Second chances

di Come What Klaine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buona sera! Questa è la prima Malec che pubblico e mi sento super emozionata *-* 
 
 
★ Iniziativa: Questa storia partecipa a “Marry me!” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 5,341 (1° capitolo)
★ Prompt/Traccia: 39. A è il wedding planner e B è il testimone/damigella d’onore incaricato di fare le veci degli sposi. Bisogna lavorare a stretto contatto perché il matrimonio riesca.
(Io ho deciso di aggiungere il fatto che Alec e Magnus si conoscessero già)

Trama: Isabelle sta per sposarsi con l'uomo della sua vita, Simon, ma per impegni di lavoro, non può occuparsi dell'organizzazione del matrimonio, così si rivolge a Magnus Bane, uno dei migliori wedding planner. Suo fratello Alec, nonché suo testimone, dovrà aiutare Magnus nei preparativi, essendo la persona che conosce meglio Isabelle.
Ma Alec e Magnus si conoscono già. Si sono frequentati per un breve periodo di tempo, e le cose non sono andate proprio bene fra loro.
Ci tengo a precisare: non ci sarà niente di angst.
 
La storia avrà pochi capitoli e sono già scritti, manca solo la fine praticamente, quindi non dovrei tardare con la pubblicazione. 
 
Ci tengo a ringraziare Fanwriter per quest'iniziativa, perché ho ricominciato a scrivere come non facevo da tempo ed è stato bellissimo.  
 
Vi lascio alla lettura del capitolo ^^
 
 
 
CAPITOLO 1
 
 
 
 
 
Alec stava osservando inorridito e terrificato, il tavolo cosparso di fogli vari. Sembrava che avesse davanti a sé dei fogli con formule impossibili, scritte in lingue sconosciute, ed elementi chimici per creare qualche bomba nucleare, ma in realtà erano fogli di riviste di abiti da sposa, acconciature, composizioni floreali e altre cose da matrimonio. 
"Oh andiamo, non fare così" lo riprese sua sorella Isabelle, sbattendo sul tavolo un raccoglitore. Alec aveva paura di ciò che poteva esserci dentro.
"Qui ci sono idee di colori, tessuti e abbinamenti per l'arredamento della location, che ancora non abbiamo scelto però.." spiegò la futura sposa, pronta a spargere altri fogli su quel tavolo già stracolmo, ma Alec le bloccò i polsi.
 
"Izzy, io ti adoro, lo sai, ma non ce la posso fare" ammise, guardandola dispiaciuto. "Non posso, perché non ci capisco niente e farei più casini che altro" 
 
Isabelle gli rivolse un sorriso dolce, liberandosi i polsi.
"Lo so, per questo non sarai tu ad occuparti di tutto. Mi sono rivolta ad un wedding planner, ma ho bisogno che tu supervisioni comunque il tutto" lo rassicurò.
"Gli ho già parlato in questi giorni, sai ha voluto sapere di me e Simon, e gli ho spiegato in linee generali il tipo di matrimonio che vogliamo, quindi sa già come orientarsi.
So che non ti senti proprio a tuo agio in queste cose, e vorresti trovarti a fare tutt'altro, ma ho bisogno di te, Alec. Sei il mio fratellone e mi fido di te. E poi mi conosci meglio di chiunque altro, quando io sarò occupata in ospedale, tu potrai aiutare il wedding planner. Prima di decidere qualunque cosa, voglio il tuo parere" continuò Izzy, guardandolo con occhi dolci, da sotto le lunghe ciglia. Alec sospirò rassegnato. Isabelle era il suo punto debole. Avrebbe fatto di tutto per lei. Anche lasciarsi coinvolgere dai preparativi per il matrimonio.
 
"E poi sei quello che ha più tempo a disposizione. Io faccio turni assurdi in ospedale, Clary è impegnata con la sua galleria d'arte e Jace l'aiuta, e Simon, per quanto io lo ami immensamente, non è proprio adatto ad organizzare un matrimonio, specialmente il nostro. Si farebbe prendere dal panico... Tu invece sei la persona ideale, oltre che significa tanto per me averti al mio fianco" aggiunse Izzy, sollevandosi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia.
Alec non ebbe il tempo di replicare nulla, in quanto suonarono alla porta. "Oh, deve essere lui!" esclamò Isabelle dirigendosi ad aprire la porta.
 
"Lui chi?" chiese Alec, ma non ebbe risposta in quanto sua sorella era già sparita lungo il corridoio. Sentì il vocio farsi sempre più vicino e sospirò. Poteva farcela. Del resto doveva solo avere a che fare con una Izzy più esuberante e iperattiva del solito. 
 
Isabelle Lightwood versione sposa, era una forza inarrestabile, un uragano, e lui stava per trovarsi in mezzo a quell'uragano senza avere via d'uscita.
 
"Okay, abbiamo anche un aiutante. Forse non è proprio il massimo nei consigli di questo genere, ma è il mio fratellone, nonché testimone, e per me conta molto averlo al mio fianco" sentì dire a sua sorella e si ritrovò a sorridere. 
Ma non appena Izzy e il wedding planner entrarono nel salone, Alec era sicuro che la sua mascella fosse precipitata a terra e gli occhi gli fossero usciti dalle orbite. 
Perché accanto alla futura sposa, sempre più bello da togliere il fiato, c'era Magnus Bane.
Il suo stupore durò solo qualche secondo, dopodiché si ricompose in un lampo. 
"Che ci fai tu qui?" sputò fuori, guardandolo in cagnesco.
 
Magnus, d'altra parte, era ancora imbambolato a guardarlo. Non riusciva a credere che Alexander, quell'Alexander fosse il fratello della sua cliente. 
"Lui è il mio wedding planner" rispose prontamente Isabelle, alternando velocemente lo sguardo dall'uno all'altro, con espressione perplessa. "Ma aspettate, voi vi conoscete?" chiese, ed entrambi i ragazzi sospirarono a quella domanda.
"Sì" risposero in sincrono. Alec rispose duramente, mentre Magnus sembrava più affranto.

"Okay, adesso voi mi spiegate subito cosa diavolo è successo fra voi, e poi possiamo tornare a concentrarci sul mio matrimonio" asserì Isabelle con un tono che non ammetteva repliche, sentendosi sull'orlo di una crisi di nervi. Non poteva permettere che niente ostacolasse l'organizzazione del suo matrimonio.
Nessuno dei due ebbe il coraggio di opporsi. Isabelle indicò con un gesto della mano il divano, e tutti e tre si andarono a sedere. Alec e Magnus alle due estremità, e Izzy al centro, che continuava a guardare entrambi perplessa.

"Forza, racconta" disse Alec, guardando Magnus di traverso, con aria di sfida. 
"Io? Perché non inizi tu, mister perfettino?" ribatté il wedding planner, ricambiando il suo sguardo.

"Basta" li fermò Isabelle, prima che potessero continuare quel battibecco.
"Entrambi direte la vostra, ma uno alla volta e senza attaccarvi" li riprese la donna, sbuffando infastidita. Le sembrava di avere a che fare con i bambini dell'asilo e lei era la maestra che doveva metterli d'accordo.

"Va bene, inizio io" disse Alec, sistemandosi in modo da poter guardare sia sua sorella che Magnus, che lo guardava di rimando, in attesa di sentire cosa avesse da dire.

"Isabelle, lui è quell'uomo di cui ti ho parlato poco tempo fa. Sai, quello con cui sono quasi andato a letto, e per fortuna che non l'ho fatto altrimenti me ne sarei pentito per il resto della vita" iniziò a dire Alec, e sua sorella lo guardò scioccata. 
Magnus assunse un'espressione incredula. "Scusami? Secondo me ti penti di non averlo fatto" ribatté, incrociando le braccia al petto.
"Aspettate, fatemi capire...è questo il problema? Un appuntamento andato male?" chiese Isabelle, sempre più confusa.
"Oh no, l'appuntamento, anzi gli appuntamenti sono andati bene. Il problema è quando mi ha portato a casa sua. Sembrava tutto perfetto, peccato che poi è arrivata la sua ragazza" 

Isabelle quasi si strozzò con la sua stessa saliva e si voltò a guardare Magnus.

"Ex ragazza" specificò lui, quasi sibilandolo fra i denti.
"Non importa, sta di fatto che non mi avevi messo al corrente del fatto che vivessi con la tua ragazza" disse Alec, marcando 'la tua ragazza.'
"Ex" insistette Magnus e Alec ruotò gli occhi.
"E quella sera non doveva rientrare..." aggiunse, e quello forse peggiorò le cose.
"Oh, quindi lei era d'accordo che ti portassi a letto un uomo? Cosa? Speravate di fare una cosa a tre per rianimare il rapporto?" sbottò Alec, la rabbia che si faceva strada in lui.

"No, ma come ti salta in mente? Se solo tu mi avessi lasciato spiegare, avresti capito" cercò di dire Magnus, ma Alec sbuffò.
"Ascolta, non mi interessa. Non c'era comunque niente fra noi, ci siamo visti solo poche volte" borbottò, e l'attimo dopo sentì il gomito di Isabelle colpirgli le costole.

"Ahi, che vuoi?" le disse, massaggiandosi la parte lesa. 
"Modera le parole" lo riprese lei, facendo un piccolo cenno con la testa per indicare Magnus. 
"Ma è la verità. Siamo usciti insieme quante volte? Sei, sette?" replicò, convinto di avere ragione. Per un breve attimo gli sembrò quasi che Magnus ci fosse rimasto male a sentire quelle parole, ma quella sensazione svanì immediatamente. 

"Magnus, tu vuoi dire qualcosa?" gli chiese Isabelle, e Alec si buttò indietro sul divano, poggiandosi allo schienale.
"Non vuoi neanche guardarmi?" domandò Magnus, indietreggiando col busto per poter guardare oltre Isabelle e fissare Alec.
"No" rispose il maggiore dei Lightwood, incrociando le braccia al petto.
Isabelle sospirò, cercando di recuperare tutta la calma possibile, ma quello non le impedì di incenerire Alec con lo sguardo.

"Va bene. Vuoi sapere perché, nonostante ci fossimo lasciati già da un po', vivevamo ancora insieme? Quella casa era nostra, nel senso che eravamo co-proprietari e stavamo ancora decidendo cosa dovessimo fare. Se doveva prenderla uno di noi due o venderla, e nessuno dei due aveva un altro posto dove stare. Ma non ci vedevamo mai, neanche per i pasti, ognuno stava per i fatti suoi" spiegò Magnus, con un'apatia nella voce che fece stringere il cuore di Isabelle, che si ritrovò ad allungare una mano per prendere la sua.
Alec osservò il gesto completamente attonito. Se quel Magnus pensava di corrompere sua sorella e portarla dalla sua parte, si sbagliava di grosso.
"Oh, quindi avete trasformato la casa in un bed and breakfast" commentò sarcasticamente.

"Alec" lo rimproverò Izzy, dandogli un pugno sulla gamba.
"Ahi, ma si può sapere perché continui a colpirmi? Guarda che la vittima qua, sono io" le fece notare, indicandosi in modo ovvio.
"No, sei uno stupido. Entrambi lo siete" rispose, guardandoli con disappunto, nonostante tenesse ancora Magnus per mano.
"Alec, tu hai sbagliato a giungere a conclusioni affrettate. E tu Magnus, avresti dovuto avvisare Alec della situazione" spiegò Isabelle, in poche e semplici parole, nella speranza che quei due si rendessero conto di quanto fossero stati idioti.

"Conclusioni affrettate? Cosa avresti pensato tu?" ribatté Alec, che proprio non voleva mollare. Isabelle si chiese perchè dovesse essere così dannatamente testardo.
"Se magari lo avessi lasciato spiegare, avresti capito le sue ragioni. Hai idea di come debba essere stato per lui?" chiese lei, indicando Magnus, che stava stranamente in silenzio.

"Cosa? Farsi beccare dalla sua ragazza con le mani dentro i pantaloni di un altro?" domandò retoricamente, sollevandosi per guardare Magnus e lanciargli un'occhiataccia, ma si fermò quando lo vide con le spalle ricurve, lo sguardo basso e le labbra contratte in una smorfia.
"No, Alexander. Come ti sentiresti a vedere tutto ciò che stavi costruendo con la persona che amavi, andare in mille pezzi, senza poter fare nulla per fermare quel disastro?" disse Magnus, finalmente riprendendo l'uso della parola. 

Isabelle strinse un po' di più la sua mano e fulminò Alec con lo sguardo. Quest'ultimo pensò saggiamente di non replicare più nulla.

"Hai parlato al passato..." non poté evitare di notare e Magnus sospirò.
"Sì, genio, al passato perché è finita. Così come era finita quando siamo usciti insieme" 

Alec si ritrasse di nuovo nel suo angolino di divano, distogliendo lo sguardo da Magnus. Lo metteva a disagio, e lo faceva sentire in colpa pure ad essere arrabbiato con lui. Ma Alec ne aveva tutto il diritto, no? O almeno, questo pensava lui.

