Ragno mangia ragno di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 AS ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Inizia l'addestramento ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Inizio fallimentare ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Il senso dell'umorismo di Fury ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Cucinando ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Puzzle di Avengers ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Pesca notturna ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Ragnatela gigante ***
Capitolo 9: *** Cap.9 La minaccia della vedova ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Il contrattacco del ragnetto ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Il bacio della vedova ***
Capitolo 12: *** Cap.12 La danza del ragno ***
Capitolo 1 *** Cap.1 AS ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha RomanoffPeter Parker
Prompt: Piano
Cap.1 AS
Natasha
parcheggiò
l’auto, si voltò masticando rumorosamente
e abbassò il finestrino, fece una bolla rosa con il
chewingum e socchiuse gli
occhi. La bolla
esplose e lo spostamento di vento fece oscillare un boccolo rosso, che
le
sfuggiva da sotto il cappuccio della felpa larga che indossava.
Osservò il
ragazzino avanzare con lo zaino su una spalla sola e aprì la
propria portiera. Tolse le
chiavi dal cruscotto, le fece scivolare dentro una delle larghe tasche,
dove teneva infilate le
mani, uscì
fuori dal mezzo e richiuse la portiera con un colpo di reni.
“Parker!”
chiamò. Peter si voltò verso di
lei,sbatté un
paio di volte le palpebre e le corse incontro.
“Ci
conosciamo?”
domandò. La Romanoff masticò più
rumorosamente.
“Peter?”
chiese.
Parker annuì e si passò una mano nei corti
capelli castani.
“Hai
i capelli rossi. Sei
una zia di Mary Jane? O un’amica
di zia May? So che ha iniziato a lavorare in
ospedale…” farfugliò velocemente.
Natasha gli appoggiò un indice affusolato sulle labbra e
negò con il capo.
“Mi
manda Fury. Sali in
macchina” ordinò. Digrignò i denti
bianchi e Peter arrossì guardando il proprio riflesso nelle
iridi verde
speranza di lei. Indietreggiò e annuì, fece il
giro del mezzo e vi salì.
Natasha risalì a sua volta e accese il motore. Peter si mise
la cintura e fece
finire lo zainetto sotto il cruscotto tra le gambe.
“Qual
è il
piano?” domandò.
“Da
oggi sarò il
tuo AS. Inizia il tuo nuovo livello di
addestramento SHIELD, pivellino” spiegò la
Romanoff. Peter deglutì.
“Questo
piano so
già che non mi piacerà”
brontolò.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Inizia l'addestramento ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Biscotti
Cap.2 Inizia l'addestramento
Peter si guardò intorno,
osservò una serie di alberi e udì
il fruscio prodotto dal vento tra le foglie. Avanzò, le
scarpe gli affondavano
nel fango e il vento gli scompigliava i capelli.
“Dovrei avvertire mia zia
che non rientro” disse.
“Le comunicazioni qui sono
vietate. Dammi il cellulare”
ordinò la Romanoff allungando il braccio. Peter
alzò un sopracciglio e
socchiuse un occhio.
“E quanto ci
staremo?” chiese. Natasha lo afferrò per un
braccio, glielo girò dietro la schiena facendolo gemere e
gli passò l’altra
mano di sopra, perquisendolo.
“Ahi, ahi! Datti una
calmata!” si lamentò Peter. Natasha gli
strappò
il cellulare di mano e lo spezzò a metà. Peter si
liberò e indietreggiò.
“Una calmata! Non ho
neanche il cambio e mia zia si
preoccupa!” gridò. Natasha mise una mano sul
fianco e si piegò in avanti.
“Resteremo fin quando
l’addestramento non sarà finito. Forse non hai
capito che ora sono io il tuo addestratore” sancì.
Si tolse il cappuccio,
facendo ondeggiare i grossi boccoli rossi.
“Sì, lo so. Tu e
Barton siete una leggenda. Mai un recupero
durante le missioni, che non erano certo scaramucce, ma disastri di
livello 7. I
migliori
punteggi di sempre in spionaggio, rapidità
d’omicidio e combattimento. Però
questo non vuol dire che mi puoi rapire!” si
lamentò Parker.
