Un mondo, due famiglie!

di Ivy001
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 Capitolo ***
Capitolo 7: *** 7 Capitolo ***
Capitolo 8: *** 8 Capitolo ***
Capitolo 9: *** 9 Capitolo ***
Capitolo 10: *** 10 Capitolo ***
Capitolo 11: *** 11 Capitolo ***
Capitolo 12: *** 12 Capitolo ***
Capitolo 13: *** 13 Capitolo ***
Capitolo 14: *** 14 Capitolo ***
Capitolo 15: *** 15 Capitolo ***
Capitolo 16: *** 16 Capitolo ***
Capitolo 17: *** 17 Capitolo ***
Capitolo 18: *** 18 Capitolo ***
Capitolo 19: *** 19 Capitolo ***
Capitolo 20: *** 20 Capitolo ***
Capitolo 21: *** 21 Capitolo ***
Capitolo 22: *** 22 Capitolo ***
Capitolo 23: *** 23 Capitolo ***
Capitolo 24: *** 24 Capitolo ***
Capitolo 25: *** 25 Capitolo ***
Capitolo 26: *** 26 Capitolo ***
Capitolo 27: *** 27 Capitolo ***
Capitolo 28: *** 28 Capitolo ***
Capitolo 29: *** 29 Capitolo ***
Capitolo 30: *** 30 Capitolo ***
Capitolo 31: *** 31 Capitolo ***
Capitolo 32: *** 32 Capitolo ***
Capitolo 33: *** 33 Capitolo ***
Capitolo 34: *** 34 Capitolo ***
Capitolo 35: *** 35 Capitolo ***
Capitolo 36: *** 36 Capitolo ***
Capitolo 37: *** 37 Capitolo ***
Capitolo 38: *** 38 Capitolo ***
Capitolo 39: *** 39 Capitolo ***
Capitolo 40: *** The End ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo ***


Ciao a tutti sono già tornata e spero che vi piacerà questa nuova fanfiction.
Un bacio speciale alla mia Leti! 

 “Principessa Anna, si alzi. È ora di colazione” – esclama una donna, bussando alla porta con insistenza. Inutili i tentativi della domestica.

“I suoi genitori vogliono vederla nel salone principale prima che il campanile rintocchi per la terza volta. Ha davvero poco tempo a disposizione, signorina. Le consiglio di muoversi. Ho preparato anche il suo bagno mattutino. Non vorrà mica lavarsi con dell’acqua gelida? Ma, soprattutto, non vorrà mica sentire le ramanzine dei signori, visto il ritardo?!” – insiste la lavoratrice.

In quel momento una voce proveniente dall’interno della stanza le dà il permesso di entrare.

“E’ ancora in questo stato? Sua maestà, il re, andrà su tutte le furie” – la domestica rimprovera la fanciulla, ancora assonnata e con indosso la camicia da notte.

“Uffa, Matilde. Non ti ci mettere anche tu adesso. Lui non può pretendere che mi alzi quando sorge il sole e che vada a letto al tramonto” – borbotta Anna, mentre si libera degli indumenti e si immerge nella vasca di acqua calda e sapone, posizionata in un ambiente adiacente e comunicante con la sua stanza.

Matilda sorride sentendola parlare e lamentarsi dei genitori ossessivi.

Dopotutto, come darle torto! Compirà diciotto anni tra qualche settimana, quindi può godersi ancora i momenti da giovane principessina spensierata.

Da lì a poco sarebbe diventata una donna, in età da marito, e le sarebbe toccato in sorte un partito voluto dal padre e allora addio tranquillità.

Mentre la ragazza è alle prese con la cura di sé, la campana al centro del regno segna il terzo rintocco.

I due sovrani di Arendelle sono già al tavolo, nel salone principale, in attesa di essere serviti per la colazione.

“Possibile che tua figlia è sempre in ritardo?” – brontola il re.

“Agnarr, quando la smetterai di pressarla così? Lasciala dormire in santa pace” – risponde la regina.

“Idunn, cara, ti sembra il caso che una fanciulla prossima alle nozze, una futura regina, sia così poco interessata alla vita di corte?” – puntualizza l’uomo.

“Quando sarà tempo, capirà quali sono i suoi doveri” – insiste la consorte, difendendo la piccola di palazzo.

“Se solo fosse nato un erede maschio, sono certo che sarebbe stato perfetto” – aggiunge Agnarr, infastidendo Idunn che replica – “E’ destino che sul trono di Arendelle salirà una regina e non un nuovo re. Credevo avessi accettato questo. Invece sembra che ti diverta a rinfacciarmi la mancanza di un figlio del tuo stesso sesso”

“Cara, non volevo turbarti. Però non puoi negare anche tu che Anna è indisciplinata”

“Avresti preferito una regina di ghiaccio?” – quella domanda posta dalla donna, spiazza il regnante che si zittisce.

Cade immediatamente un silenzio tombale tra i due che viene interrotto dall’arrivo della principessa assieme a Matilde.

“Buongiorno, scusate il ritardo” – prende parola la giovane, dando un bacio a stampo ai genitori.

Idunn le accenna un sorriso e le chiede se ha voglia di uscire per il paese e fare visita ad alcune famiglie bisognose.

Agnarr non si esprime; si limita a mangiare e a fingere di sentire la chiacchiera incessante della figlia.

Anna, si sa, è logorroica e se inizia un discorso lo termina soltanto quando inizia a scarseggiare la salivazione.

Una volta che le due nobildonne di palazzo escono per i loro servizi, rimane solo il re, seduto sul trono, immerso nei suoi pensieri.

Matilde, nota la preoccupazione del suo padrone e gli chiede – “Tutto bene, maestà?”

“Certo, stai tranquilla” – risponde, accennandole un timido sorriso.

Cambia discorso dando ordini alla domestica – “I preparativi per il compleanno di Anna come procedono?”

“Manca solo l’abito che dovrà indossare. Per il resto siamo pronti a festeggiarla”

“Perfetto. Hai già chiamato i vari partiti che dovranno essere presenti quel giorno?”

“Si, maestà e abbiamo ricevuto solo risposte positive”

“Meraviglioso” – Agnarr sembra cambiare umore sapendo che presto avrebbe trovato un buon consorte per la figlia.

“Siete convinto che la principessina sia pronta a diventare moglie di qualcuno?” – chiede, timorosamente, Matilde.

“Prima si sposerà, prima capirà il duro compito che le spetta. Se fino ad oggi credeva di avere solo vantaggi, conoscerà presto anche le responsabilità che possedere un titolo nobiliare comportano.  

“Maestà, sappiamo entrambi che sua figlia non è destinata alla corona!” – sostiene la donna, amareggiata.

“Lo so. Non doveva essere Anna la futura regina, ma è andata così. Perciò non parliamone più. Adesso lasciami solo alle mie cose. Ho un incontro importante a breve e quando arriverà il mio alleato commerciale, non voglio essere disturbato per nessun motivo al mondo”

Così dicendo si chiude tra loro una conversazione che ha qualcosa di profondo e segreto. Qualcosa che la domestica conosce bene e che i reali hanno voluto dimenticare.

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“Buongiorno papà. Ho preparato la colazione ed è già sul tavolo” – comunica una giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurro cielo ad un uomo alquanto anziano, sdraiato sul suo letto.

“Grazie, Elsa. Sei sempre dolcissima figliola” – risponde lui, alzandosi affannosamente e dando poi un bacio alla figlia.

“Mio fratello ha mangiato ed è uscito a vendere il ghiaccio. Io sbrigo le faccende di casa, poi esco a fare spesa.” – comunica lei.

“Se non fosse per te e per il ghiaccio che riusciamo a vendere, saremmo perduti”  

“Pensavo fosse una maledizione la mia, invece si sta rivelando utile a tutti” – sostiene, indossando i soliti guanti e avviandosi all’uscita.

“A dopo” – lo saluta e, avvolta da panni vecchi e rammendati più volte, lascia l’umile dimora nella quale vive da ormai venti primavere.

Perché Elsa parla di maledizione?

Semplicemente perché possiede dei poteri magici che inizialmente spaventarono tutti e che, con il tempo e la crisi, divennero basilari per la loro sopravvivenza.

Qualcosa avvicinerà presto due famiglie così diverse tra loro: una dove domina la ricchezza e non si conosce fame, l’altra dove si lotta giorno dopo giorno per un pezzo di pane.

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Capitolo 2
*** 2 Capitolo ***


La famiglia dei Bjorgman, Samuel, Clarissa, Kristoff ed Elsa, abitano in una piccola casa in cima alla montagna che domina il territorio di Icetown, regno adiacente a quello di Arendelle. Nonostante le difficoltà economiche, è il ghiaccio ad aiutarli a riempirsi la pancia durante la giornata. Il primogenito si reca quotidianamente nella piazza della città per la vendita, mentre sua sorella minore realizza abiti meravigliosi assieme a vecchie stoffe e grazie alla abilità della madre, sua insegnante. Riuscirono una volta a vendere un capo alla sovrana di Icetown che li premiò con una cospicua somma di denaro che i coniugi conservano segretamente, in attesa di servirsene per un futuro matrimonio.

Era quella la dote di Elsa da offrire a chi sarebbe diventato il marito.

Alla giovane poco interessa avere un compagno, desiderosa di dare amore soltanto alla famiglia.

Quella mattina, dopo aver venduto assieme al fratello tutto il ghiaccio caricato sulla slitta, Elsa torna a casa. Ha con sé un cesto pieno di cibo, comprato al mercato con il guadagno giornaliero.

“Stasera potremo riempirci lo stomaco con una delle squisite zuppe della mamma. Già riesco a sentire quel profumino che riempie casa” – Kristoff sogna ad occhi aperti il momento della cena, mentre percorre il tragitto verso la montagna, assieme ad Elsa.

“Fratellone, potrai anche fare il bis” – aggiunge lei, entusiasta.

Un giorno fortunato che accade solo poche volte nella vita dei Bjorgman.

Giunti sotto casa, sistemano la slitta legandola per bene ad un tronco di albero. Bussano alla porta, non riuscendo a trattenere la felicità.

È Clarissa ad accoglierli.

Lo sguardo della donna è poco confortevole e i due lo intuiscono al volo.

“Mamma va tutto bene?” – domanda la fanciulla.

“Figlioli, abbiamo una notizia da darvi” – afferma lei, invitandoli a sedersi al tavolo, accanto a Samuel.

“Mi state agitando. Ero così contento sapendo di poter mangiare in abbondanza e invece sembra che dovrò passare un'altra nottata a pancia vuota” – commenta Kristoff.

“No, caro. Vi preparo subito la cena. Non è questo il punto” – aggiunge la madre.

“E allora cosa sta accadendo?” – chiede preoccupata Elsa.

E’ il capofamiglia a prendere parola e dare le attese spiegazioni.

“Dobbiamo lasciare Icetown e con essa i ricordi di una vita, le speranze future e la nostra stabilità”

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Nel frattempo, ad Arendelle fervono i preparativi per l’imminente compleanno della principessa Anna.

Agnarr ha invitato ogni buon partito dei regni vicini e alleati. È l’occasione giusta per accasare sua figlia, con l’obiettivo di renderla consapevole del ruolo che dovrà avere in futuro e sbarazzarsi così di quel lato infantile che Anna continua a mostrare al popolo.

Di ciò,però, la nobile fanciulla è all’oscuro.

Sa di dover festeggiare un compleanno che a detta di tutti sarà speciale, però ignora che i genitori mirano ad un fidanzamento combinato.

E’ sera tarda quando Anna, intenta a spazzolare i lunghi capelli, quando riceve la visita di Idunn.

“Tesoro, sono venuta a darti la buonanotte”

Si scambiano un dolce bacio, poi la madre siede sul letto della figlia e le fa segno di prendere posto vicino a lei.

“Come ti senti? Domani è il giorno tanto atteso” – le domanda la regina.

“Io ho sempre vissuto il compleanno con molta gioia e spensieratezza. Stavolta però vedo che sia voi che mio padre avete numerose aspettative” – risponde la ragazza, confessando così la sua ansia.

La sovrana di Arendelle è dispiaciuta per la tensione che sta vivendo sua figlia. Sa

di esserne responsabile, assieme al marito.

Le consiglia allora di rilassarsi e godersi il momento – “Non pensare più a quello che vogliamo io e tuo padre. Domani è il tuo giorno. Non il nostro. Devi essere serena e rilassata. Perciò adesso coricati e vedrai che tutto andrà benone” – le dà nuovamente un bacio a stampo sulla fronte.

Con gli occhi lucidi si avvicina alla porta.

“Dormi bene, figlia mia” – così dicendo lascia la stanza.

Il peso che sente nel cuore inizia a disturbarle anche la mente. Ricorda di quando è toccata a lei la stessa sorte che attenderà Anna.

Idunn venne data in moglie ad Agnarr molte primavere addietro. Anche lei stava festeggiando la sua giovane età quando il padre, un re molto rigido e poco affettuoso, le annunciò il fidanzamento con uno sconosciuto.

Adesso la regina sente di aver acconsentito ad un trattamento poco gradevole che vedrà la sua adorata figlia prendere in sposo l’ennesimo straniero che siederà sul trono di Arendelle.

Raggiunge, singhiozzante, la sua di camera. Lì è già presente il re.

“Moglie mia, eccoti. Sei pronta per domani?” – domanda l’uomo alla consorte.

“Agnarr, caro… e se stessimo commettendo un grosso errore?”

“Cosa vuoi dire?” – è confuso lui.

“Anche io e te ci siamo sposati perché lo volevano le nostre famiglie”

“E infatti è stata un’idea vincente. Arendelle è prosperata da quando noi due siamo i sovrani. Anna avrà un compagno alla sua altezza e che renderà ancora più straordinaria la nostra terra” – il regnante è davvero convinto e non dà importanza alle parole della moglie.

Sembra non notare neppure il dispiacere che la donna prova.

A quel punto Idunn aggiunge – “Sii sincero, Agnarr. Cosa hai provato quando tuo padre, più di venti anni fa, ti disse che avresti dovuto sposare me?”

Di fronte a quella domanda, il sovrano cambia espressione.

La sua compostezza lascia spazio ad un iniziale tentennamento – “Ehm, ma che domanda è questa?! Ovvio che ero felice. Come potevo non esserlo”

“Davvero? Vuoi farmi credere che non vedevi l’ora di unirti in matrimonio con la sottoscritta?” – Idunn è alquanto perplessa. Non crede minimamente alla risposta del consorte.

“Ma insomma, moglie! Cosa è questo? Un interrogatorio? Non comprendo davvero dove vuoi arrivare” – la zittisce, innervosendosi. Poi conclude – “Ora sono stanco. Andiamo a dormire. Domani ci attenderà una giornata impegnativa”

Alla donna non resta che prendere sonno e lasciare da parte le preoccupazioni per il futuro di Anna.

Ha stampata nella mente la frase che Agnarr è solito ripetere – “Nostra figlia merita un buon partito. Se la lasciassimo scegliere, vista la sua immaturità, rischieremmo di mettere un incompetente a governare Arendelle. Va assolutamente evitato”  

Con tali parole, Idunn cerca di autoconvincersi. Eppure non riesce.

Sa già che per Anna sarà uno shock quando, durante la sua festa, le verrà data la notizia. E lei dovrà assistere, inerme, alla disperazione di sua figlia.

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“Questa è l’ultimo borsone” – comunica Clarissa alla famiglia.

“Perfetto. Ho preso le ultime cose. È ora di partire” – afferma Samuel.

Kristoff, rattristito, stringe la mano della sorella.

“Non essere triste. Troveremo una nuova felicità” – la conforta.

La signora Bjorgman, con le lacrime agli occhi, promette ai figli che non avrebbero mai e poi mai rimpianto la vita ad Icetown.

“Se il destino ha voluto così, vuol dire che nella nuova città ci attenderà di meglio”

“Mamma, papà, avremmo potuto comprare una nuova casa con i soldi che avete risparmiato come mia dote” – insiste la ragazza – “Invece adesso siamo costretti a cambiare tutto”

“Basta con questa storia, Elsa! È deciso così. Nessun ma. Si parte. Arendelle ci attende. ”

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Capitolo 3
*** 3 Capitolo ***


E’ appena sorto il sole quando il campanile della piazza di Arendelle saluta il nuovo giorno con i suoi lenti e rumorosi rintocchi.

Questa alba, però, è segnata da un evento speciale per il regno intero: il compleanno della principessa Anna.

C’è euforia e movimento tra la gente del posto. Alcuni hanno ricevuto dal re il permesso di chiudere baracca e godere della giornata in famiglia.

Quando i Bjorgman raggiungono Arendelle notano subito l’allegria popolare.

Alcuni negozi di sartoria, artigianato, falegnameria, sono serrati e le persone sembrano in totale relax.

“Ma siamo sicuri di essere nel posto giusto? A me sembra che qui non si sgobbi affatto. Anzi” – commenta Kristoff.

“Mia cugina è stata chiara. Ha detto che avremmo trovato fortuna in questo regno. Spero sia così, perché l’impressione che mi sta suscitando è poco positiva” – sostiene Clarissa.

“Calma famiglia. Non pensiamo al peggio. Adesso raggiungiamo i parenti e sistemiamoci. Io sono esausto e vorrei dormire un po'” – aggiunge Samuel.

Elsa è in silenzio e si guarda attorno, estasiata da ciò che ha di fronte.

Nota poi un pezzo di carta attaccato ad un palo.

“Ecco spiegato il motivo” – afferma, mostrando il foglio agli altri tre.

“E’ il compleanno della principessa? Addirittura chiudono le attività per questo motivo? È assurdo. Deve essere super viziata questa…come è che si chiama?”

“Anna!” – risponde Elsa al fratello brontolone.

“Spero di non doverla mai incrociare. Scommetto che pretenderà da me che mi inchini e le baci i piedi” – conclude il ragazzo, caricandosi il borsone in spalla e riprendendo il cammino assieme ai genitori.

La giovane dei Bjorgman però fissa pensierosa il pezzo di carta che ha ancora tra le mani.

Non c’è alcuna immagine che raffigura la festeggiata. È rappresentato soltanto lo stemma reale. Ed è quest’ultimo ad aver attirato l’attenzione di Elsa.

“Tesoro, che fai lì ferma? Sbrigati. E lascia quel foglio lì dove lo hai preso. Meglio non toccare nulla qui” – la richiama Clarissa.

È la voce materna a riportare la fanciulla alla realtà. Così, annuendo, esegue l’ordine della madre e la raggiunge.

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A palazzo, nel frattempo, tutto è pronto per la festa.

Anna è ancora nella sua stanza quando Idunn si reca lì.

“Figliola, tanti auguri” – le va incontro abbracciandola.

La ragazza è elettrizzata e infatti ha dormito poco quella notte.

“Sarai stupenda con l’abito che ti abbiamo fatto realizzare dalla sarta più abile del regno”

“Madre, a me andava bene anche il vestito dello scorso anno. Non l’ho più indossato e non lo avrebbe ricordato nessuno” – commenta la principessa.

“Non oggi. Sei ormai in età da marito e devi vestire da adulta” – sostiene la regina.

A quelle parole segue la risata di Anna.

“Perché ridi? È la verità”

“Rido perché avete detto in età da marito! Sapete bene che io devo prima trovare l’amore della mia vita e soltanto allora mi considererò pronta alle nozze” – spiega, chiedendo aiuto alla mamma con il corsetto.

Ciò spiazza Idunn che sa perfettamente che il desiderio di Anna è impossibile da realizzare.

Non per colpa sua, per colpa di chi è seduto sul trono.

“Ecco fatto. Sei pronta” – comunica la regina qualche minuto dopo.

La festeggiata si osserva allo specchio e sobbalza vedendosi addosso un capo da vera e propria regnante.

“Non sembro io” – esclama la giovane, stupita da come un abito e un’acconciatura l’abbiamo resa nel giro di poco tempo una persona diversa.

“Figlia mia, potrai anche cambiare all’esterno ma dentro ti conosciamo. Sei il nostro dolce, buono e a volte buffo tesoro” – la stringe forte a sé e le bacia il capo.

Una lacrima riga il volto di Idunn, consapevole che da lì a poco avrebbe perduto per sempre l’affetto e la stima della sua stessa figlia.

“Non piangiamo, madre. Altrimenti il trucco andrà via. Piuttosto sorreggetemi perché potrei inciampare e sfigurare davanti agli invitati” – la prega Anna, aggrappandosi al braccio della donna.

“Ti sarò accanto in ogni momento”

Assieme, una vicina all’altra, raggiungono la sala principale dove Agnarr è alle prese con uno degli ospiti.

“Chi è quello?” – domanda Anna alla madre.

“Ehm… sarà amico di tuo padre. Sai come è fatto. Non sa contenersi quando si tratta di te” – Idunn, in panico, cerca di venirne fuori.

Però Anna inizia a sospettare, pur non dicendolo apertamente.

Viene chiamata subito dal re che lusingandola le augura un felice compleanno.

E’ il sovrano a lanciare un’occhiata alla moglie che sembra tutto fuorché contenta.

“Siete uno splendore, principessa” – uno sconosciuto sulla cinquantina si presenta e le fa il baciamano, complimentandosi per cotanta bellezza.

“Siete identica a vostra madre” – aggiunge rivolgendo l’attenzione anche alla regina, messa in disparte.

“La ringrazio, mi chiedo però…lei chi è?” – domanda Anna, mostrandosi alquanto infastidita dalla presenza di uno emerito sconosciuto.

L’ospite, altezzoso, volge lo sguardo sul re, suo alleato commerciale.

“Non avete annunciato a vostra figlia il mio arrivo? Come è possibile questa cosa? Siamo soci da anni e mio figlio potrebbe essere il marito ideale per lei” – sostiene lo straniero.

“Come? marito?” – esclama scioccata la fanciulla.

“Ehm, credo che stiamo toccando argomenti inutili” – si intromette Idunn, per evitare ad Anna lo shock.

“Moglie, è bene che lo sappia. Si preparerà psicologicamente per stasera” – prende parola Agnarr – “Anna, lui è il re delle Isole del Sud. È bene che tieni a mente il suo nome e il suo volto. È un alleato commerciale e presto, se ogni cosa andrà come deve, sarà tuo suocero”

Sentendo tali affermazioni, la principessa trema ed impallidisce.

Osserva la madre, la quale è amareggiata e mantiene lo sguardo basso. Si sente tradita da lei che fino a due minuti prima che promise di esserci sempre e invece la sta letteralmente vendendo al miglior acquirente.

“Come potete farmi una cosa simile?” – domanda, sconvolta la fanciulla.

“Idunn, portala fuori. Falla ragionare. Non vorrei che il mio socio notasse pazzia nella promessa sposa di suo figlio” – ordina il re all’orecchio della consorte che, come sempre, esegue.

Le due donne raggiungono un piccolo terrazzino e lì discutono.

“Calmati, tesoro. Noi lo facciamo per il tuo bene”

“Il mio bene? Madre, impormi un amore non significa affatto volermi bene. Voi mi state vendendo. State cercando uno sconosciuto di alto rango a cui cedere la mia virtù” – Anna è incontenibile ed inizia a piangere disperata.

Idunn cerca di consolarla e di abbracciarla ma stavolta ha un muro davanti a sé.

“Non toccatemi”

“Anna, cosa dici?”

“Mi fate schifo proprio come mi fa schifo mio padre. Mi fa schifo questa vita, questo palazzo che è per me un carcere. Pensavate di mettermi alle strette stasera davanti a tutti? vi sbagliate di grosso” – così dicendo corre via.

E la regina sa che sua figlia ha pienamente ragione. Non la trattiene. Le dà il tempo e il modo di allontanarsi.

Resta viva in lei la speranza che, una volta fuori dal castello, priva di sicurezza e di presenze genitoriali, possa capire cosa davvero vuole senza forzature esterne.

“Dove è finita Anna?” – domanda Agnarr, dopo aver congedato e tranquillizzato l’ospite.

“È scappata” – comunica la donna al marito.

“CHE COSA?” – grida il re, fuori di sé – “Come hai potuto farla andare via così?”

“Marito, già sapevi il mio pensiero in merito a questa faccenda”

“Chiamo subito le guardie. Deve tornare qui immediatamente” – ignorando la consorte che lo ha deluso, dà ordini ad alcuni soldati.

“La fuga di Anna avrà breve durata” – conclude, prima di tornare alla festa e di rindossare la maschera da sovrano composto, buono e tranquillo.

È Idunn a soffrire e a decidere di chiudersi nella sua camera, da sola per affrontare i mostri che le stanno opprimendo la mente.

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Capitolo 4
*** 4 Capitolo ***


Idunn è sola con se stessa, affacciata al balcone centrale di palazzo. Osserva da lontano una schiera di uomini, indirizzati dal re, alla ricerca di Anna.

Nel frattempo è percepibile, dal caos proveniente dall’ingresso, l’arrivo dei tanti invitati. Peccato che sia assente proprio la festeggiata.

In quei minuti le tornano alla mente i ricordi del suo ultimo compleanno da principessa di Arendelle.

Come dimenticarsi di una sala stracolma di gente, delle tavolate enormi, del profumo di cibo che riempiva le sale e della musica in sottofondo.

“Principessa Idunn, che piacere fare la vostra conoscenza”

“Principessina siete bellissima”

“E’ un onore conoscervi, siete un incanto”

Molti furono i complimenti che Idunn ricevette il suo gran giorno.

Un momento speciale che lei attendeva da tempo, ma che per il re, suo padre, era mirato unicamente ad un matrimonio combinato.

“Idunn, cosa ci fai qui sola?” – chiede la regina a sua figlia, notando la sua tristezza.

“Vostro marito ha deciso per me un futuro che non desidero”

“Figlia mia, le cose vanno così da sempre. La stessa sorte toccò a me e prima di me a mia madre, a mia nonna e a tante altre. Chi siamo noi per distruggere la tradizione secolare di famiglia?! Vedrai che sceglieremo bene il tuo futuro marito e sarai felice”

“Come fate ad esserne convinta? Voi amavate mio padre quando lo avete sposato?” – chiede la principessa.

“No, tesoro mio. Però gli voglio molto bene. Ho imparato a godere della sua compagnia”

“E vi basta questo per potervi considerare felice?” – Idunn è stupita dalla rassegnazione di sua madre.

“All’inizio sarà difficile ma a me è bastato avere te per iniziare a respirare la felicità che tanto desideravo”

“State dicendo che semmai avrò dei figli, soltanto allora, potrò cominciare ad essere soddisfatta?”

“Idunn, la vita di corte è questa. Devi accettarla. È lo sconto da pagare per il lusso e i beni di cui possiamo disporre, a differenza di chi non riesce neppure a mangiare un pezzo di pane la sera, dopo ore ed ore di lavoro” – conclude la regina, invitando la figlia a seguirla al centro della sala.

Una volta lì, una di fronte all’altra, la sovrana abbraccia la sua adorata bambina ormai cresciuta e le sussurra – “Io ci sarò sempre, tesoro mio. Vivrò qui, accanto a te, nello stesso palazzo. Cresceremo insieme i tuoi bambini e ti insegnerò ad amare ciò che stai per ricevere”

Le dà un dolce bacio a stampo sulla fronte poi fa segno al re di avanzare.

Con il regnante ci sono due persone.

“Ma che raggiante e splendida fanciulla abbiamo qui” – si complimenta il più anziano dei due. Poi si presenta: è il re di Rosetown.

Idunn si inchina come da protocollo reale.

Sposta lo sguardo sull’altro tipo, il più giovane.

Anche il biondino ha l’aria abbattuta. È il rigido genitore a dargli ordine di salutare e lo fa semplicemente con un colpetto di tosse forzato.

“Ehm, salve principessa. io sono il principe Agnarr” – le fa anche il baciamano.

“Vi lasciamo soli, così potrete conoscervi. Andiamo a prendere un drink?” – propone il re a quello che sta per diventare suo consuocero ed alleato commerciale.

La regina osserva sua figlia isolarsi con lo sconosciuto. Ha compreso che anche il futuro genero non è entusiasta del destino già scritto.

Non rimane però che accettare la triste realtà.

 

Idunn ricorda quella serata e quei flash le toccano profondamente il cuore.

Credeva di essere riuscita a superare la vita costruita da altri per lei.

Sperava che, come diceva sua madre, con la nascita della prole le cose sarebbero migliorate.

Non è stato così.

Quando raggiunge il salone viene subito accerchiata da varie dame e signore che si complimentano per il buon gusto, l’abito elegante e la musica adeguata.

È una di queste a domandare – “Ma la principessina festeggiata? Le piace farsi attendere?”

“Ehm, arriverà a minuti. Sapete come sono i giovani di oggi. Se non è perfetta non si fa vedere” - finge di ridere e con la scusa di voler raggiungere sua figlia per controllare se è pronta, si allontana.

Agnarr è trattenuto e recita alla perfezione la parte di uomo sereno e di buona compagnia. Ha al suo fianco un bel giovanotto dai capelli rossicci.

Idunn è sicura che il marito ha ormai selezionato il partito per Anna.

Però il tempo passa e della principessa non c’è traccia.

La regina inizia davvero a preoccuparsi. Forse è stato un errore lasciarla andare via così.

Potrebbe essere chissà dove…soprattutto chissà con chi!

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“Benvenuti ad Arendelle” – esclama, raggiante, Lisa Brown, la cugina di Clarissa Bjorgman, quando accoglie i neo arrivati nella sua casa.

Li saluta uno ad uno con un caloroso abbraccio e li aiuta a sistemarsi.

“Hai davvero una casa accogliente!” – si complimenta Samuel, poi aggiunge – “Sicura che puoi ospitarci qui?”

“Sono sola in questo posto per me troppo grande. Avervi è un piacere oltre che una compagnia preziosa” – risponde, sorridente la donna.

Elsa osserva l’arredamento, notando subito la differenza tra quello della loro vecchia abitazione e quella della zia.

“Ad Icetown una casa come questa potevamo solo sognarla” – sostiene Kristoff, estasiato da quanto ha davanti agli occhi.

“Io lavoro come sarta e vengo ben retribuita visto che molti dei miei capi vengono acquistati direttamente dai sovrani. Non avrò chissà quanto denaro, però il necessario per godere di qualche extra piacevole” – spiega Lisa.

“Davvero? Ma è fantastico. Io ed Elsa siamo abili con taglio e cucito, possiamo essere tue assistenti” – aggiunge Clarissa.

“Sarebbe favoloso” – esulta l’altra.

E così tra una chiacchiera e un’altra, arriva il momento per la famiglia di uscire per conoscere la loro nuova terra.

Percorrono una stradina alquanto tortuosa che Lisa sostiene sia una scorciatoia.

“Non mi ricordavo di questi tragitti brevi” – afferma Clarissa.

“Cugina, tu non mi vieni a trovare da quando eravamo bambine e scorrazzavamo dietro i carretti della frutta della signora Tara.” – ridacchia la Brown, ricordando i vecchi tempi.

Mentre Kristoff chiacchiera con Samuel durante la passeggiata e le due cugine si raccontano e si divertono, rimane Elsa, dietro di qualche metro, persa nei suoi pensieri e estasiata dalle meraviglie e dalle bellezze di Arendelle.

Avverte improvvisamente uno strano rumore che la costringe a tornare con i piedi per terra.

Si gira e si rigira.

“C’è qualcuno?” – parla da sola rivolgendosi a chissà chi.

Sente alcuni passi alle sue spalle e, spaventata corre verso il padre, stringendosi ad un suo braccio.

La ragazza ha percepito una presenza umana e non si è sbagliata.

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“Questa città è davvero bella” – esclama Kristoff, sdraiandosi sulla poltrona di casa di Lisa, dopo il giro perlustrativo.

“Ed avete visto poco. Dopo il pranzo andremo al porto” – comunica la donna, lasciando alcune buste alla cugina chiedendole di sistemarle sul tavolo della cucina.

Clarissa esegue l’ordine però è lì che sobbalza trovandosi di fronte una sconosciuta.

“E tu chi sei?” – grida spaventata la Bjorgman.

“Che succede? Cosa sono queste urla?” – domanda Lisa, correndo dalla parente assieme al resto del gruppo.

Sposta subito lo sguardo sulla figura davanti a sé.

“Principessa Anna! Cosa ci fate voi qui?” – le chiede stupita della sua presenza.

“Principessa?” – ripetono in coro Clarissa e Samuel.

Elsa fissa la straniera senza esprimersi, mentre Kristoff rimane a bocca aperta lasciandosi andare ad un “Wow”

Anna, singhiozzante, si getta tra le braccia della sarta e la supplica - “Lisa, ti prego aiutami”

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Capitolo 5
*** 5 Capitolo ***


Lisa e Anna si isolano nella stanza da letto dell’adulta per poter parlare in solitudine, mentre i Bjorgman continuano ad interrogarsi sul comportamento atipico della principessa.

“Come ci si può lamentare quando nella vita non manca nulla?” – si domanda Samuel, stupito dalla situazione.

“Evidentemente la ricchezza non è tutto e lei ne è la prova” – risponde Elsa, mostrando la sua estrema bontà d’animo nel preoccuparsi per una sconosciuta.

“Tesoro sei sempre così buona” – sostiene Clarissa, sorridendo alla figlia ed accarezzandole teneramente il viso.

Kristoff è in silenzio, con gli occhi puntati sulla porta della stanza che ospita le due donne. Aspetta il momento di rivedere ed ammirare una seconda volta quella ragazza.

Il giovane biondino non si rende conto neppure di avere le gote infiammate. Un particolare, questo, che al contrario viene notato dalla madre.

“Tesoro, tutto bene?” – gli chiede.

“Ehm, si mamma. Certo. Perché me lo domandi?”

“Beh forse perché la tua faccia ha lo stesso colore della maglia di tuo padre” – sottolinea Clarissa indicando il maglioncino rosso del marito.

“Che?!” – esclama Kristoff, sobbalzando ed avvicinandosi ad un vecchio specchio per verificare le parole della mamma.

La evidente realtà lo imbarazza ancora di più tanto che decide di uscire per prendere una boccata d’aria.

“Certo che nostro figlio è molto strano” – commenta Samuel.

Elsa invece ridacchia ed espone la sua ipotesi – “Non sono molto esperta nel campo amoroso, però… non serve un genio per capire che Kris è rimasto molto colpito dalla bellezza della principessa”

“Credi davvero sia così?” – esclama sorpresa Clarissa.

“L’unica volta che l’ho visto così è stato quando ha incontrato la sua prima fidanzatina. Ricordate? Si chiamava Evelin ed era la figlia dell’ortolano” – racconta Elsa.

“Sai che hai ragione? In effetti quella fu una vera e propria cotta. Rimase folgorato da lei, tanto da chiederle di fidanzarsi il giorno dopo” – ricorda emozionata la signora Bjorgman.

“Molto precoce il ragazzo” – commenta Samuel, divertito all’idea di come un uomo così grande e grosso come Kristoff si faccia minuscolo di fronte ad una donna.

“Dai, amore, evita di scherzarci su. Sai che Kris è molto riservato e timido. Se dovessimo parlare di questi argomenti, rischieremmo di creargli disagio. Perciò acqua in bocca. Nessuno ha capito nulla, ok?” – è questo ciò che Clarissa esige dai due familiari.

Tutto pur di evitare al suo primogenito imbarazzi o vergogne inutili.

Mentre i nuovi arrivati conversano tra loro, Lisa e Anna discutono sull’azione sconsiderata della ragazza nei confronti del re e della regina.

“Anche tu credi che debba accettare il destino che mio padre vuole per me, vero? Anche tu preferisci che io sia sposata ed eternamente infelice, piuttosto che sola e felice?”

“Non sto dicendo questo. Però sappiamo entrambe quanto dolore sta patendo tua madre adesso, sapendoti chissà dove. Lei non merita di soffrire. La stai abbandonando”

“Lei ha le stesse responsabilità di mio padre quando ha detto sì ai piani del re” – aggiunge arrabbiata Anna.

“Sai anche tu che a palazzo comanda l’uomo. Da quando si è sposata con Agnarr, Idunn ha vissuto nella sua ombra. Lui decide e lei deve limitarsi ad accettare, senza lamentele. Mettiti nei suoi panni, Annie” – cerca di farla riflettere eppure le ultime parole pronunciate dalla sarta causano la reazione della principessa che conclude – “Mia madre agendo così mi ha messa nella sua stessa situazione, mi sta costringendo a patire per anni e a dire sempre e costantemente sì ad una persona che non amo e che non amerò mai”

In lacrime la fanciulla lascia la camera correndo disperata verso l’uscita.

Lisa non vuole trattenere Anna e la lascia andare.

“Che succede?” – domanda Clarissa alla cugina.

“Forse ho usato parole sbagliate però è giusto che quella ragazza capisca che la sua storia è già scritta”

Tali affermazioni colpiscono Elsa che prende parola – “Non è umano costringere qualcuno a fare qualcosa che non vuole. Sono all’oscuro della sofferenza della principessa ma si legge sul suo volto che cerca disperatamente di essere libera”

“Figliola, i ricchi hanno un destino segnato” – risponde la signora Bjorgman.

“E quindi devono soffrire solo per un assurda legge reale?” – la giovane è sconvolta e non capisce come mai le altre due non comprendono quanto le imposizioni vadano unicamente ad alimentare azioni insensate e desideri di fuga.

“Adesso cosa farai?” – domanda Clarissa a Lisa.

“Anna capirà da sola cosa fare. È in gamba e presto troverà la sua strada”

Le tre vengono chiamate qualche istante dopo da Samuel.

“Ho preparato il pranzo. Tutte a tavola”

“Ma Kristoff?” – chiede la padrona di casa, notando l’assenza del nipote.

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Anna è accovacciata dietro un pozzo distante solo qualche metro dall’abitazione della sarta.

Il suo pianto e i suoi singhiozzi non sfuggono a Kristoff, rimasto lì fuori per cercare di superare l’imbarazzo di poco prima.

La riconosce subito e stavolta, senza vergognarsi e dandosi coraggio, le siede accanto.

“Questo posto è meraviglioso, non trovate?” – chiede attaccando bottone.

La nobile sobbalza vedendo uno sconosciuto a pochi passi da lei.

“Chi siete voi? Cosa volete da me?” – si spaventa balzando in piedi. Nota poi lo sguardo dolce del giovane e torna a sedersi.

“Io sono Kristoff, prima ero in casa di zia Lisa” – racconta porgendole una mano.

“Ah si? Perdonami non ti avevo notato” – si scusa la fanciulla, rispondendo gentilmente al gesto di saluto.

“Ehm... io invece vi ho notato eccome” – pensa Kris tra sé e sé.

“Come vorrei fuggire da questo posto. Non ho nulla a che vedere con questa gente” – riprende Anna.

“Invece sono convinto che vi amano. Guardatevi, siete meravigliosa. Non lo dico tanto per dire. Penso che sia inevitabile rimanere estasiati anche solo guardandovi” – a quel punto Bjorgman, senza rendersene conto, sta usando parole di estremo romanticismo e dolcezza che toccano il cuore di Anna.

“Dici sul serio?” – chiede lei trovando un conforto in quello che il bel biondino sta sostenendo.

“Arendelle ha bisogno di una figura come la vostra, signorina e scappare non è la soluzione ai problemi” – Kristoff cerca, a modo suo, di spronare la principessa a reagire.

“Come hai fatto a capire che voglio scappare?” – domanda Anna, sbalordita dall’intuito di Bjorgman.

“Il vostro pianto parla da solo. Siete insoddisfatta di qualcosa”

“Accidenti” – commenta lei.

“Accidenti cosa?” – chiede poi Kris, confuso.

“Sei molto sveglio!” – gli risponde, sorridendo.

Segue un silenzio alquanto imbarazzante che costringe il giovanotto ad abbassare gli occhi e ad evitare lo sguardo della nobile fanciulla.

Anna è lusingata dalle attenzioni dello straniero così dolce e gentile. Rasserenatasi avendolo accanto, gli prende istintivamente una mano.

Bjorgman sobbalza e automaticamente alza il capo, incrociando gli occhi lucidi di Anna.

“Sei una persona stupenda. Grazie per le tue parole” – afferma lei, avvicinando le sue labbra alla guancia del biondino.

Kristoff sente un fuoco divampare sul suo volto e il cuore esplodergli dal petto.

Sa che è prematuro parlare di amore. Però è certo che Anna lo ha totalmente rapito e da quel momento in poi sarà difficile poterla dimenticare.

Rimangono a fissarsi per minuti eterni, studiandosi ed affezionandosi l’uno della figura dell’altra.

Ma ecco che accade qualcosa che la nobile avrebbe volentieri evitato.

Due uomini in divisa si posizionano davanti ai due.

“Eccovi principessa, vi abbiamo trovata. Abbiamo l’ordine di riportarvi a palazzo”

Inutili i tentativi di Anna di opporre resistenza. I soldati eseguono quanto detto dal re. La trascinano verso il castello, seguendo un tragitto breve e poco affollato così da non creare scandali o voci e pettegolezzi tra i popolani.

A Kristoff non rimane che vederla andare via senza sapere che, da lì a poco, sarebbe dovuta diventare la moglie di qualche estraneo.

Rientra in casa dove il resto della famiglia siede al tavolo, intenta a consumare una buona e calda zuppa.

“Finalmente hai deciso di rientrare. Siediti che il cibo non si è ancora freddato” – lo rimprovera Samuel.

Il giovane però sposta subito l’argomento su Anna.

“Come mai la principessa vuole scappare?”

È Lisa a rispondere – “Oggi il re la darà in sposa ad un principe che lei non conosce”

Tale risposta spiazza Kris che scatta in piedi battendo un pugno sul tavolo.

“Kristoff, che modi sono questi?” – si altera il padre.

“Zia tu non hai fatto nulla per aiutarla?” – domanda sconvolto.

“Non posso fare niente. È il destino a volerlo”

“No! È un assurda legge a decidere per lei.” – così dicendo lascia la stanza avviandosi all’uscita.

Elsa gli corre dietro.

“Dove vai adesso?” – gli chiede la sorella.

“A palazzo. Forse sono ancora in tempo per impedirle di commettere un errore”

Samuel e Clarissa sono amareggiati per il comportamento del loro primogenito e chiedono perdono alla cugina. Nessuno cerca di capire come mai Kristoff abbia preso così a cuore la situazione di una emerita sconosciuta.

“Tranquilli, è tutto ok. Immagino che Kris debba aver parlato con Anna quando era qui fuori. Anna ha una strana magia che l’avvolge. Chiunque parli con lei rimane stregato dalla luce che emana. Vostro figlio, così come me, si è affezionato alla principessa in pochissimo tempo”
“Questo non giustifica la sua maleducazione. Scusalo ancora” – aggiunge Clarissa.

“Lui è coraggioso e non maleducato” – precisa la Brown.

“Perché sostieni che abbia coraggio?” – è incuriosita Elsa.

“Vuole salvare Anna e non si è tirato indietro. Sta agendo come avrei dovuto agire io appena saputo del matrimonio combinato”

“Chissà…magari riuscirà ad aiutare quella ragazza e ad aprire la mente dei sovrani” – spera Samuel.

“Dubito che possa farlo” – replica Lisa – “Anzi, meglio evitare a vostro figlio un confronto con il re. Potrebbe pentirsene.”
“In che senso?” – si preoccupa la Bjorgman adulta.

“Agnarr punisce chi lo attacca e potrebbe fare lo stesso con Kristoff”

Così dicendo, tutti si allarmano.

Correndo lasciano la casa e si dirigono verso il castello.

Cosa succederà se Kristoff provocherà il regnante di Arendelle?

Riuscirà ad arrivare in tempo?

Anna accetterà il trattamento reale?

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Capitolo 6
*** 6 Capitolo ***


Il salone principale del palazzo è colmo di nobili giunti da ogni parte del mondo, pronti a festeggiare la principessa e speranzosi di allearsi ai sovrani di Arendelle attraverso un matrimonio.

Agnarr è teso e inizia a temere che l’assenza prolungata di Anna possa essere colta da tutti e rischiare così domande invadenti alle quali una risposta ambigua avrebbe solo alimentato i pettegolezzi e i dubbi dei suoi ospiti.

Ed è quando vede un soldato, sull’uscio del grande portone fargli un sorriso, il re tira un sospiro di sollievo.

Quel segno significa che la figlia è di nuovo nel castello. Perciò per evitare altre fughe prende parola, posizionandosi al centro della sala – “Cari amici, alleati, dame e giovani principi, sono lieto di avervi qui oggi per festeggiare” – intrattiene le persone per alcuni minuti. Il tempo necessario alle domestiche di sistemare Anna, totalmente in disordine.

“Dove siete stata principessina? Avete rovinato l’acconciatura” – sostiene una donna.

“E che dire del vestito, milady” – aggiunge un’altra.

Nessuna ha notato lo sguardo spento della fanciulla né tantomeno gli occhi di lei rossi dal troppo pianto.

Idunn avanza verso la figlia e con aria abbattuta dice – “Tesoro mio, perdonami. Non avrei mai desiderato che patissi, come me, questo dolore. Però…”

Anna, infastidita da parole inutili, la zittisce ignorandola e dando modo alla servitù di accompagnarla nel salone.

La regina rimane ferita dall’ indifferenza della ragazza ma capisce subito che non è da biasimare. E così assiste al momento più duro della sua vita.

Osserva la principessa raggiungere suo padre ed essere presentata a degli estranei in cerca solo di fortuna e di un trono sul quale sedersi.

Rivede in Anna se stessa il giorno del suo diciottesimo compleanno ed ecco che la scena finale è quella che sembra rappresentare una esatta copia del suo incontro con Agnarr, più di venti anni prima.

“Figliola, vorrei presentarti il principe Hans delle Isole del Sud” – afferma il sovrano, dando modo ad un giovane dai capelli rossi e gli occhi verdi, di inchinarsi di fronte alla festeggiata ed introdursi a lei.

“E’ un onore fare la vostra conoscenza” – le prende dolcemente la mano e la sfiora con le sue labbra.

La fanciulla, seppure lusingata da tanta educazione e garbo, si mostra comunque fredda e distante.

Agnarr ha quindi scelto il giusto partito per sua figlia e con una banale scusa lascia i due da soli.

Ridacchia felice per lavoro ben fatto e brinda con il re suo futuro consuocero ad una fruttuosa alleanza e ad una discendenza potente.

Idunn scuote il capo delusa dal marito.

“Come può essere tanto contento? Ha venduto Anna a degli stranieri e le ha distrutto l’esistenza” – pensa tra sé e sé.

La sua rabbia viene interrotta da una donna che si presenta come la regina delle Isole del Sud.

“Diventeremo parenti a quanto pare” – esclama entusiasta la signora. Ha uno sguardo molto dolce e la sua loquacità viene subito svelata.

Intrattiene, infatti, Idunn per il resto della serata raccontandole ogni particolare della sua vita.

Il suo nome è Serena e sereno è anche il suo stato emotivo. La stessa cosa non si può dire della regina di Arendelle.

Nel frattempo Hans ha portato Anna nel giardino di palazzo.

Sono seduti sulle scale di ingresso, lontani da occhi indiscreti.

Westergard, il principe, cerca in qualche modo di tirar fuori parole dalla bocca di Anna.

Però capisce subito che per la festeggiata la situazione è tutt’altro che semplice.

“Principessa, perdonate la mia invadenza, però…siete sempre così loquace voi?” – domanda, imbarazzato.

“Come?” – chiede confusa lei.

“Vi sto raccontando tutto di me ma voi non fate altro che annuire o rispondere a monosillabe. Vi ho recato fastidio in qualche modo?”

“No, no, assolutamente. Voi siete fin troppo gentile, a dire la verità” – risponde Anna.

“Perché non vi confidate? So essere un buon ascoltatore, sapete? Mi piacerebbe anche sentire la vostra voce” – così dicendo le prende una mano e la stringe alla sua.

La fanciulla accenna un timido sorriso quando sente le labbra di lui posarsi sulla sua guancia.

“Mi credete se vi dico che stasera potrebbe essere la serata più bella della mia vita?”

“Beato voi, principe” – commenta la giovane arendelliana.

“Come mai non è lo stesso anche per voi? Avete raggiunto l’età da marito e vostro padre è uno dei personaggi più importanti della regione. Dovreste sentirvi realizzata dal titolo che avete e dalla fama della vostra famiglia” – aggiunge Hans.

“Io odio questo mondo” – a quel punto la principessa esplode e tira fuori la sua amarezza – “Odio il protocollo e le sue stupide regole, odio dovermi definire ricca quando invece mi hanno sempre e solo circondata di beni materiali. Non ho sorelle o fratelli con i quali confidarmi o con i quali avrei potuto giocare da bambina. Hanno sempre e solo puntato su di me e sul mio ruolo da futura regina. Sono stanca di questo”

“Non potete denigrare un trono così importante. Rifletteteci, vi prego” – cerca di farla ragionare il principe.

