Un'avventura elettrizzante

di Mione Nanako
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mamma ti prego! ***
Capitolo 2: *** Un regalo da Kanto ***
Capitolo 3: *** Vuoi essere mia amica? ***
Capitolo 4: *** Caro vecchio ghiaccio ***
Capitolo 5: *** Partenza! ***
Capitolo 6: *** Chi ben comincia... ***
Capitolo 7: *** Si alza il sipario! ***
Capitolo 8: *** Una lotta rocciosa ***
Capitolo 9: *** Il fiore di fuoco ***
Capitolo 10: *** Fiori di Gardenia ***
Capitolo 11: *** Gare e Lotte a Cuoripoli ***



Capitolo 1
*** Mamma ti prego! ***


Ci sono tante leggende sulla mia città e non è un mistero del perché sia sempre inverno. Vivo ai piedi del Monte Corona nella bianca città di Nevepoli, innevata ogni giorno dell’anno. Che ci crediate o no è anche famosa; seguendo un percorso si può raggiungere il lago Arguzia dimora del pokémon misterioso Uxie; abbiamo inoltre un bellissimo tempio dedicato al pokémon leggendario Regigigas. Si è vero, la mia cittadina è piccola siamo appena quattordici abitanti e ci conosciamo tutti. Mi trovo nel punto più a nord della regione di Sinnoh mentre Duefoglie, città altrettanto famosa per la scuola per nuovi coordinatori che gestisce la signora Olga, è distante circa una settimana o poco più in bicicletta. La capopalestra Bianca è una ragazza super combattiva e altrettanto simpatica; la sua è la settima palestra della regione e si vince la medaglia ghiacciolo. Come so tutte queste cose? Lo ammetto scappavo di casa parecchie volte, all’età di cinque anni, per assistere alle lotte in palestra ed esplorare i nostri luoghi meravigliosi e ho letto molto! Ma c’è un difetto nel vivere in una cittadina così piccola: appena qualcuno ti trova dove non dovresti essere, ti riporta a casa… Da allora sono passati esattamente cinque anni e cinque mesi e non sono ancora partita perché secondo i miei genitori “è ancora troppo presto” Presto? Davvero? Spero stiate scherzando! Ho dieci anni ormai, l’anno nuovo sta arrivando, questo duemilaundici è al termine! Ricordo che insieme agli altri bambini giocavamo con i pokémon del villaggio o con quelli dei cunicoli del monte Corona ma finora non ne ho mai posseduto uno mio… In casa con noi vive una Lopunny di tipo normale evoluta dalla Buneary con cui giocavo da bambina e che si è sempre presa cura di me, ella appartiene a mia mamma. La mia stanza è piena di libri sui pokémon e su tutto ciò che bisogna sapere su di loro. Ho letto che, compiuti i dieci anni, ogni nuovo allenatore può scegliere fra tre pokémon: per Sinnoh il professor Rowan offre un tipo erba Turtwig, un tipo fuoco Chimchar ed infine un tipo acqua Piplup ed ognuno di loro ha due evoluzioni. Se devo essere sincera nessuno di loro tre mi piace, nonostante sia Chimchar che Piplup siano così buffi. Ma la verità è un’altra: leggendo un libro su Kanto, il mio cuore è stato rapito da un topolino elettrico di nome Pikachu, purtroppo però di lui posseggo solo una fotografia sul muro oltre alla paura di confessare ciò a mia madre. Devo farlo però... è con lui che voglio cominciare il mio viaggio e non aspetterò ancora!

«Mamma devo parlarti».

Presi coraggio scendendo in cucina ma ella non sembrava darmi retta.

«Non ora Nanako, sono in ritardo ho ancora molto da fare».

Natale era appena passato, che c’era da fare ancora? La seguivo con uno sguardo confuso quanto il suo mentre ella andava su e giù per il salotto cercando qualcosa... «Ma!»

Incalzai pur non sapendo cosa aggiungere.

«Nanako per favore, mi aspettano a Kanto e devo ancora prendere l’aereo...»

Spalancai gli occhi a sentire il nome di quella regione ma allo stesso tempo mi prese una leggera agonia…

«Ka-Kanto? Ma come… quando... cosa…non mi hai detto nulla!»

Piagnucolai guardandola offesa. Non ero mai stata trattata male o cose simili, ma questa sua omissione di rivelazione mi faceva sentire come tradita.

«Lo so tesoro, è stata una cosa improvvisa anche per me… una mia vecchia amica di scuola ha avuto problemi con la posta, i Pidgeot sono stati feriti e naturalmente Staraptor non ha potuto prendere nessun pacco o lettera...»

Mi si avvicinò per spostare dietro il mio orecchio dei ciuffi marrone scuro.

«Mi faccio perdonare, ti riporterò qualcosa dal mio viaggio, che ne dici zuccherino?» Ecco la mia occasione! Si bisogna formulare una frase precisa vediamo….

«Mamma… c’è una cosa che non ti ho mai detto… vedi io… non voglio iniziare il mio viaggio con un Turtwig, Chimchar o Piplup… se vai a Kanto, mi cattureresti un Pikachu? Ti prego mamma il primo che trovi non importa che sia bello o no…»

Sbattei le ciglia in modo supplichevole tentando di essere convincibile, lei invece muoveva le palpebre stupita da una simile richiesta.

«Un Pikachu? Ma gli allenatori non cominciano il loro viaggio a Kanto con Pikachu… con Bulbasaur, Charmander o Squirtle… perché mi chiedi proprio...?»

La donna era sempre più confusa.

«Lo so… ma nemmeno loro mi interessano, hai detto che mi avresti riportato qualcosa e questa è la mia richiesta, sono anni che ne desidero uno e ho avuto sempre paura di dirtelo perché sapevo che mi avresti risposto di no e si è visto…»

Si stavo piagnucolando, comportamento tipico dei bambini, ma lei aveva appena detto che potevo chiederle qualunque cosa ed eccola qui. La donna sospirò:

«E va bene, ho le mani legate. Ti ho fatto una promessa e devo mantenerla. Se non ci riesco però ti prego accontentati di uno dei tre...»

Le gettai le braccia al collo al settimo cielo urlando:

«Sei la mamma migliore del mondo»

E sorridevo ancora quando ella mi rimise a terra.

«Ora vado piccola peste, ci sarà papà con te, a presto bambolina»

Prese la sua valigia, mi lasciò un bacio sulla fronte ed uscì lasciandomi sola con Lopunny.

 

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Capitolo 2
*** Un regalo da Kanto ***


Kanto rimane un sogno per chi appartiene alle altre regioni, culla di tutti quei pokémon speciali che farebbero gola a chiunque, si dice che tutto sia iniziato da lì ma nessuno ne è sicuro. Lo ammetto, un po’ invidio la mia mamma che può andarci mentre a me tocca stare qui a guardare la neve che cade; Per fortuna però ho papà che non perde occasione di darmi consigli su lotte e strategie. Temo un po’ a dirgli: “Grazie papà ma non mi interessano le lotte, io voglio partecipare alle gare” perché già so che lui storce il naso e risponde “Conquistare fiocchi non fa vincere leghe”. E per lui che è stato un partecipante alla lega di Sinnoh, ricordato da tutti come “Il glaciale Brian e il suo Mamoswine” queste cose contano molto. Credo ce l’abbia ancora con quell’allenatore che lo sconfisse alle semifinali…

***

«Keiko cara da questa parte!»

Una donna non molto alta dai corti e riccioli capelli grigi agitava un braccio verso mia madre. Keiko contenta, corse dalla sua vecchia compagna abbracciandola con un gran sorriso.

«Ayame che gioia rivederti!»

Esclamò la coetanea. Mamma venne fatta salire su una limousine confortevole color crema e durante il breve tragitto colse l’occasione per chiedere alla signora il motivo della sua richiesta.

«Il professor Rowan mi ha mandato uno Staraptor dicendomi che avevi chiesto al professor Oak il mio aiuto, che è successo?»

La donna si mise una mano sul petto.

«Dovevi vederli quei delinquenti! Hanno pensato che fosse una buona idea usare scariche su quei poveri Pidgeot messaggeri… Volevo mandarti gli auguri e il regalo di Natale per la tua famiglia ma con questo problema mi sono ritrovata nei guai! Così ti ho pagato il biglietto per venire da me. In questo modo posso approfittare di fare entrambe le cose e inoltre farti conoscere mio figlio Raflion! È tornato qualche giorno fa dal suo viaggio a Hoenn con tutte le medaglie! Che grande allenatore, mi ricorda quando conobbi Akira e il suo Electrode, che coppia esplosiva!». Ecco Ayame comportarsi come ogni mamma che elogia il proprio pargolo; a Keiko venne da ridacchiare, sapeva che con Nanako si sarebbe comportata nello stesso modo.

La villa di Ayame e il signor Akira è una tra le più grandi di Aranciopoli, la città portuale famosa per la M/N Anna e la palestra di tipo elettro del Lt. Surge. Tra i venticinque abitanti loro sono i più ricchi ma non se ne vantano; vengono infatti rispettati da tutti, in particolare molti venditori al mercato si dimostrano molto gentili con la signora offrendole a volte la frutta o la verdura più pregiate. Il loro rampollo ormai quattordicenne non è un tipo maleducato e viziato né borioso e saccente perché ha i soldi. Anzi è molto simpatico ed esuberante, accetta sempre di lottare e si allena spesso nel giardino di casa con i suoi tre pokémon di tipo elettro: Pikachu, Jolteon ed Elekid.

«Raaaaaaaf»

Urlò la donna richiamando l’attenzione del figlio proprio nel momento in cui Jolteon si stava preparando a lanciare Iperaggio.

«Come ti dicevo, Kei? Raf non perde mai occasione di tenersi in allenamento»

Per evitare ulteriori momenti di imbarazzo o altre parole da parte della madre il ragazzo si avvicinò alle donne per salutare.

«Tesoro voglio presentarti Keiko una mia vecchia conoscenza, viene da Sinnoh sai?». Raflion educatamente strinse la mano all’amica della madre.

«Sinnoh? Me ne hanno parlato! È proprio la prossima regione che avevo intenzione di visitare!»

Comunicò entusiasta. Keiko diede uno sguardo al giardino e ai pokémon con cui il giovane si stava allenando e in quel momento le venne l’idea:

«Che coincidenza! Ma guarda hai un Pikachu! Mia figlia mi ha recentemente confessato di desiderarne uno… sicuramente tu sai dove posso trovarli»

Gli chiese speranzosa. Raflion rifletté un momento poi disse:

«Siamo migliori amici da anni ormai, veniva sempre a trovarmi in giardino quando ero bambino… forse la sua famiglia abita ancora in questi boschi…»

Ipotizzò il moretto. E così erano d’accordo, entrarono in casa per una ricca cena offerta dal simpatico maggiordomo Travis e una sana dormita, pronti a partire per l’esplorazione l’indomani mattina.

La colazione fu gradevole quanto la cena ed una volta terminata Keiko e il giovane Raflion si incamminarono verso il bosco vicino dimora di Pokémon selvatici. Tra i cespugli vi erano nascosti parecchi Pidgey, Caterpie e Rattata; Mamma rideva e pensava al suo villaggio ricoperto di neve dove giocavano solo Snover o Froslass... «Sta bene? Preferisce che ci fermiamo?» chiese Raf guardando la signora.

«No, caro non preoccuparti, è solo il caldo. Sai io e la mia famiglia viviamo in una città in cui fa sempre freddo»

Gli raccontò.

«Sono sempre più curioso!»

Il ragazzo ha gli occhi che brillano.

«Potresti venire con me quando parto, ammetto che mi sentirei più sicura se mia figlia cominciasse il suo viaggio con te, mi sembri un ragazzo responsabile»

Si complimentò Keiko. Raflion non credeva a quelle parole, le sue iridi brillavano di gioia

«Sarebbe magnifico! Quale miglior occasione! È deciso verrò!».

Si abbassarono in silenzio quando le guance rosse del Pikachu di Raf emisero piccole scosse, poteva significare solo che altri esemplari erano nelle vicinanze. Il sospetto divenne realtà quando dietro una siepe videro parecchi Pikachu giocare attorno ad un albero tagliato, una in particolare era piccola e con la coda a forma di cuore.

«Guardi, quella deve essere una femmina»

Sussurrò il ragazzo mentre la indicava

«Quanto è carina! È così piccola... quasi mi dispiacerebbe prenderla».

Da quel che si è sempre saputo, per catturare un pokémon bisogna lottarci, ma la mamma non voleva fare del male alle piccolina ed inoltre aveva portato con sé solo Froslass ed il pokémon ghiaccio spettro era decisamente troppo forte… Il Pikachu di Raf sembrava aver intuito il problema e battendosi una zampina sul piccolo petto esclamò:

«Pikapi!».

Scese dalla spalla del ragazzo e si avvicinò lentamente al branco. Mamma e Raflion rimasero in silenzio per non disturbare e soprattutto non farsi vedere. Quello che accade è una bella storia da raccontare: Pikachu venne accolto con una potente scossa, una di quelle che si riservano ai nemici e per scusarsi dovette usare una debole scarica per far cadere una baccamela dall’albero ed offrirla in dono al capobranco dicendo di venire in pace, di essere un amico e non un intenzionato a fare del male. Ma purtroppo c’era qualcuno che non la pensava allo stesso modo; il fracasso delle scariche elettriche aveva risvegliato un branco di Pidgey e il loro capo Pidgeotto che non perdettero tempo a fiondarsi sulla Pikachu più piccola iniziando una serie di beccate. Con un veloce attacco rapido, il Pikachu di Raf scacciò uno dei Pidgey e successivamente produsse una grande scossa da far scappare tutto lo stormo. La topolina saltellò felice accanto al suo eroe ma svenne esausta dagli attacchi precedentemente subiti; Mamma era triste, non poteva più nascondersi! Saltò fuori dal cespuglio correndo verso la piccola Pikachu e prendendola delicatamente in braccio «Non devi preoccuparti piccolina ci sono io adesso»

Le sussurrò piano accarezzandole la testolina, il Pikachu di Raf rassicurò gli amici e corse via dietro a Keiko e al suo allenatore in direzione del centro pokémon più vicino. Una volta rimessa in sesto e spaventata Pikachu scappò nel bosco per raggiungere la sua famiglia, Keiko sospirò;

«Pikachu devi inseguirla! Non possiamo lasciarcela sfuggire»

Ordinò Raflion al suo pokémon ma la mamma lo fermò:

«Lasciamola andare... è spaventata, nessuno di loro avrà sicuramente avuto contatti con esseri umani… non posso certo costringerla a venire con me, mia figlia dovrà rassegnarsi…»

Concluse amaramente la donna alzando le spalle.

«Ma abbiamo fatto tanto… no mi arrendo così!»

E partì all’inseguimento della Pikachu senza dare il tempo a Keiko di alzare una mano e dire:

«Raf!».

Il ragazzo era via da mezz’ora ormai e Keiko seduta su un tavolino sotto ad un ombrellone sorseggiava una bibita fresca sentendosi tremendamente in colpa per aver fatto una richiesta tanto assurda. Il sole era sul punto di tramontare, l’indomani sarebbero dovuti ripartire e ancora nessun segno del ritorno del giovane Raflion… Solo all’ora di cena dai fitti alberi del giardino, Keiko vide spuntare la esile figura del ragazzo con un Pikachu sulla spalla ed un altro in braccio. Incredula la mamma guardava quella scena e il sorriso le si allargava sempre di più. Corse ad accoglierli felice e ancora a bocca aperta.

«Ma come… come sei riuscito a convincerla?»

Pikachu si grattò il capo chiudendo gli occhietti e facendo il suo versetto, Raf ridendo rispose:

«È molto persuasivo».

Ma ora la mamma sapeva una cosa: quel ragazzo si poteva dire un tipo davvero in gamba e con un gran cuore per parlare ai pokémon, lo stesso dono che Keiko sapeva esserci nascosto in sua figlia; l’aveva capito quando Nanako era entrata subito in sintonia con Buneary essendo appena una bambina, quella scintilla che aveva fatto nascere un affetto fra la piccola ed il pokémon coniglio, Kei era sicura che Nanako e Raflion sarebbero stati una coppia perfetta!

La mattina dopo Keiko e Raflion si alzarono di buon umore pronti per prendere il volo che gli avrebbe portati nella regione di Sinnoh. Ayame strinse dolcemente la sua amica, mentre al figlio riservò un abbraccio soffocante.

«Stai attento caro e mi raccomando chiamami subito appena arrivi»

Si raccomandò.

«Si mamma… potresti lasciarmi? Non respiro…»

Mugolò il ragazzo. Travis fu entusiasta di accompagnarli con la limousine e li salutò una volta che furono saliti sull’aereo. Durante il volo la piccola Pikachu dormiva tranquilla sulle ginocchia di Keiko che sussurrando disse una cosa a Raflion:

«Atterreremo direttamente a Sabbiafine dove si trova il laboratorio del professor Rowan, ti darà il nuovo pokédex e le pokéball che ti serviranno. C’è anche un centro pokémon in cui potrai rifocillarti a dovere. Mia figlia dovrebbe raggiungerti fra qualche giorno, ho ancora delle cose da dirle e soprattutto metterla in guardia... te la porterà suo padre in macchina così potrete partire da lì insieme».

Raflion annuì assimilando tutti i dettagli, sicuramente poi questo Rowan si sarebbe messo in contatto con Oak.

Ore dopo nel tardo pomeriggio l’aereo iniziò la sua lenta discesa depositando i passeggeri sul terreno di Sinnoh. Keiko fece entrare Pikachu nella pokéball in modo da avere le mani libere e stringerne una a Raflion.

«Grazie di tutto Raf, per ogni singola cosa»

Gli disse la donna

«E soprattutto buon viaggio ci rivedremo presto»

Ammiccò, il ragazzo sorrise.

«Non deve ringraziarmi, l’ho fatto con piacere. Le prometto inoltre che mi prenderò cura di sua figlia»

Keiko abbracciò il ragazzo piena di gratitudine

«Mi sento più sollevata, vieni ti accompagno al centro pokémon, mia figlia ti raggiungerà qui, buonanotte e grazie di nuovo!»

E lì davanti si separarono, Keiko salì su una macchina diretta a casa agitando il braccio verso il ragazzo e lui ricambiando entrò assieme al suo Pikachu nell’edificio.

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Capitolo 3
*** Vuoi essere mia amica? ***


Delle ruote frenarono nella neve e le porte di un auto sbatterono, alzai gli occhi dal libro che stavo leggendo guardando verso la finestra.

«Sono tornati! Lopunny dove sei?»

Schizzai di sotto correndo verso la porta mentre la pokémon coniglio usciva dalla cucina spaesata da tutta quell’agitazione. Girai la maniglia della porta per poi uscire fuori ad accogliere la macchina di famiglia di ritorno.

«Ciao mamma!»

Sorrisi nel rivedere la donna ed ella camminò verso di me abbracciandomi.

«Ciao tesoro, è andato tutto bene?»

Mi diede un buffetto sulla testa.

«Come al solito. E a te? Da raccontami tutto!»

La costrinsi a sedersi sul divano incuriosita.

«Quanta fretta! Non è successo nulla»

Alzò le spalle con la classica espressione di chi mente.

«Non è vero, non ti credo non sei andata lì per niente»

Frignai incrociando le braccia

«No per niente no, guarda Ayame mi ha regalato questo»

Mi mostrò un bellissimo set da tè con su disegnati dei Sunflora.

«Molto carino»

Finsi entusiasmo storcendo le labbra.

«Tutto qui?»

Incalzai, e la promessa? Non poteva essersene dimenticata…

«No, mi ha anche presentato suo figlio. E lui ha deciso di fare il viaggio di ritorno con me, vuole visitare la regione di Sinnoh! Ho approfittato per chiedergli di farti compagnia nel tuo viaggio. Ti sta aspettando al centro pokémon di Sabbiafine». Strabuzzai gli occhi aprendo la bocca incredula.

«Cosa!? Mamma! So benissimo cavarmela da sola!»

Protestai stizzita, ancora che mi trattava come una bambina!

«Sarò molto più tranquilla se ci sarà qualcuno con te…»

Cercò di giustificarsi avvicinando una mano alla mia guancia

«Non ho bisogno di una balia!»

Sbottai alzandomi di scatto ed allontanandomi a grandi passi verso la mia stanza, chiusi la porta sbattendola.

«Come si permette!? Affidarmi ad uno sconosciuto senza neanche chiedermi il permesso! Cosa crede che abbia ancora cinque anni! Dimmi perché non ti fidi di me!» Andai avanti ed indietro a grandi passi facendo dalla libreria al letto più volte, il cuscino ricevette anche qualche pugno. Keiko passò nel corridoio e bussò due volte, non ricevette risposta, ma lasciò comunque la pokéball a terra e tornò di sotto.

«Cosa vuoi!?»

Lanciai il cuscino quadrato, su cui di solito mi sedevo a terra, contro la porta; sapevo che era lei e voleva entrare per dire cose come “È per il tuo bene” oppure “Scusami se mi preoccupo per te” ma niente di tutto ciò avvenne. Che cosa si aspettava? Che le aprivo la porta? Che fa bussa e se ne va? Mi alzai per andare ad aprire ma oltre quel rettangolo di legno non c’era nulla o meglio nessuno…. Sul pavimento invece vi era solo quel piccolo oggetto sferico: un’autentica pokéball rossa e bianca con la striscia nera. Mossi più volte le labbra tentando di dire qualcosa ma non mi uscì niente, nella testa mille domande; allungai una mano tremolante e delicatamente l’afferrai rigirandomela fra le dita. Sbattendo ancora le palpebre incredula richiusi la porta dietro di me andandomi a sedere su uno dei cuscini del tappeto. Poggiai la sfera a terra premendo poi il bottoncino; la pokéball si aprì, ciò che ne scaturì da una luce azzurra fu niente poco di meno che la realizzazione del mio sogno! Di fronte a me c’era un autentico Pikachu, si differenziava da quello della mia foto per la sua dimensione ridotta e per quella una coda a forma di cuore… un cuore, un momento… deve essere sicuramente una femmina!

«Non ci posso credere...»

Sussurrai pianissimo mentre la piccoletta si guardava intorno spaesata come a chiedersi che ci facesse lì; non sapevo che fare. Finora ero stata io quella timida ad affrontare i pokémon selvatici e da bambini viene più facile essere spontanei e agire…. Un momento forse è proprio questo che devo fare! Farle vedere che non sono cattiva, devo aprirle il mio cuore, dimostrale che di me si può fidare!

«Ciao Pikachu, io mi chiamo Nanako» la presi delicatamente in braccio appoggiandola sul petto per farle sentire il battito del cuore in preda all’emozione. Tremai da capo a piedi quando Pikachu spaventata mi diede una scarica elettrica, Keiko di sotto ridacchiava ma non per prendermi in giro ma perché sapeva che questo sarebbe accaduto, e in effetti pure io avrei dovuto aspettarmelo.

«A-iu-to...»

Bofonchiai prima di finir sdraiata per terra, la topolina sparì. Dopo un quarto d’ora circa scossi la testa cercando la pokémon in giro per la stanza, un movimento sotto il letto mi rassicurò, per fortuna non era scappata. Sospirai, come inizio non era proprio un granché ma sarebbe potuto andare peggio…

«Se volete mangiare, la cena è pronta!»

Disse mia madre dal fondo delle scale, guardai prima la porta poi il letto.

«Sentito? Si mangia! Non mi dirai che non hai fame!»

Allungai una mano spingendo le coperte ma la ritirai subito sentendo un’altra scintilla. «D’accordo come vuoi non venire… ma io con te non mi arrendo»

Le sussurrai allontanandomi e chiudendo la porta alle spalle.

«Pi...?»

Mise la testa fuori e poi il resto del corpo vedendo via libera iniziò a perlustrare la stanza con curiosità annusando in giro.

«Eh, sola? Ma non hai...?»

Farfugliò Keiko guardando prima alla mia sinistra e poi a destra come se cercasse qualcosa o meglio qualcuno… mi sedetti senza dire nulla, cosa si aspettava? Che avremmo fatto subito amicizia? Non era per niente facile! Che dovevo fare?

«Penso avrai bisogno di questo» mi porse una ciotola ed una scatola gialla piena di bocconcini, la ringraziai alzando un sopracciglio osservando la sua espressione, perché era tanto contenta?

«Tesoro non andare a letto troppo tardi o domani partirai senza energie» mi urlò dalla cucina proprio quando avevo messo il piede sul primo gradino.

«Non posso partire senza aver prima salutato la nonna!»

Mi uscì di getto, era una cosa ovvia da fare!

Nonna Annie è la mamma di mio padre, vive non molto distante da noi, in una casa che nonno Hernan aveva costruito con l’aiuto del suo Lucario, purtroppo sia lui che il pokémon sono scomparsi quando avevo otto anni… alla mia nascita la nonna aveva un Purugly ora possiede uno Shinx con la quale giocavo molto spesso quando sto a casa da lei. È una delle persone a cui tengo di più, mi è sempre stata vicina e mi racconta sempre delle sue gare, ecco forse dove è nata la mia grande passione verso di esse; passavo giornate intere da lei ogni volta che volevo, soprattutto quando papà e mamma non c’erano. Il tempio di Regigigas è molto famoso e sono altrettante le persone cattive che vorrebbero risvegliarlo, lui protegge la nostra città e sarebbe un guaio se qualcuno distruggesse la sua pietra o i tre pilastri attorno a lui, per questo mio padre, alternando il turno di guardia con gli altri allenatori più forti del villaggio, ha il compito di difenderlo. Anche la riva Arguzia e di conseguenza il lago hanno bisogno di protezione, Uxie deve dormire senza essere disturbato per non scatenare una catastrofe… mamma che è molto brava a cucinare prepara sempre a papà doni da portare al pokémon misterioso oltre ad occuparsi della cucina della piccola scuola per allenatori. Capirete che da tre persone così c’è chi si aspetta molto da me e che figura ci faccio se non so nemmeno andare d’accordo con una piccola Pikachu? Dovevo assolutamente rimediare al nostro disastroso primo incontro!

«Pika?»

La chiamai con un soprannome, avevo letto che questa cosa rafforzava i legami mentre mi guardavo in giro cercandola, doveva essersi nascosta di nuovo al rumore dei passi su per le scale.

«Ti ho portato qualcosa da mangiare, lo so che probabilmente non ti piaccio, ma dovrai pur mangiare qualcosa...»

Poggiai la ciotola sul davanzale interno della finestra dove di solito mi sedevo ad osservare la neve, alla luce della piccola lampada iniziai a cambiarmi: mi tolsi i pantaloni lunghi per infilare il pigiama e poi al caldo sotto le coperte; non avevo sonno ma nemmeno niente altro da fare e così cominciai a parlare, sperando che così io e Pikachu saremmo entrate più in confidenza...

«Voglio chiederti scusa Pika, ti ho trascinata via dalla tua casa solo per un mio capriccio. Ho sempre desiderato fin da bambina un Pikachu e la mamma mi ha portato te. Sai sono stata bimba anch’io, piccolina proprio come lo sei tu. Immagino la tua mamma ti manchi molto, ti prometto che andremo a trovarla un giorno. Sei così tenera e io ti voglio già bene, ma forse sono ancora troppo piccola ed inesperta per avere la tua fiducia, mi piacerebbe però che diventassimo amiche…» una pausa di silenzio mi fece intuire che forse mi stava ascoltando.

«voglio raccontarti di un episodio accaduto cinque anni fa: ero scappata di nuovo da casa per curiosare tra i cunicoli del monte Corona, mi sono persa e non so come, mi sono ritrovata nella caverna del lago di Uxie, uno dei tre pokémon misteriosi di questa regione, nessuno mi crede ma io quel giorno l’ho visto! E so che è stato lui a farmi trovare la via di casa… mamma e papà pensano che l’abbia immaginato, mia nonna invece conosce benissimo Uxie, dice che lei e il nonno si sono conosciuti lì… nonna è una persona fantastica, se domani vieni con me te la faccio conoscere; Annie era una coordinatrice bravissima, i gran festival, le coppe Adriano tutti l’amavano e la ricordano con i suoi spettacoli di ghiaccio e fulmini. Mi piacerebbe tanto diventare come lei un giorno…»

Stiracchiai le braccia sbadigliando dalla stanchezza.

«sono esausta, domani avremo un bel po’ da fare, buonanotte Pika...»

Chiusi gli occhi sorridendo a quei ricordi. Nel silenzio Pikachu strisciò fuori da sotto il letto, si sedette accanto alla ciotola e ne annusò il contenuto, osservò un po’ fuori dalla finestra nel buio della stanza la neve risplendeva e intanto lei mangiava; me ne accorsi osservandola qualche minuto con la coda dell’occhio, la senti poi appoggiarsi contro la mia schiena, forse in cerca di calore, trenta centimetri per cinque chili di pokémon appoggiati delicatamente su di me, come a non dare fastidio, sorrisi nel vederla rannicchiata sul punto di addormentarsi, forse ce l’avevo fatta, forse era così che dovevo aprire il mio cuore... sorrisi appoggiando la faccia sul cuscino e cadendo in un sonno profondo.

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Capitolo 4
*** Caro vecchio ghiaccio ***


Dicembre giunge al termine e di conseguenza anche l’anno ma questo lo sappiamo solo perché ce lo dice il calendario! La neve qui cade ogni singolo giorno e non è sempre facile capire il mutare delle stagioni. D’estate ci rechiamo al mare sulla spiaggia di Sabbiafine, vicino a Duefoglie, la città in cui il professor Rowan conduce le sue ricerche; il posto è famoso soprattutto per la fragranza salina del mare, inoltre il mio compleanno cade proprio in questa calda stagione! Buffo vero? Vivere in una città invernale ma essere nati in un periodo estivo...

La temperatura glaciale di Nevepoli costringe il mio abbigliamento ad essere composto per la maggior parte di pantaloni lunghi, maglioni, giubbotti, felpe e stivali tutti rigorosamente di sfumature blu, il mio colore preferito! Nel mio armadio vi è rinchiusa una scala di tutti i quaranta blu dall’acqua allo zaffiro e a proposito del colore della pietra si dia il caso che sia posato su un vestito meraviglioso! Una scollatura a cuore senza spalle, corpetto dritto e una gonna svasata a balze fino a sotto il ginocchio. L’ha cucito la nonna con le sue mani ed è così prezioso che ho paura di rovinarlo. Ho sempre sognato di usarlo in una gran festival, l’evento dove si radunano più coordinatori per sfidarsi, un po’ come la lega delle medaglie di Sinnoh. Spero solo di esserne in grado… ho scelto questa strada perché purtroppo non me la cavo molto con le lotte… o almeno credo, da bambina quando giocavo a lottare ero una frana… tengo così tanto ai pokémon poi che non mi piace vederli soffrire mentre si scontrano... oltre che sui vestiti, questo colore si trova anche all’estremità dei miei capelli formando delle sfumature in contrasto con il castano chiaro; è un misto praticamente fra i colori dei capelli dei miei genitori, mamma gli ha tutti blu, papà tutti castani.

