For the rest of my life.

di _fioredineve_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day one - First time. ***
Capitolo 2: *** Day two - Wings ***
Capitolo 3: *** Day Three - Phone calls ***
Capitolo 4: *** Day four - midnight ***
Capitolo 5: *** Day Five - Cats and dogs ***
Capitolo 6: *** Day six - Wishes ***
Capitolo 7: *** Day seven - love languages ***
Capitolo 8: *** Day eight - Free day - Luna park ***



Capitolo 1
*** Day one - First time. ***


day one
Day one - First time 

La prima volta che la vidi ero un bambino solo e taciturno.
Non amavo la confusione, tanto meno giocare con gli altri bambini.
Poi arrivò quel giorno, e lei era lì: splendeva come il sole, tanto era bella e abbagliante.
Sorrideva allegra mentre, con un ramoscello, giochicchiava con quel gatto che avrebbe successivamente adottato.
La conobbi così, in una giornata primaverile in un piccolo parco, in quella città in cui mi ero appena trasferito, del tutto estraneo in quel posto.
Ricordo perfettamente le sue parole, quella volta in cui mi si avvicinò "Sei nuovi di qui? Io mi chiamo Sakura, e tu?"
Ricordo che non ero tanto contento di quella sua intromissione del tutto inappropriata, ma glielo lasciai fare.
"Syaoran, mi sono trasferito qui da poco" il tono che usai, Dio mio, era proprio quello di un moccioso maleducato e prepotente.
"Ti va di giocare insieme?"  ed io accettai, sperando si stancasse in fretta di me e della mia poca attenzione per lei.
E invece no, lei venne giorno dopo giorno, anno dopo anno. E senza volerlo diventò la persona più importante per me: da quel primo incontro vi furono tante altre prime volte, solo con lei.
Il primo sorriso.
Il primo amore.
Il primo bacio.
Il primo giorno insieme e la prima notte insieme.
Sakura era ed è sempre stata la prima volta in tutto e del tutto.
E continuerà ad esserlo.

****

La prima volta che lo vidi eravamo dei bambini: lui già così adulto e maturo, io così infantile, goffa e curiosa.
Due opposti, come lo siamo tutt'ora.
Eppure aveva attirato la mia attenzione, ero così curiosa tanto da andargli vicino e rivolgergli la parola: era nuovo del posto e aveva un nome bellissimo.
Adatto ad una persona con il suo carattere.
Da quel giorno continuai a giocare con lui, anche se a stento mi rivolgeva la parola.
Ogni giorno, stesso posto, stessa ora.
Giocammo insieme per anni e fu in una giornata invernale che mi dedicò per la prima volta un sorriso pieno e sincero: mi scaldò così tanto il cuore che neanche feci più caso al gelo della neve.
Era così bello vederlo felice.
Poi ci furono quei sorrisi timidi, quei sentimenti così caldi.
La prima dichiarazione, del tutto inattesa da parte sua, accompagnata da un bacio timido, il primo per entrambi: quella fu la prima volta in cui mi sentì timida come non mai in sua presenza.
Il tutto venne seguito da ogni altra prima volta:
il primo giorno insieme, la prima notte insieme.
Lui è stato il primo in tutto per me.
E continuerà ad esserlo.
Come adesso, mentre avanzo in questa navata: io per la prima volta vestita di bianco, lui per la prima volta vestito elegante.
E insieme, per la prima volta, ci giuriamo amore eterno dinanzi a tutta questa gente.
Mentre mi sorride, come se fosse la prima volta.
Mentre mi stringe la mano, baciandomi dolcemente sulla fronte, come se fosse la prima volta.

Perché, per la prima volta, inizieremo una nuova vita.
Insieme.

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Capitolo 2
*** Day two - Wings ***


day two - wings
Day two - Wings.