È inutile. Sarei una pessima sovrana per Arendelle. Mio padre ripone troppe speranze in me ed io sarò la sua fine” – con tali parole, Anna si rialza e si avvia verso l’ingresso.

Hans, colpito dal dolore della giovane, la trattiene ancora qualche minuto in giardino.

“Avete bisogno di amore e sappiate che ci sono persone pronte a darvene in maniera smisurata” – afferma convinto il ragazzo.

“Siete dolcissimo, Hans. Io però voglio sposarmi solo quando mi innamorerò”

“A voi allora non è scattata la scintilla?” – domanda lui, spiazzando la principessa.

“Quale scintilla?”

“Quella che è scattata a me non appena ci siamo visti” – confessa il giovane, sorridendo.

Anna rimane in silenzio, pietrificata sentendo tali parole.

“State dicendo che già mi amate? Ma…è impossibile” – risponde scioccata lei.

“Esiste il colpo di fulmine, principessa. Adesso che conosco anche il vostro dolore e la vostra tristezza, sono determinato più che mai a trasformarle in gioia e felicità”

Anna è lusingata dal principe e si lascia andare totalmente quando sente le braccia di lui avvolgerla a sé.

“Io vi darò quello che desiderate. È una promessa” – le sussurra.

Poi aggiunge – “Troverete in me un amico, un fratello, un compagno di vita, un amante e un consorte degno del trono che erediterete”

Una volta sciolto il loro abbraccio, i due si trovano uno davanti all’altra, occhi negli occhi. E la fanciulla accennando un sorriso sereno aggiunge – “Vi ringrazio principe. Il vostro conforto e il vostro interesse mi hanno sollevata. Non so cosa dire…avete davvero un animo da cavaliere”

“Siete voi quella che ha saputo sfiorare il mio cuore con un solo sguardo. Siete talmente meravigliosa. È inevitabile rimanere estasiati anche solo guardandovi”

Anna rimane bloccata sentendo quelle frasi.

Le suonano alquanto familiari ed iniziano a rimbombarle nella testa. Le tornano dei flash alla mente…

 

“Chi siete voi? Cosa volete da me?”

“Io sono Kristoff, prima ero in casa di zia Lisa”

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“Come vorrei fuggire da questo posto. Non ho nulla a che vedere con questa gente”

“Invece sono convinto che vi amano. Guardatevi, siete meravigliosa. Non lo dico tanto per dire. Penso che sia inevitabile rimanere estasiati anche solo guardandovi”

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Le stesse identiche parole di Kristoff.

Ricordare lo strano e goffo biondino che l’ha stregata in pochi minuti, dà una nuova luce ad Anna.

“Tutto bene adesso?” – domanda Hans.

“Si, penso che parlare con voi sia stata la medicina perfetta” – stavolta è lei ad abbracciarlo.

Un gesto d’amicizia e di grande riconoscenza che, però, viene visto dalla persona sbagliata.

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“Figliolo, che è successo? Come mai hai cambiato idea?” – chiede Clarissa al figlio vedendolo indietreggiare dal castello, dopo appena pochi secondi dal suo ingresso.

“Andiamo via. Mi sono sbagliato sul conto della principessa” – risponde Bjorgman, alquanto irritato.

“Che dici? Non ti capisco” – aggiunge Elsa, confusa.

“Ha già trovato un compagno con il quale sbaciucchiarsi”

“Cosa? È assurdo. Non è da lei. Sicuro di aver visto bene? magari hai frainteso” – sostiene Lisa, stupita dal gesto di Anna.

“Ho detto andiamocene” – Kris alza la voce, innervosito. Ai parenti non rimane che seguirlo nel suo rientro.

Per il resto della serata, il giovane non fa che starsene in disparte con aria irrequieta e il cuore in frantumi. Nessuno ha capito cosa prova Kristoff per la principessa. Così come Hans, anche il ragazzo della montagna si è follemente innamorato di lei.

La differenza tra i due è evidente e avvantaggia il nobile, al quale il re Agnarr sta per donare la corona oltre che la mano e la virtù di sua figlia.

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Capitolo 7
*** 7 Capitolo ***


Anna e Hans sono abbracciati l’uno all’altra quando compare la regina Idunn assieme a Serena, madre del principe delle Isole del Sud.

L’ospite è sorpresa e felice per quello che ha appena visto, esulta e riesce per qualche istante a contagiare l’altra donna.

La sovrana di Arendelle è stupita di vedere Anna stretta a quello sconosciuto. Soprattutto perché pochi minuti prima era restia nel volerlo anche solo incontrare.

Però inizia a rilassarsi e ad immaginare una situazione futura colma di amore tra i due sposi.

“Per me non fu la stessa situazione” – confida Idunn a Serena.  

“Stai parlando del giorno del matrimonio?” – chiede la nobile Westergard.

“Non solo. Quando mio padre mi presentò Agnarr io lo detestavo. Non volevo sposare nessuno. Fui costretta a farlo. Credevo che mia figlia potesse vivere il mio stesso destino. Però vederla così, vicina ad un uomo che presto diventerà suo sposo, mi rasserena”

“Questo, mia cara consuocera, è il colpo di fulmine. Non succede a tutti. Io e mio marito ci siamo innamorati follemente da ragazzini. Non a caso abbiamo messo al mondo ben tredici figli” – racconta Serena, scioccando Idunn che esclama – “Tredici?”

La regina delle Isole del Sud sorride e si commuove ripensando al primo incontro con il consorte e alla nascita della sua numerosa prole.

“Credevo fosse soltanto Hans!”

“Ti sbagli e gli altri sono tutti felicemente accasati. Ho ben dodici nuore che considero delle figlie”

“Mi stai dicendo che hai partorito unicamente maschi?” – Idunn è davvero scioccata; questo, forse, perché lei proviene da una famiglia che di progenie ne ha ben poca.

“Non hai ancora nipoti?” – domanda curiosa la sovrana di Arendelle.

“Purtroppo no. Spero in Hans visto che il suo desiderio è darmene tantissimi” – sostiene Serena.

“Ehm… non so se la mia Anna sarà d’accordo” – commenta l’altra.

“Ah no? Non le piacciono i bambini?” – chiede la Westergard.

“Certo, però lei è cresciuta da sola. Non so se saprà tenere a bada tanti bebè uno dietro l’altro e se saprà gestire le dinamiche tra fratelli” – si preoccupa Idunn.

“Beh lo imparerà con il tempo. Tu, nel frattempo, potresti sempre tentare di dare un erede maschio ad Agnarr. Sei bella e giovane. Non sarebbe una cattiva idea, non trovi?” – le consiglia Serena.

“Io? un altro figlio? Non se ne parla” – risponde, alquanto infastidita la regina di Arendelle.

“Scusami, non volevo farti arrabbiare. Era un semplice parere. I figli avvicinano di molto una coppia e tu e tuo marito dovreste avvicinarvi. Per il bene vostro, di Anna e del regno” – conclude, dandole un veloce e tenero abbraccio.

In quel preciso istante i due giovani reali, rientrano a palazzo.

Sono molto complici per chi li osserva da lontano.

La principessa ride come non faceva da tempo e a Hans brillano gli occhi.

“A quanto pare è scattato l’amore” – commenta Agnarr, una volta raggiunte le due signore, assieme al consuocero.

“Credo sia giunto il momento, marito mio” – aggiunge Idunn, accettando la scelta del re di proclamare il fidanzamento davanti a tutti.

“Bene, allora chiamiamo Anna. Deve essere preparata a ciò che sentirà” – precisa il sovrano, facendo segno alla figlia di raggiungerlo.

La ragazza è ancora arrabbiata con il padre ed evita anche di guardarlo in viso.

“Ascolta, figliola, è bene che tu sappia cosa sto per dire davanti a tutta questa gente” – inizia così il suo breve e intenso comunicato.

La giovane ascolta e sa di non poter far nulla per evitare il danno alla sua vita personale. Vede soltanto una forte imposizione esterna alla quale è difficile sottrarsi. La sua fuga ne è stata la prova.

Eppure, in quel momento, la mano di Hans si intreccia alla sua e Anna vive un senso di serenità immenso.

Alza gli occhi e li sposta su Westergard.

Il nobile dai capelli rossi le dimostra la sua presenza e il suo affetto.

“Andrà tutto bene. Potrai contare sempre su di me” – le sorride.

La principessa annuisce ed affronta la realtà.

“Va bene, padre. Fate ciò che dovete. Sono pronta”

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Kristoff trascorre una notte difficile. Si gira e rigira nel letto non riuscendo a trovare pace.

Elsa che condivide con lui la camera, sente l’agitazione del fratello e gli domanda cosa lo turba. Ovviamente Bjorgman nega la tensione che sta provando e si sforza ad addormentarsi.

È l’alba del giorno seguente quando la campana suona a festa.

Lisa è la prima a svegliarsi e a preparare la colazione per i suoi parenti.

Sa cosa significa per Arendelle il suono prolungato del campanile.

“Cosa è questo baccano?” – brontola Samuel, stiracchiandosi e prendendo posto al tavolo.

“Buongiorno cugino” – lo saluta la sarta, servendogli del pane e del latte caldo.

Giunge anche Lisa assieme ad Elsa. Le due parlottano seriose quando raggiungono la cucina.

“Tutto bene?” – domanda Lisa alle donne.

“Si tratta di Kristoff” – confessa la Bjorgman adulta.

“Sta ancora male per Anna?” – chiede la Brown.

“Non sappiamo se è quello il motivo. Però è molto probabile” – risponde Elsa.

Il passo del giovane ragazzo interrompe bruscamente la loro conversazione.

“Salve” – si limita a dire lui, sedendosi al posto.

Anche se la famiglia non parla, è chiaro che è preoccupata. E lo stesso Kristoff se ne accorge – “Se volete saperla tutta, sto bene. Non mi sono invaghito di nessuno, non sto patendo pene d’amore. Ho avuto soltanto una giornata faticosa che mi ha stressato e la reazione è stata quella. Punto e basta!”

Così dicendo afferra del pane dal cestino posizionato al centro tavola e si zittisce.

Mamma Clarissa è però turbata. Mai come allora ha visto suo figlio così.

La situazione sembra precipitare quando Samuel chiede a Lisa – “Ma si può sapere come mai quella campana ha suonato così intensamente?”

A quel punto alla sarta non rimane che rivelarne la ragione.

Prima di parlare osserva Kristoff. Se è davvero innamorato di Anna, avrà uno shock totale.

L’insistenza da parte di Samuel Bjorgman costringe Lisa a dire… – “A quanto pare Arendelle festeggerà un matrimonio a breve. Il compleanno di Anna ha portato il re ad ottenere ciò che voleva da tempo”

Detto ciò, i presenti intuiscono immediatamente l’amarezza del primogenito, il quale si alza dalla sedia e lascia la stanza.

Pochi attimi dopo, la porta d’ingresso si chiude bruscamente.

“E adesso?” – chiede agitata Clarissa.

“Deve accettare di averla perduta per sempre, perciò lasciamolo solo. È bene che comprenda cosa vuole nella vita e si renda conto che lì fuori c’è un mondo che può regalargli delle gioie e tanto amore.” – sostiene Lisa.

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“Restituiscimi la borsa. Ladro. Aiuto” – grida una persona.

Kristoff è nel bosco, solo con se stesso, quando ode tali urla. Sono state queste, infatti, a distoglierlo dai suoi pensieri, fissi su Anna.

Nota subito un tipo poco rassicurante, intento a derubare una fanciulla.

Bjorgman interviene senza esitare e data la sua prestanza fisica, riesce ad aiutare la ragazza e ad allontanare il soggetto losco.

“Ti ringrazio. Sei stato gentilissimo. Come posso sdebitarmi?”

“Nulla. E’ stato un piacere. Fai più attenzione la prossima volta. Addio” – fa per andarsene.

È la giovane a trattenerlo – “Io mi chiamo Isabel. Tu?”

A quanto pare la sconosciuta vuole davvero attaccare bottone.

“Kristoff” – risponde.

Viene raggiunto subito dalla bella e dolce fanciulla. Lei lo ringrazia subito a modo suo.

Posa le sue labbra sulla guancia del montanaro per poi salutarlo con un cenno di mano ed un sorriso luminoso - “Spero di rivederti presto, Kristoff”

Poi corre via, sotto lo sguardo del giovane, desideroso come non mai di affetto e di intenso amore.

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Capitolo 8
*** 8 Capitolo ***


Anna e Hans sono ufficialmente fidanzati. I loro rispettivi padri hanno stabilito che in primavera la coppia avrebbe detto il fatidico sì, di fronte a tutta Arendelle.

La notizia, svelata al popolo per via delle campane a festa, si diffonde a macchia d’olio e nel giro di poco arriva alle orecchie dei paesi circostanti.

“Abbiamo poco tempo per organizzare il tutto, però faremo in modo che sia un giorno speciale per il regno” – prende parola Agnarr, durante la colazione.

È l’indomani dell’annuncio delle nozze. I Westergard sono ospiti del sovrano e rimarranno a palazzo a lungo, per dare modo ai promessi sposi di cominciare a viversi e conoscersi.

“Stamane vi porterò in giro per le strade della città. La primavera è alle porte e l’aria che si respira è davvero piacevole” – sostiene ancora il re, sorseggiando, fiero, il suo thè.

I Westergard sono davvero felici di questa unione e approfittano per invitare i loro consuoceri a visitare le Isole del Sud.

“In estate sarete nostri ospiti. È la stagione più bella per un posto dove il sole si riflette sul mare. Uno spettacolo che non potete perdervi” – afferma il signor William, padre di Hans.

“Sarebbe meraviglioso. Grazie, accettiamo volentieri. Vero, cara?” – è Agnarr ad esultare e a dare subito risposta positiva, senza consultare la moglie che così rimane in secondo piano.

Anna è seduta accanto al futuro marito ed osserva, passivamente, la scena raccapricciante di due famiglie, totalmente sconosciute, che si uniscono e gioiscono per qualcosa di inesistente.  

“Ti va di uscire a fare una passeggiata?” – propone Hans alla fanciulla. Anche al giovane principe pesa quella situazione forzata.

Lei annuisce ed accetta senza esitare, stringendogli la mano come a volerlo ringraziare per averla alleggerita di un peso enorme.

Si congedano e lasciano il castello, sotto lo sguardo entusiasta dei genitori, sempre più convinti di aver preso la decisione migliore per i loro figli.

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“Finalmente un po' d’aria” – esclama, sollevata, Anna.

“Se me lo avessi detto sin da subito, avrei evitato anche la colazione in famiglia” – sostiene Hans, intrecciando una mano a quella della fanciulla.

La principessa arrossisce, sentendosi molto vicina al ragazzo.

“Promettimi che sarà sempre così, in futuro” – chiede lei.

“Così, come?” – domanda lui, accarezzando dolcemente il viso della fanciulla.

“Che mi libererai da situazioni difficili e sarai presente in ogni istante” – risponde Anna, con occhi lucidi.

“Non ti libererai mai più di me. Finché morte non ci separi” – a quel punto il principe si spinge oltre il limite concessogli dal padre.

Sfiora le labbra della ragazza e con immensa dolcezza inizia a baciarla.

Stranamente, la giovane nobile non si scosta né respinge il ragazzo. E così tra i due scatta il primo bacio. Un bacio intenso, di quelli che lasciano senza parole.

Quando Westergard si ferma per riprendere fiato, rimane in silenzio a fissare la sua futura sposa.

Anna ha il cuore che batte a mille e le gote infiammate.

Il suo corpo le sta mandando dei messaggi strani; vibrazioni particolari che l’avrebbero condotta addirittura ad altro rispetto al bacio.

Fortunatamente si trattengono e si promettono reciprocamente di attendere la prima notte di nozze.

“Quella sarà la più bella della tua vita. Te lo prometto” – sostiene lui.

“Il tuo amore ha colorato la mia banale e noiosa quotidianità. Questo basta già a confermare che non ho sbagliato a dirti sì” – sorride Anna.

Mano nella mano raggiungono il centro di Arendelle.

Salutano il popolo e si mostrano come una coppia innamorata.

Anche i Bjorgman si trovano in piazza quando i futuri re e regina giungono da quelle parti.

Elsa, al banco della frutta assieme alla madre e al fratello, sobbalza riconoscendo Anna.

“Meglio andare via. Kristoff potrebbe vederla e prenderla male” – sussurra la ragazza all’orecchio di Clarissa.

“Accidenti! Hai ragione” – risponde, sconvolta, la donna notando anche lei la nobile.

“Torniamo a casa, ragazzi. Dobbiamo preparare il pranzo” – si rivolge ai figli, velocizzando la loro permanenza in piazza.

“Di già? Se siamo appena…” – brontola Kris, sgranocchiando una delle mele acquistate. Si blocca riconoscendo Anna qualche metro più avanti. Il frutto cade a terra senza volerlo.

“Kristoff! Fai attenzione. Il cibo costa” – lo rimprovera Samuel, giunto lì proprio in quel momento.

L’aria infastidita del primogenito dei Bjorgman costringe i suoi genitori ad affrettare il rientro a casa.

Ma è una vocina squillante alle loro spalle a trattenerli.

“Sei davvero tu? Non ci credo! Finalmente ci rivediamo! Come stai? Ti ricordi di me?”

“Isabel?” – esclama sorpreso il montanaro.

“Che gioia sapere che non mi hai dimenticato” – esulta la giovane, avvinghiandosi al braccio di Kristoff.

“Ti va di fare una passeggiata insieme?” – gli propone, prendendo l’iniziativa lei stessa. Ha un evidente interesse per l’omaccione che l’ha salvata dai ladri.

Bjorgman, innervosito dai modi appiccicosi della giovinetta e al contempo lusingato dal suo interesse, chiede aiuto alla madre e alla sorella che, ridacchiando per la dolcissima goffaggine di lui, gli consigliano di accettare.

“Ti aspettiamo a casa. Stai tranquillo, al pranzo pensiamo noi. A dopo” – così dicendo Elsa tira via Clarissa e Samuel e dà modo al fratello di avere un po' di privacy.

A Kris non rimane che trascorrere del tempo con Isabel, una biondina dagli occhioni vispi e verdi e dall’aria così fanciullesca. È una bambina dentro e fuori, chiacchierona e di compagnia. Esattamente l’opposto di lui.

Vuole dare però un’opportunità alla ragazza e decide di mettere da parte Anna e il suo sposo e godersi il momento.

Purtroppo, però, le due coppie si incontrano.

I quattro si trovano gli uni di fronte agli altri.

Anna rimane di sasso rivedendo quel tipo lì. Sposta subito lo sguardo sulla ragazzetta che è avvinghiata a lui.

“Ehm… guarda chi si rivede!” – afferma la principessa, celando il suo fastidio.

Hans, confuso, chiede – “Conosci questi due?”

“Milady, è un piacere rivedervi. Ho saputo che vi sposerete” – prende parola il montanaro, deciso a mostrarsi forte e menefreghista nei riguardi della signorina che gli ha fatto perdere la testa.

Cade un silenzio alquanto imbarazzante tra i due che viene colto immediatamente dai rispettivi accompagnatori.

“Vogliamo andare?” – prende parola Hans, scrutando il biondino con aria sospettosa. Anche Westergard comincia a sentirsi a disagio davanti allo straniero e alla sua presunta compagna.

“Certo. Buona passeggiata” – risponde Anna, cercando di nascondere un’emozione forte che la sta dominando e che ha tutti i tratti della gelosia.

“Grazie, anche a voi signori. Buona vita, buon tutto. Addio” – la freddezza di Kristoff, stupisce Anna che da quel momento in poi, per il resto della giornata, manterrà uno sguardo cupo e pensieroso.

Come mai rivedere uno sconosciuto conosciuto casualmente l’ha profondamente turbata? Sono questi i dubbi che iniziano a dominare la sua mente.

Dubbi che non hanno spiegazione razionale.

Perché provare gelosia o altro per una persona che a stento conosce?

E se fosse un sentimento sorto nello stesso modo in cui è nato quello di Hans verso di lei?
Allora esiste davvero il colpo di fulmine!

Questo sì che è un problema… dato che Anna dovrà sposare qualcuno che di fondo non ama davvero.

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Capitolo 9
*** 9 Capitolo ***


Quell’incontro tra Anna e Kristoff segna i due ragazzi che non smetteranno di pensarsi giorno dopo giorno.

La principessa, però, deve imparare ad accettare Hans come compagno e le risulta difficile nonostate quel loro intenso primo bacio, avendo salutato Bjorgman, poter tornare a sentire le vibrazioni e le farfalle nello stomaco.

Adesso sa che per il principe nutre affetto e nient’altro.

Il tempo inizia a trascorrere velocemente, portando anche Kristoff ad una scelta definitiva per la sua vita.

Inutile sognare una persona che non potrà mai avere.

 

E’ giunta ormai la primavera.

Re Agnarr e re William hanno deciso che le nozze si sarebbe celebrate con lo sbocciare dei primi fiori. Ed è esattamente quando il giardino del castello si colora di margherite, tulipani e narcisi, che viene dato l’ordine al sacerdote del regno di prepararsi alla cerimonia.

“Padre, avete detto domani? Non sarà presto?” – è Anna a parlare, alquanto agitata dall’ormai imminente matrimonio.

“Non direi. È tutto pronto. Gli invitati saranno qui stasera ed alloggeranno nelle varie stanze. I fiori sono sbocciati e abbelliranno la chiesa. Il parroco è stato avvertito” – spiega Agnarr.

“E il mio vestito?” -  domanda la principessa – “Bisogna andare a ritirarlo. Lisa lo avrà terminato ormai”

“Ehm a dire il vero non è stata la sarta del regno a realizzarlo” – precisa il re.

“Cosa?” – esclama sconvolta la fanciulla. Delusa e arrabbiata dalle decisioni del padre lo attacca – “Come avete potuto ignorare il mio desiderio? Ho chiesto esplicitamente che fosse Lisa a cucirlo”

“Smettila di fare la bambina, Annie. Nel regno delle Isole del Sud c’è gente ancora più qualificata di quella poveretta che al massimo sa rattoppare abiti vecchi e vendere roba da quattro denari” – tali parole, di evidente disgusto e superiorità, indignano Anna che, trattenendo le lacrime e la rabbia, lascia la sala del trono dirigendosi verso la sua camera.

Idunn nota la figlia per i corridoi.

“Tesoro, aspettami” – la chiama e le corre incontro.

Vede la ragazza piangere e si preoccupa – “Che succede?”

“Mio padre mi ha rovinato la vita con questo desiderio di controllo assoluto”

Le affermazioni dure di Anna toccano il cuore della regina che l’abbraccia, cercando di consolarla.

“Hai saputo del vestito, vero?”

“Perché non avete preso le mie parti? Perché avete lasciato piena libertà al re?”  - singhiozza la principessa.

“Sai meglio di me che vince sempre lui”

“Non è giusto questo, madre” – ripete più volte la fanciulla.

“Adesso calmati. Se ti vede Hans in questo stato, si allarmerà invano. Seguimi, andiamo nella tua camera. Il vestito è lì ed è davvero incantevole. Sono certa che ti piacerà” – afferma Idunn. Prende la mano di sua figlia e percorrono assieme il corridoio principale.

Pochi minuti dopo ecco Anna di fronte all’armadio.

“Cosa ne pensi? Non è meraviglioso?” – domanda la sovrana, tirando fuori l’indumento, mostrandosi entusiasta ed estasiata dal tessuto utilizzato e dai pizzi ricamati con estrema precisione.

“Si, molto. Però…”

“Però? Dai, tesoro non dire che ha dei difetti perché è perfetto” – aggiunge Idunn.

“Esattamente madre, è perfetto. Io non lo sono. Non è da me indossare vestiti come questo” - replica Anna, rassegnata.

“Sono certa che una volta addosso ti piacerà e ti sentirai a tuo agio”

Inutile insistere, è stato deciso così. La principessa dovrà subìre anche questo.

La scelta dello sposo, dei fiori, del giorno, del parroco… e anche dell’abito bianco,

tutto le è stato imposto dall’esterno.

Potrà essere libera un giorno di decidere per se stessa?

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Lisa è dispiaciuta per non essere stata consultata dal re nella realizzazione del vestito di nozze di Anna.

“Ho cresciuto quella ragazza e posso assicurare che la conosco meglio dei genitori. Era sempre qui da bambina, amava vedermi all’opera. Adesso l’hanno allontanata da me e l’hanno privata di ciò che amava di più. La libertà” – commenta la sarta, mentre taglia delle patate per il pranzo, assieme a Clarissa.

“Probabilmente il promesso sposo le ha imposto di comprarlo nel suo regno” – ipotizza la Bjorgman.

“Troppi comandi per questa giovane fanciulla” – afferma ancora Lisa, amareggiata.

“Fortunatamente Kristoff ha voltato pagina. Ma vi immaginate se avesse visto di nuovo Anna aggirarsi qui?” – aggiunge Elsa, intenta a sistemare i panni puliti, appena raccolti.

“Già. Puoi dirlo forte, figlia mia! In queste settimane molte cose sono cambiate. Ed è stato meglio così”

In quel momento le tre vengono raggiunte da una quarta persona.

“Eccomi con la spesa” – esclama la nuova arrivata, appoggiando due ceste colme di cibo sul tavolo.

Esausta si siede sulla sedia e domanda, curiosa, - “Tutto bene qui? Volete una mano con le patate?”

“No, tranquilla Isabel. Abbiamo finito. A breve arriveranno gli uomini e potremo mangiare” – risponde Clarissa, sorridendo alla fanciulla.

“Kris non si ferma un secondo da quando ha cominciato a lavorare per il panettiere, poverino sarà sfinito!” – afferma Isa.

“Si, mio fratello è un gran lavoratore. Hai scelto un fidanzato con i fiocchi, cara cognata” – aggiunge Elsa, chiedendo poi aiuto all’altra per sistemare alcune lenzuola.

Ebbene sì.

Kristoff e Isabel sono diventati una coppia.

E’ stato questo, per il montanaro, l’unico modo per dimenticarsi di Anna una volta per tutte.

Sarà davvero così facile? Basterà trovare una nuova compagna per rimuovere dalla mente e dal cuore un vero e proprio colpo di fulmine?

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Capitolo 10
*** 10 Capitolo ***


La notte precedente il matrimonio è turbolenta per Anna. Si gira e rigira nel letto, disturbata dai pensieri su Kristoff e Hans.

Conosce pochissimo Bjorgman, eppure sente che il futuro marito non le ha mai suscitato emozioni intense come quelle causatele dal suo sguardo del montanaro.

Ad Arendelle è buio pesto e le strade sono vuote quando la principessa decide di uscire per prendere aria.

Siede sul bordo di una delle fontane del regno e finalmente, lontana da occhi indiscreti, può sfogare tutta la sua frustrazione.

Piange disperata, parla con se stessa cercando anche di rassicurarsi.

Ma le paure non le danno tregua e senza ragionare, con l’istinto che da sempre vige in lei, la nobile corre diretta verso una meta. Una casa familiare dalla quale manca da troppi mesi.

Non è spaventata da possibili animali o gente losca che potrebbe incontrare lungo il cammino. Vuole soltanto tranquillizzare il suo cuore. E per fare questo ha bisogno di incontrare e parlare con una persona.

Giunta fino a casa Brown, Anna bussa insistentemente.

Non dà peso alla tarda ora, conoscendo Lisa e sapendo che spesso rimane sveglia per lavorare. Questa notte, però, ciò che la principessa prevede e dà per scontato non avviene. Anzi.

Rassegnata, la ragazza decide di rientrare a palazzo.

“Che stupida che sono! Sperare di trovare Lisa per sfogarmi è stata una pessima idea” – parla da sola ad alta voce.

Di spalle all’abitazione, si rincammina verso il castello. Ma proprio allora accade qualcosa.

“Cosa ci fai qui nel cuore della notte?” – le domanda una voce.

Anna la riconosce subito e si volta rapida verso di essa.

Davanti ai suoi occhi c’è…

“Kristoff” – afferma, accennando un ciao con la mano.

Bjorgman, afferra una coperta dalla sedia e la raggiunge.

“Sei impazzita a venire fino a qui? Se avessi trovato gente malavitosa? Sei la principessa ed è rischioso per te” - il tono del montanaro è di rimprovero per la sconsideratezza della fanciulla.

Però lei non replica; si limita a fissarlo con attenzione, mentre lui parla e la accusa di incoscienza.

“Non dici nulla? Anna, ti rendi conto che qui le persone dormono? Sei stata fortunata che ho sentito i rumori e mi sono alzato dal letto” – aggiunge Kris.

“Scusami. Non volevo” – risponde la nobile, abbassando lo sguardo.

Il giovane dispiaciuto per i toni eccessivi decide di ascoltarla; vuole capire le ragioni che l’hanno spinta ad uscire dal palazzo.

“Vieni qui” - le fa cenno si sedersi poco distante dall’abitazione.

Il posto è assai familiare per entrambi.

“Ci siamo conosciuti in questo preciso punto” – ricorda Anna, accennando un timido sorriso.

“Già. È stato un giorno speciale per me” – commenta Kristoff, arrossendo.

“Era il mio compleanno” – sostiene lei.

“Si e la sera stessa hai annunciato le nozze con il principe” – aggiunge lui, infastidito al pensiero di Hans assieme alla principessa.

“Il regalo più bello, per me, è stato conoscerti. Sai?” – confessa la fanciulla, spiazzando Kristoff che, sorpreso, chiede – “Davvero lo credi?”

“Certo. Non avrei mai pensato di dirtelo, invece ora che siamo assieme sento di doverlo fare. Domani mi sposerò e ci perderemo per sempre”

“Sei venuta qui per dirmi addio?”

“Volevo che Lisa mi potesse consolare, così come faceva quando ero bambina. Eppure il destino ha voluto che io ricontrassi proprio te”

“Anna io… non so cosa dire…” – Bjorgman è agitato dalla vicinanza di Anna, tanto che comincia a tremare.

“Hai freddo?” – chiede lei, vedendolo agitarsi.

“Ehm…no! Forse è bene per entrambi salutarci però.” – lui cerca di tagliare corto.

Ma la risposta di Anna è ben diversa.

Si avvicina pericolosamente al corpo del montanaro e si accovaccia al suo petto.

Avverte bene il battito incalzante del cuore del ragazzo e ciò, in qualche modo, la tranquillizza.

“Abbracciami, ti prego” – lo supplica lei.

Così Kristoff la avvolge tra le sue braccia, inebriandosi del suo profumo.

Con la coperta presa da casa, il montanaro scalda anche Anna.

I due stretti l’uno all’altra, rimangono per alcuni minuti in silenzio durante i quali, entrambi si rilassano e crollano in un sonno profondo.

E’ l’accecante luce del sole a svegliarli e a ricordare alla principessa di dover rincasare.

“Adesso devo andare. E’ stato bello esserti così vicina stanotte. Penso di non aver mai dormito così bene nella mia vita” – confessa, dandogli un dolce bacio sulla guancia.

Si alza in piedi e sistema il vestito stropicciato.

Kris fa lo stesso.

Quando la vede allontanarsi e salutarlo con occhi colmi di lacrime, Bjorgman le corre incontro non trattenendo più le emozioni.

“Inutile prendersi in giro. Le emozioni vanno vissute e io adesso voglio viverle!” – dice, afferrando il viso di lei tra le mani. Pochi secondi ed ecco che le sue labbra si posano su quelle della principessa.

Un bacio lungo, intenso, carico di emozioni e di passione. Niente a che vedere con quelli che i due si sono scambiati con i rispettivi compagni.

I due innamorati non riescono a trattenersi e senza rendersene conto, schiavi solo di un folle e accecante amore, si ritrovano nudi sull’erba, l’uno nell’altra, riscaldati dai propri respiri e dai raggi del sole, quel dì più bollenti del solito.

Il suono della campana è il segnale decisivo.

“Non andare via, ti prego” – la supplica lui, guardandola rivestirsi.

“Se potessi rimarrei con te per sempre. Però dobbiamo essere maturi, abbiamo due persone che ci amano e ci rispettano. Io avrei dovuto dire addio alla mia virtù stanotte con Hans e invece…”

“Avresti ceduto a lui la tua verginità? Ma non lo ami neppure” – esclama lui.

Anna non risponde subito. Ma quando è pronta per andare via, lo saluta definitivamente - “Grazie amore mio. Mi hai regalato la notte più bella e speciale della mia vita. Sono felice di aver vissuto una nuova esperienza proprio con te. L’unica libertà che ho potuto prendermi, l’ho condivisa solo con te, su questo prato!” – commossa, Anna lo bacia per l’ultima volta.

“Addio Kris! Non ti dimenticherò mai” – asciugandosi il viso bagnato dal pianto, la nobile imbocca la strada di casa e si prepara per il giorno più difficile della sua vita.

Nella tarda mattinata, Anna e Hans alla presenza del regno intero, partecipante alla cerimonia nella chiesa, si unisce in matrimonio. Persino Lisa è presente, assieme a Clarissa ed Elsa.

C’è gioia tra la gente che vede positivamente l’unione di Arendelle e delle Isole del Sud.

Qualcosa però sta per turbare la loro felicità.

Qualcuno presente tra gli ospiti ha notato un particolare che espone ai sovrani, nel momento dei saluti finali.

“Grazie duca di Weselton per essere giunto nel nostro regno ed aver preso parte alla festa” – afferma Agnarr, stringendogli una mano.

Idunn è accanto al marito quando sente delle parole strane fuoriuscire dalla bocca dell’ospite.

“Il piacere è stato mio. Stavo però riflettendo su un aspetto assai curioso”

“Quale?” – chiede confusa la regina.

“Forse avete dimenticato che io l’ultima volta che sono venuto ad Arendelle fu in occasione di una festa speciale”

“Come, prego? Non mi sembra di averla vista qui di recente, signor duca” – ribadisce ancora la donna.

“Ed è questo il punto. Altrimenti, se vi foste rammentati di me, a quest’ora io sarei ancora nella mia villa e non avrei preso parte al party”

“Non vi seguo più, duca” – aggiunge il re.

“Cari i miei sovrani di Arendelle. All’epoca ricordo bene di un pancione sospetto della qui presente regina Idunn… e non parlo di diciotto primavere fa. Più addietro…”

Sentendo tali affermazioni, i coniugi iniziano ad agitarsi e a scambiarsi sguardi preoccupati.

“Ehm… forse vi confondete. Eravamo sicuramente in attesa di Anna! Però adesso non pensiamo al passato. Vorrei sapere un vostro parere sul cibo, sulla scelta della musica” – Agnarr cerca di venire fuori da un argomento scottante.

“Mmm…delizioso tutto. Ma, non cambiate discorso sire. Sarò anziano e rimbambito però certi particolari difficilmente vengono rimossi”

Avvicinatosi ai due sovrani, sussurra loro - “Sbaglio o avete avuto un altro figlio prima della sposa?”

“Come prego?” – esclama scioccata Idunn.

“Durante la cerimonia, poi, mi è sembrato di vedere una fanciulla molto somigliante alla sposa. Non sarà mica una sosia?”

Idunn è scioccata da tale idea. Davvero era presente una ragazza uguale ad Anna? Come ha fatto a non accorgersene?

“Secondo me il vino vi ha dato un po' alla testa, caro il mio duca. Le posso assicurare che se avessimo avuto un altro figlio, non avremmo esitato di certo a renderlo palese a tutti. Anzi. Vi confesso che stiamo pensando ad un nuovo bebè. Ora che Anna è sposata e data la nostra giovane età, un altro bambino che si aggira per i corridoi di palazzo sarebbe una gioia per il cuore” – Agnarr riesce così a cambiare argomento e a convincere Weselton.

E’ la regina, purtroppo, a rimanere ancora sconvolta dalle teorie del duca.

Al termine della festa, isolatasi con il re, gli domanda -“Come facciamo ora marito?”

“Moglie, inutile preoccuparsi per dei ricordi di un anziano. Potrebbe anche avere frammenti confusi del passato”

“Ma ha detto che…”

“Niente! Idunn dimenticatelo. Ora dobbiamo pensare ad Anna, nostra figlia. L’unica figlia che abbiamo. Chiaro?”

“Come puoi averla rimossa dalla mente, Agnarr. Come puoi ancora fingere che non sia mai nata!”  - singhiozza Idunn.

“Non abbiamo avuto altri figli. Lo ripeto di nuovo”

“No! Io ho partorito due volte! Forse sarà stato facile per te cancellarlo. Per me no” – così dicendo Idunn si allontana per piangere.

Per di più adesso ha un assillo che le balena in testa.

Chi era la fanciulla simile ad Anna, presente in chiesa ore prima?

Sola con se stessa e con il suo dolore, la sovrana tira fuori dal cassetto di un vecchio comodino, un paio di guanti di dimensioni piccolissime.

Ed un flash le torna alla mente.

 

È perfetta con questi guantini bianchi. Non trovi anche tu, marito?” – domanda la regina al consorte.

Agnarr però ignora sua moglie e tiene lo sguardo fisso su una bambina nella culla.

“Non ti piacciono? Possono essere la nostra salvezza. Con questi, nostra figlia vivrà senza far danni!” – aggiunge ancora la donna.

“Idunn, non è possibile accettare questa situazione. Ho tentato, non ci riesco. Lei non è normale. È pericolosa e non è degna di diventare la regina di Arendelle” – a quel punto il regnante esplode, buttando fuori il suo disappunto.

“Ma che dici? Sei impazzito?” -  esclama scioccata la sovrana.

“Dico la semplice verità. È una bambina maledetta dalla nascita, con dei poteri che possono rovinarci” – tuona lui.

La nobile fissa il coniuge con occhi sgranati ed espressione incredula.

“Non puoi essere serio!”

“Invece lo sono. Ho anche già pronta la soluzione ai nostri problemi” – comunica il re.

“Che? Problemi?” – ripete scioccata Idunn.

“Conosco una coppia che dopo il primo figlio non riesce ad averne altri. La crescerebbero come sangue del loro sangue, ne sono convinto”

“Sei fuori di te! Non ragioni più. Io non ti permetterò di portarmela via” – grida disperata la regina.

“I tuoi No non contano. Sono io il re, io decido. Stanotte Elsa sparirà per sempre dalle nostre vite. È deciso”

 

“Elsa! Figlia mia. Chissà dove sei oggi. Come sei diventata e chi ti ha cresciuta. Magari eri tu quella di cui parlava il duca Weselton. Mi manchi ogni giorno di più. Come vorrei fossi qui con me adesso!” – piange la regina, stringendo a sé i guantini della piccola dispersa.

Non ha mai superato la separazione forzata dalla primogenita e adesso che la storia è tornata a galla, il senso di colpa e le paure di un tempo riaffiorano e diventano un macigno per il suo animo, distrutto da un uomo potente e dominante.

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Capitolo 11
*** 11 Capitolo ***


E’ giunta la tanto attesa notte di nozze per Anna e Hans. La principessa sta per concedersi a lui, dopo aver vissuto, invece, una prima volta con l’uomo che ama davvero.

Questo momento è per la ragazza poco coinvolgente. Vive passivamente l’atto, al contrario del passionale e delicatissimo sposo.

“Non credevo di provare emozioni così forti, Annie. Stanotte ti darò un figlio, uno tutto nostro e porteremo gioia ai nostri genitori” – le sussurra il giovane, stretto alla moglie, avvolto solo da lenzuola bianche purissime.

“Già pensi a dei bambini? Non ti sembra presto?” – domanda lei, spaventata all’idea.

“Io ne desidero tanti, tutti belli come te” – aggiunge lui, con aria sognante. Le dà un altro bacio per riprendere li dove si erano interrotti.

Chissà cosa destinerà loro la vita?

La principessa cancellerà per sempre il ricordo di Kristoff dalla mente?

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Bjorgman decide di dimenticare Anna definitivamente. Per fare ciò si sbilancia di molto con Isabel.

“Mi vuoi sposare?” – le chiede, sotto gli occhi commossi della madre e quelli stupiti di Elsa.

“Ma fa sul serio?” – sussurra Samuel alla figlia femmina.

“Shhh zitti voi due e voglio sentire la risposta” – li rimprovera Clarissa, aspettando emozionata le parole della fanciulla.

“Ti sposerei anche adesso. Si, si, si, cento volte sì” – gli si getta al collo e lo bacia tra l’euforia e gli applausi dei presenti.

“Adesso andiamo a tavola. È pronto un abbondante pranzo” – afferma Lisa, felice della bella novità.

Isa viene avvinghiata dalla futura suocera che inizia a tormentarla su come organizzare le nozze.

Kris rimane qualche metro indietro con sua sorella.

“Così è questa l’unica soluzione che hai trovato per superare il passato?” – domanda lei.

“Come? Non capisco”

“Non credere che sia stupida, fratellone. Sposerai Isabel per liberarti del ricordo di Anna. Si è capito, sai?”

“Elsa, basta parlare della principessa. L’ho fatto perché voglio bene a Isa. Questo è il vero motivo. Adesso andiamo” – replica, infastidito.

“Ehm…esatto è proprio questo a cui mi riferivo” – commenta la Bjorgman – “Tu le vuoi bene. Si tratta di affetto…solo questo. Non è amore il vostro. O meglio, non è amore il tuo”

“Senti, smettila di dire idiozie e aiuta tua cognata con i preparativi. Sicuramente ti vorrà vicina” – così dicendo il montanaro chiude un argomento delicato che non riaprirà per molto, molto tempo.

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Agnarr e Idunn si confrontano quel mattino dopo il discorso del duca Weselton.

“Stai serena, moglie mia. Lui non ha più sospetti. Anzi. Ha confessato di essere brillo ed aver frainteso tante cose. Quindi nessun problema” – la rassicura il re.

“Sono il mio cuore e i miei sensi di colpa a pesare. Non riesco più a gestire questa situazione” – spiega la donna.

“Smettila di fare la bambina. Sembri tua figlia quando parli in questo modo. Sei adulta e matura da capire che le cose stanno così e vanno per questo motivo accettate. Elsa è un lontano ricordo. Sicuramente starà meglio con altra gente che qui a palazzo. Avremmo dovuto limitarla in tante cose. Magari a quest’ora non avremmo avuto neppure Anna”

“Mi fa male sapere di dover dimenticare una parte di me” – abbassa lo sguardo la regina, tentando di frenare le lacrime.

“Non ci pensare. Da adesso in poi ci concentreremo su noi due. Sono diciotto anni che non lo facciamo” – il sovrano si mostra molto tenero e ciò colpisce la moglie che, però, cerca conforto e cede facilmente alle richieste del coniuge.

In pochi minuti si ritrovano a letto insieme a consumare un sentimento mai esistito, fatto solo di imposizioni, di poca libertà e di segreti pericolosi.

 

5 anni dopo

 

Il tempo corre veloce e passa in fretta un lustro.

Ad Arendelle è cambiato molto.

“Sono arrivate le navi al porto, vostra maestà” – comunica un uomo della servitù al re.

“Perfetto. È tutto pronto per il pranzo?” – chiede Agnarr.

“Si, mio signore. Abbiamo anche sistemato le camere degli ospiti” – aggiunge il domestico.

“Molto bene, Luke. Puoi andare. Andremo io e la regina a prendere i Westergard” – chiude la conversazione, alzandosi dal trono e dirigendosi verso la biblioteca reale.

È lì che Idunn trascorre le sue giornate.

Agnarr ovviamente le ordina di interrompere la lettura per seguirlo e la donna, come è solita fare da venticinque anni, esegue.

Pochi minuti dopo sono al porto ed attendono i parenti acquisiti.

“Eccoli” – li indica Idunn.

“Benvenuti ad Arendelle, anzi bentornati” – li saluta il sovrano, abbracciando prima William, poi Serena.

“Madre, padre” – grida qualcuno alle spalle dei reali.

La regina si volta, emozionata, sentendo tale voce.

“Anna! Figlia mia” – le corre incontro, con le lacrime agli occhi.

La principessa e suo marito sono stati via a lungo da casa e finalmente rimettono piede nelle loro terre.

“Nonnina” – urla una bambina bellissima, che si dimena tra le braccia di Hans.

Idunn stritola la figlia e piange, commossa nel ritrovare le due uniche ragioni di vita rimastele: Anna e la piccola.

“Tesoro mio, come sei cresciuta” –bacia dolcemente la nipotina, poi si rivolge anche al genero – “Tutto bene?”

“E’ stato un viaggio sfiancante! Non vedo l’ora di dormire sul mio morbido e comodo materasso” – confessa, esausto, Westergard.

“Che bello rivedervi. Mi siete mancati tantissimo, tutti e tre” – ripete Idunn.

Insieme si incamminano verso il castello. Ad attenderli tanto cibo e affetto.

Ed è prossimo il tramonto quando Sophie si addormenta accoccolata al petto di Anna.

Così i due assieme alla loro figlioletta raggiungono la camera da letto e in pochi minuti crollano in un sonno profondo, rilassati e felici di aver rimesso piede ad Arendelle, dopo una lunga assenza.

Ma cosa è accaduto in questi cinque anni? Come mai Anna era lontana dalla sua famiglia?

Un lustro prima Anna e Hans mettono al mondo una bambina dai capelli rossicci e gli occhioni verdi. Il suo nome, Sophie, è stato scelto da entrambi, in onore di una delle prime regine di Arendelle. Dopo la nascita della principessina, i sovrani delle Isole del Sud invitano la coppia nel loro regno, convincendoli a rimanere lì per qualche tempo.

Nei tre anni seguenti, i consorti e la loro primogenita si muovono continuamente tra casa di lei e casa di lui, fino al giorno in cui decidono che è necessario scegliere una destinazione finale.

Le Isole del Sud sembrano essere l’ideale. Eppure la mancanza di Idunn inizia a pesare in Anna che non avrebbe mai immaginato di provare nostalgia. Era infatti la prima a voler dire addio a quel posto.

Ecco perché oggi rincasano dopo ben due anni di lontananza.

Questo trasferimento era necessario secondo Agnarr perché sua moglie si stava spegnendo sempre più dopo la partenza della figlia.

Invece riaverla con sé poteva salvarla da se stessa.

 

Però c’è anche un’altra coppia che ha vissuto dei cambiamenti importanti.

Kristoff e Isabel si sono uniti in matrimonio tre mesi dopo le nozze reali.

La fanciulla è entrata sin da subito a far parte della famiglia Bjorgman, essendo orfana e abitando solo con un’anziana zia.

È proprio quest’ultima, deceduta l’anno successivo, ad aver lasciato in eredità una vecchia casa che è oggi di proprietà dei coniugi.

Purtroppo i due non hanno figli, visto un aborto spontaneo che ha messo k.o. Isabel, convincendola che essere madre non era il suo destino.

Da allora presero una renna, Sven, che diventò il migliore amico del montanaro e fidato ascoltatore di Isabel.

Kristoff ha cercato di dimenticare Anna e lo stesso vale per la principessa.

Questo, purtroppo, con scarsi risultati.

E presto se ne accorgeranno. Il motivo? Beh… se Kristoff lavora come panettiere, Isa ha ottenuto da poco le mansioni di domestica a palazzo.

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Capitolo 12
*** 12 Capitolo ***


Anna dorme beata e felice, la prima notte ad Arendelle, nel suo amato letto, tra delle mura familiari e rassicuranti.

Allontanarsi da casa, seppure fosse da sempre stato il suo desiderio, l’ha resa consapevole di quanto invece adorasse vivere lì.

Le sue abitudini le mancarono terribilmente. Nel regno delle Isole del Sud aveva un unico compito imposto dai suoceri: prendersi cura della piccola Sophie e soddisfare l’amore del marito.

Considerazioni alquanto retrograde, per la giovane di Arendelle che ne soffrì tanto. La sua speranza infatti era quella di avere parenti acquisiti più aperti al ruolo femminile in casa. Invece i Westergard erano dello stesso avviso di Agnarr.

Fortunatamente il marito capì che, in fondo, Anna stava male in quel castello e decise lui, in primis, di riportarla nella sua terra d’origine.

Anche Sophie sentiva la nostalgia di nonna Idunn che adorava e tuttora ama follemente.

Così la mattina del suo venticinquesimo compleanno, prese coraggio e comunicò ai suoi il desiderio di lasciare la città.

“E’ bene che mia figlia cresca nel luogo dove è cresciuta anche sua madre” – furono le sue parole.

Ciò imbestialì William Westergard che, però, non poteva di certo trattenerli con la forza.

“Venite con noi. Vivremo insieme per qualche tempo. Magari vi abituerete ad Arendelle e deciderete di trasferirvi lì” – propose Hans.