Ma ora ero in difficoltà! Dovevo decidere cosa mettere per andare dalla nonna cosa complicata quanto scegliere gli abiti per il viaggio, più o meno… Nonna Annie mi ha sempre insegnato come vestire al meglio e che la regola principale per una che vuole diventare coordinatrice è quella di essere sempre elegante e curata!

«Ahi!»

Sobbalzai a causa di una piccola scossa che mi aveva riportato alla realtà.

«Buongiorno anche a te Pika»

Esclamai ironicamente guardando la topolina ai miei piedi

«Pi! Pikapi! Pikachu!»

Borbottò lei guardandomi e agitando le zampine

«Che c’è? Che succede?»

Girai il viso verso l’orologio, caspita, si stava facendo tardi! Ma...

«Davvero vuoi venire con me? Wow, fantastico!»

Al suo annuire mi infilai le prime cose che trovai al volo, stivali alla caviglia e giù di sotto correndo a far colazione. Come? Se ho fratelli o sorelle? No, ho solo un cugino di primo grado Franky, che non vedo da anni, perché lui con zia Cressida e zio Victor vivono tra le isole Spumantine e l’isola Cannella della regione di Kanto. Lui ha dodici anni ed ha iniziato il suo viaggio prima di me con il suo Charmander che ora è diventato un Charmeleon; i suoi invece hanno un Growlithe ed un Flareon.
 

«Ciao mamma noi andiamo, ci vediamo più tardi!»

Dopo aver mandato giù biscotti e cioccolata calda, aprì la porta di casa uscendo nel vialetto e poi nella strada innevata, Pikachu mi saltò in braccio lasciandomi stupita, capì subito però che evidentemente le sue zampette non erano abituate alla neve fredda.

«Benvenuta a Nevepoli Pika, la città piena di neve. Qui fa molto più freddo rispetto a dove vieni tu ma dopo un po’ ci si abitua, mettiti nel cappuccio, sarai più riparata»

le diedi un buffetto sulla testolina appoggiandola poi nel cappuccio della felpa iniziammo poi a risalire la strada verso casa della nonna. Nonno Hernan era il calzolaio del villaggio ed aveva costruito la sua casa con un garage che usava come negozio, ora il lavoro è passato sotto la gestione dello zio Roger fratello di papà; zia Marianne invece, la terza figlia della nonna, si è trasferita ad Azalina nella regione di Johto per aprire un ristorante insieme al suo compagno aiutati dai loro Bayleef, Quilava e Croconaw.

«Eccoci arrivate Pika»

Mi fermai davanti alla porta di una casetta con l’insegna “Non più piedi freddi” nonno Hernan era proprio un burlone.

«Nonna sono io, Nanako!»

Appenai bussai dall'interno sentì subito il piccolo Shinx agitarsi, dei passi e successivamente la maniglia si abbassò.

«Va bene, Shinx ora basta però, ho capito»

La nonna si chinò per accarezzare il piccolino dietro un orecchio quando si rialzò potei vedere la donna in tutta la sua figura: Annie da giovane è stata una ragazza bellissima con una figura slanciata, ora invece aveva perso qualche centimetro in altezza, la schiena incurvata e a causa delle tre gravidanze la sua forma si era fatta più rotonda. Ma una cosa non aveva mai perso: il suo splendido sorriso e l’amore con cui appena mi vedeva mi abbracciava.

«Ciao nonna! Devo farti assolutamente vedere una cosa! Guarda che mi ha preso la mamma!»

Misi le mani dietro la testa per afferrare delicatamente la piccola fra le braccia per mostrarla e presentarla alla nonna.

«Pika lei è la nonna»

Annie ridacchiò.

«Ma guarda un po’ e tu da dove vieni piccolina? Si vede che non sei di queste parti, hai un pelo caldo e soprattutto morbido. Sono contenta che la spazzoli bene tesoro. Shinx chiedi scusa»

Mi accucciai per far fare loro conoscenza, il cucciolo avvicinò il muso alla piccola annusandola, intuendo di essere entrambi di tipo elettro si salutarono con la coda facendo scaturire una leggera scossa.

«Mamma me l’ha portata da Kanto, ti ricordi quante volte dicevo che ne volevo uno?» sul tappeto morbido si sederono entrambi i pokémon iniziando una sorta di gioco di rotolamenti, un Glameow da dietro la poltrona li osservava come a studiarli.

«E lui?»

Domandai indicando il gattone

«Oh, sta qui. Me l'ha portato tuo padre mesi fa, l'aveva trovato al tempio appena uscito dall'uovo, gli ho dato da mangiare e da allora è rimasto. Sono felice che tu sia qui comunque tesoro, è da quando sei partita che non ho più avuto tue notizie. E devo dire che sei tornata in fretta, ti mancava già casa?»

Mi disse prima amareggiata e poi divertita mentre ci sedevamo sul divano.

«Veramente non sono nemmeno partita…. »

Confessai abbassando la testa per un attimo, poi la rialzai per continuare:

«Credevo di farlo il giorno dopo il mio compleanno e invece eccomi ancora qui...»

Annie sgranò gli occhi confusa ma non mi chiese nulla probabilmente sospettava già il perché.

«Cinque mesi di ritardo... avrei dovuto far un bel discorsetto a quei due!»

Borbottò facendomi ridere.

«Quando hanno intenzione di farti partire l’anno prossimo?»

Si alzò per andare a prendere uno spuntino e tornò mentre stavo dicendo: «Letteralmente si, papà non si esprime, mamma dice ad inizio anno nuovo e peggio, mi ha già messo qualcuno alle calcagna...»

Sbuffai incrociando le braccia; questo era il bello della nonna potevo lamentarmi, dirle di tutto, lei era l’unica in grado di capirmi.

«Un estraneo insieme alla mia nipotina? No, questo è troppo!»

Posò le ciotole sul tappeto per i due pokémon e mi porse un bicchiere di succo di baccarancia.

«L’ha conosciuto qualche giorno fa… è il figlio della sua amica di Kanto»

Inclinai il viso da un lato.

«Uno screanzato sicuramente».

Scoppiai a ridere, capite perché adoro mia nonna? Riesce sempre a farmi divertire.

«Ma guarda chi c'è! La piccola di casa!»

Un uomo molto alto con una barba corta e grigia entrò in casa dalla porta sul retro dalle scale che conducono al garage, pulendosi le mani con un asciugamano.

«Ciao zio!»

Andai a salutarlo per ricevere da lui la solita scompigliata di capelli

«e ciao anche a te Munchlax!»

Il pokèmon ghiottone era di grande aiuto a Roger nel negozio e trovava sempre qualche cliente che gli offriva da mangiare. Chiuso il laboratorio per la pausa pranzo mentre la nonna cucinava e io l'aiutavo apparecchiando, Roger mi stava spiegando l'uso di alcune bacche ed erbe medicinali. Annie non era stata avvisata della mia visita, ma preparava sempre qualcosa di buono e non mi deludeva mai. Mi erano mancati i pranzi della nonna e mi mancheranno ancora di più durante il mio viaggio. Anche la mamma se la cavava in cucina, ma la nonna aveva qualcosa di speciale soprattutto quando metteva lo zucchero nelle sue torte. Dopo una squisita zuppa calda e polpette, Zio Roger tornò a lavoro ma per me purtroppo stava arrivando l’ora di rientrare a casa. Dovevo anche 

rafforzare il mio legame con Pikachu! Senza pokédex purtroppo non potevo ancora sapere le sue mosse, o le varie caratteristiche, avevo un libro però, quello si che sarebbe stato utile, ma cosa più importante bisognava sviluppare un’intesa!

«Prendi questi tesoro».

Annie mi porse un libricino e un sacchettino ricamato tintinnante.

«Un regalino per il tuo viaggio, è un ricettario: ti ho messo i Poffin e degli ingredienti speciale per ogni singolo tipo. Qui invece ci sono delle pokémonete, se te ne servono altre basta che mi chiami»

Afferrai entrambi gli oggetti guardando la donna con occhi lucidi.

«I-io… grazie nonna!»

Le gettai le braccia al collo delicatamente, ribadisco una donna meravigliosa e io sono così fortunata...

«Buon viaggio piccola mia e non dimenticare di venire da me quando ripasserai di qua» Mi congedò con una dolce carezza accompagnandomi poi all’uscita.

«Non mancherò alla promessa, a presto nonna»

Mi allontanai dalla casa continuando a sventolare la mano.

«La nonna è una persona meravigliosa»

Dissi a Pika una volta fuori di casa passandomi le mani sotto gli occhi per asciugarli, la presi poi in braccio per metterla di nuovo nel cappuccio ma ella uscì dopo pochi passi e mi si appoggiò sulla spalla.

«Sicura di non avere freddo? Sei molto coraggiosa sai? Vieni ti voglio far vedere la montagna più famosa di questo paesino»

Le sorrisi incamminandomi verso l’ingresso del Monte Corona. Conoscevo quei cunicoli come le mie tasche così mi ci addentrai sapendo perfettamente che direzione prendere, le mani nelle tasche della felpa e l'aria tranquilla; Ma la mia troppa sicurezza mi tradì… nell’esatto momento in cui stavamo per raggiungere le grotte con i cristalli dell’evoluzione un gruppo di pokémon selvatici formato da due Froslass e tre Snover ci bloccò il passaggio. In molti venivano qui per rubare i cristalli e giustamente i pokémon selvatici della zona difendevano il loro tesoro.

«Ciao amici possiamo proseguire? Non siamo qui per farvi del male né vi porteremo via niente...»

Tentai di negoziare con loro tenendo le mani alzate sperando di essere convincente con parole e sorrisi, ma per tutta risposta iniziarono ad attaccarci con Bora e Geloraggio mirando Pikachu che per difenderci aveva emesso una scossa.

«No, Pika, no!»

I pokémon guardiani avanzarono di nuovo, ma stavolta piuttosto arrabbiati.

«Filiamocela!»

Afferrai Pikachu iniziando a correre nella direzione tenendola in braccio per proteggerla da altri attacchi. Ci infilammo in una piccola grotta, seduta recuperai fiato, gli occhi sgranati nell'accorgermi di un blocchetto di ghiaccio sul suo fianco destro.
«Oh, no! Ti hanno congelata! Perdonami Pika... non dovevo portarti qui, ti ho messa in pericolo... sono un pasticcio non so neanche combattere»
Appoggiai la fronte sul suo corpicino e la strinsi di più nel tentativo di riscaldarla mentre ascoltavo intorno a noi, quando ci fui silenzio potei mettere la testa fuori per controllare:

«Devo portarti al centro pokémon, sei ferita...»

Tenendola nella felpa mi avviai per una scorciatoia. Non so se chiamarla o no fortuna ma raggiungemmo la meta senza altri intoppi; i cristalli sorgevano dalla roccia in altezza tutti raggruppati, se illuminati dalla luce della luna risplendono ma era troppo presto per questo fenomeno, non era nemmeno il tramonto…

Affiancandoli mi avviai lungo la parete per allontanarmi da lì ma una pallaombra mi bloccò; i guardiani erano tornati.

«Non sono qui per rubarvi i cristalli, vi prego Froslass lasciaci andare… la mia amica è ferita devo portarla al sicuro»

La supplicai con estrema gentilezza, quello che le avevo detto in fondo era la verità! Indietreggiai di nuovo contro la parete, il pokèmon stava aprendo la bocca per lanciare un Ventogelato ma… Accadde tutto in pochi secondi: come una stella cadente tra noi e il gruppo di pokémon selvatici apparve un Glaceon! Un bellissimo esemplare evoluto di Eevee con la pelliccia ispida e luccicante come un cristallo, bloccò il gruppo selvatico con una potente Bora poi disse qualcosa a loro che obbedendo si allontanarono.

«Tu devi essere il loro capo! Grazie per averci salvate»

Mi inginocchiai per riprendere fiato, lentamente Glaceon si avvicinò osservandomi bene e quando notò l'orecchio di Pikachu spuntare dalla felpa iniziò a fare dei versi ordinandomi di seguirlo.

«Come? Vuoi che venga con te? Si, arrivo»

Mi rialzai e lo seguì; in fondo al cammino si vedeva una luce, ora capivo, ci stava conducendo all'uscita!

«Grazie mio piccolo amico, ti devo la vita di Pika»

Mi chinai un'ultima volta per accarezzargli la testa e ringraziarlo, quando nei suoi occhi notai qualcosa di famigliare:

«Aspetta ma... io ti conosco! Si, Eevee! Sei tu Eevee, vero? Non ci posso credere! Ti sei evoluto alla Roccia Ghiaccio? E sei diventato bellissimo! Il tuo attacco era davvero forte!»

Incredibile fosse proprio lui, quell'Eevee con la quale giocavo sempre in questi cunicoli da bambina!

«Grazie ancora amico mio, ci vedremo al più presto te lo prometto!»

E corsi via, Pika aveva bisogno di cure e quando la sera rientrai tardi a casa dovetti spiegare a mia madre cosa mi aveva trattenuta così tanto.

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Capitolo 5
*** Partenza! ***


1° Gennaio.

Finalmente questa avventura comincia dopo tanti mesi di attesa! Ma ripeto, non è stata colpa mia come già sapete...

«A presto mia cara Nevepoli, finalmente parto per il mio viaggio! Ti renderò nuovamente la città di una famosa coordinatrice! O almeno spero...»

Annunciai a braccio alzato davanti alla finestra intenta ad osservare la neve che ancora cadeva incessante, non sapevo in effetti se sarei stata ai livelli di nonna o di Zoey, l'amica d'infanzia della capopalestra Bianca che vinse il Gran Festival anni fa, ma almeno avrei tentato in tutti i modi di provarci!

«Tesoro sbrigati! Tuo padre è già in macchina che ti aspetta!»

Mi urlò la mamma dalle scale.

«Oh, per tutte le nevicate! Ci avete messo mesi per decidervi a lasciarmi andare ora potete aspettare cinque minuti che mi vesto no?»

Protestai davanti allo specchio ancora indecisa su cosa indossare.

Lasciai i capelli sciolti mettendo comunque un elastico in borsa nel caso avessi sentito caldo, sulla testa un dolcissimo capellino a cuffia azzurro con il disegno di una mezza pokéball bianca. Sulle gambe delle parigine indaco fino alle cosce e ai piedi un paio di stivali alti fino al ginocchio blu notte con il pelo, regalo dello zio e della nonna. Rimaneva ora da decidere il vestito. Sicuramente in tutto il resto della regione il clima non sarebbe stato così rigido come al villaggio era quindi è il caso di organizzarsi bene: afferro un vestitino formato da maglietta e gonna con due balze azzurro chiaro che sfuma verso il blu con una riga bianca sopra il bordo e sopra un cardigan acquamarina con le tasche, il pelo sui polsi, sul bordo sotto e tutto intorno al cappuccio e infine dei guanti blu ciano senza dita.

Ultima cosa importante, una borsa quadrata blu cobalto con sopra un cristallo di neve bianco, ideale per mettervi mappa, pokéball, pokédex e tutti gli altri strumenti che mi daranno. Fuori fa freddo è il caso di mettere anche una sciarpa... ne prendo una celeste morbida e me l’avvolgo sul collo, ci manca solo che mi ammali ancora prima di partire!

«Pronta!»

Esclamai dandomi un'ultima occhiata allo specchio.

«Nanako! Ancora non hai finito? Farai tardi dal professore!»

Urlò di nuovo mia madre impaziente.

«Sto arrivando! E poi sono già in ritardo di sei mesi! Cinque minuti o dieci che cambiano!?»

Risposi dalla cima delle scale dopo aver chiuso la porta della stanza. Forse poteva sembrare un po' una ripicca quella frase ma infondo non stavo dicendo nulla di falso. Scesi in fretta le scale con Pikachu che mi seguiva, giunta di sotto mamma mi trattenne ancora in cucina.

«Tesoro... alla fine stai partendo davvero... sei bellissima...»

La sua voce tremula e gli occhi lucidi.

«Mamma per favore non piangere!»

La supplicai, perché doveva fare tutte queste scene?

Keiko mi tirò a sé, bloccandomi in un abbraccio soffocante.

«Prendi questi io e papà li abbiamo messi da parte per te»

Quando mi liberò mi porse un sacchettino simile a quello della nonna.

«Fa attenzione mi raccomando, chiamami spesso e non parlare con gli sconosciuti! Stai molto attenta a J e ai suoi scagnozzi, loro non si fanno scrupoli a rubare i tuoi pokémon...»

Mi accarezzava le guance preoccupata

«Ora papà ti porterà al laboratorio del professore, buon viaggio mia piccola fiocco di

neve... hai preso la cartolina?»

Sgranai gli occhi mettendomi poi a frugare nella borsa, non potevo essermela dimenticata, in tutto questo tempo l'avevo sempre messa in bella vista sulla scrivania.

«Si mamma è qui, ma sarà ancora valida?»

Le mostrai il foglietto, per tutta risposta cambiò discorso:

«Non dimenticarti, una volta finito da lui, di andare al centro pokémon che il figlio di Ayame ti aspetta!»

Alzai gli occhi al cielo a sentir nominare nuovamente quel ragazzo ma ascoltai tutte le sue raccomandazioni annuendo, mi diede un altro bacio sulla fronte dopo di che le dissi:

«Mamma andrà tutto bene! Smettila di preoccuparti, ti voglio bene»

E con quelle tre ultime parole sperai di aver ufficialmente concluso, così mi diressi verso l’uscita di casa sospirando e ripensando a quella frase, sinceramente avrei preferito evitare quel ragazzo ma mamma insisteva tanto!

Attraversai l'uscio facendo qualche passo nel vialetto privo di neve, papà era fuori ad aspettarmi.

«Quello cos’è?»

Mi chiese lui appoggiato alla macchina guardando una figura che come una scheggia veniva giù dalla collina scendendo di corsa dalla stradina innevata che portava al Monte Corona, Pikachu si era fermata a terra ad aspettare, quando fu più vicino mi accorsi che si trattava di Glaceon, la volpe artica si sedette e alzò lo sguardo verso di me.

«È il mio amico Glaceon! Fa la guardia alle rocce ghiaccio!»

Mi inginocchiai accanto a lui.

«Ciao piccolo, è successo qualcosa al Monte?»

Le orecchie di papà tese, osservai prima la montagna e poi lui che però non aveva uno sguardo preoccupato anzi, appoggiò una zampetta anteriore sulla mia gamba e verseggiava cercando di dirmi qualcosa.

«Sai, Nanako, sembra proprio che questo pokémon voglia venire con te»

Un sorriso stupito apparve sul suo volto solitamente severo.

«È come dice papà, Glaceon?»

Cercai conferma nel suo musetto, lui chiuse gli occhietti facendo il suo verso con un tono felice, nel nostro ultimo incontro ci eravamo ripromessi di rivederci ma non avrei mai pensato a questo...

«Grazie per avermi scelto come tua allenatrice, sono sicura che saremo una bella squadra noi tre! Su saltate in macchina».

Aprì loro la portiera per farli entrare, Keiko nel frattempo ci aveva raggiunti fuori non capendo perché fossimo ancora fermi e assisteva alla scena confusa;

«Dove hai preso quel pokémon? Nanako se non è tuo, io...!»

Voleva sgridarmi perché pensava l'avessi rubato, ma non c'era tempo di spiegare ora.

«Te lo racconta dopo papà, mami, ciao!»

Mi dispiaceva lasciarla così ma rischiavo di fare ancora più ritardo, montai sulla vettura e papà mise in moto abbandonando mamma imbronciata.

Lasciare la mia città faceva un effetto strano, non ero mai stata via per tanto tempo, senza contare il breve periodo vacanziero. I diversi paesaggi scorrevano attraverso il finestrino, sia Pikachu che Glaceon erano molto curiosi e mi stavano in braccio osservando l'esterno, ci mettemmo meno ore del previsto per arrivare a Sabbiafine, la sede del laboratorio del professor Rowan. Il veicolo si arrestò davanti alla collina vicino al mulino a vento, papà si voltò verso di noi:

«Allora... è arrivato il tuo turno ora... be’ che ti posso dire, buona fortuna palletta di neve... da qui in poi te la cavi da sola no?»

Papà non è mai stato un tipo sentimentale, stamattina però sembrava molto impacciato, come se non sapesse esattamente cosa dirmi. Mi sporsi per dargli un bacio sulla guancia.

«Si sono a posto, grazie papà, ti voglio bene! Ci vediamo presto»

Fortunatamente lui non faceva tutte le moine di mamma! Si limitò solo ad accarezzarmi la guancia sinistra con il pollice e poi si rimise in macchina per ripartire verso casa.

Dopo essere scesa lo salutai per diversi minuti a braccio teso, quando lo abbassai un

senso di angoscia mi avvolse, a pensarci finora non avevo fatto nulla da sola e mi sentivo un po' a disagio... Guardai in basso, i miei due piccoli amici erano accanto a me, non ero sola! Sospirai profondamente e con un rincuorato sorriso mi accinsi a fare i primi passi oltre il cancello.

Tirava un’aria invernale ma non così fredda come quella di casa, per fortuna mi ero ben coperta! Seguì la strada acciottolata in salita verso la casetta con il mulino a vento sede del laboratorio ed una volta arrivata vicino alla porta a vetri essa si aprì; vi erano diverse persone all'interno tutte prese dai loro esperimenti, un uomo corpulento e massiccio si girò dalla sua poltrona osservandomi da capo a piedi da sopra i suoi bianchi baffoni.

«Pro-professor Rowan?»

Deglutì intimidita e insicura, mi spaventava un po’ sembrava così severo... Pikachu e

Glaceon si nascosero dietro le mie gambe.

«Ti sei persa piccolina?»

Chiese con un tono gentile come un simpatico Babbo Natale. La mia statura da nanetta di certo non aiutava a farmi sembrare dell'età che avevo.

«No... ecco, io ho questa»

Frugai nella borsa alla ricerca della cartolina di presentazione e appena trovata la mostrai, lui aprì appena di più gli occhi sorpreso e poi tornò severo.

«Capisco signorina, ma sei parecchio in ritardo e non di minuti ma di mesi!»

Raggelai. Detto così suonava proprio come rimprovero; è vero mi sarei dovuta presentare qui il giorno dopo il mio compleanno ma non era colpa mia!

Farfugliai qualcosa di simile a: “Vede miei genitori non volevano lasciarmi andare”

«Vieni con me»

Il signore si alzò andando nell’altra stanza e senza darmi il tempo di rispondere mi condusse davanti ad un tavolo rettangolare sulla quale erano rimasti solo Piplup e Turtwig.

«Voglio raccontarti una storia interessante... prima di tutto, come ti chiami?»

Mi misi sull'attenti:

«Nanako Snowflake signore, vengo da Nevepoli»

Rowan annuì più volte, forse comprendendo anche il perché non mi fossi presentata prima.

«Nanako da Nevepoli»

Ripeteva mentre lo segnava nel computer.

«Come ti dicevo, c'è anche un'altra bambina che non si è presentata direttamente qui. Ti sarai accorta che manca Chimchar? Ha praticamente voluto che il pokémon le fosse consegnato a casa»

Sbattei le palpebre stupita da quanto la cosa fosse assurda...

«E loro?»

Domandai curiosa.

«Non sono ancora prenotati da nessuno, puoi scegliere chi vuoi»

Mi rispose scherzosamente.

Arrossì vergognandomi un po', purtroppo non sarebbero stati comunque loro la mia scelta.

«Vede professore, io avrei già dei pokémon…»

Mandai giù la saliva preoccupata, ma perché ero tanto testarda da non voler fare le cose in modo corretto? I miei due amici intanto facevano capolino con le testoline.

Il professore alzò un sopracciglio.

«Capisco, quindi in questi mesi hai viaggiato senza essere in regola»

Sollevai di colpo la testa spalancando anche gli occhi e iniziai ad agitare le mani:

«Nono nono signore vede Pikachu viene da Kanto, mi è stata regalata da mia madre, sa ne ho sempre desiderato uno... Glaceon invece è il vecchio amico Eevee ci conosciamo da anni, da bambina giocavo al Monte Corona ecco lui si... si è evoluto sulle Rocce Ghiaccio»

Raccontai in tutta fretta agitata e tremante sia con la voce che con il corpo, avevo sempre più paura di una sgridata. Rowan annuì più volte poi mi disse:

«Mettili qui per favore, vorrei dar loro un'occhiata»

Eseguì obbediente, sollevando Pikachu mentre Glaceon elegantemente salì sul tavolo con un balzo, Turtwig e Piplup fecero gentilmente posto indietreggiando.

«Sono in ottima forma e se questo pokémon ha scelto di seguirti devi avere qualcosa di speciale. È un gran passo avanti, avrai sicuramente un gran cuore. Se ti sei allenata in segreto in questi mesi puoi anche dirmelo sai?»

Ridacchiò prendendomi in giro, burbero, un po’ pauroso ma infondo simpatico… Si allontanò dal tavolo, sparì dietro una porta lasciandomi sola nella stanza con i due starter; ero ancora leggermente traumatizzata tanto da non accorgermi del modo in cui mi osservava Piplup, sembrava completamente rapito dal colore blu dei miei abiti.

«Ecco qua cara, qui c’è il tuo pokédex e le cinque pokéball, immagino tu abbia già quella di Pikachu»

Il professore era tornato e teneva nelle mani una specie di console blu e bianca e nell’altra le palline rosse e bianche.

«È bellissimo! Grazie professore! Oh, sì ce l'ho in borsa ma Pika non vuole entrarci... le ho promesso che un giorno torneremo insieme dalla sua mamma e sembra che da allora voglia stare fuori a controllare che effettivamente io mantenga ciò che ho detto»

Gli spiegai.

«Questa cosa di non voler stare nelle sfere sembra comune tra i Pikachu…»

Osservò Rowan arricciandosi un baffo.

«Vieni Glaceon»

Avvicinai la pokéball alla sua testa, lui la picchiettò lievemente finendo inglobato dentro da una luce rossa, voltai poi il viso guardando ragionare il professore aveva proprio l’aria di uno che la sapeva lunga…

«Anche il ragazzo che è venuto qui l’altro giorno aveva un Pikachu sulla spalla, un bravo allenatore, il professor Oak mi ha detto che sarebbe passato, aveva anche un Eevee con sé, gli ho spiegato che poteva evolverlo in Leafeon se voleva, consegnandogli anche una pietrafoglia da utilizzare sempre nel momento in cui lo avesse desiderato; poi gli ho dato pokédex e pokéball ed un porta medaglie. Tu pensa è venuto qui da Kanto per visitare la regione di Sinnoh»

Finsi interesse per tutto il tempo del discorso, poteva essere anche un campione ma se si trattava di quel ragazzo che mamma elogiava tanto cominciavo ad essere scocciata a sentir parlare di lui.

«Dev'essere molto carino Leafeon»

Mi feci pensierosa immaginandolo.

«Nel primo centro pokémon nella quale passerai uscendo da qui, dovrai consegnare il tuo pokédex, in modo che l'infermiera possa registrarti per entrare nella lega»

Mi spiegò porgendomi una custodia per medaglie.

«Ecco a te, ogni città ha una palestra, come suppongo tu sappia, quando ne batti una, vinci una medaglia, puoi raccoglierle qui»

Non tesi la mano esitante, non volevo partecipare alle lotte in palestra...

«In realtà io... io vorrei partecipare alle gare, mi piacerebbe seguire la strada di mia nonna, se la ricorda?»

Rowan fece di nuovo la faccia stupita, aveva mai avuto una nuova allenatrice così ribelle?

«La glaciale Annie, la coordinatrice più brava dopo di lei fu solo Olga la mamma della giovane Lucinda. Mi ricordo, eravamo vecchi amici»

Annuì sorridendo o almeno era un sorriso quello? No, perché a me lo sembrava… mise via il porta medaglie e al suo posto mi diede un porta fiocchi azzurro e bianco

«Allora ti servirà questo»

Presi quell’oggetto fra le mani ammirandolo con emozione

«Voglio darti un importante avvertimento Nanako: un buon coordinatore deve essere

prima di tutto un bravo allenatore, non pensare troppo e divertiti!»

Mi piegai in avanti per ringraziarlo.

«La ringrazio ancora professore!»

Misi la scatoletta in borsa e rimasi lì ferma nel caso ci fosse altro.

«Il centro pokémon è proprio qua vicino, non dovresti avere difficoltà a trovarlo, in bicicletta dovresti fare anche più in fretta»

Sorrisi grata.

«Non ne possiedo una... a Nevepoli le ruote s'incastrano nella neve perciò è inutile usarla ma la ringrazio lo stesso!»

Lui fece un gesto come per dire “non c'è di che”

«Su ora va giovinotta, mi sembra che tu abbia atteso questo momento anche troppo!»

Una sonora pacca sulla spalla, ridacchiai, in fondo aveva ragione!

«Grazie ancora di tutto professore, posso chiamarla se ho bisogno?»

Gli chiesi mentre mi avvicinavo alla porta

«Devi!»

Rispose lui lo salutai superando poi il cancello, girai il viso verso Pika

«Sei pronta? Il nostro viaggio comincia!»

La piccola annuì e così feci il primo passo, il primo passo verso la nostra grande avventura!

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Capitolo 6
*** Chi ben comincia... ***


Non era la prima volta che entravo in un centro pokémon, mamma mi mandava spesso a comprare rimedi e pozioni; e poi c'ero appena stata a curare Pika proprio ieri.
Comunque non sono edifici difficili da trovare! Si sa che questi posti sono caratterizzati da una grossa P con lo stesso colore della pokéball. E rigorosamente dietro il bancone, la sorridente infermiera Joy con accanto un grande pokémon rosa e bianco chiamato Blissey oppure la sua pre evoluzione Chansey.

«Ciao benvenuta, io sono l’infermiera Joy e questo è un centro pokémon dove rimettiamo in forza la tua squadra, vieni dal laboratorio del professor Rowan? È la prima volta che ti vedo»

La prima? Ero confusa ma feci comunque si con la testa, una domanda però mi sorse spontanea:

«Ci siamo viste ieri a Nevepoli, non ricordi? Hai curato la mia Pikachu dal congelamento»

La ragazza dai capelli rosa rise

«Oh, no! Avrai sicuramente parlato con mia cugina»

Ipotizzò, rimasi basita, mi stava prendendo in giro?

