Nella giungla

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- Finalmente! Non vedevo l'ora di partire! - esclamò Anna prendendo le valigie.
Elsa sorrise: da quando una settimana prima le aveva comunicato che avrebbero esplorato un tratto di mare poco conosciuto aveva insistito un sacco per venire. E non solo lei, anche Olaf.
- Dici che scopriremo qualcosa di interessante?
- Non so, lo spero - rispose Elsa.
- Pensa se trovassimo un tesoro su un'isola deserta! Sarebbe molto comodo per il nostro regno.
- Intanto direi di andare, la nave partirà a momenti.
Quando uscirono dalla stanza incontrarono Aaron, il capo degli uomini che le avrebbero accompagnate.
- Signor Aaron, è tutto pronto? - chiese Elsa.
- Sì maestà, il principe Kristoff, Olaf e gli altri ci stanno aspettando al molo.
- Bene, allora partiamo! - esclamò Anna correndo via.
- Anna aspettami! - gridò Elsa andandole dietro.
Aaron le osservò allontanarsi con uno strano ghigno.

Intanto su un'isola lontana un uomo con lunghi capelli castani stava passeggiando con sua moglie.
- Tarzan, ci credi che presto saremo genitori?! - disse la donna emozionata toccandosi il pancione.
- In realtà ancora non mi sembra vero. Spero sia femmina, così somiglierà a te Jane - rispose il marito.
- E allora io spero sia maschio, così somiglierà a te - disse Jane abbracciandolo.
Poi i due osservarono il cielo nuvoloso e sentirono un leggero venticello.
- Dici che potrebbe venire a piovere? - chiese Jane.
- No, ho paura che sarà una vera e propria tempesta - rispose lui.
- Cosa?!
- Tu rientra, io vado ad avvertire gli altri.
Jane fece come gli aveva detto il marito e ad attenderla trovò suo padre.
- Jane, tesoro! Stai bene? Vieni a sederti, nel tuo stato dovresti stare a riposo! - disse lui.
- Papà, non ti preoccupare! Sono incinta, non sono malata! - ridacchiò lei.
- Allora, tu e Tarzan avete già scelto il nome? - chiese ancora Archimedes.
- No. Il nome dura per tutta la vita, vogliamo che sia perfetto.
- Dovete sbrigarvi però, non manca molto alla fine della gravidanza. A proposito, dov'è Tarzan? 
- È andato ad avvertire gli altri di mettersi ai ripari perché sta per prepararsi una tempesta.
- Allora forse è meglio se andiamo anche noi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Elsa si guardò intorno: fino a due ore prima il mare era tranquillo e il cielo era limpido, mentre ora era tutto scuro, pioveva e le onde sbattevano la nave di qua e di là. I loro accompagnatori stavano facendo di tutto per non far affondare la nave e per uscire dalla tempesta, ma non era affatto facile.
Poi vide che Anna e Olaf si stavano arrampicando sulla rete che portava in cima all'albero maestro ed esclamò: - Anna, Olaf, che state facendo?!
- Se arriviamo in cima forse riusciremo a vedere un'uscita - rispose Anna.
- Non potete farlo, è troppo pericoloso! - esclamò Kristoff preoccupato.
- Tranquillo Kristoff, ci penso io a proteggere Anna! - esclamò il pupazzo di neve.
In quel momento un'onda enorme colpì un lato della nave e a causa del movimento brusco Anna e Olaf lasciarono la presa e caddero in mare. L'ultima cosa che sentirono prima di perdere i sensi furono le voci di Elsa e Kristoff che li chiamavano: - ANNA! OLAF!

Era passata un'ora e la tempesta era finita.
- Finalmente è uscito di nuovo il sole - disse Jane.
- Uffa, l'acqua mi è entrata sin dentro le ossa! - si lamentò Terk.
- E adesso che facciamo Tarzan? - chiese Tantor.
- Credo che sarebbe meglio fare un giro per controllare che non ci siano feriti. Io mi occuperò della zona est; mamma, vuoi venire con me?
- Certo - rispose Kala.
- Tantor, Terk, voi potreste occuparvi della zona ovest?
- Agli ordini! - esclamarono in coro i due.
- Tarzan, voglio venire con te - disse Jane.
- No, dopo tutta questa agitazione hai bisogno di riposare - disse il marito.
- Ma io... - provò a ribattere lei.
- Tesoro, Tarzan ha ragione. Sappiamo che non sei fatta di vetro, ma hai comunque bisogno di stare calma nel tuo stato - disse suo padre.
- Va bene - sospirò lei mettendosi a sedere.