"Ma tu chiaramente vedi  tutto bianco o nero, non lasci neanche spiegare. C'è solo la tua versione, esiste solo il tuo pensiero" continuò Magnus, guardandolo oltre la spalla di Isabelle. 
"Dovrei essere io quello offeso. Mi hai voltato le spalle, senza neanche darmi la possibilità di parlare. Ti ho persino seguito in mezzo alla strada, ma tu non ti sei mai voltato. Mi hai tagliato fuori dalla tua vita, come se non fossi mai esistito. Sì, siamo usciti poche volte, ma...pensavo che..." aggiunse, senza riuscire a completare la frase. Non si sarebbe esposto più di tanto. Non voleva mostrarsi vulnerabile di fronte a lui. "Non importa più adesso"

Per un po' i tre stettero in silenzio, Magnus e Alec fissavano dritti davanti a loro, con le braccia incrociate al petto e le gambe accavallate, mentre Isabelle lanciava sguardi di disappunto ad entrambi, ma una parte di lei quasi rise a vederli nella stessa identica posizione, e con la stessa espressione nervosa sul volto. 

"Adesso, io non so se voi vorrete chiarire la situazione per i fatti vostri, o se volete restare nella vostra cocciutaggine, ma dovete mettere tutto da parte. Ho bisogno di entrambi, e se non riuscirete ad andare d'accordo, non importa quanto fondamentali voi siate per me, vi taglio fuori. Tu- si voltò verso Magnus e gli puntò un dito contro- tu verrai licenziato, e tu- si voltò verso Alec- non sarai più il mio testimone" li minacciò Isabelle. "Sono stata chiara?" sibilò fra i denti, e fece quasi paura. Soprattutto perché non appena quei due risposero 'Sì', lei sorrise felice, come se non fosse successo nulla, alzandosi dal divano per ritornare al tavolo stracolmo di fogli.

"Forza, abbiamo un matrimonio da organizzare" 

Alec e Magnus si guardarono per un fugace secondo, quasi con aria di sfida, ma c'era anche un velato dispiacere nello sguardo di entrambi, che però ignorarono. Magnus fu il primo ad alzarsi dal divano e raggiungere Isabelle.

"Io resto qua, tanto non ci capirei lo stesso niente" borbottò Alec, stendendo le gambe lungo il divano. Isabelle ruotò gli occhi e sospirò. "Come vuoi"

"Allora cara, a cosa stavi pensando?" le chiese Magnus, dando un'occhiata alle idee di Izzy.
"Come ti ho già accennato in questi giorni, voglio un matrimonio da favola. Però tipo favola moderna, niente a che fare con quei matrimoni troppo pomposi. Deve essere tutto da togliere il fiato. Non voglio tralasciare neanche il più piccolo dettaglio" spiegò la futura sposa, con gli occhi che le brillavano dalla gioia, e Magnus le sorrise.
"Io ho segnato qualche location che potremmo andare a vedere. Sono le più adatte al tipo di matrimonio che vuoi. Ce ne sono di spaziose, regali, all'aperto, con piscina e fontane, e anche a più piani. Ovviamente, possiamo aggiungerne altre alla lista" 
Isabelle annuì. "Perfetto, puoi contattarle per fare un tour di ognuna. Voglio vederle tutte prima di decidere" 
"Passiamo all'abito. Ne hai già provato qualcuno? Hai un modello in mente?"
"No, non ancora. E no, non proprio...sono indecisa, ci sono tanti modelli bellissimi ma devo vedere quale starebbe meglio su di me"
"L'abito, bè, puoi permetterti quello che vuoi,tesoro. Hai una corporatura perfetta per qualunque stile tu decida di indossare" le disse sinceramente e Izzy sorrise, per poi sospirare.
 "Sono a zero praticamente, ci sono così tante cose da organizzare, mancano cinque mesi al matrimonio e non so da dove iniziare prima" disse, passandosi frustrata una mano fra i capelli. 
"Tranquilla, cara, ci sono qui io. Andiamo per step, c'è tempo, e piano piano penseremo a tutto. " la rassicurò Magnus e Izzy gli sorrise.
"Sarei persa senza di te" gli disse, e sentirono un colpo di tosse infastidito arrivare dall'altra parte del salone. Isabelle ruotò gli occhi e sbuffò esasperata, mentre Magnus si morse il labbro per non ridere.

Isabelle si voltò verso suo fratello, che stava facendo finta di giocare con il cellulare, e richiamò la sua attenzione schiarendosi la voce.
"Alec, perché non vai a fare il caffè così da offrirlo al nostro ospite?" propose lei, e più che una proposta sembrava un comando.
"E' casa tua, è il tuo ospite" ribatté Alec, scrollando le spalle con indifferenza.
Izzy si mise pericolosamente le mani ai fianchi e Alec seppe di non avere altra scelta.
"Okay, sto andando" si arrese, alzandosi dal divano con uno sbuffo.

"Dovrei fidarmi di quello che mi da?" sussurrò Magnus a Isabelle, non appena Alec passò per andare in cucina.
"Per quanto vorrei avvelenarti, non posso farlo. Andrei in prigione e non posso essere presente al matrimonio della mia sorellina se sono dietro le sbarre" replicò prontamente Alec, sorridendogli innocentemente.
"Wow, ci stavi seriamente pensando" commentò Magnus, portandosi teatralmente una mano sul cuore. 
"Piano andato in fumo. Come tutto il resto" borbottò, sparendo dentro la cucina.

Non appena fu lontano dalla vista dei due, si ritrovò a sospirare. Tutto quello era un casino. Fra tutti i wedding planner presenti a New York, sua sorella doveva proprio affidarsi a Magnus? Non poteva farcela, ma doveva. Lo doveva a Isabelle, per lei avrebbe fatto davvero di tutto, persino sopportare la presenza di Magnus.
Accese la macchinetta del caffè e, mentre aspettava che riscaldasse l'acqua, preparò le tazzine e lo zucchero. Inserì la cialda nella macchinetta e l'odore di caffè lo riportò al giorno in cui aveva incontrato Magnus.
 
Erano appena le otto del mattino, quando Alec entrò al 'Rise-coffee- and shine', la sua caffetteria preferita. Era sabato, quindi quella mattina il locale non era molto affollato. C'era solo qualche persona seduta ai tavolini, e solo tre persone in fila alla cassa. Alec si mise in coda, reprimendo uno sbadiglio. 
Salutò Lydia con un gesto della mano e la ragazza gli sorrise, indicandogli il suo solito tavolino all'angolo del locale, già riservato per lui.

Nel frattempo, era quasi arrivato il suo turno per ordinare e pagare. Davanti a lui c'era un uomo, poco più basso di lui, con un ciuffo di capelli perfettamente tirato indietro in un'onda, con delle striature rosse sulle punte. Indossava dei pantaloni bordeaux, con sopra una camicia nera, dal colletto glitterato, che fasciava perfettamente il suo busto, dal quale si poteva vedere la forma definita delle sue spalle. Alec si ritrovò a guardarlo un po' più del previsto, e pensò a  come fosse possibile essere impeccabile già alle otto di mattina. Quell'uomo doveva avere sicuramente qualche potere, perché non era umanamente possibile. 

"Un caffè macchiato, super zuccherato e con una spolverata di cacao amaro" ordinò, tirando fuori il bancomat per pagare. 
"Mi spiace, ma la macchinetta del pos non funziona. Solo contanti oggi" gli disse Lydia.
"Non ho soldi addosso. Non ho avuto ancora il tempo di andare a prelevare" ribatté Magnus, cercando di non risultare disperato come si sentiva. Niente poteva mettersi fra lui e il suo caffè. Aveva bisogno della caffeina per poter affrontare la giornata.
"Mi dispiace davvero tanto, ma non posso darle nulla, senza aver prima pagato. E' la procedura, non dipende da me. Batto lo scontrino e deve esserci l'incasso" si giustificò Lydia, guardandolo dispiaciuta. Magnus pensò che era inutile fare una scenata, quindi annuì e stava per andarsene, quando Alec si intromise.

"Lydia, ci penso io" disse, avvicinandosi alla cassa per poter pagare. "E per me fai il solito, grazie" aggiunse, strizzandole l'occhio. 
"Subito" disse lei con un sorriso, passando l'ordine all'altra banconista.

Magnus si voltò verso Alec e, non appena lo fece, Alec sentì le gambe tremare. Quell'uomo era bello da togliere il fiato. Il suo viso dai tratti asiatici, era perfettamente scolpito. Il castano scuro dei suoi occhi era messo in risalto da un velo di matita nera all'interno della rima inferiore, rendendo il suo sguardo più profondo. Alec sentì il respiro bloccarsi in un punto fra petto e gola, soprattutto quando abbassò di poco lo sguardo e puntò gli occhi su quella porzione di pelle lasciata scoperta dalla camicia, ma adornata da delle lunghe collane in acciaio con ciondoli di forma varia.

"Non so chi tu sia, ma mi hai appena salvato. Grazie..." disse l'uomo, lasciando cadere la frase, in un invito a dirgli il suo nome.
"Alec"
"Magnus" si presentò, porgendogli la mano, adornata da bracciali e anelli. Alec la strinse e gli sorrise.

"Addirittura salvato la vita?" scherzò Alec, mentre allentavano la presa delle loro mani. 
"Oh sì. La mia e quella di chiunque mi avrebbe rivolto la parola prima che assumessi la mia dose di caffè" rispose Magnus, e Alec ridacchiò per poi mettere su un'espressione seria.
"Mh, non hai ancora preso il caffè, ma stai parlando con me. Devo forse preoccuparmi?" chiese, fingendosi spaventato. Magnus lo guardò interdetto per un secondo, dopodiché scosse la testa divertito. 
"No, assolutamente. Ripeto, sei il mio salvatore" lo rassicurò con un sorriso, che Alec ricambiò.

"E poi, non so cosa nascondi dentro quel grande borsone. Potresti avere qualche arma segreta e farmi fuori" aggiunse Magnus, indicando il borsone ai piedi di Alec.
"Oh, questo... Mi spiace deluderti, ma sono solo cose da palestra"

Magnus assunse un'espressione scettica. "Cosa ti porta ad andare in palestra con la mattinata?" chiese, come se il solo pensiero di fare una cosa simile, lo spaventasse.
"Bè, ci lavoro. Sono un istruttore di fitness" spiegò Alec, con un piccolo sorriso.
Magnus non potè fermare quell' 'Ah' strozzato dallo scappare dalle sue labbra.
"Questo spiega tante cose" mormorò, facendo scorrere  quasi languidamente lo sguardo lungo tutto il suo corpo. Alec arrossì leggermente e sorrise impacciato, schiarendosi la voce.

"Tu invece, di cosa ti occupi? Sono solo le otto del mattino e  sembri appena uscito da una rivista di moda" disse Alec, mordendosi subito dopo l'interno delle guance. Che figuraccia. Ma cosa stava dicendo? Aveva bisogno della caffeina per connettere quei due neuroni che aveva. Jace aveva ragione quando glielo faceva notare.
"Sì, in effetti vivo dentro Vogue. Mi hai beccato" sussurrò Magnus, come se stesse svelando un segreto e Alec scoppiò a ridere.
"Comunque, faccio un lavoro molto rischioso. Sono sempre a contatto con le creature più pericolose del mondo" disse con tono serio.
Alec aggrottò le sopracciglia in un'espressione confusa, non capendo se l'altro lo stesse prendendo in giro.
"Faccio il wedding planner, quindi ho a che fare con le spose" spiegò Magnus, venendo interrotto da Lydia, che porse loro i caffè ordinati.

"Grazie" dissero in sincrono, e lei gli sorrise. 

"Quindi, lavoro molto pericoloso, eh?" chiese Alec, prendendo un sorso del suo caffè.
"Moltissimo. Dovrebbero mettere 'wedding planner' come uno dei lavori più pericolosi al mondo" rispose Magnus, imprecando quando il suo cellulare segnalò l'arrivo di vari messaggi.

"Qualche sposa starà dando di matto" spiegò, ruotando gli occhi. "Non fraintendermi, amo il lavoro che faccio, è solo che occorre una pazienza infinita per stare dietro a tutto" 

"Fortuna che non dovrò passarci mai" borbottò Alec, e all'espressione interrogativa di Magnus, sospirò.
"Non mi sposerò mai. Non con una donna, almeno" chiarì e Magnus gli sorrise.
"Non credere che gli sposi siano meno complicati. Ho organizzato diversi matrimoni fra due uomini, e credimi si impazzisce lo stesso. Ma il peggio arriva quando sono due donne a sposarsi. Il delirio più assoluto" raccontò Magnus, sospirando all'ennesimo messaggio.

"Scusami, non vorrei essere scortese, ma devo proprio andare" si scusò, e Alec fece un piccolo gesto con la testa.
"Certo, capisco, anzi scusami per le chiacchiere"
"Ma di cosa? Ho praticamente parlato solo io" gli fece notare Magnus, ridacchiando, per poi tornare serio. "Però sai, potremmo rimediare a questo. Che ne dici di rivederci? Così posso essere io a offrirti un caffè stavolta, o un drink se preferisci" propose Magnus con fare casuale, e Alec sorrise, annuendo contento.
"Mi farebbe davvero piacere" ammise sinceramente, prendendogli il cellulare dalle mani per lasciargli il suo numero.