«Come è piccola questa Pikachu ed è tanto carina! È già il secondo esemplare che passa per di qua, c'è un raduno di Pikachu e non sono stata informata?»

Pikachu era uscita dal cappuccio e aveva appoggiato le zampette davanti sulla spalla incuriosita da tutto quel vociferare.

«Secondo?»

Dissi più a me stessa mentre Joy aveva preso i miei piccoli per rimetterli in forma.

«Se non sai da dove cominciare, ti consiglio Giubilopoli, basta che prosegui dritta lungo questo percorso. Prima di andare però, desideri concorrere per qualche competizione?»

Mi consigliò vedendomi un po' spaesata

«Mi piacerebbe affrontare le Gare per il Gran Festival, la ringrazio di tutto infermiera Joy!»

Feci un inchino di ringraziamento

«Perfetto, potrai iscriverti direttamente nella prima arena nella quale deciderai di gareggiare»

Ringraziandola ancora salutai sorridendo e uscì.

Una volta fuori, mi guardai a destra e poi a sinistra per capire la direzione giusta, Pikachu annusò qualcosa nell’aria e saltò giù iniziando a correre verso il retro del centro pokémon.

«Pika! Aspettami! Dove vai? Non da quella parte!»

Le corsi dietro, stava zampettando verso… un Pikachu!?

Difficilmente a Sinnoh se ne trovano di selvatici, almeno fino alla grossa villa tra Cuoripoli e Pratopoli...

«Piccola non possiamo fermarci a giocare!»

La pregai accovacciandomi per tentare di prenderla ma lei si strofinava sull’altro pokémon ignorandomi.

“Chuuu”

Verseggiò tutta zuccherosa, possibile che avesse avuto, un colpo di fulmine? È buffo per un Pikachu lo so sembra quasi una barzelletta.

«Ti prego non possiamo rimanere qui tutto il giorno! La prossima città ci aspetta!»

Mi rialzai dalla mia posizione piegata mettendo le mani sui fianchi, un po’ di vento mi scompigliò i ciuffi sotto il cappello; un ragazzo girò l'angolo dell'edificio, rimase un intero minuto bloccato ad osservarmi e poi scosse la testa per riprendersi, alzò il braccio e venendo verso di noi disse:

«Scusami! Spero che il mio Pikachu non vi abbia disturbate!»

Girai il viso verso quella voce; egli era più alto di me di tutta la testa, portava un paio di jeans chiari, una maglietta rossa con una saetta gialla dentro un cerchio bianco, sulla testa un cappello con visiera con il disegno giallo di una pokéball, i capelli corti e scuri spararti un po’ dappertutto ed uno zaino giallo con saetta nera sulle spalle, ai piedi un paio di scarpe nere con righe arancione, doveva essere persino più grande di me...

«Oh, è tuo? La mia intuizione era giusta non è selvatico... nessun disturbo comunque come puoi vedere tu stesso...»

Gli indicai i due Pikachu: la femminuccia si accoccolava e il maschietto le accarezzava la testa.

«Oh, è la prima volta che fa così…»

Guardò anche lui stupito i due topolini farsi le coccole, passandosi una mano fra i capelli, osservandoli meglio, gli venne l'illuminazione:

«Un momento... ma io la riconosco questa Pikachu! Sei per caso la figlia della signora Keiko?».

Non so se mi si spalancarono prima gli occhi o la bocca ma una cosa era certa; se quel ragazzo sapeva il nome di mia madre altri non poteva essere che il figlio della sua amica Ayame di Kanto!

«Si... e quindi tu devi essere... NO! Sei tu! Dobbiamo andare ciao!»

Presi di forza Pikachu ignorando i suoi lamenti come prima lei non aveva dato retta a me e mi accinsi ad allontanarmi da lì il più in fretta possibile.

«Stai dando confidenza al Pikachu sbagliato!»

Le spiegai semplicemente iniziando a procedere a passi svelti, per quanto le mie gambe corte me lo permettessero.

«Ehi! Fermati! Aspettaci! Dove vai? Andiamo Pikachu, abbiamo fatto una promessa a sua madre!».

E così il ragazzo mi si mise alle calcagna

«Vuoi aspettarci? Si può sapere dove stai andando?»

Mi urlò dietro quando fu più vicino

«Il più lontano possibile da te!»

Mi girai per rispondergli continuando a camminare, quando però notai che non si arrendeva aggiunsi:

«Vattene! Non ho bisogno di qualcuno che mi stia attaccato al… aaaaaahhhhhh!»

Scivolai in una buca grossa scavata nel terreno atterrandovi seduta, Pikachu mi era scivolata dalle braccia alle gambe.

«Accidenti! Pika stai bene? Scusami tanto...»

L’accarezzai timorosa vedendo per fortuna che non si era fatto neanche un graffio, mi diedi anche una controllata se per caso mi si era rovinato il vestito o altro.

«Ehi! Questa si che è una bella mossa!»

Mi prese in giro il moro dalla cima della buca

«Ah ah divertente! Perché invece di blaterare non ci dai una mano ad uscire?»

Mugolai dal basso.

«Non saprei... hai detto che non avevi bisogno di nessuno»

Touché...

«D'accordo, se la metti così va bene, non ho bisogno di te, posso farcela da sola! Pika reggiti»

Presi la topolina infilandola nel cappuccio, mi tirai su in piedi, una ripulita dalla terra con le mani e studiai le pareti di terra per cercare un appiglio. Solitamente non ero così orgogliosa, testarda si, ma davvero non sopportavo quel tipo! Misi un piede su un sasso ma scivolai; vedendomi in difficoltà, il ragazzo si sdraiò sporgendosi nella buca e tendendoci un braccio. Data la mia bassa statura, iniziai a saltellare nel tentativo di afferrargli la mano, una volta riuscitoci mi diedi una spinta con entrambe le gambe per arrampicarmi, appena uscita ci accasciammo entrambi a terra per riprendere fiato sporchi ed esausti.

«Oh, no! Mi si è macchiato tutto il pelo!»

Protestai appena mi rimisi di nuovo in piedi osservando i polsini e il bordo del cardigan.

«Be' io non sono messo meglio!»

S'indicò la maglietta

«e ricordati che sei fuori grazie a me»

Affermò con orgoglio

«Sei fuggita e non mi hai dato tempo di presentarmi; Piacere io sono Raflion!»

Mi tese di nuovo la mano, non ero particolarmente interessata ma mi era stata imposta un'educazione.

«Nanako... e, a proposito, grazie per, be' lo sai»

Gli strinsi la mano facendo cenno alla buca con la testa.

«Dovere. Insomma non mi sembrava carino lasciarti lì sotto. Allora sei proprio sicura di voler andare da sola? In due è più divertente, io non conosco la zona e sbadata come sei potresti inciampare che ne so, in un'altra buca»

M'imbronciai. Cosa gli dava il permesso di offendermi?

«Sei un simpaticone dalle tue parti vero?»

Risposi ironicamente.

«Allora dove siamo diretti?»

Mi chiese rimettendosi lo zaino appoggiato a terra in spalla.

«Siamo? Chi ha detto che vieni anche tu?»

Ghignai risistemandomi il cardigan.

«Ti ho appena salvato la vita!»

Indicò la buca protestando, va bene, in fin dei conti non aveva tutti i torti, gli dovevo un favore.

«D’accordo... ma, solo se riesci a starmi dietro!»

Scattai iniziando a correre e lasciandolo con un palmo di naso.

«Ehi! Non vale!»

Si lanciò al mio inseguimento, dopo qualche metro rallentai riprendendo un passo normale, appena mi raggiunse con il fiatone gli esposi i fatti, dopotutto dovevo ancora rispondergli ad una precedente domanda.

«Andremo verso Giubilopi, si trova più avanti se proseguiamo in questa direzione»

Ripetei le parole dell'infermiera Joy sistemandomi meglio la borsa sulla spalla.

«Ha una palestra?»

Domandò lui curioso.

«No, non ce l'ha, per la palestra dovrai aspettare di arrivare nella città di Mineropoli ancora più avanti… ma tu, lotti in palestra?»

Lo riguardai poco convinta.

«Certo! È ovvio, che altro potrei fare?»

Povero ingenuo che pensa che a questo mondo esistano solo le lotte in palestra...

«E chi non si sente portato o non in grado di fare una lotta secondo te come dovrebbe comportarsi? Rinunciare ad avere il suo primo pokémon e non affrontare mai un viaggio?»

Mi uscì un tono più permaloso di quello che volevo.

«No, certo che no... non volevo dire questo... andiamo, non puoi dire di non saper lottare, nessuno è capace appena inizia il suo viaggio! Nemmeno io lo ero quattro anni fa...»

Come pensavo, era più grande persino di mio cugino e probabilmente si conoscevano anche...

«Precisamente... di che zona di Kanto sei?»

Domandai mentre camminavamo uno accanto all’altra

«Di Aranciopoli, perché?»

Domandò lui confuso

«Sei stato per caso all’isola Cannella?»

Raf era confuso, non capiva il perché di quelle strane domande.

«Il Capopalestra Blaine è l'ottava medaglia bisogna passarci per forza. Anche se, è costretto sempre a spostarsi a causa delle eruzioni del vulcano».

Questa informazione mi mancava...

«E allora gli abitanti dove vanno?»

Chiesi ingenuamente.

«Nelle isole Spumarine, anche Blaine stesso a volte ci trasferisce la sua palestra. Ma perché me lo chiedi?»

Raf riuscì finalmente a fare quella domanda.

«Mio cugino e i miei zii abitano lì»

Spiegai semplicemente, il ragazzo si fece pensieroso

«Mi ha sfidato un ragazzo, con un Charmeleon, un tipo un po' strano, più piccolo di me e piuttosto scarso»

Sogghignai

«Si, sicuramente era lui»

Sorrisi nel ricordarmi di Franky al che Raflion mi chiese:

«Mi sembra che tu conosca bene Kanto, ci sei mai stata?»

Colta alla sprovvista, arrossì

«Non proprio... quando sono andata a trovare mio cugino non ho visitato la regione, però ho promesso a Pika che un giorno ci torneremo, voglio assolutamente visitare Celestopoli! Voglio incontrare la sua Capopalestra, l'ammiro molto»

Alzai le braccia assumendo un'aria sognante, Raf ridacchiava

«Si, Misty è forte. Pikachu però l'ha battuta facilmente»

Mi raccontò mentre proseguivamo nell’erba alta, la nostra attenzione si concentrò tutta sui pokémon selvatici, dopo qualche passo Raflion decise di chiarire un dubbio:

«Ora toglimi tu una curiosità: se non lotti nelle palestre per le medaglie, allora per quale motivo viaggi?»

Poteva sembrare una domanda stupida, ma forse a Kanto lui non aveva sentito parlare delle gare.

«Concorro per i fiocchi, faccio gare, esibizioni, hai mai sentito parlare dei coordinatori?»

Lui confuso si grattò una tempia

«Ehm no, scusa»

Proprio come immaginavo.

«I coordinatori mettono in mostra il talento dei loro pokémon in gare di bellezza e grazia»

Gli spiegai. Si lasciò scappare una risata alle mie parole, probabilmente pensando che non mi s'addiceva affatto.

«Ah, si, ora ricordo di aver sentito una cosa simile... sia Kanto che Johto e Hoenn le hanno queste competizioni... dimmi piuttosto, ne sei in grado? Dopo quella caduta, trovo che tu sia un po’ goffa»

Questa era un offesa bella e buona.

«Come scusa?!»

Esclamai visibilmente contrariata, non ci tenevo proprio a farmi trattarmi così, soprattutto da uno che conoscevo appena, come si permetteva? Accelerai il passo per distanziarmi da lui

«Scusa, scusa non volevo offenderti!»

Raflion allungò le gambe per raggiungermi ma non gli rivolsi la parola. Nell'osservare la vasta vallata i miei pensieri correvano nel vento: Finalmente ero fuori, lontano da casa, senza più restrizioni per cosa mangiare o andare a letto presto. Dovevo però stare attenta, la libertà dopotutto ha un prezzo…. Nella mia borsa ci stavano appena dei panini, il sacco a pelo e tutto ciò che occorre ad un allenatore in viaggio. Purtroppo però, i vestiti per le gare non ci sono entrati così sarò costretta a chiamare mia madre ogni volta per farmene mandare uno. Ma pazienza non potevo mica portarmi dietro una valigia! Rimasi ferma parecchi minuti ad osservare l’immensa distesa d’erba che mi si parava di fronte, ettari ed ettari pieni di colori, qualche roccia qui e là, non era tutto bianco e innevato come la mia città. E sorridevo al pensiero che potevo stare ad osservarli sveglia fino a tardi, avrei dormito sotto le stelle… mi passai in fretta le mani sotto gli occhi lucidi vedendo arrivare il ragazzo.

«Non volevo farti piangere... davvero scusami»

Raflion tentò di farsi perdonare

«Non sto piangendo… avevo il sole negli occhi»

Non lo dissi con cattiveria e credo che lo comprese perché non aggiunse altro; per lui tutto questo era normale, ma io essendo abituata a vedere fin da piccola tutto bianco, i colori mi erano nuovi. E poi con me c’era Pikachu, sentivo il suo musino accanto alla mia guancia, il suo cuoricino probabilmente stava battendo emozionato come il mio…

«Che ne dici Pika? Potremmo iniziare ad allenarci qui, c’è parecchio spazio»

Le sussurrai dolcemente, lei abbassò le orecchie, le sentivo strusciare sul cappello.

«È un posto perfetto, ci riposeremo qui e ripartiremo domattina!»

Esclamò Raf stanco affiancandomi, come se avessimo fatto chissà quanti chilometri…

«Non c’è tempo per riposare»

Era già stanco? Sul serio?

«Non vorrai mica viaggiare giorno e notte?»

Mi guardò come se avessi detto una cosa impossibile. Mossi le labbra per ribattere ma non c’era niente da dire, in fin dei conti non aveva tutti i torti.

«Va bene… vieni Pika sistemiamoci»

Camminai verso un luogo abbastanza riparato vicino agli alberi, Pikachu scese a terra guardandosi attorno e sentendo il terreno caldo sotto i piedi, quel posto forse le ricordava un po’ casa. Raflion si sistemò comodamente a terra sdraiato con la testa sullo zaino piegandovi anche le braccia per osservarci meglio, il suo Pikachu gli si sedette accanto incuriosito da quello che volevamo fare.

«Quando si mangia?»

Mi chiese dopo qualche minuto che non facevo nulla.

«È presto per mangiare, e se stanotte vogliamo rimanere qui, per riscaldarci ci servirà della legna, quindi invece di startene lì a poltrire perché non vai a cercarne un po’?»

Mollai la borsa vicino al suo zaino rimproverandolo, mi sedetti poi sull’erba a gambe incrociate di fronte a Pika.

«Perché io? Tu stai seduta lì a far niente?»

Si sentì offeso

«Se non te ne sei accorto, noi ci stiamo allenando»

Sottolineai l’ultima parola con un tono più marcato rivolgendomi poi alla mia amica mentre il Pikachu di Raf lo convinceva ad alzarsi e muoversi.

«Nonna mi ha sempre detto che la prima impressione è quella che conta, cominciando dall’uscita dalla pokéball che deve essere scenica; io non ti voglio obbligare ad entrarci, ma queste purtroppo sono le regole…»

Le spiegai indicandole la sfera e accarezzandole poi una guancia rossa dolcemente, Pika fece una smorfia di disapprovazione ma capì che ero sinceramente dispiaciuta.

«Mi daranno inoltre una capsula per coprire la pokéball e un adesivo da applicare sopra; possono essere cuori, fulmini, note musicali e anche fiocchi di neve e per buona impressione vanno colpiti; puoi farlo con la coda, le zampe, con delle piccole scosse, insomma con quello che vuoi. E come inizio porta già dei punti… mi segui fin qui?»

Le chiesi nel vedere i suoi occhietti perplessi

“Pi!”

Annuì con il muso.

«Cominciamo con le basi: possiamo iniziare da dei movimenti semplici: giravolte, capriole, passi di danza; domanda stupida immagino, Pika, hai mai ballato?»

Il motivo per cui avevo usato il plurale era semplice: seppur la nonna da piccola qualcosa sulla danza me l’aveva insegnata, dovevo allenarmi per essere coordinata con i movimenti di Pikachu.

«Le piroette sono facili, proviamone una, ti basterà imitarmi nelle pose»

Mi alzai in piedi, sollevai una gamba piegandola sull’altra e roteando eseguì una giravolta.

«Capito?»

Le chiesi con un sorriso. Pikachu girò il musino da un lato poco convinta, tornai alla sua altezza.

«Lo so che è una cosa buffa, ma nelle gare i giudici guardano molto la bellezza e la grazia. Pika voglio che tu sia sicura di affrontare tutto questo con me...»

La sollevai accanto al viso.

“Pikapi!”

Disse leccandomi poi il naso, ridacchia solleticata stringendola al petto delicatamente

«Grazie amica mia, significa molto per me».

Liberata dalla presa saltò giù mostrandomi una piroetta perfetta su un piedino solo, aprì gli occhi sorpresa

«Ottimo Pika è perfetta!»

Le feci un applauso contenta. Mi avvicinai alla borsa in cerca del pokédex e lo tirai fuori per registrare Pikachu, la voce mi disse:

I Pikachu hanno la capacità di immagazzinare elettricità nelle sacche poste nelle guance e di rilasciarla con intensità variabile attraverso scariche elettriche. Questa energia elettrica può essere manipolata in un gran varietà di tecniche, utilizzate per lo più in lotta, ma che può essere utilizzata anche per cuocere le bacche

«Molto interessante! Siete anche dei piccoli cuochi di bacche! Può essere molto utile sai? Le bacche tostate sono un ingrediente fondamentale sia dei Poffin che di alcune torte. Chissà magari se ne troviamo un po' potremmo usarle per la nostra esibizione!»

Le spiegai mantenendo uno sguardo sorridente.
Ci spostammo un po’ più in là in un pezzo d’erba con solo un masso non molto alto, iniziai a scaldare un po’ i muscoli: misi mani e ginocchia a terra appoggiando poi anche la testa

«Ti faccio vedere come si fa una capriola, seguimi Pika»

Mi spinsi con le gambe eseguendo una semplice capriola; Pikachu mi osservò attentamente imitandomi ed eseguendo una rotolata perfetta.

«Così bravissima! E se riuscirai a farla anche a mezz'aria tenendoti la coda sarà un effetto scenico fantastico! Senza farti girare la testa ovviamente»

Esclamai felice. Man mano che andavamo avanti con gli esercizi non ci fu bisogno di eseguire prima io e poi lei, iniziò ad imitarmi in completa sintonia! Ed eccola saltare e girare come una trottola, in equilibrio persino sulla coda o le zampette.

«Hai un talento naturale! Davvero non avevo mai visto nulla di simile, incanterai i giudici ne sono sicura»

Le sorrisi sollevandola controluce

«Sono fiera di te, Pika ora però hai bisogno di riposo»

Rimasi qualche minuto ad osservarla incantata.

«Ma voi due non fate mai una pausa?»

Raflion emerse dagli alberi con dei ceppi fra le braccia.

«Bentornato, credevo ti fossi perso»

Non so quanto tempo era durato il nostro allenamento, ma probabilmente lui ne aveva perso molto a cercare della legna.

«È pomeriggio ormai, ho perso un po' di tempo per cercare una zona dove accamparci stanotte»

Campò a mo di scusa

«Oh, e l'hai trovato?»

Domandai non molto fiduciosa

«Certo, ma ora mangiamo»

Facemmo uno spuntino sotto il sole caldo e il resto delle ore passò alla ricerca di quel posto che aveva trovato; non avevamo mai sentito di allenatori in viaggio di notte, con una scarsa visibilità e i pokémon selvatici che dormivano era praticamente inutile. Raflion ci condusse in un cerchio d'alberi appartato e sicuro.

«Qui staremo bene, è riparato e silenzioso, non dovremmo avere problemi, ho controllato, non è la tana di nessun pokémon… domattina ripartiamo per Giubilopoli»

Annuì posando di nuovo sull’erba le mie cose e mi inginocchiai per estrarle dalla borsa: sacco a pelo e il pigiama. Distesi a terra il rotolone in cui avrei dormito posando la borsa in cima come cuscino, presi il pigiama ed andai a cambiarmi in imbarazzo dietro un cespuglio; ritornai poi solo con addosso dei pantaloni lunghi blu ed un sopra a maniche lunghe dello stesso colore, mettendomi seduta tolsi il cappello per posarlo nella borsa accanto agli altri vestiti piegati; ero un po’ imbarazzata sul da farsi, era la prima volta che dormivo con un ragazzo che non fosse mio cugino…. Il pigiama di Raflion era anch’esso molto semplice, composto solo da un paio di pantaloncini rosso scuro ed una maglietta di colori sfumati: arancione, giallo e rosso.

«Ma, hai i capelli di due colori!»

Osservò lui sorpreso, il cappellino copriva la parte castana dei miei capelli mostrando solo la parte blu.

«Oh, si. Mia mamma l'hai visto ha i capelli blu, mentre papà ce li ha castani. E così i miei sono usciti misti»

Il ragazzo si sdraiò poi sulla schiena ma non si coprì, mi misi a pancia in giù per osservarlo.

«Hai scelto un bel posto»

Mi complimentai puntellandomi sui gomiti, lui invece mise le braccia dietro la testa guardando le stelle.

«È la quarta regione che visito, ormai ho imparato»

Disse con modestia.

«Da solo?»

Incalzai con le domande, c’era una punta di ammirazione nel mio tono di voce, infondo ci voleva un grande spirito per non annoiarsi...

«Non ero solo, c’era Pikachu con me»

Un sorriso gli si stampò sulle labbra.

«Sai cosa intendo…»

Incrociai le braccia.

«Si, da solo, puoi considerarti la mia prima compagna di viaggio se ti piace pensarla così, per quanto riguarda il lato femminile appunto, non tenendo conto di mio cugino... Ancor prima di partire da Kanto, successe questo con Philip: vedi io e lui abbiamo la stessa età, fino ad allora eravamo andati sempre molto d'accordo e così compiuti i dieci anni scegliemmo di affrontare insieme il nostro viaggio, partendo da Aranciopoli. Arrivati al laboratorio del professor Oak a Biancavilla, finimmo per litigare perché entrambi volevamo Charmander, Philip mi accusò di avere già un pokémon tutto mio e sostenne che fra i due lui ne aveva più diritto. Afferrò con prepotenza la pokéball dalle mani del professore e se andò giurando vendetta... io rassicurai Oak dicendogli che per me andava bene così e che con Pikachu mi sarei trovato benissimo infondo questo piccolino era già mio amico da qualche anno...»

Accarezzò il suo Pikachu dietro un orecchio

«E come puoi intuire, da quel giorno Philip ha voluto continuare da solo, ora sinceramente non so dove sia...»

Alzò le spalle con un lungo sospiro, che gli mancasse?

«Scusa...»

Mi scusai, non volevo fargli tornare alla mente dei brutti ricordi.

«Non preoccuparti, è passato. Ci vediamo domattina, notte»

Ammiccò sorridendomi e si voltò dall’altra parte ad occhi chiusi.

«Buonanotte...»

Sussurrai rimanendo ad osservarlo qualche minuto. Si era appena confidato con una semisconosciuta, non potei non apprezzarlo, forse l’avevo sottovalutato... mi sdraiai stringendo dolcemente Pika assopendomi poco dopo.

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Capitolo 7
*** Si alza il sipario! ***


Fu uno strano sole caldo a svegliarmi quella mattina, senza sapere che ore effettivamente fossero; la sensazione era nuova ed incredibile quanto le temperature cambiassero da due zone differenti della regione. Aprì gli occhi osservando come la luce illuminava tutte le foglie e gli alberi, tranne il punto d’ombra dove ci eravamo accampati. Uscì piano dal sacco a pelo e gattonando mi avvicinai al corso d'acqua per sciacquarmi il viso mentre il ragazzo ancora dormiva. Ripiegato il pigiama ed arrotolato il sacco a pelo, una volta rivestita, mi misi a curiosare un po’ attorno studiando l’ambiente e notai della frutta fra i rami, un’ottima idea per far colazione! Tastai la corteccia per trovare i punti migliori di appiglio per arrampicarmi e giunta in un punto sicuro mi sedetti su un ramo particolarmente grosso, raccolsi qualche baccamela lanciandole sull'erba, una finì sull'altra e rimbalzando atterrò sulla testa del ragazzo che si svegliò di soprassalto:

«Chi è? Che succede? Siamo attaccati! Presto Nanako mettiti al riparo!»

Si mosse tutto agitato guardando poi in su cambiando subito l'espressione preoccupata in una imbronciata

«Scusa non l’ho fatto apposta, la colazione!»

Risi divertita stando attenta nello scendere; mi stava guardando male e lo sapevo, mentre raccoglievo la frutta la portavo al fiume e la lavavo. Raflion si alzò togliendosi la maglia del pigiama con naturalezza, infondo per lui era normale, a viaggiare da soli non hai niente e nessuno con cui vergognarti... ciò mi costrinse però a voltare il viso dall’altra parte. Il ragazzo andò dietro un albero, ci stette qualche minuto e ne uscì lavandosi poi le mani e la faccia nell'acqua e mentre lui si rivestiva, dopo aver mangiato, pulì tutto quello che avevamo lasciato in giro. Mi specchiai nel corso, felice di avere anche i vestiti puliti dal fango grazie all’acqua con la quale li avevo bagnati la sera prima di andare a letto.

«Siamo pronti?»

Mi girai per osservarlo, lui si era imbambolato con una scarpa in mano e mi guardava. «Come? Oh, sì andiamo»

Si affrettò nell’ultimi preparativi e finalmente potemmo incamminarci.

«Credo di vedere qualcosa... sì dev’essere quella!»

Indicai dritto davanti a noi, sulla parte piana della montagna sorgeva la città affollata e moderna. Proseguimmo fino al centro pokémon, più grande e spazioso rispetto a quello di Sabbiafine e dietro al bancone…

«Salve infermiera Joy! Sono contenta di rivederla!»

La ragazza mi guardò confusa

«Ciao benvenuti al centro pokémon di Giubilopoli! Come posso aiutarvi?»

Tra me e me mi chiesi come aveva fatto ad arrivare qui prima di noi

«Eravamo a Sabbiafine prima e...»

Cercai di capirci di più

«Ah, ho capito! Hai incontrato mia sorella»

Sorella? Gemella sarebbe stato meglio dire ma non importa... Mentre le affidavo Pika e la sola pokéball che avevo per rimetterli in forze, fui distratta dal grande schermo; stava passando una pubblicità che parlava di un orologio da polso chiamato Pokémon Kron o meglio abbreviato come PokéKron che ogni buon coordinatore doveva possedere e poi…

“POKÉMON CONTEST GIUBILOPOLI” oggi alle 15:00

Stop!

Il mondo si mise in pausa.

Ci misi tanto, forse anche troppo nel rendermi conto effettivamente di quello che avevo appena letto.

C’era una gara in città e non ero assolutamente preparata!

Il mio cervello si mise a correre più di quanto le mie gambe sarebbero state in grado di fare: come facevo adesso? Sarei stata in grado di affrontarla? E il vestito? Panico totale...

«Mi scusi infermiera Joy, cosa si deve fare per partecipare alla gara? Sono ancora in tempo?»

Chiesi in un evidente stato di agitazione.

«Sei interessata alle gare? Puoi iscriverti direttamente all'Arena delle Virtù che c'è qui in città, poi sul tuo PokéKron troverai la mappa e tutti i luoghi dove le altre competizioni si svolgeranno»

Spiegò lei gentilmente

«Sul mio cosa...?»

Domandai confusa illuminandomi poi quando mi ricordai la pubblicità dell’oggetto.

«Accidenti non ne possiedo uno... dove posso trovarlo?»

Chiesi speranzosa guardando oltre le sue spalle, forse li aveva lei.

«Alla PokéKron S.p.A. proprio qui fuori non puoi sbagliarti, dopo vai all’arena e lasci il nominativo, hai tempo fino alle undici»

Le rivolsi un sorriso raggiante.

«Mille grazie, su andiamo!»

Presi di forza per un polso il povero Raflion che leggeva gli avvisi, precipitandomi fuori.

«Ehi! Ma cosa?»

Protestò lui confuso.

«Scusate! Permesso! Scusatemi!»

Tirai Raflion facendomi largo fra la folla, lui si lasciò trascinare, una volta fermati e recuperato fiato mi sgridò:

«Per tutti i fulmini, Nanako! Potresti avvertirmi prima?»

Piegato in due accanto alla porta recuperava fiato

«Dopo»

Senza troppe cerimonie entrai nell’edificio, apparentemente più piccolo di quanto mi ero immaginata, esibendo un sorriso ingenuo, salutai la famiglia proprietaria dell’azienda.

«Buongiorno, desidererei acquistare un PokéKron…»

Spostai i capelli indietro scompigliati dalla corsa

«Una nuova allenatrice e come sei carina; dunque vediamo, li ho proprio qui, ci sono diversi modelli: rosa o blu?»

La gentile donna anziana me li mostrò dall’interno di una scatola nella quale li esponeva. «Mi piace questo»

Indicai quello blu sorridendo ed arrossendo per il complimento che mi aveva fatto. La signora annuì e andò nel retrobottega, tornò poi con l’oggetto, me lo legò al polso iniziando a spiegarmi come funzionava.

«È tutto chiaro, cara?»

Annuì più volte, pagai quanto dovuto salutandola e ringraziandola nuovamente, procedetti poi via di fretta verso l’arena, sempre trascinandomi dietro il povero Raflion che mi urlava disperato:

«Cosa? Dove si va adesso?»

Entrai con passo accelerato nell'arena

«Salve! Mi scusi ci sono ancora dei posti per la gara di oggi?»

Chiesi alla signorina dietro il bancone in modo supplichevole.

«Sei già registrata?»

Domandò lei senza né ciao né buongiorno.

«In realtà no, è la prima volta che partecipo»

Ammisi

«Allora ci vorrà un po’ più di tempo, il pokédex per favore»

Lei aprì la mano in attesa; riluttante le consegnai l’oggetto aspettandomi qualsiasi domanda; ella lo avvicinò ad un lettore del computer inserendo tutti i miei dati.

«Ci rivediamo qui prima delle tre per consegnarti tutto ciò che ti servirà, buona fortuna»

Mi raccomandò riconsegnandomi il pokédex.

«Grazie mille, a dopo!»

