiglia. Buono a
sapersi. Sappiate che
il maleficio è sconfitto. Nessuno verrà
più colpito dalla maledizione. Elsa,
Cristel, adesso avrete il calore e l’affetto dei vostri cari.
E Agnarr… non sei
come tuo padre! Hai mostrato un cuore buono e umano. E che dire di
Anna, tu hai
seguito il sentimento più puro e adesso dovresti continuare
a farlo. Basta con
i Ma e i Però. Avete liberato anche me dal rancore che mi
opprimeva. Adesso
posso finalmente considerarmi libera” –
è la strega quella che parla e che in
pochi secondi si dissolve, lasciando i presenti in preda alla gioia.
Esultano,
si abbracciano, gridano di contentezza.
Rimane
solo Anna con un dubbio. Possibile che la strega sapesse la sua storia?
Le ha
dato un consiglio e ora ne è certa…lo
seguirà.
Ama
follemente Kristoff e farà ogni cosa per averlo con
sé.
A
proposito dei Bjorgman…
“Sophie…dove
sei?” – la chiama Idunn.
“Piccola,
siamo i nonni. Torna a casa” – urla Samuel.
Sono
ore che cercano la bambina. Spaventati ed esausti, decidono di sfidare
di nuovo
la montagna del Nord, convinti che la principessina possa essere andata
a
trovare la zia.
Fortuna
vuole che sia proprio nel tragitto verso il palazzo di ghiaccio che
Idunn,
Clarissa, Samuel e Kristoff incrociano un gruppetto familiare.
“Anna”
– esclama il giovane Bjorgman, correndo direttamente verso di
lei.
Senza
volerlo i due si stringono forte. Sophie è tra le braccia
della mamma.
“Sei
tornata” – afferma, sorridente, lui.
“Si,
non me ne vado più. Sappilo” – risponde
lei.
L’accaduto
di poco prima viene rivelato durante il percorso di rientro al castello.
Anna
e Kristoff sono qualche metro indietro, mentre gli adulti chiacchierano
beati.
Lui
le tiene la mano, mentre Sophie è avvinghiata alla schiena
del nonno Samuel.
“Mi
sei mancata da morire” – le confida il ragazzo.
“Anche
tu. Come la mettiamo con Isabel?”
“Metterò
in chiaro ogni cosa. Non la amo”
“Ma
aspetta un bambino da te, non puoi abbandonarla
così”
“Mi
prenderò cura di mio figlio, però non sogno un
futuro al suo fianco. Voglio
soltanto te” – approfittando del momento intimo la
tira a sé e le dà un bacio
di quelli da mozzare il fiato. Il primo scambiato dopo ben sei anni dal
loro
primo incontro.
Sanno
entrambi che la
faccenda con Isa non sarà facile da affrontare.
Però ad oggi sanno bene cosa
desiderano dalla vita. Ed Isabel non fa parte del loro sogno futuro.
|
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Capitolo 38 *** 38 Capitolo ***
Oscar
non riesce a dimenticare la storia breve ma di intensa passione vissuta
con
Isabel alcuni mesi fa. Ad oggi ha cercato di rimuovere il sentimento,
però con
scarsi risultati.
Per
tale motivo non si scoraggia quando la donna gli dice di lasciarla in
pace.
La
segue ed è proprio lui a trovarla a terra, priva di sensi,
davanti l’uscio di
casa.
“Santo
cielo! Isa…che ti prende? Svegliati” –
la scuote più volte ma la fanciulla non
risponde. Il viso è pallido e sono addirittura visibili sui
suoi abiti delle
tracce di sangue.
Spaventato,
la prende in braccio e si dirige, il più veloce possibile,
nella dimora della
levatrice di Arendelle.
La
paura che l’uomo vive e che lo affligge è diretta
alla salute del bambino,
oltre che a quella della sua amata.
“Allora?
Dimmi tutto, Jacqueline. Come sta?” – chiede
all’esperta.
“Ho
chiesto ai vicini di chiamare anche il medico del regno. Anche se
è compito
mio, non vorrei azzardare e mettere a rischio la loro vita”
– spiega, amareggiata.
“Mettere
a rischio?” – ripete, scioccato, Oscar.
Addirittura,
Isabel potrebbe morire?!
Nel
frattempo, i reali assieme ai Bjorgman rincasano.
C’è
gioia immensa negli occhi di chi vede i sorrisi del re e della regina,
dei
candidi baci di Anna e Kristoff e della ritrovata serenità
della giovane Elsa.
