Se ci sei tu, va bene.
Se ci sei tu, va bene.
Quando
aprì gli occhi il sole non era ancora sorto ma il cielo si stava
schiarendo preparandosi all'alba. Marinette si strofinò gli
occhi assonnata sentendosi leggermente infreddolita. Accanto a lei Chat
noir aveva vegliato tutta la notte senza chiudere occhio e notando che
la ragazza si stava svegliando fece scivolare via il braccio dalla sua
schiena e le sorrise stanco.
-Credo sia tempo di tornare a casa, Princess...-
La
sollevò da terra prendendola in braccio senza darle tempo di
rendersi conto di cosa le stesse accadendo attorno. Purtroppo il tempo
stringeva e i suoi non si dovevano assolutamente accorgere della sua
assenza o sarebbe successo un casino.
Giunsero a casa Dupain-Cheng appena in tempo per poter ammirare il
primo raggio di sole stagliarsi su Parigi. Marinette mettendo
nuovamente i piedi per terra riuscì a malapena a distinguere la
silhouette del ragazzo con gli occhi ancora impastati dal sonno e
la luce che fastidiosa le impediva la vista.
-Grazie... Chat..-
Il
suono della sua risata raggiunse le orecchie della ragazza. Come
avrebbe potuto non ridere davanti a quelle espressioni impacciate? Dopo
averla vista così diversa la notte precedente adesso iniziava a
somigliare di più a come la ricordava. Lei si arrabbiò
appena ritirando subito i suoi ringraziamenti, dando le spalle al sole
per poter riprendere l'uso della vista.
Chat allora decise che era tempo di tornare a casa prima che Nathalie
potesse accorgersi della sua assenza. Saltò sulla ringhiera per
poter assaporare l'alba ancora una volta.
-Ci vediamo presto Marinette!-
Esclamò prima di allontanarsi non lasciandole nemmeno la possibilità di salutarlo a dovere.
Era grata a Chat per averla aiutata e ascoltata. Solitamente era Alya
la confidente alla quale scaricava tutta la tristezza, ma ultimamente
non riuscivano nemmeno a vedersi. La sua storia con Nino andava bene e
fra gli impegni con lui e il badare alle sue sorelline quando la
maggiore mancava non aveva più molto tempo da dedicare alla loro
amicizia. Marinette sapeva che non poteva confidarsi troppo con sua
madre e le restava solo Tikki accanto a sostenerla, il suo kwami. Ma
non poteva pretendere troppo neanche da lei.
Volendo essere sincera con se stessa, ammise nel suo cuore che Chat era
stato un buon confidente e che come amico era davvero indispensabile a
volte.
Scese le scale rientrando nella sua camera dove Tikki ancora stava
riposando e si distese sul letto accanto a lei. Le sfiorò una
guancia con il dito svegliandola delicatamente.
-Che succede, Marinette?-
La
piccola kwami si riprese lentamente dalla sonnolenza sedendosi sul
cuscino su cui fino a poco prima dormiva. Guardò la sua
portatrice con i suoi occhi blu e ascoltò ciò che aveva
da raccontarle. Di come la sera prima Chat noir le fosse stata accanto
e che si era sentita ascoltata davvero e in parte rincuorata. Tikki
ascoltò in silenzio, preoccupata per come stava prendendo piega
la storia. Ormai lei sapeva chi si nascondesse dietro la maschera del
gatto e sapeva anche che era un segreto che doveva rimanere estraneo a
Marinette. Altrimenti sarebbe stato il caos.
-Capisco
che tu abbia voluto parlare con Chat noir dei tuoi problemi. Eri in un
momento di debolezza. Non preoccuparti. Sono sicura che Adrien si
accorgerà presto dei tuoi sentimenti. Tu non mollare prima di
averci provato!-
Le
parole di incoraggiamento non mancavano mai da parte della sua piccola
amica. Era il suo non riuscire a fare il passo più importante
che alimentava la sua stessa ansia. Non riusciva a dichiarare il suo
amore ad Adrien e se avesse continuato su quella falsa riga lo avrebbe
perso per sempre.