Poco dopo su una panchina l'agitazione non mi era ancora passata, un altro peso era subito subentrato al suo posto: ero felice per essermi finalmente iscritta ma allo stesso tempo mi spaventava l’idea di affrontare la mia prima vera gara...

«Perché hai voluto già iscriverti? È un rischio! Tu e Pikachu non siete ancora pronte ad affrontare una lotta, un solo allenamento non è sufficiente»

Non so se lo disse per ripicca di essere stato trascinato come una bambola qui e là o meglio, poteva anche aver parlato come uno che ha più esperienza... ma non era certo un’osservazione da fare in quel momento, infatti ci rimasi male...

«Se è questo il tuo modo di sostenerci, ti ringrazio ma non ci serve»

Mi alzai iniziando ad allontanarmi verso il centro pokémon a grandi passi, bell’amico!

«E adesso dove vai? Dai non volevo offenderti!»

Sbuffò lasciandosi cadere sulla panchina

«Perderanno lo so e poi chi la vuole sentire? Si scoraggerà e comincerà a piangere...» abbassò lo sguardo sul suo Pikachu che aveva però un musetto contrariato, convinto anche lui che non ci avesse trattato bene.

Tornata al centro pokémon mi avvicinai ad un grosso telefono accanto alle porte interne sollevando la cornetta composi il numero, dopo pochi minuti…

«Ciao tesoro mio! Finalmente mi chiami! Come stai? Dove ti trovi adesso? Com'è andata con il professore?»

Keiko apparve sullo schermo con un sorriso a trentadue denti.

«Ciao mamma, sono arrivata a Giubilopoli stamattina presto»

Le sorrisi un po’ abbattuta, ero un contrasto di emozioni.

«Ne hai fatta di strada... hai incontrato Raflion? È li con te?»

Tentò di guardare oltre le mie spalle, alzai gli occhi al cielo affrettandomi a cambiare discorso.

«Mamma per favore, dovresti inviarmi una cosa, mi sono iscritta alla gara e mi serve»

Le spiegai i dettagli su ciò che mi serviva e lei prontamente mi rispose.

«Te lo mando subito, non agitarti piccola, sei brava andrà tutto bene, buona fortuna!»

Mi fece l’occhiolino

«Ti voglio bene grazie»

Chiusi la chiamata andando a riferire all’infermiera Joy che attendevo una consegna. Espirando fuori l’aria mi lasciai cadere su un divanetto, il cuore batteva forte, gli occhi al soffitto e la testa che girava

“Come fa a piacerle quel ragazzo? È così… idiota!”

Sbuffai.

«Eccoti qua...»

Il ragazzo appoggiò le mani sulle ginocchia respirando affannato poi rialzò la testa, distolsi lo sguardo ancora scocciata

«Spero tu sia venuto a scusarti...»

Incrociai le braccia.

«No, ma perché te ne sei andata via?»

Lo guardai incredula

«Mi chiedi anche perché!? Andiamo Pika abbiamo cose più importanti da fare»

Mi alzai diretta al retro del centro, dove forse potevo allenarmi in santa pace, ma la rabbia che provavo nei suoi confronti non mi fece rimanere per niente concentrata; ero scoordinata, sbagliavo a decidere le mosse, sarebbe andato tutto malissimo! Rientrai per il pranzo, ma mangiai ben poco, ero troppo agitata per rimanere lì seduta e ferma, tanto valeva avviarsi all’arena...

«Nanako! È arrivato il tuo pacco!»

Urlò l’infermiera Joy dalla sua postazione, la raggiunsi in fretta lasciandomi alle spalle l’agitazione. Lo presi dalle sue mani sbirciando l’interno, il sorriso mi si allargò era esattamente ciò che avevo richiesto.

«Auguri»

Mi disse

«Grazie ancora infermiera Joy»

Accartocciai il pacchetto nella borsa e uscì andando verso il contest. Raflion mi aveva persa di vista così andò a chiedere al bancone.

«È appena uscita... raggiungila prima che la gara cominci»

Gli disse Joy indicando la porta, lui sbuffò

«Grazie!»

Si lanciò al mio inseguimento.

Le due e mezza, mancava poco ormai, non avevo più fiato e stavo tremando. Sola nel camerino mi guardavo allo specchio, io così piccola e insicura stavo per affrontare la mia prima gara…

«Ahi!»

Feci un salto di mezzo metro, guardando in basso, vidi Pikachu con una faccina imbronciata; certo chi poteva essere se non lei ad avermi dato quella scossa? Non la sgridai, sapevo che l’aveva fatto per rilassarmi. Che sciocca che sono… non ero sola c’era lei con me! La presi in braccio

«Hai ragione Pika perdonami»

Le sorrisi appoggiandola sullo sgabello, mi infilai il vestito, giallo come Pikachu, maniche bombate e gonna corta a ruota, sulla vita un nastro blu che terminava a fiocco sulla schiena, ai piedi ballerine blu con il fiocchetto giallo sul davanti.

Ripiegai i miei abiti, diedi una sistemata ai capelli legandoli in due codini, gli elastici uno giallo e uno blu, in modo che assomigliassero alle sue orecchie ed infine sistemai l’accessorio, un farfallino blu, anche a Pikachu.

«Hai visto? Sembriamo gemelle»

Ridacchiai felice di vivere quella mia prima esperienza con lei; ricoprì la pokéball di Pikachu con la capsula applicandovi infine il bollino, la presi in braccio e chiusi il tutto a chiave andando poi nel retropalco insieme agli altri coordinatori.

Raflion intanto arrivava di corsa al banco iscrizioni:

«Scusi signorina!»

Iniziò a dire

«Sono spiacente, le iscrizioni per la gara sono chiuse»

Tagliò corto lei.

«No no io volevo assistere, c’è una mia amica che sta partecipando»

Si giustificò

«Ah, ok, di là»

Gli indicò l’entrata di una galleria, Raflion ringraziò e si precipitò in fretta temendo di essere in ritardo ma per fortuna trovò un posto fra le file più basse.

Stretta nelle spalle e nervosa non riuscendo a stare ferma in una posizione, iniziai a girovagare per la stanza; appesa alla parete vidi una fotografia, doveva essere di qualche anno fa ma riconobbi subito la ragazza dai capelli arancioni, si trattava di Zoey un’amica di scuola della Capopalestra Bianca che come me veniva da Nevepoli e aveva vinto un fiocco proprio qui.

«Avete vista quella bambinetta? Che capigliatura ridicola»

Un trio di ragazze parlottava fra loro indicandomi

«Che ridicolo vestito dove l’ha preso in un negozio di costumi di carnevale?»

Ridevano prendendomi in giro, non dovevano permettersi di insultare il vestito cucito dalla nonna, Pikachu con la faccina arrabbiata stava facendo uscire piccole scosse dalle guance

«Sta calma, non ne vale la pena»

le sussurrai accarezzandola sotto il muso, solitamente non mi importava del giudizio altrui ma questa volta ero troppo nervosa e quelle parole mi fecero agitare di più; cercai in tutti i modi di ignorarle continuando a farmi i fatti miei, sperando di avere l'occasione di farla loro pagare durante la gara, mi voltai soltanto quando sul megaschermo comparve una ragazza:

«Buongiorno a tutti allenatori ed appassionati! Benvenuti ad una nuova edizione del Pokémon Contest della città di Giubilopoli, io sono Marian la vostra affezionata presentatrice!»

Pausa applausi

«Lasciate che vi presenti i nostri giudici: Il signor Contesta presidente della giuria e direttore delle gare! Il signor Sukizo presidente del pokémon fan club! Ed infine l’infermiera Joy di Giubilopoli!»

Due autorità molto importanti, nei libri si legge molto di loro e la loro fama li accompagna a qualunque gara vadano, sia in questa regione che nelle altre, urla e forti battiti di mani partirono dagli spalti, il pubblico gioiva dovevano essere molto amati… Dalla grossa porta a due ante entrò un uomo con un taccuino in mano, sul quale sicuramente c’era scritto l’elenco dei sedici coordinatori e il loro turno di uscita, il mio numero era il conclusivo dato che mi ero iscritta tardi. Tremavo leggermente, ero felice di non essere la prima ma essere l’ultima voleva dire lasciarmi in tensione fino alla fine… Uno ad uno, ragazzi e ragazze uscivano, apparivano sullo schermo, facevano il loro debutto e poi rientrarono facendosi i complimenti e ridacchiando;

«Sei tu la prossima sei pronta?»

Sobbalzai deglutendo

«Si, eccomi!»

Scattai sull’attenti

«Vediamo cosa è in grado di fare la pivellina»

Sussurrò una delle due ragazze che mi derideva mentre passavo davanti a loro seguendo il signore che mi condusse fino a dietro le tende da dove erano entrati sul palco prima tutti gli altri.

«Siamo quasi alla fine delle esibizioni per la prima prova di oggi, date il benvenuto ad una nuova piccola esordiente, facciamole sentire un po' di calore ecco a voi Nanako da Nevepoli!»

Ecco Marian che mi annunciava, mi tremavano le gambe non riuscivo a muovermi… le tende si stavano aprendo, l'uomo cercò di aiutarmi:

«Su coraggio!»

Sussultai, ma questo non capiva il nervosismo delle esordienti?

«Svelta Pika vieni»

La feci entrare nella pokéball proprio all'ultimo così sarebbe stata dentro il meno possibile; decisi di correre sperando in qualche modo di sciogliere la tensione, le luci mi invasero, la folla urlava feci un inchino salutando il pubblico, la mano mi tremava e la pokéball mi stava scivolando mentre tutta quella gente mi osservava....

«Pika, nevecristallo!»

Lanciai la pokéball in aria, quando essa si aprì uscirono dei cristalli di neve, che Pikachu roteando colpì con la coda facendoli esplodere.

«Che ne dici di illuminare un po' l'ambiente Pika? Tuonoshock!»

Le ordinai aprendo le braccia, Pikachu atterrò eseguendo una potente scossa le cui ramificazioni si espansero per tutto il palcoscenico

«Pika facciamo vedere quanto sei veloce, Attacco Rapido!»

Lei annuì e iniziò a correre a zig zag ad ogni fermata faceva una posa diversa, il pubblico che rideva per le sue faccine buffe mentre Pika metteva in mostra la coda, si ribaltava a testa in giù e infine rotolando all'indietro tenendosi la coda atterrò perfettamente di fronte a me, in perfetto equilibrio sulla coda a zampette aperte mostrava orgogliosa la spilla a forma di fiocco al centro del farfallino, euforica aprì anch'io le braccia aspettando ogni movimento o parola dagli spalti o dal tavolo della giuria.

Partì un fragoroso applauso, incredibile eravamo piaciute! Avevo le lacrime agli occhi... emozione, paura... presi in braccio Pikachu girandomi per ascoltare le parole dei giudici:

«Un’esibizione veramente elettrizzante ma soprattutto divertente i miei complimenti»

Disse il signor Contesta

«Devo dire veramente notevole»

Aggiunse il signor Sukizo

«La tua Pikachu è così carina che mi ha fatto emozionare grazie mi è piaciuta tanto»

Concluse Joy.

Raflion, fra la folla, aveva ancora la bocca leggermente aperta dallo stupore ma era in piedi e applaudiva più forte di tutti gli altri, dopo un inchino di ringraziamento io e Pikachu rientravamo nel retropalco.

Mi appoggiai al muro ancora in preda all’emozione, ad occhi chiusi rivivevo nella mente i minuti appena trascorsi, ma l’agitazione non mi era ancora passata... la nostra esibizione era davvero piaciuta? Sarebbe stata sufficiente a passare il primo turno? O forse era troppo semplice e poco scenica? Ci vollero dieci minuti prima che gli otto coordinatori venissero annunciati e noi... eravamo sullo schermo! Solo una delle tre ragazze che mi stava prendendo in giro passò il turno, le altre rosicando le chiesero di farmela pagare, ma per mia fortuna quando il grande schermo mostrò gli abbinamenti, non dovevo scontrarmi con lei. Il computer mi fece finire in coppia contro un ragazzo alto e dai capelli indaco, vestito con un elegante completo azzurro e crema, saremmo stati i secondi.

«Non credere di aver vinto ragazzina»

Mi sbeffeggiò colei che aveva superato il turno

“Pikachaa”

Disse Pikachu innervosita facendo uscire delle piccole scosse dalle guance, la ragazza indietreggiò con riluttanza

«Fatti da parte Ume, voglio parlare io con la nuova esordiente»

Mi si avvicinò il mio futuro sfidante, la ragazza si allontanò stizzita evidentemente infastidita che l'attenzione venisse data a me e non a lei.

«Quindi avrò l’onore di affrontare l’elettrizzante e glaciale Nanako! Io sono Kurumi, anche se preferisco Kuru, piacere mio»

Mi porse la mano, liberai il braccio destro reggendo Pika solo con il sinistro allungai la mano, lui mi fece elegantemente il baciamano

«Ti ringrazio... »

Arrossì leggermente

«Hai un nome davvero molto bello! Significa “crema” giusto?»

Sorrisi sperando di non offenderlo

«Si, mia mamma aspettava una bambina in realtà, ma mi ha sempre vestito con questi colori e da piccolo venivo preso in giro così mi sono abbreviato il nome. Tu invece... che appellativo preferisci? Elettrizzante o glaciale?

Alzai il viso verso il suo

«Nanako basta e avanza, è solo la mia prima gara, non merito un titolo da campionessa»

Mi stava adulando troppo

«Te la sei cavata molto bene però per essere solo il tuo inizio, ma dimmi se ho sentito bene, vieni da Nevepoli, giusto?»

Deglutì

«Si, perché?»

M’incuriosì

«Io sono di Evopoli; i miei genitori mi hanno parlato di una campionessa bravissima di Nevepoli, più brava della signora Olga di Duefoglie»

Le guance mi si colorarono

«Potrebbe essere mia nonna»

Sorrisi fiera

«Avevo ragione allora, hai sangue di campionessa nelle vene!»

Insistette nell’adularmi

«Dai smettila!»

Ci scherzai su, non mi ritenevo proprio all’altezza di nonna Annie. Giunse il nostro turno di lotta, sapevo di non cavarmela un granché ma se volevo provare a conquistare il mio primo fiocco dovevo pur provarci... cercai coraggio negli occhi di Pikachu, dopo di che la feci rientrare nella pokéball e ci avviammo al campo; una volta superato il debutto del palcoscenico acquisti un po’ più di sicurezza, ma la paura resta... Presi posto al lato sinistro del rettangolo in attesa che il mio avversario apparisse dalla parte opposta, dopo un profondo respiro...

«Proviamoci... Pika nevecristallo!»

Lanciai la pokéball lasciando che facesse lo stesso effetto di prima, Pikachu atterrò dopo qualche capriola sulle quattro zampe in posizione di combattimento, Kuru lanciò la sua pokéball:

«Floatzel, mostrati in tutto il tuo splendore!»

E il suo pokémon uscì fra le bolle; non c'era tempo per tirare fuori il pokédex e saperne di più, Floatzel era un tipo acqua e io avevo un vantaggio, l’elettricità batteva l’acqua, ma rispetto a Pikachu, lui era parecchio grosso tanto che la piccola fece un leggero passo indietro intimorita; non dovevo avere paura anch'io però, altrimenti avrebbe perso la fiducia in sé stessa!

«Insieme possiamo farcela Pika!»

Le infusi coraggio, fortunatamente mi venne concessa la prima azione e scelsi come mossa una ad alto impatto scenico Tuonoshock diretto sull’avversario ma la sua grande difesa con il salvagente che gli si gonfiava attorno al collo era impenetrabile infatti non gli procurai molto danno, perse solo dei punti per non essersi scansato.

Kuru fece rispondere a Floatzel con Comete, Pikachu provò a schivarle tutte con eleganti giravolte su se stessa da un lato e poi dall'altro, questo tolse al ragazzo dei punti per la mossa non andata a segno. Nonostante Pikachu si fosse allontanata, Floatzel con un gran balzo era riuscito a raggiungerla e l'aveva mezza congelata con un Gelodenti, finché la teneva ancora fra le fauci le dissi di usare di nuovo Tuonoshock un colpo diretto con una mossa superefficace e il cerchio giallo di Kuru diminuì, Floatzel leggermente paralizzato si liberò saltando indietro con grazia gonfiando il suo salvagente incorporato, punti vennero sottratti ad entrambi.

Esitai mentre Floatzel stava recuperando fiato dal colpo appena subito, grave errore certo ma non mi piaceva infierire... il pokémon maridonnola si circondò d'acqua pronto a lanciarsi verso di noi con un Acquagetto, non sapevo proprio come sfuggire da quell'immensa potenza e così dissi a Pikachu di scappare ricorrendo alla sua agilità; però dovevo inventarmi qualcosa alla svelta altrimenti ci avrebbero sconfitte! Provai con il dirle di colpire con la coda il muso di Floatzel ma purtroppo la piccola non aveva abbastanza forza e scivolò sul campo di battaglia, ci fu un'esplosione provocata dall'impatto nella quale purtroppo entrambi i pokémon vennero coperti, i cinque minuti erano scaduti.

Il due cerchi dei punti segnavano la vittoria a... Kuru e Floatzel!

Preoccupata corsi in campo per recuperare Pikachu e prenderla fra le braccia

«Mi dispiace... mi dispiace tanto, non sono capace»

Le sussurrai con le lacrime che cadevano sulle sue guance, i suoi occhietti chiusi stanchi dalla lotta

“Pi...ka”

Sussurrò lei appoggiando la zampa sulla mia guancia, come a voler dire di non preoccuparmi, in fin dei conti era solo la prima gara, la vittoria non è sempre dalla parte dei principianti soprattutto poi se ti trovi di fronte ad uno sfidante esperto.

Nel retropalco, dopo essermi cambiata, stavo ripiegando il morbido panno che avevo usato per asciugare Pikachu, Ume tornò a farsi beffe di me:

«Davvero quell'asciugamano è per il tuo Pikachu o serve per asciugare le tue lacrime?»

come coro le altre due che ridevano

«Smettetela!»

Tuonò Kuru rientrando, Ume si girò stizzita

«Perché la difendi tanto? È una perdente piagnucolona»

Si spostò indietro i lunghi capelli neri

«Ha molto più talento, classe e bellezza di voi tre Psyduck messe assieme, sparite o vi faccio bandire dalle prossime gare!»

Kuru non era quel tipo di allenatore che umilia gli sfidanti se perdono per questo si alterò molto nel sentire quelle parole, Ume però si lasciò scivolare addosso quell'offesa mentre le sue amiche urlavano in coro:

«Come ti permetti?»

Una delle due afferrò la prima pokéball che aveva a portata di mano

«Vediamo se hai il coraggio di ripeterlo bell'imbusto!»

Kuru strinse i denti cercando di non cadere nella provocazione, per fortuna arrivò l'uomo con il taccuino ad interrompere il conflitto:

«Voi tre!»

Ed indicò Ume e le sue compagne

«Siete fuori dalla competizione per aver infranto le regole, nessuna lotta nel retropalco!»

Imbronciate come non mai, in fila lasciarono la stanza, non potevano fare nulla contro la decisione di un ufficiale.

«Stai bene?»

Si girò verso di me, per tutto il tempo mi si era parato davanti prendendo le mie difese

«Io si... Ma Pika no... ho paura abbia bisogno di un dottore...»

Sussurrai spaventata

«Corri al centro pokémon, non preoccuparti per tutto il resto»

Ammiccò

«Grazie... davvero per tutto, sei un vero amico»

Gli sorrisi

«Mi prometti che ci rivedremo?»

Mi chiese speranzoso

«Certo!»

Lo rassicurai ridacchiando

«Buona fortuna!»

Gli augurai per la sua lotta imminente, salutandolo ed uscendo in fretta dal retropalco.

«Ehi Nanako! Che succede?»

Raflion mi raggiunse all’uscita di corsa

«Non c'è tempo... dobbiamo portare Pika al centro pokémon!»

La paura nei miei occhi, lui capì subito. Ci precipitammo fuori dall'arena di corsa tornando dall'infermiera Joy a chiederle di rimettere in forze la piccola Pikachu e di curarla dal congelamento.

Nell'attesa, sui divanetti accanto alla doppia porta, Raflion mi disse:

«Scusami per prima, sei stata davvero brava! Io ho sbagliato, ti ho sottovalutata... è un peccato che tu abbia perso, c’è stato un momento in cui ho creduto che ce l’avresti fatta...»

Fissavo il pavimento, i pugni stretti sulle ginocchia

«No, non sono brava... sono una frana! Pikachu è finita in pericolo per colpa mia! Non so lottare, non sono capace, avevi ragione tu non avrei dovuto iscrivermi!»

Sbottai in furia con me stessa, lasciando che altre lacrime mi scivolassero sulle guance, Raflion si gettò in ginocchio di fronte a me

«Ehi, ehi calmati! Non è vero! Te la sei cavata molto bene per essere la tua prima volta, noi lo sappiamo! Eravamo in prima fila a sostenerti!»

“Pika! Pikachu!”

Confermò il suo Pikachu abbracciandomi lo stivale sinistro

«Vi ringrazio»

Piansi di nuovo ma questa volta ero commossa, Joy uscì poco dopo dicendomi che Pikachu si era ripresa e ora stava dormendo, la ringrazia più e più volte, dopo cena finimmo per passare la notte lì.

 

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Capitolo 8
*** Una lotta rocciosa ***


Di buon mattino con Pikachu rimessa completamente in forze, proseguimmo il cammino; considerando che la regione di Sinnoh è spaccata in due dalla catena montuosa del Monte Corona la maggior parte dei percorsi, come quello che avevamo preso, sono di montagna. Superata Giubilopoli e lasciatoci alle spalle la mia prima gara, insieme ai Pikachu e Raflion proseguimmo verso Mineropoli, la città mineraria di minatori di carbone patria del Capopalestra Pedro che allena il tipo Roccia.                      Nel bel mezzo di un prato sconfinato, dimora di pokémon selvatici che giocavano, mentre una leggera brezza di vento mi fece rabbrividire, Raflion mi chiese:

«Per caso sai, che tipo di palestra sto per affrontare?»

Ridacchiai

«Devo ammettere che sei furbo però»

Spezzai una lancia a suo favore

«Voglio solo arrivare preparato tutto qui...»

Si difese

«Sai che non sarebbe valido vero?»

Alzai un sopracciglio

«Ti prego»

Insistette

«Ti posso dire solo ciò che ho letto, nonostante conosca la mia regione il mio turno di viaggio è arrivato solo ora»

Cercai di non sembrare né modesta né maleducata

«Appunto perché è la tua regione, sai quel che mi basta!»

Lo disse come scusa pur di farmi parlare, ridacchiai arresa

«E va bene... Il capopalestra si chiama Pedro e possiede pokémon di tipo roccia, tipo resistente all’elettricità ma debole con erba ed acqua, temo che solo con Pikachu non avrai molte speranze»

Gli dissi schietta

«Vedi che non mi sbagliavo? Lo sai!»

Prese ad elogiarmi di nuovo

«A scuola i vari tipi superefficaci e immuni sono le prime cose che ti insegnano dovresti saperlo»

Sottolineai l’ovvietà della cosa, guardandomi anche in giro

«Sono andato a scuola anni fa, nemmeno mi ricordo l'ultima volta che abbiamo mangiato»

Si lamentò di nuovo

«Ho le allucinazioni o quelle sono ciliege giganti?»

Alzai il viso notando appesi all’albero dei Cherubi selvatici

«Non è cibo, sono pokémon! Si chiamano Cherubi e sono tipo Erba»

Gli spiegai al posto del pokédex

«Mm non mi piacciono... piuttosto che mi sai dire di un certo Leafeon?»

Rimasi sorpresa, non pensavo che i pokémon di Sinnoh fossero conosciuti anche fuori dalla regione ma poi mi venne in mente che Leafeon proveniva da un Eevee e che Eevee proveniva da Kanto...

«Leafeon è una delle due evoluzioni di Eevee in questa regione e il suo tipo è Erba, anche se raggiungessimo il Bosco Evopoli dove si trova la Roccia Muschio per farlo evolvere non avremmo ancora un Eevee e non ne troveremo nessuno prima di Cuoripoli che è molto più avanti. Anche volendo però non potremmo comprare una Pietrafoglia finché non cambiamo percorso verso Giardinfiorito»

Smontai tutte le sue speranze ma Raflion ghignò furbo

«Ed è qui che ti sbagli piccoletta, forza Eevee, vieni fuori!»

Dalla pokéball lanciata in aria atterrò sull'erba un batuffoletto di pelo bianco e marroncino chiuse gli occhietti e salutò con il suo “Poi poi”, spalancai la bocca sorpresa.

«Ma come...?»

Chiesi sbalordita

«L'ho catturato prima di partire, lui è il mio terzo Eevee, ne ho già uno evoluto in Jolteon e uno in Umbreon a casa poi quando sono arrivato qui, il professore mi ha dato questa»

Tirò fuori dallo zaino un sacchettino di stoffa dentro la quale c'era una Pietrafoglia, rimasi ancora più sorpresa.

«Sei più astuto di quello che pensavo... bene ora devi solo chiedere a Eevee se vuole evolversi così potrai usarlo per battere Pedro!»

Esclamai felice unendo le mani con un sonoro “clap”. Raflion si abbassò all'altezza di Eevee:

«Che ne dici amico mio, vogliamo vincere la nostra prima medaglia insieme?»

“Poi!”

Disse lui alzando una zampetta ma prima che l'appoggiasse sulla pietra li fermai:

«Aspetta! Posso prima vedere da vicino il tuo Eevee?»

Raflion rimase perplesso

«Penso di si, fai pure»

Presi delicatamente Eevee in braccio per guardarlo meglio

«Ma lo sai che sei tanto carino?»

Lui verseggiò felice del complimento, iniziando poi a leccarmi una guancia

«Mi fai il solletico»

Riuscì a dire fra una risata e l'altra

«Ora diventerai ancora più bello»

e lo appoggiai nuovamente a terra, a contatto con la pietra il suo corpo emise una luce bianca/azzurra mutando completamente la sua forma.

«Sei davvero affascinante, un eleganza innata, uno stile impeccabile!»

Dissi al piccolo con un sorriso, lui aprì la bocca verseggiando felice per il complimento e per dimostrarmi affetto strofinò il muso contro la mia gamba, mi abbassai per accarezzarlo mentre con la mano libera presi il pokédex dalla borsa per registrarlo e così mi uscirono anche le sue mosse:

«Ottimo, grazie all'evoluzione ora è in grado di usare Foglielama, oltre a Turbosabbia Attacco rapido e Morso; fra qualche livello imparerà Parassiseme»

Raflion ascoltò interessato, entusiasta volle subito provare Foglielama e così ordinò a Leafeon di usarla contro un cespuglio.

«Piiiiipluuuppppp!»

Un verso di terrore ci fece sobbalzare entrambi e indietreggiare; un Piplup sbucò dal cespuglio tutto ammaccato e stordito, si capiva che era stanco doveva aver corso a perdifiato ed essersi poi nascosto lì dietro; un trio di Stunky non poco lontano, dopo averlo nuovamente individuato, ricominciò ad attaccarlo con Velenospina, il pokémon pinguino si riprese di scatto e si parò svelto dietro le mie gambe.

«Ma che? Pika presto Tuonoshock!»

Le ordinai per difendere Piplup, i tre dispettosi rimasero fulminati e scapparono umiliati.

«Che scossa!»

Osservò Raflion sorpreso guardando Pikachu.

«Credo sia salita di livello»

Le sorrisi fiera di lei, mi girai poi verso Piplup che sentendosi nuovamente al sicuro si era spostato

«Mi dispiace scusaci, non volevamo colpirti ci stavamo solo allenando»

Indispettito lui cominciò a verseggiare agitato

«Ehi non pensi che dovresti ringraziarci perché ti abbiamo salvato la vita?»

Razza di piccolo irriconoscente, appoggiai le mani sui fianchi mentre lui mi verseggiava ancora contro, esausto cadde sfinito dalla fatica, mi affrettai a prenderlo in braccio.

«Oh, no! E adesso che facciamo?»

Mi rialzai guardando Raflion spaesata

«Dobbiamo portalo ad un centro pokémon è ovvio!»

Il ragazzo sembrava agitato

«Ma... il suo allenatore o allenatrice deve essere nei paraggi, lo starà cercando»

Mi guardai intorno aspettandomi di individuare qualcuno che di corsa venisse a reclamare la scomparsa del proprio pokémon ma niente; com’era possibile?

«Io non vedo nessuno... come fai a essere sicura che appartenga a qualcuno?»

Raflion era dubbioso.

«È uno starter, ogni nuovo allenatore deve scegliere tra lui, Turtwig e Chimchar prima di iniziare il viaggio. Non li hai visti quando sei andato dal professor Rowan?»

Lo guardai sperando scherzasse

«No, non me li ha mostrati dato che non sono un nuovo allenatore, mi ha dato solo pokédex e pokéball...»

Si giustificò, sospirai ora ero leggermente in preda al panico...

«Senti...»

Mi disse nel vedermi così preoccupata e mettendomi una mano sulla spalla

«Portiamolo con noi per ora, è inutile stare qui se non arriva nessuno. Appena arriviamo al centro pokémon chiediamo se qualcuno ne ha denunciato la scomparsa... ha bisogno di cure ora, se davvero è di qualcuno poi magari quel qualcuno ci ringrazierà per averlo salvato»

Annuì più volte, Raflion aveva ragione, non avevamo altra scelta.

«Ma quale irresponsabile lascerebbe che il proprio pokémon se ne vada in giro da solo!?»

Mi chiesi furiosa guardando le ferite di Piplup, in cammino verso il tramonto mi resi conto che...

«Raf… temo che Piplup abbia qualcosa che non va…»

Sussurrai timorosa, il piccolo pinguino non aveva dato segni di ripresa ed era stranamente debole e caldo Raflion appoggiò una mano sulla sua testa sgranando gli occhi

«Potrebbe essergli salita la febbre, vieni, facciamo più in fretta»

E così iniziammo a correre verso Mineropoli fiondandoci nel centro pokémon mentre fuori faceva buio.

«Presto infermiera Joy è un’emergenza!»

Corsi al bancone porgendole Piplup, notando il pokémon che respirava a malapena, Blissey ci raggiunse con una barella sulla quale me lo fece appoggiare.

«Aspettatemi qui per favore»

Ci disse Joy senza cattiveria sparendo dietro a una doppia porta.