Serena accettò immediatamente la proposta del suo ultimogenito. Non voleva separarsi né da lui né dalla nipote.

Convinse il consorte che mise da parte l’orgoglio e assecondò quelle che considerava pazzie del figlio.

Le idee che Hans manifestò ai genitori erano, secondo il re delle Isole del Sud, dettategli proprio da Anna.

“Si sta facendo usare come una marionetta da quella ragazza” – lamentò William, la sera prima della partenza.

“Ma cosa dici? Anna è un angelo. Fa tutto quello che le diciamo. Come potrebbe influenzarlo?” – sostiene Serena, stupita dalle osservazioni del coniuge.

“Invece è proprio quell’agnellino indifeso che nasconde un’indole da leonessa… sicuramente con il suo charme ha saputo convincere Hans che Arendelle è migliore delle Isole del Sud”

“Basta con queste sciocchezze. Adesso dormi che domani è una giornata impegnativa. Ci attende un lungo viaggio. Comincia ad accettare che anche il tuo tredicesimo figlio lascerà il palazzo” – così dicendo, la donna si coricò e chiuse l’argomento.

Invece William ha pensato durante il viaggio in nave a quanto Hans sia sottomesso alla moglie e questo è assolutamente inaccettabile. L’uomo comanda, la donna obbedisce. E’ questa la regola numero uno impartita al sovrano Westergard dal padre e dal nonno, i quali, a loro volta, l’hanno appresa dalle generazioni precedenti.

Anche oggi, ad Arendelle, William pensa a ciò.

È molto silenzioso durante la colazione ed è proprio Anna ad accorgersene e a preoccuparsene.

“Tutto bene, suocero?” – chiede lei.

L’uomo sposta lo sguardo sulla nuora e non risponde. Decide di mostrarsi indifferente nei suoi confronti.

Nel frattempo, nelle cucine reali arriva Isabel, rientrata a lavoro dopo una breve influenza.

“Eccoti, tesoro. Fammi un piacere. Porta la colazione ai signori! Stanno aspettando da un po'. Non abbiamo avuto un attimo di tregua” – è la domestica più anziana a parlare, porgendo alla neo arrivata un vassoio stracolmo di cibo.

“Come mai?” – chiede confusa Isa notando anche l’eccessivo mangiare – “Tutta questa roba per due sole persone?

“Abbiamo ospiti” – le viene spiegato, poi l’altra le fa segno di andare ed affrettarsi.

Sono tutti a tavola quando Isabel arriva. Nota immediatamente delle persone in più sedute chi alla destra, chi alla sinistra, del re.

“Buongiorno” – saluta educatamente la lavoratrice, servendo i suoi padroni.

L’unica a scrutare la cameriera è Anna. Vederla ha attirato la sua attenzione. Ha una strana sensazione e le sembra addirittura una persona familiare.

 “Ehm…scusami. Sei nuova qui?” – le domanda subito.

Isabel non ha riconosciuto la principessa e tranquillamente le risponde.

“Si, milady. Sono qui da qualche settimana”

“Strano. Mi sembra di averti già vista da qualche parte” – riflette la nobile ad alta voce.

“Non saprei! Adesso con il vostro permesso torno in cucina per prendere altre portate” – così dicendo, Isabel si congeda.

Infatti Isabel non ricorda dell’incontro avvenuto in piazza cinque anni prima.

All’epoca non diede peso a quel momento, visto che Kristoff non le raccontò mai dell’amore per la principessa.

I dubbi di Anna sull’identità della nuova domestica vengono risolti proprio in quella giornata.

È ormai sera quando Isabel, rassettate le ultime camere, saluta le colleghe e lascia il castello.

Anna è nel giardino con Sophie quando la vede uscire dalla porta secondaria.

Continua a fissarla, cercando di ricordare qualcosa.

“Mamma, guarda che bei fiori ci sono qui” – esclama la bambina, indicando delle piccole margherite, distraendola così dalle sue fissazioni.

“Si, tesoro. Sono bellissimi” – risponde, avvicinandosi alla figlia.

Si inginocchia accanto a lei e le racconta di come amasse, da piccola, raccoglierne alcuni e regalarne ad una cara amica.

“Chi era questa amica?” – domanda Sophie incuriosita.

“Si chiama Lisa. È una signora dal cuore grande che mi ha cresciuta come fossi sua figlia” – le racconta, nostalgica.

“Allora prendiamoli. Voglio darli alla nonna” – aggiunge la principessina, cedendone alcuni alla madre.

Anna li prende e li annusa, ricordando così alcuni frammenti d’infanzia.

In quel preciso istante, alcune voci provenienti dall’esterno, a poca distanza dai cancelli, attirano l’attenzione della giovane mamma. Si pone all’ascolto riconoscendo qualcuno che la fa sobbalzare. Sbircia per avere conferme ed ecco che avverte un tonfo al cuore.

Le margherite cadono e la ragazza rimane pietrificata.

“Mammina, che hai fatto? Perché hai buttato tutto a terra?” – chiede Sophie.

“Ehm… rientriamo che inizia a fare freschetto” – la prende per mano e frettolosamente rincasano.

Quella notte Anna la trascorre girandosi più e più volte nel letto.

Difficile riposare dopo ciò che ha visto.

“Non può essere. Credevo fosse andato via di qua” – parla tra sé e sé – “Kristoff! Perché baciavi quella domestica? Ti sei sposato con lei? Come hai fatto a dimenticarmi? Io non ci sono riuscita!” – schiava dei pensieri e della scena di qualche ora prima, Anna cade in un vortice di emozioni che credeva superate e che, al contrario, tornano a tormentarla.

Pensava di poter ricominciare ad Arendelle…si sbagliava di grosso!

“Hans, amore…ascoltami” – gli sussurra, svegliandolo di soprassalto.

“Che succede? Tutto bene? perché sei ancora sveglia?” – le chiede, preoccupato il marito.

“Forse venire qui non è stata una buona idea”

“Che intendi dire?”

“Quando i tuoi torneranno nel loro regno, è meglio seguirli. Questo posto non è per noi”

In quell’istante Westergard sente riecheggiare nella mente le parole del padre. Non può essere sempre soggetto al cambio idea di sua moglie.

Così le dice – “Amore, ti abituerai. Questa è casa nostra. Arendelle è la scelta definitiva. Adesso dormi” – la zittisce con un bacio e si corica, fiero di aver preso posizione e aver deciso una volta tanto sul futuro della sua famiglia.

Però ad Anna rimangono tante paure e molti dubbi.

Almeno una cosa la tranquillizza. Kristoff non può mai sapere del suo ritorno.

Questo è ciò che crede….

“Hai detto che la principessa Anna è tornata?” – esclama scioccato Bjorgman, sentendo i racconti della moglie.

“Esatto. Perché sei così sconvolto? È una bella notizia. Lei ha anche un’adorabile bambina. Penso che mi affezionerò subito alla piccina” – aggiunge ancora Isa, stendendosi a letto accanto al consorte.

“Una figlia? Davvero?” – Kris si incupisce sentendo tali novità.

“Già. Penso che vedere Anna assieme al marito e alla principessina Sophie abbia riacceso in me un desiderio che credevo irrealizzabile.”

“Quale?”

Isabel a quel punto si avvicina alle labbra del marito ed inizia a baciarlo.

“Voglio fare un figlio con te. Riproviamoci, stavolta lo avremo”

Così i due consumano una notte di passione durante la quale, però, il giovane pensa ad una sola persona.

Non è il corpo di Isa quello che ha tra le sue mani. La sua mente e il suo cuore gli mostrano proprio Anna e così, immaginando di unirsi alla donna che ama davvero, Kristoff si lascia andare ad un atto di massima intensità.

Sapere che Anna è lì, ha riportato il passato indietro.

Decide perciò che da quel momento in poi sarebbe stato più presente nella vita di Isabel, soprattutto in quella trascorsa tra le mura di palazzo.

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Capitolo 13
*** 13 Capitolo ***


Hans ha deciso per la moglie e per la figlia. Sarebbero rimasti ad Arendelle per sempre. Così Anna è costretta ad affrontare un dolore e dei ricordi che pesano come macigni.

Preferisce però soffrire in silenzio piuttosto che affrontare il marito e rivelargli il passato e l’amore per un ragazzo del popolo.

È l’indomani quando il principe Westergard racconta al padre di aver detto no alla consorte ed essersi imposto come capofamiglia.

“Finalmente!” – esulta William – “Hai tirato fuori la grinta. Non capivo ancora come mai eri sottomesso ad una donna!”

“Non lo sono mai stato. Ho soltanto fatto scelte che potessero renderla felice” – risponde Hans.

“Sei un principe d’oro, figlio mio!” – sostiene Serena, presente alla conversazione e fiera del suo ragazzo.

“Da adesso in poi sai come comportarti. Da futuro re, da marito e padre austero e seguace delle regole della dinastia Westergard” – conclude il sovrano delle Isole del Sud.

La regina, invece, mostra disapprovazione con una smorfia delle sue. Si avvicina all’orecchio del figlio e gli sussurra – “Non seguire alla lettera le sue indicazioni. Sii semplicemente te stesso. Tua moglie e tua figlia ti amano così come sei. Se dovessi mai cambiare, non so come potrebbero reagire. Mi raccomando” – gli lascia poi un dolce bacio sulla guancia.

Prendono posto a tavola ed attendono l’altra famiglia reale, quella di Anna.

In poco tempo vengono raggiunti da un quadretto dolcissimo: Agnarr e Idunn assieme alla nipotina, la tengono per mano giocando con lei a quello che la piccina chiama “vola vola”.

William mostra subito fastidio e, rivolgendosi al figlio, commenta – “Non mi sembra educativo darle la libertà di giocare a tali stupidaggini, a te?” – poi parla ai consuoceri – “Da nonni dovreste evitare che Sophie rischi di farsi male. Piuttosto insegnatele come comportarsi a palazzo”

Il re di Arendelle replica immediatamente, ottenendo un riscontro positivo persino da Serena.

“Sophie imparerà anche quello. Per ora è bene che viva di spensieratezza, visto ciò che le toccherà da grande”

“Esatto” – è questa la parola della signora Westergard, che si unisce al trio e gioca assieme a loro.

Il consorte, offeso dal “tradimento” della sua lei, si congeda e lascia il castello per starsene da solo. Hans lo osserva andare via e avverte pena per lui. Sembra che nessuno lo comprenda o voglia almeno provare a capirlo.

E quando Serena, approfittando dell’assenza del coniuge, aggiunge …

“Quando parla in questo modo, lo prenderei a sberle”

…ecco la reazione del suo ultimogenito.

“Madre, adesso state esagerando”

“Hans! Cosa dici? La pensi come lui?” – domanda incredula.

“Dico solo che lo state mettendo in cattiva luce quando ha solo esposto un suo pensiero”

I presenti sono sconvolti dalla presa di posizione di Hans, stranamente a favore del genitore maschio.

“Tesoro, sii sincero. Credi che giocare e far divertire tua figlia sia poco educativo?”

Quella domanda spiazza il ragazzo.

“Ehm…no. Però mio padre voleva solo sottolineare che poteva essere pericoloso” – lo giustifica.

“Ti dico io, caro, cosa voleva insinuare il re, tuo padre” – a quel punto Serena è serissima e anche, a tratti, infastidita dalle difese assurde nei confronti del marito – “Lui sminuisce gli altri perché crede fermamente in princìpi del medioevo. Fosse per William, Sophie dovrebbe essere chiusa in casa ed imparare i compiti che spettano ad una femmina. È così che lui definisce molte donne”

“Madre, voi lo amate. Come potete dire certe cose su di lui?”

“Sono passate tante e tante primavere dal giorno del nostro matrimonio. L’amore che provavo per lui, fino a cinque anni fa, è cambiato” – rivela, a malincuore.

“Cosa? Ma è impossibile. Come può finire un sentimento così forte?”

“Hans, le unioni combinate portando a questo. Potrebbe toccare a voi. Sta a te evitarlo. William è diventato duro come una pietra e tratta la sottoscritta come una persona di secondaria importanza. Ha ottenuto la prole numerosa, i legami con altri regni, molto potere e io non servo più” – la regina delle Isole del Sud tira fuori tutta la sofferenza che negli ultimi tempi ha celato per non scuotere la stabilità della famiglia.

Ma oggi, di fronte all’evidenza, non riesce più a tacere.

Idunn ascolta lo sfogo della consuocera, trovandosi pienamente d’accordo con lei e proiettandosi nella sua visione.

Condividono tanto. La differenza è che Serena reagisce, l’altra subisce.

“Figlio mio, non lasciarti plasmare da tuo padre. Sii buono con lui, è pur sempre il sangue del tuo sangue, però ricorda chi ti ha messo alla luce e chi ti ha reso l’uomo che sei diventato”

“Madre io non sapevo tutto ciò. Perché non avete parlato prima?”

“Non era il momento giusto per farlo. Tu e tua moglie stavate creando la vostra famiglia, stavate cercando di far andare avanti un matrimonio nato per convenienza”

Agnarr si intromette proprio allora – “Era ciò che andava fatto, consuocera! Smettiamola di parlare in questi termini della loro unione Come vedi Anna e Hans si vogliono bene e questo significa che la scelta ha portato felicità ad entrambi.”

“Non direi” – commenta Idunn, esponendosi per la prima volta dopo tanto tempo.

“Che state insinuando, suocera?” – domanda Hans, sorpreso da tali considerazioni – “Vostra figlia vi ha detto qualcosa che non va bene nel nostro rapporto?”

“No, assolutamente. Io la penso come Serena. L’amore vero non può nascere su costrizioni. Prima o poi rischia di sfociare in altro e si rischia anche di disperdere l’affetto e trasformarlo in frustrazione, rabbia costante e anche odio” – sostiene la donna.

“Esattamente” – continua la Westergard – “Per questo motivo sono dell’idea che, se Will non cambia, lascio le Isole del Sud e torno nella mia terra”

“COSA? Abbandonereste vostro marito? Madre, siete pazza” – il principe scioccato va su tutte le furie.

Da lì si accende una discussione che vede madre e figlio su due fronti opposti. A favore di Hans si schiera immediatamente Agnarr, sostenendo che è inaudito che una moglie lasci il consorte. Invece Idunn appoggia Serena in tutto e per tutto.

Presi dalla lite, gli adulti non si accorgono dell’assenza di Sophie. La bambina ha appena lasciato il castello, senza che nessuno se ne accorgesse. Neppure i soldati vigilanti.

Anna percorre i corridoi in gran fretta. Immagina già i rimproveri paterni per il suo solito ritardo.

Rimane immobile, sull’uscio del salone principale, sentendo le grida e le litigate dei presenti. Non comprende l’argomento ma nota subito che manca sua figlia.

Stupita da ciò, si intromette nella discussione – “Scusatemi… vorrei chiedervi… posso parlare?... tacete un secondo?” – dopo vari tentativi alza il tono di voce e grida – “Dove è Sophie?”

Basta tale domanda per zittire tutti.

“E’ qui con…” – afferma Agnarr, convinto di avere sua nipote accanto. Rimane sorpreso non trovandola lì dove era.

“Si è allontanata” – aggiunge Serena, cercando di calmarsi dopo le urla e le brutte parole su suo marito.

“Si è allontanata da sola? In questo enorme palazzo che neppure conosce?” – inizia ad impensierirsi Anna.

“Dai, amore. sarà in giro per i corridoi. Dove vuoi che vada una bambina di soli cinque anni?” – Hans sdrammatizza, certo che sua figlia sia nei paraggi.

Peccato che non è così!

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Lisa e Elsa sono in strada, nella piazza che ospita quotidianamente il mercato.

“Oggi abbiamo fatto una bella scorta di cibo. Questo cesto pesa davvero tanto” – sostiene la sarta.

“Hai ragione. Però non penso durerà a lungo. Sai bene che papà mangia per tre e quando viene a trovarci anche Kristoff, la scorta finisce in un battibaleno” – aggiunge la ragazza, ridacchiando al pensiero dei due Bjorgman durante il pasto.

Percorrono il tragitto a passo lento, dato lo sforzo nel sollevare tanta roba ed è in quel preciso momento che notano qualcuno che raccoglie dei fiori nel prato poco distante casa Brown.

“Sbaglio o quella è una bambina?” – chiede Elsa, scrutando la piccina.

“Si ed è strano. E’ pericoloso per lei stare qui da sola” – riflette Lisa, facendo cenno alla nipote di andare incontro alla piccola.

“Ciao piccina. Tutto bene?” – le domanda l’adulta. Un particolare attira subito l’attenzione di Lisa. Uno stemma reale cucito sul vestitino azzurro della sconosciuta.

“Ti sei persa? Se vuoi ti riaccompagniamo a casa” – aggiunge Elsa, cercando di prendere confidenza con la minorenne.

La sarta a quel punto sussurra alla parente – “Questa piccoletta sarà una nobile. Guarda come è vestita”

“In effetti non hai tutti i torti. Però… lei non risponde, non dà confidenza. Evidentemente le hanno insegnato a non parlare con estranei. Come facciamo a capire chi è e come possiamo aiutarla?”

“Proviamo a farle altre domande. Vediamo se sa dirci di più” – si inginocchia accanto alla bambina e le chiede – “Hai un abito bellissimo. Mi ricorda molto quello della principessa Anna di Arendelle”

Sentendo tali parole, la piccola alza lo sguardo e incuriosita apre bocca – “Conosci la mia mamma?”

Lisa sobbalza sentendo ciò. Anna ha una figlia? Incredibile!

“Si, era identica a te e amava portarmi sempre dei fiori a casa”

In quel momento Sophie ricorda la sera precedente. La madre le raccontò proprio di una cara amica alla quale regalava delle margherite.

“Voglio portare questi fiori a mia nonna. Mi aiuti?” – le propone, dandole fiducia.

“Volentieri” – Lisa posa le ceste di roba a terra e chiede ad Elsa di prendere parte alla chiacchierata.

Trascorrono ore piacevoli con la piccina, ignare che Anna e il resto dei nobili sono in pena per la sua sparizione.

“Dove sarà andata?” – Idunn si sente in colpa per non aver badato alla nipote.

“I soldati stanno perlustrando tutta Arendelle” – comunica Agnarr.

Anna piange disperata, consolata da alcune domestiche, anche esse agitate.

Hans inizia a pensare alle regole paterne. Secondo il re, deve essere più rigido ed evitare alla bambina la libertà che vuole perché comporta dei rischi.

Ed è ciò che è appena accaduto.

“Figliolo, perdonami per prima. Non dovevamo litigare così” – lo abbraccia la Westergard.

Il principe però è molto taciturno e freddo nei suoi confronti.

“E’ colpa vostra, madre!” – le mostra il suo risentimento.

“Come? che stai dicendo?” – esclama confusa la regina.

“Se non avessimo discusso su delle assurdità, se avessi controllato mia figlia così come sostiene papà, a quest’ora Sophie sarebbe qui”

“Hans, non puoi dire questo” – Serena è sconvolta da ciò che sente.

“Lo dico invece. Da adesso in poi tante cose cambieranno” – conclude e si allontana dirigendosi verso William, anche lui teso per la scomparsa della nipote.

“Padre, vi chiedo scusa. Ho deciso che seguirò i vostri consigli. Troveremo la bambina e da quel momento in poi non sfuggirà più al mio volere”

Così dicendo, il re Westergard si rilassa e dà una pacca sulla spalla di Hans.

“Ben detto, figliolo. Adesso si che sta venendo fuori il vero principe. Hai molto da imparare ed io ti aiuterò”

“Quale è la prima cosa da fare?”

“Consola tua moglie. Deve sapere che controlli la situazione e che la risolverai in poco tempo. Devi diventare la sua unica ragione di vita. Smettila di assecondarla e ricordale chi decide e chi gestisce la famiglia. Questo sarà un nuovo inizio per voi. Non te ne pentirai”

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Capitolo 14
*** 14 Capitolo ***


Sophie è ancora con Lisa ed Elsa mentre i soldati sono alla sua ricerca.

“E’ meglio riaccompagnarla a palazzo, zia! Non penso minimamente che sia giunta fino a qui avvisando i familiari. E poi cosa diremmo noi a Kristoff che a breve sarà qui? Gli verrà un colpo sapendo chi è questa bambina” – Elsa espone alla sarta le sue considerazioni e preoccupazioni. Impossibile non tenere conto della possibile reazione del fratello.

“Cara, dobbiamo smetterla di agitarci se viene tirato fuori l’argomento “Anna”. Ormai è Kristoff è sposato felicemente con Isabel. Piuttosto hai ragione a dire che Sophie deve rincasare il prima possibile. Se è l’esatta copia di sua madre, sarà venuta fin qui all’insaputa di tutti” – sostiene Lisa.

Prendendo la principessina in braccio le domanda – “La tua mamma e il tuo papà sanno che sei qui?”

“Lì tutti urlavano e io ho avuto paura, così sono uscita e ho deciso di andare via” – racconta la piccola, avvinghiandosi al collo della Brown trovando in lei una sicurezza.

“Stavano discutendo. Può capitare, sai?” – cerca di tranquillizzarla l’adulta.

“Però papà gridava e io non l’ho mai visto così cattivo” – rivela ancora la nobile.

“Ascolta tesoro, tante volte noi grandi urliamo, litighiamo, però poi passa. È un momento no che può succedere a tanta gente. Questo non significa che si diventa cattivi. Devi essere serena perché tuo padre ti amerà sempre e ora sarà preoccupato e anche la tua mamma. È bene che torni a palazzo” – le parole di Lisa sembrano calmare Sophie che annuisce, accettando di rientrare accompagnata proprio dalle due nuove amiche.

Prima però la bambina ci tiene a comunicare un cambio programma – “Ho deciso che questi fiori li regalerò al mio papà. Anche io gli voglio tanto tanto bene e le mie margheritine lo calmeranno, sono sicura di questo”

Intraprendono così il cammino.

La Brown rivede in Sophie la Anna infante con le sue insicurezze, la sua dolcezza, la sua impulsività.

Sembra che il passato sia tornato e che la vede nuovamente coinvolta nelle vicende della famiglia reale.

Elsa nota lo sguardo commosso della zia, schiava dei nostalgici ricordi, e prende parola – “Parleremo noi con la tua mamma. Le chiederemo se potrai venire qui a trovarci più spesso”

“Davvero? Io mi diverto con voi” – l’espressione della principessina cambia in due secondi. Adesso il suo sguardo emana luce e gioia.

“Anche noi stiamo bene assieme a te. Puoi sempre considerarmi una di famiglia, se ti va ovviamente” – aggiunge la Bjorgman.

“Si. Da oggi diventi la mia zietta Elsa” – esclama entusiasta la bambina.

Felice e radiosa, Sophie afferra anche la mano della ragazza, rimasta fino a quel momento in secondo piano. Ed è in quel preciso istante che Sophie nota un particolare ed ingenuamente le domanda - “Come mai indossi questi guanti bianchi?”

Elsa sobbalza. Mai nessuno era stato così diretto nel porle tale domanda.

“Me li hanno regalati e non riesco più a disfarmene” – risponde, ricevendo subito dopo una carezza da parte di Lisa, al corrente del potere che scorre nelle vene della nipote.

“Anche io li voglio. Così mi rendono uguale a te” – aggiunge la nobile.

“Allora ti prometto che te ne regalerò un paio non appena ci rincontreremo. D’accordo?” – così dicendo, Elsa diventa agli occhi di Sophie un idolo da venerare.

Quello che Lisa fu per Anna, adesso è la sorella di Kristoff ad esserlo per la piccola Sophie.

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Sono davanti il castello quando alcune guardie le trattengono, riconoscendo la bambina.

“Era con voi? Chi siete?” – le interrogano.

“L’abbiamo trovata da sola e sapevamo che doveva rientrare a casa. Eccola qui” – spiega la sarta.

Anna è in giardino, preda dei suoi pensieri e delle paure di non ritrovare più sua figlia. Ed è proprio allora che nota delle persone davanti al cancello.

Impossibile non riconoscerne una in particolare.

“Sophie”-  la chiama correndole incontro in lacrime.

La piccola le si getta tra le braccia chiedendole scusa per essersi allontanata.

“L’importante è che stai bene e che sei tornata sana e salva” – la riempie di baci, mentre le lacrime non cessano di cadere violente sul suo viso.

La Brown osserva la principessa e si commuove anche essa. Era da molto tempo che non la vedeva.

“Ciao Anna” – la saluta poi – “Sembri proprio una donna adulta adesso! Che bello saperti di nuovo ad Arendelle. Sei mancata a tutti noi”

“Lisa!” – esclama la nobile, riconoscendola.

Entrambe sono commosse, ritrovandosi dopo un lungo lustro.

“Sei sempre la mia salvatrice. Stavolta mi hai riportato mia figlia. Grazie” – la abbraccia teneramente.

“Mammina ti presento Elsa. Lei è molto speciale” – la bambina si intromette, avvicinando la madre alla Bjorgman.

Le due si trovano una davanti all’altra. Si fissano in silenzio per qualche secondo poi è la principessa a prendere parola – “Grazie di cuore anche a te. A quanto pare hai stregato mia figlia in un battibaleno. Lei sa riconoscere il bene nella gente. Se ne ha visto tanto in te, non mi rimane che considerarti di famiglia, proprio come considero Lisa” – le sorride e abbraccia anche quella sconosciuta, ormai di casa.

Elsa, da sempre molto controllata per via di un potere ingestibile, trattiene il respiro. Anche se questa volta la situazione è diversa. Una vibrazione strana le scuote il corpo. Sente un legame anormale con quella ragazza e ciò le permette di spegnere a lungo la magia.

“Sembra quasi di conoscervi milady” – afferma subito dopo la Bjorgman, scrutando il volto della nobile.

“In effetti c’è qualcosa di familiare in te” – nota anche Anna, poi aggiunge – “E dammi pure del tu. Siamo o non siamo amiche? Chi è amato da Sophie è amato anche dalla sottoscritta”

L’arrivo dell’intera famiglia reale interrompe il momento speciale tra le quattro.

C’è chi accoglie allegramente il rientro di Sophie e chi invece ha l’aria alquanto alterata.

Hans.

“Papà, guarda cosa ti ho portato. Sono per te…” – Sophie, saltellando, con le margherite tra le mani, si avvicina al padre.

La reazione del principe è però inaspettata e spaventa tutti.

La mano di Hans colpisce la guancia della bambina, lasciandole un evidente rossore.

Immediato è il pianto della piccola che lascia cadere a terra i fiori, nascondendosi dietro la gonna di Lisa in cerca di sicurezza.

“Cosa hai fatto? Come ti sei permesso?” – Anna, fuori di sé, lo attacca duramente. Spingendolo lontano da loro.

“Deve capire che certe cose non si fanno. Pensava che l’avremmo riaccolta felici e contenti? No! Ogni azione ha una sua conseguenza. Dopo questo schiaffo, state sicuri che non scapperà più” – così dicendo, sotto lo sguardo fiero di William, il principe Westergard torna a palazzo, calpestando senza volerlo quel dono che la principessina voleva donarle e che adesso rimarranno spiaccicate a terra.

Qualcosa in lui è cambiato rapidamente e radicalmente.

“Anna. tesoro, mi dispiace tanto. Non so cosa dire. Non è più mio figlio quello lì” – sostiene disperata, Serena.

“Ha perduto tutta la mia stima e il mio affetto. Ha osato alzare le mani sul sangue del suo sangue. Non la passerà liscia. Se pensa che così ha il controllo su di me, si sbaglia di grosso”

Arrabbiata come mai prima nella vita, la principessa si rivolge a Lisa ed Elsa, anche loro scosse da quanto appena visto.

“Portate Sophie con voi, ve ne prego”

“Cosa? Vuoi allontanarla da palazzo? ” – si preoccupa la sarta.

“Si. Io verrò appena alcune domestiche prepareranno la nostra roba. Qui non rimaniamo un minuto di più”

Idunn, rimasta in silenzio fino ad allora, si intromette – “Anna, tesoro, così facendo alimenterai la sua ira”

“Madre, sono stanca. Se questo è il vero Hans io non voglio che cresca Sophie imponendole di vivere. Esattamente come fece mio padre con me” – precisa la principessa, tentando di calmarsi.

“Ascolta, Anna. Hai ragione a sostenere che tuo marito è diverso. Ne sono cosciente anche io. Però, ti scongiuro, dagli almeno una seconda opportunità. Se dovesse deluderti di nuovo, sarò io la prima ad aiutarti a scappare. Te lo prometto” – Serena le propone un accordo, speranzosa di poter sistemare la situazione a modo suo.

“Dovrei perdonarlo? No! Non lo farò mai. Non condividerò neppure il letto con lui”

La cocciutaggine della ragazza è ingestibile. Solo Lisa riusciva, anni addietro, a farlo.

E infatti si intromette per calmare le acque – “Cara, ragiona prima di decidere. Non essere la solita impulsiva. Considera che allontanarti ora non farebbe che peggiorare le cose. Cerca invece di aiutare il principe a venire fuori da questo momento buio che sta vivendo e che lo sta cambiando. Sei in grado di colpire il cuore delle persone, Annie. Lo farai anche adesso”

“So che mi vuoi bene e vuoi aiutarmi. Però io non sono più la ragazzina che ad ogni problema venita nella tua sartoria per chiederti consiglio e sostegno. Voglio essere, per una volta nella vita, libera di decidere cosa è bene per me” – impossibile farla tornare sui suoi passi.

La futura regina di Arendelle ha deciso: Sophie lascerà il palazzo e lei la seguirà.

Come la prenderà Hans? Lascerà partire sua moglie?

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Capitolo 15
*** 15 Capitolo ***


Così, mentre Anna decide di lasciare il castello all’insaputa del marito e anche del padre che sicuramente l’avrebbe trattenuta lì, Serena decide di agire e di rimproverare Hans come merita.

I tre uomini sono nella sala del trono. Agnarr in silenzio ascolta William complimentarsi con il figlio per il controllo avuto sulla situazione.

Furiosa, la Westergard avanza rapida verso l’ultimogenito e gli espone la sua disapprovazione.

 “Non avrei mai immaginato di vederti alzare le mani su tua figlia. Hans cosa ti prende?”

“Moglie, nessuno ti ha interpellata. A noi non interessa il tuo pensiero perciò stai zitta”- la attacca il marito.

“Come sarebbe a dire? Io sono parte della famiglia. Ho il diritto di parlare quando e come voglio!” – continua Serena, alterata dai toni altezzosi del coniuge.

“Se avessi taciuto quando era il momento, non saremmo arrivati a questo” – riprende il re delle Isole del Sud.

“No se pensi che sto zitta perché me lo imponi tu, ti sbagli di grosso. Sono esterrefatta, allibita, dal lavaggio del cervello che hai fatto a Hans in questi giorni. Devi vergognarti William”

L’uomo sposta lo sguardo sulla donna pronto ad agire come avrebbe dovuto fare già tempo fa.

Ha una mano pronta per colpirla in volto, quando interviene proprio il principe ad evitarlo.

“Padre, fermatevi” – lo blocca.

“Hans, credevo avessi capito come è necessario comportarsi per imporsi” – è sorpreso Will.

“Allora c’è ancora una speranza, figliolo! Lo sapevo. Vieni con me, seguimi. Andiamo da Anna e da Sophie. Potete chiarire e tutto tornerà alla normalità” – afferma la regina delle Isole del Sud, sorridente.

Eppure la risposta di Hans non è quella che attendeva.

“Madre avete capito male. Ho trattenuto mio padre per poter essere io a dirvi di non rivolgervi a lui con tanta sconsideratezza.” – il principe Westergard sta difendendo a spada tratta William.

“Non ti riconosco più. Ti ho cresciuto io, mentre l’uomo che stai appoggiando ora, programmava il tuo futuro per avvantaggiare le sue tasche”

“Serena, ora basta!” – urla, irato, il consorte di lei.

“E’ questo che bisogna fare, madre. Mio nonno l’ha fatto con voi, mio suocero l’ha fatto con mia moglie ed io deciderò per Sophie. Fatevene una ragione” – si impunta il ragazzo, indicando alla sovrana Westergard la porta d’uscita.

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Nel frattempo Elsa e Lisa, hanno accettato la proposta di Anna.

Durante il tragitto verso casa, hanno cercato di consolare Sophie, dicendole che ogni cosa si sarebbe sistemata e che l’indomani avrebbe rivisto la sua mamma.

Giunte alla meta, vengono accolte da Clarissa Bjorgman.

“Eccovi, finalmente. Siete sparite per troppo tempo, stavo temendo il peggio” – afferma la donna, abbracciando la figlia.

Nota subito una sconosciuta, nascosta dietro la gonna di Lisa.

“Cosa mi sono persa?” – chiede allora alle due.

“Ti racconto tutto più tardi. Adesso ti basta sapere che questa bambina rimarrà con noi e che si chiama Sophie” – precisa la sarta.

Clarissa, confusa, annuisce. Chiede alla piccina di poter sistemare la sua mantella in una stanza più pulita, e una volta ricevuto l’indumento tra le mani, la Bjorgman nota un particolare cucitovi sopra.

Chiama in disparte la cugina, approfittando di un momento di distrazione della neo arrivata, ed esige spiegazioni.

“Perché stiamo ospitando una nobile? È imparentata con i sovrani di Arendelle. Ho riconosciuto lo stemma di famiglia. È lo stesso che aveva anche…” – poi si zittisce da sola, consapevole di aver parlato troppo.

E si sa…in quella casa persino i muri hanno orecchie.

“Hai indovinato. È la figlia di Anna e del marito” – comunica Lisa alla parente.

“Di Anna? Oh mio Dio! Non possiamo tenerla qui perché potrebbe essere un problema per…”

“Si, lo so. Immagino che pensiate sia un dramma per Kristoff vedere Sophie a casa nostra” – commenta la Brown, alzando gli occhi al cielo.

“Non c’è da banalizzare la situazione, cugina. Si tratta della serenità di mio figlio” – aggiunge Clarissa.

“Lo so. Non credo che sia una tragedia. Dopotutto lui è sposato con Isabel da cinque anni, quasi. Ha dimenticato la principessa già da tempo”

“Io non ne sono molto sicura” – sostiene la Bjorgman.

“Perché pensi questo?”

“Lo conosco. Trascorre poche ore a casa. E’ come se volesse evitare di trascorrere del tempo con sua moglie. Non hanno avuto neppure dei figli.”

“Stai ingigantendo il fatto. Vedrai che Sophie piacerà a Kristoff e che presto accetterà sia lei che sua madre qui”

“Aspetta. Come hai detto? Lei e sua madre? Anche Anna verrà a stare da noi?” – esclama scioccata l’altra.

“Ehm…si. Per me è una figlia e voglio darle una mano”

“Non capisco. Raccontami quale problema hanno. Il marito le permetterebbe di lasciare il castello?”

“No. Ma hai centrato a pieno il motivo di questo trasferimento…. Il marito! Hans Westergard…è da lui che vogliono scappare”

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Anna ha chiuso l’ultima sacca di vestiti, grazie all’aiuto di alcune domestiche. Tra queste c’è anche Isabel, ignara che la principessa di sposterà a casa dei suoi suoceri.

“Perfetto. Adesso nascondiamo tutto in cucina. Stanotte le prenderò lì, senza fare casini che potrebbero svegliare il principe” – spiega alle cameriere.

“Milady, vi prego. Ripensateci. Siete appena tornata, già ci lasciate?” – singhiozza la più anziana delle lavoratrici. Lei sì che conosce la ragazza che ha visto nascere e muovere i primi passi fino a diventare una donna.

“Angie, è stato bello poterti rivedere e riabbracciare, anche se solo per due giorni. Quando Hans tornerà in sé e capirà cosa sta perdendo, non esiterò a rientrare. Ma prima di allora devo tutelarmi e tutelare mia figlia” – la abbraccia commuovendosi di fronte all’ennesimo addio.

Dopo la cena, dalla quale Anna si sottrae con la scusa di un malessere fisico, il principe delle Isole del Sud raggiunge la consorte. E’ tranquillo, come se la sberla alla figlia e la assenza delle due a tavola fossero cose di poca rilevanza.

Nota la moglie coricata sul fianco sinistro, quello rivolto alla finestra.

“Moglie mia, noi dovremmo parlare. Non pensi?” – le sussurra all’orecchio.

Anna risponde, brontolando – “Proprio ora? Non vedi che sto cercando di dormire?”

Il tono brusco infastidisce Hans e allo stesso tempo lo turba.

La donna che ama non era solita accoglierlo così a letto.

“Solitamente mi dai il bacio della buonanotte” - le richiede.

“Scordatelo” – commenta lei, mandando in bestia il consorte.

“Invece me lo dai, eccome”

Si posiziona su di lei bloccandole le mani ed entrando violentemente con la lingua nella bocca della principessa.

Anna cerca di dimenarsi e di liberarsi dal corpo di Hans che sta invece cercando da lei un rapporto sessuale.

Pensa e ripensa alle tante volte che lei e il marito hanno avuto intimità. Non c’è mai stato amore intenso; soltanto due persone che si vogliono bene e che si consolano reciprocamente.

Oggi però la situazione è diversa. Anche sessualmente, e su consiglio di William, Hans sta cercando di ricordare alla consorte chi comanda.

Con le lacrime agli occhi e il cuore a pezzi, la principessa cede e decide di assecondare per l’ultima volta le esigenze del compagno.

Le ore seguenti sono un inferno per Anna che non riesce a spegnere il desiderio di Hans.

“Non sei stanco? Ora dormiamo, dai” – cerca di rivestirsi, ma invano.

“Sono io a decidere quando dormire” – ormai Westergard sa come parlare. Papà Will è stato chiaro. Se la moglie dice in un modo, lui deve imporsi sottolineando il dominio dell’uomo.

Riprende lì dove si era interrotto, fino a crollare poco dopo, con il capo sul seno della moglie.

Una notte così la desiderava da tempo però si è sempre limitato, per evitare di recare male alla donna che ama.

Ha sempre messo Anna davanti ai suoi desideri. Da oggi in poi la scena si è capovolta.

Quando il russare del principe si fa più forte, la fanciulla decide di agire.

Ancora scossa per quanto ha subìto, Anna si veste frettolosamente e senza alcun rumore lascia la camera.

Non prima di aver posizionato un biglietto sul comodino accanto alla finestra.

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È buio pesto; Arendelle è da brivido senza luci e senza voci di gente in movimento.

La principessa trascina la sua roba, piangendo disperata.

Nella fontana centrale però qualcuno la sta aspettando.

“Tutto bene, tesoro? Sono venuta fino a qui perché ho notato che era tardi. Hai una faccia distrutta” – le va incontro Lisa.

La risposta di Anna è un abbraccio e un pianto lunghissimo che sembra non volersi placare.

Così la Brown non indaga per evitarle altro dolore.

“Eccoci, siamo arrivate” – afferma la sarta, una volta giunte sotto casa.

È preoccupata per lo stato di shock della ragazza che non parla e si è chiusa in se stessa.

“Qui sei al sicuro” – la consola, sistemandola in una camera dove è già presente Sophie.

“Grazie di tutto Lisa” – sono le uniche parole che pronuncia la nobile, prima di stendersi accanto alla figlia e chiudere gli occhi.

La sarta non ha idea del male che ha patito la giovane quella notte.

E nessuno immagina cosa sta per capitare adesso.

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E’ mattino quando Hans, ancora nudo dopo l’atto sessuale con sua moglie, la chiama a gran voce, desideroso del bis.

Quando nota un foglietto, lo afferra e lo legge senza esitare.

“Sposarci è stato l’errore più grande della mia vita. Io e Sophie non ti amiamo più. Meriti la solitudine e tutto l’odio del mondo. Dopo ciò che hai fatto con me stanotte, la violenza che hai usato e che ha colpito anche la bambina, non ho più dubbio. Lascio Arendelle e lascio te. Nostra figlia crescerà senza un padre padrone, un uomo cambiato radicalmente in due giorni, un essere senza scrupoli e senza cuore. Forse in fondo lo sei sempre stato. Hai solo indossato una maschera. Ma prima o poi, le maschere cadono tutte. Addio Hans Westergard. Non cercarci perché non ci troverai. Addio”

L’uomo, furioso, stringe tra le mani il biglietto, accartocciandolo e gettandolo sul pavimento.

E’ devastato dalla inattesa fuga della consorte.

Non sa come agire ora che quello che Serena gli ha pronosticato si è realizzato: avrebbe perduto moglie e figlia se fosse cambiato. Ed è ciò che è appena accaduto.

Sconvolto e preda dei sensi di colpa, Hans non riesce a controllarsi.

Apre la prima finestra, quella accanto al letto, e si sporge.

Un volo rapido e un rumore assordante… poi l’oscurità.

Chi l’avrebbe mai detto.

Presto Arendelle avrebbe detto addio al futuro re e alla futura regina. E tutto ciò in una sola notte.

William Westergard e il suo estremo autoritarismo hanno distrutto una vita, una famiglia e da oggi in poi anche la sua felicità.

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Capitolo 16
*** 16 Capitolo ***


Il corpo di Hans Westergard giace a terra, sull’erba umida che circonda parte del castello.

Una morte assurda, di quelle che possono essere evitate se solo qualcuno avesse immaginato un epilogo simile.

Ma, in fondo, chi poteva sospettare che il principe avrebbe optato per la soluzione più drastica ai problemi?

Quel mattino, il destino vuole che a trovare il giovane privo di vita è uno dei soldati del re.

Agnarr viene svegliato di soprassalto proprio da alcune donne della servitù, in lacrime, sconvolte da quanto visto, avvertite anche esse dalla guardia all’esterno.

“Morto? Come è morto? Ma siete impazzite?” – chiede, scioccato il sovrano, credendo che quelle potevano essere esagerazioni delle sue lavoratrici.

Purtroppo è la verità.

E il cadavere a pochi passi da lui, lo pone di fronte ad un duro colpo.

Il medico di corte viene subito convocato ed una volta giunto fino a palazzo, non può che affermare il decesso del nobile.

Mentre il re di Arendelle pensa a come dover affrontare tutto il resto della famiglia, chiuso nella sala del trono, riceve la visita inaspettata di William anche esso alquanto frastornato da un caos percepito per i corridoi durante l’intera notte.

“Possibile che qui la tua servitù si muova fragorosamente, infischiandosi dei reali che dormono?” – si lamenta, mostrando la sua solita altezzosità.

“Will, stanotte è accaduto qualcosa. Per questo hai sentito il casino. C’ero anche io tra quelli che si muovevano avanti e indietro nelle stanze” – apre così il discorso, cercando di essere calmo; purtroppo con scarsi risultati, visto che Westergard intuisce che il re è visibilmente distrutto.

“Mi stai preoccupando. Non ti ho mai visto così. Hai anche gli occhi rossi. Spero per te e per la tua mascolinità che tu non abbia pianto”

“Si, ho pianto e non mi vergogno a dirlo. Perché credo sia impossibile non farlo. Lo farai anche tu, consuocero” – continua Agnarr, con il cuore in gola.

“Baggianate. Io non sono il tipo da piagnistei. Mi chiedo piuttosto cosa possa farti dedurre che io possa comportarmi da femminuccia. Dovrebbe esserci del tragico per portarmi ad una conseguenza del genere” – il re delle Isole del Sud insiste a dire che è di ghiaccio e niente e nessuno lo scalfisce. Gli rimane però un dubbio – “Dimmi cosa è successo che ti ha fatto sciogliere come neve al sole!” – esige una risposta, banalizzando su delle lacrime che sono state versate per la scomparsa di Hans.

“Io… non so proprio come fare a dirtelo… ecco… William…” – l’uomo inizia a balbettare, innervosendo maggiormente l’altro.

“Insomma!!! Si può sapere oppure no?” – alza la voce, irritato.

“È accaduta una disgrazia stanotte” – continua il sovrano di Arendelle.

“Che tipo di disgrazia? Sei caduto in rovina? Qualche alleato ha interrotto i rapporti?” – ovvio che per Will l’unico pensiero importante sono gli affari. Una tragedia, come la intende lui, è dal punto di vista commerciale.

“Niente a che fare con il danaro. Si tratta di Hans” – così dicendo, Agnarr riesce a zittire il consuocero.

“Cosa c’entra mio figlio?” – è allora che Westergard inizia a temere davvero il peggio.

 “Mi dispiace davvero tanto ma…” – esita qualche secondo, abbassando il capo, amareggiato, poi la bomba viene tirata fuori – “E’ morto”

Nessuno dei due è consapevole dell’arrivo di Serena, proprio allora nella sala del trono.

La parola “Morto” e le espressioni del marito la conducono diretta ad una tragedia.

“Hans! Come è possibile? No! Mio figlio no” – William inizia a gridare e le sue urla vengono udite da tutto il palazzo.

La moglie, invece, impassibile davanti alla porta della stanza è rimasta di pietra.

Ha lo sguardo perso nel vuoto ed è impallidita all’improvviso.

E’ Idunn a trovarla, giungendo lì per caso.

“Consuocera, cosa succede? “ – si preoccupa subito.

Le uniche parole che la donna dice spiazzano la regina di Arendelle.

“Hans… morto”

“Cosa? Non capisco. Stai stradicendo. Morto? Non può essere” – è confusa Idunn e cerca risposte più chiare.

Non fa in tempo ad afferrare Serena per unirsi ai mariti dentro la sala del trono che la nobile perde i sensi, crollando tra le sue braccia.

Un dolore infernale è piombato tra le mura del palazzo.

Agnarr decide di avvertire il regno con il suono delle campane.

Ignora che Anna e Sophie siano assenti e non appena si reca nelle loro camere nota l’assenza.

“Che fine hanno fatto?” – si chiede, ordinando ad alcune domestiche di controllare la biblioteca.

Ed è proprio quando il re fa per lasciare la stanza da letto che si accorge di un bigliettino stropicciato, in un angolo.

Lo afferra e lo apre.

Ad occhi sgranati legge quello che è stato l’addio tra Anna e Hans.

“Non può essere” – l’aria triste per la morte prematura del genero, si trasforma in ira incontrollabile – “E’ stata lei la responsabile”

Senza ragionare corre diretto verso la moglie, ancora seduta con i consuoceri nella sala del trono.

“Donne…sapete cosa è questo?” – chiede, fuori di sé mostrandolo in primis alla consorte.

“Santo cielo! L’ha fatto davvero allora” – esclama sconvolta Idunn.

“Cosa vuoi dire? Tu eri al corrente, come immaginavo”

“Non era più felice e Hans era cambiato” – la giustifica.

“Non dire sciocchezze. Non è da adulta agire così. E come sempre, Anna si è mostrata per ciò che è. Ha tirato troppo la corda questa volta. Non la passerà liscia”

“Aspetta Agnarr. Che intenzioni hai? Siamo a lutto. Lascia perdere le vendette personali” – la regina cerca di placare la rabbia del consorte.

Ma invano.

“Lei deve tornare qui e con lei anche la bambina. Hans non è riuscito ad insegnarli il rispetto per la famiglia. Lo farò io, una volta per tutte” – così dicendo si dirige verso le cucine.

Conosce alcune domestiche sicuramente al corrente della fuga della principessa.

“O parlate e mi rivelate dove si nasconde mia figlia, oppure vi licenzio tutte quante. Vi troverete ad elemosinare cibo per le strade del regno” – minaccia la servitù.

Alcune singhiozzano, preoccupate per il loro futuro.

Ad esserne al corrente è Angie, amica di Anna.

Vorrebbe tutelare le sue colleghe, però dall’altro lato dire la verità al re significherebbe tradire la fiducia della nobile fanciulla.

Idunn raggiunge il marito alle prese con le lavoratrici e cerca di calmarlo.

“Caro, adesso sei sconvolto per la storia di Hans e stai ingigantendo un breve allontanamento. Anna tornerà, vedrai. Non serve minacciare questa povera gente”

“Tu sai dove si trova?” -  le chiede mostrandosi leggermente calmo.

“Ovviamente no!” – la donna invece sa dove è la figlia però mente.

“Sai che dire bugie non fa di te una consorte degna e una regina meritevole del suo titolo nobiliare, vero?” – e Agnarr logicamente non le ha creduto.

“Adesso che Anna saprà della morte di Hans, tornerà a palazzo. Ne sono convinta”

“Io invece so che è ciò che desiderava sin dal principio. Liberarsi di lui e vivere come le pare e piace. Ha fatto male i conti. Anzi ho un’idea – così dicendo si dirige verso il paese a passo spedito.

La moglie lo segue, preoccupata dalle intenzioni.

Il re si posiziona al centro della piazza. Richiama l’attenzione dei sudditi e dà l’annuncio.

