...La notte a casa mia

di alice_the_best
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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…La notte a casa mia

 

 

 

 

E’ un’incognita ogni sera mia…

Un’attesa pari a un’agonia.

 

 

L’orologio della cucina segna le 22.30. Dovrebbe essere già arrivato almeno da mezz’ora..e invece non c’è. Come al solito. Quando imparerò che i suoi orari sono “largamente” relativi? Anzi..quando imparerò che le sue promesse sono “largamente” relative? Mi telefona entusiasta per dirmi che torna, che se voglio si ferma a cena da me..e poi mi lascia cenare da sola (se pensa che l’ho aspettato si sbaglia di grosso) e aspettare due ore e mezzo! Uomini…tsk! Riescono a farsi odiare con la stessa facilità con cui riescono a farsi amare…

 

 

Troppe volte vorrei dirti: no!

 

 

…un momento! Ho detto “amare”? No, no, no! Perché ci casco sempre? Non devo più usare quel verbo, non quando parlo di Shinichi. Ho smesso di aspettare invano secoli fa…

Bussano. Sto per andare ad aprire, ma evidentemente chi c’è dietro la porta mi precede, perché prima di riuscire a fare un passo sento la chiave girare nella toppa. C’è solo una persona a cui ho dato una copia delle mie chiavi di casa…

 

 

E poi ti vedo e tanta forza non ce l’ho!

 

 

…e in momenti come questo desidererei non averlo mai fatto. Avrei potuto guardare dallo spioncino, vedere che era lui e farlo tornare indietro..così, tanto per prendermi la mia piccola rivincita..e invece sei già entrato. E sei di fronte a me. E la lingua mi si è seccata in un attimo. E tu lo sai e mi prendi in giro.

-Potresti anche salutare…da quant’è che implori di rivedermi?- mi canzoni con il tuo solito sorrisetto. Cerco di non darti la soddisfazione di vedermi perdere il controllo, e con la voce più naturale che riesco a fare azzardo un: -Non hai fame? Io ho già cenato, scusami ma non ce la facevo proprio ad aspettarti, ma posso sempre farti compagnia-

Forse avrei fatto meglio a non parlare. Né di cibo, né di compagnia. Ti avvicini lentamente a me, fino a quando non sei a pochi centimetri dal mio viso e sussurri: -Dipende da cosa intendi per “avere fame”-

 

 

Il mio cuore si ribella a te, ma il mio corpo no.

 

 

Stupida. Stupida. Stupida. Cos’è, non lo sai che per Shinichi ogni cosa può diventare tremendamente equivoca quando vi vedete? Va avanti così da mesi e non hai ancora imparato la lezione.

Lo so, accidenti!

E allora tutti quei discorsi sull’amore che non provi più per lui, sull’essere stanca di aspettarlo in eterno, sul tuo cuore che ormai non batte forte quando lo vedi?

È proprio questo il problema…il mio cuore ho imparato a dominarlo. Ma cuore è istinto non sono la stessa cosa..ed io somiglio sempre più a un animale.

 

 

Le mani tue, strumenti su di me,

che dirigi da maestro esperto quale sei…

 

 

Non credevo di essere ancora così debole…non credevo di poter sussultare ancora in questo modo, al tocco tenero ma sicuro delle tue dita. Ed è un attimo. Mi perdo nei tuoi dolci gesti, che, devo ammetterlo, tanto mi sono mancati. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare. Domani ci sarà tempo per pensare..e domani è ancora lontano.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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E vieni a casa mia..quando vuoi..nelle notti più che mai…

Dormi qui..te ne vai…sono sempre fatti tuoi…

 

 

Mi giro e mi rigiro nel letto da più di un’ora, da quando la nostra lunga e piacevole nottata è finita. Abbiamo fatto più del nostro dovere, considerando che sono già le 7 del mattino..e allora perché mi sento improvvisamente così vuota? Perché sembra che ogni suo bacio, ogni sua carezza, ogni suo respiro, siano svaniti dal mio ricordo?

Sono talmente assorta nei miei pensieri da non accorgermi che lui è già seduto sul bordo del letto, intento ad abbottonarsi la camicia. Mi tiro su anch’io, e mi appoggio lentamente alla sua schiena, stringendolo appena in un abbraccio che cerca conferme..ma tutto quello che ottengo è un annoiato –Ran, non mi soffocare così, ho caldo-

Mi ritraggo nel mio angolo di letto, con le ginocchia al petto, come una bambina imbronciata. Ora capisco il motivo di questa sensazione di vuoto che mi prende lo stomaco.  Che altro può esserci, dentro di me e tutto intorno, se non la pesante assenza di qualunque tipo di emozione, di sentimento? Come posso essere stata così ingenua da non rendermi conto subito di quello che stavo facendo? Speravo forse che compiacendo Shinichi ogni qualvolta lo volesse sarei riuscita ad ottenere da lui qualcosa di più che un misero scambio di corpi? Gli ho permesso di andare troppo a fondo, del resto…non posso chiedergli di più. Per lui, tutto questo è già abbastanza.