Dopo il trambusto causato dal nostro arrivo tornò il silenzio e le normali attività del centro ripresero, sospirai liberando la tensione e mi lasciai andare appoggiando le braccia al bancone nascondendovi la testa dentro e alzandola solo di poco ogni tanto per guardare la porta da dove erano spariti; sobbalzai leggermente quando il telefono suonò, esitai un attimo nel rispondere ma dovevo avvertire il mittente che al momento l’infermiera non era reperibile, poteva anche trattarsi di una cosa urgente... Tirai su la cornetta:

«Pronto? Qui centro pokémon di Mineropoli»

Dissi all’ignoto interlocutore.

«Sei tu Nanako?»

Ci misi un po’ a riconoscere la voce, ma solo una persona poteva usare quel tono rassicurante e duro allo stesso tempo

«Si, sono io, buonasera professor Rowan... l’infermiera Joy è impegnata in un operazione al momento...»

Spiegai l’assenza della donna.

«Capisco, ho provato a telefonare al centro pokémon di Giubilopoli ma mi hanno detto che eri già andata via. Ascoltami Nanako, poco dopo che sei stata da me mi sono accorto che mi è sparito Piplup, mi chiedevo per caso se l’avessi incontrato»

Sgranai gli occhi sorpresa, che strana coincidenza...

«Si professore! È proprio per questo che sono venuta qui di corsa! Eravamo accanto alla foresta ad allenarci e dal cespuglio è spuntato un Piplup, un trio di Stunky l’aveva aggredito ed ora è ricoverato con la febbre, credevo fosse di un allenatore così abbiamo aspettato qualche minuto che qualcuno venisse di corsa a reclamarlo ma deve essersi ammalato mentre eravamo in attesa...»

Gli raccontai tutta la vicenda, che si trattasse dello stesso Piplup?

«Si penso sia lui... caspita ve la siete vista proprio brutta»

Ci fu qualche minuto di silenzio

«Quindi non appartiene a nessun esordiente? Devo riportarglielo?»

Gli domandai dato che non diceva niente

«Si, a meno che non voglia tenerlo tu se ti va, credo che glielo devi no? Dopotutto ti ha seguito fin lì, deve essersi affezionato a te, questo conferma ciò che ti dissi quando sei venuta qui: credo tu abbia qualcosa di speciale che piace ai pokémon ragazza mia»

Sbattei le palpebre confusa ed allo stesso tempo sorpresa da quell’affermazione, cominciando a capire un po’ più alcune cose...

«Allora? Lo terrai?»

Domandò nuovamente lui dato che non rispondevo, tornai alla realtà riflettendo bene sulla domanda che mi era stata appena posta;

«Certamente professore, molto volentieri...»

Risposi sincera e convinta, sperando che anche Piplup lo volesse, ma infondo, da quello che aveva detto Rowan, sembrava di sì.

«Molto bene, ti spedisco subito la sua pokéball, buon proseguimento cara»

Non potevo vederlo, ma ero sicura che fosse soddisfatto

«La ringrazio professore arrivederci...»

Misi giù la cornetta notando solo ora, che nel retro del bancone, c’era una macchina scambia pokéball e sullo spazio di destra ne comparve una con una goccia sopra, doveva essere sicuramente la mia perciò non mi feci problemi a superare il banco e prendermela.

«Cos'è quella?»

Mi domandò Raflion tornato dal bagno.

«È la pokéball di Piplup… non è di nessuno, viene dal laboratorio del professor Rowan» Gli spiegai, lui guardò la pokéball e poi me

«Devi mandarlo indietro?»

Domandò

«Non proprio... ha detto che se voglio posso tenermelo»

Sussurrai ancora incredula

«È una bella notizia no? Così ora non avrai più solo Pikachu in squadra! Che c’è? Non sembri contenta»

Mi guardò confuso

«Si che lo sono, ma sono preoccupata... il professor Rowan ha detto che Piplup è fuggito per seguire me... è per colpa mia che era in pericolo, capisci?»

Delle lacrime mi bagnarono gli occhi, svelto Raflion mi afferrò per stringermi in un abbraccio.

«Non può essere colpa tua, non lo sapevi nemmeno»

La sua mano picchiettava delicatamente sul il mio cappello, appoggiata al suo petto, il tempo momentaneamente si fermo finché lui non parlò di nuovo:

«Ti stai accusando di una cosa che...»

La sua frase fu interrotta, le porte a doppio si aprirono e l’infermiera Joy ne uscì sorridendo, mi scostai di scatto precipitandomi verso di lei.

«È tutto a posto, Piplup sta bene ora sta dormendo»

Comunicò la donna dai capelli rosa senza che dovessi chiederle niente, un gran peso mi si levò dal cuore.

«Posso vederlo?»

Le chiesi timidamente, lei annuì facendomi strada. Il piccolo pinguino era sdraiato sotto una leggera copertina azzurro cielo, riposava stanco, lentamente mi avvicinai prendendo posto sulla sedia accanto al lettino, Pikachu restò a terra per non essere invasiva.

«Scusami Piplup…»

Sussurrai piano per non svegliarlo

«sei finito in pericolo per colpa mia; al laboratorio, non mi sono accorta che volevi venire con me... tu però ci hai seguito lo stesso... questo significa che forse mi vuoi bene? Io ti trovo molto carino sai? Spero che diventeremo amici»

Gli sfiorai la testolina con una carezza e a quel tocco lui aprì gli occhi

“Pi...”

Aprì di poco il becco emettendo quel flebile suono

«Ciao»

Gli sorrisi, lui diventò un po’ rosso abbassando la testolina, feci per toccarlo ma si girò imbarazzato.

«Andiamo Pika, Piplup vuole riposarsi ancora un po’»

Presi in braccio la topolina uscendo dalla stanza con lei.

Finimmo con il passare la notte al centro e l’indomani mattina dopo colazione decidemmo di allenarci nel retro del centro in vista delle prossime competizioni; dalla finestrella della sua stanza, il piccolo pinguino, di nuovo in forma, ci osservava rimanendo in silenzio.

Raflion consultò il pokédex

«Che ha Fogliamagica di diverso?»

Guardò Leafeon.

«Un effetto scenico semplicemente, nelle gare sottrae molti punti, nelle lotte invece è infallibile, ricordati solo di non colpire quando usano Fossa o Volo»

Gli spiegai

«E tu saresti quella che non è brava nelle lotte?»

Alzò un sopracciglio

«Io leggo e basta, tra teoria e pratica c'è molta differenza»

Ribadì per la millesima volta.

«Va bene...»

Raflion osservò i suoi compagni pensieroso

«Pensi di potermi prestare Piplup? Ora che è ufficialmente tuo...»

Mi chiese così dal nulla, sbattei le ciglia perplessa

«Non ho ancora la sua approvazione... non so se davvero vuole venire con me, non gli ho chiesto, l’ho lasciato dormire...»

Gli spiegai sperando di essere chiara

«Ma ti ha seguito fin qui, è ovvio che vuole venire con te»

Sottolineò lui come se il discorso fosse chiuso

«Non mi parla... senti io non voglio obbligarlo va bene? Ho detto al professor Rowan che l’avrei preso ma se Piplup non vuole non lo costringo, capito?»

Sbottai innervosita dandogli poi le spalle, Piplup intanto ascoltava tutto

«Scusa...»

Sussurrò dispiaciuto

«prima mi hai detto che un pokémon di tipo Acqua è efficace contro il tipo Roccia, io non ne ho e così ho pensato che tu potevi...»

Tentò di giustificarsi

«Si, capisco cosa intendi... e so anche che abbiamo poco tempo»

Lo rassicurai. Le ore stringevano, Raf avrebbe avuto la lotta in palestra quel pomeriggio e Joy era venuta a comunicarci che Piplup era sparito dalla sua stanza;

«Non può essere andato lontano, su andiamo a cercarlo!»

Mi propose il ragazzo

«È inutile Raf, significa che Piplup non vuole stare con me, mi dispiace... questo vuol dire anche che non te lo potrò prestare... ora andiamo, hai una lotta da affrontare...» Mormorai rassegnata rientrando per consumare il pranzo. Si scoprì poi che Piplup si era nascosto in cucina a sgraffignare qualcosa e che l’infermiera aveva chiamato l’agente Jenny temendo si trattasse di un ladro mal intenzionato, porgendo loro mille scuse mi affrettai a prendere il pokémon per portarlo via.

«Ragazzina è tuo questo pokémon?»

Mi bloccò la poliziotta

«Non proprio... vede, lui apparteneva al professor Rowan finché...»

E raccontai di nuovo tutto ciò che era accaduto finora

«e così non mi sono imposta su di lui a meno che non decida spontaneamente di venire con me e finora non ha espresso nulla a riguardo»

Piplup da buon attore mi strofinò la testa sotto il mento cercando coccole mettendomi in pieno imbarazzo, la donna in divisa lo guardò strano

«Non ho mai visto un Piplup comportarsi così, deve esserti affezionato»

Se continuava così poteva anche farmi passare per bugiarda

«Finge..., fino a poco fa neanche mi guardava... Piplup smettila!»

Borbottai infastidita allontanandolo dalla faccia

«Capisco, be’ per questa volta vi lascio andare. Ma se sei responsabile di questo pokémon dovrai rispondere tu per ogni sua azione.»

Jenny mi insegnò ciò che ogni buon allenatore dovrebbe sapere, apprezzai molto la sua clemenza, il mio essere alle prime armi con i pokémon oggi mi aveva aiutata. Finita la sua recita, Piplup saltò giù dalle mie braccia avviandosi alla porta con noncuranza

«Ehi torna qui!»

Gli andai dietro

«non ti permetto di farmi fare una figuraccia e passarla liscia!»

I poveri Raflion e Pikachu costretti ad inseguirci si divertivano

«Non è adorabile quando si intestardisce?»

Disse il ragazzo al suo Pikachu alludendo a me.

Il nostro cammino ci condusse proprio di fronte alla palestra dove ci bloccammo: «Caspita è interamente scavata nella roccia»

Esclamai osservandola a bocca aperta, si aprì la porta ed un uomo ci accolse.

«Nuovi sfidanti? Un benvenuto a voi, prego da questa parte»

Il minatore ci fece strada senza neanche darci il tempo di salutare.

Superammo un gran portone di pietra e poi giù lungo una discesa fino ad un campo lotta circondato da rocce e massi di ogni forma e dimensione, su un lato delle tribune dalla quale avremmo potuto assistere alla lotta.

«Ehm noi ci mettiamo lì, buona fortuna»

Augurai a Raf sorridendogli

«forza Piplup andiamo, Raf deve combattere non disturbarlo»

Dovetti obbligare il pinguino a seguirmi ma lui non sembrava aver nessuna intenzione di ascoltarmi, per tutta risposta andò a mettersi nel rettangolo che avrebbe dovuto occupare lo sfidante al contrario di Pikachu che se ne stava comoda sulla mia spalla rivolgendo all’altro pokémon uno sguardo riprovevole

«Non mi darà nessun fastidio tranquilla, poi così non sembrerà casuale»

Ammiccò sussurrando le ultime parole e mettendosi in posizione mentre noi sedevamo. Dal lato opposto, un minatore con caschetto rosso compreso di lampadina e un paio di occhiali rossi si presentava:

«Benvenuto nel mio regno giovane sfidante, il mio stile di lotta è duro, il mio cuore è di pietra, hai l’onore di avere di fronte a te... Pedro la roccia!»

Eseguì una serie di pose con fare teatrale, cercando di non farmi vedere mi appoggiai una mano sulla fronte in imbarazzo.

«Ciao Pedro, io sono Raflion e vengo da Aranciopoli nella regione di Kanto»

Si presentò Raf cercando di non ridere.

«Io vi farò da arbitro»

Disse il collega con cui eravamo entrati

«sarà uno scontro tre contro tre, solo allo sfidante sarà permesso di sostituire i suoi pokémon, la lotta terminerà quando tutti i pokémon di uno dei due allenatori non sarà più in grado di continuare… accetti queste condizioni?»

Domandò egli a Raflion che annuì.

«Potete cominciare!»

Alzò il braccio per dare il via.

«Onix via allo scavo!»

Pedro lanciò il suo primo pokémon, il grande serpentone occupò la maggior parte del campo dati i suoi otto metri di lunghezza, Raflion sorrise tranquillo, nella mente il ricordo della sua prima sfida nella palestra di Plumbeopoli nella quale aveva già affrontato l’Onix di Brock... voltò poi il capo verso il basso guardando il pinguino: «Allora piccoletto, vuoi avere tu l’onore di cominciare?»

Piplup si erse fiero in tutta la sua piccolezza ed avanzò verso la metà campo intimorendosi leggermente dalla massa dell’avversario

«E così vuoi contare sul vantaggio di tipo, ma non ti servirà… Onix fossa!»

Pedro mosse un dito come se stesse sgridando un bambino dicendogli che qualcosa non si fa e poi con un ghigno mandò il suo pokémon all’attacco. Il grosso serpentone infilò la testa sottoterra pronto ad attaccare dal basso

«Piplup vola via!»

Gli ordinò Raf, lui cominciò ad agitare le corte alette muovendosi da tutte le parti per evitare la mossa; il pinguino azzurro esitò davanti ad una roccia e all’ultimo minuto si spostò con grazia mandando il corpulento pokémon a sbattervi contro. Quella mossa mi lasciò sorpresa, dovevo conoscerlo meglio e potevo iniziare dall'osservare i movimenti che faceva oltre a riconoscere la bravura di Raf.

«Approfittane Piplup, usa Bollaraggio!»

Bolle d’acqua uscirono dal suo becco iniziando a colpire Onix sulla schiena

«È più furbo di quanto pensassi... le sa usare le strategie. Lui e Piplup non si erano mai allenati insieme eppure guardali, Piplup sta eseguendo ogni suo comando senza obiettare, è molto abile Pika, non trovi? Sa volteggiare bene, nelle gare farebbe un figurone!»

Elogiai entrambi, Pikachu mi dimostrò il suo appoggio strofinando la guancia rossa contro la mia poi rivolse a Piplup di nuovo con quello sguardo di rimprovero.

«Ti voglio bene»

Le accarezzai il musetto.

Onix si stava preparando per il prossimo attacco, Raflion ordinò a Piplup di schivare e contrattaccare con Beccata proprio sul punto in cui Onix si appoggiava al terreno il colpo lo fece barcollare, questo diede a Raf un’idea:

«Piplup saltella sulle rocce usando Bollaraggio!»

Gli disse e il pinguino iniziò a volteggiare sulle rocce colpendo Onix con l’acqua da più direzioni.

«Pika guarda con che grazia si muove Piplup!»

Esclamai con sorpresa stringendo poi i pugni dal desiderio di volerlo con me

«Onix usa la tua coda non lasciartelo sfuggire!»

Pedro si stava agitando e il suo pokémon, per colpa del grosso fisico, mancava sempre l’obbiettivo tanto che stremato dalla fatica cadde esausto, soprattutto quando Piplup si lanciò sul suo corno con Beccata. Sfortunatamente anche Piplup cominciava ad essere stanco, Raflion si chinò su di lui mentre Pedro faceva rientrare Onix.

«Sei proprio forte lo sai? Te la senti di continuare?»

Il piccolino si batté l’aletta sul petto annuendo

«Siamo solo all’inizio, voglio vederti ora... Geodude vai!»

Ed ecco il secondo pokémon di Pedro, una roccia con le braccia che fluttuava.

«Ha bisogno di una rinfrescata quel brutto muso, Piplup, Bollaraggio!»

Le bollicine colpirono Geodude in piena faccia togliendogli qualche punto energia ma la stessa tecnica non valeva due volte...

«Geodude, Centripugno!»

Piplup schivò il pugno sinistro ma non il destro che lo mandò al tappeto facendolo volare verso Raflion, il ragazzo lo risollevò da terra complimentandosi con lui.

«Hai fatto del tuo meglio Piplup, ora basta però devi riposare»

Portandolo in braccio venne verso di noi e ce lo lasciò in custodia. Presi il pinguino fra le braccia lasciando che ci dormisse sereno, Raf tornò in postazione prendendo la pokéball dallo zaino:

«Forza Leafeon mostra la forza dell'evoluzione!»

Il pokémon volpe uscì mettendosi in una posa elegante e combattiva. Pedro digrignò i denti, un altro pokémon in vantaggio per tipo; Raf approfittando che Geodude non attaccasse fece scagliare a Leafeon Foglielama stupendosi lui stesso di quanto quelle foglie fossero efficaci... Geodude precipitò lentamente e quando fu all’altezza giusta, Leafeon lo colpì con una mossa ben assestata:Attacco rapido! Pedro non se ne accorse subito, ma il suo pokémon era sconfitto...

«Cosa? Non è possibile! Il mio povero Geodude... e va bene, non mi resta che tirar fuori la mia arma segreta! Mio splendente Rampardos, facci strada per uscire dal tunnel!».

Era così imponente, quasi mezzo metro più grosso di Leafeon, un masso enorme dell’attacco Rocciotomba e il piccolino ancora dal livello non molto alto vi finì sotto circondato e sconfitto, distolsi in fretta lo sguardo povero Leafeon... il ragazzo guardò di nuovo ai suoi piedi

«Sei la mia ultima speranza amico mio, vai fulminiamolo!»

Rialzai subito la testa preoccupata, Rampardos era Roccia non Terra ma comunque un tipo Elettro era poco efficace!

Pikachu si lanciò di corsa in campo pronto alla battaglia e Pedro per non ripetere l'errore fatto in precedenza non perse altro tempo attaccando con Pietrataglio. Pikachu era agile e ben allenato, il suo livello decisamente alto, riuscì a schivare ogni singola pietra e quando si trovò abbastanza vicino al piccolo dinosauro scagliò un potente Fulmine; non gli procurò molti danni purtroppo ma lo bloccò per qualche secondo, una volta ripreso Rampardos contrattaccò con Frana. Un nuovo fulmine di Pikachu colpì il terreno facendo perdere l’equilibrio al pokémon roccia, disorientato venne di nuovo colpito sulla testa stavolta da Codacciaio barcollando ancora di più. Approfittando della momentanea debolezza, Pikachu sferrò l’ultimo colpo con una combinazione di Attacco Rapido e Fulmine, Pedro nel disperato tentativo di ribaltare la situazione ordinò a Rampardos di nascondersi con fossa ma Raflion non glielo permise; suggerì a Pikachu di lanciare Fulmine nella buca, ci fu un’esplosione e Rampardos ne uscì sdraiato e sconfitto, rimasi a bocca aperta, Raf non aveva dato letteralmente a Rampardos il tempo di agire o pensare.

«Rampardos non è più in grado di continuare, con tre vittorie su tre lo sfidante si aggiudica l’incontro!»

Annunciò il collega minatore alzando il braccio.

«Ha vinto! Hai sentito Piplup? Hanno vinto!»

Sussurrai al pinguino ancora stanco. Pedro ritirò il suo Rampardos ordinando al minatore di andare a prendere il premio per Raf, il collega si avvicinò poco dopo con una scatoletta:

«Perdonami ragazzo per averti sottovalutato, devo farti i complimenti. Te la sei meritata, prendila è la Medaglia Carbone»

Raflion la prese mostrandola a Pikachu

«Il merito è tuo amico mio»

Pikachu vi mise una zampetta sopra poi Raf la ripose con cura nella custodia.

«Hai pazienza fino a domani? I miei pokémon hanno bisogno di riprendersi»

Mi disse il Capopalestra quando mi avvicinai

«Come? Oh, nono vedi io... preferisco gareggiare»

Avvampai nella speranza di non offendere

«Ti presento Nanako, la mia compagna di viaggio»

Mi presentò il ragazzo

«Piacere mio Nanako! Scusami se mi permetto, per caso sei tu l'allenatrice di Piplup?»

Chiese notando solo ora il pinguino ancora fra le mie braccia

«Più o meno... la storia ecco è un po’ lunga...»

E spiegai anche a lui i precedenti eventi, ma poi sbiancai leggermente

«Oh, neve... forse non è valido?»

Domandai ingenua e preoccupata

«Ma no non è per questo!»

E si mise a ridere

«il tuo amico Raflion ha vinto con le sue capacità. È solo che ho notato come Piplup ti guardava prima di eseguire ogni mossa, come se cercasse la tua approvazione e volesse farsi vedere forte ai tuoi occhi»

Non ci avevo fatto caso ma la cosa mi scaldò il cuore e i miei occhi si fecero lucidi

«Se proseguite più avanti, oltre Giardinfiorito troverete Evopoli, è lì la prossima palestra»

Aggiunse poi rivolto a Raf

«Perfetto, grazie ancora di tutto!»

E così lo salutammo diretti al centro pokémon dove avremmo fatto riposare le nostre squadre.

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Capitolo 9
*** Il fiore di fuoco ***


Rimesso in forze, Piplup si dimostrò nuovamente indeciso nel darmi una conferma sul seguirci o no; ci trovavamo ancora al centro pokémon di Mineropoli e a momenti saremmo dovuti partire per Giardinfiorito, se lì mi attendeva una gara e Piplup mi faceva perdere tempo, sarei arrivata tardi e l’avrei persa... Da una parte capisco la testardaggine e l'orgoglio della sua specie ma così non mi era di molto aiuto...

«Forse preferisci viaggiare con Raf?»

Gli chiesi stuzzicandolo accucciata affianco a lui, la domanda mi sorse spontanea data la loro sintonia avuta nella lotta in palestra... il pinguino non mi rispose osservò il mio sguardo deluso ed abbassò la testolina sentendosi un po’ in colpa

«Non devi preoccuparti, non ti sto obbligando, voglio solo che tu sia sincero, sto cercando di capirti ma così ho paura di non riuscirci...».

Al che, Pikachu non poté più trattenersi: si avvicinò a lui colpendolo in pieno con una scarica

«No! Pika che fai?»

Mi colse alla sprovvista, quasi finì seduta per terra nell'indietreggiare velocemente, perché si comportava così? Piplup reagì offeso piangendo mentre Pikachu gli urlava contro cose che non potevo capire indicandomi alla fine con la zampetta.

«Nanako aspetta...»

Raflion mi aiutò ad alzarmi ma mi tenne anche ferma per non intervenire a dividerli

«credo che Pika lo stia sgridando per come si comporta nei tuoi confronti...»

Ipotizzò lui, ne rimasi sorpresa. Finita la sfuriata, la topolina mi salì in spalla incrociando le braccia e guardando ancora severa il pinguino.

Piplup imbronciato per essere stato rimproverato, mi si avvicinò timidamente, fece un versetto triste che interpretai come “Scusa”.

Mi chinai di nuovo verso di lui sedendomi sulle ginocchia

«Ho visto la tua lotta, hai un grande talento, possiedi molta grazia... vorresti farmi da partner nella prossima gara?»

Lui arrossì al complimento e felice mi saltò in braccio con un verso contento, abbracciai sia lui che Pikachu dicendo loro quanto volessi bene ad entrambi. Quando mi rialzai per farlo entrare nella pokéball lui vi rimase dentro lasciandomi ad osservare la sfera ancora a mente confusa... prima di iniziarlo quel viaggio non mi sarei mai aspettata che uno dei tre starter che non volevo alla fine facesse parte della mia vita... e della mia squadra soprattutto!

«Sei una vera amica Pika»

Le sorrisi grata, infondo il merito era suo.                                                                                                                                                                                                   Finalmente uniti, potemmo proseguire raggiungendo la prossima città solo qualche giorno dopo. Secondo ciò che diceva la mappa sul PokéKron davanti a noi sorgeva una collina e sulla sua cima Giardinfiorito; città profumata, ricoperta di fiori di gracidea, gli stessi che crescono sul dorso degli Shaymin, pokémon misteriosi della regione; nonna Annie ha sempre voluto uno Shaymin ma sono così rari da trovare che è quasi impossibile catturarne uno... Inoltre a detta sua in un ambiente così freddo sarebbe molto difficile vivere per loro e così ciò che possiede di Shaymin è un vaso della sua forma per i fiori.                                                                                                                     Prima di entrare in città vi è un negozio dove il simpatico fiorista Milletinte vende bacche e miele. Oltrepassato un arco ricoperto di edera e fiori rosa, mi fermai ad annusare quel dolce profumo...

«Hai perso qualcosa?»

Raflion quasi mi venne addosso

«Non senti che fragranza meravigliosa?»

Sussurrai ad occhi chiusi, il naso all’insù. Raf alzò gli occhi al cielo mormorando qualcosa che suonò tanto come “Roba da femminucce” e mi superò avviandosi lungo la strada acciottolata richiamandomi all’ordine:

«Andiamo, non abbiamo tempo da perdere ad annusare fiori»

Mi ammonì

«Che noiosi voi ragazzi!»

Sbuffai sonoramente.

«Ma poi perché tanta fretta?»

Lo raggiunsi dopo una breve accelerata, camminavamo fra le aiuole recintate ognuna con un fiore diverso dall’altra.

«Voglio trovare la palestra e vincere la prossima medaglia»

La vittoria gli aveva dato alla testa, ora era il mio turno di sollevare gli occhi al cielo

«Ma la palestra non è qui! È ad Evopoli! Hai già dimenticato le parole di Pedro? Questa è ancora Giardinfiorito!»

Raflion si bloccò di colpo come se avesse sbattuto contro un muro invisibile

«Me ne sono scordato...»

Piagnucolò

«Non farla tragica, fra qualche giorno ci arriveremo. Vieni, voglio farti assaggiare una cosa».

Lo portai al centro pokémon chiedendo alla signorina Joy degli infusi alla rosa e al miele per noi e per i nostri amici pokémon, le bevande venivano direttamente dal fiorista Milletinte, ne avevo sentito tanto parlare e così ora ero curiosa di gustarle; quel liquido possedeva davvero proprietà straordinarie, notai infatti, più lucentezza sul pelo di Pikachu.

«Allora? Che te ne pare?»

Raflion storse le labbra

«Non sono tipo da queste cose»

Mormorò, il suo Pikachu al contrario sembrava molto felice mentre beveva, la comparsa di Marian sullo schermo della TV mi fece girare di scatto:

«Salve a tutti amici e appassionati di gare volevo annunciarvi che un contest si terrà qui proprio domani! Le iscrizioni sono già aperte, vi aspettiamo numerosi!»

A fine annuncio trillò anche il PokéKron.

«Perfettamente puntuali! Torno subito!»

Mi alzai di scatto, Raf mi guardò confuso

«Hai tutto il giorno di tempo per iscriverti!»

Protestò

«Devo fare una cosa prima!»

Gli urlai mentre mi avvicinavo agli apparecchi telefonici, composi il numero e aspettai la comparsa della donna sullo schermo.

«Ciao mamma sono di nuovo io»

Dissi al video accanto alle porte

«Ciao bimba mia! Dove sei arrivata?»

Mi sorrise Keiko

«Siamo arrivati a Giardinfiorito, avrei bisogno di un altro vestito per la gara di domani...»

E glielo descrissi in modo che non si sarebbe sbagliata

«Te lo mando subito tesoro! Oh, Raf caro come stai?»

Mamma salutò Raflion che si era avvicinato per sentire

«Salve signora, sto bene la ringrazio, ho vinto la mia prima medaglia»

E la mostrò.

«Complimenti! Scriverò subito alla tua mamma, mi ha chiesto di tenerla informata! E tu tesoro? Le tue gare?»

Girò il viso verso di me

«Ho partecipato alla gara di Giubilopoli dopo averti chiamata, ma ho superato solo la prima fase... nelle lotte un certo Kurumi mi ha battuta. Ma questa volta avrò un nuovo amico ad aiutarmi»

Ammiccai auto incoraggiandomi

«Hai catturato un nuovo pokémon piccola?»

Presi la pokéball dalla borsa

«Più o meno»

E raccontai anche a lei tutta la storia di Piplup.

«Che bello! Piplup eh? Come stai crescendo in fretta... sai, il tuo papà scelse Chimchar, io e nonna invece avevamo Turtwig»

Mi raccontò Keiko commuovendosi e sorridendo allo stesso tempo, mi sentì leggermente in imbarazzo speravo davvero che non si mettesse a piangere...

«Mamma non l’ho scelto io è lui che...»

Provai a spiegare di nuovo

«L’ho sempre saputo che possiedi un gran cuore Nanako, è per questo che i pokémon si fidano di te, mi rendi così fiera»

Ecco che faceva piangere me...

«Mamma…»

Sussurrai tirando su con il naso.

«Ti mando il pacco, congelali tutti!»

Chiuse.

«È una donna molto dolce, quando è venuta a casa mia mi ha sempre trattato con affetto»

Commentò Raflion

«Un angelo... tranne quando si arrabbia, fa venir giù una valanga!»

Ridacchiai per poi uscire insieme al ragazzo recandoci all’arena a fare l’iscrizione. Lungo la strada il mio interesso fu catturato da un negozio di fiori, fuori esposto vi era un cartello: “Corso di cucina Poffin tra i fiori di Forsythia”

«Wow dobbiamo assolutamente entrare! Sono curiosa di vedere come li prepara»

Esclamai avvicinandomi alla porta, Raflion guardò il cartello poi me

«Cosa sono i Poffin?»

Chiese confuso

«Sono biscotti per pokémon fatti con le bacche aumentano la grazia, la bellezza, l’acume, la grinta e la classe prima di un’esibizione. Ce ne sono inoltre diversi tipi: amaro, pepato, dolce, secco e aspro in base a quale bacca usi ottieni un gusto diverso»

Gli spiegai

«la nonna mi ha dato la ricetta ma non ho ancora mai provato a farli»

A Raflion venne un illuminazione

«Ah, ho capito! Nella regione di Hoenn li chiamano Pokémelle!»

La regione di Hoenn... che bello sapere che altre regioni avevano tradizioni simili seppur diverse.

«Salve! È permesso?»

Spinsi delicatamente la porta del negozio di fiori, all'interno una ragazza dai capelli verdi stava innaffiando piante con un buffo annaffiatoio giallo.

«Ciao, benvenuti! Siete qui per il corso di cucina?»

Ci chiese interrompendo la sua attività di giardinaggio

«Si! Mi piacerebbe moltissimo apprendere i tuoi metodi per fare i Poffin! Scusami non mi sono presentata, mi chiamo Nanako e sono una coordinatrice»

“Pikapika!”

