Ritorno alla vita

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dalle ceneri ***
Capitolo 2: *** Ripartire da zero ***



Capitolo 1
*** Dalle ceneri ***


Ritorno alla vita
( immagini tratte da internet )

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"Quando le fiamme purificatrici divamperanno alte nella notte, consumando fino agli ultimi resti del male incarnato, il mondo troverà pace e l'alba seguirà alle tenebre portando con sé nuova vita per i giusti che rimarranno"...

Cammy rimase immobile ad osservare l'incendio della base di Shadaloo, anche quando ormai restava ben poco da ardere, e dentro di lei continuava a chiedersi se ciò significasse davvero la fine di Bison e delle sue ambizioni. La lotta era stata molto dura ed era costata anche numerose perdite, sia tra i nemici che tra le forze alleate, e sul campo spiccavano ancora i corpi martoriati delle vittime. Molti erano conciati talmente male che era impossibile distinguerli uno dall'altro, ad eccezione delle piastrine metalliche con il numero di matricola inciso sopra, e le ambulanze inviate sul posto stavano facendo il possibile per ricomporre umanamente i cadaveri per il riconoscimento.
Anche questo faceva parte della vittoria, purtroppo.
Una vittoria ottenuta a caro prezzo, tanto da non capire se gioirne o meno, ma di certo ognuno dei caduti non meritava di rimanere lì a marcire.

- Avranno un funerale con tutti gli onori - esclamò una voce bassa e profonda alle sue spalle.

Guile cinse appena la spalla di Cammy, senza distogliere lo sguardo dalle fiamme baluginanti che si riflettevano sulle lenti dei suoi occhiali da sole, e la ragazza annuì debolmente come si conveniva ad un soldato.

- Tutti loro - proseguì Guile, stringendo forte il piccolo oggetto che teneva in mano.

Cammy riconobbe che si trattava di una piastrina di riconoscimento, compresa di catenina identica a quella che Guile portava appesa al collo, e subito immaginò che si trattasse di quella di un suo compagno... una persona molto importante, a giudicare dall'espressione scolpita sul suo volto.

- Guile - fece Cammy sottovoce. - Quello che abbiamo ottenuto qui oggi... Secondo te, abbiamo davvero vinto?
- Di una cosa sono certo - rispose l'altro stringendo ancor più la medaglietta nel pugno. - Oggi tutte le vittime di Bison sono state vendicate!
- Capisco - concluse lei amaramente.

Non c'era molto da aggiungere, in effetti.
I morti non si potevano resuscitare e, nonostante le ferite e le cicatrici rimaste nel cuore di ognuno, l'unica consolazione sembrava aver messo fine all'impero di Bison una volta per tutte.
Ormai non vi era più alcun motivo di restare. Entro l'indomani al massimo Cammy avrebbe informato il capo del suo imminente rientro alla sede di Londra, assieme alla sua sorella ritrovata DeCapre, e la vita sarebbe andata avanti con nuove e migliori speranze per il futuro.
O almeno questo era quello che lei credeva, se il caso non avesse deciso altrimenti.
Proprio in quel momento infatti, correndo trafelato come se avesse appena visto il diavolo in persona, un giovane cadetto statunitense avvicinò Guile per informarlo sui recenti sviluppi.

- Colonnello Guile - esclamò. - Signore, il tenente Richardson richiede la vostra presenza per...
- Per cosa, soldato?
- Beh ecco, in realtà non mi ha detto il motivo, ha detto solo di comunicarvi che è urgente!
- D'accordo, arrivo subito!

Senza perdere tempo, Guile e Cammy seguirono il soldato nel punto dove Richardson e la sua squadra di ricognizione attendevano. L'ufficiale salutò Guile con rispetto, scusandosi formalmente con lui per non aver fornito ulteriori spiegazioni sull'accaduto.

- Deve trattarsi di una cosa ben seria - ipotizzò Guile, aggiustandosi gli occhiali sul volto con aria preoccupata.
- Assolutamente colonnello, anzi data la riservatezza della questione, forse sarebbe il caso di non coinvolger...

Lo sguardo severo di Guile mise a tacere Richardson di colpo.

- L'agente White fa parte dei servizi speciali dell'esercito britannico, è abituata alla discrezione! E ti conviene portarle il massimo rispetto se non vuoi guai, è chiaro?
- Certamente signore, chiedo scusa signore!
- Allora di che si tratta?
- Prego seguitemi, da questa parte!