Cielo e terra.
Sole e luna.
Luce e oscurità.
Angeli e demoni.
Era così che si divideva il mondo: in due semplici gruppi.
Gli angeli guidavano i loro protetti verso la retta via, i demoni, invece, verso quella sbagliata.
Era sempre statto così: un continuo conflitto tra ciò che loro definivano "Bene e Male".
Ma Syaoran, demone dalle ali nere come la pece, non era per niente d'accordo: lui odiava tutto quel dolore che procurava. Odiava dover seguire tutte quelle inutili regole che gli venivano imposte.
Neanche aveva cercato più di eseguire gli ordini.
Si era rintanato solo nel suo mondo, lontano da tutti gli altri demoni.
Ma prima o poi sarebbe dovuto tornare nel mondo terreno: ormai era troppo tempo che lo cercavano e lui non si faceva trovare.
E se avesse rifiutato le sue ali ed ogni suo ricordo gli sarebbero stati portati via. Proprio come a suo padre che, innamorato di un angelo, era stato punito atrocemente: ali, ricordi e sentimenti passati gli erano stati portati via. E lo aveva dimenticato.
Di tanto in tanto gli era capitato di vederlo, dopo averlo cercato in lunga e in largo: lui era felice e ciò gli bastava.
"Syaoran, ci sei?" la voce, di solito chiassosa ed esuberante, di Meiling lo ridestò dai suoi pensieri.
"Sì" rispose solamente, tornando a guardare l'esterno della finestra. Il mondo dei demoni non era poi tanto diverso da quello terrestre: forse più cupo, più spento, più misero e vuoto. Ma non era tanto diverso.
Senza chiedere altro la giovane fece irruzione della stanza, alle sue spalle vi erano due guardie: era stata costretta a portarli lì da lui; lo leggeva in quello sguardo cupo e dispiaciuto.
"Mi dispiace, io non volevo" era dispiaciuta, totalmente in colpa e lui non poteva dargliene.
"Tranquilla" rispose solamente avvicinandoglisi e poggiandole una mano sulla lunga chioma nera. Non avrebbe mai potuto darle la colpa.
"Signor Li, ci segua" e senza dire altro li seguì. In quel momento il pensiero di perdere le ali e i ricordi gli sembrava la scelta migliore per lui e per tutti gli altri.

"Signor Li, lei sa perché è qui?" la voce carica di disprezzo del Re Demone rimbombò per tutta la stanza. era fermo sul suo trono pronto a lasciare la sua amara sentenza.
"Sì"
"E può dirlo a tutta la corte qui presente?"
"Non ho adempito ai miei compiti di demone, Sire" rispose senza bettere ciglio.
Un mormorio strano si alzò alle sue spalle "Sa cosa rischia se non accetta questo incarico, vero?"
"Sì"
"Lo accetterà?" il silenzio calò nuovamente, tutto taceva.
"Se non accetta saremmo costretti a mettere in atto la pena finale per i traditori"
Syaoran si guardò intorno, sospirando: doveva accettare, lì in quel mondo c'erano le sue sorelle, Meiling, le persone che si erano prese cura di lui.
"Accetto" chiuse gli occhi, pronunciando quella parola con un nodo a stringergli il cuore. Non aveva avuto lo stesso coraggio di suo padre.
"Allora vada: ha soli tre giorni per rovinare la vita di quell'uomo"

Tre giorni, e la vita di un uomo innocente sarebbe cambiata. Tutto per il capriccio di un Re che seguiva antiche leggi, messe in atto dai suoi predecessori.
Il mondo angelico e demoniaco ancora in guerra, fin dall'inizio dei tempi.
Atterrò sulla Terra, ritirando le ali nere alle sue spalle: nessuno poteva vederlo, ma solo sentirlo... lievemente. Poteva essere percepito solo da chi decideva lui.
Avanzò verso quell'abitazione a lui assegnata: la luce era accesa, segno che la vittima fosse in casa.
In poche falcate entrò, ritrovandosi davanti l'uomo che, incurante di tutto, cenava con la sua famiglia. Alle sue spalle c'era l'angelo a lui assegnato.
Come al solito vestito di un bianco candido, puro, così brillante da accecarlo. Totalmente diverso dal nero che lui indossava abitualmente.
L'angelo ridacchiava, felice, nel vedere quella scena calda e accogliente. Poi si girò, come se avesse avvertito la sua presenza, e lo scrutò a lungo con quei suoi occhi verdi: gli angeli erano conosciuti per la loro incredibile bellezza, e lui ne aveva conferma.
Quell'angelo non era bello... ma di più.
Brillava di luce propria.
Una stella in un cielo buio e infinito.
"Tu chi sei?" le parole uscirono da sole, sgusciando dalle sue labbra senza che lui ci pensasse due volte, sorprendendo se stesso ed anche l'angelo: era vietato qualsiasi tipo di contatto tra le due comunità.
"Sakura, e tu?" la voce, delicata come un fiore, e lo sguardo curioso di vorrebbe sapere tutto.
"Syaoran Li" la gola secca e la voce incredula.
"E' un piacere conoscerti" e gli sorrise, facendogli perdere ogni pensiero, ogni fastidio, ogni timore.
Come una camomilla per un bambino.
"In quanto tempo dovrai portare a termine la tua missione?"
"Tre giorni"
"Non ti lascerò rovinare la sua vita"
"Non voglio fare niente di simile. Quindi prenditi cura di lui, saprai farlo più che bene" affiancò l'uomo, rideva alla battuta . tra l'altro pessima - del figlioletto minore.
Come poteva rovinare quell'armonia?
Non doveva, semplice. Non ne aveva il diritto.
"Perché dici questo?"
"Perché non ho il diritto di distruggere gli altri" rispose solamente, tacendo successivamente: sarebbero stati tre giorni lunghi e pesanti; soprattutto accanto a quell'angelo, accanto a Sakura.