"Allora, ci sentiamo" disse Magnus, non accennando a muoversi per andarsene. Sarebbe rimasto volentieri a parlare con quel giovane e bellissimo uomo di fronte a lui.

"Certo, hai il mio numero, quindi usalo"

'Bravo Alec, continua a fare la figura dell'idiota.' Si disse mentalmente, maledicendosi in tutte le lingue che conosceva e inventando insulti in quelle che invece non sapeva.

"Ne farò buon uso, promesso" ammiccò Magnus, facendogli l'occhiolino, per poi dirigersi verso l'uscita della caffetteria. Alec lo guardò andare via con un sorriso, arrossendo quando incrociò lo sguardo curioso e stranamente soddisfatto di Lydia.

"Sono 8 dollari e 50" disse la ragazza alla cliente di fronte a lei. "Bancomat?" le chiese, porgendole la macchinetta del pos.
Alec la guardò confusamente. "Ma...non avevi detto che non funzionava?" le chiese, osservando perplesso la signora che completava l'operazione di pagamento senza alcun problema.
Lydia si strinse nelle spalle, fingendo indifferenza. "L'ho detto? Bè, deve essersi aggiustata. Una buona giornata, signora" 

Alec si avvicinò alla cassa, non distogliendo lo sguardo da lei.
"Lydia..." le disse con tono fermo, intimandola a parlare.
"Non smettevi di fissarlo, sinceramente mi sentivo in imbarazzo per te" asserì lei, come se quella fosse una risposta più che sufficiente. Non lo era, ma Alec riuscì comunque a capire.
"Tu...l'hai fatto di proposito. Sapevi che mi sarei proposto di offrirgli il caffè..." disse, e non seppe se sentirsi lusingato oppure offeso dalla cosa.

"Mi ringrazierai, Alec" concluse lei con un sorriso, tornando a servire i clienti.

Alec scosse la testa, ancora incredulo. Ma la vibrazione del cellulare nella sua tasca lo riportò alla realtà. Lo tirò fuori e aprì il messaggio arrivato da un numero sconosciuto.
'Ben quattro vite sono state risparmiate grazie al tuo gesto. Loro sono ancora vive e io ho evitato la prigione. Una buona giornata, Alexander.
-Magnus, o meglio conosciuto come l'uomo appena uscito da una rivista di moda :p
Alec scoppiò a ridere, ricevendo delle occhiate perplesse, dopodichè sollevò lo sguardo verso Lydia. Forse l'avrebbe ringraziata per davvero, ma non glielo avrebbe fatto sapere. Non ancora almeno.

"Grazie Lydia un corno" borbottò Alec al nulla, mentre sistemava le tazzine col caffè su un vassoio.

"Ce ne hai messo di tempo. Non è che l'hai avvelenato veramente?" gli chiese Isabelle, guardandolo sospettosa, una volta che tornò nel salone.
Alec finse una risata, per poi fare una smorfia.
"Mi sono solo distratto" 
"Da cosa?" gli chiese Magnus, mentre versava lo zucchero nel caffè.
"Non sono affari tuoi" sibilò Alec, girandosi per tornare sul divano, ma Izzy gli bloccò i polsi.

"Per favore, puoi essere presente?" gli chiese, quasi implorandolo con lo sguardo.
"Sono qui" rispose Alec, sebbene sapesse a cosa si riferisse sua sorella.
"Con il corpo forse, ma ho bisogno che tu ci sia al 100%. Quindi, se ne hai bisogno, vai a prendere un po' d'aria e schiarisciti le idee. Dopodiché, torni qui pronto a dare il meglio di te, okay?" gli suggerì, sorridendogli incoraggiante. Alec sospirò e annuì, abbassandosi per baciarle una guancia. 

Non appena uscì di casa, Isabelle si rivolse verso Magnus, guardandolo dispiaciuta.

"Ti prego di scusarlo, sono davvero mortificata. Alec di solito non è così..." cercò di giustificarsi, ma Magnus la fermò.

"Isabelle, cara, non ti preoccupare. Non puoi controllare le azioni di tuo fratello. C'è solo stata un po' di tensione fra noi, niente di che" la rassicurò, sperando di lasciar cadere la conversazione, ma lo lesse negli occhi di lei che la cosa non era finita lì.

"Sai, Alec non mi ha raccontato quello che è successo fra voi. Sapevo solo che vi frequentavate, e quando gli ho chiesto spiegazioni sul perché non vi vedeste più, lui non è sceso nei particolari. Comunque voglio solo dirti che Alec è un tipo piuttosto diffidente, è raro che lui si fidi di qualcuno..ma di te si fidava. Si stava lasciando andare, e forse per questo l'ha preso così male il fatto che gli hai tenuto nascosta una parte della tua vita. Se ti stava permettendo di entrare attraverso la sua corazza, significava qualcosa, Magnus...e sono sicura che sia ancora così. Ma è troppo cocciuto per rendersene conto" disse Izzy, sorridendogli incoraggiante.
"Dove vuoi arrivare, Isabelle?" le chiese Magnus, e quando le labbra rosse di lei tremarono nel tentativo di non sorridere ancora di più, sospirò.
"Non rinunciare a lui" rispose diretta, guardandolo con i suoi grandi occhi da cerbiatta. 
"Io credo che chiarendo, potreste riprendere la vostra conoscenza" aggiunse, stringendosi nelle spalle. 
"Vedremo" mormorò Magnus, per poi concentrare la sua attenzione alla marea di fogli davanti a lui.
Non era la risposta che sperava Izzy, ma era pur sempre qualcosa. 

"Per la cronaca, e spero che anche quell'idiota di tuo fratello lo capisca, non avrei mai iniziato un qualcosa con lui se fossi stato preso da un'altra persona" chiarì Magnus, alzando lo sguardo verso Isabelle, che gli sorrise annuendo, come a dirgli 'Lo so'. 
Tutto sarebbe andato per il meglio, ne era sicura.
 
***
 
Tutto stava andando disastrosamente male. Il salone era diventato un campo minato di fogli di riviste e appunti, e Isabelle si sentiva sul punto di esplodere.
Alec se ne stava in un angolo, osservando il tutto con fare perplesso, mentre Magnus tentava invano di rassicurare la sposa e mettere in ordine quel casino. Fortuna che non erano nel suo ufficio. Magnus aveva pensato bene quando aveva proposto ad Izzy di vedersi prima a casa sua, almeno per il tempo di decidere su che strada indirizzare il matrimonio. 

"Mi sto lasciando prendere troppo la mano, vero?" chiese Izzy, guardandosi intorno pensierosa.
"No, cara è del tutto normale..." provò a rassicurarla Magnus, con le sopracciglia aggrottate in un cipiglio. Non ne era sicuro neanche lui.
"Sì" rispose invece Alec, in modo diretto.
"Insomma, è davvero necessario tutto questo?" chiese, indicando con un gesto della mano il casino che li circondava.
"Quando penserai al tuo matrimonio, ricorderai solo le emozioni che hai provato a realizzare il tuo sogno di sposare l'amore della tua vita, non ricorderai la distribuzione dei fiori o com'era piegato il tovagliolo" continuò Alec, guardandola negli occhi per infonderle un po' di sicurezza. Izzy prese un respiro profondo e fece un piccolo cenno con la testa.

"Lo so, so che sarà perfetto solo per il fatto che sposerò Simon, e non importa tutto il resto, ma voglio che anche l'estetica sia perfetta. Voglio che tutto di quel giorno sia perfetto" disse, stavolta con più calma, ma decisa del suo pensiero.

"E lo sarà" si intromise Magnus, lanciando un'ultima occhiata ad Alec, che quest'ultimo non riuscì a decifrare. "Adesso cerchiamo di mettere un po' di ordine. In questa stanza e soprattutto nella tua mente" 
Isabelle ridacchiò, asciugandosi le due lacrime che si erano accumulate nei suoi occhi per il nervosismo.
"Andrà bene" disse, provando ad auto-convincersi.
"Andrà alla perfezione" la corresse Magnus, sorridendole incoraggiante.
 
Pazientemente, tutti e tre ordinarono i vari fogli sparsi, sistemandoli nei raccoglitori o in piccole pile, divisi per categorie. 
Una volta sistemati, i tre si sedettero intorno al tavolo con un sospiro.

"Adesso, pensiamo ad un tema specifico per il tuo matrimonio. Con favola moderna cosa intendi? Un qualcosa alla Cenerentola dei giorni nostri? Vuoi che sia principesco, o punti a qualcosa di più semplice?" chiese Magnus.
"Non proprio. Voglio qualcosa di attuale, ma allo stesso tempo raffinato e da togliere il fiato. Niente carrozze o cose del genere"
Magnus annuì. "Niente carrozze, chiaro. Idee per la location? Come ho già detto, ho segnato delle possibili scelte, ma più dettagli mi dai, meglio è" 
"Sulla location non ho preferenze. L'unica cosa è che ci sposeremo ad ottobre e il tempo magari non permette di sposarsi all'esterno" spiegò Izzy, osservando di sottecchi Alec, che stava ascoltando il tutto in silenzio, sfogliando delle riviste con espressione concentrata. Ad Isabelle venne da ridere, ma sentì una sensazione di calore avvolgerle il cuore al vedere suo fratello così disponibile per lei. Istintivamente, allungò una mano e afferrò la sua. Alec, stupito dal gesto improvviso, sollevò la testa e la guardò, ma lei scrollò le spalle e gli sorrise. Lui ricambiò e strinse la sua mano, intrecciando le loro dita. Magnus distolse lo sguardo, schiarendosi la voce. 

"Il periodo autunnale ha i colori più belli. Possiamo sbizzarrirci" fece notare, prendendo la pila di fogli contenenti tutti i possibili colori.
"Se pensi che il rosso o l'arancione siano troppo forti, possiamo puntare a qualcosa di più tenue come un marroncino chiaro o beige, o un rosa cipria" aggiunse poi, ma Izzy scosse la testa.
"Il rosso va benissimo, mi piace. Basta che non sia troppo sgargiante. Possiamo abbinarlo ad un colore più chiaro, così da creare un po' di contrasto" propose e Magnus sorrise al suo entusiasmo.

"Vuoi che i testimoni abbino qualcosa che richiami questo colore?" chiese il wedding planner, che lanciò un'occhiata ad Alec. Quest'ultimo assunse quasi un'espressione terrorizzata. "Devo vestirmi di rosso?" domandò, e Isabelle scoppiò a ridere. "No, sciocco"
"Basta anche solo un accessorio che richiami il colore. La cravatta, le scarpe, o qualunque cosa. Basta anche solo un fiore all'occhiello dello stesso colore del bouquet della sposa" rispose Magnus, sistemando i fogli con le nuance autunnali sul tavolo.

"Sta succedendo davvero" affermò Isabelle, guardando il tutto con espressione sognante, ma anche spaventata. 
"Sto davvero per sposarmi" continuò a dire, come se non ci credesse. Il cuore le batteva forte e sentì lo stomaco contorcersi per l'ansia.
Alec le sorrise, accarezzandole la mano con fare rassicurante. 

"Tesoro, è ancora presto per farsi venire le crisi pre-matrimoniali. Aspetta un po', quando mancheranno pochi giorni al matrimonio e non saprai cosa fare prima" le disse Magnus, e la serietà del suo tono di voce fece restare i Lightwood perplessi.
"Davvero incoraggiante" borbottò Alec, guardandolo con fare accusatorio.
"Ma è la verità. Però puoi stare tranquilla, perché penseremo a tutto" 

Izzy sospirò e annuì. "Posso farcela"
"Possiamo farcela. Ce la faremo" la corresse Magnus, allungando una mano al centro del tavolo. Isabelle stese il braccio per poggiare la mano sulla sua, rendendosi conto solo dopo averle unite, che era quella che Alec stava stringendo fra le dita. Quest'ultimo provò a ritirare la mano, ma la presa di Izzy era forte  così come lo era anche la voglia di sentire, seppur in modo quasi impercettebile, le dita di Magnus che sfioravano le sue.









Spoiler del secondo capitolo:

"Se magari non avessi fatto lo stupido" gli fece notare, prendendo la sua caviglia fra le mani.
"Se magari tu non avessi minacciato di lasciarmi qui" ribattè prontamente il wedding planner. 

"Questo è il karma, Magnus Bane" disse, stringendo e girando la caviglia fra le dita .Magnus balzò in aria, cacciando un urletto, e provò a ritirare la gamba, ma Alec la stava tenendo saldamente.

"Lo hai fatto di proposito" borbottò offeso Magnus, notando l'espressione fin troppo soddisfatta dell'altro.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Isabelle:
 
Alec, ti ricordi di oggi pomeriggio, vero??
 
Alec:
 
Come potrei non farlo? 
 
Isabelle:
 
Non fare il sarcastico con me. Io e Magnus siamo appena usciti dalla prima location. Bellissima, ma decisamente fuori mano e troppo all'antica. Adesso ne dobbiamo vedere un'altra, poi nel pomeriggio andrete entrambi a vederne qualcuna.
 
Alec:
 
Stai tranquilla, troverai il posto perfetto.
Ma non sarebbe meglio se le andassi a vedere tu? Devi essere tu a sceglierle.
 