 

 

Tanto sai che quassù, male che ti vada, avrai

Tutta me, se ti andrà..per una notte.

 

 

Lo vedo alzarsi, ormai vestito, e dirigersi verso la porta della camera che ci ha visti amanti tante volte.

-Ci vediamo, Ran- e sulle sue labbra si allarga un sorriso. Non mi faccio illusioni. So che si tratta di un sorriso di pura soddisfazione, e che quel “ci vediamo” non lascia sottintendere di certo un invito per una qualche serata romantica.

La dolce tortura si ripeterà ancora, e ancora, fin quando sarò ben contenta, o meglio, rassegnata all’idea di dover reggere il suo gioco.

 

 

…E cresce sempre più la solitudine,

nei grandi vuoti che mi lasci tu!

 

 

Mi alzo anch’io, avvolgendomi con la coperta. Non ho nessuna voglia di vestirmi, l’aria è davvero calda e si sta bene così, a contatto solo con un leggero tessuto di cotone.

Mi avvicino alla finestra e lo vedo aprire la macchina. Alza gli occhi, come se stesse già sospettando la mia presenza, e mi fa un cenno di saluto con la mano. Ricambio con un mezzo sorriso mentre già lo vedo entrare in macchina, ma la potenza dell’urlo soffocato che sento dentro di me la conosco solo io.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Rinnegare una passione? No.

Ma non posso dirti sempre sì..e sentirmi piccola così

Tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te.

 

 

Mentre aspetto, come ogni sera, che sua maestà si degni di arrivare, ripenso a tutto quello che è successo in questi mesi. E una domanda che mai mi era passata per la testa prima d’ora, si fa strada dentro di me…è questo ciò che voglio? Stare con Shinichi per il tempo di un abbraccio, un bacio, una notte..provando emozioni che solitamente è bello condividere con chi ti sta accanto, ma che io mi trovo ad assaporare da sola? Perché non c’è niente da fare, in quel momento io SONO sola. Accanto a me è come se ci fosse il nulla, il nulla più totale.

E cosa vorresti fare? Dirglielo, forse? Ti scoppierebbe a ridere in faccia, non avevi detto di conoscerlo?

Sei fuori strada, caro il mio cervello che parla a sproposito e non sta zitto mai. Il silenzio può far male più di qualsiasi parola..specie se si tratta di quel tipo di silenzio illusorio che ti fa credere di avere la situazione in pugno.

 

 

Troppo cara la felicità per la mia ingenuità.

Continuo ad aspettarti nelle sere, per elemosinare amore…

 

 

Non si è fatto attendere troppo, stasera. Il tintinnio delle chiavi e l’aprirsi e il chiudersi della porta mi riportano alla realtà.

Shinichi è di fronte a me, con quel sorrisetto beffardo sempre stampato sulle labbra.

Gli sorrido di rimando, facendogli volontariamente capire che so già che non ci sarà bisogno né di parlare né di cenare anche questa sera. Le sue labbra si serrano all’improvviso, e senza togliermi gli occhi di dosso viene verso di me. Mi guarda, mi scruta, mi studia, come per accertarsi che non lo stia prendendo in giro…illuso, non sa neanche lontanamente cosa lo aspetta. E lo dimostra il fatto che, dopo aver passato cinque minuti buoni a gironzolarmi intorno, sorride di nuovo, evidentemente convinto della mia “buona fede”.

Mi stringe in un abbraccio soffocante, e senza opporre resistenza mi lascio baciare. La mia rivincita, la mia piccola grande vendetta, ha inizio proprio ora.

 

 

Sono sempre tua, quando vuoi, nelle notti più che mai…

Dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi…

Tanto sai che quassù, male che ti vada, avrai

Tutta me, se ti andrà, per una notte..sono tua!

La notte a casa mia, sono tua, sono mille volte tua…

 

 

Shinichi mi guarda stranito da una manciata di minuti. Non riesce a credere che quella con cui ha dormito stanotte sono proprio io. E, ad essere sincera, nemmeno io. Nessuna resistenza, nessuna lacrima. È come se tutto sia successo perché l’ho voluto IO, e non lui, stavolta. E questo ti indigna, non è vero detective? Ti infastidisce vedere che per una volta sono io quella che si infila noncurante la vestaglia e si avvia verso la porta senza dirti una parola, mentre tu non puoi fare altro che tormentarti sul perché e sul percome.

-Ehi, Ran! Aspetta un attimo!- mi dici mentre sono già con una mano sulla maniglia.