“Oggi è venuto a mancare il principe Hans Westergard. Un incidente che gli è costato caro. Per di più mia figlia Anna è fuggita. Chiedo a voi un favore. Trovatela e portatela a palazzo. Con lei c’è anche la principessina. In cambio vi ricoprirò d’oro”

“Agnarr! Stai mettendo una taglia sulla testa di tua figlia! Come puoi farlo?” – esclama, scioccata la sovrana.

“A mali estremi, estremi rimedi” – così dicendo, l’uomo riprende il passo diretto verso il palazzo.

Anna ha scelto male il suo nascondiglio. Presto verrà a sapere della morte del coniuge e della ricompensa del re per chi l’avrebbe ricondotta al castello.

La sua idea di fuga non è stata vantaggiosa. Anzi. Adesso sì che si troverà davanti un vero e proprio padre padrone.

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Capitolo 17
*** 17 Capitolo ***


Anna dorme beata, stretta alla sua bambina, sicura del posto in cui si è nascosta. Sa che lì nessuno può recarle male.

Ma ha fatto male i suoi conti.

La notizia della morte del principe gira veloce ed arriva all’orecchio di Samuel Bjorgman, alle prese con il pane da sfornare. Ormai è socio del panettiere di Arendelle ed è quello il luogo dove le donne si recano più spesso durante la giornata. Il destino vuole che sia la conversazione tra due di loro, durante la spesa nel negozio, a cogliere l’uomo.

“Come è morto?” – chiede sconvolto, intromettendosi nella chiacchierata tra le due pettegole.

“Si, hai capito bene Samuel. Il re in persona ha dato la tragica notizia. Si dice anche che abbia messo una taglia sulla testa di sua figlia”

“Cosa? E come mai?” – domanda Frank, l’altro fornaio.

“La principessa è fuggita via assieme alla bambina e questo, si vocifera, abbia mandato in crisi il marito che l’ha fatta finita. Ora il nostro sovrano è fuori di sé e cerca Anna per ricordarle i suoi dover matrimoniali” – spiega una donna, mostrandosi dalla parte del suo signore.

“Questo Agnarr è tremendo” – commenta Samuel.

“Invece ha pienamente ragione, a mio avviso. Siamo donne e come tali dobbiamo sapere come comportarci e chi rispettare” – aggiunge l’altra pettegola, schierata a favore del re.

Bjorgman, alquanto disgustato dal pensiero delle sue acquirenti, scuote il capo e aggiunge – “Voi trattereste mai in questo modo una vostra figlia? Io la mia Elsa la tratto da regina, come merita. È la luce dei miei occhi e qualunque cosa desidera dalla vita può averla e farla. Io non posso impormi e comandarla neanche fosse di mia esclusiva proprietà. È un essere umano e come tale è libero” – tra lo stupore delle due presenti, lui espone le sue idee.

“Mah… questa nuova generazione è così moderna, non trovi Susy?” – sussurra una all’orecchio dell’altra.

Pochi minuti dopo lasciano la panetteria. Samuel è rimasto davvero colpito da quanto ha sentito ed immagina già una possibile reazione di Kristoff sapendo Anna chissà dove e sapendo anche della morte del suo coniuge.

Fortunatamente quel dì, il primogenito è rincasato prima del previsto.

Anche Lisa e Clarissa, alle prese con la sartoria, hanno sentito i rumori della campana e non sanno ben spiegarne il significato.

“Il campanile ha rintoccato per ben sette volte! Strano che il re dia una comunicazione del genere” – commenta la Brown, alquanto perplessa.

“Sei sicura che sette rintocchi significano lutto?” – chiede per la terza volta, la signora Bjorgman.

“Si, cugina. Si. Spero ci diano presto notizie. Appena concludiamo la cucitura di questi ultimi abiti, apriamo bottega. Se qualcuno passa da noi, saprà darci notizie” – sostiene Lisa.

Anna nel frattempo viene svegliata dalla vocina di Sophie.

“Mammina, che bello che sei qui. Facciamo colazione insieme?” – le propone la piccola.

La nobile si stiracchia e, nonostante attorno a sé ci sia roba vecchia e sgualcita, oltre che in quantità ridotta, dove la luce è solo quella che riflette sul vetro della finestra, è felice.

Mai come allora si sente a casa.

Avverte ancora qualche dolorino fisico, causato dalle violenze della notte prima.

Prende per mano sua figlia e si dirigono verso il cucinino.

“Buongiorno zia Elsa” – esclama la principessina, avanzando verso la ragazza alle prese con il cibo.

Anna saluta e siede a tavola.

“Dormito bene?” – chiede la Bjorgman – “Non saranno i cuscini di palazzo ma sono i migliori che abbiamo”

“Sono stata benissimo, Elsa! Grazie. Non potevo volere di meglio” – le sorride.

In quel momento le due si ritrovano occhi negli occhi e rimangono a fissarsi per alcuni secondi.

Percepiscono, stando vicine, delle strane sensazioni ed una familiarità incredibile.

“Perché ora siete zitte?” – domanda Sophie, interrompendo il silenzio.

“Penso che io e la tua mamma siamo molto simili” – afferma la più grande.

“Ora che vi vedo è vero. Sembrate quasi sorelle” – aggiunge la bambina, facendo sobbalzare sia Anna che Elsa.

Sorelle? Assurdo! Pensano entrambe.

“Potremmo considerarci tali, visto che io rimarrò qui a lungo” – precisa la nobile.

“Già! Però forse dovremmo parlare di questo in un altro momento” – Elsa taglia corto ed Anna nota infatti che le sue affermazioni hanno irrigidito l’amica.

“Sophie, raggiungi la stanzetta qui accanto. Ho preparato l’acqua per un bel bagno caldo. L’ho riscaldata appositamente per voi.” – dice la Bjorgman alla piccola che subito corre nella direzione indicatale.

Rimangono solo le due ragazze.

È la principessa a prendere parola – “Ho detto qualcosa che ti ha infastidito poco fa?”
“Certo che no!!”

“Strano. mi è sembrato quasi che ti desse fastidio la mia idea di rimanere qui da Lisa”

“No, ti sbagli. Anzi. Il mio problema non sei tu”

“E chi allora?”

Neanche a dirlo.

In quel preciso istante la porta viene spalancata.

Anna si ritrova davanti l’ultima persona che immaginava di incontrare a distanza di cinque anni.

E lo stesso vale per il neo arrivato.

“Kristoff?!”

“Anna?!”

“Cosa ci fai qui?” – si domandano reciprocamente.

Elsa, avvicinandosi all’orecchio della giovane nobile le sussurra – “Mi riferivo a questo problema”

La vocina di Sophie che chiama proprio la sorella dell’ex montanaro, la costringe a togliersi di mezzo.

Così la coppia rimane sola dopo ben un lustro.

“Ti trovo bene” – afferma lei, alquanto tesa.

“Anche tu!” – aggiunge lui, imbarazzato.

Seguono alcuni secondi di silenzio, interrotti dalla principessa che, preso coraggio, rompe il ghiaccio.

Si avvicina al biondino e lo abbraccia.

Rimangono accollati l’uno all’altra per minuti lunghi, quasi eterni.

Non riescono a staccarsi dopo aver faticato per avvicinarsi in quel modo.

Elsa, con in braccio Sophie avvolta da una vecchia coperta rossa, irrompe senza volerlo rendendo possibile l’allontanamento fisico tra i due.

“Ehm… scusate! Noi andiamo in camera” – dice, allontanandosi rapidamente.

La bambina fissa stranita la madre che invece ha abbassato lo sguardo ed è arrossita.

“Quella è tua figlia?” – domanda Kristoff.

“Esatto. La mia unica ragione di vita” – commenta Anna.

“Complimenti! Tu e tuo marito non potevate realizzare capolavoro più bello” – sostiene il giovane.

“Già…mio marito ed io” – ripete la nobile tra sé e sé.

E a proposito di coniuge…

Lisa e Clarissa sono appena venute a conoscenza della tragedia avvenuta a palazzo e di tutto ciò che ne è conseguito.

È la sarta a correre verso casa per avvisare la principessa.

Lì trova Anna e Sophie sul divano, assieme ad Elsa e Kristoff. Il clima si è rilassato rispetto a qualche minuto prima.

Il merito è della piccolina che ha saputo in un battibaleno colpire il cuore di Bjorgman e conquistarlo. Così dopo il rincontro imbarazzante tra gli ex, Kris ha dedicato solo attenzioni a Sophie, sotto lo sguardo pensieroso di Anna e sorridente di Elsa.

“Zia, tutto bene? Come mai sei già tornata? Mamma dov’è?” – domanda la secondogenita di Clarissa, confusa.

“Ho una notizia orribile da comunicarvi” – afferma, rivolgendosi alla nobile.

La prende in disparte e le racconta ogni cosa.

Anna impallidisce sentendo del suicidio del suo consorte.

“Mio Dio! Non ci credo! E’ arrivato a tanto?! Come è possibile?” – sconvolta, la ragazza scoppia a piangere e si chiude nella camera, spaventando soprattutto sua figlia.

“Calmati Sophie. La mamma ha avuto un malore ma quando si riprende torna qui. Adesso tu vieni con me in sartoria. Voglio farti vedere degli abiti stupendi” – con quella scusa, Lisa allontana la bambina.

Rimangono soltanto i fratelli Bjorgman che bussano insistentemente alla porta di Anna in cerca di spiegazioni.

La sentono piangere e gridare e non capiscono il motivo.

“Se non ci dici cosa succede, non possiamo aiutarti” – ripete più volte Elsa.

“Dai, facci entrare. Per favore” – la supplica Kristoff.

Ma niente.

La giovane nobile non risponde.

Da sola con se stessa inizia a sentire il senso di colpa pesarle sul cuore.

“Non dovevo andarmene. Sono responsabile della sua morte. Solo io” – si colpevolizza.

Sente di aver spinto il marito a farla finita e decide, allora, di dover pagare per quel danno nel modo peggiore al mondo.

Non la morte! Troppo facile…

Una volta valutata la giusta punizione per se stessa, la principessa lascia la stanza.

“Eccoti! Finalmente. Si può sapere cosa ti ha preso?” – cerca di capirla Kristoff.

“Grazie per il vostro interesse. Fatevi raccontare tutto da Lisa. Sophie rimarrà con voi. Io devo scontare la mia pena”
“Che? Quale pena?” – Elsa è spaventata dalle parole dell’amica.

“Torno al castello. Quale condanna peggiore se non quella di privarmi della mia libertà? Addio!” – fa per andarsene sotto lo sguardo preoccupato di Elsa e quello triste di Kris.

Non ha molta scelta.

Al castello c’è movimento. Si organizza la cerimonia funebre per l’indomani e i coniugi Westergard vivono quel lutto nel silenzio e nella totale lontananza. Non c’è conforto tra loro. si ignorano reciprocamente.

Nella sala del trono si presenta Anna che, con occhi spenti e pallore chiede umilmente perdono per la fuga.

Agnarr è furioso con lei però in quell’occasione ammette che il suo rientro immediato le ha fatto guadagnare un punto in più.

Non evita, però, di rinfacciarle la sua responsabilità.

“Sai che è colpa tua, vero?”

“Certo, padre. Spero che vi basterà avermi qui”

“Questa credi sia una punizione?” – la guarda stupito da tali idee.

“Si. Lo è. Qui sono privata di ciò che desideravo di più. La libertà. Adesso vado dai miei suoceri. Condividerò con loro il lutto e vi prometto che non sgarrerò più” – si congeda e raggiunge la sala dove William e Serena sono chiusi da ore.

Idunn è stupita dall’assenza di Sophie e lo fa notare al re.

“Per ora, forse, è meglio così. La bambina sarebbe lo spiraglio di luce che non ha il diritto di avere per quello che ha fatto”

“Ma Agnarr…” – lo rimprovera la moglie.

“Niente ma! Se si dimostrerà matura, riavrà la pace che vuole. Per ora è bene che sappia che dalle responsabilità non può più scappare”

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Capitolo 18
*** 18 Capitolo ***


Il funerale di Hans Westergard viene vissuto da tutta Arendelle con profondo dolore e lacrime di sincero dispiacere. Nessuno si assenta durante la funzione per poter dire addio a quello che sarebbe dovuto diventare il prossimo re.

Anna è in prima fila assieme ai suoceri e ai genitori. Dietro di loro ci sono i numerosi fratelli del defunto, con le loro consorti.

In fondo alla chiesa, sono presenti Lisa Brown, Clarissa e Samuel Bjorgman e anche Elsa è lì. Il loro desiderio è cogliere Anna durante il rientro a palazzo per poterle parlare e dare conforto.

Peccato che re Agnarr ha voluto circondarsi di guardie per impedire strani incontri.

L’occasione viene, così, persa.

Lisa, prima di rincasare, raccomanda ad Isabel di controllare Anna e di starle vicino se dovesse mai avere bisogno.

Da quel momento in poi la principessa di Arendelle si chiude in camera e taglia fuori il resto del mondo.

Gli incubi iniziano a dominare le sue notti tanto da costringerla a chiedere aiuto al medico di corte con erbe utili al sonno.

E’ Serena ad essere vicina alla nuora, condividendo la sofferenza.

“Se non avessi te, sprofonderei negli abissi e sarebbe difficile riemergere. Tesoro, Hans aveva una gemma rara tra le mani. Ha preferito perdere se stesso sapendo di aver perso te. Sappi che io ci sono e ci sarò sempre” – queste sono le parole che la regina delle Isole del Sud dice alla ragazza, durante l’ultima sera a palazzo.

I coniugi Westergard hanno, infatti, deciso di tornare nel loro regno.

L’ennesimo colpo per Anna che vede andare via un’altra persona centrale nella sua vita.

Dal momento in cui Hans si è suicidato, sono trascorsi trenta giorni.

Ed è proprio la mattina del trentunesimo giorno che William e Serena lasciano Arendelle, con il cuore a pezzi e la sofferenza negli occhi.

Dire addio ad Arendelle significa dire addio ad un capitolo nero delle loro esistenze.

Quel mese, Sophie lo trascorre a casa Brown, amata e curata dalle tre donne e tutelata dai due uomini Bjorgman.

Kristoff e Elsa legano molto con la principessina, considerandola quasi di famiglia.

E a proposito di parentele acquisite…

Quella stessa mattina ricevono una lettera sconvolgente da parte della principessa.

“Per il bene di mia figlia, vorrei vivesse assieme a voi. Sarebbe felice assieme a chi le può dare gioia e serenità. Ovviamente manderemo noi i fondi affinché ognuno di voi possa vivere in tranquillità. In questo momento non saprei darle l’amore che merita. Per questo, ora che Hans non c’è più, è bene che molte cose rimaste in sospeso vengano alla luce. Kristoff… è per questo messaggio” – a leggere è la sarta che si paralizza di fronte alle ultime frasi del biglietto.

“Cosa deve dirmi? Avanti zia! Continua” – la esorta il ragazzo, agitato e voglioso di sapere.

“Non penso che Anna stia bene psicologicamente quindi non dovremmo prendere alla lettera ciò che è scritto qui. Magari è uno scherzo. Magari è stato proprio il re a scriverlo per allontanarla da noi…magari…” – Lisa è davvero nel panico.

Allora Kris le strappa il foglio di mano e termina la lettura.

“Sophie è stata concepita da me e te la notte precedente le mie nozze. Non è una Westergard. La bambina che è lì è una Bjorgman e ha diritto di vivere con suo padre. Quello vero, quello che saprà amarla più della sottoscritta”

Lo shock dei presenti causa lo svenimento di Clarissa, soccorsa subito da Samuel.

La Brown fissa preoccupata il nipote che, invece, manifesta un miscuglio di emozioni: dall’incredulità, alla rabbia, al dolore, e anche la felicità.

“Caro, non crederai mica a tali parole, vero? In fondo, non è vero che voi due avete… cioè è impossibile. Lei era a palazzo e tu eri qui” – continua Lisa.

Il silenzio e le lacrime di Kristoff le danno risposta affermativa.

“Oh mio Dio! Allora è vero. Avete fatto l’amore poco prima che lei dicesse il sì sull’altare?” – esclama sconvolta la sarta.

Kristoff non risponde e decide di lasciare momentaneamente la casa. Esce sbattendo con forza la porta.

Elsa compare proprio allora con Sophie in braccio, svegliata di soprassalto dal caos degli adulti.

“Cosa succede? Sembrate strani” – domanda la seconda dei Bjorgman, guardando le espressioni dei parenti.

Per di più sua madre è sul divano e suo padre le sventola dei fogli di carta sul viso per farle aria.

“Ehm… non adesso, cara!” – risponde Lisa prendendo con sé la bambina.

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“Principessa Anna, volete che vi porti dell’altro?” – chiede Isabel alla nobile, seduta a letto nella sua camera da letto.

“No, Isa. Sto bene così” – la congeda. Prima, però, la ringrazia di un favore – “Grazie per aver dato la lettera a Lisa. Non sarei potuta mai andare fin lì. So di poter contare su di te e su di loro”

“Certo, signora. Io voglio bene a vostra figlia, abita a casa dei miei suoceri da giorni ormai e ho trascorso molto tempo con lei. E’ adorabile. La tratteremo nel migliore dei modi”

“Lo so. Conosco il cuore di Lisa e quello di Kristoff” – aggiunge, lasciandosi scappare qualcosa di estraneo alla cameriera.

Infatti la reazione confusa dell’altra è confusa – “Kristoff? Conoscete bene mio marito?”

“Ehm… più o meno. Eravamo amici prima che incontrasse te” – mente la ricca.

La conversazione viene interrotta dall’arrivo di Idunn.

La regina dà ordine alla lavoratrice di sistemare la cucina. Ed una volta da sole madre e figlia, anche la grande siede sul letto.

“Come ti senti?” – rompe il ghiaccio.

“Beh vediamo. Come può sentirsi una donna che ha perduto il marito, la figlia, la libertà e la gioia di vivere… direi bene, tu cosa pensi?” – ironizza, mantenendo lo sguardo fisso sulla finestra aperta.

“Perdona le mie inutili domande, tesoro” – aggiunge l’adulta.

Seguono secondi di silenzio che sembrano un’eternità.

L’immagine raffigurata di Sophie alla parete apre un nuovo discorso – “Quando riportiamo il nostro tesorino qui al castello? Mi manca troppo. Vorrei averla con me sempre”

“Sarà contento il re della mia decisione” – afferma Anna, spiazzando la donna.

“Perché? Lui adora sua nipote”

“Sophie vivrà con chi l’ama davvero e la saprà crescere in libertà e ricordandole che i sogni vanno seguiti e non repressi” – sostiene la giovane.

“In che senso “chi la crescerà”!?”

“Hai capito bene. Qualcuno le darà ciò che a me è stato negato”

“Santo cielo, Anna! Sei impazzita? Hai dato Sophie a degli sconosciuti? Sei sua madre” – esclama scioccata Idunn, rimproverando la figlia.

“So bene cosa faccio. Lei non è lontana da chi l’ha messa al mondo. E’ con Lisa e i suoi parenti, i Bjorgman”

“Oh mio Dio!” – esclama sconvolta la sovrana. Cerca di trovare spiegazioni razionali a tale scelta assurda e dopo aggiunge – “Comprendo il tuo stato, adesso sei scossa per quanto accaduto a Hans, è comprensibile. Ma devi capire che tutto tornerà alla normalità. Ci vuole tempo. Sophie tornerà qui da noi..”

“Allora non sono stata chiara. Mia figlia rimane con suo padre. Quello vero.”

“EH?” – la regina inizia a pensare che Anna sia davvero impazzita.

“Se pensavate che io avrei ceduto la mia dote ad un ragazzo che non amavo davvero, sbagliavate di grosso. Io e lui non abbiamo fatto l’amore la prima notte di nozze. Neppure la seconda…né la terza”

“Cosa stai dicendo?” – domanda l’adulta ad occhi sgranati.

“Lui ne era consapevole, tranquilla. Io ho scoperto di essere incinta ma fino a quel momento non ci fu intimità tra noi. Non lo amavo e non ero pronta. Ha compreso e accettato un figlio non suo. Gli promisi che ne avremmo messo al mondo uno tutto nostro. Da allora trascorremmo molte notti insieme ma non rimasi mai incinta” – confessa Anna.

“Sei salita sull’altare senza la tua virtù? Tesoro, si può sapere cosa hai combinato? E se i tuoi suoceri avessero saputo…” – Idunn non sa proprio cosa pensare e inizia a camminare avanti e indietro, nervosa.

“Mio padre non deve sapere. Non ancora, almeno” - puntualizza Anna.

“No. Assolutamente. Altrimenti sarebbe uno scandalo e non so cosa potrebbe combinare”

“Perfetto. Adesso Sophie vivrà con suo padre. Lontana dalla vita reale, con gente umile e buona, chiaro?”

Idunn in quel momento sembra rivivere un passato doloroso che l’ha vista dire addio alla sua primogenita, affidata ad una famiglia del popolo.

“Non farlo, tesoro. Ti prego. Ti supplico” – cerca di far ragionare la ragazza ma invano.

“Ancora? Sarò libera di decidere per la bambina che ho dato alla luce?”

“Te ne pentirai. Posso assicurartelo”

“Cosa ne sapete voi, madre! Mi avete sempre avuta accanto, dall’alba al tramonto. Assieme al re mi avete limitata in ogni cosa.” – la rimprovera Anna, consapevole che dopotutto la regina di Arendelle non può capirla al cento per cento.

“Invece sì che comprendo! All’inizio ti sembrerà la decisione migliore però in un secondo momento capirai di aver fatto l’errore più grande della tua vita. Lo so. Per esperienza mia, personale. Non farlo”

“Per esperienza? Cosa volete dire?” – a quel punto è la principessa a insospettirsi.

Idunn vorrebbe raccontare e rivelare un dolore ancora lacerante e opprimente.

“Madre…parlate!” – insiste Anna.

Come agire? La regnante di Arendelle si è lasciata andare troppo. Difficile mentire alla figlia. Ma in realtà non vuole più farlo e così le racconta la verità.

“Te ne pentirai come mi sono pentita io quando, tre anni prima della tua nascita,ho dovuto rinunciare ad una neonata, affidata dal re, tuo padre, ad una famiglia modesta.”

“Aspetta… che?!”

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Capitolo 19
*** 19 Capitolo ***


“Sono le persone giuste, mi ripeteva tuo padre. Si prenderanno cura della bambina e saranno felici di adottarla e renderla una di loro, continuava a dirmi. Io mi opposi, ma lo conosci bene. L’ha sempre vinta lui. Me la strappò dalle braccia cedendola ad una guardia. Fu questa a portarla dalla nuova famiglia. Neanche fosse un oggetto di scambio. Agnarr si sentì leggero, dopo essersi liberato di tale fardello” – singhiozza Idunn, rivelando un grande segreto a sua figlia.

“È assurdo. Cosa lo spaventava tanto da cancellare l’esistenza e il ricordo di quella neonata?”  - chiede Anna, colpita dal racconto.

“Qualcosa che spaventò anche me all’epoca ma che, contrariamente a lui, non rimosse i miei sentimenti verso la creatura che con sudore e sangue misi al mondo” – spiega la regina, asciugandosi le guance inumidite dalle lacrime.

“Avete mai saputo quale gente l’ha cresciuta?”

“Un uomo e una donna con un figlio di due anni. Non li ho mai visti in volto”

“Possibile che un padre possa arrivare a tanto? È un mostro, non un essere umano” – commenta Anna, delusa e disgustata dal genitore.

“Rifletti, tesoro. È esattamente quello che hai intenzione di fare tu con Sophie” – afferma Idunn, prendendo le mani della ragazza unendole alle sue.

La principessa si ammutolisce visto che sua madre ha decisamente ragione.

“I motivi saranno ovviamente diversi ma ciò che tu hai scelto e che a suo tempo scelse il re sono la stessa. Non trasformarti in una donna fredda e calcolatrice come Agnarr. Te ne prego, figlia mia! I problemi vanno affrontati e superati, con l’affetto e l’aiuto di chi ti è vicino. Non si può credere che togliere di mezzo il fardello sia l’unica soluzione. Finirebbe tutto in tragedia. Sophie si sentirà tradita e non vorrà più vederti. Ti odierà e presto il vostro legame diventerà mero ricordo, un ricordo che peserà sulla tua coscienza e che ti renderà difficile anche soltanto respirare. Fidati di me. Adesso andiamo da Lisa e riprendiamoci la nostra piccina” – Idunn le apre il cuore e la mette di fronte alle conseguenze di quella decisione.

Ciò colpisce Anna che inizia a capire di aver esagerato a chiudersi, allontanando il mondo da sé.

“Hai detto che anche suo padre è lì, giusto? Avrò l’onore di conoscerlo allora” – riprende l’adulta.

“Non credo sia il caso, madre. Andrò da sola”

“Non se ne parla. Io ti seguo, sappi che non ti libererai di me tanto facilmente” – aggiunge decisa la sovrana di Arendelle.

“Wow. Non ti ho mai visto così determinata” – commenta incredula la ragazza.

“Credevo di non esserlo. Invece ho capito di dover tirare fuori le unghie quando è necessario. Voglio ricostruire la mia famiglia e nessuno potrà impedirmelo.”

“Madre, siete una donna forte. L’ho sempre saputo e sono felice di vedervi combattiva” – si emoziona Anna, abbracciando la regina, la quale commuovendosi aggiunge – “Credevi di aver ereditato la caparbietà da tuo padre?! Sei esattamente come me, Annie”

Una volta fuori dal palazzo, le due si incamminano verso casa Brown.

“Manca ancora molto?” – chiede Idunn alla principessa.

“Voi e la vostra pigrizia…non cambierete mai, vero madre?” – la prende in giro la giovane.

Sembra che la tensione e la tristezza di poco prima siano svanite.

Una breve risata cambia finalmente l’umore di entrambe.

Camminano a lungo e a metà percorso Anna domanda – “Pensate che quella bambina ormai donna, sia da qualche parte? Magari qui ad Arendelle?” - ripropone il dibattito sulla sorella abbandonata.

“Tesoro, il re l’ha affidata a gente che abitava lontano da qui proprio per evitare di ritrovarla”

È terribile. Però sapete almeno il nome dei suoi genitori?”

“No, lui mi ha solo detto che erano brave persone”

“Accidenti” – esclama Anna, rabbuiandosi.

“Cosa c’è?” – si preoccupa la regina.

“Sono davvero sconvolta da quello che ho saputo. Possibile che io ho una sorella e che ignoravo la sua esistenza fino a poco fa? E per di più non ho indizi utili per ritrovarla”

“Vuoi seriamente cercarla? Lo faresti? Perché io non sogno altro da anni ormai…” – negli occhi di Idunn si accende un barlume di speranza.

A quanto pare anche Anna ha desiderio di trovare la parente sconosciuta.

“Certo che sì e non appena avrò sistemato la storia con Kristoff Bjorgman, ci metteremo sulle sue tracce” – le due si abbracciando dandosi forza a vicenda.

“Adesso sbrighiamoci. Manca poco. Non vedo l’ora di riabbracciare il mio tesoro”

Anna riprende il passo più spedita di prima.

Però qualcosa ha turbato la regina.

“Madre, tutto bene? come mai quella faccia?” – domanda la fanciulla, notando l’adulta indietro.

“Non so perché, ma quel cognome mi suona familiare” – riflette ad alta voce Idunn.

“Probabilmente perché Isabel, la nostra domestica più giovane, sposandosi con il papà di Sophie, è diventata Bjorgman” – ipotizza Anna, chiudendo rapidamente il discorso.

Infatti tale argomento incuriosisce la regina che nei restanti ultimi metri di distanza dalla meta vuole sapere tutto sulla vita e la figura del ragazzo che ha rapito il cuore di Anna.

Così la principessa le racconta per filo e per segno la sua prima ed unica esperienza con il vero amore.

“Penso che farti sposare Hans sia stato l’errore più grande della mia vita. Se tu mi avessi anche solo accennato di amare un altro, avrei agito io” – sostiene la sovrana di Arendelle.

“E come? mio padre vi teneva incatenata al suo volere. Perciò non sentitevi più in colpa. Da oggi le cose cambieranno”

Dopo tali parole, la conversazione si conclude.

 “Siamo arrivate” – afferma Anna, indicando la piccola abitazione.

“Erano anni che non venivo qui” – commenta, nostalgica, la signora del castello.

Si avvicinano ed è proprio la regnante a dare due colpi forti alla porta.

Attendono qualche minuto e finalmente sentono la voce di qualcuno all’interno che avanza verso l’uscio.

“Anna?!” – esclama sorpreso Samuel, trovando davanti i suoi occhi la persona che aveva scritto loro di non volersi far più vedere e, soprattutto, la ragazza che ha nascosto per cinque anni ai Bjorgman la parentela con Sophie.

L’uomo non sa se gioire rivedendola o rimproverarla aspramente.

“Possiamo entrare?” – domanda la fanciulla, timidamente.

“Chi è, cugino?” – chiede la sarta, avvicinandosi anche essa alla porta.

E vedendo Idunn assieme ad Anna sobbalza, incredula.

“Voi?” - esclama.

“Amica mia! Posso abbracciarti?” – la prega la regina, emozionata nel rivederla.

La Brown, commossa, annuisce e le due si stringono affettuosamente.

“Noi due dobbiamo parlare, cara la mia Anna” – aggiunge poi la sarta, con tono di rimprovero.

“Lo so. Quella lettera potete bruciarla. Spero non l’abbiate ancora letta davanti agli altri. Tantomeno in presenza della mia bambina” – è speranzosa Anna.

“Troppo tardi!” – si intromette Samuel, freddamente.

“Mi dispiace. Non dovevo. Credevo che la mia vita fosse finita e Sophie non poteva precipitare assieme a me. Meritava una stabilità affettiva. Soltanto voi potevate offrirgliela. Perciò ho pensato di…” – spiega la principessa.

Viene zittita dal capofamiglia dei Bjorgman – “Non vi rendete conto del casino fatto? Mio figlio adesso è là fuori, chissà dove, furibondo con chi le ha nascosto per anni un segreto enorme. Una figlia. Quella che credevamo una nobile ha dentro sé il nostro sangue. È una di noi, capite che shock? Io da quando l’ho saputo, questa mattina, non riesco a darmi pace. Come si fa ad essere tanto egoisti?”

“Adesso vi ordino di finirla, signore. State parlando ad una principessa e alla sovrana di Arendelle. Un po' di rispetto” – interviene Idunn, alzando la voce.

“Rispetto? Perché? Voi sapete cosa è?” – urla Samuel, accecato dalla rabbia.

“Calmatevi, per cortesia” – è Lisa a mettersi in mezzo per placare gli animi.

Fortunatamente a impedire una lite accesa, è l’arrivo di Elsa assieme a Sophie.

“Cosa è questo baccano?” – domanda la ragazza, intenta a sistemare alcune ceste di frutta sul tavolo della cucina.

“MAMMINA!” – grida la piccola, correndo incontro alla madre in lacrime, rivedendola dopo un lungo e difficile mese.

Si abbracciano e baciano. A loro si unisce anche Idunn che ripete più e più volte, alla nipote, quanto le vuole bene e quanto le è mancata.

“Da adesso in poi non ci separeremo più” – le promette Anna.

Elsa, osserva la scena poco distante e non può non chiedersi cosa ne penserà Kristoff vedendole sottratta per la seconda volta la sua unica bambina.

“Scusate, vorrei capirci di più. Mi sembra strano il vostro comportamento. Prima mandate un biglietto, date notizie sconvolgenti e dopodiché tornate sostenendo di portare via l’unica ragione di vita di mio fratello” – afferma Elsa, confusa.

“Hai ragione, solo che non posso perdere anche lei. Capisci?” – risponde la nobile fanciulla.

“No! Non capisco” – Samuel fa da spalla alla secondogenita, aggiungendo che è impensabile che loro ora vadano via con la nipotina.

“Siamo i regnanti di Arendelle e decidiamo noi se andare e con chi andare” – precisa Idunn.

“Ok, basta. Basta. Finiamola una volta per tutte. Se c’è qualcuno, qui, che ha diritto di esprimersi è Kristoff” – prende parola Lisa.

“Peccato che non sappiamo dove sia” – aggiunge il signor Bjorgman.

“Sarà rincasato. Conoscendolo si sarà serrato in casa, approfittando dell’assenza di Isabel che è al castello” – ipotizza Elsa.

“Allora bisogna andare da lui” – propone Idunn, avvicinandosi all’uscita.

“No! Voi non andate da nessuna parte. Sono io che devo affrontarlo” – la trattiene Anna.

Decisa, saluta sua figlia e le promette che sarebbe tornata al tramonto – “Ho tante cose da raccontarti, tesoro mio. Lo farò presto. Adesso, però, devo andare a risolvere una questione importante. Aspetterai qui con la nonna, va bene?” – le dà un ultimo bacio e corre via.

Stavolta non ha scuse né vie d’uscita.

Finalmente, sola con Kristoff, potrà spiegarsi e sistemare una volta per tutte la situazione.

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Capitolo 20
*** 20 Capitolo ***


Anna raggiunge la casa di Kristoff e Isabel, poco distante da quella di Lisa Brown.

Bussa alla porta più e più volte.

“Kris, sono io! Dobbiamo chiarire. Ti prego, apri!” – insiste non ricevendo purtroppo alcuna risposta.

Nonostante l’evidente assenza di Bjorgman, la principessa non vuole accettarlo.

“Non mi arrendo. Devo vederlo. Prima o poi dovrà uscire da lì. Lo aspetterò anche a costo di rimanere al freddo tutta la notte” – decisa ad incontrare il suo ex amante, Anna siede su un vecchio muretto e comincia a canticchiare, per ammazzare l’attesa.

Spera davvero di non dover indugiare a lungo. Però il tempo passa e di Kristoff non si vede neanche l’ombra. Il freddo inizia a raggelare l’aria e a indebolire la fanciulla.

Determinata a non mollare, si riavvicina alla porta e bussa, una, due, tre volte… lo chiama, lo supplica.

“Dove sarà?” – si demoralizza, immaginando e temendo il peggio. Possibile che nell’arco di una giornata non si sia fatto vivo?

“Kris, se sei lì dentro, sappi che non potrai nasconderti a vita. Io tornerò qui ogni giorno, fino a quando non ti vedrò e potrò spiegarti ogni cosa” – la temperatura climatica la costringe a rincasare.

Con il capo basso e le lacrime agli occhi, la principessa riprende il tragitto verso l’abitazione di Lisa, dove ha lasciato temporaneamente sua madre e sua figlia.

E’ allora che si trova di fronte qualcuno. Peccato che non sia quella che Anna cerca.

“Signorina! Siete voi? Cosa ci fate qui? ” – le chiede Isabel, incappucciata e tremante per via del clima.

“Isa…ehm… hai già terminato i servizi a palazzo?” – domanda Anna, cambiando argomento. Ora non sa proprio come spiegarle le ragioni che l’hanno condotta fino a casa sua.

“Si. Anzi a dirvi la verità, il re vi cercava e ha iniziato a pensare che sia voi e la regina foste scappate” – le confida la domestica.

“Accidenti! È tardi, è vero! Scappo... a domani” – senza aggiungere altro, corre via, evitando le ulteriori domande della lavoratrice.

Raggiunta l’abitazione della sarta, viene immediatamente accolta dall’abbraccio di Sophie.

“Mammina, sei ghiacciata” – le fa notare la piccina.

“Si, adesso torniamo a palazzo e ci mettiamo nel nostro lettone caldissimo” – le sussurra dandole dei bacini sulle guance.

Anna avanza verso la cucina e lì trova la famiglia Bjorgman intenta a discutere ancora con Idunn.

“Tesoro, eccoti, finalmente. Allora? Come è andata?” – le domanda la donna.

“Niente di fatto. Non l’ho trovato” – comunica, delusa, la fanciulla. Poi aggiunge - “Adesso è meglio tornare al castello. Il re è in pena” – sostiene la principessa, rivolgendosi alla madre.

“Assolutamente. Sarà felicissimo di riabbracciare la nipotina” – aggiunge Idunn, sorridente.

Mentre le tre si dirigono verso l’uscita, Sophie saluta i presenti, ormai suoi amici, che l’hanno amata e tutelata in quel mese lontana da casa.

Elsa la osserva e sente una stretta al cuore. Difficile separarsi da chi si ama e ormai quella piccina le è entrata dentro. Cerca di trattenere le lacrime, ma dire addio a quella che ha scoperto essere sua nipote le frantuma l’anima.

Anche Clarissa non riesce a fare a meno di piangere, stretta alla cugina.

Samuel, invece, preferisce attaccare di nuovo duramente le due nobili ricordando loro il suo ruolo di nonno.

“Non avete diritto di portarcela via. Siamo anche noi la sua famiglia”

“Ancora? Credevo avessimo chiarito questo particolare. Sophie verrà sempre a trovarvi. La porteremo noi in questa casa, però adesso è bene che torni alla vita di prima!” – insiste Idunn.

La bambina ignara della verità, spontaneamente corre incontro al signor Bjorgman.

“Ci vediamo domani. Promesso” – gli sorride.

Samuel, commosso, la solleva da terra e la stringe a sé.

“Saremo sempre al tuo fianco, piccina nostra. Non dimenticarlo mai”

Sono sull’uscio pronte per andare via quando Elsa le segue per salutarle a modo suo.

“Tesoro, questo è per te” – così dicendo, la giovane realizza con la sua magia, un pupazzo di neve sotto gli occhi di tutti.

Anna sobbalza spaventata e osserva stupita la ragazza di ghiaccio.

Una cosa simile non sapeva esistesse.

“Co..co..come sei riuscita a…?” – inizia a balbettare.

Sophie invece è al corrente e ringrazia la zia, gettandosi tra le sue braccia.

“Lo chiamerò Olaf e verrò a giocare con lui tutti i giorni” – sostiene la bambina, baciando teneramente la Bjorgman.

Ciò accade sotto lo sguardo pietrificato di Idunn, la quale conosce quel potere e sa che non è comune tra gli esseri umani. Da quelle parti nessuno ne dispone. Nessuno eccetto una persona che venti anni prima fu allontanata da Arendelle.

“Posso sapere come ti chiami?” – le domanda allora, non essendone al corrente.

“Madre, ha appena usato la magia e a voi interessa sapere il suo nome?” – chiede confusa e scioccata Anna.

“E’ importante per me saperlo” – precisa la regina – “Ti prego, ragazza. Dimmelo” – la supplica.

E così riceve la notizia più sconvolgente della vita.

“Elsa!” – risponde la fanciulla.

Elsa… i poteri di ghiaccio…tutto torna.

“Non può essere” – esclama ad occhi sgranati la sovrana.

“Stai bene? Sei impallidita improvvisamente” – si preoccupa Lisa, poi ordina alla nipote – “Prendile dell’acqua, Elsa! Subito”

Approfittando del momento di assenza della giovane dai poteri magici, Idunn confessa alla figlia, sussurrandole all’orecchio, quanto appena scoperto – “Ho appena ritrovato la mia bambina scomparsa”

“Aspetta…che? E chi sarebbe?” – esclama perplessa Anna

“Elsa Bjorgman… è lei tua sorella”

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Capitolo 21
*** 21 Capitolo ***


Le due donne rimangono in silenzio con lo sguardo fisso su Elsa.

Gli occhi di Idunn parlano chiaro. Ha appena ritrovato una figlia creduta lontana, chissà dove.  

A sconvolgere più di ogni cosa, anche della realizzazione di un pupazzo di neve magico, è, per la principessa il fatto di averla da tempo vicina senza sapere chi fosse in realtà.

La studiano per bene immagazzinando ogni tipo di pensiero sulla fanciulla dai poteri di ghiaccio.

Ad irrompere tra le due è Clarissa, preoccupata della possibile reazione delle nobili di fronte alla magia di sua figlia.

 “Vi prego, maestà. Non fate del male ad Elsa. Non è pericolosa. Anzi. Mi stupisce che abbia usato i poteri di fronte a tutti voi. Le abbiamo sempre insegnato a tenerlo celato, a domarlo in ogni modo. Vi prometto che semmai dovesse usarlo ancora, andremo via da Arendelle e non ci vedrete mai più…”

“No, non potete andarvene!” – risponde subito Anna.

“Se è necessario lo faremo” – insiste la signora Bjorgman.

Pensare di dover perdere una seconda volta la sua adorata figlia, scuote Idunn che precisa – “Non serve scappare. Ammetto che potrà sembrare strano ma sapere che quella ragazza si chiama Elsa e controlla il ghiaccio, è stato importante per me e per dei sensi di colpa che mi covavano dentro da due decenni”

“Sensi di colpa? Non capisco” – è confusa la signora Bjorgman.

“Non importa. Le basti sapere che il suo segreto è al sicuro” – conclude Idunn, riuscendo a tranquillizzare Clarissa.

Mentre le due parlano, Anna, con il cuore in gola, si avvicina alla figlia e alla ritrovata parente. Cammina a passo lento mentre le osserva abbracciarsi e coccolarsi.

Posa gli occhi sul volto della sorella e nota delle somiglianze notevoli che la rendono ancora più convinta delle parole di sua madre.

“Principessa, venite a conoscere il nuovo amichetto di Sophie” – la chiama Elsa, non dando alcun peso alle possibili reazioni di gente che, fino a qualche attimo prima, era ignara della sua magia.

Anna si inginocchia davanti la bambina e il buffo pupazzo di neve.

“Co...come è possibile tutto ciò?!”  si domanda ad alta voce la nobile fanciulla.

A tale quesito risponde la popolana – “Ho voluto darle un motivo in più per venirmi a fare visita. Lì al castello, immagino, non ci siano bambini con cui giocare”

“Io intendevo…come è possibile che tu abbia un dono così raro e unico e l’abbia dovuto celare per anni. Come si può condannare una persona per la sua natura?” – sostiene Anna, ancora scioccata dalla crudeltà paterna nel dare via una neonata, sangue del suo sangue.

“Mi è stato sempre vietato, sin da bambina. Papà mi ripeteva che era per il mio bene e per quello di chi mi circondava. Così ho indossato dei guanti che sono diventati la mia protezione” – racconta, malinconica, la Bjorgman.

“Devi aver sofferto tanto, costretta a nascondere chi sei davvero” – riflette Anna.

“Non ho patito alcun dolore. Ho avuto una famiglia affettuosa e premurosa al mio fianco. Certo…mancava cibo a tavola, molto spesso. Però l’amore, quello vero e puro, era presente in ogni momento. Sono cresciuta imparando ad apprezzare le piccole cose e a rispettare il volere di chi mi ha messa al mondo” – afferma Elsa, con le lacrime agli occhi.

“Sei una persona splendida. Direi che la somiglianza fisica tra noi è evidente ma quella caratteriale non esiste” – commenta la principessa, spiazzando l’altra che esclama – “Somiglianza fisica? Magari è una sua impressione, signorina. Io e lei dopotutto non abbiamo legami. Come potremmo mai assomigliarci?”

Ed è allora che Anna inizia a piangere, non trattenendosi più.

Idunn vede la ragazza crollare e le corre subito incontro per evitare che, raccontando troppo, crei dei disastri.

 

 

“Ehm... è meglio tornare al castello o il re impazzirà non trovandoci. A presto allora”

Taglia corto e trascina figlia e nipote con sé.

Sapere di avere Elsa ad Arendelle e di poter instaurare un rapporto speciale senza doverle necessariamente raccontare chi è davvero, ha rafforzato Idunn che adesso sente di poter affrontare la vita con coraggio e grinta. Quelle che ha sempre avuto ma che ha represso per lasciare emergere gli altri, a suo discapito.

Percorrono rapide il tragitto che le separa da palazzo.

A parlare è soltanto la bambina, gioiosa di tornare a casa di nuovo, che racconta quanto di bello ha vissuto grazie alle premure di Elsa, Lisa, Clarissa e anche degli uomini della famiglia Bjorgman.

L’unica tristezza che manifesta quando raggiunge i cancelli di palazzo è legata alla scomparsa di Hans.

“Mammina, voglio un ricordino di papà” – le chiede, notando una statua in giardino, dedicata proprio al defunto principe.

Senza rendersene conto, Anna collega la figura di genitore non più a Westergard bensì a Kristoff e per questo esclama – “Cosa dici, tesoro? A cosa ti serve? Presto lo rivedrai”

Idunn sgrana gli occhi sentendo tali parole. La sovrana ha intuito, invece, che Sophie si riferisce all’uomo che l’ha cresciuta. Quindi la rimprovera, con tono scherzoso - “Cosa dici, figliola?”

“Mammina, perché dici le bugie? Tutti mi hanno raccontato che papino non c’è più. Perché ora dici che lo rivedrò?” – la piccina è confusa e anche spaventata.

“Ehm…io…scusami amore mio però…” – il richiamo materno e i dubbi della bambina, riportano Anna alla realtà, tanto che inizia a pensare – “Cosa ho detto?! Sto impazzendo”

“Nipotina mia, la tua mamma è stanca. Dice cose senza senso. Voleva intendere che lo rivedrai perché andremo assieme a portargli dei fiori dove giace il monumento in suo onore” – interviene la regina, riuscendo a convincere Sophie dello sbaglio non voluto della madre.

La prende in braccio e percorrono gli ultimi metri che le separano dal castello.

Anna rimane indietro di pochi passi e inizia a singhiozzare, riuscendo con un pianto liberatorio ad alleggerire un carico emotivo opprimente dovuto a quanto vissuto negli ultimi trenta giorni.

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“Eccovi, finalmente. Si può sapere che fine avete fatto?” – urla Agnarr, riconoscendo la consorte per i corridoi.

“Guarda chi è tornata a casa!” – risponde Idunn, mostrando all’uomo la creatura celata dal suo ingombrante gonnone.

“Sophie! Piccola…sei davvero tu?!” – l’espressione rabbiosa del re si ammorbidisce. Una luce particolare gli colora il viso e finalmente torna a sorridere come faceva un tempo.

Mai si sarebbe aspettato che riabbracciare sua nipote potesse dargli tanta gioia.

Inizialmente credeva addirittura fosse un problema averla al castello, in quanto avrebbe alleggerito il dolore di Anna, che invece andava patito come punizione.

I due si stringono forte e Idunn rimane sorpresa accorgendosi di alcune lacrime sulle guance del marito.

Anna dopo essersi sfogata, sola con se stessa, raggiunge i familiari.

“Figliola, guarda tuo padre. Sembra diverso, non trovi anche tu?” – le fa notare Idunn.

“Rimane sempre un uomo senza cuore” – commenta con disprezzo la principessa.

“Cosa dici? Se ti sentisse il re, sarebbe un problema” – la rimprovera la sovrana.

“Sai quanto mi importa” – replica la ragazza.

Con freddezza, separa nonno e nipote prendendo con sé Sophie.

“Buonanotte” – saluta trascinando la figlia nella camera.

“Anna è ogni giorno sempre più strana” – sottolinea Agnarr, osservando la giovane allontanarsi.

“Il dolore trasforma le persone. Maggiormente sono le menzogne e i segreti a fare più male di tutto” – sostiene Idunn.

“Cosa vuoi dire con questo?” – chiede confuso l’uomo.

“Nulla. Vado a letto” – si congeda anche la regnante, raggiungendo la sua stanza, con la speranza di prender sonno immediatamente, allietata dalla gioia di avere finalmente ritrovato l’amata figlia.

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Kristoff rientra nell’abitazione dei genitori al sorgere del sole.

“Eccoti, finalmente! Ma che fine hai fatto ieri? Sei sparito nel nulla” – esclama Clarissa, vedendo il figlio sull’uscio di casa.

“Ho pensato a lungo. Non capita tutti i giorni di scoprire di essere padre da cinque anni!” – commenta lui, afferrando una tazza di thè bollente dal tavolo.

“Come fai a bere così velocemente? Non ti ustioni la lingua e le labbra?” – lo rimprovera la madre, invitandolo a sedersi e a far colazione con calma.

Lui però la ignora e si dirige verso le stanze da letto.

“Dove è Sophie? In camera di mia sorella?” – domanda.

Lisa e Elsa sono le prime ad imbattersi in lui.

“Kris! Fratellone, dove eri finito?” – gli si getta al collo la ragazza.

“Vi racconto dopo. Ora voglio vedere la bambina. Dorme ancora?”  

Le due donne non riescono a dargli una risposta perché Kristoff spalanca la porta della camera di Elsa e trova tutto perfettamente in ordine.

“Non è qui! Dove ha dormito stanotte? Con te Lisa?” – chiede alla zia.

La sarta scuote la testa, dispiaciuta.

“Insomma…mi volete dire dove si trova?” – si altera lui.

“E’ con Anna” – a quel punto a rispondere è Clarissa stessa.