Salutò educatamente anche Pikachu fuoriuscendo dal cappuccio

«E io sono Raflion, sono negato in cucina ma Nanako ha insistito tanto»

Il ragazzo si portò una mano dietro la testa in imbarazzo mentre il suo Pikachu salutava educatamente

«Io sono Forsythia vi do il benvenuto amici, prego seguitemi»

E con un sorriso e gentilezza la ragazza ci condusse nella sua cucina; decisi di togliermi la felpa così non si sarebbe sporcata e la maglietta che avevo sotto era molto più comoda per cucinare, Forsythia ci prestò dei grembiuli blu per me e rosso per Raflion.                                                                                                                                   Grazie al mio personale ricettario e dal fatto che sembrava me la cavassi bene, Forsythia fu molto propensa nel suggerirmi cosa fosse meglio aggiungere nell'impasto sia per i tipi elettro che per quelli acqua e dato che mentre parlavamo, uscì fuori la mia provenienza da Nevepoli, anche la bacca speciale per i tipi ghiaccio. Passata una buona ora potemmo controllare i risultati; usando due teglie riuscì a distinguere i diversi gusti, i miei Poffin usciti dal forno erano rosa e morbidi mentre quelli di Raflion uscirono neri e bruciati, il ragazzo abbassò la testa abbattuto e il suo Pikachu era molto diffidente nell'assaggiarli

«Avevo detto di non essere bravo»

Si giustificò senza prendersela troppo

«Prova questi Pikachu»

Gli offrì la ciotola con i miei Poffin, ne assaggiò uno saltellando felice, contenta del risultato ne presi uno per farlo assaggiare anche a Pika, lei ci diede un morso arricciò il naso e starnutì.

«Ops mi dispiace Pika forse sono troppo amari per te, aspetta prova così»

Mi guardai attorno cercando il cestino con le bacche, frugando un po' presi una Baccamora, la sbucciai, la pestai e feci cadere la polverina su una metà dei Poffin dandone uno in assaggio a Pika; la topolina questa volta annusò prima, poi curiosa se lo gustò felice, sorrisi soddisfatta sia Raflion che Forsythia mi guardarono sorpresi:

«Come hai fatto?»

Mi chiese lei

«Be' è stato abbastanza semplice in realtà, Pika è più piccola del Pikachu di Raf quindi per lei ci vuole un gusto più leggero, questo mi ha fatto capire che anche se sono entrambi tipo elettro ed entrambi Pikachu ognuno di loro ha le sue esigenze diverse e preferenze»

Spiegai accarezzando la testolina ad entrambi.                                                                                                                                                                                                          In un comodo sacchetto i Poffin trovarono posto nella mia borsa, rivestiti e con le mani pulite facemmo un inchino di ringraziamento a Forsythia avviandoci poi all'uscita del negozio e successivamente sulla strada per l'Arena delle virtù.                                                                                                                                                                            Fuori dall'edificio era parcheggiata una lunga limousine rosa con una fiamma sul cofano e diverse persone l’osservavano a bocca aperta. Io e Raf ci scambiammo sguardi confusi prima di entrare e andare dritti al bancone per iscrivermi e ricevere in cambio il solito occorrente (tessera gara, regolamento, capsule e bollini) e mentre rimettevo tranquilla tutto in ordine nella borsa qualcuno mi si avvicinò:

«Sapevo che ti avrei trovata qui!»

Mi girai di tre quarti verso quella voce, davanti alla porta c’era una ragazza della mia età, lunghi capelli biondi che terminava in ciocche rosso fiamma in perfetto abbinamento con il suo abbigliamento: ai piedi scarpe eleganti rosso rubino con il tacco basso, quella pietra risplendeva anche al suo collo in una collana oro e sulla mano destra incastonata in un anello anch’esso dorato. Addosso un vestito principesco lungo e dalla gonna svasata che sembrava un focolaio, sfumava dal bordeaux al magenta, le maniche a palloncino e fiocchi un po' dappertutto, sul petto, sui guanti rosa, sulla schiena e uno grosso e rosso sulla testa; gli occhi ambra e un nasino all’insù, il sorriso bianco quasi abbagliante.

«Sei Nanako vero? Lo so che sei tu!»

“Se lo sai perché me lo chiedi?” pensai

Teneva il braccio teso e il suo indice non smetteva di indicarmi

«Ho visto dal mio megaschermo la pessima figura che hai fatto alla gara di Giubilopoli, che sciocchezza iscriverti con tanta inesperienza, ma non preoccuparti, stavolta perderai a causa mia!»

Sbattei le ciglia ancora confusa, ma chi era questa ragazza? La sua risata fu raggelante la cosa peggiore che mi capitò di ascoltare, un freddo mai percepito e dire che io dovrei esserci abituata... Urla stridule e acute, fastidiose come un gesso sulla lavagna; però aveva tutta l’aria di essere una risata nervosa non una vera e propria.

«D’accordo…»

L'unica cosa che riuscì a dire ancora sotto shock, la sua sola presenza era terrificante, sembrava un vulcano travestito da meringa...                                                                 Lei smise di ridere guardandomi stupita, le lunghe ciglia finte del trucco sbattevano sotto quei grandi occhi

«Ti sei dimenticata di me? É impossibile...»

Mi chiese con una vocina dolce che non le apparteneva minimamente, scossi la testa non mi veniva proprio in mente.

«Sono Fumiko! E sono qui per avere la mia vendetta!»

Gridò arrabbiata ed offesa puntando un piede a terra.                                                                                                                                                                                              Un bagliore mi si accese nella testa come la luce in fondo al tunnel, a guardarla meglio capì perché l'avevo rimossa dai miei ricordi: alla scuola per allenatori era una bambina antipatica e schiva e a vederla non sembrava cambiata per nulla... Comunque, se si trovava qui, significava che aveva intrapreso la carriera di Coordinatrice anche lei… be’ da una parte c’era da aspettarselo, la sua famiglia era la più ricca della regione e ciò permetteva alla piccola Fumiko di vantarsi di avere tutte le cose più belle e preziose e quale miglior occasione delle gare per mettere in mostra la sua vanità? Furiosa perché non avevo avuto alcuna reazione alle sue minacce Fumiko ribolliva, la sua faccia era tutta rossa, quando si avvicinò Raflion storse le labbra un po' riluttante.

«Nanà... tutto apposto?»

Mi sussurrò

«Si, qui abbiamo finito possiamo andare...»

Annuì allontanandoci senza aggiungere altro, solo una volta raggiunto il centro pokémon Raflion mi chiese:

«Conosci davvero quella svitata?»

Seduta su una poltroncina fissai il vuoto davanti a me

«Si, purtroppo... il suo nome è Fumiko Flame… viene da Flemminia, una città più a ovest di qui, suo padre il signor Flame è l'uomo più ricco della regione di Sinnoh»

Gli risposi un po tesa, Raflion aprì appena di più gli occhi ma mi lasciò continuare

«andavamo insieme alla scuola per Allenatori Pokémon di Giubilopoli da piccole»

Aggiunsi sospirando

«è così altezzosa da mettere tutti sotto i suoi piedi e per di più sminuisce chiunque solo perché lei è ricca e bella!»

Strinsi i pugni sulle gambe

«Be’ mica tanto, quel naso la fa assomigliare a uno Shiftry»

Raflion rise con uno sbuffo poi si fece serio

«vedi anch’io sono ricco ma non mi comporterei mai in quel modo».

Nell'apprendere quella notizia alzai lentamente il viso verso di lui.

«Davvero?»

Chiesi incredula

«Si, i miei genitori possiedono una villa, la nostra è la casa più grande di Aranciopoli, hanno anche molti soldi, ma come vedi non vado in giro a vantarmene e nemmeno indosso abiti sfarzosi o pieni di fronzoli»

In effetti aveva ragione dal suo abbigliamento sportivo non l'avrei mai detto, un altro motivo per non giudicare il libro dalla copertina; gli sorrisi, era una cosa da nulla ma mi confortò molto. Sospirando passai dal nervoso per la gara al nervoso per la presenza di Fumiko... Espressi la mia preoccupazione a Raflion seduta a gambe incrociate nel retro del centro pokémon mentre studiavamo una strategia:

«Non hai nessun motivo per agitarti, sei mille volte più brava di lei. E poi non dimenticarti che noi tiferemo per te, giusto Pikachu?»

Disse al piccolo topo sulla spalla che scese e mi si mise davanti con una zampetta sul ginocchio. Non dovevo piangere ma furono parole così belle…

«Vi ringrazio»

Tirai su con il naso, anche Piplup uscì dalla pokéball per ricordarmi che qualsiasi difficoltà l’avremmo affrontata insieme e Pika mi fece solletico leccandomi una guancia.

«Non ti permetto di andartene quando non ho finito con te!»

Fumiko comparve di nuovo, le mani appoggiate sui fianchi e l’aria imbronciata.

L’istinto prevalse ed avrebbe voluto chiederle “Che cosa vuoi ancora?” ma mi uscì qualcos’altro:

«Scusa pensavo avessimo finito con le presentazioni»

Domandai mettendo una mano sulla fronte per ripararmi dal sole negli occhi.

«Se non ti ricordi di me, ti rinfresco io la memoria mia cara!»

Evidentemente infastiditi e molto meno pazienti di noi, Pikachu e Pika agirono insieme combinando le loro scariche elettriche e sparando i capelli di Fumiko ovunque, la ragazza cadde a terra, dopo qualche minuto si rialzò tutta sporca di fango, offesa e furiosa corse alla limousine chiudendovisi dentro in lacrime di rabbia.

«Nessuno aveva mai osato umiliarmi in questo modo! Suji! Voglio sapere di più su quel ragazzo, svelto!»

Il povero anziano maggiordomo alzò gli occhi al cielo abituato alle richieste della sua padroncina.

«Certamente signorina»

Le rispose come un disco registrato.

Non avevamo ordinato loro nessun attacco, avevano agito da soli, ci complimentammo in coro e allo stesso tempo eravamo piegati in due dalle risate.

«Grazie mi avete tirato su il morale»

Abbracciai entrambi sentendo una leggera scintilla nello strofinare le guance contro i loro pomelli rossi. Determinati a battere Fumiko più che mai, io e Piplup ci allenammo tutto il pomeriggio finché all’ora di cena ci venne una gran fame. In una stanza del cento pokémon a due letti ci sistemammo comodamente io da una parte e Raflion dall’altra.

«Proprio non capisco una cosa però... perché ce l'ha tanto con te?»

Mi chiese Raflion mentre eravamo seduti a terra a giocare con un mazzo di carte

«Non lo so nemmeno io in realtà: ai tempi della scuola per allenatori ti insegnavano le lotte, per gioco ovviamente non lotte serie, quel giorno il maestro mi affidò un piccolo Chimchar, lei pianse e puntò i piedi perché voleva usarlo lei nella lotta... dissi che mi andava bene qualsiasi pokémon così il maestro per non finire nei guai con il signor Flame l'accontentò. Mi presi uno Starly e vinsi. Probabilmente le brucia la sconfitta, poi suo padre ha potere quindi lei ottiene tutto ciò che vuole, è la persona più viziata che conosca e portare rancore per un gioco non la rende simpatica a priori».

Gli raccontai come stavano le cose, Raflion aveva uno strano sorriso, chissà che cosa gli passava per la testa.

                                                                                    ***

A Flemminia intanto, nella reggia dei Flame, la giovane “principessina” faceva avanti ed indietro nella sua stanza nervosa.

«Suji! Voglio che tu dica a papà di non far partecipare quella Nanako alla gara! Voglio vincere io!»

Protestò contro il malcapitato maggiordomo che aveva il triste compito di seguirla ed assecondare ogni suo capriccio.

«Mi dispiace signorina ma questo non posso farlo, non è corretto, le Gare sono pubbliche e non possiamo impedirne l'accesso».

Ciò fece infuriare Fumiko che strillò indignata

«Le brucerò quel sorrisetto dalla faccia!»

Fece il pugno

«Hai scoperto qualcosa su quel ragazzino?»

Tornò calma con gli occhi che brillavano, Suji deglutì.

«Si tratta dell’unico figlio della famiglia Thunderbolt, una delle famiglie benestanti della regione di Kanto. È in viaggio nella regione alla conquista delle medaglie delle palestre».

Un gran ghigno comparve sulle labbra di Fumiko ma la sua faccia era confusa

«No è impossibile che sia ricco va in giro vestito con degli stracci! E poi perché viaggiare quando le medaglie potrebbe comprarsele? Tutto quel caldo, puzza di sudore che schifo... Giusto! Ho un'idea! Perché farle comprare a lui quando posso regalargliele! Papi!»

E urlando si precipitò nelle stanze patronali.

                                                                                                                                         ***

L’indomani mattina il sole splendeva, la giornata ideale per una gara!

«Buongiorno Nanako questo è per te è arrivato poco fa»

Mi comunicò l’infermiera Joy appena dopo colazione.

«Grazie mille infermiera Joy, te ne sono grata»

Andai a prendere il pacco per controllarlo, il vestito era nuovamente quello giusto. Quando giunse l'ora camminai verso l’arena come se stessi andando al patibolo…

«Sai che quando ho provato a catturare uno Snorlax stava per mangiarmi?»

Scoppiai a ridere immaginandomi la scena e solo quando riuscì a smettere domandai «Davvero? Ma tu hai uno Snorlax?»

Raflion alzò le spalle

«No, ma l’importante è che sono riuscito a farti ridere»

Esclamò soddisfatto

«Grazie»

Gli diedi una spintarella delicata con la mano ma dovevo proprio ringraziarlo riusciva sempre a farmi sciogliere la tensione. Fuori dall’arena circondata di fiori come tutto il resto della città, la limousine di Fumiko era già parcheggiata, segno che la ragazza doveva essere già arrivata. Entrai seguita da Raf, ci fermammo davanti alla galleria che portava agli spalti prima di separarci

«Ciao tesoro»

Fumiko si avvicinò mantenendo sulle labbra un sorriso malvagio

«Ieri sera stavo pensando che è terribile che tu debba stancarti viaggiando per sudare e rincorrere stupide medaglie perciò...»

E si girò verso il maggiordomo prendendogli una borsa dalle mani

«ho un regalo per te!»

Dalla sacca tirò fuori una scatoletta. Raf alzò un sopracciglio confuso, lei gliela aprì: all’interno vi erano tutte e otto le medaglie autentiche e lucidate.

«Le ho fatte comprare dal mio papà, sono vere!»

Raflion era scettico, doveva esserci per forza qualcosa sotto.

«E che ci devo fare?»

Domandò confuso.

«Ma come! È ovvio sciocchino, sono tue! Ma solo se accetti di convolare a nozze con me!»

Aggiunse senza riuscire a trattenersi.

«Ci vediamo dopo che avrò vinto questa gara, hai tutto il tempo per pensarci»

E sparì nel retropalco ridendo.

Stringevo i pugni dalla rabbia.

Come si poteva essere così spregevoli?Meschini? Davvero si poteva arrivare a tanto, per cosa poi? Il viso di Raflion era un misto di rabbia e disgusto.

«Raf…?»

Cercai di guardarlo in faccia, si girò mettendomi un dito sulle labbra.

«Tu la batterai Nanako, battila per noi»

Noi? Che significava noi? Non riuscì neanche a chiederlo perché mi diede un buffetto sul naso avviandosi agli spalti dopo avermi fatto l’occhiolino.

«Raf aspetta!»

E gli lasciai Pika chiedendogli di prendersene cura mentre gareggiavo.

Entrai nella zona spogliatoi senza smettere di pensare a quanto quel gesto fosse stato sporco! Infilai il mio vestito, azzurro acqua di stagno, corpetto liscio con le bretelle, la gonna formata da tanti petali celesti, sulla vita una fascia verde che ricordava il colore della foglia di ninfea, i capelli sciolti con un fiore di loto sul cerchietto. Inglobai Piplup nella pokéball, la chiusi nella capsula ed uscì in attesa, questa volta nell’elenco ero quinta mentre Fumiko prima. Il fiore di fuoco attraversò la tenda ed andò sul palco: la ruota del suo vestito magenta chiaro era a balze circondato di rose piccole, il sopra si apriva in due grandi petali a coprirle poi le spalle, i capelli legati in una coda da una rosa rossa; era bella quanto perfida. Il suo starter uscì fra eleganti fiammelle dorate, una piccola Chimchar con un fiocco rosa sull'orecchio destro, diede prova di grazia e bellezza con le sue mosse di fuoco concludendo con un regale inchino; era brava c’era da ammetterlo, ma l'esteriorità non era tutto! Altri quattro concorrenti e poi venne il nostro turno: presi un profondo respiro avviandomi lungo il corridoio, una volta aperta la tenda diedi il via alla rincorsa, lo stop sulla linea d’arresto e

«Poppi, nevecristallo!»

Il mio pinguino uscì girando come una trottola e rompendo tutti i cristalli con il becco atterrando in perfetto equilibrio.

«Ruota e usa Bollaraggio»

Piroettando su se stesso lanciò le bolle in modo da creare tutto intorno a se palline d’acqua, come quando i bambini giocano con le bolle di sapone.

«Ora rompile, usa Beccata!»

E Piplup iniziò a saltellare muovendo le alette, il pubblico rise e anche Marian che disse felice:

«Guardate come si sta divertendo Piplup!»

Questo era più importante, divertirsi!

«Di nuovo Bollaraggio Poppi e concludi con Pistolacqua!»

L’aveva appena imparata questa mossa e fu un successo! Il suo getto d’acqua sembrava una fontana e le bolle saltellarono per un po' spinte dalla forza delle onde finché non si infransero facendo brillare goccioline d'acqua tutto intorno, Piplup fece una capriola all'indietro atterrò davanti a me aprendo le alette, aprì anch'io le braccia per imitare la sua posa. Applausi e grida di gioia e infine le parole dei giudici:

«Dei giochi d’acqua meravigliosi che ricordano tanto l’estate in questi giorni freddi, grazie mi sono divertito tanto»

Si espresse il signor Contesta

«Assolutamente notevole!»

Aggiunse il signor Sukizo

«La faccia felice di Piplup mi ha commossa la sua sintonia con l’allenatrice è così dolce»

Concluse l’infermiera Joy.

«Sei stato bravissimo!»

Abbracciai Piplup

«hai sentito che ti hanno detto?»

Piplup verseggiò vanitoso

«Hai allagato il palco ora dovranno asciugare, portatemi un altro paio di scarpe!»

Mi accolse Fumiko a braccia conserte evidentemente offesa

«Sciocchezze, sei stata molto brava Nanako! Non sapevo avessi anche un Piplup è davvero simpatico»

Girai il viso verso la voce sorridendo al complimento

«Ciao Kuru! Ti ringrazio»

Gli sorrisi, Fumiko storse le labbra e gelosa della mia confidenza con quel ragazzo.

«Figurati, che coincidenza sai, io ho Prinplup»

E lo fece uscire dalla pokéball per mostrarmelo

«Caspita Kuru! È molto bello che eleganza mi sembra molto in forma! Saluta Poppi»

E il mio pinguino salutò la sua evoluzione, a guardarlo bene nei suoi colori blu e giallo era il pokémon perfetto per un tipo come Kurumi!

Il tabellone annunciò che entrambe avevamo passato il turno, ora per sconfiggere Fumiko mi serviva solo che arrivassimo alla finale senza essere battute!                               Il mio primo avversario fu uno Starly che con il suo volo acrobatico evitava tutte le bolle di Piplup, non riuscì però ad evitare il getto d'acqua che gli diede lui quando vi saltò sopra, dopo aver eseguito un elegante capriola, appena Starly volava basso. Chimchar bruciò la povera Budew di una ragazza molto carina vestita con un abito lungo che sembrava un ortensia facendole perdere molti punti e lasciando così a Fumiko il pass per la finale. C'eravamo... eravamo giunte finalmente allo scontro tanto atteso: Acqua contro Fuoco, due vecchie compagne che cercavano la vendetta per un'ingiustizia subita. La rabbia e il desiderio di schiaffeggiare metaforicamente Fumiko mi avevano fatto passare di mente che si trattava del mio primo fiocco! Ecco tremavo di nuovo… No! Non devo tremare, devo farlo per Raf! Guardalo lì che bello, a pugni e denti stretti per cercare di sostenerci… mi mostrò il pollice alzato quando entrai in campo e gli feci lo stesso gesto di rimando con un sorriso di serenità, i due Pikachu a saltellare per incoraggiarci.

«Sei pronta Chimmy? Voglio vederti bruciacchiare quella piccola smorfiosetta!»

E la scimmietta di tipo fuoco uscì dalla pokéball in un cerchio di fiammelle. «Spegneremo tutti i tuoi bollori mia cara, Poppi nevecristallo!»

Il pinguino uscì danzante fra i cristalli.

«Avete cinque minuti a partire da… adesso!»

Così Marian ci diede il via; prima che potessi dire qualcosa Fumiko si lanciò

«Chimmy usa Morso!»

Le ordinò e la scimmietta prese a correre verso Piplup; strategia veloce, su ragiona! Si! Colpiamo non appena è più vicina! ”Non ancora… non ancora…” e quando Chimchar stava per aprire la bocca:

«Ora Poppi usa Bollaraggio»

E così Chimchar si ritrovò bloccata e bagnata, il cerchio di Fumiko iniziò ad annerirsi.

«Come osi fare il bagno alla mia Chimmy!?»

Piagnucolò Fumiko sbattendo i piedi

«Chimmy Braciere!»

Il fuoco danzò come se Chimchar l’avesse comandato ed avvolse Piplup imprigionandolo in un cerchio. Mi venne un’idea!

«Poppi gira su te stesso usando Bollaraggio!»

Il pinguino si creò uno scudo d’acqua che spense quelle fiamme, incrociò poi le alette alzando il muso con aria compiaciuta, come se anche lui volesse prendere in giro la nostra avversaria, Fumiko perse altri punti.

«Gira ancora Poppi come hai fatto sulle rocce usa Pistolacqua!»

Sentì Raflion applaudire più forte contento che avessimo usato la stessa mossa fatta da lui in palestra; infatti volteggiando i getti d'acqua circondarono Chimchar colpendola in più punti. Mancava poco ormai e Fumiko confusa non sapeva da che parte colpire

«Poppi finisci con Beccata!»

Chimchar venne colpita in pieno non riuscendo a vedere da dove arrivasse Piplup coperta da tutte quelle goccioline d'acqua scoppiate, il tempo scadette suonando un piccolo gong.

«Il tempo è scaduto cari amici, la nostra vincitrice è… Nanako!»

Urlò Marian.

Spalancai la bocca correndo verso Piplup mentre anche lui veniva verso di me, ci abbracciammo senza smettere di urlare:

«Ce l’abbiamo fatta Poppi! Ce l’abbiamo fatta il nostro primo fiocco!»

Fumiko era in ginocchio a mordere un fazzoletto rosa dalla rabbia, Chimchar le si era avvicinata cupa

“Char...”

«Non è colpa tua mia dolce Chimmy… ggrr io quella Nanako non la sopporto!»

Urlò correndo via furente lasciando Chimchar sorpresa e confusa costringendola poi a correrle dietro.

«Congratulazioni Nanako ti conferiamo il fiocco di Giardinfiorito e ancora complimenti, è il primo, giusto?»

Commossa ad occhi lucidi, davanti ai tre giudici, annuì

«Si signore, vi ringrazio tanto»

Tenendo Piplup con un braccio, allungai la mano destra tremante per afferrare il piccolo fiocco e lo appoggiai sul palmo per mostrarlo al mio amico.

«È tutto merito tuo Poppi, grazie!».

Tornai nel retro per cambiarmi e poi uscì nell’ingresso dove trovai Raflion ad aspettarmi.

«Sei stata magnifica!»

Arrossì violentemente

“Piplup!”

Disse il pinguino per far notare che era lì

«certo anche tu, l’avete sconfitta!»

Alluse a Fumiko che si stava avvicinando con una faccia totalmente diversa dalla fine della gara.

«Sei stata fortunata che sia finito il tempo o avrei vinto io»

Disse sfacciatamente, sorridevo ancora troppo contenta e così lei cambiò argomento:

«Noi abbiamo un conto in sospeso, hai pensato alla mia proposta?»

Ora aveva occhi solo per Raflion.

«Certo, ti ringrazio molto ma rifiuto; preferisco vincerle onestamente le medaglie e soprattutto con la fiducia e lealtà dei miei pokémon. Andiamo Nanako, buonanotte cenerina»

Mi prese per mano avviandosi con me fuori dall’arena, Fumiko non doveva brillare d’intelligenza perché rimase lì imbambolata con la faccia da pesce lesso a capire il significato di quel nomignolo prima di scappare nuovamente in macchina urlando qualcosa a quel povero e paziente Suji.

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Capitolo 10
*** Fiori di Gardenia ***


«Allora è così che è fatto un fiocco»

Raflion studiava l’oggetto seduto sul letto accanto al mio nella stanza del centro pokémon di Giardinfiorito nella quale eravamo ancora fermi, ero avvolta nell’asciugamano mi era proprio servito quel bagno caldo.

«Visto che carino?»

Girata di spalle, con addosso solo un top e delle mutandine mi infilai il pigiama mentre gli dicevo:

«la nonna ne ha tanti anche diversi trofei, lei è stata una famosa Super Coordinatrice, ha persino vinto il Gran Festival quando aveva la mia età»

Sorrisi fiera sedendomi a gambe incrociate sul letto.

«Ho sentito parlare del Gran Festival mentre viaggiavo per Hoenn ma non vi ho mai assistito le tue sono le prime gare che vedo, sono molto diverse»

Mi disse mentre ci pensava su

«Si hai ragione, hanno tutto un loro stile le gare sono così affascinanti è meraviglioso mi diverto tantissimo!»

Alzai le braccia al cielo emozionata come una bimba con il suo pupazzo preferito, Raflion si buttò sdraiato sul letto, le braccia dietro la testa.

«C'è qualcosa che ti preoccupa però, non è vero?»

il ragazzo osservava il soffitto ma la sua mente era altrove

«Sono ancora arrabbiato per il gioco sporco che è arrivata a fare quella»

Sbottò indignato. Rimettendo a posto il fiocco nel punto in cui va incastrato nel porta fiocchi gli raccontai:

«L’imbroglio è una sua specialità… ha il potere del denaro e non fa altro che usare il nome di suo padre per ottenere tutto ciò che vuole».

Sospirai tristemente pensando alle spiacevoli azioni che aveva fatto Fumiko in passato.

«Non mi stupisco che non piaccia a nessuno, insomma ha un carattere orrendo!» Ridacchiai, Raf aveva perfettamente ragione.

«Ma l’abbiamo battuta è questo che conta»

Piegai il braccio mostrando il muscolo come per dire che ero forte

«soprattutto grazie al tuo incoraggiamento»

Mi si colorarono le guance.

«Tu tifi per me in palestra e io tifo per te alle gare, è così che si comporta una squadra»

Ammiccò

«Siamo una strana coppia io e te»

Avevo usato davvero la parola “coppia”? Poco importa anche perché scoppiai a ridere ribaltandomi sul letto

«Domani ripartiamo per Evopoli, la tua prossima lotta in palestra, agitato?»

Lo guardai dopo essermi rimessa seduta

«Un pochino, ma è normale no? Buonanotte Nanà»

Sorrisi augurandogli a mia volta la buonanotte.                                                                                                                                                                                    L’indomani mattina ancor prima di ripartire dovevo fare una telefonata importante; appena Keiko comparve sullo schermo la prima cosa che vide fu il fiocco che esibivo raggiante.

«Sei stata bravissima tesoro! Abbiamo seguito tutta la gara dalla televisione!»

Arrossì, che imbarazzo... le raccontai comunque il mio nervosismo nell'aver dovuto combattere contro Fumiko.                                                                                           

«Ti sei ritrovata ad affrontare di nuovo quella ragazza? Non ho mai visto i suoi genitori quando andavate a scuola sai? C'era sempre una tata o la zia con lei... ho saputo anche che non sta viaggiando a differenza tua. Viene solo scortata dal maggiordomo dove vuole e poi fa ritorno a casa»

Mi raccontò la mamma.

«Davvero? E come fa ad allenare i suoi pokémon? A fare delle lotte per rafforzargli, imparare su strada, qui fuori è così bello si incontrano tante persone simpatiche! Però ora che mi ci fai pensare, vedo solo la sua limousine fuori dai luoghi delle gare e non l'ho mai incontrata in nessun percorso... forse è per questo che ha tutto il tempo di escogitare piani malvagi!»

E le raccontai il gesto subdolo che era arrivata a compiere.

«Oh, che cosa spregevole! Nanako… riguardati da lei… a proposito, c'è qui la nonna vuole salutarti!»

Keiko si spostò lasciando che Annie venisse avanti.

«Ciao nonnina! Guarda finalmente ci sono riuscita!»

Le mostrai il fiocco

«Sono fiera di te piccola! Mi sbaglio o stavate parlando della famiglia Flame?»

Si fece seria mentre annuivo, abbassò anche appena il tono di voce:

«Suo nonno non era una persona onesta… si dice che sulle gare di Flemminia abbia lasciato una maledizione, non gareggiare Nanako. So che può sembrare strano ma ai tempi del signor Magma successe proprio questo: pagò per vincere ed alcuni pokémon vennero persino avvelenati per non farli competere e lo stesso accadde quando vi partecipò la figlia, la zia della ragazza… credi che con la nipote farà eccezione?»

M’irrigidì intimorita, perché si doveva arrivare a tanto per una semplice competizione? «Annie non la spaventare…»

L’ammonì Keiko

«La nostra campionessa non ha paura di niente ed è giusto che ne sia al corrente»

Ribadì la nonna.

«Ora vi devo lasciare! Io e Raf dobbiamo raggiungere Evopoli per la sua lotta in palestra, ma vi ringrazio per tutto quello che mi avete detto»

Le salutai chinando la testa, entrambe mi salutarono augurandomi buona fortuna.
 

                                                                                                                      ***

«Che bella luce che aveva negli occhi, sembra anche più matura di quando è partita, ma chi è questo “Raf”?»

Chiese Annie a Keiko

«Raflion, il figlio della mia amica Ayame, stanno viaggiando insieme, l’ho notato anch’io comunque, quando ne ho parlato con lei all'inizio non voleva minimamente sapere e ora lo chiama addirittura per soprannome chissà magari hanno fatto amicizia nel frattempo…»

Keiko ridacchiò felice era proprio quello che voleva!

                                                                                                                        ***
«Ehi Raf devi sentire questa!»

Quando tornai dal ragazzo per rimetterci in viaggio, mentre camminavamo, gli raccontai ciò che la mamma e la nonna mi avevano rivelato:

«Ma è una follia! Il denaro gli ha dato alla testa!»

Commentò lui alla fine del racconto e per fare un esempio mi mise a conoscenza di un suo aneddoto personale:

«Quando sono andato alla palestra della mia città, Aranciopoli, ho affrontato il Capopalestra, un certo Tenente Surge. Credi che lui me l’abbia regalata la medaglia solo perché sono figlio dei Thunderbolt? No! Mi ha espressamente detto: “Non mi importa se sei ricco pivello, ti trovi nella mia palestra e verrai trattato come tutti gli sfidanti che passano di qua” non mi sono tirato indietro; Pikachu ha battuto il suo Raichu, nessun accenno di favoritismo. Mio padre non ha fatto nessuna obiezione, non gli è passato minimamente per la testa di pagare l’ex militare per consegnarmi la medaglia senza combattere. Dovevo farcela con le mie sole forze e così è stato».