Isabelle:
 
Lo so, ma da oggi ho orari assurdi in ospedale e non posso neanche cambiarli. Mi manderai le foto, o faremo una video chiamata in diretta, ma non posso esserci fisicamente. 
E poi so che farai la scelta giusta. E Magnus ti aiuterà
 
Alec:
 
Non vedo come la sua presenza possa aiutarmi...
 
Isabelle:
 
Ancora questa storia? Quando la smetterai?
 
Alec:
 
Mai.
 
Scherzavo, intendevo dire che lui può solo dare un parere obiettivo, non ti conosce così bene
 
Isabelle:
 
Lo so, per questo andrai tu con lui. Sei la persona di cui mi fido di più
 
ps:
 
 
 
Tutto concentrato mentre osservava la sala e pensava a come distribuire i tavoli e le composizioni dei fiori
 
Alec:
 
....
 
Isabelle:
 
E' bellissimo, vero? E poi è proprio un tesoro.
 
Alec:
 
Chissà cosa penserebbe Simon di questa tua fissazione per Magnus...
 
Isabelle:
 
Lo sa che mi piacerebbe solo averlo come cognato!
 
Alec:
 
Mh, non saprei, Magnus non mi sembra il tipo di Jace
 
Isabelle:
 
Ma è decisamente il tuo :)))) 
Ora devo andare, arrivati all'altra location. Ti tengo aggiornato! :* 
 
***
 
Isabelle:
 
Location all'aperto... ma Magnus non è molto convinto. Del resto, io e Simon ci sposeremo ad ottobre e potrebbe piovere.
 
Siamo andati via. Il dentro di questa location è piccolissimo e l'esterno non è l'ideale per il mese di ottobre e no, non mi sposerò sotto un tendone.
 
Ma non ci arrendiamo! 

 
Alec:
 
Hai intenzione di mandarmi foto di Magnus? Vivo benissimo anche senza, sai. 
ps: sei raggiante.
 
Isabelle:
 
Secondo me hai già messo la prima come sfondo del cellulare.
 
ps: grazie fratellone. Sono super felice, anche se più isterica del solito ahah
 
Che poi, solo ora ci sto pensando, ma voi due foto insieme non ne avete?
 
Alec:
 
Ma che domande sono?  
 
Isabelle:
 
Domande sensate?! Dai, siete usciti insieme qualche volta, dovrete pur aver fatto almeno una foto, no?
 
Non mi rispondi?
 
Aleeeeeec
 
Va bene, ho capito. Tanto so il codice  del tuo cellulare. Le guarderò da sola.
Anzi ora le chiederò a Magnus
 
Alec:
 
NON TI AZZARDARE
 
Isabelle:
 
Oh, allora esistono queste foto!
 
Alec:
 
No. Non esiste niente di me e Magnus, niente.
 
Isabelle:
 
Sei così melodrammatico. 
Alec:
 
E' nel nostro DNA
 
***
 
 
 
"È bella sì, ma non è adatta ad Isabelle" osservò Alec, continuando a guardarsi intorno con fare scettico.
Magnus sospirò, stringendosi il setto nasale fra le dita. "È la terza location che visitiamo oggi e hai detto così per tutte" 
 
Alec si strinse nelle spalle. "Perché è vero. Sono tutti posti bellissimi, ma per Isabelle ci vuole molto più di questo. Deve essere stupendo, mozzafiato, come sarà lei. Deve avere un qualcosa in più... Ci vuole qualcosa di particolare" 
 
Magnus lanciò un'occhiata di scuse a Sophia, la ragazza che gli aveva fatto fare il tour della sala, nonché figlia dei proprietari. 
"Tranquilli, non c'è problema" si intromise lei, sorridendogli.
"I gusti sono gusti" li rassicurò.
 
"Non posso obbligarvi a scegliere questa location, ma se volete più tempo per decidere e magari discutere su come vorrete decorarla, non c'è fretta" 
Magnus annuì e la ringraziò, ma Alec se ne uscì con un 'non c'è bisogno', ricevendo un'occhiataccia da parte del wedding planner.
 
"Molto esigente" commentò Sophia, e non c'era alcuna accusa nel suo tono di voce. 
 
"Non fraintendere, questo posto è bellissimo, davvero, ma conosco Isabelle e-" provò a giustificarsi Alec, ma lei lo interruppe.
"Tranquillo, capisco, non rispecchia le vostre esigenze" replicò  con fare professionale.
 
"Esatto, più che altro quelle di Isabelle. Se fossi io a sposarmi, questa location sarebbe una probabile scelta, perché è davvero bellissima. E tutto intorno sembra così tranquillo e adoro il giardino dell'esterno e quella fontana all'ingresso..." 
 
"Bè, lo faremo tenere presente al wedding planner" disse Sophia, facendogli un occhiolino e piegando la testa verso Magnus, che alzò le mani in segno di resa.
"Non credo tesoro, non posso fare miracoli. Per il suo matrimonio credo che dovremmo chiamare un esorcista" replicò Magnus, sorridendo innocentemente. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Magnus in quel momento si sarebbe trovato stecchito a terra.
Alec fece un passo verso di lui, ma Sophia si mise in mezzo.
 
"Per favore,se lo devi colpire, fallo fuori. Le macchie di sangue sono così difficili da levare" 
 
Sia Alec che Magnus si girarono verso di lei, guardandola perplessi.
 
"Organizzate per caso incontri clandestini?" Chiese il wedding planner, e lei rise.
 
"No ovviamente, ma è successo che ad un matrimonio ci sia stato un episodio che ci somigliava tanto" rispose e quando i due uomini continuarono a guardarla in attesa che continuasse, sospirò.
 
"In pratica si è presentato l'ex di lei, rivelando certi altarini, che il marito non ha per niente gradito. E neanche i genitori della sposa, soprattutto il padre, che ha tirato il primo pugno all'ex 'non tanto ex'. Lui ha incassato il colpo, senza replicare, ma ovviamente il marito non poteva starsene senza fare nulla. Così ha afferrato il presunto 'non tanto presunto' amante di lei e l'ha colpito. Ma stavolta lui ha reagito e gli ha rotto il naso, facendo schizzare sangue ovunque, anche sul vestito candido della sposa. Quindi il povero sposo si è ritrovato single, col cuore spezzato e anche con il naso rotto. So che sembra terribile, ma ripensandoci è stata una scena esilarante" raccontò, ridacchiando al ricordo, mentre Alec e Magnus erano increduli.
 
L'incredulità di Alec durò solo un attimo, perché poi stese le labbra in un sorrisetto sarcastico.
 
"Gli ex sono sempre un problema. Rovinano sempre tutto" disse, lanciando un'occhiata eloquente a Magnus, che sbuffò.
 
"Ancora questa storia?" chiese, sull'orlo dell'esasperazione. "Ma almeno adesso hai capito che è ex" 
 
Stavolta fu il turno di Sophia di essere perplessa.
 
"È ancora suscettibile sulla questione" spiegò Magnus, indicando Alec, sorridendole come se lei sapesse a cosa si stesse riferendo.
 
"Questo qui" iniziò a dire Alec, puntando il dito contro il wedding planner- "questo qui mi ha portato a casa sua, pronto a darci dentro, fin qui tutto ok. Peccato che è arrivata la sua ragazza, forse ex- specificò prima che Magnus potesse dire qualcosa- con la quale conviveva" spiegò Alec ridendo in modo quasi isterico.
"Divertente,no?" Domandò retoricamente, fissando Magnus con un velo di amarezza nei suoi occhi.
 
Sophia si morse le labbra per non ridere. La situazione non era divertente, ma quei due lo erano. Per tutto il tempo che erano stati lì, si erano punzecchiati e avevano battibeccato su tutto.
Ed era così ovvio che ci fosse qualcosa fra loro. 
 
"Come ho già detto, ci vuole l'esorcista" ribatté Magnus e stavolta lei non riuscì a trattenere un risolino. Alec inspirò bruscamente, cercando di mantenere la calma e non colpire Magnus. Poi si girò verso Sophia e le sorrise.
 
"È stato un piacere conoscerti, e grazie per la pazienza e la disponibilità" le disse, prima di voltarsi per uscire dalla sala.
 
"Anche per me, Alec" gli rispose lei e Alec si girò solo un attimo per salutarla di nuovo.
Magnus stava fissando la scena completamente attonito.
 
"Scusa, dove pensi di andare?" Chiese ad Alec, che scrollò le spalle.
"A casa. Ciao" rispose, dirigendosi verso l'uscita.
"Aspetta, non puoi lasciarmi qui! Devi darmi un passaggio" gli urlò dietro Magnus, mentre Sophia al suo fianco ridacchiava.
"Dai, non ti lascerà qua" disse per rassicurarlo, ma Magnus si girò a guardarla con un'espressione che diceva che sì, decisamente lo avrebbe fatto.
 
"Alexander, non puoi abbandonarmi. Non di nuovo" gridò, dirigendosi verso l'uscita a grandi passi.
 
Non appena uscì dalla sala, Alec spuntò da dietro un angolo, facendolo balzare in aria, dopodiché si affacciò dallo stipite della porta, rivolgendosi a Sophia.
 
"È ancora suscettibile sulla questione" disse Alec, sorridendo sornione e dopo aver lanciato un'occhiata compiaciuta a Magnus, corse via. Magnus impiegò solo un attimo prima di riprendersi e corrergli dietro.
 
"Alexander, aspetta" gli urlò, sentendo già il respiro farsi più pesante dopo pochissimi metri. Non era giusto. Alec era un istruttore di fitness, lui era abituato a correre e a tenere un determinato ritmo, era una causa persa in partenza.
"Okay che corro dietro le spose e i loro deliri, ma rallenta" gli disse, ma Alec non si fermò, anzi si mise a ridere.
 
"Se parli è peggio" gli fece notare, continuando a correre sull'erba del giardino che circondava la location.
 
"Queste scarpe non sono adatte per correre. Aspetta Alexand-oh" 
Alec si voltò di scatto, trovando Magnus seduto per terra, che si teneva la caviglia.
 
"Aiutami, Alexander" gli disse con tono seccato, dal momento che l'altro non accennava a muoversi.
 
Alec sbuffò e si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia quando arrivò di fronte a Magnus.
"Qual è il problema?" Gli chiese, provando a controllare la caviglia, ma Magnus ci teneva ancora le mani attorno.
"Se magari me la mostri, posso aiutarti" gli fece notare, allungando una mano. 
"Mi fa male" borbottò Magnus, stendendo timoroso la gamba verso Alec.
 
"Se magari non avessi fatto lo stupido" gli fece notare, prendendo la sua caviglia fra le mani.
"Se magari tu non avessi minacciato di lasciarmi qui" ribatté prontamente il wedding planner. 
 
"Questo è il karma, Magnus Bane" disse, stringendo e girando la caviglia fra le dita .Magnus balzò in aria, cacciando un urletto, e provò a ritirare la gamba, ma Alec la stava tenendo saldamente.
 
"Lo hai fatto di proposito" borbottò offeso Magnus, notando l'espressione fin troppo soddisfatta dell'altro.
 
"No, dovevo solo controllare che non fosse slogata. Hai solo preso una piccola storta" spiegò Alec, mollando la presa sulla caviglia. Magnus, che non se lo aspettava, non fu pronto a fermare la gamba prima che quella sbattesse sul terreno.
"Questo lo hai decisamente fatto di proposito" affermò Magnus, guardandolo in cagnesco mentre si massaggiava la caviglia lesa.
 
Alec ruotò gli occhi esasperato e si alzò da terra, porgendo una mano a Magnus per aiutarlo ad alzarsi. Quest'ultimo lo guardò in modo sospetto e Alec sbuffò.
"Vuoi che ti aiuti o no? Dobbiamo mettere qualcosa sulla caviglia" 
 
Magnus allungò esitante una mano verso di lui, e Alec lo aiutò a tirarsi su, rischiando di farselo finire addosso nell'impeto che ci mise. 
Magnus poggiò istintivamente le mani sulle grandi spalle di Alec, incespicando su i suoi stessi piedi. Le braccia di Alec furono pronte a sorreggerlo e ad evitargli un'altra rovinosa caduta. 
 
"Oddio, state bene?" sentirono gridare da Sophia ed entrambi si voltarono verso di lei annuendo. 
"Sì, Magnus stava solo cercando di catturare un coniglio" rispose Alec, sorridendo divertito. Magnus gli lanciò uno sguardo truce, assottigliando le palpebre.
"Vuoi metterci del ghiaccio?" chiese premurosamente lei.
"Non ce ne sarà bisogno, grazie lo stesso. Ho un kit di soccorso in macchina" rispose Alec, mentre lasciava scivolare via le braccia dai fianchi di Magnus, aiutandolo comunque a stare in piedi, tenendolo per un braccio.
 
Dopo aver ringraziato e salutato Sophia un'ultima volta, i due si diressero verso la macchina. Magnus zoppicava e si aggrappava sempre di più ad Alec ad ogni passo.
Una volta arrivati, Alec fece sedere il wedding planner sul sedile posteriore, e prese lo zaino dal porta bagagli. 
 