"Perché ti ribelli al tuo Re?" la voce di Sakura lo sorprese: era seduto sul tetto di quel palazzo, il più alto della zona commerciale in cui si trovavano.
"Non credo debba interessarti" proferì, senza guardarla.
"Vorrei solo capire: i demoni possono essere buoni?" ingenuità, percepiva quello nelle sue parole. Troppo pura ed ingenua per quel mondo crudele, sporco e freddo.
"Non esiste il bene, neanche il male"
"Quindi... siamo simili?" Syaoran si girò, guardandola totalmente confuso.
"Penso... penso di sì" rispose tornando a guardare il panorama, il sole aranciato stava calando e sembrava che la città stesse prendendo fuoco.
"Allora perché i nostri mondi sono in guerra?" era una domanda giusta, quella di lei.
"Non lo so"
"Non vuoi nemmeno provare a stravolgere la vita di quell'uomo? Rischi di perdere tutto: le ali, i ricordi, la tua casa"
"Seguirò l'esempio di mio padre"
"Cosa... cosa gli è successo?"
"Si era innamorato di un angelo, e pur di essere libero ha voluto perdere tutto. Ma ora è felice, lì tra gli umani, sulla terra"
"Deve sentirsi solo però. Tutto solo, senza ricordi, in un mondo che crede di conoscere"
Un colpo in pieno petto, non ci aveva mai pensato prima.
"Tu... tu rischi molto, stando qui con me. I nostri mondi non dovrebbero avere contatti al di fuori di quello visivo"
Lei gli sorrise, sconvolgendolo maggiormente, nel cuore e nella mente. Quella ragazza era così lucente.
Che fosse quella l'incarnazione perfetta degli angeli?
"Sono dalla tua parte" rispose solamente schiudendo le sue ali bianche - talmente belle da provare una voglia irresistibile di toccargliele - e spiccare il volo. Anche lui sorrise appena per poi seguirla: se doveva perdere tutto voleva almeno essere felice. Anche se per soli tre giorni.

Erano circondati dalla folla mattutina di quella città caotica, imbottigliati nel traffico.
"Com'è cambiato il mondo umano"  sussurrò meravigliato, guardando tutta la tecnologia che lo circondava.
"Da quanto manchi in questo mondo?" come al solito la domanda curiosa dell'angelo non tardò ad arrivare. In quei due giorni aveva imparato che quell'angioletto aveva la stessa curiosità di un cucciolo umano.
E questa cosa... gli piaceva da morire.
Apprezzava tantissimo quel suo carattere energico e positivo, quell'innocenza genuina e la dolcezza che sprigionava in ogni gesto e parola.
Ma il suo carattere, introverso e timido, non gli permetteva di dirle quelle cose: si limitava ad accennarle un sorriso, un batticuore impossibile da calmare e impossibile da spiegare.
"Cinquant'anni, più o meno" rispose tornando a guardare l'esterno senza, però, prestargli più tanta attenzione. Essa era del tutto dedicata al riflesso di lei nel vetro, intenta a sussurrare qualcosa nell'orecchio dell'uomo alla guida.
"Cosa gli hai detto?" ora era lui quello curioso "Di comprare dei fiori a sua moglie, a casa ammalata"
Sì, era dolce. Più di tutti gli altri angeli con cui aveva avuto a che fare.
"Sei diversa" proferì solo, senza aggiungere altro, lasciandola confusa mentre un tenero "Hoe?" lasciava le labbra di lei.