L’ascoltavo ammaliata, si vedeva quanto fosse diverso, la gente ricca non era poi tutta boriosa e saccente… L’atmosfera fu d’un tratto interrotta da un movimento fra le foglie degli alberi, probabilmente il suo tono di voce un po' più alto aveva attirato qualcuno, si udì un “Uh Uh” e qualcosa cadde sulla testa di Raf portandogli via il cappello.

«Ehi fermati! Quello è mio!»

Ed eccoci a rincorrere il ladro, che solo dopo essere arrivati ad una grande distesa d’erba, si rivelò essere un selvatico Chimchar; Raflion sbatté le palpebre confuso

«Ti prego non dirmi che…»

E si guardò in giro temendo di vedere spuntare Fumiko dal nulla

«No tranquillo, è un maschio»

Esclamai notando la completa assenza di fiocchi o merletti.

«Allora sarà mio!»

Raflion tirò fuori la pokéball

«Pikachu su coraggio»

Il topolino scese dalla spalla di Raf fronteggiandosi a Chimchar.

«Fermo! E se fosse di un allenatore? Con Piplup mi sono sbagliata ma anche Chimchar è uno starter, sicuramente appartiene a qualcuno!»

Bloccai la lotta, Raflion aveva proprio l'aria di chi non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo

«È sceso da un albero! Di sicuro non è di nessuno! Ma c'è un solo modo per scoprirlo»

Ignorandomi mandò Pikachu all'attacco; la lotta fu parecchio accesa, la scimmietta sapeva il fatto suo si batteva con determinazione e conosceva mosse potenti, ma purtroppo per lui il fulmine di Pikachu era più forte e lo paralizzò. Questo diede la possibilità al ragazzo di lanciare la pokéball e inglobare dentro la scimmietta, nessuna luce rossa, Chimchar era effettivamente selvatico, Raflion aveva appena catturato il suo primo pokémon della regione!

«Visto?»

Gongolò raccogliendo il cappello da terra sbattendolo per togliere la polvere e se lo rimise in testa.

«Ve bene, d'accordo. Ottima mossa comunque, soprattutto perché ti sarà utile, Gardenia possiede pokémon di tipo Erba»

Gli dissi quando riprendemmo a camminare

«Sai proprio tutto tu»

Mi guardò stupito

«Ho letto parecchio si»

Gli ricordai con un’alzata di spalle e un tono modesto.
Usciti dai folti alberi, in lontananza spuntarono i grattacieli, segno che la prossima città era oltre il piccolo fiume; saltellai a gambe alterne fino a raggiungere il ponte e da lì guardai nell’acqua

«Wow… guarda quanti Buizel, Bibarel e Finneon ci sono!»

Indicai la superficie limpida.

«Che dici ne prendiamo uno?»

Chiesi a Raflion quando si avvicinò

«Se ti piacciono non vedo perché non puoi catturarli»

Disse come se mi stesse lanciando una sfida

«Ho sempre trovato i Buizel molto belli!»

Corsi verso il lato del fiume dove si trovava Buizel prendendo posizione

«Buizel! Voglio catturarti! Accetti di batterti con noi?»

“Bui bui!”

Disse il pokémon muovendo una zampa come a dirci: “Fatti sotto dimostrami la tua forza”

Pikachu saltò giù mettendosi a bordo riva, come prima mossa lanciò una potente scossa

«Caspita quello era Fulmine!»

Esclamò Raf

«Cosa? Pika brava! Hai imparato una nuova mossa evviva!»

Ma non c'era tempo per festeggiare

«Attenta Buizel sta per contrattaccare!»

Raflion da lontano mi avvertì, infatti il pokémon lontra, nonostante fosse destabilizzato si caricò d’acqua per lanciare un potente Acquagetto che Pika schivò con una capriola all'indietro e poi lo fulminò di nuovo. Buizel affaticato si appoggiò su una zampa, osservando meglio notai una sola macchia sulla sua schiena

«È una femmina...»

Sussurrai

«Sbrigati Nanà! Lancia la pokéball prima che si riprenda!»

Mi affrettai a prendere la pokéball nella tasca della borsa, con un movimento elegante del braccio la lanciai; essa si mosse più volte prima di fare il classico puff di cattura.

«Si evviva l'abbiamo presa!»

Esclamai felice alzando la pokéball al cielo e saltellando.

«Ottimo lavoro Pika! Ora riconsideriamo le mosse che conosci: Fulmine, Attacco Rapido e Scarica»

Le contai sulle dita, mi feci pensierosa:

«Vorrei insegnarti qualcos’altro… sono sicura che se roteassi usando la tua coda sarebbe una mossa molto bella per schivare e poi attaccare con maggior potenza»

Le proposi

«Potrebbe imparare Codacciaio, mossa di tipo Acciaio ma comunque molto efficace, il mio Pikachu la conosce possiamo aiutarvi»

Mi suggerì Raflion avvicinandosi.

«Se mi dici che è buona ci sto! Ma prima di tutto dobbiamo rinforzare la sua coda, andiamo!»

E di nuovo in cammino verso il centro pokémon di Evopoli. Giunti a destinazione mentre l’infermiera Joy rimetteva in forza Buizel e Chimchar, le feci una domanda:

«Mi scusi infermiera Joy… so che può sembrare una richiesta assurda, ma ha per caso una palla?»

Lei mi guardò pensierosa

«Vorrei rinforzare la coda della mia Pikachu»

Spiegai prima di evitare fraintendimenti. Ella capì e con un sorriso andò nel retro per accontentarmi; tornò poco dopo con una morbida pallina blu e un frisbee azzurro.

«Questa dovrebbe andarti bene, prendi anche questo, se accetti un consiglio posso dirti che è molto utile nell'allenamento, lo lanci, la tua Pikachu dovrà saltare e prenderlo per imparare a fare capriole a mezz'aria»

Mi disse porgendomi entrambi gli oggetti, rimasi a bocca aperta

«Grazie mille infermiera Joy farò tesoro dei suoi consigli!»

E uscì di corsa nel retro del cento.

«Raf l’ho trovata!»

Annunciai al ragazzo e lo informai anche sull'uso dell'altro oggetto.

«Ottimo! Possiamo cominciare l’allenamento!»

Pikachu scese dalla spalla di Raf mettendosi a terra e lo stesso fece la mia Pika.

«Allora, ve lo mostriamo prima: Pikachu usa Codacciaio!»

La coda del topolino divenne rigida e bianca colpendo con forza una piccola roccia. «Prima di tutto è importante che la coda di Pika sia rinforzata altrimenti potrebbe farsi male ogni volta che lancia l’attacco»

Raflion sembrava un professore, usava un tono severo ma non troppo.

«E per questo abbiamo preso la palla!»

Appoggiai il frisbee a terra e presi solo la palla

«In posizione Pika, io te la lancio e tu cerchi di colpirla con tutta la tua forza, pronta?»

Pikachu si mise a quattro zampe, la coda ritta pronta a ricevere, il Pikachu di Raf le mostrò come muoversi, colpi decisi e diretti. Il primo lancio lo respinse e poi anche il secondo, man mano che procedevamo Pikachu fu in grado di respingere sia da destra che da sinistra e se un colpo era troppo alto saltava.

«Stai andando alla grande Pika, coraggio ora usa Codacciaio!»

Pikachu si caricò e quando la palla le fu vicina la coda si illuminò ma perse potenza e la palla le fece male, perse anche l'equilibrio

«Oh, no piccola! Stai bene?»

Corsi da lei per assicurarmi che fosse tutto apposto, iniziai a massaggiarle la coda delicatamente con un metodo speciale che mi aveva insegnato la nonna, lei mi guardò stupita, avevo perfettamente capito cosa le serviva.

«Direi basta per adesso o Pikachu potrebbe stancarsi troppo. Noi siamo pronti per la lotta in palestra, che ne dici se continuiamo dopo?»

Propose

«Hai ragione! Pika ha bisogno di una pausa»

La presi in braccio per non farla stancare, restituì gli oggetti all’infermiera ringraziandola di nuovo e raggiunsi Raf diretto alla palestra.

«Ma questa è una foresta!»

Commentai non appena superammo la porta; diedi un altro segno di stupore alla vista del tetto apribile, sembrava di essere dentro una serra evidentemente non solo era una palestra ma Gardenia amava molto prendersi cura dei pokémon d'Erba, delle piante e dei fiori.

Fu proprio lei ad accoglierci tutta sorridente:

«Benvenuti nella mia palestra io sono Gardenia la regina dei pokémon d’erba, sei tu la mia sfidante?»

Chiuse gli occhi unendo le mani al viso sorridendo apertamente, arrossì di colpo.

«Io? No, no è lui…»

Indicai Raf vicino a me deglutendo.

«Salve Gardenia, io sono Raflion»

Si presentò il ragazzo.

«Ciao! Piacere mio! Non si vedono passare molti ragazzi da queste parti, sarò felice di sfidarti»

Gli porse la mano che Raf strinse, la Capopalestra andò poi dall'altro lato del campo mentre Raf si sistemava in quello più vicino all'ingresso ed io ancora imbarazzata presi posto fra gli spalti; Gardenia aveva pensato che fossi io la sfidante solo perché ero una ragazza, all’inizio sembrava bello ma poi divenne superficiale come pensiero.

«Ha inizio la sfida tra la Capopalestra di tipo Erba Gardenia e lo sfidante Raflion da Aranciopoli. Entrambi i contendenti useranno tre pokémon a testa, solo allo sfidante sarà concesso di sostituire i propri pokémon. La sfida terminerà quando nessuno dei tre pokémon di uno dei due non potrà più continuare; siete pronti?»

Un elegante ragazza probabilmente amica di Gardenia annunciò le regole, Raflion annuì.

«Potete incominciare!».

Lasciando regalmente iniziare alla signorina, Gardenia lanciò il suo primo pokémon:Turtwig. Una Capopalestra con uno starter? Era la prima volta che mi capitava un evento del genere, Raflion pensò di partire subito con il botto:

«Vediamo che sai fare piccolo dispettoso: Chimchar, scelgo te!»

Chimchar uscì dalla pokéball saltellando ansioso di dimostrare la sua bravura; era agile ma anche Turtwig si dimostrò altrettanto veloce! Schivò l'Attacco Rapido della scimmietta ma scivolò su una foglia caduta da un albero sul campo; Chimchar ne approfittò per lanciargli contro Braciere circondandolo e togliendogli qualche punto energia. Turtwig si rialzò ma Chimchar gli era già vicino e tentò di indebolirlo ancora con Graffio. Gardenia ordinò a Turtwig di allontanare l'avversario con l'uso di Foglielama, prima Chimchar si riparò con le braccia ma ad un nuovo comando della stessa mossa da parte di Gardenia, Raflion disse a Chimchar di usare Fossa. Gardenia non era una ragazza tanto ingenua e così ordinò al suo Turtwig di usare Foglielama dentro la buca, Chimchar fu sbalzato fuori e colpito ripetutamente. Con la scimmietta a terra Turtwig lanciò ancora le sue foglie ma Raflion incitò il suo pokémon per farlo contrattaccare con Braciere e mentre Turtwig si stava caricando per lanciare Solarraggio, Chimchar non gli diede tempo, si scagliò contro di lui usando Ruotafuoco.

«Incredibile! Sei forte sai? Ma siamo solo all'inizio!»

Si complimentò Gardenia mentre faceva rientrare Turtwig nella pokéball poi aggiunse:

«Voglio presentarti un amico, vedi questo pokémon mi è stato affidato da un ragazzo molto sensibile qualche anno fa, sono sicura che lui sarebbe molto fiero di com'è diventato forte, vieni fuori Cacnea!»

Il pokémon cactus uscì dalla pokéball mostrando i suoi muscoli spinosi, Raflion ragionò qualche minuto e poi ritirò Chimchar dalla lotta; rimasi un attimo confusa, perché cambiare quando si aveva un vantaggio?

«Forza amico mio, vieni un po' a divertirti»

E Leafeon fu chiamato in campo, non appena alzò la sua testolina si udì un urlo euforico:

«Caspita è un vero Leafeon! È meraviglioso! Che eleganza, che portamento, che pelo lucido è un esemplare stupendo!»

Gardenia non stava più nella pelle, le mani unite sulla guancia destra e volteggiava su un piede come se stesse fra le nuvole, mostrando il suo immenso amore per il tipo Erba, quando la sua arbitro tossicchiò riprese il controllo.

«Giusto è un mio avversario... Cacnea inizia con Missilspillo!»

Gardenia si riprese subito e partì all'attacco senza favoritismi, Raflion sorpreso ebbe solo il tempo di ordinare a Leafeon di schivare tutti i colpi; del fumo si era formato dai colpi collisi a terra, Cacnea sollevò ancora più sabbia usando Terrempesta, Leafeon e Raflion erano in difficoltà, cominciai a temere che non ce l'avrebbero fatta... Raflion ragionò: disse a Leafeon di chiudere gli occhi e concentrarsi, in modo da prendere la mira e colpire con Pallaombra Cacnea nascosto nella tempesta. Cacnea cadde a terra stordito, Leafeon colpì con Foglielama tenendosi a distanza, con la forza della determinazione Cacnea si rialzò e si caricò lanciando un forte Assorbipugno, Leafeon colpito in un punto critico cadde a terra sconfitto, Cacnea riprendeva fiato visibilmente stanco.

«Ti sei battuto da campione amico bravo. Ora vieni Chimchar, ho di nuovo bisogno di te!»

Bisognava concludere in fretta, non dare il tempo a Cacnea di fare nulla, Chimchar scavò una fossa per difendersi dalla tempesta, attaccò Cacnea direttamente nel cerchio che si era creato intorno a se stesso con un potente Ruotafuoco, colpo critico!

A Gardenia rimaneva l'ultimo pokémon, Roserade l'ultimo stadio di Budew e Roselia, specie che non mi piaceva per niente!

«Sta attento Raf è velenosa!»

Non riuscì a trattenermi dal metterlo in guardia, ero agitata e Chimchar era in pericolo... Raflion annuì recependo il messaggio. Chimchar sembrava nervoso, si appoggiò seduto mettendo le zampette davanti a terra guardando la grande rosa che gli si parava di fronte; quella pokémon aveva persino un sorriso furbo sotto la sua apparente eleganza.

«Roserade, Petalodanza!»

La pokémon alzò le braccia spargendo ovunque i petali e circondando la scimmietta, Chimchar preso alla sprovvista saltellò via cercando di evitarlo.

«Coraggio Chimchar rispondi con Braciere!»

Chimchar bruciò ogni petalo e arrivò a colpire direttamente Roserade che non si spostò per evitarlo. Guardai la lotta poi Pika appoggiata sul muretto

«Perché si è lasciata colpire da un attacco così efficace?»

Le chiesi confusa. Come se non le fosse successo niente, Roserade partì al contrattacco: lanciò prima Velenospina ferendo Chimchar e quando lui le saltò addosso graffiandola rimase avvelenato da Velenopunte, l'abilità di Roserade di avvelenare al solo contatto.

«Oh, no!»

Mi portai le mani sul viso, era proprio questo che temevo...

Il veleno mandò Chimchar KO costringendo Raflion a ritirarlo, alla pari ad entrambi rimaneva un solo pokémon.

«Bravo Chimchar, sei stato molto abile...»

Raflion rimase fermo qualche minuto a ragionare, se colpire direttamente Roserade era pericoloso doveva cercare di concludere in fretta la partita; guardò Pikachu ai suoi piedi

«Sei pronto amico mio? Mi raccomando sta attento»

Pikachu corse in campo, come debutto la sua prima mossa fu Fulmine ma purtroppo Roserade resistette, una mossa elettro su di lei non faceva effetto... Pikachu però non voleva arrendersi, come a voler vendicare i suoi compagni caduti e si mise a correre verso il nemico, la sua coda si illuminò pronto a colpire con Codacciaio, diretto a uno dei fiori di Roserade che purtroppo contenevano il veleno...

Afferrai il cappuccio per coprirmi gli occhi, non potevo più sopportare di vedere Pikachu soffrire, avevo paura per Raflion sembrava finita.

«Pikachu! Non devi arrenderti, abbiamo fatto tanta strada insieme e ancora ne abbiamo da fare, non possiamo lasciarci abbattere qui, puoi farcela lo so! Io credo in te!»

Urlò l’allenatore al suo pokémon, rialzai il cappuccio con gli occhi lucidi, che meravigliosa amicizia c'era fra di loro...

“Pi! Pikapi! Pikachu! Pika!”

La mia piccola Pikachu seduta sul muretto incitava il suo piccolo eroe, il Pikachu di Raflion, sentendo tutto il nostro affetto si rimise in piedi, contrastò il veleno con tutte le sue forze e di corsa usando Locomovolt si lanciò contro Roserade colpendola in pancia e poi con una carica di elettricità che non gli avevo mai visto, lanciò un Codacciaio fulminante mandando l'avversaria al tappeto!

«Cosa? Non è possibile! Oh, Roserade!»

Urlò Gardenia nel vedere il suo pokémon a terra e precipitandosi a soccorrerla

«come fa Pikachu ad avere tutta quella energia?»

Aggiunse poi stupita.

«Roserade non è più in grado di lottare, vince Pikachu! Si aggiudica l’incontro Raflion!» Annunciò la ragazza arbitro, Raf si lanciò subito in campo per prendere fra le braccia Pikachu

«Sapevo che ce l'avresti fatta, sei il migliore»

Gli sussurrò. Gardenia fece rientrare Roserade, si avvicinò a Raflion estraendo una Baccapesca dalla tasca dei pantaloncini.

«Tu e Pikachu siete una forza della natura, dagli questa, ne ha bisogno»

Raflion ringraziò diede a Pikachu la bacca, bastò un morso per guarire dal veleno, con la mia Pikachu fra le braccia mi avvicinai per vedere come stavano.

«Sono rimasta incantata dal sentimento di amicizia che ti lega ai tuoi pokémon, diventerai sicuramente un grande allenatore; è stata una bella lotta! Prendi, te la sei meritata, la Medaglia Bosco»

Aggiunse porgendogliela, Raflion la prese fra le mani mostrandola a Pikachu

«Grazie Gardenia, hai visto? Ce l'abbiamo fatta!»

Rimasi incantata, avevo visto molte persone perdere alla palestra di Nevepoli ma non avevo mai percepito questo calore della fine di una lotta accesa.

«Se volete un consiglio, la prossima città è Cuoripoli; ci saranno un sacco di cose da fare vedrete, buona fortuna amici!»

Gardenia ci congedò ammiccando con un sorriso, dopo averla ringraziata e salutata ci recammo al centro pokémon per rimetterci tutti in sesto.

 

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Capitolo 11
*** Gare e Lotte a Cuoripoli ***


Il perché non eravamo ancora arrivati alla prossima città lo capì solo una decina di giorni più tardi; Raflion non mi aveva dato retta e avevamo finito per sbagliare strada e in più dovevamo tornare indietro un bel po' per imboccare il percorso giusto. La deviazione però ci fu utile; io riuscì a catturare una Staravia selvatica e di nuovo al fiume, Raflion scelse di catturare un Floatzel per non dovermi più chiedere in prestito Piplup. Facendo brevemente i calcoli, mi trovavo a quattro pokéball occupate escluse quella di Pikachu e lui a tre sempre escludendo quella del suo Pikachu e a proposito di pokéball:

«Ora che ci penso... come mai il tuo Pikachu non sta nella sua pokéball?»

Domandai, infondo era un dubbio che avevo fin dal nostro primo incontro

«Abitudine suppongo, vedi io e Pikachu ci conosciamo da tanto tempo ancora prima dell'inizio del mio viaggio. Viene da una colonia di Pikachu che abita nei boschi della mia città
proprio dove ho trovato la tua, io e lui giocavamo insieme ogni giorno nel mio giardino. Al momento di partire lui mi ha visto andare via di casa, mi è saltato sulla spalla temendo che me ne sarei andato senza di lui, quando sono arrivato al laboratorio il professor Oak mi ha dato le pokéball dicendomi di farci entrare Pikachu, solo che dopo il momento della cattura è uscito fuori e non ha più voluto stare rinchiuso, credo gli piaccia l'aria fresca e il sole caldo, oppure teme che vada via di nuovo senza di lui e mi controlla»

Raccontò ridendo alla fine spostando lo sguardo sul suo Pikachu

«Anche la tua è dello stesso avviso no?»

Mi rigirò la domanda

«Pika vuole essere sicura che un giorno la riporterò a salutare la sua mamma come le ho promesso e poi credo ami particolarmente il pelo caldo del cappuccio come un cuscino»

Risposi sorridendo.
Come ormai da routine nel nostro arrivo in una nuova città andammo a visitare il centro pokémon per rimettere in forma le nostre squadre e scoprire le novità che i nuovi luoghi avevano da offrire.
Mentre eravamo seduti a riposarci e bere qualcosa di caldo, controllai curiosa la mappa:

«Caspita! Aveva ragione Gardenia ci sono un sacco di cose da fare qui! C'è la palestra, un'Arena gare e organizzano anche un torneo di lotte in coppia»

Lessi sul PokéKron

«Tutto vero»

Confermò l’infermiera Joy avvicinandosi a noi con un vassoio nella quale c'erano le nostre pokéball, la ringraziammo mettendole a posto io nella borsa e lui nella cintura.

«A pensarci però per vedere e fare tutto dovremmo restare qui almeno una settimana...»

Esclamai facendo due calcoli a mente

«Posso prenotarvi una stanza all’Hotel Pokémon se volete»

Ci propose la donna dai capelli rosa.

«Sarebbe davvero gentile infermiera Joy»

Ringraziò Raflion lasciandole i nostri dati.

«Temo che il centro pokémon offra alloggi solo giornalieri e non settimanali»

Ipotizzai una volta usciti dal centro nel vedere la faccia perplessa del ragazzo

«Può darsi… e poi ci ho sempre visto più pokémon che persone... be’ andiamo a vedere com’è questo albergo così possiamo riposare un po'»

Disse Raflion, annuì definendola una buona idea.
Procedendo in avanti e poi a sinistra giungemmo davanti ad un edificio a più piani, sembrava un albergo per coppiette! La cosa mi mise un attimo a disagio... non eravamo una coppia...
Entrammo, vi erano cuori ovunque proprio per tener fede al suo nome, superato il bancone ed entrati nell'ascensore raggiungemmo il piano e successivamente la nostra stanza la numero 7.

«Che carina!»

Commentai appena dopo aver aperto la porta; due letti separati con la testata a mezzo cuore contro la parete, un tavolino cuoriforme con due poltrone rosse, un armadio ed infine un bagno grande con una vasca sempre a forma di cuore. Raflion sbatté le palpebre più volte

«Non ti sembra... un po' troppo?»

Commentò guardandosi attorno, poi mollò lo zaino su una poltrona ed entrò in bagno, Pika sbucò fuori dal cappuccio si lanciò sul letto iniziando a saltellarci come se fosse sopra una nuvola.

«Io non mi lamenterei, questo hotel ha sia un campo lotta che un piccolo palcoscenico; abbiamo tutto lo spazio per esercitarci!»

Lessi sul foglio appeso alla porta.

«Scherzi?»

Urlò lui dalla porta socchiusa

«Perché dovrei?»

Gli indicai il pezzo di carta quando uscì dal bagno e mi si avvicinò

«Fantastico!»

Esclamò entusiasta sollevandosi la maglietta; mi coprì rapidamente gli occhi con le mani

«Ma insomma!»

Borbottai

«Che c’è?»

Mi guardò lui stranito.

«Copriti...»

Protestai

«Oh, scusa»

E sparì di nuovo nel bagno.
Passato l’imbarazzo del momento presi la rincorsa buttandomi sul letto, era morbidissimo!

«Ah! È bellissimo!»

Sussurrai chiudendo gli occhi in completo relax, Pikachu strofinò la guancia rossa contro la mia in cerca di coccole, ridacchiando per il solletico le accarezzai il musetto e poi la testa, lo scrosciare dell'acqua era il solo rumore nella stanza; quando la porta si riaprì, il ragazzo mi indicò il bagno.

«Prego è tutto tuo»

Raflion tornò in stanza avvolto solo dall’asciugamano dalla vita in giù; ciò lasciava intravedere dei pettorali tipici di un ragazzo della sua età e una piccola pancetta.

«Dai!»

Sbottai dopo essere rimasta imbambolata a guardarlo per diversi minuti

«Sono coperto!»

Si indicò, avvampai e mi alzai procedendo a passi spediti per superarlo e chiudermi la porta del bagno alle spalle, Pikachu sgattaiolò dentro appena in tempo.

«Non lo sopporto quando fa così!»

Mugugnai ancora rossa in viso

“Pi, pikapi, pikachu”

Verseggiò lei con un musetto furbo.

«No che non mi piace!»

Le risposi incrociando le braccia, le sciolsi poi per togliermi i vestiti ed appoggiarli nella sacca per la lavanderia. Riempii la vasca e poi scivolai lentamente nell’acqua calda immergendomi fino alle spalle, non ero tanto alta, perciò ci entravo perfettamente; il piccolo petto non era sviluppato come quello di Fumiko (cosa di cui si vantava) ma non mi importava, infondo avevamo solo dieci anni, Pikachu si tuffò nell'acqua facendosi un giro della vasca nuotando e divertendosi.

«Tutto bene? È un po’ che sei lì»

Raflion aprì leggermente la porta

«Esci!»

Gli lanciai la spugna coprendomi il petto con il braccio.

«Tu non rifletti mai durante un bagno caldo?»

Lo sgridai attraverso la porta semi aperta.

«Scusa, pensavo ti servisse aiuto»

Alzò le mani per difendersi.

«No ti ringrazio… se stavo per affogare, Pika sarebbe venuta ad avvertirti»

Gli ricordai e stando attenta che non guardasse, mi infilai una maglietta e dei pantaloncini, una volta seduta sul letto allungai la mano verso il comodino.

«La gara avrà luogo martedì»

consultai il PokéKron

«poi c’è quel torneo che dicevo prima che va affrontato a coppie e dura tre giorni, per quanto riguarda la tua lotta puoi decidere tu quando farla»

Optai un programma settimanale.

«Tre giorni? Addirittura!»

Raflion che stava ammirando la sua nuova medaglia si girò verso di me

«A quanto pare si è tradizione di questa città, il sindaco dice che questo torneo unisce i cuori delle persone e dei pokémon»

Lessi le info.

«Sembra interessante! Te la senti di partecipare?»

Mi domandò

«Sai che non sono brava nelle lotte…»

Mi demoralizzai

«Sarò in coppia con te, non devi aver paura»

Tento di rassicurarmi

«Non è detto… le coppie vengono sorteggiate in modo casuale»

Smontai le sue speranze e rassicurazioni Raflion sospirò

«Facciamoci un pisolino ora, nei prossimi giorni vedremo come andrà»

Mi fece l’occhiolino, ci addormentammo dopo mezz’ora.


Martedì arrivò con una velocità impressionante; nell'intero giorno precedente avevo affittato il piccolo palco per provare diverse combinazioni di mosse per due, dato che questa gara si sarebbe svolta in doppio ma l’emozione tornava repentina ogni volta che ci pensavo… il vestito mandato da mamma giaceva nel pacco e io lo osservavo tremando.

«Che hai?»

Raflion mi si avvicinò

«Non credo di farcela…»

Sussurrai

«Nanako è tutta ieri che ti sei allenata, su andiamo andrà bene vedrai»

E senza che potessi obiettare mi trascinò all’arena. Nel camerino notai un appunto nella scatola del vestito, riconobbi la calligrafia della nonna, esso recitava:
“A Cuoripoli ciò che conta di più è l'unione dei vostri cuori, se ami i tuoi pokémon niente ti può fermare!”
Aprì il pacco, il vestito non era né rosso né rosa e includeva degli accessori anche per i pokémon. Stirai con le mani la gonna a ruota sotto il ginocchio del vestito blu acqua e successivamente il fiocco azzurro con un cuore zaffiro incastonato nel centro di esso sul lato, legai i capelli in due codini con degli elastici a cuoricini bianchi. Il resto dell’abito era blu ciano e sul corpetto la scollatura a cuore. Per Piplup e Staravia, i miei primi compagni per la fase uno, nonna aveva mandato un nastro morbido da avvolgerle al collo come un fiocco ed un papillon giallo per lui.

«Siete bellissimi»

Li feci rientrare nelle pokéball e le racchiusi nelle capsule, presi un profondo respiro ed uscì nel retropalco.

«Sei tu? No, non ci posso credere, sei troppo elegante»

Una risata forte e nervosa mi fece stingere le spalle

«Ciao anche a te Fumiko»

Mi chinai leggermente con rispetto sorridendole; il suo abito era principesco di un fucsia e rosso sangue, i capelli acconciati a boccoli ed una tiara con rubino sulla testa, i lunghi guanti rosa come suo solito.

«Regina dei ghiacci siete stupenda oggi»

Questa volta non fu Kuru a parlare ma Matthew, un ragazzo con la quale avevo avuto una sola lotta

«Appellativo esagerato ma ti ringrazio»

Gli sorrisi con una riverenza, Fumiko si spostò i capelli da un lato facendo un versetto aspettandosi anche lei un complimento che però nessuno le fece, cosa che la irritò ancor di più.

«Benvenuti amici e appassionati ad una nuova edizione di questo contest! Lasciate che vi presenti i nostri giudici! Il signor Contesta presidente delle gare pokémon, il signor Sukizo capo del pokémon fan club, l’infermiera Joy del centro pokémon di Cuoripoli e il nostro ospite speciale: la capopalestra e coordinatrice Fannie!».
L'ospite attraversò le tende, allargando le braccia e salutando i suoi fan

«Bonjour mes amis! Sono molto felice di essere qui!»

Applausi scroscianti e urla salutarono la loro beniamina che elegantemente prese posto accanto ai tre giudici.

«Arcifuocolina!»

Fumiko cercò di coprire un grido portandosi le mani alla bocca, Fannie era sempre stata la sua idola... iniziai a tremare ed ero anche nervosa, quella donna era affascinante quanto intrigante. Marian annunciò la prima concorrente; altri due ragazzi e venne il turno di Fumiko che mandò in campo Roserade e Vespiquen avvelenando le rose rosse e dando loro un colore violetto, nell'ombra di uno dei loggioni dell'arena una donna dai lunghi boccoli biondi la osservava in silenzio.
Altri due concorrenti e poi toccò a noi:

«Starea, Poppi, nevecristallo!»