Richardson spiegò dunque che, durante il giro di ricognizione per scoprire eventuali tracce degli uomini di Bison in fuga, lui e la sua squadra si erano imbattuti nei resti martoriati di alcuni cadaveri umani. Tra questi vi era anche un individuo, miracolosamente sopravvissuto, nonostante la quantità di ferite e ustioni tale da uccidere qualunque essere umano al suo posto.

- Il soldato Markez ha sentito gemere vicino al punto dove la torre principale è esplosa, tra le lamiere e i resti dell'edificio, e poco dopo infatti ha individuato il corpo!
- Di chi si tratta?
- E' questo il punto, signore, non lo sappiamo!
- Non capisco!

Guile spostò lo sguardo da Richardson a ciò che restava dell'uomo disteso a terra e circondato dai militari e, come gli ebbe dato un'occhiata, per poco non si sentì mancare il respiro.

- Non avevo mai visto una cosa simile prima d'ora - spiegò Richardson. - Il corpo di quest'uomo è in parte organico e parte artificiale, e la sua pelle è quasi completamente carbonizzata dall'esplosione, l'unica cosa che sembra essere rimasta intatta è il tatuaggio sulla sua spalla!

Anche Cammy sgranò gli occhi dallo stupore, non appena lo riconobbe.
Costui non aveva più i capelli e il suo corpo, ad eccezione delle protesi metalliche ben visibili, presentava ustioni gravissime. Miracolosamente però il simbolo della bandiera americana a stelle e strisce, in uso presso il reparto speciale del quale faceva parte lo stesso Guile, spiccava nitido sulla sua spalla muscolosa. Lo stesso individuo che, meno di due ore prima, aveva salvato Cammy da una fine atroce ad opera dei reattori termonucleari della base. Ma solamente Guile, lasciando cadere a terra la targhetta che teneva in mano, riuscì a pronunciare il suo nome in preda all'emozione e allo shock insieme.

- Mio Dio... - gemette. - CHARLIE ?!?

***

OSPEDALE MILITARE - due giorni dopo

Il medico incaricato di monitorare le condizioni del redivivo Charlie Nash continuava a grattarsi la fronte incredulo, cercando di ragguagliare Guile e Cammy sullo stato di salute del paziente, ma lui stesso faceva fatica a spiegarsi scientificamente in che modo ciò fosse possibile.

- Da un primo esame, abbiamo appurato che circa l'ottanta per cento del suo corpo è composto perlopiù di lega al titanio e acciaio resistentissimo: questo spiegherebbe come abbia potuto reggere all'esplosione senza disintegrarsi... Ma la cosa veramente incredibile è che qualcuno, probabilmente un genio in ambito informatico e neurochirurgico, sia riuscito a sovrascrivere la parte cerebrale su una corteccia sintetica perfettamente funzionante!
- E questo cosa vorrebbe dire, dottore? - domandò Guile.
- Colonnello, un simile intervento è a dir poco inconcepibile, almeno per quanta riguarda i mezzi ottenuti sinora finanche dalla più moderna scienza medica - fece notare il medico. - Chiunque abbia eseguito questo tipo di intervento ha praticamente riattivato le funzioni vitali su un essere clinicamente ed inconfutabilmente morto... Una cosa impossibile, le ripeto, eppure voi stesso potete constatarlo di persona!
- Dottore, per cortesia, sia chiaro - fece Guile spazientito. - L'uomo dietro questa lastra di vetro è Charles E. Nash, un mio amico... L'esercito e la sua famiglia lo hanno dato morto per anni e, prima che qualcun altro oltre me lo veda in queste condizioni, non crede sia il caso di stabilire con certezza se "questo" per lui si possa definire essere vivo o meno?
- In tutta sincerità, non so cosa dirle colonnello, mi dispiace - sospirò il medico debolmente. - E' un caso assolutamente senza precedenti: tecnicamente potremmo definirlo come uno stato di coma, dal momento che le sue funzioni vitali rientrano più o meno in quei parametri, ma il cervello... o meglio, quello che gli hanno "trascritto" a livello sintetico, lo rende perfettamente in grado di pensare e di elaborare a livello cosciente proprio come una persona normale!
- E dunque?
- E dunque, se le autorità riconoscessero in termini di legge l'umanità di un cervello "cyborg", per quanto mi riguarda, il soggetto non ha assolutamente nulla di diverso da un normale essere umano!
- Che cosa vorrebbe dire con questo, dannazione ?!?

