parce mihi

di BALTO97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** I ***


Un piccolo Missing moment di come Dean non riesca gestire l’arcangelo nella sua testa e come il fratello decida di aiutarlo
SPOILER META’ STEGIONE 14
 
( parce mihi = perdonami )
 
 
Era passato qualche giorno da quando erano tornati al bunker.

Sam odiava l’idea di aver quella orribile cassa così vicino: fosse stato per lui l’avrebbe volentieri gettata in un fosso, lontana il più possibile da Dean. 

Erano sicuri che Jack non avrebbe preso molto bene l’idea del maggiore e soprattutto reagito male alla notizia che la cassa fosse lì, così Mary suggerì di mandare il ragazzo qualche giorno da lei nello chalet, le avrebbe parlato e cercato di spiegare la situazione come meglio poteva.

Cass invece pensò che andare in qualche altra libreria o museo per cercare qualcosa potesse essere utile. 

I fratelli si diedero subito da fare con le ricerche sfogliando uno a uno i manuali di ogni singolo scaffale. 

“A che serve?” chiese Dean chiudendo malamente il libro vecchio secoli con le pagine ingiallite e le parole sbiadite.
“Abbiamo già controllato questi cosi e non abbiamo trovato niente!” aggiunse sbuffando.

“Potrebbe esserci sfuggito qualcosa” rispose Sam senza distogliere lo sguardo dal computer.

“Va bé io ho fame! Vado a prendere qualcosa” affermò Dean alzandosi alquanto fremente di uscire per prendere una boccata d’aria e sentire un odore diverso da quello di un vecchio libro chiuso da decenni.

“Vengo con te” si affrettò a dire Sam alzandosi anche a sua volta.

“Guarda che torno! Non preoccuparti” ci tenne a precisare il biondo con tono scherzoso.

“No… voglio sai… fare anche io due passi” 

La realtà era ben diversa ed entrambi lo sapevano.
Non si trattava solo di assicurarsi che Dean non scappasse per compiere un folle piano suicida come aveva fatto solo pochi giorni prima, Sam era preoccupato. 
Suo fratello aveva un arcangelo nella testa! 

Stava letteralmente tenendo con tutte le sue forze chiusa una porta per impedire a un essere sovrannaturale, super potente e cattivo di sfondarla per uscire e conquistare il mondo con il suo esercito di mostri… 
Non voleva che Dean se ne andasse in giro da solo, non dopo che lo aveva visto chiudere gli occhi e sospirare, stringere il tavolo o il bracciolo della sedia più volte.

Quello stronzo di Michele non doveva stare zitto un attimo, doveva continuare a battere sulla porta e urlare. 

Il moro conosceva bene la sensazione di qualcuno che ti urla nelle orecchie 24 ore su 24, ti tormenta e non ti lascia in pace divertendosi a farti solo soffrire. 
Non avrebbe mai potuto dimenticare quell'orribile periodo… 

Non si fidava a perdere di vista il fratello. 

############################

Arrivati al fast food, Dean lasciò che Sam scendesse e andasse a ordinare mentre lo aspettava in macchina. 
“Se mi prendi il cibo dei conigli non ti azzardare a tornare” 

Sam annuì esasperato. 
“Se mangiassi qualche verdura le tue arterie ti ringrazierebbero” borbottò entrando e mettendosi in fila 
Nel frattempo in auto, il maggiore, stava ascoltando la radio canticchiando le parole e tamburellando con il piede a tempo.

Da quando si era svegliato, circa due ore dopo essere andato a dormire, Michele non aveva smesso di gridare e battere sulla porta anche solo per un secondo, instancabile e insistente. 

Sperava davvero che uscire, vedere qualcosa, distrarsi lo avrebbe aiutato… 
ma sembrava solo che quello stronzo avesse alzato il volume della voce.
Temeva davvero che presto gli sarebbero scoppiati i timpani o sanguinate le orecchie

Riuscì a fare buon viso a cattivo gioco e quando Sam tornò con i sacchetti profumati sorrise.