"Sei ben attrezzato" notò Magnus, mentre Alec tirava fuori delle garze e un tubetto di pomata contro le contusioni.
"Sì, bé vado spesso a correre e può succedere di prendere una storta o altro, quindi è sempre bene essere preparati" rispose, inginocchiandosi per prendere la sua caviglia fra le mani. Magnus ebbe un piccolo sussulto, e non seppe se fu per la fitta di dolore che lo colpì o se fu per la sensazione delle mani di Alec sulla sua pelle.
 
Alec spremette un po' di crema sulle dita e le poggiò sulla caviglia lesa. Iniziò a massaggiarla delicatamente, ma con decisione, facendo più pressione sui punti più indolenziti.
Magnus lo guardava senza dire una parola, sentendo il cuore traditore aumentare i battiti quando si accorse dell'attenzione e della cura che stava mettendo Alec in quel momento.
 
"Dovrai passarci dell'altra pomata per qualche giorno, mi sa" lo avvisò Alec, prendendo le garze per poterle avvolgere intorno alla sua caviglia.
Magnus non disse nulla, si limitò ad annuire, ma non fu neanche sicuro che l'altro lo avesse visto.
 
"Pensavi davvero che ti avrei lasciato qui?" chiese Alec, tenendo lo sguardo puntato sulla fasciatura che stava finendo di fare.
"Mi hai già lasciato solo una volta" rispose Magnus con un filo di voce, e per la prima volta non c'era alcuna accusa nel suo tono di voce, solo un accenno di malinconia.
"Bè, eri a casa tua, qui siamo a chilometri di distanza dalla città. E le circostanze erano diverse..." replicò, continuando a restare inginocchiato, nonostante avesse finito di medicarlo. 
"Preferivo non correre il rischio" disse Magnus, senza specificare quale fosse il vero rischio. Se restare sperso in mezzo al nulla, o vedere Alec che gli voltava un'altra volta le spalle. 
 
Dal momento che l'atmosfera si stava facendo tesa, Magnus provò a sdrammatizzare.
"Certo, avrei preferito non correre affatto" 
Alec accennò una risata, ma non c'era alcuna allegria in essa, e si alzò in piedi.
 
"Dovremmo ritornare. Isabelle non sarà contenta del fatto che anche questa location non andasse bene" disse, rimettendo lo zaino nel porta bagagli, e sedendosi al posto di guida. Magnus rimase sul sedile posteriore, così da tenere la gamba stesa e la caviglia a riposo.
 
Per i primi minuti di tragitto, nessuno dei due proferì parola. Ogni tanto i loro occhi si incrociavano nello specchietto retrovisore, ma distoglievano subito lo sguardo. Alec con la scusa di guardare la strada, e Magnus i suoi appunti per il matrimonio di Isabelle.
 
"Hai da fare dopo?" chiese Magnus all'improvviso, sollevando lo sguardo su Alec, che si ritrovò a balbettare, non sapendo che rispondere. 
Magnus sbuffò e ruotò gli occhi. "Non c'è nessun secondo fine. Te lo chiedo solo perché mi è venuta una location in mente e vorrei andarla a vedere ora stesso, se possibile" spiegò, cercando di non mostrare la sua delusione al pensiero di Alec che cercava una scusa per evitarlo.
"Oh" replicò stupidamente Alec, arrossendo furiosamente. Era stato uno stupido a pensare anche solo per un attimo che Magnus gli stesse per chiedere di uscire di nuovo insieme. 
"Sì, possiamo andare. Ho avuto il turno di mattina in palestra oggi" rispose, tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
"Ok, faccio subito una chiamata per vedere se possiamo andare direttamente" disse Magnus, già con il cellulare pronto in mano.
 
"Catarina, tesoro, ho bisogno di te. Devo fare un tour lampo delle sale per matrimoni. Sì, tutte, e anche quella del piano superiore. Sì, lo so, tu non ti preoccupare, lascia fare a me. Sì, stiamo venendo adesso, siamo per strada. Okay a dopo"
 
"Al prossimo incrocio, gira per la Fifth Avenue" disse Magnus e Alec lo guardò incuriosito dallo specchietto.
"Mi dirai dove stiamo andando?"
"Al Plaza"
 
Alec rimase interdetto per un attimo e dopo scoppiò a ridere. "Sei serio? Abbiamo visto location bellissime, con esterni stupendi, e costeggiati da giardini e alberi, e secondo te Isabelle si sposerà in un'anonima stanza di hotel, circondata solo da quattro mura?" chiese Alec, quasi indignato e Magnus sospirò profondamente per mantenere la calma. Quando Alec si comportava in quel modo saccente e odioso, si innervosiva parecchio.
 
"Un'anonima stanza di hotel? Stiamo parlando del Plaza, Alexander. La gente farebbe follie per potersi sposare lì. Ha delle sale spettacolari" gli fece notare, ma Alec ruotò gli occhi e sbuffò.
"Se lo dici tu"
 
"Puoi fidarti?" domandò Magnus di botto. "Almeno per un dannata volta, puoi fidarti di me? " continuò, rendendosi conto solo dopo averlo detto di quanto fosse stato duro e impulsivo. Si era lasciato sopraffare dall'istinto e aveva portato la discussione a livello personale, cosa che non doveva assolutamente fare. Prima che potesse rettificare ciò che aveva appena detto, Alec parlò.
 
"Certo, tanto cosa potrebbe andare mai storto? Al massimo mi ritrovo la hall piena delle tue ex...e dei tuoi ex pure" rispose, rivolgendogli un sorriso così falso che le sue labbra sembravano più contratte in una smorfia che in un sorriso.
 
Magnus lo guardò incredulo, e dopo scosse la testa. "Non posso crederci. Ancora questa storia, Alexander? Quando la finirai? Ti rendi conto di quanto sia immaturo?" 
 
"Io immaturo? Davvero, Magnus?" replicò Alec, guardandolo duramente dallo specchietto retrovisore.
"Ti comporti come un bambino. Continui a farmi ripassate su questo fatto, basta. Superalo" ribattè Magnus esasperato, distogliendo lo sguardo da Alec e puntandolo sui fogli che teneva sulle gambe.
 
All'improvviso sentì la macchina frenare di botto e sobbalzò in avanti, aggrappandosi allo schienale del sedile anteriore per non perdere del tutto l'equilibrio.
"Sei per caso impazzito?" chiese ad Alec, sollevando il volto e trovandolo più vicino di quanto si aspettasse. Alec si era sporto verso di lui, e a dividerli c'era solo la spalliera del sedile.
 
"Davvero non capisci, Magnus?Pensi che io sia infantile? Come avresti reagito tu, mh? Come avresti reagito nel scoprire che una persona di cui ti fidavi, ti stava nascondendo una cosa così? Come?" sbottò Alec, puntando gli occhi nei suoi. Magnus si sentì morire dentro quando vide la rabbia e la delusione nel suo sguardo. E in parte, si sentì colpito in pieno. Cosa avrebbe fatto lui, se i ruoli fossero stati invertiti? Avrebbe reagito diversamente da Alec? Poteva veramente biasimarlo?
 
Vedendo l'esitazione di Magnus, Alec sospirò. "Proprio come pensavo" 
 
"Non è così, Alexander. Io capisco perché tu sia andato fuori di testa" si affrettò a dire il wedding planner. "Quello che non capisco è che tu non abbia neanche voluto ascoltarmi, o darmi la possibilità di spiegarmi. Ti ho mandato così tanti messaggi che ho perso il conto, ti ho chiamato centinaia di volte, ma tu non hai mai risposto. Non volevi avere più a che fare con me? Va bene, ci sta, ma almeno dimmelo. Invece no, sei sparito nel nulla. Non hai avuto neanche il coraggio di dirmi che volevi chiudere quel qualunque cosa fosse fra noi" continuò, sentendo il cuore battere furiosamente nel petto e il respiro farsi più irregolare. Sperava che Alec lo capisse, ma ciò che aveva appena detto, non fece che peggiorare le cose.
 
"Sul serio, Magnus? Tu dici a me che avrei dovuto parlare? L'unico che era in dovere di dire qualcosa, eri tu. E sai qual è il problema? Non mi sono tanto  incazzato per il fatto che vivessi ancora con la tua ex, perché ci sono delle circostanze di cui tener conto, ma per il fatto che tu non me l'abbia detto. Io dovevo sapere la situazione e decidere se continuare a frequentarti oppure no, lo capisci? Tu mi hai privato di questa scelta, tenendomi all'oscuro" lo attaccò Alec, il tono di voce più alto e duro, tuttavia il suo sguardo non aveva la stessa durezza. Sembrava stanco e anche affranto, e Magnus lo guardò senza proferire parola. Se fosse per lo shock dello scatto di Alec o della verità di ciò che aveva appena detto, Magnus non lo capì. Forse era per entrambe le cose. 
 
"Hai ragione" sussurrò, stupendo sia Alec che sè stesso. 
"C-come?" 
"Hai ragione. E' quello che volevi sentirti dire, no? Che hai ragione" ripetè, un po' più chiaramente, stringendosi nelle spalle. 
Alec fece una piccola smorfia. "No. Non è quello che voglio sentirmi dire, Magnus. Non mi interessa avere ragione" 
 
"Cosa ti interessa allora?" chiese con un filo di voce Magnus, osservando il viso di Alec così vicino al suo. Dovette trattenersi per non allungare una mano e sfiorare la sua guancia, accarezzarlo e rassicurarlo, per poi colmare quella breve distanza e baciare quelle labbra che non sentiva sulle sue da settimane. 
Per un attimo, sembrò che anche Alec ci stesse pensando e Magnus poté giurare di averlo visto pronto a sporgersi verso di lui, ma poi si tirò indietro, schiarendosi la gola.
"Non importa" tagliò Alec, facendo ripartire la macchina. Magnus andò per dire qualcosa, ma le parole gli restarono bloccate in gola. Con un sospiro si sistemò sul sedile, chiedendosi come avevano fatto ad arrivare a quel punto. 
 
***
 
"Questa è la Terrace Room, ha l'aspetto un po' antico e storico, in stile rinascimentale, sia nella struttura che nei dipinti sulle pareti" spiegò Catarina, indicando con un gesto della mano la sala. Alec non sembrava molto convinto e storse appena le labbra.
 
"Non credo sia nello stile di Isabelle, non con il matrimonio che vuole lei" disse, e Catarina fece un piccolo cenno con la testa.
"Certo, capisco. Allora, passiamo all'altra sala. E' più grande di questa e adattabile a qualunque stile" spiegò la manager, conducendoli verso l'altro lato dell'hotel.
 
Catarina lanciò un'occhiata a Magnus, chiedendogli silenziosamente cosa stesse succedendo, ma lui ruotò gli occhi e si strinse nelle spalle, stando ben attento a camminare il più lontano possibile da Alec, che li seguiva in silenzio, tenendo le mani dentro le tasche dei jeans, chiaramente a disagio.
Non appena arrivarono, Catarina aprì le grandi ante della porta, e fece segno ad Alec di accomodarsi.
Alec diede una rapida occhiata alla sala e le sue labbra pian piano si stesero in un sorriso. 
"Ora sì che ragioniamo" disse in un sussurro, e Catarina sorrise soddisfatta. 

"Questa è la Grand Ballroom, come puoi ben vedere è abbastanza spaziosa da poter avere un'ampia pista da ballo, nonostante la presenza dei tavoli. Lo stile è elegante, classico e raffinato, ma adattabile a tutti i generi. Questi archi predisposti su entrambi i lati della sala, danno un'impressione quasi teatrale. Quel soppalco può essere utilizzato per sistemare il tavolo degli sposi, oppure la band o deejay, in base a cosa verrà scelto, ovviamente" spiegò Catarina, mentre Alec continuava a guardarsi intorno con un piccolo sorriso sulle labbra.
"Credo che sia l'opzione migliore al momento per il matrimonio di Izzy e Simon. E' giusto che prima di decidere, vengano a vederla loro" disse Alec e Catarina annuì.
 
"Certamente. Ma non è finita qui, perché Magnus ha pensato ad un'altra cosa" 
 
Alec, finalmente, puntò lo sguardo su Magnus, che era stato in silenzio finora e aspettò che parlasse.
"Se per Izzy e Simon va bene, vorrei far tenere anche la cerimonia qui, non solo il ricevimento. Chiameremo un reverendo che celebrerà la loro unione" 
 
Alec aggrottò la fonte, non sicuro che fosse una buona idea, ma Magnus lo fermò prima che potesse obiettare qualcosa.
"Non in questa precisa sala, ma sì, vorrei proporre di farla qui. Se permetti, voglio mostrarti dove si terrebbe" disse, e Alec annuì. 
 
"Andrai con Magnus. Del resto, è merito suo se adesso esiste quella sala" disse Catarina ad Alec, per poi rivolgersi a Magnus.
"A te l'onore" scherzò, facendogli l'occhiolino. Magnus le sorrise e le accarezzò una spalla quando le passò accanto.
 
