La testa aveva smesso di girare.

di Audrien
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scusami, Weasley. ***
Capitolo 2: *** Sei sempre il solito stupido. ***
Capitolo 3: *** Perché ridi sempre Fred? ***
Capitolo 4: *** Era solo per provare. ***
Capitolo 5: *** Coraggio e amicizia. ***
Capitolo 6: *** Chiarimenti. ***
Capitolo 7: *** A lavoro.. ***
Capitolo 8: *** Soffocare l'amore. ***
Capitolo 9: *** Rischiare per vivere. ***
Capitolo 10: *** Chiodo scaccia chiodo? ***
Capitolo 11: *** Sì, ci avrebbe provato. ***
Capitolo 12: *** Conoscersi. ***
Capitolo 13: *** Che imbarazzo! ***
Capitolo 14: *** Gelosia ***



Capitolo 1
*** Scusami, Weasley. ***


Erano passate due settimane dalla fine del quinto anno scolastico per Harry Ron ed Hermione e adesso si trovavano tutti e tre alla tana. Hermione era intenta a leggere un libro come suo solito, seduta a gambe incrociate sul letto nella stanza che condivideva con Ginny, che non trovando nient'altro da fare cercava di imitarla, sbuffando ogni tanto. Harry e Ron giocavano agli scacchi dei maghi sulla scrivania delle ragazze, esultando ogni volta che uno mangiava le pedine dell'altro, come: "Sììì!! Puoi solo raccogliere i tuoi pezzi andati Harry!" oppure "Guarda che mossa! La tua pedina è rimasta di sasso" seguito da una risata fragorosa.
-Ma insomma quanto baccano! Perché non ve ne andate nella vostra stanza a giocare con questi stupidi scacchi?! - sbottò Hermione seccata. Ginny sollevò lo sguardo sollevata che finalmente qualcuno avesse preso parola. Ron stava per protestare quando... CRACK! Fred e George comparvero nella piccola stanza facendola sembrare piena.
-Qualcuno ha detto baccano?- dissero all'unisono i gemelli. Hermione alzò gli occhi al cielo e rassegnata chiuse di scatto il libro poggiandolo sul comodino.
-Andiamo Herm è estate, niente più studio dovresti essere contenta e divertirti!- disse George subito prima di scoppiare in una risata fragorosa che contagiò anche gli altri ragazzi. Lei rivolse loro un'occhiataccia stile Molly.                      
-Allora! A chi va una bella partitella a Quidditch?- chiese Fred radioso, e subito Harry e Ron misero da parte la scacchiera  urlando entusiasti -Io!- e insieme andarono a prendere i loro manici di scopa. -Ci sono anch'io- esclamò Ginny gettando per aria il libro di Hermione, che lì seguì sconcertata dalla poca delicatezza dell'amica. Si allenarono per tutto il pomeriggio finché la signora Weasley li chiamò a tavola per la cena; Hermione era stata ad osservare e, quando i ragazzi iniziavano a scaldarsi per un fallo commesso, aveva fatto anche da arbitro. Si era divertita comunque, infatti stavano ancora tutti ridendo per una strana parata di Ron, fatta con la mano sinistra mentre era appeso alla scopa solo con una strana angolazione del suo piede destro. I ragazzi si avviarono per primi verso casa e le due ragazze gli stavano dietro quando Fred rallentò il passo per procedere con loro. Passò un braccio intorno alle spalle di Hermione e lei sussultò, girò la testa per guardarlo e quando si accorse che non stava sorridendo si meravigliò.
-Allora! Ho saputo che ti piace un Wealsley!-. La ragazza si costrinse a non arrossire, rivolse uno sguardo veloce all'amica alla sua sinistra e si sentì in qualche modo confortata quando vide che era sorpresa quanto lei.
-P-perché questa d-domanda?- chiese balbettando.
-Per il sinistro floscio di Merlino, Hermione Granger che balbetta!- rispose sorridendo -Semplice curiosità comunque, allora è vero?- aggiunse poi, serio.
-Va' al diavolo Fred- disse Hermione togliendosi dalle spalle il braccio di lui e avanzando a grandi passi per la strada rimasta. Fratello e sorella si fermarono e lei gli chiese il perché di quella domanda, ma lui si limitò a guardarla senza sorridere, e sempre senza sorridere percorse il tratto restante di strada come Hermione. Ginny scosse la testa pensando che su sei dei fratelli che aveva non ce ne fosse uno normale. 
La cena fu stranamente breve (per gli standard della famiglia Weasley), Hermione evitava di parlare con i Weasley e si concentrava su Harry, facendo congetture su quale sarebbe stata la prossima mossa di Voldemort.
-Non dobbiamo mai smettere di tenere gli occhi aperti Harry, credo che Hogwarts non sia mai stata così pericolosa come lo è adesso, non so se dovresti tornare.- Harry la guardò male. -Hermione, pensi sempre al peggio, vero? Starò benissimo, e poi se non vado a Hogwarts dove resterò? Dai Dursley? Non ci penso proprio, preferisco morire per mano di Voldemort!-
Ron accanto a lui trasalì. -Puoi evitare di dire quel nome? E comunque concordo con te-. Hermione abbassò gli occhi e continuò a mangiare, ricevendo ogni tanto occhiate indagatrici da Ginny.
Una volta mangiato anche il dessert, le due ragazze aiutarono la signora Weasley a pulire. A Hermione girava la testa, e con la scusa di posare una scopa uscì fuori a prendere una boccata d'aria. Si sentì subito meglio annusando quell'odore di erba tagliata che le piaceva tanto, così chiuse gli occhi e iniziò a pensare. Le piaceva Ron, ma non la degnava nemmeno di uno sguardo e quindi cercava di lasciar perdere...ma come faceva Fred a saperlo se l'aveva confidato soltanto a Ginny? Forse lui l'aveva detto per scherzare e lei se l'era presa troppo... 'Si, è così'  si disse. Decise quindi che alla prima occasione gli avrebbe chiesto scusa. A interrompere il flusso dei suoi pensieri fu proprio quest'ultimo, che le urlò nell'orecchio un "Bù", facendola letteralmente saltare e gridare allo stesso tempo. Fred si portò un dito alle labbra sorridenti e disse -Shh! Zitta!- Hermione lo guardò male e cominciò a picchiarlo. Lui non sentiva niente e continuava a sorridere vedendo i suoi sforzi, ad un certo punto però tornò serio e l'abbracciò. Lei si fermò di botto e si irrigidì. -Mi dispiace Hermione, ho fatto lo stupido come al solito-
-Ti riferisci a prima o adesso?- rispose lei acida. Sentì il petto di Fred vibrare e seppe che stava ridendo, così anche lei si concesse un sorrisino e sciogliersi un po'. -Che strano, avevo programmato di chiederti scusa non appena avessi avuto l'occasione e invece ho preso a picchiarti....ma ovviamente non è colpa mia se tu sei uno stupido.- disse Hermione sciogliendosi dall'abbraccio.
-Dai Hermione era solo uno scherzo! E comunque anche io sono venuto qui per chiederti scusa.-
-Per il sinistro floscio di Merlino, sei serio?- chiese lei con un sorrisino, imitando il tono di Fred usato quella mattina, e lui non ci mise molto per tornare a ridere.    
-Allora mi perdoni?- chiese poi.
Hermione guardò il cielo. -Perché ci tieni tanto? Cioè lasci sempre passare tante cose, il mio "perdono" adesso che ti cambia?- disse dopo un lungo istante.      
-Temevo me l'avresti chiesto. La verità è che non lo so. Sei così maledettamente geniale che ho paura della tua probabile vendetta, anche se non sei quel tipo di persona.- rispose lui.
Hermione fece una risatina. -Grazie- disse -ti perdono-. Fred tirò un sospiro di sollievo. -Ma non è detto che io non mi vendichi!- Scoppiarono a ridere entrambi e quando smisero si guardarono a lungo in silenzio e ancora sorridenti.
-Abbraccio?- propose Fred aprendo le braccia. Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato, ma poi sorrise e lo strinse all'altezza della vita, con l'orecchio appoggiato sul suo petto sentiva i battiti del suo cuore. La testa aveva smesso di girare.

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Capitolo 2
*** Sei sempre il solito stupido. ***


-Hey! Allora hai scelto?-
-Scelto cosa, Fred?-
-Hai scelto quale Weasley ti piace?-
-E' sempre lui...-
-Davvero?-
-Che succede alla tua faccia?-
-Hermione...-
-Fred i tuoi capelli e la tua faccia sono diventati come quelli di....GINNY!-
-HERMIONE! SMETTILA DI SCHIAFFEGGIARMI E ALZATI!-
Rimasero lì a fissarsi per tre minuti buoni: Ginny con le mani sui fianchi e gli occhi marroni puntati sulla faccia intontita dal sonno di Hermione.
-Colazione e poi shopping a Diagon Alley, alzati e vestiti.-
Senza aspettare risposta scese in cucina dove poco dopo, l'amica fece il suo ingresso ricevendo un coro di -Buon giorno-. Harry aveva finito ma aspettava che Ron finisse di mangiare, lanciando di tanto in tanto occhiate fugaci a Ginny quando l'amico era impegnato a guardare gli schizzi di cibo che uscivano dalla sua bocca piena ogni volta che parlava.
-Disgustoso... Mamma oggi io ed Hermione vorremmo andare a fare shopping a.. - Ginny venne fermata senza neanche finire la frase dalla risposta della signora Weasley -Non se ne parla nemmeno Ginny. Tu-sai-chi è a piede libero lì fuori e tu vorresti andare a fare "shopping"?-
-Ma mamma..- Ginny tentò di protestare.
-Ho detto no.-  sentenziò la madre.
-Neanche se qualcuno ci accompagnasse?- insistè Hermione.
-Ad esempio chi?- domandò Molly, sull'orlo di una crisi di nervi.
Tutti e quattro i ragazzi si guardarono in silenzio, poi Ron sbottò un -Io non poffo-. In seguito contemporaneamente Hermione sbuffò, Ginny urlò esasperata -Non sappiamo che farcene del tuo aiuto Ronald!-, Harry rise e Ron contestò la sorella scatenando un litigio a base di grida. La signora Weasley, scattata la sua crisi di nervi, prese ad urlare sui loro figli che si calmarono ma continuarono a guardarsi in cagnesco.
-Oh ma quonto baccano qui dontro!- esclamò una voce femminile. Girarono tutti quanti la testa di scatto verso la finestra: Bill e Fleur se ne stavano in piedi, fuori.
-Perché non entrate ragazzi?- buttò lì la signora Weasley.
-Perché c'è l'incantesimo di protezione e voi non sentivate alla porta- rispose Bill.
-Perché litigavate tonto?- S'intromise la ragazza.
-Perché io ed Hermione volevamo andare a fare un giro per negozi babbani e la mamma ha detto no- rispose prontamente Ginny.
-Potremmo accompagnarvi noi, che ne disci Bill, tesoro?- propose Fleur.
-Ehm, non so...- Bill lanciò un'occhiata alla madre per capire se il suo umore fosse migliorato. A quanto pareva no.
-Ti prego Bill!- supplicò la sorella.
-E va bene! Preparatevi partiamo fra dieci minuti.-
Ci fu un altro trambusto, ma Hermione non aveva voglia di seguirlo, così si avviò per le scale per andare in camera sua. Fece due gradini ed andò a sbattere contro qualcosa di morbido e profumato. Fred mancò un gradino e cadde a terra su di Hermione.
-Ahia! Per tutti gli squarci del cappello parlante mi stai facendo male, togliti di dosso!- disse Hermione spingendo Fred.
-Scusa Hermione, è che mi sono comparsi i tuoi capelli crespi nella mia visuale e non ho visto più nulla- rispose quest'ultimo alzandosi e porgendo poi la mano per aiutare la ragazza. Questi non la accettò e si alzò di scatto da sola -Sei sempre il solito stupido, Fred!- esclamò facendo per andare via, ma lui le bloccò la strada mettendole un braccio steso davanti. -Che ho fatto adesso?- domandò sorpreso. Hermione era arrabbiata e sbalordita insieme. Possibile che non si accorgesse che l'aveva offesa?
-Hai detto che i miei capelli sono crespi, be' grazie sei molto gentile!- fu la risposta di Hermione.
-Ho detto che sono crespi non che non siano belli!- si difese Fred mentre l'angolo della sua bocca andava alzandosi.
Hermione sbuffò e spostò il braccio di lui per liberarsi ed andare via, ma il gemello le prese la mano e disse con assoluta disinvoltura -Bel modo di esprimere esasperazione comunque, "per tutti gli squarci del cappello parlante",- imitò con la sua voce  -davvero, dove le peschi queste espressioni?- continuò.
-Per tua informazione mi vengono naturali,- rispose lei e gli mollò un ceffone con la mano libera, per poi aggiungere    -proprio come questo-. Sciolse la presa dell'altra mano e salì le scale col naso per aria, lasciando un Fred confuso che si accarezzava la guancia diventata rossa.

-Per tutti i folletti ma non sta mai zitta?! Per il troppo entusiasmo mi sono completamente dimenticata che avremmo dovuto sopportare anche la presenza di Flebo!- mormorò una turbata Ginny ad Hermione, che a differenza sua non ci badava tanto concentrandosi sulle vetrine del suo mondo. -Uh, guarda com'è carina quella maglia verde rospo!- disse Ginny, indicando con un dito i manichini di un negozio babbano dove poi entrarono, uscendone solo dopo un'oretta poiché Fleur si era innamorata di come i jeans calzavano sulle sue gambe e aveva provato tutti quelli della sua taglia. -Comunque Harry stamattina ti lanciava occhiatine- fece notare Hermione all'amica per far conversazione, mentre Fleur provava gli ennesimi pantaloni.     
-Davvero? Pensavo di essermi impressionata! Pensa, ad un certo punto, ci siamo ritrovati così vicini da sfiorarci le mani, ma poi Fred è passato tra noi e ha interrotto il contatto!- esclamò Ginny.
-Sempre il solito stupido.- borbottò Hermione.
-Questo lo compro assolutamonte, è troppo carino!-
-L'ha già detto per la quinta volta o sbaglio?- domandò Bill, prima di assecondare la fidanzata e convincerla ad andare in un altro negozio.

Tornati a casa la signora Weasley li aspettava con ansia. Bill le raccontò che era andato tutto liscio e che avevano mangiato fuori, tutto sommato si erano divertiti. Fleur intervenne mostrando i suoi acquisti alla sua futura suocera perdendosi in descrizioni dettagliate della moda in Francia e prima di venirne trascinata, Ginny dichiarò che lei ed Hermione andavano su a sistemare i vestiti.
-Ce la siamo scampata, certo lo so che sono grandiosa ma smettila di dirmi grazie Hermione- scherzò Ginny una volta nella stanza.
Hermione rise -Non vedo l'ora di stendermi, mi fanno male i piedi- annunciò.
-Non se ne parla. Non prima di esserti provata LA camicia- disse Ginny, enfatizzando "la".
-Che camicia?-
-Questa-. Ginny mostrò l'indumento all'amica che scosse il capo ripetutamente. -Ginny ha uno scollo pazzesco, non posso.-
-Hermione ti sto chiedendo di provartela non di uscire e sfoggiare il tuo seno al popolo! Dài!- insistè Ginny.
-Se la provo poi mi lasci in pace?- chiese Hermione annoiata.
All'assenso dell'amica indossò la camicia e si guardò allo specchio: era aderente, di un bianco immacolato e aveva uno scollo notevole, da cui si intravedeva il reggiseno di pizzo che indossava.
Si voltò verso Ginny, che fischiò. -Però, guarda come ti scendono i capelli sulle spalle sei proprio..- non completò la frase perché in quel momento si udì un forte CRACK e i gemelli comparvero nella stanza.
-Non c'è Harry, perfetto andiamo- disse George prima di smaterializzarsi di nuovo...e da solo. -Sexy- Fred era rimasto nella stanza e guardava a bocca aperta un punto più in basso del viso di Hermione, che ricordatasi di quel che indossava si coprì con le mani diventando paonazza.
-Fred esci fuori di qui immediatamente!- ordinò la sorella.
Fred si destò da quella specie di incantesimo e la guardò, poi scomparve, lasciando una Hermione che andava schiarendosi man mano che la rabbia verso Ginny aumentava, e quest'ultima con un'espressione di chi sa di essere nei guai.

Era primo pomeriggio e Hermione, non avendo nulla da fare prese uno dei suoi libri e andò in giardino a leggere. Il sole era caldo e dopo un po' la ragazza si assopì. Fu risvegliata bruscamente da uno gnomo uscito dal cespuglio vicino che le tirava i capelli e il naso. Strillò dallo spavento e cercò di allontanare quell'essere piccolo eppure tanto forte, finchè qualcuno prese lo gnomo per i piedi, lo fece roteare in alto e poi lo spedì a circa trenta metri di distanza.
-Gran bel lancio! Ti ha fatto male?-
Hermione era intenta a massaggiarsi il naso e non vide il suo interlocutore, ma riconobbe la voce di Fred. Il suo volto divenne immediatamente rosso per la vergogna. Dopo l'imbarazzo provato in camera aveva fatto a Ginny una sgridata alla Molly, ma restava comunque il fatto che Fred l'avesse vista conciata in quel modo. Il ricordo non avrebbe lasciato la memoria di entrambi tanto velocemente.
-Sto bene, si è solo portato via una ciocca dei miei capelli.- rispose, con il viso basso per non incontrare lo sguardo di Fred. Il ragazzo si avvicinò e carezzò la testa di Hermione e disse -Che coincidenza, forse non gli piacevano i tuoi capelli crespi come piacciono a me.-
Lei corrugò la fronte. Non sapeva mai quando Fred fosse serio oppure no e questo, come tutte le cose che non conosceva, la mandava in bestia. Eppure una parte di lei era attratta da quell'incertezza. Comunque fosse era arrabbiata con lui e non aveva intenzione di fargliela passare liscia. Alzò il capo ancora più rossa.
Come se le avesse letto nella mente, Fred disse -So a cosa stai pensando-
-E sai anche quante maledizioni ti avrei lanciato se avessi potuto usare la magia?- ribattè Hermione con durezza.
-Posso immaginare- fu la risposta di lui. La guardò negli occhi e disse -Mi dispiace, non sapevo che stavi indossando quella merav..ehm quella.. quel.. qualunque cosa sia!-. Aspettò una risposta che non venne perciò cercò di farla ridere dicendo che se avesse saputo che si stava cambiando sarebbe venuto prima. Riuscì a strapparle un sorrisino e conquistò un pugno sulla spalla, che intese come un segnale di "continua così e forse rimedi al danno". Non poté continuare però, perché George lo chiamò e lui gli disse che sarebbe arrivato tra un minuto.
-Allora..scuse accettate? Di nuovo amici?- chiese Fred sorridendo e porgendole il mignolino.
Hermione guardò intensamente negli occhi azzurri di lui e vi lesse sincerità e affetto, così sorrise e intrecciò il mignolo al suo. -Sei sempre..-
-il solito stupido- finì Fred per lei. -Lo so, ed è per questo che mi vuoi bene.- disse. Sciolse il contatto tra loro e dopo averle scompigliato di nuovo i capelli, sorrise e andò via.
Hermione lo guardò allontanarsi finché non sparì dalla sua visuale, poi si alzò e andò in camera sua, lasciando scivolare i capelli tra le dita per tutto il tragitto.

 
Ciaoo, ho aggiornato entro 2 giorni e cercherò di continuare con questo ritmo abbastanza veloce! ^_^ 
Spero che vi piaccia questo capitolo come vi è piaciuto il primo, nel caso fatemelo sapere con una piccola recensione se vi va :33
Per quanto riguarda la storia credo che sarà lunga più o meno altri 6 o 7 capitoli (forse di più), non li ho ancora scritti ma ho la trama ben fissata e continuano a venirmi idee perciò..
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Perché ridi sempre Fred? ***


Il liquido nel pentolone aveva preso un bel color ocra ed era denso al punto giusto.
-Hey Georgie! Ho finito, è pronta! Dove hai messo i tubetti?- disse Fred, mescolando ancora una volta la pozione per controllare se fosse davvero perfetta.
George prese alcuni tubetti da pomata da un armadietto e li consegnò al suo gemello. -Dovremmo provarla non credi?- domandò.
-Nhaa, è uguale a quella che abbiamo fatto l'altra volta, ne sono sicuro.- rispose lui.
-Se lo dici tu Freddie, dài riempili e sigillali.- consentì George.
Fred odiava riempire i tubetti di quella pomata, la sostanza era appiccicosa e poi era un'operazione estramamente noiosa, non sapeva perché toccasse sempre a lui compierla. Decise di chiederlo al fratello ma si udì un Toc-Toc!  e si fermò. 
Ron, affiancato da Harry, bussò dinuovo alla porta -Possiamo entrare?- chiese.
-Identificatevi.- rispose George.
Ron aprì lo stesso la porta dicendo -Ha-Ha. Che stupidaggine.-
-E se fossimo stati nudi? Ci avresti turbato nell'intimo!- scherzò Fred -Cosa vuoi comunque?- continuò.
-Volevamo solo dirvi che domani verremo a dare un'occhiata al vostro negozio- disse Harry.
-Verranno anche mamma e papà, e Ginny ed Hermione.- aggiunse Ron.
-Va bene vi aspetteremo lì.- confermò George.
Harry e Ron andarono via e Fred ricominciò ad inserire la crema nei tubetti in modo molto più allegro di prima, cosa che non sfuggì a George, che glielo fece notare. -Come mai sei allegro? Pensavo odiassi fare questa cosa- 
-Infatti è così, però non so..mi sento motivato. Quando penso al nostro negozio sai..- rispose Fred, con entusiasmo superiore alla norma.
-Giusto- disse George, ma poco convinto. Era la persona che conosceva Fred meglio di chiunque altro, e sentiva quando lui mentiva o era insicuro su qualcosa. Comunque preferì non approfondire l'argomento e lasciò passare la cosa dedicandosi ad altro.
"Perché mi sento così euforico e impaziente?" si ritrovò a pensare Fred. Non era per il negozio e lo sapeva, ma non riusciva a capire cosa realmente lo rendesse eccitato. "O forse non voglio capirlo" pensò ancora. Un impeto di rabbia improvviso gli fece strizzare il tubetto di crema che aveva in mano e si schizzò tutto di quella sostanza appiccicosa, decise quindi di lasciar perdere e di finire in fretta quella faccenda.