“Dobbiamo
dare l’annuncio” – propone Agnarr, una
volta a tavola, di fronte ad un
abbondante cena – “Cristel è nel posto
dove sarebbe dovuta essere da sempre”
“Preferisco
che mi chiamate Lisa. Ormai è quello l’appellativo
che mi connota. Perciò, se
non vi dispiace, per tutti sarò Lisa Brown. Non voglio
cancellare chi sono
stata per quarant’anni”
“Hai
ragione. Quindi brindiamo a noi, alla pace ritrovata, alla nostra
primogenita
finalmente di nuovo con noi e a Lisa, una sorella, una regnante, una
zia, una
cognata…. Che questo sia un inizio splendente per tutti.
Cin” – alza il calice
Idunn, emozionata e commossa.
In
così tanta euforia, nessuno si è ricordato
dell’assenza di Isabel. Pare che averla
vicina o lontana, non sia importante. Ciò neppure per il
marito, nonché padre
del suo bambino.
E
a proposito di bebè…
“Questo
è quanto, Oscar!” – conclude il medico,
dopo un’accurata visita alla donna.
“Siete
certi che la situazione è stabile?”
“Ti
ripeto che Isabel è fuori pericolo” –
ribadisce l’uomo.
“Per
fortuna. Sarà però un dramma doverle dire del
piccolo” – si incupisce il
giovane soldato di palazzo.
“Immagino.
Sono donna e madre, comprendo che perdere un figlio sia il dolore
più grande
del mondo. Statele accanto, datele forza e amore. vedrete che
imparerà a convivere
con tale perdita” – aggiunge la levatrice,
dispiaciuta per non essere stata in
grado di salvare la prole di Kristoff.
“È
morto, allora!” – la voce di Isa, fa sussultare i
tre che la credevano ancora
incosciente.
“Ehm…
Isa…ecco… è complicato
però….” – cerca di spiegare
Oscar.
Però
le lacrime della fanciulla sono incontrollabili.
Inizia
a gridare, sfogandosi e liberandosi sia del dolore fisico che emotivo.
Urla
parole senza senso, alle quali seguono singhiozzi e lamenti.
La
scena straziante costringe medico e levatrice ad allontanarsi,
lasciando i due
da soli.
“Ascoltami.
Adesso sei arrabbiata con il mondo intero, però è
bene accettare il fatto per
riuscire a voltare pagina”
“Ho
lottato per cinque anni. Capisci? Cinque lunghissimi e dannatissimi
anni di
matrimonio per rimanere incinta. Ora che stavo per dare a Kristoff un
erede,
accade l’irreparabile. Sono una nullità. Non
potrei mai renderlo felice. sai
che ti dico? Anna può farlo” – il primo
pensiero di Isabel è rivolto al marito.
Sente di essere una donna solo a metà, in quanto incapace di
generare prole.
Quell’evento
segna la sua decisione finale.
“Lottare
per la mia unione con Kristoff è stato inutile. Ad oggi mi
reputo sconfitta. Gli
lascio la libertà di ricominciare con la principessa.
Dopotutto è soltanto lei
che vuole”
Quel
discorso colpisce Oscar che comprende quanto amore nutrisse la
fanciulla verso
il consorte, nonostante il disinteresse dall’altro lato.
“Posso
dirti che tuo marito non merita il sentimento che nutri nei suoi
confronti. Non
l’ha mai apprezzato”
“Su questo ti dò ragione. Adesso accompagnami a
casa mia, voglio mettere la parola
fine a questa sofferenza” – con un immenso dolore
nel cuore e dentro il corpo,
abbattuto per un vero e proprio aborto, Isa si aggrappa ad Oscar e
assieme si
incamminano verso l’abitazione di lei.
Lui
la osserva, innamorandosene sempre più. Percepisce, nel suo
silenzio, uno
strazio disumano.
Vorrebbe
aiutarla, ma come potrebbe farlo?
Ci
pensa e ci ripensa e quando giungono a destinazione, le fa una proposta.
“Se
hai bisogno di cambiare aria, di ritrovare te stessa, di liberarti da
una
sofferenza che ti lega ad Arendelle, vieni con me. Domattina parto e
lascio il
regno”
“Andarmene? E dove posso stare? Non ho nessuno dove
vivere”
“Io
sono stato assunto come soldato nel palazzo dei Westergard, nelle Isole
del
Sud. Sai bene i rapporti tra questi sovrani e i nostri, quali siano. Se
parlassimo
con il re o con Anna, loro ti raccomanderebbero e potresti lavorare per
loro. Che
te ne pare?”
Un’idea
allettante che Isa non rifiuta immediatamente.
