La farfalla senza occhi

di Aliasor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ragazzo col bastone di legno ***
Capitolo 2: *** Presentazione. ***
Capitolo 3: *** Quattro Farfalle ***
Capitolo 4: *** Titania e Oberon ***
Capitolo 5: *** Completamento di un pessimo piano! ***
Capitolo 6: *** Fraintendimenti ***
Capitolo 7: *** Rebecca Axelle ***
Capitolo 8: *** Intermezzo ***
Capitolo 9: *** Intermezzo II ***
Capitolo 10: *** Il ruggito della bestia ***
Capitolo 11: *** Il libro ***
Capitolo 12: *** Discussione ***
Capitolo 13: *** Fuga ***
Capitolo 14: *** Nasce l'Alleanza Drago-Coccinella-Farfalla-Gatto ***
Capitolo 15: *** Atto I: Prologo ***
Capitolo 16: *** Atto II: Reclutamento ***
Capitolo 17: *** Atto III: Preludio alla Guerra ***
Capitolo 18: *** Atto IV: Il Giorno degli Eroi ***
Capitolo 19: *** Atto V: La Notte degli Inganni ***
Capitolo 20: *** Atto VI: Crescendo ***
Capitolo 21: *** SAVE the World ***
Capitolo 22: *** Megalo Strike Back ***
Capitolo 23: *** Megalovania ***



Capitolo 1
*** Il ragazzo col bastone di legno ***


Sbatté il bastone a destra e a manca, quella città era troppo grande per i suoi standard, ma dopotutto Parigi era la capitale della Francia.
Trasferirsi all’ultimo anno del liceo, quando aveva dovuto prendere quella decisione doveva aggiungere le dimensioni ai contro. Eppure non poteva evitarlo.
Salì le scale, troppe per i suoi gusti, appoggiandosi e cercò, con un po’ di aiuto, la sua nuova aula. Diciotto anni e aveva il senso dell’orientamento di gps rotto e sul quale era passato, ripetutamente, un camion.
La classe era di ampie dimensioni, doveva starci un numero abbastanza ampio di studenti e, a giudicare dal vociare, doveva essere piena.
<< Ah sei arrivato! Avanti, entra!>>
Salì il gradino e si fermò accanto alla cattedra, posando la punta del bastone per terra. Fece un sorriso, doveva iniziare bene.
<< Lui è un nuovo studente, si è trasferito oggi. Per qualche tempo resterà in classe con noi, forza, presentati.>>
<< Sono Enrick Axelle.>> Disse aggiustando gli occhiali da sole che portava sui capelli dall’anormale colore bianco. << Piacere di conoscervi.>>
<< Perché porta quel bastone. Cioè, non ha nemmeno uno zaino, solo una borsa minuscola. Parliamo poi degli occhiali?>> Oh ottimo inizio, una lamentela. << Non dovrebbe portarsi dei libri?>>
Una ragazza dai capelli blu avrebbe voluto riprenderla, così come un biondino e la professoressa, ma furono anticipati dal nuovo arrivato.
<< Hai ragione, volevo portare un libro. È il mio preferito, si intitola: “Come insegnare a leggere un libro a un cieco in quindici comode lezioni”, ma poi ho scoperto che non era in braille. Che sfortuna, eh? Questo succede quando non leggi la descrizione.>>
Chiuse la bocca immediatamente.
Si dispiacque di non poter vedere la sua faccia, doveva essere piena di umiliazione e rabbia. Questo era uno dei lati negativi della cecità.
Poté sentire un risolino divertito però.
<< Ti serve una mano per raggiungere il posto?>>
<< basta che mi dica fila e se sono a destra o sinistra. Il resto non è un problema.>>
Salì la scalinata, un po’ scomodo per lui che fosse un’aula a livelli, più comodo per chi doveva seguire e leggere alla lavagna.
Con un po’ di impegno raggiunse il suo nuovo posto, solitamente gli studenti erano sempre pari quindi erano divisi in banchi da due, ma questa volta si doveva fare un’eccezione alla regola.
Sperava di non disturbare, i banchi erano larghi, ma esisteva da sempre il concetto di terzo incomodo. Poggiò bastone accanto al banco e porse la mano per presentarsi.
<< Piacere di conoscervi.>>
<< Piacere, Enrick, giusto? Io sono Nino, lui è Adrien, piacere.>>
<< Salve.>> Si aggiunse il biondino di cui aveva accennato prima.
Le cose stavano migliorando, loro sembravano simpatici e differenza della tizia di prima.
Ottenne diverse informazioni su di lei, si chiamava Chloé Bourgeois, figlia dell’eterno sindaco di Parigi e proprietario dell’hotel più grande della città. Una figlia di papà che andava sempre in giro con la sua gregaria/lecchina Sabrina Raincomprix. Un classico, se ne trova una in ogni città.
Erano due tipi molto simpatici, erano anche molto gentili a non fare domande inopportune sulla sua vista come invece molti erano propensi a fare. Non era cattiveria, ma il discorso usciva spesso.
Quando fu il momento dell'uscita si alzò per ultimo, non voleva creare molti problemi.
<< Vuoi una mano?>>
<< No, ce la faccio. E poi dalla tua voce sento che sei di fretta, Adrien.>>
<< Eh? Come te ne sei accorto?>>
<< Non lo sanno in molti, ma la voce da molte informazioni. Si può stabilire età, sesso, peso altezza, stato psicologico e di salute. Ci vuole molto allenamento, ma ho avuto diciotto anni per farlo.>> Commentò con una risatina. Se non prendeva la situazione con ironia allora sarebbe finito male anni prima.
Con attenzione scese scalino dopo scalino sino ad arrivare al fondo. Una volta che avesse imparato a memoria la struttura, tutto sarebbe diventato più semplice.
Lo avete capito, le scale sono la sua nemesi. Il suo arcinemico.
Uscì dall’istituto con tutta la calma e alzò lo sguardo al cielo. Doveva essere davvero bello, almeno così gli dicevano. Non sapeva esattamente cosa di riferissero quando dicevano che era blu o che era pieno di nuvole.
Gli suonò il telefono all’improvviso facendolo sobbalzare, si era dimenticato di aver attivato la sveglia. Sentire a tutto volume la sigla di boss un videogioco avrebbe fatto trasalire chiunque.
Aveva un breve compito, una cosa di nemmeno dieci minuti.
Mise le cuffie e azionò il navigatore del telefono in modo da non perdersi. A dirla così sembra facile, un po’ meno quando le mappe non sono aggiornate e finisci per ritrovarti davanti a un muro di pietra molto solido.
<< Tu… sei Enrick, giusto? Tutto bene?>>
Si girò verso al voce. << Eh? Uh? Sì, mi sono solo perso. Cercavo la panetteria, ma tu sei…?>>
<< Ah, Marinette. Siamo in classe insieme, prima fila.>>
<< Ah sì, la ragazza di Adrien!>>
<< Chi cosa cosa dove quando perché?!>> Okay, era imbarazzata, non c’era bisogno di tutti i sensi per capirlo.
<< Beh, Nino ti ha definita così.>>
<< E… ecco! Non stanno proprio così le cose! La panetteria sì, la panetteria! Ti ci porto io! Ci abito! Abitò lì! Cioè, abito sopra la panetteria!>>
Registrato, Adrien x Marinette è tabù, ma è lei è palesemente innamorata.
Quando arrivarono nel negozio sentì il suono del campanello alla porta, adorava quando qualcuno lo metteva. Era un bel suono.
Ricevette un benvenuto caloroso, due voci. Uomo, alto, abbastanza grosso che un abbraccio poteva stendere una persona normale. Donna, bassa, accento orientale, Cina. Toni  di entrambi gentili.
<< Oh Marinette, hai portato un amico?>>
<< Lui è un mio nuovo compagno di classe, cercava la panetteria e si era perso. È appena arrivato a Parigi da… non lo hai detto.>>
<< Al momento vengo dalla Corea del Sud, abito con mio zio che fa il diplomatico per il nostro paese natale, la Germania, e ci spostiamo spesso.>>
<< Diplomatico...>>
<< Tono un po’ di fastidio. Qualche problema?>> Domandò curioso.
<< No, è che una nostra compagna di classe, Lila, ha la madre diplomatica e non è che siamo proprio amiche.>>
<< … Dimmi che non è Lila Rossi, ti prego.>>
<< La conosci?>>
<< Purtroppo sì, ho una mancanza di pazienza per lei. Ammetto di averle fatto spesso lo sgambetto con il bastone e li ho fatti passare per un incidente.>>
Oh un’amicizia nata dall’odio per Lila Rossi. Allora era vero: dal letame nascono i fiori.
Passarono circa dieci minuti a raccontarsi tutte le infamate causate da quella ragazza, a quanto pareva era peggio persino di quella Chloé. Almeno quest'ultima aveva una morale per quanto incasinata e sapeva, più o meno, distinguere tra il bene e il male.
Alla fine comprò anche il pane che desiderava insieme ad alcuni biscotti. Erano di una forma atipica, erano quelle di gattini, coccinelle, api, volpi e tartarughine.
A quanto gli aveva spiegato erano in onore degli eroi di Parigi, capitanati da Ladybug e Chat Noir, che anni prima sconfissero Papillon e le sue vittime akumizzate e tutt’oggi difendevano la città dai pericoli minori.
Erano piuttosto carini.
Ora si sarebbe dovuto dirigere verso casa, salutare lo zio appena tornato, mangiare qualcosa insieme, farsi una doccia, sedersi alla scrivania e studiare, ma fece qualcos’altro.
Aveva ottenuto l’indirizzo di una vecchia zona della città piena di vecchi capannoni industriali che ormai nessuno usava, erano lasciati a sé stessi e ormai il degrado e l’erba ne facevano da padroni infestando tutto.
Entrò dentro uno di essi e col bastone scacciò gli oggetti più fastidiosi che aveva davanti.
<< Puoi uscire adesso. Siamo da soli.>>
In un lampo viola, una strana creaturina gli apparve davanti uscendo da sotto la sua giacca marrone chiara. Sembrava quasi una fatina seppur in versione superdeformed.
<< Buon… buongiorno, signore.>>
<< Ti ho già detto che non c’è bisogno che mi chiami “signore”.>> Si sedette su una cassa di ferro infilando le mani nella busta di carta che conteneva i prodotti da poco acquistati.
<< Ti piacciono i biscotti, no? Prendine quanti ne vuoi. Li ho presi per te.>>
Si avvicinò svolazzando e ne prese uno.
<< Lei, signore… cioè…>> Aveva un po’ di paura, aveva ancora con un trauma del suo precedente possessore. << Perché vuole farlo? Non è una persona cattiva.>>
<< Lo sono invece. Molto più di quella Chloé o di Lila. Sono il più cattivo.>> Attese che finisse il biscotto, per fortuna non poteva guardare i suoi piccoli occhi, erano lucidi, come se volesse piangere. << Nooro, trasformami!>>
La creaturina ritornò da dove era venuta facendolo illuminare tutto il corpo del suo contraente.
La trasformazione con il Kwami stava avvenendo.
Il suo abbigliamento studentesco era scomparso, lasciando che il suo posto venisse preso da un completo violaceo e grigio, il retro della giacca cadeva lunga come se fossero le ali di una farfalla, sembrava quasi uno di quei vestiti tipici dei camerieri. Il volto venne coperto da una maschera che mostrava solo la bocca, gli occhi erano coperti da un motivo nero a farfalla, dopotutto non erano utili.
Con in mano il bastone si abbassò toccando una delle farfalle che vivevano lì selvagge. Le avvolse con un manto violaceo, ma luminoso.
<< Vola da lei, mia piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore!>>
 

Personalmente non sapevo se aggiungere "Tematiche delicate" vista al condizione del protagonista, ma visto che la prende positivamente ho preferito evitare.
Essendo Papillon il mio preferito nella serie, ad avendo desiderio di farne il cosplay in futuro, ho voluto presentare un suo emulatore come protagonista.

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Capitolo 2
*** Presentazione. ***


 

<< Vola da lei, mia piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore.>>
La farfalla svolazzò via pigramente mentre lui restava fermo appoggiato al suo nuovo scettro.
<< … E ora che dovrei fare, Nooro?>>
<< Normalmente il signore restava ad aspettare, dare informazioni, inventava il nome dei cattivi e urlava contro la vetrata una volta sconfitto.>> Disse, con leggero imbarazzo, la voce nella sua testa. Non avrebbe mai detto una cosa del genere a Gabriel. Non ad alta voce.
Contattare Nooro telepaticamente era davvero comodo. La cosa atipica era che gli altri contraenti non erano in grado di farlo, non si trattava semplicemente del legame, era qualcosa di diverso.
Di strano, ma non era il momento di farsi troppi film mentali.
<< Intanto ti vanno dei biscotti, Nooro? Potrei infilarli nella spilla.>>
<< Sto bene...>>
<< Dimmi, Nooro, sai perché ho chiamato Tenshi queste nuove “Akuma”? Come saprai in alcune culture gli insetti hanno un nuovo importante con i morti. Le mosche sarebbero  rimasugli terreni delle anime umane, le farfalle sarebbero le loro guide nel mondo dei morti. Qualunque persona se dovesse scegliere rifiuterebbe di certo di andare mano nella mano con un demone, ma un angelo?>>
Osservò, si fa per dire, il vuoto dinanzi a sé. Non poteva vedere cosa osservava la Tenshi, ma poteva percepirlo.
Ed era una sensazione magnifica, poteva sentire il vento sulla sua pelle, la sensazione di leggerezza, di librarsi alto nel cielo.
Era così bello, dolce, un vero senso di libertà.
<< Chi vuole colpire?>>
<< Nessuno, Nooro.>>
<< Ma le sue parole...>>
<< Il loro cuore si oscurerà col tempo. La visione della farfalla insieme alla mia comparsa sarà l’inizio di tutto.>>
La sua idea era paragonabile al meticoloso lavoro di un contadino, le sue farfalle sarebbero state i semi da piantare nel cuore degli uomini per preparare il futuro raccolto.
Per quale motivo raccogliere un frutto alla volta quando poteva attendere per avere prodotti migliori?
Ciò non significava che non avrebbe creato criminali, ma si sarebbe limitato a risultati scadenti giusto per distrarli un po’. Uno specchietto per le allodole. O per i gatti e le coccinelle.
Era riuscito ad ottenere da quella persona il kwami della farfalla, non poteva sprecarlo così. Avrebbe agito con calma serafica, degna del migliore degli strateghi.  Non avrebbe bruciato tutto per un impeto di rabbia e passione. Erano otto anni che aspettava un’occasione del genere.
Otto fottutissimi anni.

La creatura si fece notare senza problemi dai parigini, due milioni di persone che cominciavano a coltivare la paura dentro di sé. Un disturbo da stress post-traumatico non avrebbe potuto fare di meglio.
Due milioni di possibilità senza contare le migliaia di turisti che ogni giorno arrivavano per visitare la città. Ognuno di loro era un possibile obiettivo.
Ma non quel giorno. Quel giorno era quello della sua presentazione agli eroi di Parigi.
Il giorno in cui si apriva il teatro per il suo spettacolo.
Non ci volle molto a far accorrere i due eroi, erano stati sin troppo tranquilli sino a quel momento. Ormai si limitavano a cose come far scendere  gattini dagli alberi, aiutare i vecchietti ad attraversare la strada, fermare scippi, impedire che il preside del liceo si mettesse nei guai. Non si erano accorti che qualcuno che conoscevano era improvvisamente scomparso?
Che distratti.
<< Milady, sono io o quella è una Akuma?>> La domanda del gatto era legittima, non le vedevano da anni.
<< Aspetta, ma non è fisicamente possibile. Il Miraculous della farfalla è al sicuro.>>
In teoria, ma alle volte la pratica è assai diversa.
La creaturina si avvicinò di pochi centimetri verso di loro solo per ricoprirsi di una sostanza gelatinosa grigio-violacea, spuntata dal nulla, che la fece crescere in maniera anormale sino ad una forma umanoide. Dalla forma solo vagamente coerente si evolse sino ad essere una copia perfetta, per quanto simile  un fluido non newtoniano, del suo padrone.
Poi, si mise a parlare.
<< Salve, Ladybug e Chat Noir, io sono Le Papillon.>>
Arretrarono di qualche passo.
<< State tranquilli, non ho intenzioni malevole. Non oggi.>>
<< Come fai ad avere il Miraculous della farfalla? Come sta Nooro?>>
L’eroina in rosso non perdeva tempo, eh? La voce era familiare, ma distorta dalla distanza e dal contatto telepatico inesperto con la farfalla.
Alzò le mani per calmarla.
<< Nooro sta bene, al massimo potrebbe presto avere un indigestione da biscotti. Non tratto male un mio socio. Ma andiamo dritti al punto, prestatemi i vostri Miraculous, ve li restituirò entro quarantotto ore, avete la mia parola d’onore.>>
<< Okay, questa è nuova.>> Aggiunse il felino. << Questo ce li sta chiedendo in prestito invece di rubarceli. Sono Purrr-plesso.>>
<< Non è questo il momento della tue battute!>>
Papillon rise senza ritegno.  << Non sto cercando di fare il FARFALL-one, ma era davvero carina.>>
Almeno era un tipo piuttosto alla mano, meno stoico del suo predecessore. Forse era possibile trovare un dialogo costruttivo con lui?
Valeva la pena fare un tentativo.
<< Prima rispondi alle nostre domande. Come hai ottenuto il Miracoulus?>>
<< Me lo ha dato una certa persona.>>
<< Chi?>>
<< Non posso dirlo.>>
<< Per cosa useresti i nostri Miraculous?>>
<< Non posso dirlo.>>
<< Sai che per esaudire il desiderio dovrai far pagare il prezzo a qualcuno?>>
<< Tu credi forse che farei tutto questo se non conoscessi pro e contro della situazione? Ti prego, coccinella. Per il mio desiderio l’intera Francia è sacrificabile! E poi diciamocela, c’è molta spazzatura inutile che non meriterebbe altro che una orrenda fine! Quanti sono quelli che scrivono in rete “sarebbe meglio se morisse!” o “l’umanità fa schifo!”, “Siamo un virus”? Si tratta solo di esaudire la loro richiesta, magari iniziando da loro.>>
Okay, questo era abbastanza inquietante, quasi quanto il suo sguardo. Sembrava quasi spiritato, come se fosse posseduto da qualcosa.
Era ovvio che non stesse bene con la testa, era raggelante. Era disturbato.
O forse era sin troppo sano.
<< Credo che sappiamo tutti e tre la risposta.>>
<< Immaginavo, ma volevo provarci. Almeno non avrei avuto rimpianti.>>
Si liquefò nuovamente e aumentando dimensioni, similmente a un onda anomala, si lanciò sui due giovani solo per dividersi un istante prima di colpirli, come fossero Mosè davanti al Mar Rosso, trasformandosi nuovamente in una farfalla.
Questo il precedente Papillon decisamente non sapeva farlo.
Esistevano alcune possibilità allora: questo Papillon era più esperto di Gabriel, questo potere era dato dalla volontà di Nooro e terza possibilità, questo Papillon era diverso dagli utilizzatori normali.
Era meglio correre dal maestro Fu.

Endrick si ritrasformò, era stato davvero stressante compiere una trasformazione e tutte quelle cose strane con la sua Tenshi.
Cade a terra tossendo, era come se avesse un groppo in gola.
Questo quella persona non lo aveva detto.
<< Sta bene, signore?>>
<< Sì, Nooro. Come ti sono sembrato?>>
<< Convincente.>> Disse amareggiato. << Vuole tornare a casa?>>
Il giovane annuì e si diresse verso la sua dimora.

Il sole pomeridiano restava placido in cielo mentre lui entrava nella sua dimora. Lo zio, visto che sarebbero rimasti in terra francese per almeno cinque anni, aveva deciso di acquistare una vecchia villetta dismessa.
“Villetta”, era abbastanza grande da far invidia a casa di Gabriel Agreste.
<< Sono a casa, zio.>>
Un uomo orientale con un paio di occhiali squadrati scese velocemente dalle scale, finendo quasi per ruzzolare brutalmente addosso al nipote. La sua chioma castana era tutta scompigliata.
<< Ehilà, Endrick! Stavo venendo a cercarti! Credevo di fossi perso!>>
<< Mi ero fermato a comprare del pane, zio.>>
L’uomo si asciugò il sudore con un fazzoletto di stoffa, si preoccupava sempre quando uno dei suoi nipoti facevano tardi. Sopratutto oggi che si erano trasferiti in una nuova città come Parigi.
Niàn Shòu Axelle-Feng, zio del ragazzo e suo tutore legale dal comportamento comicamente protettivo. Era il minimo che potesse fare alla fine.
Era una brava persona, era entrato in politica con un programma ecologico, nelle varie sedute insisteva sempre sul puntare proposte ecosostenibili. Se un qualcosa avrebbe potuto inquinare anche solo lontanamente, lui bocciava.
Senza se e senza ma.
Andava persino d’accordo con la madre di Lila, nonostante i loro giovincelli si vedessero come una serpe e una mangusta.
<< Tua sorella ora è uscita, ha deciso di farsi un giro.>>
<< Oh, è un peccato.>> Si guardò la spilla di Nooro. << Avevo una sorpresa per lei.>>

L’uomo rimase in piedi oltre le sbarre di ferro con uno sguardo di sfida. Era divertito dal fatto di essere lui quello al potere.
<< Dimmi, il vitto ti piace? Stai comodo? Spero di no.>>
L’anziano lo guardò da dentro la sua prigione di pietra senza paura. Non lo temeva.
Non lo aveva mai temuto.
<< Sei invecchiato, Wang Fu. O preferisci Chan? O vuoi che usi uno degli altri tuoi pseudonimi? Il tempo non è stato gentile con te, solo centoottantasei anni e guarda come ti sei ridotto.>>
<< Cosa hai fatto a Nooro?>>
Rise di gusto.
<< Nooro segue i miei piani, non vuole che succeda qualcosa di male a te o ai suoi amichetti. Non è stato difficile convincerlo, è bastato “buttare via” uno dei suoi amici.>>
Il vecchio cinese rabbrividì a quelle parole, non poteva averlo fatto per davvero.
Buon Dio! Non era vero.
Buttò oltre le sbarre un piccolo oggettino annerito, quasi fosse carbonizzato. Era freddo. Triste.
Il maestro Fu lo prese tra le mani con le lacrime agli occhi.
<< Povero, povero Longg.>> Commentò fintamente triste. << Se fosse stato tranquillo non avrebbe fatto questa fine. Ma stai tranquillo, se tutto andrà perfettamente lo riporterò alla normalità. Forse.>>
Riprese a ridere.
<< I decenni ti hanno peggiorato e reso mostruoso più di quanto non fossi prima, Chìmaira.>>
<< Gabriel Agreste si è rivelato spazzatura, ma questo ragazzino che ho preso con me sembra promettere bene. Vuoi fare una scommessa, Wang Fu? Chi vincerà questo scontro? I tuoi discepoli o i miei? Sono pronto persino a mettere in palio il mio Miraculous della chimera.>>




 

Questo capitolo è stato abbastanza tosto, potevo fare di meglio, ma di solito scrivo per lavoro solo racconti psicologici, ma ogni tanto è bello variare.
Vi lascio ancora i miei link per i miei racconti seri. Si consiglia la lettura dai 15 anni in su.
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Capitolo 3
*** Quattro Farfalle ***