“Anna?! Ma lei aveva detto che non…”  - il giovane è scioccato e non comprende il comportamento della sua ex – “Come ho potuto innamorarmi di lei! E’ una pazza… prima mi tiene nascosta mia figlia, poi un giorno se ne esce con un bigliettino dove dice “Hey guarda comunque Sophie l’abbiamo concepita assieme” e poi cambia idea e se la porta via... di nuovo! No! Stavolta non le permetto di fare come le pare. Mi sentirà…a costo di andare a palazzo e strapparle via la bambina” – Kristoff non ragiona più.

Inutili i tentativi di trattenerlo in casa da parte delle tre donne presenti.

Bjorgman corre via diretto verso il castello con un unico obiettivo: prendersi ciò che gli appartiene. Per farlo fingerà di essersi recato lì per vedere Isabel.

Quale scusa migliore, altrimenti!

Poco dopo infatti…

Isa è in cucina, dedita alla preparazione del pranzo. Non si sente in piena forma da qualche tempo ormai e le sue colleghe le ricordano ogni volta di badare alla salute. Puntualmente la giovane risponde che il lavoro l’aiuta a non pensare alla sua situazione amorosa. Un marito sempre assente e che nutre nei suoi riguardi soltanto affetto.

Quella mattina riceve però una visita inaspettata che la elettrizza.

“Amore, che ci fai qui?” – domanda, dandogli un rapido bacio sulla guancia.

“Volevo vederti. Ieri sono stato fuori un’intera giornata.” – spiega, mentendo sul motivo che l’ha condotto al castello.

 “Già che ci sei, aiutami a portare questa roba sopra” – ordina Isabel, lasciando tra le possenti braccia del marito alcuni boccali di vino e un sacco colmo di tuberi.

“Vi fanno sgobbare come degli asini!” – sottolinea lui, notando i pesi notevoli da portare in spalla.

“Non ci lamentiamo. Noi donne sotto sotto siamo meno brontolone e svolgiamo senza sbuffare ciò che viene ordinato” – ridacchia, poi fa la linguaccia.

Raggiungono il piano superiore – “Grazie, tesoro. Puoi posare tutto qui. Per favore potresti riscendere e prendere i due vassoi in cucina? Io devo sistemare la camera della principessa e della bambina” – spiega Isabel.

“Ah si? Sophie è rientrata?” – lui finge di non sapere.

“Certo. Credevo lo sapessi. Ieri Anna e la regina sono andate a casa dei tuoi e l’hanno portata via”

Kristoff stringe i pugni per trattenere la rabbia, mentre sua moglie racconta i particolari del giorno precedente.

Per di più, la domestica si lascia sfuggire un particolare che l’ha colpita e che colpisce anche Bjorgman.

“Ieri ho trovato la signorina Anna vicino casa nostra. Non mi ha dato spiegazioni. Ha tagliato la corda senza dire nulla. Mi ha stupito questo comportamento. Non comprendo come mai fosse lì e cosa volesse da noi”

“Dici sul serio? Girovagava dalle nostre parti?”

“Si. Adesso però ti prego, fai ciò che ti ho chiesto. Io corro altrimenti riceverò il rimprovero del re” – Isabel si affretta e più veloce della luce raggiunge la stanza della nobile fanciulla.

Kristoff torna in cucina, schiavo dei suoi pensieri. Prende il pranzo e lo trasporta fino al salone. Posiziona i vassoi sul tavolo e si allontana. Continua ad avere in testa solo lei: Anna!

“Chi è lei? Cosa ci fa qui?” – gli chiede una voce alle sue spalle all’improvviso.

Il ragazzo si volta lentamente e si trova faccia a faccia con la principessa di Arendelle.

“Kris?! Sei tu?”

“Ciao Anna! Scommetto che non sei felice di rivedermi” – sostiene lui, rancoroso.

“Invece ti sbagli. Ieri ti ho cercato ma eri come sparito nel nulla”

“Affari miei. Dove ero non ti interessa”

“Lo so. Però vorrei parlare con te,meriti di sapere la verità”

“La verità? Dopo cinque anni vieni a parlarmi di verità?” – le tuona contro.

“Shhh abbassa la voce o ci sentirà mio padre”

“Non mi interessa. Adesso mi segui e mi racconti per filo e per segno perchè mi hai tenuto nascosto che Sophie è mia figlia. Mia figlia… sangue del mio sangue…”

In quel frangente un rumore assordante costringe i due a zittirsi.

I piatti di ceramica utilizzati dal re per il pranzo sono andati distrutti, in mille pezzi, ed ora riempiono gran parte del corridoio.

Anna spaventata lascia il salone per capire cosa è accaduto.

Ma quando nota a pochi passi da sé il disastro, si accorge che in piedi, con occhi sbarrati e mani tremanti, c’è qualcuno.

“Isabel!” – esclama scioccata.

“Oh mio Dio!” – Kristoff riconosce la moglie e le va incontro preoccupato.

Lo sguardo della domestica parla da solo.

“Cosa è questo casino?” – interviene Idunn accorsa dopo aver udito il fracasso.

“Madre, è stato un incidente. Nulla di grave” – risponde Anna, giustificando l’errore della cameriera.

Ed è a quel punto che Isa stessa sembra tornare alla realtà. Prende parola rivolgendosi direttamente al consorte.

“Tu e Anna… come hai potuto Kris? …sposarmi sapendo di amare un’altra! Ecco spiegato il tuo comportamento”

“Tesoro, ascolta. Posso spiegarti”

“No! Io e te abbiamo chiuso”

Volge le spalle ai presenti cercando di scappare via quando un capogiro improvviso le fa cedere le gambe.

“Chiama il medico di corte. Subito” – ordina Idunn alla figlia stessa.

“Prendila in braccio, Kristoff così la portiamo nella mia camera” – aggiunge poi, invitando Bjorgman a seguirla.

Stendono la ragazza sul letto e attendono.

“Ecco il dottore” – comunica Anna dopo un po', seguita dall’esperto che si accinge a visitare la paziente, chiudendosi con lei nella stanza.

Il tempo passa veloce quando l’uomo invita i reali e Kristoff stesso ad entrare.

“Cosa succede? È malata? Dimmi tutto Benjamin, ti prego” – si agita il giovane.

“No amico mio, anzi. Tua moglie ti darà un bambino, finalmente. Dopo anni di tentativi ce l’avete fatta” – si congratula l’uomo.

Isabel non parla. Accenna un sorriso e si accarezza il pancino ancora piatto.

La regina si congratula con entrambi, dando piena libertà alla domestica di tornare a casa e mettersi in pausa per i mesi seguenti.

Nessuno sembra accorgersi dello shock di Anna.

Adesso che stava per raccontargli tutto, sperando di poterlo amare di nuovo, può dichiarare chiusa una volta per tutte la loro relazione. Tra i due non potrà esserci mai più alcun sentimento.

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Capitolo 22
*** 22 Capitolo ***


Isabel viene portata a casa da Kristoff su ordine della regina. È questo il motivo che impedisce alla ex coppia di poter parlare una volta per tutte. Anna si chiude in camera in un profondo silenzio che preoccupa chi le è attorno. Sophie nota gli occhi spenti di sua madre e chiede perciò spiegazioni alla nonna.

“Può capitare ai grandi di sentirsi giù di morale, tesoro mio. Vedrai che le passerà. Adesso che sei tornata qui con noi, possiamo ravvivare il palazzo. Anzi, sai che ti dico? Sono settimane che ad Arendelle si respira solo amarezza. Ti va di rallegrare ogni stanza con fiocchi, candele…?” – propone Idunn alla bambina, spostando l’argomento su altro dandole modo di sorridere e di godere della sua età.

“Si, non vedo l’ora. Da quale ala del palazzo cominciamo?” – si elettrizza la principessina.

Le due finalmente si divertono insieme, come non fanno da troppo tempo.

Agnarr le osserva ridere di gusto e, stranamente, non ne è infastidito.

Evidentemente anche per un burbero come lui, va abbattuta la troppa desolazione causata sia dalle sue idee rigide che dalla successiva morte del genero.

Approfittando dell’abbellimento della sala del trono che vede Idunn e Sophie ancora più attive ed entusiaste, il re gli si avvicina e le stupisce proponendo – “Posso unirmi a voi?”

Così sotto lo sguardo scioccato e anche felice di sua moglie, Agnarr trascorre i primi momenti di serenità con sua nipote.

Non era mai accaduto in passato, neppure con Anna, che il sovrano scendesse dal suo trono per dedicarsi ad attività ludiche. Si tratta di un primo segnale positivo per Idunn che non esita a raccontarlo, in tarda serata, alla figlia.

Infatti la raggiunge in camera da letto e le rivela quanto accaduto quel pomeriggio.

“Penso sia un buon inizio per tuo padre. E’ sempre stato restio quando si trattava di giocare con te. Invece Sophie sembra averlo smosso, finalmente. Non pensi anche tu?”  

Anna però è di poche parole. Annuisce ma non ha ascoltato nulla di quello che le è stato appena detto.

La regina si accorge di ciò e per tale ragione le chiede – “Come mai sei così cupa? Tua figlia è a casa, il re sta cambiando, abbiamo addirittura ritrovato Elsa… penso sia una giornata da ricordare. Come mai sei tanto abbattuta?”

“Hai ragione, madre. È un momento unico che non va assolutamente dimenticato” – la principessa apre bocca, però il tono di voce è freddo e distaccato. Non trapela alcuna emozione e il suo volto rabbuiato ne è la prova.

“Figlia mia, stai soffrendo e si vede. Dimmi quale è il motivo?” – insiste la donna, prendendo le mani della ragazza, stringendole alle sue.

“Madre, non vi siete resa conto di quanto è accaduto questa mattina?”

“Non capisco. Spiegati. Forse non ho badato a qualcosa che ti ha ferita?” – è sempre più confusa Idunn. Mai si sarebbe immaginata che una gravidanza potesse recare tanto dolore.

“Lascia perdere. Mi passerà. È un momento così. Adesso chiama Sophie che è tardi, deve venire a dormire” – cambia discorso senza voler toccare direttamente l’argomento.

“Non tenermi all’oscuro ogni volta. Sono la tua mamma. Ti ho messa al mondo e voglio aiutarti. Ti prego” – la supplica la regina.

“Madre, basta. Sono stanca di dover dare sempre spiegazioni a tutti. Potrò essere triste perché ne ho voglia?” – si altera Anna.

“Sei libera di fare come ti senti, però è strano che tu abbia cambiato faccia in così poco tempo. Insomma… cosa penseresti se Sophie smettesse di ridere e si chiudesse in un silenzio perenne e ti tenesse segreto il motivo?” – a quel punto Idunn mette a confronto la situazione reale di Anna con una ipotetica che vede protagonista la principessina.

Infatti tale parallelismo spiazza la ragazza che non risponde.

“Allora? Dai, ho diritto di saperlo. Riguarda Elsa? è per lei che stai così male?” – insiste ancora la regnante.

“Volete la verità a tutti i costi, quindi! Ok, d’accordo. Sappiate che non dovrete fare nulla a mio favore. Le cose sono andate in un certo modo e così rimarranno. Chiaro?” -  è questa la premessa che Anna fa alla madre. Idunn annuisce e si prepara ad ascoltarla.

“La vita sa essere beffarda a volte. Ti dà, ti toglie, ti eleva, ti fa precipitare, insomma non è mai semplice per quanto cerchiamo noi di renderla tale. Mai avrei immaginato di poter vivere qualcosa di travolgente come l’amore. Sai quanto desiderassi il principe azzurro, pronto a portarmi via sul suo cavallo bianco, allontanandomi dal controllo del re. Ho avuto una batosta dietro l’altra. Ho perso la testa per un ragazzo, ma le imposizioni di corte mi hanno allontanata da lui. Ho sposato chi non amavo, sono rimasta incinta, ho vissuto anni qui e anni altrove, nella continua instabilità. L’avevo accettata ormai. Poi è accaduto quello che sappiamo tutti. Mio marito è morto e ho dovuto allontanare la persona che più amavo al mondo. Circostanze strane che hanno messo nuovamente al centro della mia attenzione Lui. Kristoff Bjorgman. Lo stesso ragazzo che anni prima mi toccò il cuore. Avevo delle speranze, dato che sono tuttora vedova. Chissà…magari lui non ama sua moglie e vuole vivere con me quel qualcosa che ci è sempre stato negato, ho pensato! Beh…mi sbagliavo. Mentre mi disperavo, avendogli recato del male, tenendogli nascosta Sophie, lui teneva fede alle promesse fatte in chiesa il giorno del si. Ad oggi mi sento sconfitta ancora una volta. Non posso più immaginare un futuro roseo al suo fianco. Kristoff diventerà padre. Lui e Isabel cresceranno il bambino insieme ed io non sarò il fardello che impedirà tale gioia” – lo strazio di Anna è evidente e percepibile dalla sua voce, dalle sue stesse parole.

Ciò commuove Idunn che non trattiene le lacrime.

Ma la ragazza dopo una pausa momentanea, dovuta ai singhiozzi ingestibili, riprende – “Per di più ho saputo di avere una sorella. Pensavo di essere sola. Quante notti da bambina avrei desiderato dormire accanto a qualcuno che mi proteggesse dai tuoni e dai fulmini. Stringevo quei pupazzi come fossero reali. Ma ero ignara che una parte di cuore, quello di Elsa, esisteva ed era lontana da me”

“Mi dispiace, tesoro mio. Non meritavi tutto questo dolore” – afferma Idunn, accarezzandole il viso.

“Capisci perché preferisco tacere? Non mi va che la sofferenza che nutro, colga anche voi. Soprattutto Sophie. Lei è una bambina e merita di ridere, giocare e divertirsi”
“Figlia mia, hai ragione. Però… non è comportandoti così che la renderai serena. Sarà sempre in pena per te vedendoti cupa e triste. Ha già perso Hans e ne soffre, anche se non lo mostra. Non allontanarti anche tu, non permettere che perda la sua mamma” – la supplica la regina.

Quel messaggio arriva forte al cuore di Anna che abbraccia la donna e le promette che avrebbe superato ogni malessere per il bene della piccina.

“Io sarò qui con te, sempre. Se hai voglia di sfogarti, anche nel cuore della notte, io ti ascolterò e ti aiuterò” – segue un dolce bacio di lei sulla fronte della ragazza.

“Adesso dormi, ne hai bisogno. Sophie arriverà a momenti. L’ho lasciata assieme al nonno in biblioteca” – così dicendo, la sovrana di Arendelle invita la figlia a coricarsi. Le rimbocca le coperte e le dà un altro bacio.

“Ti voglio bene, madre” – tali parole, sentite e sincere, spiazzano Idunn che le risponde – “Ti voglio bene anche io, tesoro mio. Non dimenticarlo mai”

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Kristoff e Isabel sono rincasati. Tra loro non c’è dialogo a causa di segreti che addolorano la giovane.

“Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo?” – chiede Bjorgman alla moglie, dando il via ad una conversazione.

“Perché non mi hai detto da subito quello che sentivi per Anna?” – la risposta della fanciulla è un’ulteriore domanda. L’argomento centrale è la principessa, ovviamente. Non capita tutti i giorni di scoprire che il proprio consorte ha avuto una tresca con una nobile e che l’ha messa addirittura incinta.

“Mi dispiace, Isa. Non era mia intenzione ferirti”

“Certo, come no! Hai superato ogni limite, Kristoff. Scommetto che mi hai sposata come rimpiazzo, vero?”

“No! Io nutro un sincero affetto per te” – si giustifica lui.

“Affetto! Peccato che io cercavo amore. Chi mi dice che durante l’intimità tu non immaginassi Anna al mio posto? Hai addirittura una figlia. Ti rendi conto? E quella principessa santarellina in realtà tradì il defunto principe e gli nascose che Sophie era tua”

“No, Hans ne era al corrente. Sapeva tutto ed accettò” – precisa Bjorgman.

“Poco cambia. Mi fate schifo lo stesso. Se i signori Westergard sapessero, se la bambina sapesse, se il re di Arendelle sapesse, finireste tutti e due nei guai” – Isabel è fuori di sé, tanto da pensare di punire i traditori raccontando la verità ai potenti.

“No, ti prego Isa. Fallo per nostro figlio”

“Certo, facile così, vero? Adesso sfrutti a tuo vantaggio il bambino in arrivo?”

“Non lo farei mai. Non sono così meschino”

“Invece sì che lo sei. E sai che ti dico? Io al palazzo non torno e tu non ti azzarderai ad avvicinarti ad Anna mai più. Altrimenti…” – lo minaccia lei.

“Io devo parlarle, devo sapere le sue ragioni. Non puoi impedirmi di vedere mia figlia” – tuona Kristoff, innervosendosi.

“Potevi pensarci prima. Scegli Kris, o me e il figlio che nascerà o Anna con i suoi doveri di corte ed una bambina che ignora la tua vera identità. Sappi che la decisione che prenderai avrà delle conseguenze. Quindi, valuta bene” – conclude per chiudersi in camera e dare sfogo alla sua rabbia in un lungo e lacerante pianto.

Il giovane Bjorgman è ad un bivio.  Sua moglie si è indurita dopo il colpo subìto ed è solo sua la responsabilità. E’ consapevole che Isabel userà la verità a suo vantaggio: semmai Kristoff scegliesse Anna, la domestica racconterebbe tutto al re e sarebbero guai seri. Se invece la decisione ricadesse su Isabel stessa, l’amore forte tra il popolano e la principessa finirebbe una volta per tutte.

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Capitolo 23
*** 23 Capitolo ***


“Allora? Non dici nulla?” – Isabel rompe il silenzio di Kristoff, insistendo sulla decisione da prendere.

“Ti rendi conto di ciò che mi stai chiedendo? Anzi, ciò che mi stai obbligando a scegliere” – replica lui.

“Guarda che nessuno ti forza a rimanere qui con me. Puoi sempre correre dietro le gonne di sua maestà e supplicarle di tornare ad essere il suo zerbino” – le battute di Isa sono pungenti e crudeli, dettate dalla rabbia e dalla delusione verso un marito bugiardo e insensibile.

“Non sono mai stato lo zerbino di Anna”

“Ah no? E come lo chiami uno che le permette di lasciare una figlia di cui eri all’oscuro, che le dà poi modo di riprendersela, senza imporre il proprio volere e i propri diritti di padre” – lo offende ancora e ancora, cercando di ferirlo come lui ha fatto con lei.

“Non sai cosa dici. Sei arrabbiata ed è l’ira a farti parlare in questo modo. Non ti ho mai vista così” – è sconvolto Kristoff.

“Ti correggo. Il problema non è che non mi hai mai vista in questo stato, ma che tu non mi abbia mai vista davvero. Ero invisibile. Quando ci siamo sposati abbiamo promesso di amarci e di esserci sempre l’uno per l’altra. Tu invece hai pensato a te stesso e oggi posso aggiungere che la tua testa era in fissa con una donna che non era tua moglie”

Tali accuse toccano profondamente Bjorgman, cosciente che ciò è vero.

“Adesso non parli più, eh? È la tua coscienza sporca ad impedirti di difenderti. Esigo da te che prendi una decisione, per una volta nella vita sii uomo. Comprenderai che la scelta che farai avrà delle ripercussioni. Sia che tu rimanga al mio fianco sia che vai da Anna” – ribadisce le minacce e pretende di sapere anche in tempi molto ristretti.  

In quel momento Kristoff annuncia – “Rimango qui”

Un sorriso soddisfatto disegna il viso di Isabel.

“Inutile che ti illudi. Crescerò il bambino ma non rinuncerò a Sophie. Non lo farò mai” – puntualizza lui, subito dopo.

“Fingi di essere stupido o lo sei davvero? Vuoi che ti rispieghi i patti?” – la giovane inizia ad innervosirsi.

“Voglio che Sophie sappia di me e possa venirmi a trovare quando vuole”

“Non se ne parla. Anna la voglio fuori dalle nostre vite” – tuona lei.

“Anna non interferirà nella nostra relazione. Lo prometto. A patto che tu…”

“Che io?” – chiede la fanciulla, intuendo già la richiesta del marito.

“Il re non deve sapere” – puntualizza Bjorgman.

La soddisfazione di vedere il consorte succube del suo volere, fa sorridere di gusto Isabel che decide di accettare.

“Nessuno saprà. Non rientra nei miei interessi dopotutto. Ovviamente se dovessi vedere te e la principessa assieme, sai cosa succederà” – precisando ciò, Isa si alza dal divano e fiera del coraggio avuto nell’affrontare il marito e a tenergli testa, si avvia verso l’uscita.

“Ora dove pensi di andare?” – domanda, confuso il ragazzo.

“Che domande fai, caro?! Dai tuoi. Presto diventeranno nonni, devono saperlo” – indossata la maschera di mogliettina docile, la giovane afferra la mano del coniuge.

Kristoff non apprezza il cambiamento radicale di Isabel però sa che è sua la colpa. Quindi con il capo basso e l’aria abbattuta si avvia verso casa Brown.

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Anna, nel frattempo, è sempre più decisa a dimenticare Kristoff per dedicarsi alla sua bambina.

“Sicura di volerle tenere segreta l’identità di suo padre?” – chiede Idunn alla figlia, durante la cena, approfittando dell’assenza del re e della nipote.

“Sono obbligata a farlo. Le rovinerei la vita e le uniche certezze che aveva crollerebbero sotto i suoi piedi. La devasterei, capisci?”

“Se lo scoprisse da un’altra persona, allora quello la ucciderebbe. Meglio essere chiari fin da subito, tesoro. Per esperienza personale, non lasciare che il tempo passi e che il peso dei segreti deteriori la tua coscienza” – la regina cerca di farla ragionare – “Sophie merita di sapere chi è davvero. Non permettere che la bambina cresca in un mondo che non è il suo, esattamente come è cresciuta Elsa”

“Elsa è stata abbandonata e ha avuto accanto gente che l’ha amata anche se non condividevano il sangue. Sophie invece ha me che l’ho messa al mondo, può bastarle la mia presenza in fondo.”

“La figura maschile è fondamentale per la sua crescita. Il nonno non può sostituire il padre” – sottolinea la donna. Poi aggiunge – “Hans è stata una copertura di breve durata, perché le bugie hanno le gambe corte. Sempre. Inutile cercare di nascondere qualcosa. Prima o poi tutto viene a galla. Fidati di me, dille la verità”

Il discorso delle due viene interrotto dall’arrivo di Agnarr e Sophie, mano nella mano, che ridono e scherzano.

Il sovrano si è molto ammorbidito. In soli due giorni, con il rientro della nipotina, il suo cuore di ghiaccio ha cominciato a sciogliersi.

“Non l’ho mai visto così” – commenta Anna, notando gli occhi dolci del re.

“Insieme sono meravigliosi. Non credevo che sentisse la mancanza di Sophie e che riaverla qui con noi lo aiutasse tanto” – riflette Idunn ad alta voce. Dopo qualche secondo di silenzio, la sovrana chiama in causa qualcun altro – “Anche gli altri suoi nonni sarebbero felici di giocare con lei”

“Madre” – la rimprovera la principessa, alzando gli occhi al cielo – “Basta, vi prego. Rispettate la mia decisione”

“Insisterò fino a quando non le racconterai tutto. Non mollerò la presa, sappilo” – le sussurra, spiazzandola e, in un certo modo, inquietandola.

Il discorso si chiude così, visto che Agnarr prende posto e invita le donne alla sua destra a fare lo stesso.

Anna è cosciente che Idunn ha ragione. Peccato che la sovrana pare non tenere in considerazione un particolare tutt’altro che irrilevante: Agnarr.

Come reagirebbe lui sapendo che sua nipote ha un padre non nobile che vive sulle montagne e che vende il pane in paese? Cosa farebbe se venisse a conoscenza dei comportamenti di sua figlia, che si è concessa ad un uomo la notte prima delle nozze?

Proprio ora che sembra un’altra persona , raccontargli il fatto significherebbe lasciare riemergere l’austero e freddo re di sempre.

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“Incinta? Ma dici sul serio?” – esclama sorpresa Clarissa, appena udita la novità dalla bocca della nuora.

“Finalmente avrete il nipote che attendevate con ansia” – aggiunge la ragazza, abbracciando la suocera, commossa.

Anche Samuel è emozionato e non contiene la gioia, immaginando un bebè con il suo cognome, pronto a cambiargli l’intera esistenza.

“Potrete crescerlo ed amarlo, esattamente come meritate, essendo i suoi nonni” – precisa Isabel, riferendosi chiaramente alle mancanze, volute da Anna, nel rapporto tra i Bjorgman e Sophie.

La gioia scaturita da quella bella notizia cancella tutta l’amarezza e le delusioni accumulate e i genitori di Kristoff sembrano quasi rinascere. Anche il loro primogenito apparentemente si mostra sereno.

L’unica a sembrare strana è Elsa. La giovane dopo le congratulazioni date al fratello e alla cognata, si allontana. Sente che si aggiunge l’ennesimo membro in casa, l’ennesimo che si differenzia da lei. L’ennesimo “normale”.

Esce di casa avvicinandosi alla creatura magica da lei stessa creata.

“Ciao Elsa. Qualcosa non va?” – le domanda il pupazzo di neve.

L’interesse che un esserino non umano nutre nei suoi confronti, intenerisce la ragazza che risponde – “Non ho mai avuto un amico con cui confidarmi. Ho celato le mie insicurezze e tristezze perché temevo che i miei genitori potessero sentirsene responsabili”

“Responsabili? E perché pensavi questo?” – si chiede, confuso Olaf.

“Nascere con dei poteri come i miei, mi rende diversa da loro. Inconsciamente ho sempre creduto di appartenere ad un altro mondo. Uno ben distante da questo che oggi vivo” – rivela lei.

“Credi che Samuel e Clarissa non siano la tua famiglia?”

“So di avergli dato tante preoccupazioni con il mio “fare magico”. Per questo tante volte avrei desiderato fuggire via e andarmene lontano. Ho accettato questa vita che amo ugualmente, ma che non sento appartenermi del tutto”

“Queste riflessioni sono molto profonde, Elsa! Io sono contento che tu possa sentirti libera con me di parlarne. Però…” – poi esita.

“Però?” – domanda la fanciulla.

“Esiste una ragione interiore che ti spinge a credere di non essere una Bjorgman”

“Ma io sono un Bjorgman” – precisa Elsa.

“Ehm…allora mi sono perso nel tuo discorso, amica mia” – esclama confuso il pupazzo di neve – “Hai appena detto che non ti senti una di loro. Cosa volevi insinuare?”

La giovane apre definitivamente il suo cuore ad Olaf.

“Io li adoro e farei ogni cosa per mamma, papà e Kristoff. Se non fosse per loro a quest’ora chissà dove sarei. Chi avrebbe mai cresciuto una bambina con un potere magico come il mio?! Nessuno…”

“Nessuno, eccetto i Bjorgman” – precisa la creatura magica, commossa dal pensiero speciale rivolto dalla fanciulla ai suoi genitori.

“Esatto. Però una vocina dentro di me, in questi anni, mi ha sempre ricordato che io essendo come sono, non potrei mai essere frutto del loro sangue. Molte domande mi hanno tormentata e tante volte ho sentito la gente bisbigliare alle mie spalle, quando da piccina andavo al mercato a comprare la frutta. C’era sempre quel qualcuno pronto a spettegolare sul fatto che mi avessero trovata in un cesto, al fiume, per poi crescermi come figlia loro” – tale racconto lascia riemergere ferite che Elsa ha nascosto per ben venti anni.

Olaf non trattiene il pianto e alcune sue lacrime gli sciolgono il viso.

La ragazza interviene sistemando il pupazzo con un solo schiocco di dita.

“Grazie” – la ringrazia Olaf, rimettendo a posto i suoi pezzi.

Poi viene ripreso il discorso.

“Non puoi credere alla malvagità della gente” – la consola l’esserino di neve.

“Lo so. Però una bambina di sei anni interiorizza certe cose e ne diventa succube. Ho cercato di cancellare dalla mia mente queste idee assurde. Ma…”
“Ma? Elsa…non vuoi mica dirmi che pensi che ti abbiano davvero trovata per caso?” – esclama sorpreso Olaf.

Il silenzio della ragazza è la risposta a tale domanda.

Sì, lei crede effettivamente ciò.

Inizia a piangere, confortata dall’amico magico, ignara che qualcuno la sta osservando da lontano.

“Mi dispiace che tu debba sopportare i miei problemi” – si scusa Elsa.

“Io sono qui per te. Le tue mani mi hanno dato la vita ed io non posso che essertene grato”

“Io ti ho creato anche per mia nipote”

“Sophie. Lei è un angelo e devo dire che ti assomiglia molto” – nota il pupazzo.

“Dici sul serio? Io invece credo sia identica ad Anna” – aggiunge la Bjorgman.

In quel momento un flash le torna alla mente e la spiazza.

FLASHBACK

 “Co...come è possibile tutto ciò?!”  

 “Ho voluto darle un motivo in più per venirmi a fare visita. Lì al castello, immagino, non ci siano bambini con cui giocare”

“Io intendevo…come è possibile che tu abbia un dono così raro e unico e l’abbia dovuto celare per anni. Come si può condannare una persona per la sua natura?”

“Mi è stato sempre vietato, sin da bambina. Papà mi ripeteva che era per il mio bene e per quello di chi mi circondava. Così ho indossato dei guanti che sono diventati la mia protezione”

“Devi aver sofferto tanto, costretta a nascondere chi sei davvero”

“Non ho patito alcun dolore. Ho avuto una famiglia affettuosa e premurosa al mio fianco. Certo…mancava cibo a tavola, molto spesso. Però l’amore, quello vero e puro, era presente in ogni momento. Sono cresciuta imparando ad apprezzare le piccole cose e a rispettare il volere di chi mi ha messa al mondo”

“Sei una persona splendida. Direi che la somiglianza fisica tra noi è evidente ma quella caratteriale non esiste”

“Somiglianza fisica? Magari è una sua impressione, signorina. Io e lei dopotutto non abbiamo legami. Come potremmo mai assomigliarci?”

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Tali ricordi dell’ultima conversazione avuta con la principessa di Arendelle, confonde Elsa.

Eppure l’assurdità di tale idea la porta a scacciarla in meno di due secondi.

“Come mai quella faccia?” -  chiede Olaf.

“Nulla. Ho pensato ad una stupidaggine” – banalizza lei, poi si fa forza e si mette in piedi.

“Non vuoi raccontarmela?” -  domanda ancora il pupazzo, curioso.

“Non ne vale la pena. È un’idiozia che ti farebbe solo ridere” – aggiunge la fanciulla, sistemandosi la gonna prima di rincasare.

“Fammi ridere, allora. Dai,dimmelo” – insiste l’esserino magico.

E così la Bjorgman confida il suo folle pensiero – “Ho immaginato di essere, in qualche modo, imparentata con Anna di Arendelle. Assurdo, vero?” – così dicendo, lo saluta e torna in casa.

Olaf però è colpito da tale riflessione e decide di approfondire, da solo, e trovare la risposta utile alla sua dolce amica.

Però non è l’unico. Chi l’ha spiata da lontano inizia a temere per la serenità della ragazza.

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Capitolo 24
*** 24 Capitolo ***


Olaf decide di agire per trovare la serenità della dolce e triste Elsa. Si incammina verso il palazzo, non immaginando che, effettivamente, avrebbe attirato molto l’attenzione dei paesani. Non è normale vedere passeggiare per le strade di Arendelle un pupazzo di neve.

Lo spavento e le grida di chi lo incontra non blocca affatto l’omino magico, che ignora la gente, determinato a dare aiuto alla sua migliore amica.

Giunge rapido davanti il castello. Fortuna vuole che le guardie non notino la sua presenza, distratte da una paesana, intenta proprio a raccontare loro di aver visto un pupazzo camminare normalmente per le strade di Arendelle.

Olaf si intrufola dall’entrata secondaria, quella dalla quale entrano ed escono le domestiche.

“Accidenti” – esclama notando la bellezza e maestosità di quelle mura.

“Oh mio Dio! E tu cosa sei?” – grida una cameriera, svenendo pochi secondi dopo.

Olaf si avvicina a lei, preoccupato, però le urla della donna hanno già attirato l’attenzione di altre persone.

Molte lavoratrici si terrorizzano notano l’omino di neve parlare e muoversi come un essere umano.

Chi fugge in cerca d’aiuto, chi sviene come l’altra domestica e chi rimane immobile con delle pentole o degli utensili da cucina, usati per difesa.

“Sono confuso. Perché gridate tutte così?” – si chiede Olaf, stupito.

Dispiaciuto di essere stato accolto in tale maniera, riprende a camminare raggiungendo i corridoi.

Il caos ha già allarmato l’intero palazzo.

Ad accorgersi del pupazzo di neve è Idunn. La regina si stava recando in biblioteca quando nota Olaf aggirarsi nei corridoi.

“Cosa ci fai tu qui?” – gli corre incontro, stupita ed agitata – “Non dovresti essere nel castello. Se ti vedesse qualcuno…”
“Mi hanno visto già in molti. E stranamente hanno avuto tutti la stessa reazione” – commenta Olaf, dispiaciuto.

“Immagino” – aggiunge la sovrana, tirandolo a sé e chiudendosi dentro una delle sale da ricevimento.

“Posso sapere perché sei venuto fin qui? Se cerchi mia nipote, è alle prese con la sua lezione di pianoforte”

“Cosa è un pianoforte?” – domanda, curioso, l’amico magico.

“Ascolta… non ho tempo e modo per darti spiegazioni. Adesso devi nasconderti e quando sarà notte ti farò uscire senza che nessuno ti possa notare” – sostiene Idunn.

“Io sono venuto per una faccenda importante. Non andrò via fino a quando non potrò portare ad Elsa delle risposte” – spiega deciso, il pupazzo.

“Quali risposte? Cosa vuole sapere Elsa?” – sentire il nome della sua primogenita, attira l’attenzione e la curiosità della nobildonna.

“Signora, la mia amica ha dei dubbi. Pensa di non essere figlia dei Bjorgman per via dei suoi poteri magici”

“Oh! Davvero?” – aggiunge, la regina, colpita dalle riflessioni della ragazza.

“Già. Mi è sembrata davvero giù di morale per questo sono venuto a palazzo.”” – racconta Olaf.

“Come mai proprio adesso ha queste perplessità? Cosa è accaduto per farle pensare ciò?” – Idunn è in pena per Elsa e vuole maggiori informazioni circa il suo stato psicologico.

In quel momento, qualcuno bussa alla porta e costringe la regina a nascondere il pupazzo di neve sotto il tavolo.

“Sta buono lì. Non deve vederti nessuno, capito?” – ordina la donna ad Olaf.

A quel punto si avvia verso l’uscio e lo spalanca.

Di fronte a sé c’è Anna, seguita da un paio di domestiche.

“Tesoro, tutto bene? che succede?” – chiede, notando lo sguardo strano della figlia.

“Madre, ho sentito le nostre cameriere raccontare della presenza di un essere magico a palazzo” – racconta la principessa, per nulla sconvolta da tali dichiarazioni.

“Co…come? ma è assurdo! Non esiste la magia. Lo avranno sognato” – mente la sovrana, recitando in maniera pessima.

“Madre, sappiate che non siete brava a dire le bugie. Vi conosco bene. Strano che vi siate addirittura chiusa qui dentro. Non starete mica nascondendo qualcosa o qualcuno?” – domanda sospettosa Anna.

A quel punto, Idunn trascina la ragazza dentro e invita le due domestiche a riprendere le loro mansioni in tranquillità perché quanto visto è stato già sistemato.

“Si può sapere che succede qui? Ho creduto subito alle parole delle cameriere. Conosco i poteri di Elsa e non ci è voluto molto a capire che l’omino magico di cui si parla è Olaf”

Appena pronunciato quel nome, il pupazzo di neve esce dal suo nascondiglio e sorridente corre incontro alla principessa.

“Anna!” – urla felice lui.

“Shhhhh” – lo zittisce Idunn – “Ti avevo detto di rimanere lì”

Anna rimprovera la madre con lo sguardo. Si inginocchia all’altezza dell’amico magico e gli dice – “Sophie sarà felicissima di vederti. Anzi. Sai che ti dico? La sua lezione sta per terminare. Ti porterò da lei e potrete giocare assieme”

“NO!” – la blocca subito la sovrana.

“Perché?” – domandano in coro la fanciulla e l’omino magico.

“Se vi vedesse il re, sarebbe la fine”

“Sua maestà non ama i pupazzi di neve?” – chiede dispiaciuto Olaf.

“Sua maestà non deve sapere che la magia è tornata ad Arendelle” – precisa Idunn, alquanto tesa e spaventata dall’idea che suo marito possa sospettare che Elsa sia di nuovo un pericolo.

“Ma madre io…” – cerca di parlare, Anna.

“No, tesoro. Il re reagirebbe come reagì vent’anni fa. Non posso permetterlo. Non possiamo perderla di nuovo”

“Perché? Cosa è accaduto venti anni fa?” – domanda ancora Olaf.

“Nulla. Adesso tu rimarrai qui dentro e quando sarà ora di andare, ti porteremo fuori senza farti notare” – aggiunge la donna.

“Aspettate…non lasciatemi solo” – le supplica l’amico di neve.

“Porterò Sophie così avrai compagnia. Tranquillo” – lo conforta Anna, lo abbraccia teneramente e assieme alla regina lasciano la sala ricevimenti.

Questo non prima di chiudere a chiave e riporla in un posto sicuro.

“Madre, forse stiamo esagerando con la storia di Olaf. Papà verrà a saperlo comunque dalla servitù e che gli racconteremo?”

“Non crederà alle loro parole. Li considera ignoranti e penserà che la loro è solo follia” – sostiene Idunn, sperando che le cose vadano effettivamente come dice.

Olaf è in solitudine, annoiato e trepidante per l’incontro con la sua amichetta Sophie.

La sua pazienza però ha breve durata.

Servendosi del suo braccino di legno e di tanta abilità magica, Olaf riesce ad aprire la porta e a correre via.

Non sa dove andare precisamente. Entra in una stanza delle tante, stanco di vagare a vuoto.

È una camera dove nessuno sembra mettere piede da anni ed anni.

C’è polvere e quadri alle pareti coperte da panni e veli neri.

Olaf sobbalza quando nota quell’inquietante luogo.

Sta per andare via ma ecco che un particolare lo trattiene.

C’è una vecchia culla in fondo.

Il pupazzo gli va vicino. Posate dentro di essa ci sono delle pregiate e antiche lenzuola bianche.

“Forse sono di Anna” – pensa Olaf.

Ma la grande E cucita con perfezione ed estrema cura conferma il contrario.

“E? E come Elsa?” – riflette lui.

Basta poco per avere piena conferma.

Un paio di guanti dello stesso colore delle lenzuola, sono posati accanto al cuscino.

“Anche Elsa indossa sempre dei guanti bianchi. Questi si direbbe proprio che siano per un neonato. Magari erano suoi…magari Elsa è davvero una principessa…magari è davvero figlia dei sovrani di Arendelle”

Alcuni rumori, provenienti dall’esterno, costringono il pupazzo di neve a nascondersi.

La camera, da due decenni, abbandonata viene aperta da qualcuno.

Olaf prega di non essere scoperto da chi sta per entrare.

Si cela in un armadio e attende.

Il rumore di scarpe su un pavimento che scricchiola sono il segnale della presenza di una persona.

“Vieni fuori. So che sei entrato qui” – una voce maschile chiama Olaf.

“Chi è?” – chiede l’omino magico, incredulo e spaventato, uscendo dal nascondiglio e mostrandosi alla persona.

Questa è illuminata dalla luce della candela che ha in mano.

“Ops”- aggiunge il pupazzo, riconoscendo subito lo sconosciuto.

La corona che ha sul capo è chiaro segnale.

“Maestà…come sapevate che ero qui?”

“Sono o non sono il sovrano? Conosco ogni avvenimento che accade ad Arendelle. Il tuo arrivo ha spaventato il mio regno e tutta la mia servitù. Inutili i tentativi di mia moglie e mia figlia di nasconderti a me. Sapevo già della tua esistenza”

“Da..da..davvero?”

“Vi ho visti prima” – rivela lui.

“Chi? Dove? Quando?” – domanda confuso Olaf.

“Ho sentito la chiacchierata tra te e mia figlia, quando lei si è sfogata con te sulla sua vera identità”

“Eh? Io non ho parlato di questo con Anna. A mala pena ci siamo scambiati quattro parole” – esclama sempre più sconvolto l’omino magico.

“Infatti. Non mi riferivo ad Anna”

Tale affermazione spiazza il pupazzo di neve che sembra aver fatto centro.

Le sue idee sono realtà.

“Allora avevo ragione. Elsa Bjorgman non è chi crede di essere, vero?”

“Elsa è mia figlia. La mia primogenita. La bambina che è nata con una maledizione e che sono stato costretto ad allontanare per il bene di tutti”

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Capitolo 25
*** 25 Capitolo ***


40 anni prima…

 

“Sono nati due gemelli, vostra maestà” – annuncia una domestica al re di Rosetown.

L’uomo corre, raggiante, verso la camera della moglie, esausta dopo un lungo e doloroso parto.

“Elias, marito mio. Ti ho dato gli eredi che desideravi e uno dei due è maschio, il prossimo sovrano e sono sicura che sarà degno del trono” – sospira la donna, faticando a parlare a causa della debolezza.

“Sei stata bravissima, cara. So già che nome dare al bambino, mentre alla piccina penserai tu” – sostiene, commosso, l’uomo.

L’uomo è ignaro di un particolare che presto cambierà il suo umore.

Infatti è la regina Annabelle a rivelargli cosa ha appena scoperto.

“Spero non sarà un problema per te. E’ sempre nostra figlia. Non ha colpe se è nata così”

“Cosa vuoi dire? Non ti seguo. È malata?”
“No. È sanissima. Però…”
“Le manca qualche dito? Un lobo di orecchio? Ha un mento troppo pronunciato?”

“No, no”

“E allora? La bambina è perfetta per diventare principessa” – afferma, felice, Elias.

“La questione è complicata”

“Tesoro, basta. Sei stanca. Riposa. Io vado a fare la conoscenza dei gemelli. Immagino siano con le domestiche” – la zittisce con un bacio e si allontana.

Ed è allora che la sovrana gli racconta il fatto cruciale.

“La piccola è nata circondata da fiocchi di neve. La stessa che accerchiava quella donna nove mesi fa... ricordi?”

“Eh?” – esclama l’uomo, bloccandosi sull’uscio della porta.

“Hai capito bene, caro. Ha della magia dentro di sé”

“Non può essere. Non ci credo…” – le gambe di re Elias tremano e la sua mente lo riporta indietro nel tempo. Esattamente nove mesi prima, la coppia si è imbattuta in una persona incappucciata. Lei disse loro di avere dei conti in sospeso con Rosetown e con il sovrano precedente, ovvero il padre di Elias. Non si è potuta vendicare di lui ma vuole punire l’intero regno con una maledizione che si interromperà soltanto con la salita al trono di un re e una regina uniti dal sentimento dell’amore vero.

Le parole della straniera sono impresse nella mente dell’uomo.

“Tuo padre non sapeva cosa fosse l’amore. Aveva il ghiaccio nel cuore e voi, la sua discendenza, siete tutti uguali. Nessuno sa cosa è il sentimento reale. C’è sempre il protocollo che ha precedenza sulle emozioni. Stavolta non ve la caverete così. Fino a quando non salirà sul trono una coppia davvero innamorata, nessuno scamperà alla maledizione”

Una maledizione… già! Quella che ha colpito anche Elsa.

Niente matrimoni combinati o altro. Solo puro e forte amore. Ovviamente per le regole di corte ciò non è concepito e, il più delle volte, le nozze sono volute da genitori in cerca di alleanze strategiche.

“È stata quella donna a maledire la tua gravidanza. Questo potere sarà la rovina del mio mandato e la catastrofe di Rosetown. non possiamo permetterlo”

“Che intenzione hai?”

“Prima di dare l’annuncio al popolo della nascita dei gemelli, voglio cercare quella maledetta strega e costringerla a sistemare tutto”

“Aspetta. Cosa puoi fare tu solo contro una potente maga. Sarebbe un suicidio” – Annabelle cerca di farlo ragionare.

Inutile.

Per tutto il giorno e anche quello seguente e quello dopo ancora, il sovrano si mette alla ricerca della sconosciuta con scarsi risultati purtroppo. Così il rientro a palazzo lo pone di fronte ad una decisione. La più difficile della sua vita.

“Deve sparire. Non può rimanere qui” – comunica l’uomo alla regina.

“Cosa? Sei impazzito? È nostra figlia. Non possiamo disfarcene perché una pazza le ha dato dei poteri magici”

“Ti rendi conto che la magia sarà la nostra rovina? Agnarr diventerà re. Dovremo trovargli una giusta consorte fuori dai confini di Rosetown, per evitare la disgrazia di famiglia”

“E Cristel?” – domanda in lacrime la donna.

“Di Cristel non dovrà sapere mai nessuno. La porteremo da chi le insegnerà a controllarsi”
“Conosci qualcuno che può prendersi cura di lei?”

“Si. I trolls. Loro abitano in una zona nascosta, sulla montagna del Nord. Vedrai che lì sarà al sicuro.”

Furono solo parole… Cristel sparisce nel nulla e la sovrana, sofferente per il distacco dalla bambina, cade in depressione.

Presto si ammala e muore, lasciando il figlio Agnarr all’educazione del padre, re Elias.

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“La maledizione si è ripetuta con Elsa perché io e Idunn non siamo innamorati davvero. Il nostro è stato l’ennesimo matrimonio combinato e la bambina che abbiamo messo al mondo è stata colpita dalla stessa maledizione di sua zia Cristel. Mio padre credeva che sposandomi con una principessa di un altro regno, in qualche modo il pericolo lo avrei evitato. Si sbagliava di grosso.” – rivela Agnarr ad Olaf.

“Ma è assurdo. Che tristezza. Avete mai ritrovato vostra sorella?”

“Ho scoperto questa storia quando è nata la mia prima figlia. Mio padre mi raccontò il fatto, appena gli comunicai della magia di sua nipote. Peccato che sapendo della maledizione fui costretto anche io a dirle addio per evitare danni al mio regno”

“Avete preferito la corona alla neonata?” – esclama scioccato il pupazzo di neve.

“Si. Sono un mostro. Ho sofferto in silenzio per anni ed anni. Mia moglie si è allontanata da me e ora siamo sconosciuti. Sapere che è qui, ad Arendelle, ha toccato il mio cuore. Adesso la spio per vedere come è diventata. So che soffre per la sua natura e mi piacerebbe aiutarla a venirne fuori. Ciò è impossibile. È un destino ingiusto quello della nostra famiglia e sta pagando chi non ha alcuna colpa”

“Avete ragione, sire. Fortuna che Sophie non è nata da nozze combinate, altrimenti ora sarebbe un problema e la storia si sarebbe ripetuta per la terza volta”

Quell’affermazione spiazza Agnarr, convinto da sempre che il sentimento tra Anna e Hans fosse stato reale e quindi ciò scongiurò la magia.

“Il loro era vero amore, di certo!”  - commenta, sicuro di questo.

Tali parole scatenano la risata buffa di Olaf che ingenuamente aggiunge – “Anna ama solo Kristoff”

“Kristoff? chi è?”  - domanda, stranito, il sovrano.

“Il papà di Sophie. L’unico grande amore della principessa. La persona alla quale rinunciò per sposarsi con Westergard” – racconta il pupazzo di neve, con estrema naturalezza.

La sua ingenuità sta per smuovere una bomba a palazzo.

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“Non è neppure qui. Credevo di aver chiuso per bene la porta. Dove sarà finito?” – si allarma Idunn, in preda all’ansia per la sparizione di Olaf.

“Calma, madre. Sarà tornato a casa Bjorgman. Forse è sceso dalla finestra” – ipotizza Anna.

“E se lo avesse trovato tuo padre? Sarebbe un casino”
“Dovremmo trovare una buona scusa, in quel caso” – sostiene, agitata, la ragazza.

Ed ecco arrivare proprio l’omino magico.

“Aspetta…eccolo lì” – lo indica Anna, notandolo in fondo al corridoio.

Le due gli corrono incontro. Appena raggiunto, si accorgono che non è solo.

Qualche metro più dietro c’è proprio Agnarr.

Non sembra affatto sereno.

“Padre, co…co…cosa ci fate qui? non avevate un incontro nella sala del trono?” – domanda la principessa, tremante.

“Ho una faccenda più seria da trattare” – sostiene lui, incrociando le braccia al petto.

“Tipo?” – aggiunge la giovane.

“Voglio sapere, anzi, esigo sapere la verità su Kristoff Bjorgman. Ti sei davvero innamorata di un popolano?”