“Tra un po’
farà buio. Comincia a raccogliere il necessario
per creare un rifugio” ordinò la Romanoff. Peter
sospirò e incrociò le braccia.
“Non mi aspettavo i
biscotti, mammina, ma almeno evita di
mangiarmi vivo” brontolò. Natasha sorrise.
“Attento, le vedove nere li
mangiano i ragnetti come te” lo
minacciò. Peter rabbrividì.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Inizio fallimentare ***
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Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Selfie
Cap.3 Inizio fallimentare
"Tu devi essere uno di quei ragazzini immaturi che si fanno
ancora i
selfie" brontolò Natasha.
Camminò intorno alla
tenda tenendo gli occhi socchiusi.
"Io non ho mai fatto una di quelle robacce" brontolò Parker.
Asciugò il ciocco di legno che teneva in mano con la
maglietta, lo spezzò a metà e ne gettò
un pezzo dentro il fuoco. Si sedette davanti al fuocherello circondato
da pietre e i suoi jeans si sporcarono di terra.
"Se è vero, è solo perché sei lo
sfigato secchione della classe" ribatté gelida Romanoff.
Peter deglutì e le orecchie gli divennero vermiglie.
"Si dice nerd
e poi, per tua norma e regola, da Spiderman me le fanno
le foto. Ho un sacco di ragazze che fanno la fila per avermi" si
vantò. S'indicò con l'indice all'altezza del
petto e annuì alle proprie parole.
Natasha
scrollò le spalle, si voltò, raggiunse le fiamme
e ci sputò dentro la chewingum.
"Sarà, ma per ora ti ho detto di costruire un rifugio e
l'unica cosa che sei riuscito a fare è stato: terrorizzare
un
gruppo di campeggiatori, rubargli la tenda e tornare qui con la coda
tra le gambe". Fece notare.
Peter si leccò le labbra e
appoggiò il pezzo di legno sulle gambe.
"Non è colpa mia se i giornali mi dipingono come un mostro.
Io volevo solo chiedere delle informazioni" esalà.
Natasha
mise una mano sul calcio della pistola.
"Ne abbiamo di lavoro da fare, ragnetto".
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Capitolo 4 *** Cap.4 Il senso dell'umorismo di Fury ***
Ringrazio anche solo chi legge.
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Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Sostegno
Cap.4 Il senso dell'umorismo di Fury
Natasha balzò giù dall'albero, finendo
in groppa
ad un cervo. Questo s'impennò dimenando le zampe superiore e
diede una
serie di testate all'indietro cercando d'incornare l'assassina.
Quest'ultima gli aprì la gola con un pugnale e il sangue
caldo le macchiò la manica lunga della felpa, sporcandole la
pelle candida. Il corpo dell'animale cadde a terra
con un tonfo e lei saltò via, fece una capriola in aria e
atterrò acquattata con le gambe aperte e il capo ritto.
Peter deglutì a vuoto.
"Non è che ci devo provare e poi mi metti il voto, vero?"
chiese. Natasha si rizzò, si abbassò protendendo
i glutei all'indietro e pulì la lama contro la pelliccia
rada della bestia abbattuta.
"Non siamo a scuola, ragazzino" ribatté. Peter si
passò l'indice sotto il naso e sentì prudere
all'altezza del sopracciglio sinistro, il fiato gli si condensava
davanti al viso.
"Sei qui perché ti sei proposta?" domandò.
Natasha si rizzò e gli indicò l'animale ucciso.
"Portalo tu, secondo i dati hai la superforza" ordinò. Peter
annuì, raggiunse la creatura e sentì la nausea
salire, osservò il sangue, la vista gli si
appannò e le gambe iniziarono a tremargli.
"In ogni caso sono qui per ordine" rispose Natasha secca. Peter
afferrò le zampe di dietro della creatura ed
iniziò a trascinarla verso la tenda.
"Perché mi meritavo un degno insegnante?" chiese.