Lì per lì Guile rischiò di cedere a un impulso a dir poco violento.

- Guile, per favore, controllati - lo ammonì Cammy. - Non lo aiuterai di certo, se ti lasci prendere dalla rabbia in questo modo!
- Hai ragione, scusami... E' stato più forte di me, mi dispiace!
- Non devi scusarti - lo rassicurò lei. - Posso immaginare quello che provi, anche se in modo diverso, ma se vogliamo davvero aiutare Nash dobbiamo anzitutto capire chi o "cosa" realmente è diventato!
- Lo so benissimo chi è - sbottò Guile nuovamente. - E' lo stesso uomo che mi ha insegnato a combattere nell'esercito, che mi ha salvato la pelle Dio solo sa quante volte, e che adesso sta vegetando in un ospedale con un computer al posto del cervello!
- Ha salvato anche me (*), nel caso te ne fossi dimenticato, e questo mi rende debitrice nei suoi confronti allo stesso modo!

Il dottore tossicchiò nervosamente per richiamare la loro attenzione.

- Al momento il paziente è sotto sedativo - spiegò. - Ci vorranno giorni perché i tessuti si cicatrizzino come si deve, perciò abbiamo ritenuto necessario risparmiargli una inutile agonìa, ma è impossibile dire come reagirà a livello psicologico una volta ripresi i sensi... La cosa migliore sarebbe avere accanto a lui delle persone amiche, in grado di aiutarlo a rimettere insieme i ricordi della sua vita, e questo certamente non sarebbe possibile entro le mura di qualsiasi ospedale!
- Sembra sensato - annuì Guile. - Potrei parlarne con Chun Li, discutere con lei per una sistemazione, e insieme gli forniremo tutto l'aiuto e l'assistenza necessaria!

Cammy guardò attentamente attraverso il vetro.
Charlie dormiva, irriconoscibile attraverso le bende che avvolgevano strettamente il suo corpo, eppure lei aveva ancora davanti agli occhi l'immagine statuaria di quello stesso uomo sprezzante ed insofferente che, pure avvolto dalle fiamme senza battere ciglio, le aveva praticamente salvato la vita. Per questo sentiva di dover fare qualcosa per lui, di sdebitarsi in qualche modo, e certo non lo avrebbe fatto ripartendo per Londra e lasciandosi tutto alle spalle come se niente fosse.

- Anch'io chiederò un permesso speciale a quelli del mio comando - esclamò. - Spero tu non abbia nulla in contrario, Guile?

L'altro scrollò le spalle.

- Non vedo perché dovrei averne!

Cammy sorrise.

- Ti ringrazio!
- No, sono io che devo ringraziarti - concluse Guile. - Charlie è come un fratello per me, avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile per ristabilirsi, perciò avrai sempre la mia riconoscenza!

CONTINUA...

(*) = vedi la storia one-shot "La Resa dei conti - Cammy VS Bison"

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Capitolo 2
*** Ripartire da zero ***


- Ci siamo, l'aereo parte tra dieci minuti, è il momento di salutarci... Ma stavolta, perlomeno, lo facciamo da sorelle!

Cammy abbracciò Decapre, facendole sentire tutto l'affetto che per anni non era stata in grado di dimostrarle, e lei la strinse con altrettanto trasporto. A Londra era già stata avviata la pratica per inserire DeCapre tra le reclute dei Delta Red, il capo Wolfman non aveva posto alcuna obiezione in merito, e Cammy pareva sollevata nel constatare che gli effetti dello Psycho Power di Bison sembravano scomparsi del tutto dalla sua seconda sorella ritrovata.

- Mi spiace solo che, dopo esserci appena ritrovate, dobbiamo separarci di nuovo - fece Cammy tristemente.
- Non preoccuparti, ti capisco - la tranquillizzò DeCapre con un sorriso sincero. - Il minimo che puoi fare, nei confronti di chi ti ha salvato la vita, è stargli vicino finché non si sarà ristabilito!
- DeCapre, io...
- Avremo tempo per recuperare gli anni di lontananza sorellina, te lo prometto!