Hermione si alzò dal letto decisa ad andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Nel pomeriggio aveva fatto tutti i compiti di trasfigurazione e si era avantaggiata sul nuovo programma come suo solito. Quindi uscì dalla sua stanza e mentre stava per scendere le scale vide una scena che la incuriosì, ma che al tempo stesso la fece rientrare in camera: Harry e Ginny erano molto vicini, lui le teneva le mani e aveva la bocca molto vicina all'orecchio di lei, che invece teneva gli occhi chiusi e sorrideva. "Forse le stava dicendo qualcosa" pensò Hermione sedutasi di nuovo sul letto. Si sentì un tonfo provenire dal piano di sopra e Hermione sentì la voce di Ron che diceva -Le ho trovate Harry!- per poi scendere pesantemente le scale. La ragazza aprì il libro in una pagina a caso proprio mentre Ginny entrava. Quest'ultima gettò la testa indietro e si massaggiò il collo, strizzava gli occhi per la rabbia. -Perché deve essere così maledettamente impiccione?! Come fa a piacerti Herm? Non capisco!- disse.
Hermione arrossì perché sapeva a chi si riferiva. Decise di dire la verità -Ho visto cosa è successo.-
-Come?- chiese Ginny
-Ho visto te e Harry qui fuori, e poi ho sentito Ron che scendeva...mi dispiace, non ho spiato, ma non volevo interrompervi..-  si scusò Hermione.
-Peccato che in questa casa tu sia l'unica a sapere le buone maniere!- disse Ginny quasi urlando.
-Ne vuoi parlare?- domandò l'amica.
Ginny sospirò, si sedette sul letto sorridendo e confessò.
-Harry ha nascosto la scopa sua e di Ron per fargliele cercare e avere cinque minuti di tempo per parlarmi, mi ha preso da parte e mi ha detto che provava qualcosa per me, ma aveva paura della reazione di mio fratello perciò è sempre restio nel cercare contatto con me...- fece una pausa poi continuò -Stava per baciarmi Herm e quello stupido ha rovinato tutto! Sono arrabbiata!- 
-Posso immaginare, mi dispiace. Ron è proprio uno stolto alcune volte...- disse Hermione per consolarla.
-Solo alcune? Ahh! Che idiota! Ti piace ancora?- domandò l'altra.
Hermione ci mise un po' a rispondere. Le piaceva ancora? Di getto avrebbe detto sì, ma perché questa volta non aveva funzionato il solito meccanismo? E poi ci arrivò. Era proprio quello il suo, un meccanismo. Per qualche ragione a lei ignota si era costruita la convinzione che le piacesse Ron, ma adesso qualcosa le aveva fatto aprire gli occhi. O meglio, qualcuno.
-Non so Ginny... in realtà sono molto confusa.. Non sono in grado di affrontare quest'argomento al momento, scusa.- rispose la ragazza un po' afflitta.
-Certo non preoccuparti Hermione, scusami, non volevo metterti in difficoltà- disse Ginny.
-Non devi scusarti di niente. Comunque io avrei una certa sete.. sai quando ho visto te e Harry era perché stavo per andare a bere un bicchiere d'acqua..Ti dispiace se scendo un attimo in cucina?- chiese Hermione.
-Figurati, ragazza a cui stanno bene le camicie!- esclamò Ginny scoppiando in una risata che contagiò anche l'amica.
-Ti voglio bene Ginny.- disse lei.
-Anche io Hermione.-

Arrivata in cucina, Hermione incontrò Fred che mangiava una cioccorana. Prese il suo bicchiere d'acqua e iniziò a sorseggiare appoggiandosi al tavolo. 
-Non dovresti essere al negozio?- gli chiese.
Lui la guardò come se solo allora avesse notato la sua presenza. -Ci vado fra poco- rispose infilandosi l'ultimo pezzo della merendina in bocca.
Hermione annuì. 
Ci fu un lungo silenzio in cui i due non interrupero mai il contatto visivo fra loro: Fred si leccava dalle dita il cioccolato scioltosi della cioccorana molto lentamente, lei finì la sua acqua e si passò la lingua sulle labbra secche.
Ad un  certo punto Fred scoppiò a ridere e disse -Va bene dài hai vinto!-
Hermione lo guardò confusa. -Di che parli?- domandò.
-Non stavamo facendo quella specie di gioco in cui ci si deve guardare senza interrompere mai lo sguardo e riuscire a non ridere? Be', hai vinto!- disse Fred ancora sorridente.
-Oh.. Si certo, il gioco. Ho vinto, sono un mito!- esclamò Hermione ancora confusa. Aveva creduto che Fred fosse stato serio in quei due minuti di sguardi in silenzio e invece aveva preso la cosa come un gioco. Del resto faceva sempre così, che si aspettava? Perché, proprio in principio, si aspettava qualcosa di diverso?
"Perché ridi sempre Fred?" pensò guardandolo di nuovo negli occhi.
-Che domanda è?- rispose lui ricambiando lo sguardo e ricominciando a sorridere.
Hermione spalancò gli occhi. -L'ho detta ad alta voce?- chiese.
-Cosa? La domanda? Sì- disse Fred ridendo di gusto.
La ragazza si coprì il volto con le mani emettendo gemiti di rabbia. Poi vide la faccia di Fred rossa, simile ai suoi capelli, per le risate e scoppiò a ridere anche lei. Dopo cinque minuti si calmarono e Hermione si scusò per la domanda.
-Comunque non lo so.. Credo sia carattere. Mi impegno a prendere la vita così com'è cercando sempre, però, di renderla più vivace con una risata. Ma alla fine ci ho fatto l'abitudine e rido sempre, come hai detto tu.- disse Fred rompendo il silenzio creatosi.
Hermione intenta ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto, lo guardò e sorrise. -Non avevo mai riso così tanto in vita mia- confessò.
-Mi sento onorato di essere il responsabile del tuo divertimento.- scherzò il gemello. -Però, sul serio, dovresti farlo più spesso.. Sei sempre così composta, sciogliti che in fondo sei divertente anche tu!- continuò, facendole un sorriso a trentadue denti.
Lei fece una risatina e arrossì leggermente. -Grazie- mormorò. -Vedrò cosa posso fare- aggiunse a voce più alta.
-Domani verrai al nostro negozio, ne avrai da ridere. E comunque io ti ho detto la causa del mio riso continuo, adesso è d'obbligo che tu mi dica perché cerchi sempre di essere una so-tutto-io.- disse Fred dandole una leggera spinta sulla spalla.
-Come hai detto tu credo sia carattere. Ho paura di fare una cosa in modo sbagliato, ne ho il terrore. Non so il perché ma è così. Per questo studio tantissimo, perché cerco sempre di avere un'ampia gamma di informazioni che potrebbero essermi utili in contesti diversi. E poi è molto soddisfacente.- rispose lei riacquistato l'equilibrio e ricambiando la spinta.
-Capisco.. Be' guardala in questo modo: siamo due universi diversi che si incontrano in un punto.- affermò lui.
-E quale sarebbe questo punto? Perché intendi l'insieme dei nostri interessi comuni, vero?- domandò Hermione.
-Ok, ok. La conversazione sta diventando troppo complicata e mi sono perso.- annunciò Fred.
Hermione tirò un sospiro e si preparò a spiegargli la situazione nel modo più semplice, ma fu interrotta da Fred che la prese per le braccia e disse -Hey, hey lo stai facendo di nuovo. Siamo a casa e questo non è un esame con giudici stupidi. Volevo solo dire che in qualunque caso abbiamo sempre qualcosa di cui parlare.-
La ragazza all'inizio lo guardò seria, poi sorrise. -Hai detto una cosa geniale eppure in modo così semplice.- notò.
Fred alzò le sopracciglia. -Vedi? Non sono poi così stupido come credevi.- ribattè.
-Mhm, va bene. Allora ti informo ufficialmente che ho cambiato giudizio su di te.- disse Hermione.
-E dovrei esserne felice?- domandò lui.
-Non so, penso di sì.- rispose lei.
-Uoho, la Granger insicura su qualcosa! Chiamate la Skeeter!- scherzò il gemello. Risero entrambi e dopo alcuni minuti Fred annunciò che doveva andare ad aiutare il fratello.
-Va bene- disse Hermione sorridendo.
-Ci vediamo signorina-sono-sempre-composta.- disse lui, e senza dire altro uscì fuori dove poco dopo si smaterializzò.
Ciaoo! Vi chiedo scusa per il ritardo, ho avuto problemi di connessione e poi mi si è cancellato il capitolo, una confusione enorme :/ 
Questo è un capitolo di passaggio ma spero vi piaccia lo stesso ^_^ 
Scusate ancora, al prossimo capitolo!! <3

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Capitolo 4
*** Era solo per provare. ***


C'è da premettere una piccola cosa su questo capitolo. Alcune espressioni, o frasi vere e proprie, sono tratte dal libro de Il principe mezzosangue. Quindi se nel caso ne riconoscerete qualcuna l'ho presa da lì. Inoltre mi scuso per le troppe sequenze descrittive. Buona lettura <3

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAARGHH!-. Hermione lanciò un strillo stile Voldemort. Ginny, seduta in cucina, saltò dalla sedia per lo spavento, poi si precpitò nella stanza da dove provenì l'urlo e trovò Hermione inginocchiata, a testa china e con un cannocchiale nella mano destra. Quando alzò la testa, Ginny vide il suo viso e scoppiò in una risata così fragorosa da attirare anche Harry e Ron, che si unirono alle risa.
-Hermione cos'è successo? Perché hai strillato in quel modo?- le domandò quando si fu calmata.
Hermione si rimise in piedi e guardò Ginny con un cipiglio che andava formandosi. 
-Stavo dando un'occhiata in giro, mi è capitato questo aggeggio tra le mani e quando l'ho stretto mi ha fatto un occho nero!- esclamò, guardando l'oggetto. Vide un  minuscolo pugno su una lunga molla uscire dall'estremità del cannocchiale e sbuffò.
-Dev'essere uno scherzo di Fred e George. Dài vieni in cucina, la mamma è brava a curare le piccole ferite, ti rimetterà a posto quell'occhio.- disse Ron. 
Ma la signora Weasley, pur provandole tutte, non riuscì a guarire l'occhio di Hermione. Evidentemente i gemelli avevano fatto in modo che non venisse più via. Si fece l'ora di andare e Hermione fu costretta ad accettare di camminare con l'occhio nero per tutta Diagon Alley. 

Ron, Harry, Hermione e Ginny erano tutti seduti larghi e comodi sull'ampio sedile posteriore della macchina prestata al signor Weasley dal Ministero. Quest'ultimo e sua moglie, seduti di fianco all'autista, programmavano il percorso da seguire nel minor tempo possibile una volta arrivati a Diagon Alley. Ginny lanciava occhiatine a Harry, che invece guardava fuori dal finestrino a pensare chissà cosa. -È bello che papà possa usarle di nuovo- disse Ron soddisfatto. 
-Non farci l'abitudine, è solo per via di Harry. Gli è stata garantita una copertura di massima sicurezza. E avremo un'ulteriore scorta al Paiolo Magico- ribattè suo padre senza voltarsi. 
Ron fece una smorfia, ed Hermione borbottò qualcosa di incomprensibile.
-Che hai da mormorare, mezzo panda?- sbottò Ron rivolto ad Hermione.
-Niente. È solo che non ti va mai niente a genio.- rispose lei tranquilla.
-Non ho detto nulla sulla questione dell'auto.- protestò lui.
-E per tutte le altre cose come la mettiamo?- s'intromise Ginny.
-"Altre cose" cosa?- domandò Ron.
Harry sbuffò e la signora Weasley, per non fare brutte figure con l'autista del Ministero, minacciò teneramente i figli di fare silenzio. Hermione e Ginny si guardarono, si compresero e dopo un po' sorrisero. Era sempre Ron a venire fermato e ben gli stava, pensarono. 
Arrivati davanti al Paiolo Magico incontrarono la loro scorta di Auror: Hagrid. Questi abbracciò Harry e lo informò sulla situazione di Fierobecco, poi salutò gli altri. Entrarono nel Paiolo insolitamente vuoto e aperto il muro che dava su Diagon Alley rimasero lì a guardare la scena: tutto era cambiato, le scintillanti vetrine dei negozi erano state coperte con cartelloni del Ministero e foto in bianco e nero di alcuni Mangiamorte; c'erano alcune bancarelle dall'aria squallida che tenevano esposte merci altrettanto squallide e senza alcun valore, né magico né altro.
Si divisero per finire più in fretta le compere, così il signore e la signora Weasley con la figlia andarono al Ghirigoro a comprare i libri e Harry, Ron ed Hermione andarono con Hagrid da Madama McClan, dove incontrarono Malfoy e sua madre, Narcissa. Ci fu una discussione, in cui Hermione fu definita ancora una volta una schifosa mezzosangue, ma per non finire nei guai trattenne Harry dal fare stupidaggini. Comprate le divise si rincontrarono col resto del gruppo e si diressero verso il negozio di Fred e George. Harry e Ron entrarono per primi. Era così pieno zeppo di gente che non riuscivano ad avvicinarsi agli scaffali. Hermione, affiancata da Ginny, si sentiva emozionatissima, cosa strana dato che non era mai stata entusiasta di entrare in un negozio che vendeva articoli il cui scopo era marinare la scuola. C'era una vasta gamma di prodotti che andava dalle merendine marinare, al torrone sanguinolento e a scatole di piume di ogni tipo. Riuscì ad insinuarsi fino ad un grosso espositore e lesse le informazioni dall'etichetta di un prodotto di nome "Sognisvegli Brevettati". -'Un semplice incantesimo ed entrerete in un sogno a occhi aperti lungo trenta minuti, di alta qualità e assolutamente realistico, facile da inserire in una tipica lezione scolastica e virtualmente inintercettabile'. Questa è davvero magia straordinaria!- esclamò.
-Per quello che hai detto, Hermione, puoi averne uno gratis- intervenne una voce alle sue spalle.
Un sorridente Fred le apparve davanti indossando un completo color magenta in magnifico contrasto con i suoi capelli fiammeggianti. Lei sentì un brivido percorrerle la schiena. "È bellissimo" pensò, attenta a non dirlo anche ad alta voce.
-Cos'è successo al tuo occhio Hermione?- domandò lui.
-Il tuo cannocchiale tira pugni- rispose lei mesta.
-Oh, è vero, me n'ero dimenticato! Ecco..- disse Fred estraendo dalla tasca un tubetto, dal quale poi svitò il tappo e fece scivolare un po' di pasta gialla sul suo indice destro. Guardò Hermione e sorrise.  -Chiudi gli occhi.- ordinò.
Lei obbedì e poco dopo sentì spalmarsi delicatamente una sostanza appiccicosa sull'occhio nero. Quando Fred ebbe finito riaprì gli occhi e notò che la sua mano era rimasta sul suo viso. Sentiva che nei punti dove lui la toccava la temperatura era più alta, e la vicinanza dei suoi occhi azzurri le faceva diventare le gambe molli. Si aggrappò al bavero della sua giacca per non cadere e le pupille di lui si dilatarono. 
-Hem-hem, Signor Weasley, c'è un cliente che desidera un calderone finto- annunciò una giovane strega con biondi capelli corti e la veste color magenta.
-Arrivo subito- disse Fred, non spostando però lo sguardo dagli occhi di Hermione. Con uno sforzo che gli parve enorme si staccò da lei, che riacquistò l'equilibrio. -Ci vediamo fra un po', nel frattempo fai un giro per il negozio e divertiti.- continuò sorridendo come al solito. 
Hermione rimase lì, con la pozioncina in mano e l'espressione vacua e pensò. "Siamo due universi che si incontrano in un punto... Possibile che il punto sia questo.. Questo che è appena successo, che cos'è? Non mi sono mai sentita così, ma mi piace. È una sensazione simile a quando si studia e ci si ha i frutti positivi, ma più forte, più emozionante, più tutto... Credo ci sia la possibilità che mi piaccia davvero un Weasley. E no, non è Ron." 
Si riscosse dai suoi pensieri, posò la boccetta e andò verso Harry e Ron. Mentre Ginny chiedeva alla madre se poteva comprare una puffola pigmea, si girò verso la vetrina e vide Draco Malfoy passare davanti la vetrina, solo.
Anche Ron ed Harry lo notarono e quest'ultimo osservò accigliato -Chissà dov'è la sua mammina?-
-È riuscito a liberarsene, a quanto pare.- aggiunse Ron.
-Ma perché?- si chiese Hermione. 
-Venite quì sotto presto!- sussurrò Harry improvvisamente, sfilando il mantello dell'invisibilità dallo zaino. E data un'ultima occhiata a Fred, occupato coi clienti, Hermione si infilò sotto la stoffa invisibile e insieme ai suoi due amici andò all'inseguimento di Malfoy. 
Quando tornarono al negozio, in risposta alle domande della signora Weasley, sostennero di essere stati tutto il tempo nella stanza sul retro, dove lei sicuramente non aveva guardato bene. Durante il viaggio di ritorno, Hermione era turbata per il battibecco successo con Ron, dopo che lei era stata smascherata e cacciata da Magie Sinister, però poi pensò al momento passato con Fred e si ritrovò a fissare il suo riflesso sorridente nel finestrino. Guardò Ginny. Doveva dirglielo? Certo che sì, era la sua migliore amica. Avrebbe detto qualcosa di male? No. L'avrebbe presa in giro? Nel peggiore dei casi lo sfottò sarebbe durato due giorni interi. Hermione immaginò la reazione dell'amica quando le avrebbe confessato che le piaceva Fred. 
"Fred?! Oh, dài, Fred? Proprio mio fratello Fred? Lui? Be' sempre meglio di quello stolto di Ron. Ma andiamo, perché Fred?"
Sbuffò. Che cosa le avrebbe risposto alla domanda del perché? Non avrebbe saputo spiegarglielo, così decise di aspettare ancora un po' prima di darle la sconvolgente notizia, per il momento doveva solo impegnarsi a smettere di sorridere come un'ebete.
A casa furono tutti occupati a sistemare i propri acquisti e Hermione, che non aveva comprato nulla alla fine, si ritrovò a dare una mano alla sua amica.
-Hey, Hermione, hai gli occhi normali- disse Ginny carezzando il pelo della sua puffola pigmea.
-Ehm...grazie, anche tu.- rispose Hermione guardandola preoccupata.
Ginny rise. -Geniaccio intendevo che il tuo occhio nero è sparito, non sono uscita fuori di testa!- esclamò.
-Ohh, certo!- affermò Hermione scoppiando a ridere. -Fred mi ha sp.. ehm, mi ha dato una pomata da spalmare sull'occhio. Sono contenta che abbia funzionato.- aggiunse poi seria.
-Sì, fa piacere anche a me. Comunque dovresti sciaquarti un po' il viso.. per eliminare i residui della pasta applicata.- consigliò Ginny.
-Okay, dopo però. Adesso devo finire di sistemare.- assentì l'altra. 
Quando finì era tardo pomeriggio e si diresse verso il bagno per lavarsi il viso, ma lo trovò occupato quindi decise di andare in cucina. Prima di entrare vide che nella stanza si riversava la luce arancione del tramonto dalla finestra, le piacque molto perciò accelerò il passo. Arrivata, rimase impietrita: Fred era a torso nudo e la sua pelle era bagnata da piccole goccioline d'acqua. Lui appena la notò, invece, le regalò un sorriso splendente e le andò incontro quasi di corsa. Con entusiasmo le prese la mano e le fece fare due rapide piroette, per poi metterle l'altra mano dietro la schiena e attirarla a sé. Lei sorrise, ma trattenne il fiato, l'emozione stava prendendo il sopravvento e non riusciva a parlare. Fred era di spalle alla luce, che lo incorniciava come se fosse un dipinto, e i suoi occhi erano più luminosi, più azzurri e guardarono a lungo Hermione. Lui sciolse la mano che teneva quella di lei e la posò dietro la sua nuca, stringendole i capelli per tenerla ferma. I loro volti erano ad un palmo di distanza, gli occhi seguivano quelli dell'altro, i respiri si mescolavano e le loro bocche fremevano nell'attesa del contatto finale. Fred non sorrideva quando avvicinò ancora di più il suo viso a quello di Hermione. Vide che lei chiuse gli occhi e fece lo stesso, mentre le sfiorava le labbra con le sue appena appena. La ragazza sentiva il corpo bagnato di Fred bagnarle i vestiti donandole piacevoli brividi; lasciò scivolare le mani libere fra i suoi capelli per rafforzare quel contatto, ma si bloccò quando udì un Hem-hem.
Si allontanarono come se una forza invisibile li avesse spinti con violenza in direzioni opposte. Hermione aveva il viso in fiamme e quando vide chi li aveva interrotti si fece ancora più rossa. George era appoggiato allo stipite della porta della cucina e li guardava con entrambe le sopracciglia alzate. -Lo sapevo che c'era sotto qualcosa!- esclamò.
-No, Georgie non è come pensi!- disse Fred.
-Cioè?- chiese il gemello confuso.
-Era solo per provare..- rispose l'altro.
Hermione lo guardò truce, sentì la stessa sensazione di quando era in presenza di Ron. 
-Non ci crederei neanche se mi deste cento cioccorane- borbottò George. -Ma comunque io non vi ho chiesto spiegazioni, ho detto solo che sapevo ci fosse qualcosa sotto.- aggiunse.
-In ogni caso è come ha detto Fred. Era solo per provare.- disse Hermione. Le girava la testa e tutto ciò che voleva era andare via di lì e restare da sola per un po'. Uscì sotto gli sguardi dei due fratelli e andò fuori in giardino. Il sole stava calando e lanciava le ultime sfumature di rosa e arancione in quel manto infinito di blu. Rimase a guardare il cielo finché le stelle furono completamente nitide e splendenti. Si aggiustò per la cena cambiandosi la T-shirt bagnata, ma per lei quella giornata era finita.
Ciaooo scusate ancora per il ritardo, lavori estivi e poco tempo DD:
Spero che il capitolo vi piaccia nonostante, come già detto, le troppe sequenze descrittive. Non mi piace cambiare la storia scritta dalla Rowling ma qui ho dovuto :/ Comunque sia è stato molto divertente scrivere questo capitolo poiché inizialmente avevo scritto questa frase: "Hem-hem. Signor Weasley c'è un calderone che desidera un cliente finto" invece di "Hem-hem, Signor Weasley, c'è un cliente che desidera un calderone finto" LOL.
Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo, ciaooo <3

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Capitolo 5
*** Coraggio e amicizia. ***


Quando l'ultima dei Weasley andò in camera sua per svegliare Hermione, rimase sorpresa dal fatto che lei fosse già in piedi e per di più impegnata a rifare i letti di entrambe. -Alla buon'ora!- esclamò Ginny benevola. -Lo sai che ore sono? E' mezzogiorno, hai saltato la colazione e tra poco dobbiamo anche mangiare.. Da quando sei diventata così dormigliona? E come mai stai riface..- continuò imperterrita, prima di essere interrotta bruscamente da Hermione. -Ginny smettila! Sei entrata nella stanza da nemmeno trenta secondi e mi hai già riempito la testa di nozioni insignificanti!- urlò voltandosi. 
Ginny sobbalzò, Hermione aveva due occhiaie così ampie e scure che pareva non avesse chiuso occhio per tutta la notte, e forse proprio questo era accaduto, pensò, ma non riuscì a capirne il motivo. -Herm stai bene?- si azzardò a chiederle.
-Sto benissimo.- fu la risposta secca della sua amica.
L'altra dopo averla ossservata per una manciata di secondi annuì e scese di nuovo di sotto.

Appena Ginny si fu chiusa la porta alle spalle Hermione si abbandonò sul letto coprendosi il volto con le mani. Come aveva potuto comportarsi così con la persona a cui voleva bene come ad una sorella? La sua migliore amica non aveva colpe..
"Ma allora la colpa di chi è? E soprattutto la colpa di che cosa?" si ritrovò a pensare. Per un attimo le balenarono nella mente un paio di vividi occhi azzurri che si socchiudevano mano a mano che si avvicinavano. Quel pensiero le portò un nodo alla gola, e trattenendo un gemito scosse più volte la testa per cacciarlo via. Quegli stessi occhi non le avevano permesso di riposare per tutta la notte e se avesse continuato così, era sicura, l'avrebbero perseguitata a tempo indeterminato.
"No, non starò male per un altro stupido Weasley."

-Buongiorno Hermione, cara. Potresti aiutarmi ad affettare le carote per favore?- domandò gentilmente la signora Weasley. 
La ragazza annuì in silenzio e prendendo un grosso coltello cominciò a tagliare minuziosamente.
-Mamma fra quanto è pronto il pranzo?- domandò Fred entrando nella cucina in quel momento.
Hermione non alzò la testa dal suo lavoretto, ma spinse il coltello contro la carota più intensamente. "Diamine, ma non ha mai da fare al negozio?! Con così tanta gente se ne sta sempre qui a gironzolare per casa" pensò stizzita.
-Fra una mezz'ora Fred. Ma non dovresti essere da quel tipo di affari che voleva comprare i vostri prodotti per poi rivenderli?- domandò la madre mentre saggiava se quel che stava cucinando fosse salato al punto giusto. 
-Quel rivenditore con la barba più lunga di Silente intendi? Be' ci sono andato ma ho capito che per lui era solo un gioco sporco, voleva truffarci. Così ho lasciato perdere tutto.- rispose il gemello sfregandosi le mani. 
Hermione alle frasi "era solo un gioco" e "ho lasciato perdere" impiegò così tanta forza nel tagliare la fettina seguente che il coltello rimase incastrato orizzontalmente nel tagliere. 
-Capisco... Hermione hai finito con quelle carote?- chiese Molly voltandosi verso di lei, che sentendosi tirata in ballo nel bel mezzo di quel guaio girò di scatto la testa e con una falsa risatina rispose che c'era quasi. In realtà non c'era per niente, quel maledetto coltello non ne voleva sapere a farsi tirare fuori dal legno. Così quando la signora Weasley uscì un attimo in giardino, concentrò tutte le sue forze spingendo sotto il manico del coltello che all'improvviso volò in aria facendola emettere un gridolino di paura e costringendola a guardare la sua traiettoria. Fred lì accanto sbraitò prontamente la bacchetta e con un velocissimo "arresto momentum" bloccò il coltello un attimo prima che questi si piantasse in mezzo agli occhi spalancati di Hermione. Poi si avvicinò, prese la posata e gliela porse. Lei abbassò piano il capo e raccolse l'utensile. Non voleva ringraziarlo, ma dopotutto le aveva salvato la vita e non era da lei essere maleducata. E poi un motivo per cui il cappello parlante l'avesse messa in Grifondoro c'era, quindi guardò un punto imprecisato del suo viso (non riuscì a guardarlo negli occhi nonostante il numeroso coraggio raccolto) e molto flebilmente sussurrò un "grazie", dopodiché si precipitò a gettare le fettine di carote nella pentola. 