"Perché Fury pensa sia divertente che sia Black Widow ad
allenare Spiderman"
ribatté acida la donna. Peter rabbrividì
sentendola bofonchiare in russo.
"Alla fine di questa storia avrò bisogno di molto sostegno,
sia fisico, che psicologico, che affettivo" brontolò.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Cucinando ***
Ringrazio anche solo chi legge.
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Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Matematica
Cap.5 Cucinando
Peter
osservò le fiamme,
si riflettevano nelle sue iridi
castane. La carne sfrigolava sopra il fuoco e da essa si alzava un
leggero
fumo. Peter avvertì l’odore del cibo e
udì il proprio stomaco gorgogliare, se lo
strinse con il braccio ossuto e sospirò. Si alzò
in piedi e si diresse verso lo
zainetto.
“Dove
vai?”
chiese Natasha, facendo girare il bastone su cui
era legata la coscia di cervo. Peter aprì lo zainetto e ne
tirò fuori un
quaderno con dentro una matita. Ritorno alla roccia su cui era seduto e
vi si
accomodò nuovamente.
“Faccio
i compiti di
fisica” ribatté. Natasha schioccò la
lingua sul palato.
“Pensi
alla
matematica?” domandò. Peter cliccò
sulla penna
aprendola e socchiuse gli occhi.
“La
tua macchina andava
sempre alla stessa velocità, un moto
uniforme. Calcolando ad occhio e croce, andavi a 120 km\h e quella
macchina è in grado di fare
1000 km ogni ora. Avendoci messo sette ore per arrivare qui, posso
indovinare
in che foresta siamo. Perciò so da che parte devo prendere
per trovare la prima
città abitata. So che mi converrebbe risalire il fiume, ma,
per quanto scendono
le temperature visto che ci vorrebbero delle ore, dovrei prima trovare
delle
pellicce. Per fare questo devo calcolare dove si trovino delle tane di
animali. Basterà vedere se ci sono dei buchi nel terreno
più o meno sempre alla stessa
distanza e misurare quanto sono profonde…”
rifletté. Natasha scosse il capo e
ravvivò le fiamme con un ramo.
“Piano
genietto, non ho
intenzione di creare un nuovo Stark”
brontolò. Peter sbuffò e segnò una
serie di simboli sul quaderno.
“Nessuno
può
essere come Tony Stark” ribatté secco. Natasha
scoppiò a ridere.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Puzzle di Avengers ***
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Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Bianco e nero
Cap.6 Puzzle di Avengers
Peter
guardò la stoffa
della tenda sopra di lui muoversi,
facendo un rumore che veniva quasi del tutto coperto
dall’urlo del vento.
Avvertì una zanzara posarsi sul suo braccio e la
schiacciò con uno schiaffo, il
corpo dell’insetto gli aderì alla pelle e il
ragazzo se ne liberò sfregandoci l’indice
dell’altra mano.
“Natasha,
nonostante lo
Shield sia stato compromesso, noi
siamo i buoni? Vero?” domandò. Natasha
passò una pietra sulla lama del suo pugnale affilandolo.
Il metallo e le sue iridi riflettevano la luce della lampada elettrica
a forma
di lampada ad olio che illuminava l'interno della tenda.
“I
buoni?”
chiese Nat. I led le illuminavano il viso pallido
dagli zigomi pronunciati.
“Sì,
i buoni,
quelli che difendono la gente” spiegò il
giovane, alzandosi seduto.
“Sei
ancora così
ingenuo da vedere bianco o nero?” domandò
la rossa. Peter si morse l’interno della guancia.
“Io
voglio essere il buono,
come Capitan America” ribatté
secco. Natasha sorrise mostrando i denti bianchi.
“Me
lo ricordi
Steve” sussurrò. Peter socchiuse gli occhi.
“E
siamo al secondo
Avengers, spero di non diventare un
puzzle di gente che conosci” brontolò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Pesca notturna ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Film
Cap.7 Pesca notturna
"Mi sembra di essere finito in un film" brontolò Peter. Si
passò le mani sulle braccia nude sentendo i peli ritti e
saltellò sul posto.