Endrick arrivò a scuola mezzo addormentato, si potevano notare le occhiaie nere sotto i suoi occhi. Era a un gradino dal cerebralmente morto, non c’era stata nemmeno l’occasione di mostrare alla sorella al sorpresa che aveva preparato.
Si buttò sulla sedia, aveva memorizzato perfettamente la sua posizione, al millimetro, per non sbagliarsi.
Se non avesse avuto la paura di russare si sarebbe addormentato, nessuno avrebbe trovato strano se avesse tenuto gli occhi chiusi.
<< Oggi sei sicura che ritorna?>>
Ritorna? Chi dovrebbe ritornare?
Qualcuno che era stato assente a lungo tempo? Quindi il giorno prima non erano tutti presenti. Ma all'appello mancava solo… oh no. Oh no! NO!
Tutti ma non lei, non lei!
Marinette aveva detto che non andava quasi mai a scuola, perché aveva deciso di tornare proprio ora?
<< Tutto bene, Endrick?>>
Nino fece una domanda legittima visto che si era messo a muovere avanti e indietro il bastone in cerca di una finestra da cui scappare incurante dell’altezza.
Non gli andava proprio di instaurare un dialogo con quella strega. Avrebbe preferito andarsene in giro con un gigantesco costume a forma di farfalla… okay, esempio decisamente sbagliato.
<< Buongiorno a tutti, sono tornata!>>
Lui era cieco, ma la sfiga ci vedeva benissimo. Dieci decimi e anche binocolo.
E fu una cosa quasi mistica, il loro odio si percepì per un breve, ma intenso momento. Era quasi come si fosse condensato.
Avete presente quando negli anime appaiono la tigre e il dragone? Ora immaginatevi la stessa cosa, ma con una volpe e una farfalla che si guadano in cagnesco.
A questo punto direi che alle fangirls partirebbe la ship selvaggia. Ma qui non ci sono fangirl. Tranne, Rose, ma lei la lasceremo da parte per il momento.
<< Tu!>>
<< Tu!>>
Scese velocemente sino ad arrivarle davanti, i due stavano quasi per azzannarsi alla gola.
<< Vi conosce?>> Domandò la professoressa appena entrata in aula.
<< Sì. È il mio ex.>> Commentò per poi tornare alla solita aria ipocrita. << Mi ha lasciata in malo modo.>> Aggiunse teatrale.
<< Non peggio di quando spostasti i mobili solo per farmi perdere.>>
Nessuno si aspettava che tra i due ci fosse un simile trascorso, sopratutto per come ne aveva parlato in privato, la descriveva come un'arpia. Triste che nessuno gli credesse, si fidavano di lei.
Al momento salteremo i motivi della separazione, non ci interessano, e passeremo immediatamente al dopo. Non è una storia romantica.
<< Quindi tu uscivi con Lila.>>
<< Tutti facciamo degli sbagli. Ero cieco, in un altro senso. Quella è una strega finge bontà e gnegnegne, in privato diventa un Grande Antico in miniatura!>> Esclamò agitandosi. Almeno erano in tre a conoscere la verità su di lei.
E con tre intendo proprio il biondino e la blu che preferiamo.
Gli altri studenti sembravano ignorare che era stata akumizzata ben tre volte. Una cosa è akumizzare Mr. Piccione, un cattivo che sconfiggi anche con un mano sola, dopo un festino alcolico e usando come arma una baguette catalitica, un’altra Volpina/Camaleonte. Lui sapeva anche che era stata letteralmente una complice del suo predecessore, non una vittima.
Okay, poteva ignorarlo. Ignorala.
Aveva di meglio a cui pensare, individuare Chat Noir e Ladybug e ottenere i loro Miraculous. Non doveva fargli troppo male… era davvero difficile fare il cattivo in modo convincente.
Quella persona gli aveva affidato Nooro, non poteva deluderla.
<< Avete sentito del nuovo Papillon?>> Alya tirò fuori un tablet aperto sul suo “LadyBlog”. Era riuscita a fare foto durante quell’incontro-scontro.
Come aveva fatto? Quasi tutti erano scappati ed era abbastanza certo di non averla vista. Oh beh, doveva di sicuro complimentarsi. Magari concederle un’intervista.
Aveva già il titolo: “Un caffè con la farfalla”.
<< C’è da dire che sembra parecchio diverso dal vecchio. Serve un modo per definirlo… che ne dici di Newlillon, Marinette?>>
“Newlillon”? No, ma cosa cavolo gli stava significare?! È offensivo! Ci aveva messo una settimana a scriversi qualche frase ad effetto per l’incontro, non poteva rovinargli il personaggio in quel modo!
Aveva un amor proprio! Questo lo feriva, avrebbe avuto bisogno di una pacca sulla spalla, ma Nooro non poteva uscire in pubblico.
<< Mi chiedo cosa voglia.>>
<< Forse non è tanto male, non ha Akumizzato nessuno.>>
<< Non stavolta, ma la prossima?>>

Ah, una giornata davvero pesante. Non vedeva di essere a casa, per quel giorno si sarebbe limitato a pensare qualcosa, non avrebbe agito. Non ne aveva la forza.
Mentre rifletteva fu portato in un angolo da una mano che lo tirò, per essere un ragazzo era terribilmente leggero.
<< Non dire più quelle cose a scuola.>>
<< Non so cosa intendi, Lila.>> La sua voce l’aveva riconosciuta subito. Era meglio fare un po’ il finto tonto.
<< Ci ho messo un sacco per costruirmi un’immagine e non me la rovinerai.>>
<< Quella della bugiarda? Sei italiana, giusto? Potresti fare onore  qualcun altro invece di Collodi.>>
Questa bruciava.
<< Ti renderò la vita un inferno, sono capace di metterti tutti contro.>>
<< Inferno? Tutti contro? Non è un problema, tesoruccio.>>
Aveva avuto una frase crudele da dire, sorrise. Lui non poteva vederlo. << E se la rendessi tale a tua sorella? È ancora in carrozzella? Potrei raccontare a tutti di quel piccolo incidente.>>
Fece sbattere violentemente il bastone di legno contro il muro spezzandolo, nonostante fossero solitamente bianchi, una serie di vene rosse iniziavano a ricoprire il bulbo.
Era irritato come non mai.
<< Provaci soltanto a raccontare quella storia e giuro su Dio che mi dimenticherò immediatamente che sei una donna.>>
Deglutì spaventata, si era scordata che non doveva mai aprir bocca sulla sorella. Quel tipo avrebbe venduto la sua anima per lei.
Quei capelli bianchi vittime della Sindrome di Maria Antonietta ne erano la prova.
Faceva davvero paura.
La lasciò andare, aveva perso il controllo. La minaccia sarebbe bastata per renderla innocua.
O forse avrebbe potuto sfruttare la cosa suo vantaggio. Aveva una nuova scelta, avrebbe “Tenshizzato” qualcuno.
Tornò a quel casolare, per lui ormai era l’equivalente della sala di Gabriel Agreste e fece uscire Nooro dal suo nascondiglio.
La creaturina aveva sentito tutto quello che era successo ed ne era rimasto sorpreso. Da quando si erano incontrati non aveva mostrato tali sentimenti, anche se sapeva quanto tenesse alla sorellina. Era sempre stato gentile ed educato con tutti.
<< Nooro, quello che sto per fare è molto rischioso. Potrei anche morire per lo sforzo, te lo dico apertamente. Se dovesse succedere allora non avrei più legami con quella persona. Vai da Ladybug e Chat Noir e digli tutto.>> Il kwami non comprese completamente le sue parole. << Nooro, trasformami.>>
Avvenuta la trasformazione toccò con il bastone quattro farfalle diverse.
<< Vola da lei, miei piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore.>> La seconda la riempì di potere e le fece assumere la sua forma da Papillon, alla terza una sua forma normale e poi tornò in versione civile. Cosa voleva fare?
<< Ho immesso in queste copie il mio stesso carattere, a meno di ferite come la rottura di un osso come un omero o una tibia dovrebbero resistere una giornata volendo stare larghi.>> E poi guardò l’ultima farfalla. << Vola da me, mia piccola Tenshi. E ottenebra il mio cuore!>>
Fece finire la sua farfalla nel bastone rotto.
L’altra invece finì per volare da una persona piena di rancore, odio e paura da lui stesso causato. Non avrebbe rifiutato una nuova vendetta.
Entrò in un orecchino di Lila. Credo sia inutile aggiungere che ne fu ben felice.
Le due copie si rivolsero ai due in contemporanea.

<< Salve, Oberon, io sono Le Papillon. La tua voglia di proteggere tua sorella dal male è davvero nobile, voglio aiutarti. Ma in cambio dovrai portarmi i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.>>
<< Salve, Titania, io sono Le Papillon. La tua rabbia contro chi vuole distruggere il tuo regno la comprendo benissimo. Ti aiuterò, ma in cambio dovrai portarmi i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.>>

 

Mentre scrivevo un capitolo per il mio blog(fatti in là, Alya non ti temo), mi è venuto il "Colpo dello Scrittore" e ho completato un nuovo capitolo della storia prima del previsto. (Aggiunta di circa un mese dopo: il prossimo capitolo è davvero brutto, davvero, davvero, brutto. Quindi prendetelo con leggerezza o andate direttamente alla parte post piano idiota)
Vi lascio ancora i miei link per i miei racconti seri. Si consiglia la lettura dai 15 anni in su.
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Capitolo 4
*** Titania e Oberon ***


Mosse le dita, erano smaltate di nero e ricoperte di linee verdi che sembravano ricoprire tutto il suo corpo, poteva sentire il peso di qualcosa sulla sua testa. Erano piccole corna?
Notò anche un paio di orecchie a punta eppur stranamente lunghe, ma in effetti Oberon era il re delle fate. Sul volto una macchia a forma di farfalla, tipica di molte “vittime”. Sentiva anche una nota di peluria facciale in più.
Il bastone si era riparato, dopotutto era il tramite della magia. Se avesse potuto vedersi avrebbe notato che i capelli erano diventati verde accesso, non era facilmente riconoscibile in quello stato.
Dava una sensazione davvero strana, si sentiva forte, ma non quanto nella sua forma fusa con Nooro. Era come se avesse subito solo un leggero potenziamento fisico.
Gli mancavano solo gli zoccoli per sembrare uscito da un fumetto sulla magia.
<< Bene, io andrò avanti mentre tu, Endrick II, tu ti farai rapire da Lila. Che ne pensi, Nooro?>>
Il Kwami volò attorno alla varie versioni. << Beh, col signor Gabriel ha funzionato una cosa del genere. Quindi direi che è una buona idea, signore. Ma c’è qualcosa che non mi torna, non capiranno tutto una volta ritrasformato? Ci saranno due di voi.>>
<< Il trucco finale sarà lì, voglio che vincano. Bene, tu resta qui con Papillon.>>
Nooro non comprese quelle parole, voleva che vincessero? A che pro?
Oberon e Enrick II uscirono dal capannone e si divisero in direzioni diverse, pronti  farsi notare dai loro rispettivi obiettivi. Fare contemporaneamente da vittima e carnefice, una scelta ardita, ma interessante.
Per il momento spostiamo verso Oberon, ciò che farà la copia per ora non ci interessa.
Come fare per attirare l’interesse di Parigi sino a quando Titania non avesse portato il suo alter ego? Ci pensò un po’, poi trovò.
Saltellò da un palazzo all’altro lasciando cadere una polvere sulle vie prodotta dal suo “nuovo” bastone.
In “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, Oberon versa su Titania una sostanza che la porta ad innamorarsi di un uomo mutato in somaro, ma qui l’amore non funziona così. La polverina si limitava ad un altro effetto. Non far vedere nulla.
Buio assoluto.
Bastò davvero poco, pochissimo per far cadere le persone in preda al panico. Quando affrontano qualcosa di sconosciuto va sempre a finire in questo modo.
Con un po’ di fortuna avrebbe colpito anche i due eroi, loro non erano abituati ad essere cieco come lui.
<< Fermo dove sei, amico.>>
Lupus in fabula, oserei dire.
<< Gli eroi di Parigi, che onore.>> Fece un inchino. << Peccato non ci vedremo per molto!>>
<< Si riprende con le Akumizzazioni.>> Commentò la coccinella. << E come ti chiami?>>
<< Ora sono Oberon.>> Emise un mugolio. << Siete sicuri di voler stare entrambi qui? Credo che Titania si sentirebbe sola con solo lui.>> Aggiunse con un sorriso.
A pochi metri di distanza da loro, Lila, in una versione femminile di Oberon, dalla quale di differenziava solo per le righe rosse, saltava verso la Torre Eiffel con Endrick sotto braccio.
Quella trasformazione la aveva velocizzata e potenziata più di quanto era Volpina. La differenza tra la sua forza e della di Gabriel Agreste era visibile anche in cose piccole come queste.
Creare due cattivi non collegati tra di loro senza i potenziamenti di qualcuno.
Era letteralmente su un altro piano. Era come paragonare un persiano e una ligre.
<< Gattino, qui ci dividiamo. Io penso a Titania, tu a Oberon.>>
<< Certo, Milady.>> Si girò. << Personalmente ho sempre preferito “La Tempesta”, non la prendere a male.>>
<< Oh, andiamo micetto.>> Gli lanciò contro la polvere. Non gli fu difficile schivarla, era pur sempre una felino. Chissà se cadeva in piedi.
Si lanciò pronto a dargli una testata, quando hai le corna da capra fai come le capre. Grande classico accettato anche dai romani, più o meno.
Una testata in pieno petto, questo faceva dannatamente male.

<< Qualcuno mi aiuti, non capisco che diamine  sta accadendo!>>
<<< Fai silenzio o ti butto di sotto.>>
<< Fantastico, rapito da Lila in versione supercattiva. È quindi messa leggermente peggio del solito. Ci mancava solo questa oggi.>> Commentò, bisogna concedergli che era un ottimo attore. Si sarebbe meritato l’oscar dei villain per quella scenetta.
Certo che però Labybug ci stava mettendo un po’ troppo, il suo originale a cosa stava pensando?
Poi notò lo yo-yo usato in un modo che avrebbe reso Spider-man orgoglioso di lei. Si stava lanciando con sprezzo del pericolo per salvarlo.
Ah, gli eroi, così ingenui. Così… eroici.
<< Ormai farti Akumizzare è diventato un sport per te, Lila? Siamo tipo alla quinta o sesta volta?>>
<< Sono stata Tenshizzata, nulla  che vedere con le normali Akuma, Ladybug.>> Anche li lanciò addosso una sostanza, stavolta liquida.
Evitarla fu un bene, un povero passante, investito solo perché passava di sotto, si ritrovò trasformato con la testa di somaro. Per alcuni era semplicemente mostrare ciò che avevano nel loro piccolo cervello, non vedo come eleggere ogni volta Bourgeois.
E nessuno osi lamentarsi che era stato Puck a fare quell’incantesimo, siamo in una storia in cui un cieco si trasforma in un villain a tema farfalla con l’aiuto di una creaturina magica per combattere i suoi equivalenti positivi vestiti da coccinella e gatto nero, in una città la cui la polizia è utile come il lattosio per un intollerante.
La ragazza sembrava avere una predilezione per portare la gente che voleva togliersi dai piedi su quella torre, ognuno ha le sue fissazioni alla fine. A questo proposito, quella costruzione andava in malora costantemente, sapevo che i parigini all’inizio la odiavano, ma qui si esagera!

Oberon e Chat Noir si stava affrontando bastone contro bastone, testone contro testone.
<< Belle corna.>>
<< Bella coda, scodinzoli se ti gratto dietro l’orecchio?>>
<< Devo farlo provare a Ladybug.>> Commentò interessato.
Rimase spiazzato. << N… non credo sia una cosa molto composta da fare!>> Poi si girò verso la torre, doveva velocizzare il suo piano. La sua copia aveva una durata limitata, lo spreco di tempo non era permesso.
Tanto lo sapeva, in quell’occasione non sarebbe mai riuscito a prendere i loro Miraculous, l’obiettivo era un altro. Nessuna polverina accecante avrebbe fermato un tipo innamorato cotto, forse una cerbottana con due chili di cianuro, ma non una polverina.
Beh, forse per dieci secondi.

<< Ancora non ci credo che abbiamo avuto questo piano ridicolo.>> Commentò Papillon.
<< Non guardi me, signore. Ha fatto tutto lei. In ogni caso, mi creda, ho visto un rapper akumizzato proveniente dal futuro, c’è molto di peggio.>>
<< Apprezzo molto.>>

Cominciò a saltare via inseguito, gli sembrava di giocare al gatto col topo. Di certo era il primo cattivo che invece di inseguire si faceva inseguire. Aveva anche capito come funzionavano quelle colossali orecchie che si era ritrovato, in combinazione con il bastone funzionavano come un sonar da pipistrello.
Peccato non poter mantenere quell’abilità anche nella vita di tutti i giorni.
<< Sono in ritardo?>> Con un ultimo balzò arrivò dalla “compagna”, il suo entusiasmo era discutibile.
<< E tu saresti?>>
<< Oberon. Hai presente, Titania e Oberon? Hai mai  sentito la canzone di Caparezza? “Robin Hood e Little John, Yoko e Lenon, Titania e Oberon”.>>
<< Come ti pare, siamo della stessa squadra in pratica.>>
<< … Smorzi davvero l’entusiasmo.>> Aggiunse demoralizzato. << In ogni caso prendiamo i Miraculous.>>
Come se gli interessassero davvero.  Wow, mi sento davvero ripetitivo.
Ecco, ora veniva la parte difficile. Far perdere il loro duo in modo naturale e far salvare la copia, altrimenti tutti i suoi progetti futuri sarebbero andati a farsi benedire.
<< Potrei lasciarlo cadere da qui se non mi date i vostri Miraculous.>>

Oh no, aveva trovato l’unica persona che effettivamente sapeva fare il suo lavoro. Perché non aveva puntato a qualcuno di inutile tipo Chloé? O il criceto di classe? Se si poteva akumizzare un robot perché non colpire un animaletto da compagnia che mangia i suoi cuccioli?
<< Wow buttare di sotto, non credi sia un po’ troppo?>>
<< No.>>
Una dannata psicopatica!
Ma cosa mangiava la mattina? Pane e Freddy Krueger? Non si erano nemmeno lasciati in modo così pessimo, erano serviti solo cinque bodyguard per dividerli. Quattro per bloccare Lila, uno per girare Endrick verso un muro. Ci mise dieci minuti per di realizzare di star litigando contro una pianta grassa… pardon, come Lila era una pianta finta magra.
Ci ragionò un po’ sopra. Era palese che non avrebbero mai potuto vincere, si trattava di una trasformazione scadente. La potenza dipende dall’intensità dei sentimenti, una semplice vendetta produce solo spazzatura. Lui era in possesso solo di 1/3 della sua forza per essersi diviso.
Il miglior risultato ottenuto dal precedente Papillon era, secondo lui, Zombacino. Era riuscito a creare un affettuoso esercito. Si moltiplicavano da soli anche senza il suo intervento e la sua Akuma era difficile da espellere.
<< La Tenshi nel tuo orecchino è al sicuro? La mia è nel bastone.>>
<< Ma sei scemo o cosa?>>
<< Non dovevo dirlo? È la mia prima trasformazione, sai… sono emozionato.>>
I due eroi di Parigi si scambiarono uno sguardo confuso. Nessuno dei due aveva il coraggio di dirlo ad alta voce.
Alla fine fu Chat Noir a parlare.
<< Non ho mai visto un cattivo così ridicolo dai tempi di Mister Piccione...>>

E ora… pausa! Vediamo cosa fa il nostro Chimaira, impegnato con i suoi passatempi da cattivo.
Mosse le spalle, erano indolenzite dal troppo uso del suo potere. Trattenere uno come Wang Fu non era semplice anche con i suoi poteri.
D’altra parte gli stava balenando in mente un’idea niente male, davvero geniale.
Aveva osservato tutto ciò che il suo discepolo stava facendo, ma sarebbe stato interessante dargli una mano in modo un po’ diverso.
Da qualche parte nel corridoio aveva la cosa adatta, la cosa perfetta per rendere la sconfitta dei discepoli del suo vecchio “amico” più umiliante.
<< Il Miraculous del drago e del pavone li ho già “buttati”… direi che potrei usare il drago in questa occasione.>> Posò la sua mano sinistra su una statua di donna, la statua di una giovane ragazza. << Ti dono il nome, la vita e il Kwami del drago. Ti chiamerai Shelly Phrastus.>>
In un breve momento frammenti di pietra caddero a terra, al posto della massa di pietra ora c’era una ragazza viva e vegeta con addosso l’abito tipico di un contraente.
<< Ora per favore vai ad aiutare Ladybug e Chat Noir a sconfiggere Titania e Oberon. Ma ricorda, non esagerare, sono nostri amici.>>
<< Va bene… padre.>>

Anche questo è finito! Quale sarà il piano di Endrick? E il ruolo di questa nuova ragazza? Per onor di cronaca il suo nome è una doppia citazione.
Vi lascio ancora i miei link per i miei racconti seri, oggi è uscito anche un nuovo capitolo. Si consiglia la lettura dai 15 anni in su.
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Capitolo 5
*** Completamento di un pessimo piano! ***


<< Come senti il tuo corpo? Non deve essere facile essere fatta di carne e sangue.>>
Si alzò come nulla fosse, i muscoli sembravano al loro posto, si muoveva bene. La pelle era molliccia, ma passabile.
Un po’ strano l’abito rosso. Spostò la chioma nera, l’avrebbe tagliata il prima possibile.
Chimaira accennò un sorriso di soddisfazione, diventava sempre più bravo a creare esseri viventi. Prima o poi non avrebbe più dovuto usare una base di pietra, un po’ triste dover rinunciare ai poteri rubati a Loong, ma creare una figlia era la priorità del momento. E poi aveva sempre i poteri del pavone.
I suoi homunculus miglioravano ogni volta di più, peccato che avessero una vita così limitata e che non potessero uscire dalla città. Infondo erano uomini nell’utero.
Per chi non sa cosa sia un homunculus, esso è un “umano artificiale” e può essere tradotto come “piccolo uomo”. Si tratta di una teoria, ma mai realizzata da Teoprasto von Hohenheim. L’alchimista teorizzò che inserendo un feto in un ampolla che avrebbe fatto da utero, avrebbe ottenuto un essere vivente in tutto e per tutto.
La creatura aveva però due importanti difetti di progettazione che non erano stati risolti.
Il primo era che se fosse uscito dall’ampolla/utero sarebbe morto. In questo caso l’ampolla era la città di Parigi, il secondo… lo scopriremo dopo.
<< Dovresti essere abbastanza veloce da arrivare alla Torre Eiffel in meno di cinque minuti.>>
<< Torre Eiffel?>>
<< Ah già.>> Si era scordato di quel particolare. Le sue conoscenze attuali erano quelle di chi gli era amico e chi nemico e la situazione di base. Non sapeva nulla della storia dell’arte. << Vai verso quella torre di ferro colossale, la noterai subito. È pacchiana, nulla  che vedere con la Pagoda della Grande Oca Selvatica di Xi’an. I francesi hanno davvero pessimi gusti.>>
Scomparve nel nulla, era davvero rapida.
<< Bene!>> Batté le mani. << Ora è l’ora del tè. Ops, mi sono ripetuto.>>