Tarzan e Kala avevano girato per la giungla, fortunatamente senza trovare nessun ferito, e ora si trovavano in spiaggia.
- Tarzan, guarda lì! - esclamò la gorilla.
Lui si voltò dove stava indicando sua madre e vide tre strane figure distese sulla sabbia e entrambi si avvicinarono: la prima era una ragazza con le lentiggini e lunghi capelli castani legati in due trecce, la seconda era un uomo alto e robusto con i capelli biondi e la terza era uno strano essere bianco e freddo con una carota al posto del naso.
- Chissà chi sono - disse Kala.
- La tempesta deve averli portati qui. Ma allora dove sarà il relitto della loro nave? - si chiese Tarzan.
- E questo che cosa sarà? - si domandò la gorilla riferendosi all'essere bianco.
- Sembra un pupazzo di neve. Jane me ne ha parlato, ha detto che da bambina quando abitava in Inghilterra si divertiva un sacco a farli durante l'inverno.

Anche Terk e Tantor avevano perlustrato la loro parte della giungla ed erano arrivati alla spiaggia.
- Qui è tutto apposto, torniamo dagli altri - disse Terk facendo per avviarsi.
- Aspetta, guarda lì! - esclamò l'elefante.
Terk si voltò e vide una donna svenuta sulla sabbia. Con Tantor si avvicinò e poterono guardarla meglio: aveva la pelle chiara, lunghi capelli biondo platino legati in una treccia laterale e indossava un lungo abito luccicante azzurro.
- Com'è bella! - esclamò Tantor.
- Ha bisogno di aiuto. Tantor, io vado a chiamare Tarzan, tu rimani con lei e vedi di non combinare guai!
- Tranquilla, ci penso io!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


All'improvviso Anna tossì e lentamente aprì gli occhi. Appena vide Tarzan e Kala emise un leggero gridolino di sorpresa.
- Non spaventarti, non vogliamo farti del male - disse Tarzan aiutandola a rialzarsi. - Io sono Tarzan e lei è mia madre Kala.
- Io mi chiamo Anna... Accidenti, ricordo che mi stavo arrampicando sull'albero maestro della nave quando... Oh cielo! Kristoff! Olaf! - esclamò Anna notandoli solo in quel momento.
Si mise accanto a loro, li scosse un po' e lentamente anche loro aprirono gli occhi.
- Anna! - esclamò Kristoff abbracciandola. - Mi hai fatto prendere un tale spavento!
- Per fortuna stai bene! - aggiunse Olaf. Poi, notando Tarzan e Kala, disse: - E loro chi sono?
- Io sono Tarzan e lei è mia madre Kala - si presentò di nuovo il ragazzo. - Stavamo facendo un giro di perlustrazione per controllare se ci fossero stati dei feriti durante la tempesta e vi abbiamo trovato.
- Ehi, per caso avete trovato anche... - provò a dire Anna, ma fu interrotta dall'arrivo di Terk.
- Ehi Tarzan, io e Tantor abbiamo... Oh - disse la gorilla notando gli altri.
- Terk, loro sono Anna, Kristoff e Olaf - li presentò Tarzan.
- Come stavo dicendo, per caso avete trovato anche mia sorella Elsa? - chiese Anna.
- Per caso ha i capelli chiari e indossa un vestito lungo azzurro? - chiese Terk.
- Sì! - confermò la principessa.
- Allora sappiate che io e Tantor l'abbiamo trovata dall'altra parte della spiaggia.
- Forza, andiamo - disse Tarzan.