"Un film horror" si lagnò. Starnutì e
avvertì il naso pizzicare, gli occhi gli bruciavano. Si
udiva il verso di un uccello notturno. Natasha osservò le
stelle riflettersi sulla superfice del lago.
“Immergiti”
ordinò. Peter seguì il suo sguardo e
osservò a sua volta la superfice dell'acqua.
“Faranno venti
gradi in
meno di quanto dovrebbe per una…”
borbottò. Natasha fece oscillare la confezione in plastica
della luce che teneva in mano.
“Le tue
ragnatele fanno
spesso cilecca quando sono bagnate. Perciò devi
imparare soprattutto il combattimento in acqua”
spiegò. Peter si voltò verso di lei,
starnutì nuovamente e alzò il capo
guardando il cilindro luminoso che l'agente teneva in mano.
“Devo farlo
proprio con
questo freddo?”domandò. Il naso gli era diventato
rosso e sentiva i muscoli dolere, irrigidendosi. Natasha
avanzò di un paio di passi, superando un cespuglietto d'erba.
“Devi farlo
adesso se vuoi
mangiare. Il cervo è quasi
finito, dobbiamo procurarci del pesce” sussurrò
Romanoff seducente. Parker deglutì a vuoto.
“Non…
non puoi
farlo tu?” domandò. Natasha si
accarezzò il fianco e negò con il capo.
“Mi dispiace, a
causa di
una cicatrice non ‘sto bene in
bikini. Purtroppo a nessuno piace un addome piatto, ma
sfigurato” disse gentilmente. Peter alzò le
braccia e mostrò le mani, spostandole su e giù.
“A me
piacerebbe, lo
giuro” ribatté. Natasha avvicinò la
luce al viso e socchiuse le labbra, se la mise dietro l'orecchio
sollevando una ciocca rossa.
“Lo dici
perché
vuoi provarci con me, ragazzino?” chiese.
“No!”
strillò Peter. Il viso gli divenne rosso e sentì
le
orecchie bruciargli.
Natasha lo
afferrò per le spalle e lo
spinse all’indietro,
Parker cadde all’indietro, fece una capriola in acqua e
riatterrò. Affondò fino
al collo nell’acqua gelida del lago e lanciò uno
strillo. Natasha saltò all’indietro
evitando gli schizzi e ridacchiò.
“Dai, fammi
vedere,
ragnetto” lo stuzzicò.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Ragnatela gigante ***
Ringrazio anche solo chi legge.
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II:
Prompt: Sussurro
Cap.8 Ragnatela gigante
Natasha
teneva una serie di ciocche di legno sotto il braccio e avanzava a
passo cadenzato. S’immobilizzò e lasciò
cadere i ciocchi di legno, sgranando gli occhi.
“Che
cosa ti salta in mente, ragazzino?!” gridò. Peter
era acquattato al centro di una ragnatela che aderiva al gruppetto di
alberi intorno. In essa erano rimasti invischiati degli uccelli, un
paio di pesci che si dimenavano e nascondeva alla vista la tenda.
“Non
ero riuscito a pescare niente ieri notte” si
lamentò. Natasha si portò una mano alla pistola,
piegò il capo e fece ondeggiare i boccoli rossi.
“Fai
sparire tutta questa robaccia, ragnetto” ordinò.
Ticchettò con il piede per terra ed estrasse la pistola.
Peter saltò giù, allungò le braccia e
dimenò le mani.
“Rilassati,
rilassati. E poi pensavo che ti sarebbe piaciuto, sei una vedova nera,
no?” domandò. Natasha gli puntò la
pistola contro.
“Se
non vuoi essere considerato dalla gente un mostro, devi assolutamente
evitare cose così vistose!” ordinò.
Peter si chinò in avanti annuendo.
“Sissignora,
la prego si calmi” mormorò. Si rialzò e
le sorrise, passandosi una mano nei corti capelli castani.
“Creerò
un solvente e lo farò sparire in pochissimo,
promesso” le rispose. Natasha rimise la pistola al suo posto
e sospirò.