Lo scontro tra di loro era ripreso. Oberon era costretto a difendere entrambi, lei non si prendeva nemmeno la briga di combattere!
Ripeteva che era l’uomo a dover proteggere la donna. Lui era per l’uguaglianza tra sessi! E anche lei, era solo una futile scusa per non lavorare.
Bel lavoro di squadra del cavolo.
<< Sto finendo la polverina, Titania! Usa il liquido somaro.>>
<< L’ho finito. Ne ho lanciato troppo in una volta nel tentativo di acchiappare questo.>>
Oh, la copia aveva svolto bene il suo lavoro. Farle sprecare abbastanza liquido in modo che non compromettesse il fallimento del progetto.
Uh? Vi state chiedendo ancora il motivo di tutta questa storia di auto-sabotaggi vari? Ve lo spiegherò dopo.
<< Milady, le Tenshi sono nell’orecchino e nel bastone, giusto? Sei pronta?>>
<< Sì.>> Lanciò in aria lo yo-yo. << Lucky charms!>>
Si illuminò e dal cielo cadde… un megafono? A cosa sarebbe servito un megafono?
<< Ho un’idea, Chat Noir. Distraili, vedendo quelle orecchie, se tanto mi dà tanto sono veri folletti in questo momento.>>
<< Come desideri, Milady. Il signor Eiffel mi perdonerà se faccio crollare il suo studio addosso a loro. Cataclisma!>>

<< Ora ho capito!>> Commentò Le Papillon. << CATaclisma! CAT! Gatto! Geniale!>>
<< Signore, forse mi sto prendendo troppe libertà con lei, ma ha uno humor scadente.>>
<< Fai pure. Mi piace che inizi ad aprirti con me.>>

La mano dell'eroe venne avvolta da una sostanza nera gassosa, quindi era quello il cataclisma. Gli era stato detto che aveva sterminato di dinosauri e affondato Atlantide, a conti fatti aveva fatto più danni del suo predecessore.
Lo studio si trovava sopra di loro, sarebbe riuscito a farlo cadere solo addosso ad Oberon evitando di mettere in pericolo Endrick. Bastava un semplice tocco.
Poi un raglio.
<< La mia mano è diventata la testa di un asino!>>
Rimasero tutti a fissarlo, non solo aveva perso il Cataclisma, ma ora si trovava un asino per mano!
Aveva ancora del liquido, aveva mentito. Scemo a lui a fidarsi di una bugiarda patologica come lei!
<< Milady, mi ami ancora, vero? Anche se ora sono un mostro.>>
<< Chat Noir, non è il momento!>>
… Questo non era nei piani. Secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto usare il Cataclisma, a quel punto, bloccati, Ladybug avrebbe sfruttato il Lucky charm per sconfiggerlo. Mentre loro perdevano, uno dei due avrebbe salvato la copia, una volta purificata la Tenshi avrebbero visto due Endrick.
Il risultato sperato non sarebbe stata la confusione derivata, quanto un attacco a tradimento della copia che si sarebbe trasformata in Le Papillon.
Il vero Endrick avrebbe urlato di fare attenzione.
Il motivo di tutta questa farsa? Seminare il dubbio. Un Papillon in grado di mutare forma era imprevisto, avrebbero creduto che chiunque attorno a loro sarebbe potuto essere il nemico trasformato, non si sarebbero fidati più di nessuno. Nemmeno tra di loro.
Ovviamente è una stupidaggine, le Tenshi possono copiare solo le forme del possessore e dividono equamente con l’originale la forza.
Si trattava solo di manipolarli tutti mettendoli l’uno contro l’altro.
E ora un momento di pausa prima di ricominciare. Molti di voi si chiederanno il motivo per il quale non prendere immediatamente i Miraculous dei due, questo è semplice. Titania e Oberon sono uno di quei prodotti difettosi.
La potenza di un Akumizzato/Tenshizzato dipende dalle loro emozioni, in ambo di versi. Più sono pure o crudeli e più il risultato sarà potente. Pensateci un attimo, Gufo Oscuro aveva quasi uccisi i due eroi, i suoi sentimenti provenivano dalla sua mancata realizzazione del suo sogno di essere un eroe e temporaneo odio. Una mistura perfetta.
Zombacino del suo desiderio che tutti si volessero bene, egoistico e generoso.
Lila era solo una ragazzina viziata ed invidiosa, nulla di così estremamente utile o scuro. Spazzatura che incontri in ogni scuola, ce ne è una in ogni classe.
Mantenendo uno status di paura comune nella cittadinanza sarebbe stato molto più facile trovare un’oscurità perfetta a un prodotto decente. Dalla paura nasce il disprezzo, dal disprezzo nasce l’odio, dall’odio nascono i mostri.
In ogni caso ora la copia era in peric… la copia dove era finita?! Non se ne erano accorti, nemmeno la stessa Titania, ma l’ostaggio era scomparso nel nulla.
<< Credo questo sia vostro, Ladybug e Chat Noir.>>
La voce che li chiamò li lasciò tutti senza parola, era difficile farne uscire qualcuna di senso compiuto. Una ragazza dai lunghi capelli neri stava dietro l’eroina coccinella con il giovane sotto braccio, quasi fosse un sacco di patate. Sotto la mascherina si potevano vedere i suoi occhi violacei.
<< Che aspetti ad usare quell’oggetto? E poi non capisco perché tu stia cercando di aiutare un nemico.>>
<< Un nemico?>>
<< Questo tipo è Le Papillon.>>
Cosa? Quella aveva appena rivelato la sua vera identità?! Dannaz…
<< Il vero Endrick è quello col bastone.>>
C… che? Okay, tutto questo era davvero incasinato. Non ci stava capendo più nulla!
Primo, chi era quella? Secondo, come faceva a sapere la verità? Terzo, perché lo stava aiutando?

<< Oberon, Endrick, state tranquilli. Lei è una nostra alleata. È mia figlia, segui solo quello che sta facendo, ha una piccola parte della mia memoria, sa quello che sta facendo. Reggetele il gioco. Ma se possibile dovete farmi un minuscolo favore.>>

Appena a casa si sarebbe dovuto prendere una dose per tre di camomilla e magari qualche pillola sedativa. O curaro. Una dose letale di curaro.
E va bene, odiava quando qualcuno modificava i suoi piani, ma avrebbe sopportato per la causa.
<< E va bene, mi avete scoperto.>> Endrick II si alzò e, ricopertosi della solita sostanza violacea, si trasformò in Le Papillon. << Volevo fare un buon piano e invece, sono stato scoperto da questa ficcanaso e il suo stupido Kwami.>>
Sulla scena erano entrati decisamente troppi personaggi. La cosa era diventata ingestibile.
<< Bene, il piano è andato a farsi benedire. Perciò mi limiterò a riprendermi le mie Tenshi, state tranquilli e quieti. Tutti tornerà come prima, come se nulla fosse successo. I miei angeli sono brave persone.>> Tirò fuori le farfalle dai due ritrasformandoli. << Ora perdonami, ma devo pur compensare la perdita di tempo brutale.>>
Fece un gesto delle mano e le due farfalle rubarono, trasformandosi in mani alate, il megafono.
Era quello che gli aveva richiesto Chimaira, portargli un’evocazione del Lucky charm, contento lui.
Non gli permise di far  nulla, si limitò a sparire all'orizzonte.

<< Diamine, è stato faticosissimo, Nooro.>> Si sedette sul divano, era stanco da morire. Aveva usato troppo potere e ora il suo corpo non reggeva più, sembrava quasi che lo stessero riempiendo di spilli appuntiti a ripetizione da una parte e che da un’altra lo stessero prendendo a pugni.
Era atroce.
Il piccolo Kwami gli restava accanto preoccupato.
<< Il pano era davvero incasinato, signore.>>
<< Lo so, ma era necessario.>>
Sentì un rumore di passi pesanti, il padrone di casa era tornato. Lo stava aspettando.
Oltre la porta si poteva vedere la sua maschera di leone e la testa di capra sulla spalla, era una trasformazione davvero appariscente in paragone degli altri.
Il resto era coperta dal lungo mantello nero, con un po’ di attenzione si poteva notare una lunga coda a forma di serpente. Chimera in tutto e per tutto.
Peccato non potesse vederlo. Sembrava uscito da un film in costume.
<< Il tuo piano era davvero complicato. Inutilmente complicato, Le Papillon.>> Si sedette accavallando le gambe su una sedia. << Ho dovuto velocizzarlo, si era dimostrato molto noioso.>>
<< Non deve essere interessante, Chimaira, deve solo funzionare.>> Si tenne il petto. << Il rinculo è davvero tremendo, ecco cosa succede a usare troppe Tenshi.>>
<< Mi sono limitato a potenziare Nooro,è diventato superiore sotto ogni punto di vista rispetto a Tikki e Plagg, se tu ne hai abusato è colpa tua. Ma se preferisci… posso “buttarlo via” e fare di meglio.>> Commentò allungando la mano verso la creaturina.
Gli puntò contro il bastone, era infuriato.
<< Tocca Nooro e vedi cosa ti faccio.>> La creaturina si nascose dietro di lui.
<< Come non detto.>> Alzò le spalle. << Ho trovato il Lucky charm all’entrata, molto gentile. Allora, hai già incontrato mia “figlia” Shelly.>>
<< Sì, è lì seduta a fissarmi da un’ora. Se potessi vederla la troverei inquietante.>>
Shelly era seduta su quella sedia da realmente un’ora, si era ritrasformata e aveva iniziato a fissarlo senza fermarsi nemmeno un’istante, Nooro aveva provato ad avvicinarsi, ma arretrava ogni volta che muoveva gli occhi verso di lui.
L’uomo spiegò che era un suo homunculus, avrebbe fatto la spia per loro infiltrandosi. Avrebbe anche iniziato a frequentare la scuola, gli avrebbe permesso di scoprire più facilmente chi fossero Ladybug e Chat Noir, l’udito di Endrick non era bastato, era come se qualcosa avesse interferito.
<< Ho fame, padre.>>
<< Oh giusto, il problema del cibo. Uccidi pure qualcuno e bevi il suo sangue, farò sparire io il cadavere.>>
<< Ehi, aspetta, Chimaira!>> Endrick si alzò. << Cos’è questa storia?>>
<< Gli homunculus si nutrono di sangue. Non vuoi che viva?>>
Il giovane si mosse verso di lei con decisione. << Non faremo del male a terze persone.>> Porse il suo collo. << Prendine quanto ne vuoi.>>
L’uomo sorrise da sotto la maschera.
Che ragazzo interessante.

 

Questo è il mio peggior capitolo, il piano mi è sfuggito di mano e ho dovuto metterci una pezza. Chiedo perdono, faccio mea culpa.
Sono abituato a scrivere racconti a sfondo psicologico, i miei piani nei racconti sono sempre folli o a lungo termine. Quello apparso nel mio libro, pubblicato lo scorso anno, non è stato nemmeno spiegato alla fine.
Vi lascio ancora i miei link per i miei racconti seri, almeno questi sono decenti. Si consiglia la lettura dai 15 anni in su. Ho anche un nuovo avatar efp che uso anche su twitter e instangram, lo ho creato con un programma davvero carino.
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Capitolo 6
*** Fraintendimenti ***


Ci mise un po’ ad accettarlo, tra tutte le classi Chimaira aveva deciso che la ragazza dovesse essere in classe con lui. Supporto tecnico, diceva.
L’avevano piazzata accanto a Chloè, era interessante come l’homunculus ignorava ogni lamentela sul suo stile di abbigliamento o comportamento. In realtà non gli importava praticamente nulla di ciò che le accadeva intorno, erano semplicemente personaggi secondari piazzati lì per riempire gli spazi.
Avrebbe anche potuto rompergli un osso, ma non era interessata a perdere tempo con lei. Anche se molti avrebbero gradito la visione.
<< Incredibile come regge a Chloè la nuova arrivata. Deve essere una monaca buddhista o simili.>> Commentò Nino sorpreso dalla sua tranquillità. << Ed è anche intelligente, ha risolto i quesiti senza problemi.>>
Doveva sperare che Alya non lo sentisse, altrimenti non sarebbe finita molto bene. Nessun carapace lo avrebbe protetto.
Dentro di sé Endrick sbatteva la testa contro un qualche immaginario muro in cemento armato, senza contare i postumi del giorno prima. Mai più quattro Tenshi in una volta sola o piani inutilmente complicati.
E ora doveva badare anche a quella tizia.

<< Sono giorni che non riesco a contattare il maestro Fu, non è nemmeno a casa. Non ha lasciato un biglietto o altro, sono preoccupata.>>
Tikki la fissò da dentro al borsetta, si erano nascoste nel bagno per poter parlare in pace. << Anche io sono preoccupata, Nooro è stato rapito e Loong non si è fatta vedere.>>
<< Già, chi era quella tizia trasformata?>>

<< Strano che Kim non ci abbia ancora provato, sembra il suo tipo.>> Nino indicò l’amico seduto al suo banco che fissava nella sua direzione. Vedere accanto lei e Chloè era una bella vista.
<< Vantaggi di essere cieco numero quindici. Immunità al fascino femminile.>> Aggiunse Endrick a bassa voce verso i suoi compagni di banco.
In ogni caso avrebbe dovuto fare u discorso su di lei sul non farsi notare troppo, indagare andava bene, ma non poteva risaltare troppo. Una volta finito il lavoro sarebbe scomparsa nel nulla, probabilmente tornando la statua che era.
<< Endrick, dobbiamo parlare.>>
Era stata direttamente lei a parlare per prima, non se lo aspettava.
Lo portò via quasi di peso portandolo in un angolo fuori dalla classe per discutere.
<< Come mai questa improvvisata? Non dovremmo far vedere che abbiamo troppi legami, non scordare che ufficialmente non abbiamo legami.>>
<< Abbiamo a tutti gli effetti un legame di sangue. Ho bevuto il tuo, hai ancora il segno sul collo.>>
Alzò il colletto. << Senti, non facciamo finire questa storia come “Twilight”. Finirà male. Piuttosto Wang Fu? Ho sentito che è nei sotterranei di casa di Chimaira, sta bene?>>
<< Respira.>>
Promemoria per il futuro, spiegare a quell’homunculus a parlare in modo più umano. Di solito si dovrebbe almeno fingere un’emozione anche minima, non avere un tono degno di cubetto di ghiaccio in Alaska.
Persino Juleka aveva un tono di voce migliore, ma lei andava in contrasto col tono di Rose trasformandolo in uno normale ed umanamente sopportabile.
Non ce la faceva a resistere, ecco che arrivava anche l’emicrania.
<< State bene? Sento amore nell’aria!>>
Si parla di spine e spuntano le rose. Rose era forse stata evocata dalla combinazione della discussione privata tra uomo e donne, le fangirl hanno un potere oscuro che Sauron in confronto è un adorabile coniglietto.
Si lanciò subito in domande ben poco opportune che avrebbe lasciato spiazzato chiunque.
<< Che rapporto c’è tra voi?>> Diamine, gli occhi lucidi pieni di speranza. Era abbaglianti!
<< Nessuno.>>
<< Nonostante ciò che è successo tra di noi ieri continui a dire che non abbiamo legami? È stato molto dolce. Hai ancora il segno sul collo.>>
Lui raggelò, lei si illuminò correndo come in preda a un eccesso di zuccheri.
Il bianco la senti correre, abbassò lo sguardo verso la maglietta e fece una richiesta disperata.
<< Nooro, uccidimi ora.>>
<< Non posso farlo, signore. Ma le auguro buona fortuna. Ne avrà bisogno. Molto bisogno.>>
Decisamente, chi sa cosa aveva iniziato a pensare quella fangirl dai capelli biondi. Chissà se avrebbe potuta Tenshizzarla, la “Fangirl” sarebbe stata un nemico pericoloso, ma probabilmente si sarebbe scatenata solo su internet scrivendo fanfiction su loro due.
In ogni caso Nooro iniziava ad aprirsi, aveva smesso con quell’aura di timore che si portava dietro ogni volta che parlavano, esprimeva opinioni e faceva commenti, anche poco lusinghieri sulle sue idee.
Bastava non finisse come quel Plagg, la sua dipendenza da biscotti almeno era sotto controllo.
Entrò in classe sperando che non avesse detto nulla a nessuno, ma poteva comprendere immediatamente che nell’aria c’era odore di amore. E per odore di amore intendo quel misto inquietante di cannella, fiori e cioccolatini che si scatenano a San Valentino, solo che in quelle occasioni si diluivano con l’invidia e il disprezzo dei single impedendo che si scateni il diabete nella popolazione globale.
Kim dal suo posto alzò le braccia. << Non perdi tempo! Grande!>>
Grazie, Kim. Sei sempre di supporto.
Peccato non potersi lanciare dalla finestra per scappare, lanciare bombe fumogene o Tenshizzare tutti. Era in preda ad un imbarazzo.
<< Allora, come ti si è dichiarato?>>
<< Dichiarato?>> Si chiese confusa. << Ah, si è avvicinato, ha abbassato leggermente la camicia e poi...>>
<< Qui si fraintende fin troppo! Sta scherzando!>>
Da qualche parte, nell’aria, si poteva sentire ridere Chimaira soddisfatto per la sua perfetta creazione.

Un omaccione in completo elegante e occhiali scuri si asciugò il sudore dalla fonte, correre in quegli abiti non era la cosa migliore.
La ragazzina gli era scappata, era stata davvero veloce per essere in carrozzella. Diamine, era un grosso problema. Le sue dimensioni di solito non gli impedivano di essere veloce, ma era un po’ che non correva.
Prese il cellulare e lo avvicinò all’orecchio. << Sono io, Rebecca è scappata. Temo si andata dal fratello, la recupererò immediatamente. Passo.>>
L’uomo dall’altra parte della cornetta sospirò e si pulì gli occhiali con un lembo della camicia. << Va bene, ma non strafare. Dopotutto, sei tu l’adulto dei due.>>


 

Capitolo breve stavolta, scusate, ma ci sono i Campionati Internazionali di Pokémon di Columbus commentati tra gli altri da Cydonia e Arash e non posso perdermeli. In più ho comprato un libro di Gogol' e non vedo l'ora di iniziarlo, quindi per il prossimo capitolo dovrete aspettare la settimana prossima.
Dovrò pure lavorare sul secondo libro nel fine settimana.
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Capitolo 7
*** Rebecca Axelle ***


La sua si poteva definire la carrozzella più veloce dell’intera Francia, nella corsa aveva quasi investito una decina di persone, ma tutti se la cavarono con un semplice spavento. La guidava come fosse una motocicletta.
Obiettivo? L’istituto superiore di Parigi, il secondo luogo più sicuro della città. Se ve lo chiedete all’ultimo posto c’è la nostra cara torre, quella va distrutta un giorno sì e l’altro pure, prima o poi Eiffel uscirà dalla tomba come zombie e prenderà a sberle tutti.

<< Questo cosa sarebbe?>> Domandò guardando la bottiglietta rosa.
<< Sangue mischiato a latte, non vorrai mica bere sangue non diluito davanti a tutti? Almeno così sembrerà latte alla fragola.>>
<< Il latte alla fragola, come tutti i cibi umani , mi disgusta.>>
Endrick la “fissò” sconvolto, un’espressione di disagio mista ad orrore. << Non infamare il cibo divino! Allora, immagina che durante il giorno hai bevuto troppo latte alla fragola. La notte ti svegli perché devi andare in bagno, ti accorgi però che fuori dalle coperte fa freddo e non ti va di uscire dal letto. Dopo un po' hai un bisogno di urinare insopportabile. Agonia, ansia, dilemma. Il momento si fa impellente così decidi di andare in bagno. Sei in piedi davanti alla tazza, tiri fuori, spari, ti senti liberato! Per un istante pensi che si viva solo per un momento come questo, ma poi ti rendi conto che non sei in bagno, hai solo sognato, sei ancora dentro al letto. Tra le gambe si allarga la sensazione di qualcosa di caldo però non puoi fermarti, non ce la fai. Eccola qui, questa è la verità. è questo che significa essere un bevitore di latte alla fragola, capito?>>
<< Mi sembra una cavolata che direbbe uno con la permanente naturale.>>
Doveva seriamente far vedere a quella ragazza “Gintama”, avrebbe avuto molto da imparare.