Dopo un po' arrivarono dov'erano Tantor ed Elsa.
- Finalmente siete arrivati! - esclamò l'elefante. - E voi chi siete?
Dopo aver fatto di nuovo le presentazioni, Anna si accovacciò accanto a Elsa e la scosse dolcemente: - Elsa? Elsa, mi senti?
La regina lentamente aprì gli occhi e quando vide Anna l'abbracciò sollevata: - Anna, stai bene!
- Sì, per fortuna. Mi dispiace, non sarei mai dovuta salire sull'albero maestro - si scusò la bruna.
- Chiedo scusa anch'io - aggiunse Olaf.
- Tranquilli, l'importante è che siamo tutti salvi - disse Elsa. Fece per alzarsi, ma un forte dolore alla caviglia glielo impedì. - Ahi!
- Elsa, cos'hai?! - chiese Anna preoccupata.
- La caviglia mi fa malissimo! Devo essermela rotta nel naufragio! - rispose lei.
- In effetti è un po' gonfia - disse Anna dopo aver controllato.
- Venite, vi portiamo al nostro accampamento, lì potremo medicarla - disse Tarzan.
Tantor prese delicatamente Elsa con la sua proboscide e la mise a sedere sul suo dorso, poi tutti insieme si avviarono all'accampamento.

Una volta arrivati furono accolti da Jane e suo padre.
- Finalmente siete tornati - disse la ragazza. - E voi chi siete?
- Io sono Elsa, la regina di Arendelle. Loro invece sono mia sorella Anna, suo marito Kristoff e Olaf. Siamo naufragati qui dopo la tempesta - rispose Elsa.
- Ma quel pupazzo di neve è vivo! - esclamò Jane.
- Sì, vedete... Io ho un dono - disse Elsa.
Poi allungò la mano e congelò un cespuglio.
- Straordinario! - esclamò Archimedes.
- Ho questi poteri fin dalla nascita, ma tranquilli, non sono pericolosi - li rassicurò Elsa.
In quel momento Anna notò il pancione di Jane e, mettendoci entrambe le mani sopra, esclamò: - Oh, ma tu stai per avere un bambino! A che mese sei? Hai già scelto il nome?
- Anna, per favore! - la rimproverò con calma Elsa.
- No, non fa niente - disse Jane.
All'improvviso sentirono dei passi e delle voci venire verso di loro: erano Aaron e i suoi uomini.
- Vostra altezza! Per fortuna siete tutti qui sani e salvi! - disse Aaron.
- Sono contenta che anche voi stiate bene - disse Elsa. - Ma dov'eravate?
- Ci siamo risvegliati tutti sulla spiaggia accanto alla nave - rispose uno degli uomini. - Per fortuna siamo tutti salvi e la nave può essere riparata, ma ci vorrà del tempo.
- Possiamo ospitarvi noi nel frattempo - disse Tarzan.
- Oh grazie, siete molto gentili - rispose Anna.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il professor Porter aveva fasciato la caviglia di Elsa e le aveva dato due stampelle e ora lei e gli altri erano tutti seduti fuori dall'accampamento a chiacchierare.
- Tarzan, tu hai detto che Kala è tua madre, ma lei è una gorilla, come fa a esserlo? - chiese Anna.
Lui abbassò un po' lo sguardo e rispose: - I miei veri genitori sono naufragati qui quando ero solo un neonato e sono stati uccisi da un ghepardo, poi Kala mi ha trovato e lei e suo marito Kerchak hanno deciso di adottarmi.
- E dov'è adesso Kerchak? - chiese Kristoff.
- È morto anche lui - rispose Tarzan. - All'inizio io non gli piacevo e aveva accettato di farmi restare solo perché Kala si riprendesse dalla morte del loro figlio, ma poi prima di morire si è pentito e io l'ho perdonato. Era un gorilla veramente speciale.
- Ci dispiace tanto che tu abbia sofferto così - disse Elsa mettendogli una mano sulla spalla.
- Sai, anche noi due siamo orfane, i nostri genitori sono morti durante una tempesta - aggiunse Anna.
- Dai, smettiamola di parlare di queste cose tristi, divertiamoci un po' - disse Terk per rallegrarli. - Tarzan, ti va di fare una gara con le liane?
- Con piacere! - rispose lui entusiasta.
- Perché, tu sei capace di dondolarti sulle liane come i gorilla? - chiese Anna.
Lui annuì.
- Ci voglio provare anch'io! Puoi insegnarmi? - chiese la principessa.
- Anche a me! Anche a me! - aggiunse Olaf.
- Non se ne parla, è troppo pericoloso! - esclamò Elsa. - Non vi è bastata la caduta dall'albero maestro?
- Dai, ti promettiamo che staremo attenti! - la implorò la sorella.
Elsa guardava quegli alberi altissimi non troppo convinta.
- Elsa non preoccuparti, non li perderò mai di vista - promise Tarzan.
- Va bene - si arrese la regina ancora un po' preoccupata.
Tarzan e Terk li aiutarono a salire sugli alberi.
- Allora, dovete tenervi molto forte alla liana e quando vi lasciate andare datevi abbastanza spinta per arrivare dall'altra parte - spiegò Tarzan. - Guardate, vi faccio vedere.
Dopo aver preso una liana si lanciò e arrivò all'albero accanto.
- Anna, non penso di farcela da solo - disse Olaf.
- Non preoccuparti Olaf. Sali sulle mie spalle, lo faremo insieme - lo rassicurò Anna.
- E se ci sono problemi vi prenderò io - disse Tarzan.
Olaf si aggrappò alle spalle di Anna, la ragazza prese una liana e si lanciò.
- È stato bellissimo! - urlò lei atterrando accanto a Tarzan.
Tutti e quattro andarono avanti per un po', finché non si stancarono e tornarono a terra.
- Elsa, puoi farci rivedere quella cosa con il ghiaccio? - chiese Tantor.
- Va bene - rispose la bionda.
- Ho un'idea: Elsa creerà tante palle di neve e ce le lancerà contro e chi ne colpisce di più vince! - disse Anna.
- Sì, facciamolo! - esclamò Terk
Elsa creava le palle di neve un po' alla volta e loro si divertivano a colpirle ridendo come matti, mentre Jane teneva il punteggio. Quando la gara finì, quest'ultima disse: - Kristoff è quello che ne ha colpite di più.
- Sei stato grande amore! - disse Anna abbracciandolo.
- Sì, lo so - disse lui baciandola.
- Elsa, il tuo potere è bellissimo! - esclamò Tantor.
- Grazie, come sei gentile! - disse la bionda accarezzandogli dolcemente la proboscide.