Sorrise appena per non farla preoccupare ulteriormente e dandosi
coraggio decise di andare a preparasi per la mattinata scolastica che
la aspettava. Spinta da Tikki a fare del suo meglio con il ragazzo di
cui era innamorata entrò in bagno.
Nello
stesso momento in un'altra zona di Parigi, Chat, ripresi i panni di
Adrien, si stava lavando i denti con poco vigore riflettendosi allo
specchio del bagno con due scure borse sotto gli occhi.
-Se non muovi quella mano rischi di salivare via tutto il sapone.-
Lo
canzonò Plagg mentre trangugiava l'ennesima fetta di
puzzolentissimo Camembert. Il biondo non aveva neanche la forza di
ribattere alle sue frecciatine. Era stramaledettamente preoccupato
perché Ladybug non si era fatta sentire tutta la notte. Aveva
controllato le notizie del giornale sul cellulare, ma nulla che potesse
presagire un attacco da parte di qualche Akuma. Perciò non
riusciva a darsi una ragione per la mancata presenza della sua partner.
Plagg si nascose nella camicia del suo portatore sentendo Nathalie
bussare alla porta chiedendo se fosse pronto per affrontare la giornata
scolastica. Adrien rispose atono con la schiuma ancora in bocca. Si
sciacquò velocemente posando lo spazzolino al posto e
uscì dal bagno sotto allo sguardo severo della sua tutrice.
Prese lo zaino e venne accompagnato fino alla porta dove il suo gorilla
lo aspettava per poter scortarlo fino alla destinazione prefissata.
Inutile sperare in un saluto da parte di suo padre che naturalmente
anche quella mattina non fece capolino neanche a pagarlo. Ormai aveva
perso le speranze nell'aver a che fare con quell'uomo.
Prese posto sul sedile posteriore della macchina e partirono fino a raggiungere la soglia dell'istituto scolastico.
-Ci vediamo poi all'uscita.-
Adrien
salutò il suo autista cercando il suo amico Nino fra gli altri
ragazzi che affollavano l'ingresso. Scorse Alya accanto a lui e
sbadigliando si incamminò verso di loro.
-Buongiorno Adrien!-
Nino
era sempre allegro e sapere di conoscere una persona tanto buona lo
aveva davvero risollevato da un brutto periodo di bisticci continui con
suo padre che lo stavano mandando in depressione.
Fu solo dopo che notò Marinette assieme a loro, la salutò
distrattamente stropicciandosi un pò gli occhi. Lei
arrossì sollevando la mano per contraccambiare e si
avvicinò ad Alya fissandolo impensierita dal suo comportamento.
-Hey amico! Sembri parecchio stanco stamattina! Hai fatto le ore piccole?-
Adrien
tossì un paio di volte arrossendo appena, dopotutto aveva
trascorso la notte in bianco perché voleva far star meglio una
delle ragazze che stava camminando poco distante da loro. L'amico lo
aiutò a riprendersi dandogli qualche pacca sulla schiena e
scoppiò a ridere.
Fu allora che all'improvviso molti studenti si riversarono fuori dall'istituto urlando.
-Un akuma?-
Sibilò
la corvina guardandosi attorno cercando un angolo cieco da poter
utilizzare per la trasformazione. Decise di fiondarsi nell'istituto
urlando ad Alya che sarebbe uscita subito. Appena dentro si
fiondò in un'aula vuota trasformandosi con l'aiuto di Tikki.
Nelle vesti di Ladybug cominciò a pensare al da farsi per
trovare il nucleo di tutta quell'agitazione. Uscendo dall'aula prese il
suo yo-yo per poter contattare il suo compagno fidato rimanendo basita
dal numero di chiamate perse apparse sullo schermo. Ben più di
centocinquanta avvisi le fecero tornare in mente che la sera prima Chat
stesso sembrava afflitto da qualcosa e che si erano accordati di
vedersi per controllare la zona.