Sulla strada del ritorno il minore stava leggendo un volantino preso vicino al bancone, giusto per fare qualcosa e non sentire la “vecchia” musica del fratello, mentre Dean, ancora canticchiando sulle dolci note di Bruce, guidava guardando anche i vari abitanti in giro.

Arrivati vicino ad un attraversamento pedonale il maggiore si assicurò che non passasse nessuno e procedette sicuro, ma quando si voltò la sua attenzione fu attirata da una ragazza che poteva giurarci lo aveva fissato mentre passava e, ne era certo gli aveva mostrato i denti appuntiti con lo sguardo cupo seminascosto dei capelli che ricadevano sulla fronte. 

“Ma che…” sussurrò cercandola anche nello specchietto retrovisore, ma era sparita 

Il biondo cercò di dimenticarsi, auto convincersi che si fosse trattato solo di uno scherzo della sua mente stanca. 
Ma se si trattava davvero di una visione, questa era destinata a durare ancora un po' 

Iniziò con una strana sensazione di calore che si diffondeva da dentro l’auto come se all'improvviso si fosse surriscaldata.
Poi i suoi occhi si posarono di nuovo sul mondo esterno e con stupore e orrore, vide quel macabro scenario decisamente post apocalittico
Case diroccate o bruciate, macchine ribaltate e il cielo oscurato dal fumo. 
Era impossibile distogliere lo sguardo da quello sfacelo 

Sam non era ancora arrivato in fondo al volantino quando percepì che qualcosa non andava.

“Dean!” chiamò vedendo che il fratello non stava proprio guardando davanti a lui ma fuori dal finestrino 

“Dean!” 

Il fratello doveva essere assorto in qualche pensiero perché non parve sentirlo e quando, ahimè la macchina sbandò di lato puntando proprio contro un albero accanto alla strada, Sam imprecò sonoramente sporgendosi e afferrando malamente il volante per sterzare prima che fosse troppo tardi guadagnandosi il clacson e un insulto dell’auto dietro. 

“Son of a bitch!” esclamò Dean alquanto sconcertato, riprendendosi.

“Ma cea cavolo Dean…” 
Sam si passò una mano tra i capelli “…potevamo ammazzarci!” aggiunse appoggiandosi pesantemente al sedile. “Che ti è preso?” 

Il biondo non disse niente limitandosi a respirare profondamente un paio di volte stringendo il volante

“Mi sono distratto un attimo” sussurrò 

Il minore voltò subito lo sguardo e si sentì un vero schifo nell'aver attaccato in quel modo il fratello, anche se non aveva proprio tutti i torti ad essere arrabbiato 
Però non era una scusa per inveire così con lui… 

“Ok, ok non fa niente. Sei solo un po' stanco tutto qui, capita” Provò a consolarlo con tono più calmo “Dai adesso andiamo a casa mangiamo e…” 

“Sam” lo interruppe brutalmente “Sta… sta zitto” tentennò 

“Dean, che succede?” 
Ora il fratello era davvero spaventato. Dean respirava quasi affannosamente, sembrava sudato ei suoi occhi così grandi da sembrare quasi che le pupille fossero enormi. 

“Dean, parlami” lo chiamò appoggiandogli una mano sulla spalla 

“Ti prego… sta zitto” 
Nella sua testa Michele stava urlando così forte che poteva sentire la porta tremare 
Un grido acuto e forte come un fischio incessante. 