Camminarono in silenzio lungo il corridoio e, una volta entrati in ascensore, Alec si mise all'angolino e Magnus dovette sforzarsi per non sbuffare. Tuttavia si schiarì la voce e parlò, anche solo per spezzare un po' quell'atmosfera carica di tensione che si era creata.
"La sala che stiamo per vedere in realtà non è una vera e propria sala, difatti prima era una suite, ma è sicuramente qualcosa di particolare. Non viene usata spesso, ma credo che ad Isabelle potrebbe piacere" disse, e aggrottò la fronte quando sentì Alec ridacchiare.
"Non fraintendere, non sto ridendo per ciò che hai detto. E' solo che mi sono reso conto che quando parliamo di cosa potrebbe piacere o non piacere, ci riferiamo solo ad Izzy, senza considerare Simon" spiegò Alec quasi divertito.
"Però non è un problema, perché Simon andrebbe anche in capo al mondo pur di rendere felice Izzy" aggiunse, con un sorriso intenerito.
 
"Adesso non saremo proprio in capo al mondo, ma qualcosa di simile..." disse Magnus, proprio mentre l'ascensore si fermava e le porte si aprivano.
 
Appena entrarono in quella stanza, Alec trattenne il fiato.
Proprio di fronte a lui, al posto di una parete a muro, c'era un'enorme vetrata che si stagliava fino al tetto, offrendo una visuale mozzafiato di New York. 
 
"Sposarsi proprio di fronte allo skyline di New York...riesci a immaginare qualcosa di più magico?" disse Magnus, muovendo qualche passo dentro la stanza, seguito a ruota da Alec, che si guardava intorno meravigliato.
 
"E' molto più di quanto Izzy e Simon avrebbero potuto immaginare" commentò Alec, fermandosi a pochi passi dalla vetrata. Nonostante il Plaza non fosse una delle strutture più alte di New York, si riusciva comunque a vedere la maggior parte della città. Palazzi e grattacieli che costeggiavano le strade, una perfetta visuale di Central park, e del fiume Hudson in lontananza. 
 
"Magnus è...è spettacolare" sussurrò, osservando meravigliato i mille colori di New York. 
 
"Lo è" concordò Magnus, ma i suoi occhi erano puntati sul viso di Alec, illuminato dagli ultimi raggi di sole che stava tramontando.
Perché New York era spettacolare sì, ma Alec lo era di più.
 
***
 
 
Isabelle:
 
 
Alec:
 
E questa????
 
Isabelle:
 
Me l'ha mandata Magnus. 
 
Alec:
 
.....
 
Isabelle:
 
Ci tiene ancora a te. Ha le vostre foto sul cellulare! 
 
Gli stai appiccicato addosso. Tu odi il contatto fisico con le persone, ma ti sei spalmato su di lui.
 
 
Non ti ho mai visto ridere in questo modo. Le fossette, Alec. Hai addirittura le fossette. Sembri così felice...


 
Ti prego parliamo di questa...

 
Siete perfetti. E tu lo guardi in un modo così adorante che mi stanno tremando le gambe, giuro... Voglio solo che tu sia felice, lo sai  fratellone. E so che sei arrabbiato con Magnus, e ne hai tutte le ragioni, ma tutti meritano una seconda possibilità, no? Non è troppo tardi per ricominciare da dove avete interrotto o magari iniziare qualcosa di nuovo.
 
Alec:
 
Non lo so, Izzy. Non voglio illudermi di nuovo. Perché se prima significava solo qualcosa, ho paura che Magnus arrivi al punto da significare tutto. 
Non so se ha senso quello che ho detto, ma non voglio dargli questo potere, non dopo che mi ha mentito una volta
 
Isabelle:
 
Ma non ti ha mentito! Ti ha nascosto la verità... E okay, detta così è anche peggio, ma perché non provate a vedere l'uno il punto di vista dell'altro, senza finire per ammazzarvi possibilmente? 
 
Alec:
 
E quale dovrebbe essere il suo punto di vista? 
 
Isabelle:
 
Per l'angelo, pensavo che fosse Jace lo stupido della famiglia, e invece devo ricredermi mi sa. 
Pensi che per lui sarebbe stato facile dirti che viveva con la sua ex? Magari aveva paura che tu avresti dato di matto e fossi scappato a gambe elevate, cosa che hai fatto. Non voleva perderti...
 
Alec:
 
Se me lo avesse detto, sarebbe stato diverso. Sì, ci sarei rimasto male, ma almeno avrei apprezzato l'onestà
 
Isabelle:
 
Lo so, ma non poteva sapere come l'avresti presa, del resto vi stavate ancora conoscendo, siete un territorio inesplorato
 
Alec:
 
Doveva pensarci prima. Io non posso farmi incantare di nuovo da lui. Mi stavo affezionando molto, mi stavo legando, mi stavo lasciando andare e guarda come è finita...
 
E sai anche cosa? Non ha neanche provato a spiegarmi, o a scusarsi, niente. Il silenzio totale, solo prese in giro su quella maledetta sera. Oggi ne stavamo parlando e lui è stato evasivo. Non ha detto nulla. Anzi, secondo lui sono io quello che ha sbagliato.
 
Isabelle:
 
Ripeto, non è troppo tardi. E Magnus merita una seconda chance. 
So che non vorresti sentirtelo dire, ma in parte è davvero così. Hai sbagliato. Ci sta la tua reazione, ma non hai neanche cercato un chiarimento. Magnus non può dirti niente se tu non vuoi sentire.
 
Alec:
 
....
 
Isabelle:
 
Proprio come pensavo. 
 
 
Ti stringe come se fossi la cosa più preziosa al mondo. E tu non smetti di sorridere. Sei raggiante. Per favore, Alec, non rinunciarci. 



Alec si passò le mani sugli occhi inumiditi, prendendo un respiro profondo.
Non avrebbe permesso a Magnus di avvicinarsi un'altra volta. Doveva solo resistere per quei pochi mesi di preparativi, e poi non avrebbe più rivisto Magnus Bane.
 
 
 
 
 
 
 
Spoiler dal prossimo capitolo: 
 
Alec:
Non lo so quello che voglio. Ma è piombato di nuovo nella mia vita, ed è travolgente, Iz. 
 
Isabelle:
Sai qual è il vero problema, Alec? Tu pensi che lui sia ritornato nella tua vita, ma la verità è che non se ne è mai andato. E lo sai, dentro di te lo sai. Non l'hai chiuso del tutto fuori, gli hai lasciato un piccolo spiraglio, ma sufficiente abbastanza da permettergli di entrare di nuovo. 
Lo vuoi ancora, non è così?
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ecco finalmente il terzo capitolo! E' stata un po' un'impresa, ma ce l'ho fatta ahah
 
Mi faccio perdonare per l'attesa con la scena semi-smut all'inizio *wanky* 
 
Chiedo scusa anticipatamente, ma non scrivo smut da una vita, già che non sono mai stata brava a farlo, poi sono pure fuori allenamento quindi è anche peggio -.-" 
 
Un'ultima cosa, mi è stato fatto notare che Alec risulta un po' OOC e chiedo scusa per questo. Non era mia intenzione, I swear, mi è venuto naturale scrivere così. Tra l'altro in questo capitolo potrebbe venirvi voglia di prenderlo a schiaffi ahah Ma si farà perdonare presto, lo prometto u.u
 
Vi lascio al capitolo!
Un bacio e sempre grazie per seguire/recensire la storia :3
 
 
 
 
 
Magnus chiuse la porta col piede, dal momento che le mani erano impegnate a sollevare la maglietta di Alec, desiderose di toccare la sua pelle.
Lo fece indietreggiare lungo il corridoio, e nella foga di baciarsi e spogliarsi, sbatterono parecchie volte contro i muri, ritrovandosi a ridere.
 
Una volta entrati nel salone, Magnus spinse Alec sul divano, mettendosi subito a cavalcioni su di lui.
Alec avvolse le braccia intorno ai suoi fianchi, sporgendosi per baciarlo. Ma non lo baciò, non subito. Afferrò il labbro inferiore di Magnus fra le labbra, graffiandolo delicatamente con i denti, per poi sfiorarlo con la punta della lingua. 
Magnus mugolò e passò le mani fra i suoi capelli, stringendoli fra le dita quando chiuse le labbra su quelle di Alec. Quest'ultimo sospirò e gli accarezzò la schiena lentamente, tracciando con la punta delle dita la linea definita delle spalle, che aveva ammirato da quando lo aveva visto quella mattina in caffetteria. Le sue mani continuarono a scivolare sulla sua pelle, acquisendo maggiore sicurezza, spostandosi verso la parte bassa della schiena.
Magnus ansimò quando sentì le dita di Alec toccare quel lembo di pelle vicino al bordo dei pantaloni e con un movimento di bacino, lo invitò a toccare di più. Ma Alec non lo fece.
Le sue mani si spostarono dalle fossette di venere, che tracciò con i pollici, fino ai fianchi, sfiorandolo appena con la punta delle dita.
 
"Alexander" mormorò Magnus, bramoso di sentire le mani di Alec pressare con più decisione sul suo corpo.
 
Il wedding planner fece scivolare le labbra sulla mascella scolpita di Alec, arrivando fino al suo orecchio.
 
"Ti voglio, ma se pensi che sia troppo presto e volessi fermarti, fallo adesso" sussurrò, soffiando quelle parole direttamente nel suo orecchio.
 
Alec sospirò e gli strinse i fianchi.
"Ti sembra che voglia fermarmi?"chiese retorico, sollevando il bacino e facendolo scontrare con il suo.
Magnus ansimò quando sentì l'erezione crescente di Alec sfregare contro la sua.
"Direi di no" borbottò in risposta, piegando la testa per poggiare le labbra sul collo di Alec, tempestandolo di baci languidi e piccoli morsi. 
 
Alec ansimò quando Magnus gli succhiò una parte di pelle, proprio vicino alla sua gola e d'istinto gli strinse i fianchi, spingendoli contro i suoi.
 
Magnus si scansò appena, giusto per far stendere Alec sul divano e mettersi sopra di lui, facendo aderire i loro corpi.
Alec allargò le gambe, allacciandole intorno alla vita di Magnus, mentre quest'ultimo puntava di nuovo al suo collo. Stavolta però permise alle sue labbra di spostarsi sul petto, baciando ogni centimetro di pelle al suo passaggio. Tracciò con la punta della lingua la linea definita dei suoi addominali, succhiando il lembo di pelle appena sopra l'ombelico.
 
Alec ansimò e fece scivolare le dita fra i capelli glitterati di Magnus. In quel momento non gli importava neanche di avere la mano appiccicosa di gel e brillantini. 
 
Magnus baciò, morse e leccò avidamente la pelle scoperta di quel corpo statuario, mentre Alec sotto di lui tremava e ansimava, e le sue mani vagavano sul collo, sulle spalle, sulle braccia e qualunque altra parte del corpo di Magnus che riusciva a raggiungere.
 
Dopo aver continuato quella dolce tortura, Magnus risalì lungo il suo addome, sfiorandolo con la punta del naso e soffiando sulla pelle umida, facendolo rabbrividire. 
Non appena Magnus fu di nuovo alla sua stessa altezza, Alec gli afferrò il viso, posizionando le mani sulla curva fra le guance e il  collo, e unì le loro labbra in un bacio quasi disperato.
Non aveva mai voluto qualcuno come voleva Magnus in quel momento. 
 
Alec era sempre stato un po' restio a fidarsi di qualcuno e a lasciarsi andare, ma con Magnus era diverso. Da quella mattina in caffetteria, le cose erano andate avanti in modo così semplice e perfetto, che Alec stentava a crederci. Magnus era davvero una persona incredibile e meravigliosa. Dentro e fuori. 
 
Alec si rese conto, nonostante fossero solo poche settimane che si frequentavano, che voleva tutto da Magnus. E voleva dargli tutto. Era pronto, su tutti i fronti.
Fisicamente sì, ma soprattutto era pronto a lasciarsi andare emotivamente, a mettere tutto sè stesso in quella relazione, nella speranza che anche Magnus lo volesse. Non avevano ancora definito il loro legame, ma Alec era pronto per il passo successivo, per potersi definire un po' più che qualcosa.
 Forse era stupido e anche affrettato da dire, ma ogni giorno che passava, si sentiva sempre più legato a Magnus e quelli che sembravano i sintomi di qualcosa di nuovo,- farfalle nello stomaco, battiti accelerati, pelle che formicolava al minimo contatto, il respiro bloccato in gola- si andavano trasformando in qualcosa di sempre più profondo nei confronti di Magnus. Era diventato così importante in così poco tempo che quella cosa lo elettrizzava, lo faceva sentire vivo e felice come non mai, ma allo stesso tempo lo spaventava. Ma Alec aveva deciso di non avere paura, non quando quella lo avrebbe potuto tenere lontano da Magnus. 
 
"Stai bene?" borbottò Magnus, le labbra che sfioravano le sue e lasciavano dei piccoli baci rumorosi.
Alec sorrise e sospirò.
"Mai stato meglio" ammise, ed era sincero. Si sentiva in modo incredibile. 
 
"Mh, forse potrei farti stare ancora meglio" sussurrò Magnus lussurioso, mentre una mano scendeva lentamente lungo l'addome di Alec, che si ritrovò col fiato sospeso a quell' aspettativa.  
 