Dopo aver pranzato alla Tana i gemelli tornarono al negozio perché c'era un sacco di lavoro da fare. Fred si avviò per primo sostenendo di voler verificare personalmente le spedizioni della giornata, poiché alcuni clienti si erano lamentati dei gufi arrivati in ritardo. Prima di smaterializzarsi, George lo guardò negli occhi e vi lesse frustrazione, ma capì che non era da attribuire al problema dei gufi, anche perché non avevano avuto alcun richiamo. L'aveva visto distratto tutto il giorno, coi clienti era sempre lo stesso, ma era pronto a giurare che il suo sguardo si soffermava troppo spesso e troppo a lungo sul banco dei filtri d'amore. Non era mai stato particolarmente interessato a quella gamma di prodotti, ma allora perché era entrato in fissa?
Gli aveva anche detto le ultime battute che aveva inventato con l'intenzione di rilassarlo ma con scarso risultato. Forse era qualcosa di più grande che non poteva gestire? O peggio, stava acquisendo lo stesso umorismo di Piton? No, non poteva permetterselo. Decise quindi che in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a riavere il fratello che aveva.
-Hey Fred! Senti questa: Lo sai chi c'è in fin di vita?- domandò George approfittando della momentanea assenza di clienti.
Fred si voltò. -No, chi?- chiese a sua volta mezzo preoccupato.
-Il sedere!- sbottò George.
Fred rise e il gemello si rianimò tanto in fretta quanto si scoraggiò cinque secondi dopo: Fred aveva smesso di ridere e si era di nuovo rabbuiato.
Decise di smetterla con questi stupidi giochetti e di andare al sodo. Si avvicinò e dandogli un leggero colpetto col gomito gli domandò -Tutto bene Freddie?- 
Fred lo guardò a lungo negli occhi. "Sono uguali ai miei" pensò. "O meglio erano, adesso i miei sono cambiati. C'è un che di disperato all'interno, qualcosa di mai avuto, qualcosa che fa male e credo di capire perché ma non voglio accettarlo. Finirò col perdere me stesso. No, non posso innamorarmi." 
-Tutto ok, sono solo un po' stanco.- rispose facendogli un sorriso a trentadue denti e approfittando dell'entrata di un cliente si dileguò per aiutarlo. Non avendo avuto modo di constatare che davvero stesse bene, George si ripromise che avrebbe colto la prima occasione per parlargli seriamente.


Se ne stava seduta a gambe incrociate sul letto annoiata, Hermione, intenta ad osservare se avesse commesso qualche errore nei compiti di incantesimi che aveva appena finito. La porta si aprì ed entrò Ginny, a braccia conserte, sicura e determinata come lo era sempre. 
-Adesso mi dici cosa diamine ti sta succedendo.- disse con voce calma, eppure Hermione seppe che non poteva ignorarla, e comunque non voleva. 
-Innanzitutto scusa il mio comportamento di stamattina, Ginny- esordì e l'altra sembrò rilassarsi, senza però scomporsi.
-Il fatto è che.. in questi ultimi giorni.. io.. mi sono avvicinata ad una persona..- iniziò Hermione guardandò l'amica che non battè ciglio, quindi continuò. -E.. be' niente mi ci stavo affezionando quando..- qui la voce le si incrinò ma se la schiarì e proseguì, decisa. -Quando d'un botto mi ha detto che per lui non significavo niente. Mi ha fatto molto male, e adesso sono qui come vedi, insonne.- concluse.
Ginny lasciò cadere le braccia lungo i fianchi -Te l'ha detto proprio apertamente?- chiese con l'espressione dura ma con un tono leggermente più dolce.
-Be' si.. no, cioè non lo so.- rispose Hermione.
-Posso sapere chi è questa persona?- 
Ci furono un paio di minuti di silenzio in cui Ginny aspettò pazientemente la risposta di Hermione che si guardava le mani. 
-Fred.- confessò poco dopo quest'ultima.
-CHE COSA?! FRED? PENSAVO CHE RON SI FOSSE DECISO UNA BUONA VOLTA!- urlò Ginny.
Hermione si alzò ed andò verso di lei. -Ginny zitta! Vuoi farlo sapere anche agli gnomi in giardino per caso?!- esclamò stizzita.
Per tutta risposta si sentì un rumore di tubature da due piani più su, segno che anche il demone aveva ascoltato la soave voce della Weasley.
Quest'ultima rise mentre Hermione sbiancava sempre di più.
-Oh cielo! Anche il demone ti ha sentita! E se ti ha sentita lui allora l'ha fatto anche Ron dato che ha la camera proprio sotto di lui! Che figuraccia!- osservò, adesso arrabbiata.
Ginny smise di farsi beffe dell'amica e in un baleno riacquistò la postura di prima, anche se con un mezzo sorrisetto sulle labbra che non ne voleva sapere di andarsene. -Non cambiare discorso Herm, hai detto che quella persona è Fred, cioè mio fratello, quindi adesso ti siedi comodamente e mi racconti una descrizione dettagliata della vostra "quasi relazione".- 
Mentre diceva queste parole aggiustò i capelli ad Hermione, e prendendola per le spalle la guidò verso il letto dove la fece sedere accanto a lei.
Hermione in tutto questo susseguirsi di azioni l'aveva guardata accigliata, ma vedendo che in quel momento aveva la sua più totale attenzione, fece un gran respiro e raccontò la storia dall'inizio.


-Quindi devo aggiungere anche Fred alla lista dei miei fratelli buoni a nulla, dove per adesso giacciono Bill, Percy, Ron e adesso anche lui.- disse Ginny con un finto sorriso gioviale.
-Se ti fa piacere.- mormorò Hermione. Raccontare la vicenda dal principio l'aveva spossata, neanche fosse stato un incontro con Lord Voldemort. 
-Bene Herm, siamo arrivati al punto in cui io ti consolo e ti do dei consigli su come farlo stare male. O su come farti stare bene. Penso sia la stessa cosa.- annunciò Ginny con quel sorrisetto di nuovo in faccia. O forse non se n'era mai andato. 
In ogni caso fece ridere Hermione che disse -Sei perfida!-
-Già, ti voglio bene anch'io.- rispose l'amica -Comunque tutto ciò che devi fare è distrarti, non pensarlo ed evitalo, ti aiuterò anch'io. Alla fine è lo stesso consiglio che mi desti tu con Harry quando ti confessai, anche se già lo sapevi, che ero cotta di lui. Mi dicesti di aspettare e nel frattempo frequentare altri ragazzi.. ti ricordi?- continuò.
-Eccome se ricordo! E penso che quel consiglio abbia dato i suoi frutti! A proposito come va con Harry?- chiese curiosa Hermione.
Ginny abbassò la testa. -Semplicemente non va.. da quell'ultima volta che ci hai visti non abbiamo avuto più contatti, forse per casualità o forse proprio per volontà.. sua.- rispose.
-Capisco, ma hey non ti abbattere! Vedrai che quando ritorneremo a Hogwarts le cose miglioreranno, Ron non gli starà tutto il tempo alle calcagna ne sono sicura. Anche perché vorrà allenarsi per entrare nella squadra di Quidditch.- disse e quando Ginny la guardò illuminandosi, le fece l'occhiolino.
-Anche io farò i provini per entrare nella squadra!- esclamò felice.
-Sono contenta! E sono anche sicura che verrai certamente ammessa.- convenì l'altra.
-Ammessa? Cosa sono questi termini così scolastici? Stiamo parlando di sport, stiamo parlando di Quidditch, capisci cos...- cominciò Ginny ma Hermione la bloccò e disse -Okay, okay verrai "presa" va bene?-
-Perfetto- rispose l'amica annuendo con la testa, poi si guardarono e scoppiarono a ridere.
Dalle scale si sentì la voce della signora Weasley che le chiamava per la cena ed entrambe rimasero stupite nel constatare che avevano trascorso un pomeriggio intero a parlare, ma almeno adesso si sentivano meglio. Così si avviarono verso la cucina ma prima di scendere tutti i gradini, Hermione prese Ginny per un braccio e questi si arrestò di colpo preoccupata.
-Ginny, ti volevo semplicemente dire che... Grazie.-
-Merlino, pensavo cosa avessi visto! Comunque non c'è di che, quando vuoi davvero.- rispose.
Non c'era abbastanza luce ma Hermione era convinta che stesse sorridendo e senza pensarci due volte l'abbracciò. Ginny ricambiò e restarono così per qualche minuto. Quando si sciolsero con ancora il sorriso sulle labbra andarono a riempirsi la pancia.

Allora...ecco il capitolo 5. Prima di tutto mi scuso per l'ENORME ritardo, ma io e la sfiga siamo ormai ottime amiche :') Si è rotto il computer e mi si è cancellato mezzo capitolo che avevo già scritto. Inoltre non è stato per niente divertente scriverlo siccome avevo perso ispirazione, perciò non mi piace tanto :(.Per quanto riguarda il titolo non sapevo cosa mettere, spero vada bene! Qualunque sia la vostra opinione fatemelo sapere, scusate ancora. Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 6
*** Chiarimenti. ***


Per questo capitolo ringrazio xJames per il contributo che mi ha dato nel formarlo e il grande "sostegno morale"! Se vi va date un'occhiata alla sua nuova storia su Harry Potter "Inflame - Il mondo si infiamma di nuovo." Grazie <3 


Era una bella giornata soleggiata e la signora Weasley aveva approfittato per mettere i suoi due ultimi figli e gli amici a svolgere i lavori in giardino. Così Harry e Ron si preoccuparono di scacciare via gli gnomi, spedendoli a un minimo di trenta metri di distanza, mentre Ginny spazzava le foglie che Hermione tagliava dai cespugli. Erano lì già da una buona mezz'ora ma gli gnomi spuntavano come funghi e le due ragazze non ce la mettevano davvero tutta per via del sole.
-Merlino che caldo! Sto morendo disidratata, facciamo una pausa!- esclamò Ginny.
Quando vide che nessuno parve sentirla, però, gettò a terra la ramazza e andò a dissetarsi per poi ritornare alla sua postazione con una bottiglia di succo di zucca e dei bicchieri.
-Heilaa! Guardate come sono gentile.- disse ancora lei.
Ma nessuno le prestò attenzione e andò su tutte le furie.
-Brutti deficienti venite subito a bere il succo che ho preso per voi!- gridò.
-Hey ma che urli?- chiese l'altra ragazza voltandosi. Poi si avvicinò e prese del succo ringraziando l'amica. A loro si unirono anche gli altri due, che si sedettero sul prato stanchi e sudati.
-Hai dello sporco sul naso lo sapevi? Proprio qui.- fece notare Hermione a Ron indicando il punto sul proprio naso per fargli capire dove. Lui si strofinò con due dita e poi disse meravigliato -Però, la stessa cosa che mi dicesti il primo giorno che ci incontrammo.- 
Hermione arrossì un po'. "Caspita se lo ricorda" pensò. 
Ginny si alzò e prese la ramazza, ma invece di radunare le foglie si appoggiò sulla punta del manico con le mani e il mento e fissò un punto indefinito davanti a sé sorridendo. -Mi manca l'Esercito di Silente.- sbottò poi.
I ragazzi alzarono il viso e annuirono, segno che anche loro ricordavano con gioia la bellissima esperienza. Dopo un po' però Harry si rabbuiò e non ci fu bisogno di chiedergli cosa avesse. Gli altri tre avevano capito cosa occupasse la sua mente: Sirius.
Dopo un minuto il bambino sopravvisuto ruppe il silenzio. -La cosa più bella dell'anno è stata la faccia dell'Umbridge quando Fred e Goerge hanno sabotato la scuola con tutti quei fuochi d'artificio Filibuster!-
-Già!- concordò Ron ridendo.
Questa volta fu Ginny a rabbuiarsi. -Quest'anno dovrò anch'io sostenere i G.U.F.O...- disse.
-Sì, e dovrai farlo nel migliore dei modi! Se vuoi posso prestarti gli appunti di cui hanno usufruito anche tuo fratello ed Harry.- propose Hermione, poi continuò -Hai visto i risultati no? Sono più che buoni, e inoltre...- 
-Ok, ho capito Hermione, quando sarà il momento mi presterai i tuoi appunti. Adesso però è estate e non voglio sentir parlare di scuola prematuramente. Solo una cosa però, adesso chi sarà il nostro professore di Difesa Contro le Arti Oscure? Immaginate se Piton dopo anni è riuscito a realizzare il suo desiderio!- chiese Ginny, interrompendo Hermione.
-Impossibile, sarà il professor Lumacorno a insegnarci difesa.- affermò Harry guardandola negli occhi, lei rispose allo sguardo. 
-Harry uno gnomo! Credo sia l'ultimo!- esclamò Ron alzandosi e andando a rincorrere quel piccolo essere che correva veloce per il prato quasi immacolato.
Alle parole dell'amico, Harry distolse lo sguardo e bevve d'un fiato il succo di zucca rimasto nel bicchiere. 
-Dài Ginny finisci di raccogliere queste foglie che poi abbiamo finito. Dopo devo tradurre le ultime due pagine di antiche rune.- incalzò Hermione. Non sapeva cosa l'amica aveva trovato negli occhi di Harry, e non sapeva cosa avesse provato, ma qualsiasi cosa fosse non era buona, non si era certo messa a fare i salti di gioia, quindi decise di distrarla e portarla via di lì. 

Quando ebbero finito, Hermione si incamminò verso il bagno, con l'intenzione di farsi una doccia ma si fermò prima di salire le scale vedendo una scena molto tenera: Bill e Fleur che si scambiavano effusioni convinti che nessuno li potesse vedere. 
-Sei così dolsce amore mio..- diceva lei.
-E tu sei così bella- ribatteva lui, accarezzandole i lunghi capelli biondi che sembravano tanto argentei.
Hermione si allontanò poiché le sembrava da maleducati assistere ad una scena così initma, però allo stesso tempo, il modo in cui Bill stringeva la vita esile della ragazza le riportò alla mente quando nella biblioteca di Hogwarts, due anni prima aveva passato dei bei momenti con Viktor Krum. Le guance le andarono a fuoco e uno strano senso di colpa si impossessò di lei, si sentiva come se avesse tradito la fiducia di qualcuno. Poi la mente la riportò a circa tre giorni prima, mentre stringeva tra le sue mani i capelli di Fred, proprio come stava facendo Fleur con Bill, e quella sensazione svanì, lasciando posto ad un mix di emozioni che comprendevano la gioia, la tristezza e la nostalgia.
Scosse la testa sperando che quella doccia le avrebbe fatto scivolare via quei pensieri insieme alla stanchezza.

Fred se ne stava a fischiettare disteso sul suo letto con le mani dietro la testa, osservando figure immaginarie sul soffitto. Il suo stomaco brontolava e così decise di scendere giù in cucina per sgranocchiare qualcosa, anche perché si era rotto di scorgere solo ombre somiglianti alla capigliatura di Lee Jordan. 
Scavò nella dispensa e mangiò un po' di tutto, da dei semplici grissini a panini e contorni. Quando fu sazio eruttò e  ringraziò in silenzio la madre per quelle squisitezze. Uscì fuori in giardino per scacciare qualche gnomo e smaltire il cibo che aveva mangiato, ma non ne vide in giro. "Probabilmente la mamma avrà ordinato a Ron di disinfestare il  prato" pensò e quasi deluso stava per tornarsene dentro quando sentì i "toni soavi" di sua sorella Ginny. Sembrava stesse facendo una delle sue ramanzine e Fred fu curioso di sapere chi fosse la sfortunata persona, così si fece guidare dai suoi piedi verso la voce che man mano si faceva più chiara. Raggiunse la rimessa dove tenevano le scope e si acquattò dietro la porta per origliare la conversazione. Vide che la sorella e il suo interlocutore erano dietro ad un cespuglio e discutevano. L'istinto gli disse che non era una discussione piacevole. 
-Ho le pluffe piene del tuo comportamento ambiguo. O sì stai con me o sì stai senza di me. Non sono la tua bambolina con cui giocare quando ne hai voglia, e guardami quando ti parlo.- disse Ginny dura. 
Ci fu un minuto di silenzio, poi l'interlocutore della sorella parlò, ma proprio in quel momento un forte vento scosse i cespugli e Fred non riuscì ad afferrare le sue parole. Capì che non furono belle perché Ginny rispose in modo atono -Bene, però dopo non domandarti come sarebbe stato se nella tua vita avessi fatto spazio per due Weasley invece di uno!- 
Fred la vide uscire da dietro al cespuglio e dirigersi verso la casa a grandi passi, trenta secondi dopo Harry Potter, l'amico di suo fratello Ron la imitò. Il gemello restò così stupito che si ritrovò con la bocca aperta e quando si riprese corse a dire tutto a George.
Trovò il suo gemello nella loro camera, con un asciugamano intorno ai fianchi e uno sulla testa, intento a cantare una canzone babbana sentita chissà dove. Rimase stupito sulla porta a guardarlo mentre cantava quello che sembrava fosse il titolo della canzone "Walking on sunshine" seguito da un "Ho-oo-oo". 
Non aveva mai dubitato della sanità mentale di suo fratello, sapeva che era stupido quanto lui stesso, ma quella volta pensò che forse si era sottovalutato. "Quanto sono umile, Merlino." si disse. E il bello è che era serio.
-George!- lo interruppe Fred quando cominciò anche a ballare sul ritmo della proprio voce. Chiamato in questione, George, si fermò subito e sfregandosi l'asciugamano sui capelli rossi con fare disinvolto chiese al fratello cosa volesse.
-Innanzitutto non voglio mai più assistere ad una scena come questa.- disse Fred a braccia conserte e il naso per aria.
-Scena? Quale scena? Oh, intendi la mia performance.. Perché non ti è piaciuta? Potrei sempre farmi un incantesimo alle corde vocali per avere una voce più intonata..-
Fred alzò un sopracciglio. -Non basterebbe Miranda Gadula in persona-.
-Pff! Sei solo geloso del mio stacchetto- affermò George convinto ed eseguendo un passetto scoordinato. Non secondo lui ovviamente. -Comunque, cosa volevi dirmi oltre le critiche?- continuò.
-Ho visto Harry e Ginny discutere.-
-E perché questo dovrebbe interessarmi?-
-Perché tua sorella discuteva con Harry.-
-Ho capito. E quindi?-
-E quindi diceva tipo "O stai con me o senza di me, non sono la tua bambolina" e cose del genere.- concluse Fred passandosi una mano fra i capelli. 
George lo guardò impassibile. -Comunque non mi interessa, al momento.- 
-Come non ti interessa? Tua sorella ha una probabile relazione con Harry Potter e questo la fa stare male!- esclamò Fred quasi sconvolto.
Negli occhi del fratello vide una luce come di comprensione, che però subito scomparve.
-Ho detto che non mi interessa al momento, non che non mi interessa e basta. Ciò che occupa i miei pensieri in questo momento sei tu. Dici che Ginny sta male, e tu invece?- chiese quest'ultimo.
-Io sto benissimo..- 
-Certo, talmente bene da non capire che la mia era una domanda retorica. Freddie, guardati.. Sei cambiato.- disse George calmo indicandolo.
-In che senso "Cambiato"? Sono sempre lo stesso Fred. Che cosa stai insinuando fratellino?- domandò.
-No, sei cambiato. E so anche perché, quando e come.- rispose l'altro deciso e anche un po' stufo. "Che testa dura, Merlino!" pensò.
-Ahh Georgie! Sembri la Cooman, e non è un complimento!- esclamò Fred.
Il suo gemello fece fatica a trattenere una risata, poi si ricompose e disse -Siamo seri, Fred. Ho notato il cambiamento. Sei sempre immerso nei tuoi pensieri, con le spalle basse, e uno sguardo triste. Sono arrivato alla conclusione che tu stia così da quando ho sorpreso te ed Hermione a baciarvi. Il perché del tuo comportamento credo l'abbia capito anche tu.- 
Seguì un silenzio di tomba in cui Georoge ricominciò il motivetto di "Walking on sunshine" sussurrando, questa volta però invece di ballare, sciolse la tovaglia che aveva sui fianchi e se la passò tra le gambe, asciugandosi al ritmo della canzone. 
Fred prese a percorrere la stanza a grandi passi, cercando di non guardare il fratello e pensando cosa dire, poi si fermò. -No, non l'ho capito invece.- affermò.
George che nel frattempo si era vestito, lo guardò. -Andiamo, non mentire a te stesso. Sai che odio quel genere di persona. Perché non vuoi ammetterlo?- domandò.
-Ammettere cosa?!- chiese Fred a sua volta alzando la voce di un'ottava.
-Che sei innamorato di Hermione!- urlò George esasperato. 
L'altro impallidì sempre di più mentre lo guardava. -No, non è vero.-
-Si invece, perché ti ostini a dire il contrario? Dimmelo!- 
-Perché.. Perché quando una persona si innamora..si perde, non è più la stessa e io non voglio cambiare..- disse Fred con un filo di voce.
Lo sguardo di George si addolcì. -Ma tu sei già cambiato, ti sei perso. Non te ne accorgi? Sei diventato una persona qualunque, che si sforza di sorridere e che sfugge dalla felicità.- le labbra di Fred tremarono ma non disse niente, così continuò. -Credo che la soluzione ai tuoi problemi sia di ammettere i tuoi sentimenti a te stesso, prima di tutto, e poi andare da Hermione a chiarirli anche a lei. Ritornerai il Fred di sempre, forse anche migliore. Anzi, ne sono certo.- Gli diede una pacca sulla spalla e suo fratello sorrise, un sorriso vero dopo giorni. -Hai ragione Giorgie, sei il mio gemello preferito lo sai?- disse Fred con una nuova luce negli occhi. -Bene, ma adesso come lo dico ad Hermione?- 
George alzò le sopracciglia. -Ho un'idea vieni.-

Ginny entrò nella loro camera sbattendo furiosa la porta e si gettò sul letto singhiozzando forte. Hermione, che era sobbalzata per la sorpresa, rimase allibita per qualche secondo. Guardò la sua amica stesa a pancia in giù sul letto di fianco al suo e chiuse di scatto il libro di antiche rune, andando a sedersi vicino a lei. Prese ad accarazzerle i capelli per calmarla e in parte ci riuscì. -Hey, che cos'è successo?- chiese piano.
Ginny si girò su un fianco, dalla sua parte, ma non smise di piangere.
-Ne vuoi parlare?- insistè gentilmente Hermione senza smettere di toccarle i lunghi capelli rossi.
Ginny annuì e dopo qualche minuto parlò. -Harry... abbiamo discusso..- 
Hermione fece un respiro profondo e l'altra continuò. -Gli ho detto che non volevo più essere la sua bambolina con cui giocare in assenza di Ron e lui... Lui ha detto che preferisce non perdere l'amicizia di Ron..- 
-In pratica ti ha fatto capire che tra voi due non può funzionare..- disse Hermione con gli occhi bassi.
-Si..- convenne Ginny mettendosi a sedere e asciugandosi le lacrime.
-E tu che gli hai risposto? Te ne sei andata e basta?- domandò l'altra.
-Gli ho detto che andava bene, ma che in futuro non si sarebbe dovuto chiedere come sarebbe stata la sua vita con dentro due Weasley invece di uno... Poi me ne sono andata trattenendo le lacrime, ma sono scoppiata all'inizio delle scale..- 
-Ohh, Ginny! Mi dispiace così tanto.. Vieni qui.- Hermione l'attirò a sè abbracciandola.
L'amica la strinse a sua volta. -Mi sento uno straccio, ho passato cinque anni a corrergli dietro e quando sembra che stia per arrivare la svolta ecco che crolla tutto.-
-Lo so, però Ginny, dài non abbatterti! Ci sono tantissimi altri ragazzi e chissenefrega se lui è il Prescelto?!- Si sciolse dall'abbraccio e le aggiustò i capelli.
-Per caso si vede che ho pianto?- chiese Ginny ormai calma.
-Si, però aspetta..- Hermione si chinò per prendere una salvietta dal cassetto del comodino e gliela prose.
Ginny si rinfrescò la faccia bagnata di lacrime salate e proprio quando ebbe finito George fece irruzione nella loro stanza.
Hermione si ritrovò a sobbalzare per la seconda volta, si era proprio stufata, perciò quando parlò lo fece con una punta di fastidio nella voce. -Che cosa vuoi?-
-Hey hey, piano leonessa!- esclamò George mettendo le mani davanti a sè in segno di resa. 
Dietro di lui, Hermione scorse Fred che la fissava, sentì una fitta allo stomaco e spostò lo sguardo sul gemello.
-Volevo invitarvi a passare la mattinata al negozio domani, abbiamo già chiesto a mamma e ha detto di sì. Allora ci state?- proprose questi.
Ginny corrugò la fronte. -Perché dovremmo? Cioè, ovvio, sarebbe più divertente che stare chiuse in casa, ma perché ci inviti?- domandò.
-Be' perché una delle nostre commesse principali si è presa una settimana di vacanza e così adesso siamo nella.. Ehm, sì, siamo nei guai.. Quindi vorreste darci una mano?- chiese George speranzoso.
Le due amiche si scambiarono uno sguardo di intesa prima di annuire contemporaneamente.
 
