La Regina e il Montanaro

di LadyDP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Regalo della Regina ***
Capitolo 3: *** Il bacio ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


"Ecco, questo, è ghiaccio"disse Kristoff in preda ad un'improvvisa commozione.

"Sto per piangere"

"Fa pure. Non ti giudicherò"disse Anna, proseguendo per la sua strada.


Mentre Anna muoveva i suoi passi su quelle scalette perfette di ghiaccio, udiva anche quelli di Kristoff seguirla.

"Rimanete fuori, ho bisogno di parlare da sola con mia sorella"

"Andiamo, è un palazzo di ghiaccio, il ghiaccio è la mia vita!"insistette Kristoff, entusiasta a quella vista.

"Ti prego"

Il buon cuore di Kristoff gli intimò di desistere.

Mentre la principessa si lasciava la porta chiusa dietro di sè, Kristoff cominciava a famtasticare velocemente sulle sembianze di colei che aveva potuto creare una tale meraviglia.

"Sarà simile ad Anna? Sarà malvagia, arrogante..o semplicemente molto timida?"pensava ad alta voce, seduto sul primo di quegli scalini.

Una voce richiamò la sua attenzione.

Una voce in canto. Una voce bassa, di donna, una donna che sembrava molto sola, ma finalmente tranquilla dopo molto tempo.

Kristoff non amava le persone, preferiva i troll e le renne. Ma era un ragazzo molto sensibile.

Alzò gli occhi al cielo.

C'era un balcone là sopra. E dal balcone, si sporgeva una mano delicata, che si muoveva con leggerezza nell'aria, creando diversi fiocchi di neve..volanti.

Kristoff ne rimase rapito.

"È una meraviglia"riuscì a dire, quasi automaticamente.

La mano si irrigidì, ed un paio di occhi grandi e blu si sporsero.

"..chi sei?"chiese, esitante, la giovane dai capelli color della neve.

"Io..io sono un montanaro"

I loro occhi si incontrarono. Per un secondo infinito.

"Un montanaro?"

"Un montanaro, regina"disse lui, cadendo sui suoi ginocchi.

Per un attimo si era dimenticato di Anna.

"Raccolgo il ghiaccio, e..il vostro ghiaccio è il migliore che io abbia mai visto"

"Il migliore?"

Che complimento inusuale.

"Bellissimo. B-..bellissimo"

Era tutto un miraggio.

Era la fata del ghiaccio.

Era un angelo.

Era un essere sovrannaturale.

Non poteva essere vera.

Che cos'era?

"Giovane. Voi amate il ghiaccio?"chiese lei sorridendo, timida.

Nessuno aveva mai apprezzato quel suo dono. A quell'uomo piaceva il ghiaccio.
Il ghiaccio!
Che stranezza. 

Ma dopo tanto tempo, si sentì bene con tutta sè stessa. Libera. Leggera. Felice.

"È la mia vita"rispose, sospirando con un sospiro.

Un sospiro uscì anche da lei.

Una forza incredibile la attraeva a quel ragazzo, ma qualcosa di più forte la tratteneva dentro. Anna. Cosa ci faceva lì?

"Elsa!"

"Anna?!"pensò.

Elsa buttò un ultimo sguardo di sotto, per poi tornare dentro andando incontro alla sorella.

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Capitolo 2
*** Regalo della Regina ***


"Questa slitta..non so cosa dire.."mormorò Kristoff, con la mano sul petto.

"Non devi ringraziare me, ma la regina"

Kristoff arrossì.
"La regina?"

"Certo"disse lei.

"Con preciso ordine di farti arrivare anche questo"

Anna sfoderò una lettera.

"Che cos'è, un invito a cena?"chiese Olaf, incuriosito.

Kristoff aprì la lettera contenuta nella busta e cominciò a leggerla.

"Non dire sciocchezze, è.."

Le guance di Kristoff divennero un fuoco.

"..per tutte le renne, è un invito a cena"

"Sono in dovere di farti sapere che gli inviti a cena della regina non si possono rifiutare, se non in casi gravi e motivati"

Kristoff tremò al pensiero di quella frase.
Voleva solo scappare a bordo della sua nuova slitta e non farsi più rivedere.