“Dean, calma. Coraggio bello, respira” cercò disperatamente di incoraggiarlo riscuotendolo
“Andiamo” sussurrò 

Il biondo esasperato appoggiò la fronte sul volante mormorando qualcosa di incomprensibile 

“Hey, hey Dean ho un’idea” Esclamò continuando a mantenere il contatto poi, si sporse e alzò il volume della radio cosicché la musica riempisse tutta l’auto “Concentrati su questo” disse. “Ascolta la musica, le parole, non pensare ad altro” 
Sam era davvero preoccupato ma, per il bene di Dean, cercò di restare calmo 

“Puoi farcela Dean, spingi le sue urla indietro, ascolta la musica” affermò stringendogli ancora la spalla, poi vedendo che in effetti pareva funzionare e Dean aveva smesso di respirare così affannosamente, iniziò a canticchiare le parole 

“you can tell her there’s a hot sun beatin on the black top… ”

Il biondo sorrise appena con il viso leggermente imperlato di sudore.

“Sei veramente stonato” mormorò rimettendosi seduto e passandosi una mano sul viso .

Sam sorrise decisamente sollevato “Va meglio?” 

Dean annuì e Sam pensava, o forse sperava che fosse tutto apposto ma poi il fratello gli chiese se avesse voglia di guidare e capì che le cose non erano affatto migliorate anzi… 

Appena fecero cambio posto il maggiore si appoggiò contro il vetro e chiuse gli occhi sospirando e restò in silenzio fino a casa.

Arrivati nella grande sala Sam organizzò il tavolo sistemando le varie scatole di cibo, non aspettandosi che il fratello non si fermasse procedendo dritto verso il corridoio.

“Dean! Dove vai? Non mangi?” chiese preoccupato e allarmato.

Il biondo si limitò a scuotere la testa prima di girarsi e scomparire nel corridoio sotto lo sguardo sconsolato del fratello. 

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Qualche ora dopo il giovane cacciatore era ancora immerso nelle ricerche quando sentì dei passi e, alzando lo sguardo fu felice di rivedere il fratello, soprattutto che stesse bene 
Almeno così credeva 

“Sammy… credo che dovremmo fare due chicchere” affermò sicuro il maggiore 

“Ti ascolto” 

Dean sospirò appoggiandosi alla colonna della biblioteca dietro le sue spalle 
“Credo che tutto sia inutile” 
Il suo tono era basso come se stesse dicendo un segreto o una terribile verità 

“Stai dicendo che non vuoi più continuare le ricerche? Che vuoi arrenderti?!” domandò ironicamente Sam adirato alzandosi in piedi.

Il biondo scosse la testa sbattendo le braccia lungo i fianchi “Credo che tu debba davvero iniziare a pensare all'eventualità… lo sai no?” 

“Hai detto che mi avresti dato tempo! Che ci avresti creduto” 
Dean scosse la testa 
“L’ho fatto… l’ho fatto Sam, ma adesso inizio davvero a pensare che non ci sia più un’alternativa. Sam… Sam io non credo di farcela! Hai visto cosa è successo oggi” tentennò poi le peggiori paure del giovane divennero realtà quando il fratello con lo sguardo basso e mortificato sussurrò “Credo che quel giorno sia arrivato prima di quanto pensassimo. Dio! Michele urla ogni minuto, ogni secondo Sammy e io…” aggiunse 

Sam annuì con le braccia incrociate facendo una delle espressioni più serie che Dean avesse mai visto, così lontano da quella disperata, impaurita, confusa con gli occhi lucidi di quella sera. 

Il biondo poteva quasi dire che suo fratello fosse freddo davanti alla sua confessione, lui invece era sull'orlo delle lacrime tanta era la sua paura e il senso di impotenza che provava.
Gli ricordò molto quando Sam non aveva l’anima e lo guardava sempre con quegli occhi vuoti privi di qualsiasi emozione.

“Mi dispiace” sussurrò voltandosi 
Credeva davvero che il minore avesse fatto qualcosa, certo sperava non un altro pugno, ma almeno dicesse qualcosa per fermarlo. 
Forse non sarebbe servito… o forse sì… infondo quando Sam stava male non lo aveva mai abbandonato… aveva sempre una parola di conforto… 

“Aspetta” disse bruscamente l’altro quando il maggiore aveva quasi raggiunto il corridoio “Forse hai ragione” affermò avvicinandosi “ma voglio prima farti vedere una cosa” aggiunse poi gli passò oltre invitandolo a seguirlo.