Ciaooo! Be' ecco il tanto atteso sesto capitolo... Come al solito mi scuso per il ritardo, sono andata in vacanza e non ho avuto modo di usare spesso il pc! 
Comunque spero che abbiate voglia di leggerlo e che vi piaccia, al prossimo capitolo!! <3

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Capitolo 7
*** A lavoro.. ***


Hermione si svegliò piacevolmente riposata. Era da un po' che non faceva un sonno ininterrotto e sorrise soddisfatta. "Sarà una bella giornata" pensò. Si preparò prima di svegliare Ginny, così poteva prenderla in giro dicendole che aveva provato a svegliarla cinque volte e ad ogni tentativo lei le aveva russato in faccia. Era una cosa che la divertiva, vedere l'amica paonazza ed esclamare che non russava, anzi, dormiva silenziosamente. 
-Ginny..- chiamò scuotendole una spalla. -Ginny svegliati, è tardi.-
Per tutta risposta Ginny si girò dall'altro lato, dandole la schiena.
-Ginny!- provò ancora, con un tono più elevato.
-Ohhhh, che cosa vuoi?!- chiese l'altra infastidita, ficcando la testa sotto il cuscino.
-Dobbiamo andare al negozio di Fred e George ricordi? Ti ho chiamato già cinque volte e a tutte mi hai russato in faccia!- disse Hermione.
Ginny scattò a sedere, i capelli in disordine, pallida e con gli occhi semichiusi. -Non è vero. Lo sai che non lo faccio, anzi, io dormo..-
-Si, si. Silenziosamente, come no. Forza preparati, oppure preferisci venire così? Hai l'aria sbarazzina!- la interruppe l'amica, toccandole il naso con l'indice quando pronunciò l'ultima frase.

Dopo aver fatto colazione, salutarono la signora Weasley che raccomandò ai gemelli di fare attenzione. 
Indossavano tutti un paio di jeans e una T-shirt, neanche si fossero messi d'accordo.
-Bene. Ginny vieni con me. Hermione tu vai con Fred.- ordinò George una volta usciti fuori in giardino.
Ginny vedendo l'espressione dell'amica si accinse a protestare, ma il fratello la prese per mano e con un forte CRACK si smaterializzarono. Hermione e Fred si guardarono negli occhi per la prima volta dopo giorni. Lui le porse la mano destra e lei senza interrompere il contatto visivo l'afferrò. Sentì le dita di Fred che si intrecciavano con le sue e una leggera pressione, poi tutto divenne nero e quasi le mancò l'aria. Quando riaprì gli occhi si trovava di fronte al negozio Tiri Vispi Weasley, Ginny un po' più in là tratteneva l'impulso di vomitare. Fred lasciò la mano di Hermione per seguire il fratello, che intanto aveva aperto le porte. Lei rimase impalata sul posto, sentendo la nostalgia della sua stretta, poi scosse la testa velocemente e andò verso l'amica per aiutarla. Quando entrarono dentro i due fratelli le stavano aspettando a braccia conserte.
-Allora ragazze, tutto ciò che dovete fare è sbrigare i clienti, chiedendo loro cosa cercano e trovarglielo, consigliare i nuovi prodotti e quando hanno scelto condurli alla cassa. Occhio a chi cerca di fare il furbo rubacchiando qualcosa, ci sono incantesimi che permettono di trovare e neutralizzare le persone che si credono James Bond, ma noi preferiamo non fare clamore, quindi tenete le pupille spalancate. Un'ultima cosa, se non sapete dove trovare un determinato prodotto chiedete agli altri commessi liberi oppure ad uno di noi due.- spiegò George velocemente. -Domande?-
Fred alzò una mano. -Sì. Chi diavolo è James Bond?- chiese. 
Il suo gemello lo guardò, poi battè le mani una volta e gridò -A LAVOROO!-.

In realtà c'era poco o niente da fare perché era presto, così Hermione si prese la briga di riempire gli scaffali semivuoti con gli articoli appropriati. Notò che Fred le girava intorno e ogni tanto la guardava come se avesse voluto dirle qualcosa, ma poi se ne stava sempre zitto e andava da un'altra parte. Era fastidioso secondo la ragazza, ma poteva mica dirglielo? Poteva mica accusarlo di starla importunando perché le aveva fatto male facendole credere che sarebbe nato un qualcosa tra loro due, e che quindi adesso che si stava riprendendo non doveva interferire comportandosi in quel modo? No. Non erano stati fidanzati, e lui non le aveva mai promesso niente. Quello stupido bacio non significava nulla e lei come una sciocca ci era rimasta male e stava qui a pensare tutte queste stupidaggini. Guardò Ginny, che accarezzava minuscole creature pelose e colorate. Puffole pigmee, come Arnold. Vide Fred che si avvicinava di nuovo e  la guardava, ricambiò l'occhiata, decisa a tirargli il rospo dalla bocca. Era una sensazione bella e allo stesso tempo sgradevole avere il suo sguardo addosso, pensò, ma quel momento come tutti gli altri durò poco perché lui si girò e andò via com'era venuto. Sbuffò sonoramente tanto che lo vide con la coda dell'occhio girarsi un'alta volta, ma lei non si voltò.

Verso le 10:00 cominciò ad arrivare qualche cliente e le due ragazze ebbero modo di sperimentare il lavoro in negozio. Per Ginny era facile vendere scherzi che avrebbero marinato la scuola in un secondo momento. Intorno le si era formata una cerchia di ragazzi che lei intratteneva con i racconti delle sue esperienze e quelle dei suoi fratelli, aggiungendoci anche qualche battuta di tanto in tanto. Hermione invece quando si ritrovò a consigliare un pacchetto di caccabombe si sentì raggelare lo stomaco. "Cosa direbbe la McGranitt del mio comportamento?" si chiese. 
Un'oretta dopo il locale era pieno, e lei non ebbe il tempo di domandarsi i probabili giudizi della sua insegnante. Era difficile tenere "le pupille spalancate" come aveva detto George con tutta quella gente, ma fece il possibile. Non ne beccò molti di furbacchioni, ma si sgolò per alcuni ragazzi che non rimettevano i prodotti al loro posto.
-Ciao.- una voce alle sue spalle la fece trasalire. Si voltò e vide il fisico di un ragazzo. Era robusto e molto alto perciò dovette alzare un po' il mento per vederne il viso. Lineamenti marcati e quasi perfetti, dei capelli mossi biondo cenere, occhi nocciola. 
-Ciao.- rispose Hermione imbarazzata. Lui la guardò aggrottando le sopracciglia. -Ti serve una mano? Cerchi qualcosa in particolare?- 
L'altro rilassò l'espressione e parlò -Tu sei Hermione vero? L'amica di Potter. Piacere io sono Cormac. Cormac McLaggen, Grifondoro.- le porse la mano.
Lei parve non vederla. -Non credevo di essere così famosa.- disse.
-Be' sai, Potter lo conoscono tutti e poi tu sei quella che guadagna più punti nella nostra casa, il tuo nome salta spesso fuori. Per non parlare dell'ultima avventura al Ministero della Magia alla fine di quest'anno..- ribattè Cormac piegando la testa di lato e lasciando cadere il braccio lungo il fianco.
Hermione non riuscì a trattenere una risatina. -Quest'anno sarà il tuo ultimo a Hogwarts?- gli chiese.
-Sì, e tu come lo sai?- domandò a sua volta lui, un po' sorpreso. Nel suo sguardo c'era una punta di malizia.
-La mia era una domanda, non un'affermazione. E comunque non credi di essere abbastanza grande per comprare ancora stupidi articoli in un negozio di scherzi?- 
-Non sono venuto qui per comprare scherzi.- affermò il ragazzo.
-E allora perché ci sei entrato?- continuò lei.
-Ma tu non dovresti invogliare i clienti a comprare? Sei veramente una pessima commessa. In compenso però, sei bellissima.- concluse mettendosi le mani in tasca.
Hermione seppe di arrossire, ma non abbassò il capo. -Posso aiutarti in qualche modo?- domandò, sperando che la sua voce fosse abbastanza ferma.
-Si, cercavo un fresbee zannuto, ma con tutta questa marmaglia non riesco a vedere nulla e non so neanche lo scaffale esatto..-
-Un fresbee zannuto... Mhm.. Non so dov'è, è il mio primo giorno qui. Aspetta un secondo che chiamo un altro commesso.- disse guardandosi intorno. Vide Ginny ancora impegnata in quella infinita conversazione, di George non c'era traccia e tutti gli altri erano occupati. Fred invece era appoggiato al bancone con i gomiti e la fissava truce. No, non poteva chiedere a lui. 
-Allora?- incitò Cormac.
Gli lanciò un'occhiata di traverso, poi fece segno a Fred di avvicinarsi e lui scattò in avanti come se non stesse aspettando altro.
-Problemi?- chiese guardando Cormac con disprezzo.
-In realtà il ragazzo cercava solo lo scaffale dei fresbee zannuti, ma non so dove sia..potresti indicarglielo per favore?- rispose Hermione.
-Certo, vai verso il bancone, poi gira a sinistra. Sono sul primo scaffale in alto.-
Cormac si avviò e Hermione fece per seguirlo, ma qualcosa la bloccò: Fred l'aveva presa per il polso destro e la tratteneva. 
Lo guardò. -Lasciami.- 
-Dobbiamo parlare.- dichiarò lui.
-Che cosa vuoi?-
-Potresti essere più gentile nei modi in cui ti poni..-
-E tu potresti fare sul serio una volta ogni tanto! Ripeto: che cosa vuoi?- Sul viso di Hermione iniziò a formarsi un cipiglio.
-Io..- cominciò Fred.
-Ma tu guarda! Avevo appena fatto quindici passi ed ecco che vedo lo scaffale dei fresbee zannuti!- lo interruppe Cormac.
La ragazza spalancò gli occhi. -Gli hai dato un'indicazione sbagliata..-
-Sì, ma li ha trovati lo stesso, vero?- disse Fred rivolgendosi a Cormac. -Adesso perché non vai alla cassa e smammi?- propose con un finto sorriso che sapeva di minaccioso.
-Certamente, ma lascia il polso di Hermione.- ordinò l'altro.
Fred obbedì.
-Mi dispiace, io..- sussurrò Hermione.
-Non ti preoccupare.- Cormac le fece l'occhiolino e le scompigliò i capelli, poi si avviò al bancone.
Lei rimase a guardarlo finché le persone non lo coprirono, poi si girò verso il gemello.
-Vieni.- disse lui in un filo di voce. 
-Perché?!- chiese lei quasi urlando.
Alcuni ragazzi si voltarono verso di loro incuriositi.
-Hermione...ti prego..- implorò Fred.
La ragazza gli lesse negli occhi una disperazione sconcertante, non ci poteva credere! La stava supplicando! Aveva voglia di prenderlo a schiaffi, invece gli porse la mano.
Fred la strinse. Era la stessa presa di quella mattina, forte ma come se si trattenesse per paura di farle del male. La guidò attraverso le persone che chiacchieravano e ridevano incuranti. Arrivarono nel magazzino dove erano depositate scatole su scatole di creazioni Weasley. 
Il ragazzo si chiuse la porta alle spalle, attenuando i suoni confusionali provenienti dal negozio, e guardò Hermione. -Mi dispiace.- disse.
-Di cosa? Di avermi fatta fare una figuraccia lì fuori? Di avermi spezzato il cuore? Di aver trattato Cormac in una maniera obbrobriosa?- ribattè lei gelida, le braccia incrociate sul petto.
Fred rimase stupito per alcuni secondi poi rispose -Ah quindi è già diventato "Cormac"? L'hai appena conosciuto Hermione!- 
La ragazza alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente. -Tu non capirai mai Fred, mai.- si avviò verso la porta.
Lui la prese per le spalle e l'attirò a sé guardandola negli occhi. Azzurro contro castano. -Mi dispiace Hermione, veramente. Sono stato proprio uno stronzo a dire quello che ho detto. Non è vero che quel bacio è stato solo per provare, io..- si inumidì le labbra. -Io credo di provare qualcosa per te, Hermione.- 
Lei aveva gli occhi semi spalancati. Non disse nulla, riuscì solo a chiudere la bocca che nel frattempo si era aperta. 
Non ricevendo risposta, Fred agì d'impulso: si piegò per eliminare la distanza tra loro due e la baciò. Lei si irrigidì ma quando lui premette forte le labbra contro le sue si rilassò e addirittura si alzò in punta di piedi. Lui le lasciò le spalle e le prese il viso tra le mani, le accarezzò il labbro inferiore con la lingua per chiedere il pieno accesso alla sua e non ci volle molto, perché Hermione accettò facendo diventare, così, il bacio passionale. Fred, senza interrompere il loro contatto, la spinse contro una parete sgombra di scatoloni e appoggiò le mani sul muro freddo, chiudendola nella sua morsa. Lei gli gettò le braccia al collo e gli strinse forte i capelli, spingendolo di più verso di lei, a volersi quasi fondere in un'unica persona. Si staccavano solo per prendere aria, quel tanto che bastava per poter ricominciare. Lui tolse le mani dalla sua postazione e le appoggiò sui fianchi di lei, per poi farle scendere sempre più in basso. Si appiattì contro Hermione incastrandola tra sé e la parete; gemette quando la ragazza, audacemente, gli infilò le mani sotto la maglietta toccando la pelle nuda degli addominali appena in rilievo. I respiri di entrambi si erano fatti affannosi, lei non aveva più il controllo delle braccia e delle mani, pensava solo a Fred, il ragazzo che la stava baciando, e dannatamente bene anche. Le dita le scivolarono dietro la schiena di lui, sentiva il suo calore sotto il polpastrelli che premevano spingendolo contro il proprio corpo. Involontariamente lo graffiò leggermente, lui gemette ancora e pronunciò il suo nome fra gli ansimi. Fu un attimo e Hermione si ricordò del precedente bacio con lui, di come era stata male negli ultimi giorni e di come si era ripromessa di non soffrire più per un Weasley. Gli mise le mani sul petto e lo spinse via. Vide una vasta gamma di emozioni attraversagli il volto, finché rimasero solo stupore e tristezza. Le venne voglia di gettarsi su di lui e ricominciare da capo, ma scosse la testa. -Riportami a casa, per favore.- disse. 
Fred si avvicinò. -Hermione.. Cos.. Che hai? Ho fatto qualcosa di sbagliato?-
Lei lo guardò. -Fallo e basta. Ti prego.- 
Il gemello la abbracciò e insieme si smaterializzarono nel giardino della tana.
-Ho bisogno di stare da sola adesso.- affermò Hermione con voce strozzata. 
Lui annuì e si staccò da lei. La guardò attraversare il prato ed entrare in casa, poi si smaterializzò nuovamente per ritornare in negozio. 

Salì le scale velocemente, senza neanche avvisare la signora Weasley del suo ritorno, e si piombò nella camera sua e di Ginny. Chiuse la porta dietro di sé e poi ci si accasciò contro, con gli occhi lucidi di lacrime che fremevano di uscire.
 
Ciao a tutti! Ecco il capitolo 7.. sono abbastanza soddisfatta del lavoro che ho fatto, spero che anche a voi garbi :33
Be' ecco la svolta, Fred e Hermione non avevano contatti da ben due capitoli, quindi eccoli qui i piccioncini :') 
Il titolo è un doppio senso leggermente nascosto, ma credo che lo possiate capire eheheh.
Al prossimo aggiornamento! <3

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Capitolo 8
*** Soffocare l'amore. ***


Ron saliva le scale e invece di proseguire per il piano dove si trovava la sua camera si fermò a quello della stanza delle ragazze. Entrò senza tanti problemi perché sapeva che Hermione e Ginny erano al negozio con Fred e George. Ma si sbagliava: la sua amica era seduta sul suo letto con la testa fra le mani.
Si sentì un tonfo, poi Ron lanciò un urlo che ne fece scaturire un altro da parte di Hermione. 
Sarebbe potuta essere una cosa divertente, infatti stava per scoppiare a ridere, ma si trattenne nel notare che la ragazza stava piangendo. -Che cazz... che ci fai qui?- chiese lui ancora scosso.
-Be' è la mia camera, non posso essere qui?- domandò lei a sua volta, asciugandosi svelta le lacrime e cercando di ricomporsi.
-Si, certo. Ovvio. Dico.. Non dovresti essere al negozio?-
-In effetti sì, mi sono dimenticata di avvisare tua madre.. Non mi sono sentita bene e F-Fred mi ha riaccompagnata qui.-
-Capisco..- concluse Ron. Ci furono alcuni minuti di silenzio, poi il ragazzo si avvicinò al letto di Hermione e le chiese, con molta serietà, perché stesse piangendo.
- É una lunga storia..- rispose lei a capo chino.
-Be', amo le lunghe storie.- ribattè Ron.
L'altra alzò il viso. -E da quando?-
-Da adesso. Miseriaccia racconta e basta, no?-
Hermione restò sorpresa. Aveva un disperato bisogno di parlare, ma non poteva confidare tutto quello che era accaduto e perché a Ron. Come avrebbe reagito lui se gli avesse detto che era scappata da Fred dopo che aveva dichiarato di provare qualcosa per lei, perché si era ripromessa di non restare di nuovo male per un Weasley? Era quel "di nuovo" che non poteva rivelargli, perché poi avrebbe dovuto ammettere di essere stata cotta di lui, ma senza di esso la storia non avrebbe avuto senso.. Quindi che fare?
-Hermione mentre pensi a come iniziare questo racconto perché non ricongiungi il tuo labbro inferiore a quello superiore e assumi un'aria più sobria?- propose Ron.
Hermione aggrottò la fronte. -Cosa?-
-Chiudi la bocca Hermione. Cioè, volevo dire che mentre pensi dovresti chiudere la bocca, perché hai un'aria sciocca. Comunque?  É davvero così lunga che non riesci nemmeno a iniziare?-
-Oh, no. Cioè.. Allora. Sto piangendo perché ho scaricato Fred.- disse lei d'un fiato.
Ron era sbalordito e non disse nulla. Hermione lo prese come un incoraggiamento e proseguì, o meglio, le parole le uscirono dalla gola come se fremessero di essere liberate. 
-Si be', tutto è cominciato tre settimane fa circa, forse meno. Ci siamo avvicinati e ho cominciato a provare interesse per lui. Ti starai domandando "In così poco tempo?". Sì. Quando vivi nella stessa casa con un tipo carino, interessante ed espansivo che ti da attenzioni..be' è  normale affezionarsi. Credo. E poi comunque conosco Fred dal primo anno quindi.. Soltanto ultimamente però, l'ho visto in una luce diversa. Ad ogni modo ci fu un momento in cui entrammo in contatto fisicamente e George ci vide, ma quell'imbecille di tuo fratello disse che per lui non significava niente. Che io non significavo niente. Così mi arrabbiai e mi ripromisi di non star più male per un ragazzo made in Weasley. Oggi Fred, mi ha confessato di provare qualcosa per me e.. e mi ha baciata. E il problema più grande è che io ci sono stata! Ho ricambiato! Poi mi sono ricordata della promessa e gli ho chiesto di riportarmi qui. Fine.- concluse lei, dopo aver gesticolato e cambiato espressioni in un lasso di tempo relativamente piccolo. 
Ron aveva la stessa espressione di quando lei aveva iniziato a parlare. -Hermione..ma io pensavo.. Pensavo che tu stessi piangendo perché sei stata costretta a vendere oggetti antiscuola, o perché il libro che stavi leggendo ha un finale di merda... Credevo mi raccontassi la storia del libro!- 
La ragazza scoppiò in una risata che probabilmente svegliò il demone due piani più su. Per la seconda volta in quella giornata si ritrovò ad ansimare di gusto. 
Intanto, vedere l'amica ridere aveva fatto ritornare in sé Ron, il quale accennò un sorrisino. -Ma comunque scusa, perché te la prendi tanto? Sembra che ti sia capitato già altre volte di soffrire per un Weasley!- disse.
Hermione ammutolì di colpo. "Merda" pensò. -Sì, infatti. Tu ad esempio mi critichi sempre.- 
-Bugiarda, non è vero! Sei tu che sei presuntuosa e offensiva!- esclamò Ron. 
Lei non rispose e il ragazzo capì. -Si, forse un pochino. Ma solo perché mi sottovaluti e dici cose come ad esempio che ho la sfera emotiva di un cucchiaino! Sono cose che fanno male a sentirsele dire, e ancora di più sapere che qualcuno le pensa davvero.- si giustificò. 
-Wow Ron..credo tu sia passato al livello superiore.. Una bacinella!- disse Hermione sorridendo e asciugandosi le lacrime rimaste dal viso. 
Lui l'abbracciò e le carezzò i capelli con fare fraterno. -Facciamo una vasca e siamo d'accordo.- replicò.
Dalla porta entrò Harry che ebbe la stessa reazione di Ron, cioè far cadere la cosa che aveva in mano e urlare. Gli altri due si sciolsero dall'abbraccio e lo guardarono. 
-Hermione perché piangi?- chiese Harry. 
-Perché il libro che ha appena finito di leggere era una fregatura.- rispose Ron per lei.
Harry recuperò l'oggetto caduto. -Capisco.-
-Hey, ma quello è un libro?- chiese Hermione alzandosi.
-Cosa? Pff! No..- disse Harry con finta innocenza e cercando di nascondere il libro dietro la schiena. 
-Harry dammi il libro o ti giuro che..- cominciò la ragazza ma s'interruppe quando vide a terra l'oggetto che Ron aveva fatto cadere poco prima. Era il suo volume nuovo di Incantesimi con pergamene spiegate all'interno. Non ci impiegò molto a capire cos'erano. I suoi compiti. Chiuse gli occhi ed inspirò a fondo per mantenere la calma, ma non ci riuscì. 
-PERCHÉ DIAMINE AVETE PRESO I MIEI LIBRI? Avete copiato i compiti, è così? Vi ricordo che quest'anno sarà il sesto per noi, e se non vi impegnate finirete come Tiger e Goyle! ZUCCONI CHE NON SIETE ALTRO!- si sfogò.
Subito dopo apparve la signora Weasley sulla porta e si spaventò vedendo Hermione. Quest'ultima si ricompose immediatamente e spiegò la situazione a Molly, tralasciando la storia sua e di Fred. L'adulta si dimostrò comprensiva e suggerì che un bel pranzo abbondante avrebbe provveduto alla salute della ragazza; tornò in cucina trascinandosi dietro i due ragazzi dicendo che Hermione doveva riposare.
In effetti le faceva male un po' la testa, dopotutto aveva pianto come una fontana, senza interruzioni per più di mezz'ora. 
Andò verso la finestra e ci appoggiò contro la fronte. Vedendo il suo riflesso pensò che i suoi occhi fossero talmente gonfi da farla sembrare Oscar, il rospo di Neville. Il contatto con il vetro freddo sembrava aiutarla e lei cominciò a rilassarsi. Puntò il suo sguardo su un'ombra lontana che andava man mano avvicinandosi, e più si avvicinava, più Hermione temeva che si stesse dirigendo alla Tana. Si ritrovò incollata al vetro non più per la reazione confortante che le procurava, ma per la curiosità di sapere perché un gufo, inaspettato, fosse stato inviato a casa Weasley. Spalancò la finestra quando capì che era diretto proprio a lei, e non appena il barbagianni fu atterrato sul davanzale gli strappò la lettera dal becco. Per tutta risposta l'animale, infastidito, le morse un dito e poi se ne andò percorrendo la strada a ritroso. 
-Ahia! Cattivo uccellaccio!- esclamò Hermione, cercando di aprire la busta in tutta fretta, preoccupata com'era che fosse successo qualcosa. 