“Saresti
carino, se non fossi un simile disastro” brontolò.
Peter avvampò, ridacchiò,
indietreggiò, inciampò e ricadde sulla sua stessa
ragnatela. Natasha sorrise mostrando i denti candidi e
sollevò un sopracciglio.
“L’ho
detto ad alta voce? Che sbadata, pensavo fosse un sussurro”.
Lo punzecchiò e si voltò, si chinò e
riprese i ciocchi di legno. Peter si rimise in piedi,
strisciò sotto la ragnatela raggiungendo la sua tenda e vi
entrò.
“Voglio
proprio vedere come riesce a creare un solvente chimico in mezzo al
nulla. Ho visto solo Clint riuscire in cose simili in tutto lo
S.H.I.E.L.D.” mormorò Natasha.
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Capitolo 9 *** Cap.9 La minaccia della vedova ***
Ringrazio anche solo chi legge.
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II:
Prompt: genetica,
antidoto , tu come ci convivi? -con cosa?- -con l'essere
ragno- -finché non sparo ragnatele mi sta bene, ecco-
Cap.9 La minaccia della vedova
"Allora, ho fatto un buon lavoro?"
domandò Peter. Era appeso a testa in giù da un
ramo a cui era aggrappato con le gambe e indicò tutt'intorno
allargando le braccia. Natasha teneva le mani sui
fianchi, si piegò in avanti guardando intorno a
sé e i seni sodi nella tuta aderente di pelle nera
ondeggiarono. Si spostò di fianco rendendo ben visibili i
glutei sodi e piegò la testa.
"Hai ripulito tutto, ma visto che era
stato un tuo disastro, era il minimo" ribatté. Peter
sospirò e incrociò le braccia sul petto,
oscillando.
"Riuscirò mai ad avere un
complimento da lei? Che non sia qualcosa che mi faccia venire un
infarto, s'intende" brontolò. Natasha alzò il
capo facendo ondeggiare i boccoli rossi e la figura del ragazzo si
riflette nelle sue iridi verdi.
"Posso farti una domanda ragazzino?"
chiese. Riabbassò la testa e s'inginocchiò
davanti alla pila di legni.
"Dimmi pure" rispose Parker.
Guardò l'assassina accendere il fuoco, si lasciò
cadere nel vuoto, girò su se stesso in aria e a
terrò in piedi.
"Tu come ci convivi?"
domandò Romanoff. Peter avanzò di un paio di
passi e mise
le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Con cosa?" chiese. Natasha
soffiò sul fuoco e il giovane deglutì, guardando
le labbra rosse e piene.
"Con l'essere ragno" rispose la spia.
Peter allargò le braccia e sollevò le spalle.
"Finché non
sparerò
ragnatele mi starà bene, ecco" rispose. Natasha mise una
serie di pietre
intorno alle fiamme, il venticello gelido s'infrangeva contro la
piccola muraglia.
"E quanto inizierai a lanciare
davvero? O ti verrà fame di carne in modo sproporzionato?".
Lo incalzò la russa. Peter la raggiunse e si sedette accanto
a lei, davanti al fuoco.
"Creerò un antidoto. Sono
un esperto in genetica" ribatté. Le fiamme rosse e aranciate
si rifletterono nelle sue iridi castane.
"La fai davvero facile, ragnetto"
ribatté la russa. Si avvicinò a lui e gli mise
le labbra vicino all'orecchio.
"Però se io fossi un
piccolo ragnetto, davanti a una vedova nera, avrei paura di finire
mangiato". Lo minacciò con voce seducente. Peter
deglutì a vuoto e rabbrividì, avvertendo un
calore al basso ventre.
"E non ci sono solventi per quel
genere di chimica". Concluse lei, mentre Peter avvampava.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Il contrattacco del ragnetto ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Da 'I prompt di lunedì' di Il giardino di Efp.
Prompt: "Ho
scoperto che fa più freddo se non mi sei accanto."