L’anziano uomo aveva deciso di prendere una boccata d’aria, stare sempre dietro una scrivania era dura. Non vedeva l’ora di indossare i suoi panni da supereroe e fare del bene.
Avrebbe avuto immediatamente l’occasione adatta per mettere in pratica le sue doti da volatile. In modo ovviamente disastroso.
Si trovò la ragazzina davanti una ragazzina, aveva i capelli biondi e un coniglietto di peluche gigante sulle ginocchia. Sembrava quasi Clara di “Heidi”, ma in una versione moderna.
<< Mi aiuti! Sto cercando mio fratello e sono inseguita da un pericoloso criminale!>>
E qui si finisce sul “prima agire, poi fare domande”. Quando una persona è in pericolo sapete cosa risponde un supereroe particolarmente eccitato?
<< Questo è un lavoro per il Gufo!>>
<< … Come scusi?>>
<< Cerca tuo fratello, qui ci penso io! Uhh-uhhh!>>
Ignorò quello strano verso da volatile che veniva strangolato ed entrò nel liceo, a caval donato non si guarda in bocca se non vuoi che ti morda.
Salì su una delle rampe per disabili e, con un po’ di sforzo, riuscì a raggiungere la zona delle classi. La gente doveva decidersi a mettere delle scale mobili o un ascensore. Non potevano fargli fare quella faticaccia ogni volta!
E poi dove si trovava la classe del fratello? Non aveva calcolato questo. Oh fantastico, un errore di calcolo.
Non poteva mica entrare in tutte! Cioè, avrebbe potuto, ma sarebbe stato fastidioso.
Ma non aveva altra scelta, non aveva con sé nemmeno il cellulare.
Ecco, ora potremmo allungare il brodo in modo fastidioso quindi facciamo che  qualcuno lassù era dalla sua e trovò subito la classe giusta… ragazzi, è una fanfiction. Non pretendete un capolavoro.
Bisogna risparmiare tempo, potremmo usare il tempo in modo più costruttivo, tipo lavorare, studiare, imparare a cantare la canzone di Plagg sul camembert a ritmo di Megalovania.
<< Scusate sto cercando Endrick Axelle, mi potete aiutare?>>
Poi partì un urlo isterico. << La bestia!>>
Un sorriso gentile. << Lila! Che bello vederti.>>
<< Vi conoscete?>> Chiese giustamente Nino curioso facendo anche la figura del Capitan Ovvio, ma a lui si può perdonare.
<< Quella bestiaccia su ruote è la sorella di Endrick! Tenetela lontana da me!>>
Tutti guardarono la ragazzina, come poteva definirla così? Aveva due occhioni da cucciolo da fare invidia a Tikki, era adorabile.
Occhioni particolarmente lucidi a quanto pareva. Oddio, stava per piangere.
<< C… come puoi definirmi così? Quando tu e mio fratello vi siete l… lasciati sono rimasta davvero ferita.>>
Tutti guardarono l’italiana, wow era riuscita a metterla in una posizione tremenda di inferiorità di gruppo. Marinette non ci era mai riuscita, provava una certa ammirazione per lei in quel momento.
<< Ora Endrick è in giro con la sua fidanzata.>> Commentò di nuovo Nino sorprendendola. Da quando suo fratello era fidanzato?
<< Sono una coppia carinissima.>> Aggiunse Lila cercando di recitare il più possibile il ruolo della santarellina che tanto le calzava bene. << Ti accompagno io molto volentieri.>>
Spinse lentamente la sua carrozzella restando da sole.
<< Infame come sempre, Rebecca.>>
<< Chiudi il becco o ti strangolo con le tue stesse extension, scrofa.>> Wow, chi si somiglia si piglia. << Piuttosto che uscire con te mio fratello può uscire anche con un procione idrofobo, sarebbe meno pericoloso.>>
Le donne sono spaventose. Quella ragazzina teneva testa a Lila senza troppi problemi nell’imprecargli contro. Viso d’angelo e cuore di demone.
Mi divertirei ad inserire altro, ma anche gli altri uscirono all’improvviso chiamati da un urlo, o da un verso. Un verso da gufo addolorato.
L’uomo in completo stava tenendo alzo ad un metro da terra il preside per una gamba mentre con l’altra si grattava la folta barba nera. Quanto doveva essere forte? Forse avrebbe potuto stendere anche il bodyguard di Adrien.
<< Lascia andare il preside!>>
Doveva essere davvero amato quell’uomo, tutti gli studenti si erano armati di sedie e banchi per difenderlo. Lui da dietro i suoi occhiali da sole scuri non tentennò.
<< Datemi la ragazza.>>
Era uno scontro uno contro tutti.
Molti sarebbero “caduti” ( un modo come un altro per dire lanciati in un cespuglio), se lui non fosse intervenuto.
<< Che succede?>> Endrick e Shelly scesero per comprendere la situazione, lui era sorpreso, lei apatica. Poi fermò tutti con delle semplici parole. Lo aveva riconosciuto subito dalla voce. << Rebecca è scappata di nuovo, zio?>>
<< Esatto e non so cosa fare! La stavo cercando poi questo tipo mi ha urlato dandomi del cattivo e aggredendomi in un costume assurdo! Sono andato nel panico e sono ricorso ai muscoli!>> Lo lasciò cadere togliendosi gli occhiali mostrando un paio di occhi arrossati dalle lacrime trattenute.
<< Potresti spiegarmi la situazione?>> Domandò il pres… il Gufo tenendosi la testa dolorante.
<< Lui è mio zio, cioè il fidanzato di mio zio. Una ragazzina in sedia  rotelle vi ha chiesto aiuto, vero? Mia sorella lo fa sempre, scappa di casa per esplorare, lo zio Gregory deve inseguirla e finisce con fare queste scenette.>>
<< Non è colpa mia se sono nato con questa faccia da criminale e lei lo sfrutta.>>
Ci fu il silenzio generale, ma si poteva avvertire il sentimento di pietà e sostegno morale generale. Marinette prese la parole come rappresentante di classe.
<< Vuoi dire che quella bambina così carina...>>
<< Carina e furba come una faina. Per andare in giro le inventa tutte, non è cattiva, ma starci dietro è un esaurimento nervoso.>> Aggiunse stringendosi la fronte con le mani. << Rebecca prima o poi ti farà arrestare, zio.>>

Il tutto si risolse, ci crediate o meno, abbastanza velocemente. Uscì fuori che il Gufo aveva aggredito Gregory prima che potesse dire qualsiasi cosa, evitarono perciò di portare tutto dalla polizia. E poi anche lui da giovane voleva diventare un supereroe, senza contare che in patria faceva l’insegnate d’asilo, si trovarono sorprendentemente bene insieme.
Rebecca invece fu lasciata con Marinette mentre Endrick chiamava l’altro zio avvertendolo del problema. Era la più affidabile del gruppo.
<< Marinette, la vuoi vedere una cosa bella?>>
<< Certo.>> Sorrise. << Cos’è?>>
Aprì una lampo sulla schiena del peluche che si portava dietro. L’altra ragazza trasalì alla visione.
<< L’ho trovato svenuto davanti casa.>> Mostrò una piccola creaturina simile a un cobra svenuto. Sembrava stremato.
<< Sass!>>

 


Appaiono ufficialmente Rebecca e Gregory! Ecco qualcuna che sa mettere Lila al suo posto, forse Endrick attira le pazze?
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Capitolo 8
*** Intermezzo ***


Strinse soddisfatto le mani ricoperte delle placche metalliche dell’armatura ripetutamente, il rumore era ridondante nelle sue orecchie.
Wang Fu non era più di compagnia, se ne stava tutto il tempo dandogli le spalle nella sua prigione. Che noioso.
Forse se l’era presa per aver “buttato via” due dei suoi Miraculous, ma di cosa aveva paura? Se i suoi discepoli avessero vinto tutto sarebbe tornato al suo posto. Sempre se avessero vinto.
Da quando aveva ottenuto quel Lucky charm le sue possibilità di vittoria erano aumentate esponenzialmente, poveri piccoli omuncoli.
Si alzò in piedi e, aggiustato il mantello nero, si diresse verso la porta.
<< E ora per me di scendere in campo.>>



Adesso inserirò un paio di intermezzi. Devo recuperare le idee.
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Capitolo 9
*** Intermezzo II ***


L’anziano stringeva ancora tra le mai quel Miraculous così malridotto, aveva pianto, si era disperato dentro di sé.
Forse è strano dirlo visto che erano molti più vecchi di lui, ma li considerava un po’ come dei figli. Erano come eterni bambini.
Ma tra i figli alle volte c’è un Caino che uccide Abele.
Per suo divertimento, Chimaira aveva lasciato andare Sass. Aveva affermato che sarebbe stato un modo per presentarsi ai detentori della coccinella e del gatto nero.
<< Adesso è per me il momento di scendere in campo.>>






Ecco il secondo intermezzo, ma allo stesso tempo un doppio "capitolo". Dal prossimo capitolo lo stile sarà alle volte più cupo e più simile a quello che uso per lavoro rispetto al precedente, il prossimo capitolo ne sarà esempio.
 

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Capitolo 10
*** Il ruggito della bestia ***


Sass dormiva ormai da ore, Marinette lo aveva portato a casa sua convincendo Rebecca. Le aveva assicurato che ci avrebbe pensato lei a lui, una volta scoperto che la ragazza non solo aveva tenuto testa a Lila che era anche figlia dei proprietari di quella panetteria da cui il fratello portava spesso quei panini e dolci così buoni, aveva accettato di buon grado.
Tikki era la più preoccupata, si chiedeva se fosse il caso di avvisare Flagg della situazione, non aveva un buon presentimento. Dopo di loro, Sass era il più importante e forte di loro, chi poteva avergli fatto questo?
Come ci era riuscito? Anche senza un compagno era abbastanza forte da mettere in difficoltà un umano normale.
Un brivido freddo le attraversò il corpicino come se un fantasma l’avesse toccata, il tremendo sospetto del suo ritorno.
No, non era possibile, se ne erano liberati ancora prima da prima della Seconda Guerra Mondiale. La sua presenza non era contemplabile.
<< Tikki, stai bene?>>
<< Eh? Sì, Marinette! Sono solo preoccupata per Sass, forse ci potrà aiutare a ritrovare il maestro Fu.>>
<< Sì, lo spero anche io.>>

Camminò per le strade con nonchalance, non nulla fosse, come se il suo aspetto non risaltasse. Era diverso dalle persone che venivano Akumatizzate, sembrava tranquillo, come se la sua personalità non fosse stata estremizzata.
Aspettò persino che il semaforo diventasse rosso prima di attraversare la strada.
Nessuno lo notò, nemmeno quando per sbaglio gli passavano accanto finendo per sbattere contro la testa di capra sulla sua spalla. Si limitavano a scusarsi imbarazzati per non averlo notato e proseguire per la loro strada.
Ma le bestie, si sa, hanno riflessi molto superiori agli umani. l’istinto gli diceva di cacciarlo via, di gridargli contro, di urlare, e ai più deboli, di scappare.
I padroni si scusavano per i propri animali domestici e le loro azioni, non riuscendo a realizzare il perché di un tale comportamento verso un uomo così distinto.
La sua passeggiata si concluse dinanzi all’Arc de triomphe, non si notava il sorriso sornione sotto la maschera metallica da belva.
<< Chissà come mai è stato costruito?>> Un ragazzo guardava la colossale costruzione che segnava l’ingresso di una delle vie più importanti del mondo intero con una certa curiosità
<< Napoleone Bonaparte, dopo la battaglia di Austerlitz, disse ai suoi soldati che “si tornerà alle vostre case solo sotto archi di trionfo” e con un decreto del 1806 ne ordino la costruzione. Interessante, vero?>> Si aggiunse alla conversazione da solo, alzando una mano. Lui probabilmente era lì quando accadde. Finita la sua lezione toccò l’opera con una mano. << Peccato che non ci sarà nessuna casa in cui tornare.>>
E fu un magnifico, inebriante, orrendo, disturbante, freddo, caldo, indefinibile, incoerente, rogo di fuoco. Bruciava tutto con riflessi arancio, un fuoco inestinguibile.
Solo poi lo videro per come era realmente, quel grande uomo coperto da uno scuro mantello, le due teste di metallo, la lunga coda di serpe mal nascosta che sembrava pronta a colpirli. Come avevano fatto a non notarlo?
Il cervello umano si rifiuto di vedere quello che non riesce a comprendere, lui si limitava a sovrapporre una nuova immagine per permettersi una discussione.
Le urla erano iniziate, corse, fughe.
Umani disperati, che gioia. Era quello in momento in cui si vedeva la vera natura degli uomini. Chi era davvero degno dell'appellativo di coraggioso, chi era codardo, chi era pronto a sacrificare la sua vita per i più deboli.
Ma ora c’era bisogno di un capolavoro di distruzione, cosa avrebbe potuto colpire? Magari uccidere il loro rappresentante politico più importante, sarebbe stato un buon segno della sua presenza.
<< Fermo lì, cattivo!>>
Eccoli, gli eroi di cui parlava. Ma con Superpoteri era facile farlo, non erano adatti alla sua teoria.
<< Ladybug e Chat Noir, presumo. È la prima volta che ci incontriamo vero?>>
<< Un nuovo Tenshizzato. Però, appariscente.>> Commentò il felino sarcastico. Ma perché, se riusciva a fare una battuta, stava tremando come se fosse in mezzo ad una tempesta di neve?
<< Tenshizzato? No, ti sbagli. Io sono in me.>> Si avvicinò, gli altri arretrarono per istinto. << Fratello Plagg, sorella Tikki, è un piacere rincontrarvi dopo tanto tempo. Non ci vediamo da quando mi avete quasi ucciso anni fa, ma all’epoca servirono tutti i portatori dei Miraculous e, ad eccezione di quei due vecchiacci, ho “”gettato via” tutti gli altri.>>  Attese qualche secondo sperando in una risposta, poi ricordò. << Giusto, voi non potete usare la telepatia, ho causato un'interferenza.>>
Si limitò a schioccare le dita, ma nelle orecchie dei due ragazzi si poteva sentire urlare una semplice parola, detta con terrore puro.
<< Scappate!>>
Quello che avevano davanti non era come quelli che avevano incontrato sino ad allora, lui era davvero cattivo. Sapeva bene cosa stava facendo, ne era conscio al 100% e non gli importava, non aveva chissà quale stupido motivo, era semplicemente desideroso di fare il male.
Riprese ad avvinarsi a loro con calma, facendo un breve passo alla volta.
<< Wang Fu ha scelto dei portatori davvero giovani, vi avrà sottoposto a qualche stupido test come aiutare ad attraversare la strada, immagino. O magari aiutarlo ad alzarsi. “I piccoli gesti rendono grandi gli uomini”, diceva nostro padre e creatore. E anche Fu lo ripeteva spesso. Era così fottutamente fastidioso. Me lo sentivo risuonare nelle orecchie ogni giorno. “Chimaira, fai il bene”, “Chimaira, aiutiamo gli umani!”, sempre con questi stupidi, insignificanti umani.>>
<< Cosa stai dicendo, anche se ha un Miraculous anche tu sei un umano!>>
Scoppiò a ridere. << Allora non glielo avete detto, fratello e sorella, della mia esistenza. IO sono Miraculous della Chimera, sono un Miraculous che si veste della pelle di un umano. Scelgo un contraente e ne prendo il controllo, il contrario di quello che fanno gli altri. Chimaira, greco antico per Chimera! Il Miraculous del Feng Du!>>
Feng Du, l’Inferno cinese. Si stava autodefinendo l’Inferno stesso. Purtroppo era una descrizione azzeccatissima.
Era come se fosse il demonio in persona.
Riapparve davanti a loro all’improvviso, quanto era stato veloce? Non erano riuscii a percepirlo.
I loro volti erano a poca distanza dal suo, gli occhi rossi brillavano sotto la maschera come braci incandescenti.
Li prese di forza per la gola, uno alla volta. Li sollevò da un metro di terra e cominciò a immettere pressione sulle loro carotidi, un po’ di impegno e li avrebbe soffocati a morte. Già il respiro cominciava a mancargli, la saliva non riusciva a scendere.
Era così semplice? Avrebbe voluto lasciarli al suo apprendista, per umiliare Fu, ma a quan… abbassò lo sguardo al suo lato.
<< … Cosa stai facendo, Le Papilllon?>> La spada del “cattivo” gli aveva attraversato entrambe le mani, la nascondeva nel lungo bastone da passeggio. << Mi ripeto, cosa stai facendo, Le Papillon?>>
<< Ti fermo.>>
Lasciò andare i due eroi, per quanto forte il suo era comune il corpo rubato a qualche sventurato. Non si aspettava che il suo discepolo si sarebbe ribellato.
<< Lo dovevo immaginare, che un giorno ti saresti ribellato a me. Voi umani siete infedeli.>>
<< Non mi sto ribellando, ma abbiamo un accordo. Solo una persona fisicamente deve farsi male, tu vuoi umiliare moralmente Wang Fu e tutto l’ordine. Io voglio i Miraculous per realizzare il mio desiderio. Se fossi tu ad ottenerli non avresti una vera vittoria, non ti pare?>>
Rimase qualche secondo a rifletterci, era un'obiezione niente male. Forse si era fatto prendere un po’ dalla fretta e rischiava di rovinarsi il divertimento.
Era ancora un bambino come suo fratello e sua sorella.
<< E sia, per stavolta li lascerò andare. Ma non accetterò che tu mi colpisca nuovamente in tal modo, Le Papillon.>>
Si allontanò con tutta calma scomparendo dalla loro vista lasciando i tre da soli.
Chat si avvicinò all’altra. << Milady, stai bene?>>
<< Sì, grazie.>> Tossì. << Perché ci hai salvati? Dovresti essere suo compagno.>>
<< La mia morale sarà anche distorta, ma sono in grado di distinguere tra bene e male.>> Rimise la spada al suo posto. << Finché riuscirò a farlo, lui non vi ucciderà. Voi state attenti a vostra volta.>>
Si allontanò a sua volta con calma.
Se Chimaira era il demonio, lui era l’arcangelo Samaele.

 

Vi avevo detto che lo stile sarebbe stato diverso, no? Nei miei racconti seri uso un sacco di simbologia religiosa e mitologia, quindi ho pensato di metterne un po' qui basandomi sulla Cina.
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Capitolo 11
*** Il libro ***


Sass aprì piano gli occhi da rettile cercando di realizzare cosa fosse successo durante il suo sonno. L’ultima cosa che ricordava era Chimaira che rompeva il suo Miraculous, ma quello era il male minore.
Poteva sempre trovare un nuovo oggetto, ma gli altri erano in mano sua.
<< Sass, stai bene?>>
La notò, Tikki con la sua contraente. Come era finito da lei? Chimaira doveva averlo lasciato andare, era nel suo stile. Un complicare i giochi, l'incoerenza e la crudeltà.
<< Nobile Tikki, Marinette. Cosa ci faccio qui?>>
<< Ti abbiamo soccorso, non sapevamo dove portarti e quindi ti abbiamo tenuto a casa mia.>>

Il rettile annuì. Ma bando alle ciance, il maestro Fu era in pericolo.
Gli spiegò a grandi linee la situazione del maestro e dei loro compagni, la creaturina rossa non poté fare a meno di inorridire quando sentì quelle parole.
“Gettare via”.
Aveva usato la sua abilità personale. La spiegarono anche a Marinette di cosa si trattava: lui la chiamava “Addizione e Sottrazione”
Se Tikki era in grado di creare e  Plagg di distruggere, lui era in grado di modificare ciò che era ad essi correlato. Facciamo un esempio.
Se Tikki creasse un oggetto, lui potrebbe sottrarne l’abilità o aggiungerne un’altra.
Se Plagg dovesse distruggere un effetto, potrebbe aggiungere un effetto collaterale o sottrarlo.
Nel caso di “gettare via” si tratta di sottrarre tutte le abilità di un essere vivente o di un oggetto cancellandone l’utilità. Per farla breve un Miraculous “gettato via” perdeva ogni sua abilità, si trasformava in un pezzo di materiale nero simile al carbone ed era inutile. Il Kwami non poteva più uscire e la sua essenza entrava dentro di lui.
Aveva sottratto i poteri del drago e del pavone.
Capirono presto quindi che la contraente del drago lavorava per lui. Allora perché  li aveva aiutati? Era un’ordine controproducente e a perché aveva dato il Nooro a qualcuno?
<< Chimaira vuole umiliarci tutti.>> Iniziò Sass. << Lui ci odia, odia il maestro Fu.>>
<< Ma perché?>>
Le due creaturine si scambiarono uno sguardo preoccupato, era difficile decidere se dirglielo, ma Marinette era degna di fiducia. Poi avrebbero avvertito  anche Chat Noir.
Tikki decise di fare le veci di entrambi.
<< Il precedente possesso di Chimaira era il nonno del maestro Fu e di padre del maestro lo uccise.>> Rimase sconvolta. Un patricidio. << Si parla di oltre duecentocinquanta anni anni fa, non ricordo bene i dettagli.>>
<< Solo il Miraculous del Topo potrebbe spiegarci la situazione. Lui o… il libro. Ma questo è scomparso col maestro.>>
<< C’è qualcuno che sono certa lo conosca a memoria. Gabriel Agreste.>>

Si fissarono per qualche secondo, persino l’homunculus non sapeva quasi cosa dire.
Azzardò solo un: << Cosa vuole occhi da cucciolo?>>
Endrick si tenne la fronte, i segni del suo esaurimento nervoso aumentavano vistosamente. Non poteva nemmeno urlare, era in macchina con la sorella, Shelly e lo zio Gregory che guidava. Questi aveva insistito per farle fare un giro quando Rose aveva cominciato a dire che era la fidanzata del ragazzo, i due avevano fatto amicizia quando la ragazza aveva sentito la sua romantica storia d’amore e come il suo carattere fosse dolce nonostante la stazza.
E quella era una delle cause dell’esaurimento nervoso.
<< Quindi tu sei la fidanzata di Endrick.>>
<< Non siamo fidanzati, non abbiamo legami.>>
<< Continui a dirlo, anche se mio padre ti considera degno.>>
Lo zio quasi sbandò  contro un lampione, aveva già la benedizione del padre? E lui e Niàn Shòu nonne sapevano nulla?
Dove erano arrivati? A che base? Avevano diciotto anni, okay, ma era troppo presto per quello!
Quell’uomo si faceva troppi film mentali, poteva competere con Hollywood.
<< Perché non li lasciamo qui e li lasciamo andare ad un appuntamento da soli?>> Voleva nascondere l’imbarazzo.
La bomba è stata sganciata. Ripete: la bomba è stata sganciata. Abbandonare la città. Abbandonare la città!
<< Un appuntamento?>>
<< Non lo avete ancora fatto?>> Aumentò la velocità. << Rebecca, sai che vuol dire?>>
<< Ovvio, zietto.>>

gli altri due si guardarono.
<< Che significa?>>
<< Che siamo nella merda sino al collo.>>

Lo stilista era seduto al suo tavolo da lavoro, non poteva dire che la visita di Ladybug e Chat Noir fosse un piacere, ma d’altro canto non era nemmeno un dispiacere... infondo non lo avevano denunciato per una decina di crimini contro la Francia.
<< Che cosa desiderano i paladini di Francia da me? Ho per caso commesso qualche crimine e non lo so? Magari oltraggio al cattivo gusto?>> Era decisamente più sarcastico da quando aveva smesso le vesti di Papillon. << O forse siete qui per il mio emulatore? Se pensiate che centri io vi sbagliate. Non vedo Nooro da anni ormai.>>
<< Non siamo qui per questo… signor Agreste.>> Chat non ci avrebbe mai fatto l’abitudine. << Sappiamo chi è il colpevole, ma ci serve il suo aiuto.>>
La situazione gli fu spiegata in pochi minuti, non fece un solo gesto o uno sbattere delle ciglia. Era inquietante.
Poi si alzò dalla poltrona. << Mi spiace, non ho un’intelligenza o una memoria tale da ricordarmi ogni parola di quel volume.>> Iniziò. << Ma ho di meglio. Ho fatto fare a Nathalie delle fotocopie. Solo un’idiota sfoglierebbe un libro di oltre tremila anni col rischio di farlo andare in mille pezzi distruggendo un tesoro mondiale.>>
I due eroi si scambiarono un’occhiata complice, entrambi lo aveva usato senza farsi troppi problemi. Era un miracolo che non fosse diventato polvere.
Non lo avrebbero detto però ad alta voce.
La donna entrò con calma, dentro moriva di imbarazzo per i ricordi che gli tornavano ogni volta che vedeva i due ospiti, ma era troppo professionale per farlo notare. Gabriel, sposa quella donna.
Nathalie best girl, non mi farete cambiare idea.
Lasciò i fogli sul tavolo, evitando con precisione di fogli con gli schizzi dei nuovi vestiti.
<< Sono in cinese.>>
<< Lo parlo io, stai tranquilla. È solo una delle mie tante doti, milady.>>
<< La modestia non è tra queste, micino.>>
L’occhialuto rimase un po’ a fissarli. Non riusciva ancora a credere di essere stato sconfitto da due ragazzi, ma forse era meglio così. Aveva aggiustato il rapporto col figlio e aveva capito che doveva andare avanti, anche sua moglie lo avrebbe voluto.
<< Potete usare il mio… covo, chiamiamolo così, qui accanto per prepararvi se volete.>>
<< Non credevo che avrei mai accettato una proposta del genere.>>
<< Ah, io e te da soli, milady. Purrr-tastico.>>
<< Frena i bollenti spiriti.>>
Il biondo restò da solo con la sua assistente. Restò a fissare il vecchio quadro ispirato alla sua defunta amata e poi, pulendosi gli occhiali da vista, abbozzò un sorriso. Erano così ciechi da non aver capito la verità.
<< Adrien e Marinette Dupain-Cheng sono una bella coppia. Sia nel lavoro che nella vita. Peccato che lui non capisca che tra loro c’è più di un’amicizia.>>
<< Signor Agreste, la cosa è ereditaria.>>
<< Ci sto lavorando, Nathalie. Dammi il tempo.>>

 

Buone notizie. Ho aperto il mio nuovo sito web, oltre un'area dedicata all'acquisto del libro,anche una zona con le biografie dei personaggi e una con i miei contatti.
Ancora è in costruzione, ma sta venendo bene. Dateci un'occhiata.
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Capitolo 12
*** Discussione ***


Le copie del libro erano di alta qualità, tutte le immagini e le parole erano comprensibili… per chi era a conoscenza del simil cinese antico codificato.
L’eroe felino si ci stava mettendo d’impegno, ma non era semplice e non si fidavano di chiedere ulteriore aiuto a Gabriel. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
<< Questo ideogramma potrebbe significare bianco… o nero… o potrebbe essere la ricetta della torta di camembert. Gli antichi cinesi sapevano come farlo?>> La coccinella lo guardò storto. << Come non detto, mi rimetto al lavoro immediatamente, milady!>>
Se ve lo state chiedendo: pagina sbagliata, era davvero la ricetta della torta di camembert. Una pessima, pessima, ricetta.