Quella sera, mentre tutti dormivano, Aaron si alzò e furtivamente andò a chiamare tre dei suoi uomini.
- Miei prodi, ho il piacere di informarvi che possiamo ancora attuare il nostro piano! - esclamò Aaron.
- Signore, questo significa che è riuscito a salvare il pugnale magico dal naufragio? - chiese uno di loro.
Aaron annuì tirando fuori dalla tasca un bellissimo pugnale dorato con alcuni rubini e zaffiri sul manico.
- Questo pugnale permette di rubare i poteri magici a una persona che ne è dotata e di darli a quante persone si vuole, anche se non la uccide. Quando avremo quelli della regina Elsa ne ruberemo altri e potremo conquistare Arendelle e chissà quanti altri regni!
- Poi qui non ci sono le guardie e la regina ha anche una caviglia rotta, quindi sarà tutto più facile - notò un altro.
- Esattamente! - disse Aaron con un ghigno. - Ora però torniamo a dormire prima che ci scoprano.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Elsa, Anna, Kristoff e Olaf si trovavano in quella giungla da tre giorni e si divertivano un sacco a passare il tempo con Tarzan e gli altri giocando, sentendo i racconti delle loro avventure e aiutando Archimedes nelle sue ricerche.
Quel pomeriggio Anna e Elsa stavano facendo una passeggiata.
- Sono felice che la tua caviglia stia migliorando - disse Anna.
- Anch'io - rispose la sorella.
Poi Anna alzò lo sguardo e disse: - Ehi, guarda lì.
Elsa guardò e vide un albero molto storto con sopra una capanna.
- Non l'avevo mai notata da quando siamo qui - disse Anna.
- È normale, non siamo mai passate da questa parte della spiaggia - disse Elsa. - Andiamo a chiedere a Kala, forse lei ne sa qualcosa.
Le due sorelle andarono all'accampamento e trovarono Kala che teneva compagnia a Jane.
- Oh, già di ritorno? - le salutò Jane. - È stata breve la vostra passeggiata.
- Abbiamo notato una capanna su un albero di cui non c'eravamo mai accorte e volevamo sapere se Kala ne sapeva qualcosa - spiegò Elsa.
- Sì, è la capanna dove ho trovato Tarzan quando era neonato - rispose Kala.
- Mi piacerebbe vederla all'interno - disse Anna.
- Anche a me - aggiunse Elsa.
- Ma come pensi di fare con la caviglia rotta? - chiese Jane.
- Non c'è problema, può portarmi Kala - rispose la regina. Poi, rivolta alla gorilla, aggiunse: - Sempre se sei d'accordo.
- Certo, non c'è problema.
- Io invece mi arrampicherò da sola, sono un'esperta ormai! - esclamò Anna orgogliosa.
Tutte e tre tornarono alla capanna e salirono, con Elsa aggrappata alle spalle di Kala. C'erano un sacco di ragnatele e polvere, era tutto a soqquadro e per terra c'erano ancora le inquietanti orme di sangue che Sabor aveva lasciato quando aveva ucciso i genitori di Tarzan.
Le due sorelle si guardarono un po' attorno, quando Anna notò una foto che la sconvolse: ritraeva un uomo e una donna con un neonato.
- Elsa, guarda - mormorò.
Anche la bionda ebbe un colpo nel vederla.
- Quelli sono i genitori di Tarzan - spiegò Kala.
Anna prese la foto e sia lei che Elsa ci misero una mano sopra con le lacrime agli occhi.
- Anna... - mormorò la regina. - Questi sono i nostri genitori.