Cap.10 Il contrattacco del ragnetto
“Dov’eri?”
domandò Peter. Fu scosso da una serie di tremiti
e si massaggiò le mani tra loro, aveva i muscoli
intirizziti. Il vento alle sue
spalle sferzava la loro tenda, si udiva in lontananza i fruscii delle
piante.
“Suvvia ragnetto. Dovevo
prendere delle cose per andare allo
step due dell’addestramento” spiegò
Natasha. Avanzò, superò un rametto nella
fanghiglia. Strinse la cinghia nera del borsone che teneva sulla spalla.
“E nascondere ancora
più lontano la tua macchina in modo che
io non possa trovarla, vero?” chiese Peter. Si
avvicinò le mani al viso e ci
soffiò sopra, la punta delle dita era diventata bluastra.
Natasha batté un paio
di volte le palpebre.
“Ho anche controllato che
lo S.H.I.E.L.D. dicesse a tua zia
che sei in una gita di studio con la scuola. E abbiamo convinto anche
suddetta
scuola, così non fai assenze” spiegò.
Sorrise, socchiudendo le labbra piene
e rosse.
“Perché tutta
questa agitazione?” domandò. Peter aprì
la
tenda, la cerniera gli scivolava dalle dita. Saltellò sul
posto e si batté un
paio di volte le mani sulle braccia.
“Mentre non c’eri
il fuoco si è spento, anche se non
pioveva! Ho cercato di metterci altra legna, ma mi sono solo ustionato
una
mano. E l’acqua non ha fatto diminuire il dolore”
piagnucolò.
Natasha scoppiò a ridere.
“Hai freddo?”
domandò. Peter strinse un pugno e la
raggiunse, mettendo il suo viso a un dito da quello
dell’altra.
< Questo gioco lo possiamo
giocare in due > pensò.
Natasha lo fissò in volto ed inarcò un
sopracciglio vermiglio.
“Ho scoperto che fa
più freddo se non mi sei accanto”
sussurrò Peter con voce calda. Natasha si sfilò
la casacca e gliela fece cadere
sui piedi. Parker gridò di dolore e Natasha sorrise.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Il bacio della vedova ***
“Questa
storia partecipa a “Una Challenge sotto
l’Albero” indetta dal gruppo facebook Il Giardino
di Efp.
Prompt:
7) A vede la slitta di Babbo Natale volare in
cielo, ma non sa se sia solo un’allucinazione dovuta a quanto
appena accaduto
con B…
Cap.11
Il bacio della vedova
Peter
si lasciò cadere dall’albero e roteò in cielo,
lanciò
una ragnatela e si appese alla cima di un albero. Fece un semicerchio
in volo,
balzò, fece una capriola e atterrò in piedi, con
le mani alzate al cielo.
Il
fiato si condensava davanti al suo viso in una
serie di nuvolette bianche.
I
fiocchi di neve cadevano intorno a lui, alcuni gli
erano finiti nei capelli e altri erano rimasti nelle sue ciglia.
Peter si
mise a correre, lasciando le sue impronte nel manto
innevato.
“Finalmente
abbiamo finito l’addestramento. Addio fase
uno, due e tre! Addio postaccio!
Da
domani missioni vere, niente più vecchiette da
accompagnare o animaletti da salvare. Niente più spie e
soprattutto bentornata
civiltà.
Proprio
in tempo per festeggiare il Natale!” gridò.
Saltellò sul posto, calciò una montagnetta di
neve e roteò su se stesso,
gridando.
Natasha
lo guardò inarcando un sopracciglio ed incrociò
le braccia al petto.
“Non
farmi pentire di averti segnalato come idoneo. Mi
eri parso diventare un uomo e ora sembri di nuovo un
ragazzino” lo rimbrottò.
Parker
si voltò e socchiuse gli occhi, le sue iridi
castane brillarono.
“Sai,
ti dona questo scenario molto russo, regina
delle nevi” disse, facendole l’occhiolino.
Natasha
schioccò la lingua sul palato e avanzò.
“Sai,
moccioso, potrei iniziare a credere che tu ci
stia davvero provando con me. Ormai è da parecchio che te ne
esci con frasi
simili” disse.