Si misero in cammino con aria stanca per le strade, come gli era venuto in mente di farli andare ad appuntamento?
Ci sono circa trecentoventisette buoni motivi per evitarlo. Primo tra tutti: la sua ultima esperienza con le donne si è conclusa con la nascita di una nemesi mortale.
Non aveva un appuntamento da anni, non ricordava più come si facesse.
<< Cosa cosa è una stupidaggine.>>
<< Concordo con te.>> Si aggiunse il ragazzo sospirando. << Senti, vorrei incontrare una persona, ma tuo padre si lamenta sempre di questa mia richiesta.>>
<< Allora non puoi incontrarlo. Mi pare semplice.>>
Endrick sorrise. << Ma sarebbe divertente trasgredire le regole una volta ogni tanto.>> Appoggiò il bastone sulla spalla. << Un appuntamento emozionante come non mai! Sei un homunculus, giusto? È il momento che tu scopra cosa vuol dire essere viva!>>
Sapeva farci con le parole, aveva imparato tutto da suo zio. Quell’uomo si era fatto eleggere con qualcosa come il 98% dei voti, solo gli avversari non lo avevano votato. Non tutti.
Bastava solo trovare quelle giuste.
Shelly ci pensò un po’ sull’accettare o meno la proposta, vedere chi fosse la persona che voleva incontrare sarebbe potuto essere interessante, era sempre desiderosa di imparare un po’ di più sulla razza degli umani. È sempre utile apprendere sempre di più, è ciò che spesso fa la differenza.
Fece un cenno del campo per annuire.
Chamaira era a letto, come kwami non aveva bisogno di dormire, ma il suo ospite sì. Un corpo stanco e solo un peso morto, e doveva anche mangiare, allenarsi, andare di corpo… essere umani è difficile. Di solito dormiva per ventiquattro ore filate e poi restava sveglio per altre quarantotto e ripeteva in un ciclo, più poteri assorbiva e di più tempo aveva per riprendere tutte le forze. Quando conteneva anche quello del drago arrivava a dormire trenta ore.
Troppo potere è un peso che può risultare eccessivo sul corpo umano.
Si era addormentato da solo tre, ne avevano ancora un bel po’ a disposizione.
La scalinata era in pietra, molto diversa dalla villetta che era stata affittata. Sembrava una di quelle segrete dei castelli rumeni che si vedono nei film di Dracula, si ci poteva aspettare che da un momento all’altro uscisse fuori uno scheletro armato di spada ed elmo cornuto. Almeno il sistema di illuminazione elettrico era stato montato, non riusciva ad immaginarsi Chimaira che faceva l’elettricista.
Il miraculous di Endrick stava vibrando. Noor voleva uscire, lo poteva sentire.
<< Non credevo di avere visite.>> L’anziano uomo era seduto per terra con tranquillità, ma era realmente sorpreso di vedere quei due ragazzi davanti a lui. << Come mai siete qui?>>
Endrick si sedette a terra come lui, nel modo più rispettoso possibile facendo anche un breve inchino, aveva letto che chi era di rango inferiore si doveva inchinare per primo. Era un segno di rispetto.
<< Sono Endrick Axelle, l’attuale Papillon, maestro Fu.>>
<< … Nooro dove si trova?>>
<< Qui con me. Nooro, esci fuori.>>
La piccola creaturina simile a una farfalla uscì fuori dalla spilla in un bagliore viola mostrandosi davanti al maestro cinese. Voleva avvicinarsi, ma aveva paura della reazione del suo contraente. Il sorriso che gli fece gli bastò come conferma che sarebbe potuto andare.
<< Come stai, Nooro? Ti tratta bene?>>
<< Sì, maestro. Il signore è molto gentile con me, mi dà molto da mangiare e mi ha anche fatto un letto con le sue stesse mani.>>
Il cieco allentò il colletto, non c’era bisogno di scendere nei dettagli in quel modo. Era imbarazzante.
<< Posso chiederti perché sei diventato il nuovo Papillon?>>
<< Uh..ehm.. solite cose. Potere illimitato.>>
<< Sai mentire meglio di così, giovanotto. Sii onesto. Non ti mangio mica.>>
Endrick sospirò, quel vecchio ci vedeva troppo lungo dovevano essere quei baffi, dovevano funzionare come un radar!
<< Okay, okay. Voglio ridare la possibilità di camminare a mia sorella. Contento?>>
<< E vuoi sacrificare le tue gambe per questo. Ho indovinato?>>
Uh! Colpito e affondato.
Aveva recitato davvero bene con i due eroi con la scusa di colpire la feccia, ma al maestro Miyagi non la si fa. Nemmeno due minuti e lo aveva psicanalizzato per bene!
Aveva un qualche tipo di superpotere? I baffi scova menzogna?
<< Sei un bravo ragazzo, ma non può funzionare, Endrick.>> Poi guardò Shelly. << Tu invece sei l’homuculus creato usando i poteri di Longg, giusto?>>
Non ebbe risposta, probabilmente la odiava per come era nata. Era una statua a cui era stata donata una vita strappata ad un suo caro.
Non ci fu un qualche dialogo, Fu si limitò a porgerle quello che un tempo era il miraculous del drago attraverso le sbarre di ferro senza mostrare intento ostile.
<< Se lo desideri potrai ridonare la vita a Longg. Pensaci, nessuno è malvagio di natura. Nemmeno Chimaira un tempo era un cattivo ragazzo.>>
Questa era fiducia? Che strana sensazione.
<< Che ci fate voi due qui?>> Una voce sconosciuta li richiamò alle spalle, Nooro si nascose velocemente nella spilla. Non era Chimaira, era ancora a riposo.
<< E tu chi saresti?>>
<< Elem, l’homunculus del Pavone. E voi non dovreste essere qui.>>




Curiosità time: Elem viene dall'ebraico Gelem ossia "materia grezza" o "embrione"
Okay, sto pubblicando a tempo più dilatato. Perdonatemi, ma sto lavorando al sito che è quasi finito (ed è lavoro quello) e tra poco ho l'esame in facoltà. Comunque presto inizierò una nuova ff a tema Hunter X Hunter. La pubblicherò domani o stasera, non lo so. Dateci un'occhiata.
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Capitolo 13
*** Fuga ***


Erano nei guai, erano stati beccati da un nuovo homunculus: Elem del Pavone. Un nome degno di un cavaliere dello zodiaco.
Shelly lo squadrò dall’alto in basso, nulla di straordinario, un abito da sera e capelli blu. E non si era nemmeno trasformato, che egocentrico. Chimaira, a differenza della ragazza, non si era sforzato più di tanto nel crearlo. Doveva essere stato un lavoro fatto di fretta.
<< Ciao, Elem. Io son...>>
<< Lo so chi sei e non mi importa. Non dovresti essere qui.>> Disse freddo come un cubetto di ghiaccio.
<< Non prendertela con un povero cieco, amico. Ce ne andiamo, ce ne andiamo.>>
Gli passarono accanto come nulla fosse, alzò persino le mai in segno di una sarcastica resa. Quel tipo era davvero poco simpatico.
Sarebbe stato davvero fastidioso dover sacrificare il suo sangue anche per lui, era un gradino sopra l’anemia anche solo nutrendo Shelly.
Poi, all’improvviso, gli mise una mano sulla spalla fermandolo, cosa voleva?
<< Mio padre ha detto ordinarti di darmi il Miraculous della Farfalla. Ti daremo qualcos’altro al suo posto. Qualcuno di più utile alla causa.>>
Endrick sorrise. << Aspetta e spera.>>
Si tolse la mano dalla spalla, non gli avrebbe ceduto Nooro per nessun motivo. Era strano, ma si era affezionato a quel piccoletto, non gli andava di cederlo così facilmente al primo venuto.
Elem rimase lì impalato, come se non si aspettasse una cosa del genere. Non era nei dati che aveva ricevuto alla nascita in effetti, le informazioni dicevano che avrebbe dovuto consegnarlo facilmente. Avrebbe dovuto puntare su altro allora.
<< Dimmi, chi è più importante? Tua sorella o Nooro?>>
Una frase crudele, una scelta crudele.
Un suo “amico” o sua sorella minore? Se avesse ceduto Nooro al suo posto avrebbe avuto un altro Miraculous e si sarebbe limitato a smettere di tenshizzare trovando un nuovo metodo di combattimento, ma se avesse scelto lui avrebbe rinunciato a farla camminare. Per sempre.
Non esisteva un metodo normale per curare la sua condizione, non tra quelli conosciuti nella medicina moderna.
Non aveva scelta.
<< Nooro, esci.>>
La creaturina uscì, aveva sentito tutto. Quindi aveva deciso di cederlo, lo capiva. Non poteva biasimarlo.
Così come l’anziano seduto nella sua cella che a sua volta ascoltava i loro dialoghi.
<< Signore...>> Iniziò la creaturina. << Non si preoccupi. La capisco.>>
Staccò con la mano la spilla che teneva sulla camicia, la fonte del suo potere. Già, aveva davvero poche scelte.
<< Nooro… trasformami!>>
Fu improvviso, nessuno si aspettava quella mossa. Ma la distrazione in battaglia è un crimine terribile, dà al tuo nemico il tempo di colpirti, di ucciderti o di pensare a un nuovo piano.
Lui sfruttò il tempo per sferrargli un calcio dritto in faccia e farlo cadere dalle scale, il suo collo si era girato, una vista disgustosa; non era morto, ma sarebbe stato fuori gioco per qualche minuto.
Gli homunculus non morivano così facilmente, ci voleva molto di più.
La ragazza rimase interdetta, non era nelle opzioni. Non era nel suo database, come gli era uscita quella folle idea?
<< Tu cosa vuoi fare? Lo sappiamo entrambi come finirà, una volta sconfitti Ladybug e Chat Noir tuo padre ti farà tornare di semplice pietra.>>
<< Quello è il mio destino.>>
<< Destino è una semplice parola che usano gli stupidi per giustificare la loro codardia.>> Esclamò sorridente, poi scese nuovamente gli scalini di pietra sino alla cella e, con un colpo della spada, aprì un passaggio per l’anziano.
Questa era una sorpresa anche per lui, non credeva che sarebbe successa una cosa del genere.
<< Qual è il tuo obiettivo ora, Le Papillon?>>
<< Io voglio i Miraculous per curare mia sorella E tenermi Nooro. Sono un uomo troppo avido per rinunciare ad uno di essi. Che ci posso fare, signore?>> Si mise a ridere gentile, alla voce non traspariva nessun tipo di crudeltà. << Ora scappiamo di qui.>>
Prese Fu sulle sue spalle, era stato un gesto di gentilezza istintivo, non aveva pensato che il vecchio era probabilmente più in forma di tutti i presenti messi insieme. Meteorismo a parte. Ma nessuno può battere i problemi intestinali.
Elem era ancora a terra, Chimaira dormiva e solo Shelly si metteva tra di loro e l’uscita. La loro salvezza sarebbe stata decisa dalla scelta dell’homunculus e dalla parte in cui si sarebbe schierata.
La ragazza rimase ferma per qualche secondo, poi diede la sua risposta.
<< Vediamo di muoverci, mio fratello potrebbe rialzarsi da un momento all’altro.>>

Ripresero tutti fiato, uno strano gruppo di fuga formato da un vecchio, un cieco e un homunculus era riuscito a lasciarsi dietro un parassita magico di due metri e dieci. Detta così suona ridicolo. Epico, ma ridicolo.
Quella piega era stata decisamente imprevista, quasi tutti i piani erano andati a farsi benedire in una volta sola, ma il “cattivo ragazzo” aveva appena salvato quasi tutti i Miraculous.
Questo però non aveva rovinato i piani di Fu, i suoi piani si erano semplicemente velocizzati rispetto al previsto. Gli dispiaceva solo non aver portato con loro Dusuu, ma sarebbe tornato presto a trarlo in salvo.
Il problema ora era se i due portatori si sarebbero uniti a Chat Noir e Ladybug o avrebbero messo in mezzo una terza fazione, opzione più probabile.
Alla fine il loro obiettivo era pur sempre ottenere i Miraculous del Gatto e della Coccinella per realizzare il loro desiderio.
<< Sapete bene che potrei dire a Ladybug e Chat Noir la vostra vera identità?>>
<< Se per questo io potrei immediatamente riempire la città di super cattivi.>> Rispose appoggiandosi al bastone. << O più semplicemente potremmo allearci. Sono certo che anche Nooro sarà felice di rivedere i suoi amici.>>
L’anziano maestro pensò seriamente alla proposta, aveva accurato che non erano cattivi ragazzi e anche Nooro stava decisamente bene, senza contare che lo aveva fatto scappare con la Miracle Box. Forse meritava una possibilità di redenzione.
<< Sarete voi due a discuterne con loro, va bene?>>
<< Affare fatto.>> Aggiunse con un sorrisino. << Ma prima, mangiamo qualcosa. Immagino che la cucina di Chimaira non fosse delle migliori.>>

 

Ho ridotto i capitoli settimanali, ma lavoro e facoltà chiamano.
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Capitolo 14
*** Nasce l'Alleanza Drago-Coccinella-Farfalla-Gatto ***


<< Lei è certo che siano qui?>> Chiese Endrick, ancora trasformato, mentre abbassava lo sguardo.
Il vecchio cinese annuì, come poteva saperlo era un mistero che solo lui conosceva. Vecchio segreto orientale o a guardiano forse, o forse centrava il fatto che Adrien manteneva il GPS attivo e lui aveva fatto un corso di informatica di base, ma abbastanza avanzato per rintracciare il segnale.
Ne sapeva una più del diavolo.
Suonò il campanello.
<< Signore, abbiamo ospiti piuttosto inaspettati.>> Commentò Nathalie. << Sono come dire...>>
<< Il nuovo Papillon, il custode dei Miraculous e la ragazzina col Kwami del Drago, vero?>>
<< Come fa a saperlo?>>
<< Chiedono alleanza a Ladybug e Chat Noir contro Chimaira, è quello che avrei fatto anche io. Quando il tuo alleato diventa troppo forte unisciti col nemico altrimenti sarai suo sottoposto invece di compagno. Strategia di base. Falli pure entrare.>>
Il trio entrò con tutta calma, pulendosi persino le scarpe sullo zerbino, la segretaria era un misto tra il preoccupata e il nervoso. I piani di Gabriel finivano spesso per ritorcersi contro di lui, quindi che avessero avuto la stesa idea non la confortava quasi per nulla.
Fedele sì, ma con un vivo istinto di autoconservazione della specie.
Il biondo stilista li stava aspettando tranquillo seduto sulla sua poltrona da lavoro, ci avrebbe parlato prima lui dei due eroi.
<< Benvenuti, Le Papillon, Ragazza Drago, Custode. Immagino siate qui per un’alleanza, chiamiamola così.>>
<< Signor Agreste, abbiamo impellente bisogno di parlare con Ladybu...>>
<< Lo decido io quando e se potrete parlare con loro.>> Interruppe al maestro Fu. << Datemi un buon motivo per farlo, dopotutto due su tre di voi sono pericolosi criminali.>>
<< Potremmo dire lo stesso di lei, signor Agreste.>> Accennò Shelly. Quella che si sentiva nella sua voce era una nota di fastidio?
Interessante, nel libro non si diceva che gli homunculus potessero provare “emozioni”, doveva essere in corso un’evoluzione. Poteva forse essere la dieta a base di sangue? Anche una singola goccia aveva abbastanza materiale genetico per dare informazioni su individuo, quindi potrebbe aver assimilato frammenti del DNA umano di base.
Non riuscivano a vedere il riflesso degli occhi dietro le lenti, era quasi inquietante.
<< Dimmi, Nooro, come stai?>> Attese qualche secondo. < Non ti mostri, vedo. Ma il tuo possessore sta tremando, condividete anche le sensazioni? Ti prendi molte libertà da quando ci siamo separati… me ne compiaccio assai. Sono sincero.>> Poi si rivolse nuovamente al suo erede spirituale. << Dimmi, qual è la tua scusa per questa trasformazione? Vuoi anche tu riportare qualcuno in vita? No, sei troppo giovane. Ho sentito che hai una sorella paralitica, immagino che tu voglia farla nuovamente camminare… cos’è quella faccia? Non mi ci è voluto molto a dedurre che tu fossi Endrick Axelle, lo ho capito appena hai messo in piede in questa casa. E quella faccia è la risposta, come la voce anche gli occhi rivelano molto. Mi è bastato fare due più due. Il nuovo Papillon è visibilmente cieco, o la maschera ti permetterebbe di vedere, ed ha,  a giudicare dal fisico, la stessa età di mio figlio. Guarda caso uno studente nuovo e cieco arriva nella scuola nello stesso periodo, serve un buon movente e una sorella malata è  un perfetto motivo. Senza contare che conosco la tua storia, sei un tipo abbastanza forte da reggere psicologicamente un Kwami. A differenza dei ragazzini io leggo anche giornali tedeschi. Un gran brutto incidente quello che ti accadde, ma non importa ora. Dimmi, ho indovinato ogni cosa?>>
Endrick scoppiò a ridere di gusto davanti a tutti, non riusciva quasi a reggersi in piedi. Quell’uomo aveva distrutto tutta la parte che si era costruito in pochi minuti! Era troppo spassoso!
Nemmeno i suoi familiari si erano accorti di nulla, era davvero geniale!
Ecco come aveva fatto a terrorizzare Parigi per tutto quel tempo!
<< Dovresti imparare che per questi assurdi delitti non esiste una scusante. Io lo ho imparato qualche anno fa.>>
<< Questa era una massima di Tito Livio, giusto? “Nessun crimine può trovare un motivo scusante”, giusto? Allora ne ho una anche io, ma è più lunga.>> Si schiarì la voce. << Delitti assurdi? Ma io le assicuro che delitti come questi, e forse ancor più spaventosi, ne venivano commessi anche prima, e sempre ne sono stati commessi, e non solo da noi, ma dovunque, e, secondo me, fatti del genere si ripeteranno ancora per molto tempo. La differenza sta nel fatto che da noi prima c'era meno trasparenza, mentre ora di queste cose se ne parla ad alta voce e anche se ne scrive, e per questo può sembrare che delinquenti di questo genere siano comparsi da noi soltanto adesso.>>
<< “L’idiota” di Dostoevskij. Non sono un gran fan degli scrittori russi.>>
<< Lei la vedo più un tipo alla De la Sade.>>
I due si scambiarono una risata, si somigliavano decisamente un sacco in quel loro carattere pieno d’amore distorto e contorto al punto che tornava dritto.
Se avessero continuato così non avrebbero finito più la discussione, Gabriel, quindi, si alzò dalla sedia e gli indicò la strada con il dito.
<< Sappi, ragazzo, che non finirà bene. Togli la mano prima di bruciartela sul braciere, fattelo dire che uno che si è ustionato sin troppo.>>

La voce di Fu richiamò i due dai loro fallimentari studi, erano lì da ore e non avevano capito quasi nulla. La lingua era certamente cinese antico, ma erano presenti logiche e ideogrammi che il felino non aveva visto da nessuna parte e Tikki e Plagg non riuscivano ad essere d’aiuto.
<< Maestro Fu! Sta bene!>> Solo dopo un po’ la loro gioia fu smorzata dal vedere i due individui accanto a lui. << Si allontani!>>
<< Ladybug, Chat Noir, state tranquilli, non vengono in nome di nemici, ma di potenziali alleati.>> Cercò di calmare gli animi. << Mi hanno aiutato a fuggire e ho recuperato la Miracle Box. Ad eccezione del Miraculous del Pavone sono tutti qui e in salute, seppur stanchi.>>
Era più facile a dirsi che a farsi, come potevano fidarsi di quei due? Stavano con Chimaira! Avevano creato molti casini alla città e ora dicevano di volersi alleare?
Il cinese cercò di spiegare la storia, omettendo le loro reali identità. Rivelarle non era nel contratto che aveva stilato durante il tragitto.
L’alleanza era formata da semplici punti se avessero accettato.