Quello di cui non si erano accorte era che Aaron le aveva seguite e aveva sentito tutto. In quei giorni aveva provato a sorprendere la regina quando era sola, ma non ci era mai riuscito. Però quella notizia poteva tornargli molto utile.
"Bene bene, quindi quell'uomo-scimmia è il loro fratello" pensò.
Andò subito a chiamare i suoi complici e spiegò loro il suo piano: rapire Tarzan per attirare Elsa e rubarle finalmente i poteri! Conosceva bene la regina e sapeva che non avrebbe mai permesso a nessuno di fare del male a un membro della sua famiglia, quindi avrebbe sicuramente fatto quello che volevano.

In quel momento Tarzan stava facendo una tranquilla passeggiata con Terk, quando all'improvviso Aaron e i suoi uomini li circondarono.
- Che volete? - chiese Tarzan un po' confuso.
I due che si trovavano dietro di lui lo afferrarono per le spalle.
- Ehi, lasciatemi! Lasciatemi! - urlava agitandosi.
Il terzo lo colpì alla testa facendolo svenire e lo portò via insieme agli altri. Terk cercò di raggiungerli, ma Aaron la bloccò puntandole contro una balestra permettendo così ai suoi uomini di scappare.
- Ascoltami bene, sacco di pulci! - disse l'uomo. - Dì alla regina Elsa di venire da sola ai piedi della montagna più alta della giungla entro un'ora, altrimenti il tuo amichetto farà una brutta fine!
E detto questo se ne andò lasciando Terk spaventata e preoccupata.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Elsa, Anna e Kala tornarono di corsa all'accampamento.
- Che succede? - chiese Jane notando le loro facce sconvolte.
- Dov'è Tarzan? Non è ancora tornato? - chiese Elsa.
- Dobbiamo parlargli assolutamente! - esclamò Anna.
In quel momento anche Terk arrivò accompagnata da Tantor, Kristoff, Olaf e Archimedes.
- Ragazze abbiamo un problema! - disse Kristoff.
- Sì, Aaron e tre dei vostri uomini hanno rapito Tarzan! - aggiunse Tantor.
- COSA?! - gridarono in coro Jane e Elsa.
- Io ero con lui quando è successo. Mi dispiace, non sono riuscita a impedirlo - si scusò Terk.
- Non devi scusarti, non è colpa tua - disse Anna.
- Comunque mi hanno detto che vogliono che Elsa vada da sola ai piedi della montagna più alta della giungla entro un'ora, altrimenti gli faranno del male! - aggiunse la gorilla.
- D'accordo, lo farò - disse Elsa determinata.
- Non puoi andare da sola, è troppo pericoloso! - esclamò Anna.
- Ma devo farlo! Non permetterò mai che qualcuno faccia del male a un membro della mia famiglia!
- Che vuoi dire? - chiese Olaf confuso.
Anna sospirò e rispose: - Abbiamo scoperto che Tarzan è nostro fratello.
- CHE?! - esclamarono tutti.
- È una lunga storia, ve la spiegheremo dopo che l'avrò salvato - disse Elsa.
- Elsa, so che vuoi proteggermi, ma non ti lascerò correre questo rischio da sola, soprattutto con quella caviglia rotta! Io vengo con te! - disse Anna.
- Se viene Anna vengo anch'io! - disse Kristoff.
- E anch'io! - aggiunse Olaf.
- Tarzan è mio amico, non lo abbandonerò! - esclamò Tantor.
- Ehi, ci sono anch'io! - si unì Terk.
Elsa avrebbe preferito non far correre rischi a nessun altro, ma sapeva che non avrebbero cambiato idea, così disse: - D'accordo, mi avete convinta.
- Voglio venire anch'io - disse Jane.
- No Jane, sarebbe troppo pericoloso nelle tue condizioni - disse il padre.
- Ma papà... AHI! - esclamò la giovane toccandosi il pancione.
- Ehi, tutto bene? - chiese Anna mettendole una mano sulla spalla.
- Sì, non pre... AHI! CREDO CHE MI SI SIANO ROTTE LE ACQUE! - urlò Jane.
- Cosa?! Adesso?! - esclamò Kala.
- Voi andate, qui ci pensiamo io e Kala - disse Archimedes.