Cara Granger,
scrivo questa lettera perché volevo dirti che mi dispiace che quello stupido di un Weasley abbia interrotto la nostra chiacchierata. Spero tu stia bene. Volevo inoltre invitarti a prendere una burrobirra insieme ai Tre manici di scopa uno di questi giorni, mi piacerebbe conoscerci meglio e magari arrivare a quel punto in cui chiamarci per nome sarà naturale. Aspetto una tua risposta.
                                                                                                                                    Cormac McLaggen.


Un sospiro di sollievo, non era nulla di grave. Ma adesso cosa gli avrebbe risposto? Avrebbe accettato l'invito oppure no? E in ogni caso che cosa avrebbe dovuto scrivergli? Un linguaggio formale oppure sciolto? Quella frase poi, "arrivare a quel punto in cui chiamarci per nome sarà naturale" la stava spaventando! Correva troppo il ragazzo.  Pensò, egoisticamente e da vera bambina, che sarebbe stato meglio se fosse successo qualcosa di brutto pur di non trovarsi in quel problema. Comunque il gufo se n'era andato, questo voleva dire che non voleva una risposta subito e lei gli era grata. 

-Come sarebbe a dire che è andata a casa?- urlò Ginny ancora una volta a suo fratello Fred. 
-Mi ha chiesto di riportarla a casa e io l'ho fatto.- rispose lui. Da quando era arrivato al negozio per la seconda volta, aveva avuto per tutto il tempo un'espressione atona. Non aveva fatto praticamente nulla, standosene con la schiena appoggiata al bancone a vedere la folla di studenti sorridenti.
Quella ragazzina dai capelli cespugliosi era stata capace di creargli dipendenza in una manciata di giorni. Perchè diamine non si era fidanzato con Angelina?! "Perché lei non era Hermione" gli sussurrò una vocina nella sua testa, o forse la coscienza. 
-Una persona non può volersene andare così all'improvviso, dev'esserci un motivo! Sei stato tu! Le hai di nuovo rinfacciato che non significa niente per te, vero?- continuò Ginny additando il fratello.
Fred era sconcertato, era accaduto l'esatto opposto! -Come fai a dire una cosa del genere?- ribattè.
-Ne ho tutti i mezzi! Sappiamo come tratti la gente, credi che gli altri siano spensierati e idioti come te!-. Era a dir poco furiosa, si tratteneva a stento dal prendere la bacchetta e lanciare una delle sue fatture orcovolanti.
-HERMIONE NON É LA GENTE! Abbassa i toni Ginny, sarò anche un'idiota, ma magari fossi spensierato! In un paio di settimane sono stato rinchiuso in una bolla che tutti gli altri chiamano amore, ma che io definisco inferno!-
Ginny rimase letteralmente impietrita, neanche il fratello avesse avuto gli occhi di un basilisco. Aveva appena dichiarato di provare qualcosa per Hermione. "Ma allora per quale motivo lei ha voluto andarsene" pensò.
Ormai nel negozio non c'era più nessuno, era ora di pranzo e dovevano chiudere per la pausa.

Fred, George e Ginny arrivarono alla Tana proprio mentre la signora Weasley disponeva i piatti. 
-Merlino, ho una fame da Fenrir!- esclamò George.
-Da fenrir?- chiese Ron prendendo posto.
-Da lupo, Ron, da lupo.- spiegò il gemello seccato, poi bofonchiò qualcosa simile a "che ritardato".
Ginny si sedette accanto all'amica e le disse sottovoce che dopo il pranzo avrebbero dovuto parlare. Hermione era combattuta tra scegliere di mangiare in fretta per evitare Fred o di farlo lentamente per evitare la chiacchierata con Ginny, non ne aveva proprio voglia.
Optò per la prima opzione, avrebbe spiegato a Ginny che non voleva parlarne e lei avrebbe capito. 
In breve consumarono il pasto, perché tutti avevano qualcosa da fare, e dopo aver aiutato Molly a sparecchiare le due amiche salirono in camera. Hermione si fiondò sul letto e aprì un libro a caso, Ginny invece, si impegnò a nutrire Arnold. -Allora, mi spieghi perché te ne sei andata dal negozio?- domandò.
-Perché non mi sono sentita bene.- rispose l'altra.
-Potresti spiegarti meglio?-
-Evidentemente avevo più di un valore energetico basso rispetto alla normalità, così il mio corpo non ha retto e mi sono sentita male. Chiaro adesso?-
-Cristallino come la voce di Celestina Warbeck. Stai diventando più acida di Gazza, lo sai Herm? So che questo non è il vero motivo, comunque. Dunque dimmi, è successo qualcosa con Fred?- continuò l'ultima dei Weasley.
-Ginny non ne voglio parlare, quindi se adesso ti rispondo mi lasci in pace. Va bene?-
-Perfetto!-
-Sì.-
-Cosa sì?-.
-Ti ho risposto.- disse Hermione.
-Ahhh! Mi hai fregata!- urlò Ginny alzando le braccia per aria. -Adesso ti lascio in pace, ma solo perché devo finire pozioni, però stasera mi dovrai raccontare tutto. Ogni cosa.-

Il tema di pozioni le richiese tutto il pomeriggio e, anzi, quando la signora Weasley le chiamò per cena non aveva ancora finito. Hermione per tutto il tempo era stata ad osservare il soffitto pensando a cosa scrivere in risposta a Cormac.
In cucina c'era trambusto, il signor Weasley era presente e stava raccontando le ultime novità, non ancora uscite sulla Gazzetta del profeta. Tutti lo ascoltavano con interesse, perfino i gemelli, e Fred neanche si accorse che Hermione si sedette di fianco a lui, dopo che Ginny aveva occupato l'unico posto disponibile a parte quello dove si trovava adesso. Quando si girò per prendere la brocca con l'acqua spalancò gli occhi nel vedersela seduta affianco. Aprì la bocca per dire qualcosa ma non gli uscì alcun suono, così si concentrò sull'azione che stava compiendo. Hermione era imbarazzatissima, più tardi avrebbe torturato Ginny. Si sentiva impotente, moriva dalla voglia di sfiorargli la mano accanto alla sua e sentire il calore della sua pelle. Stringeva convulsamente la posata tra le dita per non commettere sciocchezze. "Chissà cosa sta pensando lui" si domandò. Azzardò un'occhiata e lo vide chino sul suo piatto, poi girò di scatto la testa verso di lei e Hermione avvampò. Lui di nuovo tentò di parlare ma non ci riuscì, e il desiderio di farle capire che voleva attaccare bottone lo portò a commettere un gesto insolito per lui: con molta gentilezza prese il suo bicchiere vuoto e lo riempì di succo di zucca.
-G-grazie.- balbettò lei.
-Prego, Hermione..- disse lui, sussurrando il suo nome in modo dolce, quasi ad accarezzarlo con le labbra.
La ragazza abbassò il capo, poi si voltò verso Ginny e intavolò una conversazione banale ma che richiedeva molta chiacchiera. Aveva deciso, avrebbe accettato l'invito di Cormac. Avrebbe soffocato l'infatuazione per Fred. Avrebbe mantenuto la sua promessa. Per tutta la durata della cena stette col capo voltato verso l'amica, quando la tortura finì si sentì spossata, con la testa che le girava. Ripensò a quando circa due settimane prima uscì fuori in giardino per prendere una boccata d'aria e abbracciò per la prima volta Fred, il cui battito cardiaco l'aveva calmata come nessun rimedio aveva mai fatto. Scrollò le spalle e corse su per le scale per salire in camera sua. Prese una pergamena e velocemente scrisse un paio di righe dirette a Cormac.

Caro McLaggen,
accetto l'invito, incontriamoci domani pomeriggio davanti al negozio Tiri Vispi alle 16:15.
                                                                                                                                      Hermione Granger


Ps: il gufo con cui hai mandato la posta morde e mi ha fatto un gran male!
 
Ciao a tutti! Prima di tutto, come d'abitudine, mi scuso per l'enorme ritardo di quasi un mese! D: Sono enormemente dispiaciuta per questa cosa, spero possiate perdonarmi T_T
Ebbene, questo capitolo è chilometrico, e non sono pienamente soddisfatta del mio lavoro qui, spero che a voi garbi lo stesso :/ Fatemi sapere cosa ne pensate!
Nel prossimo vedremo Hermione alle prese con Cormac... chissà..
Voglio informarvi che ci avviciniamo alla fine della storia, credo ci saranno altri due o tre capitoli, dopodiché finirà. ç_ç
Ma c'è ancora da emozionarsi, quindi non temete! (Anche perché ho in mente una bella cosuccia dopo aver finito questa storia :33)
Be' alla prossima, ciao! <3


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Capitolo 9
*** Rischiare per vivere. ***


Ormai ci aveva fatto quasi l'abitudine a passare ore intere sul suo letto intento a guardare il soffitto e a pensare cose assurde. Perché per Fred l'amore e i suoi annessi erano cose assurde, e assurdo era anche pensarlo fino a poco tempo fa.
Non riusciva a spiegarsi il comportamento di Hermione. Erano tutte le ragazze così, o lei aveva un modo tutto suo di fare le cose?
Spostò lo sguardo verso suo fratello George che aveva trasfigurato la testiera del letto in una chitarra elettrica, e adesso con un incantesimo insonorizzante si agitava per la stanza muovendo la testa a ritmo. Vide che il viso gli si era fatto rossissimo e provò un'immensa voglia di ridere. Stava accadendo ciò che lui temeva di più: stava perdendo se stesso. 
Seguì di nuovo l'istinto e si alzò dal letto con enfasi; trasfigurò a sua volta la testiera del letto in una chitarra elettrica di un arancione brillante. George si fermò un secondo e lo guardò, i suoi occhi sorridevano. Non impiegò molto: espanse l'incantesimo insonorizzante e insieme cominciarono a duettare la canzone "Do the hippogriff".

Quando il gufo uscì dalla finestra, Hermione sentì una fitta di tristezza, o forse era rassegnazione. Era fatta. Sarebbe uscita con Cormac il giorno dopo.
La porta sbatté e Ginny entrò nella stanza. -Ora mi devi raccontare tutto.- annunciò.
-Io non ti racconto un bel niente, invece.- disse Hermione.
Ginny alzò le sopracciglia e l'altra la guardò di sottecchi. 
-Un bellissimo gesto, da perfetta migliore amica, quello di farmi sedere accanto a Fred stasera.-
La Weasley sbuffò. -Sinceramente Herm, io non ci sto capendo più un calderone. Che ti sta succedendo? Lo sai che puoi dirmi tutto e lo dici sempre anche tu che parlare con qualcuno aiuta. Quindi raccontami cos'è accaduto. La cattiveria di stasera puoi considerarla una punizione.- 
Il solito cipiglio le si era ormai formato. -Okay. Ma ho già preso una decisione, quindi qualsiasi sia la tua opinione la ascolterò ma resterà tale.- 
Si sedettero comode su di uno dei letti e Ginny le dedicò la sua totale attenzione. Hermione le raccontò tutto, senza tralasciare neanche un dettaglio. Le disse anche di Cormac e dell'appuntamento del giorno dopo, di quanto fosse importante per lei che la cosa andasse in porto. 
A fine sfogo Ginny aveva un'espressione dura sul volto. -Scusami Hermione.. Ma Fred per certi versi, anzi quasi completamente, è un imbecille. Però io ho visto un cambiamento in lui, sei riuscita a fare ciò che le altre ragazze non hanno mai saputo fare. L'hai fatto innamorare. Credi che possa sbagliare ancora dopo questo?-
-Ginny ho fatto una promessa e tengo molto alla parola data. E poi non so se possa oppure no, ed è proprio questo il motivo. Non voglio rischiare di stare di nuovo male perché è tremendo.-
-Capisco.- concluse Ginny alzandosi. -Forse il Cappello Parlante ha sbagliato ad assegnarti ai Grifondoro. Forse saresti dovuta andare tra i cervelloni Corvonero.- aggiunse, prima di uscire dalla camera. 

Hermione pensava alle parole dell'amica mentre saliva le scale per andare verso la stanza dei gemelli. Esitò un attimo prima di bussare, ma poi quando lo fece non rispose nessuno. Bussò un'altra volta, ma di nuovo niente. Senza pensarci entrò e trovò i due fratelli di spalle, senza maglia e sudati che si dibattevano con due chitarre elettriche in mano. Arrossì alla vista del fondo schiena di Fred, e avvampò ancora di più quando si scoprì a pensare che anche quello di George non era male. Intorno regnava il caos: maglie spiegazzate gettate sul pavimento, confezioni di merendine vuote ovunque e letti scompigliati. Schiarì la voce per far notare la sua presenza ma erano come sordi. 
Sempre suonando, George si girò di scatto e si accorse di lei. Tolse l'incantesimo insonorizzante e Hermione si tappò le orecchie per il frastuono. 
-Can you dance like a hippogriff?- cantò George a squarcia gola.
-Ma ma ma ma ma ma ma ma ma- seguì Fred con gli occhi chiusi e la lingua di fuori.
-Flyin' off from a cliff- riprese il gemello.
-Ma ma ma ma ma ma ma ma ma- questa volta insieme.
-ADESSO BASTA!-
I due ragazzi si fermarono e insieme a Hermione, impallidirono.
La signora Weasley si ergeva all'entrata con le mani sui fianchi.
-Che sta succedendo qui?-
Hermione sperò di farsi invisibile.
Fred si guardò intorno confuso, poi si voltò verso il fratello. -Non c'era l'incantesimo insonorizzante?- 
-Sì, però poi è arrivata Hermione e mi è sfuggito il controllo.- disse George sperando di buttare un po' dell'attenzione anche sulla ragazza.
Hermione lo capì e si difese. -Sì, ma hai continuato a cantare ad alta voce anche dopo che te ne sei accorto!-
-Non è per niente vero! Io..-
-SMETTETELA SUBITO!- li interruppe Molly. -Siete in punizione! TUTTI E TRE!-
I gemelli sbuffarono, mentre la ragazza rimase a bocca aperta.
-Ho sentito che avete avuto un calo di vendite oggi, dopo che Hermione ha cercato di introdurre, inutilmente, un po' di buon senso nelle testoline dei vostri clienti stupidi come voi. E siccome immagino che lei odi vendere questi oggetti anti-scuola, come punizione domani Hermione verrà con voi al negozio.- concluse Molly con tono autoritario.
George impallidì ancora di più e cercò di dire qualcosa.
-Senza Ginny.- aggiunse la signora Weasley, togliendo la possibilità al figlio di esprimere almeno quella richiesta. 
-Chiuderemo il negozio, lo so.- George si abbatté sul letto depresso.
-Ah e un'altra cosa. Mettete a posto la camera che sembra un porcile. Senza bacchette Fred, altrimenti Hermione lavorerà con voi fino alla fine dell'estate.- Detto questo, scese di sotto.
Hermione non sapeva cosa fare. In fondo era venuta lì per chiedere se l'indomani sarebbe potuta andare con loro in negozio, e in seguito incontrare Cormac. "Forse possiamo scendere a compromessi" pensò la ragazza. -George ti devo parlare. Forse possiamo fare qualche patto.-
Il ragazzo che nel frattempo si era messo seduto la guardò con la coda dell'occhio. 
-Vado a fare una doccia.- annunciò Fred. Passò accanto ad Hermione, che lo guardò, senza darle alcuna importanza e uscì dalla stanza. 
-Be' esponi le tue idee.- prese parola George, riportando le chitarre in testiere.
-Certo. Domani devo incontrare una persona.-
Il gemello trattenne un sorriso. -E quindi? Vuoi un consiglio su cosa indossare?-
Lei ignorò la battuta. -Devo incontrarla di pomeriggio, quindi non posso restare al negozio anche allora.-
-Ah, allora chiamo un attimo mamma e la informiamo.- disse George con finta innocenza.
-Sì, dai. Perché non chiami Molly? Così posso anche dirle che stai rimettendo a posto la camera con la magia.- ribatté la ragazza.
Il gemello si alzò e venne verso di lei, con calma. -Non puoi farlo, perché altrimenti dovrai lavorare al negozio.- 
Quando ormai le fu ad una spanna di distanza sorrise, vedendo che Hermione aveva difficoltà a controbattere.
Lei incrociò le braccia al petto. -Vero, ma posso dire a tutti che ti piace Angelina.- 
George diventò dello stesso colore dei suoi capelli.
-Sì, lo so. Ti ho beccato mentre le rivolgevi il più dolce dei tuoi sguardi, una volta.- affermò Hermione soddisfatta.
-Ma che avete voi femmine? Tu, la mamma, sembrate tante piccole Umbridge!- esclamò lui.
Hermione rise. Improvvisamente però, si accorse della strana vicinanza e di come lui assomigliasse a Fred.
George notò la distrazione e fece la proposta. -Facciamo così: tu il pomeriggio uscirai con Cormac, ma la mattina sarai al negozio, e non dovrai, neppure una volta, dire qualcosa di insensato.-
-Ciò che vendete è insensato! E poi come sai che è Cormac?-
Il gemello sorrise nello stesso istante in cui Fred rientrò con un'asciugamano in vita. Si guardarono tutti e tre in silenzio ed imbarazzati. 
-Ci vediamo domani.- annunciò poi Hermione. 

-Uh, guarda. Hermione ha messo una mollettina. Come se bastasse a reggere quel cespuglio.- sbottò Fred il giorno dopo.
Era una bella giornata, il cielo era terso e il sole splendeva. I gemelli e la ragazza si erano incontrati in giardino dopo aver fatto colazione.
La destinataria dell'offesa stava per rispondere a tono, ma Fred dopo aver sorriso scomparve. 
George le prese un braccio e si smaterializzarono a loro volta.
Trovarono il negozio già aperto, Fred aveva fatto in fretta. -Hey Granger hai da aggiustare questa bella montagna di scatoloni nel reparto delle trasfigurazioni.- disse.
Hermione guardò stranita George, che fece spallucce. -Cos'è adesso questo "Granger"?- 
-Che c'è? Non ti ho sempre chiamata così? Se vuoi posso chiamarti in un altro modo.. Ad esempio.. Cespuglio! Mi sembra adatto.- rise il gemello. 
La ragazza strinse i pugni guardando quel suo sorriso beffardo, poi pensò che forse erano solo provocazioni così decise di non dargliela vinta. Senza dire una parola iniziò a prendere una scatola e mettere in ordine lo scaffale. 
Dopo circa un'ora ebbe finito e menomale, perché arrivò un'orda di clienti. "Ma non ne hanno mai abbastanza?!" si ritrovò a pensare Hermione mentre sbrigava tre ragazzini. 
-Wow, questo manderà fuori di testa Vitious!-
-Vitious? Immagina la faccia della McGranitt invece!- 
-Cosa? Non potete assolutamente!- esclamò Hermione furiosa.
Le facce dei ragazzini erano sbalordite.
-Ehm ehm.- Fred che stava passando di lì si schiarì la voce. -George mi ha detto dell'accordo.. Cosa stavi per dire?-
-Fanculo- sussurrò la ragazza tra i denti. Si stampò un sorriso in faccia più finto delle profezie della Cooman, e riprese a voce più alta. -Dicevo che non possono assolutamente comprarne solo uno! Ecco prendetene un altro, così vedrete le punizioni di entrambi i professori! Ehm.. Volevo dire le espressioni! Su andate e divertitevi!- alzò le mani per incoraggiarli e loro furono contenti di allontanarsi da lei.
Girò il capo e vide che Fred era appoggiato con gli avambracci allo scaffale più vicino, e rideva. -Merlino, Granger! Sei eccezionale.- disse ancora ridendo.
Hermione stava per sorridere, anzi, stava letteralmente per ridere di se stessa, ma ancora una volta non volle dargli quella soddisfazione. -Lo so.- affermò, e se ne andò. 
Si fece l'ora di chiudere per la pausa pranzo e i ragazzi andarono alla Tana.

Subito dopo aver mangiato, George disse al suo gemello che doveva avviarsi un po' prima al negozio perché aveva alcune faccende incompiute. Fred annuì e sorrise maliziosamente.
Ad Hermione si era formato un groppo in gola per la situazione venutasi a creare tra lei e Ginny. Non voleva allontanare anche la sua migliore amica a causa della sua testa dura. Voleva parlarle così la prese in disparte. 
-Mi dispiace.- confessò Hermione senza tanti giri di parole. 
Si trovavano in giardino, accanto all'armadietto delle scope e Ginny ci si era appoggiata contro a braccia conserte. 
-Di cosa?-
-Che tu non approvi la mia decisione.- 
-Quindi mi stai dicendo che sei dispiaciuta per una cosa che io non ho fatto? Tecnicamente non ha senso.- disse Ginny, spostando lo sguardo verso le colline in lontananza.
-Non ti sopporto quando cerchi di competere con me in saccenza!- sbottò Hermione. -Ehm.. Dicevo, che sì. Mi dispiace essere così, una testa dura che non vuole rischiare per paura che qualcosa possa andare storto o non come previsto. È più forte di me, cosa posso farci?-
-Potresti affrontarlo Hermione! Potresti combatterlo e uscirne vittoriosa. Rischiare è parte della vita, ed è anche una cosa che ti riempie di energia, suspance. Ti da un motivo per vivere davvero, non soltanto meccanicamente.- scoppiò la Weasley, lasciando cadere le braccia, che durante il discorso aveva agitato, lungo i fianchi.
L'altra la guardò ammirata. Provò una vasta gamma di emozioni, tra cui, alla fine, la rassegnazione. -Non tutti sono come te Ginny.-
-Be' provaci. Non ti piacerebbe essere un po' più serena e spensierata?-
-Sì, ma se questo implica soffrire no.- sbuffò Hermione.
Ginny si ritrovò a ridere per l'esasperazione. -Entra sempre nel concetto di vivere.- spiegò.
-In ogni caso tu, essendo la mia migliore amica e io la tua, dovresti accettarmi così come sono!- 
-Ovvio! Non ho detto mica che la nostra amicizia sia finita qui, i miei sono soltanto consigli che forse ti aiuterebbero.- 
-Mi hai convinta! Punto su Cormac!- disse Hermione ridendo.
Ginny alzò gli occhi al cielo e l'amica rise ancora più forte, fino ad avere le lacrime agli occhi.
-Che succede qui?- 
Hermione cercò di fermarsi alla vista di Fred, ma non ci riusciva, così andò a nascondersi nell'armadietto delle scope. 
Mentre tentava di calmare il riso, Hermione sentì Ginny urlare "Arrivo mamma!"; adesso faceva solo dei respiri profondi, per recuperare l'aria che le era mancata. Non capiva perché avesse riso così tanto, non era un granché come battuta. Forse era l'isteria.
La porta di quello sgabuzzino si spalancò, e Fred entrò richiudendosela alle spalle. 
-Perché ridevi tanto?- domandò intrecciando le dita dietro la testa.
La ragazza incrociò le braccia al petto e lo guardò in cagnesco. -Non sono affari tuoi.- 
-È incredibile come tu possa cambiare umore da un secondo all'altro.- constatò il gemello sorridendo.
Hermione si guardò intorno, accorgendosi solo allora di quanto angusto e buio fosse quel luogo, e il pensiero che adesso stava condividendo quel pochissimo spazio con Fred, le mandò il cuore a mille.
Da parte sua, Fred notò l'agitazione della ragazza. -Be', direi che questo sia il posto ideale per fare gli sporcaccioni..- disse, con un sorriso da un orecchio all'altro intriso di malizia.
Lei si irrigidì completamente e seppe di aver spalancato gli occhi.
-Sai, magari fare cose come mettersi le dita nel naso e scaccolarsi anche il cervello, aggiustarsi le mutande, e perché no, anche una bella grattatina alle pluffe!- continuò lui scoppiando a ridere.
Lo stomaco di Hermione fu lasciato libero dall'ansia che l'aveva attanagliato e fu preso, invece, dalle risate. 
Risero per almeno due minuti buoni, senza fermarsi; ognuno guardava la faccia dell'altro e rideva ancora di più per l'espressione storpiata dal riso. 
Quando ormai si fermarono, Hermione aveva lasciato che le braccia tornassero lungo i fianchi, e anzi, appoggiò anche una mano sul petto di Fred per mantenersi in equilibrio. Stava ancora sorridendo mentre cercava di prendere fiato, poi guardò Fred e le labbra tornarono lentamente nella loro posizione naturale. Anche il ragazzo era tornato serio e ricambiava lo sguardo di Hermione. 
C'era tranquillità e c'era silenzio, nessuno sarebbe venuto a ficcanasare o a disturbarli, pensò lei abbassando gli occhi. Quando li rialzò vide che Fred si era avvicinato e il sangue le imporporò le guance. Ringraziò che ci fosse poca luce.
-Oppure potremmo fare altro..- mormorò lui.
I loro volti erano così vicini da sfiorarsi i nasi. Fred le appoggiò le mani sui fianchi per spingerla contro di sé.
Lei osservò gli occhi azzurri socchiusi del ragazzo che aveva di fronte e seppe che avrebbe ceduto. Chiuse le palpebre in attesa del contatto..
Ma il contatto non arrivò, senti invece un brivido percorrerle la schiena quando, in modo suadente, Fred le sussurrò all'orecchio: -Le opzioni sono due Granger. O sei poco coerente, o sei terribilmente attratta da me.- 
Quando aprì gli occhi non era più dove si trovava e Fred non la toccava più. Erano al negozio e solo quando capì cosa fosse successo rilasciò l'aria che aveva trattenuto a lungo nei polmoni. 
-Io ritengo che sia la seconda.- 
Si girò di scatto su sé stessa e vide Fred di nuovo con le braccia piegate dietro la testa, che sorrideva raggiante.
 