-Oh no, che cosa ho combinato..-
Sibilò
la supereroina prima di venir scaraventata contro il muro da una
potente onda d'urto. Cadde a terra con una spalla dolorante e
guardò dritta di fronte a sé scorgendo la figura minuta
di una ragazza dai lunghi capelli neri. Portava al collo una collanina
con un piccolo fischietto. La potenza del suono di quel piccolo oggetto
l'aveva fatta rimbalzare via come una piuma. Effettivamente,
guardandola meglio, sembrava una faccia conosciuta, molto probabilmente
era la nuova tirocinante dell'insegnante di educazione fisica.
Tossì un paio di volte massaggiandosi la parte lesa dalla botta
e si rialzò in piedi affilando la sua arma.
-Bisogno di una mano, my lady?-
Accorse
in suo aiuto il fedele gattino che le fece scudo sfoderando il bastone.
Ladybug lo ringraziò prendendo posto accanto a lui. Se c'era un
nemico da deakumizzare lei non si sarebbe fatta salvare da nessuno. Lo
avrebbe affrontato a testa alta.
-Probabilmente l'akuma è nascosta nel suo fischietto. Sta molto attento Chat noir!-
Lo
avvisò e si divisero schivando un secondo attacco. La donna
sghignazzò avvicinandosi a lei e rese il suono più acuto
rendendolo in grado di frastornare chiunque, raggiungendo picchi di
altezza di tono davvero spaventosi. Purtroppo quello che ne stava
pagando di più le conseguenze era il micione che avendo l'udito
più fine si sentiva quasi lacerare l'apparato uditivo.
Messa alle strette, Ladybug decise ad usare il Lucky Charm, l'unico che potesse toglierli dai guai.
-Un modellino in scala di Notre Dame?-
Stringendo
i denti lanciò lo yo-yo contro la sua guancia facendole
scivolare il fischietto dalla bocca guadagnando abbastanza tempo da
permettere ad entrambi di allontanarsi per studiare un piano.
-So come fare per batterla!-
Il
gatto la seguiva a fatica non essendo ancora riuscito a riprendere
appieno la capacità uditiva, ma era contento di constatare che
non le fosse successo nulla, e che stesse bene. La abbracciò
come era solito fare quando l'ansia di perderla lo attanagliava.
-Mi dispiace per non essere venuta ieri. Sono davvero mortificata..-
Le
posò un dito sul naso e scosse il capo, non gli importava di
soffrire, se lui l'amava non era certo un motivo valido per farla
sentire in colpa. Lo sapeva che i suoi sentimenti erano un problema,
come lo erano quelli che provava verso suo padre.
-Andiamo, my lady?-
Le
offrì la mano e lei la afferrò sorridendogli. Quanta
gentilezza si celava dietro quella maschera, e quanta tristezza?
Di nuovo quella curiosità si stava insinuando nel suo cuore
mentre attenendosi al piano stavano attirando la preda nella loro
trappola.
-La
vostra Aigu Désagréable si prenderà presto cura di
voi.. E nessuno potrà più mancarmi di rispetto!-
Intonava
la tirocinante dimezzando la distanza che li separava scatenando il
panico nelle strade, usando il suono per distruggere vetrine, lampioni
e scaraventando via intere automobili. Ladybug si fermò di
fronte a lei sfidandola apertamente, Chat era già pronto vicino
al campanile con il suo cataclisma.
Fu quando certa della sua vittoria usò il fischietto che il
gatto usò il suo potere sull'intera cattedrale sgretolandosi
lasciò precipitare la campana proprio su Aigu, intrappolandola.
La potenza del suono, nella campana, si moltiplicò a dismisura
distruggendo lo strumento stesso che lo emetteva.
L'akuma venne catturata subito grazie ai due supereroi e grazie al
Miraculous tutto poté immediatamente tornare al suo stato
originale.
-Ben fatto!-
La coccinella tese il pugno verso il suo partner che ricambiò appena, stremato.
-Per fortuna stai bene.. insettina..-
Sorrise beffardo prima che la vista gli si facesse completamente nera.
Note
dell'autrice: Sperando che vi sia piaciuto questo seguito fatemi sapere
cosa ne pensate! E' sempre bello sapere di star facendo una cosa che
non solo piace a te, ma anche agli altri.
A presto!
MitsukiLoveless
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