I cristalli di neve vorticarono attorno a loro e quando atterrarono esplosero.

«Siete pronti! Poppi Bollaraggio, Starea Attacco d'ala!»

Piplup dal basso volteggiava sparando bollicine ovunque, Staravia elegantemente le colpi una ad una con entrambe le ali generando attorno a loro fuochi d'artificio

«In volo Starea usa Baldeali e tu Poppi Geloraggio in discesa!»

Piplup salì sopra Staravia e mentre lei si ricopriva di fuoco, sotto di lei Piplup creava uno scivolo di ghiaccio, quando Staravia si illuminò di blu entrambi scesero a tutta velocità facendo scintillare il ghiaccio

«Concludiamo! Starea Raffica e tu Poppi usa Pistolacqua!»

Con la forza del vento e acqua si librarono nuovamente in aria compiendo un giro della morte all'indietro, Piplup atterrò di fronte a me mentre Staravia allargò le ali dietro la mia testa pronta a prendersi gli applausi.

«Una combinazione di tipo davvero insolita! Inaspettata, sono rimasto sorpreso nel vedere la grande forza di ripresa di Staravia, complimenti!»

Commentò il signor Contesta

«Assolutamente notevole!»

Aggiunse il signor Sukizo

«L'acqua, il ghiaccio e il vento che le avvolgeva, è stata una bella ventata di acqua fresca grazie!»

Concluse l’infermiera Joy. Fannie si alzò in piedi euforica

«Magnifique!»

E fece una giravolta sul posto

«Bien sure!».

Tornammo nel retropalco per scoprire mezz’ora dopo di essere riuscite a superare il primo turno; avevo paura che Baldeali avesse in qualche modo coperto Staravia e soprattutto che l'avesse indebolita troppo da non riuscire a farla continuare e invece si era dimostrata molto forte oltre ad avere una particolare grazia ed eleganza nel volteggio in aria.
Fumiko perse conto Kuru e di nuovo nel buio degli spalti alti la tenda si mosse, come se qualcuno che stava lì a guardare se ne fosse andato.
Matthew fu battuto poi dalla ragazza che toccò sfidare a me nella finale. Buizel e Pikachu indebolirono i suoi Buneary e Pachirisu con una combinazione di Idropulsar e Fulmine regalandoci la nostra seconda vittoria! Raggiunsi i giudici con tutti e quattro i miei pokémon, sorridente ed emozionata in attesa della premiazione:

«Hai un bello stile Nanako, mi piace come affronti le gare divertendoti insieme ai tuoi pokémon, sei un tipetto particolare. Tieni ti conferisco il fiocco di Cuoripoli»

Ero diventata tutta rossa a quelle parole, con mano tremante presi il fiocco

«Non ci crederà signore ma in realtà ero molto nervosa…»

Sorrisi mostrando il fiocco ai miei pokémon.

«Vi devo ringraziare miei piccoli amici è tutto merito vostro».

Fannie si fece largo fra i tre giudici prendendo la mia mano fra le sue

«Bravo! Davvero tu es grande!»

Si congratulò con me facendomi diventare dello stesso colore del suo vestito.

«Grazie mille miss Fannie, sono onorata per questi complimenti, se non è troppo, vorrei chiederle di esaudire un mio desiderio»

E nel retropalco Fannie mi concesse qualche parola accettando con gentilezza la mia richiesta, dopo ciò mi cambiai uscendo.

«Io non so che dire, mi hai lasciato a bocca aperta! Nonostante Baldeali sia stata una mossa rischiosa... indebolisce anche chi la usa sai? Come ha fatto a rialzarsi con così tanta forza Staravia?»

Mi raggiunse Raflion congratulandosi e rimproverandomi anche per la sfrontatezza

«Starea non era sola quando si è rialzata in volo, Poppi con Pistolacqua le ha dato una grande spinta per sollevarsi senza che si sforzasse troppo»

Gli spiegai tecnicamente

«questa cosa è possibile solo in una lotta in doppio altrimenti non ce l'avrebbe fatta»

Sorrisi fiera della mia strategia, Raflion era sorpreso

«Sei geniale...»

Ovviamente anche Fumiko avvicinandosi doveva dire la sua.

«Come al solito hai avuto solo fortuna e non ho perso contro di te perciò fa niente»

Commentò lei alzando le spalle a braccia conserte

«Si può darsi che tu abbia ragione Fumiko. Ho una cosa per te, tieni...»

Aprì la borsa estraendo una copia della rivista Poké Chic con Fannie in copertina appena autografata con dedica: “Alla mon petit fan Fumikò, bonne chance!” e la allungai verso di lei, Fumiko la prese fra i suoi guanti di seta, la guardò a bocca aperta senza dire nulla e con una smorfia si allontanò stringendo la rivista al petto, dietro una colonna una donna sotto un cappello bordeaux con una maschera ci stava osservando e si allontanò a passi svelti di tacchi risuonanti quando Fumiko le passò accanto; la giovane ragazza si bloccò qualche minuto riconoscendo nell'aria un profumo famigliare ma quando si voltò per individuare la donna ella era già scomparsa e così Fumiko uscì dall'arena delle virtù come se nulla fosse appena accaduto.

«Perché? Per come ti tratta non se lo merita...»

Raflion mi guardò confuso.

«È una fan accanita di Fannie, anche se Fumiko mi odia io non sono in grado di odiarla, mi capisci?»

Lo guardai con occhi lucidi

«Tu sei un angelo troppo buono Nanà...»

Scosse la testa; mentre tornavamo a piedi verso l'hotel, la macchina di Fumiko ci passò accanto e nell'incrociare il suo sguardo potei giurare di aver visto un sorriso o forse era solo un'altra smorfia.

«Si sente bene signorina?»

Suji dallo specchietto retrovisore notò uno strano sguardo nella sua padroncina

«Nanako mi ha fatto fare una dedica da Fannie...»

Sussurrò Fumiko ancora con la rivista fra le mani

«É un bel gesto, non trova?»

Le disse come per dirle “Sarebbe stato educato ringraziare”

«No! Io la detesto! Ci sarei dovuta essere io sul palco a parlare con Fannie!»

Piagnucolò di nuovo lei.


Quel mercoledì mattina di metà febbraio fu più teso del solito, ce ne stavamo entrambi seduti su letto a ragionare su quale buona strategia usare:

«Fannie usa pokémon di tipo spettro, mentre eravamo al centro pokémon ieri ho visto molti allenatori venire di corsa con i loro amici sconfitti in braccio... hanno detto che Gengar li ha addormentati tutti con Ipnosi»

Gli raccontai preoccupata

«Un Gengar? Ma è bellissimo ne ho sempre voluto uno!»

Lo guardai sottecchi con aria di rimprovero

«Giusto devo pensare come batterlo... che altro mi sai dire di lei?»

Presi fiato:

«Si considera un'esperta nelle gare e ha anche studiato molto fino a diventare Capopalestra. Fino a qualche anno fa non restava mai in sede, viaggiava continuamente e competeva nelle gare, ora chissà forse ha finalmente trovato il suo equilibrio...»

Gli riferì ciò che avevo sentito dire

«A vedere come tutti l’adorano non si direbbe che alcuni si siano lamentati della sua assenza»

Confermai la sua osservazione con un cenno di assenso della testa.

«Hai ragione mi chiedo cosa sia successo in questi anni, probabilmente hanno notato lo svilupparsi della sua bravura, insomma eleganza e classe ce l’ha. Prendi Fumiko per esempio, la venera!»

La nominai come esempio nonostante non fosse l'unica a comportarsi in quel modo

«Pensa che ha voluto a tutti i costi un Drifloon e un Mismagius per essere come lei»

Aggiunsi con sconcerto

«Come voluto? Non li ha catturati?»

Mi guardò stupito Raflion

«Lei non li cattura! Dice semplicemente “Papà voglio quello” e così papà paga qualcuno che va e li cattura al posto suo; per questo mi stupisco che i pokémon le diano retta, chissà come li tratta poverini…»

M’intristì a quel pensiero

«Ma non è regolare!»

Sbottò Raflion alzandosi in piedi con una mano chiusa a pugno

«Non dovrebbe nemmeno definirsi allenatrice!»

Osservando la sua indignazione confermai il mio pensiero su quanto ci tenesse ai pokémon

«Figurati se si sporca le scarpe in mezzo all'erba alta ... E ti capisco, sono furiosa quanto te ma sarebbe tempo sprecato metterle un po' di sale in zucca...»

Raflion mi si avvicinò, si mise in ginocchio e prese le mie mani nelle sue fissandomi negli occhi:

«Puoi invece Nanà! Tu ami i pokémon! E loro amano te, questo è uno schiaffo in piena regola per lei! Sei l'esatta dimostrazione che il suo metodo di allenamento è sbagliato!»

Avvampai di colpo deglutendo

«Io sono certo che lei ti invidia perché vorrebbe essere amica dei propri pokémon come lo sei tu!»

Mi si era bloccato il respiro, tremavo ma non dalla paura bensì dall’emozione.

«T-tu credi davvero che...?»

Balbettai

«Si, sono più che sicuro»

Annuì senza smettere di guardarmi, mi sentivo il cuore in gola non avevo mai provato questo tipo di emozioni...

«Nonostante le voci, mentre nel retropalco parlavo con lei mi è sembrata molto gentile, mi ha persino concesso quel favore»

Tornai a rifermi a Fannie cercando di guardare da un'altra parte con aria pensierosa

«Continuo a ripetere che non lo meritava. Forza, andiamo è la sua medaglia che mi serve»

Raflion si alzò, feci lo stesso anch’io

«Ce la farai, noi ti sosterremo!»

Alzai il braccio con entusiasmo, Raflion rispose battendomi il cinque, carichi di determinazione uscimmo per avviarci alla palestra che si trovava giusto più in là a sinistra.

«Si non c’è dubbio è questa»

Ci fermammo davanti ad un enorme palazzo con un Drifblim in cima. Raflion guardo stranito l’edificio

«Un tantino esibizionistica non trovi?»

Commentò, annuì aveva perfettamente ragione, spingemmo la porta per entrare.

«Salve, vorrei sfidare Fannie»

Disse Raflion all’uomo in smoking che ci accolse

«Benvenuti, prego da questa parte»

E con la mano avanti ci fece strada.

«Bienvenue mes amis! Oh la petit Nanakò la vinscitrice del contest! Tu vuole sfidare anche la mia palestra?»

Mi chiese avvicinandosi, le feci un inchino con rispetto.

«Salve miss Fannie, no sono qui per accompagnare il mio compagno»

Le indicai Raflion accanto a me

«ti presento Raflion, viene dalla regione di Kanto»

Lei gli sorrise allegra

«Kanto! Come le moi belle Gengar! Raflèon! Sono felisce di accettare la tua sfida!»

Fannie prese la mano di Raflion fra le sue stringendola sportivamente poi si separarono andando a mettersi nelle posizioni mentre noi come al solito seduti sugli spalti ai lati; Pikachu mi stava seduta sulle gambe chissà se era agitata quanto me...

«Va ora ad incominciare la sfida fra la capopalestra di tipo spettro Fannie contro il giovane Raflion da Aranciopoli. Sarà uno scontro tre contro tre, solo allo sfidante sarà permesso di
sostituire i suoi pokémon, l’incontro finirà quando nessuno dei tre pokémon di una delle due parti potrà continuare. Siete pronti?»

Da entrambe le parti venne un cenno di assenso e al via dell’uomo in giacca e cravatta, Fannie fece la prima mossa:

«Gengar si vous plait!»

Indietreggiai contro lo schienale della poltroncina quando il grosso pokémon viola uscì, affrettandomi ad allungare una mano nella borsa per prenderne il pokédex e saperne di più. Raf era bloccato sul suo lato del campo, in un conflitto mentale.

«Chimchar riscaldamento!»

Deciso lanciò la scimmietta all’attacco, lui uscì posandosi a terra ed osservando timorosamente l’avversario. Fannie si trasformò completamente, la sua gentilezza divenne determinazione e sfida, ordinò da subito l'attacco più pericoloso:

«Gengar, Ipnosi!»

Il pokémon spettro rise unendo le braccia e lanciando la mossa a forma di X diretta al musino di Chimchar pronta ad addormentarlo

«Oh, no!»

Urlai portandomi poi le mani alla bocca, Raflion intuendo il pericolo contrattaccò:

«Chimchar devi difenderti! Copriti con Ruotafuoco e appena sei vicino Lanciafiamme!»

La combinazione di attacchi per fortuna scacchiò l'Ipnosi e colpi Gengar in pieno ma non bastò così poco per metterlo al tappeto. Rialzandosi Gengar tentò un Palla Ombra che Chimchar schivò con un salto all'indietro, per contrattaccare Raflion gli ordinò di usare Graffio ma un attacco normale non ebbe nessun effetto su Gengar, le zampette di Chimchar sembrano passargli attraverso... ed in quel momento, quando Chimchar fu così vicino a Gengar che l'Ipnosi colpì, Chimchar addormentato...

«Accidenti... Chimchar vieni ritorna!»

Raflion strinse i denti ritirando il suo pokémon, fissò poi il campo lotta con sguardo assente, strinsi leggermente Pikachu ero davvero preoccupata, come sarebbe andata a finire...?

«Floatzel conto su di te!»

Spalancai gli occhi, Raflion lanciava già in una lotta il suo recente acquisto, avendo un Buizel ero curiosa chissà come si comportava la sua forma evoluta! Il getto d'acqua che uscì dalla sua bocca aveva l'aria di essere una corrente potente, Gengar però era velocissima nessuna goccia la colpiva, quando ne ebbe l'occasione unì le braccia lanciando Pallaombra, Floatzel colpito alla pancia indietreggiò ammortizzando la caduta gonfiando il suo salvagente attorno al collo. Raflion però non si sarebbe arreso tanto facilmente, riflettendo sul fatto che Gengar avrebbe sentito la stanchezza dopo tutte quelle mosse schivate, nel momento in cui il fantasma iniziava ad avere il fiato corto Floatzel si lanciò contro di lui con Acquagetto mandandola al tappeto.

«Merci Gengar sei stato magnifique»

Gli disse Fannie facendolo rientrare nella pokéball; come secondo pokémon mandò Mismagius, Floatzel venne ritirato e Chimchar, risvegliato dal sonno, venne richiamato in campo. Riuscendo a combinare Ruotafuoco e successivamente Lanciafiamme, il colpo della piccola scimmietta andò a segno! Psiconda e Neropulsar sembrano non fargli neanche un graffio. Raflion sorrideva entusiasta, la battaglia secondo lui si stava rivelando più facile del previsto ma non aveva ancora fatto i conti con Drifblim! L’ultimo pokémon di Fannie e a quanto pare il più forte, venne chiamato a combattere.

«La prego! Voglio vedere miss Fannie!»

Si udirono delle urla oltre la porta del campo lotta che fecero interrompere l’attacco che Raf stava per far eseguire a Chimchar.

«Come le ho già detto signorina la Capopalestra è impegnata con uno sfidante in questo momento!»

Un altro uomo vestito elegantemente in giacca e cravatta stava trattenendo Fumiko

«Non mi interessa! Peggio per voi quando mio padre saprà come vi avete trattato!»

Piagnucolò la ragazza

«Insisto che lei aspetti la fine della lotta!»

Continuava a dire lui.

«Io non aspetto un bel niente esigo entrare!»

E si precipitò a spalancare la porta ma si bloccò alla vista di Raflion e Chimchar;
prima che potesse dire qualcos’altro fu gentilmente scortata fuori da quell’uomo ed un altro cameriere. Sbattei le palpebre più volte confusa, cosa sarebbe stata capace di fare ancora Fumiko per mettersi in ridicolo? Come se non fosse accaduto nulla Fannie ordinò a Drifblim di lanciare prima Fuocofatuo e poi Psichico; il povero Chimchar ormai esausto dalle due lotte precedenti finì sconfitto e scottato. Raflion lo ritirò sussurrando che Fumiko portasse sfortuna. La nuova scelta del giovane Raflion fu Pikachu, gli ordinò una mossa astuta come Fulmine per destabilizzare un po’ Drifblim riuscendo così a paralizzarlo. Ma Drifblim non era un pokémon che si sarebbe fatto battere tanto facilmente! Esso riuscì comunque ad usare Funestovento e l’incubo di ogni sfidante: Ipnosi. Si sa che un pokémon addormentato non può reagire ed un attacco ben piazzato come Palla Ombra seguito di nuovo da Funestovento lo manda ahimè al tappeto.
Ora ad entrambi rimaneva un solo pokémon… Floatzel aveva ancora qualcosa da dare, la grande lontra aveva acquistato velocità e la difesa del suo collo gonfiabile era davvero impenetrabile, si permise persino di fare il bagno a Drifblim con un potente Pistolacqua facendolo barcollare lievemente stordito. Fannie gli ordinò allora di contrattaccare con Funestovento, Floatzel ne rimase colpito ma riuscì a rimettersi in piedi e a sferrare Idropulsar. Dopo questo per il forte e temuto Drifblim non ci fu più niente da fare atterrò al suolo sconfitto.

«Bravò! C’était magnifique Raflèon tu è très coraggioso! Ti sei meritato questa la Medaglia Vestigia»

Fannie si complimentò compiaciuta, Raf la prese mostrandola ai suoi pokémon e ringraziandoli per come si erano battuti affidandomi in braccio Pikachu addormentato. Fannie si offrì di accompagnarci al centro pokémon per assicurarsi che Pikachu si risvegliasse dall’Ipnosi e una volta lì ci disse:

«Mi sono proprio divertita con voi due, Raflèon se tu vuole la prossima palestra è a Rupepoli»

Gli consigliò

«invece la gara è nella città vicina a Flemminia»

Si rivolse a me. Storsi le labbra mentre nella testa mi tornavano le parole della nonna “Non gareggiare Nanako” ma ringraziai comunque la Capopalestra con un sorriso; Fumiko invece dopo essere stata trattata a detta sua male, se ne stava in un angolo a braccia conserte chissà se si vergognava di come si era comportata.
Prima di andarcene feci un gesto che non avrei mai pensato di fare: andai da Fumiko, la presi delicatamente per un polso, nonostante le sue proteste: “Non toccarmi con quelle tue manacce sporche!” e tornai da Fannie.

«Miss Fannie... vorrei presentarle Fumiko, la ragazza per la quale le ho chiesto l'autografo»

Fumiko si liberò bruscamente dalla mia presa ma poi arrossendo fece un profondo inchino alla Capopalestra.

«Pi-piacere mio miss Fannie»

Sorrisi, era forse la prima volta che la vedevo imbarazzata e non sfacciata e con aria di superiorità.
La Capopalestra sbatté le palpebre perplessa probabilmente per il rapido cambio di comportamento della ragazza.

«Tu as un super ami, Fumikò»

Lei mise il broncio, non voleva ammetterlo. Rimasero un po' a chiacchierare su quanto la più piccola ammirasse la più grande e Fannie si offrì persino di insegnare qualche sua tecnica in lezioni private, feci per lasciarle sole ma Fumiko mi bloccò un istante borbottando un “Be' grazie”


Il giorno seguente cercammo di svegliarci presto per arrivare in tempo ad iscriverci al torneo a coppie; per Raflion era una nuova sfida, io invece ero nel panico! Sapevo di non essere brava nelle lotte e sicuramente avrei fatto perdere il mio partner…

«Vai intanto ad iscriverti, io devo fare un salto al bagno»

Mi disse il ragazzo sviandosela.

«No tu non puoi! Lasciarmi qui da sola...»

Sussurrai le ultime parole. Prendendo un grosso respiro mi avvicinai al bancone rilasciando tutti i dati che servivano loro; una volta fatto mi assegnarono la scheda con il numero 7. La signorina mi spiegò in breve le regole, ringraziandola andai all'interno dello stadio ad aspettare il ritorno di Raflion. Man mano si unirono a noi molti altri allenatori, per un totale infine di 32 persone che sarebbero state divise in 16 coppie.
Il signor Enta, nonché sindaco di Cuoripoli e presentatore della gara a coppie iniziò un discorso sul torneo e sulla sua città annunciando poi che un computer avrebbe mischiato tutte le carte che ci avevano assegnato, per combinare le coppie che si sarebbero affrontate in otto gironi denominati con le prime lettere dell'alfabeto quindi dalla A alla H. Sul grande megaschermo comparvero gironi e abbinamenti ogni carta nera riportava un numero, cercai il mio il 7 per poi vedere chi fosse il mio compagno il numero 14. Raflion accanto a me ridacchiò furbo mostrandomi la scheda che riportava il numero 14, sbarrai gli occhi sorpresa.

«Ma è incredibile! Quante probabilità c'erano?»

Lui alzò le braccia in un'espressione confusa.

«E chi lo sa? Ma meglio così no? Non sarei mai riuscito a lottare contro di te»

Arrossì spostando lo sguardo, poco lontano da noi individuai Fumiko con il suo numero 1 in mano alla ricerca del suo partner solo con gli occhi. Diedi a Raf una leggera gomitata indicandogli la ragazza con un cenno della testa.

«Ma che ci fai lei qui? È una lotta, ci si sporca le mani»

Si domandò lui confuso.

«Be' per quello porta i guanti»

Ci guardammo pochi secondi per poi scoppiare a ridere entrambi bloccandoci solo quando il numero 32 si avvicinò a lei.

«Miss Fumiko?»

Un ragazzo alto in un abito elegante bordeaux e bianco, i capelli ritti e rossi le fece il baciamano educatamente Fumiko letteralmente si sciolse un colpo di fulmine o meglio di fiamma se si parla di lei.

«Avete tutta la mattinata per trovare il vostro compagno le lotte inizieranno nel pomeriggio!»

Annunciò Enta, dato che ci eravamo già trovati tornammo poi all'albergo per ideare una strategia.

«Useremo entrambi Pikachu! Saranno una coppia vincente le loro scosse combinate!»

Urlò entusiasta Raflion.

«E se ci ritroviamo due avversari di Tipo Terra? O Roccia? Non serviranno a un bel niente...»

Gli feci notare lui si amareggiò mettendosi a sedere.

«Meno male che non eri brava nelle lotte»

Mi guardò

«Sapere i vantaggi e svantaggi di Tipo è base scolastica non equivale ad essere bravi...»

Puntualizzai

«Piuttosto penso che dovremmo formare una coppia bilanciata»

Accarezzai la testolina di Pikachu.

«non è come la palestra che sappiamo già che tipo andremo ad affrontare, abbiamo a che fare con altri 27 allenatori e i loro pokémon della quale non sappiamo niente».

Raflion si grattò la testa pensieroso

«Piplup e Chimchar! Una combinazione di Acqua e Fuoco. Uno difenderà l’altro dagli attacchi per cui è debole»

Propose dopo aver riflettuto un po’.

«È troppo prevedibile ed è facile che contro di noi potrebbero usare la stessa combinazione. Per lo più se dobbiamo usare un solo pokémon per tutto il torneo abbiamo bisogno di
qualcuno di resistente»

Ragionai.

«Possiamo sostituirli»

Mi corresse

«il regolamento dice un solo pokémon per lotta senza sostituzioni durante essa, uno solo per tre giorni non ce la farebbe mai»

Rimasi un secondo a bocca aperta

«Ah, già... in effetti»

Realizzai subito dopo

«Pensiamo però comunque con chi debuttare»

Nell'ora restante prima del pranzo cercammo di individuare la combinazione vincente e dopo pranzo in stanza sistemammo le ultime cose pronti ad avviarci allo stadio.

«E così anche lei è qui»

Osservò Raflion rigido guardando la foto di Fumiko sul tabellone

«Si, ma credo che non ti darà più fastidio»

Potei dedurre dal fatto che la fiammetta stava avvinghiata al braccio del ragazzo con la quale era stata accoppiata.

«Cosa te lo fa credere?»

Chiese lui scettico, gli indicai i piccioncini.

«Oh, povero»

Commentò Raflion stupito ma sapevo che allo stesso tempo stava cercando di trattenersi dal ridere.

«E così sei un allenatore per questo che non ti ho visto a nessuno stadio di gara»

Le sentì dire.

«Si, ho già affrontato ben quattro palestre in questa regione. Parli di gare suppongo tu sia una coordinatrice»

Le rispose lui

«La migliore coordinatrice vorrai dire!»

Squittì.

«È disgustoso… ti prego andiamocene»

Presi il polso di Raflion portandolo lontano da quei due.
Ma di tempo per parlare ne rimase presto ben poco, sul megaschermo apparvero i nostri volti avremmo dovuto affrontare Marta e Mirko e i loro Bonsly e Bidoof, un tipo Normale e un tipo Roccia; non sapendo le loro tecniche dovevamo partire in difesa, ci affidammo a Staravia e Chimchar come inizio: Staravia attaccò dall'alto Bonsly con Attacco d'ala e Chimchar dal basso con Fossa su Bidoof, successivamente usammo Beccata e Graffio che ci assicurarono la prima vittoria!
Ci posizionammo poi ai lati del campo per assistere alle lotte degli altri allenatori, nel momento in cui rimanemmo in sedici la voce del sindaco disse:

«Le lotte per oggi si concludono qui, le sedici coppie si sfideranno domani, buon riposo a tutti».

Senza obiettare rientrammo in albergo per farci un bagno ed una dormita rilassante.
Nel secondo giorno di torneo l'agitazione non mi era ancora passata, continuavo a non ritenermi in grado di affrontare delle lotte nonostante Raflion continuava a ripetermi che affianco a lui non avrei dovuto temere nulla.

«Bentornati ad una nuova giornata di lotte affezionati spettatori e allenatori!»

Il sindaco Enta salutò tutti con affetto, stavo accanto a Raflion facendomi piccola.

«Cosa c’è?»

Mi sussurrò

«Non sono ancora tranquilla… ho paura di sbagliare e rischiare di farti perdere, non so ragionare di fronte agli attacchi diretti...»

Parlai piano

«Ehi sei andata benissimo non puoi arrenderti ora»

Mi diede un buffetto sulla guancia che invece di tranquillizzarmi mi fece arrossire. «Su vieni, è il nostro turno»
Mi trascinò nel campo lotta a combattere contro Luciana e Manuela che lanciarono in campo Pachirisu e Happiny.

«Che ne dici, è il momento?»

Sentì addosso lo sguardo di Raflion

«Sono gli unici che possono resistere agli attacchi elettrici di Pachirisu…»

Annuivo guardando gli avversari;

«Pikachu, andate!»

Urlammo all’unisono, i nostri topolini ci scesero dalle spalle lanciandosi all’attacco in un doppio Fulmine che mise subito fuori combattimento il pokémon piccolo e rosa, Pachirisu assorbì l'elettricità ma non fu in grado di resistere al Codacciaio del Pikachu di Raflion e così guadagnammo il passaggio alla fase successiva.
A bordo campo osservavamo la lotta di Fumiko e il compagno commentando però ancora la nostra sfida.

«Hai visto com’erano in sintonia? Non li abbiamo mai allenati insieme eppure»

Anche lui era contento

«Ci sono rimasto anch’io, hanno un legame speciale»

Accarezzò il suo Pikachu e io feci lo stesso a Pika

«Siete stati davvero fantastici».

Ora le coppie rimaste erano solo otto: il nostro penultimo scontro l’affrontammo con l’aiuto di Piplup e Leafeon contro un Magby ed Budew appartenenti a due amici di nome Hana e Kazan.

«Ed ecco apparire sullo schermo le due coppie che si fronteggeranno domani nella finale!»

Urlò Enta indicando il megaschermo, osservammo le nostre foto e quelle dei nostri avversari: Fumiko e il suo amico.
Quella sera stetti diversi minuti con le gambe incrociate a guardare il vuoto e a ragionare sul da farsi, crollando poi alla fine stremata.
Nella mattinata dell'ultimo giorno di torneo cominciavo a sentirmi più sicura, ce l'avevamo fatta! Eravamo alla finale! Avevo davanti solo una coppia tosta e testarda quanto una Pietrafocaia.

«Agitata?»

Mi domandò Raflion dopo pranzo

«Un pochino… non tanto per Fumiko ma quel, non so il nome, sembra forte e ci scommetto che useranno due potenti tipi Fuoco»

Storsi le labbra.

«Floatzel, è la mossa giusta»

Esclamai dopo un’illuminazione, lui alzò lo sguardo verso di me

«Giusto!»

Urlò felice alzando il pugno al cielo, ma poi si afflosciò di nuovo.

«Ma tu come farai? Hai già utilizzato Piplup»

Presi dalla borsa una pokéball che ancora non avevo usato, la osservai

«La mia arma segreta è qui, è in svantaggio di tipo purtroppo ma ho molta fiducia in lui».

All’ora prestabilita scendemmo in campo pronti a fronteggiare i nostri avversari, disposti da un lato Fumiko e il rosso mandarono fuori dalle pokéball Blaziken e Flareon.

«Lo sapevo…»

Mormorai a labbra strette osservandoli, Raflion scelse come concordato Floatzel.

«Bene, vieni fuori amico mio c'è bisogno di te!»

Glaceon uscì con glaciale eleganza, un debutto in perfetto stile Raflion sgranò gli occhi

«Ma non mi avevi detto che avevi…»

Iniziò a dire ma lo zittì

«Non è il momento per le spiegazioni, Glace vai Ventogelato!»

Fu una mossa efficace che bloccò entrambi i tipo Fuoco dando l'occasione a Raf di far lanciare Idropulsar da Floatzel. I calci di Blaziken ci misero parecchio in difficoltà, lo stesso la pelliccia ardente di Flareon, due evoluzioni di Eevee che si fronteggiavano senza arrendersi come se trasmettessero la rivalità fra me e Fumiko e forse fu questo, la grande forza di volontà, che ci portò al riuscire a batterli ma soprattutto la potenza dell'attacco Surf di Floatzel unito al Geloraggio di Glaceon lanciato su entrambi.

«Un grande applauso alla coppia vincitrice!»

Urlò il sindaco Enta avvicinandosi a noi con il premio: una Calmanella ciascuno. La presi dalla scatolina osservandola

«Complimenti ragazzi»

Ci inchinammo al sindaco e ci girammo poi verso gli spalti per prenderci gli applausi, Fumiko mordicchiava un fazzoletto, il compagno le stava ancora accanto, quando rientrammo in albergo avevamo ancora il fiato corto.

«Ce l'abbiamo fatta!»

Urlammo all'unisono battendoci le mani.

«Sei stata brava e non negarlo»

Mi disse a mo di minaccia.

«Solo perché ero con te, sei tu quello bravo»

E dopo una lotta di cuscini a battibecchi su chi fosse stato più bravo, crollammo in un sonno profondo.

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