Rimango per un attimo a pensare: mi giro oppure no? Sarebbe estremamente piacevole far finta di non averti sentito e girare i tacchi..ma forse sarebbe troppo anche per te.

-Sì?- ti rispondo. Mi volto verso di te, aspettandomi di leggerti negli occhi tutta la rabbia che sicuramente mi vomiterai contro di qui a poco per il mio comportamento di stanotte. E invece no. Il tuo sguardo è un po’ imbronciato, ma stranamente serio.

-Non è che ti andrebbe di uscire..diciamo..domani sera, per le 20.30?-

-Se vuoi portarmi in un Club Privè puoi dirmelo apertamente- ribatto sorridendo amara…allora, come ci si sente ad essere tu quello sotto tiro, eh detective?

-Non ti porterei mai in uno di quei posti da quattro soldi, per chi mi hai preso?- mormori a denti stretti. La situazione si sta accalorando..proprio come volevo.

-Per quello che sei- rispondo acida, sicura di aver scatenato tutta la tua ira, adesso.

Ma stranamente ritorni serio.

-E’ proprio per dimostrarti quello che NON sono che ti invito a uscire- mi dici tranquillo.

-E che garanzie mi dai?- rispondo gelida.

-Nessuna garanzia. Devi solo fidarti di me-

Rifletto. Per quanto stronzo e opportunista si sia dimostrato durante tutti questi mesi, Shinichi non mi ha mai fatto del male. E comunque, stento a credere che possa comportarsi peggio di così.

-Accetto-

 

 

 

 

Un ringraziamento alla mia socia, che senza saperlo mi ha dato l’ispirazione per questo terzo (e penultimo) capitolo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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“Mettiti su qualcosa di elegante” è l’ultima cosa che mi ha detto Shinichi al telefono. Parla bene, lui! Per un ragazzo vestirsi elegantemente significa mettersi in giacca e cravatta, ma per una ragazza (pignola come me, per giunta) è difficile scegliere che cosa sia “elegante” senza sapere dove andrà di preciso. “E’ una sorpresa, fidati di me”. D’accordo, mi fiderò.

Mentre butto sul letto il mio vestito blu notte lungo fin sotto il ginocchio e scelgo quali scarpe e borsa abbinare, un pensiero fulimineo mi sfiora…e se fosse tutta una sceneggiata? Una montatura di Shinichi per vendicarsi del mio comportamento di ieri notte? In fin dei conti, sto uscendo con un ragazzo con il quale non ho fatto altro che andare a letto per mesi di fila…cosa potrebbe desiderare di diverso proprio ora? E perché?

Risolvo la questione dicendo a me stessa che comunque è inutile pensarci. In fondo ho accettato il suo invito, potevo benissimo rifiutare ma non l’ho fatto…qualcosa mi ha suggerito di provare, e io voglio fidarmi.

 

 

E la vita sta passando su noi…di orizzonti non ne vedo mai!

Ne approfitta il tempo..e ruba, come hai fatto tu,

il resto di una gioventù che ormai non ho più…

E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia…

Ora, ammetto che la colpa, forse, è solo mia:

avrei dovuto perderti..invece ti ho cercato.

 

 

Bussano alla porta. Vado a controllare lo spioncino: è Shinichi. Strano, di solito usa sempre la copia delle mie chiavi per entrare. Comunque lo faccio accomodare.

-Un minuto e sono pronta- gli dico avviandomi verso il bagno per finire di truccarmi.

-Non c’è problema- mi sorride lui, e un senso di vuoto mi prende allo stomaco…come mai è così..così diverso?

Pochi minuti dopo siamo già sulla sua macchina verso destinazione a me ignota.

-Quando ti deciderai a dirmi dove stiamo andando?-

-Ti fidi di me?-

-Certo, altrimenti non sarei qui!-

-Allora non fare domande-

Sbuffo. La sua risposta non mi soddisfa per niente, ma tanto vale accontentarlo. Le ruote della macchina continuano a masticare asfalto, fin quando ci fermiamo. Siamo arrivati davanti ad un enorme edificio dall’aria lussuosa.

-Si può sapere dove siamo? Cos’è, mi hai portato in un albergo a 5 stelle per farmi sembrare meno squallida la nottata che passeremo?- Il presentimento di qualche ora prima torna inesorabile.

-Alza gli occhi prima di parlare, piccola ingrata- mi rimprovera, ma ride sotto i baffi. Faccio come dice e..no, non posso credere ai miei occhi!

Sulle nostre teste, inchiodata alla facciata dell’edificio, c’è un’insegna luminosa che recita: “Questa sera: Otello, William Shakespeare, atto unico”.

-Shinichi, io…grazie-

Non so come, ma ha saputo che cercavo da tempo un biglietto per quella rappresentazione..e adesso me ne sventola due sotto il naso, sorridendo compiaciuto.