Ciao a tutti! Innanzitutto volevo augurarvi un buon 2015 e sì, porgere le mie dovute scuse per questo ENORME ritardo, davvero grande :/ 
Avevo intenzione di terminare questa storia entro i 10 capitoli, ma per (s)fortuna mi son venute un altro paio di idee, quindi ci saranno dei capitoli in più.
Per quanto riguarda questo, è un capitolo di transizione ma spero che piaccia comunque!
Il titolo mi è stato consigliato, perché in tutta onestà non avevo la più pallida idea di come intitolarlo..
Detto ciò, ci vediamo al prossimo, e come sempre, cercherò di aggiornare "presto"! Baci!! <3
Ps: ho cambiato nickname da HPalways97 a Audrien, perché mi piaceva il nome :'D 
 

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Capitolo 10
*** Chiodo scaccia chiodo? ***


Qualcuno bussò alla porta del bagno dove Hermione era intenta a rendere i suoi capelli almeno presentabili.
-Granger, c'è qui un baldo giovane che chiede di essere annunciato- George fece capolino nella piccola stanza. -dice di essere impaziente di incontrare la sua damigella e invitarla a danze.-
Hermione sbuffò e spinse via il gemello per passare. 
-Ricordati che il negozio chiude alle 19.30, dopodiché sei out.-
-Grazie per avermelo ricordato Georgie caro, la vostra benevolenza è qualcosa di grande.- ribatté sarcastica Hermione al gemello e volse la sua attenzione su Cormac, che effettivamente era davvero molto 'baldo'. 
-Gne gne gne gne gne, Georgie'- fece il verso Fred al fratello per poi ridere insieme. 

Avevano deciso di prendere una burrobirra al Paiolo magico dato che sarebbe stato imprudente usare la metropolvere per andare ad Hogsmead, così lontano da casa. Si erano quindi avviati da un paio di minuti e ancora non si erano parlati.
-Allora come le stai passando queste vacanze, Cormac?- ruppe il ghiaccio Hermione.
-Hai degli occhi stupendi.- rispose lui, tranquillo.
-Oh, ehm..grazie..- la ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata. -Hai già iniziato a studiare per i compiti delle vacanze?- ritentò, sperando di ricevere una risposta sensata.
-No, non ancora. Fin'ora ho passato il mio tempo ad allenarmi a Quidditch, sai, voglio fare il provino come portiere ed entrare nella squadra di Grifondoro.-
-Oh, grande. Direi che hai la stazza giusta.-
-Be' si, in effetti ho delle belle spalle larghe, adatte per proteggere gli anelli, ma non è il mio solo aspetto positivo. Sono anche molto forte, attento, rapido nei movimenti. So come lasciare le persone a bocca aperta. Non solo in ambito sportivo, s'intende.- ammiccò ad Hermione alzando ripetutamente le sopracciglia.
Hermione era semplicemente basita, questo sentirsi in imbarazzo cominciava a stizzirla. 
Arrivati alla locanda si sedettero ad un tavolo, scelto con attenzione da Hermione, che non era tanto appartato, ed ordinarono due burrobirre. 
-Hai altri interessi oltre la passione per il Quidditch?- chiese Hermione speranzosa.
-Ma certo, mi piacciono le scope, la cura del corpo, le ragazze belle come te.- ammiccò di nuovo. -A te non piacerebbe leggere un bel libro il cui protagonista fosse un belloccio come me?-
-Diamine sei capace di pensare esclusivamente all'esteriorità, Cormac? Hai mai pensato di guardare oltre il tuo naso?-
-Ma perché ti scaldi tanto ragazza?! Mi hai chiesto le mie passioni te le ho dette, non ho chiesto le tue perché altrimenti avrei dovuto sorbirmi le tue stupidaggini sul C.R.E.P.A. e la liberazione degli elfi, oppure il fantastico mondo della biblioteca di Hogwarts e la sua custode vecchia come i libri stessi di Madama Pince!- Ribatté Cormac battendo una mano sul tavolo, facendo tremare il liquido nei bicchieri appena arrivati.
-Se sei già al corrente delle mie tanto noiose passioni, perché mi hai invitata qui per conoscermi?!- domandò quasi arrabbiata Hermione.
-Perché in fondo lo so cosa c'è sotto la tua maschera da secchiona.-
Che sapesse anche lui del Weasley? -Non credo di seguirti.- 
-Certo Granger, puoi fingere quanto vuoi. Lo so che il tuo segreto è per una cerchia di pochi, ma di me puoi fidarti.- disse il ragazzo sorridendo maliziosamente e sfiorando con la mano la gamba di Hermione sotto il tavolo.
Lei si ritrasse immediatamente. -Vuoi veramente farmi credere che tu pensi che io sia una poco di buono come la Parkinson?- le narici le presero a tremare, si alzò. -SEI UN PORCO MAIALE ARROGANTE E PRESUNTUOSO, RINGRAZIA MERLINO CHE IO NON POSSA USARE LA MAGIA FUORI DA HOGWARTS STUPIDO IMBECILLE POMPATO!- esclamò queste parole dopodiché prese il boccale di burrobirra ancora intatto e lo rovesciò completamente sulla testa di Cormac. 
Lui si alzò rapido, osservò lo scempio che la ragazza aveva creato e la guardò negli occhi. -Tu sei fuori.. Pazza, psicopatica..-
-Non farti più vedere né sentire schifoso!- Hermione uscì dal locale sbattendo la porta.

Tornata sulla stradina acciottolata di Diagon Alley Hermione era furiosa con se stessa. Sapeva che sarebbe finita così perché conosceva la nomea di Cormac, eppure aveva accettato lo stesso il suo invito. "Che stupida!" si disse. 
La bottega de Il Ghirigoro attirò la sua attenzione ed entrò. Si lasciò trasportare da quell'odore meraviglioso che emanano le pagine dei libri e quasi come per magia la sua frustrazione svanì, a colmare il suo animo fu invece l'interesse dei titoli sul dorso in pelle di alcuni libri sullo scaffale. La sua mente era del tutto presa nel prendere nota di cosa leggere una volta ad Hogwarts, dato che non disponeva di denaro con sé quella volta, finché il proprietario del negozio non le annunciò l'immediata chiusura. I suoi nervi scattarono di nuovo e in tutta fretta ringraziò il commerciante andando via di corsa al negozio Tiri Vispi Weasley. "Fortuna che sono ancora aperti" si ritrovò a pensare. Entrò e si rese conto che era deserto, l'orologio segnava le 20.00. Si udivano solo le voci di Fred e George all'interno del magazzino. Stavano litigando, e anche pesantemente.
-Non riesco a non pensarci Georgie, ci ho provato!- urlò Fred.
-Be' riprovaci e vedi di riuscirci, o almeno trova una soluzione alternativa perché tu così conciato non mi servi per niente!- esclamò il fratello uscendo in negozio. Incrociò gli occhi di Hermione, che notò, era paonazzo. -Ah, la principessina è tornata! Fatte buone cose?! Ti avevo detto che alle 19.30 chiudevamo.-
-Be' siete ancora aperti..- 
-Grazie al ceppo Granger, vallo a spiegare a nostra madre. Secondo lei ti avremmo lasciata in pasto a Tu-Sai-Chi.-
-O semplicemente non deve sapere che non ho lavorato qui questo pomeriggio altrimenti..-
-Ahh cazzo Granger, ma non sai mai quando star zitta?! Dai muoviti.- la prese per il braccio e si smaterializzarono nel giardino della Tana.
-E Fred?-
Non avrebbe dovuto fare quella domanda. -No. Non sai proprio star zitta.- rispose George raggiungendo casa a lunghi passi.

Trovò Ginny sul suo letto intenta a leggere lo stesso libro che aveva gettato per aria tempo prima quando tornò in camera loro dopo cena. La sua amica sembrava così concentrata che le dispiaceva disturbarla con i suoi stupidi problemi e quindi cercò di fare lo stesso immergendosi nel libro che aveva lasciato sul comodino quella mattina.
"Fred non è tornato per cena, sarà stato per il litigio con George? E perché mai avrebbero dovuto litigare quei due?! Perché diavolo sto pensando a Fred?!" Pensò questo appena prima di ricordarsi che quel libro lo aveva finito la sera precedente. Sbuffò sonoramente e si girò verso l'amica. -Ginny pensi che io sia una persona noiosa?- 
Ginny la guardò di sottecchi senza chiudere il libro, poi fece un profondo respiro e si rivolse a lei. -Chi ti ha detto questo?-
-Nessuno. Mi stavo solo chiedendo se quel che dicono tutti lo pensi anche tu.-
-Tutti chi, Hermione?-
Hermione ci pensò un po' su, poi coraggiosamente disse -Avevi ragione tu..non sarei dovuta uscire con Cormac. E' stato un totale fiasco e purtroppo sapevo sarebbe finita così. Mi ha accusata di essere noiosa e credeva che questa fosse solo una maschera per nascondere chissà quale mia perversione segreta.-
Ginny rise moltissimo. -Oh si..in fondo pochi sanno che sogni di essere violentata dai personaggi dei libri e che conosci incantesimi in grado di riprodurli nella realtà..-
-Dai Ginny... In parte è vero però.- e rise anche lei.
-Comunque no, non sei noiosa. Più che altro ansiosa.. Sicuramente un pochino precisina e perfettina, ipercritica, saccente..-
-Okay basta così, grazie.- la interruppe Hermione.
-E anche permalosa.- inisté la weasley incrociando le braccia in segno di sfida.
-Non sono permalosa!- sbottò Hermione con risentimento. Alla vista del sopracciglio alzato  di Ginny continuò -Forse solo un pochino.-

Fred non arrivò per l'ora di cena, ma verso le 23.00 decise di tornare per non preoccupare ulteriormente la signora Weasley. Si sedette accanto al tavolo di legno massiccio e cominciò a mangiucchiare il cibo riscaldato da Molly in compagnia della fioca luce delle lampade ad olio appese al soffitto. La casa era immersa nel silezio, l'unico suono era il tintinnio prodotto dalla forchetta a contatto col piatto.
-Fred tutto bene?- chiese la madre, seduta di fronte, preoccupata. -Come mai non sei tornato in orario con tuo fratello?-
Il ragazzo mugugnò qualcosa di indefinito e continuò a mangiare a capo chino. Prese parola solo dopo un tempo che parve infinito. -Mamma.. mi chiedevo.. Ehm. Quando tu e papà..eravate giovani..-
-Sì?- lo incalzò Molly.
-Be' capisco che erano altri tempi ma..volevo sapere chi di voi due fece il primo passo?- domandò Fred un pochino imbarazzato.
La signora Weasley rise di gusto. -Oh be' io e tuo padre eravamo fatti l'una per l'altro-
-Si mamma, è quello che dici tutte le volte. Quello che voglio sapere però è come avete capito che vi piacevate? E' stato semplice per voi?-
-Tuo padre è stato sempre gentile con tutti, Freddie, eppure molto spesso i ragazzi della nostra età lo evitavano per le sue manie filobabbane esasperanti. Io invece lo trovavo divertente e mi ritrovavo molte volte al suo fianco in difesa dai Serpeverde e da Lucius Malfoy. Ovviamente essendo della stessa casa eravamo a stretto contatto, ma il rapporto non è stato mai forzato. Ci siamo avvicinati di più quando entrambi al sesto anno diventammo Prefetti... Divenimmo veramente affiatati, finché una notte, mentre eravamo di turno di controllo, tuo padre si dichiarò. Ero felicissima, se non l'avesse fatto lui lo avrei fatto io a breve!- 
-Ma tu sei una donna!- esclamò Fred.
-Ohh, figliolo ma cosa importa? Se provi dei sentimenti per una persona è bene dirlo al diretto interessato il più presto possibile, potresti non avere più altre possibilità. E poi noi siamo Grifondoro, non dimenticarlo.-
Fred guardò la madre diritto negli occhi serio, poi sorrise rinfrancato. -Grazie mamma.-
-Si ma io adesso voglio sapere perché me l'hai chiesto.- domandò subito la signora Weasley approfittando di uno dei pochi momenti seri del figlio. 
Fred rise. -Complimenti per la cena mamma, vado a letto!-
-No aspettaa! Voglio sapere!!- gli urlò dietro lei mentre il figlio già saliva le scale. Sorrise tra sé e sé contenta che in quei tempi bui le persone riuscivano a non rintanarsi nella paura e ad osare ancora per le cose importanti come l'amore.
 
Inutile dire che sono veramente mortificata..è passato un anno dall'ultimo aggiornamento. Addirittura ho dimenticato anche come sarebbe dovuto essere il finale della storia. Un paio di giorni fa l'ho riletta tutta sommariamente correggendo errori qua e la. Oggi ho finito questo capitolo, che seppure breve mi ha ridato la voglia di scrivere ancora. Mi scuso tanto con i lettori che mi seguivano e spero tanto che tornino a farlo e a recensire, anche se in modo negativo, questa storia. 
Il titolo è messo a caso dato che è un capitolo transitorio.
Al prossimo, baci. Audrien.

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Capitolo 11
*** Sì, ci avrebbe provato. ***


Quella notte Hermione dormì un sonno agitato, non come quelli precedenti fatti di preoccupazioni ed ansie, ma per l’eccitazione per il giorno seguente. Pensò molto alle parole di Ginny e decise che sì, ci avrebbe provato. Avrebbe rischiato.
Il mattino dopo, finalmente, si alzò di ottimo umore e scese a colazione quasi saltellando sugli scalini.
-‘giorno!- disse ad una Molly come sempre indaffarata. –Sono la prima?-
-Eh si, Hermione cara, alla buon’ora. Siediti fra poco scenderanno tutti. Quali sono i programmi per la giornata? Andrai ad aiutare anche oggi i ragazzi al negozio?- chiese la signora Weasley.
-Assolutamente no- rispose subito Hermione. Poi si accorse che alla sua voce si era apposta anche quella di un’altra persona. Fred entrò nella stanza in quel momento. –Non ce la voglio un altro giorno nel negozio, chiuderemo di certo e tutti i nostri sacrifici saranno stati vani!-
-Hey! Non è colpa mia se abbiamo vedute diverse. Neanche io muoio dalla voglia di stare lì. E comunque… Non sono così pessima!- si difese Hermione.
-Ma per favore! Ti ho vista quando cercavi di convincere dei ragazzini che i nostri prodotti fossero maledetti!- esclamò il ragazzo divertito. Gli spuntò sul viso il suo solito sorriso e il cuore di Hermione perse un battito.
“Quanto diamine… è bello, Merlino?!” pensò. Si tappò la bocca con le mani e sbiancò. –L’ho detto ad alta voce?- chiese preoccupata.
-Cosa? Che sono bellissimo? No.. ma so che l’hai pensato, quindi è come se l’avessi detto mi dispiace. Ma ti ringrazio lo stesso.- disse Fred rilassato, spalmandosi marmellata su delle fette biscottate.
Ad Hermione le si formò un cipiglio. –Ho bisogno di parlarti.- annunciò quando Molly uscì fuori in giardino per posare degli utensili.
-Credo che tu abbia già detto abbastanza.-
La ragazza restò a guardarlo mentre si portava il pollice tra le labbra e leccava un po’ di marmellata rimasta attaccata al polpastrello. Arrossì, lui lo notò e le fece l’occhiolino. –Vuoi favorire anche tu, Granger?- indicandosi il dito.
-No, grazie. Weasley.-
-Hey, hey, hey. Qui le acque sono mosse, quasi quasi me ne torno di sopra.- intervenne una Ginny molto assonnata e con i capelli sparati da tutte le parti. Si sedette e poco dopo entrarono in cucina anche Harry, Ron e George.
Ginny prese a mangiare il suo porridge e lanciava occhiate curiose ad Hermione ogni volta che poteva, mentre l’altra si guardava intorno facendo finta di nulla. Presto i ragazzi, compresa Ginny, cominciarono a parlare di Quidditch, e lei, annoiata si alzò per seguire Molly in giardino.
-C’è qualcosa che posso fare, signora Weasley?- chiese.
-Oh, potresti posarmi quei secchi e quelle scope nello sgabuzzino qui fuori, Hermione cara?-
La ragazza eseguì. Ripose i secchi l’uno nell’altro spingendoli nello sgabuzzino e ammassando le scope in un angolo.
-Allora, dovevi parlarmi?-
Hermione lanciò un urlo e si girò di scatto. Fred la guardava dall’alto del suo metro e ottanta circa. –Non hai da lavorare oggi?!- domandò stizzita.
-George mi ha dato un giorno libero, prenderà il mio posto Ginny oggi. Che c’è? Ti dispiace?- chiese divertito lui.
-Onestamente sì.- rispose acida. –Anzi no, me ne starò in camera mia a fare quello che più mi piace, studiare. Perché io sono una persona noiosa, no? Sono un’insopportabile secchiona so-tutto-io saccente! Vero?! Non è così?-
Fred non smetteva di sorridere. –Devo dedurre, quindi, che l’appuntamento con Cormac non è andato una meraviglia, giusto?-
-Ti interessa?- ribatté Hermione incrociando le braccia al petto.
Fu un lampo e Fred annullò le distanze tra di loro, schiacciandola contro la porta di legno dello sgabuzzino e poggiandoci sopra le mani. -Ovviamente.- sibilò. La ragazza ebbe un fremito di paura, ma non scostò gli occhi dai suoi. Non si era mai sentita così viva. Ginny aveva ragione.
-E’ vero quello che mi hai detto l’altro ieri? In.. in magazzino?- chiese.
Fred si avvicinò di più al suo viso, non sorrideva. –Sì. E ti odio per questo.-
Fu il turno di Hermione a sorridere. –Tu hai paura.-
Lui abbassò gli occhi, ma li rialzò quando lei continuò. –Anch’io ho paura, Fred.-
-Hermione!! Hai finito con quelle scope?- urlò la signora Weasley dall’altro lato del giardino.
Il ragazzo si spostò da lei come se l’avesse scottato, poi scosse la testa sorridendo. –Vai, parliamo più tardi.-

Hermione passò tutta la mattinata con Harry e Ron e li costrinse a fare i compiti. Ogni tanto azzardò un’occhiata giù in cucina, fuggendo via subito per la presenza di Fleur. All’ora di pranzo scesero tutti e lei prese posto fra i suoi due amici, giusto per assicurarsi che nessuno che le avrebbe imbarazzata a morte le si sarebbe seduto accanto. Ma non fu così. Harry scelse proprio quel giorno per fare il romanticone, quindi si alzò e si sedette accanto a Ginny, che sollevò le sopracciglia, sorpresa, ma non disse niente. In men che non si dica, il posto, adesso vuoto, di Harry fu occupato subito da uno dei gemelli. La ragazza non volle girarsi per vedere chi dei due fosse. La scarica elettrica che però le aveva provocato le fece capire che era Fred; assottigliò lo sguardo in direzione di Harry, quasi a fargli un malocchio silenzioso. Leggermente imbarazzata non si voltò per tutta la durata del pranzo verso il gemello, finché Fred, di proposito, lo sapeva, fece cadere un bicchiere di acqua, che si rovesciò tutto sui blue jeans di Hermione.
-Oh mi dispiace, Granger, rimedio subito.- disse lui fintamente addolorato. Prese dei tovagliolini di carta e cominciò a strofinarli sulla gamba di Hermione mettendoci sopra anche l’altra mano per tenerla ferma. Hermione era imbarazzatissima, cosa stava facendo quell’imbecille? Davanti a tutti poi! –Perché non utilizzi la bacchetta, genio?-
-Ah..vuoi che usi la mia bacchetta? Proprio la mia?- le parole di Fred arrivarono in un sussurro, in modo che solo lei potesse sentire. La ragazza avvampò dalla vergogna, scacciò la mano di Fred dalla sua gamba e si alzò, diretta in camera sua. La signora Weasley rimproverò il figlio. –Vai a chiederle scusa! SUBITO!-
-Come vuoi ma’!- non aspettava altro che andare in camera sua e stare un po’ da solo con lei. Guardò Ginny per assicurarsi che non venisse a ficcare il naso mentre lui era di sopra e poi si avviò.