Dean, sebbene confuso, lo seguì e dopo aver percorso i lunghi corridoi arrivarono nella stanza adiacente al garage, una sottospecie di cantina, dove avevano sistemato la cassa.

“Sam?” lo chiamò il biondo confuso quando lo vide rimuovere il telo che la copriva

“Guarda” Il moro puntò il dito dentro quella macabra cassa di ferro.

Dean continuava a non capire l’intento del fratello, ma il suo tono duro e il viso senza espressione lo preoccupavano, ma questo non gli impedì di avvicinarsi. 

Mai, mai e poi mai neanche in un milione di anni si sarebbe aspettato che arrivato ad un passo dalla cassa, Sam lo afferrasse brutalmente per la felpa e con un movimento degno di un pugile lo sollevasse ribaltandolo nella cassa.
Dean non ebbe il tempo di difendersi che si ritrovò sdraiato all'interno parecchio confuso.

“Che diavolo stai facendo?!” quasi urlò cercando di alzarsi, ma ancora una volta il fratello fu più veloce e gli bloccò le mani prima di guardarlo un’ultima volta chiudere la cassa 

“SAM!” urlò il biondo spingendo il coperto con tutte le sue forze, ma il giovane sembrava dotato di una forza sovrumana, o forse era lui che dopo tutti quelle notti in bianco era solo più debole, ma comunque Sam riuscì a chiudere il coperchio e con orrore Dean sentì forti rumori. 

Non poteva certo sapere che Sam aveva preso dei pesanti blocchi di cemento e messi uno per uno sulla cassa. 

“SAM! SAM! NO NO NO !” 
Ancora una volta il maggiore provò a spingere il coperchio e urlare il nome del fratello mentre tirava altri calcio 

“Sei contento Dean?” arrivò la voce da fuori “Adesso sei dove volevi essere! Nella tua tomba” 

Poi l’ultima cosa che Dean udì prima del silenzio, fu il rumore di una porta sbattuta
“Sam…” sussurrò incredulo che il fratello se ne fosse andato lasciandolo li, letteralmente chiuso in una cassa.
Nella tomba come l’aveva chiamata 

Con mani tremanti come foglie scosse da un forte vento estrasse il telefonino dalla tasca e accese la torcia. 
“Sam” 
Niente 
“Sammy” 
Silenzio 
“SAAAAAAAAMMMMMMMM!” 

La verità era che Sam, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, non si era allontanato neanche di un passo 

Non era stato facile mantenere la voce sicura mentre chiudeva Dean dentro la cassa con le lacrime che uscivano a fiumi dagli occhi.

Scivolando si accasciò contro la porta nascondendo la testa tra le mani tirandosi le ginocchia al petto come fosse un bambino spaventato.
Nelle orecchie il grido disperato del fratello. 

“Mi dispiace Dean” mormorò con nuove lacrime che gli solcavano il viso 
“Mi… dispiace” 
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


“Sam! Sam ti prego!” 
Era passata un’ora da quando era stato rinchiuso a tradimento nella cassa .
“Sammy per favore” 

Chiamò e implorò il fratello di farlo usciere, poi si mise anche a urlare con tutte le sue forze, a imprecare e a minacciarlo.
Arrivò persino a urlare che lo avrebbe torturato con le tecniche apprese all'inferno. 

“SAAAAAAMMMMMMM” la sua voce ormai sembrava più come delle unghie sfregate su una lavagna con della ghiaia grattugiata.
La gola doleva come se ci avessero versato dentro lava bollente. 

“Per favore” implorò “Ti prego” 

La luce del telefono era l’unica piccola consolazione che gli restava ma poi inevitabilmente il telefono iniziò a scaricarsi.
“O dio, dio ti prego no” 
Il suo incubo divenne vera e propria realtà quando questo si spense lasciandolo completamente immerso nell'oscurità.
“AIUTO!” 