Parker
avvampò e deglutì, avvertendo la gola secca, ma
dissimulò con un ghigno.
“Mi
chiedo chi non ci proverebbe con te. Non sei solo
bellissima e letale, sei anche intelligente ed una buona amica, per non
parlare
di quanto sei seducente con un computer da hackerare tra le
mani” disse.
Natasha
gli girò intorno.
“Attento,
i ragni mordono anche a Natale” soffiò,
sporgendo le labbra rosse e carnose.
Peter
si grattò il collo, sotto il colletto di
pelliccia che indossava.
“Mi
sono documentato. Le femmine di ragno risparmiano
il maschio se sa come distrarle, conquistandole con balli sensuali,
colori
sgargianti, atti di furbizia e soprattutto doni” disse.
Natasha
gli sfiorò la guancia con l’indice, la sua
pelle diafana era gelida.
“Non
è molto romantico studiare gl’insetti per Natale.
Lo sai che le cimici trafiggono le loro compagne, o qualsiasi cosa gli
sembri tali,
in qualsiasi parte del corpo? Nel caso non muoiano, lo sperma trova da
solo la
sua strada” soffiò.
Parker
avvertì un brivido lungo la schiena.
“Sono
più romantico di una cimice” soffiò.
Natasha
lo afferrò per il capo, passandogli le dita
tra i capelli e, chiudendo gli occhi, lo baciò. Peter
gorgogliò sorpreso e ricambiò
con fare impacciato.
Natasha
si staccò da lui, sentendolo mugolare e lo
salutò con la mano.
“Prepara
le tue cose e mettile in macchina. Ti aspetto
lì” disse, allontanandosi con un movimento
seducente dei fianchi.
Peter
alzò il capo, cercando di riprendere fiato. Vide
passare una slitta, con a bordo una figura vestita di rosso.
<
Perfetto, ho anche le allucinazioni sulla slitta
di Babbo Natale dovute al bacio appena ricevuto dalla Romanoff >
pensò.
Iron-man
si affacciò dalla slitta e lasciò cadere la tuta
iron-spider.
“Buon
Natale, ragazzo, ma con qualcosa di me!” gridò. La
sua risata risuonò tutt’intorno, mentre si
allontanava celermente con i
reattori al massimo.
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Capitolo 12 *** Cap.12 La danza del ragno ***
Scritto col prompt de I prompt del
lunedì per il Giardino di
Efp.
Prompt di B.P.: "Peter va con la sua
classe a teatro a
vedere il balletto russo de Lo schiaccianoci, Natasha fa parte del
corpo di
ballo per una missione sotto copertura".
Cap.12 La danza del ragno
Il cielo si stava oscurando, mentre
s’illuminavano i grandi
tabelloni con le locandine. Le macchine passavano rumorosamente nella
strada
davanti al teatro.
“Ragazzi, non correte e non
spintonatevi. Non fatemi pentire
di avervi portato a teatro” disse Peter con tono severo,
raddrizzandosi gli
occhiali.
“Sì,
prof” disse una ragazza con i capelli blu, facendosi un
selfie.
“In fondo chi non apprezza
il balletto russo” si lamentò un
giovane di colore, roteando gli occhi. Un compagno gli fece eco
ridacchiando.
Peter li richiamò:
“Siate meno sarcastici”.
“Lo ammetta, lo
schiaccianoci è una favola per bambini”
disse un ragazzo dai corti capelli biondi, quasi rasati.
Le luci colorate sempre
più luminose si riflettevano nelle
porte a vetri del teatro.
“Salite sul pullman, vi
raggiungo” l’incalzò Peter.
“Deve parlare con quella
ballerina sexy?” gli chiese una sua
allieva, masticando rumorosamente una chewin-gum. Indicando una donna
che
usciva dal teatro, con una sciarpa al collo.
“Meno battute, è
una vecchia amica” disse Peter, mentre il
pulmino apriva rumorosamente le proprie ante. Si era parcheggiato
davanti a
loro.