  1. Sarebbe durata sino alla sconfitta di Chimaira.

  2. A scontro concluso sarebbero tornati nemici dopo una tregua di dodici ore.

  3. Se il duo Papillon-Drago avesse tradito uno dei punti Fu avrebbe rivelato le loro identità.

  4. Se il duo Lady-Chat avesse tradito uno dei punti avrebbero rivelato la verità su Gabriel Agreste.

  5. Si sarebbero consultati per ogni azione riguardante l’attacco a Chimaira ed Elem.

  6. Scambio di tutte le informazioni.

  7. Organizzare una squadra scelta.

I punti erano chiari, a differenza di un’alleanza politica e militare in cui era presente, solitamente, un qualcosa che avrebbe punito, solitamente a livello pecuniario o social-politico, un tradimento loro potevano solo puntare sui segreti che conoscevano dell’altro.
Un deterrente perfetto.
<< Io non mi fido di loro, milady. Per niente.>>
<< Nemmeno io, Chat Noir… ma non abbiamo altra scelta. Sino a quando non vinceremo allora dobbiamo cercare più compagni possibili.>> Si avvicinò porgendo la mano. << Sento come se stessi facendo un atto col demonio.>>
<< Allora piacere, LadyFaust, io sono Pappistofele. >> Commentò sarcastico, era il giorno delle citazioni quello.
Nessuno, eccetto Shelly, rise. Forse non era ancora il caso di fare battutine, avrebbe dovuto aspettare che il ghiaccio si sciogliesse da solo.
Certo che però era carina quando rideva, gli venne da pensare. Da quando l’aveva incontrata era la prima volta che rideva.
<< Eh?>> Qualcosa interruppe il corso dei suoi pensieri. << Sì, va bene, e ci tieni.>>
Pur restando nella sua forma “eroica”, Nooro uscì fuori apparendo accanto a lui, aveva uno sguardo in un misto tra la paura di dire la cosa sbagliata e la determinazione. Deglutì, sempre che potesse produrre saliva, e li guardò.
<< Ladybug e Chat Noir, perdonate la richiesta, ma vorre… desiderer… devo parlare con Tikki e Plagg!>>

Chimaira vide la scena di ciò che era successo al suo sotterraneo, Elem era riuscito a rimettere in piedi e a rigirarsi la testa. L’homunculus si chiedeva che avrebbe fatto, era sempre stato mentalmente instabile, le sue reazioni erano imprevedibili.
<< Diamine, me l’hanno proprio fatta. Non mi aspettavo mica una cosa del genere! Ahahahahah! Quanto è divertente!>> Spappolò il cranio del suo figlio-creazione. << E quanto è odioso.>> Girò la testa verso il corpo. << Diamine, devo ricreare Elem da capo e trovarmi un nuovo corpo. Questo è diventato troppo gracile.>>







Comunicazione di servizio. Siccome devo lavorare e sto preparando un esame importante, i capitoli questa settimana saranno due, tre nel migliore dei casi.
Comunicazione due: il creatore di Ladybug e Chat Noir sarà ospite al Lucca Comics ed è inutile dire che sto già prenotando il viaggio! Tra lui e Araki passerò giorni di conferenza se tutto va bene

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Capitolo 15
*** Atto I: Prologo ***


Nooro era lì a trattenere il nervosismo, non era mai stato il Kwami più deciso del mondo, ma stavolta doveva prendere in mano la situazione.
Fece un grosso respiro, non che ne avesse reale bisogno, e prese la parola in quella Babilonia che stava avvenendo.
<< Tikki, Plagg, ho ragionato e compreso una cosa. >> Guardò verso Chat Noir. << Tu non puoi aiutarci in questa battaglia, il tuo incontro con Chimaira sarebbe solo un problema.>>
<< Ehi, cosa intendi?>>
<< Il Cataclisma. L’ultima volta ci è andata bene, non lo hai usato, ma se lo avessi fatto le conseguenze sarebbero state terribili. Ha già il potere del Lucky Charm, ricordate? Se assorbisse anche un Cataclisma...>>
<< Avrebbe la possibilità di usare i loro poteri.>> Completò Ladybug realizzando il pericolo in cui si trovavano. Se fosse stato in grado di usare sia i poteri di creazione che quelli di distruzione allora, forse, avrebbe potuto attivare il potere di alterazione della realtà.
E un simile potere nella mani di un pazzo come lui sarebbe stata la peggior delle possibilità.
<< Volete quindi che io resti qui?>> Chiese con un po’ di fastidio.
Doveva accettarlo, sarebbe stato solo un peso. Aveva la brutta propensione a farsi colpire dai poteri nemici un giorno sì e l’altro pure, le possibilità di farsi fregare erano immense. Basti pensare solo Dark Cupido e Zombacino.
Aveva come un bersaglio per cattivi sulla schiena con scritto “Mirare la gattino”.
Per il vecchio maestro, invece, fu interessante notare come Nooro stesse tirando fuori il carattere, quando stava insieme al precedente Papillon era molto più passivo. La compagnia di Endrick gli faceva bene.
Forse non era un portatore tanto male, in un’altra occasione avrebbe potuto fargli un test. Ma funziona così, una singola scelta, il trovarsi in un posto diverso, cambia tutto il futuro.
Magari un giorno leggeremo una storia, di un altro posto, con altri attori, in altro tempo, in cui Chat Noir e Ladybug difendono Parigi al fianco di Le Papillon.
Ora però era giunto il momento di decidere la loro linea d'azione contro il nemico, si sarebbe divisi in due gruppi:

  1. Team Uno: Ladybug, Shelly e Fu. Avrebbero avuto il compito di scegliere a chi donare i Miraculous, erano più esperti degli altri in questo campo. Avevano già una mezza idea su a chi chiedere, non era la prima volta che avevano bisogno di un team.

  2. Team Due: Chat Noir e Le Papillon. Sarebbero rimasti come due idioti a Villa Agreste a decidere un piano con Gabriel. 

Solo io noto che non si è più finiti ad analizzare il libro? Ma avranno i loro buoni motivi. Immagino.
Il gruppo di soli uomini si sedette attorno al tavolo da lavoro, i due giovani sembravano quasi aspiranti dipendenti nel mezzo di un colloquio di lavoro col loro possibile capo. Gabriel sembrava al suo agio in quella situazione, forse perché da una parte c’era il figlio e dall’altra il suo successore spirituale.
Nathalie porse qualcosa da bere. Li rassicurò sottolineando che non fossero drogate o avvelenate, meglio ribadirlo. Non avevano trascorsi rosei.
<< Allora, quelle ragazze sono le vostre fidanzate?>> Chiese Gabriel  sorseggiando la sua tazza.
Chat e Papillon si sputarono a vicenda in faccia il contenuto delle loro tazze, si era trasformata in una gara a chi emetteva il getto più potente.
Perché era uscito fuori con quell’argomento? Non era da lui! Non era decisamente da lui!
<< Magari lo fosse, signor Agreste!>>
<< E tu, Le Papillon?>>
<< … Non siamo neppure amici.>> Commentò abbassando lo sguardo. << Io e … Ragazza Drago abbiamo in comune è che lavoravamo con Chimaira. E basta. Non abbiamo altri rapporti, amicizia, amore o simili. Cerca solo di preservare la sua vita.>>
<< Come ogni essere umano, Endrick.>>
L’eroe si girò verso di lui sconvolto. Come “Endrick”?
<< Oh, stai tranquillo, Adrien.>>
Anche lui fece lo stesse gesto. Da sotto la sua maschera aderente si vedevano le sopracciglia alzarsi.
Quell’uomo aveva distrutto metà del loro accordo di alleanza in due singole frasi. E non si trattava nemmeno di un lapsus, lo aveva fatto apposta.
Ma per quale dannato motivo?
<< Papà, tu lo sapevi sin dall’inizio?!>>
<< Certo, come so che la Ragazza Drago è Shelly e Ladybug la tua amica Marinette.>>
<< Marinette è Ladybug?!>>
Ci avrebbe messo un bel po’ a far carburare il suo cervello, ancora diceva la storia “Marinette è solo un’amica”. Era stato accanto a lei tutto quel tempo senza saperlo, come aveva fatto a non capirlo.
No, serio. Endrick aveva la scusa della cecità e della voce magicamente mutata, almeno dal suo punto di udito(?), ma i restanti parigini? Che problema avevano? Sailor Moon aveva la scusa della tiara magica, ma loro? Almeno lui aveva una maschera integrale.
Ottimo lavoro, Gabriel Agreste. Hai traumatizzato tuo figlio e distrutto due punti di un contratto scritto col sudore di un vecchio cinese di oltre cento anni.
Un genio del male anche senza Akuma.
Ma perché si stava comportando in quel modo? Seriamente, non aveva il minimo senso.
Almeno sino a quanto non videro i suoi occhi brillare sotto gli occhiali. Aveva un piano, un piano geniale che aveva ideato appena letto dell’esistenza di Chimaira nel libro originale. Lo aveva programmato nel caso in cui se lo fosse mai trovato dinanzi.
Un piano sporco e infame, ma sicuro al 90%.
E ora che aveva alleati lo sarebbe stato al 99%.
Un singolo errore e sarebbero tutti morti. Non solo loro, ma l’intera Parigi se solo il nemico avesse voluto.
Speriamo non sia come quelli di Endrick, altrimenti sono tutti fregati.

Chimaira abbatté la porta d’ingresso con un calcio, la porta di legno massiccio finì sulla scalinata distruggendone una parte.
Il suo nuovo ospite aveva deciso che sarebbe stato un abitante di quella casa, uno in particolare. Non era forte quanto quello attuale, ma era più duraturo e abbastanza psicologicamente forte per resistergli senza diventare uno stupido vegetale.
Quando il suo ospite era vivo, il risultato del parassitismo era superlativo. Si trasformava in un legame in cui riusciva a sfruttare anche l'intelletto e i ricordi del suo “compagno”.
Poi si girò dietro con un sorriso soddisfatto, seppur sdentato. I denti erano iniziati a cadere, il decadimento era stato più rapido del previsto.
<< Che ne dici della mia idea, Elem? O preferisci l’altro nome? A te la scelta, per me è uguale.>> Ridacchiò. << Papillon non si è nemmeno accorto che ho assorbito una delle sue farfalline adorate. Grazie a loro ho potuto sentire il tuo odio verso tutti loro. È bello avere una figlia come te.>>
La ragazza sorrise. << Va bene Elem, Chimaira.>>





Salve a tutti. Manca poco alla fine della storia, ho quindi una domanda per voi... che finale volete?
Ho in mente due finali che, in onore di Undertale, definiremo True Pacifist Route e Soulless Pacifist Route. La prima avrà un finale agrodolce, il secondo amaro. Entrambe saranno finali "buoni", ma si differenzieranno molto e influiranno sul possibile sequel. A questo punto, voi quale vorreste vedere? E perchè?
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Capitolo 16
*** Atto II: Reclutamento ***


Mentre gli altri erano rimasti alla base, Ladybug, il cui segreto era stato vomitato in faccia al suo collega, Shelly e Fu aveva già in mente qualcuno a cui chiedere aiuto.
Il problema principale era la mancanza di forze di buona parte dei Miraculous a loro disposizione, quelli più in forma erano i classici che li avevano accompagnati nelle loro precedenti avventure: volpe, tartaruga, ape, coniglio e il serpente.
Avevano recuperato Sass all’ultimo e non aveva proprio una bella opinione di Shelly, stava usando i poteri di una sua “sorella” e senza alcun permesso.
Tutti coloro che avevano scelto accettarono senza troppi problemi, l’unico che aveva qualche domanda, giustamente, era Luka.
Si chiedeva se fosse davvero vantaggioso fidarsi di due tizi con cui si stavano uccidendo fino a un minuto prima. Una domanda intelligente. Ecco, la vera questione era: perché gli altri non lo avevano chiesto? Avete dovuto aspettare il musicista con un potere uscito da un videogioco di Toby Fox, io mi troverei alleati migliori di loro.
<< Infondo potrebbero anche non partecipare realmente alla tregua, al momento giusto potrebbero fare del male al… maestro Fu, giusto?>>
<< Una domanda saggia, giovanotto.>> Ripose l’anziano. << Ma non rischieranno di rovinare i loro piani, hanno troppo in ballo. Vero, signorina?>>
Shelly annuì distogliendo lo sguardo. Quel vecchio la sapeva lunga.
<< Miyagi ha ragione… come mi è uscita questa?>>
Ce lo stiamo chiedendo tutti in sala. Il buon Gabriel aveva ragione, si stava evolvendo.
Forse stava realizzando il desiderio di Von Hohenheim di creare un essere umano vero, non un semplice surrogato, forse sarebbe riuscita a rompere la sua ampolla e uscire da Parigi un giorno.
E anche con Luka l’ultimo oggetto era stato affidato.
Non restava che tornare alla base e discutere il piano, avevano già indicato che si sarebbero trovati davanti alla torre Eiffel quando avrebbero avuto tutti i dettagli.
E ora viene il bello.
La ragazza non comprendeva perché Cheat Noir era rimasto lì a bocca aperta a fissarla, era più strano del solito. Non stava cianciando come sempre a ruota libera facendo battute di pessimo gusto.
Se ne stava come se fosse stato pietrificato da qualche superpotere oscuro.
<< Posso farlo io?>> Chiese Endrick.
<< Prego, fai pure. Se aspettiamo lui invecchieremo. E io giovane non sono.>>
Papillon fece un passo in avanti, si schiarì la voce.
<< Ladybug, ti presento Adrien Agreste. Chat Noir, ti presento Marinette Dupain-Cheng.>>
<< COSA?!>>
E anche lei rimase nella stessa posizione con la stessa espressione sconvolta. Endrick rivelò anche la sua identità , ma aveva dubbi sul fatto che stesse venendo ascoltato realmente. Stavano realizzando di aver rifiutato la propria anima gemella per diverse volte con diverse identità.
Eroi sì, svegli no.
Fu la prese abbastanza bene. Per bene intendo che sapendo di non poterlo strangolare si limitò a un brutale calcio negli stinchi dello stilista. Si calmò leggermente quando iniziò a spiegargli il piano in anteprima.
La futura coppia si mise un po’ a tornare in sé stessa, balbettavano imbarazzati in modo vergognoso. Erano spassosi.
Sono comprensibili, si attirano e si cercano in modi diversi  ma si rifiutano a seconda delle identità, sarebbe bastato così poco per un lieto fine tra i due. A questo punto mi viene da chiedermi se si amino davvero.
No, non è una frase stupida, non urlate alla “Ma sn una koppia fastca!11!” o sciocchezze del genere. Ve ne prego.
Marinette si innamora di Adrien, ma quando mostra il suo vero io come Chat Noir lo sdegna senza tanti problemi. Rifiuta il suo carattere senza catene e senza imposizioni. Ama lui o ama ciò che gli altri si aspettano di lui?
Chat Noir si innamora di Ladybug, ma la considera solo un’amica nei panni di Marinette. Forse guarda solo il lato eroico della ragazza senza pensare al suo carattere?
È interessante, in un modo o nell’altro si sono sentiti attratti da una maschera.
Ma non gliene faccio una colpa, l’uomo indossa sempre una maschera, sia in pubblico che nel privato. La perde solo dinanzi alla morte, è solo lì che si vede il vero carattere di una persona.
Oh, scusate. Mi sono lasciato andare a un po’ di filosofia spicciola personale. Alle volte mi capita.
Gabriel spiegò il suo piano con lucida calma, aveva un punto importante che non si sarebbero mai aspettati da loro: la collaborazione tra gli eroi.
Assurdo che fosse proprio lui a proporlo.
Quale sia al momento non vi è dato saperlo, dovete capirmi, se lo facessi direi tanti saluti alla sorpresa.
Lo ascoltarono con attenzione e reggeva bene, con l’aiuto di tutti avrebbe funzionato perfettamente.
<< Avete sino alla mezzanotte di stasera per avvertire tutti. State tranquilli, Chimaira non scoprirà nulla, ne sono certo. Endrick, credi poter realizzare la mia richiesta?>>
<< Ho circa 15 ore, mi basteranno eccome.>> Rispose alzando il pollice. << Il resto è nelle vostre mani e dei vostri amici eroi.>>
Chat Noir alzò le mani, aveva una domanda.
<< Papà, perché proprio per la mezzanotte di stasera?>>
<< Semplice, Adrien. Domani sarà il “Giorno degli Eroi”, è il modo migliore di inaugurarlo, non credete?>>
Poi un telefono squillò interrompendolo e imbarazzando un po’ il proprietario che lo tirò fuori da una tasca uscita da chissà dove nel suo costume aderente da supereroe.
<< Pronto, zio, che c’è? Sì, sono con amici. Sto bene, perché… cosa?>> Sbiancò improvvisamente, si vedeva sin sopra la maschera. << Sì, arrivo subito all’ospedale. Tu e zio Gregory state bene? Sì, arrivo.>>
Riattaccò il telefono.
<< Cosa è successo?>>
<< Due persone sono entrate in casa mia, hanno ferito i miei zii. Una era Chimaira, l’altra una donna, hanno preso mia sorella e lasciato un corpo mezzo decomposto. Secondo la polizia non è stato ucciso, era solo “invecchiato” come di cento anni.>> Si ritrasformò. << Devo andare da loro.>>
<< Rovinerai i piani, ne sei cosciente?>> Gabriel lo fermò. << … Vedi di tornare entro un’ora. Nathalie ti accompagnerà in macchina.>>
Si stava addolcendo. O forse lo era sempre stato quando si trattava della sua famiglia, non possiamo saperlo.

Chimaira mosse le dita delle mani per vedere come andavano. Non era certo che funzionassero così bene, ma a quanto sembrava il gioco valeva la candela.
Anche le gambe erano molto leggera, mostravano meno resistenza delle precedenti.
Era più basso, ma non era un problema. Ora aveva un vantaggio sui suoi nemici.
Tossì pesantemente. << Mi dovrò abituare, ma ora sarà divertente. Così divertente da morire.>>




Salve a tutti, scusate lo scarso numero di capitoli o valore, questo non è il massimo, ma sono impegnato da fare schifo. Oltre agli esami( 1000 pagine e passa di arte più altre 1000 di archeologia) devo scrivere il mio secondo libro e proporlo all'editore entro fine anno e ho scritto solo una quarantina di pagine, fare pubblicità a quello già pubblicato, scrivere i racconti per il blog, finire di programmare il blog e ora sto pure lavorando a una visual novel ispirata alla saga. Ho a malepena avuto il tempo di finire "L'ispettore generale" di Gogol' nel tempo libero. Si capisce che sono K.O. dal fatto che ho ripreso a vedere le recensioni di Yotobi in loop, di solito lo seguo solo con la febbre alta. Non vi lascio manco i miei link che è l'una di notte ora.
Scusate.

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Capitolo 17
*** Atto III: Preludio alla Guerra ***


La macchina si fermò nel parcheggio dell’ospedale, Endrick aveva una certa fretta, ma nella sua condizione non aveva la possibilità di correre verso di loro. Non era mai stato in quel posto, non conosceva la strada da fare, doveva farsi aiutare da Nathalie.
Gabriel lo aveva lasciato andare senza problemi, sembrava che la storia iniziasse a ripetersi in qualche modo. Papillon e le perdite.
Il destino della Farfalla.
Quasi ironico.
Si appoggiò al bastone e seguì a voce della donna, per miracolo i suoi zii non erano stati feriti gravemente. Avevano solo qualche ferita e un paio di ossa rotte. Visto l’intervento di Chimaira temeva molto di peggio.
Niàn Shòu era sveglio, Gregory era stato sedato perché aveva dato di matto per l’ira secondo quanto aveva spiegato l’infermiera che lo aveva steso, una specie di ibrido tra Hulk sotto steroidi e un gorilla di montagna.
Il cieco comprese presto il motivo di tanta furia, non erano le loro ferite o i danni nella loro dimora. Quelli guarivano in poco tempo o potevano essere ripagati. Era qualcosa di peggio.
Qualcosa che fece scorrere lava nel sangue di Endrick.
<< Quei due...>> Niàn tossì. << Si sono presi Rebecca. Abbiamo già allertato la polizia e… Endrick, posso sembrarti pazzo, ma la donna che era con lui sembrava proprio...>>
A sentire quel nome il viso del nipote era distorto in un’espressione tra la rabbia e disprezzo. Non per Chimaira, ma per sé stesso.
Se non lo avesse seguito ora sua sorella non sarebbe in mano sua.
Si diresse verso la porta dopo aver dato un saluto allo zio.
<< Non credevo potesse cadere tanto in basso. Nooro, si scende in guerra.>>

<< I tuoi zii non stanno tanto male, ma...>> Iniziò la segretaria in auto, aveva assistito a tutta la scena da dietro la porta della camera privata.
<< Ti chiedi perché è cinese se noi siamo di origine occidentale? Perché lui è stato adottato da nostra nonna. Era il fratellastro di nostro padre, stesso padre ma diverse le madri. Dopo che i nostri genitori non erano più in grado di prendersi cura di noi è apparso lui. Non erano cattive persone, ma non erano in grado di prendersi cura di noi.>>
<< Centrano il vostro stato di salute?>>
<< Sì e no, signorina… posso farle anche io una domanda?>> Domandò a  bassa voce, quasi imbarazzato.
Lei annuì, non era mai stata brava con i giovani. Aveva fatto qualche tentativo con Adrien, ma non si apriva molto con te.
Ma faceva sempre un lavoro migliore del padre, ai tempi non era molto presente. Troppo concentrato sulla sua missione per prestargli attenzione, ma lo faceva anche per lui
Almeno così ripeteva, ma forse era tutto frutto del suo egoismo.
Del suo non accettare la morte. Chi poteva criticarlo? Se ne avessimo avuto la possibilità, chi non lo avrebbe imitato?
<< Ci si può fidare dei piani del signor Agreste?>>
<<… Ci sono degli alcolici dentro il frigobar. Ci fermiamo in un parcheggio e ci ubriachiamo?>>
<< Vista la situazione approvo.>> Commentò Nooro uscito fuori dalla spilla, si girarono per un’istante tutti e due verso di lui. << Ho vissuto in prima persone i piani di Gabriel Agreste. Ho paura finirà ad urlare contro la vetrata. Di nuovo.>>

 

Mancano pochi capitoli alla fine della storia. Entro cinque credo ci riusciremo, er il finale ho deciso di farne due separati e pubblicati contemporaneamente e ognuno potrà scegliere quello che preferisce. Potete considerarli due mondi paralleli ugualmente esistenti, ma il sequel che scriverò si baserà solo sulla Pacist Route, in futuro forse arriverà anche la Genocide Route.
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Capitolo 18
*** Atto IV: Il Giorno degli Eroi ***


Da quando erano tornati, passata una leggera sbornia, Endrick si era subito messo la lavoro. Andava avanti da sette ore filate, quasi non si reggeva in piedi.
L’ultima volta che aveva usato tanto di quel potere aveva sentito fitte per tutto il corpo, ma stavolta sembrava che la medicina speciale del maestro Fu lo stesse aiutando a sopportare il dolore.
Contemporaneamente anche gli altri possessori si erano quasi finiti di preparare, lo scontro finale contro Chimaira stava per iniziare.
<< Non dovete ucciderlo.>> Iniziò Fu. << Se dovesse morire lui, morirebbe anche il suo ospite. Dovete solo strapparlo dal corpo.>>
<< Ma dove si trova il Kwami? E non rischiamo di essere posseduti a nostra volta?>>
<< Giusta domanda, Marinette. Ma non è un problema, il piano del signor Agreste ha contemplato anche questo. Per quanto riguarda il Miraculous della Chimera si trova qui.>>
Indicò un anulare, il Kwami si trovava in un anello? Era una specie di fede nuziale demoniaca?
Una crudele scelta.
<< Marinette, Adrien, Shelly e maestro Fu, voi dirigetevi verso il punto concordato. Io resto qui con con Endrick.>> fece una pausa. << Stai attendo, Adrien.>>
Il ragazzo annuì, era felice che il padre si preoccupasse per lui. Un tempo non lo dava a vedere.
Lo mostrava nei modi sbagliati, con un comportamento iperprotettivo.
Aveva iniziato da quando la moglie era… beh, lo sapete. Aveva paura di perdere l’unica persona che ancora amava incondizionatamente.
Rimasti da soli il biondo si diresse verso il quadro della donna amata e, senza guardare l’altro, inizio un discorso.
<< Le farfalle, secondo gli orientali, accompagnano i morti nell’oltretomba e ciò che resta delle loro anime sono le mosche che si cibano di cadaveri. Non credi sia tragico? Endrick, tu hai delle persone a te care. ? Ho letto dell’incidente, del tuo problema familiare e di come sei stato affidato a tuo zio. È stata una sorpresa, non credevo di incontrare qualcuno di cui ho letto per caso su un giornale straniero. Sei un personaggio molto caratterizzato, quasi fossi uscito da un fumetto o da un racconto. >> Si fermò nuovamente come prima per qualche secondo. Come a volersi chiedere se continuare o meno il discorso. << Se puoi, tienila vicina e non solo lei. Anche l’homunculus.>>
Endrick non rispose, non aveva nulla da dire.