##############################

Dopo 60 minuti Sam si era costretto ad alzarsi e ignorando le grida del fratello tornò nella grande sala. 
Non riusciva più a resistere alle incessanti urla di Dean che lo chiamavano, le minacce e quando arrivarono le suppliche fu troppo da sopportare. 

Si stava sforzando di leggere un paragrafo quando sentì la porta aprirsi e la voce di Jack chiamare a gran voce il fratello mentre scendeva freneticamente le scale seguito da Castiel .
“Che ci fate qui?!” chiese alzandosi.

Il giovane Nephilin non lo degnò di una risposta rivolgendogli uno sguardo brutale. “Dov'è Dean?!”, ma non ebbe risposta alcuna.

“Mi dite cosa sta succedendo?” chiese Sam questa volta rivolto all'angelo.

“Mary mi ha chiamato dicendomi che gli aveva parlato del piano di Dean… non l’ha presa bene” spiegò questo sconsolato.
“Jack voleva tornare qui senza sentire ragioni, ma quando si è rifiutata di accompagnarlo è scappato, l’ho trovato a metà strada” aggiunse osservando il ragazzo che si muoveva avanti e indietro nella sala chiamando e cercando il cacciatore.

Sam sospirò, come se non avesse abbastanza problemi e persone da tenere sotto controllo adesso ci si metteva anche lui, “Jack” 
“Non può farlo!” affermò il ragazzo, “Dobbiamo convincerlo che c’è un’altra strada! Non possiamo perderlo ancora” 

Il moro stava per replicare qualcosa ,ma l’angelo lo interruppe. 
“Sam, cosa sono queste urla?” domandò muovendo la testa di lato con fare confuso, come suo solito.

Il cacciatore non rispose sospirano passandosi una mano tra i capelli.

“Cos'hai fatto?” domandò l’angelo avanzando verso di lui.
Per lui era stato facile riconoscere le urla di Dean, ma il fatto che Sam non fosse con lui lo confondeva davvero molto, inoltre non sembrava che il maggiore stesse dormendo. 
“Sam” chiamò ancora quando vide che il giovane non gli rispondeva.

“Ho dovuto farlo! Voleva arrendersi Cass!” sbottò sbattendo le braccia lungo i fianchi .

“Lo hai chiuso nella cassa!” affermò Jack altrettanto incredulo davanti a quella terribile notizia.

“SAM!” urlò Cass furioso, prima di girarsi e procedere a passo spedito verso il corridoio seguito a ruota dal nephilin e dal cacciatore che però passandogli oltre gli bloccò il passaggio. 

“No, no Castiel no” disse impedendo all'amico di procedere oltre.

“Lo stai torturando! Non capisci cosa gli stai facendo?!” ringhiò Castiel.
“L’unica cosa che so è che non voglio che Dean vada in quella cassa! E non lo vuole nemmeno lui” rispose Sam con gli occhi lucidi.

Ovviamente sapeva che razza di mostro era per aver rinchiuso il fratello nella cassa, ma non aveva altra scelta.
“Ha paura Cass! Ha paura di non farcela, di non essere abbastanza forte per affrontare Michele, ma non lo è neanche per passare il resto dell’eternità in quella bara!” aggiunse pregando che capissero.

“E glielo dimostri rinchiudendocelo dentro?!” intervenne Jack furioso.

“Non c’è altro modo per farglielo capire!” rispose Sam tornando serio.
“Mi odio per questo, ma se lo aiuterà a capire che passare tutta l’eternità lì dentro è impossibile smetterà di pensarci e continuerà a lottare pur di non finirci” 

Castiel sospirò pesantemente mentre Jack abbassò gli occhi.
Non si poteva certo dire che erano d’accordo, ma forse Sam aveva ragione; l’unico modo per fara capire a Dean quanto terribile fosse il suo piano era farglielo provare. 