"E la timidezza non è tra questi"

"Seguimi, dobbiamo trovarti qualcosa di elegante"

Anna afferrò la manica di Kristoff fino alla sartoria migliore del regno.

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Capitolo 3
*** Il bacio ***


"Che freddo bestiale"

La regina ed il suo innamorato facevano il loro ingresso nella stanza reale.

"Se i miei servitori ti vedono qui penseranno male di me..trova qualcosa da metterti e poi torna subito a casa!"ordinò la sovrana.

"Oh, ma come siete ospitale, maestà"la ammonì lui, dolcemente.

Le strappò un sorrisetto compiaciuto. Quelle piccole provocazioni le piacevano.

"Dove tieni le taglie da uomo?"chiese lui, scherzoso, aprendo con molta nonchalance il suo armadio.

Elsa si sedette sul letto.

"Non fare rumore e cerca. Ci sarà un mantello o qualcosa del genere"sospirò.

Kristoff si tolse i guanti e li lanciò per terra.

Si tolse anche il berretto, e poi, senza badare alle circostanze, si spogliò del giaccone, rimanendo in maglietta leggera.

La maglietta era completamente fradicia, e lasciava intravedere tutti gli angoli e gli spigoli di quel corpo modellato da un mestiere duro ed erodente, consumante.

Elsa lasciò viaggiare la mente.

Immaginò di esser la moglie di quel montanaro così adorabile e goffo, e di star passando una normale sera da coppia sposata con lui.

Di poter essere lì, con lui. Di poterlo vedere spogliato. Di poterlo ammirare senza vergogna e paura.

A lui, come al suo lui.

Al suo lui, in camera sua, che faceva tutto quello che voleva. E questo comprendeva, tutto.

Così persa nei meandri dei suoi pensieri, si lasciò scappare una frase.

"Se vuoi puoi cambiarti anche la maglietta"


Santo cielo, cosa avrebbe pensato ora.

Sembrò non pensare a niente di malizioso.

Ma in realtà stava pensando alla stessa cosa a cui stava pensando lei.

Tirando un pò, Kristoff lasciò intravedere la schiena, sotto a quello straccetto fradicio.

Sudata, sudata e forte, robusta.

Imperfetta, nella sua crudezza, e perfetta, nella sua virilità.

Kristoff si voltò verso l'innamorata.

Nessuno capiva cosa ne fosse di loro.

Erano fidanzati? Erano amici?

Si piacevano? Questo era chiaro a tutti, invece.

Kristoff le sorrise, con quella sua espressione candida e gentile, buona e bonaria. Che le dava sicurezza.

Le fece l'occhiolino, e fu allora che lei cedette.

"Kristoff, io non resisto. Non puoi fare così, qui, davanti a me"

"Come hai detto?"

"Che non puoi fare così"

"No, quello che hai detto prima. Non resisti?"

"N-no" si imbarazzò "non resisto un momento di più davanti a questo spettacolo scabroso" gli disse, spostando lo sguardo, ormai rossa come un peperone.

"Ma se tu hai detto che potevo.."

"Esci! Prendi un maglione ed esci! O chiamerò le guardie!"

Quella ostilità verso di lui era in parte comprensibile.

Dopo tanti anni di timida solitudine non poteva aspettarsi una donna disinibita e sicura di sè, davanti ad un uomo mezzo nudo.

Ma non voleva andarsene.

"Elsa. Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo"disse lui, dopo essersi rivestito con un maglione azzurro.

Si avvicinò a lei, sedendosi sul letto.

Elsa si voltò. Non era nudo. Un passo avanti.

Ma il suo viso era pericolosamente vicino a lei.
Tipo, tanto.

Tanto tanto.

"Mi perdoni, Elsa?"

"Oh, tesoro"le uscì, come se stesse parlando con un cucciolo bastonato.

Non avrebbe voluto trattarlo così freddamente.

Un abbraccio quasi spontaneo li unì, seppur lento nei movimenti.

Le loro labbra si toccarono, poi si allontanarono.

"Sei fredda come il ghiaccio"

Un sospiro trapelò dalla sua bocca.

Arrossì, ancora, come e più di prima.

Un nuovo bacio.

"Sono ancora fredda?"

"..no"

Un terzo bacio. Ora la mano di Kristoff saliva lentamente la gamba di Elsa, e lei era impotente a riguardo.

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