Loro annuirono e si avviarono verso la montagna.

Intanto Aaron e i suoi uomini, dopo aver portato Tarzan ai piedi della montagna, lo avevano legato per impedirgli di fuggire. Lui continuava ad agitarsi cercando di liberarsi.
- E piantala di muoverti! - esclamò uno di loro sferrandogli un pugno in faccia.
- Si può sapere cosa volete da me?! - esclamò lui.
- Da te niente, ci servi come esca per attirare la regina Elsa - rispose Aaron. - Conoscendola non ci permetterà di fare del male al suo caro fratellino.
Tarzan non capiva il perché di quella frase, ma non ebbe il tempo di dire niente perché in quel momento Elsa arrivò.
- Bene, finalmente siete arrivata - disse Aaron.
Uno dei suoi uomini afferrò Tarzan e gli puntò un coltello alla gola.
- Lasciatelo andare! - esclamò la regina.
- No se prima non fate quello che vi diciamo - disse Aaron tirando fuori il pugnale. - Questo pugnale magico mi permetterà di avere i vostri poteri senza uccidervi. Non dovete fare altro che lasciarvi colpire senza opporre la minima resistenza.
- D'accordo - disse Elsa avvicinandosi.
Aaron fece per colpirla, quando all'improvviso spuntarono fuori Anna, Tantor, Kristoff, Terk e Olaf.
- COSA?! - esclamò lui.
Terk lo colpì allo stomaco con un calcio e gli prese il pugnale, poi Kristoff e Tantor misero fuori gioco i suoi uomini.
- NOOO!!! - gridò Aaron furibondo.
Tirò fuori un coltello e sorse verso Tarzan per colpirlo.
- LASCIALO STARE! - gridò Elsa bloccandogli le gambe nel ghiaccio per impedirgli di muoversi.
- Stai bene? - chiese Anna a Tarzan slegandolo.
- Sì, grazie per avermi salvato - rispose lui. - Comunque prima Aaron ha detto che Elsa non gli avrebbe mai permesso di fare del male al suo fratellino; cosa intendeva dire?
Elsa e Anna si guardarono, poi la minore disse: - Dobbiamo dirti una cosa.
- Tarzan... - aggiunse la maggiore. - Tu sei nostro fratello.
- Come?! - esclamò lui.
- Kala ci ha fatto vedere una foto di te da piccolo con i tuoi genitori e ti possiamo assicurare che sono anche i nostri - insistette Anna.
Tarzan rimase un attimo in silenzio elaborando la notizia, poi sorrise alle sue sorelle e le abbracciò con le lacrime agli occhi. Anche loro due si commossero e ricambiarono la stretta.
- Sono così felice di avervi ritrovate! - disse lui.
- Anche noi - risposero loro due.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Dopo che ebbero legato i quattro delinquenti, Tantor se li mise sulla schiena e tutti insieme tornarono all'accampamento. Quando arrivarono il professor Porter corse loro incontro e disse: - Venite, devo presentarvi qualcuno.
Quando entrarono trovarono Jane sdraiata sul letto, sfinita ma raggiante, che teneva in braccio due fagotti.
- Tarzan! Per fortuna stai bene! - gli disse la moglie abbracciandolo quando lui le si avvicinò. - Questi sono i tuoi figli.
Tarzan prese in braccio i fagotti e vide al loro interno due bambini bellissimi con gli occhi azzurri e i capelli castani. Erano un maschio e una femmina.
- Sono due gemelli! - esclamò felice Anna.
- Congratulazioni! - aggiunse Elsa.
Il neo papà guardava i due bambini con gli occhi pieni di meraviglia e di gioia, cullandoli dolcemente.
- Ora che ci penso, come volete chiamarli? - chiese il padre di Jane.
- Il maschio voglio chiamarlo Kerchak, in onore del più grande re che questa giungla abbia mai avuto - disse Tarzan.
- È un'idea magnifica! - commentò Kala.
- Per la bambina avrei io un'idea: chiamiamola Iduna - si intromise Anna. - Era il nome di nostra madre, Tarzan.
- Iduna... Sì, mi piace - rispose Tarzan.
- Anche a me - aggiunse Jane.