#############################################

Le ore passavano inesorabili.
Jack e Castiel dopo aver camminato avanti e indietro nel corridoio alquanto contrariati, non sopportavano più le urla di Dean e uscirono dal bunker con la scusa di andare a fare rifornimenti dato che il cibo comprato da loro era ormai da buttare. 

Arrivò la sera. 
Sam, chiuso in camera dove le urla del fratello non potevano raggiungerlo, si asciugò per l’ennesima volta altre lacrime ribelli dal viso cercando di concentrarsi sul libro. 

Chiunque abbia detto che prima o poi le lacrime si esauriscono sicuramente sbagliava, perché in quel momento i suoi occhi sembravano in grado di produrne sempre di nuove, più grosse di quelle precedenti ogni singola volta che si chiudevano.
Guardò l’orologio: Dean era nella cassa da più di 8 ore 

“Ok, ok, basta!” disse alzandosi e uscendo dalla stanza.
Non importava quanta paura avesse della reazione del fratello: l’unica cosa che pensava era tirarlo fuori da lì e abbracciarlo; essere prese anche a pugni gli andava bene l’importante era che suo fratello avesse capito perché lo aveva fatto. 

Non era diverso da quando era stato Dean a chiuderlo nella panic room per costringerlo a disintossicarlo e solo ora poteva immaginare come si fosse sentito ascoltando le sue urla, ma anche perché lo avesse fatto… 
Si rese conto di non avergli mai detto grazie.
Ecco: un’altra cosa da aggiungere sulla lista di cosa da dire a Dean un giorno.

Mentre procedeva a spesso spedito lungo i corridoi immerso nei suoi ricordi si accorse di qualcosa di molto strano che fino a quel momento non aveva notato. 
Le urla di Dean non riecheggiavano più nel corridoio anzi, all'interno nel bunker regnava un silenzio alquanto inquietante, preoccupante, irreale dopo tutte quelle urla. 

“Dean…” sussurrò confuso. 

Poi fu come se la sua mente avesse realizzato, al rallentatore, cosa significasse quel silenzio, così urlò a pieni polmoni il nome del fratello prima di mettersi a correre con il cuore in gola.

“DEAN!” urlò ancora precipitandone della stanza.

“DEAN!” chiamò battendo qualche colpo sulla cassa.

“Mi senti?” chiese spaventato, ma senza ricevere risposta.

“O mio Dio, Mio Dio mi dispiace” 

Freneticamente con mani tremanti spostò i pesanti blocchi di cemento buttandoli a terra con poca cura.
Voleva solo far uscire da quella cassa suo fratello e riabbracciarlo.

“Ti prego perdonami, ti supplico scusami” 

Quando anche l’ultimo pesante blocco cadde sul pavimento e il coperchio si sollevò appena, Sam si bloccò per qualche secondo.

Come congelato si senti morire quando con mani tremanti sollevò il pezzo di ferro e i suoi occhi si posarono sulla figura inerme del fratello .
“Dean…” sussurrò con nuove lacrime.

Come aveva potuto fargli questo… 
Il piano che fino poco tempo prima gli era sembrato diciamo buono per far capire al fratello quanto stupida fosse la sua idea ora sembrava solo orribile, inumano, frutto di una mente malata. 

“Perdonami” 
Osservandolo fu sollevato di vedere che respirava, forse era svenuto, gli occhi erano circondati di rosso mentre le mani erano graffiate e sanguinanti.
Fu terribile pensare che era solo e solamente colpa sua se Dean era ridotto così.

“Cosa ti ho fatto” mormorò mordendosi il labbro inferiore cercando invano di trattenere le lacrime, poi allungò una mano per accarezzargli il viso pallido, forse per svegliarlo o solo per avere un contatto con lui sperando di calmare il suo senso di colpa. 

Certo non si aspettava che il fratello, dato il suo aspetto, aprisse improvvisamente gli occhi e si alzasse portandogli le mani alla gola.
“Brutto figlio di puttana!” esclamò mentre a causa dell’improvviso movimento la cassa cadeva dal piedistallo portandosi dietro nella caduta anche i due cacciatori che si ritrovarono per terra in un groviglio di braccia e gambe in una goffa lotta.