-Entriamo, abbiamo i posti in alto, i migliori- mi dice facendomi l’occhiolino, e non posso fare a meno di che ricambiare il suo sguardo d’intesa…è come se il ricordo di tutte le nostre notti insonni fosse svanito nel nulla, lasciando il posto a un sincero sentimento di gratitudine e affetto verso quegli occhi blu che continuano a guardarmi fisso.

Prendiamo posto in fretta, e lo spettacolo inizia poco dopo. D tanto in tanto guardo Shinichi per essere sicura che non si stia annoiando o che non stia dormendo, ma non l’ho mai visto così sveglio. Strano, le rappresentazioni teatrali non sono esattamente il genere di cose che ama lui..ma se gli va bene così sono più contenta anch’io.

Circa un’ora dopo siamo già fuori dal teatro. Vedo che Shinichi indugia sulla soglia, e gli chiedo se ci sia qualche problema.

-No, nessun problema Ran, sto solo aspettando che gli attori escano dai camerini…non lo vuoi un autografo?-

Sgrano gli occhi.

-Shinichi, ma che stai dicendo, dai i numeri? È praticamente impossibile che delle star di quel calibro si fermino a firmare autografi qui, in mezzo a questa folla!-

Ma lui non si scompone, e mi schiocca uno sguardo d’intesa.

-Dimentichi che sono il figlio di un’attrice famosissima? Per me niente è impossibile qui-

Sorrido. Mi fa tenerezza, e in più gli sono infinitamente grata per la serata che abbiamo passato.

-La senti questa musica? Stanno uscendo, vieni con me!-

Non ho neanche il tempo di ascoltare che la mano di Shinichi afferra il mio braccio e mi trascina via.

-Shinichi, un attimo! Non dovevamo restare qui?-

Ma la musica e il chiacchiericcio della gente sovrastano la mia voce. Shinichi non mi sente, continua a correre, ed io con lui. Forse gli è venuto in mente un piano per cogliere gli attori da soli, senza il fracasso della folla e senza il rischio di tornare a casa senza un autografo. Sì, deve essere così. Corri Shinichi, corri più forte!

 

 

Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai…

 

 

Una secchiata d’acqua in pieno viso, accompagnata da una voce insistente che mi urla “Ran, svegliati!”, mi costringe ad aprire gli occhi. Shinichi è davanti a me, con un’espressione un po’ preoccupata. L’ultima volta che ho visto i suoi occhi deve essere stato circa mezz’ora fa, prima che finissi schiacciata dalla folla che si accalcava ai cancelli d’uscita per vedere gli attori da vicino. Mi fa male la testa, e ho la fastidiosa sensazione di aver dormito per ore, anche se so per certo che è solo effetto della botta che ho preso.

-Tutto bene?- mi chiede Shinichi mentre mi aiuta a mettermi seduta.

-Io..credo di sì. Però, che sfiga, eh?- cerco di buttarla sul ridere, anche se per un attimo avevo creduto seriamente all’idea di poter toccare con mano una star in carne ed ossa.

-Oh, io non direi…non del tutto-

La sua voce è cambiata. Quel tanto che basta per riportarmi alla realtà e farmi rendere conto di dove mi trovo. Non che ci sia molto da vedere, tutto intorno è buio pesto. Però sento qualcosa di morbido sotto di me…di morbido e acquoso. Guardo giù verso le mie gambe, e scopro di essere seduta su una specie di grosso pallone pieno zeppo di acqua..ma un momento…i palloni non sono tondi?

-Shinichi…dimmi la verità…dove diavolo siamo? Che sta succedendo?-

Forse ho alzato fin troppo la voce, perché lo vedo esitare un attimo prima di rispondermi. Ma poco dopo, il suo sguardo tagliente si inchioda al mio e non ho più dubbi: tutto quello che speravo, tutto quello che ero arrivata a credere..era una menzogna. Una menzogna delle più crudeli.

-Dimmi Ran…lo hai mai fatto su un materasso ad acqua?-

 

 

Io non so l’amore vero che sorriso ha…

Pensieri vanno e vengono, la vita è così…

 

 

 

 

FINE

 

 

 E così la mia storia giunge al termine. Confesso che avevo pensato all’idea del lieto fine, ma a dir la verità mi sembrava troppo scontato, senza contare che non c’entrava nulla con la canzone. (A proposito, si tratta di “Minuetto” di Mia Martini, visto che mi ero scordata di citarla)

Ringrazio tutti coloro che hanno avuto il piacere di seguire questa storia, e cioè:

Mimiana

Byrba

Roe

Siorachan

E tutti gli altri che hanno letto ma non hanno lasciato commenti.

Alla prossima! ^_^

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