Le dita di Magnus disegnarono linee immaginare sulla pelle calda, scendendo sempre più in basso. Alec si ritrovò a seguirne il movimento quasi ipnotizzato, mentre Magnus gli stuzzicava l'orecchio e parte del collo con la punta della lingua. 
 
"Così mi uccidi" ansimò Alec, sentendo il respiro farsi più pesante quando la mano di Magnus arrivò al bordo dei suoi pantaloni. 
 
"Vuoi che mi fermi?"  chiese Magnus in un sussurro, con le labbra piegate già  in un sorrisetto malizioso, picchiettando le dita sul suo ventre, come se fosse davvero in attesa di una risposta.
 
Alec sollevò il bacino, ma Magnus non mosse la mano, continuando a tenerla ferma sul suo basso addome.
 
"Non mi pare di aver capito la risposta" lo stuzzicò, solleticandogli la pelle con la punta delle dita. 
 Alec rabbrividì e si morse il labbro inferiore. 
 
"Ti prego" lo implorò, poggiando la mano sul suo braccio, accarezzandolo lascivamente.
"Ti prego cosa?" mormorò Magnus, sfregando il naso contro la sua guancia. Alec aprì lentamente le palpebre, che aveva socchiuso, e puntò gli occhi nei suoi e Magnus sentì il suo cuore fermarsi in quel preciso momento. Fece scorrere lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra rosse e umide in una danza lenta, fino a che Alec non gli afferrò il retro della nuca e colmò quella brevissima distanza, baciandolo fino a farlo restare senza fiato.
 
"Toccami" sussurrò Alec sulle sue labbra, facendo scivolare la mano libera sul polso di Magnus, incitandolo ad andare avanti. Quest'ultimo portò entrambe le mani sul bordo dei jeans di Alec, senza smettere di baciarlo. Dovette staccarsi quando non riuscì a sfilare il bottone e abbassare la cerniera.
"Non si sbottonano. E credo che la zip si sia incastrata" borbottò Magnus e Alec grugnì, buttando la testa indietro.
"Grandioso. Maledetti pantaloni"
 
Magnus ridacchiò, beccandosi un buffetto sul braccio da parte di Alec. 
 
"Aspetta, vediamo se scendono anche così" gli disse Magnus, afferrando le due estremità dei fianchi e provò a tirarli giù, ma niente da fare.
"Sono troppo stretti" notò, continuando a tirare la stoffa.
"Bè, li ho messi di proposito" replicò Alec, arrossendo quando Magnus lo guardò a metà fra il compiaciuto e il malizioso.
"Cercavi di fare colpo, Alexander?" lo stuzzicò, stendendo le labbra in un ghigno. Alec sbuffò.
 
"Aiutami ad uscire da questi cosi" sbottò, portando le mani sul bottone. Entrambi cercarono di sbottonare i pantaloni, senza alcun successo, soprattutto dal momento che le loro dita si scontravano di continuo per chi dovesse provarci prima.
 
"Sta un attimo fermo" disse Magnus, insinuando a fatica una mano attraverso il bordo, e Alec dovette mordersi il labbro per non gemere quando sentì il dorso di Magnus sfregare contro la sua erezione, nel tentativo di afferrare la stoffa interna del jeans. Con l'altra mano tirò il bordo esterno, cercando di sfilare il bottone dall'asola. 
 
"Mi dispiace" borbottò Alec, mordicchiandosi il labbro quasi nervosamente.
"Scherzi vero? Lo ammetto, nonostante sia difficile toglierli, ne vale decisamente la pena" commentò Magnus, facendogli l'occhiolino e continuando ad armeggiare con il bottone. Quando finalmente, riuscì a sfilarlo, quasi non saltò dalla gioia. Alec lo guardò incredulo per qualche secondo, dopodiché si aggrappò al suo collo e lo portò su di sè.
 
"Qualcuno qui è impaziente" sussurrò Magnus, e non ebbe neanche il tempo di ghignare, che le labbra di Alec erano di nuovo sulle sue. 
 
"E tu parli decisamente troppo" borbottò Alec, facendo scivolare le mani lungo la sua schiena. Stavolta non indugiò e permise alle sue dita di insinuarsi nello spazio fra il bordo dei pantaloni e la sua pelle, poggiandosi proprio sul sedere di Magnus, che si ritrovò ad ansimare in sorpresa. Le mani di Alec erano calde e morbide, delicate eppure decise mentre accarezzavano lascivamente la curva dei suoi glutei.
Magnus portò una mano sul ventre di Alec, facendola scivolare con sicurezza sotto i boxer, arrivando dritta al suo membro eccitato. Alec gemette quando Magnus l'afferrò e l'accarezzò. Le sue dita si chiusero attorno alla sua erezione, e Alec rabbrividì quando sentì il freddo del metallo degli anelli poggiarsi sulla sua pelle bollente. Magnus mosse la mano lentamente ma con decisione, nonostante la presenza dei pantaloni rendesse i suoi movimenti più difficili. Portò la mano libera sul collo di Alec, sfregando le unghia sulla pelle sensibile vicino al suo orecchio. Alec voltò leggermente la testa e un gemito gli morì sulle labbra.
 
Davanti a loro, proprio a pochi passi dall'ingresso del salone, c'era una donna, sicuramente bellissima e affascinante, che li guardava duramente.
 
Alec boccheggiò e battè una mano sul braccio di Magnus per farlo fermare. 
"Cosa?" chiese Magnus, guardandolo preoccupato, chiedendosi se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Ma poi seguì lo sguardo di Alec, rivolto di lato e sentì il sangue gelarsi nelle vene. 
 
Quello non era previsto. Decisamente no.
 
Era fottutto. E non in modo piacevole, come sperava fino a pochi attimi prima.
 
Magnus scattò a sedere, mentre Alec si affrettava ad abbottonare i jeans, sibilando quando sfiorò la sua stessa erezione, e a imitarlo. 
 
"Che ci fai qui?" sibilò Magnus, gli occhi quasi ridotti a due fessure, il tono di voce duro e la postura rigida. Alec lo guardò con un cipiglio. Erano stati beccati, ma non pensava fosse una tragedia. Quando conviveva con Jace, lo aveva beccato parecchie volte con una delle conquiste di turno, ma non era mai stato niente come in quel momento. Solitamente c'era imbarazzo ovviamente, ma svaniva dopo qualche istante, quando si mettevano a ridacchiare e Alec spariva nella sua stanza, raccomandadogli di fare silenzio.
Adesso era tutta un'altra cosa. L'atmosfera era tesa, quasi elettrica ma decisamente in modo negativo, e Magnus e la donna si stavano scambiando sguardi di fuoco. 
 
"Potrei farti la stessa domanda. Niente conquiste a casa nostra, ricordi?" replicò lei, incrociando le braccia al petto.
"Alec non è una conquista" disse semplicemente Magnus, facendole implicitamente capire che era qualcosa di molto di più.
 
"E allora? E' anche peggio, e lo sai" 
"Sta zitta, Camille. Tu non capisci" 
 
Alec improvvisamente si sentì come fulminato. "Camille?" chiese, fregandosene pure del tono di voce quasi stridulo che gli uscì. "Quella Camille?"
 
Magnus si voltò verso di lui, con il labbro inferiore fra i denti e l'espressione colpevole, e Alec non ebbe bisogno di sentire la risposta.
 
Durante uno dei loro appuntamenti avevano parlato delle loro storie passate - Alec aveva finito dopo pochi minuti, perché non c'era molto da raccontare sulla sua vita privata-, Magnus aveva parlato di Camille, una delle sue storie più importanti e anche quella che lo aveva distrutto più di tutte le altre relazioni finite male.
 
"Perché ha ancora le chiavi del tuo appartamento?" chiese Alec, sentendo il cuore battere più velocemente quando vide le labbra rosse di Camille stendersi verso l'alto in un ghigno.
 
Magnus non fece in tempo ad elaborare una risposta, perché lei lo anticipò. "Perché vivo qui. 
Questa è anche casa mia" rispose con tono ovvio, ma pacato, come se stesse spiegando qualcosa di semplice a un bambino.
 
Alec si voltò verso Magnus, i suoi occhi pieni di delusione e rabbia, e anche mortificazione. 
 
"Sai, quando ne abbiamo parlato, forse ti è sfuggito di dirmi che vivete ancora insieme" gli disse, per poi scuotere la testa affranto e alzarsi dal divano. La mano di Magnus si chiuse prontamente intorno al suo polso, tenendolo fermo. Il wedding planner si mise in piedi e lo fronteggiò, cercando il suo sguardo, ma Alec fu attento a non incrociarlo.
 
"Alexander, ti prego, non andare via. Posso spiegarti tutto" lo implorò, allungando un braccio per poggiare una mano sulla sua guancia, ma Alec si scansò bruscamente.
"Dovevi pensarci prima" ribatté, tirando via il polso dalla presa di Magnus.
"Non devi dire niente, non voglio sentire niente" aggiunse, dirigendosi a grandi passi verso l'ingresso. Davanti alla porta del salone incrociò Camille che gli rivolse un falso sorriso amichevole. 
 
"E' stato un piacere conoscerti" gli disse con tono mellifluo e Alec fece una smorfia mentre la sorpassava. 
 
Afferrò la maglietta e la felpa dal pavimento del corridoio, infilandole più velocemente possibile. Proprio mentre stava per uscire, Magnus lo raggiunse. 
"Alexander" lo chiamò, battendo il palmo sulla porta per bloccargli l'uscita.
 
"Non sprecare tempo a inventare scuse, perché tanto non mi importa" gli disse Alec, andando per riaprire la porta, ma Magnus mise più forza per tenerla chiusa.
 
"Non sarebbero scuse, voglio dirti la verità" 
"E io voglio andarmene" ribatté Alec, non mollando la presa  sulla maniglia. 
"Non posso lasciarti andar via. Non senza aver parlato..." replicò Magnus, ma Alec scosse la testa. Neanche l'espressione afflitta di Magnus lo fece ragionare in quel momento. Si sentiva tradito e deluso. In quelle settimane Magnus non aveva accennato niente di quella situazione, comportandosi come se nulla fosse. Alec non riusciva a passarci sopra. L'onestà era la cosa più importante per lui. Magnus non era stato sincero, e quello aveva tradito la sua fiducia. E in quel momento niente avrebbe potuto fargli cambiare idea. 
 
"Alexander" lo implorò Magnus con voce tremante, ma Alec neanche lo guardò. 
"No" disse semplicemente, poggiando una mano al centro del suo petto per spingerlo leggermente indietro, giusto quel poco che bastava per fargli mollare la presa sulla porta. 
Magnus indietreggiò, più per la sorpresa del gesto che per la spinta, data così piano che in altre circostanze non si sarebbe neanche mosso di un centimetro.
 
Alec fu fulmineo ad aprire uno spiraglio per uscire e Magnus impiegò qualche istante a riprendersi, prima di inseguirlo. 
Alec scese di corsa le scale, ignorando il wedding planner che lo seguiva e lo chiamava. Uscì dal portone, senza neanche preoccuparsi di chiuderlo. L'attimo dopo sentì Magnus aprirlo.
 
"Alexander, aspetta"
 
Alec ingoiò il groppo alla gola, ricacciando indietro le lacrime, ma non si voltò e non si fermò. 
 
 
Alec sentiva tutti i muscoli indolenziti e il suo respiro era sempre più affaticato, ma non importava. Doveva continuare a correre, ancora e ancora.
Correre via da Magnus Bane, dai suoi occhi magnetici, dalla sua risata, dalle sue labbra che chiedevano  di essere baciate, dal suo corpo perfetto che sembrava richiamare le sue attenzioni e che desiderava ardentemente. Correre via da quei pochi, ma incredibili, ricordi di momenti che avevano vissuto insieme, correre via dalla voglia di crearne e viverne di nuovi, correre via dal suo cuore che accelerava ogni qualvolta i loro occhi si incrociavano o i loro corpi si sfioravano, correre via dai suoi pensieri che avevano Magnus come protagonista, correre via dalla voglia di fiondarsi fra le braccia rassicuranti di Magnus e non lasciarlo andare più. Correre via dai sentimenti che nutriva per il wedding planner e che si amplificavano ogni giorno di più.
Alec corse e corse ancora, ma non si fermò, nonostante le gambe gli tremassero e i polmoni bruciassero.
 
Quando sentì il cellulare squillare, si bloccò, chinandosi in avanti con le mani sulle ginocchia per riprendere quanto più fiato potesse, prima di rispondere.
 
"Pronto?"
"Alec, ciao, sono Simon...tuo cognato"
 
Alec ruotò gli occhi e sbuffò.
 
"Sì, so chi sei. Stai insieme a mia sorella da sei anni, difficile scordare chi sei"
"Simpatico. E a proposito di Izzy, stavo pensando a una cosa... Aspetta, stai bene Alec? Hai il fiatone"
"Stavo correndo"
"Lo avevo capito questo, ma non ti riduci mai al punto da avere così tanto fiatone, sei molto attento di solito"
"Ho solo fatto qualche chilometro in più... Che stavi dicendo su Izzy?"
"Oh giusto sì, volevo farle una sorpresa per il matrimonio. Possiamo vederci?"
"Certo, dimmi dove sei e ti raggiungo"
"Vuoi che ti venga a prendere?"
"No, non ti preoccupare. Ce la faccio"
"Ok, ora ti mando la posizione. A dopo, cognato"
"A dopo"
 
 
***
 
 
Simon osservava Magnus con un cipiglio sul volto, non capendo neanche mezza parola di quello che stesse dicendo, ma sorrise comunque perché era bello vedere quanto fosse dedito a ciò che faceva, ed era contento che si stesse occupando del matrimonio. Per questo quando gli era venuta quell'idea, aveva subito chiamato il wedding planner, che aveva accolto la sua iniziativa con entusiasmo. Forse anche troppo, notò Simon.
 