Dean non aveva mollato la presa dalla gola del fratello, anche se data la poca forze non gli stava facendo troppo male.
“Mi hai lasciato dentro per ore!” la sua voce era tirata e sofferente, sicuramente come la sua gola.

Sam, schiacciato dal peso del fratello, certo si dimenava ma era davvero sollevato di vederlo sveglio.

“Brutto stronzo io… io… ti” il biondo fu interrotto da un attacco di tosse, aver respirato aria rarefatta per ore non faceva sicuramente bene ai polmoni.

“Ti… ti uccid…” cercò di parlare e inalare aria allo stesso tempo ma per i suoi poveri polmoni e per la gola esausta fu troppo.
Tossendo e emettendo strani rumori Dean si spostò appoggiandosi al muro alle sue spalle gemendo muovendo gli arti indolenziti.
Sam lo seguì immediatamente e benché il biondo cercasse di scacciarlo allontanargli le mani e insultarlo, Sam riuscì ad abbracciarlo avvinghiandolo nelle sue lunghe braccia.

“perdonami, perdonami, perdonami” ripeté senza allentare la presa.

Il biondo, cessato di tossire ma non di respirare a bocca aperta non ricambiò l’abbraccio ma non si allontanò neppure lasciando che il suo fratellino lo stringesse. 
“Stronzo” borbottò con voce dolorante non potendo evitare di farsi scappare una risata.

Sam singhiozzò ma sorrise allo stesso tempo in uno strano miscuglio di gioia e dolore. 

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Dopo aver bevuto quasi 2 litri d’acqua in meno di due minuti rischiando anche si soffocare, Dean seduto al tavolo della cucina, permise al fratello di controllare i tagli sulle mani.

Alcuni erano profondi altri meno, ma per fortuna non necessitavano di punti.
Sam controllò uno per uno, minuziosamente ogni singolo graffio, insistette per fargli bere del thè al posto del caffè e spalmò una pomata per i lividi sulle nocche. 

Sperava che questo lo avrebbe aiutato a lenire il suo senso di colpa ma non fu così 
“Dean” mormorò finendo di fasciare l’ultimo dito 
“Io… io…” 

“Ok Sammy” lo interruppe il biondo “va bene” aggiunse sorridendo. 

“Vuoi… vuoi parlarne?” domandò il più piccolo.

“C’è né davvero bisogno?” chiese Dean inarcando un sopracciglio.

Sam scosse la testa e sussurrò un mesto “mi dispiace”
“Lo hai già detto” affermò il biondo. “Ma non devi… credo si stato utile” mormorò guardandosi le dita fasciate. Poi, sospirando, abbassò lo sguardo mormorando un sincero “Non… non penso di poterci riuscire Sammy. Billie ha detto che è l’unica strada… ma… ma… non credo di poter ancora andare lì dentro” 

Sam si alzò dalla sedia e raggiungendo l’altra parte del tavolo si abbassò abbracciando Dean proprio come lui aveva fatto prima di andare via, avvolgendogli le spalle con il braccio e appoggiandogli il viso tra i capelli.
“Non dovrai farlo Dean” mormorò “Giuro che troverò un modo per salvarti” e cavoli se l’avrebbe trovato!
 
 


 
 
 
Angolo autrice
Eccomi…
Spero che il finale non vi abbia deluso e la storia vi sia piaciuta !!!
Grazie di cuore a TeamFreeWill per essere sempre la mia fidata consigliera e betatrice !!!
A tutte le ragazze del gruppo un bacio !
(anche se Team e Cin75 le vostre storie mi stanno facendo incavolare ! troppo suspense nelle vostre J2 che consiglio caldamente di leggere perché sono bellissime! )
Cmq Cin se non parli sarò costretta a fare qualcosa per smuoverti… credimi lo farò !
Un bacio e grazie anche a tutti !!!

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