Ormai era passata una settimana da quell'avventura. La caviglia di Elsa era completamente guarita, la nave era riparata ed era arrivato il momento per Anna, Elsa, Kristoff e Olaf di tornare ad Arendelle.
Tarzan e gli altri erano andati alla spiaggia per salutarli.
- E così dovete partire - disse Tarzan.
- Sì, è arrivato il momento - disse Elsa.
- Che cosa succederà ad Aaron e ai suoi? - le chiese Jane.
- Verranno processati e finiranno in prigione - rispose la regina.
Tarzan in quel momento si accorse che Anna aveva le lacrime agli occhi e le chiese: - Anna, che cos'hai?
- Io non voglio andarmene se tu rimani qui! - disse lei con la voce incrinata. - Ti abbiamo appena ritrovato, non voglio lasciarti! Perché non vieni con noi?
Lui le prese le mani e disse: - Sai bene che non posso. La giungla è il mio regno, qui ho i miei amici e la mia famiglia. E anche voi avete il vostro regno in cui tornare.
Elsa e Anna lo guardarono tristi, poi lo abbracciarono fortemente.
- Mi mancherete, sorelle mie! - disse lui ricambiando la stretta con le lacrime agli occhi.
- Anche tu ci mancherai! - disse Anna.
- Ma ti promettiamo che questo non sarà un addio, torneremo a trovarti ogni volta che potremo! - aggiunse Elsa.
- E io vi aspetterò - disse Tarzan staccandosi dall'abbraccio.
Anna guardò i gemelli che stavano in braccio a Jane, si avvicinò a loro e disse accarezzandoli: - Kerchak, Iduna, avete davvero un bravo papà. Mi raccomando, diventate buoni come lui quando sarete grandi.
I gemelli risposero con dei teneri versetti.
- Elsa, mi mancherai tantissimo! - piagnucolò Tantor abbracciandola con la sua proboscide.
- Oh Tantor, anche tu mi mancherai! - disse la bionda accarezzandogli la testa.
Poi le due sorelle, seguite da Olaf e Kristoff, salirono sulla nave. Quando questa partì loro rimasero a fissare Tarzan e gli altri diventare sempre più piccoli, fino a scomparire.

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