“Ci
penserò. Domani, se dovessi accettare, ci incontreremo al
porto. In caso contrario…”
– continua – “Grazie di tutto. Se non mi
avessi seguita, se non mi avessi
soccorsa, a quest’ora non sarebbe morto solo il mio
bambino” – il gesto che
segue è spontaneo e dolce.
Isabel
gli dà un lieve bacio a stampo per poi chiudersi in casa e
sfogare in solitudine
la sua frustrazione.
--------------------------------------------
Anna
è sul balcone della sua camera ed osserva il regno che
circonda il palazzo.
È
leggiadra e serena, come non lo era da tempo.
Sophie
sonnecchia nel lettone e vederla finalmente felice è un
sogno diventato realtà.
E
non solo quello….
“Ancora
sveglia?” – le chiede una voce maschile alle sue
spalle.
Due
possenti braccia le cingono la vita proprio allora e una bocca si posa
esattamente
sul collo di lei, riscaldandolo di piccoli baci.
“Non
dovresti tornare da tua moglie, Kris?” – domanda la
principessa.
“Questa
notte non riuscirei a separarmi da te, neppure se me lo imponessero con
la
forza” – la volta verso di sé e comincia
a baciarla sulle labbra.
I
due sembrano ignorare che la bambina potrebbe beccarli in situazioni
imbarazzanti.
Le
mani di Bjorgman scivolano veloci sotto la gonna di Anna che, a quel
gesto,
sobbalza e si ferma.
“Aspetta…che
stiamo facendo!? Non possiamo…non di nuovo...non
così”
“Hai
ragione. Non sarebbe il caso… seguimi” –
così dicendo la conduce verso la
stanza accanto.
In
quel momento Anna esclama – “Che meraviglia! Sei
stato tu? Sei pazzo”
La
camera è illuminata da candele e il letto è
ricoperto di petali di rose rosse.
“Credi
che possa andare adesso?” – le sussurra lui.
Di
fronte a tanto romanticismo e amore, la fanciulla si getta tra le
braccia dell’amore
della sua vita e in men che non si dica i due si ritrovano, nudi, tra
quelle
lenzuola, a consumare un sentimento mai spento.
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Capitolo 39 *** 39 Capitolo ***
E’
mattino, quando un caldo raggio di sole penetra dalla finestra della
stanza
reale dove una coppia di innamorati riposa serenamente.
È
proprio quel calore a svegliarli.
“Buongiorno”
– sussurra lui all’orecchio della fanciulla.
“Un
buongiorno così lo sognavo da troppo tempo”
– risponde lei, baciandolo con
tenerezza sulla guancia.
“Anna,
ho deciso di chiudere per sempre con Isabel. Voglio vivere assieme a te
e a
nostra figlia”
“Kristoff,
io non voglio che tu dimentichi di avere un bambino in arrivo e non
vorrei
essere la causa del dolore di quel piccolo” –
risponde, dispiaciuta, la
principessa.
“Non
sarà così. Io non rinuncerò mai al
sangue del mio sangue. Farò in modo di
essere presente nella sua vita, ogni giorno…in ogni momento.
Però è te che
voglio. Ho perso troppo tempo a nascondere un sentimento che non si
è mai
spento. Adesso basta. È ora di fare ciò che mi
chiede ardentemente il cuore”
Tale
conversazione porta Bjorgman a chiudere con il passato ed aprirsi ad un
prospero e felice futuro.
Qualche
ora più tardi, quando le campane del regno suonano per
convocare il popolo
nella piazza principale per un annuncio reale, Kris si dirige
esattamente nella
casa che condivide con Isa.
Il
portone è aperto e ciò insospettisce il ragazzo
che teme l’entrata di un ladro.
“Isabel!
Dove sei?” – la chiama, armandosi di un pezzo di
legno trovato accanto al
pozzo.
Nessuna
risposta.
La
sistemazione della dimora non fa temere ad un’intrusione.
Questo è un buon
segno, pensa.
“Forse
è uscita” – ipotizza, sbruffando.
Possibile che ogni volta che prende una
decisione debba esserci sempre qualche imprevisto?
Siede
sulla poltrona ed attende il rientro della consorte.
Ha
in mente il discorso da farle e lo ripete prima in mente, poi ad alta
voce,
camminando avanti e indietro, girando così tutta casa.
Dopo
una lunga attesa, la porta d’ingresso si apre.
“Finalmente…
dove sei stata?” – domanda, convinto di parlare
alla moglie.
Davanti
a sé, però, c’è qualcun
altro.
“Chiedo
scusa, credevo di non trovare nessuno” – parla lo
sconosciuto.
“Sono
il proprietario. Lei chi è?” – chiede,
confuso, Bjorgman.