Entrò senza bussare e trovò Hermione di spalle intenta a saltellare per infilarsi i jeans. Finita l’operazione, lei si voltò e sbarrò gli occhi alla vista di Fred, il quale sfilò in fretta la bacchetta dalla cintura e zittì il suo urlo imminente con l’incantesimo Silencio. Hermione, inviperita, si lanciò con i pugni alzati contro di lui che, per tutta risposta, si diede una spinta in avanti, con l’unico risultato di cozzare come sacchi di patate. Rimbalzarono e, allontanati, si guardavano: Hermione in cagnesco, Fred divertito.
-Giuro, ti levo l’incantesimo se prometti di non sbraitare.- affermò il ragazzo.
Suoni indistinti si levarono dalla gola di Hermione, avevano un che di minaccioso.
–Cosa? Non capisco.. Potresti spiegarti meglio?- scherzò lui, ancora.
Lei agitò le braccia e gli puntò un dito contro, quasi a volerlo minacciare. Fred rise e si avvicinò un po’. –Prometti.-
Hermione alzò le mani, i palmi aperti, lo sguardo furioso. Lui agitò la bacchetta.
-Ringrazia Merlino che non possa usare la magia fuori da Hogwarts stupido Weasley!- esclamò arrabbiata. –Che cosa ci fai qui? Esci, è la mia camera! E tra l’altro, non si bussa?- rossa in viso, si gettava le mani tra i capelli assumendo un’aria isterica. –Tu mi farai impazzire lo so.. Oh, io lo so…- borbottava.
-Dai sono venuto a chiederti scusa! Propongo di sederci sul letto e parlare.-
-Io propongo di cacciarti via a calci, non ci siamo.-
-Va bene, allora me ne vado, tanti saluti!- Fred fece per uscire.
-Aspetta!- lo chiamò Hermione.
-Sì?- si guardarono, lei non sapeva perché l’avesse fermato.
-Ehm.. si.. forse tu… Forse tu avevi ragione, dai, sediamoci. Parliamone.-
-Bene!-
-Bene!-
Si sedettero sul letto, uno di fronte all’altro. Fred aveva uno sguardo luminoso. –Allora?-
-Allora cosa?-
-Hai detto parliamone.-
-L’hai detto anche tu!-
-Oh be’, in questo caso io volevo semplicemente chiederti scusa, mi ha mandato mamma qui a farlo.-
-Ah sì? E da quando tu fai quello che ti dice di fare tua madre?-
-Tu non sei mai stata così chiacchierona.-
-Tu non sai cosa sono io!-
-Sei un troll?-
-No!-
-Un gigante?-
-Fred..-
-Un doxy?-
-Fred ti prego..-
-Ci sono, ci sono! Un folletto della Cornovaglia!-
-Per la barba di Silente, Fred, smettila! Mi farai venire un’emicrania!-
-Uffa, ma quanto ti agiti..-
-I nostri caratteri non sono uguali..- mormorò. –Non può funzionare.- disse a voce ancora più bassa, calando il capo.
Fred le sollevò il viso con una mano e la guardò intensamente. –Non sono uguali, è vero. E menomale! Non trovi anche tu che combacino in un certo senso? E comunque per rispondere alla tua domanda di oggi, non sei noiosa. Anche tu sei divertente a modo tuo. Certo, non quanto me, ma lo sei.-
Hermione si sentì a suo agio quando la mano di Fred prese ad accarezzarle la nuca. -Posso farti una domanda?- gli chiese. –Molly mi disse che tu e George avevate affittato una casa sopra al negozio.. Perché non ci siete mai e siete sempre qui?-
-Be’.. in realtà perché vorremmo darle il tempo di abituarsi alla nostra assenza..-
-Oh.-
-Che c’è? Tu non la gradisci la nostra presenza?-
Hermione alzò gli occhi al cielo. –Sei esasperante Fred Weasley. E comunque vi vedo solo a pranzo e a cena, quindi.-
-Vorresti vederci più spesso allora?-
-Basta ci rinunciò!- Hermione si lasciò cadere all’indietro sul letto, le mani a coprire il viso.
Fred rise tantissimo. -Che cosa fai oggi, Granger?-
-Non so.. Ho finito tutti i compiti..-
-Esci con Cormac?-
-NO!- urlò lei scoprendosi il viso. Si mise a sedere. –Tu invece cosa farai in questo giorno libero?-
-Non so, speravo di passarlo con te.-
Hermione non riuscì a trattenere le sue sopracciglia, che andarono verso l’alto. –A fare cosa, esattamente?-
-Mhm.. Potremmo conoscerci meglio.-
Fu lei a ridere questa volta. –Fred, ci conosciamo da sei anni quasi.-
-Vero, eppure non so quasi nulla di te, a parte che avevi una cotta per mio fratello Ronnino.-
La ragazza avvampò. –Come fai a.. E perché hai detto avevi? Io…-
-Oh e sono anche convinto che hai almeno una terza come taglia di reggiseno, sai quando ti vidi con quella camicetta..-
Fred si beccò una serie di pugni sulla spalla e sul braccio sinistro.
-Ci vediamo più tardi, Granger.-
-Vai a quel paese Weasley!-

Sentiva un disperato bisogno di parlare con la sua migliore amica, Ginny. Aveva lo stomaco in subbuglio e percorreva a grandi falcate la camera tenendosi il mento con una mano: una vasta gamma di emozioni la pervadeva. Era eccitata al pensiero di passare un pomeriggio con Fred, chissà cosa avrebbero fatto, dove sarebbero stati, che cosa avrebbe detto lui… Però era anche turbata e impaurita sempre per la sua promessa… E poi era anche preoccupata e insicura: doveva farsi trovare pronta in qualche modo? Doveva indossare qualcosa di più carino o magari.. sexy?
Pensò scioccamente di mandare un gufo a Ginny tanta l’agitazione, prima di accorgersi che era veramente una cosa stupida. Avendo finito tutti i compiti non aveva proprio un bel niente da fare. Molte volte si ritrovò a fissare la sua figura nello specchio, facendo diminuire sempre di più la propria autostima. Alla fine decise di passare un po’ di tempo con Harry e Ron, al quale quasi supplicò di fare una partita a scacchi. Fu la peggiore delle sconfitte mai ricevute da Ron. Stava per chiedere una rivincita quando…
-Hey Hermione, sei qui! Andiamo?- Fred aprì la porta della camera dei ragazzi, raggiante.
I ragazzi perplessi guardarono prima il gemello, poi Hermione, che arrossì molto, ma annuì decisa.
-Dove vai?- chiese Ron. –Se andate al negozio vogliamo venire anche noi.-
-Non andiamo al negozio Ronnie.-
-E allora?-
-Perché devi sempre ficcare il naso Ron? Fatti gli affari tuoi.- ribatté il fratello facendo uscire Hermione per poi sbattere la porta dietro di lui.
Si rivolse alla ragazza. –Alla fine hai acconsentito, ti meriti un premio: oggi sono tutto tuo.-
Hermione lo guardò scocciata. –W-o-w.-
Fred non perse il suo sorriso. –Allora cominciamo.-

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Capitolo 12
*** Conoscersi. ***


-Blu.- disse Hermione.
-Il tuo colore preferito è il blu?- chiese Fred. Percorrevano il giardino della tana, rilassati da un fresco venticello.
-Sì. Al ballo del ceppo indossai un abito blu..-
-Sì, mi ricordo.-
-Ah sì?-
-Sì.-
-E il tuo qual è?-
-Arancione.-
-Mhm.. E invece il tuo libro preferito qual è? Ah no, aspetta, tu sei Fred Weasley!- esclamò Hermione ridendo e facendogli una linguaccia.
-Puoi dirlo forte, Granger. E comunque la battuta non era divertente.- rispose lui, il naso per aria.
-Non sei credibile come permaloso, Freddy.-
-Oh no! Siamo già ai nomignoli?- chiese lui con finta melodrammaticità. –Presto dovrò chiederti di sposarmi. Il primo figlio si chiamerà George.-
-Non siamo a un bel niente! E il nostro primo figlio non si chiamerà George.-
Fred la guardò divertito in silenzio. Hermione capì. –Non che noi due.. avremmo mai.. Ecco.. Non che avremmo mai dei figli. Insieme, voglio dire.-
Il ragazzo continuava a guardarla, lei arrossì.
-Posso farti una domanda, tesoro?- chiese lui, e senza attendere risposta continuò. –Perché hai comprato quella camicetta?-
Hermione arrossì ancora di più. –Oh, ma sei entrato in fissa con quella camicia! Se vuoi te la regalo!-
La risata di Fred contrastò il cinguettio degli uccelli che in quel momento volavano in cielo sopra di loro. –Non è che mi sia fissato, è che è così strano vederti così… Con qualcosa di così poco consono, ecco.-
-Be’, devi ringraziare tua sorella Ginevra.-
-Avrei dovuto immaginarlo.-
Stettero in silenzio per qualche minuto, ognuno con lo sguardo perso altrove. Poi Hermione parlò. –Toglimi una curiosità.. Ricordi quando.. Ehm, tuo fratello ci sorprese in cucina?-
Fred la guardò con la coda dell’occhio e sorrise. –Sì.-
-Mi domandavo… Che cosa diamine ci facevi tutto bagnato?-
-Be’, faceva un caldo atroce e siccome il bagno era occupato mi son gettato dei bicchieri d’acqua in testa!-
Hermione scosse la testa. –Tu e i bicchieri d’acqua eh? Non vuoi proprio smetterla.-
-Già. Anche se non mi serve l’acqua per farti bagnare..-
La ragazza lo guardò con occhi spalancati. –Fred! Ma fai veramente schifo!-. Ma Fred non ascoltava, rideva come un forsennato. –OK! HO CAPITO, ME NE RITORNO DENTRO!- urlò Hermione voltandosi e camminando a grandi passi in direzione opposta. Fred le si materializzò davanti. –Dai, era solo una battuta. Continuiamo?-
-NO!-
-Allora dirò a tutti che mi hai molestato.-
-Ah io?! E poi nessuno ti crederebbe.-
Fred alzò entrambe le sopracciglia, la voce suadente . –Ne sei sicura? Sto parlando di una cosa che finirà ad Hogwarts, lì le voci girano e sono lente a passare. Avranno il giusto tempo per farti rovinare la reputazione da Prefetto-Perfetto e metterti in cattiva luce anche con la tua amata McGranitt.-
-Non oseresti!-
-Dimentichi con chi hai a che fare, Granger. Allora, dov’eravamo rimasti? Il tuo hobby principale lo conosco già, ma mi piacerebbe sapere se ne hai altri.-
-A me piacerebbe sapere invece, perché tanto interesse da parte tua per me, Weasley. Cosa c’è? Angelina ti ha annoiato? E Katie? E quella tipa di tassorosso?-
Fred la guardò stranito. –Quale tipa di Tassorosso?-
-Non lo so, l’ho detto a caso. Tanto staresti con chiunque.-
-Non starei mai con una Tassorosso.-
-Cos’hanno che non va le Tassorosso?-
-Troppo pacifiche.-
-Comunque non cambiare discorso! Esigo una risposta subito!-
-Ed ecco che ritorna la McGranitt. Non ho fatto i compiti oggi, professoressa.-
La ragazza alzò gli occhi al cielo. –Merlino. Merlino. Merlino. Quanta pazienza. Sono sicura, mi verrà qualche tipo di tic all’occhio o qualcosa del genere.-
-Hermione, rilassati. In tutta onestà, Angelina mi ha annoiato un po’, Katie non l’ho mai considerata veramente. Melanie.. Si chiamava così quella corvonero? Argh, non mi ricordo. Ma comunque, nemmeno lei era così avvincente, diciamo.-
-E io si, invece? E poi aspetta! Tu sei stato con una Corvonero? Come diamine ha fatto a stare con te?-
-Così mi ferisci, Granger! No, no, no, no. Stavolta non scherzo.-
-lo sai che se lo dici ridendo non ha alcun senso, vero?-
-Lo so, ma non riesco a smettere.-
-Già, prima o poi ti verrà qualche paralisi facciale.-
-Gnegne gne gnegne gne.-
Si erano allontanati molto dalla tana, e ora l’erba era alta, arrivando fino ai fianchi di Hermione. La ragazza ci camminava dentro tranquillamente facendo scivolare le mani sulle superfici dei fili d’erba di un colore quasi giallo. –Fred come faceste a trovare la mappa del malandrino tu e George?-
-Be’ avevamo appena finito l’allenamento di Quidditch un pomeriggio piovoso, e sporcammo tutto il pavimento di fango. Pix si mise ad urlare e Gazza arrivò. Nel suo ufficio trovammo la mappa in un cassetto semi aperto. Non mi mancherà per niente quel vecchio rimbambito.-
-Oh.- Hermione si arrestò di colpo, facendo proseguire Fred per diversi metri più avanti. Aveva appena realizzato che Fred il primo Settembre non avrebbe preso con lei l’Espresso per Hogwarts, non avrebbero passato l’anno scolastico insieme. Anche se i gemelli non se ne fossero andati senza finire l’anno, c’era comunque la differenza di età a impedire il loro ritorno. Fred si voltò a guardarla, poi le si materializzò accanto. –Cosa c’è Hermione?- Sembrava veramente preoccupato.
Lei si ridestò da quei pensieri e lo fissò. –No, niente. Mi è solo venuta in mente una cosa.-
Il ragazzo sembrava in attesa che continuasse, ma lei cambiò discorso.
-Come mai George ti ha dato un giorno libero?-
-Adesso sei tu che cerchi di cambiare le carte in tavola!-
-Cosa? Io? Ma no! E poi anche se fosse? Tu l’hai fatto per tutta la conversazione! E l’hai fatto anche adesso! Da che pulpito..-
-No, no. Adesso mi dici a cosa pensavi.-
-Te lo dico se tu mi dici perché George ti ha dato un giorno libero.-
-Bene!-
-Bene!-
-Ti ascolto.-
Hermione lo guardò, non voleva parlare per prima, ma la sua pazienza stava per esaurirsi e sentiva più vicino l’arrivo del tic all’occhio. –Stavo pensando che quest’anno voi due, tu e George, non ci sarete a Hogwarts e che quindi sarà un anno più piacevole e facile.- sottolineò l’ultima parola.
-Bugiarda.-
-Perché? Ti ho detto la verità.- rispose lei guardandolo stupita.
-Solo in parte. L’anno per te non sarà facile. Ti mancherò, lo sai.- disse Fred sorridendo angelico.
Hermione decise di non rispondere alla provocazione e di ignorarlo. –Tocca a te, vuota il sacco.-
-Quale sacco?-
-FRED!-
-Ok, ok! Mi ha dato un giorno libero perché pensava fossi stanco e distratto, e che mi avrebbe fatto bene passare una giornata di relax.-
-E perché hai deciso di passarla con me?-
-Eravamo d’accordo che avrei risposto solo a quella domanda.-
-Lo so benissimo, ma rispondere anche a questa non ti ucciderà, sai?-
-Io preferisco di no, mocciosetta.-
-Mocciosetta? Da dove esce adesso?-
-Dal fatto che tu vai ancora a scuola e io no, ovvio!-
-Che infantile, Merlino. Che poi tra l’altro.. Tu hai un solo anno di età in più a me.-
-Davvero?-
-Sì, solo che essendo nata a Settembre, la lettera mi è arrivata un anno dopo..-
-Wow, non lo sapevo! Ma resti comunque mocciosa.-
-Piantala! Non sono io quella che dopo la scuola ha aperto un negozio di scherzi!-
-Però dà i suoi frutti.-
-Questo è vero.-
-Per la barba di Merlino!- esclamò Fred.
-Cosa c’è?- chiese spaventata lei.
-Mi hai dato ragione, Granger! Adesso viene a piovere!- urlò quasi il ragazzo, le braccia verso il cielo.
-Non fare lo stupido, sarà successo altre volte..-
-Ti dico di no!-
-E allora non farci l’abitudine!-
-E’ stato bello finché è durato..- disse lui mettendo un broncio fintissimo.
Hermione non poté fare a meno di trovarlo molto coccoloso, tanto che dovette trattenere l’istinto di avvicinarsi e baciargli quel labbro sporgente. Fred come se le avesse letto nel pensiero si avvicinò e guardandola negli occhi fece tremare quello stesso labbro. Lei lo fissò, poi, per non rimanerne incantata disse –Hey, comunque il sole sta per tramontare.-
-Già.. Vorresti fare qualcosa di romantico?-
Hermione alzò un sopracciglio. –Tipo?-
-Che cosa vuoi che ne sappia, non l’ho mai fatto!-
-Ah già giusto, tu sei Fred Weasley. A volte dimentico, scusa.-
-Sei proprio un insensibile, Granger.- scattò in avanti per prenderla e Hermione alla vista di ciò cominciò a correre, inseguita da lui.
-Se ti prendo, Granger, ti pentirai di avermi incontrato!-
-Come se me la fossi cercata questa disgrazia!- urlò Hermione di rimando e continuando a correre in direzione della Tana. Fred era più veloce, le sue lunghe gambe gli permisero di raggiungerla e quando fu abbastanza vicino fece un balzo scaraventandola a terra. Hermione urlò di sorpresa. Si girò a pancia in aria, Fred si stagliava sopra di lei con le ginocchia divaricate per sul terreno morbido.
-Te l’avevo detto.- disse lui. Cominciò a farle il solletico e le risate di lei fecero affacciare Harry e Ron dalla finestra della loro camera.
-Ti prego smettila! N-non ce la-la faccio p-più! Basta!-
-Solo se dici che sono bellissimo-
-As-solutamente n-no!- rispose lei continuando a ridere e a contorcersi sotto quella tortura. Ormai le dita di Fred, a furia di farle il solletico, le avevano sollevato la T-shirt e si ritrovò a toccare la sua pelle nuda. –Ah no, dici? E allora io continuo.-
-N-no! Ti p-prego. Lo faccio, lo faccio sm-ettila!- Fred smise e si alzò in piedi.
Hermione era esausta, aveva il respiro affannato e tentò di abbassarsi la maglia. –Rientratevene dentro impiccioni! Ron io e te dopo facciamo i conti!- sentì urlare Fred e poi udì una finestra chiudersi.
-Allora, questo bellissimo?-
Lei lo guardò accigliata. –Mi fa male tutto.-
-E ti ho solo fatta il solletico! Pensa un po’ quando…-
-Quando niente, stupido di un Weasley!- esclamò lei mettendosi a sedere.
Fred sorrideva raggiante mentre l’aiutava a rialzarsi. Quando furono faccia a faccia, a pochi centimetri, lui notò che Hermione aveva il viso bagnato di lacrime. Le appoggiò le mani su entrambe le guance e con i pollici asciugò quelle scie d’acqua salata. Notò che aveva le gote arrossate e gli occhi lucidi, i quali, col sole che tramontava, non erano più semplicemente castani, erano puro oro.
-Sei bellissima, Hermione.-
-Ma dovevo dirlo io..-
Fred rise.
-Ragazzi è pronta la cena!- urlò la signora Weasley dalla porta della tana.
Entrambi si ridestarono da quell’incantesimo che li aveva circondati. –Su andiamo.- disse lui. –Non vorremmo mica che quei due pettegoli dei tuoi amici inizino a sparlare mentre noi non ci siamo.-
Anche Hermione rise e così entrambi si avviarono verso casa. Lungo il tragitto Fred la prese per mano e lei si lasciò trasportare.

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Capitolo 13
*** Che imbarazzo! ***


-Allora? Passata una buona giornata ieri? Ti senti… Rilassato?-
-Si George, ce ne vorrebbe un’altra e altre cento così.- Fred si passò una mano fra i capelli mentre osservava il suo riflesso nello specchio del suo appartamento a Diagon Alley. Si era svegliato carico di energie.
-Non esagerare, fratello. La tua assenza si è fatta sentire molto.-
-Credo sarebbe il caso di assumere altro personale. Perché in effetti siamo abbastanza pieni. Sempre.-
-Sì.. sarebbe il caso. Forse se chiediamo a Lee di aiutarci..-
-Lee va bene, ma dobbiamo ammonirlo dal farsi tutte le clienti femmine, o farà andare a rotoli i nostri affari e cadere a pezzi il negozio dalle fatture.-
Il gemello rise. –Dobbiamo anche dirgli che non deve portarsi a letto i colleghi. Tipo Stephanie.-
-Allora di sicuro non accetterà il lavoro, Georgie.-
-Già, ma comunque hai sviato. Tu e Hermione? Ancora non posso crederci che tu abbia scelto proprio la Prefetto come compagna!!-
-Hermione non è solo libri e studio George, e non è un’oca soprattutto. Riesce a farmi ridere!- esclamò Fred.
-Che c’entra! Anche Angelina riusciva a farti ridere!-
-Ma Angelina non è Hermione!-
George rimase immobile sul letto, seduto a gambe incrociate. –Sai fratellino, credo che tu sia maturato molto. Sono proprio fiero di te.- Affermò George sorridendo verso il gemello. L’altro lo guardò. –Grazie, ma resto comunque più bello di te.-
-Se come no, scordatelo pel di carota. Comunque stavo pensando. Perché nel frattempo che chiediamo a Lee di lavorare con noi seriamente non porti Hermione con te a lavoro? Cioè so benissimo che anziché aiutarci.. be’.. ci danneggia su tutti i fronti, con i clienti, sulla tua concentrazione..-
-Hey! La mia concentrazione è a posto dai!- esclamò Fred con una punta di permalosità.
George si limitò a guardarlo con le sopracciglia alzate, in segno di sfida. Sfida che Fred perse.
-In ogni caso ne abbiamo davvero bisogno, quindi domani portala al negozio.-
-Da quando comandi tu? E se io non volessi?-
George, di nuovo, lo guardò allo stesso modo di prima, stavolta incrociando anche le braccia al petto.
-Ok va bene, stasera glielo dico.-
-Bravo cucciolo.-
 
-Che cosa? Ma non dicevate che vi rovino soltanto la reputazione?-
-Be’ è così ma.. Ci serve una mano.-
-E perché non vi portate Ginny? Sarebbe più che felice, io devo studiare.-
-Ah non dire stupidaggini! Hai finito i compiti a luglio! E comunque a Ginny l’ho già chiesto e ha detto di sì, quindi se tu rifiuterai te ne starai qui sola soletta tutto il giorno.-
Hermione parve pensarci su, poi improvvisamente, dall’angolo del muro dietro le scale comparve Ginny. –Cosa mi hai già chiesto Fred?-
Hermione parve rinvigorirsi e incrociò le braccia al petto. –Aha!- esclamò con un sopracciglio alzato.
-Volevo chiederti di darci una mano al negozio fino a che non tornerete a scuola, che dici, ci stai?- domandò Fred con un sorriso beffardo indirizzato ad Hermione.
-Ci sto? Ma che domande! Certo che ci sto! Ah menomale che me l’avete chiesto, non sopportavo più l’idea di dover stare chiusa in casa a sorbirmi la mamma! Grazie al cielo, vi sono debitrice!- esclamò Ginny tutto d’un fiato per poi tapparsi la bocca con le mani come se avesse detto qualcosa di sbagliato. Ed effettivamente, lo sguardo di Fred si era illuminato. –L’hai detto sorella!-
-No non è vero, hai sentito male.-
-Oh no. Nononono, ho sentito benissimo, hai sentito anche tu Hermione vero?-
-Sentire che cosa?- chiese perplessa.
-Ginny ha detto che ci è debitrice. Bene, bene, bene. Lo terrò a mente, cara sorellina.- Fred rideva sotto i baffi.
Hermione vide Ginny diventare rossa come i suoi capelli, poi quest’ultima salì le scale con furia.
-Perché è così turbata all’idea di esservi debitrice? Non può semplicemente rifiutarsi?-
Fred rise di gusto. –Oh che sciocca, non può farlo.-
-E perché mai?-
-Te lo spiegherò la prossima volta, ora devo proprio andare: oggi ho dato il massimo e adesso sono stanco morto.- fece un gran sbadiglio poi prese Hermione per mano e la tirò a sé. Le alzò il mento con una mano e le baciò un angolo di bocca. –A domani.- le sussurrò all’orecchio. Fece un passo indietro e scomparì, lasciandola imbambolata ai piedi della scala, ancora con gli occhi chiusi.
 