< Quanti anni sono passati?
Quanto tempo è che non ci
vediamo? Eppure mi sembra ieri, mi riporta a giorni più
felici. Quando lo
SHIELD esisteva, quando mi sembrava tutto meraviglioso. Ero un
po’ l’Harry
Potter dei primi libri, quando ancora crede che il mondo della magia
sia un sogno
> pensò.
Gli allievi ridacchiarono, Peter
seguì con lo sguardo i
movimenti della sua classe.
Natasha giocherellò con
una collana che le impreziosiva il
collo sottile, indossava un ampio cappello, che le copriva in parte i
lunghi
capelli. Erano biondo platino, ma i boccoli avevano ancora dei riflessi
vermigli.
“Come va,
Parker?” domandò Romanoff a bassa voce.
Peter si voltò verso di
lei, mentre il pulmino chiudeva le
porte con gli studenti dentro.
“Era dai tempi
dell’addestramento che non ti vedevo”
proseguì lei.
Peter si massaggiò il
collo.
“Va. Ho avuto momenti
peggiori” rispose, scrollando le
spalle.
Gli occhi di Natasha vagarono nei
negozi tutt’intorno, scorgendo
un ristorante.
“Anche io… Alle
volte ancora guardo il telefono e penso che
Clint non mi chiamerà come ai vecchi tempi”
sussurrò la ballerina. < Sarei dovuta
saltare e morire io. Non ho più avuto il coraggio di
guardare negli occhi la
sua famiglia >. Avvertì una fitta al cuore e
rabbrividì, sentendo uno
spiffero gelido scendere lungo le sue spalle.
Peter espirò rumorosamente
dal naso, serrando gli occhi.
“C’è
stato un lungo periodo in cui vedevo Mr. Stark ovunque.
Non è facile perdere un mentore come lui, lasciava sempre
una traccia di sé in
ogni cosa di questo mondo…
Mi hanno detto che ora gestisci da
sola gli Avengers” le
disse.
Natasha annuì.
“Ho saputo che ti sei sposato” gli rispose.
“Divorziato. MJ ed io non
ci siamo più ripresi dopo…
l’aborto”.
Peter si mordicchiò il labbro, spostando lo sguardo.
“Faccio ancora il
super-eroe, ma pago le bollette come insegnante”.
Guardò la figura sottile di lei,
stretta in un abito argenteo dal generoso decolté.
“Io sono qui in missione,
sotto copertura. Chiamami Natalie”
soffiò lei al suo orecchio.
“Lo immaginavo, Natalie.
Sai, sei bella come
ricordavo…” disse Peter, sentendo le
orecchie in fiamme.
“Ci provi ancora con me?
Sei recidivo con le ‘rosse’” disse
Natasha, camminandogli intorno ancheggiando. Le sue labbra si piegavano
sinuose
e piene.
“Da ragazzo ho ricevuto un
bacio. Come uomo, ora, spero di
ottenere anche il tuo cuore” rispose Peter. Scrutò
una macchina allontanarsi,
da essa proveniva una melodia fragorosa e fastidiosa.
< Ci meritiamo entrambi di
avere una chance di
ricominciare. Ti ho visto per sbaglio su quel palco, ma non voglio
perdere la chance
anche questa volta > pensò.
“Vediamoci questa sera,
fuori dal lavoro, al bar vicino al
teatro e si vedrà” promise Natasha.
< Come hai fatto a notarmi in
seconda fila? A causa della
mia caviglia non sono più la prima ballerina, non sono al
centro della scena.
Non lo so neanche nella vita, ho perso l’unica famiglia che
io abbia mai
conosciuto.
Ogni tanto m’incontro con
Cap, o meglio, l’anziano
vecchietto che è diventato, e tra i due la più
nostalgica sono io > pensò.
“Grazie” disse
Peter.
Natasha lo guardò
raggiungere il pullman, e salirci. Il
mezzo richiuse le porte e partì, mentre i rumori della
città si confondevano
con il tubo di scarico del mezzo, ed il brusio di voci concitate degli
studenti.
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