Il terzo giorno era giunto, poche ore e tutto sarebbe finito.
E avrebbe dimenticato quell'angelo prezioso che, inconsciamente, gli aveva donato i momenti migliori della sua vita da demone.
"Io non voglio che tu mi dimentichi"
"Sakura..."
"Syaoran, vieni con me, nel mio mondo"
Si stupirono entrambi delle parole che lei aveva pronunciato: nervosa continuava a sfiorarsi il braccio.
"Non credo sia possibile" si alzò, avvicinandosi a lei, allungando titubante la mano destra verso di lei sfiorandole il capo chino.
"Mi piacerebbe molto, davvero. Sakura, non cambiare mai, sei troppo pura per questo mondo. Grazie per questi bellissimi tre giorni"
Finalmente glielo aveva detto, aveva detto quelle parole che aveva anelato di dire in quei tre giorni.
"Syaoran, io vorrei poter fare di più" le lacrime erano prossime agli occhi della giovane.
"Il fatto che tu mi abbia parlato, infrangendo le regole del tuo popolo, mi fa sentire veramente felice" rispose, sorridendole apertamente per la prima volta.
"Quindi grazie" il tramonto su quel tetto era ormai giunto al termine.
"Ora è giunto il momento di dividerci: grazie di cuore" e, senza attendere risposta, spalancò le sue ali nere. Volò via, pronto ad affrontare il suo destino.

"Syaoran Li, come detto nell'udienza di quattro giorni fa, la tua pena sarà la sottrazione delle ali e dei ricordi di questa vita. Vivrai una vita terrena normale e non avrai rapporti con questo mondo e..."
"Fermatevi!" la voce squillante di una ragazza irruppe nell'enorme stanza circolare, un altro mormorio ebbe inizio riempiendo le tribune.
"Chi osa interrompermi?!" il tono austero del Re lo fece rabbrividire.
"Io, Tomoyo Daidouji, regina degli angeli!"
"Cosa vuole?" la figura elegante, vestita da un abito lungo bianco e dorato, avanzò nella stanza facendo alzare maggiormente il mormorio.
"Sono qui per dare una possibilità a due giovani"
"Senza il mio consenso?!"
"Una volta scomunicato ho il diritto di poter fare quello che voglio"
Il Re tacque mentre Syaoran cercava di capire cosa stava succendendo.
"Syaoran," la voce delicata, del tutto differente da quella del Re, lo chiamò mostrandogli un sorriso dolce "avrai la possibilità di incontrare una persona, una volta là sulla Terra, quindi non temere: andrà tutto bene" e lui di quelle parole si fidò ciecamente.

Correva con la tracolla che sbatteva contro il fianco mentre, con altrettanta fretta, cercava di buttare giù una parte del toast mezzo bruciacchiato per la colazione.
Salì velocemente le scale che portavano all'esterno della metropolitana. Era terribilmente in ritardo per la lezione di archeologia.
Era vicino all'università, pochi metri e sarebbe arrivato.
Firò l'angolo andando a sbattere contro qualcuno che, con altrettanta fretta, cadde rovinosamente a terra.
"Oddio, scusami, scusami!" la voce melodiosa di una ragazza gli giunse alle orecchie.
"No, scusa, è stata colpa mia" le porse la mano che lei afferrò subito.
Gli sorrise e il suo cuore si riscaldò, come se avesse un deja-vù, dove l'aveva vista?
E lei... chi era?
"Tu... chi sei?"
"Sakura Kinomoto, e tu?"
Il ragazzo sorrise, caldamente, prima di rispondere "Syaoran Li"

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Capitolo 3
*** Day Three - Phone calls ***