Istintivamente gli occhi di Anna si posano su Olaf, il quale è imbarazzato e dispiaciuto per la gaffe.

“Se non ti smonta Elsa, ti smonto io” – sussurra Idunn al pupazzo, furiosa con lui.

“Padre, ascoltate… è una storia lunga. Preferirei non parlarne più. Ho chiuso per sempre con quella persona”

“Eh no, mia cara. Non te la caverai così. Seguimi…” – mantenendosi fin troppo calmo, ordina alla secondogenita di recarsi con lui lì dove possono chiarire una volta per tutte.

Come avrà preso questa storia il re austero e fedele alle regole del protocollo?

Olaf ne ha combinata un’altra. E se, al contrario, parlare e rivelare il segreto di Anna fosse utile a tutti?

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Capitolo 26
*** 26 Capitolo ***


Anna ha celato per anni la sua relazione con Kristoff e la verità su Sophie per evitare le punizioni paterne. Sulla sua pelle ha compreso quanto le bugie e i segreti hanno breve durata. Adesso che re Agnarr è al corrente di ogni cosa, la principessa è pronta ad ogni tipo di rimprovero o pena. Ha tradito la fiducia del sovrano e immagina già la reazione che avrà.

I due si chiudono nella sala del trono, impedendo sia ad Idunn che ad Olaf di entrare.

“Mia signora, origliare non è consono al vostro titolo” – sottolinea il pupazzo, notando la donna che ascolta di nascosto.

“Shh, zitto. Se mia figlia adesso verrà punita, la colpa è soltanto tua” – lo ammutolisce lei.

Olaf, seppure non comprende il motivo della sua responsabilità, si tappa la bocca e siede a terra.

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“Hai avuto una figlia con un ragazzo del popolo che avevi incontrato da poco…per di più ti sei concessa a lui la notte precedente le tue nozze!? Sono sconcertato, Anna. Sapevo fossi incosciente, ma non fino a questo punto” – a parlare è il re.

“Padre, voi non capite. Io mi sono innamorata di Kristoff altrimenti mai, ripeto mai, avrei fatto ciò che ho fatto. È stato un colpo di fulmine” – spiega la fanciulla.

“Ma eri promessa sposa a Hans Westergard. Come hai potuto tradirlo così? Come hai potuto tradire noi? La tua famiglia” – aggiunge Agnarr, sconvolto.

“Mi dispiace. Al cuore non si comanda e io ho solo seguito ciò che lui mi chiedeva. Desideravo stare con Kristoff e l’ho fatto. Non ho considerato le probabili conseguenze di tali azioni. Mica pensavo di rimanere incinta…”

“Tipico di te. Non pensare a ciò che può comportare un tuo gesto. Ed io che credevo che le lezioni private con l’insegnante di corte fossero state utili alla tua crescita. A cosa pensavi mentre il signor Roberson ti spiegava da dove nascono i bambini?” – il rimprovero dell’uomo sfocia in argomenti extra. Infatti il sovrano non sa se ridere di quanto ha appena detto oppure se cambiare direttamente discorso.

Il silenzio che segue è un aiuto per entrambi, visto l’imbarazzo creatosi per via del tema “sesso”.

“Sentite, padre, avevo diciotto anni. Sono cresciuta da allora e mi sono presa le responsabilità che una futura regina deve assumersi per il bene del popolo” – riprende Anna poco dopo.

“Bene. Peccato che manchi il consorte che possa regnare assieme a te” – commenta, rigido, il re.

“Quindi come funziona? Mi troverete un altro pretendente?” – domanda lei, angosciata all’idea di un altro matrimonio combinato.

Lei vuole solo un uomo, dopotutto. Bjorgman. Purtroppo è impegnato e prossimo a diventare papà, perciò è impossibile realizzare questo sogno.

“No. Nessuno sposerà più qualcuno imposto dal volere altrui” – comunica Agnarr, spiazzando la principessa.

“Dite sul serio? Non mi state prendendo in giro?”

“Non sono un tipo che ama scherzare, Anna. Lo sai bene”

La ragazza è scioccata. Incredibile come il genitore sia cambiato radicalmente arrivando addirittura a mettere la parola fine alle imposizioni del protocollo.

Proprio lui che considerava tali regole fondamentali e incancellabili.

“Permettete se sono alquanto sorpresa sentendovi dire tali parole. Insomma…mi state dando la libertà di scegliere il mio compagno. Giusto?” – Anna con occhi lucidi e mani tramanti, data la troppa emozione nel sentirsi più libera, cerca ulteriori conferme a quanto appena udito.

“Ci sono momenti in cui bisogna riflettere bene su ciò che si è vissuto e su quanto il passato possa influenzare il nostro presente e specialmente il futuro. Se io e tua madre non ci fossimo sposati per volere degli altri, bensì per amore, a quest’ora avresti una sorella al tuo fianco, qualcuno da amare e dalla quale ricevere affetto. Probabilmente saresti rimasta comunque una casinista, mi avresti fatto impazzire allo stesso modo per via del tuo temperamento troppo acceso per gli standard di corte. Però, forse, chissà… anche io sarei stato diverso con te, con Idunn, con chi mi circondava e la nostra vita sarebbe stata differente” – riflette lui.

Poi apre la parentesi sulla primogenita abbandonata – “So che conosci la storia di Elsa. Separarmi da mia figlia mi ha chiuso in un dolore talmente profondo da impedirmi di voler più bene a qualcuno. Per di più ho iniziato ad emulare tuo nonno. Lui ha dato il via ad un destino avverso alla sua discendenza.”

“Cosa intendete dire? Vi riferite alla magia?” – chiede Anna, spaventata.

“Esatto. Ripenso a questa storia da tempo. Solo adesso mi rendo conto che la maledizione non ha affatto colpito Sophie, nonostante sia nipote di re Elias”

“Non vi seguo, padre. Di quale maledizione parlate?”

In quel momento Agnarr racconta il segreto di famiglia nei dettagli, così come gli fu rivelato tempo addietro.

“Avete una sorella anche voi? Possibile che non sappiate dove si trova? Non è reale che sia sparita nel nulla. Ha dei poteri, non può passare di certo inosservata”

“Elsa anche li possiede. Eppure sa celarli e domarli. Non credo che Cristel viva ad Arendelle o se è qui, avrà imparato a controllarsi”

“Avete detto che nonno Elias la portò dai trolls. Avete cercato lì?”

“Certo che sì. Tutto inutile” – risponde, malinconico, il sovrano.

“Accidenti! Se riuscissimo a ricongiungervi con lei, magari Elsa capirebbe le sue vere origini e tornerebbe a casa”

“Dubito, figliola, che ciò possa accadere” – commenta Agnarr.

“Olaf ci ha rivelato che Elsa ultimamente ha dei dubbi sulla sua parentela con i Bjorgman. Qualcosa dentro il suo cuore le dice che non è chi crede di essere”

Tali parole colpiscono l’uomo che sente la speranza riaccendersi.

“Dici davvero?”

“Certo. L’unico modo è trovare Cristel e riunire tutti i pezzi. La maledizione verrà sconfitta se l’amore tornerà a palazzo, giusto? E quale amore se non quello di un padre e una madre che si riuniscono ad una figlia può riportare ogni cosa alla normalità?”

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La teoria di Anna convince il re che accetta la sua idea. Decidono di mettersi sulle tracce di Cristel.

“Che significa che volete partire? Non se ne parla. Io vengo con voi” – afferma la regina, una volta al corrente dei piani.

“No, madre. Qualcuno deve rimanere a vegliare su Arendelle e su Sophie”

“Vuoi lasciarla per l’ennesima volta? Anna non so se la piccola la prenderà bene”

“Sophie ha un padre. Portatela da Kristoff” – sostiene la principessa.

“Ma come? avevi detto che volevi allontanarla per sempre da lui!”

“Ho capito che la famiglia è importante e che la mia bambina merita di avere accanto chi l’ha messa al mondo. Basta con i segreti. Stanotte le parlerò. Voglio che sia consapevole di quanto ha davanti. Poi sarà libera di decidere. È bene, però, che sappia tutto. Se vogliamo riportare amore e serenità tra queste mura, bisogna cominciare smantellando ogni bugia” – aggiunge determinata Anna.

Ebbene sì. È giunto per Sophie il momento di sapere qualcosa di molto importante.

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“Mammina, è vero che domani mattina partirai con il nonno?” – chiede Sophie ad Anna.

Le due sono a letto e la luna è alta in cielo da tempo ormai.

“Si, amore mio. Proprio di questo vorrei parlarti. Ascoltami bene, tesoro. Ciò che sto per rivelarti sarà doloroso ma è necessario che tu sappia. Spero non mi odierai”

“Non ti odierò mai. Ti voglio troppo bene per odiarti” – si accoccola sul petto della giovane e attende il racconto.

Con il cuore in gola, la principessa racconta ogni momento della sua vita. Partendo dal dolore per la freddezza del re nei suoi riguardi, alla libertà negata, al matrimonio forzato per poi giungere all’argomento scottante.

“Ti eri innamorata di Kristoff?” – esclama sorpresa la bambina.

“Già. Follemente. Era lui il mio principe. Anche se non possedeva castelli, cavalli, denaro…per me rappresentava l’amore vero, quello che è impossibile controllare e che quando arriva ti prende e non ti molla più”

“Wow” – esclama sognante Sophie. Poi realizza che il sentimento tra Anna e Kristoff era impossibile e le domanda – “Come potevi amare una persona e sposarti con papà?”

“L’ho sposato perché ci fu imposto dai nonni”

“Non gli volevi bene?” – chiede dispiaciuta Sophie.

“Si, tanto. Ma era affetto. Nient’altro.”

“La nonna mi ha detto che i bambini nascono solo se esiste l’amore e forse ho capito cosa stai per dirmi” – sostiene la piccola, con occhi colmi di lacrime. La sua estrema intelligenza è nota a palazzo e ora Anna ne ha avuta piena conferma. Altro che bambina precoce… è un genio!

“Nonna Idunn inventa tante favole, sai?” – commenta Anna. Se fosse stato un momento tranquillo, avrebbe addirittura riso delle storielle di Idunn.

Però quell’aiuto materno è fondamentale. Sophie arriva subito al nocciolo della questione.

“Hans non era il mio papà, vero?”

“No. Ti amava come fossi sua, però non avevate alcun legame di sangue”

“Ma…ma… io chi sono allora?” – si domanda, confusa, la piccina.

“Amore mio, sei la principessina di Arendelle. Sei mia figlia”

“Sono anche figlia di Kristoff. E se lui non mi vuole?”

“Tesoro, certo che ti vuole. Sa chi sei e spera che tu possa volergli bene come ne volevi a Hans”

“Io mi sono affezionata a lui quando vivevo lì” – rivela Sophie, asciugandosi le guance bagnate di lacrime.

“Potrai andare a trovalo e ogni volta che vorrai e zia Elsa sarà felicissima di poterti coccolare”
Sentire Anna chiamare Elsa “Zia” emoziona la bambina che inizia a vedere il lato positivo di tale rivelazione.

“Elsa è mia zia, allora!” – il sorriso della piccola tranquillizza la giovane mamma che annuisce e le dà un dolce bacio sulla fronte.

“Figlia mia, perdonami se ho celato la verità. Speravo di proteggerti e invece sbagliavo. I Bjorgman sono una famiglia ricca di valori e sentimenti. Puoi apprendere tanto da loro”

Dopo molti pianti e numerosi abbracci, le due si addormentano strette l’una all’altra.

Da quel momento in poi le loro vite sarebbero cambiate per sempre.

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Kristoff viene svegliato di soprassalto la mattina seguente.

“Apri tu. Io non mi sento molto bene” – gli sussurra Isabel, allettata per dei disturbi di gravidanza.

Stiracchiandosi e sbadigliando, Bjorgman va alla porta e la apre.

Davanti i suoi occhi ci sono Anna e Sophie.

“Kris, possiamo entrare?” – domanda la principessa.

“Ehm…” – il giovane non sa come comportarsi, data la promessa fatta a sua moglie.

“Chi è tesoro?” – a quel punto ad arrivare è proprio Isabel.

Riconosce immediatamente le due reali e si innervosisce.

“Amore, pensavo avessimo deciso di cancellarle dalle nostre vite, per il bene del bambino” – precisa Isa, incrociando le braccia al petto.

“Come prego? E chi sei tu per volere che Kristoff ci tenga lontane?” – si altera Anna.

“Calmatevi, per favore” – le zittisce il giovane.

“Kris… la piccola adesso sa la verità” – afferma Anna, ignorando le occhiatacce di Isabel e dando attenzioni esclusivamente al suo ex

“Come? davvero?” – esclama sorpreso e felice il ragazzo.

I suoi occhi si posano su Sophie che tiene con forza la mano della sua mamma.

“Allora? Ssi può sapere cosa volete da noi, vostra signoria?” – si intromette di nuovo la padrona di casa.

“Isa…per favore. Un po' di pazienza, torna a letto” – prende parola Bjorgman.

“La mia pazienza ha un limite e lo sai bene” – gli sussurra, minacciosa.

Lancia l’ennesimo sguardo fulmineo ad Anna e si allontana.

Non ha intenzione di rovinarsi la giornata per l’arrivo inaspettato e poco voluto delle due nobili.

A quel punto padre e figlia si trovano uno di fronte all’altra. Si osservano e un accenno di sorriso colora i volti di entrambi.

“Mi dai un abbraccio?” – chiede Kris, emozionato.

La bambina cerca subito l’approvazione materna, la quale non tarda ad arrivare.

In pochi attimi, la piccina è tra le braccia del suo papà.

La scema è commovente e le lacrime scendono veloci sulle guance di Anna.

“Non ci separeremo più. Promesso” – aggiunge il giovane.

“Immagino che tua moglie non vorrà avere Sophie tra i piedi. Io pensavo di lasciarla qui per qualche giorno. Sono in viaggio e non volevo lasciarla senza genitori” – precisa la principessa.

“Isabel mi ha imposto una scelta. Però sai che ti dico… facesse come vuole. Io non voglio commettere lo stesso errore di anni fa”

“Quale?” – domanda la ragazza.

“Perdere un pezzo del mio cuore” – risponde lui, incrociando lo sguardo della ex.

Si fissano per secondi interminabili. Se fossero stati da soli magari sarebbe accaduto qualcosa…eppure i vincoli che hanno li frenano per l’ennesima volta.

“Ehm…io devo andare” – Anna si appresta a chiudere la conversazione.

Riempie di baci la sua piccola e con un cenno di mano saluta Kristoff.

Adesso può ritenersi soddisfatta. Ha dato a Sophie la famiglia che merita.

Una famiglia non più soltanto nobile. Una famiglia che vive di sentimenti, quella dei Bjorgman.

Chissà se Isabel accetterà di essere stata ignorata dal marito nella decisione di accogliere la bambina nella loro dimora?

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Capitolo 27
*** 27 Capitolo ***


Isabel sente le voci di Kristoff e della bambina provenire dalla cucina e ha ormai chiaro che il marito non ha mantenuto la promessa. Ciò che la donna ignora è la confessione già avvenuta di Anna. Crede di potersi vendicare della principessa spiattellando la verità al re, mettendola così nei guai.

Convinta di questo, si reca a palazzo. Lo fa di nascosto, quando padre e figlia sono usciti insieme per recarsi a casa dei nonni.

Corre spedita verso il castello con la rabbia che le ribolle dentro e le lacrime che scivolano violente sul suo viso.

“Vorrei essere ricevuta dal re” – chiede ad una delle guardie.

“Mi dispiace, Isa. Il sovrano è partito assieme alla principessa. Sarà via a lungo da quanto ci ha detto” – risponde il soldato alla ex collega di lavoro. Dopotutto è impossibile non conoscersi, avendo prestato servizio a corte e avendo condiviso molto spesso i tavoli da pranzo della cucina.

“Accidenti” – esclama irata la giovane – “Me l’ha fatta sotto il naso quella riccona da strapazzo”

“Come dici?” – domanda l’uomo in divisa, confuso dalle parole di lei.

“Nulla. Ascolta Victor, posso almeno parlare con la regina?” – un’idea brillante le salta alla mente.

“Certo. Mando qualcuno ad annunciarti” – risponde, allontanandosi di qualche metro.

Una delle domestiche, intenta a raccogliere il bucato, qualche minuto dopo dà l’ok a Isabel per poter entrare.

“Va pure” – così dicendo la guardia torna al suo posto e saluta la conoscente.

La ragazza affretta il passo e si dirige verso l’ingresso.

“Isa! Che bello rivederti” – afferma, raggiante, la sovrana, riconoscendo l’ex dipendente nei corridoi.

“Maestà” – saluta l’altra, inchinandosi leggermente al cospetto della sua signora – “Vorrei scambiare quattro chiacchiere con voi, se non vi dispiace”

“Riguarda mia nipote, suppongo” – anticipa Idunn, spiazzando la giovane.

“Come fate a…?” 

“L’ho intuito vista la partenza di Anna e la temporanea sistemazione di Sophie a casa tua e di Kristoff” – spiega la donna.

“Ecco, appunto di questo vorrei parlarvi”

“Andiamo nella sala del trono. Lì non ci disturberà nessuno”

Una volta giunte a destinazione, sono sole e possono conversare.

“Allora, maestà, sono qui perché vorrei un aiuto. Si tratta del mio consorte… e di vostra nipote, la principessina!”

“EH?” – esclama sorpresa la sovrana.

“E’ necessario, per il bene di Sophie, che la teniate lontana il più possibile da quella persona!”
“Aspetta, aspetta, aspetta. Cosa intendi dire? Non sarai mica gelosa del loro rapporto?” – la interrompe Idunn, turbandosi.

“Immaginavo che sentirmi parlare in questo modo vi avrebbe indotto a pensare alla gelosia. Non mi volete credere perciò…perdonate, forse non dovevo venire qui. Dimenticate ciò che ho appena detto. Vi lascio ed evito altre figuracce” – Isabel si avvicina alla porta, speranzosa di essere fermata dalla regnante. E infatti è ciò che accade.

“No, non andartene. Voglio ascoltarti. Non puoi usare determinate affermazioni per poi chiudere, senza arrivare al punto”

“Credevo di farcela, ma sento una pressione tale che fa star male sia me che mio figlio. Tutto per colpa di Kristoff” – la fanciulla inizia a tremare, accarezzandosi il ventre, spaventando la regnante.

“Hai litigato con il tuo consorte? Calmati che mi preoccupa vederti in questo stato!” – la regina è confusa dal discorso della fanciulla e anche ansiosa per via delle sue parole.

“Fosse solo questo il problema. Ultimamente non si controlla…secondo voi la mia gravidanza è frutto di una notte d’amore? no! Vi sbagliate. Lui è cambiato ed è molto irascibile. Sono venuta qui, facendomi coraggio, per supplicarvi di tenere Sophie al sicuro”

“Cosa? No… non può essere. Forse esageri… Anna ha sempre descritto Kristoff con belle parole”

“Perché lei non lo conosce fino in fondo. Ragionate, maestà. Quanto tempo ha trascorso vostra figlia con mio marito? Poco! Non può sapere nel profondo che tipo di uomo è. Io lo so, invece. Sono cinque anni che sono la sua compagna, cinque anni che sopporto angherie, tradimenti e cattiverie”

“Santo cielo” – esclama, scioccata Idunn, costretta a sedersi per evitare uno svenimento.

Se ciò che sta udendo è reale, ha affidato la bambina ad un mostro!

“Siete ancora in tempo per salvare vostra nipote” – ripete Isabel, vogliosa di convincere la nobildonna di quello che dice.

Il silenzio della regina non è un segnale positivo, ma neppure negativo.

E quando Idunn chiede - “Come posso fare? Lei non si vorrà più separare dal padre. Devo trovare un modo per riprendermela”, Isa sente di aver vinto; è riuscita a rendere vera una storia totalmente finta.
“Sono felice che mi credete, maestà. Bisogna agire il prima possibile, per il bene di tutti, in primis quello di Sophie. Ha cinque anni e una vita davanti. Per me e mio figlio ci sono poche soluzioni. Invece la principessina può fuggire e dimenticarlo per sempre”

“Puoi dimostrare quanto hai appena detto?” – domanda Idunn, volendo avere piena conferma.

“Non vi basta lo stato di shock in cui sono? Per di più sono incinta. Ho dovuto abbandonare un lavoro che adoravo per volere di mio marito”

“Non avrà mica alzato le mani su di te, spero”

“Una volta…o due!”

“Oh mio Dio” – esclama scioccata la regina, afferrando, con violenza, il braccio della ex lavoratrice. Su di esso sono visibili alcuni lividi e un paio di graffi.

Osservandoli rimane pietrificata.

“Aiutatemi. Non posso più nasconderlo. Quel vile deve pagare per il male che sta facendo!” – Isabel scoppia a piangere e la sovrana istintivamente l’abbraccia, confortandola e cadendo nella trappola della docile e tormentata domestica. Peccato che sia solo apparenza.

“Si risolverà tutto. Adesso tu mi porti a casa tua e recupero mia nipote. Se davvero Kristoff Bjorgman agisce da bestia, avrà la punizione che merita”

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Nel frattempo…

“Che bello averti qui, Sophie! Sono felicissima” – afferma Elsa, felice come non lo è da tempo, rivedendo la nipote.

Olaf è lì quando la bambina arriva e l’accoglie allegramente.

Clarissa si commuove sentendosi chiamare nonna e lo stesso vale per Samuel, il quale inizia a studiare le somiglianze fisiche della piccina con il ramo della sua famiglia.

La felicità che si respira tra quelle mura coinvolge anche la sarta, Lisa. Dopotutto ha cresciuto Anna come fosse una figlia e vedere Sophie le rammenta il passato.

Kristoff azzarda addirittura a paragonare la piccola a sua zia.

“Più vi guardo più riconosco una somiglianza pazzesca. Dai, osservatevi allo specchio. Siete due gocce d’acqua” – afferma, rivolgendosi alla sorella che tiene in braccio la piccola.

“Sul serio?” – è la risposta entusiasta di Elsa.

Le affermazioni del giovane, però, lasciano i suoi genitori di sasso.

“Ehm…ma cosa dici?! È identica ad Anna, non pensi anche tu Samuel?” – si intromette Clarissa.

“Si si assolutamente” – risponde subito l’uomo.

L’argomento viene chiuso da Elsa stessa.

“Pensavo che per una volta qualcuno potesse avere dei tratti come i miei. Sai che bello, l’ho sempre sognato. Ovviamente mamma e papà hanno subito sottolineato l’impossibilità di ciò. Beh non vogliono avere una mia copia in casa. Altro che tragedia! Si vivrebbe l’inferno. Ma sapete che vi dico? Meglio così. Almeno è libera di fare e agire in libertà senza avere timore di scatenare una bufera di neve” – commenta la ragazza, amareggiata. Si allontana con il capo basso, chiudendosi in camera tra il dispiacere di tutti.

E a proposito di ghiaccio e magia…

“Eccoci, figliola. Siamo arrivati. Questa è la valle dei trolls” – comunica re Agnarr ad Anna.

“Ma qui non vedo nessuno, padre. Sicuro che sia davvero il posto giusto?”

In men che non si dica ecco enormi massi e rocce tramutarsi in omini buffi e piccini.

Alcuni iniziano a salutare allegramente il re, altri scrutano la principessa sospettosi sulla sua identità.

“Lei è mia figlia, Anna” – afferma Agnarr, presentando la fanciulla.

“Non si chiamava Elsa?” – chiede uno dei tanti.

“Sanno di mia sorella?” – domanda sconvolta la giovane.

“Ehm… già. Te lo racconto più tardi” – risponde il sovrano, poi va dritto al punto – “Vorrei sapere dove si trova Cristel. Vi prego aiutatemi”

“Perché ti interessa conoscerla solo ora?”

“Prima l’avete lasciata qui perché era d’intralcio e volevate fare lo stesso con Elsa”
“Ascoltate, sono pentito per aver agito come fece anni fa mio padre. Sono qui per questo. Ritrovare mia sorella per ricongiungermi anche alla mia primogenita. Loro hanno un dono in comune e trovandosi non si sentiranno più delle “diverse”. Capite che intendo?” – a quel punto re Agnarr si inginocchia e, con le lacrime agli occhi, li supplica.

I silenzi e il rifiuto della maggior parte dei trolls non scoraggia padre e figlia. I due insistono. Anche Anna si china, esattamente come il genitore.

“Vi prego, noi vogliamo solo riportare l’amore a palazzo. Per troppo tempo lì ha vissuto solo il gelo. Dateci questa opportunità” – interviene la ragazza.

Tutto inutile. I loro discorsi non smuovono affatto gli omini rocciosi.

“Andiamocene, Anna. Non ci aiuteranno mai” – si arrende l’uomo.

“Ma padre…”

“Niente ma. Dobbiamo vedercela da soli”

“Senza indizi, senza sapere neppure dove si trova. Come faremo? Vaghiamo a vuoto”

“Io posso darvi un piccolo indizio” – a prendere parola è uno dei trolls più anziano, sopraggiunto proprio allora.

“Vi ringrazio, diteci per favore…abbiamo poco tempo” – Anna si pone subito all’ascolto.

“Cristel non si fa chiamare più Cristel. Sono tantissimi anni che non abita qui, nella nostra valle”

“Dove vive?” – chiede, trepidante, il sovrano.

“Lei si nasconde bene tra gli umani, controllando la magia con facilità. Fate attenzione a chi vi è attorno. Posso solo dirvi che non si è allontanata dalle vostre terre d’origine”

“Quindi è ad Arendelle?” – chiede Anna.

“O a Rosetown” – ipotizza il re.

“Imparate a guardare le persone con il cuore. Agnarr, è la tua gemella che stai cercando. Chi meglio di te può riconoscerla, ritrovandosi dentro di lei. Buona fortuna amici miei.”

Così dicendo Granpapà, il troll più saggio e maturo, si congeda invitando i suoi simili a fare lo stesso.

“E adesso?” – domanda la ragazza al genitore, una volta da soli.

“Ci recheremo a Rosetown. Sarà questa la prima tappa”

“Speriamo di trovarla. Anche se ho il vago sospetto che Cristel sia vicina a noi più di quanto pensiamo”

Fiduciosi i due danno il via alle ricerche.

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“Nonna, cosa ci fai qui?” – domanda Sophie, vedendo Idunn entrare in casa.

È sera e infatti padre e figlia sono tornati nella loro abitazione.

Isabel è dietro la regina e osserva, soddisfatta, la scena.

“Vengo a riprendere la bambina” – prende per mano la piccola e la conduce all’esterno.

“Aspettate, dove andate? Non potete farlo. Anna l’ha affidata a me.  È mia figlia” – si altera Kristoff, afferrando la donna per un braccio nel tentativo di bloccarla.

Tale gesto viene mal interpretato da Idunn che reagisce.

“Non ti permettere più. Potrai alzare le mani su tua moglie ma non su di me”

“Cosa? Alzare le mani? Cosa state dicendo?” – esclama, scioccato, lui.

“Presto anche Isa ti abbandonerà e se avrà bisogno l’aiuterò io a liberarsi di chi le reca tanto male!” – così dicendo, chiude la conversazione. Trascina sua nipote che, nel frattempo, piange e urla il nome del padre.

“Tesoro tranquilla. Si sistemerà ogni cosa. Papà non ti lascerà.” -grida Kristoff alla piccina.

Ed una volta rimasti marito e moglie, Bjorgman posa lo sguardo sulla soddisfatta consorte.

“Cosa le hai raccontato? Quali menzogne hai inventato per portarla a credere che sono un violento?”

“Ti avevo avvisato, maritino.” – fiera di sé, Isabel mostra i lividi e i graffi.

“Non è opera mia e lo sai bene”

“Certo. Tu non faresti male ad una mosca. Ma a mali estremi, estremi rimedi”

In quel momento, Kris sente di aver fallito nella vita. Sposarsi con una donna per sostituirne un’altra…che assurdità!

Però ora come non mai ha un desiderio: quando Anna tornerà ad Arendelle, lascerà Isabel per sempre.

E Isa glielo permetterà? Bella domanda!

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Capitolo 28
*** 28 Capitolo ***


Kristoff litiga duramente con Isabel dopo le menzogne raccontate dalla donna alla regina di Arendelle.

Per tale motivo comunica alla moglie di lasciare la loro abitazione e tornare a vivere dai suoi.

“Sei un bambino, immaturo e sciocco. Devi prendere di petto la situazione, invece di correre subito da mammina e papino per nasconderti dalle tue responsabilità” – sono le ultime accuse che Isa lancia al consorte, prima che lui esce di casa sbattendo con forza la porta.

Si infischia delle cattiverie dette da Isabel e prosegue dritto per la sua strada.

Per smantellare la marea di bugie della coniuge, deve mettere Idunn di fronte alla realtà dei fatti.

“Ho bisogno che mi aiutate a liberarmi di Isabel” – spiega Kris ai parenti.

“Cosa dici, figliolo? È tua moglie. Perché vuoi questo?” – si preoccupa Clarissa.

“Lei è meschina. Non è l’angioletto che abbiamo conosciuto anni fa e che si è mostrata sempre dolce e premurosa nei nostri confronti. Credetemi se vi dico che è arrivata ad architettare un piano malefico per allontanarmi da Sophie” – rivela lui.

“Eh? No, dai. È uno scherzo. Smettila, non prenderci in giro Kris” – Elsa è perplessa e scioccata da quanto appena udito.

“E’ tutto vero. A quanto pare la gelosia deve averla accecata” – ipotizza il ragazzo.

“O forse sono state le tue bugie e il tuo amore nascosto ad averla trasformata” – riflette Lisa, giustificando le azioni di una giovane entratale nel cuore da cinque anni.

“Aprite gli occhi, dannazione! Lo volete capire che la gente cambia e a volte in peggio” – aggiunge Kristoff.

“D’accordo, se anche fosse così…come possiamo aiutarti? Mica abbiamo dei poteri magici che possano riportare Isabel alla “normalità” di un tempo” – sostiene Samuel.

“Bisogna convincere la regina che Isa le ha raccontato delle assurdità” – riprende Kris.

“Possiamo sapere cosa gli ha riferito di tanto grave?” – domanda Clarissa.

A quel punto il giovane Bjorgman racconta i particolari di quanto avvenuto poco prima e delle dicerie sul suo conto.

“Oh santo cielo! Io non ho cresciuto un figlio violento. È tutto falso, come ha potuto quella ragazza dire certe cose?! Accusare te di alzare le mani su una donna è inaccettabile” – la madre difende immediatamente il primogenito, scioccata dalle cattiverie messe in giro per denigrare il suo adorato Kristoff.

“Calmati cugina” – la abbraccia Lisa, scossa anche lei dal fatto.

“Deve essere impazzita. È irriconoscibile. Lei ti venera, come può parlare male di te, fratello?”

“Non mi importa, Elsa. Ora desidero riprendermi Sophie e riconquistare la fiducia della sovrana” – risponde il giovane, deciso come mai prima.

“Ok, però come si fa a convincere la signora? È la nostra parola contro quella di una persona che mostra lividi e graffi sul corpo” – Clarissa è davvero spaventata e tesa come una corda di violino.

“Forse io ho un’idea” – si intromette Lisa.

“Quale? Dicci tutto, cugina”

“Io conosco Idunn da tanto tempo. Si può dire che ho cresciuto Anna assieme a lei. Potrei intercedere a favore di Kristoff.” – propone la Brown.

“Ottima idea, zia” – un sorriso si accende sul viso di Bjorgman.

Elsa, però, è silenziosa e si tiene in disparte. Ad accorgersene è la sarta che le si avvicina e domanda – “Cosa ti turba, tesoro?”

“Sophie” – risponde la ragazza, preoccupata per la nipote – “Tutte queste novità l’avranno scossa oltremodo. Poi è talmente piccina da assimilare il dolore con facilità. Ciò potrebbe nuocerle anche in futuro”

“Hai ragione. Bisogna tutelarla. La tua presenza potrebbe esserle utile,sai?” – sostiene l’adulta.

“Io? come potrei? Sono solo un intralcio. Rischierei di creare pasticci per via del mio potere” – sospira, tristemente, Elsa.

“Non devi mai, ripeto mai, sentirti un pericolo. Ciò che possiedi è un dono. È quello a renderti speciale, tesoro. Vai di questa “debolezza” la tua forza e tutto andrà alla grande. Fidati di me” – così dicendo, Lisa la abbraccia forte.

L’affetto della sarta tocca il cuore della fanciulla che le propone - “Potrei venire a palazzo con te?”  

Ciò sorprende ed entusiasma la Brown che ovviamente accetta.

Le due però non andranno da sole.

Olaf, infatti, rimasto affianco alla sua amica magica, ha ascoltato la richiesta di Elsa e si è aggregato.

“Manca anche a te la bambina?” – domanda intenerita Lisa, durante il tragitto casa- castello.

“Si e poi vorrei che Elsa ammirasse le bellezze di quel posto. Ci sono tante cose interessanti che non può non vedere” – sostiene il pupazzo. Nella sua mente nevosa spicca un unico obiettivo.

Se Elsa si trovasse in quella famosa quanto oscurata camera all’interno della quale si celano i segreti di famiglia? Proprio la stanza dove si è trovato casualmente Olaf stesso, giorni addietro. 

Questo porterebbe alla risoluzione di un dilemma e ad una ritrovata serenità.

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“Forza, tesoro, è la tua pietanza preferita e Caroline l’ha preparata con tanto amore. Apri la bocca” – Idunn cerca di imboccare la nipote che, incupita, non parla né mangia più.

“Maestà, se la principessina continuerà così, rischierà di ammalarsi” – afferma, preoccupata, la domestica.

“Non posso permettere che vinca con i suoi capricci” – replica la sovrana, insistendo ancora e ancora.

Sophie è davvero ingestibile; non si è mai comportata così e questo spaventa Idunn.

Sconfitta, la regina accompagna la bambina in camera.

“Rimarrai qui fino all’ora di cena. Se avrai appetito, ti farò portare qualcosa per spuntino. Adesso però è bene che mi ascolti” – siede sul letto ed invita la nipote a prendere posto accanto a lei.

“Piccina mia, la tua mamma ti ha affidato a me ed io ho l’obbligo di proteggerti da ogni forma di pericolo” – precisa.

“Papà non è un pericolo” – Sophie riprende finalmente parola. Lo fa per difendere il genitore.

“Lui non è pronto a questo ruolo. Quando Anna rientrerà ad Arendelle vedrà come comportarsi. Ora che ci sono io, tu rimani qui”

“Uffa. Io voglio stare con lui, non qui” – grida in lacrime la bambina.

“Non urlare, non è da principesse comportarsi così. Non sei stata educata ai capricci” – la rimprovera l’adulta.

Dispiaciuta e ferita, Sophie corre via, lasciando la nonna sola sul letto.

“Dove stai andando? Torna qui” – la richiama.

Più quella piccola cresce, più somiglia ad Anna.

“Accidenti! E’ l’esatta copia di sua madre” – commenta Idunn, scuotendo il capo.

Ed è allora che Sophie fa un incontro nei corridoi.

“Zia, Olaf, Lisa! Cosa ci fate qui?” – corre loro incontro, gettandosi tra le braccia di Elsa.

La loro presenza le restituisce la sicurezza e l’allegria.

“Torno a casa con voi. Non voglio rimanere qui” – li supplica di portarla via.

I tre, entrati dall’ingresso secondario, grazie all’amicizia della sarta con alcune domestiche, si sono imbattuti subito nella principessina. Questo ha reso difficile per Olaf condurre Elsa nella stanza contenente i segreti che potrebbero riguardarla.

“Voi? Come siete entrati nel mio castello?” – è la voce della regina che ha raggiunto il gruppetto.

“Maestà, scusateci volevamo parlarvi di qualcosa di importante. Riguarda Kristoff e Isabel” – spiega Lisa.

“Se vi ha mandato qui Bjorgman per farsi difendere, andate via” – chiude subito la conversazione, afferrando la mano della nipote con forza per trascinarla in camera.

“No, aspettate” – interviene Elsa.

La sovrana cerca di evitare lo sguardo della primogenita ma le risulta difficile quando Elsa stessa le si pone davanti, a pochi centimetri dal viso.

“Mio fratello è innocente. Isabel è solo accecata dalla gelosia. Ha inventato delle fandonie sul suo conto per portarvi dalla sua parte” – afferma convinta la giovane.

Idunn non risponde, si limita ad ascoltare e ad osservare la bellezza e la determinazione della fanciulla.

“Non rimanete in silenzio, vi prego. Vi conosco troppo bene, maestà. Adesso state pensando che noi lo copriamo per tutelarlo. Non è così. Siamo sincere. Non racconteremmo mai menzogne” – interviene la sarta.

“Ragionate, signora” – aggiunge Elsa – “La strategia di mia cognata era sbarazzarsi di Anna e di Sophie. Non vuole che siano a contatto con il marito visto il passato. Ha agito a suo vantaggio, volendo tagliare ogni tipo di rapporto tra Kristoff e la famiglia reale”

La teoria della giovane Bjorgman colpisce la regina che appare indecisa.

“Vi prego, non portateci via un pezzo di cuore” – la supplica Elsa, riferendosi alla nipotina.

Gli occhioni colmi di lacrime di Sophie, la tenacia della ragazza e di Lisa, finalmente convincono Idunn che conclude – “Vi concedo il beneficio del dubbio. Anzi. Avete due giorni per portarmi le prove o la verità palese. Sophie rimarrà con voi e se Kristoff sarà innocente come dite, potrà rimanere con voi quanto desidera. Nel caso contrario, vi consiglio di dimenticarvi della bambina”

Tale comunicato è rasserenante per Elsa che abbraccia forte a sé la nipote.

Lisa, felice, posa una mano sulla spalla della sovrana, vista la confidenza tra loro, e la ringrazia – “Non potevi prendere decisione migliore e noi, non solo ti daremo le prove che cerchi, ti renderemo cosciente della bontà d’animo di Kris e di quanto merita di avere la bambina con sé. Ha già perduto cinque anni della sua vita, non permetteremo che si ripeta la storia all’infinito”

“Hai ragione. Non si possono tenere separati troppo a lungo genitori e figli” – commenta Olaf, con chiaro riferimento all’allontanamento di Elsa dal palazzo.

Idunn lo fissa subito, sentendo i sensi di colpa tornare a dominarla.

Le lacrime le rigano il viso però la sovrana riesce a nascondere il suo dolore congedandosi immediatamente.

Prima di farlo, dà un dolce abbraccio alla principessina.

“Ti voglio bene, nonna” – le sussurra Sophie.

Prende per mano Elsa e Lisa e tutte e tre si incamminano verso l’uscita.

Il pupazzo di neve desidera ancora condurre la Bjorgman nella famosa camera.

“Ehm… Sophie, ti va di far vedere il castello a zia Elsa?” – propone Olaf alla piccina.

Lei, euforica, accetta immediatamente.

“No, tesoro. È tardi, un’altra volta magari” – risponde, imbarazzata, la giovane.

“Dai, veloci, andiamo” – inutile dirle di No. Sophie trascina le due donne con sé.

Olaf, elettrizzato, fa in modo di giungere a destinazione, dopo la perlustrazione dei primi due piani e delle sale enormi stracolme di lustro.

“Olaf, torna qui. Non possiamo mica entrare” - lo richiama la Brown, notandolo addentrarsi in una in particolare.

Troppo tardi. Elsa in primis varca l’uscio e si trova davanti allo stesso scenario a cui ha assistito l’omino di neve, giorni prima.

“Cosa è questo posto?” – domanda, turbata.

Lisa, rimasta qualche metro più indietro, avverte una strana sensazione.

“Non ti ricorda nulla questa camera?”- chiede Olaf all’amica.

Il silenzio della Bjorgman è un segnale positivo per l’esserino magico.

“Come mai sei voluto entrare qui?” – interviene la sarta, perplessa.

“Signora, credo di aver risolto il dilemma della vita di Elsa” – risponde, spiazzando Lisa.

“Che?!” – esclama confusa l’adulta.

E adesso? Elsa arriverà a conclusione? Capirà di avere il sangue blu? Si renderà conto che Anna è sua sorella e che i sovrani di Arendelle sono i suoi veri genitori?

Olaf ha combinato l’ennesimo guaio?

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Capitolo 29
*** 29 Capitolo ***


21 anni prima

 

“Ecco a voi la bambina. Abbiatene cura, mi raccomando” – a parlare è Agnarr.

È notte, una delle più fredde degli ultimi inverni, quando il sovrano di Arendelle si reca nella piccola dimora dei Bjorgman per dare loro Elsa.

“Sarà la figlia femmina che non abbiamo potuto avere. Vi assicuriamo che la proteggeremo e con lei il vostro segreto. Nessuno saprà che lei è sangue del vostro sangue. Tantomeno si verrà a sapere che ha dei poteri magici” – lo tranquillizza Clarissa, prendendo la pargola tra le braccia.

Nota subito dei guantini bianchi indossati dalla principessina.

“Quelli la tuteleranno. Fino a quando li avrà addosso, non fuoriuscirà dalle sue mani alcuna magia” – li tranquillizza il re.

“Maestà, il gelo di questa sera è opera sua?” – domanda Samuel, scioccato e preoccupato.

La non risposta del nobile è la conferma che scuote i coniugi.

Prima di andare via, Agnarr volge un ultimo sguardo alla figlia e le bacia la fronte.

“Addio, Elsa! Ti auguro tanta felicità assieme a persone umili e di gran cuore” – poi si rivolge ai coniugi – “Per qualsiasi cosa, non esitate a chiedere. A patto che tra due giorni andiate via da qui”

“Abbiamo un posto sicuro a Rosetown, signore. Domattina ci metteremo in viaggio” – spiega Samuel.

“Bene” – il re, abbattuto e distrutto dentro, dà una pacca sulla spalla al popolano, salutandolo amichevolmente.

Facendosi forza lascia l’abitazione e corre via.

È quella la notte più brutta della sua vita. Lo stesso vale per Idunn. La regina è a palazzo quando tutto ciò avviene.

Stringe tra le mani un bavaglino con incisa una E.

Piange disperata mentre le immagini di sua figlia le riempiono la mente.

È chiusa in camera ed è tarda notte quando il consorte rientra.

“Cara, sono tornato” – comunica lui, avanzando lento verso di lei.

“L’hai fatto davvero? Ti prego, dimmi che non hai avuto il coraggio e che adesso Elsa è nella sua culla”

“No, tesoro. Era giusto così. Avrà una vita più semplice, credimi”

“Cosa stai dicendo? Chi siamo noi per decidere cosa è giusto e cosa no!” – grida, disperata la donna.

“Ascoltami… domani darò al popolo la notizia della morte del nostro erede. È bene che nessuno sospetti dell’abbandono. Diremo loro che era un maschietto e che porta il nome di mio padre, Elias. Vorrei fossi preparata psicologicamente a quanto dovremo affrontare”

“Separarmi da mia figlia è stato il colpo più duro che mi sia stato mai inferto nella vita. Fingere che non sia mai esistita e che, al contrario, al suo posto, sia nato un maschio e che sia morto, credo sia bestiale. Come puoi chiedermi questo, Agnarr? Come hai potuto farlo?” – si sfoga la regina.

“Basta Idunn. Reagisci, sii forte. Le cose dovevano andare in tale modo. Non possiamo farci più niente” – anche l’uomo inizia ad innervosirsi e cambia tono.

“Lasciami sola” – sentendo il marito parlare così, Idunn decide di ignorarlo e preferisce rimanere in solitudine per imparare a convivere ed accettare una sofferenza che, è sicura, l’accompagnerà per sempre.

Da quel momento la camera della principessina abbandonata viene serrata e resa il luogo dei ricordi nel quale la donna si immerge quando il dolore la divora e i sensi di colpa tornano a dominarla.

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Elsa, fissa, silenziosa, la camera nella quale si trova.

Avverte un legame strano con quel luogo. Se solo sapesse!!!… la regina la destinò a lei quando nacque e anche dopo essere stata abbandonata, ha continuato a renderla, in qualche modo, un omaggio alla primogenita.

La culla, in fondo alla stanza, l’attira, così si avvicina e scruta l’oggetto. Una copertina ed un bavaglino sono posizionati su di esso.

“Non conviene toccare nulla, tesoro. Andiamo via. Potrebbe vederci qualcuno qui e fraintendere le nostre azioni” – si agita Lisa.

La ragazza però non l’ascolta. Soffia via la polvere che ricopre la bavetta e nota un particolare che la fa sobbalzare.

Perplessa, lo mostra alla zia.

“Guarda qui” – indica.

“Cosa c’è di strano? Apparterrà ad Anna, forse. Questo sarà lo stanzino che conserva i ricordi passati” – ipotizza la Brown – “Però adesso usciamo” – ripete di nuovo.

“Qui è incisa una E, guarda anche tu!” – insiste Elsa.

Anche la sarta sgrana gli occhi e mostra un’espressione alquanto confusa oltre che preoccupata.

“Ehm… sarà di….” – dice, cercando di ricordare qualche membro reale con tale iniziale.

Non c’era nessuno che recentemente portasse un nome che iniziasse con quella vocale.

“E…come Elsa!” – si intromette Olaf, voglioso che la verità viene a galla.

Sentendo tale affermazione, le due donne si voltano verso il pupazzo con aria scioccata.

“Questi cosa sono?” – domanda Sophie, notando dei veli neri coprire vecchi quadri a terra, in un angolo.

La giovane Bjorgman, sempre più scossa e desiderosa di sapere, si avvicina rapida e solleva le coperture.

In quei dipinti vi è raffigurato qualcosa di sospettoso.

Ma proprio quando i dubbi iniziano a trovare soluzione, compare una persona sull’uscio della camera. La sua voce rimbomba tra quelle mura e fa trasalire i presenti.

“CHE COSA CI FATE QUI?”

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Nel frattempo…

“Padre, questa è la decima casa che controlliamo”

“Dovrà esserci…per forza. Mia sorella non può essere sparita nel nulla” – sostiene, determinato, Agnarr.

“Forse è ad Arendelle” – ipotizza Anna.

“Non arrendiamoci subito. Cristel è vicina a noi. Me lo sento” – così dicendo, l’uomo afferra la figlia per mano e si appresta a far visita all’ennesima abitazione.

Riusciranno nell’impresa?

Ma soprattutto… Elsa adesso è prossima a scoprire la verità.

La strega della maledizione era stata chiara. Solo con l’amore vero a palazzo la maledizione si sarebbe spezzata. I presupposti ci sono e anche tanta volontà di rimettere le cose apposto.

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Capitolo 30
*** 30 Capitolo ***


“Sogno o son desto… siete davvero voi, re Agnarr?” – domanda un popolano al sovrano, avendolo riconosciuto in giro per la città.

“Manuel, il fruttivendolo?! Che piacere rincontrarvi dopo tutti questi anni. Abitate ancora qui?” – esclama, sorpreso, il nobile.

Tra i due segue un abbraccio confidenziale che stupisce Anna, non abituata a vedere il padre trattare amorevolmente i sudditi.

Lo sconosciuto è anziano e porta con sé delle ceste colme di mele rosse. Posa lo sguardo sulla principessa, ignaro della sua identità.

Non serve molto tempo per intuirlo.

“Dagli abiti eleganti e il colore dei suoi occhi, direi che è vostra figlia, sire” – aggiunge ancora lo straniero, inchinandosi, seppure con fatica, di fronte alla ragazza.

“Esattamente. Vi presento Anna, mia primogenita nonché futura regina di Arendelle” – spiega il re.

L’appellativo “primogenita” spiazza la fanciulla che non si pronuncia ma si limita ad un accenno di sorriso.

“Se non sono indiscreto, posso chiedervi come mai siete qui a Rosetown?” – chiede il fruttivendolo.

“Ehm…faccende private. Adesso siamo di fretta, meglio andare. giusto, padre?” – taglia corto Anna, cercando di accelerare i tempi di ricerca.

È Agnarr a zittirla con le sue parole – “Stiamo cercando una persona per noi importante”

“Posso esservi d’aiuto? Conosco alla perfezione tutti gli abitanti del regno” – sostiene Manuel.

“Dite sul serio?” – esclama la principessa, abbastanza perplessa.

“Certo, milady. Basta che mi facciate un nome e saprò indicarvi famiglia, casa e occupazione” – spiega l’anziano.

“Ehm…padre. Ok che questo tipo ha una certa età e quindi conosce ogni singolo popolano, però credo esageri a considerarsi tanto esperto. Non pensate anche voi?” – sussurra Anna all’orecchio del genitore.

“Fidiamoci. Lui è l’unica carta che abbiamo se vogliamo trovare Cristel”-  risponde il sovrano, sottovoce.

“Allora? Come posso esservi utile?” – insiste il vecchio.