Cammy non ricordava neanche più l'ultima volta in cui le lacrime le avevano riscaldato le guance. Era una sensazione così strana e, allo stesso tempo, così piacevole da volerla assaporare il più possibile. Sua sorella, la famiglia che non aveva mai avuto... Nessuno avrebbe più potuto dividerle d'ora in poi, per nessun motivo al mondo.
L'aereo decollò puntuale e, uscendo dall'ingresso dell'aeroporto, Cammy vide Guile e Chun Li fermi ad aspettarla vicino a un automobile.

- Abbiamo pensato di venirti a prendere - spiegò Chun Li.
- Novità dall'ospedale?
- Non si è ancora svegliato - disse Guile sottovoce. - I medici ripetono sempre la stessa cosa: "è questione di tempo", giorni, mesi, anni... Potrebbe anche dormire in eterno e a nessuno verrebbe in mente se ciò sia giusto o meno!

Chun Li scosse piano la testa.
Da che conosceva Guile, non lo aveva mai visto così abbattuto. Ciò che era accaduto a Charlie era talmente ingiusto da suscitargli rabbia ovunque. Purtroppo, per il momento, non potevano fare altro che aspettare e pregare per lui.
Mentre si dirigevano all'ospedale, Cammy si rese conto di non conoscere praticamente nulla sulla vita di Nash, a differenza di loro due che lo conoscevano da molto prima di lei.

- Chun Li - esclamò. - Come vi siete conosciuti con Nash, se posso chiedere?
- E' stato molto tempo fa - rispose l'altra con nostalgia. - All'epoca stavo sulle tracce di Shadaloo per conto del dipartimento, cercavo di arrestare Vega per estorcergli informazioni sull'organizzazione, e fu grazie a Guile e Charlie che non mi portarono via dentro una cassa di legno!
- Insomma, anche tu gli devi molto!
- Tutti quelli che hanno visto o conosciuto Charlie finiscono per sentirsi in debito con lui - spiegò Guile bruscamente. - E' sempre stato così: il tipo da mettere la vita degli altri prima della propria, senza mai tirarsi indietro, per lui l'amicizia conta più del sangue versato per difenderla!

Cammy colse perfettamente il tono di ammirazione e rammarico nella voce di Guile, gli occhi fissi davanti a sé e il leggero tremito delle mani di lui sul volante. Prima che potesse fargli qualche altra domanda però, Chun Li la prese da parte e le mormorò qualcosa sottovoce nell'orecchio.

- Vedi, in tanti anni che si conoscono, Charlie ha sempre guidato la propria squadra assumendosi la responsabilità dei suoi membri: insieme hanno sventato minacce e attacchi terroristici di ogni sorta, scampando più volte al fuoco nemico, eppure... Beh, il fatto è che Guile non ha mai avuto modo di rendere il favore a Charlie nemmeno una volta!
- Sul serio ?!?

Cammy sgranò gli occhi sorpresa.

- La morte di Charlie è stata un doppio colpo per lui, non solo perché era il suo migliore amico, ma perché sente di aver ricevuto tutto da lui e di non aver fatto nulla per aiutarlo nel momento di maggior bisogno!
- Insomma, si sente responsabile per ciò che gli è accaduto - concluse Cammy.

Ora si spiegavano molte cose.
In guerra, tra camerati, vige da sempre il codice d'onore: "io copro te, tu intanto copri me"... e quando questo viene a mancare, indipendentemente dal motivo, per un soldato equivale al peggiore dei tradimenti. Non doveva essere stato affatto facile per Guile convivere con quel rimorso, attribuendosi più colpe di quante in realtà non ne avesse, e vedere Charlie in quelle condizioni di certo non lo faceva sentire meglio.

***

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- Cosa... Come sarebbe a dire?
- E' così colonnello, mi dispiace - purtroppo le notizie del medico non erano confortanti. - Quando il paziente è stato trasferito qui in ospedale, non potevamo certo immaginare che tipo di problemi avrebbe avuto al risveglio!
- Ma in pratica, dottore - s'intromise Chun Li, cercando di capire meglio. - Sta dicendo che si tratta di una specie di amnesia?
- Magari fosse solo questo, signorina - spiegò l'altro gravemente. - Non solo il paziente mostra tutti i sintomi più evidenti, il che è comprensibile data la situazione, ma la sua perdita di memoria è estesa anche a livello delle cose più elementari: non ricorda più come muoversi, vestirsi, mangiare, bere... Ha delle difficoltà persino a parlare!
- Mio Dio - mormorò Cammy.
- E potrà riprendersi - chiese ancora Chun Li. - Magari con il tempo?
- Dovrà ripartire praticamente da zero - tagliò corto il medico senza girarci troppo intorno. - Al momento cerca di dare un senso alle cose che lo circondano senza comprenderle, un po' come i bambini, possiamo solo augurarci che riesca a recuperare poco per volta!
- Possiamo vederlo?
- Ma certo, naturalmente!