Phone calls
Day 3 - Phone calls

Tremava mentre tra le mani stringeva il telefono: chiamare o non chiamare?
Non sapeva come comportarsi, gli aveva promesso che l'avfrebbe aspettato, e così avrebbe fatto.
Ma da quel giorno le uniche cose con cui si erano tenuti in contatto erano le cartoline e le lunghe lettere con tante descrizioni di ciò che facevano e tutto ciò che pensavano.
Ma lei voleva risentire la sua voce, quel suo tono maturo e serio che tanto le mancavano.
Provò a comporre il numero, il suo numero, ma la paura di una sua reazione negativa la fermava: non riusciva a premere quella cornetta verde per dare il via alla telefonata.
Deglutì ricomponendo il numero, magari avrebbe atteso i due squilli prima di staccare.
"Dai ce la puoi fare, Sakura" si diedi qualche lieve schiaffo sulle gote, arrossamdole. Stava per premere quella cornetta quando il telefono squillò: in caratteri cubitali, sullo schermo del cellulare, vi era scritto il suo nome.
"Che faccio?! Che faccio?!" l'agitazione stava prendendo il sopravvento.
Il telefono era sul letto, che si illuminava e vibrava senza sosta.
"Insomma, rispondi al moccioso, ecco faccio io, tieni" Kero-chan le lanciò il telefono dopo aver risposto al posto suo.
"Sakura?" il cuore le balzò in gola nel sentire la sua voce mentre sul suo viso si apriva un sorriso, era così bello poterlo risentire nonostante la distorsione del cellulare.
"Syao- Syaoran" rispose veloce, portandosi il telefono all'orecchio, emozionata.
"Tutto bene?" l'imbarazzo era papabile: non era la prima volta che parlavano a telefono, ma da dopo quella dichiarazione... era così bello a sentirlo, di nuovo.
"S-sì, a te, invece?"
"Sì" rimasero qualche minuto a telefono, senza dire niente.
"Syaoran"
"Sakura" dissero in coro, contemporaneamente, per poi scoppiare a ridere insieme.
La sua voce era così bella e le mancava così tanto.
"Che volevi dirmi?" chiese lui, curioso.
"Mi mancava la tua voce" rispose lei, arrossendo subito dopo essersi resa conto di ciò che aveva detto.
"Anche a me" rispose prontamente lui, Sakura lo immaginava mentre imbarazzato si passava una mano tra i capelli scuri.
"Che... che ne dici se da oggi, ecco... se da oggi ti telefono alla stessa ora ogni giorno?" il cuore di Sakura vibrò veloce, come il battito d'ali di un colibrì.
Felicità, ecco come poteva definire tutto ciò.
"Mi... mi farebbe davvero piacere"
"Allora è una promessa: una telefonata al giorno, ogni giorno, fin quando non ci rivedremo. Okay?"
"Va bene, Syaoran"

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Capitolo 4
*** Day four - midnight ***


day foru midnight Day four - Midnight

Si girava e rigirava nel letto. Aveva avuto un brutto sogno, uno di quelli che una volta svegli li si dimentica subito. Ma quella sensazione di terrore ti rimane appiccicata addosso, come colla.
Al suo fianco Syaoran dormiva ancora, tranquillo, inconsapevole dell'ansia che attanagliava la gola della ragazza, come se due mani cercassero di soffocarla.
Si rigirò di nuovo nel eletto, guardando l'ora sulla sveglia: segnava mezzanotte in punto.
"Che ci fai ancora sveglia?" la voce del ragazzo la raggiunse, così come il suo braccio che la attirò a lui.
"Niente" rispose prontamente, sospirando appena.
"E' la terza sera di fila, speravo  me ne avresti parlato" la voce di lui era pacata, come sempre, una ninna nanna per le sue orecchie ed il suo capo stanco.
"Scusami, è che non so neanche io il perché"
"Tranquilla, ma ricordati una cosa: con me puoi parlare di tutto, sono qui, per te"
"Mi abbracci forte?" chiese lentamente e lui non attese altre parole, la strinse maggiormente tra le sue braccia.
Forse, quella sera, avrebbe riposato. Con Syaoran al suo fianco poteva vivere e fare sogni tranquilli.

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Capitolo 5
*** Day Five - Cats and dogs ***