“Ho
comprato questa casetta poco fa. Adesso è mia”
– spiega.
Kris,
inizialmente, crede ad uno scherzo e ridacchia.
Ma
vedendo bene l’espressione seriosa del tizio, capisce che
quello che dice è reale.
“Dite
seriamente? E chi ve l’avrebbe venduta?”
“Isabel”
“Isabel?”
– ripete, ad occhi sgranati Kristoff.
“Immagino
che lei sia il marito. Bene, lei mi ha chiesto di consegnarvi questo
biglietto”
Il
giovane strappa il foglio dalle mani dell’uomo e lo legge
senza esitare.
“Addio, Kristoff. Ho deciso di cambiare vita.
Sei libero, ho fatto in modo che ciò che condividevamo non
sia più un problema.
Casa nostra non è più nostra. Appartiene adesso
al signor Victor. Penserai… e
il piccolo?... tranquillo, non c’è più
nessun bambino. Se non mi credi, puoi
domandare al medico del regno. Con questo ti saluto, ti auguro il
meglio e lo
auguro a me stessa. Sono certa che dimenticarmi sarà facile,
non posso dire lo
stesso per quanto mi riguarda. Spero di riuscirci. Grazie dei cinque
anni di
matrimonio e spero davvero che i tuoi desideri si realizzino. Tua, per
sempre,
Isabel”
“Tutto
bene, signore?” – si preoccupa lo straniero,
notando lo shock sul volto di
Bjorgman.
“Si
è sbarazzata anche del bambino? Come ha potuto
farlo” – esclama, scioccato, ad
alta voce.
Preda
di rabbia, lascia il nuovo inquilino da solo e senza proferire parola
lascia
casa.
Ha
una sola destinazione.
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“Kristoff
Bjorgman, immaginavo che saresti venuto. Isabel aveva ragione a
pensarlo”
“Senta,
voglio sapere se mia moglie ha davvero tolto di mezzo il bambino per
scappare
via!”
“No,
si è sentita male ed è stata portata qui. ho
cercato di salvare il piccolo.
Però era troppo tardi” – spiega il
medico.
Una
notizia sconvolgente che spezza il cuore di Kris. In fondo si trattava
di un
pezzo di sé.
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“Hai
preso la giusta decisione a venire via con me” –
sostiene Oscar, tenendo per
mano Isa.
“Già.
Questo trasferimento sarà una rinascita. Lo sento.
Allontanarmi da Arendelle è
la medicina per le mie sofferenze” – accenna un
sorriso.
Sulla
nave reale diretta alle Isole del Sud, i due salutano un regno che li
ha visti
nascere, crescere e diventare adulti. Però da oggi in poi
stanno scrivendo una
nuova pagina di vita. “Conserverò il ricordo di
questo posto per sempre. E
poi…chissà… magari vi
rimetterò piede…” – aggiunge
lei.
“Esatto.
Forse lo farò anche io… forse torneremo assieme,
chi lo sa! Una cosa è certa…
se rimetteremo piede ad Arendelle lo faremo da persone
felici” – afferma,
convinto, Oscar.
I
due si guardano per un istante e si sorridono, mentre il mare li
conduce
lontano.
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“E’
andata via? dici sul serio?” – esclama Anna,
sentendo il racconto di Kristoff,
appena tornato a palazzo.
“Si,
non so cosa pensare”
“E’
terribile. Poverina, starà soffrendo molto. Perdere un
figlio è devastante” –
aggiunge Idunn, tristemente.
“Io
mi ero affezionata a quella ragazza. Era diventata una figlia per
me” – si
commuove Clarissa.
“Mamma,
vedrai che tornerà. Me lo sento” –
prende parola Elsa.
“Mi
chiedo dove possa essere mai andata” – riflette la
regina, ad alta voce.
“Se
parlate di Isabel, so darvi io la risposta” – dal
fondo della sala compare
Agnarr.
Il
re racconta ai parenti di aver concesso al soldato Oscar e alla
cameriera
Isabel il trasferimento nelle Isole del Sud.
“Sono
diretti verso il castello dei Westergard. Quindi, state sereni. Quella
ragazza
avrà un trattamento degno di principessa. Ho scritto
personalmente ai miei
vecchi consuoceri di prendersi cura di Isabel”
“Grazie, maestà” – si inchina
Clarissa.
In
quel momento il gesto del sovrano spiazza tutti.
Prende
per mano la signora Bjorgman e la abbraccia.
“Niente
maestà. Da adesso in poi siamo tutti un’unica
famiglia”
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Quella
mattina in piazza viene dato l’annuncio più
sconvolgente degli ultimi cinquanta
anni.