Ore 11:58:09.
Ladybug e Chatnoir si erano messi in posizione insieme al posto prestabilito, l’imbarazzo non era ancora scemato del tutto.
Non era facile fare simili scoperte così, all’improvviso. Avrebbero dovuto discuterne a lungo una volta finito.
<< Sento l’odore di mio padre, si sta avvicinando.>> L’homunculus mise mano alla lama nervosa.
I rumori pesanti dell’uomo risuonavano nell’aria, rievocavano i ricordi di come aveva distrutto un monumento nazionale nello stesso modo con il quale si consuma un fiammifero.
Apparve alle loro spalle senza farsi notare, nuovamente. Quella sua velocità era pericolosa,  a cosa l’aveva rubata? A un ghepardo o un volatile? O forse ad entrambi?
Non si riusciva a percepire quando arrivava.
Con la coda di serpe in ferro tagliò le loro teste facendole volare in aria sino a quando non caddero a terra sul freddo pavimento.
Schioccò la lingua infastidito.
<< Un’illusione di quella rompiscatole di Trixx. Dovevo sottrarre il potere ai miei fratelli Kwami quando ne avevo l’occasione.>> Commentò sarcastico, in realtà senza poteri sarebbe stato noioso. E poi se voleva davvero distruggere i Kwami avrebbe usato l’ALTRO modo. Un metodo molto più divertente, seppur complesso.
Chissà dove si erano nascosti quei rompiscatole.
La sua coda non era una vera serpe, non poteva percepire dove si trovasse una fonte di calore, ma ciò non gli impediva di provare qualcos’altro.
<< Nel dubbio basta distruggere l’intera zona.>> Posò la mano sul pavimento di pietra cominciando a fare sciogliere tutto, aveva assorbito della lava di un vulcano quando ancora le terre si stavano formando.
In realtà avrebbe preferito vedere la figlia, la nuova Elem, affrontare i portatori dei Miraculous, ma ormai non si poteva fare troppi problemi nei metodi.
Se non si fossero fatti vedere avrebbero distrutto Parigi, se si fossero fatti vedere allora avrebbe ucciso loro. Era quello il momento in cui cui quegli stupidi eroi si facevano vedere.
Tali e quali a quella persona.
Quella stupida, idiota, meravigliosa persona.
Oh beh, non era il momento di lasciarsi andare ai ricordi di gioventù.
Continuava con la sua opera, ma loro non avevano l’aria di farsi vedere. Come mai?
c’era qualcosa di strano… ora aveva iniziato a notarlo. Dove erano tutti i cittadini? Erano stati avvertiti tutti del piano? Aspetta… Parigi senza cittadini. Gli eroi che non si facevano vedere…
Era una trappola!
Il terreno cedette sotto i suoi piedi. Era stato un Cataclisma? No, non era conveniente usarlo contro di lui. Voleva dire che avrebbe potuto assorbirlo e Fu lo sapeva, così come Nooro.
In effetti non aveva senso usare contro di lui i Miraculous.
Non aveva senso usare i poteri contro di qualcuno in grado di assorbire i poteri di qualcuno.
Non aveva senso attirarlo.
Non aveva senso. Non aveva senso! Nessun cazzo di senso!
<< Ti è piaciuto il falso Cataclisma?>>
La voce veniva dall’alto. Ladybug lo fissava con un sorrisino di soddisfazione per essere caduto nella sua trappola, ma intendeva con “falso”?
Balzò con forza verso l’alto atterrando dall’alto lato del foro solo per restare con le bocche aperte per la sorpresa di ciò che aveva davanti.
Non solo davanti a sé aveva quei soliti idioti degli eroi: Ladybug, Chat Noir, Carapace,Queen B e Rena Rouge, ma si era aggiunta anche quella Bunnix molti anni prima del previsto. E non erano soli.
Chiuse due bocche mentre con una, la principale, scoppio a ridere divertito. Questa non se l’aspettava minimamente davvero, era una bella sorpresa.
Le Papillon fece un passo in avanti, appoggiandosi al bastone. Era stanco, ma riusciva ancora a camminare, il folle piano di Gabriel Agreste lo aveva sfiancato terribilmente, un rivolo di sangue usciva dal naso, ma veniva nascosto della maschera aderente alla pelle.
<< Geniale, geniale!>> Chimaira si piegò dalle risate. << “Il Giorno degli Eroi”, letteralmente. Questa non ne l’aspettavo. Porca puttana! Geniale!>>
L’intera piazza si riempi sempre di più, l’illusione che li nascondeva si stava dissipando.
Per la prima volta dopo ani il potere era stato creato per il motivo giusto, creare nuovi eroi.
Gabriel, tra tutti fece un passo avanti. Sorrise con la sua nuova carnagione violacea.
<<  E quando si tratta di attirare i supereroi, cosa potrebbe esserci meglio della creazione di un supercattivo?>>
Tutte quelle persona insieme, decine, centinaia di persone lì in piazza per lui! Solo per lui! Per fare gli eroi!
<< Avete convinto l’intera Parigi a farsi Akumatizzare volontariamente!>> Rise con ancora più forza. << Anzi Tenshizzare. Col rischio di rivelare la verità su di me avete fatto questa scelta! Vi ammiro!>> Smise di ridere. << Ma non crediate che un branco di schifose scimmie con un potere preso in prestito sian… in prestito?!>>
A quel punto realizzò la verità. Non poteva rubare poteri presi in prestito, ma solo dai legittimi proprietari.
Era stato fregato.
Fregato da uno stilista di merda e da una cricca di moccioso di sto cazzo!
Questo voleva dire che avrebbe smesso di giocare per un po’.

<< Mi scusi, signorina. Ha da fare?>> Luka fermò una ragazza per strada con un certo imbarazzo. << Perdoni il disturbo, ma ha da fare? Le ruberò solo dieci minuti.>>
La ragazza lo guardò. Era piuttosto carino. << Sì, mi stanno aspettando. Ho un appuntamento con una persona. Non so se la consoci, Adrien Agreste. Modello, bel ragazzo.>>
<< Allora credo di essere un perfetto sostituto, signorina. Mi ha mandato proprio Adrien.>> Sorrise. << Sass! Trasformami.>>
Alla visione della trasformazione in Viperion calò il silenzio, la ragazza digrignò i denti infastidita.
L’eroe sorrise sornione.
<< Avevo sentito dire che non sei il massimo della simpatia, ma non mi aspettavo diventassi un semi-homunculus, Lila Rossi. Venderti l’anima fa così tanto “diavolo che suona il violino”.>>

 

E ci avviciniamo sempre di più alla fine. Allora, vi aspettavate questa sorpresa? Chimaira vs Parigi intera?
Per la cronaca, la frase finale di Luka/Viperion deriva da una vecchia canzone a sua volta tratta da una leggenda che parla di patti e scomesse col diavolo e di come lui sia un talentuoso violinista. Vista la passione per la musica del giovane ho voluto mettere la citazione. E poi sono di buon umore, oggi mi compro tre libri nuovi e una cravatta "speciale".
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Capitolo 19
*** Atto V: La Notte degli Inganni ***


Chimaira era infuriato, i denti del suo ospite venivano digrignati, con un po’ più di forza e avrebbe potuto scheggiarli o romperli.
Avevano trovato un trucco per tenergli testa, per impedirgli di rubare le abilità altrui. Ma aveva pur sempre i possessori di Miraculous, poteva puntare senza problemi a Chat Noir; se avesse usato il suo Cataclisma sarebbe stato a cavallo. Prima si era fatto prendere di sorpresa, ma non sarebbe accaduto di nuovo.
Scimmie del cavolo, sono nati secoli dopo di lui, piccoli esseri di carne e sangue, niente di più di masse di grasso, ma la sua razza doveva servirli, aiutarli!
I suoi fratelli e sorelle erano dei servi.
Servi dell’umanità, razza bastarda incapace di mantenere una singola promessa.
<< Fatevi avanti, umani.>> Fece passi in avanti, sempre più velocemente, sino a scagliarsi velocemente contro di loro. Correre ad alta velocità gli era impossibile, troppa gente. << Esseri inferiori non posso ferirmi! Cadete e basta!>>

Luka era sorpreso, aveva saputo che Lila era stata una delle persone Akumizzate più pericolose, seppur il suo record di trasformazione fosse stato battuto da Mr. Piccione con uno splendido ottantadue, ma di certo non reggeva il confronto con l’homunculus che era ora diventata.
Anche potenziando Sass con le pozioni, era tremendamente veloce con quelle piume. Erano molto affilate, sembrava che avesse puntato più sui muscoli che sul potere stesso del Kwami.
Lui era un artista, non riusciva reggere il confronto sino a quel punto, ma non era il suo obiettivo vincere. Doveva solo tenerla a bada sino a quando non avrebbe ricevuto il segnale d’avviso.
L’obiettivo era salvare la piccola e innocente creatura dal grande lupo cattivo.
Non poteva neanche usare il suo potere della Seconda Chance. Fu era stato chiaro: Chimaira era immune al reset, avrebbe ricordato quindi le mosse e i piani  utilizzati proprio come lui.
Sembrava quasi che fosse un cheater di un videogioco con tutte quelle abilità, in un RPG serio sarebbe stato bannato dai moderatori. Peccato che il “moderatore” dei Kwami fosse un centenario vecchietto al momento  piuttosto impegnato in un compito altrettanto difficile.
Chi si immaginava che sarebbe finita in quel modo? Ehi, forse un dialogo avrebbe funzionato.
<< Ehi, Lila… o Elem, se preferisci, perché ti stai comportando così? Ci sono molti modi di comportarsi, poi sei un’umana come noi. Dovresti aiutarci, non è tardi per tornare indietro e scegliere un’altra canzone.>>
Metafora musicale… c’è a chi piace.
<< Perché non sopporto Ladybug e Chat Noir. Li odio!>>
Eh? Tutto per qui?
Perché non li sopportava? Aveva venduto la sua anima per una semplice “non li sopporto”?
Delle persone sarebbero potute morire per questo.
<< Non mi sembra ci sia nulla di male, desidero un mondo in cui posso essere felice.>>
<< E sei disposta a far soffrire tutti gli altri per questo?>>
<< Sì, sono la persona più importante.>>
L’autostima andava bene, ma qui si sfociava in un’assurda megalomania. Era una di quelle persone dalla morale distorta che credevano che il mondo girasse attorno a loro e che esistesse solo per i loro bisogni. Che donna distorta.
<< Con la gente come quella è inutile discutere, Viperion. Ti trascinano nel  letame della loro logica e poi non ne esci più.>> Shelly scese accanto a lui. Aveva l’aria di chi voleva prendere a calci nella mascella qualcuno.
Trovarsi mezzo a due donne infuriate per un uomo sano di mente come lui era un pericolo di qualsiasi mostro cosmico venuto da Dio sa dove.
<< Non capisco perché tu, tra tutti, ti metti contro Chimaira. Se lui muore tu torni pietra, no? Un pezzo d’arredamento come prima, sei quella che ha più da perdere.>>
Il ragazzo si girò verso di lei, questo non lo aveva detto Ladybug. Non lo aveva detto di certo!
<< E allora?>> Chiese dubbiosa. << Lo sapevo sin dall’inizio che sarebbe successo. E poi credi che mio padre non lo avrebbe fatto lo stesso? Credi che mi avrebbe lasciato Longg in eterno? Lui non è quel tipo di persona che lascia del potere a qualcuno di vicino a lui. Avrebbe ucciso prima Papillon e poi me. Se proprio devo andarmene all’inferno lo farò portandomi la sua stupida faccia di ferro con me.>>
Una ragazza davvero risoluta, incredibilmente risoluta.
Luka sorrise, era un po’ invidioso di Papillon adesso. Vai a trovare una ragazza simile.

Il Kwami scostava tutti tutti con forza, non ne scacciava uno che ne arrivavano due a sostituirlo. Non riusciva nemmeno a farli ritrasformare, rotto l’oggetto questo si spostava in un altro mentre lui era occupato.
<< La smetti di Tenshizzare gente per cinque minuti?!>>
Papillon arretrava costantemente evitando un confronto diretto, era il mago bianco in quella situazione. Il mago bianco non stava mai in mezzo alla battaglia, ma a curare gli alleati.
Il Kwami cominciava a stufarsi di quella situazione, non era uno di quelli che amavano i lavori ripetitivi. Non era mica l’operaio sottopagato in un call center che aspettava, inutilmente, di far valere la sua laurea in lettere.
Ogni volta che provava  a usare il fuoco o veniva trasformato in acqua o veniva chiuso in un quaderno da disegno. La parte peggiore era quando quei piccoli evacuavano sopra di lui, che razza di eroe aveva come superpotere i piccioni? Non sapeva se era più ridicolo lui o il cugino di Adam West!
Aveva contro persino King Kong e Capitan Harlock, sta diventando un cazzo di circo!
No, calma. Quando si arrabbiava diventava sempre terribilmente volgare. Doveva calmarsi ed uscire da quella cloaca.
Ci mise un po’ a capire dove fosse, troppa gente rendeva la sua ricerca problematica, ma alla sua visione sorrise.
Uso la sua coda per darsi la spinta e saltare in alto e, con alcune fiamme, si diede la spinta. A piedi era lento, ma in aria non c’era nessuno a rallentarlo facendo da scudo. Nessuno scimmione di pietra o mostro gommoso rosa!
Atterrò con forza e gli prese la mano prima che riuscisse a fare qualsiasi cosa. Avrebbe voluto assorbire solo il Cataclisma, odiava il pensiero di aver l’impulso di mangiare quel puzzolente formaggio.
<< Scusa tanto, fratello Plagg, ma… chi cazzo sei tu?!>>
Che stupido che era stato! Ricominciavano ad apparire, erano presenti persone in aria, ma non si erano mosse. Erano rimaste volontariamente nascoste nelle illusioni per portarlo lì.
Da quello.
Ecco perché “falso Cataclisma”.
Quello non era Chat Noir sin dall’inizio! Era un Tenshizzato con l’aspetto del biondo. Questo significava che non poteva rubargli il potere, ma sopratutto che quello vero aveva in mente qualcosa!
Era stato Agreste! Aveva ideato lui il piano!
<< Un piano Purr-fetto, vero?>>
Quando la vide fu troppo tardi. Un ombra bianca. Veloce, molto veloce.

 << “Camera delle Lingue Mozzate”. >>





Il piano finale ha inizio. Chimaira vs gli Eroi e Lila/Elem vs Viperion&Shelly. E si faranno toste, probabilmente tornerò allo stile di narrazione serio della prima comparsa di Chimaira.
Una piccola curiosità: inizialmente il cattivo non era Chimaira, ma lo zio cinese di Endrick. Il suo nome infatti è la traslitterazione in pinyin del Nian un mostro cinese che teme solo il rosso e che attacca in particolare i bambini.
Sono pure di particolare buon umore, mi osnoa rrivati "Io sono un gatto" di Natsume Soseki e "Psychic Detective Yamuko".
Ecco i miei soliti link, oggi è uscito anche un nuovo capitolo, "Akrasiel":
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Capitolo 20
*** Atto VI: Crescendo ***


Se ne era accorto in tempo ed era riuscito ad attivarlo in tempo.
Non si aspettava che avessero fatto un piano del genere, davvero ben congegnato. Avevano tenuto conto del punto debole del suo potere e di chi sarebbe stato Tenshizzato.
Con un colpo solo della grossa arma era riuscito a parare l’attacco fatto col bastone, contemporaneamente ferendolo.
Tenshizzare un Miraculous, era esistito un precedente, ma rifarlo? Geniale.
Chat Noir, o forse Blanc, cadde a terra. Non era stato colpito in modo diretto, ma si era comunque rotto qualcosa. Era il rinculo? No, un’arma da taglio non poteva causare un rinculo.
Quando aprì bene gli occhi però vide cosa davvero stava accadendo: una grande, grossa, orrenda, serie di mannaie stavano sollevandosi verso il cielo. Non erano diverse da quelle che i macellai usano per sventrare le vacche, cadendo sopra di loro avrebbero fatto una fine simile.
<< Camera delle Lingue Mozzate. Ove i bugiardi vedono le loro lingue mozzate di netto, per chi va avanti in strategie  illusioni come voi mi apre perfetto...>> Sorrise. << Non avrete davvero creduto che rubare e cedere i poteri fosse la mia unica abilità?>>
Fece girare un po’ il braccio, come a sgranchirlo per la fatica accumulata. La cosa si stavano facendo stancanti, non voleva abusare del corpo che aveva preso. Aveva dovuto cambiarlo, il precedente era troppo vecchio, si stava polverizzando, era divenuto solo un peso.
<< Papillon.>> Lo guardò nonostante fosse in mezzo alla folla. << Che ne dici di tornare indietro? Ti perdonerò volentieri, se vuoi anche a mia figlia.>> Non ricevette risposta. << Capisco, capisco.>>
Lo sperava, sperava che rispondesse così. Lo bramava. Lo desiderava.
Negli ultimi cento anni non si divertiva così, era stato un bel po’ bloccato da Fu prima di fuggire durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli ripeteva sempre le solite paroline gentili e fastidiose, idem quei rompiscatole degli altri Kwami.
Ad un certo punto, durante la sua libertà, si era divertito a scombussolare alcune cosette, ma non si aspettava che le sue azioni avrebbero portato alla nascita del primo Papillon. Gli era piaciuto così tanto da volerne creare un secondo.
Già, lo aveva tentato solo per divertimento. Aveva qualcosa di speciale, certo, non sapeva cosa, ma lo aveva.
Beh, era il momento di finire il gioco. Si tolse la maschera da leone facendo cadere una lunga chioma di capelli femminili. Già, come tutti ci aspettavamo.
<< Che ne dici?>> Chiese mostrando il viso. << Non indosso mai il vestito da donna, ma ogni tanto mi piace cambiare.>>
Rebecca. Ne aveva preso il corpo e lo stava usando come ospite da parassitare.
Non ricevette nessuna risposta. Era troppo triste? Terrorizzato? Non era divertente.
Non era divertente. Non era divertente. Non era divertente!
Fece un gesto con il dito della mano, era il momento di finirla. Avrebbe fatto cadere le mannaie e fine dli giochi.
<< Au revoir Paris!>>

Quell’ibrido Elem/Lila le stava prendendo più di quanto si asptassero, a quanto sembrava il duo Viperion-Shelly si stava dimostrando superiore su tutti i fronti. Non era difficile immaginare i motivi di questo vantaggio, Luka era stato più volte un eroe e Shelly era letteralmente nata con abilità di controllo su un Kwami.
Lei era stata al massimo un Akumatizzata di basso livello, era stata sconfitta quattro o cinque volte senza troppi problemi. Tra essere posseduto da una Akuma e utilizzare un Kwami c’è molta differenza, nel primo caso la trasformazione non pesava troppo sul corpo poiché riceveva il potere direttamente da una terza fonte, Papillon, mentre nel secondo invece si usava la forza stessa dell’umano.
Per farla breve stava spendendo molte più energie degli altri due che, per via dell’abitudine e della natura, ne spendevano molte meno. Potete paragonarli a maratoneti professionisti contro una dilettante.
Anche senza la Seconda Possibilità sconfiggerla non sembrava essere troppo difficile.
Ma lo sappiamo tutti come funziona, in ogni boss battle c’è sempre e comunque un power up dei villain: Madara in modalità Sei Vie, Freezer versione Mega Hitler Spaziale Nano, Aizen in quella che io chiamo affettuosamente modalità Omega Flowey.
Duusu era in possesso di un potere tutto suo simile a quello di Papillon: Amokization, in grado di evocare una creatura spirituale nata da una forte emozione.
Funzionava anche su chi era stato trasformato da un Miraculous, bastava accettasse la proposta fatta.
Questo significava che poteva usarlo anche su sé stessa, almeno in teoria. Già il suo corpo si stava debilitando e gli faceva male il petto, probabilmente unire un homunculus e un umano era qualcosa che la natura avrebbe accettato tanto facilmente. E si sa, la natura cerca di aggiustare tutto.
Strappò una delle piume blu del ventaglio e, senza nemmeno lanciala, la posò semplicemente sulla spilla. Troppo pigra per fare un po’ di scen… okay, la prendo sul personale, ma tutti odiamo quella tizia. Almeno l’Italia è degnamente rappresentata dal buon Vincent il fotografo, che è come una pizza margherita cucinata da un italiano in una cena fatta da americani.
Sei nostri cuori.
Chiusa la parentesi culinaria, torniamo alla nostra storia.
Potrebbe venire da chiedersi quale animale sarebbe uscito fuori da una persona come lei, patetica, viziata, ipocrita, bugiarda, tutto ciò che più disgustoso e sbagliato era presene nella società moderna.
Una donna che aveva venduto la sua stessa umanità solo per disprezzo verso due sconosciuti di cui non conosceva nemmeno loro vero nome.
Si nutriva degli altri come un parassita raccontando loro menzogne, non voleva nemmeno farlo per essergli amiche, altrimenti sarebbe stata lì a combattere insieme a loro, ma per essere superiore.
Così piccolo. Così patetica.
Una volta uno scrittore definì la mantide religiosa come la più grande puttana che esista, potete quindi immaginare la mia sorpresa nello scoprire che non fu quello l’animale che comparve.
Era un insetto rossastro, di un colore simile a quello della carne marcia. Era in possesso di  lunghe antenne che uscivano dalla fronte, le ali distribuite i due paia, una bacino stretto e un pungiglione. Era forse una vespa?
<< Una Ichneumonidae.>> Commentò Luka alla visione dell’insetto. << Questo insetto l’ho studiato all’università. Si tratta di un animale talmente disgustoso che stava facendo perdere la fede a Darwin.>>
Gli incenumonidi, o ichneumonidae, sono una razza di parassiti. Depongono le uova dentro un ospite immettendo con il pungiglione una sostanza che permetta ai suoi cuccioli di divorare lo sventurato ancora da vivo. Darwin non riusciva a capacitarsi come Dio avesse potuto volontariamente creare una mostruosità simile.
Forse per Lila era una creatura davvero adatta, un parassita che tortura e si nutre degli altri.
Shelly si morse le labbra, come poteva averlo fatto?!
<< Hai buttato così la tua umanità in modo definitivo? Non capisci la tua fortuna nell’essere viva?! Realmente viva, di poter provare veri sentimenti invece di fallaci imitazioni?!>>
Non la stava ascoltando, come poteva una semplice furia cieca?
<< Viperion, tu vai dagli altri per aiutarli. Qui finisco io da sola. Per favore.>>
L’eroe avrebbe voluto dire qualcosa, ma comprendeva che era meglio fare silenzio. Si limitò ad accettare e ad allontanarsi, c’erano cose in cui non poteva intromettersi.
<< Prima che vada via del tutto, vuoi che gli porti un messaggio?>>
<< Sì. Dì ad Endrick che il latte alla fragola è davvero buono, ma non quanto il suo sangue.>> Rispose ridendo.
Rimasta sola guardò il grosso insetto.
<< Credo che dovrei chiamarti sorella, ma proprio… mi fai schifo.>>

<< Oggi sembra essere la fiera delle sorprese.>> Commentò buttando per terra il mantello che di solito indossava.
In cento anni non aveva visto tante sorprese quante ne stava vedendo in quel giorno solo.
Ah, quello sì che era divertente.
Le mannaie invece di cadere si limitavano a tornare indietro, era bastato il tocco di una tizia vestita da orologio e dell’aiuto di un tizio con un drago per farl… oh, ma certo. La tizia l’aveva riconosciuta. Era l’altra guardiana, quella che stava sempre con Fu. La fallita che non era diventata una portatrice di Miraculous.
Non pensava che fosse ancora viva.
<< Oh beh, se nemmeno l’Inferno è utile allora… potrei rendere il tutto più spassoso uccidendo il mio ospite. Sarebbe un finale a sorpresa degno dei vostri. Che ne pensate, gattino bianco,  coccinella, farfallina?>>
Ladybug lo guardò. << Che abbiamo appena vinto, Chimaira.>>


 

Ora resta il finale! Esatto il prossimo capitolo è il finale o per meglio dire i finali! Ora devo decidere se metterli tutti in una volta o uno alla volta da Pacifist a Souless a Genocide. Se li metto tutti insieme dovrei mettere anche il primo del sequel... beh, vedrò.