day 5 - cats and dogs
Day 5 - Cats and dogs

Aveva sempre amato vedere Sakura felice, rendeva felice anche lui.
Cercava sempre di accontentarla su tutto, anche nelle sue pazzie più assurde. Ma il perché stesse indossando quel completo con tanto di orecchie e coda da cane... non lo capiva.
"Oh, oh, oh, siete così teneri" proferì Tomoyo mentre, eccitata come sempre quando si trattava di riprese ed abiti, lo riprendeva senza sosta con la sua videocamera.
"Sakura, dai, esci!" esclamò allegra girandosi poi verso il camerino dove la giovane cattura carte si stava cambiando.
"Ma, Tomoyo... mi vergogno così tanto" brontolò a bassa voce, con lieve imbarazzo, dietro a quelle tende che la nascondevano da occhi indiscreti.
"Dai, insomma, Syaoran è già qui"
"Okay... a-allora esco, ma non ridete" Syaoran deglutì, incredibilmente teso: perché si era cacciato in questo guaio?
La tenda del camerino si aprì e lui alzò lo sguardo: Sakura  stringeva tra le mani le balze della gonna nera mentre timida avanzava verso il centro della stanza, dove si trovava lui.
"Sei così tenera!" e avrebbe tanto voluto confermare anche lui le parole pronunciate da Tomoyo: in quell'abito nero, con tanto di cosa e guanti a forma di zampe, accompagnato dalle orecchie da gatto era... non tenera, di più.
Quasi gli veniva voglia di accarezzarle la chioma chiara.
"Ora mettetevi vicini" ubbidirono agli ordini della stilista in erba, affiancandosi ma senza guardarsi.
"S-sei carino vestito così" proferì lei, rompendo il silenzio e facendolo arrossire maggiormente. Era terribilmente in imbarazzo.
"Ma se... se sono ridicolo" brontolò in risposta. Sakura sorrise, portandosi la mano guantata davanti al viso, facendo intenerire il giovane mago per quella visione.
"Tu sei davvero carina, così"
"Grazie" e quel sorriso, da lei fatto, fu l'ennesimo motivo per cui aveva deciso di stare al suo fianco.

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Capitolo 6
*** Day six - Wishes ***


day 6 wishes
Day 6 - Wishes

C'era una volta una fatina, vestita di rosa e dall'aria sbarazzina. Vagava per il regno in cerca di un bambino o un principe che avverasse il suo desiderio.
Aveva vagato a lungo, ma nessuno condivideva  quella sua stessa speranza.
E allora continuava per la sua strada, visitando nuovi luoghi ed incontrando nuova gente.
Fino a quel giorno: un giovane ragazzo vestito di abiti nuovi e dai colori vivaci correva per il piccolo villaggio, giocava con i bambini e dava loro dolcetti e caramelle.

Curiosa si avvicinò un po', nascondendosi alle spalle di un albero.
Guardò il ragazzo sorridere allegramente e qualcosa, in cuor suo, le diceva che lui era quello giusto. Quello adatto ad avverare quel suo desiderio.
"Ehi, guarda, una farfalla!"
"Ma che farfalla, non vedi che è una fatina?!"
Le ali della piccola fata vibrarono veloci, impaurite dalle voci dei bambini alle sue spalle.
Impaurita cercò di volare via, ma venne afferrata velocemente impedendole qualsiasi via di fuga.
Scalciò con i piccoli piedini, coperti da delle scarpe e dei sonaglini. Iniziarono a tirarla e scuoterla violentemente, causandole la nausea e i giramenti di testa.
"Ehi, voi due! Cosa state facendo?! Lasciate stare quella fatina!" una voce più adulta bloccò i due bambini che, impauriti e imbarazzati, la lasciarono cadere sulla morbida erba di uno sprazzo di verde presente nel paese.
"Syaoran, non le stavamo facendo niente!"
Il giovane non rispose ai due bambini, inginocchiandosi e prendendo la fatina tra le mani.
"Tutto bene?" la piccola rimase ammaliata dal suono della voce di lui e dal colore dei suoi occhi. Così scuri e rassicuranti.
"S-sì" le sorrise dolcemente prima di poggiarsela sulla spalla.
"Cosa vi avevo detto riguardo al mondo fatato?" ora era rivolto verso i due bambini che lo guardarono colpevoli.
"Sono amici, non nemici. Vanno trattati con rispetto"
Syaoran sorrise soddisfatto "Okay, ora potete andare" e veloci i due bambini si dileguarono per le strade del paesino.
Sakura continuò ad osservare il giovane che l'aveva salvata, incredula ancora per le parole dei bambini.
Il mondo magico e quello umano ormai erano in guerra da anni, e lei voleva solo che tutto quel dolore e tutto quel terrore giungesse al termine.
"Comunque mi dispiace per il comportamento di quei bambini. Sto cercando di fare del mio meglio per farli crescere nella pace più totale. Ma spesso emulano gli adulti e sono costretto a rimediare ai loro errori, pur di non far ricadere le colpe su di loro"
"Sei una brava persona, sai?" la fatina gli volò davanti al naso, facendo vibrare velocemente le sue ali, trasparenti e piccole. Quasi come un colibrì.
"Io desidero solo che questa stupida guerra giunga al termine" rispose arrossendo il ragazzo, lasciandosi poi scivolare contro quell'albero in fiore.
"Anche io vorrei giungesse al termine" le sorrise, gentile, e le sue ali vibrarono maggiormente.
"Ci vorrebbero più persone con lo stesso desiderio" proferì, malinconico lui.
"E se... andassimo a cercarle?"
"Ci vorrebbe tempo"
"Ma in cambio si guadagnerebbe la pace" i due si guardarono, negli occhi verdi di lei la sicurezza, negli occhi ambra di lui l'indecisione.
Poi di nuovo quel sorriso da parte di lui e la sua mano che si allungava verso di lei "Allora... pronta per questo viaggio?" la piccola fata gli strinse il dito con entrambe le mani: il patto era stato stipulato.
Entrambi con lo stesso desiderio: un mondo di pace e serenità, per tutti.