Attraverso il vetro trasparente, prima ancora di entrare nella stanza, Guile e gli altri poterono osservare Charlie seduto nel letto e con il corpo parzialmente avvolto da numerose bende. Sembrava tutto sommato tranquillo, con un'espressione a dir poco assente, e le mani gli tremavano incerte nel vano tentativo di inserire il bottone del pigiama nell'apposita asola.

- Le infermiere, a turno, cercano di dargli pazientemente istruzioni e consigli: lui sembra ascoltare ma... Beh, in qualche modo, il "blocco" si manifesta anche a livello fisico!
- Possiamo entrare?
- Potete provare a parlargli, anche se dubito che vi risponderà, in ogni caso cercate di non affaticarlo!

Prima ancora che il dottore finisse la frase, il volto di Guile aveva già fatto capolino attraverso l'uscio. Charlie non mostrò alcuna reazione, lo sguardo fisso nel vuoto e le dita che cercavano insistentemente di articolare il movimento necessario ad abbottonare l'indumento che aveva addosso. Guile mormorò piano qualcosa, sedendosi accanto al letto dell'amico e stringendogli la mano con affetto.

- Come va, capitano, tutto bene?

Silenzio.

- Ciao Charlie - fece eco Chun Li, sfoggiando il suo miglior sorriso. - Hai dormito bene?

Una mosca, entrata da chissà dove, prese a ronzare attorno al letto e si posò sulla guancia di Charlie senza che questi battesse ciglio. Chun Li fece per allungare la mano per scacciarla, al che Guile le fece cenno di lasciar perdere scuotendo il capo con rammarico. Cammy non sapeva se fosse il caso di fare o dire qualcosa, quindi rimase immobile ad osservare la scena senza proferir parola. Charlie sembrava distaccato da tutto, o più semplicemente disorientato, tuttavia di lì a poco sembrò avvedersi della loro presenza perché ad un tratto si voltò a guardarli.
Uno sguardo impossibile da descrivere.
Gli occhi di un uomo senza passato né presente.
Era impressionante a vedersi, come se qualcuno gli avesse conficcato due pezzi di ghiaccio al posto delle pupille.
Cammy esitò incerta ancora per qualche istante dopodiché, tossendo nervosamente, si mise accanto a Guile e tese la mano a Charlie in segno di saluto.

- Lieta di conoscerla, capitano - mormorò. - In realtà ci siamo conosciuti qualche giorno fa, anche se probabilmente non lo ricorda, ma non ho ancora avuto modo di ringraziarla... per avermi salvato la vita, intendo!

Charlie strinse appena le palpebre.
Subito Chun Li cercò di metterlo a suo agio, facendogli capire che poteva fidarsi di loro, così pensò bene di fare le presentazioni.

- Non preoccuparti, anche se non ci riconosci non è un problema - disse, stringendo affettuosamente Guile con una pacca sulla sua zazzera bionda.
- Ehi - esclamò l'altro infastidito.
- Oh insomma, cerca di collaborare invece di lamentarti - brontolò lei. - Allora: io sono Chun Li, questo musone qui è Guile, e lei invece si chiama Cammy... Siamo tutti amici, davvero!

Da principio Charlie non reagì. Poi però, muovendo faticosamente le labbra e la lingua, si sforzò di emettere il suono dalla bocca.

- A... Aaa - gemette.
- Che c'è, cosa vuoi dire?
- Piano Guile, hai sentito il medico, non deve sforzarsi e...
- A-mi-ci...

Nonostante il tono gutturale, era riuscito a pronunciare la parola in modo nitido.
Guile scattò in piedi, incapace di contenere l'emozione, e dentro di sé ringraziò il cielo per quella specie di miracolo. 
Chun Li provò a ricacciare dentro le lacrime ma era troppo contenta, e anche Cammy non riuscì a nascondere la propria commozione. Charlie era dunque in grado di sentire e capire perfettamente, su questo non vi era il minimo dubbio, e ciò faceva ben sperare per lui e per gli amici lì riuniti per aiutarlo.
Si trattava solo di tempo.

CONTINUA...

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