“Avete mai sentito parlare di una bambina che venne abbandonata più di due ventenni fa?” – domanda, serio, Agnarr.

Quella richiesta colpisce il fruttivendolo.

“Bambina? Quale bambina?” – esclama, confuso, il fruttivendolo.

“Bene, padre, un altro buco nell’acqua. Inutile perdere tempo, chiediamo ad altri” – brontola Anna.

“Forse hai ragione. Credevo sapesse qualcosa, visto che è al corrente di ogni evento di Rosetown” – aggiunge il re di Arendelle.

“Calma, io non potrò esservi granché d’aiuto però conosco chi sa tutto di tutto”

“Di chi parli?” – domanda il sovrano.

“Hansel, il falegname. Chi meglio di lui può rivelare storie passate”

“Abbiamo girato tutta Rosetown. Di questo Hansel non c’è traccia da nessuna parte”

“Perché abita nel bosco. Alcuni dicono che si sia nascosto perché ha spifferato segreti importanti di gente che conta… altri sostengono sia addirittura impazzito nella sua solitudine”

“Padre, pensate che ci convenga andare anche lì?”

“Ovviamente andremo, tesoro. Chissà…magari ci saprà dare risposte utili”

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Nel frattempo…

“Maestà, scusate non era nostra intenzione piombare qui e imboscarci in una delle camere di palazzo” – si giustifica Lisa, notando lo sguardo pietrificato di Idunn, ferma sull’uscio della porta.

“Nonnina, volevo che vedevano il castello ”- spiega Sophie.

“Elsa… dì qualcosa anche tu” – la rimprovera la sarta, notando il totale disinteresse della nipote verso la regina arrabbiata.

Le parole della ragazza però sono spiazzanti.

“A chi appartiene questa roba? C’è una E sul bavaglino”

“Come? che stai blaterando?” – si agita la Brown.

“Voglio saperlo. Non mi è concesso? Perché se è come sospetto, mi è dovuta una spiegazione” – aggiunge la giovane, nervosa e con voce tremante. Alcuni fiocchi di neve iniziano a girarle intorno. Segnale che il potere non riesce più a domarlo, dato l’eccessivo carico emotivo.

Idunn sente una forte morsa allo stomaco e gli occhi inumidirsi.

Sta per crollare, lo sente…mentire non servirebbe a nulla se non ad alimentare il distacco e l’odio che sta per sorgere in Elsa.

“Maestà, scusate il comportamento assurdo di mia nipote. Andiamo subito via” – si intromette Lisa, afferrando la Bjorgman per un braccio.

Tale gesto diventa un rischio per la sarta.

La reazione improvvisa di Elsa è quella di scagliare pezzi di ghiaccio a poca distanza dal corpo della zia.

“Sei impazzita? Cosa ti prende?” – esclama scioccata la donna.

“Lo so io cosa succede” – aggiunge a quel punto la sovrana, attirando su di sé lo sguardo confuso e preoccupato di Lisa Brown.

Olaf allontana Sophie per evitarle altri shock e la distrae a modo suo.

Rimangono soltanto le tre adulte.

“E’ ora che tu sappia chi sei veramente” – sostiene Idunn, tesa come una corda di violino.

Siede su una vecchia sedia non dando peso alla quantità di polvere stesa su di essa.

Dà inizio così alla rivelazione della verità.

La giovane con lo sguardo rivolto alla culla in fondo alla stanza, ascolta impietrita il racconto. Viene a conoscenza del primo incontro dei sovrani di Arendelle, delle loro nozze combinate, della nascita di una bambina che abbandonarono per via di una maledizione.

“Cosa? Una maledizione? Avete davvero dato via vostra figlia per questa ragione? E’ tremendo” – esclama la sarta, lasciandosi prendere dall’emozione del racconto.

“Ero io, vero?” – domanda, distaccata, Elsa – “Il mio dono, la somiglianza con Anna, l’iniziale cucita sul bavaglino e tutto il resto… sono io la principessina che avete voluto rimuovere dal vostro cuore perché considerata un problema” – la voce della fanciulla è carica di rabbia, delusione, frustrazione ed immensa tristezza.

“Piccola mia, non avrei mai voluto dirti addio. Perdonaci. Io e tuo padre credevamo che affidarti a qualcun altro fosse la cosa migliore da fare” – queste parole sono la conferma che Elsa cercava.

“Certo! Chi vorrebbe una figlia con un potere magico?! Risulterebbe pericolosa e soprattutto chissà cosa avrebbe pensato la gente, vero? Dovete vergognarvi…io desideravo solo dell’affetto. Invece avete preferito darmi via come un oggetto inutile” – la ragazza si sfoga, urlando contro la regina il suo disprezzo e la sua sofferenza. Ciò viene osservato da Lisa, inerme di fronte alla verità.

“Aspetta, ascoltami. Io voglio recuperare il rapporto con te, sei mia figlia” – cerca di parlare Idunn, ma invano.

Elsa si dirige verso l’uscita.

“Scordatevi di me. Io e voi non ci conosciamo, non abbiamo mai avuto alcun legame. Il sangue in comune non fa una famiglia. Mia madre esiste e si chiama Clarissa Bjorgman”

La sua rabbia sta scatenando una tempesta ad Arendelle che presto avrebbe imbiancato l’intero regno e forse avrebbe potuto causare anche di peggio.

“Nipote, calmati o rischi di distruggere il raccolto e le provviste della gente” – la trattiene la Brown.

“Lasciatemi stare. Tutti” – così dicendo corre via, tra i pianti della regina e le parole di richiamo della sarta.

“E così siete voi la sua vera mamma?” – domanda Lisa alla nobile.

“L’hai sentita a che tu. Da adesso in poi per lei sarò il nulla più assoluto. Non avrei dovuto parlare. Sarebbe stato meglio tacere”

“Inutile piangere sul latte versato. Adesso fatevi forza e andiamo da Elsa. Ha bisogno che qualcuno le ricordi che lei è buona e che la sua magia va domata”

“Credi che potrebbe fare del male a qualcuno, nello stato in cui si trova?”

“Spero di no” – risponde incupita la popolana. In quel preciso istante, la lavoratrice si volta indietro, convinta di trovare a pochi passi la nipotina e invece Sophie è assente – “Dove è la bambina?”

“Manca anche Olaf” – nota Idunn.

Le due si guardano, agitate, timorose di una ritorsione della giovane Bjorgman sulla tenera innocente.

Corrono verso l’esterno del castello. Della piccina nessuna traccia; in compenso una tempesta violenta si sta abbattendo su Arendelle.

“Accidenti, qui sta arrivando il finimondo” – commenta la sarta.

“Questa è la furia di mia figlia. La rabbia che sente dentro ha la stessa foga di questa neve. Che si fa adesso?”

“Dobbiamo prima di tutto trovare Sophie. Se dovesse capitarle qualcosa…” – si agita Lisa.

“Vieni, cerchiamola non sarà lontana. Facciamo in fretta, con questo maltempo potrebbe capitare ogni cosa” – e così dicendo le due donne, mano nella mano, sfidano la furia di Elsa, con il cuore tremante per l’ansia oltre che per il freddo che inizia a gelarle e sfiancarle.

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Capitolo 31
*** 31 Capitolo ***


Raggiungere l’abitazione nascosta nel bosco porta via un altro giorno ad Anna e suo padre, tanto da pentirsi di aver assecondato le idee del fruttivendolo.

Ed è proprio quando cominciano ad avvertire la stanchezza e a sentirsi demotivati, ricevono la notizia attesa.

“Siamo arrivati” – esclama Manuel, indicando una vecchia casa, celata da alcuni alberi.

Con il cuore in gola, il re afferra la mano della figlia stringendola forte.

“Se questa persona dovesse sapere di Cristel, sarebbe la svolta della mia vita” – afferma, trepidante – “Stammi vicino, tesoro. Ne ho bisogno”

“Tranquillo, padre. Non vi lascerò mai. Ho già commesso l’errore di allontanarmi da voi. Non ricadrò nello stesso sbaglio” – risponde Anna, emozionata per il genitore.

A passo lento avanzano fino a raggiungere la porta. È Agnarr in persona a bussare con decisione. La speranza è viva nei due nobili, i quali credono fortemente che l’uomo che stanno per incontrare abbia Cristel “a portata di mano”.

Purtroppo però… nessuna risposta.

I nobili posano, stupiti, lo sguardo sull’accompagnatore.

“Ehm… riprovate, maestà. Sono sicuro che è dentro” – insiste Manuel, stranito dall’assenza del compaesano.

“E se è come dicevano in molti in paese, ovvero che qui non è rimasto nessuno?” – ad Anna sorge il dubbio e la speranza lascia spazio alla delusione.

“Io ritento” – afferma Agnarr, dando altri colpi alla porta.

Ancora inutile il tentativo del sovrano. Insiste più che può, colpendo l’uscio con più forza.

“Padre, se continuate così rischiate di sfasciarla” – aggiunge la principessa, allontanando il genitore di qualche metro.

“Non è possibile, credetemi. E’ sempre stato qui, fino a qualche giorno fa.” – Manuel non sa darsi pace.

“Abbiamo sbagliato a dargli retta. Starà perdendo colpi, per via dell’età” – sussurra la ragazza all’orecchio del padre.

Eppure il fruttivendolo sorprende molto il re di Arendelle, mostrandosi scioccato dall’assenza del tizio.

“Lo conosco ed è imbattibile. Se è tanto convinto che quella persona sia qui, sarà così” – sostiene il nobile.

“Cosa? Ma… ragionate padre, non ci ha aperti nessuno. Abbiamo anche fatto molto casino stando qui fuori e avremmo dovuto pur attirare l’attenzione di chi vi abita, giusto? Invece nessuna risposta!”

“Magari si è allontanato momentaneamente” – ipotizza ancora il re.

“Possiamo sempre ritornare domani” – sostiene il fruttivendolo.

“Non se ne parla. Abbiamo già perso troppo tempo ad arrivare fin qui” – replica Anna.

“Non so cosa dirvi, miei signori. A volte bisogna avere pazienza. Non accade sempre tutto in poco tempo e specialmente come si desidera” – aggiunge Manuel, irritando sempre più la principessa.

“Sentite voi…parlate di pazienza come se noi non ne avessimo avuta abbastanza. Sapete che vi dico? Io ne ho fin troppa a non mandarvi…” – esplode la ragazza, ma viene zittita dal re stesso.

“Zitti” – afferma il sovrano, osservando con minuzia qualcosa in lontananza – “Chi è quel tipo laggiù?” – domanda al popolano, indicando una persona distante da loro.

Il volto di Manuel si illumina una volta riconosciuto il tipo in questione.

“E’ lui. E’ lui. Maestà, che fortuna. Lo abbiamo trovato al momento giusto” – esulta, invitando i due a seguirlo.

Anna alza gli occhi al cielo, mentre Agnarr elettrizzato non esita a correre dietro il popolano.

“Spero per lui che sia la persona giusta altrimenti…”

“Dai, figliola. Basta con le lamentele. Adesso avremo le risposte che cerchiamo” – conclude il re.

Pochi passi ed eccoli finalmente faccia a faccia con chi può dare loro indicazioni chiare e certe sulla presenza di Cristel.

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“L’hai trovata? Verso il porto non c’è” – comunica Lisa ad Idunn.

“Neppure in piazza. Dove sarà mai andata? Qui la tempesta aumenta la sua foga” – risponde l’altra.

“Nipotina mia, chissà che fine avrai fatto. Da quando è nata sta vivendo delle situazioni che, per una creatura della sua età, sono traumatizzanti” – sostiene, amareggiata, la sovrana.

“Maestà bisogna cercare meglio e per scovare Sophie sarà necessario scovare Elsa” – aggiunge la sarta.

“Non sappiamo dove potrebbe essere andata. Perché Elsa metterebbe a rischio la vita di sua nipote?” – la nobile è demoralizzata e infreddolita, tanto da avvertire il gelo nelle ossa.

“Evidentemente non si controlla più. E’ la rabbia a dominarla adesso e se ho imparato a conoscerla in questi anni, credo che arriverà anche di peggio”

“Cosa vuoi dire, Lisa?”

“Siamo solo all’inizio. Temo che possa cambiare e trasformarsi in qualcuno che non è mai stata”

Tali affermazioni paralizzano Idunn che inizia a tremare.

“E’ soltanto colpa mia” – si colpevolizza la giovane nonna.

“No, cosa dite?! Era il destino, maestà”

“E’ la maledizione di cui ti ho accennato. Quella che ha segnato Elsa e che segnò, anni addietro, Cristel”

“Chi è Cristel?” – domanda Lisa, confusa.

“La sorella gemella di mio marito. La prima a cadere vittima di un maleficio che colpì la famiglia reale” – spiega la nobile.

“Intendete dire che anche lei aveva dei poteri magici come Elsa?” – esclama, ad occhi sgranati, la sarta.

“Esatto e proprio come mia figlia venne abbandonata per evitare che la corona venisse infangata o che perdesse controllo sul regno”

“Quindi sono le uniche due ad avere questo dono? Non esiste nessun altro?” – domanda, alquanto interessata, la Brown.

“Non credo. La maledizione è stata lanciata da una strega che si era innamorata di Elias, mio suocero; però lui era stato destinato ad un’altra donna, per via dei matrimoni combinati. Tra i due ci fu un acceso conflitto tanto che il cuore della donna si raggelò e proprio quando re Elias e consorte si sposarono, lanciò contro di loro e le future generazioni il sortilegio”

“Quale precisamente?”

“Tutti i primogeniti nati da matrimoni combinati sarebbero stati toccati da magia incontrollabile che, se non domata, li avrebbe trasformati in creature malvagie”

“Santo cielo! È terribile” – esclama scioccata Lisa.

“Sophie è nata dal vero amore, perciò questa maledizione non l’ha colpita. Elsa invece…”

Il silenzio di Lisa colpisce Idunn che così aggiunge – “So di averti angosciata con questa storia. Chi non rimarrebbe sconvolto sentendo tali rivelazioni. Però dobbiamo impedire che mia figlia diventi come quella dannata strega”

“Avete mai cercato Cristel? Magari le due, ritrovandosi, potrebbero aiutarsi a vicenda” – riflette la sarta, tornando sull’argomento magico.

“Non sappiamo che fine abbia fatto. Anna e Agnarr sono partiti alla volta di Rosetown per cercarla”
“Rosetown?” – esclama Lisa.

“Si, le due uniche destinazioni dove potrebbe trovarsi sono Rosetown e Arendelle”

“Anche qui? Siete sicuri?”

“Si, spero per loro che si sbrighino, rimane poco tempo”

In quel momento la Brown si alza e corre via, lasciando la regina sola e confusa.

“Ma che le prende adesso?” – si chiede, stranita.

Lisa è uscita dal castello, avvolta dal vento e dalla neve.

Alcune lacrime le rigano il volto e sente un dolore forte al petto.

Inizia ad avvertire delle scosse alle mani e ciò la costringe a fare qualcosa che smise di fare anni ed anni fa.

Tira fuori dalle tasche della sua mantella nera un paio di guanti.

Li indossa e chiude gli occhi, cercando di placare il pianto.

Però accade qualcosa di inaspettato e di magico.

La tempesta che l’avvolge, quella scaturita dal dolore di Elsa, la solleva.

Idunn raggiunge l’amica proprio in tale momento. Sobbalza vedendola in aria e spaventata esclama -“Santo cielo! Lisa, che succede? Cosa ci fai lassù?”

La Brown inizia a borbottare qualcosa che la regina non comprende.

“Adesso cosa stai blaterando?” – la sovrana è preoccupata, poi si rivolge alla primogenita che ritiene l’artefice di quanto sta vedendo – “Elsa, ovunque tu sia, smettila. Adesso minacci chi ti vuole bene? Lascia in pace Lisa. Non ha colpe per il tuo male. Sono io la responsabile. Prenditela con me”

La foga del vento aumenta e una voce in lontananza sposta l’attenzione di Idunn su altro.

“Nonnina” – la chiama qualcuno.

In quel momento compare Sophie, assieme ad Olaf.

La piccina si aggrappa alla gonna della regina e la stringe forte.

“Tesoro mio, dove eri? Ti abbiamo cercata ovunque”

“L’ho tenuta al sicuro, maestà” – risponde il pupazzo di neve, fiero di se stesso.

“Adesso entrate nel castello” – ordina Idunn, ringraziando Olaf con un sorriso tenero.

E una volta assicuratasi che la bambina è al caldo, volta gli occhi su Lisa.

Di fronte a sé però c’è il vuoto.

La sua amica e fidata sarta è scomparsa.

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“State scherzando, spero. Mi state dicendo che Cristel vive ad Arendelle e che ha cambiato identità?” – esclama Agnarr, sentendo il racconto del tizio.

“Si, l’avevate sotto i vostri occhi e lo ignoravate” – commenta ancora l’uomo.

“Sapete almeno come si fa chiamare ora?” – domanda Anna.

“Non posso dire altro, mi dispiace”

“COSA? Voi siete pazzo se credete di cavarvela così! Se lo sapete, parlate. Ve lo ordino in quanto re”

“Ho fatto una promessa. Non rendetemi le cose difficili”

“A chi? A chi avete fatto la promessa?” – è scioccato Agnarr, non dandosi pace su quanto udito.

“A me” – la voce di qualcuno fa sobbalzare i presenti.

Una figura snella alle loro spalle li ha appena raggiunti. È una Lei, con i capelli scuri e i lineamenti delicati. Dall’età si direbbe coetanea al regnante di Arendelle.

“Chi siete voi?” – chiede Manuel, ignaro che l’amico popolano avesse una persona accanto.

“Non siete tenuti a sapere chi sono io” – risponde la donna.

“Sentite, ci state prendendo in giro? Siamo venuti fin qui, cercando mia zia per restituire al regno qualcosa che manca da decenni, cioè l’amore vero e voi cosa fate, invece? Dite cose senza senso e alla fine chiudete sostenendo che, per via di una promessa, non potete essere d’aiuto? Voi siete tutti pazzi. Padre, andiamo via” – Anna esplode. Arrabbiata, afferra il braccio del genitore e si avvia all’uscita.

In quel momento la sconosciuta parla.

“Io so quanto possa fare male avere dei parenti con un segreto tanto grande quanto pericoloso”

“Come, prego?” – Agnarr è perplesso da quanto appena udito e si trattiene, bloccando così anche il passo della figlia.

“Padre non diamole retta. Forse tutto questo è stato solo uno stupido gioco del fruttivendolo.  Magari sono d’accordo tutti e tre…” – insiste Anna.

“Io non c’entro” – si discolpa Manuel, dispiaciuto delle accuse lanciategli ingiustamente.

“Se provaste ad ascoltare, principessa, capireste molte cose. Io non posso raccontare nei dettagli, posso invece darvi degli indizi” – puntualizza la straniera.

“Quali indizi? Voi sapete chi è realmente Cristel?” – chiede Agnarr, supplicando la verità.

“Vi basti sapere che non è qui a Rosetown. Cercate altrove. Smettetela di fare domande in giro su di lei. Le persone ignorano la sua esistenza, come pensiate possano sapere chi sia o dove si trova”

“Credete di liquidarci con due paroline? E se fosse qualcuno che nascondete voi? Se la tenete nascosta al mondo sotto minaccia? Magari ci volete soltanto togliere di mezzo e rispedirci ad Arendelle. Perciò NO! Non andremo via fino a quando non ci direte ciò che meritiamo di sapere” – insiste il re, sedendosi a terra in segno di protesta.

Anche Anna fa lo stesso.

I consorti si guardano pensierosi.

“Allora? parlate pure. Siamo tutt’orecchi” – aggiunge la principessa.

Ora sì che padre e figlia tirano fuori la grinta e la determinazione.

Chissà se riusciranno ad ottenere qualcosa con la loro insistenza?
I due sconosciuti racconteranno di più?

Soprattutto cosa succede a Lisa ora che sembra essere sparita nel nulla?

Elsa ha a che vedere con ciò?

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Capitolo 32
*** 32 Capitolo ***


La furia di Elsa si abbatte senza sosta su Arendelle, causando notevoli danni materiali. Alcuni abitanti, chiusi in casa, iniziano a patire il freddo ingestibile; altri corrono a palazzo per chiedere aiuto e riparo.

Idunn, preoccupata per quanto accade, decide di accogliere i più disperati nelle varie stanze del castello. Apre i cancelli a chiunque ha bisogno.

Rasserena la sua gente che presto quello strano clima sarebbe cambiato e che la casata reale avrebbe gestito al meglio la situazione. Nonostante ciò, la regina sente che ogni cosa le sfugge dalle mani e teme che, se Elsa non rinsavirà il prima possibile, per Arendelle potrebbe giungere la fine.

Per di più, ora è sola. Anche Lisa, sua fidata amica, è svanita nel nulla, divorata dalla tempesta.

“Spero che non le sia accaduto nulla di grave. Ho voluto convocarvi qui per raccontarvi l’accaduto” – spiega Idunn a Kristoff e famiglia, giunti a palazzo preoccupati per la strana tempesta.

Sophie, abbracciata al giovane papà, ha paura per la zia e lo manifesta piangendo dal dispiacere.

“Cosa intendete maestà quando dite che mia cugina, probabilmente, è stata catturata da Elsa?” – chiede, terrorizzata, Clarissa.

A quel punto Idunn decide di raccontare ai Bjorgman la verità su tutto.

Perciò con voce tremante rivela – “So chi è davvero Elsa. L’ho partorita io più di vent’anni fa.

È Kristoff a esclamare, scioccato – “Questa è follia. Siete impazziti tutti quanti. Come vi salta in mente di dire tali idiozie?”

“Figliolo” – lo rimprovera Clarissa.

“No, madre. È bene mettere in chiaro a questi nobili che non hanno dominio su ogni cosa. Adesso credono di poter controllare perfino i rapporti familiari. Che stupidata è questa? Elsa una principessa? ma state scherzando, vero?” – Kris è fuori di sé .

Ma la mancanza di risposta dei suoi genitori dà conferma alle parole della regina.

Ad occhi sgranati, il giovane Bjorgman aggiunge – “E’ davvero così? Parlate, diamine!”

Samuel annuisce e abbassa gli occhi per trattenere le lacrime.

“Cavolo! E quando credevate di dirmelo? Se non fossimo giunti qui, se la nostra sovrana non avesse parlato, scommetto che sarebbe rimasto un segreto”

“Caro, calmati. Per favore” – si intromette Isabel, scossa anche lei da quanto appena udito.

“Non posso calmarmi. Vi rendete conto? Elsa adesso sarà arrabbiata con il mondo intero e se non dovesse tranquillizzarsi, potrebbe sfogare la sua ira su Arendelle e su di noi. Si sentirà tradita dalla sua famiglia.nzi, da quella che credeva essere la sua famiglia. Sono deluso e ferito io quindi immagino il dolore che avete recato alla diretta interessata”

“Figlio mio, non volevamo far soffrire nessuno” – si giustifica il padre.

“Beh direi che avete fallito. Adesso pretendo da voi la verità”

“Kristoff, ascoltami” – si intromette Idunn – “Se vuoi prendertela con qualcuno, è con me che devi farlo. Loro hanno solo accolto in casa una neonata la cui colpa è stata quella di non essere perfetta per avere il sangue blu”

“Cosa volete dire? Vi riferite al suo dono?”

“Esatto. Riceverai tutti i chiarimenti che meriti e desideri. Adesso, però, ti supplico… metti da parte lo shock e aiutami. Dobbiamo trovare Elsa e anche Lisa”

“E se Elsa si fosse vendicata delle nostre menzogne scagliando la rabbia su mia cugina? Penserà che ferendo lei, ferirà anche tutti noi” – ipotizza Clarissa, terrorizzata dall’idea di vedere la Brown a rischio per colpa sua.

 “Non credo arrivi a tanto. Scommetto che sia ormai preda dei suoi poteri. Però il cuore le è rimasto intatto” – sostiene convinta Isabel.

La ragazza è davvero preoccupata per la cognata. Nonostante abbia appena saputo che con lei non esiste più alcuna parentela, le vuole bene e si è affezionata perciò intende aiutare nelle ricerche.

“Cavolo, non abbiamo nessun indizio che possa condurci da lei. possibile che non esiste un posto che lei ami o dove è solita isolarsi per stare sola con se stessa? Ognuno di noi ne ha uno. Lo avrà anche lei, immagino” -  sostiene Samuel.

In quel preciso istante prende parola la più piccola dei presenti.

Ancora stretta tra le braccia del suo papà, Sophie si pronuncia.

“Forse so io dove può essere andata zia Elsa”

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Anna e Agnarr sono ancora in casa dei due tipi strani, i quali continuano a negargli la verità.

“Non ci rimane che tornare ad Arendelle, figliola. Se sostengono che sia lì, non ci resta che metterci in cammino” – a quel punto il re è rassegnato. Inutile perdere altro tempo.

“No, padre. Non possiamo. Se stessero fingendo per liberarsi di noi?”

“Ancora con queste insinuazioni, principessa? non mento mai. Vi dico che è lì che la troverete. Adesso fateci il piacere di andare via e lasciarci in pace” – replica la sconosciuta.

Anna, irritata al massimo, ne canta quattro alla straniera, sfogandosi – “Basta lo dico io. come ti permetti di trattarci così? Noi siamo alla ricerca di una persona di famiglia. Non so se sai cosa significa averne una. Vedendo la solitudine che ti avvolge, penso che tu non ne abbia la minima idea”

“Tesoro, non esagerare” – la rimprovera il sovrano.

Però la ragazza è inarrestabile – “Non esagero. Dico la verità. Io ho dovuto lasciare mia figlia ad Arendelle e soffro non vedendola. Nonostante ciò so che il mio viaggio ha uno scopo importante. Recuperare mia zia e ricongiungermi a mia sorella. C’è una maledizione da spezzare ed è necessario farlo per restituire a due persone l’affetto dei loro cari. Perciò ora pretendo di sapere chi è Cristel e come mai ce la volete tenere nascosta! Pretendo di vederla ADESSO”

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Elsa è sul punto più alto della montagna che sovrasta Arendelle e sfoga contro il regno la sua magia. Ha gli occhi bianchi come la neve e il ghiaccio che la circondano.

Sente il potere aumentare e controllare ogni parte del suo corpo.

Le emozioni si sono spente lasciando spazio soltanto al dolore che è manifestato dalla tormenta.

“Elsa” – una voce alle sue spalle cerca di risvegliarla dallo stato di shock in cui si trova.

“Elsa” – ripete ancora – “Fermati”

Tentativo inutile.

Una mano si posa sulla spalla della fanciulla che, percependo il gesto, sobbalza.

Volge lo sguardo dietro di sé e con voce spenta dice – “Le tue lezioni sono state inutili, cara zia. Guarda cosa sto combinando”

“Ti ho insegnato per anni come domare il potere. Adesso farò lo stesso. Respira profondamente. Cancella ogni ricordo negativo e porta a galla le gioie della tua vita”

“Non ce la faccio Lisa. Non sono in grado di farlo”

“Puoi, invece”

“Tu non puoi capire come ci si sente” – sostiene ancora Elsa, lasciando cadere una lacrima sul volto.

“Ti sbagli” – risponde la Brown, mostrando palesemente la sua natura.

Dalle mani della donna fuoriesce qualcosa.

In men che non si dica, sotto lo sguardo scioccato della fanciulla, Lisa realizza un palazzo di puro ghiaccio.

“Co..co…come è possibile?” – balbetta, esterrefatta Elsa.

“Io e te siamo più simili di quanto pensi” – così dicendo l’abbraccia.

In quel candido e umano gesto, la ragazza ritrova una parte di sé.

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“Guardate, la tempesta si sta placando” – esclama Sophie, notando il tutto dalla finestra di palazzo.

“Bene. questo è un segnale positivo. Ora non ci rimane che andare dove dice mia nipote” – sostiene determinata la regina.

“Sicuri che le parole di una bambina possano essere affidabili?” – Isabel è poco convinta.

 “Non abbiamo altra scelta. È bene provare” – risponde Kristoff.

Prima di avviarsi raccomanda ad Olaf di prendersi cura della piccina e della moglie incinta.

“Conta su di me. Non le perderò d’occhio”

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Capitolo 33
*** 33 Capitolo ***


 

Un  segreto ben nascosto quello di Lia Brown che al mondo si mostra come semplice popolana, abile nel taglio e cucito, e che, invece, sa servirsi delle mani non solo per lavorare. È da questa donna che ha avuto il via la maledizione dei nobili seduti sul trono di Arendelle.

“Non sapevo possedessi anche tu la mia stessa magia” – commenta la giovane Elsa, stregata dalla grandezza di quella che credeva essere la sua normalissima zia.

“Ho faticato molto per nascondere chi sono realmente. I guanti che hai indossato in questi anni erano i miei. Quando il re ti lasciò da Clarissa e Samuel, tu ne portavi un paio fin troppo pregiato. Così mia cugina mi scrisse chiedendomi la realizzazione di altri per te. Le chiesi subito come mai servissero ad una neonata. Logicamente evitò di raccontare il fatto. Fui io a sospettare e quando venni a conoscenza della tua reale identità, non riuscii più a separarmi da te. c’è un legame tra noi, tesoro, che non puoi immaginare”

“Non siamo niente, zia Lisa. Ho saputo di essere la figlia dei sovrani di Arendelle perciò posso definirmi una di loro adesso… purtroppo” – sostiene, abbattuta la ragazza.

“Perché sei così afflitta da ciò? Hai sempre pensato di non essere chi dicevano fossi. Adesso che conosci la verità, sembri pentita di averlo voluto sapere” – aggiunge Lisa, cercando di far ragionare la parente. Perché una cosa è certa…le due sono consanguinee. Se fino a qualche giorno fa credevano di avere un legame alla lontana, presto capiranno di avere tanto, anzi troppo, sangue in comune.

“Non so cosa pensare! Mi ritrovo da sola, con un potere che mi ha allontanata volutamente da chi mi ha messa al mondo. Oggi sono di nuovo qui, senza nessuno vicino, scacciata come un’appestata. Sarà per sempre così, la mia vita?!” – Elsa si sfoga, lasciando che la neve torni a circondarla e a dominarla.

“Tesoro, tranquillizzati. Respira profondamente. Non lasciare che accada di nuovo… impara a gestire la tua magia e tutto si risolverà” – Lisa la abbraccia ancora, sentendo nelle parole della fanciulla le sue stesse parole.

“Sai, anche io anni e anni fa, credevo che i miei mi avessero abbandonata perché mi odiavano e non volevano che creassi problemi con i miei poteri”

“Hanno lasciato anche te? ma… come è possibile? sbaglio o tu sei la cugina di mia madre… cioè…di Clarissa?”

“Io ho vissuto alcuni anni insieme ad una coppia che mi ha amata immensamente. La donna che mi ha ospitata si chiamava Evelyn ed era una sarta. È stata lei ad insegnarmi ciò che so”

“Evelyn? Vuoi dire quell’anziana che andavamo a trovare spesso quando vivevamo a Rosetown?”

“Esatto. Lei è a tutti gli effetti la zia di Clarissa. Per questo motivo ci siamo considerate da sempre due cugine. Ma in realtà, per differenza di sangue, non lo siamo” – spiega la Brown.

“Posso chiederti… come mai sei venuta ad Arendelle? perché hai lasciato Rosetown?”

“Evelyn mi lasciò in eredità la mia attuale dimora. Durante la gioventù ha vissuto anche lei qui” – racconta ancora la sarta.

“Accidenti! La mia vita è sempre stata così monotona…un susseguirsi di giornate uguali, scandite da mie crisi personali e niente più. Adesso invece pare che quello che ho vissuto è stato un sogno”

“Il mio consiglio, tesoro, è di tornare a palazzo e chiarire una volta per tutte con i tuoi veri genitori. Solo loro sapranno darti le risposte che meriti”

“La risposta la so già. Ero un ostacolo e mi hanno tolta di mezzo”

“No! Non dirlo, cara. Io ho conosciuto bene Idunn. Portava spesso Anna a casa mia. Era spenta, triste. Quando venne alla luce la sua bambina fui io a realizzarle un lenzuolino pregiato. I tessuti li portò il re in persona ed io vi incisi una a. Però due anni prima realizzai un altro che riportava una E. Ovviamente oggi mi è chiaro che fosse destinato a te. all’epoca dissero che ci fu un errore e che spettava a re Elias…”

“Una E? dici che era per me?”

“Ovviamente. Loro ti desideravano, cara. Ti amavano tantissimo e fu durissima doversi separare da te”

Il silenzio di Elsa sembra calmare il cielo e la nevicata.

“Perché mi hanno lasciata ai Bjorgman? vorrei saperlo”

“Allora è bene che torniamo a palazzo. Soltanto in questo modo verrai a conoscenza della tua vera storia”

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“Sophie ha detto chiaramente che Elsa potrebbe essere sulla montagna del Nord. Sapete dirmi cosa ci sarà andata a fare lassù?” – domanda Clarissa, camminando a più non posso con il resto del gruppo.

“Fidiamoci della bambina. Forse conosce più lei sua zia di noi messi insieme” – risponde Samuel.

“Si, però…sono ore che ci muoviamo. Io sono esausta” – aggiunge ancora la signora Bjorgman.

“Ha ragione. Di questo passo finiremo per crollare prima del previsto. Io propongo una pausa, giusto il tempo di rimetterci in forze” – suggerisce, allora, Idunn.

“Voi rimanete qui. io vado a cercare mia sorella” – Kristoff è determinato e senza ascoltare le voci dei parenti che lo consigliano di riposare, prosegue diritto.

Nessuno lo avrebbe fermato.

Elsa va salvata e assieme a lei l’intero regno.

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“Sappiate che, se Cristel fosse qui e non ad Arendelle come avete detto, torneremo e non vi daremo pace” – sostiene Anna, dopo l’ennesimo silenzio della coppia.

La donna li ha addirittura sbattuti fuori di casa, pretendendo privacy.

E così padre e figlia si ritrovano in un bosco, demoralizzati, coscienti di dover ripartire senza avere la certezza assoluta di rivedere la loro consanguinea.

“Dovevamo insistere, padre”

“Basta Anna. Abbiamo fatto il possibile. evidentemente se Cristel è qui, loro la nascondono perché non vuole essere trovata”

“E tu ti arrendi così? Senza lottare? È tua sorella. Per lei dovresti distruggere il mondo”

“Figliola, ti prego. Facciamo come ho detto. Vedrai che ad Arendelle risolveremo i nostri dilemmi. Magari cominciando da Elsa… chissà… forse sarà lei la nostra salvezza”

“Già! E come affrontiamo il discorso con lei? non sa niente della sua origine nobile”

“Io credo, al contrario, che qualcosa ad Arendelle stia accadendo”

“Come fai a dirlo?”

“Guarda il cielo laggiù. Oltre le due montagne è visibile che è in atto una tempesta”

“Dici che è Elsa?”

“In questa stagione… direi proprio di sì”

Danno un colpetto ai loro destrieri e viaggiano diretti verso casa.

Chissà se ciò che li attenderà sarà una situazione ormai calma e serena oppure l’ennesima tormenta?

 

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Capitolo 34
*** 34 Capitolo ***


 

Kristoff ha seminato i familiari ed è ormai prossimo alla meta. Cammina ininterrottamente da ore ma non avverte la stanchezza, spinto dal desiderio di ritrovare l’adorata sorella, preda di un dolore causatole da persone a suo avviso egoiste e ingiuste.

“Ti riporterò a casa! Lo devo a te, al nostro passato da fratelli e all’affetto che ci lega e che ci legherà per il resto della vita” – ripete Bjorgman, dandosi forza.

Ed ecco finalmente la montagna del Nord.

Non serve molto ad intuire che l’enorme palazzo di ghiaccio sia opera di chi possiede magia.

“Sophie aveva ragione” – esclama, entusiasta il giovane.

Corre veloce verso quel castello non immaginando minimamente che sta per assistere a qualcosa che mai avrebbe creduto possibile.

“Elsa sono io… dove sei?” – domanda, una volta varcato l’ingresso.

Rimane imbambolato di fronte all’immagine di Lisa circondata da fiocchi di neve leggeri e dalla presenza di Elsa, seduta ai piedi della zia, con gli occhi puntati sulle sue mani ora nude e libere da quei guanti che fin dalla nascita hanno bloccato il suo vero Io.

“Cosa è questa roba?” – chiede lui, scioccato avanzando verso le parenti.

In quel momento le due sobbalzano, riconoscendo il biondino.

“Che ci fai tu qui?” – esclamano in coro.

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Idunn, insieme ai signori Bjorgman, riprende il cammino.

Sono tutti preoccupati per Lisa, al pensiero che Elsa, priva di autocontrollo, possa farle inconsapevolmente del male.

Ma la sarta ha nascosto alla perfezione il suo segreto. Chi mai sospetterebbe che Lisa Brown è in realtà l’abbandonata principessa Cristel di Arendelle?

“Quello cos’è?” – esclama scioccato Samuel, indicando alle due donne l’enorme palazzo che si erige sulla montagna più grande del regno.

Anche loro capiscono subito che tutto quel ghiaccio può essere opera esclusivamente di Elsa.

“Amici miei, sorridiamo perché siamo giunti a destinazione” – sorride, felice, la regina.

Percorrono gli ultimi metri che li separano dalla verità e dall’incontro risolutore.

“Ma è fantastico qui! Peccato per il clima!” – commenta Samuel, estasiato dalla perfezione attorno a sé.

“Fate silenzio. Sento delle voci provenire da lì” – lo zittisce Idunn, indicando il punto preciso dove ode i rumori.

Camminano lentamente e raggiungono il luogo dove assistono, spiazzati, ad una discussione.

“Hey ma quella è…” – esclama, sorpresa, Clarissa riconoscendo la cugina.

 “Fortunatamente sta bene. Abbiamo creduto Elsa capace di fare del male. Che stupidi siamo stati” – tira un sospiro di sollievo Samuel, per poi aggiungere – “Non poteva essere altrimenti, in fondo. L’abbiamo cresciuta bene, vero tesoro?”

Quella affermazione tocca il cuore della sovrana, ancora addolorata nell’aver dovuto abbandonare il sangue del suo sangue.

Rimangono poi in silenzio ad osservare il tutto, specialmente perché Kristoff sembra essere arrabbiato con le due donne e ciò non ha apparentemente un senso logico.

“Come mai vostro figlio è furioso con loro?” – domanda, confusa, Idunn.

“Non lo comprendo. Forse dovremmo intervenire” – propone Samuel.

“Aspettate, guardate lì…” – indica sconvolta Clarissa – “Quella è neve o sono io che immagino le cose?”

“Non può essere. Insomma… dai sarebbe assurdo… no, non voglio crederci” – il signor Bjorgman blatera parole senza senso.

“Santo cielo!” – esclama ad alta voce la sovrana, attirando su di sé lo sguardo di Elsa, Lisa e Kristoff.

“Beh… a quanto pare è venuta tutta la famiglia al completo a farci visita” – commenta Elsa, con tono polemico.

La Brown le fa segno di calmarsi.

“Ormai non c’è più nulla da nascondere. Lo sanno anche loro” – aggiunge la sarta; poi si rivolge ai tre – “Venite avanti. Non è carino origliare. Partecipate alla conversazione”

Così dicendo i Bjorgman assieme alla sovrana avanzano e si uniscono al discorso.

Hanno gli occhi scioccati e fissi su Lisa e sulla neve che continua a circondarla.

“Tutto bene figliolo?” – domanda Samuel a Kristoff.

“No, padre. Sapevate che oltre a mia sorella, anche nostra zia possiede poteri magici?”

“Allora è come temevo” – commenta Clarissa, indietreggiando spaventata.

“Perché non ci hai mai detto nulla” – si altera l’adulto, capofamiglia.

“Non volevo suscitare queste reazioni in voi. Adesso mi considerate una anormale, da tenere a debita distanza. Io invece desideravo il calore di una famiglia, tutto qui” – risponde la donna.

“Potevi averlo ugualmente. Non avremmo di certo fatto distinzioni” – replica Kris

“Invece, inconsciamente, lo avreste fatto” – sostiene la Brown.

“Avete lo stesso potere? Non è possibile una cosa del genere” – si intromette Idunn, alquanto provata di fronte alla verità.

Elsa tiene gli occhi bassi alla presenza della madre biologica e cerca di controllare delle emozioni forti e contrastanti che potrebbero scatenare altre tormente. Perciò è Lisa a rispondere.

“In questo regno soltanto due persone hanno ereditato tale dono. La causa? Una maledizione di famiglia. È ciò che mi avete rivelato voi poco fa, ricordate?”

“Si, però…” – la nobile cerca di rispondere, ma all’improvviso un’idea le salta alla mente – “No! Non ci credo! Non può essere! Non sarai mica…?!”

Tra i presenti cala un silenzio agghiacciante.

“Ho volutamente celato la mia identità. La strega che lanciò la maledizione sulla famiglia reale è stata chiara. L’amore ci avrebbe fatti ritrovare in un modo o in un altro”

“Ed è stato così!” – aggiunge Idunn, in lacrime.

“Qui è stato il caso a volere che voi mi scopriste, non c’entra nulla l’amore. Per tale motivo è meglio tacere. Agnarr deve scoprire da solo chi sono io. Soltanto in questo modo può trionfare il vero affetto” – precisa Lisa.

“Non puoi chiedermi questo. Lui ti sta cercando da giorni e ha portato con sé Anna. Soffre tenendo un pezzo di cuore lontano e ora che io so chi sei davvero, non posso nasconderglielo” – Idunn è scioccata da tale richiesta.

“Non te lo sto chiedendo. Te lo sto ordinando”

“Come?”

“Hai capito bene. Sono costretta a farlo. So già che sono andati a Rosetown e due persone, mie amiche, mi hanno coperta al meglio. Conosco anche la cocciutaggine di Anna e so che non si arrenderà mai. Perciò arriveranno prima o poi alla verità, ne sono convinta. L’importante è che avvenga tutto in maniera spontanea”

“Io non ci sto capendo nulla, voi?” – sussurra Samuel a moglie e figlio.

Elsa, rimasta in disparte, posa gli occhi sui genitori. O meglio, quelli che credeva fossero la sua famiglia. Nonostante covi rabbia dentro, avverte uno strano calore nel cuore dovuto alla presenza di persone che hanno sfidato la tempesta per ritrovarla.

“Grazie di essere venuti. Adesso però potete tornare ad Arendelle. io qui sto bene. Zia Lisa mi è vicina e saprà aiutarmi e consigliarmi con i poteri” – afferma, prendendo finalmente parola nel dibattito.

“Cosa dici? Vuoi rimanere isolata su questa montagna? No, tesoro. Torni a casa con noi. Vogliamo rivedere la Elsa di sempre” – risponde Clarissa, avanzando verso la figlia.

“Non c’è più la vecchia Elsa. Come puoi pensare, mamma, che torno ad essere quella di prima? Ora sono al corrente di essere la figlia del re di Arendelle, un uomo che per colpa di una maledizione ha dovuto abbandonarmi”

“Le hai detto tu della maledizione?” – chiede, stupita, Idunn a Lisa e la sarta annuisce.

“Questo significa che adesso comprendi la motivazione che ha spinto me e tuo padre a darti ai Bjorgman?”

“Comprendo ma non condivido affatto. Dare via una neonata perché dotata di magia è insensato. Ormai la maledizione si era abbattuta e allontanarmi non avrebbe risolto il problema. Invece avete preferito ripulire l’immagine della corona ed evitare che la gente sparlasse di chi sarebbe salita al trono negli anni futuri”
“Mettiti nei nostri panni. I tempi erano diversi, tuo nonno ha ordinato che ciò avvenisse. Voleva liberarsi di chiunque portasse in dono il fardello magico”

“Io vorrei soltanto sapere da cosa è scaturito il dramma. Cosa ha potuto mai fare re Elias alla strega da portarla a maledire le generazioni successive?” – si chiede, confuso, Kristoff.

Idunn ne è al corrente e il suo sguardo parla da solo.

Seppure tace, è Lisa ad accorgersi che sa qualcosa che non ha voglia di rivelare.

“Voi lo sapete, vero? Vi si legge in faccia che conoscete la verità”

“Ci sono segreti che devono rimanere in famiglia”

“Ah si? Sbaglio o anche noi siamo parte della famiglia di cui parlate maestà. Per una volta, rendeteci davvero partecipi alle vicende di palazzo!” – a quel punto Elsa replica, infastidita dall’ennesimo segreto.

In effetti non ha tutti i torti. I presenti, ormai, in un modo o in un altro, sono diventati o sono per diritto di sangue, membri effettivi della casata nobiliare.

“Va bene, vi racconterò ogni cosa” – Idunn comprende che ogni persona a lei vicina in quel momento merita di sapere da cosa ha avuto origine il tutto.

Inizia così a rivelare il passato di re Elias e quanto, quel passato, ha condizionato il presente.

“Re Elias era un giovane ribelle, poco voglioso di seguire le regole imposte alla corte”

“Un po' come Anna, insomma” – commenta Kristoff, accennando un timido sorriso al pensiero della donna che ama follemente.

“Già… Lui doveva sposare una fanciulla voluta dal padre, esattamente come fu poi il destino mio, di mio marito, di mia figlia…insomma era il protocollo ad imporlo. Peccato che Elias si era infatuato di una ragazza, bella come poche, dotata però di poteri magici”

“La strega?” – chiede Elsa.

“Si, lei all’epoca era dolce e ingenua. Nascose a lungo la sua magia, compreso ad Elias. Quando lui lo scoprì, si infuriò e andò via lasciandola sola in preda al dolore. Come se non bastasse annunciò le nozze con la promessa sposa e ciò fu la goccia che fece traboccare il vaso. Diversamente da Elsa e Lisa, questa donna non controllava il ghiacchio. È stata la conseguenza del sentimento tradito a mutare i suoi poteri. Divenne fredda e dura e la sua magia altrettanto”

“Quindi si è voluta vendicare di re Elias” – precisa Clarissa, scossa dalla vicenda appena narrata.

“E’ così. Quando scagliò la maledizione puntualizzò che c’era un modo per vincerla. Ovvero, ritrovare il vero amore e fare in modo che esso potesse governare sul regno. Perciò ogni matrimonio combinato avrebbe causato la nascita di eredi con doni pericolosi. Ciò avvenne al sovrano nove mesi dopo. Nacquero due gemelli, una dei due venne colpita dal sortilegio e conseguentemente allontanata per il bene di Arendelle”
“Elsa ha rivissuto la storia di sua zia Cristel, quindi” – aggiunge Kristoff.

Le due donne, vittime della strega, ascoltano in silenzio tenendosi per mano, dandosi forza e sostegno l’un l’altra.

“Esiste un modo per liberarsi di questo supplizio?” – domanda allora la fanciulla, spiazzando tutti.

“No, tesoro. Rimarrà comunque dentro di voi, però potete star certe che nessuno più ne cadrà vittima. Non permetteremo che ci siano altri legami privi di sentimento” – promette Idunn.

Kristoff, ascoltando la vicenda sente all’improvviso di aver sbagliato tutto nella vita. Sposare Isabel ne è l’esempio lampante. Non la ama e non vuole condividere un futuro assieme.

Però c’è di mezzo un bambino ora e la cosa lo turba profondamente.

Elsa che lo osserva intuisce qualcosa. Avanza lenta verso il fratello, sotto lo sguardo sorpreso dei presenti. Si pone di fronte a lui e senza parlare lo abbraccia.

Clarissa si commuove notando l’affetto tra i suoi due figli.

“Inutile a dirsi… il sangue non conta quando c’è di mezzo il vero e profondo amore” – sostiene anche Samuel.

“Fratellone, continuerò a chiamarti così nonostante tutto” – prende parola la ragazza.

“E tu sarai la mia piccola sorella, quella che proteggerò da chiunque, ad ogni costo” – aggiunge lui, emozionato.

Di nuovo un altro abbraccio.

Stavolta, però, Elsa sussurra all’orecchio di Bjorgman – “Pensa a te stesso per una volta. Devi guardare alla tua felicità. Gli altri soffriranno, ti accuseranno ma con il tempo accetteranno che le cose vanno avanti e che bisogna ricominciare. Perciò se è Anna che desideri, non esitare più. Basta con i Ma e i Però. ”

Tali parole spiazzano Kristoff che si sente capito a fondo, come mai prima nella vita.

Le sorride ed annuisce.

“Adesso possiamo tornare ad Arendelle? Qui fa davvero freddo” – sottolinea Samuel.

Scaturisce una risata globale che termina con l’attesa risposta di Elsa.

È lei quella combattuta, rigida sulla decisione di rimanere lontana dal mondo.

“Allora figliola? Hai deciso cosa fare?” – domanda Clarissa.