"Sai, molti sposi che vogliono sorprendere le future mogli, si rivolgono a me e devo pensare a tutto io, ed è così bello quando qualcuno prende l'iniziativa. E' un'idea grandiosa" disse Magnus, con un grande sorriso, ma poi si bloccò all'improvviso, con lo sguardo fisso verso l'entrata.
 
Alec era appena passato dalla porta e sì, Magnus doveva ammettere che vedere Alec gli toglieva sempre un po' il fiato, ma in quel momento temette seriamente per la sua salute. Mentale e anche fisica.
Perchè Alec in tenuta sportiva, ovvero un pantalone di tuta simile a un leggings che avvolgeva le sue gambe lunghe e toniche, e una dannata canottiera nera totalmente aderita al suo busto scolpito, e il look completato da capelli arruffati e goccioline di sudore sperse lungo la linea del suo collo e delle scapole, era qualcosa a cui Magnus non poteva sopravvivere. 
 
Si era decisamente imbambolato, tanto che Simon stava schioccando ripetutamente le dita per riportarlo alla realtà .
 
"Mh?" disse distrattamente, continuando a seguire Alec con lo sguardo,  e Simon sbuffò una risata.
 
"Siete così ovvi, ma così stupidi"osservò il futuro sposo, scuotendo la testa.
"Sembra di sentir parlare Isabelle" notò Magnus e Simon sorrise.
"Bè, sai come si dice, no? Praticando lo zoppo, all'anno si zoppica" 
 
Magnus accennò un sorriso e fece un piccolo cenno con la testa, continuando a guardare Alec. Vide l'espressione di Alec cambiare in un attimo. Da stupita nel vederlo lì, a infastidita per la sua presenza. Eppure Magnus vedeva lo sforzo che doveva fare per mostrare il suo fastidio. Era come se Alec si stesse costruendo dei muri intorno, per non farlo passare. E l'unico modo per tenerlo lontano, era fingere che non gli importasse nulla. 
 
Alec li raggiunse e si sedette sulla sedia libera, proprio di fronte a Magnus, ma lo guardò a stento.
 
"Allora, a cosa stavi pensando?"chiese, rivolgendosi a Simon. 
"Oh, stavo pensando di fare una sorpresa ad Isabelle. Dal momento che lei adora New York, ho pensato che potremmo fare un tour" spiegò Simon, sorridendo ampiamente e Alec si accigliò, non capendo il suo entusiasmo.
 
"E questa sarebbe la sorpresa? Una giornata da turisti?" Chiese in modo scettico.
 
"Non proprio. Faremo un tour sì, ma in elicottero" chiarì­ Simon, imitando con le mani il gesto delle eliche.
 
"Oh" disse, stupidamente Alec. Quella non era male come idea. Isabelle aveva espresso più volte il desiderio di vedere New York dall'alto.
 
Simon sorrise e si voltò soddisfatto verso Magnus, che fece un piccolo cenno. 
"Devi solo dirmi quando vuoi farlo, e al resto ci penso io" 
"E' questo che non so...mi piacerebbe farlo subito dopo il matrimonio, ma sarà  una giornata impegnativa, quindi magari facciamo il giorno dopo" 
 
"Quale momento della giornata preferisci? Se vuoi possiamo farlo nell'arco di tempo fra tramonto e sera. E' qualcosa di magico" propose Magnus e Simon annuì vigorosamente.
"Sì sì, è perfetto! Sei un genio" gli disse, sorridendo. Magnus ridacchiò e si pavoneggiò. 
"Me lo dicono tutti" ammiccò con fare scherzoso.
 
"Ne hanno tutte le ragioni. Quindi ci pensi tu a prenotare il volo? Perchè io non saprei proprio a chi rivolgermi. Ho cercato su internet ma non sapevo quale compagnia scegliere"
"Sì, tranquillo. Me ne occupo io. C'è questo pilota che è un mio amico e posso anche farvi allungare il giro così da vedere tutto il tramonto e l'inizio della sera" lo rassicurò Magnus con un sorriso. 
"Wow, grazie. Sei davvero grandioso" si complimentò Simon, porgendogli il pugno. Magnus lo guardò per un attimo senza capire, ma poi ridacchiò e battè il pugno contro il suo.
 
Alec stava osservando la scena a metà  fra il perplesso e l'allibito. Non riusciva a credere che Simon lo avesse chiamato per organizzare una sorpresa per Isabelle e poi manco gli chiedeva cosa ne pensasse. Lui e Magnus si erano lanciati nella programmazione del tour, senza neanche considerarlo.
 
Magnus si accorse del suo cambiamento di umore e si morse il labbro, indeciso se dire qualcosa oppure no. 
 
"Tu cosa ne pensi, Alexander?" gli chiese, e Alec arcuò le sopracciglia, come a chiedergli 'seriamente?'.
Non volendo fare questioni, non più di quanto ce ne fossero già  state, sospirò e mise su un sorriso.
"E' un'idea bellissima" disse, voltandosi verso Simon, che ricambiò il sorriso con fare perplesso.
 
"Izzy lo adorerà" aggiunse Alec, per poi guardarsi intorno quasi a disagio. Magnus lo capiva. Erano nella stessa caffetteria dove si erano visti per la prima volta qualche mese fa. E se da una parte sembravano ormai ricordi lontani, d'altra parte riuscivano ancora a sentire  la pelle formicolare al ricordo di quel primo incontro. 
 
In un momento di distrazione di Alec, Magnus fece un piccolo gesto con la testa a Simon, che lo guardò perplesso per un attimo, ma dopo alternò velocemente lo sguardo fra i due e annuì.
 
 
"Alec, non hai neanche ordinato. Ti prendo qualcosa? E prendo qualcosa anche per me e Magnus, anche se abbiamo già bevuta una spropositata dose di caffè, e sì. Ora vado. Qualcosa da mangiare? No?" farfugliò Simon e Magnus si passò una mano sulla fronte, massaggiandosi le tempie con fare esasperato. Quel ragazzo non sapeva cosa fosse la discrezione. Non poteva essere più ovvio di così. 
 
"Questi sono i casi in cui mi chiedo come Izzy sia finita con lui" commentò Alec, non appena Simon si allontanò.
 
Magnus arcuò le sopracciglia e Alec sospirò. "No, non è vero. Simon è davvero una persona incredibile, e non riesco ad immaginare nessun altro al fianco di Izzy se non lui" ammise e Magnus fece un piccolo sorriso, per poi tornare subito serio. Prese un respiro profondo e puntò i suoi occhi in quelli di Alec.
 
"Alexander, non possiamo continuare così. C'è sempre questa tensione fra noi e non va bene. Vorrei proporre una tregua. Dobbiamo lavorare a stretto contatto e non voglio che i nostri problemi creino problemi all'organizzazione del matrimonio" disse, quasi spaventato dalla possibile reazione di Alec. 
 
Quest'ultimo, sorprendentemente, annuì. "Hai ragione" concordò. "Dobbiamo farlo. Per Izzy e Simon. Meritano il matrimonio perfetto, e tu puoi darglielo, ne sono sicuro. E voglio aiutare al meglio delle mie capacità, senza essere sul piede di guerra" chiarì.
 
"E per quanto riguarda a livello personale? Pensi di riuscire a superarlo?" chiese d'istinto, sentendo il cuore rimbombargli nelle orecchie e le mani cominciare a sudare. Non sapeva se fosse pronto a sapere la risposta, ma doveva.
 
Alec sospirò. "Non lo so, forse" mormorò, stringendosi nelle spalle.
 
"Voglio che tu sappia che mi dispiace. E quando vorrai parlarne, io sono disposto a farlo" disse Magnus, stendendo le labbra in un sorriso nervoso. 
 
Alec fece un piccolo cenno con la testa, senza replicare nulla.
 
E anche se avesse voluto farlo, non ne avrebbe avuto modo, perché Simon arrivò di corsa, con un'espressione terrorizzata.
 
"Ho fatto un casino" disse, cominciando a camminare nervosamente avanti e indietro, sotto lo sguardo confuso di Alec e Magnus.
 
"Che è successo?" chiese il wedding planner.
 
"Ho inviato una foto ad Izzy con voi due che stavate parlando e lei mi ha chiesto cosa ci facessi con voi due! Ora scoprirà che stiamo tramando qualcosa. Addio sorpresa. Ora devo pensare a qualcos'altro, ma a cosa? Questo era perfetto e lei lo sap-" cominciò a farneticare Simon tutto d'un fiato e Alec lo bloccò.
 
"Calmati subito. Inventati qualcosa, no?"
 
"Aspetta, perché dovresti mandare foto mie e di Alec ad Isabelle?" domandò Magnus, guardandolo con aria interrogatoria.
 
"Puoi farlo solo tu, no?" replicò prontamente Alec, lanciando un'occhiata a Magnus, che impiegò qualche istante a capire.
 
"Te lo ha detto"
"Sì, certo. Ci teneva particolarmente a dirmelo"
 
"Ehm, scusate? Io sono in crisi! Che devo dirle?" quasi gridò Simon, facendo voltare i clienti presenti in caffetteria verso di loro.
 
"Dille che ci stiamo organizzando per scegliere il tuo abito da sposo" rispose Magnus e Simon si bloccò all'istante, sentendo la tensione scivolare dalle sue spalle.
 
"Giusto. Sei un grande" disse, mentre cominciava a digitare freneticamente una risposta alla sua futura moglie.
 
Non appena gli arrivò il messaggio di Izzy, si battè una mano sulla fronte. 
 
"Grandioso" sbuffò, accasciandosi sulla sedia.
 
"Che succede? Che ha detto?" domandò Alec. Simon mise il cellulare sul tavolo, permettendo ai due di leggere i messaggi.
 
Isabelle:
 
Non avrai mica intenzione di scegliere il vestito prima di me?! 
Tu osa prendere lo smoking prima che io prenda il mio abito, e dovrai trovarti qualcun'altra da sposare.
 
Si sa che la sposa è la prima a dover avere l'abito. Gli uomini lo scelgono solo pochi giorni prima del matrimonio.
 
ps: ti amo, lo sai. 
 
Alec e Magnus sollevarono lo sguardo dallo schermo del cellulare, si guardarono, poi fissarono Simon e scoppiarono a ridere, mentre il futuro sposo si rannicchiò su sè stesso, nella speranza di sparire.
 
***
 
 
 
 
Isabelle: 
 
Stai bene?
 
Alec:
 
Sì, perché non dovrei?
 
Oh, hai parlato con Simon.
 
Isabelle: 
 
Si è solo preoccupato... Quando corri così senza sosta è perchè qualcosa ti turba... Vuoi parlarne? 
 
Alec:
 
Non c'è niente da dire, avevo solo bisogno di sfogare un po'
 
Isabelle
 
Riguarda per caso un certo wedding planner?
 
Alec:
 
Forse... 
 
Isabelle: 
 
Spiega.
 
Alec:
Sai, per quanto prima pensassi che ci avrei messo un po' a superarlo, ora è anche peggio. Ci vediamo quasi ogni giorno, e se non lo vedo ne sento parlare, è una presenza costante nella mia vita. E io stavo provando a chiuderlo fuori, volevo chiuderlo fuori...
 
Isabelle:
Volevi? Vuol dire che adesso non vuoi più farlo?
 
Alec:
Non lo so quello che voglio. Ma è piombato di nuovo nella mia vita, ed è travolgente, Iz. 
 
Isabelle:
Sai qual è il vero problema, Alec? Tu pensi che lui sia ritornato nella tua vita, ma la verità è che non se ne è mai andato. E lo sai, dentro di te lo sai. Non l'hai chiuso del tutto fuori, gli hai lasciato un piccolo spiraglio, ma sufficiente abbastanza da permettergli di entrare di nuovo. 
Lo vuoi ancora, non è così?
 
Alec:
...forse
 
Isabelle:
Alec... pensaci, ti prego. Magnus non ha fatto niente di male. Non lasciare che una stupidaggine come questa, perché credimi lo è, rovini quello che stavate costruendo. 
 
Alec:
Ci penserò. Grazie. Non so che farei senza di te. Ti voglio bene
 
Isabelle:
Anche io, ricordalo. Sempre e per sempre.
 
 
 
 
 
 
Spoiler prossimo capitolo:
 
"Sto solo dicendo che sono stato impulsivo, forse un po' affrettato nelle conclusioni e che non sarei dovuto sparire..." chiarì Alec, tenendo lo sguardo sul cucchiaino che stava usando per creare disegni con la crema rimasta attaccata al piattino.
"Quindi ti stai scusando" asserì Magnus, incrociando le braccia sul tavolo. 

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