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Capitolo 7
*** Day seven - love languages ***


day 7 love languages
Day 7 - Love languages

"Syaoran?" il ragazzo aprì assonnato uno dei suoi occhi, cercando di apparire il più interessato possibile, nonostante la stanchezza che planava su di lui.
"Sì, Sakura?" rispose di rimando trattenendo uno sbadiglio.
"Secondo te qual è il modo migliore per dire ad una persona che la si ama?"
Alzò del tutto la testa dalla tovaglia poggiata sul prato del parco di Tomoeda. Aveva catturato del tutto la sua attenzione con quella domanda, del tutto strana da parte sua.
"Cioè..." riprese lei a parlare imbarazzata, facendo girare i pollici tra loro e abbassando lo sguardo.
"Se due persone stanno insieme si amano, giusto? Ma se una delle due lo volesse mostrare continuamente... come farebbe? Cosa farebbe?" la guardò, confuso, cercando di capire dove volesse arrivare.
"Glielo dimostrerebbe tramite piccoli gesti, semplici segni. tramite quelli gli farebbe capire quanto sia importante quella persona. Tipo, se so che a te piacciono tanto i cioccolatini della pasticceria fuori città, io andrei a prenderli senza pensarci due volte. Solo per vedere quel sorriso sul tuo viso" rispose semplicemente imbarazzato, sperando di aver reso bene l'idea di ciò che intendeva.
"Perché questa domanda?" chiese poi, guardandola lei gli sorrise solamente.
"Perché anche io voglio vedersi sorridere sempre, Syaoran"

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Capitolo 8
*** Day eight - Free day - Luna park ***


day 8 - free day - lunapark
Day 8 - Free day

Lunapark

Il calore asfissiante di quella giornata  di fine estate non era riuscito a fermarli: i due erano appena usciti dal Lunapark situato nei pressi della spiaggia balneare alle spalle della casa vacanze della famiglia Li.
"Ci verremo di nuovo, vero? Magari quando abbiamo dei giorni totalmente liberi. Che ne dici?"
Sakura era euforica, come al solito. Non riusciva a smettere di progettare, organizzare e parlare. Mentre lui se ne stava in silenzio ad ascoltarla: gli piaceva il suono della sua voce.
Ad ogni cambio di nota poteva dire come stesse realmente la ragazza in quel momento.
E, in quell'istante - quello che stavano vivendo, mentre tornavano a casa lei era... felice.
Davvero tanto felice.
Amava vederla in quel modo, gli addolciva il cuore.
Lo rasserenava come nulla era mai riuscito a farlo.
"Torneremo sicuramente" rispose semplicemente, avvicinandosi a lei per prenderle la mano.
Sakura sorrise maggiormente mentre sulle gote una sfumatura rosata prendeva vita. Sotto le luci dei lampioni e delle stelle poteva appena notarla.
"E anche quest'anno le nostre vacanze sono giunte al termine, grazie per averle passate con me, Syaoran"
"Grazie per aver accettato di passarle con me, Sakura" e le sorrise, dolcemente, pensando che prima o poi l'avrebbe ringraziata per tutto.
Anche per tutte le piccole cose che aveva fatto per lui, senza che lei se ne rendesse neanche conto.


Ed eccoci giunti alla fine di questa raccolta.
Ci ho impiegato tempo, fin troppo tempo, ma ultimamente tra le troppe cose ho accantonato altrettante cose.
Spero vi sia piaciuta e che, nonostante il tempo trascorso, siate riusciti a godeverla.
Grazie per avermi seguito anche in quest'avventura.
Ci vediamo presto, con affetto,

Vera.

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