“Rispettate il mio volere. Per ora vivrò qui. Poi avete sentito zia Lisa… se vogliamo sconfiggere il maleficio, non va affrettato nulla. Il re dovrà venire a conoscenza dei fatti da solo. Perciò è bene che rincasate. Non preoccupatevi per me. Sono in buone mani”
“Dimmi soltanto che quando tutto sarà sistemato, tornerai ad Arendelle” – la prega, in lacrime, Idunn – “Abbiamo tanto da dirci e molto da chiarire. Permettimi di guarire il tuo dolore e darti quanto hai sempre meritato e che ingiustamente ti abbiamo tolto”.

La fanciulla esita qualche secondo, osservando il volto dolce e commosso della sua vera mamma. Le somiglia molto e sentirsi per la prima volta simile a qualcuno le dona un senso di pace interiore. Accennando un timido sorriso le risponde  – “Promesso”

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Capitolo 35
*** 35 Capitolo ***


Sophie, a palazzo, attende, trepidante, il ritorno dei parenti.

Vede il cielo aprirsi e il sole tornare a splendere alto in cielo. Ciò la tranquillizza. Questo vuol dire che Elsa ha rimesso le cose al loro posto e che è tornata la pace.

Isabel è invece preoccupata per la sua relazione con Kristoff. La presenza della bambina è diventata ingombrante per lei, tanto da soffocarla nel rapporto coniugale.

Nonostante voglia bene alla piccina, la giovane crede che vivere senza la principessina potrebbe sistemare la sua storia d’amore.

Bisognerebbe allontanarla definitivamente dal padre. E come fare?

Seduta sulla poltrona, inizia a pensare ad un modo per sistemare la faccenda.

“Siediti qui, tesoro” – invita così Sophie a prendere posto. Poi le domanda – “Sei felice adesso? A quanto pare la tempesta si è placata. Presto Idunn sarà qui e anche Elsa”

“Si, e anche papà” – precisa, entusiasta, la piccola.

“Cara, voglio essere sincera perché meriti di sapere la verità. Kristoff ed io siamo in attesa di un bambino”
“Avrò un fratellino?” – esclama, ad occhi spalancati, la bambina.

“Ehm… fratellastro direi” – puntualizza Isabel, volendo così sottolineare la distanza tra la sua futura prole e quella di Anna, rivale in amore.

“E’ una notizia bellissima” – Sophie, raggiante, abbraccia la ragazza e si mostra estremamente felice della notizia.

L’adulta sperava invece di creare gelosie o preferenze che avrebbero turbato la principessina.

Invece non è stato così. Anzi.

“Le cose però non andranno come pensi tu, tesoro”

“Cosa vuoi dire?”

“Noi adesso avremo una nostra famiglia e vogliamo che il piccolo in arrivo non veda troppa gente estranea varcare l’uscio di casa mia e di Kristoff”
“Ma io non sono estranea” – aggiunge l’altra, dispiaciuta da tali parole.

“Kris avrebbe trovato un modo per dirtelo però voglio prepararti a quanto ascolterai”

Gli occhioni blu di Sophie si riempiono di lacrime quando sente fuoriuscire dalla bocca della ragazza alcune affermazioni.

“Lui non vuole averti nella sua vita. Ha preferito me e il bambino a te e alla tua mamma”

Senza aggiungere altro, la bambina scappa via ferita e delusa.

Olaf raggiunge le due proprio allora con in mano delle ciambelle.

“Vi ho portato la merenda…” – afferma canticchiando felice.

Ciò che vede lo spiazza.

“Sophie… dove vai?... cosa succede Isabel? Perché la piccola è corsa via?”
“Non so dirtelo. Sai come sono i bambini, a volte ridono a volte piangono. Bisogna imparare a capirli un po' alla volta” – così dicendo, soddisfatta, afferra un dolce e lo divora in un battibaleno.

Il pupazzo di neve però è pensieroso. Non è da Sophie comportarsi in tale maniera.

“Vado a controllare se è tutto apposto” – si allontana dirigendosi verso la cameretta della piccola, ignorato totalmente da Isa che, preda delle sue voglie, mangia dolci uno dietro l’altro.

Olaf raggiunge subito la stanza della piccina e nota che è chiusa a chiave. I singhiozzi della principessina però parlano da soli.

“Amica mia, stai bene? come mai piangi? Dai, aprimi e lascia che ti aiuti.”

Non riceve risposta.

Decide di agire a modo suo. Usando il suo buffo naso di carota riesce a sbloccare la serratura e a varcare l’uscio.

“Sophie! Cosa ti prende?” – esclama vendendo la piccina a pancia in giù sul letto, piangere a dirotto.

“Voglio la mia mamma” – si dispera lei.

“Oh, tesoro… Anna sarà qui presto. Per ora attendiamo il tuo papà che ti vuole tanto bene”

“NO” – grida in replica la bambina.

“Cosa dici? Non vuoi vedere neanche Kristoff?”

“Lasciami sola, Olaf. Ti prego” – così dicendo lo invita ad andarsene.

E dopo altre domande senza risposta, il pupazzo si vede costretto ad abbandonare la stanza.

Isabel è seduta accanto al camino spento quando l’omino di neve la raggiunge nel salone principale.

“Tutto bene? hai capito cosa ha la bambina?” – chiede, freddamente, fingendo di essere all’oscuro della causa.

“No, purtroppo. È come sua madre…cocciuta…non parla neanche sotto tortura”
“Su questo ti do ragione. È come sua madre” – commenta Isabel per poi pensare tra sé e sé – “Come sua madre… invadente, guastafeste e rompi matrimoni”.

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“Padre eccoci ad Arendelle, finalmente” – esclama Anna, esausta ma felice di essere tornata a casa. ad attenderla c’è sicuramente il suo tesoro più grande, Sophie, che le è mancata immensamente.

“La tempesta che pensavamo si stesse abbattendo su Arendelle non c’è” – pensa ad alta voce Agnarr.

“E quello cosa è?” – domanda la ragazza, ad occhi sgranati indicando un enorme palazzo di ghiaccio, erigersi sulla montagna del Nord.

La stessa espressione di shock colora il viso del re.

“Se fosse stata Elsa?” -  chiede Anna.

“Non penso sia in grado di controllare così bene la magia da realizzare tale creazione” – riflette l’uomo.

“Magari vi sbagliate. Chi ci garantisce che per costruire cose di quella grandezza ci sia bisogno di autocontrollo?” – aggiunge la principessa.

“Per capire chi lo ha creato, bisogna andare di persona lì” – propone il sovrano.

Ha un pensiero fisso nella testa che gli fa sperare che non sia sua figlia ad aver fatto uso di magia, bensì Cristel.

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“Siamo tornati” – esclama Idunn, varcando il portone principale di palazzo.

Viene immediatamente raggiunta da alcune domestiche che l’aiutano a svestirsi e mettersi comoda.

Lo stesso trattamento viene reso ai Bjorgman, i quali si sentono spaesati di fronte a tanti servigi.

Olaf e Isabel li raggiungono e la donna si avvinghia senza esitare al marito.

“Qui tutto bene?” – domanda la regina al pupazzo di neve.

“Ehm… veramente…” – cerca di parlare Olaf.

“Certo! State tranquilla. Sophie è in camera sua. Era esausta, povera piccina” – mente Isa, spiazzando l’omino magico.

“Bene, vi racconteremo quanto abbiamo vissuto sulla montagna del Nord. Però a tavola, davanti ad un buon pasto” – sostiene Idunn, invitando gli ospiti a seguirla.

Confuso e sospettoso, il pupazzo si dilegua, dirigendosi proprio nella stanza della principessina.

“Aprimi, ti prego. La regina e gli altri sono qui. non vorresti vederli?” – chiede. Non riceve risposta, così preoccupato apre di nuovo la porta a modo suo.

“Sophie” – urla, vedendo la finestra aperta e un lungo lenzuolo penzolante.

“È fuggita via! Accidenti! È proprio come sua madre” – agitato, Olaf raggiunge il salone dove tutti sono in attesa del pranzo.

“Olaf! Che fine avevi fatto? Che succede?” – domanda Idunn, confusa.

“Si tratta di Sophie”

“Che è successo a mia figlia” – si allarma Kristoff, alzandosi bruscamente dalla sedia.

“E’ scappata”

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“Come ti senti, tesoro?” – domanda Lisa ad Elsa.

“Strana! Ho sempre vissuto una vita che percepivo come non mia; oggi invece ne ho due totalmente diverse, pronte ad accogliermi e ad accettarmi per quella che sono”

“Dovresti esserne felice. non è da tutti avere due famiglie” – commenta la Brown, accarezzando teneramente il viso della nipote.

“Se non mi piacesse abitare a palazzo? e se invece mi pentissi scegliendo i Bjorgman ai miei veri genitori. Sono confusa e preoccupata per il futuro”

“Non dovresti. Pensa solo che ti amano tutti e che indipendentemente dalla tua scelta, gli altri ci sarebbero sempre e comunque” – aggiunge ancora la sarta.

“A quanto pare avevo un pezzo di sangue accanto e ne ero all’oscuro” – aggiunge la ragazza, riferendosi proprio alla zia.

“Lo so. Non potevo dirtelo, però ho agito sempre per il tuo bene. Siamo state lontane per anni, lo so. L’ho deciso io perché stavo per cedere e raccontare la verità. Invece la strega mi ha chiarito che era una cosa da evitare assolutamente. Però oggi ci siamo ritrovate e ci saremmo sempre l’una per l’altra” – risponde Lisa, emozionata.

“Secondo te, il re come prenderà la notizia? Anzi… arriverà alla verità da solo?”

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Olaf riesce a velocizzarsi prima degli umani e in un battibaleno trova la piccina, incappucciata e pronta ad affrontare da sola la montagna del Nord.

“Non mi seguire” – afferma lei, infastidita.

“Ma dove vuoi andare? è pericoloso lassù. Sei una bambina e non posso lasciarti commettere sbagli enormi come questo”
“Non è un errore. Vado da zia Elsa. Lei mi vuole bene” – spiega Sophie.

“Da Elsa? Cosa dici? Hai lasciato i tuoi nonni e il tuo papà in pena per te”

“Papà non mi vuole” – replica lei.

“Che? Questo non è vero. Lui ti vuole un mondo di bene. Adesso è sulle tue tracce e non si tranquillizzerà fino a quando non ti avrà trovato”

“Bugie” – risponde cocciuta la piccola.

“No! E’ la verità. chi ti ha detto queste stupidaggini sul conto di Kristoff?”

“Isabel” – confessa poi, con gli occhi lucidi.

“Cosa? Isabel?” – Olaf è esterrefatto dalla cattiveria di quella donna.

“Ascolta, lei mente. Lo fa per tenersi stretto suo marito. Però Kristoff ti ama e non ti abbandonerà mai più. Capisci? Adesso seguimi e rincasiamo, prima che diventa buio” – la tira per un braccio.

Però è inutile. Niente e nessuno avrebbe impedito a Sophie, principessina di Arendelle, di raggiungere l’adorata zia e potersi sentire finalmente a casa, tra le braccia di chi tiene davvero a lei.

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“Hai sentito anche tu?” – domanda Lisa alla nipote.

“No, cosa?”

“Qualcuno è entrato nel palazzo” - afferma convinta, ponendosi subito in allerta.

“Sicura? Perché io non ho udito niente” - commenta Elsa.

Passano pochi secondi e al rumore del portone seguono dei mormorii.

“Hai ragione. C’è qualcuno. Andiamo a controllare”

Assieme, mano nella mano, le due donne avanzano verso l’ingresso e lì riconoscono qualcuno.

Elsa è la prima ad identificare le figure.

“Cosa ci fate voi due qui?” – esclama confusa, prima di essere abbracciata e avvolta dalle braccia di un membro della sua famiglia.

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Capitolo 36
*** 36 Capitolo ***


Isabel non considera importante la fuga di Sophie, tanto da manifestare il suo disappunto verso quello che crede fortemente sia un capriccio da non assecondare.

“Dovremmo lasciare che torni autonomamente a casa. Vuole solo attirare l’attenzione per ricevere ciò che vuole e che non può avere” – brontola la fanciulla.

Le sue parole vengono presto udite dal marito che, infastidito, risponde – “Ciò che non può avere? A cosa ti riferisci? Immaginavo sapessi il motivo del suo comportamento. Adesso mi racconti ogni cosa”

“Niente. Lei mi ha detto di volere che tu stia con Anna e di lasciare me e il bambino soli a noi stessi. Le ho ribadito che non era possibile e che tu non ami più la sua mamma. Arrabbiata, si è chiusa in camera e da quel momento in poi è accaduto quanto sappiamo” – spiega, mentendo spudoratamente.

“Davvero desidera che io e Anna torniamo insieme?” – domanda Kristoff, colpito da tale pensiero. In fondo lui e sua figlia hanno lo stesso sogno.

“Si, ma tu rimarrai al mio fianco. Giusto? Lo hai promesso”

“Senti Isa, forse sarebbe bene chiarire la situazione” – a quel punto è bene essere sinceri, pensa Bjorgman.

Ovviamente tali parole vengono capite al volo da Isabel. Quello è proprio l’inizio del discorso “lasciamoci, però cresciamo il bambino da amici”.

Perciò mette in scena l’ennesimo teatrino per evitare di essere scaricata dal coniuge.

“Non mi sento molto bene. Mi gira la testa” – finge, aggrappandosi al braccio del consorte.

“Aspetta, siediti qui. Ti prendo dell’acqua” – afferma il giovane, preoccupato.

Dopotutto vuole tutelare la salute di suo figlio.

Le avvicina un bicchiere e ne versa all’interno la bevanda.

“Ti sei ripresa?” -  domanda poi, ansioso di dover toccare l’argomento “fine matrimonio”.

“E’ meglio se rimango a palazzo. Mettermi alle ricerche di Sophie in questo stato può essere pericoloso”

Vederla tesa per la gravidanza, spinge Kris a mettere da parte, per l’ennesima volta, i suoi sentimenti reali. Così evita altre parole e asseconda la richiesta della consorte.

“Certo. Per qualunque cosa, usa il campanello e suonalo più forte che puoi per chiamare a te la servitù.”
“Impari in fretta come si abita a palazzo” – puntualizza Isa, stupita dal comportamento del marito.

“Idunn ha precisato alcune delle loro attitudini e ammetto di averle immediatamente apprese! Non sono di sicuro il nostro pane quotidiano, visto che dobbiamo sgobbare dalla mattina alla sera. Però se per qualche giorno posso sentirmi un re, perché no?!” – spiega lui, sorridendo.

Poi afferra lo zaino e si avvia all’uscita.

“No ti prego, non andartene” – lo supplica la donna, bloccandolo sull’uscio della porta.

“Mia figlia è chissà dove. Devo trovarla. Idunn e i miei genitori, assieme a qualche soldato, mi attendono fuori dai cancelli. Meglio affrettarmi””

“Se dovesse accadere qualcosa al piccolo? Se dovessi sentirmi male mentre sei via?”

“Non accadrà niente. Stai serena. Hai tante di quelle domestiche pronte a darti una mano, vedrai che sarò di ritorno in serata”

L’evidente disinteresse di Bjorgman, irrita Isabel che dà inizio all’ennesimo battibecco, causando perdita di tempo e rallentamento nelle ricerche di Sophie.

“Ecco, vedi come fai? Mi consideri sempre seconda a qualcosa o a qualcuno. Sophie scappa, io mi sento poco bene per via della gravidanza, ma nella tua testa è sempre la piccola ad avere priorità”

“Vuoi ricominciare con queste fandonie? Non mi va di litigare, ti prego. Si tratta di una bambina di quasi sei anni, andata non si sa da quale parte del regno. Presto diventerà buio e i pericoli aumenteranno. Perciò puoi non pensare chissà cosa e ragionare da adulta, da mamma magari! Basta con questi paragoni tra te e lei.”

“Sei tu il colpevole di queste mie insicurezze, Kristoff. Lo so che quando sei con me, pensi esclusivamente ad Anna. Anche nell’intimità ...è sempre stato così” – tuona la fanciulla, esasperata.

“Lo vedi come sei? Adesso cosa c’entra Anna?”
“Lei è la causa delle nostre tensioni. Mi avevi promesso che avresti pensato esclusivamente a me e il bambino. Ora mi ignori. Per questo ho tutte le ragioni del mondo per arrabbiarmi con un marito che mi ha solo usata, che mi ha sposata per cancellare ricordi dolorosi dalla mente. Se non ti sto bene, come mai, anni fa, mi hai voluta in sposa? Anche all’epoca avevo i miei pregi e difetti. Quindi ho ragione a dire che mi hai presa in moglie per dimenticare la principessa”

La discussione continua ancora e ancora.

Lei lo attacca e lui si difende. Kristoff vorrebbe mollarla, però il timore di qualche malore della donna lo angoscia. Avrebbe fatto quanto richiesto dal suo cuore innamorato, a tempo debito.

Fortunatamente è l’arrivo di Samuel a chiudere la litigata.

“Insomma figliolo, sbrigati! Non abbiamo molto tempo” – lo rimprovera per il notevole ritardo.

“Scusa papà. Sono pronto, andiamo pure” – così dicendo, ignora la moglie e fila via.

Isabel, invece, non si è sentita mai così umiliata in vita sua.

Scarica la sua rabbia e tristezza in un lungo e disperato pianto.

I suoi singhiozzi vengono uditi anche dalla servitù che si preoccupa.

Alcune sue ex colleghe, amiche quando prestava servizio a palazzo, la conducono in cucina per distrarla e raccontarle gossip di paese.

Inutili i loro tentativi. La donna ha nella mente un solo pensiero: Kristoff Bjorgman, l’uomo che ama e che non la ricambia e non l’ha mai fatto.

Le ore passano e la futura mamma decide di rincasare, per stare da sola. Ed è nel momento in cui si appresta ad uscire dai cancelli, Isa fa un incontro insolito.

“Vai già via?” – le domanda un giovane dai capelli biondi e gli occhi verdi. Indossa un’uniforme reale e sembra molto preoccupato per la ragazza.

“Cosa vuoi da me, Oscar?”

“Voglio vederti serena. Perché non accetti la situazione? Kristoff non ti amerà mai, non sei stanca di doverlo pregare per ricevere amore?”
“Zitto, non è affare tuo. E poi… come sai questi fatti? Mi spii adesso?”
Oscar Reed è uno dei soldati di palazzo, noto per frequentare spesso le cucine e divertirsi con le domestiche. Un playboy vero e proprio. Peccato che abbia rinunciato alle spasimanti perché innamorato di una donna in particolare.

“Sai bene che non posso fare altrimenti. In fondo me lo devi…”

“Io non ti devo proprio niente. Anzi se non la pianti di seguirmi, lo racconterò a mio marito”

“E lui riderà beato” – commenta, con ilarità, il ragazzo.

“Piantala. Abbiamo dormito insieme una sola volta e non ricadrò nello stesso errore” – riprende a camminare, raggiungendo la piazza in un battibaleno.

Oscar invece non sembra darle pace e continua a seguirla.

“Perché non molli tutto e vieni via con me? Ti darei l’amore che meriti”

Tale affermazione immobilizza Isabel per alcuni istanti.

Lentamente si volta verso Reed e, con disprezzo, dice -  “Non lo voglio questo amore, lo capisci o no?”

“Non eri di questo parere quando, qualche mese fa, hai trascorso un’intera giornata nella mia camera da letto”

“Come ti permetti? Credi che io possa sentirmi minacciata da te? pensi di avere un controllo sulla mia persona soltanto perché ho ceduto ad un momento di disperazione. Ti ricordo che ne hai approfittato, bello mio”

“Già e chissà come ora sei addirittura incinta. Sii sincera, Isabel. Quel figlio non è di Kristoff”

“Cosa? Tu sei pazzo” – replica, turbata, lei.

“No. Io sono realista. Sappi che non mi arrenderò fino a quando non ammetterai la verità. Non puoi permetterti di attaccare tuo marito per un amore che tenta di celare se tu sei stata la prima a tradirlo” – ripete Oscar.

Quelle parole toccano il cuore di Isabel che, arrabbiata e in lacrime, scappa via.

Corre senza sosta, preda dei pensieri che turbano la sua mente.

Il senso di colpa la devasta e l’ansia di essere scoperta la manda in crisi.

Ma è proprio quando si trova davanti la porta della sua umile casa che un forte dolore addominale la costringe a sedersi.

Piegata in due dal dolore, perde i sensi.

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“Cosa ci fate voi due qui? è pericoloso. Siete venuti da soli?” – domanda Elsa, scioccata.

“Zia, io voglio rimanere con te. non mi piace abitare ad Arendelle” – risponde Sophie, avvinghiata alla giovane parente.

“Olaf, hai portato tu Sophie fino alla montagna del Nord?”

“No! Ha fatto tutto da sola. Ho imparato a conoscerla ed è impossibile farle cambiare idea”

“Un po' come Anna!” – commenta ridacchiando Lisa – “E come te, Elsa. Che siete sorelle non ci sono ormai più dubbi”

“Spero che lei riesca ad accettarmi così come sono”

“Lo farà. La conosco troppo bene. Ha sempre sognato una sorella con cui condividere tutto. Adesso il suo desiderio si è realizzato”

Sophie, abbracciata alla parente, si sente finalmente a casa e tra le sue braccia crolla in un lungo sonno ristoratore.

Lisa la avvolge con il cappotto che indossava prima di raggiungere Elsa sulla montagna del Nord. Le accarezza dolcemente il viso e dice – “Lei sarà la chiave della nostra felicità”
“Cosa vuoi dire?” – domanda la giovane.

“La bambina farà in modo che la famiglia si riunisca una volta per tutte”

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Capitolo 37
*** 37 Capitolo ***


“Questo luogo è meraviglioso. Ma chi può averlo realizzato?” – si domanda Anna, estasiata dalla bellezza del palazzo.

“Non vorrei illudermi troppo però…” – risponde Agnarr.

“Credi sia zia Cristel, vero?”

“Ci spero fortemente!” – aggiunge lui, ottimista e sognatore.

“Abbiamo un’unica opzione. Saliamo su e vediamo chi abita al suo interno” – propone la principessa, afferrando la mano del padre.

Conducono la lunga scalinata, prestando attenzione a non scivolare sulle lastre ghiacciate.

L’enorme portone è spalancato e per loro è facile varcarlo senza far rumore alcuno.

“Wow” - esclamano in coro.

All’improvviso odono dei brusii.

Si incamminano verso quella direzione, tenendosi l’uno all’altra.

In pochi istanti riconoscono quattro figure.

“Quello è Olaf” – afferma Agnarr.

“E c’è anche Elsa” – aggiunge Anna.

“Sbaglio o c’è anche Sophie?” – sostiene il re, indicando una bambina tra le braccia della ragazza magica.

“La quarta donna, di spalle, chi è?” – si chiedono i due, confusi.

“Sentite padre, andiamogli incontro. Voglio riabbracciare mia figlia” – così dicendo, la principessa avanza senza sosta, spinta dal desiderio di rivedere l’amore della sua vita.

“Voi? Cosa ci fate qui?” – esclama Elsa, trovandosi faccia a faccia con la sorella minore.

Agnarr si unisce al gruppetto e posa subito gli occhi sulla quarta persona.

“TU?” – scioccato, il sovrano riconosce Lisa Brown.

Anche Anna ha la stessa reazione.

Prende in braccio sua figlia, ancora addormentata, e chiede spiegazioni alla sarta circa la sua presenza lì.

“Ehm… ero venuta a cercare di convincere Elsa a tornare ad Arendelle” – spiega, evitando ovviamente i dettagli.

“Perché non vuoi rincasare? È accaduto qualcosa?” – domanda il re.

“So tutto, maestà. O dovrei chiamarvi padre” – risponde la fanciulla, spiazzando i due neo arrivati.

Segue un silenzio imbarazzante che costringe Lisa ad intervenire.

“Sappiamo della maledizione e Elsa ha accettato il fatto. State tranquilli. Però quello che conta è darle il tempo giusto per metabolizzare. Solo quando si sentirà pronta, tornerà. Deve decidere del suo futuro. Se rimanere una Bjorgman o vivere a palazzo reale”

“Cosa? Rimanere una Bjorgman? ma… è assurdo! Tu sei mia sorella. Non posso permetterti di vivere lontano da noi anche adesso che sei al corrente della verità” – replica Anna.

“Lo faccio per me stessa. Come ho accettato le vostre ragioni, vi prego di accettare le mie” – prende parola la primogenita.

“Si, Elsa ha ragione. Diamole il tempo che merita. Sappi che ci saremo sempre e che io farò di tutto per farmi perdonare e per darti ciò che ti ho sottratto per via di un assurdo sortilegio. Basta con le menzogne, da oggi in poi inizieremo una nuova vita” – aggiunge Agnarr, emozionato.

“Ciò che manca ora per raggiungere la perfezione è ritrovare il tassello mancante per la felicità”

“Parlate di qualcosa in particolare, maestà?” – chiede la sarta, intuendo che il re si riferisce proprio a lei.

“Mia sorella gemella. L’ho cercata invano a Rosetown. So che è ad Arendelle. Non commetterò l’errore di anni fa. Non mi arrenderò al primo ostacolo. Stavolta la troverò e insieme governeremo Arendelle, come era destino che accadesse”

L’emozione per le parole del fratello, toccano Lisa che, senza volerlo, abbassa le difese e lascia che l’autocontrollo emotivo si blocchino. Alcuni fiocchi di neve, lievi ma numerosi, cominciano a circondarla.

Impossibile non notarlo ed è questo il segnale definitivo che sta per chiudere la faccenda una volta per tutte.

“Lisa… ma… cos’è quella roba che vi gira intorno?” – domanda, ad occhi sgranati, Anna.

“Elsa sei tu a fare questa magia?” – chiede il re.

Le due donne si guardano e il loro sguardo e silenzio parlano da soli.

“Avete la stessa magia!” – afferma la principessa, intuendo ogni cosa.

“Anna, tesoro…cosa dici? Non è possibile. Solo due persone in questo regno hanno ricevuto alla nascita tale potere. Una è certamente Elsa e l’altra…” – detto ciò, Agnarr si zittisce.

Un pensiero parte automatico nella sua mente. Le gambe gli cedono e si inginocchia a terra, fissando la Brown.

“Incredibile” – commenta poi.

“Se le cose stanno così, questo vuol dire che tu, Lisa, sei...”

“La mia gemella” – a finire la frase è proprio il sovrano.

Ancora altro silenzio, rotto dalle parole di Olaf, intromessosi nella conversazione.

“Siete molti simili. Come avete fatto a non accorgervi di somigliarvi tanto? In fondo vi conoscete da anni e anni”

“Già. Forse perché vedevo ma non guardavo attentamente. Forse perché per troppi decenni ho fatto finta che non esistesse per non soffrire più la sua perdita” – ipotizza Agnarr, commosso.

Lisa, o meglio, Cristel si inginocchia all’altezza del fratello e gli posa una mano sulla spalla.

“Il destino ci ha separati e il destino ci ha riuniti. Ti voglio bene, fratello e te ne vorrò sempre” – così dicendo i due si abbracciano, lasciando che l’emozione e la felicità tornassero a colorare i loro visi.

Anna ed Elsa, una di fianco all’altra, si sorridono a vicenda.

È la maggiore a prendere per mano la minore e a dirle – “Sono contenta che tu sia mia sorella”

“Lo stesso vale per me. Da oggi in poi non ci separerà più alcun sortilegio”

Ed ecco che improvvisamente una folata di vento porta con sé la figura di una donna incappucciata.

“Chi sei tu?” – domanda Lisa, ponendosi da scudo, in difesa dei familiari.

“Vedo che l’amore esiste ancora nella vostra famiglia. Buono a sapersi. Sappiate che il maleficio è sconfitto. Nessuno verrà più colpito dalla maledizione. Elsa, Cristel, adesso avrete il calore e l’affetto dei vostri cari. E Agnarr… non sei come tuo padre! Hai mostrato un cuore buono e umano. E che dire di Anna, tu hai seguito il sentimento più puro e adesso dovresti continuare a farlo. Basta con i Ma e i Però. Avete liberato anche me dal rancore che mi opprimeva. Adesso posso finalmente considerarmi libera” – è la strega quella che parla e che in pochi secondi si dissolve, lasciando i presenti in preda alla gioia.

Esultano, si abbracciano, gridano di contentezza.

Rimane solo Anna con un dubbio. Possibile che la strega sapesse la sua storia? Le ha dato un consiglio e ora ne è certa…lo seguirà.

Ama follemente Kristoff e farà ogni cosa per averlo con sé.

A proposito dei Bjorgman…

“Sophie…dove sei?” – la chiama Idunn.

“Piccola, siamo i nonni. Torna a casa” – urla Samuel.

Sono ore che cercano la bambina. Spaventati ed esausti, decidono di sfidare di nuovo la montagna del Nord, convinti che la principessina possa essere andata a trovare la zia.

Fortuna vuole che sia proprio nel tragitto verso il palazzo di ghiaccio che Idunn, Clarissa, Samuel e Kristoff incrociano un gruppetto familiare.

“Anna” – esclama il giovane Bjorgman, correndo direttamente verso di lei.

Senza volerlo i due si stringono forte. Sophie è tra le braccia della mamma.

“Sei tornata” – afferma, sorridente, lui.

“Si, non me ne vado più. Sappilo” – risponde lei.

L’accaduto di poco prima viene rivelato durante il percorso di rientro al castello.

Anna e Kristoff sono qualche metro indietro, mentre gli adulti chiacchierano beati.

Lui le tiene la mano, mentre Sophie è avvinghiata alla schiena del nonno Samuel.

“Mi sei mancata da morire” – le confida il ragazzo.

“Anche tu. Come la mettiamo con Isabel?”

“Metterò in chiaro ogni cosa. Non la amo”

“Ma aspetta un bambino da te, non puoi abbandonarla così”

“Mi prenderò cura di mio figlio, però non sogno un futuro al suo fianco. Voglio soltanto te” – approfittando del momento intimo la tira a sé e le dà un bacio di quelli da mozzare il fiato. Il primo scambiato dopo ben sei anni dal loro primo incontro.

Sanno entrambi che la faccenda con Isa non sarà facile da affrontare. Però ad oggi sanno bene cosa desiderano dalla vita. Ed Isabel non fa parte del loro sogno futuro.

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Capitolo 38
*** 38 Capitolo ***


Oscar non riesce a dimenticare la storia breve ma di intensa passione vissuta con Isabel alcuni mesi fa. Ad oggi ha cercato di rimuovere il sentimento, però con scarsi risultati.

Per tale motivo non si scoraggia quando la donna gli dice di lasciarla in pace.

La segue ed è proprio lui a trovarla a terra, priva di sensi, davanti l’uscio di casa.

“Santo cielo! Isa…che ti prende? Svegliati” – la scuote più volte ma la fanciulla non risponde. Il viso è pallido e sono addirittura visibili sui suoi abiti delle tracce di sangue.

Spaventato, la prende in braccio e si dirige, il più veloce possibile, nella dimora della levatrice di Arendelle.

La paura che l’uomo vive e che lo affligge è diretta alla salute del bambino, oltre che a quella della sua amata.

“Allora? Dimmi tutto, Jacqueline. Come sta?” – chiede all’esperta.

“Ho chiesto ai vicini di chiamare anche il medico del regno. Anche se è compito mio, non vorrei azzardare e mettere a rischio la loro vita” – spiega, amareggiata.

“Mettere a rischio?” – ripete, scioccato, Oscar.

Addirittura, Isabel potrebbe morire?!

Nel frattempo, i reali assieme ai Bjorgman rincasano.

C’è gioia immensa negli occhi di chi vede i sorrisi del re e della regina, dei candidi baci di Anna e Kristoff e della ritrovata serenità della giovane Elsa.

“Dobbiamo dare l’annuncio” – propone Agnarr, una volta a tavola, di fronte ad un abbondante cena – “Cristel è nel posto dove sarebbe dovuta essere da sempre”

“Preferisco che mi chiamate Lisa. Ormai è quello l’appellativo che mi connota. Perciò, se non vi dispiace, per tutti sarò Lisa Brown. Non voglio cancellare chi sono stata per quarant’anni”

“Hai ragione. Quindi brindiamo a noi, alla pace ritrovata, alla nostra primogenita finalmente di nuovo con noi e a Lisa, una sorella, una regnante, una zia, una cognata…. Che questo sia un inizio splendente per tutti. Cin” – alza il calice Idunn, emozionata e commossa.

In così tanta euforia, nessuno si è ricordato dell’assenza di Isabel. Pare che averla vicina o lontana, non sia importante. Ciò neppure per il marito, nonché padre del suo bambino.

E a proposito di bebè…

“Questo è quanto, Oscar!” – conclude il medico, dopo un’accurata visita alla donna.

“Siete certi che la situazione è stabile?”

“Ti ripeto che Isabel è fuori pericolo” – ribadisce l’uomo.

“Per fortuna. Sarà però un dramma doverle dire del piccolo” – si incupisce il giovane soldato di palazzo.

“Immagino. Sono donna e madre, comprendo che perdere un figlio sia il dolore più grande del mondo. Statele accanto, datele forza e amore. vedrete che imparerà a convivere con tale perdita” – aggiunge la levatrice, dispiaciuta per non essere stata in grado di salvare la prole di Kristoff.

“È morto, allora!” – la voce di Isa, fa sussultare i tre che la credevano ancora incosciente.

“Ehm… Isa…ecco… è complicato però….” – cerca di spiegare Oscar.

Però le lacrime della fanciulla sono incontrollabili.

Inizia a gridare, sfogandosi e liberandosi sia del dolore fisico che emotivo.

Urla parole senza senso, alle quali seguono singhiozzi e lamenti.

La scena straziante costringe medico e levatrice ad allontanarsi, lasciando i due da soli.

“Ascoltami. Adesso sei arrabbiata con il mondo intero, però è bene accettare il fatto per riuscire a voltare pagina”

“Ho lottato per cinque anni. Capisci? Cinque lunghissimi e dannatissimi anni di matrimonio per rimanere incinta. Ora che stavo per dare a Kristoff un erede, accade l’irreparabile. Sono una nullità. Non potrei mai renderlo felice. sai che ti dico? Anna può farlo” – il primo pensiero di Isabel è rivolto al marito. Sente di essere una donna solo a metà, in quanto incapace di generare prole.

Quell’evento segna la sua decisione finale.

“Lottare per la mia unione con Kristoff è stato inutile. Ad oggi mi reputo sconfitta. Gli lascio la libertà di ricominciare con la principessa. Dopotutto è soltanto lei che vuole”

Quel discorso colpisce Oscar che comprende quanto amore nutrisse la fanciulla verso il consorte, nonostante il disinteresse dall’altro lato.

“Posso dirti che tuo marito non merita il sentimento che nutri nei suoi confronti. Non l’ha mai apprezzato”
“Su questo ti dò ragione. Adesso accompagnami a casa mia, voglio mettere la parola fine a questa sofferenza” – con un immenso dolore nel cuore e dentro il corpo, abbattuto per un vero e proprio aborto, Isa si aggrappa ad Oscar e assieme si incamminano verso l’abitazione di lei.

Lui la osserva, innamorandosene sempre più. Percepisce, nel suo silenzio, uno strazio disumano.

Vorrebbe aiutarla, ma come potrebbe farlo?

Ci pensa e ci ripensa e quando giungono a destinazione, le fa una proposta.

“Se hai bisogno di cambiare aria, di ritrovare te stessa, di liberarti da una sofferenza che ti lega ad Arendelle, vieni con me. Domattina parto e lascio il regno”
“Andarmene? E dove posso stare? Non ho nessuno dove vivere”

“Io sono stato assunto come soldato nel palazzo dei Westergard, nelle Isole del Sud. Sai bene i rapporti tra questi sovrani e i nostri, quali siano. Se parlassimo con il re o con Anna, loro ti raccomanderebbero e potresti lavorare per loro. Che te ne pare?”

Un’idea allettante che Isa non rifiuta immediatamente.

“Ci penserò. Domani, se dovessi accettare, ci incontreremo al porto. In caso contrario…” – continua – “Grazie di tutto. Se non mi avessi seguita, se non mi avessi soccorsa, a quest’ora non sarebbe morto solo il mio bambino” – il gesto che segue è spontaneo e dolce.

Isabel gli dà un lieve bacio a stampo per poi chiudersi in casa e sfogare in solitudine la sua frustrazione.

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Anna è sul balcone della sua camera ed osserva il regno che circonda il palazzo.

È leggiadra e serena, come non lo era da tempo.

Sophie sonnecchia nel lettone e vederla finalmente felice è un sogno diventato realtà.

E non solo quello….

“Ancora sveglia?” – le chiede una voce maschile alle sue spalle.

Due possenti braccia le cingono la vita proprio allora e una bocca si posa esattamente sul collo di lei, riscaldandolo di piccoli baci.

“Non dovresti tornare da tua moglie, Kris?” – domanda la principessa.

“Questa notte non riuscirei a separarmi da te, neppure se me lo imponessero con la forza” – la volta verso di sé e comincia a baciarla sulle labbra.

I due sembrano ignorare che la bambina potrebbe beccarli in situazioni imbarazzanti.

Le mani di Bjorgman scivolano veloci sotto la gonna di Anna che, a quel gesto, sobbalza e si ferma.

“Aspetta…che stiamo facendo!? Non possiamo…non di nuovo...non così”

“Hai ragione. Non sarebbe il caso… seguimi” – così dicendo la conduce verso la stanza accanto.

In quel momento Anna esclama – “Che meraviglia! Sei stato tu? Sei pazzo”

La camera è illuminata da candele e il letto è ricoperto di petali di rose rosse.

“Credi che possa andare adesso?” – le sussurra lui.

Di fronte a tanto romanticismo e amore, la fanciulla si getta tra le braccia dell’amore della sua vita e in men che non si dica i due si ritrovano, nudi, tra quelle lenzuola, a consumare un sentimento mai spento.

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Capitolo 39
*** 39 Capitolo ***


E’ mattino, quando un caldo raggio di sole penetra dalla finestra della stanza reale dove una coppia di innamorati riposa serenamente.

È proprio quel calore a svegliarli.

“Buongiorno” – sussurra lui all’orecchio della fanciulla.

“Un buongiorno così lo sognavo da troppo tempo” – risponde lei, baciandolo con tenerezza sulla guancia.

“Anna, ho deciso di chiudere per sempre con Isabel. Voglio vivere assieme a te e a nostra figlia”

“Kristoff, io non voglio che tu dimentichi di avere un bambino in arrivo e non vorrei essere la causa del dolore di quel piccolo” – risponde, dispiaciuta, la principessa.

“Non sarà così. Io non rinuncerò mai al sangue del mio sangue. Farò in modo di essere presente nella sua vita, ogni giorno…in ogni momento. Però è te che voglio. Ho perso troppo tempo a nascondere un sentimento che non si è mai spento. Adesso basta. È ora di fare ciò che mi chiede ardentemente il cuore”

Tale conversazione porta Bjorgman a chiudere con il passato ed aprirsi ad un prospero e felice futuro.

Qualche ora più tardi, quando le campane del regno suonano per convocare il popolo nella piazza principale per un annuncio reale, Kris si dirige esattamente nella casa che condivide con Isa.

Il portone è aperto e ciò insospettisce il ragazzo che teme l’entrata di un ladro.

“Isabel! Dove sei?” – la chiama, armandosi di un pezzo di legno trovato accanto al pozzo.

Nessuna risposta.

La sistemazione della dimora non fa temere ad un’intrusione. Questo è un buon segno, pensa. 

“Forse è uscita” – ipotizza, sbruffando. Possibile che ogni volta che prende una decisione debba esserci sempre qualche imprevisto?

Siede sulla poltrona ed attende il rientro della consorte.

Ha in mente il discorso da farle e lo ripete prima in mente, poi ad alta voce, camminando avanti e indietro, girando così tutta casa.

Dopo una lunga attesa, la porta d’ingresso si apre.

“Finalmente… dove sei stata?” – domanda, convinto di parlare alla moglie.

Davanti a sé, però, c’è qualcun altro.

“Chiedo scusa, credevo di non trovare nessuno” – parla lo sconosciuto.

“Sono il proprietario. Lei chi è?” – chiede, confuso, Bjorgman.

“Ho comprato questa casetta poco fa. Adesso è mia” – spiega.

Kris, inizialmente, crede ad uno scherzo e ridacchia.

Ma vedendo bene l’espressione seriosa del tizio, capisce che quello che dice è reale.

“Dite seriamente? E chi ve l’avrebbe venduta?”

“Isabel”

“Isabel?” – ripete, ad occhi sgranati Kristoff.

“Immagino che lei sia il marito. Bene, lei mi ha chiesto di consegnarvi questo biglietto”

Il giovane strappa il foglio dalle mani dell’uomo e lo legge senza esitare.

Addio, Kristoff. Ho deciso di cambiare vita. Sei libero, ho fatto in modo che ciò che condividevamo non sia più un problema. Casa nostra non è più nostra. Appartiene adesso al signor Victor. Penserai… e il piccolo?... tranquillo, non c’è più nessun bambino. Se non mi credi, puoi domandare al medico del regno. Con questo ti saluto, ti auguro il meglio e lo auguro a me stessa. Sono certa che dimenticarmi sarà facile, non posso dire lo stesso per quanto mi riguarda. Spero di riuscirci. Grazie dei cinque anni di matrimonio e spero davvero che i tuoi desideri si realizzino. Tua, per sempre, Isabel

“Tutto bene, signore?” – si preoccupa lo straniero, notando lo shock sul volto di Bjorgman.

“Si è sbarazzata anche del bambino? Come ha potuto farlo” – esclama, scioccato, ad alta voce.

Preda di rabbia, lascia il nuovo inquilino da solo e senza proferire parola lascia casa.

Ha una sola destinazione.

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“Kristoff Bjorgman, immaginavo che saresti venuto. Isabel aveva ragione a pensarlo”

“Senta, voglio sapere se mia moglie ha davvero tolto di mezzo il bambino per scappare via!”

“No, si è sentita male ed è stata portata qui. ho cercato di salvare il piccolo. Però era troppo tardi” – spiega il medico.

Una notizia sconvolgente che spezza il cuore di Kris. In fondo si trattava di un pezzo di sé.

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“Hai preso la giusta decisione a venire via con me” – sostiene Oscar, tenendo per mano Isa.

“Già. Questo trasferimento sarà una rinascita. Lo sento. Allontanarmi da Arendelle è la medicina per le mie sofferenze” – accenna un sorriso.

Sulla nave reale diretta alle Isole del Sud, i due salutano un regno che li ha visti nascere, crescere e diventare adulti. Però da oggi in poi stanno scrivendo una nuova pagina di vita. “Conserverò il ricordo di questo posto per sempre. E poi…chissà… magari vi rimetterò piede…” – aggiunge lei.

“Esatto. Forse lo farò anche io… forse torneremo assieme, chi lo sa! Una cosa è certa… se rimetteremo piede ad Arendelle lo faremo da persone felici” – afferma, convinto, Oscar.

I due si guardano per un istante e si sorridono, mentre il mare li conduce lontano.

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“E’ andata via? dici sul serio?” – esclama Anna, sentendo il racconto di Kristoff, appena tornato a palazzo.

“Si, non so cosa pensare”

“E’ terribile. Poverina, starà soffrendo molto. Perdere un figlio è devastante” – aggiunge Idunn, tristemente.

“Io mi ero affezionata a quella ragazza. Era diventata una figlia per me” – si commuove Clarissa.

“Mamma, vedrai che tornerà. Me lo sento” – prende parola Elsa.

“Mi chiedo dove possa essere mai andata” – riflette la regina, ad alta voce.

“Se parlate di Isabel, so darvi io la risposta” – dal fondo della sala compare Agnarr.

Il re racconta ai parenti di aver concesso al soldato Oscar e alla cameriera Isabel il trasferimento nelle Isole del Sud.

“Sono diretti verso il castello dei Westergard. Quindi, state sereni. Quella ragazza avrà un trattamento degno di principessa. Ho scritto personalmente ai miei vecchi consuoceri di prendersi cura di Isabel”
“Grazie, maestà” – si inchina Clarissa.

In quel momento il gesto del sovrano spiazza tutti.

Prende per mano la signora Bjorgman e la abbraccia.

“Niente maestà. Da adesso in poi siamo tutti un’unica famiglia”

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Quella mattina in piazza viene dato l’annuncio più sconvolgente degli ultimi cinquanta anni.

Agnarr comunica alla sua gente l’esistenza di una gemella, presentandola a tutti come Lisa Brown. Rivela ogni particolare affinché le persone possano comprendere le ragioni dell’abbandono. E non solo.

Oltre a sua sorella, mostra ad Arendelle intera la sua primogenita, nonché futura regina al trono.

Elsa, accolta dagli applausi del popolo, inizia a piangere. Li omaggia di una magnifica fontana di ghiaccio dalla quale sgorga acqua cristallina.

“Bentornata a casa, figlia mia” – le sorride il re, stringendola.

Idunn e Anna si avvicinano ai due e si uniscono all’abbraccio.

Però non è finita qui. Il sovrano ha anche un regalo per la secondogenita.

“Voglio comunicarvi che presto celebreremo un fidanzamento”

Segue il brusio della gente che si domanda… chi sarebbero i due piccioncini?

Anche Anna è stranita da tale notizia.

Quando vede avanzare Kristoff, sottobraccio al re, comprende tutto.

“Dite sul serio?”- domanda, incredula.

“Certo, tesoro. Basta con divieti, protocolli assurdi e ingistizie. Viva l’amore. voglio che finalmente ad Arendelle si cominci a godere di questo sentimento e di condividerlo con il popolo” – sostiene convinto Agnarr, poi torna a rivolgersi alla gente – “Vi presento il futuro marito della mia secondogenita. Kristoff Bjorgman”

Tra l’euforia dei presenti, la coppia si scambia un dolce bacio.

Niente e nessuno può più distruggere la loro serenità.

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Capitolo 40
*** The End ***


E così Anna e Kristoff, esattamente un anno dopo l’annuncio si promettono amore eterno, in presenza di un sacerdote e di un regno intero, pronto a gioire della presenza di un popolano a palazzo.

Ci sono anche i Westergard, commossi per la ritrovata felicità della dolce Anna.

Sophie, in prima linea, segue i genitori, serena e gioiosa come mai prima.

Ha ormai quasi sette anni e sente di essere grande. Grande abbastanza per prendersi cura di un piccoletto con cui giocare.

Sì, il suo sogno lo manifesta proprio il Natale di quello stesso anno.

In presenza dei familiari, radunati attorno ad un enorme albero addobbato a festa, la principessina esprime, ad alta voce, il suo piccolo desiderio.

Non immagina che presto ciò diventerà realtà.

Dopo alcuni mesi, viene alla luce un maschietto dai capelli rossicci e gli occhi scuri.

“William Agnarr Samuel Bjorgman” – viene presentato in questo modo all’intero regno.

“Adesso sì che abbiamo raggiunto la felicità massima” – esclama Sophie, al primo compleanno del fratellino.

Si sbaglia di grosso. Nove mesi dopo la famiglia si allarga.

Non avrebbe mai immaginato di trovarsi nel giro di poco, da figlia unica a sorella maggiore.

Dopo Will nascono due gemelli: Elisabeth e Edward Bjorgman.

Il castello si riempie di pargoli e di felicità.

Elsa e Anna sono sedute accanto al camino, con in braccio i gemellini, quando la maggiore confessa alla seconda – “Non credevo di potermi sentire a casa, visti i miei vent’anni lontana da voi. Oggi vi assicuro che mai come in questi ultimi anni mi sono sentita tanto amata e coccolata”

“Te lo meriti, ti voglio bene”

“Te ne voglio anche io, sorellina”

Finalmente niente più dramma.

Questo è un l’happy ending che Anna, così come Elsa, desiderava sin da bambina e il suo sogno più grande si è realizzato.

I reali sono ignari, però, che qualcuno sta tornando ad Arendelle.

“Finalmente di nuovo a casa” – afferma un uomo, tenendo stretta la mano di una donna.

“Non credevo potesse mancarmi così tanto” – risponde lei.

………

FINE

 

 

 

Sono arrivata al termine di questa fanfiction con il rientro di alcuni personaggi. Ho lasciato la situazione in bilico perché potrebbe esserci un seguito.

Ringrazio chi l’ha letta e seguita con interesse. Un grazie particolare alla mia cara amica Letizia e a Sandro che mi hanno incoraggiata ad andare avanti e continuare a scrivere.

Leti ti voglio bene e ricorda che abbiamo un progetto insieme da realizzare.

Ancora grazie a tutti.

Alla prossima.

Ivy xoxo

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