Agnarr
comunica alla sua gente l’esistenza di una gemella,
presentandola a tutti come
Lisa Brown. Rivela ogni particolare affinché le persone
possano comprendere le
ragioni dell’abbandono. E non solo.
Oltre
a sua sorella, mostra ad Arendelle intera la sua primogenita,
nonché futura
regina al trono.
Elsa,
accolta dagli applausi del popolo, inizia a piangere. Li omaggia di una
magnifica fontana di ghiaccio dalla quale sgorga acqua cristallina.
“Bentornata
a casa, figlia mia” – le sorride il re,
stringendola.
Idunn
e Anna si avvicinano ai due e si uniscono all’abbraccio.
Però
non è finita qui. Il sovrano ha anche un regalo per la
secondogenita.
“Voglio
comunicarvi che presto celebreremo un fidanzamento”
Segue
il brusio della gente che si domanda… chi sarebbero i due
piccioncini?
Anche
Anna è stranita da tale notizia.
Quando
vede avanzare Kristoff, sottobraccio al re, comprende tutto.
“Dite
sul serio?”- domanda, incredula.
“Certo,
tesoro. Basta con divieti, protocolli assurdi e ingistizie. Viva
l’amore.
voglio che finalmente ad Arendelle si cominci a godere di questo
sentimento e
di condividerlo con il popolo” – sostiene convinto
Agnarr, poi torna a
rivolgersi alla gente – “Vi presento il futuro
marito della mia secondogenita.
Kristoff Bjorgman”
Tra
l’euforia dei presenti, la coppia si scambia un dolce bacio.
Niente
e nessuno può più distruggere la loro
serenità.
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Capitolo 40 *** The End ***
E
così Anna e Kristoff, esattamente un anno dopo
l’annuncio si promettono amore
eterno, in presenza di un sacerdote e di un regno intero, pronto a
gioire della
presenza di un popolano a palazzo.
Ci
sono anche i Westergard, commossi per la ritrovata felicità
della dolce Anna.
Sophie,
in prima linea, segue i genitori, serena e gioiosa come mai prima.
Ha
ormai quasi sette anni e sente di essere grande. Grande abbastanza per
prendersi cura di un piccoletto con cui giocare.
Sì,
il suo sogno lo manifesta proprio il Natale di quello stesso anno.
In
presenza dei familiari, radunati attorno ad un enorme albero addobbato
a festa,
la principessina esprime, ad alta voce, il suo piccolo desiderio.
Non
immagina che presto ciò diventerà
realtà.
Dopo
alcuni mesi, viene alla luce un maschietto dai capelli rossicci e gli
occhi
scuri.
“William
Agnarr Samuel Bjorgman” – viene presentato in
questo modo all’intero regno.
“Adesso
sì che abbiamo raggiunto la felicità
massima” – esclama Sophie, al primo
compleanno del fratellino.
Si
sbaglia di grosso. Nove mesi dopo la famiglia si allarga.
Non
avrebbe mai immaginato di trovarsi nel giro di poco, da figlia unica a
sorella
maggiore.
Dopo
Will nascono due gemelli: Elisabeth e Edward Bjorgman.
Il
castello si riempie di pargoli e di felicità.
Elsa
e Anna sono sedute accanto al camino, con in braccio i gemellini,
quando la
maggiore confessa alla seconda – “Non credevo di
potermi sentire a casa, visti
i miei vent’anni lontana da voi. Oggi vi assicuro che mai
come in questi ultimi
anni mi sono sentita tanto amata e coccolata”
“Te
lo meriti, ti voglio bene”
“Te
ne voglio anche io, sorellina”
Finalmente
niente più dramma.
Questo
è un l’happy ending che Anna, così come
Elsa, desiderava sin da bambina e il
suo sogno più grande si è realizzato.
I
reali sono ignari, però, che qualcuno sta tornando ad
Arendelle.
“Finalmente
di nuovo a casa” – afferma un uomo, tenendo stretta
la mano di una donna.
“Non
credevo potesse mancarmi così tanto” –
risponde lei.
………
FINE
Sono arrivata al
termine di questa fanfiction con il rientro di alcuni personaggi. Ho
lasciato
la situazione in bilico perché potrebbe esserci un seguito.
Ringrazio chi
l’ha
letta e seguita con interesse. Un grazie particolare alla mia cara
amica Letizia
e a Sandro che mi hanno incoraggiata ad andare avanti e continuare a
scrivere.
Leti ti voglio
bene e
ricorda che abbiamo un progetto insieme da realizzare.
Ancora grazie a
tutti.
Alla prossima.
Ivy xoxo
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