Se si fosse ricordata di quanta confusione c’era al negozio avrebbe rifiutato. Sì, perché restare “sola soletta” a casa era molto molto meglio che stare in quel recinto con cavalli che ti strattonavano per accaparrarsi l’ultimo scherzo idiota. Li detestava, Hermione. Detestava anche l’aver incontrato quelle oche delle sue compagne di dormitorio, abbronzate e con vestiti così poco seri, prima che l’anno scolastico fosse iniziato. Si era guardata spesso intorno alla ricerca di Fred, ma non era riuscita a vederlo neanche una volta fino alla pausa pranzo. I ragazzi preferirono restare lì in negozio e fare dei panini. Hermione era agitata, dopo il bacio della sera prima aveva un desiderio smisurato di stare tra le sue braccia. Lo vide avvicinarsi verso il bancone della cassa dove lei poggiava di schiena, e il suo corpo si mosse involontariamente. Si slanciò in avanti prendendo quasi una rincorsa e a pochi passi da lui saltò. La prese al volo agganciando le sue gambe ai suoi fianchi e reggendola sotto il sedere.
-Hey..-
-Hey..- Hermione notò, aveva gli occhi lucidi. Sentiva che anche lui provava lo stesso desiderio.
Fred, sempre tenendola in braccio si allontanò da tutti senza una parola e la condusse al piano di sopra, nell’appartamento. Quando si chiuse la porta alle spalle senti un “Oooohhh” generale proveniente da sotto. Sorrise tra sé e sé pensando a quanto fossero impiccioni. Poggiò Hermione a terra e cominciò a baciarla, forte e possessivamente, quasi volesse impadronirsi delle sue labbra. Lei, d’altro canto rispondeva con altrettanta enfasi e addirittura gemette quando Fred passò dalla bocca alla mascella per scendere poi sul collo. Le mani di entrambi perlustravano i corpi dell’altro famelici, e la maglia di lui volò via. Smise di baciarla, la guardò negli occhi per cercare un consenso: aveva le gote arrossate, le labbra schiuse e i capelli arruffati. Annuì. Fred allora le tolse la T-Shirt e la spinse contro la parete aderendo totalmente a lei. Hermione sentì un rigonfiamento premere nelle parti basse e quando capì cos’era le gambe le divennero mollì. Cercò di mantenersi in equilibrio ma schiacciò col piede qualcosa che produsse, molto sonoramente, una scorreggia. Fred si bloccò di colpo e la guardò con occhi spalancati, mentre lei rossa, adesso di vergogna, si affrettò subito a spiegare. –Ti giuro! Non sono stata io e stato questo coso che ho schiacciato, perché ho sentito quel coso e le gambe molli.. e io.. Non sono stata io, smettila di ridere!-
Ma Fred era piegato in due dalle risate. Tutto quello che Hermione provò a dire non riuscì a fermare le risate di Fred e quindi, morta di vergogna, raccolse la sua maglia e fece per andare via. Solo allora Fred parve accorgersi di cosa stava accadendo e la trattenne. –Oh, dai Hermione! Non fare la permalosa, ho capito! Era il sacchetto delle scorregge quello che hai pestato, dovresti riconoscerlo, è un oggetto babbano..- ricominciò a ridere. –Come f-fai a… ad essere così s-se-seria?- domandò tra le lacrime, la sua faccia era a tinta unita con i capelli. Le scappò un sorrisino, poi si lasciò andare ad una vera e propria grassa risata. Dopotutto erano i rischi che si correvano nel frequentare un gemello Weasley.
-Dai ti meriti un premio per avermi fatto ridere così tanto.- disse Fred quando si furono calmati. Prese la bacchetta e introdusse la punta nella tasca destra dei pantaloni. –Accio anello!-. Ne uscì fuori un piccolo anellino argentato dai ricami floreali.
-Non potevi prenderlo senza la magia?- chiese Hermione.
-Con tutta la roba che ho qui dentro? Scherzi?-
-Non dirmi che hai eseguito un incantesimo estensivo irriconoscibile sulla tua tasca! Ma sono difficilissimi da fare, io stessa ho qualche difficoltà!-
-Ah cara Hermione, noi impariamo tutto quello che ci serve, il resto è inutile. Comunque tieni, mettilo.-
-Ma Fred non ti pare un po’ presto? Un po’ esagerato?-
-Nhaa, solo promettimi che qualsiasi cosa succeda, non penserai mai cose affrettate. Ci dovrà sempre essere almeno una spiegazione d’accordo?-
-In che senso scusa?-
-Prometti e basta.-
-Ok, promesso.-
-Bene.- disse scompigliandole i capelli. –Adesso andiamo di sotto, ho fame.-

Quando tornarono a casa Weasley, sia Ginny che George non lasciarono spazio ai due di parlarsi nuovamente perché curiosi di sapere quello che era successo. Così quando Fred riuscì a scrollarselo di dosso le ragazze erano già andate a dormire, l’unico ancora in giro per casa era soltanto Ron, sceso a prendere un bicchier d’acqua.
-Hey Ronnino.- chiamò Fred senza pensarci.
-Che cosa vuoi?-
-Oh ma rilassati, sei troppo teso.-
Ron stette in silenzio in attesa.
-Volevo dirti.. Ehm.. Quando tu.. Cioè voi, tu ed Harry, sarete lì, a Hogwarts, potreste.. potresti, soprattutto tu, farmi un piccolissimo favore?-
Ron era allibito: il fratello non solo balbettava, ma gli aveva anche chiesto un favore. –Di che si tratta?- chiese, spinto dalla curiosità.
-Be’ ecco.. si tratta di Hermione..-
-Di Hermione?-
-Si razza di idiota, di Hermione! Urlalo pure ai quattro venti!-
Ron cominciò a ridere. –Va be’ dai lascia perdere, ho capito..- disse l’altro.
-Nono, sono tutt’orecchi, dimmi.-
Fred lo fissò. –Devi tenerla d’occhio. Assicurarti che non faccia nulla di stupido con nessun altro, e qualsiasi cosa succeda tu riferiscilo direttamente a me. Intesi?-
-Ma perché? State insieme?-
-No.-
-E allora non è una cosa un po’ morbosa fare la spia sulla sua vita personale o metterle i bastoni tra le ruote?-
-Senti Ron, non mi interessa. Vuoi che ti paghi?-
-Che cosa?! Ma allora sei impazzito sul serio! Voglio sapere perché dovrei farlo anche se non state insieme.-
-Perché ci tengo a lei, VA BENE?!? Adesso lo farai, sì o no?-
-Certo. Sta tranquillo.- gli diede una pacca sulla spalla e andò di sopra a dormire.

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Capitolo 14
*** Gelosia ***


-Hey Ginny… Mi chiedevo… Perché ieri sera ti sei arrabbiata con Fred?- domandò Hermione all’amica mentre entrambe si vestivano per scendere a colazione e poi andare a lavoro.
L’altra a quelle parole divenne di nuovo rossa di rabbia. –No, niente. Una vecchia storia. Così. Niente di serio, merlino!-
Hermione rimase a fissarla, stava per riderle in faccia ma era sicura, l’avrebbe schiantata se l’avesse fatto. –Ok..- disse invece.
Scesero giù in cucina trovando una baraonda. Fred e George discutevano con Ron perché appena quest’ultimo seppe che avevano teoricamente assunto Hermione e Ginny al negozio espresse la sua insoddisfazione nel non essere stato preso in considerazione.
-No, Ron, la mamma ha detto che tu hai ancora da finire i compiti delle vacanze e anche Harry!- disse George.
-Non è vero! Li ho copiati tutti! Cioè, intendevo che li ho finiti tutti! E poi quando mai v’è importato un accidenti dei compiti delle vacanze eh?!-
-Dei nostri mai, ma tu sei un Prefetto, Ronnino, devi dare il buono esempio? Giusto mamma?-
Molly annuì.
Ron era ormai paonazzo. –Ahh! Andiamo! La sappiamo tutti la verità. La verità è che Fred ormai si è messo con Hermione e allora vuole tenersela accanto, giusto Fredduccio?-
Poi accaddero molte cose contemporaneamente: Molly si girò stupita dalle parole del figlio, Hermione arrossì di vergogna per poi urlare quando vide Fred eseguire l’incantesimo Levicorpus contro Ron, spedendolo al soffitto.
-Bene. Sei licenziato.- disse Fred solamente.
Molly urlava di farlo scendere, Ginny se la rideva da matti.
-Che sfiga Ron, essere licenziati ancora prima di essere assunti.- aggiunse George mangiando i suoi cereali.
-FREDERICK WEASLEY METTI IMMEDIATAMENTE GIÙ TUO FRATELLO!- urlò la signora Weasley.
Harry ed Hermione si guardarono imbarazzati. Fred lasciò cadere il fratello. –Andiamo, si sta facendo tardi.-
I quattro ragazzi uscirono fuori in giardino e si smaterializzarono.
-Stai bene?- chiese Fred ad Hermione. Lei annuì e lui l’abbracciò, poi cercò la sua bocca.
-Hey piccioncini, quando avete finito abbiamo del lavoro da fare.- esclamò George sbuffando. Un attimo dopo era scomparso portandosi dietro Ginny. Fred guardò velocemente verso la Tana e si accorse dello sguardo insistente di sua madre verso di loro. Cinse Hermione con un braccio sorridendo e scomparirono anche loro.
Faceva molto caldo quel giorno e i gemelli avevano attivato una specie di incantesimo che fungeva da aria condizionata. Ciò non aveva impedito alle ragazze collaboratrici di tirar su i loro capelli in una crocchia.
Ginny come al solito, andava forte. Lo scherzo era nel suo DNA e stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di svolgere una carriera al fianco dei suoi fratelli, ma sapeva che era destinata a qualcosa di più alto e personalmente più soddisfacente. Hermione d’altro canto era meno rigida e più rilassata, lavorava sperando che una volta ad Hogwarts, lontano dagli occhi di Fred avrebbe confiscato ogni gingillo maledetto e artigianato infernale creato di proposito per le persone come lei.
A metà mattinata alcune sue ciocche erano scivolate via dalla sua crocchia e le ricadevano sul viso. Fred le lanciò uno sguardo da lontano e pensò che fosse terribilmente sexy in quel modo. Le sorrise e lei arrossì. Pensò di andargli vicino ma un ragazzino all’incirca del secondo anno la trattenne per sapere su quale scaffale fossero le ragnatele di zucchero filato inacidito. Quando finalmente ebbe accontentato lui ed altri due “mocciosetti” si fece largo per andare da Fred.
Stava camminando nel corridoio dei freesbe zannuti e gli stivali appiccicosi quando lo vide parlare con una ragazza bruna come lei ma con capelli boccolosi e per niente crespi. L’oggetto del suo desiderio stringeva una scatola rosa, mentre con l’altra si reggeva allo scaffale dietro di lei, sopra la sua testa. Aveva un sorriso bellissimo, lo definì seducente. E infatti seducente era proprio l’aggettivo adatto, perché lui stava usando la seduzione per promuovere un suo articolo ad una ragazza che dell’articolo in questione non poteva fregarsene di meno. Anzi, a dirla tutta se Fred avesse avuto un cartellino con sopra il prezzo, pensò Hermione, non avrebbe esitato a portarselo a casa e spupazzarlo come un peluche.
Sentì una morsa allo stomaco e un ringhio nascerle dalla base della gola. -Brutto schifosissimo gargoyle!- gridò.
Parecchie teste lì vicino si girarono e quelli che passavano di lì si affacciarono al corridoio incuriositi. Non era la prima volta che succedevano risse in quel negozio ma era sempre uno spettacolo entusiasmante.
Fred si voltò immediatamente verso di lei ma fece una cosa prevedibile da parte sua, ma al tempo stesso davvero molto sbagliata: sorrise.
-Hey..- avanzò verso Hermione e la ragazza con cui stava parlando lo trattenne tirandolo per il bordo della sua maglietta. Hermione corrugò la fronte in un cipiglio che non presagiva niente di buono. –Sei un porco cerebroleso! Lo sapevo! Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi di te!-
-Granger aspetta, non giungere a conclusioni affrettate, lasciami spiegare almeno..- disse il gemello gesticolando.
-Che cosa dovrei lasciarti spiegare? Che pur di vendere questa stupida roba vendi anche te stesso? Non ne vali la pena Fred Weasley!- urlò guardandolo, poi spostò l’attenzione verso la ragazza che lo stava ancora trattenendo e continuò –Non la mia, almeno.-
Ormai intorno a loro si era radunata una folla moderata e quando Hermione provò a sfilarsi dal dito l’anello che le aveva regalato lui per lanciarglielo contro, scoppiarono tutti in una fragorosa risata. Non veniva via e la sua mano stava iniziando a gonfiarsi. Più cercava di toglierlo più le sue dita, e pian piano il resto della mano, avevano assunto le dimensioni di una tartaruga nel pieno dello sviluppo. Disperata si guardò intorno, non sapeva perché, forse in cerca di aiuto, ma si sentì soltanto ridicola. Si girò di scatto e si diresse verso il magazzino nella speranza di incontrare Ginny nel frattempo. Le lacrime minacciavano di uscire, ma non avrebbe potuto sanguinare in quella laguna piena di squali che non aspettavano altro.

Fred era scombussolato, era accaduto tutto troppo in fretta e sotto gli occhi di tutti. Lui ci era abituato a sostenere lo sguardo di una folla ma non la sua Hermione, non questo tipo di folla poi. Abbassò lo sguardo su di sé domandandosi che cosa diamine avesse combinato e notò le dita della ragazza ancora attorcigliate intorno al bordo della sua T-shirt magenta. Le afferrò il polso con decisione e se la scrollò di dosso. –Levati!- Lei parve ferita ma non le importava più niente. Avrebbe voluto seguire Hermione ma era già stufo di fare il cagnolino. Glielo aveva avvisato quando le aveva regalato l’anello, che in casi come questi avrebbe dovuto lasciarlo spiegare. Si ritirò da quel campanellino di gente per andare verso il bancone.
-Sei licenziato.-
George a braccia incrociate lo guardava fisso.
-Non fracassarmi le palle anche tu George.-
-Non sto scherzando fratellino, tu e quella tipetta state rovinando la reputazione del negozio con i vostri spettacolini, insomma la gente penserà che non siamo persone serie!- si passò le mani fra i capelli, poi si fermò di botto. –Oppure…aspetta aspetta! Ma certo! Ti do un aumento, è ovvio che noi non siamo persone serie! E poi la trovata dell’anello! Geniale Freddie! Potevi dirmi di questa invenzione! Faremo galeoni a palate!-
-Piantala Georgie.-
 
Passarono un paio di giorni ed Hermione, pur continuando a lavorare al negozio cercava comunque di starsene in magazzino per tutto il giorno sfogando le sue emozioni in una bella faticata di muscoli alla buon vecchia maniera babbana: aveva sistemato tutti gli scatoloni senza l’uso della magia, ovviamente.
Da parte sua, invece, Fred non voleva proprio saperne, così la evitava.
A tavola ci furono diversi momenti imbarazzanti regnati dal silenzio e dagli sguardi che la signora Weasley lanciava a suo figlio. Non riusciva a capire se quel pettegolezzo di quella mattina fosse vero oppure no. Che fosse davvero Hermione la ragazza di cui le aveva parlato suo figlio quella sera? O forse Fred la stava soltanto fuorviando? Decise di non intromettersi per una volta e di aspettare. In fondo lei non aveva nulla da obiettare su di lei, poteva solo far bene al suo figlioletto sconsiderato. Certo ci fu quel periodo del quarto anno di Ron dove Rita Skeeter lasciò credere che Hermione fosse una poco di buono, ma fortunatamente vi si era già scusata e il rapporto tra loro era tornato come quello di prima.
Una sera Hermione salì in camera sua subito dopo cena, la signora Weasley aveva insistito per lasciarli liberi e sparecchiare da sola. Si sentiva stanchissima e quando aprì la porta e vide Ron a copiare per l’ennesima volta i suoi compiti non ebbe neanche la forza di fargli una ramanzina, si limitò a chiudergli il libro sotto il suo naso e portarselo al petto. Lui incassò la testa nelle spalle in attesa di un rimprovero che non arrivò, alzò quindi gli occhi verso di lei pieni di stupore. -N-non… be’… Non urli? Non dici niente?-
-No... Non mi va. Vorrei poterti dire che mi sono stufata di ripetertelo che se continui a copiare non imparerai mai nulla, ma sappiamo entrambi che non mi stancherò mai.- accennò un sorriso che Ron ricambiò. –No, la verità è che sono.. stanchissima.- sbadigliò Hermione poggiando il manuale di incantesimi sulle gambe e facendo stiracchiare le braccia in alto.
-C’entra anche mio fratello Fred in questo tuo essere stanchissima?-
-Cosa ti fa credere che c’entri lui?-
-Be’, miseriaccia, lui c’entra sempre! E poi mamma ci ha lasciati liberi, a quest’ora dovresti essere con lui a pomiciare credo, no?-
-Ronald!-
-Che c’è? E’ la verità! Dai cos’è successo?-
Hermione lanciò un lungo sospiro e si guardò la mano, sgonfiatasi quasi del tutto. –Riesco ad accettare il fatto che sia così diverso da me. Riesco perfino ad accettare la mia paura verso questa specie di relazione, anche se la preoccupazione di essere soltanto un gioco per lui è costante.- disse mostrando la mano. –E’ l’insieme delle due cose che non riesco a gestire.-
-Penso che sia proprio qui che sbagli, Hermione. Non dovresti gestire un bel niente. Fred sarà anche un carattere difficile ma è pur sempre una persona, e le persone non si gestiscono, non nel senso che intendi tu almeno. Dovresti trovare un punto di incontro con te stessa. Ci sono momenti in cui devi vivere la vita, ed altri in cui devi lasciare che sia la vita a vivere te.-
-Ron!- lo guardò meravigliata.
-Sempre quel tono sorpreso!-
-Ma certo! Fino a qualche anno fa avevi la sfera emotiva di un cucchiaino e adesso..-. Ricevette solo un sorriso mesto in risposta. –Quindi mi stai dicendo che..-
-Ahh, Hermione ti sto dicendo che alcune volte devi accettare e basta, avrà avuto i suoi motivi per fare quello che ha fatto ne sono sicuro. Tutti gli scherzi, le punizioni ricevute avevano un solo scopo: il negozio. Sanno quel che fanno, anche se sembrano irresponsabili e impulsivi.-
-Già..impulsivi.. Lo sono stata anche io, lui me l’aveva chiesto di non giungere a conclusioni affrettate in effetti. Sai Ron mi chiedo come mai per altre cose tu sia così stupido e cieco quando dentro hai questo gran potenziale.-
-Wow Hermione, ancora una volta non so se ringraziarti del complimento o sentirmi offeso.- disse lui alzandosi dal letto e dirigendosi alla porta. –E comunque non dovrei dirtelo, ma Fred l’altra notte mi ha chiesto di tenerti d’occhio quando andremo ad Hogwarts.-
-Oh.- rabbia e sorpresa passarono negli occhi di Hermione, così Ron decise di squagliarsela per non sorbirsi qualcosa di cui non fosse il destinatario.
Si alzò di scatto e salì la rampa di scale verso la stanza dei gemelli, aprì la porta senza neanche bussare pur sapendo che di solito sarebbe stata una pessima idea. Si rese conto che non c’era nessuno e angosciata chiuse la porta. Le girava la testa, scese automaticamente le scale, ma non si fermò al suo piano, continuò fino a trovarsi fuori in giardino. Era da poco tramontato il sole e il cielo non era ancora del tutto blu, ma si dipingeva di tantissime sfumature di azzurro, rosa e arancione. Vide un’ombra stagliarsi più avanti, fra i fili di grano mossi da un venticello caldo e con la determinazione di chi vuole a tutti i costi qualcosa corse a prendersela. Sapeva che fosse il gemello che cercava e non l’altro, in fondo era già successo una volta lì, no? Arrivò dietro di lui silenziosamente e gli avvolse le braccia intorno alla vita appoggiando la testa al centro della sua schiena, un po’ più in basso delle scapole. Si sentì subito meglio. Lui sussultò ma non si mosse le carezzò soltanto le mani intrecciate.
-Mi dispiace Fred, sono stata una sciocca a non lasciarti spiegare..- avrebbe voluto continuare, ma si sentì la voce rotta dal nodo formatosi in gola e preferì restare in silenzio. Lui si girò tra le sue braccia e la strinse a sua volta. –Hey.. E’ stata anche colpa mia. Io.. non sono abituato a dare conto a qualcuno, quindi ho fatto quel che faccio o facevo di solito. Mocciosetta Granger sono più grande di te, ma sotto questo aspetto devo ancora crescere. Ma spero di farlo con te.-
Hermione alzò gli occhi sul suo viso e lo vide arrossire. Si morse il labbro per non ridere, in altre circostanze l’avrebbe fatto ma non ora che lui si stava aprendo in quel modo con lei. Gli batté un pugno sul petto. –Tu. Tu sei una persona così complicata e io sono stata una stupida a considerarti banale. La verità è che sei indomabile, sei.. Sei qualcosa di completamente illogico e non hai idea dell’effetto che mi fai.-
Fred appoggiò la fronte alla sua. –Oh Hermione anche tu non ne hai idea, Merlino.-
Annullarono la distanza fra i loro volti e si unirono in un bacio inizialmente delicato ma che andava trasformandosi in una vera e propria passione famelica. Rotolarono a terra, nascosti dall’erba alta, lì non potevano essere visti.
Hermione gli circondò i fianchi con le sue gambe e Fred si spinse verso di lei con i gomiti ai lati della sua testa, le mani nei capelli. –Non ne hai idea..- ripeté. La bocca di lui si muoveva con esperienza verso la mascella, le succhiò il lobo e scese giù, sul collo, mentre con la mano destra percorreva il profilo del seno, la vita, il fianco e arrivata al bacino si fermò. Fred rotolò di lato lasciando salire Hermione sopra di lui, a cavalcioni. Le loro bocche non lasciavano spazi per respirare, erano un tutt’uno. La stringeva con la paura che potesse scivolargli via tra le dita. E infatti quelle stesse mani forti si spostarono sul suo sedere, schiacciandola ancora di più su di sé. Hermione gemette. Un suono che gli annebbiò il cervello eccitandolo ancora di più. Si ritrovò a pensare che a quel punto i vestiti risultavano davvero molto scomodi, ma forse doveva soltanto rallentare.
-Hermione, hey..- si staccò dal bacio a fatica. La guardò, aveva il viso rosso e le labbra gonfie. –Dovremmo rallentare..-
-Perché?- chiese lei, sembrava dispiaciuta.
-Perché.. Meriti più di questo, cioè.. almeno per la prima.. Perché suppongo che tu.. che sia la prima volta per te giusto?-
Lei arrossì ancora di più. –Sì.. Capisco, hai ragione. Il fatto è che manca poco più di un mese alla mia partenza e… Ho paura che tu, che noi… Cioè non siamo niente e la distanza… Volevo lasciare una specie di segno, una prova che qualcosa c’è stato davvero.- Si coprì il viso con le mani restando ancora seduta su di lui.
-Hermione! Ma certo che c’è qualcosa! Ti pare che avrei fatto scenate nel mio negozio se così non fosse stato? Che ci sarei rimasto così di merda quando ti ho ferita o quando tu hai ferito me?-
-No no, Fred ti prego, lo so. Però il fatto è che.. io… potrei essere… Gelosa! Ecco l’ho detto!- esclamò togliendosi le mani dalla faccia.
Fred la guardò e ovviamente scoppiò a ridere. La tirò di nuovo a sé e l’abbracciò forte. –Anche io sarei geloso di me, Granger, insomma guardami!-
Hermione sorrise contro la sua guancia. –Ti capisco comunque, il solo pensiero che tu vada ad Hogwarts senza di me mi manda in bestia, sapendo poi che lì è pieno di porci, primo in classifica Piton.-. Risero entrambi. –Non ti darò occasione di ripensarci Hermione, te lo assicuro, basta che tu mi dia sempre la possibilità di spiegarmi, perché non ti prometto che non sbaglierò, ma puoi star certa che cercherò nuovi modi per migliorarmi.-
-Grazie Fred- gli disse Hermione incrociandogli le braccia dietro al collo e baciandolo.
-Ah, e Fred?-
-Sì?-
-Perché Ginny era così scossa dal fatto che vi era debitrice?-
Fred rise di gusto ed Hermione sentì sotto di sé le contrazioni del suo diaframma, e mentre lo guardava ridere, con quei denti perfetti e le labbra della giusta misura, lo sentì suo. Il suono della risata di Fred le era entrato dentro, nell’anima e così anche un po’ del suo essere. Adesso ne era certa, l’avrebbe riconosciuta fra mille altre e si era avvicinata  molto nel capire chi era davvero Fred Weasley.
 
Salve gente.. Lo so, lo so.. è passato un anno. E oggi scrivendo questo capitolo tutto d'un fiato mi sono resa conto che va avanti da 5 anni questa storia. Letteralmente! Sono successe tante cose, ho perso mio padre l'anno scorso, una settimana fa si è sposato mio fratello, mi sono licenziata da un lavoro stressante ed eccomi qui. Dopo due giorni di relax mi era venuta voglia di scrivere. Questo, ad ogni modo, è il penultimo capitolo. Ho già iniziato a scrivere il prossimo, che sarà l'ultimo. Spero vi piaccia in ogni caso!

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