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Capitolo 21
*** SAVE the World ***


I fuochi artificiali scoppiavano nel cielo, era giorno di grandi festeggiamenti per Parigi e dieci anni esatti dalla sconfitta di Chimaira, quello che era stato definito il “Giorno di Parigi”. Era diventata, per loro, una festa degna della presa della Bastiglia.
Nadja Chamack aveva passato la mattinata ad intervistare i cittadini e sapere le loro impressioni, come sempre erano eccitati all’idea all’idea della festa, il sindaco avrebbe anche svelato la nuova statua fatta costruire appositamente in onore della vittoria sul crudele nemico.
Che poi, dove diamine era finito il sindaco? Era la prima inaugurazione del mandato, era un momento importante!
Il cameraman le toccò la spalla indicandolo, era in ginocchio, tutto intendo a distribuire palloncini ai bambini con la forma dei loro eroi preferiti. Stava bene in quel completo grigio misto a viola, i capelli tirati elegantemente all'indietro facevano la loro figura.
<< Signor sindaco, cosa sta facendo?>>
<< Distribuisco palloncini.>> Attese qualche secondo. << Distribuivo, credo di averli finiti. Li ho finiti?>>
<< Sì.>> Rispose confusa.
Data la risposta, si alzò tastando il terreno alla ricerca del bastone da passeggio che portava sempre con sé, era nuovo nuovo, un regalo che gli aveva fatto la figlia, ora casa con sua sorella.
<< Allora, come ci sia sente a vincere le elezioni con 87% dei voti?>>
<< Sono felice che Parigi abbia avuto fiducia in me e nelle mie idee, ma non credo sia il momento di parlare di politica. Oggi si festeggia.>>
Era davvero allegro mentre si dirigeva dritto per la sua via fischiettando e salutando la folla. Un sindaco davvero vicino alla gente.
Poi il telefono suonò, la sveglia che aveva inserito per ricordarsi di andare sul placo a palare, credeva di avere molto più tempo.
Salì con calma le scale, inciampare sarebbe stato un brutto segno e, provato il microfono, il suo assistente o introdusse.
<< Buongiorno a tutti, grazie per essere qui. Permettetemi di introdurre il neo sindaco di Parigi: Axelle Endrick.>> Fece un applauso seguito in coro dai cittadini.
Endrick aveva superato al voto lo storico sindaco Bourgeois in maniera drastica, non sapeva fosse merito del suo programma elettorale fatto di possibilità e nessuna promessa, che definiva irreali, o del fatto che la città si era decisamente stufata del nepotismo che portava a fastidiosi privilegi per la sua viziata figlioletta.
Finito il liceo si era iscritto all’università e si era laureato a tempo record in legge e si era canditato con una lista da lui fondata.
Aveva comunque lasciato un posto in municipio come consigliere, con il benestare dei concittadini, vista la sua esperienza in materia.
<< Buongiorno a tutti, vi ringrazio per essere venuti a partecipare alla festa, sono passati dieci anni dal giorno in cui tutti noi ci unimmo contro Chimaira.>> Alzò la manica del braccio sinistro mostrando una protesi. << Io stesso quel giorno persi un braccio, ma è stato poco se pensiamo al rischio che la nostra città ha corso. Grazie a Ladybug e Chat Noir abbiamo riportato in vita il nostro Arco di Trionfo, sotto la Torre Eiffel è stata posata la targa commemorativa e, oggi, scopriamo la statua in onore di quel giorno.>>
L’artista, con sempre in bocca il fidato lecca lecca, scoprì la statua di una donna alata di grande bellezza, aveva lunghi capelli e gli occhi chiusi, quasi a meditare.
Dava un senso di calore e pace incredibile.
Sul piedistallo era scritta una frase: “Per aspera ad astra”. I caratteri incisi erano eleganti e dolci, sembrava la scrittura di un’innamorato.
Il bianco fece un applauso all’autore in modo che potesse essere il primo a complimentarsi.
<< Grazie, grazie. Ho seguito le istruzioni del sindaco, era un po’ vago, ma ci sono riuscito.>>
<< Che pretende? Ha chiesto suggerimenti visivi ad un cieco!>> Affermò ridendo.

Si buttò sulla poltrona dietro la sua scrivania stanco come poche volte nella vita, per poco non si ribaltava di peso.
Si  tirò la cravatta mostrando il suo Miraculous dal quale, in una luce viola, uscì Nooro.
<< Buongiorno, signor sindaco.>>
<< Giorno, Nooro. Ma non chiamarmi sindaco.>>
<< Va bene, Endrick, va bene.>> Rise. << Bella statua, assomiglia molto a Shelly, sai?>> Commentò volando verso la finestra, da lì si aveva proprio una bella vista. Si sarebbe divertito un mondo a stare lì per qualche anno.
<< Merito della voce, si colgono molte informazioni con essa. Te l’aveva detto.>> Rispose  tirando fuori un sacchetto dei biscotti preferiti del Kwami dal cassetto.
Erano diventati proprio buoni amici, aveva persino smesso di dargli del lei.
Quel giorno Fu l’aveva lasciato nelle sue mani, non sapeva il perché. Avrebbe potuto usarlo per creare altri criminali, per realizzare i suoi desiderio, per ottenere i Miraculous dei due eroi.
E invece… si era ritrovato ad aiutarli a proteggere Parigi e a rimandare giorno dopo giorno il suo obiettivo.
Alla fine si era ritrovato a fare l’eroe, così, da un giorno all’altro.
Non che fosse una brutta vita, anzi era bello essere amato dai parigini. Tutti amano un cattivo che diventa buono.
Ultimi anni erano successe molte cose, tra gli altri Marinette e Adrien si erano fidanzati (e credeva che un po’ di merito fosse anche suo e dei suoi complotti), era diventato padre, aveva una casa tutta sua, Lila dopo quel giorno non si era più fatta vedere. Era semplicemente scomparsa.
La madre, povera donna, l’aveva cercata per mesi e non si era ancora data pace. A lui non importav adove fosse finita, più lontana stava meglio era.
Perché lei e non Shelly? Meritava più di lei di vivere.
Lo merita. Lo meritava. Lo meritava!
Bussarono alla porta richiamandolo dai suoi pensieri, aspettava quella visita. In tutto quel caos di festeggiamenti nessuno avrebbe fatto caso a chi entrava in municipio.
<< Siamo in ritardo?>> L’anziano cinese entrò accompagnato dal Agreste senior. Il primo portava davvero bene per la sua età. << Davvero una bella festa.>>
<< Grazie, ho fatto del mio meglio. Sedetevi pure.>>
<< Come mai ci hai chiesto di venire?>>
Endrick mise le mani a tendina con aria nervosa, era una cosa su cui aveva riflettuto negli ultimi tempi.
<< Temo che accadrà presto qualcosa di terribile a Nooro.>>
<< Cosa intendi?>>
<< Non avete notato che c’è qualcosa di strano? Intendo l’Akumizzazione di Timetagger. Come è possibile che venisse da questa epoca se io ora sono un vostro alleato ed amico?>>
I due rabbrividirono, non ci avevano pensato.
<< Sì, quello che intendo è che presto potrebbe arrivare un terzo Papillon. E noi dobbiamo fare in modo che questo non accada. Ad ogni costo.>> Era serio, tremendamente serio. << La pace ottenuta grazie a lei non la farò andare in pezzi. Lo giuro sul nome di Le Papillon.>>

Una figura camminò nel cimitero appoggiandosi al bastone. Alla visione di quella statua tombale si limitò ad accarezzarla con espressione sconfortata.
<< Anche qui è finita in questo modo? Ho capito, non mi resta che distruggere questo mondo e ricrearlo.>>





Bene, odiatemi pure per questo Finale Pacifista. Non ho mostrato come è stato sconfitto Chimaira, ma sarà svelato, con tutta la sua storia, nel seguito.
Sò che alcuni di voi si lamenteranno, ma era una cosa che volevo fare. Chi legge i miei lavori professionali sà che sono questo tipo di persona.
Ora restano i due finali negativi.
Se volete leggere altro di mio intento ho pubblicato una ff a tema Pokémon un po' più dark e vado fiero del quinto capitolo "Dark Darker Yet Darker".

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Capitolo 22
*** Megalo Strike Back ***


Cosa intendeva col fatto che aveva perso?
Stava decisamente vincendo, gli bastava muovere la mano per tagliare la gola a quella ragazzina e spezzare la sua vita come fosse un foglio di carta.
Gli umani sono così fragili, così deboli. Così inutili.
Era ridicolo.
A meno che non avessero in mente… no! Cazzo!
Dove aveva messo l’elmo?! Dove diamine lo aveva gettato?!
Dove porca puttana lo aveva buttato via?!
Se non avesse gettato via il suo elmo non avrebbe corso quel rischio.
<< Cerchi questo?>> Chat Blanc ci giocò un po’ prima di buttarlo nella Senna fingendo un “ops” divertito.
Dannati bastardi. Bastardi. Bastardi.
Che crepassero!
<< Come vi è venuto in mente?! Spiegatemelo!>>
<< A dire la verità è stata una mossa folle.>> Ammise Ladybug. << Ma sapevamo che avrebbe funzionato.>>
avrebbero dovuto usare il periodo ipotetico.
Credevano che si sarebbe fatto colpire così facilmente? Erano forse idioti?!
… Perché non riusciva a muovere le gambe? Non c’era nient… merda. Ghiaccio color dorato e quello che aveva tutta l’aria di una ragnatela. Con quelle illusioni che usavano per nascondersi cominciavano a stufare.
No, non si erano avvicinati con le illusioni, aveva sempre tenuto d’occhio colei che possedeva il Miraculous della Volpe, a meno che non ci fossero già stati in passato. Dovevano aver sfruttato il potere del Coniglio per spostarle quella sostanza nel futuro, ma come potevano sapere che si sarebbe trovato proprio lì?
Avevano fatto in modo di farlo muovere sino ad arrivare a quel punto? Seriamente?!
Tutto ciò non aveva senso! Non aveva il benché minimo senso!
<< Non è stato facile, vero?>> Il felino prese la parola. << Una strategia suicida, ma ha funzionato. Se te lo chiedi...>> Indicò le aree dove non si trovavano né lui che gli alleati con un sorrisino furbo. << Abbiamo investito l’intera area prima che tu arrivasti, poi Bunnix ha ri-rispedito nel futuro la parte finita su di noi. Una volta concluso tutto, scomparirà nelle nebbie del tempo. Wow, suona profondo.>>
Basta! Basta! Basta!
Tutto questo non aveva senso!
NON AVEVA NESSUN CAZZO DI FOTTUTISSIMO SENSO!
Perché non morivano e basta?! Se prima gli bastavano i loro poteri ed umiliarli ora voleva ucciderli per davvero. Li avrebbe massacrati tutti, poi sarebbe passato ai loro figli, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle, poi ai nonni e agli amici e a chiunque fosse collegato al loro e al loro sangue bastardo!
Quando! Quando aveva smesso di avere senso?!
Il senso… quando aveva smesso di averlo?
<< Quando è stato? Quando ho perso realmente? Intendo nel mondo reale. Quando mi avete sconfitto e come?>>  Chiese fermando completamente ogni sua azione e cadendo in ginocchio.
<< Quando hai tolto il casco, in quel momento siamo riusciti a metterti al collo il Miraculous di Pouff.>> Rispose Ladybug mentre tutto stava scomparendo lasciando solo loro due.
<< Pouff, eh? Quindi è così se chiama il mio nuovo fratello… da cosa è nato?>>
<< Dalla determinazione umana. È il Kwami della Determinazione, non credevamo di riuscire ad evocarlo. Il Kwagatama ha fatto da base, il maestro Fu ha permesso la sua evocazione e abbiamo usato i metodi dei guardiani per legarlo a una collana.>>
Chimaira rise, rise e rise di gusto.
Ormai era inutile mantenere quell’aspetto, restare in quel modo. Era solo un sogno.
Un sogno in cui era stato rinchiuso dal quel suo nuovo familiare.
Mostrò come era davvero, una piccola creatura simile agli altri, in quel momento sembrava un cucciolo che giocava a fare il leone adulto. Era triste.
<< Perché non provi a tornare indietro? Con noi, puoi avere una seconda possibilità.>>
<< Non hai capito, donna. Io non rinnego nulla. Per ogni Ladybug e Chat Noir nascerà sempre un Papillon o Chimaira come me.>>
<< No, ora Papillon è dei nostri. E potresti esserlo anche tu.>>
<< Non lo hai capito, vero? Chi ha avuto l’idea del Kwami? E dimmi, chi ha organizzato il piano? Chi ha diretto i fili della commedia di cui sei protagonista sino ad ora?>>
<< Endrick e… Gabriel. Vuoi dire...>>
<< Bingo. Erano d’accordo. Addio, Ladybug di questa linea. Spero tu sia più felice nella prossima. Luci, sipario, applausi.>>

Endrick osservò la statua, era tutto ciò che restava di Shelly. Una mera, per quanto magnifica, statua di pietra. Era tornata quella che era prima quando Chimaira fu sconfitto, non ci fu nemmeno bisogno di rompere il suo anello tramite.
Il Collezionista era accanto a lui, era pronto o voleva un minuto? Avrebbe atteso, è sempre dura perdere qualcuno di caro.
<< La vita di Emilie in cambio di quella di Chimaira e le mie gambe in cambio di quelle di tua sorella. Siamo d’accordo?>>
<< Sì. Anzi, se per te va bene c’è un punto dell’accordo che modificherei.>>

Aprì lentamente gli occhi, la stanchezza si era fatta sentire terribilmente dalla sera prima.
Festeggiamo il tuo ritorno in classe, dicevano loro.
Non fa niente che domani c’è scuola, dicevano loro.
Aveva un cerchio attorno alla testa, il che era ironico. Il signor Gabriel e la signora Emilie li avevano tenuti d’occhio per tutta la serata, anche se era stato tremendo quando lo stilista si era messo a ballare. Era bravo, ma il figlio non sapeva da che parte guardare per l’imbarazzo. Anche le romantiche effusioni con la sua signora erano tremende.
SI alzò a fatica per dirigersi verso la cucina, la sorella si stava preparando la colazione mentre gli zii stavano tranquillamente leggendo il giornale e il programma della giornata.
<< La sera campioni, la notte co...>>
<< Rebecca!>> Lo zio la richiamò severo. Niente volgarità a tavola. << Uh…? Non fai colazione?>>
<< No, ho un impegno urgente con Marinette e Adrien.>>
Uscì velocemente dalla porta e corse verso gli altri due, Nooro, nascosto sotto un farfallino commentava come la colazione fosse il pasto più importante della giornata.
Alle volte si chiedeva come mai si comportasse così, una volta aveva accennato al suo precedente proprietario, ma ogni volta che voleva sapere di più lui evadeva la domanda.
Probabilmente gli era successo qualcosa di orrendo, ne parlava sempre con un velo di tristezza, come se non fosse riuscito ad impedire qualcosa.
Aveva solo saputo il suo nome: Endrick.
<< Eccoti.>> La sua attenzione fu richiamata dalla ragazza dai codini blu che la stava aspettando insieme a un biondino. << Aspettavamo solo te.>>
<< Non volevo intromettermi subito nella coppietta felice.>> Ridacchiò.
<< Sei tremenda.>>
<< Tutti noi Axelle siamo tremendi, come è vero che mi chiamo Shelly.>>






Ed ecco anche la Souless.Non è uno die miei capitoli preferiti, ma... mi accontento. Alla fine Endrick ha rinunciato alla sua stessa esistenza per cedere la sua vita a Shelly, se ve lo chiedete gli unici che ricordano la precedente Timeline sono Nooro e Gabriel.
In questa linea temporale al posto di Endrick è nata Shelly, non è mai avvenuto l'incidente che ha reso paralitica Rebecca (che quindi era collegato a Endrick), Chimaira non è mai esistito, Emilie non è mai morta e Gabriel non diventato Papillon e il suo ruolo, ma come eroe, è stato preso da Shelly.
Pouff, Kwami della Determinazione, potrebbe apparire nel seguito se fosse comparso anche nella Timeline Pacifista. L'inizio non mi piaceva quindi ho tirato fuori il colpo di scena del sogno in cui Chimaira era finito.

Per la cronaca prende il suo nome dalla Formichimera di HunterXHunter.

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Capitolo 23
*** Megalovania ***


Se avesse potuto, avrebbe sorriso a quella dichiarazione. Lo credevano così stupido da non accorgesse minimamente?
Fece un gesto con la mano verso il basso e una mannaia cadde dall’altro alle sue spalle, come a voler fermare. Poi, con la sua coda, cominciò a stringere qualcosa di stranamente invisibile.
<< Volevate mettermi al collo… un Miraculous nuovo? Interessante, idea davvero intelligente.>>
Era stata una buona idea se non avesse tenuto da parte una lama per ogni evenienza o sarebbe stato fregato, chissà come funzionava il su nuovo fratello. In ogni caso non voleva saperlo, non sulla sua pelle.
In ogni caso la cosa cominciava  a stufarlo. Fino a quando non avrebbe avuto il potere di Plagg non poteva andare avanti, ma, ehi, esisteva sempre il piano B.
<< Vediamo di mettere fine a questa farsa. Che ne dite? Ma prima...>> Mossa la coda di netto, il rumore di qualcosa di rotto si poté sentire echeggiare nell’aria. << Meno uno.>>
Era accaduto. Qualcuno era morto.
I presenti rimasero impietriti. Sapeva sarebbe potuto accadere, ma pensarci e vederlo… erano due cose completamente differenti.
<< Sab...>> Queen Bee non riuscì nemmeno a finire la frase. Quella che forse era stata per anni la sua migliore, e unica, amica era morta davanti a lei.
Non avrebbe avuto il tempo di piangerla.
Il kwami si piazza davanti a lei e in un solo istante le trafisse il ventre con dei lunghi artigli. << La camera degli specchi. Dove vengono puniti chi è sfuggito ai propri crimini in vita.>>
Meno due. Quanti ne restavano?
Troppi decisamente troppi.
<< Cosa facciamo adesso?>> Endrick diresse lo sguardo verso Gabriel. Tutto ciò non era mai piani.
<< Cerchiamo di sopravvivere almeno noi.>> Rispose. << Mettiamo in pratica anche noi il piano...>>
La sua testa saltò in un istante. Stavolta si era spostato alle sue di spalle, non gli stava dando il tempo di compiere illusioni o simili.
Meglio essere diretti.
<< Camera delle cicadee di ferro.>> Pulì la coda che si era come uncinata scuotendola.
Ora era Chat a restare di sasso vedendo la morte dell’unico parente che gli era rimasto in vita.
Era come se si fosse rotto qualcosa in lui. Qualcosa di definitivo.
Era tremendo come l’assassino non provasse nulla nelle sue azioni. Per lui era quasi un gioco.
Ma ci stava mettendo troppo tempo per avere le cose per vendicarsi di… di.. di… perché non gli veniva in mente?
Ah sì, di Wang Fu. Voleva vendicarsi di lui umiliando i suoi discepoli.
Ma… perché? Non poteva tornare indietro nel tempo? Aveva la possibilità di rubare i poteri di Fluff e rimettere tutto a posto, quindi perché non farlo? Perché rimandarla? Perché fare tutto ciò?
… Ma che importava?
Ormai c’era. Avrebbe finito il lavoro.
Aveva anche avuto una buona idea per finire in bellezza.
Alzò la mano sinistra al cielo e lo invocò con soddisfazione sadica. << Lucky Charm.>>
Li avrebbe annientanti con il potere che li aveva salvati per anni. Sì, sarebbe stato perfetto. Infondo Tikki era nata dal Big Bang, la più grande esplosione di sempre… finirla con il botto era una splendida idea!
Meravigliosa!
La strinse nella sua mano.
Era un’arma in miniatura, la più piccola e distruttiva mai vista. Gli uomini non erano ancora arrivati al punto di crearla da soli.
<< Forse dovrei mettere fine con una frase elegante… che ne so… ma a chi importa? Morirete tuti. Dasvidania, vostra grazia. Addio.>>
Premette un pulsante, un comunissimo pulsante.
Un solo click.
Fine.
Una luce.

Si mise semplicemente a camminare tra i corpi, aveva esagerato. Persino i Miraculous erano finiti carbonizzati, non si aspettava che avesse una potenza simile.
Gli uomini erano sempre stati bravi a uccidersi a vicend… rimase stupito.
<< Nooro, Endrick, siete ancora vivi? Come avete fatto?>>
<< Un mare… un oceano di farfalle.>> La maschera era devastata, il corpo ustionato terribilmente, lo sguardo pieno d’odio. Nemmeno il corpo della sorella era stato risparmiato. << Dimmi sei soddisfatto ora?>>
<< Non ancora.>> Materializzò un’ultima mannaia. << Ultimo desiderio?>>
<< Dimmi cosa accadde quel giorno.>>
<< Se ci tieni.>> Sorrise. << Quel giorno… quel giorno… quel giorno...>> Si fermò. << Non lo ricordo. No, lo ricordo. Il padre di Wang Fu uccise suo padre… ma perché? Perché lo fece? Erano padre e figlio, e Fang Fu, padre di Wang, non era in Cina in quel periodo. Allora perché lo sto facendo? No, ho visto che era stato lui. Ma non era possibile… ma l’ho visto… ma cosa accadde esattamente? Perché non lo ricordo più? Centrava il Miraculous del Topo, ma lui non ne sapeva nulla. Non era presente…>>
Si fermò, era come se avesse realizzato qualcosa. Qualcosa di orrendo.
<< Sono stato manipolato.>> Cadde a terra lasciando andare la ragazza e riducendosi nel suo vero aspetto, un piccolo, patetico, essere simile a un gatto. << I miei ricordi… sono incasinati. Non è possibile… Nooro… lui… lui esiste, vero? Tu te lo ricordi! Non me lo sto ricordando solo io, vero?! Nostro padre! Lui è ancora vivo!>>
La farfalla lo guardò attraverso Endrick. Cosa stava dicendo?
<< Tutto questo… è stato inutile! Dovete ascoltarmi!>>

Viperion arrivò di corsa sul posto, la visione di tutti quei cadaveri fu orrenda. Tratteneva i conati di vomito a fatica.
<< Ladybug! Chat Noir! Dove siete?!>>
Ma nessuno rispose.
Lì in piedi era presente solo Chimaira, coperto dal suo mantello che dirigeva lo sguardo verso di lui.
<< Cosa hai fatto?!>>
Aspettò un po’ prima di rispondere. << Uno sbaglio tremendo.>>

 





L'ultimo capitolo è arrivato. Wow, ci sono riuscito, scusate il ritardo. 
Per stasera dovrebbe arrivare il primo capitolo introduttivo del seguito, pensavo di chiamarlo "La farfalla senza ali" o simile.
Grazie a chi mi ha seguito. Sì, faccio schifo con i convenevoli  

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